The Specter Bros'

di _Cthylla_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


TSB1

Spectra Specter trovava meravigliosa quella sfera di colore azzurro che, seppure in realtà non fosse così, sembrava risplendere di luce propria invece di scippare senza pudore quella di una grande stella non poi così lontana da lei.

La giovane cybertroniana, uno scricciolo blu e bianco con grandi occhi azzurri che sembravano abbracciare l’Universo intero, rivolse una fuggevole occhiata al mech blu e nero seduto accanto a lei, apparentemente impegnato a pilotare l’astronave.

- Più che un pianeta sembra un gioiello - osservò la ragazza. 

Il suo compagno di viaggio accolse quell’affermazione con un breve sospiro. - Può essere. Ma io e te non siamo qui per la sua bellezza, sorellina - il tono dell’uomo si raddolcì un po’ - Lo sai.

- Sì, Spectrus.

Spectrus Specter annuì, soddisfatto della risposta. Nella missione che si apprestavano a compiere Spectra doveva essere più che concentrata, specie nella parte iniziale. 

- Io comunque non vedo l’ora di arrivare laggiù! - esclamò la ragazza con un sorriso dolce ed entusiasta. 

Sul volto del fratello di rimando apparve l’ombra di un sorriso, immediatamente stemperata dal gelo di uno sguardo dal significato indefinito, di cui Spectra avendolo visto tante volte non si curò.

- Magari laggiù troverò l’uomo della mia vita - mormorò speranzosa, tra sé e sé. 

Spectrus la sentì, ed alzò brevemente gli occhi al cielo; tutto quel che avevano da fare, tutto quel che era capitato al loro pianeta e alla loro stessa famiglia non era mai riuscito a demolire quel desiderio di Spectra e quel suo vedere in ogni cosa un lato romantico, ed un lato buono in ogni persona.

Anche quando quel lato non esisteva.

- Chissà, magari lo troverai davvero - disse comunque - Magari potrebbe essere proprio il comandante, Optimus Prime - aggiunse. 

Spectra fece un sorriso malinconico e non rispose, mentre Spectrus era intimamente soddisfatto di averla zittita. Soddisfatto e per niente convinto di quel che aveva detto. In totale sincerità dubitava fortemente che il desiderio di Spectra si sarebbe realizzato a breve, se mai si fosse realizzato, s’intendeva.

- Il tuo comandante, Spectrus. Io non sono né di qua né di là, sbaglio?

- Non sbagli.

Era vero. Pur essendo nata nel bel mezzo della guerra e pur avendo un fratello militante negli Autobots, proprio quest’ultimo aveva sempre impedito a sua sorella di schierarsi.
Spectra non aveva nemmeno conosciuto i loro genitori, morti subito dopo la sua nascita, ed era stato dunque l’allora già adulto e vaccinato Spectrus a crescerla, prendersi cura di lei, tenerla al sicuro d insegnarle ciò che aveva ritenuto opportuno che lei dovesse sapere.

- Quindi… il programma è il solito…

- Certamente. Osservazione. Analisi. Messa in atto dei piani, con tutto ciò che questo comporta. Dovresti saperlo ormai, è così da molto tempo.

Di nuovo Spectra non disse più una parola, osservando con occhi lontani quel pianeta azzurro che diventava sempre più grande man mano che si avvicinavano. Chissà come erano gli abitanti, si domandava, cercando di distrarsi dai pensieri oscuri che la punzecchiavano in misura sempre maggiore a ogni missione.

- Quindi ci sono tutti quelli che contano di più, di tutt’e due le fazioni. -

- Le ultime notizie che ho avuto sono queste, sorellina. Optimus Prime e una piccola squadra da una parte, ed un grande dispiegamento di forze Decepticons dall’altra. Avremo a che fare con Megatron, con  Starscream, con Soundwave... Tutti pezzi grossi, senz'altro.

Specie l’ultimo dell’elenco per quanto riguardava Spectrus, se si considerava che fino all’esodo da Cybertron lavoravano più o meno nello stesso campo.

- Sono veramente tanto cattivi? 

La domanda ingenua della sorella gli fece di nuovo alzare gli occhi al cielo. Allora non aveva voluto proprio imparare niente…

- Certo che lo sono, sono Decepticon! Quante volte te lo devo dire, Spectra? - la rimproverò aspramente - Loro sono dalla parte sbagliata, noi dalla parte giusta. Quel che facciamo, di conseguenza, è giusto. Ricordati che è anche colpa loro se i nostri genitori sono morti, e se tu sei stor…- 

Nel bel mezzo della sua tirata Spectrus si interruppe, ma quel che aveva detto era stato più che sufficiente a far si che sua sorella si alzasse bruscamente dalla postazione e se ne andasse con il suo passo zoppicante dall’altra parte dell’astronave. 

Spectrus fece una smorfia. Era stata colpa dei Decepticon se Spectra, nata prematura e quindi più piccola e gracile per questo motivo, aveva la gamba sinistra irrimediabilmente danneggiata.

Ricordava ancora perfettamente ogni dettaglio di quel momento. Un drappello di Decepticon che irrompeva all’improvviso in casa loro, nella casa di una delle famiglia più antiche e potenti della vecchia Cybertron, con la missione di sterminare l’intera famiglia Specter.
Suo padre era stato il primo a cadere.
La seconda, sfinita dal parto appena compiuto ed impossibilitata a reagire, era stata sua madre. Aveva ancora Spectra in braccio, che dopo il primo grido e dopo aver sorriso a tutti si era addormentata subito.
Spectrus ricordava benissimo soprattutto il ghigno soddisfatto del capo di quella spedizione, Starscream, quando dopo aver ucciso i loro genitori aveva afferrato la piccola Spectra per la gamba sinistra… troppo forte. Troppo violentemente.
Era stato il dolore a risvegliare Spectra ed era stato il pianto della sorellina a risvegliare lui dallo shock in cui era precipitato per quel massacro compiuto così freddamente e così all’improvviso. Era riuscito a colpire Starscream, ad afferrare sua sorella e fuggire via, lasciandosi la loro casa e la sua vecchia vita alle spalle. A Spectra  non aveva mai rivelato il nome di chi fosse stato a rovinarle per sempre la gamba.

E dopo tutto questo sua sorella, ogni tanto, gli chiedeva ancora se erano veramente tutti così cattivi! Mah. Quando faceva così proprio non la capiva, ma d’altra parte era quello il suo carattere: dolce, molto ingenua e incapace di voler male a qualcuno a meno che non ci fosse proprio costretta; la dimostrazione che il bene, in quell’Universo, forse non era del tutto morto.

Spectrus Specter però, tutta quella questione, non la vedeva così. Nel tempo aveva imparato a ragionare solo ed esclusivamente in termini di utilità, mandando al diavolo i sentimenti e tutta quella bontà di cui sua sorella era quasi la personificazione, concentrandosi su…altri aspetti.
A tal proposito, forse sarebbe dovuto andare da lei. Stavano per atterrare e comunque Spectra non gli avrebbe tenuto il muso a lungo, non ne era in grado.

Inserì il pilota automatico e si alzò dirigendosi verso la parte posteriore dell’astronave, in cui sua sorella si rifugiava quando voleva stare sola. Anche da lì la giovane Specter osservava il pianeta Terra.

- Sorellina, mi dispiace. Non era mia intenzione ferirti, è solo che…quando sento certi ragionamenti, dopo tutto quel che è successo, ci vedo rosso. Soprattutto per quel che è stato fatto a te.

Spectra si voltò lentamente. - La gamba non è un problema per me - affermò con sicurezza.

“Seh, come no” pensò Spectrus. - Lo so. Però che sia o meno un problema quel che è capitato è capitato, Spectra.

- Appunto, se il passato è passato io non capisco perché continuare a parlarne - disse piano la ragazza - Al limite, se riuscirò a scoprire chi è stato, gli tirerò un paio di ceffoni alla maniera degli Specter Bros’.

Spectrus stava nuovamente per risponderle a tono, quando ci fu l’impatto e l’allarme iniziò a suonare.

Spectrus corse subito alla sala di pilotaggio. Che diamine stava succedendo?! 
Al primo impatto ne seguirono altri due, Spectrus voltandosi vide l’altra metà dell’astronave staccarsi dalla propria ed in un attimo capì cos’era stato: tre piccoli meteoriti che il radar, forse difettoso, non aveva segnalato. 
Come a dire il colmo della sfortuna, oltretutto erano appena entrati nell’atmosfera del pianeta azzurro e…

Un momento…

- Spectra! - solo in quel momento il mech realizzò che sua sorella si trovava ancora dov’era prima, e quindi nell’altra metà dell’astronave! - SPECTRA!

Non poteva fare niente. L’altra metà dell’astronave era troppo lontana ormai e come la sua aveva iniziato a precipitare, quindi poteva solo pensare ad un modo per salvare sé stesso e sperare bene per sua sorella.

Se l’avesse persa avrebbe perso… tutto. In ogni senso.

La sua metà di astronave si surriscaldava mentre precipitava velocemente, sempre più velocemente…

 

***


Soundwave poteva dirsi soddisfatto. Beh, quasi. Avrebbe dovuto far sistemare il proprio schermo visivo da quello smanettone di Knock Out ma intanto si era assicurato la reliquia che Megatron lo aveva incaricato di andare a prendere. 

Ancora una volta aveva dimostrato di essere il più efficiente tra tutti coloro che erano nella Nemesis, cosa che si sommava al fatto che secondo la sua opinione il lavoro che compieva per i Decepticon fosse più importante di quello di tutti gli altri. 
Chi era che aveva fatto di tutto per mantenere la stabilità nella fazione quando Megatron era scomparso? Lui. 
Chi era definito “gli occhi e le orecchie dei Decepticon”? Lui. 
Chi era che riusciva ad ascoltare la maggior parte delle comunicazioni degli Autobots e contava di trovare a breve il loro avamposto terrestre? Lui. 
E chi era che, oltre a fare tutto questo, decodificava le informazioni contenute nel database di Iacon e si occupava degli incarichi di maggiore importanza? Sempre lui, chiaro!
Era profondamente convinto di essere indispensabile ai Decepticon, e ne aveva ben donde. 

Si rigirò in mano la reliquia, la pisola ad onde sonore. Megatron gliel’avrebbe lasciata tenere, non ne dubitava, d’altronde chi più di lui si meritava un premio? 

Megatron, poi, sapeva che quell’arma non sarebbe mai stata usata contro di lui finché ad averla in mano fosse stato Soundwave.

L’ex gladiatore riconosceva di avere una posizione piuttosto vantaggiosa all’interno della fazione: era in gamba e del tutto leale, di conseguenza, finché avesse continuato a lavorare come faceva, in privato era libero di fare tutto quel che gli pareva.

Non che al momento ce l’avesse un “privato”, se si escludeva la manutenzione periodica dei suoi assistenti. Quella di lavorare di continuo però era una scelta sua, non una costrizione, tant’è vero che qualche volta lo stesso Megatron gli diceva tra le righe di prendersi un attimo di pausa. Chissà, magari quella sera gli avrebbe dato retta, tanto voleva sistemare Laserbeak.

Il destino però aveva altri programmi.

Sentì contemporaneamente un rombo e un fischio acutissimo provenire da un punto poco lontano, e alzando gli occhi al cielo poté vedere un qualcosa di grande e luminoso per il surriscaldamento precipitare giù a tutta velocità. Un pezzo di astronave, non c’erano dubbi, il cui atterraggio fu accompagnato da un grande botto.

Reliquia alla mano pronta per essere usata, perché non si sapeva mai, Soundwave gli si avvicinò con una certa circospezione. Sembrava che fosse stata spezzata in due dall’impatto con qualcosa, presumibilmente nell’orbita terrestre. Quella che aveva davanti era la parte posteriore dell’astronave.

Si avvicinò di più dopo aver verificato che nulla gli sarebbe crollato addosso. Era scettico sul fatto che potesse esserci qualcuno ancora vivo lì dentro, ma magari avrebbe trovato qualcosa di interessante, soprattutto perché l’astronave sembrava non appartenere né all’una né all’altra fazione. Da dove veniva? Chi trasportava, o cosa? E perché?

Avvertì il suono appena udibile di una voce. Toh, invece qualcuno vivo c’era! Seguì la direzione da cui aveva sentito provenire il suono, arrivando in un punto particolarmente disastrato dell’astronave, e…

Era una femme adulta ma minuta, un po' più di quanto lo fosse Arcee e dunque tra le più piccole che a Soundwave fosse mai capitato di vedere, se si escludevano le femme protoforme.

Era incastrata sotto un mucchio di lamiere, stava perdendo energon ed era sul punto di svenire. Come l’astronave, Soundwave registrò che anche lei non aveva simboli addosso.

Lei si voltò verso il tecnico per quanto la debolezza e le lamiere glielo permettevano, doveva aver sentito i suoi passi.

Soundwave si scontrò con i suoi occhi dolci e supplicanti, grandi ed azzurri come l'oceano terrestre.

- Aiutami…- la ragazza tese una mano verso di lui prima di chiudere gli occhi e cedere alla stanchezza e alle ferite.

Per qualche istante Soundwave rimase lì ad osservarla. L’attimo in cui lo aveva guardato in quel modo si era sentito come se gli avessero dato una botta in testa tanto forte da sfasarlo, e si che lui di suppliche troppe ne aveva sentite. Ed altrettante ne aveva ignorate…

“Aiutami…”

Quella volta non l’avrebbe fatto.

Si mise di buona lena a sollevare i pezzi di lamiera, così da tirare fuori di lì quella piccola femmina bianca e blu di cui non conosceva la designazione, ma che aveva automaticamente definito tra sé e sé “Scricciolo”. Un modo fin troppo tenero di chiamare una femme che quasi sicuramente, considerata la costituzione, non era una gran combattente e non sarebbe stata molto utile alla causa. Nella migliore delle ipotesi avrebbe finito per diventare una schiava, se non fosse stata terminata subito: piccina com’era, se uno come Megatron ci si fosse connesso senza un po' di attenzione l’avrebbe spezzata in due!

D’altro canto però non poteva e, sorprendentemente anche per lui stesso, non voleva lasciarla lì a morire. Poteva essere a conoscenza di qualche notizia che non era ancora arrivata laggiù, se era venuta lì di certo c’era un motivo.

Fece aprire il Ponte Terrestre…

 

***

Wheel Jack invece, contrariamente a Soundwave, non era contento per niente.

L’unica cosa buona era che lui e Ratchet fossero riusciti ad infettare Laserbeak con un virus che avrebbe trasmesso loro tutti i dati del database di Iacon, se avessero avuto fortuna e Soundwave non si fosse accorto del loro giochetto.

- Che rabbia…l’avevo battuto, ma poi quel bastardo mi ha colto di sorpresa!

- Magari andrà a finire a nostro vantaggio lo stesso - commentò Ratchet - Il virus di Rafael è difficile da individuare, perfino per uno come quel tizio.

- Che poi, avesse detto una parola, una sola, in tutto il combattimento! - esclamò Wheel Jack - Invece no!

Ratchet fece spallucce. 

Entrambi udirono, come l’aveva udito Soundwave, un rombo ed un fischio insieme.

- Ma che..?!

Alzando gli occhi anche loro videro precipitare la metà di un’astronave. L’impatto che seguì fu gigantesco.

- Mi prendesse un cortocircuito se quella non era un’astronave - Wheel Jack, armi alla mano, iniziò a correre verso il punto in cui era avvenuto l’impatto - Andiamo!

Ratchet, anche lui di corsa, lo seguì. Se ci fossero stati dei sopravvissuti, cosa di cui dubitava, avrebbero avuto urgente bisogno di un medico e lui, modestia a parte, era tra i migliori.

- Wow. Che disastro - commentò Wheel Jack. 

Ratchet contattò la base. - Ratchet a base, abbiamo un’astronave qui, appena precipitata.

- Cosa?! - sbottò l’agente Fowler dalla base - Che roba è?! È di voi Autobots? È dei Decepticon?

- Non porta simboli - osservò Wheel Jack, affacciandosi all’interno - Niente di niente…chissà chi…

- Spectra…

Wheel Jack vide un mech blu e nero, col suo stesso simbolo sulle spalle, trascinarsi verso di lui 

- Aiuto…

La perdita di energon era veramente ingente, sarebbe crollato da un momento all’altro.

- Ratchet, corri c’è un ferito!

Il medico Autobot corse immediatamente all’interno, e quando vide l’uomo a terra capì che c’era urgente bisogno delle sue cure, specie perché a quanto pareva era uno dei loro!

Il mech svenne proprio mentre il Ponte Terrestre si apriva.

- Ha detto qualcosa prima di svenire - disse Wheel Jack mentre aiutava Ratchet a trasportare il mech, che era veramente grosso, quasi quanto Megatron! - Non ho capito bene però. “Spectra” o che di simile.

- Lo sapremo alla base, quando l’avrò curato e l’avremo identificato. Accidenti se pesa - borbottò Ratchet.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


TSB2

Soundwave si diresse rapidamente verso la stanza da cui sentiva provenire le voci di Megatron e Knock Out. Per quanto non fosse una cosa troppo positiva che quei due fossero insieme a confabulare chissà cosa, sapeva di non avere di che preoccuparsi. Inoltre il medico Decepticon avrebbe potuto intervenire più velocemente sulla ragazza…

Appena entrò nella stanza Lord Megatron e Knock Out interruppero la conversazione per voltarsi verso di lui.

- Allora Soundwave, sei riuscito a prendere la rel…

A Megatron morì la voce in gola quando vide il suo terzo in comando con la reliquia in questione nella mano sinistra, e quello andava bene, ma anche con la più piccola femme adulta che avesse mai visto, che sembrava essere ferita, appoggiata al braccio destro.

Questo fatto portò il leader dei Decepticon a disinteressarsi per un attimo della pistola ad onde soniche per concentrarsi piuttosto sulla ragazza; non solo infatti Megatron non ricordava di averla mai vista, né gli ricordava qualcuno di conosciuto, ma che Soundwave l’avesse soccorsa era un fatto del tutto straordinario.

Anche la faccia di Knock Out fu da assoluto primo piano. Cos’era quella storia? Proprio Soundwave aveva portato a bordo un’estranea?

- Lei chi è?

Soundwave mostrò loro brevemente le immagini della caduta dell’astronave e del ritrovamento della femmina, per poi mettersi lì fermo ad aspettare. Perché Megatron aspettava tanto a dare il consenso a farla restare, non vedeva che lei aveva bisogno assoluto di un dottore?! …anche se il modo in cui Knock Out la stava guardando non gli piaceva affatto.

- Non ha simboli addosso e non li aveva nemmeno l’astronave - rifletté ad alta voce Megatron, continuando ad osservarla - Certo che è proprio piccola. Un po'più di quanto lo sia la ricognitrice degli Autobot - posò poi lo sguardo sulla reliquia e sullo schermo visivo del tecnico - Knock Out, ripara il suo schermo visivo e vedi un po’quel che puoi fare per la ragazza.

Knock Out fece una smorfia, non gli andava l’idea di restare solo con Soundwave anche se per poco, né era contento del fatto che Soundwave avesse compiuto la sua missione e lui no. 

- D’accordo Lord Megatron - disse - Ma non vedo l’utilità di occuparmi anche della femmina. Che ci facciamo? Questa tutto è fuorché una combattente, l’ha detto anche Lei che è molto piccola, lo vede benissimo quanto è gracile!

Soundwave iniziava ad innervosirsi, Lord Megatron aveva ordinato di occuparsi anche della femme e lui avrebbe dovuto obbedire senza discutere, quindi prima di fare qualcosa di impulsivo come spaccare la faccia di Knock Out con un tentacolo si voltò e incamminandosi verso la porta, con tutta l’intenzione di portare la femme in infermeria, che lui lo volesse oppure no.

- Non sono cieco Knock Out, ma ti ho dato un ordine e tu lo rispetterai. Chiaro?

Bofonchiando qualcosa anche Knock Out uscì quindi dalla stanza, quasi trovandosi a dover inseguire Soundwave che, come detto, non aveva alcuna intenzione di aspettare i suoi comodi.

- Potresti pure rallentare il passo, cos’è tutta questa fretta? - sbottò il medico arrivandogli a fianco - Nemmeno la conosci, che ti importa se muor-

Soundwave smise di camminare e restò lì fisso ad osservarlo. 
Knock Out iniziò ad agitarsi pochissimi istanti dopo, pensando “perché devono capitare tutte a me?”. Soundwave lo inquietava, come inquietava tutti nella Nemesis eccetto forse Lord Megatron!

- Va bene, ho capito! - distolse rapidamente lo sguardo ricominciando ad andare verso l’infermeria a grandi falcate - Muoviti allora!

Anche Soundwave ricominciò a camminare, ignorando l’atteggiamento non proprio cortese del dottore e riflettendo invece sul fatto che, per quanto la stesse trasportando con un solo braccio, Scricciolo non gli pesava affatto. Ed era così… carina, con quell’elmo bianco come le gambe ed il corpicino blu!

Diede un brusco freno ai propri pensieri. 
Non poteva averla salvata per quel motivo, non poteva perdere tempo con le femmes, lui doveva lavorare. Si augurava che si riprendesse, si augurava che non fosse terminata, ma la cosa finiva lì.

Entrando nell’infermeria la appoggiò sul tavolo. 

Knock Out gli si avvicinò con l’intento di riparargli lo schermo visivo, ma lui lo bloccò con un gesto brusco e gli indicò la femme. Il messaggio era chiarissimo : “prima lei”.

- Aaah, va bene. Se ci tieni tanto…

Santa pazienza, quella che consentiva a Soundwave di tollerare quell’atteggiamento insofferente! 

Knock Out si mise subito ad esaminarla.

- I parametri sono buoni, non ci saranno problemi a ripararla, contento? - lo informò con una smorfia - Diamole dell’energon e si risveglierà a breve. Uhm…- il medico osservò attentamente la gamba sinistra della femme, e quel che vide lo fece sogghignare sotto i baffi. 

"Soundwave sarà pure stato in gamba, avrà pure avuto la fortuna di trovare una femmina così per caso, ma…"

- …ma tu guarda - sollevò lo sguardo verso l’ex gladiatore - Soundwave, di tutte le femme che ci sono hai portato qui proprio una storpia? Ha un difetto alla gamba sinistra - tornò ad osservarla - Irrimediabile. E io che pensavo fosse inutile prima… non ha nemmeno delle armi a bordo, se si escludono quelle lame nelle braccia!

"Che cosa?... Ha un difetto alla gamba?"

Soundwave fece scansare Knock Out per guardare di persona. Purtroppo aveva ragione, quel difetto era irreparabile, ma ad ogni modo…

Gli fece cenno di continuare le riparazioni. Che non avrebbe mai potuto combattere era già stato stabilito, quindi che importava se non camminava bene?

Astenendosi dal commentare, Knock Out si rimise a lavorare.

 

***

- Bulk, vieni a darci una mano! - Wheel Jack, camminando all’indietro, fu il primo a sbucare dal Ponte - Abbiamo un ospite che pesa come una montagna!

Il demolitore corse immediatamente ad aiutare Wheel Jack e Ratchet a trasportare quel mech che era davvero grosso, quasi quanto Megatron.

- Eccomi! Oh issa! - li raggiunse appena in tempo per far si che non cedessero - Ma chi è questo tipo, da dove arriva?

- Si è schiantato con metà della sua astronave - lo informò Ratchet - A giudicare dal simbolo è uno dei nostri!

- è un Autobot? - Raf li osservò sconcertato. 

Pur avendo gli occhi chiusi ed essendo esanime a lui tutto sembrava meno che uno che potesse far parte degli Autobots! Non avrebbe neanche saputo dire perché. Era una cosa così, “a pelle”, probabilmente anche sbagliata.

- L' ho appena detto, Rafael - ribatté scocciato Ratchet - Dov’è Optimus Prime?!

- Appena tornato - gli disse Jack, che osservava incuriosito il nuovo arrivato. Chissà chi era, che tipo era e da dove era spuntato!

- Bene, qualcuno vada a chiamarlo e gli dica che abbiamo trovato uno dei nostri, per piacere.

I tre Autobots riuscirono faticosamente a portarlo nell’infermeria e a posarlo sul tavolo, e Ratchet iniziò subito con gli esami.

- Nonostante l’impatto e le ferite è messo bene. Non dovrei avere grossi problemi a ripararlo…

 Nel frattempo anche il resto della squadra era tornato, e tutti quanti erano agitati dall’improvviso arrivo di quel mech.

- Grosso lo è ma io non me lo ricordo tra i demolitori - disse Bulkhead - Jacky, tu ne sai nulla?

Wheel Jack scosse la testa. Anche Bumblebee non ne sapeva assolutamente niente, e Arcee osservava il cybertroniano blu e nero con un misto tra curiosità e diffidenza. Chi era? Perché era lì?

Tra le altre cose notò che nonostante la stazza, o forse anche per quella sebbene fosse marginale, sembrava essere piuttosto… attraente.

Scosse la testa scacciando dalla mente il pensiero. Ma che le veniva in mente?

- Optimus vieni a vedere! - Ratchet fece cenno al comandante, che appena aveva ricevuto la notizia era andato in infermeria. 

Prime una volta arrivato accanto a loro diede un’occhiata al nuovo arrivato…

- Specter. Spectrus Specter.

E lo riconobbe immediatamente! Una volta identificato,  i due demolitori e Ratchet fecero un’espressione sorpresa. 
Era un nome conosciuto…

- Quello Spectrus lì? - fece Bulkhead - Proprio quello? Accidenti. Era una spia tra le migliori, no?

- Così dicevano - annuì Wheel Jack - E un valido combattente.

- Oh si, sicuro! Peccato che se è proprio quello Spectrus Specter allora abbiamo un problema, considerando quel che è capitato in passato - borbottò Ratchet. 

Optimus non fece commenti.

- Cosa è capitato esattamente? - domandò loro Arcee. 

Prime diede un’occhiata a Spectrus e poi fece un sospiro. - Era veramente una spia tra le migliori, finché non ha fatto il passo più lungo della gamba e ha tentato di uccidere Starscream appena l’ha visto. Accadde nell’ultima missione, in cui era un… "infiltrato stabile” tra i più alti ufficiali Decepticon, per così dire. è fuggito per miracolo - disse Optimus.

- Ma perché avrebbe fatto una cosa scema come quella, attaccare Starscream proprio nel suo territorio? - si stupì Miko.

- Gli Specter erano una famiglia importante nella Cybertron prima della guerra - mormorò Ratchet - Starscream li ha sterminati tutti quanti. È rimasto solo Spectrus, a quei tempi fortunatamente già adulto ed in grado di badare a sé stesso, e immaginiamo sia per questo che appena ha visto Starscream ha cercato di farlo fuori. Per quanto possa essere comprensibile da un certo punto di vista, dall’altro ha causato un sacco di guai.

- Da quel momento non gli è stato possibile fare personalmente altre missioni per noi, pur continuando a passarci informazioni importanti che in qualche modo riusciva a raccogliere - continuò Optimus Prime - Comunque un soldato in più quaggiù è una buona cosa. Riparalo più in fretta che puoi, per cortesia.

- Va bene, Optimus.

Gli altri Autobots uscirono dall’infermeria così che Ratchet potesse lavorare in pace; sapevano benissimo che il medico, quando lavorava, tollerava di avere intorno solo Optimus.

- Spero che quello Specter ci sia d’aiuto - disse Arcee. 

Jack la vide piuttosto scossa. - C’è qualcosa che non va?

- No, è tutto a posto.

In realtà la guerriera pensava che lei e Spectrus avevano già trovato qualcosa in comune: la morte di una persona cara (nel caso di Spectrus di più) a causa del seeker argentato. 
Immaginò come dovesse essere stato per lui vedersi trucidare la famiglia davanti agli occhi. Ricordò com’era stato per lei quando era successo a Tailgate, e Tailgate era uno…ed era un amico. Non suo fratello o suo padre.

- Sicura?

- Sì Jack, tranquillo.

- Allora è per via di quel che hanno raccontato su Spectrus?

Dopo qualche esitazione Arcee annuì lentamente. - Anche per quello. Ma d’altra parte si sa, la guerra è così.

 

***


 

La prima cosa che fece Spectra  dopo avere aperto gli occhi e aver guardato incuriosita intorno a sé fu schiudere le labbra metalliche in un dolce sorriso e stiracchiarsi pigramente. Era viva! Non sapeva bene dove fosse, ma era felice di essersi salvata. 

"Ma chissà che fine ha fatto Spectrus…"

Si fece animo. Voleva credere che si fosse salvato anche lui. Il suo fratellone era un supereroe, ai supereroi non basta un brutto atterraggio per morire e poi, se si era salvata lei, a maggior ragione doveva averlo fatto lui.

Registrò istintivamente una presenza silenziosa alle sue spalle cui prima non aveva fatto caso. Si voltò immediatamente, trovandosi davanti un cybertroniano abbastanza grosso, non come suo fratello chiaramente, grigio scuro con bioluci viola, e la cosa più strana era che non aveva la faccia! Se ne stava lì immobile, muto, presumibilmente ad osservarla. 

Spectra fece mente locale e ricordò le descrizioni degli ufficiali Decepticon che gli aveva fatto suo fratello. Se si dava retta a quelle, il tizio che aveva davanti ai sensori ottici doveva essere Soundwave. A Spectra parve di averlo già visto, forse dopo che era precipitata, ma i suoi ricordi a riguardo erano molto confusi.

- Buongiorno… anzi no, aspetta, che ora è?

Soundwave le indicò con un dito l’ora su un computer. 

Spectra la guardò, poi tornò ad osservare il tecnico sempre con lo stesso sorriso. 

Soundwave si rese ben presto conto, con un certo sconcerto, che quella piccola femme non sembrava affatto essere spaventata da lui. Aveva anche un bel sorriso che, metaforicamente, si poteva dire illuminasse la stanza.

- Allora è più un “buonasera”, mi sa... vabbè… io comunque mi chiamo Spectra - gli tese la mano - Tu chi sei? Sei quello che mi ha salvata per caso? Perché mi sembra di averti già visto ma non ne sono sicura.

Spectra era sicura all’89% che fosse Soundwave , ma forse era meglio lasciare che fosse lui a dirle chi era. O a farglielo capire, dato che non sembrava avere intenzione di spiccicare parola.

Soundwave annuì.

- Senza di te probabilmente sarei morta sotto le lamiere, ed io non posso mica morire adesso, primo perché ho da fare, secondo perché devo sapere se mio fratello è vivo o no, terzo perché sono giovane e quarto perché prima devo realizzare un desiderio…- pensò di avere detto troppo quando parlò del suo desiderio, forse sempre per colpa della botta ricevuta. Il sorriso divenne imbarazzato ed abbassò gli occhi - Sì insomma, grazie.

Più si andava avanti meno Soundwave sapeva come fosse meglio reagire. Da dove era spuntata questa femmina? Doveva essere nata per forza in tempo di guerra, era troppo giovane perché non fosse così, ma aveva tutta l’aria di una che la guerra sapeva a stento cosa fosse! Se non altro adesso Soundwave conosceva il suo nome: "Spectra".
Per lui comunque restava sempre Scricciolo.

- Soundwave, non sarebbe ora che tu vada a…oh! Si è svegliata - commentò Knock Out, rientrando nell’infermeria. 

Soundwave, anche dopo essersi fatto riparare, aveva voluto rimanere lì finché la ragazza non si fosse risvegliata. Che rottura… vai a capire cosa gli passava per la testa!

Spectra salutò il medico esattamente come aveva fatto con Soundwave, sorridendo e con un certo entusiasmo. - Buonasera!

Knock Out la guardò perplesso. Cos’era tutta quella confidenza?

La giovane cybertroniana fece scorrere i grandi occhi azzurri su tutto il corpo di Knock Out come a volergli fare una scansione, cosa che lo innervosì. 

- Che c’è?

- Hai una carrozzeria spettacolare - sorrise lei, incurante del tono aspro del Decepticon - Proprio bellissima!

A quelle parole Knock Out gonfiò il petto orgogliosamente. Andava proprio fiero del suo aspetto fisico, e passava moltissimo tempo a fare manutenzione alla propria carrozzeria. - L’hai notato eh? Se non altro hai buon occhio.

- Non serve avere buon occhio - replicò perplessa Spectra - Cioè, che è bella si vede.

“Curioso che abbia subito trovato il punto debole di Knock Out” pensò Soundwave, sospettoso. 

Subito dopo però concluse che magari non l'aveva fatto apposta, il medico teneva molto all'estetica e lei aveva solo fatto una constatazione. 

"Sembra una ragazza troppo trasparente per usare qualsiasi sotterfugio" pensò, senza sapere di avere perlopiù ragione.

- Bene allora, vuoi dirci chi sei e da dove vieni? - le domandò senza troppo garbo Knock Out - Io sono Knock Out, ufficiale medico dei Decepticon. Lui è Soundwave.

“Quindi è quello è veramente Soundwave, avevo intuito bene” pensò la ragazza.

- Ok, capito.

- Non hai sentito quel che ti ho detto? - Knock Out le si avvicinò - Siamo i Decepticon. Non ti dice niente tutto ciò?

- Sì, siete in guerra contro gli Autobots. Ma tanto a me non cambia  niente, io non sono schierata con nessuno. Niente simbolo, vedi?

- Non sono cieco - borbottò Knock Out - Solo che di solito i neutrali e gli Autobots non sono contenti di finire qui nella Nemesis.

Spectra si sedette sul bordo del tavolo, facendo dondolare la gamba danneggiata nell’aria. - Capisco. Io però sono viva, quindi sono contenta, e se lui mi ha salvata e fatta riparare vuol dire che non volete farmi del male, e poi tanto non ho niente da dirvi. Insomma, non avrebbe senso che mi terminiate adesso, dopo aver sprecato tempo per aiutarmi, no?

Knock Out guardò lei, poi guardò Soundwave. - Ma questa da dove viene?

Soundwave fece spallucce, pensando che comunque da un punto di vista diverso Spectra non avesse tutti i torti. Ciò non toglieva che forse rischiava veramente di essere terminata, nonostante tutto.

La ragazza saltò giù dal tavolo atterrando con la gamba destra, ed iniziò a camminare nella stanza. Il difetto alla gamba sinistra rendeva claudicante il suo passo, e quando camminava faceva t-tlick, t-tlick!

- Per essere un’astronave è grande. Qui per caso c’è anche Megatron?

- Lord Megatron, vorrai dire - specificò Knock Out. Spectra lo guardò perplessa.

- perché “Lord”? O beh… va bene allora, c’è anche Lord Megatron qui?

Il suo sguardo si fissò su Soundwave, il qiuale annuì di nuovo. 

Spectra mosse qualche passo nella sua direzione. Mamma mia se era piccola! Adesso che erano entrambi in piedi Soundwave se ne rendeva conto ancora meglio, ma questo non sembrava farle impressione. Prima aveva parlato di un fratello…bah. Doveva indagare. Motivo in più per fare di tutto per far sì che restasse online.

- Adesso che si fa?

Già, se lo stava chiedendo anche lui: "e adesso che si fa?"

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


TSB3

Spectra non sembrava per nulla agitata all’idea di doversi incontrare a breve con il sommo Lord dei Decepticon e tutto il resto degli ufficiali, nonché dei soldati.

Knock Out aveva stabilito che era già pronta per farlo e si era immediatamente tolto dalle scatole.

Quella femmina, sebbene gli avesse anche fatto i complimenti e potesse essere tanto “dolce e carina”, non piaceva al medico Decepticon; forse proprio perché era così, forse perché non era il suo tipo o molto più probabilmente perché, dopo esserci stato insieme dieci minuti, Knock Out l’aveva classificata come storpia sia di arti che di cervello. Com’era possibile che fosse in quel modo? Aveva sempre il sorriso sul viso per tutto il tempo!

Gli dava sui nervi. L’unica cosa buona che poteva avere Spectra, semmai, era che essendo una femme adulta fosse utilizzabile da un punto di vista di connessione, con le dovute precauzioni per non romperla in due.

- Posso mettere la cosa come mi pare - borbottò Knock Out tra sé e sé mentre seguiva ad una certa distanza la ragazza e Soundwave - Trattasi sempre di una rottura di scatole.

Spectra camminava tranquillamente dietro a Soundwave voltando la testa di qua e di là, osservando tutto incuriosita, facendo al tecnico domande su questo e quello a seconda di quel che si trovava davanti agli occhi.

- Quello cos’è?... quello a che serve?... quelli cosa sono?

E Soundwave, che di solito avrebbe mal sopportato un simile cicaleccio, tramite registrazioni vocali ed immagini cercava di risponderle come meglio poteva senza neppure irritarsi. Per di più era stupito che Scricciolo, anzi Spectra, non gli avesse ancora domandato perché non parlava e perché non aveva la faccia.
Quest’ultima cosa  non era del tutto vera. Lui ce l’aveva eccome, perennemente nascosta sotto il suo visore che non toglieva da eoni ormai, tant’è vero che nonostante la cosa non fosse un segreto erano in pochissimi a sapere che Soundwave aveva un volto.

- Megatron… cioè, Lord Megatron come è? Quanto è grosso, come te o di più? Vabbè che tu non sei tanto grande...

"Come sarebbe a dire che non sono tanto grande?!"

Soundwave iniziò quasi a sentirsi offeso, e poi anche se “non era tanto grande” era sempre ben più alto e grosso di lei.

- Non sei nemmeno piccolo ma io sono abituata ad altro, ecco.

Rieccola, “abituata ad altro”. Soundwave di nuovo immaginò che alludesse al fratello.

- …secondo, devo sapere se mio fratello è vivo o no… mio fratello - ripeté quindi - …fratello.

- Già. Lui è enorme - la ragazza fece un gesto per sottolineare il concetto - Quando si arriva?

Soundwave, mentre continuavano a camminare, le diede una lunga occhiata. Poi all’improvviso tirò fuori un tentacolo, avvolgendolo intorno alla vita di Spectra e tirandola su.

- Che fai?

Soundwave indicò la sua gamba sinistra.

Per la prima volta da quando si era risvegliata, il sorriso di Spectra evaporò come neve al sole.

- Non ho bisogno d’aiuto, mettimi giù per piacere. Ce la faccio da sola.

Knock Out a vedere la scena fece una smorfia. Soundwave voleva evitare che si sforzasse, ma che gentile. Quasi stucchevole.

"Tsk… il caro terzo in comando ha decisamente qualcosa che non va" pensò.

- Se ci muovessimo al tuo passo arriveremmo domani - commentò Knock Out con una certa cattiveria, specie perché invece la piccola femme stava al passo di Soundwave quasi senza problemi - Così facendo invece non perdiamo ulteriore tempo.

Spectra lì per lì non rispose, rimanendo seria.

Soundwave dal canto suo sentiva prudergli le mani per quel che Knock Out aveva detto alla ragazza, cosa che non gli era mai successa prima. Perché non se ne stava zitto? Era solo un dottore, nemmeno tra i migliori, quindi chi si credeva di essere? Perché non la smetteva di dire idiozie? Spectra non lo stava rallentando per nulla!

- Io sinceramente non capisco quale sia il tuo problema - replicò lei tranquillamente, non riuscendo a nascondere una piccola nota di malinconia nella voce - Non mi pare di averti fatto niente, non c’è ragione di essere così… acido - disse, anche se la definizione corretta sarebbe stata un’altra.

Una delle tante che stavano venendo in mente a Soundwave.

- Non so se ti è chiaro ma siamo in guerra, non ci servono inutili impicci. Va bene? - sbottò Knock Out, ulteriormente irritato dalla calma di Spectra.

- Lo so che siamo in guerra, ma non penso di essere un impiccio, e…-

Soundwave, sempre reggendola con il tentacolo, allungò e velocizzò il passo distanziando nuovamente Knock Out. Meno restava lì a sentirlo blaterare meno il medico rischiava di prenderle!

Spectra indicò dietro di loro. - Lui è sempre così?

Soundwave non le rispose.

Lei sospirò. - Mi sembrava di averti detto che non ho bisogno di essere trasportata…

Il tecnico voltò la testa verso di lei per mostrarle le immagini del suo incidente.

- So che ho avuto un incidente ma posso camminare, non è un grande sforzo. Soundwave, vuoi darmi retta si o no?

Lui scosse la testa.

Spectra dapprima incrociò le braccia e mise su una specie di broncio, che però durò giusto una manciata di secondi e che poi cedette il posto ad un piccolo sorriso.

- Ho capito, sei uno di quelli che quando decide che qualcosa va fatto va fatto e basta e non cambiano idea. Ma non capisco perché tu abbia tante premure verso di me, ci conosciamo a stento e tu in teoria dovresti essere uno dei cattivi.

La voce della verità. Avesse saputo risponderle! Onestamente non capiva nemmeno lui il motivo del proprio comportamento.

Entrò nella sala riunioni. C’erano Megatron, Dreadwing e tutto il resto dei soldati.

Il leader dei Decepticon si concesse una parvenza di espressione sorpresa vedendo Soundwave trasportarla in quel modo, ma poi si ricordò dei dati che gli aveva fatto avere Knock Out sulla femme: aveva un difetto alla gamba che non la faceva camminare bene. Ma era curioso che Soundwave volesse evitarle sforzi, che la cosa gli importasse.

- Quello è grosso tale e quale a mio fratello accidenti! - esclamò Spectra, parlando di Megatron. Poi si rese conto di averlo detto ad alta voce e sorrise imbarazzata - Ehm… salve a tutti.

Gli ufficiali Decepticon, incluso Knock Out sopraggiunto appena in tempo per sentire l’esclamazione di Spectra, si scambiarono diverse occhiate. Lord Megatron in verità era divertito da una reazione così spontanea, la femmina era piccola ma la lingua sembrava lunga.

Come a Soundwave, nemmeno a lui di solito piaceva la gente con la lingua lunga, ma quella ragazza aveva fatto una faccia tale, quando si era resa conto di avere espresso i suoi pensieri ad alta voce! Sapendo di essere circondato dai peggiori intrallazzatori (anche se ultimamente le cose andavano meglio, spariti Starscream ed Airachnid) avere a che fare con qualcuno più "trasparente" era quasi un sollievo.

Soundwave posò delicatamente a terra Spectra, che zoppicando si avvicinò a Megatron. - Lei è Lord Megatron?

Possibile che piccola com’era non fosse minimamente spaventata? La cosa lo sconcertò abbastanza, come aveva sconcertato anche Soundwave.

- Certo che sono io - si interruppe un attimo - Non hai mai visto nemmeno una mia immagine?

Lei scosse la testa.

- Sul serio? E allora come hai fatto a riconoscermi? - le chiese, rispondendosi mentalmente che naturalmente la ragazza doveva aver avvertito immediatamente la sua potenza, la sua autorità, la sua spietatezza ed il suo naturale carisma.

- Di solito il capo è sempre il più grosso, quindi…

No. Non c’entrava nulla il carisma e nemmeno tutto il resto. Vide Knock Out fare un gesto come a dire “visto com’è?!”, mentre Dreadwing sembrava fare di tutto per non lasciarsi andare ad un’espressione divertita e Soundwave… stava fermo lì ma Megatron avrebbe giurato che sotto il visore avesse l’espressione divertita che Dreadwing non voleva far vedere.

- D’accordo. Allora, ragazza, inizia col dirci perché sei venuta qui, con chi, e da che parte stai…

Spectra lo osservò a lungo, notando che nonostante l’avesse vista zoppicare Megatron non aveva fatto alcun commento né aveva fatto una qualsivoglia espressione di sorpresa. Osservò l’immagine di Knock Out riflessa su una superficie metallica. Era praticamente certa che il medico Decepticon avesse già riferito a Megatron tutto quel che era venuto a sapere.

- Non mi è sembrato sorpreso di avermi vista zoppicare, Lord Megatron, quindi presumo che Knock Out l’abbia informata. E se Le ha detto di questo, Le avrà anche detto che io non sono schierata con nessuno - rispose Spectra.

Megatron sollevò un sopracciglio. Ok, per essere una che sembrava caduta dalle nuvole forse non era poi del tutto stupida.

- Vero, questo mi è stato riferito, ma del resto niente. Quindi o parli o te lo tireremo fuori a forza…

- In che senso?

“In che senso”. Più si andava in là più Megatron diventava perplesso.

- Dovresti saperlo.

- Guardi che se vuole sapere qualcosa Le basta chiedere. Io tanto non ho granché da dire, sono venuta quaggiù con mio fratello, tra le altre cose, perché avevamo sentito che qui c’era dell’energon… poi abbiamo avuto un incidente e siamo precipitati. Non so che fine abbia fatto lui - gli occhi della ragazza divennero tanto tristi che avrebbero fatto piangere una statua di marmo - Ma voglio pensare che sia vivo. Se sono viva io figuriamoci lui che è tanto grande.

- Può darsi, non è improbabile. Comunque sia chiaro, se resterai qui dovrai renderti utile in qualche modo. Sai combattere? - le domandò, pur immaginando già la risposta.

- Un paio di ceffoni alla man, ehm, a modo mio, se devo li so dare - rispose infatti.

“Un paio di ceffoni a modo suo”. Gli venne quasi da ridere.

- Altro?

- Faccio un po’di tutto. Certo, non penso che potrei fare il dottore bene come lui - indicò Knock Out - O il tecnico bene come lui - indicò Soundwave - Ma qualcosa so fare. Posso fare da assistente. O la segretaria del vice.

Dreadwing si lasciò scappare un sorriso. Per quanto gli fosse simpatica non avrebbe mai scelto come segretaria una con la testa così tra le nuvole.

- Allora sarai l’assistente di Knock Out…

- CHE?!... no! Perché, Lord Mregatron?! Che me ne faccio di questa qui? - protestò Knock Out, mentre Soundwave guardava lui, poi Megatron ed infine Spectra.

- Soundwave ha già abbastanza assistenti e Dreadwing non ha bisogno della… segretaria. Quindi è tutta tua.

“Proprio con Knock Out, non ci voleva” pensò Soundwave “E gli assistenti non sono mai abbastanza, ma non posso certo…insomma, già mi sto comportando in modo strano, se ora insistessi per prenderla con me…”

- Allora da adesso lavoriamo insieme?

Knock Out si sentiva impazzire, quella gli sorrideva pure?!

- Che bello! Magari conoscendoci meglio non sarai più acido come prima!

Dreadwing guardò altrove. Aveva dato dell’ "acido" a Knock Out!… non era quello il modo per andare d’accordo con lui, nonostante conoscendo il medico fosse abbastanza sicuro che Spectra non avesse usato quel termine a caso. Probabilmente prima era successo qualcosa per cui lei aveva ritenuto opportuno definirlo in quel modo.

- Io non sono acido. Chiaro? - diede le spalle a tutti ed iniziò a camminare velocemente verso la porta - Muoviti e vedi di renderti utile. Non rallentarmi e non intralciarmi.

- Va bene - rispose semplicemente la ragazza seguendolo zoppicando. Prima di uscire però si voltò un’ultima volta - Allora ciao! - disse, facendo a tutti “ciao” con la mano, e a Soundwave fece un gran sorriso.

Quando anche lei se ne fu andata e tutti i soldati furono rimandati a lavorare Megatron scambiò un’occhiata con Dreadwing e poi con Soundwave.

- Mi piacerebbe sapere da dove è sbucata. Forse da qualche colonia molto lontana - commentò il leader dei Decepticon - Ammetto che il suo atteggiamento mi lascia un po’ perplesso. Non mi sembra stupida.

- Sembra fuori dal mondo e sembra non aver ben presente che siamo in guerra - disse Dreadwing - e quella gamba, poi… chissà come si è fatta quel danno. Soundwave?

Notò che il tecnico guardava ancora la porta, dove Spectra era sparita, ma a sentirsi interpellare si voltò rapidamente verso di lui, facendo capire loro che non ne sapeva nulla.

- Magari Knock Out scoprirà qualcosa, avendola come assistente - disse il Lord - Avrei anche potuto affibbiarla a te, ma per quanto possa essere una compagnia piacevole non volevo che ti intralciasse, il tuo lavoro è troppo importante.

"Non voleva che lo intralciasse", eccone un altro. Possibile che non capissero che lei non doveva finire per forza con l'essere un intralcio e che la pensassero in quel modo solo perché non camminava bene?

- …non penso di essere un impiccio - ripeté quindi, con la voce di Spectra.

- Vedremo - ribatté Megatron - E comunque quella storia dei “due ceffoni a modo suo”… andiamo, è ridicolo. “due ceffoni” - borbottò - In battaglia non bastano “due ceffoni”, i suoi avversari non li sentirebbero neppure.

- Mi auguro che non le venga in mente di girare nella nave da sola - rifletté ad alta voce Dreadwing - Magari i soldati non la toccherebbero, e già su questo ho qualche dubbio perché molti non vedono una femme da tanto tempo, ma gli insecticons non la lascerebbero mai passare indenne. Questa è la Nemesis, lei è una femme ed è indifesa. Dovrebbe fare attenzione. 

