Imprisoned love

di _Amway
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***



Capitolo 1
*** Uno ***


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Imprisoned love


‘Sguardi sfuggenti, piccoli gesti, lievi e insicuri sorrisi
paura ma allo stesso tempo interesse verso l’altro
divisi da sbarre che li tengono lontani
amore inaspettato, amore profondo,
amore difficile, amore complicato,
amore non approvato, amore imprigionato.’



« Ti amo. » mi sussurra stringendomi ancora di più a se coprendomi le spalle con la sua felpa la quale ormai appartiene a me.
Hai mai fatto un viaggio importante? Anche breve, uno di quelli che ti portano a fare un esame universitario, un’interrogazione, un colloquio, una visita medica urgente. Hai mai fatto? Credo proprio di sì. Ecco, stare tra le sue braccia è il viaggio di ritorno, quando finalmente è tutto okay.
Gli rispondo allo stesso modo, come ormai faccio da mesi.
Il vento freddo soffia contro di noi scompigliandoci i capelli e provocando la pelle d'oca ma proseguiamo comunque la passeggiata nelle rive dell'Oceano Atlantico.
Alzo lo sguardo nella sua direzione e i miei occhi si incrociano con i suoi, sorridiamo tutti e due. I suoi occhi color verde brillante con i miei color ghiaccio.
Non avrei mai pensato di innamorarmi così profondamente di una persona, non era nei miei piani ma poi lui è arrivato così, come una soffiata di vento che ti scompiglia i capelli inaspettatamente. Non credevo nell'amore, ma adesso sì ed è vicino a me. Dal nostro primo sguardo, così timido e sfuggente ho capito subito che era diverso, diverso dagli altri e poi ne ho avuto la conferma: lo è davvero. Con la sua espressione così enigmatica, non capivo i suoi sentimenti, i suoi occhi non dicevano niente: erano sempre di quel colore verde penetrante.
Ha riempito in poco tempo quel vuoto che c'era nel mio cuore e che nessuno è mai riuscito a colmare. È il ragazzo che rende tutti i miei desideri concreti: da una semplice passeggiata sulla spiaggia, al trovare l'amore. E io l'ho trovato: è lui.
« Che ne dici se ritorniamo a casa, piccola? » chiede per poi baciare leggermente le mie labbra. Subito sul mio viso compare un sorriso misto ad una risata.
« Ah! Hai perso la scommessa! Adesso devi andare in acqua! » esclamo staccandomi dal suo abbraccio continuando a ridacchiare.
Sbuffa per poi borbottare qualcosa di incomprensibile a bassa voce.
« Harry, adesso vai a farti una bella nuotata con i pesciolini! »
Ha perso la scommessa fatta poco fa: fino all'indomani non doveva baciarmi, ma lui ha perso e il pegno è tuffarsi in mare.
« Cazzo no! Sai che posso buttare in acqua anche te? » mi risponde con aria di sfida.
Scuoto la testa indietreggiando per poi cominciare a correre cercando di non farmi prendere anche se so che, molto probabilmente, mi raggiungerà. Anche lui inizia a correre ridendo, sento le sue mani prendere i miei fianchi per poi bloccarmi. Come non detto, mi ha raggiunto. Non sono mai stata veloce, odio con tutto il cuore correre.
« No, Harry! Non buttarmi in acqua, muoio congelata!» replico mentre mi prende in braccio ridacchiando divertito; cerco di divincolarmi dalle sue braccia possenti, ma senza risultati: è troppo forte.
« Solo perché non voglio che tu mi muoia sul colpo non ti butto in acqua, mia cara Rosalie. » esclama mentre appoggio il capo sul suo petto muscoloso abbracciata a lui. Il suo profumo, adoro il suo sapore è un misto tra il suo bagnoschiuma e la colonia che si spruzza dopo aver fatto la doccia. È così inebriante.
« Oh che gentile! Mi commuovo così! » lo prendo in giro, lui alza gli occhi al cielo scuotendo la testa.
« Tu sei il mio tutto, ricordatelo. Non ti lascerò mai e poi mai. »
Con quelle parole il cuore mi comincia a tamburellare nel petto velocemente. Perché Harry mi fa questo effetto?
