Sulle Ali del Destino - I - La Guerra di Aberdur

di niky999
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il primo volo ***
Capitolo 3: *** Un nuovo mondo ***
Capitolo 4: *** I poteri ***
Capitolo 5: *** Dei compiti speciali ***
Capitolo 6: *** La previsione ***
Capitolo 7: *** Il Re Shandar ***
Capitolo 8: *** Misteri e preoccupazioni ***
Capitolo 9: *** La Fenice Nera ***
Capitolo 10: *** Helgrind ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


“Sulle Ali del Destino”
 
Cap.1:
Prologo


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Una nuvola velò tutto l’ambiente circostante.
Nerida, che giaceva rilassata su una lunga distesa erbosa, aprì lentamente i suoi occhi celesti, profondi e a volte misteriosi, che non lasciavano trasparire nulla di sé, tranne che la sua emotività assai dura e forte.
Un leggero venticello, sventolò i suoi lunghi e lisci capelli nero pece, che fluttuavano elegantemente assieme alla sua maglia scollata azzurra e la minigonna nera.
Poi, a poco a poco, quel batuffolo bianco si allontanò, lasciando spazio alla rischiarante luce solare, che ricopriva il suo dolce volto.
Quella fresca brezza, continuò a soffiare, facendo lievemente piegare i gambi delle azalee, degli iris, dei tulipani e dei garofani, assieme alle foglie verde brillante primaverili, che a volte si staccavano dall’albero di origine, e danzavano sospesi  a mezz’aria.
Nerida richiuse le palpebre, cercando di assaporare al meglio quel dolce tepore stagionale.
Stette lì sdraiata ancora un po’, quando altre ombre velarono i raggi del sole.
Riaprì nuovamente gli occhi, e vide un branco di draghi volare spensierato verso l’orizzonte. A quel punto si alzò lentamente, si ripulì dalla terra e dall’erba che le si era attaccata agli abiti, poi camminò in direzione del ruscello che scorreva in fondo alla pianura.
La ragazza, si rinfrescò il viso con l’acqua fredda e pura di sorgente, poi vide poco lontano, un cucciolo di drago nero che emetteva strani versi, come se stesse piangendo. Sussultò pensando a sparire, prima che la madre del volatile potesse vederla, poi però si accorse che non sarebbe tornata e decise di avvicinarsi.
Era identico a lei, con un manto lucido scuro e grandi occhi celesti spaesati, due ali che a giudicare dall’età, erano decisamente grandi, una coda terminale e delle orecchie con un udito attento. Ma aveva qualcosa in più rispetto agli altri suoi simili: possedeva una sorta di pietra azzurra al centro della fronte, un vero mistero che si sarebbe poi rivelato.
Lo prese in braccio e subito smise di lamentarsi.
“ Ehi piccolino, cosa ci fai qui? “
Il piccolo drago, fissò la quindicenne insistentemente.
“ A questo punto credo che ti terrò con me, almeno per ora … “ si limitò lei, alzandosi da terra.
“ Ti chiamerò Iron, sei d’accordo? “
“ Raaahr “ il cucciolo, come per risposta, accennò un piccolo sorriso, poi i due, si allontanarono lentamente da quel luogo grazioso e raggiunsero l’abitazione di Nerida.
Era una modesta capanna, come le altre del resto, situata al centro del villaggio, di nome “ Stone “.
Era abitato da draghi e umani, che vivevano insieme senza alcun problema. Secoli fa, le due razze combattevano una contro l’altra, ma quei brutti tempi erano cessati, e la pace si era finalmente ristabilita.
“ Ehi Ida, chi c’è al tuo fianco? “ le domandò una ragazza, con lunghi capelli biondi e lisci, raccolti in un elastico, la carnagione chiara e gli occhi celesti.
“ Oh ciao Sarah, credo che si capisca cosa sia … >> rispose con le labbra serrate.
“ Se ti giri come faccio a capirlo?? Ah ecco! È un cucciolo di drago … Ma aspetta, ho capito bene? Questo è un cucciolo di drago??? >> si spaventò Sarah, scendendo dalla sella del suo drago bianco.
“ E allora? La madre è sparita e me lo tengo >> la rassicurò lei.
“ Sparita? Come fa a sparire un drago? “ si meravigliò.
“ è sparita e basta, cosa ci posso fare? “
“ Bah, fa’ come vuoi, secondo me prima o poi sua madre verrà INFURIATA a riprendersi ciò che è suo … “ concluse, poi tornò sul suo volatile e prese il volo.
Intanto Nerida, aprì la porta di casa e fu subito sorpresa dallo sguardo incredulo della madre.
“ Cosa stai facendo, riportalo dalla sua famiglia prima che distruggano la casa! “ gridò sua madre.
“ Tranquilla, probabilmente è morta >>
“ Lo spero bene, comunque che bella sorpresa! Non ti ho mai vista al fianco di un drago, hai sempre pensato fosse inutile averne uno ma adesso hai appena deciso di prendertene cura! Sono felice di vedere che stai maturando! “ si complimentò lei, poi tornò in cucina a sistemare la stanza.
Nerida salì le scale e andò nella sua camera, poi lasciò esplorare al cucciolo il suo nuovo ambiente ma lui rimase seduto a fissarla con i suoi grandi occhi color mare.
“ Non vorrai rimanere a fissarmi tutto il tempo! “
“ Raaahr “ il cucciolo emise un debole getto di fuoco che fece comunque sobbalzare la quindicenne.
“ Cavolo, ci è mancato poco che mi incenerissi la faccia! “ esclamò lei ancora spaventata. Sarà meglio portarti fuori, prima che combini dei guai, e poi di sicuro non ti piace stare al chiuso … “ pensò, poi prese un guinzaglio e un collare bianchi, con degli zaffiri incastonati, che aveva conservato nell’attesa di ricevere un drago. Sistemò Iron e uscirono di nuovo di casa, passeggiando per il villaggio tra le facce impaurite della gente, che pensavano che di lì a poco la madre del cucciolo sarebbe arrivata.
Il draghetto tirava continuamente, con il sorriso stampato in faccia e un visetto curioso che continuava ad avvicinarsi a draghi adulti.
Era davvero attento a tutto ciò che lo circondava, ma anche un po’ goffo, dato che continuava a inciampare rotolando per terra, e a volte a calpestare la coda di un suo simile, con il pericolo che lo arrostisse.
Quel draghetto non era come gli altri, ma presto Nerida lo avrebbe scoperto. Quello era l’inizio di una vita, o per meglio dire della “ leggenda di Iron” , tramandata per secoli e secoli nelle generazioni future …
 
 
 

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Capitolo 2
*** Il primo volo ***


“Iron, The Legend”
 
Cap. 2:
Il primo volo


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I giorni passavano, e Iron cresceva sempre più a vista d’occhio.
“ I draghi si trovano in fase di crescita dopo 6 mesi … ma tu hai appena una settimana e già sei aumentato di 1 metro e mezzo ... sei strano Iron, sei molto strano. Tua madre non si è ancora fatta vedere, anche se nei primi giorni hanno degli istinti di protezione distruttivi, persino con il padre. Possiedi questa strana pietra azzurra nella fronte; mai visto dalla nascita del primo drago. Dopo una settimana sei già diventato semi-adulto … insomma sei proprio un mistero … ma mi piacciono i misteri! “ concluse lei, sorridendogli e accarezzando la sua fronte.
“ Raaaarh “ il piccolo si alzò in piedi e allargò le sue ali alla massima ampiezza, poi saltò sulla scrivania e tentò un piccolo volo. Riuscì a planare perfettamente davanti a Nerida.
“ Dimenticavo: stai anche imparando a volare, quando i draghetti normali ci riescono dopo il primo anno di vita! Però, Iron, è troppo facile planare! Prendere il volo è il passo più importante! Dai usciamo fuori, ma stavolta senza guinzaglio; dovresti aver capito che non è bene gironzolare senza ascoltare i miei ordini “si raccomandò lei, seguita dal volatile.
Fuori era pieno di gente, troppa per potersi concentrare.
E poi, la ragazza decise che nessuno avrebbe scoperto la diversità di Iron, al di fuori di lei.
Decise quindi di condurlo alla sorgente, proprio il luogo del primo incontro.
Il drago incominciò a guardarsi intorno; quel posto, per lui, era familiare.
Poi allargò di nuovo le ali e sputò un getto di fuoco.
“ Ultima stranezza: i draghi sputano fuoco a sei anni! “ ripeté lei, per niente meravigliata “ E ora, prova a sbattere le ali, più forte che puoi! Prima o poi ti troverai a qualche metro da terra, vedrai! Normalmente, si riesce a volare solo dopo il primo anno, perché è in quella fascia di età che le ali si ingrandiscono il necessario. Ma tu sei già cresciuto fin troppo, dovresti riuscirci “ spiegò lei. Poi si mise seduta e aspettò.
“ Raaaarh “ il draghetto incominciò a sbattere lentamente le ali, ma avrebbe dovuto farlo più velocemente. Tutto ciò era comprensibile: le prime volte bisogna prenderci la mano, era come un bambino che imparava a camminare.
Ma Iron, chiuse gli occhi e subito incominciò a sbatterle più rapidamente, e pian piano si alzò in volo, prima di cinque centimetri, poi di venti, di un metro, due fin quando raggiunse persino le nuvole. Quando li aprì fu preso da un attacco di panico, e incominciò a planare alla velocità di un razzo sul terreno.
Nerida, capì la situazione e cercò di prenderlo al volo. Ci riuscì, ma Iron era troppo pesante, essendo già molto cresciuto, e le fece sprofondare le mani nella terra.
“ Aaaaaaah!! “ il volatile era riuscito a spezzarle l’osso dei polsi  e delle braccia, nel vero senso della parola. Il suo cuore incominciò a battere velocemente. Sentiva il sangue pulsarle negli arti, un bruciore disumano. Cercò di togliere le mani da lì ma non ci riuscì; non riusciva più a muoverle.
“ Che male!! Iron per favore alzati! “
Il draghetto si alzò dispiaciuto e la fissò tristemente, abbassando la testa, come per scusarsi.
“ Non importa, tranquillo! Sono stata una stupida a farti provare subito, non avrei dovuto! “
Iron poggiò le ali sopra la sua schiena e la fece rotolare vicino alla testa. Poi aprì le ali e si girò a guardarla.
“ Aspetta, sei sicuro di volermi portare tu? Se succedesse un’altra volta …. “ si preoccupò Nerida, ancora dolorante.
“ Raaaaarh “
“ Ok va bene, mi fido, ma fai attenzione! “
A quel punto, riprese il volo, proprio come aveva fatto prima. Sbatté le ali e in poco tempo si ritrovò sospeso a mezz’aria. Le vertigini tornarono, ma decise di guardare avanti e mai in basso. Non voleva deludere le sue aspettative e soprattutto, desiderava che la ragazza si fidasse il più possibile di lui e delle sue capacità. Prese coraggio e si avvicinò in volo al villaggio, oltrepassando nuvole bianche e osservando sognante i branchi di draghi che volavano nel cielo ancora più in alto, con ali ancora più grandi e coraggio ancora maggiore.
Nerida non proferì parola per tutto il tempo.
Guardare il cielo e i batuffoli bianchi dalla terra era una cosa, attraversarli e toccarli un’altra.
Il mondo da lassù era molto più bello, si poteva vedere l’orizzonte e il sole tramontare dietro la città, attraversare le nuvole e sentire la dolce brezza accarezzarle i suoi dolci lineamenti del viso. Una sensazione che non si sarebbe mai potuta mettere a confronto con nulla, nemmeno la più stupenda delle cose.
Poi, il fatto di provare quella nuova esperienza assieme ad Iron, la sollecitava ancora di più.
Chiuse gli occhi e si sdraiò sul dorso del drago, proprio come quando si sdraiava sul prato. Si mise a sognare un mondo di libertà, armonia, felicità al fianco del suo ormai fedele drago. Quello sarebbe stato il suo desiderio più grande, vivere un’eternità con lui.
Poi pian piano incominciò a planare verso il villaggio e riaprì gli occhi.
Nerida scese lentamente, sotto lo sguardo incredulo di Sarah.
“ N-Nerida, q-quello non è I-Iron v-vero? “ si raccomandò lei, con gli occhi sbarrati.
“ Cosa? Lui? Iron? No ma cosa vai a pensare! Come fa a crescere così tanto in una settimana e per di più a saper già volare … ma dico, ti ha dato di volta il cervello? “ mentii lei, coprendo la pietra azzurra per non farsi scoprire.
“ Ah meno male! Mi è venuto un colpo! E allora di chi è? “ s’incuriosì lei.
“ Oh è di mia zia, me l’ha prestato per oggi … “
“ Ok ho capito! Ah, scusa mi prenderesti per favore il collare di Silver? Mi è caduto proprio lì di fianco a te “
“ Ahii “ Nerida si sporse per raccoglierlo, ma appena cercò di afferrarlo un dolore lancinante la colpì agli arti.
“ Ida che cos’hai? Ti sei per caso fatta male? “
“ Si ma non è niente, ora mi vado a fasciare le braccia e il polso … scusa ma non riesco a raccoglierlo … ora torno a casa “
“ Ok, a domani allora “
Nerida corse subito in bagno a prendere delle fasce da mettere. Poi si fece seguire da Iron in camera.
Il drago stava entrando quando si bloccò nella porta. Era diventato troppo grande!
“ Oh caspita quanto sei cresciuto! Dovresti stare in giardino, mi dispiace … ! “ disse lei, poi lo spinse fuori dalla porta e lo portò all’esterno.
“ Ecco, qui può andare! E vedi di non sbattere la testa contro il cielo! “ ironizzò Nerida sorridendogli e tirandogli una pacca sull’addome.
“ Ahiii che male dimenticavo! La prossima volta vedi di non farti venire altre vertigini!! “
“ Raaaaahr!! “


