Basta un poco di zucchero

di Aritos biscuits
(/viewuser.php?uid=414957)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caffé amaro ***
Capitolo 2: *** Cioccolato ***
Capitolo 3: *** Biscotti panna e cacao ***
Capitolo 4: *** Succo d'arancia e rum ***
Capitolo 5: *** Cornetto alla marmellata ***



Capitolo 1
*** Caffé amaro ***


 


Wayne era una tazza di caffè senza zucchero.
Amaro, una scarica di adrenalina pura.
“Il vero Tiger”, avrebbe detto qualcuno. Ma il diciottenne lo sapeva bene: il vero Tiger era Fred, o Valentine, o anche suo padre Larrie.
Tutti, ma non lui.
«Porca puttana; – si diceva – datti una mossa!», ma nulla di ciò che faceva rendeva il genitore Pacificatore fiero di lui. Perché lui non era dolce, nemmeno intelligente o timido. Lui non aveva caratteristiche degne di nota: sfacciato, astuto, opportunista, calcolatore, stronzo. Pareva non essere neppure parte di quella famiglia così per bene. Forse era proprio per questo che non andava d’accordo con sua sorella Chàrlotte: erano troppo diversi. Forse, era per lo stesso motivo che con sua madre erano come latte e miele. Forse, di nuovo, era così simile al padre da farsi odiare.
Perché River glielo aveva detto quando avevano solo quindici anni: «Voi due, in fondo, siete uguali. Fagli vedere quanto puoi realizzarti, come non ha fatto lui.»
Perché Larrie aveva una famiglia e un buon lavoro ma, dentro, era vuoto come un cielo senza nuvole. Da allora il ragazzo, decise di scendere in miniera e guadagnarsi da vivere. Così, da solo. Di botto, senza preavviso. Iniziò a lavorare, a farsi i muscoli, ma neppure allora le cose cambiarono.
Ci volevano misure più drastiche, probabilmente, e Wayne le usò: si chiuse in sé, non parlava e mangiava solo lo stretto indispensabile per non morire. Almeno, non sarebbe più stato “un peso”.
E, quando l’ennesima scommessa col fratello lo portò a offrirsi volontario, capì che non aveva nulla da perdere.
Era lì, era vivo e lo sarebbe stato ancora per poco. Quindi, tanto valeva la pena vivere e rischiare il tutto per tutto, nella speranza di avere abbastanza culo per farcela.
Solo allora Larrie capì di aver perso un figlio, e cominciò a sperare con tutto il cuore che Wayne tornasse. 
Valentine non aveva mai smesso, così come Krista.
Chàrlotte non iniziò mai, ma capì di non odiarlo tanto quanto pensava.
Fred e River si unirono in una muta speranza, perché loro, in Tigre, ci credevano. Ci avevano sempre creduto.
Il retrogusto amaro di quell’addio – o arrivederci? – non svanì mai.
Perché Tiger era come un caffè: quando lo bevi è amaro, ma capisci quanto lo ami non appena se ne va.








Adolf's biscuits.
Vorrei tanto inauguare ufficialmente il nostro profilo condiviso con una bestemmia perché la connessione era saltata e ci aveva cancellato tutto.
Innanzitutto... si scrive così 'innanzitutto'? Beh, chi se ne frega, siamo AriiiC_ e pandamito, viviamo in un armadio, abusiamo delle parole 'bao' e 'platano', siamo altamente shippabili - di fatti Arito è il nome della nostra ship - e la modestia non è cosa che ci appartiene.
E questa, invece, - indica koala - è Adolf, mangiatrice di biscotti e nostra mascotte ufficiale.
Cosa scriviamo? Di tutto e questa raccolta ne è un esempio.
In queste flashfic tratteremo un genere introspettivo dove paragoneremo tre nostri tributi a del cibo che si mangia principalmente a colazione.
Sottolineo che i tributi partecipano alla fanfiction interattiva Run, so we'd both be free di darkneko_angel e fanno parte del gruppo degli Animalisti.
Wayne Tiger è un tributo del Distretto 12 di AriiiC_ ed è un figo assurdo.
Gli altri, ovviamente, li scoprirete nei futuri capitoli.
Cos'altro c'è da dire? Ah, non ne abbiamo idea quindi diremmo tipo cotoletta, broccoli, spinaci, pattini da ghiaccio...
Avete presente quando vi dicono di passare dal lato oscuro perché hanno i biscotti con le gocce di cioccolato?
Mentono. Noi siamo il lato oscuro. Noi abbiamo i biscotti e non abbiamo la benché minima intenzione di darveli!
So - mi piace dire 'so' - baci e biscotti(?), 
Ari, Mito ed Adolf.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cioccolato ***


