Your eyes look like coming home

di fearless13k
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo III ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo V ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IIX ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX ***
Capitolo 11: *** Capitolo X ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI ***
Capitolo 13: *** Capitolo XII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 15: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 16: *** Capitolo XV ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVII ***
Capitolo 19: *** Capitolo XVIII ***
Capitolo 20: *** Capitolo XIX ***
Capitolo 21: *** Capitolo XX ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXI ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXII ***
Capitolo 24: *** Capitolo XXIII ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




Harry e Xander erano vicini da tutta la vita. Avevano vissuto in quelle case a schiera, l’uno attaccato all’altro da oltre sedici anni ormai, nonostante questo, non erano mai stati grandi amici. Sì, certo facevano la strada di casa assieme per andare a tornare da scuola, ma oltre a quello non passavano il pomeriggio ascoltando la musica o giocando ai videogame o prendendo a calci un pallone nel cortile dietro le loro case.
Semplicemente non si frequentavano. Questo fino al loro quarto anno di scuola superiore.
I due ragazzi erano molto diversi l’uno dall’altro per via del carattere e delle passioni e delle amicizie, ma anche per l’aspetto. Sebbene fossero entrambi alti e piuttosto atletici e slanciati, Xander aveva un fisico più massiccio e muscoloso. Il suo naso era sottile, leggermente a punta, molto dritto, i capelli erano biondi e lisci e corti, non sopportava di averli lunghi e i suoi occhi erano celeste chiaro. Harry invece aveva i capelli ricci e scuri e detestava di doverli tagliare una volta al mese per quanto crescevano in fretta. I suoi occhi erano di un verde tendente all’azzurro e amava cantare.
Quell’anno Harry era stato tutta l’estate dal padre a Londra, mentre Xander si era ritrovato a fare da bagnino nella squallida piscina comunale. Quando il primo giorno di scuola scoprirono di avere varie lezioni assieme non fecero i salti di gioia, semplicemente annuirono, di fronte all’orario e si diressero in classe.
Fu chi trovarono in classe a cambiare i loro pensieri.
Aurora Lewis, si chiamava così. Era la ragazza nuova, trasferitasi da Eastbourne giusto una settimana prima. Era già seduta in classe da almeno venti minuti, con il terrore di arrivare tardi alla lezione. Le gambe accavallate, la gonna della divisa lasciava intravedere un pezzo di coscia, celato comunque da una spessa calza grigia, la fronte appoggiata alla mano destra, gli occhi azzurri intenti a leggere un qualche libro. I capelli biondi e lunghi raccolti in una morbida treccia le incorniciavano il volto in una maniera stupenda.
I due ragazzi, arrivati per primi dopo di lei, rimasero sulla porta per qualche secondo, continuando a guardarla, poi Xander passò davanti a Harry e andò a sedersi in fondo alla classe come suo solito e dopo aver tirato fuori i libri di testo continuò ad ammirare la treccia.
Harry più pratico di certe cose, si sedette accanto alla ragazza e con tono innocente si presentò:- Ciao, devi essere nuova. Io sono Harry Styles. Molto piacere.-
Aurora alzò lo sguardo dal libro, sospirando come se l’avessero svegliata da un sogno. Harry rimase scioccato da quanto erano azzurri i suoi occhi e da quanto sembrasse ancora più bella quando sorrideva. La ragazza si spostò una ciocca ribelle dal viso e arrossì leggermente.
- Ciao, effettivamente mi sono trasferita la scorsa settimana e ancora non conosco nessuno. Avevo una paura folle di arrivare in ritardo e sono finita per arrivare troppo presto! Oh, scusa, non mi sono ancora presentata. Aurora Lewis, detta Rory. Tu mi puoi chiamare come preferisci.- disse lei parlando con una voce molto dolce e leggermente agitata. L’emozione del primo giorno di scuola stava prendendo il sopravvento, sebbene non fosse una persona solitamente ansiosa o agitata.
Harry e Rory fecero subito amicizia, considerato che lui era un ragazzo molto spigliato e espansivo. Nonché di bell’aspetto. Rory però aveva notato da subito anche Xander. I due dopotutto erano entrati insieme e sebbene lei avesse fatto finta di continuare a leggere, quel tipo alto e taciturno l’aveva subito incuriosita.
Per questo, quando all’ora di pranzo l’aveva visto sedere solitario ad un tavolo lontano da quello di Harry, non aveva esitato ad andargli incontro.
Rory aveva una personalità che la spingeva sempre a fare nuove amicizie e a non fermarsi alle apparenze, inoltre non le piaceva dividere la gente in gruppi e anche nella sua vecchia scuola, alcune delle sue amiche facevano parte delle ragazze pompon altre del club di Storia e altre ancora del comitato studentesco.
Lei non apparteneva a nessun gruppo, lei era semplicemente Rory.

Salve a tutti i miei cari lettori, come avrete capito, i personaggi vengono da realtà comletamente diverse:
Harry Styles, from OOOOne  Direction,Alexander Ludwig, attore canadese, a mio parere super hottie,
Rory, interpretata da Brittany Robertson, non so se la conoscete, fa la protagonista del telefilm sulle streghe "the secret circle" e mi piaceva molto come fisico, quindi pensando a Rory me la sono semrpe immaginata come lei!Il nome Aurora, è u ntributo alla mia mitica compagna di banco, il soprannome Rory è un tributo a "una mamma per amica" uno dei miei telefilm preferiti e vedrete nei prossimi capitoli cosa succederà, chi comparirà chi si metterà con chi, chi picchierà chiecc. ecc.
Spero che seguirete anche questa sciocca ff, che sembra promettere bene, per adesso!
#StayFearless
LA

p.s
chiunque sapesse fare banner decentemente e avesse voglia e tempo da buttare per insegnarmi come farli e come caricarli,
(visto che le ho provate tutte, ma non sono proprio capace)
è pregato gentilmente di darmi una mano, sarebbe un'opera di carità e vi garantirebbe crediti scolastici validi per la maturità!
ok, l'ultima parte non è vera, ma mi piacerebbe un sacco fare un bel banner per questa ff!!! HELP ME!! PLEASE!!

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


- Scusa, posso sedermi?- domandò Rory gentilmente al ragazzo. Xander era assorto nei suoi pensieri e quando sentì la voce di Rory gli prese un colpo. Non era solito pranzare con qualcuno, i suoi amici andavano in un’altra scuola, lì all’istituto non conosceva bene nessuno, se non Harry. Annuì pacatamente, con la bocca leggermente aperta per la sorpresa.
- Certo, sei Rory, vero?- chiese gentilmente, mentre lei si sedeva. La ragazza si sistemò la treccia dietro le spalle e lo guardò con quei suoi occhi blu.
- Sì, facciamo Letteratura insieme.- disse lei, Xander annuì.
- Sei nuova, ho sentito, da dove vieni?- domandò ancora, non riuscendo a trattenersi dal conoscerla.
- Hai sentito bene. Vengo da Eastbourne, dal sud più sud che tu possa immaginare!- disse lei scherzando, mentre lui sorrideva timidamente.
Xander non aveva mai avuto una ragazza, non sapeva bene come comportarsi, anche se nel suo gruppo di amici c’erano alcune ragazze, lui non ci parlava più di tanto. Non sapeva se guardarla negli occhi, se ridere alle sue battute, se farle dei complimenti o se invece doveva comportarsi come con i suoi compagni di squadra. Si limitò ad essere gentile e a fare qualche battuta.
- Scusa, non mi sono presentato. Sono Alexander Ludwig, scusa.- disse lui con fare nervoso quando si rese conto che la poveretta non sapeva ancora il suo nome. Lei rise e gli tese la mano.
- Molto piacere, signor Ludwig! Onorata!- disse lei, continuando a ridere. Lui strinse la sua esile mano senza convinzione, quando si accorse che lei lo stava prendendo in giro senza cattiveria ridacchiò anche lui, perché effettivamente era stato un po’ formale nella sua presentazione.
- Comunque tutti mi chiamano Xander.- aggiunse, riprendendo il suo pasto.
- È un bel soprannome! Sai tutti quelli che si chiamano Alexander di solito vengono soprannominati Alex, insomma, Xander è molto più originale!- commentò lei sinceramente.
- Grazie, anche Rory è strano, non l’ho mai sentito.-
Lei sorrise e si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro. - È per abbreviare Aurora, di sicuro questo non l’hai mai sentito, - Xander annuì,- È un nome italiano, mia madre adora l’Italia! Tu?- disse lei iniziando finalmente a mangiare.
- Cosa?- chiese lui, che si era perso a contemplare i suoi gesti pieni di grazia e spontaneità.
- Ti piace l’Italia? Io credo che sia uno dei paesi più belli del mondo! Insomma è pieno di opere d’arte e chiese stupende, è sede della capitale della moda! E scusatemi tanto se è poco! E poi il clima è una favola! Da loro non piove come qui! E pensa che da loro il mare è quasi caldo! Io stavo a Eastbourne e non ho mai fatto un bagno che prevedesse di immergermi completamente in acqua! E poi pensa al cibo! Lì sì che sanno cucinare! Hai mai assaggiato una vera pizza italiana?- domandò lei, che aveva ancora fiato nonostante non si fosse fermata un secondo per respirare. Xander era disorientato per quella valanga di parole, si limitò a muovere la testa e a dire:- Certo, a chi non piace la pizza?-
- Be’, allora una volta ti invito a casa mia e ti faccio cucinare la pizza da mia madre che ha passato apposta una settimana in Italia per imparare a farla come si deve!-
Ma prima che Xander potesse rispondere, Harry Styles si sedette al loro tavolo.
- Ciao, Rory, com’ è? Ciao, Xander.- esordì il moro sorridendo. Rory si voltò verso di lui con quel suo sorriso così vero. – Ciao, Harry! Tutto bene, Xander è molto gentile e simpatico. Tu come stai?-
- Tutto bene anche io, speravo venissi a pranzo con me, ma poi ho visto che ti sedevi con lui. È il mio vicino di casa.- la informò e Rory sorrise ancora di più. Harry riprese a parlare, senza guardare Xander che gli aveva fatto solo un cenno con la mano per salutarlo, - Senti, visto che sei nuova, pensavo di portarti a fare un giro questo pomeriggio, magari ci facciamo una passeggiata dopo scuola, che ne dici?-
- Mi piacerebbe moltissimo, Harry! È proprio una bella idea! Mi potresti riaccompagnare a casa! E potresti venire anche tu, Xander!- disse Rory, guardandolo. Xander di nuovo si spaventò ad essere chiamato e dopo aver visto lo sguardo di Harry vagamente scocciato, vide quello di Rory sinceramente entusiasta e chiese di cosa stessero parlando.
- Visto che tu e Harry fareste comunque la strada assieme, ho suggerito che venissi anche tu a fare un giro di Holmes Chapel con noi per poi accompagnarmi a casa! Dai, sarà divertentissimo!- disse Rory sorridendo, con le guance arrossate per l’euforia. – C certo!- rispose Xander, contento di passare il pomeriggio con Rory.
- E allora è andata!- esclamò anche Harry, che dopotutto apprezzava la compagnia del suo vicino di casa e non gli importava più di tanto di perdere l’occasione per stare da solo con la nuova arrivata. Insomma sarebbe stato un modo per vedere se almeno era simpatica oltre che bella.
- Allora ci vediamo qui fuori da scuola appena finite le lezioni, bei ragazzi! Ciao, Xander, grazie per la compagnia. Ciao, Harry, bell’idea!- disse Rory alzandosi dal tavolo per andare a lezione.
I due ragazzi la guardarono allontanarsi e poi si scambiarono uno sguardo, - A dopo, Xander- disse Harry alzandosi anche lui.
- Ciao- rispose il biondo rimanendo a finire il pranzo.

wowowo!! siete suriose adesso eh di sapere che cavolo succederà!?!?
Beh, dovrete aspettare un po', putrtoppo questo è solo un capitoletto di passaggio..
anche se forse si può intuire qualcosa... mmmmh...
beh, niente di che.. spero che non siate troppo scocciate per non avere ottenuto niente di concreto da questo capitolo,
mi rifarò con il prossimo.. credo! via, andiamo! ci vuole un po' di supance!!
E comunque pensate a come è cairno Xander e a come è carino  Harry!! insomma pensate a loro mentre aspettate il  prossimo capitolo! 
spero anche di metterci un banner nel prossimo! "with a little help from my friends!" cit.
BASUS!!!
LA

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


This is the start of something new


All’uscita di scuola, Rory era già pronta e scattante per fare un giro completo della città, Harry e Xander arrivarono poco dopo che lei era uscita. Stava lì a saltellare ascoltando la musica. I due ragazzi sorrisero nel vederla così allegra.
Quando Rory si accorse che i due la stavano guardando esclamò divertita:- Voi due che avete da ridere? Non avete mai visto qualcuno che ascolta davvero la musica?!-
I due si guardarono l’un l’altro per controllare se stavano davvero ridendo entrambi. Poi Harry parlò.
- Allora, direi che dovremmo portarti al negozio di cd, poi al cinema, giusto per vedere come è e poi al mercato e poi non saprei. . . anche perché sarà già tardi al momento che avremo finito il giro, tu che dici Xander?-
- Credo sia un buon giro, magari le interessa passare dalla biblioteca e poi direi di accompagnarla a casa.- disse Xander, pensando a uno dei suoi posti preferiti.
- A me va benissimo tutto, ho delle scarpe comode quindi posso camminare a lungo e poi mi importa relativamente dell’orario che facciamo, ma se voi avete un coprifuoco, allora seguiamo quello! Che dite, andiamo?- disse Rory avviandosi fuori dal cortile. I ragazzi la seguirono a ruota e la portarono verso il centro.
Passeggiarono per un’ora abbondante per le vie del centro, facendo capolino nei negozi davanti ai quali Rory strillicchiava per entrare. A metà del tour aveva tirato fuori una fotocamera e aveva iniziato a fare foto ai ragazzi, aveva anche fermato un paio di turisti perché facessero una foto a tutti e tre insieme. Si sentiva già legata a quei ragazzi che così diversi erano straordinariamente fantastici.
- Cioè, ma voi avete un negozio di una tizia che crea sculture di palloncini! Siete incredibili!- esclamò una volta arrivati davanti al negozio Cheshire Balloon Lady. Scoppiò a ridere e a scherzare con i ragazzi. Poi quando passarono davanti al Crown Goostrey, li convinse ad entrare.
- Rory, non è un posto per giovani! Insomma ci vanno solo le signore o le coppiette. . . ci si prende il tè!- le aveva detto Harry quando la ragazza aveva proposto di fermarsi lì.
- Rory, ha ragione Harry, più in là c’è uno Starbuck’s, andiamo lì, dai.- confermò Xander, che aveva sempre sentito sua madre parlare di quel posto e non gli sembrava il caso di farsi vedere con una ragazza in un posto dove tutti conoscevano sua madre e probabilmente quindi sapevano chi lui fosse.
- Andiamo, ragazzi! Ma di che avete paura? Così staremo un po’ al caldo e faremo due chiacchiere in santa pace, tra l’altro Starbuck’s c’era anche a Eastbourne, mentre questo posto stupendo me lo sognavo nella mia vecchia città! Dai, per favore! La prossima volta andremo dove volete voi!- disse lei, prendendoli entrambi per mano.
Dentro c’era una stazione radio che mandava canzoni degli anni venti, la luce era soffusa e c’erano effettivamente solo coppie e signore mature.
- Venite, mettiamoci a sedere là!- disse Rory, dirigendosi ad un tavolino angolare, con tre poltroncine. I ragazzi la seguirono di mala voglia, guardandosi comprensivi l’un l’altro.
Si sedettero e poco dopo giunse una vecchietta per ordinare. Fece tutto Rory, i ragazzi non dovettero aprire bocca. I loro tè arrivarono dopo pochi minuti, accompagnati da dei minisandwich e da dei pasticcini invitanti. Rory ne assaggiò uno.
- Vi è mai capitato che da Starbuck’s vi portassero i pasticcini e i minisandwich? Non penso proprio, quindi, miei cari, mi dovete ringraziare di cuore, per questa merenda stupenda! Che fa anche rima!- disse Rory, guardando prima Harry e poi Xander, entrambi un po’ impacciati per la situazione imbarazzante.
- Senti, la volta in cui ringrazierò qualcuno di avermi portato qui, mi farò rinchiudere in manicomio!- esclamò Harry, prendendo un sandwich e suscitando un risata di Rory.
- Però il tè è buono- commentò Xander, facendo scoppiare a ridere entrambi i suoi compagni e unendosi anche lui alla risata, visto il tono che aveva usato.
Quando i ragazzi accompagnarono Rory a casa, si accorsero che di tutta la via, la sua era l’unica porta colorata di arancione.
- Ragazzi, mi sono davvero divertita un mondo oggi pomeriggio. Grazie per avermi invitata e per avermi fatto da guida turistica. Spero davvero che la nostra amicizia continui, perché mi sento già legata a voi.- disse la ragazza sulla soglia, con voce calma e sincera. Guardando negli occhi entrambi, prima di abbracciare Harry e dare un bacio sulla guancia a Xander.
- Credo che sia l’inizio di una splendida amicizia, Rory!- disse Harry, abbracciandola di nuovo.

 

bella gente, mi rendo conto che il capitolo è cortino, mi dispiace...
ci vuole ancora un po' per ingranare per bene e farmi venire in mente idee per capitoli extra super lunghissimi!
così sarete fieri di me! 
Dai che la storia prende piede!
Sperio che vi intrighi almeno un po', il prossimo capitolo ho l'impressione sarà divertente!
Scusate se il titolo è preso da uno dei "grandi successi" di high school musical.. ma ci stava bene.. :)
#Stayfearless
LA
p.s se vi interessa su twittah sono @AwsomegirlL <3 ricmabio!

 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


“Taylor, la mia compagna di salto con la corda”


 

- Hey, Xander! Ciao!- esclamò Rory sedendosi accanto a lui a lezione di Arte. Lui si scosse dai suoi pensieri e come al solito arrossì. Rory aveva quei suoi occhi così blu che lo mettevano decisamente in soggezione.
- Ehm, ciao, Rory.- rispose, aprendo il suo quaderno. C’erano degli schizzi risalenti a quell’estate, quando poteva Xander adorava disegnare. Adorava ritrarre oggetti e persone, anche sconosciute, erano i ritratti che gli venivano meglio. Lo sguardo della ragazza si posò su un ritratto. I suoi occhi si riempirono di ammirazione.
- Wow, Xander! Ma l’hai fatto tu?- chiese lei, prendendo il quaderno con le sue mani affusolate. Il ragazzo annuì alquanto in imbarazzo, cercando di scrutare la sua espressione senza sembrare disperato.
- Non ti preoccupare, bello, non gli faccio niente, voglio solo vedere da vicino- disse lei allegra, che evidentemente aveva capito come si doveva sentire Xander.
- No, è che non li faccio mai vedere a nessuno- ammise il ragazzo, guardando per terra e trovando poi il coraggio di guardarla di nuovo. Lei incrociò il suo sguardo e sorrise dolcemente.
- Mi piacerebbe moltissimo saper disegnare come te, hai un vero talento.
Xander rimase senza parole, si limitò a sorridere, non sapeva davvero cosa rispondere.
Passarono la lezione chiacchierando di arte, scherzando.

A pranzo si sedettero di nuovo accanto, ma ci fu una novità.
- Xander, ti va bene se anche lei si siede con noi?- disse Rory, facendo un cenno verso la sua amica. Aveva i capelli biondo cenere, niente a che vedere con quelli di Rory, gli occhi erano azzurri ed era anche piuttosto alta. I boccoli erano appuntati sulla testa, tenuti fermi da una fascia per capelli e sulle labbra carnose portava un rossetto rosso. Xander la guardò come al solito con la bocca socchiusa, non sapendo bene cosa dire. Sbatté le palpebre un paio di volte, poi finalmente fece cenno ad entrambe di sedersi.
- Scusate, mi ero imbambolato. Sedetevi pure.- disse, levando dal posto in cui si sedette la nuova arrivata i suoi libri.
- Xander, questa è una mia compagna del corso di ginnastica. Ci siamo conosciute perché il prof si è accorto che entrambe siamo negate per il basket e ci ha mandate a saltare la corda, per non dare fastidio agli altri. È stato amore a prima vista!- disse Rory, guardando complice la ragazza. - Oh, scusatemi, non vi ho presentati!- esclamò di nuovo, senza avere ancora toccato cibo.
- Taylor, questo è Xander, un mio caro amico, è un portento a disegnare! Xander, questa è Taylor, la mia nuova amica e compagna di salto con la corda!- disse sorridendo amabilmente.
Come il giorno prima, Xander porse la sua grande mano a Taylor, che ancora non aveva spiccicato parola. Taylor la prese timidamente e sorrise al ragazzo.
- Senti, oggi pomeriggio non posso uscire, ma che te ne pare se io, te, Harry e Tay andiamo a fare un giretto per esempio venerdì sera? Ho sentito che c’è un bel film!- esclamò sorridendo Rory, addentando una forchettata di insalata scondita. Taylor e Xander rimasero in silenzio con gli occhi spalancati.
- Senti, non è che hai in mente una cosa simile ad un appuntamento a quattro, vero?- disse all’improvviso Taylor, dimenticandosi che anche Xander era lì con loro e pensava preoccupato la stessa cosa.
Rory ci pensò un secondo.
- Non mi pare di avere detto così! Insomma, tu sei mia amica, loro sono miei amici, sarebbe solo un’uscita fra di noi! Tranquilla, non organizzerei una cosa del genere senza dirti niente!- disse Rory gentilmente e evidentemente colta alla sprovvista.
Harry si sedette accanto a loro proprio in quel momento. – Ciao, Rory! Xander. Piacere, io sono Harry Styles.- disse il ricciolo toccando sulla spalla Taylor, che sussultò, quasi spaventata.
- Ciao, Harry, siamo in classe insieme dalla prima media. . .- disse la ragazza, mangiando il suo budino e mantenendo lo sguardo fisso su Harry, che era rimasto senza parole. Poi si smosse tutto insieme.
- Scusa, hai ragione, sono un vero imbecille a volte. Taylor, giusto?- disse sorridendo gentilmente. Taylor annuì taciturna, continuando a mangiare il suo budino e sbirciando verso Xander. Rossa in viso.
- Senti, Harry, che ne dici di andare al cinema, venerdì sera?- disse Rory, sporgendosi oltre Taylor. Harry sorrise. – Mi sembra un’ottima idea! Che film vuoi vedere?- disse Harry.
- Ragazzi, voi preferite le commedie o gli horror? O magari un bel thriller?- disse Rory rivolgendosi anche agli altri compagni. Il sorriso di Harry si spense un po’. – Pensavo andassimo io e te- disse, senza vergogna.
- No, dai! Andiamo tutti insieme! Ci divertiremo!- disse Rory, continuando a sorridere tranquilla.
- Oh, be’, forse hai ragione! Magari lo decidiamo lì che film guardare, ci dovrebbero essere un po’ di possibilità! Siamo sempre in tempo a cambiare.- disse Harry, poco prima che suonasse la campanella.
I quattro ragazzi si salutarono e andarono alle proprie lezioni.


 







bella gente, so che non è molto, ma è un inizio
l'apparizione di Taylor ancora non è molto sviluppata, ma ve la immaginate con il suo faccino dolce
a saltare la corda :) ??? 
No, mi sento una stronzetta a postare un capitolo così cortino...
però giuro che il prossimo sarà più lungo, controllo
GNAMO! (espressione senese) il prossimo tratta principalmente di talor! 
non è lunghissimo, ma :)
comunque il banner è solo provvisorio e non è niente di che... spero che la mia amica riesca a farne uno molto più carino!
fatemi sapere per bene cosa ne pensate della storia!
baciiiiii
#stayFearless
LA

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Capitolo 5
*** Capitolo III ***


 



Harry e Xander si stavano dirigendo verso le loro case, camminando l’uno accanto all’altro senza parlare. Era ora di cena e quindi non c’era nessuno in giro per la città. Solo due ragazzi quasi amici che camminavano in silenzio. Come al solito, fu Harry a parlare per primo.
- Senti, cosa te ne pare di Rory?- chiese, guardando Xander sotto quella coltre di riccioli.
- Mi sembra che manchi nella nostra scuola una personalità come lei. . . mi piace molto- rispose, continuando a guardare davanti a lui, sentendo lo sguardo di Harry ancora su di sé.
- Ma ti piace in che senso? Non voglio impicciarmi, ma insomma se a te Rory piace, non ho intenzione di. . . mettermi in mezzo o di “rubartela”- disse Harry con quella sua voce calma, lenta e profonda. Xander deglutì.
- Perché mi chiedi questo? Insomma, lei non ha dato segni di . . . e poi non è che mi piace in quel senso, cioè non saprei! Di sicuro è una bella ragazza e mi sta molto simpatica, ma non credo di poter ancora dire se mi piace o no. . .-  disse Xander, decisamente in imbarazzo. Stava arrossendo, una delle sue maledizioni. Si passò una mano sul viso, per cercare di nascondere il rossore sulle sue guance.
Harry gli posò una mano sulla spalla, continuando a camminare sul marciapiede umido.

- Hey, tranquillo, si vede che le stiamo simpatici entrambi e io non pensavo certo di saltarle addosso, ma volevo sapere se ti darebbe fastidio se ci uscissi. Comunque penso che aspetterò ancora un po’ prima di chiederle un appuntamento. Nel frattempo credo che sarebbe divertente se continuassimo a uscire noi tre insieme, quando capita. Mi sono divertito.- disse Harry con fare amichevole e sembrava sincero. Ormai erano arrivati davanti alla casa di Xander.
- Anche io sono stato bene, sei più simpatico di quanto ricordassi-, accennò un sorriso, - Vediamo di conoscerla un po’ meglio, quella matta di Rory, poi vedremo. . . ok?- disse il biondo aprendo la porta di casa. Harry annuì convinto.
- Va benissimo. A domani. Ciao-

 
- Allora, Rory! Che hai fatto tutto il pomeriggio? Ti aspettavo per prendere il tè con tua sorella e le sue bambole!- la salutò sua madre dalla cucina.

Rory si lasciò cadere la cartella dalle spalle, buttò la giacca sul divano, si levò le scarpe e raggiunse sua madre in cucina, abbracciandola davanti ai fornelli.
- Non mi dire! Era oggi!? Pensavo di averlo segnato sull’agenda! Dopo controllerò. Jemima si è offesa?- chiese con aria preoccupata. La sorellina era bravissima a tenere il broncio. Un paio di anni prima era riuscita a non parlarle per una settimana intera solo perché Rory non le aveva dato un assaggio dell’impasto della torta che stava cucinando. Sua madre si mise a ridere.
- No, tranquilla, l’ho avvertita quando mi sono accorta che era già passata una mezz’ora dall’uscita di scuola. Ricordati che oggi ti ha chiamata la regina per decidere che cappello indossare per l’apertura di una mostra di teiere.- disse spegnendo il forno.
- Ottima idea! Era l’ora che qualcuno che si intende davvero di moda desse una mano a quella arzilla vecchietta!- esclamò Rory iniziando ad apparecchiare la tavola.
- Dai, piccola, raccontami come è andato il primo giorno nella nuova scuola!- la esortò la madre, finendo di scolare la pasta.
- Oh, è andato benissimo! Adesso ti racconto, vado a chiamare Jemy e poi mentre mangiamo ti dico per bene!- rispose la ragazza dirigendosi verso il piano di sopra. Mentre passava dal salotto riprese il giacchetto per metterlo a posto.

La nuova casa della famiglia Lewis era ideata su tre piani. Entrando c’era un piccolo disimpegno, davanti alla porta c’erano le ripide scale, poi sulla sinistra c’era il piccolo salotto, arredato con due comodi divani colorati e con un grande pouf azzurro. Le pareti erano decorate con delle spirali celesti su uno sfondo blu notte. In quella stanza le ragazze Lewis guardavano la tv la mattina presto e la sera dopo cena. Oltre al salotto, sullo stesso piano si trovavano un piccolo bagno, la cucina e la sala da pranzo, collegate fra di loro da una grande porta a vetri. La sala da pranzo dava su un piccolo giardino sul retro.
Al secondo piano si trovavano tre camere da letto, una di Rory, una di Jemy e una per gli ospiti. C’era anche un bagno con la vasca. E una breve e nascosta rampa di scale faceva accedere al terzo e ultimo piano dove si trovava l’enorme camera da letto di Irene, alias la signora Lewis.
- Jemy, scusami per oggi, la regina mi ha tenuta occupata per tutto il pomeriggio! Non hai idea del cappello che aveva deciso di indossare! Orrendo! Per fortuna che c’ero io! Grazie per aver fatto a meno di me oggi. Ci rifaremo il prima possibile, spero.- disse Rory, entrando nella colorata camera da letto della sorellina, che stava pettinando una bambola.
- Ciao Auro, ti perdono, la regina ha bisogno di una come te per decidere cosa indossare!-
- Lo so!- concordò Rory spalancando gli occhi.
- Dunque, per me andrebbe bene venerdì, fammi sapere, devo segnarlo sulla lavagna, sai no. . . la burocrazia di questo paese!- disse Jemima sbuffando in maniera esilarante. La piccola aveva una personalità molto forte e sembrava molto più adulta di quanto non foss
e, era convinta di tutto quello che diceva e non transigeva su nessuna delle sue decisioni. Aveva una lavagna di quelle che si usano nelle aule di scuola appesa su una parete, dove segnava tutte le cose che le passavano per la testa; da quando aveva imparato a scrivere aveva preso l’abitudine di fare un programma settimanale e di cancellare il tutto alle nove di ogni domenica. Era molto puntale.

- Ecco, Jemy, non so se hai visto l’orologio, ma mamma ha già preparato la cena. Ti aspettiamo giù di sotto? O vieni ora con me?- chiese Rory, rimanendo sempre sulla porta. Jemima si portò una manina grassottella alla bocca, guardando verso l’orologio. Si levò dalla testa la coroncina e scese dalla poltrona rosso bordeaux.
- Hai perfettamente ragione, mi ero persa nei miei affari. Vengo con te immediatamente! Ci racconterai della tua giornata?- domandò la piccola, prendendo per mano la sorella.
- Oh, certo! Sentirai quante cose ho da dirti!

citte, non so come dirvelo, ma sono innamorata di Jemima! è una stramboide come mia sorella,
ma è così piccola e dolce! :3 se troverò mai una bambina che le possa assomigliare anche solo di aspetto,
giuro che metterò la foto in qualche modo! Che ve ne pare della famiglia di Rory? gente a posto, vero?
spero che la storia continui a piacervi :)

E Hazza e Xandrino che diventano piano piano amici? mlmlml

vedrete vedrete!
SPOILER! nel prossimo capitolo arriva taylor! fa giusto una sorta di cameo, ma poi diventerà un personaggio stabile!
GIURISS
IMO!

A presto, 
LA

 

#Xander

  

 

#Rory

    

 

#CasaLewis

 

   
   

p.s i did it!!! finally sono riuscita a postare delle fotooooo!!! yeeee! i'm a fucking genius.. ok, mica tanto, ma yey!

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Magic Library

 

 

 

- Rory, ti va se ti porto in un posto?- disse Xander in un eccesso di coraggio, quando scorse Rory all’uscita di scuola. La ragazza si voltò sorridendo, aspettando che lui la raggiungesse.
- Mi dispiace, oggi proprio non posso. . . vedi, in famiglia mia abbiamo una tradizione, il mercoledì sera mettiamo in ordine la casa. Facciamo il bucato, passiamo l’aspirapolvere dappertutto, cambiamo le lenzuola, puliamo il fondo degli armadi. Roba del genere e ci vuole decisamente tutto il pomeriggio per farlo! Poi la sera Jemima ordina il cinese e lo mangiamo guardando un bel film. . . come il Signore degli Anelli, l’hai mai visto?- rispose Rory, continuando a guardarlo negli occhi, senza mai prendere fiato.
Xander rimase stordito dalla risposta, Rory era sempre così loquace! E così interessante! Chi era Jemima?
- Sì, mi piace moltissimo il Signore degli Anelli, è uno dei miei libri preferiti-
- Anche il mio!-
- Comunque, fa niente, ciao- disse Xander con quel suo tono pacato e gentile. Abbassò lo sguardo e fece per andarsene, ma Rory lo fermò per un braccio.
- Xander, magari possiamo fare domani. Non ho impegni con Jemima e mi piacerebbe se mi portassi da qualche parte- disse Rory con voce calma, sorridendo. Xander proprio non se l’aspettava.
Di nuovo quella Jemima!
- Va. . . bene, credo. Allora domani dopo la scuola passo a prenderti a casa, così magari ti metti qualcosa di più comodo o come ti pare insomma. Ok, questo è strano. Ciao.-disse Xander, iniziando a sentirsi un po’ stupido e un po’ in imbarazzo. Accennò un mezzo sorriso, ma invece di lasciarlo andare, Rory lo attirò a sé e gli diede un bacio sulla guancia, poi si avviò anche lei, esclamando :- Ciao, Alexander Ludwig, detto Xander!
 
Xander aveva pensato di portare Rory in biblioteca subito dopo che l’aveva vista in classe.
Appena l’aveva vista leggere, se l’era immaginata sotto la cupola di vetro nella sala lettura, con il sole del tramonto che filtrava dai vetri e che si rifletteva sui suoi capelli biondi. Aveva una voglia matta di farle un ritratto in quella posizione.
Tornato a casa dopo scuola, il giorno successivo, Xander si era cambiato il più in fretta possibile: per non fare tardi si era fiondato su per le scale, senza salutare i suoi genitori e poi si era cambiato in circa trenta secondi la divisa della scuola, sostituendola con una t-shirt bianca e una camicia a quadri, si infilò i jeans, le Vans e poi in bagno si lavò la faccia e bagnò un po’ i capelli. Scosse la sua chioma bionda e tornò fuori di casa.
Si ricordava perfettamente dove abitava Rory, ricordava benissimo la porta arancione.
Suonò il campanello e sentì la voce di Rory che urlava dal piano di sopra. Una bambina con degli occhiali un po’ troppo grandi per il suo viso aprì la porta.
- Buonasera, tu devi essere Alexander. Molto piacere, io sono Jemima.- disse la piccola, facendo cenno al ragazzo di entrare in casa. Continuò a tenere gli occhi fissi sulla bambina, rischiando di inciampare nello scalino fra il disimpegno e il corridoio. Finalmente aveva scoperto chi fosse Jemima. Chi se l’aspettava che fosse una bambina così. . . inquietante!
- Suppongo tu stia aspettando Aurora, te la vado subito a chiamare, tu accomodati pure nel salotto, mia madre Irene ti farà compagnia!- disse Jemima perentoria e si diresse al piano di sopra con quel suo passo svelto e del tutto non infantile.
-Ciao, Alexander! Come stai?- disse una donna snella seduta su un grande divano azzurro chiaro.
- Ehm, salve, signora, tutto bene.- disse Xander avvicinandosi alla madre di Rory per tenderle la mano come suo solito. Lei però non si alzò e continuò a sferruzzare il suo uncinetto.
– Ti prego chiamami Irene! Ti piace la pizza?- chiese la donna sorridendo. Assomigliava proprio a Rory, sebbene avesse i capelli castano scuri. Che problemi avevano queste donne con la pizza?
- La pizza mi piace moltissimo, comunque mi chiami Xander.- disse sorridendo timidamente, rimanendo sulla porta della sala.
- Allora dovresti proprio venire a cena da noi una volta!-  esclamò e Xander pensò di nuovo che Irene e Rory erano proprio uguali.
- Mamma, gliel’ho già detto io di venire a cena da noi per una vera pizza! Prima o poi organizzeremo!- intervenne Rory, spuntando fuori all’improvviso e facendo saltare Xander.
- Andiamo, Xander, o finirà il pomeriggio prima che inizi!- esclamò, prendendo il ragazzo per mano e conducendolo verso la porta.
- Mi raccomando divertitevi e tornate prima che siano le sette, la voglio qui per cena!- li salutò Irene. – A presto Alexander!
Mentre camminavano, la ragazza insistette perché camminassero a braccetto e perché Xander le offrisse una ciambella. Camminarono fino all’edificio della biblioteca, dove Rory rimase spiazzata.
- Non me la immaginavo così bella! Accidenti! È un palazzo stupendo! Come mai non siamo venuti qui prima? Intendo lunedì!- disse Rory, continuando a fissare la facciata bianca con le colonne in stile ionico.  Toccò la spalla del ragazzo. Lui rimase in silenzio sorridendo contento.
- Dobbiamo assolutamente entrare!- esclamò, prendendo il ragazzo per mano e portandolo su per le scale.
Lo portò dentro, ma dall’ingresso in poi fu Xander a guidarla, fino alla cupola che proprio in quel momento era illuminata come aveva immaginato lui.
La ragazza prese un libro da uno scaffale, un romanzo di Jane Austen e si mise a leggere proprio dove batteva il sole. Xander rimase a guardarla per un po’, cercando di imprimersi nella mente quella immagine, poi lei parlò.
- Mi piacerebbe molto se mi facessi un disegno- disse, continuando a guardare il libro, sorridendo leggermente. Xander prese il suo quaderno dalla borsa e prese una matita. Sembrava che Rory gli avesse letto nel pensiero.
- Se vuoi posso fartelo adesso. Insomma, solo se vuoi- disse lui timidamente. Rory girò la testa di scatto. Spalancò gli occhi azzurri e sorrise. Rory non era mai stata brava a disegnare, il massimo che aveva fatto erano state le spirali sulle pareti del salotto e conoscere qualcuno che fosse davvero bravissimo a fare qualcosa che a lei sarebbe tanto piaciuto saper fare, era eccezionale.
- Sarebbe stupendo!- esclamò, abbracciando il ragazzo, cogliendolo completamente di sorpresa.
Xander non era mai stato abbracciato da una ragazza che non fosse sua sorella. Per di più da una ragazza che profumava di cocco. Nessuno aveva mai davvero apprezzato i suoi disegni e sapere che a Rory piacevano da morire, lo rendeva molto orgoglioso.
Era incredibile che quel giorno, il sole fosse ancora al tramonto e la sua luce non fosse affatto offuscata dalle nuvole che di solito aleggiavano sopra a Holmes Chapel. Doveva essere davvero un’occasione speciale.
La fece sedere fra gli scaffali, proprio dove battevano i raggi e le pose accanto delle colonne di libri.
- Tu continua pure a leggere, vorrei che fosse il più naturale possibile- disse lui, spostandole una ciocca di capelli dal viso. Xander iniziò a passare la matita sul foglio, tracciando linee pulite e curve. Era un piacere ritrarre Rory, il suo volto era così espressivo. Nonostante il comando di Xander, Rory continuava a guardarlo di tanto in tanto e a sorridergli. Sfumò qualche macchia di lapis con le dita e in un quarto d’ora aveva finito il bozzetto iniziale. Continuò a cercare di perfezionarlo, avvicinandosi alla ragazza, scoprendo sempre qualche particolare in più del suo viso così dolce.
Dopo un po’ i loro volti erano ormai molto vicini. I loro sguardi si studiavano curiosi e poco a poco Rory e Xander, senza neanche accorgersene, si stavano baciando. Lui era inesperto, non sapeva bene come comportarsi, Rory sembrava molto spontanea e sicuramente era dolce e delicata. Lei gli accarezzo il volto, lui le posò una mano sul fianco.