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Ringrazio di cuore, coloro che mi hanno recensito al capitolo precedente, quali:
_CrystalHika
_Sarah Bennington 
_Silver Star
E anche i lettori silenziosi *-*
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Un nuovo mondo ***


“Sulle Ali del Destino”
 
Cap. 3:
Aberdur


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La mattina successiva,quando Nerida si svegliò, vide davanti a sé due grandi occhi color mare fissarla insistentemente.
Era Iron, che sporgeva la testa dalla finestra aperta. Appena la vide sveglia, sfoggiò uno dei suoi soliti sorrisi innocenti.
“ Oh, buon giorno Iron! “ lo salutò lei, togliendosi le lenzuola, e accarezzandolo sul muso.
“ Raaaaahr! “ gli rispose lui, incominciando ad aprire le sue grandi ali e a sputare alcuni getti di fuoco per terra.
“ Ok va bene, faremo un altro giro in volo! “ lo accontentò lei, che subito si mise gli abiti adatti e corse giù per le scale.
“ Ciao mamma! “ fece lei.
“ Ciao tesoro, dove vai così di fretta? E la colazione?? “
Ma la quindicenne era già fuori a preparare la sella del drago.
“ Ecco fatto! Ora passiamo partire! “ poi salì sulla sua groppa e Iron prese immediatamente il volo, sbattendo le ali fortemente e dirigendosi di nuovo alla sorgente.
Ormai, non aveva più nessuna sensazione di vertigine. Dopo soli due voli si era già abituato a non soffrirne!
La dolce brezza, faceva sventolare di qua e di là i capelli nero pece di Nerida, completamente assorta nei suoi pensieri.
Aveva di nuovo chiuso gli occhi e si stava rilassando al massimo delle sue forze, tanto che non si accorse quasi dell’ arrivo immediato alla sorgente!
“ Oh, di già?? “ si meravigliò lei.
Poi si alzò lentamente e scese dalla sella.
“ Eccoci qua! Oggi il cielo è un po’ nuvoloso … “ notò lei, facendo una smorfia “ forse anche troppo! Credo che oggi pioverà … “ si rammaricò lei.
Non le era mai piaciuta la pioggia. Le faceva venire un enorme senso di solitudine e tristezza. Più la prima che la seconda!
Prima di tutto, amava molto svegliarsi con la rischiarante luce solare la mattina; poi durante i giorni di sole, poteva sdraiarsi come sempre lungo la pianura e assaporare un po’ il dolce tepore stagionale. Non poteva nemmeno farsi un giro in paese, o in quel caso stare alla sorgente con Iron.
Insomma, le giornata di pioggia le sembravano le lacrime del sole che non poteva risplendere a causa delle nuvole.
Questo era il suo pensiero, e come non darle torto.
Si distolse dai suoi pensieri quando Iron emise uno dei suoi soliti versi. Andò a vedere cosa stava combinando, e lo vide alle prese con una strana pietra colorata. Si avvicinò lentamente e la prese in mano. Era molto ruvida, di colore blu notte, inoltre erano incise le vaghe forme di due draghi che volavano spensierati.
La rigirò varie volte sulle mani, fissandola stranita.
Non l’aveva mai notata fino a quel momento! E dire che frequentava quel luogo da anni e anni.
A quel punto decise che sarebbe andata da nonna Olga, la “saggia” del villaggio, a chiedere spiegazioni. Era molto sapiente, tutti la consideravano “ l’ancella di Dio” perché sapeva sempre ogni cosa! Non vi fu mai una domanda a cui non seppe rispondere!
Era molto fiera e orgogliosa di possedere una parente del genere! Infatti, ogni volta che le capitava qualcosa di brutto o spiacevole, la prima a cui andava a chiedere consiglio era proprio lei, la sua adorata nonna. Aveva sempre saputo come tirarle su il morale, ed era lei che da piccola le leggeva le favole sui miti e le leggende, vale a dire sugli elfi, gli gnomi, le fate, le ninfe e tutti gli altri esseri fantastici di cui era a conoscenza.
In pratica, Olga era la sua perla di saggezza!
Mise quindi in tasca la pietra e salì di nuovo in groppa ad Iron.
Nel frattempo le nuvole si erano fatte più compatte e una lieve pioggerellina cadde gradualmente, prima poca poi enorme.
Incominciarono anche a sentirsi i rombi lontani dei tuoni!
“ Forza Iron! Facciamo in fretta! “ lo intimò lei, ormai zuppa di pioggia e sicuramente ammalata.
Durante il volo però, non si accorse che qualcosa di strano stava accadendo, vale a dire che quella pietra misteriosa, si stava pian piano illuminando nelle tasche di Nerida.
Continuarono comunque il viaggio senza problemi. Erano quasi arrivati, quando ad un certo punto la pietra si fece ancora più luminosa! Questa volta Nerida la notò, e la estrasse subito dalle tasche con aria perplessa. Subito dopo incominciò ad aprirsi qualcosa nel cielo. Si stava ingrandendo a poco a poco, era una sorta di varco al cui interno non si vedeva nulla, tranne che la completa oscurità.
Cosa stava succedendo? Cos’era quello strano varco oscuro? Come mai la pietra aveva iniziato a brillare?
Era davvero un mistero, ma Nerida sapeva che tutto ciò non prometteva nulla di buono.
Ad un certo punto quel buco nero si ingrandì ancora di più e notò che pian piano, lei e Iron stavano incominciando a sollevarsi in sua direzione. Il buco nero stava cercando di risucchiarli!!
“ Iron forza, vola verso il basso!! “ gridò in preda al panico Nerida.
“ Raaaaaaaaahr” anche il drago sembrava essere spaventato, come non lo era mai stato!
Ma la forza del varco era troppo potente!
La pietra stavolta emise un raggio luminoso enorme, poi poco dopo, il buco riuscì a risucchiarli al suo interno.
“Aaaaaaahhhhhhh!!”
“Raaaaaahhhhhhr!!”
Poi non videro più nulla.
Cos’era successo? Erano ancora vivi? Dove erano finiti?
Poco dopo Nerida sentì qualcuno che la scrollava bruscamente.
Era un drago verde, non Iron. Non lo conosceva, non l’aveva mai visto prima.
Alzò lentamente gli occhi, ancora scossa da ciò che era accaduto.
Non si ricordava nulla, tranne che un varco nero, l’aveva risucchiata assieme ad Iron.
“ Iron!!! “ gridò lei senza fiato.
“ Non ti preoccupare, sta bene” la rassicurò l’altro.
“ E dove si trova? Aspetta un secondo, ho appena sentito parlare un drago???” lo fissò sbalordita, pensando di essere diventata matta.
“ Nerida, tu sei un drago! “
“ Cosa????? “ urlò lei più sorpresa che mai.
Si guardò le braccia, erano fantastiche ali piumate. Si guardò il fondoschiena, aveva una lunga coda terminale attaccata. Si guardò i piedi, erano due zampe dotate di lunghe zanne affilate. Si guardò i capelli, non li aveva più. Possedeva piuttosto una lunga criniera che le ricadeva su metà groppa.
Aveva ragione. Era diventata un drago bianco.
“ è impossibile!! Questo … questo è un sogno! Sì, decisamente un brutto incubo! “ cercò di rassicurarsi lei.
“ No Nerida, questa è la realtà! “
“ Mi stai prendendo in giro?? Aspetta, prima fammi vedere Iron per piacere!! “ chiese lei.
“ Seguimi “
Si trovavano in un castello, così credeva. Le pareti erano tappezzate da quadri e da dipinti molto belli. Il pavimento era costituito interamente da un morbido e vellutato tappeto rosso, c’erano strane armature da tutte le parti, pozioni e libri di ogni genere, sparsi disordinatamente per il luogo. Corridoi che parevano infiniti, stanze dappertutto!
All’improvviso sentì uno strano rumore alle sue spalle.
Si voltò e vide una fatina intenta a riordinare il castello e a fare i mestieri. Poi ne vide altre e altre ancora, gnomi che aprivano le grandi porte della torre con  carriole cariche di pietre preziose, probabilmente trovate scavando nelle miniere.
“ Scusa … “
“ Haku, chiamami Haku “ lo anticipò il drago verde, senza nemmeno girarsi.
“ Ma, chi sono loro?? Credevo non esistessero creature del genere!! “ si meravigliò nuovamente lei.
“ Qui tutto è magico Nerida, non dimenticarlo. E quello che hai visto ora, non è ancora nulla … ah, vedi quei quadri laggiù? Adesso ci passiamo di fianco, salutali, sono un poco suscettibili … “ la avvisò lui.
Quando si avvicinarono, lei obbedì e li salutò. Gli altri ricambiarono il gesto, tutti tranne uno, il secondo, probabilmente leggermente sordo e la voce timida di Nerida non la sentì.
“ Ecco! Altri nuovi arrivati!! E per di più maleducati!! Non ti hanno insegnato a salutare??? “ si arrabbiò lui, tirandogli un occhiataccia.
“ Ordon, vecchio sordo rincitrullito!! Ti ha salutato eccome!! Quando ti deciderai a stirarti un po’ le orecchie? “ lo rimproverò l’altra malamente.
“ Nerida, lasciali perdere, andiamo avanti per favore! “ la incitò Haku.
Lei si limitò solo ad annuire, poi lo seguì in una stanza piena di ninfe. Possedevano tutte uno strano camice e in mano tenevano delle valigette con su il segno di un + rosso. Chiaro simbolo di assistenza di soccorso ai malati.
Si preoccupò un poco, sapendo che Iron si trovava proprio nella stanza di pronto soccorso!
Ma non ce n’era il motivo:
“ Oh, non ti preoccupare! Non sta male, l’hanno solo portato qui le ninfe per accertarsi che stesse bene. Non potevamo lasciarlo lì solo, così lo hanno momentaneamente lasciato qui fino al risveglio. Ma guarda, sta aprendo gli occhi proprio ora!! “ lo avvisò Haku sorridendole.
“ Iron!!! “
I suoi soliti grandi occhi color dell’oceano, si aprirono lentamente, ma diventarono immediatamente vispi e allegri quando videro Nerida.
A dir la verità, Iron non sapeva chi fosse quella bella draghetta bianca davanti a lui, ma aveva la sensazione di conoscere bene quegli occhi celesti profondi.
“ Iron!! Sono io, Nerida!! “
“ N-Nerida? Dove siamo? Padrona, cos’era quel grande buco nero?? “ fece lui spaesato, guardandosi intorno.
La draga fece un piccolo sospiro:
“ Prima di tutto chiamami Nerida! Secondo, questo me lo chiedo anche io … “ rispose lei pensierosa.
“ Ma che posto è mai questo? Chi siete voi? Perché siamo finiti qui??” domandò lui perplesso.
“ Vi trovate al castello reale della valle di Aberdur! Certe volte ci sono nuovi arrivati … ma nessuno ha mai saputo perché i vostri evocatori lo hanno deciso … è un mistero! “ spiegò Haku chiaramente.
“ Aspetta, ma chi sarebbero gli ‘Evocatori’? “ chiese il drago nero.
“ Sono generalmente pietre raffiguranti immagini incise, che decidono liberamente di apparire a chi desiderano e di trasportarli nel nostro mondo … un motivo alla base c’è, ma nessuno lo ha mai scoperto “ li informò lui.
“ E il vostro mondo? Parlacene un po’! “ s’incuriosì la draghetta.
“ Ve lo farò spiegare da Xanu, il nostro stregone-bibliotecario! Chiedetegli tutto ciò che non vi è chiaro, qualunque cosa! E vi darà risposta “si soffermò un secondo“ Maja, accompagnali subito da Xanu per favore! “ ordinò lui.
Subito dopo giunse una piccola e simpatica volpe, dal manto bianco-rossiccio.
“ Beh, seguitemi! “ li incitò lei sfoggiando un bellissimo e sincero sorriso.