Soundwave mosse nervosamente una mano. Purtroppo Dreadwing aveva ragione, ed era certo che Knock Out non l’avrebbe avvertita dei pericoli che correva né l’avrebbe mai aiutata se le fosse servito.

“Non fare stupidaggini” pensò “Non fare niente di avventato, per piacere!” poi si riscosse “Perché mi preoccupo? Insomma…”

Non gli piaceva il pensiero che potesse succederle qualcosa…

***


Appena
Spectrus Specter aveva riaperto gli occhi si era subito guardato attorno. Vedendo il simbolo degli Autobots sul pavimento si era tranquillizzato subito, a quanto pareva aveva avuto fortuna ed era stato trovato proprio da quelli della sua fazione.

“Spero che Spectra abbia avuto fortuna. Magari l’hanno trovata proprio loro. Certo, questo non mi farebbe comodo perché significherebbe…” scacciò il pensiero “Ah, in qualche modo farò. Prima o poi, spero più 'poi' che 'prima', verrà fuori che non sono il solo Specter rimasto in vita”.

Con la coda dell’occhio notò un movimento strano che lo portò immediatamente a voltarsi in quella direzione…

- Ti piace fissare di nascosto la gente svenuta? - domandò in un modo tra il suo consueto (gelido) e lo strafottente ad Arcee, che effettivamente era lì ad osservarlo da almeno un paio di minuti.

Nemmeno lei capiva perché provasse tanto interesse per quel mech. C’era anche della diffidenza ma più che altro era la curiosità il sentimento preponderante in lei, mista ad un qualcosa che prima non aveva mai provato verso nessuno.
Arcee non capiva cosa fosse, ma si sentiva attirata da lui come se li avessero magnetizzati col Guanto della polarità.

- Credo sia normale interessarsi ad uno sconosciuto che ci è piombato tra capo e collo dopo un incidente - ribatté.

- Sconosciuto, dici? Se c’è Prime sono abbastanza sicuro che vi abbia raccontato tutto quel che sa sul sottoscritto. E se ci fosse anche il dottorino… non ne parliamo.

- “Dottorino”?

- Ratchet - le spiegò Spectrus - Non sarebbe la prima volta che ci troviamo insieme nello stesso posto.

Arcee sollevò un sopracciglio. Si sentiva attratta ma l’atteggiamento di Spectrus la irritava, così come la irritava anche quell’attrazione. Quando lo vide sorridere si accorse immediatamente che il suo sorriso non arrivava mai agli occhi, gelidi quanto il suo tono.

- Non è un “dottorino”. È il migliore che conosca, se sei vivo è grazie a lui - disse bruscamente Arcee.

Spectrus si alzò con un movimento fluido. - Me ne ricorderò. Forse.

Arcee se lo trovò vicinissimo. La sensazione di prima si era acutizzata, sentiva la Scintilla pulsare particolarmente forte, ed era come se dei… "tentacoli” di ghiaccio invisibili (non avrebbe saputo come descrivere meglio quella sensazione assurda) la stessero avvicinando a Spectrus eliminando sia la poca distanza che c’era tra loro, sia ogni prudenza. Identificato o meno, Autobot o meno, quello era un estraneo.

- Qual è il tuo nome?

- Arcee - riuscì a rispondere lei, mentre fissava con gli occhi sgranati quelli di Spectrus, sempre più freddi.

- Eri abbastanza conosciuta. Dicevano che nessuno mai fosse riuscito a prendere la veloce Autobot chiamata Arcee…

Quelle parole. Starscream, quando aveva preso lei e Cliff, aveva detto più o meno lo stesso; non andava bene.
Detto da un Autobot però era diverso…forse. E poi l’unico legame che Spectrus aveva con Starscream era lo sterminio della famiglia da parte del seeker, di sicuro non erano amiconi.

La guerriera rimase di sasso quando Spectrus iniziò ad accarezzarle il viso.
Non fu capace di reagire. Ma che gli saltava in mente, come si azzardava?! Non la conosceva nemmeno!

"Ma soprattutto, che cosa è che sta succedendo a me?! Sto qui ferma come una beota senza dirgli di togliermi le mani di dosso!" pensò, allibita, stranita e confusa.

Lo aveva appena conosciuto, eppure lo voleva... e allo stesso tempo, no. 

- …però non mi hanno mai fatto capire bene che magnifica femme sei. Un vero peccato, sarei venuto qui prima, ma recupererò il tempo perduto.

"Recuperare il tempo perduto?! Non avrà voluto dire…no, non può essere!"

Ad Arcee in fondo era sempre piaciuto Optimus Prime, era con lui che semmai avrebbe voluto stare, in ogni senso possibile. Ora però aveva conosciuto Spectrus, e da un momento all'altro era diventato tutto così assolutamente folle!
Forse era il famoso "colpo di fulmine", quello millantato da storie di umani e transformers, al quale però lei non aveva mai creduto... fino a quel momento.

- Non penso sia una buona idea - riuscì a dire, ma nient’altro.

- Io invece credo proprio di si…

- Vedo che ti sei ripreso - disse seccamente Ratchet, entrando nell’infermeria.

All’entrare del medico, Arcee sentì la specie di stregoneria che le faceva pensare di essere impazzita svanire assieme a tutto il resto di quelle sensazioni a lei sconosciute. Si allontanò rapidamente da Spectrus, che fece un lievissimo sorriso divertito.

“Non pensare di cavartela così, mia cara Arcee. Questo è solo l’inizio”.

- Ho una buona resistenza, dottorino.

- Non! Chiamarmi! Dottorino! - esclamò Ratchet guardandolo male - Sei venuto qui per fare altri danni?

Danni di ogni genere, considerando la faccia che aveva Arcee fino ad un attimo prima.

- La mia idea non è quella. A proposito di danni, dottorino, hai poi riparato la scatola vocale di, come si chiamava quel ragazzo…Bumblebee? O non ne sei ancora venuto a capo?

La tensione tra i due era alle stelle. Non si piacevano, non si erano mai piaciuti e Spectrus gli stava altamente sulle scatole.
Per Specter valeva lo stesso discorso.

- Non ti azzardare a-

- basta tutti e due! - sbottò Arcee - Vi pare il caso di mettervi a discutere?

Ebbe un brivido, e sentì tornare l’abbraccio gelido quando Spectrus spostò lo sguardo nuovamente su di lei.

- No, direi di no. In verità la mia intenzione era di stabilire con buon rapporto con questo gruppo. Magari con alcuni componenti anche abbastanza stretto - disse - O meglio ancora intimo.

Ma perché non riusciva a mandare al diavolo quella sottospecie di bad boy?!

- Non so se te ne ricordi, Spectrus Specter, ma qui c’è una guerra da vincere. Altro che “rapporti stretti” - disse aspramente Ratchet.

- Solo perché probabilmente non sai nemmeno com’è fatta una femme sotto la protezione inguinale non vuol dire che dobbiamo essere tutti come te. No, Arcee?

Prima che chiunque potesse dire qualunque cosa, tuttavia, arrivarono in blocco sia gli altri Autobots che gli umani.

La prima cosa che fece Miko fu fare al nuovo arrivato un sacco di fotografie. - Certo che sei grosso!

- Gli indigeni sanno della nostra esistenza? - domandò Spectrus ad Optimus, senza degnarla di uno sguardo.

- Solo quelli presenti qui e i suoi superiori - rispose il comandante, indicando Fowler con un cenno.

- D’accordo.

- Solo una cosa… chi è “Spectra”? - gli chiese Wheel Jack - Mi è parso di sentirtela nominare.

"Non l’hanno trovata. Non è qui" pensò Spectrus.

- Non so di che parli, magari avrò cercato di dire “spezzata”, dato che l’astronave si è spezzata in due. Impatto con dei meteoriti, lasciamo perdere.

- Capisco - annuì Wheel Jack, non troppo convinto.

- Mi mostrate la base? - domandò Spectrus.

Optimus Prime personalmente gli fece cenno di seguirlo. Specter gli andò dietro senza fiatare. Il primo posto dove Prime lo portò fu quello dove tenevano le reliquie…

- Siete riusciti a recuperare diverse cose, a quanto vedo.

- Sì. Spectrus, ti avviso fin da ora che Starscream è qui. Su questo pianeta. Ha disertato - si voltò a guardarlo negli occhi - Ti invito caldamente a concentrarti sulla nostra missione e a lasciar perdere le questioni personali, per quando dura sia. Non sei il solo qui ad aver perso qualcuno a causa sua. Quindi non andrai a cercarlo e non lo attaccherai appena ti capiterà sotto gli occhi. Spero che tu abbia capito.

- Ho capito. Quella che reliquia sarebbe? - Spectrus indicò Airachnid, chiusa nella vasca di stasi, dentro ad una stanza.

- Non è una reliquia, solo qualcosa che è meglio resti lì in perpetuo. Penso che tu abbia capito di chi si tratta.

“Airachnid” pensò Spectrus.

Oltre a quello, di pensiero, gliene stavano venendo anche degli altri… non molto puliti. In nessun senso. Pensieri per i quali avrebbe potuto essere radiato, forse. Ma doveva solo stare attento a non farsi beccare mentre apriva la vasca, faceva quel che voleva che lei apprezzasse o no, e poi la ributtava dentro.

- Anche io direi che è meglio lasciarla lì.

***

Erano passati un paio di giorni dall’arrivo degli Specter, e se a Spectrus era andata bene lo stesso non si poteva dire per sua sorella.

Non che nessuno avesse alzato le mani su di lei, specie perché era sempre rimasta in infermeria. Aveva dato una mano a Knock Out a curare dei soldati dimostrandosi piuttosto brava, proprio come aveva detto, e nessuno di essi l’aveva mai presa in giro per come camminava.

- La prossima volta stai più attento però. Mi hanno detto che gli insecticons sono grossi, quindi non mi metterei a provocarli…

- Ha cominciato lui - borbottò il vehicon.

- Se si litiga mica si deve fare a botte per forza. Non hai provato a parlarci?

Knock Out alzò gli occhi al cielo, al colmo dell’irritazione, andando troppo in profondità sulla corazza di un soldato. Quanto lo faceva innervosire!

- Non si può parlare con quelle bestie schifose - disse perplesso il vehicon - Quelli capiscono le cose solo a suon di pugni. Se fossi in te starei loro lontana.

- Se proprio devo gli tirerò un paio di ceffoni…

- "Un paio di ceffoni"! - Knock Out buttò a terra l’attrezzo con cui stava lavorando - Ti senti quando parli?!

- I miei recettori uditivi sono a posto. Perché? - gli chiese lei ingenuamente.

- Voi due andatavene, abbiamo finito - disse Knock Out ai vehicons.

- Non c’è bisogno di essere scortesi - disse Spectra - Mi raccomando voi, non mettetevi nei guai!

- Io mi ci metterei solo per tornare qui a vederti - disse uno dei due.

La ragazza fece una risatina. - Non vale la pena che tu lo faccia. Ciao ciao!

I due uscirono dall’infermeria, lasciandola sola con un Knock Out sempre più nervoso.

- il tuo compito è farmi da assistente e obbedirmi in silenzio, non intrattenere i soldati!

- Non li intrattengo ma non vedo che c’è di male ad essere gentili - ribatté Spectra, che dal suo canto proprio non capiva perché Knock Out fosse così scortese con i suoi pazienti e non solo.

- Le gentilezza non è roba da Decepticon. La gentilezza è roba da Autobot! Da femminucce!

- Ehm... ma io in effetti sono una femme - lo guardò perplessa - Non un mech.

"Che nervi, che nervi, CHE NERVI!" pensò Knock Out.

- Me ne ero accorto! Insomma, hai capito quel che volevo dire! Quindi adesso obbedisci ai miei ordini e stai zitta! Capito?

Spectra rimase lì ad osservarlo in silenzio, immobile.

- Ti ho chiesto se hai capito, e perché diavolo non ti muovi?!

- Se devo stare zitta e obbedire ai tuoi ordini come faccio a dirti se ho capito e a fare qualcosa se non mi ordini niente?

A Knock Out venne un tic nervoso all’occhio sinistro, stava per esplodere! - Sentimi bene. Non so se mi stai prendendo in giro ma se è così smettila subito, altrimenti giuro che ti stacco la testa. Ho una sega circolare apposta.

- Hai una sega circolare in dotazione? Forte! Posso vederla?

Knock Out si voltò ed iniziò a sbattere la testa contro il muro. - Perché a me, perché? Perché non l’ha affibbiata a Soundwave, è lui che l’ha trovata, perché a me?!

- Guarda che così ti fai mal…- nell’avvicinarsi a lui Spectra inciampò nell’attrezzo che Knock Out aveva gettato a terra prima, e cadendo gli graffiò per errore la corazza.

La ragazza si rialzò immediatamente. - Scusami, mi dispiace tantissimo, non ho fatto apposta, se vuoi lo riparo subito!...

Knock Out si voltò di scatto, furioso come mai, la prese per il collo e la sbatté contro la parete tirando fuori la famosa sega circolare.

- ORA BASTA! Questo è troppo, ringraziando Primus tra poco chiuderai quella bocca!

- Io direi che sia meglio che mi lasci, sennò sono costretta a darti due ceffoni a modo mio e non mi piace…

- Stai zitta, maledetta storpia! - la insultò Knock Out.

Spectra ci rimase decisamente male, forse più per quello che per il fatto che sembrava volesse farla fuori. Una "maledetta storpia"…era così che la vedeva. Era così che la vedevano tutti. Meglio non dimenticarlo mai, anche se le sarebbe piaciuto poterlo fare, anche solo per una volta.

Prima che la femme potesse reagire in qualsiasi modo però Knock Out fu afferrato brutalmente da un tentacolo e sbattuto violentemente contro la parete. Spectra scivolò a terra, e la prima cosa che vide fu Soundwave che aveva afferrato Knock Out e lo stava sbattendo di nuovo contro il muro, tenendolo talmente stretto alla gola da segnargli i cavi del collo ed incidendogli la corazza con i tentacoli.

- LASCIAMI! Che ti prende?! S-stanne fuori!...

Soundwave indicò Spectra, che si era rialzata e osservava quella scena con aria piuttosto tesa.

- Lei è un’inutile storpia! Questo è un dato di fatto! Tagliarle la testa è la cosa migl-AAAH!

Soundwave forò nuovamente la sua corazza.

- Basta! Smettila!

Soundwave si voltò a guardarla. Knock Out l’aveva insultata, perché avrebbe dovuto smettere?

- Lascia stare. Non ne vale la pena - continuò Spectra - Lascialo per favore.

Dopo qualche attimo di tensione Soundwave lasciò andare Knock Out, prese delicatamente la ragazza con un tentacolo ed uscì con lei dall’infermeria. D’ora in poi sarebbe stata la sua, di assistente, come avrebbe dovuto essere fin dall’inizio. Con lui non avrebbe corso pericoli, perché l’avrebbe protetta. Che ci provassero, ad avvicinarsi a lei con brutte intenzioni! Nessuno doveva toccarla!
Lei era anche troppo buona, se fosse stata un’altra persona lo avrebbe lasciato fare. Megatron non gli avrebbe detto granché su quella faccenda, di solito lasciava che i suoi uomini risolvessero tra loro i propri problemi.

- Posso camminare da sola, te l’ho già detto… dove andiamo?

Lui le fece capire che d’ora in poi l’avrebbe tenuta con sé. Lei annuì.

- Va bene ma, sul serio, mettimi giù.

Dopo un po’ Soundwave obbedì.

- Grazie. Andiamo?

Lasciò che camminasse di poco avanti a lui. Era sicuro che sarebbe stata una buona assistente, rendendosi anche più utile di quanto avesse fatto con Knock Out.

- Comunque non è che tu debba stare sempre a preoccuparti per me - disse lei - Se tu non fossi arrivato e lui non mi avesse lasciata… lo sai no? Due ceffoni.

“Hai rischiato di andare offline! È una fortuna che io fossi in ascolto, altro che due ceffoni!” pensò l’ex gladiatore.

- Due ceffoni…no - ripeté.

- Guarda che funzionerebbero.

Soundwave scosse la testa. - Funzionerebbero…no.

- I miei sì.

C’era poco da fare, Spectra viveva ancora nel castello delle fiabe. Ma per Soundwave invece che una fonte di nervosismo era uno spiraglio aperto su un mondo dove la guerra e tutte le sue conseguenze non esistevano. Un mondo dove la bontà non era ancora morta, la dolcezza esisteva sempre e la gentilezza non si era dissolta nell'energon di mechs e femmes trucidati in nome di un ideale. Un toccasana per lui.

- Dico sul serio eh!

Il suo sorriso illuminava la stanza (anzi, il corridoio) di nuovo. Ebbe l’istinto di accarezzarla, istinto a cui però non diede ascolto.

- …dovrebbe fare attenzione - disse poi, usando la registrazione di Dreadwing.

- Certo che sto attenta, ma guarda che so cavarmela bene, io…







Nota: voglio precisare che nell'anno in cui ho scritto questa fic trovai quella... cosa...dei tentacoli di ghiaccio bollente in un libro, utilizzata dalla protagonista per descrivere una sensazione analoga. La mia colpa è di aver detto "OCCHEBBELLO RIUTILIZZIAMOLA" nel 2013, non di averla coniata. Alla fine per quanto sia cringe ha più colpa chi l'ha messa in un libro edito anche da Mondadori di quanta ne abbia io :'D

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


TSB4

- Allora è un vizio…Optimus, abbiamo un’astronave in avvicinamento! - avvisò tutti Ratchet.

- Che tipo di astronave?

- Una nave Decepticon…

Gli Autobots si guardarono. Un’astronave Decepticon…l’ultima volta che avevano ricevuto un segnale del genere era arrivata Airachnid. Speravano proprio che stavolta non portasse un ospite altrettanto pericoloso.

La cosa stava preoccupando abbastanza anche Arcee, nonostante in quel momento la sua testa fosse presa anche da un’altra questione, forse ancora peggiore.

Il fatto era che Spectrus non le toglieva gli occhi di dosso. Questo la inquietava e la irritava, ma al contempo la eccitava terribilmente. Quell’uomo era la cosa più assurda che le fosse mai capitata in vita sua.
La mente le urlava di stargli lontana, di fuggire via da lui più lontano che poteva, ma la parte più profonda di sé stessa le suggeriva altro.
Cosa che Spectrus Specter sembrava vedere benissimo.
Arcee si sentiva “nuda”, ogni volta che si accorgeva di essere osservata da lui, si sentiva come se fosse fatta di vetro: totalmente trasparente. Non le piaceva ma sembrava che non potesse farci proprio niente, e oltretutto aveva la sensazione che quel che era successo in infermeria fosse stato solo l’inizio.

Era veramente un Autobot, Spectrus? Sembrava di sì, il simbolo era quello e notoriamente era dei loro. Però…

- Preoccupata, Arcee? - freddissimo ed arrogante, quello era il tono con cui da quando era arrivato si rivolgeva a tutti. Ma nemmeno Optimus lo aveva ancora rimproverato.

- Due arrivi improvvisi, di cui uno è probabilmente nemico, non è una faccenda esattamente tranquillizzante - ribatté lei, cercando di essere gelida quanto lui. Non che fosse possibile.

- Può essere che stanotte trovi il modo di farti rilassare.

- S-stammi alla larga - Arcee si scostò bruscamente, e guardò gli altri, tutti occupati ad osservare lo schermo e a fare deduzioni su chi fosse o chi non fosse a stare in quell’astronave. Possibile che nessuno sentisse mai nulla di quel che Spectrus le diceva?

- Dici così perché non mi hai provato. Ti avverto, sono come una droga particolarmente potente: già dopo la prima volta non potrai fare a meno di me. A proposito, ti sei mai connessa a qualcuno o sei ancora intatta?

Arcee rimase di sasso. Non erano domande da farsi a qualcuno appena conosciuto, non secondo lei. - Chi ti credi di essere per?!...

- Era solo una domanda, calmati. Cos’è tutta questa agitazione? - le sorrise, ma gli occhi erano sempre duri come l’acciaio - Non avrai paura di me, Arcee? Non ne hai motivo. Credevo fossi più coraggiosa.

- Lasciami in pace d’ora in poi, va bene?! Stammi lontano! - sibilò la guerriera.

- Non è questo quello che vuoi. Io lo so, tu lo sai ed è per questo che finirai per regolarti di conseguenza.

- Non ho intenzione di fare nulla con te! Capito? - indietreggiò Arcee, fuggendo non solo da lui, ma anche dalla verità.

- Sarebbe bene che andiamo a vedere di quell’astron…- iniziò a dire Prime, quando sl computer apparve un altro segnale - Che altro c’è?

Ratchet si mise subito al lavoro. - Sembra… è energon rosso, Optimus! È stato trovato dell’energon rosso!

- Estremamente raro quanto volatile. Dobbiamo sbrigarci ad aggiudicarcelo prima che lo facciano i Decepticon - commentò Prime.

- Perché, che fa di particolare? - domandò Jack.

- Ipervelocità - disse semplicemente Bulkhead, al che Miko fece un “Oooooh” entusiasta.

- Allora come facciamo a…- Ratchet stava per chiedere come si sarebbero organizzati per il recupero dell’energon rosso e l’ispezione dell’astronave, quando Spectrus lasciò perdere per un momento la sua preda e si rivolse a tutti loro.

- Io avrei un’idea, Optimus Prime. Ho il permesso di esporla?

Quella domanda era una pura formalità, se non semplice ipocrisia. A lui non importava granché dei permessi e si sentiva benissimo da come parlava, atteggiandosi già da capo della baracca.

- La mia idea è mandare Ratchet e Bumblebee all’astronave, così se ci fosse bisogno di un medico sarebbe tutto a posto, e il ragazzo in teoria dovrebbe sapere il fatto suo. A recuperare l’energon rosso potete andare tu e Bulkhead. Gli umani a giudicare dall’ora sarebbe meglio che tornino a casa…no, Jack Darby? È mezzanotte passata - a quelle parole Jack scattò andandosene via temendo la punizione di sua madre, e gli altri lo seguirono - E qui alla base, beh…qualcuno che apra il Ponte dovrà pur esserci.

- Puoi farlo tu, visto che hai avuto quell’incidente - disse subito Ratchet, che non lo voleva con loro a far danni.

- La mia idea era proprio quella ma purtroppo non sono molto pratico. Magari Arcee potrebbe insegnarmelo.

Arcee trasalì. Sola con lui nella base?

- Allora, Optimus?

- Direi che come idea sia buona - ammise Prime, non facendo caso alla faccia di Arcee - E non abbiamo tempo per pensare ad altre opzioni. Autobots… in azione!

Arcee avrebbe voluto urlargli di no, di portarla via con lui o di farla andare con gli altri, ma gli stessi "tentacoli ghiacciati" che la attiravano a Spectrus le stavano anche impedendo di aprire bocca. Era terrorizzata per quanto, invece, desiderava rimanere lì con lui. Non sapeva che fare. Era tutto così confuso.

Quasi meccanicamente aprì il Ponte e guardò le due squadre andarsene. Per un attimo sperò che qualcuno notasse che c’era qualcosa che non andava, ma l’unico ad avere una leggera esitazione fu Bumblebee, che poi scomparve nel Ponte.

Fu così che lei e Specter rimasero soli.

Se lo ritrovò alle spalle in men che non si dica, per grosso che fosse era silenzioso come un gatto.

- Sapevo che non ti saresti tirata indietro. Alla fine non lo fate mai.

- Dobbiamo concentrarci sulla missione - cercò di dire Arcee, odiando che le tremasse la voce in quel modo - Non… non possiamo muoverci di qui.

- Chi ha detto che dobbiamo andare in un’altra stanza? - Arcee si sentì sollevare e mettere seduta su qualcosa - Non c’è bisogno. Siamo soli.

- Io non voglio. Non ti conosco, sei un estraneo! - protestò, ma quando lui la baciò rimase così sconcertata da non riuscirci più.

Anche i suoi baci erano ghiaccio bollente, si sentì rabbrividire, e lo fece ancor di più quando vide che come sempre nulla nei suoi occhi era cambiato.
Quel che invece era cambiato era il fatto di non riuscire più a tirarsi indietro, di non riuscire ad aver voglia di farlo: le voglie erano di tutt'altro tipo ormai, erano quelle di una femme che non era mai stata toccata in quel modo da un mech e che non era mai stata "voluta" da un mech in senso fisico (o, se invece era così, i mechs in questione non gliel'avevano mai fatto capire).

- Sei ancora di quell’idea? - le sussurrò Spectrus - Arcee, quando io desidero qualcosa o qualcuno trovo sempre il modo di ottenerlo. A qualunque costo.

Dopo questo Spectrus non disse altro, dimostrandole che le sue parole corrispondevano ai fatti.

***

- Quello Specter…mi sto già pentendo di averlo salvato - borbottò Ratchet.

Bumblebee in un’altra occasione l’avrebbe un po’rimproverato, ma quella volta era della stessa idea. Spectrus non gli aveva fatto niente ma quell’atteggiarsi da capo e il modo cui trattava tutti quanti non gli piacevano affatto. Quelli non erano modi da Autobot, erano più da Decepticon, e la sola cosa "buona" era che fosse molto democratico nell'usarli con tutti quanti.

Per di più Arcee gli era sembrata "strana". C’era qualcosa che non andava, e per quanto lei fosse in grado di difendersi molto più che bene iniziava a pensare di aver fatto un errore a lasciarla sola con quel tizio.

- La pensi anche tu come me, vero? - commentò Ratchet - Questa è una delle poche volte che mi auguro di sbagliarmi, ma ho proprio paura di avere ragione anche stavolta.

Bumblebee non replicò, mentre si avvicinava con lui all’astronave.

Ratchet intanto rifletteva. Più che altro si chiedeva come diamine avesse potuto Spectrus Specter continuare a lavorare per loro, come avesse potuto fornire agli Autobots informazioni vitali senza poter andare personalmente in missione. Alcune di quelle informazioni erano impossibili da raccogliere per "sentito dire": erano troppo dettagliate, troppo precise.

A dirla tutta da dopo il macello che aveva fatto la qualità dei dati che passava loro era anche migliorata. Ricordò di una volta, moltissimo tempo prima, in cui anche Optimus Prime aveva espresso la propria perplessità su quell’argomento, ma era stata l’unica; quelle informazioni servivano, e c’erano così tanti problemi che non ci si poteva soffermare su ogni singolo dettaglio dell’operato dei propri soldati, specie se i risultati erano così buoni, ma come Spectrus avesse fatto restava un vero e proprio mistero.

- Eccoci. Meglio se stiamo in guardia - disse Ratchet avvicinandosi circospetto all’astronave insieme a Bumblebee.

All’improvviso furono sfiorati da degli spari, e diversi vehicons sbucarono fuori come dal nulla accerchiandoli! I due si misero schiena a schiena, iniziando a colpire a loro volta i soldati Decepticon, ma erano solo in due, e loro erano in troppi.

- Serve una mano?

Quella che sentirono era la voce di un ragazzo giovane, che iniziò a sua volta a sparare contro i Decepticon. Sembrava abbastanza in gamba e in tre se la cavarono decisamente meglio, riuscendo a sistemare parecchi vehicons e ad indurne alla fuga altrettanti. In più il nuovo venuto sembrava essere riuscito a nascondere ai Decepticon e a portare con se una reliquia di Cybertron che sembrava essere un alteratore di fase!

I due Autobots cercarono di capire chi si trovavano davanti. Non aveva addosso né il loro simbolo né quello dei Decepticon, ma…

- Chi sei? - Ratchet, nonostante l'aiuto ricevuto, mostrò la consueta diffidenza iniziale.

- Mi chiamo Smokescreen - il ragazzo diede un’occhiata al simbolo degli Autobots - Per fortuna non sono finito di nuovo nelle grinfie dei Decepticon! È già un miracolo che io sia riuscito a fuggire dalle loro carceri!

Quello se non altro spiegava l’astronave con cui era arrivato.

Bumblebee disse qualcosa.

- Eh… non ho capito.

- Ha chiesto cosa sei, dato che non hai simboli addosso. Anche se avendo sparato ai Decepticon dovresti essere dalla nostra…

- Ero una guardia d’elite. La guardia personale di Alpha Trion - disse Smokescreen.

Ratchet fece un’espressione sorpresa. Era vero, ora che ci faceva caso Smokescreen un simbolo ce l’aveva, ed era proprio quello delle guardie d’elite!

- Sul serio?

- Sì. Purtroppo è da molto tempo che non ho più notizie dell’Archivista. Questa è l’ultima cosa che mi ha affidato - disse poi, mostrando loro l’alteratore di fase - Per caso qui c’è Optimus Prime? Alpha Trion mi parlava spesso di lui e so che è stato lui a caldeggiare la sua nomina a Prime.

Sembrava proprio che quel che diceva fosse vero. Ratchet era un po’indeciso sul da farsi, doveva o non doveva portarlo alla base?
Poi pensò che se avevano tenuto con loro Spectrus Specter a maggior ragione potevano accogliere Smokescreen, che almeno aveva una faccia più “pulita” e aveva un curriculum discreto.

- Portatemi con voi… eddaaai! Io sono destinato a fare grandi cose, me lo sento, e lavorare per Optimus Prime è un onore!

- A questo proposito, dato che mi sembri a posto forse è meglio andare a dare a lui e Bulkhead una mano - disse Ratchet - Ratchet a base, serve che apriate il Ponte alle coordinate di Optimus e Bulkhead…

Nessuno rispose.

Ratchet iniziava ad irritarsi. - RATCHET A BASE!

- Con calma, dottorino, non c’è bisogno di urlare. Che c’è?

A rispondergli era stato proprio Spectrus, cosa che di certo non gli calmò i nervi. - Arcee dov’è?!

- Al momento è impegnata.

Ad ascoltare meglio, la voce di Specter sembrava quella di uno vagamente sotto sforzo. Gli sembrò di sentire dei sospiri in sottofondo, ma non ci poteva giurare. - In che senso “è impegnata”?!

- La risposta a questa domanda non è pertinente alla missione, dimmi che vuoi e falla finita.

- Piantala con questo tono da presuntuoso e apri il Ponte alle coordinate di Prime e Bulkhead!

- D’accordo, a patto che eviti di richiamare per almeno una mezz’ora. Pure io sarei impegnato, non solo Arcee.

Ratchet non ebbe tempo di sbottare che la comunicazione si chiuse e il Ponte si aprì.

- Ma quell’arrogante chi era? - chiese subito Smokescreen.

- Un arrogante appunto. Dai, andiamo.

***

Starscream voleva quell’energon rosso a tutti i costi. Voleva quel potere, voleva l’ipervelocità.

Aveva perso tutto e se ne rendeva conto fin troppo bene. Con quel potere se non altro avrebbe di nuovo avuto in mano qualcosa.
Non sapeva ancora bene come l’avrebbe utilizzato, ma quella era una cosa che avrebbe deciso in seguito: intanto doveva procurarsi la materia prima. Magari ci sarebbe riuscito più facilmente con l’Armatura del Comando, che era ancora in mano sua.
Ma sì! Gli Autobots non avrebbero avuto speranze contro di lui, che venissero pure! Avrebbe dimostrato loro quanto valeva. Che si rendessero conto, almeno loro, che lui era uno da temere!

Se pensava che invece Megatron non aveva mai apprezzato niente di quel che faceva… come quella volta in cui gli era stato dato l’incarico di “occuparsi” delle famiglie nobili di Cybertron, ordine che lui aveva eseguito a puntino, e tanto no! Anche quella volta si era preso una bella lavata di capo, perché aveva fatto trucidare una famiglia di troppo.
Spector Specter, l’allora capofamiglia di quella nobile dinastia cybertroniana, aveva preso accordi con Megatron. Lui e i suoi consanguinei non avrebbero dovuto essere toccati, e l'intenzione di Megatron sarebbe stata quella di rispettare l'accordo.
Lui si era lasciato trascinare un po’troppo e se n’era dimenticato, e quindi?! Poteva pure capitare di commettere un errore!
Tra l'altro
quello sterminio non gli era nemmeno riuscito bene, perché aveva incontrato Spectrus Specter diverso tempo dopo e per poco non era stato terminato. Che fine avesse fatto la protoforma appena venuta al mondo non lo sapeva ma di sicuro si era riunita all’All Spark. Si ricordava bene quanto fosse gracile, forse era nata troppo presto e dubitava che avesse retto ai danni che le aveva inflitto.

Ma poi che gli importava? Perché ripensare ai vecchi fallimenti quando aveva il successo a portata di mano?

Si mise a scalare quella costruzione di ferro che l’avrebbe portato all’energon rosso, sospeso per aria dentro una scatola di legno dagli stupidi umani che non ne comprendevano il vero valore.

- Fermo dove sei, Starscream!

"Optimus Prime! Dannazione, doveva arrivare proprio ora? Bastavano due minuti di ritardo, giusto due minuti!" pensò il seeker.

Raggiunse alla svelta la scatola di legno, fracassandola e prendendo in mano l’energon rosso. Appena fatto questo, però, venne bloccato da Bumblebee, appena arrivato.

- Lasciami, maledetto stupido! - urlò, cercando di divincolarsi e lottando con il piccolo Autobot per non farsi strappare via l’energon rosso e per non cadere.

- Qui serve un’azione di forza - disse Smokescreen, e prima che chiunque potesse dirgli qualcosa sparò contro la costruzione di ferro facendola inesorabilmente crollare.

- CHE TI SALTA IN TESTA?! C’era Bumblebee lassù! - urlò Bulkhead.

- Bisognava fare qualcosa, non potevo stare con le mani in mano!

Grazie alla propria agilità Bumblebee riuscì a saltare su un edificio vicino senza riportare danni. Starscream invece, impossibilitato a volare, attivò l’Armatura del comando.

- Adesso ve la faccio vedere io - ringhiò, mentre stringeva in mano l’energon rosso e l’Armatura iniziava a coprirlo.

Cadde a terra ma non si fece assolutamente niente, e gli Autobots indietreggiarono allarmati quando lui, dopo essersi rialzato, iniziò a dirigersi verso di loro con un sorriso spietato.

- Aempre a mettervi in mezzo…ma ora siete finiti! Non potete farmi niente finché sono qui dentro!

“Finché è lì dentro?” pensò Smokescreen.

Aveva bisogno di qualcosa per riabilitarsi agli occhi degli altri, che non avevano apprezzato la sua azione di prima, e l’alteratore di fase gli fece venire in mente un’idea…

- Dai qua.

…che avrebbe anche messo in pratica, se l’alteratore in questione non gli fosse stato rubato da un possente mech blu e nero sopraggiunto all’improvviso, che attivando la reliquia andò dritto addosso a Starscream, penetrando nell’Armatura ed uscendone fuori tenendo il seeker argentato per la gola, per poi sbatterlo rovinosamente sul terreno.

- Così ci rivediamo, Starscream. Ti ricordi di me? La scorsa volta eri nel tuo territorio e non sono riuscito a farti fuori, ma stavolta non sarai altrettanto fortunato.

- Specter! - Starscream sgranò gli occhi dalla paura e dalla sorpresa. Aveva pensato a lui poco prima e ora se lo ritrovava addosso!

Si scontrò dolorosamente con un pugno in piena faccia, forte come quelli che aveva preso da Megatron.

- Se non altro hai una buona memoria, quindi ricordi anche perché voglio ucciderti. Per mio padre! - il pugno successivo danneggiò la corazza, l’energon zampillava, ed il seeker urlò di dolore - Per mia madre! - per quello dopo ancora valse lo stesso discorso - Per tutta la mia famiglia! Ma soprattutto per la mia vita rovinata a causa tua!

Le cose però non andarono come Spectrus aveva programmato: fu fermato con un bel diretto in piena faccia proprio da Optimus Prime.

Specter finì lontano diversi metri, e Starscream approfittò immediatamente della confusione per darsi alla fuga, ma gli Autobots registrarono solo vagamente questa cosa, concentrati sul confronto tra Spectrus ed Optimus.

- Lui è un nemico. Va distrutto - disse  Spectrus mentre si rialzava - Non vedo che problema ci sia se lo uccido. Guarda che hai fatto! Starscream se n’è andato con l’energon rosso quando invece potevo finirlo!

- Non è così che agiscono gli Autobot, Spectrus, pensavo di essere stato chiaro! - ribatté duramente Prime - E comunque anche se abbiamo perduto l’energon rosso abbiamo guadagnato l’Armatura del comando.

- Bell’affare, quest’impiccio pesante - Spectrus assestò un calcio all’Armatura - Non vale la fuga di un nemico, Prime, se Starscream fosse morto sarebbe stato un problema in meno di cui doverci preoccupare in futuro.

- Penso che questa non sia una cosa che debba decidere tu.

Incurante delle occhiate di fuoco di tutti quanti, Spectrus tenne lo sguardo fisso in quello di Optimus Prime. - Ti pentirai di non avermelo lasciato finire, Optimus. Se in futuro creerà problemi, sarà solo e soltanto colpa tua: ricordatelo - lo avvertì, per poi osservare Smokescreen e lanciargli l’alteratore di fase - Grazie per il prestito, pivellino.

- Pivellino a chi?!

- A quello che per poco non uccideva Bumblebee per errore - replicò Specter.

Optimus Prime si avvicinò al ragazzo. - Quale è il tuo nome?

- Smokescreen, signore, guardia personale di Alpha Trion! È lui che mi ha affidato l’alteratore di fase.

Ratchet annuì, per far capire a Prime che il ragazzo diceva la verità.

- Ti portiamo alla base. Arcee - Prime si mise in comunicazione con la base - Apri il Ponte Terrestre, per favore.

- - rispose la guerriera.

Ma il tono della sua voce era strano…

- Va tutto bene?

- Sissignore.

Così si sentì rispondere Optimus, mentre il Ponte si apriva.

***

- Spectrus…dobbiamo parlare.

Dopo essersi confrontati tutti quanti l’ultima volta sugli esiti della missione, agli Autobots era stato ordinato di rientrare nelle loro stanze. Ma Arcee sentiva di dover assolutamente parlare a Specter di quel che era successo tra loro prima che lui si rendesse conto della presenza di Starscream laggiù e l’abbandonasse lì senza dire una parola.

- Parlare di cosa? - le chiese freddamente.

Quella domanda ad Arcee fece l’effetto di una coltellata alla pancia. - Tu… lo sai.

- Ti stai tardivamente pentendo di esserti connessa per la prima volta con un "estraneo", come mi hai chiamato. Guarda che non c'è niente di strano nel farlo, nonostante le stronzate vecchio stampo che si sentono in giro. Quindi?

Quell’indifferenza… possibile che non capisse cosa aveva voluto dire per lei, che non gli importasse nulla?

- Non è quello.

- Allora parla, su.

- Mi chiedevo cosa avesse significato per te - trovò la forza di dire, vergognandosi a morte. Un po’per la domanda in sé, un po’perché la domanda in questione era generata da un fatto che, decisamente, non era stato da lei. Era sempre stata diffidente verso i mech e non solo, e gli si era donata così, appena lui l’aveva voluto... e lei anche: sarebbe stato ipocrita negarlo.

- Sei stata bene, no? - Spectrus rispose alla domanda con un’altra domanda.

- Sì ma non mi hai risposto. Cosa è stato per te?

“Un bel niente, se non divertimento” pensò il mech “Ma considerando che tipo è penso che se glielo dicessi adesso perderei un’interessante compagna di connessioni e sarebbe un peccato. Ah, che mi tocca fare!…calma e sangue freddo, Spectrus. Si va in scena”.

- Mi è difficile risponderti- si costrinse ad assumere un’espressione e un tono meno freddi. Doveva suonare anche lui un po’confuso da quell’avvenimento improvviso, doveva sembrare coinvolto, interessato, comprensivo. Doveva dirle quel che voleva sentirsi dire. - Magari il mio atteggiamento fa pensare il contrario ma, che tu ci creda o no, una cosa del genere non mi era mai successa. Volerti vicina in ogni senso è stato istintivo - le accarezzò il viso - Non ho potuto resistere, ho dovuto provare ad avvicinarmi a te. Sei diversa da qualunque femme che ho incontrato, Arcee. è stato come se la mia Scintilla ti riconoscesse - “Quante idiozie. Ma lei sembra convinta… non che sia difficile raggirare una femme che ha appena perso la verginità” pensò - Perdona la mia freddezza di prima, purtroppo io non sono molto bravo a lasciarmi andare. Finisco spesso a dare un'impressione sbagliata, anche se vorrei il contrario. Perdonami anche per essere andato via in quel modo subito dopo, è solo che… forse te l’hanno detto, ma Starscream ha sterminato la mia famiglia. Il desiderio di vendetta mi ha assalito, in quel momento non vedevo altro, ho sentito il suo nome e non ho capito più nulla.

- Penso di capire - mormorò Arcee - Ha ucciso il mio ultimo partner, Cliffjumper. Certo, lui non era un mio parente, ma io gli volevo bene e quando ho saputo che era stato lui a terminarlo ho perso la testa.

Spectrus annuì. - Ci capiamo davvero. E per te, Arcee?

- "Per me" cosa?

- Per te cos’è stato quel che è successo prima?

- Per me è stato… - non sapeva dove guardare - Come per te. La stessa identica cosa. Non mi era mai capitato di provare qualcosa del genere fino a oggi.

- Ne sono felice.

Arcee sollevò il viso, e si “sollevò” anche lei nel vedere che negli occhi di Spectrus Specter, stavolta, c’era qualcosa di più del solito gelo!

“Allora dice davvero!”

- Anche io, Spectrus.

Optimus Prime se ne andò in silenzio. Pensò di aver sentito abbastanza.
Si era imbattuto per caso in loro due ma era rimasto in disparte capendo che avevano qualcosa di serio di cui parlare. Se non aveva interpretato male pareva proprio che Arcee si fosse connessa con Specter dopo pochissimo tempo che l’aveva conosciuto.
La notizia l’aveva sconvolto molto più di quanto avrebbe dovuto. Il fatto era che anche a lui Arcee piaceva, e molto (dire "piaceva" in verità era molto riduttivo rispetto a quel che sentiva) ma erano in guerra e lui era il capo: non c’era tempo per l’amore.
Prime però aveva la brutta impressione che, tra tutti quelli a cui Arcee avrebbe potuto concedersi fisicamente e a livello sentimentale, avesse scelto proprio quello più sbagliato di tutti.

Spectrus Specter gli era sembrato sincero. Sinceramente interessato, sinceramente coinvolto, convinto di quel che diceva…ed era proprio per queste ragioni che Optimus era allarmato perché, da quel che poteva ricordare di lui in passato, Spectrus Specter non aveva mai mostrato il minimo attaccamento verso niente e nessuno. Anche Arcee…gettarsi tra le braccia di uno sconosciuto non era proprio da lei.
Certo, forse se Specter avesse parlato sul serio c'era una possibilità che i sentimenti verso Arcee lo cambiassero in meglio, pian piano.

Ma chissà perché, Optimus Prime pensava proprio di no.

***

- Lasciaci soli.

L’ordine di Megatron era stato chiaro ma Soundwave, per la prima volta nella sua vita, aveva qualche riserva ad obbedirgli.
L’ultima cosa che voleva era che Megatron facesse del male a Spectra, che la punisse per quel che era successo con Knock Out, proprio a lei che non aveva colpa. Se Megatron avesse dovuto punire qualcuno semmai sarebbe stato Knock Out, non Scricciolo.

Megatron lo guardò per un attimo, perplesso dal fatto che non avesse ancora eseguito il suo ordine.

Spectra invece osservava entrambi in silenzio, facendo scorrere lo sguardo da lui a Soundwave.

- Non voglio farle niente di male, Soundwave - disse poi Megatron, iniziando a sospettare quale fosse il motivo per cui il suo tecnico era ancora lì.

L’altro ex gladiatore era già più tranquillo e osservò Spectra che, come al solito, non sembrava affatto preoccupata.

- Dai, è tutto a posto. Ha detto che non mi tocca, quindi non mi tocca… e poi te l’ho detto, non devi preoccuparti per me - disse la ragazza - Io ti raggiungo dopo alla postazione, va bene?

Dopo qualche esitazione Soundwave annuì rapidamente uscendo dalla stanza. Megatron aveva detto che non le avrebbe fatto del male, doveva fidarsi. Erano vecchi amici, non l’avrebbe tradito, e non avrebbe proprio avuto motivo di punire Spectra.

Lord Megatron rimase quindi seduto sul suo trono, da solo con lei che lo guardava dal basso verso l’alto sorridendogli. Non si era ancora abituato all’atteggiamento di Spectra, continuava a confonderlo.

- Sembra che tu abbia avuto qualche problema con il nostro medico.

- Sono inciampata e gli ho graffiato la corazza, ma è stato un incidente Lord Megatron - disse lei - Non l’avrei mai fatto di proposito. Mi sono offerta di riparare subito il danno ma poi…- sollevò brevemente le spalle - Credo che sappia già com’è andata.

Lo sapeva eccome, dato che Knock Out appena essersi dato un’aggiustata era andato da lui a lamentarsi sostenendo oltretutto che Spectra avesse fatto tutto di proposito, che era d’accordo con Soundwave per farlo pestare, che Soundwave era diventato matto e tutta una serie di assurdità varie a cui Megatron non aveva creduto nemmeno un po’. Era vero che Soundwave si comportava in modo diverso da quando c’era la ragazza ma dubitava fortemente che fosse impazzito, piuttosto sembrava semplicemente essersi molto “attaccato” a lei.
Riguardo ciò, Megatron non aveva nulla da dire: finché Soundwave fosse rimasto leale ai Decepticon e avesse continuato a lavorare, poteva “attaccarsi” a chi gli pareva. Magari sarebbe anche diventato un po’più normale e solo il cielo sapeva quanto Soundwave, nel suo privato, ne avesse bisogno.

- Lo so.

- Vuole punirmi? - gli chiese, un po’esitante.

- Non ho motivo di farlo e ho detto a Soundwave che non ti avrei toccata.

Spectra sorrise. - Allora anche se La chiamano il signore del male Lei non è cattivo!

Megatron la guardò fisso, senza sapere cosa dire. Si sentiva completamente disarmato a trattare con quella femme. - Come dici?

- Ho detto che Lei non è cattivo.

Era la prima volta da tempo immemorabile che Megatron si sentiva dire una cosa del genere, ed era del tutto spiazzato. - Spectra, l’hai detto tu stessa che mi chiamano "il signore del male".

- Magari esagerano. Io non so bene cosa abbia fatto di preciso Lei in guerra per farsi chiamare così, ma penso che tutti quanti abbiano fatto cose brutte - Megatron vide per un attimo il suo sorriso vacillare, ma fu solo un istante - Nessuno è santo. Nessuno - disse - Nemmeno mio fratello lo è.

- Non hai torto ma vedi, forse quello che ho fatto io è un po’peggiore della media…che fai? - si stupì ancora di più quando Spectra si arrampicò fino ad andargli in braccio.

- Almeno sto più comoda, ma se Le peso scendo subito.

- Non è per quello, è che…- guardandola negli occhi il leader dei Decepticon non riuscì ad andare avanti - Lascia stare. Non mi pesi. Dicevo, quel che ho fatto io è un po’peggiore.

- Cioè?

- Il fatto è che sono stato io a iniziare la guerra - si sentì dire, cosa che lo rese ancora più allibito. Perché stava dicendo quelle cose, e proprio a lei? - Ai tempi la nostra società era corrotta e io volevo un futuro migliore per Cybertron, è da questo che è partito tutto quanto.

- Cercare di cambiare le cose in meglio però è non è una brutta cosa - disse Spectra.

- Vero. Poi però per tanti motivi è andata a finire in tutt’altro modo,e ciò a cui ho dato inizio, con buone ragioni o meno, ha finito per distruggere il pianeta che avrei voluto salvare - continuò Megatron - Non ti fa paura sapere di stare in braccio all’uomo che ha fatto tutto questo? Di essere vicinissima a mani che hanno terminato un numero di cybertroniani più grande di quello degli anni in cui tu sei online?

Spectra scosse la testa. - Mi ha accolta nell’astronave, mi ha fatta curare, non mi ha punita, mi sta tenendo perfino in braccio e mi sta raccontando delle cose, tutto questo senza la minima intenzione di farmi del male. Nonostante tutto quel che mi ha detto io continuo a pensare che Lei non sia del tutto cattivo. Se lo fosse non staremmo qui così.

Il sentimento predominante in Megatron in quel momento era lo stupore per la totale tranquillità di quella persona. Non ricordava di essersi mai trovato davanti qualcuno con un atteggiamento simile, e sì che era online da molto tempo. Le sollevò il viso - Chi sei in realtà?

- Sono una cybertroniana come Lei - rispose Spectra, sorpresa da quella domanda di cui non capiva molto il senso - E mi chiamo Spectra, ma questo lo sapeva no?

