L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la Morte

di Alyx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In treno ***
Capitolo 2: *** Il segreto di Lily ***
Capitolo 3: *** Ogni azione ha le proprie conseguenze ***
Capitolo 4: *** La calma è la virtù dei forti ***
Capitolo 5: *** Gli opposti si attraggono....Ma chi l'ha detto!? ***
Capitolo 6: *** Sabato? Che succede Sabato? ***
Capitolo 7: *** Pozione Polisucco ***
Capitolo 8: *** Non tutto il male vien per nuocere ***
Capitolo 9: *** Luna Piena ***
Capitolo 10: *** La festa di Lumacorno ***
Capitolo 11: *** Dubbi ***
Capitolo 12: *** ''Tu hai paura di innamorarti...'' ***
Capitolo 13: *** Notte di morte ***
Capitolo 14: *** Inferno ***
Capitolo 15: *** Non tutto è come sembra ***
Capitolo 16: *** Confusione ***
Capitolo 17: *** Partenze...E arrivi. ***
Capitolo 18: *** Lacrime e ricordi ***
Capitolo 19: *** Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare ***
Capitolo 20: *** Game Over ***
Capitolo 21: *** Hogwarts dolce Hogwarts ***
Capitolo 22: *** La Lettera di Petunia ***
Capitolo 23: *** Il racconto di Lily ***
Capitolo 24: *** Gli occhi sono una finestra sull'anima ***
Capitolo 25: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 26: *** Dimenticare ***
Capitolo 27: *** Carpe Diem ***
Capitolo 28: *** Difesa Contro le Arti Oscure ***
Capitolo 29: *** Come fumo tra le dita ***
Capitolo 30: *** La Festa dei Grifondoro ***
Capitolo 31: *** Finalmente Natale! ***
Capitolo 32: *** Dolci Regali ***
Capitolo 33: *** Cena a quattro ***
Capitolo 34: *** I want to be loved by you ***
Capitolo 35: *** Let my love take you higher ***
Capitolo 36: *** Pericolo ***
Capitolo 37: *** Per chi sto vivendo? ***
Capitolo 38: *** Prigioniero ***
Capitolo 39: *** Fuga ***



Capitolo 1
*** In treno ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

Capitolo 1
                           In Treno


Il settimo e ultimo anno a Hogwarts stava per iniziare, e su quel binario che l'aveva vista crescere, quello che avrebbe visto per la sua settima e ultima volta, Lily Evans pensava e si guardava in torno aspettando le sue amiche...ma dove erano finite?!
Lily si stava preoccupando ma le sue inquietudini non tormentavano minimamente i  Malandrini, che non avevano perso tempo per iniziare al meglio  il nuovo anno scolastico, facendo scherzi a destra e a manca.
Remus Lupin, migliore amico della rossa, adesso stava cercando di scusarsi e di tranquillizzare un primino che era stato investito da Potter e Black,mentre Minus, ignaro di tutto stava mangiando Cioccorane e altri dolciumi vari.

Il treno a vapore rosso stava sbuffando a più non posso per avvertire gli ultimi ritardatari della imminente partenza, così Lily si avviò  verso i binari per salire sul treno, ma si girò prima di partire per cogliere anche quella visuale ...voleva vedere tutto, e mentre osservava pensava, pensava alla sua famiglia,a Petunia e per un secondo pensò che cosa si perdeva la sorella.
E il treno ormai si muoveva lasciando la rossa sul binario immersa nei sui pensieri.


                                                                                                     *****

Lily si sentì prendere per un braccio e tirare sul treno.
''Evans! Avevi intenzione di restare a Londra?!'' le disse una voce che conosceva fin troppo bene.
''Potter...che sorpresa... comunque, era tutto sotto controllo...'' mentì lei.
''Se lo dici tu...anche se secondo me sei troppo orgogliosa per ringraziarmi''
''Questo non è vero...GRAZIE! va bene,mi ero distratta...contento adesso!?''
E con un ghigno soddisfatto Potter la prese per il polso e la tirò ma la rossa si impuntò strillando.
''Potter cosa vuoi fare!?!''
''Stai calma Evans! I miei amici e le tue amichette hanno deciso di passare il viaggio insieme nell’ultimo vagone del treno, ci stavamo andando ma ci siamo accorti che non c’eri, ti ho visto da fuori il finestrino e ti ho presa appena in tempo. Allora vieni o  no?’’ snocciolò lui tranquillo.
''No! Perchè hanno deciso senza di me!?! Lo sanno benissimo che odio TE e Black più di chiunque al mondo!!! Perché!?''
''Ti faccio presente che te ti eri incantata sul binario a guardare il nulla…senti io devo andare. A dopo Evans.''
‘’NON CI CONTARE POTTER!’’ gli urlò dietro la ragazza, ma lui si avviò come se nulla fosse e raggiunse i suoi amici.
Quando entrò nello scompartimento  Alice, Emmeline, Mary, Franck e Remus gli chiesero a una voce ''L’hai trovata!?!?’’
''Sì, sì, state calmi…si era incantata sul binario ma quando le ho spiegato che volevate stare con noi non sembrava molto contenta…anzi’’ disse lui sedendosi di fronte a Sirius.
''E' veramente una bambina!’’ sbottò Alice '' Quando si deciderà a darvi una possibilità? Se non fosse così orgogliosa ...’’
''Bhe spiegalo a lei..’’
''Adesso dov’è?’’ si intromise Remus
''L’ho lasciata sotto il vischio…’’
''Che!?’’
''Scherzavo Alice…non lo so dov’è …ma credo che tu’’ e indicò Emmeline '' sei la più portata per farla calmare…’’
E senza aspettare altro Emmeline uscì dallo scompartimento sbuffando.

                                                                                              *****

Quel cretino di Potter l’aveva lasciata lì da sola come una scema.
Le sue amiche erano con i Malandrini…e lei? Che doveva fare?
Di sicuro non voleva andare laggiù, così Lily si era messa a scorrere gli scompartimenti in cerca di facce conosciute.
Dopo 15 minuti di ricerca stava camminando normalmente quando una mano le afferrò il braccio (per la seconda volta nella giornata).
Non aveva avuto il tempo di dire niente che un’altra mano le aveva tappato la bocca; si ritrovò a mugolare nella speranza che qualcuno la sentisse.
''Zitta Evans! Tanto non ti sente nessuno!’’ a quelle parole la ragazza era rabbrividita. Davanti a lei, era comparsa Bellatrix Black accompagnata dalla sorella, il fidanzato e altri 'amici’. Mancava solo Malfoy e ci scommetteva che era quello che la teneva ferma e zitta.
Tra i presenti Lily riconobbe con una stretta al cuore, Severus Piton, suo ex-migliore amico.
''Malfoy toglile la mano dalla bocca, adesso, deve parlare..’’ ordinò Bellatrix  al biondino, e la mano che era sulla bocca scese fino a stringerla in vita, a quel tocco la rossa s’irrigidì, e il movimento non sfuggì a Malfoy.
''Che c’è rossa? Non ti piace se ti tengo per la vita? Paura?!'' Sibilò tra i denti il biondo.
''Mai detto questo Malfoy’’ ribatté acida lei, ma prima che lui potesse ribattere Bellatrix lo zittì.
''Allora Evans…ti siamo mancati?’’
''Non sai quanto Black…ti ho pensato tutta l’estate…’’ rispose sarcastica lei.
''Non ne dubitavo…ma bando alle sciocchezze, non credi che dovremmo finire una certa conversazione?’’
La rossa gelò e per la prima volta, desiderò che Potter fosse rimasto con lei, in modo di non trovarsi in quella situazione. 

                                                                                              *****

Dove si era cacciata Lily!?
Emmeline aveva chiesto in tutti gli scompartimenti fin lì visitati se avevano visto la rossa anche ricevendo insulti o inviti poco graditi.
Stava pensando di tornare dagl’altri e chiedergli di aiutarla quando la vide. La rossa stava camminando tranquillamente quando vide Malfoy dietro di lei. Stava per avvertirla, ma il biondo la prese per un braccio, le tappò la bocca, e la spinse dentro uno scompartimento apparentemente vuoto. Senza pensarci due volte Emmeline corse verso la fine del treno.

                                                                                                 *****   

Erano passati 15 minuti buoni da quando avevano mandato Emmeline a cercare Lily e, i ragazzi, cominciavano a preoccuparsi.
Un botto e Emmeline era sulla porta di fronte a loro col fiatone.
''Lily….Serpeverde…uff…scomp…27…aiuto…’’
James era schizzato fuori dallo scompartimento già alle parole 'Lily' e 'Serpeverde'.
Remus guardò allibito Sirius e Peter, e si affrettò a seguire Ramoso.

                                                                                                  *****   

''Che c’è Evans…il gatto ti morso la lingua?!’’ sibilò Bellatrix.
Alcune Serpi risero.
''No’’ disse semplicemente
''E allora dimmelo! Rispondi alla mia domanda Sudicia Mezzosangue!’’
''E fiera di esserlo’’ ribatté la rossa.
''Te ne pentirai. Cru…’’
Lily chiuse gli occhi e aspettò il dolore.
''Expelliarmus!’’
Una voce. La sua voce. La voce di colui che aveva sempre odiato.
''Oh! Ma guarda chi c’è! Caposcuola Potter, Lupin, Minus...e…Oh ciao cugino!’’ elencò glaciale lei.
''Non mi avevate cancellato dalla famiglia Bella?’’ sibilò Black.
''Oh si…ma non si può cancellare il sangue che ti scorre nelle vene.’’
Sirius Black non rispose.
''Malfoy lasciala subito!’’
''Non prendo ordini da te Potter!’’
''Lo vedremo. Lily abbassati! Levicorpus!’’
La rossa non ci aveva pensato due volte e si era abbassata giusto in tempo per sentire la presa del biondo farsi sempre più debole fino a lasciarla. Si alzò e corse verso Potter. Malfoy era appeso a testa in giù per una caviglia da una corda invisibile.
Lily afferrò il braccio di James e uscirono lascando i Serpeverde ridacchianti che cercavano di liberare il compagno.
Ma mentre usciva…
''Lily!’’ la rossa si girò.
''Mocciosus lasciala stare!’’ la difese Potter facendo un passo verso Severus Piton, mettendosi tra lui e Lily.
''Non sono affari tuoi!'' ribattè acido il serpeverde, poi guardò supplicante la ragazza. ''Lily per favore…ascoltami!...io … ti chiedo scusa…per favore..Scu…’’
''Smettila Severus!'' sbottò lei. ''Ti sei divertito a vedere come la Black mi torturava? Non hai mosso un dito…no hai detto niente!'' continuò sperando che non si notassero gli occhi lucidi.  ''Perchè adesso mi parli e mi chiedi scusa? Abbiamo scelto strade diverse e io non posso farci niente…Se preferisci torturare e uccidere le persone piuttosto che combattere contro coloro che lo fanno...mi dispiace ma non potrò mai... Addio Severus.’’ disse malinconica lasciando la frase in sospeso e guardandolo fisso negli occhi.
''Andiamo.''
E dopo queste parole si avviò con i Malandrini nello scompartimento in fondo al treno.
Evidentemente Severus Piton non era l’unico a essere cambiato.

                                                                                                  *****   

James Potter voleva restare solo con Lily , perciò fece un segno a Sirius e con la scusa di allacciarsi una scarpa rimase indietro con lei.
''Evans tutto bene?”
''Solo un po’ spaventata ma sto bene’’ rispose un pò stupita lei.
James Potter che si preoccupava per lei?
Dopo tutto quello...
Scese silenzio.
''Cosa volevano i Serpeverde da te?’’ chiese calmo lui.
La ragazza s’irrigidì.
''Niente…darmi noia immagino.’’ cercò di mentire lei.
''No Lily! Volevano sapere qualcosa!’’
''Solo perché ti sto rivolgendo la parola non hai il permesso di chiamarmi per nome!’’ cercò di sviare il discorso lei.
Il ragazzo sbuffò.
''Cosa volevano sapere, Evans?’’
''Niente ho detto!’’
''Invece volevano sapere qualcosa e di sicuro non dove si trova il nostro dormitorio o  come si entra nelle cucine…’’
Di nuovo silenzio.
''Cosa volevano sapere? Ti posso aiutare.’’
Si fermarono e la rossa lo fissò dritto negl’occhi.
Ebbe l’impressione che potesse vedergli l’anima.
''Ti dico 3 cose Potter:
Uno, sei veramente noioso!
Due, i serpeverde non volevano sapere niente ma solo darmi noia.
Tre, anche se fosse perché dovrei venire a dirlo proprio a te con tutti gli studenti che ci sono?’’ disse incrociando le braccia al petto.
''Adesso te le dico io 3 cose Evans:
Uno, ti sbagli io non sono affatto noioso!
Due, non ci credo
Tre, perchè sono Io che ti ho salvato dai Serpeverde prima e nessun altro. Inoltre ti sei fregata da sola perché il tuo atteggiamento dimostra che le Serpi volevano sapere qualcosa’’ concluse soddisfatto lui.
Ripresero a camminare.
''Non centra niente e comunque era tutto sotto controllo…’’
Potter si fermò e la tenne ferma per il braccio.
''Evans ( notare come si era arreso ed era tornato a chiamarla per cognome) ma ti senti!?
Era tutto sotto controllo!? La Black stava per torturarti! La maledizione Cruciatus!
Ringrazia Godric che Emmeline ha visto Malfoy che ti prendeva e che io ho fermato Bellatrix in tempo!’’ si addolcì ‘’ Dicendo a tutti che è tutto sotto controllo non risolvi le cose. Continui a dire a tutto che hai la situazione sotto controllo ma attenta! Tutti possono sbagliare ma per correggere i tuoi errori ci sono sempre gli amici. Fatti aiutare Lily, non perdi niente. Ammettere le proprie debolezze non fa di una persona un debole. Pensaci Lily.’’
E con queste parole le tese la mano.
La rossa, ancora stordita dalle parole di lui, la prese senza riflettere, e si fece guidare allo scompartimento. Stettero in silenzio fino a quando le lasciò la mano e aprendo la porta dello scompartimento disse, forse più agli altri che a lei ''Siamo arrivati!''


Angolo Autrice:
E' la mia prima storia che scrivo e non so come è venuta...fatemi sapere come vi sembra mi raccomando
....Grazie a tutti
Alice


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Capitolo 2
*** Il segreto di Lily ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte
 

Capitolo 2

                                      Il Segreto Di Lily


Il resto del viaggio trascorse per lo più tranquillo, anche se ad un certo punto, (dopo il rapimento della Evans) Remus e Sirius litigarono perchè Felpato aveva preso tutta la scorta di cioccolata che Lunastorta aveva comprato e l'aveva data a Peter, che non si era fatto scrupoli e se l'era mangiata già tutta (più o meno 4 o 5 kg di cioccolata di tutti i tipi) e adesso era stranamente sparito ( forse era corso in bagno a vomitare) e per poco i due non si avadakedravizzavano a vicenda (il che non era stato un bello spettacolo ...meno male che Frank aveva calmato gli animi se no adesso erano saltati tutti in aria).
A parte questo (piccolo secondo Sirius e ''una tragedia'' secondo Remus) imprevisto si divertirono e risero per tutto il viaggio.
Ad un certo punto Alice, forse aveva deciso di morire, fece la domanda che tutti pensavano ma che giustamente avitavano perchè tenevano alla propria pelle.
''Lily, che cosa volevano i Serpeverde da te?''
Eccoci ...adesso si che era un miracolo se non saltavano tutti in aria...
''Niente...credo soltanto darmi noia''....'Se Alice ci crede giuro che...' pensò James.
''Andiamo Lily! Insomma non è vero e lo sai benissimo...andiamo...solo darti noia? Non ci credo neanche se lo vedo...dai Lil...'' cominciò Alice, ridente.
'Oh! Brava Ali...ti sposo...anzi meglio di no se no Franck mi ammazza ...'
''Infatti sei libera di credere quel che ti pare Alice ... Non me ne frega un accidente di quel che pensi ...io quel che so te l'ho detto...'' ribattè acida e glaciale la rossa.
Alice era più pallida di Nick-Quasi-Senza-Testa in quel momento...
''Lil...Non ... te ne frega....niente...??...'' balbettò sorpresa.
''Andiamo Alice svegliati! Mi sembri una bambina in questo momento...!!!'' sbuffò Lily, seccata
Alice si alzò.
''Se è per questo preferirei mille volte avere davanti a me Lily Evans di 6 anni fa!'' le urlò l'amica che era passata dal pallido al viola.
''Come puoi dirmi che non te ne frega niente di quel che penso!? 6....6 anni di amicizia...per....per questo!!!''
La rossa sbuffò.
''Smettila di fare queste scenate infantili Alice...''
''Non sei tu quella che dice cosa devo o non devo fare, Evans!''
''Bene!''
''Bene!''
Male invece...
''Vado a cambiarmi siamo quasi arrivati...'' sibilò poi Lily.
''Aspetta Lily...non credi che...'' Remus cercò di calmare le due.
''Non credo cosa Remus?! Che esagero?!'' A quel punto la ragazza rise in modo, quasi, diabolico. ''Non era lei quello scompartimento con i Serpeverde e di sicuro non lo sarà mai visto il sangue Puro che si ritrova...Siamo noi che dobbiamo guardarci le spalle Remus....Noi siamo quelli in pericolo .... Dobbiamo stare attenti ... anche da quelli come lei'' sbottò Lily indicando Alice.
''Come puoi dire che sarei capace di farti quelle cose Lily?!''
''Posso benissimo...'' si rivolse agli altri ''Ci vediamo dopo...aspettatemi sul binario, se volete...''
Lily uscì sbattendo la porta.
Alice era ancora in piedi.
''Ali, amore?'' azzardò Frank.
Non spaventantevi.
Alice e Frank è definita la coppia perfetta di tutta Hogwarts. 
Era fatti l'uno per l'altra e non aspettavano altro che il termine dei M.A.G.O. per sposarsi.
Alice si sedette  tra Frank e Mary, e un attimo dopo stava piangendo sul petto del fidanzato.
James guardò i compagni...Emmeline e Remus erano pietrificati, Sir lo guardava, Peter...non c'era, Mary cercava di consolare Alice mentre Franck le accarezzava la testa con tenerezza.
''Vado a cambiarmi anch'io...ci vediamo dopo...'' disse improvvisamente lui.
E uscì, lasciando Sirius alquanto sconcertato.
                                                                                       *****
                                     
Lily chiuse la porta del bagno a chiave e si appoggiò alla parete, sospirò. La litigata con Alice non le aveva certo migliorato l'umore.

                                                                                       *****
Riaprì la porta e uscì dal bagno.
''Non dovevi reagire così Evans...'' disse una voce alla sua destra.
Appoggiato al muro con la schiena e le braccia incrociate al petto, c'era James Potter.
''Non ho chiesto il tuo parere Potter'' ribattè acida lei.
Ramoso ghignò.
''Cosa nascondi di così importante per non voler dire la verità alla tua migliore amica?''
Lily sospirò.
Poteva dirglielo, no?
Tanto anche centrava anche lui.
''Alice non sa che mi sono unita all'Ordine.'' bisbigliò veloce lei.
Vide Potter diventare serio ( cosa alquanto rara).
''Lo sapevo. Volevano sapere dove si trova il Quartiere Generele vero? I serpeverde intendo.'' osservò il ragazzo scostandosi dal muro.
Lily annuì.
''La Black mi aveva isolata anche l'anno scorso a Hogsmeade...La fortuna volle che passasse di lì il professor  Lumacorno e così vedendolo non mi minacciò apertamente ne tentò di torturarmi. Lo sapevo che ci avrebbe riprovato...O con me o con Remus...dobbiamo stare attenti noi...'' Vede Potter aprire la bocca ma lo anticipò ''No, Potter, te e Black no...vuoi siete Purosangue...non vogliono versare sangue Puro...al massimo tenteranno di farvi unire a loro...anche se sanno benissimo che è una battaglia persa...''
Potter rimase zitto per un pò.
''Perchè non hai voluto dirlo ad Alice?'' 
Se c'era una cosa che avevano in comune lei e Potter era proprio Alice....certo era la sua migliore amica ma lo era anche di lui. Si conoscevano sin da quando erano bambini,erano cresciuti insieme e avevano imparato a condividere ogni cosa...Il primo giorno del primo anno Alice gli aveva detto che aveva paura,lui le aveva dato un bacino sulla guancia, l'aveva presa per mano e l'aveva accompagnata dentro,poi, Sirius Black l'aveva cercato...allora l' aveva chiama ( ''Rossa!'') e le aveva chiesto se potevo stare con Alice che aveva bisogno di qualcuno con cui stare....e anche lei...aveva aggiunto poi. Lì era nata la loro amicizia,e tutto grazie a James Potter...strano.
Ritornò con la testa dov'era.
Perchè non l'aveva detto ad Alice? Per proteggerla ovvio....o 'per proteggere te stessa'...le aveva detto una vocina.
''Avevo paura che potesse unirsi anche lei...e c'e l'ho ancora...''
Abbassò lo sguardo...in quel momento non riusciva a guardarlo neglI occhi....che stupida che era stata...anche lui faceva parte dell'Ordine...poteva averlo detto lui ad Alice. Stupidastupidastupida!
Intanto Potter rimaneva in silenzio.
Poi da fuori in stazione giunsero delle voci, soffocate dal trambusto.
''Ma dove si sono cacciati quei due?!'' 
''Lily! James! '' Li stavano cercando giù dal treno.
''Ci cercano'' 
''Andiamo'' Le disse solo, e scesero, raggiungendo gli altri sul binario di Hogsmeade. Era ancora sopra pensiero e così si era dimenticata di guardare bene tutti gli angoli della piccola stazione, come si era ripromessa di fare. Stupida.
                                                                                                     *****

Sopra il carretto che li trainava fino al castello, Lily pensò.
Quel giorno...
Uno,aveva parlato con Potter senza riempirlo di offese e/o lanciargli maledizioni.
Due, era stata da sola con Potter.
E tre, aveva parlato di cose che neanche la sua migliore amica sapeva con Potter.
Come mai Potter continuava a saltar fuori?
                                                                                                      *****

Alice non sembrava aver preso bene la scenata di Lily (e Remus non le dava tutti i torti. Anche lui non ci ero rimasto bene, apensarci bene non aveva mai visto Lily in quello stato, e mentre si sfogava su Alice aveva sentito la sua parte di lupo farsi piccola piccola...), anche se dopo che lei era scesa accompagnata da Ramoso, ( eh!?)  lei l'aveva 'perdonata'(anche su insistenza di James). Dopo, però non si erano neanche parlate...
'Credo che se stasera si sentirà un botto, sapremo che il dormitorio femminile è esploso.'
                                                                                       
     
                                                                                  *****
 

Quando Sirius vide (di nuovo) James, il suo James, uscire dal treno con la Evans, proprio quella Evans pubblico (di nuovo), credette di non avere di certo la mitica faccia che tanto faceva impazzire il suo funclub. Deveva riprendersi per Morgana! Lui era Sirius Black!
'Sto diventando un rammollito...tra un pò la Evans mi supera.

                                                                                                      *****

''Sir tu sei sicuro di questo vero?'' 
''Certo Jamie perchè?''
'Mah una certa sensazione' pensò tra sè.
''James Potter, non ci stai ripensando vero?''
Sirius era serio...erano poche le volte che lo chiamava così (nome e cognome) di solito lo chiamava Jamie, Jam, Ramoso, Prongs, Scemo,Imbecille, Occhialuto, Fogato, Cretino, e altri nomi che sarebbe meglio non dire in presenza di minori.
''No Sirius, certo che no! E' la nostra ultima possibilità giusto?''
''Giusto!'''
                                                                                                      *****

BOOOOM!

                                                                                                      *****

Ma che diamine era successo?!
'Oh-no....quelli non sono Thestral vero!?' pensò ansiosa Lily, certa di non essere l'unica a chiederselo.
Che ci facevano quegli animali in Sala Grande?!
'Aspetta'
...La rossa aveva un vago sospetto... Cercò di guardare meglio e mettere a fuoco le immagini...
Mistero risolto....
Che ci facevano Potter e Black su quei Thestral impazziti, che spengono candele, ribaltano tavoli e terrorizzano studenti?! 



Angolo dell'autrice:
Mi scuso per il ritardo...Non mi piace molto questo capitolo....ma dovevo sapararlo adesso se no non mi torna il prossimo....mi scuso ancora per il ritardo ma ultimamente a scuola ci rempiono di compiti....non prometto niente per la prossima settimana perchè è parecchio incasinata...spero di metter il prossimo capitolo il prima possibile perchè questo proprio  non mi piace.... Grazie  per le recensioni  _Zaira_ e Trich....spero che ti piaccia di più questo. Baci, 
                                                                                                                                                                Alice

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Capitolo 3
*** Ogni azione ha le proprie conseguenze ***


 L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

Amori miei ( come dice trich) il tasto ''aggiungi una recensione'' non morde...Mi fate sentire sola a questa maniera...Trich tu puoi fare a meno di commentare tanto non ci perdo niente ma gli altri mi sembrate moooolto .... non so cosa mi sembrate. Basta che non mi fate diventare matta a forza di recensioni come quelle di Trich. Baci, Alice
 

Capitolo 3 
                              Ogni Azione Ha Le Proprie Conseguenze

                                       

Questa volta l'avevano combinata grossa. La McGranitt era rossa come un pomodoro e urlava come una pazza.
James guardò il preside.
Sembrava divertirsi anche lui...Ormai si era abituato alla presenza sua e di Sirius nel suo ufficio e dava per scontato il fatto che aveva dovuto interrompere il banchetto, far riprendere ad Hagrid gli animali, aggiustare i tavoli e le panche e tranquillizzare i primini che non sembravano essersi divertiti molto.
Adesso guardava divertito la professoressa di Trasfigurazione...Credette di non aver mai visto la McGranitt così arrabbiata.
Ad un certo punto, divertito, il preside era intervenuto.
''Minerva...direi che adesso può bastare...credo che il signor Potter e il signor Black abbiano capito''
Se possibile la McGranitt era diventata ancora più rossa dalla rabbia.
''Albus! Come puoi dire questo!? Questi...balbettanti bambocciosi babbuini sono entrati in sala grande cavalvando Thestral e ...''
Sì, sì...la storia la sappiamo di già. Evidentemente Sliente la pensava come il moro perchè sbuffò e zitti la professoressa con un incantesimo. Infatti lei continuava a aprire e chiudere la bocca ma non ne usciva alcun suono.
''Minerva ti prego di lasciarci soli''
Offesa, la donna uscì sbattendo la porta.
                                                                                             *****

Uff!  Finalmente silenzio....se la McGranitt avesse continuato ancora un pò...forse...a Sirius sarebbe esplosa la testa. Le donne...tutte uguali ...parlano parlano parlano senza fermarsi...
''Buona sera e ben arrivati...vedo che anche quest'anno avete fatto la vostra entrata, come dire...trionfale?''
I due amici ridettero imbarazzati...sapevano benissimo a cosa si riferiva...
Il primo anno eravano entrati in Sala Grande tutti fradici (perchè si erano buttati nel Lago Nero) sostenendo di aver visto e parlato con la Piovra Gigante.
Il secondo anno entrarono inseguiti da scope incantate (almeno un centinaio).
Il terzo anno in groppa a Thor, fidato segugio di Hagrid che si era lanciato sul cibo.
Il quarto non eravano entrati. Avevano bloccato il portone della sala ritardando il banchetto.
Il quinto a bordo di tappeti volanti e lanciando monete d'oro ( di Lepricani, s'intende!) in lungo e in largo, però la situazione era precipitata quando loro erano precipitati sul tavolo dei professori.
Il sesto anno eravano entrati naturalmente, ma appena seduti avevano fatto sparire tavolata e panche dei Verde-argento.
E...bhe...il settimo cavalcando Thestral impazziti , che avevano distrutto metà sala Grande. Avevano finito in  bellezza.
''Preside...'' azzardò James '' Senta, sul treno...''
''La signorina Evans è stata isolata dai Serpeverde che hanno tentato di farle dire dove si trova il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice . Si James'' aggiunse poi '' Lo so...me l'ha riferito''.
James boccheggiava.
'' Ma...Ma ...se lo sa....li deve punire...Preside...Bellatrix Black stava per lanciare su Lily...una Maledizione Senza Perdono...Preside...La Maledizione Cruciatus!!''
Il preside non era mai sembrato così stanco.
Chiuse gli occhi per pochi secondi poi parlò all' amico.
''James..tu vuoi davvero molto bene alla signorina Evans...tuttavia, non posso fare niente...a parte constatare che quest'anno insieme a Grifondoro anche i punti dei Serpeverde ripartiranno da zero una volta raggiunti i 200 punti...''
''Preside!'' Sirius parlò per la prima volta '' Preside, noi non abbiamo utilizzato alcuna Maledizione contro i nostri compagni (anche se lo farei volentieri adesso)! Abbiamo solo fatto uno stupido scherzo ...in questi anni abbiamo sempre accettato di partire in svantaggio (anche se non ce ne importa niente visto che poi recuperiamo col Quidditch). Ma che i Serpeverde abbiamo la nostra stessa punizione per un'azione molto più grave della nostra non è giusto! Inoltre noi siamo solo due...loro erano almeno una decina.'' Sbottò il bel ragazzo.
Poi guardò James 
'Mi sono sfogato' gli disse con gli occhi
''Sirius, non rendermi le cose più difficili di quanto lo siano. Per favore. Ora vi prego di andare nel vostro dormitorio.''
Sapevano che la discussione era finita e che un'altra volta avevano vinto le Serpi...ma non per molto.
                                   
                                                                                                          *****

Alice non le aveva parlato per tutta la sera. Era arrabiata e più pensava a quello che le aveva detto più si sentiva un verme. Emmeline le aveva detto che aveva anche pianto. 
Alice non piangeva spesso.
Era forte, brava a Quidditch, sportiva, brava a scuola senza studiare; per molti era un idolo.
Lei invece era solo una secchiona insopportabile. Che bellezza.
Aveva impiegato tutte l' energie nello studio. Brutto. Parecchio anche. Ma ormai era troppo tardi per cambiare.
Le piaceva il Quidditch, volare ...ma non l'aveva mai detto a nessuno. Il primo anno, alla prima lezione di volo lei si era alzata e aveva volato ma poi vedendo che tutti la guardavano straniti aveva mollato la scopa ed era caduta. La professoressa l'aveva portata in infermeria e dal letto aveva guardato (forse un pò gelosa) la migliore amica che scappava da Potter: volava benissimo.
Da allora non era più salita su una scopa in pubblico e per tutti la Evans 'Non sapeva volare'
Eppure lei, quando delle sere si sentiva male, (e quando le squadre di Quiddich avevano finito di allenarsi), saliva di nascosto su una scadente scopa scolastica e volava, lasciandosi accarezzare dal vento il viso.
Solo Alice lo sapeva. L'aveva vista volare una sera del secondo anno. Era il loro segreto.
Adesso Alice faceva parte della squadra della scuola e insieme a Potter erano la coppia perfetta.
Sorrise a quel pensiero. Erano bellissimi insieme. Erano come fratello e sorella.
Sorella.
Lei non ce l'aveva più una sorella.
Petunia non le scriveva una lettera da anni.
In realtà ne aveva scritta solo una. Dal primo giorno del primo anno avevo mandato a Petunia e hai miei genitori più di una lettera alla settimana. Verso Pasqua del terzo anno avevo ricevuto una lettere di risposta dai genitori che le diceva che la sorella non aveva mai aperto una sola delle lettere ma le buttava nel fuoco immediatamente. Allora le aveva mandato una stillalettera. La risposta, su carta era stata una pugnalata nel cuore.

''Non ho bisogno di te e le tue stranezze per vivere.Tu sei un mostro in una scuola di mostri. Vi devono controllare e mi fa piacere che ti abbiano presa prima che tu potessi far del male a me e ai miei genitori. Noi stiamo meglio senza di te Lilian.''

Poche righe, Nessuna firma. L'ultima lettera che aveva ricevuto da lei. Aveva già perso una sua sorella. Non voleva perdere anche la sua migliore amica.

                                                                                              *****
''Lily?''
''Alice...''
Stava pensando a sua sorella, l'amica ne era certa. Non aveva più quel tono di prima...stava ricordando...stava soffrendo.
''Lily scusami''
''Di cosa?'' La sua voce era bassa, staccata dalla realtà.
''Per prima''
''Per cosa?'' Alice non capiva. Le stava chiedendo scusa e lei diceva ...per cosa?
''Per prima ... sul treno'' ripeté cercando di essere più convincente.
''Alice non ti ho chiesto quando o dove. Dimmi per cosa mi chiedi scusa.'' Si era finalmente girata verso di lei. 
Stette zitta. Non sapeva che dire. Già. Per cosa?
''Alice'' La stava supplicando
''Si Lily?''  Lily era sull'orlo delle lacrime. Ma era brava a trattenerle.
''Tu scusami. Scusa per aver reagito in quel modo. Io non volevo,...io ...non pensavo...senti....io non...''
''Lily basta...ho già capito''
Lily s'irrigidì.
''Cosa hai capito?''
''Che non volevi trattarmi in quel modo. Che mi stai nascondendo qualcosa. Che non me lo vuoi dire. Ho capito un sacco di cose, Evans''
Sapeva come farla tornare se stessa.
''Non chiamarmi così!'' ordinò 
''Ahahahah...Evas Evans Evans!''
Odiava essere chiamata in quel modo...forse le ricordava troppo James.
''Basta...'' era un sussuro. Una supplica. Una richiesta. 
''Lily? Stai male?'' chiese a quel punto, preoccupata. Lily era bianca come un cencio.
Annuì.
''Alice....''
                                                                                         *****

''...Ti devo dire una cosa.'' Doveva dirglielo. Doveva. Doveva saperlo. Poi poteva anche morire di dolore. La pancia, le ossa, la testa, ...le faceva male tutto.
''Lily....non sarebbe meglio andare in infermeria? Sei distrutta.''
''No''
''Dimmi allora''
''So che avrei dovuto dirtelo prima ma non ne ho mai avuto il coraggio...volevo proteggerti ...non farti commettere errori, ma pensando questo ho peggiorato le cose. Lo sai che ho sempre preferito non dire bugie o mantenere segreti ...ma in questo caso mi sembrava ...l'eccezione che conferma la regola...Eppure ho cambinato un enorme pasticcio. Scusami Ali.''
L'amica le corse in contro e l'abbracciò.
''Non devi tenerti tuttto dentro Lil. Non devi sentirti in colpa. Non devi distruggerti per uno stupido errore.''
Parole sante. Forse Alice sapeva già. Forse James aveva detto tutto all'amica.
''L'anno scorso mi sono unita all'Ordine della Fenice'' Dopo queste parole non vide ne sentì nulla. Tutto nero.

                                                                                           *****

''Lily! Lily! svegliati ! Non mi arrabbio te lo prometto! Lily!'' 
Alice la prese sotto braccio e si avviò verso la sala Comune.
Qulcuno doveva aiutarla.
E sapeva già chi.
                                                                                          *****

Toc. Toc. Toc.
James andò ad aprire la porta. 
''Alice? Se cerchi Franck è a mangiare giù e..''
''James veloce vieni! Lily è svenuta devi aiutarmi a portarla in infermeria il prima possibile!!!''
''Cosa!?'' 
''Vieniiiiii!!!!''
Scese le scale del dormitorio e vide la Evans sdraiata su un divanetto con una piccola folla intorno.
''Via! Andate via!''
Si fece largo tra i ragazzi e prese Lily tra le braccia. Ebbe l'impressione di poterla uccidere, stringendola.
Si voltò verso Alice.
''Andiamo svelta!''


Angolo dell'autrice
Come avevo detto lo scorso capitolo questa settimana è stata un uncubo e oggi pomeriggio mi sono data alla scrittura. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero anche di non peggiorare ma di migliorare presto.
Grazie a Deli Potter ( hai cambiato nome?!) e a Trich che mi tormenta ovunque io vada...( So che non dovrei rigraziarti ma non posso fare altrimenti e non scassare)     
 Grazie a tutti, ( mi raccomando aspetto le recensioni...),
                                                                                    Alice



 




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Capitolo 4
*** La calma è la virtù dei forti ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte
 

Capitolo 4 
                              La Calma E' La Virtù Dei Forti

 

Tante volte era uscito dalla sala Comune dopo il copri fuoco ma con Lily fra le braccia priva di sensi, gli era sembrato di vitale importanza raggiungere la destinazione il prima possibile.
La rossa non sembrava voler svegliarsi e questo lo preoccupava molto, inoltre l'infermeria non gli era mai sembrata così lontana. 
''James rallenta non riesco a starti dietro! James!''
Non si ero accorto che stava quasi correndo e si ero completamente dimenticato di Alice. Rallentò e aspettò la migliore amica. Si conoscevano da quando erano bambini ed eravano praticamente cresciuti insieme, come due fratelli. Inseparabili fino al primo anno di Hogwarts quando conobbe Sirius che stravolse la sua vita fino al punto di farlo allontanare persino da Alice. A pensarci bene questo era uno dei pochi momenti da sei anni che erano soli. 
''Scusami Alice...è che sono...''
''Preoccupato...'' continuò lei. ''Il tuo non è solo un gioco vero? Una scommessa?''
Alice aveva molti pregi e pochi difetti. E un comportamento che poteva definirsi entrambe le cose era proprio questo. Alice non faceva giri di parole ne racconti Manzoniani per chiederti o dirti qualcosa. Per molti era un pregio ma poi quando ti trovavi nella situazione di essere tu lo sfortunato interlocutore ti viene da dire 'Potevi essere anche un pò più soft! '
''Non sei molto chiara''
''Oh invece si James .. mai stata più chiara di così.''
Silenzio.
''Sai benissimo a cosa mi riferisco. O meglio a chi mi riferisco.''
Come un muto face di ''No'' con la testa.
''Ahahah'' quella risata lo fece trasalire e si voltò verso di lei, curioso. Era una risata forzata, fredda, distaccata...non una vera risata...non una di quelle degne di lei.
''James, James, James'' Fin da quando erano piccoli usava questa formula per richiamare la mia attenzione.
''Non puoi negarlo.''
''Non so di cosa stai parlando, Alice.'' si sforzò di rimanere calmo.
Bugia.
''Sai benissimo che da quando ci siamo conosciuti non puoi nascondermi niente. Non ce la fai. Io ti leggo in faccia le cose come se fossi un libro aperto o avessi un neon che lampeggia sulla fronte. Non mentirmi. L'ultima volta che hai provato a farlo, per un vero segreto hai ceduto e sei crollato come una pera matura.''
Vero.
Aveva promesso ai Malandrini che non avrebbe rivelato i loro segreti per nulla al mondo. Poi dieci minuti dopo aveva incontrato Alice e in meno di 30 secondi lei aveva saputo il segreto di Remus. Ovviamente non l'aveva detto a nessuno e poi si era rivolta al diretto interessato dicendoli che dopo accurati studi era giunta alla conclusione che era un Lupo Mannaro. Rem era sbiancato ma dopo le spiegazioni e promesse di Alice si era calmato e da allora Alice era come una quinta malandrina. 
Io non sono fatto per i segreti!
''James. Ti piace vero?''
Silenzio. Questo silenzio è inquietante.
''James, tu sei innamorato di Lily.''
Non era una domanda.
''Ma non come una delle tante cotte che hai avuto. Questa volta è una cosa seria e tu non vuoi ammetterlo.''
La porta dell'infermeria lo salvò da quel discorso infernale.
''Siamo arrivati''
Corse verso il portone lo aprì e chiamò a gran voce Madama Chips che corse verso di loro. Le raccontò tutto quello che sapevo e la donna si mise subito al lavoro. Sentiva lo sguardo di Alice sulla schiena che aspettava ancora una risposta. Non gliel'avrebbe mai data. 
Almeno fino a quando non avrebbe fatto la fine di una bella pera matura, che cade dall'albero direttamente nelle mani della bambina che aspetta lì sotto...Alice.

                                                                                                      *****
Che Pace!
Dopo quegli interminabili minuti nei quali aveva parlato con Alice le era sembrato che l' anima le volesse uscire dal corpo e andarsene.
Adesso era tutto bianco intorno a lei.
Aveva cominciato a camminare nel vuoto. Sentiva delle voci ma non sapeva da dove venivano. Una era chiaramente quella di Alice. L'altra quella di Potter. Era veramente preoccupato. Alice le aveva chiesto se è innamorato di lei. Assurdo. Era solo una stupida scommessa fatta con Black. Lei era praticamente l'unica ragazza che lui non si era portato ancora a letto. 
Presuntuoso. 
Quasi tutta la popolazione femminile di Hogwarts aveva voluto giocare con fuoco, ognuna convinta che non si sarebbe fatta male, eppure si era scottate tutte. Per Potter e Black le ragazze sono come delle figurine in un album. Come quelli che faceva con Petunia quando era ancora a casa. Pokemon, Barbie, Animalini strani, Film, di tutto e di più. 
 E lo scopo degli album è che vince chi lo finisce prima. E c'erano poche che avevano resistito al fascino Potteriano: Lily, Alice, Emmeline e una Corvonero sconosciuta. (tra l'altro la Corvonero era pazzamente innamorata del fidanzato, Emmeline era come una macchina; appena la tocchi parte l'allarme, Alice è la migliore amica di Potter e dubito si porti a letto la migliore amica, e poi lei, sola, in mezzo a un mare di oche starnazzanti che fanno a gara a chi riesce a guardare di più Potter senza rimanerne accecate.)
Eppure prima quando aveva sentito la voce di James Potter , si era spaventata e se non fosse stato che non aveva la più pallida idea di come faceva a ritornare da loro, sarebbe andata da lui e gli avrebbe detto di tranquillizzarsi che non c'è niente di preoccupante. 
In mezzo a tutto questo bianco la risposta alla domanda 'Come faccio a tornare indietro?' le parve chiara come la luce.

                                                                                                         *****

Lily era adagiata su un lettino, con James seduto accanto a lei mentre le stringeva la mano.
E in quel momento le parve chiaro che James era proprio cotto.
I minuti passavano.
''James?''
''Mhmhmh?''
''Stai tu qui con Lily?''
''Si''
''Devo andare su a dirlo anche alle altre. Vuoi che lo dica anche a Sirius, Remus e Peter?''
''Grazie Alice. Digli però di non venire.''
''Perchè?''
''Perchè si''
'Perchè si non è una risposta'. La mamma glielo diceva sempre. Però era meglio lasciar stare, per adesso.
''Va bene James, ci vediamo domattina a lezione.''
''No''
Un istinto omicidia percosse la schiena di Alice.
''Cosa no, James? Hai intenzione di restare lì fino a quando Lily non si sveglia e saltare giorni di lezione?'' chiese ironica.
''Si''
''Perchè!? Perchè sei così testardo!? Cosa ci guadagni?!''
''Vedi Alice...dovresti stare tu qui con la tua migliore amica....Io per Sirius lo farei.''
''Ma non ci guadagnerei niente James!!! Stare le giornate a guardarla non la farebbe stare meglio!!! C'è Madama Chips che la sta curando...le ha dato al massimo due giorni di incoscienza e poi tornerà sana e vegeta come prima.''
''Magari quando si sveglia le farà piacere avere qualcuno lì con lei''
''Bhe, se è così che la pensi fai come vuoi. Conosco Lily meglio di te e ti dico che lei non è una che si piange addosso perchè  se quando si sveglia non cè nessuno con lei...anzi...a me direbbe che sono stata una stupida a perdere le lezioni e così adesso non la posso aiutare (e altre scenate del genere) mentre a te di sicuro ti urlerà contro. Ci scommetto James.''
James sospirò.
''Hai ragione Alice. Lily non è una cotta come le altre.''
Ma cosa centra adesso?! Quello lì è a scoppio ritardato.
''Io sto qui.''
''Una parola James. Cocciuto''
E si dileguò
                                                                                                      *****
James non è tornato.
Alice non è tornata.
Emmeline e Mary sono preoccupate.
Remus, Sirius e Peter sono preoccupati. 
Sono bravo a coniugare i verbi.
Boooom! 
''Mi sa che qualcuno è entrato'' disse Sirius.
E' Alice. Ed è arrabbiata. Parecchio arrabbiata. Furiosa è dir poco. Sono bravo a trovare i sinonimi.
''Per Godric quanto è testardo!!''
E' arrabbiata/ furiosa con James. Sono un bravo investigatore.
'Sei un genio Remus....sai fare tutto'
Vi presento la mia vocina interiore....si chiama Sirius. Quel ragazzo mi ha traumatizzato.
''Ali!! Dov'è Lily!?''
''Alice! Dov'è James!''
La prima era Emmeline, il secondo Sirius.
''Lily sta abbastanza bene, la Chips le ha dato massimo due giorni d'incoscenza'' si rivolse a Emmeline.
''Quanto a James, il vostro carissimo amico è testardo come un ippogrifo! Ha deciso di fare lo sciopero della fame per stare in infermeria! Ah! E vi ha proibito di scendere da lui!''
''Sciopero della fame? ''
''Sì, Remus! Ha intenzione di rimanere in infermeria finchè Lily non si sveglia!''
''Non è possibile! Deve venire a lezione.''
''Non vuole!''
''Qualcuno sa se per caso il mio amico ha dei poteri che riportano in vita le persone?'' chiese Felpato.
''Sirius! Lily non è morta!''
Emmeline rabbrividì
''Lo so, Remuccio caro, ma cosa vuole fare da solo in infermeria con un'incoscente che tra due, dico due, giorni starà benissimo?''
''Meno, forse entro sera si sveglia. Non è grave, sono solo alcune conseguenze del Cruciatus'' aggiunse Alice
''Io vado da lui'' Sirius fece per uscire, ma Remus lo afferrò per un braccio.
''Sirius...ti ha chiesto per favore di non andare da lui adesso...''
''Remus svegliati! Non ce l'ha chiesto...ce l'ha proibito! E io, per quanto gli voglia bene, non ho intenzione di essere comandato a bacchetta di un deficente momentaneamente rincretinito!''
''Per favore Sir...domani mattina lo andiamo a chiamare...lascialo solo''
Sirius si liberò della stretta
''NO!''
E uscì.
''Peter vieni con me!''
''Ma non dovevamo rimanere qui?'' bisbigliò Codaliscia.
''Peter! Vieni!''
''Ma dove?'' si lamentò.
''Dobbiamo fermare Sirius!''
''Ma...ma..''
''Oh, va al diavolo Coda!''
Uscì anche lui lasciando stupefatto Peter e gli altri sconcertati. 
Appena chiusa la porta si rese conto di quello che aveva detto.
                                                                                                 *****
'Lily...Lily...Lily...Lily...svegliati....
Lily...Lily...Lily...'

Boooom
Il moro era appoggiato con la testa al letto e stringeva la mano della rossa, ma appena sentito la porta aprirsi con quel botto era schizzato in piedi con la bacchetta in mano.
''Oh sei tu...''
''Sorpreso di vedermi, Potter!?''
''Sirius?''
''Alice mi ha detto tutto''
''Cosa ti detto esattamente?''
''Che vuoi restartene in questa infermeria fino a che Lily non si sveglia e che ci hai proibito di venire qui.''
''Questo non è vero! Le avevo solo chiesto che non c'era bisogno che venivate a quest'ora...potevate venire domani...''
''Certo....perchè TU hai intenzione di fottertene di tutti e marcire qui dentro!''
''Sirius! Cosa stai dicendo!?''
''La verità!''
Remus comparve sulla porta col fiatone.
''James! Scusami...ho cercato di trattenerlo ma...''
''Nulla Rem...non ti preoccupare...Alice ha frainteso quello che volevo dire. Potevate benissimo venire non ho proibito nulla a nessuno.''
''Ma ha intenzione di chiudersi qui dentro!'' Sirius era furibondo
''Sirius calmati.'' Remus... santo Remus, non ce l'avrebbe mai fatta a calmarlo così.
''Calmati te Remus!''
''Sirius posso spiegarti?''
''No ho gia capito tutto!''
''No invece!''
''Si!''
''Allora cosa hai capito!?''
''Molto di più di quello che tu mi hai detto James''
                                                                                            *****

La rossa sentiva chiaramente Potter e Black che litigavano, cosa molto rara. Sirius Black era a dir poco furioso.
Doveva svegliarsi in fretta!
Che nervi tutto quel bianco! 
Calma Lily, calma...devi pensare....immagina l'infermeria.
Piano piano il bianco scomparve e al suo posto comparve la stanza, oggetti, medicine, muri, porte, finestre.... 
Allora adesso, Potter, Black...Oh! C'è anche Remus! 
E ancora una volta comparvero da nulla le tre persone in questione. 
Remus era entrato dopo, si vedeva chiaramente e cercava di calmare i due amici.
Ora deveva far comparire se stessa...il letto più vicino a Potter era sicuramente il suo.
Ed infatti eccomi lì.
Ora la parte più difficile.
Come una fantasma si mise sul suo letto e appena sdraiata tutto divenne nero.
Che fantasia...prima bianco...adesso nero.
Sapeva chiaramente cosa doveva fare. Solo aprire gli occhi.
Le vennero in mente le parole di Potter...
Lily...Lily...Lily...Lily...svegliati....
Fosse facile...Non era lui quello intrappolato li dentro.
Doveva solo aprire gli occhi....poi è fatta.
Le palpebre erano pesanti come macigni.
Però, mentre cercava di aprire quei maledetti occhi verdi smeraldo, improvvisamente i dolori che aveva prima di svenire e che erano scomparsi fino ad allora, ritornarono...più potenti di prima.
Faceva male tutto.
Lily...Lily...Lily...Lily...svegliati....
Dai un ultimo sforzo!
Fitte di dolore da tutte le parti.
Si morse il labbro inferiore.
Un'altra fitta, alla pancia. Strinse i pugni.
Un'altra fitta, alla testa. Strinse più forte.
Dai Lily! 
Lily...Lily...Lily...Lily...svegliati....
Una fitta più potente delle altre le tolse il respiro.
Un...ultimo...sforzo...Lily...dai.
''Lily! Lily!''
Remus. Arrivo. Te lo prometto. Vai....Lily....vai...
                                                                                                       *****

''Come puoi dire questo Sirius! Come puoi?''
''Lo dico perchè è vero!''
''Ti ho detto di no!''
''Si invece!...perchè se stessi dicendo la verità non faresti tutte queste storie! James mi stai nascondendo qualcosa e la cosa grave è che non vuoi dirmelo! A me! Al tuo migliore amico! Tuo fratello! Cosa credi!? Che ti prenda in giro!? O che ti abbandoni!?''
''No Sirius! NO!''
''Expelliarmus!''
''Protego!''
''Reducto!''
''Impedimenta!'''
''No! No! Smettetela! Smettetela!''
Cosa stanno facendo!?
James e Sirius non litigavano mai così! Cosa era successo!? Oh cosa é successo Lily!?
Oh per Merlino. Lily! Lily si stava svegliando! Aveva un aria stravolta e tesa...stringeva i pugni. Oh Godric smettetela!
''Lily! Lily!''
I due smisero per un attimo di lottare quando videro  Remus correre verso il letto della rossa urlando il suo nome ''Lily! Lily!''
James lasciò cadere la bacchetta e lo raggiunse.
Lily stava lottando contro qualcosa che solo lei vedeva e sentiva.
''Remus! Cosa le succede!!!?'' chiese preoccupato James.
Sirius era rimasto dov'era e guardava stupefatto verso il letto ''Sirius! Chiama Madama Chips! Dovrebbe essere andata nelle serre di Erbologia! Sirius muoviti! SUBITO!''
Ancora un pò stordito Felpato si precipitò fuori dalla stanza sbattendo la porta.
''Remus! Remus! Che succede!?''
''James stai calmo, per Morgana! Non lo so... ma credo che stia cercando di svegliarsi! E...''
''Si va bene! Ma che cosa dobbiamo fare!!!?''
''Calmati! Dobbiamo...''
''Dobbiamo!!!?''
''James....respira...''
''No! Per Godric! Non riesco a stare calmo! Che dobbiamo fare!!!??''
''Aspettare''
''Remus, dai , ci sarà qualcosa da fare per...per ...aiutarla!''
''La calma è la virtù dei forti.''
''No! Non in certi casi!''
''Bhe questo non è uno di quelli! Quindi calmati che non succede niente!''
Passarono minuti ,che sembrarono ore, ma poi Lily aprì i suoi occhi verdi che , come per magia, incontrarono subito quelli color nocciola di James.
Dopo un pò la rossa distolse lo sguardo e cercò di alzarsi.
In quel momento entrò Madama Chips seguita da uno stupefatto Sirius.
''Largo! Largo!'' disse l'infermiera '' Signorina Evans, tutto bene?''
Lily sorrise '' Si tutto bene signora Chips. Mai stata meglio''
Cosa!?
''Lily? Sei sicura...Bhe prima...insomma...Sembrava stessi passando le pene dell'inferno!''
''Ahah...Certo Remus, sto benissimo. Grazie.''
James stava per fare una domanda ma Lily lo interruppe.
''Potter non c'era bisogno che ti rinchiudessi qui dentro per stare con me al mio risveglio o per farmi compagnaia. Aveva ragione Alice. 
Black se fossi in te cercherei di controllarmi quando litighi con quello lì perchè puoi diventare pericoloso.
Remus la prossima volta che questi due cercano di uccidersi a vicenda e far saltare in aria l'infermeria, vattene via se non vuoi fare la fine del sorcio.''
Silenzio.
Lily cominciò a ridere...evidentemente le loro faccie erano molto esileranti.
Sapeva tutto. Come se fosse stata sveglia. Lì con loro. 
James era stupefatto.
''Lily'' Balbettò '' Ma...''
''Per te sono sempre e solo Evans, Potter in queste ore ne hai approfittato perchè non potevo correggerti.''
''Va bene, Evans, ma ... ma come ...come hai fatto...come sai...come...come?''
''Potter hai perso l'uso della parola?''
Parlò Remus per lui
''Lily come fai a sapere tutte queste cose? Tu eri svenuta ! Non puoi sapere tutto questo!''
James rafforzò il concetto annuendo come un asino
''Forse Remus, la magia non è solo quella che ci insegnano qui. Forse nell'universo ci sono magie più forti e potenti...persino di quella di Voldemort.''


Angolo dell'autrice
 Ciao a tutti, bene...mi dispiace per il ritado ma sono stata via e non ho potuto trascrivere e pubblicare la storia MA  mi sono portata avanti visto che ho già scritto il prossimo capitolo... Bhe dovete avere pazienza e aspettare che trascrivo di nuovo tutto. Ringrazio sempre chi recensisce ( a parte Trich che è moooolto ''pesonte'' XD).
Questo capitolo mi è venuto più lungo perchè volevo far passare velocemente ll'incoscenza di Lily che poi pesa e ci si rompe. Bene adesso che stanno tutti bene si può partire con le lezioni. 
Bhe ... al prossimo capitolo...
Alice

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Capitolo 5
*** Gli opposti si attraggono....Ma chi l'ha detto!? ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte


Capitolo 5
                         Gli Opposti Si Attraggono...Ma Chi L'ha Detto!?



''Madama Chips dice che dovrò restare qua dentro per almeno 2 giorni per sicurezza...ma io mi sento benissimo!!! E poi non voglio iniziare l'anno dei M.A.G.O. in questo modo! Oggi ho perso addirittura il primo giorno! Cominciamo bene!''
''Oh andiamo Lily, i professori capiranno...''
''Remus! Non me ne frega un accidente se capiranno o no! Rimarrò indietro col programma!!!''
In quel momento entrò James. Pessimo momento.
''Andiamo Evans! Per due gorni non ti perdi niente di importante!''
'' E che ne sai tu!? L'unica lezione alla quale stai attento è quella di volo...e ti ricordo che è finita sei anni fa!'' ribattè acida Lily.
'''Davvero molto simpatica Evans!''
''Lily in realtà James è abbastanza bravo anche a trasfigurazione...ma non c'è bisogno d-''
''Giusto Remus! Ma per apprendere le giuste tecniche per trasfigurare oggetti e persone per divertirsi. Non oso neanche immaginare cosa combinerà quest'anno che faremo (seriamente) la trasfigurazione umana...''
''Bhe dai Lil-''
''Ti ricordo che l'anno scorso ha trasformato i capelli di Sever- Piton  in bottigliette di Shampoo  e-''
''Almeno si è lavato i capelli''
''  ... E le mani di un primino Tassorosso in Mandragole!''
''Non sarebbe una cattiva idea se ti trasfigurassi in un liquido Evans...Di sicuro aceto...o limonata visto il tuo alto grado di acidità!''
''Remus PORTALO VIA DI QUI O LO  SCHIANTO!''
James ghignò.
''Mi dispiace per te, Tesoro, ma non ti devi affaticare e poi, mi risulta che la Chips ti abbia preso la bacchetta.''
Successe tutto in un attimo.
Lily prese dal comodino accanto al letto un vaso e lo lanciò contro James. Fortunatemente per lui (e sfortunatamente per lei), i riflessi da Cercatore lo salvarono; infatti Ramoso si abbassò giusto in tempo per sentire un rumore di vetri infranti dietro di lui.
''Evans! Adesso ti vengono anche istinti omicidi?''
''James vai a cercare Alice per cortesia...'' ordinò Remus, visto che era il caso di intervenire.
''Veramente Remus....''
''ADESSO!''
''Va bene, va bene...che bestia...''
La porta si chiuse.
''Grazie Remus.''
''Figurati''
Sospirò.
Quei due si sarebbero odiati a vita.
Non sapeva quanto si sbagliava.
                                                                                           *****

''Non lo sopporto più! Credo che lo ucciderò!''
Silenzio.
''Lily?''
''Si Remus?''
''Senti ti devo dire una cosa....''
''Dimmi''
''Ecco, oggi, Lumacorno...''
La porta si spalancò e entrarono Alice e James.
''Lily! Come ti senti?''
''Benissimo, grazie Ali''
''Benissimo, grazie Ali'' Le fece il verso James.
Questo qui è da sopprimere il prima possibile.
Lily gli lanciò un'occhiataccia.
''Desidera?'' chiese poi.
''Uscire con lei''
''Scordatelo!''
''Allora perchè me l'hai chiesto?''
''Mai sentito parlare di sarcasmo, Potter?''
''Ah-ah-ah... sai che dovresti fare la comica, Evans?''
''Oh ma la volete smettere!? Sembrate una vecchia coppia di sposi!'' disse Alice.
''Oh no Alice! Tu NO!''
''Siiiii!!! Avanti così e ci sposeremo!''
''Sisi Potter...continua a sognare'' 
James stava per ribatte ma Alice lo precedette.
''Bhe ciao Lily...Io devo andare alle selezioni per il Quiddich!''
''Bene... e portati dietro anche  Potter!''
''Siete impossibili voi due! Andiamo James''
''MA....ma...''
''VIENI!''
''A presto, Evans!''
'' Al più tardi possibile, Potter!'''
''Visto Ali...è cotta come una pera matura...''
''Sarà...Eh? Le pere mature sono cotte?'' E discutendo un pò i due uscirono.
Che pace! Quei due insieme sono come una bomba atomica.
''Remus...dicevi?''
Glielo doveva dire...Era stato scelto dagli altri perchè 'eccellente nel dare notizie sgradite' aveva detto Sirus.
Bhe ... Era giunto il momento.
''Ah...si...Certo...Ecco, Lumacorno ha diviso la classe in coppie stamattina che lavoreranno insieme per tutto l'anno. E bhe... tu sei con James.''
Chiuse gli occhi, aspettandosi una reazione di Lily. 
Quello che sentì dopo era una porta che sbatteva. Quando riaprì gli occhi, Lily non c'era più. 

                                                                                          *****

''Bene le selezioni sono terminate. Ci vediamo Mercoledì pomeriggio per il primo allenamento, alle 18.00, mi raccomando siate puntuali. Portate tutto il necessario e compratevi il prima possibile le cose mancanti...Gli allenamenti si terrano almeno 3 volte alla settimana e anche di più d'estate. Bene, grazie a tutti a mercoledì! Potete tornare al castello adesso.''
''Bel discorso Potter!''
''Evans! Senti già la mia mancanza? Ehi! Ma tu non dovresti essere in infermeria?!''
Lily gli tirò un sonoro ceffone.
''Ahio! Ma cosa ho fatto adesso!?''
''Come hai convinto Lumacorno a farti mettere in coppia con te Lurido, Viscido, Verme della Terra, Cret-!?''
''Stooop! Evans! Non sono stato io! Non ho fatto niente questa volta! Lo giuro! Perchè non lo chiedi al Lumacone!?''
''Sei bravo a dire bugie Potter!''
''Lily...t-''
''EVANS!''
''Va bene, Evans...ti giuro che non ho fatto niente! Non sono stato io d'accordo?!''
Lily non ebbe il tempo di ribattere che si sollevò da terra a testa in giù.
''POTTER! Mettimi giù subito!''
''Non ho fatto niente! Ma perchè è sempre colpa mia!!!??''
''Perchè sei l'unico qui!''
''Sbagliato Lily Evans. Ci siamo anche noi''
''Malfoy! Mettila giù subito!''
'' Va bene...l'hai detto tu...''
 E con un pigro gesto della mano fece cadere Lily a terra.
James corse verso di lei.
''Lily stai bene?!''
''Stavo meglio prima Potter... Non potevi specificare come mettermi a terra?!''
''James! Mi tradisci con una Lurida Mezzosangue!'' trillò Bellatrix.
''Black richiama i tuoi cagnolini e vattene prima che le cose si mettino male!''
''Certo...per te si mettono male...''
''Andatevene!''
''Neanche per sogno tesoro bello''
I serpeverde formarono un cerchio intorno a loro.
''Protego'' bisbigliò Ramoso.
''Non ti servirà a niente Potter se una decina di schiantesimi vi colpiranno in pieno.'' minacciò Lucius.
''Tanto vale tentare, verme''
''Come osi!?''
''E chi ha paura di te Malfoy?'' Ribattè Lily
''Tu dovresti avercela...guarda dove sei finita dopo che abbiamo fatto quattro chiacchiere. Crucio!''
L'incantesimo mancò per poco la rossa che si era spostata.
''Mancata biondino.''
''Crucio!''
''Mancata di nuovo''
''Continua a ballare...tanto prima o poi ti stancherai.''
''A meno chè non stia arrivando un professore e non credo che vogliate essere sospesi il primo giorno.'' disse James.
Tutti i serpeverde si voltarono dove fissava il moro.
''Vieni Evans!''
Prese la rossa per il braccio e si misero a correre.
''Dove vorresti andare signor so-tutto-io?Se corriamo verso il castello ci prenderanno di sicuro e se entriamo negli spogliatoi siamo in trappola...''
''E' quello che pensi tu...''
Entrarono dentro gli spogliatoi. Poi James tirò su una pietra del pavimento.
''Dentro!''
''Tu sei matto!''
''Hai un'idea migliore?!''
''No.''
''Allora dentro!''
''Che schifo!''
''Muoviti!''
Qundo James chiuse la botola si sentirono le Serpi che entravano.
''Dove sono finiti!?
''Guardate d'appertutto idioti!'' sibilò Bellatrix.
Intanto proprio sotto di loro i due erano bene attenti a non fare il minimo rumore.
Lily era entrata per prima, poi era sceso James e adesso erano uno contro l'altra rinchiusi dentro una minuscola stanzetta che evidentemente non era fatta per due persone tanto era piccola.
''Potter non farti venire strane idee'' bisbigliò la rossa che era quasi aggrappata al moro.
Lui ghignò nel buio.
''Sei fantastica Evans.''
''Lo so, ma non fartele venire comunque le idee strane''
''E perchè dovrei?'' disse lui mettendole una mano sul fianco
''Potter! Togli la mano da lì!'' si allarmò Lily cercando di non urlargli contro.
''Scusami Evans ma gli spazi sono questi.'' e le mise anche l'altra mano sul fianco opposto.
''Giuro che quando esco da questa situazione te la faccio pagare!''
''Intanto io ne approfitto'' E la tirò ancora di più verso di sè.
''Era proprio quello che ti ho chiesto di non fare!''
''Zitta o ci farai scoprire!''
''Meglio così!''
''Stai zitta per favore!''
''Bla-bla-bla-bla-bl...''
James la baciò.
Lei serrò le lebbra per impediglielo ma lui riuschì lo stesso ha infilare la sua lingua nella bocca.
A quel punto la rossa gli morse la lingua con tale forza che per lui dovette soffocare un urlo per non farli scoprire.
''La prossima volta trova un altro modo per farmi stare zitta!''
''Ahio...''
Da sopra giunsero delle voci.
''Bene ce li siamo fatti scappare. Andiamoce prima che arrivi qualcuno!''
Un rumore di passi poi silenzio.
''Mollami e fammi uscire''
''Io ci sto tanto bene qui sotto''
''No, tu stai bene perchè mi stai abbracciando!''
''Infatti''
''Potter  mollami!''
''E che rompi pluffe che sei Lily!''
''Ti ripeto che mi devi chiamare Evans!''
''Lily-Lily-Lily-Lily-Lily-Lily-Lil-''
La rossa gli pestò un piede.
Lui fece una salto, sbattè la testa contro il soffitto, e si portò le mani nei capelli lasciando i fianchi di lei.
Lily aprì la botola e mentre usciva gli disse: 
''Vedi? Io ho trovato un altro modo per farti stare zitto!''
''Si e mi hai fattto male!''
''Meglio!''
Lily si alzò, si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno, si rivolse verso James e gli porse una mano. 
''Dai muoviti vieni su!''
Lui le prese la mano ma la tirò di nuovo giù.
''Potter!''
La bloccò contro una parete, mettendo le sue mani dietro il muro di lei.
''Cosa hai intenzione di fare Potter?'' chiese quasi in un sussurro.
Lui ghignò nell'ombra.
La prese per la schiena e la baciò di nuovo.
Stavolta lei non si oppose.
Si lasciò baciare per un pò poi appena sentì che lui stava mollando la presa sulla sua schiena si staccò e uscì.
Potter ancora sorpreso ci mise un attimo a capire quel che aveva fatto.
Quando uscì dagli spogliatoi  lei correva verso il castello.
La raggiunse in un attimo grazie ai suoi allenamenti di Quiddich , la fermò e la prese in braccio. Lei cercava di liberarsi tirandogli pugni e calci, ma fu inutile. Si avvicinò al Lago Nero e la buttò dentro. Quando riemerse, le sorrise.

                                                                                         *****

''Potter fammi uscire da qui!''
''Non sai nuotare Lily?''
''Aiutami!''
''Solo se esci con me il prossimo sabato a Hosmade.''
''Sei un lurido ricattatore!''
''Intanto non sono io quello che rischia di affogare...''
''Per favore! Aiutami!''
''Te le ho gia dette le condizioni.''
''Va bene! Va bene! Ma aiutami!''
''Giuralo!''
''Cosa?''
''Come cosa!?! Che sabato prossimo uscirai con me!''
''Lo giuro! Lo giuro!''
James entrò nell'acqua e la prese.
''Vieni Lily!''
''Evans!''
''Usciamo insieme e ti devo chiamare per cognome!? No no!''
''Portami in sala comune! Adesso''
''Per favore''
Lei non accennava a chiedergli per favore allora lui la ributtò in acqua;.
''Per favore! Per favore!''
''Ok. Andiamo in sala comune!''
                                                                                         *****

Quando i due arrivarono fradici in sala comune andarono nellle rispettive camere.
''Lily! Ma dove eri finita!?''
''I serpeverde...e bhe sabato esco con Potter...''
''EVVIVA!''
''Evviva un corno Alice! Mi ha ricattato non ho ceduto!''
''E cosa ha fatto di tanto crudele?'' domandò ironica Alice.
''Mi ha buttato nel lago Nero...''
''Ahahah...Sì, mi sa che gliel'ho detto io che non sai nuotare...''
Lily fulminò l'amica con uno sguardo.
''Ci vediamo a cena, mi lavo e vi raggiungo.''
''Bene ...a dopo''
                                                                                       *****
''Sirius!!!!!!!''
Il diretto interessato uscì dal bagno con un asciugamano legato in vita e la bacchetta in mano.
''James che è successo?'' chiese aspettandosi persino di vederlo tenuto in ostaggio da un Mangiamorte.
''Esco con la Evans!!!!!!!!''
Felpato tirò un sospiro di sollievo, abbassò la bacchetta e si girò di nuovo verso la toilette.
'' Finalmente!   Ce ne hai messo di tempo amico.''
La litigata del giorno prima sembrava non esserci mai stata.
''Dimmi la verità...come l'hai convinta?''
''L'ho buttata nel Lago Nero...''
''....E allora?'' chiese non capendo.
''Non sa nuotare....''
''E l'hai rcattata...bhe è un'inizio.'' concluse l'amico.
''Che bello!!! Bhe vado a lavarmi ... ci vediamo giù a cena...''
'' Non affogare nella doccia, Jamie...a dopo.''
                                                                                       *****

La cena fu abbastanza piacevole, a parte il fatto che Lily e James non arrivavano....e forse era per questo che sembrava più tranquilla del solito.
Intanto in sala comune i due erano scesi dai dormitori nello stesso istante.
''Potter....'' L'aveva salutato lei.
''Lily! Ciao come stai!?''
Lei lo aveva guardato male.
''Cosa ti sei fumato Potter?''
''Niente...''
''Allora togliti dalla faccia quel sorriso idiota.''
''Posso avere l'onore di accompagnarti a cena?'' Aveva chiesto lui con un inchino.
''No. Ci vado da sola, grazie.''
''Sei una guasta feste Evans''
Ed erano scesi a cena in silenzio, fino a quando un rumore gli aveva spavenati. 
Poi le voci di alcune Serpi. 
''Che cos'era quel rumore Potter?''
''Evans domanda da 100'000 galeoni...Perchè deve sempre essere colpa mia!?''
''Non ho detto che è colpa tua! Ho solo chiesto! Coda di paglia eh!?'' disse nascondendosi con lui dietro un'armatura. Passarono alcuni Serpeverde con la bacchetta tesa e che parlottavano tra loro.
''Cosa!? Coda di che!?''
''Lascia stare. Corri.''disse quando ci fu silenzio
''E dove!?''
''La vuoi smettere di urlare!?'' chiese lei, stufa.
''Va bene...'' bisbigliò James.
Lo trascinò dentro una classe.
''Evans cosa vuoi fare?''
''Tornare in sala comune o in un posto sicuro''
''E come hai intenzione di fare scusa? Ci hai appena chiusi dentro una classe e se entra qualcuno non possiamo scappare! Ehi!''
La rossa stava cercando di spostare un quadro in fondo all'aula.
''Aiutami anzichè stare li a guardarmi il culo!''
''Arrivo''
Quando spostarono il quandro, dietro di esso si rivelò un corridoio stretto e buio.
''Dove porta?''
''Credo nella stanza delle necessità.''
''Credi? E come fai a sapere tutte queste cose? Tu sei la brava secchiona di solito sono io che conosco tutti i passaggi segreti!!''
''Zitto e corri''
Entrarono e percorsero tutto il corridoio fino a quando non raggiunsero un altro quadro.
Spostarono anche quello e uscirono.
''Dove siamo scusa?''
''Te l'ho gia detto! Nella stanza delle necessità!''
''Oh va bene...adesso come torniamo in sala comune?''
''Non ci torniamo''
''Come non ci torniamo!?''
''La stanza delle necessità non si apre se c'è già qualcuno dentro, a meno che non glielo dice chi la occuppa. Domani mattina andiamo diretti a lezione.''
Potter la guardava a bocca aperta
''L'unica cosa che non fa la stanza e il cibo quindi...Sandy!''
Dal nulla comparve un'elfa domestica.
''Buona sera signorina Evans...cosa desidera?''
''Ci porteresti qualcosa da mettere sotto i denti? Ah! E non dire a nessuno che siamo qui, va bene?'' chiese con dolcezza la rossa.
''Certo signorina Evans''
E scomparve.
''Evans... tu hai un elfo domenstico?''
''No, Sandy lavora qui a Hogwarts. Mi aiuta sempre quando ho bisogno di qualcosa e ogni tanto mi viene a trovare quando sono sola nel dormitorio.''
Con un sonoro Crak l'elfa era ricomparsa con roba da mangiare.
''Ecco qui signorina Evans. Buon Appetito e Buona notte...''
''Grazie Sandy...Buona notte anche a te'' rispose gentilmente Lily.
E l'elfa riscomparve.
''Bene Potter. Questa è un'emergenza ma bisogna stabilire delle regole. Mangiamo, dormiamo e domani alle 7 ci svegliamo. Ovviamente dormiremo in due letti separati e non farti venire strane idee come prima se no ti butto fuori di qui. Bene. Patti chiari, amicizia lunga. ''
Mangiarono, e poi andarono a dormire su due letti magicamente comparsi dal nulla.
''Buona notte Evans.''
'' 'Notte''
'Questa sarà una lunga notte.' pensò Lily. 'Molto lunga'.


Angolo dell'Autrice
Bene!!! Per questo capitolo sono stata velocissima... Non so quando metterò il prossimo capitolo perchè devo scriverlo e poi trovare il tempo per metterlo a computer. Anche se preferisco metterlo direttamente a computer in modo da non fare doppio lavoro non sempre è disponibile.
Questo capitolo mi piace. Adesso devo trovare un bel colpo di scena. Ci penserò. 
Grazie a tutti, 
Alice




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Capitolo 6
*** Sabato? Che succede Sabato? ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte


Capitolo 6
                                    Sabato? Che Succede Sabato?



Toc....Toc....Toc....Toc....
Lily si svegliò di soprassalto
Qualcuno cercava di entrare nella stanza.
''Potter! POTTER SVEGLIATI!''
''Ancora 5 minuti Remus....''
''Potter!''
Toc....Toc....Toc....Toc....
Gli tirò uno schiaffo.
''Ahio! Evans che modi! Ma...che ci fai nel mio dormitorio?''
''Potter svegliati! Siamo nella Stanza delle Necessità, ricordi?''
Come se si svegliasse adesso, Potter capì.
''Evans! Cosa c'è? Hai avuto un incubo? Vuoi che ti coccoli e ti abbracci?''
''Non sparare cazzate, Potter! Qualcuno sta cercare di entrare! Muoviti dobbiamo uscire di qui!''
Lily cominciò ad andare avanti e in dietro per la stanza, intanto che Potter realizzava la cosa.
''Voglio uscire di qui senza essere vista da chi sta cercando di entrare...
 Voglio uscire di qui senza essere vista da chi sta cercando di entrare...
 Voglio uscire di qui senza essere vista da chi sta cercando di entrare...''

Dietro di lei comparve un quadro che prima non c'era.
''Andiamo Potter!''
''Certo andiamo!....Dove esattamente?''
''Fuori di qui!''
Percorsero il buoio corridoio.
''Lily non credi che dovremo avvertire gli altri?''
''Gia fatto''
Potter rimase a bocca aperta
''E come?''
''Mentre dormivi ho mandato ad Alice un Patronus dicendole di non preoccuparsie che ero al sicuro . Le ho anche detto che sei con me e di dirlo solo ai tuoi amici, a Emmeline e a Marlene.'
''Va bene, Capitano Evans!''
Lei lo fissò stranita ma non potè trattenere un sorriso.
Ripensò a quel pomeriggio, quando l'aveva baciata la seconda volta,e aveva sentito il suo cuore sciogliersi. 
Aveva avuto la conferma di quello che diceva Alice. Potter era veramente innamorato di lei, non era solo un gioco.
Tuttavia Potter rimaneva un bambino e lei non poteva cambiare atteggiamento con lui da un giorno all'altro. 
Ne andava del suo orgoglio. 
E se c'è una cosa alla quale Lily teneva era l'orgoglio.
''Evans ti sei incantata?''
Lily non si era accorta di essersi fermata e Potter adesso era vicinissimo a lei, tanto che poteva sentirne il calore e l'odore. Tanto vicino che avrebbe potuto baciarla. E per un attimo non desiderò altro che quelle labbra sulle sue.
'Lily che ti viene in mente?'
''Si, si tutto bene.'' disse lei sentendosi arrossire...meno male che era buio.
''Meglio perchè credo che siamo quasi arrivati...''
Infatti davanti a lei c'era la tela di un quadro.
''Aspetta vado prima io'' la fermò Potter.
Lei annuì.
''Bene, non c'è nessuno, vieni''
Uscirono.
''Dove siamo?''
''Speravo me l'avresti detto tu Potter.''
'''Mmmhhh....credo al quinto piano.''
''Bene...crechiamo le scale e saliamo al settimo.''
Le prese la mano; poi la guardò.
''Ti  dispiace?''
Lily dissentì.
Si fece guidare da lui fino alla sale comune, a quell'ora della  notte completamente deserta.
''Ri-Buona notte Evans.''
Presa da un attimo di follia, lei si avvicinò al viso del moro e gli diede un bacio a stampo sulla bocca.
''Te lo sei meritato...grazie'' E salì le scale per andare a dormire, lasciando Potter li da solo, ancora sconvolto.

                                                                                         *****

''La I rivolta dei Folleti fu nel 654 a.C. perchè i maghi e le creature magiche si contendevano l'utilizzo della bacchetta magica. Inoltre i folletti erano fortemente maltrattati dai maghi ed erano paragonati agli elfi domestici. Invece la II rivoltà portò a una vera e propria Guerra che fu nel...''
Lily era intenta e non perdersi neanche una parola del monotono discorso del fantasma insegnante di Storia della Magia.
Alice invece stava riempiendo le pagine del quaderno con -Frank <3 (cuoricino) Frank <3 Frank <3 Frank <3 Frank <3 Frank <3 .... ecc ecc.
Marlene faceva gli occhi dolci a Sirius.
James sbavava dietro a Lily intenta a prendere appunti, mentre sognava la loro futura famiglia e la raccontava a Sirius, che invece rispondeva con entusiasmo alle advances del suo fun-club.
''Allora...avremo 5 figli...3 maschi e 2 femmine, andremo a vivere a Godric'd Hollow, avremo 5 cani, 6 gatti, qualche rospo...''
''Si, si James sogna...Ma bando alle ciance....Che ne pensi della bionda al terzo banco a sinistra? Ti piace?''
''Lily...Lily...Lily...''
''Lo prendo come un si.''
La campanella suonò.
I Grifondoro si avviarono nei sotterranei mentre i Corvonero alle serre di Erbologia.
Una volta entrati nella classe di Lumacorno si disposero a coppie.
'' 'Giorno Evans!''
''Potter...''
''Non mi hai ancora dato il bacietto del buon giorno!''
Gli tirò uno schiaffo, che rimbombò nella stanza.
''Ti basta come risposta?''
''Ahio...''
''Buon giorno a tutti e benvenuti a lezione. Bene, oggi faremo l'Amorentia...Andate ai vostri posti e cominciate...le istruzioni sono a pagina 297 del vostro libro. Al lavoro!''
''Potter prendi tu gli ingredienti!''
''Ahio! Ma tu sei fissata con gli schiaffi...''
''MUOVITI!''
''Va bene...Vado!''
James si avviò verso gli scaffali della scorta della classe, lasciando la rossa da sola al banco.
''Lily!''
''Piton....''
''Senti...''
''Sentimi tu Severus...VATTENE!''
La rossa raggiunse Potter all'armadio delle scorte.
''Vuoi muoverti o aspettiamo Natale?!''
James sbuffò.
''Vai ad accendere il calderone...ci penso io agli ingredienti...'' ordinò lei.
''Lily...per favore...Ascoltami!'' implorò Severus Piron che l'aveva seguita e aveva aspettato un attimo che Potter tornasse al calderone.
''Senti Severus...lasciamo in pace. Ok!?''
E la rossa tornò al banco seguita a ruota dal Serpeverde.
''Potter sei un incapace...Vai a prendere la bilancia se no qui non si combina niente!'' bofonchiò Lily.
James con un aria annoiata tornò verso l'amadietto, mentre la rossa cominciava a sminuzzare gli ingredienti.
''EHI EVANS!'' Urlarono delle Serpi ''E' VERO CHE SABATO ESCI CON POTTER!?''
Lei fece finta di niente.
''E' vero Lily?''
''E anche se fosse Severus? Sono libera di uscire con chi mi pare!''
''Ma tu lo odi!''
''Sarà, ma intanto mi ha salvato 2 volte da voi!''
Lily si girò verso il moro che arrivava con la bilancia in braccio.
''Muoviti James!''
''Va bene, va bene Arrivo! Calma! Ehi! Come hai detto?''
''Cosa ho detto?''
''Mi hai chiamato James!''
''E Allora!? Come ti chiami tu? Asdrubale?''
''EHI POTTER! TE LA SEI GIA' FATTA LA MEZZOSANGUE?!'' Urlarono di nuovo i Serpeverde.
Potter stava per ribattere.
''James lascia stare...falli divertire, tanto noi sappiamo come è andata veramente.''
Lui annuì.
Da quando Lily era così gentile con lui?
''Ok. E' tutto pronto. Più o meno. Cominciamo?''
Lily prese gli ingredienti e li mise in mano a Ramoso.
''Tagliali a strisce sottili. Ok?''
''Sicura? Sul libro c'è scritto a cubetti...''
''Ti fidi di me?''
Che domanda strana.
''Si''
''Bene, allora fallo.''
A pozione finita Lumacorno andò a vedere i lavori.
''Bene, bene, Potter e Evans...suona bene. Ho fatto un'ottima coppia. Allora Lily tutto bene? La scorsa lezione non c'eri.''
''Si professore. Solo un piccolo imprevisto.'' rispose gentile lanciando un occhiata veloce verso i bachi dei Serpeverde, cosa che non sfuggì a James.
''Ok, mi fa piacere sapere che stai meglio. Passiamo alla pozione. Potter sei molto fortunato a essere in coppia con lei.''
Il professore prese un campione dell'intruglio.
''Infatti è perfetta! Bene potete andare.''
I due uscirono di fretta senza dire una parola, e non si accorsero che qualcuno altro, oltre al professore, aveva preso un piccolo campione di Amorentia, il filtro d'amore più potente del mondo.
                                                                                          *****

''Lily, mi dispiace.''
''Di cosa?''
''Di averti messo in questa situazione con i Serpeverde.''
''Figurati! Quando mai non mi metti nei pasticci tu?'' disse ironica lei.
James fece una risata forzata.
''Ehi se non ti va di uscire sabato...non ti preoccupare. Ho aspettato 6 anni posso aspettare ancora un pò.''
''Dovevi pensarci prima di farmi giurare. Le promesse si mantengono.'' 
E con queste parole si separarono. Una andava in biblioteca, l'altro aspettava Sirius Black.

                                                                                          *****

''Lily!!!!!!!!!!!''
''Alice! Che succede!? Tutto bene!?'' balzò su dal letto la rossa con la bacchetta in mano.
''Lily, Lily, Lily! E' SABATOOOO!''
''Si, Alice, lo so! Ma sono anche le 6 del mattino!'' brontolò lei buttando nel letto.
''Si ma è SABATOOOOO''
''Ma che succede di Sabato?!''
Chiese la rossa rigirandosi tra le coperte.
''ESCI CON JAMES!!!!''
''Va bene, ma non adesso!''
''Muoviti! Muoviti! Devi prepararti!''
Disse Alice aprendo le tende e tirandola giù dal letto.
''Alice ti odio...'' sibilò.
                                                                                        *****

Intanto nel dormitorio maschile James stava misurando la stanza a grandi passi e parlava tra sè.
''2 ( ore). 58 (minuti). 36 (secondi)....2.58.35....2.58.34....2.58.33....2.58.32...''
''James la pianti!? Sto cercando di dormire!'' lo raggiundero i toni soavi di Sirius.
''Infatti James...stai tranquillo...'' gli disse Remus.
''Bhe allora me ne vado..Buona notte a tutti!''
Il moro uscì dalla stanza e scese in sala Comune.

                                                                                        *****

''Lily! Ti muovi!? Sono le 8!!!!''
''Alice calmati! Abbiamo appuntamento alle 9!''
''Bhe ti avviso che James è in sala comune da 2 ore!''
''Affari suoi!''
''Mi chiedo come possa James essere innamorato di te! Sei solo un'insopportabile So-Tutto-Io!''

                                                                                         *****

Ramoso aspettava ansioso le 9.
Alle 8.05 tuttavia Lily scese in Sala Comune.
Aveva una gonna corta di jeans, con sopra una camicia bianca. Ballerine argentate e una collana che si infilava provocatrice,  nella camicia un pò aperta, tra i seni. I lunghi capelli rossi raccolti in un'alta coda di cavallo lasciando scoperto il collo e mettendo in risalto due orecchini pendenti.
Lei si bloccò appena vide il moro, e gli orecchini ondeggiarono.
''Che ci fai già sveglio?''
''In realtà sono qui da 2 ore...''
''Mi stavi aspettando?''
''Anche.''
''Anche?''
''Si diciamo che Sirius e Remus non erano troppo entusiasti di svegliarsi alle 6 e ascoltare le mie paranoie...così sono uscito.''
''Hai già fatto colazione?''
''No''
Rimasero in silenzio per un pò.
''Posso accompagnarti?''
''Mmmhh...dipende...''
''Da cosa?''
''Potresti non sbavarmi dietro e parlarmi normalmente per favore?''
''Parlarti normalmente?''
''Si tutta questa formalità mi mette in imbarazzo...''
''Va bene Evans!'' disse lui entusiasta e si avviò.
Dopo qualche secondo la rossa lo raggiunse.
''Datti una calmata Potter se no ti schianto...''
''Hai portato la bacchetta?!!''
Con uno scatto fulmineo Lily fece lo sgambetto e Ramoso che finì disteso per terra. Il moro non fece in tempo a dire 'bip' che la Evans era sopra di lui  e gli puntava la bacchetta alla gola.
''Sono più veloce di quanto pensi Potter.''
Si rialzò e si rimise la bacchetta sotto la gonna.
Poi gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi.
''Non fare scherzi Potter...stavolta non mi freghi.''
Lui le prese la mano e si rialzò.
''Vacci piano però. Se tutte le volte che ti chiedo qualcosa finisco a gambe all'aria, mi paralizzi.''
Lily sorrise con aria innocente.

                                                                                          *****

Quando la vide entrare, bella come il sole, seguendo Potter, Severus Piton ebbe un tuffo al cuore.
Quel grifone gli aveva rovinato la vita. Gli aveva rovinato Lily. E adesso piano piano se la stava prendendo.
Quando li odiava.
Dovevano pagare per quello che gli avevano fatto. E sapeva già come.

                                                                                          *****

''Evans aspettami!''
Lily correva verso l'uscita.
''Muoviti Lumacone!!!Ahahah''
Ormai i due erano fuori dal castello.
La rossa correva verso la riva del Lago Nero, ancora coperta da soffice erba fresca.
Si voltò indietro alla ricerca del moro.
'Dov'è finito?'
La risposta arrivò presto.
James sbucò da dietro un albero e la rossa lo travolse in pieno. Si aggrappo alla sua camicia e rotolarono giù per il pendio tra le risate, fino a quando non si fermarono.
''TU SEI MATTO! Ma ti sembra il modo!?'' disse lei fingendosi seria ma senza accennare a spostarsi da sopra di lui.
''Guarda che è colpa tua! Guarda dove vai la prossima volta! Ahahah!''
Una volta finito di ridere, Lily scivolò sull'erba accanto a James.
''Dobbiamo per forza andare a Hogsmeade?''
''No ... ma dove vorresti andare scusa?''
Lei si alzò. 
''Vieni con me!''
Superarono il lago e entrarono nella foresta.
''Evans sai vero che non dovremmo entrare qui dentro?''
''Noi siamo solo due Caposcuola che controllano se è entrato qualcuno'' rispose lei tra le risate.
''Se lo dici tu...''
La prese da dietro e la fece girare.
''Smettila di fare lo scemo! Seguimi!''
Lily portò il moro in un piccolo spazio soleggiato, dove la folta erba fresca era decorata con fiori selvatici che profumavano l'aria.
''Non pensavo esistesse un posto così bello nella foresta.
''Lo so'' Disse lei buttandosi tra l'erba.
''Evans ma tu sai tutto?'' disse lui sdraiandosi accanto a lei.
''Si'' Rispose la rossa salendo a cavalcioni sul moro immobilizzandolo a terra con le mani schiacciate sulle braccia di lui.
''Si'' ripetè lei immersa negli occhi dorati di James così vicini a lei.
''Si''
''Evans si è incantato il disco?'' bisbigliò soffiandole nell'orecchio.
Lei scosse la testa infastidita dallo sbuffo, facendo tintinnare gli orecchini e lasciando dondolare dal collo la collana che era uscita dalla camicia.
Era un disco perfetto con sopra disegnate due lettere in corsivo intrecciate.
''L.E.'' lesse a voce alta lui ammirando la collana e cercando di non guardare la scollatura che mostrava appena appena il reggiseno color pelle di lei.
''Lily Evans'' gli spiegò in un bisbiglio senza staccare gli occhi da quelli di lui ancora intenti a guardare la collana.
Si avvicinò con la bocca all'orecchio di lui.
''Cosa ti piace così tanto? La collana, la camicia o quello che c'è sotto?''
Lui sbuffò e le bisbigliò nell'orecchio.
''Ti devo rispondere?''
''Si'' rispose sussurrando con aria di sfida.
''Va bene''
Cercò con le le mani il primo bottone della camicia di lei, tastandole il petto, e lo sganciò.
Poi scese al secondo, poi al terzo,e così via fino a quando la rossa si trovò con la camicia completamente aperta.
''Cosa vuoi fare Potter? Prenderti la camicia che ti piace tanto?'' gli soffiò nell'orecchio ironica lei.
Potter non rispose.
Piegò le braccia, si aggrappò a quelle di lei e la rovesciò.
Lily si ritrovò al posto di Potter schiacciata sotto il peso di lui semi-seduto sulla sua pancia nuda.
Durante tutto questo non avevano mai smesso di guardarsi negli occhi.
''Adesso mi diverto io.'' le bisbigliò.
''Perchè fino ad ora non ti ho lasciato fare quello che volevi?'' rispose lei sempre a voce bassissima.
Lui sorrise.
Le stringeva i polsi contro il suolo umido per non farla scappare anche se lei non sembrava aver intenzione di andarsene.
Avvicinò la bocca alla fronte della rossa e la baciò. Poi scese , sempre baciandola, sul naso, sulla guancia, fino a baciarle un angolo della bocca, e avvertì soddisfatto un brivido di piacere in lei accompagnato da uno strano mugolio. Le baciò gli occhi per farglieli chiudere poi riscese verso la bocca.
Quando le labbra stavano per incontrarsi lui si allontanò dicendole...
''Evans boccheggi.''
Lei riaprì gli occhi confusa.
''Cosa?''
''Ti saresti davvero lasciata baciare da me?''
Come risposta lei si liberò dalla presa di un polso e mettendogli una mano nei capelli e lo spinse verso di sè, baciandolo.
Lui le lasciò l'altro polso e lei congiunse le mani sul collo del moro.
Poi cominciò a scendere tastandogli la schiena e il petto. Una volta giunta ai jeans infilò le mani sotto la sua camicia e poi cominciò a scanciargliela.
Si staccarono un attimo per riprendere fiato.
''Non è giusto solo io'' si lamentò lui quando lei  gli tolse la camicia.
Allora il moro scese da lei facendola mettere in ghinocchio davanti a lui.
E mentre si baciavano lei si faceva togliere la camicia.
''Va bene adesso?'' chiese lei col fiato corto.
''In realtà no''
''Cosa c'è ancora che non va?'' sbuffò lei ancora ad occhi chiusi prima di essere baciata di nuovo.
''Per essere pari dovresti toglierti anche il reggiseno'' sentenziò lui cercando con le mani il gancio per liberarla dall'indumento.
''Ti importa così tanto?'' chiese un pò allarmata lei.
''Oh si '' la prese in giro James.
Lei si staccò da Ramoso aprendo gli occhi.
''Scusami James ma non voglio.''
''Non ti preoccupare va tutto bene'' disse lui facendola sdraiare di nuovo  sull'erba e riprendendo a baciarla.
''Prenditi tutto il tempo che ti serve''.
Lui stava per avvicinarsi e riprendere a baciarla ma lei gli mise un dito sulle labbra.
''Non lo dirai a nessuno vero?''
''Cosa?''
''Di questo''
''Di quello che stiamo facendo?''
''Si...anche questo''
''Bhe non stiamo facendo niente... e poi che vuol dire 'anche questo'? Cosa dovrei dire di più?''
Lei arrossì fino alla punta dei capelli.
James si vergognò di essere stato così impulsivo.
Lei era vergine e aveva paura che lo dicesse in giro.
''Non ti preoccupare...non lo dico a nessuno'' e si allontanò un pò.
''James cerca di capirmi...Io fino a ieri ti odiavo..''
Lui si riavvicinò e la baciò.
''E adesso?'' chiese il moro.
''E adesso cosa?''
''Mi odi?''
''Non fare lo scemo! Se ti odiassi adesso non starei qui a .. a... baciati!''
Lui sorrise e le diede un altro bacio.
''Per favore non dirlo a nessuno!"
''Neanche a Sirius?''
''Sopratutto a Sirius.''
''E cosa gli dico se mi chiede che cosa abbiamo fatto anzichè andare a Hogsmeade?''
''Digli che sono caduta e mi hai portata in infermeria...O che siamo andati in biblioteca...O che non ci siamo andati perchè non avevamo voglia...Inventati qualcosa! Ti prego! Tutto ma non questo!''
''Va bene''
''Me lo prometti?''
''Te lo prometto''
E riprese a baciarla come da sempre aveva desiderato.


Angolo dell'Autrice:
Bene ho finito anche questo capitolo. Non so se ho fatto bene a farli avvicinare così presto. Bhe ormai è fatta. Ci vediamo al prossimo Capitolo. Grazie, 
                                                                                                                                                                                                                                                                                     Alice 




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Capitolo 7
*** Pozione Polisucco ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

Capitolo 7
                                         
Pozione Polisucco

 

 Appena sveglia Lily, mentre faceva la doccia per prepararsi per la scuola, pensò a quello che aveva fatto con Potter.
Si sentì sprofondare.
Che cosa era successo?
Si era sentita strana. Felice certo, ma strana.
Quando si immaginava mezza nuda sotto Potter che la baciava le venivano i brividi.
E dai non esagerare Lily...mezza nuda...
'Si mezza nuda!'
La vocina di Potter la faceva sentire ancora più imbarazzata.

'Speriamo non ci abbia visto nessuno...'
No...non ci ha visto nessuno...
'E che ne sai tu!?'
Il mio sesto senso...
'Allora siamo a posto...'
''Lily!!!!!'' Le urla di Alice la fecero sobbalzare, e per lo spavento le cadde il telefono della doccia su un piede. '' Quanto ci stai in doccia!??! Tra 20 minuti c'e Trasfigurazione e devo ancora : Lavarmi, vestirmi, fare colazione, salutare Frank, andare a...''
''Si si va bene ho capito!'' Rispose lei, seduta sul Water con il suo piede tra le mani.
''Che male...''
''Emmeline che fine ha fatto Marlene?'' sentì chiedere fuori dalla porta.
''Non lo so.''
''Ottimo...Una che si è incollata alla doccia peggio di una sanguisuga, una che sparisce un giorno si e l'altro pure...sono insieme a delle matte! Vado da Frank và ....oh Godric salvami!''
La rossa scosse la testa, ridendo.
Alice era senza speranze.
''Lily?'' si sentì chiamare.
''Si Emmeline?''
''Io scendo a fare colazione.''
''Ok...a dopo''
''A dopo.''
La porta si chiuse.
Si sciolse i capelli, che prima erano legati in uno stretto chignon e uscì ancora in accappatoio.
Si dirise verso il suo letto e a aprì il baule, per mettersi qualcosa.
Di sicuro non poteva uscire nuda.
Non sarebbe male, Evans
Fece finta di non aver sentito.
Sentì un fruscio dietro di lei.
Si girò di scatto e per la furia sbattè il baule.
''POTTER! Che ci fai qui!?!''
''Sono venuto a salutarti...''
''Grazie mi fa piacere che non mi hai già dimenticato ma...che diamine ... non potevi aspettare 10 minuti! Sono ancora in accappatoio!''
''Così sei molto più provocante...'' disse lui.
''James Potter...esci immediatamente di qui!''
''Non mi dai neanche un bacio?''
''No...muoviti!!! Per l'amor del cielo! Se arriva Alice e ti trova qui...''
Il moro la prese per un braccio.
''Cosa cavolo stai facendo!?''
La portò in bagno.
''Adesso anche se arriva Alice non mi vede...'' disse chiudendo la porta a chiave.
''No Potter...devi uscire.'' disse sempre meno convinta.
''James.''
''Cosa?''
''Mi chiamo James.''
''Mago Merlino è arrivato! Lo so come ti chiami!''
''Sicura?''
La prese per i fianchi e l'appoggiò sul lavandino, baciandole il collo.
''Si. Sicurissima.'' si sforzò di rimanere lucida.
''Ah si?''
Lily sapeva benissimo che le faceva le domande per vedere quando avrebbe ceduto. Lui continuava a baciarle il corpo.
''Si'' cominciavano a mancarle le parole.
''Io non credo...''
Questa volta le parole le morirono in gola.
Ci riprovò.
''Credi male''
''Pensi che mi stia sbagliando?''
Non ce la faceva più.
Annuì. Era il massimo che riusciva a fare.
Prese la faccia del moro e se la portò alle labbra.
Si sentì sbattere la porta.
''Lily! Non sarai ancora in doccia vero?!''
Interruppe immediatamente il bacio e scese dal lavandino.
''No Alice..'' disse col fiato corto ''Scusa è che ho avuto un problema...con la doccia....''
''Con la doccia?'' chiese tra le risatine James.
Lei gli lanciò un'occhiataccia.
Abbassò la voce.

''E adesso?''
Lui tirò fuori dalla divisa un mantello.
''Potter ... cosa pensi di essere uno struzzo?''
Sorrise. ''Stai a vedere.''
Se lo mise e sparì.
''James?''
''Lily ma c'è qualcuno lì con te?''
''No Ali!'' si affrettò a rispondere lei. ''Chi vuoi che ci sia?!''
''James? Dova diamine sei?''
''Apri la porta...ti seguo..''
Si sistemò alla meglio l'accappatoio e aprì la porta.
Uscì senza guardare l'amica in faccia.
''Finalmente! Vai se vuoi ci vediamo in classe''
La porta del bagno si chiuse e l'acqua della doccia cominciò a scendere.
''James?''
''Allora te lo ricordi il mio nome...''
Lei si guardò in torno. Beatamente sdraiato sul suo letto c'era James.
''Avevi dei dubbi?''
Si avvicinò al letto.

