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di ekslytherin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** first ***
Capitolo 2: *** 2_end ***



Capitolo 1
*** first ***


Unfaithful

Unfaithful

Appoggiato allo stipite della porta-finestra aperta con la spalla destra, con il solo rumore dello scroscio della pioggia che faceva da dolce musica di sottofondo, aveva una sigaretta appena accesa all’estremità sinistra delle labbra, con le braccia incrociate conserte sul petto.

Lo sguardo guardava lontano, molto più lontano dell’orizzonte che aveva di fronte e che si illuminava a sprazzi di luce dovuta agli sporadici lampi.

Non sapeva nemmeno lui perché si era svegliato.

Forse era stato il richiamo della pioggia.. o più semplicemente aveva troppi pensieri nella testa per riuscire a dormire quella notte.

Sperava solo di non svegliare l’altra figura occupante la camera da letto, che quando si era alzato dal suo giaciglio gli dormiva affianco beatamente.

Chissà perché ogni tanto gli capitava di pensare al suo passato, al suo presente.. ma non riusciva a prevedere il proprio futuro.

Viveva giorno per giorno, non riuscendo ad immaginarsi proiettato 5, 10 anni avanti.

Eppure andava tutto bene.

Oddio, bene.

, si, dai.

Non c’era più nessun pazzo furioso che attentava alla sua vita, stava con una stupenda persona..

Ma chi voleva prendere in giro?

Il ragazzo dai lunghi capelli corvini sorrise lievemente, increspando le labbra in una posizione vagamente sensuale, con la sigaretta arrivata a metà vita perfettamente incollata al suo posto.

Stavano assieme da sei mesi, sei divertentissimi mesi.

Ma non c’era amore tra loro.

Lo sapevano entrambi, ma erano arrivati alla costruzione di quel loro strano rapporto assieme, consenzienti entrambi.

Se ci ripensava gli veniva da ridere.

****FLaSH BaCK****

Due bei ragazzi, entrambi con i capelli neri, stavano seduti al tavolo di un bellissimo appartamento chic.

- Allora?-

- Allora che?-

- Dai, Harry, siamo seduti qui, a guardarci negli occhi senza spere bene cosa dirci. Prendiamoci di coraggio e diciamoci senza troppi scrupoli perché ci siamo incontrati.-

- Coraggioso da parte di un ormai ex-serpeverde…-

L’ex-serpeverde in questione sogghignò in direzione del ragazzo che aveva di fronte.

- Già. Quindi ricambia il mio sforzo di coraggio e parla. Dimmi cosa frulla in quella tua testa machiavellica.-

Harry sorrise lievemente, come era ormai sua abitudine da qualche tempo a quella parte, e si appoggiò allo schienale della sedia bianca; si accese una sigaretta, inspirò una bella boccata di nicotina e la piazzò all’angolo sinistro delle labbra.

Era quello il suo segreto per cui poteva fare qualsiasi cosa con una sigaretta in bocca: ridere, parlare, cantare.

- Bene, Blaise. Allora comincio io. Ho voluto vederti perché.. non lo so di preciso perché. Avevo voglia di parlare con qualcuno, qualcuno che sapesse tutta la storia, dall’inizio alla fine. E ci sei solo tu. Anche perché tu c’entri in buona parte sia per la prima che per la seconda parte.-

L’altro moro, con un paio di zaffiri al posto degli occhi, si fece serio.

- Giusto. Dimmi questo, Potter. Perché sei qui che parli con me, invece di prendermi a botte finché non crepo?-

- Oh, io sono pacifico!-, disse inspirando una boccata più intensa delle altre: il filo di fumo che fece uscire dalle labbra gli diede fastidio agli occhi e li chiuse per un istante. Poi continuò, sotto uno sguardo che non sapeva interpretare dell’altro. - Sinceramente non lo so. Non so nulla da qualche tempo a questa parte. Ho solo confusione nella testa. Un marasma caotico di pensieri e sentimenti che non so come gestire.. a chi indirizzare.-

- Almeno l’odio dovresti rivolgerlo a me, non ti pare?-

- Non prenderti tutta la gloria…. Si deve essere in due in queste cose. E tu sei stato quello che alla fine si è comportato meno peggio.-

- Come fai a dire una cosa del genere?!-

- Perché hai fatto i tuoi interessi. Guardandola dal di fuori, chiunque avrebbe fatto quello che hai fatto tu. Anche io, probabilmente, quindi perché incolparti? L’unica cosa per cui dovrei davvero incazzarmi con te è il fatto che c’era un legame di amicizia, tra noi.-

- Hai usato il passato.-

- Già. Scusa. Te l’ho detto, sono confuso. Ma dimmi TU perché sei qui?-

L’ex serpe dagli occhi di zaffiro sospirò, poi guardò intensamente i laghi di giada liquida che erano le iridi dell’altro. Trovò quello che cercava: calma, coraggio, accettazione. Cominciò a parlare.

- Proprio perché c’è, o c’era, questo legame tra noi. Perché comunque mi spiace per quello che ho fatto. Anche se ad essere sincero ne sono triste fino ad un certo punto. Come hai detto tu ho fatto i miei interessi. Ora, però, nemmeno io so più cosa fare.-

- Ce lo siamo giocato entrambi, lo sai vero? O lui si è giocato noi. Questo ancora devo ben capirlo.-

- Cosa intendi dire?-

- Che da parte mia non ci sarà più nulla. Qualunque cosa dirà, o farà.. per me è storia chiusa.-

Non ci poteva credere.