- Non era quel che intendevo - borbottò il leader dei Decepticon.

- Allora cosa intendeva?

- Lascia stare.

Spectra si alzò e scivolò giù fin sul pavimento. - Come vuole. Comunque visto che Lei mi ha detto quelle cose voglio dirle un altro motivo per cui sono qui, ma è un segreto… mi promette che non lo dirà a nessuno?

Megatron si trovò inaspettatamente a sorriderle. Ma d’altra parte quel che succedeva con Spectra era tutto inaspettato. - Promesso.

- Io voglio trovare il mio compagno di vita. Ci spero, mi piacerebbe tanto! - affermò con un sorriso luminoso - Lo sa, come nelle favole.

“E tu vieni proprio da lì, dal paese delle favole” pensò Megatron. - Te lo auguro ma la vita reale non è una favola.

- Lo so ma io intanto ho già incontrato un principe bellissimo che mi ha salvata due volte! - esclamò Spectra, con uno sguardo ancora più dolce del solito.

Il leader dei Decepticon trasalì. Non si stava mica riferendo a?...

- Abbiamo finito? Perché io dovrei andare, lo ha detto Lei che devo rendermi utile.

- Abbiamo finito. Vai pure.

La osservò uscire dalla stanza zoppicando e sollevò un sopracciglio con aria divertita. Soundwave quindi per lei era il “principe bellissimo”? O beh… fatti loro!

Quando la ragazza uscì però Megatron ebbe un pensiero inquietante. Lei lo aveva disarmato. Lo aveva portato al punto di dirle cose che difficilmente ammetteva anche a sé stesso, perché erano così orrende -nonché la base di tutto ciò che aveva fatto e disfatto e del perché- che erano difficili da sostenere anche per lui, e lei continuava a dire che non era del tutto cattivo, ed era del tutto sincera.

Lei aveva la capacità di influenzare le persone, di tirare fuori lati di loro di solito ben nascosti. Proprio per quel motivo, pur non avendo intenzione di iniziare a trattarla diversamente, Lord Megatron cominciò a pensare che quella piccola femme che volendo avrebbe potuto schiacciare sotto i piedi fosse, magari, da temere.

***

Camminando lungo il corridoio per raggiungere Soundwave e ripensando non solo a quel che aveva detto a Megatron ma anche a quel che era accaduto di recente, Spectra Specter iniziava seriamente a pensare di essersi… innamorata!

Lei non sapeva cosa fosse l’amore, non ne aveva mai avuto esperienza diretta, lo conosceva solo attraverso tutte le favole che aveva letto.

Aveva passato luna larga parte della propria vita chiusa in casa da sola per volere di suo fratello Spectrus, che le aveva sempre detto che nella sua condizione non era il caso che se ne andasse in giro da sola. Doveva restare lì al sicuro, al riparo da ogni male, perché fuori c’erano persone cattive che appena l’avessero vista le avrebbero fatto cose orribili, e lui lo sapeva bene, perché avere a che fare con esse faceva parte del suo lavoro.

In seguito le cose erano cambiate, e suo fratello aveva iniziato a farla uscire dopo averle insegnato a tirare due ceffoni alla maniera degli Specter Bros’, ovviamente. Le uscite però non erano mai durate molto (la più lunga in assoluto era stata la prima, imprevista, durata un mese) e per belle che fossero state erano finite tutte quante in un modo che faceva rabbrividire la piccola femme al solo ricordo e la rattristava.
Erano gli stessi pensieri oscuri che aveva avuto poco prima dell’incidente con gli asteroidi.

“I Decepticon sono cattivi, sorellina. Noi invece siamo i buoni. Quindi quel che facciamo è sempre giusto”.

Questo era quel che le aveva sempre detto suo fratello, questo era quello a cui lei aveva sempre creduto. Quello a cui aveva voluto e dovuto credere per poter restare vicino a Spectrus, il suo mito.

Adesso che stava conoscendo di persona Megatron, e soprattutto Soundwave, i dubbi però diventavano sempre più grandi.

E poi era innamorata!

Lo conosceva da poco, vero, ed era anche  molto più vecchio di lei, ma l’età nella società cybertroniana  contava ben poco, com'era ovvio che fosse in una specie così tanto longeva e poco sensibile al decadimento fisico, e comunque nelle famiglie nobili ci si accompagnava prestissimo (lei, con quelli che in età umana sarebbero stati diciannove anni, non sarebbe stata la più giovane. Così aveva letto). Ma poi non era così che accadeva nelle favole? Un colpo di fulmine. Amore a prima vista. Spectra lo sapeva bene, ne aveva lette così tante, ed andavano pressappoco tutte allo stesso modo: il principe e la principessa si incontravano, si innamoravano, lui salvava lei dal cattivo/la cattiva di turno, si dichiaravano il loro amore… "tu hai la mia Scintilla”, quella era la formula… e vivevano per sempre felici e contenti.

“Dannata storpia”.

Già. Nelle favole andava così, ma perché Soundwave avrebbe dovuto interessarsi proprio a lei? Era già tanto che sembrasse preoccuparsi della sua salute.

Spectra lo vedeva proprio come il principe delle storie che aveva letto, fortissimo, intelligentissimo, bellissimo, così eroico! Assolutamente superiore alla media. Era chiaro, ovvio, che non l’avrebbe mai guardata se non con pena. Come avrebbe potuto innamorarsi di lei?

"I principi stanno con le principesse, e loro nei libri sono tutte bellissime femme, e soprattutto sono sane, mentre io non sono né una né l'altra cosa".

Non esisteva nessuna principessa storpia nelle favole. Per quanto Spectra non avesse mai smesso di sperare di trovare l’amore della sua vita, quella era una cosa di cui non poteva dimenticarsi.

Le veniva ricordata tutti i giorni da ogni passo che faceva, dal loro rumore anomalo, dall’insensibilità della sua gamba sinistra dal ginocchio in giù.

Il suo sorriso per un attimo scomparve, pensando che con Soundwave, il principe che non sarebbe mai stato “suo”, era finita ancora prima di iniziare.

- Ma tu guarda cosa abbiamo qui, Scrapeller.

- Una femmmmmina…- l’insecticon che rispondeva al nome di Scrapeller avvicinò le fauci orrende al volto di Spectra - Piccola femmina. Ma adulta! Ciao, piccola femmina.

- Ciao! - rispose al saluto Spectra - Mi piacerebbe restare con voi ma io adesso dovrei andare a lavorare, mi stanno già aspettando.

- Perché tanta fretta? - l’altro insecticon si parò davanti a lei, mentre Scrapeller le andava alle spalle - Preferisci andare a lavorare che restare con noi? Ti divertiresti.

- Oh si, se stiamo attenti a non romperla in due - sghignazzò Scrapeller.

- …in che senso? - domandò loro la ragazza, che non aveva ancora capito quel che volevano farle.

- Mi sa che questa non si è mai connessa. Ti sei mai connessa? - le chiese l’insecticon davanti a lei.

- A…a dire il vero devo ancora dare il primo bacio, io - mormorò Spectra, che ora invece iniziava a capire dove volevano arrivare i due insecticons, sperando di sbagliarsi. Se così fosse stato sarebbe stata costretta a dar loro due ceffoni a modo suo, e lei odiava la violenza.

- Te l'avevo detto, questa non ha mai interfacciato con nessuno - Scrapeller la afferrò per la vita - Tranquilla, ora le cose cambieranno.

- Meglio se mi lasci, altrimenti sono costretta a darvi due ceffoni a modo mio…

Entrambi gli insecticons risero di gusto. - Ah si, immagino…adesso vieni con n-

A Spectra sembrò di avere un dejà vu quando i due insecticons vennero afferrati all’improvviso dai tentacoli di Soundwave e sbattuti via, per poi essere terminati a sangue freddo in pochissimo tempo.

Soundwave era qualcosa più che furioso. Come si erano azzardati?!

“Nessuno tocca Spectra. Nessuno!” pensò “Sono stato stupido ad andarmene, dovevo aspettarla fuori! Io…devo proteggerla. Lei deve stare bene” la aiutò a rialzarsi “Voglio che stia bene e che sia felice. Se dovessero farle del male impazzirei, se non dovessi rivederla più, io… io…”

Che si fosse… innamorato?
Ma no. Impossibile. Lui non era il tipo che si innamorava.
Eppure, mentre nonostante le deboli proteste la portava via con sé tenendola in braccio, gli sembrava sempre più chiaro come stessero effettivamente le cose.

Lui, Soundwave, innamorato. Questa poi! Era assurdo, no?

"No. Non poi così tanto, non con una come lei. Chi non se ne sarebbe innamorato, al posto mio?"

- Questa è la terza volta che mi salvi…

Proprio come un vero cavaliere o, meglio ancora, come il principe che salvava la principessa dal cattivo, e Scricciolo per lui era proprio questo: una principessa. Proprio come quelle di alcune favole che gli era capitato di leggere. La conosceva da pochissimo, ma chi se ne importava? Era dolce, buona, innocente e anche bella, ai suoi sensori ottici.

Motivo per il quale non si sarebbe mai interessata a lui se non come amico, ed era già tanto che così fosse. Le principesse stanno con i principi, e lui non era un principe, ma il più fidato alleato di colui che era considerato il signore del male, a cui era e sempre sarebbe rimasto fedele.

I principi sono eroi, idealisti senza macchia e senza paura e lui, durante la guerra, si era fatto ben più di una “macchia”.

Come avrebbe potuto una creatura di tale purezza innamorarsi di uno come lui?

Di sicuro Soundwave sapeva che finché lei l’avesse voluto vicino lui sarebbe rimasto, e che se fosse stato necessario l’avrebbe salvata ancora mille e mille volte, che si sarebbe preso cura di lei per l’eternità, se gli fosse stato possibile; ma sapeva anche che con Spectra, la principessa venuta dal paese delle fiabe che mai, mai sarebbe stata “sua”, era finita ancora prima di iniziare.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


TSB5

Pur lavorando per loro, Spectrus Specter non aveva mai avuto una grande opinione dei metodi degli Autobots.

Non aveva digerito l’essere stato fermato appena prima di far fuori Starscream e nemmeno le occhiatacce degli altri quando aveva risposto (non troppo educatamente, lo sapeva, ma non gli sarebbe potuto importare di meno) a Prime. Non c’era dubbio che gli altri rispettassero un sacco il loro comandante, ma secondo lui Optimus Prime sbagliava su tutta la linea e l’attuale situazione lo dimostrava. Chi era ad avere un esercito enorme, e chi invece una piccola squadretta, rimasuglio di un esercito distrutto e/o disperso?
Non avrebbe lasciato gli Autobots per passare dall’altra parte, di ciò era sicuro, non dopo quel che i Decepticon avevano fatto alla sua famiglia; ma intanto erano loro ad essere in vantaggio e, se le cose stavano in quel modo, doveva esserci più di un motivo.

Se solo non avesse avuto quell’incidente, se solo avesse saputo che fine aveva fatto sua sorella, allora le cose sarebbero cambiate radicalmente. Gli Specter Bros’ avrebbero ribaltato la situazione una volta per tutte!

Ma così il futuro appariva decisamente incerto.

Specter si mise a riflettere su sua sorella, e sul fatto che ogni volta sembrasse sempre meno determinata a seguire la linea d’azione che fino a quel momento si era sempre dimostrata efficace. Quella ragazza era troppo buona, secondo Spectrus, troppo sentimentale. Si domandava spesso come avesse fatto a venire su così, considerando che a crescerla era stato lui.

C’era da dire che però era stata proprio l’innocenza di Spectra, quel nonsoché di lei che tirava fuori il lato migliore delle persone a determinare tutti i suoi successi da dopo il disastro della sua ultima missione.

Quel "nonsoché" che funzionava con la maggior parte delle persone, ma non con lui.
L’aveva salvata dalle grinfie di Starscream quando era nata, l’aveva tenuta con sé e se non fosse successo tutto quel che era successo, con la propria vita rovinata, la propria famiglia massacrata, magari le avrebbe anche voluto bene davvero: ricordava ancora di essere stato sinceramente contento della notizia di una sorella in arrivo, ai tempi.

Peccato che Spectrus Specter in realtà fosse morto quel giorno, morto dentro, e che i morti non amino. Anche con sua sorella, come con tutti gli altri fuorché se stesso, Spectrus era un bugiardo.

Un bugiardo che ad un certo punto si era pentito di essersi portato dietro quel fardello zoppicante a cui, pur tenendola segregata per evitarsi problemi con la scusa di proteggerla, doveva comunque provvedere.

Era successo quando aveva iniziato a fare rapidamente carriera nella fazione degli Autobots, una volta riuscito a farsi prendere come spia; in quel momento aveva iniziato a vedere sua sorella come un ostacolo da eliminare, e l’avrebbe fatto se invece l’ultima missione non fosse andata a puttane. Quella era stata la ragione per cui aveva dovuto cercare il modo per continuare a lavorare senza doversi esporre personalmente, e alla fine l’aveva trovato.

Il freno che Spectrus Specter, non volendo, aveva dato alla propria carriera era stato la salvezza di Spectra che altrimenti avrebbe fatto la fine della bella addormentata… con la differenza che non si sarebbe svegliata mai più, nemmeno con i baci di tutti i principi dell’Universo.

Anche adesso Specter non aveva le idee ben chiare su cosa fare di lei alla fine, l'idea di liberarsene non gli era ancora passata del tutto, ma in fondo gli era stata utile ed era sempre sua sorella. Se avesse scoperto che era viva e fossero riusciti a mettere in atto quel che Spectrus aveva in mente, l’avrebbe lasciata in vita. A quel punto non sarebbe più stato necessario nasconderla, non avrebbe più dovuto essere lui a occuparsene, e magari Spectra avrebbe davvero trovato l’uomo della sua vita tra gli Autobots, come desiderava da tanto. In fin dei conti aveva un buon carattere ed era pur sempre di sangue nobile, chi se ne importava se era storpia?

Inutile dire che per lui, Spectrus, il futuro sarebbe stato luminoso e in continua ascesa dopo un successo del genere. Magari sarebbe anche riuscito a rubare il posto ad Optimus Prime, perché porre limiti a quel che poteva riservargli il destino?

“Torniamo a noi. Certo che quanto a sistemi di sicurezza questi stanno a zero” pensò, manomettendo il sistema d’allarme del corridoio e delle stanze in cui erano contenute le reliquie “Anche Spectra riuscirebbe a entrare qui dentro senza problemi… a beh, d’altra parte sono stato io a insegnarle come si fa”.

Quando Spectrus si era trovato costretto a farla uscire aveva ritenuto opportuno insegnarle diverse cosette e lei, che tutto sommato non era stupida, le aveva imparate tutte quante.
Anche quella dei “due ceffoni a modo suo”.

Il mech arrivò rapidamente davanti alla stanza che gli interessava, concedendosi una smorfia di sufficienza sia per i suoi compagni che ancora erano in ricarica e non si sarebbero accorti di nulla, sia per la femme rinchiusa nella vasca di stasi che tra poco avrebbe utilizzato nel modo in cui era logico usare una femme Decepticon, ossia per la connessione. Ricordò un Autobot con cui si era trovato a lavorare una volta come esterno della sua squadra, un certo Grimlock che non sapeva che fine avesse fatto, ma che era della sua stessa idea riguardo al modo in cui trattare le femme Decepticon. Una delle poche volte in cui Spectrus avesse avvertito una parvenza di stima per qualcun altro che non fosse sé stesso.

Entrò nella stanza e diede una bella occhiata ad Airachnid, con l’ombra di un sorriso divertito sul volto. La posizione in cui era rimasta bloccata era davvero comica, per quanto era patetica. E quella avrebbe dovuto essere la temibile Airachnid? Se era così, gli faceva più paura sua sorella!

Picchettò un po’ su alcuni tasti, e la vasca di stasi si aprì. Airachnid tossì.

- M-maledetta Arcee… - socchiuse gli occhi e non riconobbe il posto - Dove s…

Venne afferrata alla gola con una mano, i suoi arti in più vennero stretti da un’altra mano tanto forte da farne sfrigolare l’attaccatura; chiunque fosse, se avesse continuato così si sarebbero staccati. Ma cosa stava succedendo? Lei ricordava di stare combattendo con Arcee, ma quelle non erano le mani di Arcee, erano troppo grandi, sembravano piuttosto quelle di... di Megatron, forse?

Le venne alzato il viso. No, non era Megatron. Megatron non aveva gli occhi azzurri, e comunque il Lord dei Decepticon mostrava eccome le proprie emozioni (negative). Quel tizio invece, chiunque fosse, avrebbe potuto fare concorrenza a Soundwave che, per quanto ne sapeva Airachnid, non avendo volto non avrebbe potuto mostrare le proprie emozioni nemmeno se avesse voluto o le avesse avute.

- C-chi… diavolo… sei?! - era ancora dannatamente debole, appena uscita dalla vasca di stasi, e purtroppo per lei appena Spectrus notò che stava per sparargli diede un ultimo strattone alle sei zampe per poi bloccarle entrambe le braccia e stringerle fino a disattivare ragnatele e laser.

- Meglio evitare, Airachnid. Non ti ho fatta uscire con l'intenzione di ucciderti o di torturarti, e tu non vuoi trovarti senza braccia e senza gambe... vero?

Airachnid lo guardò con odio, ringhiando. - Cosa vuoi?! - la stretta alla gola aumentò, ma la mano di Specter davanti alla bocca le impedì di urlare di dolore.

- Parla piano, altrimenti ci sentiranno. Dover mentire agli altri e terminarti senza prima esserci divertiti non mi va.

Non gli era bastata Arcee. Era sempre rimasto dell’idea di farsi anche Airachnid, così, tanto per vedere come andava.

Airachnid sgranò gli occhi ed iniziò a divincolarsi. Lei era l'aguzzina, non la vittima! Non ci stava a quell’inversione di ruoli.
Poi però cercò di mantenere la calma, di pensare lucidamente e in fretta. Proprio perché era ancora debole e non avrebbe potuto affrontare tutti gli Autobots da sola per cercare di scappare, magari “collaborare” con quell’enorme mech era il modo per fuggire. Batsava giocare bene le sue carte, e in fin dei conti aveva avuto partner di aspetto decisamente peggiore.

Smise di agitarsi e con un cenno della mano fece capire a Spectrus che poteva toglierle la mano dalla bocca, tanto non avrebbe urlato.

- Hai deciso di collaborare? D'accordo, in fin dei conti va bene lo stesso. Se non altro non sembri essere completamente stupida.

Io no” pensò il ragno. - Pensavo che voi Autobots conosceste le buone maniere.

- La maggioranza dei miei compagni tratta troppo bene i nemici. Io non sono dell’avviso.

- Io però non sono una Decepticon, caro... già, quale è il tuo nome? Pretenderesti di connetterti e non ti presenti nemmeno.

Criticava i suoi metodi. Che carina. - Spectrus Specter. Forse mi conosci.

- Quello che ha quasi - Airachnid sottolineò l’ultima parola - Fatto fuori Starscream rivelandosi una spia degli Autobot, l’unica riuscita ad arrivare fino ai vertici dell’armata Decepticon? Se sei quello Specter allora sì, ti conosco di fama. Se mi lasciassi la gola, magari…

- Non ancora. Allora, hai disertato i Decepticon… come mai? Megatron non soddisfaceva abbastanza i tuoi appetiti?

- I Decepticon sono una manica di incapaci che mi annoia terribilmente - ribatté Airachnid.

- Ti annoiavi? Ecco perché davi il tormento ad Arcee, allora - sorrise, ma solo con le labbra, come sempre - Me l’ha detto poco fa, prima di andare in ricarica tra le mie braccia.

Fu una doccia gelata per Airachnid, che aveva sempre pensato ad Arcee come sua proprietà esclusiva.
Aveva smesso da tempo di contare le occasioni in cui aveva sognato di farla sua, magari non una volta sola, per poi torturarla e ucciderla lentamente, com'era stata sul punto di fare tempo addietro.
Non aveva mai dimenticato l'accaduto, era sempre stata intenzionata a rimediare, e ora aveva scoperto di non poterlo fare completamente.

- Tra le tue braccia - ripeté, attonita.

- L’ho un po’stancata. La prima connessione è particolarmente stancante per una femme, forse lo sai anche tu.

Non poteva credere al fatto che fosse stata così stupida da cedere a un tipo del genere, privandola di quel che invece sarebbe spettato a lei. Non riusciva a smettere di pensarci. Era assurdo!

- Non parli sul serio.

- Essendo un po' vecchio stile ha faticato un attimo ad accettare l’idea di essersi interfacciata con uno che conosce da sì e no tre giorni, ma che vuoi farci, evidentemente aveva bisogno di affetto. La parte divertente è che si è bevuta tutte le mie bugie su quanto anche per me sia stato importante quando invece l’ho fatto solo per divertirmi. Un po’ingenua per essere la grande, veloce e astuta guerriera che decantano in giro.

- Povera idiota - sibilò Airachnid, ancora visibilmente irritata.

- Abbastanza, sì. Purtroppo non c'erano altre femme disponibili in giro e ho dovuto accontentarmi, capisci - proseguì Spectrus - Lei è una brava ragazza ma è proprio per questo che con lei posso solo divertirmi. A me in realtà piacciono le donne di tutt’altra natura - dopo questa frase diede l’assalto alle labbra della vedova nera - Diciamo che mi piacciono quelle inconsuete quelle che ad altri magari fanno paura. Sono terribilmente sexy - smise di baciarla per darle una lunga occhiata - Sei terribilmente sexy. Decisamente il tipo per cui potrei perdere la testa.

"A quello posso provvedere io in seguito" pensò Airachnid "Al momento però mi basta che tu la perda a livello metaforico e mi faccia uscire da qui. Potrei anche dargli corda e fargli perfino credere di essere poco meno inesperta di Arcee proprio perché 'inconsueta', se servisse a far sentire più al sicuro questo idiota arrogante".

Presa la decisione di agire così, Airachnid ostentò un'espressione tale che Specter non poté far altro se non interpretarla, all'apparenza, in un solo modo.

- Non dirmi che non te l’ha mai detto nessuno. Andiamo, non ci credo.

Airachnid rimase in silenzio per qualche attimo.

- Ho sentito grida di terrore e di dolore, certi apprezzamenti sinceri sono nuovi - mormorò poi -Tu sei il primo a non avere paura...

"E neanche mi interessa sentirne, di apprezzamenti sinceri, ma tant'è" pensò.

- Che branco di stupidi animali, eh? Peggio per loro, che non si sono resi conto di avere un tesoro come te tra le mani… sei diversa da tutte le altre, e questa diversità spaventa gli sciocchi con cui fino ad ora hai tentato di mescolarti. Ma tranquilla, ora le cose cambieranno… io vedo il tuo vero valore, mia bella Airachnid. E saprò apprezzarlo.

"Apprezza pure finché puoi. Sì, mi sembra già abbastanza convinto che io abbia ceduto come Arcee" pensò lei.

Non riuscì a evitare di prununciarne il nome. - Arcee…

Quella faccenda continuava a bruciarle non poco. Probabilmente avrebbe continuato per un pezzo.

- Arcee? chi è Arcee? Ah già, quella che ho usato come svuota cavo. Lei non è niente - la baciò ancora - Se tu quella che ho sempre voluto da quando quello stupido di Prime mi ha portato in questa stanza mostrandoti come un oggetto da esposizione. Condizione poco appropriata per te.

- Me la pagheranno - disse Airachnid, stavolta del tutto sincera.

“E questa è l'unica volta in cui è stata onesta” pensò Spectrus, mentre dava inizio alla connessione con Airachnid “Voleva farmi credere che avrebbe collaborato per poi fregarmi! Mi ha preso per un idiota senza capire che lei, se possibile, è stata ancora più cretina della sua cara Arcee. Ho fatto bene a nominarla. Sapendo qualcosa dei loro trascorsi ho immaginato che avrebbe potuto destabilizzarla al punto da non lasciare che si accorgesse che ho capito il suo giochetto. Non mi sto nemmeno impegnando!... va bene lo stesso" concluse "Anche se sarebbe stato ancora meglio se fosse finita a pendere dalle mie labbra come tutte le altre”.

Era così. A Spectrus bastava un appiglio, uno qualunque, un’espressione sul viso, una parola rivelatrice ed ecco che lui colpiva. In un attimo infrangeva ogni difesa, scacciava ogni paura, faceva sparire ogni diffidenza.
Ogni donna con cui aveva fatto quel giochetto in poco tempo aveva iniziato a pendere dalle sue labbra, poco importava chi fosse. C’era sempre qualcosa a cui aggrapparsi. C’era sempre un punto debole da trovare.
A quel punto quelle sciagurate credevano ad ogni parola che diceva. Lo ritenevano perfetto, in ogni cosa. Diceva loro quel che volevano sentire da lui, dava loro sicurezza, le faceva sentire forti. Poi di solito, dopo essere comparso nella loro vita come una malattia devastante, scompariva lasciandole con una triste dipendenza da lui.

- Io voglio andare via di qui - sussurrò Airachnid ai suoi recettori uditivi - Tu non sei… non sei come loro! Non stare con loro, vieni via anche tu!

"Sul fatto che non sono come loro hai sicuramente ragione" pensò Specter.

- Questo è quel che voglio fare. Detesto questi idioti e i loro metodi... ce ne andremo, Airachnid, promesso. - sussurrò lui di rimando, per poi baciarla.

“Il bello è che mi crede. Crede davvero che ci sia cascato” Specter era quasi divertito.

Non sapeva perché non facesse altro che mentire, non era molto in grado di spiegarselo e non ci provava nemmeno sul serio. Sapeva solo che gli piaceva e che si sentiva bene quando vedeva gli altri abboccare alle sue bugie: era una cosa che lo faceva sentire forte, quasi un dio!

- Ma che dia… cosa sta succedendo qui?!

Era Ratchet. Il suo arrivo fu una sorpresa sgradevole per Spectrus, che ci faceva sveglio a quell’ora?
Ma forse non era tardi per rimediare.
Si staccò Airachnid di dosso, incurante della sua espressione sconvolta nello scoprire di aver fallito, la sollevò e la sbatté via con un pugno.

- Avresti fatto meglio a restartene dov’eri, insetto schifoso! - rapidamente si voltò verso Ratchet - Chi è che dovrebbe occuparsi della manutenzione di quella vasca di stasi?! È stata una fortuna che io, attirato da un rumore, sia passato di qua! Altrimenti questo scarafaggio sarebbe fuggito con tutte le reliquie!

In quel momento sopraggiunse anche Optimus Prime, attirato (veramente) dal rumore. - Cosa sta succedendo?!

- Airachnid si è liberata e io la stavo sistemando quando è arrivato Ratchet - disse freddamente Spectrus.

Airachnid, a terra, aveva ancora l’espressione sorpresa di quando se l’era staccata di dosso. Anzi peggio: era sorpresa, arrabbiata, quella di chi si stava insultando mentalmente nei peggiori modi.
Lui era un bugiardo, un bastardo, ma lei quella volta aveva agito da completa imbecille: aver pensato veramente che lui potesse essere caduto nella sua tela con così poco non era da lei, era stata imprudente, lo era diventata quando quel maledetto le aveva parlato di Arcee. L'aveva letta come un libro aperto, si era lasciata leggere come tale e lui ovviamente se n'era approfittato
. Era già debole dopo tutto quel tempo in stasi, e lui l’aveva picchiata, l'aveva stancata, gli Autobots l’avrebbero ributtata nella vasca!…

Optimus guardò prima lui, poi lei. C’era qualcosa che non andava, ne era convinto.

- Ma che succede? - questa volta ad arrivare fu Arcee - Airachnid! - esclamò, tirando fuori le lame.

“Ma...” la guardò meglio “Perché ha quell’espressione?”

Senza che nessuno potesse prevederlo, con un ringhio di rabbia e disperazione Airachnid si lanciò verso l’uscita, fracassò la porta che le stava davanti afferrando l’Immobilizzatore, il Guanto della polarità e L’Armatura del comando per poi iniziare a scavare un tunnel che la portasse fuori di lì, lontano da loro, incurante del dolore alle zampe.

Aveva bisogno di aiuto, quindi non aveva scelta: doveva tornare alla Nemesis. Per quel motivo aveva preso le reliquie, c’erano più possibilità di essere riaccolta se tornava con un regalo, per quanto consegnare al Lord dei Decepticon quegli oggetti le scocciasse abbastanza.

Nessuno degli Autobots fece in tempo a fermarla, e Ratchet guardò Spectrus con occhi torvi.

- Tu non me la racconti giusta. “Attirato da un rumore”!

- I tuoi non so, ma i miei recettori uditivi vanno, e se non fossi arrivato tu ad interrompere la lotta a quest’ora Airachnid non sarebbe più un problema - affermò gelidamente il mech.

- A me non era sembrata una lotta.

- Ah davvero? E cos'era, secondo la tua modesta opinione?

- Io sono sicuro solo di una cosa - li interruppe Prime - Airachnid sembrava molto sorpresa, e Airachnid non è una che…

- Ovvio che fosse sorpresa, l’ho beccata in pieno mentre cercava di fare danni. Ma d’altra parte - li squadrò entrambi - Mi date la colpa solo perché in passato ho fatto una stupidaggine, e poco importa se l'altro nuovo venuto per poco non uccide uno dei nostri, quello va benissimo.

Optimus cercò di mantenere la calma. - Ho rimproverato Smokescreen per quel che ha fatto. Lo sai.

- Io sono stato accusato, non rimproverato: è diverso - replicò Spectrus andandosene via senza aggiungere altro.

Optimus Prime sospirò e guardò Arcee.

- Tu che mi dici? Vorrei sentire la tua opinione, anche se temo possa essere un po’... di parte.

Arcee ebbe un sobbalzo, Optimus sapeva?
Sembrava di sì e, non avrebbe potuto giurarci, ma sembrava anche triste.

- Anche a me in effetti Airachnid è sembrata strana. Però perché avrebbe dovuto essere andata diversamente da come ha detto Spectrus? Insomma… perché avrebbe dovuto mentire?

Perché?

Perché era un bugiardo.

Perché gli piaceva esserlo.

Ma purtroppo questo Arcee non lo sapeva…


***



Spectra era una che non aveva problemi a lavorare finché c’era da farlo, altro motivo per cui a Soundwave piaceva parecchio.

Come l’ex gladiatore aveva auspicato, la ragazza era veramente abile. Si domandò chi fosse stato ad insegnarle ma si rispose da solo subito dopo: di certo era stato quel fratello che Scricciolo aveva nominato spesso, il fratello che probabilmente era morto o che comunque non si sapeva che fine avesse fatto.

Doveva ricordarsi di chiederle qualcosa in più su di lui, anche se non gli importava granché. Era Spectra a contare, non suo fratello. Ma poi perché mettersi a chiedere altro? In fondo lei lo il motivo per cui erano venuti lì aveva detto subito: “Tra le altre cose, abbiamo saputo che qui c’era dell’energon”. Non era improbabile.
In ogni caso, doveva ammettere con se stesso che un altro motivo per cui voleva evitare ulteriori indagini era il timore di vedersi rovinare l’immagine di principessa che aveva di Spectra, per quanto dubitasse fortemente di poter trovare qualcosa che riuscisse a farlo.

Lei piaceva a tutti, Knock Out a parte. Piaceva perfino a Megatron, il che era tutto dire! Anche se…

Il giorno dopo il colloquio che aveva avuto con Spectra, il suo vecchio amico gli era sembrato un po’inquieto. Aveva detto che, per quanto la prima impressione su di lei fosse stata pienamente confermata, forse avrebbero dovuto stare attenti.

“Ha un effetto strano sulle persone. Ha un ‘qualcosa’ che spinge a comportarsi diversamente dal solito” aveva detto. Come se Soundwave non se ne fosse già accorto da un pezzo “ Non mi fraintendere. Mi piace, anche secondo me è davvero l’innocenza fatta persona. Mi ha detto che non sono del tutto cattivo, ti rendi conto?” per la prima volta dopo millenni aveva visto Megatron completamente allibito “Ma il suo modo di essere potrebbe ritorcersi contro di noi. Direi di stare in guardia”.

Soundwave però non immaginava in quale modo la totale trasparenza di Spectra avrebbe potuto ritorcersi contro di loro, se si escludeva quel che stava succedendo a lui sul piano personale, condannato ad amare qualcuno di irraggiungibile che non era affatto intenzionato ad allontanare.

In quel momento lei si stava occupando della manutenzione di Laserbeak, di cui Soundwave si era sempre occupato personalmente non fidandosi di lasciarla fare a nessun altro. Con lei però era tutto diverso.

Spectra aveva cambiato il mondo di Soundwave da così a così, e lo aveva fatto senza nemmeno rendersene conto. Continuava a pensare di fargli compassione!

La giovane cybertroniana trovava il lavoro di manutenzione piuttosto rilassante. Alzando un attimo gli occhi per osservare il suo “principe” notò che stava tirando fuori da uno scomparto una specie di memoria esterna.

- Che cos’è? - gli chiese subito, incuriosita.

Per la prima volta Soundwave sembrò esitare nel darle una risposta, ma d’altra parte doveva aspettarsi che gliel’avrebbe chiesto. Se avesse voluto mantenere la cosa segreta avrebbe potuto tirare fuori la memoria esterna in un altro momento.

Le fece cenno di avvicinarsi mentre collegava la memoria esterna ad un computer. Per poco non gli venne un colpo quando lei gli si mise in braccio come aveva fatto con Megatron, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo!
E probabilmente lo era.
Per lei.

“E adesso che faccio?” pensò Soundwave.

Farle cenno di scendere? No! Rimetterla a terra? Nemmeno per idea. E poi, era o no quel che voleva? Certo, questo magari avrebbe alimentato i suoi sogni impossibili e…

All'Unicron.

- Ti do fastidio?

Lui scosse la testa, invitandola a guardare le immagini sullo schermo. In quella memoria esterna Soundwave aveva messo tutti i filmati, le registrazioni, le immagini, le informazioni che aveva raccolto da poco prima della caduta di Cybertron in poi. Una miniera d’oro, anzi di diamanti, per ogni spia. Lì dentro c’era tutta la parte più importante della sua vita e anche di parecchie vite altrui. C’erano anche le parti decodificate del database di Iacon, le posizioni delle armate Decepticon aggiornate automaticamente ogni quarto d’ora, le posizioni dei giacimenti di energon, tutto quanto.

Certamente quella memoria esterna non era l’unico posto in cui erano presenti tutti i dati, non era stupido, ogni file presente lì dentro aveva una copia nascosta altrove. Però era anche l’archivio completo di Soundwave.

- Quindi tu tieni tutto lì? Non è un po’rischioso?

L’ex gladiatore scollegò la memoria dal computer e la rimise a posto. Per come la pensava non c’era posto più sicuro per una cosa che costantemente attaccata a sé stesso.

In quel momento notò che Spectra aveva l’aria un po’stanca. Già, adesso che ci pensava, quanto era che non andava in ricarica? Probabilmente era da diverso tempo, perché finché lui era stato sveglio a lavorare senza sosta anche lei lo aveva fatto.

"Quanto devo essere stupido? Lei ha avuto da poco un incidente, e io ho lasciato che si sforzasse così!" pensò.

- Che hai? - gli chiese lei con un sorriso, vedendolo un po’agitato.

Lui le espresse il suo pensiero, e Spectra minimizzò con un cenno della mano.

- Tranquillo, io sto bene. Quante volte devo dirtelo che non devi preoccuparti per me? E devo rendermi utile, l’hai sentito Lord Megatron. Quindi finché tu lavori io lavoro - fece spallucce - Non mi pesa.

Non pesava mai niente, a lei.
Che aveva fatto per meritarsi la compagnia di una persona simile?

Ad ogni modo, se le cose stavano così, decise di andare anche lui in ricarica. Male non gli avrebbe fatto, e comunque aveva finito. Nell’andare verso la cuccetta però, seguito dalla ragazza, si accorse che c’era un problema: di cuccette ce n’era una, e loro erano due.

“Non posso farla dormire sul pavimento” pensò.

Le fece cenno di accomodarsi.

- E tu?

Soundwave fece spallucce ed indicò il pavimento.

Spectra scosse la testa. - Nossignore. Tu sul pavimento non ci vai, questo è il tuo letto, non il mio. Semmai sul pavimento ci vado io.

Stavolta fu Soundwave a scuotere la testa.

Lei assunse un’aria pensosa, per poi guardarlo e fargli un sorriso timido. - In alternativa… dato che io sono piccolina penso che lì sopra ci stiamo entrambi. Se non ti disturbo.

“Dormire con lei. Io e lei sulla stessa cuccetta fu il solo pensiero che Soundwave riuscì a formulare.

Già aveva trovato un po’… non sapeva spiegarlo… un po’ “così” tenerla in braccio, figuriamoci dormirci insieme!

Non era la prima femme con cui gli era capitato di dormire, per non parlare del resto: i gladiatori piacevano parecchio alle ricche signore annoiate, ma lì la questione era diversa. Spectra era diversa!
Sembrava proprio che il destino stesse giocando con lui, mettendogliela sempre più vicina e lasciandogliela lontana anni luce allo stesso tempo.

Quel che non poteva immaginare era che Spectra stava pensando esattamente la stessa cosa, per quanto dormire con lui non la sconvolgesse granché, un po’perché da quando avevano lasciato Cybertron aveva dormito spesso con Spectrus, e non solo con lui considerate le volte in cui era stata in missione, un po’ perché anche sapendo che Soundwave non provava nulla per lei (così credeva!) si sarebbe sentita più che al sicuro dormendogli accanto.

Alla fine Soundwave annuì, accettando la sua proposta, ed entrambi si misero sulla cuccetta.

- Buonanotte - disse la ragazza, andando in ricarica quasi subito, alla faccia del “non essere stanca”.

Vedendo questo, Soundwave scosse la testa e, sotto il visore, sorrise.

Come previsto, era talmente piccola che occupava pochissimo posto, ma a Soundwave non avrebbe impicciato nemmeno se fosse stata grande come lui. Si mise a riflettere, non essendo ancora pronto ad andare in ricarica. Rifletté su quanto velocemente la vita di qualcuno potesse cambiare, rifletté su Spectra in generale. Poi ricordò quel che le aveva sentito dire ai due insecticons, ad un certo punto…

“Devo ancora dare il primo bacio, io…”

Quasi quasi… lei dormiva, non se ne sarebbe accorta. Forse quella era una delle poche occasioni che aveva, perché da sveglia non avrebbe mai e poi mai voluto dargliene uno, o così pensava. Poi decise di lasciar perdere, anche quello sarebbe stato un altro modo di alimentare la sua illusione.

All’improvviso però si sentì abbracciare.

Stando attentissimo a non svegliarla e a non muoverla troppo diede un’occhiata ai valori di Spectra. Era ancora in ricarica, quindi lo aveva fatto senza rendersene conto.

Se prima voleva andare in ricarica, adesso era impossibile. Gli occhi viola sotto il visore rifiutavano categoricamente di chiudersi!

“Ho la vaga idea che anche stanotte si dorma la prossima” pensò.

Osservò la femme addormentata, pensando che così se possibile sembrava ancora più dolce.

Sì: tutto sommato quel bacio poteva pure darglielo.

Si tolse il visore pensando di stare facendo una stupidaggine, ma evidentemente aveva proprio voglia di autodistruggersi, e forse ne valeva la pena.

Il bacio fu delicatissimo, lei non lo sentì neppure, come da piano. Con un sospiro il mech si impose di ricaricarsi. Basta voli pindarici, basta pensare a qualsiasi cosa, basta tutto…

Una comunicazione in entrata. Proprio adesso?!

Il rumore svegliò anche Spectra, che aprì gli occhi sorridendo ancora più del solito. Non sapeva per quanto fosse stata in ricarica, ma aveva fatto un sogno bellissimo, col suo principe che le dava un bacio.

- Che cosa… quanto abbiamo dormito? - sbatté gli occhi. Poi notò una cosa fondamentale - Ma allora tu ce l’hai un viso!

Soundwave sgranò gli occhi. Non si era rimesso il visore! Che scemo!
Dopo qualche attimo però decise di lasciar stare. Ormai era andata, non era un segreto, e poi le aveva rivelato dove teneva il suo archivio di informazioni, quello al confronto era ben poca cosa. Solo che senza il visore si sentiva ancora più scoperto e vulnerabile.

Le fece un sorriso un po’incerto.

- Perché lo copri? Non hai un brutto viso. Anzi! - disse Spectra, con la consueta totale sincerità che portò anche lei a sorridere imbarazzata, temendo di aver detto troppo.

L’avviso continuava a risuonare nella stanza, spezzando l’idillio. Soundwave si costrinse a guardare.

“Una richiesta di soccorso da parte di… Airachnid?!” si stupì.

In male.
Lui la detestava, e quando era sparita aveva sperato che fosse stata terminata.

- Chi è?

Soundwave le mostrò un’immagine di Airachnid, nonché il filmato di quando lei aveva tentato di prendere il potere. Riteneva fosse meglio che Spectra capisse subito con chi avrebbero avuto a che fare. A quanto pareva la vedova nera aveva in mano tre reliquie. Il modo migliore per farsi riprendere da Megatron. Mossa sensata.

Comunicò subito la cosa a Lord Megatron mentre andava da lui, insieme a Spectra, nella sala riunioni. Quando arrivarono il leader dei Decepticon era già lì.

- Airachnid vorrebbe tornare qui dopo tutto quel che ha fatto - borbottò Megatron - Come osa pensarlo?

- Magari è pentita - suggerì Spectra - Le vuole anche dare tre reliquie.

“Magari è pentita…” Megatron alzò gli occhi al cielo “Spectra è la solita. Un momento: com’è che Soundwave ha tolto il visore?!” si stupì, notandolo solo in quel momento.

- Soundwave, mi stupisci. Niente visore?

Se l’era dimenticato un’altra volta! Si sentì picchettare al braccio sinistro. Spectra gli tese il visore.

- Ci ho pensato io.

“Per fortuna che esisti” avrebbe voluto dirle, ma si limitò a sorriderle e a rimettersi il visore.

- Quindi che si fa? - disse Dreadwing, arrivato in quel momento, a cui Megatron aveva comunicato la novità.

- Se ha chiesto aiuto vuol dire che sta male, non possiamo lasciarla lì - disse Spectra.

- Questa è una decisione che dovremmo prendere io, Dreadwing e Soundwave, Spectra - disse Megatron, un po’in tono di rimprovero.

- Lo so, io non voglio decidere al posto vostro. Penso solo che un’altra chance la meritino tutti, indipendentemente da quel che hanno fatto - fece spallucce - Tutto qui. Forse è pentita davvero. Io ho sempre pensato che in fondo in tutti, nessuno escluso, ci sia del buono. Magari vale anche per Airachnid.

I tre Decepticon si guardarono, pensando che magari Spectra diceva così perché non conosceva bene il soggetto, salvo concludere che invece l’avrebbe detto anche se l’avesse conosciuta. Stava di fatto che quel discorso, "Una seconda chance a tutti, indipendentemente da quel che avevano fatto", e che "In fondo, in tutti c’era del buono" aveva colpito un po' sia Megatron, che con Spectra aveva ammesso di aver fatto cose orribili, che Soundwave, che non si sentiva “degno” perché di cose brutte ne aveva fatte anche lui.

Ma se Spectra la pensava così allora Soundwave, forse, poteva sperare; così come Megatron poteva sperare che magari, un giorno, una seconda chance l’avrebbe avuta anche lui. Quanto a Dreadwing, rimase semplicemente senza parole, chiedendosi chi fosse quella femme per dire cose simili e crederci pure.

- Va bene. Soundwave, apri il Ponte - ordinò Megatron, tornando ad avere un’aria quasi normale - Io comunque terrei le armi pronte a essere utilizzate, non si sa mai.

Sia Soundwave che Dreadwing annuirono, lui si mise a sedere ed osservò Spectra a lungo. Ci aveva visto giusto, era da temere eccome, soprattutto perché iniziava ad accorgersi che probabilmente non sarebbe riuscito ad alzare un dito su di lei nemmeno volendo.
Optimus gli si era messo contro, affermando di combattere per la pace. Gli faceva guerra, predicando la pace. Aveva convinto diversa gente e gli aveva creato diversi grattacapi ma, dopo millenni di guerra, Megatron sapeva più o meno come gestirlo.
Spectra invece non “predicava” niente. Non cercava di convincere nessuno a seguire i suoi stessi ideali, era sé stessa e basta, con la sua purezza, con la sua onestà, col suo essere... Spectra.

Il Ponte si aprì, ed Airachnid ne uscì fuori poco dopo.

- Ti trovo in forma, Airachnid - non poté fare a meno di ghignare Megatron vedendola arrivare traballante e sfrigolante, ma con le tre reliquie promesse in mano.

- E io La trovo divertente come sempre, Lord Megatron - replicò la vedova nera.

Non era proprio in vena di battute, voleva semplicemente farsi riparare e poi starsene in pace. In quel modo magari sarebbe riuscita a farsi una ragione del fatto di essersi lasciata ingannare come una bimba ingenua, di aver lasciato aperto uno spiraglio al proprio nemico.

- Dovrebbe essere riparata subito. Lord Megatron, posso occuparmene io? Penso di esserne in grado.

"E questa chi è?" si domandò Airachnid.

Era una femme ed era piccolina, però era adulta, probabilmente non da molto. Notò anche l’andatura zoppicante. Strano che l’avessero fatta restare nella Nemesis.

- Già, non vi conoscete. Airachnid, questa è Spectra. Attualmente è l’assistente di Soundwave ma ha dimostrato di essere anche un buon medico…

"L’assistente di Soundwave?! Ma se l’assistente principale di Soundwave è Laserbeak e non si fida a far lavorare con lui nessun altro! Questa poi!" si stupì la vedona nera.

- Posso? - Spectra guardò Megatron, e anche Soundwave, con aria supplicante - Ha bisogno di aiuto…

Soundwave fece un cenno seccato ad Airachnid così che gli desse le reliquie. Il ragno velenoso eseguì, guardandolo con odio. Non gli aveva ancora perdonato di essere stata battuta e schiacciata sotto il suo piede tempo addietro.

- Ritieniti fortunata, Airachnid, sono di buon umore e potrai approfittare della mia misericordia - ringhiò Megatron - Ma sei avvertita: un solo errore e ti terminerò.

Riluttante, Airachnid si inchinò. - Sì, Lord Megatron.

- Perché ringhia così? - intervenne Spectra - cioè, Airachnid non ha danni ai recettori uditivi. Penso che avrebbe capito anche se Le avesse parlato normalmente…

Un’altra delle uscite di Spectra, che nonostante tutto non vedeva motivo per cui Airachnid dovesse essere trattata tanto male.

- Non le hai detto cos'ha fatto? - fece Megatron a Soundwave, il quale annuì.

Dreadwing fece un mezzo sospiro. - Era prevedibile…

Airachnid non ci stava capendo più niente. Spectra sembrava avere il permesso di parlare liberamente, e per di più loro sembravano accettare quel che diceva ed anche il modo in cui lo faceva!

- Andate in infermeria - Megatron non replicò alle parole della ragazza, congedando entrambe con un cenno della mano.

Quando Spectra iniziò a camminare, Soundwave la seguì.

- No, tu torna pure a dormire. Niente insecticons in giro…

Soundwave indicò Airachnid con un gesto quasi stizzito. Avrebbe potuto farle del male, non si rendeva conto?

- Ridotta così non potrebbe farmi niente nemmeno volendo. Penso che al momento voglia solo essere riparata. Fidati - gli sorrise - appena finito torno a dormire anche io, va bene?

Esitante, alla fine Soundwave annuì.

Spectra ed Airachnid camminarono verso l’infermeria, che per fortuna non era lontana.

- Se serve aiuto per camminare dimmelo - disse Spectra.

- Tu che offri aiuto per camminare a me! Questa è buona - sibilò Airachnid. Dopo quel che era successo era ancora meno gentile del solito, il che era tutto dire.

La ragazza fece spallucce. - Io ci ho provato.

Arrivate in infermeria Spectra si mise subito al lavoro, svolgendo tutte le operazioni che servivano con mano ferma e delicata. Airachnid iniziava quasi a rilassarsi un po’.

- Che hai?

- Mh? - la domanda della piccola femme le arrivò del tutto inaspettata.

- Sembri arrabbiata e un po'triste.

Gli altri Decepticon non avevano perso tempo a guardarla bene, Spectra sì.

- Zitta e lavora - sbottò il ragno.

- Guarda che parlarne aiuta.

Non era proprio giornata. Letta come un libro, e non da una, ma da due persone! Pessimo. - Non credo siano fatti tuoi.

Quel tono. Quello sguardo.
Spectra aveva visto quell’espressione e altre simili molte, moltissime volte.

- C'entra un mech? - ebbe l’ardire di chiederle.

Al che Airachnid esplose.

