Spiral Bound

di Liberty_
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Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Flowers For Your Grave ***
Capitolo 2: *** Nanny McDead ***
Capitolo 3: *** Hell Hath No Fury & Hedge Fund Homeboys ***
Capitolo 4: *** A Chill Goes Through Her Veins ***
Capitolo 5: *** Always Buy Retail & Home Is Where the Heart Stops ***
Capitolo 6: *** Ghosts ***
Capitolo 7: *** Little Girl Lost ***
Capitolo 8: *** A Death in the Family ***
Capitolo 9: *** Deep In Death ***
Capitolo 10: *** The Double Down & Inventing The Girl ***
Capitolo 11: *** Fool Me Once & When The Bough Breaks ***
Capitolo 12: *** Vampire Weekend ***
Capitolo 13: *** Famous Last Words ***
Capitolo 14: *** Kill The Messenger & Love Me Dead ***
Capitolo 15: *** One Man’s Treasure & The Fifth Bullet ***
Capitolo 16: *** A Rose For Everafter ***
Capitolo 17: *** Sucker Punch ***
Capitolo 18: *** The Third Man ***
Capitolo 19: *** Suicide Squeeze ***
Capitolo 20: *** The Mistress Always Spanks Twice ***



Capitolo 1
*** Flowers For Your Grave ***


1. Flowers For Your Grave


 
“Hey, Castle?”

“Si?”

Sbucò fuori dalla porta, vestito solo di un paio di boxer e una maglietta e con lo spazzolino in bocca. Trovò Kate in piedi nel suo ufficio, i suoi piedi nudi contro il freddo legno del pavimento, le sue mani saldamente strette intorno ad un oggetto piccolo e rettangolare. Aveva i capelli sciolti e il modo in cui le circondavano il viso con morbidi ricci era in netto contrasto con le linee tese della sua mascella.

Di qualunque cosa si trattasse, a Castle non piaceva affatto l’effetto che stava avendo su di lei.

Gli ci volle un momento per capire, ma quando lo fece, il suo primo istinto fu quello di andare nel panico. E di soffocarsi con il dentifricio. Di per sé, non aveva esattamente nascosto il libretto, ma non aveva nemmeno immaginato che lei lo avrebbe trovato. Dato che lui aveva ficcato il naso tra le sue cose al distretto per anni, sembrava semplicemente giusto che lei facesse lo stesso con le sue cose al loft.

“Kate” tese la sua mano per fermarla e si affrettò a tornare in bagno per finire di lavarsi i denti.

Quando riemerse, Kate era ancora in piedi vicino alla sedia della sua scrivania apparentemente congelata sul posto. Nella sua mano c’era il diario di Castle, un libretto con una copertina nera e marrone. Lo aveva aperto di nuovo alla prima pagina e i suoi occhi non si staccavano dalle parole scarabocchiate in fretta sulle prime due righe. La data nella parte alta del foglio indicava che era stato scritto sei anni prima. Quando si incontrarono per la prima volta. E sulla seconda riga c’era semplicemente scritto “Kate”.

“Che cos’è questo?” chiese lei dolcemente, spostando lo sguardo su Castle mentre lui si avvicinava. Camminava lentamente, nel vano tentativo di rimanere calmo, ma Kate poteva vedere nei suoi occhi che era insicuro, forse anche un po’ nervoso.

Si fermò vicino a lei e mise una mano sul suo fianco. “ È… Io… Io scrivo?” disse timidamente. “È una cosa che faccio di solito.”

“Castle, questa è la data del nostro primo caso. Mi conoscevi appena.”

Sollevò leggermente le spalle. “Lo so.”

Girò la testa e lo guardò. “E allora perché?”

“L’hai letto?” La sua espressione era un misto di curiosità e timore, il suo corpo leggermente più rilassato ora che poteva vedere che lei non aveva completamente perso la testa. Non ancora, per lo meno.

“No” ammise dolcemente. “Mi sono fermata quando ho visto il mio nome.”

Prese il libro dalle sue mani, lo chiuse ma non lo mise via.

“Castle?”

Silenziosamente la prese per il braccio con la mano libera, la guidò dentro la loro stanza, sul loro letto. Solo quando si furono posizionati, Kate tra le sue gambe, la sua schiena contro il petto di Castle, le diede di nuovo  il libretto.

“Ti ho sempre scritto dal nostro primo caso” disse dolcemente, il respiro caldo sul suo collo, sul suo orecchio, facendola rabbrividire. “Puoi leggerlo. Tutto… se vuoi.”

Vacillò. “Sei sicuro?”

“Le ho scritte per te, Kate. Voglio dire, non ho mai pensato che le avresti lette, ma… sincerità e onestà, giusto?”

Era diventato il loro motto da quando avevano iniziato questa relazione, dopo aver affrontato le iniziali difficoltà. L’esplosione emotiva che si era verificata due anni prima quando finalmente entrambi avevano confessato i propri segreti, le bugie che avevano detto… tutto ciò li aveva portati a un punto morto. Evitare di parlare dei loro sentimenti si era ritorto contro loro stessi. E il giorno in cui si sedettero e si dissero tutto dopo una dura giornata (e passarono il resto della serata abbracciati e senza vestiti addosso), si erano promessi che non avrebbero permesso a niente del genere di accadere di nuovo.

Annuì. “Giusto.”

Avvolse le mani attorno a quelle di lei, stringendo il libretto al petto. “Adesso questo è anche tuo. Nostro. Solo… devi capire che alcune cose che ho scritto sono molto emotive.”

“Io…” Kate sospirò pesantemente. Poteva farcela. Poteva farcela davvero. “Okay. Ce la posso fare.”

Le sue mani lasciarono quelle di lei e si posarono sui suoi fianchi, stringendoli gentilmente. “Sei sicura?”

Annuì, esitando solo leggermente. “Solo… non andare da nessuna parte, okay?”

Castle premette le sue labbra sui capelli di Kate, la avvolse con le sue braccia e mise le mani sul suo ventre.

Kate prese un respiro profondo e aprì nuovamente il libro alla prima pagina.

Kate,

Non so nemmeno perché io stia scrivendo. Immagino sia perché se ti dicessi queste parole, molto probabilmente mi mutileresti in qualche modo orribile e doloroso.

Non avrei mai pensato di dirlo, ma sono contento che tu abbia rifiutato ieri. Perché se avessi detto di si, ci saremmo divertiti e sarebbe finita lì. Non ho dubbi sul fatto che sarebbe stato fantastico, ma poi probabilmente uno di noi si sarebbe svegliato da solo nel letto questa mattina e non avrebbe più rivisto l’altro.

Non voglio che questa sia la fine, Kate. Non lo dico a proposito di tante persone, ma c’è qualcosa in te che mi intriga e che mi fa venire voglia di sapere di più. So che hai una storia molto più complicata e profonda di quella che ho cercato di indovinare ieri. Forse questo fa di me un ficcanaso, ma non posso farci niente. Sono uno scrittore. Vivo per la storia. E voglio imparare la tua.

Sono abbastanza sicuro che mi odierai per ciò che farò più tardi questo pomeriggio. So che probabilmente non vuoi vedermi mai più da nessuna parte vicino al Dodicesimo Distretto. Ma ieri quando sono tornato a casa, ho fatto una cosa che non avevo più fatto da mesi: scrivere. Sono stato bloccato per mesi, ma all’improvviso c’era un nuovo personaggio nella mia testa.

Tu me l’hai inspirato, Kate. Sei forte e dura (e molto sexy) in un modo in cui solo tu puoi esserlo. E ne ho bisogno. Ho bisogno di vederti in azione, di conoscerti meglio. Voglio sapere che cosa ti spinge, cosa ti fa essere così brava nel tuo lavoro.

Quindi per favore non odiarmi perché mi presenterò al distretto fra qualche minuto. Semplicemente, come ti ho detto durante il caso, sono qui per la storia. Per la tua storia. E ora sono qui anche per la mia storia. Per fare delle ricerche per il mio prossimo libro con protagonista un’intelligente ed esperta detective.

So che non leggerai mai questa lettera, ma è così bello aver scritto tutto. Immagino che si possa dire che mi aiuta a organizzare i pensieri e analizzare i sentimenti.

E se alla fine dovessi davvero farmi del male per essermi intromesso nella tua vita in questo modo, beh, magari qualcuno troverà questa e saprà la ragione per cui sono morto.

Ci vediamo al Dodicesimo tra qualche minuto.

Per favore non spararmi.

-RC

Il silenzio riempì la stanza quando Kate finì di leggere la lettera, cercando di decidere che cosa dire. Non lasciò andare il diario, ma allentò la presa permettendogli di appoggiarsi contro le sue gambe.

“Eri felice che avessi rifiutato?” chiese alla fine.

“Si. Lo ero.” La strinse a sé, baciandola nell’incavo del collo. “Anche se non lo ero così tanto come lo sono adesso.”

“Perché?”

“Perchè se non lo avessi fatto, probabilmente non saremmo seduti qui.”

 Kate si fece scappare un piccolo sorriso, breve, prima di ritornare alla lista di domande che le riempivano la mente.

“Volevi comunque andare a letto come me, vero?”

Castle ridacchiò, lasciando le vibrazioni provocate dalla risata scorrere attraverso il suo corpo ancora premuto saldamente contro quello di lei.

“Certo che volevo. You’re hot as hell, Kate*. Quale uomo non vorrebbe?” fece scivolare le dita fino alla sua vita, le grandi mani la accarezzavano, come a sottolineare quello che aveva appena detto. “Non mentirò e non dirò che volevo qualcosa di più all’inizio, perché sappiamo entrambi che non è così. Ma il momento in cui ti sei allontanata da me, divenne una sfida. Ti volevo ancora, ma per la primissima volta avrei dovuto impegnarmi per ottenere ciò che volevo. Non mi era mai capitato prima e questo, sinceramente, è ciò che mi ha attratto.”

“Io… davvero?”

“Non.. non ho idea di che cosa fosse, onestamente. Perché solitamente quando le cose non andavano come volevo io lasciavo perdere e provavo qualcosa di diverso. Ma con te, semplicemente… non potevo lasciare perdere.”

Kate girò la testa e gli diede un bacio sulla guancia. Una, due volte.

Lo sentì sorridere quando lei parlò di nuovo.

“Sono felice che tu sia rimasto, Castle.”







Salve gente! :D
Che cos’è questa? Allora, long story short: mi sono imbattuta in questa ff sul sito fanfiction.net e l’ho semplicemente amata *-* così ho deciso di coinvolgere Ari (aka ice_cream) nella traduzione :3 Quindi la storia NON è nostra, bensì dell’autrice Dmarx ;) se volete potete trovarla qui http://www.fanfiction.net/s/7928392/1/Spiral-Bound in lingua originale :)

La frase in inglese (contrassegnata con un *) è stata volutamente lasciata in lingua originale perchè in italiano proprio non rende xD 

Un ringraziamento particolare a Ivi che con molta MOLTA pazienza ci fa da beta :) Sei un cuore :3

Noi vi diamo appuntamento giovedì con il prossimo capitolo :) Stay tuned ;)

E... HAPPY 100TH EPISODE EVERYONE :D *saltella e urla* I nostri shipper hearts esploderanno stanotte ah *-* dssufhsuafhasudhasu :3




Fede

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Capitolo 2
*** Nanny McDead ***


Nanny McDead

Una volta digerita la prima lettera, il silenzio calò sulla conversazione che questa aveva generato. Castle aveva iniziato a scrivere quel diario così tanto tempo prima che non riusciva nemmeno a ricordare ciò che aveva scritto nei primi due anni, e sperava tanto che nessuna di quelle lettere fosse troppo appiccicosa o poco profonda. Ma fin’ora, non era così male.

La prima lettera era stata relativamente diretta, senza doppi sensi (per gran parte), e non troppo profonda o emotiva. Anche se altre lo erano. Alcune le conosceva parola per parola, semplicemente perché era così distrutto quando le aveva scritte che le frasi sarebbero rimaste impresse nella sua mente per sempre. Erano quelle, davvero, di cui era più preoccupato, non solo perché i suoi sentimenti sarebbero indubbiamente riemersi, ma perché avrebbe riportato alla mente vecchi ricordi anche a lei.
Ricordi che era riuscita ad accantonare solo recentemente, ora che la cospirazione attorno alla morte di sua madre si era finalmente risolta.

Ma avrebbero fatto fronte a quelle quando sarebbe stato il momento. Per ora, Castle si stava addirittura divertendo a leggere ciò che aveva scritto sei anni prima.
Per così tanti anni aveva documentato la loro storia con le sue parole. Ogni giorno continuavano a scriverla, insieme. Ma questo… era come se stessero leggendo la loro storia da fuori. Ed era qualcosa di nuovo e diverso.
Sentì Kate muoversi contro di lui, il suo gomito gli urtò il braccio mentre lei girava lentamente la pagina.
“Stai bene?” le chiese dolcemente.

Lei annuì, sfiorando la sua guancia con quella di lui, mentre si decidevano a leggere la prossima lettera. “Sì.”

Kate,

Ho imparato alcune cose su di te oggi. La gente dice che sei il miglior detective di New York City. Dopo questo ultimo caso, sono completamente d’accordo. Sono sicuro che per te non è stato facile. Cavolo, era difficile per me guardare, e non ero realmente coinvolto. Ma il modo in cui l’hai gestito mi ha colpito.

Quando interroghi qualcuno, sei dura e intimidatoria (in un modo incredibilmente sexy). Ma oggi con Chloe… eri completamente diversa. Eri compassionevole e comprensiva, ed era la prima volta che vedevo questo lato di te. Sapevo che doveva essere lì, sotto il guscio duro che hai fuori. E ora che l’ho visto, sono ancora più curioso di sapere la causa di quella corazza che hai tirato su, nascondendo la tua parte più dolce in un posto lontano. 

Di cosa hai paura, Kate? Chi ti ha fatto questo, causandoti così tanta pena da costringerti a nasconderti?
D’altra parte, sono uno scrittore. Forse sto costruendo la mia storia qui, leggendo troppo nelle tue azioni. Forse quella corazza è solo una parte dell’essere un poliziotto.
Sinceramente, non lo so. Non riesco a leggerti bene, e forse perchè tu non vuoi che lo faccia. So che non sei entusiasta di questa situazione, lo sottolinea il fatto che non mi vuoi chiamare e ti trattieni dallo spararmi. Ma io sono emozionato a riguardo.  Sono emozionato dall’imparare di più, non solo su di te, ma anche sul lavoro che fai. 
E' piuttosto divertente, essere legati non solo per il lavoro ma anche a livello affettivo durante gli interrogatori e le liti e altre cose simili.
E non vedo l’ora di avere un’altra occasione per scoprire la tua storia, per scavare più a fondo. Questa nuova parte di te mi ha incuriosito, invogliandomi a cercare una spiegazione.
So che da qualche parte ce n’è una, nel profondo dentro di te, e dubito fortemente che tu sarai disposta a condividerla con me. Ma se c’è una cosa in cui sono bravo, è mettere insieme i pezzi di un puzzle.

Finora ne ho tre.

1. Qualcosa di brutto è accaduto a qualcuno molto vicino a te.

2. Qualunque cosa fosse, è stato doloroso per te.

3. Aver sofferto quella pena è parte di ciò che ti ha resa un buon poliziotto perché sei capace di identificarti nelle vittime. Una cosa così non può essere insegnata. E’ una cosa che impari per esperienza.

Come dicevo, pezzi di puzzle. Così adesso sono seduto a casa mia, in attesa del nostro nuovo caso, per vederti in azione di nuovo. Per trovare il prossimo pezzo, per capire come si collega agli altri.
Un gioco come questo è intrigante.

E un giorno, capirò come tutto questo si incastra insieme al resto. 


-RC

Kate sollevò lentamente la testa, segno che aveva finito di leggere, ma non disse nulla.
"Uh, umm..." cominciò Castle imbarazzato.
"Hmmm?"
"Sì, quello probabilmente non è stato il mio momento migliore. Fare di tutto un gioco, intendo.”

Sorprendentemente, non era così arrabbiata come avrebbe dovuto essere. Forse perché erano cose successe in passato e sapeva che lui era cambiato da allora, sapeva che ciò che avevano ora non era del tutto un gioco. Ma forse era anche perché, gioco o no, almeno ora capiva perché Castle era così interessato all’inizio. Perché era stata in grado non solo di capire il suo interesse, ma anche di conservarlo. 
Una volta lui le aveva detto che era un mistero che non avrebbe mai risolto ma sul momento Kate non credeva seriamente che il suo interesse fosse nato così presto nella loro collaborazione. Apparentemente l’aveva sottovalutato, sotto tanti punti di vista.
"Eri praticamente morto," rispose dolcemente lei, mentre i suoi pensieri ritornavano alla lettera, alle parole di lui durante il loro vero primo caso.
"Come ho detto, pezzi del puzzle."
"Forse dovresti avere un incarico segreto come profiler o qualcosa del genere.”

"Oh, cavolo, non avresti neanche dovuto scoprire queste cose,” la prese in giro lui, mentre le faceva il solletico ad un fianco, facendola morire. "In realtà io lavoro per l’FBI, mi basta scrivere e farti da ombra nel tempo libero.”
Kate rise, rise davvero, buttando indietro la testa contro la sua spalla, il suono forte, luminoso, musicale che riempiva la stanza. Era bellissima, contagiosa, e si diffuse rapidamente su di lui.  
"Davvero, però, come hai fatto a inquadrarmi così velocemente?” gli chiese come smisero di ridere.
"Sono un autore, Kate. Ho passato anni a scrivere su morti e omicidi e pazzi assassini. E se c’è una cosa che ho imparato, è che ogni azione, ogni decisione presa, ha una ragione psicologica dietro. Per la maggior parte, le persone non uccidono tanto per… a meno che non abbiano problemi o cose del genere. Uccidono perché sono arrabbiati o gelosi. Si chiudono perchè qualcosa che è accaduto loro in passato li ha feriti o li ha spaventati. E’ una decisione, cosciente o no, che ognuno prende.”

"Pensaci," continuò lui, facendo una pausa per prendere fiato. “Tu cerchi un movente ogni volta che guardi i sospettati. Il movente è soltanto ciò che ha causato – una volta presa la decisione – il processo successivo.” 

Kate annuì lentamente, pensierosa. “Credo di non averla mai pensata sotto questo punto di vista.”

"Beh, per questo sono io il creativo tra noi due.”

Kate lo raggiunse dietro, schiaffeggiandolo sul braccio. "Sta’ zitto, Castle."
Lui sorrise. "Ah sì? E cosa ottengo se lo faccio?”

Si mise a sedere, si voltò tra le sue braccia fino a quando non si ritrovò in ginocchio davanti a lui.
"Se lo fai," allacciò le braccia dietro il suo collo seducentemente, attirandolo per un breve bacio prima di parlare a bassa voce, le loro labbra si sfioravano ancora, “Ti farò vedere quanto posso essere creativa.” 



Angolino di Ari & Fede
Buonaseraaaaa! 
Eccoci, come promesso, con il secondo capitolo!
Vi lasciamo il link del secondo capitolo in originale: http://www.fanfiction.net/s/7928392/2/Spiral-Bound nel caso vi andasse di leggerlo! ;) 
Grazie ancora alla nostra sorellona Ivi <3 
Ci sentiamo Lunedì con il prossimo!  
Baciiii,
Ari & Fede.
 

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Capitolo 3
*** Hell Hath No Fury & Hedge Fund Homeboys ***


Hell Hath No Fury & Hedge Fund Homeboys

 

 

Un macabro doppio omicidio li tenne lontani da casa fino a tardi per le quattro notti successive, e quando tornavano al loft, avevano giusto abbastanza energia per collassare nel letto, esausti. Ma una volta che il caso venne chiuso ed erano pronti per andare a letto ad un orario decisamente più decente, Kate aprì il cassetto del comodino di Castle e prese il diario.


“Vuoi leggerne un po’?” chiese Castle posizionandosi di fianco a lei nel letto.
Kate si appoggiò al suo fianco nudo e aprì alla terza data. “Si, solo un paio.”


Castle le avvolse le spalle con le sue braccia, stringendola a sé mentre lei
posizionava il libro sul suo grembo e iniziava a leggere.


Kate,


Ad essere sinceri, non ho molto da dire oggi, ma visto che ti ho scritto per i primi due casi a cui abbiamo lavorato, sento che dovrei continuare.


Ciò di cui voglio scrivere oggi non riguarda il caso, bensì la cerimonia per il lancio del mio libro.

 

Non mi sarei mai immaginato che ti saresti presentata, considerando che quando ti sono intorno sei solitamente molto desiderosa di liberarti di me. Voglio dire, so che sei una fan, altrimenti non avresti mai trovato la connessione tra quei primi tre omicidi, ma non pensavo che avresti voluto essere nella stessa stanza in cui ero io di tua spontanea volontà. E di certo non avrei immaginato che tu fossi il tipo di ragazza che indossa uno sgargiante vestito rosa. Ho ancora molto da imparare.


Eri vestita molto bene, comunque. Le tue gambe continuavano e continuavano per miglia con quel vestito corto e quei tacchi alti. I tuoi capelli erano diversi dal solito… più spigolosi, si, è questo il miglior aggettivo. È perfetto per te.


Probabilmente tutti coloro che erano nella sala avranno pensato che avevo difficoltà a parlare perché stavo leggendo le ultime parole di Derrick Storm. In realtà, le parole mi si sono semplicemente bloccate in gola nel momento in cui ti ho vista lì, tra la folla, mentre ti toglievi il cappotto in un modo troppo sexy per essere fatto in pubblico.


Lo stavi facendo solo per stuzzicarmi, vero? Solo per avere la mia attenzione? Se è così, hai sicuramente raggiunto il tuo obiettivo. Voglio dire, come possono gli altri uomini vederti e non volerti? Tu sei… uno sguardo e mi attrai.


So che avrei dovuto firmare autografi e incontrare i fans dopo aver lasciato il podio, ma ho dovuto cercarti. Volevo sapere perché eri lì (sfortunatamente il motivo non era quello che avevo sperato). E volevo dirti quanto stavi bene con quel vestito, finchè mia madre non si è intromessa e ha rovinato quel momento, in un modo in cui solo lei può farlo. Quindi, visto che non ho avuto la possibilità di dirtelo prima, eri incredibilmente hot stasera.


E un’altra cosa: so che odi il nome Nikki Heat. So che vorresti che lo cambiassi, e se avessi avuto la tua pistola con te stanotte molto probabilmente me l’avresti puntata alla testa finchè non avessi cambiato idea. Grazie al cielo eri disarmata. E so che sarà un successo. Le opzioni per il titolo sono infinite. E cade a pennello, in qualche modo, per il personaggio che ho creato, la relazione che avrà con il giornalista che la segue nelle indagini. Focosa e piccante. Molto ‘heat’.


Sarà perfetto. La amerai, te lo prometto! Non che io sia davvero preoccupato visto che sembri conoscere i miei libri. Li hai letti tutti, vero?


Un giorno o l’altro ti farò confessare.


Fino ad allora, agirò secondo l’ipotesi che sei una fangirl in segreto. Forse anche una di quelle che lasciano degli strani messaggi sui siti dei fans. Hai sicuramente postato uno di quei messaggi, vero?


Scoprirò quale tra quelli è il tuo.


-RC


Kate sbuffò. “Non sono una fangirl pazza.”


“Oh si invece.”


“No.”


“Forse non ora, visto che hai il vero autore al tuo servizio quando vuoi.” Disse indicandosi mentre lei roteava gli occhi. “Ma prima di incontrarmi lo eri, vero?”


“No.”


“Bugiarda.”


“Non lo saprai mai.”


“Forse un giorno…”


“Mai.”


“A quanto si può risalire con la cronologia del browser di internet?”


“Oh no, non lo farai!”


Castle alzò le sopracciglia nel modo che stava ad indicare che non stava pensando a nulla di buono.


“Castle!”


“Cosa?” chiese con fare innocente, tentando di allontanarsi da lei. Il suo tentativo, però, fallì miseramente quando Kate gli prese l’orecchio tra le dita, torcendolo dolorosamente.


“Ah, okay, mele, mele.”


Non allentò la presa ancora per qualche secondo, gustandosi il momento, prima di liberare il suo orecchio.


“Non cercherai per nulla al mondo la cronologia del mio browser.”


“Imbarazzata da quello che potrei trovare?”


“Castle.”


“Sai che non lo farei davvero, Kate.”


“Lo so.”


“Potrei, comunque, rastrellare il sito dei fan alla ricercare di un qualsiasi cosa che possa essere stata scritta da te.”


“Certo, perché tu hai tutta quella pazienza.”


Castle fece scorrere una mano lungo il suo fianco, accarezzando con le dita quel posto nascosto che lui e la sua pazienza avevano scoperto una notte di qualche mese fa.
“Penso che tu sappia, Detective, che posso essere molto paziente se voglio.”


Lei non fu capace di trattenere il brivido che la percorse.


“Mmhmm, proprio quello che pensavo” mormorò lui.


Kate sapeva che avrebbe dovuto avere pronta una replica arguta, un qualsiasi cosa per fermare il suo sorrisino da avevo-ragione-io, ma le sue carezze stavano avendo un effetto silenziatore su di lei.


Al diavolo lui e la sua pazienza. Si sentiva così bene.


“Kate?”


“Hmmm?”


La sua mano si fermò e lei resistette all’impulso di piagnucolare. “Faresti una cosa per me?”.