Questo per me è vero amore, io lo amo e lui mi ama. Lui è la mia vita; forse per certe persone potrà sembrare esagerato considerare una persona la propria vita, ma non c'è paragone migliore.
« Posso baciarti? »
« Ormai hai perso la scommessa. » gli rispondo incurvando la bocca in un flebile sorriso.
Lui avvicina le sue labbra socchiuse alle mie, lentamente, ancora con il fiatone per la corsa di prima. I nostri sguardi si incrociano mentre gli scompiglio i suoi capelli bruni.
Sento un sussulto da parte sua e poi inizia a baciarmi con energia facendo in modo che le nostre labbra si tocchino. Lui mi stringe le cosce dato che sono ancora stretta in braccio a lui. Continua a baciarmi come se non desiderasse altro, ma dopo si allontana lentamente. Perché si allontana? Non possiamo stare qui a baciarci in eterno?
« Andiamo. » mi dice mentre comincia ad incamminarsi verso l'auto parcheggiata fuori dalla spiaggia.
Io continuo ad osservarlo rimanendo incanta da tutta la sua bellezza, la mia mano continua ad essere intrecciata alla sua. Improvvisamente si ferma davanti al veicolo nero con il volto rivolto a me e mi fissa con il suo solito e ineguagliabile sguardo intenso che mi provoca brividi interminabili. Mi mordo il labbro inferiore nervosa, che intenzioni ha?
« Sei così dolce quando ti mordi il labbro. » sussurra toccando con il pollice le mie labbra rosee e fredde.
Alzo gli occhi da terra. Lui mi stampa un bacio per poi mordermi dolcemente il labbro inferiore ma senza farmi male. Si allontana creando una piccola distanza tra di noi, ma subito dopo la spezza con un altro bacio, pieno di passione. Mi stringe a se facendomi aderire al suo corpo muscoloso e più grande del mio. La sua lingua cerca la mia fino a trovarla e toccarla causando fremiti che si dispargono lungo tutto il mio corpo. Il suo bacio è così travolgente che mi scombussola del tutto. È come un’onda che ti fa andare sotto acqua.
« Piccola. » mormora avvolgendo le sue braccia intorno a me in un gesto protettivo e amorevole. Lui è molto protettivo nei miei confronti, con lui ho la sicurezza di stare al sicuro, mi fido di lui.
« Styles, amo la tua parte dolce. »
Sento che sbuffa per poi ridacchiare profondamente tra se mentre continuo a scrutarlo ancora stretta a lui. Accarezzo le sue guance rosse dove poco dopo compaiono le sue fossette adorabili che gli danno un’aria da bambino.
« Tu lo sei sempre. »
Sorrido arrossendo un po’, o almeno credo. Di solito questo tipo di risposte mi provocano un rossore nel viso involontario che mi mette in imbarazzo ulteriormente. Entriamo nell’auto vicino a noi, da bravo gentiluomo Harry mi apre lo sportello per poi accendere il motore della sua Range Rover per tornare a casa.
Appoggio la testa sul finestrino freddo per poi chiudere gli occhi per la stanchezza.
« Sonno? » mi chiede stringendo la mia mano nella sua.
Annuisco senza aprire le palpebre ben serrate, sento le sue labbra carnose e morbide sfiorare la mia piccola mano pallida e gracile. Di colpo il mio stato di tranquillità cambia e diventa nervoso: quelle labbra che toccano la mia pelle mi fanno il solletico e mi producono i soliti sussulti che divampano nel mio corpo. Comincio a muovermi sul sedile agitata togliendo la mano dalla sua bocca velocemente riportandola sopra la mia gamba.
Ricomincio a riposarmi cercando di calmarmi riposizionandomi sul sedile comodamente. Apro gli occhi dopo circa dieci minuti e sposto il mio sguardo sulla strada davanti a noi e all'improvviso compare un'auto che comincia a sbandare. Anche Harry la vede e sterza prontamente cercando di evitare lo scontro con l'altro veicolo. D'istinto chiudo gli occhi, sento un grosso schianto contro qualcosa e basta. Buio, buio totale.