- Quel bastardo arrogante! - gridò con rabbia - Mi ha dato un'occhiata e ha trovato subito il modo di raggirarmi, mi ha detto una cosa che... che... ed è riuscito a farmi credere di esserci cascato, credevo di essere riuscita a convincerlo di aver ceduto davvero, invece sono stata io a cadere nella sua trappola!

Nel bel mezzo del suo sfogo si interruppe.
L’aveva fatto davvero?

- Di’ una parola a qualcuno e sei morta - sibilò a Spectra.

- Non dirò nulla a nessuno, tranquilla - la rassicurò, con un sorriso luminoso che fece irritare moltissimo Airachnid.

- C’è qualcosa di divertente, secondo te?!

- No. Mi dispiace molto per quel che ti è successo - ribatté, del tutto sincera.

Poi abbassò la testa e si rimise al lavoro senza dire una parola, continuando a sorridere. Aveva appena avuto la conferma che Spectrus era vivo!...certo, avrebbe voluto venirlo a sapere in un altro modo invece che attraverso una femme ingannata, ma almeno ora aveva la certezza che il suo fratellone stava bene. Talmente bene da ricominciare a fare danni con tutte le femme che gli capitavano a tiro.

Aveva riconosciuto subito l’espressione sul viso di Airachnid, ovvio: aveva visto quella e anche di peggio sulle donne che suo fratello aveva piantato quando erano venute a cercarlo a casa (inutilmente, essendo lui quasi sempre via) ed avevano trovato lei che, mentre le Spectrus le frequentava, aveva l’ordine di non farsi vedere da nessuna ragazza che portava in casa; ma di solito quando tornavano a cercarlo dopo che le aveva lasciate erano tutte talmente distrutte che quando le consolava non le chiedevano nemmeno chi era, come si chiamasse e cosa ci facesse lì.

“Sapevo che Spectrus era vivo, lo sapevo!”

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


TSB6

- Hai conosciuto anche tu la nuova arrivata.

- L’avrei uccisa appena l’ho incontrata, se avessi potuto.

Knock Out ed Airachnid, che fino a quel momento non avevano avuto un gran rapporto, sembravano aver trovato qualcosa in comune: la malsopportazione verso Spectra.
Ad Airachnid in particolare, piuttosto brava a portare rancore, bruciava ancora quel che era accaduto poco tempo prima, essersi sfogata in quel modo con una perfetta sconosciuta che aveva pure osato sorridere le bruciava quasi altrettanto e adesso, mentre si stava facendo controllare dal medico Decepticon, tutto stava venendo a galla. Magari buona parte di esso però non era davvero verso Spectra, quanto piuttosto verso Spectrus, ma le due cose si mescolavano tra loro.

- E io ci ho provato sul serio, ma a prenderle sono stato io.

- Te le sei fatte suonare da quel moscerino? - lo derise Airachnid - Patetico. Già è tanto che riesca a stare in piedi!

- Le ho prese dal muto che protegge l’invalida - ringhiò Knock Out - Si sono proprio trovati, quei due. Da quando è qui, chiunque si sia avvicinato a Spectra con brutte intenzioni è stato pestato e/o terminato da Soundwave.

- Il nostro tecnico senza Scintilla si è preso una cotta per la piccola storpia?

“Piccola storpia”, ormai Airachnid aveva preso a definirla così. Poco le era importato che fosse stata Spectra a ripararla, e non le sarebbe importato nemmeno se avesse saputo per certo che era stato solo e soltanto grazie a lei se era stata riaccolta nella Nemesis. Spectra non se n’era resa conto ma Megatron e gli altri erano arrivati a quella decisione più che altro perché influenzati da lei; in caso contrario forse avrebbero fatto entrare Airachnid nella nave, ma una volta prese le reliquie l’avrebbero immediatamente terminata.

- Ovvio che se l’è presa, se ne sono accorti tutti - confermò Knock Out - Eccetto l’interessata, s'intende - rise malignamente - La quale a sua volta è cotta persa di lui.

Era una cosa così palese, ormai, che anche i muri a momenti se n’erano accorti: Soundwave era sempre attaccato a Spectra, un po’per proteggerla e un po’ semplicemente perché la voleva accanto a sé, mentre Spectra non solo accettava quella silenziosa e costante presenza, ma sembrava anche esserne felice.

- Nessuno dei due si fa avanti ma non c’è da stupirsi considerati i soggetti - proseguì Knock Out - la cosa è anche irritante. Non c’è tempo per le smancerie, pensavo che Soundwave lo sapesse. Ma la cosa che mi fa più rabbia è che questa faccenda sembra stare bene a tutti, Megatron incluso. Le lascia dire tutto quello che vuole… quelle sue stupidaggini, “C’è del buono in tutti”! ma per piacere!

Airachnid rise senza allegria. - Spectra non durerà granché qui dentro, soprattutto se diamo una mano al destino.

Knock Out ghignò, improvvisamente interessato. - Vuoi farla fuori, eh? Ci speravo. Bisogna solo decidere come e quando. Di certo Soundwave deve essere lontano, altrimenti... che dire, si è già visto come va a finire se combatti contro di lui.

- Se hai qualche problema, Knock Out, della piccola storpia puoi pure occuparti da solo - sbottò la vedova nera.

Poco dopo nella stanza entrò proprio Spectra, naturalmente accompagnata da Soundwave.

- Ho saputo che sei venuta a farti controllare… c’è qualche problema? - Spectra era sinceramente preoccupata per le condizioni di Airachnid, anche perché immaginava che a ridurla in quel modo fosse stato proprio suo fratello, quindi si sentiva in colpa nonostante non c’entrasse assolutamente niente.

- Il fatto è che chi non è un dottore dovrebbe stare fermo - disse seccamente Knock Out - Perché poi i dottori veri devono riparare a tutti i disastri, e tu non fai altro che combinarne!

Bugia. L’unico “disastro”, tra l'altro accidentale, era stato inciampare e graffiargli la corazza tempo prima. Le riparazioni apportate ad Airachnid erano state perfette, come mostrava benissimo lo schermo lì accanto, che Soundwave indicò.

- Quello non va - borbottò Knock Out.

“No, è a te che non va il cervello, altro che il computer” pensò Soundwave.

- Quello…va - ripeté Soundwave con la voce di Knock Out - cervello…- indicò il medico - …non va.

- Come osi?! - si irritò subito Knock Out - Se mai è a te che non va il cervello, dato che stai sempre attaccato a questa maledettissima…- si interruppe appena in tempo, memore del pestaggio - … all'Unicron!

- Dillo pure Knock Out, è quello che è: una piccola storpia - concluse Airachnid, guardando Spectra dritto negli occhi - Che a lei e al suo caro protettore piaccia oppure no.

- Ti faccio notare che l’unico e solo motivo per cui sei stata riaccolta qui è lei - Dreadwing era sopraggiunto appena in tempo per sentire le malignità di Airachnid, e decise di intervenire - quindi al posto tuo la ringrazierei, invece di insultarla.

- L'ho descritta, non l'ho insultata. Quindi adesso è lei che prende le decisioni? Fantastico - disse il ragno con una smorfia - Cos'ha fatto per riuscire a convincervi? Anche se un’idea che l’avrei - sogghignò malignamente guardando Soundwave e Dreadwing - Strano che non l’abbiate disintegrata nella foga della connessione, non vi facevo così delicati.

Soundwave stava per lasciarsi andare all’impulso di strapparle le zampe una per una, quando anche Spectra si decise ad intervenire nel discorso.

- No no, niente connessioni. Riguardo a quello io… tu le hai mai lette le favole? - e rieccoci con le favole! Airachnid non ci stava capendo granché, l’unico pensiero era “Questa è una malata mentale” - La principessa ama solo un uomo per tutta la vita, quindi ho sempre pensato che sarebbe bello fare quella cosa… la connessione, solo quando troverò quello giusto - affermò con estremo candore, pensando però “O quando quello giusto troverà me. Se mai lo farà” riferito naturalmente al suo principe.

Soundwave non capiva dove volesse andare a parare con quel discorso. Sapeva solo che avrebbe voluto essere lui quello giusto, e non per un semplice fatto di connessione. Ma era difficile. Che doveva fare? Sperare? Oppure lasciar perdere, come aveva deciso di fare all’inizio?

- Forse dovrò aspettare di più - continuò la ragazza - Ma una volta che avrò trovato l’uomo della mia vita potrò essere sicura che non mi prenderà in giro e non mi abbandonerà, che non mi sarò donata a qualcuno che non lo meritava e che non avrò mai nulla di cui pentirmi.

La vedova nera dapprima la fissò con gli occhi sgranati, poi scoppiò a ridere. - Tu non hai problemi solo alla gramba, li hai anche al processore, e grandi. Mai sentite tante assurdità in una volta sola. Per fortuna qui ho finito - disse, alzandosi - Me ne vado prima di finire contagiata dalla stessa cosa che ti ha resa così stupida e sta facendo lo stesso a quasi tutti quelli che sono qui dentro.

Così fece, senza che nessuno avesse tempo di ribattere: si era defilata in fretta, essendo poco desiderosa di doversi far riparare di nuovo.

- Non ha tutti i torti - Knock Out osservò l’uscita - Certe cose funzionano gusto nelle favole, Spectra, nella realtà sono solo indice di stupidità. “L’uomo della sua vita”… ma sentitela! - sbottò con disprezzo - Se vuoi connetterti fallo e non rompere i solenoidi con le favole e i matrimoni!

- Tu puoi pensare quel che vuoi, ma io in quel che ho detto ci credo - replicò la ragazza, sentendosi prendere e sollevare da un tentacolo per essere portata via - Comunque sono contenta di sapere che Airachnid sta bene.

- Talmente bene da tirare fuori il suo caratteraccio - commentò Dreadwing mentre usciva insieme a lei e Soundwave.

- Non giudicarla così male, poverina, ultimamente deve aver passato dei brutti momenti, hai visto com’era ridotta - la difese Spectra, evitando di fare parola riguardo all’inganno di suo fratello; non tanto per le minacce di morte di Airachnid quanto piuttosto per sensibilità verso di lei. Con quel che era capitato, perché di qualsiasi inganno si fosse trattato doveva essere stato sicuramente spiacevole per lei, ci sarebbero mancate solo le prese in giro.

Dreadwing fece un sospiro gigantesco e Soundwave, se non avesse fatto voto di silenzio, avrebbe fatto lo stesso.

- Allora eri seria quando dicevi che secondo te c’è del buono in tutti.

- Pensavi di no?

Soundwave quel dubbio non l’aveva nemmeno avuto.

- Tu dici così ma purtroppo quella che viviamo non è una bella realtà. Per ogni persona buona ce ne sono tre cattive che vogliono saltarle alla gola. Spero che non ti accada mai nulla che cambi la tua natura, Spectra- l’augurio del comandante in seconda dei Decepticon era del tutto sincero - Sarebbe un peccato, ma sta’in guardia.

- Ti ci metti anche tu? - sorrise lei - Anche Soundwave non fa altro che dirmelo. Cioè… farmelo capire, veramente.

“Dovrò ricordarmi di chiedergli come mai non parla” pensò Spectra “Non che questo cambi niente. è il mio principe silenzioso...anzi, un principe silenzioso e basta. Non è mio”.

Dreadwing si allontanò, lasciando che si dirigessero alla loro postazione.

Soundwave condivideva pienamente quel che aveva detto Dreadwing, augurandosi anche lui la stessa cosa. Spectra? Cambiare? Non doveva accadere ed era un altro motivo per difenderla. Non conosceva praticamente niente del suo passato,ma doveva aver sempre vissuto in una totale pace ed essere stata cresciuta in un posto in cui l’amore e l’affetto regnavano sovrani per essere venuta su in quel modo. Avrebbe dovuto parlarle anche di questo, prima o poi.

Ciò che Soundwave non poteva minimamente immaginare era che invece Spectra era cresciuta in tutt’altro contesto: segregata perché invalida da un fratello che a un certo punto l’avrebbe uccisa se non gli avesse fatto comodo lasciarla in vita e che le mentiva quando diceva di volerle bene, cosa di cui lei purtroppo o per fortuna non si rendeva conto, consapevole di quel che i Decepticon avevano fatto a lei e alla sua famiglia (pur non conoscendo il nome dell’unico vero colpevole, Starscream) il quale peraltro aveva agito di testa sua nel trucidare una famiglia alleata segretamente alla propria fazione.
Quel che aveva reso un mostro Spectrus aveva reso lei una persona "luminosa", in qualche modo. Non sembrava possibile che dopo tutto questo credesse ancora nell’amore e nella bontà delle persone, ma evidentemente Primus aveva voluto che così fosse, come aveva voluto quell’incidente nello Spazio ed aveva voluto che a salvarla fosse Soundwave.

E proprio il tecnico in quel momento intercettò il segnale di un radiofaro di Iacon. Anzi…due!

***

- Abbiamo il segnale di due radiofari di Iacon, Optimus - lo informò Ratchet, e con lui anche il resto degli Autobots, tutti presenti.

Anzi: quasi tutti.

- Serve la squadra al completo - Optimus si interruppe - Dov’è Arcee?

- E Specter dov’è? - si domandò Bulkhead guardandosi attorno.

Prime a quel punto fece un paio di ovvi collegamenti: di certo erano a connettersi da qualche parte.
Solitamente erano discreti, di certo per volere di Arcee perché ad uno come Spectrus sarebbe andato bene anche farlo davanti a tutti, ma sparivano piuttosto spesso.

Anche Ratchet ebbe lo stesso pensiero. - Domande idiote, no? Chiaramente sono insieme a…

- Tranquillo, dottorino, sono qua. Sbaglio o avverto appena una punta di invidia nel tuo gracchiare? - con estrema nonchalance Spectrus entrò nella stanza, incurante delle occhiate di tutti.

- Arcee dov’è? - Optimus Prime mantenne la calma.

Era costretto, era il capo e doveva restare freddo e lucido, ma se fosse stato per lui avrebbe rimesso a posto quell’arrogante una volta per tutte (non con le parole), tanto più che adesso Specter stava con Arcee, e Prime a riguardo temeva il peggio.
Aveva ancora in mente l’espressione di Airachnid, e Ratchet gli aveva più volte ribadito che quando aveva visto Spectrus e la vedova nera insieme all’inizio tutto gli era sembrato meno che una lotta.

- Si sta dando una sistemata ma ti avverto, è un po’provata. Divertirsi così tanto stanca, e Arcee si sta rivelando una a cui divertirsi piace molto. Tanto meglio per me e per lei, ovviamente.

Gli prudevano le mani anche solo per come stava parlando di lei. Detto in quel modo sembrava che Arcee fosse una ninfomane o roba del genere. - Bada a come parli. Le stai mancando di rispetto.

- U-oh…- sussurrò Wheel Jack, stranamente presente, a Bulkhead - sbaglio o c’è un po’di tensione tra Prime e Specter?

- Sì - bisbigliò di rimando il demolitore - Non ci voleva proprio con tutti i problemi che abbiamo, Smokescreen incluso. Jack dovrebbe insegnargli come ci si comporta quando si è tra gli umani ma non fanno che combinare guai.

- Questo piccolo attrito però rende la faccenda più interessante - sogghignò Wheel Jack - "Santo Prime, il dio Iaconiano"! Voglio vedere quanto reggerà. Se non sbaglio ha già dato a Specter un diretto in piena faccia, me l’hai detto tu.

- Non le manco di rispetto, dico solo le cose come stanno, se non ti piacciono perché hai problemi a parlare di sesso non è un mio problema - affermò Specter - E se è per invidia potevi pensarci prima e scopartela tu.

“Mantieni la calma Optimus. Mantieni la calma. Ci sono dei radiofari da trovare. C’è una guerra da vincere” Optimus Prime si ripeteva quelle cose come un mantra.

- Non sarebbe cambiato niente, alla fine ti avrebbe comunque mollato per stare con me, intendiamoci - continuò Spectrus - Ma magari una volta sfogate le tue pulsioni saresti stato meglio di come sei messo ora, a rosicare come un castoro nella valle del legno.

La reazione a quelle parole fu immediata, ma non da parte di Optimus. Bumblebee, Bulkhead, Smokescreen e Ratchet erano stufi di quel presuntuoso che parlava in quel modo della loro compagna al loro comandante, e gli saltarono addosso tutti e quattro nello stesso momento… col risultato che Specter ebbe fortuna e fece in tempo a scansarsi, e quattro potenti pugni colpirono Optimus Prime in simultanea!

Wheel Jack dal canto suo cercava disperatamente di non ridere. Si rendeva conto che la situazione stava diventando drammatica ma tra quell’uscita del castoro e l’incidente!...

- Che sta succedendo? - Arcee arrivò giusto in tempo per vedere Optimus sepolto sotto gli altri quattro Autobots e Spectrus lì vicino a guardarli. Sul gelido volto del mech c’era addirittura la parvenza di un’espressione divertita.

- Niente, Arcee, è solo che con due radiofari di Iacon da accaparrarci il nostro beneamato leader e quasi tutto il resto della squadra si sono messi a litigare perché non gli piacciono i castori.

“Castori? E che c’entrano i castori?!” si chiese allibita la guerriera Autobot.

- Poveri sciocchi immaturi, eh?

- Sei tu ad essere un grandissimo TESTA DI…-

Bulkhead venne trattenuto da Optimus.

- Buono, Bulkhead. Abbiamo due radiofari da trovare e abbiamo perso già abbastanza tempo. Arcee, tu sei pronta?

Prime si augurò che Specter, pur essendo lo stronzo freddo ed arrogante che era, non le avrebbe fatto del male. Era meglio per lui che non lo facesse, altrimenti sarebbe stata la volta buona che avrebbe perso il controllo una volta per tutte, comandante o meno.

- Sissignore.

- Ratchet, tu starai alla base pronto ad aprire il Ponte in caso dovesse servire. Io, Smokescreen, Bulkhead ed Arcee penseremo a quella reliquia - ne indicò la posizione sul quadrante - Bumblebee, Wheel Jack e Specter, voi invece penserete all’altra.

- Se dobbiamo lavorare separati allora un bacio prima d’andare è obbligatorio - commentò Spectrus saltando addosso ad Arcee ed attaccandosi alle sue labbra in un modo tale da far pensare a molti che si sarebbero connessi lì sul posto, con estremo imbarazzo da parte della donna Autobot che non era il tipo da grandi effusioni, tantomeno in pubblico e davanti al suo capo.

Disgustato, Ratchet aprì il Ponte. - Specter, Wheel Jack e Bumblebee, muovetevi.

“Se Optimus Prime fosse stato davvero un castoro a quest’ora l’avrebbe consumata tutta, la valle del legno” pensò Spectrus mentre si staccava da Arcee con un sonoro schiocco. 

Stava scoprendo che provocare Prime gli piaceva quasi quanto mentire.

- Non stancarti troppo, Arcee, ti voglio bella carica per stanotte - le disse, e dopo averle dato una sonora pacca sul sedere si congedò, correndo nel Ponte seguito dagli altri due.

Poche volte in tutta la propria vita Arcee si era sentita così piena di vergogna. Si era quasi sentita trattata come un oggetto. Un trofeo da sbandierare a tutti, nulla di più. Già tutto quel che stava succedendo tra lei e Spectrus era assurdo e insensato, anche se fino a quel momento Spectrus aveva più o meno mostrato di avere intenzioni serie. Si ricordava ancora come l’aveva guardata dopo la sua prima volta, quel che le aveva detto, che la sua Scintilla la riconosceva, però le sue azioni di poco prima non erano state fatte né per amore né per passione. L’aveva fatto semplicemente per provocare qualcuno, e quel qualcuno, a giudicare dalla faccia che aveva fatto, era Optimus Prime.

- Sembrate piuttosto uniti - si sforzò di commentare il leader degli Autobots.

Arcee abbassò la testa e non rispose. Proprio non sapeva cosa pensare, ed era stupita che ad Optimus sembrasse importare. L’aveva avuta lì finora e non aveva mai mostrato molto interesse, se si escludeva quella volta in Antartide, ma si erano tenuti per mano e poi più nulla, non avevano nemmeno parlato di quel che era successo.

"Meglio concentrarsi sulla missione" si disse mentre entrava con gli altri nel Ponte.

***

Quel radiofaro si stava rivelando qualcosa che Megatron fino a quel momento aveva solo sognato.

- Credo sia nientemeno che la leggendaria Star Saber! - accarezzò l’elsa della spada, l’unica cosa che i vehicons minatori erano riusciti a portare alla luce con i loro scavi.

- Sarebbe bello ma se così fosse c’è un problema, perché se la leggenda è vera il potere di Star Saber funziona solo con i Prime…

- Di’ un po’, ma tu le leggende e le favole le sai tutte?

- Tutte no, ma ne ho lette tante Lord Megatron! - disse Spectra con un sorriso.

Megatron non capiva come avesse fatto a lasciarsi convincere a portarla con sé. Per carità, era di gran compagnia, però non sarebbe stata molto utile in caso di attacco. Contava di sbrigare quella faccenda in fretta, tra le altre cose anche perché non pensava che a Soundwave sarebbe piaciuto sapere che aveva portato Spectra con sé quando lui invece, avendo ritenuto opportuno occuparsi personalmente del recupero dell’altra reliquia, l’aveva lasciata a malincuore nella Nemesis in modo da proteggerla. Infatti Dreadwing era rimasto nella nave, e per come si erano messe le cose Soundwave era sicuro che con il vice accanto nessuno avrebbe toccato il suo Scricciolo.

Peccato che poi, una volta che lui era andato via e Megatron stava per partire, Spectra si fosse messa in mezzo.

“ mi porta con Lei? Non ho mai visto i vehicons minatori al lavoro!…. Lei lo sa che non do noia a nessuno, quindi non intralcerò i lavori! Starò buona, promesso. Promesso- promesso”.

Lui aveva provato a dirle di no, sul serio. Ma alla fine chi era stato ad averla vinta? Lei!

- Devi avere avuto parecchio tempo libero.

- Abbastanza - mormorò la ragazza.

- Piuttosto, ho sentito dire che prendi molto seriamente… alcune cose… che da tempo per molti hanno perso valore - buttò lì Megatron - Un solo uomo per tutta la vita - si concesse un breve sorriso - Non è la regola, è più un'eccezione, ma tra mia madre e mio padre è andata proprio così. Si sono trovati, innamorati e non si sono lasciati più.

- Ha visto che a volte va proprio come nelle favole? - esultò Spectra, alla quale quella storia diede ulteriore conferma del fatto che quel che pensava a riguardo fosse giusto.

Megatron non replicò, tornando alla consueta inquietudine nascosta verso di lei. Doveva tenere sempre bene a mente quel che aveva capito di Spectra e che capiva meglio ogni giorno: a modo suo era pericolosa. Anche averlo convinto a farsi portare laggiù era una dimostrazione della veridicità della sua teoria.

La giovane cybertroniana si mise a sedere su un sasso, iniziando a guardarsi intorno. Notò quasi subito un movimento strano poco lontano da dove i vehicons minatori stavano scavando, e riuscì a vedere quattro robot che si nascondevano precipitosamente.

- Mi sa che laggiù c’è qualcuno - disse.

- Dove? - le chiese subito Lord Megatron, e lei gli indicò il punto.

- Ha messo di guardia qualcuno laggiù? - gli chiese Spectra.

Megatron scosse la testa, preparando il cannone sul suo braccio a fare fuoco. - No. Hai visto quanti sono?

- Quattro. Tutti nascosti lì. Non so se si siano accorti che li ho visti però.

Lui annuì. Che invece non avesse fatto male a portarla con sé? Preso com’era da Star Saber, senza Spectra probabilmente non si sarebbe accorto di niente.

Fece cenno ad alcuni soldati di seguirlo, mentre si allontanava in sordina. - Tu resta qui e non ti muovere.

“Se le succedesse qualcosa dovrei iniziare a preoccuparmi anche di Soundwave, non solo di Airachnid, Starscream e Prime” pensò fuggevolmente.

Intanto i quattro Autobots stavano rapidamente analizzando la situazione. La domanda principale però era: “Chi è quella”?

- Può essere che ci abbia visti? - disse Bulkhead.

- No, macchè - ribatté Smokescreen - I cybertroniani non adulti non hanno capacità visive come le nostre.

- Non è una protoforma - Arcee fece capolino dal nascondiglio per osservare Spectra - Si tratta di una femme adulta, ed è solo poco più bassa di me. Un momento… Megatron non c’è più!

- Infatti sono qua.

A quelle parole i vehicons che Megatron aveva portato con sé iniziarono a fare fuoco, mentre lui si avventava direttamente su Prime dando inizio alla consueta lotta senza quartiere.

- Con Star Saber al mio fianco non hai speranze, Prime! Troverò il modo di utilizzarla e allora sarà la tua fine!

- Mai, Megatron!

Insomma, un bel disastro...
Da cui la giovane Specter si era totalmente estraniata nel momento in cui una farfalla spuntata da chissà dove aveva avuto l’idea di volarle davanti.

- Che cos’è? Sembra quasi una delle nostre cyberfarfalle...

Naturalmente aveva subito cercato di andarle più vicino per vederla meglio, ma la farfalla aveva continuato imperterrita il suo volo.

- No aspetta! Non andare!

A quel punto Spectra si era alzata ed era andata zoppicando dietro alla farfalla, che la stava portando lontano dal luogo in cui i vehicons stavano scavando e Megatron stava combattendo, il tutto senza che la ragazza se ne accorgesse.

- Vuoi fermarti? - domandò alla farfalla, che stava volando dentro una gola piuttosto stretta - Non voglio farti del male, voglio solo vederti meglio!

All’improvviso sentì un movimento alle proprie spalle che la fece voltare.

- Ti sei accorta della mia presenza… peggio per te. Se non mi avessi vista saresti morta senza nemmeno accorgertene.

Airachnid era stata dietro a Spectra e Megatron per tutto il tempo, pensando che quella fosse l’occasione perfetta per farla fuori. Non avrebbe potuto farlo se fosse rimasta nella Nemesis, quindi era stato un bene che la “piccola storpia” fosse voluta uscire.

- Perché? Se non mi fossi voltata mi sarebbe caduto un masso in testa? - Spectra diede un’occhiata alle pareti rocciose - Non mi sembra che ci sia il rischio di un crollo.

“Non capisco se c’è o ci fa!” pensò Airachnid, piuttosto irritata, avvicinandosi a Spectra. - Non c’entra niente la parete!

- Allora perché sarei morta senza accorgermene?

La ragazza non capiva proprio cosa avesse voluto dire Airachnid. Quella donna era un po’strana, e forse essendo già strana di suo la brutta esperienza con Spectrus le aveva causato qualche scompenso mentale.

- Perché ti avrei uccisa io, razza di scema! - sibilò la vedova nera.

Spectra la guardò con aria interrogativa. - Perché? Non ti ho fatto niente.

Airachnid sentiva di essere sull’orlo di una crisi di nervi. Le aveva detto di stare per terminarla e quella non solo non era spaventata, ma le chiedeva pure perché!

- Perché sei un inutile impiccio, tra le altre cose.

- Soundwave e Lord Megatron non la pensano così - replicò tranquillamente Spectra.

- Lord Megatron ultimamente si è rimbecillito e Soundwave non fa testo - disse Airachnid - Stai per essere terminata. Avendomi vista sarà doloroso. Quindi scegli, piccola storpia, vuoi morire senza nemmeno provare a lottare oppure vuoi provare a darmi quei tuoi famosi “due ceffoni”? - il ragno si fece una grassa risata - Due ceffoni…solo per questo meriti di essere terminata - si mise in posizione da combattimento, pur rimanendo sempre in forma robotica, e vide che Spectra la osservava con aria tristissima.

- Perché vuoi per forza che vada così? Io contro di te non ho nulla - ora lo sguardo della femme era quasi supplicante - Non costringermi a darti due ceffoni a modo mio, non mi piace, io non voglio fare del male a nessuno!

- Tu "non vuoi fare del male a nessuno"? Non potresti nemmeno volendo - Airachnid fece un sorriso sadico e si leccò le labbra pregustandosi il massacro - Peggio per te. Addio, piccola storpia!

Dandosi lo slancio in pochi istanti fu davanti a lei, ma quando andò a colpirla con le zampe trovò solo il vuoto, mentre sentì un dolore terribile propagarsi dal collegamento tra busto e gambe in tutto il corpo.

Spectra aveva tirato fuori la sua unica arma, le lame nelle braccia. - Mi dispiace, mi dispiace tanto!

Le lame vennero tirate fuori ed infilate con un movimento sveltissimo nelle braccia della vedova nera, ancora troppo sconvolta per reagire. Spectra con la gamba sana si aggrappò al collo di Airachnid, sedendosi sulle sue spalle e conficcando le lame nel suo corpo per la terza volta, colpendo un punto preciso che le avrebbe impedito di utilizzare anche la forma ragno. Avendola riparata sapeva benissimo dove colpire.

Airachnid era stata battuta in pochi secondi, impossibilitata a camminare, senza la possibilità di usare ragnatele, laser e veleno e senza forma ragno!

Ebbene, quelli erano i famosi “due ceffoni alla maniera degli Specter Bros’ ”. Suo fratello li aveva sempre definiti in quel modo, “due ceffoni”, e due ceffoni erano rimasti. Per ridurre i rischi di perdere sua sorella fiché gli era utile, Spectrus aveva dovuto cercare di insegnarglieli e lei, adattando le tecniche alla sua condizione, aveva imparato.
Era semplice: si trattava di restare fermi aspettando che l’avversario colpisse, aggrapparsi ad esso per muoversi, attaccare direttamente i suoi punti nevralgici senza perdere tempo anche approfittando dell’effetto sorpresa. Non l'aveva usata spesso ma sembrava funzionare benissimo.

Spectra scivolò giù dalla schiena della vedova nera, la quale crollò a terra sdraiata e boccheggiante. Ancora non poteva crederci!

- Te l’avevo detto che non volevo farti del male. Perché mi hai costretta? - disse Spectra con gli occhi lucidi.

Airachnid la guardava ancora attonita. - Non è possibile…tu sei solo un’invalida! Non posso essermi fatta battere da un’invalida!

- Se chiami i soccorsi riprenderai a stare bene, non ho colpito punti vitali, io non uccido. Già solo quel che ho fatto adesso è una cosa che è contro natura per me - disse - Per favore, non mi costringere a farlo di nuovo in futuro.

Di nuovo, Spectra era totalmente sincera. Non avrebbe mai, mai voluto arrivare a questo, le era costato moltissimo. Lei non faceva del male alle persone, voleva fare sempre e solo del bene, se si trovava costretta a dare quei "due ceffoni a modo suo" faceva quasi più male a lei darli di quanto agli altri ne facesse prenderli.

Airachnid pensò che sapendo questo magari Megatron, e anche Soundwave, avrebbero cambiato idea su Spectra. Ma la domanda era: le avrebbero creduto o avrebbero pensato che fosse tutta una montatura per tentare di danneggiare Spectra?
La vedova nera temette proprio che sarebbe andata come diceva la seconda opzione. Chi mai le avrebbe dato retta se lei stessa stentava ancora a crederci?

Vide Spectra osservare qualcosa in un punto non troppo lontano, vide tornarle il sorriso. - Mi hai aspettata?

Airachnid si voltò.

La farfalla che Spectra stava inseguendo era ancora lì.

Proprio in quel momento l’animale riprese a volare e Spectra ad andarle dietro.

La giovane si voltò un’ultima volta. - Chiamali subito i soccorsi però, mi raccomando… e perdonami, se puoi.

Detto questo se ne andò.
Continuò per un bel pezzo ad andare dietro alla farfalla, incurante del fatto che non sapeva più dove fosse finita. Se ne accorse solo quando si rese conto che non c’era più il sole in alto nel cielo, ma la luna!

“Com’è che prima c’era il sole e adesso?... Ma quanto tempo è passato? Sarà meglio che avverta qualcuno alla Nemesis, almeno sapranno che sto bene” pensò.

Tuttavia, per quanti tentativi facesse di contattare la Nemesis, non ci riusciva. C’era qualcosa in quell’area che generava delle interferenze tali da impedire qualsiasi comunicazione, qualcosa che non era ancora stato trovato dai radar. Qualcosa che però avrebbe interessato molto sia Autobots che Decepticon.

- Io non capisco…- mormorò la ragazza.

La farfalla si posò sul terreno e non si mosse quando Spectra le si fece più vicina.

- Qui? - si chinò, toccando il terreno, e solo allora la farfalla si spostò.

Spectra si mise a scavare, curiosa di sapere…

- Questa che cos’è? - si chiese poco dopo, tirando fuori dal terreno nientemeno che una Chiave Omega! Se solo lo avesse saputo!

Incuriosita, Spectra si mise ad esaminare l’oggetto. Non capiva cosa fosse ma le piaceva moltissimo, quindi decise di tenerselo, anche perché se la farfalla gliel’aveva fatto trovare doveva pur esserci una ragione.

Che le frequenze della Chiave disturbassero e mutassero l’ecosistema circostante? Forse.

- Volevi farmi trovare questo?

Forse era insensato parlare con una farfalla ma a Spectra non sembrava importare, e quando l’animale riprese a volare anche l’idea di contattare qualcuno le uscì del tutto di mente, anche perché i tentativi precedenti erano stati del tutto inutili. Seguendola fino a quel momento aveva trovato quella cosa, quindi chissà cos’altro avrebbe scoperto se avesse continuato l’inseguimento!

E così continuò, e continuò…


***

L’astronave dove al momento dimorava Starscream era anch’essa in un terreno montuoso, tutto uguale, così piatto e grigio da sembrare quasi finto. L’unico punto che si differenziava dagli altri era una minuscola valle verde nascosta nella quale scorreva un piccolo fiume con accanto una mimosa gigantesca.

Ogni tanto Starscream andava lì, quando sentiva il bisogno di pensare, e l’incontro con Spectrus lo stava facendo pensare parecchio.
La verità era che il seeker argentato aveva ancora più paura di prima. Non aveva un alleato che fosse uno, tutti erano contro di lui ed era certo che Specter gli avrebbe dato la caccia. Proprio a lui tutte le sfortune!

Camminando arrivò alla valle, pregustandosi un momento di pace…

- Volevi portarmi qui?...

Starscream sentendo una voce estranea si nascose, lasciando fuori solo la testa per vedere chi fosse ad avere invaso il suo posto segreto.

Quando la vide rimase letteralmente di sasso: era una cybertroniana. Una femme adulta, seppur di piccola statura, che stava seguendo una farfalla.

“Ho le allucinazioni?” si chiese il seeker.

La femme arrivò fino alla mimosa (Starscream notò che zoppicava ma non ci fece troppo caso) e si chinò a toccare l’acqua.

- Che bel posto! - la sentì dire con aria estatica.

Guadandola meglio vide che non aveva simboli addosso, infatti tutto sembrava fuorché una guerriera. Che fosse una neutrale? Forse. Comunque sembrava del tutto innocua.
Femme. Innocua. Giovane e carina. Da quanto tempo non ne vedeva una così? Una vita.

Con passo felpato, Starscream raggiunse la mimosa e ne staccò diversi rami. Non aveva nulla di meglio da offrirle ma magari sarebbe andato bene lo stesso. Certo, avrebbe pure potuto prendersela e basta (in altri luoghi e altri tempi, con certe femme Autobot, era successo) ma… no, suvvia. Aveva un’aria talmente innocente che probabilmente era ancora intatta e lui non era un mostro, anche se lei magari riconoscendolo avrebbe potuto spaventarsi. Tutti sapevano chi era il grande Starscream.

- Ah-ehm…

La femmina si voltò verso di lui con espressione stupita, per poi sorridergli dolcemente. - Ciao! - si alzò e gli si avvicinò zoppicando - Tu chi sei? Ti sei perso anche tu?

Invece no, sembrava non saperlo. - No. Vivo qui vicino. Davvero non sai chi sono?

Lei scosse la testa.

- Io sono il potente Starscream! - si presentò il seeker, facendo la voce grossa e gonfiando il petto, cosa che parve divertirla - Che hai da ridere?

- Niente, Starscream. È che sei simpatico! - disse - Adesso ho capito chi sei. Io invece mi chiamo Spectra.

- Va bene, Spectra - fece un leggero inchino e le porse i rami di mimosa - Per te.

- Grazie…- Spectra li prese, stupita.

Le aveva fatto un regalo, proprio come facevano i principi con le principesse! Naturalmente lei di principi veri e propri ne aveva nella Scintilla solo uno e così sarebbe sempre stato.
Però i sensori ottici erano fatti per guardare, e ai suoi quel seeker argentato che l’aveva fatta ridere risultava piuttosto carino.

Se avesse saputo che aveva davanti lo sterminatore della sua famiglia, nonché quello che l’aveva azzoppata a vita, forse non le sarebbe sembrato così carino.

- Quindi ti sei persa…

- Inseguivo la farfalla - raccontò la ragazza - E non mi sono accorta di essere finita lontano da dove Lord Megatron ed io eravamo…

Starscream la guardò con gli occhi sbarrati. Conosceva Megatron?! Era con lui?

- Tu e Lord Megatron.

- Sì! Volevo vedere i minatori scavare e alla fine l’ho convinto a portarmi con lui, anche se Soundwave forse avrebbe voluto che restassi con Dreadwing. Ha sempre paura che mi accada qualcosa - fece spallucce sorridendo ingenuamente - Lui è fatto così. Mi ha trovata quando sono arrivata quaggiù, mi ha salvata e da allora mi è sempre stato vicino. Mi ha salvata, poi ha picchiato Knock Out, poverino… poi ha terminato due insecticons...

D’accordo. Se le cose stavano così quella lì non era una femme comune, magari gli sarebbe tornata utile. - Quindi tu e gli altri Decepticon siete piuttosto… "legati"?

- Mi trovo bene nella Nemesis - disse semplicemente Spectra - Già, devo dirgli dove sono e che sto bene!

- Ehm, non puoi. Qui i comunicatori non vanno - la bloccò Starscream - E poi se arrivassero qui sapendo che sei sparita penserebbero che a rapirti sia stato io e non penso che la prenderebbero bene - si mise in ginocchio facendole gli occhioni - Tu non vuoi che mi picchino vero? Ti ho regalato i fiori…

A quella scena Spectra rise di nuovo. - No! Ma se non li chiamo allora io dove vado?

- Vieni con me - disse il seeker dopo qualche esitazione - Quando sarà il momento tornerai alla Nemesis. Io non ti farò niente - alzò le mani - Giuro! E dai - si mise a mani giunte - Sii buona!

- Nella Nemesis non dicono bene nemmeno di te ma magari esagerano anche stavolta - sorrise la ragazza - Fai troppo ridere!

- Quindi?

- Va bene, mi hai convinta. Però spero che potrò tornare lassù presto perché c’è il mio principe. Lui non sa di esserlo... ma non importa - sospirò - Andiamo?

“Io vorrei sapere da dove è spuntata. Non sembra nemmeno vera” pensò il seeker - Andiamo. Ah... pensi di farcela a starmi dietro?

Spectra annuì, sorridendo un po’meno, e lo seguì.

Possibile che Starscream non avesse fatto un minimo di collegamento, sentendo il nome e vedendola zoppicare?

Evidentemente no.

***

- Non pensavo che fossi tanto stupido da venire quaggiù da solo!

Dissotterrata una strana reliquia di cui non capiva ancora la natura (altra Chiave Omega) Soundwave evitò per un soffio un calcio che, se l’avesse preso, forse gli avrebbe fracassato la testa.

Rapidamente si spostò di lato e si allontanò, così da poter vedere meglio il suo aggressore.

“ Specter”.

Lo riconobbe immediatamente, si ricordava ancora benissimo di quel possente mech che si era rivelato una spia Autobot, tanto abile da arrivare ad essere un ufficiale Decepticon di alto grado. I metodi di Spectrus lo avevano decisamente aiutato nell’impresa, peccato che avesse mandato tutto al diavolo appena aveva posato gli occhi su quel traditore di Starscream. Non che la cosa lo avesse stupito, una volta capito chi era.

"Pensare che se non fosse stato per quel deficiente che si era dimenticato degli accordi di Megatron con Spector Specter, ora Spectrus sarebbe stato un Decepticon!" pensò.

Per inseguire i propri pensieri fu quasi colpito dalla spada di Wheel Jack.

"Evidentemente il fallimento di qualche tempo fa non gli è bastato".

Poco dopo evitò anche un calcio di Bumblebee.

"Tre contro uno, non è un problema".

Lui non falliva mai e non avrebbe fallito nemmeno quella volta. Per di più voleva tornare nella Nemesis al più presto, c’era Scricciolo che lo aspettava!

Si abbassò ed il nuovo calcio di Bumblebee finì dritto in faccia a Spectrus, che non la prese bene.

- Guarda dove calci! - sibilò, afferrando Bumblebee e sbattendolo per errore addosso a Wheel Jack.

- E tu guarda dove lanci la gente! - esclamò il suddetto, tirando un pugno a Spectrus e colpendo invece Bumblebee che si era appena rialzato.

“Fanno tutto da soli” pensò Soundwave, con la faccia sotto il visore vagamente attonita. Guardò la reliquia che aveva ancora in mano “A questo punto nemmeno a perderci tempo, vado a vedere come procede da Megatron” pensò, volando via.

- Ehi, ma quello se n’è andato con la reliquia! - urlò Wheel Jack.

- Colpa vostra che saltate addosso a me, invece che a lui - disse subito Spectrus - Bravi, complimenti!

Bumblebee disse che comunque due ceffoni se li meritava, e Specter fece quasi un sorriso divertito.
Due ceffoni! Nemmeno fosse stato sua sorella, e comunque era certo che quelli di sua sorella eventualmente gli avrebbero fatto ben più danni di quelli di Bumblebee. Solo che Spectra sarebbe morta piuttosto che alzare le mani su di lui, come ben sapeva.

- Oh sì, me li meritavo tutti. Cos’è, anche tu rosichi come Prime? Ma falla finita - aprì il collegamento con la base - Dottorino, apri il Ponte.

- Non. Chiamarmi. Dottorino - ringhiò Ratchet - Allora, com’è andata?

- Gli altri due colpivano me invece di Soundwave, e quello se n’è andato con la reliquia. Muoviti ad aprire.

Ratchet dalla base fece una smorfia. Dubitava seriamente che fosse solo colpa degli altri e pensò che, proprio come aveva previsto, Spectrus stesse facendo più danni che altro!

- Bel lavoro, Specter.

- Perlomeno io c’ero e non stavo facendo arrugginire le chiappe nelle base. Ti muovi ad aprire o no?

Se non ci fossero stati anche Wheel Jack e Bumblebee probabilmente Ratchet l’avrebbe lasciato dov’era, ma alla fine con un sospiro nervoso aprì il Ponte Terrestre.

***

Ebbene, Prime era riuscito a mettere le mani su Star Saber. Probabilmente quello era il momento peggiore che i Decepticon si fossero mai trovati ad affrontare, pensò Megatron, ma oltre a quello c’era anche un’altra questione a preoccuparlo al momento: Spectra.

O meglio, la sua scomparsa.

- So benissimo che vi ho dato l’ordine di scavare, ma è possibile che non abbiate visto dove diavolo è andata?! - ringhiò Megatron a quei pochi vehicons minatori che, unitisi alla lotta contro gli Autobots, erano scampati.

- Nossignore! L’unica cosa che sappiamo è che stava inseguendo una cosa volante.

- Quale cosa volante?

- Una di quelle, signore - disse uno dei minatori, indicando una farfalla piuttosto simile a quella che aveva visto Spectra.

Megatron si passò una mano sul viso. E adesso chi glielo diceva, a Soundwave, che aveva perso Spectra?
Perfino Megatron si era accorto dell'interesse. Non che fosse difficile, a non rendersi conto di come stavano le cose erano solo il suo vecchio amico e Spectra stessa.

- Dreadwing, hai ricevuto qualche contatto? - chiese al suo secondo in comando, ancora nell’astronave, che faceva tutto il possibile per trovare Spectra cercandola sui radar.

- No, Lord Megatron. Di lei non c’è traccia neppure sui radar, l’unico contatto che ho ricevuto è un’altra richiesta di soccorso da parte di Airachnid, che è poco lontana dalla Sua posizione!-

Airachnid? Che ci faceva Airachnid lì vicina?

A meno che…

- Dammi la sua posizione precisa - ordinò.

Se avesse scoperto che quel ragno c’entrava qualcosa con la scomparsa di Spectra, le conseguenze sarebbero state atroci... già solo per tutti i grattacapi con Soundwave che quella faccenda gli avrebbe dato!

Una volta ricevute le coordinate volò rapidamente sul posto, trovando Airachnid malmessa come Spectra l’aveva lasciata.

- L-Lord…Megatron!

- Non mi sembrava di averti dato ordine di seguirmi in questo posto, Airachnid - disse bruscamente - Mi chiedo perché tu sia qui. Me lo chiedo soprattutto perché Spectra è misteriosamente scomparsa - le si avvicinò minacciosamente - Non è che c’entri qualcosa? Perché se così fosse…

- Mi ha ridotta lei così! - esclamò la vedova nera - Mi ha attaccata e poi ha ripreso ad inseguire quella maledetta farfalla!

Megatron la guardò sconcertato. - Come sarebbe?!

- Mi ha sentita!…è stata lei - insistette il ragno - Mi creda!

Megatron scosse la testa. - Non ci credo nemmeno se lo vedo. Come avrebbe fatto a ridurti così? è del tutto impossibile.

Si voltò allontanandosi. “è impossibile che sia stata Spectra. Però, se sa della farfalla, Airachnid deve averla vista” iniziò a formulare delle ipotesi “Magari Airachnid voleva disfarsene ma oltre a Spectra ha incontrato qualcun altro, questo qualcun altro l’ha ridotta così e si è portato via la ragazza per qualche motivo” si disse “è l’unica spiegazione. Non oso pensare a come reagirà Soundwave quando…”

Parli del diavolo e spunta la coda, eccolo lì, di ritorno dalla sua missione ed appena atterrato accanto a lui.

"Bene, ma non benissimo" pensò.

- Noto con piacere che come sempre hai avuto successo.

Soundwave gli tese la Chiave.

- Non capisco cosa sia ma va bene lo stesso - commentò Megatron, prendendola - Comunque… è successa una cosa…

- Il nostro Lord Megatron ha perso il tuo grande amore nella confusione della battaglia! - Airachnid riuscì persino a trovare la forza di ridere.
Per un attimo Soundwave si voltò verso di lei guardandola senza capire. Ma che stava dicendo? Spectra era nella Nemesis, e poi… "grande amore"? Era così evidente?!

- Più o meno è andata così - borbottò Megatron - Ha voluto seguirmi per forza e stava andando tutto bene, poi sono arrivati gli Autobots e… non c’era più. L’unica cosa che si sa è che stava inseguendo una farfalla.

Non ebbe il tempo di finire la frase che Soundwave si avventò su Airachnid. Avrebbe avuto voglia di rottamare anche Megatron per averla portata con sé ma purtroppo sapeva che era quasi impossibile dire di no a Spectra, ed era convinto che quell’insetto maledetto c’entrasse qualcosa.

- Lasciami, maledetto! Io quel che sapevo l’ho già detto a Lord Megatron!

- Ha detto che Spectra l’ha ridotta così e poi se n’è andata- Megatron sbuffò - Ridicolo.

- è la verità! - gridò la vedova nera - è andata così!

- Portiamola alla Nemesis. La obbligheremo a dirci quel che è successo davvero - disse Megatron - La ritroveremo, te lo giuro.

Soundwave dopo qualche esitazione lasciò cadere a terra Airachnid.
In testa aveva solo Spectra e il terrore che le fosse successo qualcosa di orribile; se così fosse stato non si sarebbe mai perdonato di non essere stato lì con lei, e non avrebbe mai perdonato nemmeno Megatron. Anche lui avrebbe potuto stare attento, maledizione! E poi… "a caccia di farfalle"!

In quel momento voleva solo ritrovarla ma quando avesse scoperto che stava bene (non volle pensare “se”) avrebbe infranto il voto di silenzio e avrebbe passato giorni interi a rimporverarla. Era il minimo.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


TSB7

- è andata così, stavo combattendo e poi questi due…

- Non ti azzardare a dare tutta la colpa a noi, Specter! - lo interruppe Wheel Jack con un ringhio - Anche tu avresti potuto prendere meglio la mira e colpire Soundwave con quel calcio!

- Sia come sia, quella reliquia è persa - commentò Optimus Prime - Non siete riusciti a identificarne la natura?

Spectrus scosse la testa. - Non abbiamo capito di cosa si trattasse ma secondo me non lo sapeva nemmeno Soundwave.

- Fai tanto il gradasso e poi non combini niente - lo stuzzicò Smokescreen.

- Chi è che ha quasi ammazzato un compagno di squadra qui? - Spectrus si portò la mano vicino ad un recettore uditivo sinistro - Ho proprio bisogno di sentire il nome dell’imbecille in questione. Non che anche in questa missione tu abbia fatto molto, da quel che ho capito.