''Diciamo di si...''
Si sporse sopra di lui.
''Diciamo di si?''
Adesso stava a lei giocare.
Nel piegarsi l'accappatoio si era aperto un pò.
Lui deglutì alla vista del petto della rossa, di nuovo.
''Si''
Lo baciò.
Lui le prese la schiena e l’avvicinò al letto.
''Non illuderti James.''
Lui la baciò di nuovo.
''Tu non mi protesti mai illudere...''
''E chi te lo dice? Il tuo sesto senso?''
La guardò confuso.
''Cosa?''
Lei scoppiò a ridere, poi si alzò dal letto.
''Adesso dovresti uscire...mi devo vestire.''
''E' proprio necessario?''
''Vola!''
Si rimise il mantello sulle spalle, non troppo soddisfatto.
La sua testa si avvicinò a lei e le diede un bacio.
Poi le fece scivolare nella mano una foglietto.
Lei rimase a guardare la porta che si era aperta, chiudersi.
Aprì il pezzetto di pergamena.
'Ci vediamo la'...dopo scuola.''
Si vestì e uscì.
Sentiva il cuore esploderle nel petto.
La testa girava.
Non capiva più niente.
Lily aumentò il passo e corse fuori, fino quando, senza fiato, si fermò all'ombra di un albero. Si mise a sedere con la testa tra le mani.
''Lily..?''
Alzò la testa verso il ragazzo in piedi davanti a lei.
''Cosa succede?''
Scosse la testa ''Niente Remus.''
''Sicura?''
Lei stette in silenzio.
''Lily...che succede?'' chiese il ragazzo accucciandosi di fronte a lei.
''Non lo so nemmeno io...''
''Dai andiamo...ti accompagno a Trasfigurazione...''
''Ho baciato James''.
Lui, che si era alzato, si bloccò e la guardò.
''E stai male per questo?''
''Non capisco più niente...io dovrei odiarlo''.
''Dovresti?''
''Cos'è successo per farmi cambiare idea su di lui e spingermi a baciarlo?''
Remus rise. '' Non lo so, ma può darsi che ci sia qualcosa che ti abbia un pò sorpreso...forse che ti abbia dato la conferma che non eri un trofeo.''
Lei lo guardò con aria interrogativa. ''Cosa?''
''Gli occhi''.
Continuava a non capire.
''Gli occhi?''.
''Io penso che gli occhi di James siano molto più significativi di qualsiasi altra cosa. Quando lo guardi negli occhi...insomma... sembra di vedergli l'anima. La sua vera anima. Quello che è veramente. Quello che pensa, veramente. Come se tutto quello che mostra scomparisse. Crollasse. Non è più quello che dice di essere. Non è più quel James insopportabile che conosci. E' un ragazzo fantastico che per le persone che ama, sarebbe capace di dare la propria vita. ''
Lei stette zitta. Non sapeva cosa dire.
''Dai andiamo Lily...''
Lei si alzò e raggiunse l'amico.
''Credi che dovrei parlarci?''
''Non lo credo...ne sono sicuro.''
''Grazie Rem.''
Lui le sorrise.
''Figurati. Servono a questo gli amici ... No?''

                                                                                         *****

Lily raggiunnse la piccola radura dove era stata con James due giorni prima.
''James?''
Non c'era nessuno.
'Homenum revelio' pensò. La bacchetta le tremò leggermente sotto la divisa. 'C'è qualcuno qui'
''Stupeficium!'' urlò girandosi di scatto.
James Potter cadde a terra come un birillo.
Si avvicinò al corpo, gli si accucciò accanto e bisbigliò ''Reinnerva''.
Le mani du lui, appena liberate dall'incantesimo, la presero per le spalle e la spinsero nell'erba.
Un attimo dopo il moro era sopra di lei
''Anch'io sono abbastanza veloce, Evans.''
Si alzò e poi le porse una mano, ghignando.
''Non pensarci neanche, io non ho idee pervertite come te.''
Si aggrappò e si alzò, ma al moro bastò tirarla un pò che finì dritta tra le sue braccia.
''Alla fine mi hai schiantato veramente...''
''La prossima volta non ti nascondere allora...''
La fissò come se non capisse. ''Io sono arrivato dopo di te. Ti ho vista entrare nella foresta quando sono uscito dal portone.''
Lei si staccò immediatemente da lui. ''Allora c'era qualcuno qui, prima di noi.''
''Non è possibile.''
''Si invece''
''Va bene...ci divertiamo adesso?'' . La riavvicinò a sè.
''Non mi sembra il caso!'' disse lei divincolandosi.
''Andiamo Evans! La smetti di farti tutte queste seghe mentali!?''
''Potter, tu invece la smetti di farti tutte queste seghe e basta?''
''Levicorpus!''
La rossa si alzò in aria. Lui si avvicinò alla sua bocca.
''Sbagliato Evans. Io non me le faccio...al massimo me le faccio fare.'' le disse a fior di labbra.
''Si certo..'' bisbigliò lei prima di baciarlo.
''Liberacorpus'' sussurrò lui prendendola al volo.
''Potter...qui no!'' disse lei tra i baci quando il moro le mise le mani suoi fianchi.
''Perchè?'' mugolò lui.
''Potter scollati!''
Sbuffò. ''Lily non c'è nessuno...''
''Dimostramelo!''
''Dimostrami tu che c’è qualcuno!''
''Perchè ci deve essere per forza qualcuno? Che cosa vuoi che gliene importi di noi due?''
''Sai Potter non tutti sono buoni e leali come Remus!''
''Si ma non tutti sono Serpeverde!''
''Tu stai difendendo qualcuno....chi c'è? Dai dimmelo...Sirius? Vuoi dimostrargli qualcosa?''
''No Lily...Non sto difendendo nessuno!''
''E allora come fai a dire che non c'è nessuno?!''
Silenzio.
''Bene...io me ne vado...''
''No! Lily ferma! Aspetta! Lily! No...''
Ma lei già correva nella foresta.
James non si era accorto che gli occhi della rossa erano lucidi di lacrime troppo a lungo trattenute.

                                                                                        *****

Era veramente molto raro vedere Lily Evans piangere. Raramente la corazza che si era costruita cedeva e con lei anche colei che ce l'ha.
Per quanto si fosse sforzata la rossa non era riuscita a trattenere le lacrime che ormai le rigavano le guance rosse per la corsa.
Poi si fermò.
E pianse.
Pianse per tutte le volte che non l'aveva fatto.
Pianse per la sua natura, ne Babbana, ne strega.
Pianse per la sua famiglia.
Pianse per Petunia che ormai l'aveva abbandonata.
Pianse perchè non riusciva a capire.
Forse pianse semplicemente perchè non sapeva cosa fare.
Forse perchè era da troppo tempo che non lasciava i suoi occhi produrre quell'acqua salata che le bagnava il viso e le dava un senso di pace, di liberazione.
Poi pensò a James Potter.
A lui regalò invece un sorriso...in quel mare di lacrime.

                                                                                          *****

Bellatrix Black, nascosta dietro a dei cespugli cercava di calmarsi.
Aveva avuto la conferma di quello che le aveva detto Severus.
Quella mattina, il Serpeverde, era venuto da lei dicendole che sapeva qualcosa che poteva interessarle.

''Sputa il rospo Piton!''
''Quacosa è cambiato tra Lil- la Evans e Potter.''
''E allora?''
''Tu odi la Evans, e sinceramente Bella, è chiaro come la luce che, come dire...hai un debole per Potter.''
''E anche se fosse?''
''Ti propongo un patto.''
Lo aveva guardato curiosa.
''Tu elimini Potter dalla vita di Lliy e prenditelo pure se vuoi. Io ti posso procurare qualsiasi pozione...Amorentia, Polisucco, Distillato di Morte Vivente...''
''Non andiamo sul tragico...a cosa mi servirebbe la Evans morta? Un pò di Polisucco basta e avanza.''

Aveva seguito la rossa fin dentro la foresta, sperando sempre che Severus si fosse sbagliato.
Poi li aveva visti. Aveva seguito con attenzione tutte le loro mosse. Poi aveva seguito la Evans. Doveva agire. La solizione a tutti i suoi problemi era nella sua tasca.

                                                                                        *****

Liy, ancora accucciata a terra, di alzò a fatica.
Poi sentì una bacchetta contro la sua schiena.
''Ultimo desiderio Evans?'' sibilò una voce fin troPpo familiare.
''Si Black, sapere come farai a sapere dov'è il Quartier Generale se mi uccidi...'' La provocò lei anche se in realtà il suoi unico pensiero era James.
''Purtroppo non posso ucciderti....non ora almeno...per adesso mi accontento di rovinarti la vita...''
''Auguri''
''Oblivion!''
La rossa non fece quasi in tempo ad allarmarsi che un dolce senso di pace la invase.

                                                                                         *****

Bellatrix, chiuse Lily nei sotterranei ancora incoscente.
Le prese dei capelli e li mise in una boccetta datale da Piton quella mattina.
La bevve tutta d'un fiato.
Sentì il suo corpo cambiare.
Poi si specchiò.
Non si riconobbe. Era identica alla mezzosangue.
Per un attimo quel pensiero la disgustò.
Uscì stando attenta a non fare scemate. Doveva solo trovare James.

                                                                                        *****

La porta del dormitorio maschile di Grifondoro sbattè.
''James?'' chiese Sirius.
''Sono un cretino!''
''Questo lo sapevo già. Come è andata con la Evans?''
Ovviamente James non aveva resistito a raccontare tutto al migliore amico ma gli aveva fatto promettere di tenere la bocca chiusa.
''Uno schifo! Abbiamo litigato ed è scappata nella foresta. Non mi guarderà più.''
''Ah no? Secondo me cerca proprio te...''
''Perchè?''
Sirius indicò fuori dalla finestra del dormitorio, dietro al moro.
''Sta tornando dal campo di Quiddich...forse vuole scusarsi ...o ammazzarti,dipende dai punti di vista...''
''Sei molto rassicurante Sir...vado!'' esclamò uscendo a gran velocità dalla stanza.
Sirius sospirò. Bisognava aver pazienza.

                                                                                        *****

Nessuno pensava che la rossa che girava per il castello alla disperata ricerca del Grifone non era affatto Lily Evans.
Il primo posto dove Bellatrix aveva pensato di andare per trovare James era il campo di Quiddich. Sfortunatamente per lei, quel giorno era il turno dei Serpeverde che avevano cambiato turno con i Grifondoro.
Allora era rientrata nel castello, sperando di riuscire a entrare nella sala comune e trovare il moro.
Ma non ce n'era stato bisogno.
Appena entrata nell'atrio vide Potter correre giù per le scale, venendole in contro.

                                                                                         *****

Liy si guardò intorno stranita.
Le ronzava la testa.
Si mise in piedi.
Un nome le rimbombava in testa...James.
Ovvero quell'odioso di Potter...
Eppure il suo cuore mancò di un colpo quando pensò a lui.
Cosa era successo?
Cosa ci faceva li dentro?
Cosa centrava Potter?
Per scoprirlo dove fare solo una cosa
Andare da lui.

                                                                                         *****

Finalmente l'aveva trovata!
''Lily!''
''James!'' gli rispose lei con altrettanto entusiasmo.
''Lily...scusami io non volevo ...''
Non fece in tempo a finire la frase che lei lo baciò.
Poi sotto gli sguardi stupefatti di tutti  presenti lo portò via con sè

                                                                                          *****

La vera Lily Evans correva per i corridoi in cerca di Potter e non fece caso alle occhiate che la maggior parte degli studenti le lanciava.
Doveva solo trovare il moro.

                                                                                          *****

Bellatrix portò James in una vecchia classe ormai in disuso.
Non gli lasciava il tempo di respirare .
Sapeva che la pozione Polisucco non sarebbe durata ancora a lungo.
Cominciò a sbottonare la camicia del moro.
Doveva sbrigarsi....doveva sbrigarsi....doveva sbrigarsi....

                                                                                         *****

Lily aveva il fiatone. Non ce la faceva più.
Tuttavia una classe abbandonata con la porta succhiusa risvegliò la sua natura da Caposcuola e si avviò con passo deciso verso l'aula con l'intenzione di compiere il suo dovere.
D'altra parte se quella classe non era più utilizzabile ci doveva essere un motivo no?
Aprì la porta.
Quello che vide le tolse il fiato.
E non sapeva ancora perchè.
                                                                                         *****

James cominciava a preoccuparsi. Lily era un pò troppo aggressiva per i suoi gusti.
''Grazie James'' sibilò una voce che non era affatto quella di Lliy.
Bellatrix Black era mezza nuda davanti a lui.
La scostò e fece appena in tempo a vedere la vera Lily correre via.

 

Angolo dell'autrice:
Scusate scusate scusate scusate scusate.....sono veramente vergognosa...2 settimane....scusatemi tanto.
E' che tra la scuola e le mie menate varie il tempo vola.
Poi non sono stata neanche bene e ...bla bla bla....
Questo capitolo è corto mi dispiace ma non sono riuscita a fare di meglio.
Baci a tutti.  Al prossimo capitolo.
Alice.

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Capitolo 8
*** Non tutto il male vien per nuocere ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte
 

Capitolo 8 

                                               Non Tutto il Male Vien Per Nuocere

             

                                                                                                                                                                                                              I know what you are, what you are, baby 
                                                                                                                                                                                                      Womanizer, woman-womanizer, you're a womanizer, 
                                                                                                                                                                                                               Oh womanizer, oh you're a womanizer, baby 
                                                                                                                                                                                                                     You you you are, you you you are 
                                                                                                                                                                                                         Womanizer, womanizer, womanizer (womanizer) 


Questo capitolo è per la Sofy...che mi ha fatto venire una strabiliante idea...



Lily era furiosa.
Tuttavia, mentre correva più lontano possibile via da lì, due lacrimoni le solcarono il viso.
James.
Aveva sentito il mondo caderle addosso quando lo aveva visto baciare Bellatrix.
James l'aveva usata. Come tutte.
Era solo un ... un....cretino! 
Un bambino che si divertiva a giocare con gli altri.
Uno stupido! Un ingrato! Un donnaiolo.
E lei ci era cascata in pieno.
Come una bambina.
Corse più velocemente possibile al campo di Quiddich.
Doveva sfogarsi.
E sapeva che c'era solo un modo per farlo.

                                                                                          *****

''Spostati Black! Spostati immediatamente! Via!''
Bellatrix fu spinta via dal moro che si agitava.
Fu scaraventata con forza su un banco, e sbattè il fondoschiena su un angolo.
''Ahia Porca ...!''
''Cosa hai fatto!? Come hai potuto! Stai il più possibile lontano da me! Non osare mai più avvicinarti!'' le ringhiò in faccia James.
Poi si precipitò fuori da lì, e prese dalla tasca una vecchia pergamena.
''Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!''
Sulla carta comparvero tutte le stanze, aule, uffici, e persino persone che giravano per Hogwarts in quel momento.
Sfogliò, in corsa, la pergamena fino a quando non scorse quel nome.
'Lily Evans' era in giardino...e...Non era possibile.
Lily stava andando...al campo di Quiddich?!

                                                                                          *****

Ancora con le lacrime agli occhi la rossa entrò negli spogliatoi vuoti e prese una scopa. 
Poi aprì una valigetta dove erano posate le quattro palle del gioco.
Prese la pallina dorata, grande quanto un noce, la scopa in spalla e uscì.
Liberò il Boccino, salì sulla scopa e cercò disperatamente di raggiungerlo, mentre lacrime rosate a causa della luce del tramonto continuavano a solcarle il bel viso.
Ma stavolta era lacrime di rabbia miste a quelle di dolore.
Si era ricordata tutto.
Le erano venute in mente tutte le immagini.
Il pomeriggio nella foresta Proibita.
I suoi baci.
Delicati.
Gli occhi era appannati dalle lacrime.
Si asciugò in fretta gli occhi con la manica della divisa e si concentrò sul boccino.
Accelerò con rabbia.
Allungò la mano per prenderlo.
Ma questo precipitò verso il suolo.
Senza pensarci due volte lo seguì.

                                                                                        *****

Lily ...stava volando?
La sua Lily...stava cercando di acchiappare un boccino.
James Potter seguiva con lo sguardo la rossa, affascinato
Stava volando quando all'improvviso precipitò in picchiata verso il suolo.
Oh-no. pensò immediatamente James.
Il boccino si avvicinava vertiginosamente all'erba ma la ragazza non dava segno di voler frenare.
Il moro tirò un sospiro di sollievo quando giusto in tempo lei raddrizzò la scopa parallelamente al suolo.
Ma non fece in tempo a tranquillizzarsi del tutto che la vide alzarsi in piedi sul manico.
Cosa diamine aveva intenzione di fare?

                                                                                         *****

Doveva prendere quella maledetta pallina dorata.
Non aveva intenzione di farsi battere anche da quel giocattolo giallo.
Si alzò non molto decisa dalla scopa e in piedi, in bilico, allungò la mano per prenderla.
Poi quando pensò di avercela fatta, il boccino si rialzò e volò verso l'alto.
Perse per un attimo l'equilibrio ma con una prontezza stabilante riuscì a riprendere il controllo del mezzo volante.
Volò verso il cielo, alzandosi sempre si più.
Poi senza quasi neanche accorgersene, si ritrovò il pugno stretto attorno alla piccola pallina.
Planò verso il terreno, dove per poco non prese un infarto.
Lì, appoggiato alle tribune c'era James Potter.

                                                                                       *****

Atterrò con la grazia di una farfalla, come solo le donne e Sirius Black riuscivano a fare.
Le donne perchè è un loro caratteristica, essere sempre precise e controllare i movimenti.
L'amico perchè aveva la grazia di un Black, e anche se si impegnava non riusciva proprio a apparire sgraziato.
''Sei brava Lily.''
''Uno,non dovresti essere qui.
Due, per te sono sempre e comunque Evans
Tre,non me ne frega una pluffa di quello che pensi.''
Il moro lanciò gli occhi al cielo poi le rispose con toni placati.
''Allora neanche te dovresti essere qui, Lily.
E, per ora sono libero di dire e pensare quel che voglio.''
''Esatto...per ora...perchè presto non più.'' rispose acida lei ''Cosa ci fai qui?!''
''Lily...non è come sembra...''
''Ah no?'' ribattè sarcastica '' Certo...non è mai come penso...''
''Ascoltami!''
''Ho già ascoltato fin troppo...''
Detto questo la rossa montò sulla scopa e volò via.
''Accio Nimbus!''
James attese impaziente la fidata scopa.
Quando quella lo raggiunse lui ci montò sopra quando questa non si era ancora fermata, e rincorse la rossa.
Appena questa si accorse di essere seguita cercò di accelerare.
La vecchia scopa però non resse lo sforzo e dopo un attimo la ragazza stava precipitando.
James la raggiunse e la prese per un braccio.
Lei ancora troppo terrorizzata per capirci qualcosa, appena il moro la mise dietro di lui sulla scopa,  si strinse con forza alla sua schiena.
Lui rimase prima frastornato dal contatto dei corpi. 
Senti le curve dolci di lei aderirgli alla schiena e le mani delicate strette sul suo ventre.
Gli scappò un ghigno.
Atterrò con più dolcezza possibile.
Lei balzò giù con tale velocità che sembrò essersi smaterializzata.
James si aspettava dei ringraziamenti- anche un bacio magari- ma lei scappò via subito.
Appena lui se ne accorse scagliò da parte la scopa e la rincorse.
La prese per i polsi e la sbattè con forza su un albero.
Lei face una smorfia di dolore.
Si pentì subito di averlo fatto.
''Pretendo di essere ascoltato!'' le ordinò fissandola negl'occhi lucidi per il dolore.
''Lasciami James...'' sussurrò lei abbassando lo sguardo.
''No...fino a quando non mi avrai ascoltato''
''NON VOGLIO! NON VOGLIO ASCOLTARTI! MAI PIU'! LASCIAMI! LASCIAMI!'' urlò lei dimenandosi e cercando di liberarsi dalla stretta di lui.
''No Lily! Ferma! Stai ferma!''
''TI HO DETTO DI LASCIARMI! MOLLAMI O TI FACCIO MALE!''
''ASCOLTAMI PER UNA VOLTA!''
''NO! NO E NO! PERCHE' NON TI FAI ASCOLTARE DALLA BLACK?! EH!? PERCHE' NON VAI DA LEI!'' gli ringhiò contro mentre lacrime ripresero a scendere infrenabili.
''Perchè non è come pensi...''
''MOLLAMI SUBITO! MOLLAMI!''
''LILY! SMETTILA DI AGITARTI!''
''TI FACCIO MALE! TI FACCIO MALE SE NON MI LASCI SUBITO! VATTENE JAMES! VATTENE NON TI VOGLIO! LASCIAMI ANDARE! ORA!'' strillò tra i singhiozzi.
Poi successe tutto in un attimo.
Lei gli tirò una ginocchiata bel assestata nello stomaco che gli tolse il respiro.
La ragazza approfittò di quell'attimo di debolezza e allontanandolo da sé, correndo  via.
''NON TI AVVICINARE A ME! MAI PIU'! STAMMI LONTANO!'' urlò con rabbia prima di scappare nel castello.
Lui la guardò andarsene con occhi appannati per il dolore sia fisico che non, con sommo dispiacere.

                                                                                        *****

Sirius era beatamente sdraiato sul suo letto a pancia in su ( tra l'altro con solo un paio di boxer a coprirgli le parti intime) con le mani appoggiate dietro la nuca, con gli occhi chiusi.
Ad un certo punto sentì sbattere la porta.
''Remus?''
Il ragazzo era appoggiato con una mano al muro, l'altra mano sul ginocchio destro, la faccia rossa, il respiro corto, i capelli biondicci ( stranamente)  spettinati e sparsi davanti agli occhi oro.
''Remus ... per Merlino...cosa è successo?''
 Lui divenne rosso come un pomodoro maturo.
Sirius si illuminò.
''Il tuo fan-club vero? Dovresti abituarti all'idea. Insomma Rem...lasciale fare...infondo non fanno niente di male!'' disse perfido.
Lui lo guardò con uno sguardo omicida, poi tagliò corto. ''Vado a farmi la doccia...''
''Va bene''
E, cullato dal dolce suono dell'acqua che scendeva nel bagno accanto, Sirius si addormentò.
Sognò Andromeda.
Sua cugina.
Colei che lo aveva sempre protetto dai suoi genitori, quando era troppo piccolo per farlo da solo.
Colei che gli aveva dato la forza per non perdere, per non cedere.
Colei che gli aveva ridato la forza per ribellarsi e tornare a vivere.
Fu svegliato dal rumore della porta che sbatteva con furia, di nuovo.
Non si era accorto che Remus aveva finito e che ormai era sul suo letto con indosso solo un asciugamano legato in vita che lascia scoperto il busto ben scolpito nonostante non giocasse a Quiddich.
James entrò ( detto tra noi...incazzato nero), aprì la finestra e urlò al vento: '' Accio Nimbus!!'', aspettò la scopa e poi la tirò dentro.
''Buona sera Ramoso...'' lo salutò allegro Felpato.
Il moro si buttò senza alcuna delicatezza (anzi) sul letto.
''Una altro due di picche dalla Evans?''
Non era la cosa giusta da dire evidentemente. 
Infatti, al bel ragazzo che era seduto sul letto a gambe incrociate, arrivò una forte cuscinata un faccia che lo sdraiò di nuovo sul letto.
''Immagino di sì'' sbuffò poi rimettendosi a sedere.
''QUESTA VOLTA NON HO FATTO NIENTE!''
''James non urlare...'' lo rimproverò Lunastorta, che nel frattempo si era vestito. ''Io scendo a cena...voi che fate?''
''Io vengo!'' urlò entusiasta Sirius.
''Io no. Non ho fame'' sbuffò invece l'altro lasciandosi ricadere sul materasso.
''Ok James...ma non fare scemate...''
''Certo che no...'' rispose meccanicamente lui.
''Bene...a dopo e buona notte.''
''A dopo'' si limitò a ripetere.
La porta si richiuse con un cigolio.
James aveva appena ( e finalmente) conqustato la Evans dopo sei anni di continue assillazioni, ed ecco che quella oca della Black gli metteva di nuovo i  bastoni tra le ruote.
Quanto la odiava.
Aveva perso di nuovo Lily per colpa sua.
Ma non aveva intenzione di arrendersi.
Il moro si alzò dal letto e si sporse alla finestra. 
Non era il caso di abbattersi.
                                                                                          *****

Lily arrivò distrutta nel suo dormitorio.
Le amiche si stavano preparando per la cena.
''Lily!''
''Lily''
''Lily''
Urlarono per niente in sincronia.
''Ciao scusatemi ma non mi sento bene...non vengo a cena...faccio una doccia e vado a dormire...voi andate pure...''
''Ma Lily...''
''Scusami Alice...adesso no.''
Si chiuse in bagno e aprì il rubinetto dell'acqua della doccia.
Si guardò allo specchio.
Sembrava invecchiata di 10 anni.
I bei capelli rossi erano spettinati e disordinati.
Gli occhi rossi e gonfi dal tanto piangere.
La pelle tirata e pallida per lo spavento e la paura di quando era precipitata.
Chiuse gli occhi per un attimo e si scoprì veramente stanca.
Si spogliò e entrò nella doccia.
Lasciò che l'acqua la cullasse e le sciacquasse via i cattivi pensieri, per almeno 10 minuti.
Poi uscì. 
Non c'era l'accappatoio.
Perfetto.
Allora prese l'asciugamano di Emmeline, e se lo legò stretto sopra il seno, giusto sotto le ascelle.
Uscì dal bagno, si vestì e si mise la sua camicia da notte di seta rosa.
Poi sentì uno spiffero e si accorse che la finestra era aperta.
Si avvicinò per chiuderla ma un brivido la scosse.
Affacciato come lei, alla finestra accanto c'era James.
Alla luce della luna ( oltre a costatare che era davvero bello)  vide che aveva gli occhi lucidi.
E dei riflessi argentati gli rigavano le guance.
Non lo aveva mai visto piangere.
Non era da James Potter.
Doveva avergli fatto davvero male la sua ginocchiata.
Tuttavia la rossa sapeva benissimo che non era per la sua ginocchiata che il moro stava male.

                                                                                      ******

Quella mattina Lily si era alzata con una strana ma piacevole voglia di vendetta.
Si alzò prima del solito, si lavò, vestì e una volta pronta scese in sala Grande.
La stessa cosa non si poteva dire del povero James, che fu buttato giù dal letto da Remus, visto che non voleva saperne di alzarsi.
Poi spinto fuori da un Sirius particolarmente nervoso.
''E muoviti pelandrone! Non sei buono a far più nulla! '' urlò Felpato tra uno spintone e un'altro.
''SIRIUS!'' aveva esclamato indignato il lupo Mannaro. ''Cosa dici!?!''
''Remus non ti impicciare! E comunque lo vedi anche tu che oggi è particolarmente rincoglionito! Quella strega della Evans me lo sta rovinando!!''
''Magari oggi non si sente bene...'' aveva cercato di calmare le acque il piccolo Peter.
''Altro che non sta bene! Questo è scemo!''
''Zittisciti Felpato!'' aveva a quel punto ringhiato il diretto interessato.
''No! Non mi zittisco fino a che tu non esci da questo stato di infermità mentale!"
James aveva perso la pazienza. ''Levicorpus!''
Felpato si ritrovò in aria a testa in giù, con la camicia che gli scopriva gli addominali in mezzo a un gruppo di ragazzine urlanti.
''SMETTETELA DI FARE I BAMBINI!'' era sbottato Remus ''Liberacorpus!''
''PER OGGI AVETE FATTO ABBASTANZA DISASTRI!''
''Se lui non mi avesse offeso a quest'ora non si sarebbe ritrovato gli addominali all'aria!''
''PER TUTTI GLI IPPOGRIFI DELLA TERRA! BASTA! DITE ANCORA QUALCOSA E VI FACCIO TOGLIERE DA LILY TALMENTE TANTI PUNTI DA FARVI IMPALLIDIRE!''
''Si mamma...'' aveva commentato sarcastico Black.
''Sirius t'avviso...un'altra sola parola e tu sei un cane morto! Sono stato abbastanza chiaro?!''aveva ringhiato tra i denti Lupin.
Sirius si era limitato ad annuire.
''E vale anche per te!'' aveva poi ringhiato anche a James, che prima rideva piano
''Remus!''
Il biondo, prima di girarsi con un sorriso forzato verso la rossa, aveva lanciato parecchi accidenti al mondo intero.
''Lily, ciao! Senti, che ne dici se mi aspetti in biblioteca eh?''
''Come va?'' aveva continuato lei tranquilla.
''Lily...in biblioteca...''
''Hai già fatto colazione?'' continuò lei senza curarsi del nervoso che stava facendo venire al povero Remus.
''Ciao rossa eh?'' salutò freddo James.
Ma perchè non tenevano mai quelle loro boccaccie chiuse qualche volta Maledizione!
''Giorno Potter. Sarai contento adesso immagino.'' aveva ribattuto glaciale lei.
''Evans...girano parecchio oggi eh?'' aveva chiesto senza alcun tatto Felpato.
A quel punto doveva intervenire.
''Lily...dai andiamo in biblioteca...mi devi finire di spiegare quella cosa di pozioni...''
''Certo vengo...appena ha dato un lezione a questi due!''
''No Lily...dai andiamo!'' si era allarmato lui, e prendendola per le spalle, la girò e la spinse nella direzione della biblioteca.
Ancora con le mani sulle sue spalle, aveva girato la testa e mandato un'espressione severa ai compagni ma appena incontrò lo sguardo di James, fisso sulle spalle della rossa, si era vergognato e incontrandolo con gli occhi , aveva cercato di chiedergli scusa.

                                                                                           ***** 

Un posto dove era sicura che Potter non aveva mai messo piede durante tutta la sua permanenza a Hogwarts era proprio la biblioteca.
Immaginatevi la felicità di Lily quando finalmente raggiunse il suo regno sapendo che non avrebbe visto Potter per un bel pò e avrebbe potuto godersi un pò di meritato studio con Remus.
                                                                                           *****
''James si può sapere cosa hai fatto a Lily ancora?'' sospirò Sirius.
''Io niente! E' tutta colpa di Bellatrix!''
La mascella di Sirius si era irrigidita.
''Cosa ha fatto?!''
''Oh niente di grave! Si è solo trasformata in Lily, mi ha preso, sbattuto dentro un'aula, pomiciato con me; poi appena è tornata normale Lily ci ha visti, pensando così che la tradisco con Bella. Adesso è furiosa e non vuole sapere la verità.''
''Piano piano piano! Bellatrix si è trasformata nella Evans?''
''Sei tardo a capire Felpato. Comunque sì.''
''E la vera Evans ti ha vista con lei...?''
''Quando è tornata normale! Questione di secondi! Se fosse arrivata 10 secondi prima mi avrebbe visto con un'altra Lily...se fosse arrivata 10 secondi dopo mi avrebbe visto menarla!''
''Che sfortuna...'' squittì Peter
''L'hai detta giusta Coda...'' confermò Sirius.
''Quindi la rossa che ti cercava al campo di Quiddich era Bellatrix?''
''Si''
''E non ti sei accorto che ... insomma, la Evans era un pò strana? Non è tanto difficile riconoscere il comportamento di Bella.''
''Certo ma non mi sono fatto troppi scrupoli finché non si è ritrasformata nella Black...''
''Bhe Felpato..'' aveva cominciato Peter '' James aveva sempre sognato di stare da solo con Lily...''
''Si...magari nella stanza delle Necessità, su un bel letto e lei eccit-''
''Taci!'' era sbottato James rossissimo.
''Sei imbarazzato?!''
''No!''
''Oh si invece! Guarda! Sei tutto rosso... ti scaldi tanto appena si parla di Lily in desabillé ... Per non parlare del tuo amico...'' disse indirizzando lo sguardo al cavallo dei pantaloni.
''Sirius! Chiudi quella boccaccia.''
''Oh, Ramoso...non ti facevo così  tenero...''
''Vogliamo parlare di Andromeda?''
A quel punto tocco all'altro arrossire.
''E' una cosa diversa...''
''Certo che lo è...ma ti mette lo stesso in imbarazzo...''
''Ragazzi! '' aveva urlato Peter per richiamare la loro attenzione, chino sulla mappa del Malandrino. '' Abbiamo un problema...''

                                                                                          *****

Annabeth McNoir, Mezzosangue, Grifondoro, 17 anni e mezzo, capelli lunghi,lisci e color del cioccolato, occhi verdi-acqua, alta e magra, camminava tranquillamente per un corridoio deserto per andare in biblioteca.
Purtroppo c'era un perchè era deserto.
Vide venirle in contro alcuni Serpeverde.
Malfoy, Piton, Lestrange, Tiger, Goyle...c'erano tutti.
Fece finta di niente,e li superò, altrettanto non fece però Malfoy, che lasciò i compagni dicendo solo ''Andate pure avanti...vi raggiungo dopo...''
''Dove vai?''
''A divertirmi''
Senza darle il tempo di allarmarsi, Malfoy la sbattè contro il muro con tanta forza da farle mozzare il respiro e la immobilizzò prendendola per i polsi.
Cercò di dimenarsi ma il serpeverde stringeva con forza i suoi polsi e presto cominciò a perdere la sensibilità delle mani.
''Allora, allora...chi abbiamo qui?'' sibilò lui avvicinando pericolosamente al suo viso a quello di lei.
Annabeth scosse la testa e la girò di lato per impedirgli di baciarla, mentre combatteva per trattenere lacrime di dolore e disperazione.
''McNoir...gira quel tuo bel faccino...da brava''
''Non sono un cane...non obbedisco agli ordini...soprattutto ai tuoi!'' parlo lei con ormai la voce, anche se decisa, ridotta a un sussurro.
''Ah no? Questo lo credi tu. Imperio!''
La sua faccia si girò con uno scatto.
''Deprimo!'' la camicetta di lei si aprì mostrando la pancia piatta e il reggiseno bianco.
''Non provarci nemmeno lurido verme!''
''E chi me lo impedisce...tu?''
Si avvicinò alla sua bocca e la baciò con violenza mentre lei cercava disperatamente di impedirglielo. Senza neanche accorgersene lacrime di impotenza cominciarono a scendere dal bel viso.
''Malfoy...ma guarda...e se dicessimo a Narcissa che blocchi Mezzosangue per baciarle e guardarle i seni...cosa ne penserebbe?'' disse un voce.
Il biondo si staccò immediatamente da lei e le lasciò i polsi doloranti.
Le sue gambe erano ancora deboli e tremevano per lo spavento.
Annabeth cadde a terra come un birillo accasciandosi al muro, semicoscente.
''Potter, Black e Minus...dove avete lasciato Lupin?''
''Non sono cose che ti riguardano. Piuttosto, visto che sono Prefetto posso benissimo toglierti punti. Oggi sono piuttosto magnanimo...quindi solo 50 punti in meno a Serpeverde.''
''Lurido...''
''Ah.ah...non va bene....bisogna moderare il linguaggio, Lucius caro...per punizione , altri 20 punti in meno. Io a questo punto me ne andrei ...''
Il biondo, corse via.
Sirius si precipitò vicino ad Annabeth.
''Stai bene?''
Lei lo guardò negli occhi e arrossì leggermente.
Si aggrappò alle braccia di lui, che la tirarono su.
Le prese delicatamente i polsi, neri dai lividi.
''Io lo ammazzo...''
''No!'' lo fermò lei.'' Black non ce n'è bisogno...Grazie mille.''
Prese la borsa che era caduta e si avviò.
Il caso volle che  le gambe non la ressero e finì dritta dritta  tra le braccia di Sirius.
''Io direi che dovresti andare in infermeria. Andiamo ti accompagno.''
Le mise una mano sul fianco e la condusse da Madama Chips, dicendo agli amici che li avrebbe raggiunti di lì a poco a Storia della Magia.

                                                                                         *****

''Annabeth McNoir, giusto?''
''Sirus Black, giusto?'' rispose enigmatica lei.
''Nuova?''
''Nuova.''
Passarono le porte dell'infermeria.
La Chips venne incontro loro.
''Signor Black! Cosa ha fatto alla signorina McNoir?''
''Assolutamente niente, Madama Chips, anzi è stato tanto carino da accompagnarmi qui.'' rispose per lui.
''Cosa è successo ai suoi polsi signorina?!''
Annabeth precedette Felpato.
''Nulla di grave, qualcuno ha fatto uno scherzo di cattivo gusto incantando una pianta che mi ha afferrato per i polsi e stretto parecchio. Ha qualcosa per diminuire il dolore?''
''Certo!'' rispose quasi come se l'avesse offesa.
''Signor Black, appoggi la signorina su un letto e le tenga ferme le mani, per favore, visto che è qui, faccia qualcosa di utile, non solo disturbarmi la notte con i vostri problemi da lun-''
''Madama Chips!'' urlò appena in tempo.
''Oh giusto...vado vado...''
Annabeth rise un pochino...
''E' una bella chiacchierona non trovi?''
''Troppo per i miei gusti...dai siediti qui.''
L'appoggiò con delicatezza sul letto e le prese le mani, facendola arrossire un pochino.
''Speriamo si muova quella vecchia...sembra una proposta di matrimonio questa!''
''Ahahah'' rise di cuore lei.
''Signor Black 10 punti in meno a Grifondoro.''
''Perchè!?! '' sbottò lui
''Per aver usato termini non proprio adatti per una docente, che tra l'altro sta cercando qualcosa per curare la sua fidanzata.''
''Oh ma noi non siamo fidanzati!'' arrossì Annabeth.
''Bhe peccato...Black tenga ben ferme le mani, fare un pò male.''
Strinse un pò di più ma senza farle male.
Quando la Chips le versò il liquido sui polsi le bruciarono gli occhi e in un attimo si ritrovo a piangere in silenzio.
Quando ebbe finito l'infermiera chiuse la bottiglietta, soddisfatta.
''La tenga qui ancora un attimo, poi potete uscire, Black.''
Annabeth teneva gli occhi fissi sul pavimento.
Poi quando i passi della Chips si estinsero sentì la mano di Sirius che le sollevava il viso; le asciugò con i pollici le lacrime.
''Basta piangere eh?'' le sorrise poi.
Lei annuì. ''Grazie Black.''
''Chiamami pure Sirius.''
''Chiamami pure Annabeth.''
Silenzio.
''Grazie Sirius.''
''Prego Annabeth''.

Angolo dell'autrice
Buon giorno a tutti! 
Bene, Annabeth è un personaggio inventato da me...spero vi piaccia.
Non volevo far fare pace a Lily e James così presto e perciò mi sono sbilanciata un pò di più su Sirius che l'avevo un pò dimenticato ultimamente, come una mia compagna di banco, continuava a farmi notare.
Bhe il capitolo mi piace abbastanza a me...fatemi sapere come va mi raccomando.
Al prossimo capitolo,
Alice 

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Capitolo 9
*** Luna Piena ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte
 

Capitolo 9

                                                    Luna Piena


James Potter pensò seriamente all'idea del suicidio quel giorno a Storia della Magia.
Sirius non era ancora tornato dall'infermeria, con la ragazza.
Remus era intento a prendere appunti.
Peter dormiva alla grande.
Lily non gli parlava.
Quando finalmente la campanella suonò il moro si precipitò fuori dalla classe.
Con sua grande sorpresa Sirius era lì fuori, appoggiato al muro con lo sguardo perso nel vuoto.
''SIRIUUUUUUUUUUUUUUUUS!!!!''
Il ragazzo fece un salto di 3 metri da terra.
''Per Morgana James! Cosa urli!?!''
''MI SEI MANCATO TANTISSIMOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!'' urlò ancora lui lanciandosi al collo dell'amico fingendosi disperato.
''Immagino...'' gracchiò Felpato.
''James! Per l'amor del cielo e della terra smettila di urlare!'' lo riprese Remus con una mano all'orecchio.
''MA SI REMUS! MI SEI MANCATO ANCHE TUUUU....NON FARE IL GELOSOOOOO''
''Mancato?'' disse lui con voce strozzata.'' Ma se ero lì con te?!''
Quando poi James smise finalmente di urlare, Remus chiese: ''Dove sei stato Felpato?''
''Malfoy avev-''
''Al diavolo Malfoy!'' lo interruppe James '' Ha accompagnato una bella figa in infermeria!''
''James! Porca miseria abbassa la voce! Se ti sente Lily! Sirius...dimmi che cosa è successo.''
''Malfoy...'' lanciò un'occhiata a James che stava per ricominciare ''...si voleva fare una povera ragazza, l'abbiamo salvata dalle grinfie di quel deficiente e siccome non si reggeva in piedi l'ho accompagnata da Madama Chips, come ha detto questo cretino.''
''Si...tenendola per la vita.'' aggiunse malizioso lui.
''Come avresti fatto tu Pallone Gonfiato, sentiamo!''
Ma lui non rispose.
''Remus, visto che tu sai sempre tutto, anche se non sei prefetto, la conosci Annabeth McNoir?''
''Si è nuova. Prima frequentava Beauxbatons''
''E' francese!?!''
''In realtà è inglese ma si era trasferita là  quando era piccola.''
''Stato di sangue?'' si informò James.
''Mezzosangue. Padre mago, madre babbana.''
''Corvonero o Tassorosso?''
''Grifondoro.''
James strabuzzò gli occhi. ''Grifondoro!?!''
''Non è colpa mia se non c'eravate allo Smistamento!''
''Ma com'è possibile che non mi sia mai accorto di lei?'' si lamentò Ramoso.
''Veramente non è grave che non te ne sia accorto tu...'' cominciò Remus ''Visto che da quando vai dietro a Lily ( un bel pò) è come se avessi due prosciutti sugli occhi...(Ehi!)''
''...E' che Sirius non se ne sia accorto...'' finì per lui Peter.
Tutti si voltarono a guardarlo.
''Che avete da guardare!?!. James è come una malattia...ultimamente mi sono distratto...''
''Bhe muoviamoci gente che siamo in ritardo per pozioni...''
''E allora Jamie? Da quando siamo in orario?''
''Muoviamoci!'' ordinò lui.
''Sir, pozioni è l'unica materia dove Lily è obbligata a stare accanto a James...'' lo informò Remus.
''Giusto...beh datti da fare Ramoso...''
Scesero nei sotterranei.
Chissà con chi era in coppia a pozioni Annabeth.
'Oh-no Sirius! Non farti venire queste paranoie!'
Quando entrò tuttavia non la vide.
Un pò deluso si avviò al banco con Remus.
''Allora ragazzi, oggi faremo una pozione piuttosto particolare. La pozione Corroborante. Le istruzioni sono alla lavagna e a pagina 403 del vostro libro. Avete tempo fino alla fine della lezione. Muoversi, Ohp! Ohp!'' cantilenò come al solito Lumacorno.
James si avvicinò a Lily.
''Lily...''
''Potter''
''Senti ti volev-''
''La bilancia.''
La prese. 
''Quindi...''
''Quindi pesa 500 grammi di questo e 250 di quest'altro.''
''Ma Lily...''
''Mi passi il coltello?''
''C-certo...tieni''
''Grazie.''
''Lily...''
''Mmm...5 in senso orario...e bhe, altrettanti in senso antiorario....''
''Ma non c'è scritto...''
''Non rompere, Potter.''
''Lily...''
''...''
''LILY! ASCOLTA!''
''NO! No, Potter. Sta zitto e lavora. Non ho voglia di litigare. E inoltre qui si studia, non si parla.''
''Allora dopo posso parlarti 2 minuti!?''
''Andiamo Lily...sono 2 minuti! '' urlò Alice.
La fulminò.
Poi bisbigliò un 'va bene'
''Alice cuciti quella ciabatta, per favore!''
''Alice sei un mito!'' le urlò invece James.
''Lavora!''
                                                                                        *****

''Bene ragazzi, il tempo è finito...Black, Lupin, smettetela di urlavi addosso...'' annunciò Lumacorno.
Lily guardò i due esasperata.
Si mise fra i due e spingendo sul petto di Lupin ( con grande gelosia di James) li separò.
''Per favore, basta Rem...''
Ci riprovò.
''Calmati!''
''No! Non sto calmo questo deficiente mi sta rovinando!''
Lily lanciò un'occhiata alla pozione. 
Storse il naso.
Era nera e densa come catrame, e puzzava.
Senza farsi vedere dal professore cominciò ad aggeggiare con la pozione e in meno di due minuti, raggiunse una delicata sfumatura rosa.
''Remus! Black! Per favore smettetela di urlare!''
''MA LILY! GUARDA! GUARDA COSA HA FATTO ALLA....alla....all...pozione....COSA E' SUCCESSO ALLA POZIONE!?''
''Abbassa la voce scemo! Ho combinato qualcosa io, dovrebbe bastarvi per raggiungere la sufficienza...state calmi ok!? Basta adesso.''
Tornò al suo posto, giusto in tempo per vedere il professore avvicinarsi.
''Bene, coppia, Lily- Potter.''
''Però, suona bene Lily Potter...'' commentò ad alta voce James.
''Non è vero!''
''Oh, Lily cara, non ci sta neanche male...'' si intromise Lumacorno.
''Professore...la pozione?!''
''Bhe,,,perfetta'' disse semplicemente e proseguì.
La campanella suonò.
Aspettò Alice.
''Guarda che devi 2 minuti a James ciccia....''
''Oh-no...''
''Gliel'hai detto prima...vola! Guarda com'è bellino lì che ti aspetta!'' 
Se Lily avesse avuto il potere del basilisco e uccidere con lo sguardo, Alice era morta è defunta già da un pò.
''Potter'' salutò raggiungendolo.
''Lily...fammi spiegare....posso spiegare tutto...''
''Non c'è niente da spiegare James, ho visto tutto. Cosa mi vuoi spiegare...perchè?''
''Lily ascolta....''
''Il perchè lo so già. Sono stata, sono e sempre rimarrò un'oca come le altre, vero?''
''No...''
''Certo che è vero. Chi vogliamo prendere in giro.''
''Non dovevo parlare io!? Lasciami spiegare.''
''Scusami...'' e si girò per andarsene.
Lui la prese per i polso e l'avvicinò a se, appoggiandola al muro.
''Me l'avevi promesso...'' sussurrò.
''Non ti ho promesso niente...''
''Io pensavo di sì. Pensavo che avessi capito che non sei 'come tutte le altre' Lily...che tu sei tu...e sei mia.''
''Questo lo credi tu!'' disse dimenandosi.
''Lily...guardami!''
Alzò lo sguardo, fiera, e lui la baciò.
Ebbe la folle idea di dimenarsi, di cercare di interrompere il bacio, ma gli mancava troppo, e quel suo odore, l'aveva mandata in tilt.
''Lily, Bellatrix si era trasformata in te. Io vedevo te, davanti a me. Non quella serpe. Non...non...lo sapevo. Io...Io...''
''Oh sta zitto idiota! '' lo sgridò lei, e mettendogli una mano nei capelli, lo avvicinò ancora a se e lo baciò, ubriacandosi di lui.

                                                                                          *****
''Annabeth!''
''Ciao Alice, Lily?''
''E' rimasta indietro. Non c'eri a pozioni. Avevi detto che Lumacorno ti aveva richiamata, e accettata alla lezione nonostante non c'eri gli anni scorsi....''
''Si...hai ragione...guarda.''
Diede all'amica un pezzetto di pergamena.

''Signorina McNoir, sono lieto di annunciarle che pozioni è aperta anche a lei. Siccome ho diviso la classe in coppie, e non essendoci un'altra persona disponibile, lei trascorrerà le lezioni con Remus Lupin e Sirius Black, sperando che possa fare qualcosa per migliorare la media di quei due. 
Grazie per la partecipazione, 
                                     Professor H. Lumacorno''


''Bhe, meglio di così ti potevano solo capitare James e Sirius insieme....''
Lei arrossì.
''Che c'è?''
''Sirius, mi ha salvato prima da Malfoy...''
''Cooosa?''
''...E mi ha portata in infermeria.''
‘'Stai male?''
Le mostrò i polsi ancora piuttosto neri.
''Io...Io....quello lo ammazzo!'' 
''NO!'' ebbe un déjà vu.
''Perchè no Annabeth?''
''Finirei nei guai. E l'ultima cosa che mi serve è un'altra litigata con mio padre...''
''Ancora?''
''Ancora...''
Le due e Lily si era conosciute un'estate in Francia.
Alice e Lily aveva assistito a uno spettacolo terrificante. 
Il padre dell'amica, non esitava a usare la magia e le mani per picchiare la figlia. 
Quell'estate, l'aveva picchiata, picchiata fino a quando non aveva avuto più le forze di reagire, parlare, alzarsi da terra.
''Quando esci con Sirius?'' chiese Alice maliziosa per cambiare argomento.
Lei avvampò.
''Non...non esco...con Sirius!''
''Se, se...come no...Il prossimo finesettimana ad Hosmade, esci con lui...''
''No!''
''Scommettiamo?''
Furono interrotte proprio da Felpato.
''Alice! Hai visto James?! Dovevamo...oh! Ciao Annabeth!''
''C-Ciao'' salutò lei abbassando lo sguardo.
''Alice...James!?!''
''Si stava riconciliando con Lily''
''Impossibile...''
''Ah non direi...si stavano baciando...''
''Che grande culo ha sempre quello lì...beh ci vediamo dopo..''
''Ciao Sir....Annabeth?'' disse poi quando se ne fu andato.'' Black ti ha preso la lingua?''
''No''
''Sei diventata rossissima!''
''No!''
''Si invece...sei cotta!''
''No ho detto!!''
''Si, si...dai andiamo, pelandrona.''
Annabeth non si mosse.
''Ohhh!? Allora? Hai avuto una visione? La Madonna, James Potter o Sirius Black?''
''Smettila Alice!'' le ringhiò 
''Ok, ok...Bhe lo sai che la settimana prossima c'è la festa di Halloween di Lumacorno?''
''Oh, no...ti prego''
''Si e per tirarti su di morale ti dico anche che è un ballo, non una cena.''
''Ottimo...che c'è?''
''Oh bhe...i soliti. Lily, James, Remus, Io e Franck, tu, Sirius...'' disse evidenziando quest'ultimo nome.
''Continua!'' la fulminò.
''Uffa! Va bene, Piton, Malfoy, Lestrange, le Black, alcuni corvi e un tasso.''
''Immagino che tu ci andrai con Frank ...''
''Immagini bene. Tu?''
''....''
''Sirius?''
''Ma la vuoi smettere! Non è successo niente! Mi ha solo accompagnato in infermeria!''
''James dice tenendoti per la vita...''
''Mi ha accompagnata punto! Non per questo mi accompagna alla festa!''
''Si vedrà...''
                                                                                         *****
''JAAAAAMES!''
Il moro si stacco dolcemente dalla rossa, visibilmente seccato.
'''Cosa urli tu adesso?''
''La festa del Lumacone!''
''Esatto pupo...e si balla!'' disse mettendosi a ballare con Lily. ( Smettila scemo!)
''Oh no...''
''Già...''
Sirius andava nel panico quando c'erano queste stupide festicciole del professore di pozioni.
''Con chi ci vado!?''
''Chiedi alla McNoir!''
Lily li interruppe. ''Annabeth?!''
''Esatto rossa...la conosci?''
''Sì...l'ho conosciuta in Francia...un'estate.’’ tagliò corto Lily. “Cosa centra Sirius con lei?''
''Diciamo che le ha fatto un piacerino...''
La rossa si infiammò.
''Cosa hai fatto ad Annabeth, Balck!?!!'' disse puntandogli la bacchetta contro.
''Stai calma rossa. L'ho aiutata a salvarsi dalle grinfie di Malfoy.''
''Impossibile!''
''Ti sbagli cara''
Lei rimase zitta.
''Bene Felpato, invitala.''
''Cosa?''
''Oh! Sei diventato anche sordo...la vecchiaia si fa sentire...INVITALAAAAAA''
''OK! Ho capito! Vado Vado...''
''Si ecco vai e non interrompermi più!''
''Gentile!''
''VAIII!!!''
                                                                                          *****

Annabeth era in giardino, tranquilla, ignara del fatto che Sirius la stava guardando.
''Expecto Patronum!'' sussurrò poi.
Un lupo d'argento uscì dalla sua bacchetta.
''Vas chez Valerie. Dis elle d'etre tranquille. Je lui enverrai un hibou dés que possible. Vas!'' disse in francese.
Il lupo scomparve.
Sirius si avvicinò.
''Ciao Annabeth.''
Lei sobbalzò un pò.
''Oh ciao Sirius.'' salutò mentre lui si metteva a sedere accanto a lei.
''Senti volevo chiederti se...'' si fermò guardando il vuoto davanti a sè.
''Si?''
''....Se vai con qualcuno alla festa di Lumacorno.
 Ho sentito dire da Alice che sei problematica quanto me a trovare un compagno...''
Lei stette zitta, aspettandosi di tutto, ma non quello.
''Mi chiedevo se vuoi venirci con me...''
Lo fissò allibito, ma lui aveva ancora lo sguardo perso nel vuoto.
''C-Cosa? IO?''
Lui si girò e le sorrise malandrino.
''Vuoi venire alla festa di Lumacone-ops, Di Lumacorno con me?''
Lei scoppiò a ridere.
''Da dove l'hai tirato fuori il lumacone?'' chiese tra le risate.
''Lo prendo come un sì?''
''Ahahah. Si, Ok. Vengo con te...ma adesso...tu me dis parce que tu appelle ton professeur 'Lumacone' !!''
''Ehm...mi sono perso a 'tu me dis'....''
Lei sorrise.
''Scusa...delle volte non riesco a controllarmi e parlo in francese. Ti ho chiesto perchè lo chiami così...''
''A Beauxbatons non storpiate i nomi dei professori!?!...Io e James sempre!''
''Ahha Non! Ce n'est pas poli...''
''Cosa?''
''Non è educato!''
''Certo che non lo è! E' proprio questo il bello!''
Risero parecchio.
Poi Sirius si alzò.
''Mi dispiace ma il dovere mi  chiama...se salto un allenamento James mi ammazza.''
''Allenamento?''
''Certo! Di Quiddich!''
''Ah! C'est vrai. Qui a Hogwarts avete un'ossessione per questo sport...''
''Non ti piace?'' chiese fingendosi offeso.
''Al contrario. Mi piace molto....ma solo guardarlo...Non c'ho mai giocato.''
''Sai volare?''
''Meglio di quando creda, mi dicono tutti.''
''Bene...allora non c'è problema se occupiamo il campo mezzora in più stasera. Ti aspetto dopo il mio allenamento...Ti faccio provare qualcosa.''
''Coosa!? No..no, no,no...jamais!''
''Andiamo! Giuro che non ti prendo in giro!''
''Non è quello Sirius! E'...è...che io...''
''Niente storie. A dopo.Mi raccomando...Vero?''
''Va bene ... vengo...''
Ci mancava solo un bel figo che le facesse imparare a giocare a Quiddich.
Arrossì subito dopo aver pensato questo.
''Me lo prometti?'' chiese lui avvicinandosi un pò troppo al viso già rosso di lei.
''Oui...je promets...''
''Bene!!!! A dopo!'' disse saltando via.
Lo salutò.
''Ce n'est pas bon Siriùs'' bofonchiò poi in francese. 
''Ce n'est pas bon.'' ripetè alzandosi e dirigendosi in sala comune.

                                                                                         *****

L'allenamento si svolgeva abbastanza tranquillo .
La squadra di Grifondoro prometteva bene anche per l'anno che cominciava.
James svolazzava tra i giocatori, un pò per controllarli un pò per prendere il boccino ( che tra l'altro aveva recuperato già 3 o 4 volte).
Alice, Frank e Sirius erano intenti invece a passarsi la pluffa e mirare uno dei 3 anelli difesi meravigliosamente dal nuovo portiere.
I due battitori, i gemelli Caldwell, si muovevano in sincronia e difendevano i compagni dai bolidi impazziti.
''Sirius...'' chiamò ad un certo punto James con aria innocente avvicinandosi all'amico.
''Sì?'' chiese lui senza girarsi a guardarlo occupato com'era.
''Allora? com'è andata con la McNoir?''
Per schivare un bolide che l'aveva preso alla sprovvista, Felpato si rovesciò dalla scopa e si ritrovò a testa in giù, aggrappato con le mani e le gambe al manico e guardando stupefatto l'amico che dalla sua visuale sembrava volare al contrario.
''James! Ma ti sembra il momento?!'' 
''Sì!''
''...''
''Allora?!''
''Cosa vuoi che ti dica?!''
''Se viene alla festa con te!? Mi sembra abbastanza ovvio!''
''Sì...sì...viene alla festa con me! Contento ora?!'' rispose ancora a testa in giù.
''Evvai!'' esclamò l'amico facendo un capriola con la scopa.
''Sei senza speranze Ramoso!'' disse raddrizzandosi e lanciandogli la pluffa contro.
Lui la schivò, agile.
''Vai dal tuo boccino James...''
''E' qui il boccino Sirius...'' disse lui sorpreso alzando la mano e mostrandogli la pallina dorata chiusa tra le sue dita.
Felpato ghignò.
''Oh non quel boccino scemo...Quello là!''
Indicò in basso.
''Lily!''
                                                                                         *****

Lily Evans aveva fatto uno sforzo sovrumano per andare al campo di Quiddich quel pomeriggio. 
Se c'era una cosa che odiava era proprio farsi vedere in pubblico agli allenamenti, davanti a tutte quelle persone.
''Lily!''
Ottimo.
James.
''Ciao...''
''Potter una mazza!'' gridò un battitore
''Cosa!? Ah! Una mazza....Lily....passami quella per favore''
Lei la prese.
Fece per dargliela ma un bolide puntò contro di loro.
''James spostati!'' urlò Sirius.
E Lily rimase lì, immobile a guardare la palla che si avvicinava.
Poi le venne automatico.
Con la mazza che aveva in mano colpì con forza il bolide che volò lontano con un fischio.
Tutta la squadra di Grifondoro la guardava, e la rossa sentiva chiaramente anche gli sguardi stupefatti delle persone sugli spalti dietro di lei. 
Era un bella giornata e andare a vedere gli allenamenti era cosa abbastanza comune.
Scambiò un'occhiata allarmata con Alice.
Lei sapeva che la cosa che piaceva di più alla rossa era colpire e spedire lontano le palline rosse impazzite, ma Lily non aveva mai pensato di fare seriamente.
''Ehm...James...tieni!'' disse allungandogli la mazza, imbarazzata.
''Eh!? Oh si certo...''
Si avvicinò al suo orecchio in modo che solo lei potesse sentirlo. ''Con te ci parlo dopo...''
''Ok'' deglutì in risposta lei '' A dopo.''

                                                                                          *****

Annabeth raggiunse Lily sugli spalti del campo di Quiddich.
''Ciao Lily...''
''Ciao Annabeth''
''Come va?''
''Va.''
''Gli allenamenti sono finiti?''
''Si...Sto aspettando James. Ehi! Aspetta un attimo! Che ci fai tu qui!?!''
Lei arrossì. ''Ecco...Sirius vuole insegnarmi a giocare a Quiddich...''
''Non ci credo! QUELLO E' MATTO!''
''Non urlare!''
''Davvero?''
Annuì.
La rossa trattenne una risatina.
''Allora i matti sono due.''
''Guarda che James è uscito...''
''Uh! Ok. A dopo Anna.''
Lei fece una smorfia.
''Lo so che non ti va a genio che ti chiami Anna...ma dai Annabeth è così luuuungo.''
''Vai!''
La salutò con la mano andandosene.
Annabeth ripensò al suo nome.
Anna.
Come la chiamava sua mamma.
Era per questo che le dava così noia.
Gli ricordava quella donna, odiata per il suo stato di sangue, ma un donna meravigliosa.
L'aveva abbandonata. 
L'aveva lasciata nell'inferno...mentre lei era andata in Paradiso.
''Annabeth!''
''Sirius!''
Gli andò in contro.
''Allora? Pronta?'' disse lanciandole una scopa, che prese prontamente al volo.
''Bene, i riflessi ci sono...''
Gli fece una linguaccia.
Salì agile sulla scopa e gli volò dietro.
Lui fece altrettanto.
Girarono per un pò, facendosi i dispetti.
''Ok adesso basta, signorina! Ora si lavora!''
Lei rise. ''Se! Proprio!''
''Smettila matta! Tieni la pluffa.''
La prese a fatica.
''Non mi piace questa palla...''
''Ahah lo so!''
Gliela lanciò contro.
''Smettila!''
Lui gliela tirò di nuovo.
Continuarono così fino a che lei, non si fermò e, a braccia incrociate, mise il broncio.
''Ahah, Annabeth, vedo che non ti piace il mio ruolo.''
''Per niente! E' inutile!''
''Non è inutile! Serve per far punti!''
''Ma c'è già il boccino!''
''Per fare più punti!''
''Non serve lo stesso!''
''Proprio non vuoi capire...''
''Mettiamola così se ti fa piacere!''
''Ora libero il boccino. Guardiamo se riesci a prenderlo.''
''Ma sei matto!? E se non ci riesco?''
''Lo prendo io...vai!''
Liberò la pallina. 
Annabeth lo rincorse per almeno 20 minuti. Poi tornò stravolta da Sirius con la pallina in mano.
''Uff....No...il..il cercatore...non mi ...mi piace! Troppo faticoso...''
''Non ti piace niente!''
Lo fulminò con lo sguardo.
''Riprendi fiato poi ti do una mazza.''
''Sono pronta. Vai.''
Prese l'oggetto e si allontanò.
''LIBERA UN BOLIDE!'' urlò all'amico.
Sirius fece come gli aveva detto.
La palla si liberò nell'aria, fece qualche giro, poi come attratto dalla mazza si precipitò verso la  ragazza.
Annabeth lo colpì con tutta la forza che gli era rimasta in corpo.
La palla volò via.
Sirius andò a riprenderla. La rimise al suo posto e poi si avviò da Annabeth.
''Brava...abbiamo trovato qualcosa che di riesce decorosamente!''
Lei gli tirò un pugno in pancia.
''Ahi! Ok....più che decorosamente!''
Volarono ancora un pò.
''Sirius!'' esclamò ad un certo punto, indicando sotto di loro, una ragazza.
Lui si girò, allarmato, poi stupito.
''Ninfadora?''
Ninfadora Tonks, figlia di Andromeda Black, frequentava Hogwarts da 5 anni, e incredibilmente era Grifondoro.
Abbastanza alta per avere solo 15 anni, ma aveva ancora alcuni tratti da bambina, i capelli corti e di un rosa pallido ( il suo colore preferito) scendevano lisci fin sopra le spalle, gli occhi, scuri, blu quasi neri, tipici dei Black.
Ninfadora era inoltre una Metamorfomagus, aveva il potere di cambiare il suo aspetto, era una casinista nata e anche un pò imbranata, ovunque mettesse piede combinava disastri. 
Il comportamento più maschile che femminile. 
Tonks era l'esatto contrario delle Black. 
Adesso era appoggiata al muro che separava il campo con le tribune, e fissava assorta la scuola.
''Tonks!'' le urlò Sirius.
Lei girò il bel viso e per un attimo il ragazzo rimase colpito dalla crudele bellezza degl'occhi suoi gemelli.
Lei gli regalò un sorriso forzato.
''Ciao Sirius.'' rispose quando lui scese dalla scopa.
''Dora lei è Annabeth, Annabeth lei è Ninfadora.''
''NON CHIAMARMI NINFADORA! ... Per cortesia.'' lo sgridò. ''Ciao Annabeth. Io sono Tonks. E basta...'' aggiunse guardando di sbieco il cugino.
Se c'era una cosa che odiava la Grifoncina dai capelli rosa era essere chiamata per nome.
''Va bene, va bene, siamo aggressive oggi eh?!''
Lei sospirò, guardando il suolo.
''Dora che succede?'' chiese a quel punto preoccupato Sirius.
''Mamma...''
''Cosa?!''
''...non risponde alle lettere.''
''Da quanto?!''
''Sarà qualche settimana...ma comincio a preoccuparmi...lei si diverte ad assillare i Black...ma non sono proprio docili loro...''
''Per niente...'' ringhiò lui.
Lei alzò lo sguardo. 
Si accorse che gli occhi era gonfi, umidi e aveva sotto gli occhi delle scure occhiaie che prima era stata attenta a nascondere.
''Aiutami'' sussurrò sfinita, lasciandosi cadere per terra.
Sirius la prese.
''Dora!''
Anche Annabeth corse ad aiutare il moro.
''Che succede!?'' chiese sciocco lui.
''Sirius...credo che Ninfadora ...insomma...deve dormire. Si vede chiaramente che non dorme da un bel pò. Il suo fisico non ha retto lo sforzo. Te l'ha anche detto che sono settimane che sua mamma non risponde alle lettere.''
''Dobbiamo portarla in infermeria. Subito.''
''Sirius...grazie mille per tutto. La porto io...tu rimetti in ordine qui. Potter non sarà molto contento se gli lasci il campo in questo stato.''
''Ma...''
''No. Dai.'' fece un incantesimo alla ragazza e la lievitò.'' Ci vediamo a dopo.''
E se ne andò.
Sirius fece tutto in fretta e furia.
Poi corse anche lui su per raggiungere la scuola.
Quando fu quasi arrivato al portone, scorse sotto un albero un cervo bianco. Magnifico. Gli si avvicinò.
''Ramoso...che ci fai qui!?''
Il cervo fece roteare gli occhi all'indietro e poi alzò il viso verso il cielo. 
Una timida luna piena, ancora nascosta dalla la luce solare, stava immobile, in alto nel cielo.
''Come sta?''
Il cervo lo fissò negli occhi.
Poi il Black sentì nella sua testa la voce di James, anche se lui non muoveva la bocca.
''Parecchio nervoso. Ti aspettiamo al Platano Picchiatore tra 10 minuti. Muoviti!'' e con un balzo la creatura si allontanò verso la famosa pianta.
''Povero Remus...'' sussurrò al vento il ragazzo, guardando l'amico andarsene.
''Cosa succede a Remus?''  quella voce lo fece trasalire...si girò, di scatto.
''E-Evans...ehm...n-niente di grave...semplice i-influenza..''
''Da come ha sospirato non sembrava.''
''Ehm..si infatti...è che lo sta curando James...Poverino!..''
Ma Lily era troppo intelligente per non sapere qual'era il vero problema di Lupin.
Lo aveva scoperto da un pò in effetti...almeno 3 anni, ma aveva sempre aspettato fiduciosa che il Mannaro glielo dicesse di sua iniziativa.
Decise di lasciar perdere.
''Perchè parlavi con quel cervo?''
''H-hai Sentito!?!'' sbiancò lui.
''No, no, sta tranquillo. Ma ho visto che ci parlavi...''
''Ehm...si ecco..è  un mio..''amico'', ecco...come dire...''
C'erano due argomenti intoccabile per i malandrini. 
Uno, la malattia di Remus.
Due, i loro nomi.
L'unico che aveva un minimo di collegamento era quello del mannaro, ma gli altri...per Lily non c'era nessun collegamento.
''Bhe...Evans non vai a mangiare?'' sembrava aver voglia di andarsene.
''Ho già mangiato. Rimango qui.''
''Ah''
''...''
''Bhe io vado invece. Ciao Evans.''
''Black...?''
''Si?''
''L'entrata è dall'altra parte...''
''Oh giusto! Ciao.''
Quello è matto!
                                                                                            *****

''Davvero Lily! Hai un talento naturale per il Quiddich!''
''Scordatelo James!''
''Provaci! Sai fare tutto!''
''Non so fare niente!''
''Certo come no! Ti ho vista l'altro giorno con quel boccino!''
''E' stata tutta fortuna!''
''Anche prima tutta fortuna allora eh!?''
''Si! Io non so giocare a Quiddich! Mi reggo a mala pena su una scopa!"
''Vorrai dire, in piedi, su una scopa..."
"Ho detto di no!''
''Tu sai giocare! Il problema è che non vuoi giocare!''
"E anche se fosse?''
"Andiamo Lily! Ammettilo!"
''Ti ho detto di no!''
A quel punto la bloccò e la baciò.
''Andiamo...sei bravissima.''
''Non m'incanti Potter!''
''Entra nella squadra...''
''No! Neanche per sogno!'' si oppose divincolandosi e prendendolo a pugni sul torace.
Lui sbuffò prendendole i polsi e fermandola.
''Io dico a tutti che sai volare...''
''Tanto non ci crede nessuno.''
''Lily dai! Entra in squadra! Solo per emergenza!''
''MA TU TE LE CREI LE EMERGENZE!''
''Non è vero!''
''SCORDATELO!''
La baciò di nuovo.
''Sei proprio cocciuta!''
''Mai quanto te!''
''Devo andare da Remus. Ci vediamo dopo, rossa!''
''OK. Vattene pallone gonfiato!!''
''Come?!''
Lei fece una linguaccia.
La baciò ancora, e ancora fino a che non lo allontanò per riprendere fiato.
''Non siamo allenate eh?! Dobbiamo impegnarci di più...ti darò ripetizioni.''
''Ti odio.''  sibilò lei ancora col fiato corto.
''Si certo rossa... Ma cosa faresti senza di me?!''
E sparì dalla vista.

                                                                                       *****

Ma guarda te se quella rompi pluffe della Evans non veniva a scassare proprio in quel momento!
Che rabbia!
Il corridoio si illuminò.
Quando la luce accecante si dissolse comparve un enorme cane nero, dal pelo lungo e lucente.
Questo corse fino al Platano Picchiatore.
'Incidente di percorso!'
'Non ti inventare scuse Felpato!' pensò il cervo, e tutti gli animali lì presenti lo sentirono.
'Stiamo attenti...c'è una certa rossa che vaga per il giardino...'
'Lily!'
'Ramoso non ti scaldare! E' al sicuro!'
Incredibile come anche da animali non cambiassero.
'Dai Codaliscia, ferma l'albero.'
'Così sembra che stai parlando dell'albero di Natale babbano di mia mamma Sir...'
'Ramoso zitto! Andiamo prima che la strega arrivi!'
'Non parlare in questo modo di Lily!'
'Oh! E' veramente un strega!'
'Ragazzi! Remus!' li avvisò il topolino.
''Ok. Veloci!'
                                                                                          *****

Un urlo agghiacciante rimbombò nel giardino.
E Lily li vide.
Erano solo ombre ma li vide lo stesso.
Un cervo. Un cane. Un lupo. Un topo.
Entrarono sotto il Platano Picchiatore.
Non seppe mai perchè lo fece, ma la rossa li seguì, e entrò anche lei.
C'era un passaggio segreto sotto l'albero.
Era un lungo e stretto corridoio buio e sporco.
Lily si abbassò e gattonò.
Delle volte si fermava, agghiacciata da quegli ululati.
Erano...no...impossibile.
Sembravano ululati di dolore. 
Puro dolore.
Arrivò alla fine del cunicolo.
Era in una casa, distrutta.
Si alzò, ma poi si riabbassò subito. 
Gli aveva visti.
Dietro la porta.
Si sporse, quasi entrò.
II lupo, accucciato a terra che ululava.
Il cane, nero e selvaggio quasi come l'altro animale, stava accanto al compagno insieme a un topolino. Sembravano voler tenere compagnia al primo.
Poi lui.
Il cervo. Bianco, enorme, immacolato, con delle corna magnifiche. 
Ad un certo punto il topolino si mise a squittire come un matto. 
Il cane e il cervo si girarono, e la rossa ebbe l'impressione che si fossero guardati negl'occhi prima, allarmati.
Adesso la creatura candida come la neve la fissava, sovrastandola.
Gli occhi erano bellissimi, color dell'oro, e aveva qualcosa di familiare.
Vi ci si poteva leggere preoccupazione, stupore e forse anche un pò di rabbia.
Lily si sentì a disagio sotto quello sguardo, quasi umano.
Gli occhi del lupo invece si illuminarono di gioia.
La cena.
Lei era la sua cena.
Il cane e il cervo le si pararono davanti.
Intanto l'altro si era alzato.
Il cane cominciò a ringhiare.
Il cervo invece si girò e la spinse con le corna verso una finestra.
Era matto!?
No, no e no. Lei non sarebbe saltata.
Questo era poco ma sicuro.
Le tirò una spinta e la prese sulla sua schiena.
Lily si ritrovò in groppa all'animale.
Saltò, rompendo i vetri.
Atterrò con grazia e agilità.
Volse lo sguardo verso l'alto.
Si sentivano i guaiti del cane.
Poi il cervo si mise a correre.
La portò fino al limitare della foresta, vicino alla scuola.
Si sentivano altri guaiti in lontananza.
La rossa scese dalla sua groppa.
Il cane era in difficoltà.
Il muso del candido cervo si volse verso la foresta.
Poi di nuovo verso di lei.
Sembrava supplicarla di andarsene.
Le diede una spinta.
Si allontanò a malincuore.
''Grazie'' sussurrò al vento quando il nero della foresta inghiottì il cervo bianco.

                                                                                        *****

Che ci faceva Lily nella Stamberga Strillante, nel cuore della notte di luna piena, durante la trasformazione di un Lupo Mannaro, maledizione?!!
Era uscita di senno?
Ramoso corse più veloce che poteva.
Doveva trovare Sirius.
I guaiti era taciuti.
Ed era questo che lo preoccupava di più.
Finalmente lo trovò.
Di nuovo umano.
Sulle sponde del Lago Nero.
La camicia e i pantaloni della divisa strappati.
Senza sensi.
Corse verso l'amico e si ritrasformò in umano pure lui, illuminando lì intorno.
''Sirius! SIRIUS!''
''J-James..''
''Sirius...va tutto bene. Adesso....Adesso ti porto da Madama Chips.''
''N-non fare...l'id-diota...c-come pensi-si di fare a tr-trasportarmi?''
''Troverò un modo, Sir.''
Uno squittio.
Poi un lampo di luce.
''S-sta arrivando!! Remus, sta arrivando!''
''Peter! Riesci a trattenerlo per un pò, mentre porto Sirius fuori di qui?!''
''V-va b-bene''
''Sta tranquillo Coda. E' questione di pochi minuti.''
Lui annuì.
''Grazie mille, amico.''
Ancora luce. Ancora topo.
Sparì nell'ombra.
''Sirius! Aggrappati a me! Ora!''
''James, per Godric...lascia...lascia perdere.''
''SCORDATELO!'' gli ringhiò contro.
Lo prese e si trasformò in cervo.
'Tutto bene?' 
L'umano annuì con una smorfia.
Il cervo corse. 
Corse più veloce che poteva con le ultima forze che gli erano rimaste in corpo.
La foresta sotto di lui passava, veloce.
Non resse più.
Per la fatica tornò anche lui umano.
Cercò di ritornale animale per correre più veloce, ma era esausto.
''Sirius...Sirius...guarda...guarda...è Hogwarts...siamo...siamo quasi arrivati...guarda...''
Corse ancora, fino al limitare della foresta.
Dopo pochi passi non ce la fece più e si accasciò a terra.
Vide la forma sfumata di qualcuno che gli veniva incontro.
''James! JAMES! SIRIUS! CHE...che cosa è successo?!! Oh no! JAMES! EHI! GUARDAMI! E' UN ORDINE! GUARDAMI JAMES!'' urlò la rossa pendendo il viso del moro tra le mani.
''Guardami...James...'' piangeva.
Lily.
Cara e dolce Lily. 
Svenne.
Con un sorriso sulle labbra e gli occhi ancora riflessi di quelli verdi smeraldo di lei.



 
Angolo dell'Autrice:
Chiedo scusa per il ritardo.
Ho avuto qualche problema a pasqua e non ce l'ho fatta ad aggiornare prima.
Prima di tutto volevo dirvi che so benissimo che Tonks in realtà sarebbe 13 anni più piccola di Remus e gli altri, ma mi piaceva molto l'indea di inserirla nella storia.
Non tagliatemi la testa.
Alla fine risulta piacevole la sua presenza nella storia.
Infondo, Tonks è sempre Tonks.
Baci a tutti.
Alice.
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Capitolo 10
*** La festa di Lumacorno ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte 

 

 
Capitolo 10 

                               La Festa Di Lumacorno    

 


 

James Potter aprì gli occhi quella mattina, all'alba, rimanendo sorpreso.
Accanto a lui c'era Lily, seduta su una sedia, la testa appoggiata sul letto e le mani strette intorno alla sua, che dormiva.
Il moro sbatté gli occhi per assicurarsi che non fosse un sogno.
Era bellissima.
I capelli raccolti in una treccia che scendeva laterale sul lato destro del collo.
Alcune ciocche sfuggivano all'intreccio e le contornavano il viso.
Bellissima.
Si guardò in torno.
Anche Sirius e Peter dormivano.
Remus...Dov'era Remus!?!
Si alzò dal letto.
Aveva addosso uno stupido pigiama bianco dell'infermeria. 
Quante volte aveva detto alla Chips di lasciar perdere!?
''James!''
Sobbalzò. 
Poi si girò.
''Lily! Ciao!''
''Dove hai intenzione di andare!?''
''Ehm...in bagno?''
''Torna immediatamente qui!''
Sbuffò. ''Uffa! Perchè?!''
''Mi devi spiegare!''
''Che cosa!?''
''Cosa vi è successo!''
Oh-no.
''Ehm...in effetti...''
''So cos'è Remus. L'ho scoperto tre anni fa. E so anche che centra qualcosa visto che stanotte era Luna Piena.''
''E..lui...lui...sa..che ... tu-tu...sai?'' balbettò pallido come un cencio.
''Credo di sì, anche se fa finta di niente.''
''Bhe prima abbiamo avuto un imprevisto e Remus è uscito prima del previsto dalla Stamberga Strillante....noi eravamo lì e...''
Lily rimase pietrificata.
''Scusami....scusami...James!''
''Lily?''
''E'...è colpa mia!''
''Ma cosa dici!? No, non è colpa tua...'' disse avvicinandosi a lei e abbracciandola.
Lei si aggrappò alla sua camicia e cominciò a piangere in silenzio.
''Si, invece. Vi ho quasi ucciso. Io sono entrata nella Stamberga Strillante. Io ho visto Remus, insieme a un cervo, una cane, e un topo. Io mi sono salvata dalla foresta grazie al cervo bianco, e al cane nero. Io ho lasciato che Remus facesse del male al bel cane. Io ho lasciato andare il cervo, senza aiutarlo. Io vi ho quasi ucciso James. Dobbiamo andare a cercare gli animali!''
''No! Lily, calmati.''
''Sirius! Lui conosce il cervo!''
''Lily...''
''Andiamo!''
''Fermati! Non ce n'è bisogno. Loro stanno di sicuro bene. Sono animali. I mannari non attaccano e uccidono animali. Piuttosto dobbiamo cercare Remus.''
''No! Tu no! Tu devi riposare.''
''E tu dormire.''
La rossa aveva gli occhi gonfi per il sonno.
''Non...non è vero.''
''Andiamo Lily...ma chi vuoi prendere in giro!?''
''Nessuno.''
''Andiamo allora.''
''Tu sei matto! Noi due? Da soli? A cercare un mannaro?''
''Remus non dovrebbe più essere trasformato.''
''Non importa. E' pericoloso!''
''Andiamo!''
''TU SEI FUORI!''
''Sì Lily, ti amo anch'io. Adesso muoviti.''
L'afferrò per un polso e la trascinò con sé.

                                                                                        *****

''REEEEMU-''
''Ma sei scema!?! Cosa urli!?!'' la fermò James tappandole la bocca.
''Come hai intenzione di trovarlo allora, signor  So-tutto-io!?!''
''Lo troveremo.''
''E come fai a esserne così sicuro!?''
''Ehm...psicologia maschile.''
''Inventatene un'altra Potter. Questa non regge.''
Lui le fece una linguaccia.
Col suo fiuto da cervo aveva già localizzato il mannaro, va doveva fare un po’ di scena. Girò in tondo un po’ di volte poi la condusse da lui.
Remus era sdraiato a terra a pancia in giù, nel bel mezzo della foresta.
''Visto? Che ti dicevo!''
La rossa non gli rispose e si precipitò sul mannaro.
Lo girò.
''Remus...Remus...'' lo chiamava mentre cercava di mettergli in ordine i vestiti strappati e i capelli sparsi sul viso.
Poi si girò verso James.
''Che facciamo!?''
''Lo dobbiamo portare in infermeria.''
''Perchè non si sveglia?!'' chiese allarmata lei.
''Si sveglia, non ti preoccupare.''
Lei ricominciò a chiamarlo e accarezzarlo come fa una sorella con il fratellino.
''Remus? Mi senti? Svegliati Remus...''
''Andiamo Lily. Io lo alzo e poi tu lo prendi sul lato sinistro. Ok?''
Lei annuì.
''Pronta?''
''Sono nata pronta io.''
Le sorrise. ''Però, modesta lei. Dai al tre. Uno...Due...Tre!''
Lo alzarono.
''Tutto Ok rossa?''
''Sì, io tutto bene. Remus?''
Il biondo si era svegliato con un mugolio sofferente.
''Che ci faccio qui?''
''Lunga storia, mamma. Ti racconto tutto in infermeria.''
''Grazie.''
''James!?'' chiese allarmata Lily. '' Perchè hai chiamato Remus, Mamma?!''
James scoppiò a ridere, mentre Remus le sorrise.
''Ahahah rossa, bhe..Remus è come una mamma, per me, qui ad Hogwarts.''
Si volse confusa verso l'altro.
''Remus?''
''Lily non ti preoccupare...James non ha crisi d'identità.'' la tranquillizzò lui, ridendo. '' E' che lui e Sirius mi trovano esasperante come una mamma.''
''Ed è vero! I suoi discorsi sono solo ramanzine e raccomandazioni. E anche ordini.''
''Ordini?'' chiese allibita la rossa ancora un po’ confusa.
James parlò con una voce strana. 
''Sirius! James! Ma cosa avete fatto qui!? Avete distrutto tutto! Mettete immediatamente tutto a posto!''
Lily finalmente capì e rise. 
''Povero Remus!''
''Povero Remus!? Poveri noi!''
Risero ancora delle lamentele del moro.
Poi Remus divenne serio.
''James, come sta Sirius?''
''Sta tranquillo, la Chips risolve tutto.''
La rossa intervenne. '' Perchè, sai cosa è successo a Sirius?''
I due la ignorarono.
''Si è svegliato?''
''Ehi!'' esclamò lei.
''No, quando siamo usciti dormiva della grossa.''
''Allora voi due!?!'' chiese brusca Lily.
''Mi auguro che madama Chips ti abbia dato il permesso di uscire. Vero?!''
''Ehm...In effetti...non c'era.'' bofonchiò James
''Lily!'' urlò il Mannaro.
''Oh finalmente!''
''Hai fatto uscire questo delinquente dall'infermeria senza permesso!?!''
Lei rimase stranita.
Cosa centra?
''Io...ho cercato di non farlo venire...ma...poi...Oh insomma Remus! Dovresti essere contento! Siamo venuti a cercarti!''
''Non ci posso credere!''
James sbuffò. ''Remus ti preferivo quando dormivi.''
Cominciò la ramanzina.
''Remus! Zitto ora! Devi riposare.'' lo interrupe poi la rossa quando raggiunsero l'infermeria.
''Ma Lily!''
''ZITTO!''
Lui non parlò più.
''Wow Lily!  Sei l'unica che riesci a zittirlo quando è in ebollizione!''
I due lo guardarono male.
Le porte dell'infermeria si aprirono, mostrando l'infermiera, parecchio arrabbiata.
''POTTER! DOVE TI ERI CACCIATO!?! E MI STUPISCO DI LEI, SIGNORINA EVANS!'' urlò ai tre.
La rossa alzò lo sguardo al cielo.
Entrarono.
Sirius era sdraiato sul letto e ghignava malandrino mentre la Chips cercava di rimettere a letto James.
''INORRIDITA!| sono semplicemente INORRIDITA! Signorina Evans, metta a letto il signor Lupin.''
Lui, che si reggeva solo alla rossa, sospirò vedendo che gli amici stavano bene.
Lily lo portò verso un letto, e lo fece sedere.
''Fatto Madama Chips.''
Lei le lanciò un pigiama bianco come quello degli amici.
''Glielo metta.''
Lily strabuzzò gli occhi.
Remus arrossì.
Sirius e Peter si girarono a guardare la reazione di James, che aveva smesso di dimenarsi dalla Chips e la guardava come se avesse appena detto che era fidanzata con Silente.
Remus bisbigliò un ''Ce la faccio da solo'' mentre James finalmente parlò.
''Scherza vero?''
L'infermiera lo guardò con aria indifferente, inarcando un sopracciglio.
''No. Perchè signor Potter?''
Lui aprì la bocca, ma evidentemente non trovò una spiegazione plausibile e la richiuse.
''Andiamo Jamie, non fare il geloso...'' lo stuzzicò Sirius, che si tratteneva per non scoppiare a ridere.
''Non sono geloso!''
''Ah-no?''
''NO!''
Quei due non cambiavano mai.
''Lily...'' richiamò la sua attenzione Remus. 
James e Sirius si urlavano addosso, ignari delle richiesta della Chips.
''Stai bene?''
''Solo un pò stanco... Ma davvero non ce n'è bisogno.''
''Certo...Buona notte Remus.'' 
Chiuse le tendine intorno al letto.
'' SE NON STATE ZITTI ENTRO 2 SECONDI VI SCHIANTO!'' avvisò.
''Sè...va bene.'' disse Sirius.
''Guarda che lo fa davvero Sir...'' lo avvisò l'amico in un sossurro
''Andiamo James ci credi anche! E' una femmin-''
''Stupeficium!''
Sirius si accasciò sul letto.
James si sdraiò, si mise le mani dietro la nuca e disse all'amico, anche se non poteva sentirlo: '' Te l'avevo detto che lo faceva veramente!''
''Maschilista!'' commentò la rossa.
Si avvicinò a James. 
''Tu dormi. A pranzo passo a vedere come stai e a liberare Sirius...se ne ho voglia. Dormi ‘' gli diede un bacio sulla fronte. 
''E questo sarebbe un bacio?''
''Si''
''Vieni qui.''
''E se non volessi?''
Lui le afferrò un polso e la spinse verso di sé, baciandola.
''Io ottengo sempre ciò che voglio.''
''Tu non sei Dio.''
''E' come se lo fossi.''
''Poi sono io quella modesta eh?!''
Lui lasciò perdere.
''Parliamo di cose serie...''
''E quando mai parliamo di cose serie noi due?'' rise Lily.
''Vieni alla festa di Lumacorno con me?''
''C-certo. Va bene''
''Ti ho colta di sorpresa vero?''
''In effetti me n'ero completamente dimenticata.''
Lui ghignò. ''A dopo rossa.''
''A dopo.'' e si diresse verso l'uscita.
Fece per uscire ma si voltò verso il ragazzo. 
Le arrivò in faccia la camicia del pigiama di lui.
''Mapporc...James cosa fai!?!'' imprecò lei togliendosi la camicia dal viso.
James si era rimesso nel letto, con le mani dietro la testa, mezzo nudo.
Lily arrossì.
''Rimettitela subito!'' ordinò rilanciandogli l'indumento.
''No'' gliela rilanciò lui.
''Ti ho detto di si.'' 
''Nooo''
Sembrava che si lanciassero una palla infuocata.
''James! Subito!''
''Ti ho detto di no'' L'indumento tornò ancora una volta nelle mani della rossa.
Lei si avvicinò al moro, arrossendo ancora.
''Per favore...''
Lui si mise a sedere di fronte a lei.
''Mettimela tu.''
''Ma anche no!''
''Io sono stanco...''
''Bugiardo!''
''Come credi tu. Buona notte.''
E mentre lui si stava risdraiando, lei si mordeva il labbro inferiore.
''Va bene maledetto! La Chips se no mi ammazza. Già è furiosa perchè ti ho fatto uscire...''
Lui sorrise.
Gli infilò la camicia, poi cominciò ad allacciargli piano i bottoni, stando attenta a non toccarlo, come se scottasse anche lui.
Quando lo sfiorava arrossiva sempre di più.
Lui le prese il mento e le fece alzare lo sguardo, fissandola negli occhi.
''Così non ce la faccio però.'' constatò visto che non vedeva più dove erano le sue mani.
La baciò.
Lei finì di allacciare i bottoni.
''Buona notte Lily.''
''Veramente io ora vado a lezione. Comunque buona notte a te.''
Poi uscì, senza dire altro.
                           
                                                                                        *****
Infermeria. 
Ore 13'07.
L'inferno.
Fuori dalle porte dell'infermeria, le fan dei malandrini ( che aveva subito notato l'assenza del gruppo) urlavano e si spintonavano per cercare di entrare nella stanza.
Fortunatamente per loro, non poteva entrare nessuna delle fan. 
Silente aveva dato il permesso a madama Chips di far entrare poche persone. 
Quel pomeriggio, solo tre ragazze entrarono lì dentro.
Lily Evans.
Annabeth McNoir.
Ninfadora Tonks.
Le prime due si avviarono senza grandi esitazioni rispettivamente da James Potter e Sirius Black.
Tonks, era invece chiaramente imbarazzata.
Non era da lei frequentare certa gente.
Remus la osservò.
La ragazza era chiaramente più piccola di loro.
La conosceva di vista. 
Le pareva si chiamasse Ninfadora.
Ma preferiva essere chiamata Tonks.
Quinto o Sesto anno...non ricordava.
Le cose che colpivano di più, erano gli strani capelli rosa, lisci e lunghi fino alle spalle.
E gli occhi.
Avevano qualcosa di familiare per il Malandrino.
Sirius lo interrupe dai suoi pensieri.
''Ah ragazzi! Lei è Ninfadora...''
''NON CHIAMARMI NINFADORA, SIRIUS!''
''....Tonks. Va bene Dora.''
Silenzio.
''Bhe..lei è la figlia di mia cugina...Andromeda Black. Non vi dice nulla?'' scherzò lui.
Ecco perchè gli occhi gli erano familiari! Come quelli di Sirius!
Tipici dei Black.
''E perchè non ce l'hai mai detto!? Ahi!'' chiese James.
''Ciao Tonks, io sono Lily.'' si presentò invece la rossa tirando una gomitata al moro.
''Noi invece ci conosciamo già...'' osservò Annabeth.
''Ciao.''
''Remus Lupin.'' disse semplicemente il mannaro.
''Io sono JAMES POTTER!'' urlò il moro.
''Voi non passate sicuramente inosservati. Tu sei Peter Minus, giusto?''
''Piacere...'' squittì Codaliscia un po’ sorpreso.
''Senti Sirius, non sto qui molto. So che non è il momento più adatto, viste le tue condizioni, ma appena poi...''
''Certo Dora, non ti preoccupare.'' la interruppe lui.
''Cos'è successo Felpato?'' chiese James curioso.
''Tonks non riesce a contattare Andromeda.''
''I Black?''
''Abbiamo paura di sì.'' rispose lei.
''Bhe aspettate ancora un paio di giorni. Se non avete notizie, ditemelo. Lo dirò ai miei.''
''Oh no ... Potter, non posso accettare. Mia mamma si diverte a girare e non voglio che una squadra di Auror sia sprecata con lei. I tuoi avranno altro per la testa in questo periodo.''
''Poi chiamarmi James, Tonks. Il compito degli Auror non è solo combattere i cattivi. Ma è aiutare le persone a difendersi dai cattivi. Tua madre è sparita. Ci sarà un perchè. E non credo che si sia presa una vacanza alle Bahamas.' aveva parlato con un tono serio. 
A Lily fece una strana impressione. Lui era il pallone gonfiato che giocava a Quiddich 24 ore su 24, si spettinava i capelli per rimorchiare, la esasperava. Un eterno bambino, insomma.
Invece adesso sembrava una uomo. Pronto per andare la fuori. E aiutare il prossimo.
''Grazie James. Te lo farò sapere.''
Lily cercò di alleggerire la conversazione.
''Bene! Allora avete già deciso per il ballo di Lumacorno?''
''Io vengo.'' disse Sirius.
''Anch'io.'' si aggiunse Annabeth.
''Sapete già con chi?''
Annabeht arrossì.
Sirius invece non fece tante storie.
''Si, con lei.'' e indicò la bruna, ancora rossa.
''Ahah! Auguri Annabehth! Sopportare lui a un ballo è un incubo! Poi con la scusa che Lumacorno si procura il Wisky Incendiario...'' annunciò James.
''Ehi!''
''Bhe ragazzi! Attenzione attenzione! Non ci crederete ma io ci vado con Lily Evaaaaaans!'' annunciò con entusiasmo Potter.
''Come sarebbe a dire, non ci crederete mai?!'' sbottò lei.
''Bhe...è difficile da credere.'' Si difese lui.
''Infatti! Ti prendevo in giro! IO ci vado con Severus!'' annunciò Lily.
James, che stava bevendo, sputò l'acqua in faccia a Remus.
''Che schifo James!'' si lamentò il mannaro, per gli spruzzi d'acqua.
''NO! CHE SCHIFO LILY!'' urlò lui, riferendosi al partner della rossa.
''Così impari a fare lo strafottente.''
''Andiamo rossa!''
''Arrangiati!''
''Ma avevi detto di sì''
''Ho cambiato idea. Ci vado con Severus.''
Sotto, sotto, Lily se la stava proprio spassando.
''Rossa...?''
Lei si girò verso di lui, alzando un sopracciglio.
''Si?''
''Ma dici sul serio?''
''Certo!''
Potter quasi non svenne. 
Poi si alzò e la rincorse, urlandole dietro, tra le risate generali.
''Ferma lì Rossa!''
''Fossi matta!''
''Fermati!''
''Ho detto di no!!''
Tutti ridevano.
Entrarono Alice e Frank. 
Li guardarono spaesati. 
''Che cosa succede qui?''
''Ahah niente Alice. Goditi lo spettacolo.''
I due andarono avanti per un bel pò.
Poi James si fermò, improvvisamente.
Lily, un pò preoccupata gli si avvicinò.
''James stai be-''
Non fece in tempo a finire la frase che lui si riscosse, la prese e la sbattè sul letto facendole il solletico.
''Ah! No...Ahah...no ...  basta ... James! Ahah...basta!''
''No...scusami ma mi sto divertendo troppo.''
''James Potter smettila!''
Lily era tutta rossa, i capelli spettinati e rideva come una matta.
Trovo la forza necessaria per alzarsi un pò e baciarlo.
Lo scopo era farlo smettere di farle il solletico.
Però non si ricordava che gli altri non sapevano nulla della loro storia. Per loro era finito tutto dopo l'uscita a Hogsmeade.
La rossa realizzò l'idea solo dopo i fischi di ammirazione di Sirius e Alice.
Si staccò subito. Ma era troppo tardi.
James la guardò negli occhi.
''Allora, immagino che vieni con me.''
Lei arrossì e mormorò qualcosa di incomprensibile.
''Lo prendo come un sì''
''LILY!'' urlava Alice incredula. ''Lily! Hai ceduto! Hai ceduto!''
''No! Non ho ceduto!''
''E scusa allora ho le allucinazioni. Ti ho appena visto baciare James Potter.''
Lei arrossì ancora di più.
''OK, ok...con te James faccio i conti dopo. E anche tu Alice, con Lily. Adesso, Remus tu per la festa?'' interruppe il discorso Sirius.
''Io mi sotterro in giardino.''
''Oh andiamo è ancora per l'ultimo volta?! Ahah...è stato divertente!''
''Per te!''
L'anno precedente, all'ultima festa del professore di pozione, una ragazza aveva dato a Lupin un filtro d'amore. Povero il mannaro. Meno male che c'erano Lily ed erano nell'ufficio di un pozionista.
''Andiamo Remus!''
''No! E poi non saprei con chi andarci!''
''Dora tu con chi ci vai?'' chiese allora Annabeth.
''Oh! No! Io non posso! Per Lumacorno sono un uragano. Non mi inviterebbe neanche se fossi la futura regina d'Inghilterra!''
Risate generali.
''Addirittura!'' commentò il cugino.
''Non scherzo Sirius!''
''Mi è venuta un'idea!'' 
Tutti si voltarono verso James.
''Se dici un ca...volata James...scordati il ballo con me!'' avvisò la rossa.
Lui la guardò preoccupato. ''Ok'' deglutì.
''Io pensavo...Perchè Remus e Tonks non ci vanno insieme? Insomma, da amici, così Remus non si seppellisce in giardino e Tonks potrà avere la soddisfazione di distruggere qualcosa a Luma!''
''Più che Tonks...tu avrai la soddisfazione di vederla distruggere qualcosa.'' commentò Lily.
''A me sembra un'ottima idea!'' Lo spronò invece Sirius.
''E' vero!'' disse Alice.
''Anche a me non sembra male.'' si aggiunse Tonks.
''Va bene.'' acconsentì Remus. 
''Allora siete tutti contro di me!'' osservò la rossa.
''Esatto!'' esclamarono Sirius e Alice.
''Ora ci manca solo Peter...''
''No James! Davvero non importa. C'è una festa anche per in non-cocchi del professore. No voglio venire. Tanto poi non mi diverto.''
''Sicuro Coda?''
''Sicurissimo davvero. Vado con gli altri.''
''Quindi...''
''Quindi, Signori e Signore..'' interruppe la Chips '' L'orario delle visite è finito. Minus e Potter possono uscire, Black invece devi rimanere; la tua spalla rotta non promette  niente di buono, adesso vedo cosa posso fare per velocizzare la stabilizzazione. Lupin, nemmeno tu puoi uscire, sei ancora stanco e hai bisogno di riposo. 
Conclusione: a parte loro due, TUTTI FUORI DI QUI!''
Così tra le lamentele di Sirius e i gridi di goia di James, l'infermeria si svuotò.
Quando finalmente furono soli, Remus guardò l'amico.
''Scusami Sirius.''
''Non ti scusare Remus, sai benissimo che non è colpa tua.''
''Si invece. IO ti ho attaccato. IO ho attaccato Lily. IO vi ho messi in pericolo.''
''Ricordati una cosa Remus: solo perchè riesci a ricordarti quel che fai durante la trasformazione, non vuol dire che sei tu. Tu non faresti male a una mosca.  Ne a me. Ne a James. Ne a Peter. Ne a Lily. Sai benissimo che non puoi controllarti.''
''Dovrei farlo.''
''Remus guardami!'' ordinò al biondo.
''Sei il lupo più testardo che esiste sulla faccia della terra!''

                                                                                         *****

Sei giorni dopo.

James Potter, Sirius Black e Remus Lupin, avevano passato dei giorni d'inferno.
Ovunque andavano c'erano ragazzine urlanti che gli pregavano di andare alla festa del professore di pozioni con loro.
Un incubo.
Adesso erano appoggiati ad un muro, il castello semi-deserto, ben vestiti, in fondo alla scalinata che portava ai piani superiori.
Remus Lupin era vestito con un semplice completo nero, camicia bianca, cravatta elegantemente stretta. 
Perfetto.
Sirius Black con un completo blu profondo da sembrare quasi nero, come il colore dei suoi occhi, la giacca, che ovviamente si era levato era appoggiata con grazia sfacciata sul braccio, la camicia chiara, con i primi bottoni slacciati e la cravatta allenata, come sempre. 
Elegante ma ribelle.
James Potter, anche lui senza giacca, tenuta su una spalla con una mano, pantaloni neri, camicia leggermente sbottonata bianca, cravatta nera anch'essa allentata. I capelli perennemente spettinati e gli occhiali appoggiati come al solito sul viso.
Gli ultimi due avevano un'aria parecchio annoiata.
''Oh insomma James! Hai voluto venire qui con mezz'ora di anticipo e adesso loro sono in ritardo! ''
''Felpato come sei impaziente! Si vede che non conosci la psicologia femminile. Le donne amano farsi desiderare!''
''Ne ho abbastanza della tua psicologia maschile, femminile e di tutta questa attesa!''
''Oh! Ma la volete finire voi due! Sembrate due bambini!'' sbottò Remus. ''E comunque è arrivata Annabeth.''
Sirius si girò.
Orgogliosa come solo una grifondoro poteva essere, scendeva le scale, fissando negli occhi il Black.
Aveva un vestito argentato, lungo fino alle ginocchia, la scollatura non troppo accentuata, senza maniche, ma aveva poi dei lunghi guanti bianchi che le coprivano le mani e le braccia.
I lunghi capelli mori, quel giorno mossi quasi ricci, sciolti lungo la schiena, liberi e lucenti.
Ultimamente lei, Tonks e Lily non si separavano quasi mai dai Malandrini.
Salutò educatamente poi si mise di fronte al compagno, aspettando con loro le altre due, fino a quando la piccola ( che poi tanto piccola non era) Tonks non fece il suo ingresso.
Incredibile quanto sembrasse una Black in quel momento.
Aveva un vestito nero, lungo fino ai polpacci, le maniche corte e un pò gonfie.
I corti capelli rosa, quel giorno ricci e ribelli, cadevano appena sopra le spalle.
Aveva solo un piccolo braccialetto d'argento.
Sirius conosceva bene l'oggetto.
Era una catenella lucente, chiusa intorno al polso grazie a due lettere, in quel caso N e T,color dell'oceano.
Tutte le donne Black l'avevano, e evidentemente Andromeda non aveva voluto privare la figlia di un gioiello tanto regale.
Portava delle scarpette nere, con un piccolo tacco.
Si affrettò a raggiungerli, ma inciampò.
Remus, quasi se lo fosse aspettato, la prese al volo e la rimise in piedi, tenendola per la vita, delicatamente, forse per paura di romperla.
''Dora sei bellissima! Aspetta che ti vedano Bella e Cissa!'' commentò Sirius.
''Grazie. E' stata Lily. E non credo saranno troppo contente.''
''Meglio così!''
''Lily?'' si informò l'unico rimasto senza damigella.
''Sta arrivando. Ha aiutato me e Anna, così è rimasta indietro.''
''Ok.''
Passarono tuttavia diversi minuti e della rossa nessuno traccia.''
''Ma dov'è finita!?''
''Abbi pazienza James.'' lo calmò Remus.
''La pazienza ha un limite! Sono quasi un quarto alle nove! Va bene farsi desiderare, ma adesso mi sembra un pò troppo!''
''Lo sai, Potter, che la calma è la virtù dei forti?''
Lui si girò all'istante. 
L'aveva riconosciuta dalla voce.  E forse solo grazie a essa, perchè quando si girò non vide di certo, in cima alle scale, la Prefetto Grifondoro, l'odiosa so-tutto-io, che aveva salutato qualche ora prima.
Aveva una abito color crema, più corto di quello delle altre due, abbastanza scollato,con le maniche a 3/4, morbide e lunghe.
Due orecchini pendenti, che terminavano con una perla, scendevano dai lobi.
La collana era la stessa che aveva messo quel pomeriggio, per andare a Hogsmeade, che aveva nascosto sotto la camicetta, ma che adesso scendeva ben visibile sul petto.
I capelli rossi, era raccolti in un morbido chignon, e alcune ciocche, arricciate sfuggivano alla pettinatura.
Le piccole scarpette col tacco erano color caramello e slanciavano la figura. 
''Molto simpatica Evans...ma la pazienza non è infinita.'' rispose James, sforzandosi di non svenire alla vista di quell'angelo.
''Allora tu sei un debole?''
''Ti piacerebbe Evans...''
Lei si avvicinò pericolosamente alle labbra del moro.
''Poi scommetterci.''
Poi proseguì e salutò con entusiasmo gli amici, senza degnare di uno sguardo il moro, che era ancora parecchio stupefatto da quella visione.
''Senti Evans! Non ti scusare nemmeno! Mi sono bel e rotto di aspettare. Tra un po' la festa finisce. Quindi MUOVIAMOCI!'' sbottò Sirius, ormai al limite.
Lily sospirò.
''Andiamo.''
Le coppie si presero a braccetto e si avviarono fino all'ufficio del professore di pozioni.
La stanza era stata evidentemente allargata e addobbata per la festa dei morti.
Al centro c'era il posto per ballare.
Ai lati dei divanetti e poltrone per riposarsi e in fondo il banco delle bibite.
Le coppie si salutarono alla svelta.