 


Il cioccolato veniva venerato, un tempo, considerato all'altezza degli dei. Ci si può far di tutto, trasformarlo a seconda del proprio piacere: mischiarlo col latte, morderlo e sentire il suo originale gusto forte ed amaro, farlo sciogliere e prelibarsi di quel sapore caldo che ti riscalda il corpo tanto da farti sentire protetto ed al sicuro per qualche istante, un momento dedicato interamente a te stesso, dove nessuno può rompere la tua quiete. Ma, pensandoci bene, solo Capitol City poteva permettersi una bontà del genere; gli altri Distretti di questa meraviglia non ne avevano mai visto neanche l'ombra. 
Donnie, in effetti, era proprio come si descrive una perfetta cioccolata calda e ciò che ne comporta. Donald Penguin era quel ragazzo forte che sapeva sciogliersi nei momenti opportuni; e Wendy lo sapeva bene, perché Donnie emanava calore, la proteggeva e la stringeva forte fra le braccia per farle capire che con lui sarebbe sempre stata al sicuro. 
Ed era strano, Wendy era sempre riuscita a capire le ragioni del vero ed unico Penguin, ma continuava a domandarsi perché l'aveva risparmiata e salvata, invece di avercela a morte con lei, o addirittura uccisa; lui era arrivato fino al punto di promettere di amarla in eterno. Wendy all'ora era solo una povera orfanella disperata e mai si sarebbe immaginata che qualcuno potesse prendere le sue difese per aver rubato quel poco di cibo che le sarebbe bastato per tirare avanti anche quel giorno. Invece fu proprio così che i genitori di Donnie vennero uccisi dai Pacificatori, davanti ai suoi occhi. Era solo un bambino quando le tese la mano e le promise che non l'avrebbe mai abbandonata, facendola entrare nella famiglia Penguin. Già allora Wendy capì che quel bambino sarebbe stato l'uomo che più avrebbe ammirato al mondo. Si era rialzato con le sue forze ed aveva combattuto, anche quando la nonna era morta e vi era rimasto solo l'anziano Penguin a vegliare sui due ragazzi. 
Donnie era qualcosa di cui Wendy aveva bisogno, non poteva farne a meno e tutto di lui le recava piacere; ma il piacere è anche un peccato e non ci volle molto prima che Capitol City se ne rendesse conto.
"Il tributo più bello che sia mai esistito", proferivano le bocche maliziose di quei capitolini ed il povero Pinguino non poteva obiettare per paura che la sua dolce metà fosse privata della sua stessa vita a causa di una sua disobbedienza. Le lacrime silenziose di Donnie erano amare tanto quanto il sapore del cacao puro, lui era forte tanto quanto quel gusto, per sopportare tutto il dolore che doveva subire per non procurarne altro alle persone a lui care.
Donnie era come il cioccolato: l'apice del piacere, ciò che qualsiasi persona metterebbe su tutto come guarnizione, una droga che provoca dipendenza fino a richiederne sempre di più, in tutte le sue sfaccettature, finché non se ne può fare più a meno. Era il suo punto di forza, con cui poteva ammaliare tutti, come un dio; ma forse questa era stata la sua peggiore condanna. 
 







Adolf's biscuit.
Come sempre, siamo AriiiC_ e pandamito e questa *indica koala* è Adolf.
Il fatto che siamo l'una l'autrice preferita dell'altra è fantastico.
Qui viene introdotto il personaggio di Donnie Penguin, tributo del Distretto 7 di pandamito.
Ricordo che tutti i tributi fanno parte della fanfiction interattiva Run, so we'd both be free di darkneko_angel.
Detto questo io sinceramente non so cosa dire perché ho già detto tutto precedentemente.
I primi capitoli saranno come una specie di introduzione ai personaggi e poi verranno visti sotto altri aspetti.
Si accettano scommesse su che cibo sarà il prossimo. (?)
Quindi docciatevi, che sennò puzzane. #nosense
Baci e biscotti(?),
Ari, Mito ed Adolf.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Biscotti panna e cacao ***