“Non mi piacerà, vero?” Castle alzò un sopracciglio e lei sospirò. “Va bene, cosa?”.


Girò la testa lentamente e indicò il punto ancora rosso sull’orecchio. “Bacialo e fai in modo che migliori.”


Oh, questa era una cosa che poteva benissimo fare. In più, le dava la possibilità di ripagarlo per averla stuzzicata.


Kate sollevò la testa, le labbra catturarono l’orecchio e lo intrappolarono nella sua bocca mentre lo accarezzava con la lingua. Il suo caldo respiro si infrangeva sul collo di lui mentre respirava. Castle sentì il suo battito accelerare, il calore avvolgerlo quando le mani di lei iniziarono a muoversi sul suo petto.


Se questo era il risultato, le avrebbe permesso di stritolargli l’orecchio ogni volta che avesse voluto. Specialmente se le sue mani avrebbero continuato a lasciare dei disegni sulla sua pelle mentre lei liberava l’orecchio per spostarsi sul collo.


Si, forse le sue non-troppo-segrete attività da fangirl non erano così importanti.


Kate collassò sopra di lui, respirando pesantemente, un inebriante calore sparso in tutto il corpo. Castle sollevò le braccia con qualche difficoltà, le avvolse intorno a lei e posizionò le mani sulla parte bassa della sua schiena. La pelle di Kate era umida al suo tatto e la pelle d’oca aumentò leggermente quando l’aria fresca incontrò il corpo nudo di lei.


“Puoi farmi male all’orecchio quando vuoi, Detective” ansimò, mentre le dita tracciavano morbide la curva della sua vita.


“Ah si? Ti è piaciuto?”


Castle gemette al ricordo: Kate sopra di lui, il riflesso delle luci della città che illuminavano la sua pelle e si riflettevano nei suoi occhi.


Dio, era così incredibilmente sexy. E bella. E talentuosa. E sorprendente.


“Kate”, fu tutto quello che riuscì a dire. La sua mente era annebbiata, le membra pesanti e le parole non erano il suo punto forte al momento.


Castle non sapeva per quanto rimasero in quella posizione, Kate distesa su di lui, tutti e due completamente rilassati e sazi. Ad un certo punto lei scivolò, e lui fece lo stesso, entrambi iniziarono a riprendere conoscenza mezz’ora dopo per colpa del freddo che iniziava a farsi sentire.


Kate si spostò, in un vano tentativo di cambiare posizione, ma le sue braccia si strinsero intorno a lei in risposta.


“Rimani.”


“Ho freddo.” Protestò ancora addormentata.


“Ma io sono bello e caldo.”


Kate rotolò fuori dalla sua presa e si posizionò di fianco a lui. Castle non perse tempo e si rigirò su un fianco, catturandola nel suo abbraccio e sollevando le coperte in modo che coprissero entrambi.


“Ooof!” grugnì lei quando un qualcosa di acuto si scontrò con la sua schiena.
“Cosa c’è?”


Kate si sollevò, estrasse il diario di Castle da dove giaceva ormai dimenticato.
Si erano leggermente… distratti.


“Questo.”


Castle si allungò per prenderlo dalle sue mani e metterlo sul comodino, ma lei lo sorprese sollevandosi su un gomito e aprendo nuovamente il libretto.


“Ancora una” spiegò, rispondendo alla sua silenziosa domanda.


Si sollevò anche lui, premendo la sua spalla contro quella di lei sotto le coperte e insieme iniziarono a leggere la lettera successiva.


Kate,


Credo di dover investire i miei risparmi in un paio di cuffie. Altrimenti potrei ritrovarmi senza un orecchio, e sarebbe un vero peccato vedere la mia affascinante immagine distrutta in questo modo.


Kate sbuffò e roteò gli occhi. Castle le offrì semplicemente un sopracciglio alzato e un sorrisino sexy. Roteò nuovamente gli occhi e riportò lo sguardo sulla pagina.


Pensi che io sia affascinante, giusto? Penso proprio di si, anche se tu non lo ammetterai mai. Esattamente come penso che ti piaccia avermi intorno, anche se fai finta che non sia così. Beh, va bene, perché il sentimento è ricambiato. Mi sto divertendo molto da quando sono diventato la tua ombra e imparo cose su di te.


Anche se non riesco ancora a capirti del tutto. Di sicuro vieni da una famiglia benestante. Sei intelligente. Ma com’eri quando eri più giovane? Me lo sono chiesto molte volte durante questo caso. Eri simile a quei ragazzini? So che non hai frequentato una scuola privata, ma per un momento mi avevi quasi convinto.


Mi spaventa il modo in cui hai mentito con tanta convinzione.


Ti immagino un po’ ribelle a quell’età. Non tanto quanto quei ragazzi, comunque. So che non avresti mai fatto ciò che hanno fatto loro. Ma scommetto che ti divertivi facendo feste e passando le notti in città. Si, ti immagino proprio così. C’è una ragazzina selvaggia nascosta da qualche parte lì sotto, vero? Scommetto che non sei sempre stata così pignola con le regole.
Dovresti uscire con me qualche volta. Potremmo prendere un drink e ballare. 


Potrebbe essere un’occasione per vestirti elegante, divertirti e rompere qualche regola. Dai, Beckett. So che lo vuoi.


Ma ahimè, questa è solo una lettera e non credo che la leggerai. E dubito ancora di più che diresti ‘si’ alla mia offerta.


Ma ricordati le mie parole… uno di questi giorni ti convincerò ad avere un appuntamento con me.


Fidati, ci divertiremmo davvero tanto insieme. Lo so e basta.


-RC


“Beh, immagino che io abbia avuto ragione” disse Castle con aria di sufficienza quando finirono di leggere.


“E come?”


“Beh, alla fine ti ho convinta a uscire con me.”


“No, non l’hai fatto.”


“Esci con me adesso, no?”


“Si ma…” Ma cosa?


Castle alzò un sopracciglio.


“Era reciproco.” disse Kate.


“Io… okay, va bene. Hai vinto tu. Ma ci siamo divertiti.” Sollevò sensualmente un sopracciglio.

 

“Moltissimo. Quindi avevo ragione a proposito di questo.”


Kate roteò gli occhi, appoggio il diario di lato. “Wow, Castle.”


“Wow cosa?”


Lei scosse la testa. A volte era così irritante. A parte il fatto che la vocina nella sua testa le ricordava che non lo trovava più irritante. Affettuoso sarebbe un aggettivo più adatto, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.


“A proposito, mi racconterai mai altri aneddoti della tua fase da ‘ragazzina selvaggia’?”


“Te ne ho raccontati parecchi, Castle.”


“Oh no, Detective. Le storie su di te e la tua fase ribelle, in vestiti di pelle alla guida di una moto non saranno mai abbastanza.”


“Mi racconterai mai della tua nuda scappatella su un cavallo della polizia?”


Sollevò le sopracciglia. “Non lo so. Sapresti sopravvivere all’immagine di me nudo in groppa a un cavallo?”


“Penso, Castle”, disse con una voce seducente, facendo scivolare la mano verso il basso, sul suo ventre, sempre più giù, “di averti dimostrato che sono abbastanza brava nel maneggiare le cose.”


E ancora una volta il diario rimase sul letto, dimenticato.

 

 

 

Angolino di Fede & Ari: 
Eccoci qui, come promesso, con il 3 capitolo (dopo essere morte e risorte tra uno sclero e l’altro sullo spoiler della 5x21) sperando di ravvivare un po’ questo hunhappy non-Castle Monday xD
Grazie a tutti coloro che hanno recensito, risponderemo a tutte le recensioni al più presto *scuola permettendo* 
Un grazie particolare a Ivi, la nostra beta cuoriciottola 
Beh, questo è tutto appuntamento a giovedì con il 4 capitolo 

 

Come sempre vi linkiamo la storia originale http://www.fanfiction.net/s/7928392/1/Spiral-Bound


Fede & Ari

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Capitolo 4
*** A Chill Goes Through Her Veins ***


A Chill Goes Through Her Veins

La volta dopo che aprì il diario fu due giorni dopo, una piovosa Domenica mattina. Aveva la giornata libera e, dato il tempo, non aveva nessuna voglia di allontanarsi dalla camera da letto e dal calore del suo compagno. Era ancora presto, ma Kate non era mai stata molto per il dormire. E quel diario l’aveva davvero catturata, aveva attirato la sua curiosità.

Ha sempre amato il suo modo di scrivere, di usare le parole, ma questo era diverso. Nikki Heat era basata su di lei, sì, ma anche questo era su di lei, nessun personaggio in mezzo, ad offuscare la linea tra realtà e finzione. Questo era Castle, che scriveva su di lei, onesto e aperto, che raccontava la loro storia fin dal primo giorno. E in qualche modo, leggerla faceva sembrare ancora più sorprendente il modo in cui ci erano arrivati.

Aprì la quinta annotazione, lanciando furtivamente uno sguardo al suo compagno, chiedendosi se avrebbe dovuto aspettarlo. Li avevano letti tutti insieme fino ad ora, e in qualche modo sembrava giusto. Era la loro storia, dopo tutto.

Castle era sdraiato accanto a lei, disteso a pancia in giù, con il lenzuolo che gli copriva solo la schiena. Era di fronte a lei, il viso rilassato nel sonno, i lineamenti morbidi e belli, ed era così adorabile che non voleva svegliarlo.

Kate sospirò felice, tracciandogli i lineamenti della guancia, del mento, con un dito. Alcune volte era ancora difficile per lei credere che erano lì, a vivere insieme nel suo loft.  Che poteva alzarsi ogni mattina accanto a lui, solitamente nuda. Sorrise a quel pensiero, lasciando cadere di nuovo le sue mani sul letto.

Castle russava sommessamente, assonnato spostandosi più vicino al suo calore, cercandola. Sbatté le palpebre aprendo confusamente un occhio, la prima cosa che mise a fuoco fu il viso di lei. Stava guardando verso il basso, su di lui, con amore, gli occhi verdi lucidi di felicità, e non riusciva a pensare ad un modo migliore per svegliarsi.

Si sforzò di aprire anche l’altro occhio, socchiudendolo contro la luce. "Giorno."

Lei sorrise, chinandosi per baciargli una tempia. “Buongiorno dormiglione.”

Lui si girò su un fianco, tirandosi su sul gomito. “Da quanto sei sveglia?”

Si strinse nelle spalle. "Non tanto."

"Stai leggendo?"

Seguì la linea delle sue mani, il diario tra esse. “Stavo per farlo. Ma poi mi hai distratta.” Le ultime parole le sfuggirono e Kate si morse la lingua, ma era troppo tardi.

Castle sollevò un sopracciglio. “E come ci sarei riuscito esattamente mentre dormivo?”

I suoi occhi scattarono alla sua forma nuda, per poco, ma Castle lo notò, sorrise. “Ti piace ciò che vedi?”

Kate lo colpì al petto. “Sta’ zitto.”

Si chinò, le posò un dolce bacio del buongiorno sulle labbra. "Ti amo anch’io."

Lei sorrise nel bacio, non riuscì a trattenersi. A volte si sorprendeva ancora di quanto velocemente potesse passare dallo scherzare all’amare, ma la sua spontaneità era una delle cose che più l’avevano fatta innamorare di lui. C’era qualcosa di eccitante nel non sapere mai cosa sarebbe venuto dopo.

Un altro motivo per il quale era così presa da quel diario.

Castle si girò sul suo stomaco, imitandola, il suo peso sorretto dai due gomiti, l’avambraccio sinistro legato a quello destro di lei. Intrecciarono le loro mani, usandole per tenere il diario aperto, e in silenzio cominciarono a leggere.

Kate,

Non so veramente da dove cominciare con questo capitolo. Sono ancora un po’ confuso dalle informazioni che hai condiviso con me, e posso solo fingere di capire come devi esserti sentita, dovendo conviverci ogni giorno senza sapere cosa realmente accadde.

Abbiamo alcune cose in comune, tu ed io; entrambi abbiamo un solo genitore presente nelle nostre vite. Ma siamo anche diversi. Io non ho mai conosciuto mio padre, non mi è mai mancato, perché lui non c’è mai stato. Non posso nemmeno provare ad immaginare come dev’essere stato conoscere tua madre e poi perderla, specialmente in un’età così giovane.

E poi essere sul punto di perdere anche tuo padre. Sapevo da subito che eri forte ma fino ad oggi, non avevo realizzato la grandezza della tua forza. Sei dura, sei una combattente, sei forte, e ammiro ciò che sei diventata nonostante quello che ti è capitato. 

So che probabilmente odi sentirlo, e dubito seriamente che questo aiuti, ma mi dispiace.

E voglio aiutarti, anche se non ci conosciamo così bene, non mi piace che tu viva con questa pena ogni singolo giorno.

Probabilmente mi odieresti se mai dovessi scoprirlo ma ho il fascicolo del caso qui con me, nascosto nel cassetto della mia scrivania. Vedrò cosa riesco trovare. Dev’esserci un collegamento perso da qualche parte, qualcosa che questi poliziotti non hanno visto o non hanno voluto vedere. Farò tutto ciò che mi è possibile per trovarlo. Per te. Perché passi ogni giorno a dare un finale agli altri, ma non ti sei mai concessa la stessa cortesia. Voglio cambiare questo.

Voglio anche ringraziarti per aver condiviso questa cosa con me, tua madre e il suo anello e l’orologio di tuo padre. Non dev’essere stato facile parlarne. E voglio che tu sappia che non sto prendendo alla leggera queste informazioni. Il concetto base della storia forse apparirà come una parte del personaggio di Nikki, ma il caso specifico, o ciò che ha passato la tua famiglia, quello no. Alcune cose non sono fatte per essere diffuse al mondo.

Quindi sappi che il tuo segreto è al sicuro con me

-RC

Con sua sorpresa… e quella di lei… i suoi occhi erano asciutti quando finirono di leggere il che diceva non solo quanto lontana era arrivata lei, ma quanto lontani erano arrivati, insieme, tanto da poter leggere una cosa del genere e stare ancora bene. Lei era triste, si poteva dire, tanto quanto lui. Non c’era un sorriso sul suo viso, non c’era più luce nei suoi occhi. Ma era un progresso e per lei, per loro, era abbastanza.

"Mi sono sempre chiesto,” cominciò lui tentennando, continuando solo dopo aver ricevuto un suo cenno d’assenso, “perché me l’hai detto?”

"Non ne sono sicura,” ammise Kate. “Credo perché avrei preferito dirti la verità piuttosto che continuare a farti indovinare e magari l’avresti detta giusta. In questo modo potevo controllare ciò che sapevi. E ti ha impedito di sbattermelo in faccia in un momento in cui non avrei saputo gestirlo.”

 Lui annuì pensieroso. “Ha senso.”

Lei gli strinse la mano. “Pensi che saresti mai riuscito a scoprirlo?”

Castle prese un respiro profondo, pensando alla risposta. “Non ne sono sicuro. Forse ci sarei andato vicino. L’avevo già fatto. Ma non penso che la mia mente da scrittore se ne sarebbe uscita con tutti i dettagli e tutto il resto che è successo. E dato che non potevo vedere la tua collana, non so se avrei mai capito che si trattava di tua madre, non di tuo padre. 

"Hmmm."

Calò il silenzio per un momento, Kate giocava con l’angolo della pagina, tracciandone il contorno affilato con l’unghia. Dopo un po’, parlò di nuovo.

"Ti sei mai chiesto come si sarebbe rivelata Nikki se io non te ne avessi parlato?”

La domanda lo colse alla sprovvista e fece una pausa. “Io…Onestamente non ci ho mai pensato. Nel senso, sapevo sin dal primo giorno che c’era qualcosa nel tuo passato. Non sapevo cosa, ma penso che quel retroscena fosse sempre stato lì nella mia testa. Solo non era così importante.”

"Hmmm," disse di nuovo. E questo sembrò la fine della conversazione. Chiuse il libro, si sedette in parte, e si chinò su Castle, la sua testa sulla sua spalla.

"Stai bene?" le chiese dolcemente

"Stavo solo pensando."

Lui riconobbe il suo sguardo. Era quello che aveva quando pensava a sua madre, ai momenti più difficili della sua vita. Ma ultimamente era stata meno triste, i ricordi erano meno neri e più preziosi.

Progresso.

Castle si coricò, portandola con sé gentilmente così che la testa rimanesse sul suo braccio, la sua piccola corporatura circondata da quella più grande di lui. Il ticchettio della pioggia contro il riquadro della finestra era l’unico suono che accompagnava i loro respiri, ma il silenzio non era affatto spiacevole. Anzi, era necessario, era diventata un’usanza dopo ogni conversazione riguardante Johanna negli ultimi due anni. 

Le cose erano state ufficialmente risolte da quasi un anno ormai, gli uomini erano dietro le sbarre in modo sicuro, a pagare finalmente per quello che avevano fatto.
Ma avere le risposte, la giustizia, non aveva dato a Kate ciò che si aspettava. Era bello, sì. Era felice che fosse finita. Ma il dolore per aver perso sua madre, l’unico che pensava sarebbe scomparso con le risposte, quello no. Si era dissolto con il tempo ma si era resa conto che non sarebbe mai scomparso del tutto.

Erano stati due mesi duri per lei, nei quali aveva concluso che il dolore persistente, la perdita, sarebbero rimasti sempre lì. Aveva passato tanto tempo a parlare con il suo terapeuta, con suo padre, con Castle, e aveva imparato ad accettare la realtà.

Sua madre le mancava in tanti modi ora, modi che non aveva mai considerato prima.Avrebbe voluto presentarla a Castle. Che lei fosse stata lì per parlare di lui, calmarla quando era arrabbiata con lui e riderci su dopo. Per vedere quanto felice lui la rendeva. Per essere lì il giorno del loro matrimonio… perché sì, Kate sapeva che era lì che erano diretti. Non in tempi brevi, ma un giorno.

E se piano, piano aveva accettato il dolore, capiva che il gigantesco buco che sentiva spesso sarebbe stato sempre una parte di lei, ci sarebbero stati momenti in cui sarebbe tornato. 

Momenti come questo.

Castle si sentiva morire, sapendo che non c’era nulla che potesse fare per aiutarla. Era il suo dolore, e mentre lui avrebbe potuto aiutarla assumendosi il peggiore dei pesi, non sarebbe mai stato capace di cancellarli. Così aveva perfezionato la sua arte di cullarla silenziosamente, permettendole di affondare nella sua tempesta di emozioni restando comunque ancorata alla terra ferma. 

Quando le prime volte lui glielo aveva chiesto, lei aveva risposto che stare tra le sue braccia aiutava più di quanto pensasse. 

E se quello era ciò di cui Kate aveva bisogno… Castle sarebbe stato più che felice di accontentarla. 


ANGOLINO DI FEDE & ARI:
Buonaseeeeeera!
Innanzitutto scusate se pubblichiamo oggi ma ieri sera ho avuto (io, Ari) qualche problema di connessione e quindi non ho potuto passare il capitolo a Fede.
Scusateci tanto!
Poi, Ivi ammmmore nostro, grazie sempre di tutto! <3 Sei un tesoro! E noi ti adoriamo :3
Qui, come al solito, vi mettiamo il link del capitolo in originale 
http://www.fanfiction.net/s/7928392/4/Spiral-Bound ;) 
Beh, che dire? Speriamo vi piaccia anche questo capitolo!
Ci si legge Lunedìììì ;)
Baci,
Ari & Fede. 

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Capitolo 5
*** Always Buy Retail & Home Is Where the Heart Stops ***


5. Always Buy Retail & Home Is Where the Heart Stops



Kate,
Eri carina stanotte. Posso solo immaginare che non ti sia piaciuto il fatto che ti abbia spedito quel vestito, ma non volevo che ti stressassi per cercarne uno  e quando l’ho visto, ho subito capito che dovevi averlo. Sapevo che sarebbe stato perfetto per te. E avevo ragione, eri davvero carina.
 
So che eravamo sotto copertura, ma mi sono divertito stanotte. Spero che ti sia divertita anche tu, o che, almeno, ti abbia fatto distrarre un po’ dal caso. So che questo è stato molto difficile per te perché avevi fatto una promessa a Joanne, e non sembri proprio il tipo di persona che si accontenta finchè riesce a mantenerla. Ma hai risolto il caso e abbiamo avuto l’opportunità di ballare insieme nel frattempo. Direi che è stata proprio una bella serata.
 
Sai, la prossima volta che hai bisogno di staccare un po’ potremmo uscire di nuovo. Non sotto copertura stavolta. Non dovresti nemmeno vincere ‘una serata in mia compagnia’ ad un’asta. Per te, farei volentieri un’eccezione. Niente aste. Solo una cena, un ballo e tu in un bell’abito.
 
Sarebbe molto più divertente, e meno violento, che sfogare il tuo stress su innocenti bersagli di carta al poligono di tiro. Comunque mi divertirei anche lì, mostrandoti le mie capacità, coccolandoci. Non negarlo, sai benissimo che era quello che stavamo facendo.
 
Non mi lamento, comunque. Anzi, sono disponibile a fare qualsiasi cosa che coinvolga noi due a stretto contatto. Sono sempre stato uno a cui piace fare delle ricerche e ho avuto modo di farne molte in questi ultimi giorni. In particolare stanotte, alla raccolta fondi.
 
C’è solo una cosa che non sono riuscito a capire: dove cavolo hai nascosto il distintivo?
 
-Castle
 
Kate era così assorta nelle sue parole, nel cercare di non ridere dopo aver letto le ultime due righe, che non lo sentì avvicinarsi, non finchè si infilò sotto le coperte, stringendola a sé. Castle appoggiò il mento sulla sua spalla, scorrendo velocemente la pagina. Ah, si. Si ricordava di questa. Come se potesse mai dimenticare l’immagine di lei in quell’abito attillato mentre ballava con lui. Si, quella serata era proprio impressa nella sua memoria.
 
Kate sospirò piano, rilassandosi contro di lui quando posò il braccio sul suo torso.
 
“Mi sono perso qualcosa?” chiese dolcemente, appoggiando le labbra contro la pelle di lei.
 
Girò nuovamente la pagina. “Solo una.”
 
Castle le prese la mano prima che potesse cambiare nuovamente pagina. Sebbene avesse scritto le lettere, voleva leggerle tutte con lei. In qualche modo sembrava semplicemente corretto che lo facessero insieme. “Aspetta. Io… è stato molto tempo fa. Non me le ricordo tutte.”
 
Kate lasciò andare la presa sulla pagina e Castle intrecciò le loro dita insieme, portò le loro braccia sul suo ventre, stringendola a sé. Lei appoggiò la testa sulla sua spalla, permettendo al proprio corpo di fondersi con quello di lui. La strinse forte, respirò il suo profumo mentre incominciava a leggere le sue stesse parole di così tanti anni addietro.
 
Kate,
 
Ho imparato molte cose su di te oggi.
 
1.  Sei risoluta. Ma non ti preoccupare, mi piace. Per di più non sembri essere il tipo di persona che se la prende con qualcuno che in realtà non le piace. Sarai anche un’orribile provocatrice, ma non sei così tanto crudele.
 
2. Sei abbastanza tosta. Il modo in cui hai impedito a quei ragazzi di sbatterti la porta in faccia, il modo in cui te la sei cavata con Baylor. Non ci si annoia mai a vederti in azione.
 
3. Non sei una fan di Meredith.  Ho capito che mi stavi giudicando negativamente anche solo per aver avuto a che fare con lei. Va bene, comunque. Ogni tanto lo faccio io stesso. Non mi pentirò mai di Alexis, ma diciamo che sposarmi con lei non è stata una delle idee migliori che abbia mai avuto.
 
4. Eri in un certo senso sorpresa per il modo in cui mi sono comportato durante la sparatoria. Non l’hai detto, e probabilmente non lo dirai mai, ma te lo si leggeva in faccia. A volte i tuoi occhi rivelano molto più di quanto tu possa immaginare.
 
5. E… ti aspettavi davvero che ti avrei baciata in quel corridoio. Direi anche che volevi che io lo facessi e che sei rimasta delusa quando non l’ho fatto.
 
Sai, tutto quello che devi fare è chiedere. I miei servizi sono sempre a tua disposizione.
 
-RC
 
Kate capì quando finì di leggere perché inclinò la testa per lasciare un altro bacio sulla sua pelle.
 
“Allora dimmi, Detective. La mia ipotesi era corretta?”
 
Rise. “No.”
 
Castle le lanciò un’occhiataccia e anche se non lo poteva vedere, si immaginò la sua espressione chiaramente. “Bugiarda.”
 
Sogghignò. Era così divertente prenderlo in giro e vederlo imbarazzato. Amava avere il coltello dalla parte del manico. Ma questa volta, Kate decise che avrebbe messo fine alle sue sofferenze.
 
Piegò la testa all’indietro per incontrare i suoi occhi. “Se lo dirai a qualcuno, lo negherò. Ma si, pensavo che mi avresti baciata.”
 
Premette dolcemente le labbra contro quelle di lei. “Così?”
 
Kate disintrecciò le loro mani, allungò il braccio per prendergli il viso con entrambe le mani e lo avvicinò a sé, questa volta con fare più passionale. Castle fuse le sue labbra con quelle di lei immediatamente, la sua lingua insistente e penetrante mentre la bocca di Kate accarezzava la sua. Si staccò troppo presto secondo lui, lasciandolo in uno stato di confusione. Ma dall’oscurità dei suoi occhi, vide perfettamente che il bacio aveva avuto su di lei lo stesso effetto che aveva avuto su di lui. “No. Così.”
 