Ringrazio di cuore, coloro che mi hanno recensito nel capitolo precedente, quali:
_CrystalHika
_Silver Star

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Capitolo 4
*** I poteri ***


“Sulle Ali del Destino”
 
Cap. 4:
I poteri


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“ Maja … qui tutto è magico. Perciò tu, quali diverse qualità possiedi? “ s’incuriosì Iron.
“ Posso diventare invisibile e quindi attraversare tutto ciò che mi pare, guardate! “ rispose la volpe, poi all’improvviso, scomparve dalla loro vista.
“ Wao!! “ esclamò Nerida stupefatta.
“ Voilà, rieccomi. Ora però facciamo in fretta, Xanu vi starà aspettando “ li incitò lei, riprendendo il passo.
“ E come fa a sapere che stiamo andando da lui?? “
“ Lui sa tutto, non lo dimenticate! “
Poi, dopo aver attraversato altri due corridoi, Maja entrò dalla porta socchiusa di una stanza, che doveva essere una biblioteca a tutti gli effetti.
Libri e pozioni erano sparsi ovunque, le librerie erano enormi. Una parete verde prato attraversava tutto il perimetro del luogo e graziose piastrelle, abbellivano il locale con un tocco di eleganza. 
Al centro della stanza, vi era una tartaruga apparentemente molto anziana, che indossava un paio di occhiali intento a sfogliare un libro impolverato.
“ Nerida, Iron, accomodatevi pure “ li incitò Xanu.
“ Vi lascio soli! “ fece Maja, uscendo dalla stanza.
“ Allora miei piccoli draghi “ si soffermò un attimo “ forse tanto piccoli non direi “ aggiunse, fissando il drago nero “ comunque, siete arrivati qui da poco, perciò è normale che vogliate sapere tutto ciò che accade in questo regno e che siate molto spaesati! “ ipotizzò lui.
“ Sì è così “ rispose Nerida annuendo.
“ Bene, allora partiremo dall’inizio. Questa è la valle di Aberdur, e come voi già sapete, nulla qui è normale! Ci sono creature mistiche, ma anche di aspetto normale. Quest’ultimi, possiedono comunque almeno qualcosa di diverso dalla norma, come avrete potuto riscontrare con Maja! “
“ Già, può diventare invisibile! “ commentò Iron.
“ Ebbene, voi sembrerete draghi apparentemente normali, ma non lo siete affatto “ spiegò lui, corrugando la fronte.
“ Xanu, questo vuol dire che … anche noi possediamo poteri magici?”
“ Certo, qui tutto è magico! “ ripeté, sorridendo.
“ E quali sarebbero?? “ s’incuriosirono i due, alzandosi da terra.
“ Nerida, tu hai la capacità di variare la tua forma! Ad esempio, prima di arrivare qui tu eri un’umana e ora sei diventata una draga, ma potrai ritornarlo quando vorrai! Ogni volta in ogni momento, tu potrai diventare ciò che ti pare “
“ Davvero??? E come faccio a variarmi? “ s’incuriosì lei facendo un sorriso a trentadue denti.
“ Ti basta solo pensare intensamente al tuo essere … e riaprendo gli occhi lo diventerai “ spiegò lui ricambiando il sorriso.
“ Perciò, è per questo che sono diventata una draga raggiungendo questo mondo! Io in quel momento pensavo ad Iron, e quando sono arrivata qui, con i miei poteri sono riuscita a trasformarmi! “ dedusse lei brillantemente.
“ Esatto, proprio così “
Subito dopo le spiegazioni, Nerida volle mettere alla prova le sue capacità. Incominciò a pensare intensamente a Maja, e quando riaprì gli occhi subito divenne proprio identica a lei!
“ Brava Nerida, hai compreso perfettamente! “ si meravigliò Xanu, poi passò a fissare Iron.
“ E ora tocca a te Iron. Tu possiedi la capacità di … di … “ si soffermò un secondo, poi sbarrò completamente gli occhi.
“ Incredibile, non riesco a leggerti! “ si meravigliò Xanu, rimanendo a bocca aperta.
“ Come non riesce a leggermi! È impossibile, come fa a non riuscirci” si domandò lui perplesso.
“ Non lo so, francamente non riesco a capire … è formidabile! In 793 anni non mi era mai capitato! “ fece lui con tono incredulo.
“ Come? Ho capito bene?? 793 anni?? “ s’intromise la volpe.
“ Proprio così. Dovete sapere che io presagisco parzialmente il futuro e riesco perfino a farne parte eternamente! “ spiegò, fiero e orgoglioso di sé “ E comunque Iron, sei strano … hai qualcosa di speciale e per la prima volta in tutta la mia vita mi trovo davanti ad un dilemma a dir poco irrisolvibile! “
“ Glielo dico sempre anche io che è strano! È cresciuto molto prima del previsto, sa già volare e sputa fuoco. Tutto questo dopo sole 2 settimane “ commentò Nerida.
“ Formidabile! Credo che ti terrò d’occhio …“ affermò lui, alzandosi in piedi “ beh, avete domande? “
“ Io sì, una! Dove dormiremo sta notte? “ s’informò Iron un po’ assonnato.
“ Dormirete nella vostra apposita stanza. Al quarto piano ci sono tutte le camere da letto! Aspettate, provvedo ad assegnarvene una “ rispose Xanu, poi sfogliò attentamente un fascicolo.
“ Andrete nella stanza numero 29. In ogni camera ci sono almeno cinque magici … “
“ Magici? E cosa sarebbero? “ lo interruppe Nerida.
“ Oh, che sbadato! I magici siete voi, per Nerida è come dire persone, per te Iron è come dire draghi! È la stessa cosa, ma qui tutti vengono generalmente nominati in questo modo. Quindi, stavo dicendo: in ogni camera ci sono almeno cinque magici, perciò voi sarete con … oh, aspettate. Haku mi sta dicendo che lui e Maja vogliono venire in stanza con voi! Sapete, lui sa inviare i propri pensieri e leggere quelli degli altri … “
“ Ah, benissimo! Sarò felicissima di condividere la stanza con loro! “ affermò Nerida, seguita da Iron che si limitò ad annuire.
“ Quindi, aspettate che lo scrivo: Nerida, Iron, Haku, Maja, e poi avrete kimi! Bene, per oggi può bastare! “ disse Xanu, richiudendo il fascicolo.
“ Uff, che stanchezza … “ si lamentò Iron.
“ Andate a dormire, è molto tardi. Ricordate: la vostra stanza è al quarto piano, chiedete a Kimi, fra 13 secondi passerà qui davanti! È un’elfa, una delle poche, non potete sbagliare! “ li informò lui, poi li salutò, spense la luce e si ritirò nel guscio.
“ Uhm … un’ elfa, voglio esserlo anche io! “ pensò Nerida, e dopo poco tempo si trasformò.
Era uguale identica come quando era umana, tranne che per le lunghe orecchie appuntite, il naso dritto e un po’ schiacciato, gli occhi a mandorla e un fantastico vestito fatto di foglie. Dietro alla schiena portava un arco e delle frecce.
Era bellissima!! Iron arrossì un poco, ma non lo fece notare.
Successivamente uscirono dal locale e sentirono dei passi in fondo al corridoio. Sbucò una ragazza dai capelli biondi e dalle iridi smeraldo, con le stesse identiche caratteristiche di Nerida.
Era proprio Kimi!
“ Kimi giusto? “
“ Oh, sì sono io! E voi siete? “
“ I tuoi nuovi compagni di stanza, Nerida e Iron. Ci troveremo nella stanza numero 29, assieme Haku e Maja! “ la informò Iron.
“ Oh bene! Beh, stavo giusto andando a dormire, andiamo al quarto piano”
“ Scusa ma dov’è l’ascensore? “ Nerida lo cercava con lo sguardo ma proprio non lo vedeva. Poi ricordò le parole di Haku:  Qui tutto è magico Nerida, non dimenticarlo! Infatti arrivati, Kimi spiegò:
“ l’ascensore, non esiste, basta solo pronunciare il piano e subito vieni teletrasportata! “ spiegò lei sorridendo.
“ Incredibile …! “ Iron rimase a bocca aperta.
“ Quarto piano! “ Kimi pronunciò quella frase, e subito scomparve lasciando dietro sé una polverina verdognola.
“ Forza Nerida, anche noi. Quarto piano! “ e immediatamente anche loro apparvero dove desideravano.
“ Venite, la nostra stanza è di qua! “ gridò lei dal fondo del corridoio.
L’elfa e il drago la seguirono impazienti di vedere la propria stanza ; era l’ultima del piano.
“ Eccoci qua! “
Quando aprì la porta, entrambi rimasero senza fiato.
Era enorme, più grande della casa di Nerida, che era una bella e ricca villa. In confronto, la loro camera era grandissima!
Il pavimento era ricoperto da un lungo tappeto blu soffice e morbido. Le pareti erano scure, sul soffitto dominavano le immagini delle stelle dipinte. L’ideale per addormentarsi tranquillamente.
C’erano cinque letti a baldacchino e cinque scrivanie del medesimo colore, più un televisore al plasma che riempiva quasi tutto il perimetro della parete! C’era una cucina, un bagno e un salotto tutti apposta per una sola stanza. Era incredibile!
“ Wow, è gigantesca!! Ma dall’esterno, le stanze sembrano tutte così appiccicate … “ pensò Iron.
“ Magia! Qui nulla … “
“ è normale, lo sappiamo “ commentò Nerida sorridendo, stufa di sentirselo dire.
“ Beh, Haku e Maja sono arrivati, eccoli! “ li indicò Kimi.
“ Nerida, Iron! Che bello stare nella stessa camera. Andiamo a dormire? “ propose Haku assonnato.
“ Sì, sono sfinita “ commentò Maja sdraiandosi sul suo letto, e così tutti la imitarono. Si coricarono emettendo un grande sospiro, poi Iron, ruppe i silenzio che si era venuto a creare.
“ Kimi, tu che poteri hai? “ s’incuriosì lui.
“ Posso regolare gli elementi a mio piacimento, ad esempio creare un vortice, un tornado, uno tsunami, un incendio, quello che voglio” spiegò lei sorridendo.
“ Per favore, ho sonno … “ Maja emise una voce soffocata.
“ Eh va bene brontolona, ora si dorme “ concluse Haku.


 Ringrazio di cuore Silver Star, per avermi recensita al capitolo precedente!

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Capitolo 5
*** Dei compiti speciali ***




Capitolo 5:

Dei compiti speciali


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“ Nerida … “
Sentii una voce soffocata.
“ Nerida! “
“ Chi mi chiama? Cosa succede? “ mi svegliai di colpo completamente sudata.
“ Forza muoviti! Svegliati è tardi! “ mi richiamò una volpe, graffiandomi di continuo.
“ Ahi, non c’è bisogno di fare così! “ mi lamentai dolorante e piena di graffi.
“ Non ti decidevi ad aprire gli occhi, ti avrò chiamata almeno cento volte! E ora veloce che ho fame … “ spiegò Maja, saltando giù dal mio letto. Poi si sentì il brontolio del mio stomaco.
“ Uff, che male. Andiamo dai “ A quel punto mi tolsi le coperte, aprii la finestra delicatamente e come facevo sempre, mi affacciai a respirare a pieni polmoni l’aria fresca mattutina.
Mi misi a fissare il cielo: era privo di nuvole e il sole splendeva debolmente illuminando parzialmente tutta la valle.
Soffiava un leggero venticello, ma di quelli gradevoli né caldi, né freddi che ti accarezzano la pelle in modo lieve.
Vidi in paese numerose creature mistiche passeggiare allegramente, bancarelle e mercatini già aperti e uno strano profumo dolciastro impregnare l’aria.
Il mio mondo mi mancava, questo era sicuro ma in fondo, vivere lì in quella valle non era affatto male, anzi sembrava di fare parte di una vera e propria favola.
A volte mi chiedevo perché il destino mi aveva portato fin lì, mi chiedevo come mai in quello stesso istante mi trovavo in un altro mondo a causa di una semplice pietra, mi chiedevo perché il fato avesse deciso tutto ciò.
Ma le risposte sembravano nascondersi sempre di più.
Ancora non avevo compreso a pieno cosa mi era successo.
In un certo senso ero rimasta ancora scioccata dall’accaduto. Quello mi sembrava solo un sogno, piacevole da una parte, sgradevole dall’altra ma in fin dei conti una bella avventura ed esperienza, di certo da appuntare sul diario della mia memoria.
Ma, perché ho usato il termine avventura?
Il motivo, ora che ci penso proprio non lo so. So solo di avere la sensazione che gli evocatori, abbiano in serbo per noi qualcosa di speciale, e forse appunto una bella avventura, ma credo non molto facile, piena di difficoltà e coraggio.
Un’avventura da affrontare solo con il cuore e la forza d’animo, che ci porterà poi ad un mondo di pace e serenità.
Questa era la gradevole fiaba che si era costruita nella mia mente.
Tutto però era troppo irreale. Ancora adesso, parlare di favole e di fiabe mi crea un certo effetto … Ancora non avevo compreso a pieno che quella era la realtà, e avrei dovuto accettarla comunque le cose fossero andate.
Poi, un altro brontolio di stomaco mi distolse dai miei pensieri.
Andai di corsa in cucina a prepararmi una bella tazza di latte caldo.
Vidi che Maja, Kimi, Haku e Iron stavano già facendo colazione. Li salutai con un cenno della mano, e loro mi risposero con un semplice sorriso. Poi, dopo che tutto fu pronto, mi aggregai al gruppo e bevvi in un solo sorso tutto il latte.
Era delizioso! Non sapevo da dove provenisse, ma di certo era una bontà fuori dalla norma.
“ è il latte delle migliori mucche della valle “ mi informò Haku, leggendomi nella mente.
“ Davvero squisito! “ commentò Iron, assumendo un’espressione paradisiaca.
“ Già, puoi ben dirlo! “ concordò Kimi.
“ Scusa Haku, ma tu da quanti anni ti trovi qui? “ s’incuriosì Iron bevendo l’ultimo sorso di latte.
“Sono stato evocato come voi, ma ai miei primi anni di nascita“ rispose lui sorridendogli.
“Nel caso vi interessasse, anche io sono stata evocata quasi subito “ aggiunse Maja.
“ E tu Kimi? “
“Io sono arrivata qui una settimana prima di voi “ rispose lei, dal fondo della stanza.
“ Davvero? Beh, allora sei una novellina come noi! “ sorrise Nerida, poi insieme agli altri si alzò e andarono nel salone.
“ Bene, Iron e Nerida, dovete sapere che per ogni stanza viene scelto un dittatore, ovvero colui che informerà del programma giornaliero. Il dittatore qui sono io, perciò ogni giorno alle nove in punto ci riuniremo qui per stabilire tutto. Quindi oggi, Kimi andrà come sempre a dare una mano a Campo Flores. Vi informo che ogni elfo, ha il compito di occuparsi di tutti i fiori e di tutte le piante di un campo preciso. Ma come sempre, nulla è normale! Qui i vegetali sono molto più grandi di noi! Perciò il lavoro risulta più difficile ed è necessario che tutta la loro razza realizzi un solo e unico compito: quello di occuparsene! “ spiegò solenne Haku.
“ Wow! La magia è proprio dappertutto! “ si meravigliarono i due novellini sbarrando gli occhi.
“ Maja, anche tu come in questi ultimi giorni, farai la sentinella! Le sentinelle sono coloro che si occupano di sorvegliare tutto ciò che si trova in questa valle!
Dovete sapere che qui in questo regno, il male non può mancare. Molto spesso vengono inviate spie dal nemico e tutti quelli che appartengono alla razza di Maja, dette Volpi Caie, hanno il compito di contrastarle!
Sono molto importanti, per questo la loro dinastia si sta moltiplicando sempre più! “ spiegò lui con aria da saggio.
“ Che grande responsabilità! “
“ Puoi dirlo forte! Se non ci accorgiamo di una spia ne passiamo di brutte …! “ esclamò Maja pensierosa.
“ Poi c’è il compito di noi draghi, o forse è meglio dire i compiti “ continuò Haku, riferendosi soprattutto ad Iron.
“ Possiamo fungere da messaggeri reali, da guerrieri in caso di battaglie, siamo la dinastia più antica e quindi possiamo raccontare tutta la storia di questo mondo dall’inizio alla fine. Io ad esempio, ho il compito di tutelare il nostro re, di fargli da messaggere e da consigliere. Ho delle cariche molto importanti! “ si vantò lui con superiorità.
“ Cosa??? Ho capito bene? Qui regna un re? “ spalancò la bocca Nerida, sorpresa.
“ Sì certo, come tutti del resto! “ affermò Kimi.
“ E la regina? “
“ Beh, la regina è morta anni fa per una malattia … non si sa per quale, ma un giorno si è sentita male e a poco a poco ha incominciato a cedere … “ si rattristì Maja.
“ Era una regina così bella e generosa … davvero perfetta “ si rammaricò Haku abbassando la testa.
Un silenzio tombale avvolse l’intero salone.
“ Ma quindi Haku, quale sarà il mio compito? “ s’incuriosì Iron, interrompendolo.
“ Tu? Vediamo … in base alle mie conoscenze, so che hai delle grandi qualità nel volo, perciò potresti incominciare a fare delle lezioni … “ pensò lui convinto.
“ Cioè? Spiegati meglio “ domandò lui perplesso.
“ Durante le lezioni, ci sono elfi, gnomi, nani, folletti, fate, animali, persone o altro che si esercitano al galoppo o nel volo in questo caso sui draghi. A questo punto, sapendo che sei un caso particolare in questo ambito, ho pensato di farti entrare nella ‘ Squadra di volo principiante ‘, per il momento “ approfondì Haku.
“ Una squadra di volo!! Forte!! “ esclamò Iron emozionato.
“ Beh e io? Vi siete per caso dimenticati di me? “ commentò Nerida un po’ impaziente.
“ Dipende dalla trasformazione che vorrai assumere! Facciamo una cosa, da questo momento in poi, per i lavori utilizzerai una sola e unica forma. Da lì dipende il tuo compito “ pensò Haku.
“ Beh, è una scelta difficile … è bello essere elfa, però vorrei variare … ho un’idea! Una ninfa! “
Le Ninfe sono degli esseri molto simili alle fate, ma hanno le orecchie lunghe come quelle dei folletti ed i loro enormi occhi bianchi, sono sempre inespressivi e quindi molto misteriosi.
La loro pelle è di un azzurro molto pallido, molto più degli elfi.
La cosa strana, è che quando piangono versano sangue al posto di lacrime.
Essi non si riproducono, ma si dice che nascano dalla prima lacrima di un bambino, al contrario delle fate che nascono allo sbocciare del primo amore.
Si dice che le loro ali siano fatte di finissimo cristallo,ma nessuno ne è certo perché queste non si lasciano mai toccare. Sono troppo fragili e potrebbero rompersi al tatto.
Sono molto rare, se ne vedono di poche in giro, appunto per questo sono molto preziose.
“ Una ninfa? Non sarebbe male come idea! “ concordò Kimi.
“ Diventando una ninfa, quali sarebbero le mie cariche? “
“ Le ninfe hanno compiti molto vari e importanti. Si suddividono in tre grandi dinastie:
Nereidi, guardiane delle foreste, delle valli e di tutto ciò che comprende la vegetazione. Sono benefattrici e rendono fertile la natura;
Alseidi, sorelle dei fiumi, dei mari, dei laghi e delle sorgenti. Sono quindi le ninfe acquatiche, o per meglio dire le sirene;
e infine Driadi, guaritrici e protettrici degli animali.
Tutte sono accomunate da una grande capacità, ovvero possono leggere il passato o il futuro (raramente) altrui “ spiegò Haku solennemente.
“ Umh … la scelta si presume molto difficile … ma fin dall’inizio mi hanno attratta le figure acquatiche, perciò scelgo di diventare una ninfa Alseide! “ esclamò Nerida decisa.
“ Bene, a te la trasformazione! “
Incominciò a pensare intensamente ad una ninfa acquatica, e quando riaprì gli occhi assunse la forma di una sorta di fata possente, ma comunque ben formata. Aveva una sorta di strana fascia al petto che le copriva il seno, un velo che fungeva da gonna, lungo fino al polpaccio e con una apertura centrale che le scopriva metà gamba destra, degli strani bracciali neri, i suoi soliti capelli corvini che le ricadevano sulle spalle, le iridi azzurro ghiaccio, la carnagione chiara e cristallina, due ali blu alla schiena e una strana pietra celeste al centro della fronte. Molti avrebbero pensato fosse una fata, ma a guardarla bene era di normali dimensioni, ovvero grande proprio come prima! Non era diminuita di un cm!
“ Ma dov’è la coda da sirena? “ chiese Iron pensieroso, fissando i suoi due piedi.
“ Le ninfe Alseidi sono uguali a quelle normali, ma quando entrano a contatto con l’acqua spunta la coda. So anche che possono governare l’elemento acquatico “ rispose Kimi sorridendo.
“ E questa pietra? “ domandò lei toccandosi freneticamente la fronte.
“ è il simbolo che distingue tutte le ninfe dalle fate. È lei che consente di leggere il futuro a volte e il passato di un magico“ spiegò Kimi, che a quanto pare era piuttosto esperta al riguardo.
“ Non ci posso credere, è come la pietra di Iron! “ pensò lei indicandola.
“ è vero, non ci avevo pensato …! “ affermò il drago pensieroso.
“ Che strana coincidenza! “ affermò Maja.
“ Bene, scusate l’interruzione ma dovremmo subito metterci al lavoro! “ li interruppe Haku, accennando un sorriso “ Allora, Maja vai all’entrata del castello; il custode ti informerà su chi dovrai sorvegliare. Kimi, tu accompagnerai Nerida alla Cascata Fluente, affidandola alla sirena Koral. Lei le indicherà cosa fare. Mentre io accompagnerò Iron alla Vetta Fenice. Tutto chiaro? Al lavoro! “ esclamò Haku.
E intanto Nerida pensò: “ Uff, c’è sempre tempo per lavorare e mai per oziare. Ovunque si lavora! “ sbuffò lei.
 
Continua …




Ringrazio di cuore Silver Star, per avermi recensito nel capitolo precendente!

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Capitolo 6
*** La previsione ***