 






Ok, questo capitolo fa un po', giusto un po', 
cagare... 
però insomma ci voleva finalmente un bel bacio, che ne dite??
che poi cioè questa cosa romantica del disegno... e della luce che le si riflette sui capelli..
vorrei che il mio primo bacio fosse stato così..
e con XANDER! 
ahahah!! sclero.. 

e avete visto che ho trovato la Jemima perfetta??
quest è un'attrice che ormai ha tipo la mia età,
ma da piccola era la dolciosità fatta persona!!
cioè guardatela!!!
io la adoro! <3 
ok, credo che sia tutto.. vi volevo chiedere un piccoloo favore, 
a chiunque legga la mia ff..
sembro disperata, ma che ne dite di far sapere a un po' di gente 
di questa ff??? 
sarei felicissima e giuro che ricambio!
baciiii
LA
commentate!
@AwsomegirlL
:DD

 

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Capitolo 7
*** Capitolo V ***


About Taylor. . .

 

Taylor non aveva mai avuto tanti amici nella scuola, la sua migliore amica, Abbie, si era trasferita in America un paio di anni prima e lì a Holmes Chapel non le era rimasto nessuno. Le sue altre amiche stavano a Londra o nei dintorni della capitale e con loro si incontrava solo d’estate, quando andava a stare da sua zia. Durante l’anno si sentiva con loro tramite sms o facebook, ma doveva contare su se stessa per tutto il resto.
Quando Abs si era trasferita, Taylor aveva iniziato a passare davvero molto tempo da sola, viveva con sua nonna, Ethel e il suo unico svago era passare del tempo con la vecchietta a cucinare, cucire, giocare a carte, leggere o ascoltare la musica dei vecchi vinili della nonna. Non si incontrava con nessuno dei suoi compagni di classe, ogni tanto usciva per andare in libreria o al parco, seguendo il suo gattino Meredith, ma non le piaceva neanche andare fuori la sera, non avendo nessuno con cui ridere e scherzare.
Aveva iniziato in una giornata di pioggia come non se ne vedevano da tantissimo tempo a scrivere poesie. Erano quasi un modo per tenere un diario, in quei versi poneva tutta se stessa, non avendo nessuno in quel preciso istante con cui parlare di cose “da giovani”. Infatti con sua nonna, Taylor adorava parlare, era una persona estremamente saggia e gentile, a volte anche spiritosa ed estrosa, tutto il contrario di lei, ma dei ragazzi che ti piacciono, delle ragazze che ti sbeffeggiano per i corridoi della scuola non puoi parlare con un’ultra settantenne. . . perlomeno questo era quello che pensava Taylor.
Le sarebbe tanto piaciuto saper suonare uno strumento, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirlo a sua nonna e non sarebbe mai stata capace di suonare davanti a qualcuno. Era una sorta di sogno proibito, quello di una chitarra.
Mentre tornava a casa, Taylor non poté fare a meno di ripensare a quello che le era successo a pranzo, continuando ad arrossire e a inciampare, perché persa nei suoi soliti film mentali.
E sorridendo e mordendosi un labbro, sentendosi un po’ sciocca, ripensò alla prima volta che aveva parlato con Xander. La prima ed ultima volta fino ad allora.
 
Stava piovendo a dirotto. Era maggio. Una pioggia di quelle pesanti che ogni goccia te la senti cadere addosso e rimanere sulla pelle anche quando non c’è più. Una di quelle piogge che preferisci guardare da dentro casa, senza voler sguazzare fra le pozzanghere con gli stivali, sotto un ombrello.
Taylor adorava la pioggia, ma non quella. Purtroppo quel giorno era a passeggiare nel parco vicino al centro, alla biblioteca, quando era scoppiato il temporale. E lei si era ritrovata senza ombrello. Si era sentita veramente una sciocca, considerato che viveva in Inghilterra da tutta la vita e ancora non aveva l’abitudine di portarsi un ombrello o perlomeno un’impermeabile sempre dietro. Così si era messa a correre in direzione del luogo più vicino in cui ripararsi. I capelli le si erano bagnati completamente, anche il maglione era fradicio e non erano più scarpe, ma spugne, quelle che portava ai piedi.
Quando era entrata gocciolante nella biblioteca si era diretta verso il bagno, ma lo aveva trovato chiuso, evidentemente stavano facendo le pulizie. Così, come faceva solo di rado, si era avventurata nel bagno per gli uomini. Non le sarebbe mai saltato in mente di andarci così a cuor leggero se non avesse avuto davvero bisogno di strizzarsi i capelli e i vestiti e di mettersi per una buona mezz’ora sotto l’asciugamani elettrico.
Entrò e piano piano controllò guardando per terra che non ci fosse nessuno, in caso contrario sarebbe schizzata via in imbarazzo, questo era il piano. Per sua fortuna il bagno sembrava vuoto, così si era levata il golf, rimanendo in canottiera, anch’essa bagnata e aveva appoggiato le scarpe sul piano appena sotto l’asciugamani, facendo partire il getto.
I bagni della biblioteca comunale avevano la fama di essere i più puliti di tutta la città, per questo Taylor non si preoccupò affatto di rimanere in calzini, per di più nel bagno degli uomini. Sebbene si sentisse comunque a disagio.
Cercò di asciugarsi un po’ per quello che poteva, fino a quando non smise di tremare per il freddo. Si mise a sedere sul piano dove prima stavano le scarpe e si godette il minuto di aria calda sparato dritto nella sua canottiera. Poco a poco, scaldandosi iniziò a sentirsi a suo agio e finì con l’intonare una canzone che le aveva fatto ascoltare di recente Abigail, in quel momento era entrato Alexander Ludwig.
Aveva fatto quell’espressione che ormai Taylor conosceva a memoria, occhi leggermente più aperti del normale, bocca ad ‘o’ e lieve rossore sulle guance. Poi si era girato, come se l’avesse beccata nuda a farsi la doccia, era rientrato e aveva tossito. Aveva guardato lei, le scarpe, i suoi capelli che svolazzavano. Aveva scosso la testa.
- È normale che tu sia qui, o sono io che sto impazzendo?- domandò, facendo un passo verso di lei. Taylor non sapeva cosa dire. Desiderava parlare ad Alexander Ludwig dalla quinta elementare e adesso che ne aveva l’occasione, non riusciva a spiccicare parola. Spalancò gli occhi anche lei, si guardò i piedi in imbarazzo e tentò di raccattare tutte le sue cianfrusaglie nel minor tempo possibile. Poi corse fuori senza dire niente.
Tutto qui. Come minimo Xander a pranzo non si era nemmeno ricordato di lei, o perlomeno aveva tentato in quell’anno che era passato, di non ricordarsi della pazza che pensava che il bagno degli uomini fosse una sorta di spa.
Rabbrividì al pensiero che Xander la ricordasse a quella maniera. Purtroppo non era cambiata di una virgola, non era riuscita a parlargli neanche una volta dopo quell’incidente e anche a pranzo, non era stata molto eloquente. La timidezza e l’insicurezza erano il suo più grande difetto. Una volta che conosceva qualcuno, cioè che qualcuno le si avvicinava, Taylor riusciva ad aprirsi e a essere veramente se stessa, ma doveva venire dall’altro la prima mossa, lei non ne era capace. Per questo, quando la nuova arrivata si era messa a saltare la corda assieme a lei e aveva iniziato a parlare senza sosta e senza sentirsi a disagio, per Taylor era stata una sorpresa e quasi un sollievo.
Tutti i ragazzi della scuola già parlavano di lei: Aurora, detta Rory, Lewis. Taylor non aveva mai avuto un’amica così desiderata e così inaspettatamente simpatica, non aveva più un’amica così vicina da molto tempo.
Erano andate a pranzo insieme e Taylor aveva scoperto che guarda caso, Rory era amica proprio di Xander Ludwig, la sua storica cotta. Come faceva a mangiare se c’era lui che la guardava?
Dalla quinta elementare desiderava pranzare con Alexander, ma non aveva mai trovato il coraggio di sedersi accanto a quel ragazzo così alto, muscoloso e solitario. Nonostante al suo tavolo non ci fosse mai nessuno. E dal nulla era spuntata fuori Rory che non solo li aveva fatti pranzare insieme, li aveva presentati, ma addirittura aveva organizzato una sorta di appuntamento-non-appuntamento per quel venerdì! Taylor non era riuscita a dire niente all’inizio, perché non si era resa bene conto di che cosa stesse parlando la sua nuova amica, quando poi aveva realizzato la situazione, aveva obiettato, ma la ragazza era riuscita a tranquillizzarla in un batter d’occhio. Rory sembrava bravissima a fare tutto.
Questo era un altro dei suoi problemi, quando le passava qualcosa per la testa di sentore scortese, le veniva da dirlo ad alta voce. Era una cosa incredibile, non riusciva mai a far trapelare la vera Taylor se l’altro non sembrava “interessato” a scoprirla e come difesa, sputava stronzate senza senso.
“ Senti, non è che hai in mente una cosa simile ad un appuntamento a quattro, vero?”, ma come le era saltato in mente di dire una cosa del genere? E rispondere male a Harry Styles? Che forse era l’unica persona in tutta la scuola che sapeva davvero il suo nome!
Taylor scosse la testa e si sentì arrossire, era stata un disastro. Ma il pensiero che seguì la distolse dalla sua figura di merda giornaliera.
Aveva intenzione di dire a Rory che cosa provava per Xander?
No, perché in primo luogo si erano conosciute solo quel giorno e lei non era il tipo da fare certe confidenze ad una ragazza appena incontrata, sebbene le ispirasse fiducia. In secondo luogo, Taylor si era accorta dello sguardo che Xander aveva posato su Rory, sembrava che al ragazzo lei piacesse. . . ma lui non era tipo da esternare certe cose e Taylor non lo conosceva abbastanza per dire se aveva capito davvero i sentimenti di Xander per la nuova arrivata. Si decise ad aspettare prima di trarre conclusioni affrettate riguardo a possibili cotte. E con un ultimo balzo raggiunse il vialetto di casa.


 





per chi non leggesse c'è scritto "what happens at the library stays at the library"



questa è Tayloruccia fradicia :) dolze lei!


 

Lo so. m'è presa la fissa con il mettere le immagini alla fine dei capitoli, da quando ho capito come fare!
eheheheh!! lo adorooo!!!
immaginate la mia faccia a psicopatica :3
ok, tra l'altro mentre scrivevo questo capitolo, stava davvero piovendo quindi ero tutta "yeee" 
a parte le stronzate che penso, lo sapete che io Rory continuo a immaginarmela mora?
lo so che ho ribadito più volte il concetto che era biondissima e blablabla.. 
mi detesto per averlo fatto.. ma non lo so, quando l'ho inventata m'era presa con le bionde,
e poi insomma se erano due biondi e due mori nel gruppo non era uno po' stupido?
-.-"
secondo me sì.. quindi io me la immagino come mi pare, voi immaginatela come vi pare
e pace in terra agli uomini di buona volontà! e pure alle donne!
che ne pensate della piccola, dolce e timida Taylor?
sembra un po' pazza quanto sono io! eheheh!! mi piace trapiantare la mia personalità nella sua..
(che tra l'altro noi ci assomigliamo davvero in un sacco di cose! tranne che per l'amore per i gatti..
io sopporto poco ogni genere di animale...
ma pazienza... siamo uguali lo stesso! oh.)
ok. sono pazza.
secondo voi Xander si ricordava di lei?
devo ancora decidere...
voglio più recensioniiii!!
giuro che se mi fate pubblicità ricambio!
LO GIURO!
sono una persona di parola!
DAVVERO!!
ok. sembro pazza e pure una barbona che è in cerca di attenzioni...
sono una perdente.. 
mia sorella direbbe "patetica"
ok.
Ciao
LA

 

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Capitolo 8
*** Capitolo VII ***


Dangerous insomnia



 

- Scusami, non avrei dovuto- disse Xander, decisamente in imbarazzo, cercando con tutto se stesso di non arrossire.  Rory gli posò una mano sul viso e sorrise.
- Ma che dici? È stato perfetto, Xander. Come sei carino quando arrossisci- disse lei, guardandolo negli occhi e passandogli un dito sulle guance.
Non aveva progettato di baciare Xander, era solo successo e non lo rimpiangeva affatto. Xander era un baciatore dolcissimo, le era piaciuto. E le piaceva moltissimo il fatto che lui arrossisse così spesso. Era una cosa molto tenera. Gli toccò la guancia che scottava. Il suo sguardo era sfuggente, si vedeva che era in imbarazzo ed era suo compito non farlo sentire così.
- Senti, io non so. . .- iniziò lui con la voce preoccupata. I suoi occhi azzurri si muovevano velocemente dappertutto, fuorché sul viso della ragazza.
- Xander, non essere così! Siamo io e te! Prima di questo bacio eravamo amici! Comportati con me come se il bacio fosse un abbraccio, insomma un po’ più importante di un abbraccio, ma non devi essere in imbarazzo. Tu mi piaci e mi fa piacere che anche io piaccia a te.
Xander rimase spiazzato da quello che gli aveva appena detto Rory, riuscendo a calmarlo completamente. Aveva paura di avere rovinato tutto, di non poterle più rivolgerle la parola perché a lei lui magari non piaceva e invece era tutto il contrario. Le porse il disegno che aveva finito un paio di minuti prima, lei lo osservò entusiasta. Erano ancora seduti fra le pile di libri, ma prima di metterli in ordine, Rory si voltò verso Xander e lo abbracciò. Poi si baciarono di nuovo, un bacio veloce, ma significativo.
- Xander, mi piace baciarti, ma dobbiamo andare a casa- disse lei, dandogli un bacio sulla guancia. Lui arrossì di nuovo. – Sto arrossendo, vero? Lo detesto. . . comunque lo penso anche io, mettiamo in ordine i libri e andiamo- disse, passandosi una mano sulla faccia e appoggiò la testa sbuffando allo scaffale.
- Su, mister Ludwig! Forza!- disse Rory alzandosi in piedi ed prendendolo per mano, cercando di tirarlo su, senza riuscirci. Lui sorrise, aprì gli occhi e trovò lo sguardo blu profondo di Aurora guardarlo sorridente. Si alzò e poi la riaccompagnò a casa.
 
Xander aveva riaccompagnato a casa Rory, continuando a tenerla stretta per mano, abbracciandola di tanto in tanto e poi quando erano arrivati all’imbocco della strada di casa sua, l’aveva baciata un’altra volta, con più sicurezza di prima. Cominciava a non avere paura di stare con lei, sebbene la sua bellezza e la sua personalità lo mettessero in soggezione e lo rendessero più insicuro del solito. Adesso però era sicuro di una cosa: stare con Rory l’avrebbe cambiato, in meglio.
Arrivò a casa sua poco prima di cena. Ormai si era fatto buio e Xander non si accorse subito che dalla direzione opposta in contemporanea, stava entrando nel giardino anche Harry.
- Hey- lo salutò il ricciolo nell’ombra, avvicinandosi alla luce proveniente dalla casa. Xander sobbalzò, fece un mezzo sorriso. – Ciao, Harry.
Ci pensò un attimo, poi mentre metteva la chiave nella serratura e si apprestava ad entrare in casa, si fermò e disse solo:- L’ho baciata.
Harry si fermò un secondo, lo guardò quasi impassibile, - Lo immaginavo- disse semplicemente e i due ragazzi entrarono nella luce domestica senza dirsi altro, si chiusero la porta alle spalle come chiudendo il discorso.
 
La mattina seguente, Harry attese Xander fino alle 8.10 di fronte al suo cancello, non aveva mai fatto così tardi. Quando guardò l’orologio, il ricciolo decise che non avrebbe aspettato oltre, se Xander non veniva a scuola avrebbe potuto almeno avvisarlo! Si chiuse fino in cima il giacchetto e si diresse con passo svelto a scuola.
Xander non era riuscito a chiudere occhio fino alle 3 di quella mattina. Il pensiero di Rory lo aveva tenuto sveglio fino a tarda notte. L’immagine dei suoi occhioni azzurri, del suo sorriso dolce, delle sue labbra, il desiderio di baciarla ancora e ancora. . . non aveva mai desiderato una ragazza così tanto, e in passato gliene erano piaciute diverse, ma nemmeno una era paragonabile ad Aurora.
Quando finalmente si era addormentato, era piombato in un sonno così profondo che non aveva sentito il suono della sveglia. Sua madre alle 8.15 era andata a controllare perché non si fosse mosso e lo svegliò. Xander fissò il colto gentile della madre, poi guardò la sveglia, con quella sua dolce espressione spaesata. Si alzò di scatto e iniziò a prepararsi. Non aveva intenzione di perdere il primo giorno di scuola dopo aver baciato Rory!
Si fiondò fuori casa senza fare colazione, con le scarpe allacciate male e la giacca aperta. L’aria fredda gli fece diventare le guance rosse e la nebbia non gli fece scorgere il muschio sul marciapiede.
Le suole lisce delle scarpe della divisa agevolarono la scivolata che fece finire Alexander disteso contro una macchina parcheggiata. Il ragazzo si riprese in fretta, sentendo comunque una fitta al ginocchio sinistro, e continuò a correre cercando di non badarci troppo. Arrivò in classe giusto in tempo prima che suonasse la seconda campanella. Doveva aver stabilito un qualche nuovo record!


Rory vide Xander solamente a pranzo, gli corse incontro e lo abbracciò felice di vederlo. Tra che era impacciato di suo, tra che era ancora dolorante, Xander non riuscì a rispondere con altrettanto entusiasmo al saluto della ragazza, che se ne accorse. Lo guardò negli occhi con un sorriso che le moriva sulle labbra.
- Tutto bene? Mi sembri triste. . .- commentò Rory, accarezzandogli una guancia. Xander scosse la testa.
- Sì, tranquilla, stamattina sono scivolato e ho battuto una culata, lascia stare. Tu come stai? – le chiese lui, liquidando il suo incidente. I due si presero per mano e andarono a prendere del cibo.
Si sedettero al solito tavolo isolato e poco dopo si unirono a loro anche Taylor e Harry. Il ragazzo non sembrava troppo turbato per la notizia che gli era stata data la sera prima, sebbene Aurora fosse una ragazza che lo intrigava moltissimo e che gli avrebbe fatto molto piacere frequentare non solo da amico. Ma Harry era sempre stato un ragazzo tranquillo, non di certo un attaccabrighe e non si sarebbe scontrato con Xander per una ragazza che conosceva da così poco.
Al tavolo erano disposti le ragazze da un lato e i ragazzi da un altro e quando Harry si piegò per prendere il pranzo nello zaino per terra, notò che la gamba di Xander era particolarmente gonfia, soprattutto vicino al ginocchio.
- Hey, amico, che hai fatto? Sembra che ti abbiano dato una botta con una mazza da golf sul ginocchio!- commentò a bassa voce, nel caso non avesse voluto far notare la cosa a tutti.
Xander sobbalzò, quel ragazzo si prendeva un colpo per tutto! Come se nessuno gli avesse mai parlato in vita sua e fosse in costante tensione. Arrossì leggermente e si toccò la gamba.
- Effettivamente mi fa abbastanza male. Sono scivolato mentre correvo qui a scuola e sono finito addosso a una macchina. Ah! Scusami, stamattina mi sono svegliato tardi e non quando sono uscito eri già andato via. Scusa se ti ho fatto aspettare- disse Xander, ricordandosi che Harry non sapeva del contrattempo con la sveglia; iniziando a mangiare.
- Hai fatto tardi stamattina?- domandò Rory, carpendo le ultime parole del ragazzo, domando con molta calma, giusto per fare conversazione.
- Sì, è che ieri sera non sono riuscito ad addormentarmi, avevo troppe cose per la testa e alla fine mi sono addormentato alle tre, è stato uno strazio- spiegò Xander, voltandosi verso Rory e arrossendo leggermente.
Taylor abbassò lo sguardo e quando il gruppo si alzò da tavola per andare a lezione, notò il gonfiore preoccupante sulla gamba di Xander. Quando gli altri si dileguarono, lo fermò.
- Ehm, Alexander, non voglio impicciarmi, e, ehm, poi fai come preferisci, ma secondo me dovresti andare in infermeria a farti guardare. Ehm, non sembra una cosa passeggera- disse sottovoce, guardandosi le scarpe. Era davvero timidissima! E a pensarlo era Xander, uno dei più timidi se non forse il più timido fra i ragazzi della scuola.
Il ragazzo annuì, leggermente in imbarazzo e le sussurrò un ringraziamento veloce prima di dirigersi in infermeria.
- Ragazzo mio, cosa ti è capitato? Non sei affatto messo bene!- esclamò l’anziana infermiera tastando il ginocchio e osservando le smorfie di dolore di Xander.
- Sono scivolato e ho fatto un volo addosso ad una macchina. Però ero in ritardo e sono dovuto correre per arrivare a scuola in tempo. – spiegò lui sentendosi in colpa per non essere andato prima da lei.
La donna scosse la testa in segno di disapprovazione. Gli fece piegare la gamba e continuò a toccare il ginocchio.
- Caro mio, sei stato fortunato, il ginocchio sta apposto e non dovrai usare le stampelle, ma oggi tienilo al riposo.- sentenziò, guardando poi la sua cartella ,mugolò e aggiunse, - Vedo che fai pallanuoto, mi dispiace ma per te la piscina è offlimits per almeno un mese. Altrimenti il ginocchio va a farsi friggere!-
Xander spalancò la bocca, ma non sapeva cosa dire per ribellarsi. La pallanuoto era una sua passione, gli piaceva stare nell’acqua, fare gioco di squadra, tutti i suoi amici facevano pallanuoto con lui.
Alla fine si limitò ad annuire tristemente. 

 

DAN DAN DAN DAAAAN!!! Ecco che arrivnao i problemi! povero Xandruccio,
che si è spappolato un ginocchio per correre da Rory! 
Ho messo questa cosa, perché capitata simile a mio fratello e poi vedrete nel prossimo capitolo 
quale era la funzione principale nella trama di questo infortunio! 
Comunque niente.. so che era una cagata di capitolo, ma servono capitoli cagata 
per rendere una ff geniale (poco) ed entusiasmanta (anche meno che geniale!) 
quindi neinte, spero che vorrete continuare a leggere la storia
ora devo andare a studiare filo, che domani mi interroga e devo ancora guardare
tutta la roba su quello stronzo di Platone.. lo odio e mi dispiace,
molti disapproveranno,
ma odio la filosofia. Pum.  immaginatevi il colpo che si sente quando
dopo "Diario di una nerd superstar" mettono il punto.
ecco a quella maniera.
PUM.
LA



 

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Capitolo 9
*** Capitolo IIX ***


Erano passate un paio di settimane da quando Xander aveva dovuto dire al coach e ai ragazzi della squadra che sarebbe mancato per un po’ di tempo, a causa di una brutta botta. Tutti si erano dispiaciuti e avevano cercato di minimizzare la cosa facendo battute e prendendolo in giro. In realtà la squadra sarebbe stata fortemente danneggiata da quella perdita, seppure temporanea, perché Xander era il migliore dei ragazzi.
Durante quelle due settimane Xander non si era sentito con i ragazzi, ma aveva stretto amicizia con Harry. Non si aspettava di andarci così d’accordo, pensava che fosse un pallone gonfiato, che facesse tanta scena per nascondere una personalità carente di carisma. Invece il ragazzo era simpatico, spiritoso, talentuoso- Xander aveva scoperto che suonava e cantava davvero bene- e era un vero amico. Insomma quella prima settimana di scuola aveva ammesso che Rory gli interessava, ma quando era stato Xander a mettercisi insieme non aveva protestato, non aveva fatto polemica né battute pesanti o inappropriate, era stato invece felice per Xander. E quando aveva saputo che il ragazzo avrebbe dovuto rinunciare allo sport per un mese, gli era stato vicino, facendo battute e aiutandolo.
Il loro legame si era rafforzato talmente che quando Jenny Humphrey gli domandò di uscire, Alexander fu il primo a cui andò a dirlo e a cui chiese consiglio.
Jenny Humphrey era considerata un po’ la troia della scuola, senza tanti giri di parole, aveva i capelli ossigenati, si truccava in maniera pesante, rasentava l’anoressia, ma era una ragazza che faceva colpo ed era molto ambita.
Xander si era sempre domandato cosa ci trovassero tutti quei ragazzi in lei, ma non si era mai interessato di conoscerla davvero. Così quando Harry gli domandò consiglio non seppe bene che cosa dirgli. Stavano andando a scuola e il freddo lo faceva zittire.
- Hazza, non saprei che dirti. . . non la conosco affatto, ma magari per una volta potresti uscirci.
Harry annuì per il consiglio del tutto imparziale dell’amico. In fondo nemmeno lui la conosceva, sapeva solo della sua fama. Ma chi era lui per giudicare una ragazza dai pettegolezzi che giravano sul suo conto? In fondo anche di lui dicevano che era uno stronzo e che usava le ragazze. Cosa del tutto falsa. Gli piaceva pensare di essere uno che andava oltre le apparenze e riusciva a trovare lati positivi in tutti, quindi quello sarebbe stato il suo piano con Jenny, uscirci un paio di volte per vedere quale fosse il suo lato positivo e se proprio non ne avesse trovati, avrebbe messo fine alla cosa.
E così accadde. Il gruppo che ad inizio settembre era formato da Xander e Rory, adesso si era allargato ad Harry e Taylor e a sorpresa Jenny. Infatti Harry ancora faticava a trovare qualcosa che davvero gli piacesse di lei, per questo continuava ad uscirci, cercando di ignorare tutti i suoi difetti. Jenny rispondeva male o prendeva in giro sia Rory che Xander, Taylor non la calcolava neanche.
Ma Harry aveva inoltre una brutta abitudine, per quello continuava a uscire con Jenny, nonostante Xander avesse cercato in qualche modo di fargli notare che non era poi proprio una brava ragazza.
Harry tendeva a cercare di uscire con ragazze che non erano ritenute tanto intelligenti, belle sì, ma non troppo sveglie, perché aveva la profonda paura di non essere all’altezza, di essere considerato abbastanza intelligente. Era qualcosa che lo tormentava sin da piccolo, quando sua sorella tornava a casa con un bel voto, lui si sentiva una schiappa e per questo aveva lavorato sodo in modo da ottenere buoni risultati scolastici, non sentendosi mai del tutto adeguato.
Harry sapeva che Jenny era sgarbata, ma sperava di riuscire a farla cambiare e perlomeno di fronte a lui non prendeva in giro malignamente i suoi amici.
 
Come l’amicizia di Harry e Xander, anche quella di Rory e Taylor era andata via via crescendo. Taylor era molto riservata e non riusciva a lasciarsi andare facilmente, ma Rory era un tipo espansivo e la metteva sempre a suo agio. Quando Rory aveva baciato Xander la prima volta, la sera stessa aveva chiamato Taylor per parlare del più e del meno e per dirle del bacio. Taylor non era sembrata troppo entusiasta all’inizio e Rory non ne aveva capito il perché, dopo poco aveva iniziato a essere più amichevole e meno formale.
Taylor quel giorno aveva pensato di dirle della sua cotta e quando Rory le aveva dato la notiziona, la sua allegria era andata a farsi friggere. Sapeva che sarebbe accaduto, già la prima volta che aveva visto Rory e Xander insieme se l’era immaginato che si sarebbero fidanzati, ma sapere che era successo davvero l’aveva affranta. Per fortuna Taylor aveva un carattere davvero dolce e pur di avere un’amica come Rory, che sapeva sarebbe sempre stata al suo fianco, mise da parte i suoi sentimenti per Xander e cercò di essere più entusiasta.
Quando il venerdì erano andati al cinema era stato molto meno imbarazzante di quello che aveva pensato, in quanto Harry era stato davvero gentile e simpatico con lei e poi Rory e Xander non avevano ostentato affatto la loro relazione. Ci sono quelle coppie che sono tutto il  tempo attaccate l’uno alla faccia dell’altro perché sprizzano amore da tutti i pori e mostrandolo in pubblico pensano di contagiare gli altri in qualche maniera misteriosa, ma Rory e Xander no.
Probabilmente perché, come Taylor sapeva ormai bene, Alexander Ludwig era molto timido, quasi quanto lei, e non era capace di fare certe cose, aveva un certo senso del pudore che lo frenava dal baciare Rory ininterrottamente. Aurora dal canto suo, sembrava decisa a mantenere un’atmosfera amichevole e piacevole, senza isolarsi dal gruppo insieme a Xander, forse sentiva anche di dover tenere compagnia a Taylor, che in fondo era stata l’ultima ad unirsi.
Dunque, Rory e Taylor avevano iniziato ad uscire anche da sole, per andare a fare compere e a sentirsi per messaggio o telefonandosi. Taylor era spiritosa, timida e a volte un po’ troppo riservata, ma molto amichevole e una volta che prendeva confidenza diventava allegra e spensierata. Una sua passione, oltre a quella per il suo gattino Meredith era quella di fare i biscotti e i cupcake, quindi ne faceva spesso per portarli a Rory o ne cucinavano insieme.
Rory era felicissima di averla conosciuta e di avere scoperto che era una persona deliziosa come si era immaginata. 

 

ragazze, credo di stare impazzendo. avevo scritto un "angolo autrice" dolcissimo 
dove vi parlavo dei cazzi miei e spiegavo perché ho fatto tutto questo casino con la pubblicazione di questo 
capitolo e perché non avevo voglia di inserire colpi di scena, ma 
il mio computer rosa shocking si è impallato, mentre tentavo di aggiungere il banner e quindi
addio al mio discorso strappalacrime!
cercherò di riassumere brevemente,
non ci sono colpi di scena particolari, perché la mia vita "sociale" ora come ora 
mi fa venire voglia di vomitare, e stamani c'è mancato poco,
il ragazzo che mi piace è uno psicopatico, che mi scrive su wa e poi non
risponde ai messaggi che gli scrivo io,
ma non posso farlgielo notare, sennò ci passo io da psicopatica fissata e non lui
da demente e Ameba! (sì, sul telefono l'ho salvato come "Ameba")
e le mie giornate le passo a scervellarmi su quello che passa per la testa all'ameba
mentre le notti le passo insonni, più o meno per lo stesso motivo. 
quindi, grazie a Lost in a daydream, che si è interessata alla mia merda di vita,
che poi ci passo pure da stronza se dico che la mia vita è una merda, perché lo so che c'è gente a cui va davvero male 
e i quali problemi di sicuro non sono i ragazzi Ameba, ma insomma, avrò diritto di sentirmi insoddisfatta pure io?
dunque, Lost, capisci perché la mia storia sta andando a puttane? ecco.
un altro piccolo appunto, poi vado a pensare al cretino,
Jenny Humphrey, per quelle che non hanno la tv, è un personaggio di GossipGirl.
all'inizio, cioè nella prima serie e basta, mi stava anche simpatica, insomma lei poteva farcela ad entrare nel giro della gente in 
ma con il passare del tempo ha iniziato a vestirsi da barbona, a fare la troia, la bastarda, a mettersi le extention che fanno paura
e quindi ho iniziato ad odiarla,
sorry girls!
ok, questo era davvero tutto, grazie a chiunque abbia letto il mio sfogo e a quelli che commentano e mettono fra i preferiti, fra le seguite ecc ecc
you guys are amazing!
<3
LA

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Capitolo 10
*** Capitolo IX ***


Cena con sorpresa

Alias balene, giraffe ed elefanti.

 

- Jemima stasera fa la pizza con mia madre!- esclamò Rory abbracciando Xander che era già seduto al tavolo della mensa. Chissà come, arrivava sempre per primo. Xander sobbalzò, non riusciva a evitare di farlo. Sorrise mentre Rory si chinava su di lui per baciarlo velocemente. Ancora c’erano solo loro due al tavolo. Xander iniziava piano piano a prendere confidenza con questi atteggiamenti affettuosi di Rory nei suoi confronti, quindi non arrossì, ma ricambiò il bacio e accarezzò il viso della ragazza.

Da quando era andato a prenderla per andare i biblioteca tempo addietro, Xander non aveva mai avuto l’occasione di tornare a casa di Rory e di passare altro tempo con le sue due strane parenti.

Ricordava che Irene, la madre, somigliava moltissimo a Rory, sebbene non sembrasse affatto una mamma e che Jemima, la sorellina di Rory non sembrava affatto una bambina di sei anni, piuttosto una piccola duchessa.

- E mia mamma ha insistito perché ti invitassi a cena! Il programma era di invitare Taylor, ma se vieni anche tu ci divertiamo un sacco di sicuro!- esclamò la ragazza annuendo sorridente al biondo.

Xander era leggermente interdetto, c’era qualcosa nel fatto che ci fosse anche Taylor a cena con loro che lo lasciava disappunto. Con loro due c’era sempre qualcun altro. Non che non passassero proprio mai del tempo loro due da soli, ma che ad una cena, la prima cena in famiglia da quando si erano messi insieme, ci fosse anche la migliore amica gli faceva uno strano effetto. Rimase a rimuginarci un paio di secondi fino a che la squillante voce di Rory non lo distolse dai suoi pensieri.

- Non ti piace più la pizza?- domandò scherzando e salutando Taylor che si sedeva con grazia al tavolo proprio in quel momento.

Xander scosse la testa e sorrise, - Tranquilla, la adoro, verso che ore vengo?- domandò, cercando di non pensare più al suo stupido problema.

Taylor ebbe un sussulto. – Vieni anche tu stasera?- domandò unendosi alla conversazione. Rory annuì.

- Gliela avevo promessa da tanto una cena italiana!- spiegò, mentre Taylor annuiva accennando un sorriso con quelle sue labbra così rosse e con lo sguardo perso nel vuoto.

Stava arrossendo senza accorgersene, Xander aveva notato che lei arrossiva almeno quanto lui ed era una cosa che lo aveva fatto sorridere la prima volta che se n’era reso conto.

- Venite entrambi verso le sei, se volete anche prima, non c’è problema!- disse Rory iniziando a mangiare la sua solita insalata scondita. Sia Taylor che Alexander sorrisero e annuirono.

- Devo portare niente? Magari . . . non mi viene in mente niente, ma se devo portare qualcosa tu, ehm, dillo pure- propose gentilmente Xander, spostando continuamente lo sguardo da Rory al suo piatto. Era in imbarazzo.

- No, no, tranquillo, pensano a tutto le ragazze Lewis! Basta che non dimentichi la testa e ci siamo!- rispose lei ridendo fra sé e sé. Harry arrivò in quel momento insieme a Jenny e la conversazione morì, ravvivata solo ogni tanto da Harry che chiedeva i programmi per Halloween che si avvicinava.

- Forse potremmo andare al Pub, che ne dici?- propose Xander, visto che non aveva altre idee e gli anni passati era andato lì con i compagni di squadra. Harry annuì deciso e accennò un sorriso.

- Mi sembra una buona idea! Non sarà troppo affollato, troveremo un posto per sederci e probabilmente ci serviranno anche degli alcolici. Bravo Xander, te ne intendi più di quanto pensassi- disse Harry sorridendo beffardo.

- Guarda che anche io uscivo il venerdì gli anni scorsi! Solo con gente meglio di te, Hazza!- rispose scherzando il biondo. Harry e Xander risero fino quando non fu Jenny a parlare.

- Se volete l’alcool assicurato, posso chiedere al mio amico Zayn di passare, così lo prende lui per tutti noi. È maggiorenne, quindi non sarà un problema.- disse con quella sua voce leggermente stridula.

Harry sorrise, - Può venire tranquillamente, meglio siamo meglio è! Grazie, Jenny- disse dandole un bacio sulla guancia, lei sorrise civettuola e si attorcigliò una ciocca di capelli fra le dita. Rory pensò che le sarebbero rimasti in mano, ma non accadde e si pentì di avere pensato una cosa così maligna.

 

Quella sera Alexander si recò a casa Lewis proprio alle sei meno cinque minuti e si incontrò fuori programma con Taylor all’imbocco della via. I due quasi si scontrarono.

- Ciao, Taylor- disse a bassa voce Xander, senza guardarla negli occhi. Taylor arrossì.

- Ciao. – rispose. Senza guardarlo nemmeno lei. Teneva in mano un vassoio dall’aria pesante.

Rimasero in silenzio per un paio di metri. Poi Xander assordato da quel nulla, prese fiato e si offrì di portare il vassoio. Taylor arrossì nuovamente, ma declinò l’offerta un po’ bruscamente. Quello fece pensare a Xander di stare veramente antipatico alla ragazza. Era un po’ che lo pensava.

Xander decise che sarebbe stato lo stesso gentile con lei, visto che era la migliore amica di Rory, ma che non le avrebbe rivolto parola più del dovuto.