Castle sorrise ma decise saggiamente di non dire nulla.
 
Kate prese in considerazione di aggiungere qualcos’altro. In fondo, sapeva perfettamente che parole avrebbe dovuto usare per togliere dalla sua faccia quel sorrisino compiaciuto. Quello che mostrava quando non era capace di nascondere l’effetto che lui aveva su di lei. Oh, forse era veramente così crudele, ma non questa volta, ricordò a se stessa. Si sarebbe comportata bene stasera.
 
Fece un sorrisetto alle sue spalle prima di riportare l’attenzione sul diario.
 
Lo sentì riposizionarsi dietro di lei e girò la pagina alla lettera che stava leggendo quando lui era arrivato.
 
Era ovvio che Castle l’aveva già letta poiché non passò molto tempo prima che fissò lo sguardo sull’ultima riga e ridacchiò.
 
C’è solo una cosa che non sono riuscito a capire: dove cavolo hai nascosto il distintivo?
 
“Mi dirai mai la risposta a questa domanda?” chiese quando alzò lo sguardo dalla pagina per incontrare il suo sguardo. Kate non ebbe bisogno di chiedere per sapere esattamente a cosa si stava riferendo.
 
Oh, stava rendendo così semplice stuzzicarlo stanotte.
 
“No.”
 
“Perché no?”
 
Kate sentì il tono petulante della sua voce e sorrise maliziosamente. Si divincolò dalla sua presa, spostando il libretto da parte prima di fissarlo negli occhi con un sorriso timido.
 
“Facciamo così: la prossima volta che indosserò un vestito come quello, ti lascerò investigare molto accuratamente.”



Angolino di Ari & Fede:
Buona sera gente! :D e... HAPPY CASTLE MONDAY! :)
Pronte/i per il promo di "Still"? Noi no xD 
Beh, se sopravviverete, noi vi diamo appuntamento a giovedì ;)
Come sempre un grazie megagigante a Ivi, la nostra beta :3 <3
Vi lasciamo il link della storia originale http://www.fanfiction.net/s/7928392/5/Spiral-Bound

F
ede & Ari

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Capitolo 6
*** Ghosts ***


Ghosts


Kate sbatté gli occhi aperti, distese i muscoli indolenziti, per quanto possibile, mentre era avvolta nell'abbraccio di Castle. Non ci volle molto per stabilire che le sue gambe erano doloranti, così come altre zone ... un dolore buono, tuttavia, considerate le loro avventure la sera precedente. Aveva preso a cuore il suo commento in merito al fatto che gli avrebbe permesso di indagare, e l’aveva fatto meticolosamente, più di una volta.

Oh, ma era così bello, e non riusciva a spiegarsi il fatto di non essere per niente infastidita con se stessa per il modo in cui si comportava intorno a lui. Era insaziabile. Lo erano entrambi. Aveva bisogno di lui come non aveva mai avuto bisogno di nessun altro prima d’ora, in tanti modi. E mentre era abituata a farsi beffe di se stessa fingendo di non avere bisogno di nessuno aveva da tempo rinunciato a fingere di non aver bisogno di Castle, di non volerlo nella sua vita.

Come poteva non volere tutto questo? Svegliarsi ogni mattina tra le sue braccia. Avere qualcuno che “l’aiutava” a farsi la doccia e che le preparava il caffè prima di andare al lavoro, e trovare la cena pronta quando tornava a casa le sere in cui faceva tardi.

Sebbene non si fossero viste più molto, aveva anche ereditato la sua brillante figlia ventenne, e la cosa che più si avvicinava ad una madre da quando aveva diciannove anni. Per la prima volta dopo anni, aveva una famiglia.

Due anni fa, non l’avrebbe mai ammesso, ma adesso… adesso, sapeva che non lo avrebbe voluto in nessun altro modo.

Nonostante l’abbraccio del suo partner fosse confortante, aveva davvero bisogno di andare in bagno. Si liberò dalle sue braccia e sgattaiolò fuori dal letto, nell’aria fresca del loft. Raccolse la sua camicia dal pavimento, mettendosela e allacciando qualche bottone.

Mentre si lavava le mani dopo aver usato il bagno, si guardò allo specchio, sorridendo al riflesso del suo sguardo. Era più che felice. Amava la sua vita. Era così innamorata di Castle. E anche se c’era voluto tempo perché non avesse più paura di questi sentimenti, Kate amava vedere quanto stava meglio ora rispetto a prima.

Era stato difficile per lei, sia quando i loro segreti erano venuti fuori, sia quando il suo caso era tornato a tormentarla. Entrambe le volte, lo sguardo che vedeva riflesso era sempre vuoto ed esausto, senza sorriso.

Ma lo aveva superato; l’avevano superato, insieme. E non c’era giorno in cui Kate non era grata di avere qualcuno nella sua vita che la rendesse così dannatamente felice.

Dopo aver dato un ultimo sguardo a se stessa tornò in camera, sorpresa ma felice di trovare Castle sveglio. Si stava mettendo a sedere, contro la testata del letto, e si era messo su una maglietta e un paio di boxer. Il che, in realtà, era leggermente deludente. Amava il suo petto almeno quanto lui amava quello di lei.  

Lui aveva recuperato il diario… Kate era abbastanza sicura che fosse finito sul pavimento la sera prima… e lo stava sfiorando distrattamente, sfogliando le annotazioni.

Il libro era quasi pieno; ne avrebbe dovuto prendere uno nuovo presto, perché nonostante lei l’avesse trovato, voleva continuare a scriverle.

Alzò lo sguardo mentre si rimetteva a letto. “Giorno.”

Si accoccolò dalla sua parte, stampandogli un bacio sulla parte inferiore del mento. “Giorno.”

La avvolse con un braccio, per stringerla a lui. “Stai bene con la mia camicia.”

Gli sorrise con gli occhi.

“Dove eravamo ieri sera?” capovolse il libro.                                  

“Intendi prima di" sollevò un sopracciglio, “distrarci.”

Il braccio che prima era avvolto intorno al suo fianco aveva iniziato a tracciare dei disegni sulla sua pelle.

"Provochi," mormorò lui.

"Lo adori."

Le baciò una tempia. “E’ vero.”  

Lei sorrise, voltandosi verso il diario nelle sue mani e andando alla giusta pagina. “Questo è il prossimo.”

Kate,

Dovremmo giocare a poker più spesso.

Mi sono davvero divertito. Devo ancora capire come hai scoperto che avevo rinunciato a vincere, però.

Ma seriamente…dovremmo fare presto un’altra serata poker. E quando la faremo, ti proverò che non ho paura di un po’ di azione. In realtà, se ti va, ti faccio vedere quanto sono bravo in certi tipi di azione. E potremmo iniziare giocando a strip poker. Solo tu ed io.

Non preoccuparti, non inviterei i ragazzi o mia madre. Ewww, che terribile immagine. Ad ogni modo, solo noi due. Potremmo anche andare al tuo appartamento così non saremmo disturbati da madri pazze o innocenti figlie adolescenti. Solo tu ed io e le carte e, spero, senza vestiti.

Ci sto se ci stai anche tu. E’ stata di sicuro una delle serate più divertenti che io abbia avuto negli ultimi tempi… anche se mi hai battuto di fronte a tutti. Ovviamente, avrei potuto facilmente batterti se avessi voluto.

Immagino sarebbe abbastanza hot, sapendo che sei così brava.

La prossima volta, comunque, strip poker.

Questo mi darà decisamente un motivo per batterti.

-Castle

Bene, ora le aveva dato un’ottima idea.

Nel momento in cui finì, Kate sgattaiolò fuori dal letto, lasciando un Castle confuso a fissarla da dietro. Non che a lui non piacesse la vista, ma gli avrebbe fatto piacere anche averla affianco.
Passeggiò per la camera verso l’ufficio con ancora indosso solo la camicia, le sue lunghe gambe ancora completamente scoperte. Dio, l’avrebbe ucciso.

"Dove stai andando?" riuscì finalmente a chiedere, i suoi occhi non smisero mai di guardare le sue gambe nude.

Lei si voltò verso la porta, slacciandosi timidamente due bottoni per rivelare l’interno delle curve del suo seno. Gli occhi di lui viaggiarono per tutto il suo corpo, fissandosi sulla nuova parte di pelle scoperta.

"C’è un mazzo di carte nel cassetto della tua scrivania, giusto?"





Angolino di Ari & Fede:
Hola a todossss! :) Mmmm ma quanto è hot la nostra Kate? ;3
Nel weekend risponderemo a tutte le recensioni, parola di scout (cit. Rick Castle) xD
A lunedì con il prossimo capitolo ;)

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ede & Ari

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Capitolo 7
*** Little Girl Lost ***


7. Little Girl Lost



Il sole del mattino fece capolino all’orizzonte, gettando luminosi raggi e lunghe ombre sul paesaggio. Ogni albero sembrava dieci volte più alto di come lo era in realtà, le ombre si stendevano sul terreno e si riversavano in strisce sopra il portico. Kate sorrise quando il sole le illuminò il volto, godendosi il calore dell’estate che finalmente stava per arrivare.
 
Era seduta su una sedia di vimini sotto il portico, con indosso una camicia e un paio di boxer, le gambe nude raggomitolate davanti a sé come ad allontanare la leggera brezza del mattino. I capelli erano semi raccolti in una treccia con cui aveva dormito la sera prima, i ciuffi le incorniciavano delicatamente il viso, seguendo i movimenti del vento che le sfiorava la pelle.
 
Kate si prese un momento per apprezzare la bellezza del paesaggio, l’alba non guastata dal traffico e dai rumori della città. Era così raro che avesse l’opportunità di stare all’aperto a godersi l’inizio del giorno, specialmente in un posto come questo. Era così calmo e tranquillo.
 
Raggomitolò i piedi sulla sedia e si piegò in avanti per recuperare il piccolo libretto da terra. Una serie di casi e il ritorno di Alexis dal college limitarono la quantità di tempo che lei e Castle passarono insieme nelle ultime due settimane, e non aveva toccato il libretto da allora. Tra l’arrivo di sua figlia al loft e l’impresa difficile di lavorare insieme tutto il giorno al distretto evitando di trascinare l’altro in stanzini o sale interrogatorio, durante quel poco tempo che avevano trovato, erano stati… diversamente occupati.
 
Ma era Memorial weekend e lei era di riposo per tutto il fine settimana. Aveva preso un giorno in più ed erano partiti giovedì sera, in modo da avere più tempo da passere insieme . Mentre Martha, Alexis e suo padre li avrebbero raggiunti sabato, per oggi erano solo loro due, l’oceano, la sabbia, la casa sulla spiaggia e una gigantesca, rilassante Jacuzzi.
 
Kate strizzò gli occhi per via del sole e aprì il libro cercando una nuova lettera. Era datata aprile 2009. Più di cinque anni fa. Molti di quei momenti erano impressi nella sua mente, momenti tra di loro che non avrebbe mai dimenticato per varie ragioni. Ma era così felice che Castle avesse scritto tutte queste cose perché catturava i dettagli, le frasi, i sentimenti a cui lei non aveva fatto caso, non allora. Scrivendo un diario non aveva censurato niente, non era spaventato dal dare voce alle cose che entrambi avevano nascosto per così tanto tempo.
 
Le sue teoria sulla CIA saranno anche state fuori luogo, ma le sue lettere (specialmente quelle più personali che riguardavano lei), erano una costante sorpresa. Amava il modo in cui lavorava la sua mente e questa non faceva eccezione.
 
Kate,
 
Mi sono ritrovato a domandarmi se mai volessi dei bambini. Immagino che non sia una cosa che hai in programma per il prossimo futuro, dato il tuo lavoro e il tuo passato. Ma un giorno, se ti sposerai e deciderai di avere una famiglia, i tuoi bambini saranno molto fortunati.
 
Sei stata strabiliante con la piccola Angela: il modo in cui l’hai confortata, il modo in cui ti sei addormentata nella sua camera come se volessi vegliare su di lei anche se non era lì. Sei spontanea.
 
Non ho idea di cosa ne pensi a riguardo, ed è per questo che non ho detto niente sull’argomento. So che il dolore di aver perso tua madre ti perseguita sempre, ma te lo dico da padre: essere un genitore è la cosa più bella che mi sia capitata. È sorprendente. E non voglio che tu rinunci a tutto questo solo per quello che ti è successo.
 
So che non ho nessun diritto di dirti queste cose perché ti conosco appena e dubito che tu voglia aver questo tipo di conversazione con me. Probabilmente mi spareresti se ne facessi parola. Ma dopo averti visto con Angela, sento semplicemente che qualcuno dovrebbe dirti come stanno le cose.
 
Saresti fantastica, Kate. Saresti una brava madre. E spero veramente che tu lo sappia.
 
-Castle
 
Appena finì di leggere, Kate sentì la porta aprirsi dietro di lei e dei passi sul balcone. Stava fissando, estasiata, la pagina, le sue parole e alzò lo sguardo solo quando Castle si accovacciò di fronte a lei, posizionando le mani sulla sedia accanto ai suoi piedi.
 
Aveva gli occhi spalancati e indagatori, il verde scintillante nella luce di prima mattina; e il modo in cui lo stava guardando era pieno di così tanto amore che lo spiazzò.
 
“Kate?”
 
Aprì la bocca per dire qualcosa ma non uscì nessun suono.
 
“Kate?” disse di nuovo. “Che succede?”
 
Lasciò cadere i suoi piedi sul terreno e sollevò il diario.
 
Oh. Oh.
 
Figli. Stava pensando ai figli.
 
Non era una cosa di cui avevano mai parlato e Castle aveva sempre pensato che sarebbe stato d’accordo con qualunque cosa lei avesse voluto. Dopotutto, lui aveva già avuto l’opportunità di diventare padre. Se avesse potuto farlo di nuovo ne  sarebbe stato entusiasta. Se no… beh, aveva Alexis. E aveva Kate.
 
“Si”, disse dolcemente prima che lui avesse la possibilità di decidere come iniziare la conversazione.
 
“Si… cosa?”
 
“Si, voglio dei figli. Non ora ma… un giorno. Vorrei che ne avessimo.”
 
Ora era il turno di Castle per rimanere senza parole. Kate Beckett voleva avere dei figli con lui. Questo significava che era pronta a stare con lui per… per sempre. Il fatto che si fosse trasferita al loft qualche mese prima aveva espresso lo stesso desiderio, ma questo… questo era molto di più.
 
“Mi ha sempre spaventato”, ammise dolcemente. “Ho un lavoro pericoloso e… non voglio che soffrano come ho sofferto io. Ma con te… Io… Io penso di volerlo.”
 
“Kate…”
 
Il diario cadde rumorosamente per terra quando la sua mano si sollevò per accarezzarle il viso e darle un bacio profondo.
 
“Dio, si”, mormorò contro le sue labbra quando finalmente si separarono, i respiri veloci, gli occhi scuri. “Lo voglio così tanto, Kate.”
 
“Un giorno”, gli promise ancora, avvicinandosi per un altro bacio.
 
“Un giorno”, ripeté dolcemente. 





ANGOLINO DI ARI & FEDE:
Happy Castle Monday everyone! :D noi siamo super dfhsduifhsiudfh *-* per l'episodio di stasera :D Amiamo Castle geloso :3
Abbiamo risposto a tutte le recensioni *alleluiaaaa* :D speriamo che la storia continui a piacere ;) Fateci sapere :)
Un grazie a ivi, la nostra beta<333 
A giovedì ;)

Fede & Ari

Link della storia originale: http://www.fanfiction.net/s/7928392/7/Spiral-Bound

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Capitolo 8
*** A Death in the Family ***


A Death in the Family

Dopo una calda sessione di baci scaturita dalla dichiarazione d'amore di Kate e sul fatto che vogliono mettere su famiglia, si ritrovò seduta sulle ginocchia di Castle sulla sedia di vimini, circondata dalle sue braccia nude, il mento sulla sua spalla, il suo respiro sulla guancia.

Il sole era alto ora e i due stavano godendo il calore in assoluto silenzio. Non avevano neanche tirato fuori l’argomento bambini, Kate perché non era sicura del punto in cui fossero e Castle perché non voleva spingerla a fare nulla, ma ora che avevano attraversato quel ponte ed erano a conoscenza dei loro desideri, era come se la loro relazione avesse appena compiuto un grande passo avanti.  
Logicamente, Kate era convinta che tutto questo avrebbe potuto mandarla fuori di testa, ma con sua grande sorpresa, era rilassata e felice. 
Voleva una famiglia un giorno. Con Richard Castle. Wow, questa era una frase che mai avrebbe pensato le sarebbe passata per la mente.

"Vuoi leggere ancora un po’?" chiese Castle, distogliendola dall’immagine di un bambino con gli occhi blu di lui e i capelli mossi, castani di lei.

Kate scosse la testa, le sue dita sfioravano va ancora la copertura rilegata del diario. “Sì, sì, leggiamo.”
"Non dobbiamo per forza se non..."
"No, no. Lo voglio. E’ che…abbiamo fatto tanta strada."
Castle portò la sua mano sul ventre di lei, accarezzandolo dolcemente. "Sì. Ne abbiamo fatta tanta."
Kate sfogliò le pagine fino all’annotazione successiva, prese un respiro profondo per schiarirsi le idee. Doveva ammettere che era nervosa al pensiero di ciò che avrebbe potuto trovare. Come le parole dei suoi romanzi l’avevano raffigurata, allo stesso modo facevano quelle pagine di diario. Catturando la sua attenzione, tirando fuori le sue emozioni, il suo cuore.
E da quello che poteva ricordare, la prossima lettera sarebbe probabilmente stata difficile da leggere per entrambi.

Kate,
Odio quello che sto per farti, e so che anche tu mi odierai per questo. La nostra collaborazione probabilmente finirà dopo oggi, e so che dirai che è colpa mia, ma che scelta avevo? Non posso tenerti alla larga da tutto questo per sempre.
Pensavo quello che ti ho detto all’ospedale, lo sai. Sei straordinaria. Ogni giorno, dai voce alle vittime innocenti anche se non hai mai fatto lo stesso per te. Ma te lo meriti, e voglio aiutarti a trovarlo. Voglio trovare quello che gli altri poliziotti ti hanno negato.
Non l’hai mai detto, ma so che vuoi ancora risolvere questo caso. E’ così orribile che anche io voglia lo stesso per te?
Così ho preso il file e l’ho dato ad un mio amico affinchè mi aiutasse. Avevo già le informazioni quando ti ho chiesto del caso, del perché tu non l’avessi mai riaperto. Dopo la risposta che mi hai dato, non volevo dirtelo, ma che scelta avevo? Avrei dovuto nascondertelo per sempre? Ci ho pensato, onestamente, perché non voglio che la nostra collaborazione finisca.
Ma mia madre mi ha detto che devo parlartene, e ha ragione. Te lo devo. Non hai ottenuto le risposte perché gli altri detective ti hanno mentito, e non posso aggiungermi a quella rete di inganni.
Ovviamente ho preso la decisione sbagliata quando ho portato a casa con me il fascicolo, il che significa che questo sarà probabilmente il nostro ultimo caso assieme. E se questa è l’ultima lettera che ti scrivo, voglio che tu sappia che non avrei mai voluto ferirti. Volevo solo aiutare.
So che probabilmente non sarai d’accordo, ma spero che quando te lo dirò, potrai vedere la cosa dal mio punto di vista. Ti prego, provaci. Perchè non voglio che questa sia la fine. Voglio aiutarti. Voglio chiudere questa storia per te.  
E possiamo farlo insieme questa volta. In modo che tu non debba preoccuparti di perdertici dentro di nuovo.
Lascia che ti aiuti. Ti prego.

-Castle


Quando ebbero finite di leggere, la presa sulla sua mano si fece più stretta e le mani di lei, che non stavano più tenendo il diario, tenevano stretto il suo braccio. Era doloroso, rivivere i ricordi, non solo per quello che aveva fatto al tempo, ma anche perché aveva riportato a galla altri ricordi riguardanti il caso di sua madre.  
Il caso che era quasi costato loro la vita.

Kate parlò per prima, voce bassa ma stabile. “Non ti ho mai odiato, Castle.”
"Davvero?"
Lei scosse la testa, la sua guancia sfiorava la sua tempia. “No.”
Castle ripensò alla loro discussione nel corridoio dell’ospedale, il ricordo di lei che si allontanava, con il corpo tremante, in lacrime.
"Si tratta di tua madre."
Kate barcollò all’indietro, i polpacci attaccati al bordo della panca. “Cosa?” sibilò, appoggiando una mano al muro per reggersi in piedi.
"Io..." esitò lui, non sapendo cosa dire. L’aveva infastidita un sacco di volte, ma non l’aveva mai vista veramente arrabbiata. E non sapeva come comportarsi con una Kate Beckett arrabbiata.  

"Che cosa ti avevo detto?" chiese bruscamente lei, con sguardo truce. “Ero o non ero stata chiara?"
"Sì, ma..."
"Ma cosa? Pensi che sia una specie di gioco per ficcare  il naso nella mia vita e scoprire cose che non hai il diritto di sapere?”
"No, io..."
"Pensi che solo perchè mi segui come un ombra hai il permesso di scavare nel mio passato e trasmettere il mio dolore al mondo intero attraverso uno dei tuoi dannati libri? Ci sono cose che sono private, Castle, cose che non ho bisogno di far sapere alle altre persone.
"Non è così," protestò lui, le parole gli uscirono non appena ebbe la possibilità di parlare. “Avevo già il fascicolo. Un mio amico lo stava guardando. E’ un patologo e…ha trovato qualcosa, e io…”   

"Abbiamo chiuso, Castle," lo interruppe, le lacrime che premevano per uscire, "Puoi andare adesso."
"Non vuoi sapere cos’ho trovato?" le gridò non appena lei si voltò.
Kate si fermò ma non si girò, e quando parlò, dovette combattere con se stessa per mantenere la voce stabile. “Ti ho detto cosa successe l’ultima volta. Non posso ricaderci di nuovo.”
"Ma..."
"Addio, Castle."
E senza guardarsi indietro, Kate Beckett se ne andò, lasciandolo solo in quel lungo, desolato corridoio.
Kate sospirò, distogliendolo dai suoi pensieri. “Ho odiato ciò che hai fatto. E mi ci è voluto un po’ per passarci sopra. Ma sapevo che in fondo, avevi fatto la cosa sbagliata per una giusta causa. E non potevo odiarti per questo.”
Lui annuì pensieroso. Non ne avevano mai discusso, non dopo le sue scuse di tanti anni fa, e c’erano cose che Castle non era mai riuscito a dire senza rischiare di sconvolgerla. Ma ora che stavano insieme ed erano arrivati ad un punto in cui non c’erano segreti tra loro, non aveva paura di parlarle liberamente.

"Avevamo lavorato a quel caso sulla donna congelata,” cominciò cauto lui, continuando quando lei mormorò in segno di approvazione, “e io…tutte le persone che non si erano presentate, lo sai? E poi ho scoperto di tua madre e io… quella ragazza congelata è stato il primo caso in cui io mi sono sentito veramente coinvolto. Come se avessi aiutato a fare la differenza. E così ho pensato che se ero riuscito a trovare il collegamento mancante per quella famiglia, allora forse avrei potuto fare lo stesso per te. Non so, era stupido, ma…” 

"Castle." Si voltò, zittendolo con un bacio sulla guancia. “Non era stupido. Cercavi solo di fare ciò che era giusto. E ci ho messo un po’ per capirlo, ma sai che ho apprezzato quello che hai provato a fare. Senza questo, chissà cosa sarebbe successo. Magari non l’avremmo mai risolto.”
"Guarda invece cos’è successo." La sua mano scivolò sotto la camicia per poi fermarsi tra i seni, a coprire ciò che rimaneva del proiettile che quasi gli aveva impeditodi costruire una vita insieme.
"Ce l’abbiamo fatta, Castle," disse ferma, coprendo la sua mano con la sua. “E’ finita adesso. E probabilmente ci sono migliaia di ‘se solo’, ma è finita, e siamo salvi e insieme e in qualche modo è tutto questo che ci ha portati qui, e non mi pentirò mai per questo.
"Ma ti hanno sparato, Kate."
"E tu mi hai detto che mi amavi e io ti ho mentito e poi abbiamo litigato e siamo quasi crollati, ma l’abbiamo superato e siamo più forti grazie a tutto questo, Rick.”
"Lo so, è solo che..."
"Lo so," mormorò lei incrociando le loro dita e portando di nuovo la sua mano sul suo ventre. “Lo so.”
 

Angolino Ari & Fede:
Buongiornoooooooooooooo! 
Scusate per il ritardo stratosferico, davvero! Ma ci siamo perse via a twittare al cast e a Stana e mio fratello mi ha spento il pc giovedì sera, prima che potessimo pubblicare! -.-
Beh, speriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto e un grazie speciale, come sempre, al nostro cuore Ivi <3
Buon episodio Still (per chi ancora non l'avesse visto... noi dobbiamo ancora riprenderci *-* assdfnsikgubhròfdsàjgrèo).
Qui c'è il link dell'originale: http://www.fanfiction.net/s/7928392/2/Spiral-Bound
A Lunedì! :D
Baci, 
Ari & Fede.