Capitolo 6

La previsione

 
Haku, si fece quindi seguire fuori dalla stanza da Iron. Percorsero i soliti lunghi corridoi del castello e intravidero in lontananza Ordon e gli altri quadri. Nerida gli aveva menzionato di loro, e si limitò a salutarli con un sorriso.
“ Oh, ecco qui il piccolo Iron! “
“ Marga, piccolo proprio non direi. Se io sono sordo allora tu sei proprio cieca! “ s’ intromise Ordon, alzando la voce nelle sue ultime parole.
“ Cos’hai detto? Ho sentito bene? “ si meravigliò lei.
“ Sei anche sorda? Beh, sturati le orecchie! “ rispose lui in modo arrogante.
“ Adesso hai davvero superato il limite!! “
“ Iron vieni per favore, litigheranno per ore …“ Haku allora riprese a camminare, un po’ stufo di sentirli sempre discutere per ogni minima cosa. Bastava una goccia a far traboccare un vaso ma, doveva ammetterlo, Ordon era davvero insopportabile! Era sempre stato lui a far smuovere una scintilla di rabbia negli altri. Forse, pensò lui, lo faceva persino apposta! Da lui c’era d’aspettarsi proprio tutto. Non c’era persona con cui non avesse almeno un po’ litigato.
Allora aveva capito che certe volte era meglio lasciarlo perdere, sfogare e far scivolare via tutto. Così facendo aveva evitato tante di quelle discussioni che non si sarebbero nemmeno potute contare. Ma Marga, ancora questo non l’aveva compreso. Forse perché possedeva poca pazienza e con lui di certo non era impossibile perderla.
Man mano che si allontanavano, si sentiva sempre meno la loro voce acuta. Raggiunsero in poco tempo il portone d’ingresso del luogo e una volta lì, Haku pronunciò delle strane parole e quest’ultimo si aprì, facendo entrare a mano a mano la luce solare, che invase gran parte del primo piano.
“ Bene Iron, seguimi in volo, faremo prima “ disse il drago verde, aprendo le ali e spiccando il volo.
Così fece Iron e all’adeguata altezza, si diressero ad un monte, il più alto forse, che si trovava a poca distanza da lì.
Dal cielo, si vedeva bene l’intera valle. Notò che era in gran parte costituita da vegetazione e che il paese era già stato preso d’assalto da tutti i magici. Non si riusciva a intravedere nulla, tranne che una strana e bizzarra macchia variopinta che ricopriva tutto il villaggio. Più avanti le case incominciarono a sparire e gli abitanti a diminuire.
Alzò gli occhi davanti a sé e vide che erano già praticamente arrivati.
 Haku atterrò vicino ad un cartello e Iron lo seguì. Questa volta era andato tutto bene nella parte finale del volo!
Si avvicinò anche lui a vedere; c’era scritto Monte Fenice in rosso e ben evidenziato. Sottostante, era indicato che proseguendo si trovava il luogo delle lezioni.
Seguirono l’indicazione e poco più avanti, svoltando nell’ultima stretta e ripida via, si estendeva una sorta di lunga pianura verdeggiante in fondo alla quale erano presenti draghi e magici di ogni tipo.
Iron spalancò gli occhi sognante: finita la pianura, c’era il vuoto con un panorama stupendo. Il sole si trovava dritto davanti a loro e rischiarava bene l’intero luogo. Si intravedevano splendide cascate e il cielo, costituito da poche nubi all’orizzonte, era varcato da un bellissimo arcobaleno multicolore!
C’era un’atmosfera da fiaba, forse irreale, fantastica e magari anche un po’ strana, ma sapeva di certo che non c’era da meravigliarsi. Era tutto così perfetto!
Era finito insieme alla sua migliore amica in una valle incantata, all’interno di un immenso e meraviglioso castello, poteva ora comunicare tranquillamente con lei, aveva conosciuto tanti nuovi amici, ognuno possedeva dei poteri … ancora non sapeva se quello fosse un sogno o meno. Avrebbe di certo preferito di no, ma anche se fosse stato così, che importanza aveva? Ora doveva solo pensare a vivere delle belle esperienze, e se mai un giorno si sarebbe svegliato … beh, avrebbe continuato a sognare quel luogo incantato … ogni giorno, ogni notte, ogni volta che lo desiderava. Chissà come mai, il fato gli avesse destinato una vita così splendida e stupefacente. Chissà perché avesse fatto tutto solo per lui e Nerida. Erano domande che forse era meglio non porsi, pensò, ciò che davvero importava era che ora, in quel momento, in quell’esatto istante si trovava lì.
“ Iron? Stai bene? “ si preoccupò Haku fissandolo stranito.
“ Oh, sì scusa … “ rispose, distogliendosi dai suoi pensieri.
“ Bene, ho già informato del tuo arrivo quando eravamo al castello. Ti hanno inserito in un gruppo, ma non sono a conoscenza di quale. Guarda, vai laggiù, dove ci sono quei draghi; dovrebbero essere loro! “ lo avvisò Haku, poi lo salutò e spiccò nuovamente il volo.
Iron si limitò ad annuire, seguendolo con lo sguardo, poi fece come gli aveva detto. Li raggiunse: vi erano un drago di colore arancio, di grandi dimensioni forse a colpo d’occhio proprio come lui, che si stava esercitando nel volo. Poi ce n’era uno rosso in cima ad una roccia apparentemente molto maestoso; uno celeste seduto all’estremità del monte; uno verde che proprio come quello rosso, era in piedi su una sporgenza e uno bianco che avvolgeva dolcemente fra le sue ali una ragazza. Proprio quest’ultima draga gli sorrise alzandosi in piedi:
“ Tu devi essere Iron, giusto? “
“ Sì, sono io! Allora sono stato inserito nel vostro gruppo “ rispose lui, già felice anche solo per il suo sorriso accogliente.
“ Sì ed è davvero un onore! Dicono che sei particolare, diverso da tutti gli altri draghi … ci sono giunte voci che Xanu non è riuscito a leggerti; beh è una cosa molto anomala, non era mai successo! E poi quella pietra sulla fronte, le tue crescite miracolose … hai qualcosa di speciale!” esclamò lei, scrutandolo dappertutto.
“ Certo che qui le voci si diffondono in fretta! “ si meravigliò lui, un po’ imbarazzato.
“ Oh beh, qui tutti sanno tutto e un po’ è anche merito dei nostri poteri: c’è chi legge nel pensiero e chi può trasmettere a tutti ciò che sa; chi può raggiungere la velocità della luce e tanto altro … non ti stupire, sarà sempre così, ma prima o poi ci farai l’abitudine! “ lo informò lei “ ah, non mi sono ancora presentata! Il mio nome è Lanell “ aggiunse, sfoggiando un altro dei suoi splendidi sorrisi “ e lei è la mia padrona Melany“
“ Benvenuto! “ quest’ultima si alzò ad accoglierlo.
“ Bene, ti presento anche gli altri! “ concluse, poi lo condusse dai restanti draghi.
“ Ehi, guardate! C’è Iron! Forza andiamo a salutarlo! “ una  draga color pesca gli si avvicinò entusiasta “ mi chiamo Reina, piacere! “
“P-piacere … “ Iron sembrava un po’ scosso. Reina era forse un po’ troppo espansiva ma gli dava comunque una buona impressione.
“ Io sono Artenair, lieto di conoscerti! “ si presentò quello rossastro, venendogli incontro.
“ Io Tembrak! “ anche il drago dalle sfumature smeraldo, si fece conoscere.
“ E io Hope “ concluse la draga celeste.
“ Piacere, sono contento di essere finito nel vostro gruppo! Quando si cominciano le lezioni? “
“ Appena sentiremo i tre rintocchi della ‘Campana di Aberdur’ ovvero tra pochi secondi; a quel punto ogni magico sceglierà un drago da cavalcare “ spiegò Lanell, fissandolo insistentemente con i suoi occhi profondi e lucenti. Iron annuì per tutta risposta, poi Tembrak lo invitò a prepararsi hai posti di volo assieme agli altri draghi. Aspettarono ancora per poco, poi si udì il melodico suono della campana, rimbombare per l’intera valle. Il resto dei Magici si mise alla ricerca di un possibile drago che potesse interessargli. Iron fu il primo ad essere scelto, da un’elfa dagli occhi color miele a mandorla, corti capelli arancio costituiti da due ciuffetti posizionati dietro alle orecchie allungate, il naso leggermente all’insù e la carnagione abbastanza chiara.
“ Posso? “ domandò lei timidamente.
“ Sì certo! “ la invitò Iron, che si cinse poi a sussurrare qualcosa all’orecchio di Artenair:
“ Certo che ci sono parecchi elfi qui “ affermò lui sottovoce.
“ Già, ne siamo pieni zeppi! “ confermò l’altro, che poi si voltò e si presentò al suo padrone.
“ Iron, il tuo primo padrone lo rimarrà per l’eternità “ spiegò Hope  “ ovvio, potrai farti cavalcare da chiunque, ma il primo e anche il secondo in rari casi, escludendo sicuramente il terzo, ti legheranno per tutta la vita! “ aggiunse con aria solenne.
“ In che senso scusa? “
“ Oh, che sbadata! “
“ Già lo sappiamo “ bofonchiò Tembrak. L’altra gli tirò un’occhiataccia, poi continuò:
“ Possederai delle sorte di visioni quando una delle tue padrone si troverà in pericolo, qualche minuto prima. In rari casi succede a distanza di giorni “ concluse lei.
“ Ma la mia prima padrona è stata Nerida “
“ Perfetto, avrai visione di Nerida e potresti averne anche di …? “
“ Ambra, mi chiamo Ambra “ disse l’elfa, dopo essersi seduta in groppa ad Iron.
“ Bene, Ambra, sei nuova per caso? Non ti ho mai vista da queste parti “ pensò Melany, fissandola di continuo.
“ Sì, sono stata evocata da poco. Ma ho esperienza! Sulla Terra ho cavalcato draghi per anni … “ spiegò lei soddisfatta.
“ Forza, sta per iniziare! “ li interruppe Tembrak, indicando un enorme drago, che lo annunciava.
“ Allora Iron, appena Hath darà il via, tu fai tutto quello che ti impone Ambra, ok? “ disse Lanell. Il drago nero annuì, poi dopo pochi secondi, l’enorme volatile gridò il via e i draghi del suo gruppo partirono in volo. Iron fece come gli aveva detto, e partì. L’elfa gli fece seguire in un primo momento Artenair, poi si distaccò e volarono in direzione della Torre Osservatoria di Aberdur. Notarono che delle nubi stavano pian piano circondando l’intero cielo. Il sole scomparve lentamente dietro una nuvola grigia e la luce incominciò a diminuire. Il vento aumentò di poco, facendo svolazzare i vestiti dell’elfa. Svoltarono poi in direzione del Castello Reale e una volta lì verso le Cascate Fluenti. Girarono quasi tutta la valle, quando udirono il ruggito di un drago.
“ Ecco, questo è Hath. Quando ruggisce bisogna tornare sul Monte Fenice “ spiegò lei; Iron annuì e si diressero quindi alla base.
Arrivarono quasi subito e quando furono lì, notarono l’enorme agitazione di tutti i Magici e un gran frambusto.
Atterrò vicino al suo gruppo e subito tutti si precipitarono su di lui.
“ Iron! Eccoti! è successa una cosa spaventosa! “ gridò Lanell al limite della disperazione.
“ Così mi fate preoccupare! “ esclamò lui timoroso.
“ In effetti è molto strano che Hath ci abbia interrotti subito “ pensò Ambra.
“ Ora vi spiego: Xanu ha avuto una forte e chiara visione, nella quale ha predetto che si svolgerà una guerra tra i due regni!! “ esclamò Tembrack.
“ Spiegati meglio! Ambra e Iron non ne sono ancora a conoscenza! “ s’ intromise Artenair “ nella Valle, esistono due regni: quello di Ebrith e quello di Lidash. Noi ci troviamo nel Regno di Ebrith, e siamo quindi Magici Artici; i Magici invece del Regno di Lidash, sono Anterniani. Tutto iniziò tanto tempo fa, quando ancora la Valle era costituita da un solo e unico regno. Fummo sempre amici fra di noi, la pace e la serenità era ormai diffusa per tutto la Valle; quando un giorno, il nostro re e poco tempo dopo la nostra regina, morirono. Dovevamo decidere chi far salire al trono ma risultava a dir poco impossibile metterci d’accordo. Non avevano avuto figli, perciò la scelta era nelle nostre mani. Noi abbiamo sempre voluto far salire al trono il principe Shandar e la principessa Isabella, mentre gli altri, ovvero la parte restante del popolo, desideravano fermamente al potere il principe Marcus e la principessa Diana. Allora, il consiglio dei Magici ha deciso la divisione in due Regni, Ebrith e Lidash dal nome dei precedenti regnanti. Tutt’ora Shandar è il nostro re, ma la regina Isabella è purtroppo scomparsa da tempo. Vi avranno riferito che è morta, ma io ancora non ci credo! Mi fido di lei; è molto forte e credo sia stato impossibile. Comunque sia, secondo noi c’è lo zampino degli Anterniani, ma non ne siamo molto sicuri “ spiegò chiaramente lui, gesticolando di continuo.
“ E quindi? Come mai ci dovrebbe essere una guerra fra voi? Siete separati ora, ognuno sta facendo la sua strada no? Che motivo ci sarebbe alla base del litigio? “
“ Non lo sappiamo, tutto quello di cui siamo a conoscenza ora è che Xanu ha predetto che ci sarà un conflitto che coinvolgerà l’intero Regno e che Haku ce lo ha subito riferito; nient’altro “ fece Hope con aria sconvolta.
“ Mi sembrava troppo bello … allora davvero non esiste la perfezione … “ pensò ad alta voce Iron, dispiaciuto.
“ Magici della Valle! “ ad un certo punto si udì una voce abbastanza roca.
“ Ma, che cos’è? “ si domandarono Ambra e Iron straniti.
“ è Haku che ci sta comunicando “ affermò Lanell, intenta a sentire nei minimi dettagli il suo discorso.
“ Credevo sapesse farlo solo a un Magico per volta  …. “
“ Shhhh “ gli altri lo invitarono a tacere.
“ Xanu ha oggi predetto un evento davvero sconvolgente, che di certo nessuno di noi avrebbe mai sospettato. Fra 3 mesi esatti, sorgerà un enorme conflitto fra i regni di Ebrith e Lidash. Saranno coinvolti tutti i magici della valle, nessuno escluso; ma siamo anche venuti a conoscenza del motivo dell’esistenza degli evocatori. Sono apparsi a tutti coloro che hanno potenzialità disumane e quindi a coloro destinati a combattere per il nostro regno! Da loro dipende la nostra esistenza e se mai riuscissimo a vincere, anche l’unità della valle. Chiunque sia stato evocato, deve recarsi immediatamente al Castello Reale, nella sala principale; IMMEDIATAMENTE! Tutti gli altri, potranno continuare ciò che stavano facendo. I Capitani dei compiti di oggi, radunino subito i prescelti; se un Capitano dovesse essere stato evocato, allora dovrà subito essere sostituito “ spiegò a gran voce Haku e dopo quelle ultime parole non si udì più nulla, tranne che la voce di Hath.
“ Allora, chi tra di voi è stato evocato faccia tre passi avanti “ spiegò lui.
Del gruppo principiante, si fecero avanti Iron, Artenair, Lanell e Ambra; di quello emergente non ci fu nessuno, dell’esperto quattro draghi e un magico. Tutti loro si diressero velocemente al Castello Reale. Atterrarono il più veloci possibile e si recarono con agitazione alla sala principale …
 