                                                                                           *****

James posò la mano sul fianco della rossa.
Lei rabbrividì un po' ma si affrettò a poggiare la mano sulla spalla.
Ballarono un pò, seguendo la musica.
Poi James la avvicinò un pò sé.
''Balli bene, rossa.''
Lei fece una smorfia e si appoggiò alla sua spalle, facendosi guidare.
''Anche tu, moro.'' ripose poi, chiudendo gli occhi.
Lui la cullò.
La mano, prima alta sulla schiena, adesso era abbandonata, quasi sul fondo schiena.
Lei invece gli stringeva le spalle con tutte due le mani.
''Rossa, tutto bene?''
Lei rimase in silenzio.
''Zitto. Non dire niente.''
''Perchè?''
''Perchè voglio ricordarmi di questo per sempre.''
''Il ballo di Lumacorno?''
''No, scemo. Di te. Di me. Di noi.''
Lui non rispose.
''Ti amo, Lily.''
Lei sospirò.
''Io...''
''Non importa che mi rispondi.''
Ballarono ancora un pò rimanendo in silenzio, fino a quando lei non chiese di fermarsi.
Notarono con piacere che anche le altre coppie avevano smetto di ballare, si erano fermate e stavano conversando.
Raggiunsero gli amici.
''Oh! Finalmente! Sentite ballerini provetti, sto andando a prendere qualcosa da bere. Che volete?'' chiese Sirius.
''Burrobirra.'' disse semplicemente Lily.
''Io Whisky Incendiario.''
''Ok, allora Dora, Remus e Lily Burrobirra...''
''Andiamo Lily...lasciati andare!'' commentò James.
''Potter, il mio scopo è proprio quello di NON lasciarmi andare...''
Lui la guardò esasperato.
''Zitti voi due. Mentre io, James e Annabeth Whisky Inc-''
''Cosa!? Annabeth!?'' urlò la rossa guardando l'amica.
''Andiamo Lily! Lasciati andare!''
''Ma vi siete messi d'accordo voi due? Ho detto di no!''
''Allora come noi rispettiamo la tua decisione, tu rispetta le nostre.''
La rossa non parlò più, guardando accigliata i due.
''Bhe ... voi mettetevi a sedere. Io arrivo subito.''
''Va bene. Andiamo.''
Il gruppo si sedette sui divanetti.
Quando Sirius portò le bibite la situazione cominciò a precipitare.
Alla fine anche Lily ,con la scusa di assaggiare il Whisky o di aiutare il moro a finirlo, era mezza ubriaca.
Sirius e Annabeth erano completamente brilli.
Gli unici un pò più lucidi erano Ninfadora e Lupin, ma neanche troppo.
Presto le coppie si separarono, in cerca di un pò di tranquillità.

                                                                                          *****

Sirius e Annabeth correvano per i corridoi per cercare di raggiungere l'uscita e prendere una boccata d'aria.
Ci misero un pò considerando che non erano proprio lucidi...
Fuori le stelle brillavano, insieme alla luna.
I due si sdraiarono nell'erba, tra le risate.
''Basta ridere! Mi stanno venendo i crampi allo stomaco!'' si lamentò la mora.
''E cosa c'è da ridere?! Abbiamo solo girato mezzo castello prima di trovare l'uscita!''
Altre risate.
Annabeth poi, riuscì a convincere Sirius a fare un giro in torno al lago Nero
Camminarono, giocando e stuzzicandosi un pò.
La stanchezza e l'ubriachezza cominciavano a farsi sentire, sopratutto sulla mora, non abituata a quel genere di serate.
''Oh andiamo! .. la piovra gigante...il lago...i Serpeverde...''
''Annabeth, stai bene? Stai cominciando un attimino a delirare...''
''Ma cosa dici!?''
''Bhe...dico la verità.''
''Come osi!?'' si sbilanciò un pò troppo, e finì addosso al moro, che preso alla sprovvista cadde per terra.
Lui guardava il viso arrossato di Annbeth, completamente sdraiata su di lui, vicino al suo.
''Come oso? Io sono Sirius Black!''
''E io Annabeth...Annabeth...''
''Che c'è non ti ricordi come ti chiami?''
''Certo Signor Black.''
''Da quando in qua sono il Signor Black e non Sirius?''
''Bene Sirius! Ti starai chiedendo che ci un posto come me in una ragazza come questa...'' *
''Emh...una cosa del genere.''
''Io sono una McNoir! Io...Io...''
''Io a questo punto starei zitta.''
''E se non ci riuscissi?''
''Ti potrei aiutare.''
''Allora fallo! Aiutami a cucirmi la bocca visto che pensi che spari tante cazz-''
Sirius la baciò.
Lei si sorprese un pò, poi ricambiò il bacio, giocando inesperta con la lingua di lui.
''Certe parole non stanno bene sulla bocca di una ragazza.'' disse il moro quando si staccarono.
''Si, certo, tutte scuse.''
''Baci molto bene da ubriaca fradicia.''
Lei non arrossì neanche.
''Anche tu per quanto possa ricordarmi da ubriaca fradicia.''
''Allora vedremo di rifarlo da un pò più lucidi, eh?''
''E' un invito?''
''E' un desiderio.''
La rovesciò sotto di lui.
Vide un lampo di paura nei suoi occhi.
Ma fu solo un attimo.
Poi la baciò. 
E basta.
Non fece come avrebbe fatto normalmente.
Non voleva il sesso.
Voleva lei. Scherzare e ridere con lei. Voleva i suoi baci. Voleva i suoi pizzicotti. Voleva che quegli occhi verdi si perdessero nei suoi, come in quel momento.

 
You’re so hypnotising
could u be the devil, could you be an angel
your touch magnetizing
feels like going floating, leave my body glowing

 
They say be afraid
you’re not like the others, futuristic lovers
different DNA, they don’t understand u

You’re from a whole other/another world
a different dimension
you open my eyes
and Im ready to go, lead me into the light

Kiss me, k-k-kiss me
infect me with your love, and fill me with your poison
take me, t-t-take me
wanna be your victim, ready for abduction
boy, you’re an alien, your touch so far away
its supernatural, extraterrestrial

You’re so super sonic
wanna feel your powers, stumb me with your lasers
your kiss is cosmic, every move is magic...



Lily e James erano finalmente arrivati in Sala Comune, deserta
La rossa non era così lucida come avrebbe dovuto e non si accorse nemmeno che James la portò nel dormitorio maschile, fino a quando non la sbattè sul letto e la baciò con foga.
Le mani di lui scivolavano esperte lungo il suo corpo, erano già arrivate alla cerniera del vestito e la stava abbassando.
Lei realizzò quel che stava succedendo.
No.
Non così.
Non in quella situazione.
Non in quel momento.
Cercò di fermarlo e di allontanarsi da lui, alzarsi, ma il Cercatore di Quiddich era forte e non si spostava di certo di fronte alle timide richieste della ragazza.
''James...James...fermati...James!'' lo pregava.
Ma lui l'aveva immobilizzata sotto si sé
''Stai ferma!''ruggì terrorizzando Lily. 
''James ti ho detto di fermarti! Smettila! Non voglio! Aspetta!!''
''Ho aspettato anche troppo.''
Poi la guardò.
Lily si pietrificò sotto quello sguardo.
Gli occhi, di solito color dell'oro, erano opachi e incolori.
Cosa gli stava succedendo? Non era lui. Era maledetto.
Non la sentiva.
Non la riconosceva.
La paura si impossessò di lei.
Cominciò a dimenarsi.
Il vestito cadde dal letto.
Non seppe come, ma anche lui era senza camicia.
Cominciò a tirargli calci, pugni, morsi.
Qualsiasi cosa pur di farlo smettere.
Allora lui le prese le braccia e le immobilizzò sopra la sua testa.
Lily si dimenava, ma lui la bloccava.
Lily voleva urlare ma lui la baciava e glielo impediva.
Per la prima volta aveva paura. 
Paura della persona che, inconsapevolmente, stava aspettando per venirla a salvare.
Gli occhi si inumidirono.
Lui stava cercando di liberarla dal reggiseno.
''Fermati James...'' riuscì a mormorare.
Sentì la stoffa cedere e la presa dell'indumento sparire dal petto.
Era finita.
Le mancavano le forze.
Lui era troppo forte.
Tra le lacrime, i baci violenti, la pelle d'oca e il dolore alle braccia sospirò '' Aiutami James...''

                                                                                         *****

Remus e Ninfadora rientrarono in Sala Comune.
''Attenta Tonks!'' l'avvisò il mannaro vedendo che lei stava andando addosso al porta ombrelli, e la tirò verso di sé, in uno strano abbraccio.
''Grazie. Scusa ma ho sonno.''
''Sì e hai anche bevuto! Dai siediti qui che arr-''
''Cosa c'è?''
''Shh!''
Dal dormitorio maschile venivano dei colpi ritmici, come calci.
''Dora, vieni. Stammi dietro.''
                                                                                          *****

Lily respirava a fatica.
James la baciava ancora.
Non riusciva a respirare.
Basta.
Sarebbe morta soffocata.
Gli occhi chiusi, le coperte attorcigliate al corpo, i baci del moro sempre più insistenti, e le braccia immobilizzate dal dolore.
Sarebbe morta così.
Eppure, quando pensò veramente di morire, la porta si aprì con un botto.
Vide James girarsi di scatto.
Remus e Tonks erano sulla soglia.
Grazie a Dio.
''James fermati. Non sei tu quello.''
''E che ne sai tu!?''
''Sei sottomaledizione Imperius.'' replicò tranquillo.
''Pensi di sapere sempre tutto eh?!''
''Sì. Stai sovrastando Lily, le stai facendo fare qualcosa che lei non vuole. Il vero James non farebbe questo.''
''Non posso scoparmi la mia ragazza!?''
Lily rabbrividì a quelle parole. Non avevano mai affrontato l'argomento ragazza o meno, ma era quasi chiaro che erano fidanzati.
Ma detto in quel modo, era stato terribile. Lui era stanco. Stanco di aspettare. Da sei anni le veniva dietro.
Aveva ragione.
''Non in questo modo. Non lo faresti mai.''
Il moro si avvicinò all'amico, mentre Tonks corse verso il letto e aiutò la rossa ad alzarsi, che ripiegata su se stessa e sull'amica, si sistemava alla meglio le coperte come un vestito.
''Mi dispiace deluderti, tu hai intenzione di fare un voto di castità per tutta la vita, ma io no.''
''Andiamo James. Ormai è un pò che il tuo voto di castità è andato a farsi benedire. Tu non vuoi fare quello con Lily. Non ti ricordi? Quello che ci dicevi sempre? Che è la donna della tua vita? La tua famiglia con lei? I vostri bambini? Non ti ricordi? Harry? Ti ricordi Harry?''
Chi era Harry?
E veramente James aveva pensato a tutte quelle cose?
Non disse niente.
Lily cercò di avvicinarsi a lui.
''James...'' sussurrò. '' James... ti prego''
La guardava confuso.
''Uscite.'' ordinò la rossa.
''Cosa!?'' urlarono il mannaro e la metaformagus insieme.
''Vi prego. Devo parlargli.''
''Ma...''
''Entrate tra cinque minuti. Così vi accertate che non succede niente.''
''Ok...siamo qui fuori.''
''Grazie.''
La porta si chiuse.
''James''.
Si avvicinò al moro, fino a quando le loro facce si sfiorarono.
Si alzò un po' sulle punte dei piedi e lo baciò delicatamente.
Poi gli prese una mano e la appoggiò sul suo fianco. L'altra la prese tra la sua. Appoggiò la sua sulla spalla dei lui.
Si avvicinò con la bocca di lui, ma non lo baciò. 
Sentì il suo respiro sulle sue labbra.
''Ti amo anch'io James.'' gli disse a fior di labbra.



You’re from a whole other/another world
a different dimension
you open my eyes
and Im ready to go, lead me into the light

Kiss me, k-k-kiss me
infect me with your love, and fill me with your poison
take me, t-t-take me
wanna be your victim, ready for abduction
boy, you’re an alien, your touch so far away
its supernatural, extraterrestrial

There is this transcendental, on another level
boy, you’re my lucky star
I wanna walk on your wave length
and be there when you vibrate
for you I risk it all
all

Kiss me, k-k-kiss me
infect me with your love, and fill me with your poison
take me, t-t-take me
wanna be your victim, ready for abduction
boy, you’re an alien, your touch so far away
its supernatural, extraterrestrial

[Katy Perry, E.T.]

Passarono diversi istanti poi lui si resse alla rossa, come privo di forze.
Lo appoggiò su un letto.
Gli occhi erano tornati del solito colore.
''Grazie al cielo stai bene...''
''C-cosa è successo?'' domandò confuso.
''Va tutto bene adesso.''
Cercò di nascondere le braccia segnate, ma non sfuggirono al ragazzo.
''Che ci fai con le mie coperte addosso?!''
Lui guardò il letto sfatto, senza lenzuola che avvolgevano il corpo della rossa, il vestito e il reggiseno di lei per terra, i segni sulle braccia della ragazza e gli occhi ancora un pò arrossati del pianto.
''COSA HO FATTO!?'' urlò anche se sapeva benissimo quel che era successo.
''Niente.'' 
''Lily so fare 2+2''
''Eri sottomaledizione Imperius...'' lo giustificò aiutandolo ad alzarsi.
Lui la prese per le spalle.
''Lily cosa è successo?''
''Davvero niente.''
''Ah sì? Allora che ci fai con le mie coperte addosso, mezza nuda, e scossa parecchio?''
''E' anche colpa mia...ero completamente ubriaca...e''
''E niente! Dovevo fermarmi!''
''NON POTEVI! '' urlò. ''Non potevi. Non eri tu.''

''James fermati. Non sei tu quello.''
''E che ne sai tu!?''
''Sei sotto maledizione Imperius.'' replicò tranquillo.
''Pensi di sapere sempre tutto eh?!''
''Sì. Stai sovrastando Lily, le stai facendo fare qualcosa che lei non vuole. Il vero James non farebbe questo.''
''Non posso scoparmi la mia ragazza!?''


Entrarono Lupin e Tonks.
''James?''
''Tutto bene''
''Sicuro?''
''Si.''
''Lily?''
Lei annuì e, prendendo il suo vestito, si recò in bagno.
''Quel bagno fa schifo! Ma che ci fate!? Festini illegali!?'' commentò quando uscì vestita.
''Quasi...se vuoi ti invitiamo la prossima volta...'' rispose malandrino Potter.
''Tieni le tue coperte!''
''Ti stavano bene i colori di Grifondoro.''
''Sì certo.''
''Ma anche così sei bella...''
''Come il culo della padella. Smettila.''
''Come vuoi tu.''
''Annabeth e Sirius?''
''Bho...''
Il viso della rossa si allarmò.
''Sta tranquilla rossa, non la tocca. E' sua amica.''
''Si ma il tuo amico è famoso per certe cose...non proprio caste.''
''Ti giuro che non la tocca.''
Lei annuì, non troppo convinta.
Un rumore e delle risate giunsero dalla Sala Comune. Le coppie si precipitarono a vedere.
''Rossa cercavi Sirius e Annabeth? Eccoli lì.''
I due erano inciampati nel portaombrelli e finiti uno sopra l'altra.
Ridevano a crepapelle.
Lily stava per staccarli e sgridarli, che la mora si sporse verso Sirius e lo baciò.
Lui non si sorprese e ricambiò il bacio.
James ghignò.
Gli altri tre erano stupefatti.
Si erano persi qualcosa.
''Annabeth?'' chiamò la rossa.
''Si?'' disse lei degnando di uno sguardo l'amica.
''Cosa stai facendo?''
Lei rise.
''E' ubriaca.''
''Acuta osservazione Evans.'' commentò James.
Lo guardò male. ''Io prendo Annabeth. Tu Black.''
''Per forza? Insomma si stanno divertendo!'' proseguì Ramoso indicando con lo sguardo il due piccioncini che si baciavano e pomiciavano senza alcun pudore.
''Anche troppo, per i miei gusti.'' 
''Ehm, in confronto a quello che è successo prima a noi...''
Lei arrossì un pò. ''Non è successo niente!''
''Ma magari...''
''Muoviti!'' ordinò lei, avviandosi da Anna.
''Lily lasciami stare!''
''Annabeth muoviti! Vieni con me! Sei completamente ubriaca! Andiamo a dormire.''
''Può venire anche Sirius?''
''Neanche per idea!''
''Allora vado io da lui!''
''Annabeth muoviti!''
''No!''
''Annabeth...''
''NO!''
''L'hai voluto tu! Petrificus Totalus!''
La ragazza si immobilizzò.
''Wingardium Leviosa! Bene. Buona notte a tutti.'' e sparì nel dormitorio femminile seguita dal corpo galleggiante di Annabeth.




* Da ''La mummia'' 



 

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Capitolo 11
*** Dubbi ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte 


Capitolo 11

                                                     Dubbi

                                                                                                                                                {A Trich e a FlorAVita, perchè senza di loro non non saprei cosa fare.}


Quella domenica mattina quasi nessuno, dopo la festa della sera prima, voleva alzarsi.
Alcuni coraggiosi si facevano forza pensando che quello era il finesettimana destinato alle uscite a Hogsmeade.
Altri, come Lily e Remus, non ne volevano sapere ne di dormire , ne di uscire con quel freddo.
Soluzione: Biblioteca.
Purtroppo per loro, quel giorno era chiusa, per 'assenza di personale'. Ovvero la bibliotecaia si voleva fare un giro al paesello vicino.
Soluzione alternativa: Rompere i boccini ai compagni di dormitorio, sperando di indurli a parlare se non addirittura a svegliarsi.
Conclusione: Il dormitorio dei Malandrini e della rossa erano già in 'fase di accensione'.
Alcuni era quasi del tutto lucidi ( per quanto si possa essere lucidi di domenica mattina alle 7 e 30, dopo essersi ubriacati la sera prima ) come James e Annabeth.
Altri invece, se ne fregavano altamente e continuavano a dormire, come Peter e Marlene.
I rimanenti invece cercavano di riaddormentarsi inutilmente, e maledicevano dentro la loro testa i compagni, mentre se interpellati, rispondevano con la tecnica del 'Sorridi e Annuisci', come Sirus e Alice.
Annabeth assorbiva paziente le urla della rossa.
''Insomma Anna! Ma hai idea di quel che hai fatto!? Eri ubriaca fradicia, non ragionavi! Che cosa hai combinato ieri sera!?''
''Non lo so.'' affermò tranquilla la McNoir.
''Cosa!?'' si interruppe Lily.
''Non mi ricordo niente.''
''Come no!?''
''No.''
''Neanche quando sei entrata in sala Comune, e per ragioni sconosciute sei caduta sul divano sopra Black!?''
Annabeth arrossì violentemente. ''Cosa!?''
''E immagino allora che non ti ricordi nemmeno quando l'hai baciato.''
''Cosa ho fatto!?'' urlò lei arrossendo ancora di più.
''Hai baciato Sirius Black. Sai...il migliore amico di Pot-James. Quello bello, con i capelli neri, gli occhi blu, strafottente, orgoglioso, imbecille...''
''Ho capito chi è! Ma io non ho mai baciato Sirius.''
''Diciamo che non hai mai baciato Sirius da lucida.''
''Cosa è successo poi?'' chiese guardandosi i piedi.
''Oh, niente. Ho solo dovuto schiantarti per portarti a dormire. Senza Sirius.''
''Senza Sirus?'' ripetè non capendo la mora.
''Sì. Volevi dormire con lui.'' 
''Cosa?!'' arrossì ancora.
''Bhe...''
''Cosa è successo prima?''
''E che ne so io!? Eri ubriaca fradicia!''

''Baci molto bene da ubriaca fradicia.''
''Anche tu per quanto possa ricordarmi da ubriaca fradicia.''
''Allora vedremo di rifarlo da un pò più lucidi, eh?''
''E' un invito?''
''E' un desiderio.''

Oh mamma! Era vero. Aveva baciato Sirius Black.

                                                                                        *****

''Chi mi ha fatto la maledizione Imperius, Remus?''
''Non lo so. Non mi sembra che ci fosse qualcuno in Sala Comune oltre a me e Dora.''
''Magari era nascosto.''
''Probabile. Tu non ti ricordi fino a un momento in particolare?''
''No, Rem. Mi ricordo abbastanza bene tutto. Anche quando sono sicuro che ero sotto Imperius.''
''Dove volevi portare Lily?''
''Non ne ho la più pallida idea. Andiamo Remus. Ero comunque ubriaco.''
Il biondo sospirò.
''Meno male che siete arrivati te e Tonks.''
''Già. Meno male.''
Passarono una manciata di secondi in assoluto silenzio, poi James si sporse verso il migliore amico.
''Sirus...'' chiamò malizioso.
''Sirius caro...tesoro mio...Che cosa è successo ieri sera con Annabeth?''
Lui mugolò qualcosa nel cuscino. Poi si mise a pancia in su sul letto.
''James, tu non vuoi fare la fine di Clito, vero?''
''E chi è?''
''Chi era, se mai.''
''Bhe, stessa roba. Chi era?''
''Il migliore amico di Alessandro Magno.''
''E cosa centra?''
''Si da il caso che è stato ucciso da Alessandro,  in preda a un attacco di epilessia, dopo aver bevuto.''
''Poverino.''
''Esatto, poverino. E tu non vuoi fare la sua stessa fine vero?''
''Perchè ti chiami Alessandro tu?''
''No, ma..''
''E io mi chiamo Clito? Wow. Non me lo ricordavo. Devo chiederlo a mamma.''
''James, non centra nul-''
''James? Chi è James? Non mi chiamo Clito io?''
''Non prendermi in giro, Ramoso o fai veramente la fine di quel disgraziato.''
''Poi vai tu da mia mamma a dirle che mi hai ammazzato?''
''Certo. Sono sicuro che capirà.'' 
''Oh certo.'' Commentò ironico lui. '' Vai lì, e lei dici: 'Buon giorno signora Potter. Volevo dirle di aver ucciso suo figlio perchè mi sono rifiutato di raccontargli la mia focosa notte con Annabeth McNoir. Sono certo che capirà. Ah! E disicuro avrà notato la somiglianza con la storia di un certo Alessandro Mafgno e il suo amico Clitti.''
Remus scoppiò a ridere.
''Si chiamano Alessandro Magno e Clito! Non Mafgno e Clitti!''
''Stessa roba.'' bofonchiò.
''E non ho passato nessuna 'notte focosa' con Anna.''
''Siamo già passati a chiamarla, non per nome, ma addirittura con il diminutivo! Allora. Quando vi sposate?'' 
Gli arrivò una cuscinata in faccia.
''Zitto. O t'ammazzo.''
''Ok. Remus hai contato quante minacce di morte ho ricevuto negl'ultimi 10 minuti, dalla stessa persona.?''
Il mannaro si reggeva la pancia e rideva a crepapelle.
''Comunque non l'ho toccata per davvero, James.''
''Ah no?''
''No.''
''No?''
''No!''
''No??''
''No!!''
''NO???''
''NOOOOO!!!! Continui?''
''No.''
Sirius lo guardò alzando un sopracciglio.
''Però l'hai baciata.''
''Ero ubriaco. E anche lei.''
''Adesso si vede.''
''Eh?''
''Tesoro Hogsmeade. Oggi è il finesettimana di Hogsmeade.'' gli disse come se fosse un ritardato mentale.
''E allora?''
''La devi invitare.''
''E perchè?''
''Miseriaccia Sirus! Non capisci proprio niente di psicologia femminile! L'hai baciata!''
''Ho capito. Ho capito. Le parlerò.''
''Ecco e fai in fretta!''
''Non mettermi fretta.''
''Va bene. Tanto sei cotto.''
''No.''
''Sì.''
''No.''
''Sì.''
''No!.''
''Sìììì!!!''
''Allora la finiamo adesso!?'' commentò Remus.
''No!''
''Sì!''
''Silencio!'' ordinò Remus. I due si zittirono all'istante.
''Bene, così va meglio.''
I due lo guardarono torvo.
''A lavarvi e vestirvi. Subito!''



''Questa te la faccio pagare, Ramoso!'' bisbigliò Sirius all'amico, mentre seguivano Remus verso la sala Grande.( Colazione! )
''Guarda che è tutta colpa tua!'' sussurrò in risposta l'altro.
''Che faccia tosta!''
''Oh, senti chi parla! Il signor Sono-casto-come-Mocciosus!''
'' E allora signor Ho-quasi-violentato-la-mia-ragazza-perchè-ero-sotto-maledizione-imperius-non-l'avrei-mai-fatto-anche-se-sono-sette-anni-che-le-sbavo-dietro!?''
James quasi ringhiò di rabbia.
''Non è colpa mia!''
''Andiamo signor Sono-vergine-come-una-incinta! Non dirmi che non ti sarebbe piaciuto sbirciare un pò la Evans!''
''Smettila signor Sono-puro-come-il-detersivo-dell'-omino-bianco! Non in quelle circostanze!''
''SMETTELA TUTTI E DUE SE NO VI RIZITTISCO PER TUTTO IL GIORNO!'' li fece sobbalzare il mannaro.
Abbassarono la testa e proseguirono.
Entrarono in Sala Grande, quasi deserta e si sedettero in fondo alla tavolata.
Cominciarono a fare colazione in silenzio anche se i due animagi ( Peter stava ancora dormendo), si guardavano male.

                                                                                        *****

''Lily! No! C'è Sirus! Non posso entrare!''
''Non fare la stupida! Non ti mangia mica!''
Le due erano sulla soglia della sala Grande e stavano parlando tranquillamente, quando Annabeth, avendo visto Felpato, aveva fatto un salto di 3 metri all'indietro e si era nascosta dietro il portone.
''Non voglio andare davanti ai suoi amici adesso!''
''Se la metti così, io entro e gli dico di raggiungerti qui fuori, va bene?''
''No!''
''Allora entri con me..''
''NO! Va bene. Lo aspetto qui.''
''Non scappare.'' 
La rossa entrò a si avviò verso i Malandrini.
''Buongiorno signori!'' salutò entusiasta.
''Ciao rossa mia!'' rispose con altrettanto entusiasmo James.
''Non sono tua. Sono rossa, ma non tua.''
''E perchè?''
''Perchè non sono sposata con te, quindi in qualche modo legata attraverso il vincolo del matrimonio. Non sono la Signora Potter, per intenderci.''
''Non ancora.''
Lo guardò male.
Poi si avvicinò all'orecchio di Sirus e gli bisbigliò qualcosa.
Lui si alzò e uscì.
''Cosa gli hai detto?''
''Geloso?''
''No. Ma se ne è andato via così senza dire niente!''
''Vedrai che dopo te lo dice.''
Lui rimase in silenzio per un po.
''Allora signora Potter, vieni a fare un giro?''

                                                                                        *****

''Annabeth, è lì fuori. Ti vuole parlare.'' gli aveva sussurrato la Evans nell'orecchio.
Senza pensarci si era alzato e uscito.
L'aveva vista lì.
Seduta su un gradino della scalinata, che si fissava le scarpette nere della divisa, e le era sembrata bellissima.
''Annabeth.''
Lei alzò lo sguardo, arrossendo.
''Ciao.''
''Mi devi dire qualcosa?'' chiese lui nascondendo un certo imbarazzo.
''Volevo chiarire quello che è successo ieri sera. Possiamo andare in un posto più ... appartato?'' affermò con convinzione, e fissandolo negli occhi senza arrossire.
''Ok, seguimi.''
Arrivarono fino al settimo piano, poi Sirius si mise a camminare in su e in giù davanti a una parete. Quando Annabeth cominciava a prenderlo un pò per pazzo, una porta comparve dietro di lui.
Entrarono.
''La stanza delle Necessità, nota anche come stanza Va e Vieni, è il primo posto che mi è venuto in mente.''
L'ambiente era grande, ma le dava l'impressione di essere a casa. Simile alla sala Comune di Grifondoro, con divanetti e un fuoco allegro che scoppiettava senza sosta nel caminetto.
Si sedettero sullo stesso divanetto.
''Lily, mi ha raccontato quello che è successo ieri in sala Comune e poi mi ricordo alcune cose. Senti io non so cosa sia successo, ma mi devi dire chiaramente cosa provi per me. Non illudermi. Puoi anche decidere di non parlarmi più o di fare come se niente fosse. Decidi tu. La mia risposta si può immaginare.''
Sirius invece non aveva idea di cosa pensava la mora. 
Non era arrossita e parlava seriamente.
''Annabeth...io...'' 
''Per favore Sirius. Davvero non mi offendo. Eravamo completamente ubriachi.''
''Io non voglio fare finta di niente. Non potrei mai trattarti come prima. Non poteri mai risponderti acidamente o stuzzicarti senza sentirmi strano e felice. Non ci riuscirei.''
Lei aspettava ancora, una risposta più chiara.
Ma lui non disse più niente. 
Le si avvicinò e la baciò con delicatezza, quasi avesse paura di romperla.
''Vieni a Hogsmeade con me?''

                                                                                          *****

Peter si rigirava e rigirava nel letto. Era solo, i suoi amici erano a fare colazione. E non si era mai sentito così solo.
La testa girava senza sosta. Ed insieme a lei le parole della Black.
''Pensaci Minus, vuoi veramente passare la vita all'ombra di qualcuno? Fungere solo da cagnolino? Eternamente dimenticato?''
Cosa doveva fare? I suoi amici non sembravano avere dubbi sulla loro amicizia. Ma lui sì.
Anche da Animago era inutile. Doveva solo fermare quello stupido albero, poi basta. 
Troppo piccolo per combattere un lupo.
Troppo debole per controllarlo.
Come nella vita.
Troppo piccolo per essere notato.
Troppo debole per reagire.

                                                                                         *****

''Tu sei sicuro di questo, Sirius?''
Il moro la guardò senza capire negli occhi verdi, come una foresta di sera.
''Di cosa Anna?''
''Non mi abbandonerai mai?''
''No.''
''E ne sei così sicuro?''
''C..certo, perchè?''
''Come faccio a capire se mi dici la verità?''
''C-cosa?''
''Come faccio a capire che non mi stai mentendo?!''
''Devi...devi crederlo, e basta.'' rispose un pò titubante.
''Non so se voglio.''
''Per scoprire se il fuoco brucia devi toccarlo.''
''Proprio per questo. Non sono sicura di volermi bruciare.''
Si alzò e uscì, lasciandolo lì da solo.
Prima di chiudere la porta si girò, guardandolo ancora sul divanetto, con gli occhi persi.
''Hai ragione Sirius. Per scoprire se il fuoco brucia bisogna scottasi. Per scoprire se l'acqua è pericolosa però bisogna annegare. Per scoprire se un terremoto è dannoso, ti deve cadere la casa sulla testa. Ma sono scoperte troppo azzardate, pericolose. Indelebili. Di segni indelebili ne ho fin troppi, io. Non voglio richiare di annegare. Non di nuovo.''

                                                                                         *****

''James?''
''Sì?''
I due erano seduti sulle sponde del Lago Nero.
''Perchè sei innamorato di me?''
''Cosa?''
''Perchè ti sei innamorato così di me? Mi vieni dietro da 7 anni. Perchè? Perchè non ti sei arreso e basta?''
''Lily...''
''Io non sono come le altre. Bella, attraente, divertente, gentile...Sono solo una babbana che per paura di essere risbattuta nel mio mondo si è aggrappata con unghie e denti ai libri, diventanto solo un'odiosa so-tutto-io.''
''Lily, sei molto più di questo.''
''E tu l'hai capito a 11 anni?''
''Sai benissimo che era una sfida. Una stupida scommessa fatta con Sirius.''
''E allora perchè tu sostieni di no?! Me lo stai dicendo! Mi stai dicendo che io sono un trofeo!''
''Lily ti è mai capitato di cercare di fare qualcosa e non riuscirci?''
''Sì.''
Petunia. Continuò dentro di sè.
''E poi la prendi come una sfida personale. E non riesci più a fare a meno di provarci. E riprovarci. E ti accorgi che appena cerchi di smetterla, di lasciare perdere, non ce la fai. Perchè ti ci sei abituato. Perchè non puoi più farne a meno.''
''Io sono la tua sfida. Il tuo gioco.'' bisbigliò la rossa, con gli occhi lucidi fissi sul terreno.
''Mi sono innamorato di te giocando. E più andavo anvanti, e più vedevo che tu non cedevi. E mi accorgevo che mi sentivo sempre più male a causa dei tuoi No.  Che ti sognavo la notte. Che ti vedevo nei miei piccoli gesti quotidiani. E stavo sempre più male.''
''James...dimmi la verità. Mi sposeresti?''
''Subito. Adesso. In questo momento.''
''E mi prenderesti con te tutta la vita?''
Le sorrise. ''Non saprei più come vivere senza di te, tutta la mia vita.''
''A quante lo hai detto prima di me?''
''Nessuna.''
Lo aveva detto sincero. Serio, guardandola negli occhi.
Gli si buttò tra le braccia, ridendo e piangendo insieme.
''James?'' lo chiamò ancora poi. 
''Un'altra crisi?'' chiese ironico lui baciandola con delicatezza.
Sorrise tra il bacio.
''No.''
''Allora?''
''Chi è Harry?''
Lui la fissò.
''Nessuno.'' disse leggermente cupo poi.
''Chi è Harry?'' ripetè più convinta.
''Davvero Lily, nessuno.''
''Uff, come sei noioso! Andiamo! Dimmelo!''
''Non è  nes-''
''Si questo l'ho capito. Ma cosa vuol dire allora per te?''
Scese il silenzio.
''E'... il nome che darei a mio figlio.''
''Perchè?''
Scrollò le spalle.
''E cosa centro io con lui?''
Lui  prese un bel respiro.
''La mamma di Harry, del mio primo figlio, vorrei che fossi tu.''
Lei spalancò gli occhi.
''Io?''
''Me l'hai chiesto tu prima se volevo sposarti.'' disse sempre serio.
''Ma...ma..non centra...io non credevo...che...che..''
''Che sono capace di formulare un desiderio così?''
Lei annuì.
''Una notte del quinto anno, l'ho sognato. Harry. Era uguale a me. Ma con gli occhi verdi, come gli smeraldi. I tuoi.''
''Forse eri troppo confuso. Ero talmente insopportabile che ti sei visto con in miei occhi.''
''Oh,no. Non ero io. Era un'altra persona. Ne sono sicuro.''
''Sicuro? E come fai?''
''Spicologia maschile?''
Risero insieme. Un unica voce. Un unico pensiero. Un unico amore.



Angolo dell'autrice:
Buon Giorno a tutti! 
Allora questo capitolo è più corto degli altri.
Ho cominciato a diminuire la lunghezza. Non ce la faccio più a farli così lunghi. Non perchè non abbia idee ma perchè non ho tempo.
La scuola sta finendo e i professori ci stanno ammazzando.
Non reggo più.
Meno male tra 2 settimane si finisce.
Non credo di riuscire a mattere un altro capitolo, ma non si sa mai.
Purtroppo, quest'estate non credo di aggiornare.
Mio fratello (accidenti a lui) è un cretino e mio papà ha deciso che non potremo usare il computer durante l'estate. 
Vi prometto che continuerò a scivere i capitoli e che appena potrò li metterò subito.
Se ce la faccio metterò un ultimo capitolo prima di metà giugno.
Baci a chi segue, a chi mette nei preferiti, seguiti o da ricordare.
Ciao Trich! XD
Baci ancora.
Alice.

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Capitolo 12
*** ''Tu hai paura di innamorarti...'' ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte 

 

Capitolo 12
                                             ''Tu Hai Paura Di Innamorarti...''
 

                                                                                                                   {  Ancora a Trich, a FlorAVita e alla mia sposina preferita, kateausten }


Sirius Black, tornò nel dormitorio, sconfitto, ancora stravolto per le parole di Annabeth.
Non era possibile.
Perchè non si fidava di lui?
Spalancò la porta e vide James e Remus che giocavano a Spara Schiocco.
''Sir, che hai?'' chiese preoccupato James
''Ho parlato con Annabeth.''
''E...?''
''Non so che cosa le è preso. Mi ha chiesto...se ero sicuro di...amarla...e del...del fuoco, dell'acqua...non vuole annegare...e...''
''Sirius cosa stai dicendo?''
''Annabeth non vuole capire.''
''O forse sei tu che non capisci lei.'' si intromise Lupin per la prima volta.
Scese il silenzio.
''Scusa?''
''Tu non la capisci.''
''E cosa dovrei capire!?''
''Per esempio i problemi con suo padre. La morte di sua madre. La sua vita d'inferno.''
''Cosa?''
''Annabeth ha assistito alla morte di sua madre quando era piccola. L'ha uccisa il padre. Lo sapevi?''
Sirius rimase in silenzio.
''Lei, ma madre e il padre sono andati a vivere a Parigi, quando lei aveva appena 5 anni. La sorella è nata qualche mese dopo, in Francia.  Sapevi anche questo?''
Felpato non disse ancora niente.
''Annabeth è stata picchiata fino quasi rimanere in fin di vita per difendere la madre, la sorella e lei. Immagino che eri al corrente di questo.''
Finalmente rispose. 
''Sapevo alcuni dettagli, Remus. Non mi ha mai voluto dire niente.''
''Nasconde tutto questo dietro i suoi borbottii in francese e i dispetti con te. Lily me l'ha detto all'inizio dell'anno. Lei e Alice conoscono il padre. La rossa dice di non aver mai visto un uomo così glaciale.''
Sospirò.
''Forse faresti meglio a chiederle qualcosa.''
Black si sentiva uno schifo.
''Hai ragione, sono uno stronzo...''
''Mai  detto questo io...''
''AH!'' urlò improvvisamente James ''Madonna un giorno o l'altro ammazzo questo gufo! E' terrificante! E mia mamma si ostina a tenerlo!''
Alla finestra era comparso un gufo grigio e nero, il muso un pò schiacciato e due occhi enormi e sporgenti, uno giallo e l'altro viola.
''Come sei esagerato James!'' sbuffo Lupin, mentre l'altro si avvicinava alla finestra a prendere la lettera.
'' Non sono esagerato! Sei tu che sei innamorato di questo sgorbio! Vattene stupida bestia!''
Quello volò via offeso.
James lesse la lettera.
''L'hanno trovata.'' disse poi in un sussurro.
''Cosa?'' chiesero i due compagni.
''L'hanno trovata!'' esclamò più convinto.
Si infilò una camicia e dei pantaloni, visto che fino a quel momento era rimasto in mutande.
''L'hanno trovata! L'hanno trovata!! L'hanno trovata!!!'' urlava saltellando su un piede mentre si metteva i pantaloni.
''CHI!?''
''Andiamo Remus! Dobbiamo andare da Ninfadora!''
''Perchè!? Per i boxer di Merlino! James! Che c'è!?''
''L'hanno trovata.'' ripetè ancora una volta.
''Hanno trovato Andromeda.''

                                                                                          *****

Lacrime di terrore miste a quelle di tristezza scendevano lente sulle guance di Annabeth.
Non voleva. 
Malfoy.
Di nuovo no.
L'altra volta era stata salvata dai Malandrini. 
Ma adesso non ci sarebbero riusciti.
Piangeva disperazione pura.
Quegli occhi di ghiaccio le ricordavano il padre.
La madre. 
Quella sera.
La sua ultima sera con il suo angelo.
Malfoy la baciava con foga mentre le mani esperte si insinuavano sotto la camicia.
Trovò la voce, e urlò con tutte le sue forze.
''Mollami! Mollami!''
Si dimenava come una pazza.
''Mollami! Subito!''
La rabbia cominciò a montarsi dentro di lei.
Era tutta colpa sua se la madre era morta.
Se sua sorella era imprigionata in quella casa.
Tutta colpa di suo padre.
E adesso lei lo vedeva negli occhi del biondo.
Gli tirò un calcio nello stomaco e finalmente, rimasto senza fiato, lui la lasciò.
Prese con un piede la bacchetta che era caduta sotto di lei, si alzò e stavolta e pericolosa come una furia la puntò verso Lucius.
Lui si era ripreso ed era di fronte alla ragazza con la bacchetta tesa.
''Se veramente noiosa, mezzosangue. Non sai cosa darebbero molte come te per fare un giro con me.''
''Lurido verme! Non osare parlarmi in questo modo! Non osare! O ti ammazzo!'' 
La mora era irriconoscibile.
I lunghi capelli fluttuavano intorno al viso e gli occhi verdi, di solito tranquilli , erano riflessi di un luccichio rosso.
''Crucio!'' urlò il biondo.
Lei si accasciò un poco ma si rialzò subito.
''Qu'est-ce que tu es en train de faire et? Comment oses-tu seulement toucher moi!? Tu es un idiot! Tu es un idot!'' urlò in francese.
Malfoy per la prima volta si spaventò.
La ragazza era completamente fuori.
''Je jure que je te tuerai!''
In quel momento Sirius sbucò dal nulla e la prese per le spalle.
''Annabeth! Annabeth! Che cosa stai facendo!?!'' una nota di terrore gli invadeva la voce.
''Je veux lui tuer! Je veux lui tuer! Il a tué ma mère!''
''Cosa dici Annabeth!? Cosa stai dicendo!?''
Non capiva il significato di quelle parole.
Finalmente arrivò Lily.
Sfinita per la corsa.
''Che succede qui!? Anna!''
Lei cercava di divincolarsi dalla presa di Sirius e farneticava in francese.
''Il a tué ma mère! Il a tué ma mère!'' urlava disperata, tra le lacrime.
''Qu'est-ce que tu dis Annabeth! Il n'a pas tué ta mère!'' le rispose la rossa.
''Cosa state dicendo!?'' urlò il moro.
''Continua a ripetere che lui ha ucciso sua mamma! Ma non centra niente Malfoy!'' gli urlò in riposta lei disperata.
''Non l'ha uccisa suo padre?'' 
''Sì..ma ...chi te l'ha detto!?''
''Remus, prima. Che facciamo?!?'' urlavano i due per sovrastare le urla di Annabeth.
''Il a tué ma mère Lilì! Il a tué ma mère! Il doit mourir!''
''Ne dis pas ces choses Anna! Reste tranquille!''
''Non! Non! Il a tué ma mère!''
''Perchè fa così Lily!!?''
''Non lo so! E' convinta che Malfoy sia suo padre!''
''Che facciamo!?''
''Dobbiamo portarla in infermeria!''
''Certo! Diglielo tu!''
''Anna! Anna! Nous devons aller à l'infirmérie!''
''Evans, scherzavo! Schiantala!''
''Cosa!?''
''Schiantala...non riesco più a tenerla!''
''Ma..ma...''
''Niente ma! Muoviti!''
''Annabeth. Pardonne-moi. Stupeficium!''
Le sue urla tacquero all’istante
 
                                                                                         *****
 
Sirius Black stava proprio cercando Annabeth quando l'aveva sentita urlare.
Mentre Lily, strano ma vero, stava andando in biblioteca.
Adesso i due erano, la rossa seduta su una sedia accostata al letto dell'infermeria dove giaceva l'amica, e l'altro in piedi dietro di lei.
''Cosa le è successo?'' sussurrò Lily.
''Solo lei lo sa.''
Scese di nuovo il silenzio.
Entrarono poi James, Remus, Peter e Ninfadora.
Tonks si precipitò vicino alla rossa, mormorando parole incomprensibili.
James prese le spalle di Lily e le diede un bacio.
Gli altri due si misero accanto a Sirius.
Tonks borbottava.
''Cosa...cosa...cosa...non può essere...insomma! Cosa diamine è successo!?''
''Era fuori di sè. Continuava a dire che Malfoy aveva ucciso sua madre. Era furiosa. E disperata. Mi faceva paura. Non ascoltava nessuno e Sirius non riusciva quasi e tenerla ferma. '' disse tutto di un fiato la rossa.
''E' orribile.''
''Sì.''
''La buona notizia, Lily, è che gli Auror hanno trovato Andromeda.''
La Evans alzò lo sguardo su Ninfadora che fece un sorriso tirato.
''Bene Dora!''
''Sì. Domani parto e vado a trovarla. Silente mi ha dato il permesso. Doveva venire anche Sirius ma preferisce rimanere qui con Annabeth.''
Tutti lo fissavano.
''Sirius lo apprezzerà vedrai.'' gli disse James.
''Non ne sono così sicuro.''
''Perchè dici questo Black?'' chiese la rossa.
''Non sembrava molto entusiasta del mio comportamento questa mattina.''
''Avete chiarito?''
''Si come no. Mi ha lasciato da solo come uno scemo dopo avermi fatto un super discorso che solo tra donne si capisce il vero significato, con tutti i paragoni e menate varie.''
''Sirius, Annabeth non ha avuto una vita facile.''
''E PENSI CHE LA MIA E' STATA UNA PASSEGGIATA IN CORTILE!?''
''Non ho detto questo...''
''Sono considerato un traditore del mio sangue, sono stato massacrato dalla mia famiglia, e come ti può dimostrare la scomparsa di Andromeda, non appena ne hanno l'occasione cercano di farmi fuori. Vivere con i Black non è stato facile. Anzi. Forse sono stato trattato peggio di come avrebbero trattato te, Evans!''
''Non parlarle in questo modo, Felpato!''
''E tu non ti intromettere James! Tu lo sai più di tutti di come è stata la mia vita. E ti ringrazio infinitamente per quando, appena è stato possibile, mi ai aiutato a scappare e accolto in casa tua. Grazie davvero Ramoso, ma non pensate che non me ne sia mai fregato niente della vita di Anna! Non me ne ha mai voluto parlare nel dettaglio. E io non volevo insistere visto che mi trovo in una situazione quasi uguale.''
''Tu non hai perso la mamma, Black.'' bisbigliò con rabbia Lily.
''Oh Evans. Io anche peggio. Io non ce l'ho proprio avuta una mamma.''
Tutti rimasero in silenzio, paralizzati da quelle parole. Dette con rabbia, risentimento e forse un pò di malinconia.
''Pensavate davvero che io considerassi mia madre, quella là? Dopo tutto quello che mi ha fatto in 15 anni di vita?''
Nessuno osò rispondere.
''Scusate.'' disse forse senza scusarsi davvero.
Poi il bel ragazzo uscì dall'infermeria sbattendo la porta.
E Annabeth si agitò nel suo letto.

                                                                                         *****

Per cambiare discorso Lily chiese a Tonks della madre.
''Non so ancora esattamente quello che le hanno fatto. James ha detto che l'hanno ritrovata a Nottur Alley, da Magie Sinister. 
Era senza sensi. L'hanno subito portata al San Mungo. Non dovrebbe starci più di due giorni. Papà è già andato da lei. Dice che sta bene.''
''Meno male è finita bene.''
''Già. Meno male.''
Entrò di corsa l'infermiera.
''Per favore uscite tutti. Sta arrivando il preside. Devono rimanere la signorina Evans e Black...Dov'è finito Black?''
''Vado a cercarlo Madama Chips. Era uscito un attimo per andare al bagno.'' disse velocemente James, precipitandosi fuori dalla porta.

                                                                                          *****

''Sirius...''
''Non voglio venire James.''
''Devi parlare con Silente.''
''Non ne ho voglia. Ci può parlare la Evans.''
''Sir. Che ti succede?''
''Niente.''
''Non sei mai stato bravo a mentirmi.''
''...''
''Cos'è che ti fa più male Sirius, il fatto che ti abbia scaricato o il fatto che prima non ti riconosceva?''
''Non mi ha scaricato.''
''No ma ti ha chiesto una cosa che ti ha fatto pensare.''
Lui guardò l'amico con faccia interrogativa.
''Sai quando mi dicevi che non ti saresti mai innamorato veramente?''
''Cosa centra questo, adesso?'' chiese irrigidendosi.
''Sai io credo che tu, invece, ti sei innamorato dell'unica persona che ha avuto il coraggio di chiederti se la amavi. E tu non avresti mai risposto di sì.''
''Non centra niente''
''Tu sei spaventato da questo sentimento Sirius.''
Lui sospirò.
''E perchè?''
''Perchè anch'io ne ero spaventato prima di conoscere Lily. Mi faceva paura. Hai paura di soffrire. Tu hai paura di innamorarti.''
Tu hai paura di innamorarti.
Quelle parole rimbombarono nella sua testa.





Angolo dell'Autrice:
Buon giorno a tutti!
Bene con mia grande sorpresa, tra le interrogazioni di fisica e i compiti di matematica sono riuscita a scrivere uno 'pseudo-capitolo'
E' corto lo so.
Ma ve l'avevo detto che comincio ad accorciare.
Grazie ancora a Trich ( non farti vedere tu eh! L'unico modo per farti commentare è offenderti!  Alba!) , a FlorAVita e a kateausten ( la mia sposina) che mi auguro si metta in pari con i capitoli.
Tra poco iniziano finalmente le vacanze estive ( non vedo l'ora) e come vi avevo gia detto l'altra volta non vi prometto niente. 
Baci ancora a tutti.
Alice

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Capitolo 13
*** Notte di morte ***


 

L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte 

 

Capitolo 13
                                 Notte Di Morte

 

 

Silente stava accarezzando la docile creatura che aveva al suo fianco.
La fenice, intanto fissava il posto vuoto davanti alla sedia del preside.
''Fanny, sii paziente, arriveranno.''
Come aveva previsto, infatti pochi minuti dopo una ragazza magra, dai capelli rossi e gli occhi verdi entrò nella stanza, girandosi a chiudere la porta con cura, per poi mettersi in piedi davanti ai due.
''Signorina Evans, grazie per essere venuta.''
Lei abbassò il capo, tenendo lo sguardo fisso ai suoi piedi.
''Sirius?'' chiese il preside leggermente proccupato.
Lei fece passare alcuni secondi di silenzio poi sussurrò ''Potter lo sta cercando.''
''Non si accomoda?''
La rossa scosse la testa.
E scese il silenzio assoluto.

                                                                                         *****

Tu hai paura di innamorarti.
Niente di più vero.
Lui, Sirius Black, aveva sentito un brivido di paura percorrergli la schiena quando Annabeth, gli aveva chiesto se l'amava.
Già.
L'amava?
Era sicuro che lei non era una come le altre.
Ma da lì, ad amarla?
La strada era così lunga come credeva?
Niente affatto.
Questione di un passo.
Questione di un bivio.
Stava a lui decidere quale strada scegliere.
Vagava solo nei corridoi bui.
Doveva raggiungere Silente, ma sarebbe stata l'ultima persona da cui sarebbe andato.
Si incamminò infatti verso l'infermeria.

                                                                                          *****
 

Le pesanti porte dell'ambulatorio della scuola si aprirono con uno strano rumore e si richiusero con uno altrettanto inconsueto.
Sul terzo letto, sotto le vetrate, riposava una figura pallida, gli occhi chiusi e i capelli lunghi e color del legno, lisci sulle spalle.
Aveva una camicia da notte bianca come il latte, che era bianca quanto la pelle della ragazza, coperta fin sotto al seno da un lenzuolo color panna.
Il ragazzo appena entrato si fermò a contemplarla.
Si avvicinò piano al letto.
Si chinò su di lei.
E appoggiò le labbra sulle sue.
La baciò.
Ma lei non poteva ricambiare il bacio.
Con una stretta al cuore, Sirius si rialzò, prese una sedia e la mise vicino al letto.
Ci si mise a sedere.
Prese la mano della ragazza e aspettò.
Con pazienza.
Aspettò.

                                                                                           *****

Annabeth aprì gli occhi.
La luce del giorno la investì.
Richiuse di scatto le palpebre.
''Ben svegliata Annabeth.''
Lei tenne chiuse gli occhi, sentendo una fitta di dolore attraversarle il petto.
''Vado a chiamare la Chips.''
Cercò ancora di non aprirli.
La prima volta che si erano parlati da amici, era stato proprio lì dentro.
Con l'infermiera.
Per curarla.
''Non ce n'è bisogno, Sirius.'' disse severa e con un tono duro, sopratutto nel pronunciare il nome.
Lo sentì sospirare.
Aprì finalmente gli occhi verdi, scuri, che quasi stonavano con il bianco pallido della pelle.
''Annabeth, perchè sei così dura con me?''
''Che ora è?'' chiese lei ignorando totalmente la domanda.
''Le 7 e 20''
''Così presto?''
''Sì.''
''Quanto sono rimasta incosciente?''
''Più di due giorni.''
''Dove sono gli altri?''
''Dormono.''
Stavolta sospirò lei.
''Posso uscire di qui?''
''No.''
''Lo immaginavo.''
Cercò lo sguardo del ragazzo, incoscientemente.
''Anna...''
''Ero inquieta quella notte. Non riuscivo a dormire. Mi ero alzata per andare dai miei genitori, nel 'lettone' così, ero certa, mi sarei addormentata. Ma non ci arrivai mai.O almeno non come avrei voluto''
Fece una pausa senza smettere di fissarlo.
''Avevo sentito mio padre urlare contro mia mamma, così spaventata mi ero nascosta dietro la porta.
Lei non era una strega. Mio padre la picchiò. Le urlò contro. Dandole tutta la colpa della nascita di mia sorella. Ero già un peso io. Non voleva un alto figlio. Sopratutto femmina.''
Si fermò di nuovo.
''Annabeth...''
''Valerie era nata da pochi mesi. Piangeva e disturbava il sonno di mio padre. Non la sopportava.
Aveva addirittura minacciato di ucciderla. Mamma l'aveva sempre protetta. Come proteggeva me.
Avevo solo 5 anni. O poco più. Quando mio padre uscì dalla stanza, mi precipitai dentro.
Vidi mia madre, coperta di sangue, senza vita. La chiamai, anche se lei non mi poteva sentire, fino a quando qualche ora dopo Valerie non si mise a piangere. Corsi da mia sorella. Avrei impedito anche, a costo della mia vita, a mio padre di ucciderla.
Così, la mattina dopo mia mamma era morta per 'un attacco improvviso durante la notte' e fu fatto il funerale il giorno stesso.''
Una lacrima silenziosa le percorse il viso. Ma lei non ci badò. Continuava a fissare Sirius.
''Ho continuato per tutta la vita a proteggere mia sorella, sempre e comunque. Ostacolando mio padre l'ho protetta. Ma non è mai stato magnanimo lui, e non lo sarà mai. Se aveva in mano la bacchetta si serviva di quella, se no, faceva alla babbana.''
Un'altra lacrima.
''E io, io non mi sono mai ribellata. Non ho mai detto a mio padre che sapevo come è morta mamma. Perchè tutte le volte che lo guardavo, che lo guardo, penso a lei, che è morta per proteggere le sue figlie. E io devo proteggere Valerie.''
Gli mostrò il braccio.
Sulla pelle pallida si vedevano chiaramente i lividi magici e non, che aveva sopportato per tutta la vita.
Rimasero in silenzio a fissarsi.
Poi lei abbassò la testa.
''Devo vestirmi.''
''Hai bisogno d'aiuto?'' quella domanda gli era uscita spontaneamente, senza neanche pensarci.
Lei alzò lo sguardo con aria interrogativa e anche un po' imbarazzata.
''Eh?''
''Niente, scusami. Me ne vado.''
''Aspetta!!''
Il ragazzo si girò.
''Puoi...puoi...''
...restare?
''Ehm, potresti chiamarmi Lily?''
''Si, certo.'' rispose un po' deluso.
''Grazie Sirius.''
''Prego Annabeth.''
Lei si pietrificò sotto l'effetto di quelle parole.

                                                                                        *****
 

''Rossa...rossa?'' bisbigliò James all'orecchio di Lily.
''Ancora 5 minuti, Ali...''
''Evans! Sono io!''
''Sì, sì, Ali so chi sei...sei...POTTER!?''
La ragazza si svegliò di colpo e si rizzò a sedere sul letto.
''Ma sei impazzito!?'' urlò sottovoce.
''Sì.'' disse baciandola.
Lei lo staccò immediatamente.
''Cosa ci fai qui!? Sono mezza nuda!''
Infatti la rossa dormiva con dei pantaloncini corti e una canottiera trasparente.
''Come se non ti avessi già vista mezza nuda.''
Lei arrossì.
''Non, non, sparare bestialità!''
''Certo che no...'' sussurrò sdraiandosi sopra di lei e facendola scivolare sotto di lui.
''James siamo nel dormitorio femminile!''
''Lo so.''
''E ci sono le mie compagne, cosa hai intenzione di fare!?''
''Sbagliato. Le tue compagne sono già in infermeria, a trovare Annabeth.''
''Di già!? Che ore sono? E si è svegliata!?''
''Sono le 9, e …''
Sì, si è svegliata...
''No, dorme ancora.''
''Non hai risposto a una domanda, però...'' disse sensuale lei alzandosi appena a baciarlo.
''Cosa ho intenzione di fare? Bhe vediamo...'' rispose lui mettendole le mani sui fianchi sotto la canottiera.
Lei si allarmò.
''James!? Sei tu vero?!''
''Ahahah, certo sono io! Stavo scherzando. Sei bellissima quando ti spaventi!'' disse tra le risate.
Lei gli tirò un pugno nello stomaco.
''Ahio! Lily!''
''Come siamo fragili!''
''Ehi! Non è vero! Sei tu la timorosa qui!''
Lei si rabbuiò.
''James...''
''No Lily! Scusami, non volevo, davvero. Non volevo dire quello.''
''Invece sì. E hai ragione.''
''Lily Evans! Guardami!''
Lei alzò la testa.
''Io posso aspettare anche 100 anni. Posso anche morire mentre aspetto. Io non ti voglio costringere a fare niente. Io sto bene qui con te. Ma con te. E nessun altro. Mi sento bene a scherzare, ridere, giocare, litigare, con te. Quindi non farti strane idee. Ok?''
Lei annuì.
''Non mi hai ancora detto che ti ha detto Silente l'altro giorno.'' concluse mettendosi a gambe incrociate sul letto davanti alla rossa.
''Bhe, alla fine Sirius non è venuto. E allora ho raccontato io. Ha detto anche lui che è stata una cosa molto strana. Annabeth non avrebbe dovuto reagire in quel modo. E, e, lui ha paura che …''
''Che?''
''Lei, sia malata.''
''Cosa?''
''Malata. Ecco, che possa avere reazioni anche violente che non può controllare. E, insomma James hai visto anche tu. Diventa davvero molto difficile calmarla.''
Lui stette in silenzio.
''Io ho paura che possa, perdere il controllo quando meno ce lo aspettiamo. E, ho paura che possa, possa distruggere lei e chi le sta intorno.''
''Non ti ha detto cosa può avere causato questo, ehm, piccolo problema?''
Lei fece un sorriso amaro.
''Oh, no. Non l'ha detto apertamente ma io, ne sono più che sicura.''
''Il padre?''
''Quell'uomo l'ha trasformata. Schiavizzata e torturata. E' un mostro.''
''Lily, non fare assurdità, però. Ricordati che per il momento ce l'ha lui il coltello dalla parte del manico.''
''Cosa vuoi dire?''
Lui sospirò.
''Voglio dire che se lui ritiene che qui si stia facendo strane idee, ecco io temo che possa , riprendersela.''
Lei spalancò gli occhi.
''Riportarla in Francia?''
''Ripeto, che lui può fare quel che vuole. E' un uomo violento e autoritativo. Non si farà mettere i piedi in testa da sua figlia.''
''Non gli permetterò di riprendersela.''
Lui le alzò la testa con le dita.
''Sono più che sicuro che ci riuscirai.''
Lily arrossì appena.
''Andiamo Evans! Annabeth si è svegliata.''
''COSA!? Avevi detto di no!''
''Ehm...pesce d'Aprile?''
''Siamo a Novembre!''
''Pesce di Novembre!''
''Andiamo stupido!''
''Vieni in pigiama?''
Lei prese la bacchetta e trasfigurò i vestiti. I capelli si pettinarono e lisciarono sulle spalle e prese al volo uscendo dalla porta un mazzo di fiori sistematicamente apparso dal nulla.
''Chi arriva ultimo paga da bere oggi pomeriggio!''
''Oggi pomeriggio?!'' urlò di rimando James.
''Hogsmeade!''
''Giusto. Hogsmeade.''
''Te n'eri dimenticato eh?'' chiese lei con aria divertita.
''No. Avevo solo bisogno di, di,...''
''Ricordartelo.''
''Va bene, se lo dici tu.''
Correvano per i corridoi.
''Aspettami Evans!''
''Fossi matta!''
Lui scese di corsa tre scalini per volta.
L'afferrò per un braccio, e la fermò.
Lei cercò di dimenarsi tra le risate.
''Non vale! Ahahah! Se mi fermi non val...''
La baciò.
Così, in pubblico.
Davanti a tutti.
Tutti li fissarono, convinti che la rossa avrebbe ammazzato il giocatore di Quidditch.
E si sarebbero presto ritrovati senza 'il più bello e bravo Cercatore che Hogwarts abbia avuto negli ultimi cento anni' – come diceva il suo Fan Club.
Ma per lei non esisteva più niente.
E nessuno.
C'erano solo loro due.
E il loro Bacio.
Il loro Amore.

 

 

L'angolo dell'Autrice.
Ho fatto uno sforzo sovrumano per mettere questo capitolo!
Ma finalmente ce l'ho fatta.
Più o meno.
Insomma dai! Sono stata bravissima. Dovrei cazzeggiare tutto il giorno invece mi sono impegnata e ho sfornato questo capitolino.
Si fa per dire.
Dai sono contenta.
Spero di aver fatto un lavoro, discreto almeno.
Bhe se vi interessa ho fatto l'account su Facebook.

http://www.facebook.com/profile.php?id=100002543632108


Sono stata bravissima, ovviamente tutto questo grazie a Trich. Brava bella.
Grazie anche a FlorAVita , kateausten, e quella sclerotica di _Tears_( sempre loro eh!)
Baci a tutti, e finalmente, Buone Vacanze

 

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Capitolo 14
*** Inferno ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte 


Capitolo 14            
                                                       
Inferno

''Permesso..."
''Vieni Lily. In effetti ti aspettavo. Immagino che ti abbiano detto che sono sveglia.''
 Lily entrò nella stanza con il mazzo di fiori abbandonato sul fianco.
Rimase impressionata alla vista dell'amica.
Di solito era solare, e allegra.
Nulla sembrava rimasto in quel corpo della vecchia Annabeth McNoir.
La stanchezza era evidente, ma il tono col quale le aveva parlato era freddo e rigido. Gli occhi era severi e la scrutavano attenti come quelli del padre.
Un brivido le scosse il corpo.
Quella davanti a lei era la primogenita sempre sognata da William McNoir. 
Non era certo la bella e innocente bambina, figlia della gentile Diana Chandler.
''Anna stai bene?'' chiese l'amica cercando di non sembrare preoccupata, e mettendo i fiori nel vaso accanto al letto.
''Non chiamarmi Anna.'' disse secca.
''Scusami. Hai bisogno di qualcosa?''
''Sì, che tu esca di qui.'' 
Lily perse un respiro. Non era possibile. 
Cercò di trattenere la rabbia e la delusione e scusandosi gentilmente uscì di lì.
 
                                                                                          *****

Il ritratto della signora Grassa si mosse rapido lasciando entrare una Lily Evans, parecchio sconvolta.
I Malandrini al completo più Alice, Frank, e Ninfadora la guardarono confusi.
''Evans?'' ruppe il silenzio di tensione Sirius.
''Anna, voi, voi, avete visto vero?!''
Si scambiarono sguardi incuriositi.
'' Sì, Lily, mi è sembrato che stesse bene. Solo un pò pallida.'' disse Remus.
Lei lanciò a James uno sguardo implorante.
'' No! No! Lei è cambiata! È diventata come suo padre!''
'' Lily te lo sarai di sicuro immaginato. Stava benissimo prima.'' aggiunse Alice.
''Mi ha SBATTUTA fuori dall'infermeria!! Mi ha detto che voleva che me ne andassi!!''
'' A noi non ha detto niente. Anzi era molto contenta che fossimo lì.'' ribatté Remus.
Lily trattenne un lacrima di tristezza.
Lurida Mezzosangue!
Scacciò dalla mente quelle parole.
''Non, non è vero. È cambiata. Per favore credetemi! Sirius?''
Il Black era rimasto in silenzio, non aveva interferito e guardava la rossa con preoccupazione.
'' Evans, vieni con me!'' esclamò prendendola per un polso e trascinandola fuori, sotto gli occhi allibiti di tutti.

                                                                                          *****

Sirius spalancò la porta dell'infermeria e si bloccò sulla soglia.
Quello che temeva era già successo.
Annabeth, seduta con la schiena dritta sul letto, guardava dritta negli occhi suo padre.
Poi i due si voltarono verso di lui, infastiditi.
''Padre, questo è Sirius Black, primogenito della nobile casata dei Black, ma purtroppo non degno del suo nome.''
Quelle parole squartarono il cuore del bel ragazzo.
Quella non era la sua amica. 
La ragazza che aveva baciato.
La ragazza con la quale aveva parlato poche ora prima.
E con la quale voleva passare il pomeriggio in compagnia, proprio lì, per non lasciarla sola nel pomeriggio destinato a Hogsmeade.
Entrò anche Lily.
''Lei non c'è bisogno di presentarla.'' disse rivolgendo di nuovo lo sguardo a William McNoir.
''Certo. Annabeth ti aspetto tra una settimana a casa. E ora che tu conosca gente di un rango superiore.''
'' Certo padre. Non vedo l'ora.''
'' Vado a parlare con Silente, mon tresor. Aspettami qui.''
Il signor McNoir, uscì lanciando uno sguardo disgustato alla rossa e al purosangue.
Quando la porta si chiuse, la tensione si poteva sentire appiccicata sulla pelle, densa e insopportabile.
Lily deglutì lacrime.
'' Torni in Francia?''
"Non ti deve interessare, illusa. Sappi solo che me ne vado. Come pensi potrei sopportarvi un anno intero?! Mi disgusta solo il fatto di dovervi vedere per un'altra settimana."
"Non, non la pensavi, così. Alla festa di Halloween. Volevi. Restare."
"Molto probabilmente avevo bevuto troppo." disse indifferente.
Scese il silenzio.
"Annabeth, che ti è successo?"
"Ho aperto gli occhi. Molto semplice."
Sirius non riusciva a reggere ancora per molto quella situazione.
" Lily, per cortesia andiamocene!" ordinò senza contare molto le cortesie.
Lei lo guardò, con gli occhi lucidi.
"Certo, certo Sirius."
E uscirono.
L'inferno aveva iniziato a bruciare.
                                                                                       *****

"Cosa le è successo?! Perché c'era suo padre?! Perché è cambiata così?!" Lily sputava fuori domande con rabbia di delusione.
Lei e Sirius stavano tornando in sala comune. Il castello non gli era mai sembrato così vuoto e triste.
"Lei odia suo padre! Lei non vuole tornare in Francia! Lei non è come William McNoir! Lei, lei ... " lasciò in sospeso la frase, guardando fisso nel vuoto.
Sirius non aveva sentito neanche una parola del discorso della rossa.
Lui lo aveva capito subito cosa era successo.
Non era lei quella.
"Sirius? Tu sai cosa le è successo vero?"
Lui annuì cupo.
"Perché l'ha fatto? Che cosa può cambiare ormai?"
"Ev-Lily, tu non conosci le regole dei purosangue. Ci sono varie cose che li spinge a lottare sempre, anche quando ormai le cose sembrano inutili.
Le guerre, le amicizie, la politica...." si interruppe.
"I matrimoni..." riprese come in trance.
"Oh-no...Pensi che Annabeth, sia stata promessa sposa?!"
"Molto probabilmente sì."
"E secondo te, è questo il motivo per cui il padre...."
"Evans, dobbiamo andare da Silente. Subito!"
"Ma...ma gli altri? Non dovrebbero sapere quel che è successo?!"
"Non abbiamo molto tempo. Glielo racconteremo più tardi."
La prese per il polso e corsero dalla parte opposta.

                                                                                          *****

"Annabeth hai capito quel che devi fare?"
"Certo padre. Non ti deluderò. Non questa volta."
"Lo spero."
                                                                                          ****

"Perché ci stanno mettendo tanto?!" sbottò Potter chiudendo di scatto il libro di Pozioni.
"James stai tranquillo. Sono andati a controllare. E sono sicuro che Lily sia solo stanca e che si sia immaginata tutto. E adesso staranno parlando e ridendo per le stranezze di Lily."
"Remus non ne sono molto sicuro."
"Oh, andiamo Ramoso! Per dimostrasti che va tutto bene, ti accompagno in in infermeria, va bene?"

                                                                                          *****

"Professor Silente! Dobbiamo vedere il professor Silente!"
"In questo momento è impegnato signorina Evans, e non vuole essere disturbato. Andatevene immediatamente o sarò costretta a prendere seri provvedimenti."
"Professoressa  McGranitt, la prego! È urgente!"
"Signor Black, la smetta. Andate nella vostra sala comune. Senza fare storie."

                                                                                          *****

"James non correre!"
"Muoviti Remus! Non abbiamo tutto il giorno!"
I due si avvicinarono alle porte dell'infermeria e il moro le spalancò senza farsi troppi problemi.
Annabeth stava parlando con un ragazzo, moro, con gli occhi color dell'oceano, più piccolo di lei di età ma non di statura, in divisa scolastica. Dal collo scendeva, annodata con cura, un cravatta verde e argento.
"Regulus?"
I due si girarono infastiditi.
"Ehm, James... Andiamocene" disse Remus imbarazzato.
Ma il Grifondoro non si mosse.
"Che cosa ci fai qui?"
"La cosa non ti dovrebbe interessare, Potter. Perché non torni da quel traditore di Sirius?"
"Cosa stai facendo ad Annabeht?!"
"Potter abbassa il tono. Sono capace di difendermi da sola. E Regulus non mi sta facendo niente. Quindi andatevene subito di qui. Mi state disturbando."
La voce di Annabeht era dura e distaccata.
Remus rimase pietrificato sotto l'effetto di quelle parole.
"Che ti è successo Anna?" bisbigliò appena.
Era la seconda volta che le dicevano quelle parole, ma lei non poteva sentirle.

                                                                                        *****

"Minerva faccia entrare i ragazzi."
"Ne sei proprio sicuro Albus, non disturbano?"
"Certo che no. Muovetevi voi."
I due entrarono di corsa nell'ufficio.
Non fecero in tempo a dire niente che Silente, parlò.

                                                                                       *****

In sala comune il gruppo aspettava impaziente Sirius e Lily.
I due malandrini intanto erano tornati dall'infermeria e un pò vaghi avevano spiegato che, in effetti, Annabeth era strana. Tralasciando il fatto che fosse in compagnia di Regulus.
Finalmente il ritratto si aprì e mostrò loro i due ragazzi tanto attesi.
La notizia che portavano non era di certo buona.
Sirius sputò fuori dalla bocca le parole che gli facevano meno male.
"Annabeth si sposa."
Tutti lo guardarono allibiti. Non sapevano ancora il resto.
Lily continuò, bisbigliando.
"Con Regulus Arcturus Black."

Angolo dell'Autrice - o quel che ne rimane.
Sono pietosa.
Il mare fa male ai miei capitoli,
Molto male.
Purtroppo non ho potuto aggiornare prima perchè con l'Ipad non ci riesco.
Non ammazzatemi per questo.
E non prendetevela con Annabeth.
Anche se ormai si può capire quel che è successo , anche se io non l'ho ancora scritto apertamente.
Ho pronto anche il capitolo seguente.
Lo metto al più presto.
Grazie a tutti.

Bacioni.
Alice

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Capitolo 15
*** Non tutto è come sembra ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte 

 
Capitolo  15
                                   Non tutto è come sembra


Ecco un'altro capitolo. Ce l'avevo pronto, perchè l'ho scritto quando ero al mare. Siccome presto riparto e non potrò di nuovo, più aggiornare, metterò quelli che ho pronti in questi giorni. Poi vi prometto che appena torno riprenderò a scrivere e ad aggiornare normalmente. Aspetto le vostre recensioni. Buone Vacanze comunque a tutti e tutte. Bacioni!!! Alice


Una figura incappucciata si muoveva silenziosamente per le strade di Londra. 
La casa dei Black non doveva essere distante.
L'uomo aumentò il passo fino a che non si trovò davanti a una serie di appartamenti babbani.
"Tipico dei Black." constató ad alta voce lo sconosciuto nella piazzetta davanti alle case.
Ormai i babbani che abitavano in Grimmauld Place avevano accettato il buffo errore di numerazione che aveva posto il numero undici accanto al numero tredici.
Ma evidentemente il Nero non era un babbano.
Si avvicinò infatti al muro e un attimo dopo era sparito.

"Orion, è proprio da te inventare questi giochetti."
"William non essere tragico. Vedo che il trucco non ti ha fermato."
"Ripeto, che è tipico dei Black nascondersi."
"Siamo di cattivo umore oggi?"
"Niente affatto. Sono venuto semplicemente per dirti che é tutto pronto. Le nozze devono essere celebrate al più presto. Non so se riuscirò ancor per molto a sottomettere mia figlia. Ha la mia potenza. E quei suoi amici impiccioni sono un problema. Il piccolo Potter per esempio ha fegato. Per non parlare di tuo figlio. È proprio un peccato che vi abbia traditi. Sarebbe stato un ottimo guerriero nelle nostre linee."
"Non mi parlare di quel traditore, William! Non merita neanche la nostra attenzione. Morirà presto."
"Hai intenzione di ucciderlo?"
"Questi, non sono affari tuoi."
"Come desideri. Annabeth verrà in Inghilterra fra pochi giorni. Ho già chiesto a Silente di lasicarla andare. Insieme a Regulus. 
Poi lui tornerà a scuola per finire il sul lavoro. D'altra parte è suo compito terminare gli anni di studio. Mentre mia figlia resterà com me fino a che il marito non si sarà diplomato. Durante il suo soggiorno in Francia con me la controllerò, poi dovrà essere Regulus a sottometterla. Non si arrende facilmente quella sciocca. Tutta sua madre."
Orion Black bisbiglió un 'pace all'anima sua', come da sempre gli avevano insegnato di rispettare i morti, anche se di certo non gli interessava la morte di quella mezzosangue.
Eppure era stato sciocco McNoir a ucciderla. Lo sapeva benissimo che il matrimonio è sacro per i Purosangue.
E lui era un loro discendente.

                                                                                       *****

Lily fissava il letto vuoto accanto al suo.
Le mancava terribilmente.
Annabeth si era rifiutata categoricamente di dormire insieme a loro. 
Affondò il viso nel cuscino e soffocò un singhiozzo.
Che cosa doveva fare?!
Una mano le toccò la spalla.
"Lily, non ti preoccupare, si risolverà tutto."
La rossa non si mosse.
"Annabeth tornerà come era prima."
"E se non fosse così?! Se suo padre riuscisse a farla sposare?!"
Alice si mise a sedere accanto all'amica a gambe incrociate sul letto.
Sospirò.
"Tornerà da noi. Non la può comandare e sottomettere tutta la vita."
Lily si alzò e senza degnare di uno sguardo l'amica, uscì sbattendo la porta.
Alice si lasciò cadere sulle coperte rosse e oro.
"Annabeth ti prego torna."

                                                                                         *****

Intanto nei sotterranei Annabeth camminava tranquilla a fianco del fidanzato.
Raggiunsero i dormitori Serpeverde ed entrarono indisturbati.
Regulus condusse la ragazza nella sua stanza.
"Sdraiati!" ordinò.
La mora raggiunse un letto ed  eseguì l'ordine.
Mormoró qualcosa e Annabeth si accasciò come una marionetta alla quale vengono tagliati i fili.
Aprì gli occhi spaventata e confusa.
"D-dove sono? E, tu, chi sei?"
Regulus si girò e cominciò a cambiarsi
Poi lentamente rispose.
"Sei nei dormitori maschili dei Serpeverde, tesoro, e io sono il tuo futuro marito."
"C-osa?!" urlò alzandosi.
Improvvisamente dal letto comparvero delle cinghie che la legarono con forza  al materasso.
"Lasciami subito! Io non ti devo sposare! Io non sono innamorata di te! Liberami!" urlò allora dimenandosi
"Forse non hai capito McNoir, che qui non sei tu che comandi. E per il momento neanche io. Io eseguo gli ordini di mio padre. E del tuo."
Lei si irrigidì all'istante.
"William." sibiló tra i denti.
Non lo chiamava mai padre, se non quando lui la obbligava con la forza. 
Aveva sempre ritenuto ingiusto chiamarlo in quel modo.
"Esatto, Piccola."
Lei si agitò nel letto.
La stanza era buia se non per la lieve luce che entrava dalla finestra.
Il ragazzo si avvicinò al letto e la luce lunare gli rischiarò il corpo.
Era magro e alto.
Gli occhi blu come l'oceano brillavano.
I capelli neri come l'ebano erano pettinati e ordinati.
Annabeth si incantó.
Lentamente quasi sussurrando, lo disse.
"Sirius?"
Lui si girò, stupito.
"No Annabeth." era la prima volta che la chiamava per nome.
"Non sono Sirius. Sono Regulus."
Lei ancora non capiva.
"Suo fratello."

                                                                                              *****

Sirius correva senza sosta nella foresta proibita.
Quando era un cane le emozioni erano sempre più attutite e alcune volte l'istinto animale aveva il sopravvento su quello umano e per pochi momenti riusciva a dimenticare tutto.
Sapeva benissimo che Annabeth non stava scegliendo quella vita, ma gli dava enorme fastidio.
Con suo fratello.
Con il piccolo Regulus.
Il suo cuore ebbe un fremito.
Le gambe posteriori cedettero e si ritrovò per terra, tra fango e foglie secche.
Subito riprese la sua forma umana.
Un dolore improvviso lo investì come un treno in corsa.
Gli occhi si inumidirono e il cuore sembrò fermarsi.
" Perchè?! Perché mi fai questo?!" urlò nella foresta buia.
Non sapeva neanche lui a chi lo chiedeva.
Se ad Annabeth, se a Regulus, se a suo padre, o semplicemente lo chiedesse a tutti. O a nessuno.
Sapeva solo che non si era mai sentito così male.

                                                                                         *****

"Perché fai questo, Regulus?"
Il Black rimase stupito dalla domanda.
"Scusa?"
"Perché, se non vuoi, non combatti per i tuoi ideali? Sirius l'ha fatto. Io l'ho fatto. Lo facciamo tutti i giorni. Perché tu non lo fai? Perché  ti fai comandare così?"
Lentamente il ragazzo abbassó la testa e mosse il braccio sinistro.
"Perchè ho scelto io questa vita. Perché penso che il Signore Oscuro ha ragione. E voglio seguirlo."
Alzò la testa, convinto continuó.
"E questo percorso comporta dei sacrifici. Ma io sono pronto a farli. Voglio. Lo voglio io, capisci?"
Le cinghie che legavano Annabeth erano abbandonate ai fianchi del letto, e la ragazza era seduta a gambe incrociate sul materasso.
"Non potrò mai capirti , Regulus."
"Cos'è che non capisci!? È tutto così semplice!"
Lei, lo guardò, con aria innocente.
"Oh, no. Non é affatto semplice. È semplice uccidere le persone? È semplice stare a guardare le ingiustizie che compie questo mago? È semplice la vita dei Mangiamorte, Regulus? A me non sembra affatto."
Scese il silenzio.
Lei si alzò e si avvicinò a lui, silenziosa, fino a quando non fu di fronte a lui, con i nasi che quasi si toccavano.
Lei gli prese il braccio sinistro e alzò la manica della camicia.
Marchiato, come fuoco sulla pelle, l'avambraccio pulsava.
Il serpente e il teschio, simbolo dei Mangiamorte, nero come la pece, sembrava sorridere, felice di mangiare quella pelle di ragazzo.
Lei appoggiò la mano sul simbolo.
Al suo tocco il muscolo si irrigidì.
Annabeth alzò lo sguardo, verso il ragazzo, troppo simile ma allo stesso tempo completamente diverso dal fratello.
Fece scorrere le dita sulla pelle nera.
Scottava.
Osservó con attenzione il Marchio Nero.
Poi si rivolse al Black.
"Fa male?"
Lui la guardò, con gli occhi lucidi.
"Più di quanto pensi."
 
Angolo dell'Autrice.
Non so come mai ma sono particolarmente soddisfatta di questo capitolo.
Forse perché c'è Regulus.
Non ho mai pensato che il fratello di Sirius fosse cattivo, solo che credesse nei principi sbagliati.
Come promesso avevo già pronto il capitolo.
Spero vi piaccia.
Baci a tutti.
Spero anche di aver recuperato per il capitolo precedente.
Non mi piaceva affatto.
Salut!
Alice.

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Capitolo 16
*** Confusione ***


 

L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte 

 
Capitolo 16
                                                      Confusione


La luce nella Sala Comune dei Serpeverde,  era inquietante per Annabeth.
Regulus le aveva permesso di uscire dal dormitorio ma di non andare in giro per il castello. E quando era lì, di solito non la teneva sotto Maledizione Imperius.
Ormai tutte le Serpi sapevano dell'imminente matrimonio tra lei e il secondogenito dei Black. 
Di solito evitavano di parlarle, visto che rimaneva comunque una Mezzosangue, ma quel pomeriggio mentre osservava assorta le inquietanti pareti riflesse del verde del Lago Nero, una ragazza magra e abbastanza alta le si avvicinò.
Aveva i capelli biondi lucenti e lisci, lunghi fino a metà schiena.
Gli occhi erano azzurri, chiari come il cielo d'estate.
Era raro vederla, sopratutto da sola.
Stava sempre in compagnia del futuro sposo, Lucius Malfoy.
Narcissa era molto legata alla sorella maggiore, Bellatrix, mora quanto lei era bionda.
Inquietante quanto lei era tranquilla.
Eppure, la più piccola delle sorelle Black era stranamente rigida, fredda ma fragile.
Si avvicinò alla mora e si sedette sul divanetto accanto a lei.
"Lo vuoi?" le sussurrò senza guardarla.
Annabeth, la fissò un istante poi, ricordandosi della domanda, si riscosse.
"Non capisco cosa voi dire, Black." rispose cercando di assumere un tono duro, come se parlasse suo padre.
La bionda sospirò, poi la fissó negli occhi.
"Tu vuoi sposare Regulus, McNoir?"
Lo chiese con un tono che fece rabbrividire la povera mora.
Non era abbastanza frustante essere comandata dal padre, da Orion e anche dal fidanzato, e sapere che il suo scopo era sposarsi, per Narcissa?!
"Non é affar tuo, Black." disse sperando di essere stata abbastanza severa.
Evidentemente non era riuscita nell'intento.
"Non è il Black che vuoi vero?"
Sapeva che sarebbe arrivata quella domanda.
Lo sapeva benissimo.
Però non pensava gliela potesse fare proprio lei.
Quella domanda le girava in testa da un po'.
Ma era riuscita sempre a scacciarla via.
"Non...non...capisco."
"Annabeth guardami."
Lei, che aveva abbassato lo sguardo, cauta alzò la testa.
"Tu sei innamorata di Sirius non di Regulus."
Lei, al sentir nominare l'amico, perse un respiro.
Poi la invase l'oblio.
"Questo non ha più importanza ormai, Narcissa. Ora se permetti me ne vado."
Annabeth, salì impettita le scale che portavano al dormitorio di Regulus.
Appoggiato alla soglia della porta, c'era invece, proprio lui.
La ragazza proseguì come in trance e andò avanti fino a che il moro non la fermò per le spalle.
"Fermati."
Non era un ordine.
Infatti lei, come se si svegliò all'improvviso, si fermò proprio davanti al ragazzo.
Il suo primo pensiero fu Sirius.
Poi si accorse che era troppo vicina a Regulus.
Aveva il suo stesso odore.
I suoi stessi occhi.
La sua stessa pelle.
Regulus la prese per i fianchi, e chiudendo la porta, la spinse dentro il dormitorio.
Annabeth cercava di rimanere lucida.
Ma non ci riusciva.
I due fratelli cominciavano a confondersi l'uno con l'altro.
La gentilezza di Regulus, si confondeva con la bellezza di Sirius.
E le labbra di Regulus erano sempre più vicine a quelle di Annabeth.
Poi lui si fermò.
Improvvisamente.
A pochi millimetri da lei.
"Non sono lui."
Annabeth sospirò.
"Lo so."
"E allora?"
Lo baciò.
"Ho bisogno di te, Regulus. Promettimi che non farò la fine di mia madre. Per favore, Reg, promettimelo."
"Mi sposerai?"
"Non ho scelta."
"Perché non te ne vai, Annabeth? Perché non scappi? Perché non continui a combattere per i tuoi ideali?"
"Io non perderò mai i miei ideali Regulus. Ma non permetterò a mio padre di rovinare la vita ai miei amici. Compreso te."

                                                                                         *****

I compiti in preparazione agli esami finali a Hogwarts sembrava essere sempre più difficili e complicati. I Malandrini con Lily si erano riuniti in biblioteca. 
La prova di pozioni era stata programmata per il giorno seguente, e i ragazzi non erano troppo entusiasti.
Ma la rossa, non sembrava minimamente preoccupata di questo.
"La settimana sta per scadere..."
"Lily..."
Lei interruppe Ramoso.
"Lily, un corno! James voglio fare qualcosa per Annabeth. Suo padre, William, la sta costringendo con la forza e con l'inganno a sposarsi!
Annabeth è una nostra amica! Dobbiamo fare qualcosa! Non possiamo rimanere qui ad aspettare che le cose si mettano a posto!"
 La bibliotecaria sbucò da dietro degli scaffali.
"Signorina Evans! Per cortesia!"
Lily ammutolì e piagnucolò delle scuse.
Poi riprese il discorso, sussurrando.
"Io voglio fare qualcosa!"
Remus sbatté il libro di pozioni sul tavolo.
"Per i più consunti boxer di Merlino, Lily! Cosa hai intenzione di fare?!"
Madama Pince ricomparve da dietro gli scaffali.
"Signor Lupin! Faccia silenzio, per l'amor di Silente!"
"Certo, mi scusi..."
Sirius bofonchiò qualcosa di molto simile a 'A quella sì, che piacerebbe l'amor di Silente', e Peter ridacchiò, ma fortunatamente la donna non sembrava aver sentito.
Appena la Pince scomparve di nuovo tra i suoi libri, i ragazzi ripresero i loro discorsi.
"Di sicuro ho intenzione di fare qualcosa!" sussurrò rabbiosa la rossa.
"Lily, tesoro, calmati." cercò di placarla James.
"James. Non. Rompere."
"Volete calmarvi tutti un po'?!" sbottò Sirius.
Ancora una volta la bibliotecaria sbucò fuori dagli scaffali.
"Voi. Tutti. Fuori. Dalla. Mia. BIBLIOTECA!!!" urlò.

William McNoir stava beatamente sdraiato sulla poltrona, di fronte al vivace fuoco, in casa sua, nelle sperdute campagne Parigine.
Una piccola bambina di circa 12 anni comparve ad un certo punto sulla soglia del salone.
"Padre."
"Dimmi Valerie."
"Quando torna Annabeth?"
 L'uomo ghignò nell'ombra.
"Oh, vedrai, tornerà presto."
"É andata insieme a quel signore con la barba bianca, tanto gentile, che é venuto a trovarci quest'estate?"
Il malefico sorriso cedette il posto a una strana smorfia.
"Non ti deve interessare, Valerie. Torna a letto. E dormi. Dopodomani ricordati che partirò per Londra. Questione di pochi giorni e sarò a casa. Resterai con Whinie (Nda: Whinie è l'elfo domestico dei McNoir)."
"Certo, padre." flautò la bambina.
Così Valerie  si giró e ritornò saltellando leggermente in camera sua.
Era una stanzetta piccola e bianca.
C'erano poche immagini alle pareti.
Sulla piccola scrivania erano appoggiati fogli e fogli scritti fitti in francese.
La piccola prese una piccola pergamena e la arrotoló.
Fischió fuori dalla finestra e una candida civetta planò sul suo braccio.
"Vais! Trova Annabeth!"

Annabeth passeggiava tranquilla per il castello.
Era notte fonda e non c'era nessuno in giro.
Aveva imparato già da piccola a muoversi di nascosto e non era di certo un problema, sfuggire da quel buffo custode.
Regulus le aveva permesso di uscire ma non doveva parlare con nessuno, soprattutto i suoi amici, e non doveva mettersi nei guai.
La mora scese cauta la scalinata che conduceva in giardino.
Scivolò fuori dal portone e passeggiò serena tra gli alberi.
Ad un certo punto, immersa nei suoi pensieri, udì un fruscio dietro di lei.
Non fece in tempo a girarsi che una mano le tappò la bocca.
Cercò di liberarsi dalla stretta ma era troppo debole.
"A che gioco stai giocando, Anna?!"
Avrebbe riconosciuto la sua voce tra mille.
Il cuore perse un battito.
Le gambe cedettero un momento.
E,dalla bocca, uscì un gemito.
Lentamente la mano la lasciò libera di respirare.
"È un po' complicato da spiegare." sussurró al vento.
"Ah, si?"
La ragazza si voltò di scatto.
"Non l'ho deciso io tutto questo, Sirius!" bisbigliò con rabbia.
Lui la prese per i fianchi.
Si beò di lui, sorpresa da quel contatto.
"Perchè non scappi, Anna!?"
Impressionante come quella domanda le era già stata fatta, inconsciamente,  da suo fratello.
"Non voglio mettervi nei casini. Scusa, ma devo tornare."
Lui non la lasciava.
"No."
"Sirius non dovrei essere qui. Non dovrei parlarti. Non dovrei ... Abbracciarti. Tra tre giorni mi sposo."
Lui la strinse ancora di più.
"Non farlo, ti prego!"
"Non sono io che decido."
Lui ringhiò il nome di suo fratello.
"E per il momento neanche lui. Sirius, devi fartene una ragione. Te e tutti. Sopratutto Lily e Alice. Dille che le voglio bene, e se le ho trattate male, dille che mi devono ricordare come quando ci siamo conosciute. Per favore. Promettimi che glielo dirai. Promettimelo."
Lui era sul punto di protestare. Ma gli occhi da cerbiatta di lei, gli fecero morire in gola tutte le cose che doveva dirle.
"Te...te lo prometto."
"Grazie mille, Sirius." bisbigliò e, gentilmente tolse le mani di lui dai suoi fianchi.
Poi sparì nel castello.
Il ragazzo pensò di morire.
La stava perdendo per sempre.
Doveva fare qualcosa.
"Regulus."

Angolo dell'Autrice.
Ebbene.
Lo so il capitolo è corto ma non ammazzatemi.
Sono stranamente soddisfatta di questi ultimi capitoli.
Evidentemente il mare non mi fa così male.
Buon proseguimento di vacanze a tutti
Il capitolo seguente è in corso.
Lo metteró il più presto possibile.
Grazie Trich.
Bacioni.
Alice

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Capitolo 17
*** Partenze...E arrivi. ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

Capitolo 17
                               Partenze...e arrivi


"La Passaporta è pronta, Annabeth..."
La mora stava ammirando per l'ultima volta Hogwarts.
"Certo."
Regulus le si avvicinò.
"Scusami ma devo."
"Certo."
"Anna..."
"Non c'è bisogno che ti scusi, Regulus. Muoviamoci. Prima iniziamo, prima finiremo."
Regulus era confuso.
O forze semplicemente innamorato.
Non voleva.
Non voleva vederla soffrire.
E il colloquio col fratello, non aveva di certo migliorato la situazione.
Era raro che si pentiva.
Lui, lui non aveva mai sbagliato.
E la presenza di lei, lo confondeva.
Faceva vacillare anche le sue più forti convinzioni.
E la sua paura era l'anno e mezzo che lei doveva passare col padre.
William non era affatto un uomo docile.
E lei era così fragile. Così bella.
Si sorprese a fissarla con desiderio.
Lei gli rivolse un'occhiata imbarazzata.
"Sono pronta."
Regulus si riscosse.
"Scusami, certo."
Faticò per prendere la bacchetta, infilata nei pantaloni eleganti, per l'improvviso imbarazzo che provava.
Lui non arrossiva.
Lui non si imbarazzava.
E poi, insomma, si stavano per sposare.
"Mi dispiace."
Lei sorrise.
Aveva un sorriso bellissimo.
Si sforzò di non badare al cuore che aveva accelerato improvvisamente il battito.
"Imperio!"

                                                                                         *****

La sala comune era deserta.
La domenica mattina era sempre dedicata al letto dalla maggior parte degli alunni di Hogwarts.
Tuttavia Sirius non voleva saperne di dormire.
Annabeth si sarebbe sposata con suo fratello il giorno dopo, e non era proprio entusiasta dell'idea.
"Hai parlato con Regulus?"
Lily era scesa dal suo dormitorio in completo silenzio e si era appostata dietro il divanetto occupato dal ragazzo.
"Sì."
La rossa sospiró.
"Quindi?"
"Credo che si sia innamorato di lei, alla fine."
Lei gli mise le mani sulle spalle.
"Mi dispiace Sirius."
Lui mise le proprio mani su quelle di lei.
"Grazie. Ma non risolveremo niente stando qui."
Lily si staccó e si sedette accanto a lui.
"Sai come la pensano gli altri."
"Bhe preparati Evans. Dopo pranzo raggiungeremo Anna a Londra."

                                                                                         *****

"Si, insomma Remus! Perchè quel cretino deve sempre...sempre..."
James si fermò con un piede in aria, mentre scendeva dal suo dormitorio.
"...sparire" concluse guardando sotto di lui.
"James?" lo guardó confuso Remus. "Cosa...?"
Alcune risatine soffocate da parte dei Grifondoro che passavano di lì, rompevano il silenzio che si era creato in Sala Comune da quando James si era fermato con piede a mezz'aria.
Non ci poteva credere.
Sirius, il suo migliore amico, da potersi ritenere suo fratello, era addormentato su un divanetto, beatamente sdraiato.
E accanto a lui, abbracciata al moro, c'era Lily.
La sua Lily.
La sua ragazza.
Che abbracciava addormentata...

"SIIIIIIRIUUUUUUUUUUSSSS!!!!"

Lily sobbalzò.
Sirius sobbalzò.
E la conclusione immediatamente successiva fu che caddero per terra.
Sirius era finito sopra di lei.
Si affrettò ad alzarsi e si pulì le mani sui pantaloni.
Poi, come ricordandosi della rossa le porse una mano per aiutarla ad alzarsi.
"Che cosa stavate facendo?!" chiese rosso per la rabbia James.
Lily diventò color dei capelli.
"Calmo James. Non é come sembra. E poi guardami! Sono vestito!" flautò Sirius aprendo le braccia come a mostrarsi.
Eh, bhe, insomma... Era in mutande ma per lui era come essere vestito.
"Ma dove ti vedi vestito?! "
Lily se possibile diventò ancora più rossa.
"Oh, andiamo. Come se non sapessi che io dormo, sempre, così!"
James non fece in tempo a ribattere che Remus si intromise.
"Appena avete finito di dare spettacolo possiamo entrare in dormitorio per parlare decentemente?!"

                                                                                            *****

Annabeth prese la coppa che era la passaporta.
Una scritta sbiadita dal tempo e uno stemma erano i dettagli più interessanti.
Tuojour pur.
La mora prese un manico, riluttante, al pensiero di ciò che significava quella scritta.
Si sentì subito chiudere in una morsa , con la strana sensazione di essere strattonata dall'ombelico.
Atterrò in un vicolo sporco di Londra.
Notturn Alley.
Lacrime calme che le scendevano sul viso la colsero impreparata.
Come l'improvviso abbraccio di Regulus.
Lui le diede il tempo di riprendersi e di asciugarsi il viso, poi si avviarono verso Grimmauld Place.

                                                                                         *****

"James..."
"Stavate dormendo insieme!"
"James..."
"In Sala Comune! Davanti a tutti!"
"James...!"
"Mezzi nudi! Cosa dovrei pensare?! Insomma...!"
"JAMES! CHETATI!"
Tutti guardarono la rossa, straniti.
"Eh?"
"Stai zitto..."
"Ahhh..."
"Non era mia intenzione dormire con Sirius in Sala Comune, ok?"
James la fissó alzando un sopracciglio.
"Vi chiamate anche per nome adesso?"
Black sbuffó.
"Sei solo geloso. Geloso che non hai mai dormito con lei."
Ma il moro non lo sentì.
Lily si era avvicinata a Ramoso e lo aveva baciato.
Come mai lo aveva fatto.
Con amore e passione, con foga. 
Aveva bisogno di lui.
"Non sono innamorata di Sirius. E non ho intenzione di tradirti. Scusami."
James si limitó ad annuire.
"Bene."
La rossa si avvicinò a un letto e ci si mise a sedere.
"Ho bisogno di parlarti, James."
Da come l'aveva detto, sembrava che dovesse morire da un momento all'altro.
I tre Malandrini si affrettarono a uscire.
(Ehi aspetta Sirius! Vestiti!)
Poi James raggiunse la rossa sul letto e si mise vicino a lei.
"Che cosa succede?" chiese preoccupato.
"Domani si sposa."
Lui sembrò trarre un sospiro di sollievo.
Aveva temuto il peggio.
"Lo so, ne abbiamo già parlato e..."
"Io vado al matrimonio."
Il ragazzo si interruppe di botto.
"Dici sul serio?"
Lei lo guardò con gli occhi verdi smeraldo che tanto lo avevano incantato.
Annuì.
"E, ecco, mi accompagna Sirius. È per questo che eravamo insieme prima. Stavamo parlando di questo."
Lui le si avvicinò e la face sdraiare sul letto.
La baciò.
Le sfiló anche la felpa rossa che aveva messo sopra la maglietta bianca, leggermente scollata.
"Non mi dici niente?"
Lui si fermò per un attimo e la guardò dritto negli occhi.
"Solo di non fare cazzate. E di non farle fare neanche a Sir."
Lei gli buttò le mani dietro al collo e poi piano cominciò a sbottonare la camicia.
Lui la baciava con foga e non credeva che le mani che aveva sul petto erano quelle della insopportabile prefetta che aveva tanto odiato perchè lo metteva nei guai con i professori.
Poi la porta si aprì.
Entrarono Sirius e Remus che si fermarono immediatamente alla vista dei due.
Remus non fece più un passo per l'imbarazzo.
I due si era bloccati, imbarazzati anche loro, più che mai, guardandosi fissi negli occhi.
Sirius invece non sembrava particolarmente turbato dal fatto di aver appena interrotto il suo migliore amico che pomiciava con Lily.
Si avviò verso il suo letto e si piegò sul suo baule alla ricerca di qualcosa.
"Ho dimenticato la cintura. La prendo e me ne vado subito."
Smanettò per un po' nel baule e poi soddisfatto si avvió verso Remus che si era bloccato e fissava i suoi piedi, trovandoli, improvvisamente molto interessanti.
"Bene, grazie. Buon proseguimento."
E uscì.
I due ragazzi colti in fragrante si fissarono per qualche secondo.
Poi scoppiarono a ridere.