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Capitolo 9
*** Deep In Death ***


9. Deep In Death
 


Il giorno era ancora giovane, il sole riscaldò il paesaggio ad una temperatura confortevole e sebbene le lettere stessero diventando più emotive, le conversazioni più profonde, nessuno dei due desiderò interrompere la lettura.
 
Nell’ultima mezzora avevano parlato di tutto: dai futuri bambini alla cicatrice. Ma adesso erano seduti lì, raggomitolati insieme con il diario sul ventre di Kate e un senso di calma li avvolse. Era ancora avvolta dalle sue gambe e le sue braccia forti la tenevano stretta. Era un venerdì mattina negli Hamptons, e nonostante avessero a disposizione tutto il giorno solo per loro, non c’era nessun altro posto in cui entrambi avrebbero preferito stare.
 
Castle lasciò un bacio sulla pelle dietro all’orecchio di lei e sentì Kate sospirare e sciogliersi contro di lui in risposta. Per una persona da “tieni-a-posto-le-mani“ al distretto e in pubblico, lo aveva sempre sorpreso quanto amasse le coccole in privato. Non che avesse qualcosa in contrario, perché non si sarebbe mai lamentato riguardo a qualsiasi cosa che coinvolgesse un contatto fisico con lei.
 
Le sue mani tracciarono dei disegni sul ventre di Kate, scivolando sotto l’elastico dei boxer che indossava – i suoi boxer, ad essere precisi – soffermandosi sulla piccola macchia di inchiostro sul fianco destro. Non in modo provocante, semplicemente confortante.
 
Lei inclinò la testa lasciando un lungo bacio sul suo braccio, mentre con la lingua assaggiò la sua pelle. Il suo respiro si fece più affannoso e Kate sorrise contro di lui. C’era un qualcosa di così potente nel sapere che semplicemente sfiorandolo con le labbra poteva fargli questo effetto, anche dopo tutto questo tempo.
 
Castle spostò il braccio sinistro sul grembo di Kate e indicò il diario.
 
“Vuoi leggerne ancora un po’?”
 
Annuì e le dita di lui si intrecciarono con le sue mentre risistemavano il libro, passando alla pagina successiva. Settembre 2010. Il primo caso a cui lavorarono insieme dopo la loro prima lite. Dopo tutto quello che avevano passato da allora, quel momento nella sala d’attesa dell’ospedale sembrava una vita fa.
 
Kate,
 
Mi dispiace così tanto. So di averti già chiesto scusa una volta, ma lo farò di nuovo perché meriti di sentirtelo dire. Ho sbagliato, Kate. Ho agito alle tue spalle senza il tuo permesso e quando ti sei arrabbiata, mi sono rifiutato ostinatamente di vedere le cose dal tuo punto di vista.
 
In realtà dovrei ringraziare Alexis per questa lettera. Sta avendo dei problemi con un ragazzo… facendola breve, sarebbe dovuta andare ad un appuntamento ma lui non si è fatto vedere. È venuta da me chiedendomi perché i ragazzi debbano sempre giustificare le loro azioni invece di chiedere semplicemente scusa; ed è a quel punto che ho capito. Ho fatto esattamente la stessa cosa del suo ragazzo-con-cui-sarebbe-dovuta-andare-al-cinema. Ho sempre cercato di trovare delle spiegazioni per giustificare quello che ho fatto.
 
Non avevo mai pensato di scusarmi.
 
Ora capisco che sono stato egoista. Volevo aiutare. Volevo farti avere il finale che meriti. Ma non mi sono mai fermato a pensare ai tuoi sentimenti e per questo mi dispiace. Non succederà più.
 
Voglio anche ringraziarti per avermi ripreso come tuo partner, per avermi dato ancora una volta un posto al Dodicesimo. Mi piace davvero stare lì, non solo per fare le ricerche per il mio libro ma perché sto scoprendo il vero significato dell’essere poliziotto, del perché tutti voi lavoriate così tanto tutti i giorni. Il vostro lavoro è importante e, quando sono con te, sento che sto facendo la differenza. Non mi sono mai sentito così prima.
 
Oh, e un’ultima cosa: grazie per avermi salvato. Con quel vestito (sempre che quello si possa considerare un vestito), quei tacchi alti e quell’ accento russo molto sexy. Non avevo idea di cosa sarebbe successo quando quell’uomo mi ha trascinato in quella stanza puntandomi la pistola, ma di certo non mi sarei mai aspettato questo.
 
Ad ogni modo, ha reso la mia serata migliore. Mi ha addirittura dato una nuova serie di idee per Nikki Heat. Potrei anche scrivere un secondo libro adesso.
 
Forse le assomigli più di quando pensassi.
 
(Non ti preoccupare, non è assolutamente un problema).
 
-Castle
 
“Il tuo lavoro fa la differenza, sai” mormorò quando finirono di leggere.
 
Castle pensava che avrebbe avuto qualcosa da ridire a proposito della fine della lettera piuttosto che su qualche riga nel mezzo, e venne preso alla sprovvista. Comunque, se c’era una cosa che sapeva riguardo a Kate Beckett, era che non avrebbe menzionato quel particolare argomento senza un motivo preciso.
 
“Davvero?” chiese, curioso.
 
“Mmhmm.”
 
Il suo braccio destro la strinse a sé. “Come?”
 
“Alcune persone leggono i libri per avere una via di fuga, per perdersi in un altro mondo in cui le cose sono diverse, migliori.”
 
“Hmmm.”
 
“Tu lo fai, Castle. I tuoi libri lo fanno.”
 
Annuì contro di lei, sopraffatto dall’orgoglio al sentire le sue parole. Aveva come la sensazione che ci fosse molto altro da aggiungere a questa storia e dovette mordersi la lingua per trattenersi dal chiedere quando, come e perché. Visto che amava leggere e che il caso di sua madre l’aveva perseguitata per la maggior parte della sua vita da adulta, Castle suppose che in qualche modo le due cose erano collegate tra loro.
 
Ma questa era Kate e non l’avrebbe forzata. Gliel’avrebbe detto quando si sarebbe sentita pronta. Faceva sempre così.
 
Per adesso, solo saperlo era abbastanza. 



Angolino di Ari & Fede:
HAPPY CASTLE MONDAY EVERYONE! :D 
Buona visione a tutti e... a giovedì! :)
Un bacio,

Fede & Ari 

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Capitolo 10
*** The Double Down & Inventing The Girl ***


The Double Down & Inventing The Girl



Il silenzio calò quando Kate pensò a quanto era cambiata dai tempi in cui  libri di Castle erano l’unica cosa che le impediva di essere inghiottita nel buio.
Castle, nel frattempo, si crogiolava nella sua confessione,  “gongolando all’idea di averla aiutata, ancora prima di sapere. Questo…questo era il motivo per il quale scriveva. Era anche uno sfogo creativo, un qualcosa che amava fare. Ma l’abilità di fare la differenza nella vita di qualcuno… era per questo che combatteva contro i blocchi dello scrittore e si sforzava, anche a notte fonda, di rispettare le scadenze che si avvicinavano rapidamente.  
Kate si voltò, gli diede un bacio sulla guancia, sperando che per il momento fosse sufficiente a spiegargli quanto grata gli fosse. Le parole non erano mai state il suo forte, ma presto, un giorno, avrebbe sperato di poter trovare quelle più adatte per spiegargli esattamente cosa i suoi libri significassero per lei.
"Stai bene?" mormorò infine, accorgendosi del suo sguardo perso.
"Hmmm? Sì." Si voltò, catturando le sue labbra con le sue. “E’ solo che…sì sto bene.”

Si mise dietro di lei, le mani sulla sua vita, il mento sulla sua spalla e, di tacito accordo, cominciarono a leggere la lettera successiva.

Kate,
Per essere quella che sosteneva che la scommessa fosse inquietante, ne eri abbastanza entusiasta. Cento dollari su di noi? Davvero? Io ne avevo puntati solo cinquanta.   
Sono contento che tu ci stia, comunque. Se avessimo perso, non sarebbe stato abbastanza Vedere me con un vestito potrebbe far perdere la vista a tutti. E radermi la testa non sarebbe di certo meglio. Sarei strano senza capelli. Sono un po’ il mio punto forte, sai?
Per quanto riguarda te, non mi dispiacerebbe vederti con in vestito per una settimana. Affatto.  Ma mi spiacerebbe un po’ vederti con la testa rasata; ti preferisco con i capelli (anche se sono sicuro che staresti bene anche calva).  
Comunque, sono contento che abbiamo vinto. O che la scommessa sia stata cancellata. O qualunque cosa fosse. Sappiamo tutti che, tecnicamente, Ryan ed Esposito avevano perso, anche se si rifiutano di ammetterlo. 
Ha reso le cose interessanti questa settimana, però. Sì, so che pensavi fosse terribile e morboso. Mia madre ha detto la stessa cosa. Ma devi ammetterlo, è stato divertente. Il brivido di mantenere il segreto, la posta in gioco.
Come ho detto ai ragazzi; segreti, omicidi e gioco d’azzardo. I miei tre passatempi preferiti. Dovremmo prenderci l’abitudine.
La prossima volta, però, la posta dovrebbe essere più alta. E la perdita dovrebbe includere certi tipi di nudità (senza i ragazzi, solo tu ed io). Sì, mi andrebbe bene.
E scommetto che se starai leggendo questa lettera, in questo momento starai roteando gli occhi.

-Castle


"Davvero?" chiese Kate con disapprovazione, un finto fastidio e un lieve sorriso coloravano il tono della sua voce.
Lui si strinse nelle spalle innocentemente. “Ummm… ti piace quando sono nudo”

Lei roteò gli occhi, come previsto da lui. “Sei piuttosto sicuro di te, vero?”
Le strinse i fianchi, tracciandone l’interno con le dita."Credo che l’altra notte sia la prova del fatto che ti piaccio abbastanza nudo."

Castle le morse l’orecchio, passando il dito sotto i boxer di lei. "Mmhmm," riuscì a dire cercando di mantenere la sua mente lucida.
L'altra mano tracciava la sua pancia nuda, sopra le sue costole, sempre più in alto, spingendo tutti i pensieri coerenti nel profondo della sua mente. "E credo che neanche all’ora ti sarebbe dispiaciuto più di tanto."
"Probabilmente no," ammise prima che il suo cervello raggiunse la sua bocca.
"Ha! Lo sapevo!" esclamò trionfante.
"Cosa? Io...no. Intendevo...Castle!" Kate rimase a bocca aperta quando le labbra di lui si chiusero intorno al suo lobo dell'orecchio e i denti mordevano la sua pelle, seguiti dalla lingua, pronta a dare sollievo.

"Problemi?" chiese con aria di sufficienza, mentre le sue mani la esploravano, più in basso, più in alto, ovunque contemporaneamente. Dio, anche dopo due anni aveva ancora la capacità di farle perdere il controllo in meno di un minuto.

"Non smettere," ansimò, inclinando la testa indietro per fondere le loro labbra insieme, le loro lingue e i denti in un bacio eccitante.
Lasciò una scia di baci sulla sua mascella, sul collo, leccando e succhiando la sua pelle e mandandola fuori di testa.
"Dentro."

Più tardi quella mattina, mentre lei giaceva avvolta tra le sue calde braccia, non potè fare a meno di chiedersi come erano riusciti ad arrivare al letto.

Il diario passò gran parte della giornata sulla coperta, mentre Castle e Kate spesero la mattina e il pomeriggio nel loro letto, alternando momenti intimi al dormire insieme aggrovigliati.  
Quando il bisogno di cibo ebbe la meglio sulla necessità che avevano l’uno dell’altra, si decisero ad uscire dal letto per andare in cucina, ancora minimamente vestiti. Ma Kate non riusciva a trovare in se stessa un motivo per lamentarsi, non quando aveva avuto una visione chiara del suo torso nudo, i muscoli della schiena, i bicipiti, mentre si muoveva intorno alla cucina, rimescolando le uova, friggendo la pancetta e scaldando caffè. 


Dopo la colazione e una doccia che si era trasformata in molto più che una semplice doccia, erano andati in spiaggia per godersi la luce del sole del tardo pomeriggio.
Kate indossava un bikini blu scuro che la copriva abbastanza ma lasciava scoperto quel tanto che bastava da farle intuire che Castle non le avrebbe tolto gli occhi di dosso per tutto il giorno, mentre lui  indossava soltanto il costume da bagno. Un costume da bagno a vita bassa.
Poteva vedere il segno dei suoi denti sulla sua spalla ed era positivo il fatto che aveva un morso d’amore sull’interno coscia.  Grazie a Dio le loro famiglie non si sarebbero fatte vedere per un altro giorno e mezzo.

Era un po’ presto come periodo dell’anno per avventurarsi nell’acqua, così avevano preso i teli da spiaggia fuori dalla porta, con la sola intenzione di rilassarsi sulla sabbia. All'insaputa di Castle, Kate si accucciò per recuperare il diario mentre attraversavano il portico, e lo nascose sotto l'asciugamano finché non si furono sistemati sulla spiaggia.

Lui non perse tempo e si accoccolò a lei, spalla contro spalla, il naso tra i suoi capelli. Lei sorrise, rilassata, e aprì il diario.

"Sei davvero presa, eh?” sussurrò lui.
Lei annuì. "E’ solo che… Sto imparando tutte queste cose su di te che prima non avevo mai saputo. E mi piace.”
Le diede un bacio sulla guancia, appoggiando la sua tempia contro la sua. A dire la verità, lui stava imparando tanto su di lei, quanto lei stesse imparando su di lui, e con tutto ciò che gli aveva rivelato finiva solo per essere ancora più innamorato di lei. Era quasi diventato dipendente ora, dalla conoscenza.
E voleva sapere tutto.

Tuttavia, a questo punto, quello era probabilmente un fatto che avrebbero fatto meglio a non rivelare.
“Piace anche a me," disse Castle alla fine.
I suoi occhi caddero poi sulla pagine, tracciando il contorno delle sue parole, scritte tanto tempo fa.

Kate,
Sei mai stata una modella? Avresti potuto esserla, questo è certo. Sei alta, sei attraente, le tue gambe sono lunghe un miglio, e insegui i sospettati sui tacchi alti dieci centimetri. In quello sei molto brava.  
In ogni caso, non ti ci vedo a fare quel tipo di vita. Non mi sembri il tipo che fa la diva. E sto seriamente iniziando a rispettare questo lato di te.
Non è un segreto che mi piacciono il divertimento e le cose selvagge. E ho il presentimento che anche tu fossi così, una volta. Avresti potuto benissimo seguire quel percorso ed essere ricca, vivere quella vita. Ma rispetto il fatto che tu non abbia preso la via più facile. So che c’erano altri fattori coinvolti, ma avresti potuto provare a mettere le cose da parte e allontanarti da ciò che successe, perseguendo qualcosa che non aveva niente a che fare con morte, e omicidi e giustizia.
Invece, hai preso la tua grinta, la tua passione e il tuo amore per tua madre e li hai messi insieme per essere una detective. Una detective dannatamente brava. E questo è veramente rispettabile.
Ho sempre pensato che le modelle avessero tutto il divertimento, sai? Tanti soldi senza tanto talento. Ma dopo questo caso, vedendo cosa è successo e il modo in cui le persone sono trattate nell’industria della moda… è decisamente diverso da ciò che immaginavo. Non avrei voluto aver niente a che fare con tutto quello e ora posso capire perché anche tu non abbia voluto.
Un omicidio nell’industria della moda potrebbe essere una buona storia. Lo chiamerei “Fashion to Die For”, come il trafiletto pubblicitario che ho fatto all’inizio di questa settimana. Non mi sembra comunque giusto trasformare questo caso in un libro. Due persone giovani, totalmente innamorate ma distrutte dalla mancanza di comunicazione ed onestà. Una migliore amica che la droga invece che guardarle le spalle, e un marito geloso di un qualcosa che non è mai successo ed è troppo arrabbiato anche solo per confrontarsi con lei e sentire la sua parte di storia. E’ così tragico.

So che essere un poliziotto è molto diverso dal mondo della moda ma quest’ultimo caso mi ha fatto apprezzare il cameratismo e i sostegno del distretto. E’ confortante, sapere di poterti fidare dei tuoi colleghi e che non importa la situazione in cui ti trovi, avrai sempre qualcuno a coprirti le spalle.

E so che non sono un poliziotto e che non ti piace neanche tanto avermi attorno, ma voglio che tu sappia che ti coprirò le spalle, Kate. Magari non avrò avuto un addestramento formale, ma faro tutto ciò che è in mio potere per aiutarti e tenerti al sicuro.
Tutti dovremmo avere qualcuno che ci copra le spalle.

-Castle


Lei sorrise, si girò per stampargli un bacio sulla spalla, strofinando il suo naso sul suo orecchio. “Grazie, Castle.”
Lui si strinse nelle spalle. “E’ a questo che servono i partner, no?”
“Sì ma questo è stato tanto tempo fa.”

“Ma tu… anche tu mi hai salvato, Kate. Anche allora.”
“Lo so, ma…” quello era diverso, stava per dire. Solo che non lo era, non del tutto almeno. Si erano salvati a vicenda. L’avevano fatto sin dal primo giorno, in tanti modi.
"Hey," la interruppe con voce ferma. "Partners. Questo è quello che facciamo."
Kate girò la testa, lo baciò con passione.

"Partners."

"Hey, Castle," mormorò Kate dopo un po’. Erano sdraiati insieme sotto il sole, gli arti intrecciati, il diario sistemato di lato. La faccia di lei era sepolta nel collo di lui, quella di lui tra i capelli di lei, mentre vacillavano sull’orlo del sonno.

"Hmmm?"
"Sono stata una modella una volta."
Alzò la testa di colpo, quasi urtando la fronte sul suo mento. “Cosa? Davvero?”
Sollevò la testa e sorrise di fronte alla sua eccitazione. “Al liceo. Era un lavoro estivo.”
Lui si girò su un lato, reggendosi su un gomito. “Come mai io non ho mai visto queste foto?”
Kate si strinse nelle spalle con nonchalance. “Come fai a sapere che ne ho?”
"Disse la donna che ha sette album pieni di foto nella nostra stanza.”
Lei gli diede un colpo al petto. “Castle.”
Lui sogghignò, posando una mano sulla parte di pelle scoperta di lei, accarezzandola dolcemente. "Seriamente, posso vederle qualche volta?"
"Forse."
"Ka-ate," piagnucolò.
“Mi dispiace, i bambini piccoli e piagnucolosi non possono decisamente vederle,” lo prese in giro.

Prima che potesse reagire lui la afferrò per la vita e rotolò in modo da ritrovarsi sopra di lei, spingendola sul terreno.  
“Bambino piccolo? Penso di averle dato prova, Detective, di non essere di sicuro un bambino piccolo.”

Oh, di quello ne era abbastanza consapevole. Poteva sentire la prova che pressava contro la sua coscia. Ma non poteva fare a meno di sfruttare l’occasione per tenergli testa.
"Sì?"
Le afferrò i polsi, portandoglieli sopra la testa con una mano, mentre con l’altra lavorava al laccio della parte superiore del suo bikini, divorandole le labbra con un caldo e passionale bacio.  

"Sì."


Angolo di  Ari & Fede:
Buonaseraaaaaaaaaaaaaa :)
Speriamo che anche questo chappy vi piaccia, ci ha fatto patire le pene dell'inferno! 
Al solito grazie infinite al nostro cuore Ivi (che è entrata in modalità flash per betarci questo capitolo xD) <3
e qui c'è il link dell'originale http://www.fanfiction.net/s/7928392/2/Spiral-Bound ;)
A Lunedììììììììì =*
Fede & Ari.

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Capitolo 11
*** Fool Me Once & When The Bough Breaks ***


11. Fool Me Once & When The Bough Breaks


 
Ripensandoci, fare sesso sulla spiaggia non fu proprio una grande idea. Nonostante la presenza delle salviette, Kate aveva la sabbia in posti in cui era sicuramente sgradita e faceva decisamente troppo freddo per fare una nuotata e togliersela di dosso.
 
“Doccia”, ansimò quando ebbe abbastanza fiato per parlare. Era ancora bloccata sotto a Castle, il suo grande corpo sopra quello di lei, la sua faccia nascosta nel collo di Kate, e il suo respiro caldo che si infrangeva sulla sua pelle non faceva altro che aumentarle i battiti del cuore che già correva all’impazzata.
 
Dopo qualche minuto, Castle si spostò, si alzò togliendosi la sabbia.
 
“Penso di avere della sabbia nell’ombelico.”
 
Kate rise, gli tolse la sabbia che aveva sul braccio e si mise seduta. “Se quello è il posto peggiore in cui si nasconde, considerati fortunato.”
 
Castle allungò la mano per tracciare l’interno della sua coscia, scacciando via la sabbia con il dito. “Si, probabilmente hai ragione.”
 
“Doccia”, disse di nuovo, obbligando le sue gambe traballanti a sostenerla.
 
Raccolse i costumi da bagno e le salviette mentre lui prese il diario ed entrarono in casa, lasciandosi dietro le loro impronte e una grande quantità di sabbia.
 
Una volta raggiunto il bagno, si sciacquarono rapidamente sotto la doccia. Ma prima che Kate avesse la possibilità di insaponarsi, Castle la guidò fuori dalla doccia e l’accompagnò alla sua Jacuzzi, azionando il getto al massimo. Vista la quantità di… attività fisica degli ultimi giorni, immaginò che avrebbe fatto piacere ad entrambi rilassarsi un po’. I suoi muscoli lo avrebbero apprezzato di sicuro.
 
Una volta che la vasca si riempì, si mise seduto vicino al getto e la tirò a sé di spalle facendola sedere tra le sue gambe. Lei si rilassò contro il suo corpo e gli permise di avvolgerla con le sue braccia.
 
Appoggiò la testa contro quella di lui, guardandosi pigramente intorno. I loro costumi e le salviette giacevano a casaccio sul pavimento e il diario era sul mobile vicino al lavandino dove Castle l’aveva lasciato, proprio a portata di mano.
 
Hmmm… leggerlo insieme nella vasca… beh, questo pensiero portò una nuova serie di immagini alla mente.
 
Kate fece scivolare le mani fuori dall’acqua, le asciugò sull’asciugamani attaccato al muro tra la Jacuzzi e il lavandino. Prese il diario dal mobile, sentì Castle annuire e lasciarle un bacio sul collo in senso di approvazione.
 
Si asciugò anche lui le mani, intrecciò le loro dita insieme e aprì il libretto.
 
 
Kate,
 
Sei proprio una bugiarda. Affermare che non ti piacciono i film sulle truffe. Dirmi che non hai iniziato il libro. Cercare di convincermi che il tuo appuntamento di ieri sera era con Heat Wave.
 
Anche se adesso che ci penso bene, non ho visto nessuno ronzarti intorno dopo Sorenson, e non hai mai accennato a qualcuno, quindi forse non avevi davvero un appuntamento. Forse eri a casa con un bicchiere di vino, mentre leggevi pagina 105 per la centesima volta.
 
È andata così, non è vero?
 
Che cosa ne pensi? Ti piacerebbe ricreare quella scena nella realtà? Ho della tequila e sono sicuro che ci siano dei lime da qualche parte in questa casa. Ho senza dubbio un letto… un grande, comodo letto. E tu avresti la vera versione, molto più affascinante, di Jameson Rook tra le tue mani.
 
Sarebbe molto più divertente che leggerlo nella vasca. Oppure potrei raggiungerti nella vasca e leggertelo ad alta voce. Potremmo iniziare così, con del vino e il mio libro, e vedere cosa ci riserva la notte. Ho la sensazione che tutto ciò porterebbe la tua abilità di ‘ispirarmi’ ad un livello completamente nuovo.
 
(Nel caso in cui te lo stessi chiedendo, non ho assolutamente nessuna obiezione a riguardo.)
 
-Castle
 
Kate sorrise a se stessa, anticipando già a dove questa conversazione sarebbe andata a parare.
 
“Castle.”
 
“Si?”
 
Si volto e gli baciò la guancia. “Io stavo leggendo il tuo libro quella sera. Con il vino. E le candele. Nella mia vasca.”
 
“Stavi dicendo sul serio?” esclamò, facendo scivolare una mano sul ventre di lei, stringendo il suo corpo nudo contro il proprio.
 
Rise, reagendo al suo tocco. “Si.”
 
Lasciò un caldo bacio sul suo collo e la sentì rabbrividire contro di lui.
 
“Ti piacerebbe… ricreare quella serata? Con me che leggo per te?”
 
Una sensazione di calore le attraversò le vene al pensiero della sua voce vicino all’orecchio, bassa e sexy, che legge le sue stesse parole ad alta voce mentre facevano il bagno nella sua Jacuzzi negli Hamptons.
 
Come avrebbe potuto dire di no?
 
Piegò la testa per incontrare le sue labbra in un dolce bacio.
 
“Certo.”
 
Si schiarì la gola e iniziò a leggere.
 
 
Kate,
Eri bellissima ieri sera. So che non ti piace tutta questa storia della pubblicità, ma sei andata alla grande. Il red carpet, il vestito sexy… sei spontanea. Ed eri incredibile.
 
Devo ammetterlo, sono contento che il mio contratto per Nikki Heat sia stato rinnovato. Avremo anche avuto una discussione a riguardo ieri, ed ero davvero onorato di aver ricevuto la richiesta di scrivere a proposito di colui-che-non-può-essere-nominato, ma non sono ancora pronto a lasciarti andare.
 