ANGOLO AUTRICE
Cari lettori, tutto sembrava andare a gonfie vele ma se c’è il bello il brutto non può mancare e viceversa. ( Uffa, mai una storia di totale serenità, pace e allegria! ) Un evento sconvolgente segnerà la storia della Valle Aberduriana: ( Sì, si può chiamare anche così ù.ù ) la guerra fra il Regno di Ebrith e il Regno di Lidash, nella quale tutti i Magici saranno coinvolti. Tutto è però nelle mani di coloro che sono stati evocati, tutto dipende da loro. Loro sono i prescelti!
* esclama con voce da saggia * Ma Nerida? Ci siamo dimenticati di lei? Affatto! Verrà comunque tutto spiegato.
Forse mi direte: “ Non stai affrettando un po’ le cose? “ Risposta: ASSOLUTAMENTE NO, N-O. Ho i miei motivi tranquilli! ;) Spero di avervi preso, la mia inutile mente ci ha messo un bel po’ a inventare tutta quella storiella dei due Regni! Ma in realtà, una guerra combattuta solo dagli evocatori, ( Senza sapere contro chi ) l’avevo già progettata pressoché nel capitolo 3. ( Molto strano, perché di solito creo una storia senza pensare a quello che succederà dopo. Descrivo i protagonisti, il luogo e basta. Il resto verrà da sé! )
Adesso però voglio un applauso alla mia fantasia! Subito!! Immediatamente!! Non un secondo di più!!!  * non si sentono nemmeno i grilli *
Scherzo! Lo so lo so, sono pazza! Ho provato a essere normale ma proprio non è nel mio DNA xD Ora vi lascio o qua finisce che scrivo più note d’autrice che il capitolo stesso.
Al prossimo cappy e recensite in tanti, anzi tantissimi! Ho bisogno di approvazione e opinioni ù.ù
Niky!:)

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Capitolo 7
*** Il Re Shandar ***



Capitolo 7
Il Re Shandar

 





Tutti i magici evocati, si diressero con agitazione al Castello Reale; il portone di entrata era già aperto. Entrarono velocemente nella sala principale, dove li aspettavano impazienti Xanu e Haku.
Al loro fianco, un enorme grifone dorato che sedeva su un trono del medesimo componente.
Tutti, alla sua vista, si inchinarono frettolosi al suo cospetto.
Quello, probabilmente, doveva essere il re Shandar!
Intanto Nerida, guardava sorpresa e ammirata l’enorme massa di magici che era stata chiamata al Castello, ma ancora più stupita l’enormità della sala, che poteva contenere ancora altre migliaia di persone.
E fra ognuna di queste, solo una spiccava decisamente tra la folla. Era proprio Iron, che si distingueva per la sua grandezza!
Era cresciuto ancora dall’ultima volta che erano arrivati nella Valle di Aberdur. Allora si chiedeva quanto ancora avesse intenzione di crescere senza non sbattere davvero la testa contro il cielo!
A quel pensiero soffocò una risatina, poi mirò la sua attenzione sul re.
Non avrebbe assolutamente mai immaginato che potesse essere un grifone! Ma che fosse dorato non aveva dubbi. Lei se lo immaginava come un enorme drago possente e maestoso, ma era solo fantasia perché solo Iron avrebbe potuto raggiungere quei livelli.
A dire la verità, Shandar per ora era un poco più grande del drago nero, ma non di molto e ben presto sarebbe passato in testa.
Si distolse dai suoi pensieri appena il re incominciò a parlare:
“ Magici della Valle, come vi è già stato spiegato da Haku, fra tre mesi esatti scoppierà un conflitto fra i nostri due Regni, quello di Ebrith e di Lidash. Xanu
ha predetto solo questo, il motivo della guerra ancora non è stato svelato, ma speriamo di conoscerlo al più presto.
In questa guerra, solo e unicamente coloro che sono stati evocati vi parteciperanno. Ebbene, è fin dall’inizio della divisione della Valle che aspiriamo invece all’unione, perciò se dovessimo vincere la guerra tutto si ristabilirà e saremo finalmente un Regno unico! In caso contrario, è brutto da dire, ma moriremo tutti quanti, nessuno escluso. Ed è per questo che vi ho convocati tutti qui, per informarvi dell’inizio del vostro allenamento da questo momento sino all’avvenire del conflitto.
E ora, ogni vostro capo vi darà le istruzioni sul vostro lavoro “ annunciò il re, dando la parola ai tre capi.
Il primo a farsi avanti fu Hath:
“ Tutti i draghi e i magici qualificati in volo o monta di cavalli, si recheranno ogni giorno al Monte Fenice, allo stesso orario di sempre, ma gli allenamenti saranno più lunghi e soprattutto duri. Non volerete, cavalcherete o galopperete soltanto, ma farete pluri allenamento rispettivo a ogni specie. Vi saranno successivamente spiegate le sezioni “ spiegò Hath solenne.
“ A tutte le ninfe, le elfe e le fate “ continuò Koral, la principessa delle ninfe “ anche voi vi recherete ogni giorno alle Cascate Fluenti, stesso orario ma diverso allenamento. Farete ciò che avete sempre fatto ma più intensamente e soprattutto, i lavori delle altre vostre compagne. Ad esempio se siete delle fate, svolgerete compiti relativi alla vostra sezione, ma anche a quella delle ninfe e degli elfi “
Poi si fece avanti uno gnomo:
“ Tutti gli gnomi, i nani e i folletti, si recheranno come sempre alle miniere e al Campo Flores ma il vostro compito sarà differente. Vi allenerete alla magia, studiando incantesimi di ogni genere! E questo vale anche per la Dinastia delle Volpi Caie “ concluse lo gnomo, facendo poi un passo indietro.
“ E questo è tutto ciò che c’è da sapere. Ora tutti quanti al lavoro, tutti tranne un certo Iron … “
Il drago spalancò gli occhi stupito. Stava parlando proprio di lui?
Non appena tutti i magici furono usciti dal salone, Shandar gli fece segno di avvicinarsi. Iron obbedì agli ordini e non appena fu abbastanza vicino fece un grande inchino.
“ Non c’è né bisogno “ lo rassicurò il re, quindi si ricompose “ allora Iron … Xanu mi ha riferito tante cose su di te, su tutti i tuoi misteri. Mi è stato detto che dopo una settimana di vita sei già cresciuto enormemente, hai imparato a volare e sputare fuoco. Che i tuoi genitori sono scomparsi, che possiedi questa strana pietra azzurra nella fronte … “ si soffermò per osservarla meglio “ e per finire che Xanu non è riuscito minimamente a leggerti. Potrebbe, secondo te, essere una cosa normale ma non è così. Vedi, ogni potere di ogni magico in parole povere funziona sempre. Se hai un potere è eterno e non succederà mai che su di un magico non possa compiersi. Non succederà mai nemmeno che con l’avanzare degli anni incominci a essere difettoso … se ce l’hai e per sempre! Ed è per questo motivo che io mi domando: perché su di te tutto ciò non funziona? Come hai fatto nella vita terrena a diventare ciò che sei ora dopo una sola settimana? Come è successo? Il magico avviene solo qui a Aberdur, nella Terra non succedono questo genere di cose.
Sei pieno di misteri, sino alla punta dei tuoi artigli!
Desidererei tanto sapere qualcosa di più su di te, solo qualcosa.
Ho la vaga sensazione che tu sia speciale, ancor più di questa valle, o forse è meglio dire particolare e incredibilmente misterioso!
A mio parere avrai una grande funzione nella guerra … “ Haku a questo proposito lo interruppe:
“ Aspetti mio Signore, questo significa che lui potrebbe essere … “
“ C’è qualche probabilità, non ne siamo certi ma credo proprio che sia lui! “
“ Scusate se la interrompo, ma chi dovrei essere? “ s’incuriosì Iron.
“ Nulla, col tempo lo capirai, ora è meglio che tu vada, si è fatto tardi e Hath starà aspettando anche te. Maja accompagnalo fuori “ ordinò il grifone, poi apparve la volpe dal fondo della stanza, con il suo solito sorriso innocente ma piuttosto furbo. Lo condusse come sempre allegramente fuori dal castello e lo salutò, osservandolo spiegare le ali e dirigersi al Monte Fenice.
Intanto nella biblioteca del Castello Reale, Xanu sfogliava freneticamente un libro, dal cui titolo si leggeva “Libro della Genesi” e parve che stesse cercando qualcosa al riguardo dell’essere di Iron.
Chi era Iron secondo il re Shandar, Xanu e Haku?
Come mai si facevano tante domande sul nostro enorme drago nero?
E soprattutto, quale ruolo avrebbe avuto durante la guerra fra i due Regni?
 

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ANGOLO AUTRICE

Cari lettori, mi scuso per l’enorme ritardo! Ho avuto un blocco per un po’ e poi tra le feste non ho avuto il tempo di terminarlo.
Spero mi perdonerete!
Comunque, ricapitoliamo: tutti i magici si sono diretti al Castello Reale, nel quale hanno incontrato il re Shandar, colui che secondo me vi ha lasciato un po’ sulle spine all’inizio sul fatto di che essere fosse! Ebbene è un grifone, un grifone d’oro! All’inizio avevo in mente di citare un leone dorato e alato ma poi ho cambiato idea, troppo classico come soggetto! Ne ho cercato un più particolare e soprattutto che ricoprisse pienamente il ruolo di re in una valle magica ( e che fosse anche molto imponente ), ed eccolo qua!
Spero innanzitutto che vi sia piaciuto. Sicuramente nell’ultima parte vi sarete posti migliaia e migliaia di domande, a cui risponderò man mano nell’avanzare dei capitoli. Questo invece, non è stato lungo come i soliti, perché voglio lasciarvi ancora un po’ sulle spine e creare un po’ di suspense. Tutto calcolato come sempre! xD
Grazie a chiunque l’abbia letto o ci abbia dato un’occhiata, fatemi sapere se vi è piaciuto o meno.
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 8
*** Misteri e preoccupazioni ***



Capitolo 8
Misteri e preoccupazioni

 
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Arrivato, Iron notò che tutti i magici erano già al lavoro. Raggiunse frettolosamente Lanell, Artenair e Ambra che lo salutarono con un grande sorriso, ma proprio in quel momento Hath annunciò l’inizio dell’intervallo di lavoro.
I tre amici si stiracchiarono per bene, poi si sedettero tutti quanti per riposarsi.
“ Allora Iron, cosa ti ha detto il re Shandar? “ domandarono all’unisono i compagni, incuriositi e allibiti.
“ Niente di speciale … “ mentii lui. Voleva tenerlo nascosto, almeno fino a quando non avesse saputo qualcosa di più certo al riguardo.
“ Beh, insomma, il re del Regno di Ebrith ti dice qualcosa in segreto e non è niente di speciale? “ s’insospettì Artenair.
“ Tranquilli, stava indagando sulle mie stranezze del mondo terreno “
“ Sarà … “ comunque sia, non ne erano convinti al cento per cento.
“Ora che ci penso “ continuò Iron, per sdrammatizzare la situazione “ come mai questo monte, prende il nome di ‘Monte Fenice’? “ domandò perplesso.
“ Come mai, dici? È una lunga storia, iniziata secoli e secoli fa.
Poco dopo la divisione dei regni, avvenne una cosa davvero stupefacente! Esisteva una bambina, di nove anni circa, una speciale bambina. Era già una potente maga, i suoi poteri erano quasi al di sopra del re Shandar e riusciva a padroneggiare la magia e gli incantesimi meglio di chiunque altro.
Si chiamava Ellen, Ellen Smith.
Un giorno come gli altri, si diresse su questo monte come sempre faceva; si sdraiò sull’erba fresca e chiuse gli occhi rilassata, poi, quando li riaprì, il cielo si era fatto improvvisamente rosso fuoco, come se il sole stesse tramontando, ma era ancora mattina. Si alzò perplessa, si tolse l’erba attaccatasi ai vestiti e scorse, in fondo all’orizzonte, una figura strana.
All’epoca, le Fenici non erano mai state viste davvero, si parlava di leggende …
Ma quella, fu la prima volta in cui la valle, si ritrovò a mettere da parte le dicerie e ad ammirare la prima, piccola fenice della storia. Ebbene sì, era piccola, molto piccola, poco più grande del palmo di una mano, rossa e luminosa persino più del sole!
E quella fenice, si stava dirigendo proprio da Ellen, ancora allibita e shoccata da quell’apparizione. Arrivò sino davanti ai suoi occhi, tanto che dovette coprirseli per non rimanere accecata!
Allungò la mano e la toccò.
Raccontò che fosse morbida e vellutata, assolutamente molto ‘timida’ dal momento che al minimo contatto scomparve tra l’orizzonte. Una creatura decisamente misteriosa e affascinante, che da anni, domina la mitologia del nostro mondo.
È stato battezzato ‘Monte Fenice’, appunto per il motivo dell’apparizione della prima Fenice della storia “ raccontò Lanell, sotto lo sguardo stupefatto di Iron.
“ Ne appare una qui al monte, ogni mille anni, se non di più, e non è mai stata scoperta la ragione di questi eventi spettacolari “ continuò Ambra.
“ Ma non esistono solo Fenici Rosse; anche blu, verdi, e persino arcobaleno come la nostra regina … “
“ Perciò la regina della valle è una Fenice Arcobaleno? “
“ Certo, una creatura magnifica! È stata l’unica a rimanere qui alla valle dopo la sua apparizione, ma non ha mai rivelato il motivo delle loro ‘visite’ e nemmeno delle loro origini “ proseguì Artenair.
“ E qual’era il suo nome? “
“ Isabella Grachis Lorreine, meglio nota come Isabella “ rispose Lanell, pensierosa di dove si potesse essere cacciata la loro amabile regina.
 