                                                                                          *****

"Però ti dai da fare con la Evans..." azzardó a pranzo Sirius.
Remus diventò color dei pomodori che aveva davanti.
A James andò di traverso il pranzo.
Peter, al quale avevano raccontato tutto, cadde dalla sedia.
Alice che aveva sentito per caso la parola 'Evans', smise di molestare Frank e si girò curiosa verso di loro.
"Lily cosa?"
James tra i colpi di tossì riuscì ad articolare "Coff....niente...Coff, Coff...non ti proccup...Coff...are...Coff...Ali..."
Remus si riprese dallo shock e cominciò a tirare delle pacche sulla schiena all'amico.
Alice si strinse nelle spalle, e si girò di nuovo verso il fidanzato.
Appena si riprese, James, bisbigliò arrabbiato all'amico.
"Ma che cosa ti viene in mente?!"
Sirius lo guardò stranito.
"Niente. Facevo solo un'osservazione. Scusa. Scusa." flautò Felpato.
"Ecco vedi di non farle più!"
Sirius fece gli occhi dolci e gli si accoccolò sulla spalla.
"Come siamo suscettibili, Jamie..."
Il Cercatore se lo scrollò di dosso.
"E smettila, imbecille!"
Lui fece una faccina triste
"Sniff, sniff...come sei crudele, Jamie..."
In quel momento entrò Lily Evans.
Ma non era la solita Lily.
Era strana.
Si avvicinò a Sirius.
"Puoi venire un attimo per favore, Sirius?"
Lui che fino ad un attimo prima scherzava e rideva con gli amici, si immobilizzò e si girò verso la rossa.
"Certo. A dopo, ragazzi."
Si alzò e scomparve tra la folla della Sala Grande, sotto gli occhi allibiti di molti.

                                                                                         *****

Lily allungò il passo.
"Dobbiamo andare adesso, Sirius. Se no poi sarà troppo tardi. Dobbiamo muoverci."
"Cosa hai intenzione di fare?"
"Innanzi tutto io devo andare nel mio dormitorio. Mi preparo e ci vediamo a Hogmeade tra venti minuti."
"Vuoi partire da Hogsmeade?"
Lei lo guardó accigliata.
"Hai un'idea migliore?"
"Si."
"Sentiamo Sapientone."
"Metropolvere."
Lei si accigliò ancora di più.
"Dritti a Diagon Alley."
"E da quale camino?"
"Quello della Sala Comune, ovvio."
Lei sospirò.
"Va bene. Allora tra cinque minuti in Sala Comune."
E si dileguò.

                                                                                          *****

Sirius andava avanti e indietro nella Sala, impaziente. Dov'era finita la rossa!?
Proprio in quel momento scese le scale.
Aveva un tailleur color panna.
I capelli raccolti in uno stretto shignon. 
Le scarpe col tacco abbastanza alto, anche se lei non le amava molto.
E Sirius ci rimase proprio di stucco quando la vide truccata.
Non ci era abituato.
E ai lobi aveva delle piccole sfere lucenti.
Era strana.
Scese di fretta le scale, mentre cercava qualcosa nella borsa.
Tirò fuori un sacchettino di pelle che conteneva della polvere verde smeraldo, come i suoi occhi.
"Muoviamoci."
"Sai vero che appena Silente si accorge che stiamo scappando senza permesso, potrebbe essere costretto a espellerci?"
"Non fare lo sciocco. Silente sa tutto. Mi ha dato il permesso."
"E quando glielo avresti chiesto, sentiamo!"
"Ho chiesto a un elfo domestico che conosco di dirglielo."
"Ah. Okay. Se lo dici tu."
"Tieni." disse mettendogli in mano un po' di povere.
Entrarono nel camino.
Si guardarono e annuirono.
"Diagon Alley!"

Angolo dell'Autrice.
Come sono brava!
Ahahah.
Scherzo. 
Anche se vedo che alla fine le vacanze fanno bene anche hai miei capitoli.
Sono molto più tranquilla e ho anche parecchio tempo per rileggerli.
Spero vi piaccia.
Io sono soddisfatta.
Lo dedico a tutti coloro che mi seguono, che recensiscono, ma anche hai lettori silenziosi.
Mi dispiace solo che è un pò corto ma rimedierò prossimamente.
Buon proseguimento di vacanze a tutti.
Alice.

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Capitolo 18
*** Lacrime e ricordi ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

Capitolo 18
                                                 
Lacrime e Ricordi
                                           

"Senti Lunastorta..."
"Mhhh?"mugulò Remus senza togliere lo sguardo dal giornale che aveva davanti.
Il lupo mannaro era riuscito a trascinare i due amici, James e Peter in biblioteca, gli aveva messo dei libri e una piuma davanti a loro sul tavolo e gli aveva obbligati a mettersi a fare i compiti.
Ovviamente James faceva solo finta e Peter si era accasciato sul banco e si era appisolato .
"Devo..."
Remus sbatté il giornale della ricerca di Storia della Magia sul tavolo, facendo sobbalzare il povero Minus.
"Se mi sta chiedendo ancora per la trecentesima volta da quando siamo qui, che devi uscire perché o devi cercare Sirius, o che devi andare in bagno, o che devi specchiarti in un'armatura perché ti è andata via la lente a contatto, o che devi cambiarti l'assorbente non ci casco. Sirius è con Lily non so dove, non devi andare in bagno perchè l'hai fatta dieci minuti fa, non devi sistemarti la lente perchè stai usando gli occhiali e ovviamente non puoi cambiarti l'assorbente in quanto non sei una donna."
"Emh...in realtà non volevo chiederti niente di tutto questo. Devo solo dirti una cosa..."
Remus si sistemò sulla sedia, sbuffando.
Peter era mezzo addormentato, con la testa appoggiata su una mano.
"Muoviti, che devo finire la ricerca."
"Ma è per il mese prossimo!"
Lui gli lanciò un'occhiataccia.
"Torno a studiare se non ti sbrighi."
James alzò le mani, in segno di resa.
"Ok, ok, ok! É per il matrimonio di Annabeth..."
"Ne abbiamo già parlato un miliardo di volte. E abbiamo deciso che non ci andiamo. Punto. " lo interruppe Remus, riprendendo il libro tra le mani.
"Io lo so, ma ..."
"Era d'accordo anche Lily. Smettila di continuare a insistere!"
"Ma non capisci, Remus!"
"No. Infatti. Non capisco."
James prese una bel respiro.
"Sirius e Lily sono andati a Londra..."
"Eh!?"
"...Sono andati al matrimonio!"
Lunastorta sbatté il libro che aveva sotto braccio sul tavolo (facendo anche sobbalzare la bibliotecaria) e prendendo per le braccia i due Malandrini, li trascinò per la prima volta nella sua vita, fuori dalla Biblioteca.

 

                                                                                             *****

 

“Ma sei scemo o cosa?! Il tuo migliore amico scappa da Hogwarts e tu non mi dici nulla!?''
''Veramente non è scappato. Silente sa dove si trova!'' ribattè James.
''Ah sì? Bene adesso glielo chiediamo!''
''Va bene se proprio ci tieni!''
I tre Malandrini correvano per il castello verso l'ufficio del preside.
''Gelatine Tutti Gusti+1!'' disse James una volta di fronte alla statua di pietra che difendeva l'ufficio.
Remus, James e Peter corsero su per le scale.
Spalancarono la porta e urlarono a una sola voce ''Preside!'', poi si bloccarono.
''Non usa più bussare, James?'' chiese una donna abbastanza giovane seduta di fronte a Silente.
Aveva circa 40 anni, ma ne dimostrava di meno.
Era magra e non troppo alta. Aveva dei capelli castani lunghi fin sotto le spalle.
Gli occhi color nocciola sembravano avere delle sfumature dorate.
La pelle era leggermente scura, quasi da sembrare arancione alla luce del sole.
Accanto a lei c'era un uomo, più alto e leggermente più robusto.
I capelli neri, con delle sfumature grige, leggermente radi ma comunque spettinati.
Portava gli occhiali che nascondevano un po' gli occhi azzurri.
''Mamma? Papà? Che ci fate qui?'' chiese James.
''Non ti preoccupare James, non ho convocato i tuoi genitori per le tue marachelle. E' solo una visita di cortesia.''
Tuttavia non poteva esserlo veramente. Ci dovevano essere dei problemi con l'Ordine.
E non quello che nel suo dormitorio era inesistente, ma l'Ordine della Fenice.
''Va bene Albus, appena sappiamo qualcosa te lo faremo sapere.'' continuò il discorso la Signora Potter, come se non fosse successo niente.
''Grazie mille, Susan. Sono sicuro che farete del vostro meglio. Potete andare adesso. Charles la passaporta è pronta tra circa 3 minuti, se volete salutare James...''
Detto fatto, la signora Potter si precipitò dal figlio e lo abbracciò con forza.
Poi, al settimo cielo per la felicità si volse ad abbracciare anche Remus e Peter.
Charles si limitò a stringere la mano ai tre ragazzi.
''Ma..ma... Dov'è Sirius?'' chiese poi con un tono leggermente preoccupato Susan.
James i scambiò un'occhiata veloce con Silente e poi con i compagni.
''Ehm, nulla. E'...è... '' balbettò James.
''James non fare tutte queste scene!'' interruppe Remus. '' Tanto lo sapranno prima o poi...''
James impallidì.
Non aveva mica intenzione di dire ai suoi genitori che era scappato vero?
'' Non c'è nulla di cui preoccuparsi, signori Potter. Sirius si è beccato una bella punizione per aver lanciato dei petardi giù per le scale per spaventare il custode.''
Peter resse il gioco.
''Ha fatto bene. Così la prossima volta per andare a Hogsmeade, Gazza, non ci ferma per tre quarti d'ora con la scusa di controllare che non stiamo portando niente
di oscuro fuori dal castello!''

I genitori risero.
Se l'erano bevuta.
''In effetti, Sirius, ha molta fantasia, per escogitare marachelle o festicciole, col suo compare qui presente, sono i migliori. Neanche a scuola non vanno nemmeno
tanto male, anche se l'attitudine per le regole è meno di zero, vero James?'' chiese il Preside, per cambiare discorso.

Ramoso fece un sorriso forzato.
''Eh, eh'' mugulò non sapendo come rispondere.
Poi una luce attirò l'attenzione di tutti.
''Bene, la passaporta è pronta. Venite qui, per favore, Susan e Charles.''
''Arriviamo Albus... James non combinare casini, ok? E salutami Sirius. Ah! Fammi sapere per Natale se rimanete qui o venit-''
''Susan!'' urlò il marito.
La donna fece appena in tempo a mettere la mano sull'orologio luminoso e sparì insieme al padre di James.

                                                                                            *****

Annabeth si guardava sconsolata allo specchio.

Era arrivata da poche ore e già suo padre l'aveva punita.
Si alzò una ciocca di capelli color del cioccolato per vedere che sopra l'occhio destro aveva un taglio profondo da cui usciva sangue a fiotti.
Prese immediatamente un fazzoletto e se lo mise sulla ferita.
Il padre le aveva preso la bacchetta.
Era da sola, senza difese, e doveva combattere il padre.
Camminò spedita in bagno.
Bagnò la stoffa e la rimise sul taglio.

''Padre...''

''Buon giorno Annabeth.'' l'aveva salutata senza neanche abbassare il giornale.
Allora lei si era avviata verso le scale che salivano ai piani superiori.
Era una piccola casina, non troppo lontana dai Black, dove soggiornava la sposa e il padre per quei due giorni che precedevano il matrimonio.
''Fermati immediatamente.'' aveva ordinato William.
Si era alzato dalla poltrona e tendeva una mano alla figlia.
Era un uomo sulla quarantina, aveva i capelli neri come l'ebano e gli occhi con uno strano scintillio rossastro.
Era alto e un po' robusto.
L'espressione facciale dura come il marmo.
''Cosa c'è?'' chiese Annabeth leggermente scocciata.
''Non osare parlarmi in questo modo, signorina. Dammi la bacchetta. Adesso.''
La sua mano si era immediatamente stretta sull'oggetto, in una tasca dentro il mantello.
''Mai.'' aveva ribattuto.
Lui si era arrabbiato.
Era diventato rosso di rabbia.

''Dammela subito, Annabeth, o fai una brutta fine.'' aveva replicato cercando di mantenere la calma.
''E poi? E poi cosa farai senza di me? Eh? Fai di tutto per incasinarmi la vita e per accomodarti la tua! Era proprio necessario questo matrimonio!? Ti rendi conto che mi accompagnerai all'altare sotto Maledizione Imperius!? Eh!? Che razza di mostro sei tu?!''
''Stai zitta.''
Lei non aveva taciuto.
''NO! Mi sposerò e non mi ricorderò nemmeno di averlo fatto! Io che sognavo un matrimonio felice! E come una principessa! Io! Che ho commesso l'errore di non essere scappata quando potevo! Io che ho preferito sacrificare la mia vita, come la mamma, per proteggere mia sorella! Io ho avuto una vita d'inferno e sempre ce l'avrò! PER COLPA TUA!''
''Non parlarmi in questo modo!!'' aveva urlato il padre.
''Non sarai tu a darmi ordini. Sono maggiorenne e non mi puoi controllare sempre!''
Allora William aveva perso la pazienza.
Aveva alzato la bazzhetta e ancora prima che Annabeth avesse potuto fare qualcosa, aveva scagliato l'incantesimo.
Era volata all'indietro ed era andata a sbattere contro il muro.
Si era rimessa in piedi.
''Di una … cosa...sono sicura...'' aveva ancora parlato lei, col fiato corto per la botta. ''Che non … non permetterò...ai miei figli...di avere … un nonno così...''
''Crucio!''
Si era ripiegata in due dal dolore, ma non aveva urlato. Non voleva dargli quella soddisfazione.
''Crucio!''
Ancora non aveva ceduto.
Allora il padre aveva preso un vaso antico, e glielo aveva scagliato in faccia.
Aveva sentito una scheggia tagliarla proprio sopra l'occhio, e il sangue sgorgare caldo, sul suo viso.
''Non avrai...la...la soddisfazione di vedermi per terra...'' aveva sibilato.
''Crucio!''
Ancora una volta aveva resistito.
''Dolohoferio!'' *
Annabeth perse un respiro. Le gambe cedettero. Si ritrovò a quattro zampe per terra, a fissare il tappeto.
''Deprimo!''
Non resse la forza dell'incantesimo.
Il padre si avvicinò a lei e le sfilò la bacchetta dal mantello.
''Vai in camera tua. Orion mi ha detto che devi scegliere il vestito per la cerimonia. Verrà presto un elfo domestico. Vai, sciocca e non osare sfidarmi mai più. Io vinco
sempre.''


A ripensare all'accaduto Annabeth si era sentita davvero una sciocca. Aveva resistito tutta la vita. Non avrebbe dovuto esplodere in quel modo.
Ma aveva ragione. Il suo matrimonio sarebbe stato solo un ricordo vago, se non nullo, e i suoi figli sarebbero stati controllati dal nonno. Ebbe la tentazione di aprire
la finestra e andarsene.

Sarebbe andato bene da tutte le parti. Bastava non in quella casa. Non con quel mostro. Persino Orion gli sembrava una proposta molto allettante.
Senza che se ne fosse accorta il suo viso sporco di sangue e polvere, era rigato di lacrime.
Un sonoro Crack! la distolse dai suoi pensieri.
Due creature rugose e vestite di stracci erano entrate nella sua stanza.
Quanto avrebbe voluto smaterializzarsi anche lei.
Ma gli incantesimi di protezione del padre e l'assenza della bacchetta le impedivano di farlo.
Una era più piccola e magra, ed era sicuramente una femmina.
L'altro era più grande e sembrava quasi più vecchio.
''Signorina Black, padron Regulus ha ordinato di darle questi e assisterla alla prova del vestito.''
L'elfo le aveva dato un mazzo di rose bianche.
''Signorina Black, io sono per aiutare per abito di cerimonia.'' aveva replicato quella più piccola.
Bene, non era ancora sposata e già era 'Signorina Black'. Perfetto, insomma ci mancava solo che le chiedessero se dovevano preparare la luna di miele per lei e
Regulus e poi era fatta.

''Certo, grazie.''
''Kreacher torna subito. Padron Regulus ha ordinato di riferire se c'erano problemi.''
''NO! Aspetta! Non dirglielo che mi hai trovata in questo stato, per favore. Non... non c'è davvero nessun problema.''
''Ma padron Regulus ha detto...'' cominciò l'elfo guardandola con aria supplichevole.
''Per favore, Kreacher. Glielo dirò io. Digli che va tutto bene. Ti prego.''
Crack.
Annabeth pose poi la sua attenzione alla piccola elfa, che si fissava i piedi con aria imbarazzata.
''Come ti chiami tu?''
''J-Jeanne.''
Scese il silenzio.
Crack!
''Signorina Black!'' Kreacher era riapparso sotto una montagna di vestiti.
Jeanne corse ad aiutare l'elfo.
''Deve scegliere, poi io farò meglio che posso per migliorare.'' disse con un po' di fatica l'elfa.
''Certo. Che la festa cominci.''

                                                                                          *****

''Sirius? Sirius!!''

Lily si girava intorno.
Notturn Alley era scura e terrificante.
Non c'era nessun altro oltre a lei, e cominciava a preoccuparsi.
Aveva perso Sirius, sbagliando camino.
Cominciò ad allungare il passo.
Il rumore dei tacchi rimbombava per le vie.
Sentì delle voci.
Fece appena in tempo ad appiattirsi contro una parete, in un vicolo ,che dei Mangiamorte sbucarono da Magie Sinister.
Li seguì con lo sguardo fino a che non sparirono nell'ombra.
Tirò un sospiro di sollievo.
Poi una mano le tappò la bocca.
Si allarmò e cominciò a dimenarsi.
''Ferma Evans!''
Era Sirius.
Lui la girò e lei gli buttò le mani dietro al collo.
Il respiro era affannato e borbottava frasi senza senso, spaventata.
''Calmati Lily. Sono qui adesso. Non è successo niente. Stai tranquilla.'' cercava di consolarla l'amico.
Piano piano il suo respiro si regolarizzò.
''Dov-dove andiamo ad-adesso?''
''Finchè non ti calmi non andiamo da nessuna parte, quindi tranquillizzati.''
''Sono... tranquilla.''
Lui la guardò ironico e lei rise.
''Adesso va meglio, Evans.''
''Grazie Sirius.''
''Black, Evans, per te sempre e solo Black. Non andiamo troppo veloci.''
Ancora una volta le scappò una risata.
''Dove andiamo?'' ripetè questa volta più sicura.
''Andiamo al Paiolo Magico per la notte. Domani mattina dobbiamo trovare Annabeth.''
Lily annuì. ''Andiamo.''

                                                                                             *****

Jeanne l'aveva lavata e curato le ferite.

Poi le aveva fatto provare i vestiti da sposa che aveva portato Kreacher.
Era stato divertente.
Non rideva così da Halloween.
Il calendario segnava il 2 Dicembre.
Lei aveva provato tutti gli abiti e sfilava davanti agli elfi che sorridevano felici.
Quando non gliene piaceva uno faceva delle smorfie che facevano ridere sotto i baffi l'elfo e sorridere l'elfa.
''Credo che metterò questo.'' disse soddisfatta alla fine Annabeth, specchiandosi, e tenendo sul corpo un vestito bianco, senza manice, lungo fino ai piedi.
Era terribilmente semplice.
Era stretto e aderente sul torace, leggermente spiegazzato, e poi all'altezza dei fianchi si allargava e scendeva fino a terra, morbido e senza molto strascico.
Le era sembrato anche comodo.
L'unica cosa fuori posto era lei.
Lei che aveva appena 17 anni e già aveva quel vestito bellissimo davanti.
Jeanne era stata bravissima e le aveva curato le ferite con cura, pettinato e accomodato i capelli in modo che il bel viso fosse libero da ciocche dispettose.
Le aveva fatto una strana coda.
Aveva tirato i capelli in dietro e poi rigirati una volta su se stessi.
L'occhio le faceva ancora un po' male, ma niente in confronto a quello che aveva dentro.
E non sono psicologicamente ma anche fisicamente.
Le Maledizioni che il padre le aveva inflitto sembravano voler smettere di bruciare.
''Allora va bene questo signorina Black? Padron Regulus ne sarà entusiasta!''
Lei si riscosse dai suoi pensieri.
''Eh? Oh no Kreacher non dire a Regulus che vestito ho scelto! Porta sfortuna! Anzi, adesso ne faccio una copia... Geminio!...ecco fatto. Così non saprà quale ho preso,
e Kreacher ti proibisco di dirglielo, ok?'' disse sorridente, senza neanche sembrare ordinarglielo.
L'elfo annuì.
''Scusatemi, adesso vado a dormire. Domani... domani...'' si perse di nuovo nei suoi pensieri.
''Domani sposare lei, signorina. Ricorda?'' disse Jeanne.
''Sì. Sì, certo che me lo ricordo. Come se fosse possibile dimenticarlo...''
''Kreacher deve andare, signorina Black. Torna domani insieme a Jeanne. Promesso.'' e con un sonoro Crack, sparì.
''Se vuole, signorina, Jeanne rimane ad aiutare. Jeanne sa cucinare. E pulire. E aiutare a vestire. Jeanne è brava.''
''Non ne dubito, piccola. Ma hai bisogno anche tu di riposare. Facciamo così. Domani mi vieni a svegliare alle 8, va bene?''
L'elfa sorrise, contenta.
''Certo. Alle 8, Jeanne sveglia signorina e portare colazione in dormitorio.''
A Annabeth sfuggì un risolino per il modo buffo che aveva di parlare.
''Va bene, ti aspetto domani.''
''Poi, io aiutare signorina a preparare per il matrimonio. Vero?''
''Certo.''
''Jeanne dice grazie a signorina Black.''
''Puoi chiamarmi Annabeth.''
''No, no, signor Orion detto chiaramente di chiamare lei signorina Black.''
''Ah.'' sillabò solo lei.
Come si permetteva quell'uomo a decidere come doveva essere chiamata?!
''A domani alle 8, signorina, e Jeanne promette di fare buona colazione.''
Annabeth sorrise.
Poi, anche lei, sparì.

                                                                                           *****

Lily si girava e rigirava nel letto del Paiolo Magico.

Duemila pensieri le affollavano la testa.
Pensava ad Annabeth, ma anche a James, a Remus, al piccolo Peter e ad Alice, a Ninfadora.
Guardò la sveglia che lampeggiava sul comodino accanto a lei.
2.09.50
Buio.
2.09.51
Buio.
2.09.52
Buio.
Lily si alzò di scatto e si infilò la vestaglia.
Aprì la finestra e guardò Londra.
Le luci si confondevano le une con le altre.
I suoni si mischiavano tra loro.
Le strade si incrociavano senza sosta.
Chiuse gli occhi.
James.
Aveva bisogno di lui.
Una mano le toccò la spalla.
''Tutto bene?''
Lei annuì, non troppo convinta, senza aprire gli occhi.
Stettero un po' lì, in silenzio.
Lei appoggiata con anima e corpo a quel davanzale.
Sirius dietro di lei, ancora con la mano sulla sua spalla.
Non seppe come, ne perchè, ne quando aveva deciso così.
Lily si ritrovò con la testa appoggiata al petto di Sirius, in lacrime.
Singhiozzava, come da tanto tempo non faceva.
E balbettava frasi senza senso tra i singhiozzi.

Si liberò di tutte quelle emozioni confuse.
Stringeva le mani sulle spalle di Sirius, mentre lui la abbracciava a sua volta con le mani intorno al suo corpo, la testa appoggiata alla testa rossa.
Era più alto di lei.
Lily si era rifugiata tra le sue spalle, ancora piangendo.
Lui stava in silenzio. Aspettando che si calmasse.
Piano piano lei si calmò e quando Sirius vide che non si muoveva più, la prese e la appoggiò al letto.
Ancora col viso bagnato di lacrime e un triste e malinconico sorriso sulle labbra.
Si incantò a guardarla così fragile come non l'aveva mai vista.
Poi anche lui si addormentò.

                                                                                         *****

 

Era tanto che non lo faceva.
Eppure quella notte successe.
Lily sognò.
Sognò alcuni momenti.
Alcuni giorni della sua vita.

1 Settembre 1971.

Hogwarts Express.

''Grifondoro! Culla dei coraggiosi di cuore! Come mio padre...''
Piton fece un verso sprezzante. James si girò verso di lui.
''Qualcosa che non va?''
''No'' rispose Piton. '' Se preferisci i muscoli al cervello...''
''E tu dove speri di finire, visto che non hai nessuno dei due?'' intervenne Sirius.
James scoppiò in una fragorosa risata. Lily si raddrizzò nel sedile, nervosa, e guardò prima James poi Sirius, disgustata.
''Andiamo, Severus, cerchiamo un altro scompartimento.''
''Ooooooooh...''

24 Novembre 1972.
Serra di Biologia.

''Wingardium Leviosa...'' bisbigliò qualcuno.
''Ahhhh!''

Lily era piena di terra, visto che una pioggia di detriti le era caduta sulla testa.
Sopra di lei c'era un sacchetto vuoto di concime per le Mandragole, sospeso per aria, e James aveva la bacchetta puntata contro di esso.
''Ahahahah'' ridevano i due amici.
''POTTER! BLACK! TOGLIETEMI QUESTA ROBA DI DOSSO!!!''
''Ahahahaha''
''ALICE AIUTAMI!''
Alice, sbuffando le aveva tolto un po' di terra dai capelli rossi.
''VOI DUE! SIETE DEI DEFICENTI! Come avete osato!? Non azzardatevi mai più a fare una cosa del genere!!!'' aveva urlato la rossa puntandogli la bacchetta contro.
James e Sirius si erano guardati e poi avevano fatto finta di di rabbrividire.
''Guardaci Evans...'' aveva iniziato Sirius.
''...Stiamo tremando come due foglie!''
Ed erano tornati a ridere.

3 Marzo 1973.
Sala Grande.

Lily stava sbuffando, con la testa appoggiata a una mano, e una lattuga sulla testa.
Cibo volava da tutte le parti di fronte a lei.
Alice rideva a crepa pelle.
Era stata lei a trascinarla al tavolo dei Malandrini.
'Potrebbe essere divertente...' l'aveva pregata.
EH! Guarda com'era divertente!
''Evans! Unisciti a noi!''
''Giammai, Potter.''
Lui le aveva rovesciato il succo di Zucca addosso.
Lei si era alzata di scatto.
I capelli grondanti di liquido.
''Oh, oh.'' aveva constatato James.
''Potter. Sei. MORTO!!!''
E Lily si era messa a correre, a inseguirlo per tutta la Sala Grande, sotto gli occhi stupiti e divertiti di tutti.
''Guardali...come sono carini. Secondo me si mettono insieme...'' aveva commentato una Tassorosso.
''Impossibile.'' aveva replicato quella accanto a lei.
''Scommettiamo?''
''POOOOOTEEEER!'' urlava Lily.
La Tassorosso aveva ghignato.

 

 

14 Febbraio 1974
Sala Comune Grifondoro.

''Evans!''
Lily lo aveva ignorato.
''Esci con me?''
''No.''
''Esci con me?''
''No!''
''Esci con me?''
''NO!''
''Sì!''
''No!''
''Sì!''
''Potter! No!''
''E dai...è San Valentino... non essere così dura!''
''Per tua informazione, Potter, io ODIO San Valentino. E ora smamma!''
''NO! Dai Lily!''
''Evans, Potter, per te sempre e solo Evans!'' ed era scappata in dormitorio.
Sirius e Remus stavano giocando a carte, e il moro si era girato verso Ramoso.
''Questo qui è un due di picche bello e buono...''
''Oh, no, Sirius. Questo è un asso di cuori.'' aveva ribattuto Remus., senza alzare la testa dalle carte.
''Io intendevo quello di James.''
''Oh, no, Sirius. Questo è un asso di cuori.'' aveva ripetuto sognante Potter.


29 Maggio 1975
Corridoio del sesto piano.

Lily correva nel corridoio.
Piangeva.
Lurida Mezzosangue!
Ecco a cosa erano serviti 5 anni di amicizia!
A questo!
A offendersi nel momento del bisogno!
Severus! Il suo migliore amico!
Perchè!?
Lily aveva tirato un pugno contro il muro del corridoio, con rabbia.
Poi si era presa il polso con l'altra mano, e scivolando sul muro, aveva ripreso a piangere, con la testa affondata nelle ginocchia.
Un tocco sulla spalla, l'aveva riscossa.
''Io direi di andare in infermeria, Evans. La tua mano ha un bell' aspetto.''
Infatti, si era gonfiata e annerita.
Non riusciva più a muoverla.
''Vattene, Potter.'' Aveva sibilato tra le lacrime. ''Non ho bisogno di te!''
''E io non ho bisogno del tuo permesso per accompagnarti dalla Chips.''
Allora lui l'aveva presa in braccio.
Lei aveva ripreso a piangere silenziosamente, con la testa appoggiata alla spalla di lui.


22 Dicembre 1976
Sala Comune.

''Andiamo non volevo! Non pensavo che te la prendessi così! Non sapevo che fosse così importante!''
''Sì invece! L'hai fatto apposta! Potter! TU NON HA UN CUORE!! NON HAI DEI SENTIMENTI!! TU NON SAI COSA VUOL DIRE ESSERE ODIATA IN UN MONDO
E ANCHE IN UN ALTRO!! NON SAI COSA SI PROVA A ESSERE NIENTE! NON SAI NULLA DI TUTTO CIO'!! TU SEI SOLO UN EGOISTA CHE PENSA SEMPRE E
SOLO A SE STESSO!! LASCIAMI STARE POTTER! LASCIAMI STARE! SEI UN ESSERE ORRIBILE!!''

Lo aveva preso per il colletto della camicia e avvicinato a sé.
Con i nasi che si sfioravano.

Lui aveva ghignato, rendendosi conto della loro vicinanza.
''Andiamo Evans, se volevi baciarmi o farti baciare non c'era bisogno di fare questa scenata...''
Lei gli aveva tirato uno schiaffo e lo aveva spinto lontano da sé.
''SEI UN' ORRIBILE STRONZO!'' aveva gridato con tutta la forza che aveva in corpo.
Ed era corsa nel suo dormitorio.


* Dolohoferio: Ho trovato questo incantesimo su Wikipedia. Esiste veramente non l'ho inventato.
Ecco alcune informazioni:
Questa maledizione provoca ferite interne serie, ma non mostra alcuni sintomi esterni. Vista solo in Harry Potter e l'Ordine della Fenice durante la battaglia fra l’Esercito di Silente e i Mangiamorte.
Antonin Dolohov la utilizza tre volte non-verbalmente (senza parlare), essendo stato colpito dal silencio lanciato da Harry.
Essa è caratterizzata da un movimento a frusta che colpisce violentemente la vittima, nonostante non lasci segni visibili esteriormente.

Angolo dell'autrice:
Allora?
Sono stata brava?
Ho ripreso un po' di lunghezza adesso che ho il computer.

Purtroppo domani parto per andare in Africa e li non c'è nulla da fare.
Mi sa che dovete aspettare fino a quando torno.
Però vi prometto che cercherò di andare avanti lo stesso.
Ma mi toccherà scrivere su carta...
Non so come mai, ma mi piaceva l'idea di mettere alcuni pezzi di vita di James e Lily, durante gli anni.
A parte il primo sono tutti inventati da me, ovviamente.
Spero di poterlo rifare, magari dalla parte di James, o Sirius, O Alice....insomma … non ho le idee molto chiare.
Un'ultima cosa.
Ho trovato una foto del vestito da sposa che avevo immaginato per Annabeth.

---> 



Il vestito è nudo e crudo, poi nel prossimo capitolo, quando ci sarà il matrimonio ovviamente non sarà solo così. Insomma siamo comunque a dicembre...anche se il vestito ho letto che è autonno-inverno non credo che andrei con 10° sotto zero fuori vestita a quella maniera...
Grazie a tutti!
Grazie mille anche a VampireMusic! 

Un bacione!

Alice

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Capitolo 19
*** Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

Capitolo 19
             
      Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare

 

Lily si era alzata di soprassalto.
Col fiatone e le lacrime agli occhi.
''Cosa sognavi?'' chiese Sirius, dal suo letto.
Era sdraiato a pancia in su, le mani dietro la testa, gli occhi aperti.
''Noi.'' bisbigliò lei.
''Eh?''
''Noi. Io, te, James... Severus.''
''Cosa hai sognato esattamente?'' chiese quasi divertito il moro.
Lei sospirò.
''I momenti peggiori della mia vita.''
''Ah! E c'eravamo noi?!''
''Ahahah. Si. Te e James mi avete fatto passare degli anni da incubo.''
Gli ricordò del concime di Mandragola.
Del due di picche di James e dell'asso di cuori.
Della litigata con Severus.
E quella con James.
''Hai litigato con James?'' chiese stupito.
Lei alzò un sopracciglio, ironica.
''Si, va bhe, insomma, seriamente...non come sempre...''
Lei sospirò e gli raccontò tutto.
''Che stronzo. ''
Lei sorrise.
''Sì, tanto.''
Rimasero in silenzio per un po'.
''Sirius... perchè sei scappato dalla tua famiglia?''
Lui lo guardò come a dire: 'Guarda cosa stanno facendo ad Annabeth!'
''C'è... nel senso...perchè non ti sei arreso all'evidenza...insomma tu eri..sei un purosangue...ti sei andato a incasinare la vita! Perchè non ti sei arreso e basta?''
Lui sembrò pensare alla risposta.
''Per lo stesso motivo per cui lo ha fatto Andromeda.
Per lo stesso motivo per cui lo fa Annabeth.
Per lo stesso motivo per cui lo fai tu.''
''Io?''
''Tu hai una famiglia difficile quanto la mia, eppure non li hai abbandonati. Non ti sei arresa all'evidenza.''
Lei rimase zitta un attimo.
''Come... come fai a saperlo?''
Lui sospirò.
''Prometti che non ti arrabbi?''
'Certo come no!' pensò.
''Va bene.''
''Lo scorso Natale, James ha voluto venire a casa tua per vedere come stavi. In effetti da prima che andassi via, quindi quando avete litigato, era diverso. Strano. Mi aveva detto
che voleva assicurarsi che stessi bene. ''

Lei spalancò la bocca.
'' E' stato lì una settimana, a controllare che nessuno di pericoloso ti trovasse. Ha fatto un sacco di incantesimi sulla tua casa. Aveva paura che qualcuno potesse ferirti e che tu
non potessi chiedere aiuto a nessuno. E poi controllava i tuoi. Abbiamo visto una ragazza, credo tua sorella, che ti urlava più volte addosso e che veniva a casa con un tricheco per
farti un dispetto. James appena qualcuno si avvicinava a alla casa o anche solo a te, diventava pericoloso. Bacchetta in mano, teso. Non l'avevo mai visto in quello stato. Non dormiva
la notte. Ti accompagnava senza che tu lo sapessi a prendere il pane, o il latte, o a fare la spesa. Neanche con Peter, che tende sempre a proteggere come un fratellino minore, aveva
mai fatto così. Stavo cominciando a preoccuparmi. Così dopo una settimana di 'campeggio' insieme a lui davanti a casa tua, l'ho convinto, tre giorni prima di tornare a scuola, che non
poteva succederti nulla e che dovevamo tornare a casa.''

''Dici sul serio?''
''Certo. Perchè dovrei mentirti?''
''Perchè l'hai sempre fatto.''
''Ok. In effetti hai ragione.'' disse sorridendo, poi tornò serio. '' Però stavolta è la verità.''
Lei abbozzò un sorriso, che lui ricambiò.
''Ehi! Aspetta un attimo! Eravate a casa mia...insomma davanti a casa mia! Come facevate a sapere dov-''
''Alice'' la interruppe lui immaginando la domanda.
''-ve abito...'' concluse senza voce lei.
''Alice?'' chiese poi.
''Alice.'' concordò.
''Ma...ma...''
''Ti ricordo che abita di fronte a James.''
''Ah, giusto.'' bofonchiò la rossa. Poi alzò la testa di scatto. ''E tu? Tu che centri?''
Lui sobbalzò.
''Io...Io... vivo dai Potter.''
L'aria intorno a loro si ghiacciò.
''Vivi dai Potter?'' chiese titubante.
''Sì.''
''Da quando?''
''Dall'estate del quinto anno.''
Lily sapeva che stava entrando in un argomento Tabù per Sirius e per i Malandrini stessi.
Tuttavia lui sapeva della sua famiglia mentre lei non sapeva niente.
''Perchè?''
Lui sospirò.''Lily...''
''Scusa! Mi dispiace... non dovevo chiederlo. Buona notte, Sirius.''
''Aspetta!''
Lei tornò a fissarlo.
''I miei parenti mi ritengono un traditore del loro sangue.'' bisbigliò, continuando tuttavia a sostenere il suo sguardo.
''Perchè?''
Si diede immediatamente della stupida.
''Per i miei amici.''
Lily rimase senza parole.
Lui aveva scelto.
Lui era riuscito a scegliere.
Lui aveva preferito gli amici alla famiglia.
Lei no.
Lei non aveva avuto la forza di scegliere.
Non ne aveva avuto il coraggio.
Era rimasta sospesa nel vuoto, non sapendo da che parte atterrare.
E non voleva neanche scegliere.
Forse lei stava bene così nella sua indecisione.
Ma stava veramente così bene come credeva?
''Tu...tu...''
''Sì, Evans. Io ho abbandonato i miei genitori. I miei parenti. Mio fratello.''
''Regulus...''
''Esatto. E ho sbagliato. Non dovevo. Io dovevo combattere. Avrei potuto salvarlo. Potevo impedirgli di unirsi a Voldemort. L'ho abbandonato senza cercare neanche di salvarlo. E
potevo. Io... Io... potevo impedirglielo.''

''Sirius...''
''Sono stato a guardarlo mentre andava sempre di più verso la parte sbagliata. Non ho fatto nulla per impedirglielo...'' aveva gli occhi lucidi e gli tremava leggermente la voce.
''Sirus! Tu hai aiutato i tuoi amici!''
''Ma ho abbandonato mio fratello!'' sibilò lui con una punta di rabbia nella voce.
''Pensi di essere l'unico ad avere dei rimorsi, Black?''
Lui la guardò accigliato.
''Io ho abbandonato Severus, Sirius.
Io gli ho permesso di prendere la strada sbagliata mentre camminavo insieme a lui.
Io ho lasciato che mia sorella mi odiasse.
Io non ho fatto niente per impedirglielo.
Ho alimentato il suo rancore e la sua rabbia.
Ho lasciato che le due persone più importanti della mia vita sbagliassero...e io sono stata lì a guararle sbagliare.
Io amavo quelle persone.
E ho fallito.
Miseramente.'' era sull'orlo delle lacrime.
Io amavo quelle persone.
Allora forse Lily era innamorata di Severus Piton, nonostante tutto.
''Lily...''
''Buona notte, Black.'' disse, poi si girò, dando le spalle a Sirius , si sdraiò e fissò il vuoto davanti a sé.
''Buona notte, Evans.'' fece una pausa. '' James mi dice di non serbare rancore per queste cose. Mi dice che prima o poi loro capiranno e torneranno da noi. E se non potranno farlo,
dolerà loro l'anima e desidereranno tornare indietro per cambiare le cose.

Ma sapranno benissimo che è impossibile cancellare i propri errori.
Gli ho sempre detto che non mi importa se Regulus mi vorrà, perchè io lo voglio adesso.
Eppure ha ragione. Magari veramente un giorno loro vorranno tornare indietro per rimediare ai loro sbagli, forse noi non vorremmo più perdonarli...o non potremmo proprio farlo.''

                                                                                                   *****

 

"La signorina è pronta?"
Annabeth uscì da dietro il paravento.
Indossava il vestito scelto il giorno prima, con un semplice scialle bianco sulle spalle.
I capelli erano raccolti in un morbido chignon e intrecciati tra i capelli aveva dei piccoli e candidi fiori.
Era truccata, visto che Jeanne aveva insistito tanto.
Lo strascico non eccessivamente lungo era ai suoi piedi.
Si avvicinò allo specchio e l'elfa le mise un diadema tra i capelli.
Con un sussulto si rese conto di assomigliare veramente a una principessa in quel momento.
"Signorina deve mettere velo anche." disse Jeanne.
Annabeth annuì.
Poi la creatura le sistemò il velo.
Il suo viso adesso era coperto dalla stoffa.
La mora fissava il suo riflesso, vedendosi, senza però riuscire a vedersi il viso, coperto.
Lei poteva vedere gli altri, mentre loro non avrebbero potuto vedere lei.
Una lacrima solitaria le rigò il viso, e si asciugò subito.
Poi, riprendendo quel poco autocontrollo che le era rimasto, ringraziò Jeanne, che uscì per chiamare il padre.
Lei rimase a guardare il suo riflesso, senza neanche vederlo, fino a quando non arrivò William.
Le sollevò il velo, ed esitò un attimo sotto quello sguardo duro e assente,  della ragazza, ormai donna.
"Sei bellissima" riuscì solo ad articolare.
Lei non rispose e si limitò a fissarlo.
"Regulus...Regulus mi ha convinto... Insomma... Dice che non è necessario tenerti sotto maledizione Imperius durante la cerimonia, ecco. Dice che sai quello che fai"
Le sfuggì un gemito.
"Che c'è ancora? Pensavo anche tu lo volessi."
"Che c'è ancora?! Hai anche il coraggio di chiedermelo?!" sibilò arrabbiata.
"Avevi detto che volevi sposarti... Libera."
Annabeth fece una risata agghiaccante.
"Libera?! Libera!? Non sarò mai libera. Lo sai benissimo. Io non potrò mai avere una vita normale."
"Non fare queste scene, Anna, non sei pi-"
"Non chiamarmi così!" urló. "Solo lei poteva. Tu no. Non osare. Solo lei."
William sospirò.
"É stato un incidente."
"No. Tu la volevi morta."
"Certo che no, sconsiderata! Era comunque mia moglie! Nonostante poi me ne sia pentito ho scelto io di sposarla."
"Tu l'hai sposata perchè non sapevi che era Nata Babbana!"
"Cosa?!"
"L'ho trovata sai? La sua bacchetta. Era insieme a un libro di trasfigurazione. E a un vecchio calderone di Pozioni. Quando ho messo a posto le sue cose."
William sembrava spaventato.
"Come...come..."
"Mi devi la verità, padre. La devi a me. E a lei." disse malinconica.
Lui sospirò.
"Per favore..." tentò la ragazza.
"Mi innamorai di tua madre, l'ultimo anno di scuola.
Lei non aveva mai detto della sua vera natura, di essere una Nata Babbana. E per tutti era una ragazza misteriosa.
Irraggiungibile.
Tua madre era bellissima. 
Bionda, gli occhi come i tuoi, un verde misto col blu, alta, magra, quasi regale. Una dea. Scesa sulla terra. Sempre chiusa in se stessa, ma mai timida. Quando qualcuno si avvicinava troppo o allungava le mani non esitava a tirar fuori le palle, e la bacchetta. A scuola era bravissima.
Un idolo per molte.
Era difficile vederla in compagnia.
Capitammo insieme in un progetto, solo noi due, e piano piano lei cominciò a rilassarsi in mia presenza. Diventava ogni giorno più aperta e divertente. Stavo bene in sua compagnia, ma non la immaginai mai come più di un'amica.
Poi feci una scommessa. Dovevo portarmela a letto. E poi piantarla in asso.
Non cambiai mai atteggiamento con lei. Lasciai che si innamorasse piano piano inconsciamente. Al ballo di Natale, la invitai e siccome era particolarmente brilla... Approfittai di lei."
Annabeth non cambiò atteggiamento, rimanendo seria e inespressiva, ma per un attimo sussultó.
"Dopo ovviamente la mollai, come prevedeva la scommessa. La distrussi,
Si rinchiuse in se stessa ancora una volta.
Non parlava con nessuno.
Non sopportava più nessuno.
Stava sempre da sola.
Mi faceva male vederla così. Forse alla fine ero io quello che si era innamorato.
Volevo aiutarla e consolarla ma lei non mi permetteva di avvicinarmi.
Appena ero nei paraggi teneva la bacchetta sotto mano.
Se mi avvicinavo, si difendeva con la magia.
Se cercavo di parlarle non esitava a combattere.
Più volte scatenammo... Come dire... Risse... Nelle quali quasi sempre lei ne usciva vincitrice, ma con le lacrime agli occhi."
William si interruppe.

"Diana!"
La ragazza continuò a camminare impettita.
Lui la rincorse.
"Chandler! Aspetta!"
Lei non accennava a fermarsi.
Lui la raggiunse e la afferrò per un braccio.
"Non osare toccarmi, McNoir!" disse divincolandosi.
"Per favore ascoltami. Ho bisogno di parlarti un secondo!"
"No! Non voglio ascoltarti! Ti ho già ascoltato troppo!"
"Cos'è che ti rode, Chandler? Che ti abbia scopata o che ti abbia mollata?"
Lei si girò di scatto e gli puntò la bacchetta alla gola, facendo uscire delle scintille rosse.
Il corridoio era vuoto. 
"La cosa che mi rode di più, McNoir, è il fatto di essermi fidata di un essere ripugnante come te! Non me ne frega niente che tu mia abbia scopata e che tu sia andato a raccontarlo ai tuoi amichetti, ne che mi abbia poi lasciata. La cosa che mi rode è che ti credevo un amico. Che tu abbia potuto approfittarti così di me. Che in un momento di debolezza tu abbia potuto avere il coraggio di fregartene della mia persona e solo per il piacere del sesso mi abbia usata come una... Una... Come una puttana!" urlò rabbiosa.
"Ho sbagliato, Diana, ho sbagliato! Mi sono reso conto che senza di te non posso farcela."
Lei rise triste.
"Sono solo parole vuote."
"No! Diana! Dammi un'altra possibilità."
"No, William. La tua possibilità l'hai avuta." disse girandosi per andarsene.
Ma lui la afferrò, la sbatté contro il muro del corridoio e la baciò.
Lei oppose resistenza.
Poi, in un attimo di indecisione, William approfondì il bacio.
Lei lo allontanò da se.
E scappò via. 
Consapevole di essersi innamorata del suo migliore amico.
Consapevole di non poter vivere più senza di lui.


William, fece una smorfia, al ricordo di quel momento.
Poi lui l'aveva rincorsa, e dopo un'altra furiosa litigata, si era ritrovato a letto con lei. Di nuovo.
Ma quella volta consapevole di essersi innamorato della sua migliore amica.
"Mi perdonò, dopo molte insistenze, e appena finita la scuola ci sposammo.
Io ero convinto di aver fatto la scelta più giusta della mia vita.
Ma per mio padre, no.
Insisteva dicendo che Diana, era troppo misteriosa, che era un'impostora, e una minaccia per me.
Affrontai più volte il discorso con mio padre, e anche con lei, che però si ostinava a non dire nulla.
Pochi mesi prima della tua nascita, lo scoprii.
Mio padre aveva fatto una ricerca approfondita e scoprì che avevo sposato una Nata Babbana.
Andai su tutte le furie.
Mi aveva mentito.
Cominciai a non riconoscermi più.
Le tolsi la bacchetta e ogni mezzo magico che conosceva.
La condannai a una vita di fatiche, per una strega.
Nascesti anche tu.
Lei era sempre più stanca e debole.
Ma non cedeva.
Mi dava sui nervi.
Non mi piaceva vederla in quello stato, ma era necessario.
Era la sua punizione per avermi mentito.
Era il prezzo da pagare."
Annabeth aveva gli occhi lucidi, ma trattenne le lacrime.
"Punizione?! Prezzo da pagare?! Per cosa?" sibilò la giovane donna.
"Per averti mentito o per essere una Nata Babbana?!"
Lui la guardò, assolutamente inespressivo.
"Per tutte e due le cose."
Stettero un attimo in silenzio.
"Quella notte..." cominciò William "persi completamente la pazienza. Lei era cambiata. La bellezza che l'aveva sempre caratterizzata era scivolata via dal suo corpo stremato. Ma il carattere dolce e puro come il miele che l'aveva sempre caratterizzata era ancora lì. Non sembrava importarsene della sua condizione. Io ero indignato. La mia famiglia era stata avvelenata da quel fiore bellissimo che mi aveva ammaliato. Non volevo ucciderla. Solo punirla."
Annabeth non lasciò nessuna lacrima cadere, con enorme sforzo.
"Solo punirla." ripeté lei senza crederci.
Passarono alcuni minuti di silenzio.
"Dobbiamo andare." esordì il padre. L'afferrò per un braccio e si smaterializzarono.

                                                                                      *****

Sirius e Lily aveva cercato Annabeth da tutte le parti, però sembrava che nessuno sapesse dove stava prima di essere trasferita nel luogo in cui si sarebbero celebrate le nozze.
Il loro piano era convincerla a scappare, con loro, prima del matrimonio, ed era miseramente fallito.
Così si materializzarono direttamente dove si sarebbe sposata sperando di precederla.
Era un vecchio casale di campagna, ripulito e modernizzato per l'occasione.
Era in mezzo ai prati, lontano da Londra, in aperta campagna.
Soffiava un vento fresco ma stranamente quel giorno, un pallido sole illuminava la zona, scaldandola appena.
La casa era su due piani.
Ed evidentemente i promessi sposi stavano ai piani superiori.
Sirius tirò fuori un vecchio mantello consunto, e lo adagiò sopra di lui e la rossa.
Sparirono.
"Ecco svelati alcuni misteri delle vostre marachelle a Hogwarts eh?"
Sirius la guardò con aria innocente.
"Non so di cosa tu stia parlando, Evans."
"Ah no? Allora spiegami come, per esempio, una volta siete entrati nella sala comune dei Serpeverde per fare casini, senza sapere la parola d'ordine!?'' chiese tirando fuori la parte Caposcuola di sé.
Lui ghignò. "Segreti del mestiere..."
Lily scosse la testa.
I due raggiunsero i piani superiori giusto in tempo per vedere Orion Black uscire da una stanza urlando: "Smettila Regulus! Non credo a una parola di quel che dici! E non osare mai più parlare in questo modo! Non osare neanche pensare una cosa del genere!"
Il signor Black scomparve giù dalle scale.
Sirius e Lily invece entrarono di soppiatto nella stanza dove doveva esserci il secondogenito dei Black.
Regulus era vestito da cerimia, una abito scuro, con la camicia bianca e la giacca appoggiata sul bordo del letto.
Il ragazzo era seduto su una poltrona e si teneva il viso tra le mani.
Sirius stette immobile, sotto io mantello, quasi stritolando una mano della rossa.
Poi le fatidiche parole.
"Mi dispiace Sirius. Non ce l'ho fatta. Ho fallito."
Stava parlando con se stesso.
Non sapeva che il fratello era proprio lì.
A Sirius si fermò il cuore.
Annabeth si sposava.
E non c'era più niente da fare.
Non solo Regulus aveva fallito.
Aveva fallito anche lui.

                                                                                    *****

La cerimonia stava per iniziare.
Annabeth guardava dalla finestra della camera gli ospiti che arrivavano e entravamo, si sedevano sulle sedie argentare di fronte all'altare, ignare di quello che provava lei.
Il suo cuore era distrutto in mille pezzi.
Ormai non poteva fare più niente.
La sua vita sarebbe stata diversa.
Cambiata.
Avrebbe voluto uccidersi, pur di non sopportare un tale peso.
Guardò distrattamente gli ospiti parlare e entrare senza fretta.
Improvvisamente però, notò tra la folla una chioma rossa come il fuoco e una testa nera come l'ebano.
Spalancò gli occhi, incredula.
Non poteva essere.
Durarono solo un istante.
Eppure era sicura che fossero loro.
Lily.
Sirius.
Erano li.
Poi si ricordò che per loro lei era cambiata dopo l'incidente con Malfoy.
Era diventata... Cattiva.
Con un sonoro crack Jeanne la distrò da quei pensieri.
"Signorina deve prepararsi." 
La ragazza si allontanò dalla finestra, lanciando un'ultima occhiata piena di speranza e malinconia.
Poi si girò, severa.
"Sono pronta."
 
                                                                              *****

Lily e Sirius erano usciti in giardino.
Ancora coperti dal mantello avevano iniziato a discutere.
"Che cosa hai intenzione di fare?"
Il silenzio che era seguito era intollerabile.
"Sirius! Per Morgana! Riprenditi! Che cosa facciamo adesso?!"
Lui aveva scosso la testa sconsolato.
"Niente. Abbiamo fallito."
"Non dire una cosa del genere! Non pensarci nemmeno! Annabeth deve essere salvata e se non mi aiuterai... Faró da me!"
Lui si era limitato a fissare il terreno.
Presa da uno scatto di rabbia, con le lacrime agli occhi, Lily gli aveva tirato uno schiaffo con tutta la forza che aveva in corpo, si era girata e allontanata.
Sirius all'inizio sorpreso, l'aveva rincorsa e poi ricoperta col mantello.
"Evans! Torna qui! Che ti salta in mente?"
Lei aveva gli occhi lucidi di rabbia e di delusione.
"Non ho fatto tutto questo per fallire."
"Ma hai sentito anche tu! Non possiamo fare più niente!"
"É quello che credi tu! Io non mi arrendo!!!"
"Cosa hai intenzione di fare?!"
Lei lo aveva guardato con decisione.
"Non pensavo di essere costretta a farlo. Ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare."

                                                                                               *****

Gli ospiti erano ai loro posti, eleganti e impeccabili come sempre.
Nelle prime file stavano i genitori di Regulus e William.
Dietro tutte le famiglia nobili più importanti che non potevano mancare a un matrimonio così importante.
Jeanne era agitata e girava intorno alla sposa per sistemarle gli ultimi particolare.
Annabeth invece era impettita e aspettava solo che il padre finisse di chiacchierare con i Lestrange per poi venire a prenderla e finalmente portarla fino a quel maledetto altare.
Aveva visto passare con la coda dell'occhio Regulus, ancora non completamente vestito.
Sapeva che mancava poco.
Non ne poteva più di quel l'attesa.
Prima sarebbe iniziato e prima sarebbe finito.
Sapeva che ormai non avrebbe potuto fare più niente, per di più era senza bacchetta, quindi cercava di mantenere un aspetto fiero e glaciale.
Immersa nel suo pensieri sobbalzò un poco quando l'organo cominciò a suonare.
Regulus stava entrando.

                                                                                           *****

"Remus?"
"Si?"
"Credi che Sirius stia bene?"
Remus non smise di scrivere sulla sua pergamena.
Secondo l'articolo che aveva trovato in biblioteca l'ultima volta che era stato portato un Drago in Gran Bretagna era stato per una prova in un torneo Tremaghi, molto molto tempo prima.
"Certo, James."
Le razze pure dei Draghi fin ora conosciute sono dieci.
Dorsorugoso Norvegese, Grugnocorto Svedese, Ironbelly Ucraino...
"E pensi che riuscirà a salvare Annabeth prima che si sposi?"
...Longhorn Romeno, Nero delle Ebridi, Opaleye degli Antipodi...
"Certo, James."
... Petardo Cinese, Ungaro Spinato, probabilmente la più pericolosa di tutte le razze...
"E che ne dici di travestirci da Zucche Giganti e rimbalzare in Sala Grande mentre spruzziamo panna montata per tutto il castello?"
... E il Verde Gallese Comune, che invece è tra le razze meno moleste in quanto attacca principalmente capre...
"Sì, James."
...E poi c'é il Vipertooth Peruviano, il più piccolo tra tutti ma che vola molto veloce...
"REMUS!"
"Che c'é?!?" disse finalmente lasciando perdere la ricerca sui Draghi che stava facendo.
"Dove hai la testa?"
"Nel caso non te ne fossi accorto sto studiando!"
"Bhe ne caso non te ne fossi accorto io non ci riesco! Il mio migliore amico e la mia futura moglie sono andati a un matrimonio in mezzo alle persone più cattive della terra!"
Remus sbuffò.
"È già la settima volta nell'ultima ora che me lo dici. Non possiamo fare niente. Hai sentito Silente. Non dobbiamo lascia la scuola per nessun motivo."
"Ma..."
"Niente ma! Il preside ha detto così e così è. Non fare il bambino e smettila di piagnucolare. Piuttosto vai a prendere Peter nelle cucine. Scommetto che si sta ingozzando di dolci. Non gli fanno bene. Poi tornate che dovete fare i compiti!"
"Ok, ok. Vado!"
Remus, sembri mia mamma!

                                                                                *****

Il momento che stava aspettando da tanto tempo era arrivato.
Ormai era fatta.
Niente e nessuno avrebbe rovinato quell'unione.
Forse Orion Black non pensava di dover fare i conti anche con il suo figlio più grande.
Forse neanche si immaginava quel che sarebbe accaduto.
Forse non immaginava minimamente quello che una chioma rossa parecchio arrabbiata avrebbe potuto fare.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Lo so, lo so.
sono spaventosa.
Non avrei dovuto farvi aspettare così tanto.
Vi scongiuro non ammazzatemi.
Le vacanze, I compiti, il caldo, l'assenza di internet... mi hanno fatto un attimino deconcentrare.
Sono veramente dispiaciuta ma sono in un vicolo cieco.
Ho rimandato ancora il matrimonio.
Non dovevo.
Avevo detto che lo facevo passare in fretta.
Ma non ci riesco.
Volete la verità?
Ebbene non ho la più pallida idea di quel che succederà adesso.
Sono in crisi.
Non so più che scrivere.
per favore abbiate pazienza.
vi prometto che mi impegnerò e risolverò l'intoppo.
Chiedo scusa per l'attesa di questo capitolo... che non è neanche un gran chè, ma dovete accontentarvi per il momento.
prometto che recupererò.
Baci a tutti.
Aspetto i vostri pareri.
Grazie mille a coloro che hanno recensito lo scorso capitolo, Fabiolita91, Kateausten, VampireMusic e Writer96, e ha tutti coloro che leggono silenziosamente.
Grazie mille.
Siete voi che mi date la forza di andare avanti.
Un 'In bocca al lupo' a tuti quanti, adesso che ricomincia la scuola.
Al prossimo capitolo,
Alice

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Capitolo 20
*** Game Over ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte


 Capitolo 20
                       Game Over

                                                        { A voi.
                                                                             Tutti voi che mi date la forza di andare avanti.
                                                                                  Che mi date la forza di non mollare.
                                                                                 Che mi date l'ispirazione per scrivere.
                                                                                 A voi che sopportate me e le mie attese.
                                                                                 A voi che so non mi abbandonerete mai. }



 

"Evans, mi stai dicendo che hai un piano e non me l'hai ancora detto?" chiese incredulo Sirius.
"Niente affatto, Black."
Lui la fulminò e lei ricambiò lo sguardo con un ghigno divertito.
"Esattamente il contrario. Io non ho un piano. Anzi. Il mio piano è improvvisare." 
Sirius la guardò come se fosse appena uscita da un manicomio.
"Che strana sostanza ti sei fatta, Evans?"
Lei sorrise quasi malefica e leggermente isterica.
"Non lo so Sirius, ma è bellissimo." disse solo e lo trascinò dentro, giusto in tempo per sentire l'organo che iniziava a suonare.

                                                                               *****

I due promessi sposi si erano raggiunti all'altare e un piccolo ometto iniziò il matrimonio senza troppe storie.
"Regulus e Annabeth, siete venuti a contrarre matrimonio, senza alcuna costrizione, in piena libertà e consapevoli del significato della vostra decisione?"
Sirius si irrigidì a quelle parole false come tutti coloro che partecipavano a quell'inutile messa in scena.
Entrambi i promessi sposi esitarono un momento.
"Sì." dissero poi semplicemente insieme.
Regulus si voltò verso la sposa, rivolgendole un addolorato sorriso di scuse.
L'uomo continuò indisturbato.
O almeno così credeva.
"Siete disposti nella nuova via del matrimonio ad amarvi e onorarvi a vicenda per tutta la vita?"
Come a voler rimediare alla bugia di prima Regulus scattò deciso.
"Sì, per tutta la mia vita."
Annabeth lo guardò con un sorriso malinconico poi ripeté la stessa frase.
"Siete disposti ad accogliere con amore i figli che vi verranno donati e a educarli secondo la legge dei Maghi?"
Questa volta fu la ragazza a parlare per prima, stranamente decisa.
"Sì lo voglio."
Sirius quasi ringhiò.
Lily gli tirò una gomitata e lo intimò al silenzio.
Il fratello Black intanto aveva risposto affermativamente.
A quel punto l'uomo abbassò lo sguardo sul libro che teneva tra le mani che fino a quel momento non sembrava aver avuto bisogno di consultare, forse colpito da improvvisa vergogna.
"Vuoi tu, Regulus Acturus Black, accogliere la qui presente Annabeth come tua sposa? Promettendo di esserle sempre fedele, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, in ricchezza e in povertà, e di amarla e di onorarla tutti i giorni della tua vita, fin che morte non vi separi?"
Regulus parve esitare ancora una volta, poi si voltò a guardare la sua sposa e con estrema riluttanza rispose.
"Lo voglio."
Sirius scattò ma la rossa lo prese in tempo e lo fermò all'istante.
Alcune teste si voltarono verso di loro.
Per fortuna aveva addosso il mantello.
Il maggiore del Black sibiló qualcosa molto simile a 'adesso vado lì e spacco il culo a tutti' che strappò a Lily una risatina.
Poi tornò seria.
"Non ancora, Sir."
Non si ricordava quando aveva cominciato a chiamarlo così.
" E vuoi tu, Annabeth Helen McNoir accogliere il qui presente Regulus come tuo sposo? Promettendo di essergli sempre fedele, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, in ricchezza e in povertà, e di amarlo e di onorarlo tutti i giorni della tua vita, fin che morte non vi separi?"
Sirius cominciava ad agitarsi.
"Rossa lo sai che se quella dice 'sì' siamo fregati, vero?"
Lily si limitò ad annuire assente.
Intanto Annabeth era molto più indecisa di Regulus.
"Io...io..."
Sirius era impaziente.
Regulus la guardava curioso e leggermente preoccupato.
I due padri erano tesi come una corda di violino.
Lily invece sembrava essere caduta in trance.
"Ecco... Io lo v..." aveva ripreso Annabeth.
Sirius scattò in piedi e il mantello si accasciò sul terreno.
"NO! Stupeficium!'' urlò puntando la bacchetta su quella sottospecie di prete.
Lily si riscosse come se si fosse ricordata in quel momento di una cosa importante, raccattò il mantello da terra e sfoderò la bacchetta.
"Stupeficium!" disse puntando la bacchetta sul padre di Sirius che cadde come un birillo.
Gli ospiti, prima colti di sorpresa stava sfoderando le proprie bacchette.
'Sono troppi!' pensò Lily mentre Sirius lanciava schiantesimi a destra e a manca.
Lo vide poi lanciarsi un'occhiata d'intesa col fratello.
Il padre della sposa puntò la bacchetta contro Sirius.
"Protego!" urlò Lily lanciandosi tra i due che vennero sbalzati indietro dalla forza dell'incantesimo.
"Lily! Lily! Dobbiamo raggiungere Annabeth!" urlò mentre di rialzava il maggiore dei Black.
Lei la cercò tra la folla che aveva cominciato a lanciare incantesimi contro di loro, mentre altri si smaterializzavano.
Vide Regulus che, agguantato un polso della ragazza, la stava trascinando via di lì.
Poi si voltò di nuovo verso Sirius che era intento a combattere.
"Sirius stanno andando fuori!" urlò per sovrastare il rumore
Poi lanciò uno schiantesimo a un giovane uomo che divertito dallo strano svolgimento della cerimonia stava facendo proprio sul serio.
La folla li stava circondando.
Indietreggiò e si ritrovò schiena contro schiena con l'amico.
"Protego! Protego!" urlava la rossa riparandosi dagli incantesimi che si scagliavano si di loro.
Aveva bisogno di un piano.
Doveva raggiungere Annabeth fuori di lì.
Si guardava intorno senza distogliere lo sguardo completamente da davanti a se e lanciando incantesimi ormai senza una logica ben precisa.
Sentì il fiato di Sirius farsi sempre più corto per lo sforzo.
Improvvisamente le venne un'idea.
"Bombarda!" urlò improvvisamente facendo calare le difese.
I costosi candelabri appesi al soffitto cedettero e caddero sopra la folla.
Alcuni si erano distratti, altri erano stati colpiti, alcuni semplicemente sorpresi, e intensità degli incantesimi diminuì.
Poi l'immagine della stanza di Regulus le tornò in mente.
Alzò la propria bacchetta e urlò "Accio Nimbus!"
Poi tornò a combattere.
Sirius sembrava non aver compreso il suo piano, troppo occupato a difendersi.
"Lily che hai in mente adesso?!"
Lei intercettò un qualcosa che non era affatto uno schiantesimo.
"Solo un attimo di pazienza."
Ritentò un "Bombarda" facendo esplodere alcune decorazioni ma la situazione questa volta non migliorò.
Perché ci metteva tanto?!
Sirius la tirò giù evitando una Maledizione senza Perdono.
Lei scorse la scopa che precipitava verso di loro.
"Sirius! Adesso!"
Lanciarono contemporaneamente degli incantesimi di attacco che fecero vacillare i nemici e Sirius si lanciò sulla scopa, seguito a ruota da Lily.
Sfrecciarono tra la Maledizioni fuori di lì e si abbassarono veloci tra i campi dove Regulus e Annabeth stavano correndo ancora mano nella mano, seguiti 
da William, parecchio furioso.
Li affiancarono.
"Annabeth!'' urlò la rossa.
Lei le rivolse un'occhiata incredula.
"Lily!''
Sirius lasciò perdere i saluti, visto che una Maledizione gli volò sopra l'orecchio destro.
"Evans schianta quel figlio di putt-''
"Black!" lo interruppe appena in tempo lei.
"Fallo!"
Lei si girò al contrario sulla scopa e lanciò uno schiantesimo a William, che lo evitò.
L'uomo ricambiò il favore lanciando un'incantesimo indefinito.
"Protego! Protego! Maledizione!" imprecò la rossa che non era riuscita a pararsi.
Un lampo di luce viola le aveva colpito la mano, immobilizzandola per pochi secondi ma a quella velocità la presa sulla bacchetta si era allentata troppo.
"Che è successo!?"
Lei guadò la sua bacchetta cadere tra le spighe, imprecando maggiormente.
"Mi ha disarmata!" urlò incredula.
"Prendi la mia bacchetta!"
"Dove l'hai messa!?"
"Nella giacca!"
Lily con uno scatto si girò dritta sulla scopa e abbracciò Sirius.
Tastò il petto ben scolpito del giocatore di Quiddich e cercò a tastoni il pezzo di legno.
Un incantesimo le sfiorò il gomito.
Afferrò in fretta la bacchetta e lanciò un incantesimo stranamente potente che stordì per un attimo William, anche se non l'aveva preso.
Lui spalancò gli occhi e si fermò, col fiato corto.
Lily urlò di gioia e tornando dritta sentì che Black aveva rallentato visto che ormai anche i due quasi sposini avevano il fiatone.
Quando furono sicuri che erano abbastanza lontano si fermarono completamente.
Le due ragazze si abbracciarono e i due fratelli si strinsero la mano.
"Ti devo un favore, fratello." disse con una smorfia Sirius.
"Portala al sicuro e amala come farei io." disse solo, poi si voltò verso Annabeth che bisbigliò un grazie, e subito dopo sparì con un sonoro Crack.

                                                                                   *****

"Per Salazar, dove cavolo è finito Peter?!" sbottò James risalendo dal parco.
Aveva guardato da tutte le parti.
Nelle cucine, in Sala Grande, in giardino, nelle serre, persino in biblioteca!
Ma niente.
Nada de nada.
Nothing.
Zero.
Peter era sparito nel nulla, e se Remus non gli avesse confiscato la mappa del Malandrino lo avrebbe trovato in un baleno.
Quindi si decise a tornare in sala Comune.
Era quasi arrivati quando un ciclone coi capelli rosa gli finì addosso.
"Scusa! Oh Scusami davvero! Non volev...Potter?" si scusò interrompendosi per pronunciare il suo cognome incredula.
"Ciao Dora." disse trattenendo una risata.
La ragazza nello scontro aveva fatto cadere una marea di libri per tutto il corridoio.
I capelli del suo tipico color rosa confetto erano spettinati e gli occhi di un blu familiare in trance.
La divisa che indossava era tutta stropicciata e a differenza di tutte le ragazze che cercavano di accorciare il più possibile la gonna nera, lei indossava dei pantaloni maschili.
La cravatta era annodata in vita, e non per farla apparire più bella come spesso facevano altre ragazze, ma perchè i pantaloni le stavano un pò larghi e l'aveva adattata come cintura.
James guardava divertito la cravatta-cintura.
"Oh, ehm..." bofonchiò leggermente imbarazzata notando cosa guardava il moro "... Ecco... Mi si è rotta la cintura a Pozioni...perchè uno schizzo di pozione me l'ha sciolta e quindi..."
"Non ti preoccupare, non ho intenzione di toglierti dei punti per 'abbigliamento inadatto'..." la rassicurò capendo il perchè di quelle giustificazioni.
D'altra parte era comunque un Caposcuola.
O come preferiva chiamarlo Sirius, Capoprigione.
Si chinò ad aiutarla a raccogliere i libri.
"Dove stavi andando?"
"Ecco, la bibliotecaria mi ha fatto notare che non ho reso i libri che avevo preso in prestito dalla biblioteca. Non mi ero accorta che dovevo già riportarli, così stavo andando a riportarli ma non vedevo niente e..."
James trattene una risata.
Tipico di Nonfadora.
Raccolsero i libri poi James si offrì di aiutarla.
Così si avviarono verso il primo piano.
"Come sta tua mamma?" disse ad un certo punto lui.
"Benissimo grazie! Ormai si è ripresa del tutto, anche se dovrebbe riposare ancora. Ma lei non vuole! Pensa che papà per tenerla ferma le deve dare dei sonniferi!"
Lui ridacchiò.
"Come va invece con Annabeth?" chiese seria.
Era strano vederla così seria.
Lei era esuberante e piena di energia, leggermente imbranata ma comunque sempre allegra.
"Oh, ecco. Non troppo bene, ma si spera che le cose possano migliorare." disse confondendola un pò, ma lei non fece più domande.
D'altra parte che poteva dirle? Non sapeva più niente da quando Sirius se ne era andato. 
Poteva essere morto e lui non lo sapeva.
Un brivido gli percorse la schiena solo al pensiero.
No. Sirius stava bene. 
E anche Lily.
"Bene siamo arrivati! Poi andare adesso James, ce la faccio da sola. Grazie mille!"
Si congedarono con un sorriso e James tornò su i suoi passi.
Doveva dire a Remus di controllare sulla mappa dove fosse Peter.

                                                                                     *****

"Che vuol dire 'Ero nelle cucine' ?! Ci sono passato tre volte e non c'eri!" sbottò James.
Era entrato in Sala Comune e aveva visto Remus che leggeva pigro la Gazzetta del Profeta e contemporaneamente aiutava Peter a fare trasfigurazione.
"Ehm... Mi dispiace. Ma avevo fame. Forse ero già uscito." squittì Minus.
James sospirò e si addolcì.
"Forse hai ragione. Va bene lo stesso. Qualcuno a sentito per caso il mio migliore amico o la mia futura moglie?" chiese il moro.
Da dietro di lui una voce gli rispose secca.
"Che io sia la tua futura moglie questo è ancora da decidere. Anzi ti volevo giusto dire che ho barattato il matrimonio di Annabeth e mi sono sposata con Regulus. Si dice che sia molto bravo a letto." lo provocò la rossa.
James si girò di scatto, tanto da farsi male al collo e la guardò incredulo.
"Non credo che sia più bravo di me! Non sei così innocente come dici, Evans, a quanto pare." rispose acido ma felice lui.
Lei si avvicinò pericolosamente a lui e spinse il suo bacino a un millimetro da quello del moro, mentre gli soffiava la risposta nell'orecchio.
"Credi di essere più bravo di Regulus? Non credo proprio. E no. Non sono innocente come dico." sibilò con voce calda e stranamente sensuale.
James perse la testa e voltando la testa la baciò.
Merlino, quanto le era mancata.
Lei poggiò le mani sulle sue spalle e lui la afferrò per i fianchi approfondendo il bacio.
Dopo una quantità di tempo indefinita qualcuno tossicchiò per riportali nel mondo reale.
"Potreste risparmiarci le vostre effusioni per favore?" chiese con tono finto irritato Sirius.
Lily scoppiò a ridere insieme ad Annabeth, che nel frattempo aveva salutato tutti con calore.
Si era cambiata e si era infilata la divisa, ma c'erano ancora tracce di trucco e pettinature varie a renderla oltre che più bella... strana.
Sembrava passata una vita da quando era stata in infermeria e si sentivano a disagio.
Dopo le risate infatti calò un silenzio imbarazzato.
"Ecco... Io vi devo parlare." azzardò la mora.
"Ma non qui, e non ora." concluse.
Il gruppo si guardò e annuì.
"Bene!" esclamò James prendendo la mano di Lily. "Stasera nel nostro dormitorio"
Remus fece per ribattere ma il Cercatore si avviò verso il ritratto trascinandosi dietro Lily e uscì.
"Ehi! Ma io non voglio venire nel vostro dormitorio!" disse Annabeth.
"Invece ti adatti, signorina!'' ribatté Sirius scherzoso.
"E se non volessi?" chiese lei mettendosi le mani sui fianchi.
"Ti prenderei di forza e ti legherei al mio letto." esordì lui avvicinandosi a lei tanto che i loro nasi si toccarono.
"Non ne avresti il coraggio!'' lo stuzzicò lei senza arrossire.
Era bello tornare a litigare con lui.
"È una provocazione?"
"Niente affatto. È la realtà." disse ancora lei incrociando le braccia sotto il seno e allontanandosi leggermente da lui.
"Io non direi!" concluse, se la issò sulle spalle e si avviò verso il dormitorio.
Lei cominciò a dimenarsi sapendo però di non potercela fare.
Quando i due sparirono dentro la stanza, Remus sospirò, scuotendo la testa e riprese ad aiutare Peter che se la rideva sotto i baffi.
Tutto era tornato normale.
O almeno così sperava.


Angolo Dell'Autrice:
Ta-dà!!!!
Sono stata brava eh?
Brava Brava Brava!
Oggi presa da un attacco di noia mortale mi è venuta una strana voglia di scrivere e ... ecco cosa ne è venuto fuori.
Il capitolo non è lungo ma sono abbastanza soddisfatta della soluzione che ho trovato.
Ringrazio sempre chi recensisce, VampireMusic, Fabiolita91 e Writer 96, grazie mille!
Sono sempre contenta delle vostre recensioni.
Davvero contenta contenta!
Ho fatto riapparire Ninfadora che l'avevo persa per sdrada.
Prometto che il prossimo capitolo sarà qualcosa di più e finalmente che ho concluso questo matrimonio, bisogna tornare alla normalità.
Che vi dico già, però, non sarà destinata a durare a lungo.
Bene. 
Ho già detto troppo.
Spero che mi lasciate un commentino.
Baci a tutti,
Alice


 

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Capitolo 21
*** Hogwarts dolce Hogwarts ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte


Capitolo 21 
                                             Hogwarts dolce Hogwarts


Non voleva pensarci.
Non adesso.
Non ora che finalmente era con Sirius.
Avrebbe avuto tutto il tempo per farlo dopo.
Sirius l'aveva presa e l'aveva veramente legata al suo letto.
''Ehi! No! Fermo! Come...come osi!? Cosa fai!? Sirius liberami subito!!'' strillò, felice di essere tornata alla normalità, nonostante tutto.
Lui si alzò e la guardò dall'alto in basso, soffocando una risata, e incrociò le braccia al petto.
''Fatto. Ho vinto.''
''Sirius. Liberami. Subito.'' sibilò lei.
''No.''
''Ho detto di sì.''
''E io ti dico di no.''
Lei lo guardò scettica, legata come una scema alla gamba del letto di uno dei Malandrini, le braccia dietro la schiena e le gambe tenute unite da un filo che le teneva le caviglie.
''Hai vinto va bene? Adesso però liberami.'' provò con finta gentilezza.
''No.''
Lei sbuffò.
La sua bacchetta era nella borsa per terra al centro della stanza.
L'unica cosa che poteva aiutarla era il chiodo che sporgeva alla base del letto, ma non ci arrivava.
Chiuse gli occhi, fingendosi stanca.
Sirius la guardò leggermente preoccupato.
Poi le si stampò un ghignò divertito sulle labbra.
''Annabeth?'' chiese cauto.
In un attimo la bacchetta che era dentro la borsa le volò in mano.
Un attimo dopo le corde si afflosciarono per terra e se la ritrovò a pochi centimetri dal suo naso con la bacchetta puntata sulla sua gola.
Le avrebbe fatto quasi paura se, un secondo dopo, non stesse ridendo a crepa pelle.
Certo che era parecchio strana.
''Come hai fatto?'' chiese stupito.
Lei smise di ridere e lo guardò interrogativa.
''Cosa?''
''Come hai fatto a far... volare la bacchetta verso di te?''
Lei la guardò come se realizzasse la cosa in quel momento.
''In effetti non lo so.''
''Non lo sai?''
Lei alzò lo sguardo su di lui.
''No.''
Si incantò a guardarlo e senza neanche accorgersene i loro visi si erano fatti vicinissimi.
Le loro labbra erano socchiuse e ognuno sentiva il respiro dell'altro sulle proprie.
Rimasero lì.
Fermi.
Senza fare niente.
Non accorciarono le distanze.
Non si allontanarono.
Rimasero così.
Per parecchio.
Poi lei si abbassò, prese la sua borsa e uscì.
Sirius era più confuso di prima.
Annabeth era più confusa di lui.

*****

''James! Mi dici che cosa ti è saltato in mente?!'' urlò Lily isterica e completamente fradicia puntando la bacchetta contro il petto di James.
Lui si limitò a sorridere.
''Togliti immediatamente quel sorriso ebete dalla faccia!''
Lui fece finta di non aver sentito.
Lei rabbrividì.
''Lily? Stai bene?''
Lei lo guardò, Cruciandolo con lo sguardo.
''Secondo te come dovrebbe stare una che è stata buttata...''
''Sei caduta da sola!''
''...Nel lago Nero, a Dicembre...''
''Veramente è ancora Novembre...''
''...E che sta morendo congelata dal freddo?'' continuò lei.
Lui la avvicinò a se e l'abbracciò.
Lei improvvisamente si sentì le guance andare in fiamme, insieme al resto del corpo.
Poi la prese in braccio e la portò fino in Sala Comune dove la adagiò vicino al camino.
''Non pensare che ti abbia perdonato!'' gli sibilò mentre lui le metteva una coperta sulle spalle e una cioccolata calda tra le mani.
Lui allora si sedette dietro a lei e la abbracciò.
Cominciò a baciarle poi il collo, piano piano salendo sempre di più.
Lily poi girò appena la testa e le loro labbra si incontrarono.
Appena si staccarono lei si accasciò completamente su di lui.
Rimase parecchio minuti fermi uno vicino all'altra.
''Perdonato?''chiese poi speranzoso.
In tutta risposta Lily alzò la bacchetta allontanandosi un po' da lui, e un secchio pieno d'acqua ghiacciata si riversò sul moro.

*****

Per quanto a molti maghi possa sembrare sbalorditivo, i Babbuini...No aspetta... i Babbani non sono sempre stati ignari delle creature magiche e mostruose per nascondere le quali abbiamo lavorato così a lungo.
Ninfadora in quel preciso momento tentava di rimettersi in pari con i compiti.
Infatti aveva scoperto pochi minuti prima che per il lunedì seguente bisognava fare una recensione completa del libro di Scamander,Gli Animali Fantastici: Dove trovarli.
Era corsa in biblioteca e l'aveva afferrato.
Adesso doveva solo leggerlo e poi farci il tema.
Semplice no?
Uno sguardo agli arti e alla lettiera Babbuina...ehm, volevo dire, all'arte e alla letteratura Babbana del Medioevo rivela che molte delle creature che oggi essi ritengono marinate...cioè...immaginarie a quel tempo erano note come reati...no...reali.
No, non era così semplice.
Infatti leggere e camminare per il castello contemporaneamente per una distratta come lei non era affatto facile.
Così non riusciva né a leggere, né a camminare.
 In un attimo si scontrò con qualcuno.
Per la seconda volta nella giornata.
Questo qualcuno fortunatamente la prese per le spalle prima di combinare altri disastri.
''Uh grazie!'' disse alzando lo sguardo dal libro.
''Prego Dora.''
''Remus!'' disse con un sorriso spontaneo.
Lui le sorrise a sua volta.
''Bisogno d'aiuto?''
''Ehm... in effetti.''
Lui la prese per le spalle e si diresse verso la biblioteca.
''Ok. Che cosa devi fare?'' chiese trattenendo una ristata.
''Dovrei fare una recensione completa di...''
''Fammi indovinare. Animali Fantastici dove trovarli.''
Lei lo guardò interrogativa.
''Ho indovinato.'' ridacchiò.
Lei alzò gli occhi al cielo.
"Per le mutande di Merlino, Remus, che cosa c'è da ridere?!''
Lui rise ancora di più.
Come era bella la sua risata constatò Ninfadora mentre cercava di trattenere un sorriso.
Arrivarono sulla soglia della Sala Comune e Remus cercò di limitare le risate.
Si sedettero a un tavolino in un angolo della stanza e tra risate, ghigni, piume e pergamene cominciarono a 'lavorare'.
O almeno ci provarono.

*****

Come era prevedibile dopo che Lily ebbe tirato addosso a James un secchio di acqua ghiacciata, lui fece lo stesso.
E cosa altrettanto prevedibile lei ne fece comparire un'altro e glielo rilanciò.
Continuarono così fino a quando Alice e Frank, tornado da una passeggiata fuori e trovando i due che si tiravano secchiate di acqua in pieno inverno, li separarono
Alice prese Lily e la portò in dormitorio a farsi una doccia calda e il suo fidanzato fece lo stesso con il Malandrino.
"Ma siete completamente andati tutti e due?!" la sgridò come una mamma "Vi prenderete un accidente!"
La rossa fece una doccia calda e dopo essersi vestita e preparata  congedò Alice, prendendo al volo la sua sacca piena zeppa di libri, dicendole che andava in biblioteca.
Uscì velocemente dal dormitorio e dalla Sala Comune, sorridendo tra se alla vista di Remus e Ninfadora che litigavano amichevolmente su come fare un tema, percorse i corridoi che la separavano dalla tanto amata biblioteca e si fiondò a un tavolino in fondo alla stanza, tra scaffali e libri.
Il suo preferito.
Era il più appartato e praticamente tutti a scuola sapevano che era suo.
Che non osassero toccarlo o saltavano in aria.
Di solito solo a Remus era consentito avvicinarsi.
Cominciò a percorrere i polverosi scaffali e acchiappò qualche libro che riteneva interessante.
Tornò al suo posto e cominciò a scorrere i vari tomi che aveva preso.
Lesse titoli e titoli fino a quando un piccolo libriccino che non era sicura avesse preso catturò la sua attenzione.
Lo conosceva bene.
Alice aveva tentato in tutti i modi di farglielo leggere con scarsi risultati.
Il Quidditch attraverso i secoli.
Presa da un'improvvisa curiosità lo aprì e cominciò a leggere.
Capitolo Uno.
L'evoluzione del Manico di Scopa Volante.
Nessun incantesimo formulato fino ad oggi consente ai maghi di volare in forma umana senza altro supporto.
I pochi Animagi che si trasformano in creature alate possono forse apprezzare il volo, ma sono una rarità...

Un leggero fruscio la distrasse dalla lettura e si accorse con la coda dell'occhio che qualcuno si era seduto di fronte a lei.
James.
Fece finta di niente e tornò alla sua lettura.
Le testimonianze mostrano che maghi e streghe in Europa usavano manici di scopa volanti già nell'anno 962.
"Lily?"
Lei lo ignorò ma prima che potesse riprendere a leggere lui ricominciò a parlare.
"Per Merlino! Scusa! Non volevo farti arrabbiare, va bene? Era un gioco!" disse esasperato.
Lily continuava a tenere lo sguardo fisso sul libro cercando di leggere.
Senza riuscirci. 
James si sporse sul tavolo, verso il suo viso.
"Andiamo Lils...."
"Non chiamarmi Lils." sibilò alzando lo sguardo.
Lui colse l'occasione cercando di baciarla.
Senza neanche pensarci Lily alzò di scatto il libro, così il povero moro anziché baciare la sua 'futura moglie' si spiaccicò contro il libro con un sonoro crack, segno che il suo naso non doveva averla presa troppo bene.
La rossa lasciò cadere immediatamente il libro che si schiantò sul pavimento con un tonfo sordo e portandosi le mani alla bocca cominciò a scusarsi a mezza voce.
"Oddio scusa James! Scusami! Scusami! Oh Merlino! Hai bisogno di andare in infermeria?"
Lui la guardò cercando di sorriderle tranquillo ma quello che riuscì a fare fu solo una smorfia di dolore.
Che botta.
Gli era successo a Quidditch di farsi male ma, sinceramente, questo non gli era mai capitato.
James si teneva le mani sul naso, che aveva cominciato a sanguinare leggermente, mentre Lily buttò tutte le sue cose in borsa e lo trascinò fuori dalla biblioteca costringendolo ad andare in infermeria.
Lo prese poi sottobraccio e lo trasportò verso il corridoio del primo piano.
Come era carina quando era preoccupata per lui!

*****

"Basta mi arrendo! È impossibile lavorare con te!"
"Ehi! Non sono io quella che si fa tanti problemi!"
Remus scosse la testa divertito.
Ormai erano più di due ore che cercavano di finire quella recensione e tutto quello che erano riusciti a fare erano solo 10 miseri centimetri di pergamena.
"È un libro complesso! Non puoi pensare di fare una recensione scrivendo solo 'Questo libro spiega cosa sono e fanno gli animali fantastici e dove si possono trovare!' Un primino saprebbe fare di meglio!" 
"Tu ti fai troppo problemi. È solo un libro. Noioso anche."
Lui si finse offeso.
"Come osi!? Ninfadora Tonks come osi dire che questo libro è noioso! È uno dei libri più belli di questo mondo!"
Lei scoppiò a ridere.
"Abbiamo giusti moooolto diversi per via di libri, Remus! E non chiamarmi Ninfadora, per Merlino!"
"Aspetta che lo venga a sapere Lily! Credo sia il suo libro preferito subito dopo 'Storia di Hogwarts!"
Lei si sporse verso di lui, con aria quasi... E molto quasi... Minacciosa.
"Non ho paura di te, signor Remus  Ma-Che-Bella-Cosa-Studiare  Lupin. E neanche di Lily Attento-Che-Sono-Caposcuola  Evans..."
Lui si fece più vicino.
"E io non ho paura di te, Ninfadora Non-Mi-Chiamare-Così Tonks." bisbigliò vicinissimo al suo viso.
Dora arrossì fino alla radice dei capelli e pregò tutti i maghi della terra e non, che la luce fosse abbastanza bassa per non farlo notare a lui.
"Bene." riuscì solo a bofonchiare.
"Bene." concordò lui sempre in un bisbiglio per nulla imbarazzato da quella vicinanza da come la vedeva Tonks.
Lei decise di mettere fine a quella strana atmosfera che si era creata.
"Ho fame. Andiamo a mangiare?" chiese stranamente allegra e spensierata come se non fosse successo nulla, mettendo i libri e le pergamene nella borsa senza alcuna grazia.
"Concordo."
E come due amici, allegri si presero a braccetto e saltellando leggermente si avviarono in Sala Grande sotto gli occhi stupiti di molti.

*****

"Non fare quella faccia! Ti ho chiesto scusa! Non volevo lo giuro!"
I malandrini più Lily, Annabeth e Tonks erano seduti ai soliti posti per la cena e l'intrattenimento serale quel giorno era James che metteva io broncio a Lily e Lily che si innervosiva con James.
Lui evitava di rispondere forse per paura di scoppiare a riderle in faccia.
"Sembri un bambino di sei anni quando fai così! Ti ho già detto scusa un milione di volte. Smettila!"
Lui girava pigro il cucchiaio nella zuppa come se non sentisse niente.
A quel punto Lily lo afferrò per i colletto della camicia e serrò i denti.
"Stammi a sentire, rincretinito che non sei altro! Mi sono scusata e non ho intenzione di farlo ancora! E se non la smetti la prossima volta mi accerterò di romperti anche qualcosa d'altro oltre al setto nasale. Qualcosa di vitale importanza per uno come te e come Sirius."
James arrossi lievemente.
Sirius la guardò finto offeso.
"Miss Evans non mi pare il caso di privarlo di una cosa tanto importante... Che cosa te ne farai di lui poi? L'unica cosa che sa fare decentemente è scop-"
James si intromise al volo.
"-piare palloncini ovviamente!" urlò per sovrastare la voce dell'amico.
Lily guardò male alternativamente James e Sirius, soffermandosi di più su quest'ultimo.
"Certo, Black, mi assicurerò che anche tu abbia lo stesso trattamento."
"E non pensi alle povere e innocenti ragazze che si aspettano da me il massimo?"
"Potranno essere povere ma non credo proprio che siano innocenti, Sirius."
"Mai dire mai! E poi che ne sai tu? Che ne dici di fare un giro con me Lily?" disse lui ammiccando.
James divenne viola dalla rabbia e l'imbarazzo.
"Certo, Sir. Contaci." annuì lei esasperata.
"LILY!" urlò Potter.
Lei si girò lentamente verso di lui.
"Oh, adesso mi parli vero?"
Lui si avvicinò pericolosamente al suo viso.
"Tu.Sei.Mia."
"Non sono un'oggetto James, a contrario di come pensate voi maschi. Non sono di nessuno. E nemmeno tua." ribatté con toni pacati.
Lui rischiando il tutto per tutto la baciò.
Lei si irrigidì un attimo poi si lasciò andare.
"Quante volte devo chiedervi di fare queste cose in privato? Mi disgustate!" protestò Sirius.
Lily si staccò da lui e mentre James gli lanciava un'occhiataccia, la rossa rispose tranquilla.
"Non ti sembra di esagerare un pochino, Sirius? Non oso immaginare cosa fai tu!''
Remus e Annabeth risero.
Ninfadora invece parlava animatamente con Alice e Peter.
"E torniamo al discorso di prima! Vieni ad accettarti di persona, Evans se sei tanto curiosa."
Lei sbuffò.
Annabeth si alzò.
"Io vado a fare un giro nel parco."annunciò.
James stava per ribattere ma Lily lo fermò con lo sguardo.
Poi guardò con aria incoraggiante Sirius.
Lui alzò gli occhi al cielo.
"Vengo anch'io."
Detto questo i due si allontanarono.
Poco dopo una civetta planò verso Lily, con una lettera in bocca.
A Lily si fermò il cuore appena riconobbe la gracile scrittura che con evidente sforzo aveva scritto l'indirizzo.
Era quella di Petunia.
Con dita tremanti la aprì.
La lesse tutta d'un fiato.
Si alzò e con le lacrime agli occhi e lo sguardo di James sulla sua schiena, corse via, fuori di lì.
In quel momento si odiò con tutta se stessa.


Angolo dell'Autrice:
Ciao a tutti!
Allora questo capitolo non è niente di che ma prima di far scoppiare un altro casino volevo fare un capitolo tranquillo.
Tutto alla normalità.
Quasi tutto.
Comunque spero vi piaccia lo stesso.
Grazie mille a le 4 che hanno recensito lo scorso capitolo, Writer96, Ronnie02, _Tears_ e Kateausten.
Grazie di cuore!
Ringrazio anche coloro che hanno solo letto, messo nelle preferite/seguite/ da ricordare.
Spero di non avervi deluso.
Buona ripresa della scuola a tutti.
Bacioni
Alice

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Capitolo 22
*** La Lettera di Petunia ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte


Capitolo 22

                  La Lettera di Petunia    

Erano poche righe, scritte con una rabbia disarmante.
Lily era seduta sotto un albero fuori nel parco, dove il freddo pungente le impediva di piangere.
Gli occhi erano lucidi e le mani tremavano mentre stringevano con forza il pezzo di carta Babbana.
Tutto in quelle righe la faceva fare male.
Come se milioni di aghi le forassero la pelle.
Non era colpa della sorella.
Non era colpa di Petunia.
Era tutta colpa sua.
Non doveva venire li.
Doveva rimanere nel mondo babbano a proteggere la sua famiglia.
Aveva fatto quel discorso almeno un miliardo di volte negli ultimi sette anni.
E tutte le volte si rispondeva da sola.
Ormai quello era il suo mondo.
Non poteva farci più niente.
Un leggero tocco sulla spalla la fece sussultare.
Si alzò in piedi e si mise davanti a James, il viso ancora fisso sul terreno.
Gli diede la lettera.
Non c'era bisogno di parole.
Lui la lesse veloce, poi accorció la distanza tra di loro e la strinse in un abbraccio carico di parole.
Lei non pianse.
Si strinse a lui con forza e chiuse gli occhi.
Era la sua ancora di salvezza.

Papà ha rischiato di morire lo sai?!
Il palazzo dove lavora é saltato in aria!
Ha avuto la fortuna di essere in strada a fumarsi una sigaretta quando é esploso.
Adesso é in ospedale.
Per tua fortuna non è tanto grave.
Lilian ci vuoi morti forse?!
Prima la mamma! 
Adesso papà!
Smettila!
SMETTILA!
Ci stai rovinando la vita!
Tu ci vuoi morti!
Lasciaci in pace!
Non ti vogliamo!
Restatene nel tuo mondo di mostri!
Che cosa ti cambia di vederci a Natale, Pasqua e tre mesi d'estate e fare la figlia perfetta quando meno ce l'aspettiamo cerchi di ucciderci!?
Sai anche che un nostro vicino è morto per cause sospette?
Lo sai Lilian?!
Certo che no!
Tu non sai mai niente!
Vattene dalla nostra vita!
Per sempre!


                                                                              *****

James era corso dietro a Lily senza dire niente a nessuno.
Remus, Peter e Dora si erano alzati e, finita la cena, erano andati in sala comune.
Sirius aveva aspettato che Annabeth finisse di mangiare e poi si erano avviati anche loro verso i dormitori.
Camminavano uno accanto all'altra , senza parlarsi e appena si sfioravano sussultavano e si allontanavano immediatamente.
Come se non si fossero mai conosciuti.
"Sirius... Ecco...grazie di tutto." disse poi imbarazzata la mora.
Lui sembrava sorpreso.
"Di cosa?"
Lei arrossì.
"Per... Per il matrimonio." bisbigliò appena.
Lui fece come se non avesse sentito e tornò silenzioso.
Si sfiorarono un'altra volta e lei sobbalzò di nuovo.
Fece per allontanarsi ma lui le afferrò il polso e la avvicinò a se.
"Perchè fai così?"
Lei era spavenata.
"Io non... Non... Sto facendo niente."
"È proprio questo il punto! Non fai niente! Ti comporti come se mi conoscessi appena!"
Lei si infiammò.
"Sei tu che ti comporti così!"
"No! Io ho cercato di.. Di avvicinarmi ma tu..."
"Io cosa?!"
"Tu rimani impassibile! Non sembri più l'Annabeth della festa di Halloween!"
"Ah no? E chi sembro sentiamo!"
"Sembri ... Regulus." sibilò lui con una punta di amarezza nella voce.
Lei spalancò la bocca.
"Non ti riconosco più Sirius. Forse è meglio cancellare quello che è successo. Forse è meglio così. Come se non ci fossimo mai conosciuti."
Lui alzò lo sguardo arrabbiato e deluso su di lei e la fissò negli occhi.
"Avevo ragione. Non sei più tu."
"Io sono sempre la stessa!" disse lei convinta.
"No."
"Si invece. Tu sei cambiato!"
Avevano alzato la voce e ormai quasi si urlavano addosso.
"Io sono sempre la stessa!"
"Dimostramelo!"
Lei lo prese per la nuca e lo avvicinò a se.
Lo baciò come non aveva mai baciato nessuno.
Con passione e forse un pò di violenza.
Lui rimase un attimo titubante poi socchiuse la bocca e ricambiò il bacio.
Adesso era morbido e tenero.
La prese per i fianchi e la chiuse tra di lui e la parete
Appoggiò un mano al muro, all'altezza della sua testa, per non schiacciarla troppo.
Quanto aveva aspettato quel bacio.
Lei mise le sue mai sul petto di Sirius e poi le appoggiò al spalle, congiungendole dietro il collo.
Cominciò a giocare coi suoi capelli corvini fino a che non si staccò, senza fiato, rimanendo però a pochi centimetri dalle sue labbra.
Lui riprese a baciarla e la portò con s'è dentro una stanza, apparsa dal nulla.
Era un'ampia sala, con divanetti e poltrone come in sala comune.
Si avvicinò al un divano abbastanza largo e la adagiò sotto di lui.
Continuarono a baciarsi come ormai da tempo desideravano.
Poi lui si sdraiò con lei, e Annabeth si addormentò sul petto di Sirius, che la stringeva in un abbraccio.
Presto anche lui si abbandonò al sonno, promettendosi di risvegliarsi dopo 5 minuti per tornare nei dormitori.

                                                                                             *****

James aveva accompagnato Lily nel dormitorio.
Era stravolta e sapeva bene che avrebbe avuto tutto il tempo il giorno dopo per chiederle spiegazioni.
Mezza addormentata la appoggiò sul suo letto e mentre stava per andarsene lei lo afferrò per la mano.
"Non andartene." supplicò.
Lui la guardò stupito e si sedette sul lato del letto.
"Sai che non posso stare qui! Sono un maschio e potrebbero pensare male. Siamo comunque fidanzati."
Le sfuggì un sorriso.
Era fidanzata con James Potter.
Che cosa assurda.
"Allora stai qui come amico."
Lui si chinò su di lei.
"Non potrei più accontentarmi di essere solo un amico."
Lei sorrise ancora.
"Lo so. Ma so anche che sei un ottimo attore."
Lui sbuffò divertito.
Si appoggiò allo schienale del letto e adagiò le gambe sul materasso.
Lily si appoggiò a lui, ormai semi incosciente.
"Grazie James. Grazie." bisbigliò appena prima di cadere nel sonno quasi abbracciata a lui.