Non avrebbe mai detto possibile che un giorno avrebbe ascoltato quelle parole uscire da quella bocca, con l’ormai caratteristica sigaretta a lato delle labbra, tenuta mollemente con naturalezza e inconsapevole sensualità.

A pensarci bene quella caratteristica di come fumava, o parlava fumando, era stata si da subito una di quelle cose che lo avevano colpito e catturato.

- Dici sul serio? Non riseco a crederti, Harry.-

- Bè, non è molto un mio problema, ti pare? Io so perfettamente che quello che dico lo penso davvero. Se tu mi credi o meno non cambierà di certo le cose.-

- Perché mi stai dicendo questo? Ti stai quasi sfogando con me. O se non sfogando quantomeno stai aprendo il tuo cuore a me. Ed io dovrei essere l’ultima persona che vorresti vedere.-

- Si, lo penso anche io. Teoricamente in questa situazione dovrei volerti steso in un lago di sangue.. ma cosa vuoi.. sono troppo razionale, forse.-

- Lo credo anche io. Mi stai stupendo ancora, Potter. Ogni volta che parli mi incanti con il tuo strano modo di pensare.-

- Non mi adulare.-

- Non ti adulo.. potrei star cercando di flirtare con te.-

Harry sorrise, in quella maniera tutta sua, con l’angolo opposto della bocca dove si trovava l’ormai quasi finita cicca alzato leggermente verso l’alto.

- Forse è per questo rapporto strano che abbiamo, che non riesco ad odiarti, dopotutto. Con chi altro riesco a fare discorsi seri ma che dal di fuori sembrano comici? Nah, giovane. Non ho voglia di perdere anche te, per lo stesso motivo per cui ho perso lui.-

- Ti chiedo scusa col cuore, Harry. Mi perdoni? Torniamo ad essere quello che eravamo prima?-, chiese quasi supplicante l’altro.

Lo pensava davvero, seriamente anelava il perdono di quella strana creatura che aveva di fronte, che lo incantava con le sue parole, con i suoi ragionamenti machiavellici, con il suo pensiero razionale, con il suo cuore da romantico. Con la sua natura del tutto contraddittoria che ai suoi occhi lo faceva come risplendere di una luce eterea che gli ricordava che tra loro due c’era un abissale baratro.

Il moro in questione prese la sigaretta e la spense nel posacenere a forma di drago poggiato sul tavolo, poi piantò i propri occhi di smeraldo in quelli di zaffiro.

- Si. Questa volta, si. Non ti assicuro che ci sarà una prossima volta, infame traditore.. ma questa volta si.-

Lo aveva perdonato; perdonato davvero, lo aveva capito dall’insulto che gli aveva detto.

Lo insultava solo quando scherzavano.

Quando Harry era arrabbiato lo si notava, se lo conoscevi bene, dal modo di parlare.

Usava parole auliche, frasi composte, voce ferma, nemmeno un lontano accenno di volgarità.

Uh, a Blaise vennero i brividi al ricordo di Harry arrabbiato.

Non arrabbiato, non lo si doveva mai dire di lui; l’ex grifone asseriva che s’infastidiva solo.

Perché il giorno che sarebbe stato arrabbiato davvero.. no, non voleva nemmeno immaginarlo.

- Lo terrò a mente, vostra signoria. Grazie infinite.-

Rimasero un poco in silenzio, entrambi a pensare chissà cosa, poi Zabini interruppe la quiete sonora.

- Ora dove starai?-

- Non lo so. Per ora sto da Ron, ma voglio andar via. Non sono in un periodo abbastanza tranquillo per trattenere la cattiveria. E lui non c’entra nulla con i miei sbalzi d’umore alla ragazzina isterica.-

- … Perché.. perché non vieni a star qui? Finché non trovi un altro posto, ovvio.-

Potter guardò curioso il moro, che si sentì come spogliato dinnanzi a quell’intensità del tutto inconsapevole.

- Sai che non è mica una brutta idea? Anche se dovessi mandarti al diavolo, ne sei così abituato che forse non ci faresti nemmeno caso.-

Il padrone di casa sorrise divertito.

- Oh, no. Ormai non mi stupisco più della tua instabilità emotiva in certi casi. Basta che non mi lanci incantesimi. Ecco, questa sarà l’unica regola di casa. Vietato lanciare incantesimo con cattive intenzioni bellicose nei confronti del padrone di casa. E VIETATO fare la doccia prima del sottoscritto.-

- EHI!-

- Dai, Potter. Converrai pur con me che sei maledettamente più lento di una ragazza a fare la doccia.-

L’ospite sorrise di nuovo, questa volta senza più la sigaretta dall’altra parte dell’angolo alzato delle labbra.

- Ok, te la do vinta. Allora.. mi ospiteresti, per favore?-

- Con molto piacere.-

Entrambi si alzarono dalle sedie e congiunsero le loro mani in una stretta che segnava, in modo scherzosamente solenne, la nuova convivenza tra i due.

**** eND FLaSH BaCK****

Ed ora era lì, proprio nella casa del suo ricordo, con la sola differenza che ora quell’appartamento si poteva dire che era anche suo.

Lui e Blaise si erano messi assieme dopo due mesetti di convivenza; come si era già ricordato, nessuno dei due provava amore per l’altro, ma stavano bene assieme. Riuscivano a confortarsi e, soprattutto, si sopportavano in qualunque circostanza.

Erano molto simili, e forse era quello il motivo per cui la scintilla non scoccava: solo un narcisista convinto può amare una persona del tutto simile a sé.

E, per quanto entrambi fossero maledettamente vanitosi, nessuno dei due si sarebbe mai sognato di vivere tutta la vita con l’altro; non come una coppia almeno.