 
Intanto alle Cascate Fluenti, le ninfe avevano appena terminato il proprio allenamento. Tutte stavano tornando alle proprie abitazioni, tutte tranne Nerida che stava seduta su di un masso a fissare l’acqua cristallina.
Poi, Koral si avvicinò e si sedette al suo fianco; emanava un intenso profumo dolce e  soave ed era accerchiata da un energia luminosa.
Aveva lunghi capelli biondo platino, lisci come un foglio di carta, sulla quale posava una bellissima corona ornata di perle; occhi  celesti con lineamenti grigi, luminosi come fari nella notte, che esprimevano in tutto e per tutto un’energia e una determinazione invidiabile. I suoi sguardi emanavano anche dolcezza, generosità e umiltà, degni della sua così importante carica.
Era magra ma ben formata e costituita da avvenenti forme sinuose, abbastanza alta, e una portatura decisamente elegante e leggiadra. Vestiva con un lungo e grazioso abito azzurro, decorato con delle speciali gocce di rugiada, polvere magica. Non portava scarpe, il che le evidenziava la bellissima forma dei suoi piedi minuti.
In passato, aveva salvato l’intera popolazione dalla diga al di sopra del fiume che stava per cedere. Aveva, insieme alle sue allieve, concentrato una massa di energia magica per evitarne la rottura e, per un pelo, era riuscita nel suo intento. Se però non si fosse accorta di tutte le numerose crepe venutasi a creare, buona parte della Valle di Aberdur sarebbe rimasta sommersa, come la città di Atlantide!
Quella diga, era l’unica in tutto il mondo magico e divideva i due Regni perfettamente. Essendo appunto la sola esistente, tutta l’acqua era lì concentrata e sarebbe stato un tale disastro il suo crollo.
Ad un certo punto, sbarrò gli occhi e prese immediatamente a tuffarsi in acqua.
“ Nerida, vieni con me! Presto! “ la incitò la principessa.
La corvina fece come richiesto, si tuffò e spuntò una bellissima coda celeste e luminosa, poi raggiunsero l’oceano poco più avanti e si immersero.
L’allieva, non aveva mai visto il mondo sottomarino della valle.
Era splendido! Ovunque vi erano stelle marine presumibilmente d’oro, piante acquatiche disseminavano il luogo, rendendolo davvero suggestivo. Ma la sua visione di quel bellissimo mondo, si interruppe quando Koral attraversò un tunnel scavato nel bel mezzo dell’oceano. La seguì perplessa; l’oscurità aveva ormai dominato quello strano posto, quando, poco più avanti, scorse un luccichio.
Man mano avanzavano, la luce si faceva sempre più intensa, quando raggiunsero un’enorme stanza priva di acqua marina, forse grande quant0 la sala principale del Castello Reale! Alla sinistra, c’erano delle strane perle.
“ Oh, quelle sono il simbolo di riconoscimento di ogni principessa ninfa. La mia è quella “ disse, intuendo la domanda che stava per farle e indicando una perla bianca e luminosa.
“ Quelle sulla destra, sono le corone delle ex principesse, e quelle in centro sono le gemme delle fenici; te ne hanno mai parlato? “
Dopo aver spiegato a Nerida, tutto ciò che c’era da sapere su quelle creature mitologiche, continuò:
“ Quelle gemme, dunque, sono di tutte le Fenici che sono apparse qui alla valle. Quella arcobaleno, in centro, è della Regina Isabella! Era una Fenice anche lei “ spiegò Koral.
Nerida si avvicinò alle gemme, ma fu subita interrotta:
“ Alt, non toccarle! Solo quelli che hanno ruoli importanti in questa valle possono farlo; gli altri verranno polverizzati al secondo! “ Poi prese la gemma della Regina Isabella, e la rigirò fra le mani.
“ Oh, no! Come pensavo! Dobbiamo muoverci! “
“ Ma, cosa … “
“ Non c’è tempo, forza vieni! Gridò Koral, che si immerse subito in acqua e nuotò più velocemente possibile …


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ANGOLO AUTRICE
Cari lettori, eccomi qui con un nuovo capitolo!
Innanzitutt ringrazio:
_Silver Star
_Lady Sun
per avermi recensito al capitolo precedente, e ora ricapitoliamo: Iron e tornato al Monte Fenice e ha scoperto tutta la storia di Ellen e delle Fenici. Abbiamo fatto un passo avanti: la Regina Isabella Grachis Lorraine è una Fenice Arcobaleno!
Nerida ha finito l’allenamento magico e Koral, si è fatta seguire attraverso un tunnel sottomarino, ad un’ enorme stanza, dove le ha spiegato l’esistenza delle Fenici, delle perle di ogni principessa ninfa e delle gemme di quelle affascinanti creature. Ma, improvvisamente, Koral capisce la situazione e ordina a Nerida, di farsi seguire il più velocemente possibile alla valle.
Che cosa sarà mai successo?
Come mai è così preoccupata?
Come al solito vi tengo sulle spine muahahahah *risata malefica* xD
Grazie a chiunque abbia letto o abbia dato un’occhiata.
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 9
*** La Fenice Nera ***


Capitolo 9
La Fenice Nera


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Nerida non fece in tempo a riemergere dall’acqua, che subito l’ accolse uno scenario spaventoso.
Il sole era velato da una massa di nuvole scure, che si estendeva sino all’orizzonte, il buio e l’oscurità regnavano ormai per tutta Aberdur, sembrava quasi un’eclissi solare!
Il panico aveva ormai preso il sopravvento su tutti i magici, che gridavano disperati alla ricerca di un riparo.
Anche Koral, che di solito sapeva mantenere la calma nei momenti più disastrosi, ora appariva preoccupata.
Cosa stava mai accadendo?
Fece per domandare alla principessa ninfa, ma la precedette:
“ La Fenice Nera … sta arrivando! “ esclamò Koral.
“ La Fenice Nera? “
“ Non c’è tempo per le spiegazioni, basta che tu sappia che è un essere spregevole che porta distruzione ovunque … l’hanno inviato gli Anterniani! Non sarà una passeggiata rimandarlo indietro, è più potente di me e tutte le altre principesse messe insieme! Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti voi evocati! “
Fantastico! Arrivo alla valle, e mi ritrovo a sapere che dovrò combattere contro i nemici e se mai dovessi fallire, rimarrei stecchita; poi mi si presenta un essere di cui persino Koral è terrorizzata … naturalmente, cosa devo fare? Occuparmi di lui! Non potrebbe andare meglio!
Pensò Nerida turbata.
Le sue riflessioni, furono interrotte quando gli strilli dei magici, si fecero improvvisamente più acuti.
Alzò gli occhi al cielo e vide una sagoma nera all’orizzonte, che si stava avvicinando a gran velocità. Quando fu abbastanza vicina, lo vide: era un enorme Fenice Nera, grande la metà del Castello Reale! Due occhi rossi e fiammeggianti scrutavano con grande avidità e compiacimento le sue prede terrorizzate; due gigantesche ali creavano vortici d’aria sulla valle; era dotato di zanne affilate e di una grossa coda che sventolava qua e là.
Ad un certo punto emise un ruggito che per poco non la lasciò stordita, mostrando i suoi denti aguzzi!
Doveva fare qualcosa, e l’unica cosa da fare ora, era cercare di fermare quell’enorme bestione inferocito! Grazie alla sua dote muta-forma, prese le sembianze di un enorme drago dalle squame zaffiro; inspirò profondamente, prese la carica e si lanciò sul nemico. Lo colpì alle spalle e gli provocò una lieve ferita sul collo; allora si voltò, più infuriato che mai, a lanciare un’occhiata maligna al suo assalitore.
I suoi profondi occhi rosso sangue paralizzarono Nerida, la quale stava lì, davanti alla Fenice Nera, incapace di muovere alcun muscolo.
Il nemico, con estrema lentezza, scaraventò contro una montagna Nerida, che riuscì ad emettere solo un gemito soffocato; aveva una grossa ferita all’addome causata dalle zanne del nemico, il corpo incassato nella roccia e rivoli di sangue che gocciolavano dalla sua bocca.
Forse attaccarlo da sola, non era stata una buona idea!
La fenice stava per ripetere l’attacco precedente, e proprio quando Nerida pensava fosse la fine, comparve la sagoma di un drago nero che si dirigeva alla velocità della luce dalla Fenice: era proprio Iron!
Prima che la colpisse sputò vampate contro le zanne del nemico, che subito le ritrasse per il dolore. Ma il suo attacco, di certo non cessò! Continuò a emettere potenti fiammate, che a quanto pare erano il punto debole della Fenice. Questa accumulò la sua potenza e si sforzò di sferrare raggi blu elettrico contro Iron, che prontamente evocò uno scudo di energia; la forza della Fenice, comunque, era molto elevata, e ciò non bastò per difendersi! Difatti riuscì a spezzare il campo di forza venutasi a creare e si cinse ad attaccarlo. Questi rotolò per terra sollevando una grossa nuvola di polvere; ciò nonostante, le ferite non erano gravi. Nella battaglia si intromise anche Koral, che chiuse gli occhi e creò davanti a sé un enorme tsunami travolgendo e sommergendo la fenice. Si aggiunsero anche Artenair e Lanell, che unirono le forze e sferrarono un potente raggio di energia contro il nemico; infine apparve la sagoma di una ninfa, con lunghi capelli rosso rubino raccolti in un elastico, gli occhi celesti e lucenti, il viso punteggiato di lentiggini, il naso all’insù e le orecchie appuntite. Questa prese la rincorsa, fece un enorme balzo arrivandogli al di sopra della testa, poi gli trafisse la schiena con le due grandi spade che teneva strette nei pugni.
La Fenice ruggì per il dolore, si sforzò di rialzarsi e si ritirò in volo.
Appena la sagoma del nemico scomparve tra l’orizzonte, Nerida, Iron, Koral, Artenair, Lanell e quell’elfa misteriosa si voltarono. Intorno a loro, una massa di magici applaudiva, gratificata e compiaciuta, i sei eroi che erano riusciti e soprattutto avevano avuto il coraggio, di far allontanare quella grossa minaccia.
All’improvviso le nubi incominciarono ad allontanarsi, lasciando spazio al sole e alla sua luce rischiarante.
Nerida, che per il colpo ricevuto aveva ripreso le sue sembianze, si alzò e pulì i rivoli di sangue sulle sue labbra, poi si diresse dalla ninfa che li aveva aiutati:
“ Scusa, il tuo nome ?
“ Mi chiamo Miriel, e tu sei …? “
“ Nerida! “ rispose la ninfa sorridendo.
“ Nerida? Mi hanno detto che ti vogliono spostare nel mio gruppo, quello superiore al tuo “
“ Davvero? Ne sarei molto felice! Ah, grazie per averci dato una mano “ la ringraziò lei.
“ Beh, ci si vede! “ concluse, poi scomparve tra la folla.
Nel frattempo, anche Iron si era alzato e aveva raggiunto la sua padrona.
“ Iron! Grazie per avermi salvata, senza di te ora sarei un mucchietto di polvere! “ ironizzò lei, abbracciando il suo fedele drago.
“ è  stato merito delle mie previsioni; ti hanno mai detto che se la padrona di noi draghi è in pericolo, noi lo percepiamo? “ disse lui, ricambiando il gesto.
“ Davvero? No, non me ne hanno parlato, ma il raggio che hai emesso? E il campo di forza? Insomma, come … “ non terminò la frase che Iron rispose prontamente:
“ Agli allenamenti studiamo anche stregoneria, e in questi pochi giorni ho avuto modo di imparare qualcosa. Dovresti farla anche tu, ti sarebbe utile “
“ Infatti la farà! “ s’intromise Koral “ si inizia a impararla al suo grado superiore, che a quanto pare ha appena raggiunto! “ spiegò la principessa ninfa sorridendole.
Nerida ricambiò il gesto compiaciuta, poi Artenair e Lanell si avvicinarono:
“ Wow! Era un bel bestione! “ esclamò Lanell ancora con il fiatone.
“ Non montiamoci la testa però. La Fenice è ancora viva e vegeta e ci vorrà ben altro per finirla davvero. Questo è niente in confronto alla sua vera potenza! “ aggiunse Artenair, nel modo più serio possibile.
“ Questo è vero, non possiamo darti torto “ rispose Koral “ ah, Nerida, ti sarò sembrata un po’ spaventata all’inizio. Questo perché la Fenice Nera una volta aveva ucciso i miei genitori e da allora ne sono sempre rimasta a distanza, ma ogni tanto bisogna trovare il coraggio di fare il proprio dovere, cercando di capire che lo stai facendo per la vita di un popolo. Questo serve un po’ a non pensarci troppo, anche se la mia mente non riuscirai mai a dimenticare ciò che gli ha fatto … “ spiegò lei sospirando.
“ Ecco perché, mi sembrava strano avessi così all’improvviso perso tutta la tua determinazione! Sei stata molto coraggiosa, un’azione degna della tua carica! “ cercò Nerida di risollevarla e allontanare quei brutti pensieri che avevano avvolto la mente di Koral.
Ad un certo punto, comparve Haku alle loro spalle che si congratulò con loro per aver allontanato la minaccia incombente. Spiegò che la sera stessa avrebbero organizzato una cerimonia di premiazione per tutti i loro, e a quel punto Iron si intromise:
“ Miriel se ne è andata poco fa, provvedi tu ad avvisarla con il pensiero? “
“ Oh che sbadato, faccio in un attimo “



La sera stessa, i nostri sei eroi si diressero alle porte del Castello Reale. Lì, li aspettava Maja, con un grande sorriso stampato in volto, che insieme ad un’altra volpe sentinella aprì loro il portone d’ingresso e  si congratulò con tutti quanti.
Entrarono, seguiti dalla volpe, che li accompagnò nella sala principale; in fondo al salone vi era il Re Shandar, seduto sul suo trono, che appena li scorse sorrise nel miglior modo possibile. Una volta raggiunto si inchinarono al suo cospetto, e dietro di loro apparvero due fate che infilarono loro delle medaglie di riconoscimento. Il popolo prese ad applaudire e il re si congratulò per il loro coraggio. Poi estrasse da una teca una sorta di diamante di colore arcobaleno:
“ Per chi non lo sapesse, questo il Diamante Puro. Toccandolo i vostri poteri accresceranno e riceverete più forza e dotipotenziali! “
In fila, tutti e sei, raccolsero un po’ di energia e all’improvviso una candida luce li avvolse …


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ANGOLO AUTRICE

Cari lettori, scusate per l'ennesimo ritardo! Cercherò di accellerare i tempi! Ho poco tempo a disposizione perciò ringrazio i recensori dello scorso capitolo, quali:
-Silver Star
-babykaix813
-Lady Sun
Non ho altro da aggiungere, vi aspetto al prossimo capitolo!