Arrivarono a casa Lewis e fu Jemima ad aprire la porta. Xander ne fu sorpreso come la volta precedente, considerato che a sua sorella non avevano dato il permesso di aprire la porta fino all’età di nove anni.
La piccola indossava un cappello da cuoco ed un grembiulino fatto su misura. I capelli lunghissimi erano stretti in una treccia e sul suo viso c’erano tracce di farina.
- Buonasera, benvenuti. Come va, Taylor? E tu, Alexander? Spero abbiate trovato bene la strada- disse gentilmente con quel suo tono adulto, tradito dalla voce flebile ed infantile, facendo entrare i due ragazzi che rimasero per un paio di secondi senza parole.
- Jemy, non mettere in soggezione i nostri ospiti!- si sentì urlare dalla cucina. La piccola sbuffò.
- Mamma! Io non metto in soggezione nessuno!- urlò di rimando, voltandosi poi per sorridere amabilmente ai due ragazzi. – Se volete posare i giacchetti sul divano, penserò io a metterli a posto dopo. Prego, venite in sala da pranzo.
Dalla cucina proveniva un profumo squisito di pizza e di forno e si sentiva della musica.
- Oh, ragazzi! Siete arrivati super in orario! Taylor! Hai portato uno dei tuoi dolci??- li salutò Rory, anche lei con il grembiule, alzando la voce per sovrastare quella del cantante.
- Tesoro, abbassa Tiziano, sennò dovremo urlare tutta la sera. Ciao, ragazzi! Come state? Xander, mi sembri un po’ in imbarazzo, siediti pure da qualche parte. Jemima, dagli qualcosa da bere!- disse Irene, pulendosi le mani per abbracciare sia lui che Taylor.
- Scusate la confusione, sia della cucina che della musica. Ma Tiziano Ferro mi ha incantata quando sono stata in Italia e da allora è tradizione cucinare la pizza ascoltandolo.- spiegò abbassando il volume dello stereo. Rory nel frattempo si era levata il grembiule e si era sistemata i capelli. Andò dai suoi amici e dopo avere abbracciato Taylor, diede un bacio sulla guancia a Xander.
 
Quando si sedettero a tavola, dopo circa un quarto d’ora, la conversazione prese una piega del tutto inaspettata.
- Dunque, che pizza preferite? Abbiamo quella con le acciughe, le patatine, margherita, posso farvi tutti i tipi che desiderate! Insomma, ho delle meringhe, se vi va vi metto pure quelle! Non giudico!- disse Irene.
- Penso che i ragazzi preferiranno la margherita, non ci sono ancora abituati alle pizzate Lewis! Mi metti un po’ di parmigiano sulla pizza?- intervenne Rory, togliendo dall’imbarazzo sia Taylor che Xander.
 
- Allora, oggi a lavoro sono successe un sacco di cose. Faccio la stilista, ma mi piace anche il giardinaggio.- informò la donna,- Bene, è entrata Larry, la mia socia e ha iniziato a dirmi che avremmo dovuto fare una collezione sulle balene! Ma chi mai indosserebbe dei vestiti ispirati alle balene?!- esclamò Irene sedendosi dopo avere servito tutti quanti.
- Beh, probabilmente, le persone molto grasse, o le fissate con le balene. . . io me la comprerei una maglietta con una bella balena sopra!- commentò Rory addentando un pezzo di pizza. Jemima scosse la testa in segno di dissenso.
- Non devi essere così scortese! Pensa alle povere persone obese! Non sei carina- disse, aggiustandosi gli occhiali sul nasino.
- Ma di sicuro non intendeva essere scortese. È solo un, mh, pensiero comune, un appellativo per le persone un po’ cicciottelle quello di “balene”- intervenne Taylor aprendo bocca per la prima volta da quando lei e Xander si erano incontrati. Jemima annuì, alzando le spalle, - Hai ragione, Taylor, con te si ragiona benissimo, mi fa sempre piacere quando sei qui con noi!- disse, sorridendole in maniera strana.
- Oh, be’, grazie Jemima!-, rispose la ragazza arrossendo.
- Ci fa piacere che ci sia pure tu, Alexander, ovviamente! Comunque vi stavo dicendo, dall’idea delle balene siamo passate a parlare di giraffe e di elefanti, ideando una sfilata con quelle stupende ragazze africane con i colli lunghissimi e con pettinature somiglianti a proboscidi, sapete no, per rimanere in tema- disse Irene gesticolando con le posate in mano.
- Uh, pensa che musica stupenda potreste mettere come sottofondo! Molto ritmata! Che idea geniale, assolutamente geniale!- esclamò contenta Rory, prima che Irene riprendesse a parlare.
- Il punto è che ci siamo accorte che il giallo e il grigio non sono colori che stanno bene a tutti, e io e Larry puntiamo a fare indossare i nostri modelli a quante più persone possibili, lo sapete, no?
Né Xander né Taylor lo sapevano, ma annuirono lo stesso continuando a mangiare girando la testa per guardare chi parlava.
- E abbiamo pensato a dei pesci! Sapete no, che ci sono miliardi di varietà di pesci variopinti e che con le paillettes si riproduce magnificamente l’effetto delle squame. Da lì, l’idea delle sirene!- esclamò contenta Irene battendo le mani insieme. Anche Jemima applaudiva entusiasta e con lei Rory.
- Mi sembra un’ottima idea, insomma a tutte le ragazze piacciono le sirene e verrebbero degli splendidi abiti da sera! Complimenti, Irene- disse Taylor sorridendo gentilissima.
- Anche io concordo ovviamente, solo che non mi intendo proprio di, ehm, moda. . .- si espresse Xander, non sapendo bene cosa dire, ma non volendo rimanere in silenzio.
- Oh, tranquillo, sei stato gentile anche solo a concordare! Ma non è successo solo questo! Mentre andavo al supermercato per fare la spesa, ho visto una sorta di raduno di biciclette, è stato stupendo!- aggiunse la donna, bevendo un sorso dal proprio bicchiere.
- Oh, mamma, quanto vorrei sapere ancora andare in bicicletta!- esclamò Rory, sospirando.
- Cosa? Hai dimenticato come si fa?- le domandò Xander interdetto. – Non è forse vero quel detto “E’ come andare in bicicletta”? insomma, una volta che lo sai fare, lo sai fare per sempre- continuò sentendosi uno scemo fra tutte quelle donne e provando a contraddirle. Rory scosse la testa con fare melodrammatico.
- Lo sai, Alexander, è una cosa che continuiamo a dirle tutti quanti, ma lei proprio non vuole capire! Pensa che a me non mi ha mai insegnato ad andarci in bicicletta!- esclamò Jemima annuendo e finalmente rivolgendo un dolce sorriso anche al ragazzo, che rimase con gli occhi e la bocca leggermente spalancati.
- Vedi, è che quando aveva dodici anni le rubarono la sua bicicletta. Era nuova di zecca, insomma la rubarono un paio di giorni dopo il suo compleanno. Rory aveva imparato ad andare in bicicletta con quella e. . .- iniziò a spiegare Irene sorridendo dolcemente ai commensali, - E con lei se ne sono andate tutte le mie capacità di andare in bicicletta!- concluse la ragazza sospirando. – Riposa in pace, dovunque tu sia, Sandy.- disse con aria solenne, guardando il vuoto, poi sussurrò ai due ospiti – Era il nome della bici.
E tutti scoppiarono a ridere mentre Rory rimaneva indignata.
 
La serata continuò su questo filone per un’altra ora abbondante. Taylor e Xander si limitarono ad annuire e a parlare solo di tanto in tanto, sebbene le Lewis cercassero di coinvolgerli nei loro strani discorsi. Xander era affascinato da come Rory, Jemima e Irene non perdessero mai il filo del discorso e da come Taylor non si fece né da una parte né dall’altra quando le chiesero se avrebbe mai venduto i suoi capelli per farne una parrucca.
La serata si concluse amabilmente, il dolce di Taylor era squisito, così come la pizza.
- Mi dispiace solo non aver invitato anche Harry, si sarebbe divertito stasera.- commentò Xander, quando fu in salotto da solo con Rory. I due si erano messi a guardare la televisione dopo che Jemima era andata a letto e Taylor era tornata a casa.
I due ragazzi si erano baciati un po’, mentre trasmettevano “Il giardino segreto” uno dei film preferiti di Rory.
- La prossima volta inviteremo anche lui, stai tranquillo. Scusa se abbiamo parlato di cose strane, ci piace essere diverse!- disse Rory, accarezzando la spalla di Xander, sorridendogli. Il ragazzo scosse la testa.
- È per questo che mi piaci, perché sei diversa. È stato interessante, strambo, ma interessante- le rispose Xander, baciandola di nuovo.


                                                                                                  
                                                                                           



 

Ed ecco il nuovo capitolo! spero che vi piaccia.. è una stronzata.. ho provato a fare una cosa un po' diversa...
ma mi rendo conto che dovrei fare solo quello in cui sono brava!
comunque il prossimo capitolo sarà un po' strano... spero soltanto che vi piaccia un po' più di dialogo fra i protagonisti
e la nuova apparizione di Jemima! quella bambina è il mio amore!
comunque tanto per informarvi, l'Ameba è un demente, che da due settimane si vede con una
e non si fa problemi a mandarmi messaggi ammiccanti e 
a flirtare con me...
quindi sto di merda, cioè non proprio, ma ora come ora mi sta sul culo lui, l'amore e san valentino di sto ca*zo! 
quindi niente.. spero che a voi sia andata meglio!
grazie a chiunque legga, commenti e metta fra i preferiti o le storie seguite!
un abbraccione,
una mezza depressa, incaz*ata nera
LA

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Capitolo 11
*** Capitolo X ***


Segreti e amicizie

 
Era venerdì mattina e Harry e Xander stavano andando a scuola dopo la fantomatica cena. Mentre raccontava ciò che era accaduto, Xander si espresse sulla sua ipotesi di stare antipatico a Taylor.
- Vedi, ci siamo incontrati all’imbocco della strada e a malapena ci siamo salutati, poi in pratica non mi ha più rivolto la parola per tutta la sera. Ma quale persona normale fa una cosa del genere? Le ho detto che il dolce che aveva fatto era molto buono e lei si è limitata ad annuire e a farmi un sorriso proprio accennato. Ti sembro una persona antipatica? Ti prego, Hazza, dimmelo, perché se devo cambiare qualcosa lo faccio volentieri, insomma mi dispiace non stare simpatico!- si sfogò il biondo, continuando a camminare innervosito. Era accaldato dallo sfogo e aveva le guance rosse. Harry ci pensò su, non conosceva Taylor per bene e non l’aveva mai osservata più di tanto, ma con lui ci parlava, non è che avessero grandi conversazioni, ma si parlavano di tanto in tanto e a volte addirittura scherzavano. Si limitò ad alzare le spalle.
- Xander, io suppongo, per quel poco che conosco Taylor, che non ci sia persona al mondo che le sta antipatica, sul serio, non credo che detesti nemmeno Jenny, e, prima che tu dica qualcosa, lo so che non va a genio nemmeno a te, ma so che ci deve essere qualcosa di buono in lei, quindi lasciami in pace. Taylor, dicevo, è una persona molto gentile e dolce, tra l’altro non credo che avrebbe motivo di trattarti male, insomma, guarda che bel faccino che hai!- esclamò, prendendolo per le guance e ridendo per la sua espressione indignata. – Xander, amico, non farti troppe seghe mentali! Tu non hai grandi difetti, a parte forse il borbottare di tanto in tanto, ma non dà fastidio a nessuno! Chill out!- continuò guardandolo gentilmente. Perché Harry non si preoccupava mai di niente? Quanto avrebbe voluto essere come lui, così spensierato ed intraprendente e audace e sagace. Purtroppo però, lui era solo Alexander Ludwig, alto, biondo, ansioso e timido.
- Ho capito, grazie Harreh.- gli disse, dandogli una poderosa pacca sulla schiena.
 
Era l’intervallo fra la prima e la seconda ora  e Taylor stava tranquilla al suo armadietto. Quel giorno aveva indossato le sue ballerine di velluto nero con ricamati i musetti di due gatti e cercava di non dare troppo nell’occhio, nonostante adorasse quelle scarpe. Stava riponendo i suoi libri nell’armadietto quando Rory arrivò a salutarla. L’amica aveva i capelli tirati su in una crocchia gigantesca, con dei ciuffi scompigliati che ne fuoriuscivano e una nastro che le faceva un fiocco enorme dietro la testa.
- Allora, Cupcake, come stai? Mi dispiace che ieri sera te ne sia andata prima di assaggiare i tortini di Jemima!- esordì Rory adagiandosi contro la schiera di armadietti. Taylor le sorrise. Jemima era la sua compagna di cucina, avevano già preparato i biscotti insieme un paio di volte e quella ragazzina era completamente pazza per lo zucchero e per le perline argentate commestibili! Le veniva da ridere ogni volta che pensava a lei.
- Oh, non ti preoccupare, li assaggerò un’altra volta, tranquilla. Tra l’altro dovevo studiare ancora per il compito di matematica, e non credo mi andrà bene comunque, quindi. . . ma che stai guardando?- domandò, visto che Rory era impalata a guardare dall’altra parte del corridoio. Seguì il suo sguardo e notò che c’erano Harry e Jenny che chiacchieravano in fondo. Rory si scosse. Jenny aveva più trucco del solito, i capelli gonfi e quell’aria a sbandata che Taylor non riusciva a spiegarsi.
- Oh, niente. Secondo te Jenny è innamorata di Harry?- le domandò Rory, con aria seria. Taylor storse la bocca. Non aveva mai pensato una cosa del genere, non pensava quasi mai a Harry, solo negli ultimi tempi le era capitato di avere per la testa qualcosa che lo riguardasse, ma niente di speciale.
– Io credo che quella sia innamorata solo di sé stessa. Però non posso dire niente, non la conosco e non mi piace sparlare della gente.- rispose nella maniera più imparziale possibile.
Jenny l’aveva in un certo bullizzata dalla terza media. Non era proprio bullismo, semplicemente aveva iniziato a prenderla in giro per la sua passione per i gatti, poi Abigail le aveva fatto una parte a culo e Jenny adesso non le parlava. Le andava a sbattere contro e non le chiedeva scusa, le passava davanti a mensa e non le diceva niente, le rubava il posto in classe e niente. Era la tattica del silenzio messa in pratica da quasi quattro anni.
- Senti, nemmeno a me, ma le mie sono constatazioni della realtà! Secondo me si trucca troppo e i suoi capelli avrebbero bisogno di un trattamento specifico. Sembrano paglia! O meglio sembrano schiariti con la candeggina! Ma ti pare? ew. – esclamò Rory, muovendo la testa da una parte all’altra con fare nervoso.
- Rory, ma che te frega? Insomma, mica ci stai tu con lei! Peggio per Harry se si è fatto incastrare! Comunque è vero, sembrano schiariti con la candeggina. Se devi farti finta bionda, fallo per bene! Per fortuna ci sono ancora bionde originali- le disse Taylor ridacchiando, porgendole la mano per farsi dare il cinque con fare molto yeah. Aurora rise con lei di gusto, abbracciandola e continuando a farle complimenti sui capelli, poi aggiunse :- Hai proprio ragione. Insomma, che mi importa? Io ho Xander! Però mi dispiace per Harry. . .  lei è squallida!- esclamò, forse un po’ troppo a voce alta.
- Chi è squallida?- domandò Xander arrivando proprio in quel momento. Taylor arrossì e stette zitta, si limitò a fargli un cenno con la mano e si mise a guardare cose invisibili nell’armadietto, aspettando che lui se ne andasse, o che suonasse la campanella per andarsene lei. Non riusciva ancora a rivolgergli parola! Già prima che arrivasse Aurora non gli aveva mai detto niente, figuriamoci adesso che era fidanzato! Tra l’altro la sera prima doveva essere sembrata una cafona, rimanendo in silenzio per tutta la via, si sarebbe voluta picchiare da sola. Quanto si sentiva stupida. La sua cotta segreta continuava a mandarle in tilt il cervello.
 – Che stupida- disse involontariamente ad alta voce Taylor, si accorse di cosa aveva detto e spalancò gli occhi sperando che non se ne fossero accorti, ma Xander rimaneva in silenzio e lei sentiva il suo sguardo sulla sua treccia scomposta.
Xander guardò un attimo il cielo, poi si rivolse a Rory, aspettando una risposta. Per fortuna quella ragazza aveva il talento di risolvere le situazioni imbarazzanti.
- Oh, si riferiva a Jenny, ma non importa. Come stai? Jemima ti ha scandalizzato con i suoi discorsi saccenti di ieri sera?- domandò Rory, prima di dare un bacio al suo ragazzo. Per fortuna che anche Rory aveva frainteso l’esclamazione di Taylor.
Taylor non ce la faceva a stargli accanto per osservare quello spettacolo, cercando di non mostrare la sua tristezza, più che la sua gelosia, così chiuse l’armadietto e si avviò verso la classe di Matematica, nella direzione di Harry. Probabilmente aveva gli occhi più arrossati di quanto non pensasse, perché il ragazzo, ormai rimasto solo, la fermò.
- Hey, Taylor, com’è? Che succede? Tutto a posto?- le chiese con una punta di preoccupazione nella voce.
- Niente, niente. È che non credo di riuscire a passare il test di matematica, ed è un casino se non lo passo.- buttò là lei, cercando di negare l’evidenza. Tirò su con il naso e Harry le accarezzò una spalla e cercò dei fazzoletti nel suo armadietto.
- Taylor, so che non siamo molto in confidenza, ma se c’è qualcosa che ti fa star male e io posso aiutarti, ti prego non esitare a dirmelo. – le disse lui guardandola gentilmente. Harry l’aveva guardata un secondo e già aveva capito tutto, come era possibile che Xander ogni volta che la guardava si facesse altamente i cazzi suoi invece? Com’era possibile che da sei anni (quasi sette) Xander fosse completamente fuori dal mondo? Taylor guardò il moro dritto negli occhi. Erano limpidi, verdi e sinceri. Per un attimo fu tentata di dirgli la verità, di confermare i suoi sospetti.
- È difficile da spiegare. . . io mi sento uno schifo e . . . – si voltò a guardare Xander e Rory che erano ancora intenti a baciarsi dolcemente. Taylor sospirò, guardando di nuovo negli occhi il ragazzo, che annuì.
- Forse ho capito, ma non ti voglio rompere. Se ti serve qualcuno con cui sfogarti, stai certa che sarò sempre disponibile! In gamba, Taylor!- le disse gentilmente, prima di avviarsi verso la propria classe, visto che era suonata la campanella.
Harry non aveva mai pensato di diventare amico di Taylor Swift, anche se avevano frequentato varie classi insieme e il fatto era che proprio per quello sapeva che lei era molto intelligente e era una persona molto acuta. Un paio di anni prima aveva anche avuto una cottarella per lei. Nel periodo in cui ancora Taylor portava gli occhiali. Si era sempre pentito di non avere provato a conoscerla meglio, perché pur avendoci parlato poche volte quell’anno, già sapeva che le sarebbe stata simpatica e che era una persona molto gentile.
Xander gli aveva detto che pensava di starle antipatico, ma a Harry non era mai passato per la testa. Taylor non lo detestava affatto, secondo Harry c’era qualcosa sotto che Taylor non aveva confidato ancora a nessuno e si sorprese a sorridere, mentre andava nell’aula di Chimica, pensando che forse con lui si sarebbe confidata. La ragazzina amante dei gatti, con gli occhiali, forse un giorno non troppo lontano sarebbe diventata davvero sua amica. 

 

lo so, questo capitolo è un po' una merda... ma insomma,  dovete capire che sono di nuovo in italia
e io  amo l'inghilterra! non riesco ad andare oltre il fatto che sono dovua ritornare a casa mia...
si, perché la scorsa settimana sono stata in inghilterra con la scuola. no big deal.
comunque fatemi sapere che ne pensate, carico presto il prossimo capitolo... penso settimana prossima
a meno che il compito di greco non vada davvero di merda domani
e quindi io non mi sia suicidata prima!
kiss
LA

 

                                                                                                                                  

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Capitolo 12
*** Capitolo XI ***


Sì, bella personalità di merda!


- Allora per sabato è tutto apposto! John è dei nostri e ci prende lui da bere, ci troviamo alle dieci fuori dal Pub e poi entriamo insieme, sperando di trovare posto a sedere.- disse Jenny con quella sua voce spocchiosa, sedendosi con gli altri a mensa.
- Non si chiamava Zayn?- domandò Rory sospettosa. - Ehm, grazie, Jenny, sei stata carina a pensare a tutto tu- disse timidamente Taylor, cercando di essere il più gentile possibile. La falsa bionda sospirò, - Se non ci pensavo io, domani sera stavate a casa a far nulla. Cose da perdenti!- disse roteando gli occhi. Taylor se ne stette al suo posto, senza replicare. Forse perché Jenny in parte aveva ragione, molto probabilmente se non si fosse unita a Rory, Harry e Xander sarebbe rimasta a casa a guardare Via col vento assieme a sua nonna. Arrossì.
- No, Zayn ha di meglio da fare, verrà John, tanto non cambia nulla.- rispose sbrigativa Jenny. Harry la baciò su una guancia, Taylor annuì e così fece Xander.
Rory la ignorò e si piegò in avanti verso Taylor sorridendole, - Che dici, prima andiamo in giro con Jemy  a fare dolcetto o scherzetto?- le propose. Taylor strabuzzò gli occhi. Non era mai stata a fare dolcetto o scherzetto.
- Potremmo anche. . . tanto noi non ci vestiamo, giusto?- le disse per assicurarsi di non dover fare figure di merda in giro per il quartiere. Rory fece una faccia del tipo “Certo, come no!”, ma disse :- Ovvio che non ci vestiamo!- Ma le fece l’occhiolino di nascosto.
 
Rory adorava dolcetto o scherzetto, adorava Halloween e adorava sua sorella. Per questo ogni anno, da quando Jemima sapeva camminare, l’aveva accompagnata a spasso per il quartiere, di porta in porta a chiedere dolcetti e caramelle. E per questo ogni anno si era travestita da qualcosa di diverso, divertendosi un mondo. Quando suo padre era morto, l’unico ricordo davvero nitido che le era rimasto di lui era di aver passato un’intera notte di Halloween travestita da gallina a caccia di dolci insieme al suo papà e di aver fatto a gara con lui a chi riusciva a mettersi in bocca più marshmallow.
Jemima era troppo piccola quando suo padre era morto per ricordarsi qualcosa di questo tipo, quindi Rory aveva deciso che la sua sorellina avrebbe avuto lo stesso dei ricordi magnifici di quella festa.
Mentre tornava a casa sentendo i suoi stivali da pioggia che facevano squick squick  ogni volta che passava su un tombino, iniziò a pensare come si sarebbe vestita quel sabato.
Aveva già una mezza idea, ma doveva lavorare per bene sui particolari e soprattutto doveva pensare a qualcosa per Taylor, considerato che se voleva fare il giro del quartiere con loro, doveva assolutamente mascherarsi, se no sarebbe stata lo zimbello di tutti!
E per di più Rory era quasi certa che Taylor non si fosse accorta dei suoi riferimenti al fatto che si sarebbero di sicuro travestite, non le sembrava neanche il tipo da fare dolcetto o scherzetto. Ma ci avrebbe pensato lei a farle cambiare idea.
E quando pensò al concetto di cambiare idea, Rory fece un ragionamento che la indusse a pensare a Harry e Jenny. Perché Harry aveva iniziato a frequentare una ragazza del genere? Non le sembrava il tipo da uscire con le slavate. . . o con le stronze.
Che poi, per carità, i gusti sono gusti, ma Harry non si accorgeva che Jenny non aveva per niente un bel carattere? “Sì, un bel carattere di merda!” venne da pensare a Rory, e si pentì subito dopo.
Che le succedeva? Sì, ogni tanto prendeva in giro le persone e faceva commenti su quelle che non le stavano particolarmente simpatiche, ma non le insultava mai. Non usava neanche le parolacce! Non di certo “merda”. Al massimo stronza, insomma ogni tanto quella la usava, merda non era nel suo stile! Perché con Jenny era diversa la cosa?
- Rory, non puoi trattare a questa maniera la gente perché ha i capelli brutti, nemmeno perché si trucca troppo. Pensa se ci fossi tu al suo posto! Insomma, tu con Jenny non ci hai mai davvero parlato, magari è una stronza fuori, ma dentro è dolce. Magari ti sta antipatica perché risponde male alle persone. Magari ti sta antipatica perché si veste come una prostituta un giorno e come una barbona quello dopo. Ma non puoi giudicare le persone dal loro aspetto!- si disse a bassa voce, come se si stesse facendo una parte da sola. Controllò per bene che non ci fosse nessuno intorno e continuò il suo monologo ad alta voce. Le capitava più spesso di quanto fosse disposta ad ammettere di avere conversazioni con se stessa.
- Magari ti sta antipatica perché tratta male Xander. Perché non considera affatto Taylor-continuò, - Perché sta con Harry. – concluse.
Ecco. L’aveva detto. Aveva interrotto la sua voce giudiziosa per dire quel pensiero fugace e improvviso.
Non poteva pensare una cosa del genere. Insomma, sì, Harry era suo amico, ma lei non era innamorata, anzi meglio, invaghita di lui! Erano solo amici! E per di più lei era la ragazza di Xander! Il migliore amico di Harry!
Aurora si accorse solo in quel momento di essersi fermata in mezzo al marciapiede. Doveva parlarne con qualcuno. Era a pochi passi da casa e quando entrò si diresse in camera di sua sorella.
- Jemy, ho un grande problema.- esordì, lasciando le scarpe, il giacchetto e la cartella in un ammasso informe sull’uscio della stanza.
Jemima era intenta a leggere un libro sulla sua poltrona rossa, si risistemò gli occhiali sul nasino, la guardò con quel suo sguardo interessato e azzurro e le fece cenno di sedersi sul tappeto.
- Vieni, entra pure, Auro, dimmi tutto, sono tutta orecchi, sono in anticipo sul programma e non ho compiti da fare. Ti prego, spiegami cos’è che ti angoscia.- le disse sporgendosi in avanti e appoggiando il visino sui palmi grassottelli delle mani.
Aurora prese un gran respiro.
- Jemima, tu lo sai che io mi fido di te- . La bambina annuì. Anche Rory.
- Sai che io cerco di fare tutto in modo che nessuno rimanga male.-
- Ovviamente, è così che si fa. Auro, arriva al punto e respira.- disse la piccola continuando a tenere lo sguardo fisso in quello della sorella maggiore.
- Jemy, ho paura che quello in cui mi sono cacciata lascerà qualcuno scontento. – disse nervosa, torturandosi le mani e respirando affannosamente. Jemima spalancò gli occhi, rimase un attimo con la bocca aperta e poi si ricompose, sistemò gli occhiali e annuì con calma.
- Sapevo che sarebbe accaduto. Stai parlando di Taylor e dei suoi biscotti alle noci di macadamia, vero? Lo so che non ti piacciono.- disse Jemy, scuotendo la testa e facendo un sorriso un po’ teso, che evidenziò la sua fossetta.
Aurora aggrottò la fronte. Strinse gli occhi. – Davvero, Jemy? Davvero? Tu pensi che io sia venuta da te per chiederti come dire a Taylor che non mi piacciono i suoi biscotti alle noci di Vattelappesca? Davvero?-
Jemima rimase a guardarla sorridendo un paio di istanti, poi si rese conto di avere detto una stupidaggine.
- Se non parlavi dei biscotti, a che ti riferivi?- domandò a malincuore, visto che non aveva idea di che cosa stesse parlando la sorella e che detestava non avere ragione. Rory le si buttò addosso abbracciandola sconfortata.
- Oggi, parlando fra me e me, sono arrivata a dire che forse mi piace Harry.- confessò Rory, sentendosi particolarmente in colpa.
- Ma se stai con Xander come fa a piacerti Harry?- le chiese Jemima, pensando di aiutarla. Rory sbuffò.
- È questo il problema. A me Xander piace tantissimo, gli  voglio così bene, ma voglio tanto bene anche a Harry e vederlo con Jenny-la-poco-di-buono mi fa venire una rabbia. . .- cercò di spiegare Aurora.
- Auro, quella si chiama gelosia e qui abbiamo un grosso problema. Da quello che mi hai raccontato del primo giorno di scuola e della prima settimana, fino al momento in cui ti sei messa con quel caro ragazzo che è Xander, mi pareva ovvio che entrambi i tuoi nuovi amici fossero, come dire. . . interessati a te in quel senso, no? Tu hai fatto la tua scelta e non puoi sottrarti alle conseguenze.
Rory rimase a bocca aperta. Da quando le ragazzine di sei anni con gli occhiali parlavano in quel modo, capivano i segnali dei ragazzi e ne capivano qualcosa di amore?
Aurora aveva sempre saputo che sua sorella era speciale.
- Ma io non ho scelto, è semplicemente successo e io l’ho accettato di buon grado! Non mi pento di essermi messa con Xander. Diciamocelo, è un gran pezzo di figliolo, ma sento che starei benissimo anche con Harry!- disse disperata Rory, cercando conforto fra le piccole braccia di Jemima. La bambina sospirò.
- Voi adolescenti e le vostre crisi. . . spero di non diventare così alla tua età. . . Senti, le opzioni sono varie, perché potresti lasciare Xander per metterti con Harry, ma se Harry sta con Jennifer sarebbe un problema farli lasciare. Inoltre loro due, intendo i ragazzi, sono molto amici e forse contendersi il tuo amore non gli piacerebbe, quindi alla fine l’unica a rimetterci saresti tu. . . bel dilemma. . . Rory, sono troppo piccola per queste cose. Penso però che se avessi un fidanzato bello, gentile e coccolino come il tuo non lo lascerei per un pensiero fugace.- disse Jemima, concludendo il discorso stringendo le labbra e dando un bacio sulla fronte della sorella. Anche Aurora le diede un bacio.
-  Grazie, Jemy, sei sempre la migliore!- le disse e andò in camera sua.


 

Oh, oh, oh! Meeeery Christmas! ok, lo so che siamo quasi a Pasqua,
ma mi piace dire "oh, oh, oh" nella mia testa.
Allora, vi racconto la storia del mio computer, che un giorno è morto
e dopo due gloriose settimane è tornato alla vita!
Proprio come a Pasqua! 
ODDIO! computer, sei stupendo! *abbraccia il computer* 
Comunque, questo è il motivo per cui non ho postato per così tanto tempo :3
allora, spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto e che vi dia da pensare..
che farà Rory? il prosismo capitolo secondo me vi farà fangirlizzare un sacco!
Ah, avevo scritto che Jenny avrebbe portato Zayn,  poi nel resto della storia avevo messo lui,
ma siccome succedono dei casini con Zayn
avevo paura di passarci da razzistona a lasciarci lui  eallora ho scelto il nome più banale del mondo,
John (bleah!) e ho cambiato il corso della storia! 
E quindi niente... spero che vorrete continuare a seguirmi, 
che leggerete le ff che ho in cantiere e che posterò tra un po' di tempo, quando avrò meno d astudiare
e almeno dieci capitoli pronti per ciascuna!
AH! per quel che può fregarvi ho detto all'ameba che mi piace 
e  lui mi ha detto che ora ha la citta e non sa bene che cosa pensare di me e lui insieme in quel senso,
ma insomma io conto che si chiarisca presto le idee
e capisca che siamo perfetti e che scarichi quella trippona con cui esce adesso..
non so nemmeno chi sia, ma so che è una trippona.
BACIONIIII!!!!
#stayfearless
LA
p.s mi scordavo di comunicarvi la mia gioia per l'inizio del red tour! ho visto un paio di esibizioni e mi stavo per commuovere!
io amo quella ragazza! e se mai la incontrerò tenterò di strapparle dei capelli per poterla clonare!
ok, magari no.. va bene. ciao.

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Capitolo 13
*** Capitolo XII ***




Trick or Treat

 

 - Wow, non vedevo l’ora che questa giornata finisse! Ho avuto un sacco di lezioni estenuanti oggi!- esclamò Xander prendendo Rory per mano. Ormai aveva fatto l’abitudine di compiere quel gesto quando la vedeva. La ragazza gli sorrise.
- Oh, io ho avuto Scienze e sai quanto mi piaccia. . . per il resto è stata una giornata tranquilla. Ma adesso sono super eccitata per stasera! Non vedo l’ora di andare in giro con mia sorella e poi di stare con voi al Pub! – esclamò saltellando.
Accanto alla coppia passò in quel momento Taylor, Rory la fermò e la salutò con la mano.

- Allora stasera ci vediamo alle cinque da me, d’accordo, Tay?- domandò sorridendo. Anche Taylor sorrise, poi incrociò per un attimo lo sguardo di Xander e divenne paonazza.
- Non viene anche lui, giusto?- le scappò detto. Xander mutò il mezzo sorriso in un’espressione seria e spostò subito lo sguardo dalla bionda alla siepe accanto al marciapiede.
Rory non la prese male come lui, - No, tranquilla! Fino alle nove è una serata per sole donne!- esclamò divertita, dando un bacio sulla guancia all’amica. Taylor annuì poco convinta e salutò Aurora, facendo un cenno anche a Xander, che la ricambiò con poco entusiasmo.

Taylor passò tutto il tragitto fino a casa a darsi dell’imbecille. Quanto era sembrata stronza? Doveva fare qualcosa.
 
Il campanello suonò proprio alle cinque, fu Irene ad aprire la porta e a far accomodare Taylor in casa.
- Hey, Taylor, come stai? Come sta tua nonna? L’ho incontrata l’altro giorno al supermercato e sembrava in gran forma!- la salutò con quell’espressione solare che caratterizzava anche la figlia maggiore.

 
 
Taylor si strinse nelle spalle, - Sì, nonna me lo ha detto. Sta molto bene di recente, l’aria autunnale la rende gioiosa!- disse arrossendo leggermente.
- Non ti trattengo oltre, le due paperelle sono su in camera di Aurora, di’ che arrivo tra poco con i biscotti!- aggiunse, lasciandola salire al piano di sopra.

Nella camera di Rory c’era un letto a una piazza e mezzo rivolto verso la finestra, con un grosso baule ai suoi piedi. Poi un bell’armadio capiente, che faceva pendent con il baule e una scrivania laccata color panna sormontata da una libreria piena zeppa di libri e fogli e quaderni. In giro per la stanza erano appesi poster, riproduzioni di quadri e disegni, oltre a varie foto. A Taylor piaceva molto come camera, perché le ricordava quella di un’artista.
- Ah! Finalmente sei arrivata! Sto finendo di truccare Jemy, vedi, è una civetta! Sai no, per gli occhiali- disse Aurora, finendo di dipingere delle piume sul viso della bambina.
Taylor guardò meglio anche l’amica. Aurora indossava un abito nero, fatto di tulle decorato con dei bottoni argentati e sul letto era appoggiato un cappello da strega. Taylor si spaventò.
- Oh, no, Rory! Tu ti vuoi travestire! E ci scommetto la borsa nuova che vuoi far travestire anche me!- esclamò Taylor spalancando la bocca e puntando un dito accusatore contro l’amica che cercava di rimanere seria, sebbene morisse dalla voglia di ridere per l’espressione di Taylor.
- Be’, se devo essere sincera il piano effettivamente era quello. . . ma ho pensato a un vestito carinissimo per te! E poi naturalmente prima di andare al Pub torniamo qui e ci cambiamo! Non che io non ami il mio costume da strega, ma mi rendo conto che potrei terrorizzare qualcuno, quindi. . .- disse, cambiando discorso e tranquillizzando Taylor che però ora si stava domandando da che cosa si sarebbe vestita lei.

- Oh, nel caso te lo stessi chiedendo, io e Auro abbiamo pensato che potresti vestirti da strega pasticcera!- spiegò Jemima una volta finita la preparazione del suo viso. Era molto suggestivo.
- Mmh, ragazze, vi voglio bene, ma non mi fido affatto di voi. Non mi piacciono le streghe! Io sono più un tipo da fate. . . sirenette, roba del genere, capite?- disse Taylor, in un vano e disperato tentativo di evitare il travestimento. Rory scosse la testa.
- Tranquilla, è una cosa molto semplice! Ti trucchiamo da strega, ma ti mettiamo i vestiti da cuoca e un bel mantello! E magari ti porti dietro un calderone. . . ma quello possiamo fare a metà!- disse Aurora, tirando fuori dall’armadio un cappello da chef e un grembiule dipinto con delle ragnatele.
- Oddio! Ma voi state male! Ragazze io non mi ci vesto a quella maniera!- esclamò Taylor. Dieci minuti dopo si stava facendo truccare.
 

Il giro di dolcetto o scherzetto fu stupendo. Taylor non rideva tanto da molto tempo ormai e stare con Aurora e Jemima era un divertimento assicurato.
Di porta in porta dovettero spiegare a tutti da che cosa fosse travestita Taylor e alla fine non riuscivano a non ridere, perché era sempre Jemima a spiegare alla gente il vestito da strega pasticcera e le persone rimanevano mortificate dal tono usato dalla bambina, considerato che a lei sembrava una cosa ovvia.
Scambiarono due parole con tutti i vicini, anche con il vecchietto che diede loro soltanto della frutta secca. Furono tutti gentili e alcune signore concordarono che il costume da civetta era il più originale dell’anno.
Quando tornarono a casa gettarono tutte le caramelle sul tavolo della cucina e iniziarono a spartirsele in base ai loro gusti. Le gelatine alla frutta andarono tutte a Rory e Irene supplicò le ragazze per avere la frutta secca, la sua passione proibita.
- Oh porca banana! Taylah, dobbiamo correre, spogliati, lascia la roba qui in cucina! Sono le nove meno un quarto!- esclamò Rory iniziando a slacciarsi i bottoni del vestito. Taylor sgranò gli occhi.
- È già così tardi? Come è possibile?? Siamo arrivate a casa che erano le sette e mezzo! E poi secondo te mi spoglio in mezzo alla sala da pranzo?- le domandò Taylor guardandola disappunto.