I’M HEREEE :’) Buona Pasqua a tuutti ! Come state? Io ho appena finito di divorare un uovo di Pasqua c’: Diventerò obesa
Okay, scusate per il ritardo çç Dovevo pubblicarlo giovedì ma ho avuto dei problemi tecnici lol DD: Mi faccio schifo da sola ahah
Anyway questo è il primo capitolo della nuova fan-fiction, è un po’ diversa dall’altra lo so e forse a certe non sarà piaciuto il primo capitolo (anche se spero di no) Mi sono accorta che è un po’ corto però non sono riuscita ad allungarlo (?)
Spero che vi sia piaciuto e che recensite in taante così posterò il secondo capitolo molto presto (è già pronto)
Per chi ha qualche critica o consiglio me lo può dire senza problemi (ovviamente senza insultarmi ecc...)
Una domanda: vi piace il banner? :) Non sono molto brava infatti se qualcuno li sa fare bene si faccia sentire (?)
Un bacio e al prossimo capitolo,
//Amway xxx

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Capitolo 2
*** Due ***


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Imprisoned love


2.


HARRY’S POV

« Non potrei dare informazioni sulle condizioni del paziente a persone che non fanno parte del nucleo famigliare, ma non importa... non so veramente come dirtelo, ragazzo. » mi dice il medico sulla cinquantina d’anni.
Abbassa lo sguardo a guardare il pavimento di marmo grigio. Perché non finisce la frase? Comincio ad innervosirmi stringendo i pugni lungo i fianchi e sentendo un fremito lungo il mio corpo agitato.
Ho ancora ben impressa in mente l’immagine di due ore fa: Rosalie con la fronte sanguinante appoggiata sul cruscotto dell’auto con gli occhi chiusi. In quel momento non sapevo cosa fare, ero paralizzato, non riuscivo a muovere neanche un muscolo
La guardavo mentre delle lacrime scendevano dai miei occhi lucidi; averla vista così, in quello stato, e per di più per causa mia, ha fatto male. Ti fa sentire impotente, non potevo far niente. Non c’era niente che potessi fare. Sono restato là, dentro l’auto con lei, mentre aspettavo l’ambulanza stringendole la mano.
« Continui. » gli ordino, intuendo che non sia una bella notizia quella che ha da darmi.
« La ragazza è in coma. » mormora sospirando amaramente.
Sgrano gli occhi confuso dalla notizia. Come in coma? Rimango scombussolato, non riesco ad aprir bocca. È come se la mia bocca non avesse più voce per parlare. Non riesco a capire. Alzo gli occhi per fissarlo: ha un’espressione malinconica con le labbra tese, mentre si sfrega le mani.
Lancio uno sguardo a Rosalie: è stesa su un lettino con gli occhi chiusi; questa scena mi stringe il cuore, tanto da soffocarlo quasi. Attorno a me tutto si incupisce, come se ogni cosa perdesse il colore. I sensi di colpa si fanno subito sentire, nella mia testa sento varie voci: ‘Tutta colpa tua!’ ‘Sei un idiota, lei è in coma a causa dell’incidente stradale nel quale guidavi tu.’
« Sa quando si sveglierà? » gli chiedo speranzoso ignorando le voci che mi girano per la testa.
« Difficile da dire. Potrebbe svegliarsi fra un paio di giorni, come fra un mese, come… mai più. »
Io non la voglio perdere, non voglio che non si svegli mai più. Come potrei sopportarlo? Solo al pensiero mi sento male. Prima dell’incidente era solo un pensiero senza fondamenta, ma ora può accadere veramente. Potrei perderla. Non si può tornare indietro nel tempo?
La cosa che mi fa più rabbia è che la colpa è mia, non posso difendermi, non posso dir niente. Colpa mia, colpa mia e basta. Non ho scusanti. Mi ero ripromesso di proteggerla e prendermi cura di lei, mentre adesso è in coma per colpa mia.
Non vedere più quel sorriso che mi rallegrava la giornata, non salutarla più con un ‘Buongiorno piccola’ alla mattina appena alzato, non poterle dire ‘ti amo’ per poi baciarla. Come posso stare senza di lei? Senza la ragazza che amo, che mi ha fatto uscire dall’oscurità, mi ha fatto provare sentimenti mai provati prima, mi ha fatto ricredere sull’amore. Era tutto quello che potevo desiderare e che desidero tutt’ora, l’unica persona di cui mi importa.