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Capitolo 10
*** Helgrind ***


"Sulle Ali del Destino"

Cap. 10
Helgrind


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Nerida, quella mattina, si svegliò più presto del solito.

Tutti stavano ancora dormendo, perciò preferì lasciarli riposare e prendere un po’ d’aria fuori dalle mura del castello. Prese arco e frecce, in silenzio uscì dalla stanza e varcò la porta della reggia reale.
Non appena si ritrovò all’esterno, respirò l’aria a pieni polmoni, si soffermò un attimo a osservare il magnifico paesaggio che si prostrava dinanzi a lei, poi prese a camminare in direzione della foresta poco più lontana da lì.
L’aria era come sempre impregnata da quell’insolito profumo dolciastro, il prato era disseminato di fiori di ogni genere e tipo, che si piegavano lievemente non appena soffiava un leggero venticello. Ai lati del piccolo viale, che l’elfa stava percorrendo, si ergevano imponenti pini e querce, che pareva volessero concentrare lo sguardo dei viaggiatori in avanti, verso l’orizzonte, dal momento che a malapena era possibile scorgere ciò che si trovava al di fuori di quella cerchia. Il sole splendeva radioso come non mai; nel cielo, privo di nubi, volavano spensierati branchi di draghi e di grifoni, come se volessero inaugurare quella magnifica mattinata. Ogni tanto, delle foglie cadevano dagli alberi d’origine e danzavano, sospese a mezz’aria, davanti agli occhi di Nerida, ricolmi come sempre di energia e determinazione. In lontananza si sentiva il dolce rumore dei ruscelli, accompagnato dal melodioso cinguettio degli uccellini.
Nerida fece per sedersi vicino al tronco di un pino.
Lì alla valle c’era un’atmosfera magnifica, le sembrava di essere caduta in sogno senza fine.
Da quando era arrivata ad Aberdur, la sua vita aveva preso una piega diversa. Ancora non sapeva spiegarsi come era finita lì, in una valle magica, popolata dalle cose più irreali al mondo. A volte i suoi pensieri tornavano alla sua casa, alla vita di un tempo e a sua madre … Certo, vivere in una valle incantata era un’emozione che la sollecitava molto. Adorava quel luogo, ma ancora di più era desiderosa di ritornare alle vecchie abitudini e di riabbracciare la sua vera famiglia. Chissà cosa stava accadendo al villaggio dopo la sua scomparsa e quella di Iron … di certo erano tutti molto preoccupati! In fin dei conti, chiunque della vita terrena fosse scomparso non era più tornato.Le tornò in mente suo padre, i bei momenti passati con lui quando aveva ancora cinque anni …
 
“ Nerida, vieni! “
“ Arrivo papà! “

“ Guarda cos’ho trovato, la vedi questa pietra? Ha delle strane incisioni …  “
“ Sarà una pietra magica? “
“ Oh sì, una pietra magica in grado di fornirmi dei poteri che mi serviranno per sconfiggerti! “

Nerida gridò divertita e si mise a correre per scappare.
Si nascose dietro a un albero e aspettò. Non sapeva quante ore fossero passate da quando si era nascosta, ma ciò che sapeva era che si era stufata di rimanere dietro un arbusto e decise di  uscire fuori dal suo nascondiglio.
“ Papà, sono qui! “
Nessuna risposta.

“ Papà, dove sei finito? Papà … “
 
Quella fu l’ultima volta che lo vide.
“ Chissà dov’era finito … “ pensò l’elfa fra sé e sé malinconica
“ Aspetta, ma certo! Mio padre trovò una pietra con strane incisioni, proprio come me e poi scomparve, come me, risucchiato qui nella valle di Aberdur! Non ci avevo mai pensato! “ esclamò, con tono sollevato ed entusiasta.
Si sollevò da terra, piena ancor più di energia e determinazione, poi fece per voltarsi quando vide un’ombra dietro agli alberi. Per istinto estrasse con velocità disumana arco e frecce e prese attentamente la mira, quando vide sbucare il viso di una silfide armata di spade.
Entrambe emisero un sospiro di sollievo, con il cuore che batteva ancora all’impazzata.
“ Cavolo, che spavento! Il mio nome è Nerida “ si presentò lei.
“ Io sono Nhora “ le rispose.

L’elfa ricordava qualcosa a loro proposito, dal momento che aveva letto, alla biblioteca del castello reale, un libro che descriveva ogni singolo magico della valle.
Le silfidi sono esseri estremamente silenziosi e leggiadri. Appaiono quasi come elfi, con la differenza di strani tatuaggi e pietre preziose in ogni angolo del corpo. Sono molto rari, pochi hanno avuto l’occasione di farne conoscenza perché molto spesso, se lo ritengono necessario, dopo essere stati visti scompaiono senza lasciare tracce di sé, per riapparire in luoghi meno popolati possibile. Hanno capacità di combattimento disumane, soprattutto quelle che appartengono alla gerarchia delle “ silfidi guerriere “.
Si dice che appaiano solo a coloro ritenuti dall’anima pura.
Nhora, aveva lunghi capelli castani leggermente ondulati, tatuaggi rossi sulla parte destra del viso e sul resto del corpo, occhi che sembrava fossero di cristallo, e delle pietre rosse sulla fronte, sulle braccia e sulle gambe.
“ Ma, per caso sei una silfide? “
L’interlocutore scrutò attentamente i suoi occhi, come se stesse cercando qualcosa, poi rispose:
“ Sì, sono una silfide. “
“ E, insomma, come mai non sei ancora sparita? “
“ Ho guardato all’interno della tua anima, sei pura, non è necessario che me ne vada “ rispose la silfide, con voce quieta e quasi rassicurante.
“ Ma, posso farti una domanda? Come fate a guardare nelle anime e ritenerne la purezza? Perché se non lo sono scomparite? “
Nhora rimase in silenzio e continuò a fissarla attentamente negli occhi. Non seppe dire quanto tempo passò, forse minuti, quando la silfide riprese a parlare:
“ Sai, sei un’elfa particolare. Non ho mai visto un’anima profonda come la tua “ disse Nhora, con gli occhi che brillavano alla luce del sole “  Prendi la mia mano e tienila stretta “
“ Ma cosa … “ non fece in tempo a rispondere che un’ondata di luce le avvolse e si disperse nell’aria! Non appena si dissolse, non si trovavano più lungo il viale, ma in un’enorme pianura costituita da una distesa d’erba immensa. Notò che il cielo era divenuto stellato: alla sua sinistra era di uno strano blu scuro, non come quello notturno, mentre alla sua destra, di un rosso sgargiante e radioso. Al centro, un enorme albero circondato da un’aura bianca con sfumature gialle.
“ Wow “ Nerida emise un sospiro di stupore e meraviglia. Era il luogo più incantato e meraviglioso di tutta la sua vita, che non aveva niente a che vedere con la valle!
“ Vieni! “ Nhora la condusse dinanzi a quell’arbusto, poi entrambe si sedettero sull’erba fresca.
“ Questo è Helgrind. Può sembrare un normale albero come tutti gli altri, ma non lo è affatto! Vedi, è lui che ci permette di riconoscere le anime pure. È come se fossimo legate da un filo a quest’albero, perché quando guardiamo all’interno di voi, l’Helgrind emana una luce. Se questa è nera, vuol dire che l’individuo davanti a noi non possiede la purezza, altrimenti diventa gialla. Diviene invece bianca, quando questi è puro in tutti i suoi aspetti, il che vuol dire che abbiamo a che fare con un magico al di fuori della norma, ben molto più “speciale” di noi silfidi. Solo la nostra regina ha l’aura completamente bianca, noi altre la possediamo gialla. Insomma, quello che voglio dirti è che tu sei la rarità in persona, ti basta sapere che a parte la regina, in tutta la storia delle silfidi, l’aura dell’Helgrind non è mai stata bianca! “
Nerida rimase completamente meravigliata da quella rivelazione. Come poteva essere importante quanto la regina? Non sapeva darsi risposte, ma tutto ciò la affascinava.
“ Perciò, se ho capito bene, l’Helgrind serve esclusivamente per individuare la purezza? “ domandò Nerida, sempre più confusa.
“ Non solo! Vedi, questo albero può rivelare il destino dei puri. Basta che tu chiuda gli occhi e tenga la mano fissa sul suo tronco. L’Helgrind rivelerà il tuo destino solo ed esclusivamente a te, nessun altro potrà venirne a conoscenza “ spiegò Nhora.
Nerida, sempre più impaziente e curiosa, fece come spiegato: chiuse gli occhi e allungò la mano sulla corteccia, ruvida e bagnata. All’improvviso la avvolse una luce bianca e nella sua mente si fecero strada le parole profonde dell’Helgrind.
“ Nerida è il tuo nome. Hai trovato un cucciolo di drago nero speciale come te, hai deciso di prendertene cura e sei stata catapultata nella Valle di Aberdur per il ritrovamento di un evocatore. Sei una predestinata e per questo combatterai in guerra al fianco di Iron. Entrambi avrete ruoli davvero importanti e sarete decisamente imbattibili con l’unione delle vostre forze, ma fate attenzione: moltissimi magici a voi cari moriranno e voi non potrete impedirlo. Il vostro destino è fatto di un tortuoso cammino, di scelte che dovrete affrontare, di dolore e di sofferenza, ma in gran parte si prospetta come un futuro colmo di energia, determinazione e soprattutto coraggio “ quelle parole le rimbombarono nella mente, sin quando il contatto con l’Helgrind svanì e la luce bianca che la avvolgeva si dissolse.
“ Sta’ attenta, il contatto con l’Helgrind non potrà più essere ripetuto, tieni a mente ciò che ti è stato detto! “ la avvisò Nhora.
“ E come dimenticarsene … “ rispose Nerida, assorta nei suoi pensieri “ Però c’è ancora una cosa che non riesco a capire: come mai ha parlato anche del destino del mio drago? “
“ Questo accade quando sei fortemente legato ad un magico, tanto che il vostro destino si unisce diventando uno solo “ spiegò la silfide “ Ma ora stringimi la mano, ti porto al Villaggio delle Silfidi … “
 


 
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ANGOLO AUTRICE
Cari lettori!
Innanzitutto ringrazio coloro che mi hanno recensito nello scorso capitolo, quali:
-Silver Star
-Lady Sun;
Ora che abbiamo parlato tanto di Iron, perché non raccontare qualcosa di Nerida?
Ebbene sì, una silfide, chi se lo sarebbe mai aspettato? A volte mi sorprendo delle mie stesse  idee xD Dicevamo, Nhora, la silfide, riconosce la purezza d’anima di Nerida e decide di condurla dinanzi all’Helgrind. Questi, può rivelare il destino dei magici puri e Nerida, è appena riuscita a scoprire il suo e in parte quello del suo amato Iron. Ma, aspettate, facciamo un passo indietro: la nostra elfa, attraverso un flashback, ora sa che suo padre si trova lì ad Aberdur!
Insomma, questo era un capitolo pieno di rivelazioni a quanto pare e nel prossimo vedremo un po’ come sarà il Villaggio delle Silfidi.
Alla prossima e mi raccomando, recensite in tanti!

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