Riluttante, Arcee si trovò a dover difendere il ragazzo, che effettivamente aveva fatto un buon lavoro. - Smokescreen ha combattuto bene.

L’occhiata gelida di Spectrus le fece venire i brividi.

- Davvero? Allora devo farmi due domande sulle tue capacità di giudizio. Lui - indicò Prime, incurante di come lo stava guardando, alias come se volesse spaccargli la testa all’istante per il tono che stava usando con Arcee - Ha raccontato fatti per i quali non mi sembra che Smokescreen abbia fatto chissà cosa.

- Intanto noi abbiamo portato qui Star Saber e tu niente - disse Bulkhead - Quindi perché non te ne stai zitto una buona volta, Specter?

- E perché tu non vai a farti pestare quasi a morte da un altro insecticon? Sarebbe una liberazione. Sei stato fortunato che la gamba ti sia tornata a posto - lo guardò con sufficienza - Altrimenti saresti stato totalmente inutile. C’è gente che anche da invalida può essere utilizzata ma tu non rientreresti nella categoria.

- La vuoi smettere? - alla fine Arcee sbottò, estremamente irritata - Perché devi sempre litigare con tutti?! Abbiamo già abbastanza problemi senza che…

- Sei sexy quando ti arrabbi, ma di’ un’altra parola e resterai in astinenza da connessione per un bel po’ - disse Spectrus minimizzando le parole di Arcee, e la stessa Arcee, con un gesto annoiato della mano - Non penso che tu voglia questo.

- Spectrus Specter, mi sto pentendo amaramente di averti prestato soccorso - borbottò Ratchet.

- Come se l’opinione del dottorino contasse qualcosa, certo, sicuramente. Allora, questa favolosa Star Saber… che farebbe esattamente? - chiese Specter ad Optimus Prime.

- è un’arma molto potente, il cui potere può essere attivato solo da un Prime, e… - Optimus iniziò a sentirsi strano. Le voci degli altri si stavano facendo sempre più ovattate, ed una luce intensa stava scacciando le loro immagini.

"Optimus Prime, se stai ascoltando questo messaggio significa che Cybertron è caduta, e che hai trovato Star Saber, che io stesso temendo il peggio nascosi su un pianeta alieno molto, molto tempo fa…"

Optimus aveva davanti a sé l’immagine del suo vecchio maestro, l’Archivista, Alpha Trion.

Si chiedeva spesso che fine avesse fatto, dove fosse, come stesse.

“Se sei arrivato a questo punto della tua missione, è il momento che tu venga a conoscenza del modo in cui Cybertron può tornare a nuova vita”.

- Cybertron… tornare alla vita…

“Le quattro Chiavi Omega, Optimus” davanti a Prime comparve brevemente l’immagine di una di esse “Le coordinate da decifrare sono nel database di Iacon. Raccogli quelle chiavi e portale all’Omega Lock. Quando sarai lì capirai cosa devi fare”.

Il messaggio terminò con quelle parole, e ad Optimus Prime iniziò a schiarirsi la visuale.

- Optimus…

Era Arcee quella china su di lui? E cos’era tutto quel baccano?

- …TI HO DETTO DI NON CHIAMARMI DOTTORINO!

- E dai, dottorino, non urlare, altrimenti ti ritrovi come Bumblebee. Anche se Bumblebee è messo così perché tu sei un incapace.

- Lascia in pace Bumblebee! - ringhiò Bulkhead avventandosi su Spectrus.

I loro pugni cozzando provocarono una cascata di scintille.

- Picchi duro ma… attento, schiacci Miko!

A quell’esclamazione di Spectrus il demolitore si distrasse, terrorizzato all’idea di far del male alla sua migliore amica, e Specter ne approfittò per tirargli un potente pugno allo stomaco che lo fece volare ed atterrare parecchio più in là, spaccando un paio di computer.

- Come dicevo, picchi duro, ma purtroppo per te non sei sveglio, e tu - afferrò Bumblebee appena prima di beccarsi un pugno - Non sei veloce come credi di essere - scagliò il piccolo ricognitore addosso a Ratchet - Vedi di ricordartelo!

- Optimus, stai bene? - Arcee sembrava preoccupata, sia per lui che per tutto il disastro che stava succedendo.

Mai in tutto il tempo che erano stati sulla Terra gli Autobots avevano litigato in quel modo.

- Sto bene. Non ti preoccupare per me - Prime le sorrise per poi osservare Spectrus - Se adesso cercassi di dare una calmata al tuo "amico speciale" ti disturberebbe?

Arcee guardò lui, poi guardò Spectrus che si abbassava per evitare l’assalto di Smokescreen, il quale finì dritto addosso a Wheel Jack che lo prese immediatamente a pugni credendo che avesse voluto attaccare lui. Ratchet invece riuscì ad attaccare Spectrus, ottenendo di rimando un calcio allo stomaco che lo fece piegare in due e un gran pugno in testa tanto forte da farlo svenire.

- No. Quando è troppo è troppo.

Optimus annuì, si alzò e con uno scatto felino assestò un bel pugno in faccia a Spectrus, il secondo della serie, divise a forza Smokescreen e Wheel Jack e con un’occhiataccia sistemò anche Bulkhead e Bumblebee che stavano per buttarsi nella rissa.

- Non è il momento per litigare. Noi Autobots dobbiamo rimanere uniti, saltarsi addosso così non è il modo migliore per farlo.

- Per l’appunto, volete finirla di litigare si o no? - Spectrus massaggiandosi il volto si rialzò - E tu piantala con questi diretti a sorpresa.

- Taci. La causa di tutti questi litigi sei proprio tu - Prime gli si avvicinò - Prima che tu arrivassi non succedevano cose come questa. Ti consiglierei di smetterla perché ti stai avvicinando al limite.

Optimus faceva proprio paura, tanto che non voleva una mosca.

- Se supero il limite cos’è che succede? - ebbe il fegato di chiedergli Specter.

- Augurati di non scoprirlo mai.

- Se pensi di farmi paura guarda che questo non è il verso, ci vuole ben altro con me - replicò Spectrus, serissimo, e dicendo per una volta la pura verità. Optimus Prime, per cui perfino Megatron provava una sana inquietudine e anche qualcosa di più ora che aveva Star Saber, non faceva nessunissimo effetto al maggiore dei due Specter.

- Farti paura non è il mio scopo. Questo è un semplice avvertimento.

- Dirti cosa me ne faccio dei tuoi avvertimenti sarebbe estremamente ineducato - disse il mech blu e nero con fare arrogante - E dato che qui c’è una signora non posso cadere in certe grezzate. Piuttosto mi domando cos’è successo quando facevi il bell’addormentato.

Se Optimus Prime fosse stato Megatron, Spectrus Specter sarebbe stato terminato già da un pezzo. Ma Optimus, fortunatamente per Specter, era di idee diverse sul modo in cui trattare i propri uomini.
Una cosa comunque era sicura: adesso capiva Megatron un po’di più. Se il suo avversario doveva avere a che fare con gente simile tutti i santi giorni non c’era da stupirsi che fosse diventato in quel modo.

- Star Saber conteneva un messaggio di Alpha Trion - informò tutti Prime - Specter, la reliquia che Soundwave ha preso era fatta in questo modo?

Fece uno schizzo di una Chiave Omega al computer.

Spectrus annuì. - Proprio. Cos’è?

- è una delle quattro Chiavi Omega - disse cupamente Optimus. Già una ne avevano persa, fantastico - Riunite, costituiscono la nostra ultima possibilità per ridare vita a Cybertron. Alpha Trion le nascose qui sulla Terra, e nel database di Iacon che abbiamo hackerato grazie al virus di Rafael ci sono le coordinate.

- Quindi possiamo riportare in vita Cybertron? - Ratchet si era svegliato appena in tempo per sentire le ultime novità.

- è quel che ha appena detto, dottorino. Stura i recettori uditivi.

- Specter, quale parte di “smettila” non hai capito? - Bulkhead gli si fece minacciosamente vicino.

- Non mi pare di aver detto nulla di che. Arcee - ignorando totalmente Bulkhead Spectrus si avvicinò alla guerriera e la attirò improvvisamente a sé dandole un bacio - Che ne dici se andiamo di là?

- Veramente non me la sento granché - era difficilissimo resistere a quel “qualcosa” che la attirava a Spectrus, ma non se la sentiva di dargli corda in fatto di connessioni finché avesse continuato a comportarsi in quel modo - Ma comunque possiamo stare un po’ins…

- Non avete altro da raccontarmi sulla missione?

Al rifiuto di Arcee, Specter smise di darle ogni considerazione, cosa che la portò a guardarlo ferita. Aveva capito che non era bravo a manifestare le proprie emozioni, però in quel modo sembrava che non volesse altro da lei se non connettersi. Eppure aveva detto che la sua Scintilla la riconosceva, e a volte a connessione finita continuava a coccolarla finché non si addormentava. Inoltre rimaneva ad ascoltarla attentamente quando lei gli parlava del suo passato. Quindi come stavano davvero le cose? Oh, che confusione.

- A dire il vero una cosa ci sarebbe: io non ho ancora capito chi è quella tizia che era con Megatron - disse Bulkhead con aria perplessa.

- Che tizia? - gli domandò Wheel Jack.

- L’abbiamo vista solo da lontano, era seduta su un masso accanto a Megatron - disse Smokescreen - Era piccolina, sarà stata così - indicò un’altezza che arrivava alle ginocchia di Specter - Io l’avevo addirittura scambiata per una protoforma ma Arcee ha detto che è un’adulta.

- Non l’avevo mai vista prima - intervenne la suddetta - Ma dubito fortemente che sia stata in guerra. È vero che noi femme di norma siamo costituzionalmente più piccole di voi mech ma lei era un po'più piccola anche di me. C’è da domandarsi che ci faccia con Megatron.

Negli occhi di Spectrus lampeggiò brevemente una luce di soddisfazione. Spectra era salva, quindi i piani potevano ancora essere messi in pratica! Doveva solo riuscire a contattarla e farle coraggio in modo che affrontasse bene anche la fine di quella missione. Stando con gli ufficiali di grado più alto, se avesse seguito le direttive di Spectrus, quella sarebbe stata l’ultima.
Certo, sapeva di averle chiesto molto quella volta. Non si trattava solo di riferirgli tutto quel che aveva visto e sentito, ma anche di trafugare tutti i dati che poteva. Spectra si era immediatamente rifiutata.

“Un conto è dirti tutto quel che ho sentito e visto, un altro è rubare cose a persone che mi hanno sempre trattata bene! Soprattutto considerando come…come va a finire tutte le volte. Non possono essere tutti cattivi, Spectrus! Non è possibile! Quelli da cui mi hai mandata non lo erano, erano diventati miei amici, e tu… tu li hai uccisi tutti!”

Proprio così.

Spectrus faceva uscire Spectra e la faceva “trovare per caso” al Decepticon di cui gli servivano informazioni. Immancabilmente il Decepticon in questione le si affezionava, e Spectra a lui. Però loro erano suoi amici e Spectrus era suo fratello, lei voleva bene a suo fratello, voleva rimanergli vicina. L’aveva cresciuta lui, le aveva insegnato tutto quel che sapeva, Spectra sentiva di dovergli tutto.
Quando Spectrus giudicava che fosse passato abbastanza tempo contattava sua sorella dicendole di tornare da lui. Spectra diceva di voler andare a fare un giro ed il Decepticon di turno non volendo lasciarla andare in giro da sola l’accompagnava dove Spectra doveva andare, nonostante lei insistesse dicendogli di non venire. Lo aveva fatto tutte le volte, con ogni Decepticon da cui suo fratello l’aveva mandata, perché sapeva bene quale sarebbe stato il loro destino, e ogni volta era dilaniata da quella consapevolezza.
Lo sventurato di turno veniva ucciso, mentre Spectra veniva portata via dal fratello e le sue tracce si perdevano. Così facendo la giovane femme non veniva mai collegata alle varie fughe di informazioni, gli altri Decepticon trovavano il cadavere del loro compagno e non si preoccupavano della ragazza (sempre nel caso in cui l’avessero vista. Diverse volte anche successo che il Decepticon di turno avesse deciso di tenerla tutta per sé), dando per scontato che senza protezione anche lei avesse fatto una bruttissima fine. Poi se ne dimenticavano rapidamente.

è colpa loro se la nostra famiglia è stata distrutta e il nostro pianeta lo stesso, non mi stancherò mai di dirtelo. Quindi è giusto che vengano uccisi. Non capisco perché ti rifiuti di accettare che invece SONO tutti cattivi, nessuno escluso. Fidati di quel che ti dice tuo fratello. Fai come ti ho detto. Con i dati che prenderai faremo finire questa guerra una volta per sempre, i nostri genitori saranno vendicati e avremo la vita che meritiamo”.

Spectra aveva scosso la testa e se n’era andata.

Spectrus ricordò la fugace tentazione che aveva avuto di piantarle una lama nella Scintilla e finirla lì: se la portava dietro come un fardello, che si rendesse utile, almeno!
Ma aveva resistito e a quanto pareva aveva fatto più che bene, perché casualmente era andata a finire proprio dove lui l’avrebbe spedita.

Così credeva, perché invece le cose non erano più così, e sua sorella era in tutt’altro tipo di compagnia!

- Chi se ne importa? - Spectrus si avviò verso l’uscita - Me ne vado a fare un giro, mi sono scocciato.

Il piano era veramente quello, andarsene semplicemente a fare un giro. Ma chissà come sarebbe andata a finire, quell’uscita…

- Se anche non torni va bene uguale - mugugnò Ratchet.

- E tu se anche ti spegni va bene uguale, dottorino - ribatté Specter, uscendo.

***



- Perché stai qui da solo? - chiese Spectra a Starscream - Deve essere triste.

- Macché, io sto benissimo. Tempo fa ho capito che per me è meglio camminare da solo - ribatté il seeker - Starscream, colui che non si schiera, colui che non ha padroni! - disse in tono enfatico.

Ciò la fece di nuovo ridere.

- Ridi sempre, tu - commentò il seeker.

- Non è vero che rido sempre, rido solo quando c’è qualcosa di divertente! - disse Spectra - E tu sei divertente. E anche gentile, perchè mi ospiti - si era seduta su una specie di sgabello, aveva ancora in mano i rami di mimosa - E perché mi hai fatto un regalo. Come si chiamano queste cose che mi hai dato?

- Fiori di mimosa.

- Allora grazie per i fiori di mimosa, Starscream - il sorriso della femme divenne ancora più dolce - Sei sicuro di stare bene qui da solo? Guarda che secondo me Lord Megatron ti riprenderebbe.

- Tornare agli ordini di quel…- Starscream lo insultò in modo così osceno da essere irripetibile - No. E poi… nemmeno a provarci. Mi terminerebbe subito.

- Lo giudichi un po’troppo male, non è così cattivo. Ringhia un po’, ma non significa niente, mi ha anche lasciata stare in braccio a lui una volta.

- Adesso capisco. Il vecchio si è fatto l’amante giovane - commentò il seeker, con una punta d’invidia.

- No, che dici? Mi teneva in braccio e basta, parlavamo - puntualizzò Spectra - Non sono la sua amante. Non ho mai fatto… niente… con nessuno. Mai connessa.

Proprio come aveva pensato la prima volta che l’aveva vista. Allora però come aveva fatto a far sì che Megatron si comportasse in quel modo? Starscream non lo vedeva proprio comportarsi così, tenere in braccio una femme senza farle niente e parlarle, di chissà cosa poi.

Un attimo: quel “parlare” a dire il vero gli era familiare. Anche Airachnid aveva detto che lei e Lord Megatron “parlavano”. Cos’era che intendesse veramente dire la vedova nera però era un mistero.

- Capisco. Ma... niente di niente? - ora Starscream era semplicemente curioso. Nonostante l’aria così innocente gli sembrava strano che Spectra non avesse mai fatto nulla con nessuno, era giovane e di piccola statura ma non era brutta. - Nemmeno un bacio?

Lei scosse la testa.

Starscream si stupì ancora di più. - Sul serio? Uhm… prima però hai parlato di un principe che ti aspetta.

- Ma ho anche detto che lui di essere il mio principe non lo sa - puntualizzò.

“Non so neanche io perché le sto chiedendo certe cose. Che mi importa?!” pensò Starscream “ Certo che quando le ho dato quei fiori aveva un sorriso così carino che-FRENA. Che sono queste stupidaggini?!”

- Chi è il fortunato? Me lo vuoi dire? - le domandò, per poi pensare a un'altra cosa che Spectra gli aveva detto: Soundwave che l’aveva salvata, che aveva pestato Knock Out ed aveva terminato due insecticons.

“Impossibile!” pensò il seeker. - Non sarà un certo tipo silenzioso?...

Lei fece scomparire il suo viso dietro la mimosa, dando a Starscream una muta conferma.

- è Soundwave? - fece una smorfia - Se posso darti un consiglio lascialo perdere, gli importa solo del lavoro, dei Decepticon e di Megatron. Mi stupisce che non ti abbia lasciata lì a morire ma io non mi aspetterei niente di più da uno come quello - si alzò e si mise a girare per la stanza - Non ha volto, non ha emozioni, non ha assolutamente niente da darti.

La testa di Spectra fece capolino da dietro la mimosa. - Guarda che ti sbagli, non è come dici tu - lo difese - Lui ha le emozioni e ha anche un viso: io l’ho visto.

Di nuovo, Starscream fece una faccia attonita. - Ah sì? E quando l’hai visto?

- Quando abbiamo dormito insieme la prima volta.

Il seeker sollevò un sopracciglio. Se anche avesse avuto l’idea di lasciar perdere le buona maniere e portarsela a letto che lei volesse o meno, adesso che si stavano aggiungendo più dettagli si stava rivelando del tutto impraticabile. Non poteva farle assolutamente niente. Se diceva il vero, e Starscream non dubitava che così fosse, farle del male significava farsi dare la caccia da Soundwave e Megatron fino alla terminazione, e lui aveva già abbastanza problemi con loro senza doverci aggiungere anche quello.
Ciò non toglieva però che se fosse riuscito a fare tutto con Spectra consenziente nessuno avrebbe potuto dire nulla, perché sarebbe stata anche una scelta della giovane femme.

- Quindi non ti fa specie dormire con un mech.

- No - Spectra appoggiò la mimosa sul tavolo - Sono abituata a dormire con mio fratello.

- Non mi avevi detto di avere un fratello - Starscream diede un’occhiata al computer senza badare troppo alle parole della ragazza.

- Tu non me l’hai chiesto - gli fece giustamente notare lei - Che fai? Cos’è quello? - indicò un gatto ballerino sullo schermo.

- Video degli umani. Devo ammettere che alcuni sono piuttosto stimolanti - fece un sorrisetto mettendosi a sedere e cercando altri video - Guarda questo per esemp…-

Come aveva fatto con Soundwave e Megatron, Spectra era andata in braccio anche a lui .

- Impiccio?

- No, assolutamente - le mise un braccio intorno alla vita - Avresti impicciato se avessi avuto l’enorme sedere di Airachnid, ma così…

- Ma dai! Non essere cattivo, poverina - lo rimproverò Spectra - Non è così grosso, e comunque se è fatta così non è mica colpa sua. E ultimamente non è stata molto bene…

- Così hai avuto la sfortuna di conoscerla. Male in che senso? Fisico? - si informò il seeker, cui la notizia di Airachnid in difficoltà faceva sempre piacere.

- No. Cioè, veramente sì, anche in senso fisico ma io non intendevo quello.

- Allora che intendevi? - la strinse un po’di più, ma lei non sembrò farci caso - Dai dimmelo, prometto che sto zitto.

- No. Mi ha già minacciata di morte in passato, nel caso l’avessi detto a qualcuno - disse - E poi anche se sono stata zitta ha cercato di uccidermi lo stesso e ho dovuto darle due ceffoni a modo mio - il viso di Spectra divenne triste - Se la cosa si viene a sapere verrà presa in giro, potrebbe riprovare a uccidermi e io dovrei farlo di nuovo.

- Capirai cosa sono due ceffoni! Quella brutta strega merita ben altro - commentò Starscream, non immaginando nemmeno lontanamente cosa significasse “due ceffoni a modo suo” - Dai, dimmelo - le fece di nuovo gli occhioni.

- No…

- Se ti portassi altri fiori?

- Pensi di potermi comprare con i fiori? - scosse la testa con un sorriso - No.

L’abbraccio del seeker si fece sentire di più stavolta, al punto che lei non poté più ignorarlo. Si chiese anche come mai la stesse abbracciando.

- Allora cosa vuoi in cambio di quest’informazione? - il tono di Starscream divenne arrogante quasi quanto quello di Spectrus, con la differenza che era tutto fuorché gelido, ed era semplicemente sintomo della convinzione di Starscream di essere irresistibile! - Mi hai detto che non hai mai baciato nessuno ma se si tratta di quello guarda che ti avrei baciata anche senza avere qualcosa in cambio.

“Lui vorrebbe…darmi un bacio?”

Gli occhi di Spectra, già grandi di per sé, divennero enormi per la sorpresa. Era la prima volta che qualcuno sembrava interessarsi a lei come femme! O almeno così Spectra pensava, di nuovo sbagliando.

Oltretutto se anche Starscream l’avesse baciata non sarebbe stato il primo, perché quel "sogno" che aveva fatto con Soundwave in verità era reale, e per come erano messe le cose Spectra non avrebbe voluto essere baciata da nessun altro se non lui, per quanto fosse carino Starscream.

- Non c’entra niente - mormorò abbassando il viso - Non voglio niente… è solo che mi sembrerebbe di mancare di sensibilità nei suoi confronti dicendo ad altri quel che le è successo, capisci?

- Non è che Airachnid abbia apprezzato granché la tua sensibilità.

- Il fatto che ci siano persone che non sembrano apprezzarmi non vuol dire che io debba comportarmi diversamente da come mi suggerisce la mia natura - ribatté Spectra con tranquillità - Non sarebbe giusto.

- Tsk…ne so qualcosa di gente che non apprezza - borbottò - Guarda Megatron! A parte che al suo posto dovrei esserci io… Lord Starscream! - disse con aria solenne, della quale a Spectra riuscì solo per miracolo di non ridere - Ma non gli stava mai bene niente di quel che facevo, non ha mai capito che io valgo molto più di tutti gli altri Decepticon messi insieme! Nessuno è forte e furbo come me, nessuno ha il mio stile! Ho fatto qualche errore, e allora? Ho avuto degli imprevisti, e con questo? Non è colpa mia! Ma Megatron “Tutta colpa tua Starscream! Sei inutile Starscream! Hai toccato il fondo, Starscream!” - esclamò imitando la voce ringhiante dell'ex gladiatore, talmente preso nella sua tirata da dimenticarsi per un attimo di avere Spectra ancora in braccio.

La ragazza però non tardò a farsi sentire. - Secondo me dai troppa considerazione al suo giudizio. Nel senso…per "valere" sul serio non c’è bisogno che qualcuno ti dica che è così. Perché vuoi per forza che Megatron ti apprezzi? - gli chiese - Dici di valere più di tutti i Decepticon messi insieme, ma se già lo sai perché è così importante che te lo dica lui?

Starscream avrebbe voluto ribattere qualcosa ma non trovava le parole, e quelle poche che gli venivano in mente rifiutavano di uscirgli dalla bocca.

- Non capisco nemmeno perché vuoi essere il comandante per forza, io non so come sia comandare ma non penso che sia facile. E non va d’accordo con quel che mi hai detto prima.

- C-cioè? - riuscì a chiederle il seeker.

- Se sei colui che non si schiera e stai bene da solo perché vuoi avere un esercito? Così saresti schieratissimo e non staresti da solo - gli sorrise dolcemente - Non è che sei un pochino confuso?

“Adesso sì, maledizione!” pensò Starscream. - Macché. Allora, devo farti vedere quel video, no?

- C’è un gatto anche lì?

- no. è la rivisitazione di una fiaba degli umani - bofonchiò, cercando i video di “Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti”.

- Anche gli umani hanno le fiabe?! - il viso della ragazza divenne raggiante - Che bello! A me piacciono tanto le favole!

- Non l’avrei mai immaginato - commentò Starscream ironicamente - Tu poi sembri uscita proprio da una di quelle, sembri la principessa nella torre di titanio alla sua prima uscita… ma l’hai fatta la guerra, tu?

- Mio fratello non voleva e… principessa io? - scosse la testa - Io non sono una principessa, se mai sono la schiava menomata che fa sempre una brutta fine.

- Stupidaggini. A me personalmente la tua gamba non fa specie, sei un bel bocconcino lo stesso - replicò lui.

“Carina e anche intatta. Un vero tesoro” pensò “Glielo farò passare io l’innamoramento per Soundwave. Come si fa ad innamorarsi di Soundwave? Bah”.

Se Spectra confondeva Starscream, anche il seeker argentato la stava confondendo parecchio. La sua gamba non sembrava veramente essere un problema per lui, mentre per Spectra, checché ne dicesse lei, lo era eccome.
Ma forse, come non era veramente importante il giudizio altrui per determinare il valore di qualcuno, lo stesso valeva per le menomazioni fisiche.
Forse era vero che non contava che fosse storpia o meno, e se le cose stavano così…magari avrebbe avuto qualche speranza col suo principe?
Forse stava correndo troppo. Sognando troppo.

- Lo pensi sul serio oppure fai come mio fratello? No perché lui è fatto un po’... così… con le femmes. Dice loro tante cose carine ma in realtà non gliene frega nulla.

- Lascia che te lo dica, questo fratello di cui mi parli mi sembra un tipo un po’… mh, lascia stare - disse Starscream - Dico davvero, comunque. Ah ecco il video!

“Trentasette anni or sono un incantesimo mi colpì, ed invece di parlare io canto tutto il dì”!

- "La vita è solitaria, se puoi solo cantar, e perciò in questa baracca devo star"! - mentre cantava insieme a Mr. Capra nel video, il seeker fece un gesto teatrale con cui indicò l’astronave.

Spectra rise.

- "Quando sei in montagna la vita può esser strana, e perciò la vecchia capra sta in campaaaana"! - vedendola ridere decise di fare di più, perciò la fece scendere e si mise ad imitare anche i movimenti di Mr. Capra che in quel momento faceva anche un mezzo yodel.

“qui ho corna apribottiglie, portachiavi e passpartout”…

- "Poi ho corna stile antenna, e guardo la TV"…- aveva ripescato da un mucchio di cianfrusaglie delle vecchie antenne, e se le mise un attimo a mo’di corna.

Se prima la ragazza rideva, ora moriva!

“ In campana, in campana, che la vita è solo una, se non ne hai altre di scorta stai in campana”!

- Sei troppo forte!

Starscream dapprima rise a sua volta, per poi rendersi conto di quel che aveva fatto.
Si era reso… ridicolo!

- Che hai?

- Nulla - disse rapidamente il seeker - Ho solo ripensato ad alcune cose da fare, tutto qui.

In verità Starscream aveva iniziato a capire il motivo per cui Megatron e Soundwave, dalle parole della giovane cybertroniana, si comportavano in quel modo con lei. Lui, Lord Starscream, le aveva regalato i fiori, le aveva confessato le sue frustrazioni, si era messo ad imitare una capra canterina solo per farla ridere ed erano insieme da poco. Figurarsi gli altri, che erano stati a contatto con lei per più tempo.

- Va bene. Se posso aiutarti in qualche modo dimmelo, lo faccio volentieri - si offrì lei.

- Ci penserò.

***

- Non posso credere che ti sia fatta beccare - commentò Knock Out.

Megatron gli aveva ordinato di dare un’aggiustata ad Airachnid, ma solo quella necessaria a far sì che la vedova nera fosse in grado di sostenere un interrogatorio nel migliore stile Decepticon senza morire subito. Ora, se non altro, Airachnid poteva camminare di nuovo e trasformarsi in elicottero.

- Non è colpa mia se… io non pensavo… Knock Out, quella maledetta piccola storpia in realtà non è così indifesa come vuol far credere! Li sta prendendo in giro tutti quanti!

Anche qui Airachnid si sbagliava. Spectra aveva sempre detto di sapersela cavare, e di saper dare “due ceffoni a modo suo”. Non aveva specificato cosa intendesse con quell’espressione, ma nessuno glielo aveva mai domandato!

- Sicuro. Perché non mi dici chi è stato a ridurti così, mh?

- Te l’ho detto, è stata lei! Maledizione! - si infuriò Airachnid - Tu, come gli altri, non mi credi! Soprattutto Soundwave, quel bastardo è convinto che io abbia fatto del male alla sua amata - alzò gli occhi al cielo.

- Non avrebbe tutti i torti. Volevi farla fuori, no?

- Io non c’entro nulla con la sua scomparsa, sia chiaro - disse. Poi fu colta da un’ispirazione improvvisa - Knock Out. Le dimensioni delle lame di Spectra non sono standard, vero?

- Sono molto più piccole - confermò il medico - Perché?

- Guarda i segni! Guarda i maledetti segni che mi ha lasciato! Tu l’hai riparata, le hai viste quelle dannate lame, guarda con i tuoi occhi se corrispondono o meno!

Knock Out la accontentò con aria molto scettica, misurando i segni e confrontandoli alle dimensioni delle lame di Spectra. - Io lo faccio, ma sinceramente non penso che…

La voce gli morì in gola.
Corrispondevano.

- Te l’avevo detto! - esclamò Airachnid.

- Se non fosse per l’evidenza… ma è impossibile - il medico scosse la testa - Assurdo. Come ha fatto?

- L’ho attaccata. Lei si è abbassata e ha colpito qui - gli indicò il punto - Poi approfittando dell’effetto sorpresa ha colpito le braccia e infine ha disattivato la mia forma ragno - la voce era piena di odio - La cosa divertente è che quell'idiota ha osato anche chiedermi di perdonarla.

- Adesso ti credo del tutto. Una cosa del genere è proprio da lei - Knock Out rifletté - Gli altri non ti daranno retta nonostante le prove, credo che tu lo sappia.

- Fammi fuggire. Se mi fai fuggire giuro che la troverò e la ucciderò davvero stavolta!

Knock Out sogghignò. Non ne dubitava, sapeva quanto Airachnid fosse vendicativa. Doveva solo scegliere: lasciarla fuggire fingendo di essere stato tramortito, prendere una punizione da Megatron sapendo però che la storpia sarebbe morta di sicuro o lasciar perdere?
Temeva Megatron e la punizione, non c’erano dubbi, ma quel graffio sulla corazza, il pestaggio da parte di Soundwave…
Già, chissà come Soundwave avrebbe preso la morte della sua preziosa Spectra! he dolce pensiero.
Tanto in gamba ma muto, solo come un cane e con la sua amata terminata!

- Tramortiscimi e vai. Finisci il lavoro però, o la prossima volta che ci rivedremo ti staccherò la testa.

- La terminerò lentamente e dolorosamente, non preoccuparti - disse la vedova nera con un sorriso malvagio, tramortendo Knock Out e dandosi alla fuga più in fretta che poteva muovendosi nell’ombra. Se avesse potuto trasformarsi in ragno sarebbe stato più facile…

“Pagherai anche per questo, maledetta” pensò, accorgendosi che in tutto quel tempo non aveva dedicato un solo pensiero alla sua Arcee.

"Arcee, sciocca Arcee... pagherai caro per quello di cui mi hai privata. Con chi, poi!"

Alla fine riuscì ad arrivare sul ponte della Nemesis e spiccò il volo. L’allarme partì e i Decepticon si accorsero della sua fuga, troppo tardi.

“Sciocchi” pensò, volando via ed allontanandosi dall’incrociatore più veloce che poteva riflettendo su dove potersi nascondere. Era sicurissima che tra poco Soundwave le avrebbe sguinzagliato dietro Laserbeak, e non doveva farsi trovare prima di aver portato a termine la sua missione.

Alla fine scelse di atterrare in un bosco, quello in cui tempo prima era nascosto un alveare di insecticons. I suoi piccoli schiavi… già, ora che era di nuovo libera avrebbe potuto utilizzarli di nuovo.
Si trasformò e camminò per raggiungere l’ingresso nascosto della grotta.

- I casi della vita…Arcee non ci sta, decido di fare un giro e chi trovo? La sempre splendida Airachnid.

Prima che potesse reagire fu afferrata e sbattuta contro la parete. Non era possibile, di nuovo Spectrus Specter!

- Se non mi lasci immediatamente giuro che io ti…!

- "Tu mi" cosa? - Specter le diede un’occhiata veloce, e contrariamente a Knock Out riconobbe immediatamente i segni - Non penso che tu possa fare molto. Hai l’aria di chi è riuscito a beccare “due ceffoni”…

Airachnid rimase scioccata. Quel modo di dire. Lui la conosceva? Lui sapeva?

- Come…come sai?...

- Potrei anche dirtelo considerando cos’è che ho in mente per te. Sono uscito da poco da una grotta qui sotto. Una grotta con delle belle catene, tra le altre cose, da cui non potresti fuggire nemmeno provandoci mille anni di fila - incurante delle sue proteste, dei suoi pugni, morsi e graffi, Spectrus trascinò la vedova nera nella grotta in questione, ovvero l’ex rifugio di Airachnid - L’ho trovata per caso scansionando il terreno.

- Cosa vuoi da me?! - Airachnid si divincolava con rabbia, senza successo - Non ti è bastato quello che…

Specter fece una risatina fredda.

- Parli di quel piacevole finito male in cui, mentre ci connettevamo, hai cercato di ingannarmi finendo ingannata tu stessa? No, non mi è bastato, soprattutto adesso che Arcee non collabora. E poi - la legò saldamente con tutto quello che aveva trovato - Devi averle proprio rotto le scatole per aver indotto mia sorella a darti due ceffoni alla maniera degli Specter Bros’. Magari hai tentato di farla fuori, non mi stupirebbe.

Airachnid rimase a bocca aperta. Spectra era la sorella di Spectrus? Era una Specter?!

- Tua sorella!...

- Proprio. Lavora per me. Oh, sia chiaro, lei nonostante questo è sempre sincera. Si affeziona davvero a quella gente, non vuole mai che io li uccida alla fine, ma la sua opinione a riguardo non conta - Specter incombeva sulla vedova nera con aria minacciosa - E mi auguro per lei che alla fine scelga di darmi retta e prendere quei maledetti dati. Comunque… penso che tu sappia che ora farai quel che Arcee non ha voluto fare stasera.

Airachnid pensò che il detto fosse vero: "Al peggio non c’è mai limite".

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


TSB8

- Cos’è?

Starscream si mise rapidamente davanti al contenitore dell’energon rosso. - Non è nulla.

Da quel blocco di energon che aveva rubato era riuscito, con suo sommo fastidio, a ricavare solo una quantità minima di prodotto.

- Se non c’è nulla perché nascondi il nulla?

- Perché… eh… ma tu non eri a letto? - cercò di sviare Starscream.

- è che voglio un po’di compagnia - disse Spectra in totale onestà - Tutto qui.

Il seeker fece un sorriso malizioso. - Che tipo di compagnia? Se è il tipo che penso io mi va benissimo!

- E quale è il tipo che pensi tu?

Starscream si mise a girarle intorno come un predatore che accerchia la preda. - Dimmi una cosa, piccola: sinceramente, sono o non sono irresistibile?

- Non capisco. A cos’è che dovrei resistere?

A Starscream rischiavano di cadere le braccia ma si sforzò eroicamente di fare finta di niente. Spectra avrebbe capitolato prima o poi, era inevitabile.

Ebbe perfino la forza di sorridere e risponderle senza irritazione. - Al mio fascino, ovvio! -

Il sorriso però divenne difficile da mantenere nel momento in cui lei si mise a ridere. Possibile che non lo prendesse sul serio?!

- Sei buffo!

“Buffo?! Ok, calmo, Starscream. Calmo. Possibile che non capisca che ci sto provando?! Dovrebbe sentirsi onorata e invece ride!”

- Per quale motivo sarei buffo?

- Perché mi giri intorno così tanto per fare e dici cose senza senso.

A quel punto Starscream pensò che era meglio tornare ad essere diretti, dato che prima quando lo era stato sembrava più o meno aver fatto breccia nelle difese (totalmente involontarie) di Spectra.

- Ok, adesso faccio sul serio. Sentimi bene, io sono il più affascinante transformer che potrai mai incontrare, e hai la fortuna di piacermi. Come femme e anche caratterialmente - "…quando non mi ride in faccia" pensò - Credevo di avertelo già fatto capire.

- Quindi fisicamente ti piaccio sul serio? Non per scherzo?

Il seeker annuì. - Come la mettiamo?

Adesso la ragazza sembrava un po’disorientata. Più diretto di così Starscream non avrebbe potuto essere, lo era stato ancora più di prima.

- Il fatto è che io… lo sai che sono già innamorata di un altro.

- Sai anche che è meglio se lasci perdere. Soundwave non è il tipo adatto a te e non capisco come faccia a piacerti. Probabilmente confondi l’amore con la gratitudine per averti salvata ma non sono la stessa cosa. Lui non è il principe delle favole.

- Non penso che sia come dici tu, e lui è un principe.

Starscream si passò una mano sul volto. - Non hai idea di quanto sbagli - disse - Io comunque sono molto più attraente di lui. Non negarlo.

- Sei carino - ammise Spectra.

- Visto? - esclamo il seeker con aria trionfante - Lo hai ammesso! Quindi anche io ti piaccio.

- Sì, ma non sono innamorata di te - fece spallucce - Sei carino e mi fai morire dal ridere ma quello è diverso.

- Se Soundwave ti avesse ricambiata te l’avrebbe fatto capire, ma non ha fatto nulla del genere, giusto? Mentre io te l’ho detto, perché mi piaci, mi piaci per davvero. L’innamoramento magari verrà col tempo - la sollevò e la mise a sedere - Dimenticati di lui. Sarebbe un totale spreco innamorarsi di qualcuno che non è in grado di ricambiare.

- Ti ho già detto che lui non è così.

- Io però lo conosco da più tempo di te, quindi so com’è fatto e credimi, meno ci si ha a che fare e meglio è. Non badare a come si comporta con te, piccola, tu fai fare alla gente cose che normalmente non farebbe - ed era verissimo - Ma se l’avessi visto come l’ho visto io saresti scappata via da lui immediatamente.

Starscream anche lì sbagliava. Spectra nel corso del tempo aveva avuto a che fare con gente decisamente peggiore, riuscendo a trovare del buono anche in loro. Non era fuggita nemmeno da Megatron sapendo tutto quel che aveva fatto, figurarsi se sarebbe scappata da Soundwave.

- Non credo.

- Certo che sei testarda. Allora? - le mani del seeker erano sui suoi fianchi. Se Soundwave avesse visto quella scena, probabilmente avrebbe freddato Starscream sul posto - Che mi dici? Possiamo almeno provare.

- è un pochino inutile se già sai…- fece giusto in tempo a mettere due dita tra le proprie labbra e quelle di Starscream, che stavano per toccarsi - Se già sai che ho in testa un altro, perché vuoi provare lo stesso?

- Vale la pena farlo, per entrambi - ribatté il seeker, spostando le dita e dandole quel bacio che Soundwave aveva osato darle solo mentre dormiva.

Lei si trovò ad accoglierlo sorpresa. Il suo primo (secondo) bacio!
Era talmente frastornata che non si ribellò nemmeno quando Starscream iniziò a giocare con la sua lingua, cosa a cui Spectra oltretutto rispose, pure se timidamente.
Era piacevole, senza dubbio, però Spectra lo sentiva in qualche modo “sbagliato”.
Non avrebbe saputo dire perché, era una sensazione che le bruciava sotto la pelle metallica: quello era sbagliato. Starscream era sbagliato, per quanto attraente e divertente potesse essere.
Sentiva che era un errore anche senza sapere che l’uomo che la stava baciando aveva ucciso sua madre e suo padre, contribuendo a rendere suo fratello un essere freddo, malvagio e senza scrupoli, peggiore del peggiore Decepticon.

Si scostò delicatamente. - è meglio di no. è stato piacevole ma hai presente quella sensazione che hai quando stai facendo una cosa del tutto sbagliata? - e se pensava a Soundwave quella sensazione si acuiva ancor di più.

- Passerà.

- Non penso - Spectra scosse la testa - Mi dispiace. Guarda, non è per te. Faresti contenta qualunque donna, credo…sei il potente Lord Starscream no? - gli fece un sorrisino - Però non penso che stare insieme a te come vorresti tu sia la cosa giusta.

Intimamente era anche un po’triste. Avrebbe voluto che al posto di Starscream ci fosse stato il suo principe! Perché, perché Soundwave non aveva mai fatto nulla del genere? Perché doveva piacere a Starscream e non a lui?

- Di’quel che vuoi ma non pensare che mi arrenderò. Ti strapperò a un triste destino, Spectra - le accarezzò la gamba sinistra - …lo sai che io una volta ero uno scienziato?

- Non lo sapevo, ma cosa c’entra?

- Un medico non potrebbe fare nulla per la tua gamba. È al di là delle loro competenze. Può essere che io, invece, trovi il modo di migliorare un po’la tua attuale condizione. Per me la tua gamba non è un problema, però penso che per te invece lo sia.

- No - Spectra divenne estremamente seria - Non mi è di impiccio.

- Ascoltami. Quel che ho in mente è una cosa che può solo migliorare la tua gamba - insistette Starscream, e non capiva nemmeno lui perché lo stesse facendo. Aveva altro da fare, doveva diventare comandante dei Decepticon e conquistare tutto, e lei aveva persino osato rifiutarlo, perché non la lasciava perdere?! - Se l’operazione riuscisse cammineresti meglio. Non proprio normalmente - puntualizzò - Ma molto meglio. Se invece non dovesse riuscire rimarresti esattamente come sei. Quindi se fossi in te io proverei, non hai nulla da perdere.

“Poter camminare molto meglio…”

Alla giovane Specter sembrava un sogno. Se fosse andato tutto bene sarebbe migliorata, se non fosse riuscito sarebbe rimasta com’era, ma se fino a quel momento era riuscita a convivere col suo difetto avrebbe potuto continuare. Se Starscream diceva il vero forse valeva davvero la pena fare un tentativo. Magari a quel punto Soundwave l’avrebbe guardata senza compassione. Magari avrebbe iniziato a trovarla carina, sarebbe andato oltre il suo difetto, e anche Spectrus sarebbe stato felice di sapere che adesso stava meglio!

- Quando potresti farlo?

- Qui ho già quel che mi serve, potremmo farlo anche immediatamente. Non pretendo che tu mi dia una risposta subito…

“Spectrus vorrebbe. Anche Soundwave sarebbe contento di vedermi migliorata, ne sono sicura, e soprattutto voglio migliorare io. Quindi…”

- Va bene - disse Spectra in tono risoluto - Se davvero pensi di poter fare qualcosa per me, facciamolo.

Se aveva paura? Certo, eccome! Conosceva Starscream da pochissimo e non aveva idea di quali fossero effettivamente le sue abilità. Però pensare ai due uomini che amava di più in tutto l’Universo le dava il coraggio che serviva a fare quel salto nel buio, e un po’ giocava anche l’imprudenza. Nonché l’impazienza.

- Sei una femme coraggiosa - commentò il seeker - Piccola ma coraggiosa. Aspetta - riprese la sua solita aria strafottente - Facciamo così: se l’operazione riesce mi bacerai tu, stavolta.

“Ho idea che se mi riuscirà davvero, e al 92% ne sono convinto, non mi darà solo un bacio” pensò Starscream “A quel punto mi sarà talmente grata che non mi resisterà. Si scorderà di Soundwave”.

- Prima bisogna vedere come va.

- Andrà bene - la aiutò ad alzarsi - Seguimi.

Spectra lo seguì, sentendosi veramente come qualcuno che era appena saltato nel vuoto senza sapere se e quando darebbe atterrato, ma non intendeva tirarsi indietro.

Appena arrivarono, anche prima che Starscream glielo dicesse, si sedette sopra il tavolo su cui sarebbe stata operata. Vide il seeker preparare tutti gli attrezzi, molti dei quali a lei sconosciuti nonostante la sua preparazione e che avevano un’aria piuttosto minacciosa, ma Spectra volle pensare positivo.

- Mi verrebbe da chiederti cosa sono quelli ma è meglio che non lo faccia, vero?

Il seeker le si avvicinò con dell’energon in cui era stata sciolta una sostanza che l’avrebbe fatta dormire tranquillamente per tutto il tempo necessario. - Sì, forse è meglio. Bevi.

Le sembrava di vedere Soundwave, la propria coscienza materializzata, dirle che quella roba che stava bevendo avrebbe potuto essere veleno, che una volta addormentata Starscream avrebbe potuto farle del male, che magari stava mentendo sull’operazione e via dicendo; ma Spectra, come faceva fin troppo spesso, decise di ignorare la voce della coscienza bevendo e abbandonandosi al sonno.

Una volta che si fu addormentata il seeker argentato sogghignò di nuovo. Avrebbe potuto davvero farle di tutto senza che lei lo sapesse. Non avrebbe nemmeno corso il rischio di essere braccato.
Il pensiero di nuocerle però lo abbandonò presto. L’avrebbe operata come aveva detto, magari gli avrebbe portato anche altri vantaggi oltre a quelli cui già aveva pensato. Se in un indefinito futuro fosse tornato alla Nemesis, la sua presenza avrebbe avuto tutt’altro peso. Megatron sembrava essersi legato alla ragazza, quindi se Starscream non avesse fallito…

Si mise al lavoro. Era un’operazione particolarmente complessa, si trattava di scollegare delle terminazioni sane da quelle che non andavano più e ricollegarle ad altre minuscole terminazioni che si trovavano più giù. Ad un certo punto dovette anche costruire una specie di micro collegamento così da allungarle, perché anche a tenderle al massimo non ci arrivavano proprio!

Anche cambiare completamente la gamba non avrebbe funzionato, non era una questione di “pezzi”: i cybertroniani erano tecnorganici, c'erano cose che non si potevano semplicemente sostituire.

“Se vengo a sapere chi è stato a farle questo macello lo prendo a frustate per la fatica che sta facendo fare” pensò, senza sapere che difficilmente si sarebbe preso a frustate da solo.

***

Le coordinate erano state decodificate. Altra Chiave Omega!

L’unico che aveva accettato di rintracciare Spectrus così da partire in missione era stato Wheel Jack, che nonostante tutto era quello che ce l’aveva meno con lui.

Spectrus era un "antipatico testa di cazzo", come avrebbe detto l'amica umana di Bulkhead, non c’erano dubbi. Era presuntuoso, arrogante e molte volte avrebbe meritato di essere preso a schiaffi dalla mattina fino alla sera; per di più non si era reso poi così tanto utile. Però…

C’era un “però”.

Il rapporto tra Wheel Jack ed Optimus Prime non era mai stato dei migliori, ma Optimus era il comandante, era potente, incuteva rispetto. Wheel Jack avrebbe potuto rispondergli male quanto voleva, poteva andarsene dalla base quante volte gli pareva, ma alla fine sapeva che ad averla vinta sarebbe stato Prime e che sarebbe sempre tornato, quindi lasciava perdere tante cose che non gli aggradavano; Spectrus Specter invece no.

A lui Prime non faceva né caldo né freddo, e non fingeva quando diceva di non averne affatto paura. Era evidente anche solo dal modo in cui lo fronteggiava, poco valevano tutti i gran discorsi che Optimus poteva fargli: Spectrus faceva qualcosa solo se voleva farla davvero e smetteva di fare qualcosa solo se gli girava così. Dei diretti in faccia non gli importava granché, se mai aumentava solo il numero di quelli che lui, un giorno, avrebbe restituito al mittente.
Per di più aveva parato con naturalezza il pugno di Bulkhead, e Wheel Jack sapeva benissimo quanto i pugni del suo migliore amico fossero devastanti. Non solo, aveva anche trovato il modo di atterrarlo, anche se l’aveva fatto con un sotterfugio. I demolitori preferivano usare la forza bruta ma, ehi, non era solo quella che contava; la penultima esperienza con Soundwave l’aveva dimostrato.
Aveva anche acchiappato Bumblebee, che era il più veloce tra loro. E Wheel Jack era anche certo che Starscream ora, sapendo che Specter era sul pianeta, non dormisse tranquillo.
E poi…ah. C’era anche la questione di Arcee. Non solo era riuscito a farsela poco tempo dopo averla conosciuta, ma aveva anche la forza di ridurla al silenzio. Erano in pochi a riuscirci, quando la guerriera Autobot partiva con le prediche solo Prime riusciva a farla stare zitta, e non sempre. Il modo in cui la trattava era a dir poco discutibile, andava ammesso, ma se lei lo lasciava fare significava che non le dispiaceva del tutto (così la pensava Wheel Jack).

Risultato: nonostante il carattere orrendo, nonostante gli alterchi, Wheel Jack quasi lo stimava.