Con quelle ultime due parole tutto mi crolla addosso in mille pezzi. Sento delle lacrime scendere lungo la guancia dal dolore, non ci sono parole o sentimenti adatti ad esprimere come mi sento in questo momento. Ho il cuore frantumato in pezzettini troppo piccoli per poterli raccogliere tutti, troppo piccoli per poterlo ricostruire.
Sono in questa stanza da ore, ormai ho perso il conto, ma non posso lasciarla proprio adesso. Non posso. Le ho promesso anche di non lasciarla mai e questa promessa la manterrò.
Non riesco ad accettare che sia colpa mia; lei, con quel corpicino così fragile che potrebbe rompersi da un momento all’altro, adesso è qui, in coma.
Stringo stretta nella mano la collana che le ho donato più di un anno fa, quella collana ha un significato speciale per me. Le stava così bene addosso, e mi dava la sensazione che lei fosse veramente mia.
« Harry, se vuoi, puoi parlarle. Lei ti ascolta. » continua l’uomo in camice bianco.
« Sul serio? »
Lui annuisce per poi lasciarci da soli chiudendo la porta della stanza. Colpisco forte la porta dell’armadio di legno vicino alla porta non appena l’uomo esce, sono nervoso, triste, confuso, mi sento colpevole. Il colpevole dell’incidente, il colpevole del suo stato. Come ho potuto? Non riesco a vederla così, piena di ferite e in coma.
Non potevo essere stato io al suo posto? Ho troppa rabbia da scaricare e vorrei rompere qualcosa, ma non posso farlo qui, così do un calcio anche alla sedia vicino al letto. Di solito scarico la mia rabbia andando in palestra o a correre vicino a casa mia ma questa volta non posso fare nessuna delle due cose. Respiro profondamente, in modo da mandare ossigeno al cervello e mantenendo la calma, anche se mi è molto difficile.
Mi avvicino a lei lentamente guardandola mentre le prendo la mano fredda e la intreccio con la mia. Le sue labbra rosee socchiuse con un taglio nel labbro inferiore, lo stesso che si morde quand’ è nervosa, ha una ferita nella fronte e una anche nella guancia sinistra ma rimane comunque bella anzi, bellissima. Ha qualcosa che mi impedisce di lasciarla. Non so cosa.
« Piccola, tu non sai quanto mi dispiace. Io dovevo proteggerti ma…non ci sono riuscito. Volevo che nessuno ti facesse del male, quando invece sono stato proprio io a provocartelo. Vorrei essere io al tuo posto, Rose. Tu non te lo meriti. Non ho mai avuto una mamma, sono stato cresciuto da mia nonna. Poi, crescendo, sono diventato indipendente, ma non del tutto. Da quando ci siamo conosciuti, tu, non so come, ti sei presa cura di me. Ti sei interessata di me come nessun’altro ha mai fatto e io volevo proteggerti per questo. Quando ti capita di incontrare una persona così? Una volta nella vita? Non sono molto bravo con le parole, ma sappi che aspetterò il tuo risveglio sempre qui, accanto a te. Ti amo tanto, ogni giorno sempre di più. » mormoro per poi baciarla dolcemente nella fronte vicino alla ferita.
Sento la porta della stanza aprirsi e una figura femminile entra: una ragazza bionda, con occhi marrone chiaro. È Zoey. Anche lei con gli occhi rossi dalle lacrime.
« Hey, tutto bene? » mi saluta avvicinandosi e sedendosi sulla sieda accanto alla mia.
« Potrebbe andare molto meglio.- sbuffo. - Zoey come faccio? E se non si sveglierà? È tutta colpa mia! » esclamo disperato prendendomi la testa fra le mani.
« Harry, non dire così…Lei si sveglierà, ne sono certa. È una persona forte. Non perdere tutte le speranze. » mi incoraggia abbracciandomi amichevolmente.
« Questo è più che un incubo…perché è dovuto succedere? Perché proprio a lei? »
« Forse era il destino, non lo so. Comunque non è colpa tua! Ho saputo già tutto dell’incidente ed è colpa del guidatore dell'altro veicolo, non tua. »
« Però Rose è in un letto d’ospedale. » le faccio notare fissandola.
« Harry, forse non te ne sei accorto o forse Rosalie non te l’ha mai detto, ma tu eri la ragione del suo sorriso.» mi dice cercando di cambiare argomento pensando positivamente.
Rimango sorpreso. Io la ragione del suo sorriso? Caso mai il contrario. Lei è il mio sorriso.

