L'inizio del mito

di Miss_Panda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1


Davanti ai suoi occhi solo sangue, morte e distruzione. I raggi energetici volavano a destra e sinistra, centrando tutti quelli che abitavano su quel pianeta. Gli abitanti originari di quel pianetino ormai erano solo un ricordo e i loro corpi senza vita erano ancorati sul terreno rossastro a pezzi e sgorgavano sangue rosso da ferite fresche, incapace di rimarginare quelle ferite mortali.
Un emissario di Freezer, un certo Zarbon, era appena giunto per controllare che il pianeta fosse stato conquistato. Non era molto grande ma i suoi abitanti erano davvero forti. Il gruppo Saiyan tornò allora sul pianeta Vegeta.
Bardack uscì dalla monoposto e girò lo sguardo verso un’altra postazione, meravigliandosi nel vedere che da una navicella uguale alla sua usciva il cosiddetto Generale. Costui era il braccio destro del re Vegeta, non che suo consigliere personale. La sua figura imponente sovrastò in pochi secondi la folla che si irrigidì al solo vederlo. Dietro di lui uscirono tre Saiyan adulti e uno di questi portava tra le braccia una giovane ferita. Questa scese dalle braccia del compagno e si mostrò in tutta la sua bellezza: le gambe toniche e allenate uscivano da un body, coperto dall’armatura mezza rotta che copriva il corpo muscoloso ma allo stesso tempo grazioso della donna, la coda era arrotolata a mo’ di cintura sulla vita che, salendo, si stringeva e si allargava poi sul seno prorompente e prosperoso.
Un fischio inopportuno uscì dalla bocca di Toma dietro di lui che, nel momento in cui i cinque passarono, fece girare la Saiyan che gli lanciò un’occhiataccia. Quella giovane si chiamava Taanipu ed era la figlia del Generale. Non era mai stata come le altre Saiyan, anche se all’apparenza lo poteva sembrare: era nata e cresciuta in un piccolo villaggio vicino la capitale ma, non appena compì sedici anni, suo padre la portò nella capitale. Era molto temuta dalle altre donne, oltre che per la bellezza fisica, anche per la potenza. Aveva appena compiuto venti di anni e secondo suo padre era pronta per il matrimonio. Secondo lei, suo padre era un uomo crudele e insensibile; basti pensare che non aveva esitato a lasciare sua moglie, ovvero sua madre, morire tra i dolori del parto e strapparla via da quel luogo, che ormai era diventato la sua casa, per portarla nella capitale.
Quella missione era stata molto difficile e, alla fine, erano riusciti a portarla a termine; purtroppo era stata ferita ma non gravemente. Non appena sentì uno dei soliti fischi che la accompagnavano da parte di quelle rozze terze classi, come diceva suo padre, girò la testa e guardò male Toma, poi notò con la coda dell’occhio l’altro Saiyan vicino che la guardava indifferente: aveva i capelli a palma, scuri come la cenere, e una cicatrice su una guancia.
Taanipu continuò il suo percorso e andò nella vasca di rianimazione dalla quale ne dopo poche ore.
La sera indossò una battle suit di pessima qualità, che teneva da parte per quelle “occasioni”, e un mantello sotto il quale nascose il viso sotto il cappuccio e si diresse verso uno squallido locale che sembrava più una bettola. Si diresse al bancone e bussò sul legno tre volte. Il barista, un Saiyan robusto con una benda sull’occhio, le diede un bicchiere pieno di un liquido giallastro e lo bevve tutto d’un sorso. Le iniziò a bruciare immediatamente la gola ma soffocò quella reazione e ne chiese un altro.
Bardack, dopo la missione, era andato con Toma e sua sorella Seripa in quella bettola dove loro terze classi, scarti della società, si concedevano qualcosa da bere e mangiare.
<< Scommettiamo che non riesci ad abbordarne nessuna stasera Bardack? >> esclamò mentre beveva un bicchiere pieno di un liquido verde.