Un movimento di troppo tra le lenzuola di seta ed il moro si riscosse dai suoi pensieri e decise che forse era il caso di andare in un'altra stanza: era in vena di pensare e lui odiava avere gente attorno, quando doveva ponderare.

Si cambiò velocemente, poggiando con attenzione il pigiama nella sua parte del letto, poi uscì dalla camera facendo attenzione a non fare il minimo rumore.

Aveva adorato da subito quella casa, si disse mentre attraversava il corridoio per andare in salotto: era un appartamento immenso a metà strada tra la Londra babbana e quella magica, a dieci minuti da entrambe, facente parte di un’imponente costruzione del primo barocco.

Aveva due camere da letto, due bagni (uno con la vasca da bagno a idromassaggio e l’altra con un discreto box doccia), un salotto immenso, una sala da pranzo, una cucina più che vivibile, una stanza che fungeva da biblioteca-studio.

Ci si poteva forse aspettare che un Zabini, rampollo di una importantissima e ricchissima famiglia purosangue magica, avrebbe abitato in una qualunque casetta da 100 m2?

Ma certo che no! Infatti la “umile dimora”, come si divertiva a chiamarla il padrone di casa, misurava ben 250 m2.

Si, esatto, quell’appartamento prendeva tutto un piano dell’edificio, che infatti era all’ultimo piano.

Arrivato in salotto, Harry si sedette sulla poltrona di pelle nera rivolta verso la parete-finestra: pioveva che Merlino la mandava, con tanto di tuoni e lampi.

Una vera meraviglia della natura, insomma; un balsamo per lo spirito del giovane.

Con gli occhi chiusi, cominciò a chiedersi come mai si era svegliato, perché quella notte la sua mente aveva deciso di fargli ricordare il passato.

Che giorno era?

… Ah, ecco.

Era passato un anno preciso, da quel giorno.

Chissà come mai, ogni 8 del mese si svegliava la notte. O, per essere più precisi, la notte tra il 7 e l’8.

Quel giorno, di un anno prima, era successo il misfatto.

Era trascorso tempo da quando aveva smesso di star male a quei ricordi, ora avvertiva solo più vuoto; forse un poco di rimpianto, alla consapevolezza che tutti i bei momenti erano finiti.

Ma mai nemmeno una volta aveva rimpianto la propria decisione.

Mh, aveva bisogno di camminare, di sentire la pioggia sul proprio corpo, non gli bastava vederla e sentirla.

Doveva assaporarla, intingersi fino alla saturazione del suo odore, sentire solo e soltanto quel dolce scroscio.

Si alzò lentamente dalla poltrona e si diresse verso l’entrata: prese la felpa nera con la scritta GUINNES sulla schiena ed il cappellino dello stesso colore della Carlsberg; portafogli nella tasca posteriore dei jeans, Camel Silver in quella della felpa assieme all’accendino.

Ok, era pronto.

Si guardò di sfuggita nello specchio e sorrise al suo riflesso con il cappellino che nascondeva gli occhi se la testa era ritta normalmente.

Tre minuti di ascensore e si trovò davanti al portone del condominio: si tirò il cappuccio della felpa sul cappellino, si accese una sigaretta e gli fece un incantesimo perché non si bagnasse, poi uscì.

Camminava da dieci minuti, senza una meta precisa, con il solo scopo di bagnarsi fino al midollo e sentire solo l’odore delle lacrime del cielo.

Aveva sempre dato quella triste interpretazione al significato della pioggia.

Ora che ci pensava, tutte le decisioni importanti della sua vita le aveva prese sotto la pioggia; non sapeva per quale ragione, per capirlo avrebbe dovuto sottoporsi ad un colloquio con uno psicologo forse, ma con quel tempo e quell’atmosfera tutta particolare che provava si sentiva sé stesso. Davvero.

Non sapeva bene come spiegarlo e spiegarselo, ma si sentiva razionale, come se l’acqua portasse via con sé nella sua strada dal cielo alla terra anche tutti i sentimenti inopportuni.

Perché secondo lui quando era il momento di prendere una decisione le emozioni non dovevano interferire.

Anche quella notte avrebbe preso una decisone?

Su cosa poi?

Mhà, ora non era importante, ora si sentiva bene, leggero, libero.. era tutto quello che gli serviva in quel momento.

Sembrava un simpatico remake dell’anno prima.

Pioveva anche quella notte.

Quella notte, però, una decisione l’aveva presa. E che decisione!

Ecco. Di nuovo aveva pensato a quella volta.

Era parecchio tempo che non ci ripensava, che non ricordava. Stava facendo una full immersion ora.

Massì, forse non era poi tanto male rimembrare quella sera; aveva più volte ripreso mentalmente la scena per vedere se, col senno di poi, avrebbe fatto scelte diverse.

E, tutte le volte, aveva trovato la medesima risposta: avrebbe fatto le stesse, identiche, scelte.

Anche se non aveva deciso in partenza dove andare con la sua passeggiata, si trovò in un posto che conosceva molto, molto, molto bene.

Era un parco con l’erba rigorosamente tagliata all’inglese, nessun fiore se non dove erano stati precisamente piantati a formare un disegno astratto al centro del prato, diversi giochi per bambini, panchine e tavoli.

Ma, soprattutto, esattamente dall’altra parte di dove ora Harry si trovava, un’altalena.

Sorrise e s’incamminò proprio verso quella, mentre si accendeva una nuova sigaretta magicamente asciutta ed abbassava il cappellino che rimase come attaccato al cappuccio della felpa.

Quel posto era troppo ricco di ricordi, di sensazioni, aveva bisogno di sentire l’acqua scorrere sul suo viso, perché altrimenti sarebbe stato travolto da essi.