***
Sento delle voci provenire da fuori della stanza. Non capisco bene cosa dicono, ma dal tono della voce sembrano esserci due uomini molto arrabbiati, capisco solo una parola pronunciata da una voce maschile: ‘condizioni’. Forse è il dottor Mills che parla con qualcuno, ma davanti alla nostra stanza?
Sono seduto su una poltrona vicino al letto, ho dormito qui dato che in camera con lei non c'era nessun'altro, volevo farle compagnia anche se non può percepirlo, volevo vedere se si svegliava, ma sfortunatamente non è accaduto.
Mi riposiziono sulla poltrona un po’ più comodamente dato che stavo quasi cadendo, la porta si apre sbattendo contro il muro dietro di essa, facendo entrare un volto veramente arrabbiato: il signor Jones, padre di Rosalie.
Subito senza nemmeno guardare la figlia si dirige verso di me con un passo svelto seguito da Logan, il fratello della mia ragazza; di colpo mi alzo prontamente dalla poltrona prima che i due uomini mi arrivino vicino.
« Tu!- urla il padre indicandomi con un tono d’ira.- Che cazzo hai fatto a mia figlia?» « Steve, per favore stai calmo. Non è colpa sua, è stato un’incidente. » cerca di calmarlo la moglie, ma senza molti risultati visto che è furioso.
« Come mamma? Non è colpa sua? Chi guidava quell’auto? Chi mamma? » interviene Logan anche lui furibondo con me.
Io rimango zitto impalato ascoltando le loro voci piene di rabbia.
« Styles, te l’avevo detto che te l'avrei fatta pagare se avessi fatto del male a Rosalie. E adesso te la faccio pagare, e anche cara. Lo sapevo che eri un pericolo per lei, io lo sapevo ma lei no. Non mi voleva ascoltare! » con quelle parole i miei occhi si abbassano riempiendosi di lacrime, è una delle cose che odio di più: piangere. Perché deve esistere questa azione? Mi fa sentire debole e impotente. Non ho mai pianto, o l'ho fatto poche volte, non ho mai provato così tanto dolore. Anzi, non provavo sentimenti prima di incontrare Rosalie. Niente, tutto era neutro per me. Tutto senza sentimenti.
« Vattene. » mi ordina il padre con uno sguardo pieno di fiamme, io faccio quello che mi ordina: esco dalla stanza e mi posiziono proprio davanti alla porta seduto su una sedia scomoda, ma questi sono dettagli: l’importante è stare vicino a lei.