*****

"Il libro!" esclamò Ninfadora ad un tratto, sdraiata su un divano mentre Remus leggeva attento un libro e Peter accarezzava teso un gattino, sotto lo sguardo divertito del mannaro.
Il biondo alzò lo sguardò dal tomo.
"Quale libro, Dora?" chiese esasperato Remus.
"Quello di Pozioni!"
Lui la guardava senza capire.
"E...?"
"L'ho dimenticato in biblioteca!" urlò.
Remus la afferrò per il polso e la trascino fuori dalla sala comune.
"Muoviti! Se siamo fortunati Madama Pince si è trattenuta in biblioteca.!"
Corsero fino alla biblioteca che sfortunatamente trovarono schiusa.
"Oh, no." ansimò Tonks, senza fiato.
Remus invece sembrava fresco come una rosa.
Si avvicinò alla porta, tirò fuori la bacchetta e senza farsi vedere bisbigliò "Alohomora!"
"Eh? Cosa fai?"
Remus alzò gli occhi al cielo.
"La gente tende a dimenticare che anche io sono un Malandrino, nonostante tutto." constatò un po' seccato.
Ninfadora si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia.
"Niente affatto mio eroe." recitò trattenendo a stento una risata.
Lui diventò rossissimo.
"Muoviti a prendere il libro. Io rimango a vedere se arriva qualcuno."
Tonks si precipitò nella stanza scomparendo negli scaffali.
Remus cominció a giocare con la bacchetta.
La lanciava e la riprendeva.
Un ritmo monotono.
Ad un certo punto sentì un miagolio.
Per lo spavento la bacchetta si schiantò a terra e rotolò contro il muro.
Remus si precipitò dentro la biblioteca e corse verso Ninfadora.
"Scusa se ti sto facendo aspettare. Eccolo qui, comunque. L'ho appena trovato e ..."
Lui le tappò la bocca e la spinse dietro degli scaffali, contro il muro, in uno strano abbraccio.
Aveva una mano appoggiata alla parete all'altezza del suo petto, e l'altra sulla bocca di lei che era appoggiata con la schiena al muro.
Tra i due corpi c'era una distanza minima e Ninfadora arrossì sentendo il suo petto muoversi e sfiorare quello di lui.
"Che cosa hai sentito, gatta?" chiese dolce Gazza.
Un miagolio acuto rispose.
"Bene, bene. Una bacchetta. Un alunno fuori dai dormitori dopo il coprifuoco.
Sei stata bravissima. Adesso provvediamo subito."
Si sentì la porta chiudersi e un rumore di catene, seguito da un miagolio.
"Andiamo"
Remus rimase immobile con gli occhi chiusi fino a che non sentì un calore alla mano.
Tonks aveva poggiato la sua piccola mano sulla sua e l'aveva scostata.
"Adesso?" sussurró poi.
Lui si allontanò soppresso dalla loro vicinanza e si diresse verso la porta.
Provò ad aprirla ma senza successo.
Poi si voltò verso di lei.
"Hai la bacchetta?"
"No. Credo mi sia caduta sul divano."
Lui tirò un pugno alla porta di legno massiccio.
Lei immediatamente scattò in avanti per impedirgli di tirarne un'altro.
"Fermo! Non risolveremo niente così."
Teneva tra le sue mani il pugno serrato di lui.
Remus sospirò.
"Hai ragione ma che facciamo?"
"Sei tu il malandrino qui."
"La mappa del Malandrino!"
Ce l'aveva ancora lui da quando l'aveva presa a James per impedirgli di spiare Lily.
La tirò fuori e il suo sorriso si spense.
Senza bacchetta era solo un pezzo di pergamena.
Dora lo guardava stranita.
"È una mappa che abbiamo disegnato noi malandrini, della scuola.
Ma si apre solo con la magia e noi... non abbiamo le bacchette."concluse malinconico.
Lei lo prese per mano e lo portò a sedersi.
"Aspettami qui." ordinò.
"Cosa vuoi fare?"
Lei sorrise.
"Fidati di me."
Lui sorrise ancora.
"Io mi fido sempre di te."
Si allontanò da lui e nascosta dietro uno scaffale si concentrò.
Era comunque una Metaformagus.
Chiuse gli occhi e dopo un attimo si sentì restringere.
Diventò più piccola e magra.
I capelli si accorciarono fin sotto la nuca.
Era alta poco più di un metro e magrissima.
Si arrampicò su uno scaffale e aprì una grata piccolissima.
Erano le tubature.
Con una smorfia di disgusto entrò e strisciò fuori di li.
Intanto Remus si guardava intorno nervoso vedendo che Tonks non tornava.
Non sapeva come comportarsi con lei.
Non era come Lily.
Era completamente diversa.
Non era neanche sicuro fosse solo un'amica.
Il suo cuore aumentava i battiti quando erano vicini o la vedeva entrare in sala Grande inciampando nel mantello.
Quel sorriso sincero sempre sulle labbra che ti cambiava la giornata.
Avrebbe voluto baciarla.
Si scosse.
Cosa?
No!
Loro erano amici!
Che pensieri assurdi.
Sobbalzò quando sentì che qualcuno armeggiava con le catene.
Una luce blu e poi la porta si aprì cigolando.
Remus era pronto al peggio.
"Allora? Sono stata brava?"
Era Tonks.
Tirò un sospiro di sollievo.
Lei gli rese la bacchetta e risistemò le catene come prima per far capire a Gazza che non era entrato nessuno.
Poi andarono in sala comune.
Si salutarono alla base della scale dei rispettivi dormitori.
"Ah! Ecco il tuo libro. È quello che cercavi giusto?"
"Si. Grazie Remus."
"Grazie a te. Sei stata bravissima."
Lei sorrise.
"Toglimi una curiosità. Da dove sei passata?"
"Dalle tubature." rispose come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Lui spalancò la bocca e gli occhi.
Dora si avvicinò a lui e gli diede un bacio a fior di labbra.
"Grazie per avermi aiutata." e sparì nei suoi dormitori.

                                                                                  *****

Annabeth aprì lentamente gli occhi e si accorse di essere quasi completamente sdraiata su Sirius.
Arrossì un po' e cercò di alzarsi.
"Buon giorno bella addormentata." la salutò lui, comodamente sdraiato sotto di lei.
"Che ore sono?'' chiese sbadigliando.
"Le dieci."
"Cosa?! Le dieci?! E non mi hai svegliata per andare a lezione!?"
Lui rise.
"Non credo che muoia nessuno se saltiamo una mattina."
Lei spalancò la bocca.
"Ma...ma..."
Lui non la face finire appoggiando le labbra sulle sue.
Lei si dimenticò di tutto.
Il suo cervello andò in tilt.
Lui si staccò dolcemente.
"Tieniti libera il prossimo sabato destinato alle uscite a Hogsmeade.
Ci vieni con me." le disse a fior di labbra riprendendo poi a baciarla.
"E se fossi già occupata?"
"Non ti conviene."
"Sarai tu a impedirmelo?"
"Esatto."
Annabeth aveva risposto a occhi chiuse facendosi baciare tra una frase e l'altra.
"Non credo proprio." disse convinta e con un enorme sforzo di volontà si allontanò e camminò ridendo lontano da lui, avviandosi verso la porta.
Lui schizzó in piedi e corse verso di lei.
La afferrò per i fianchi e la fece girare riprendendo a baciarla.
"Ormai sei mia."
Lei non ribatté.
Si abbandonò a lui.

                                                                                        *****

Lily si era svegliata con un terribile mal di testa e inoltre si era accorta di dormire sopra James.
Mugulando si era alzata e avviata verso il bagno.
Le parole di Petunia le balenarono in mente e le fecero più male di una pugnalata.
Doveva andare all'ospedale da suo padre e assicurasi che stesse bene.
Avrebbe chiesto i permesso a Silente il giorno stesso.
Doveva solo convincere James a non venire con lei, cosa che avrebbe insistito di fare.
Un giramento di testa le fece perdere l'equilibrio.
Cercò un appoggio ma non lo trovò.
Era sicura che sarebbe caduta spaccandosi anche qualcosa.
Improvvisamente sentì qualcuno sorreggerla.
James.
Grazie al cielo.
"Ce...ce la faccio da sola."
Lui sbuffò.
"Non dire cavolate."
La testa sembrava voler esplodere e tutti gli organi sembravano fare un sforzo enorme per continuare a vivere, provocandole fitte di dolore da tutte le parti.
Le ginocchia cedettero di nuovo e si aggrappò con tutte le sue poche forze al moro.
"Lily?" chiese preoccupato.
Lei non ce la faceva nemmeno a parlare.
Lacrime spingevano sugli occhi cercando di uscire, non riusciva a reggersi in piedi e le parole si erano incastrate in gola.
Si sentiva una voragine nel petto e la testa pulsare fastidiosamente.
"Papà." riuscì solo ad articolare prima di svenire.

                                                                                         *****

"Non si preoccupi signor Potter, è solo un crollo emotivo." disse tranquilla madama Chips.
"Oh, si, ecco.... Certo" bofonchiò lui impaziente di vedere come stava la rossa.
"Vada a lezione, adesso. L'orario delle visite, per lei, inizierà soltanto quando saranno terminate."
Lui sbuffò.
"Ma come?!"
"Mi creda Signor Potter. Non c'è niente di cui preoccuparsi. Si risveglierà questo pomeriggio. Ora vada."
James si alontanò sconsolato dalle porte dell'infermeria ma di certo non si avviò in classe.

                                                                                                 *****

Remus era rientrato quella sera sbalordito trovando sia il letto di James, sia quello di Sirius completamente vuoti e ordinati.
Aveva pensato che sarebbe stato da bravo amico andare a cercarli e salvarli in caso fossero nei guai, ma pensò anche che molto probabilmente era un'operazione suicida.
Controllò la Mappa del Malandrino.
James era con Lily, mentre di Sirius nessuna traccia.
All'inizio aveva pensato che si trovasse veramente nei guai, poi pensò che molto probabilmente era finito come suo solito nella Stanza delle Necessità con la ragazza di turno.
Stanco ma convinto di aver fatto il suo dovere di amico, si era sdraiato sul suo letto e non si era svegliato fino alla mattina dopo.
Ne James ne Sirius erano venuti a lezione.
Per il cercatore non era tanto preoccupato in quanto era molto probabilmente a fare compagnia a Lily.
Ma per Sirius era un po' agitato.
Il pomeriggio, dopo pranzo, non aveva ancora visto nessuno dei due.
Peter non era di grande aiuto visto che mangiava, dormiva e mangiava ancora.
Riprese allora la Mappa e vide James.
Tirò un sospiro di sollievo.
Poi trattenne però il fiato.
Era in infermeria vicino a Lily.
O Lily era vicino a lui.
Era difficile chi dei due stesse male.
E qualche passo indietro da loro, nella mappa, c'erano Sirius e Annabeth.
Remus borbottò "Fatto il Misfatto!" e si alzò di scatto, inciampando nei suoi piedi e quasi finendo addosso a...
"Remus." salutò lei.
"Ciao, Tonks! Sai qualcosa di James o Lily?!" chiese di getto.
Lei lo guardò confusa.
"No. Pechè?"
"Vieni con me!" 
La prese per un polso e la trascinò con se verso l'infermeria.

                                                                                     *****

Lily si mise a sedere molto lentamente, con mille pensieri che le vorticavano in testa e non riusciva più a capire niente.
Stette poi parecchi minuti ferma immobile cercando di ricordare in mezzo a tutto quello smarrimento.
Ad un certo punto sentì delle voce alla porta che prima sembrava non aver notato.
"...Mi faccia entrare! Devo vedere come sta!''urlava una voce di ragazzo.
"Signor Potter non faccia tutte queste scene! La signorina Evans non si è ancora svegliata stia tranquillo che si dovrebbe svegliare a momenti!"
"Madama Chips se non mi fa entrare con le buone la, senza offesa, schianto e entro da solo." minacciò il ragazzo.
"Signor Potter se solo osa a fare una cosa del genere la potrei denunciare al preside."
"L'orario delle visite è iniziato e io posso entrare! Devo entrare!"
Lily strizzò gli occhi.
La testa le faceva malissimo.
La dovevano smettere di urlare.
"Smettetela." chiese con voce forse troppo bassa per farsi sentire.
"Sono io l'infermiera qui e fino a prova contraria decido io chi deve entrare a visitare i miei pazienti. La signorina Evans deve riposare. Potrà tornare dopo!"
"Ma lei non capisce che io voglio vederla adesso! È tutta la mattina che cerco di entrare! La devo vedere! Per Merlino! Mi faccia entrare."
Lily cominciava a mettere a fuoco le immagini e collegare alcune cose.
Lei era la signorina Evans in infermeria e il signor Potter, ovvero James, stava litigando con Madama Chips, l'infermiera, che non voleva farlo entrare.
La testa sembrava però voler scoppiare, per lo sforzo minimo che aveva fatto.
Era come avere mille spilli che la pungevano.
Se la prese con le mani.
"Smettetela." disse ancora con voce leggermente più forte, ma i due non la sentirono.
"Non può entrare! Non c'è bisogno che entri!"
"Io devo entrare! devo!"
"Perchè tutte queste scene signor Potter?"
"Perché la amo e mi devo assicurare che stia bene!!!'' 
Le parole le erano uscite prima che potesse fermarle.
Il cuore di Lily perse un battito.
Perché la amo.
Perché la amo.
Perchè la amo.
Quelle tre semplici parole sovrastavano tutti i pensieri che vorticavano in testa senza sosta.
"James..." chiamò.
Il silenzio che si era creato tra i due litiganti permettè a James di sentirla.
"LILY!" urlò e senza troppo storia spinse l'infermiera da parte e corse verso di lei.
La abbracciò di slancio.
Lei sorrise con il mento appoggiato alla sua spalla.
"Grazie al cielo stai bene! Grazie al cielo! Non sai quanto mi hai fatto preoccupare! Grazie Merlino, grazie!" urlò con gioia.
"Non urlare, ti sento." sussurrò.
"Lily, mi hai fatto preoccupare! Sei sicura di stare bene?!" chiese rafforzando l'abbraccio.
"Sto bene." disse.
Perché la amo.
Perché la amo.
Perché la amo.
Lily chiuse gli occhi.
"Ah, James..."
Lui si irrigidì un po'.
"Si?"
"Anche io ti amo."

Angolo dell'Autrice:
Eccomi qui!
Sono tornata!
Ciao a tutti.
Il capitolo non è troppo lungo ma sono abbastanza soddisfatta.
Dovevo aggiornare ieri ma sono stata a Milano e non avevo il computer con me.
Devo dire in oltre che sono contentissima e non so nenanche il perchè.
Va bene, lasciamo stare le mie gravissime malattie mentali.
Il capitolo è questo e non mi sembra che abbia qualcosa da aggiungere/commentare/spiegare.
Se avete domande io sono qui.
Volevo ringraziare di cuore chi ha recensito, P e r l a, Kateausten, _Tears_  e Fabiolita91.
Grazie come sempre anche a chi legge silenziosamente.
Però vorrei salutare in particolar modo la mia FlorAVita che si è rimessa in pari con i capitoli.
Grazie tesoro.
Grazie anche a ( oddio non ci credo che lo sto facendo) _Tears_ che è più pesante di mio fratello quando studia ma alla quale voglio bene lo stesso ( Ricordati che la storia è Mia NON tua!)
Credo di avere finito.
Grazie mille a tutti.
Aspetto le recensioni,
Alice

 

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Capitolo 23
*** Il racconto di Lily ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte


 Capitolo 23
                         Il racconto di Lily

 

"Che cosa avete combinato ancora voi due?"
Lily e James sobbalzarono e si staccarono dall'abbraccio.
Dietro di loro, venivano verso il letto Sirius e Annabeth.
Lily cercò di accomodarsi meglio mentre James si rimetteva in piedi di fronte alla rossa.
"Ehm... Ecco. Nulla. Sono solo stanca." bofonchiò Lily.
"Io giuro che l'ammazzo quella Babbana! Lo giuro!'' urlò invece James prendendo la bacchetta e sventolandola in aria avvicinandosi al migliore amico che fece un passo indietro per qualsiasi evenienza.
"Piano piano piano, cervo imbizzarrito. Che cosa vai blaterando?" chiese Sirius trattenendo una risata.
"Cervo imbizzarrito?" chiedere curiose le due ragazze.
James fulminò con lo sguardo il moro ma fece finta di niente.
"Come si permette una Babbana, senza offesa Lily, da quattro soldi, a fare la strafottente dicendo queste cose!? Noi siamo come lei e non deve fare queste scenate!" urlò.
Lily lo guardava con un sguardo tra il divertito, il preoccupato e il curioso.
"James?" chiamò poi.
"James un corno! Non mi faró di certo mettere i piedi in testa da una Mirtilla Malcontenta 2, ecco!" disse imbronciato come un bambino al quale vengono tolte le caramelle.
Gli altri tre risero ma furono interrotti quando le porte dell'infermeria sbatterono.
Remus e Ninfadora, mano nella mano, corsero verso di loro.
Appena si accorsero della situazione si lasciarono imbarazzati.
Remus si riprese all'istante.
''Che succede qui?!'' chiese con i nervi a fior di pelle. ''Non vi si è visti per tutta la giornata! Niente! Niente di niente! Non una misera notizia.
Siete spariti! Potevate essere stati rapiti dello Yeti e io non lo sapevo! Ma vi sembra il modo! Porca Morgana! Mi avete fatto preoccupare! Voi siete impazziti!''
Il biondo era paonazzo mentre i due malandrini lo fissavano con uno sguardo stupito e divertito.
"Mamma, ti promettiamo che non lo facciamo più." recitarono insieme.
Remus si infiammò ancora di più.
"Non fate i furbi con me! Non usate quel tono che se no vi faccio fare un bagno con la piovr..." si interruppe. "Lily! Oh Merlino che è successo?!"
Sirius e James alzarono gli occhi al cielo sbuffando.
Lily rise.
"Niente di che."
James la guardò serio.
Ci devi una spiegazione, sembrava dire.
Allora lei sospirò, e cominciò a raccontare.

Lily Evans era sempre stata una bambina modello.
A scuola era sempre stata bravissima, era mediamente carina e educata.
Le sue compagne la invidiavano spesso, mentre altre volevano assolutamente esserle amiche.
Era conosciuta in tutta la scuola elementare per la sua generosità e bravura in tutto.
In oltre aveva molti ammiratori che non esitavano a prenderla in diparte per cercare di fare colpo.
Era abbastanza nella norma ma quel visino tenero che sapevano essere innocente e quegli occhi verdi come due smeraldi facevano il loro dovere.
Petunia Evans invece sembrava il contrario della sorella.
Bionda quanto Lily era rossa.
Scorbutica quanto Lily era generosa.
Ignorata quanto Lily era amata.
Eppure le due bambine erano più che sorelle.
Erano migliore amiche.
Petunia non esitava a correre in aiuto al piccolo uragano dai capelli rossi e viceversa Lily non esitava a farsi valere quando la maggiore era in difficoltà.
Erano opposte e si incastravano come due pezzi di un pazzle.
O almeno così credevano.
Il loro rapporto si era incrinato da quando Severus Piton aveva detto alla rossa di essere una strega.
Lily ne era rimasta affascinata, mentre Petunia seccata e inorridita da tali sciocchezze.
Si dovette ricredere quando aprì la porta a un uomo vestito in modo strambo, con un mantello , una barba bianca smisurata e degli occhiali a mezzaluna.
Se prima tutto quello che Lily diceva sembravano solo fantasie, da allora tutto cambiò.
La sorella cominciò ad allontanarsi da casa e dalla maggiore per poter fare piccole magie con il nuovo amico, Piton, i genitori esalatati di avere una figlia maga erano al settimo cielo, mentre la ragazzina, forse trovatosi improvvisamente messa in disparte e ignorata cominciò a odiare la magia.
La rabbia aumentò quando il vecchio mago rifiutò la sua richiesta di ammissione alla scuola di Magia.
Qualcosa si ruppe in Petunia.
E anche nel rapporto che aveva con la sorellina.
Cominciò dapprima a evitarla e poi a odiarla apertamente.
La piccola Lily era disperata.
La terra le mancava sotto i piedi e Severus non la capiva.
Lui non aveva un fratello.
Cercò in tutti i modi di consolare Petunia che però rimaneva impassibile con lei.
La partenza per Hogwarts non migliorò di certo la situazione.
Anzi, se possibile la peggiorò.
Anche se appena poteva la secondogenita tornava dalla famiglia le cose cominciarono a cambiare da subito.
I genitori la guardavano in modo diverso.
Per loro adesso era solo una maga.
Poco contava se era loro figlia.
Anche se loro non lo ammettevano, Lily se ne era accorta fin da subito, quando a Natale del primo anno aveva mostrato loro la sua abilità in pozioni.
Gli occhi verdi della madre e quelli color cioccolato del padre avevano sempre uno strano scintillio quando la guardavano.
Come se fosse diventata improvvisamente una stella del cinema.
Le cose cambiarono completamente quando, due anni prima, il negozio di vestiti della madre di Lily e Petunia prese fuoco per circostanze misteriose e la donna ne rimase gravemente ferita.
Aveva perso da allora quasi tutta  la capacità di vedere da un occhio e i polmoni erano danneggiati.
Spesso veniva attaccata da attacchi di asma e insufficienze respiratorie che la portavano in ospedale troppe volte.
Inutile dire che la signora Evans cadde in rovina e il negozio fu chiuso dopo poche settimane.
Lily aveva detto una sera durante le vacanze che quello che era successo poteva essere collegato a dei maghi oscuri che circolavano nel suo mondo.
I genitori dissero che erano solo sciocchezze e che era stata solo una fiamma vagante.
Eppure se avessero letto il giornale dei maghi avrebbero di certo visto un aticolo nel quale c'era l'immagine del negozio in fiamme e che diceva che un gruppo di maghi che si facevano chiamare Mangiamorte, e che volevano riportare purezza nel loro mondo, aveva dato fuoco a un magazzino babbano con il temuto fuoco '
Ardemonio' che aveva provocato molte vittime e pochissimi sopravvissuti.
Petunia infatti era riuscita a impossessarsi del giornale magico rubato alla maga
La bionda, se possibile odiò ancora di più sua sorella e la magia, dicendole che se osava avvicinarsi ancora a lei e alla sua famiglia faceva una brutta fine.
Il cuore di Lily non poteva sopportare un simile strazio ma non poteva di certo permettersi di abbandonare la famiglia in quel periodo.
Così Petunia aveva cominciato a trasferirsi dal suo fidanzato quando Lily era in casa, e non ci entrava finche la sorella era li.
Raramente la si poteva vedere in compagnia della sorella.
Il Natale passato però aveva dovuto fare uno sforzo perché il suo fantastico ragazzo stava traslocando e non era possibile che la giovane donna vivesse da lui.
Così Petunia aveva provveduto facendo un dispetto alla sorella.
Si era appropriata della sua camera, e buttando giù la parete che la divideva dalla propria ne aveva fatta la seconda casa di Vernon.
Lily era scoppiata.
Non aveva più una camera, doveva dormire sul divano e in compenso aveva quel tricheco gigante sempre tra i piedi.
Aveva allora cominciato a ripagare Petunia con la sua stessa moneta.
Appena compiuti i diciassette anni non aveva esitato a rendere la vita della donna un inferno più che poteva quando era a casa.
Il rapporto tra le due era un disastro.
La madre aveva smesso da tempo di cercare di rimediare ma quello era veramente troppo anche per lei.
Aveva severamente vietato la magia in casa per Lily e non si preoccupava di far uscire Petunia e Vernon appena possibile.
Anche il rapporto con i genitori era peggiorato.
Lily aveva cominciato a litigare anche con loro visto che le proibivano di fare magie, ma ne usciva ogni volta distrutta.
Lei voleva bene a loro e non voleva che finisse come con Petunia.
Aveva cominciato a riscrivere a casa e anche se sapeva che era tutta una messa in scena, cercava in tutti i modi di far funzionare le cose.
Aveva rinunciato alla magia e a qualsiasi contatto con essa durante le vacanze, che, soprattutto quelle estive, erano uno strazio.
Quando tornava a Hogwarts era come rinascere.
Quell'anno poi era stato per ora fantastico.
Avventure e magia erano un combinazione vincente per la ragazza.
Lily era cresciuta dentro quelle mura.
La tenera e innocente bambina con il visino tondo e gli occhi verdi si era trasformata in una giovane donna a tutti gli effetti.
Era snella, ma aveva le curve nei punti giusti.
I capelli ramati erano lunghi fino a metà schiena e lisci come spaghetti.
Gli occhi erano la sola cosa che era rimasta della piccola peste.
Negli ultimi anni era diventata una bellezza e gli ammiratori spuntavano da tutte le parti, stavolta con intenzioni diverse rispetto a quelle di un bambino di dieci anni.
Tuttavia la giovane non si era mai fatta intimorire da nulla.
Non era affatto facile ottenere la sua piena fiducia.
Sopratutto dopo quello che era accaduto al quinto anno e che ormai tutti sapevano.
Dopo il litigio con il migliore amico, Severus Piton, qualcosa in lei si era rotto.
L'amicizia che li aveva legati per tanti anni si era rivelata un fallimento totale e lei evidentemente aveva evitato di fidarsi delle persone, dopo quello che era successo.
Molti dopo alcuni tentativi di approccio andati in fumo, rinunciavano.
Tutti prima o poi si stancavano di andarle dietro, feriti o semplicemente seccati dai suoi continui no.
L'unico che non aveva mai mollato era stato lui.
James Potter.
Il suo incubo perpetuo dal primo anno.
La prima volta che si erano visti si era trovati insopportabili a vicenda.
Poi, forse i no, forse i dispetti, forse la bellezza che non mancava in nessuno dei due, aveva contribuito a farli inconsciamente innamorare.
E così la bella rossa si era ritrovata una sera del sesto anno, poco dopo le vacanze di Natale, sotto la doccia, ad ammetterlo.
Era corsa da Alice, in accappatoio, con i capelli ramati bagnati e gocciolanti e l'aveva fissata fino a che lei non aveva fatto la fatidica domanda.
"Che c'è Lily?"
Lei l'aveva guardata più seria che mai.
"Credo di avere un problema."
Alice si era subito preoccupata.
"Cosa?!"
"Credo di essermi innamorata di James Potter."
Alice l'aveva guardata storta.
Poi era scoppiata a ridere.
E poi l'aveva guardata preoccupata.
Alla fine si era accorta che la rossa diceva sul serio.
Lily non si era scomposta di una virgola.
La vita era andata avanti come sempre.
Sempre con i no secchi.
Con le occhiatacce.
Sempre arrabbiata con lui.
Ma stava bene.
Quando c'era lui, anche se era arrabbiata o isterica, stava bene.
Si beava dei suo sorrisi, imponendosi di non cedere.
E poi, quanto correva via, con i pugni serrati e la faccia rossa dalla rabbia, appena girato l'angolo, si appoggiava alla parete e sorrideva come un'idiota.
Aveva continuato a resistere a lui, convincendosi che per lui, lei era solo un trofeo.
Lo stomaco si stringeva in una morsa di dolore quando lo pensava, ma le impediva di cedere.
E così aveva tirato avanti.
Contenta comuque dei loro lirigi che erano ormai diventati una cosa quotidiana.
Tra lo strazio della sua famiglia, la scuola e quel terremoto di Potter, che comunque aveva odiato con tutta se stessa per sei anni buoni.
Poi era arrivata quella lettera.
Tutto sembrava perfetto.
Le risate, i suoi amici, le vacanze di Natale sempre più vicine...
E invece i Mangiamorte avevano rovinato tutto.
Un'altra volta.
L'ufficio di suo padre era saltato in aria.
Ed era colpa di Voldemort.
Lui sapeva.
Loro sapevano.
Per loro lei era una minaccia.
Una Babbana che vuole diventare Auror.
Bella, brava, intelligente e troppo adatta alla guerra.
I suoi genitori a distanza di pochi anni avevano rischiato di morire, in incidenti ritenuti casuali, ma che in realtà non lo erano.
Adesso doveva andare da loro.
Doveva assicurarsi che stessero bene.
Doveva rimediare a tutti gli errori che aveva fatto.


*****

L'effetto delle parole di Lily vagò per la stanza per alcuni secondi.
"Quindi..." riprese poi lei. "Io devo partire. Devo andare a vedere come sta mio padre. Starò via poco. Ve lo prometto. L'unica cosa che vi chiedo in cambio è di non seguirmi." disse più rivolta a James che a gli altri. "Per favore."
Nessuno sembrava condividere quell'idea.
"James, soprattutto tu. Non voglio. Ti scongiuro." 
Remus fu il primo a capire i desideri della rossa seguito da Annabeth e Ninfadora.
"Va bene, Lily." disse, mentre le due ragazze si limitarono ad annuire.
Lily ringraziò con un cenno del capo, e si girò verso i due migliori amici.
James mosse la testa con una smorfia in quello che doveva essere un cenno d'assenso.
Lily si concentrò su Sirius che la fissava serio.
Il loro rapporto era decisamente migliorato dopo l'avventura del matrimonio.
"Sirius..."
"Io non prometto niente."
"Per favore..." cercò di farlo ragionare.
"I Magiamorte potrebbero essere pronti ad aspettarti. È molto, troppo, prevedibile che ti vada a trovarli. Io non ti lascio andare da sola. Con James. Con Alice. Con Annabeth. Con Remus o con Tonks. Persino con me. Ma non voglio che tu ci vada da sola." disse duro.
Lily scosse la testa.
"Ho bisogno di andarci senza nessuno."
"Non me ne frega niente."
Disse quelle parole con una durezza che stupì tutti.
James guardava l'amico storto.
Insomma non era mica la sua fidanzata! Che non osasse rubargliela.
"Ma a me sì. Io devo andare da sola."
"E io ti dico che non te lo premetto."
Ancora una volta quelle parole rimbombarono cupe nell'infermeria.
"Ma che succede qui?! Mica è un salotto! Fuori tutti! Ah, signorina Evans, oggi alle sei, dopo essere uscita dovrà andare nello studio del preside. Da sola." aggiunse fissando in cagnesco tutti i presenti la giovane Madama Chips.
"Certo."
Erano le quattro del pomeriggio e aveva ancora un po' di tempo per riflettere sull'accaduto.
I suoi amici uscirono salutandola, tutti tranne Sirius.
Lei lo chiamò.
Il moro si fermò sullo stipite della porta.
"Non sono d'accordo con te. Non c'è nient'altro da dire." disse solo e se ne andò, lasciando Lily più confusa che mai.

*****

Le sei alla fine erano arrivate presto.
Troppo presto.
Lily aveva preso le sue cose, le aveva infilate nella borsa e si era avviata verso l'ufficio del preside.
Se era convinta che sarebbe stata da sola si sbagliava.
Infatti, vicino al gargoyle che difendeva l'ufficio, appoggiato al muro, con le braccia incrociate al petto e l'aria annoiata c'era Sirius.
Lei lo guardò alzando un sopracciglio.
"Ti ho già detto che non approvo. E vedrai che neanche Silente lo farà." disse calmo lui.
"Io scommetto il contrario."
"Vada per la scommessa. Se vinco io entri nella squadra di Quidditch come battitore."
"E se perdi?" chiese convinta Lily.
Lui ci pensò un attimo.
Poi fece una smorfia.
"Andrò a chiedere a Mocc- Piton scusa per tutte le volte che ho... Come dire... Offeso la sua persona..." 
Lily fece un ghigno divertito.
"Preparati per questa umiliazione, Sirius."
"Niente affatto. Preparati tu a indossare la divisa di Quidditch dei Grifondoro."
Insieme si avviarono verso l'ufficio di Silente, entrambi convinti di vincere.
Appena entrarono il preside li accolse e li fece sedere.
"Professore..." iniziò Lily guardando con la coda dell'occhio Sirius, che era comodamente seduto com le mani dietro la nuca. "Io desidero andare in ospedale a trovare mio padre."
"Capisco signorina Evans. Ho sentito quello che è successo. Tuttavia le consiglio di fare attenzione."
"A proposito di questo, vorrei chiederle esplicitamente di impedire ai miei amici di seguirmi."
"Non pensa di potercela fare da sola, Signorina Evans?"
"Certo, ma ci sono alcuni elementi che non approvano." disse guardando Sirius.
"Capisco. Immagino che il signor Black qui presente voglia accompagnarla."
Sirius si riscosse.
"No... cioè, sì...ma ... non necessariamente io. Potrebbe andare con una sua amica, o con James, piuttosto che con un amico. Insomma per me è importante che non ci vada da sola.I Mangiamorte potrebbero attaccarla. Non deve andare da sola."
Silente lo guardò incuriosito, congiungendo le mani sulla scrivania.
"E perché?" chiese poi curioso.
Sirius alzò un sopracciglio scettico ma si affrettò a rispondere, senza il minimo imbarazzo.
"Perchè è mia amica. E non voglio che corra dei rischi. Inoltre è la ragione di vita del mio migliore amico. Lily è troppo preziosa per noi, per correre un rischio così grande. Le sembrerà strano, preside, ma siamo finiti tutti per diventare suoi amici. Ed io personalmente, voglio bene a questa peste coi capelli rossi." disse serio.
Silente sembrava ridere sotto i baffi... anzi la barba.
"Benissimo signor Black. Allora accompagnerà la signorina Evans a trovare la sua famiglia."
La mascella di Lily toccò terra.
Sirius ghignò e approfittò dello shock della rossa.
"Bene, Lily non ha nulla da ridire. Grazie per esserci stato d'aiuto Preside. Grazie mille."
La afferrò per il polso e prima che lei potesse dire 'bip' la trascinò fuori di lì.
Questa l'avrebbe pagata cara.

"Non ci credo! Non ci credo! Non mi hai fatto ribattere! Non erano così i patti Sirius! Non era questi! Io non voglio che tu mi accompagni.!!!"
"E invece ti tocca. E devi entrare nella squadra. Niente storie. Hai perso la scommessa!" disse felice lui.
Lei cominciò a prenderlo a pugni.
"No! NO! Hai barato!" disse colpendolo a ogni sillaba pronunciata.
Lui preso alla sprovvista incassò i primi colpi poi le afferrò i polsi e la fermò.
"Calmati Occhidolci!" esclamò divertito.
Lei lo guardò male.
"Occhidolci!?" esclamò infuriata.
Lui scoppiò a ridere.
"Si! Occhidolci!"
"Ti faccio vedere io chi è qui Occhidolci!" esclamò rossa per la rabbia e liberandosi ricominciò a colpirlo con tutta la forza che aveva in corpo.
Lui ridendo le afferrò un polso, la fece ruotare su se stessa, come a un ballo, la tirò verso di se, bloccandola divertito con le braccia, in uno strano abbraccio.
Lei girò la testa indietro verso di lui, accorgendosi che era appoggiata con la schiena al suo petto, stupita dal trovarsi improvvisamente tra le sue braccia.
Non arrossì come avrebbe fatto con James e constatò che Sirius era davvero alto.
Molto più alto di lei, e anche qualche centimetro in più del Cercatore.
Era leggermente anche più muscoloso.
Lei, capito che non si sarebbe più liberata finche non si fosse arresa, mise il broncio.
Non notò una luce improvvisa e nemmeno una ragazzina, che visti i due così abbracciati e sorridenti, corse verso la sala Comune dei Grifondoro con una fotografia in tasca.

*****

"James!'' 
Lily corse verso di lui.
Si aspettò un bacio, uno scherzo, una battuta, di tutto ma non quello.
James si girò verso di lei, duro e arrabbiato.
Lei lo guardò curiosa.
"Che succede?"
"Che succede?! Dovrei essere io a chiederlo a te!" sbottò lui.
Lei sbuffò cercando di trattenersi, e incrociò le braccia sotto il seno.
"Andiamo, James. Dimmi qual'è il problema." chiese calma.
"DIMMELO TU QUEL'È IL PROBLEMA, EVANS."
La rossa lo guardò a bocca aperta.
"Che cosa ti succede, spiegati!"
"Smettila di fingere!"
"Non capisco! Che cosa dovrei fingere, per Merlino, James!'' 
"Smettila di fingere di amarmi!"
Quelle parole rimbombarono nella Sala Comune.
Era quasi vuota visto che era quasi ora di cena, ma alcuni curiosi si erano fermati a guardarli litigare come da tempo non facevano, mentre altri, più saggi, aveva sbirciato un po' e alla fine avevano proseguito.
Le urla avevano attirato l'attenzione di molti.
Remus, Peter e Sirius  uscirono dal dormitorio.
Alice e Annabeth fecero lo stesso.
"Che cosa vuoi dire?" chiese gelida Lily, anche se in realtà il suo cuore si era fermato.
"Che tu non mi ami. Ti sei messa con me, solo perché in realtà vuoi stare con..."
"Piano, piano, piano, che succede qui?" chiese Sirius venendo verso di loro e fermandosi alle spalle di Lily.
"Non osare parlarmi, traditore!"
Sirius trattenne il fiato pericolosamente.
E non fu l'unico.
L'aria sembrava essersi ghiacciata nella Sala Comune e tutti sii resero conto che avevano sbagliato a rimanere lì.
"Che cosa stai dicendo, James?" chiese con voce ferma Sirius.
"Tu! Tu mi hai tradito! Io pensavo che fossimo amici! Invece era tutta una messa in scena!"
Lily si intromise.
"Perchè dici questo James?!"
"Perchè voi, voi, mi avete tradito."
I due scossero le teste.
"No, James, qualunque cosa tu abbia sentito non è vera." disse Sirius.
"Si, invece. E non so come ho fatto a essere così cieco da non accorgermene.
Tu, hai aspettato il momento giusto, e alla fine te la sei presa."
I due ancora non capivano.
Lily fece un passo verso di lui.
"James, cosa dici?"
"Dico che tu, mi tradisci con Sirius."
Le reazioni furono tante e tutte insieme.
Remus, Alice e Peter erano talmente increduli che non ci vollero credere.
Sirius era completamente frastornato.
Annabeth aveva sentito il cuore farsi pesante, rallentare il battito, talmente debole che temette si sarebbe fermato.
Lily rimase pietrificata.
Non sentiva più nulla. 
La folla rimaneva silenziosa.
"No. No. James stai commettendo un errore. Non è vero. Io amo te." disse facendo un altro passo avanti.
James indietreggiò disgustato.
"Statemi lontani. Sarete contenti adesso. Potete stare insieme, tranquillamente. Non c'è bisogno di nascondersi. Divertitevi." e in un attimo sparì per il buco del ritratto.
Lily corse dietro di lui.
Sirius si voltò verso Remus.
"Non...non...non è vero." gli disse.
Annabeth ancora lo fissava senza crederci.
Finalmente lui si girò anche verso di lei.
"Annabeth..." disse solo, ma lei si era già girata e avviata su per le scale del dormitorio.
Le lacrime pungevano gli occhi, volendo uscire, ma lei non voleva. Non voleva sprecare altre lacrime, altro dolore, per lui.
In un attimo il moro l'aveva raggiunta e l'aveva bloccata.
Lei si ritrasse dalla sua presa.
Con tutto l'auto controllo che le rimaneva, lo guardò disgustata e lo fulminò, gli occhi di un verde che scintillava di rabbia, e di delusione.
"Non. Toccarmi." sillabò, poi entrò nella sua stanza, sbattendo la porta con forza.
Si accasciò al muro e una lacrima silenziosa scese sulla sua guancia.
La asciugò in fretta, rabbiosa, con il dorso della mano.
Non ne versò una di più.
Lei era una McNoir. 
Non doveva piangere.

******

"James! James! Non fare il bambino! Fermati! James! Ascolta!" Lily correva dietro il cercatore, cercando inutilmente di raggiungerlo.
"Fermati! Mi devi ascoltare! Non è vero!"
Aveva gli occhi lucidi ma non voleva farsi vedere piangere, non da lui, non in quella situazione.
"Per favore, fermati!"
Il moro non accennava a fermarsi.
Lily era senza fiato e ormai i suoi piedi chiedevano pietà.
Li spronò ancora ma senza i risultati sperati.
"Dannazione!" 
Imprecando cadde per terra.
Stavolta non c'era nessuno a sostenerla.
Il pavimento freddo la raggiunse senza che neanche se ne fosse accorta.
Però James si fermò.
Fece qualche passo indietro ma si tenne ad almeno un metro da lei.
Lily teneva la testa bassa, per paura che le lacrime potessero avere la meglio.
Chiuse e gli occhi e si trattenne.
La sua voce era leggermente incrinata, ma nulla rispetto a a come si sentiva dentro.
"Non...non c'è niente tra me e Sirius, James. È solo un amico. Non ... Non sarà mai come con te. Io amo te. Non lui."
James sbuffò.
"Non posso crederti."
"Ma devi! Devi! Sono la tua fidanzata!"
I capelli rossi le coprivano il viso arrossato e gli occhi lucidi.
"Mi dispiace, ma i fatti contano più di qualsiasi parola."
Fece cadere per terra una fotografia.
Erano lei e Sirius.
Sembravano abbracciati.
Anzi erano abbracciati anche se lei gli dava le spalle.
Anche se non era quello che sembrava.
L'immagine si muoveva e si vedeva Sirius in preda alle risate e Lily, che anche se metteva il broncio, si girava verso di lui con la testa.
Le loro facce erano vicinissime, ma poi la foto riscattava dall'inizio.
E, la rossa dovette ammettere con dolore, che sembravano sul punto di baciarsi.
"Non... non è come sembra."
Di tutto ciò che poteva dire di più convincente, non le usci niente di meglio.
James rise crudele.
"Certo." disse solo.
Lily alzò il viso e una lacrima le sfuggì dagli occhi.
Lui si accucciò, fino a porre le loro facce vicine.
Lily pensò di aver rimediato a tutto.
"Perchè non vai a piangere da Sirius? E magari perché non ti fai consolare da lui? È quello che hai sempre voluto no?" sibilò lui sulle sue labbra.
Si alzò e sparì nel buio del corridoio.
Lily rimase lì, per terra, finché Frank Paciock, di ritorno dalla biblioteca, non la trovò.
Seduta per terra, in una posizione scomoda, la caviglia slogata e il viso contratto in una smorfia di dolore, cercando di non piangere.
La prese e la portò da Alice, che stringendola in un abbracciò, la addormentò con un incantesimo.
Quella notte sognò solo il sorriso di James.





Angolo dell'Autrice:
Sono bravissima!
Ahahaha
E anche molto modesta.
Allora.
Ho scritto la storia di Lily.
Insomma ovviamente come la immagino io.
Mi sembra di essere stata abbastanza fedele alla traccia della Rowling, per quel poco che si sa.
Se ci sono degli errori non esitate a dirmelo.
Per il resto...
Sono stata cattiva?
Un pochino ma volevo incasinare la vita ai personaggi.
E credo di esserci riuscita.
Bene.
Non... Non mi sembra di dover dire altre cose.
Ah!
Ringrazio come sempre coloro che hanno recensito lo scorso capitolo, P e r l a, kateausten, Ronnie 96 e  _Tears_.
Un grazie doppio a Writer96, che ne ha commentati due in un colpo solo.
Grazie mille Writ.
Ovviamente ringrazio anche chi ha inserito nelle preferite/ seguite/ da ricordare e chi legge soltanto.
Grazie per essere arrivati fin qui.
Aspetto i vostri commenti, anche negativi,
Baci a tutti,
Alice

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Capitolo 24
*** Gli occhi sono una finestra sull'anima ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

Capitolo 24
                                  Gli Occhi sono una finestra sull'Anima



"Lily... Lily..."
La rossa si rigirò nel letto, bofonchiando qualcosa molto simile a un "Non rompere le pluffe" nel cuscino
"Ehi! Non mi si ignora così! Sono riuscito ad alzarmi io, vedrai ce la farai anche tu!"
Ma Lily non osava ad aprire gli occhi.
"Evans! Svegliati!"
Nulla.
"Guarda che chiamo Alice."
Ancora niente.
Solo un leggero sbuffo appena udibile.
"L'hai voluto tu."
Sirius borbottò un "Muffliatto!" alle tende delle compagne della rossa, cercando di convincersi che Annabeth non era dietro una di quelle.
"OCCHIDOLCI! Muovi le tue dolci chiappette e alzati da quel letto!"
Già ad "Occhidolci" Lily era scattata in piedi come una molla e poi aveva mollato un pugno nello stomaco all'amico.
"Non. Chiamarmi. Occhidolci." sibilò lei con aria truce.
"Certo, certo. Signorina Evans dobbiamo andare, Silente ci ha preparato una Passaporta che ci porterà dritta a casa tua..."
Gli occhi di Lily si velarono di lacrime.
Sirius non avrebbe saputo dire se per il pensiero del padre o l'improvviso ricordo di quello che era successo la sera prima.
"Certo."
Lo guardò intensamente poi pose la domanda che in quel momento le rodeva l'anima.
"James?"
Sirius abbassò lo sguardo.
"Non ha passato la notte in dormitorio e non lo vedo da ieri sera dopo che..."
Lasciò la frase sospesa.
Un'altra volta Lily si ritrovò sull'orlo delle lacrime abbracciata a lui.
"Vedrai che andrà tutto a posto, Occhidolci, James è stupido ma non fino a questo punto."
La rossa fece una smorfia al nomignolo che le aveva dato, poi ricacciò indietro le lacrime che stavano per uscire e si staccò dolcemente da lui, che la afferrò per le spalle e pretese di guardarla negli occhi.
Le rivolse uno sguardo pieno di tutte le cose che non era in grado di dirle.
Era uno sguardo di scuse, di frustrazione, di paura, di delusione e di rabbia.
Uno sguardo così pieno di emozioni come Lily non l'aveva mai visto.
In quel momento si rese conto di quanto fossero simili.
Anche lui si era costruito una maschera da indossare quando era in compagnia.
Una maschera fragile e che appena poteva lasciava andare in frantumi.
Poi riprendeva i suoi cocci e li rimetteva insieme per assicurarsi di non lasciar trasparire nulla delle sue emozioni.
Lo stesso che aveva fatto Lily.
Aveva voluto mostrarsi forte agli altri solo per non fargli notare quanto in realtà fosse debole.
"Vai a prepararti, ti aspetto qui." disse, scostando le tende rosse e uscendo.
Lily raccolse alcune cose e si avviò in bagno.
Era ancora presto, stava sorgendo il sole, e Sirius si era messo a sedere su una sedia di fronte alla finestra dove Lily era solito mettersi quando aveva bisogno di pensare.
Fissava assorto il sole che sorgeva e Lily ci scommetteva, stava pensando al suo amico, vagante da qualche parte per il castello.
Chiudendo la porta del bagno, aprì l'acqua della doccia, facendola scorrere.
Quando fu bollente come piaceva a lei entrò nel vano e chiuse gli occhi cercando di non pensare a niente.
Ma il sorriso di James era come incastrato nella sua retina.

*****

Se Sirius si fosse girato leggermente forse avrebbe visto passare veloce come il vento un animale famigliare.
Un cervo bianco come la neve correva senza fermarmi nella foresta.
James si era sforzato di dimenticare ma non ci riusciva.
Non poteva credere che Sirius, proprio Sirius, gli avesse fatto questo.
Erano amici da una vita e non poteva reggere il pensiero di essere stato tradito per tutto quel tempo.
Il cervo aumentò la velocità.
Ramoso corse fino a non sentire più le zampe.
Ad un certo punto, l'animale si fermò di colpo.
Le zampe tremavano dallo sforzo, il respiro era affannato e gli occhi, di un colore simile all'oro, erano troppo lucidi.
Si dice che gli occhi siano uno specchio sull'anima.
E se qualcuno in quel momento lo avesse guardato negli suoi, avrebbe visto solo distruzione di tutto ciò in cui lui aveva creduto, rabbia per quello che era successo, tristezza per aver perso le persone più importanti della loro vita e una nota di pazzia.
James stava per crollare.
Se lo sentiva.
Il cuore pesava come un macigno.
Chiuse gli occhi da cervo e un attimo dopo era un ragazzo completamente accasciato per terra tra le foglie secche e il gelido vento quasi invernale.

*****

"Allora, questa Passaporta vi porterà nelle vicinanze della casa della signorina Evans. Se c'è qualche problema non esitate a mettervi in contatto con qualcuno di noi." disse severo Silente.
"Non si preoccupi preside. Controllo io questa piccola peste." disse Sirius.
Lily mise il broncio.
Quando la chiamava così le sembrava di essere una bambina.
E quando la chiamava Occhidolci.
E quando la chiamava Lils.
Insomma non le piacevano i nomignoli.
Peccato non si potesse dire lo stesso di Sirius.
"Sirius non sono una bambina." cercò di farlo ragionare ma sembrava che lui l'avesse presa per la sua sorellina minore.
"Certo Lils."
Per l'appunto.
"Andate!" disse loro Silente, impedendo alla rossa di ribattere.
Lily mise la mano per prima sulla vecchia teiera che era stata utilizzata come Passaporta.
Sirius posò la propria su quella della rossa che alzò lo sguardo su di lui.
Gli occhi che per sei anni aveva considerato di ghiaccio non le erano mai sembrati così spenti.
Vuoti.
Come svuotati di ogni emozione.
All'infuori della tristezza.
Tentò di sorriderle ma non fece in tempo a ricambiare che una luce azzurra invase la stanza e poi tutto quello che riusciva a sentire era la mano calda del ragazzo stretta sopra la propria.

*****

"James..."
Il moro aprì gli occhi.
Remus era chino su di lui, con una mano sulla sua fronte.
"Ben svegliato. Tu sei tutto matto! Ma ti sembra il modo!? Stare fuori con questo freddo con solo una camicia! Incosciente!" disse lui.
James gli sorrise.
Peter era seduto sul letto accanto e gli porse una barretta di cioccolato.
Come era dolce quel ragazzo.
La afferró e la mangiò in due bocconi.
"Dov'è Si..." si fermò appena in tempo.
Ricordandosi prima, che Sirius l'aveva tradito, e poi, che era partito con Lily per l'ospedale.
Remus fece come se non avesse detto niente e gli fu immensamente grato.
"Ti ha trovato un centauro stanotte senza sensi. Ti ha portato da madama Chips il prima possibile. Per tua fortuna era uno dei nostri, si chiama Fiorenzo. Dovresti ringraziarlo, prossimamente."
James sorrise.
Certo che Remus era proprio come una mamma per i Malandrini.
"Certo. Appena posso, vado."
Remus gli mise ancora una mano in fronte.
"Sei bollente. Devi riposare. E vedi di non fare infuriare la Chips come tuo solito.  È stata davvero gentile. Devi prendere poi tre goccie di questa fialetta che hai sul tavolino e mangia tanta cioccol..."
"Remus, perché non fai il Medimago dopo Hogwarts? Saresti ottimo."
Lui lo guardò come si guardano i malati di mente.
Che alla fine era quello che era.
"Io...io non voglio. Io voglio combattere. Farla pagare a chi fa tutte le cose che leggo ogni mattina sulla Gazzetta del Profeta. Le leggo per ricordarmi quando sarò in battaglia di tutte le cose che hanno fatto e che non meritano pietà. Non meritano un minimo di umanità perché quello che fanno non ha prezzo. 
Loro non hanno un cuore, o se ce l'hanno è talmente ridotto in frantumi che è come se al suo posto ci fosse un vortice di cattiveria.
Mi voglio riempire la mente di tutte queste cose per non risparmiarne nemmeno uno quando avrò la possibilità di fargliela pagare. Per non avere la minima pietà con loro. Io voglio fargliela pagare. E voglio essere io a combattere contro di loro. Voglio poter fare qualcosa contro di loro, materialmente. Io voglio mettere fine a questa guerra il prima possibile perché non voglio che i nostri figli vivano in questo mondo orribile."
Non lo aveva mai sentito parlare in quel modo.
Mai.
E James ne era rimasto colpito.
Il biondo prese Peter per un braccio, costringendolo a lasciarlo dormire in pace.
Poi uscì rivolgendogli un sorriso malinconico.
Lui era pronto per combattere.
E James avrebbe combattuto al suo fianco.
Fino alla morte.

******

"...'Nelle vicinanze della casa della Signorina Evans' ha detto quel vecchio! Siamo stati catapultati in un campo di girasoli a tre chilometri di distanza dalla periferia dove abiti! Certo che quel vecchiaccio poteva sforzarsi un attimo!" borbottava Sirius senza sosta.
"Oh Godric, Sirius! Sembri una pentola a pressione! Calmati!"
"Una pentola a che?!" 
"Niente lascia stare."
Il tuo cervello è troppo impegnato a offendere il nostro preside per capire una semplice spiegazione.
''Andiamo Occhidolci! La Passaporta doveva portarci a casa tua non nel campo di girasoli del contadino della città!"
Lily sbuffò.
"Sei pesante come un drago sul piede. Non abbiamo fretta! Quindi mettiti l'anima in pace e non rompermi le pluffe!"
Questa volta toccò a Sirius sbuffare, sonoramente.
"Sono perseguitato. Se non ci sei tu, c'è Remus, se non c'è lui ci sei tu!"
La rossa non ribatté ma in tutta risposta, rallentò e gli porse la mano, girandosi verso di lui.
"Se ti do' la manina ti tranquillizzi?" chiese con voce premurosa, soffocando una risatina.
Lui la affiancò, ghignando.
"Ehi, Evans, se vuoi andare oltre l'amicizia potevi dirlo subito!" 
Lily in tutta risposta gli tirò una manata dietro la nuca.
"Ahi! Che donna aggressiva e violenta!"
"Proprio così, infame maschilista che non sei altro!"
"Io non sono maschilista! Penso solo che le donne siano troppo deboli per fare certe cose..."
Lily sbuffò per l'ennesima volta.
La aspettava un lungo viaggio.
"E poi noi maschi siamo più belli."
Molto lungo.

*****

James lasciò presto l'infermeria quel giorno.
Si avviò in Sala Comune dove si mise a sedere a un tavolino dove Remus stava studiando.
"Stai meglio?" gli chiese l'amico.
James si limitò ad annuire.
"So che molto probabilmente non te ne frega niente, ma stamattina Sirius è partito all'alba. Mi ha detto che gli dispiace che non ti fidi di lui. E ti assicura che non è successo niente."
James si mise una mano nella tasca posteriore dei jeans da cui tirò fuori una fotografia stropicciata.
La diede a Remus che la prese tra le mani con aria confusa.
"Chi te l'ha data?" chiese serio il biondo.
"Una ragazzina."
"Come si chiama?"
"Rita Skeeter."
Remus si irrigidì.
"Stai attento a quella lì. È buona solo a mettere zizzania. Non si stacca mai da quella sua macchina fotografica e appena può combina disastri. Non Prenderla troppo sul serio. È solo un'impostora."
James scosse la testa.
"È una fotografia. Non può averla manomessa."
"Hai ragione. Ma questa non vuol dire nulla."
"Lo vedi anche tu! Si stanno per baciare!"
"Ma non è detto che sia quello che credi. Magari potrebbe sembrare ma ... James... niente è come sembra."
Il moro fece una smorfia.
"Sono abbracciati. E la Evans lo sta per baciare."
Il biondo sbuffò.
"Non farti ingannare dalle apparenze. Davvero credi più a una sconosciuta che al tuo migliore amico e alla tua ... " Remus esitò un attimo.  "... ragazza?"
James in tutta risposta prese un libro dal tavolo e lo aprì, cominciando a leggere.
Ma Remus sapeva che non leggeva sul serio.
Gli occhi esitavano troppo sulle righe, le pagine si giravano troppo in fretta o troppo lentamente.
E insomma... Diciamo che Remus poteva capirlo... Visto che il libro era aperto al contrario!

*****

Per fortuna di Lily mancava poco alla fine di quella immensa distesa di fiori che guardavano il sole.
Sirius non aveva smesso un attimo di sbuffare e parlare.
Non aveva passato con lui più di una giornata e già sentiva un insistente desiderio di afferrarlo per il collo e strangolarlo.
Si tratteneva solo perché sapeva che lo stava facendo per distrarla.
L'incidente del padre, il litigio con James, la pausa da Hogwarts.
Lily si rese conto di essergli immensamente grata perché per almeno un po' non aveva pensato a nulla, se non a convincere Sirius che non era affatto vero che i maschi sono meglio delle femmine.
Non aveva smesso un attimo di dirle che loro erano i migliori.
"Insomma! Noi abbiamo più muscoli, più cervello, più istinto, più adrenalina!"
"Si, avete anche qualcosa d'altro..." bofonchiò a mezza voce la rossa.
"Certo! Se vuoi ti posso fare una dimostrazione pratica! Guarda quella bionda la' giù! Ahi!"
Lily gli aveva pestato con forza un piede.
"Te lo sei meritato. Uno, la bionda laggiù è a 500 metri da qui. Due, la bionda laggiù non è alla tua portata..."
"Fammi indovinare. Tre, non siamo qui per piacere ma per 'lavoro', vero?"
Lily lo guardò sconcertata per un attimo.
"Ehm... Anche. Ma quel che volevo dire io, è che tre, la bionda laggiù è mia madre."

*****

Rita Skeeter era una giovane ragazzina di Corvonero. 
Tutti a scuola sapevano che era meglio non mettersi troppo contro di lei, perché sapeva far venire fuori dettagli molto imbarazzanti della tua vita, visto che il padre lavorava al ministero della magia, e inoltre a aveva un talento naturale per la fotografia.
Era sempre dappertutto e se tu facevi qualcosa che poteva minimamente fare scalpore o incasinarti la vita, lei riusciva a fotografarlo.
Era abbastanza alta e magra.
I corti capelli ricci e biondissimi le ricadevano sopra le spalle, e spesso erano tenuti indietro da una semplice molletta verde acido, il suo colore preferito.
Indossava quasi sempre degli occhiali strani ma di alta moda che la facevano sembrare molto più grande di quello che era.
Rita Skeeter aveva terminato il terzo anno di Hogwarts con successo e subito aveva saputo convincere alcuni docenti a farle fare ricerche o articoli di vario genere.
Quell'anno stava lavorando per essere in grado di fare un giornalino scolastico.
In quel modo la scuola poteva essere molto influenzata dalla sua penna Prendiappunti sempre affilata e la sua macchina fotografica appesa al collo.
Era una ragazzina graziosa e  molti la scambiavano per una del quinto anno. 
Rita era lusingata per questo.
Ma quello che le importava era la fotografia.
E tutti i casini che poteva combinare con essa.

*****

Lily rideva a crepa pelle.
La faccia di Sirius in quel momento era impagabile.
Dopo qualche minuto di risate la rossa cercò di trattenersi e allungò il passo per raggiungere la madre.
Le corse in contro e la abbracciò con forza.
Si staccò solo quando Sirius, che era rimasto indietro, le raggiunse e porse la mano alla signora Evans.
"Piacere di conoscerla, signora. Sono Sirius Black un compagno di scuola di Lily."
La madre ammiccò alla figlia, ma si affrettò a stringere con calore la mano del ragazzo.
"Il piacere è mio, Sirius, io sono Eveline Jones, la mamma di Lily."
Il ragazzo le sorrise.
Eveline era una donna sulla quarantina, abbastanza alta, magra ed elegante.
Aveva un viso tondo, i capelli biondi e gli occhi verdi come quelli della figlia.
Portava un paio di occhiali moderni, non troppo grandi, rettangolari e color dell'oceano.
Era leggermente truccata.
Portava una gonna lunga fino a coprire le ginocchia, delle scarpe nere come l'indumento, basse e affusolate.
La camicia bianca spuntava leggermente sotto la giacca grigia scura, che evidentemente  portava al lavoro.
I capelli d'oro erano stretti in un'alta coda di cavallo.
Doveva essere stata una donna magnifica nel fiore dei suoi anni e anche adesso si manteneva piuttosto bene.
"Sono appena uscita di casa per tornare in ufficio. Lily, tesoro, ti ho riconosciuta appena e allora ti sono venuta incontro. Ho la macchina qui fuori, e volevo prima andare da papà. Vieni con me?"
Lily annuì.
"Viene anche Sirius, se non ti dispiace." si affrettò poi a dire.
L'ultima cosa che voleva era lasciare quel malandrino a casa da solo con sua sorella e Vernon.
"Niente affatto. Venite!"
Eveline camminò leggermente infreddolita alla macchina e aspettò che i due ragazzi salissero.
Poi accese la macchina e partì veloce lungo viale che portava in città.

*****

"Buongiorno." flautò come sempre il professor Ruf prendendo posso alla cattedra.
Gli alunni si sedettero malinconici sui banchi e appoggiarono le teste sul tavolo, programmando una bella dormita.
Due ore di Storia della Magia, le ultime due ore del venerdì, avevano il potere di, se possibile, annullare tutta la buona volontà di studio degli studenti.
Ovviamente Remus e Lily erano le eccezioni che confermano la regola.
E tutto i  Corvonero.
Quella lezione James si sedette malinconico nell'ultimo banco, come al solito, tirò fuori il boccino, come al solito, e cominciò a giocarci sotto il banco, come al solito, per non farsi beccare da Ruf che ovviamente poi l'avrebbe detto alla McGranitt.
Remus tentò di avanzare di qualche fila, ma inutilmente, visto che il Cercatore, accortosi di ciò che aveva in mente il mannaro, lo aveva afferrato per la tracolla e lo aveva schiantato sulla sedia senza troppa delicatezza.
Il biondò sbuffò ma si affrettò a tirare fuori la pergamena, la penna e una dose abbondante di pazienza per sopportare James durante le due ore, e riuscire contemporaneamente a prendere appunti.
Povero illuso.
Meno di trenta minuti... Scherzavo...  Trenta secondi più tardi il moro cominciò.
"Mi annoio."
Se c'è una cosa peggiore di James annoiato, è Sirius Black annoiato, che non ha fatto colazione ed è caduto da letto rompendo per l'ennesima volta la cornice di una loro fotografia, con la luna storta e nessuno con cui rifarsela. 
Remus tentò, vi giuro che tentò di resistere, ma dopo mezzora di ininterrotte domande tipo 'Ma secondo te il basilisco con cosa si lava gli occhi la mattina?', 'Ma secondo te c'è un modo per non annoiarsi e contemporaneamente apprendere quel che dice l'insegnate e lavare i capelli a Mocciosus?' e 'Ma secondo te come fanno gli animali a fare i loro bisogni e non sentire il bisogno di pulirsi?', Remus gli lanciò un Silencio che durò fino a quando alla fine delle due ore, gli tolse sotto minaccia scritta sulla pergamena.
Oh! Diceva che se non glielo toglieva subito gli avrebbe strappato tutti gli appunti a un mese dai M.A.G.O.!

*****

Lily non seppe mai se sua madre aveva già avvertito Petunia del suo arrivo, ma di sicuro lei doveva aspettarselo.
In macchina nessuno parlava, mentre la radio trasmetteva una canzone dei Beatles che Lily non ricordava.
Ad un certo punto il cellulare della signora Evans aveva cominciato a suonare, sotto lo sguardo stupito di Sirius.
La madre aveva risposto e parlato per alcuni minuti con una collega.
Quando chiuse la chiamata era più tesa.
"Lily mi dispiace ma non posso salire da papà. Mi ha chiamato Grace e mi ha detto che c'è un'emergenza. Devo andare subito. Vi lascio davanti all'ospedale. Non è troppo lontano da casa, ma se preferisci puoi prendere un autobus."
Lily si limitò ad annuire.
Quando la macchina si fermò di fronte alla struttura Eveline si girò verso la figlia.
"Digli che mi dispiace. Passerò di certo stasera. Ciao, Lily."
I due ragazzi scesero dal veicolo ed entrarono.
Lily si avviò verso la hall e attirò l'attenzione di una giovane infermiera.
"Sto cercando Fred Evans." disse calma.
La giovane donna sfogliò alcuni fogli e poi le disse dove doveva andare.
Sirius segui la rossa senza dire una parola.
Dal corridoio che percorreva poteva vedere molti dei pazienti che erano lì dentro.
Una forte malinconia lo invase.
Lily si fermò di fronte a una porta socchiusa.
"È questa."
"Ti aspetto qui fuori."
"Se vuoi puoi entrare."
Lui le sorrise.
"Non ce n'è bisogno..."
Lei annuì, si girò e spinse la porta bianca come la neve.
L'ultima cosa che vide di lei Sirius, furono i suoi capelli rossi che si agitavano sulla schiena.
Si guardò intorno e si sedette su una sedia accanto alla porta.
E aspettò.

*****

"Remus."
Tonks si era seduta accanto al biondo quella sera in Sala Comune.
Il mannaro aveva alzato la testa e le aveva sorriso.
"Ciao, Dora. Come va?"
"Io bene. Ho sentito di Lily."
Lui la guardò confuso.
"Me l'ha detto Alice Prewett."
"Che cosa ti ha detto di preciso?"
Lei si accomodò meglio sulla sedia.
"Mi ha detto dell'incidente di suo padre. Poi ha accennato a un litigio ma quando le ho chiesto spiegazioni non mi ha detto più niente."
Remus annuì.
Appoggiò il libro che stava leggendo sul tavolo e si accasciò sulla sedia.
"La Skeeter ha combinato un casino."
Dora si irrigidì.
"Ancora? Cosa ha fatto questa volta?"
Remus la guardò sbuffando.
"Ha dato a James una fotografia nella quale sembra che Sirius e Lily si stanno per baciare. Sono abbracciati e... Insomma hai capito. Non so perché erano abbracciati e neanche voglio saperlo ma sono sicuro che non è come sembra. Ma sai come è fatto quella testa calda di James. Ha litigato con i due. Insomma una catastrofe. Di conseguenza Annabeth ha litigato con Sirius e, insomma, io non so più che fare. Sirius mi ha assicurato che non è successo niente, ma... É comunque una fotografia! Certo che la Skeeter è una maga in questo genere di cose, ma ciò non toglie che per James dev'essere dura. Indipendentemente da ciò che ha fatto o no Rita, la foto rimane. E anche se non si sono baciati, erano abbracciati. E James non l'ha presa per niente bene." disse tutto d'un fiato il biondo.
Ninfadora gli prese una mano.
"Sei un amico fantastico Remus. Sono sicura riuscirai a farli ragionare. James e Sirius sono amici da una vita. Non è giusto che un'amicizia così bella sia buttata al vento per questa sciocchezza."
Remus abbassò lo sguardo sulla sua mano stretta tra le due più piccole di lei.
"Se hai bisogno di qualsiasi cosa, se hai bisogno d'aiuto, non esitare a chiedermelo. Sirius è stato quasi come un fratello maggiore per me. E so che non può vivere senza James."
Lasciò la sua mano e dolce lo guardò negli occhi, cercando il suo sguardo che prima era rimasta basso.
Poi lo accarezzò sulla guancia.
"Ti chiedo solo di non dimenticarti mai di me. Ho bisogno di te, Remus. Ho bisogno di te." sussurrò, poi si alzò e uscì dal buco del ritratto.
Remus non capiva più niente.
L'unica cosa di cui era certo, era che non avrebbe mai dimenticato quella carezza.

Angolo dell'Autrice:
Ma ciao a tutti!
Tutto bene?
Spero di si.
Mi scuso con tutti perché avevo detto che aggiornavo sabato o al più tardi domenica, ma, imprevisto, avevamo ospiti questo week-end e sono rimasta indietro col capitolo.
Insomma, non mi piace un gran che ma spero di recuperare con il prossimo.
Non è che succeda molto, ma non sono riuscita a fare di meglio.
Ovviamente i nomi dei genitori di Lily sono inventati visto che la Row ha pensato bene di non dirceli.
Spero che vi piacciano. 
A me suonano piuttosto bene.
Non c'é ancora Petunia ma di sicuro nel prossimo c'è.
Non vi preoccupate, stelline ( come dice la mia professoressa di Italiano.)
Mi sono innamorata di Remus e Ninfadora e li sto facendo avvicinare, piano piano, ma sono fantastici.
Sono felicissima per le 7 recensioni dello scorso capitolo e ringrazio tantissimissimo tutti!
Grazie duemila.
Grazie a Writer96, VaLeNtInA1993, _Tears_, Ronnie02, S_Lily_S, Kateausten e Kia_Potter.
Vi ringrazio veramente tantissimo.
Sono al settimo cielo.
Triste battuta, ignoratela.
Spero di non deludervi!
Un bacione a tutti!

Alice

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Capitolo 25
*** Ritorno a casa ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

Capitolo 25

                               Ritorno a casa
 
James era seduto sotto un albero, sulle sponde del lago Nero, e si rigirava tra le mani la fotografia.
Era parecchio consumata per avere solo due giorni.
Si era ripromesso che non gli sarebbe più importato nulla ma non riusciva a non tirare fuori dalle tasche la foto e guardarla come se potesse scoprire se davvero i due si erano baciati.
La fissava attentamente, cercando si capire qualcosa di più.
Ma appena pensava di avercela fatta, la sequenza si interrompeva e cominciava da capo.
Era frustante.
Si passò una mano nei capelli, ormai gesto automatico, e la accartocciò nel suo palmo.
Aveva aspettato Lily per sei anni. 
E adesso era tutto sbagliato.
E Sirius.
Forse Sirius, faceva più male che la rossa.
Il suo migliore amico.
O meglio.
Quello che credeva in suo migliore amico.
Si scompigliò ancora i capelli.
Gli era stato accanto per sei anni, accompagnarono come un ombra. 
Inseparabili.
E adesso...
James buttò la testa all'indietro, appoggiandola con poca grazia sul tronco dell'albero, e chiuse gli occhi.
Sirius.
Lo rivoleva indietro.
Voleva tornare a fare tutto quello che avevano combinato quei sei anni passati, che credeva fossero stati i più belli della sua vita.


Hogwarts Express
1 settembre 1971


"Chi vuole diventare Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola, e tu?" chiese James al ragazzo mollemente abbandonato sul sedile di fronte al suo, che non sorrise.
"Tutta la mia famiglia è stata Serpeverde." rispose.
"Oh, cavolo. E dire che mi sembravi un tipo a posto!"
Sirius ghignò.
"Forse io andrò contro la tradizione, dove vorresti finire, se potessi scegliere?"
James alzò una spada invisibile.
" 'Grifondoro... culla dei coraggiosi di cuore!' Come mio padre."

Hogwarts
31 Ottobre 1972


"Oh, andiamo Sirius! Sei fantastico!"
"Io non esco di qui conciato in questo modo!''
James ghignò.
"Black, hai paura, forse?"
Sirius assottigliò gli occhi e si sporse verso l'amico.
Era vestito come una zucca gigante.
Un'enorme palla arancio gli circondava tutto il corpo, ad eccezione della testa e di metà gambe.
"Un Black non ha mai paura. Mai. Ricordatelo."

Hogsmeade
1 Aprile 1974


Due ragazzini erano acquattati dietro a un cespuglio.
Fissavano assorti una libreria dall'altra parte della strada, dove Remus e Lily Evans stavano parlando animatamente.
"La odio."
Sirius rise.
"Che hai da ridere, tu?!"
"Tu la odi, solo perché è la prima ragazza che rifiuta un tuo bacio." disse trattenendo le risate.
"Questo è tutto da vedere! Non è ancora detto!"
Sirius sbuffò.
Intanto i due ragazzi stavano uscendo dalla libreria.
"Ecco! Ecco! Escono!"
"Attento James."
"Ora vado!"
"Piano James."
"Zitto! Vado!"
"Attento James."
Il ragazzino si avvicinò a Remus e alla rossa.
"Ciao, Evans. Esci con me?"
Lei lo ignorò.
"Ehi! Evans mi senti?!"
Lei si girò lentamente.
James in tanto si avvicinò a lei e posò le labbra sulle sue.
Lily si scostò e gli tirò un sonoro ceffone, andandosene impettita da lì.
Sirius raggiunse i due amici.
"Te l'avevo detto di stare attento James."
Lui lo guardó in cagnesco.
"Zitto tu!"

Hogwarts 
23 novembre 1974


"Sirius non ti sembra che la Evans abbia delle belle gambe?"
L'amico annuì da dietro il giornalino Babbano di moto e belle ragazze.
"Ehi! La smetti di comprare queste scemenze?!"
Lui lo guardò scettico.
"James, moto e ragazze non sono scemenze. E non puoi sapere se le gambe della Evans sono belle visto che la gonna le arriva praticamente alle caviglie!"
"Bene! Allora le alzeremo la gonna!"
"Alzeremo? Ehi, amico, chi ti ha detto che voglio morire?"
James lo guardó scettico, di nuovo.
"Stai a vedere, allora, fifone."
James allungò il passo e mentre Lily passava di lí, bisbigliando un incantesimo puntò la bacchetta contro la ragazza.
Un attimo dopo tutti coloro che erano in quel corridoio, poterono ammirare le gambe ( e non solo) della rossa.
Poi però i loro timpani, dovettero sopportare l'urlo del nome più urlato di Hogwarts.

Hogwarts
24 dicembre 1975


"Ehi Sirius, chi pensi che stia aspettando la Evans per il ballo di Natale?" chiese James vedendo la rossa, vestita con un elegante vestito Bordeaux e delle scarpette nere.
Sembrava impaziente.
Come se aspettasse qualcuno da molto tempo.
"E che vuoi che ne sappia io?"
James lo guardò male.
"Va bene, lo so. Aspetta Mocciosus."
James spalancò la bocca.
"Cosa?! Mocciuosus?!"
James spostò lo sguardo sulla ragazza che aveva cominciato a camminare avanti e indietro, stufa dell'attesa, mentre Sirius annuiva.
Lily si mise le mani nei capelli e pestò il pavimento.
Si lisciò le pieghe del vestito e entrò in sala Grande senza il suo accompagnatore.
"Veloce! Veloce, Sirius! La Evans è entrata senza un accompagnatore! Sai che cosa vuol dire?!" chiese eccitato James.
"No." rispose invece calmissimo Sirius.
"Che ne troverà uno al ballo! Improvvisando! Muoviti!"
"Ehi! E la Chase?"
"Chi?"
"Quella che hai invitato al ballo!"
"Aspetterà!' e detto questo si mise a rincorrere la Evans.
La trovò appena in tempo, mentre un tizio si stava avvicinando per chiederle di ballare, e che fortunatamente alla vista di James, si ritirò nella folla.
'Saggia decisione' pensò James.
Il moro si avvicinò a Lily.
"Evans! Vuoi ballare con me?!" chiese col fiatone.
Lei alzò lo sguardo. 
Gli occhi erano lucidi e leggermente rossi.
Si asciugò una lacrima col polso del vestito.
Lo guardò con uno sguardo di ghiaccio.
"Si." disse infine. 
James rimase a bocca aperta, mentre lei si alzava e prendendolo per mano lo accompagnò fino alla pista da ballo, dove in quel momento scorreva un lento.
Non disse niente quanto James le mise la mano sulla vita.
Anzi.
Mise una manina sulla sua spalla e si avvicinò a lui, tanto che James poteva sentirne il calore del corpo.
Ballarono come se fossero nati per quello.
James pensava seriamente che la situazione gli fosse presto sfuggita di mano, ma quando la canzone finì,Lily si allontanò e andò con un altro ragazzo.
James rimase lí imbambolato fino a che Sirius non lo raggiunse.
"Allora?" urlò per sovrastare il suono.
"Ho ballato con Lily Evans!''
''E...?"
"È stato fantastico!"

Hogwarts 
4 ottobre 1976


"Che ne dici se tentiamo di fare saltare un aria la sala Comune dei Serpeverde?"
"No."
"E se facciamo rotolare Mrs. Purr giù dalle scale?"
"No."
"E se mettiamo del dentifricio sulla cioccolata di Remus?"
"No."
"No?"
"No."
"Perché?"
"Perché a Lily non piace che faccio queste cose."
Sirius alzò gli occhi al cielo.
"Godric! Sei diventato un rammollito!" gli disse ma un sorriso gli salì alle labbra e poi, i due, scoppiarono a ridere.

Hogwarts 
1 settembre 1977


''Sir tu sei sicuro di questo vero?'' 
''Certo Jamie perchè?''
'Mah una certa sensazione' pensò tra sè.
''James Potter, non ci stai ripensando vero?''
Sirius era serio...erano poche le volte che lo chiamava così (nome e cognome) di solito lo chiamava Jamie, Jam, Ramoso, Prongs, Scemo,Imbecille, Occhialuto, Fogato, Cretino, e altri nomi che sarebbe meglio non dire in presenza di minori.
''No Sirius, certo che no! E' la nostra ultima possibilità giusto?''
"Giusto!"
E salirono in groppa ai Thestral.



Quei ricordi gli facevano male, ma un sorriso gli si disegnò sulle labbra.
La mano strinse con forza la fotografia come se si sforzasse di non credere.
Poi qualcuno gli posò una mano sulla spalla.
James aprì gli occhi.
Annabeth.
Non ci aveva pensato.

*****

Lily pensava di essere pronta.
Pensava di riuscire a sopportare l'immagine di suo padre.
Eppure quando lo scorse sdraiato sul letto, pallido e sofferente, pensò di morire.
Fred Evans era un uomo sulla quarantina.
Aveva i capelli rossi come la figlia, ma ormai con alcune striature di grigio.
Gli occhi erano marroni, scuri come cioccolato fondente.
Era alto, ma aveva perso il fisico da giovane.
In quel momento era sdraiato sul letto candido dell'ospedale, gli occhi chiusi e la bocca storta in una smorfia di dolore.
Lily ricacciò le lacrime indietro e si avvicinò cauta all'uomo.
"Papà." chiamò con voce roca.
Sembra che lo avesse supplicato.
Supplicato di aprire gli occhi e dimostrarle che non era morto.
Fred spalancò gli occhi e cercò di sorriderle.
"Lily!'' salutò contento.
Cercò di mettersi a sedere, senza successo.
"Aspetta, ti aiuto io." 
Lily si precipitò verso il padre e lo aiutò a mettersi dritto.
Poi lo abbracciò.
"Papà! Scusa! È tutta colpa mia!"
Fred sorrise sulla spalla della figlia.
"Niente affatto. Tu mi hai salvato."
Lei sciolse l'abbraccio e lo guardò confusa.
"Ti ho salvato?"
"Oh, si. Pensavo di scriverti una lettera ed ero uscito per comprare la carta e la busta..."
"Ma Petunia mi ha detto che eri uscito per fumare!"
Lui rise.
"Diciamo che poi ho fatto una piccola pausa..."
Lei si sedette sul bordo del letto senza lasciare la mano del padre.
"Ti senti bene?"
Lui sorrise malinconico.
"Si. Si, sto bene."
"Cosa dicono i medici?"
"I medici hanno già detto e fatto tutto quello che potevano."
Lily si ghiacciò.
"Cosa... Cosa..."
"Hanno dovuto, Lily. Non c'era altra scelta."
La rossa cominciava a preoccuparsi.
"Papà, che ti hanno fatto?!"
Lui tentò ancora di sorriderle.
"Hanno dovuto... Amputare."
"Cosa?!"
Fred scostò il lenzuolo che gli copriva la parte inferiore del corpo.
Con un fremito Lily si accorse che gli mancava la parte inferiore della gamba sinistra.
Terminava all'altezza del ginocchio, circa.
"Perché?! Papà sapevi che se volevi i maghi potevano...!"
"Abbassa la voce! E i maghi non poteva niente. Io non sono come te Lily. Ti devi rassegnare. Devi andare avanti senza di noi, adesso. Io e la mamma, non siamo più in grado di seguirti."
Gli occhi di Lily scintillarono di lacrime.
"Non... Non puoi dirmi questo."
Fred Evans sospirò.
"È la verità, Lily."
La rossa stava per ribattere, ma un'infermiera entrò nella stanza.
"Signorina il tempo per le visite è terminato. Le chiedo di uscire per cortesia."
Lily guardò supplicante il padre.
"Ci vediamo a Natale, Lily."
Disse solo questo.
Poi con un cenno del capo, la fece portare fuori dall'infermiera.

*****

Annabeth sembrava stravolta.
Evidentemente come doveva sembrare anche James.
Senza dire una parola, si mise a sedere accanto al moro.
James le passò tra le mani la fotografia.
Non sapeva se stava facendo la cosa giusta, ma anche lei doveva sapere.
Annabeth chiuse gli occhi, come a prepararsi per quello che poteva vedere.
Quando gli riaprì erano freddi come il ghiaccio.
Fisso impassibile la fotografia per parecchi minuti.
Poi cominciò a cedere.
Le mani tramavano leggermente, gli occhi si fecero lucidi e la bocca si contrasse.
James gliela sfilò dalla presa, la accartocciò e la tirò lontano.
Poi passò un braccio dietro le spalle di lei, che si appoggiò, chiudendo gli occhi, sulla sua spalla.
Si dice che in due si è più forti.
Che dai momenti peggiori posso nascere delle amicizie.
Che l'amicizia raddoppia le gioie e dimezza il dolore.
Tutto quello di cui aveva bisogno loro in quel momento.
E, forse, anche un pizzico di speranza.

*****

Quando Lily uscì dall'ambulatorio Sirius scattò in piedi.
Gli occhi erano lucidi e le mani strette con forza a pugno, le nocche bianche.
Il ragazzo si avvicinò a lei e aspettò che dicesse qualcosa.
Lily sospirò.
"Hanno dovuto amputargli una gamba." disse senza guardarlo negli occhi.
Sirius stette ancora in silenzio.
"Andiamo. Domani mattina dobbiamo tornare a Hogwarts." aggiunse poi, leggermente più energica.
Si incamminarono per i corridoi e uscirono dall'ospedale.
La rossa si strinse nel giubbotto appena fuori a causa del vento gelido della sera.
Sirius si strofinò le mani una contro l'altra.
"Non mi sembra il caso di andare a piedi. Prenderemo l'autobus."
La coppia si incamminò verso la fermata.
Improvvisamente il vento si fece più gelido, e la poca felicità che i due ancora possedevano, si spense come una candela sul davanzale in una notte autunnale.
Sirius afferrò la bacchetta e la tenne stretta sotto il mantello.
Lily fece un passo verso di lui.
Continuarono a camminare pronti a tutto.
Un'altra folata di vento gelò il viso di Lily.
"Dissennatori." sussurrò come se a dirlo a voce alta quelli avrebbero attaccato.
"Ormai sono sotto il controllo di Voldemort. Vagano tra i villaggi Babbani e fanno stragi." bisbigliò in risposta Sirius.
Lily rabbrividì e si strinse automaticamente ancora di più nel cappotto.
"Tutto questo è ingiusto." 
Sirius annuì.
"La vita è ingiusta, Lily. Ma finchè non lo si prova sulla propria pelle non ci si crede." 
La ragazza si voltò verso di lui.
"Perché dici questo?"
Lui sorrise amaramente.
"Magari con te è ingiusta in questo modo, ma non pensare che solo perché ho i genitori maghi la mia vita è perfetta. Delle volte è più contorta della tua."
Lily stava per ribattere ma una macchina accostò a loro.
Il finestrino si abbassò e una musica rock risuonò nella strada.
Lily riconobbe un viso familiare.
Era un ragazzo di un anno più grande di lei.
I capelli biondi erano spettinati e gli occhi azzurri incontrarono subito quelli verdi della rossa.
Il ragazzo ghignò e le sorrise.
"Lily Evans! Siamo onorati di essere ancora all'altezza di ospitarti!" disse divertito.
Lily sbuffò anche lei divertita.
"Michael, come sei spiritoso! Cavoli, potrei morire dalle risate!'' ribattè lei sorridente.
Sirius guardava alternativamente i due confuso.
"Grazie per i complimenti! Devo dire che però anche io dovrei farteli. Guarda guarda come è cresciuta la piccola Evans! E ha messo su le curve nei punti giusti!"
"Michael! Smettila!" disse lei arrossendo un pochino e cercando di non darlo a vedere.
Sirius tossì.
Come se non fosse ovvio che li faceva per attirare l'attenzione.
"Oh, scusa Evans! Non sapevo fossi fidanzata! Non mi sarei mai permesso di..."
Lily scosse la testa.
"Risparmia il fiato, Casanova! Sirius non è il mio fidanzato. E nessun altro." disse con una punta di amarezza nella voce.
"Ok. Comunque, piacere di conoscerti... Sinius, vero? Io sono Michael Doover, un amico di Lily." disse porgendogli la mano fuori dalla macchina.
"Sirius Black." disse glaciale il moro, senza accennare a togliersi le mani di tasca.
Michael fece finta di niente e ritirò la mano.
Poi si rivolse ancora a Lily.
"Avete bisogno di un passaggio?" 
Lily annuì energica.
"Volentieri! Si gela qui fuori!" disse anche se in realtà aveva più paura dei Dissennatori, che di una sera un po' più fredda del dovuto.
"Freddolosa come sempre, eh?" chiese il biondo. "Dai! Salite!"
Lily guardò rassicurante Sirius e gli annuì.
Fece il giro della macchina e si sedette davanti mentre il moro prendeva posto di dietro.
Il viaggio fu piacevole per Lily, che si svagò un po', mentre a Sirius parve molto più lungo dell'andata.
Una volta che Michael si fu accostato di fronte a casa della rossa, Lily disse a Sirius di scendere e di aspettarla alla porta del numero 5, che arrivava subito.
"Devo parlare un attimo con Michael." disse solo rassicurandolo.
Il moro scese dalla vettura un un leggero mal di stomaco e dando le spalle ai due si avviò verso il numero 5, a circa 10 metri da li.
Lily si strofinò le mani poi si girò verso Michael.
"Dove sei stata tutto questo tempo?" le chiese lui leggermente seccato e triste.
Lily sospirò agitandosi sul sedile.
"A scuola, Mike."
"Mi avevi detto che saresti tornata spesso. Invece..." disse lui stringendole una mano.
Lily rabbrividì leggermente.
"Non è colpa mia. Non sapevo neanche io a cosa andavo incontro." sussurrò lei.
Michael abbassò lo sguardo.
"Io ti ho aspettata. Aspettavo i nostri pomeriggi a giocare o a girare per la città." disse malinconico.
"Mi dispiace ma..."
"Pensavo che non sarebbe cambiato nulla tra noi due, invece guardaci. Due ragazzi che non si riconoscono neanche più."
"Michael non volevo farti n..."
"Ero solo un bambino, Lily. E la mia migliore amica se n'è andata con un pipistrello lasciandomi solo."
Lei si girò ancora di più verso di lui e appoggiò una mano sulla sua guancia.
"Non mi sono mai dimenticata di te. Ho continuato a pensare ai momenti passati insieme. Non farmene una colpa, Mike. Non volevo neanche io che finisse così." sussurrò.
Lui alzò lo sguardo e solo allora Lily si accorse di quanto fossero vicini.
Michael si mosse verso lei, piano, fino a quando Lily, improvvisamente consapevole di ciò che stata succedendo, scostò la testa e chiudendosi nel giubbotto e armeggiando con le chiavi, lo salutò velocemente e uscì dalla macchina.
"Lily!" la chiamò poi lui aprendo la portiera e sporgendosi dalla macchina.
Lei si girò.
Il vento che le scompigliava i capelli e gli occhi pieni di scuse.
"Non mi dimenticare mai!'' le urlò.
A quel punto lei sorrise e alzò i pollici in su, come facevano da bambini.
Michael si risedette in macchina e sgommò via.
Lily corse verso Sirius che si stringeva nella felpa infreddolito, guardandola con sospetto.
Inutile dire, che aveva visto tutto.

*****

Remus si rigirò nel letto.
Un pensiero fisso lo teneva sveglio.
Ninfadora.
Aveva bisogno di lui.
E lui aveva bisogno di lei.
Ma non voleva dire niente.
Insomma era amici.
Si rigirò ancora.
E quel bacio a stampo non era assolutamente niente.
Era inutile farsi venire strane idee.
Tuttavia non riusciva a dimenticare il calore delle labbra della ragazza, stampate velocemente sulle sue.
Avrebbe voluto catturarle e non lasciarle andare mai più.
Remus si scosse.
Andiamo James poteva pensare certe cose!
Sirius!
Persino Peter!
Ma lui non poteva.
Non doveva illudersi di poter avere una vita normale.
Lui era un Lupo Mannaro.
E tale sarebbe rimasto.
Anche se i suoi amici lo trattavano normalmente.
Una ragazza era fuori dai suoi limiti.
Ancora si agitò.
Certo anche gli amici una volta lo erano stati ma era una cosa diversa.
Non poteva ...
Be' in realtà poteva.
Poteva infettarli.
Ammazzarli.
Poteva eccome.
Correvano con lui tutte le notti di luna piena.
Avrebbe potuto.
Ma non c'era pericolo.
E comunque una ragazza era una cosa totalmente diversa.
Era troppo.
Ecco.
Anche se la desiderava.
Non poteva.
Doveva contenersi.
Doveva starle lontano in quel senso.
Finché tutti e due erano convinti di essere solo amici, poteva andare.
Se invece no, allora sarebbe stato meglio chiarire le cose.
Remus si addormentò.
Sognò ancora una volta di baciarla.
Non era ammissibile.
Non era ammissibile.
Non era ammiss....
Non era...
Non...
Ammissibile.
Era ammissibile.



Angolo dell'Autrice:
Ciao a tutti!
Innanzi tutto mi scuso per non aver aggiornato domenica ma non avevo ancora pronto il capitolo e poi in queste settimane ci stanno riempendo di compiti in classe e non so più neanche io dove trovo il tempo di respirare.
Una roba vergognosa.
Ma insomma! I prof si mettono d'accordo per fare i compiti tutti insieme?!
Hanno 9 mesi di tempi e si riducono sempre agli ultimi o a farli tutti insieme.
Li odio quando fanno così!
Vabbé, comunque.
Nello scorso capitolo avevo trascurato Annabeth, ma poverina, c'è anche lei.
Lily ha finalmente incontrato suo padre, ma siccome sapete che io tiro le cose molto per le lunghe ancora nessuna traccia di Petunia.
Però vi prometto che nel prossimo c'è di sicuro.
I ricordi di James e Sirius, mi sono divertita particolarmente a scriverlo e spero che vi siate divertiti anche voi a leggerli.
Il primo è fedelmente tratto dal settimo libro, leggermente modificato perché era visto dalla parte di Harry che riconosceva il padrino.
L'ultimo invece è tratto da uno dei miei primi capitoli quando i due entrano in sala grande coi Thestral.
Il resto sono inventati sul momento.
Poi. 
Michael.
Mi piaceva l'idea.
Tutto qui.
Non so bene da dove sia venuta ma è venuta.
Spero non vi dispiaccia.
I due erano migliori amici prima che Lily conoscesse Piton ( il pipistrello) e andasse a Hogwarts.
Ma inconsapevolmente erano innamorati l'uno dell'altra.
Ma state tranquilli che Lily è di James, e di nessun altro.
Punto.
E Sirius ovviamente avrà capito male.
Come al solito.
Ma non credo che farò scatenare un'altra tempesta per questo.
Bene!
Basta adesso che da angolo questo spazio si sta trasformando in tutto tranne che un angolo.
Grazie mille a chi ha recensito e che ha letto!
Sono sempre felicissima di leggere le vostre recensioni!
Spero che commentiate anche stavolta.
Bacioni!
Alice

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Capitolo 26
*** Dimenticare ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte
                                             Capitolo 26

                                                                Dimenticare
 

James quella mattina si sedette accanto ad Annabeth, seguito da Remus e Peter.
La ragazza mescolava distrattamente il cucchiaino nella sua tazza di tè, assorta nei suoi pensieri.
Si sentiva tradita.
Anche se cercava di convincersi che non ne aveva motivo.
Conosceva Sirius da pochissimo, e il destino, crudele, aveva cercato di allontanarli già più volte.
Era stanca di dover combattere contro il nulla per dover seguire i proprio sentimenti.
Non credeva nell'amore eterno, e tantomeno nel principe azzurro che un giorno, quando meno te lo saresti aspettato, sarebbe venuto su un cavallo bianco a portarti via da quello schifo di vita.
Aveva smesso di illudersi di ciò.
Aveva smesso di sperare nell'impossibile.
La ragazza scosse la testa.
Era ora di finirla con tutte queste sciocchezze.
Sarebbe andata avanti.
Sorrise, allegra ai tre che si era seduti vicino a lei e iniziò animatamente un discorso.
Cercò di indurre felicità anche agli altri che in quel momento gli sembravano le uniche cose reali.
I suoi amici non l'avrebbero mai abbandonata.
Mai.
Gli studenti cominciarono a muoversi, avviandosi verso le aule.
Anche il gruppo si alzò sconsolato dall'imminente giornata di studi.
Annabeth sembrava raggiante, invece.
Iniziava un nuovo giorno.
E lei avrebbe iniziato una nuova vita.

*****

Lily quella mattina si svegliò, infastidita dalla luce che filtrava dalle finestre del salotto, verso le otto e mezzo.
Stiracchiandosi si mise a sedere sul divano, sua nuova dimora nottura, vista la fine che aveva fatto la sua camera, diventando quella di un tricheco coi baffi.
Si avviò in cucina dove si preparò il caffè.
Sua madre era uscita quella mattina presto, andando nel negozio della sorella, che le aveva proposto di lavorare insieme a seguito di ciò che era successo al negozio di Eveline.
Petunia, che era uscita con Vernon, non era rientrata per la notte.
Mentre Sirius non sembrava essersi svegliato.
Lily aveva insistito che prendesse lui la stanza degli ospiti che normalmente utilizzava lei.
Sperava che Petunia non venisse per paura dello scontro che avrebbe potuto avere con lei.
E la presenza di Sirius peggiorava solo le cose, visto i due erano come una Mentos e una Coca-Cola che, Lily ne era sicura, sarebbero scoppiati al contatto.
La rossa afferrò la tazza di miscela scura e si appoggiò al bancone con la schiena, guardando distratta fuori dalla finestra, il giardino curato dalla madre.
Aveva un pensiero fisso.
James.
E aveva paura, per la rpima volta nella sua vita, di tornare a Hogwarts.
Lei e Sirius se ne erano andati litigando con i proprio compagni e lasciando sembrare che avessero un inciucio, come avrebbe detto Alice, niente male.
Lo stomaco della rossa si strinse in una morsa, al pensiero di ciò che potesse stare facendo James, tanto forte che dovette smettere di bere colta da un improvviso senso di nausea.
''Stai bene?''
Lily sobbalzò, una mano ancora sulla pancia e l'altra aggrappata alla tazza, girandosi.
Sirius era vestito come la sera prima e la guardava dalla porta preoccupato.
Lily annuì, poco convinta.
Si lisciò e sistemò la vestaglia color panna, e si avviò al lavandino, versando ciò che rimaneva del suo caffè e armeggiando con il pentolino.
''Hai fame? Vuoi del caffè?'' chiese cercando di apparire serena.
Il ragazzo si sedette al tavolo non dicendo niente.
Lily si girò verso di lui.
''Allora?''
''Lily, che cos'hai?'' chiese ancora lui più convinto.
Lei sospirò.
''Sono preoccupata.'' disse in un soffio, cosciente di non essere riuscita a mentire decentemente.
Sirius aspettò in silenzio che lei continuasse.
Lily appoggiò le mani al piano, appena dietro la sua schiena, girandosi completamente verso di lui.
''Sono preoccupata per quello che succederà al nostro ritorno.''
''E' tutto un equivoco. Ce la caveremo vedrai.'' cercò di apparire sicuro Sirius.
''Non so. E' solo una brutta sensazione. Come se qualcuno...''
Il campanello suonò.
Siriu senza dire una parola si avviò alla porta.
Lily asciugò la tazza e la ripose nella credenza.
Poi sentì un rumore di vetri infranti e un borbottio indistinto.
Si avviò verso il salotto, convinta che Sirius fosse inciampato nel vaso vicino al pianoforte ma si fermò, pietrificata intravedendo chi c'era alla porta.
''Sirius che cosa hai fat-'' aveva cominciato avviandosi in salotto.
Non era possibile.
Non poteva essere.
Lei sospirò, avviandosi alla porta, pronta a tutto.
Non c'era niente di meglio, per iniziare la giornata, di una bella dose di litigi con Petunia Evans.

*****

''Ninfadora..."
Remus chiamò la ragazza, che stava leggendo un libro accasciata su una poltrona della Sala Comune.
Lei si girò sorridente.
"Ciao Remus!"
Lui si appoggiò al bracciolo.
"Senti, avrei bisogno di un favore."
Lei lo guardò curiosa.
"Certo, dimmi."
"Devo comprare un libro e vorrei che tu mi accompagnassi."
Lei annuì senza parlare.
"In teoria la prossima uscita a Hogsmeade sarebbe il sabato prima di Natale ma potremmo fare uno strappo alla regola."
Lei rise.
"Che c'è?"
"È ufficiale! Non riesco ancora ad accettare il tuo lato malandrino!"
Lui sbuffò.
"Certo, signorina. Domenica alle 9 vedi di farti trovare pronta in Sala Comune. E non accetto un no."
Detto questo si avviò verso il buco del ritratto lasciando la ragazza senza parole per un momento.
"Remus!" chiamò poi appena in tempo.
Il biondo si fermò sulla soglia del ritratto che era già aperto.
"Ci sarò!'' urlò lei.
Remus sorrise e sparì nel corridoio.

*****

"Cosa... Cosa... Cosa sei tu?" sibilò la ragazza.
Sirius si appoggiò con nonchalance allo stipite della porta in modo che le due sorelle non poterono vedersi.
"Sai che potrei farti la stessa domanda, dolcezza?"
Petunia rabbrividì.
Lily si sbatté un mano in fronte.
Non era possibile.
Perché tutte a lei?
"Che ci fai in casa mia?!" chiese allarmata ancora Petunia.
"Tua sorella mi ha invitato. Vuoi unirti a noi?"
Lily e Petunia sbarrarono gli occhi.
"Cosa vorresti dire?!" disse disgustata la bionda.
"Tesoro hai mai sentito parlare di un ménage à trois?"
Lily dovette trattenersi dal ridere.
Sirius ci stava provando spudoratamente con sua sorella!
Insomma provate voi a trattenervi.
E poi le piaceva l'idea di dargli corda.
Si aprì leggermente la vestaglia in modo da lasciare intravedere la camicia da notte scollata e diede un occhiata in giro.
Il divano era disfatto e i suoi vestiti della sera prima era gettati per terra.
I suoi capelli doveva essere parecchio spettinati ed era a piedi nudi.
Rise e si preparò ad entrare in scena.
"Sirius, tesoro, chi è?" disse avvicinandosi a lui e baciandogli una guancia.
Petunia arrossì violentemente.
"Lilian che ci fai qui?!" chiese isterica.
Lei si appoggiò a Sirius e sorrise melliflua alla sorella.
"Oh, Tuny, che sorpresa! Non ti aspettavo!"
Lei guardò disgustata la rossa e il ragazzo.
"Vedo." sibilò e si inginocchiò a raccogliere una scatola di cartone.
Evidentemente quella che le era caduta quando Sirius aveva aperto la porta e che conteneva molto probabilmente qualcosa di fragile che si era rotto.
"Hai bisogno di qualcosa?" chiese Lily guardando petunia che si rialzava con la scatola.
"Sì. Avevo portato questo servizio a mia mamma, ma si è rotto per colpa tua." disse gelida.
Lily si finse dispiaciuta.
"Oh, che sciocca che sono. Ma che problema c'è?" 
Sfilò la bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni di Sirius e la puntò sulla scatola.
Petunia sobbalzò con un trillo.
"Lilian! Cosa stai facendo, di grazia! Non puoi! Non puoi!" strillò.
"Reparo!" disse neutra Lily e con un rumore ottuso i cocci si ripararono.
Petunia lasciò andare lo scatolone.
"Wingardium Leviosa!" aggiunse a quel punto Lily e tenendolo sospeso in aria si girò e lo fece poggiare su un cassettone.
Sorrise compiaciuta.
"Fatto! Mamma ti ringrazia. Ciao!'' disse e chiuse la porta in faccia alla sorella che la guardava senza parole.
Lily scoppiò a ridere.
"Sirius, tesoro?" chiese il ragazzo sorridente.
"Sì, è un ottimo modo per ingelosirla."
Lui le passò una mano dietro la schiena e le fece fare un casquet.
"Vorresti dire?"
Lei rise aggrappandosi alle sue spalle per non cadere.
"Oh ma insomma Sirius. Devo proprio dirlo?"
"Guarda che ti mollo." avvisò lui ridente.
Lily sbuffò.
"Sei il ragazzo più bello di Hogwarts."
Lui la tirò su.
"Anche se ti assicuro che non ci vuole molto a battere in bellezza Vernon..." aggiunse poi.
Sirius si rigirò verso di lei, finto offeso, e le fece uno sgambetto mentre cercava di svignarsela.
Lily per poco non cadde per terra.
"Levicorpus!" urlò Sirius.
Lily schizzó verso l'altro, sbattendo una testata per terra.
Appesa per una caviglia, a testa in giù in mezzo al salotto, si teneva la testa con le mani, ma era nascosta dalla vestaglia e dalla camicia da notte.
"Sirius ti è sfuggito il piccolo particolare che ho un vestito!'' strillò ridendo.
Lui immediatamente la rimise giù.
"Non una parola a James. Se lo viene a sapere mi ucciderà per non averti fotografata." disse contento lui.
Lei si rabbuiò.
Subito Sirius si ricordò che molto probabilmente James non gli avrebbe più parlato.
Si avvicinò a Lily e le tirò su il viso appoggiandole due dita sotto il mento.
"Ehi. Andrà tutto bene." disse cercando di sorriderle.
Lei ricambiò malinconica.
"Certo." disse e se ne andò, chiudendo la porta del bagno dietro di se, e lasciando Sirius solo in mezzo a tutto quel disordine, chiedendosi come fare a capire le donne.