<< Toma! Smettila di bere! Non sarò io a portarti questa volta a casa tua! >> intervenne Seripa, togliendo dalle mani dell’altro il recipiente di vetro.
<< Scommessa fatta! Se vinco io dovrai ammettere che io sono migliore di te e che ti vuoi scopare mia sorella! >> esclamò Bardack con aria di sfida e, senza dare a Toma il tempo di rispondere o di ascoltare le imprecazioni della sorella, si diresse verso il bancone verso una terza classe in una tenuta che non copriva molto ma, nell’avvicinarsi, si scontrò contro una persona immantellata. facendole cadere il bicchiere tra le mani.
Questa scattò in piedi pronta a fare a pugni, infatti era successo molte volte che Taanipu aveva provocato una rissa e che il Generale avesse punito la ragazza molto severamente, a volte fino a farla stare male per i dolori, ma il Saiyan lo bloccò e con un movimento rapido la fece girare, facendole sbattere le spalle con il suo petto. Gli avrebbe spezzato il collo ma, non appena abbassò il cappuccio, vide che era una ragazza. Il profumo che emanavano i suoi capelli era a dir poco soave, sapevano di sangue e… sesso. Avvicinò il naso alla sua testa e lo aspirò ancora, come fosse una droga. Quello era un profumo inconfondibile, che poteva appartenere a una sola persona.
<< Seguimi donna! >> le ordinò Bardack così autorevolmente che Taanipu non ebbe la forza di disubbidirgli, il quale la prese per il polso e la portò sul retro, sbattendola contro il muro con forza, ma anche con una delicatezza impropria per il moro e senza darle il tempo di formulare un pensiero o di dire qualcosa, la baciò.
Taanipu, pian piano che il bacio si approfondiva, incominciò a sciogliersi, e Bardack, avendo notato il comportamento della ragazza, scese sul collo e continuò la sua lenta tortura, ma quando questa si accorse di ciò che stava succedendo, il suo orgoglio da Saiyan di prima classe (che usciva in pochissimi casi e che era nei suoi geni) uscì, fermando ciò che poteva tramutarsi in qualcosa di irrimediabile, e gli lanciò un potente ki-blast allo stomaco che lo fece allontanare per la sorpresa e irritarsi. Come osava quella donna attaccarlo? La guardò pieno d’odio e rabbia.
<< Come osi, fetida terza classe, baciarmi?! >> esclamò ma poi si fermò subito, rimanendo lei stessa sorpresa a sentire dalla sua bocca quelle parole. Da quando lei, la dolce e piccola Taanipu, come la chiamava la sua nutrice, parlava come suo padre?
Bardack caricò due ki-blast e li lanciò, sicuro di colpirla, ma si sorprese nel vedere che la ragazza si era difesa e che non si era fatta nemmeno un graffio. Nessuno, neppure Toma, era uscito indenne dai suoi colpi. Com’era possibile che lei non avesse neanche un graffio? Sorrise come se volesse sbeffeggiarla.
Taanipu, dal canto suo, si rimise il cappuccio sulla testa e rientrò nel locale, dove pagò ciò che aveva preso e si diresse verso casa sua. Bardack decise di seguirla, deciso ad attaccarla di sorpresa, ma non ci riuscì perché a metà strada la Saiyan si girò di colpo e gli lanciò due colpi che si divisero in quattro e continuò la sua strada.
Entrò dalla porta secondaria della cucina, dove gli schiavi stavano mangiando e, dopo aver salutato tutti, salì in silenzio in camera sua e indossò una veste comoda. Andò in bagno per togliersi l’odore della muffa che si era attaccato addosso e s’immerse nella lussuosa vasca da bagno. Voleva dimenticare tutto quello che era successo in quella giornata: dalla missione che era andata male alla sfuriata di suo padre, dal primo incontro con quel Saiyan che le stava facendo perdere la testa al loro bacio. Chiuse gli occhi e s’immerse ancora di più, beandosi del calore che l’acqua calda sprigionava.
Bardack, invece, non si fermò e continuò a seguirla finché non scoprì dove viveva. Non sapeva chi fosse quella ragazza, né che collegamento avesse con il Generale, ma giurò sulla sua razza che lo avrebbe scoperto, anche a costo della morte.