Paula (la mia agente) mi ha detto che dovrei semplicemente andare a letto con te e “liberarmi di questo peso”, ma non funziona in questo modo. Non sei un qualcosa di cui io mi possa “liberare” così. Forse all’inizio si, ma adesso che ho avuto la possibilità di conoscerti e di lavorare con te, so che sei molto di più che una botta e via. Mi ispiri così tanto e tu e i ragazzi siete probabilmente gli amici più stretti che io abbia avuto da molto tempo, e non è un qualcosa a cui voglio rinunciare.
 
E dato che le mie braccia, il mio naso e le mie orecchie sono ancora intatte, penso che non mi trovi poi così fastidioso come fingi che io sia e che infondo non ti dia così tanto fastidio se scriverò ancora su Nikki Heat.
 
Penso anche che ti sia piaciuta molto la dedica.
 
Lo penso davvero, sai. Ogni parola. L’ho già detto e lo dirò di nuovo: sei straordinaria. Sei forte, sicura di te e sexy. Sei una bravissima detective, il modo in cui lotti per la giustizia e poi entri in empatia con le vittime. Hai preso quello che ti è successo in passato e l’hai usato per cercare di rendere New York City un posto più sicuro.
 
So di averlo già detto ma… ti rende onore, quello che fai, e non penso che ti venga dato il riconoscimento che meriti. Quindi ora hai la dedica. Ora il mondo può vedere quanto tu sia incredibile.
 
In più, sembrava semplicemente corretto dedicare il libro alla mia ispirazione. Senza di te, Nikki Heat non esisterebbe. Consideralo una sorta di ringraziamento per avermi permesso di seguirti nei casi e aver ficcato il naso nella tua vita.
 
Dovresti sapere che ho adorato ogni minuto della nostra collaborazione.
 
-Castle


Quando finì di leggere, Kate si accorse di avere un grande sorriso stampato in faccia, puro amore emanato dai suoi occhi. Ma lui aveva appena letto per lei, l’aveva chiamata straordinaria e fonte di ispirazione, e stava parlando dei suoi libri e delle dediche e…
 
A quel tempo, per Kate, la sola idea di avere una dedica su uno dei suoi libri era sconvolgente. Ora quel numero era salito a 4 (e presto sarebbe diventato un 5), ognuna delle quali era lo specchio del loro viaggio, del posto che occupavano uno nella vita dell’altro. Le sapeva tutte a memoria, specialmente quelle più recenti. C’erano parole che portava sempre nel cuore.
 
Da Frozen Heat, che venne rilasciato solo 4 mesi dopo che avevano iniziato a frequentarsi: To all the remarkable, maddening, challenging, frustrating people who inspire us to do great things.
 
E da Deadly Heat, rilasciato un anno dopo; To Kate; for inspiring me every single day, for making me a better man, and for loving me.
 
Lui affermava di avere la dedica pronta anche per il suo nuovo libro. Radiant Heat sarebbe dovuto uscire in autunno, ma fino ad ora nessuna tecnica di interrogatorio da lei usata era riuscita a fargli confessare quale fosse la dedica. Qualunque cosa fosse, aveva la sensazione che sarebbe stata ancora più speciale.
 
“Stai bene?”, chiese Castle a bassa voce, sporgendosi in avanti per ammirare il suo profilo con occhi curiosi e adoranti allo stesso tempo.
 
Riposizionò il diario sul mobile, si girò tra le sue braccia in modo da sedersi a cavalcioni sulle sue gambe. “Si.”
 
“È troppo?” chiese, notando i suoi occhi lucidi.
 
“Allora? Si, ero attonita”, ammise con un sorriso. “Voglio dire, avevo voglia di prenderti a schiaffi per la maggior parte dei giorni e tu… tu mi dedicasti un intero libro.”
 
“Ma ora?”
 
Kate lo baciò con passione, intrecciò le sue dita dietro al collo di lui e lo avvicinò a sé.
 
“Ora mi piace.”




ANGOLINO DI FEDE & ARI:
Happy Castle Monday everyone! :D Oddio! Stasera manderanno in onda il promo della season finale. Aiuto. HELP. Non siamo psicologicamnete pronte.
Quanto è dolcioso e sexy questo chappy? :3 I nostri Caskett :'')
Un grazie e un bacione enorme a Ivi (aka la nostra beta) e a tutti voi che leggete e/o recensite :)
A giovedì ;)

Fede & Ari 
 

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Capitolo 12
*** Vampire Weekend ***


Vampire Weekend



Per quanto Kate avesse gioito nelle ultime trentasei ore, leggendo il diario lì, lontana dalle distrazioni della famiglia, degli amici, della città e del lavoro, Alexis, Martha e suo padre erano  arrivati quella mattina, e questo purtroppo significava che lei e Castle avrebbero dovuto essere vestiti e comportarsi da padroni di casa per il resto del weekend, preferibilmente senza gironzolare nudi tutto il giorno, alternando alla lettura, qualche chiacchiera e il saltarsi addosso.
Era bello avere tutti lì con loro. Lo era davvero. Jim, Martha e Alexis andarono d’accordo sin dal primo giorno in cui si erano incontrati (al di fuori dell’ospedale), e nonostante fosse poco ortodosso, ormai formavano  la loro piccola famiglia. Erano passati alcuni mesi dal loro ultimo raduno, e tutti furono molto felici di avere l’opportunità per rimediare.
Come previsto, il resto del weekend fu impegnativo, pieno di cose da esplorare, beach volley, godendosi il sole, e tanto ottimo cibo e buona compagnia. Erano stati due giorni rilassanti e divertenti, e una vacanza molto gradita, specialmente per Martha, che era stata incredibilmente impegnata con il lavoro, e Alexis, che era da poco tornata dal secondo anno di college.    
Con tutti attorno, però, Kate e Castle non avevano avuto molto tempo per loro, a parte quando tutti se ne andavano a letto. Non avevano più letto da Venerdì, ma domani sarebbero tornati in città e Kate voleva leggere almeno un altro capitolo lì, nell’atmosfera pacifica degli Hamptons. Una volta tornati a Manhattan, al lavoro, non avrebbero saputo quando avrebbero avuto un po’ di tempo libero.  
Prese il diario dal comodino e scivolò sotto le coperte, accoccolandosi a Castle. Era appoggiato contro la testiera del letto, con il suo computer, apportando le ultime modifiche al prossimo capitolo, ma lo mise da parte quando Kate si unì a lui. Lei si fece avvolgere dal suo abbraccio, rannicchiandosi contro il suo fianco.   
"Un altro?" chiese lui con dolcezza, seguendo silenziosamente il filo dei suoi pensieri, come sempre.

Lei annuì, sorridendo, inclinando il mento per stampargli un bacio sulla mascella.
"Un altro."

Kate,

Sai, per essere una che passa tutta la settimana a fingere di non essere così presa da Halloween, di sicuro ti sei divertita a guardarmi mentre venivo attaccato da un tizio che credeva di essere un vampiro. Ti sei  troppo divertita nel vedermi spaventato, non è vero? La prossima volta, dovrò mettere in atto qualche sorta di vendetta.  
Comunque, grazie per avermi salvato prima che avesse l’opportunità di divorarmi o di trasformarmi  in un vampiro. Sarebbe stata una vita interessante, questo è certo, ma dopo aver visto quella congrega penso che preferirei restare a lavorare al Dodicesimo.
Mi piace stare lì, aiutando a svelare i misteri, anche se alcune volte sono davvero deprimenti. Questo caso è stato così per me. Io… Non posso affatto immaginare come sia uccidere qualcuno, lasciare sola una famiglia. Non riesco ad immaginare di ferire un bambino. E’ terrificante e orripilante ed è  insensibile che qualcuno possa fare questo. Cavolo, non avrei nemmeno potuto fare del male al baby uovo di Alexis. (E comunque, grazie per esserti presa cura di lui.)
So che questo è il motivo per il quale sei un poliziotto… così puoi togliere gli assassini dalle strade e trovare giustizia per le famiglie che soffrono a causa di cose come questa. Spero solo che ci possa essere un finale più felice per quella famiglia. Presumo sia per questo che io sono uno scrittore di romanzi e non un poliziotto.
Parlando di cose più felici, sono contento che tu ti sia presentata alla mia festa di Halloween. Non pensavo che saresti venuta. E devo ammetterlo, il tuo costume era piuttosto bello. A dire il vero, forse, mi facevi quasi paura (ma se lo dici a qualcuno, lo negherò).
Comunque, penso che tu non abbia capito il concetto di travestirsi…indossavi fin troppi vestiti.  Halloween dovrebbe essere un momento per vestiti con abiti succinti e tacchi alti. Avresti potuto essere una coniglietta, o un’infermiera, o un marinaio o un poliziotto… di quelle che indossano un’uniforme più “rivelatrice”.
Questo sarà il mio scopo per l’anno prossimo; convincerti a divertirti con un costume a tua scelta per Halloween. Più pelle c’è, meglio è.
Oooh, lo so...forse potresti essere un vampiro. Lo faresti sicuramente molto meglio di Morlock, e saresti molto più bella. Un vestito nero attillato, i denti, finto sangue disegnato sulla tua pelle. Puoi mordermi quando vuoi.
E dopo la festa, sarei più che felice di aiutarti a lavare via il sangue finto.


-Castle

Questa lettera aveva fatto riaffiorare vari ricordi. Doveva ancora convincerla a vestirsi da vampiro, ma i costumi che aveva scelto compensavano molto di più.
Il loro primo Halloween insieme era stato un fantastico successo, anche se il merito non era interamente del costume di Kate. Castle aveva piagnucolato, pregato e supplicato, nel tentativo di convincerla a indossare un abito da infermiera sexy alla sua festa di Halloween, lei aveva ignorato con veemenza le sue proteste, arrivando invece vestita da piratessa.
Aveva indossato un abito monospalla bianco e nero con un orlo sbrindellato che scorreva giù intorno alle cosce ... troppo lungo per i gusti di Castle, cosa che le fece chiaramente capire. Le maniche erano larghe e morbide, il corpetto scollato e il corsetto sulla parte anteriore. Vari altri ornamenti rossi decoravano il tessuto, aggiungendo di un tocco di colore.
Aveva degli stivali neri e alti e una bandana, il contorno degli occhi scuro, e i capelli ondulati che le ricadevano morbidi sulle spalle. In breve, era terribilmente sexy.
 
 E dovette lo stesso sorbirsi ancora il broncio-muso lungo di Castle per non esserci vestita da infermiera alla sua festa.
Comunque, una volta finita la festa e dopo aver visto cosa indossava sotto il costume, ogni lamentela svanì.
Poteva essersi vestita da pirata per la festa, ma nella sua camera da letto, illuminata solo dalla soffice luce della lampada, si era vestita apposta per lui,  in biancheria rossa che era più sexy di qualunque altro costume da infermiera sconcia.
"Non hai portato qui quel vestito, vero?" chiese lui improvvisamente, con la voce rotta per l’emozione, avendo chiaramente ripensato alla stessa cosa di lei.  
"Quale vestito?" chiese Kate innocentemente, guardandolo attraverso le ciglia scure. Era stata una decisione dell'ultimo minuto quella di trasformare tutto in qualcosa di sexy, e una totale coincidenza che quel particolare vestito si trovasse proprio in cima alla pila. Ma lui non doveva saperlo, perché era troppo divertente guardarlo contorcersi.
Castle la tirò fino a farla sedere a cavalcioni sulle sue cosce , le mani che le coprivano la vita, gli occhi scuri. "Sai esattamente quale vestito."
Lei sorrise timidamente, fece scattare un attimo gli occhi verso la sua valigia, poi di nuovo verso di lui. "E se l'avessi portato?"
Lui gemette, attirandola per un caldo bacio.

"Vai a mettertelo. E poi torna qui, così potrò strappartelo di dosso con i denti.”



Angolino di Ari & Fede:
Buonaseraaaaaaaaaaaaa! 
Siamo sommerse dallo studio, ma ci siamo! Anche oggi Ivi, povera stella, ha betato stile flash! Ammmore nostro <3
Beh, as always, speriamo vi sia piaciuto! ;)
Ecco il link dell'originale http://www.fanfiction.net/s/7928392/1/Spiral-Bound
E...buona notte a tutti! 
A Lunedì,
Fede & Ari. <3


 

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Capitolo 13
*** Famous Last Words ***


13. Famous Last Words


 
Come previsto, i giorni che seguirono la loro piccola vacanza furono incredibilmente movimentati. Sembrava che l’arrivo della stagione estiva facesse aumentare i casi di omicidio e la squadra del Dodicesimo si ritrovò a seguire tre casi uno dopo l'altro. Nessuno di essi fu troppo impegnativo o contorto, ma alla fine delle tre indagini tutti i detective erano esausti.
 
Una volta sbrigate le ultime pratiche, Gates diede a ognuno di loro due giorni di riposo per recuperare, e Castle e Kate riuscirono a malapena ad arrivare al letto prima di collassare in un sonno profondo per circa dodici ore.
 
Quando Castle aprì gli occhi il giorno successivo, Kate era distesa vicino a lui, sostenendosi sui gomiti mentre rileggeva alcune lettere del diario.
 
“Giorno”, sbadigliò mettendosi a pancia in giù e avvicinandosi a lei.
 
Sorrise, baciandolo sulla guancia. “Hey, dormiglione.”
 
Appoggiò la fronte a quella di lei, bisbigliando piano, con tono felice. “Non l’abbiamo già letta questa?”
 
Kate fece ritornare il suo sguardo sulla pagina, dopo essere stata distratta da pensieri sul suo compagno di letto  e su come avrebbe preferito che avessero passato questi due giorni di vacanza.
 
“Mmmm, si. Stavo solo aspettando che ti svegliassi.”
 
“Mi stavi aspettando?”
 
“Le abbiamo lette quasi tutte insieme”, gli fece notare.
 
“Lo so, io…” le diede un bacio sulla guancia. “Grazie.”
 
Sorrise, girando la pagina per leggere una nuova lettera.
 
 
Kate,
 
Non smetti mai di sorprendermi. Il modo in cui hai confortato Alexis in questi ultimi giorni, il modo in cui hai ascoltato le sue idee e l’hai presa sul serio, permettendole di aiutare con il caso. Il fatto che sei venuta al concerto con noi stanotte. È stato così bello e così inaspettato da parte tua. Quindi grazie. L’ho apprezzato molto, e so che anche Alexis l’ha apprezzato. È stato un gesto molto dolce da parte tua.
 
Non sapevo cosa fare in quella situazione. Non sono molto aggiornato sui gusti musicali di Alexis, e non avevo idea che l’avrebbe toccata così tanto. Semplicemente io… ci ho provato, ma non penso di aver reso le cose migliori. Quindi grazie, per aver capito, per esserci stata per lei, per averla supportata meglio di quanto abbia fatto io questa settimana.
 
Sono in debito con te.
 
-Castle
 
 
La lettera era breve, ma era abbastanza per far riaffiorare i ricordi di quel caso. Non era la prima volta che Kate parlava con Alexis, ma le altre conversazioni erano state piuttosto brevi e avevano avuto luogo sotto circostanze ben diverse.
 
Ora come ora, comunque, tutto ciò sembrava così lontano nel passato e così semplice rispetto a tutto quello che avevano passato insieme. Kate ripensò ai primi mesi della sua relazione con Castle, alle battaglie che dovette combattere per vincere la fiducia di Alexis. Le cose erano difficili all’inizio, e dato che le cose tra lei e Castle non andavano a gonfie vele prima dell’inizio della loro relazione, Kate poteva capire la preoccupazione della ragazza.
 
Non che questo abbia reso le cose più semplici.
 
Di per sé, Alexis non era mai stata scortese con lei. Parlavano… “come stai?” e “come va la scuola?” ma niente di più. Passarono due mesi, dopo che Castle annunciò alla sua famiglia della loro relazione, prima che Alexis reagì, altri due prima che la ragazza sembrò capire e accettare il fatto che Kate e suo padre erano seri sullo stare insieme. E ci volle un altro mese prima che Kate raggiunse un’intesa con sua figlia.
 
Poteva ancora ricordare quella conversazione quasi parola per parola, perché andò l’opposto di come avrebbe voluto.
 
 
Kate arrivò al loft una sera di dicembre mentre Castle era ad un meeting. Martha le aprì la porta e la fece entrare prima di andarsene alla sua scuola di recitazione, lasciando Kate da sola con Alexis.
 
La ragazza era rannicchiata sul divano a leggere un libro, alzò lo sguardo ma non parlò quando la Detective si tolse la giacca e la appoggiò su una sedia. Per niente un buon segno, ma Kate non era tipo da farsi scoraggiare; aveva intenzione di approfittare del loro tempo insieme questa sera perché lei e Castle non avevano mai avuto la possibilità di farlo. Voleva sistemare le cose con Alexis, in modo che non ci sarebbe più stato imbarazzo tra loro.
 
Aveva circa mezzora prima che Castle terminasse il suo meeting e voleva parlare con Alexis, vedere se poteva sistemare la loro relazione.
 
“Hey, Alexis”, disse timidamente dopo un lungo momento di silenzio.
 
La giovane alzò gli occhi dal libro. “Ciao.”
 
“Cosa leggi?”
 
La rossa sembrò tutt’altro che contenta di essere interrotta ma le rispose comunque. “Delitto e Castigo. Dovrei finirlo per quando torno a scuola.”
 
“Ah si, i compiti delle vacanze di Natale.”
 
Alexis guardò la detective con curiosità, in risposta al suo ovvio desiderio di avere una conversazione. “Papà dice che sei andata a Stanford.”
 
“Per un anno”, rispose Kate.
 
“Perché ha lasciato?”
 
Oh. Beh, questa non era proprio la conversazione aveva pianificato di avere, ma non avrebbe nascosto delle informazioni, non se voleva vincere la fiducia della ragazza.
 
“Per via di mia mamma”, rispose Kate.
 
“Mi dispiace. Non sapevo”, si scusò frettolosamente, distogliendo lo sguardo e spostando goffamente da parte il libro.
 
“No, va bene”, la rassicurò Kate. “Meriti di sapere queste cose su di me.”
 
“Cosa… cosa è successo?” chiese Alexis dopo una pausa imbarazzante.
 
Kate fece un sospiro, decidendo come raccontare al meglio la storia e alla fine decise di partire dall’inizio. “Pensavo di potercela fare… stare così lontano da casa. Per un po’ pensai che la distanza lo avrebbe reso più facile. Ma dopo un semestre io… era troppo. Mio papà iniziò a bere. Per cinque anni non potè – non volle – smettere. Allora capì che sarei dovuta rimanere vicino a casa per aiutarlo.”
 
“Sei andata comunque a scuola?”
 
“Andai all’Università di New York e mi laureai un anno prima.”
 
“Cosa studiavi?”
 
“Giurisprudenza, come a Stanford. Volevo fare l’avvocato, proprio come mia mamma.” Kate sorrise al ricordo.
 
“Cosa cambiò?”
 
Esitò prima di rispondere, scegliendo con cura le parole.
 
“Non so quanto tuo papà ti abbia detto riguardo al caso”, iniziò Kate, “ma a quel punto i poliziotti lo avevano chiuso. Semplicemente messo da parte. Dissero che era stata un episodio di violenza tra gang. Ho semplicemente pensato che non riuscissero a capire, sai? Ora so il perché, ma allora pensai solamente che qualcuno non si accorse di qualcosa… qualcosa che forse io avrei potuto trovare, e così mi iscrissi all’Accademia. In questo modo potevo combattere per la giustizia, proprio come aveva fatto mia mamma, e aiutare altre persone come me, ma potevo anche trovare giustizia per lei. E quando mi laureai all’Accademia era diventata praticamente un’ossessione. Dovevo risolverlo.”
 
“Ma non potevi?”
 
Kate sospirò pesantemente. “Stavo annegando. Non dormivo bene, ero così immersa in quel caso da averci perso me stessa. E mio padre beveva ancora… era troppo. Il mio capitano mi diede un ultimatum: o lasciavo il caso o il mio lavoro. Così lo misi da parte e andai in terapia.”
 
Esitò. Il suo obiettivo era di risolvere la situazione con Alexis, e condividere il suo oscuro passato non le stava facendo conquistare punti. Ma se Alexis voleva sapere… forse avrebbe potuto funzionare se Alexis avesse capito che Kate non aveva segreti, che poteva chiederle tutto. Era quello il suo obiettivo dopotutto; esserci per Alexis in qualsiasi modo la ragazza ne avesse avuto bisogno.
 
“E poi papà lo aprì di nuovo.”
 
“Si.” Sospirò Kate. “Mi ci è voluto un po’ per non essere furiosa con lui a riguardo.”
 
“L’ha fatto solo perché ci tiene”, protestò Alexis, con il tono mediatamente più duro per difendere suo padre.
 
“Lo so”, disse Kate. “Ora lo capisco. E senza tuo padre, probabilmente non avrei mai risolto il caso e sicuramente non sarei viva.”
 
“Ti ha salvata.”Rispose, con voce leggermente accusatoria, anche se in difesa di Alexis c’era da dire che era stata brava nel sopprimere i suoi sentimenti contrastanti nei confronti di Kate.
 
“In così tanti modi”, rispose Kate, sinceramente.
 
“Non era quello che intendevo.”
 
“Lo so, io…”
 
“Ha cercato di prendere un proiettile per te, Detective.”
 
Ah. Ora stavano andando da qualche parte, verso il punto della questione.
 
“Lo so”, rispose Kate calma, consapevole che l’essere irritata non sarebbe stato di beneficio. “E credimi, tuo papà ed io abbiamo avuto molte discussioni a riguardo.”
 
“Lui… lui morirebbe per te.”
 
“Lo so”, disse ancora Kate. “E questo mi terrorizza.”
 
“Anche a me”, ammise la rossa, la sua maschera si dissolse da stoica a vulnerabile, una ragazza protettiva nei confronti di suo padre.
 
Il silenzio cadde nella stanza mentre Kate decideva le prossime parole  assicurandosi che i suoi sentimenti fossero chiari.
 
“So che non sei del tutto d’accordo sul fatto che tuo papà mi segua dappertutto, Alexis. E se vuoi che si fermi, lo farà.”
 
“Ma tu lo vuoi lì.”
 
“Si”, ammise Kate. “È il mio partner, il miglior partner che avessi mai potuto desiderare. Ma prima di tutto è tuo padre e non mi metterò in mezzo. Quella sarà sempre la priorità”.
 
Alexis sospirò. “Ma lui è felice quando è con te, e gli piace ciò che fa, lo capisco. Provo lo stesso quando lavoro con la Dottoressa Parish.”
 
“È un lavoro importante”, concordò Kate. “E averlo lì fa felice anche me.”
 
“Non voglio che lui rinunci a questo.”
 
“Lo capisco.”
 
“Ma non voglio perderlo.”
 
“Alexis”, Kate fece una pausa, desiderando di poter prendere la mano della ragazza fra le sue in gesto di conforto. “Ti prometto che farò tutto ciò che è in mio potere per portarlo a casa sano e salvo ogni sera”.
 
“E se non fosse abbastanza?”
 
Sospirò, facendo scorrere una mano tra i capelli. “Io… non posso prometterti che non si farà mai male”, iniziò con onestà. “Potrebbe essere investito da un’auto, potrebbe finire nel posto sbagliato al momento sbagliato e andare in ospedale. Non… non sto dicendo che accadrà”, aggiunse Kate guardando lo sguardo inorridito di Alexis. “Sto solo dicendo che tutto può succedere e non posso promettere che non accadrà. Ma se c’è qualcosa che posso fare - qualsiasi cosa - per tenerlo al sicuro, la farò. Farei…” la sua voce si spezzò, “morirei anche io per lui, Alexis.”
 
I tratti della ragazza si addolcirono. “Ti… ti preoccupi davvero per mio papà, vero?”
 
Kate sorrise timidamente, gli occhi luccicanti. “Tantissimo, Alexis.”
 
Annuì. “ È solo che… non voglio vederlo soffrire.”
 
“Come ho detto, farò…”
 
“Non in quel senso”, la interruppe Alexis. “Voglio dire… non voglio che il suo cuore si spezzi di nuovo. Merita di essere felice.”
 
Oh. Beh…
 
“Ancora una volta, non posso prometterti che non ci faremo del male” rispose Kate. “Succede quando sei in una relazione. Ma posso prometterti che non lo ferirò mai intenzionalmente.”
 
La ragazza la guardò con diffidenza, ma alla fine sembrò raggiungere una tregua interna. “Va bene.”
 
Kate le offrì un piccolo sorriso e Alexis ricambiò il gesto, la tensione se ne andò mentre la stanza cadde in un silenzio confortabile.
 
Dopo un po’ Kate si alzò per andare verso la cucina. “Ora, ho promesso a tuo papà che gli avrei preparato la cena per quando fosse tornato a casa. Vuoi aiutarmi a fare il famoso pollo Alfredo di mia mamma?”
 
Alexis mise i capelli dietro alle spalle e si alzò. “Guidami.”
 
Mentre cucinavano la conversazione divenne molto più naturale, affrontarono argomenti come i ragazzi al college. E quando Castle tornò a casa e si sedettero a tavola per mangiare, fu la cena meno imbarazzante da quando Kate era diventata non ufficialmente parte della famiglia.
 