Il demolitore si chiese cosa diamine avesse fatto Specter nel bosco tutta la notte, anzi, cosa stesse tuttora facendo. Stava seguendo il suo segnale, non mancava molto.

Arrivato sul posto però si accorse che di Spectrus non c’era traccia, nonostante il suo segnale indicasse che era lì, senza possibilità di errore. Ma che stava succedendo?

Vagò lì attorno per un po’, prima di seguire un'illuminazione improvvisa ed effettuare una scansione del terreno.

“Una grotta sotterranea. Allora Specter è là sotto. Chissà che sta combinando” pensò, cercando attentamente e trovando l’entrata nascosta della grotta ed iniziando a percorrerla con cautela.

- …tu…la pagherai cara, Spectrus Specter!

- Se tutte le femme che me l’hanno detto avessero tenuto fede alle loro minacce sarei morto molto tempo fa, ma come vedi sono ancora qui - rise, una risata senza allegria, senza emozioni di alcun tipo mentre sovraccaricava - Pieno di energia!

Wheel Jack riconobbe facilmente la voce di donna che l’aveva giurata a Specter, ossia quella di Airachnid.
Spectrus ci si stava connettendo e lei non sembrava esserne molto felice. Un crimine in piena regola ma non era nulla che Wheel Jack non avesse già visto succedere con femme e mechs della fazione nemica (e viceversa). Si diceva che Airachnid stessa traesse piacere dal fare certe cose. Sebbene quell'ultimo aspetto non giustificasse alcunché, in guerra succedevano cose simili
e anche di peggio: si perdeva la maggior parte dei valori morali. Non era una realtà gradevole ma sempre la realtà restava.

- Chiunque tu sia vieni avanti - disse Spectrus. Nonostante la sua attività non gli era stato difficile sentire i passi di Wheel Jack - Se sei Arcee guarda, posso spiegarti tutto…

Wheel Jack si mostrò al possente mech blu e nero che si era appena staccato da Airachnid. - Non sono Arcee.

Spectrus sollevò un sopracciglio, tranquillissimo nonostante quel che aveva fatto e che avrebbe potuto comportare il suo allontanamento dagli Autobot. - Wheel Jack. Come mai qui?

- Abbiamo le coordinate di un’altra Chiave Omega e Prime voleva tutti alla base per decidere chi sarebbe andato con lui, ma vedo che tu hai trovato di meglio da fare - commentò Wheel Jack.

Spectrus annuì. - Arcee ieri sera non ha voluto soddisfarmi ma ho avuto fortuna lo stesso, visto?

- Schifoso bastardo, ti staccherò la testa dal collo per aggiungerla alla mia collezione! - sibilò Airachnid.

- Bla, bla, bla. Brutto quando gli scarafaggi parlano - Spectrus la guardò con aria di sufficienza - specie perché non hanno nulla di rilevante da dire. Wheel Jack, tralasciamo i convenevoli - Specter si avvicinò al demolitore non lasciando trasparire nulla se non il consueto gelo. Non era nemmeno minaccioso: era freddo, freddo e basta - Se fossi stato chiunque altro dei nostri sarei stato obbligato a terminarti e dare la colpa alla signora - Spectrus indicò Airachnid - Ma tu sembri uno dei pochi con dei transistors funzionanti. Avevo pensato di tenere questo giocattolino di riserva tutto per me ma direi che se ti va, dato che siamo compagni di squadra, possiamo condividerlo - propose Spectrus - Airachnid è una femme Decepticon, anzi, nemmeno quello dato che ha disertato di nuovo, e sono sicuro che sotto sotto essere trattata così le piace. Non che sia rilevante…

- Quando ti metto le mani addosso, IO…

- Quindi Wheel Jack? Che ne dici? - Specter proseguì la trattativa ignorando totalmente Airachnid - Una femme tutta per noi in cambio di un minimo di discrezione. In fin dei conti è solo connessione, non è che sia chissà cosa di sbagliato, checché ne dica Santo Optimus.

Wheel Jack rifletté attentamente.
Che tutto sommato Spectrus Specter non avesse tutti i torti? Era solo connessione e lui non si interfacciava con una femmina da tempo. Non era che ci fosse nulla di così tanto male ad approfittarne un po’, era una nemica, in passato lei aveva sicuramente fatto lo stesso e anche di peggio (così si ripeteva, forse per convincersi di essere meno colpevole) non era qualcosa che avrebbe potuto nuocere alla squadra e il prezzo da pagare non era alto. Si trattava solo di tenere un piccolo segreto per sé.

- Con Arcee come la mettiamo?

- non siamo compagni. Le ho detto che la mia Scintilla la riconosce, non che ha la mia Scintilla - formula che se contraccambiata corrispondeva ad un fidanzamento ufficiale - Non ci penso nemmeno… le dirò che ha la mia Scintilla davanti a Prime - e quello corrispondeva ad un matrimonio- Quando le mucche inizieranno a volare.

- Immaginavo una cosa del genere - sghignazzò il demolitore - Riesci a farla star zitta che è una meraviglia, ci pensavo poco fa.

- Tutta una questione di polso, amico mio. Quindi ci stai?

- Ci sto.

I due mech suggellarono il patto con una stretta di mano.

Wheel Jack ricevette una comunicazione dalla base.

- Allora, hai trovato Specter si o no?!

Era Ratchet, e sembrava piuttosto alterato.
Spectrus fece un cenno a Wheel Jack, che capì che doveva lasciarlo parlare.

- Sì, dottorino, mi ha trovato, ma non possiamo raggiungervi - diede dei pugni al pavimento - Siamo nel bel mezzo di una lotta con Airachnid, sai quant’è insidioso quell’insetto schifoso.

- Un altro insulto e ti caverò gli occhi, ti strapperò la lingua, ti strapperò la Scintilla dal petto per questo! - sbraitò la vedova nera.

- Sentito?... ti dobbiamo lasciare. Buona fortuna col recupero della reliquia, ci si rivede alla base quando abbiamo finito - Specter chiuse la comunicazione.

Quando guardò Wheel Jack aveva perfino una parvenza di sorriso.

- Abbiamo qualche ora libera. Se vuoi fare un giro- indicò Airachnid, che stava iniziando ad agitarsi - Tutta tua. Io mi sono divertito abbastanza.

- Sei uno dei soggetti peggiori che conosca, Specter, ma devo riconoscere che ci sai fare - disse Wheel Jack.

- Lo so.

Airachnid stava iniziando a disperarsi. Perché diamine il contatto psichico con i suoi insecticons non funzionava, maledizione?! Stava cercando in tutti i modi di farli venire lì ma non c’era verso.
Ciò che non poteva sapere era che quel richiamo psichico e la sua possibilità di trasformarsi in ragno erano strettamente connessi. Era una questione di natura: finché aveva la possibilità di assumere quella forma poteva richiamare i suoi schiavetti, ma se quella possibilità veniva a mancare era... come dire... "fregata".
Knock Out l’aveva fatta tornare a camminare e a trasformarsi in elicottero, ma non aveva ripristinato la sua terza forma, toltale da Spectra.
Era fregata, appunto.

***

Quasi nello stesso momento in cui l’aveva fatto Optimus Prime, anche Soundwave aveva decifrato le coordinate della Chiave Omega nel database di Iacon. I Decepticon non sapevano ancora che cosa fosse ma era antica, veniva da Cybertron e tanto bastava; doveva essere recuperata.

Megatron pensò che Soundwave, una volta di più, fosse degno della sua stima. Nonostante la preoccupazione per la scomparsa di Spectra, che lui stesso provava seppure in modo differente e meno intenso, il suo vecchio amico continuava a lavorare efficientemente come sempre.

Di sicuro la punizione di Knock Out era stata un’ottima valvola di sfogo per entrambi, Megatron non poteva ancora credere che quell’incapace si fosse lasciato scappare Airachnid in quel modo, ridotta com’era! Adesso a causa sua trovare Spectra sarebbe stato ancora più difficile.

Chissà dov’era andata a finire, tutto per dare la caccia ad una farfalla! Il leader dei Decepticon era certo che, se avesse potuto, Soundwave avrebbe rinchiuso tutte le farfalle esistenti in una stanza e le avrebbe gassificate, come era certo che non ci fosse bisogno di ordinargli (senza farsi sentire da nessuno) di cercare la ragazza. Megatron avrebbe scommesso il posto che quando Soundwave non lavorava sul database si dedicava proprio a quello.

Si chiese cosa dovesse stare provando: non sapeva dove fosse Spectra e ne era innamorato. Lei poteva stare benissimo, come invece poteva aver fatto dei brutti incontri. Se gli Autobots l’avessero trovata non le avrebbero fatto del male, di quello non si preoccupava, e avrebbe giustificato anche le condizioni in cui era ridotta Airachnid. Se invece ad averla presa invece fossero stati quegli umani, quelli che avevano catturato Breakdown, le cose sarebbero state diverse. A loro non sarebbe importato che Spectra fosse del tutto innocua, anzi, gli avrebbe fatto comodo. Se era così, la giovane femme era spacciata. Non osava pensare alla reazione di Soundwave nel caso quella teoria fosse stata giusta.

Certo che anche lui avrebbe potuto darsi una mossa, invece di starle sempre attaccato senza farle capire nulla. Per Megatron che lo conosceva bene quel comportamento rivelava l’innamoramento, era chiaro come il sole; ma Spectra, ingenua com’era, avrebbe potuto interpretarlo in tutt’altro modo. Magari aveva pensato che Soundwave lo facesse solo per compassione, che le stesse sempre vicino solo perché pensava che non se la potesse cavare da sola, senza che ci fosse dell’altro sotto.
Quanto a Spectra, era gentile con tutti ma Megatron si domandava come fosse possibile che Soundwave non avesse notato come lo guardava. Che fosse cotta persa di lui era palese e con lui l’aveva anche ammesso, definendo Soundwave un “principe bellissimo”!

Giurò a sé stesso che se l’avessero ritrovata e Soundwave non si fosse fatto avanti sarebbe andato lì e gli avrebbe urlato “Sveglia, cretino! Non lo vedi che anche lei è cotta di te?!”. Erano amici da una vita e Soundwave faceva per i Decepticon molto più di chiunque altro, un simile servizio gli era quasi dovuto.

Ci aveva pensato anche mentre creava una versione oscura di Star Saber, grazie alla forgia di Solus Prime e ad una piccola…sostituzione di braccio. Aveva avuto l’idea subito dopo la punizione di Knock Out ed era andato a Cybertron con Dreadwing.
Il suo secondo in comando era stato un po’combattuto, avevano profanato una tomba, ma alla fine si era convinto che fosse la cosa giusta.
Dreadwing era un brav’uomo ma secondo Megatron non era troppo furbo, bastava parlargli di Skyquake e poteva essere convinto a fare qualunque cosa.

- Hai decifrato delle altre coordinate, ottimo lavoro.

Soundwave non parve prestargli attenzione. Dopo avergliele mostrate si rimise subito al lavoro, questa volta alla ricerca della giovane Specter.

Megatron aveva ragione: era preoccupato da morire. Si chiedeva che fine avesse fatto, pensava a tutte le peggiori ipotesi, la immaginava vivisezionata dalla M.E.C.H. , morta da qualche parte oppure sperduta e disperatamente in cerca di energon! Da quando era sparita non aveva dato notizie di sé, per questo il tecnico pensava al peggio.

A chi non lo conosceva bene Soundwave poteva sembrare tranquillo ma chiunque, se gli avesse tolto il visore, si sarebbe immediatamente ricreduto.

Megatron fece cenno a Dreadwing, ed insieme uscirono sul ponte della Nemesis.

- Anche se è sparita non sembra essere preoccupato - commentò Dreadwing, che a sua volta aveva pattugliato i cieli nella speranza di vederla dall’alto, e non una volta sola.

- Soundwave fa il suo dovere come sempre ma credimi, non è tranquillo come sembra - si trasformarono e volarono verso la loro destinazione - Chissà dov’è andata a finire.

- Se è viva, Soundwave la ritroverà senz’altro.

I due continuarono a sfrecciare nel cielo d arrivarono proprio nel momento in cui un Ponte Terrestre si apriva e da esso uscivano Optimus Prime, Bulkhead e Arcee.

Decidendo di aspettare che scavassero facendo per loro quello sporco lavoro di scavo, Megatron si nascose dietro la piramide la cui ombra, sulla punta, indicava proprio la posizione della reliquia (forse per caso, forse no).

- La Chiave Omega è qui - disse Prime, iniziando lui stesso a scavare.

- Quando troveremo le altre due Chiav e prenderemo quella che hanno i Decepticon…- Bulkhead ed Arcee erano subito andati a dargli una mano - Finalmente potremo tornare a Cybertron, e farlo rivivere!

“ Chiavi Omega…far rivivere Cybertron!” Lord Megatron sgranò gli occhi dallo stupore alla notizia che una cosa del genere fosse fattibile. Tra le altre cose, pensò che se ci fosse stata Spectra e le avesse nominato le Chiavi Omega lei avrebbe attaccato a raccontagli ogni storia che le riguardava pur non avendole mai viste. Favole, leggende… lei le sapeva tutte, era assodato.

Ciò che Megatron, e come lui nessun altro, poteva immaginare era che Spectra grazie alla farfalla ne aveva trovata una di cui non erano ancora state decifrate le coordinate!

- Non vedo l’ora di tornare a casa. Quanto mi mancano quei bagni d’olio - sospirò Arcee, mentre scavava.

- Sì però… lasciare Miko… - mormorò Bulkhead, intristendosi.

Arcee al pensiero di non rivedere più Jack fece lo stesso.

Optimus non fece commenti, era tenuto ad un certo distacco, ma il suo pensiero era più o meno lo stesso di quello degli altri, e c’era di più.
Se fossero tornati a Cybertron, se grazie a Star Saber la guerra fosse finita (cosa che era decisamente un bene, ovvio) non avrebbe più avuto intorno Arcee.
Sarebbe stata nelle grinfie di Specter che, se lì sulla Terra non l’aveva ancora fatto (forse per mancanza di femmine) una volta tornati a Cybertron e tornati tutti gli esodati l’avrebbe sicuramente abbandonata spezzandole la Scintilla.

Prime aveva in testa quella scena di continuo ed era insopportabile, perché ogni volta che li vedeva insieme si faceva più nitida. Arcee per Spectrus era poco più di un oggetto, ma vaglielo a dire! Probabilmente Arcee l’avrebbe presa malissimo, perché lei nella storia con Spectrus ci credeva. Ci voleva credere, dopo quel che avevano fatto, anche a costo di chiudere gli occhi davanti all’evidenza.

- Arcee, forse sono un po’indiscreto, ma tu e Specter, beh… cosa siete di preciso? - le chiese Bulkhead, facendole senza volerlo una domanda la cui risposta interessava moltissimo anche ad Optimus.

- Che vuoi dire?

- Ti ha detto che hai la sua Scintilla oppure no?

Megatron fece un ringhio basso e sordo.- A me della vita sentimentale di Arcee non importa nulla. Tirate fuori quella Chiave, su - borbottò, restando nascosto.

Arcee abbassò la testa e scavò ancora più furiosamente. - Non ancora.

Optimus ci avrebbe scommesso. Quello lì, tutto voleva fuorché impegnarsi seriamente!

Finalmente le sue mani toccarono qualcosa di metallico, e tirò fuori dal terreno sabbioso la Chiave Omega. - eccola qui!

- Era ora - borbottò Megatron, preparandosi ad affrontare il suo avversario storico con Star Saber oscura.

Ma all’improvviso, colpito da qualcosa di indefinito, Optimus Prime cadde a terra.
E non aveva più la Chiave Omega in mano.

- Optimus! - Arcee fu la prima ad andargli accanto - Cosa…

- Dov’è la Chiave? - si chiese Bulkhead perplesso.

- Già, dov’è la mia Chiave?!

Megatron e Dreadwing uscirono dal loro nascondiglio e la battaglia ebbe inizio. Tra l’acredine di Bulkhead e Dreadwing, e lo scontro tra le due Star Saber, era veramente epica.

Ma a Starscream, sotto l’effetto dell’energon rosso e reduce dal fare un’operazione che per difficile che fosse stata aveva giudicato ben riuscita, non parve importare.
Così, quella era una Chiave Omega! Se le avesse avute, il destino di Cybertron sarebbe stato nelle sue mani! Nessuno avrebbe potuto rifiutargli niente! Avrebbe conquistato tutto, tutto!... in qualche modo.
Ci avrebbe pensato dopo, intanto bisognava trovare le altre due Chiavi. Da quel che aveva capito una ce l’aveva già Megatron…

Meglio tornare da Spectra, che aveva lasciato addormentata.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


TSB9

Improvvisamente c’era la luce.

Qualcosa risuonò nell’aria, un grido forse, il primo strillo di una protoforma appena nata.

Non vedeva bene ma aveva riconosciuto immediatamente quelle immagini un po’sfocate come quelle di persone che le volevano bene. La sua famiglia.

Vide il sorriso compiaciuto di un mech blu e nero, lieto che nonostante il parto prematuro lei sembrasse star bene: suo padre, Spector Specter. Accanto a lui un altro mech blu e nero, adulto anch’esso, ma più giovane. Somigliava come una goccia d’acqua a suo padre, anche la felicità che aveva negli occhi era la stessa.

E quella… sì… quella su cui aveva posato gli occhi adesso era la sua mamma. Un po’stanca, ma se possibile ancora più felice degli altri, e la teneva stretta.

Nel momento in cui la vide sorridere, la protoforma sorrise a sua volta.

- Somiglia tutta a te.

- Uno per uno Spector, Spectrus è identico a TE…

Appena venuta al mondo già sentiva il bisogno di addormentarsi. Era stancante nascere, ma ancora resisteva.

- Come la chiamiamo?

- Io e tua madre abbiamo deciso di far scegliere a te il suo nome, ragazzo.

Un’esitazione, ma durò poco. Fu l’ultima cosa che la nuova nata sentì prima di addormentarsi, il proprio nome.

- Spectra…

Era tranquilla. Era tra le braccia di qualcuno che le voleva bene; poteva dormire.

Non capì bene cosa successe in seguito né quanto tempo dopo accadde. Le parve di sentire dei rumori, rumori che istintivamente giudicava orribili e che la fecero soltanto agitare. Si agitò ancor di più quando un fiotto di qualcosa di caldo le finì addosso.

Poi venne il dolore. Quando aprì gli occhi il mondo era a rovescio e la gamba sinistra sfrigolava e si rompeva, le faceva così male!

- Peccato che tu sia nata oggi e debba già morire, ma d’altra parte è così che va la vita, piccola Specter…

Un altro mech, ma questo non aveva l’aria rassicurante, era lui a farle male, ghignava. I riverberi di luce sul suo snello corpo argentato erano accecanti per Spectra, ma riusciva a vedere benissimo gli occhi rosso sangue del suo aguzzino.

Starscream.

Poi un enorme pugno nero raggiunse il viso di quell’uomo, lei venne afferrata da qualcun altro, ci furono dei colpi e delle luci, poi la visuale divenne confusa, una scia di colore. Uscirono fuori.

Quello che l’aveva salvata e la stava portando via era suo fratello. Ma gli occhi non erano più quelli dello stesso Spectrus che le aveva dato il nome.

Stava leggendo sul suo datapad. Era una favola, una delle tante.

Rinchiusa nella sua cameretta come la principessa nella torre d’acciaio, per volere di suo fratello che voleva a tutti i costi evitare che si facesse del male.

Spectrus era partito per una missione, una missione di estrema importanza, aveva detto. Chissà quando sarebbe tornato! Nell’attesa lei leggeva.

Ogni tanto aveva compagnia, delle donne venivano a cercare suo fratello perché le aveva lasciate… e nessuna che le avesse mai chiesto chi fosse e che ci facesse lì. Piangevano, urlavano e parlavano, parlavano…

Chissà se il suo fratellone un giorno avrebbe messo la testa a posto! Lei glielo aveva detto tante volte, che avrebbe dovuto comportarsi meglio con loro. Spectrus aveva sempre fatto spallucce dicendo di non poter vivere nella monotonia e nel grigio, aveva bisogno di cambiare ogni tanto.

Si sentì un rumore, la porta della sua stanza si aprì. Era proprio lui, il suo fratellone!

Spectra corse ad abbracciarlo.

- Sei tornato! Allora ce l’hai fatta, la missione è andata bene…

- Talmente bene che sono salito ancora di grado.

Era così felice per lui e così contenta di rivederlo che non badò alla sua freddezza, diventata ancora più terrificante.

- E questo significa che è tempo che io mi liberi di ogni ostacolo, sorellina - la scostò bruscamente da sé - Te compresa.

Dolore al petto. La sua Scintilla che andava in frantumi. Lo shock, lo stupore.

- Spectrus…

"Perché?"

L’ultima cosa che vide fu la totale assenza di emozioni sul volto di suo fratello.

Poi il buio.

Calore. Qualcuno che le accarezzava la schiena.

Aprì gli occhi.

- Buongiorno, principessa.

Spectra sorrise. A giudicare dalla faccia anche Soundwave doveva essersi svegliato da pochissimo… sentire la sua voce la sorprendeva ancora.

- Buongiorno.

Ricevette un bacio. - Lo sai che giorno è oggi?

- Eh…il 23 Maggio?

Lo sentì ridere piano. Spectra si chiese perché nascondesse sempre il suo viso, era talmente bello!

- Non era quello che intendevo.

- E cosa intendevi?

- Tu ricordi cosa è successo ieri, sì? - la strinse a sé - Adesso tutti sanno che tu hai la mia Scintilla.

- E tu la mia…

- Esatto. E tutto questo cosa ti sembra?

Spectra rispose senza esitazione. - Una favola.

- Esattamente. Quindi oggi è il giorno in cui le favole prendono vita.

Stavolta fu lei a baciarlo. Per Primus se aveva ragione! Era proprio così. Finalmente lei e il suo principe erano compagni…sarebbero stati per sempre felici e contenti, per tutta la vita, ed in quel momento non contava nient’altro.

Ogni demone, ogni pensiero oscuro, era chiuso fuori da quella stanza e non poteva entrare.

Anche quella notte erano stati ben lontani. Si sentiva una donna adulta vera e propria, finalmente, resa tale dall’uomo della sua vita. Non se ne sarebbe mai pentita, lo sapeva.
Avevano faticato parecchio per stare insieme ma ne era valsa la pena.

- Mi sa che hai ragione.

- Senza “mi sa”. Io HO ragione…

Mentre lui parlava Spectra si appoggiò al suo petto e chiuse gli occhi.

- …non ci credo ancora. Se è un sogno non voglio svegliarmi!

- Non è un sogno, è tutto vero…

- Non ucciderlo!... ti prego!

- I Decepticon si troveranno completamente persi senza di lui - Spectrus puntò il fucile alla Scintilla di Soundwave - È lui a gestire tutto. Non hai rubato quei dati ma a questo punto va bene lo stesso.

- Non lo fare! - Spectra si mise tra il fratello e Soundwave, come se avesse veramente potuto proteggerlo.

- I Decepticon sono cattivi, te l’ho sempre detto. Merita di morire, anche perché ti ha presa in giro… ti ha fatta innamorare di lui ma mente. Come potrebbe amarti, anche adesso?

Quelle parole, con tutto quel che intendevano, la ferirono di nuovo. - Ti sbagli! Se vuoi ucciderlo dovrai uccidere anche me! Hai capito?! -

Forse così l’avrebbe fermato. Suo fratello non l’avrebbe mai, mai…

- Se la metti così, che sia.

Uccisa…
Non si rese conto di quel che era successo, non all’inizio. Il dolore arrivò dopo.
Mentre cadeva a terra, colpita a morte alla Scintilla, vide il suo principe, che lei stessa aveva immobilizzato per difendere il suo assassino…

Suo fratello…

Ma il suo ultimo pensiero non fu Spectrus.

- Sound…wave…

Fu la sua ultima parola prima di spegnersi.

Spectra aprì di scatto gli occhi con un’esclamazione di terrore.

Guardandosi attorno capì di essere ancora nella sala operatoria. Non c’era traccia di Spectrus, né di Soundwave, né di…

- Ben svegliata…

Starscream. Lui c’era. Le si avvicinò ed iniziò ad accarezzarle il viso. - Sarai lieta di sapere che l’operazione è riuscita.

Spectra non lo ascoltava per niente, era ancora scombussolata.

"È stato un sogno, solo un sogno…"

Oppure no? Le era sembrato tutto fin troppo reale. Anche se Spectrus quel giorno non era venuto in camera sua per ucciderla, lo aveva fatto per dirle che da quel momento avrebbe iniziato ad insegnarle un paio di cosette perché ben presto sarebbe uscita.
Per il resto...Starscream che le faceva del male, che uccideva la sua famiglia.
Per quanto le sembrasse impossibile, per quanto continuasse a ripetersi che non era vero niente ed aveva solo sognato, avrebbe potuto benissimo essere accaduto davvero. La sua famiglia era stata uccisa dai Decepticon, lei non sapeva da chi di preciso, ed era troppo piccola per ricordare, ma magari nell’inconscio era rimasto qualcosa…
E suo fratello che voleva uccidere Soundwave e che, di nuovo, uccideva lei! Che cosa orribile! Quasi le veniva da piangere, era ancora spaventata, stava tremando.

- Mi ascolti?!.. Spectra, che hai? - le sollevò il viso - Stai bene?

- Sto benissimo, ho solo avuto un incubo che mi ha spaventata un po’.

Proprio un brutto incubo ma se non altro nel mezzo di quell’orrore…beh…
La prima mattina del resto della sua vita, col suo principe. Quello invece era stato meraviglioso. Quanto avrebbe voluto che fosse così!

- Capisco. Hai sentito quel che ti ho detto prima?

- A dire il vero no, non ci ho fatto caso.

Il seeker pose una mano sulla parte inferiore della gamba della ragazza, quella che prima non funzionava e dove non aveva nemmeno sensibilità.

Sentire il suo tocco, avere delle sensazioni che partivano da lì per Spectra fu sconvolgente. Adesso aveva sensibilità.

- Io… io sento il tuo tocco!

- L’operazione è riuscita. Visto? - la bloccò quando lei fece per saltare giù dal tavolo - Ferma lì. Non penserai di poterti mettere subito a saltare come una capra, vero? - quel che aveva detto lo fece sorridere - Per un po’dovrai stare ancora “in campana”, tanto per rimanere in tema.

- Hai detto che l’operazione è riuscita!

Spectra era impaziente. Voleva vedere come camminava, voleva provare a correre, a saltare come si deve!

- Vero, ma occorre un periodo di riabilitazione, dovevi immaginarlo.

Effettivamente Spectra, quando Starscream le aveva parlato dell’operazione, ci aveva pensato.
Lo aveva fatto esattamente per un millisecondo, per poi mettersi invece a fantasticare sulla sua guarigione miracolosa senza bisogno di riabilitazioni.

- Quanto dura?

- Non c’è un tempo preciso - Starscream sembrava ansioso di passare a parlare di altro - Comunque ti ricordi cos’avevamo detto? Nel caso l’operazione fosse riuscita…- le fece un sorriso malizioso - Ci saremmo dati un altro bacio.

Spectra sorrise alla sfacciataggine del seeker, nonostante avesse ancora bene in mente quell’incubo orrendo. Cercò di scacciarlo dalla mente, la sua gamba sarebbe ritornata quasi a posto, doveva essere soltanto felice di questa specie di miracolo, non poteva stare a pensare agli incubi! - Vero, l’avevamo detto.

- Penso che tu me lo debba - mormorò Starscream, lasciando perdere le chiacchiere per passare rapidamente all’azione, esattamente come era successo l’altra volta.

Il bacio però fu molto più profondo, più intenso, più eccitante. Era la prima volta che Spectra provava simili sensazioni e c’era anche l’immensa gratitudine per la riuscita dell’operazione. Provava ancora quella sensazione di “sbagliato” ma il suo corpo e il suo istinto biologico stavano cercando in tutti i modi di metterla a tacere, soffocandola con quello che, Spectra non lo sapeva, era puro e semplice desiderio; anche per questo motivo la giovane femme non sapeva proprio come comportarsi, come sarebbe stato giusto reagire.

Registrò vagamente di essere stata sollevata e che Starscream sempre continuando a baciarla la stava portando chissà dove. Poco tempo dopo si sentì appoggiare su una superficie un po’più morbida del tavolo operatorio, trovandosi sdraiata. Anche allora continuò a farsi trascinare dall’istinto e dalla volontà di un uomo che contrariamente a lei sapeva benissimo come comportarsi in quelle situazioni.

Le mani del seeker iniziarono a scendere…

Peccato che tu sia nata oggi e debba già morire, ma d’altra parte è così che va la vita, piccola Specter…

La sensazione di star commettendo un errore tornò a galla feroce come non era stata mai quando ripensò al suo sogno, al punto da staccare precipitosamente le labbra da quelle di Starscream e sgusciare via dalla sua presa.

- Il bacio te l’ho dato, direi che vada bene…vero?

Starscream era piuttosto contrariato. C’era quasi, maledizione! Perché quell’interruzione improvvisa? - Perché non hai voluto continuare? Ti piaceva, l’ho visto!

- È sempre quella cosa… questo è sbagliato - disse semplicemente, capendo di non riuscire a esprimersi meglio - Io sento che è sbagliato.

Il seeker sbuffò. - È ancora per via di Soundwave? Anche adesso? - borbottò.

La tentazione di lasciar perdere le buone maniere e prendersi quel che voleva era forte, ma tra lo spauracchio dell’essere braccato e gli echi che aveva nella testa delle risate di Spectra mentre lui cantava… no.
Decise di vedere il bicchiere mezzo pieno. Si era tirata indietro all’improvviso ma, Soundwave o non Soundwave, gli era sembrato che fosse molto coinvolta. D’altronde se il tecnico non la ricambiava e lei non aveva mai provato quelle sensazioni era abbastanza normale che così fosse.

- Anche per lui, si - ammise Spectra - Non mi ama e non so se anche quando sarò guarita mi prenderà in considerazione, ma io… io non mi sento di…- scosse la testa - E poi c’è anche dell’altro, ma non chiedermi di spiegarti cosa è perché non lo capisco nemmeno io.

- Non è che c’entra l’incubo di prima?

Incapace di mentire, lei annuì.

- Vuoi raccontarmi?

Spectra scosse la testa. Non se la sentiva proprio di dire a Starscream che lo aveva sognato come il responsabile del massacro della sua famiglia.

Il seeker le lanciò un’occhiata irritata ma lasciò perdere immaginando che non sarebbe riuscito a farle dire una parola a riguardo, esattamente com’era successo per quella storia di Airachnid. E poi aveva una cosa da mostrarle: la Chiave Omega!

- Mentre dormivi mi sono fatto una passeggiatina e guarda un po’ cosa ho trovato…- le mostrò la Chiave - Sai cosa è questa? È una delle quattro Chiavi Omega. Chi le ha tutte avrà il potere di rivitalizzare Cybertron, ed io intendo avere quel potere, così Megatron capirà una buona volta che… - aggiunse a mezza voce, ricordandosi solo dopo di non essere solo e del discorso che lui e Spectra avevano fatto a riguardo - ..ehm. Hai capito. Attualmente i Decepticon ne hanno una, io ho questa e ne mancano due…

Nel vedere la ragazza, piuttosto sorpresa, tirare fuori da uno scomparto un’altra Chiave Omega, Starscream rimase di sasso.

- Quindi questa che ho trovato è una Chiave Omega? Proprio non lo sapevo! Cioè, cosa sono le Chiavi Omega lo so, ma non sapevo com’erano fatte.

- Dove e quando l’hai trovata? - le domandò il seeker, combattendo l’impulso di strappargliela dalle mani.

- Me l’ha fatta trovare la farfalla che mi ha fatto trovare anche te! - rispose Spectra con un sorriso.

“Perché gliel’ho chiesto?” pensò Starscream alzando gli occhi al cielo “La farfalla…potessi trovarle io delle farfalle che mi indichino la posizione di certe cose!”

- Capisco - toccò con la punta dell’indice la Chiave di Spectra - Ora se gentilmente me la lasciassi…

- Perché?

- Ma come "perché"? - si sforzò di sorriderle con un atteggiamento che voleva essere rassicurante e paziente - Hai detto che sai cosa sono e a cosa servono e ora conosci il loro potere. Se me la consegni sarà un passo in più verso il ritorno a nuova vita del nostro pianeta, piccola. Tu cosa vorresti farne?

Spectra prese la Chiave alle due estremità, giocherellandoci con aria assente. - L’ho presa perché mi piaceva, non ho in mente nessun altro uso.

- Quindi puoi darmela. Andiamo…- quando Starscream la toccò lei trasalì. Non si era ancora abituata al fatto di avere sensibilità alla gamba - Sarebbe un’altra ricompensa, no? Per non parlare del fatto che a risanare il nostro pianeta ci guadagneremmo tutti.

Concludendo che avesse ragione, la ragazza diede gentilmente la reliquia al seeker. - Tieni.

Starscream era euforico, ora aveva in mano ben due Chiavi Omega senza aver nemmeno faticato! Prendendo la reliquia dalla mano della ragazza iniziò a pensare seriamente che il suo destino, la via della grandezza, passasse attraverso Spectra. Quella minuscola femme che viveva in un mondo tutto suo, e che… che lo spingeva a comportarsi meglio di quanto avrebbe fatto di solito…
Quella però era una cosa che poteva rivelarsi pericolosa.

- La riabilitazione quando la comincio?

- Spectra, ti ho già detto che serve un po’di pazienza. Lascia in pace la tua gamba, per oggi - la sollevò come se fosse fatta di piume, e si mise a sedere davanti al computer con lei in braccio - Adesso guardiamo un film e poi ce ne andiamo a ricaricarci.

- Non ho molto sonno sinceramente - disse Spectra, che aveva dormito fino a poco tempo prima.

- Tu no, io sì - Starscream sbadigliò - Allora, che possiamo vedere? - disse tra sé e sé - “Cappuccetto rosso sangue”… no, mi sa che non è il tuo genere. “Biancaneve e gli 007 nani”… nah. Senti ma se non è una fiaba rivisitata va bene lo stesso?

- Certo!

A quel punto Starscream era indeciso. Cos’era meglio, una maratona di “Madagascar” o “Una notte da leoni” e i sequel? Alla fine giudicò che “Madagascar” per lei fosse meglio.

***

- Chissà se senza di noi gli altri hanno combinato qualcosa di buono - disse Specter, tranquillamente seduto nella grotta a lucidare le sue armi.

Ogni tanto dava un’occhiata a quel che stava facendo Wheel Jack, cosa che lo portava quasi a sentirsi soddisfatto. Il demolitore adesso era dalla sua parte e in futuro avrebbe dovuto restarci, volente o nolente; si era compromesso. Quel che Spectrus aveva fatto e che Wheel Jack stava facendo, utilizzare in quel modo una femmina, era contro il regolamento che Optimus aveva dato al team Prime.

Una volta finito, Wheel Jack si staccò dal ragno, ignorando le sue maledizioni. - Tu pensi di essere indispensabile, vero? - disse a Spectrus quasi sbottando.

Non era riuscito a rifiutare la sua offerta e la pensava ancora allo stesso modo di quando si erano stretti la mano. Inoltre non si sentiva minimamente in colpa per il trattamento riservato ad Airachnid, quanto piuttosto perché a Bulkhead, il suo migliore amico, non avrebbe mai potuto dire nulla di tutto ciò; sapeva che non avrebbe mai capito. Erano nella stessa squadra ma Bulk sentiva di appartenere agli Autobots molto più di quanto lo sentisse lui e stravedeva per Optimus Prime.
Per di più era piuttosto legato ad Arcee, e difficilmente le avrebbe taciuto che Spectrus la stava tradendo con la sua peggior nemica!

- Con me avrebbero avuto più possibilità di riuscita. Vale anche per te naturalmente - aggiunse poi - Ma non è colpa nostra se avevamo di meglio da fare.

- “Di meglio da fare”…- borbottò Wheel Jack scuotendo la testa - Il tuo concetto di priorità è piuttosto strano.

- Di te si può dire lo stesso.

Airachnid fino a quel momento non aveva commentato, era rimasta in silenzio tenendo la testa bassa. La rabbia era ancora potente in lei ma mai, mai in tutta la sua vita si era sentita così umiliata, mortificata, usata come un oggetto in cui svuotarsi a piacere. La medicina che aveva fatto assaggiare a tante persone si stava rivelando olto più amara di quanto avrebbe mai immaginato. Non che l'avesse mai fatto: mettersi nei panni delle sue vittime era qualcosa di cui non avrebbe potuto importarle meno.

- Giuro su tutto quel che ho di più caro che ve la farò pagare. Non so come né quando, ma ve la farò pagare cara. Rimpiangerete di essere nati. Avrò le vostre teste - sibilò con rabbia.

- Non ci conterei - Specter le rise perfino in faccia - Non vedo di cosa tu possa lamentarti, in fondo anche tu ti diverti. Specie stanotte, mi sembravi piuttosto presa.

- Crepa - ringhiò lei.

- Non mi stupirei di scoprire che sotto sotto sei cotta persa del sottoscritto. D’altra parte non sono molti i mech che possano garantirti tanta attività.

- TI UCCIDERò! - Airachnid iniziò a divincolarsi nel tentativo di strappare le catene - Ti ucciderò per quello che hai fatto! E dopo di te ucciderò anche S…

Con un movimento velocissimo Spectrus infilzò con precisione la sua scatola vocale. Nulla di irreparabile ma senza riparazioni non avrebbe potuto parlare e la parentela di Spectrus e Spectra sarebbe rimasta ancora un segreto.

- S…tarscream? - concluse Specter, avendo saputo da Arcee che il rapporto tra Airachnid ed il seeker non era dei migliori. Così facendo distrasse anche Wheel Jack, ricordandosi che il demolitore gli aveva fatto notare che quando l’avevano trovato aveva nominato Spectra - Di lui non preoccuparti, la prossima volta che mi ricapita tra le mani la mia faccia sarà l’ultima cosa che vedrà prima di morire… se Santo Optimus non si mette di nuovo in mezzo.

A entrambi i mech giunse l’avviso di una comunicazione in entrata.

- Qui Optimus Prime…

Il tono del leader degli Autobots era funereo.

- Che tempismo! Abbiamo appena sistemato Airachnid. Non l’abbiamo uccisa, abbiamo fatto i bravi ragazzi - puntualizzò Specter - è riuscita a scappare, ma siamo sicuri che per un pezzo non darà problemi. Io e Wheel Jack l’abbiamo…- diede un’occhiata al suo compagno di squadra - Ridotta al silenzio.

L’angolo sinistro delle labbra del demolitore si alzò impercettibilmente, trattenendo un sorriso suo malgrado soddisfatto.
Non riusciva a spiegarsi cosa gli stesse succedendo: possibile che il detto umano "chi va con lo zoppo impara a zoppicare" potesse realizzarsi, con tanta facilità per di più?

- D’accordo. Bene.

- Avete preso quella Chiave Omega, Optimus? - domandò Wheel Jack.

- L’avevamo trovata, ma poi è scomparsa all’improvviso e sono spuntati i Decepticon.

Ora a parlare era Arcee. Spectrus diede un’occhiata ad Airachnid e gli venne quasi da ridere.

- Megatron ha profanato la tomba di un Prime...

- Come?! - esclamò Wheel Jack.

- E ha usato la Forgia di Solus Prime per creare una versione oscura di Star Saber, con cui ha spezzato quella vera.

- Immagino che debba essere stato uno shock - commentò Spectrus.

- A Optimus non serve quella spada. Un Prime è sempre un Prime! - si sentì esclamare Ratchet.

- E per quanto possa leccare i piedi al capo un dottorino è sempre un dottorino - replicò Spectrus.

Wheel Jack per poco non scoppiò a ridere sentendo gli improperi del medico.

- Specter, ti ho già detto che devi smetterla - ora era di nuovo Prime.

- Si chiama libertà di espressione. Arcee, tesoro...

Wheel Jack a quelle parole si voltò e si allontanò, in preda ad un misto tra il disgusto profondo e una crisi di ilarità incontrollabile, forse dovuta proprio a quello.

-... tesoro, stai bene, vero? Mi dispiace di essere stato freddo ieri sera, spero che tu possa perdonarmi.

- Posso. Ma vorrei che ti sforzassi di comportarti…ecco…meglio. Non c’è bisogno di creare tensione, no?

Spectrus alzò gli occhi al soffitto e fece una smorfia. La preferiva quando stava zitta o gridava di piacere durante la connessione, decisamente. - Mi sforzerò. Lo farò solo perché me lo chiedi tu - guardò Wheel Jack, ancora nelle condizioni di prima - Voglio dimostrarti che a te tengo molto.

Anche dalla base stavolta si sentì la risata di Wheel Jack.

- Che ha Wheel Jack da ridere?

- Video degli umani per intrattenerci durante il viaggio di ritorno- rispose Spectrus - Fanno ridere davvero. In questo c’è una donna convinta che il suo compagno la ami, lei gli telefona mentre lui ed un suo amico sono a divertirsi con un’altra, lui al telefono la chiama “tesoro”, l’amico ride, e quando lei gli chiede perché l’amico stia ridendo lui le fa credere che lo stia facendo per qualcosa visto in tv. Non è comico?

Wheel Jack lo guardò con gli occhi sgranati, sempre ridendo pur essendo sempre più disgustato, dicendogli solo col movimento delle labbra “sei sfacciatissimo”!

- A dire il vero non ci trovo molto da ridere. Se lei lo sapesse starebbe male.

- Forse hai ragione…non c’è molto da ridere per lei, povera - Specter era divertito, veramente divertito. Era da tempo che non aveva l’occasione di mentire così sfacciatamente, era stimolante! - Ti saluto, Arcee. Tra poco arriviamo. Tienimi il letto caldo! - disse, per poi chiudere la comunicazione.

Airachnid lo guardava con ancora più odio del solito.

- Non guardarmi in quel modo. Se la "tua" Arcee, che non sarà mai tua come avresti voluto, beve tutto quel che dico non è colpa mia.

- Sei il peggio del peggio. Molto più che sfacciato - Wheel Jack stava iniziando a riprendersi dal gran ridere - Andiamo, va’!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


TSB10

Era solo.

Si tolse il visore, si mise a sedere e si passò una mano sul viso.

In quel momento Soundwave era l’immagine dello sconforto, ogni giorno che passava senza ricevere notizie di lei stava peggio. L’attesa era insopportabile e il dubbio lo tormentava. Possibile che riuscisse a trovare chiunque e qualunque cosa, possibile che se Megatron gliel’avesse chiesto sarebbe stato capace di trovare un ago in un pagliaio e non riuscisse a trovare Spectra? Possibile?!

Il silenzio opprimente da parte della ragazza era la cosa peggiore. Perché non lo contattava?

Soundwave aveva sempre amato il silenzio. Era parte integrante del clima ideale per lavorare: un completo, totale, tranquillo silenzio. Ora però iniziava ad odiarlo con tutto sé stesso.

- Spectra…

Tanto da decidere di romperlo, per la prima volta dopo moltissimo tempo. Lui stesso rendendosi conto di quel che aveva fatto si stupì.

- Ancora nulla?

Trasalì sentendo la voce di Megatron alle sue spalle. Non l’aveva sentito arrivare, segno evidente di come stesse in realtà, a dispetto della tranquillità che mostrava a tutti gli altri. Scosse la testa, facendo vedere a Megatron che in compenso il lavoro sul database di Iacon continuava a procedere spedito.

- Non ne dubitavo. Sbaglio o prima hai detto qualcosa?

Soundwave ignorò la domanda e tanto che c’era si rimise a lavorare. Il lavoro continuo era un modo come un altro per cercare di distrarsi da quello che stava diventando (o era diventato) un pensiero ossessivo.

- Non era un rimprovero - mise in chiaro Megatron - Ero solo sorpreso dal fatto che anche senza essere fisicamente presente Spectra spinga le persone a fare cose che esulano completamente dalla normalità.

Soundwave pensò che su questo avesse pienamente ragione. Sentì i passi di Megatron allontanarsi dalla sua posizione.

- Quando la ritroverai, diglielo.

Quella frase prese il tecnico di sorpresa, costringendolo a voltarsi. Megatron intendeva forse dire?…

- Dalle parole di Airachnid qualche tempo fa avresti dovuto capire che anche i muri si sono accorti che ne sei innamorato. Anche i muri, ma non l’interessata - alzò gli occhi al soffitto - Sarebbe il caso di schiodare la situazione, per il bene tuo, suo e dei Decepticon, ai quali serve un terzo in comando concentrato. Quando la rivedrai, diglielo.

E con questo se ne andò.

“Proprio lui viene a darmi consigli su certe cose!” scosse la testa e si rimise il visore “Forse però non ha tutti i torti. Forse dovrei dirglielo davvero” fece un sospiro “Almeno sentendo il ‘no’ direttamente dalle sue labbra non rimarrò nel dubbio”.

Poco dopo riuscì a decifrare le coordinate di un’altra Chiave, che a giudicare dalle mappe si trova in un sentiero tra le montagne. Decise di occuparsene lui stesso, adesso che sapeva cos’erano e quanto fossero importanti era ancora più determinato a far sì che i Decepticon se ne appropriassero. La scomparsa misteriosa della Chiave nascosta vicino alle piramidi l’aveva lasciato un po’perplesso. In compenso Megatron era talmente esaltato per aver spezzato Star Saber che aveva dato importanza a quel fatto solo fino ad un certo punto.

Soundwave aveva ascoltato relativamente i racconti di Megatron mentre continuava imperterrito a lavorare. Non condivideva tutta quell’euforia, sapeva che Optimus Prime avrebbe continuato a dare loro problemi con o senza Star Saber, e comunque non era proprio in vena di festeggiare.

Afferrò la sua pistola ad onde sonore e si diresse sul ponte della Nemesis prendendo il volo, sperando che magari durante il viaggio avrebbe visto Spectra dall’alto ed avrebbe potuto riportarla nella Nemesis con lui, al sicuro; ma in tutto il viaggio il risultato riguardo Scricciolo fu un niente di fatto, come al solito.

Atterrò tranquillamente sul posto, sollevato dal fatto che apparentemente nessun Autobot fosse lì a tentare di ostacolarlo. Non che eventualmente la cosa avrebbe costituito un problema.

Camminò guardando attentamente a terra, cercando il punto esatto indicatogli dal computer...

Si sentì colpire bruscamente e con forza alla schiena, tanto forte da essere buttato a terra. Il suo nemico, chiunque fosse, dopo averlo fatto voltare pose un piede sul suo torace. La sua vista era annebbiata ma Soundwave ne registrò il peso, che riduceva drasticamente il gruppo dei possibili colpevoli di quell’attacco alle spalle. La pistola ad onde soniche era finita lontana, troppo lontana anche per essere presa con i tentacoli.

- Ti ricordavo più attento.

Nello stesso momento in cui la vista si schiariva, lo spymaster riconobbe la voce. Spectrus Specter! Avrebbe dovuto immaginarselo. Era lui quello specializzato negli attacchi improvvisi, per quel che ricordava del periodo che Specter aveva trascorso come ufficiale Decepticon.

- Sempre silenzioso, eh?

Fece scattare all’improvviso i suoi tentacoli, colpendo in pieno Spectrus e togliendoselo di dosso. L’enorme mech cadde comunque in piedi, e tirò fuori la spada, fronteggiandolo.

- I tentacoli… avrei dovuto ricordarmene - commentò - Mettiamola così, se adesso voli via e mi lasci prendere la reliquia te ne torni nella Nemesis sano e salvo, altrimenti ti strappo i tentacoli, ti impacchetto e ti uccido. Cosa preferisci?

Quanta arroganza, soprattutto per qualcuno che non poteva vantare chissà che forza sovrumana, una velocità inarrivabile o qualsiasi altra sorta di strani poteri. Proprio per quello Soundwave rimase tranquillo e senza alcuna intenzione di muoversi: serviva ben altro per allarmare un ex gladiatore di Kaon.

- Allora sei un masochista. D’accordo, ti accontento subito.

Specter era veloce e ci mancò poco che lo infilzasse, ma Soundwave riuscì ad evitarlo all’ultimo momento, e così fece col resto dei fendenti. Ognuno di essi però si avvicinava sempre di più all’obiettivo e, desiderando solo che la sua pistola non fosse così dannatamente lontana, l’ex gladiatore decise di passare all’attacco cercando di colpire di nuovo Spectrus con i tentacoli.

- Non puoi fregarmi due volte con la stessa mossa - disse gelidamente Specter, afferrando con la mano destra un tentacolo e lasciando cadere la spada per prendere anche l’altro, mentre saltava ed affibbiava a Soundwave un potente calcio in pieno stomaco.

Non contento, continuando a tenerlo per i tentacoli tanto forte che sfrigolavano, lo sollevò e lo sbatté contro la parete rocciosa dopo avergli fatto fare un mezzo giro per aria.