Con un incantesimo silenzioso asciugò uno dei due posti dell’altalena e vi si sedette.

Buon salve biondeggianti!^^

Lo so che non mi sono più fatta viva.. ma cosa volete, la vita è dura.. senza contare che quest’anno faccio 5° ed il tempo libero è moltomoltomolto poco..

Così, per cercare di farmi perdonare, vi posto questa one-shot che ho diviso in due capitoli.. perché troppo lunga altrimenti^^

Cosa posso dirvi?

Presto arriverà il secondo ed ultimo capitolo di questa fic..

Vi chiedo perdono per aver praticamente interrotto amore proibito.. è che le idee sono a miliardi ed il tempo non c’è.. abbiate fede!^^

BaX BaCiSSSS

§*UrIeL*§

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Capitolo 2
*** 2_end ***


****FLaSH BaCK****

****FLaSH BaCK****

Pioveva ininterrottamente da venti minuti; lo sapeva così bene perché aveva cominciato non appena lui si era seduto su quella vecchia altalena.

Fortunatamente quando piove nessuno, sano di mente almeno, andava in giro, sicché non un anima viva oltre al cielo stellato ed alla luna calante poté vedere quale tristezza era dipinta sul viso del giovane dai capelli neri corti, completamente attaccati alla scatola cranica perché zuppi.

Non sapeva come fosse finito in quel posto, aveva semplicemente camminato, camminato e camminato.

Ah! E camminato ancora, lo aveva già detto?

Sorrise alla sua pazzia dilagante.

Non si compatì per la triste battuta che si era sussurrato internamente solo perché sapeva che era tutta una questione di sopravvivenza cerebrale, quel suo umorismo ancora più pessimo del solito inglese.

Merlino.. non avrebbe mai voluto vedere quella scena.. ma soprattutto.. oltre al danno…

La beffa.

Non solo quella che si era detta la sua anima gemella lo aveva tradito.. ma lo aveva fatto con il suo migliore amico.. il loro migliore amico.

A dir così gli sembrava quasi di incolpare Ronald, povero amico.. e lui non c’entrava nulla. Anche perché non sapeva nulla.

Né lui, né Hermione… quelli che erano sempre stati i suoi punti di riferimento, le persone che lo avevano supportato ed ascoltato per sette lunghi anni di agonie varie.. non sapevano nemmeno in modo vago ed accennato che lui, Harry Potter, aveva una relazione con una persona da mesi e mesi.

“Aveva” era però il tempo verbale sbagliato, si corresse da solo. “Aveva avuto”.

Cioè. In quel momento ancora stavano assieme.. ma solo per una questione di pochi momenti.

Ecco perché si era messo a camminare con quelle intemperie.. doveva trovare una risposta.

Doveva prendere una decisione.

Così, seduto sull’altalena, con una sigaretta che sembrava incollata all’angolo sinistro della sua bocca e incantata di modo che non si bagnasse, il bel moro alzò il viso verso gli astri, con gli occhi chiusi.

Quasi in una supplica di pagano rivolta alla dea luna ed alle sue figliole stelle.

Rimase in quella posizione per pochi minuti, nei quali la sua mente si svuotò completamente.

Attese di finire la sigaretta in quello stato di quasi trance che riusciva ad ottenere solo sotto la tristezza del cielo, poi rivolse il suo sguardo appannato ed appesantito dall’acqua sulle palpebre e sulle ciglia verso l’orizzonte buio.

Gli occhi di Giada non tremarono, né s’inumidirono mentre nel proprio cervello veniva a formularsi da sola, come per magia o per volontà di un’entità all’infuori di egli stesso, la risposta al suo quesito.

Chiuse gli occhi, espirò lentamente e a fondo, poi inspirò normalmente aprendo nel contempo gli occhi.

Alzò amaramente l’angolo destro delle belle labbra carnose in una drammatica posa di sorriso forzato; decisione: presa.

Ora restava solo più la parte pratica.

Si sintonizzò come aveva cercato di insegnargli tempo prima il suo ex professore di Pozioni per imparare l’occulumazia e la lettura del pensiero… si, agganciato, Huston!

Alla faccia della sopravvivenza cerebrale, sembrava che si stesse divertendo in quella circostanza.. e non era affatto così.

Serietà, Potter. Serietà.

“Draco..”

“Harry?! Dove sei? Ti ho cercato per tutta la casa.. e nemmeno Blaise sa dove ti trovi!”

Uno dei lampioni del parco si ruppe senza motivo apparente, non appena il moro fradicio sentì quelle parole.

“Già. Senti, devo parlarti di una cosa. Urgente. Vieni al parco, quello delle altalene, presente? Io sono qui che ti aspetto. Fai in fretta..

Cosa è successo?!”, apprensione nella voce.

Un colpo al cuore.

“Nulla di grave per la quale rischio di morire, al massimo mi becco una polmonite se non ti sbrighi.

“Arrivo!”

Tempo di dire la frase, Harry si trovò dinnanzi, senza nemmeno un mantello o un cappotto per proteggersi dalla pioggia e dal freddo, un ragazzo all’incirca della sua stessa età con i capelli lievemente più lunghi di come li portava a scuola, non ingellati ed un paio di tempeste al posto degli occhi.

- Allora? Tutto bene?-

- Si, Draco, te l’ho detto, non sto male e non sono in pericolo.-

Il biondo tirò un sospiro di sollievo; effettivamente il suo ragazzo sembrava star bene, a parte gli ettolitri di acqua addosso e… cosa era successo? Perché quegli occhi che tanto amava per il loro splendore, ora si rilucevano.. ma di una luce diversa.. più cupa. Seria?