 
Quella, ovviamente, non chiuse la questione; ci furono altre insicurezze, altre domande, altri dubbi. Quando un giorno Castle tornò a casa zoppicando, dopo essersi rotto la caviglia durante un inseguimento, Alexis fu meno che contenta con Kate, sebbene Castle riuscì a calmarla convincendo sua figlia che la responsabilità era della sua stupidità, non di Kate.
 
E per quando Alexis ritornò al college dopo le vacanze invernali, lei e Kate erano in buoni rapporti, e Alexis la chiamò anche qualche volta durante il semestre per dei consigli o per un aiuto con i compiti, o anche solo per parlare.
 
Ora, quasi due anni dopo, la loro relazione si era evoluta in qualcosa che assomigliava più ad un’amicizia che ad un rapporto da future matrigna/figlioccia. Alexis si rivolgeva a lei per qualsiasi cosa, dai problemi con i ragazzi alle domande sulla letteratura russa. Erano andate e fare shopping insieme, a vedere film e Kate aveva addirittura fatto visita ad Alexis alla Columbia un giorno.
 
Il loro rapporto era poco ortodosso, ma funzionava. E sebbene Kate non lo dicesse spesso ad alta voce, amava Alexis tanto quanto amava Castle. Dopotutto, era tutto compreso nel pacchetto.
 
“Sei una buona influenza per lei, Kate”, disse dolcemente Castle, riportandola alla realtà.
 
Fece spallucce. “Credo. Non faccio nulla di che, rispetto a un genitore o a un altro…”
 
“Non è quello, è che… lei non ha mai avuto un forte modello femminile nella sua vita. E sua mamma… beh, hai incontrato Meredith. Non è mai stata un granché come madre. È sempre stato il mio più grande rimpianto il fatto di non essere riuscito a crescere Alexis in una famiglia normale.”
 
Kate gli diede un bacio sul bicipite. “Hai fatto un bellissimo lavoro con lei.”
 
“Non so bene come”, scherzò.
 
Gli accarezzò la guancia, forzandolo ad incontrare i suoi occhi. “Rick, non ti dai abbastanza merito. Sei un padre fantastico. Alexis è così fortunata.”
 
Catturò le labbra di lei con un bacio. “E un giorno, alcuni piccoli bambini saranno così fortunati ad averti come madre.”







ANGOLINO DI ARI & FEDE:
Con un giorno di ritardo ma... eccoci qua! :D Sappiate che stiamo pubblicando dal Caskett Heaven u.u QUESTO. FINALE. *-* ahhhh sdfhsdfhsaufhsuafhas :3
Questo capitolo è un po' diverso rispetto agli altri, non è incentrato solo sui Caskett ma anche sul rapporto Kate/Alexis :) A noi è piaciuto molto :)
Cogliamo l'occasione per dirvi che da ora fino alla fine di maggio interrmpiamo la pubblicazione *sob* Purtroppo la scuola ci sta impegnando un sacco in questo ultimo periodo e non riusciamo più a trovare il tempo per tradurre :(
Ci dispiace tantissimo ma vi promettiamo che appena iniziano le vacanze (ahhhhh *-* che bella parola :3) riprenderemo la pubblicazione :) Non siamo crudeli come Marlowe che ci fa aspettare quatro lunghissimi mesi xD

Un bacio enormissssssimo a tutti <3 
e un bacione speciale a Ivi aka la nostra beta <333

Ci leggiamo a giugno ;)

Fede & Ari
 

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Capitolo 14
*** Kill The Messenger & Love Me Dead ***


Previously on Spiral Bound:
Gli accarezzò la guancia, forzandolo ad incontrare i suoi occhi. “Rick, non ti dai abbastanza merito. Sei un padre fantastico. Alexis è così fortunata.”

Catturò le labbra di lei con un bacio. “E un giorno, alcuni piccoli bambini saranno così fortunati ad averti come madre.”






14. Kill The Messenger & Love Me Dead


Quando Kate si fermò avvolta dalle sue parole, dalla loro implicazione, trovò il coraggio di guardarlo negli occhi, totalmente incerta su ciò che avrebbe potuto trovarci dentro. Fu accolta con speranza ed entusiasmo, ovviamente, ma il suo sguardo era basso ed imbarazzato.

E’ vero, avevano già parlato di bambini, ma in uno scenario più astratto, come a dire “un giorno, magari. Ed erano negli Hamptons quando era successo, il che rendeva sempre le cose un po’ più surreali in qualche modo.

Ma ora anche lui l’aveva detto in quel modo, così determinato, così fiero di lei nonostante ancora non fosse accaduto… ora era reale. E un po’ travolgente.  Sarebbe diventata un genitore un giorno. Con lui (non che ci fossero altri uomini con i quali avrebbe voluto avere dei bambini).

Wow.

"Stai bene?" chiese Castle dolcemente, mentre lei cominciava a sentirsi colpevole, avendo realizzato di essere rimasta muta a fissarlo con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.

Gli fece un dolce sorriso, sperando che sembrasse meno forzato di quanto in realtà fosse. “Sì. Sì, sto bene.”  

Sarebbero diventati genitori un giorno. E sotto l’onda di panico iniziale, a stento repressa, c'era una sensazione di calore che la avvolgeva. Felicità. Avrebbe dovuto sorridere.

"Sicura?"

Gli diede un bacio sulla punta del naso, sorridendo davvero questa volta. “Sì.”

"Okay."

Cadde il silenzio, e Castle si mise a giocherellare con l'angolo della pagina, sentendo la carta curvare leggermente ad ogni passaggio delle sue dita. Kate seguiva con lo sguardo i movimenti distratti di lui, permettendo a se stessa di essere risucchiata dentro le sue lettere, la sua storia. La loro storia. Poteva riflettere sul come, su quanti e su che-aspetto-avranno i loro figli futuri.

In quel momento c’erano soltanto loro due e le sue parole. E queste ultime avevano sempre avuto il potere di far sparire tutto il resto.



Kate,
E’ fantastico quello che le persone fanno per le loro famiglie. Confessare un crimine che non hai mai commesso e andare in prigione per tutta la vita, per esempio. E’ assurdo, sotto questo punto di vista. Ma immagino che nessuno abbia mai detto che l’amore è sensato. Alcune persone hanno ucciso per amore, quindi andare in prigione è nulla in confronto a questo.

Mi fa comunque pensare se ho fatto abbastanza per Alexis. Ho fatto la mia parte anch’io in quanto a cose folli... buttare cose sul fuoco, rubare cavalli della polizia, imparare a destreggiare motoseghe. Ma erano tutte cose per me, per il mio intrattenimento. Nessuna era per Alexis. Forse questo mi rende una cattiva persona, un cattivo padre. Forse ero troppo giovane ed incosciente per avere un bambino. Oh, andiamo, chi voglio prendere in giro?  Certo che ero troppo giovane. Ma non avevo davvero scelta (e guardando indietro, non rimpiango neanche un singolo momento che ho avuto con Alexis), quindi cosa ci posso fare?

Ma tornando al punto, che è anche il centro di omicidi e decisioni sbagliate, è bello vedere situazioni in cui l’amore di un padre traspare così fortemente. Rinnova la mia fede nella razza umana, il che è buono perché è difficile restare positivi quando passi la giornata circondato da assassini. Credo di capire ora perché sei così realista e pragmatica. Perchè è ciò a cui sei sottoposta  giorno dopo giorno.  

Spero che tu sappia, comunque, che le brave persone esistono. Le persone si preoccupano e amano, non tutti sono là fuori per aver qualcosa in ritorno.

Tu sei una di queste persone, Kate. Spero solo di esserlo anch’io.

Probabilmente non ho fatto le scelte migliori in passato, ma non sono una cattiva persona. O almeno mi piace pensare di non esserla. Farei qualunque cosa per mia madre o per Alexis. Qualunque cosa. E’ una cosa buona questa, giusto?
Ho chiaramente fatto cose tutt’altro che stimabili. Ho divorziato due volte, sono finito nei guai con la legge, ho dormito con tante donne. Quindi cosa fa questo di me?

Mi piace credere che sia possibile trascurare queste cose quando la gente mi giudica. Alexis dice che sono un buon padre. Anche mia madre dice lo stesso, anche se occasionalmente mi dà delle belle lavate di capo. Ho ricevuto lettere dai miei fans che mi dicevano quanto i miei libri siano stati utili per loro nei momenti difficili. E mi piace pensare di essere utile anche al 12th. In qualche modo.

Queste sono cose buone, giusto? Pagano per tutto il resto?

Bene, ora sono completamente confuso e combattuto. Solitamente scrivere mi aiuta a tirare fuori i miei sentimenti. Ora come ora, sta solo peggiorando le cose. Sono questi i momenti in cui mi domando come faccio a scrivere dei romanzi comprensibili.

Forse è ora che la smetta di pensare e me ne vada a letto, almeno lì posso sognare di essere un uomo migliore.

A domani, Detective.

-Castle



“Sei una brava persona, Castle.” Disse Kate dolcemente, mettendo il diario da parte e voltandosi verso di lui. “Non dubitarne mai.”

“Nonostante tutte le cose discutibili che ho fatto?" Era così serio, come se stesse aspettando con ansia la risposta, che le si strinse il cuore.

Allungò la mano, lisciando via le linee di preoccupazione tra gli occhi con il pollice. “Tutti prendiamo decisioni sbagliate.”

“Ma… io ne ho prese tante.” Confessò colpevole. “Questo non dice cose negative sul mio carattere? Insomma, guarda tutto quello che ho fatto…”

Kate scoppiò a ridere. Non dovrebbe essere divertente, non il modo in cui lui affrontava la questione, e il suo tempismo era assolutamente orribile, mal’ironia era davvero troppa.

“Tutto quello che tu hai fatto? E allora che mi dici di me?” sghignazzò lei. "Ero la bambina selvaggia del Stuyvesant High."

“E io ero conosciuto solo come il bambino che era stato cacciato da più scuole.” Dove una volta c'era l'orgoglio in quell’etichetta, ora c'era solo la vergogna, la delusione di se stesso.

“Ti sentiresti meglio se ti dicessi che se mai mi avessero beccata, sarei stata sbattuta fuori più volte anch’io?” gli chiese, nel tentativo di placare il suo rimorso.  

"Katherine Beckett," esclamò Castle, sollevando il sopracciglio in un modo talmente sexy come solo lui sapeva fare, tutta la serietà svanì dalla conversazione. “Sapevo che avevi avuto la tua fase ribelle, ma non immaginavo che fossi così pazza.”  
Sorrise maliziosamente. “Ho la sensazione che da adolescenti saremmo andati un po’ troppo d’accordo.”

“Ah sì? Vuoi condividere qualche storia che lo provi?”

"Tipo?"

Lui la fissò con una espressione di speranza, gli occhi scintillanti di gioia. "La cosa più pazza in cui sei riuscita a farla franca.”

Oh, aveva così tante storie per quell’argomento, e non c’era modo di restringere il campo ad una sola. Ma di nuovo, questo era Richard Castle, e sicuramente aveva almeno due storie per ognuna delle sue.

Beh, avrebbe potuto essere divertente.

Kate si sollevò su un gomito, un sorriso provocatorio. "Ti racconto le mie se tu mi racconti le tue."



Come spesso accadeva, finirono per condividere molto di più che semplici storie nelle due ore successive.

A dire il vero, al momento, Kate era incapace di ricordare la metà delle cose che erano state dette, non quando le girava la testa e la sua mente era completamente intrisa da Castle e il suo profumo e il suo tocco e la sua voce e il modo in cui si sentiva quando la circondava completamente.

Il diario era ancora da qualche parte sul letto, probabilmente sepolto dai cuscini, dimenticato. Solo quando Kate riacquistò la consapevolezza del corpo abbastanza da rannicchiarsi verso Castle riuscì a localizzare il libro. Lei si spostò, si sollevò su un gomito per recuperarlo e rotolò lontano da lui per metterlo sul comodino, ma lui la prese per la vita, la tirò indietro.

“Non metterlo via," mormorò, la voce ancora pesante per l’eccitazione recentemente provata. Infatti, dato il modo pigro con cui aveva sbattuto le palpebre quando Kate si era voltata verso di lui, fu sorpresa dal fatto che era riuscito a prenderla così velocemente.

"Hmmm?" chiese lei pigramente, i riflessi ancora rallentati.

"Non metterlo via. Voglio leggere ancora."

“E se io non volessi?” lo prese in giro lei. Era Domenica mattina, non doveva andare da nessuna parte e lei non desiderava altro che trascorrere tutto il giorno accoccolata a letto con lui. Ma la parte più cattivella di lei che amava vederlo annaspare nelle sue parole non potè fare a meno di rendergli le cose difficili.

“Io…beh…” balbettò lui, come lei si aspettava. “Insomma, se non vuoi…”   

Kate lo zittì con un bacio, sorridendo contro le sue labbra, lui le morse giocosamente il labbro inferiore, una volta capito il suo stratagemma.

"Perfida, perfida donna."

Kate sorrise appena. Castle sorrise di rimando, la attirò a sé per un altro bacio prima di sistemarsi vicino a lei. Mise il diario di fronte a loro, aprendo alla lettera successiva.


 
Kate,
Probabilmente ora sarai a casa a ridere di me perché sono stato preso in giro. Per aver creduto a Scarlett durante tutto il caso nonostante tutto quello che avesse detto fosse una bugia. E’ imbarazzante che sia stato così ingenuo.

E se non ci stai ridendo su, probabilmente stai godendo sul fatto che stavo andando fuori di testa per il “segreto” di Alexis.  Perché ora so che non era una grande cosa, come avevi detto. Ma avrebbe potuto esserla. Se un giorno avrai dei figli, capirai perché sono andato così in panico.

In tutti i casi, voglio ringraziarti per il consiglio che le hai dato, e anche per il tempo che hai speso per farlo. Sei un buon modello per lei, e sono felice che possa venire da te per un consiglio. Non ha mai avuto una persona così. Insomma, mia madre è… beh, l’hai conosciuta. Senza contare il fatto che non è esattamente il tipo di persona di età simile ad Alexis capace di darle consigli utili (sì, l’ho appena definite vecchia, per favore non dirglielo). E Meredith non è mai stata una che sa ascoltare e dare consigli. Sono sicuro che sei sorpresa.

Ed è qui che entri in scena tu. Perché ascolti e sei intelligente e  giudiziosa. E mi fido di te, perché da quello che so di te, non sei il tipo cheaddolcisce le cose. Sei onesta e vai dritta al punto, sei razionale  e so che non importa cosa tu le dica, è probabilmente meglio di qualunque cosa le avrei detto io.

Quello che sto cercando di dire è che non avrei potuto pensare ad una persona migliore con cui Alexis potesse confidarsi.

Quindi grazie, per esserci per lei.

-Castle



"E’ ancora strano."

"Che cosa?"

“Avere un fidanzato con una figlia ventenne. Insomma, tecnicamente ho a malapena l’età per essere sua madre, e di sicuro non mi sento una madre.” Ridacchiò Kate. “Immagino sia una cosa buona che io non abbia mai dovuto comportarmi come tale. Ma comunque è… strano."

Castle sospirò contemplativo. "Sai, per quanto mi piaccia il pensiero che Alexis abbia qualcuno come te come madre, mi piace come stanno le cose adesso."

Kate inclinò la testa. "In che senso?"

"Perché tu sei un poliziotto e lei ti vede come una figura autoritaria, ma sei anche sua amica. Un’amica matura su cui può contare e avere fiducia. Non le ruberai il ragazzo o causerai drammi o ... "

“Pensi che avrei potuto rubare il ragazzo della figlia del mio ragazzo?” lo interruppe con una risata.

Lui ridacchiò alla ridicolaggine del pensiero, ma si calmò di nuovo rapidamente. "Il mio punto di vista è che si fida e confida in te. Lo ammetto, vorrei essere io il suo confidente, ma se invece dovrà esserci qualcuno che conoscerà i suoi segreti, sono contento che sia tu.

“Non l’ho mai pensata sotto questo punto di vista.” Disse lei. “Ho fatto quello che ho potuto sperando che poi sarebbe andata a finire bene.”  

“Hai fatto più di questo. Hai fatto più di chiunque altro avrebbe fatto.”

Castle a quel punto la baciò, mettendo il diario da parte e avvolgendola tra le sue braccia prima che potesse negarlo. Perché la verità era che aveva dato il meglio di sé con Alexis, proprio come aveva fatto in tutti gli aspetti della sua vita. E Castle voleva essere sicuro che lei avesse capito quanto quello sforzo in più significava per lui.

La volontà di protestare la abbandonò nel momento in cui si rilassò su di lui e appoggiò la testa sul suo petto. Castle posò il mento sulla sua testa e parlò a bassa voce, sfiorandole i capelli con le labbra.

"Sei fantastica, Kate."
 




Angolino di Ari & Fede:
Ebbene si, a distanza di 3 mesi siamo tornate! :D Ci scusiamo per l'assenza ma tra la fine della scuola (aka ventordici mila verifiche al giorno) e le vacanze (aka no internet al mare) non abbiamo avuto la possibilità e il tempo materiale per aggiornare... Da ora in poi pubblicheremo, come sempre, il lunedì e il giovedì :)
Speriamo che, nonostante i 3 mesi di pausa, continuiate a leggere questa storia :)
Un grazie speciale a ivi, la nostra beta di fiducia :3 
Vi lasciamo, come sempre, il link per leggere la storia originale: http://www.fanfiction.net/s/7928392/1/Spiral-Bound
Fede & Ari

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Capitolo 15
*** One Man’s Treasure & The Fifth Bullet ***


15. One Man’s Treasure & The Fifth Bullet
 


Castle e Kate rimasero sdraiati e abbracciati l’uno all’altra per quasi un’ora, alternando dolci baci, carezze e mormorando parole dolci. Il diario era sul cuscino dietro alla testa di Kate, ancora aperto, e fu solo questione di tempo prima che la naturale curiosità di Castle l’ebbe vinta. Dopo essere rimasto qualche minuto a fissare le pagine, cercando di decifrare la sua stessa calligrafia, ci rinunciò. Era troppo lontano per capire le parole scritte sulla pagina.
 
Così, rovinando il loro momento di coccole in un modo che solo Castle sapeva fare, allungò la mano dietro a Kate e prese il diario, portandolo in mezzo a loro.
 
Kate alzò un sopracciglio, quello che diceva silenziosamente ‘bel modo per rovinare il nostro momento, ma sei comunque adorabile’. Invece di parlare, si spostò in modo che potessero leggere entrambi.
 
 
Kate,
 
Casi come questo mi fanno venire voglia di non sposarmi mai più. C’è così tanto dramma; mogli che tradiscono e bugie e… è ridicolo. Ho già avuto a che fare con tutto questo. Due volte. E credimi, non ho nessuna intenzione di rifarlo di nuovo. Per ora, la vita da single mi va più che bene.
 
A quanto pare non sono molto bravo per quanto riguarda le relazioni a lungo termine. Ogni volta che ci provo, sembra che finisce sempre male: tradimenti, continui litigi. Per non parlare che qualsiasi cosa riguardi la mia vita privata viene pubblicata a pagina sei, in modo che tutto il mondo possa vedere. In questo modo, tutti i cittadini di New York City possono essere informati che Richard Castle è riuscito a fare fallire un’altra relazione. Dopo aver letto tutto questo, alla fine chi vorrebbe impegnarsi con me?
 
Penso che forse non sono proprio tagliato per il matrimonio. Dicono che non è per tutti e credo di non essere un’eccezione. E va bene. Non è che abbia fretta di buttarmici dentro di nuovo. È un po’ triste pensare di invecchiare senza qualcuno al mio fianco, è uno dei desideri che abbiamo tutti da bambini. Ma se ho imparato una cosa, è che i sogni riflettono molto raramente la vita reale.
 
Ma ho mia madre e ho Alexis, e sono la migliore famiglia che io possa chiedere. E poi ho voi ragazzi… Ryan, Espo, Lanie, il Capitano Montgomery e te. Voi cinque siete gli amici più stretti che io abbia avuto in molto tempo, e questo significa molto per me. Mi dà speranza che non sarò mai solo.
 
E chi lo sa… magari un giorno qualcuno mi farà cambiare idea riguardo al matrimonio.
 
-Castle
 
 
“Non lo pensavi sul serio, vero?” chiese Kate, preoccupata, mentre finiva di leggere.
 
“Pensare cosa?”
 
“Che non avresti più voluto sposarti”
 
“Allora? Assolutamente,” ammise apertamente.
 
“Cos’è cambiato?” indagò Kate.
 
“Tu”, rispose semplicemente. “E io, credo. Sono in un posto migliore adesso. Allora… ero abbastanza disincantato riguardo all’idea del matrimonio. Non ero molto lontano dal mio secondo divorzio, anche se in realtà il nostro matrimonio era destinato a finire ancora prima di essere iniziato. Ma volevo una seconda possibilità e pensavo che tutto sarebbe andato per il meglio. In più, lei non sembrava il tipo che tradisce
 
“Meredith ti ha tradito?”, esclamò Kate inorridita. “Perché mai avrebbe dovuto…” tradire Richard Castle? Era pazza?
 
Ma alla fine, se Meredith fosse stata fedele, Kate sarebbe potuta non essere lì con lui ora. Quindi, in un modo contorto, era anche grata per l’infedeltà della donna.
 
“Non lo sapevo,” disse dolcemente dopo aver realizzato che Castle non aveva ancora parlato. “Mi dispiace così tanto, Rick.”
 
Fece nuovamente spallucce, cercando di nascondere la sua angoscia interiore. “Va tutto bene. È stato molto tempo fa.”
 
“No, non va bene,” disse Kate con voce ferma. “Fa ancora male. Lo vedo, Castle.”
 
“Si,” ammise malvolentieri. “Ma ho Alexis e ho te, quindi non posso essere arrabbiato perché voi due siete la cosa più bella che mi sia mai capitata.”
 
Portò una mano dietro al collo di lui, lo tirò più vicino a sé in modo da poter fondere insieme le loro labbra. Conforto e scuse unite in un solo gesto.
 
Si separarono lentamente, indugiando, ma alla fine Castle si spostò per incontrare i suoi occhi e finire di rispondere alla domanda. “Ma ora non la penso più così. Penso che tu sappia che, con la persona giusta, mi sposerei subito.” I suoi occhi fissavano intensamente quelli di Kate, non lasciando trasparire nessun dubbio riguardo a ciò che aveva detto. “Ma solo se sapessi che sarà per sempre.”
 
Kate strinse le braccia intorno al suo collo, si accoccolò contro la sua guancia, accarezzando le sue labbra mentre parlava. “Per sempre mi sta bene.”
 
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Si baciarono per alcuni minuti, contenti di poter passare una rilassante mattinata uno in compagnia dell’altra. Kate non era così ingenua da credere che avrebbero speso tutta l’intera mattina a letto insieme, nudi, senza il coinvolgimento di qualche altra attività. Ma per ora, questo era esattamente quello di cui avevano bisogno.
 
Castle si allontanò per primo, baciò la sua fronte, le sue guance, la lentiggine sotto al suo occhio sinistro, prima di appoggiare la fronte alla sua, immergendosi nel calore dei loro corpi, il calore del loro amore.
 
Il diario era ancora stretto nella sua mano, e alla fine la loro attenzione ritornò alle parole sulla pagina, impazienti di scoprire che cosa aveva in serbo per loro la prossima lettera.
 
 
Kate,
Quasi quasi invidio Jeremy. Non per quanto riguarda l’amnesia, perché ho molti ricordi che non vorrei mai perdere. Ma per quanto riguarda una seconda possibilità. Sta ricominciando tutto da zero, tabula rasa. Tutto ciò è straziante sotto molti aspetti, ma penso che tutti noi abbiamo cose che vorremmo dimenticare o avere un’altra chance. Io lo vorrei. Una relazione che è finita male. Due matrimoni falliti. Molti errori. Averti fatto del male riaprendo il caso di tua madre. Tutte queste sono cose che vorrei aver fatto in modo diverso. So che si impara dagli errori, ma questi sono sbagli che avrei preferito non fare in primo luogo. Cose di cui mi pento.
 
Dicono che non dovresti avere rimpianti, e capisco questa logica ma li abbiamo lo stesso, no? Anche se diciamo di non averli, li abbiamo. A parte Jeremy. Perché anche se li aveva, non li ricorda. E sono sicuro che sia difficile per lui non ricordare determinate cose, ma è anche un dono in un certo senso. Ora può ripartire da capo.
 
Ovviamente non voglio provare ciò che sta provando lui, ma spero comunque di avere una possibilità per ricominciare da zero, in senso metaforico, anche io. In un certo senso sento di aver trovato un modo per farlo: essere qui al Dodicesimo. Ho un nuovo scopo adesso, nuova ispirazione, nuovi amici. Non elimina i vecchi errori e i rimpianti ma fa in modo che siano più facili da accettare ora che so che posso andare avanti e avere una possibilità di fare la cosa giusta. O farla meglio, perlomeno. E facendolo posso anche aiutare gli altri.
 
E forse aiuterà anche te a vedermi sotto una prospettiva migliore. Ti stimo molto, Kate. Spero solo che un giorno potrai dire lo stesso nei miei confronti.
 
-Castle
 
 
“Quasi capisco quello che vuoi dire,” disse Kate dolcemente, la voce lontana come il suo sguardo.
 
“In che senso?”
 
Riportò il suo sguardo su di lui. “I rimpianti. Le seconde possibilità. Ci sono alcuni anni della mia vita che vorrei rifare. Sai… in modo diverso, facendo di più per aiutare mio padre.”
 