- Lo so, è pazzesco come vola il tempo. . . comunque, sì. Per me ti puoi spogliare anche salendo le scale, ma credo che sia un po’ più difficile e sicuramente più pericoloso, che dici? Forza, T! Non voglio fare tardi!- continuò a parlare Rory, rimanendo in biancheria intima.
- Non vi preoccupate, la metto a posto io questa roba- disse Jemima, iniziando ad abbracciare il mucchio di caramelle sul tavolo con un sorriso famelico sulle labbra.
- Ok, il piano è questo. Grazie al cielo non indossi i tacchi!- constatò Rory, poi riprese, - Ci mettiamo i nostri bei vestitini, prendiamo le giacche e ci catapultiamo fuori dalla casa, come se fossimo tipo in Mission Impossible, ma senza Tom Cruise, mi dispiace. . . tra l’altro sarebbe troppo basso per stare accanto a noi due, insomma-
- Rory, più vestiti, meno ciance!- la interruppe Taylor scoppiando a ridere per i commenti dell’amica sull’attore.
In dieci minuti furono fuori di casa e in pratica al locale, poi finalmente Rory sgranò gli occhi e tentò di trattenere un sorriso. Taylor intercettò quell’espressione ambigua e si fermò sul marciapiede davanti al Pub.
- Rory, che è quella faccia?- domandò alla ragazza, incrociando le braccia sul petto. Rory tentò di guardarsi intorno e di evitare lo sguardo dell’amica. – Pff, niente!- disse, poco convinta e tentando di non ridere.

- Rory, o me lo dici o torno a casa tua  e mi riprendo tutte le caramelle!- minacciò Taylor, indicando la bionda con un dito molto minaccioso.
- Ok, ok, ok, non ti sei struccata.- ammise Rory, - Hai ancora una ragnatela disegnata sulla guancia.- continuò scoppiando finalmente a ridere.
- OH MIO DIO!! E perché me lo dici solo adesso?? Ora capisco tutte quelle persone che ridevano! Pensavo lo facessero perché stavamo correndo come due sceme, invece adesso capisco tutto!! Rory, questa me la paghi!- esclamò Taylor tentando di mandare via il disegno dal viso. Aurora le si avvicinò ridendo, facendola fermare.
- Taylah, calmati. Primo perché è eyeliner waterproof quindi non stai facendo un bel niente, secondo perché la gente ti guarda strana più se fai così che se vai in giro con la ragnatela, terzo perché è comunque Halloween e ci sarà di sicuro qualche furbo conciato come te!- esclamò Rory sorridendo e facendo ridere anche Taylor. – Grazie per avermi chiamata furba. . . ok, andiamo.






 

I



 

I'm back, bitches!
era un po' che non postavo, scusatemi tanterrimo!
comunque ho riaggiustato il banner, perché avevo scritto male il titolo nell'altro
e poi mi dispiaceva non metterlo più, per quanto sia una cagata e forse
nei prossimi capitoli mi limiterò a scrivere il titolo del capitolo stesso..
va bene, ho pure creato una ragnatela sul visino rotondino di Tay <3, 
giusto perché non avevo voglia di studiare filosofia!
con l'ameba niente news, a scuola neanche.. ho solo tanta tristezza nel cuore per
cory monteith, che è di nuovo in rehab.. oh my love, don't worry. 
so #STAYSTRONGFORCORY per una volta :)
un'altra noticina, poi  vi lascio in pace, sto preparando tipo 4 nuove ff
una di queste è su caspar lee e alfie deyes, se non sapete chi sono
shame on you, ma vi perdono se andate a farvi una cultura su you tube, 
cercando i loro canali, DICASP e POINTLESS BLOG!
smi raccomando!
un basone one one!
LA

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Capitolo 14
*** Capitolo XIII ***


If you play these games you’re gonna loose

 

Entrarono e trovarono i ragazzi già seduti ad un tavolo che faceva angolo, assieme a Jenny, un ragazzo alto moro e barbuto e un altro citto con i capelli corti e l’aria simpatica.
- Hey! Buonasera a tutti!- esclamò Rory sorridendo e sedendosi accanto a Xander che si stava spostando per farle spazio. Taylor si pietrificò subito dopo aver visto Xander. Fece un cenno della mano e si sedette accanto a Rory. Jenny e John si scambiarono uno sguardo che fece rabbrividire Taylor.
- Ragazze, questi sono il famoso John e Liam, un compagno di pallanuoto di Xander. – disse Harry presentadole ai ragazzi.
- Oh, la famosa Rory! Xander mi ha molto parlato di te! È un piacere conoscerti finalmente! – esclamò parlando velocemente Liam. In quel momento arrivò un cameriera con una brocca di birra e dei bicchieri.
- Xander, ma tu non sei mancino, sbaglio?- commentò Rory, notando con che mano il ragazzo aveva preso il bicchiere. Xander arrossì e la guardò. – No, non sbagli, ma non so se posso dirtelo . . . è una stronzata che facciamo fra ragazzi. . .- rispose, dicendo tutto e niente. Harry e Xander si guardarono complici, Liam e John scoppiarono a ridere.
- Anche tu sei in Buffalo?- chiese John guardando Xander dritto negli occhi e mettendolo un po’ in soggezione. Il biondo annuì.
- Buffalo?- domandò curiosa Rory, sporgendosi in avanti in attesa di spiegazioni.
- Oh, andiamo, voi due santarelline non conoscete Buffalo?- domandò Jenny con la sua solita aria da strafottente, ridendo con John. Si spostò dalle spalle le lunghe extention platinate e si accese una sigaretta, lì al Pub si poteva fumare.
- È un gioco che fanno i ragazzi, ovvero fai una sorta di giuramento con una moneta e poi la lanci nel locale. Puoi liberarti dal giuramento solo se ritrovi la moneta e la riporti all’anziano di Buffalo che ti ha iniziato. Secondo il giuramento ogni volta che prendi il bicchiere con la destra, devi bere a sciacquo quello che c’è dentro. Tutto d’un fiato. Semplice.- spiegò la ragazza, continuando ad aspirare il fumo e a rigettarlo in faccia a Taylor e Rory.
- Ok, mi sembra una stronzata, avevi ragione Xander!- esclamò Rory, guardando male Jenny e sorridendo a Xander. Jenny sbuffò una nuvola di fumo, facendo tossire tutta la tavolata.
- Che ne dite  di fare un gioco?- domandò John, con quella sua strana aria minacciosa. Guardò dritto negli occhi ognuno di loro. – Riempite i bicchieri. Giochiamo a obbligo o verità. Chi esita, beve.- disse muovendo le sopracciglia e riempiendo il suo bicchiere per primo.
- Inizio io, - disse Liam, guardando Taylor, - Obbligo o verità, straniera?- le domandò sorridendole gentilmente. Lei sospirò, - Direi verità, credo.- rispose arrossendo fino alla punta delle orecchie.
- Perché hai una ragnatela sulla faccia?- le chiese Liam sorridendo leggermente. Taylor sgranò gli occhi e guardò da un’altra parte.
- È esitazione quella che sento?!- esclamò Harry scoppiando a ridere, - Tay, mi dispiace, manda giù il bicchiere!- esclamò facendole un gesto con la mano. – Ma stavo per rispondere!- protestò lei sorridendo nonostante tutto. – Ma la risposta non si è ancora sentita! Bevi e poi rispondi, forza!-  aggiunse Liam cantilenando.
 Taylor bevve il bicchierone di birra e rossa in viso disse, - È colpa di Rory, voleva fare la scema e me l’ha disegnata sulla guancia e siccome stavamo facendo tardi per arrivare qui, mi sono scordata di levarla. – ammise Taylor sospirando e sorridendo di rimando a Liam. – Fine, è il tuo turno!-
- Oh, bene. . . John, giusto?- disse, rivolgendosi al moro che le stava davanti. Lui annuì.
- Mh, obbligo o verità?- gli domandò. – Obbligo, mi pare ovvio.
- Bene, ehm, forse potresti fare un ballo stupido?- propose Taylor, del tutto in buona fede. Tutti quanti risero, Jenny sogghignò, - Guarda che ha diciotto anni, mica dodici! Che gusto c’è a giocare così?- domandò, squadrando Taylor da capo a piedi. La zittì proprio John, - No, no, tranquilla, iniziamo con calma. Io il ballo stupido lo faccio di sicuro, ma solo se balli con me!- disse provocatorio il ragazzo. Taylor arrossì.
- Oh, oh, oh! Bevi, piccoletta, non vogliamo esitazioni a questo tavolo!- esclamò John alzandosi per fare il balletto.
Taylor tentò di evitare di bere, ma la stavano fissando tutti e dovette farlo per forza. Considerato che le uniche cose che aveva mangiato per cena erano cinque cioccolatini e una liquirizia, la birra iniziava a fare effetto. La ragazza si alzò dal tavolo barcollando e John iniziò a fare delle mosse di ballo ridicole attorno a lei, come se fosse un palo da discoteca. Taylor in compenso stava ferma, coprendosi il volto con entrambe le mani e guardando di tanto in tanto attraverso le dita per poi scoppiare a ridere alla vista di John e di Rory che rideva della scena, come tutti gli altri.
- Ok, ok, ok, basta! Ne ho abbastanza di questo ballo!- esclamò Taylor, quando John iniziò ad avvicinarsi a lei in maniera più sensuale che buffa. Si rimise a sedere e passò il turno al ragazzo.
- Va bene, allora suppongo stia a me. . . Harry Styles?- disse voltandosi verso il ragazzo, che era seduto al fianco di Jenny. – Direi verità-
- Mai fumato una canna?- domandò John. Harry tossicchiò, in imbarazzo, - Veramente sì, ma solo un tiro, lo ammetto! Eravamo ad una festa e tutti se la passavano, mi sembrava stupido essere l’unico a non fumare!- rispose sorridendo, Jenny gli voltò il viso e gli diede un bacio che fece fare a Rory un’espressione disgustata.
- Xandruccio, che ne dici se domando a te?- disse poi Harry sogghignando divertito. Xander sobbalzò, non che fosse spaventato, ma Harry sapeva molte cose sul suo conto quindi era un po’ preoccupato.
- Ehm, okay, direi verità- rispose Xander, contraendo la mascella, pronto a rispondere. Harry sorrise.
- Che ne pensi delle ragazze del nostro tavolo?- domandò Harry, senza sapere neanche perché, con tutte le buone intenzioni di questo mondo. Alla fine Xander aveva ragione a temerlo.  Solo dopo averlo chiesto, Harry si rese conto che era una domanda pericolosa. Xander lo fulminò con lo sguardo.
- Biondino, rispondi, sennò ti tocca scolare il bicchiere.- lo spronò Jenny, riempiendo intanto il boccale. Xander continuò a guardare dritto negli occhi Harry, che tentava di scusarsi con uno sguardo rammaricato.
- Basta, Ludwig, bevi. – disse John avvicinandogli il boccale.
L’aria era tesa e nessuno dei ragazzi diceva niente.
- Xander, andiamo! Taylor è una fica, la tu citta è una fica pure lei e Jenny ci si avvicina! Fatto!- disse Liam, salvando dall’imbarazzo l’amico. – Sì, direi che concordo, almeno in parte. – disse Xander, guardando lui e poi Taylor.
- Payne, sei un coglione.- disse Jenny sibilando, - Ludwig, questa te l’abboniamo, ma devi scegliere qualcuno che beva al posto tuo e che risponda alla domanda.- aggiunse stringendo le labbra. Xander continuava a stare zitto. – Okay, scelgo io. Gattara, rispondi tu! Però dicci che pensi dei ragazzi!- disse Jenny, tirando fuori un’altra sigaretta. Taylor arrossì completamente, si guardò le mani, tormentandosi la pellicina accanto all’unghia del pollice. – Ehm, Harry è molto gentile e simpatico e i suoi capelli sono buffi.- disse, cominciando da quello con cui aveva più confidenza. Harry le porse la mano per farsi dare il cinque, - Non so se quello per i capelli era un complimento, ma mi va bene lo stesso!- disse il ragazzo. Taylor prese fiato.
- Liam sembra simpatico anche lui e parla molto velocemente, è una cosa figa. Mentre John è un tipo misterioso e tutti quei tatuaggi mi inquietano alquanto. . .- ammise Taylor, evitando con cura di guardarlo, così che non vide lo sguardo complice che si era appena scambiato con Jenny.
- Manca Xander! Dai, Taylor! Così continuiamo il giro!- esclamò Harry, tentando di metterla a suo agio e renderla meno imbarazzata. – Xander è gentile, ma non parla mai- disse alla fine Taylor, dandosi mentalmente dell’imbecille, per avere detto una stronzata simile. Liam, Harry e Rory risero di gusto per la risposta.
- È vero, Xander è un tipo di poche parole, ma ci piace così!- disse Harry.
- Giuro che in cinque anni che lo conosco non l’ho mai sentito perdere fiato a parlare, è un tipo conciso!- disse Liam dando un pugno amichevole al compare. Xander sorrise, ma Harry notò che il suo sguardo era freddo.
- Io propongo comunque di farla bere, la biondina, considerato che ci ha messo mille anni prima di rispondere, e diciamocelo, era una risposta deludente!- disse Jenny, riempiendo il bicchiere di Taylor, che cercò di allontanarlo.
- Andiamo, Tay! Bevi, per una volta che facciamo gli scemi!- esclamò Rory, riavvicinandole il bicchiere. Taylor bevve con poca convinzione, visto che la testa iniziava davvero a girarle.
- Sentite, io mi sono già stancata di questo gioco, finiamo il giro e poi andiamo a ballare, che ne dite?- disse Rory, considerando anche il fatto che nessuno le aveva fatto domande.
- Ok, lo finisco io il giro. Piccioncina, chi preferisci fra Harry e Xander?- disse Jenny, senza chiederle se sceglieva obbligo o verità. Rory rimase pietrificata, con un’espressione tutt’altro che rilassata, come era prima. Deglutì. Dopo un paio di secondi si riebbe. – Scusa, Harry, sei fico, ma Xander è meglio!- disse, tentando di non dare a vedere i suoi dubbi al riguardo. Sembrava che nessuno si fosse accorto della sua esitazione tranne Taylor, che tenne quella osservazione per sé. Jenny si zittì e Rory colse l’occasione per domandare a Liam chi preferissi nella stanza e sentire come risposta, - Taylor mi sembra davvero carina- .
Taylor però stava iniziando a perdere colpi a causa della birra che aveva un particolare effetto su di lei, quindi non sentì la risposta di Liam, che ci rimase piuttosto male.
 – Facciamo che questa domanda non vale? Dopotutto, Payne ha risposto prima al posto del bestione, quindi, Piccioncina, domanda a me e finiamola qui.- disse Jenny, che ormai doveva mettere bocca dappertutto e tutti la lasciavano fare, perché mettersi contro di lei e creare bisticci non ne valeva la pena.
- Jenny, obbligo o verità?- domandò Rory, scoprendo di non sapere cosa gli avrebbe potuto domandare.
- MMMh… direi verità!- rispose a cuor leggero Jenny, sorridendo furba in attesa.
- Ok, quanti ragazzi ti sei portata a letto?- chiese Rory, guardando la bionda platinata dritta negli occhi.
- Direi di sicuro più di quanti te ne sei portata a letto tu.
Silenzio. Le due bionde si fissavano con sguardi pieni di odio e di rancore. Fu Taylor a interrompere la situazione imbarazzante alzandosi in piedi di scatto. Iniziava a non connettere più di tanto.
- Balliamo. Voglio ballare. Chi balla con me?- disse iniziando a fare piroette pericolanti.
- Io dolcezza!- esclamò John alzandosi pure lui e prendendola per la vita.
- Xander, andiamo pure noi a ballare.- disse Rory, prendendo per mano il ragazzo, ma mantenendo lo sguardo fisso in quello di Jenny.
- Ok, vediamo se mi trovo qualcuna da abbordare!- disse fra sé e sé Liam, un po’ a malincuore. Taylor gli era sembrata una ragazza davvero carina.
Le coppie che si erano create ballarono tutta la sera e alla fine in preda all’ebbrezza dell’alcol, Taylor e John iniziarono a baciarsi e si spostarono sul retro del locale.
- Sembra che la santarellina non lo sarà ancora per molto- commentò Jenny all’orecchio di John, mentre lui le passava accanto con Taylor sottobraccio. Il ragazzo sogghignò.
 
Era mezzanotte quando il gruppo iniziò ad andare verso casa, Rory aveva preso un taxi alle undici e mezza, perché sua madre le aveva detto che Jemima aveva fatto indigestione di dolci e non avendo trovato Taylor, le aveva solo mandato un messaggio per salutarla. Messaggio a cui non aveva ricevuto risposta.
Fuori dal Pub, Liam fu il primo a sentire i lamenti di Taylor.
- Smettila, stai zitta!- sentì rispondere, con la voce di John.
- Ragazzi, avete sentito?- domandò Liam, facendo fermare anche Harry e Xander. Sentirono dei mugolii.
- John, smettila, non voglio!- protestò Taylor. – Oh, sì che vuoi!- rispose il ragazzo aggressivamente.
- Ma che . . .?- disse ad alta voce Liam, guardando preoccupato gli altri due; seguirono le voci e trovarono John che tentava di spogliare ulteriormente Taylor, che era già in reggiseno e stava piangendo, con la mano del ragazzo sulla bocca.
- Oh, ma che cazzo fai?!- urlò Liam, correndo addosso a John. Xander si unì al compagno, mentre Harry prendeva Taylor e la portava lontano dai ragazzi che si picchiavano.
- Jenny, trova la sua maglietta, o dalle uno dei tuoi golf!- incitò Harry guardando la sua ragazza. Jenny scoppiò a ridere.
- Non penso proprio! Ti pare che mi prendo un malanno per una troietta che non sa reggere nemmeno un po’ di birra?- rispose sprezzante continuando a ridere. Harry abbracciò di più Taylor, guardando male Jenny.
- Spero tu stia scherzando, dammi un golf.- le disse, quasi fosse un ordine, porgendole una mano.
- Io faccio quello che mi pare. Taylor la gattara dovrebbe imparare a badare a se stessa.
- Jenny, sei una stronza. Me lo avevano detto e io non ho voluto crederci, ma ora mi vedo costretto ad ammetterlo. Sei una troia e non voglio avere a che fare con te mai più.
Jenny non rispose, ma sogghignò.
- Se hai almeno un po’ di cuore, dammi un golf e vattene.- le disse Harry, in un estremo tentativo di farla redimere. Jenny scoppiò a ridere, appena prima che John corresse da lei con la faccia macchiata di sangue.
- Jenny chiama un taxi e andiamocene!- le urlò il ragazzo.
Jenny voltò le spalle a Harry e se ne andò con John, fumando una sigaretta.
- Taylor, dimmi che stai bene!- sussurrò Harry preoccupato. Taylor continuava a piangere, anche a causa dell'effetto dell'alcool.
- Falla mettere a sedere- consigliò Liam, ricomparendo assieme a Xander.
- Quello ci penserà due volte prima di toccarla di nuovo! Taylor non mi sta simpatica, ma certe cose sono repellenti!- commentò Xander, levandosi la felpa per darla alla ragazza che tremava tenendosi la testa fra le mani.
- Ragazzi, andate pure, ce la riporto io a casa.- disse Harry, facendo un cenno agli altri due.
- Sei sicuro? Se hai bisogno chiamaci- disse Liam. Harry annuì e rimase solo alla luce del lampione con Taylor.



 

Premetto che questo capitolo è una cagata secondo me, 
che mi dispiace non far passare una bella immagine di Taylor,
che Xander e Liam non si mettono a menare di santa ragione John, solo Xander gli dà un pugno 
e si capirà nel prossimo capitolo, che è il mio preferito in assoluto.
Questa ff sta facendo pena, mi dispiace. . . 
Nella mia testa  mentre scrivevo il primo capitolo e pensavo a come sarebbe stata,
mi sembrava davvero carina, invece. . . .bella schifezza mi sono messa a scrivere!
Comunque grazie a chiunque leggerà in ogni caso :) 
e per quelli che hanno letto il mio commento allo scorso capitolo, avevte visto che ho fatto bene a levare Zayn???!!!!
Ah, e non state a prendere in giro Harry, per il suo discorsetto di rottura un po' a gay,
mi ha fatto ridere pure a me quando rileggevo il capitolo!hahah!!
Un'altra cosa è che quella cosa di Buffalo io l'ho sentita davvero, e davvero mi è sembrata una stronzata,
ma così ho dato un po' più di spazio al dolce Xander, che in questo capitolo non fa granché..
a parte lo stronzetto davanti a Tay... 
Ultima cosa, ho scritto una ff insieme ad una mia amica su Harry e Lou che sono due Nerds, magari vi va di leggerla,
Fran_Evans505 ha già pubblicato il primo capitolo,
mentre io pubblicherò il prossimo! :)) 
presto pubblihcerò anche le mie ff sugli youtubers :)
Un  bacione, grazie a chiunque legga, metta tra i preferiti ecc ecc :)) e alle dolci fanciulle che si erano accorte della mia svista John/zayn in mezzo al brano :*
#stayfearless
LA

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Capitolo 15
*** Capitolo XIV ***


Confessions

 



Nel periodo in cui Harry aveva una cotta per Taylor, aveva scoperto anche dove abitava. Non stava in una zona residenziale come lui, Xander o Rory. La sua casa era una dei pochi edifici del centro che non era stato trasformato nella sede di una scuola o delle poste o in degli uffici. Era una casa davvero grande, situata dietro ad uno dei parchi più piccoli di Holmes Chapel, ma aveva un giardino tutto suo. Per arrivarci c’era una stradina sterrata puntellata da dei lampioncini e tutto intorno c'era il verde.
Sapeva che Taylor viveva lì da sola con sua nonna da vari anni, sicuramente da quando sua madre si era ammalata di cancro e suo padre era entrato in brutti giri.
Harry si fece portare da un taxi fino al parco. Da lì, si fece appoggiare un braccio attorno alle spalle e condusse Taylor fino alla stradina cercando di farla camminare, anche se andavano molto lentamente.
Taylor non aprì bocca fino al cancello del cortile.
- Harry, mia nonna starà dormendo, che dici, vuoi entrare? Non voglio stare da sola- disse lei, asciugandosi le lacrime dal viso. Sapendo di dire la verità e di essere troppo debole anche per salire le scale.
- Certo, se non è un problema. Stai meglio?- rispose Harry, prendendola per i fianchi e entrando con lei in casa. Taylor annuì barcollando.
La grande casa era silenziosa. Le luci erano spente, tutte tranne quella delle scale. Taylor condusse il ragazzo verso di esse, poi camminarono al buio fino a giungere alla stanza della ragazza.
Sapeva di stare già smaltendo le birre della serata, sapeva che lo spavento preso con John l'aveva fatta ritornare in sé tutta insieme, si sentiva idiota e colpevole e soprattutto spaventata a morte, perché mai avrebbe pensato che a lei, la ragazza che nessuno considerava mai, potesse capitare un'esperienza simile.
Taylor entrò in camera e premette senza neanche guardarlo un interruttore che fece accendere una serie di lucine che sovrastavano il letto a una piazza e mezzo e creavano un’atmosfera molto calma e meno caotica di quella del Pub.
- Siediti pure dove ti pare, il letto è a tua disposizione- disse lei, levandosi la felpa e scoprendo di essere solo in reggiseno. Rimase a guardarsi davanti allo specchio. Noncurante dello sguardo di Harry, che tentava di non fissarla troppo. Sulla pancia si stava formando un livido scuro. Harry si accorse del suo sguardo triste, Taylor si accorse della preoccupazione negli occhi di Harry.
- Taylor, mi dispiace tanto.- disse lui rimanendo sul letto. Lei alzò lo sguardo e una lacrima le scese sulla guancia. Scosse la testa.
- Io non so che dire. . . mi cambio e torno, aspetta un attimo.- rispose lei, scomparendo dietro ad una porta accanto all’armadio.
Harry si guardò intorno, in attesa della ragazza, con tutto il tempo che aveva conosciuto Taylor, non era mai stato a casa sua, tantomeno nella sua stanza. Sulla parete di fronte al letto c’erano molte foto, in alcune c’era Taylor con delle ragazze che lui non aveva mai visto, in altre c’erano lei e Abigail Anderson, la ragazza dai capelli rossi che un paio di anni prima si era trasferita in America. Taylor e Abigail, ricordò Harry, erano inseparabili, due personalità tanto diverse da attraersi incessantemente, creando un'amicizia che tutti, sebbene tentassero di ignorarla, invidiavano loro.
Appesi dietro al letto invece vi erano vari fogli su cui erano scritti dei versi. E lì sul letto accanto a lui c’era una montagna di maglioni. Harry spostò di nuovo l'attenzione sui foglietti, si mise a leggerli distrattamente, senza riuscire a fermarsi. Fu spaventato dal rumore della porta che si riapriva.
Taylor rientrò in camera e Harry le sorrise, facendole cenno si sedersi accanto a lui.
Quando la ragazza si fu messa con le spalle appoggiate al muro, Harry la abbracciò.
- Taylor, mi dispiace.Quello l’ha portato Jenny e io ho portato Jenny. . . non vi avrei dovuto lasciare soli . . .
Taylor lo interruppe, - Harry, tu non c’entri niente. Aveva ragione Jenny. Dovevo stare attenta io. Non avrei dovuto bere e sarebbe andato tutto bene. È colpa mia.

- Non devi nemmeno pensarci. Quello stronzo di John se lo ricorderà di sicuro per un pezzo, Xander gli ha tirato un pugno che si ricorderà per un bel pezzo! – disse Harry, ripensando al volto del ragazzo pieno di sangue.
Taylor sospirò a sentir nominare Alexander. Harry se ne accorse.
- Sai, la felpa che hai è di Xander.
Taylor arrossì, chiuse gli occhi e prese un grosso respiro. Non ricordava questa parte. Dopo che Liam l'aveva strappata dalle mani di John, non era stata proprio attenta a t
utti i particolari.
- Taylor, ma non avevi mai bevuto alcol prima?- le domandò Harry, sorridendo appena, per l'innocenza che risiedeva in lei.
La ragazza scosse la testa. – No, e non avrei dovuto farlo questa sera, che ero a digiuno. Mi sento un’idiota.- ammise, stringendo di più il ragazzo.

- No, tranquilla, può accadere a volte e poi non potevi sapere che ti avrebbe dato così alla testa. Ricordi tutto di stasera?- le domandò cauto. Taylor si tirò su e si mise i riccioli dietro alle orecchie, poi guardò negli occhi verdi Harry.
- Non ricordo gran parte della serata, ma ricordo una cosa in particolare.- rispose, abbassando lo sguardo con tristezza. Harry si levò le scarpe e si mise a sedere a gambe incrociate sulla trapunta, come Taylor. Le toccò una spalla. - Non hai sentito quello che ha detto Xander, vero?-
La bionda tacque un attimo. - Ha ragione lui, sono antipatica. Dico sempre le cose sbagliate o con il tono sbagliato.- scoppiò infine, senza riuscire a trattenersi.
- Taylor, io lo so che non sei antipatica. E anche lui lo sa. Ma pensa di non andarti a genio e quindi ti tratta così - le spiegò Harry gentilmente. Taylor alzò lo sguardo e si prese le caviglie.
- Harry, come fa a non capire la verità?-. Negli occhi di Taylor c'era una domanda inisistente e piena di evidente dolore.
- Tay, io credo di averlo capito solo perché con me tu sei te stessa, e anche con Rory. Non capisco però perché con lui non riesca a venire fuori la tua stupenda personalità. Basta guardarti negli occhi per capire che non sei antipatica, che sei dolce e gentile. Che non tratti mai male nessuno, nemmeno quella stronza di Jenny.
- Ma allora perché Xander pensa che sia antipatica?- domandò di nuovo in lacrime Taylor.
- Taylor, non c’è niente da piangere. È una questione di coraggio, di credere in se stessi, di non farsi seghe mentali. . . devi sorridere di più, Taylor! – le disse il ragazzo, facendole un sorriso con tanto di fossetta. La spettinò e la abbracciò di nuovo.
- Harry, tu l’hai capito l’altro giorno che mi piace Xander, vero?- chiese di nuovo Taylor, calmandosi e tirando su con il naso. Harry le accarezzò la testa.
- In realtà l’ho scoperto un paio di anni fa. Avevo una cotta per te e mi accorsi che non avresti mai ricambiato, perché anche allora eri pazza di lui.- disse lui con voce calma e gentile.
- Sai, hai una voce molto profonda che ha un effetto pazzesco sulle persone. . . riesce a calmare. . . – commentò Taylor, cercando di imitarlo. I due risero sommessamente.
Seguirono degli istanti di silenzio, un silenzio pieno di emozioni, di amicizia, di calma, di sonno.


- Taylor, non hai più tante amiche, vero? Intendo qui in città.- disse Harry interrompendo la quiete. Entrambi stavano guardando le foto sul muro.
- Non da due anni. Rory è la mia prima vera amica da quando Abbie se n’è andata. Le ragazze nelle foto stanno tutte a Londra. Le vedo solo d’estate.- si confidò la ragazza, ripensando a Cate e Liz che le mandavano mail di tanto in tanto e che le scrivevano che non vedevano l'ora di riabbracciarla e di fare una passeggiata davanti ad Harrod's insieme  a lei ilprima possibile.
- Mi dispiace. Mi dispiace, perché ti vedevo sempre sola e non sono mai venuto da te, come avrebbe fatto una persona per bene.- ammise il moro sottovoce. Si era sempre sentito orgoglioso di avere amici non solo fra gli sportivi, di fare amicizia facilmente e di non giudicare troppo le persone, ma nonostante ciò, con Taylor non aveva mai davvero parlato.
- Harry, tu sei una delle persone più per bene che conosca, se devo essere sincera, nemmeno io sarei venuta da me. Ma l’importante è che tu ci sia adesso e mi fa molto piacere che tu non mi abbia lasciata sola, altrimenti starei ancora piangendo.- disse Taylor, arruffando i riccioli del ragazzo. I due risero di nuovo.
- Tra l’altro, ci ha pensato Rory a farmi la carità, a farmi ritornare nel mondo degli adolescenti.- aggiunse la ragazza, notando il guizzo negli occhi verdi di lui.
- Ti piace Rory?- domandò di punto in bianco. Taylor stava iniziando a supporre che a Rory piacesse Harry, l'aveva sentito solo lei l'attimo di esitazione al Pub, quando le avevano chiesto chi preferisse fra il biondo e il moro, soltanto Taylor aveva colto la preoccupazione di essere stata scoperta negli occhi azzurri di Rory e sapeva di doverne parlare con lei il prima possibile, per aiutarla a chiarirsi le idee e per evitare di veder soffrire Xander, di fronte ad una verità che poteva essere motlo più reale di quanto stesse pensando e ipotizzando Taylor.
Harry annuì, sollevò le spalle. Sapeva anche questo Taylor, il primo giorno di scuola, quando aveva visto, mentre osservava come al solito il pranzo solitario di Xander, che Rory gli si sedeva di fronte e che Harry le andava a parlare, si era accorta che entrambri i ragazzi non stavano con lei solo per gentilezza.

- Mi piace dal primo giorno che l’ho vista, ma come ben sai, lei sta con Xander, che è il mio migliore amico. Non sciupi un’amicizia per una ragazza. Anche se lei è stupenda, ti fa ridere ed è una stramboide.- disse Harry, spostando lo sguardo in giro per la stanza fino a tornare su Taylor.
- Harry, sei un vero gentiluomo. Mi dispiace che tu non sia ricambiato.- disse Taylor, - Mi dispiace anche che tu sia uscito con Jenny.- aggiunse, ridendo, - Oh, credimi, quello dispiace più a me che a te!- esclamò lui, ridendo insieme alla ragazza.
- Ho davvero cercato di trovare un lato positivo in lei. Ci ho provato per un sacco di tempo, ma come hai ben visto, non c’è niente di positivo in Jenny Humphrey. Cazzo, è proprio una stronza patentata! – ammise.
- E i suoi capelli fanno schifo!- rincarò la dose Taylor, continuando su quel filone per un po’, poi  tornò seria.

- Io voglio davvero bene ad Aurora, le devo moltissimo, ma non posso fare a meno di pensare che tutti preferiscono lei a me. Rory era qui da nemmeno una settimana e già si era fidanzata con il ragazzo che a me piace da cinque anni. Come faccio ad andare oltre a questo?- disse rivolgendosi al ragazzo in cerca di conforto. Harry sospirò scuotendo la testa.
- Non so davvero che dirti, mi sa che sta solo a Xander risponderti, ma sappi che Aurora non è migliore di te in niente, dipende solo dal rapporto che tu hai con te stessa, secondo me. Se tu fossi più sicura e trovassi il coraggio di parlare a cuore aperto con Xander, forse capirebbe che non è Rory quella giusta per lui, ma sei tu, o comunque riusciresti a chiarire una volta per tutte e te lo leveresti dalla testa. – rispose Harry, mordicchiandosi le labbra.
Taylor annuì, - Harry, chi l’avrebbe mai detto che sotto tutti quei riccioli c’era un cervello e che funziona per di più!- disse, per alleggerire la situazione.

- Senti, carina, nemmeno io ti avrei mai fatta una scrittrice, eppure qui sopra al tuo bel lettino ci sono almeno un centinaio di versi stupendi, che roba è?- domandò Harry interessato, lasciandosi scappare uno sbadiglio.
- Oh, vedi, ho iniziato un po’ di tempo fa a riversare i miei pensieri su carta. . . mi piacerebbe anche farne delle canzoni, un giorno. – si confidò Taylor, arrossendo e sorridendo timidamente. Erano anni che accumulava foglietti sopra il letto, nei libri, nei quaderni, sulla scrivania. Sin dalla morte di sua madre, sin dall'arresto di suo padre.
- Allora perché non lo fai? Se ti serve aiuto per comporre ci penso io!- si propose Harry, mettendosi una mano sul petto. Sul volto di Taylor comparve un grande sorriso, seguito da uno sbadiglio.
- Sarebbe stupendo! Magari una volta ci troviamo e ne parliamo! Mi devi assolutamente insegnare a suonare!- esclamò esaltata Taylor. Harry annuì e si mise in piedi, cercando di infilarsi le scarpe.
- Prometto che lo farò! Adesso però devo tornare a casa. Ci vediamo lunedì a scuola, d’accordo? E se ti serve qualcosa, qualsiasi cosa, chiamami pure e chiacchieriamo al telefono o da Starbucks, ora devo proprio scappare. Dormi bene, Tay!- disse e dandole un bacio sulla fronte, uscì dalla camera.

Harry si incamminò silenziosamente verso casa sua, stringendosi nella sua giacca scura, tentando di non battere i denti per il freddo.
Non riusciva a capacitarsi di come Taylor riuscisse ad essere così tranquilla dopo quella serata e dopo quello che era successo alla sua famiglia svariati anni prima, quando lei ancora non era abbastanza grande per affrontare tutto quella da sola.
La famiglia di Taylor era stata sulla bocca di tutti per più di un anno: prima per la tragedia di sua madre, finita a poco più di trent'anni in ospedale per una brutta malattia, qualcosa che aveva a che fare con il cuore e qualche assurda mal formazione, poi per la faccenda di suo padre.
Taylor quell'anno era stata via da scuola svariati giorni, quell'anno Harry ne aveva sentito la mancanza, pur senza conoscerla. 
La madre di Harry era all'ultimo anno di superiori, quando la mamma di Taylor era al primo, erano anche state amiche per un po', soprattutto perché entrambe conoscevano quello che poi sarebbe diventato il padre di Taylor. Andrea e Scott si erano amati alla follia e appena dopo i vent'anni si erano sposati e dopo un paio di anni di matrimonio, avevano avuto quel piccolo angioletto canterino che era Taylor Alison Swift. 
Quando Andrea era stata ricoverata, Scott aveva perso la testa nel tentativo di pagare i conti dell'ospedale, di mantenere la madre di sua moglie e la sua piccola bambina, la madre di Harry aveva tentato di aiutarli, ma Scott aveva rifiutato tutti, aveva abbandonato gli amici e aveva perso ogni contatto con la figlia.
Quando i soldi non erano più bastati, aveva fatto qualcosa che non si sarebbe mai perdonato e che non era servito effettivamente a nulla. Con il suo lavoro, aveva tentato di truffare alcuni clienti, per arrotondare e riuscire a pagare le cure che avrebbero mantenuto in vita la sua splendida moglie. 
Andrea però era un caso senza speranza e Scott non era nato per fare il truffatore, era troppo buono e onesto. Era finita nella maniera più triste di tutte, Andrea era morta e Scott era finito in prigione. Taylor era rimasta a vivere nella casa di famiglia con sua nonna, senza sapere per bene il motivo per il quale suo padre l'aveva abbandonata e perché nessuno a scuola le rivolgeva più la parola, se non Abbie. 
Harry sapeva che Taylor non era come suo padre e che suo padre non era cattivo. Harry era solo molto triste per aver seguito la massa ed essergli rimasto alla larga, invece di fare, molto tempo prima, quello che sapeva sarebbe stata la cosa giusta. 
Non avrebbe più commesso un errore del genere.



 

Lo so, sono una fuckin biach, perché non shippo Haylor e in questo capitolo sembra che siano fatti l'uno per l'altro,
ma a volte è proprio per questo che non dovrebbero nascere storie d'amore,
perché le amicizie le superano.
Dicevo, spero che vi piaccia e che sia interessante la storia di Taylor, 
la povera piccola Taylor.. 
L'ho ripresa da un film della Disney di un paio di anni fa, Lemonade Mouth, e in questa storia mi 
sembrava starci piuttosto bene...
Insomma, me ne sono capitate di tutti i colori questa settimana,
dal punto di vista emotivo sto un po' di merda, ma non so bene come descriverlo
e non credo nemmeno che ve ne freghi troppo,
intanto vi ribadisco che a breve, posterò due nuove ff,
una su degli youtubers, a cui tengo molto
e una su logan lerman (seeeeexy #voce alla homer simpson) e il cast di bunheads,
un telefilm su delle ballerine che io amo..
e spero tanto tanto tanto che commenterete questo capitolo e
che leggerete anche le prossime ff che scriverò!
un ringraziamento a tutte quante,
kiss and love,
una disperata in crisi sentimentale costante,
LA 

 



 


il video di White Horse mi fa sempre una trsitezza assurda, perché Taylor è un'attrice bravissima e sembra completamente a pezzi


in questa foto Harry mi sembrava particolarmente serio, mi sembrava la più giusta per il capitolo..



questa è la stanza di Taylor.. mi piace un botto.