Il colpo fu duro, tanto che provocò una mezza frana che seppellì in parte Soundwave.

Specter fece la sua classica risata. - Tranquillo, Megatron ti darà un bacino sulla bua - lo prese in giro.

“O, conoscendo mia sorella, lo farà lei” pensò.

Dopo un’ultima occhiata di sufficienza gli diede le spalle per dirigersi verso la reliquia.

- A giudicare dalle coordinate dovrebbe essere esattamente… - Spectrus raggiunse il punto preciso, solo per vedere che qualcun altro aveva già scavato lì, presumibilmente tirando fuori la Chiave Omega - Qui.

A quel punto pensò che Soundwave avesse già preso la Chiave, nonostante all’inizio si fosse convinto che ancora non l’avesse fatto. Magari si era sbagliato. Poteva essere.
Gliel’avrebbe tirata fuori a suon di botte.

- Sembra che tu abbia qualcosa di mio, quiet one. Vedi di…- dove prima c’era semisepolto Soundwave, Specter non vide nessuno, e stavolta fu lui ad essere colpito alle spalle, trovandosi gettato a terra ad osservare un Soundwave decisamente in modalità “vendicativo”.

Il tecnico gli assestò un forte calcio in pieno viso quando lui tentò di rialzarsi, per poi afferrarlo con un tentacolo ed avvicinandogliene al volto un altro con tutta l’intenzione di fargli un bel buco in faccia.

Spectrus tentò di nuovo di afferrarli, ma Soundwave lo colpì con la pistola ad onde sonore che aveva recuperato subito dopo essersi alzato.

- Non puoi fregarmi due volte con la stessa mossa - ripeté con la voce di Specter.

Ringhiando in preda al dolore Spectrus, trovò la forza di fare un impercettibile sorriso. - Ci sono modi e modi per fregare qualcuno - disse poi.

Soundwave non capì cosa stesse cianciando, ma non gli importava nemmeno.

- LASCIALO! - Arcee arrivò correndo.

Teoricamente avrebbero dovuto recuperare insieme quella Chiave ma Spectrus l’aveva lasciata indietro giudicando che avrebbe fatto prima a farlo da solo.

Soundwave ricordò che, a detta di Megatron, tra quella femme e Specter c’era del tenero. Era indeciso se pensare “beati loro” o piuttosto, a giudicare dal tipo in questione, un bel “povera lei”.
Probabilmente era valida la seconda. Aveva archiviato moltissimi file video degli incontri di Specter con una quantità di femme allucinante, e non c’era una a cui non avesse fatto credere di essere l’unica e la sola che amava per poi dirlo ad un’altra un paio d’ore dopo, se non un’ora sola.

Ebbe l’ idea fugace del suo piccolo Scricciolo nelle mani di quell’essere ma lo scacciò dalla mente mentre colpiva anche Arcee con la pistola. Non voleva nemmeno pensarci!

A tal proposito, se prevenire era meglio che curare forse faceva meglio a terminare Specter lì e subito. Megatron non avrebbe disapprovato. Avrebbe dovuto essere un Decepticon, ma non lo era e aveva creato loro problemi, quindi poteva essere ucciso senza troppi rimpianti.

Però se l’avesse fatto sarebbe stato ancora più sporco di quanto fosse già. Si sarebbe macchiato di un’altra uccisione. Spectra l’avrebbe voluto? Soundwave pensava di no, e ognuno che fosse morto per colpa sua avrebbe costituito qualcosa che l’avrebbe allontanato ancor di più dalla sua principessa che già trovava irraggiungibile.

Non l’avrebbe ucciso, dunque, ma ciò non toglieva che poteva imprigionarlo, così che Megatron potesse tirargli fuori le informazioni che servivano, ubicazione della base degli Autobot in primis!

Specter, con l’energon che gli colava sul viso da una ferita alla testa, non poté trattenersi dal sorridergli di nuovo, con la consueta freddezza ed una sfrontatezza infinita. Immaginava a cosa fosse dovuta quell’esitazione, lo conosceva abbastanza da sapere che normalmente lo avrebbe già terminato.

- Sappiamo entrambi che non mi ucciderai - disse quindi, riuscendo a sgusciare via e riprendendo la lotta - E non ce la farai mai a prendermi!

Soundwave si sorprese che Spectrus sapesse cosa gli stava passando per la testa. Poi ebbe un’idea, vedendo Arcee partire di nuovo all’attacco per aiutare Specter.

Di solito aveva sempre evitato di prenderla a botte. Non perché la temesse o che di simile, ma perché riteneva un combattimento con lei un’inutile perdita di tempo. Era anche uno dei motivi per il quale invece che farla a pezzi quella volta che era entrata nella Nemesis si era limitato ad aprire improvvisamente il Ponte Terrestre buttandola fuori dall’astronave. Ma stavolta…
Spectrus aveva ragione, difficilmente sarebbe riuscito a prenderlo e imprigionarlo, quindi doveva usare un piccolo sotterfugio.

Si allontanò rapidamente da Specter afferrando Arcee, che tentò disperatamente di divincolarsi, ma la stretta dei tentacoli era troppo forte, e non poté fare assolutamente niente.

Soundwave fece capire a Specter che o si arrendeva e si consegnava spontaneamente o Arcee avrebbe fatto un’orribile fine. Magari lui non l’avrebbe terminata, per la stessa ragione per cui non aveva terminato Specter stesso, ma Knock Out non avrebbe avuto la stessa… “sensibilità”. Fosse stato per Soundwave, Knock Out a quel punto sarebbe stato un ammasso di ferraglia, ma chissà che invece non sarebbe tornato utile.

Spectrus Specter non parve granché interessato. - Mi minacci prendendola in ostaggio? Ma che cattivo.

“Fai qualcosa, maledizione!” pensò Arcee, sentendo la stretta aumentare.

- Tu vorresti che io mi consegnassi per salvare lei.

Soundwave annuì, una mano pericolosamente vicino alla delicata gola di Arcee.

- Cos’è che vorresti da me esattamente? Informazioni sulla base di noi Autobot o simili immagino - si tolse di dosso la polvere e si asciugò l’energon colato dalle ferite - Guarda, per me puoi pure tenertela. Se sono informazioni quelle che vuoi, anche lei è utile allo scopo.

Detto questo si voltò e iniziò ad allontanarsi con tutta la calma del mondo.

Arcee era sotto shock. Non ci poteva credere!

“Forse è una strategia. Non può davvero lasciarmi nelle mani dei Decepticon. Non lo farà! Non è possibile!” pensò disperatamente la guerriera Autobot.

Spectrus non poteva fare una cosa del genere, erano compagni di squadra e soprattutto le aveva detto che la sua Scintilla la riconosceva! Stavano insieme, non ufficialmente, ma stavano insieme.

- Quanto alla fine che farà, fate un po’come vi pare. Una volta avuto quel che vi serve la ucciderete, sbaglio?

Più Spectrus continuava a parlare, più Arcee si convinceva che invece, purtroppo, diceva sul serio. Questo le spezzava la Scintilla al punto da lasciare che una lacrima le colasse lungo la guancia.

- A Prime dirò che è già morta, così non verrà su nella Nemesis a fare casino per liberarla. Io e te - indicò Soundwave - Ci vediamo un’altra volta. Già ti avviso, per te sarà l’ultima.

Detto questo voltò loro definitivamente le spalle.

- SPECTRUS! Come puoi…- Arcee si divincolò ancora - Mi avevi detto che la tua Scintilla mi riconosce! Mi avevi detto…

- Un mucchio di cazzate - concluse Specter, che non si voltò nemmeno e fece un sospiro - Non ti sei mai chiesta perché le cose tra noi sembravano andare così bene? Dato che è l’ultima volta che ci vediamo ti farò la grazia di dirtelo: sono un bugiardo. Mi sono divertito come un matto a usarti come svuota cavo e a mentirti, nonché a provocare Prime che sotto sotto… eh! Lo so io! - non intendeva dirle che secondo lui Optimus Prime era cotto di lei - Per il resto non mi importa che tu viva o muoia.

Soundwave era lì immobile, l’unica cosa che faceva era stringere Arcee con i tentacoli. Specter se ne stava andando e aveva ragione a dire che anche Arcee sarebbe servita allo scopo. Inoltre avrebbe fatto sì che Prime non venisse ad infastidirli nel tentativo di liberare la loro amichetta.
Che premura.
Ma che grandissimo bastardo.

- Tu… la pagherai cara Spectrus Specter! - gridò Arcee, arrabbiata e profondamente ferita.

- E due!... anche Airachnid me l’ha detto da poco - a quel punto Spectrus si voltò di nuovo - mal comune mezzo gaudio, Arcee. Non sei la sola idiota nell’Universo.

Gelata Arcee con quelle parole, con tutto quel che significavano, Specter se ne andò canticchiando.

- "...‘cause I’m a liar!...yeah, I’m a liar!...I’ll tear your mind out, I’ll burn your soul!...I’ll turn you into me, ‘cause I’m a liar, a liar, a liar!"

Proprio la canzone perfetta, non c’era nulla da dire.

Soundwave mosse il tentacolo facendo sì di poter guardare in faccia Arcee. Quasi gli faceva pietà, il che era tutto dire. Immaginò cosa avrebbe fatto Spectra se fosse stata ancora alla Nemesis una volta venuta a sapere quella brutta storia, probabilmente si sarebbe prodigata per far sì che ad Arcee non fosse fatto del male e sarebbe stata sempre lì a consolarla.

Un momento… e Airachnid? Cos’era quella faccenda del mal comune mezzo gaudio? Aveva capito bene, anche quel ragnaccio si era lasciato ingannare?

"Ben le sta" pensò.

Aprì il Ponte Terrestre e lo attraversò rientrando nella Nemesis. Ad aspettarlo trovò Megatron.

- Soundwave hai… perché diamine hai lei con te?!

"Cos’è, adesso intende portare nella Nemesis ogni femme che vede?!" pensò.

Il tecnico mostrò a Megatron tutta la registrazione del combattimento con Specter, della Chiave Omega già presa da qualcun altro, della sua decisione di ricattare Specter per far sì che si arrendesse e l’epilogo di tutta quella faccenda.

Arcee teneva la testa bassa. Dei vehicons la ammanettarono polsi e gambe.

- Non ti è andata granché bene, mh? - Megatron le sollevò il viso, ricevendo in risposta un’occhiata ostile - Pensavo fossi un po’più furba, Autobot. Certo che Spectrus Specter non è cambiato per niente - commentò - Bastardo era e bastardo è rimasto. Non hai idea del numero di femmes a cui ha fatto lo stesso giochetto, e io so solo di quelle che si portava nell’alloggio! Penso che abbia più figli lui sparsi in giro…

Non era molto consolante.

- Ora ci dirai dove si trovano i tuoi amici…

- Scordatelo - sibilò Arcee, per nulla intenzionata a cedere.

Megatron rise. - Ti conviene cambiare atteggiamento. Abbiamo tutto il tempo del mondo per tirartele fuori a forza, Autobot. Optimus Prime ti crede morta, non verrà a salvarti, e dato che qui adesso come adesso non c’è nessuno a premere perché ti venga evitato l’interrogatorio- diede a Soundwave un’occhiata significativa, riferendosi a Spectra - Ti conviene parlare.

- No.

- Io ti ho avvisata - disse il leader dei Decepticon - Portala a Knock Out, che si renda utile.

Soundwave uscì dalla stanza con Arcee. Vedeva la guerriera cercare disperatamente una via di fuga ma era difficile, se non impossibile, che riuscisse a scappare ammanettata e con lui che la teneva sotto tiro.

- Non dirò niente. Hai capito?! Fate del vostro peggio, io non dirò una parola!

Coraggiosa. Soundwave già lo sapeva, si ricordava ancora di quando Starscream l’aveva catturata, e Cliffjumper con lei.

- Ti sei fatta catturare con qualche giorno in ritardo - le disse, sorprendendola sia perché le aveva parlato che per la sua voce in sé, molto profonda.

- Che…i-in che senso?

“In che senso”, una delle espressioni preferite di Spectra, al secondo posto dopo “che cos’è”?
Soundwave voleva solo rimettersi alla sua ricerca. Voleva e doveva ritrovarla.

- La grazia di rispondermi potresti farmela. Almeno quella. 

Ma dal mech dietro di lei non giunse risposta se non una spintarella per farla camminare più velocemente. Arcee dovette obbedirgli suo malgrado.

***

- Purtroppo è così. Arcee è stata terminata…

Spectrus Specter stava recitando al massimo della sua abilità la parte dell’uomo innamorato la cui fidanzata è morta. Si sforzò perfino di far uscire una lacrima.

- L’ha fatto per aiutare me. Io le avevo detto che doveva restare indietro, lei non ha voluto e adesso…

“Questa è la parte più importante Spectrus. Impegnati” si disse.

- Se è morta è colpa mia - disse, apparendo disperato - Tutta colpa mia. Io avrei dovuto proteggerla, ma sono così… così inutile che non ci sono riuscito. Proprio stasera che volevo dirle che aveva la mia Scintilla - mormorò, mettendosi una mano sul viso.

Sembrava distrutto per quella faccenda, come effettivamente sarebbe dovuto essere.
Fu proprio per quel motivo che, andando oltre lo shock che aveva preso tutti quanti, Rafael, a cui Spectrus Specter non era mai piaciuto, sentì che c’era qualcosa che non tornava. Spectrus non era il tipo che avrebbe potuto reagire in quella maniera.
Quell’esternazione di dolore che per gli altri sarebbe stata del tutto normale era eccessiva, non era da lui, ed era per questo motivo che a Raf suonava totalmente falsa. Se poi lo guardava negli occhi mentre faceva tutto quello spettacolino, la sensazione che fosse tutta una menzogna aumentava. Il dolore c’era, ma anche quello dal suo punto di vista era falso.

Forse Arcee era morta davvero ma, pur sperando di sbagliarsi, dubitava che a Specter dispiacesse davvero.

- Chi è stato, Specter?! - ringhiò Bulkhead.

- Soundwave. E non c’era nemmeno la reliquia, qualcuno l’aveva già presa prima di me e di lui. Siamo partiti per una missione inutile e lei... e lei, ora...

In quel momento Smokescreen e Jack fecero ritorno nella base ridendo come matti. Jack continuava ad istruire Smokescreen ed entrambi continuavano a fare quelle tremende bambinate per cui il giovane Autobot era stato più volte ripreso. Erano in guerra ma si comportava proprio come un ragazzino!

- Hai viato la faccia del proprietario del locale quando gli abbiamo intasato lo scarico con quella cosa, come si chiama…

- Pizza! - rise Jack.

Sia a lui che a Smokescreen passò ogni voglia di ridere ancora quando videro le facce degli altri.

- Ragazzi? Che è successo?

- Arcee è morta - rispose Optimus Prime in tono funereo - Soundwave l'ha terminata.

Jack impallidì. Era uno scherzo, vero? Non era possibile.
Se Arcee fosse stata veramente uccisa non si sarebbe mai perdonato di non esserle stato accanto. Loro erano amici. Ogni tanto riusciva anche a convincerla a parlargli del suo rapporto con Spectrus.
No, non poteva essere morta davvero.

- Si tratta di uno scherzo vero?

Jack guardò Raf. Miko non c’era, tanto per cambiare era in castigo e quindi ancora a scuola.

Raf, con i lacrimoni, scosse la testa. - Purtroppo è vero.

Optimus Prime provò l’enorme desiderio di rimanere solo. Se fosse andato lui insieme ad Arcee, forse lei sarebbe stata ancora online adesso. O se fossero andati lui e Spectrus e lei fosse rimasta alla base…
Invece non era andata così. Era stata terminata e lui non aveva avuto il tempo di dirle nulla, né che secondo lui Spectrus Specter non l’amava, né che lui invece… .

Ebbene sì, la amava, ma era stato idiota e se n’era reso conto solo ora che non c’era più.

- E mentre Arcee moriva tu eri a divertirti! - ringhiò Bulkhead a Smokescreen. Aveva bisogno di prendersela con qualcuno, e con quel ragazzo aveva qualche piccolo attrito.

- Ma... m-ma io che c’entro, che ne sapevo?!

- Magari se fossi stato qui alla fine si sarebbe deciso di mandare te con Specter, e non Arcee! - motivazione idiota, ma Bulkhead era talmente colpito dalla perdita dell’amica che ragionava ancora meno del solito.

- Questa è una stupidaggine, io non!…

- Ho bisogno di una boccata d’aria - disse Spectrus - Smokescreen, vieni con me. Se continuiamo così finiamo a saltarci addosso - guardò Prime - Arcee non l’avrebbe voluto.

Detto questo prese Smokescreen per un braccio ed uscirono. Spectrus si trasformò in forma veicolo, un Hummer militare che aveva scansionato la prima volta che era uscito dalla base. Smokescreen lo fece a sua volta.

- Questo è troppo! - il ragazzo partì a tutta birra, seguito da Spectrus senza troppa difficoltà - Anche a me dispiace per la morte di Arcee, mi piaceva, era a posto, ma non è colpa mia! Io non c’entro?! Perché se la prendono con me?

- Io non ce l’ho con te - disse Specter - Sono loro che non ragionano. Io mi sento malissimo ma so ancora distinguere chi è colpevole e chi no.

- Pensavo di essere stato fortunato ad incontrare Optimus Prime e gli altri, ma invece… invece sono un mucchio di idioti! Ecco cosa sono! Un mucchio di idioti che se la prendono col primo che passa! - esclamò, decisamente arrabbiato.

Sia lui che Spectrus avevano chiuso il comm-link.

Poco dopo si sentì un rombo di motore e vennero raggiunti da Wheel Jack.

- Come mai sei fuori con il ragazzino?

- Arcee è stata uccisa da Soundwave, lui è rientrato ridendo dato che non ne sapeva nulla e Bulkhead se l’è presa con lui - spiegò Spectrus.

- Bulk è fatto così, quando riprenderà a ragionare si scuserà - disse a Smokescreen.

- Non è solo con lui il problema, sono anche tutti gli altri, io ho un grande destino ma nessuno lo capisce! - accelerò distanziandoli di parecchio.

- Arcee è stata veramente terminata? - domandò il demolitore a Spectrus.

- Soundwave l’ha presa in ostaggio pensando che mi sarei consegnato per tirarla fuori dagli impicci. Come no. Aspetta e spera! - accelerò un po’ - Quando me ne sono andato era ancora online ma tra poco non lo sarà più. Che vuoi farci, è la vita - disse tranquillo - E io ho un’altra con cui interfacciare - aggiunse.

Wheel Jack era agghiacciato dalla calma di Spectrus. Arcee nonostante tutto era sempre una loro compagna di squadra, non era una nemica (e già questo faceva sì che in generale la classificasse in modo diverso da Airachnid), un conto era tradirla, un altro abbandonarla in mano al nemico.

- Immagino cosa stai pensando, Wheel Jack, ma Arcee era una testa calda non particolamente brillante che non era poi così utile alla squadra, quindi pace.

- Sei… non so nemmeno come definirti - borbottò il demolitore - Forse nemmeno un Decepticon si comporterebbe così.

- Io infatti non sono un Decepticon - replicò Spectrus.

- Sei qualcosa di peggio. Sei un mostro - lo insultò Wheel Jack.

- Faccio quel che devo fare, Wheel Jack. Tu che sei un demolitore dovresti sapere che nelle condizioni in cui siamo non c’è posto per la pietà, la bontà e la compassione. Nemmeno per un compagno di squadra - specificò - Quando si deve scegliere chi muore e chi si salva è bene pensare per se stessi, specie se si sa di essere più validi dell'altro.

- I Decepticon ragionano esattamente così - Wheel Jack accelerò e lo superò.

Spectrus rimase indietro a riflettere.
Era vero, i Decepticon ragionavano proprio in quel modo e anche suo padre, Spector Specter, aveva ragionato così quando aveva fatto quel patto con Megatron, pensando solo alla salvezza della propria famiglia. Gli Specter erano potenti, a Megatron il loro appoggio faceva comodo, specie in campo economico. Poi però quel grandissimo figlio di puttana aveva mandato Starscream ad ucciderli…

O così credeva.

***

- Solo una camminata da qui a là, poi ritorni. Non devi affaticarti troppo.

- Io non mi stanco mica…anche di quegli esercizi non ne abbiamo fatti un po’pochini?

Spectra era ancora euforica per il risultato dell’operazione. Grazie agli esercizi di riabilitazione e a quelle brevi camminate che insisteva per fare vedeva la sua gamba migliorare di giorno in giorno, ed era fantastico.

- Ne abbiamo fatti la quantità giusta.

Starscream l’aveva portata in un bosco sperduto, così che Spectra camminasse in un posto piacevole. Una delle tante premure che aveva avuto verso di lei e che lo stupivano ancora.
Aveva anche continuato a provarci costantemente, ma dopo quella sera non era più riuscito a generare in lei altrettanto desiderio. Riusciva a strapparle qualche bacio ogni tanto ma ognuno era seguito da un rimprovero da parte di Spectra, che continuava a dire che era sbagliato.
Starscream sentiva che, da quando lei aveva avuto quel maledetto incubo, era cambiato qualcosa. Ogni tanto la sorprendeva a guardarlo e, anche se lei gli sorrideva e lui faceva lo spaccone riprendendo a provarci, sentiva che c’era qualcosa che non andava.

- Se lo dici tu… io allora vado - gli fece un cenno di saluto e si allontanò pian pianino nel bosco.

Ci teneva a fare da sola quelle camminate, con lui nei paraggi certo, ma non vicino a tenerle la mano.

Era contenta che il seeker l’avesse portata lì, era un bel posto. C’era qualche ostacolo che poteva intralciarle un po’il cammino ma era tutto allenamento, i terreni di norma non erano come quello dove viveva Starscream, la maggior parte erano accidentati.

- Non sarai la stessa dell’altra volta, vero?

La giovane femme si trovò di nuovo davanti ad una farfalla, identica a quella che aveva seguito l’altra volta. Non c'erano prove certe che fosse proprio lei, ma Spectra ne era convinta, e si convinse ancora di più quando questa si posò sul suo indice proteso ad accoglierla.

- Non è che vuoi farmi vedere qualcos’altro?

Quasi in risposta alla sua domanda la farfalla volò via dal dito e si mosse come se avesse avuto una destinazione precisa. Fiduciosa e dimentica di quel che le aveva detto Starscream sul non affaticarsi troppo, Spectra la seguì.

Il luogo dove la farfalla sembrava volerla condurre comunque non era lontano, e l’animale si posò su un piccolo sasso.

- Qui non c’è nulla - mormorò la ragazza, un po’delusa.

Poi sentì dei rumori che sembravano come provenire da sotto di lei, qualcuno che si agitava o simili. Rabbrividì.

- Mi sa che invece qualcosa c’è…

La farfalla riprese a volare, guidandola fino all’entrata nascosta di una grotta. I rumori divennero più forti ma Spectra continuò ad avanzare pur non sapendo cosa avrebbe trovato.

Airachnid, sentendo un rumore di passi, smise di divincolarsi. Che si agitava a fare? Nessuno l’avrebbe mai sentita! Se solo avesse potuto gridare…ma Spectrus le aveva tolto anche quella possibilità. Era fregata. Ormai era arrivata alla fine, se lo sentiva. Specter e Wheel Jack si sarebbero stancati di utilizzarla, l’avrebbero fatta fuori a breve, magari quella era l’ultima volta che ci si connettevano.
Nella sua lunga vita di cacciatrice e torturatrice assassina, tutto aveva pensato ma non che sarebbe morta così.

- Airachnid?

Sgranò gli occhi. Non ci poteva credere, quella lì era la piccola storpia?!
Una piccola storpia che sembrava camminare un po’meglio, notò poi, e che aveva una farfalla posata sull’elmo. Ma era abbonata alle farfalle o cosa?

- Che ci fai qui? Oh - notò i danni della vedova nera - Non puoi parlare. Scusami. Aspetta, ti riparo subito.

Airachnid non sapeva se odiarla ancora di più o ringraziare Primus che fosse lì. Poi però ricordò un dettaglio importante: Spectra e Spectrus erano fratelli. Roba da non credersi.

La ragazza lavorò rapidamente alla sua scatola vocale, l’espressione che diventava sempre più triste.

"Una ferita del genere può avergliela procurata solo Spectrus, riconosco la sua mano".

Per finire impiegò solo pochi minuti.

- Ora puoi parlare. Chi… chi è stato a farti questo?

Airachnid tossì. - non fare la finta tonta, Spectra Specter, perché con me non attacca. Non più! So che hai riconosciuto la mano del tuo caro fratellino, come lui ha riconosciuto la tua sulle mie ferite - sibilò - “Due ceffoni”. Se sono qui è per colpa tua.

Spectra fece un sospiro gigantesco. Spectrus le aveva perfino detto che erano fratelli, equivaleva a una condanna a morte. - Io non ti volevo fare del male, lo sai. Mi hai costretta tu! Pensavo che avessi chiamato i soccorsi...

- Come no! I soccorsi! Pensavano che ti avessi uccisa, che qualcun altro ti avesse presa e avesse pestato me. Solo Knock Out ha aperto gli occhi. Solo lui sa che non sei la piccola invalida indifesa che tutti pensano!

- Io però non ho mai detto di essere indifesa. È che mio fratello l’ ha sempre chiamati “due ceffoni” e sono rimasti così.

Airachnid ringhiò al colmo dell’irritazione. - Meglio lasciar perdere.

- Vuoi che ti liberi?

- Se lo farai ti ucciderò anche per quel che mi ha fatto tuo fratello - sibilò la vedova nera.

- Allora no, mi sa che non devo liberarti.

Si sentì una voce da fuori. - Spectra! Dove sei andata a cacciarti?! Avevo detto una camminata breve!

Airachnid sgranò gli occhi. Starscream?! Lui che c’entrava con Spectra?

"Ma soprattutto, perché lui…oh".

Sogghignò. Era quasi sicura che Spectra non avesse la più pallida idea di chi fosse davvero il mech che la stava cercando.

- Dimmi, piccola storpia, tu hai una vaga idea di chi sia stato ad uccidere i tuoi genitori?

- No. Non con precisione.

Airachnid a quel punto rise. - L' ultima missione di Spectrus è fallita perché ha cercato di uccidere Starscream. Sai perché l’ha fatto? Perché lui-

La vedova nera però non riuscì a terminare la frase, perché Starscream arrivò troppo presto.


La canzone cantata da Spectrus è -> qui

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


TSB11

- Airachnid! - il seeker si sorprese di vederla lì, poi guardando le condizioni in cui era sogghignò. Fatto questo, rivolse tutta la sua attenzione a Spectra - Tutto bene?

Lei annuì, rivolgendogli un sorriso dolce dei suoi, immediatamente ricambiato.

Airachnid valutò attentamente l’atteggiamento del seeker argentato, realizzando che non solo Spectra non sapeva chi fosse veramente lui, ma che nemmeno Starscream sapeva che lei era una Specter.

"Peggio di una commedia" pensò.

Avrebbe avuto una voglia matta di sputarle in faccia la verità ma forse invece era più divertente stare zitta. Prima o poi la cosa sarebbe venuta sicuramente fuori, e allora… sai che disastro!

- Questo scarafaggio grasso ti ha fatto del male?

- Come potrebbe scusa? È legata…

“Si preoccupa per lei, il caro Starscream” pensò la vedova nera, aggiungendo per quell’insulto altre tre ore di tortura a quelle che avrebbe riservato al seeker.

- Con questa qui non si sa mai - disse, e vedendo Spectra completamente impreparata le si avvicinò e le strappò un altro bacio - Non intendo farti correre rischi di sorta. La via del mio successo passa attraverso di te.

“A quanto pare la piccola storpia si dà parecchio da fare. Prima Soundwave, ora Starscream! La cosa divertente è che dei due non ce n’è uno che mi vada a genio”.

Già, chissà come avrebbe reagito Soundwave vedendo una cosa del genere. Dopo parecchio tempo, Airachnid provò una sorta di gioia vendicativa. Spectra sembrava starsi già dimenticando del suo protettore e cavalier servente, e ben gli stava. Soundwave avrebbe potuto darsi una mossa, invece andando avanti in quel modo era e sempre sarebbe rimasto solo come un cane.

- Starscream, quante volte devo dirtelo che non voglio? - lo rimproverò la ragazza - E poi non è proprio il momento, lei ha bisogno d’aiuto.

Il seeker sentendo quelle parole fece una smorfia. Airachnid aveva bisogno d’aiuto, diceva! Fosse stato per lui le avrebbe strappato le zampe, staccato le braccia e tagliato la testa.

"Quasi quasi…"

Forse poteva riuscirci, era solo questione di gestire bene la cosa.

- L’aiuto io - si offrì il seeker - Tu torna da dove siamo venuti ed aspettami lì. Non ci metterò molto, si tratta di sciogliere un paio di catene.

Uno sviluppo imprevisto, per il quale Airachnid vedendo il ghigno che le rivolse Starscream non appena Spectra annuì e se ne andò capì di essere caduta dalla padella nella brace.
Starscream forse era un po’masochista ma era anche il tipo che strisciava con i più forti e si accaniva con estrema crudeltà sui più deboli. Che Spectra fosse stata risparmiata era una specie di miracolo (anche se probabilmente il seeker in caso contrario avrebbe beccato “due ceffoni alla maniera degli Specter Bros’ ”) ma Airachnid sapeva benissimo che a lei non sarebbe andata altrettanto bene.

In condizioni normali Starscream aveva paura di lei. Airachnid ricordava ancora la sua faccia quando gli aveva fatto quello scherzetto nell’Harbinger, ma adesso era lei la più debole dei due, e Starscream aveva il dente avvelenato.

- Bene, bene, bene… sei stata vagamente intrappolata o sbaglio? Povero piccolo ragno, ti hanno fatto la bua? - la prese in giro il seeker, prendendo una delle poche catene che non erano state utilizzate e sbattendogliela in faccia.

Il colpo fu duro, il viso di Airachnid rimase segnato.

- facile adesso, vero? Se non fossi stata legata sappiamo tutti e due come sarebbe andata. Come quella volta nell’Harbinger - sibilò, trovando anche il coraggio di fare una risata - Con la differenza che saresti morto, una buona volta!

- Ho altri progetti - sogghignò il seeker, e la catena si abbatté più volte sul corpo della vedova nera - Hai davanti il futuro dominatore di una Cybertron riportata a nuova vita, nonché dell’Universo intero!

- Ti sono partiti definitivamente i transistors - commentò Airachnid, cercando di ignorare il dolore - Non dominerai proprio niente. Non riesci nemmeno a “dominare” quella piccola storp-NGH! - gemette dolorosamente quando Starscream la afferrò per la gola.

- Non chiamarla in quel modo - ringhiò - Ora che l’ho operata sei più storpia tu di lei.

A quel punto Airachnid rise di cuore. Era anche peggio di quel che aveva pensato all’inizio, non era solo una questione di connessione! Dubitava che fosse arrivato al punto di innamorarsene, Starscream era troppo preso da sé stesso, le sue voglie e i suoi bisogni per poter amare qualcun altro, ma quella femme non gli era indifferente.

- Starscream! Come ti sei ridotto, anche tu dietro a lei! Ti va male. Non penso che Soundwave sarebbe contento dei vostri sbaciucchiamenti.

Sentì che le stringeva la gola, doveva aver toccato un tasto dolente. Non l’avrebbe sorpresa se Spectra, una volta capito che Starscream ci provava, gli avesse detto che era già innamorata di… com'era che Spectra avrebbe potuto definire Soundwave? Ad Airachnid venivano in mente solo epiteti più o meno coloriti ma Spectra avrebbe potuto definirlo un principe o robacce simili.

- Spectra se lo dimenticherà presto. Lui non la ricambia, perciò…

- Ti sfugge un dettaglio fondamentale Starscream - rise Airachnid - Lei, essendo una piccola idiota, si sbaglia. È cotto. Sono comici, innamorati l’uno dell’altra e nessuno dei due che se ne accorga. Fa’ che ti veda anche solo baciarla in quel modo e ti smonterà pezzo per pezzo.

- A-anche lui…?

Starscream era attonito. Quello poteva essere un problema. Un conto era far dimenticare Spectra di lui e chiuderla lì, un altro era farlo e poi essere smontato!
Ma forse una scappatoia c’era. Se Spectra alla fine avesse lasciato perdere “il suo principe” per darsi a Starscream, e Soundwave l’avesse attaccato e/o terminato, la giovane femme avrebbe pensato che non rispettasse le sue scelte, l’avrebbe trovato possessivo, violento e si sarebbe di certo allontanata da lui. Anche Soundwave sarebbe rimasto a mani vuote, cosa che certamente voleva evitare.

- Non è un problema poi così grosso - borbottò - Dovresti pensare al fatto che stai per morire, non a me e Spectra.

- Sulla tua Spectra potrei dirtene delle belle. Ma che gusto ci sarebbe a rovinarti la sorpresa?

Prima che il seeker potesse ribattere però tre voci risuonarono nel passaggio che portava alla grotta.

- Io sono Smokescreen ed ho hic! un grande destino davanti a hic! me! Allora dov’è la hic! femmina? Voglio la femmina!

- Mi fa quasi ridere, brillo com’è non ricorderà un accidente. Forse gliene ho fatto bere troppo, di quell’energon extra forte…

- Vedi un po’, abbiamo finito l’intera scorta della Jackhammer!

Starscream sgranò gli occhi dalla paura. Aveva riconosciuto la voce del mech che aveva parlato per secondo, Spectrus Specter!
Diede un’occhiata ad Airachnid, che stava ghignando.

- Specter, è lui che ha…

- Non penso che gradirà trovarti qui dentro.

Un terrore folle invase il seeker. Di tutti quanti, proprio Spectrus Specter no.

- Ne troveremo dell’altro, Wheel Jack, ora facciamo fare un giro anche al ragazzo e…

Appena Spectrus entrò nella grotta e vide Starscream con la catena in mano ed Airachnid, il suo giocattolino, sfregiata in quel modo, la sua freddezza si cristallizzò in una lama di furia omicida dalla quale Starscream si sentì colpire in piena Scintilla.

- Non uscirai vivo da qui - sibilò Spectrus.

Sfoderò la spada e gli si avventò contro, ma Starscream ebbe fortuna e riuscì a evitarlo appena in tempo.
Il fendente si abbatté proprio su una delle catene che imprigionavano Airachnid, che ne approfittò immediatamente per finire di liberarsi e fuggire in sordina, cosa di cui Spectrus preso com’era dal desiderio di uccidere Starscream non si avvide, né lo fece qualcun altro.

Wheel Jack dal canto suo non sapeva bene che fare. Ne aveva visti di mech infuriati, lui stesso o Bulkhead quando erano arrabbiati erano delle furie distruttrici e facevano una gran paura, ma Spectrus era diverso. La rabbia si percepiva benissimo nell’atmosfera ma anche quella, come lo stesso Specter, era fredda; e per quel motivo riusciva a inquietare anche uno come Wheel Jack.

- Andiamo, Specter, parliamone! - tentò di prendere tempo il seeker, prendendo un pugno in piano stomaco che fortunatamente per lui lo fece finire proprio vicino all’uscita - Ho fatto un erroruccio, tutto qui! Mi ero solo dimenticato che Megatron non vi aveva inclusi nelle famiglie nobili da sterminare, è stato solo questo, una dimenticanza, ma tu sei ancora vivo, no?!

“Megatron non?!… non ci aveva inclusi, sarebbe stato ai patti… magari sta mentendo… ma no, perché dovrebbe?” pensò Spectrus, allibito.

Non che questo cambiasse le cose, non sarebbe passato dall’altra parte e non cambiava nemmeno la fine che voleva far fare a Starscream. Però…

- Cos’è questa storia? - sentì dire Wheel Jack.

Spectrus si voltò verso di lui per un attimo, e tanto bastò a far si che anche Starscream si desse precipitosamente alla fuga.

- DANNAZIONE A TE! È fuggito! - ringhiò Spectrus quando si voltò e vide che il seeker era scomparso - Tutta colpa tua!

- Non eravate inclusi nelle famiglie nobili da sterminare, eh? - disse Wheel Jack, incurante dei borbottii da ubriaco di Smokescreen che non aveva capito assolutamente nulla di quel che era successo - Come mai?

“Al di là dei Prime che erano un caso particolare, quella di noi Specter era la più potente tra le stirpi nobili di Cybertron. A Megatron il nostro appoggio faceva estremamente comodo” pensò Spectrus “Se Orion Pax non si fosse messo in mezzo, con papà vice capo del Gran Consiglio a fare pressione Megatron sarebbe diventato un Prime e forse la guerra non ci sarebbe neanche stata” aggiunse “O comunque non sarebbe riuscito a far fuori i senatori e il resto delle famiglie del Gran Consiglio, senza l’appoggio di mio padre”.

- Ha detto una stupidaggine per salvarsi. Il brutto è che grazie a te che ci sei cascato c’è pure riuscito - disse gelidamente Specter - Per di più…- vide che anche Airachnid era scappata - Non ho più una femmina con cui connettermi, mannaggia a quel porco schifoso di Primus costipato da quattordici settimane per un'interfaccia con una tarniana crepata di ruggine cosmica!

L’ultima cosa era quella che gli rodeva di più. Se avesse saputo come sarebbero andate le cose non avrebbe lasciato Arcee in mano ai Decepticon.

- A meno che…- nel cervello a transistor di Spectrus iniziò a frullare un’idea.

Un po’folle forse. Decisamente rischiosa,  ma com’era che si diceva, a mali estremi (quale la mancanza di valvola, per esempio) estremi rimedi.

- "A meno che" cosa? - Wheel Jack lo guardò perplesso. Chissà che gli era saltato in testa, adesso.

- voglio la hic! Femmina! - continuava a dire Smokescreen, barcollando qua e là per la grotta.

- A meno che... io ora vada nella Nemesis a liberare Arcee - concluse Specter.

Wheel Jack lo guardò, attonito. Anche lui di cose rischiose ne aveva fatte, ma andare lassù così, in un posto pieno di Decepticon!

- Tu sei fuori. Come pensi di fare?! A Optimus Prime hai detto che è morta, quando tornerà nella base di certo Arcee dirà che hai lasciato che Soundwave la prendesse!

- Optimus Prime lo sistemiamo facilmente, gli dirò che evidentemente non era stata colpita la Scintilla ma poco più vicino, e che non ho potuto vederlo dato che Soundwave per ragioni non meglio specificate si era portato via la salma. Come ho saputo che era viva? Dei vehicons parlavano della nuova concubina di Megatron - inventò lì per lì - Quanto ad Arcee, non dirà nulla se la convinco che è stata tutta una finta - continuò Spectrus - Tutto un piano. Le dirò che ho dovuto agire in quel modo quando è stata presa, dicendo che nessun Autobot sarebbe andato nella Nemesis così da tranquillizzare i Decepticon, i quali così facendo non si aspettano una mia incursione per portare via Arcee stessa e la Chiave Omega - spiegò a Wheel Jack - Quanto a quel che le ho detto davanti a Soundwave, quel che ho detto di Airachnid… i Decepticon mi conoscono, sono stato in mezzo a loro per diverso tempo come spia, se mi fossi comportato in maniera differente dal solito avrebbero sospettato qualcosa. “Ma la mia Scintilla ti riconosce, Arcee, tesoro” - prese la mano di Wheel Jack, che trasalì - “Credimi! Non dire nulla a Prime di questo piano, perché non capirebbe, e tu non vuoi che finisca nei guai vero? È stato un tormento per me saperti qui con queste bestie, ma ero certo che non ti avessero ancora fatto nulla”…

- Sì, va bene, ci potrebbe cascare - brontolò il demolitore togliendo la mano dalla sua - Ma come fai a dire che non le hanno fatto ancora nulla? E se invece se l’avessero già fatta fuori?

- Sono sicuro che non sia così. Non chiedermi il motivo, tanto non te lo dirò… ancora. Trucchi da spia.

Spectrus era praticamente certo che con sua sorella di mezzo i Decepticon ci avrebbero messo parecchio anche solo per iniziare l’interrogatorio. A lui dirle di no riusciva facile come assumere energon, ma per la maggioranza delle persone non era così, ormai lo aveva imparato.

- Quindi?

- "Quindi" che? Prendiamo la Jackhammer ed andiamo, o se me la lasci vado da solo - Spectrus sorrise freddamente - Se sei troppo vigliacco per quest’impresa, Wheel Jack…

- Con chi credi di parlare, Specter?! - ringhiò Wheel Jack - Lo sai chi sono io? Piuttosto, del ragazzo che ne facciamo?

- Lo lasciamo qui a smaltire la sbornia - sentenziò Spectrus uscendo rapidamente dalla grotta.

Wheel Jack lo seguì e dopo essersi trasformati corsero rapidamente fino alla Jackhammer.

- Dunque partiamo subito.

- E quando, domani? Più tempo passa meno probabilità ho che Arcee creda a quel che dico, anche se come bugiardo me la cavo - disse Spectrus, iniziando a scegliere delle armi mentre Wheel Jack si sedeva ed accendeva i motori della nave.

- Non è colpa tua, è colpa mia che ti do retta - bofonchiò Wheel Jack.

Chi glielo faceva fare di andare nella Nemesis così, all’improvviso? Non osava immaginare a come l’avrebbe presa Bulkhead. Era il suo migliore amico e non gli aveva detto niente neanche di quello. Si sarebbe offeso a morte, probabilmente, per non essere stato coinvolto in quell’avventura!

- Non si torna indietro, Wheel Jack, sei coinvolto quanto me in tutto - Spectrus si mise a sedere di fianco a lui, in silenzio, sapendo che il rombo del decollo della Jackhammer avrebbe coperto ogni parola.

Una cosa comunque era sicura: per quanto imprudente potesse essere, se confrontata a suo fratello Spectra sembrava estremamente accorta e giudiziosa.

I due mech presero il volo, rintracciando la Nemesis senza neanche troppa difficoltà. I radar degli umani forse non potevano vederla, ma quelli della Jackhammer sì, e anche bene.

- Prega che non ci vedano, Specter.

- Non sei in modalità stealth? - il maggiore dei due Specter non sembrava per nulla preoccupato per quel che li aspettava.

- Certo che sono in modalità stealth, ma se sei stato nei Decepticon sai benissimo che lì dentro c’è qualcuno alla cui vista e udito non sfugge nulla, né internamente né esternamente alla Nemesis - gli ricordò il demolitore, riferendosi a Soundwave - La mia idea era di inserire il pilota automatico e buttarci giù alla svelta sperando di farla franca. Altrimenti ce li ritroveremo tutti addosso.

- Quando avrò liberato Arcee e preso la Chiave ce li ritroveremo addosso lo stesso, ma a me è venuta in mente un’altra idea ancora… è vero che volendo possiamo programmare la Jackhammer per venire a prenderci sul ponte della Nemesis a una certa ora ma noi non sappiamo quanto tempo staremo effettivamente lì dentro. Forse è meglio che tu resti nella nave ed entri solo io.

Wheel Jack fece uno sbuffo irritato. - Cos’è, vuoi tutta la gloria per te?

“Anche, sì!” pensò Specter. - Quello non c’entra. È per una questione di sicurezza. Ora che ci penso devo anche fare in modo che Arcee pensi che tu del mio “piano per prendere la Chiave Omega” non sapessi niente. Dovrà sembrare che io decida di chiamarti sul momento.

Wheel Jack dovette riconoscere che non aveva tutti i torti; inoltre, se Spectrus fosse andato nella Nemesis da solo, per lui sarebbe sempre finita bene. Se la manovra di Spectrus fosse riuscita avrebbero non solo salvato Arcee, ma anche recuperato la chiave. Sarebbero stati una specie di eroi, almeno agli occhi di coloro che non immaginavano nemmeno cosa ci fosse sotto in realtà.
Se invece Spectrus fosse morto nell’impresa Wheel Jack avrebbe avuto un problema in meno. Niente più segreti, avrebbe potuto far finta che tutto quel che era successo nella grotta, tutto quel che lui aveva lasciato succedere, non fosse mai avvenuto.

- D’accordo. Mi terrò a distanza pronto a ricevere la tua chiamata… preparati, tra una decina di secondi devi lanciarti.

Spectrus annuì, prese le ultime cose e si diresse verso il portello che si stava aprendo.

- In bocca ai Decepticon - disse Wheel Jack.

- sarò un boccone alquanto indigesto - ribatté Spectrus, lanciandosi giù.


***



Spectra non aveva fatto commenti riguardo la grande fretta che Starscream sembrava avere di andarsene di là. Più che altro si era incuriosita perché sembrava spaventato e sembrava anche averle prese…

- ma è stata Airachnid a darti quelle botte?

- Sì, è stata lei…quell’ingrata. Io l’ho liberata e lei mi ha attaccato - mentì il seeker - Ma stai tranquilla, sto bene.

- Sono contenta che tu stia bene… ma non le hai fatto troppo male, vero?

Nonostante tutto Spectra si preoccupava ancora per Airachnid. Una roba che aveva dell’incredibile, per la quale a Starscream, per la prima volta da quanto l’aveva conosciuta, venne quasi voglia di tirarle un ceffone. Possibile che non si rendesse conto che se Airachnid ne avesse avuto l’opportunità l’avrebbe uccisa, maledizione?!

- Spectra, smetti di preoccuparti per la salute di quell’insetto una buona volta! Non se lo merita! L’hai capito o no che se fosse stata slegata di avrebbe terminata all’istante?

- Non avrebbe avuto molto senso, poi avrei dovuto darle due ceffoni a modo mio di nuovo - disse la ragazza, un po’perplessa - Non mi sembra il tipo a cui piace prenderle.

Starscream borbottò qualcosa che Spectra non capì. In quel momento il seeker si stava maledicendo trenta volte per quell’errore del passato grazie al quale si era fatto un nemico che, se la fortuna non l’avesse assistito, l’avrebbe già terminato molto tempo fa.

Aveva in mente un piano che si stava delineando sempre più chiaramente, per quanto non gli piacesse molto. Se prima quella di tornare alla Nemesis una volta avute le chiavi era un’idea vaga, resa ancora più pericolosa dalle parole di Airachnid riguardo all’innamoramento di Soundwave per Spectra, gli ultimissimi avvenimenti riguardanti Spectrus invece l’avevano spinto a decidere di tornare lassù.
Era già la seconda volta che se lo trovava davanti, era senza protezione, solo a combatterlo… sarebbe riuscito a scamparla una terza volta? E poi non c’era solo questo: se lui fosse stato terminato, Spectra come avrebbe fatto? Forse avrebbe potuto chiamare i soccorsi, ma se Specter l’avesse presa prima che potesse farlo?

Fosse stato un altro qualsiasi degli Autobot allora Spectra sarebbe stata salva, ma quello era un Autobot snaturato. A dirla tutta Starscream non capiva cosa stesse a fare tra le loro fila, considerando i suoi metodi. Per non parlare del fatto che, come aveva saputo dopo, essere un Decepticon era di famiglia. Le botte che aveva preso per quella dimenticanza, per aver sterminato tutti gli Specter o quasi, non le avrebbe mai dimenticate. Megatron si era infuriato terribilmente, perché Spector Specter era stato il suo alleato più potente. Se l'aveva risparmiato era stato solo perché, morto Spector, aveva potuto mettere le mani su un patrimonio alquanto cospicuo che in guerra faceva sempre comodo.

“Certo che poteva dirmelo, ero il secondo in comando! Ma no, mi aveva solo detto di occuparmi delle famiglie nobili eccetto gli Specter, e io ho scordato l’ ‘eccetto’ !”

Si sentì toccare i cavi del collo da piccole ed abili mani, che muovendosi sapientemente stavano sciogliendo la sua tensione come neve al sole.

- Va meglio?

- Decisamente - mormorò il seeker socchiudendo gli occhi - Hai le mani magiche…- sogghignò - ma voglio essere sincero, le sto immaginando al lavoro in un altro posto, al momento.

- Dove? - fu la prevedibile domanda della ragazza, che riguardo la connessione sapeva solo con cosa si effettuava e dei preliminari non conosceva assolutamente niente.

- Lascia stare. Riguarda quello che non hai voluto fare con me perché a tuo dire è sbagliato, e non parlo di baci.

Ed eccolo che ricominciava.
Spectra alzò persino gli occhi al cielo. Sembrava che Starscream avesse in testa solo una cosa, anzi due: tentativi di convincerla a una connessione e conquistare il conquistabile nell'Universo. Molte volte la faceva veramente ridere con le battute e le imitazioni (ne aveva fatta qualcuna di Megatron e di Optimus Prime che l’avevano fatta morire dalle risate) ma altre volte diventava quasi noioso.
Soundwave invece non parlava, ma non l’annoiava mai.

- Ok, lascio stare. Continuo?

- Non provare a smettere...