 


Avete presente quando la mattina vi svegliate, vi fate una bella tazza di latte e poi prendete i biscotti, quelli tondi alla panna? Ecco, è il momento più bello della vostra giornata, perché lo dedicate a voi stessi. Prendete un biscotto, lo fate stare in ammollo e passato un po' buttata dentro la tazza anche un altro biscotto; così, mentre voi fate riemergere il biscotto iniziale e lo addentate, l'altro si ammolla, in modo che non dobbiate mai aspettare più di tanto per mangiare.
Qual è il problema? Se lo si lascia troppo nel latte, il biscotto di rompe ed inizia a dividersi in tutti quei frammenti che si disperdono nel liquido, formando quella pappetta che odi a contatto sulla lingua mentre stai bevendo dalla tua tazza.
Grace Alo in Beetles era proprio così. O meglio, i suoi figl- scusate, mi correggo: i suoi non-figli erano così.
Perché Grace e Frederich, suo marito, avevano un problema: ogni volta che la donna rimaneva incinta, il feto le moriva in grembo. E lei lo desiderava così tanto un figlio, che oramai era sull'orlo della follia, era precipitata in depressione e più niente l'avrebbe salvata.
Questo fino a quando non accadde il miracolo: due gemelli. Sani.
Non era nato un figlio, ma ben due! E sembrava la notizia più bella del mondo e forse lo era, se quel momento non fosse stato così breve e se le morti non fossero riniziate.
Peter e Jake Beetles - detti in ordine di chi è uscito prima da voi-sapete-cosa della madre, giusto perché il maggiore ci tiene a rivendicare la sua autorità - erano forse i ragazzini più vivaci, chiacchieroni e combinaguai dell'interno Distretto 5. 
Scarafaggi, così li chiamavano, in modo dispregiativo, chi odiava i continui scherzi che erano soliti organizzare.
Ma sapevano fare anche qualcos'altro: i fuochi d'artificio che incantavano chiunque. Ed erano felici di regalare sorrisi, non volevano altro, perché il loro più grande desiderio era che il sorriso tornasse anche sulle labbra della loro madre.
Era impossibile distinguerli l'uno dall'altro, erano completamente identici in tutto e per tutto, persino nel carattere. Sfoggiavano le loro belle facce sorridenti ed il loro ottimismo in pubblico, poi tornavano a casa e si coricavano tutto il peso dei pianti della madre sulle spalle. Volevano tapparsi le orecchie, invece andavano da lei e l'abbracciavano per farle forza. 
Nessuno sapeva di quella maschera, nessuno avrebbe dovuto saperlo.
Ma non importava di quanto fosse pesante quel fardello, perché Peter aveva Jake e Jake aveva Peter, c'erano l'un l'altro e nessuno li avrebbe separati.
Erano come quei biscotti tondi e col buco, metà panna e metà cacao, che si abbracciano, sembra che si stiano per fondere, ma rimangono sempre un passo dal farlo.
Loro erano così: lo yin e lo yang che si stringevano in un abbraccio.
Ma chi fosse bianco e chi nero, Jake non sapeva dirlo.
Fino a quando non venne estratto e suo fratello era pronto ad offrirsi; gli procurò un occhio nero nel bel mezzo della platea e poi salì sul palco.
Perché il gemello buono doveva restare a casa, perché la loro madre non poteva perdere un altro figlio, anche se sia Jake che Peter avevano perso una metà di loro stessi.
Quando immergi questo genere di biscotto nel latte, sarà sempre la parte bianca a sgretolarsi per prima, mentre il cioccolato rimarrà sempre più duro. Non ci sarà mai un momento in cui entrambi avranno la stessa consistenza e questo non può far altro che lasciarti insoddisfatto.