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Capitolo 16
*** Capitolo XV ***


Tied together with a smile





 

 

 


Era lunedì mattina e ancora Taylor non aveva detto niente a Rory di quello che era accaduto il sabato sera. Era rimasta in casa per tutto il weekend osservando la felpa di Xander che aveva appoggiato sulla sedia accanto alla scrivania. Si era tormentata le unghie per tutta la domenica, prima di mandare un messaggio a Harry e uno a Rory.
Nel primo c’era scritto “Dici che dovrei riportarla a Xander la felpa?”; nel secondo “Rory, scusa se non ti ho risposto al messaggio l’altra sera, è successo un casino, domani ti racconto”
Risposte. “Suppongo che sia una cosa normale riportargliela, sorridi.”; “Immaginavo, non ti preoccupare. Domani ne parliamo per bene. Ti voglio bene.”

Arrivò davanti a scuola proprio incrociando Xander e Harry, l’uno le fece un cenno con la mano, che era rimasta segnata dallo scontro di sabato, l’altro le sorrise, indicandole di fare lo stesso.
Taylor arrossì, pensando che Xander, pur non avendola troppo in simpatia, si era battuto per lei contro quel. . . non riusciva neanche a pensare a John che le faceva male lo stomaco.
I tre fecero ingresso a scuola insieme, ma Taylor aspettò l’intervallo fra la terza e la quarta ora prima di parlare finalmente con Xander. Era al suo armadietto e stava attendendo che passasse da cinque minuti buoni, con in mano una busta con la felpa. Quando le passò accanto, lei lo fermo prendendolo per un braccio. “Che muscoli!” le scappò detto, prima di diventare rossa in viso. Xander si fermò e sogghignò, prima di voltarsi verso di lei.
- Ciao, Taylor.- le disse, quasi controvoglia, ma continuando a sorridere. Taylor abbassò lo sguardo e arrossì. Poi lo guardò in viso e sorrise, come le aveva consigliato Harry. Quel gesto sembrò rasserenare anche il ragazzo.
- Ehm, Xander, qui c’è la tua felpa. Grazie per sabato.- disse lei, sparando a raffica le parole. Xander prese il pacchetto e fece la sua espressione coccolosa con occhi e bocca aperti. Arrossì pure lui.
- Oh, be’, era il minimo, si moriva di freddo.- rispose lui, passandosi una mano dietro il collo. Erano entrambi in imbarazzo.
- No, intendevo per tutto- aggiunse Taylor, prima di chiudere l’armadietto e scappare via, senza lasciare al ragazzo il tempo di rispondere.
Xander non si aspettava minimamente una cosa del genere. Era già pronto a dire addio a quella felpa che non era nemmeno la sua preferita.
Aveva ripensato alla sera al Pub tutto il weekend, senza sapere bene cosa gli era saltato in mente quando aveva dato un pugno dritto in faccia a John, senza pensare minimamente che avrebbe potuto reagire con violenza e non cadere per terra come aveva effettivamente fatto; quando aveva detto a Harry, davanti a Taylor, che lei non gli stava simpatica. Si era sentito una vera merda, perché certe cose se anche uno le pensa, le dovrebbe sempre tenerle per sé. 
Sebbene non lo avesse dimostrato più di tanto, lì davanti al Pub, gli era preso un bello spavento. Al pensiero che Taylor avesse solo pochi anni più di sua sorella e che una cosa del egenere le sarebbe tranquillamente potuta capitare, gli si erano drizzati i peli sul collo e sulla schiena. Non avrebbe mai pensato che in una cittadina piccola e tranquilla come Holmes Chapel certe cose potessero davvero accadere. 
Quella mattina, quando aveva visto Taylor, l'aveva guardata con occhi diversi, si era sentito più in sintonia con lei, aveva avuto una sensazione strana ed era stato sollevato al pensiero che nonostante la disavventura di Halloween, aveva un sorriso sulle labbra, non sembrava particolarmente traumatizzata, o perlomeno tentava di tenerlo bene nascosto, da qualche parte dentro di lei. A Xander era bastato uno sguardo e due parole scambiate di fronte ad un armadietto per pensare tutto questo.
 
Mentre assisteva alla lezione di Algebra, Rory non poteva fare a meno di pensare a Taylor. Sabato non l’aveva più vista e anche la domenica era rimasta muta fino a sera, quando finalmente si era ricordata della sua esistenza. Il messaggio che le aveva mandato era molto serio, non si aspettava niente di divertente da quello che le avrebbe dovuto dire quella mattina.
Le stava venendo l’orticaria sul collo per l’ansia e Jemima la assillava con la faccenda di Harry e Xander. Quando era suonata la campanella fra la terza e quarta ora, Aurora si era diretta all’armadietto dell’amica, per vedere di parlare subito e levarsi il peso dallo stomaco.
Quando arrivò al corridoio però, Taylor stava andando velocemente nella direzione opposta alla sua, dandole le spalle e davanti all’armadietto della ragazza c’era Xander con un’aria un po’ perplessa.
- Hey, Xander, come mai Taylor fuggiva in quel modo?- gli domandò, dandogli un veloce bacio per salutarlo.
- Oh, mi ha ridato la felpa di sabato, sai no, gliel’ho prestata perché tremava di freddo.- rispose lui, come se Rory sapesse di cosa stesse parlando. L’espressione della ragazza faceva intendere decisamente il contrario.
- Ok, tu non sai niente di quello che è successo sabato dopo che sei andata via?- le domandò Xander sgranando gli occhi. Rory scosse la testa, lui la prese per mano e la condusse da parte, per avere un po’ più di privacy.
- Pensavo che Taylor te lo avesse detto. Quel demente di John ha tentato di farci sesso dietro al Pub, ma lei evidentemente non voleva e lui ha tentato di costringerla. Per fortuna c’eravamo noi che uscivamo in quel momento e Liam si è accorto della sua assenza e delle grida che venivano dal retro del locale. L’abbiamo trovata con lui addosso, che ancora non le aveva fatto niente. Harry l’ha portata via e io e Liam abbiamo dato una lezione a John. Taylor intanto era mezza nuda e io le ho dato la mia felpa.
Finito il racconto Rory aveva le lacrime agli occhi. Xander la abbracciò. – Aurora, non c’è niente da essere tristi, siamo arrivati in tempo e Taylor sta bene adesso, credo . . . tranquilla- cercò di calmarla Xander.
- Xander, sei stato bravissimo. Grazie di cuore per averla aiutata.- disse Rory guardandolo dritto negli occhi, prima di dargli un bacio dolce e pieno di rispetto.
Suonò la campanella e i due si staccarono a malincuore.
– Ora devo andare, ci vediamo a pranzo, d’accordo?- le disse Xander, dandole un bacio sulla fronte per salutarla. E Rory rimase un attimo imbambolata di fronte allo sgabuzzino dei bidelli, guardando il suo ragazzo mentre si allontanava. Ma che cavolo stava combinando? Come faceva ad essere così dolce con Xander se poi pensava tutto il tempo a Harry? 
La ragazza si diede un pizzicotto, come poteva pensare ai suoi stupidi problemi di cuore mentre Taylor era stata mezza violentata in sua assenza? Oh, stava mandando tutto all'aria, le amicizie, l'amore. . . 
-C'è bisogno di darsi una regolata, signorina!- esclamò fra sé e sé, prima di ricordarsi che non era sola, ma scuola e i suoi monologhi potevano attendere. 
 
Prima di andare a pranzo Rory volle assolutamente parlare con Taylor. Il racconto l’aveva sconvolta, era triste perché lei non c’era sabato quando il casino era successo, perché probabilmente se lei non l’avesse spronata a bere non sarebbe accaduto niente e perché Taylor non l’aveva chiamata per parlarne. Ma capiva che certe cose preferisci tenertele per te, a volte non sai nemmeno come spiegarle.
La incontrò al bagno delle ragazze, mentre si lavava le mani. Le andò incontro e senza dirle niente la abbracciò. Taylor ricambiò il gesto, tentando di non bagnarla.
- Chi te lo ha detto?- le domandò capendo che cosa era accaduto. Rory la guardò.
- È stato Xander, ma non te la prendere, pensava che lo sapessi e gli è venuto spontaneo parlarne. Tu come stai?-
- Era di questo che volevo parlarti. Non sto bene, ma sono sollevata. Se non ci fossero stati i ragazzi a quest’ora sarei a pezzi e mi sentirei una cretina, più di quanto già non faccia. Se non avessi bevuto sarei venuta a casa con te e non mi sarei immischiata in quel casino. Invece no! Chissà chi mi credevo a bere tutta quella birra. . . ripeto, per fortuna che c’erano Liam, Harry e Xander. Hanno fatto nero John e Harry ha anche fatto una parte a culo a Jenny, l’ha mollata davanti a tutti. È stato stupendo, per quello che mi ricordo, anche se ha detto delle carognate su di me. . .
Il cuore di Rory si fermò momentaneamente sentendo che Harry non si frequentava più con quella stronza platinata, poi pensò a quanto era stato dolce a portar via Taylor dal casino e subito dopo pensò che era stato Xander a farla pagare a quel buzzurro maniaco e che era fiera del suo ragazzo.
- Taylor, mi dispiace, perché magari se ci fossi stata fino alla fine non sarebbe successo niente e se non ci fossi stata, tu non ti saresti ubriacata. Comunque la metti è colpa mia. . .- disse Rory, asciugandosi le lacrime che iniziavano a bagnarle le guance. Taylor la abbracciò sovrastandola dal suo metro e ottanta di altezza.
- Rory, smettila. Gira e rigira in questi due giorni se la sono presi tutti la colpa. Che alla fine non è di nessuno. Chiudiamola qui e promettimi che se mai mi vedrai con un bicchiere di birra in mano mi tirerai una sberla, d’accordo?- le disse facendola ridere.
- Promesso.
Le due si staccarono e Taylor guardò di nuovo la sua amica negli occhi. Scrutò quel mare azzurro un paio di attimi e si domandò se non fosse il caso di chiederle spiegazioni riguardo all'esitazione che aveva avuto sabato sera, quando avrebbe dovuto scegliere fra Xander e Harry. 
Rory la guardava di rimando, vedendo negli occhi della spilungona lo specchio dei suoi. E chissà come stava pensando la stessa cosa: avrebbe dovuto confidarsi di quel suo pasticcio sentimentale con qualcuno della sua età, che c'era dentro quanto lei per avere un'opinione diversa da quella di Jemima. 
Vide una scintilla negli occhi blu di Taylor e si accorse che stava per dirle qualcosa quando con un tonfo impressionante una ragazza spalancò la porta del bagno e andò a vomitare nel gabinetto. 
Le due bionde cambiarono espressione e trattennero le risate, non era il caso di ridere in faccia a quella poveretta. Taylor decise di rimandare ancora un po' la chiacchierata e Rory decise che avrebbe provato a risolvere i suoi dubbi da sola ancora per qualche giorno e se non ci fosse riuscita, avrebbe trovato Taylor ad aascoltarla.
Taylor mise un braccio intorno al collo dell'amica e le due si diressero alla mensa.

                                                                                                                                  

"Non sto bene, ma mi sento sollevata"

 



"quella mattina quando aveva visto Taylor, l'aveva guardata con occhi diversi, si era sentito più in sintonia con lei"


 

Per questa volta non mi dilungherò più di tanto,
scusate se ci ho messo ere a postare, ma non avete idea delle cose 
che mi sono capitate ultimamente, tutte più o meno burtte, 
tutte grazie all'ameba  e ad una citta che pensavo mi volesse più bene.
All'alcoool non si resiste, quindi state attente lettrici, è una cosa da cui vi metto in guardia con tutto il  cuore.
NON BEVETE MAI TROPPO. RISCHIATE DI GIOCARVI AMICIZIE IMPORTANTI.
E quindi niente.. sono anche un po' depressa per la mancanza di recensioni..
ma me ne farò una ragione, finanto che mi seguite anche se "silenziosamente" :)
Ah! ultima cosa, poi vi lasico in pace, chiunque si sia davvero messo a leggere il mio commentino,
credo che domani posterò finalmente il primo capitolo della mia ff
su Caspar Lee e Alfie Deyes, spero che la leggerete :)
vi prego, andate a guardarvi i loro video, fanno scompisciare e apprezzerete di più la ff!
Un bacione,
LA

 

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Capitolo 17
*** Capitolo XVI ***


Date
 

 

 


 

Era già passato un mese dalla disavventura di Taylor, quando Liam la chiamò sul cellulare. Lei non aveva il suo numero e non aveva idea se lui l’avesse ottenuto quella sera.
- Ciao, Taylor. Non so se ti ricordi di me, sono Liam Payne.- disse una voce profonda sparando a raffica le parole dall’altra parte del telefono. Taylor si mise davanti allo specchio provando delle espressioni. Era una cosa che faceva con Abbie, quando non avevano voglia di studiare: provavano a ridire le cose che avevano detto durante il giorno per vedere come erano sembrate e per esercitarsi a dire cose strane con delle facce comunque serie. Adesso Taylor lo faceva insieme a Rory, quando si vedevano il pomeriggio.
- Sì, sì, certo che mi ricordo. Anche tu hai difeso il mio onore, sbaglio?- disse lei, sentendosi stranamente a suo agio a parlare di quella sera e a parlare con un ragazzo. Sentì una risata.
- Sì, perlomeno ci ho provato. Non potevo rimanere lì con le mani in mano.- disse lui, con una punta di imbarazzo nella voce. Taylor si guardò allo specchio facendosi la linguaccia.
- Che mi racconti, Liam Payne?- domandò lei, visto che la conversazione languiva. Si chinò fino a che i capelli non toccarono terra e con il telefono incastrato fra la spalla e l’orecchio iniziò a fare stretching.
- Oh, beh, niente. . . ho chiesto a Xander il tuo numero, l’altro giorno, e finalmente ho trovato il coraggio di usarlo.- disse lui, di nuovo parlando molto velocemente. Taylor si toccò le punte dei piedi.
- Xander ha il mio numero?- domandò Taylor sorpresa. Lei non glielo aveva mai dato. Che glielo avesse dato Rory? A che pro?
- Oh, sì. Comunque non è che magari una volta ti va se ci facciamo un giretto insieme da qualche parte? Anche solo una passeggiata, o magari ti riaccompagno a casa dopo la partita.- propose lui affannato, non sembrava proprio a suo agio.
- Credo che mi farebbe piacere, ma di che partita parli?-domandò presa in contropiede, i suoi programmi per quei giorni erano il venerdì biscotti con Rory e Jemima e il sabato la prima lezione di chitarra con Harry.
- Oh, mi sono dimenticato, vuoi venire a vedere la mia partita di sabato sera? Inizia verso le sei, non dovrebbe durare più di tanto. Ci sarà anche Xander e quindi anche Aurora, così non ti annoi.- le disse lui con quella sua voce così gentile.
Taylor che stava facendo il ponte all’indietro cadde improvvisamente, facendo scivolare il telefono sul morbido tappeto. Riprese il cellulare appena possibile, con i capelli tutti davanti alla faccia e anche un po’ in bocca, sentendo la voce preoccupata di Liam che si accertava fosse ancora intera.
- Ci sono! Ci sono! Sono viva. Comunque, credo che sarebbe magnifico. A sabato allora, Liam Payne!- rispose lei un po’ affannata, sputacchiando i capelli.
- A sabato, Taylor Swift!-
 
- Oh mio Dio! Taylor, Liam è uno gnocco! Che figata che ti abbia invitata alla partita! Poi lui ti riaccompagnerà a casa e vi bacerete sotto uno di quegli splendidi lampioncini che decorano il tuo vialetto! E sarà tutto così romantico! E i vostri figli saranno carinissimi! E io sarò la tua damigella d'onore, mi pare ovvio - esclamò Rory quando Taylor le raccontò della strana e inaspettata chiamata di Liam. Stava iniziando a blaterare come al solito dei suoi sogni irrealizzabili, quando Taylor la frenò.
- Va bene, va bene, è davvero carino, ma non credo che ci baceremo, insomma non alla prima uscita. . . non credo neanche che sia un appuntamento! E soprattutto, non credo che per adesso ci sia la possibilità anche remota che ci sposeremo.- protestò Taylor, annientando l’entusiasmo dell’amica, che si piazzò in mezzo al corridoio di scuola.
- Ora tu devi impazzire di gioia e dobbiamo assolutamente pensare a come ti vestirai! Perché Liam è fico. E perché sarò la tua damigella d'onore.- disse Rory con tono perentorio, guardando dritta in faccia Taylor. Quest’ultima sgranò gli occhi.
- Ai suoi ordini, padrona!- disse fingendosi incantata. - Evviva! Sabato esco, più o meno, con un ragazzo! Yey!- esclamò un po’ forzatamente Taylor, con voce elettronica, facendo un saltello.
- Meglio! E poi tu non hai idea, sono stata all’ultima partita di pallanuoto di Xander e caspita se sono fatti bene quei ragazzi!- aggiunse Rory guardando ammiccante l’amica, entrambe scoppiarono a ridere.
 
- E insomma hai fatto colpo!- esclamò Harry sorprendendo Taylor mentre tornava a casa. Lei fece un salto e rise nervosa.
- Liam non la smetteva di parlare di te da Halloween! Alla fine Xander si è spazientito e gli ha dato il tuo numero, non ti dispiace spero!- esclamò Harry, passando un braccio intorno alle spalle di Tay.
- Harry, io queste cose non le so fare! Farò un casino completo mentre torneremo a casa mia! Aaargh!- esclamò Taylor in risposta facendo un’espressione buffissima (di quelle che aveva provato davanti allo specchio). Harry rise, scompigliando i capelli dell’amica.
- Oh, andiamo, Tay! Ma ti pare? Ti ho già detto tutto quello che devi fare- disse Harry, roteando la mano per farle finire la frase.
- Essere me stessa e sorridere!- disse facendo un sorriso esagerato e artificioso. – Ma è così noioso e difficile!- disse lamentandosi e strascicando i piedi.
- Smetti di fare la rompicoglioni, T-Swiffle, o mi incazzo! Ora vado a casa, ci si vede domani!- le disse Harry cambiando strada, lei lo salutò con la mano.
- Rompicoglioni sarai tu!- gli urlò dietro.
Perché con Harry e Rory era così facile essere se stessi  e invece con quel taciturno di Xander era un’impresa?
 
L’arbitro fischiò la fine del secondo tempo. Le ragazze erano arrivate alla piscina in anticipo e si erano potute accaparrare dei posti comodi e abbastanza lontani dalla vasca da non beccarsi gli schizzi d’acqua piuttosto frequenti.
- Allora, quello è Chad, quello è Mike. . . poi non riconosco nessun altro. . . aspetta! Quello sexy e in imbarazzo è Xander e quello accanto a lui è Liam. Mmh, che carino anche lui!- esclamò Rory indicando i ragazzi a bordo piscina, mordendosi un labbro per fare la scema.
- Ok, allora ora mi devi spiegare come si gioca, così dopo posso parlare della partita senza fare figure di merda. . . insomma tipo quanto dovrebbe durare ancora la partita?- domandò Taylor, continuando ad osservare lo sciabordio dei ragazzi nella piscina. - E smettila di fare questi versi a scema, che sennò ci passiamo da imbecilli tutte e due.- aggiunse, tradendo un sorriso.
- Ok, non ne ho idea, l’altra volta mi sono messa le cuffie nelle orecchie e ho aspettato che tutti se ne andassero prima di andarmene anche io, considerato che non ero certa che la partita fosse finita del tutto. Comunque, facciamo un paio di calcoli: hanno fatto già due intervalli, forse questo è il terzo tempo!- esclamò Rory schioccando le dita e facendo una faccia del tipo “quanto sono intelligente?!”. Taylor aggrottò la fronte, osservando l’espressione di Rory che piano piano si dileguava, rendendosi conto di avere detto un’ovvietà. Taylor scosse la testa.
- Va bene, manda un messaggio tipo a Jemima per chiederle cosa sa a riguardo o perlomeno per scoprirlo. A parte questo, ma quanto sono sexy le schiene di questi ragazzi?- commentò Taylor mordendosi un labbro e osservando meglio quei corpi muscolosi. Rory scoppiò a ridere mentre scriveva il messaggio al telefono di sua sorella. – Sei seria, Tay? Mi hai appena detto di non fare certi commenti!- le domandò. Taylor arrossì, non era sicura di averlo detto ad alta voce, sperava di averlo solo pensato.
- Oddio, non. . . cioè mica. . .! Rory. . .!- tentò di ribattere Taylor, strozzandosi con le parole.
- Tranquilla, ho capito!- esclamò Rory, abbracciando Taylor che continuava a boccheggiare, - Sono davvero sexy!- aggiunse borbottando e stringendo le labbra.
 
L’arbitro fischiò nuovamente dopo pochi minuti. – Ma come? È già finito un altro tempo?- esclamò indignata Rory raddrizzando la schiena.
- Rory, sveglia!! Jemima ci ha detto cinque minuti fa che ci sono quattro tempi da otto minuti, sai quanto passano in fretta otto minuti? E comunque vuol dire che il prossimo è l’ultimo tempo e poi potremo uscire da questa sauna!- esclamò Taylor, passandosi una mano sulla fronte umidiccia.
- Hai fatto bene a lasciarti ricciola e ad acconciarti i capelli così! Mi piaci molto nel tuo stile retrò- le disse Rory sorridendo.
- Il fatto è che non volevo piastrarmi. . . e poi questi foulard erano di mia madre. . . non li metto quasi mai e oggi volevo cambiare un po' lo stile- disse Taylor abbassando lo sguardo, rattristandosi. Rory le passò un braccio attorno alle spalle.
- Ti sta davvero bene, dovresti indossarli più spesso- le ripeté la ragazza, dandole un bacio sulla spalla.
 
Finalmente la partita finì e dopo una breve chiacchierata con Rory e Xander, che si diressero in centro, Liam e Taylor si avviarono verso la casa di lei.
- Ti è piaciuta la partita? Li abbiamo tenuti sotto per tutto il tempo, non giocavamo così bene da un sacco!- esordì Liam, dopo un paio di attimi di silenzio.
- Oh sì! È stato molto interessante, non avevo mai assistito ad una partita di pallanuoto. Siete stati grandiosi!- concordò Taylor, senza essere nemmeno sicura di quale fosse la squadra di Liam.
- Allora che fai di bello quando non vai alle partite di pallanuoto?- le chiese Liam, capendo che in realtà Taylor gli aveva detto una balla. Adorava le ragazze che arrossiscono come Taylor.
- Oh, beh, mi trastullo con mia nonna fra vecchi vinili e poi cucino. Adoro cucinare!- ammise Taylor, annuendo e sorridendo. Anche Liam sorrise.
- A me piace mangiare, quindi siamo a posto!- esclamò lui, ridendo insieme a Taylor.
I due passarono una mezz’oretta insieme, ridendo e facendo una conversazione leggera, niente di serio. Lui provò a tenerla per mano, ma Taylor non era pronta per questo genere di cose. Arrivati all’ingresso di casa Swift, si fermarono entrambi. Era lì che si sarebbe deciso, a parole o a fatti quello che sarebbe accaduto fra di loro.
I due rimasero momentaneamente in silenzio, Liam sospirò.
- Lo sai, mi ci è voluto un sacco di coraggio per chiederti di uscire. Anche solo per comporre il tuo numero.- disse lui, guardando per terra. Taylor sorrise lusingata.
- Bene che tu lo abbia trovato allora. Mi fa piacere parlare con te, sei molto divertente.- rispose lei, più tranquilla di quanto si sarebbe mai aspettata da se stessa.
- Ho come l’impressione che tu non voglia saperne di uscire con me- disse lui a malincuore, di punto in bianco, sorridendo nonostante tutto.
Taylor lo guardò mordendosi un labbro, dispiaciuta di essere stata sgamata. 
- Non è che non ne voglio sapere. . . Liam, mi stai veramente simpatico, sei carino, mi hai salvata ad Halloween, ma. . . oh, detesto dover dire una cosa del genere! Io non sono una persona scortese! Detesto far rimanere male le persone! E tu sei davvero carino!- esclamò Taylor esasperata indicandolo con entrambe le mani, per poi tapparcisi la bocca e spalancare gli occhi. Liam la guardò un attimo perplesso, poi scoppiò a ridere.
- Sono davvero carino?- le domandò continuando a ridere. Taylor diventò completamente rossa.
- Ok, quella parte non avresti dovuto sentirla!- disse lei, unendosi alla risata. Fu Liam a riprendere in mano la situazione.
- Taylor, non c’è problema, sono stato bene e se mai ti verrà voglia potremmo uscire di nuovo insieme! Sempre che io sia libero, visto che sono davvero carino!- disse lui, buttandola sul ridere, mentre negli occhi gli si leggeva il dispiacere. Taylor annuì convinta.
- Sono stata davvero bene, grazie, Liam- disse lei.
I due si abbracciarono e poi Taylor guardò Liam allontanarsi con le mani in tasca e l'aria spensierata. 
Come mai le doveva piacere un ragazzo fidanzato che non se la filava di striscio e che, anzi, pensava pure che fosse antipatica?
Decise che avrebbe dovuto parlarne con Rory prima o poi. Il coraggio doveva trovarlo assolutamente, non poteva più vivere contando solo su stessa.


 

Well, ecco il nuovo capitolo, devo smetterla di scrivere solo di Taylor,
o la gente inizierà ad odiarmi.. 
Sono però orgogliosa di mostrarvi questo capitolo pieno di dialoghi! 
In questa ff non succedeva mai!!!
avete visto quanto era dolcettino Liam?? io lo amo e li shipperò per sempre,
se avete letto le mie altre ff lo sapete di sicuro ;) 
In ogni caso, che dite? siete pure voi shippatrici di Lialor? 
Mi toccherà cambiare il finale che avevo in mente? non credo che lo farò,
ma provate a corrompermi!
:) 
Ok, nel prossimo capitolo tornano Harry, Rory e Xander in maniera più massiccia,
lo giuro!
Un bacione!
LA



"Sono davvero carino?"



"Adoro cucinare!"

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Capitolo 18
*** Capitolo XVII ***


Jemima is back, bitches!

 




- Tayloooooorr!!! Come hai fatto a fartelo sfuggire?- esclamò disappunto e sconcertata Rory davanti al loro tavolo da Starbucks.
- Non l’ho fatto apposta! È che non mi ci vedevo con lui. . . insomma, non è proprio il mio tipo. . .- disse Taylor, in parte mentendo, in parte dicendo la verità.
- Ma era così carino e così dolce e tenero e la sua schiena era così sexy!- ribatté Rory, soffiando poi sulla sua tazza di caffè alla menta piperita. Taylor sbuffò.
- Ho capito, sei molto disappunto. Mi dispiace! Ci saranno altre occasioni, pazienza!- disse, tentando di non dare a vedere quanto era sollevata di non uscire con Liam.
- Taylah! Non ti devi dispiacere per me che sono dispiaciuta per te! Dovresti dispiacerti per te stessa! Liam mi sembrava proprio il tuo tipo . . . con quelle sopracciglia poi. . . ma se tu hai preferito così, lo preferisco anche io!- disse Rory, mettendo fine alla questione,- Adesso, raccontami della lezione di chitarra con Harry!
Harry le aveva detto che sapeva suonare la chitarra, ma non l’aveva mai sentito suonare, né cantare. Perché Rory era sicura che Harry fosse un ottimo cantante, se lo sentiva e se lo immaginava mentre cantava andando a scuola o tra una lezione e l’altra, sebbene non lo avesse mai visto farlo.
Moriva dalla voglia di sapere come era andata la lezione per due motivi, primo perché Taylor voleva imparare a suonare da tutta la vita e secondo perché avrebbe segretamente voluto essere lei a passare il pomeriggio con Harry e non con Xander, come era effettivamente accaduto.
Continuava a dirsi che anche Xander le piaceva moltissimo e che lui era così dolce e impacciato che la faceva impazzire, ma gira e rigira, dopo quasi tre mesi che si frequentavano, Xander stava piano piano regredendo al ruolo di amico, più che di fidanzato, nella sua testa.
Era possibile essere innamorate di due persone contemporaneamente? Di due persone che sono molto vicine e che non vogliono mandare tutto a puttane per una ragazza stravagante, per non dire strana?
Sapeva di fare questo effetto alla gente, andava in giro con un fiocco sulla testa e tutti la prendevano per matta, aveva una sorellina che programmava e segnava ogni evento della settimana e tutti la etichettavano come una schizzata. In un modo o nell’altro però, Rory riusciva sempre a fare amicizia, a trovare persone carine che andassero oltre le apparenze e che non la giudicassero solo per quello che sembrava.
Non voleva rovinare le sue amicizie per una cretinata come le cotte adolescenziali, ma sembrava così difficile non farlo! E più continuava ad uscire con Xander, più si sentiva un’impostora, una bugiarda, una stronza, una troietta. Era la cosa che più detestava e lo stava diventando!
- Rory, tutto bene? Ti vedo assente e alquanto triste, ti va di parlarmi di qualcosa?- le domandò Taylor, che mentre lei ripensava al casino che erano i suoi sentimenti, era partita con il racconto di sabato pomeriggio.
Rory scosse la testa, - Niente di particolare, mi sa che ho toppato il compito di Scienze ed è più che una semplice intuizione. . . dicevi?
- Oh, niente, come prima lezione ho fatto cagare, anche un criceto senza zampe sarebbe stato più bravo di me, alla fine Harold mi ha levato a forza la chitarra dalle mani, perché non ce la faceva più a sentire, parole sue, “quella tortura”. . . però mi rifarò sabato prossimo! – disse Taylor, bevendo un sorso del suo caramel macchiato. – Non ci mettono mai abbastanza caramello, per i miei gusti!- disse, arricciando il naso e leccandosi le labbra.
- Ma Harry è bravo come insegnante?- le domandò curiosa Rory, con gli occhi che le luccicavano.
- Oh, sì! È stupendo!- rispose entusiasta Taylor, proprio mentre Harry passava davanti alla vetrina del caffè e gli faceva un cenno. Fu seduto accanto a loro in meno di un minuto.
- Ciao, belle! Di che si parla?- disse salutandole entrambe. Taylor si sporse per abbracciarlo.
- Di quanto io sia brava a suonare la chitarra per una principiante!- esclamò lei ridendo, Harry fece una faccia inorridita.
- Rory, tu non hai idea del trauma che hanno subito le mie orecchie! Devo per forza farla migliorare, o le sue canzoni faranno schifo e la fischieranno tutti quando diventerà famosa!- disse il moro, facendo finta di nascondere la cosa a Taylor, schermando la bocca con una mano.
Rory rise e pure gli altri due, poi Harry bevve un sorso del caffè di Taylor e si fermò con loro due a chiacchierare per un po’.
- Taylor, mi ha detto Xander che hai scaricato su due piedi il povero Liam, senza neanche dargli una possibilità concreta. Ma che mi combini? Perché fai le stronzate?- commentò Harry di punto in bianco, mentre le ragazze parlavano di cucina. Taylor arrossì terribilmente. Xander aveva parlato di lei con Harry?
- Tu e Xander siete dei bei pettegoli, eh?- ribatté Rory, sorridendogli maliziosa.
- È solamente entrata nel discorso. Ma ci sono rimasto male! Insomma, mi sembrava un buon partito!- riprese il ragazzo, rivolgendosi alla diretta interessata.
- Harry, non ti facevo così ferrato nei termini delle matrone. “Un buon partito”? Davvero?- disse Rory, suscitando le risate generali.
- Oh, non è colpa mia, è mia sorella che parla a voce troppo alta con le sue amiche e per troppo tempo, così che alla fine mi contagia con questi termini strambi. Comunque, Taylor, se a te va bene, va bene anche a me!- concluse Harry, sorridendo all’amica, che non aveva spiccicato parola.
- È quello che le ho detto io!- aggiunse Rory sorridendo.
Aurora si rese conto in quell’istante che era gelosa di Taylor e del suo rapporto con Harry, un rapporto che avrebbe tanto desiderato, ma che aveva scelto di sua iniziativa di “trascurare” e poi si rese conto, meravigliandosi, che non aveva fatto parlare Taylor neanche una volta  con Harry, che era riuscita sempre a mettersi in mezzo in quei pochi minuti. Si sentiva una merda.
- Ragazzi, devo proprio andare, Jemy mi aspetta a casa per guardare l’ennesima replica del matrimonio di William e Kate, è una loro grande fan . . . povera piccina! Statemi bene, stupendi!- li salutò, per evitare altri comportamenti da stronza. Non le piaceva mentire, ma non ne aveva potuto fare a meno, doveva evitare di mandare in malora la sua amicizia con Taylor, la sua relazione con Xander e l’amicizia del biondo e del moro.
Appena fu sicura che i ragazzi non la stavano seguendo, perché avrebbero dovuto dopotutto?, si mise a correre a più non posso verso casa sua.
 
- Oh, Jemy, perché è tutto così dannatamente complicato?!- esclamò Rory, che stava sdraiata sul letto della sorellina, mentre lei era accovacciata sulla sua poltrona di velluto con gli occhiali in pimpinella sul nasino a punta. Jemima alzò lo sguardo in segno di rimprovero verso la sorella ed indicò con il ditino grassottello un cartello appeso sopra la sua testa. “Vietate espressioni volgari o inappropriate. Grazie.”
Jemima l’aveva scritto appena aveva imparato la parola “volgare” e non l’aveva mai rimpianto.
- Auro, carissima sorella, devi capire che non tutto nella vita può filare liscio! Sai che cosa non mi è veramente chiaro, Rory?- domandò Jemima alla sorella, guardandola con un’espressione comprensiva.
- Perché stai ancora con Alexander, se ti piace Harry?- domandò ancora, visto che Rory stava zitta in attesa.
- Oddio. . . speravo che non me lo chiedessi.- rispose Rory facendo una faccia preoccupata, - Non lo so nemmeno io! Cioè lo so: io sto con Xander perché è dolce, mi capisce, mi ascolta e mi vuole davvero benissimo. E so che Harry mi piace perché ha qualcosa che mi intriga particolarmente. Non so se mi spiego.
Jemima unì le piccole mani e la guardò seria, - Vai pure avanti, io ti aiuto.
- Ecco, è come se Xander fosse un biscotto, hai presente quelli di Millie’s? Pensa a Xander come ad un biscotto al cioccolato bianco. Tu sai quanto mi piacciono! Insomma, gnummy gnummy! E poi pensa ad Harry come ad un biscotto al cioccolato bianco e fudge! Oddio! Quanto ne vorrei uno adesso. . .
Jemima annuì comprensiva, - Ho capito, allora: il biscotto al cioccolato bianco ti piace sempre un sacco, ma quello con anche il fudge è veramente squisito e non sai cosa scegliere perché ti piacciono entrambi, ma non li puoi mangiare tutti e due sennò staresti male. . . è vero, è un grande dilemma. . . anche se messa sul piano culinario, sembra un peccato di gola!- esclamò Jemy, accompagnando il pensiero con una risatina sommessa, sapeva che per Rory era una cosa seria.
- Aurora, tu puoi decidere di fare indigestione, o di rinunciare ad uno dei due biscotti. Il punto non è capire quale ti piace di più, ma di quale puoi fare a meno.- disse Jemima arricciando il nasino prima di starnutire.
Come era possibile che Jemima fosse così intelligente? Aveva gli stessi geni per davvero o era stata adottata?


 

Ci tenevo a fare un discorsetto di ringraziamento a tutte quante,
a quelle che seguono, recensiscono , mettono fra i preferiti 
e anche a quelle che leggono e basta. 
Mi fa piacere "essere letta" da gente che non conosco
e che comunque impiega un po' del suo tempo,
per leggere qualcosa a cui  ho dedicato un sacco di tempo
(si, non sembra, ma ci passo le ore a pensare cosa scrivere :) )
Dunque grazie  :)
e per quelle che non lo sanno, visto che una mia amica c'è rimasta di merda,
JEMIMA SI LEGGE GEMAIMA :)
lo so, è uno shock. ahahah!!
E quindi niente, bacioni a tutti, 
passate a leggere la mia ff sugli youtubers? ci tengo un botto!
e di più tengo che leggiate la prima che ho scritto qui su efp, 
quella su Taylor e Liam.. sì, sono Lialor addicted :3
KIISSSSSSS
#stayfearless
LA



"non lo so nemmeno io!"


"Ciao, belle! di che cosa si parla?"
(che dolcettino è harry in questa gif??)