Ciao a tutti! Eccoci al primo capitolo di questa mia nuova long! :) Come abbiamo capitolo i protagonisti sono Bardack e Taanipu, ovvero i genitori del nostro eroe, Goku, e di suo fratello Radish. Saranno pochi capitoli, non so quanti per la precisione, ma non tanti tanti. Volevo dirvi che mi sono impegnata tantissimo in questa nuova storia, sia perchè mi piace molto la coppia (Gohan e Videl però non li batte nessuno! U.U), perchè volvevo dare una mia versione di questa. in questa sezione non stanno molte ff su Bardack e la madre di Goku e Radish (che è un personaggio inventato dai noi fan alla fine dei conti!) che io chiamo Taanipu, ma che è anche stata chiamata Akira (in onore al maestro) o in un'altra decina di nomi, andate a controllare anche sui siti stranieri ;)
Vi lascio ora! Mi scuso per errori vari e ripetizioni! :) Al prossimo capitolo! :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

L’abitazione di Bardack era una casetta molto piccola e semplice con due finestre che davano sulla strada e una porta di legno scura. Facendo attenzione a non essere vista (in quel quartiere infatti si diceva che anche i muri avessero gli occhi) entrò in quella casetta che si sarebbe rivelata il suo rifugio. All’interno non era molto grande, ma era molto accogliente e spartana. Bardack le indicò le varie camere e i vari ambienti e le venne da sorridere, ripensando alla differenza tra quella casetta e quella dove era vissuta fino a quel momento.

Era tradizione che l’uomo di casa dettasse le regole alla compagna non appena questa entrava in casa sua: le regole di Bardack erano molto più flessibili di quelle di suo padre; in conclusione, avrebbe dovuto solo cucinare e prendersi cura di lui, come della casa.

Subito dopo aver preso una prima confidenza con la casa, iniziò a preparare la cena con quello che stava in dispensa, non era molto ma riuscì a fare qualcosa. Glielo servì e il Saiyan sembrò gradire, sebbene non avesse mai cucinato prima. Dopo cena andò a farsi un bagno in una fonte non molto lontano dalla sua nuova casa ma le sorse un dubbio. Come avrebbe fatto a non farsi scoprire la mattina dopo? Di solito, una volta al mese, il padre veniva mandato a controllare i quartieri più in periferia (tra cui anche quello) per ordine del re Vegeta e una volta; quando aveva diciassette anni, lo accompagnò, rimanendo poi disgustata da ciò che aveva visto. La cosa che la spaventò di più non fu la condizione di miseria in cui versava la maggior parte della popolazione ma la crudeltà e la cattiveria che suo padre applicava durante i controlli. Quando tornò, notò che Bardack non era ancora tornato (era uscito subito dopo cena con Toma e sua sorella Seripa) e decise di mettere un po’ a posto quella stanza. Quell’uomo era veramente molto disordinato, forse più di lei.

Quando il Saiyan tornò, vide con soddisfazione che tutto era apposto, poi andò nella stanza da letto, dove la trovò intenta a cercare di cucirsi una veste, senza riuscirci (non era mai stata molto brava in quelle cose), così prese dall’armadio una delle vesti vecchie della sorella e gliela porse. La mattina dopo si svegliò prima dell’alba e preparò la colazione a suo marito, prima di tornare alla casa paterna (dopo essersi assicurata che il padre fosse partito) per andare a salutare la sua balia, che era molto in pensiero (questa riferì alla ragazza che il Generale si era molto irritato per la sua assenza), e, vista la fiducia che riponeva in lei, le raccontò ciò che le era capitato, dall’incontro con Bardack al morso, mostrandole anche il segno e ricevendo come risposta un abbraccio molto forte e caloroso. Lasciò quel luogo pieno di ricordi con poche cose per ritornare da Bardack che, nel frattempo, era riuscito a evitare che il Generale scoprisse che sua figlia viveva lì.