Adulta.

- Cosa devi dirmi di urgente?-

Harry si alzò dall’altalena e si tolse la felpa: tenendola con una mano, la fece asciugare mediante un incantesimo effettuato con la bacchetta comparsa in un momento e la rese impermeabile, poi la porse al proprio ragazzo.. o quel che era.

- Prima metti questa, Draco. Lo sai che hai una cattiva salute.. quando imparerai a coprirti decentemente?>

Questo, scaldatosi il cuore per quella tenera apprensione, si vestì come gli era stato dolcemente imposto, poi disse:

- Fatto. Ora, ti prego, Harry.. dimmi cosa c’è.-

In maglietta a maniche corte dell’Hard Rock Cafè London, il giovane si risedette alla precedente postazione, si accese una sigaretta incantata esattamente come le altre, e cominciò.

- Dunque. Non è affatto facile come credevo.. Scusami già da ora, Draco, ma non sarò comprensivo, né samaritano, né dolce. Per quanto io sia tanto buono come tutti amano decantare, tra la mia salvaguardia e quella di un’altra persona mi batto quasi sempre per la mia.-

Il biondo era spaventato da quel prologo, ma non aveva la minima idea di cosa volesse dire.. di dove Harry volesse andare a parare.

Così rimase zitto, cominciandosi anche lui ad inzuppare i capelli ed i pantaloni.

Le due preziose giade, nelle quali la tempesta finiva sempre immancabilmente per annegare, s’indurirono in una maniera tale che l’ex Serpeverde non aveva mai.. mai visto; e, che Merlino lo salvasse, lo aveva affiancato nella lotta a due contro Voldemort!

Sembravano dure come diamante, gelide come ghiaccio, taglienti come lame.

- So di te e Blaise.-

Draco non seppe, in quel momento e per molto altro ancora, se la sensazione che sentì nell’udire quelle parole fu come una morsa mortale alla gola, o quella di una mano invisibile che cercava di strappagli il cuore dal petto.

Forse entrambe contemporaneamente.

L’unica cosa che sapeva era che non riusciva a respirare, o almeno così gli sembrava; impallidì e cominciò a tremare.

Non per la paura di essere stato scoperto.. ma per la consapevolezza che avrebbe perso tutto quello che non avrebbe mai voluto perdere.

- Harry.. io…-, riuscì a dire solamente.

Ma fu interrotto.

- No, Draco. Qualsiasi cosa tu dica.. davvero qualsiasi, non mi farà cambiare idea. Ho deciso prima di chiederti di venire qui, proprio per non essere preso in contropiede da te e dai sentimenti.-

- Cosa stai cercando di dirmi?-, chiese il biondo, che cominciava a riprendere una piccola parte di controllo perduto.

- Non sto cercando di dirti nulla.. Ti sto dicendo, a chiare lettere, che non stiamo più assieme. Da questo momento, sia te che io siamo liberi, liberissimi.-

- Mi stai lasciando?-

Stava smettendo di tremare, una strana sensazione di collera si impossessava di lui ad ogni parola fredda, calcolata e cinica di quello che a quanto pareva stava diventando il su EX-ragazzo.

- Io lascio te, tu lasci me, se preferisci. Non mi importa come. L’unica cosa che mi interessa è il risultato finale. Ovvero: non stiamo più assieme. Finito, concluso, estinto. Come il tuo amore per le frasi auliche predilige.-

- E non ti passa per il cervello di chiedere spiegazioni, di permettermi di spiegare?-

Draco si stava infervorando di una collera cui non era permesso provare, mentre Harry alzò, a quelle parole, l’angolo destro delle labbra.

Si accese l’ennesima sigaretta, mentre si avvertiva con un monito silenzioso che dopo quella sera avrebbe dovuto cercare di fumare pochissimo per parecchio tempo, per compensare.

- Se ti facesse sentir meglio.. vai, spiegami. Sono qui, di fronte a te, non scappo e non urlo. Non ti interromperò. Racconta. Ammaliami con il tuo stupendo modo di parlare elegante una volta ancora, un’ultima volta.-

Quel modo di parlare, con quelle parole, quel tono fermo e calmo.. il biondo lo sapeva.. era una certezza lampante: Harry era arrabbiato.

- E’ stato uno sbaglio, un errore…-, cercò di dire con un tono assolutamente non iroso.

- Risparmia alle mie orecchie stanche parole talmente ovvie e scontate che urtano i miei già precari nervi, per favore. Se non hai di meglio da dire, o da inventare va bene allo stesso modo per quello che può servirmi, dillo ora che concludiamo.-

Perché?

Perché parlava a quel modo?

Draco non capiva come il giovane di fronte a sé potesse avere quel comportamento cinico, quella calma nel semplice movimento di togliere la cenere alla sigaretta con un colpetto di pollice sul filtro, quando della coppia il meno romantico e dolce era sempre stato l’altro.

Era il moro che si esponeva, che diceva sempre quello che pensava, senza preoccuparsi di ferirsi o bruciarsi, perché (come diceva sempre) se provava una cosa era inutile tenersela dentro.

Allora come mai ora, sotto la pioggia scrosciante, la persona quasi in lacrime era Draco e non Harry?

Perché la parte del debole era stata affidata al biondo, mentre il moro faceva l’insensibile, la serpe?

Di nuovo montò la collera che offuscò la limpidezza della ragione in Malfoy.

- Non parlarmi così, Potter. Non te lo permetto. Sto cercando di spiegarti, quindi abbi la decenza per favore di ascoltare e non rendere tutto più difficile.-

Il suddetto alzò un sopracciglio cinicamente; era lui a rendere le cose difficili? LUI non poteva parlar così?