*****

James era stupito dal comportamento di Annabeth.
Se il giorno prima distrutta, in quel momento invece era euforica.
Stavano andando in biblioteca sotto insistenza di Remus, lei canticchiava contenta, magari si fermava un attimo, come se cercasse di ricordare qualcosa di importante, poi scuoteva la testa e riprendeva come se niente fosse.
Non riusciva a capire.
Forse lei poteva dimenticare.
Forse lei ci stava riuscendo.
Almeno quando non c'era Sirius nei paraggi ma non poteva saperlo visto che non sarebbe tornato prima di sera.
Comunque era sicuro che invece lui non avrebbe dimenticato Lily altrettanto facilmente.
Sei anni.
Sei anni di continue speranze e illusioni.
Per... Per niente.
Cercò di non pensarci.
Avrebbe trovato una soluzione.
Anche a quello.
Un'improvvisa voglia di vomitare lo assalì.
Cosa sarebbe stato capace di superare senza il suo migliore amico e senza Lily?
"Remus, non sto bene." disse calmo.
Il biondo si girò e lo guardò interrogativo.
In effetti era molto pallido e non sembrava per niente affascinante in quel momento.
La pelle era bianca e tirata, le occhiaie sotto gli occhi per le ultimi notti insonni si facevano vedere e aveva assunto una leggera sfumatura verdognola.
"Ti accompagno in infermeria." disse Remus.
Doveva essere ridotto parecchio male per convincere Remus a smetter di studiare.
"No. Vado da solo, non vi preoccupate. Vi raggiungo il prima possibile." e in un attimo si alzò e si avviò verso il bagno.
In infermeria no.
Madama Chips lo avrebbe rinchiuso.
Appena entrato nella stanza lasciò cadere la tracolla sul pavimento e corse verso i lavandini.
Non aveva mangiato un gran che ma evidentemente il suo stomaco aveva deciso di buttare fuori tutto quello che aveva sotto mano.
Ebbe paura che potesse svuotarsi persino degli organi vitali.
Si sciacquò la bocca e si guardò allo specchio.
Almeno il verde non c'era più.
Si chiuse gli occhi con due dita, passando sotto gli occhiali e sospirò.
"James..."
La riconobbe solo dalla voce.
Christine Chase, settimo anno, Corvonero, purosangue.
La ragazza col quale doveva andare al Ballo di Natale al quinto anno.
La stessa ragazza che aveva snobbato per riuscire a raggiungere la Evans che era entrata senza accompagnatore.
Non gliela aveva mai perdonata.
Lei gli poggiò una mano sulla spalla.
"Che cosa ti succede?" chiese ancora.
Era una ragazza graziosa, i capelli biondi e corti sulle spalle, gli occhi azzurri come il cielo e una bocca perfetta.
Il suo cervello, inoltre, lavorava che era una meraviglia.
Non gli aveva teso trappole e cose del genere, come avrebbe fatto qualsiasi altra ragazzina di 15 anni snobbata al ballo per un altra, solo perché era troppo intelligente per abbassarsi a un tale livello.
"Non dovresti essere qui." disse lui.
"Lo so."
"E non dovresti neanche parlarmi per quello che ti ho fatto."
"Lo so."
"E dovresti lasciarmi da solo." 
"Lo so."
Ci fu un attimo di silenzio.
"Tuttavia sei nel bagno dei ragazzi, insieme a me e mi stai parlando." aggiunse James senza voltarsi.
Lei sospirò ma non accennò a togliere la mano dalla sua spalla.
Chinò leggermente il volto, come se fosse colpevole.
"Ti ho visto entrare di corsa e pensavo stessi male." disse quasi cercando di giustificarsi.
James sussurrò un leggero 'Grazie.', poi lo fece senza pensarci.
Si girò di scatto, alzò il volto di lei e la baciò.
Cercò bramosamente la sua lingua e chiudendo gli occhi la baciò quasi con prepotenza.
Lei non fece niente per un po', accontentandolo come un'automa.
Poi, come a ricordarsi qualcosa, si staccò violentemente e gli tirò uno schiaffo.
Lui si premette le mani sulla guancia.
Christine aveva gli occhi lucidi.
"Non osare mai più, James. Forse pensi che io non mi sia accorta che stai cercando lei, in me? Non sono cieca. Sei ridotto così per lei. Anzi per una menzogna. Svegliati, Potter. La Skeeter lo ha fatto apporta. Come puoi essere così?! Ti sei persino messo in ridicolo davanti a tutta la scuola per la Evans. Io ho fatto la scena della stupida, ma non me ne frega niente. Sapevo che non volevi me, ma Lily. Svegliati! La Evans non ti tradirebbe mai! e nemmeno il tuo compare, Black. Ma sei talmente stupido da non te ne sei nemmeno accorto!" gli urlò contro.
"Come... Come sai queste cose?" bisbigliò lui.
"Non sono scema, Potter! Pensi che sia finita in Corvonero per la mia bellezza?! E inoltre la Skeeter è nella mia stessa casa. Sono una caposcuola, James e non mi faccio prendere in giro da tutti! Rita ti ha incastrato e sei caduto nella sua trappola come uno scemo. Lei voleva che tu litigassi con le persone più importanti della tua vita. Smettila di fare la primadonna in crisi e svegliati!"
La ragazza gli schioccò le dita a un centimetro dalla faccia.
Lui le afferrò il polso.
Christine assottigliò gli occhi.
"Non ho più bisogno di Lily." disse avvicinandola ancora a se e stringendole la vita.
"Dici così solo perché sei distrutto! Dici così perché hai davanti una ragazza e molto probabilmente sei in astinenza da un po'! Ma te lo dico una volta e basta. Non ho intenzione di venire a letto con te per consolarti! Gli amici non fanno questo!" disse dimenandosi.
Lui tuttavia non allentò la presa.
"James. Mollami subito." disse sicura.
Lui non si fece intimorire e tenendole ferma la faccia cerco di baciarla ancora.
Se doveva dimenticare, avrebbe iniziato subito.
"Smettila! James! Mollami!" tentò di colpirlo ma lui sembrava immune al dolore.
"James! Tu ami Lily! Non me! James!" urlò con una nota di terrore nella voce.
Non erano questi i suoi piani.
Voleva solo aiutarlo.
Anche se forse non avrebbe dovuto gli si stringeva il cuore a vederlo così.
Nessuno si meritava un trattamento della Skeeter.
Nemmeno il ragazzo che l'aveva lasciata da sola a un ballo.
Lui la immobilizzò.
"Potter mollami subito se non vuoi finire nei guai!" intimò lei smettendo di dimenarsi.
"Correrò questo rischio."
"Guardami! Guardami James! Non sono Lily!''
"Vedi, Christine, pensavo ci fossi arrivata al fatto che è proprio questo il fatto. Io non voglio Lily."
Lei si gonfiò di rabbia.
"Ma sentiti! Sentiti! Non sai neanche ciò che dici! Hai rotto le palle a tutta Hogwarts sei anni per quella ragazzina e ora fai il bambino viziato?! Hai avuto il tuo regalo e adesso basta! Non lo usi più! Guarda, James Potter, se non mi lasci andare subito te ne farò pentire amaramente! Vai dalla tua Evans e vedrai che ..."
"Smettila, Christine! Non voglio più sentire il suo nome!"
Lei si immobilizzò.
L'aveva detto con tale rabbia che non potette crederci.
Abbassò lo sguardo.
"Allora mollami. Perché io non sono una puttana e non ho intenzione di venire a letto con te. Te l'ho già detto. Pensavo fosse abbastanza chiaro." disse neutra.
Lui non la lasciò.
"Mollami, ho detto."
"Ti mollo."
"Fallo allora!'' urlò arrabbiata.
Lui la lasciò, improvvisamente triste.
Lei gli accarezzò la guancia, come una mamma.
"Capirai, James. Capirai che è per il tuo bene. Capirai anche che il sesso occasionale che vuoi adesso non sarà più abbastanza."
Dicendo così si voltò e uscì, lasciandolo di nuovo solo.
Lui si lasciò scivolare con la schiena sulla parete e si prese la testa fra le mani.
Ed ora?

*****

Remus volse la testa per la millesima volta in mezz'ora verso la soglia della biblioteca.
"Remus..." lo richiamò Annabeth.
Lui si girò di scatto.
"Si, si. Certo."
Lei lo guardò divertita.
"Cosa certo?"
"Quello che hai detto."
"E cosa ho detto esattamente?"
Lui guardò veloce la pergamena di lei, lesse le ultime righe e le ripetè.
"No. Non ti ho chiesto questo."
"Ah no?"
"No."
"E cosa?"
"Ti ho chiesto se hai per caso una tresca con James, perché mi sembri Lily."
Peter rise sotto i baffi mentre Remus per poco non si strozzò con la saliva.
Annabeth, come se niente fosse riprese a scrivere.
Era cambiata.
Remus ne era sicuro.
Tuttavia ancora non poteva sapere se in meglio o in peggio.

*****

Sirius e Lily erano seduti a un tavolo in un piccolo ristorante.
A casa non c'era nessuno, così avevano deciso di andare a fare un giro visto che sarebbero dovuti tornare a Hogwarts alle sette in punto.
Avevano girato il quartiere e poi si erano avviati verso io piccolo centro.
Lily aveva cercato di non farsi notare ma spesso qualcuno la fermava, chiedendole il motivo della sua visita o informazioni del padre.
Finito di mangiare ripresero il giro.
Ridevano e scherzavano cercando di dimenticare per un pò ciò che li aspettava a scuola.
Ad un certo punto videro dall'altra parte della strada Michael. 
Molto probabilmente anche lui li aveva visti ma entrambi fecero finta di niente e la coppia passò oltre.
"Lily, mi devi ancora spiegare per bene chi è quel Michael." disse quando furono abbastanza lontani, Sirius.
La rossa sospirò.
"Era il mio migliore amico. I nostri genitori si conoscevano da una vita e siamo cresciuti insieme.
Però i suoi sono morti qualche anno fa' in un incidente d'auto. Lui è andato a vivere da allora dagli zii, dalla parte opposta della città.
Io era già ad Hogwarts, e non potei impedirglielo, ma avrei preferito che vivesse con noi.
I suoi zii sono antipatici e viscidi.
Ma la scuola di Magia aveva rovinato la nostra amicizia.
La comparsa di Severus e della magia in casa mia, ancora prima di stabilirmi a Hogwarts ci aveva allontanati. 
Avevo cominciato a vedere le cose in modo diverso e litigammo spesso. 
Tuttavia quando me ne andai lui venne a salutarmi e ci promettemmo di non perderci di vista.
Non gli ho mai rivelato la mia vera natura.
E me ne sono pentita.
Sono sicura che sarebbe stato un ottimo amico anche se non era un mago." spiegò amareggiata lei.
"Ti capita mai di voler tornare indietro per cambiare le cose, ma allo stesso tempo non cambiare niente?" chiese dopo qualche secondo di dilenzio Lily.
Lui la guardò interrogativo. 
"Che vuoi dire?"
"Voglio dire che vorrei tornare indietro per cambiare alcune cose ma sono sicura che cambiandole potrei compromettere quelle che vorrei tenere."
"Non ti seguo."
"Tornerei indietro per dire a Michael quando ne ho avuta l'occasione, che sono una strega. Ma cosa mi dice che in questo modo non danneggerei altre mie amicizie? Quella con Alice. Con Severus. Quella con te." spiegò la rossa torturando io bordo della felpa rossa.
"Niente e tutto. Te lo dice niente e tutto. Ma che cos'è la vita senza un pizzico di rischio?" rispose malandrino il ragazzo.
Lily seppe che aveva ragione.
Anche se cominciarono a dibattere si rese conto che aveva molte cose in comune con quel ragazzo.
Molte di più di quanto avrebbe mai ammesso.


Angolo dell'Autrice: - che va a nascondersi.
SALVE, POPOLO DI EFP!
Ok, dopo aver fatto la mia solita figura di merla passiamo alle cose serie.
Lo so sono vergognosa.
Credo che siano passate circa tre settimane dall'ultimo aggiornamento.
Ma non è colpa mia!
Ho avuto due settimane infernali a scuola con Compiti in classe e interrogazioni, sono stata mezza malata, sono andata via da casa per il ponte di Halloween e inoltre mio fratello ha pensato bene di farsi sequestrare il computer e di cancellarmi l'account precedentemente.
Dopo questa sfilza di scuse varie passiamo hai fatti.
Non mi ammazzate.
Lily e James faranno pace, anche se non proprio nell'immediato futuro.
Per farmi perdonare in oltre sono già a più di metà del prossimo capitolo, e siccome vi voglio bene alla fine vi lascerò una piccola anticipazione.
Spero che tutti sappiate cos'è un ménage à trois altrimenti, come dice la mia professoressa di Storia e Geografia ( quando non sa spiegarci delle cose)  ''RICERCHINA!''
Mi sono divertita troppo a scrivere la parte con Petunia.
spero che vi divertiate almeno quanto mi sono divertita io.
Mi sembra di aver detto. tutto.
Ringrazio come al solito coloro che hanno recensito, Writer96 ( ho letto su FB alcune storie che hai pubblicato e mi piacciono troppissimo! Non commento di solito perchè le leggo col Facebook della mia persona e magari ti sorge il dubbio e dici, chi è questa deficente?), Kia_Potter, kateausten e danyazzurra.
Non ringrazio _Tears_ perche ha voluto fare la stronza. ( Ti odio tantissimo <3 e non ti metto neanche in grassetto! Tiè!)
Grazie mille ancora a tutti!
A presto!
Bacioni
Alice





"Ciao Evans." rispose freddo James.
"Per favore, avrei bisogno di parlarti." cominciò lei.
"Be', che problema c'è? Sono qui. Non scappo." rispose lui con una punta di rabbia nella voce e tenendo lo sguardo fisso sulla pagina del giornale.
"In realtà preferirei in privato e mi ti sarei molto grata se mi guardassi in faccia quando ti parlo." rispose con voce accesa lei.
La stava provocando, lo sapeva bene, ma non riusciva a controllarsi.
Lui ripose lentamente la rivista e alzò lo sguardo su di lei.
Incrociò le braccia dietro la testa e le gambe stese sul tavolino di fronte.
"Allora?"
Le prusero le mani.
Sospirò.
Era proprio una testa calda.
"Non ti ho tradito con Sirius." disse secca.
Lui alzò un sopracciglio.
"Non lo farei mai, James."
Lui la fissò per un attimo.
"Potter, Evans. Per te sempre e solo Potter." affermò.




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Capitolo 27
*** Carpe Diem ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

                                                                      Capitolo 27

                                               Carpe Diem






Sirius si affacciò al bagno dove Lily stava finendo di prepararsi.
Aveva già indossato la divisa a differenza di Sirius che non ne aveva voluto sapere.
Ormai le lezioni del giorno erano finite e non era più necessaria, ripeteva.
La rossa si raccolse la chioma infuocata in una coda alta e riponendo la spazzola in un cassetto si voltò verso Sirius.
"Ti sei truccata?!" chiese stupito lui.
In effetti Lily si era passata una linea sottile di matita sulla palpebra e del mascara sulle ciglia.
Lei lo guardò scettica.
"Solo perché non mi trucco a scuola non vuol dire che non lo faccio mai. Sono comunque una ragazza!" 
"Ahi. Offesa nell'orgoglio femminile." bofonchiò lui.
Non era abituato a vedere l'amica truccata.
Raramente lo faceva.
Lily scosse la testa orgogliosa.
"Ehi Occhidolci non te la prendere! Scusa ma sei tu che non sei ... ecco... proprio femminile!"
Lei assottigliò gli occhi.
"Che cosa vorresti dire..." si guardò intorno e il suo sgardo cadde su una confezione di tartufi. "... Tartufo!?"
Sirius per poco non si strozzò.
"Tartufo?!"
Lily rise.
"Sì, è la prima cosa che mi è venuta in mente." si giustificò lei tra le risate.
"Bè, Occhidolci, potevi fare di meglio! Io non sembro un tartufo!"
Lei ghignò.
Sulla confezione era disegnato un grosso contadino paffuto.
"Esatto! Tu sembri l'omino sulla confezione!"
Lui si imbronciò offeso.
"Senti chi parla! Quella che si veste da maschiaccio!"
 Lei spalancò la bocca.
"Io non mi vesto da maschiaccio."
Sirius si portò le mani alla testa.
"Oh, andiamo Evans. La tua gonna della divisa manca poco ti arriva alle caviglie..."
"Alle ginocchia! Come deve essere!"
"... e nel tempo libero raramente ti metti vestiti, gonne e , oh, cose del genere."
"Se essere vestita da femmina vuol dire sembrare una putt..."
"Piano! Non intendevo questo! Come sei irascibile, Occhidolci! E poi andiamo, l'ultima volta che ti ho visto minimamente truccata è stato alla festa di Halloween! E credo che sia stata anche l'unica!"
"Sei esagerato!"
"Uh,per non parlare dei tacchi!" continuò Sirius ormai immerso nei suoi pensieri. "Credo che il tuo massimo siano i 2 cm."
"7cm, per l'esattezza. E adesso basta Tartufo. Qualcos'altro da ridire sui miei modi di fare?!" disse lei assottigliando gli occhi.
"No! No! Per carità. Non sono mica il tuo fidanzato!" 
Lei lo guardò male per un attimo poi si avviò in cucina dove prese un bicchiere d'acqua. 
"Un'ultima domanda. Dimmi, Lily, non è che per caso sei imparentata con la McGranitt?"
Cattivo momento per fare una domanda del genere, perché come era prevedibile, l'acqua che Lily stava bevendo finì tutta in faccia a Sirius.


 *****


Remus salutò in fretta Annabeth, in Sala Comune, e corse su per le scale del suo dormitorio.
Come si aspettava James era lì.
Assorto nei suoi pensieri di fronte alla finestra che dava sulla foresta Proibita, puliva distrattamente il manico della sua Nimbus.
Remus sapeva bene che il Cercatore teneva a quella scopa forse più che alla sua stessa vita e quando la puliva ci dedicava un'attenzione e precisione che non sapeva potesse avere un casinista come lui.
Perciò il Mannaro si stupì non poco a vederlo maneggiarla con così poca apprensione.
"James." chiamò cauto.
Lui si voltò e smise di armeggiare con il manico.
"Ciao Remus." lo salutò atono.
Poche volte lo aveva visto in quello stato e aveva sperato di non vederlo mai più.
Come se avesse perso la voglia di vivere ma stesse escogitando un modo per riprendersi.
"Come stai?"
Lui sospirò.
"Devo proprio rispondere o è abbastanza ovvio?" chiese secco.
Remus sospirò a sua volta e si sedette sul letto di Sirius, a pochi passi dalla finestra.
"È abbastanza ovvio." rispose dolce.
James riportò lo sguardo fuori dalla finestra.
"Remus cosa pensi tu?"
Passarono alcuni secondi di silenzio.
"Io? Che cosa importa? James, quel che conta è cosa credi tu. Sei veramente convinto di questo? Saresti disposto a perdere le persone più importanti della tua vita, per questo?"
James si irrigidì.
"Cosa intendi per questo? È vero? Si sono baciati?"
Remus sospirò ancora.
"Io posso solo assicurarti che Sirius era distrutto e che non ti farebbe mai una cosa del genere."
"Gli credi solo perché non sei al mio posto." obiettò acido.
"Può darsi. Non ti chiedo di perdonarlo subito, solo di pensarci. Non buttare via tutti questi anni di amicizia per una bugia."
Remus si alzò e si avviò verso il bagno.
"Perchè?! Perché dici così?! È vero o no?!"
Il Mannaro si voltò.
"Sta a te capirlo, James."
E con queste parole chiuse la porta del bagno.


*****


"Ciao Annabeth." salutò allegra Alice quando la mora entrò nel dormitorio.
Annabeth sorrise in risposta.
Rimasero un attimo in silenzio.
"Senti, ti andrebbe di venire con me a prendere Lily a Hogsmeade tra un'ora?" chiese cauta Alice.
Annabeth si immobilizzò.
La maglietta che stava prendendo dal suo baule ricadde scomposta dentro.
Lily sarebbe tornata.
E con lei Sirius.
La sua sicurezza per un attimo vacillò.
Alice parve accorgersene.
"Se non te la senti, per, per quello che è successo, non è necessario. Scusa non ci avevo pensato... Mi... Mi dispiace."
Annabeth scosse la testa.
Sapeva che quel momento sarebbe arrivato.
Non c'era problema.
Lei e Sirius erano come due perfetti sconosciuti.
E Lily non centrava niente, ne era sicura.
Sorrise alla biondina.
"Non ti scusare. Mi fa piacere andare a salutare Lily. Alice, sono sicura che lei non centri nulla."
La ragazza si trattenne da farle notare che la ragazza col quale molto probabilmente il suo ragazzo l'aveva tradita era proprio Lily.
Nonostante ciò le sorrise.
"Va bene. Ci vediamo alle sei e quaranta in Sala Comune. Vado da Frank, ci vediamo dopo."
Alice uscì lasciando Annabeth da sola.
Tirò un sospiro di sollievo.
Adesso non era tanto sicura di ciò che aveva detto.


*****


"Che schifo! Che schifo! Che schifo!" urlava Sirius mentre si puliva la faccia con un pezzo di scottex che Lily gli aveva dato tra le risate.
"La prossima volta non fai domande del genere!"
Lui sputacchiò nel pezzo di carta.
"Guarda che essere imparentata con la dolce Maggie risolverebbe molti dei tuoi problemi di sangue!"
Lei rise di gusto.
"Tu sei completamene andato."
Lui guardò l'orologio.
"Mancano pochi minuti alle sette, tesoro, che ne dici di prepararti?" chiese mellifluo lui.
Lei sorrise sarcastica.
"Certo, luce dei miei occhi, certo!" e si precipitò in salotto dove scrisse un bigliettino alla madre, per informarla del servizio che aveva portato Petunia.
Poi si aggiustò la coda e si avvicinò a Sirius che era sulla soglia della porta che dava sul giardino dietro la casa.
La chiuse, controllò che avesse preso la bacchetta e porse una mano all'amico.
Chiuse gli occhi e il suo stomaco si contrasse in una morsa.
Quando li riaprì si trovava sulla banchina della stazione di Hogsmeade e stringeva ancora la mano di Sirius.
Vide lontano due figure che venivano verso di loro.
Alice e Annabeth.
La stretta del ragazzo si fece improvvisamente più stretta.
Lei appoggiò anche l'altra su quella di lui e cercò di calmarlo.
"Stai calmo. Tranquillo. Non fare mosse azzardate. Risolveremo tutto. Ma dobbiamo collaborare. Dobbiamo farlo insieme."
Lui fece un ghigno sofferente, visto la possibilità di fare battutine maliziose sull'ultima frase, ma evidentemente ritenne saggio stare zitto.
Lei annuì poi lasciò andare la sua mano e si voltò verso Alice che si era avvicinata.
La mora era rimasta qualche passo più indietro.
Lily corse incontro ad Alice e la abbracciò di slancio.
"Lily!"
"Ali!"
"Ehi che brava! Ti ricordi ancora il mio nome!"
La rossa si finse offesa.
"Osi insinuare che io ti tradisca?! Stiamo insieme da sei anni, tre mesi, sette giorni..."
"Non voglio sapere le ore e i minuti! Mi basta questo!" la interruppe lei.
Sirius e Annabeth li raggiunsero, ognuno da due parti opposte.
"Che tragedie! Non vi vedete da due giorni!" commentò Sirius.
Le due amiche lo guardarono in cagnesco, poi Lily si voltò verso Annabeth.
"Ciao." disse cauta senza sapere bene cosa fare.
L'aria si ghiacciò fino a quando la mora non sorrise.
"Ciao Lily. Ben tornata." e si sporse ad abbracciarla.
Lily si lasciò stringere piuttosto stupita, poi la prese sotto braccio e insieme si avviarono verso il castello, per impedire a Sirius di sbottare.
"Ehi! Meno male non mi tradivi!" urlò Alice alla rossa mentre si allontanava che per zittirla si limitò a lanciare indietro il braccio.
"Traditrice." sibilò poi divertita.
Sirius aveva lo sguardo fisso sulla figura di Annabeth.
Alice fece due passi per invitarlo ad avviarsi insieme a lei.
Non avevano mai avuto legami molto profondi anche se da quando abitava dai Potter, e quindi erano vicini di casa, la situazione era migliorata.
Sirius non poté trattenersi.
"Come sta?"
"Bene, Sirius. Troppo bene."
Lui la guardò interrogativo.
"Credo abbia deciso di andare avanti. E dimenticare." sussurrò Alice, come per paura che il ragazzo se la potesse prendere.
Eppure lo vide sospirare e riportare lo sguardo su di lei, una ventina di metri più avanti.
Stettero in silenzio, guardando Lily intristirsi forse per chiederle scusa e Annabeth dirle animamente che non era colpa sua.
Poi scomparvero dietro una curva.

*****

"Annabeth..."
La ragazza si voltò verso la rossa.
"Dimmi."
"Senti, io voglio che tu sappia che io e Sirius siamo solo amici. Tu sei libera di fare quel che vuoi. Credermi o no. Ma ti supplico. Pensaci. Io e Sirius...ecco...bleah...no. Non lo posso neanche immaginare. So che adesso penserai che se io ti chiedo di credermi, pensi tutto il contrario ma ti assicuro di no! Io, ecco, io sono innamorata di James. Sirius non... Non mi interessa."
Annabeth sorrise alla vista di Lily così in difficoltà.
"Perché ridi?" le chiese quasi disperata.
"Perché non ti rendi conto che non mi interessa. Che stai facendo a botte col tuo orgoglio, pur di farmi capire la verità. Ti credo Lily. Ma non pensare che tornerò da Sirius. Te lo voglio dire chiaro e tondo. Non posso stare con lui. Hai visto chiaramente che è troppo complicato. È ora che cominciamo a vivere ognuno la propria vita. Potremo essere amici. Ma niente di più."
Lily spalancò la bocca.
"No, no, no. Non sai che cosa stai dicendo! Sirius! Sirius ti ama! Non é mai rimasto così male per una donna! Te lo giuro! Lui ti ama! E anche tu! Per favore Annabeth! Ripensaci!" urlò disperata.
Annabeth sorrise malinconica.
"Certo."
"No, no, no! Anna! No! Per favore non fargli questo!"
Lei non rispose.
"Ti supplico. Poi ce avrò anche sulla coscienza!" l'idea era di dirlo per sdrammatizzare ma il tono che usò Lily era tutto tranne che sdrammatizzante.
"Lily, non insistere. Non... Non voglio."
La rossa stava per ribattere, ma Annabeth si voltò verso di lei.
"Je te supplie, Lilì.*" le disse in francese.
Ormai era molto che parlava esclusivamente inglese e aveva smesso da un po' di parlare la lingua materna, e Lily sapeva quanto le costava.
La rossa abbassò la testa.
"Ouais, puor le moment tu as gagnée. Mais ne pense pas que je vais me tendre.**" bofonchiò in risposta Lily.
Lo aveva studiato per molti anni e sua zia aveva sposato un francese quindi aveva imparato ad amare fin da piccola la graziosa lingua.
Annabeth sorrise.
Non si sarebbe arresa facilmente la ragazza.
E lo sapeva.


*****


James era in Sala Comune con Remus e Peter.
I due stavano giocando a scacchi mentre lui sfogliava distratto una rivista.
Sapeva perché il Mannaro aveva insistito tanto a farlo scendere.
Forse pensava che nel rivedere Lily la rabbia sarebbe passata.
Eppure Remus aveva sbagliato tutto.
Vide entrare con la coda dell'occhio la rossa e Annabeth.
Con sua sorpresa sembravano tranquille, come se non fosse successo niente, ma di una cosa era sicuro. Lui non avrebbe perdonato altrettanto velocemente.
Lily rabbrividì, James lo vide chiaramente anche se era concentrato sulla sua rivista, poi gli si avvicinò.
Si fermò a pochi passi dalla poltrona dove stava il moro.
Incrociò disperata lo sguardo di Remus che le sorrise.
Prese un bel respiro.
"Ciao James."
Lui stette in silenzio per un po'.
Alice e Sirius erano arrivati appena in tempo per sentire Lily e tutti trattennero il respiro.
"Ciao Evans." rispose freddo James.
"Per favore, avrei bisogno di parlarti." cominciò lei.
"Be', che problema c'è? Sono qui. Non scappo." rispose lui con una punta di amarezza nella voce e tenendo lo sguardo fisso sulla pagina del giornale.
"In realtà preferirei in privato e ti sarei molto grata se mi guardassi in faccia quando ti parlo." rispose con voce accesa lei.
La stava provocando, lo sapeva bene, ma non riusciva a controllarsi.
Lui ripose lentamente la rivista e alzò lo sguardo su di lei.
Incrociò le braccia dietro la testa e stese le gambe sul tavolino di fronte.
"Allora?"
Le prusero le mani.
Sospirò.
Era proprio una testa calda.
"Non ti ho tradito con Sirius." disse secca.
Lui alzò un sopracciglio.
"Non lo farei mai, James."
Lui la fissò per un attimo.
"Potter, Evans. Per te sempre e solo Potter." affermò.
Lei si indignò. 
Aveva riconosciuto la frase.
Quella che gli aveva detto per sei anni, tutti quei sei anni, prima di offrirgli una possibilità.
Non ci poteva credere. 
Usare una sua frase contro di lei.
Non sapeva con chi aveva a che fare.
"Che c'è, Potter, non sai neanche capace di offendermi con parole tue?" proferì arrabbiata.
"Sono capace di farmi valere anche senza copiare, Evans." le urlò alzandosi e posizionandosi a un palmo dal naso di lei.
"Perché non lo fai, allora! Porca miseria! Sono venuta qui per farti capire! Eppure no! James-ho-sempre-ragione-io-Potter è solo una testa calda che non capisce niente!" urlò a sua volta.
"Io non sono una testa calda, Evans! E non c'è niente da capire! Preferirei mille volte che tu mi lasciassi in pace!"
Lei avvampò dalla rabbia.
"Io non prendo ordini da te! E voi lasciatemi stare! Sono capace di fronteggiarlo senza il vostro aiuto!" urlò agli amici che si erano avvicinati per separarli.
"Ah giusto! Tu sei Lily-Prefetta-Perfetta-Evans!" sputò. "Mi fai schifo!" 
Lei inorridì.
"Ah, sì?! Ti faccio schifo?! Eppure non la pensavi così quando volevi uscire con me! Tu! Tu fai schifo!" le salirono le lacrime agli occhi mentre gesticolava animatamente. "Ho sempre avuto ragione! Sempre! Tu mi volevi solo perché ero una scommessa! Tu mi hai usata! Mi hai usata proprio come tutte quelle prima di me! TU! Sì, hai ragione! Mi faccio schifo! Solo essermi contaminata con un essere del genere!" lacrime calde cominciarono a scendere sul suo viso arrossato. "Ma tu! Se fossi in te sarei disgustato dal solo stare una stanza con me stesso! Il tuo ego è talmente grande che è impossibile separarsene! Tu fai schifo! Usi le ragazze come oggetti! Ma apri gli occhi, Potter! Il mondo non gira intorno a te! Non sei Dio! E per il tuo comportamento rimarrai solo! Solo come un cane!"
Lily ormai singhiozzava.
Lo sapeva.
Aveva avuto quel presentimento anche prima.
Lei era una scommessa.
"Ero solo una scommessa. E lo sapevo. Ma ci sono cascata lo stesso. Hai ragione, Potter. Faccio schifo." aggiunse più calma.
Poi si voltò e salì nel suo dormitorio dove pianse tutte le lacrime che aveva trattenuto in quegli ultimi giorni.


*****


Remus vide Sirius seguire con lo sguardo Lily che disperata saliva le scale del suo dormitorio ma non la seguì, come, ci scommetteva,  avrebbe voluto.
Si voltò verso James.
"Perché fai questo?"
"Non parlarmi, Black. Io non parlo ai traditori." ribatté duro.
"Sei libero di non volermi più come tuo amico, ma lei non c'entra. Non ha fatto niente. È venuta da te col cuore in mano per fare pace e sei riuscito a distruggerla. Lei ti ama, James. Non è questo che hai sempre voluto?" chiese cercando di rimanere calmo.
"Non venirmi a dire cosa voglio o no, Sirius Black, perché sei l'ultimo in grado di farlo! Io ho riposto in te tutta la mia fiducia ed ecco dove sono finito!"
"Ma è un problema tra me e te. Lily non c'entra niente! Perché te la rifai anche con lei?!"
"Vuoi che ti faccia vedere questa?!" 
Si mise una mano in tasca e ne tirò fuori la fotografia, stropicciata, della Skeeter.
Sirius la guardò un attimo non capendo.
"Non c'entra niente lei? Lei è quella con cui mi hai tradito. E tu sei quello con cui mi ha tradito." riprese James.
Sirius scosse la testa.
"Non capisci."
"ESATTO! Non capisco! E tutto ciò che riuscite a dirmi! Io non capisco! E devo capire! Cosa devo capire!? Perché i il mio migliore amico e la mia fidanzata mi abbiano tradito l'uno con l'altra?!"
"James, tu non capisci! Io e Lily non ci amiamo! Siamo solo amici! Non mi sognerei mai di baciare la ragazza che hai adorato, mangiato con gli occhi, stuzzicato, amato per tutto questo tempo!"
"Evidentemente si."
"INVECE NO! Perché dovremmo fare tutte queste scene, James, allora, per dimostrati qualcosa che è falso?! Perché dovremmo stare qui a litigare per farti tornare da lei, quando potremmo stare insieme senza distruggerci l'anima?! Pensaci, James Potter, perché la vita non gira con te. Carpe diem. Cogli l'attimo, perché poi puoi solo pentirti di non averlo fatto."
E con queste parole si avviò verso il dormitorio maschile, seguito a ruota da Peter.
James li seguì con lo sguardo.
"Codardo!" urlò poi mentre la porta si chiudeva.
Remus lo fissava a sua volta, scuotendo la testa.
"E tu non guardarmi così! Non è colpa mia!" 
Il biondo sospirò poi guardò l'orologio e si avviò verso il ritratto.
"Dove vai?!" urlò ancora James.
Remus si voltò.
"Da Ninfadora. E anche se fosse una bugia James, mi chiederei perché. James hanno ragione. Il mondo non è tuo. Devi imparare a ascoltare anche gli altri." e se ne andò.
James si buttò sul divano e scaraventò un cuscino per terra.
Non era colpa sua.
Cosa c'era di difficile da capire?!


*****


"Yuhuuu Lupin? Ci sei o ci fai?" disse Tonks muovendo una mano davanti agli occhi imbambolati del ragazzo.
Lui si riscosse.
"Si, scusa. Dicevi?"
Lei si rimise a sedere per bene sulla sua sedia.
"Non credo che la mia trasfigurazione sia venuta un gran che." bofonchiò lei mostrando una teiera con sfumature rossicce che aveva una coda pelosa e dei lunghi baffi.
Remus ridacchiò.
"No. Non credo. Dora, Toglimi una curiosità. C'è una materia in cui vai bene anche senza bisogno del mio aiuto?"
Lei sembrò pensarci un attimo.
"Mmmhhh... Si. Incantesimi." rispose sorridente.
Lui le sorrise a sua volta.
Voleva baciarla.
Le porse una mano che lei afferrò.
La fece volteggiare per qualche minuto, su una musica che solo loro sentivano.
La biblioteca era deserta, eccezione fatta per madama Pince che guardava sorridendo i due, evitando di interromperli.
Ballarono, ballarono senza sosta fino a che non si fermarono, col fiatone, i nasi che si sfioravano.
Il cuore di Remus batteva all'impazzata.
O ora, o mai più, diceva una parte di lui.
Non farlo, diceva invece l'altra.
Ninfadora spostò leggermente la testa di lato, gli occhi persi in quelli dorati di lui.
Non sapeva bene cosa stesse aspettando lui, ma lei non aveva intenzione di aspettare ancora.
Si fece coraggio e poggiò le labbra su quelle di lui.
Remus si irrigidì per un attimo.
Tonks stette così, senza muoversi, aspettando.
Gli occhi serrati per paura  che la allontanasse.
Invece Remus, dopo attimi che parvero anni, rispose al bacio, regalandole gli attimi più belli della sua vita.


*****


Annabeth uscì dal bagno, dopo aver fatto una doccia.
I singhiozzi di Lily erano finalmente taciuti, ed ora la rossa dormiva con una espressione triste, scomposta sul letto, abbracciando il cuscino, che forse credeva la sola ancora di salvezza.
La mora non poteva minimamente immaginare quel che tormentava la rossa in quel momento.


*****


Nel sogno Lily era vestita di bianco.
Un lungo e ingombrante vestito bianco, come quelli da sposa che si vedevano nel vecchi film.
I capelli erano raccolti in una acconciatura complicata e solo qualche ciocca ribelle sfuggiva all'intreccio.
Correva cercando di alzare lo strascico, a piedi nudi in un labirinto.
I piedi sentivano il freddo e umido terreno.
Correva correva.
Improvvisamente cambiava direzione, come se stesse cercando di seminare qualcuno.
Poi si trovò nel centro esatto del labirinto, circondata da una siepe circolare.
Girava su se stessa in cerca di un'uscita ma non ce n'erano.
Disperata cadeva sulle ginocchia e piangeva nelle mani.
Poi un rumore di foglie secche che venivano calpestate.
Spaventata alzava la testa, gli occhi lucidi e pieni di lacrime.
Davanti a lei c'era James che la guardava sorridente.
"Lily... Lily... Che succede? Perché piangi?"
Lei si alzava e correva verso di lui che rimaneva immobile sul bordo della siepe.
Lily correva, correva ma James non si avvicinava.
E più si sforzava, più si sentiva impotente.
Si fermava e ripartiva, cercando di raggiungerlo.
"Aiutami, James! Aiutami!" ma lui si limitava a guardarla da lontano con un ghigno amaro sulle labbra.
I capelli spettinati le cadevano sul viso.
L'orlo del vestito bianco ora era sporco di terra e foglie.
"Per favore, aiutami!"
Ed fu a quel punto che lei rabbrividì di spavento.
Il terreno aveva cominciato a tremare, crepe profonde si creavano intorno a lei, e James si era avvicinato.
Gli occhi brillavano rossi e le labbra stese in un sorriso diabolico.
La terra cercava di risucchiarla.
James esplose in una risata malvagia.
"Visto Evans?! Voi Sanguesporco non siete buoni a fare niente! Siete senza speranza. Non potete sopravvivere nel mondo dei maghi. Senza di noi non siete niente!
A quel punto accanto a lui comparvero a uno a uno tutti i suoi amici.
Prima Sirius. Remus. Peter, che ridevano insieme a lui.
Poi anche Alice, Marlene, Annabeth. Le sue amiche che la guardavano sprezzanti.
Lily si aggrappava a una sporgenza nella terra, per non cadere nel fuoco sotto di lei.
Sarebbe sopravvissuta se James non si fosse sporto verso di lei.
"Vedi, Evans? Fai schifo." e le afferrò le guance stringendole il viso e avvicinandolo al suo.
La baciò.
Ma non dolcemente e con amore come faceva di solito.
La baciò con violenza e rabbia tanto che le face quasi male.
"Fai schifo. Non sei utile neanche a letto."
Dietro di lui tutti scoppiarono a ridere, poi lui la lasciò e Lily precipitò nel fuoco, urlando.


*****


Lily balzò sul letto.
Si portò una mano alla bocca per non urlare.
Senza che potesse fare niente le lacrime avevano ripreso a scendere.
Affondò la faccia tra le mani e pianse.
Pianse ancora.
Cercava di smettere ma non ci riusciva.
Perché?!
Perché stava così male?!
Lei aveva odiato con tutta se stessa quel pallone gonfiato.
Eppure in quel momento non desiderava che il suo abbraccio per consolarla.
Un singhiozzò le sfuggì.
Si alzò, e uscì in Sala Comune, a quell'ora della notte deserta.
Non voleva disturbare le sue amiche.
Cercava di trattenere le lacrime ma gli occhi era tanto lucidi che non vedeva neanche dove metteva i piedi.
Uscì dal ritratto, mentre la signora Grassa bofonchiava irritata, ma non ci fece caso.
Vagò senza sosta per il castello.
Sapeva che se l'avesse vista qualcuno sarebbe finita nei guai.
Ma non gli importava neanche di questo.
Camminò fino a quando non si scontrò con qualcuno.
Alzò lo sguardo e vide James.
Altre lacrime sgorgarono dai suoi occhi visto che era rimasto gelido alla sua vista.
Singhiozzò ancora e senza sapere cosa fare si girò, le mani premute contro la bocca.
Si allontanò da lui e girato un corridoio si appoggiò al muro e si lasciò cadere per terra.
Il pavimento era gelato.
Abbracciò le sue ginocchia e appoggiò la testa verso il suo petto, senza smettere un attimo di piangere.
Non si accorse che James era a pochi passi da lei, che la guardava confuso.
Potter scosse la testa e se ne andò.
Non era colpa sua se era ridotta in quello stato.



* traduzione 'Je te supplie.': Ti supplico.
** traduzione 'Ouais, puor le moment tu as gagnée. Mais ne pende pas que que je vais me tendre.': Si, per ora hai vinto. Ma non pensare che mi arrenderò.

Angolo dell'Autrice
Muah muah muah muah.
Si, lo so sono cattiva.
Tanto tanto cattiva.
Una carogna.
Ma ormai dovreste aver imparato che più disastri combino più sono felice.
Non mi ammazzate vi supplico.
Vi prometto che faranno la pace, se non nel prossimo capitolo al più tardi in quello dopo. 
Ma ho in mente un'idea fantastica.
Che non vi dirò in quanto deve essere una sorpresa.
Grazie un milione per le 6 recensioni dello scorso capitolo!
Grazie tantissime a kateausten, Writer96 , Ronnie02, danyazzurra, Fabiolita91 e a Nympha.
E poi siccome sono tanto tanto brava e ho iniziato anche il prossimo capitolo ve ne scrivo un pessetto...
Grazie grazie grazie!
Bacioni!
Ali




Luke annullò le distanze tra di loro e la abbracciò riconoscente.
Lily sorrise e ricambiò l'abbraccio.
In quel momento la porta sbatté violentemente.
Luke la spinse indietro sfoderando la bacchetta.
Sulla soglia c'era un animale conosciuto.
Il cervo bianco.
Lily rimase senza fiato.
L'animale guardava con odio il ragazzo.
"Che... Che cosa ci fa qui?" chiese incredulo Luke.
Lei si limitò a fissarlo.
"Lily... Tu... L'hai già visto?" chiese a mezza voce.
Lei annuì.
Lo fissava senza sosta.
Era come se lo conoscesse.
Come se lo conoscesse ma non si ricordasse chi fosse.
Gli occhi dorati erano infuriati.
Si avvicinò a Luke.
Lily si interpose immediatamente tra i due.
Non sapeva perché ma sapeva che doveva farlo.
Il cervo finalmente spostò lo sguardo su di lei, inferocito.
"Non toccarlo." disse semplicemente Lily.




Ps. Attente a non giudicare male il mio povero Luke. 
Non fa nulla di male.
Col prossimo capitolo lo scoprirete meglio.
:D

 

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Capitolo 28
*** Difesa Contro le Arti Oscure ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte
        
                                                Capitolo 28
                                     
                            
         Difesa Conto le Arti Oscure




Quando Lily si svegliò si accorse che qualcuno la fissava e scuoteva.
Era un ragazzo che la guardava preoccupato.
"Che ci fai qui, Caposcuola Evans?" chiese piegando la testa di lato come un cane.
Poteva avere 17 anni, era di Corvonero ma Lily non ne era sicura.
Si aggrappò a lui e si fece alzare.
Lui la afferrò per la vita, visto che la rossa era completamente accasciata su di lui.
I capelli castani erano piuttosto lunghi e spettinati e gli occhi erano neri come la pece.
"Ti accompagno in infermeria." disse calmo.
Lily si irrigidì.
"No. Va bene in Sala Comune." sentenziò la voce impastata di sonno e di lacrime.
"Va bene. Però mi devi promettere che smetterai di piangere. Ti rovini solo gli occhi. E sarebbe un peccato. Sono tanto belli."
Lily quasi non sentì il complimento.
Cercò di mettersi in piedi, appoggiandosi a lui.
Si incamminarono.
I corridoio erano piuttosto trafficati e Lily teneva la testa bassa.
"Qual'è la parola d'ordine?" chiese poi il ragazzo una volta arrivati davanti alla signora Grassa.
Lily alzò la testa, stupita di essere già lì.
"Eh... Bezoar..." bofonchiò a mezza voce lei.
Il ritratto si aprì.
I due entrarono.
"Ehm, scusa. Non so il tuo nome." chiese poi Lily leggermente imbarazzata. 
Lui sorrise e la fece sedere su un divanetto.
"Mi chiamo Luke. Devo chiamarti qualcuno?" 
Lei abbassò lo sguardo.
"No, grazie mille."
"Sei sicura?" la sua voce era preoccupata.
Lei alzò la faccia, sorridendo.
"Si. Grazie ancora Luke. Ci vediamo dopo." 
Lui le sorrise a sua volta poi uscì.
"Non sai, Evans, che la Sala Comune è riservata esclusivamente ai Grifondoro?" disse una voce secca dietro di lei.
Lily non si volto neanche.
"Si." sibilò.
"Allora che ci faceva un Corvonero qui?" 
"Mi ha accompagnata. Qualche problema, Potter?"
"No, certo che no. 5 punti in meno a Grifondoro." constato poi lui con un'alzata di spalle.
Lei si girò finalmente verso di lui.
"Se tu mi avessi aiutata stanotte non ci sarebbe stato bisogno che lui mi accompagnasse e che tu mi togliessi 5 punti!" disse arrabbiata.
Lui alzò ancora le spalle e si avviò verso l'uscita.
"Ti odio! Vattene dalla mia vita, Potter! Vattene!" urlò prendendosi la testa fra le mani.
Lui non si girò neanche.

*****

James raggiunse a grandi passi il Corvonero.
Lo afferrò per un braccio, violentemente.
"Non osare più avvicinarti a lei." sibilò.
Luke sorrise mellifluo.
"E chi saresti tu per impedirmi di farlo? Se non sbaglio è per colpa tua che è ridotta in quel modo..."
James avvampò di rabbia.
"Non sono cose che ti interessano. Sappi solo che se ti avvicinerai di nuovo a lei farai una brutta fine." 
Luke rise ma James era già lontano.

*****

Lily quel giorno non scese per le lezioni.
Se ne stette tutto il giorno rintanata in biblioteca.
Stava leggendo distratta un capitolo di Trasfigurazione quando qualcuno si sedette di fronte a lei.
"Ciao, Lily." disse Remus.
Lei sorrise triste.
"Ciao, Rem."
"So che vuoi stare sola quindi me ne vado subito. Volevo solo dirti che la McGranitt ti ha fissato una ronda stasera."
Lei sbuffò.
Che c'era di meglio di una ronda notturna?
"Grazie. Con chi sono?"
Lui ri rattristì. 
"Con James."
Lei si irrigidì.
"Ottimo."
"Non ti preoccupare. Potete non fare lo stesso percorso. Vuole che torniate in Sala Comune per mezzanotte. Non un minuto di più."
Lily annuì sconsolata.
Remus si chinò e armeggiò con la sua borsa.
Ne tirò fuori alcuni foglio scritti fitti fitti.
"Questi sono gli appunti di oggi. Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere averli."
"Grazie Remus. Non so cosa farei senza di te." disse rincuorata.
Remus rise.
"Te la caveresti benissimo, fidati."
Lei annuì ancora e riabbassò la testa sul libro.
Lui le prese una mano.
"Vedrai che capirà."
Poi si alzò e mettendosi la tracolla in spalla uscì dalla biblioteca.
Lily sospirò.
Poi riprese a leggere.

*****

Quella sera scese in Sala Comune verso le 8.30 con un libro sotto mano.
Si mise a leggere vicino al fuoco aspettando che James Potter la raggiungesse per iniziare il turno.
Puntuale come un orologio svizzero e come non lo era mai stato il Cercatore scese dal suo dormitorio alle 9 spaccate.
Lily chiuse il suo libro e lo infilò nella borsa.
Non so salutò.
Si limitò a uscire anticipandolo.
Poco dopo sentì i suoi passi appena dietro di lei.
"Non dovresti stare con quel ragazzo."
Lei fece finta di non sentirlo.
"Il Corvonero. Luke Wilkinson."
Lei si voltò di scatto.
"E a te che ti importa di con chi sto?!"
Lui aggrottò le sopracciglia.
"Era solo un consiglio. È strano tutto qui."
Lei rise sarcastica.
"Allora non ti sei visto."
"Senti Evans..."
Lei girò in un corridoio lasciandolo indietro.
Incontrò per l'appunto Luke.
"Ciao." si salutarono.
James li raggiunse in quel momento.
"Si parla del diavolo e spuntano le corna." disse a voce troppo alta di proposito.
"Mi accompagni?" chiese Lily al Corvonero.
Luke la prese a braccetto e si avviò via con lei.
James li guardò a bocca aperta poi fece dietro front.
"Grazie mi hai salvato." sospirò Lily al ragazzo.
Lui le sorrise.
"Figurati. È un piacere." 
Stettero in silenzio per un po'.
Lily entrava e usciva dalle aule alla ricerca di alcuni studenti fuori dai dormitori.
Luke la seguiva come un'ombra.
Il castello sembrava vuoto.
Sbuffando entrò nell'ennesima aula.
Per la prima volta Luke la seguì fin dentro.
Stava controllando dietro una rientranza e non si accorse che aveva chiuso la porta e vi ci si era appoggiato incrociando le braccia al petto.
Quando Lily si voltò, il ragazzo aveva lo sguardo fisso sui suoi piedi.
"Luke?" lo chiamò debolmente.
Cosa stava facendo?
Lui non alzò lo sguardo.
"Ehi, tutto bene?" 
Lui scosse la testa.
Lei si appoggiò alla cattedra, a pochi passi da lui.
"Che succede?"
Lui non accennava ad alzare la testa.
"Lily, mi devi aiutare." 
Lei lo guardò interrogativa.
"Se le trovano non so cosa farei..."
"Luke, di cosa stai parlando?" chiese leggermente preoccupata.
Lui finalmente la guardò negli occhi.
"Mia mamma. E mia sorella. Sono in pericolo."
"Perchè?"
"Hanno già attaccato nei dintorni. Lily aiutami!" chiese disperato.
"Chi, Luke? Chi ha attaccato?!"
Disse avvicinandosi a lui e afferrandolo per le spalle.
"I Mangiamorte."
Lily rabbrividì.
"Io... Io... Cosa devo fare?" chiese indecisa.
Lui la guardò implorante.
"Per favore, Lily, chiedi all'Ordine della Fenice se..."
"Come fai a sapere dell'Ordine?" lo interruppe decisa.
"L'ho sentito dire dai Malandrini. Una sera, a cena. Non... Non mi hai mai parlato e non volevo venire da te, così, ma adesso... Lily ti scongiuro. Mi devi aiutare. Mi devi aiutare a proteggerle."
Lily si riscosse.
"Allora, innanzi tutto devi tornare a casa per Natale.
Fai più incantesimi di protezione possibili alla casa.
Raccomandale di non uscire se non in tua compagnia o di molte persone."
Le faceva tenerezza quel ragazzo.
Era nella sua stessa situazione.
Diviso tra un mondo e l'altro.
"Io avviserò l'Ordine e farò il possibile ma tu devi impegnarti.
Luke cerca di proteggere più Babbani possibile.
Solo così potremmo prevenire le disgrazie." gli disse dimostrando più decisione di quanto non ne avesse.
Lui annuì serio.
"Puoi dare questi consigli anche ad altri ragazzi. È assolutamente necessario rimanere uniti."
Luke annullò le distanze tra di loro e la abbracciò riconoscente.
Lily sorrise e ricambiò l'abbraccio.
In quel momento la porta sbatté violentemente.
Luke la spinse indietro sfoderando la bacchetta.
Sulla soglia c'era un animale conosciuto.
Il cervo bianco.
Lily rimase senza fiato.
L'animale guardava con odio il ragazzo.
"Che... Che cosa ci fa qui?" chiese incredulo Luke.
Lei si limitò a fissarlo.
"Lily... Tu... L'hai già visto?" chiese a mezza voce.
Lei annuì.
Lo fissava senza sosta.
Era come se lo conoscesse.
Come se lo conoscesse ma non si ricordasse chi fosse.
Gli occhi dorati erano infuriati.
Si avvicinò a Luke.
Lily si interpose immediatamente tra i due.
Non sapeva perché ma sapeva che doveva farlo.
Il cervo finalmente spostò lo sguardo su di lei, inferocito.
"Non toccarlo." disse semplicemente Lily.
Il cervo scosse la testa, come per intimarla di spostarsi.
"Non toccarlo." ripeté. "O farai una brutta fine."
Il cervo le si avvicinò, a testa china mostrandole le corna.
Ma Lily non si spostò.
Lo fissava, severa.
Lo conosceva.
Sapeva chi era.
Ma chi?
"Vattene, Cervo. Non hai nulla da temere." sibilò Luke.
Il cervo alzò di scatto la testa, guardandolo con odio.
Lily si portò il braccio al petto.
Le corna l'avevano graffiata.
Era solo una ferita superficiale ma la spaventò.
Il sangue aveva cominciato a uscire.
"Vattene. Vattene. Vattene dalla mia vita." disse stupendosi.
La litigata con James doveva averla scossa parecchio per indurla a cacciare un animale per un incidente.
Gli occhi dorati del cervo la fissarono con curiosità.
"Vattene." ripeté ancora.
Il cervo scomparve in un attimo.
Lily si appoggiò a un tavolo, e mentre Luke la medicava, non riusciva a togliersi quella sensazione, come se le sfuggisse qualcosa. Un dettaglio importante.
Scosse la testa.
Era tutta colpa di James.

 *****

"Evans, è mezzanotte e un quarto. Sei in ritardo. 5 punti in meno a Grifondoro." 
Lily sobbalzò.
James era in piedi appoggiato al muro adiacente al ritratto.
"La vuoi smettere? Solo perché sei autorizzato non devi togliermi tutti questi punti!" ribatté acida lei.
"Ordini della McGrannit, Evans. E questione di principio."
"C'è stato un incidente. Tutto qui." ribatté Lily senza accennargli il problema di Luke. 
Avrebbe fatto da sola. 
Come sempre.
"Posso permettermi di sapere che razza di incidente ti ha fatto rientrare tardi? La sua lingua nella tua bocca?"
Lily rabbrividì.
"No! No! Come puoi pensare solo una cosa simile!? James io non ti ho mai tradita e non lo farò mai!"
Lui si accigliò.
"Oltre che cornuto mi credi anche scemo? Evans per quanto ti possa sembrare strano il mio cervello non è grande quanto un boccino, per quanto tu possa esserne convinta." disse arrabbiato.
"Sei impossibile! Potter! Sei impossibile! Se non ti interesso lasciami stare allora! Io ti ho già detto tutto quello che ti volevo dire!" sbottò Lily.
"Spiacente di comunicarti che siamo nella stessa casa e che avevamo il turno di ronda insieme, stasera. Ma tu, hai pensato bene di fare una passeggiatina al chiaro di luna con quel ragazzo!"
"Quel ragazzo si chiama Luke! E aveva un problema serio per tua informazione! Sei uno stupido eterno bambino! Cresci Potter!" urlò avviandosi verso il suo dormitorio.
"Evans ho cercato in tutti i modi di dimostrarti che sono cresciuto ma sei talmente cieca che non te ne sei nemmeno accorta!"
Appoggiò qualcosa su un tavolino e salì nel suo dormitorio infuriato.
Lily sbuffò e afferrò la pergamena di James.
Il 17 dicembre ci sarebbe stata una riunione nell'Ordine della Fenice.
Se la mise in tasca con rabbia.
Poi si prese la testa fra le mani.
Perché? Perché era così difficile?
Si sedette su un gradino delle scale.
Ripensò al cervo.
Che cosa gli era preso?
Perché era lì?
Perché pensava che le sfuggisse qualcosa?
Troppe domande.
Troppe poche risposte.

*****

Sirius sentì la porta del dormitorio sbattere e James  bofonchiare imprecazioni a mezza voce, forse per cercare di non svegliare nessuno.
Aveva litigato con Lily.
Di nuovo.
Sospirò.
Si chiese da quando era diventato così stupido.

*****

La mattina seguente Lily si alzò completamente distrutta.
Stranamente fu l'ultima ad alzarsi e quando uscì da bagno nonostante la doccia, la parte inferiore dei suoi occhi era segnata da profonde occhiaie.
"Lily, che è successo?" chiese preoccupata Alice.
Lei tentò di sbadigliare.
"Ieri ho fatto tardi."
La bionda la guardò male.
"Avresti dovuto dire alla McGranitt che non potevi andare." obiettò invece Marlene.
"Non vi preoccupate. Sto bene."
Annabeth e Alice si guardarono scettiche.
"Se lo dici tu..." riprese Marlene.
Lily si accorse delle occhiate delle altre due.
"State tranquille. Mi riprenderò in fretta." e detto questo uscì avviandosi in Sala Grande con ancora incastrato in un angolo del suo cervello il cervo bianco.

*****

A pozioni ricominciò il tormento.
Lily maledì quel tricheco coi baffi per averla messa insieme a James.
Lavorarono in silenzio, senza parlarsi.
La pozione che venne fuori ribolliva a causa della rabbia soffocata dei due.
"Signorina Evans! Cosa è successo alla vostra pozione?!" trillò Lumocorno alla fine delle ore.
Lily sbuffò.
"Non sono dell'umore adatto per fare pozioni." sibilò Lily.
"Vedo, vedo. Ma sono sicuro che riuscirai a recuperare, Lily cara. 
Purtroppo non posso darti più di una A. Ma su con la vita, cara! Presto ci sarà anche la nostra festa di Natale! Mi concederà l'onore di venire?"
"Non saprei, professore. Quest'anno devo assolutamente tornare a casa per Natale..." disse Lily sperando che lui avesse intenzione di fare quella stupida cena durante le vacanze.
"Oh Lily, ho saputo di tuo padre. Ti faccio i miei più sinceri auguri in modo che si riprenda presto. E non ti preoccupare ti capisco. E lei, signor Potter? Cosa ha intenzione di fare questo Natale?"
"Tornerò a casa, signore." disse semplicemente. 
Lumacorno fece cadere il discorso e si allontanò.
Lily prese la borsa e si avviò al tavolo di Alice.
Annabeth aveva deciso di mollare pozioni in quanto diceva che non era portata.
"Lily hai preso una A?!" chiese stupita lei.
I voti in pozioni della rossa non era mai scesi sotto l'Eccezionale.
Lily sbuffò.
"Muoviti!"

*****

Difesa contro le Arti Oscure non era ancora iniziata quando Lily entrò in classe.
Tuttavia vide subito che c'era qualcosa di strano.
Il preside era in piedi di fronte alla cattedra dell'insegnate con una donna al suo fianco.
La classe bisbigliava incuriosita dallo strano personaggio che accompagnava Silente.
Era un donna giovane, Lily la vide di spalle, ma la riconobbe.
Era Dorcas, membro dell'Ordine della Fenice.
Era poco più grande di loro, circa 21 anni. I capelli biondi e ricci era stretti in una coda alta e indossava dei semplici jeans babbani e un maglione rosso.
Sembrava seccata e molto probabilmente aveva discusso con il professor Foster perché evitava di parlarci.
Lily si sistemò nel suo banco senza distogliere lo sguardo dal trio.
Non sentiva niente, forse per i mormorii della classe, ma molto probabilmente perché non volevano essere sentiti.
Passarono alcuni minuti, poi Silente si girò verso Dorcas, le sorrise e ignorando le evidenti proteste dell'anziano professore si voltò verso la classe.
"Buon giorno a tutti. Volevo annunciarvi che da oggi fino a Marzo avrete una nuova insegnate di Difesa contro le Arti Oscure."
Dorcas sorrise e fece un passo avanti.
Lily mosse il capo in cenno di saluto.
Lei le fece l'occhiolino.
Evidentemente non tutti pensavano che fosse rivolto a Lily perché alcuni ragazzi dietro la rossa sospirarono e cominciarono a parlare tra di loro.
Dorcas era sempre stata una bella ragazza e spesso faceva quell'effetto agli uomini, ma Lily dovette trattenere un risolino.
La bionda la vide e alzò gli occhi al cielo, ridendo.
Intanto Silente continuava a parlare.
"Vi presento Dorcas Meadowes, uno dei migliori Auror in circolazione. Non fatevi incantare dai capelli biondi e gli occhi azzurri che le danno un'aria angelica. Dorcas è un piccolo diavoletto..."
Alcuni risero.
"Bene, vi lascio da soli. Il professor Foster sarà presente ad alcune lezioni per sicurezza e Dorcas è autorizzata a togliervi punti in caso di necessità. Ci vediamo a pranzo."
Silente uscì seguito dal professore che sbuffava.
Dorcas seguì con lo sguardo i due uomini e quando la porta si fu chiusa tirò un sospiro di sollievo.
"Bene, ragazzi. Non sono venuta qui per togliervi punti ne per essere ammirata. Fuori da queste mura c'è una guerra, non dimenticatelo mai. Voldemort sta prendendo potere. Attenti. Non fidatevi di nessuno. Ma se lo fate non abbassate mai la guardia e non esitate a controllare chi vi sta accanto."
La classe non fiatava.
"Vi dividerò in due gruppi. Uno maschile e uno femminile. A occhio e croce non sembrano esserci troppe differenze numeriche. Vi chiamerò a coppie e duellerete. Ma prima vorrei vedere i vostri patronus. Non si sa mai. Memorizzateli bene. In caso di pericolo sono molto utili. Fuori le bacchette."
La ragazza sfilò la propria da uno stivale e la puntò sui banchi.
In un attimo quelli si ridussero e divennero grandi quanto una noce e volarono in un contenitore sulla cattedra.
"Come presto imparerete io credo nella pratica. Studiare sui libri è una perdita di tempo. Se devi difenderti lo devi saper fare. Indipendentemente da quanto hai studiato." annunciò scendendo i gradini che separavano la cattedra dagli studenti e posizionandosi nel centro della stanza.
Alcuni annuirono.
Lily la fissava attenta.
"Veloci. I vostri patronus."
Gli studenti strinsero la bacchetta e tentarono l'incantesimo.
A molti uscì solo un piccolo sbuffo argentato.
Altri agitavano la bacchetta a vuoto.
Poi alcuni animali cominciarono a vagare per la stanza.
Lily invocò la sua aquila.
"Expecto Patronum!" disse chiara.
Ma quello che ne uscì non era affatto un'aquila.





Angolo dell'Autrice:
Scusatemi! Scusatemi! Scusatemi!
Sono una vergogna!
Non pubblico un capitolo da quanto? tre settimane?
Ma dovete predonarmi.
Mio fratello ( è sempre colpa di mio fratello) ha rotto il computer e non è ancora aggiustato.
Così, solo grazie a quella martire di _Tears_ che mi ha permesso di usare il suo computer, ho potuto mettere questo capitolo. (ti ho messa in grassetto solo perchè senza il tuo computer questo capitolo non avrebbe visto la luce per un altro bel po' di tempo...)
Spero vi piaccia.
Io sono molto soddisfatta anche se, avendo gia pronto il prossimo (non sono potuta rimanere con le mani in mano...), sono ancora più contenta del prossimo.
spero di riuscire a metterlo il prima possibile.
Grazie infinite a chi ha recensito danyazzurra, Nympha, Writer96, Ronnie02, kateausten, Fabiolita91 e _Ladyhawke.
Grazie per aver aspettato fino ad ora.
Un bacione!
A presto!
Alice.


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Capitolo 29
*** Come fumo tra le dita ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte


                                                    
                                                   Capitolo 29


                                              
                                               Come fumo tra le dita


Aveva sentito dire che i Patronus potevano cambiare forma.
Ma lei, mai, mai aveva pensato che le potesse succedere.
Il suo era sempre stato un aquila.
Ma adesso non aveva davanti un'aquila.
Bensì una cerva.
La rossa si immobilizzò, la bacchetta tesa davanti a se'. 
L'animale era leggermente più piccolo del cervo del giorno prima.
Era argentata e come se fosse fatta di fumo.
Emanava calore.
Lily si sentì bene.
L'animale chinò leggermente il muso di lato e, come se neanche lei sapesse perché fosse lì, fissò Lily curiosa.
"Brava Lily!" disse distrattamente Dorcas mentre cercava di aiutare un ragazzo in difficoltà.
Lily si riscosse e la cerva sparì.
Alice le si avvicinò mentre un pettirosso le svolazzava intorno.
"Lily? Che cos'era quella cosa?"
"Una cerva." disse calma la rossa.
"Ma il tuo patronus non era un'aquila?" chiese stupita Alice.
La stanza ora brillava grazie alla luce emanata dai Patroni.
"Era." rispose calmissima Lily.
Si voltò verso Dorcas che giocava con una leonessa d'argento.
Alice non rispose.
"Alice?" la chiamò Lily girandosi verso di lei.
La bionda fissava un punto in fondo all'aula, incredula.
"Alice? Cosa c'è?"
La Prewett le indicò James che stava cercando di aiutare Peter.
Finalmente il piccolo Minus diede forma a un piccolo topolino.
Lily chinò di lato la testa.
Perché un topo?
Ma poi vide James.
Dalla sua bacchetta fuoriuscì un magnifico animale.
Un cervo.
Lily sbarrò gli occhi.
Un cervo?
Immediatamente voltò la testa verso Remus e Sirius che invece discutevano tra loro mentre un lupo e un cane si azzuffavano divertiti.
E improvvisamente Lily capì.
Quattro amici.
I malandrini.
Un lupo mannaro.
Non si separano mai.
James, Sirius, Remus e Peter.
I malandrini.
Ramoso, Felpato, Lunastorta e Codaliscia.
Corna, passi, luna e coda.
Quattro animali le notti di luna piena.
Un cervo, un cane, un lupo e un topo.
I patronus.
Un cervo, un cane, un lupo e un topo.
Il cervo bianco.
Gli occhi dorati.
James.
Lily lasciò cadere la bacchetta dalla sorpresa.
L'impatto col pavimento sembrò catturare l'attenzione di James.
Il cervo sparì.
I due rimasero a fissarsi.
Lily aveva capito.
James continuò a fissarla.
Poi la campanella suonò.
Gli alunni uscirono entusiasti della nuova insegnante che li seguì per andare a pranzo, parlando con alcuni di loro.
Solo James e Lily rimasero fermi dov'erano.
"Evans ti è caduta la bacchetta." disse poi James.
Lei si chinò per prenderla.
"Eravate voi." disse poi appena alzò ancora lo sguardo su di lui.
"Eravate voi nella Stamberga Strillante." ripeté incredula.
"Voi siete Animagi."
James stette in silenzio.
"Ed eri tu!" riprese con una punta di rabbia nella voce. "Eri tu ieri sera! Tu sei il cervo bianco!"
James rimase impassibile.
"Si." disse poi.
"E Sirius è il cane. E Peter è il topo! Perché non me l'hai mai detto!?" 
James alzò le spalle.
"Perché ti dovrebbe riguardare?"
Lily strinse la bacchetta con rabbia.
"Perché ti amo!" urlò.
Lui rimase un attimo senza fiato.
Quante volte aveva desiderato che glielo dicesse?
"Non è vero. Tu ami Sirius." per la prima volta la sua voce vacillò.
Lily assottigliò gli occhi.
"Ah si? Tu ne sei ancora convinto?"
James stette in silenzio.
"Se amo Sirius, allora , piegami il perché di questo!" urlò.
"Expecto Patronum!" 
La cerva d'argento uscì di nuovo dalla bacchetta di Lily e si mise di fronte a James, tra i due.
Lei abbassò lo sguardo.
"Se amo Sirius, spiegami il perché. Che incantesimo mi hai fatto James? Perché tutte le volte che ti vedo voglio che mi abbracci e che mi baci, come una volta? Perché non riesco più a stare senza di te anche se sono riuscita ad odiarti per sei anni? Perché James? Perché se amo Sirius voglio te?"
Ancora una volta le lacrime premevano per uscire ma lei non voleva piangere.
Non ancora.
Lei non piangeva.
"Cosa non capisci quando ti dico che ti amo?" 
James rimase in piedi, confuso, mentre lei usciva e si avviava a pranzo.

Dorcas, stupendo tutti, quel giorno a pranzo si sedette al tavolo con i Grifondoro.
Parlò animatamente con Remus, Sirius e Peter che già conosceva, ma non aveva esitato a fare amicizia con altri ragazzi.
Adesso era seduta con i tre Malandrini e parlava con Alice e Annabeth mentre mangiava deliziata della zuppa di cipolle.
Sirius cercava di conversare ma era teso non vedendo arrivare ne Lily ne James.
"... Vero Sirius?" chiese ad un certo punto Dorcas.
Lui si riscosse.
"Scusa?"
Lei posò il cucchiaio e si pulì la bocca col tovagliolo.
"Che cosa succede?" gli chiese.
Lui si guardò intorno e la bionda parve capire al volo.
"Mi accompagneresti in bagno, Sirius, per favore?" chiese allora la nuova insegnate alzandosi dalla panca.
Lui annuì mogio.
Molti ragazzi alzarono la testa vedendo che Sirius usciva con la ragazza.
"Possibile che le più belle devono sempre cadere ai suoi piedi?" disse un ragazzo.
Dorcas rise ma Sirius non sembrava essersene accorto.
Appena fuori dal portone Sirius sembrò rilassarsi impercettibilmente.
"Sirius che cosa succede?"
Lui si mise una mano nei capelli.
"Un casino, Dorcas. Una ragazzina ha combinato un disastro. James adesso pensa che io e Lily siamo innamorati e che lo abbiamo preso in giro per tutto questo tempo. Non so cosa fare. Io e Lily le abbiamo provate tutte..."
Proprio in quel momento Sirius vide con la coda dell'occhio un lampo di luce rossa salire le scale.
Anche la bionda se ne accorse.
"È dimagrita. Non dorme e ho sentito dire da un Lumacorno disperato che ha preso una A in pozioni. Possibile che James non se ne accorga?" chiese Dorcas.
Sirius alzò le spalle.
"Io pensavo di si. Ma non sembra molto turbato. Lui la ama ancora ma non vuole accettarlo. È geloso di chiunque si avvicini troppo a lei. Lo vedi che diventa teso come una corda di violino quando un ragazzo le parla. Ho notato che fa così persino quando parla con Remus! E non l'ha mai fatto. Mai."
Lei sospirò.
"È innamorato. Ma non vuole cedere."
"Dorcas cosa devo fare?" le chiese mentre salivano un'altra rampa di scale.
"Non so cosa abbia in testa quel ragazzo. Eppure..." Dorcas lasciò la frase in sospeso.
I due arrivarono nel corridoio che portava al dipinto della Signora Grassa e videro che questo si chiudeva dietro le spalle di un ragazza coi capelli rossi.
"Dorcas, aiutami. Parlaci tu. Io devo andare da Lily." 
Sirius scomparve dietro il ritratto e la bionda fece dietro front e tornò verso l'aula di Difesa contro le Arti Oscure.
"E pensare che non avrei mai immaginato di stare dall'altra parte della cattedra!"


"Lily!"
La rossa si girò arrabbiata verso chi l'aveva chiamata.
"Che c'è?!" scattò isterica.
Sirius la guardò chinando la testa di lato.
"Ehi, che succede?"
"Che succede!? Hai anche il coraggio di chiedermi che succede?! Voi! Tu! Potter! Persino Remus! Pensavo di poter meritare la vostra fiducia!" sbraitò attirando l'attenzione di molti dei presenti.
"Lily, da brava non urlare. Andiamo, vieni con me."
Sirius la afferrò per un braccio e la tirò verso i dormitori.
Lei spalancò gli occhi e scosse la testa.
"No." disse secca.
Sirius capì al volo.
Entrare insieme nel dormitorio dei Malandrini quando tutta la scuola sospettava che avessero una relazione, non era proprio intelligente.
I due uscirono dalla Sala Comune.
"Cosa stai dicendo di grazia, Occhidolci?"
Lei lo guardò, gli occhi rossi di rabbia.
"Ti ho già detto un milione di volte di non chiamarmi così, Felpato." sibilò evidenziando l'ultima parola.
"Eh?" chiese lui stupito di essere stato chiamato in quel modo da lei.
"Perché non me l'hai detto prima?! Aspettavi che lo venissi a sapere da qualcun'altro?! Be', spiacente di deluderti ma so fare due più due!"
Sirius ancora non capiva.
"Tu! Parla! Dimmi se non è vero! Tu sei un animagus! Tu sei un cane!" urlò lei nel corridoio deserto.
Sirius sobbalzò.
"Lily non urlare, per Merlino! Se ti sentisse qualcuno..."
Gli arrivò uno schiaffo sulla guancia che rimbombò per tutto il corridoio.
Lui si voltò verso la ragazza tenendosi una mano sulla parte del viso colpita.
Lily aveva gli occhi lucidi e lo guardava delusa.
"Io... Io pensavo di essere all'altezza di mantenere un tale segreto. Ma voi... Tu..."
Sirius d'impulso la abbracciò e lei scoppiò in lacrime ancora una volta.
Il ragazzo non poté non constatare che una volta vederla piangere era una cosa più unica che rara.
Da un po' di tempo invece Lily sembrava troppo fragile per sopportare tante cose tutte insieme.
"Lily, devi reagire. Devi smettere di piangere." iniziò.
Lei si aggrappò con le mani alla sua camicia, scossa dai singhiozzi.
Scuoteva la testa mentre cercava di calmarsi.
"Io non... non ci riesco! Io ci ho provato! Ma... ma..."
Sirius cercò di staccarsela dal petto.
Quando lei si lasciò scostare aveva gli occhi rossi e gonfi.
Era ridotta malissimo.
La pelle era pallida come il latte, tesa, ad eccezione dei vistosi segni scuri sotto gli occhi.
Poteva essere dimagrita di qualche chilo e gli occhi verdi ormai scintillavano costantemente di lacrime.
I vestiti le stavano larghi e i capelli non sembravano splendere del solito colore rosso.
Una folle idea balenò in testa a Sirius.
La prese per un braccio e la tirò con sé.
"Vieni! Ho un'idea!" 
Lei si lasciò trainare, senza opporsi, gli occhi bassi sui suoi piedi.
Sirius la portò fuori in giardino.
Faceva freddo e tirava un pò di vento.
Nuvole cariche di pioggia, forse neve, scure premevano su di loro.
Ma Sirius era raggiante.
E Lily sorrise mentre pensava che se avesse avuto una coda, in quel momento Sirius avrebbe potuto scodinzolare.

Un lampi di luce argento e un attimo dopo un cane nero scodinzolava contento tra le gambe di Lily.
Le scappò un sorriso.
Si accucciò e l'animale le leccò la faccia.
Lily fece una smorfia e, sempre sorridente si strofinò la manica del golf sul viso per asciugarsi.
Alcuni fiocchi di neve cominciarono a scendere.
Si posavano sul manto nero dell'animale e sui capelli rossi della ragazza.
Felpato abbaiò contento e corse verso il lago.
Lily si strinse nel mantello e fece qualche passo nella stessa direzione.
Il cane correva, si fermava, tornava indietro, abbaiava e poi ricorreva in avanti.
La coda pelosa scodinzolava senza sosta.
Lily si guardò intorno.
Non c'era nessuno.
Lanciò un grido e si mise a correre.
Le gambe le fecero subito male e il fiato divenne corto visto che non mangiava da giorni, tuttavia continuò a correre, affiancata da Felpato, ridendo.
La neve scendeva sempre più fitta.
Lily alzò le braccia al cielo e rise di gusto.
Si sentiva benissimo.
Cadde miseramente a terra e, chiudendo gli occhi, cercò di riprendere il respiro.
Un attimo dopo felpato si era accoccolato con il muso sopra il sul petto.
Lily poggiò una mano sulla testa del cane e cominciò ad accarezzarlo.
Era una sensazione bellissima.

Remus si sporse dalla finestra.
Non aveva visto male.
Lily era in giardino, sotto la neve, che correva con Sirius.
Anche se era lontana quasi poteva vedere la sua improvvisa e ritrovata felicità.
"Remus, che succede?"
James si affacciò a sua volta e fece una smorfia riconoscendo i due.
"Patetici." sbuffò.
Remus sentì la rabbia scorre  nelle vene.
"James! Come puoi dire una cosa del genere?! Lily sta malissimo! Non mangia da giorni e non dorme la notte. Dimagrisce a vista d'occhio e sta in piedi per miracolo! Finalmente Sirius ha trovato un modo per farla distrarre!"
Il moro si strinse nelle spalle.
"Tu sei patetico, James. Tu. Perché ti stai lasciando sfuggire la cosa più bella della tua vita. Ti sta sfuggendo, James. Come fumo tra le dita."
James sospirò malinconico.
"Remus, non so più che fare..." sussurrò sedendosi sul letto.
Peter e Remus lo raggiunsero.
"Tu hai sempre detto che l'amavi tanto. Hai scoperto che finalmente anche lei è innamorata di te, che si è accorta che non sei solo uno stupido e arrogante ragazzino."
"Grazie Peter." disse trattenendo una risatina James.
Peter arrossì leggermente.
"Dovresti andare da lei." aggiunse semplicemente il ragazzo.
Remus sorrise ai due.
"Anche alla svelta." concluse Remus.
James alzò lo sguardo e finalmente, dopo tempo, sorrise.
Abbracciò Peter e Remus di slancio e si precipitò di corsa in giardino.
Remus strizzò l'occhio a Peter.
"Come sono stato?" chiese timido lui.
"Bravissimo, Coda. Bravissimo."

Sirius arricciò il naso.
Si alzò da Lily e si rimise in piedi, o almeno sulle zampe.
Lily aprì gli occhi.
La neve li aveva coperti.
Felpato si scosse e Lily si portò una mano alla faccia per non mangiare o aspirare altri fiocchi di neve.
Rise ancora.
Non voleva smettere.
Tuttavia il cane si allontanò.
Lei si mise in piedi.
"Ehi, aspetta, Sirius! Dove stai andando?" 
Si resse a malapena sulle gambe e per poco non perse l'equilibrio.
Accennò una corsa ma una ferrea presa sul suo braccio la fermò.
Si girò e fissò alternativamente il suo braccio e James.
Poi abbassò lo sguardo.
"Senti, Lily..."
Lei tentò si liberarsi.
"Se vuoi rovinarmi la giornata sei pregato di andartene..." disse gelida.
La neve scendeva ancora, silenziosa come Felpato accucciato dietro un cespuglio che spiava i due.
"Ascoltami, per favore..."
Lily lo fissò gelida.
"Perché dovrei? Tu non volevi ascoltarmi quando volevo io, no?"
James sbuffò.
"Sbuffa quanto vuoi, Potter. Io devo andare. Ho freddo qui fuori."
James non riuscì a trattenersi.
"Fino a poco fa però stavi benone, eh?"
Ancora una volta gli occhi di Lily luccicarono di lacrime.
"Ho imparato che con gli amici si sta meglio. Riescono a capirti senza troppe parole.  Non c'è pericolo di finire male. Il tuo cuore rimane integro e una risata è assicurata." sussurrò flebile.
Si dimenò ancora.
"Lasciami, per piacere."
James la fissava, non sapendo bene cosa fare.
Quando l'aveva vista il cuore aveva perso un battito per poi cominciare a battere all' impazzata come a voler rimediare il battito perso.
Non seppe quando lo decise.
Ma un attimo dopo premeva le sue labbra su quelle di Lily.
La neve cominciava a farsi più fitta.
Lily emise un gemito e si aggrappò con le dita gelate al petto di lui.
James la circondò con le sue braccia.
Lei cominciò prima a rabbrividire.
Mentre teneva gli occhi serrati e la bocca premuta contro quella di James una lacrima le scese sul viso.
James la sentì e stringendola di più a se, approfondì il bacio.
Lily tremava tra le sue braccia e la neve scendeva ancora.
Il vento era freddo e cozzava contro i loro corpi vicini.
James poté sentire i seni di Lily premuti contro il suo petto e per un attimo arrossì.
Si diede mentalmente del ragazzino e si impose di riprendersi.
Improvvisamente un bagliore rischiarò il parco.
"YUUUUUUPPPPPHYYYYYYYY!"
Un attimo dopo un urlo di gioia li fece separare.
James sorrise scuotendo la testa e affrettandosi a stringere Lily a se.
Lei si strinse con piacere a lui e poggiò le mani sul suo fondoschiena.
Per un altro attimo altri pensieri non proprio casti balenarono nella mente di James ma non durarono molto vista la tragedia greca che stava a facendo Sirius.
Saltellava in tutti i modi possibili e urlava a squarciagola.
"OH SIIIIIIII! FINALMENTEEEEE! I DUE TONTI SI SONO RIMESSI INSIEMEEEEEE!"
Lily rise contenta mentre un brivido di freddo le percorse la schiena.
Sirius continuava a urlare e saltare.
James tirò fuori la bacchetta dai pantaloni.
Guardò Lily, divertito.
"Che ne dici, mettiamo fine a questo delirio?"
Lily annuì tra le risate.
Un attimo dopo Sirius era stato trasformato un un boccino d'oro e era volato dritto nel palmo di James.

"Regulus, Regulus...'' sibilò un voce tra il deluso e divertito.
Il ragazzo chinò il capo, di fronte a quell'uomo che stava nascosto nell'ombra.
Aspettò che continuasse, impassibile.
"Perché hai disubbidito a tuo padre?"
Regulus deglutì faticosamente.
"Mi stava obbligando a sposarmi."
Si aspettò un urlo, rabbia, dolore, un Cruciatus.
Ma non venne niente.
Osò alzare lo sguardo sul Signore Oscuro.
Lo guardava compiaciuto.
"Mi sembra giusto che tu abbia dato la precedenza ai tuoi ideali, che a tutte quelle stupide usanze."
Regulus annuì velocemente.
"Tuttavia non puoi abbandonare Hogwarts. I tempi corrono e ho bisogno di spie. Parlerò io con tuo padre. Tu devi tornare." 
Il ragazzo fece una smorfia ma assentì.
"Come desidera, Mio Signore."
Voldemort annuì a sua volta.
"Che ne dici di quella sciocca Babbana rossa? Evans, giusto? Bellatrix mi aveva detto che era testarda ma non aveva mai accennato che ci sapesse fare con la bacchetta."
Per un attimo Regulus vacillò, ma si ricompose all'istante.
"In effetti vuole intraprendere la carriera di Auror."
Il Signore Oscuro rise sprezzante.
"Stupida! Osa combattere contro di me?!"
Regulus lasciò che l'ira del mago rimbombasse per la stanza.
"E dimmi, Regulus, saresti in grado di farmi una lista di tutti coloro che potrebbero essere, come dire, di impiccio, per i nostri piani?" sibilò poi stranamente calmo.
Il ragazzo si limitò a annuire.
Voldemort, che prima di era sporto dal suo piccolo trono si riaccomodò mentre il suo fidato serpente lo raggiungeva ai suoi piedi.
"Bene, Regulus. Mi hai pregato di farti entrare nei Mangiamorte a soli 16 anni promettendomi di esserne all'altezza. Ora è giunto il momento di dimostrarmelo. Voglio quei nomi. Entro domani. Tutti. Li voglio tutti. Dovranno morire il prima possibile. Tutti." sibilò con una nota d'ira nella voce mentre accarezzava Nagini che era strisciata sul suo braccio.
I due parvero parlarsi.
"Certo. Signore. Certo." assentì Regulus alzandosi e avviandosi alla porta.
Nagini disse evidentemente qualcosa di molto divertente perché Voldemort rise.
''Regulus!" lo chiamò quando era ormai sulla soglia della porta.
Lui si fermò e si volse.
"Tutti."
La porta si chiuse con un tonfo, e le risa del Mago Oscuro riecheggiarono a lungo.


Angolo dell'Autrice:
Buon Giorno/ Pomeriggio / Sera/ Notte.
Scusate scusate scusate ma il computer è ancora K.O. quindi non so più cosa inventarmi per cercare di pubblicare.
Allora spero che Tears riesca a pubblicarla se no dovrete aspettare fino a Natale.
Si, Natale 2012.
Spero che adesso siate contente, eh?
I due piccioncini hanno fatto pace.
Non chiedetemi come ho fatto a ideare una cosa del genere perché non lo so neanche io.
Dev'essere l' aria Natalizia che mi fa uscire di testa.
Ringrazio come sempre chi ha recensito, danyazzurra, Nympha, Ronnie02, la mia Writty-inngrata-Pasted, kateausten e aDropInTheOcean.
Mi fa sempre moltissimo piacere sentire i vostri pareri.
Grazie ancora e mi scuso infinitamente per il ritardo.
Un bacione,
Ali

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Capitolo 30
*** La Festa dei Grifondoro ***


                          L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

Capitolo 30
                          
                                        
La Festa dei Grifondoro

James si infilò il Sirius- boccino in tasca e riprese a baciare Lily.
Le mani gelide di lei si posarono una sul suo petto e l'altra tra i suoi capelli.
Il ragazzo la attirò a se per la vita.
Come aveva potuto vivere senza di lei per tutto quel tempo?
Il boccino si agitava nelle sua tasca.
Lily parve accorgersene e rise.
"Dovresti liberarlo. A parte tutto è stato carino con me..." azzardò.
James la guardò per un attimo.
"Nahhh..." obiettò poi la prese e la fece girare mentre la neve sembrava posarsi su tutto.
Lei rise contenta.
I suoi occhi sembravano aver ritrovato la vita e i capelli parevano più rossi.
Le guance si era colorate di un tenero rosso e il naso era completamente bordeaux per il freddo.
Rideva, rideva come se le fosse tornata la voglia di vivere.
Rubò il Sirius- boccino dalla sua tasca e prendendo la bacchetta fece tornare Sirius come prima.
O qualcosa di simile.
Era tutto arruffato e dava l'impressione di un cane dopo essersi scrollato l'acqua.
Quel pensiero le fece tornare in mente una cosa.
Si girò minacciosa verso James.
"Tu! Tu mi devi una spiegazione! Sei un animagus illegale!!" sbraitò.
Ma James si limitò a tapparle la bocca con un bacio, mentre Sirius protestava animatamente.


Remus sorrise debolmente alla vista di quei tre.
L'ennesima cosa positiva di essere un Grifondoro era avere la maggior parte delle finestre che davano sul parco.
Un tonfo lo distrasse dai suoi pensieri.
Ninfadora era inciampata nel portaombrelli, ed ora cercava di risistemarlo rossa in viso.
Remus scosse la testa.
"Dora, bisogno di aiuto?" le chiese avvicinandosi.
Le andò incontro mentre lei arrossiva ancora di più.
La aiutò ad alzare il portaombrelli mentre le loro mani si urtarono.
Dora la ritirò come scottata.
A quel punto, Remus si ricordò.
Odio.
Cosa aveva fatto?!
Aveva rovinato tutto!
L'aveva baciata!
"Senti, Tonks. Devo dirti una cosa."
Lei assentì evitando di guardarlo.
"Scusami. Scusami per l'altro giorno. Io non volevo... Io ecco. Voglio essere tuo amico, ok? Non voglio che tutto si sia rovinato per quello stupido bacio! Ecco, ero confuso e ti chiedo scusa se ti ho seccata. Scusa se..." ma non riuscì a finire la frase che lei gli prese la testa fra le mani e gli stampò un bacio sulle labbra.
Quando si staccarono, arrossirono entrambi.
''Sciocco, tu mi piaci. Non mi hai seccata affatto. Anzi. Io lo speravo. Per favore Remus. Perché non possiamo?"
Lui chinò il capo.
"Non... Non puoi capire. Io non posso. Non devo."
"O non vuoi?" chiese triste.
Lei le afferrò le mani e le cinse tra le proprie.
"Oh no! Non pensare che non voglia te! Io..." sbuffò. "È difficile da spiegare. Devi solo promettermi che non te la prenderai se poi non vorrò approfondire ok? Solo una cotta da adolescenti. Per favore. Me lo devi promettere. Non potrei mai permettermi di farti del male!"
Lei si illuminò un poco.
"Perché mai dovresti farmi male?" ma Remus non ebbe il tempo di rispondere.
Infatti entrarono nella sala Comune James e Lily, mano nella mano, seguiti da un Sirius parecchio seccato.
"In un boccino! In un boccino! La peggior umiliazione della mia vita!" urlava Felpato.
"Io direi la migliore." ribattè James.
Sirius ringhió.
Lily sorrise raggiante a Remus indicandogli con gli occhi le mani di lei e James intrecciate.
Remus rise di rimando.
Improvvisamente Sirius afferrò James per il colletto della camicia.
"Io e te dobbiamo parlare. Ora." e lo tirò dentro il dormitorio maschile.
"Chissà cosa combineranno la dentro quei due." disse una figura appoggiata con le spalle allo stipite della porta dei dormitori femminili, le braccia incrociate sul petto.
Era Annabeth.

Lily si era messa a studiare, cercando di recuperare, insieme a Annabeth.
Stavano facendo una ricerca di astronomia quando i due amici scesero in silenzio dalla scala del dormitorio.
Si misero cauti a sedere al tavolo delle due ragazze.
Lily fece finta di niente, mentre Annabeth li fissò con un cipiglio severo.
James sbattè gli occhi.
"Lily, tesoro...?"
Lei non alzò lo sguardo, ma si limitò ad annuire.
"Dimmi."
Lui guardò un attimo Sirius che lo spronò a continuare con uno sguardo.
"Ecco, io... Noi, pensavamo che..."
"Noi chi?" lo interruppe alzando la testa di scatto.
"Ehm, noi. Io e Sirius."
Lei li guardò male.
"Non pensavo che foste capaci di pensare. Ma continua."
"Ah, ah, Occhidolci. Davvero sto morendo dalle risate." ironizzò Sirius.
"Dicevo..." riprese James fulminando l'amico. "Visto che questo Natale è l'ultimo e non siamo a scuola..."
Lily si allarmò.
"Si?"
"Ecco mi chiede se potessimo fare una piccola festa in Sala Comune per augurarci buon Natale."
La rossa lo fissò sconcertata.
"Cosa intendete esattamente per piccola festa, voi due?" chiese Annabeth, rubando la domanda a Lily.
"Ehm, niente di esagerato. Lo promettiamo!" risposero insieme evidenziando tutto il contrario, mettendosi una mano all'altezza del cuore.
"Bene. Allora arrangiatevi." concluse Annabeth.
"Emh, in realtà dovete aiutarci. Tenete. È la lista di cosa da fare." James diede loro due fogli ciascuna e prima ancora che quelle potessero protestare i due erano già spariti.


"Questa me la paga. E cara. Sfruttare il mio incarico di Caposcuola per le sue ... idiozie!" sbuffò Lily che, accompagnata da Annabeth, si avviava riluttante verso lo studio della McGranitt.
"Inoltre poteva farlo anche lui! È o no Caposcuola? Magari ha corrotto gli insegnanti ed ovviamente loro non sono obbligati a concedergli una festa..."
Annabeth la interruppe con una risata.
"Ahahah, Lily credo che semplicemente crede che te riusciresti a convincerli con più facilità. O forse è troppo impegnato a procurassi del Viskey Incendiario e altri alcolici, tartassando il povero Aberfort."
Lily la fulminò poi entrò nell'ufficio dell'insegnate di Trasfigurazione.
Non fece in tempo ad aprire la bocca che vide che parlava con il preside.
I due si interruppero bruscamente e le fissarono.
"Emh, chiedo scusa professoressa, preside. Se volete torniamo più tardi."
Silente si aggiustò gli occhiali a mezzaluna sul naso.
"Nessun problema, Lily. Cosa desideri?"
Lei esitò un attimo.
"Ecco, volevo chiedere alla professoressa, e ne approfitto per avere anche la sua autorizzazione, di organizzare una festa di Natale, prima dell'inizio delle vacanze, nella Sala Comune dei Grifondoro."
Silente sorrise.
"Certo, Lily. E sono invitati...?"
"Oh, certo. Esclusivamente per noi Grifondoro. Per salutarci prima del termine delle lezioni. Mi assicurerò dell'organizzazione insieme a Potter."
La McGranitt fece un verso strozzato.
"Signorina Evans, io mi fido molto più di lei che del signor Potter. Sarebbe meglio organizzarla con la qui presente signorina McNoir, non trova?"
"Annabeth è una delle mie migliori amiche e mi aiuterà certamente, tuttavia..." deglutì al pensiero di ciò che stava per dire. "... mi fido ciecamente di James. E non si preoccupi. Lo terrò io sott'occhio. "
Silente annuì sorridente.
Sapeva quanto le era costato ammettere la sua fiducia per James, così platealmente?
Forse si.
"Hai la nostra approvazione, Lily. Puoi andare."
Lily abbassò la testa.
"Grazie mille. Non ve ne pentirete."
Le due amiche si chiusero la porta alle spalle e la rossa tirò un respiro di sollievo.
"Ti fidi ciecamente di James, eh?" chiese sorridente Annabeth.
Si sentì un rumore rimbombare nel castello e le urla impazzite del custode scossero le fondamenta.
"Mi pentirò presto di averlo detto."


"Lily!"
"James?"
Il moro la afferrò per un polso, e lei non seppe bene come visto che aveva tre casse tra le braccia, e si nascosero in una classe.
"Che cosa hai combinato ancora?" chiese severa lei mentre lui, poggiate velocemente le casse su un banco chiudeva la porta con un incantesimo non verbale.
"Ehm, Gazza mi stava aspettando nascosto per cogliermi in fragante."
"Ancora?" chiese lei. Poi si avvicinò a lui, con l'aria più seducente che poteva, fino a fermarsi a un soffio dalle sue labbra.
"Pensavo che il grande James Potter sapesse fare di meglio..."
Lui poggiò le mani sui suoi fianchi soffiandole la risposta.
"Cosa vuoi dire con questo, rossa? Un uccellino mi ha riferito che hai detto a Silente e a Minnie che ti fidi, come? Ah, si. Ciecamente di me."
Lei arrossì.
Erano passati cinque giorni e i preparativi per la festa erano sempre più frenetici.
Nonostante lavorassero insieme si vedevano sempre di meno e Lily pensava di impazzire.
Lo stress, i primini sempre in messo ai piedi, Sirius che finiva nei guai in giorno si e l'altro pure, James che spariva per ore per poi tornare con casse piene di roba da bere...
"Sai, potrei rimangiarmi tutto."
"Non credo proprio."
Non fece in tempo a replicare che la stava baciando.
"Mi ha fatto piacere saperlo, Lily. Molto." le disse quando si staccarono.
Poi aprì la porta, diede uno sguardo veloce ai corridoi e appellò le casse.
"A dopo, Mia Dolce Metà. Ah! Tu alla festa sei occupata con me, intesi?"
Lei rise mentre lui spariva dietro la porta.


Lily si buttò sul letto con un tonfo, seguita da Annabeth.
La giornata era stata massacrante.
Le lezioni si facevano ogni giorno più impegnative, la festa si avvicinava sempre più, il tempo peggiorava come se rispecchiasse la tensione fuori dalle mura della scuola.
Alice aveva cominciato a parlare ma Lily non la sentiva.
Fece l'errore di chiudere per un attimo gli occhi.
Una cuscinata parecchio potente le arrivò in testa.
"Ahi! Alice!"
"Domani sera c'è la festa e voi due non avete la minima idea di cosa indossare!"
"Alice! Più o meno lo so!" protestò Lily.
"Certo! Andrai in mutande e reggiseno, così James non si deve preoccupare di spogliarti troppo!"
"Prewett!" urlò Lily, rossa come i letti a baldacchino.
"Oh, andiamo, hai intenzione di combinare qualcosa con quel povero martire?"
"Alice..." ringhiò trai i denti la rossa.
"Sai benissimo che ho ragione. Quanto hai intenzione di farlo aspettare ancora?"
Lily ritonfò la faccia nel cuscino mentre Annabeth ridacchiava nel suo letto.
"E tu!" riprese Alice puntando il dito contro la mora. " Tu sei malata gravemente! Sirius Black! Capisci? Sirius Black! Ti sbava dietro come uno scemo e tu fai finta di non vederlo!"
Annabeth sbuffò e cercò sostegno in Lily, che però era ancora sdraiata col cuscino spiaccicato in faccia dalla vergogna.
Le aspettava una lunga notte.


"Andiamo! Andiamo! Andiamo!"
James sembrava impazzito.
Sirius si stava infilando con molta calma i jeans e un maglione blu e sbirciava con la coda dell'occhio l'amico che con pantaloni scuri e maglione rosso sfoggiava un tipico look natalizio.
Remus e Peter erano ancora in divisa ma non dovevano scendere prima per finire i preparativi, quindi si erano presi un'altra mezz'ora di pausa.
Era stato l'ultimo giorno di lezioni e dopo due giorni sarebbero partiti tutti per festeggiare il Natale a casa dalle famiglie.
Quando Sirius e James scesero in sala comune Lily e Annabeth stavano parlando mentre sistemavano gli ultimi bicchieri.
James vide che ne' la rossa ne' Annabeth si erano vestite eleganti.
Lily aveva dei pantaloni beige con degli stivali marroni alti fino al ginocchio e una camicia bianco sporco abbastanza lunga con una larga cintura color biscotto sotto il seno.
Annabeth invece aveva optato per un paio di jeans molto scuri e una felpa bordeaux.
Visto che erano di spalle e non gli avevano ancora notati, James fece segno a Sirius di stare zitto e si avvicinò a Lily si soppiatto.
La afferrò per i fianchi, facendole lanciare un gridolino troppo acuto e ricevendo un calcio negli stinchi mentre la faceva girare.
Aveva i capelli sciolti che erano stati in qualche modo incantati per restare dei boccoli vaporosi, mentre Annabeth si era fatta una lunga treccia che le ricadeva sulla schiena.
"Tu vuoi morire! E far morire anche me!" trillò la rossa.
Lui le tappò la bocca con un bacio.
"Ti odio." gli sussurrò poi, col fiato corto, sulle labbra.
James rise e afferrandola per i fianchi la immobilizzò su un divanetto.
Sirius alzò gli occhi al cielo e si appoggiò al tavolo, portandosi un bicchiere alla bocca.
Annabeth gli si avvicinò e fece lo stesso, sbirciando divertita Lily che si dimenava.
"Mollami! Smettila, James! Sul serio!"
Il moro la teneva ferma, le mani chiuse sui suoi polsi, appoggiato per metà sul sul corpo.
Le baciò il collo zittendola immediatamente.
La sentiva tesa, come una corda di violino, sotto di se' e sapeva perché.
"Sentite piccioncini. Se volete divertirvi, vi sarei molto grato se non lo faceste qui, visto che tra cinque minuti inizierebbe una festa." abbaiò Sirius mentre Annabeth gli tirava un pungo sulla spalla.
James porse la mano a Lily, che rossa la afferrò e si alzò.
In quel momento li raggiunsero Remus, Peter, Alice e Frank.
Cominciarono a ridere e scherzare tra di loro fino a che Sirius non si accorse che la Sala Comune si stava riempiendo e si precipitò a far partire la musica.
Lily era orgogliosa del loro lavoro.
La stanza era stata ovviamente ingrandita e insonorizzata.
La signora grassa in teoria doveva fare entrare solo chi conosceva la parola d'ordine, e quindi solo i Grifoni, ma solo in teoria.
I divanetti e le poltrone erano stati messi al lati, James e Sirius avevano insistito nella penombra per dare più privacy alle coppie.
Diversi tavoli circolari carichi di bibite e stuzzichini erano stati sistemati con una certa regolarità.
In mezzo era tutto vuoto per permettere di ballare.
La musica era stata scelta sia Babbana che Magica, viste le discussioni sorte tra Sirius e Lily.
E, molto in teoria, non si poteva ne' uscire ne' entrare nei dormitori.
Regola per Sirius inutile visto che l'avrebbe rispettata nessuno.
Ma Lily era orgogliosa lo stesso.
Ancora immersa nei suoi pensieri non si accorse che James si era avvicinato e sobbalzò quando la abbracciò da dietro, le mani troppo vicine al suo seno.
Schiaffeggiò le sue mani e si girò.
"Cosa stai facendo?" dovette urlare per sovrastare la musica.
Lui fece il sorriso più innocente che poté.
"Bhe, te l'avevo detto che sei occupata con me, no?" le disse avvicinandosi e mettendo le mani sui suoi fianchi.
Le si affrettò a giungere le proprie dietro il suo collo cominciando a dondolare con lui.