I giorni passarono, come anche le settimane, e Taanipu si sentiva sempre peggio. Pensava fosse lo stress del vivere nascosta da tutti i suoi parenti e da suo padre che aveva iniziato le ricerche della ragazza, non tanto per la preoccupazione e per l’affetto nei suoi confronti, ma per darle una lezione che non si sarebbe mai dimenticata. In quel periodo aveva scoperto che Bardack, all’esterno poteva sembrare un Saiyan insensibile e orgoglioso, ma che, invece, era una persona molto divertente e spensierata. Aveva conosciuto anche sua cognata Seripa e il suo amico Toma, i quali le erano molto simpatici, anche se quest’ultimo le sembrava un pochino rozzo per i suoi gusti. Quella settimana era sola in casa perché Bardack era stato mandato in missione e sarebbe tornato presto.

Quando tornò, andò verso la compagnia ma nell’avvicinarsi, il rilevatore trovò un’aura molto debole nelle vicinanze. Girò per la casa per vedere se ci fosse qualcuno ma non trovò nessuno; anzi scoprì che l’aura proveniva dal ventre di Taanipu!

<< Taanipu… quando ti dirò di scappare verso sud, obbedisci! >> disse a un certo punto Bardack cupo.

<< Perché? >> chiese la ragazza ma, guardando il suo sguardo capì tutto.

Non ci poteva credere… era incinta! Come aveva fatto a non capirlo prima? I sintomi e anche quell’aura che il suo rilevatore percepiva da giorni erano un segno più che evidente. Si abbandonò sulla sedia quasi sconvolta. Come avrebbe fatto ora? Guardò Bardack con la paura negli occhi e, coprendosi il viso con le mani, incominciò a piangere. Fece per alzarsi e andare in camera per non farsi vedere ma fu bloccata dal Saiyan che, malamente, cercò di consolarla.

Quella notte non fecero niente, anzi si addormentarono abbracciati. Bardack si scoprì, per la prima volta, a cercare di proteggerla. Il legame con quella ragazza, si rese conto, andava oltre la semplice attrazione fisica, era qualcosa di più profondo. Istintivamente ebbe la necessità di proteggere lei e il bambino che portava in grembo e che tempo dopo sarebbe venuto al mondo.

La mattina dopo furono svegliati dal rumore violento di pugni sulla porta. Bardack pensò che era Toma che era andato a rompergli le palle di prima mattina . Alla porta, però, non vide il Saiyan ma, cupo in volto e piuttosto irato, il Generale che gli lanciò un ki-bast molto potente che lo mandò verso il muro e, come una furia, si diresse verso la camera da letto dove la ragazza stava seduta sul letto preoccupata per il compagno.

Taanipu fu presa per i capelli e, malamente, venne trascinata a terra dove quello la incominciò a tirare cazzotti e calci sulla pancia, appena accennata. Bardack riuscì ad alzarsi e andare contro l’uomo che, con facilità, respinse i suoi colpi, rimandandoli al mittente. Poi ricominciò la scarica di pugni e, dopo un po’, preparò un colpo che avrebbe concluso la vita della figlia che, istintivamente, mise le mani davanti al viso, e di suo nipote. Stava per lanciare sul corpo ormai livido della ragazza la sfera di energia ma, improvvisamente, cadde a terra, facendo zampillare sangue rosso e fresco da un buco nel petto. Taanipu tolse le mani davanti al viso, vide il padre in una pozza di sangue e incominciò a piangere, non per la morte del tanto odiato padre, ma per la paura di stare per perdere il suo bambino e, insieme a lui, la sua vita.

Bardack corse immediatamente incontro alla ragazza e accolse, stranamente, le sue lacrime; lui non era mai stato un sentimentale ma voleva cercare di calmarla e di starle vicino.