E se non poteva essere lui, allora a chi era permesso in quella circostanza?

Ringraziò Dio, il Demonio o chi per loro che piovesse; fece solo un cenno con la testa per far andare avanti quello che aveva creduto sarebbe stato l’amore della sua vita.

- Non so perché, come, in che modo. Non lo avevo assolutamente previsto e mai, MAI mi sarei sognato di tradirti.. tanto meno con Blaise, che è nostro caro amico. Però è successo.-

Questa volta Harry aspettò qualche minuto prima di parlare poi, capendo che pareva aver finito, interruppe lui il silenzio creatosi.

- Questa è una constatazione lievemente ovvia e patetica, scusa se te lo dico. Non mi fa piacere sapere che non te lo saresti mai sognato, o che non avresti mai immaginato di tradirmi con Blaise. Non m’importa questo. L’unica cosa che vorrei sapere è perché. Non è difficile, Draco. Basterebbe anche solo un “mi ha acceso una fiamma che con te non provavo più”.. o “mi ero stancato della monotonia sessuale” o ancora che non mi ami più. Forza. Se sei tanto convinto di essere nel giusto e non osar dir nulla in proposito perché lo leggo nei tuoi occhi e nel tono di voce che sei arrabbiato.. TU. Forza. Hai voluto una chance per spiegarti. Cerca di sfruttarla per il meglio almeno.-

- Nessuna delle cose che hai detto è vera. E soprattutto non ho mai smesso un momento di amarti. Ti amo, Harry Potter, questo non puoi metterlo in dubbio.-

Questa volta, per la prima volta, il moro non si limitò a sorridere.

Rise, rise dapprima quasi forzatamente, poi di gusto.. per finire lontanamente con isteria.

- Non credevo fossi così simpatico.. peccato, l’ho scoperto tardi. Ti rendi conto di quello che dici? Non dovrei mettere in dubbio che mi ami? Ma in che mondo hai vissuto? Se c’è forse UNA COSA SOLA che metto in dubbio e sinceramente non ho nemmeno tutto questo cruccio, è il tuo sentimento per me. Perché se ami, Draco Malfoy, non tradisci. Se ami vuoi il bene dell’altra persona. E converrai con me che tradire non è esattamente un adeguato esempio.-

- Io so cosa provo, Harry Potter. Ti amo. Ho sbagliato, va bene, lo ammetto e sarebbe sciocco da parte mia non capirlo o dirlo. Ti sto chiedendo una seconda possibilità.. solo questo. E sai quanto mi costa fare queste cose. Dovrebbe essere un chiaro segno del mio amore per te!-, disse il biondo, nel quale albergavano ormai troppi sentimenti simili e contrastanti assieme perché potesse capire quale fosse il dominante.. paura? ira? Non lo sapeva.

- Non importa quanto possa costarti, non mi interessa nemmeno sapere se davvero o ancora tu mi ami. Non cambia ciò che è successo. Similmente non cambia la mia decisione. In un rapporto do tutto me stesso, lo sai. Mi metto in gioco, non pensando a se e quanto potrei bruciarmi. Niente rimpianti, questa è la mia filosofia di vita. Se questo è ciò che ho in cambio, se questo ottengo donando il mio cuore a una persona che dice di amarmi ma poi mi tradisce… allora mi ritiro. Che tu mi ami o meno.-

- Tu non mi ami?-

Non sapeva perché aveva fatto quella domanda, ma aveva bisogno di sentirsi dire che si, quella meravigliosa creatura lo amava ancora.

Harry lo aveva sempre capito, quando desiderava qualcosa, anche se lui non lo diceva espressamente e non faceva nulla per farlo capire.

In quel momento pregò perché accadesse ancora.

Il moro, seduto, osservò per interminabili secondi la preghiera fatta con il cuore e con l’anima della persona che più aveva amato nella sua vita fino a quel momento.

Non cambiò espressione, non si mosse. Semplicemente, guardava, scrutava come solo lui inconsapevolmente sapeva fare negli occhi e nell’anima di Draco.

- So cosa vuoi che ti dica. E se ti fa piacere te lo dico, ma solo perché corrisponde a verità. Si, ti amo. Non ho smesso di amarti, mai. O meglio.. non ancora.-

- Allora come puoi dire che non vuoi più stare con me?!-

- Te l’ho accennato all’inizio. Io, tra me e un'altra persona, scelgo me. So fin troppo bene che nessuno resta con te stesso fino alla fine.. nessuno, proprio tranne te medesimo. Non piego i miei sentimenti, i miei ideali, la mia vita in funzione di un essere all’infuori di me. Nemmeno se questa persona la amo alla follia.

- Ti amo, Draco, come mai ho amato e forse mai amerò. Ma solo perché sono capace di amare non vuol dire che sono disposto a morire per amore. E questo sarebbe darti una seconda possibilità…. Non dico che mi tradiresti ancora, non mi permetto di prevedere il futuro. Ma SO che non ti perdonerò mai per questo. Hai tradito me, la mia fiducia, anche il mio, nostro se è vero quel che dici, amore.-

Cosa avrebbe potuto dire?

In che modo avrebbe potuto cercare di farsi dare un’altra possibilità, dopo quelle parole?

Aveva ragione, lo sapeva che il moro di fronte a sé aveva perfettamente ragione, che lui era in torto e tutto il resto..

Probabilmente al posto suo lo avrebbe riempito di botte fino a farlo quasi morire… eppure..

Di nuovo sentì solo più l’ira accendersi in sé.