Adolf's biscuits.
Come sempre, siamo AriiiC_ e pandamito e questa *indica koala* è Adolf.
Il fatto che siamo l'una l'autrice preferita dell'altra è fantastico.
Hey, avete notato che abbiamo copia-incollato le frasi del precedente capitolo per mancanza di voglia?
Sì, noi aggiorniamo alle tre di notte senza preavviso e sotto casa passa una macchina con la musica a tutto volume. Ma bravo, ora sì che puoi crederti figo.
Questa è l'ultima flash singola, ovvero quella d'introduzione per i tre protagonisti, chiamati gli Animalisti.
Questo piccino qua è Jake Beetles, tributo del Distretto 5 di pandamito.
Ricordo che tutti i tributi fanno parte della fanfiction interattiva Run, so we'd both be free di darkneko_angel.
Dal prossimo capitolo ci sarà un unico banner per tutti e si rinizierà il ciclo con altre pietanze mattutine ed altri momenti.
In tutto ci saranno tre momenti per ciascuno, quindi la prossima volta vi aspetta Tiger, enjoy! <3
Non scassate per il ritardo.
Baci e biscotti,
Ari, Mito ed Adolf.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Succo d'arancia e rum ***


 


Haymitch era un uomo tutto d'un fiato. Capí che lui e Tiger erano identici non appena lo vide.
« Che bevi? » domandò il diciottenne, indicando il calice mezzo vuoto sul tavolo.
« Succo d'arancia e rum. » rispose l'altro, preparandosi alla solita cantilena che gli rivolgevano tutti su quanto il bere fosse sbagliato, soprattutto in una situazione del genere.
Tigre si rabbuiò un attimo, pensieroso. Poi, con immenso stupore di Haymitch, sussurrò: « Dammene un sorso.»
Per la prima volta dopo anni, il trentacinquenne desiderò con tutto il cuore poter fare in modo che un tributo uscisse vivo dall'arena.
Dal canto suo, Tiger poteva dire di adorare quell'uomo: meschino, menefreghista, solo. Era esattamente come lui.
No, si corresse, io ho Aslan, non sono solo.
Provò un moto di insano affetto verso quella figura sempre curva sul bicchiere e, tra un goccio e l'altro, gli raccontò la propria vita, ignorando bellamente la compagna, ed Effie che non faceva altro che sbraitare.
« Penso si stia lamentando della tua mietitura...» commentò il mentore, tranquillo.
« Ci mancherebbe che non lo faccia! Ti rendi conto di che immagine hai dato del tuo Distretto? Ci hai reso ridicoli! Ridicoli! » ribatté la voce da oca dell'accompagnatrice.
Gli occhi neri del diciottenne la squadrarono dall'alto in basso, studiando attentamente il suo orrendo vestito viola e il suo viso che, se struccato, avrebbe anche trovato carino.
« Mantieni la calma, dolcezza. Avrai una mietitura migliore l'anno prossimo, quando giacerò sotto metri e metri di terra» suonò la voce di Tiger quasi come una risata, fredda e distante, mentre beveva un altro sorso. Haymitch lo scrutò attentamente, studiando il suo modo di fare così maledettamente simile al proprio di parecchi anni prima.
« Cosa nascondi, Wayne?» domandò all’improvviso.
Tigre sembrò allarmato. « Mi chiamo Tiger: non Wayne.»
Le iridi grigie del mentore percorsero gli zigomi del giovane. Chi era davvero il figlio del Primo Pacificatore del Distretto 12? La domanda assillò l'uomo per giorni, fino a quando non ci fu l'intervista: solo allora, capì. Tiger era come quel succo di arancia corretto al rum che gli piaceva tanto: aveva un retrogusto dolce, nascosto da tutto l'alcool che lo rendeva forte.







Adolf's biscuits.
Come sempre, siamo AriiiC_ e pandamito e questa *indica koala* è Adolf.
Il fatto che siamo l'una l'autrice preferita dell'altra è fantastico.
Hey, avete notato che abbiamo copia-incollato le frasi del precedente capitolo per mancanza di voglia?
Non aggiorniamo dall'era dei tempi ed indovinate di chi è la colpa?
*Adolf indica Mito*
Eh, cercheremo *coff* Mito cercherà *coff* di rimediare. Il problema è l'ispirazione mancante. O magari la difficoltà di trovare dei titoli, sì, opto per questa.
Questa è la prima del secondo giro di flashfic dei tre protagonisti, chiamati gli
Animalisti; avrete notato che il banner ora li racchiude tutti e tre perché non si tratta più solo di loro, ma visti nell'insieme. Più o meno. Sono più coinvolti nei fatti, ecco.
I tributi della raccolta, ricapitolando, sono:
Jake Beetles, Distretto 5, di pandamito.
Donald Penguin, Distretto 7, di pandamito.
Wayne Tiger, Distretto 12, di AriiiC_.
Ricordo che tutti i tributi fanno parte della fanfiction interattiva Run, so we'd both be free di darkneko_angel.
Non scassate per il ritardo, però perdonateci sempre ed amateci.
Baci e biscotti,
Ari, Mito ed Adolf.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cornetto alla marmellata ***