BUONASERAAA eccomi di nuovo qua dopo una settimana çç (scusate per il ritardo) Come state? :)
GRAZIE PER LE 24 RECENSIONI, muoio okay? Feheygd Troppo gentili e dolci ** Sono strafelice che vi sia piaciuto il primo capitolo :’) Ci ho messo un macello ha scriverlo lol Anyway questo è il secondo capitolo, è un po’ triste lo so ma non siamo ancora entrati nella storia (?)
Continuo a 26 RECENSIONI, ci riusciremo? ahah Spero che vi sia piaciuto il capitolo e ci vediamo nel prossimo capitolo ;)
Se volete contattarmi su Facebook sono Amanda Caoduro
Invece su twitter: @_itsAmway
Un bacio e ditemi buona fortuna per la verifica di latino,
//Amway xxx

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Capitolo 3
*** Tre ***


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Imprisoned love


3.


Sento una voce soffocata e dei sospiri. È Harry, ne sono sicura. Sta cantando, la sua voce melodiosa mi fa volare in paradiso. La canzone che sta cantando è Give me love di Ed Sheeran, la amo così tanto e lui lo sa perfettamente. Quella canzone mi commuove ogni volta che l'ascolto, è così bella e malinconica allo stesso tempo.
Vorrei aprire gli occhi e vedere la sua figura davanti a me ma non riesco, vedo solo nero, tutto buio pesto. Non riesco a muovere neanche un muscolo o a parlare, ho la sensazione di essere imprigionata in questo corpo.
Sento il respiro pesante di Harry vicino a me, quanto vorrei abbracciarlo e coccolarlo ma qualcosa me lo impedisce. Mi impedisce di far tutto, mi sento in gabbia, come dentro una prigione così stretta da non riuscire a muoversi, è come se qualcuno mi impedisca di svegliarmi e vivere la mia vita. Come se fossi imprigionata vivendo dei miei ricordi e basta.

(Flashback)