Probabilmente alimentata dalla consapevolezza che aveva fatto tutto lui stesso, che era stato lui a distruggere ciò che aveva amato moltissimo, dal comportamento freddo e menefreghista di Harry, dalla pioggia che odiava con tutto il cuore…

Tutto era appannato: la vista, la mente.

Tirò fuori la bacchetta, non sapeva nemmeno lui per far cosa.

Cosa avrebbe potuto fare?

Un incantesimo d’amore per farlo tornare a casa con lui?

Cosa?

- Cosa pensi di fare, Draco, con la bacchetta in mano?-

- Non lo so, Harry. So solo che da una parte vorrei incantarti per farti cambiare idea e dall’altra ti sto odiando.. perché hai parlato di me, e me soltanto? Perché non hai mai menzionato Blaise? Anche lui ti ha tradito!-

- Mpf.. lascia stare Blaise. Non ti deve importare ora. Anzi. D’ora in avanti, Draco Malfoy, dovrai dimenticare ogni cosa riguardante me.. e i miei amici.-

- Così Blaise lo perdonerai?! Perché lui si? Cos’è, lui è più importante?!-

- Non dire idiozie, per favore. Non so cosa ne farò di Blaise, resta il fatto che non ti interessa. Preoccupati del fatto che mi hai perso, per sempre. Grazie a te, alla tua regal persona. Sempre ammesso che ti sia mai importato qualcosa di me.-

Era stata una cattiveria dire quella cosa, lo sapeva. Perché sapeva che Draco lo amava.. o meglio.

Lo aveva amato sicuramente per un tratto della loro storia.. ora.. non lo sapeva più.

Però voleva ferirlo, anche un minimo, quanto era stato ferito lui.

Era una cosa crudele da fare, perché continuava ad amarlo e non desiderava fargli del male.. ma, e che Samael lo portasse, era infastidito all’inverosimile.

Tradito!

Maledizione, era stato tradito da colui che non smetteva quasi mai di dirgli che lo amava, che era stato grazie alla sua presenza se era riuscito a non prendere la strada sbagliata.

Persino la sua razionalità gli concesse quella piccola punta di irrazionalità.

Quella però fu la goccia che fece traboccare il vaso emozionale del biondo; senza quasi rendersene conto lanciò un incantesimo.

Subito dopo averlo fatto, si riscosse e si chiese preoccupato cosa avesse fatto.

Harry, alla vista della luce verde sulla punta della bacchetta di Draco, chiuse gli occhi stanco, creò una barriera che impedì alla maledizione di colpirlo, poi, con grandissima fatica mentale, pronunciò un incantesimo anch’egli.

- Rictusempra…-

Il biondo si trovò in un lago di sangue, del suo sangue, con miriadi di tagli in ogni parte del corpo.

- Non ci credo.. l’ho fatto davvero. Sai, Draco.. credevo che non sarei riuscito a farti del male.. ed in effetti ora mi sento in colpa. Non guardarmi con quegli occhi. Non ho intenzione di aiutarti. Farò i conti con la mia coscienza più tardi, se si degnerà di uscire allo scoperto una volta tanto. Sappi solo più queste poche cose: non voglio vederti mai più nella mia vita. Non una lettera, non una foto od un’immagine. Non una chiamata. Niente. Voglio dimenticare la tua esistenza e presto sarò in grado di farlo. Sai perché probabilmente potrò perdonare Blaise? Perché lui non mi ha mai detto che mi amava, ha fatto i suoi interessi. Ma TU, facendo questi tuoi interessi, hai colpito direttamente me. E non ha importanza chi sia stata l’altra persona. Se lo hai fatto, lo hai fatto e basta, indipendentemente da Blaise. Vorrei poterti dire che il mio amore si sia tramutato in odio, purtroppo non è così. E sai perché, amore mio?-, chiese con una punta di risentimento.

Malfoy, riverso a terra, aprì gli occhi con fatica per guardare cosa aveva fatto.

- Perché sfortunatamente quando io dico una cosa è vera. Quindi, quando ti dico che ti amo.. è vero. Ed il vero amore non muta in una notte. Non è un problema, lo farò appassire come una delle tue belle rose rosse senz’acqua.

Ricordati solo questo, quando vedrai le cicatrici dell’incantesimo: tu hai reso così il mio cuore.

Addio Draco.-

Il moro si alzò dall’altalena e si volse dalla parte opposta rispetto alla figura sdraiata a terra.

Ripercorse i propri passi senza mai voltarsi indietro poi, prima di sparire per la lontananza dalla vista di un Draco Malfoy che piangeva e si malediceva per quello che aveva fatto, si smaterializzò.

**** eND FLaSH BaCK****

Già.

Era davvero tanto che non ricordava tutto, nei minimi particolari.

Forse effettivamente quella sera avrebbe dovuto davvero prendere una decisione.

O forse.. forse sarebbe cambiata nuovamente la sua vita.

Si, ma in che modo, si domandò internamente l’unica persona in quel parco?

Un tuono gli fece alzare l’angolo destro delle labbra per il piacere; chiuse gli occhi ed alzò il viso verso il cielo, proprio come un anno prima.

La pioggia gli batteva in viso dolcemente, quasi come se avesse voluto fargli un dolce massaggio, od una carezza.

Ad un certo punto sentì una presenza non molto distante da lui, così aprì gli occhi di scatto.

Una figura scura, inzuppata tanto quanto lui, si stava dirigendo verso l’altalena al suo fianco con passo lento ma fermo.

Come si era già detto da solo, il moro odiava avere gente attorno quando era in una delle sue fasi remake del passato, o ponderava.. o simili.