“Mmmm…”
 
“Ma dall’altro lato, sono chi sono adesso per ciò che ho passato, buono o cattivo. E tu ed io… forse non saremmo qui oggi se le cose fossero andate in modo diverso. Se avessimo fatto scelte diverse.”
 
Annuì, cercando di capire il suo punto di vista. “Hai ragione. Non l’avevo mai guardato sotto questo punto di vista.”
 
Castle la baciò con passione, stringendola a sé. Dio, non ne aveva mai abbastanza di lei. Era una costante sorpresa, specialmente in casi come questo. Per qualcuno che aveva fatto tutto ciò che era in suo potere per tenerlo fuori dalla sua vita quando si erano appena conosciuti, rimaneva sempre affascinato da quanto fosse disposta ad aprirsi con lui ora. Lei… la profondità del suo cuore e la sua intelligenza, lo sorprendevano praticamente ogni giorno.
 
“Amo la tua mente,” sussurrò nei suoi capelli, avvicinando il corpo nudo di lei al suo. Non in modo provocante, semplicemente amandola. Adorandola.
 
“Solo la mia mente?” chiese timidamente, con gli occhi che le brillavano.
 
Okay, era diventato provocante. Il modo in cui si muoveva contro di lui, le dita che tracciavano disegni sul suo addome, facendolo sussultare al tocco.
 
“Tutto di te.” Per enfatizzare ciò che aveva appena detto, fece scivolare la mano sulle curve del suo bacino, mentre i suoi occhi guardavano intensamente quelli di lei, portando alla luce tutti i suoi segreti.
 
“Ah si?” mise una mano sul suo torace, spingendolo verso il basso. Si mise a cavalcioni sopra di lui, con i capelli che le incorniciavano il volto e sfioravano la pelle di Castle. “Provalo.”





Angolino di Ari & Fede
Buon salve a tutti! :D Siamo riuscite a pubblicare :) Con un girono di ritardo, ma ce l'abbiamo fatta xD
Avete capito Kate? Furbacchiona :P
Al prossimo capitolo :D
Come sempre un grazie alla nostra ivi-beta <333
Fede & Ari

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Capitolo 16
*** A Rose For Everafter ***


A Rose For Everafter

Dopo la mattinata di conversazioni pesanti trasformatasi in un pomeriggio di attività che avevano ben poco a che fare con le parole, gli argomenti riguardanti la loro relazione, un futuro matrimonio e dei figlio erano stati sospesi per un po’. C’era così tanto da dire su quegli argomenti, ma almeno ora sapevano a che punto della loro storia erano arrivati.
Non ora, aveva detto lei.
Ma questo era stato più di un anno fa e, nonostante non avessero passato un anno semplice, Castle era quasi sicuro che se gliel’avesse richiesto in un prossimo futuro, lei avrebbe detto di sì. Forse dopo il quattro Luglio? Era a solo un mese di distanza e avevano un fine settimana di tre giorni. Avrebbe potuto portarla negli Hamptons per trovare dei punti in comune su cui concordare. Beh, okay, forse non tutti, perchè se c’era una cosa che sapeva che lei non avrebbe voluto, era una proposta in grande. Ma poteva cucinarle la cena, fare un picnic in spiaggia o cose del genere.
Piccolo e intimo, aveva detto. Parole che non aveva mai dimenticato. Parole che avevano effettivamente definito gran parte del loro rapporto.

C’erano state uscite pubbliche, sì. C’erano stati i tappeti rossi per la pubblicazione dei libri di Castle e foto di loro che erano finiti sui giornali per l’occasione. C'erano state serate stravaganti nelle quali Castle aveva prenotato in ristoranti costosi. Ma sapeva che Kate non era un’appassionata di questo stile di vita, quindi per la maggior parte delle loro uscite. Avevano mantenuto un basso profilo.
E a dire il vero, Castle si stava rendendo conto che preferiva un po’ di privacy, una relazione seria in cui poter mantenere i piedi per terra. Non c’erano pretese tra loro, non si comportavano in un certo modo solo perché era quello che si aspettava l’altro Era da così tanto che non aveva qualcosa di simile. Di reale.

Le chiamate al mattino presto per le scene del crimine, occasionali giornate pigre a letto. Cene di famiglia con Kate, sua madre, suo padre e Alexis. Battaglie con i laser tag (in cui Kate quasi sempre vinceva). Tranquille serate trascorse nel suo ufficio, scrivendo di lui, mentre lei si perdeva nella sua enorme collezione di libri, fino a tarda notte rannicchiata nel letto, a leggere di più dal loro diario.

Era passata più di una settimana da quando avevano letto l’ultima lettera e ora che avevano un po’ di tempo per loro, Castle non perse tempo a recuperare il libro dal comodino, aprendolo mentre abbracciava Kate.

Kate,

So che eri sorpresa di scoprire che ho frequentato Kyra seriamente. So che hai pensato che lei non sembrava il mio tipo. Immagino di non poterti biasimare; non ho fatto nulla per fare in modo che tu la pensassi diversamente. Ma lei era diversa. La verità è che Kyra è stata la prima persona per la quale io abbia veramente perso-la-testa. Volevo sposarla. Pensavo sarebbe durata per sempre.
Se ne era andata perchè diceva che le serviva spazio. I nostri sentimenti erano intensi, lo erano talmente tanto che a volte mi facevano paura, e ho pensato che avesse solo bisogno di vedere le cose da un’altra prospettiva. Ho pensato che sarebbe tornata quando sarebbe stata pronta, ma non l’ha mai fatto. Non averla seguita è uno dei miei maggiori rimpianti, ma ora che l’ho vista con Greg, ho capito che non siamo mai stati destinati. Il nostro amore era reale e custodirò sempre gelosamente i momenti che abbiamo passato insieme, ma nessuno dei due era pronto per il matrimonio.
Vorrei averlo capito prima. Vorrei aver capito che solo perché il nostro rapporto non funzionava non significava che quello che avevamo non era reale. Se l’avessi capito prima, forse non sarei andato incontro a due divorzi. Forse avrei aspettato fino a che non avessi trovato di nuovo qualcosa di reale. Forse avrei capito che ne sarebbe valsa la pensa alla fine.  
Ora, comunque, lo capisco meglio. Il nostro amore era reale, e questo aveva reso il dolore per la rottura ancora più forte. Stavo male, ma comportarmi in modo superficiale mi aiutava. Mi faceva sentire di nuovo vivo. Sopprimeva il dolore. E meno i sentimenti erano reali, meno soffrivo quando le cose cadevano a pezzi, giusto? Non sto dicendo che ho fatto la scelta giusta, ma a quei tempi, era il mio modo per sopravvivere. E non rimpiangerò mai Alexis, o il divertimento che abbiamo avuto io e Meredith, ma vorrei aver preso il matrimonio più seriamente. Vorrei non avere due divorzi sulle spalle. Probabilmente se fosse così, tu mi vedresti in modo diverso.
Devi sapere che provo qualcosa per te, Kate. Sono ispirato da te e sono… attratto da te in un modo che non so spiegare, mi tieni sulle spine e mi sorprendi costantemente con le piccole cose che riveli su di te. Sei… intrigante, penso sia il modo migliore per descriverti. E sai che ti volevo sin dal primo giorno, ma ora è diverso. Voglio passare più tempo con te, conoscerti meglio, e non solo in senso fisico. Non so esattamente cosa siamo, o cosa potremmo essere, ma voglio dargli una possibilità.
Ho il presentimento che potremmo essere qualcosa di veramente fantastico, Kate.

-Castle


"Non avevo capito," mormorò Kate dolcemente, mettendo da parte il diario e abbracciandolo stretto.
"Che cosa?"
"Cosa successe tra voi due. Io… onestamente, ho pensato che tu avessifatto qualcosa di sbagliato.” Ammise colpevole. 
Lui scosse la testa. "Per lungo tempo, questo è quello che ho pensato anch'io. Ho pensato di averla spaventata in qualche modo. Poi, quando ho capito che non sarebbe tornata, ho pensato che forse ai suoi occhi non ne valeva la pena."
"Quindi è per questo… quando io…”
“Sì,” disse lui dolcemente, “Sì.”
"Non lo sapevo."
Kate non potè evitare di pensare alla loro probabile peggiore litigata, subito dopo che lui si era…proposto.

Subito dopo aver detto no. Non ancora.

Alcune volte non riusciva nemmeno a credere che alcuni ricordi fossero reali.

"Kate..."
Fece un passo indietro, rifiutando la sua mano tesa. “Castle, ti prego. Ho bisogno di restarmene a casa stasera. Nel mio letto.”
“Allora possiamo andare al tuo appartamento,” aveva proposto, disperato (al pensiero che se ne andasse) ora che  aveva deciso di vivere da lui. Lui pensava che insieme stessero bene. Relativamente parlando.
A quanto pare si era sbagliato.
“Da sola, Castle.” La sua voce era rotta, completamente distrutta dal peso di quegli ultimi giorni, dallo stress per tutte le cose che aveva dovuto affrontare e da tutto quello che era stato detto. “Ho bisogno di stare da sola.”

Lui si passò una mano tra i capelli, affranto, facendo un passo indietro e portando in tasca la mano che ancora stringeva l’anello. “D’accordo.”

"Castle…"
Ma si stava già voltando.
Si separarono senza salutarsi, e Castle si guardò alle spalle mentre aspettava un taxi. Intravide Kate al posto di guida del suo veicolo con la testa sul volante.

Cosa avevano fatto?


“Castle?” lo chiamò con dolcezza, riportandolo al presente.
"Hmmm?"
Kate gli passò una mano tra i capelli. “E’ finita. Non continuare a rimuginarci su.”  
Castle sospirò dolorosamente a quel ricordo, che aveva portato alla luce tutte le insicurezze che per tanto tempo aveva cercato di cancellare. "Io...lo so."

Probabilmente ci stavano pensando entrambi.

Lei si voltò un po’, gli diede un bacio sulla parte inferiore della mandibola.
“E’ che…succederà quando sarà il momento,” gli promise.

“Lo so,” ripetè, più a sé stesso che a lei.
Kate sorrise dolcemente, attirando il corpo di lui a sé per stringerlo di più, lasciandosi coccolare nel suo abbraccio, permettendogli di trarre forza da lei.  Fare un passo indietro dopo quel fatto non era stato semplice. Avevano combattuto per mesi prima che lei ricominciasse a sentirsi come se fossero sulla stessa pagina. Quella in cui erano d'accordo su dove si trovavano, dove erano diretti, e ciò che doveva essere affrontato prima che potessero arrivarci.
Ma insieme ... insieme, avevano trovato la loro strada l’uno verso l'altro.






Angolino di Ari & Fede:
Buona seraaaaa :) 
Scusate se abbiamo pubblicato con un giorno di ritardo ma ieri sera l'html ce l'aveva con noi ._.
Al solito ringraziamo la nostra Ivi Beta che ieri ha fatto un betaggio lampo! xD 
Al prossimo capitolo e grazie a tutti delle recensioni! ;)
Al solito, qui c'è il link dell'originale :D http://www.fanfiction.net/s/7928392/16/Spiral-Bound

Ari & Fede <3


 

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Capitolo 17
*** Sucker Punch ***


17. Sucker Punch




“Vuoi leggerne ancora?” Castle si sistemò sul letto accanto a Kate, spalla contro spalla appoggiati alla testiera. Teneva il diario in una mano e aveva un’espressione speranzosa. Kate ruotò gli occhi ma non riuscì a nascondere del tutto il suo sorriso. A volte non sapeva chi dei due amasse di più leggere le lettere. Probabilmente lui.
 
Ma erano passati un paio di giorni dall’ultima volta che avevano letto il diario, in più Castle sembrava così impaziente e il suo sorriso super-eccitato era così affascinante e… come avrebbe potuto dirgli di no?
 
Mise da parte il libro che stava leggendo, piegò le gambe sotto alle coperte e lui fece lo stesso, appoggiando il diario sul ripiano creato dalle loro ginocchia. Castle sfogliò le pagine fino a trovare quella giusta e appoggiò la testa a quella di lei.
 
 
 
Mi dispiace, Kate. Mi dispiace così tanto. Per aver ficcato il naso in questo caso, per quello che stai passando, per ciò che è successo oggi. Se avessi saputo che le cose sarebbero andate così, mi sarei fatto gli affari miei.
 
Ovviamente è semplice dirlo guardando indietro. Quello che volevo veramente era che tu ponessi la parola fine a questo caso, e invece ti ho solo spinta ancora più lontano dalla verità. Giudicando dal file sul caso, quella era la migliore opportunità di avvicinarti alla verità che avessi mai avuto. E grazie a me, quella connessione è svanita. E io… so che non sei arrabbiata con me, so che non pensi che sia stata colpa mia, ma lo è. Se non fossi stato così stupido e incosciente forse Coonan non mi avrebbe preso in ostaggio e avremmo potuto fermarlo in qualche altro modo. Forse se avessi pensato un po’ di più a queste cose, avremmo potuto capire la verità prima che lui facesse l’accordo. Vorrei solo poter tornare indietro e rifare gli ultimi due giorni.
 
Non so come tu possa volermi ancora al tuo fianco, non dopo quello che è successo. Non hai idea di cosa significhi per me che tu mi permetta di rimanere. Non credo di meritarmelo, ma rimarrò per te. E se dovesse diventare troppo difficile avermi intorno, fammelo sapere. Perché me ne andrei via per te, Kate. Ti prometto che mi farò perdonare uno di questi giorni. Non so in che modo possa farlo, ma lo capirò. È il minimo che possa fare considerando quanto io abbia rovinato le cose.
 
E per finire, spero che tu stia bene. Spero che ti stia riprendendo, che stia parlando con tuo padre e che andrai a letto presto…  cercando di non farti sopraffare. Perché so che io molto probabilmente avrò gli incubi stanotte. Ma sono qui per te, Kate. Qualunque cosa ti serva. Se non riesci a dormire, chiamami. Non importa a che ora, chiamami. O vieni qui. Ho dell’alcol, molti film e una camera da letto per gli ospiti. Anche le mie braccia sono sempre aperte. Parlerò, ascolterò, ti stringerò, I’ll pull your pigtails. Qualsiasi cosa ti faccia sentire meglio.
 
Come ho detto ieri, farò qualsiasi cosa tu abbia bisogno. Anche se questo potrebbe significare fare un passo indietro per permetterti di gestire questa cosa da sola. Non so cosa fare perché non mi sono mai trovato in situazioni del genere prima d’ora. Posso solo cercare di immaginare cosa stai passando e non ho idea di come affrontarlo. Quindi dì quello che vuoi e io ti accontenterò.
 
Tengo a te, Kate.
 
E tutto quello che voglio è vederti sorridere.
 
-Castle
 
 
 
“Sembra così tanto tempo fa,” mormorò Kate, sollevando la testa e posizionando il giornale vicino ai suoi fianchi, permettendo alle pagine di chiudersi.
 
Annuì. “Già.”
 
Erano successe tante cose da allora. Cecchini, cospirazioni, funerali, proiettili, cicatrici. A volte risultava difficile credere che erano sopravvissuti a tutto quello, che avevano trovato le risposte e ne erano usciti tutte le volte più forti di prima. È strano come la cosa che li aveva divisi  così tante volte, alla fine era quella che li aveva avvicinati.
 
“Sai che non ti ho mai incolpato per quello che successe quella volta, vero?” disse dolcemente, appoggiando una mano sul braccio di lui.
 
“Lo so. O perlomeno lo so adesso. Non lo sapevo allora. Non riuscivo a capire come potessi non odiarmi dopo aver rovinato tutto.”
 
“La tua vita era più importante,” rispose Kate senza esitazione.
 
“Ma il caso di tua madre…”
 
“Era anch’esso importante. Ma quando tu eri vicino a me, mi facevi dimenticare che era la sua morte quella che mi guidava. Mi facevi divertire e sorridere. Mi facevi semplicemente sentire ed era una cosa che avevo evitato per così tanto tempo.”
 
Sorrise, intrecciò le loro dita e posò le loro mani sulle coperte. “Sono contento di averti aiutata.”
 
Risero entrambi pensando a quanto lontano erano arrivati da quando lei si presentò al suo party per il lancio del libro.
 
Il silenzio cadde mentre Kate iniziò a pensare. I ricordi della sua vita di allora le riempirono la testa. Castle aveva trasformato l’esistenza in così tanti modi che mai avrebbe potuto immaginare una sola persona potesse fare, più di quanto lui stesso non avesse realizzato. Prima di lui, era guidata dalla sua sete per la giustizia, e prima ancora dal desiderio di vendetta. Lavorava per molte ore, ritagliando poco tempo per se stessa o per delle attività al di fuori del distretto.
 
Ovviamente usciva con gli amici in alcune occasioni, andava anche a degli appuntamenti. Ma nella maggior parte dei casi, manteneva le distanze, si chiudeva in se stessa per evitare di far vedere il dolore che provava dentro. Era il suo meccanismo di difesa e funzionava sempre. Fino a che Castle non era entrato nella sua vita sconvolgendola completamente, risvegliando in lei il desiderio di riemergere da quelle mura.
 
“Non riesco a credere che siano passati quindici anni,” disse quasi in un sussurro, con una mano ancora intrecciata a quella di lui mentre le dita dell’altra giocavano con la coperta. “Vorrei che l’avessi potuta conoscere.”
 
“Anche io.”
 
“Ti avrebbe adorato.”
 
Castle sorrise teneramente. “Se era simile a te, so che l’avrei adorata anche io.”
 
Kate appoggiò nuovamente la testa alla testiera del letto e sospirò tristemente. “Mi manca così tanto.”
 
Si voltò in modo da far appoggiare la fronte contro quella di lei e appoggiò le labbra contro la sua guancia. “Lo so.”
 
 
 

ANGOLINO DI ARI & FEDE:
Buonasera gente! :D Questo hiatus sembra non finire più >.< Mentre aspettiamo con ansia promo, photoshoot e bloopers, speriamo di distrarvi un po' con la traduzione di questa storia ;)
Un ringraziamento speciale alla nostra super beta, ivi <333
Vi lasciamo come sempre il link della storia originale ;) http://www.fanfiction.net/s/7928392/1/Spiral-Bound
F
ede & Ari

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Capitolo 18
*** The Third Man ***


The Third Man


"Beckett."  
       
"Hey."

Kate sorrise tra sé, si rannicchiò ulteriormente nel cuscino, rilassata al suono della sua voce, così accogliente dopo cinque giorni di distanza.

"Hey," gli rispose. “Com’è stata la tua giornata?”

Si strinse nelle spalle anche se non riusciva a vederlo, si appoggiò alla spalliera del letto nella sua camera d'albergo. "Impegnativa. Sai come Meredith può essere. Aveva tutte queste cose in programma. Non credo che le sia chiaro il concetto di  'settimana di relax in California.' E’ come se stesse cercando di compensare il fatto che non ha visto Alexis per un anno facendo tutto in questa settimana. E non c'era molto da fare allo Zenith oggi quindi sono rimasto con loro ".


"Beh, almeno ci sta provando."

“Sì, immagino di sì,” ammise.

Sospirò al telefono e Kate sentì un fruscio come se si stesse sdraiando, il telefono in equilibrio su un lato della testa. Erano solo le nove, ma dieci ore fuori nel caldo sole estivo lo avevano sfinito.

“Mi manchi,” le disse dolcemente, nostalgico, e Kate si accoccolò ancora di più sul cuscino, stringendolo, inspirando il suo profumo persistente.  

"Mi manchi anche tu."

"Ancora qualche ora soltanto."

"Lo so."

"Vorrei che fossi qui con me.”

Sospirò. Fino ad ora quella conversazione era stata ripetuta ogni giorno. Lui la voleva lì. Anche lei avrebbe voluto essere lì. Ma fino ad Agosto non avrebbe avuto ferie e Meredith era disponibile ora. Così Castle e Alexis erano volati in California, Castle per fare qualche apparizione sul set di Naked Heat, che aveva quasi finito le riprese, e Alexis per passare la settimana con la madre. Sarebbe tornato a New York l’indomani, mentre Alexis sarebbe rimasta per qualche altro giorno.


Quando Kate non rispose, Castle cambiò soggetto. “Com’è andata a lavoro?”

Lei alzò le spalle contro il cuscino. “Nessun caso, solo scartoffie. Giornata noiosa.”

“Avrei volute essere lì a tenerti compagnia.”

“Erano solo scartoffie, Castle.”

“Fidati, sarebbe stato di gran lunga meglio di un pranzo con il set più recente di co-protagonisti di Meredith. Ho imparato molto di più su extensions e aerografi  di quanto avrei mai voluto sapere.”

Rise. “Sì, posso immaginare.”

Altri rumori, questa volta provenienti dal telefono di Kate.

“Sei a letto?”

“Sì, e tu?”

“Sì. Non ti ho svegliata vero?”

“No. Stavo leggendo.”

“Nikki Heat?”

“No.” Kate tracciò la cucitura della copertina in pelle, sentiva l’angolatura della stampa sulla punta delle dita. Il nostro diario.

“Davvero?”

“Mi mancavi,” gli offrì come risposta.

Lui si tirò su le coperte intorno al corpo, affondò ulteriormente nel materasso. Non era la stessa cosa del letto di casa sua, soprattutto perché era lì da solo.

"Leggi per me."

Kate vacillò. "Davvero?"

"Certo."

"Io, uhh…okay," acconsentì dopo un attimo.

Spostò un braccio e lo puntò per tenersi su, mise il telefono in vivavoce, liberando una mano per tenere il libro aperto. Era strano leggere ad alta voce una lettera alla persona che originariamente l’aveva scritta. Ma per lui l’avrebbe fatto.

Cara Kate,

Grazie per essere uscita a cena con me stasera. E’ stato un appuntamento adorabile. Sì, era un appuntamento; sei andata a cena con lo scapolo numero nove di New York City. 
Eri davvero carina. Quel vestito accentuava il tuo corpo in tutti i punti giusti e il modo in cui ti eri sistemata i capelli era bellissimo. Avrei voluto che tu avessi continuato ad indossare il vestito però… avrebbe reso il nostro appuntamento ancora più bello. Ma sei uscita con me, quindi non posso essere troppo esigente.
Sai, Alexis prima dell’appuntamento mi ha chiesto se qualche numero su una lista fosse il modo per me di trovare la felicità. Sono scoppiato a ridere, ma ora credo di aver capito. Mia figlia è una ragazza intelligente. Insomma, Amanda era abbastanza carina, ma solo perché era nella lista di quell’articolo non vuol dire che sia una persona con cui avere un appuntamento. Lei non era come te. Non pensava come te, non completava le mie frasi come fai tu. Non mi “prendeva” come fai tu.
Stare con lei… non era lo stesso di come mi sento quando sto con te, specialmente quando i pezzi iniziano a rimettersi al loro posto e risolviamo il caso. Semplicemente non era lo stesso.

Sono così felice di averti incontrata al Drago, anche se era un po’ imbarazzante e tu eri davvero, davvero irritata dalla mia presenza. Perché è andato tutto perfettamente, alla fine. Abbiamo risolto il caso e ci siamo salvati a vicenda da quegli appuntamenti non-così-belli. Devo ammetterlo, sono stato ad alcuni appuntamenti veramente orribili nella mia vita e uno di quelli era questo.

Andare da Remy’s con te comunque… ha più che compensato il mio tentativo di godermi una costosa cena con la single numero tre. Dovremmo farlo più spesso. Potrebbe essere una tradizione; uscire a cena o a bere un drink dopo la chiusura di ogni caso. In questo modo potremmo passare un po’ di tempo assieme fuori dal distretto, conoscerci un po’ meglio, prevenire possibilmente gli appuntamenti con i vigili del fuoco egocentrici. Mi dispiace un po’ di averli lasciati da soli ma magari si sono trovati davvero bene. Chi lo sa.
Ma non posso lamentarmi di come sono finite le cose. Per niente. Perché ho avuto una favolosa serata con te.
E se mai tu decidessi di essere la responsabile della mia rimozione dalla lista degli scapoli, io sarei al cento-per-cento d'accordo.
Alla prossima,

-Castle

Kate rimase in silenzio non appena finì di leggere, permettendo alle sue parole di penetrare nella sua mente.
Ricordava quella sera piuttosto nel dettaglio; vedere Castle con la bionda, essere gelosa anche se non voleva ammetterlo, lasciare il ristorante con lui, incamminarsi fuori dal distretto a braccetto.
Sì, quei ricordi erano ben scolpiti nella sua mente.
Ma ricordava di essere stata irritata sia da sè stessa, sia da Castle quella sera; da lui per il suo volersi sempre mettere in mostra con una donna al suo fianco, e da sè stessa perchè si preoccupava di ciò che faceva lui nel suo tempo libero.
Kate rilesse la lettera tra sè e sè, saltando alcune parti;  Single Numero Tre, Drago, l’articolo.
Era tardi e gli mancava, e la combinazione di questi due elementi con quello che lui le stava dicendo non facevano altro che avvolgerla, insidiandosi gelosamente tra le sue vene, diffondendosi nel suo corpo. Certo, c’erano state molte donne. Kate lo sapeva; in realtà, era una delle conversazioni più spiacevoli che avevano mai avuto.
Ma ora… era dall’altra parte del paese nella stessa città della sua ex moglie, che aveva dormito con lui almeno una volta nel periodo in cui Kate lo aveva conosciuto. Cavolo, aveva dormito con entrambe le ex mogli in quel periodo, insieme ad almeno altre due donne.
Ma non era mai stata gelosa di Meredith. In realtà, quasi le piaceva quella donna, anche se poteva vedere come interminabili ore trascorse in sua compagnia l'avrebbero aiutata ad innalzare il muro.
Quindi perché la gelosia? E perché ora?
Kate amava Castle, e Castle amava lei. Lo sapeva. Razionalmente, non c’erano motivi perché lei si sentisse così. Ma praticamente, era gelosa. E insicura. E odiava quella sensazione.