 

 
« Sai, sono riuscita a convincere lo chef a prepararci la colazione prima degli altri, così abbiamo i cornetti più buoni e caldi » confessò Laxelyy, sedendomi composta al tavolo e avvicinandosi un po' troppo al protetto. « E poi ne ho fatti lasciare qualcuno in più » aggiunse, facendogli l'occhiolino. « Sono alla marmellata di albicocche. Ti piacciono, vero? » domandò, con un barlume di preoccupazione negli occhi.
Donnie alzò il capo, risvegliandosi dai propri pensieri. « Cosa? » sussurrò, un po' spaesato. Scosse subito la testa, cercando di ritrovare il finto sorriso che si costringeva a indossare. « Sì, certo. Mia nonna la faceva sempre. »
Ecco, sua nonna. La malinconia ritornò a farsi breccia nel suo petto. Era preoccupato su come stava suo nonno, se era riuscito a riprendersi, se era morto davvero dopo quell'infarto.
E Wendy? La sua Wendy?
Dalla tasca dei pantaloni estrasse un piccolo sasso rotondo, levigato perfettamente dall'acqua del fiume nel Distretto 7.
Era strano, come fosse stata Wendy a chiedergli di sposarla e non viceversa, presentandogli quel sasso come se fosse un anello, non avendo trovato niente di meglio in così poco tempo.
Era stata una mossa avventata, ma in fondo Donnie cos'aveva da perdere? Tutto e niente.
« Per me lo chef ti darà qualche sponsor » continuò a blaterare la sua accompagnatrice.
Donnie afferrò un cornetto e lo guardò. Non sembrava nulla di che, ma notò che la sua forma curva assomigliava a una bocca: felice se all'insù, triste se all'ingiù. Proprio come lui, quando doveva costringersi a indossare quella faccia da bel ragazzo sicuro di sé che l'avrebbe portato alla vittoria.
« Perché, lo chef può scommettere? » chiese il castano, curioso.
« Beh, tutti possono scommettere, tranne noi, il tuo staff » precisò Laxelyy, sorseggiando il suo tè.
« Anche il presidente? »
Quella domanda bloccò l'accompagnatrice dai lineamenti orientali, che ci pensò un po' su. « Non so se il presidente abbia mai scommesso su qualche tributo... »
Prima che la ragazza potesse partire col suo fiume di parole, Donnie morse il suo cornetto, rivelandone il morbido interno.
Ecco, così era lui: quell'involucro esterno che colpisce e attira tutti, composto da un interno che solo in pochi conoscono, che può piacere oppure no, ma che sorprende sempre.
Tutti si fermavano ad ammirarlo e per Donald Penguin era meglio che si fermassero a quello, perché far capire a Capitol City quanto in realtà fosse fragile, avrebbe solo messo a rischio tutti quelli che più amava.
Quella di tornare a casa era una promessa a Wendy che intendeva mantenere.

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

Adolf's biscuits.
Come sempre, siamo AriiiC_ e pandamito e questa *indica koala* è Adolf.
Idovinate di chi è la colpa per aver fatto tardi? *tutti indicano Mito come al solito*
Ci mette i decenni, la ragazza. Ma comunque si scusa perché stavolta era un problema del portatile inutilizzabile e il banner era salvato lì e rifarlo sarebbe stato un suicidio.
Uhm, cos'altro aggiungere? Che non si promette nulla per il prossimo capitolo perché il mondo è cattivo. (?)
Ricordiamo inoltre che i tributi su cui scriviamo partecipano alla fanfiction interattiva Run, so we'd both be free di darkneko_angel e fanno parte del gruppo degli Animalisti.
Jake Beetles, Distretto 5, di pandamito.
Donald Penguin, Distretto 7, di pandamito.
Wayne Tiger, Distretto 12, di AriiiC_.
Ehm... no, non vogliamo aggiungere altro perché ci fate schifo. (?)
Baci e biscotti.
Ari, Mito ed Adolf.

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1776947