Winchester, 22 luglio 2011
« Jones, muoviti.» mi urla il poliziotto che tanto odio da quando sono qui.
Ce l'ha con me, ne sono sicura. Da quando sono qui mi ha preso di mira, forse perché sembro la più piccola di tutti dato che ho solo diciassette anni, ma non penso di essere l'unica di questa età o sì?
Quello stupido errore mi ha portata qui, in quel giorno di giugno inoltrato quando il sole splendeva nel cielo senza una nuvola, mi ricordo ancora ogni particolare. Non avevo soldi a sufficienza per permettermi quella collana d'oro bianco con una croce gotica, ogni giorno passavo davanti a quella vetrina dove era esposta la collana dei miei sogni con un bel cartellino sotto con scritto '500 £'.
Quel giorno ero impazzita, la volevo più di ogni altra cosa e allora l'ho rubata. Era notte profonda, non c'era nessun rumore solo un silenzio quasi inquietante. Ma dopo pochi secondi il silenzio terminò e suonò quello stupido allarme. Ero paralizzata e non riuscivo a muovermi, neanche un muscolo. Ero lì, davanti alla vetrina frantumata con in mano la collana e l'allarme continuava a suonare, poi ho sentito le sirene della polizia e da lì quella notte si è trasformata in un incubo: sono stata sbattuta in una cella solitaria piangendo silenziosamente.
Avevo deluso tutti: i miei genitori, i miei parenti, i miei amici e l'intera città. Adesso tutti pensano che sia una cattiva ragazza, ma è stato solo uno sbaglio. Però la legge non perdona e l'ho imparato a mie spese.
Sbuffo senza farmi sentire da quell'uomo, comincio a raccogliere e a mettere nel sacchetto che tengo ben stretto nella mano le cartacce e gli oggetti di tutti i tipi accumulati negli angoli delle strade.
Insieme a me ci sono alcuni carcerati ed altri che, come me, devono scontare la pena in questo modo ma io non ho parlato mai con nessuno.
Tutti si fanno gli affari propri e in un certo senso mi piace, nessuno si guarda negli occhi o almeno io non lo faccio. Potrei ricevere un bel pugno in faccia o anche peggio. Di fianco a noi sfrecciano le auto veloci e se ne fregano di noi, per loro siamo rifiuti della società. Siamo dei malviventi, ma non tutti, certi possono essere innocenti e non meritano di sprecare il tempo così rovinando la loro reputazione.
Alzo lo sguardo e davanti a me c'è un ragazzo, un bel ragazzo, mi sta stranamente fissando negli occhi e anche io lo faccio, ma senza paura di riceve botte. Bel ragazzo è dir poco, sembra un dio greco sceso dal monte Olimpo.
Lui mi osserva con i suoi occhi verdi, due occhi profondi dove potrebbero navigare delle navi. Mi attraggono, rimango così incantata dal suo sguardo che non riesco a cambiare la direzione del mio sguardo, non ci riesco. Sono di un verde brillante, mai visto degli occhi così.
Poco dopo abbassa lo sguardo riprendendo a raccogliere cartacce dall'erba ignorandomi ma io continuo ad osservarlo: ogni sua mossa, ogni suo particolare fisico, dai capelli ricci, fino alla tuta leggermente sporca e troppo grande per lui. Ogni cosa mi seduce in quel ragazzo, ha qualcosa di particolare. Qualcosa, non ho idea di cosa sia, che gli altri ragazzi non hanno.
Basta. Quel ragazzo potrebbe essere un pericolo per me se lo conoscessi, è meglio che mi tenga alla larga da lui. Ma lui attira troppo la mia attenzione, anche se non lo conosco ha qualcosa di particolare che non riesco a capire, forse l'espressione del suo viso: enigmatica come quella della Gioconda di Leonardo o forse sono solo io che lo vedo così. Non lo so.
Con un gesto sposta dalla fronte il ciuffo di capelli bruni che poi ritorna come prima, lo sento sbuffare in modo adorabile.
Sorrido, lui si gira aggrottando le sopracciglia e all'istante riprendo a lavorare facendo finta di niente anche se ho appena fatto una figuraccia.
È un ragazzo sulla ventina d'anni o forse di più, sicuramente più grande di me. Ha le spalle molto larghe e da quello che posso vedere mi sembra anche muscoloso.
Ha un portamento rigido, è uno di quelli che ti può scagliare un pugno da un momento all'altro. E' molto alto, sarò dieci centimetri circa più bassa di lui.
Alza di nuovo il volto e mi scruta con i suoi occhi penetranti, ha le labbra leggermente socchiuse e la mascella rilassata.
Per tutte le due ore passate insieme abbiamo continuato con queste occhiate, appena ne avevo la possibilità non mancava uno sguardo anche per solo un secondo, uno sguardo sfuggente in modo che i nostri occhi non si incrociassero. Certe volte anche lui sollevava lo sguardo e me ne accorgevo, sentivo di essere osservata. Ogni volta che mi guardava, io distoglievo lo sguardo. Ogni volta che distoglieva lo sguardo, io lo guardavo.