"Kate?"

"Huh?"

"Sei silenziosa. Che c’è?"

Spostò il diario con più forza del necessario, voltandosi dall’altra parte così da non poterlo vedere. “Niente.”
"Kate."

Lei sospirò. "Non sei… con Meredith, vero?"

"Sai che non sono con lei."

"Lei sa che… stiamo insieme?"

"Penso di sì. Insomma, sa che stavamo insieme l’anno scorso."

"Ma sei andato a pranzo con lei."

"No, sono andato ad un pranzo con mia figlia e sua madre."

"Sì, ma Meredith era lì."

"Quindi?"

"Quindi ho visto il modo in cui state insieme. E potrebbe pensare che noi non stiamo più insieme e…”

Sì, era incredibilmente insignificante, ma ora che il seme di insicurezza era stato piantato, stava crescendo, prendendo possesso di lei, diffondendosi.

"Questo cosa vorrebbe dire?" la interruppe con un grugnito.

"Io..."

"Da dove esce tutto ciò?" domandò Castle.. "E’ per la lettera? Perchè sono andato ad un appuntamento con quella ragazza tanti anni fa?”

"No è che… non lo so… forse."

"Stai veramente mettendo in dubbio la mia fedeltà adesso? Ti fidi davvero così poco di me?”

"Non è in te che non credo," ribattè Kate velocemente. "E’ lei, perchè ha sempre gli occhi su di te."

"Come te," scherzo lui. "Il che non mi dispiace, comunq…”

"Castle!"

Okay, non era il momento per scherzare.

"E’ solo che… non so cosa tu voglia da me.”

Aveva passato tutto il giorno a volerlo al distretto con lei. Lo voleva lì nel letto con lei ora. Voleva essere nuda e avvolta nelle sue braccia. Non voleva litigare con lui per telefono per qualcosa che non avrebbe dovuto scatenare una lite.
Kate colpì il cuscino frustrata. “Neanche io.” 

“Senti,” disse lui, passandosi una mano tra i capelli, sulla faccia. “E’ tardi per te. Davvero tardi. Perchè non ne parliamo meglio domani quando sarò a casa?”

Sospirò pesantemente, evidentemente irritata. "D’accordo."
"Kate..."

"Buona notte."

Gettò il suo telefono dall'altro lato del letto, affondò il viso nel cuscino, maledetta lei e le sue insicurezze. Era frustrata con sè stessa per aver anche solo considerato l’idea che lui potesse essere poco fedele, infastidita per essere così insicura, sconvolta per la conversazione che avevano appena avuto, per il modo in cui era finita. Ma a lei davvero, davvero mancava. Era stato il periodo più lungo che avevano trascorso separati da ... beh, mai ... e lei non riusciva a dormire bene senza di lui lì.
Da quando era diventata quel tipo di donna che non riesce ad addormentarsi da sola? Immaginò corrispondesse con la prima notte che aveva passato con lui, la prima volta che aveva sperimentato il calore e il confort e l’amore per le sue forti braccia e il suo solido corpo.
Dio, le mancava.
Domani. Sarebbe tornato domani.

Gli areoporti erano uno dei posti che piacevano meno a Kate, superati solo dai cimiteri e dai vicoli. C’erano così tante persone, così tanto traffico, così tanto caos.
Castle aveva organizzato di farsi venire a prendere da un servizio d’auto ma Kate aveva chiamato un’ora fa e aveva annullato tutto. Quindi ora era ferma al ritiro bagagli al JFK in attesa che il suo viso familiare apparisse tra la folla.
Dopo un paio di minuti in più, lo vide ondeggiare tra i passeggeri e le persone che aspettavano i propri cari, la valigia dietro di lui. Kate si diresse intenzionalmente verso di lui e potè vedere il momento in cui lui la riconobbe in mezzo a quella confusione. I suoi occhi stanchi si spalancarono e si drizzò su sé stesso non appena la vide.

"Che ci fai qui?"

Lei appoggiò una mano sul suo braccio non appena lui si fermò di fronte a lei, sorrise timidamente. "Io ... mi sento malissimo per le cose che ho detto ieri sera e mi sei mancato e ..."


Le sue parole furono interrotte non appena lui la prese per la vita la mano libera, attirandola a sè per un bacio alquanto inappropriato in un luogo pubblico. Ma erano passati sette giorni e avevano litigato e… caspita, come avrebbero gestito un lungo periodo di lontananza se Castle fosse mai dovuto andare in tour per il suo libro?

“Mi dispiace,” ansimò lei non appena si separarono, restando appoggiati con la fronte. “Mi dispiace tanto. Non lo so… Non ne ho idea, io…So che non l’avresti fatto. Mi fido di te."

Lui le baciò la fronte. “E’ tutto okay.”

"No, non lo è."

Lui scosse la testa. “Hai ragione, non lo era. Quello che è successo la scorsa notte non è stato decisamente il nostro momento migliore. Ma tu sei qui ora. E stiamo bene, giusto?”

Lei annuì. “Giusto.”

“Bene,” affermò lui, con un luccichìo negli occhi ora che il disguido era stato risolto. “Ora, devi risolvere un caso oggi?”

Scosse la testa. “No, solo se mi chiamano.” 

Castle sorrise e il cuore di Kate perse un battito per il modo in cui i suoi occhi si illuminarono dalla felicità.
La strinse, il respiro contro il suo viso mentre le parlava a bassa voce. “Allora portami a casa, perché credo che ci sia un letto gigante con i nostri nomi scritto sopra.”
 
 
ANGOLINO DI ARI & FEDE:
Buonaseraaaaa :)
Avete visto quante cose sono uscite in questi giorni? Ora aspettiamo i photoshoot e intanto speriamo di tenervi un po' di compagnia con questo capitoletto :)
Ringraziamo come sempre la nostra amorottola IviBeta <3 
E qui vi lasciamo il link dell'originale: http://www.fanfiction.net/s/7928392/18/Spiral-Bound
A Luendì con il prossimo capitolo ;)
Ari & Fede

 

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Capitolo 19
*** Suicide Squeeze ***


19. Suicide Squeeze
 
 
“Che stai facendo?” chiese Kate quando Castle si spostò dietro di lei per raccogliere qualcosa da terra.
 
Si riposizionò sul letto e le mostrò l’oggetto recuperato.
 
Oh. Giusto. Doveva essere caduto sul pavimento la notte precedente quando Kate lo lanciò nel bel mezzo della sua scenata di gelosia. “Già, scusa a proposito di questo.”
 
Le braccia di Castle la circondarono nuovamente, facendola aderire al suo corpo. Kate si rilassò, soddisfatta.
 
Ci fu un round di sesso hot, passionale e da sono-ancora-un po’-arrabbiata-con-te quando rientrarono a casa dall’aeroporto, seguito da un riposino, a sua volta seguito da un secondo round più lento e gentile. Ora erano sull’orlo di addormentarsi assaporando ancora quegli attimi. O perlomeno Kate lo era. Castle stava aprendo il diario, appoggiando il mento sulla spalla di lei in modo che entrambi potessero leggere.
 
Kate sospirò leggermente irritata e si spostò in modo che potesse leggere senza che gli occhi le si incrociassero. Era stanca e avrebbe solo voluto chiudere gli occhi, visto che non era riuscita a dormire bene in sua assenza.
 
“Per favore?” mormorò lasciandole un bacio dietro all’orecchio in un tentativo di calmare la sua irritazione.
 
Kate mise la propria mano su quella di Castle, un’affermazione silenziosa ma allo stesso tempo leggermente riluttante.
 
 
Cara Kate,
 
Non avevo idea che fossi una fan del baseball. Non pensavo che ti piacesse. Direi che tutto ciò fa capire che ho ancora molte cose da imparare su di te.
 
Ricordo che una volta ti sei paragonata a una cipolla… è vero, in un certo senso (a parte per il fatto che hai un profumo di gran lunga migliore).
 
Ma sto divagando.
 
Dovremmo andare a vedere una partita insieme qualche volta. Posso fare in modo di avere dei buoni posti. Magari la prossima estate. Sarebbe divertente. E poi voglio vederti fangirlare per i giocatori. È stato molto divertente vederti balbettare il tuo stesso nome mentre parlavi con Joe Torre. Fantastico, davvero.
 
Chi l’avrebbe mai detto che tutto ciò che serviva per far scuotere un po’ l’imperturbabile Kate Beckett fosse un atleta famoso?
 
A quanto pare gli scrittori famosi non hanno lo stesso effetto su di te. Peccato per me. Anche se sono abbastanza sicuro di riuscire a trovare un modo per farti cadere ai miei piedi. Coinvolgerebbe il contatto fisico e pochi vestiti. Oh, e probabilmente un fuoricampo.
 
Si, questa era pessima. Si, starai probabilmente alzando gli occhi al cielo adesso. Ma sai anche che ho ragione.
 
E se non mi credi, beh… potrei dimostrartelo.
 
-Castle
 
 
E alla fine, mantenne la promessa di portarla a vedere una partita; sebbene aveva scoperto numerosi altri modi per farla incespicare sulle sue stesse parole. Molti modi deliziosamente sexy, che solitamente finivano molto meglio del fiasco della partita di baseball.
 
Aveva preso i biglietti senza dirle niente, per farle una sorpresa solo perché gli andava. L’espressione sulla faccia di Kate quando glieli diede fu un qualcosa che non si sarebbe mai dimenticato. E neanche la notte che ne seguì.
 
Alla partita Kate era stata così spensierata e felice, mentre erano seduti ai loro posti rubandosi uno le patatine fritte dell’altra e sentendo il vento sui propri volti. Da quel momento in avanti, Castle si promise di fare tutto quanto in suo potere pur di vederla sorridere in quel modo tutti i giorni.
 
Fino ad allora, era stato un bellissimo appuntamento.
 
Finché qualcuno nella folla riconobbe Castle, scattò delle foto per poi venderle a qualsiasi tipo di sito che accettò di comprarle. La maggior parte di esse erano innocue: Castle e Kate che parlavano, ridevano, mangiavano hot dogs. Ma ce n’erano due in cui il suo braccio le circondava le spalle e le loro teste erano appoggiate l’una all’altra.
 
E una di loro che si baciavano.
 
La discussione che ne seguì non fu delle migliori.
 
 
Iniziò tutto con un messaggio da parte di Lanie la notte successiva, mentre Kate si stava per addormentare.
 
“Vedo che siete usciti in pubblico,” diceva.
 
“Cosa?” esclamò Kate ad alta voce. La sua reazione passò dal confuso all’andare nel panico e poi alla rabbia in pochi secondi. Perché sapeva che c’era solo motivo per cui Lanie le avrebbe potuto mandare quel messaggio.
 
Spostò irosamente le coperte, prese l’iPad di Castle dal comodino, digitò il suo nome nella barra di ricerca e una serie di foto le apparvero sullo schermo sulla sezione delle nuove notizie. Foto di loro due alla partita. Foto di loro due…
 
“Castle,” sibilò, colpendo il suo braccio per svegliarlo.
 
“Mmmm?”
 
“Svegliati,” disse con durezza, colpendolo nuovamente sul braccio.
 
“Ahia, ma che diamine?”
 
Gli passò l’iPad e lui sgranò gli occhi quando vide lo schermo, sforzandosi di concentrarsi su quello che stava vedendo.
 
Oh. Beh. Niente di buono.
 
Anche nel suo stato da semi-dormiente, riuscì a capire la serietà della situazione e realizzò che doveva svegliarsi e concentrarsi perché stava per avere una conversazione non-molto-divertente.
 
“Kate,” supplicò, sedendosi e prendendo l’iPad nelle sue mani per guardare meglio le foto.
 
Mentre lei si lamentava e si teneva la testa tra le mani, Castle tirò un sospiro di sollievo. Non erano così “brutte” come avrebbero potuto essere… non si stavano palpeggiando o pomiciando. Ma comunque…
 
“Mi dispiace,” si scusò dolcemente chiudendo la pagina web e mettendo il tablet da parte.
 
Alzò la testa di scatto, con rabbia. “Ti dispiace?”
 
“Kate, tesoro, calmati.”
 
Si girò verso di lui, sebbene l’effetto venne in qualche modo perso dal fatto che era nuda e con i capelli ancora arruffati dal tocco delle mani di lui. “Calmarmi? C’è una foto di noi due che ci baciamo su internet. Penso di avere il permesso di andare un po’ fuori di testa.”
 
“Va bene, ma non prendertela con me.”
 
“E non chiamarmi tesoro,” continuò.
 
“Kate…”
 
“No.”
 
Era furiosa per questa invasione della loro privacy. A parte le famiglie e gli amici più stretti, nessuno sapeva di loro. Adesso tutti ne erano a conoscenza.
 
Sapeva che andando avanti con questa relazione sarebbe potuto capitare un giorno. Ne avevano parlato e avevano deciso di tenere la loro storia lontano dai media il più a lungo possibile. Sapeva che non sarebbe potuto durare per sempre, ma questo…
 
Era davvero pronta per questo? Era d’accordo con la possibilità che la gente potesse scattarle delle foto a qualsiasi ora in qualsiasi posto, mostrando al mondo la sua vita privata o quella professionale?
 
Già, no. Decisamente no.
 
“Castle non posso…” disse dopo un momento di tensione.
 
“No,” interruppe duramente senza permetterle di finire la frase. “Tu non scapperai da questo.”
 
“Io…”
 
“Sapevi che sarebbe potuto succedere,” le ricordò Castle.
 
“Lo so ma… perché sono così interessati?” sbuffò con disgusto.
 
“E se anche lo fossero, perché ti importa?”
 
“Perché… Io… Non posso” balbettò.
 
E con questo si alzò dal letto, indossò i suoi vestiti e uscì silenziosamente dal loft mentre Castle passò la notte sveglio abbracciando il cuscino di lei.
 
‘Colpa’ non descriveva neanche un po’ lo stato d’animo di Kate mentre si dirigeva in macchina al suo appartamento. Ma le servivano i suoi spazi, il suo tempo, un po’ di prospettiva, in modo da poter capire come gestire la situazione. Amava Castle più di quanto aveva mai amato qualcuno. Voleva stare con lui, adesso ma anche nel futuro. Però non era sicura che sarebbe mai stata d’accordo riguardo alla pubblicazione di sue foto così che tutto il mondo potesse vederle.
 
E poi c’era il fatto che l’aveva appena lasciato nudo nel suo letto nel bel mezzo della notte.
 
Che bel gesto, Kate.
 
Si continuò a rigirare nel letto per tutta la notte, finché alle cinque si arrese, si precipitò in un taxi e si diresse al loft. Entrò nella camera da letto, si tolse le scarpe e si mise a letto vicino a Castle.
 
“Kate?”
 
Merda. A parte il fatto che praticamente non aveva dormito, non era nemmeno riuscita a trovare una soluzione per questa situazione. Forse ci avrebbe dovuto pensare prima di ritornare nel letto di lui. Ma era lì e Castle era sveglio, perciò doveva per forza trovare una soluzione. Veloce.
 
“Mi dispiace,” sussurrò.
 
Castle aprì gli occhi sforzandosi di concentrarsi. “Te ne sei andata.”
 
“Lo so. E non avrei dovuto.”
 
“Certo che non avresti dovuto!” disse con rabbia mentre si metteva seduto, sorprendendola con l’improvvisa freddezza della sua voce. “Succederà ogni volta che litighiamo?”
 
“No, ascolta…”
 
“No, ascoltami tu. Te ne sei andata. Sei scappata. E non posso continuare così se devo passare le notti a chiedermi se tornerai. Discuteremo, Kate, e ho bisogno di sapere che possiamo affrontare le cose insieme.”
 
“Io… mi serviva solo dello spazio per pensare.”
 
“E allora vai a sederti in ufficio. Diamine, vai al piano di sopra, nella stanza degli ospiti. Ma smettila di andartene. Io… non posso continuare così. Kate. Penso che tu più di tutti possa capire cosa significhi temere che le persone continuino ad abbandonarti.”
 
Era un colpo basso ma Castle era ferito, stanco e arrabbiato, e censurare le parole non era una sua priorità al momento.
 
Capì il momento in cui Kate registrò le sue parole. “Non è giusto.”
 
“Nemmeno quello che mi stai facendo lo è. E merito di più di ciò che mi viene dato.”
 
“Io…” scosse la testa, arrabbiata non con lui ma con se stessa, per il proprio egoismo e per le sue azioni. Aveva rovinato tutto. Ancora. E doveva fare qualcosa per riparare. Sospirò e prese il volto di Castle tra le sue mani. “Hai ragione. Hai ragione, Castle. Meriti di più e mi dispiace. Non volevo… sono stata egoista. E ho sbagliato. E non succederà più.”
 
“Lo hai detto anche l’altra volta. Quindi come faccio a crederti?”
 
“Io…” Kate si prese la testa tra le mani in segno di sconfitta. Aveva lottato per conquistare la sua fiducia e mentre stavano facendo dei passi da gigante, con una stupida decisione sbagliata probabilmente aveva cancellato tutto ciò che avevano costruito. “Non lo so.”
 
Cadde il silenzio. Castle fissava Kate, risoluto, quasi sfidandola a parlare, a tirare fuori una soluzione. Alla fine parlò, la voce carica di disperazione.
 
“Ti amo,” disse dolcemente. “Credi a questo, giusto?”
 
I suoi occhi erano sempre stati in grado di rivelare i sentimenti più profondi, così quando Castle la guardò vide che erano sinceri. “Si.”
 
“Il che significa che in fondo ti fidi di me. È lì da qualche parte. E so di non avere nessun diritto di chiedertelo ma, ti prego, trova quella parte di te adesso. Cerca di fidarti che ho imparato la lezione e non lo rifarò più. Potrò anche allontanarmi da te fisicamente ma non ti lascerò. Rimarrò al loft la prossima volta. Lo prometto.”
 
Strinse la mano di lui nella propria, incontrò i suoi occhi, supplicandolo. Forse la faceva apparire debole e patetica, ma si trattava di Castle e non si sarebbe fermata davanti a niente pur di convincerlo. “Ti prego. Ho bisogno di te, Rick.”
 
“Io avevo bisogno di te questa notte.”
 
Il suo cuore affondò. Tutto questo non la stava portando da nessuna parte e non aveva più nessuna idea in mente. “Allora cosa posso fare, Castle? Dimmi cosa fare in modo da sistemare le cose.”
 
“Beh avresti potuto cominciare col rimanere qui…”
 
“Non l’ho fatto, okay?” disse in modo brusco. “Me ne sono andata. Ho rovinato tutto. È successo e mi dispiace. Ma fermarsi su questo punto non ci fa andare da nessuna parte.”
 
“Beh non so cosa possa migliorare la situazione.”
 
“Dammi una possibilità per provarti che posso agire meglio di come ho fatto stanotte.”
 
Castle sospirò pesantemente e quando finalmente parlò, Kate potè vedere nei suoi occhi quando gli stesse costando.
 
“Okay.”
 
Gli prese il volto tra le mani, avvicinando le loro bocche. “Mi dispiace così tanto,” sussurrò sulle sue labbra baciandolo dolcemente. “Ti amo.”
 
 
 
Quando litigarono la volta successiva, Kate rimase davanti a lui. Si urlarono contro, dissero cose che non avrebbero voluto dire per poi collassare nudi sul letto.
 
Perché il sesso da “sono-arrabbiato-ma-voglio-anche-sistemare-le-cose” fu molto meglio che passare la notte da soli.
 
“Dovremmo andare ad un’altra partita,” disse Kate dolcemente, allontanando i ricordi delle loro discussioni e concentrandosi sui bei ricordi che la sua lettere le faceva venire in mente.
 
“Ci sono un sacco di partite in questo periodo.”
 
Sorrise. “Non devo lavorare giovedì prossimo.”
 
Castle prese il suo iPad e aprì internet. “Ecco qui.”




Angolino di Fede & Ari:
Buonasera :) Avete letto gli spoiler sulla premiere? Noi si, e siamo più che convinte di non riuscire ad arrivare vive al 23 settembre xD
Nell'attesa (e nella speranza) che escano le foto promozionali (sarebbe anche ora), vi lasciamo questo nuovo capitoletto :)
Tanti baciottoli alla nostra super beta, Ivi <333
Al prossimo aggiornamente ;)
Fede & Ari

Link della storia originale: 
http://www.fanfiction.net/s/7928392/1/Spiral-Bound

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Capitolo 20
*** The Mistress Always Spanks Twice ***


The Mistress Always Spanks Twice

Una volta procurati i biglietti per la partita, Castle spostò il tablet da parte e si rimise a letto con Kate rannicchiata al suo fianco. Un sorriso dolce le si fece largo in volto non appena si mise a guardarlo dal cuscino e lui appoggiò il mento per darle un bacio sulla fronte, intrecciando l’altra mano con quella di lei che ancora stava tenendo il diario.

"Vuoi andare avanti?" le chiese dolcemente.

Lei fece spallucce. Aveva un po’ sonno, era ancora sazia e non era in vena di fare molto oltre i confine del loro letto. Quindi perché no?

"Certo."

Lui lo aprì di nuovo, voltando le pagine che fecero da ventaglio contro la pelle di Kate, raffreddandola leggermente. Si allontanò dalla lieve brezza sopra al suo stomaco, si sollevò sui gomiti. Castle fece lo stesso e si sistemò con lei, spalla contro spalla, le coperte tirate su fino alle scapole.
Lei inclinò il mento per lasciargli un bacio sulla mascella, lo sentì sospirare in risposta e appoggiare la sua guancia contro la sua quando iniziarono a leggere.

Cara Kate,

Hai fatto irruzione nei negozi di giocattoli sessuali e hai imparato tutto riguardo la qualità del cuoio e i modelli cuciti a mano? Sì, certo. Non ci ho creduto neanche per un secondo. Non è possibile che un blitz in un negozio ti abbia fornito tutta quella conoscenza. Secondo me fai la spiritosa ma in realtà sei una sorta di esperta in materia, per ragioni al di fuori del “lavoro”.
Gli indizi ci sono, Kate. Il modo in cui eri così a tuo agio al telefono quando prenotavi il nostro appuntamento al ‘dungeon’, come se tu avessi già fatto questo tipo di telefonate prima d’ora. Come sembravi a tuo agio nei negozi e parlando con le persone di quel mondo. Il fatto che sapevi a cosa servissero molti di quegli aggeggi.

E le foto di quel sito web, tutte quelle pose strane… con nonchalance hai detto, ‘oh sì, è possibile.’

Kate gli diede un colpetto sulla spalla con la propria, gli fece l'occhiolino mentre lui la guardò con gli occhi ardenti e il sorriso malizioso.

"Te l’ho detto," gli disse sottovoce, compiaciuta e inorgoglita.

Ma, oh, era davvero possibile? In realtà, la mente di Castle stava elaborando numerose immagini che provavano esattamente quello. Ma non si lamentava, non si sarebbe mai lamentato, perchè era venuto a conoscenza in prima persona di quanto informata e flessibile fosse.
Quando riportò lo sguardo su Kate, lei stava ancora sogghignando, godendosi ovviamente il fatto di essere un osservatrice casuale dei suoi viaggi mentali…e certe parti del suo corpo… erano già partite.
Si voltò su un lato quel tanto da poter permettere al suo piede di tracciare astratti disegni sul polpaccio di lui. Con una mano gli accarezzava l’anca e i suoi occhi erano scuri e pericolosi quando lo guardò da sotto le ciglia.
Castle riportò all’improvviso lo sguardo sulla pagina e scorse il resto della lettera, registrando a malapena le parole lì scarabocchiate.

Che presa in giro.
Sai più di quanto lasci intendere e ora devo sapere anche io.
Mi è stato detto che il mio bisogno di cercare ‘una storia’ è una brutta cosa, che tendo a spingere troppo e finisce male. E forse hanno ragione, su alcune cose. Ma questo ... non vedo come questo possa finire in altri modi se non in modo positivo. Per tutti e due.

-Castle



Chiuse il libro poi, con noncuranza lo gettò da parte e avidamente si avventò su di lei. Il blu dei suoi occhi era quasi invisibile, sostituito da qualcosa di oscuro, inebriante e vigoroso mentre lui la baciava, scorrendo le dita su ogni lembo di pelle che poteva trovare. Kate era altrettanto aggressiva e passionale, tra un bacio e l’altro, un tocco e l’altro, una presa in giro e l’altra.


Sì, pensò mentre si librava sopra il suo corpo nudo, sentì il calore e l'elettricità che scorreva tra di loro. Sarebbe sicuramente andata a finire bene.



ANGOLINO DI ARI & FEDE:
Buongiornoooo! :D
Ieri non siamo riuscite ad aggiornare, scusateciii! 
Chiediamo umilmente perdono! :) 
Ringraziamo al solito la nostra IviBeta <3 e qui vi lasciamo il link dell'originale: http://www.fanfiction.net/s/7928392/20/Spiral-Bound
Al prossimo capitolo!
Ari & Fede



 

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