(...) Hai visto il giorno della mia partenza
nel mio ritorno c’è la tua poesia
stare lontani è stata una esperienza, comunque sia

Non ho mai smesso di amare te
Non ho mai tolto un pensiero a te
Non ho mai smesso

Ho cercato la bellezza e l’ho trovata
in fondo alla semplicità
(...)
E questa notte adesso ci appartiene

Non ho mai smesso di amare te
Non darei qualcosa che non c’è
E a modo mio
So bene quanta fantasia
ci vuole per partire
Si ritorna solo andando via
(...)
Io sono così
mi hai chiesto torna mentre ero già qui

[Laura Pausini - Non ho mai smesso]


"Non mi sembra di avertelo confermato."
Lui la avvicinò ancora di più fino a sentire il suo corpo contro il proprio, senza smettere di dondolare a ritmo della musica.
"Anche se volessi non potresti più scappare ormai."
Lei poggiò le mani sulle sue spalle e avvicinò le loro labbra.
"Ma io non voglio scappare."
Lui la baciò.
Dondolarono fino alla fine della canzone poi James la portò con se a un tavolino.
Lei afferrò uno stuzzichino mentre il ragazzo prendeva due bicchieri inspiegabilmente pieni di Wiskey.
Lo guardò accigliata.
"Sai benissimo che non bevo quella roba."
Lui non si scompose.
"Andiamo, dopo tutto quello che ho fatto per procurarmelo?"
Lei afferrò il bicchiere e lo inclinò pericolosamente verso il pavimento.
James le afferrò la mano appena in tempo.
Lei si avvicinò pericolosamente a lui e lo baciò.
James spalancò gli occhi dallo stupore.
Mai, mai lo aveva baciato così.
Quando si staccarono, la mano di lui ancora chiusa sul polso di Lily, la rossa staccò l'altra mano dalla sua spalla e gli rubò il bicchiere.
Lui rise e contemporaneamente, senza staccare lo sguardo l'uno dall'altra, bevvero.
James posò il suo bicchiere sul tavolo che scomparve e riapparve pieno, e prese Lily tra le braccia.
Si adagiò su un divanetto libero, stranamente nell'angolo più buio della sala, con Lily quasi sdraiata sopra di lui.
Una buona mezz'ora dopo lui era sdraiato con la testa di Lily sulle gambe mentre ridevano, bevevano e si baciavano.
James le accarezzò delicatamente la guancia poi la mano scivolò verso la scollatura della camicetta di lei, senza troppe esitazioni.
Un luccichio si accese negli occhi di Lily.
Un mano di lei si allungò dietro il suo collo, portandolo a baciarla, mentre l'altra si posò su quella di James poggiata sul suo petto.
I due si guardarono a lungo poi Lily si alzò e gli porse un mano.
James l'afferrò e si lasciò condurre su per i dormitori femminili.
Lo spinse dentro e chiuse la porta, poggiandocisi con la schiena e riprese a baciarlo.
Lui la avvolse con le braccia, poggiando poi le mani sui suoi fianchi e la spinse lentamente verso il letto mentre lei giocava impaziente con il suo maglione.
Quando i polpacci di Lily incontrarono il bordo del letto, gli tolse la maglia e si lasciò cadere lentamente sul materasso.
James si fermò improvvisamente.
"Lily, Lily. Ferma. Sei... Sei sicura?" soffiò sulle sue labbra.
Lei annuì.
"Senti, io, io non voglio che tu pensi che mi approfitti di te. Io non voglio."
"Non vuoi?"
"No. Ehi! Non nel senso che credi. Non voglio ferirti ecco. Siamo ubriachi e non sono sicuro che domani tu... Tu..."
"Io?" lo spronò la rossa.
"Magari domani, te ne penti." bisbigliò James.
Lei afferrò la sua testa tra le mani.
"Non potrei mai pentirmene." disse solo, guardandolo negli occhi, e James capì che non era così ubriaca come poteva sembrare.


Annabeth ripose il suo quarto bicchiere di Whiskey su un tavolino con un sospiro.
Quello come al solito sparì e ricomparì pieno ma non fece in tempo ad afferrarlo che una mano la bloccò.
Alzò lo sguardo e vide Sirius che, in piedi vicino a lei le impediva di portarsi il bicchiere alle labbra.
Lo guardò torva ma lui non si scompose.
"Non credi che sia ora di darsi una calmata? In meno di dieci minuti ne hai bevuti quattro."
Lei brusca scostò la mano, facendo cadere il bicchiere che ancora prima di toccare terra scomparve e riapparve a pochi centimetri dalla mano di Sirius.
La testa le girava leggermente ma non voleva farglielo vedere.
"Pensa per te, Black."
Lui veloce si posizionò di fronte a lei, le mani poggiate al tavolo dietro la schiena di Annabeth.
"Non sfidarmi, ragazzina."
Lei si infiammò.
"Non chiamarmi in quel modo Black. Il solo ragazzino che c'è qui sei tu."
Lui si avvicinò troppo a lei e le afferrò il braccio con forza.
Lei soffocò un gemito.
"Mi ... Mi stai facendo male." pigolò cercando però di darsi un minimo di contegno.
Lui allentò la presa, calmandosi.
Le porse la mano.
"Possiamo parlare, per cortesia?"
Lei annuì e si avviò verso un divano mentre il moro prendeva due bicchieri di qualcosa che conosceva solo lui.
Lei si sedette sul bordo del divanetto e afferrò il bicchiere che le porgeva,
Fece girare lentamente il liquido poi, senza distogliere lo sguardo dal ragazzo bevve un sorso.
Sirius invece si sedette e percorse la Sala con lo sguardo scorgendo James che salvava un bicchiere da una caduta,che normalmente sarebbe stata pericolosa, fermando la mano di Lily.
Annabeth tossicchiò e lui si riscosse.
La fissò mentre lei, leggermente in imbarazzo si sistemava meglio sul divano.
"Che cosa devi dirmi?" iniziò lei tornando a guardarlo.
Lui non si scompose minimamente.
"Scusa. E che ti amo."


Regulus stringeva la penna tra le dita.
Erano solo nomi.
Solo qualche nome.
E poi il Signore Oscuro avrebbe fatto quel che voleva.
La penna tremò leggermente.
Regulus chiuse gli occhi e scrisse un nome.
Sapeva che non poteva più fare niente per loro.
Sarebbero morti.
Tutti.
Entro poco tempo.
E lui non sapeva cosa fare.
Perché improvvisamente tutti i suoi puri ideali erano solo una scura nebbia nella sua mente?
Strinse ancora di più gli occhi e si obbligò a continuare a scrivere.
Si stupì di aver esitato appena a scrivere il nome del fratello.
Poi improvvisamente si fermò.
Non poteva scriverla.
L'avrebbe condannata.
Uccisa.
Annabeth era l'unica che in parte l'aveva capito.
Poggiò la penna sul tavolo, ancora intrisa di inchiostro e senza neanche rileggerla, la sigillò e aspettò.
Pochi istanti dopo quella era chiusa nelle fauci del Serpente e strisciava inesorabile verso le bianche mani del Mago più Oscuro di tutti i tempi.

Angolo dell'Autrice:
Ok, non scotennatemi.
Avevo voglia di allegria e un festa mi sembrava carina.
La canzone della Pausini.
Allora io mi ero ripromessa di metterne una del loro tempo ma poi mentre scrivevo quella parte e alla radio c'era quella canzone mi è sembrata abbastanza adatta, così ho ceduto.
Poooooi...
Siete state fantastiche.
Davvero.
10 recensioni.
Sono qui che, come ho detto a kateausten, sembro Luigi di Cars quando vede le Ferrari.
Qualcuno mi tenga.
Il mio cuore è andato.
Comunque è stato il mio regalo più bello.
Sono felicissima.
Grazie tantissimo a tutte, danyazzurra, Ronnie02, Ginny_theQueen, Nympha, kateausten, Sofia_Skywalker, TillTheEndOfTime, FlorAVita, Writty-inngrata-PasTed e Sprotte98.
Siete state fantastiche.
Un bacione a tutti!
A presto!
Alice.

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Capitolo 31
*** Finalmente Natale! ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

                                        Capitolo 31

                                   Finalmente Natale!





Lily aprì gli occhi quella mattina, disturbata da un sottile raggio di luce che filtrava dalle tende del suo letto a baldacchino.
Si porto una mano agli occhi e se li stropicciò.
Si stupì quando un sorriso spontaneo le si disegnò sulle labbra.
Poi si girò sull'altro fianco, lo sguardo basso.
Sapeva che lui era sveglio.
Poggiò la mano sinistra sul petto di James, chiudendo gli occhi, sentendo la sua mano che giocava coi suoi capelli rossi.
Poi il braccio del cercatore la avvolse in uno strano abbraccio.
Lily si irrigidì leggermente sentendo i loro corpi nudi che si toccavano.
Tuttavia quando James catturò le sue labbra si dimenticò di tutto quell'imbarazzo.
Si staccarono e, dopo averlo guardato un attimo negli occhi, appoggiò la testa sul suo petto.
Lui riprese ad accarezzargli i capelli che ormai erano tornati lisci, segno che l'incantesimo che Alice le aveva fatto per mantenerli leggermente ricci si era rotto.
Nessuno dei due osava rompere quel silenzio che si era creato.
Ma Lily sapeva che lui non avrebbe mai detto niente, fino a che non l'avesse fatto lei.
"James..." lo chiamò sussurrando.
Lui la strinse di più per un attimo, ma non aggiunse niente.
Lei chiuse gli occhi, forse per cercare la forza per parlare.
"Grazie." continuò in un bisbiglio.
Lui le spinse il mento verso l'altro con un dito, per guardarla negli occhi.
"Ti amo Lily. Non lasciarmi mai."
Lei si lasciò sfuggire una piccola risatina.
"E come potrei?" continuò sorridente.
Lui le diede un bacio sulle labbra, che sapeva di felicità.
"Non lo so. Ma meglio non abbassare la guardia. Non me lo perdonerei mai."
"Cosa? Di averti lasciato?"
Lui annuì abbassando lo sguardo.
"Non lo farei mai." disse la ragazza.
Aspettò che lui rispondesse ma non fece nulla.
Lily ghignò.
"E chi la sente poi Alice? Credo che abbia scommesso con Frank sul nostro matrimonio..."
James alzò lo sguardo di scatto, leggermente confuso e sorpreso, come si aspettava la rossa.
"Cosa... Cosa ha fatto Alice?" 
"Le voci di dormitorio dicono che abbia scommesso con Frank. 10 galeoni che ci sposiamo entro la fine dell'anno prossimo. Anche se io credo che a questo punto stia già scommettendo sul colore dei capelli e occhi di nostro figlio, con Marlene." concluse con un sorriso.
James rise.
Stettero ancora qualche minuto lì, abbracciati, poi la rossa si alzò.
Aveva aspetto fino a quando aveva potuto ma non poteva andare avanti così.
Si scostò le coperte, e si alzò.
Si sorprese leggermente quando scopri di non provare il minimo imbarazzo a mostrare il proprio corpo nudo a James.
Per forza. Avete appena fatto l'amore, no?! Le disse una vocina, che assomigliava terribilmente a quella di Alice.
Arrossì a quel pensiero, mentre si avviava in bagno e sentiva lo sguardo di James sulla sua schiena.
O forse un pò più giù.
Prima di chiudere la porta della toilette, tuttavia si girò versò di lui, scoprendolo a guardarla con gli occhi spalancati.
Scosse la testa e gli rivolse uno sguardo accusatorio, ma non riuscì a trattenere un sorriso.
Accostò la porta e si infilò l'accappatoio color panna di Alice.
Chissà come mai, ma il suo mancava sempre.
Si avvicinò allo specchio e si guardò riflessa, cercando un segno di quella notte.
E lo trovò.
Nei suoi occhi.
Un luccichio di pura felicità.


James si impose di rimanere calmo.
Ma non ci riusciva!
James sei un pervertito. Si sentì dire da una vocina interiore che assomigliava troppo a quella di Sirius. Troppo.
Ma non era colpa sua se Lily si era bellamente alzata dal letto, completamente nuda, di fronte a lui ed aveva camminato fino al bagno.
Lentamente.
Troppo lentamente!
Chiuse gli occhi e si portò una mano sulla fronte.
Non si era alzato per non metterla in imbarazzo e invece...!
Lo aveva bellamente ... intortato, come diceva sempre sua madre.
E non credeva che sul vocabolario avrebbe trovato questo termine.
No. Ne era sicuro.
Sentì di nuovo la porta aprirsi e Lily venire verso di lui.
Si sedette sul letto, vicino a James, aspettando che si togliesse le mani dalla faccia, che non sapeva quando, si era messo sugli occhi.
James sentì la sua risata cristallina.
"Guarda che adesso gli occhi li puoi aprire. Uno, hai già visto tutto quello che c'era da vedere. Due, adesso, invece, non c'è più nulla da sbirciare." 
Lui sorrise mentre si metteva a sedere sul materasso e si sporgeva verso di lei.
Ma Lily fece qualcosa che non elaborò fino a che non la ebbe a un millimetri dal suo naso.
Lo aveva spinto di nuovo a sdraiarsi sul letto, si era girata, aperto le gambe e lo aveva scavalcato, fermandosi sulla sua pancia. O anche un pò più giù ma James cercò di non farci caso.
Va be' che tra di loro c'erano le coperte e l'accappatoio ma se fosse impazzito?
Se avesse perso il controllo?
Non fece in tempo a continuare la possibili (dis)grazie che Lily premette le labbra contro le sue.
Il suo cervello si resettò, più o meno come quello di Peter il giorno degli esami.
Quando si riprese, Lily si era staccata da lui ed era in piedi di fronte al letto.
Fece appena in tempo a capire che gli diceva qualcosa come: "Mettiti questo!" che si vide arrivare contro un oggetto non ben identificato.
Forse era un asciugamano...


Annabeth si girò ancora nel letto.
E ancora.
E ancora.
Serrò fortemente gli occhi e scosse la testa.
Le parole di Sirius le rimbombavano nella mente.
Non voleva.
Non doveva.
Non ancora.
Non innamorarsi di lui!
Schiacciò la testa contro il cuscino, fino a che non si accorse che era a corto di fiato.
Cercò di rilassarsi, ma i suoi nervi sembravano in continua tensione.
Dopo un tempo che non avrebbe saputo stabilire -forse un secondo, un minuto, magari un ora...- un leggero colpo di tosse la riscosse.
Alice era seduta sul bordo del suo letto.
"Tutto bene?" bisbigliò per non svegliare i due occupanti del letto accanto.
Quando la sera prima erano rientrate nel dormitorio, la tenda del baldacchino di Lily era già tirata e non volava una mosca.
Ovviamente, vista la presenza della Prewett, una scommessa era nata subito.
5 Galeoni -non era riuscita ad ottenere di più- su James e Lily per Alice.
Annabeth aveva scommesso che erano nel dormitorio dei Malandrini, ma sapeva già che aveva perso.
Un mugolio era tutto ciò che capì Alice.
Ma la presidentessa del club degli scacchi -sì, perché Alice, non giocava a scacchi, ma molti dicono che si mangi le pedine avversarie- non si arrese così facilmente.
Con un incantesimo non verbale il bel, soffice, amato, adorato cuscino di Annabeth sparì nel nulla.
"Andiamo, francesina D.O.C., cosa nascondi?" disse amabile accarezzandole la testa come una mamma.
Annabeth si obbligò a mettersi seduta e Alice si accomodò, incrociando le gambe, di fronte a lei.
La mora sospirò.
"Che ti ha detto Sirius?" le chiese la biondina.
"Che parte preferisci? Quella in cui litighiamo o quella assurda?"
Alice inarcò le sopracciglia.
"Abbiamo litigato perché voleva che smettessi di bere."
L'altra scosse la testa. "La parte assurda?"
Annabeth nascose la testa tra le mani.
"Mi ha detto che mi ama."
Alice stette per un momento zitta.
"E tu?" 
La diretta interessata, sospirò. Alice non gliel'avrebbe mai perdonata.
"Me ne sono andata."
Ancora silenzio.
"Così?"
"Così."
Alice aprì la bocca ma la richiuse subito.
Che doveva dirle?
Poi riprese coraggio.
"Non sto a dirti che sei più stupida di un lama con le pulci, perché lo sai già. 
Ti dico solo di ascoltare il tuo cuore, Anna.
La vita è breve, e con questa guerra lo sarà ancora di più.
Se ti senti bene, con lui, se il tuo cuore aumenta di battiti fino a che ti sembra che sia sul punto di scoppiare, quando lo vedi, quando ti parla, se non desideri altro che i suoi abbraccia e i suoi baci... Anna lasciati andare.
Non sai quanto tempo ancora di resta.
Con qualcuno accanto, qualcuno su cui sai di poter contare, tutto sembra più facile. 
Non lasciarti ingannare da problemi inesistenti.
Lasciati guidare da tuo cuore. 
Lui sa sempre cosa fare.
Non mescolare mai, mai, la testa con lui.
Non farlo perché non è affatto una buona idea."
Scese il silenzio.
"Forse non te ne sei accorta, ma lui è cambiato.
Io l'ho visto crescere e ... non si è mai comportato così, te lo giuro. 
Ti guarda costantemente.
Spera di incontrare il tuo sguardo e sorriderti.
Spera di poter poggiare le sue labbra -lasciatelo dire, tremendamente sexy- sulle tue.
Si è innamorato, Annabeth.
Di te."
Alice tornò nel suo letto, sdraiandosi e cercando di rimettersi a dormire.
Annabeth invece, lo sguardo ancora basso, sospirò di nuovo.
Scostò le coperte, improvvisamente troppo calde e si avviò verso la porta che  la separava dalla Sala Comune.


Remus mugolò nel sonno.
La testa gli faceva male e il vago ricordo che aveva della sera precedente era preoccupante.
Per colpa di Sirius era ridotto peggio di uno straccio.
Lo stomaco brontolava e sembrava essersi arrotolato su se stesso.
L'unica cosa che si ricordava vagamente era Ninfadora che lo baciava.
L'aveva poi lasciata per correre in bagno per il conato che gli era venuto e poi...
Solo che era diventato tutto nero.
E forse, lei, era ancora di sotto ad aspettarlo, delusa.
Remus voleva, voleva andare a controllare, ma dopo pochi passi, gli occhi si erano chiusi e le ginocchia diventate di pasta frolla.
L'ultima cosa che vide, fu la gamba del letto di James a un soffio dal suo naso.


Quando lo vide, svaccato su una poltrona di fronte a quel che rimaneva del fuoco nel camino, un bicchiere pieno di un liquido opaco, troppo sveglio in confronto a tutto ciò che aveva bevuto, Annabeth deciderò di non essere mai scesa da quelle maledette scale.
Quando un gradino scricchiolò, lei fece appena in tempi ad abbassare la testa, che lui si voltò di scatto.
Il suo viso, che si era illuminato di felicità, si spense come una candela in una notte estiva particolarmente ventosa.
Abbassò il capo.
Annabeth inspirò più aria che poté poi si avvicinò a lui.
Si sedette sul bracciolo, in bilico.
"Non sei obbligata a fare niente." le sibilò Sirius.
"Proprio così."
Lui volse la testa verso di lei.
Si lasciò scivolare sulla poltrona, abbastanza grande per ospitare entrambi.
Le loro teste erano vicinissime.
"Ti odio. Ecco. Io ti odio."
Sirius la guardò con aria interrogativa.
Lei si alzò di scatto e cominciò a muoversi avanti e indietro, di fronte a lui.
"Ti odio perché sei troppo bello. Troppo gentile. Troppo stronzo. Troppo intelligente. Troppo rompibolidi. Troppo sicuro di te. Troppo testardo. Troppo incosciente. Troppo..."
Lui sorrise debolmente.
"Siamo a 4 cose positive, se sicuro di me è positivo e 5 negative. Non è abbastanza?" le chiese.
"No!" si girò di scatto verso di lui, i capelli lunghi ondeggianti.
"No?"
"No! Perché io ti odio. Ma... Ti amo." bisbigliò.
Lui la guardò stupito.
"Ho cercato, ho cercato di resistere. Non voglio combinare altri disastri. E io e te siamo... incompatibili. Lo so. Ne sono sicura che non possiamo! Ma questo maledetto cuore..." afferrò la mano di Sirius e la portò sul suo petto.
"Questo maledetto cuore... Ha deciso di fare quel che gli pare." concluse con un bisbiglio.
Sirius, in piedi davanti a lei, a pochi centimetri dal viso arrossato di Annabeth, sorrise.
"Cosa ridi? Io sono nel bel mezzo di una crisi come un'adolescente matta e tu che fai?! Ridi?! Io giuro che se...!"
Annabeth non riuscì a finire la frase.
Sirius le afferrò il viso e premette le labbra contro le sue.
La ragazza sbarrò gli occhi, poi, lentamente si fece trasportare nell'oblio da quel bacio.
Si erano già baciati, eppure fu, davvero, come essere una ragazzina alle prese col suo primo bacio.
Timidamente si lasciò coinvolgere fino a quando si rese conto che le mani di lui era poggiate saldamente sui suoi fianchi, mentre le sue nei capelli corvini.
I loro bacini combaciavano perfettamente e per un attimo ebbe paura di perdere il controllo.
Ma Sirius si staccò dolcemente per riprendere fiato, raggiante.
Lei si affrettò a posargli un dito sulle labbra.
"Zitto. Non lo deve sapere nessuno, intesi?"
"Perché?" chiese a bassa voce, le labbra che solleticavano il dito di Annabeth.
La ragazza si guardò intorno, ma l'unico essere vivente era un sedicenne ubriaco e addormentato dall'altro lato della stanza.
"Sirius mi stavo per sposare. Non voglio che..."
"...Tuo padre lo venga a sapere. Vero?"
Lei annuì.
"Mi raccomando." aggiunse separandosi definitivamente da lui. "Acqua in bocca."
Fece per andarsene ma lui la afferrò bruscamente e la baciò ancora.
Annabeth si staccò e gli bisbigliò nell'orecchio: "Avevo detto acqua in bocca. Non la mia lingua." 
Lui la strinse in un abbraccio.
"Che strano. Mi era sembrato di aver capito..."
"Se, se. Lascia perdere. Vai a dormire. Domani pomeriggio parte il treno e..."
Lui la interruppe.
"Dove vai per Natale?"
"Rimango qui. Dove dovrei andare?"
"Vieni con noi. Me e James."
Annabeth scosse la testa.
"Certo che no. Devo rimanere qui. Vedrai. Me la caverò."
"Ma sei..."
"Non sono da sola. E nemmeno la donzella in pericolo, per il momento. C'è Marlene con me. Non ti preoccupare."
"Sei sicura?"
Lei annuì. "Prometti che mi scriverai."
"Certo. Devo scegliere anche un nome segreto?" chiese ironico.
"Se ti aggrada..." rispose divertita lei.
"Verrai alla stazione, vero? Per salutarmi. Emh... Salutarci."
"Non credo. La McGranitt non vuole."
Lui parve deluso.
"Allora me lo dai un bacio di consolazione?"
"Tu pensa a scrivermi e a tornare vivo. Poi, forse, ti darò un bacio."
Poi corse nel dormitorio lasciando Sirius euforico col sapore dei loro baci sulle labbra.


Lily si alzò quella mattina completamente dolorante.
Era stata un'idea di Petunia quella di andare alla messa di mezzanotte per Natale.
Faceva tanto freddo che rimpianse la sua poltrona vicino al caminetto nella Sala Comune.
Si riscosse solo quando l'odore dei biscotti al cioccolato di sua madre appena sfornati le inebriò la mente.
Si alzò dal letto, uscì dalla camera degli ospiti e, infilandosi la vestaglia rossa regalatale da Alice raggiunse la cucina.
Salutò allegra sua mamma e schioccò un bacio sulla guancia del padre.
Non era ancora abituata a vederlo in carrozzina.
Solitamente preferiva usare la protesi e camminare ma quando era in casa, forse più per pigrizia che per altro, si adattava.
"Lily, tesoro. Ci sono ancora alcuni tuoi regali sotto l'albero."
La sera prima si era limitata ad aprire solo quello di Alice, giusto per non rompere la tradizione di famiglia di scartare almeno un regalo tutti insieme.
Poi si era lasciata cadere sul letto, esausta per la difficile giornata di shopping con la madre, Petunia e Vernon.
Persino la vigilia di Natale sua sorella era riuscita a fare le solite scene.
Per non parlare del fatto che aveva tirato fuori l'utilizzo di magia in casa quando era venuta con Sirius e il comportamento irritante e disgustoso del ragazzo.
Il problema era solamente che lei era gelosa marcia della bellezza del suo amico, in confronto al vecchio tricheco che avrebbe sposato di lì a poco.
Ma era Natale.
E a Natale sono tutti più buoni, no?
Afferrò al volo un biscotto e mentre canticchiava le canzoni natalizie che uscivano dallo stereo nuovo di Fred Evans, si inginocchiò vicino all'Albero e, mangiando il biscotto afferrò un regalo a caso.
Da parte di Vernon.
Non poteva iniziare meglio.
Strappò senza tante cerimonie la carta a pois gialli su sfondo viola e aggrottò le sopracciglia.
Si girò verso Eveline.
"Mamma? Che me ne faccio di un trapano?"
"Potresti usarlo per ficcarti bene in quella testolina vuota che non sei la benvenuta qui." sibilò Petunia, scendendo le scale che portavano a camera sua al piano di sopra.
"Tunia!" la richiamò la madre.
Lei si limitò a fare spallucce.
Lily ripose il trapano ai piedi dell'Albero di Natale e afferrò altri due regali.
Il primo era di Annabeth. Il secondo di Peter.
Un braccialetto magico da parte della ragazza. E una buffa scatola a forma di quadrifoglio da parte del piccolo malandrino. Successivamente scoprì essere un enorme barretta di cioccolato.
Seguirono quelli di Marlene. Un vestito nero, semplice, a maniche corte e lungo fino ad appena sopra le ginocchia. Quello di Sirius. Un libro di Quidditch con un biglietto che le ricordava che siccome aveva perso la scommessa, avrebbe fatto parte, come battitore di riserva, della squadra dei Grifondoro da dopo le vacanze. Quello di Remus, un paio di guanti neri con un foglietto che la minacciava di morte se l'avesse trovata ancora con le mani ghiacciate. E quello dei suoi genitori. Una scatola di legno, non troppo grande, che conteneva un set per scrivere le lettere. Fogli, buste, pennini, inchiostro...
Allungò la mano, aspettandosi di trovare un ultimo regalo ma si accorse con stupore che non ne era rimasto neanche uno.
E quello di James?
Ispezionò tutta la base dell'Albero e controllò persino fuori dalla finestra se per caso stesse arrivando un gufo.
Ma niente.
Si sentiva un po' delusa e sua mamma parve accorgersene.
"Lily, tesoro, che succede?"
"Ero convinta che ..."
"Cosa, Lily?" si intromise Fred.
 Lily cercò di sorridere.
"Niente. Mi sono sbagliata. Allora? Chi balla con me qualche canzone di Natale?"
Di solito era suo padre che lo faceva ma ovviamente adesso non avrebbe più  potuto.
Si accorse di quello che aveva detto troppo tardi.
Ma cercò di rimediare.
"Dai papà! Vieni!" afferrò i manici della sedia a rotelle e cominciò a farlo roteare con lei.
Non fu come avevano sempre fatto, ma almeno era diverso.
Furono costretti ad abbassare il volume quando il campanello suonò e Petunia, tutta vestita e truccata, si precipitò verso la porta, gridando: "È Vernon! Abbassate! Abbassate! Vernon!"
Lily alzò le spalle e fece un'altra piroletta.
Si fermò solo quando sentì l'urlo della sorella.
Allora alzò gli occhi al cielo e cercò di raggiungerla.
"Andiamo Petunia, che c'è?! Un altro gufo sulla cassetta della posta?!"
"No! NO! Tu lo sapevi! Perché ne hai portato uno qui!? Ancora!"
Lily non capiva ma quando vide chi c'era fuori dalla porta per poco non svenne.
Era vestito alla Babbana, la camicia a quadri che lasciava in vista la dolcevita bianca sotto era incastrata alla bell'e meglio nella cintura nera dei jeans.
Quando la vide si portò, imbarazzato, una mano nei capelli e sorrise.
Il biscotto che Lily stava per mangiare era ancora in aria, a pochi centimetri dalla sua bocca, che a sua volta si era aperta in un sorriso.
Gli si gettò tra le braccia, facendo cadere il biscotto sul parquet, e per un attimo non sentì i suoi genitori chiedere chi è? a Petunia che urlava come una pazza.
Leggermente imbarazzata per le urla che venivano dal salotto si rivolse a James, stampandogli un bacio casto sulle labbra.
"Che ci fai qui?!"
"Sono venuto a darti il mio regalo, no?"


Angolo dell'Autrice:
Ciaaaaaaaoooooo.
Buona notizia, popolo di EFP.
Il mio computer è rimpatriato!
Bene, volevo condividere con voi la mia gioia.
Cooomuque.
Ecco il capitolo.
Mi sono divertita tanto a scrivere l'ultima parte.
Petunia mi viene stranamente bene, no?
Spero di postare presto il prossimo capitolo ma devo dirvi la verità, non l'ho ancora cominciato a scrivere.
Prendetevela coi miei professori che hanno costatato due giorni fa' che non hanno abbastanza voti per la pagella.
Conclusione: sono piena di compiti in classe.
Ma siccome io sono bravissima sono riuscita a postare il capitolo.
Rigrazio tantissimo chi ha recensito la volta scorsa Nympha, Writer96 (Hiii PasTed!), danyazzurra, FlorAVita (riprenditi presto, stellina!), Ronnie02, TillTheEndOfTime, kateausten, Sprotte98 e Lupa Malandrina
Grazie mille davvero!
Mentre notizia dell'ultima ora, per chi non lo sa già, per i fan di Percy Jackson, la qui presente fuori di testa ha pensato bene (per complicarsi la vita) di iniziare una nuova storia con ispirazione il romanzo di Rick Riordan.
Vi lascio il link sotto.
Grazie ancora a tutte!
Un bacione, spero a presto!
Alice



Essere una Mezzosangue è una faticaccia (Percy Jackson): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=931501&i=1

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Capitolo 32
*** Dolci Regali ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

Capitolo 32                  
                             
Dolci Regali





Lily sorrise raggiante mentre James la prese e l'abbracciò.
Pensò che quello era un regalo bellissimo.
Lo prese per mano.
''Vieni!" lo esortò conducendolo in salotto.
Sua mamma squadrò James da capo a piedi poi la guardò con malizia, come a dire:"Te lo sei scelto bene, eh!"
Suo padre si limitò a guardarla con aria interrogativa mentre Petunia cercava disperatamente di avere l'attenzione dei genitori strillando e non soffermandosi troppo a guardare James.
Potter confuso e imbarazzato dalle urla della biondina si passò una mano nei capelli, di nuovo.
"Petunia chiudi quella bocca!"strillò Lily, poi si rivolse ai genitori.
"Mamma, papà. Questo è James. Penso che resterà per cena. E forse anche dopo. Ci vediamo più tardi, eh?"
Afferrò al volo il suo giubbotto e si avviò verso la porta.
Tuttavia si fermò sulla soglia per scorgere sua mamma che abbracciava James e suo padre che gli stringeva la mano.
Sentì vagamente che si presentavano -"Piacere James. Io sono Eveline, la mamma di Lily come avrai immaginato." "Bella come la figlia, signora." Sua mamma ridacchiò. E suo padre "Tienila da conto, James. Se no te la dovrai vedere con Fred Evans!" minacciò leggermente brandendo la protesi che voleva infilarsi per alzarsi.- poi Lily chiamò James.
"Arrivo, arrivo!" bofonchiò raggiungendola. 
Lily chiuse la porta dietro di loro e lui la baciò.
Quando riaprì gli occhi Lily scorse Petunia alla finestra di camera sua che la fissava truce.
Sorrise, incrociando la sua mano con quella di James.
"Andiamo..."
"Dove?" chiese curioso.
Ma Lily non rispose, limitandosi a ghignare.
Stettero in silenzio fino a quando Lily non si sedette sull'altalena del parco giochi di quando era bambina.
Con una stretta al cuore ricordò che lì aveva visto per la prima volta Severus.
Era ancora immersa nei suoi pensieri quando James la riscosse.
Era dietro di lei.
Le scostò i capelli con le mani leggermente fredde e la baciò nell'incavo del collo.
Lily chiuse gli occhi lasciandosi sfuggire un gemito.
Poi James si ritrasse e lei sentì qualcosa di freddo poggiarsi sul suo collo.
Aprì gli occhi con un brivido.
Era una collana.
Una catena d'argento con una civetta grigia alla fine.
Gli occhi brillavano a causa di due piccoli brillanti.
Si voltò ma James non c'era.
Si alzò e si guardò intorno.
Ma niente.
"Andiamo James. Dove sei?" chiese cercando di nascondere l'ansia.
Con le mani in tasca si avvicinò allo scivolo.
Sobbalzò quando lui la tirò dietro di esso e la chiuse tra la parete e il suo corpo.
Prima che potesse baciarla lei si strinse con forza a lui.
"Grazie James. Grazie per essere qui." sussurrò con gli occhi socchiusi.


Annabeth si alzò quella mattina tremando di freddo.
Si alzò di corsa e chiuse con foga la finestra aperta.
Ma era matta Marlene ad aprirla con quel freddo?!
Rabbrividì e si strinse nel pigiama.
Afferrò la vestaglia e scese in Sala Comune, stranamente vuota.
Si sedette su una poltrona vicino al fuoco.
La neve aveva imbiancato tutta la scuola e scorse dalla finestra molti ragazzi stretti nei loro mantelli che passeggiavano tranquilli.
Si accoccolò meglio nella poltrona portando le ginocchia la petto e socchiudendo gli occhi.
Improvvisamente si ricordò che era Natale.
Sorrise poi tornò a sonnecchiare nel tepore della Sala Comune.
Non seppe quanto tempo era passato quando ad un certo punto un ragno le zampettò sulla gamba,
Scattò in piedi con un trillo e inciampò in un ragazzo che la afferrò al volo.
Vide il ragno evaporare con uno sbuffo.
"Mi chiedevo quando avrei dovuto ancora aspettare perché ti accorgessi di me..." disse una voce a metà tra il divertito e l'esasperato.
Annabeth sembrò ricordarsi improvvisamente che era aggrappata a qualcuno e alzò lo sguardo.
Aggrottò le sopracciglia.
"Sirius?"
Il ragazzo rise.
"No. Il suo gemello cattivo..."
Gli tirò un pizzicotto.
"E questo per cos'era?"
Lei alzò le spalle.
"Per assicurarmi che non sia un sogno..."
"Guarda che dovresti pizzicarti tu, non io, innocente vittima della tua pazzia."
Lo fissò sospetta.
"Che ci fai qui?"
"Be', James è andato da Lily e quindi ho pensato di venire a salutarti."
Annabeth scosse la testa.
"Sei tutto matto."
"Sono un genio incompreso."
"Quanto rimarrai?"
"Due o tre giorni. Non di più. James mi vuole a casa sua per l'ultimo dell'anno."
Lei si risedette sulla poltrona.
Sirius la imitò.
"Fammi spazio!" le ordinò.
"Sei troppo ingombrante, Black."
Le fece una linguaccia. "Senti chi parla."
Lei poggiò la testa sulla spalla di Sirius e pensò che sarebbe stato un Natale diverso.
E magnifico.


L'autobus si fermò con un fischio e le porte si aprirono a piccoli scatti.
Lily salì e James la seguì non troppo convinto.
"Sei sicura che usciremo incolumi da questo coso?"
Lily sbuffò divertita.
Poi con un gemito si accorse che non c'era un posto libero.
Si rivolse al ragazzo. 
"Per cortesia, James, Tieniti ben stretto al palo. Non siamo su tapis-ruolant. Potresti cadere e farti seriamente male.
In risposta lui si appoggiò con grazia al palo.
Il bus partì con un gemito.
James si sbilanciò.
"Attento!"
Lui la guardò male.
"Pensi che sia così inbranato? Tu sei lì, tutta tranquilla senza tenerti a nulla...."
Lily alzò gli occhi al cielo.
"James." sibilò. "Avrai preso l'autobus una volta nella vita. Compresa questa. Io quando sono a casa mi muovo solo con questo. Non sei pratico. Potresti cadere..."
James sbuffò e incrociò le braccia la petto.
"Scommettiamo che non cado."
"James! Non fare il bambino e reggiti!"
"No."
"Ti farai male! O farai del male a qualcuno..."
"Non ti fidi di me."
"Non mi fido delle tue capacità di adattamento al mondo..." si interruppe vedendo che una vecchina li fissava, come a una partita di Ping pong, girando la testa da lei a James.
"...babbano..." bisbigliò pianissimo.
James sbuffò.
"Non cadrò."
"5 galeoni che prima di Washington Evenue sei per terra."
"Io non so dov'è Washington Evenue."
"Leggi i cartelli."
"Sai che problema stare su un autobu..."
Il mezzo inchiodò bruscamente.
I piedi di James si impuntarono per terra ma un attimo dopo era lungo disteso, e Lily lo fissava compiaciuta, le braccia incrociate a petto mentre cercava di trattenere le risate.


Annabeth scosse la testa, sconsolata.
Sirius la afferrò da dietro per le braccia e la fece girare.
Le sfuggì un gridolino mentre cadevano sulla neve.
"Ah! La neve nel collo! Black, questa me la paghi!"
"Principessa McNoir, mi concede questa rotolata?"
Lei sbarrò gli occhi.
"Cosa?! No! Sirius non ti azzardare! Non azzardarti a rotolare giù per..."
Troppo tardi.
Felpato stava rotolando portandosi dietro la mora verso il lago Nero.
Si fermò solo quando raggiunsero un albero carico di neve.
"Tu!" lo accusò.
"Io?"
"Sarò costretta a una settimana a letto con la febbre per questa tua bravata!"
"Nah... Quante storie!"
Annabeth lo guardò con aria truce.
O almeno ci provò.
"È quella sarebbe la tua migliore aria truce?"
La ragazza gli tiro un cazzotto.
"Ok. Ok. La smetto."
Stettero un attimo in silenzio.
"Mi è piaciuto il tuo regalo." disse Sirius.
Annabeth sorrise facendogli una linguaccia.
Aveva visto in un negozio il paraorecchie.
E aveva pensato subito a lui.
Non sapeva esattamente perché.
Forse la sua risata.
Così simile a un latrato.
Sirius tirò fuori da una tasca del cappotto - era ancora vestito alla Babbana.- il regalo.
Se lo mise in testa.
Al posto delle orecchie adesso aveva due pelose orecchiette da cane.
Annabeth sorrise.
Era una cosa stupida.
Scoppiò a ridere.
"Oddio che cosa ridicola! Prometto che la prossima volta ad Hogsmeade ti compro qualcosa di più decente..."
"Nah! Mi piacciono tanto! E tengono molto caldo. Anche se alla stazione mi guardavano tutti un po' perplessi."
I due risero.
"Ah. Tieni. Questo è il tuo regalo, invece. Volevo dattelo di persona..."
Le consegnò un pacchetto argentato.
Lei lo scartò.
Era un fermaglio.
Un pettinino d'argento.
Con un piccolo lupo che ululava alla luna, in rilievo.
"È... È bellissimo."
Lui sorrise.
"E tremendamente serio! Giuro! La prossima volta ti regalo qualcosa di decoroso! Sono così... Imbarazzata. Un paraorecchie con le orecchie di un cane contro... Questa meraviglia. Non... Non..."
Sirius le afferrò io mento.
Sapeva che non doveva baciarla in pubblico, ma tanto erano soli...
Le tappò la bocca con la sua.
"Il tuo paraorecchie canino è bellissimo."
Annabeth si torceva le mani.
"Ma..."
"Niente ma."
Lei sorrise e sciogliendosi la coda di cavallo che si era fatta si raccolse i capelli col pettinino.
"Sei bellissima."
Lei arrossì.
"Non... Non dirlo." bofonchiò abbassando lo sguardo.
"Sei bellissima. Sei bellissima. Lo dico. E non mi stancherò mai di ripeterlo."
Lei fece una smorfia tra il divertito e lo schifato.
"Da quando sei diventato così smielato?"
"In effetti adesso avrò il colesterolo a mille..."
"Sei senza speranze."
"Grazie."
"Figurati. Se vuoi lo ridico..."
Lui si avvicinò al suo viso.
"Tieni occupata la bocca in un altro modo, McNoir."
Lei si scansò.
"Come sei volgare. Ti preferivo smielato."
"Dovevo recuperare."
Lei scosse la testa, alzandosi.
"Andiamo. Dai."
"Nah..."
"Sirius..."
"Non voglio."
"Alzati o sarò costretta a farti del male."
"Prego. Accomodati."
Lei ghignò, la bacchetta nascosta sotto il mantello.
"L'hai voluto tu."
Un attimo dopo tutta le neve dell'albero cadde in testa al ragazzo.


"Ahio. Che male."
"Te l'avevo detto di tenerti al palo. Ma tu non mi hai voluto ascoltare!"
James fece uno smorfia.
"È colpa dell'autobus."
"È colpa tua."
Lui sbuffò.
"Senti. Non sono venuto solo per il regalo."
Lei si allarmò.
"Che è successo? Remus sta bene? La luna piena è stata solo tre giorni fa..."
"Non ti preoccupare. Sta benissimo il nostro lupachiotto..."
"Quindi?"
Lui prese aria.
"Vieni per l'ultimo dell'anno a casa mia?"
Lei perse un respiro.
"Cosa?"
"Ci sono i Malandrini. Alice e Franck, che abitano vicino a me. Forse Ninfadora se riesce a convincerla Remus..."
"A casa tua?"
"Sì. Per festeggiare l'anno nuovo, sai? Non so cosa facciano i Babbani ma in genere si festeggia..."
"Si. Si. Ho capito. Certo! Certo che vengo!"
Lui sorrise.
"Grazie."
"Di niente, Potter." gli rispose con una linguaccia.
Lily trafficò con la porta di casa.
Fece per aprirla quando si fermò di scatto.
"James. Solo una cosa. Quando sei qui non fare magie."
Lui la guardò.
"Io faccio sempre magie... Sono fantastico." disse ghignando.
"James. Non scherzo." lo riprese seria Lily.
"Perché?"
"Ecco... Diciamo che da quando ho compiuto 17 anni ho fatto dei dispetti... potremmo dire, magici, a Petunia. Mia mamma mi ha proibito di usare la bacchetta da allora."
James abbozzò un sorriso.
"Ok. Niente magia."
"Grazie."
I due entrarono in casa.
Petunia stava urlando contro sua madre, che trafficava ai fornelli.
"Niente storie, Tunia. Dovete conoscervi. Tutti e quattro."
"Mamma?" chiese Lily. "Che succede?"
"Oh Lilian! Finalmente sei arrivata! Possibile che quando servi non ci sei mai?!" esclamò la ragazza.
Lily fulminò la sorella con lo sguardo.
"Mi chiamo Lily, Tunia. Mi chiamo Lily."
"Oh! Lily! Tesoro! Mi è venuta un'idea magnifica!" trillò Eveline.
"Un disatro!" esclamò invece Petunia.
James faceva molta fatica a capire chi stesse parlando e chi no.
"Domani sera ho prenotato un tavolo per quattro al 'Moonlight', alle otto."
Lily aggrottò le sopracciglia.
"Mamma. C'è anche James. Per cinque..."
Eveline rise.
"No! Non per noi. Per te e Petunia. E i rispettivi ragazzi."
Lily per poco non si strozzò con la saliva.
"Cosa?!"
"Te l'avevo detto che era un disastro!" strillò Petunia.
"No! Mamma! Io... E Vernon... E Petunia..."
"Non andate d'accordo! Lo so! Per questo! È un'idea fantastica!"
"Mi rifiuto!"
"Sono d'accordo con Lilian!" strillò Petunia.
Lily non si preoccupò nemmeno di correggerla.
Era troppo scioccata.
Eveline brandì un forchettone.
"Voi due ci andate eccome. Niente storie. E di corsa. Domani alle otto. Ricordatevi. Non un minuto di ritardo. E guarda che vi faccio controllare da Nancy."
Nancy era una commessa del negozio della zia di Lily, Vanessa, dove lavorava anche Eveline.
Ovviamente la giovane Nancy era anche cameriera al ristorante.
Lily cercò di convincersi che sua mamma non l'avesse scelto apposta.
"Ma, mamma..."
"Niente ma, Lily Evans. Alle otto."
E Eveline tornò ai fornelli, seguita da un'infuriata ma sconfitta Petunia.
Lily era rimasta incantata, fissando il vuoto davanti a se', ancora la bocca aperta per inventare qualche scusa credibile che non sarebbe mai arrivata.
"Ehm, Lily. Che vuol dire tutto questo?"
Ah, giusto.
James.


Angolo dell'Autrice:
Si, lo so, sono vergognosa.
Quanto è che non pubblico?
3?
4 settimane?
Il tempo vola quando serve.
E non vuol dire necessariamente che io stia bene.
Perchè vi assicuro, avrei preferito la ghigliottina al compito di Diritto.
Comunque.
Il capitolo è questo.
Non è un gran che ma mi serviva.
Mi sono imbattuta per caso in Wikipedia dove c'è scritto che esiste veramente questa ''cena a quattro''.
Non me la sono inventata.
Cercare per credere.
Eh, scusate ma sono molto orgogliosa della scena dell'autobus.
E' da settembre che mi era nata quest'idea e volevo metterla proprio ora.
Obiettivo raggiunto, insomma.
Grazie mille per avermi ancora una volta aspettato.
Un grazie in particolare a chi ha recensito, i vecchi e i nuovi, ma anche a chi segue e chi legge semplicemente.

Un abbraccione ai 12 recensori (Uh! Il mio record <3 ) danyazzurra, Harry Potterish, Ronnie02, Sprotte98, Barbamanta, Writer96, Nympha, kateausten, TillTheEndOfTime, cristy_black, ItsElis_Williams a Aryelle. Davvero state diventando tantissime!
Sono contentissima!
Mi scuso ancora per il ritardo e spero di non avervi deluso!
A presto, spero.
Alice 

 

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Capitolo 33
*** Cena a quattro ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

Capitolo 33

                          Cena a quattro

 


James si sedette sul letto della stanza dove era entrata Lily.
Si incantò.
Non avrebbe mai pensato che Lily avesse avuto una stanza così... Inospitale.
"Lily, ma questa è...?"
Lei si girò verso di lui.
"La mia camera? No. La mia l'ha presa Petunia. Ha buttato giù il muro che la separava dalla sua e l'ha trasformata in quella del suo ragazzo-tricheco." disse con una smorfia. "Questa sarebbe la stanza degli ospiti. Ma dormo sempre qui quando vengo."
Poi la rossa si avvicinò a James e, sedendoglisi accanto, gli prese le mani tra le sue.
"James mi devi promettere che non farai stupidate. Non userai che le parole per discutere e che cercherai di andare d'accordo con loro."
"Ma se neanche tu li sopporti!"
Lei sospirò, abbassando lo sguardo.
"Lo so, ma lo devo ai miei genitori. Ci tengono, davvero. Anche troppo."
"Ma Lily, è la tua vita! Non la loro!"
Lily alzò lo sguardo su di lui.
"La loro vita è diventata un'inferno da quando ho scoperto di essere una strega. È colpa mia se mio padre è su una sedia a rotelle. Se mia madre ha preso il lavoro ed è giorno si, giorno no in ospedale. Gli ho rovinato la vita."
James le accarezzò una guancia.
"Non dire così! Lily, sei una persona magnifica. Una sorella, una figlia, una donna e di sicuro sarai una madre fantastica."
Lily spalancò la bocca. 
Una madre? 
Cosa voleva dire...?
Ma James continuò. 
"Non è colpa tua, tutto questo. È tutta colpa di un mago oscuro, fissato con le sue idee di purità di sangue. Cosa pensi? Che se noi ci tagliassimo adesso il  mio sangue sarebbe miglio del tuo? O che il matrimonio dei nostri genitori sia tanto diverso? Il loro amore è uguale. Tua padre ama tua madre quanto il mio ama la mia. È una cosa stupida! Non sarà mai il tuo sangue che mi impedirà di amarti, baciarti, abbracciarti..."
Lily sorrise appena.
"Volevano me quel giorno nel negozio di mia mamma. Ma non c'ero. E l'incidente di mio padre è un avvertimento. Mi vogliono morta, James. Morta. Non gli ho voluto dire dove si trova l'Ordine. E me la stanno facendo pagare."
Il ragazzo la prese per le spalle.
"Non osare nemmeno pensarlo! Non ti lascerò morire, Lily. Mai. Dovranno passare sul mio cadavere. Non ti sfioreranno neanche con un dito."
Lei gemette piano.
"James, io sono..."
"Non dirlo!" urlò. "Non dirlo! Sei esattamente come me. Hai diritto di vivere quanto ne ho io. Anzi di più! Sei bellissima, intelligente, coraggiosa. Non puoi morire!"
La porta della camera cigolò ma i due ragazzi non se ne accorsero.
"Mi stanno dando la caccia. Me ne sono accorta. Li sento. Li vedo. Nell'ombra. Nelle mie paure. Nei miei incubi. E vengono a prendermi, James. Mi prendono e mi torturano fino a che non rimarrò quel che basta cosciente per accorgermi che sto morendo. E che nessuno mi salverà. Che non rivedrò mai più la luce del sole, i miei genitori, i miei amici. Ma soprattutto te, James. Mi voglio far morire di diperazione, di paura. Voglio farmi sentire uno schifo. Una colpevole. E la mia anima mi abbandonerà nell'esatto momento in cui penso che sono uno scarto del diavolo."
James la stinse tra le braccia.
"Non dire così, Lily. Non dirlo. Non permetterò a nessuno di ucciderti. Dovessi affrontarlo disarmato. E se proprio dovrai morire, morirai da eroina. E con me."
Lily scosse la testa sul suo petto.
"James non merito di vivere. Combino solo disastri. Penso che vada tutto bene, quando qui i miei genitori potrebbero morire da un momento all'altro. Quando ci sono persone che stanno combattendo e morendo. Non sono nemmeno capace di farmi amare da mia sorella. Nessuno mi vorrebbe come figlia. Come donna. Come moglie. Figuriamoci come mamma, James. Non sono capace di badare a nessuno."
"Smettila, Lily. Non devi permettergli di farti il lavaggio del cervello. Sei la persona più pura, più bella, più coraggiosa che io abbia mai conosciuto. Sei fantastica in tutto, Lily. E puoi scommetterci sarai una moglie fantastica. E una mamma incredibile."
Lily sorrise, gli occhi umidi.
"Come mai dici questo?"
"Perché il tuo futuro marito sarà la persona più fortunata del mondo. E i tuoi figli i più felici della terra."
Lei sorrise malinconica.
"Oddio, James."
"Cosa c'è?"
"Cosa stai pensando?"
"A cosa sto pensando?"
"Siamo troppo giovani. Non voglio... Non..."
"Ehi! Stop! Non ti sto chiedendo di sposarmi!"
"Ma lo stai pensando!"
"Lo sto pensando dalla prima volta che ti ho vista."
"Bugiardo."
"Perché dovrei?"
"Mi hai detto che ero una scommessa con Sirius."
Lui ghignò.
"Oh, ma sta' zitta. Sirius era un'ottima scusa!"
James posò le labbra su quelle di Lily.
La porta cigolò ancora.
E Petunia si lasciò scivolare sulla parete del muro lì accanto.
Di una cosa era sicura.
Che quei due erano un pericolo. 
E che di conseguenza lo sarebbe stata anche lei e la sua famiglia.



Lily scese di corsa le scale, per poco cadendo sui tacchi.
"Io l'ho sempre detto che sono solo una trappola mortale!" bofonchiò irritata mentre si aggrappava al corrimano.
"Lily!" strillò sua madre vendendole in contro.
"Che c'è?!"
Sua mamma la guardava a bocca aperta, gli occhi lucidi.
"Sei... Sei diventata una donna, figlia mia."
Lily lanciò gli occhi al cielo.
"Oh, no! Mamma! Non cominciare!"
"Ma guardati!" 
Lei sospirò.
"Mi sono messa un vestito e per poco non mi svieni dall'emozione! Lo so che è una cosa rara ma per favore trattieniti!" disse quasi ridendo.
Eveline le tirò uno straccio sulle spalle.
"Ingrata di una figlia!" rise.
"Grazie mille. Dov'è Petunia?"
"Vi raggiunge con Vernon al ristorante. Dovevano andare a casa sua per incontrare i genitori del suo fidanzato."
"Del tricheco vorrai dire..." bofonchiò sotto voce la rossa.
"Lily! Ti ho sentito!"
Le rivolse uno sguardo di scuse.
"Non è colpa mia! Ti sei mai chiesta se per caso suo padre non sia davvero una foca?"
"Di grazia! Ma cosa stai dicendo?!"
"Niente, lasciamo stare, mamma."
Lily accennò quella che non può essere chiamata corsa, fino alla cucina.
Indossava un vestito bordeaux di velluto, a maniche lunghe, delle calze nere e un paio di scarpette dello stesso colore col tacco.
Afferrò un bicchiere e si appoggiò al piano da cucina con un sospiro.
"Lily?" la chiamò James dal salotto.
"Sono in cucina."
Lui la raggiunse.
Per poco non si strozzò con l'acqua. 
Indossava uno smoking.
Nero.
E aveva inutilmente cercato di pettinarsi i capelli indietro con il gel.
La fissò per un attimo.
"Sei bellissima."
Lei sorrise.
"Grazie. Anche tu."
Le si avvicinò incastrandola tra il suo corpo e il piano da cucina.
Lentamente le mise una mano tra i capelli, rimasti sciolti lungo la schiena, e avvicinò i loro visi.
Non si accorse quando aveva cominciato, ma il cuore di Lily batteva all'impazzata e aveva il fiatone.
James stava per annullare le distanze quando Eveline zampettò in cucina le mani sugli occhi.
"Io non ho visto niente! Io non ho visto niente!" ripeteva avviandosi alla dispensa mentre Lily arrossiva.
James si allontanò di scatto e uscì.
Lily si voltò verso la madre, fulminandola.
"Mamma!"
Lei si tolse le mani dagli occhi.
"Che c'è?"
La rossa alzò gli occhi al cielo, sbuffando e dopo aver messo il bicchiere nel lavabo andò in salotto.
Suo padre era sul divano a leggere un giornale.
Lei si tuffò letteralmente accanto a lui.
"Sempre soave come un ippopotamo, Lily."
"Ciao papà." salutò scoccandogli un bacio sulla guancia e rialzandosi.
"Non combinare disastri. E non essere troppo dura con Petunia."
Lily annuì con vigore.
Aveva pensato che magari sarebbe riuscita ad aggiustare le cose con sua sorella.
Magari grazie a James avrebbe capito.
Scoperto il mondo magico.
L'avrebbe apprezzato e l'avrebbe perdonata per tutto quello che si erano fatte.
Sarebbero tornate come una volta.
Migliori amiche, oltre che sorelle.
Nonostante continuasse a ripetersi di non illudersi era molto ottimista.
Forse anche troppo.
"Certo papà. Ci vediamo dopo."
Lui si schiarì la gola.
"Lily?"
"Dimmi papà."
"Il tuo... ehm... amico, cioè ragazzo, dorme... qui?"
Lily rise sotto i baffi a vedere suo padre così imbarazzato.
"Gli cedo la camera. Dormirò sul divano."
La guardò storto.
"Bene."
"Ciao papà."
Prese al volo il giubbotto bianco dall'attaccapanni e raggiunse James fuori.
Tuffò le mani nella tasca e prese le chiavi della macchina di sua madre.
"Puoi già guidare?" chiese leggermente allarmato James.
Lily alzò le spalle.
"In teoria no. Non ho la patente. Ma praticamente tutti lo fanno..."
Vedendo che la guardava storto aggiunse: "So guidare se è quello che ti preoccupa. Ho fatto un sacco di pratica quest'estate."
"Ed è contro la legge?" chiese sempre sospettoso.
La rossa abbassò lo sguardo.
"In realtà s... Ma cosa importa?! Sali in macchina se non vuoi andare a piedi!"
Lui ghignò. 
"Sei tremendamente sexy quando infrangi le regole."
Lei arrossì ma sostenne lo sguardo.
"Pensavo quando indosso un vestito."
James aprì la portiera della macchina.
"Anche quello."
Lily scosse la testa e si sedette al posto del conducente.
Le due portiere si chiusero nello stesso istante.
Divenne di colpo seria.
"Promettimi ancora una volta che ti comporterai bene..."
Lui la baciò piano sulle labbra.
"Non posso prometterlo, te l'ho già spiegato. Ma posso provare a impegnarmi."
"James. È mia sorella..."
"Ti ha accusata ingiustamente."
"Voglio cercare di rimediare."
"Non sei tu che hai sbagliato."
"Se non lo ammetto io, come posso pretendere che lo faccia lei?"
"Ma non devi ammettere niente! È colpa sua."
La rossa abbassò ancora lo sguardo.
"È più facile pretendere delle scuse che darle."
Lui sbuffò.
"Quello che non capisci è che non ti devi scusare di niente."
"James. Questa cena è la mia ultima possibilità di riavvicinarmi a lei. Sei la mia ultima speranza."
"Perché?"
Lily arrossì un po'.
"Forse conoscendoti, cambierà idea sui maghi..."
"Se era un complimento alla mia grandissima bellezza, grazie."
"Il primo mago che ha conosciuto è stato Severus. E non ispirava molta fiducia con quei vestiti neri e..."
"... I capelli unti? Il naso adunco?"
"James!"
"È vero!"
"Pensala come vuoi. Basta che..."
"... Non la rendo gelosa."
"Veramente stavo dicendo nervosa e acida, ma anche quello."
Le sorrise.
"Petunia, amore! Aspettami!" urlò baciando l'aria, mentre Lily con una risata metteva in moto.



Con un trillo Lily seppe che la macchina si era chiusa.
Il centro di Cokeworth non era proprio grande perciò trovare parcheggio era pressappoco impossibile. 
I due ragazzi ci misero perciò dieci minuti per arrivare al ristorante.
Lily non si meravigliò troppo quando vide che l'altra coppia non era ancora arrivata.
Erano già le otto e un quarto quando Vernon, la sua mole e Petunia fecero il loro ingresso.
Non aveva parlato un gran che ma James non sembrava curarsene troppo.
Appena li raggiunsero al tavolo il ragazzo si alzò educatamente e strinse le mani al tricheco, presentandosi, e -con estrema sorpresa di Lily- baciando la mano di Petunia.
Quest'ultima sembrava fosse indecisa se essere stupita o disgustata.
Lily si affrettò a stringere la mano al grosso ragazzo di sua sorella e salutare Petunia con un sorriso teso.
Quando si rimise seduta si accorse che le sudavano le mani.
Stai calma. Stai calma. Si impose, ma era praticamente impossibile.
Con uno sforzo sovrumano si schiarì la gola secca.
"Petunia. Vernon. Che piacere. Come è andato l' incontro?"
"Non son affari tuoi." ribatté acida Petunia mentre Vernon sorrideva incurante della reazione della fidanzata.
"Molto bene. Petunia è una ragazza eccezionale. I miei sono molto entusiasti."
Lily ignorò così il commento della sorella e continuò il suo discorso con Vernon.
"Sono contenta. In caso non te l'avesse già detto Tunia, anche se ne dubito, lui è James. Siamo... Siamo compagni di scuola." 
Si diede della stupida.
Aveva esitato.
E Vernon se ne era accorto.
Infatti sembrò riscuotersi e sorrise teso.
"Pensavamo di procedere con le ordinazioni." la salvò James.
I due annuirono.
"Credo che i camerieri potranno consigliarci al meglio."
Con uno sguardo d'intesa a Lily chiamò il cameriere.
La rossa tirò un sospiro di sollievo.
Per il momento aveva evitato l'argomento, ma sapeva che non poteva farlo per sempre.



Al primo piatto la situazione stava già degenerando.
Vernon sembrava teso, quasi spaventato e aveva cominciato a rispondere a monosillabi.
Lily ce la stava mettendo tutto per rompere il ghiaccio ma la sorella doveva averlo convinto, di non sapeva quale specie di mostro, fossero lei e James.
Ingoiò educatamente il boccone 
"Ehm. Allora, Vernon. Petunia mi ha detto che presto erediterai la fabbrica..."
"... Di trapani di mio padre. Si. Si."
Lily sorrise.
"James, cosa ne pensi?" chiese cauta. 
Era palese che fosse al limite ma glielo aveva promesso.
"Ecco, che sia un po' inutile. Insomma a cosa servono quei cosi quando puoi usare un incantesimo?"
Lily trattenne il fiato e chiuse gli occhi.
Perché le faceva questo?
Petunia si portò la mano alla bocca sbalordita e Vernon non sembrava aver capito molto bene, perché continuò.
"I nostri trapani sono di ottima qualità. Usiamo solo materiali controllati e di prima categoria. Presto te ne accorgerai anche tu, Lily. Se non sbaglio te ne ho regalato uno per Natale, no?"
Lily cercò di riprendersi lanciando un'occhiataccia a James.
"Si. Si. Non sbagli. Spero di utilizzarlo presto. In effetti dovrei appendere un quadro di una mia amica. Glielo porterò a far vedere. Sono sicura che poi ne vorrà certamente uno!"
Anche perché lo potrebbe usare come arma contro Franck, se mai dovesse tradirla, continuò nella sua testa cercando di trattenere una risatina.
"Vedrai che sarà ottimo. Il tuo poi è particolarmente potente. L'ho scelto io."
James rise.
"Potente?" chiese.
Lily cercò di fulminarlo.
Doveva controllarsi. 
Resistere ancora un po'.
Vernon lo guardò sprezzante.
"Certo. Molto potente. Riesce persino a penetrare le pietre."
Lily pregò con tutto il cuore che non si accorgesse della battuta che gli era stata offerta in un piatto d'argento.
"E che cosa altro penetri, Vernon, oltre ai muri?"
Lily si lasciò sfuggire un gemito e Vernon si gonfiò di rabbia mentre Petunia impallidiva.
"James... James. Mi... Mi accompagneresti in bagno, per cortesia?" pigolò la rossa.
Lui la ignorò e si sporse verso Vernon, ansioso della sua risposta.
"I nostri trapani sono molto potenti, James Potter." sibilò ancora rosso.
James si lasciò cadere sulla sedia.
"Immagino."
"Non puoi immaginarlo. Potresti comprarlo."
"No. Non credo mi serva." ribatté acido.
"James..." lo avvisò Lily.
Perché?
Perché faceva così.
"A chi non serve un trapano, in casa?" chiese ingenuo il tricheco.
"A un mago, per esempio."
Petunia divenne quasi trasparente mentre Vernon si zittì.
"Lilian. Lilian trovo che sia proprio indecoroso parlare di queste cose, qui."
"Certo. Certo Petunia. Sono sicura che James mi accompagnerà con piacere in bagno." disse Lily, arrabbiata, alzandosi e avviandosi al bagno.
James la seguì di malavoglia.
Quando entrò Lily era furiosa.
"Ti avevo chiesto per favore di controllarti! Questo non è controllarsi!" gli urlò cercando comunque di moderare la voce.
"Ti stava prendendo in giro!! Si vedeva lontano un chilometro!"
Lily strinse i pugni.
"Non me ne importa! Voglio solo cercare di fare pace con mia sorella! Possibile che tu non lo capisca?!"
"No. Infatti. Non lo capisco."
"James! Ti scongiuro! Mi devi aiutare!"
"Ti stai mettendo solo in ridicolo. E quello è proprio scemo. Sirius avrebbe trovato un milione di battute peggio della mia, con la penetrazione."
Lily arrossì di rabbia e imbarazzo.
"Smettila. Non sono qui per giocare. E Vernon non è Sirius."
"Ma va? Non me ne ero accorto."
Lei sospirò.
"Per favore James. Solo un'ora. Poi a casa puoi fare quel che vuoi."
Lui si avvicinò e la circondò con le braccia.
"Quello che voglio?"
"Si. Quello che vuoi."
"E se volessi farlo adesso?" chiese giocando con i suoi capelli.
Lily si allontanò da lui.
"James! Il rapporto con mia sorella dipende da questa cena!"
"E il rapporto col tuo fidanzato?"
Lily si mise le mani in faccia e la scosse.
"Non potresti scegliere un altro momento per fare il ragazzo geloso?"
"È sempre bene essere gelosi."
Lei lanciò gli occhi al cielo e tornò al tavolo.
James la raggiunse poco dopo.
I piatti erano stati sparecchiati e i due fidanzati parlavano tra loro.
Lily si sedette senza neanche cercare una buona scusa da rifilare.
Vernon aprì la bocca.
La richiuse.
Poi la aprì di nuovo.
"Cosa, farete, dopo aver finito la scuola?" chiese alla fine un pò titubante.
Lily sorrise.
"Credo che mi cercherò un lavoro al Ministero." 
Non gli avrebbe mai detto che sarebbe andata a combattere contro uno psicopatico con manie di sangue. Tanto valeva mentire bene, se doveva mentire.
"Avete un Ministero?" sussurrò incredulo Vernon.
"Sì. È più o meno come quello del mondo... Normale." spiegò rapida Lily.
Petunia aprì la bocca forse per la terza, quarta, volta durante la cena.
"E tu, James. Cosa farai?"
Lui la guardò con aria sufficiente.
"Auror."
I tentativi di Lily di progetti tranquilli andarono in fumo.
"E che cos'è esattamente?"
La rossa si intromise precipitosamente.
"Un speciale carica nel Ministero." 
Alla fine, non era neanche troppo sbagliato.
"Una specie di soldato." disse invece James.
Se avesse potuto Lily si sarebbe messa le mani nei capelli.
"Soldato?" chiese stupito Vernon.
"Per protezione." cercò di rimediare Lily ma quasi subito James continuò.
"Combatterò. Per difendere il mondo magico."
Petunia fece una risatina stridula.
"È chi dovresti combattere? Fantasmi? Folletti? Elfi?"
"James." lo riprese Lily furiosa, sibilando come un serpente paricolosamente velenoso.
Mentalmente, gli disse, non una parola su Voldemort.
Lui sbuffò.
"Esattamente quelli. Sono molto pericolosi per la società." disse seccato.
Lily colse l'occasione per cambiare discorso.
"Petunia! Mamma ha detto che hai intenzione di andare a lavorare con 
Vernon! Che cosa carina!" disse forse con troppa enfasi.
Il tricheco fece passare il braccio sulla spalla della fidanzata.
"Si sarà un ottima assistente."
"Grazie, caro." civettò Petunia, sbattendo le ciglia truccate.
"Avete intenzione di sposarvi?" chiese brusco James.
Petunia sobbalzò mentre Vernon impallidiva.
"Non... non ci abbiamo... ancora pensato." balbettò Petunia.
Lily cercò di rimediare.
"Credo sia una cosa bellissima il matrimonio. Il traguardo di una vita e la partenza per un'altra. Quella della famiglia."
I due si rilassarono leggermente.
"Certo, Lilian. Ma bisogna saperla mantenere una famiglia. E bisogna essere sicuri di quello che si fa." disse Petunia gelida.
"Sono sicura che sareste degli ottimi genitori. Non fareste mancare niente a vostro figlio." disse educata Lily.
"Non basta una bella macchina per dire questo, Lily." disse James, sempre più annoiato.
"Non ... ho detto questo." ribatté confusa Lily.
Vernon divenne rosso.
"Cosa vuoi dire?"
"Che avere una bella macchina non fa di una persona un buon genitore."
"La mia macchina è bellissima." disse Vernon.
Lily ebbe solo il tempo di rendersi conto del pericolo che James aveva già parlato.
"Infatti potresti essere un padre pessimo."
Petunia e Lily trattennero il fiato.
Lily sentiva la delusione schiacciarle il cuore.
"È questo che vuoi dire? Che siccome tu non hai una macchina, saresti un ottimo padre mentre io no? Se sei un poveraccio geloso di me, potevi dirlo subito."
James spalancò la bocca.
"Cosa hai detto?"
Silenzio.
"Io sono più ricco di te, la tua mammina e il tuo papino messi insieme. Era solo un'osservazione. I buoni genitori posso essere anche delle persone modeste!"
"Ti stai offendendo da solo, ragazzo. Forse stai dicendo che pure te saresti un pessimo padre?"
Lily si chiese disperata da dove fosse venuta fuori quella discussione assurda.
"No! Io ... Io amerei mio figlio più di me! Venderei l'anima al diavolo per farlo crescere felice!"
"Allora perché hai detto che io non sarei un buon padre, ibrido?"
Lily si portò una mano alla bocca.
"Ibrido? Ibrido?! Tu! Sei solo un tricheco travestito da Babbano, che pensa solo ai soldi!"
Lily gemette.
"Come osi?!" trillò Petunia, stringendosi al braccio del fidanzato.
 "Siete solo degli illusi. Pensavo che dopo tutto questo tempo te ne fossi accorta, Lilian. Evidentemente mi sbagliavo."
La rossa abbassò il capo, forse per nascondere le lacrime che si stavano accumulando negli occhi.
"Stai zitta, ragazzina. La gelosia ti ha reso talmente cieca da non accorgerti che tua sorella è la persona più giusta del mondo. Che non farebbe mai male a nessuno e che sarebbe disposta a tutto per la sua famiglia."
"Ah sì? E come? Abbandonandoci rinchiudendosi in quella scuola di pazzi?!"
James si alzò di scatto seguito da Vernon.
"Giusto. Anche tu sei rinchiuso là dentro..." ghignò Vernon.
"È una scuola. Non una prigione, o un manicomio. Solo una scuola!"
"Siete pericolosi. Dovrebbero tenervi lì tutta la vita." sibilò Vernon.
Lily scosse la testa.
James rise sprezzante.
"Sì. Sarete dei pessimi genitori. Non riuscite nemmeno a vedere quel che avete davanti. A cercare di capire. Siete completamente ottusi e ciechi. Il mondo magico è in guerra e voi neanche ve ne accorgete. Lily era qui per perdonare e neanche lo avete capito. Non siamo noi i mostri. Ma voi."
Scese il silenzio.
Petunia si alzò e prese Vernon per il braccio.
"Andiamocene." disse con aria schifata.
I due uscirono, mentre James si risedeva e una lacrima scendeva dal volto pallido di Lily.



"Annabeth!"
La ragazza si riscosse.
"Stavo... Stavo riposando...gli occhi." disse con uno sbadiglio.
La Sala Comune era praticamente vuota e lei si era messa vicino al fuoco a leggere. Ma evidentemente si era addormentata.
Sirius le porse una mano e la fece alzare.
La tirò appena che le cadde tra le braccia.
La tenne stretta a se'.
Mandando in un posto non tanto carino la prudenza, la baciò sul collo.
"Sirius. No. Non qui."
"Non c'è nessuno..."
Lei deglutì faticosamente mentre riprendeva a baciarla.
"Potrebbe entrare qualcuno." constatò lei, spingendo flebilmente le mani sul suo petto per allontanarsi quel poco per riacquistare la sanità mentale.
Sirius portò la bocca al suo orecchio.
"La stanza dei Malandrini è vuota."
Lei emise un suono che poteva essere inteso come un si o come un no.
Evidentemente il ragazzo lo prese per un sì, perché l'afferrò per il polso e la trascinò su per i gradini.
La spinse dentro e poi chiuse la porta.
Dentro era completamente buio.
Annabeth si appiattì al muro.
Sentiva il suo respiro e quello di Sirius, leggermente affaticati.
"Ah, è così? Vuoi giocare a nascondino?" domandò Sirius in un sussurro.
Annabeth sorrise nel buio.
Lentamente, e cercando di non inciampare in niente, si mosse nella stanza, cercando di allontanarsi dal respiro di Sirius.
Erano ormai passati forse dieci minuti quando si accorse di non sentire più niente.
Silenzio.
E il suo fiatone.
Non fece in tempo ad allarmarsi che un paio di mani la afferrarono per la vita e la spinsero indietro.
Andò a sbattere con la schiena su qualcosa di duro.
Forse il letto di qualcuno.
Per la botta si lasciò sfuggire un lamento.
Sentì la voce di Sirius a pochi millimetri dal suo orecchio.
"Scusa." le disse, secondo lei, con voce troppo roca.
Cercò di regolarizzare il respiro ma non ce la faceva.
Sirius cercò la sua bocca ma lei si scansò.
Era ancora abbastanza lucida per giocare con lui, che, lo sentiva, stava per perdere il controllo.
E non ne aveva paura.
"Fai la difficile, oggi?" chiese lui divertito.
Lei avvicinò le loro labbra senza tuttavia farle toccare.
"Sì." sibilò.
Poi il suo cervello si azzerò.
Lui le afferrò la testa e la baciò con foga.
Lei rispose con altrettanta forza.
Le dita di Annabeth poi esaminarono il petto di Sirius, cercando il primo bottone della camicia.
Cominciò a sbottonarla mentre lui la avvicinava di più al suo corpo e le alzava la maglietta.
Aveva le mani calde sulla sua schiena.
Lei si lasciò sfilare l'indumento e scalciò in un angolo le scarpette nere della divisa.
Le mani di lei cercarono il viso di Sirius mentre il ragazzo apriva la cerniera della sua gonna, facendola cadere ai suoi piedi.
Annabeth ringraziò il cielo che non si fosse fermato per chiederle il permesso perché molto probabilmente ci avrebbe ripensato.
Sirius si mosse, portandola con se, fino a che non la fece adagiare sul materasso freddo.
Le sfuggì un gemito.
Gli tolse finalmente la camicia.
"Aspetta." ansimò Sirius.
Le fece inarcare la schiena e le tolse l'elastico che le legava i capelli, lasciandoli sciolti sul petto di Annabeth e sul materasso.
"Perché?" chiese sentendo la sua voce lontana.
"Perché così, in biancheria intima e coi capelli sciolti sei terribilmente ..."
"Non essere volgare." lo interruppe divertita.
"... Irresistibile." si corresse lui, sorridendo sulle sue labbra.
Lo baciò piano.
"Così va meglio." 
Annabeth chiuse gli occhi e si abbandonò a lui.



"Ebbene, Nagini. È deciso. Presto, molto presto entreremo a Hogwarts. Sei contenta?" sibilò l'Oscuro Signore al serpente che strisciava ai suoi piedi.
"Oh, sì. Avrò la mia rivincita su Silente. Illuso. Pensa di riuscire a fermarmi."
Rise piano.
"Non riuscirà neanche a proteggere tutti i suoi studenti..."
La mano bianchissima si strinse forte al bracciolo.
"Ma l'Ordine! Dove si nascondono quei traditori?" sibilò con rabbia.
Forse il serpente disse qualcosa ma lui non se ne curò.
"Devo scoprirlo, Nagini. E poi il mio potere sarà completo. La scuola entro il mese prossimo sarà nelle mie mani. E i maghi dovranno arrendersi. Tutti. E finalmente capiranno che io solo, sono chi può guidarli."



Angolo dell'Autrice:
Ed eccomi ancora qui!
Viva, sopravvissuta alla prima lezione del corso di recupero di francese!
Merito un applauso.
*Frinio di cicale.*
Ok.
Dicevamo.
Non mi ammazzate.
Mi sono impegnata tantisimo in questo capitolo.
La cena alla fine è stata meno difficile di quanto pensassi.
E per Annabeth e Sirius... bhè.
La sapete come la penso.
*Arrossisce*
Quando devo scrivere così mi sembra di violare la loro privacy.
Ho fatto uno sforzo enorme.
Spero di essere riuscita a non trasmettervi la rigidità e l'imbarazzo di quando l'ho scritta.
Ringrazio come sempre chi legge e in particolare le 11 recensioni.
Perdonatemi se non vi elenco tutto, oggi.
Sono piuttosto di fretta.
Diritto mi aspetta con un milione di pagine da studiare. -.-''
Ancora grazie, spero vi rendiate conto di quanto siate importanti per me e lo sviluppo della storia.
Un bacio a tutti,
Alice


P.s. Nel caso ci fosse quanche amante della saga di Hunger Games (E pretendo che ce ne siano tantissimi) di Suzanne Collins, ho scritto una One-shot con protagonista Annie Cresta, intitolata 
Rosso Sangue
Se non ce ne sono, *voce esigente*, correte subito a leggere i romanzi. Subito!
Ancora grazie. 
Ancora Alice


 

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Capitolo 34
*** I want to be loved by you ***


Angolo dell'Autrice - O quella che dovrei essere
Lo so, vi sembra un miracolo quest'aggiornamento, ma credetemi mai quanto a me.
Giuro che vi ho pensato in questi... ehm, quasi due mesi in cui non ho aggiornato.
Continuavo a dirmi che dovevo scrivere, ma perdonatemi no avevo idee e se mi venivano non avevo il tempo per scrivere.
Quindi vi chiedo umilmente perdono, sono viva e spero di continuare a esserlo.
Questo capitolo non mi piace un gran chè ma siccome non mi viene niente di meglio, lo pubblico sperando di riuscire a smuovermi.
Vi chiedo ancora scusa scusa scusa.
E' deedicato a tutte voi che mi avete aspettato.
Davvero un bacione a tutti e grazie per la pazienza!
Vi voglio bene!
Ali











L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte
 

Capitolo 34

                                      I want to be loved by you





Lily appoggiò le mani fredde al tavolo ancora apparecchiato.
Il mondo si faceva sempre più sfocato, mano a mano che cercava di trattenere le lacrime.
Si alzò lentamente e uscì dal ristorante sentendo rimbombare nelle sue orecchie il sordo rumore dei suoi tacchi sul pavimento.
Appena fuori cominciò a correre.
Le luci si allungavano e ingrandivano per le lacrime ferme sulla pupilla.
Le sfuggì un singhiozzo.
Improvvisamente si ritrovò nel mezzo di una strada troppo affollata.
La strada girava insieme alla sua testa.
Corse nella direzione opposta al fiume di gente, scontrandosi con numerosi passanti.
Sentì vagamente qualcuno che la chiamava.
Pensò che fosse James.
Svoltò velocemente in un vicolo laterale.
Come poteva averle fatto questo?
Glielo aveva chiesto espressamente di non perdere il controllo...
In un attimo la caviglia cedette e il tacco si ruppe.
Si fermò prendendosi una storta.
Con rabbia afferrò la scarpa, se la sfilò e la scagliò lontano.
Fece per ripartire ma qualcuno la prese per il polso.
"Lasciami!" urlò un con singhiozzo. "Lasciami andare."
Ma non era James.
Era Michael.
Il suo vecchio migliore amico.
I capelli biondi erano spettinati e gli occhi azzurri la guardavano incuriositi e dispiaciuti.
Lily scoppiò a piangere, rifugiandosi nel petto dell'amico.
Il ragazzo la strinse a se' e le accarezzò i capelli rossi come il fuoco.
"Lily? Lily cosa è successo?"
Lei singhiozzò ancora.
"È... È tutta colpa di James!! Mi aveva... Mi aveva promesso di aiutarmi!! Ha rovinato tutto!"
Colpì con un pugno il corpo di Michael.
"Ehi, ehi. Calma. Lil."
Lil.
Solo lui la chiamava così.
Sorrise leggermente mentre due lacrimoni le rigavano il viso, sporcandolo di trucco.
Michael passò i propri pollici sulle sue guance, asciugandole.
"Odio vederti così."
Lei fece un passo indietro.
Il piede scese fino a terra e lei per poco non perse l'equilibrio.
Fissò il suo piede nudo.
"Mia madre mi ammazzerà. Erano sue le scarpe."  constatò, la voce incrinata dal pianto.
Michael le mise una mano dietro la schiena e la condusse con se', tirando fuori dalla tasca posteriore dei jeans un paio di chiavi della macchina.
"Vieni. Ti accompagno a casa."
Lei non oppose resistenza.
Si sentiva stanchissima, vuota dentro.
Aveva perso sua sorella. Per sempre.
Raggiunsero la macchina del biondo che le aprì la portiera.
Lily ringraziò sottovoce.
Dopo pochi minuti stavano percorrendo in silenzio le vie della cittadina.
Michael non le chiese niente e Lily gliene fu grata.
In dieci minuti furono sulla porta di casa sua.
La macchina di sua madre era ferma nel vialetto.
James era tornato.
Lily si scoprì arrabbiata.
Michael la riportò alla realtà stringendole una mano.
"Sono contento di averti rivista. Di averti aiutata in qualche modo."
Lei sorrise.
"Grazie Mike. Di tutto. Ti voglio bene."
Lo strinse in un abbraccio, poi scese dalla sua auto.
"Lily!" la chiamò poi lui.
Lei si voltò.
"Ci rivediamo, vero?"
Lily osò un sorriso e annuì.
Lo salutò dal marciapiede mentre la macchina si allontanava nel buio.
Lily si avviò verso un vaso di ranuncoli gialli sul davanzale e, tastando nel sottovaso, afferrò il paio di chiavi di riserva.
Le infilò nella serratura e scoprì la casa immersa nel silenzio e buio.
Era così tardi?
Si avviò in camera sua e aprì con cautela la porta.
La richiuse alle sue spalle.
James era seduto sul suo letto, l' abat-jour accesa emanava una fioca luce sul suo viso.
I capelli spettinati più del solito gli coprivano parte degli occhi.
Le venne incontro, la braccia aperte per abbracciarla.
Lei puntò le sue mani sul suo petto e lo spinse lontano da s'è con forza.
James quasi inciampò.
Sapeva che non doveva fare rumore per non svegliare i suoi ma era infuriata con lui.
"Lily" sussurrò James. "Cosa c'è?"
Lei lo incenerì con lo sguardo.
"Lo hai fatto apposta, vero?!" 
"Sì. Cioè no. Non in quel senso. Io voglio solo farti capire che non potrai mai stare con delle persone così!"
"È mia sorella, per Merlino, James!"
"Non sempre la famiglia è quello che si vuole."
Sapeva che stava pensando a Sirius.
"Le volevo dare un'altra possibilità!"
"I legami con una persona non vanno a 'possibilità'!!" ribatté lui.
"Tu non sai niente di Petunia, James."
"Ma vedo come ti tratta! Come un rifiuto dell'umanità! Che non sei! Meriti più di tutto questo!"
Lei scosse la testa, sconsolata.
"Come fai a capire cosa merito, se nemmeno io lo so?"
Lui si avvicinò titubante, vedendola meno arrabbiata, e sempre più stanca, abbattuta.
Le si avvicinò e lei si fece stringere tra le sue braccia.
"Tu meriteresti la perfezione. Ma il mondo è troppo poco per te. Troppo cattivo e subdolo. Tu sei la bontà fatta persona. Non dovresti sopportare tutto questo."
Lily sospirò tra le sue braccia, mentre altre lacrime le rigavano il volto.
"Volevo solo cercare di riavere indietro mia sorella."
"Parlerò con loro, lo prometto. E aggiusterò le cose." promise James.
Lily sorrise tra le lacrime, felice di quella promessa che non sarebbe stata comunque mantenuta.
"Grazie, James."
Chiuse gli occhi, la fronte appoggiata al suo petto. E si addormentò.
 

 
Sirius aprì gli occhi, nel buio della camera.
Poi li richiuse, inspirando l'odore della ragazza che teneva tra le braccia.
Lo avrebbe riconosciuto tra mille.
Annabeth era appoggiata al suo petto nudo, i capelli che le incorniciavano il volto, e respirava tranquilla.
Sirius cercò di scivolare piu giù, per mettere i loro visi uno di fronte all'altro.
Annabeth sbuffò quasi irritata dal movimento improvviso del suo 'cuscino'.
Il ragazzo rise e le prese delicatamente il viso tra le mani.
Annabeth aprì gli occhi lentamente.
Anche se erano al buio, Sirius poteva scommetterci, era arrossita.
Aveva sentito il battito del suo cuore aumentare repentinamente di battiti mentre le ciglia nascondevano i suoi occhi verdi.
"Io..." pigolò lei timidamente.
Sirius posò le labbra sulla bocca di lei.
Lei si irrigidì un attimo, come sempre, poi si rilassò.
Sirius stava accarezzandole il fianco destro nudo che in un attimo si ritrovò in una posizione, in cui si era ripromesso non si sarebbe mai andato a cacciare.
Era stato il patner di mezza Hogwarts, e il tacito accordo con le ragazze era che lui aveva il controllo.
Ma Annabeth con uno scatto l'aveva intrappolato sotto di lei, le gambe che gli stringevano i fianchi, e le mani di lei gli stringevano i polsi.
Temeva il viso vicino, ma non abbastanza per baciarla.
Sirius si guardò un'attimo intorno stupito.
Insomma di solito era lui che giocava...
Lui cercò di raggiungere la sua bocca, ma Annabeth sorrideva poco distante da lui.
Sirius cercò di concentrarsi sul volto della ragazza seminascosto dal buio.
"Cosa... Cosa stai facendo?" gracchiò mentre sapeva benissimo che con un colpo un po' più deciso avrebbe vinto sul fragile corpo della ragazza.
La sentì ridere.
Poi abbassò la testa, lui pensò per baciarlo.
Invece Annabeth andò verso il collo si Sirius e lo sfiorò con le labbra.
Un brivido percorse il corpo del ragazzo.
"Dimmi..." disse lei leggermente col fiato corto. "... Quante sono state con te in questo letto, prima di me?" 
Lo disse con aria quasi divertita.
Annabeth piegò la testa dall'altra parte e questa volta lo baciò appena sotto l'orecchio.
Sirius cercò di riprendersi.
"Non credo di saperti rispondere, Anna..." disse vago mentre aspettava il momento giusto per ribaltare le posizioni.
Lei mugolò un verso di comprensione, mentre continuava a baciarlo sul collo.
Appena la presa sui polsi si fece leggermente più debole, Sirius tirò uno strattone, facendole sfuggire un urlo di spavento, la afferrò per i fianchi e con un colpo secco la ribaltò sul materasso.
Un attimo dopo era seduto sopra la pancia della ragazza un po' spaventata e un po' divertita, ammirando per un attimo e per quanto fosse possibile al buio il suo corpo nudo.
Lo sguardo della ragazza brillò di pura malizia.
Fece scivolare la presa sui suoi polsi e afferrò con le mani il volto di Sirius, che poggiò le sue sulla sua vita, accarezzandola.
Si baciarono, mentre lui percorreva il busto femminile con le mani, febbrilmente.
Lei inarcò leggermente la schiena e prese un bel respiro.
Poi aprì di scatto gli occhi, a pochi millimetri da quelli blu di Sirius.
Poggiò i palmi sul petto del ragazzo.
"Credo..." ansimò. "...che sia il caso di rivestirci."
Sirius ci mise un attimo a capire quello che Annabeth aveva fatto.
Lo aveva... Fermato?
Era una cosa tanto strana per lui che per un attimo si sentì confuso.
"Cosa?"
Lei sorrise. "Tra poco ci sarà colazione. Non voglio che si chiedano che fine abbiamo fatto."
Detto questo scivolò giù dal letto e nuda, sotto lo sguardo perso di Sirius, girò per la stanza alla ricerca dei suoi vestiti per poi metterseli.
Quando finì di abbottonarsi la camicia, Sirius era ancora imbambolato sul letto.
Lei rise.
"Ehi, tesoro. Mica ti ho tagliato la lingua! Andiamo!" disse porgendoli una mano.
"E...?"
Lei alzò gli occhi al cielo, divertita.
"Continuiamo stasera, ok? Andiamo a fare colazione adesso!"
Sirius si alzò all'istante e in pochi minuti era vestito.
Annabeth rise tra se'. 
Aveva stupito Sirius Black.

 
 
Lily aprì lentamente le palpebre pesanti di pianto.
Era sdraiata sul suo letto, ancora vestita come la sera precedente.
Gemette, prendendosi la testa tra le mani.
Le faceva malissimo.
Come se avesse degli aghi impiantati nella nuca.
James le si avvicinò preoccupato e, facendola alzare lentamente, la strinse a se'.
Lily fece di tutto per trattenere le lacrime.
Odiava, odiava, piangere.
Respirando profondamente, riprese il controllo di se' e il mal di testa diminuì leggermente.
Alzò la testa, ad occhi chiusi, in cerca delle labbra di James.
Non trovandole aprì le palpebre.
James la guardava seriamente allarmato.
Lui si avvicinò alla fronte di lei con la bocca.
"Lily stai a letto. Molto probabilmente hai la febbre..."
Lei scosse la testa, procurandosi una fitta alla nuca che la fece uggiolare di dolore.
"Andiamo, stenditi."
La accompagnò con la schiena fino al materasso poi si alzò e uscì dalla camera.
Lily non riusciva nemmeno a pensare il perché.
La testa le scoppiava.
Non seppe quanto il moro stette via, ma appena tornò aveva con se' della colazione, la sua bacchetta e il baule di Hogwarts della rossa.
Chiuse a chiave la camera.
"I tuoi sono usciti per andare a fare la spesa per il pranzo, ma meglio essere prudenti."
Lily gemette un "Cosa vuoi fare?"
"Curarti ovviamente. Guarda come sei ridotta!"
Lily non voleva vedersi.
Non gli ricordò nemmeno che non doveva usare la magia, in casa sua.
"Tieni, intanto mangia qualcosa. Lo so che odi il caffè la mattina, ma dovresti provarlo..."
Lily si limitò a tuffarsi nel suo cuscino.
"Non sono bravo come te a pozioni, ma me la cavo... "
Lily cercò di mettersi seduta.
"James..."
"Hai degli ingredienti qui con te, vero? Ma certo! Sei una pozionista esperta..."
"James..." ritentò Lily.
"Il calderone? Ah, sì. L'ho visto sotto il letto. Prima."
"James!"
Lui alzò la testa impolverata da sotto il materasso.
"Si?"
"Sto bene. Sono solo stanca."
"Mangia qualcosa. Io preparo la pozione..."
"Ma James!"
"Shh! Ho il diritto e dovere di occuparmi per te!" le si avvicinò, accarezzandole le guancia e unendo i loro nasi. "Prometto che non ti avveleno..."

 
 
Annabeth se ne stava seduta in biblioteca, Sirius di fronte a lei, il libro di Incantesimi aperto tra di loro.
"È incredibile quanti incantesimi nuovi dobbiamo imparare per l'inizio delle lezioni. Che ne dici di iniziare con me?"
Sirius si dondolò sulla sedia.
"Io, in realtà avrei in mente qualcosa d'altro..."
"Sirius!" lo riprese Annabeth, arrossendo.
"Ehi! Non intendevo quello! Volevo fare un giro ad Hogsmeade... Voglio comprarti un vestito per Capodanno."
Annabeth incrociò le braccia sul tavolo.
"Che vuoi dire?"
Sirius si rimise sulle quattro gambe della sedia e imitò la ragazza.
"James ha proposto di andare a casa sua. Ci saranno Lily, Alice, Frank, Lupin, Tonks, Peter... Insomma noi."
"E me lo dici adesso?! Mancano 5 giorni!"
Sirius ghignò. "Allora, che ne dici di quel giro a Hogsmeade?"

 
 
Lily si sedette, dopo aver fatto avanti e indietro una cinquantina di volte nella sua camera, sulla scrivania accanto a James.
La pozione che le aveva preparato non era stata così tragica e aveva fatto il suo effetto.
Il vestito della sera prima era finito ai piedi del letto, insieme alle calze ed ora era in pigiama.
Un magnifico pigiama blu con delle tartarughine disegnate sopra.
James l'aveva presa in giro per un quarto d'ora prima di tornare serio.
"Tu mi hai invitata alla tua festa!"
James rise.
"Invece mi tocca organizzarla!"
"Andiamo! Ti ho chiesto solo una cosetta, per il resto ci pensiamo io e Sirius..."
"Ah sì? Le decorazioni, mi ha chiesto, James! E te e Sirius a cosa pensate, di grazia?!"
James fece spallucce, ridendo.
"Il cibo!!"
Lily sbuffò. "Pensi sempre al cibo tu!"
Il moro circondò Lily con le braccia. Le si avvicinò e la baciò sotto l'orecchio.
"Non è vero..."
Lily stette un attimo in silenzio.
"Esatto. Pensi solo al cibo e al sesso."
James si finse offeso.
"Non al sesso! A te! Era una dichiarazione d'amore coi fiocchi! Una ragazza normale avrebbe chiesto: 'Cioè?' ma tu invece rovini sempre tutto! Testa dura!"
Lily gli tirò uno spintone giocoso sul petto.
"Certo. Sei molto romantico." ironizzò.
James la prese e si alzò.
A Lily sfuggì un urletto.
Il ragazzo la imprigionò tra se' e il muro.
"Va bene, hai ragione. Non sono molto romantico. Ma perché non ne ho mai avuto il bisogno. Con... Con te, invece, mi sembra di fare sempre tutto sbagliato. Non so mai cosa fare, se ti piacerà, se invece no... Con te divento paranoico! Insomma, sai che ho fatto? Ho riordinato la mia camera! Perché pensavo che non ti sarebbe piaciuta! Capisci? Sirius mi ha riso in faccia per tre giorni."
Lily rise.
Gli prese la faccia.
"Sai, delle volte mi sento in colpa. Sei cambiato così tanto per me... Invece due persone dovrebbero piacersi così come sono, no? E, ecco, non voglio che tu cambi più per me. Non puoi sempre adattarti a me. Anche io ho l'onore e l'onere di venirti in contro..."
James la fermò, baciandola.
"Lily non cambiare mai, per me. Mai."
"E allora tu non farlo per me."
Stettero un momento in silenzio.
"Allora siamo d'accordo." disse James, guardandola negli occhi.
"Sì, e anche ridicoli...Ehi!"
James cominciò a farle il solletico e non si accorsero nemmeno che al piano di sotto Fred e Susan erano tornati e che ne sentire le risate dei due, si erano guardati e si erano sorrisi, forse nel ricordarsi come erano da giovani.
 

 
Il campanello suonò.
Remus si trascinò, leggermente assonnato alla porta domandando chi fosse.
Da sotto il suono scrosciante della pioggia gli giunse un debole "Io."
Quando aprì sapeva già chi aspettarsi.
Ninfadora era alla sua porta, completamente fradicia, infreddolita nel suo mantello troppo leggero.
"Entra! Veloce! Ti prenderai un accidente se rimani ancora un po' lì."
Tonks entrò gocciolante e abbracciò Remus.
Lui sorrise e la strinse un po' di più a se'.
La lasciò andare, mentre chiudeva in fretta la porta.
Viveva da solo, in un piccolo appartamento nella periferia di Londra.
James lo aveva scongiurato di andarsene da lì, e vivere con lui e Sirius, ma Remus non l'aveva mai fatto.
Non era casa sua, alla fine.
Quando non era a Hogwarts, stava spesso a casa Potter comunque.
Quello era una specie di rifugio momentaneo.
Era abbastanza spoglio e povero, ma Ninfadora non sembrò farci caso.
Si sedette sul divano e afferrò la tazza di the caldo che stava preparando per se' un attimo prima il ragazzo.
"Serviti pure..." ironizzò Remus, con un risolino.
 Ninfadora sorrise a sua volta. "Grazie!"
Lupin le si sedette accanto.
"Allora, come mai qui?"
Lei nascose la faccia nell'incavo del collo di Remus.
Il ragazzo rabbrividì a contatto col suo naso gelato.
"Avevo voglia di vederti..." rispose Tonks.
Remus fece passare un braccio sulla schiena di lei, in uno strano abbraccio.
Un rumore sordo li fece girare.
"Ecco, mi pareva strano che non fosse ancora caduto." commentò Dora.
Il portaombrelli, in bilico dopo il passaggio della ragazza era ovviamente precipitato a terra.
Remus la guardò divertito, poi scoppiarono a ridere.

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Capitolo 35
*** Let my love take you higher ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte
 

                                            Capitolo 35

                                  Let my love take you higher

 
                                           {Per Dany, perchè è fantasticamente stressante... e poi lo voleva così tanto!}





 
 
Lily salutò dalla strada i suoi genitori, uno accanto all'altra sotto il portico.
Poi si girò verso James, porgendogli il braccio.
La solita stretta le chiuse lo stomaco, mentre tutto intorno a lei diventava una macchia confusa di suoni e colori.
In un attimo la terra tornò sotto i suoi piedi.
Per un attimo non cadde, ma James la tenne salda vicino a se'.
Sirius e Dorea Potter erano alla porta.
La coppia si avviò per la stradina sterrata che li portava fino alla casa.
Sirius sorrise divertito ai due amici, mentre Dorea afferrava la borsa di Lily e la baciava tre volte sulle guance.
Sirius e James si strinsero le mani, colpendosi contemporaneamente le spalle.
"Come è andata con Annabeth, Felpato?"
Sirius si limitò a ghignare sotto lo sguardo inquisitorio di Lily.
"Oddio! Te la sei portata a letto!" squillò il cercatore.
"James!" urló la signora Potter dal corridoio. "Non essere così volgare!"
Lily gli tirò uno scappellotto sulla nuca.
Sirius scoppiò a ridere. O meglio, a latrare.
"Tu! Cosa hai fatto?!" lo aggredì la rossa.
Sirius portò le mani in alto ed entrò in casa.
Lily fulminò James, che in risposa la frese per i fianchi e la fece girare, mentre la neve cominciava a scendere, ancora una volta.
Dopo numerose preteste della ragazza riuscirono ad entrare.
Lily si pietrificò nell'anticamera.
Quella casa era enorme!
Rimase a fissare il soffitto a bocca aperta.
James la poggiò la mano sulla sua schiena e le sussurrò nell'orecchio un rapido "Vieni con me."
La accompagnò su per delle scale e tra alcuni corridoi.
Lei fissava affascinata ogni angolo.
Solo quando le aprì le porte di una camera, lei si riprese.
Le sembrava di essere finita nel castello de La Bella e La Bestia.
Ok, forse esagerava un pochino, ma era tutto così... Magico!
James chiuse la porta dietro di lei e poggiò la borsa ai piedi del letto.
La abbracciò, affondando il viso nei suoi capelli e respirando sul suo collo.
A Lily sfuggì un gemito.
James camminò fino ad incontrare il materasso e vi ci adagiò Lily, puntando i gomiti per non schiacciarla.
La ragazza catturò le sue labbra, mentre la mano destra lo teneva per il collo, giocando con i suoi capelli.
"Benvenuta nel mio mondo, Lily." le disse, il fiato corto.
Lei si riscosse, si scostò e lo fece adagiate accanto a se'.
"È bellissimo qui..."
James le accarezzò i capelli.
"E non hai ancora visto niente..."
Lily si crucciò.
"Non tieni una nonna suicida chiusa in un armadio, vero?"
Lui scoppiò a ridere.
"Certo che no!"
Lei scosse la testa.
"Non si sa mai..."
"Lily, per domani sera..."
"Andiamo, sputa il rospo. Che devo fare?"
"Stai con me... Non... Allontanarti troppo..."
"Allora ce l'hai veramente la nonna suicida che gira con un'ascia per casa!"
Lui accennò un sorriso.
"Siamo in una casa di tre membri dell'Ordine... Potrebbero decidere di attaccarci o..."
Lily sbuffò e cercò di ironizzare. "I Mangiamorte non festeggiano l'anno nuovo? Che seccatura."
Lui la baciò, con delicatezza.
"Ti amo Lily."
Lei sorrise.
"Anche io ti amo, James.
Era forse la prima volta che glielo diceva, e si sentì bene.
 