Saliamo nel bus che ci riporta in carcere, sono una delle prime che sale dato che non voglio stare in piedi come sempre. Mi siedo davanti, due posti dietro l'autista. Metto le cuffiette nelle orecchie e cerco di rilassarmi dopo la stancante giornata passata nell'angolo strada a raccogliere rifiuti.
Sale anche il ragazzo di prima, si avvicina e indicando il posto vicino mi chiede con un filo di voce roca 'Posso?', io annuisco velocemente.
Lui si siede e guarda fuori dal finestrino come del resto faccio anch'io, sono molto imbarazzata. Lentamente mi giro per guardarlo e lo scruto attentamente senza lasciarmi sfuggire neanche un dettaglio: dai due uccelli tatuati nel petto che spuntano dalla maglietta bianca ai bicipiti muscolosi e abbronzati che ora sono a neanche cinque centimetri da me. Cambia direzione dello sguardo accorgendosi che lo stavo esaminando attentamente.
Arrossisco imbarazzata distogliendo gli occhi da lui, prendo un profondo respiro cercando di mantenere la calma. Sento il suo profumo sebbene non gli sia attaccata, a differenza degli altri carcerati non puzza: ha un profumo piacevole che non ti obbliga per istinto a tapparti il naso.
Al collo porta una collana con un cuore geometrico formato da due triangoli, è bellissima. Il mio sguardo cade pure sulle sue mani grandi e affusolate.
Arriviamo davanti alla galera e tutti scendono compresa me, tanti vanno nella propria cella mentre altri aspettano che i genitori li vengano a prendere per portarli a casa.
Aspetto Logan, che mi viene a prendere e intanto fumo una sigaretta seduta sul marciapiede. È da poco che ho ricominciato a fumare, prima di essere stata denunciata fumavo un pacchetto al giorno, era come un'abitudine dopo scuola fermarmi per accendere una sigaretta in compagnia dei miei amici ma per un po' di settimane avevo smesso.
Vorrei ritornare al passato e non aver compiuto quell'errore ma non posso, devo stare qui e lavorare per vedere diminuire ogni giorno di più le ore di lavoro socialmente utile.
La mia vita è stata sconvolta e anche quella della mia famiglia, adesso i Jones sono visti in maniera diversa, non più come una volta: tutti parlano di me, quando mi vedono in giro mi sento osservata e non mi piace. Non penso di essere né l'ultima né la prima a fare sbagli di questo genere.
Zoey, la mia migliore amica, per fortuna non mi ha lasciato da quella notte; mi ha aiutata e mi è stata vicino. Io pensavo che non mi volesse più come amica ma non è stato così, per fortuna. Solo adesso capisco che amica fantastica ho, non me ne sono mai accorta, prima eravamo solo semplici amiche ma questo errore ci ha in qualche modo legate ulteriormente. Le voglio veramente bene, è stata la prima a parlarmi da quando mi sono trasferita qui; è venuta da me e mi ha chiesto 'Come stai?' come se ci conoscessimo da anni.
« Hey, barbona. Sali. » mi dice mio fratello aprendo il finestrino dell'auto. Spengo la sigaretta e la butto dentro un tombino per poi entrare nell'auto.
« Ciao Logan. » lo saluto abbracciandolo.
Logan è mio fratello maggiore, ha ventidue anni e abbiamo sempre avuto un bel rapporto. Lui nei miei confronti è molto protettivo infatti si è preso lui l'impegno di venire a prendermi da qui ogni giorno.
Mi sembra che sia l'unico a capirmi in questo mondo: quando ha saputo del mio furto non è venuto a farmi la predica, mi ha semplicemente detto: 'Tutti commettono degli errori, l'importante è imparare da quegli errori per non ripeterli in futuro.' Mi ha fatto riflettere la sua frase e gli ho promesso che non commetterò più errori del genere, mai più. Devo tenermi alla larga dai guai.
« Che ne dici di andare a mangiare da qualche parte? » propone.
Annuisco contenta.
Lui è più un amico che un fratello: insieme usciamo, andiamo al cinema, certe volte in compagnia della sua fidanzata. Lo ammetto, sono un po' gelosa di lei, da piccola ero io la sua principessa e adesso lo è lei. A me ovviamente piace la sua fidanzata, è molto dolce e simpatica ma lui resterà sempre mio, infondo le ragazze vanno e vengono invece la famiglia no.







I’M HEREEE, dovete baciarmi dato che anche se nel scorso capitolo ho avuto solo 17 recensioni ho continuato DD: Cosa vi è successo? Lo sapete che io tengo assai al vostro parere soprattutto su questa storia dato che l’ha sto scrivendo da l’anno scorso çç
Comunque le cose possiamo dire si fanno più interessanti, certi mi hanno detto che è banale la storia ma sinceramente per giudicare il contenuto della storia a mio parere bisogna leggere tutti i capitolo ;)
Lei comincia a ricordare come si sono incontrati lei e Harry mentre è in come e da qua comincia a ricostruire tutta la storia
Okay, forse non dovevo dirvelo ma amenn volevo farvi un po’ incuriosire e spero che di esserci riuscita :’)
Ho preso 6 in latino yesss anche se domani ho un’altra verifica sui verbi DD: #panico lol
Non parliamo per favore della scuola che ne ho già abbastanza D: Spero che in questo capitolo aumentiamo le recensioni e se volete posso leggere le vostre storie :3
Un bacio a tutti e buona settimana,
//Amway xxx

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