 

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Capitolo 19
*** Capitolo XVIII ***



HAPPY BIRTHDAY, T


Non ci saranno commenti finali, 
solo una dedica iniziale,
a tutte le nonne, in particolare a mia nonna Chiara,
che sbaglia tutti i nomi ,anche il mio
e alla mia grandiosa amica Cory,
che viene amorevolemtne citata alla fine di questo capitolo,
Baci
LA


- Harry, c’è qualcosa di strano in Rory ultimamente. . . le cose non sono più come ad ottobre, insomma, sento che si sta in un certo senso allontanando- disse Xander all’amico, mentre si dirigevano a scuola.
Era la mattina del compleanno di Taylor, Xander lo sapeva bene, la sua ragazza gli aveva fatto una testa così con quella faccenda e lo aveva costretto a giurare che sarebbe andato a festeggiare con loro il sabato successivo. Era giovedì mattina.
- Che intendi? Mi sembra che stiate sempre insieme- commentò Harry, mettendosi le mani in tasca.
Xander era piuttosto in imbarazzo a fare quelle che aveva sempre reputato “chiacchiere da femmine”, ma sentiva il disperato bisogno di un aiuto, di un consiglio da qualcuno che probabilmente ne capiva più di lui in relazioni e sicuramente non avrebbe chiesto ai suoi genitori, né a sua sorella, quindi Harry era rimasto l’ultima possibilità di salvezza.
- Beh, quello sì, ma mi pare inevitabile, considerato che andiamo alla stessa scuola. Il punto è che mi tratta più come un amico che come un fidanzato, non so se si capisce cosa intendo.
- Certo, intendi meno baci e robe da femmine innamorate?- provò il ricciolo. Xander annuì demoralizzato. Sobbalzò quando la mano di Harry gli batté un colpo sulla schiena.
- Xander, non c’è niente di cui preoccuparsi, o perlomeno, lei ha mai accennato a lasciarti? Non penso, magari non se ne accorge neanche che ti tratta in maniera diversa. In fondo l’euforia e l’eccitazione dei primi appuntamenti ormai è sfumata e vi state diciamo abituando, nella maniera giusta, l’uno all’altra. Tutto qui. Se ci tieni posso chiedere a Tay se sa qualcosa- propose Harry, cercando di aiutare il suo migliore amico.
- Senti, vediamo di lasciare fuori da questa storia Taylor, d’accordo? Ho già troppe donne nella mia vita! E per di più mi tocca pure venire al suo compleanno sabato. Direi che sono abbastanza stressato senza farle sapere i cazzi miei!- esclamò Xander con voce leggermente stridula. Harry lo guardò torvo.
- Oh, andiamo, amico! Lo so che lei ti sta tanto simpatica, che le vuoi bene e zuccherini e coriandoli e unicorni! Ma non è lo stesso per me, d’accordo?- protestò il biondo dopo aver notato lo sguardo del moro.
- Tu non la conosci e non la vuoi conoscere, complimenti, Xander! Comunque fai come ti pare. Nel caso la faccenda saltasse fuori con Taylor, te la riferirò, d’accordo?- gli disse con risentimento Harry, tentando di mantenere la calma.
Taylor era diventata davvero importante per lui. Era la sorella minore che non aveva mai avuto. Sì, lui aveva Gemma, ma le sorelle maggiori non fanno lo stesso effetto, sono loro che proteggono te, non il contrario.
Harry si sentiva in dovere di proteggere e di aiutare in qualsiasi modo Taylor, perché era davvero una ragazza che se lo meritava e che si faceva voler bene una volta che la conoscevi anche un minimo.
Forse dopo quel sabato anche Xander avrebbe cambiato opinione su di lei, considerato che Taylor avrebbe suonato un paio di canzoni delle sue insieme a Harry.
Infatti avevano passato tutto il mese, trovandosi non soltanto il sabato pomeriggio, ma anche durante la settimana a comporre musica. Taylor aveva una miriade di testi e Harry aveva in testa tanta di quella musica da far impazzire un juke-box!
Si stavano divertendo tantissimo a suonare insieme e Taylor stava diventando davvero brava, dopo la prima lezione disastrosa. Lui le aveva lasciato la chitarra che Gemma aveva voluto a undici anni e che non era mai stata usata e sapeva che Taylor ne avrebbe fatto un uso migliore.
Rory l’aveva chiamato quel lunedì per domandargli come pensava di festeggiare il compleanno di Taylor, visto che la ragazza non aveva in mente nulla. E viste le scarse e poco efficaci idee di Harry, Rory gli aveva esposto il suo piano. Proprio quel sabato, al Crown Goostrey organizzavano una serata per cantautori e chiunque era libero di presentarsi e cantare. Sarebbe stato perfetto per far debuttare la piccola Taylor e si sarebbero divertiti tanto quanto la prima volta che ci erano stati. Infatti il range di persone che frequentava il locale era un po’ cambiato da quel fatidico giorno: non ci andavano più solo signore, ma anche giovani dai vent’anni in su. Insomma era diventato quasi un locale in!
Harry era titubante, sapeva bene quanto Rory che Taylor era una persona molto riservata e soprattutto timida, non sarebbe stato facile farla cantare davanti ad un pubblico, ma poteva essere un’idea carina tentare di aiutarla a condividere il suo talento con persone nuove e cercare di farle superare le sue paure.
 
- Tanti Auguri, tontarella!- esclamò Harry sorprendendo Taylor con un abbraccio. Lei si mise a ridere.
- Tontarella sarà la tua bambola MyDoll!- rispose di rimando, ricambiando l’abbraccio. Erano davanti all’armadietto della ragazza e Rory stava per darle il suo regalo di compleanno.
- Auguri, Taylor – le disse Xander, accompagnando all’esclamazione del tutto priva di entusiasmo un gesto con la mano e un mezzo sorriso. Taylor lo guardò un secondo, accennò  un sorriso e diventando paonazza spostò lo sguardo al pacchettino che le stava porgendo l’amica.
- Ecco a te! Jemy mi ha aiutata a sceglierlo, spero che ti piacerà, è una sciocchezza.- le disse Rory prima di farle aprire la scatolina. Taylor spalancò gli occhi alla vista di una sottile fascia per capelli decorata da tanti fiocchi argentati.
- Oddio, Rory! È qualcosa di stupendo! La metto subito e non la leverò mai più dalla mia testa! La adoro! Grazie!- ringraziò Taylor con le lacrime agli occhi. Era un sacco di tempo che non riceveva un regalo così bello e azzeccato. Abbracciò con emozione l’amica e le diede un bacio sulla guancia.
- Così potrai aggiungerla alla collezione di foulard!- aggiunse Rory ridendo felice di avere trovato un regalo così adatto alla sua migliore amica. – E vedrai quanto ci divertiremo sabato! Non vedo l’ora!- esclamò ancora Rory, mentre il suono della campanella copriva le sue parole. Taylor spalancò teatralmente gli occhi, - Devo avere paura?- domandò sorridendo. Harry le passò un braccio attorno alle spalle accompagnandola il classe, - Giusto un pochino!- disse, facendo l’occhiolino a Rory e sciogliendole il cuore.
 
Era sabato sera finalmente e Taylor non aveva idea di quello che avevano in mente Harry e Rory mentre la portavano con gli occhi bendati in giro per la città. Era sicura che la gente la stava guardando male e aveva una paura matta di pestare qualcosa di disgustoso. . . non so se mi spiego. Ew.
Rory continuava a sghignazzare mentre la portava a braccetto in mezzo al centro di Holmes Chapel. Harry la affiancava e dietro di loro camminava anche Xander, che se ne stava zitto zitto.
- Ok, perché ci siamo fermati? Mi stavano per mettere sotto?- domandò cauta Taylor, mettendo le mani avanti come in cerca di un qualche ostacolo di fronte a lei.
- No, tranquilla, siamo arrivati! Adesso puoi levarti la benda dagli occhi, anzi, Xander slegala tu!- esclamò Rory divertita.
- Ma perché siamo in questo locale?- domandò iniziando ad innervosirsi la piccola bionda.
Harry iniziò ad accorgersi che Taylor non era più gioiosa come prima. La prese per le spalle, tentando di non farle salire troppo l’ansia.
- Tay, sarà una cosa fantastica! È la seconda parte del tuo regalo di compleanno, o meglio dei festeggiamenti per il tuo compleanno! – le spiegò il ragazzo sorridendole tranquillo. Rory le toccò una spalla, mentre Taylor taceva in totale confusione e con lo sguardo che si faceva via via più spaventato.
- Questa sera c’è una serata per nuovi talenti e secondo noi sei pronta per esibirti con una delle tue splendide canzoni!- continuò Rory con aria calma, mentre Taylor scuoteva la testa nervosa.
- Non penso proprio! Io non sono affatto pronta! L’unica cosa che so fare è suonare nella mia camera, non posso suonare davanti a della gente vera!- disse un po’ istericamente la festeggiata.
- Invece puoi eccome. Io sarò lì sul palco con te e se ti fa piacere puoi pure tenere gli occhi chiusi e pensare di stare in camera tua!- le disse Harry, convincendosi sempre di più che era la cosa migliore far vincere a Taylor quella paura perlomeno. La ragazza lo fissò dritto negli occhi, con lo sguardo pieno di terrore.
- Harry se sbaglio qualcosa e tutti ridono di me?- domandò, ignorando gli altri suoi amici lì accanto.
Il ragazzo le prese il viso fra le mani. – Non sbaglierai niente e se anche fosse, non sei una persona peggiore. Tutti sbagliano qualche volta.- le disse, mentre lei annuiva.
-Everybody makes mistakes! Everybody has those days!- canticchiò all’improvviso Rory, interrompendo quell’attimo così serio e facendo scoppiare tutti a ridere. Poi prese per mano la sua migliore amica.
- Tay, davvero, non ti avrei portata qui questa sera se non fossi stata convinta che puoi farcela e che andrai alla grande!- le disse prima di abbracciarla. Taylor sospirò e si aggiustò la fascetta sui capelli.
-E facciamolo allora!- sbuffò dirigendosi verso il locale.
Non si aspettavano ci fossero tutte quelle persone, così dopo aver comunicato al responsabile della serata che Taylor era arrivata, si sistemarono in un angolo assistendo alle esibizioni degli altri giovani che si erano presentati.
-La prossima cantante, è una ragazza di appena diciassette anni! Un bell’applauso a Taylor!- la presentò una ragazza salita sul palco. Harry e Taylor si sistemarono con le chitarre. Taylor si sentiva un’idiota, cosa pensava di fare? Stare muta come un pesce e fare una bella figura di .. davanti a tutta la quella gente?
-Tay, fai conto di essere in camera tua. Cominciamo come sempre- le disse Harry, seduto su uno sgabello poco dietro di lei. Aveva entrambi una chitarra e Taylor provò il primo accordo, seguita da Harry.
-Questa canzone l’ho scritta in prima liceo, è dedicata a. . . una mia amica, spero vi piaccia- disse Taylor, sentendosi più sicura, mentre arpeggiava. Sorrise guardando Harry che annuiva incoraggiandola.
“Tied together with a smile” era una canzone che aveva scritto poco dopo che Abbie si era trasferita, riguardava come si sentiva lei e come si era sentita la sua amica in quel primo anno di superiori, come Abbie non riuscisse a guardarsi allo specchio senza trovare qualche difetto nel suo viso o nel suo corpo, come Taylor si sentisse sola, visto la mancanza di una madre e suo padre in prigione, come tentasse di sorridere di fronte a sua nonna, che era l’unica parente davvero vicina che le fosse rimasta.
Abbie le disse una volta di non sprecare tutto il suo amore per Xander, come se fosse la mancia per un cameriere, sperando che prima o poi le stesse monete sarebbero finite nel portafogli del biondo.
E sia lei che la sua amica avevano pianto, spesso, l’una nelle braccia dell’altra, facendosi forza a vicenda.
Sentire le corde sotto le dita la faceva sentire a suo agio, sentire Harry che cantava con lei era rassicurante e vedere che Xander in un qualche modo apprezzava la sua musica la rese felice.
A fine canzone ci fu un attimo di silenzio e poi Rory leggermente commossa diede il via ad un lungo applauso. Taylor guardò la folla entusiasta e sentì di appartenere a qualcosa, di non essere più sola come poco tempo prima.
-Tay, sei stata stupenda, complimenti- le disse Harry in un orecchio, abbracciandola.
-Grazie, scemo. Se non ci fossi stato tu non sarei salita su questo palco neanche se mi avessero pagata!- gli rispose sorridendo e dandogli un bacio sulla guancia.
Scese dal palco con ancora i lucciconi, non pensava che cantare di fronte ad un vero pubblico sarebbe stato così facile e così emozionante nella maniera giusta. Era stato come mettere gli occhiali e avere una copertura davanti a tutta quella gente, solo che aveva una chitarra. Arrivata all’angolo dove si trovavano gli altri, abbracciò anche Rory, visto che tutta l’idea era stata sua.
-Rory, grazie. Grazie infinite. Sei la migliore amica che potessi volere. Grazie.- le disse, abbracciandola ancora più stretta, mentre Rory ricambiava l’abbraccio.
-Tay, immaginavo fossi brava, ma non così tanto! Tu sei la migliore in assoluto, non riesco a credere che tu abbia scritto e cantato così bene quella canzone. – le disse Rory, portandola verso l’uscita.
Si diressero verso casa di Taylor, avrebbero passato lì il resto della serata, mangiando cupcake e guardando dei film. Probabilmente Xander se ne sarebbe andato prima degli altri, ma a Taylor non importava, era già felice, lui non avrebbe rovinato la serata.
-Ragazzi, entrate pure, io chiudo il cancello.- disse Taylor, facendo entrare in casa sua tutti quanti, era la prima volta che Rory e Xander venivano lì.
Harry che ormai si sentiva a casa sua fece strada a Rory, che portava in mano una grande torta biscotto fatta fare apposta per l’occasione da Jemima.
-Taylor, ehm, so che non parliamo tanto spesso.- le disse all’improvviso Xander. La ragazza saltò per lo spavento, non si era accorta che anche lui era rimasto fuori. Si voltò a guardarlo con timidezza, sentendosi arrossire.
-Sì, ma non ci faccio molto caso- disse senza pensarci. Poi sorrise, rammentando il consiglio che Harry le ripeteva ogni giorno.
-Ecco, volevo solo dirti che ho sbagliato a giudicarti e di sicuro non avrei dovuto dire quella cosa la sera di Halloween.- continuò lui, guardando per terra, come se avesse studiato cosa dire a memoria tutta la sera precedente. Taylor gli sorrise grata.
-Sei molto gentile, ma non ti devi preoccupare, davvero- gli rispose, sentendo un gran caldo dentro al cuore, che cosa assurda.
-Inoltre volevo dirti che canti molto bene, la canzone era bellissima- aggiunse, accennando anche un sorriso.
-Adesso è il compleanno perfetto- disse Taylor ad alta voce. Poi sgranò gli occhi e corse in casa. Non poteva averlo davvero detto ad alta voce e non soltanto pensato! Ma come era possibile?
La cosa sorprendente era che Xander per una volta non era sembrato indispettito mentre parlava con lei e le era parso davvero sincero, mentre le diceva che era stata brava.
-Taylor, dove vai? Stiamo facendo i pop-corn, non farli raffreddare!- le disse Rory dalla cucina, mentre la bionda correva in camera sua a respirare.
-Taylor, non ti mettere a scrivere una canzone, lo sappiamo tutti che quando ti ci metti rimani chiusa in camera le ore!- le gridò Harry ridendo.
-Sei sempre simpaticissimo, Styles!- gli gridò lei dal piano di sopra, tentando di sembrare calma, mentre invece non lo era affatto. Si guardò allo specchio e fece dei grandi respiri.
-Datti una calmata, Tay. Non è tutto questo grande affare. Ora vai giù e fai come se fosse tutto normalissimo.- si disse e dopo aver lasciato il cappotto sul letto tornò in salotto.
- Hey, Tay, vieni. Siamo in cucina con tua nonna!- la chiamò Rory con una voce allegra.
-Nonna! Sei ancora in casa? Non dovevi essere alla serata del Bingo?- le domandò Taylor, andando ad abbracciare la dolce vecchietta.
-Eh, purtroppo stasera è stata annullata, c’è lo sciopero dei mezzi e nessuno di noi vecchietti ha più la macchina! Quindi. . . ti dispiace se rimango con voi almeno per la cena? Tanto mi ritiro presto- le rispose Ethel, sorridendo e mettendo così in evidenza le sue numerose rughe. Rory sorrise, perché non aveva più i nonni, né paterni né materni e i vecchietti le mettevano sempre gioia. Ethel in particolare sembrava così dolce ed indifesa.
-Certo che puoi rimanere con noi, nonna! Ti piaceranno i miei amici.- le disse Taylor, abbracciandola di nuovo.
-Allora, ho preparato le lasagne e stanno finendo di cuocersi nel forno, poi ci sono delle patatine fritte se vi vanno e naturalmente il dolce che ha portato la dolce Cory- disse la vecchietta mostrando le varie cibarie disposte in giro per la cucina con fare orgoglioso e gentile.
-Ehm, in realtà si chiama Rory, nonna, non Cory- la corresse Taylor, alquanto imbarazzata, mentre l’altra bionda rideva per il malinteso.
-Oh, che sbadata, allora, Rory, Harry caro e Alexander, giusto?- ripeté Ethel, contando sulle dita i ragazzi.
- Sì, signora. Non vedo l’ora di assaggiare le lasagne, sembrano anche più buone di quelle della scorsa settimana.- commentò Harry, leccandosi le labbra e sorridendo felice, come se Ethel fosse un po’ anche sua nonna.
Stare a casa di Taylor, tutti riuniti, con un bel vinile che suonava, sembrava il modo perfetto per passare un compleanno per la piccola Swift. Si sentiva al sicuro fra i suoi amici. 




"Everybody makes mistakes, everybody has thos days!"


"And you're tied together with a smile, but you're coming undone"

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Capitolo 20
*** Capitolo XIX ***


E alla fine tutti i nodi vengono a galla 
(be', forse non proprio tutti)





Quando i ragazzi se ne furono andati e la nonna si fu ritirata in camera sua, rimasero le due bionde a chiacchierare come solo le migliori amiche fanno, del più e del meno in un momento e della vita e del destino nel momento successivo.
-Tay, dimmi la verità: come mai hai rifiutato Liam? Perché non l’hai baciato?-
Era un po’ che Rory ci pensava, da quello strano appuntamento. Era convinta che Taylor e Liam sarebbero stati perfetti insieme, invece Taylor aveva fatto come le pareva. C’era qualcosa che l’aveva frenata e che continuava a tenersi per sé. Un po’ come stava facendo lei. Accidenti, i suoi pensieri tornavano sempre al suo problemuccio di cuore.
Continuava ad uscire tutta tranquilla con Xander, ormai erano quasi quattro mesi che stavano insieme, eppure Harry era sempre fra i suoi pensieri. Era incredibile come anche solo salutandola riuscisse a mandarle in pappa il cervello.
-Rory, ma ancora pensi a questa storia? Semplicemente non me la sono sentita, insomma è carino, è simpatico, ha un sacco di muscoli, ma non mi sembrava il caso. Insomma un primo bacio non dovrebbe venire spontaneo?- le rispose Taylor, che le sembrò molto più sulla difensiva del dovuto.
-Tay, non ti ho chiesto perché l’hai abbandonato all’altare, solo perché non l’hai baciato. Da come ne parli sembra che tu ne faccia un affare di stato, non ti sto accusando di niente, ma sembravate perfetti l’uno per l’altra.- le disse Rory, tentando con tutte le sue forze di mantenere l’attenzione puntata sulla sua amica, invece che su se stessa.
-Mi piace un altro.- disse di botto Taylor. E Rory rimase spiazzata. Come? Da quando? Perché non ne sapeva niente? Quattro mesi abbondanti di silenzio su possibili cotte e ora spuntava fuori qualcuno?
Rory non riuscì a chiedere nulla di tutto ciò, rimase a fissarla con gli occhi spalancati, mentre Taylor la guardava di rimando con la bocca rimasta aperta.
Fece spallucce. –Mi piace un altro, va bene? Ma è una cosa che non può andare, me lo devo levare dalla testa. Non è importante. Il punto è che non ho baciato Liam perché mi piace quest’altro. Oks?- concluse Taylor, sentendosi improvvisamente a disagio. Aveva davvero detto quelle cose? Per fortuna non le era scappato detto chi fosse la sua cotta.
Rory prese un respiro. Aveva l’aria confusa, perché si sentiva effettivamente così.
-Se posso chiederlo, chi sarebbe questo qui?- domandò cauta. Aurora sapeva che la sua amica non riusciva ancora ad aprirsi completamente nemmeno con lei. Le prese un mano per rassicurarla.
-Guarda lasciamo stare, non serve a nulla dirlo, perché è una cosa impossibile.- disse Taylor, distogliendo lo sguardo. Ecco, le veniva da piangere! Come mai ogni volta che pensava a Xander le lacrime le pungevano gli occhi? Era una sensazione insopportabile.
-Facciamo così, ora ti racconto una cosa davvero segreta di mio, se ti senti più a tuo agio, dopo mi dirai chi è la tua cotta, ok?- le propose Rory, per alleggerire la situazione. Taylor alzò lo sguardo, adorava Rory in questi momenti più che mai. Annuì in risposta alla sua idea.
Da dove cominciare? Si domandò Rory, ripensando a quando era cominciato tutto, quel primo giorno di scuola. Era proprio come aveva detto Jemima: aveva avuto la possibilità di scegliere e la sua scelta era stata Xander. Non Harry.  Ma la sua risata, i suoi riccioli, le sue battute, erano irresistibili.
-È un bel pasticcio, vedi, perché da un po’ non so più cosa pensare. Io non sono mai stata tanto richiesta dai ragazzi, non ho mai sentito la necessità di avere un fidanzato, ma con Xander sembra tutto facile. È gentile, alto, timido. Premuroso. Io sto davvero bene con lui, ma a volte non può essere tutto rose e fiori, no?- cominciò Rory, pentendosi di averla messa su quel piano. Taylor la guardava strano, non aveva ancora capito dove volesse andare a parare.
-Ci vuole quel qualcosa che renda l’amore un’avventura, non una semplice passeggiata in riva al mare. Non so se mi spiego bene.- Rory si guardò intorno a disagio. Non le capitava spesso di sentirsi così frustrata, era sempre tranquilla, sicura di sé.
-Aurora, non mi dire bugie e non girarci tanto intorno. Arriva al punto.- la spronò Taylor.
-Hai presente quanto ci fa ridere Harry? Quando ci fa i dispetti, quando ci prende in giro? È così spensierato e spontaneo. E non ho idea di come sia potuto accadere.- le mancavano le parole.
Nella mente di Taylor apparve improvvisamente un flashback della sera di Halloween. Rory che esitava a rispondere alla domanda se preferisse Xander o Harry. Taylor si era accorta dell’impercettibile esitazione nella sua voce e di come sorridesse rispondendo che preferiva Xander, ma come i suoi occhi guardassero furtivi Harry.
-Ti piace Harry?- sussurrò, cercando i suoi occhi. Negli occhi di Rory c’era un mare di lacrime e Taylor non riuscì ad essere arrabbiata. Era incredula. – Avevi ragione, è un bel pasticcio.
Rory si piegò in avanti per abbracciarla e Taylor non poté fare a meno di restituirle l’abbraccio. Non sapeva nemmeno lei cosa pensare per bene. L’amica si era data ad un pianto sommesso, non l’aveva ancora detto ad alta voce a nessuno che non fosse Jemima. La sua sorellina era saggia e adorabile, ma la piccola non ci era dentro fino in fondo, non passava tutto il suo tempo con quei due ragazzi. Taylor sì. Avrebbe analizzato la situazione da tutto un altro punto di vista e Rory era spaventata a morte da quello che avrebbe potuto dirle la sua migliore amica.
- Devi lasciare Xander.- sentenziò Taylor dopo almeno dieci minuti di silenzio totale.
- Ma non posso! Io gli voglio così bene! Ma ti immagini? Lui ci rimarrebbe malissimo e io non posso mica mettermi con Harry! Cioè sarebbe la cosa più brutta di tutte!- rispose Rory, con la voce ancora incrinata dal pianto. Taylor era irremovibile. Era innamorata da sempre di quel ragazzo taciturno, biondo e intelligente, non poteva averlo per sé, ma poteva evitare che soffrisse.
- Rory, non so se ti rendi conto che facendo così stai vivendo una bugia e stai imbrogliando tutti quanti quelli a cui vuoi bene, Xander in primis.- le disse, tentando di mantenere la calma. Sentiva che le battaglie per Xander sarebbero state quelle in cui non si sarebbe mai arresa.
- Tay, tu hai ragione, ma non ho idea di come fare! Una volta che l’hai conosciuto non puoi fare a meno di una persona come Xander.-
- Credimi, lo so bene. Ma non puoi avere il piede in due staffe, non puoi stare con lui fingendo che sia Harry. Non li puoi avere entrambi in quel senso.- ribadì Taylor.
- Non voglio far soffrire nessuno- piagnucolò Rory, sentendosi una persona orrenda.
- Senti, non è colpa tua. Al cuor non si comanda, insomma certe cose capitano, ma devi imparare a gestirle, con il minor numero possibile di feriti.-
- Hai ragione, purtroppo. Ma non ho idea di come fare.- Rory si asciugò finalmente le lacrime sulle guance.
- O ne parli con Xander e lo lasci, o ne parli con Harry e se ti ricambia lasci Xander, ma metti fine alla sua amicizia con Harry, o lasci Xander e ti tieni tutto per te, aspettando che le acque si siano calmate prima di metterti con Harry. O non lo so. Rimani con Xander e ti levi dalla testa Harry.
L’ultima possibilità era l’unica che sembrava salvare tutti quanti dal dolore. Rory era decisa a percorrere quella strada, insomma quanto poteva essere difficile farsi passare la cotta per Harry?
- Grazie Tay, per avermi ascoltata e per non avermi trattata male. So quanto tieni a Harry.-
- E quanto tengo a Xander.- aggiunse Taylor senza rendersene conto.
L’aveva davvero detto? Rory soppesò quelle parole. Forse le sfuggiva qualcosa, insomma Xander e Taylor non si parlavano quasi mai. Era strano che l’avesse detto.
-Sei la migliore amica che potessi desiderare. Grazie davvero di tutto.- le ridisse, visto che ne aveva abbastanza di scervellarsi su faccende troppo complicate.
-Non c’è di che, tu mi hai fatta ritornare giovane! Meglio di Benjamin Button!- esclamò Taylor, tentando di tirarle un po’ su il morale e grata che si fosse scordata del suo segreto.
Cosa sarebbe successo adesso? Cosa avrebbe davvero fatto Rory? Doveva dirlo a Harry che lei aveva un cotta per lui?
-Quindi ti farai bastare le passeggiate in riva al mare?- le domandò Taylor, mentre si mettevano dentro al letto pronte a dormire.
-Io amo il mare.- fu la risposta.


 


 

Direi che stiamo per avvicinarci alla fine anche di questa ff, 
direi che questo capitolo fa un po' schifo, 
ma ci possiamo accontentare 
dopotutto sono saltati fuori vari segreti, 
finalmente Rory si è confidata e direi che manca poco anche per gli altri segreti 
per venire a galla  e il mistero di infittisce 
Restate con me, giovani pulzelle :)
See you soon.
Scusatemi ancora per il ritardo disastroso, 
ero in crisi mistica come al solito
Baci baci
LA

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Capitolo 21
*** Capitolo XX ***


Please, try to never grow up


-Allora, Harry, come vanno le cose? È un po’ che non parliamo di te.- disse Xander, salutando il suo amico quella mattina. Il biondo si rendeva benissimo conto di non essere un tipo particolarmente espansivo, né un chiacchierone, ma era consapevole delle sue capacità di osservazione e di ascolto, non erano roba da poco, una sorta di super poteri dei poveri. Insomma, in quel periodo, in particolare nelle ultime settimane, si era reso conto che qualcosa turbava profondamente Harry. E non era di sicuro la scuola, visto che, anche se tentava di nasconderlo, Harry era un secchione schifoso. E supponeva che non fosse neanche la faccenda delle lezioni con Taylor, visto che anche per quanto riguardava la musica, Harry era piuttosto messo bene.
Il moro sospirò, mentre camminavano come al solito verso la scuola, per gli ultimi giorni prima delle vacanze di Natale.
-Non saprei, mi sento tipo in depressione, ma è una cosa da femmine! Non sono i maschi che hanno la depressione!- rispose il riccio storcendo il naso.
Xander fece una breve risata. – Non saprei, mia sorella per adesso è apposto con i sentimenti, ancora è nella fase delle cotte innocue per fortuna!- commentò Xander, ringraziando il Cielo.
-Oh, beato te! Che è una cosa da femmine lo so perché Emma un anno fa non faceva altro che i discorsi che io ho adesso nella mente quando parlava con le sue amiche al telefono ed è un vero schifo.- rispose Harry.
-Senti, Hazza, non so bene come potrei aiutarti, forse andando a fare qualche vasca? Io di solito me le schiarisco così le idee, ma magari tu hai solo bisogno di parlare. . . vuoi parlare?- propose Xander poco convinto, ma preoccupato per il suo migliore amico.
-Nah, lascia stare, posso sopportare, se Emma l’ha superato, posso farlo benissimo anche io!- disse sbuffando strafottente. Ed era vero, Harry era convinto di poter andare oltre a quella faccenda, di potersi far passare la cotta per Rory come si fa passare un raffreddore. Insomma, non è che passava con lei tutte le ore del giorno, se ne sarebbe stato buono buono chiuso in casa per tutte le vacanze di Natale e se la sarebbe dimenticata, ci sarebbe rimasto amico e niente di più.
Naturalmente non poteva parlarne con Xander, quindi decise di stare zitto e fare a modo suo.
-Tu invece, Xander, hai poi risolto con Rory? Insomma sembravate in crisi, va meglio?- gli domandò, anche se parlare di Rory in quell’ambito non aiutava di certo la sua situazione.
Xander ci pensò su: non ne era convinto. Come già detto, si riteneva un bravo osservatore ed ascoltatore e gli era capitato di far caso allo sguardo con cui lo guardava la sua ragazza. Era uno sguardo dolce e allegro, ma ultimamente aveva preso una sfumatura strana, non c’era più “l’amore” dei primi mesi.
-Le cose sono cambiate- si convinse a rispondere il biondo infine, -Sono decisamente cambiate e non so né il perché, né il come, né il quando. E non so nemmeno come farle tornare al loro stato originale.- ammise.
Harry lo guardò con espressione assorta, era dispiaciuto per il suo amico o sotto sotto ne era felice?
-Posso aiutarti io in qualche modo? Come ti ho detto un po’ di tempo fa, non credo che potrei parlarne io a Rory senza destare sospetti, ma forse Taylor mi può, anzi ti può aiutare in qualcosa.- disse cauto Harry, non gli andava proprio giù che il suo migliore amico e la sua migliore amica non si filassero di striscio.
Xander come previsto, scosse la testa.
-Sai, sto rivalutando davvero Taylor, mi sembra una persona diversa, ma non cambia granché, insomma lo sai come sono fatto, sei  l’unico a cui racconto queste cose. Forse dovrei parlarne direttamente con Aurora, ma sarà dura. È dura dirlo a te!- disse sconsolato il biondo.
Quanto ci tengo? Si domandò Alexander. Perché tutto si stava riducendo a quello. Era sicuro di essere innamorato di Rory, ma tanto da voler aggiustare tutto quanto, tanto da perderci la testa? Le voleva bene, era bellissima e intelligente e stravagante e spiritosa, ma alla fine, era adatto lui a lei?
-Capisco che la situazione non è delle più semplici, le donne, valle a capire!- commentò Harry, tentando di essere solidale.
-Non credo di meritarmi di stare con lei.- disse dal nulla Xander, mentre i due facevano qualche metro in silenzio. Harry si fermò in mezzo al marciapiede, lasciando che il biondo facesse alcuni passi prima di accorgersi di essere rimasto da solo.
-La vuoi lasciare?- gli domandò stupefatto Harry, passandosi una mano fra i riccioli.
Xander soppesò quelle parole: era quello ciò che aveva in mente e che non riusciva a capire? Era quello a cui stava pensando? Di lasciare Rory? Poi comprese.
-Meglio prevenire che curare, no? Ho come l’impressione che sia lei a voler lasciare me e sinceramente non ho per niente voglia di passarci da vittima con te, con lei, con mia sorella, con i ragazzi del nuoto, con Taylor, con tutti. Io non ce la faccio!-
Anche Xander adesso aveva l’aria sconvolta e non pensava che gli sarebbe mai accaduto. I ragazzi certe scenate non le fanno. E quando gli passò per la testa questo pensiero gli venne da ridere.
-Che cazzo c’è da ridere, scemo?- gli disse Harry con una vena di sarcasmo.
-Tu eri quello che si sentiva depresso e a me viene da piangere perché non voglio essere scaricato dalla prima ragazza che mi nota e che si è affezionata a me.- disse Xander, tirando su con il naso.
Harry proprio non se l’aspettava. Sapeva benissimo che nel suo migliore amico c’era molto più che i muscoli e il silenzio, ma ancora non aveva assistito ad una manifestazione così evidente, spontanea e sofferta di tutto quel “molto più”. Era sconcertato e non aveva idea di che cosa fare.
Si avvicinò a Xander a grandi passi e gli posò una mano sulla spalla.
-Amico, non ti devi preoccupare così tanto. So che Rory è speciale e so quanto lo è per te, ma non è detto che tu abbia ragione e secondo me dovresti affrontare con lei a viso aperto questa questione. Non mi sembra proprio il tipo da riderti in faccia o dal mollarti così su due piedi, senza spiegazioni.- disse, con voce calma, tentando di tranquillizzarlo. Xander aveva il fiato corto e tentava di darsi un contegno, guardando l’orizzonte invece che gli occhi verdi di Harry.
Come aveva potuto quella situazione sfuggirgli a quella maniera dalle mani? Come era possibile che a quasi diciotto anni si ritrovasse a soffrire così tanto per una ragazza? Si pulì in fretta e furia gli occhi e tirò su con il naso un’ultima volta.
-D’accordo, d’accordo, ci sono. Sto bene. Andiamo, o non ci faranno entrare.- disse, tentando di sorridere al suo migliore amico.
 
Erano già alla quarta ora di lezione e Xander non si sentiva affatto meglio di prima, se possibile iniziava a sentirsi peggio. Da quando aveva conosciuto Aurora era stato tutto una pacchia, anche quando si era fatto male al ginocchio, non gli era importato niente di dover abbandonare la squadra per un po’, perché sapeva che non avrebbe influito sul rapporto con Rory, che al tempo andava alla grande.
Avevano trascorso davvero moltissimo tempo insieme, lui le aveva fatto conoscere i suoi genitori e sua sorella, senza provare tutto l’imbarazzo che si sarebbe aspettato di provare e avevano passato anche vari pomeriggi in camera sua a leggere, studiare o disegnare (niente di “red rated”, se è a quello che avevate pensato!). Insomma vivevano la loro storia molto tranquillamente, sebbene lui si sentisse come la terra che orbita intorno al sole. Era attratto inesorabilmente da Rory e non aveva potuto fare nulla per resistere alla sua forza e alla sua luce. In tutta la sua vita non aveva incontrato nessuno con la sua energia e questo lo rendeva irrimediabilmente legato a lei.
Xander sospirò pesantemente, aveva davanti un quaderno completamente bianco, dalla carta spessa, come piaceva a lui, pronto per essere coperto di disegni, invece che di appunti, ma era davvero tanto che non disegnava nulla.
O meglio, ci provava, abbozzava delle linee ai lati dei libri di testo, mentre studiava, ma niente di più. La sua ispirazione si era via via affievolita con la sua relazione e ciò lo rendeva davvero avvilito. E forse anche più determinato a prendere una decisione definitiva, sebbene molto sofferta.
Mancavano pochi giorni alle vacanze di Natale: una settimana lontano da quegli assurdi pensieri e poi sarebbe stato un nuovo anno e forse la sua testa sarebbe stata un po’ meno affollata e le cose si sarebbero risolte. Il punto adesso, però, era parlarne con Aurora. Non era possibile rimanere con quel dubbio.
 
A pranzo Taylor si rese conto che, per una volta, non era lei quella taciturna. Harry, Xander e Rory erano a sedere nei posti accanto a lei, ma nessuno sembrava intenzionato ad aprire bocca, né per parlare né per mangiare. E mentre gli altri erano occupati a mantenere i propri sguardi lontani reciprocamente, Taylor si concesse di osservarli per bene.
Sebbene avessero tutti e tre personalità molto diverse e fossero diventati amici solo durante quel primo quadrimestre, si assomigliavano in maniera inquietante per dei tratti che mettevano in mostra il loro stress: le occhiaie, gli sguardi poco vivaci, le labbra screpolate e le unghie tormentate. Taylor guardò le sue mani e si sentì soddisfatta di se stessa.
La sua cotta per Xander l’aveva a lungo resa infelice e ansiosa, ma nell’ultimo periodo, aveva imparato a gestirla meglio, non lo vedeva più come quel ragazzo assurdamente perfetto che era nella sua mente, aveva capito, conoscendolo quel poco che lui le aveva permesso, che pure lui era umano, era un ragazzo, andava a scuola e aveva dei difetti. Difetti che naturalmente non avevano spento il sentimento di Taylor nei suoi confronti, ma che lo avevano reso mento tormentato e più controllato.
Sapendo inoltre che lui usciva con Rory, aveva dovuto porre fine ai suoi assurdi ed interminabili discorsi su tutto ciò che il ragazzo poteva pensare di lei, cosa che Abigail, al tempo, sopportava a fatica.
Insomma, si era dovuta dare una regolata e aveva dovuto ammettere che forse non sarebbero mai e poi mai stati insieme. Era stata dura quando quel pensiero l’aveva colpita per la prima volta. Quando Xander si era messo con Rory, Taylor non aveva subito realizzato che quella era la fine delle sue probabilità di mettersi con lui e quando era successo, aveva passato una notte intera a piangere, chattando con Abbie e poi, dopo essersi asciugata l’ultima lacrima, s’era convinta che era il momento di crescere. 
E lì a tavola, mentre il fracasso generale della mensa mitigava il silenzio del suo tavolo, Taylor si accorse di un altro elemento che faceva assomigliare tutti e tre i suoi amici e che forse caratterizzava anche lei: erano cresciuti.
In quattro mesi di amicizia erano cresciuti, ognuno per un verso o per un altro, in maniera più o meno evidente, ma la “frivolezza” della prima adolescenza era infine scivolata via dai loro visi e dalle loro menti, che adesso erano in evidente sovraccarico.