Salve! :) Rieccomi dopo l'abbuffata di Pasqua & company ;) Che si dice amici miei? Questo è il terzo e penultimo capitolo di questa fan fiction che mi è piaciuta molto! Mi sono molto impegnata nello scriverla perchè voleva dare una mia versione, come ho detto in precedenza, del loro incontro e della loro storia d'amore, se si può chiamare così. :) Il prossimo capitolo sarà l'ultimo e sarà l'epilogo... penso ritornerò a scrivere su questa coppia in futuro... mi piace molto come paring... alla prossima :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

Quella notte Taanipu non era riuscita a dormire. Sentiva ancora le labbra di Bardack sfiorare il suo collo, baciare la sua pelle, le sue labbra, percepiva le mani che iniziavano a vagare sul suo corpo e a infiammarlo. Si svegliò prima del solito e uscì da casa per andare all’arena per allenarsi un po’.

Il sole era appena sorto e tirava un leggero venticello fresco che la svegliò e le fece raffreddare i bollori. Non era ancora ancora arrivato nessuno all’arena, quindi incominciò a colpire l’aria con pugni e calci e a lanciare colpi e raggi energetici ai bersagli mezzi distrutti dall’allenamento precedente.

Bardack, invece, dopo aver rintracciato l’energia della ragazza, la raggiunse e le si parò davanti, difendendosi dal suo attacco e fingendo di lanciarsi contro la parete dell’arena colpito.

<< Sei impazzito?! >> esclamò la ragazza, volando verso di lui per soccorrerlo; ma, non appena il Saiyan vide che Taanipu era caduta nella trappola, la prese per le spalle e con un colpo di reni le si mise sopra, inchiodandola a terra, bloccandole le mani con la sua destra e accarezzandole il viso con la sinistra.

Con la luce del sole notò dei dettagli che non aveva visto la sera prima al locale: le labbra erano piacevolmente carnose e turgide e una piccola voglia scura albergava sulla base del suo collo, elegantemente incorniciato dalla battle suit.

Con un rapido gesto, senza lasciare la presa sui polsi della ragazza, si alzò in volo e la portò in un territorio disabitato verso sud, dove si introdusse in una caverna, la cui entrata era nascosta dalla vegetazione, e al suo interno la poggiò a terra. Si avvicinò piano e le prese con la mano la mascella mentre con il corpo la schiacciava contro la parete rocciosa.

<< Ora dovrai spiegarmi un po’ di cose >> le sussurrò nell’orecchio quasi sensuale.

<< NO! >> disse, cercando di liberarsi dalla sua morsa, ma ebbe come risultato solo una maggiore resistenza da parte sua.

<< Cosa ci facevi là? Chi sei veramente? >> chiese mentre scendeva sul collo con le labbra, lasciando una scia bollente dietro di loro, poi alzò lo sguardo e la vide leggermente rossa e con gli occhi lucidi per l’eccitazione che cercava disperatamente di trattenere un gemito che uscì poco dopo, aumentando la sua soddisfazione. Bardack sapeva che effetto faceva sulle donne che, di solito, si arrendevano subito alle sue carezze, ma lei era diversa. Anche se mostrava segni di cedimento, non finiva mai di lottare, cosa dimostrata dal fatto che in quel momento stesse cercando ancora di scappare dalla sua presa.

Le mani di lui iniziarono ad accarezzare le gambe della ragazza, facendole venire la pelle d’oca per il piacere e delle piccole scosse elettriche che percorsero sia la schiena di lei, sia il corpo di lui. Taanipu si arrese definitivamente alle sue carezze, senza pensare alla conseguenza che quell’episodio avrebbe portato in futuro. Si unirono nel silenzio e nel buio di quella grotta, affamati del corpo dell’altro e mossi dall’eccitazione.

Quando arrivarono all’apice del piacere, si accasciarono a terra sudati e soddisfatti. Bardack era riuscito a vincerla, anche se con qualche difficoltà, mentre Taanipu aveva avuto la sua prima volta, cosa che per le Saiyan del suo rango accadeva massimo verso i diciotto anni. Entrambi erano consapevoli che quell’amplesso sarebbe stato l’inizio di qualcosa di più grande, qualcosa che avrebbe lasciato il segno.