Era però anche vero che era in un luogo maledettamente pubblico, mica poteva far sparire l’uomo, lo si intuiva dalla sagoma del corpo, con un incantesimo così, senza un valido motivo!

Ad un tratto gli venne un dubbio.

La figura maschile era praticamente davanti a lui così potè vedere i capelli lunghi quasi quanto i suoi biondi come solo i Malfoy potevano avere.

Però non era Draco… Harry lo sapeva.

Anche se non lo vedeva proprio da un anno, da quella notte infausta, non si era ancora scremata del tutto l’immagine che si era creato all’interno, nella quale il suo biondo amore sorrideva in uno dei suoi pochi momenti di tenerezza.

Il nuovo arrivato si tolse il cappellino e il cappuccio della felpa, portati proprio come li portava Potter, ed un paio di occhi blu mare s’incastonarono nelle giade.

Una voce bassa, calma, naturalmente ammaliante rapì le orecchie del giovane seduto.

- E’ libera l’altalena?-

- Certo.-

Il biondissimo si sedette; doveva avere all’incirca la stessa età di Harry, constatò egli stesso… no, forse era più grande.. ma non di molto.

Credeva che la conversazione sarebbe finita lì, ma mentre si accendeva, di nuovo per Samael!, una sigaretta, l’altro ri-attaccò.

- Harry Potter gusto? Non ci vediamo da parecchio tempo.-

Il moro alzò un sopracciglio interrogativo, quando in un lampo gli venne in mente una scena, di più di tre anni prima, nella quale Draco gli faceva conoscere un suo lontano parente che viveva in Irlanda ma che si trovava in Inghilterra per delle commissioni lavorative.. per combattere l’esercito del Signore Oscuro.

- Tu… hai combattuto con noi la battaglia contro Voldemort, vero? Sei un parente di Draco Malfoy se non sbaglio…-

L’altro sorrise, un sorriso che Harry non avrebbe mai pensato di ammirare nascere sulle labbra di un Malfoy.. un sorriso che, non aveva idea in che maniera (solo perché era modesto e non sapeva che lui faceva il medesimo effetto sugli altri), riscaldava il cuore.

- Si, esatto. Bè, Harry, posso chiamarti così vero?, come mai sotto la pioggia?-

- Certo, certo. Così, è sera di ricordi.-, sorrise il moretto, guardando l’orizzonte mentre fumava una sigaretta non più incantata.

Aveva smesso di piovere.

- E con mio cugino? Mi pareva di aver inteso che ci fosse del tenero…-

- Mh?.. Oh, si, siamo stati insieme. Ma ci siamo lasciati. Tu come mai da queste parti? Non abitavi in Irlanda?-

- Ah, come mai, se si può sapere? Si, abito ancora lì.. ma sono venuto a fare una piccola vacanza da queste parti.-

- E sai già dove andare? Come muoverti? Se vuoi posso portarti in giro, solo che io mi muovo con una moto. Uhm.. mi ha tradito. Storia chiusa e ormai vecchia comunque. Scusa, non ricordo il tuo nome.-

- Grazie, accetto volentieri l’invito, sto vagando come un uomo senza meta, anche se è effettivamente così. Oh, mi spiace.. bé. Draco è sempre stato particolare. Perfetto, ho una moto anche io!, sono qui solo con quella. Adam. Mi chiamo Adam Malfoy.-

Senza saperlo, accettare di parlare con quel ragazzo, aveva comportato una tacita decisione, presa questa volta sul morire della pioggia.

Il mattino seguente Blaise trovò, nella parte del letto di Harry, oltre che il pigiama, un biglietto.

Avrebbe fatto un viaggetto in moto con una vecchia conoscenza… nono!, non Draco!

Quando Zabini lesse il messaggio, sorrise un poco rattristato.

Non sapeva in che maniera, ma lo aveva capito.

La sua strana storia “d’amore” con Harry Potter era finita la notte precedente.

Gli venne una risata, ora, di nuovo solo in quella casa.

Bè, tanto meglio… era di nuovo abilitato a fare il Casanova.

Vestendosi per andare a Nocturnealley, ringraziò Merlino per avergli donato quello strano ma indelebile e flessibile rapporto con Harry.

Nello stesso momento, un moro ed un biondo stavano per infilare i caschi in testa, pronti alla partenza.

Potter non sapeva perché, ma gli pareva di conoscerlo da sempre quel ragazzo.. più stavano assieme a parlare, più piccoli ricordi gli tornavano alla mente, vecchi di tre anni.

Sentiva che sarebbe nata una grande amicizia tra i due maghi, che avevano la comune passione per le motosport.

Ma questa è un’altra storia.

Dunque dunquino.. eccoci alla fine!^^

Ringraziate elecam se posto, perché è giunto infine il suo commento!^^

Allora.. la scena di sangue spero sia venuta bene, io nn ero propensa a farla, volevo un Harry triste, malinconico e gelido.. Ma la mia amorina voleva blood da tutte le parti.. così ho trovato una via di mezzo.. o almeno spero!^^

Quindi vi prego di farmi notare se la scena è tanto pessimo come ho paura che sia…

Non ero arrabbiata ed è stato difficile crearla..

Poi cos’altro dire…

Fate attenzione al signor ADAM MALFOY.. perché è un personaggio importante.. questa è solo la sua prima apparizione.. ma avrete modo di conoscerlo molto molto molto bene!^^

Vado va.. che devo finire di studiare ancora qualche pagina di spettrofotometria prima di andare a scaricare al tensione in piscina^^

ByEEEEEEEEEEEEE

And.. pleaseeeee commentate!^^

§*uRieL

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