 

Senza tanti giri di parole, ammetto che in questo capitolo vi sono riferimenti,
nella parte di Taylor (ovvio) alla mia situazione sentimentale attuale. 
Le cose non vanno sempre come desideri, a volte ti fai mille film mentali, più o meno realistici
e finisci con il culo per terra in qualsiasi caso.
Io ci azzecco spesso con le cose, ma con le persone è diverso.
Ho l'abitudine di cercare il buono nei ragazzi che mi piacciono,
ma a volte il  buono non c'è..
ok, questa cosa non c'entra granché con il capitolo,
quello che volevo dirvi è che sono fiera di quello che ho scritto, perché non l'ho solo messo nero su bianco,
ho visto realmente questi personaggi cambiare e crescere in questa mia sciocca ff e spero che l'abbiate visto anche voi.
A presto,
LA

 





 

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Capitolo 22
*** Capitolo XXI ***


"I never thought that you would be the one to hold my heart 
You came around and you knocked me off the ground from the start "

 

Prima di quanto si sarebbero aspettati, erano giunte le vacanze natalizie e i quattro ragazzi si erano salutati con una cena a casa di Taylor, un paio di giorni prima di Natale.
Era naturalmente stata un’idea di Rory, che sperava, di arrivare a capodanno con le idee un po’ più chiare rispetto a come erano in quel momento.
Xander aveva accettato volentieri di andare a casa di Taylor, visto che non gli faceva più lo strano effetto di prima. Certo ogni tanto le scappava ancora un commento strano nei confronti del ragazzo, ma era più gentile e spontanea con lui e capitava anche che parlassero, mentre camminavano con Rory o a pranzo.
Harry si era rassegnato a lasciar perdere Rory, ne aveva parlato a lungo con Taylor, che ancora manteneva il segreto che la sua migliore amica le aveva rivelato la notte del suo compleanno, e insieme erano giunti alla conclusione che levarsela dalla testa e far finta di niente fosse la mossa migliore.
Taylor continuava ad essere silenziosa e a suonare la sua chitarra, ma qualcosa era cambiato, non si sentiva più costantemente sotto esame, costantemente un’ outsider. Sebbene Jenny ancora la prendesse di mira quando Harry non era nei paraggi, adesso Taylor non si sentiva più sola e sapeva di avere qualcuno sempre al suo fianco su cui contare.
 
I quattro ragazzi erano seduti in cerchio sullo spesso tappeto che ornava il pavimento del salotto di casa Swift, nonna Ethel era andata a letto verso le otto e un quarto, lasciandoli soli con un bricco di cioccolata calda e un vassoio di biscotti.
Stavano lì, accoccolati l’uno accanto all’altro, Rory non del tutto a suo agio fra le braccia di Xander, Taylor con le mani a sfiorare la chitarra che aveva sulle ginocchia e Harry a rimirare pensoso le fiamme nel camino.
Avevano improvvisato un mini concerto, suonando qualcuna delle ultime canzoni che la bionda e il moro avevano arrangiato negli ultimi tempi.
Quando Taylor minacciò di addormentarsi sbadigliando per l’ennesima volta, Rory decise di dare una svolta alla serata.
-Basta così, non ce la faccio più ad aspettare. Adesso ci scambiamo i regali, sennò prima che possa darveli, T, sarai già stramazzata sul letto da un paio di ore!- esclamò, liberandosi dalle braccia muscolose di Xander, lasciandolo un attimo sorpreso.
La bionda si alzò, dirigendosi alla sua borsa, nel corridoio, seguita poi da Harry e da Xander, mentre Taylor sgattaiolava in camera a prendere i tre pacchetti che aveva pronti sul letto da almeno una settimana.
Quando i quattro si ritrovarono nel salotto, c’erano nuove espressioni sui loro volti. Chi era agitato al pensiero che il proprio regalo potesse non piacere al diretto interessato, chi era eccitato all’idea di aprire il pacchetto che gli spettava e poi finalmente Rory diede il via al giro di regali.
-O mio Dio! Sono orecchie da gatto?!- esclamò Taylor, maneggiando un grazioso cerchietto, sul quale erano applicati due triangoli con degli strass.
- Esattamente! L’ho visto e non ho potuto fare a meno di pensare a te! Non è grandioso?- rispose entusiasta l’altra bionda, sorridendo soddisfatta.
-È totalmente grandioso e totalmente assurdo! Non credo che lo indosserò mai per andare da qualche parte, ma sta sicura che ogni volta che tornerò a casa, me lo metterò in testa! È geniale, grazie!- cinguettò Taylor, correndo allo specchio appeso nella sala per posizionare per bene l’accessorio fra i suoi capelli ricci.
Xander ricevette una sciarpa.
Rimase un attimo imbambolato quando scoprì che quello era il regalo che gli aveva fatto la sua fidanzata.
–Bello, grazie.- commentò, passandosi il mucchio di lana fra le mani.
-C’è il tuo monogramma sopra, l’ho fatto io.- aggiunse Rory, mostrandogli il discreto ricamo su una delle estremità della sciarpa. Xander fece un’espressione mista fra lo stupore e l’indifferenza, non voleva che Rory ci rimanesse male, ma ne aveva mille di sciarpe, in Inghilterra erano una cosa piuttosto comune. . .
-Grazie, davvero.- ripeté il biondo, dando un veloce bacio alla ragazza.
Quando arrivò il turno di Harry di scartare il suo regalo, Rory non stava più in sé dal nervoso. Non aveva idea di come si sarebbe sentito il ragazzo nello scoprire che cosa fosse.
-Maddai! Non mi dire che hai speso una baracca di quattrini solo per me!- disse stupefatto il moro, scartando il disco in vinile dalla sottile carta regalo.
-No, tranquillo, ci mancava solo che mi mettevo a spendere dei soldi per te! L’ho trovato in soffitta, fra le cose. . . di mio padre.- spiegò la ragazza, arrossendo fino alle punte dei piedi.
Per un attimo ci fu un silenzio assurdo nella stanza. Il fatto che quel disco fosse appartenuto al padre morto di Aurora era strano, ma non tanto quanto il fatto che un oggetto così importante per la ragazza fosse andato a Harry, suo amico, invece che a Xander, suo fidanzato, che aveva ricevuto una, sebbene morbida, normalissima sciarpa.
Rory guardava Harry, che fissava il vinile. Xander teneva il suo sguardo su Rory e Taylor osservava preoccupata l’espressione del biondo. Non era stata proprio una mossa geniale quella di Aurora.
-Va bene, adesso dovete assolutamente aprire i miei di regali, fremono per essere scartati non li vedete?!- disse Taylor, tentando di alleggerire la situazione. Porse a ciascuno un pacchetto e Rory non esitò ad aprire il suo, per offuscare il clamore suscitato da quel vinile.
-È un acchiappa sogni! Spero che ti piaccia, ho pensato che sarebbe stato bene in camera tua- spiegò Taylor, osservando l’amica che districava i nastri pieni di perline e piume che pendevano dal cerchio.
-Taylor è stupendo! Lo sai da quanto ne desidero uno? È una cosa troppo carina! Mamma sarà decisamente gelosa!- disse ridendo la bionda, piegandosi per abbracciare l’amica.
-Mi fa piacere. Ah! Di là ho anche un regalo per Jemima, la mia piccola pasticcera!- le disse Taylor, prima di osservare la reazione di Harry che guardava divertito il papillon di raso che gli aveva regalato.
La bionda tentò di rimandare il più a lungo possibile il momento in cui Xander avrebbe aperto il suo regalo. –Oh, wow!- fu il commento, quando il biondo scoprì il libro di Tolkien dalla carta con le stelle di Natale disegnate sopra.
-Spero di non averti regalato qualcosa che avevi già. È una delle prime edizioni del Silmarillion.- disse Taylor, mordendosi un labbro e arrossendo indicibilmente. -Mi dispiace, è un regalo stupido. Ce l’avrai di sicuro. Lo andrò a cambiare appena possibile- aggiunse poi, piegandosi in avanti per riprenderlo dalle mani del ragazzo. Si sentiva terribilmente in imbarazzo. Come le era saltato in mente di fare un regalo a Xander?
Quando le dita sottili di Taylor stavano per fare presa sul volumetto però, il ragazzo lo tirò a sé e alzò lo sguardo verso di lei.
-Scherzi? Non credo che sia una cosa che hanno tutti in casa, direi che è proprio improbabile. Mi piace davvero moltissimo. Davvero.- disse lui a bassa voce, come suo solito. Guardando come succedeva di rado Taylor negli occhi. Di nuovo silenzio, di nuovo gli sguardi fissi su regali e persone. Poi un sorriso.
Taylor non riusciva a crederci, Alexander Ludwig stava sorridendo con gratitudine ed entusiasmo proprio a lei.
-Oddio, fammi vedere! Non ho mai visto un libro così vecchio! Taylor, dove sei andata a cercarlo?!- esclamò Rory, interrompendo la quiete per prendere il libro e maneggiarlo con cura, nel tentativo di trovare la data di stampa.
-Oh, lo ha trovato mia nonna, ma ci ha messo un po’. . . l’ha chiesto ad un suo vecchio amico.-
-Caspita, è del 1977! Mia mamma è nata in quell’anno!- esclamò sbalordita Rory.
-Caspita, tua mamma è decisamente giovane!- commentò Harry, ridendo e annuendo.
-È proprio l’anno di pubblicazione dell’opera. Taylor, grazie.- scandì bene Xander, guardandola una seconda volta negli occhi e riprendendo il libro dalle mani della sua ragazza. Sembrava esserne davvero geloso.
-Ok! A questo punto vi offro anche io i miei umili regali, ma non vi aspettate nulla di che, non avevo davvero idee, mi sono dovuto un po’ arrangiare, ma voglio proprio vedere a che ha pensato Xandruccio poi, ok? Non posso essere io quello che ha fatto i regali peggiori!- sbuffò ironico Harry, distribuendo i regali.
Xander scosse la testa ancora un po’ intontito per il regalo inaspettatamente bello di Taylor e sorrise complice al suo amico.
-Mi sa che questa sfida la vinci di sicuro, i miei regali fanno decisamente pena in confronto a questi!- ribatté indicando il mucchio di carta da regalo e i vari oggetti che aveva ricevuto.
-Una sveglia? Davvero, Harry, mi hai regalato una sveglia?- commentò poi il biondo, palleggiando l’oggetto di forma cilindrica che scintillava fra le sue mani.
-Era in casa dei miei nonni, loro non la usano più, ma il mio vecchio mi ha detto che grazie a quella non ha mai fatto tardi in un’occasione che fosse una! Credo che ti farà comodo!- gli rispose ghignando il moro.
Xander gli lanciò un’occhiata di ringraziamento, poi guardò la reazione di Rory che apriva un astuccio di velluto blu e ne estraeva un ventaglio di legno decorato a mano.
-Oh. Mio. Dio.- scandì bene, rimanendo a bocca aperta mentre con il dito seguiva i disegni su ciascuna parte del ventaglio.
-Ecco, anche quello era in casa dei miei nonni. Più precisamente è quello che mia nonna si è portata dietro in tutti i suoi viaggi assurdi. Quella vecchia ha viaggiato in praticamente tutto il mondo!- iniziò a spiegare il moro, gesticolando nervoso, mantenendo il suo sguardo su Rory e sulla sua espressione rapita.
-Insomma, quell’affare s’è fatto il giro di mezzo globo e mia nonna ha detto che era perfetto per te, visto che vuoi viaggiare. Quindi considera che è più un regalo da parte sua che mia, ecco.- concluse Harry con un’alzata di spalle.
Rory iniziò a scuotere lentamente la testa, incredula. – Questo regalo è strepitoso! Grazie infinite, Harry. E ringrazia anche tua nonna. Ripeto, è stupendo! Grazie.- disse con voce dolce e per un attimo le venne da sporgersi per abbracciare il ragazzo, ma le sembrò di aver fatto abbastanza disastri per la sera.
-Bravo, Styles. Non c’è che dire, sei proprio un bell’amico, eh.- interruppe Taylor, facendo finta di essere offesa. Harry distolse lo sguardo da Aurora e si voltò a sorridere alla sua migliore amica.
Le diede un buffetto sulla spalla, facendola ridere, e sogghignò.
-Credi davvero che mi sia scordato di te? Il tuo è un regalo davvero importante, per me e soprattutto per te.- le disse, prendendo la chitarra dalla poltrona su cui era stata appoggiata poco prima. Taylor stava iniziando a capire e non era più in sé dalla gioia. Quando Harry le porse lo strumento, la ragazza non riuscì a trattenersi dal saltargli addosso per abbracciarlo, traboccante di gioia.
-So che in pratica era già tua, ma teoricamente era di Emma, quindi adesso ufficializzo la cosa e ti regalo questa chitarra o meglio ti legittimo il suo utilizzo. Amen.- disse con fare cerimonioso.
Taylor e gli altri stavano ridendo quando Xander diede loro i suoi regali.
Erano tre pacchetti identici, di forma rettangolare, grandi quanto un foglio A4, spessi un paio di centimetri. Quando i tre rimossero la carta, chi strappandola con foga (vedi Harry), chi ripiegandola con cura (vedi Taylor), i pacchetti si rivelarono essere tre disegni, incorniciati con riquadri di legno scuro e lucido. A ciascuno il proprio ritratto.
-Oh, Xander, grazie! Lo appenderò accanto agli altri. Sei stato un vero tesoro!- lo ringraziò Rory, dandogli un secondo bacio sulle labbra e continuando a rimirare la propria immagine ritratta a matita.
-Xander, per fortuna che dovevi perdere tu la gara del regalo più bello! Ma vaffanculo! Questo ritratto è perfetto nei minimi particolari, bella figura di merda ci faccio!- lo prese in giro Harry, che ricevette una sberla dal suo amico.
L’unica che non disse niente fino all’ultimo fu Taylor. Cosa poteva dire? Aveva mille domande e commenti che le frullavano per la testa. Quanto gli ci era voluto? Era stato uno spreco di tempo, una scocciatura, farle un ritratto? E come aveva fatto a ricordarsi tutti quei particolari del suo viso, dei suoi occhi e delle sue labbra? E pensare che si era sentita totalmente fuori luogo ed invadente a fare un regalo a Xander. Invece lui le aveva donato qualcosa di unico ed inestimabile e stupendo. Qualcosa che lei avrebbe conservato per sempre. Non riusciva a smettere di guardarsi, perfettamente riprodotta dalla mano esperta del biondo. Non riusciva a spiccicare parola. Poi alzò lo sguardo e lo incatenò a quello azzurro di Xander. Quello sguardo valeva più di mille parole e si augurò che Xander riuscisse a coglierle tutte.
-Grazie infinite.- si limitò a dire, con gli occhi lucidi e un grande sorriso sulle labbra.
 
Xander e Rory avevano lasciato Harry e Taylor a suonare poco prima di mezzanotte. Stavano tornando alla casa dalla porta arancione nel silenzio più totale, mano nella mano, sotto un leggero strato di neve. Ancora non era nevicato tanto da coprire le strade a Holmes Chapel.
Ogni tanto, circa ogni quattro passi, uno dei due tirava un sospiro, come accade quando si sta per dire qualcosa, si prende fiato, ma le parole rimangono incastrate fra i denti e esce solo l’aria, priva di suono.
Mano nella mano, le dita intrecciate, gli sguardi ben distanti.
Entrambi avevano in mente un discorso. Entrambi erano decisi a soffrire loro stessi pur di non far soffrire l’altro. Entrambi odiavano quel silenzio, ma non riuscivano a farne a meno.
-Rory, lo sai che ti voglio bene.- disse lui, ad un tratto, senza nessuna particolare emozione, come quando si recitano le poesie imparate a memoria per la scuola.
-Te ne voglio anche io.
-Sai già ciò che penso anche prima che lo dica e trovi sempre un modo per non farmi sentire in imbarazzo ed è una cosa che adoro.
-So cosa stai per dire, ma non ho idea di come evitarlo.
-Evitare cosa?
-Tutto.
Silenzio. Silenzio. Silenzio. Silenzio. Sospiro. Voce.
-Sono stati i quattro mesi più importanti della mia vita.- disse lui. Ed era vero e non solo per l’essersi fidanzato con Rory, ma per tutto ciò che l’incontro con lei aveva implicato.
-Hai completamente cambiato la mia vita. Hai cambiato il mio carattere. In meglio. E spero tu sappia quanto lo apprezzo, ma questa cosa è inevitabile. Ho paura.
Rory non capì se quelle ultime due parole fossero legate all’inevitabile o esprimessero davvero lo stato d’animo del ragazzo alto e forte che stringeva la sua mano e le camminava a fianco. Doveva dire qualcosa. Non poteva lasciare che le sue parole rimanessero appese a mezz’aria senza essere raccolte.
-Forse è giunto il momento di prenderci una pausa e rivedere le nostre priorità.*-
Ancora una volta era stato Xander a parlare, mentre Rory fissava il marciapiede di fronte a sé. Come era strano che fosse il taciturno della coppia a dire tutto quanto e a dirlo nel modo più giusto. Non era Aurora quella che riusciva a risolvere le situazioni senza imbarazzi e senza malcontenti?
-Xander, io non voglio mentirti. Mi dispiace se ti ho fatto stare in pensiero in questi ultimi tempi, mi sono accorta che tu ti eri accorto che in me era cambiato qualcosa.- disse lei ad un tratto, senza rispondere direttamente a quelle che erano state le ultime parole del biondo.
-È così purtroppo. Non sei solo tu quello che è cambiato in questi quattro mesi, anche io mi sento diversa e mi sento diversa anche nei tuoi confronti. Mi dispiace con tutto il cuore aver prolungato questa relazione più del dovuto. Avrei dovuto fare prima i conti con me stessa e con quello che provo per te, ma a volte è più facile ignorarle certe cose che affrontarle.- disse, parlando lentamente e scegliendo con cura le parole più adatte. Non voleva far soffrire ulteriormente Xander. Era un ragazzo così dolce e sensibile, ma anche così fragile.
-D’accordo. Allora è così. Credo che siamo quasi arrivati. Posso lasciarti qui?- disse lui, sentendo che iniziava a mancargli l’aria. Non ce la faceva a restare lì davanti alla sua prima ragazza, adesso ex-ragazza, con il cuore in gola e le lacrime pronte a far capolino dai suoi occhi azzurri. Era proprio quello che voleva evitare. Quella estate non avrebbe mai nemmeno immaginato che si sarebbe potuto sentire così male a concludere una relazione, ma adesso doveva ammettere di non essere il ragazzo forte che sperava.
Finalmente, a quelle parole, Rory si voltò verso di lui, lasciò la sua grande mano e lo abbracciò. Lo tenne stretto a sé, mentre lui la circondava con le sue braccia muscolose e respirava con affanno.
-Vai pure a casa, Xander. Grazie. Grazie per tutto quello che hai fatto per me. Buone vacanze.- gli disse, guardandolo negli occhi e sorridendo malinconica.
-Ma figurati, è stato un piacere. Buone vacanze anche a te.- disse lui sottovoce, iniziando ad allontanarsi.
 
Fuori dalla sua casa, nel piccolo cortile frontale, Harry stava aspettando Xander. Era stata Taylor a dirgli di fare così, perché Rory le aveva confidato i suoi piani e sapeva che il biondo avrebbe avuto bisogno di conforto. Nonostante tutto Taylor si preoccupava sempre per Xander, anche se lui non lo sapeva.
-Hey, amico.- lo salutò il moro, alzandosi dal muretto a cui si era appoggiato.
Sebbene la coppia avesse lasciato per prima l’abitazione di Taylor, Harry era uscito poco dopo e vista la deviazione del suo amico, era riuscito ad arrivare a casa comunque prima di lui.
-Lo sai già?- gli chiese Xander, mantenendo il suo sguardo fisso a terra, le mani nelle tasche del giacchetto.
-Me lo ha detto Taylor, era preoccupata per te.-
-È buffo, sai? Ero io quello che doveva farla finita, non sarei dovuto essere una vittima di questa relazione. Invece stasera mi sento come se mi avessero sparato.
-Non credo che in una situazione come la vostra qualcuno sarebbe potuto uscirne illeso. Era inevitabile che tutti e due sareste stati male una volta chiarita  la faccenda.
Xander e Harry parlavano sottovoce, alla luce della luna. Era una scena già vista, risalente a quattro mesi prima. Quante cose erano cambiate e quante ne erano accadute. 

 

Ok, lo so che è passato tipo un secolo da quando ho aggiornato l'ultima volta,
ma stavo pensando a questo capitolo parecchio tosto. 
Il prossimo sarà non so bene come, forse una riflessione personale di ciascun personaggio,
quindi suppongo che non ci saranno molti dialoghi.. ma devo ancora decidere,
comunque suppongo che sarà il penultimo.
poi ci sarà l'ultimo e l'epilogo, o solo l'epilogo..
questo lo deciderò alla pubblicazione del prossimo capitolo.
l'asterisco sta a citazione della mia carissima Cory, ovvero "2directioners" qui su efp,
con cui la dicevamo spessissimo al mare e ci facevamo grandi risate.
Spero che le vostre vacanze stiano procedendo benissimo, 
io ho bisogno di staccare la mente dal mondo, ma tutte le volte c'è qualcosa che mi trattiene in contatto,
come i compiti. che mi perseguitano. 
odio la scuola. voglio essere grande.
spero di pubblicare presto e di avere molto recensioni per questo capitolo, a cui tengo un botto. soprattutto per il finale,
Un baicone Grande,
LA

P.S il titolo è tratto da una canzone di cristina perri (ARMS)e si riferisce ai sentimenti di Xander per ROry. bacio.

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Capitolo 23
*** Capitolo XXII ***


"Love is always around us"



Era appena passato il giorno di Natale. Xander aveva tentato di essere allegro mentre passava la giornata insieme alla sua famiglia e ai suoi nonni. Non pensava però di essere stato troppo convincente, anche se i suoi erano tutti abituati alla sua taciturnità, (ndr WO esiste questa parola!), quindi forse non se n’erano accorti poi più di tanto.
Adesso i nonni se n’erano andati e sua sorella era in camera ad ascoltare il suo nuovo CD di Ed Sheeran, leggendo chissà quale rivista. I suoi genitori erano a guardare il Grinch in salotto. Il Grinch era il suo film di Natale preferito.
Il ragazzo era rintanato in camera sua da circa un’ora. Intento a fissare le goccioline di pioggia che avevano preso il posto dei fiocchi di neve verso le cinque del pomeriggio.
Adesso le strade non erano più bianche e candide, ma sporche e grigie. Come l’umore del ragazzo.
Stava con la fronte corrugata seduto nella sua finestra a bovindo, tentando di seguire il percorso delle gocce. Strisciavano, schizzavano, si univano le une alle altre, si dividevano. Sembrava che si comportassero come le persone intorno a Xander.
Sospirò. Stava ripercorrendo per l’ennesima volta tutta la sua storia con Rory con la mente e in particolare quell’ultima sera che avevano passato insieme.
Come mai il suo regalo era stata una stupida sciarpa? Non l’aveva mai notato Aurora che Xander da ottobre in poi portava sempre una sciarpa e che ne aveva più di una?? Era una cosa che una fidanzata dovrebbe notare, no?
Certo, il monogramma ricamato era stato un pensiero carino, ma cavolo, anche sua madre ricamava, non era certo una cosa tanto difficile!
Xander scosse la testa, non sapeva nemmeno lui perché si stesse lamentando, insomma ormai non contava più. Si erano lasciati. Ed era proprio così, perché lui voleva lasciare lei e lei voleva lasciare lui.  Era stata una cosa reciproca.
Sebbene la decisione di Xander fosse derivata dal presentimento della decisione di Aurora.
A Xander faceva male la testa, non pensava mai così tanto a quello che faceva. Era un tipo molto semplice. La cosa più normale, più spontanea al suo essere, lui la faceva. Non si scervellava per trovare modi più facili per fare i compiti o scorciatoie per arrivare prima a casa. Se i libro ti dava un metodo, se tutti facevano la strada principale, perché andare a cercare qualcosa che poteva rivelarsi sbagliato o addirittura più complicato?
E la regola “Se non puoi dire nulla di carino, non dire niente” come gli aveva insegnato il coniglio nel film Disney “Bambi” gli era sempre sembrata perfetta, anche perché a volte lui aveva delle cose da dire, ma non erano  per forza carine, erano solo costatazioni o commenti. Ma il coniglio aveva ragione, “Stai zitto e ti salvi il culo” parafrasato per gli adolescenti.
Ma adesso si rendeva conto che forse aveva applicato un po’ troppo quella regola e un po’ troppo alla lettera. Insomma, chissà quante cose si era perso per “salvarsi il culo”.
Forse era stando zitto che aveva fatto allontanare Rory.
Mandò un messaggio a Harry domandandogli se la pensasse come lui, se fosse stato il fatto che non era un tipo eloquente a far decidere a Rory di mollarlo.
Harry però non rispose subito  e questo lasciò a Xander un altro pericoloso lasso di tempo per pensare alla sua situazione.
Come era possibile che a Rory non fosse venuto in mente che regalare un disco appartenuto a suo padre a Harry aveva messo ancora in più in evidenza la tristezza del regalo-sciarpa?
Era geloso. Era terribilmente geloso e arrabbiato che Rory non ci avesse minimamente pensato e che neanche le fosse passato per la testa di dare una qualche spiegazione al penoso regalo che aveva dato al suo allora fidanzato.
Scosse nuovamente la testa e si massaggiò le tempie.
Non doveva farsi tutti questi problemi, ormai lo sapeva bene che se Rory avesse voluto rimettersi con lui, lo avrebbe già chiamato o gli avrebbe mandato un messaggio per vedersi.
Lei era un tipa impulsiva, certe cose le faceva senza neanche finire di pensarle. Tutto il contrario di lui.
E quella evidentemente non l’aveva pensata.
Però aveva ben pensato di dire a Harry che il suo sogno era di viaggiare per il mondo. Caspita, nei quattro mesi che Xander e Rory erano stati insieme, nemmeno una volta avevano parlato del futuro. Di quello che avrebbero voluto fare da grandi. Del presente sì, certo, di quello che Xander adorava fare adesso. Di quello che Rory adorava leggere adesso. Ma mai del futuro.
E come mai la nonna del suo migliore amico, che nemmeno lui credeva di aver mai incontrato, aveva fatto amicizia con Rory al punto di volerle regalare un oggetto così prezioso e pieno di ricordi?
Un pensiero iniziava a insinuarsi fra le mille parole e immagini che affollavano la mente di Xander.
Il ragazzo non voleva crederci, ma stando zitto evidentemente si erano persi non solo le sue parole e i suoi pensieri, ma anche degli indizi che avrebbero dovuto fargli capire prima qualcosa che molto probabilmente era rimasto l’unico a non aver visto.
 
Quello stesso pomeriggio, Taylor lo aveva passato nell’unica libreria di Holmes Chapel che stava aperta anche il giorno di Natale. “Tenere dei libri lontano da chi vuole leggerli anche solo per un giorno è un’ingiustizia” c’era scritto su di un cartello appeso alla porta. E la citazione veniva presa alla lettera dai dipendenti dell’Old Oak, che per l’appunto tenevano aperto 365 giorni all’anno.
-Hey, ciao Liam.- disse Taylor, avvicinandosi al ragazzo, che era come lei in libreria.
Liam si voltò, sentendo che lo chiamavano e alla vista della ragazza sorrise lieto.
-Ciao, Taylor! È un po’ che non ti vedevo, come stai?- le chiese, facendo un paio di passi nella sua direzione.
Taylor gli si avvicinò a sua volta, sorridendogli tranquilla.
-Molto bene, grazie, tu?- domandò, sentendosi stranamente a suo agio a parlare ancora una volta con Liam. Se tutto ciò fosse accaduto quella estate, Taylor alla sola vista del ragazzo che aveva scaricato sarebbe fuggita coprendosi la faccia con le mani per non essere riconosciuta.
Oggi però si sentiva diversa, come le capitava da un po’ di tempo a quella parte. Si era resa conto che cominciare un nuovo capitolo della sua vita non era poi tanto difficile e che in questo il protagonista non sarebbe di sicuro stato Alexander Ludwig- sarebbe finalmente stata lei la protagonista della sua vita.
-Oh, tutto apposto, tranne lo spiacevole incontro con la mia prozia Gertrude, che ci viene a trovare tutti i Natali e tutti gli anni pensa che io abbia ancora cinque anni e mi strizza le guance e mi sbaciucchia tutto, ma ha tipo questa sorta di barba. . . che è piuttosto inquietante da vedere e da provare sulla pelle. . .- disse Liam, guardando disgustato un punto imprecisato di fronte a sé al pensiero della vecchia zia barbuta.
Taylor sgranò gli occhi inquietata dal pensiero, poi i due incrociarono i loro sguardi straniti e scoppiarono a ridere l’uno per l’espressione dell’altro.
-Che fai di bello in queste vacanze?- gli domandò ancora Taylor, sfogliando il libro di John Green che aveva fra le mani.
-Oh, niente di speciale, rimango qui in città e poi i miei mi hanno dato il permesso di organizzare un mega party per capodanno. A proposito, ti va di venire? Ancora non avevo avuto l’occasione per chiedertelo, ma l’avevo accennato a Xander  e Harry. Loro ci saranno. Magari dillo anche a Rory.- le disse Liam, sorridendole e sperando vivamente che la ragazza accettasse l’invito.
-Lo sai che Xander e Rory si sono lasciati?- gli domandò lei, visto che magari gli avrebbe evitato una figuraccia alla festa. Liam scosse la testa.
-Sinceramente non lo sapevo, ma un po’ me lo aspettavo. Lui mi sembrava molto più coinvolto di lei, anche se non si direbbe.- commentò, prendendo dalle mani di Taylor il libro. La bionda annuì.
-Già, lo so. Che fai oggi pomeriggio, a parte vagabondare in libreria?- gli disse poi, prendendo in mano la situazione e la sua vita. E quelle parole le uscirono di bocca prima che potesse fermarle e dopo averle pronunciate si sentì fiera di sé e decisamente non in imbarazzo. Voleva dirle e le aveva dette.
-Prendo un caffè con te?- buttò là Liam, con un sorriso complice sulle labbra.
-È quello che pensavo io! Wow, siamo telepatici!- esclamò Taylor, dando un buffetto sulla spalla del ragazzo ridendo insieme a lui.
Sembrava che la vecchia Taylor fosse scomparsa del tutto ed era una sensazione che la ragazza adorava.
E senza rendersene conto, quei pochi giorni che mancavano alla fine dell’anno, Taylor li trascorse tutti insieme a Liam, aggiornando giornalmente la sua migliore amica, che invece aveva deciso di starsene chiusa in casa il più a lungo possibile.
Liam sembrava essere il preciso opposto di Xander, era eloquente, faceva battute di continuo e la prendeva sempre per mano. E quella prima sera, quando erano andati insieme a prendere un caffè e poi erano rimasti per circa due ore a chiacchierare di libri e di musica, Taylor era stata quella che aveva preso l’iniziativa e l’aveva baciato.
Erano stati i cinque giorni più spensierati della sua vita, una vera e propria goduria. Taylor rideva, scherzava e scriveva canzoni, si sentiva come sotto l’effetto di una qualche droga e il trentuno pomeriggio non dovette impegnarsi più di tanto per convincere la sua migliore amica ad accompagnarla alla festa organizzata dal suo ormai ragazzo.
-Dai, Rory, ti prego! Non posso andarci da sola! Mi vergogno troppo!- esclamò Taylor, spintonando l’amica che era raggomitolata nel pigiama e nelle coperte del suo letto. Quest’ultimo era stata la sua postazione per tutte le vacanze fino a quel giorno.
-Ma di cosa ti vergogni? Sei la ragazza del padrone di casa, sarai al centro dell’attenzione, ti divertirai un mondo anche senza di me! E poi perché non ti porti dietro Harry, scusa?- mugolò la ragazza, stropicciandosi gli occhi.
Rory ancora non aveva metabolizzato la rottura con Xander. Si sentiva un mostro ad averlo lasciato e si sentiva anche peggio sapendo che non riusciva a smettere di pensare a Harry e alla remota possibilità che anche lui potesse essere innamorato di lei.
-Sì  e poi come faccio se Harry trova una con cui frullare  e mi molla da sola? Non penso proprio. Tra l’altro è capodanno e lo voglio passare con la mia migliore amica, ok? È forse chiedere troppo?
-Taylor, mi dispiace, non ce la faccio proprio ad uscire stasera. . . tra l’altro se ci saranno sia Harry che Xander credo che passerei tutta la sera in bagno, quindi non ti farei granché compagnia. . .- ripose borbottando Rory. Taylor sospirò.
-Hai ragione, fai come preferisci. Se all’ultimo decidi di venire, mi trovi a casa fino alle sette e mezzo, poi sarò da Liam, che sta a Downlake street, d’accordo?- le disse alla fine, alzandosi dal letto.
Rory annuì, sorridendole debolmente. Non aveva idea di che cosa avrebbe fatto.
 
Era ormai sera, circa le sette e Rory ancora non si era mossa dal suo stato meditativo sul suo letto. Si mosse solo quando sentì bussare dolcemente alla sua porta.
-Sono Jemy, posso entrare?- chiese una vocina dolce facendo capolino dalla soglia. Rory si voltò nella sua direzione e le sorrise. –Certo che puoi entrare, piccola.
Jemima zampettò velocemente fino al letto per poi arrampicarvisi e raggiungere la sorella fra le coperte.
-Io e mamma stasera andiamo a cena da Larry, lo sai, vero?-  disse la bambina, abbracciando la sorella. Rory si limitò ad annuire.
-Non puoi rimanere da sola in camera tua a fare la triste la sera dell’ultimo dell’anno, Auro!- continuò Jemima, facendo capire alla sorella dove stava andando a parare.
-Jemy, non posso andare a quella festa! Ci sarà Xander e ci sarà Harry! Sarebbe un disastro assoluto!- esclamò Rory, precedendola, ma Jemima scosse la testa con disapprovazione.
-Aurora, analizziamo per bene la situazione. Tu e Xander vi siete lasciati reciprocamente e pacificamente. Alla festa di sicuro non ci sarete solo voi. Avrai Taylor a darti manforte e in teoria Harry non sa di piacerti, quindi non è arrabbiato con te in nessun modo. La cosa è molto meno spaventosa di quello che dici tu.- le fece notare con uno sguardo ammonitore da dietro i suoi enormi occhiali.
Aurora sospirò. Come mai Jemima aveva sempre ragione?
-Io non ho mai detto di essere spaventata.- si difese Rory, guardando lontano dagli occhi azzurri della sua sorellina, che si piegò verso di lei per abbracciarla forte.
-Certo, è per questo che te ne stai rintanata in casa da cinque giorni.- disse prendendola in giro, -Lo sai che ti voglio bene e che andare a quella festa ti farà bene. Hai già evitato i problemi, non lasciare che succeda di nuovo.- aggiunse, saltando giù dal letto per tornare in camera sua.
Dannata ragazzina, pensò Rory, prima di buttare all’aria le coperte e gettarsi in bagno per un restauro dell’ultimo minuto.


Dunque dunque, bella gente, sarete liete di apprendere che ho intenzione di fare almeno almeno altri due capitoli,
di cui uno sarà l'epilogo purtroppo, ma spero che vi piaceranno e che non vi lasceranno troppo scontente :)
Che ne dite di questo capitolo intanto? E sopratutto che ne pensate del rientro in scena di Liamuccio? 
Non ero sicura di volerlo reinserire in questo modo, ma alla fine la scena si è scritta da sola e
dà un po' più di consistenza al personaggio di Taylor e di Liam stesso, quindi mi sembrava appropriata!
Vi prego lasciatemi tanti commenti di sgomento, anche da haters, in reazione a questo capitolo,
e sopratutto fatevi sentire riguardo a come vorreste che finisse la storia! perché anche se un'idea generale io ce l'ho,
magari le vostre idee sono più belle e potrei decidere di accontentare qualcuna di voi :)
Credo che riaggiornerò a Settembre a questo punto,
in attesa di tante recensioni (non fatemi fare un epic fail lasciando il capitolo senza recensioni!!)
Un bacione grande,
LA


"Hey, ciao Liam"


(Se trovassi qualcuno bravo a fare fotomontaggi gli commissionerei un intero servizio su Taylor e Liam u.u)


"Non posso andare a quella festa! Sarebbe un disastro assoluto!"

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Capitolo 24
*** Capitolo XXIII ***


NEW YEAR EVE

Quando alla fine Rory si guardò per l’ultima volta allo specchio, decidendo che i suoi capelli potevano andare  e che il vestito non era poi così orrendo, si accorse che non erano più le sette e mezzo. E nemmeno le nove. Erano dieci alle undici! Come cavolo era possibile che fosse già così tardi? Eppure non ci aveva messo così tanto a farsi la doccia, né a scegliere l’abito! Ok, forse avrebbe potuto evitare di mangiare una pizza nel mentre e di impiegare venti minuti ad asciugarsi i capelli, ma era stata attenta a non metterci troppo tempo! Evidentemente non abbastanza attenta.
-Oh cazzo!- borbottò, infilandosi in fretta e furia le scarpe e scendendo rischiando la morte giù per le scale. Non le ci volle molto a trovare un taxi per fortuna e quando giunse a Downlake Street alle undici passate, non le ci volle molto ad individuare la casa dove si stava svolgendo la festa.
In tutta la strada c’erano circa dodici case, ciascuna ben distante dall’altra ed evidentemente i vicini non erano nei paraggi, sennò ci sarebbero sicuramente state delle volanti della polizia a mettere fine a quel delirio.
Rory si immaginava che sarebbe stata una grande festa, ma non un tale macello! Vero che la neve ormai se n’era andata, ma a Holmes Chapel faceva ancora piuttosto freddo, ma nonostante la temperatura non del tutto piacevole, varie persone erano sparse nel giardino di casa Payne e se la spassavano alla grande: le ragazze che ballavano sulle note della musica che proveniva pulsante dall’interno della villa erano mezze nude, alcune senza scarpe, i ragazzi si lanciavano addosso gli alcolici.
Quando Rory riuscì a farsi strada attraverso la folla piazzatasi a ballare anche nell’ingresso, finalmente riprese fiato e si scontrò proprio contro Liam che l’accolse festoso e forse anche un po’ brillo.
-HEY! RORY! CE L’HAI FATTA A VENIRE! TAYLOR ERA PREOCCUPATA CHE NON TI SARESTI PRESENTATA! DEVE ESSERE DA QUALCHE PARTE QUI IN GIRO, È UN PO’ CHE L’HO PERSA DI VISTA.- la informò gridando, per sovrastare la musica assordante. Rory annuì, facendo un calcolo approssimativo di quante stanze potessero esserci per nascondersi in quella casa gigante.
-LA FESTA TI È UN PO’ SFUGGITA DI MANO, SBAGLIO?- gli chiese, accennando alla gente impazzita che ballava al freddo e alla musica altissima. Liam rise di gusto .
-DECISAMENTE! SPERO SOLO CHE NESSUNO SI FACCIA MALE! SAREBBE UN BEL CASINO!- disse continuando a sorridere, come se non ci fosse nulla di cui preoccuparsi, poi fece per andarsene, ma sembrò tornargli in mente qualcosa e si voltò di nuovo verso Rory.
-SE MI CERCHI, SE VEDI QUALCOSA DI CUI DOVREI PREOCCUPARMI, SONO DI L À NEL SOGGIORNO CON DEI MIEI AMICI, CI SONO ANCHE XANDER E HARRY!- le disse, prima di scomparire fra la folla.
Rory rimase lì impalata un attimo, prima di decidersi ad andare in avanscoperta per trovare Taylor e fuggire il prima possibile. In quel momento le passò accanto un ragazzo con un vassoio pieno di shottini e la ragazza non esitò a prenderne uno. –Giusto per alleggerire la tensione.- si disse, buttando giù l’alcool.
Durante il suo giro di perlustrazione di quella reggia, Rory non trovò praticamente nessuno che lei conoscesse, ma trovò parecchio alcol e si disse che per una sera non le avrebbe fatto male, soprattutto se trovava Taylor, che nel caso le avrebbe badato, evitando che si cacciasse in casini vari.
Purtroppo dopo mezz’ora di quella che a Rory parve una passeggiata in un labirinto, la ragazza si ritrovò ancora una volta con un bicchiere in mano e ancora senza la sua migliore amica ad entrare nel fantomatico salotto. Lì la musica non era così alta per fortuna.
-Hey! Ciao Rory! Vieni a giocare con noi!- esclamò Harry vedendola fare il suo ingresso, regalandole un sorriso assurdo, mentre cercava una bottiglia di birra dietro di lui.
Per terra, sul tappeto, erano sedute una decina di persone, fra cui Harry e Xander, l’uno accanto all’altro, che ridevano anche solo guardandosi.
-Dai, dai, siediti, giochiamo a obbligo o verità!- esclamò fin troppo amichevole Xander, facendole cenno di sedersi accanto a lui.
Lei alzò le spalle e si diresse leggermente barcollante, ma ancora non del tutto persa nell’intorpedimento dell’alcol, verso il posto accanto al suo ex.
-Non vi siete ancora stancati di fare questo giochino? Nemmeno dopo Haloween?- domandò lei rivolta ai suoi amici. Loro la guardarono e poi scoppiarono a ridere.
-Qui non mi pare ci siano né Jenny la Troia, né John il teppista! Quindi direi che siamo salvi per ora!- commentò Xander, dando di gomito a Harry che evidentemente approvava.
 