<< Ora dimmi ciò che voglio sapere! >> ordinò il Saiyan una volta che si mise i pantaloncini e passò il body a Taanipu.

<< Mi chiamo Taanipu e sono la figlia del Generale… >> rispose semplicemente la giovane, aspettando il solito commento che facevano tutti quando sapevano chi era, ovvero “ Veramente?! “ ma questo non accadde anzi si beccò una fragorosa risata da parte sua con il tono da mi-stai-prendendo-in-giro?.

La ragazza incominciò ad alterarsi e, dopo essersi rivestita, gli lanciò una serie di potenti ki-blast da far tremare le pareti della grotta e ferendolo. Come osava ridere di lei? Si sentì offesa nell’orgoglio e incominciò a vergognarsi di se stessa: aveva perso la propria verginità con un uomo che adesso rideva tranquillamente di lei. Se si fosse venuto a sapere, non solo sarebbe ricaduta vergogna su di lei pubblicamente ma anche su suo padre che, sicuramente, l’avrebbe rinnegata, cosa che voleva fare segretamente dal momento della sua nascita, e l’avrebbe mandata chissà dove.

La vita dei figli rinnegati era un inferno; i maschi bene o male se la cavavano in qualche modo; mentre le femmine no: o si prostituivano o venivano uccise dai loro stessi parenti. Su di loro, indipendentemente dal sesso, cadeva la cosiddetta damnatio memoriae, ovvero le famiglie e la società cancellavano dalla memoria pubblica la presenza del colpevole e, se li trovavano in giro, erano autorizzati tutti ad ucciderli.

Bardack le andò dietro in un attimo, la bloccò e la girò.

<< Non penserai che ora ti lascerò andare così facilmente >> sussurrò quasi sensualmente sul suo collo prima di affondare i denti nella sua carne e di succhiarne  il sangue, avvertendo il suo sapore ferroso sulla lingua.

<< Tu.Sei.Mia >> sussurrò nell’orecchio e la lasciò andare.

Taanipu non poteva credere a ciò che era successo: aveva ricevuto il morso e aveva perso la verginità. Suo padre non sarebbe stato molto contento di questo e, sicuramente, non sarebbe stato molto facile nasconderlo. Cosa poteva fare? Se la scopriva, sarebbe stata rinnegata sicuramente e ciò non era una bella sensazione: sua cugina, dopo un episodio spiacevole, era stata rinnegata da suo zio. Scappò ma fu uccisa poco tempo dopo dalla sua stessa madre.

Notando il cambiamento della giovane, Bardack capì subito la situazione. Essendo lei di una classe molto più alta della sua, non avrebbe avuto una vita facile da qual momento e, sicuramente, i maschi Saiyan avrebbero potuto dire che quel morso era loro per ricavare ricchezza e un ruolo nella società. Siccome non poteva correre questo rischio, prese una decisione. Le si parò dietro nuovamente e le cinse i fianchi con la coda, svegliandola dal suoi pensieri.

<< Vieni a vivere insieme a me. Tu ti salveresti la vita e io sarei sicuro di averti sempre al mio fianco. >> le propose il Saiyan, riferendosi all’iracondia del Generale; era risaputo che lui non sapeva gestire bene la rabbia in certe situazioni. Famoso era l’episodio nel quale, per una missione andata male, aveva colpito ripetutamente un componente del suo gruppo così tante volte e così tanto forte da essere messo in fin di vita nella vasca di rianimazione per un paio di giorni. Solo Taanipu sapeva chi era quel poveretto: era lei stessa, aveva ancora le cicatrici di quella volta. L’unica cosa che si ricordava era il sangue iniettato nei suoi occhi che la guardavano furiosi e poi più niente.

Lei girò la testa verso di lui e gli disse: << Va bene >> per poi essere portata verso una delle abitazioni della periferia della capitale. 

 

Salveeeeee! ^-^ buone palme a tutti! cmqqqqq questo è il secondo capitolo di non so quanti ancora. (che precisione ;)) Spero vi sia piaciuto e che lo commentiate... ci tengo alla vistra opinione :) alla prossima! :)


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