 
 
I passi di Lily rimbombavano nell'enorme corridoio che stava percorrendo.
La bocca spalancata dalle meraviglie che nascondeva quella casa. Se ancora casa si poteva chiamare.
Svoltò un angolo, la testa girata dietro di se', e finì tra le braccia di Sirius.
"Ehi Evans!"
Lily si riscosse.
"Scusami. Stavo..."
L'amico scoppiò a ridere.
Lily si mise le mani suoi fianchi, tentando un cipiglio severo e non divertito.
"Cosa ridi?"
"Non hai idea di che faccia avevi! Sembra tu non abbia mai visto una casa un po' grande!"
"Questa non è una casa! È... Una specie di castello!"
Sirius continuò a ridere, divertito.
"E ancora non hai visto..." si interruppe.
"Cosa non ho visto?"
Il ragazzo la prese per le spalle e la fece camminare davanti a se', per un corridoio che Lily non aveva visto, prima.
"Dove mi stai portando?"
"Andiamo, Evans. Fidati. È come se fosse casa mia!"
"Proprio per questo! Magari mi stai portando dalla nonna suicida con l'ascia!"
Aveva accennato al problema la sera precedente a tavola, con James, Sirius e i signori Potter, facendoli scoppiare a ridere.
"Ancora questa nonna suicida? Non ce nessuna nonna suicida, fidati!'' latrò Sirius divertito.
Lily scosse la testa, offesa.
"A proposito! Tu sei stato a Hogwarts!"
"Sì." 
"Da Annabeth!"
"Mmh, sì. Dovevo dirle della festa..."
Lily stette un attimo in silenzio.
"Cosa sta succedendo tra voi due?"
Sirius si fermò davanti a una porta enorme e tentò di aprirla.
Era chiusa.
"Perchè non lo chiedi a lei?" le rispose Sirius, tentando intanto un Alohomora.
Niente. La porta non si apriva.
"Perchè non me lo direbbe mai, in questo momento." Lily si aggrappò al braccio di Sirius, sbattendo le ciglia. "Dai... Per favore!"
Lui sorrise e si guardò intorno.
"Non ti devo niente, piccola Evans." poi si accigliò verso un'armatura. "Ecco le chiavi!"
Infilò il braccio in quel ammasso di ferraglia, sciogliendosi dalla presa di Lily, e ne tirò fuori un paio di chiavi arrugginite.
Lily gli saltellò intorno, impaziente.
"Dai, Sir. Sono tua amica! La tua amica perfetta! E che ti fa copiare i compiti! Andiamo! Dimmelo!"
Sirius si bloccò, la chiave infilata nella serratura, e fissò la rossa con uno sguardo scettico.
"Tu mi faresti copiare i compiti?" le chiese.
"Sì! Delle volte!"
"Delle volte? Farei prima a chiederli a Babbo Natale! Me li darebbe più spesso e con maggiore probabilità!"
"Non esagerare! E comunque, questo non centra. Andiamo. Dimmi che succede..."
Sirius trattenne una risata e si riconcentrò sulla porta che tentava di aprire.
Lily cercò ancora di convincerlo ma poi fu distratta dalla porta che si apriva.
Sirius le posò le mani sugli occhi e la spinse dentro.
Dopo qualche secondo le tolse e Lily poté ammirare la stanza in tutta la sua grandezza. E altezza. E larghezza.
Era enorme e piena zeppa di libri.
Libri libri libri.
Una biblioteca.
 
 
 
Ormai era pomeriggio e Lily non si era mossa da qualche ora prima dalla poltrona nella quale era sprofondata dopo un fugace pranzo, in biblioteca.
Non sentì la porta aprirsi.
Non sentì i passi per niente lievi della persona che era entrata.
Non sentì nemmeno uno sgabello cadere, urtato dall' agile figura.
Sentì solo le sue braccia fredde che l'abbracciarono all'improvviso, facendola sobbalzare e cadere il meraviglioso libro che stava leggendo.
"Lils!!"
La rossa, portandosi le mani alla gola per cercare di slegarsi dall'abbraccio dell'amica, gorgogliò qualcosa simile ad un: "Alice staccati!"
La sopracitata schizzò di fronte alla rossa e la tirò in piedi.
"Ma guardati! Guarda come sei conciata! Meno male! Meno male che sono venuta! Come facevi se no, stasera?! Scommetto che te ne sei pure dimenticata!"
Lily spalancò gli occhi.
"Oddio! La festa!"
"Tu sei pericolosa con un libro in mano!"
"Vieni Alice! Mi devi aiutare a prepararmi!"
"Lo so..."
"Andiamo!"
"Ho capito!"
E le due scomparvero dalla biblioteca, il libro che Lily stava leggendo ancora a terra.
 

 
L'anno nuovo sarebbe cominciato solo dopo due ore ma Sirius stava già dando i primi segni di cedimento mentale.
Casa Potter era interamente occupata dai Malandrini, Frank, Lily, Alice, Tonks e Annabeth.
I padroni di casa si erano dileguati alle 19 per andare a casa dei genitori di Alice.
Lily stava cercando disperatamente di insegnare a ballare il valzer a James, con penosi risultati.
Ogni tre secondi lui inciampava su di lei e la baciava.
Ovviamente per puro caso.
Frank e Annabeth se ne stavano in piedi, uno di fronte all'altra a bere qualcosa di sconosciuto da un bicchiere di vetro colorato ridendo di Sirius e Alice che si urlavano contro.
E Sirius che rispondeva a rime- letteralmente- ad un'Alice completamente infuriata è uno spettacolo imperdibile.
Remus, Ninfadora e Peter invece stavano piangendo dal tanto ridere.
Anche James che tentava invano di ballare il Valzer era uno spettacolo pazzesco.
"James, andiamo! Concentrazione!"
La musica andava a palla, Babbana, magica, di tutto e di più.
Diciamo che nonostante amasse le canzoni dei Beatles, Lily pensava che non fossero il massimo per imparare a ballare il valzer.
Comunque, la speranza è l'ultima a morire.
Un grido fece voltare Lily allarmata.
Stava per tirare fuori la bacchetta, incastrata negli stivali che tirò un respiro di sollievo.
Era solo Alice.
Che di disperava sul trucco sciolto dalla bibita tiratile in faccia da Sirius qualche secondo prima.
Sarebbe stata decisamente una lunga notte.
 
 
 
Mancavano pochi secondi alla Mezzanotte e Lily quasi si scoraggiò nel sentire che l'ebrezza che portava il nuovo anno era quasi nulla.
Era sempre stata ottimista.
Ogni anno nuovo sorrideva al destino con i suoi denti bianchi e occhi verdi speranza.
Ma in quel momento le venne voglia di afferrare quella maledetta neve che cadeva giù e farla sparire.
Perchè il suo mondo stava diventando fragile. Troppo maledettamente fragile.
Una boccia di cristallo in bilico su uno spillo.
Sobbalzò quando James le si avvicinò da dietro e la cinse con le braccia.
Il suo fiato formava delle piccole nuvolette bianche nella notte illuminata dai primi fuochi artificiali.
Erano tutti fuori sul terrazzo ad eccezione di Annabeth e Sirius.
Il ragazzo si era sentito male e Annabeth si era offerta per accompagnarlo a rimettersi in sesto.
Tralasciamo le inutili battutine di James sulla coppia chiusa in bagno.
"Pronta per i buoni propositi dell'anno nuovo?" le chiese il ragazzo.
Lily rise.
"Ammazzare quel idiota di Voldemort." sibilò tra i denti.
Sentì James irrigidirsi sulla sua schiena.
"Lily..."
"Cosa, James? Credi che non possa farcela?"
"No, affatto. Ma promettimi una cosa. Promettimi che non farai di testa tua."
"Nel senso...?"
"Nel senso che non ti sveglierai una mattina con l'intenzione di ucciderlo e te ne andrai. Così. Come ti pare. Promettimi che mi starai sempre accanto."
"Soffri di solitudine, James?"
"Non sto scherzando Lily. Prometti."
"Prometto."
Ormai le urla stavano diventando insopportabili e i botti sempre più frequenti.
"Ehi." chiamò Lily.
"Cosa?"
"Qual'era il tuo proposito di quest'anno?"
James divenne serissimo.
"Farti capire che non era solo un gioco."
Lily mancò un respiro.
"E direi che ci sono riuscito..." le disse a un soffio dal suo collo.
La rossa rabbrividì e per un attimo tutti sparirono.
E c'era solo lei.
E la sua coscienza.
Che la tormentava.
Era stata davvero così cieca?
 
 
 
Annabeth si appoggiò con le braccia conserte allo stipite della porta del bagno.
Sirius la oltrepassò ed entrò.
Stava per chiedergli se doveva andare via che la luce saltò.
Annabeth fece qualche passo verso l'interno.
"Sirius? Tutto bene?" 
Sentì la porta chiudersi e il respiro del ragazzo a qualche centimetro dalle sue labbra.
Sirius la afferrò per la vita e la spinse verso il muro.
Peccato non avesse preso bene le misure.
Annabeth andò penosamente a sbattere contro la superficie gelida.
Le sfuggì un gemito.
"Ahi."
"Scusa." le soffiò sulla bocca lui.
"Tu hai la mania del buio? Che cosa nascondi sotto la maglietta? Un terzo braccio? Un occhio al posto dell'ombelico?"
Sirius sorrise e lei poté capirlo in base al fatto che ormai le loro bocce combaciavano.
"Vuoi controllare?"
Sirius si poggiò completamente sul corpo di Annabeth, e la baciò.
Lei chiuse gli occhi istintivamente, anche se non vedeva comunque, e portò le mani sulle spalle di lui.
Stava cominciando a perdere i sensi, offuscata dal piacere.
Un botto più forte degli altri penetrò nel suo idillio e la fece sobbalzare.
Sirius le accarezzò gli avambracci, come per riscaldarla.
"Buon anno, Anna."
Lei lo baciò.
"Lo sarà sicuramente."
Forse Sirius non stava così male.
 
 
Regulus entrò nel buio della sua stanza.
Senza nemmeno accendere la luce si lasciò cadere sul letto.
I botti di Capodanno continuavano ancora a scoppiare, sempre più radi.
Era stata una delle sere peggiori della sua miserabile vita.
Un addio all'anno passato, penoso.
Tutta quella gente di sangue nobile, vestita come a un ballo dell'Ottocento, che si sorrideva gelida a vicenda.
Scalciò via le scarpe troppo strette e si tolse la camicia bianca rompendo alcuni bottoni e facendo saltare il papillon da qualche parte nella stanza buia.
Ormai mancavano pochi giorni e sarebbe rientrato a Hogwarts.
Cosa sarebbe successo?
Cosa avrebbe detto Annabeth?
Come si sarebbe comportata con lui?
Lo avrebbe deriso?
O lo avrebbe comunque rispettato?
O peggio. 
Avrebbe cercato di aiutarlo, come aveva provato alcuni mesi prima?
Rabbrividì.
Il padre della ragazza era stato tutta la sera a parlottare con Orion.
La sorellina, Valerie era bellissima.
Troppo simile alla sorella maggiore.
La stessa gentilezza, la stessa grazia, gli stessi occhi.
Il vestitino color panna che indossava la faceva sembrare più grande e i capelli erano raccolti in una complicata pettinatura sulla nuca.
Quando l'aveva vista, Regulus aveva cercato di rivivere quella sensazione che aveva provato con Annabeth.
Il sapore dolce delle sue labbra, della sua mano tra la sua, dei suoi occhi tristi e gelidi.
Per un attimo gli parve di essere ancora nel suo dormitorio, al buio, con lei che lo baciava disperatamente.
Anche se sapeva che lo aveva fatto perchè gli ricordava Sirius, non gliene importava un gran che.
Era stato lui quello che la baciava, allora.
Era stato lui quello che si era addormentato abbracciandola.
Era stato lui che l'aveva svegliata con un bacio nell'incavo del collo.
Non suo fratello.
Regulus si addormentò, consapevole che molto presto quel dormitorio non ci sarebbe più stato, distrutto dall'ira dell'Oscuro Signore.
E insieme a lui anche Sirius. E i suoi amichetti.
Regulus si addormentò con l'illusione di avere Annabeth nel letto accanto a lui.












Angolo dell'Autrice:
Lo so. 
E' più corto degli altri, e fa decisamente più schifo, ma... vi giuro mi sono impegnata. E non mi è venuto niente di meglio.
Mi sono terribilmente stancata di questa situazione,  ma... buona notizia!
Nel prossimo capitolo tornano a Hogwarts!
E non vi sarete dimenticate dei malvagi e oscuri piani di Zio Voldy...
Quindi spero con tutta me stessa di mettere un pò di azione, che non c'è da un pò.
Spero di non avervi annoiato con questo capitolo, perchè sinceramente mi sono annoiata da sola.
Vi prometto che il prossimo sarà meglio.
Grazie mille a tutti coloro che hanno recinsito (9!!! Pensavo di avervi perso tutte, mie adorate compagne di sventura!) piovra, danyazzurra (questo capitolo è ddedicato tutto a te. Poi più avanti te ne dedico uno più decente eh!) SilverRiver97, Aryelle, cristy_black, Ronnie02, kateausten, Writer96 e _Tears_.
Grazie un milione. Siete ormai ciò che mi spinge a continuare.
Grazie anche a chi leggere soltanto.
Aspetto le vostre impressioni,
un bacione!
A presto!
Alice

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Capitolo 36
*** Pericolo ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte
 

Capitolo 36

                                      Pericolo




  {Questo capitolo è tutto per Red. Il mio magnifico pennarello rosso che è stato preso in ostaggio da Trich, e che non tornerà mai più nel mio astuccio.}




 
Il rumore dei tacchi degli stivali neri di Bellatrix rimbombò per la stanza.
Voldemort se ne stava comodamente seduto sulla solita poltrona, immerso nel buio, con Nagini che gli strisciava tra i piedi.
"Signore." sibilò melliflua la giovane donna.
"Dimmi Bellatrix."
Ci fu solo un attimo di silenzio mentre lei si passava sulle labbra la punta umida della lingua.
"I ragazzini torneranno in giornata a Hogwarts. Quando avete intenzione di attaccare?"
Voldemort rise.
"Io non attacco i ragazzini, Bellatrix.  Voi, dovrete intrattenerli, mentre io mi occuperò di Silente." sorrise, al pensiero. Poi riprese. " Non voglio troppe vittime. E dovrete stare attenti ai Purosangue. Ci solo ancora alcune possibilità di ... arruolarli dalla giusta parte."
Bellatrix chinò il capo.
"Certo, mio Signore."
"Attaccheremo in settimana. State pronti."
"Come desiderate. " assecondò la donna con un cenno. Poi girò sui tacchi e se ne andò, con unico sottofondo il rumore ritmico dei suoi passi.
Voldemort si sporse verso Nagini che si strusciò felinamente  contro il padrone.
"Una settimana, Nagini. Una settimana e quel filobabbano di Silente sarà sotto il nostro potere. Una settimana. Lui e la sua scuola. È arrivato, finalmente, il momento di riportare Hogwarts al suo antico splendore, amica mia. Quello di Salazar Serpeverde."
 
 
 
Lily poggiò la borsa dei libri ai piedi del suo letto a baldacchino, con il fiatone.
Si lasciò cadere sul letto freddo, chiudendo gli occhi umidi.
Erano già passati cinque giorni.
Era tornata a Hogwarts.
E lasciare soli i suoi genitori, in tempi come quelli, era stato più difficile di quanto avesse pensato.
Aveva fatto alcuni incantesimi di protezione per tutto il quartiere, ma sapeva che non sarebbe mai stato abbastanza per fermare i Mangiamorte.
Si riscosse quando una mano fredda si poggiò sulla sua spalla.
"Tutto bene, Lily?" le chiese Annabeth.
"Certo. Sono solo stanca."
Annabeth la fissò ancora un attimo dubbiosa poi si allontanò, i libri ancora in mano, verso alla finestra.
Un piccolo gufo nero come la pece picchiettava impaziente il vetro.
La ragazza gli aprì e afferrò la lettera, porgendo al volatile un biscotto.
Annabeth borbottò qualcosa in francese che nemmeno Lily capì.
La rossa prese coraggio, facendo un respiro profondo.
Non poteva più rimandare.
"Che succede con Sirius?"
Vide l'amica irrigidirsi appena.
"Niente."
Calò il silenzio nel dormitorio.
Alice si era imboscata chissà dove con Frank -come se non avessero passato tutte le vacanze insieme...- mentre Mary era corsa in biblioteca per un super ripasso di Incantesimi, all'ultimo minuto.
"Annabeth..."
"Non ho voglia di parlarne, ok?" sbottò tesa.
"Che succede?"
Annabeth si poggiò col fondo schiena al tavolo portandosi le mani nei capelli.
"Maledizione."
Lily si allarmò, scattando in piedi.
"Che succede?!"
"Valerie. Devo andare da Valerie."
Cosa centrava sua sorella adesso? 
Annabeth non doveva mettersi ancora nei guai.
Lily fece un passo verso di lei.
"Annabeth, tuo padre..."
"Lo so! Proprio per questo! La devo liberare! Non posso permettergli di fare a Valerie le stesse cose che ha fatto a me e a mia madre."
Lily la guardava confusa.
"Cosa c'é scritto nella lettera?" 
"L'ha picchiata."
"Annabeth..."
"Devo andare, Lily. Non posso... Abbandonarla adesso. È mia sorella."
"Dove la porterai?"
"Silente mi aiuterà."
"Tuo padre si arrabbierà tantissimo. Le sei sfuggita tu, potrebbe fare qualcosa di grave se gli porti via Valerie." cercò di farla ragionare.
"Ha solo 12 anni, Lily! Solo 12! E fino a poco tempi fa, aveva me, a proteggerla!"
Afferrò con forza la lettera e si diresse verso la porta del dormitorio.
"Non seguirmi. Devo andare da Silente."
Chiuse con forza la porta dietro di se' e scese le scale.
Marciò verso il buco del ritratto, che si aprì troppo lentamente per i suoi gusti.
In un attimo si scontrò con Sirius.
"Scusa. Non ti avevo visto." disse atona.
"Ehi. Che succede?" chiese il ragazzo stupito.
"Devo parlare con Silente. Lasciami."
"Anna..."
"Lasciami!" implorò con gli occhi lucidi.
Lui la strinse di più a se'.
"Vengo con te."
Lei parve trattenersi da scacciarlo, poi sbuffò e lo tirò con se', ingoiando le lacrime.
"Muoviamoci allora."
 
 
 
Lily era ancora sconvolta per la reazione eccessiva di Annabeth quando una ragazzina bussò alla porta e le disse che James la cercava.
Scese ancora confusa le scale del dormitorio, e per poco non si accorse che James la stava abbracciando.
"Ehi, Lily. Che succede?"
"È Annabeth..."
"Cosa?"
"Non credo sia una buona idea prendere sua sorella dal padre..."
James fece una faccia stranita.
"Se quell'uomo si arrabbia più di quanto non lo sia ora, non sono molto ottimista."
"Cosa faresti tu al suo posto?" le chiese James.
Lily provò a immaginarsi nella stessa situazione, con Petunia.
Ma Petunia non l'amava più.
La odiava.
Non rispose.
"Comunque, volevo proporti di venire con me a prendere una cioccolata giù in cucina. Ho un freddo terribile..." cambiò argomento James, allegro.
Lily gli diede un bacio a fior di labbra, grata.
"Mi sembra un'ottima idea! Andiamo!"
 
 
 
"Professor Silente?"
Annabeth si sporse timidamente nell'ufficio del preside.
Se non altro Sirius era stato utile per la parola d'ordine del Gargoyle...
"Entra, Annabeth. Entra. Ti aspettavo."
"Davvero?"
"Vieni, ragazza."
Lei si rivolse a Sirius dietro di lei. "Aspettami qui."
Lui fece per ribattere ma Anna gli chiuse la porta in faccia.
"Professore."
"Siediti, Annabeth."
Lei obbedì.
"Volevo chiederle un favore."
"Credo di sapere cosa ti serve."
"Crede sul serio?"
"Sei qui per tua sorella, non è vero?"
Lei annuì.
"Sai, Annabeth. Tante, troppe persone mi chiedono aiuto. In continuazione. Ma non sempre io posso aiutarle..."
"Oh." disse delusa. "Io, non volevo..."
Silente alzò la sua mano sinistra, guardandola con quei occhi chiarissimi.
"Ma, non ho detto che non io non possa aiutarti."
Lei sorrise.
"Non ho un posto dove mandare tua sorella. Eccetto qui."
Annabeth sgranò gli occhi, stupita, felice, incredula.
"Dice davvero? È disposto ad accogliere qui, Valerie?"
"In realtà non è facile come pensi. Valerie è minorenne. E sotto la custodia del padre. Il signor McNoir potrebbe contestare e, ahimè, avrebbe ragione."
"Ma anche io sono maggiorenne, disposta ad accettare di fare le sue veci."
"Tua padre deve essere d'accordo, Annabeth. Deve firmare, accordare il trasferimento di Valerie. È la sola condizione. Poi tua sorella potrà stare dove vuoi tu."
"Professore, mio padre non accetterà mai." implorò Annabeth.
"Annabeth, sono un galantuomo. Non oserei mai di rubare una bambina a qualcuno. E anche se pensi che sia giusto quel che vuoi fare, in realtà una figlia non dovrebbe mai allontanarsi dal proprio genitore."
"Lui non è degno di essere chiamato genitore. Lo faccio per il bene di Valerie. Devo tentare."
"Buona fortuna, ragazza"
"Ne ho bisogno..." sussurrò, preparandosi per uscire.

 
 
Voldemort si girò lentamente verso i suoi Mangiamorte, Nagini che lo raggiungeva da poco più in là.
Le nuvole scure minacciavano pioggia, e il vento gelido gli scuoteva il mantello.
"Sapete cosa fare. Assicuratevi di trattenere gli studenti. Io devo raggiungere Silente. Non uccidete, a meno che non sia necessario, Purosangue. Non usate con troppa leggerezza le maledizioni, potrebbero scoprirvi più facilmente. E mi raccomando. Silente è mio."
Il massiccio numero di persone, racchiuse dentro i propri mantelli, assentirono e alcuni cominciarono a prendere le proprie maschere.
Il momento era arrivato.
Non si poteva più aspettare.
 
 
 
Lily mescolò distratta la propria cioccolata.
"...Vero?"
Si riscosse. "Cosa?"
James scosse la testa. "Ehi? Che succede? Come mai hai la testa tra le nuvole oggi?"
"Stavo ancora pensando ad Annabeth. Si sente responsabile di sua sorella, quando non dovrebbe essere così. Non è lei sua madre. Certo, volerle bene. Ma non ti sembra strano? Insomma, Valerie dovrebbe poter contare sui suoi genitori... Be' in questo caso solo il padre... Non sono capace di immaginarmi, tutta la mia vita, la mia infanzia specialmente, senza i miei genitori..."
James le prese una mano.
"Nemmeno io. Ma non tutti hanno questa fortuna."
"Certo..."
"Pensi che sia stato facile accettare la delusione, la rabbia, l'odio di Sirius verso i suoi? Mi sembrava sempre... Così dannatamente sbagliato. E quando l'ho visto, all'inizio, così timoroso persino nei confronti dei miei genitori, sapevo che assicurargli che non l'avrebbero ne' picchiato, ne' maledetto, era una causa persa. Perchè lui era cresciuto così. E dovevi vederlo. Quando a Natale, mamma e papà gli hanno regalato una mazza da Quidditch... Forse solo dopo quell'episodio si è davvero convinto che non gli avrebbero mai fatto del male..." raccontò aprendosi in un sorriso sincero alla fine.
"Perchè un genitore riesce ad arrivare ad odiare il proprio figlio? Ne saresti mai capace?" sussurrò lei.
"No. Non ne sarei mai capace."
Scese un silenzio carico di tensione.
"Io..." Lily aveva cominciato a parlare ma il rumore di un'esplosione che scosse Hogwarts fin dalle fondamenta, la fece scattere in piedi.
Afferrando James al volo, uscì di corsa dalle cucine.
 
 
 
Annabeth scese le scale, uscendo dall'ufficio del direttore.
Convincere suo padre a lasciarle Valerie. Certo. Sconfiggere Voldemort sarebbe stato più facile.
Sirius comparve da dietro il muro.
"Ehi! Come è andata?"
"Se sapevo prima che mi occorreva un'autorizzazione scritta da mio padre, non sarei mai venuta..."
"Perché?"
"Silente accetterà qui Valerie, solo se mio padre mi autorizza. Insomma deve lasciarmela..."
Sirius si rabbuiò un attimo, pensoso.
"Magari è un'idea stupida. Ma se riusciamo a prenderla, possiamo chiedere ad  Aberforth di ospitarla ad Hogsmeade con lui. Son sicuro che accetterà. Ha l'età di Ariana..."
"Non è affatto una stupida idea! Devo portarla lontana da mio padre! E in questo modo potrò anche averla vicina a me! Una volta fuori da Hogwarts la porterò con me!"
Sirius sorrise.
"Non partirai da sola, vero?"
Lei sospirò. "Sirius, non posso metterti ancora in pericolo..."
"Annabeth..."
Il pavimento tremò sotto i loro piedi e delle urla si propagarono per il castello.
"Cosa è stato?!" 
I due si guardarono allarmati negli occhi, le bacchette strette in pugno, impugnate senza accorgersene.
"Viene dai sotterranei..." constatò Sirius.
Annabeth lo afferrò con la mano libera.
"Andiamo!"
E i due scomparvero nei sotterranei, una fitta nube di polvere che li avvolgeva.
L'attacco era iniziato.








 
 
Angolo dell'Autrice
Vi avevo promesso che vi avrei fatto aspettare di meno.
E come al solito non ho mantenuto la promessa.
Questa volta sono riuscita a scriverlo abbastanza velocemente il capitolo -anche se non mi soddisfa un granché...- ma il problema è un altro.
L'insonnia mi da ispirazione.
E ho scritto una quantità di One shot, capitoli vari che sono in alto mare.
Non riesco più a pubblicare tutto quello che vorrei XD
Sotto vi lascio alcuni link delle storie che ho pubblicato al posto del capitolo, così magari mi perdonate ;)
Ok, il capitolo non è niente di che ma il prossimo vi prometto è più movimentato.
E lo pubblicherò, ve lo prometto, prima delle vacanze.
A proposito di Vacanze, mi sa che presto vi dovrò spiegare cosa ho intenzione di fare con le storie.
Al momento non so nemmeno io se continuare a singhiozzi oppure interrompere e riprendere a settembre.
Ve lo farò sapere, tranquille.
Grazie mille a tutte le recensioni danyazzurra, kateausten, Sofia_Skywalker, SilverRiver97, Aryelle, Writer96, Ronnie02, cristy_black, elecuz97 e The_Owl_99.
Grazie anche a smarties99 che sta leggendo tutta la storia dall'inizio e mi ha lasciato un sacco di recensioni in giro ;)
Grazie -visto che siamo in vena- alle 182 recensioni totali, 44 (?!? Io vi amo) preferite, 17 ricordate e 105 (*muore di infarto) seguite.
E ovviamente grazie a chi legge soltanto.
Grazie a tutti tutti tutti <3
 
 
Vi lascio come promesso i link. (:
 
Poi, presto, molto presto, vi pubblicherò una One Shot anche di Lily e James. Promesso! ;)
Parola di Scout!  
Ciao e un bacio a tutti!
Alice

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Capitolo 37
*** Per chi sto vivendo? ***


                               L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

                                                          Capitolo 37
                                                   Per chi sto vivendo?

 



 
 
                                                                                      It’s never easy to be chosen, never easy to be called  Non è mai facile essere scelta, mai facile essere chiamata
                                                                                        Standing on the frontline when the bombs start to fall  Stare in prima linea quando le bombe cominciano a cadere
                                                                          I can see the heavens but I still hear the flames Riesco a vedere il paradiso ma sento ancora le fiamme
                     Calling out my name Chiamare il mio nome
 
                                                      I can see the writing on the wall  Riesco a vederte le scritte sul muro
                                                        I can’t ignore this war  Non riesco a ignorare questa guerra
                             At the end of it all  Alla fine di tutto questo
                        Who am I living for?  Per chi sto vivendo?
 
[Katy Perry - Who am I living for?]
 




 
Annabeth si portò una mano sul viso per proteggersi dal fumo,  lasciando quella di Sirius di malavoglia.
Lì sotto non si vedeva niente.
Un polverone sempre più scuro si stava diramando sempre di più.
Tossì.
"Sirius!" 
Lui non rispose.
Non fece in tempo a preoccuparsi che un lampo di luce rossa le sfiorò il braccio.
Maledizione.
Non poteva rispondere agli incantesimi senza vedere niente.
Rischiava di colpire Sirius.
Si abbassò, la bacchetta pronta in mano.
"Annabeth!"
"Sirius!" tirò un sospiro di sollievo quando le si acquattò accanto.
"Che facciamo?" chiese.
"Sono sicuro che non sia un incidente nell'aula di pozioni. La nube è artificiale. E troppo fitta. È pericoloso combattere chiunque si trovi dall'altra parte..."
"Non c'è bisogno di combattere, mocciosi." una voce dietro di loro li fece sobbalzare.
Un uomo comparì tra la polvere scura, racchiuso in un mantello nero e nascosto dietro una maschera.
Mangiamorte.
"Come avete fatto a entrare?!" chiese allarmato Sirius.
Una luce rossa lo colpì al braccio, facendo cadere nella nube la bacchetta.
Il ragazzo ringhiò.
"Non sono affari tuoi ragazzino."
L'uomo si voltò indietro e chiamò a gran voce qualcuno.
"Sai cosa fare se non collaborano." disse ad un altro e scomparì.
Sirius si mosse per cercare la bacchetta ma non la trovava.
"Maledizione! Maledizione!" 
Annabeth evocò un patronus.
Il suo lupo di luce schiarì per un attimo intorno a loro.
"Vai da Lily! Subito! Dobbiamo avvisare Silente!"
"Expelliarmus!"
La bacchetta le volò di mano.
L'animale si dissolse nell'aria davanti a lei.
Alzò lo sguardo verso la figura che l'aveva disarmata, gli occhi infuocati di rabbia.
"Bene, bene." disse la voce, sfigurata ma leggermente femminile."Ebbene, vi mostro le vostre possibilità. Unirvi a noi o sparire."
Sirius sputò ai piedi della Magiamorte.
"Il ragazzo ha fissato la sua condatta. E tu, tesoro?" chiese rivolgendosi ad Annabeth.
"Bruciate all'inferno!" sibilò la ragazza.
Le mani della donna si congiunsero in una pallida imitazione di delusione. "Oh, che peccato.
Con uno scatto fulmineo di bacchetta i due vennero schiantati contro il muro opposto, che si aprì dietro di loro come una bolla e poi si richiuse nella posizione originale.
"Sono magnanima per il momento." disse la figura, avvicinandosi tra la nebbia e fissandoli dietro la maschera impassibile. "Murati vivi. Vi avviso. Voi potete vedere e sentire. Peccato di non potere lo stesso di chi è da questa parte del muro..." 
Con una risata sparì nel corridoio.
Sirius corse con forza verso il muro che sembrava trasparente dal suo punto di vista.
Ma era più duro di quanto pensasse.
Si accasciò a terra con un gemito di dolore.
Annabeth si alzò sulle gambe tremanti.
"Maledizione. Maledizione, maledizione!" imprecò la ragazza.
"Dobbiamo trovare un modo per uscire di qui!"
"Ho perso la bacchetta..." grugnì Sirius. "Sicura che il tuo 
Patronus..."
Lei annuì sconsolata. "Non avevo ancora finito. Mi ha disamara prima che finissi l'incantesimo..."
Sirius colpì il muro con un pugno.
E non successe niente.
 
 
 
Lily scese di corsa la rampa di scale.
Dai piani di sotto si stava diramando una strana nebbia nera.
James era dietro di lei, pronto ad attaccare.
Lily si pietrificò a un bivio.
La sua testa si voltava da una strada all'altra, sempre più velocemente.
O scendeva verso i sotterranei, fonte della nube, o all'ufficio di Silente.
Il suo cervello lavorava freneticamente per cercare la soluzione migliore.
Pensa Lily, pensa!
Solo quando James la superò e fece per avviarsi verso i sotterranei lo afferrò per un braccio.
"James... Silente..."
"Ma..."
"Dobbiamo avvisarlo!"
Il ragazzo con un gemito guardò un'ultima volta la direzione opposta.
"L'attacco è partito sicuramente da lì..." piagnucolò.
"Dobbiamo andare da Silente! Subito!"
Lily cominciò a correre verso l'ufficio del preside.
Dovevano sbrigarsi.
Anche se tentava disperatamente di convincersi che Voldemort non centrava niente con quello che stava succedendo, sapeva che la realtà era una.
I Mangiamorte erano entrati a Hogwarts.
 
 
 
Voldemort camminò indisturbato verso l'ufficio del vecchio.
Doveva sconfiggerlo.
Una volta per tutte.
Ormai mancavano pochi metri e poi tutto sarebbe stato suo.
"Fermo!"
Si voltò verso la fonte della voce.
Una ragazzina bionda gli stava di fronte, la bacchetta puntata contro di lui.
Un ragazzo la raggiunse subito dopo, di corsa, respirando affannosamente.
"Chi sei, ragazzina?" sibilò.
"Non entrerai in quell'ufficio." gli intimò, portandosi di fronte al gargoyle che proteggeva la stanza.
Voldemort si guardò attorno curioso, trattenendo una risata.
Stupida ragazza.
"Sei sei degna di usare quella bacchetta, signorina, lascia stare, non metterti in guai più grandi di te. Unisciti alla parte giusta e sarai ricompensata."
La biondina lo guardò con sfida.
"Sono già dalla parte giusta, lurido assassino!"
Un incantesimo partì dalla sua bacchetta.
Voldemort lo deviò con un semplice incantesimo scudo.
Tuttavia dovette constatare che la bambina ci sapeva fare.
"Alice!" urlò il ragazzo, qualche passo dietro di lei. "Attenta!"
Il Signore Oscuro scoppiò in una ristata.
"Signorina Alice. Mi faccia la cortesia di tornare dal suo ragazzo e non intromettersi..."
Alice lo fissò furiosa. "Mai."
"L'hai voluto tu."
Voldemort scagliò una maledizione contro la ragazza, che andò a vuoto.
Il compagno si era intromesso, proteggendola.
Quei ragazzini gli stavano dando sui nervi.
"Frank!' strillò lei.
"Andatevene se non volete fare una brutta fine, mocciosi!" gli intimò.
I due fecero partire insieme due incantesimi che lo fecero indietreggiare di qualche metro.
Poi Alice cominciò a bombardarlo di stupidi incantesimi di attacco.
"Questo! È per la mia scuola! Questo per la mia amica! Questo per mia mamma!"
Voldemort sbuffò.
Seriamente pensavano di poterlo ostacolare?
Con uno scatto fulmineo del braccio puntò la bacchetta contro la ragazza.
"Crucio!"
Questa volta Frank non poté fare niente.
Alice cadde pochi metri di fronte a lui, con un urlo agghiacciante.
"Alice!" urlò correndo verso di lei. 
Voldemort erse un muro invisibile tra i due.
Frank si disperava cercando di raggiungere la ragazza.
Il Mago Oscuro fece qualche passo verso di lei.
"Bene, Alice. Che ne dici di imparare la lezione? Crucio!"
Un altro urlo scosse il corridoio mentre la giovane si contorceva a terra.
"Basta!"
Voldemort si fermò, girandosi dietro di lui.
"Lily! Ferma!"
Bene, un'altra coppietta si imbucava alla festa.
La ragazza rossa gli lanciò un incantesimo, doveva ammetterlo abbastanza potente.
Voldemort aprì le braccia.
"Signorina...?"
"Evans. Piacere di conoscerla, Tom Riddle." Lily sibilò con rabbia devastante quelle parole.
James si chiese di cosa diamine stesse parlando.
Quello era Voldemort, per le mutande di Merlino! Non un suo compagno di classe!
"Signorina Evans, come conosce quel nome?"
"È la ragazza più intelligente della scuola." si intromise James, parandosi davanti a Lily.
"Tu devi essere il figlio di quel babbanofilo di Potter. Fatti da parte ragazzo. Siete tutti in grado di stare dalla nostra parte, no? Il vostro sangue merita giustizia."
Lily fece un passo avanti, superando James.
Intanto Frank si era precipitato su Alice, facendola alzare dolorante.
"Esatto. Rendere giustizia al mio sangue, Tom."
"Non chiamarmi così, ragazzina."
"Se no? Che mi fai?"
"Lily!" strillò Alice mentre Voldemort diceva "Crucio!"
James corse davanti a lei, prendendosi l'incantesimo in pieno.
Cedette sulle ginocchia, gemendo,  ma non urlò.
"James!"
"Bene, abbiamo un coraggioso cavaliere. Dimmi, Lily. Quel'è il tuo stato di sangue?"
"Mezzosangue"" sibilò lei trai denti.
"Bene, una Sanguesporco. E quello del signor Potter? Crucio!"
James si contorse ancora nonostante Lily avesse tentato un patetico incantesimo difensivo.
"Smettila! Lui non c'entra! Lui è... lui è Purosangue. E anche Alice e Frank! Lasciali stare!"
Voldemort sorrise compiaciuto.
"Certo. Perché tu non permetteresti mai ai tuoi amici di sacrificarsi per te..."
Patetica.
Lily fece un passo avanti a tutti, la bacchetta puntata contro di lui.
"No. Ma non posso neppure permetterti di entrare in quell'ufficio."
James l'affiancò, leggermente affaticato.
"Nemmeno io, Signore."
Alice e Frank fecero lo stesso, nonostante la bionda fosse ancora un po' pallida e sofferente.
"Credo che nessuno voglia che passi quella porta, -come hai detto che si chiama, Lily?  Gholl?" disse sarcastica Alice.
La rossa fissò negli occhi Lord Voldemort. 
"Tom. Tom Riddle."
"Smettila!" infuriò il mago, lanciando una maledizione. "Non è più il mio nome!" 
Lily urlò "Expelliarmus!"
I due incantesimi si scontrarono con un fragore assordante, illuminando il corridoio del secondo piano.
Presto gli altri tre ragazzi si unirono all'incantesimo di Lily.
Sembravano sul punto di sconfiggerlo, ma improvvisamente la maledizione del mago Oscuro esplose con forza, facendoli scontrare contro il muro dietro di loro.
Voldemort emerse tra la polvere, furioso come non mai.
Era pronto per le maniere forti.
 
 
 
Remus schiantò l'ennesimo Mangiamorte.
Si asciugò il sudore sulla fronte.
Peter era pochi metri più in là, nel corridoio del sesto piano. 
La strana nebbia scura gli arrivava ai polpacci e sembrava non voler smettere di aumentare.
Non aveva ancora visto ne' James ne' Sirius ed era estremamente impaziente.
I fedeli di Voldemort erano penetrati nel castello.
La battagli infuriava da ogni parte.
Aveva sentito che l'Oscuro Signore in persona era venuto per attaccare Silente e si augurò con tutto il cuore che non lo avesse preso di sorpresa.
Mollò un pungo a un uomo e il sangue schizzò sulla sua divisa.
"Era appena lavata, brutto maleducato!" con una ginocchiata gli colpì il ventre mentre uno schiantesimo lo finiva.
Una ragazza Corvonero gli sorrise fugace.
Remus ringraziò con un cenno, poi si precipitò verso le scale.
Conoscendo Sirius e James avrebbe scommesso che erano andati nell'occhio del ciclone. I sotterranei.
Scese di corsa tutto il castello, schiantando qualche Mangiamorte per la strada.
Quando raggiunse le fondamenta del castello la nebbia era molto più densa e gli pizzicava la gola, facendolo tossire.
Si scontrò presto con qualcuno.
Pensò un Mangiamorte.
"Te la faccio vedere io, canaglia!" urlò la voce femminile.
"Ferma Dorcas! Sono Remus!"
Appena in tempo.
Deviò l'incantesimo della nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure abbassando la testa.
"Scusami! Sto cercando di aiutare! Dove sono gli altri?!" urlò lei di rimando.
"Non riesco a trovare James e Sirius! Sospetto che siano andati nella Sala Comune dei Serpeverde!"
Si vedevano a malapena negli occhi.
"Dobbiamo prima cercare di diramare questa maledetta polvere! Non si vede niente!"
"Ottima idea, Dorcas. Ma come?!"
La nuova professoressa si allontanò un attimo.
Remus pensò di averla persa e riprese a cercare i suoi amici.
Tuttavia dopo qualche minuto la nebbia prese a diramarsi.
Dorcas lo raggiunse un attimo dopo.
"Come hai fato?!"
"Trucchi del mestier-... Ah!" 
La giovane donna cadde precipitosamente a terra.
"Dorcas!!"
"Sto bene! È solo... Una bacchetta."
La giovane la prese e la esaminò, avvicinandola a Remus.
"È quella di Sirius! Devono essere in pericolo senza le loro bacchette!" infatti Remus si chinò a prenderne un'altra. ''Non mi sembra quella di James, ma magari mi sbaglio..."
Dorcas si guardò intorno.
La nebbia era quasi del tutto sparita, ma il corridoio era vuoto.
"Qui non c'è nessuno..."
"Homenum revelio!" sussurrò Remus.  "Sono qui! Ma non li vediamo! Aiutami Dorcas! Dobbiamo trovarli. James! Sirius!"
Tastarono palmo a palmo il tratto di corridoio, urlando i loro nomi, ma niente.
"Non li avranno presi vero?" chiese preoccupato Remus.
Dorcas gli fece cenno di zittirsi.
"Senti..."
Si sentiva come un rumore di calci.
"Calci..." si espresse ad alta voce Remus.
"O pugni..." lo corresse lei.
"Seguimi."
Dorcas si avvicinò strusciando al muro.
"Questa... Questa parete... Ha qualcosa che non va in questo punto. Credo sia maledetta. Fai un passo indietro, Remus. Potrebbe essere rumoroso..."
La donna bisbigliò a mezza voce alcune parole.
Una parte  di muro poco lontana da lei esplose.
Tra la polvere si sentì tossire.
"Remus! Remus! Lo sapevo saresti venuto! Che ci avresti trovato!" tossì Sirius.
Era rannicchiato per terra, il fiato corto, forse per la mancanza di ossigeno, e stretta a lui c'era Annabeth.
"Dov'è James?!" chiese allarmato.
"Cosa? Pensavo fosse con te!"
"No!"
Un botto scosse terribilmente il castello.
"Venite! È pericoloso stare qua sotto!" urlò Dorcas.
"Dov'è James?!" chiese isterico Sirius.
"Con Lily!" Remus inorridì. "Voldemort! Sono andati da Silente! Correte!"
"Ma Remus! Remus!" urlò Sirius. "Remus! Annabeth non si muove!"
"Cosa?!"
Il gruppo si chiuse vicino alla ragazza.
Respirava debolmente.
"Portala al sicuro, Sirius! Cerca Madama Chips! Lei saprà cosa fare! Io devo cercare James!"
"Anche io! E' mio fratello!"
"Sirius! Non puoi abbandonarla!"
"Ma... James!"
"Lo trovo io! Se ci riesci, raggiungici all'ufficio di Silente!"
Remus corse via, seguito da Dorcas, lasciando Sirius da solo, con Annabeth inerme tra le braccia.

 
 
Voldemort si avvicinò ancora di qualche passo ai quattro ragazzi.
"Mi avete stufato voi quattro. Non permetterò che una banda di ragazzini rovini il mio piano. Sono abbastanza deludenti i miei seguaci, non ho bisogno di altri mocciosi."
Puntò la bacchetta contro Lily.
"Prima tu, lurida Mezzosangue." 
Lily lo sfidò con gli occhi.
James la afferrò per il polso e la tirò dietro di se', parandola col suo corpo.
"Non provare a farle del male."
"James..."
"Sei più testardo di Charlus, piccolo Potter. Dimmi come sta papà?"
James si infuriò. "Cosa gli hai fatto, lurido verme?! Cosa hai fatto a mio papà?!"
Voldemort rise.
"Oh, quello che si meritava..."
James puntò velocemente la bacchetta contro il mago e urlò "Avada Kedavra!"
Alice sobbalzò, Lily urlò il suo nome tentando di fargli abbassare la bacchetta ma non ne usci che un lieve sbuffo verde.
Voldemort rise.
"Ragazzo mio, non basta dire un incantesimo per farlo riuscire. Lo devi volere, capisci? Lo devi volere con tutto te stesso. Devi rinunciare alla parte innocente di te. Devi permettere alla rabbia di prendere il sopravvento..."
James assottigliò gli occhi.
"James. No. Non permettergli di provocarti..."
Lui si scrollò Lily di dosso e fece qualche passo verso Voldemort.
"Sei solo un uomo senza scrupoli. Debole e senza cuore. La tua vita è vuota. Vuota come il tu cuore arido di amore."
"Ragazzo hai rischiato molto dicendo queste parole. Sei fortunato che oggi mi senza particolarmente magnanimo. Avresti potuto essere ucciso per la tua insolenza..."
"Lo faccia! Mi uccida! Tanto che cosa ci perde? Valgo solo per il mio sangue, non è vero?"
Voldemort sibilò come un serpente.
"Smettila moccioso. Mi stai irritando."
"James. Smettila" lo ammonì Lily.
"Ascolta, ascolta la Sanguesporco, la tua ragazza. Lei sì che ha capito con chi ha a che fare."
"Non ti permetterò di uccidere altra gente. Meriti solo la morte lurido assassino! Expelliarmus!''
Un getto di luce rossa come il sangue uscì violenta dalla bacchetta di James ma non giunse sul destinatario.
Si scontrò con un rumore assordante contro la scia dell'incantesimo mortale di Voldemort.
James si voltò verso gli amici.
"Andatevene! Io lo trattengo!"
"No James!" urlò Lily. "Non ti lascio qui da solo. Non ora."
"Dovete andare a cercare aiuto. Chiamate l'ordine! Non lo posso trattenere a lungo!"
"James ti prego!"
"Alice! Portala via! Andate! Sbrigatevi!"
A Lily luccicarono gli occhi, ma in un moto di rabbia si passò il polso sul viso.
"No! Io sto qui! Non ti lascio!"
"Non pensare che lo faccia io, James!" si intromise Alice. 
Frank si strinse nelle spalle. "Mi sa che resto anche io."
"Abbiamo bisogno d'aiuto!"
Lily invocò la sua cerva. "Da Malocchio. Subito. Ci attaccano. C'è Voldemort. All'ufficio di silente. Veloce!"
Intanto Frank e Alice si erano uniti all'incantesimo di James.
Lily si affrettò ad imitarli.
Ma la potenza dell'Oscuro mago era troppo persino per loro quattro messi insieme.
"Non ce la faremo mai in questo modo..." disse James. "voi rimane in posizione, io mi avvicino e lo attacco in un altro punto."
Lily lo fissò allarmata.
"Vuoi proprio morire oggi?"
"Faccio veloce. Ci vediamo dopo, ok?"
Lily annuì, poco convinta.
Quando James estinse il suo incantesimo, Voldemort guadagnò terreno.
Alice, Frank e Lily si impegnarono di più.
"Buona fortuna, James." sussurrò appena Lily.
Con la coda dell'occhio lo controllò mentre si muoveva quatto verso il mago.
Poi però lo perse di vista, a causa dell'incantesimo.
Attese che la sua voce urlasse l'incantesimo ma non lo fece.
In un lampo di luce, improvvisamente i membri dell'ordine comparvero nel corridoio.
L'incantesimo di Voldemort si interruppe bruscamente.
Lily fece appena in tempo a cercare James con lo sguardo che vide il Mago Oscuro ringhiare arrabbiato e, afferrando il ragazzo prepotentemente, si smaterializzò.
Lily aprì la bocca per urlare il nome di James, mentre questo scompariva davanti ai suoi occhi, senza prima averle inviato uno sguardo fintamente rassicurante.











Angolo dell'Autrice:
Non ammazzatemi vi prego.
Anche se vi prudono le mani, controllatevi.
Volevo mettervi un'immagine tanto carina all'inizio ma il sito di Tinypic oggi ha deciso di fare sciopero.
Dopo provo l'ultima volta.
Auguratemi buona fortuna.
Comunque.
Eccomi qui.
Dai, sono stata brava stavolta.
Cattiva, ma brava.

Allora.
Questione vacanze estive: ( Dio, sono quasi arrivate!)
Le possibilità sono due, babies, che io ho già illustrato nella mia long di Percy Jackson.

1. Non interrompo ''ufficialmente'' ma non prometto che pubblicherò. Se avrò la fortuna di avere un computer a disposizione lo farò se no, ciccia per gatti.

2. Non interrompo e quando ci sarà la combinazione vincente di capitolo e wifi dei miei cugini della casa difronte la mia, ve lo pubblico ma senza editor. Non mi fa impazzire come scelta, ma ci si accontenta. Sistemerò i capitoli quando mi capita.

3. Interrompo per il periodo estivo.

I vostri colleghi della ff di Percy Jackson hanno votato la 2.
Vi lascio libertà di parola.
Votazione a maggioranza come in parlamento (Diritto mi fa male al cervello...)
Vado a riprovare tinypic.
Grazie alle recensioni (siamo diminiute babies?) danyazzurra, Aryelle, kateausten, SilverRiver97, The_Owl_99, Writer96 (ciao Donna delle rose! Non vedo l'ora sia Martedìììì!!), cristy_black, smarties99 (grazie per essere arrivata alla fine ;) 

Un bacio a tutti!
Alice


ps. Ah! Ho visto che molte di voi sono gia passate ma alla fine la One Shot di Lily e James l'ho pubblicata.
Grazie a chi ha già fatto un salto e a chi lo farà.

Mai, mai fare una scommessa con James Potter (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1086689&i=1)

pps. Nada, babies. Tinypic è KO. Ve la metto la prossima volta l'immagine :3

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Capitolo 38
*** Prigioniero ***


                               L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

                                                          Capitolo 38
                                                           Prigioniero

 


 


Riassunto dei capitoli precedenti: I Magiamorte hanno attaccato Hogwarts, poco dopo il rientro degli studenti dalle vacanze di Natale. 
Sirius e Annabeth, che erano stati intrappolati da una Mangiamorte, vengono salvati da Remus e Dorcas, anche se la ragazza è ferita. 
Alice e Frank, corsi dal preside per avvisarlo dell'attacco, si trovano a fronteggiare Voldemort, aiutati poi da Lily e James. Silente sembra non sentire nulla dal suo ufficio, poco più in là, e i ragazzi si trovano in serie difficoltà.
Grazie a un gioco di squadra e l'improvvisa apparizione dei membri dell'Ordine, riescono a sconfiggere Voldemort ma James viene rapito un attimo prima che egli scompaia, ritirando l'attacco dei Mangiamorte.



***



Lily cadde in ginocchio sul pavimento, le mani aperte contro la superficie fredda e dura del pavimento, gli occhi lucidi.
Rivide mille volte l'espressione spaventata e confusa di James.
La vide, nonostante lui avesse tentato di nascondergliela.
L'Ordine della Fenice si stava dando da fare lì intorno.
Lily urlò.
-No! No! James!
Si prese il viso tra le mani, le spalle scosse dai singhiozzi.
Non si accorse nemmeno di Remus, che accorso nel corridoio col fiatone seguito da Dorcas, l'aveva stretta e se'.
Lily nascose il viso nel petto dell'amico.
-No! No! Nooo! 
Un ululato di disperazione le morì in gola, soffocato dai singhiozzi.
-James! James!
-Lily! Calmati! Lily!
La rossa afferrò la camicia di Remus, graffiandolo, incidendogli la pelle con le unghie.
-Nooo! No!
Sentì vagamente Remus chiamare aiuto, e Dorcas raggiungerlo, chinandosi alla sua altezza.
-James! Jaaames!
Si aggrappò all'amico con tutte le sue forze, il corpo che si scuoteva, si agitava, senza sosta, a causa dei singhiozzi.
Dorcas cercò di calmarla ma nemmeno lei ebbe successo.
Lily si disperava, il viso rigato dalle lacrime e dai segni delle unghie, i capelli appiccicati alla faccia umida.
Fece passare le mani sulle spalle di Remus, e poi le congiunse dietro il collo dell'amico, buttandosi su di lui, cercando un abbraccio.
Il lupo mannaro la strinse a se', senza smettere di sussurrarle parole dolci cercando di calmarla e consolarla.
Ma Lily non smetteva di disperare.
Dorcas borbottò qualcosa a Remus che dopo aver un attimo vacillato, acconsentì.
La giovane strega sussurrò un incantesimo e dopo pochi istanti, tutti intorno a Lily divenne nero.



Sirius corse in infermeria per lasciare Annabeth, dove ansioso raccontò velocemente l'accaduto all'infermiera.
Poi si dileguò, uscendo sbattendo la porta.
Corse come un forsennato verso l'ufficio del preside.
Quando arrivò nel corridoio spalancò gli occhi alla vista di Lily, riversa nelle braccia di Remus.
Lo raggiunse correndo e vide il volto dell'amico rigato di lacrime silenziose.
-Remus! Remus!
Il ragazzo si voltò, cercando di sorridergli il volto storto in una smorfia piangente.
-Sirius...- sussurrò.
Sirius si inginocchiò accanto a Remus, fissando senza capire Lily, temendo il peggio.
-È solo addormentata. Ma...- la poca voce dell'amico ammutolì.
Il lupo mannaro strizzò gli occhi e affondò i denti nel labbro inferiore.
-James?- chiese terrorizzato Sirius.
Remus scosse lentamente la testa.
-Cosa gli è successo?!- urlò il Black. -Cosa gli hanno fatto?!
Remus sbatté gli occhi, fissi sul viso di Lily e le portò dietro l'orecchio un ciuffo di capelli ramati.
-Non c'è.- sussurrò. -Non c'è.
Sirius boccheggiò. 
Si guardò intorno.
Alice piangeva sulla spalla di Frank, entrambi sanguinanti e stravolti.
-Remus...- chiamò terrorizzato.
Ma l'amico si era chiuso in un mutismo impenetrabile.
Col fiato corto e il battito accelerato, Sirius si alzò e corse verso Alice.
-Alice!
Lei si staccò da Frank, il viso stravolto dal pianto e dalla disperazione.
Gli corse incontro e scoppiò in singhiozzi nel petto di Sirius.
Frank intanto era corso traballante da Moody.
-Alice!
Solo un pianto incontrollato usciva dalle labbra della ragazza.
-Alice! Che è successo?! Dov'è James?!
La ragazza piangeva.
Affondò le unghie nelle spalle di Sirius, urlando, impazzendo per la disperazione.
-Alice! Alice!
Sirius la prese per le spalle e le fece alzare il viso.
Lei lo guardò disperata poi con rabbia si strofinò la mano sul viso.
-Non capisci Sirius! Non capisci!
-Esatto! Non capisco! Dov'è James, Alice! DOV'È?!
-Non c'è più!! L'ha preso Voldemort!!- urlò la bionda.
Il cuore di Sirius precipitò in un baratro nero e senza fondo.
E con lui, tutto il suo essere.



James rivenne con un gemito, portandosi una mano alla base della nuca.
Un dolore allucinante gli stava spaccando la testa a metà.
Non riusciva a ricordare niente.
Il suo cervello gli inviava solo un fischio assordante che gli risuonava nelle orecchie facendolo impazzire.
Cercò di mettersi a sedere ma ricadde a ginocchioni sul duro e freddo pavimento di pietra.
Improvvisamente un odore nauseante gli invase le narici.
Storse il naso, strizzando gli occhi infastidito e cercando di capire dove fosse finito.
Un incantesimo gli si schiantò sulla schiena, aprendo uno squarcio nella divisa e sbatté la testa sul terreno.
Gemette di dolore mentre sentiva il sangue colargli lentamente dalla tempia e il dorso esplodere dal dolore.
Si girò, rotolando lentamente sulla schiena cercando con gli occhi lo sguardo del suo nemico.
Una figura nera, avvolta in un mantello color pece lo sovrastava, la bacchetta ancora tesa contro di lui.
Era chiaramente un uomo.
Dietro di lui, un'altra giovane persona, più fragile e piccola della prima.
I capelli color dell'oro era abbandonati sulla schiena e contrastavano l'oscura e gelida maschera che nascondeva i giovani tratti del viso della ragazza.
L'uomo colpì James con un altro incantesimo togliendoli il respiro per qualche secondo.
"Smettila!" disse la ragazza, aprendo una mano verso il mago, leggermente preoccupata e tesa. "Finirai per ucciderlo."
Sorpassò il Magiamorte e si avvicinò a James, accucciandosi lì vicino
"James Potter, se ci tieni alla vita ti conviene collaborare. Non tutti si fanno scrupoli a causa del tuo stato di sangue. E se non otterranno quel che vogliono, ti uccideranno."
James capì chi stava sotto quella maschera.
"Narcissa Black. Pensavo che non avresti ceduto. Pensavo che non ti saresti lasciata abbindolare da loro!" 
"Non giudicare quel che non conosci."
Narcissa si alzò e si avviò verso l'uscita, ticchettando sui tacchi e fermandosi solo quando fu quasi fuori dalla stanza.
"Rosier, non essere troppo severo. Il Signore Oscuro non ha ancora finito con lui."
Il Magiamorte si voltò verso James con un ghigno malefico stampato in viso appena la ragazza fu sparita.
Il buio era quasi insopportabile.
James non vedeva pressapoco niente se non il suo nemico e una figura scomposta riversata in un angolo della stanza.
Rabbrividì sperando che fosse solo un'allucinazione.
"Bene, bene. Oggi hanno pensato di appiopparmi tutti i Potter eh? Preparati ragazzo. Se mai sopravviverai, e lo dubito, non sarai più capace nemmeno di riconoscerti allo specchio."
Un lampo rosso schizzò fuori dalla bacchetta di Rosier e James fece appena in tempo a rotolare su se' stesso, evitando il colpo ma la sua schiena stridette di dolore.
Si avvicinò al muro e con fatica tentò di rimettersi in piedi.
Rosier scoppiò in una sonora e inquietante risata.
"Cosa pensi di fare, piccolo Potter? Di sfuggirmi? Non ti reggi nemmeno in piedi. Non farmi sprecare inutili energie...Deprimo!"
Questa volta l'incantesimo lo colpì in pieno lasciandolo ancora senza fiato e con uno squarcio sanguinante sul petto.
James cadde sulle ginocchia con un tonfo sinistro lanciando un urlo di dolore.
Risier sorrise contento.
Fece qualche passo fino a rinchiuderlo tra il muro e se' stesso.
Lo afferrò per i capelli e lo costrinse ad alzare lo sguardo.
"Il tuo papi non ha voluto collaborare ed ha fatto una brutta fine. Quindi ragazzino, non pensare nemmeno a imbrogliarmi. Dimmi dove si trova l'Ordine della Fenice e potresti avere salva la patetica vita che ti ritrovi."
James perse quel poco di colore che gli era rimasto in viso e guardò terrorizzato il suo nemico.
"Cosa avete fatto a mio padre?!" chiese col fiato corto e la voce roca. 
"Dì a mammina di non aspettarlo per cena..." lo prese in giro il Magiamorte.
James urlò di dolore e di disperazione mentre la presa di Rosier si faceva sempre più forte e prepotente.
"Dimmelo Potter. Dimmi dov'è quel maledetto Quartier Generale!" urlò l'uomo, il viso rosso per la rabbia.
"No! No! Voglio vedere mio padre!"
"E presto lo vedrai, stupido sciocco!"
Con un calcio nel ventre, Rosier lo scagliò contro il muro e urlò "L'hai voluto tu, Potter! Dimmelo!"
James scosse la testa, le lacrime di dolore e tristezza che spingevano per uscire.
"Non aprirò bocca! Non lo farò! Non tradirò i miei amici!"
"Stupido illuso! Presto, presto i tuoi amici verranno a farti compagnia! E tortureremo loro fino alla pazzia, fino alla morte se necessario!"
James urlò.
"No! No!"
Il ragazzo cercò di scagliarsi contro Rosier, ma lui erse un muro tra loro due e irato si volse verso l'uscita.
"Cambierai idea, Potter vedrai! Vedrai! Alcune ore qua dentro e ti accorgerai di quel che ti farà cambiare idea!"
La porta sbatté dietro l'uomo.
James si prese la testa tra le mani, il sangue che gli colava dappertutto e il corpo martoriato dagli incantesimi e non.
Il suo urlo angosciato rimbombò nelle viscere della sua prigione.



-Dov'è Silente, Malocchio?!- strillò Dorcas avvicinandosi al mago.
-Meadowes, Silente non è qui! 
-Come non è qui?!
-È quello che mi sto chiedendo anche io! Che dico io? Vigilanza costante! Ed ora ci sparisce il preside sotto il naso!- bofonchiò irritato.
-Ma Moody...
-Zitta! Dove sono finiti i Prewett?! Dovevano essere qui dieci minuti fa!
Dorcas rimase in piedi a guardare Alastor allontanarsi zoppicante, confusa.
Frank le si avvicinò.
-Ehm, professoressa.
-Dorcas, Frank. Chiamami Dorcas...- lo corresse lo sguardo ancora fisso su Moody.
-Ehm, sì. Bene, Dorcas. Credo che... Dovrebbe... Insomma... 
-Frank?- lo richiamò voltandosi finalmente verso di lui.
-Il suo braccio...- borbottò Paciock arrossendo.
Lei si guardò l'arto.
-Oh, che sbadata! Hai ragione! Grazie!- disse vedendo il suo braccio messo piuttosto male, sanguinante e verdognolo.
Si portò i capelli bruciacchiati dalle maledizioni e sporchi di polvere e sangue dietro l'orecchio e si curò l'arto.
Frank intanto era tornato ancora piuttosto imbarazzato verso Alice che era accasciata come una marionetta senza fili a Sirius, a sua volta imbambolato e sconvolto.
Remus era ancora inginocchiato accanto a Lily che dormiva, sussultando e gemendo di tanto intanto, la mano insanguinata della rossa stretta tra le mani del lupo mannaro.
Scorse Peter trottare verso di loro, i vestiti bruciati e fumanti, i capelli dritti non si sa se a causa dello spavento o delle maledizioni.
Il ragazzino si chinò su Lily e poco dopo stava piangendo con Remus, che evidentemente gli aveva detto di James.
Frank si passò una mano nei capelli e si mise a sedere sconvolto senza perdere di vista il gruppetto.
Erano proprio messi male.



James non si ricordava di essere svenuto eppure rivenne riverso sul pavimento sporco del suo stesso sangue e quello di chissà quali altre persone.
Gli occhi ci misero parecchio ad adattarsi al buio denso della stanza.
E ancora una volta scorse vagamente una figura accasciata in un angolo.
Era quasi sicuro che non respirava ed era un uomo.
Deglutendo sonoramente si avvicinò, gattonando e gemendo per i dolori alla schiena.
Quando fu accanto alla figura, gli occhi gli lacrimavano dal dolore.
Vide che questi indossava un lungo mantello marrone ormai ridotto a brandelli e si intravedevano ferite allucinanti e sicuramente dolorose su tutto il corpo.
James ringraziò il buio che non gli permise di vedere i dettagli.
Sarebbe svenuto dallo shock.
Fece girare l'uomo e lo mise a faccia in su.
Smise di respirare per qualche secondo.
Sbatté gli occhi sperando che fosse un'allucinazione quando lo riconobbe, aspettando che questi si dissolvesse.
Ma non accadde.
Gli occhi vitrei e senza vita di suo padre sarebbero diventati uno dei suoi incubi peggiori.



*
Scusate se interrompo il capitolo così.
Volevo solo dirvi che quando ho scritto la parte che state per leggere, stavo ascoltando una canzone che credo abbia un po' modificato il corso degli eventi. 
Che mi ha ispirata e indotta a scrivere in modo diverso.
Mi farebbe piacere condividerla con voi.
Scusate ancora.  
Alice

Hero, Enrique Iglesias 





Quando Annabeth si svegliò sentì la testa pesante e un dolore attutito al braccio destro.
Cercò di mettersi a sedere e con un gemito ricadde sul cuscino.
Scorse Sirius pochi metri più in là, seduto su una sedia scomoda, le mani abbandonate sul suo grembo e gli occhi fissi nell'aria, la mente anni luce lontana da lì.
-Sirius.- sussurrò.
Ma il ragazzo non si mosse.
-Sirius.
Annabeth si agitò sul letto e cercò di raddrizzarsi di più.
-Sirius.
Ma ancora niente.
-Black! Di grazia! Non l'ho messa qui per fissare il nulla! La signorina McNoir si è svegliata e nemmeno se ne accorge!- o riprese severa l'infermiera pasando di lì.
Solo dopo le urla di Madama Chips, il ragazzo si scosse e accorse al letto di Annabeth.
Lei gli fece un sorriso, dicendogli con gli occhi che non importava.
-Scusa.- pigolò Black. -Io...
Annabeth gli mise un dito sulle labbra. -Shh. 
Sirius chiuse gli occhi, la bocca storta in una smorfia di dolore, disperazione, come se cercasse di trattenere le lacrime e le emozioni, e lasciò che la mano della ragazza gli accarezzasse dolcemente il viso, assecondando le sue carezze.
-Non rinchiudere tutto dentro di te, Sirius.- sussurrò lei appena udibile, sistemandogli un ciuffo d'ebano dietro l'orecchio per poi avvicinarsi a far toccare le loro fronti.
Le palpebre del ragazzo ebbero un guizzo, strizzò gli occhi e dopo un secondo una sola lacrima scese calda e lenta sul suo viso.
Annabeth la baciò. 
-Viens. - disse poi, stringendolo in un abbraccio.
Sirius non sapeva il francese.
Ma aveva capito benissimo quel che Annabeth voleva dire.
Si abbandonò sul suo petto, le sue mani poggiate involontariamente una sul materasso e una sul fianco della ragazza.
Si nascose nei suoi capelli, aspirandone il profumo e cercando di calmarsi.
-Pleure, Sirius.- sussurrò lei nel suo orecchio, chiudendo gli occhi e stringendo a se' il corpo dell'amato.
Anche questa volta non fu il francese a impedire al ragazzo di capire.
Annabeth non fece domande, nemmeno quando sentì il petto di Sirius, scuotersi in singhiozzi silenziosi contro il suo.



Lily fissava fuori dalla finestra del dormitorio.
La pioggia batteva leggera contro il vetro, oscurando la vista come la mente della ragazza.
Il sul viso era perfettamente asciutto, la sua gola secca, gli occhi socchiusi.
Remus, in piedi dietro di lei, qualche passo lontano dalla sua poltrona chiuse gli occhi e fece un respiro.
Le mani di Lily erano aggrappate alla stoffa, i capelli sembravano quasi spenti e sparsi sulle sue spalle. 
La bocca chiusa, storta in una smorfia.
La mano di Remus si posò sulla sua spalla.
-Lily...
In meno di un attimo la mano della ragazza era aggrappata a quella del lupo mannaro, stingendola, aggrappandoci come se fosse un faro nella notte. La sua unica speranza.
-Lily...
Remus deglutì faticosamente, ricacciando indietro le lacrime.
-Andrà tutto bene, vedrai.- sussurrò Remus, forse più per cercare di convincere se' stesso che la rossa.
Lily annuì.
-Certo. Tutto bene.
La ragazza volse lo sguardo verso l'amico.
-Remus...- gli rivolse una muta preghiera con gli occhi.
-Sono qui.
Con un passo, il ragazzo si avvicinò di più a lei e permise a Lily di poggiare la testa sul suo petto.
-Sono qui.- ripeté, accarezzando la sua chioma rossa.
Lei annuì ancora, contro il ventre di Remus, chiudendo gli occhi.
-Ma lui dov'è, Remus? Dov'è James?
Il lupo mannaro si chinò sulla testa di Lily e le diede un dolce bacio sulla fronte, come si fa con i fratellini minori quando hanno un incubo la notte.
-Sta tornando da noi, Lily. Ne sono sicuro. Sta tornando.
Una lacrima solcò la guancia della rossa. Seguita da un'altra. E un'altra ancora. E ancora.
-È colpa mia.- disse lei, nascondendo il viso nella divisa di Remus. -È colpa mia. Io... io non dovevo! Non dovevo lasciarlo andare da solo. L'ho lasciato andare ad affrontare Voldemort da solo. Lui... lui non me l'avrebbe... mai... mai permesso.
-Shhh. No, Lily. Cosa stai dicendo?- le sussurrò Remus, accompagnando le parole con un altro piccolo bacio. -Non è colpa tua. 
Dopo fu solo pianto.



-Papààà! No! Papààà!
James si buttò sul cadavere del padre, scuotendolo e afferrandolo per le spalle. 
-Papà! Nooo! Rispondi papà!
Ma i morti non parlano. 
James poggiò le mani sulle ginocchia, lasciò cadere la testa all'indietro, lanciando uno straziante urlo di dolore.
-Papà!! 
Ogni lacrima che gli scendeva dal viso era un ricordo, un meraviglioso ricordo passato con lui.
La sua prima volta sulla scopa, quella sera che con Sirius aveva rubato le caramelle e lui lo aveva sgamato. Quando era tornato a casa saltando per la gioia dicendo al padre che aveva baciato una ragazza! Quella volta, la prima volta, che gli aveva parlato di Lily. Di come fosse diversa da tutte le altre. Quando suo papà gli aveva rivelato che ne era sicuramente innamorato. Quando avevano litigato perchè James non voleva capire che per conquistarla doveva smettere di fare il Don Giovanni e crescere. E quando era tornato a casa piangente, arrabbiato, urlando che aveva sbagliato tutto, che era tutto sbagliato. Quando aveva spalancato gli occhi e incredulo aveva ascoltato il figlio che diceva che voleva entrare a fare parte dell'Ordine. Che voleva diventare Auror, come suo papà, e non uno sciocco giocatore di Quidditch. Che avrebbe rinunciato a tutti i suoi sogni, pur di difendere Lily. La sua Lily. Era stato tanto contento quando gli aveva rivelato che si erano baciati. Che erano usciti insieme. Che lei si era divertita. Di Sirius che lo aveva preso in giro a morte. 
Suo papá. Il suo unico papà. 
Chino sul suo cadavere, James singhiozzava lacrime amare.
Il dolore delle sue ferite erano nulla in confronto alla morsa gelida del vuoto che si era formato nel suo cuore.
Il suo dolce papà. Il suo esempio. Il suo eroe. Quello a cui si era sempre ispirato.
-Papà! No! Dimmi di no! Dimmi che è uno dei tuoi stupidi scherzi! Papà!
James si rannicchiò vicino a lui, poggiando la testa contro il suo petto.
Quel petto che lo aveva sempre accolto nei momenti di difficoltà, di tristezza, e di gioia. 
Quel petto che aveva tanto preso in giro al mare, quel petto peloso.
-Papà...
Il dolore da sopportare era troppo.
La mente di James si annebbiò, i pensieri si spensero come candele in una notte ventosa, e si addormentò, il viso umido di lacrime, stretto a suo padre. 
Sperando che fosse solo un brutto sogno. 
Sperando.
Sì. Perchè la speranza, quella non deve morire mai.


I can be your hero, baby.
I can kiss away the pain. I will stand by you forever.
You can take my breath away
.



 

Angolo dell'Autrice:
LO SO, potrebbe sembrarvi un miracolo, ma è tutto vero. 
Ho aggiornato per davvero.
Uno schifo, ovviamente (devo dire che le vacanze non hanno fatto così bene come pensavo...).
Lo ammetto. 
E' stato un  parto plurigemellare piuttosto complicato.
Non... non riuscivo a continuare, a sentire i personaggi miei come di solito.
E mi sono incasinata.
Spero solo di rimprendermi nei prossimi capitoli.
Ora sono tipo stanca morta, sono tornata dall'Asia stamattina alle 6, e per il mio cervellino bacato adesso sarebbero le... 3 e mezzo di notte. 
In pratica sono 24 ore che non dormo. :)
Però sono stata brava, vi ho messo il riassunto, la canzone (ho cercato di far funzionare il link, in caso contrario ho bisogno di qualcuno che prossimamente mi illustri il procedimento. Chi si offre volontario come tributo?) e adesso vado a ripescare tutte le recensioni per avvisare dell'aggiornamento. 
Dovreste battere le mani. Anche solo tre volte e mezzo. (?)
Sarebbe appagante abbastanza.:)
Sappiate che mi avete fatta felicissima con le scorse 10 recensioni... Davvero! Siete state tutte fantastiche! 
Non sapete il bene che vi voglio. 
E di sicuro siete voi che mandate avanti questa storia. 
Un bacione a tutte, splendori.;)
A prestooo! (forse)
Ali 

 

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Capitolo 39
*** Fuga ***


L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

Capitolo 39
Fuga




Questo capitolo è dedicato tutto a voi, perché, se esistete ancora, avete aspettato ehm, 7 mesi questo aggiornamento.

 Prendetelo come un parto precoce.


*


Qualcuno si ricorda cosa è successo fino a qui? Bene, perché io ho avuto finalmente le palle di andare a rileggere. Ma sopratutto ho avuto le palle per riprendere a scrivere.

I Mangiamorte hanno attaccato Hogwarts poco dopo il rientro dalle vacanze natalizie degli studenti. 
Voldemort in persona si infiltra nel castello per raggiungere l'ufficio di Silente. 
James e Lily, aiutati da Alice e Frank, riescono a sconfiggerlo, per proteggere il loro preside -che si rivela poi assente- , ma James viene all'ultimo minuto rapito da Voldemort. 
Rinchiuso nella sua prigione viene torturato e scopre il cadavere del padre insieme a lui nella cella. 
Al castello i suoi amici sono nella disperazione più totale mentre di Silente ancora non c'è traccia. 



*


Do you feel cold and lost in desperation?
You build up hope,
But failure’s all you’ve known.
Remember all the sadness and frustration

And let it go.

{Iridescent - Linkin Park}








-Lily? Cosa stai facendo?
La rossa di immobilizzò, ferma in mezzo alla Sala Comune deserta, com'era prevedibile che fosse a quell'ora di notte -mezzanotte passata.
-Cosa ci fai vestita a quest'ora?- chiese leggermente preoccupato Sirius in piedi mezzo addormentato sulle scale del suo dormitorio.
La ragazza si volse verso di lui. 
-Devo andare a cercarlo.- rispose il tono macchiato dalla disperazione. -Non posso aspettare ancora. 
-Non sai nemmeno dove andare.- cercò di farla ragionare. 
Gli occhi di Lily si illuminarono, una scintilla spaventosamente familiare per Sirius. Sembrava quella di James, quando si preparava per combinare qualcosa. 
-Lily...
-Non mi fermare, Sirius. Non ora.
-Ti prego, ripensaci. È pericoloso. Non puoi andare là fuori, non da sola. 
Lily si limitò a fissarlo, quasi passiva, e cadde il silenzio. 
Passarono alcuni istanti prima che Sirius si decise a parlare ancora. -Dammi cinque minuti. 



-Non dovevamo andarcene? Che ci facciamo nei sotterranei?- sibilò teso Sirius. 
Lily fissava davanti a sé il buio del corridoio, rischiarato solo dalla debole luce della sua bacchetta. 
-Avevi ragione quando dicevi che non so dove andare. Ma forse so da chi farmelo dire.- sussurró Lily rallentando il passo di fronte alla parete. 
Sirius capì. Dormitori Serpeverde.
-Come facciamo a entrare? Non abbiamo la parola d'ordine.
Improvvisamente Lily afferrò Sirius per il colletto della camicia, e lo schiacciò alla parete accanto a lei. 
Sussurrò un -Nox appena udibile e il corridoio cadde della più completa oscurità. 
-Muoviti!- sussurrò una voce a pochi metri da loro. Una coppia di studenti apparentemente del quinto anno, corse nel buio fino all'entrata dei dormitori. 
-Puritas- borbottò l'altro studente infiltrandosi nella porta segreta, accedendo alla Sala Comune.
Lily si voltò verso Sirius, il fiato ancora controllato per non farsi scoprire. -Dicevi?
Sirius la fissò curioso. -Come sapevi che ...?
-Turni dei prefetti.- lo interruppe per poi scivolare nel buio fino al muro opposto. -Puritas.- ripeté. 
Entrò seguita poco dopo da un esterrefatto Sirius Black. 
La luce verde diffusa nella stanza rendeva i dormitori estremamanete minacciosi. Lily represse un brivido, voltandosi verso l'amico.
-Devo trovare Severus.- annunciò. 
Sirius si irrigidì. -Perchè?
-Lui... Me lo dirà. 
-Perchè ne sei così sicura?
Lily si zittì.
Attraversò la stanza, salendo le scale dei dormitori maschili. Sapeva dov'era la stanza di Piton. Severus l'aveva portata lì un paio di volte, quando erano ancora amici. 
Il cuore le si strinse in una morsa di tristezza solo un per attimo. Si voltò verso Sirius, ancora in basso dietro il divano della Sala Comune. 
-Aspettami qui. E non farti scoprire. Torno tra un attimo. 
-Stai attenta. 
Lei annuì. 
Prese un bel respiro e lentamente aprì la porta della stanza dei prefetti. 
Era tipico di Severus isolarsi dagli altri. Quando tutti sceglievano di rimanere coi loro compagni, sapeva che Piton non l'avrebbe fatto. Sperò con tutto il cuore di non essersi sbagliata. 
Camminò in punta di piedi fino al letto. Scostò leggermente le tende del letto a baldacchino in mezzo alla stanza. 
Sospirò quando scorse la figura spaventosamente familiare dell'ex amico, assopita sul materasso.
-Severus.- chiamò alzando leggermente il tono di voce. Si pentì subito di averlo chiamato per nome.
Il ragazzo sussultò, spalancando gli occhi nel buio. -Lily?
-Sì. 
Lui strabuzzò gli occhi. -Che ci fai qui? Perché...?
-Devi dirmi dove nascondono James.- mirò dritta al punto la ragazza.
Severus si irrigidì. -Non posso. 
-Sì che puoi. 
-No. 
-In nome dei vecchi tempi, Severus.- il suo tono era glaciale e supplicante allo stesso tempo. 
-Proprio in nome dei vecchi tempi non te lo dirò Lily.- disse duro il Serpeverde. -Nonostante quello che è successo io ti voglio ancora bene. Se te lo dicessi, ci andresti di sicuro. 
-È questo lo scopo, Severus.- calcò sul suo nome con uno strano accento, troppo rigido e freddo da come Piton lo ricordava. 
Gli venne quasi da piangere pensando a quando il suo, era l'unico nome in grado di consolarla, di farla sorridere.
-Ti ucciderebbero. E non voglio che tu muoia. 
-Io non morirò.- di innervosì Lily. -Dimmelo, Severus. 
-Non lo farò. 
La ragazza istintivamente lo colpì, tirandogli un violento schiaffo. Non aveva mai alzato le mani contro di lui, pensò Severus amareggiato.
Come potevano essere cambiate così tanto le cose tra di loro? 
-Sono a corto di pazienza, Severus.- minacciò Lily più seria che mai. -Dimmelo, farò qualsiasi cosa in cambio. Qualsiasi cosa, per salvare James. 
Le sue parole furono come pugnali nel cuore di Piton. 
Quando era successo? Come poteva essere che Lily amasse così tanto quell'essere, quel pallone gonfiato, quel...
-Non sarò io a buttarti tra le braccia della morte, Lily.- Si sarebbe rimangiato presto quelle parole. 
-Qualsiasi cosa, ho detto. Cosa vuoi Severus? Cosa vuoi in cambio?
Lui abbassò lo sguardo. Te
-L'unica cosa che vorrei, non posso più averla. 
-Dimmelo. Te la darò. 
Severus scosse la testa, alzando lo sguardo su di lei. 
Aveva ancora quelle lentiggini adorabili sulle guance, quegli occhi di quel verde straordinario, quei capelli infuocati e indomabili. 
Vide nei suoi bellissimi occhi una scintilla di rabbia repressa, di incredibile determinazione. 
Non era più una bambina. Era diventata una donna, Lily. E Severus si chiese perché non potesse essere la sua donna. La amava così tanto. 
-Lasciami stare, Lily. Torna a dormire. 
Lily si mise in ginocchio sul materasso. -Ti sto supplicando, Severus. Dimmelo. 
Lui scosse la testa. -Moriresti. 
La ragazza rise amaramente. -Non vedi? Sto già morendo. Senza di lui. Non posso vivere, senza James. Devo cercarlo, devo trovarlo. E se...- la voce le morì in gola per un attimo. -E se fosse già morto, morirei da lui. Perché non capisci Severus? Perché non mi capisci? Una volta lo facevi così bene. 
Piton non aprì bocca, limitandosi a fissarla. Ogni parola che diceva Lily, lo feriva un po' di più. 
-Ho bisogno di cercare di salvarlo, Severus. Oppure la mia vita non ha più senso. Voglio andare da James. Ti prego, Severus. 
Lily gli artigliò un polso, facendolo sussultare. 
Erano anni che non si toccavano. E la sua pelle era morbida esattamente come la ricordava. 
Il solo pensiero che Potter potesse toccarla tutte le volte che voleva, e come potesse toccarla, gli annebbiò un attimo la vista. 
-Lily...- la chiamò terrorizzato e assuefatto da quel contatto. 
-Ti scongiuro. Ti darò qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa in cambio. 
-Non morire.- sussurrò allora Severus. -Tutto quello che voglio è che tu non muoia. Anche se dovessi trovarlo senza vita. Devi tornare, viva
Lily deglutì, annuendo debolmente. -Te... Te lo prometto. 
Scese un attimo di silenzio. Lily si ritrasse, accorgendosi solo in quel momento di essere troppo vicina a Severus. 
-Dove lo nascondono, Severus? Dove?- chiese con urgenza, quasi disperata. 
-Nel Maniero dei Lestrange.- sussurrò, lo sguardo basso sul pavimento, Severus Piton. 
Lily balzò in piedi. 
-Grazie. Ti devo la vita, Severus. 
Corse verso la porta e la aprì. Prima di uscire si voltò verso il ragazzo, che la stava fissando. -Tornerò, Severus. Ma tutto sarà esattamente come prima, lo sai vero? 
Piton annuì. La testa che gli faceva troppo male per fare altro. 
La porta si chiuse e fece fatica a sentire i passi di Lily che si allontanava. Si distese sul letto. 
Come aveva fatto a caderci di nuovo?



James si alzò traballante sulle gambe. Gli faceva male tutto. 
Si impose di non urlare, di non piangere ancora quando per poco non inciampò nel corpo di suo padre. 
Si guardò intorno. La cella era completamente chiusa, fatta eccezione per una grata stretta, sul lato nord. Cercò di spaccarla, ma senza bacchetta non poteva fare niente. Quando si allontanò aveva le mani tagliate, il sangue che gli colava nei polsi. 
Sobbalzò sentendo dei passi scendere dietro la porta. Quando questa si aprì, James ringhiò. 
Narcissa Black, più pallida che mai, stava sull'uscio, rigida e seria. -Vieni. 
James corse fuori, corse nel corridoio cercando un'uscita, i polmoni che gli esplodevano per lo sforzo di muovere così velocemente le gambe. 
Improvvisamente un dolore atroce gli premette sulla schiena, facendolo cadere rovinosamente a terra. 
Narcissa dietro di lui, la bacchetta tesa davanti a lei, lo guardava con aria di rimprovero. 
-Non mi hai lasciato scelta, Potter. Ed ora seguimi. La mia non era una proposta di fuga.
James si alzò, inciampando nei suoi stessi piedi. Si strofinò la bocca con il polso, macchiandosi ancora di più di sangue. 
-Perchè sei qui, Black? Tu non sei come loro. 
Lei si voltò, rapida e minacciosa. -Stai zitto. E risparmia il fiato per il Signore Oscuro. 
James non diede segno di essere spaventato, nonostante dentro tremava. 
-Non avrete niente da me. Esattamente come non avete avuto niente da mio padre.- cercò di non far tremare la voce. 
Narcissa lo guardò impietosita. -Mi dispiace per quello che ti hanno fatto. Se ti può consolare, non avrei mai voluto che lo vedessi. 
-Menti.
Lei si strinse nelle spalle, facendo ondeggiare i capelli quasi bianchi. -Non mi cambia niente se mi credi o no, James Potter. Ma ti conviene tenermi stretta, visto che sembra che io sia l'unica ad avere un po' di pietà nei tuoi confronti.
James deglutì. 
-Non ho bisogno della tua pietà.
Ho bisogno di sapere se Lily sta bene, e basta. 
-Non ne sarai più così sicuro la prossima volta che mi vedrai, Potter.
Detto questo Narcissa spalancò una porta pesante, facendolo entrare in un salotto enorme, immerso nelle tenebre. 
In fondo, seduto su una grande sedia c'era il suo più grande terrore: Lord Voldermort. Che sorrideva freddo, il suo inseparabile serpente artigliato addosso. 
-Guarda Nagini. È arrivato. Non vedevamo l'ora, non è vero?
Il sangue di James gelò nelle sue vene. 



Moody imprecò, quasi inciampando in un arnese dell'ufficio di Silente. 
-Dove sei stato, Albus?! Dov'eri mentre la tua scuola veniva attaccata?!
Il preside si irrigidì appena. 
-A cercare, Alastor.
-Cosa esattamente?- ringhiò arrabbiato. 
-Sto cercando un modo per sconfiggere il Signore Oscuro.
L'Auror si avvicinò al professore. 
-Spero per te, Albus, che tu stia facendo progressi, perché per colpa tua adesso siamo a quota due Potter dispersi. La signora Potter sta impazzendo. I miei Auror stanno cadendo uno dopo l'altro. Voldemort si fa ogni ora più potente e non so più cosa fare per proteggerci tutti!- sputò fuori Moody. 
-Non è facile scoprire i segreti del Signore Oscuro, Alastor, lo sai bene.- disse comprensivo il preside. 
-L'unica cosa che so bene, al momento Albus, è che siamo tutti in pericolo. Che Hogwarts é stata attaccata, e questo non doveva succedere. La gente non si sente più al sicuro da nessuna parte. Voldemort sta arrivando ovunque. 
Silente sbatté le palpebre, nascondendo per meno di un secondo i suoi occhi straordinariamente azzurri sotto gli occhiali a mezzaluna. 
-Sono tempi bui questi, ma non dobbiamo perdere la speranza, Alastor. Dorcas sta facendo un buon lavoro con gli studenti dell'ultimo anno. Ci stiamo preparando tutti al peggio, e molti studenti si stanno schierando. 
Moody sospirò. -Sai chi sono i potenziali Mangiamorte, non è così Silente?
Il preside lo fissò un attimo. -Non posso cacciare nessuno dalla scuola. Finché saranno qui, Hogwarts è la loro casa. E io combatterò fino alla morte per fargli capire qual'è la cosa giusta da fare.  



La pallida luna, appena una falce, illuminava appena la Foresta Probita.
Lily si aggrappò istintivamente a Sirius, per non cadere per terra. 
-Tutto bene?- chiese teso il ragazzo.
La rossa annuì. -Sono solo inciampata. 
Sirius spaccò un ramo che impediva loro di andare avanti. Una goccia di umidità cadde sul naso di Lily. 
-Perchè proprio i Lestrange?- chiese a bassa voce la ragazza facendo irrigidire Sirius. 
-Sono sempre stati degli estremisti. Mia cugina per prima.- borbottò lui. -Non mi stupisco che sia proprio quello il loro Quartier Generale. 
-Sever- Piton- si corresse Lily. -non ha mai parlato di Quartier Generale. Gli ho solo chiesto dove si trova James. 
Sirius sospirò. -Non essere stupida, Lily. Lo sai benissimo perché hanno preso James. 
La voce le tremò. -Avrebbero voluto prendere me, non è vero? 
-No!- disse orripilato Sirius. -Perchè lo dici?!
-Perchè se James non collaborasse... 
-Non lo ucciderebbero.- La interruppe violentemente. -Non subito.
Ci furono alcuni attimi di silenzio. 
-Senti, Lily.- Sirius si fermò improvvisamente voltandosi verso la ragazza, che gli finì inevitabilmente addosso. -Oserei dire che è una fortuna che abbiano preso lui. Avranno più pazienza se non collabora. Fiduciosi di fargli cambiare idea. Se avessero preso te, ti avrebbero uccisa senza fare troppe storie dopo pochi tentativi. Per questo, noi riusciremo a salvarlo, chiaro? Abbiamo ancora tempo.
Lei annuì. 
-Andiamo. Tra poco potremo materializzarci.
Sirius riprese a camminare tra le tenebre della Foresta Proibita, precedendo Lily. 
-Sirius?
-Sì?
-Come fai a conoscere il Maniero dei Lestrange?
Il ragazzo non si voltò nemmeno, mentre le rispondeva. -Questione di alleanze di famiglia. 
Lily annuì, poi si accorse che lui non poteva vederla, girato com'era. -Capisco. 
-No, non puoi capire. Ma apprezzo lo sforzo. 
C'era una nota dolente nella voce del ragazzo, che fece stringere il cuore di Lily.
-Mi dispiace Sirius. 
Non sapeva molto del suo passato, ma abbastanza per dispiacersi. 
Lui fece spallucce. -Ormai è andata, no? Non sono più la mia famiglia. James...- deglutì un nodo di paura. -James, lo è. 
Lily lo raggiunse e poggiò una mano sul suo braccio. 
-C'è abbastanza posto nel cuore di James, per tutti e due. Sai vero, che non ti abbandonerà mai per me?
Sirius sorrise amaro. -Non sarà più la stessa cosa. Quando finirà la scuola, dovrà scegliere. Sarà obbligato a farlo. E non sceglierà me, Lily. 
La rossa fece per parlare ma lui la interruppe. 
-Possiamo materializzarci. Regitti. 
Un attimo dopo, vennero risucchiati nel vuoto. 



James aveva cercato, l'aveva fatto davvero, di non urlare, ma ormai il dolore era diventato insopportabile. 
Le maledizioni del Signore Oscuro gli stavano spaccando le ossa, una dopo l'altra, con lentezza estenuante. 
Per un attimo si chiese se anche suo padre aveva sofferto così tanto. 
-Andiamo, James.- lo canzonò Voldermort. -Dimmelo. È così facile. Un misero indirizzo, una piccola indicazione, poche flebili parole e sarai libero.
James strinse i denti. -No. 
Un lampo di irritazione passò per gli occhi serpenteschi del Mago Oscuro. 
-Ti avviso, Potter. Sto perdendo la pazienza. Crucio!
Il corpo di James fu trafitto da milioni, miliardi di pugnali. Le loro punte affilate gli penetravano la pelle fino al manico, gli sfioravano le ossa, stridendo sul loro primo strato di calcio. Il cervello gli scoppiava dal dolore. Urlò
-Quanto ancora resisterai, James?- domandò Lord Voldemort. -Sei abbastanza vicino alla pazzia?
James ringhiò. 
-Andiamo, perché li proteggi ancora? Sono spacciati. Lo sono sempre stati. Come tuo padre
L'adrenalina diede a James la forza di alzarsi e scattare verso il mago. 
-Fermo lì! Crucio!
James collassò sul pavimento con un gemito. 
-Non lo avrei ucciso, davvero. Ma non mi ha dato scelta.- sibilò mellifluo. -Ma tu non vuoi morire, vero James? Tu vuoi vivere, tornare dalla tua ragazza rossa. Lo so che lo voi. 
-Basta.- sussurrò James tappandosi disperatamente le orecchie, riverso sul pavimento viscido. -Non parlerò. Uccidimi e basta. 
-Sei stanco, James? Riusciresti questa volta a resistere a un Imperius? 
Voldermort puntò verso di lui la bacchetta. -Perchè non riproviamo? Imperio.
La mente di James si offuscò completamente. Gli sembrò di stare dentro una bolla di sapone. Una bolla d'aria. Per un attimo riuscì a non sentire il dolore. 
Dimmelo. Disse una voce nella sua testa. Dove si trova il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice?
James schiuse le labbra. 
Cosa c'era di male nel dirglielo? Era solo una stupida casa, con dentro delle stupide persone illuse di salvare il mondo.
Eppure... Doveva farlo per Lily. 
Lily doveva restare al sicuro. Lui non doveva saperlo, o Lily sarebbe stata in pericolo. 
La bolla scoppiò e il dolore lo investì violento come un treno. James sentì il fiato morirgli nei polmoni e gemette. 
-Basta!- disse una voce. -O lo ucciderai. E non otterrai ancora niente. Ti serve vivo il ragazzo. Lascialo tornare nella cella, padrone. 
Narcissa
Voldemort rise. -Ti piace il ragazzo, Narcissa? È per questo che lo stai difendendo? 
-Io...
-A chi non piace James Potter?- ridacchiò il Mago. -Su, Narcissa. Riaccompagnalo nelle sue stanze. O dovrei dire celle?
Un braccio lo tirò su con forza e lo fece appoggiare al corpo del proprietario. 
Narcissa
-Grazie.- sussurrò flebile James. 
La ragazza scosse la testa, trascinando James fuori dal salone, il pavimento imbrattato del suo sangue. 
-Non farlo. Non ringraziarmi, Potter. Non lo faccio per te. 
Avrebbe voluto dirgli -Bugiarda, ma non ce la fece. 
Si accorse vagamente di essere stato adagiato piano sul pavimento, minuti dopo. Narcissa, in ginocchio accanto a lui, aveva le mani tese sul suo corpo, la bacchetta stretta in una mano, cantilenava una strana formula. 
Sentì la pelle rimarginarsi piano e il dolore farsi più sopportabile. 
Voleva ringraziarla, ma non lo fece. Tuttavia trovò la forza per afferrarle il polso, quando ebbe finito. 
-Narcissa. 
-Non toccarmi.- sussultò lei. 
-Io...
-Non... Stai zitto. 
-Perchè lo stai facendo?- domandò cercando di aprire gli occhi e fissarla. 
Lei rimase in silenzio. -Non ti interessa. 
La ragazza si alzò, pulendosi le mani nel vestito nero. 
Aprì la porta della sua prigione e fece per uscire. Si voltò sulla soglia. 
-Non ti prometto che sopravviverai, Potter. 
-Se non dovessi farlo,- ansimò il ragazzo. -Lily...
Narcissa scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli lunghi. -Non posso. 
James sospirò, chiudendo gli occhi e abbandonando la testa all'indietro. 
Narcissa constatò che, nonostante tutto,  sembrava un Dio. 
Chiuse la porta dietro di sé e si avviò ai piani superiori.  Dove si stava andando a cacciare? 



Annabeth venne svegliata di soprassalto da alcune insistenti pressioni al braccio. 
-Annabeth! Sveglia! Annabeth! Ti prego!
Alice
-Cosa...?- domandò assonnata. -Che succede?
Alice stava piangendo. -Io... Io mi sono alzata. Dovevo solo andare in bagno e... - singhiozzò. -Ho visto il letto di Lily sfatto... In bagno non c'era nessuno. James... James non c'è. Non... Non... Dov'è finita? Annabeth!
La ragazza fece fatica a capire cosa la bionda stesse dicendo. 
-Alice? Non...
-Dov'è Lily? Dimmi che l'hai vista!
Annabeth sbatté le palpebre. -Cosa? No, io...
Alice si passò istericamente le mani nei capelli corti. -Annabeth! Dobbiamo cercarla! Prima...- singhiozzò. -Prima che sia troppo tardi! Ti prego! 
Si alzò ancora stordita dal letto, mentre Alice si precipitava giù dalle scale del dormitorio. 
Lanciò un'occhiata alla sveglia. 3.44
Si infilò velocemente la vestaglia. Uscì dal dormitorio, avviandosi verso quello dei maschi. Sirius l'avrebbe aiutata. 
Salì di corsa le scale, decisa a bussare alla porta dei Malandrini, ma la porta era già aperta. 
Allarmata entrò di corsa nella camera. 
Remus e Peter erano in piedi nel mezzo della stanza. Frank stringeva tra le braccia Alice, vicino al bagno. 
Annabeth si guardò febbrilmente intorno. 
-Dov'è Sirius? Che succede?
Remus le si avvicinò, preoccupato.-Non c'è. 
-Cosa?- la ragazza si strinse nella vestaglia, reprimendo un brivido. 
-Sirius.- ripeté urgente Remus. -Non c'è. 
Lei scosse la testa. -No, non è possibile! Ieri mi ha... mi ha accompagnata fin qui quando sono uscita dall'Infermeria. Dove... Dove è andato?
-Non lo so!- dichiarò nel panico Remus. Peter pigolò qualcosa di incomprensibile. 
-È sparita anche Lily! Dove...
Il lupo mannaro la interruppe. -Cosa? Anche Lily?
-Sì!
-No, ti prego. Dimmi che non è vero!- Remus imprecò. Annabeth non l'aveva mai sentito imprecare. -Dimmi che non sono così idioti quei due!
Il ragazzo si precipitò verso il comodino di Sirius, tirandone fuori la Mappa del Malandrino. 
La aprì, le mani che tremavano leggermente. 
-Peter! Vieni a farmi luce!
Il ragazzino saltellò verso l'amico afferrando la sua bacchetta sul comodino, e squittì un lamentoso -Lumos!
Remus sfogliò rapidamente tutta la carta, borbottando sottovoce ogni tanto imprecazioni contro gli amici e il mondo intero. 
Intanto gli altri si avvicinarono. Annabeth guardò scettica i fogli, capendoci ben poco. 
-Non ci sono!- urlò Remus, portandosi le mani piene di cicatrici tra i capelli. -Nessuno dei due. 
La Mappa cadde giù dalla scrivania, piegandosi su sé stessa. 
-Maledizione!
-Dove sono andati, Remus?!- chiese nel panico Alice. 
-Da James.- sussurrò sottovoce il lupo mannaro, sbiancando. -Non può essere altrimenti. 
Alice gemette di disperazione, Annabeth era entrata in uno stano stato di trance. Le voci dei suoi compagni le arrivavano soffuse alle orecchie o non le arrivavano affatto. 
Sirius. 
Era appena andato tutto a posto, perché doveva accadere tutto quello? Perché doveva essere sempre così cocciuto quel ragazzo? 
È il suo migliore amico. Cercò di ripetersi. 
Decisa più che mai, si girò verso l'uscita, avviandosi fuori.
Remus la afferrò per il polso. -Dove stai andando?
Aveva delle occhiaie spaventose e la pelle pallida e bluastra. Quanto tempo era che non dormiva decentemente?
-Dalla McGranitt. Subito. Magari può aiutarci.
Ma mentre camminava per i corridoi, il passo veloce come se la stesse rincorrendo l'inferno, lo sapeva. 
Sapeva che ormai era troppo tardi. 















Angolo dell'Autrice: -che, incredibile ma vero, non è morta.
Fa strano essere di nuovo qui, dopo tutti questi mesi. 
7. 7 mesi di attesa per questo capitolo assolutamente inutile.
E la cosa peggiore è che non so se è quando troverò il tempo per scriverne un'altro. 

Oggi è stata la noia a farmelo scrivere. Non so se mi recapiterà più molto spesso di annoiarmi, una volta finite le vacanze di Pasqua. 
Comunque, prendetelo come un regalo appunto, di Pasqua. :D

Se ci siete ancora, ringrazio infinitamente le 11 scorse recensioni. Mi dispiace un casino. Mi sento malissimo, perché sono stata vergognosa.
Non voglio illudevi quindi non vi dico quando tornerò, spero presto. Era una vita che non scrivevo così di Jily.
Ringrazio, anche se non lo vedrà mai, Trich che mi ha messo una assurda voglia di scrivere Jily grazie alla sua assurda idea del coso 63. :) 

Per chi volesse seguirmi da un'altra parte, ho in corso una long sui One Direction, Are you brave enough?, se potesse interessarvi. Lì non mi assento spesso. (Ho l'editor spastico e non ho le palle di mettervi il link, sorry. Se cliccate sulla mia pagina è lì, non scappa.)

Sappiate che vi voglio sempre un bene dell'anima, e che questa storia mi rimarrà sempre nel cuore, visto che è stata la prima. 
È stato un piacere tornare :) 
Spero di non sparire ancora così. 
Un bacione enorme a tutti e Buona Pasqua. :)

Alice 


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