I due ragazzi erano arrivati alla festa verso le dieci, avevano passato un po’ di tempo con Liam e poi si erano detti che ci voleva qualcosa per movimentare la serata e quindi avevano buttato giù qualche drink.
Quando si erano sentiti un po’ più leggeri e decisamente con meno pensieri negativi, si erano guardati negli occhi e mentre Xander diceva:- Ci manca solo una cosa. . .- insieme avevano quasi urlato –RAGAZZE!-.
Dunque si erano messi in testa di trovarne una per ciascuno in modo da dimenticare l’unica che gli aveva creato un sacco di problemi in quel periodo. Si erano poi imbattuti in quel gruppetto che giocava a obbligo o verità e guardandosi e scoppiando a ridere ancora una volta senza un vero motivo, si erano convinti che potesse essere un buon punto dove trovare ragazze disponibili.
Quando poi era arrivata Rory, nessuno dei due era più tanto serio e non ci avevano fatto troppo caso, tentando di rimanere il più coerenti con il piano possibile, accogliendola come se niente fosse.
-Ok, riprendiamo da me!- esclamò Xander con un tono di voce molto più alto del suo solito. Tutti si dissero d’accordo e dopo una bella risata generale, contornata da vari schiamazzi, Xander si voltò verso il suo amico, -Obbligo o verità, bell’imbusto?- chiese sorridendo complice a Harry.
-Obbligo, bro!- esclamò con aria di sfida il moro. I due si scambiarono un’altra occhiata d’intesa e Xander seguì il piano che avevano ideato insieme, senza sapere che non sarebbe andato come avevano programmato perché era entrata in gioco un’altra pedina sulla scacchiera.
-Che ne dici di baciare la ragazza più carina nella stanza, Styles?-
Xander pronunciò quelle parole tutto felice per il suo amico, addirittura sorridendo.
Ma quel sorriso era destinato a durare poco, mentre si vedeva passare davanti la testa di Harry, diretto alle labbra di Rory che era seduta proprio alla sinistra di Xander, nel punto opposto a quello di Harry.
I due si incontrarono come due pianeti in collisione, facendo scintille e senza volerne sapere di staccarsi l’uno dall’altro, incuranti degli schiamazzi provenienti dalla piccola folla nella stanza e soprattutto ignorando completamente il povero Xander che rimase inerme ad osservarli per qualche secondo prima di alzarsi infuriato, per tirare via Harry dalla sua ex ragazza.
-Che cazzo fai, Harry?!- esclamò, sentendo la rabbia farsi spazio nella sua mente. Lo sguardo verde del riccio incontrò quello azzurro del biondo senza rendersi bene conto di quello che era realmente accaduto. Il tutto gli sembrava al momento come un sogno pieno di nebbia.
-Cosa? Ho eseguito il tuo obbligo!- disse senza pensarci troppo, con un’alzata di spalle.
-Ma scherzi? È per lei che sei stato male tutto questo tempo? È per lei che non mi davi consigli su cosa fare o come comportarmi? Per fregarmi la ragazza appena possibile?!- esclamò infuriato, improvvisamente lucido. Capita a volte che gli effetti dell’alcol scompaiano in seguito ad uno “shock”.
Poi lo sguardo di Xander venne catturato dalla figura di Rory che si alzava da terra, quasi cosciente di quello che era appena accaduto.
-E tu? È per lui che mi hai lasciato? Sono mesi che volevi farlo, vero? E magari questa non era la prima volta che succede una cosa del genere, eh?- continuò il biondo, rimanendo senza fiato.
-No, Xander! Non è affatto come pensi tu! Ti prego, calmati!- urlò Rory, tentando di toccarlo, ma lui la scansò in malo modo per arrivare a Harry e tirargli  un pugno dritto in faccia.
-Era la mia ragazza!- urlò il biondo prima di fuggire dalla stanza, mentre sentiva delle mani che tentavano di bloccarlo e delle voci che lo supplicavano di aspettare.
 
Taylor non era assolutamente un tipo da feste. Ci aveva provato davvero a bere, a ballare come una matta in mezzo alla folla, a parlare urlando per farsi sentire, ma non era assolutamente roba per lei.
Dopo un po’ in mezzo al baccano generale, sebbene non volesse dividersi da Liam, non aveva avuto granché scelta, visto che i suoi compagni di squadra l’avevano trascinato via da lei con la scusa di dover fare “cose da uomini”. Taylor non si era preoccupata troppo, si fidava di Liam e sapeva che non era un cretino.
Dunque quando si era ritrovata ai piedi delle scale da sola, senza la minima idea se Rory si sarebbe fatta viva e senza sapere dove fosse Harry, Taylor si era rifugiata in una delle stanze “proibite” della casa, ovvero la soffitta. Certe stanze erano state chiuse a chiave per evitare che vi entrassero ragazzi ubriachi o coppiette un po’ troppo focose. Taylor stessa aveva aiutato Liam a mettere tutto al sicuro prima che iniziasse il caos, quel pomeriggio, per questo sapeva che la porta che nascondeva le scale della soffitta non era stata chiusa e lei si sarebbe potuta rifugiare lì, alla ricerca di un po’ di silenzio.
Era dentro a quella stanza leggermente polverosa e piena di oggetti dimenticati da circa un’ora e mezza. Non aveva la più piccola intenzione di tornare giù, probabilmente Liam non si sarebbe accorto della sua assenza, a mezzanotte sarebbe comparsa accanto a lui e si sarebbero baciati come buon augurio per il nuovo anno e festa finita.
Il particolare a cui Taylor non aveva fatto caso era che non aveva con sé né un orologio, né il cellulare, per controllare l’ora. Oh, be’, in qualche modo avrebbe fatto, si era convinta.
Stava ripensando a tutto quello che le era capitato durante quell’anno scolastico, quando si accorse di passi svelti che salivano le scale e annunciavano l’ingresso di un’altra persona nella soffitta.
La luce era spenta, la stanza illuminata solo dalla luce proveniente dalla finestra. Taylor rimase pietrificata, immobile e senza respirare quando vide l’inconfondibile corpo di Xander percorrere a grandi passi l’intera soffitta avanti e indietro, evidentemente molto agitato.
La ragazza era raggomitolata in un angolo, probabilmente fu per questo che il biondo non si accorse di lei se non dopo un paio di minuti che sbuffava e tentava di riprendere il controllo.
-Oddio! Taylor! Da quanto sei qui?- borbottò, con lo stesso tono che tanto tanto tempo prima aveva usato, nel bagno della biblioteca. La ragazza si spostò vicino alla finestra, affinché lui potesse vederla in faccia.
Fece spallucce, -Abbastanza per capire che non sei proprio tranquillo ora come ora.
Lui la osservò con sguardo assente, annuendo vagamente. –Ah, bene.
I due rimasero immobili nelle loro posizioni per ancora qualche istante, poi Taylor decise di essere gentile e far scomparire le sue vecchie abitudini, che stavano facendo capolino, e si sedette con la schiena appoggiata al muro e le gambe distese di fronte a sé.
-Vuoi sederti un attimo? Magari ti rilassi un po’ a stare fermo.- propose, indicando con un cenno della testa il posto vuoto accanto a lei. Xander annuì quasi confuso e automaticamente andò a sedersi accanto a Taylor, sospirando rumorosamente.
-Dunque, possiamo stare qui fino all’alba, magari schiacciando un pisolino, rimanendo in silenzio senza risolvere niente, o possiamo tentare di far luce sui tuoi dilemmi. Magari posso aiutarti.- disse all’improvviso Taylor, per la prima volta esternando l’affetto che provava per Xander.
Lui la guardò sorpreso, non se l’aspettava proprio da Taylor Swift!
-Ehm, non eri giù mentre giocavamo a Obbligo o Verità, vero?- le domandò, evitando la parte in cui accettava la sua proposta di aiuto. Taylor fece cenno di no con la testa, -Evito quel gioco da praticamente tutta la mia vita, ma tu sembri esserne particolarmente attratto. – commentò, incontrando il suo sguardo e rendendosi conto che doveva essere successo qualcosa di più grave di quel che pensasse.
-Direi che non ci giocherò mai più anche io da stanotte. – rispose il ragazzo, prima di fare un resoconto dell’accaduto. Taylor stette ad ascoltarlo in silenzio finché non si fu sfogato del tutto, poi pensò bene a quello che doveva dire, per evitare di confermare il giudizio di Xander su di lei.
- Credo che nessuno possa negare che quello che è successo stanotte è stato davvero brutto e anche che la birra e l’alcol in generale hanno giocato la loro parte in questo macello.- fu la premessa, - Ma, conoscendo Rory, non ti fidi di lei? Non ti avrebbe mai tradito e nemmeno Harry ne sarebbe mai stato capace. E questo lo so perché come te ho passato insieme a loro davvero tanto tempo e credo che niente potrebbe farmi cambiare idea sul loro conto.- disse Taylor, aspettandosi una qualche reazione da Xander, continuando a guardarlo in viso, sebbene iniziasse a sentirsi un po’ una sciocca in quella soffitta a parlare  davvero per la prima volta con il ragazzo che le aveva tenuto in ostaggio il cuore per anni.
-Da una parte hai ragione, Taylor, ma se Harry si è subito buttato su Rory, vuol dire che già ci stava pensando, no?- ribatté il ragazzo, iniziando a sentire girare la testa. Lei gli posò una mano sul braccio.
-Ma non credi che proprio per questo motivo non te la dovresti prendere con lui?-, Xander sembrava confuso, così Taylor continuò:- Forse non dovrei dirtelo o forse nel profondo del tuo cuore lo sai già, ma a Harry Rory piaceva da abbastanza tempo, devi però ammirare il fatto che non abbia mai cercato di rubartela. Avrebbe potuto in mille modi separarvi e mandare a puttane la vostra amicizia solo per mettersi con lei, ma non l’ha fatto. È questo il punto.-
-Ti posso anche dare ragione su questo, ma Rory? In che modo la scusi? Era palese che anche lei non vedeva l’ora di baciarlo e sicuramente pure lei è persa di lui. Ricordi il vinile che gli ha regalato a Natale? Non era un regalo qualsiasi!- obiettò Xander, che aveva questi pensieri nella testa da un po’ e solo adesso riusciva a scrollarseli di dosso.
- E se anche fosse, Xander? Insomma, non ha scelto te all’inizio? Non ha passato quattro mesi volendoti bene? E sicuramente te ne vuole ancora! E tra l’altro, non ha forse tentato di preservarti da questo tipo di dolore mettendo fine alla vostra relazione? Pensa se questo casino fosse accaduto mentre stavate ancora insieme! E invece no. – gli fece presente Taylor, lasciandolo piuttosto sbalordito.
Xander non si aspettava minimamente che Taylor potesse rivelarsi una tale amica. Certo, stava difendendo apertamente Harry e Rory, ma stava mettendo la cosa in maniera tale che lui non ci passava da scemo, né da vittima. Sentendo le spiegazioni di Taylor, Xander iniziava a stare incredibilmente molto meglio.
-Insomma, lei non è più la tua ragazza. Non ti ha tradito.- concluse Taylor, concisa.
Xander sospirò e annuì.
-Lo sai, Taylor, mi sono sempre sbagliato su di te.- disse poi il ragazzo, lasciandola di sasso. – Ho sempre pensato che tu fossi una persona assurda, un po’ una maestrina e decisamente con poco tatto, ma non avevo capito niente. Come adesso. Non ci avevo dato minimamente sulla situazione.- bisbigliò, come se ci fosse qualcun altro nella stanza e lui non volesse fargli sapere cosa stesse dicendo.
Taylor sbatté le ciglia, non capendo dove volesse andare a parare il ragazzo.
In quel momento un pensiero imprevisto si fece spazio nella mente di Xander, ovvero che alla fine, lui e Taylor si assomigliavano molto più di quanto lui avesse mai immaginato. Al di là delle coincidenze fisiche, come i capelli biondi, l’altezza e gli occhi azzurri, i loro caratteri, che lui aveva sempre considerato incompatibili, erano simili. Entrambi erano taciturni e forse, dopotutto, anche Taylor evitava di parlare per non sembrare scortese o non crearsi problemi (senza riuscirci sempre tra l'altro). Entrambi ponderavano ogni decisione, o quasi. Xander ripensò al cazzotto che aveva tirato al suo migliore amico giusto un quarto d’ora prima.
Forse in tutto quel tempo Xander aveva avuto bisogno di qualcuno che lo aiutasse a crescere e più che altro a cambiare, qualcuno che fosse in praticamente tutto differente da lui. Ovvero Rory.
Ma di cosa aveva bisogno adesso?
E mentre faceva queste riflessioni, i suoi occhi incontrarono quelli di Taylor e gli parve di rivedersi in uno specchio. Quando quelle quattro finestre azzurre si aprirono le une sulle altre, la ragazza si rese conto che, come diceva Manzoni, gli occhi sono lo specchio dell’anima, e per la prima volta in quel momento riusciva finalmente a vedere davvero Xander.
E stando lì, seduti l’uno accanto all’altro, con le gambe che si sfioravano, le braccia che si sfioravano, i capelli di lei, spostati da un lato, a sfiorare  il collo di lui, con la luce della luna a illuminarli attraverso la finestra alle loro spalle, Xander sentì che era giunto il momento di fare qualcosa di avventato, senza fermarsi a rifletterci un secondo.
Voltò di scatto la testa e la ragazza fece altrettanto, per controllare cosa lui avesse in mente e se lo ritrovò a pochi centimetri di distanza, pronto a baciarla.
-Ci stiamo per baciare?- le scappò detto, proprio nel momento sbagliato come suo solito, ma Xander non ci fece troppo caso e continuò a guardare ammaliato le sue labbra, annuendo vagamente.
Ecco di cosa aveva bisogno adesso Xander, di qualcuno esattamente come lui.
Quello che accadde in quei pochi minuti fu che Rory si chiuse in bagno a piangere, cercando di chiamare Taylor sul cellulare per poter vedere finalmente una faccia amica, Harry se la filò dritto a casa, per evitare altri scontri catastrofici e Liam rimase solo mentre scoccava la mezzanotte a ridere e scherzare con i suoi amici, ma sentendo fortemente la mancanza della sua ragazza, che a sua insaputa stava baciando un altro.


 
Dunque, questo era l'inizio della fine, ovvero l'ultimo capitolo prima dell'epilogo.
Spero che vi siano state delle piacevoli sorprese e che vorrete espormi i vostri pensieri a riguardo!
Adesso passo a spiegare un paio di cosette:
La scena dell'Obbligo o Verità è stata liberamente tratta da "the perks of being a wallflower"
uno dei miei libri e film preferiti. Avevo in mente di mettere questa scena da tipo tre secoli
e finalmente ho avuto il piacere di scriverla :)
Il riferimento a Manzoni è poco probabile da parte di una studentessa non italiana,
ma siccome la scrivo io questa faccenda e di Manzoni mi ricordo in pratica solo questo bel particolare,
ho deciso di fare come mi pare e rendere Taylor un po' pi ùpoetica del solito.
Il bacio fra Taylor e Xander ci stava tutto. Fino a che non l'ho scritto ero ancora indecisa se inserirlo o no,
alla fine ha vinto la Swifty che è in me e quindi ho voluto darle un bacio di mezzanotte molto atteso e molto romantico!
Infine, ringrazio in anticipo le belle persone che di solito recensiscono
e quelle che magari decideranno di farlo in questo capitolo per la prima volta, 
Grazie a tutte
#STAYFEARLESS
LA


"Quando alla fine Rory si guardò per l’ultima volta allo specchio, decidendo che i suoi capelli potevano andare  e che il vestito non era poi così orrendo, si accorse che non erano più le sette e mezzo."

"I capelli di lei, spostati da un lato, a sfiorare il collo di lui"

"GLi occhi sono lo specchio dell'anima" 
*mi scuso perché queasto foto degli occhi di Taylor fa un po' schifo*

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Capitolo 25
*** Epilogo ***


Your Eyes Look Like Coming Home

Quando i due nella soffitta sentirono il baccano proveniente dai piani inferiori e si resero conto di che ore erano, si spostarono immediatamente l’uno dall’altra. Entrambi si alzarono in piedi e iniziarono a levarsi la polvere dai vestiti. Taylor avvampò per l’imbarazzo. Che cavolo le era preso? Cosa era successo?
-Xander, non accadrà di nuovo, mi dispiace.- disse, sicura che fosse la cosa giusta da fare.

Lui annuì, con un’espressione dispiaciuta sul viso. Si passò una mano fra i capelli.
-Oh, cavolo, mi dispiace, non avrei dovuto baciarti.- borbottò anche lui in imbarazzo, ma Taylor lo fermò con un gesto della mano.
-Caspita, Xander, adesso mi baci? Dove eri l’altro giorno quando mi mettevo con Liam?!- esclamò in preda al panico. Come avrebbe fatto a dirlo al ragazzo che da più di due mesi stravedeva per lei?
-Non ti sei accorto che ti ho aspettato per un’eternità? Che ti guardavo risplendere da lontano nella speranza che ti accorgessi di me in qualche modo? Ok, questo era un verso di una mia canzone, ma non importa.- borbottò, Taylor sentiva di stare impazzendo, -E poi c’è stata Rory e poi c’è stato Liam e io me n’ero fatta una ragione, avevo messo da parte i miei sentimenti per te e adesso, dal nulla, ci baciamo! E per di più a mezzanotte!- sbottò, cercando di riprendere fiato. Stava andando in iperventilazione.
-Ok, non c’è bisogno che tu glielo dica, no? Lasciamo stare questa faccenda, digli semplicemente che mi stavi tenendo calmo dopo il macello con gli altri! Liam ti vuole bene, non sospetterà nulla!- le propose Xander, del tutto in buona fede, senza badare alla premessa di Taylor, in cui lei gli dichiarava il suo amore decennale.

-Non ho idea di che problemi tu abbia, Xander. Come fai a non capirlo? Non posso mentirgli! Hai visto che casino è successo con Rory e Harry e le cose che non ti hanno detto? Devo dirglielo!- esclamò Taylor, prima di guardare il ragazzo che aveva amato per moltissimo tempo un’ultima volta e fiondarsi giù dal suo attuale fidanzato.
 
Rory intercettò Taylor mentre quella correva alla ricerca di Liam, il quale la fece saltare quando le appoggiò una mano sulle spalle. Evitando a Taylor il problema di parlare con la sua amica almeno per il momento.
-Hey, Tay, dove ti eri nascosta? Ti sei persa Xander che tirava un pugno a Harry perché aveva baciato Rory. Credo che nessuno dei tre stia particolarmente bene adesso.- le disse, sorridendole, nonostante le cattive notizie di cui l’aveva informata.
Taylor gli sorrise debolmente, spostandolo in un luogo meno chiassoso. Chiuse la porta a vetri dello studio, che al momento era vuoto e prese il volto di Liam tra le mani.
-Ok, Liam, tu sai che ti voglio bene e che non farei mai nulla per farti star male?- esordì, iniziando già a sentire la bocca secca.
-Beh, non lo so per certo, ma insomma spero di sì, anche io ti voglio bene- rispose incerto Liam.
-So già della rissa di Harry e Xander. Ero con lui fino a poco fa.- continuò lei, sentendo le lacrime inumidirle gli occhi.
-Per fortuna ha trovato te con cui parlare. Penso che non avrebbe potuto trovare una persona migliore, insomma ci sai fare con le persone agitate.-
-Sì, l’ho fatto calmare e abbiamo parlato. . .-
-Oh, no, Taylor. . . non me lo dire- borbottò lui, vedendo negli occhi azzurri della ragazza il rimorso e il dispiacere.
-Non abbiamo solo parlato purtroppo. C’è stato anche un bacio.- ammise lei, chiudendo gli occhi e sentendosi una completa stronza.
Si aspettava che lui la scansasse, che le urlasse contro, che andasse a cercare Xander per dargliele di santa ragione, ma Liam non fece nulla di tutto ciò. La prese e la abbracciò stretta.
-Lo sai, da quel primo appuntamento, sapevo che c’era qualcosa, anzi qualcun altro che ti girava in testa.- disse dolcemente, con la voce leggermente alterata per l’emozione. –E ci ho messo un po’ a capire che era Xander. Poi quando ci siamo incontrati il giorno di Natale, ho pensato di essermi fatto tutto un film, ma ora mi rendo conto che invece avevo proprio indovinato tutto- continuò, molto tranquillamente, tenendola stretta al suo petto.

-Liam, ma io sono la tua ragazza! Non voglio che questa stupidaggine cambi le cose! È solo perché non avevo uno stupido telefono che segnasse l’ora che mi sono ritrovata in quella situazione! Volevo essere con te a mezzanotte più di ogni altra cosa! Volevo lasciarmi Xander e la vecchia me alle spalle con tutto il mio cuore. . .- disse lei, con il viso rigato dalle lacrime.
-Tay, non ti devi preoccupare così tanto. L’ho sempre saputo. Tu non sei mai stata mia.
 
Quello che accadde quella sera rimase ben chiaro nella mente di tutti e quattro i ragazzi.
Mentre Harry tornava a casa, convinto che non avrebbe mai più potuto parlare a quello che era diventato il suo migliore amico, rimuginò a lungo anche sulla breve conversazione che era riuscito ad avere con Rory, subito dopo che Xander era fuggito dal soggiorno.
I due si erano messi da parte, mentre il resto degli invitati se la spassava alla festa e avevano discusso in maniera un po’ agitata della faccenda, chiarendo una volta per tutte i loro veri sentimenti. Era troppo tempo che li tenevano per sé e che mentivano ai loro amici. Quello che però stava a cuore più di tutto ad entrambi, ancora di più dello stare insieme loro stessi, era non far soffrire ulteriormente Xander.
-Rory, mi pare ovvio ormai che sono stracotto di te e questo sentimento non cambierà per molto tempo, sono convinto. Per questo devo dirti che non possiamo uscire insieme, perlomeno non adesso.- le aveva detto Harry, prendendole il viso fra le mani, come aveva desiderato di fare tante volte nei mesi precedenti.
Sempre mantenendo i loro sguardi attaccati, Rory aveva appoggiato le sue mani sul petto di lui, sentendo il cuore del ragazzo battere all’impazzata, proprio come il suo.
-Purtroppo lo so perfettamente e non potrò mai perdonarmi per aver fatto stare così male Xander. Quindi concordo, perché anche io ho come l’impressione che non mi leverò tanto presto dalla testa la voglia di baciarti.- aveva ammesso lei, mordendosi un labbro.
Harry l’aveva guardata esitando, poi si era chinato per lasciarle sulle labbra un breve e dolce bacio.
-Spero che questo non sia l’ultimo bacio che ti do. E citando Gossip Girl, se due persone sono destinate a stare insieme, si ritroveranno. E direi che noi abbiamo molte possibilità di ritrovarci, in una città piccola come la nostra!- aveva detto poi scherzando. I due avevano riso sommessamente, rendendosi conto della tragicomicità della loro situazione.
-Devi smettere di guardare la tv con tua sorella!- l’aveva canzonato Rory, prima di andare in cerca di Taylor.

 
Quando Taylor ritornò da Rory, che era pronta ad andarsene, entrambe avevano le lacrime agli occhi. Non avrebbero mai pensato quel pomeriggio che sarebbe potuto accadere tutto quello che era successo effettivamente.
Quando le due ragazze rimasero sole, camminando lontano dalla casa per far smaltire a Rory gli ultimi residui della sua sbornia, prima di chiamare un taxi, nessuna delle due disse nulla per qualche minuto.
-Devo confessarti una cosa.- esordì Taylor e Rory si fermò in mezzo al marciapiede.
-Credo di sapere già quello che vuoi dirmi. Ho sentito a pezzi la conversazione con Liam.- la precedette la ragazza, stringendosi nel cappotto e nella sciarpa, mentre una lacrima le rigava il viso.
Taylor la guardò fissa negli occhi, sentendo un senso di colpa immenso crearle un groppo in gola, mentre anche lei iniziava a piangere.
-Taylor, ma perché piangi?- le domandò gentilmente l’amica, con un’inaspettata dolcezza nella voce, asciugandosi gli occhi.
-Perché mi sento una stronza! Perché sono stata segretamente innamorata di Xander per dei secoli e non te l’ho mai detto e poi mi sono messa con Liam e pensavo che mi fosse passata la cotta per Xander e invece ci siamo baciati! E tra l’altro dopo che lui è stato fidanzato con te per metà anno! Rory, ho fatto soffrire tutti stasera.- disse piangendo Taylor. Non riusciva a capacitarsi di quello che era accaduto e non riusciva a smettere di pensare che era tutta colpa sua. Rory la abbracciò stretta, accarezzandole i capelli per tranquillizzarla.
-Tay, piccola sciocchina, non puoi rimproverarti così tanto. Sei stata molto più brava di me stasera, insomma hai consolato Xander, sei stata di supporto a Harry tutto questo tempo e sei stata sincera e onesta con Liam fino all’ultimo. Sono molto fiera di te, Miss Taylor Swift, lo sai?- le sussurrò all’orecchio.
-Aurora, come fai a non essere arrabbiata con me? Non ti ho detto che mi piaceva per tutto questo tempo, non ho battuto ciglio quando Xander, tuo ex fidanzato, mi ha baciata. . . sono stata una pessima amica!- disse fra i singhiozzi Taylor.

-Taylor, smetti. Perché qui non hai nessuna colpa. Io e Xander non stiamo più insieme. È una cosa ufficiale e so che è bruttissimo da dire, perché fino a una settimana fa lui era il mio ragazzo, ma non ci vedo nulla di male in tu e lui che uscite insieme! Insomma ti piace da così tanto. . . me ne sarei dovuta accorgere! A ripensarci era palese e subito, il primo giorno che ci siamo conosciute ti avrei dovuto chiedere in che rapporti eri con lui o comunque se ti piaceva qualcuno. . . invece ho fatto di testa mia e guarda che disastro ho combinato!- iniziò a dire senza riuscire a fermarsi Aurora, che finalmente iniziava ad avere la mente limpida, -Caspita, Taylor, io ho baciato Harry di fronte a Xander stasera! Ma ti rendi conto di quanto sono stata cattiva e menefreghista nei confronti di Xander? Non credo che nulla sarà più come prima-
Adesso era Rory quella in lacrime che veniva consolata.
 
Una mattina di inizio febbraio, Xander si era svegliato più presto del solito, per sorprendere Harry, che aveva iniziato a uscire di casa dieci minuti prima, onde evitare incontri imbarazzanti e spiacevoli con il vicino di casa.
L’aveva aspettato un paio di minuti appoggiato alla sua staccionata e quando era uscito, gli aveva accennato un sorriso.
-Hey,- gli aveva detto il biondo. –Hey.- era stata la risposta del moro.
-Sono stato un cretino, Harry. Rory non era più la mia ragazza, non avrei dovuto tirarti un pugno.- aveva detto Xander, mettendo subito in chiaro quello che pensava. Harry l’aveva guardato, pensando bene a cosa rispondere.
-Hey, amico, insomma era ancora una rottura fresca, è più che normale che tu abbia reagito a quella maniera. Certo, avresti potuto evitare di spaccarmi la faccia, ma credo che tu non riesca bene a dosare la tua forza, quindi ti perdono.- aveva risposto Harry, sorridendo leggermente, cercando di mandare la discussione sul ridere, per evitare altri momenti imbarazzanti. I due camminarono assieme verso scuola, perlopiù in silenzio, poi il moro riprese a parlare.
-Puoi tu perdonare me, per aver fatto lo stronzo approfittatore?- domandò poi, preoccupato che Xander potesse negargli il suo perdono. Il biondo guardò il cielo, come se ci stesse effettivamente pensando, poi abbassò lo sguardo sul suo amico.

-Hey, Hazza, lo so che non reggi l’alcol, era naturale che tu facessi qualche stronzata a Capodanno! E comunque davvero, non avrei dovuto tirarti un pugno- rispose infine, ridendo insieme al suo amico, -A proposito, non per impicciarmi, ma tu e Rory state uscendo adesso?- domandò infine, più per essere un buon amico, che per farsi gli affari suoi.
Harry sospirò, -Non ancora, anche se ammetto che mi piacerebbe. Solo che volevo prima chiarire per bene le cose con te, Rory ha detto che le stava bene aspettare e quindi non siamo ancora mai usciti.- ammise, passandosi una mano fra i riccioli ribelli.
-Be’, dovresti sbrigarti, tra un po’ ci sarà il ballo di Primavera, non vorrai che qualcuno te la freghi, vero?- fu il commento di Xander, che stava in realtà a significare che sarebbe stato del tutto d’accordo se i due avessero iniziato a frequentarsi seriamente, una volta per tutte.
-Io mi sbrigherò, ma vedi di farlo anche tu! Taylor mi ha detto che si è accorta che le girelli intorno da circa tutto il mese. Che ti prende? Insomma, ormai la conosci e Liam mi ha detto che vi siete baciati, poco prima che me ne andassi di casa sua.- gli disse Harry, cercando di aiutare entrambi i suoi migliori amici a far accadere quello che sarebbe stata la miglior cosa per tutti.
Xander respirò rumorosamente, guardando il paesaggio intorno a loro. -È difficile, sai?
-Non con Taylor, non con lei- sorrise Harry, dando una spallata al suo amico.
 
Così, dopo un intero mese che Xander si era ritrovato solo a pranzare, decise di cercare Taylor e di rivolgerle finalmente la parola. La trovò che sgattaiolava via dalla mensa con il vassoio pieno di cibo verso il bagno delle ragazze.
-Hey, Taylor, scusa se te lo chiedo, ma la mensa non è dall’altra parte?- le domandò, guardando prima lei, poi il vassoio, con uno sguardo piuttosto divertito. Lei arrossì completamente, ma tentò di mantenere la situazione sotto controllo.
-È un po’ troppo affollato per i miei gusti. . .- buttò là, senza considerare che metà della scuola era in gita e che quindi la sala mensa era per metà deserta. Lui le sorrise, prendendo un po’ di quel coraggio che evidentemente quattro mesi con Rory gli avevano procurato.

-Magari ti va di sederti al nostro solito tavolo, con me.- le propose, sentendo il coraggio scivolargli via di dosso, facendo spazio al totale imbarazzo.
-Lo sai che questa è la nostra prima vera conversazione dopo Capodanno?- gli chiese la ragazza, sorridendo a metà fra il divertito e il soddisfatto. Lui piantò il suo sguardo in quello di lei.
-Intendi dopo il bacio?-  le fece notare il biondo, e Taylor capì di non essere più indifferente per Xander e che non era un caso se il ragazzo aveva deciso di rivolgerle finalmente la parola.
-Credo che dovresti risolvere con gli altri prima di parlare con me- commentò,  sorridendogli  timidamente, mentre pensava a cosa fare, visto che Rory era in bagno ad aspettarla.
-Ho risolto tutto, davvero.- disse, guardandola negli occhi. -Dai, ti prendo il vassoio.- disse lui, prendendo l’iniziativa e liberandole le mani, mentre si avviava verso la mensa, -Comunque, hai un sorriso stupendo.- aggiunse, di nuovo senza pensare (cosa che attorno a Taylor gli capitava spesso ultimamente). Xander si era numerose volte ritrovato a pensare alla notte di Capodanno, e non per lo spiacevole incidente con Rory e Harry, ma per quell’ora passata in compagnia dell’ultima persona di cui avrebbe creduto di innamorarsi. Taylor ormai era una presenza fissa nella sua mente ed era una presenza rasserenante, non come Rory, che gli levava il sonno, bensì era come una ninna nanna che ti culla e ti fa sentire al sicuro. Taylor aveva quel qualcosa che Xander cercava da una vita.
La ragazza finalmente con le mani libere aveva mandato un messaggio a Rory spiegandole in un paio di righe che cosa stava accadendo e dopo aver ricevuto il nulla osta dall’amica, aveva seguito timida, ma entusiasta Xander, verso il “loro” tavolo.
 
Senza Taylor con cui pranzare, Rory si era decisa a fare qualcosa che aveva rimandato da moltissimo tempo, qualcosa che Jemima le aveva consigliato di fare circa un mese prima.
Dopo aver preso fiato, aveva inviato un messaggio a Harry, chiedendogli se
 nel pomeriggio avesse da fare e i due avevano fissato il loro primo appuntamento ufficiale.
 
E nel giro di un paio di settimane, sembrava che quei quattro vivessero in un mondo parallelo. Rory e Harry si frequentavano stabilmente e Taylor e Xander stavano imparando a conoscersi per davvero e ad apprezzarsi fino in fondo.
Rory il pomeriggio prima del suo primo appuntamento con Harry aveva fermato Xander e fatto un po’ di strada con lui, non voleva tirare troppo la corda, ed era riuscita a chiarire finalmente la faccenda di Capodanno, scusandosi di tutto e augurandoli tutto il bene possibile, con Taylor o con chiunque altra lui avesse voluto. La reazione di Xander era stato un inaspettato abbraccio dolce, forte e sereno.
La sera in cui Xander e Taylor uscirono finalmente per la prima volta in maniera ufficiosa, in realtà non uscirono di casa. Mentre sua nonna era fuori per il Bingo, Taylor aveva preparato una semplice cena per lei e Xander e aveva apparecchiato sull’isola della cucina, in modo che l’appuntamento risultasse romantico, ma non troppo formale. La serata era andata avanti in maniera molto dolce, i due sembravano essere fatti per stare insieme e quando si erano avvicinati alla distanza bacio che spaventava tanto entrambi, Xander aveva voluto mettere in chiaro un paio di cose, per non ripetere gli errori del passato.
-Tay, spero che sia chiaro che mi piaci. Mi piaci davvero tanto e lo scorso Capodanno è stato il più bello di tutta la mia vita perché ho avuto l’occasione di parlare con te e di riuscire a capire finalmente perché tutti quanti mi parlavano così bene di te. E mi vergogno tremendamente per non aver aperto prima gli occhi su quanto tu sia stupenda.- disse, bisbigliando come suo solito quando le diceva qualcosa di dolce.
Le aveva poi scostato i capelli dal viso e aveva posato la sua mano sul suo viso morbido e caldo, arrossato per l’emozione di quel momento.
-E prima che tu dica una di quelle cose strane che ogni tanto dici senza pensare, credendo di averle solo dette nella tua mente,- riprese Xander sempre a bassa voce, avvicinandosi ancora di più alle labbra di Taylor, -Voglio che tu sappia che quando ti guardo negli occhi, mi sento a casa.
E Taylor non disse nulla, si abbandonò al bacio che aspettava da sempre, un bacio del tutto diverso da quello di Capodanno e da quelli di Liam. Il suo vero primo bacio. E capì che tutto quel tempo passato a sperare, a trattenere il respiro, a piangere e a riflettere ne era valso la pena. Ne era valso la pena fino all’ultimo minuto.

 
Cazzo, ma io ho pubblicato per dei mesi un banner dove il titolo dell'intera ff era scritto male? 
Mi vorrei suicidare per la vergogna, ma ormai è fatta. 
La ff è finita, conclusa e con non pochi problemi, attimi di sconforto, attimi di noia totale,
attimi in cui avrei voluto scrivere di tutto ma non sapevo come. E se ci sono errori di battitura o cose che non tornano, mi dispiace. E' la fretta di pubblicare che conduce in errore!
I personaggi sono cambiati nel tempo dall'idea originale che avevo di loro
e le storie nella mia mente hanno preso pieghe inaspettate.
Ma alla fine è venuta una robetta niente male, no?
Spero che sia piaciuto a voi leggere questa ff, quanto è piaciuto a me scriverla  e curarla,
Un bacione grande a tutti,
I LOVE YOU ALL
LA
e vi prego di commentare e andare a leggere la mia nuova ff su Liamuccio l'amore mio <3

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