Era talmente rilassante che al seeker si stavano chiudendo gli occhi ed era quasi pronto ad andare in ricarica. Non stava così bene da molto, molto tempo ormai.

- Starscream…posso farti una domanda?

- Puoi farne anche dodici.

- Tu una compagna l’hai mai avuta? - gli chiese - Non una compagna di vita, "compagna" soltanto.

- Solo compagne di cuccetta, piccola - rispose il seeker - Non ho mai detto a una femme “hai la mia Scintilla”.

- Capito.

- Ciò non toglie che se trovassi quella giusta potrei dirglielo, una volta preso il comando dei Decepticon e di Cybertron - aggiunse Starscream - Se a quel punto lo dicessi a te, per esempio?

Spectra fece un sorrisino triste. - Ne sarei lusingata ma anche dopo tutto quel che hai fatto per me dovrei dirti ancora di no. Sai già perché.

“Che rabbia!” pensò il seeker, decidendo comunque di fare buon viso a cattivo gioco. - Adesso dici così, ma per allora forse avrai cambiato idea.

Spectra ne dubitava, ma doveva anche riconoscere che tutto poteva succedere. Nonostante i baci e quel che era successo quella sera, in cui non ne era sicura ma per poco non aveva finito per fare “qualcosa” con Starscream che forse li avrebbe portati a connettersi, aveva ancora in testa Soundwave.

Lui aveva la sua Scintilla.

Se solo anche lei avesse avuto la sua…

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


TSB12

- Non capisco perché dovremmo interrogarla con quella procedura rischiando di non ottenere niente quando invece col buon vecchio metodo...

- Se Soundwave dice di saperlo fare significa che lo sa fare e così facendo perderemmo meno tempo. Chiuso il discorso, Knock Out.

Arcee assisteva al dibattito chiusa in una silenzio ostinato, legata mani e piedi ad un tavolo, occhieggiando Soundwave che se ne stava immobile alla sua sinistra.

Mentre la stava portando da Knock Out, la stessa sera in cui l’aveva presa, Soundwave aveva avuto un’altra idea. Invece di torturarla come si era detto (e come avrebbero fatto con Airachnid, se solo non fosse scappata prima), avrebbero potuto utilizzare una vecchia invenzione di Shockwave per esplorarle il cervello.
In condizioni normali nessun altro Decepticon a parte lo scienziato scomparso avrebbe saputo mettere in atto quella procedura, ma Soundwave si sentiva abbastanza sicuro perché lo aveva visto fare a Shockwave proprio sulla stessa Arcee e su Cliffjumper; perciò alla fine, invece di portarla da Knock Out, l’aveva semplicemente messa in cella andando a riferire a Megatron l’idea.
Il dibattito su cosa fosse meglio fare era stato piuttosto lungo e complicato, perdurava tutt’ora con Knock Out che non sembrava volersi rassegare all’idea che Soundwave, come al solito, avesse avuto un’idea migliore della sua e avesse capacità superiori alle sue, ma era abbastanza scontato chi l’avrebbe avuta vinta.

Per tale motivo Soundwave era abbastanza tranquillo, pur pensando che anche questa misericordia con un nemico esulasse dal suo normale modo di essere. Se non altro sapeva benissimo perché si stava comportando così. Solo una parola: Scricciolo.

Se Arcee era lì, adesso, era colpa di Soundwave. Se fosse stata torturata, anche se a farlo fosse stato Knock Out, sarebbe stata sempre colpa sua. A Spectra sarebbe piaciuto? No! Soprattutto venendo a conoscenza di quel che era successo con quel bastardo di Specter, che l’aveva ingannata in quel modo e consegnata ai Decepticon senza alcuna remora.

Sapendo questo, l’ex gladiatore voleva fare di tutto per non sporcarsi ulteriormente le mani. Oltretutto avrebbero veramente risparmiato tempo. Quindi…

- No invece! - il medico Decepticon osservò Soundwave con astio - Qui non è una questione di perdere tempo, qui è questione che se ci fosse quella starebbe qui a supplicarci di “non torturarla poverina” - imitò la vocina dolce di Spectra sbattendo gli occhi - Ed è per quello che hai tirato fuori questa storia! Almeno quando tornerà potrai farti bello e dire "Ah, io mi sono comportato bene"…tsk. Questo non ti laverà via dalle mani l’energon di tutti quelli che hai fatto fuori, proprio come li abbiamo fatti fuori tutti noi!

Soundwave si stava trattenendo da riprendere il pestaggio da dove l’aveva lasciato, cosa che non sfuggì nemmeno ad Arcee.
Di chi parlavano? Che c’entrasse qualcosa la ragazza che avevano visto il giorno in cui era stata recuperata Star Saber? Se anche fosse stato così, possibile che avesse quell’influenza su Soundwave?
E anche su Megatron, magari. Il non voler perdere tempo ci stava, però non lo ricordava così pietoso. Certo, poi bisognava vedere quel che le avrebbero fatto una volta prese le informazioni.

Il suo pensiero andò a quel bastardo che l’aveva ingannata, Spectrus. Ancora non poteva credere a quel che le aveva fatto, possibile che fosse veramente così… così… come chiamarlo? Nessun insulto era abbastanza.
Come poteva lasciarla lì a morire?! Come poteva mentire agli altri dicendo che era già morta?

All’improvviso una sirena assordante iniziò a risuonare in tutta la Nemesis.

Knock Out trasalì, Megatron assunse un’aria allarmata ordinando a Soundwave di capire a cosa fosse dovuto quell’allarme. Il tecnico oltre che inquieto era perplesso, conoscendo il solo e unico motivo per cui quella sirena poteva suonare, ovvero un’intossicazione di massa data da qualsiasi sorta di sostanze pericolose.

Fece un controllo rapido in tutta la nave. La sala riunioni era a posto, gli alloggi degli ufficiali anche, la Chiave Omega era al suo posto nella sezione V66, le reliquie anche, ma sembrava che nella sezione B21 della nave, ovvero quella in cui la maggior parte dei vehicons andava a ricaricarsi, fosse stato liberato nei condotti di aerazione nientemeno che del Tox - En, e che tutte le uscite fossero bloccate!

I cybertroniani non respiravano, certo, ma bastava che i soldati stessero a contatto con le particelle di Tox - En nell’aria perché succedesse un disastro. Soundwave mostrò immediatamente i risultati a Lord Megatron. Arcee era decisamente preoccupata, perché non sapeva proprio cosa aspettarsi, cos’era quell’allarme adesso?

- Tox - En?! - si stupì Megatron - Credevo che l'ultimo rimasuglio fosse stato distrutto tempo fa! Maledizione, bisogna chiudere quei condotti e depurare la sezione B21 il prima possibile, altrimenti perderemo un sacco di soldati!

“Tox - En…” pensò Arcee, pietrificata dallo shock sia per l’emergenza in sé sia perché…

“Guarda un po’cosa ho rimediato in uno dei miei viaggi”.

Quella sera, Spectrus Specter aveva tirato fuori da uno scomparto una discreta quantità di pericolosissimo Tox - En, chiusa ermeticamente in un contenitore in modo che non potesse nuocergli.

“Tu viaggi con del Tox - En addosso?! Sei matto?!”

Era stata sul punto di urlargli contro invece di limitarsi a quel rimprovero.

Lui aveva fatto spallucce.

“Ti assicuro che è chiuso bene. Non si sa mai cosa può succedere, può darsi che una volta o l’altra possa servirmi. Prima regola di una spia, Arcee: essere pronti ad affrontare ogni situazione in ogni modo possibile” l’espressione dell’uomo era diventata ancor più fredda del solito “Senza farsi troppi problemi”.

Non aveva avuto il tempo di dirgli che quel modo di ragionare non era da Autobot, perché subito dopo l’aveva baciata e aveva sentito ancora quella gelida passione attirarla a lui. Si erano connessi e poi non ne avevano più parlato.

Ma se c’entrava veramente Spectrus come sembrava essere, Arcee si chiedeva… perché?

- Dobbiamo mettere in atto le procedure di sicurezza, far evacuare la zona, avvertire il resto degli uomini e…- Megatron diede un’occhiata ad Arcee - Di lei ci occuperemo dopo. Soundwave, tu pensa a quei condotti. Knock Out, vieni con me. Dreadwing…

- Lui è fuori - bofonchiò Knock Out, sapendo che probabilmente in secondo in comando era alla ricerca di quella maledetta invalida.

- Ah, già - mormorò Megatron, ricordando che gli aveva detto lui stesso di farlo - Non importa. Andiamo!

I tre Decepticon uscirono rapidamente dalla stanza. Solo Soundwave arrivato sulla soglia parve avere un’esitazione ma, considerando quel che aveva da fare, dopo quella se ne andò.

Arcee rimase da sola, e la prima cosa che fece fu tentare di liberarsi con le lame. Aveva funzionato una volta, forse anche in quel caso…

- Arcee!...

Quella voce la gelò, poi la fece ribollire di rabbia, le fece prendere un colpo e un sacco di altre cose tutte assieme.
Allora aveva pensato bene, in quel casino c’entrava Spectrus.

- Non ti avvicinare - sibilò al mech, che ora si era palesato alla sua vista - Non ci provare nemmeno.

Spectrus non le diede minimamente retta, andandole il più vicino possibile. - Arcee, ti prego, ascoltami…

- Non intendo farlo! Vattene! Non voglio più ascoltare una sola maledetta parola che esce dalla tua bocca! Tu non mi hai mai amata, non hai fatto che mentirmi tutto il tempo, mi hai lasciata alla mercè dei Decepticon! Erano tutte bugie, e…

- Vero, erano tutte bugie… ma quelle che ho detto a Soundwave, non quelle che ho detto a te - la interruppe - Tutto è stato parte di una strategia, Arcee.

Arcee era incapace di proferire parola.

- Una strategia? Come sarebbe a dire “una strategia”?!

- Devo sintetizzare, è lunga da spiegare nei dettagli. Ti dico solo... ecco, quando Soundwave ti ha presa in ostaggio mi è venuto in mente che forse potevi essere una “distrazione” per i Decepticon dalla ricerca delle Chiavi Omega - tirò fuori la Chiave che aveva appena rubato dalla sezione V66 - E dal fare la guardia a quella che avevano già. Ho pensato di poterlo fare perché ero sicuro che non ti avrebbero toccata per un bel po’di tempo dopo averti presa. Ti rivelerò il motivo, prima o poi - mormorò - Avevo ragione, Arcee? Ti hanno torturata o no?

Arcee era sconvolta. - No. Inizialmente l’idea era quella ma Soundwave ne ha tirata fuori un’altra indolore. Il dibattito è stato lungo. Mi sa che c’entra qualcosa quella ragazza che ho visto tempo fa…

- Lo sapevo.

Specter fece una cupa risata. Era andata proprio come aveva immaginato. Non solo, a quanto sembrava sua sorella riusciva ad influenzare di più proprio quello più utile da un punto di vista di informazioni. Sarebbe andato bene qualunque ufficiale, ma Soundwave era assolutamente perfetto. Se solo fosse riuscito a vedere sua sorella, a convincerla a dargli retta e rubare quei dati! Rubarli proprio a Soundwave sarebbe stato il top.
Che Spectra lo avesse fatto apposta, ad avvicinarsi di più proprio a lui?

"Macchè. Non sarebbe nemmeno stata in grado di pensare ad una cosa del genere. Puro caso. Un colpo di fortuna" concluse.

- Arcee, credimi, nulla di quel che ho detto quel giorno era vero. Erano tutte stronzate che ho dovuto dire, altrimenti Soundwave avrebbe intuito che c’era qualcosa sotto. Mi conosce, o meglio, conosceva il vecchio Spectrus - Arcee si rifiutava ancora di guardarlo negli occhi - So che ti ho ferita, lo so che ti è sembrato veramente che io volessi abbandonarti nelle loro mani e fossi pronto a lasciarti morire e mi dispiace per la paura e il dolore che devi aver provato. Hai sofferto quando mi hai sentito dire quelle cose, mi rendo conto, ma per favore… io a te ci tengo, Arcee.

- Hai giocato con la mia vita, razza di stronzo! - esclamò la donna, nera di rabbia - Mi hai anche tradita con Airachnid! Airachnid! Quella che ha ucciso il mio partner, quella che vuole finire il lavoro che ha iniziato allora!

- Anche quella era una stupidaggine, non avrei toccato quell'orrendo insetto nemmeno con una falange e ti ripeto che ero sicuro che non ti sarebbe successo nulla. Tu in tutto questo non hai mai corso rischi, non l’avrei mai permesso - disse con sicurezza Specter - So che ora è difficile accettarlo, ma i miei piani d’altra parte sono sempre un po’ così. Complicati. Quando sarà passato del tempo capirai tutto, ne sono sicuro. Non sei una sciocca.

- Megatron non si è stupito quando ha visto la registrazione di quella sera - sibilò Arcee, ora guardandolo in faccia - Ha detto che in passato non hai fatto altro che ingannare femmes.

- Si sbaglia - scosse la testa - Non le ingannavo. È solo che... vedi, da dopo quel che è successo alla mia famiglia è come se dentro di me avessi avuto un vuoto - portò la mano destra alla Scintilla - Per quanto melodrammatico possa suonare. Io cercavo conforto in quelle donne. Non…non volevo rimanere solo. Non era giusto, mi rendo conto e me ne vergogno - abbassò gli occhi con aria imbarazzata - Ma pensavo che così avrei riempito il vuoto. Cercavo ossessivamente qualcuno che lo facesse ma nessuna c’è mai riuscita, così continuavo a cambiare, a cambiare…- sospirò tristemente - Speravo veramente che quella con cui stavo fosse quella giusta, l’ho sperato con ognuna di loro. Poi, ringraziando Primus, ho conosciuto te…

Il piccolo sorriso di Spectrus sembrava assolutamente sincero, e nei sensori ottici erano tornate le emozioni che quella terribile sera Arcee aveva visto scomparire.

- Tu hai riempito il vuoto - disse - Non finirò mai di dirtelo, Arcee, mi dispiace di averti detto quelle cose orribili ed aver dovuto mentire anche a Prime dicendogli che pensavo fossi stata uccisa. Doveva essere credibile, altrimenti non avrebbe funzionato, ma ho sofferto terribilmente sapendo che stavi male a causa mia. Perdonami.

Arcee non rispose.
Spectrus aveva lasciato che i Decepticon la prendessero, l’aveva trattata come un oggetto inutile! Strategia, aveva detto…un piano! Doveva essere credibile, d’accordo, ma l’aveva ferita tantissimo. Una parte di lei urlava che non doveva credergli, che era un bugiardo, e che quando aveva ammesso di esserlo era stata l’unica volta che le aveva detto la verità, ma un’altra parte di lei invece desiderava ancora avere un futuro con quel mech.
Aveva qualche problema, o forse un po'più di "qualche", aveva un carattere un po’ strano, sembrava amasse complicarsi la vita e complicare anche quella altrui, ma questo non escludeva che i suoi sentimenti per lei potessero essere sinceri. E poi, quella cosa del vuoto…le aveva aperto la sua Scintilla. Dubitava che avesse mai detto quelle cose a chiunque altro, erano difficili da ammettere.

“Non è convinta, maledizione!” pensò Specter “che accidenti devo fare di più?! A meno che… potrei…”

Spectrus si stava trovando nelle condizioni di dover prendere in fretta una decisione davvero difficile, per uno come lui.

“Oh, andiamo. Non lo dirò davanti a Prime, quindi i giochi saranno ancora aperti. Forza e coraggio Spectrus, tanto è una cosa temporanea. Forza e coraggio” si ripeté.

- Credimi… ti supplico - vide l’espressione diffidente della guerriera e mentalmente si fece di nuovo forza - Credimi. Perdonami. Tu… tu hai la mia Scintilla, Arcee.

Quella era la formula che se contraccambiata equivaleva ad un fidanzamento ufficiale. Arcee rimase di stucco, gliel’aveva detto davvero?... Proprio in quel momento? Quella era una promessa ad impegnarsi seriamente, che significava che presto Spectrus lo avrebbe ripetuto davanti ad Optimus Prime.

Però non poteva dimenticare subito tutto quel che aveva combinato. Forse era vero, non aveva mai avuto intenzione di abbandonarla lì e forse era davvero tutto un piano, ma…

- A Optimus cosa diciamo? - mormorò Arcee.

- Che Soundwave aveva portato immediatamente via la tua salma. O meglio, quella che io pensavo fosse la tua salma dal momento che ti ha portata via subito, forse proprio perché lui invece si era accorto che eri viva e poteva tirare fuori informazioni utili da te - rispose subito Spectrus - Quindi mi credi, amore mio? Ho anche io la tua Scintilla?

- Penso di poter provare a crederti, Spectrus, ma ci vorrà un po’perché mi fidi di te di nuovo. Tutto questo è stato orribile… - disse lentamente Arcee.

- Non lo farò mai più. D’ora in poi ti parlerò nel dettaglio di ogni mio piano e non crederai mai di essere in pericolo com'è successo stavolta - la rassicurò Spectrus, mentre la liberava.

Arcee però, nonostante alla fine avesse deciso di credergli e coprirlo con Optimus, non contraccambiò la formula.

- Adesso dobbiamo sbrigarci - disse, preoccupata che i Decepticon tornassero da un momento all’altro.

- Non si faranno vedere molto presto, il Tox - En non è il solo diversivo che ho previsto - tirò fuori un comando a distanza, e quando premette il pulsante partì un’allucinante serie di rumori di esplosioni - Wheel Jack non è il solo a cui piacciono le bombe. E c’è dell’altro - aprendo lo scomparto dove prima teneva il Tox-En, Spectrus mostrò ad Arcee il Guanto della polarità e l’Armatura del comando - Guarda che ho preso. Peccato che l’Immobilizzatore e la pistola ad onde soniche non fossero lì, ma va bene lo stesso, anche perché ormai lo scomparto è talmente pieno che non ci è entrata nemmeno la Chiave Omega.

- Quando Soundwave aveva controllato erano al loro posto - si sorprese Arcee.

- Soundwave è bravo, non infallibile. Ho craccato il sistema, quelle che ha visto sono registrazioni vecchie - le spiegò - Wheel Jack? - Specter attivò il comm-link mentre scappava tenendo per mano Arcee - Ho bisogno che tu faccia un salto alla Nemesis. Non ci crederai, Arcee è viva!

- Arcee è viva?! Veramente?

Spectrus si compiacque di quanto anche Wheel Jack fosse bravo a recitare. La sua influenza gli aveva fatto bene.

- Arrivo… spero di non essere intercettato subito. Dove devo andare?

- Tra poco raggiungeremo il ponte della Nemesis, tu vieni lì! Ci vediamo dopo - disse Spectrus, e chiuse la comunicazione.

- Perché proprio Wheel Jack? - si stupì Arcee.

- Ha la Jackhammer - rispose semplicemente Spectrus - E a parte te è quello con cui sono in rapporti migl-AH, DANN!...

Fu per un soffio che riuscì ad evitare di essere colpito dai tentacoli di Soundwave, ma la Chiave Omega volò in aria e fu afferrata proprio dal tecnico, che diede immediatamente l’allarme. Aveva avuto ragione a pensare che fosse un diversivo, ma essendo un diversivo particolarmente disastroso tra il Tox - En e le bombe aveva comunque funzionato.

- VIA DI QUI! - urlò Spectrus, trasformandosi e correndo via assieme ad Arcee.

Per fortuna erano quasi arrivati quando erano stati beccati!
Non aveva più la Chiave, ma al momento quel che gli interessava era salvarsi la pelle. Si sarebbe vendicato per quello ma intanto aveva recuperato due reliquie, aveva salvato Arcee e l’aveva ingannata ancora, trovando il modo di pararsi il fondoschiena e farla franca di nuovo. Fortuna che Primus gli aveva dato quell’abilità di mentire!

Riuscirono ad essere sul ponte appena prima che l’uscita gli si chiudesse addosso, Wheel Jack era già arrivato, la porta si riaprì e i vehicons che non erano stati intossicati, Soundwave, Megatron e Knock Out uscirono.

Arcee continuò a correre verso la Jackhammer, Specter invece si trasformò e lanciò dietro di sé una ventina di granate che crearono un caos infinito.

- SPECTER, MUOVITI! - urlò Wheel Jack da dentro l’astronave, iniziando il decollo.

- Arrivo, arrivo.

Spectrus saltò nella Jackhammer, tirando fuori dallo scomparto il Guanto colpì quei pochi vehicons alati che si stavano avvicinando. Vedendo che Soundwave lo guardava ebbe anche il fegato di fargli un gesto di scherno.

L’ex gladiatore rimase di sasso.

"Non è possibile, ho controllato!"

- Non sei infallibile - gli disse Spectrus, col solo movimento delle labbra.

- Tu…TE LA FARò PAGARE CARA, SPECTRUS SPECTER! - gli urlò Megatron.

- Mettiti in coda - replicò il mech, appena prima che il portello si richiudesse e la Jackhammer filasse via a tutta velocità.

Megatron avrebbe voluto inseguirli ma quel maledetto aveva messo su un tale caos che purtroppo lui e anche tutti i Decepticon che stavano bene dovevano per forza rimanere nella Nemesis a cercare di riparare ai danni.

Il più colpito da tutto questo, non fisicamente quanto piuttosto nell’ego, era Soundwave. Non poteva credere di essersi lasciato fregare in quel modo, di essersi fatto portare via ostaggio e reliquie sotto il naso ed aver quasi perso la Chiave Omega!

“Non sei infallibile”.

Aveva sempre pensato di esserlo ma gli ultimi eventi dimostravano che sbagliava. Le aveva prese da Spectrus, non si era accorto che il sistema era stato craccato e non riusciva ancora a trovare il suo Scricciolo! Infallibile? Ma dove!

- Quel maledetto…- ringhiò Knock Out - Se mi ricapita tra le mani…

Megatron intanto aveva contattato Dreadwing, che era tornato immediatamente.

- Ma che cosa…?

- Spectrus Specter - disse semplicemente l'ex gladiatore in tono rabbioso. Dreadwing non fece commenti.

- Ha liberato del Tox - En nel settore B21, quando siamo andati lì ad evacuare la zona ha fatto saltare anche il settore H71, E45, G12 e… insomma, mezza nave! - raccontò Knock Out - Ha preso le reliquie che erano nel V66, ha craccato il sistema per far sì che credessimo che fosse tutto a posto - il medico diede a Soundwave uno sguardo di sfuggita - Il sistema di sicurezza dovrebbe essere impenetrabile, ma evidentemente chi dovrebbe occuparsene non lo fa nel modo giusto.

Soundwave contrasse i pugni.

Prima che succedesse un disastro Megatron si mise in mezzo. - Invece di darci addosso gli uni con gli altri direi che sia bene iniziare a fare qualcosa per questo macello. Subito.

L’ordine fu tanto categorico che Knock Out si zittì di colpo e si mise all’opera, e gli altri lo stesso.

Megatron maledì di nuovo sia Spectrus Specter che Starscream. Era colpa sua, sua! Se quell’incompetente non avesse…ah, meglio lasciar perdere.

Nel frattempo nella Jackhammer, in dirittura d’arrivo, Spectrus raccontava a Wheel Jack della sua “eroica impresa”.

- …è stato più semplice di quanto pensassi. Basta essere accorti e puoi disseminare di bombe tutto il perimetro. Ho fatto un bel giretto. Solo una cosa: nonostante sia riuscito a craccare il sistema manipolando il sistema di sorveglianza e bloccando le uscite del B21, non ho potuto rubare dati di alcun tipo. Se non altro quelli li protegge bene… ad ogni modo non è questo l’importante - guardò Arcee negli occhi, a lungo - La cosa che conta davvero è che tu sia salva. Non sai l’angoscia che ho provato sentendo quei vehicons parlare dell’ “interrogatorio alla femmina Autobot”…

Arcee non disse una parola. Quanto era bravo a mentire! Di certo non la aiutava. L’avrebbe coperto con Optimus Prime, quello ormai era deciso, ma sentendolo parlare in quel modo era confusa. Non capiva più cos’era vero e cosa invece non lo era.
Non capiva più cos’era veramente Spectrus Specter, un uomo problematico che a modo suo l’amava o il cinico bugiardo di quella sera?

- Comunque, Wheel Jack, senza di te sarebbe stato un disastro. Con tutti quelli che avevamo addosso, se non fossi stato nei paraggi come da piano forse non se saremmo usciti - bisbigliò Spectrus ai recettori uditivi del demolitore.

In verità non pensava che fosse stato poi così indispensabile ma doveva tenerselo buono, un paio di lusinghe andavano più che bene.

- Probabile…

Wheel Jack però aveva in testa dell’altro, e quell’ “altro” parve materializzarglisi davanti quando vide Bulkhead fuori da dove solitamente era parcheggiata la Jackhammer.

- Bulkhead? - si stupì Arcee.

- Alla base devono aver notato il movimento della Jackhammer. Magari hanno intercettato qualcosa del mio lavoretto nella Nemesis - ipotizzò Spectrus, azzeccandoci in pieno.

Quando la Jackhammer atterrò, Wheel Jack fu il primo a farsi coraggio e a scendere, nonostante il suo migliore amico sembrasse decisamente arrabbiato.

- Non so cosa ti salti in testa, Jacky. Te ne vai nella Nemesis senza dirmelo e ci vai con Spectrus Specter!

- Non sono entrato nell’astronave, Bulk, Specter ha fatto tutto da solo, ma… guarda da te.

In quel momento Spectrus, dopo aver afferrato la mano di Arcee, uscì dalla Jackhammer. A vedere la sua amica, che aveva ritenuto morta, a Bulkhead quasi cadde la mandibola metallica.

- A-Arcee? Ma non eri?…

- Arcee è viva e vegeta come vedi! - disse Spectrus - Soundwave aveva portato via il cadavere prima che potessi controllare meglio, ma non era poi così “cadavere”, e quando sono andato nella Nemesis nel tentativo di recuperare la Chiave Omega e ho sentito i Decepticon parlare dell’interrogatorio che volevano farle mi sono messo all’opera, Wheel Jack è venuto a prenderci appena finito ed eccoci qui. Abbiamo Arcee, abbiamo il Guanto e l’Armatura. La Chiave no, purtroppo, ma sarà per un’altra volta.

Bulkhead era basito. Spectrus da solo aveva fatto tanto!... restava sempre un grandissimo stronzo borioso ma tutto sommato qualcosa sapeva fare, allora!

Il demolitore corse da Arcee e la avviluppò in un abbraccio soffocante. - Per fortuna sei salva!

- Bulk, non stritolarla - lo redarguì affettuosamente Wheel Jack.

- Sì, soprattutto perché questa donna ha la mia Scintilla, vedi un po’ tu - aggiunse Spectrus, stupendo Wheel Jack e stupendo Bulkhead ancora più di prima.

- Quindi siete?...

- In verità non… non ho contraccambiato la formula. Devo pensarci su - mormorò la guerriera Autobot - Questa è una cosa un po’grossa.

- Hai tutto il tempo che vuoi - la tranquillizzò Spectrus, mentre Bulkhead urlava nel comm-link le buone novelle, il Ponte Terrestre si apriva e da esso uscivano tutti gli Autobots, Miko, Rafael e Jack. Soprattutto quest’ultimo era decisamente felice di rivedere la sua amica, e a quella scena Arcee sorrise.

Naturalmente le fecero tutti un sacco di feste e diedero grandi pacche a Spectrus e Wheel Jack, gli eroi della giornata. Se avessero saputo…

- Bentornata, Arcee - perfino Optimus Prime era tanto contento e sollevato da non poterlo nascondere. Lei era lì, era viva!

"Forse... magari potrei dirle quel che avrei dovuto dirle già molto tempo fa" pensò "Non adesso però. Di certo Arcee dev' essere stanca".

- Grazie. Per la cronaca, non intendo farmi credere morta di nuovo.

- Lo spero.

Il vocione di Bulkhead rimbombò nell’aria. - Ah, non vi ho detto questa! Qualcuno qui ha detto ad Arcee che HA LA SUA SCINTILLA!

Quelle parole gelarono Optimus.
Gliel’aveva detto davvero?

- Specter quindi sembra fare sul serio.

Arcee per qualche motivo non riuscì più a guardarlo negli occhi. - Pare di si. Ma io non ho contraccambiato. Non me la sentivo - mormorò.

Optimus trattenne un sospiro di sollievo, non aveva contraccambiato, quindi poteva ancora sperare!

- Se non te la sentivi hai fatto bene.

Arcee sollevò di nuovo il viso e sorrise leggermente. Un po’era contenta della reazione del suo capo, ma… gli stava mentendo. Stava coprendo Spectrus e ciò non la faceva sentire a posto, per nulla.

L’unico pensiero strano di Spectrus invece fu che nel suo giretto non aveva visto sua sorella. Magari era in un settore dove non era andato, ma era stato un peccato. Se l’avesse vista avrebbe potuto fare opera di convincimento.

“Farà meglio a darmi retta” pensò “Farà molto, molto meglio”.




***


Smokescreen non capiva granché di quel che stava succedendo. Non capiva nemmeno dove si trovasse, aveva corso per chilometri e chilometri sotto l’effetto dell’energon extra forte. L’unica cosa che sapeva era che voleva la femmina che gli avevano promesso, sarebbe stata la prima e lui la voleva!

Fu così che quando ne vide una (che riconobbe come la stessa che aveva visto tempo prima) camminare da sola in quella valle sassosa la prima cosa che fece fu trasformarsi e avvicinarsi a lei con passo sghembo.

- Ciao hic! Femmina!

Spectra lo guardò perplessa. Quel mech le sembrava un pochino strano.

- Ciao, maschio - rispose, salutandolo a tono.

Smokescreen trovò la cosa estremamente divertente e rise, finendo quasi per cadere a terra.

- Attento, guarda che cadi - lo avvertì Spectra.

- Noooo, Smokescreen non può cadere. Ha un grande destino in serbo! - ripeté per l'ennesima volta.

Spectra rise, per un attimo le aveva ricordato Starscream, che la stava aspettando un po’più indietro.

- Chi è Smokescreen?

- Sono hic! Io! - ribatté il ragazzo, e lei rise di nuovo.

- Ma se Smokescreen sei tu perché parli in terza persona?... attento! - avrebbe voluto sostenerlo ed evitargli di perdere l’equilibrio, ma non poteva farlo perché il peso dell’Autobot l’avrebbe fatta cadere a sua volta, quindi dovette limitarsi ad evitarlo lui mentre crollava a terra.

- Forse è meglio se…Star, puoi venire qui? - lo chiamò.

Il seeker non si fece attendere, pensando che avesse avuto un problema di qualche sorta.

- Che succede?

“Ma tu guarda” pensò, vedendo Smokescreen che balbettava frasi incoerenti a terra “Mi sa che qualcuno ha bevuto troppo energon extra forte”.

- Ha qualcosa che non va, credo… - disse la ragazza, toccando la fronte a Smokescreen e poi guardando i suoi valori - Come lo aiutiamo?

- Perché dovremmo aiutare un Autobot? - sbottò il seeker, a cui tutto quell’interesse (puramente di solidarietà) di Spectra per Smokescreen non piaceva affatto.

- Non possiamo lasciarlo qui - Spectra lo guardò con occhi supplicanti - Aiutiamolo, dai…

A Starscream iniziò a venire in mente qualche idea, per le quali sogghignò. - Lo aiutiamo solo se ti lasci baciare come quella volta dopo l’operazione.

“Da lì poi verrà il resto” pensò il seeker “Per non parlare del fatto che potrei usare questo Autobot per un qualche scambio. Tutto di guadagnato”.

Spectra gli diede un’occhiata che era tra il rimprovero ed il divertimento per la consueta sfacciataggine. - Tu pensi sempre a quella volta?

- Se mi è piaciuto non è colpa mia - ribatté Starscream - Non ti nascondo che se anche capitasse dell’altro…

La giovane femme immaginò che come al solito si riferisse alla connessione. - Difficile… io la penso sempre allo stesso modo. E sempre allo stesso uomo.

- Hai detto difficile, non impossibile - disse testardamente Starscream, sollevando Smokescreen ed incamminandosi con Spectra verso il relitto di astronave.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


TSB13

- Ben svegliato, Autobot…

La primissima cosa che vide Smokescreen, addormentatosi dopo l’ultima caduta, fu il pericoloso sogghigno del seeker argentato che lui sapeva, un tempo, essere stato il secondo in comando dei Decepticon.

Il giovane Autobot sgranò gli occhi e cercò di fare un qualsiasi movimento difensivo, ma ne era impossibilitato dalle pesanti catene che gli imprigionavano braccia e gambe.

- Starscream, così lo spaventi…

A quelle parole Smokescreen vide il seeker alzare gli occhi al cielo.

- Lui è sempre un mio nemico.

- Tu non ti schieri, no? Quindi non è tuo nemico.

Starscream decise di ignorare quest’ultima considerazione, continuando a minacciare Smokescreen solo col sogghigno.

- E poi non capisco perché le catene. Si era detto che l’avremmo aiutato…

- Infatti lo abbiamo aiutato, piccola - Starscream distolse l’attenzione da Smokescreen per dedicarsi completamente alla ragazza, chinandosi vicino a lei - E dopo, già ti avviso, riscuoterò la mia ricompensa. Se l’ho legato è semplicemente per evitare che ci salti addosso e distrugga tutto.

- Fosse stato per me l’avrei fatto - lo sfidò Smokescreen.

- Sentito? Ho fatto bene a legarlo… Autobot - scosse la testa - Che ingrati.

- Non so cosa tu voglia da me ma scordatelo, Starscream!

Il seeker non si voltò nemmeno. - Attualmente non è da te che voglio qualcosa - mormorò, rivolto a Smokescreen ma senza che questi potesse sentirlo.

"Il modo in cui mi parla questo pivello mi sta seccando" pensò.

- Credo di dover fare qualche esame al nostro ospite, per assicurarci che sia del tutto in forma, beninteso - aggiunse quindi, rivolto a Spectra - Mi aspetti di là?

- Se vuoi posso aiutarti - si offrì la ragazza, non immaginando minimamente che Starscream avesse in mente ben altro che un esame medico per Smokescreen.

- No, tranquilla. Tu vai, io arrivo tra poco - accarezzò le piccole e sensibilissime ali che Spectra aveva sulle spalle, simili a quelle di Arcee, dandole un brivido di piacere - Contaci.

Lei annuì e se ne andò.

Starscream la osservò mentre camminava, soddisfatto dei risultati che aveva ottenuto con l’operazione e la riabilitazione. Spectra non faceva che migliorare, anche perché metteva molto impegno negli esercizi, tanto che sembrava instancabile ed era Starscream a doverla fermare ogni volta; che tenesse moltissimo a camminare in un modo il più possibile normale era evidente.

- Allora, Autobot, adesso direi che possiamo iniziare a divertirci - disse il seeker - Prima però voglio veramente farti un esame per vedere quanto potrai reggere prima di crollare. Anche se decidessi di utilizzarti come merce di scambio, cosa estremamente probabile, non significa che ti farò tornare alla tua base tutto intero.

Nonostante la paura Smokescreen ebbe il coraggio di sfidarlo di nuovo. - Non contarci. Ehi, Starscream! Ti saluta tanto Spectrus Specter, ha detto che non vede l’ora di rivederti!

Gli Autobots avevano raccontato a Smokescreen la storia di Spectrus appena era arrivato, ecco perché sapeva che tra lui ed il seeker non correva decisamente buon sangue.

Il ceffone che seguì fu inevitabile.

- Sta’zitto. Non nominarlo.

Per evitare che Smokescreen continuasse a parlare d in seguito gridasse attirando lì Spectra, fece quel che aveva fato Spectrus ad Airachnid rompendo non in maniera irreversibile la sua scatola vocale. In seguito fece dei test per valutare la resistenza del ragazzo, insieme a diverse altre scansioni.

- Piaceresti ad Airachnid. Con te potrebbe divertirsi per giorni - borbottò il seeker - Ma quella strega se lo scorda. Un momento…

Una scansione evidenziò che nel corpo del ragazzo c’era qualcosa che teoricamente non avrebbe dovuto esserci e quel qualcosa, a giudicare dalla forma, sembrava essere nientemeno che un’altra Chiave Omega.
L’ultima.
Ed era nascosta nel corpo di Smokescreen!

Starscream sgranò gli occhi e si lasciò andare ad una gran risata colma di soddisfazione.
Aveva tutte e tre le Chiavi che mancavano a Megatron e non aveva minimamente faticato! Non solo, ma anche stavolta quel prodigioso ritrovamento era dovuto a Spectra. Se lei non avesse insistito perché lo aiutasse, non avrebbe mai scoperto la Chiave…

Ogni giorno di più il seeker si convinceva che in quella ragazza risiedesse la via del suo successo. Non poteva essere tutto un caso, era impossibile. Da quando si erano incontrati la fortuna aveva iniziato a girare dalla sua parte, magari avrebbe continuato a farlo finché Spectra fosse stata al suo fianco.

- Oggi per me è un altro giorno fortunato - disse, prendendo uno strumento per incidere la corazza di Smokescreen - Per te invece lo sarà un po’meno, temo. Dentro di te hai qualcosa che mi interessa molto. Dimmi, sapevi che dentro di te c’è l’ultima Chiave Omega? Proprio quella che mi mancava. Io ho le due che voi non sapevate dove fossero finite.

L'espressione di Smokescreen divenne attonita. Tutto avrebbe immaginato ma non che le Chiavi le avesse Starscream, e ancor meno avrebbe mai pensato che l’ultima fosse nascosta dentro il suo stesso corpo.

- Non lo sapevi, eh? Come pensavo - sapendo che non avrebbe potuto fare rumore, Starscream non si curò neppure di anestetizzarlo prima di iniziare ad incidere - Non può essere un caso. In quella ragazza c’è il mio destino. Non può essere altrimenti.

Tagliò la corazza dell’Autobot con estrema precisione, stando attento a non sprecare troppo dell’energon che usciva dal suo corpo raccogliendolo in contenitori appositi. Non che gli servisse granché, ed in futuro gli sarebbe servito ancora meno dato che Spectra e le Chiavi erano il lasciapassare che gli avrebbe consentito di tornare tra i Decepticon.

Incurante del fatto che Smokescreen stesse quasi impazzendo dal dolore Starscream tirò fuori dal suo corpo la Chiave e fece un sorriso decisamente soddisfatto.

- Ottimo. Veramente ottimo - disse, dando all’Autobot che ancora perdeva energon solo un’occhiata - Avrei voluto fare di più ma penso che questo basti, vero? Ora ho dell’altro di cui occuparmi ma quando io e la ragazza ce ne saremo andati di qui, se tu sarai fortunato e qualcuno ti troverà, tanto meglio per te.

Detto ciò lasciò lì Smokescreen per andare subito da Spectra.
Vide con piacere che si era messa seduta sulla cuccetta. Che in fondo in fondo anche lei volesse quella connessione quanto la voleva lui, alla faccia dei no, alla faccia di “un solo uomo per tutta la vita” ed anche alla faccia del “grande amore” per Soundwave?
Airachnid gli aveva detto che erano cotti persi uno dell’altra, ma non si erano mai fatti avanti. Lui non avrebbe commesso quell’errore. L’innocenza di Spectra non lo spaventava, anzi, pensare di essere colui che avrebbe “macchiato” quella purezza era un pensiero eccitante. Lei non era un "qualcosa" di irraggiungibile che si poteva solo idolatrare: Spectra era una femme, una donna adulta, che era desiderabile e “desiderava” a sua volta, e lui l’avrebbe fatta sentire tale.

Senza dire una parola si sedette di fianco a lei e la prese in braccio, riprendendo ad accarezzarle le piccole ali sulle spalle.

- Ti piace?

Lei annuì. - sì… non pensavo che fossero così sensibili… - mormorò, rabbrividendo dal gran piacere.

Non si curò nemmeno di chiedergli da dove avesse tirato fuori la nuova Chiave.

- Per chi le possiede sono sensibilissime. Per me è lo stesso - disse il seeker iniziando a baciarle il collo - Stai tranquilla, va tutto bene.

- Si era parlato di un bacio, Starscream, non di… altro - gli ricordò la ragazza.

Stava succedendo esattamente come l’altra volta, desiderio ad ondate, e Starscream non stava neanche facendo niente di che.

- Io starò ai patti. Se però ti troverai a volere dell’altro, perché porre limiti? - la baciò prima che potesse replicare, continuando con le carezze mentre la faceva stendere sulla cuccetta.

In breve tempo il seeker si trovò avvinghiato a lei, a essere baciato quasi con la stessa furia con cui lui la baciava.

Spectra aveva le sue mani dappertutto ma era come se il suo cervello si fosse spento. C’era solo Starscream, c’erano solo le sue mani, la sua bocca e la loro passione. Anche le immagini del suo incubo che tornavano a galla stavolta non potevano fare niente per contrastarla, e non poteva farlo nemmeno quella sensazione di sbagliato.
Neppure il pensiero di Soundwave poteva nulla contro il desiderio. Soundwave non l’aveva mai guardata, non l’aveva mai considerata come una donna, Starscream invece sì e glielo stava dimostrando proprio in quel momento.

Rabbrividì di nuovo quando le mani del seeker finirono sul pannello che proteggeva la sua valvola. Le tornò in mente quel che aveva sempre pensato: la prima connessione da fare solo col suo compagno di vita.
Ora le veniva qualche dubbio a riguardo. Che quel pensiero fosse esagerato, dovuto più al fatto di non essersi mai trovata in una situazione simile? Lei in fin dei conti, ora come ora, voleva Starscream. Sentiva quasi il suo corpo chiamarlo, e quello del seeker chiamare il suo.

- Sapevo che mi volevi quanto ti voglio io…- mormorò Starscream, la mano ancora sul pannello di Spectra - Lo sapevo. In te c’è il mio destino, e nel tuo ci sono io - guardò le tre Chiavi Omega in bella vista sul mobile accanto alla cuccetta - Ne sono sicuro. Io. Non Soundwave - toccando sensori particolari fece si che il pannello scorresse in alto - Io. - la guardò dritto negli occhi - Andiamo avanti, Spectra?

Domanda retorica, Starscream era certo che non gli avrebbe mai detto di no. Come fermarsi, a quel punto?

Ancora preda dell’istinto, Spectra si domandava cosa sarebbe accaduto dopo, come sarebbe stato. Normalmente lo avrebbe fermato prima, ma ormai oltre che il desiderio anche la curiosità era troppa.

- S-si. Andiamo avanti - bisbigliò.

Un invito a nozze per Starscream, che da un pezzo non aspettava altro.

- Ogni tuo desiderio è un ordine…

Ma proprio quando stava per “obbedirle” si sentì il rumore di un Ponte Terrestre che si apriva, cosa che riscosse entrambi dalla specie di trance dell’istinto in cui erano caduti.

Spectra rimise subito a posto il pannello, tremando leggermente. Non poteva crederci, stava veramente per?… non che lui l'avesse costretta, anche lei l'aveva voluto, però era qualcosa che andava contro ciò che lei aveva sostenuto fino a quel momento.

Starscream in quel momento ricordò una cosa fondamentale: aveva lasciato Smokescreen con dell’energon che fuoriusciva. A causa della gran voglia che aveva di sbrigare in fretta l’estrazione della Chiave Omega per andare da Spectra non aveva pensato che in quel modo gli Autobots li avrebbero trovati.

- Spectra - sussurrò velocemente, con aria spaventata prendendo due Chiavi - Adesso ce ne andiamo. Usciamo da lì - indicò una specie di finestra - E torniamo alla Nemesis, d’accordo?

Lei annuì, e prendendo in mano l’ultima Chiave Omega lo seguì il più velocemente possibile e senza far rumore.

Optimus Prime entrò nella stanza solo quando loro erano ormai piuttosto lontani.

- Se n’è andato! - esclamò.

Avrebbe dovuto immaginare che chiunque avesse dimorato lì si sarebbe dato alla fuga se li avesse sentiti; soprattutto perché, andando per esclusione, gli unici che potevano aver preso Smokescreen ed averlo ridotto in quel modo erano Starscream e Airachnid.

- Ho riparato la sua scatola vocale, Optimus, ma il resto delle riparazioni dovrò farle alla base - lo informò Ratchet dall’altra stanza.

Erano andati solo loro due, lasciando gli altri nella base. Prime quella volta non aveva voluto altri intorno, specialmente dopo aver visto Spectrus prendere Arcee per un braccio e trascinarla nella propria stanza ben prima che il computer ricevesse il segnale della perdita di energon di Smokescreen. Forse Arcee non aveva contraccambiato la formula ma continuava a connettersi con lui.

Optimus tornò da Ratchet. - Chiunque ci fosse si è dato alla fuga.

– S-Starscream - li informò Smokescreen - Era Starscream! Lui ha le tre Chiavi Omega che mancavano… una era dentro di me ma io non lo sapevo!

Sia Optimus che Ratchet si sentirono gelare.

Il destino di Cybertron era nelle mani di Starscream.

Slegarono Smokescreen e, caricandolo sulle spalle, iniziarono ad attraversare il Ponte per tornare alla base.

- Speravo arrivaste qui in tempo, speravo che l’avreste fermato…

Ratchet si fece forza cercando di non pensare al destino del suo pianeta con le Chiavi in mano a quello sconsiderato di Starscream. - Strano che non abbia pensato che con la perdita di energon saremmo arrivati.

- Aveva fretta, c’era un femme, credo volesse una connessione con lei… Adesso però… mi sento così stanco - mormorò il ragazzo, chiudendo gli occhi e andando in una specie di ricarica.

Optimus aveva voglia di urlare. Che fine avrebbe fatto Cybertron, adesso?!
Non si preoccupò nemmeno delle ultime parole di Smokescreen prima che svenisse, quelle riguardo la femme.

Al loro rientro c’era Arcee ad aspettarli, evidentemente lei e Spectrus avevano finito.

- Che gli è successo? - domandò loro la donna, allarmata, vedendo le condizioni di Smokescreen.

- Aveva dentro di sé l’ultima Chiave Omega. Ora tutte e tre quelle che mancavano sono, a suo dire, nelle mani di Starscream - la informò Optimus, in tono funereo.

- nelle mani di?...

- Ho sentito nominare Starscream, per caso? - Spectrus incedette verso di loro con la solita aria arrogante.

- Starscream ha le tre Chiavi Omega che mancavano - disse Arcee.

Specter rimase in silenzio per un po’, osservandola, per poi invece alzare gli occhi su Optimus Prime.

- Sai che è colpa tua, spero.

- Come sarebbe a dire che è colpa sua?! Non... - intervenne Ratchet, ma l’occhiata di Spectrus fu così brutta che lo zittì all’istante.

- Che sia colpa sua è un fatto, dottorino. Optimus Prime, ricordati di quando recuperammo l’Armatura del comando. Ti dissi che avresti dovuto lasciarmi terminare Starscream perché facendolo avremmo evitato problemi in futuro. Tu mi dicesti che non era una cosa che dovevo decidere io, e io ti dissi: “Ti pentirai di non avermelo lasciato finire, Optimus. Se in futuro creerà problemi, sarà solo e soltanto colpa tua: ricordatelo”…- Spectrus era a pochi centimetri dal comandante degli Autobots, fronteggiandolo - Ero io ad avere ragione. Sbaglio? Se me l’avessi lasciato uccidere, ora non saremmo in questa situazione e Cybertron non sarebbe condannata, perché questo è. Bella mossa, comandante.

Optimus rimase in silenzio.

Specter voltò le spalle a tutti e si diresse verso l’uscita. - Arcee, vieni con me.

Il modo in cui aveva trattato Optimus ed il tono in cui le aveva parlato, del quale iniziava a stufarsi, portò Arcee a rispondergli irritata. - Non hai diritto di darmi ordini.

Quasi rabbrividì di paura vedendo che Spectrus la guardava esattamente come quella sera, quando l’aveva lasciata ai Decepticon.

- Se l’avessi avuto, probabilmente gli Autobots avrebbero vinto - replicò Spectrus - Dato che invece non ce l’ho siamo destinati a farci prendere costantemente a calci nel sedere.

Detto questo se ne andò.

Optimus Prime era stato zitto per tutto il tempo. Odiava l’atteggiamento di Spectrus e pensava che terminare qualcuno se non era strettamente necessario fosse una barbarie da Decepticon, ma purtroppo gli ultimi fatti sembravano dimostrare che Spectrus non avesse proprio tutti i torti.
Se Starscream fosse stato ucciso le cose sarebbero andate diversamente.
Oltretutto cos’aveva fatto ultimamente lui, il comandante? Aveva preso Star Saber e poi l’aveva persa, si era fatto rubare la Chiave Omega (ora sapeva da chi) e non era stato lui a salvare Arcee. Per di più, nonostante i metodi a dir poco discutibili (Tox-En! Ma ci rendiamo conto?) Spectrus aveva creato ai Decepticon enormi problemi col disastro immane che aveva fatto nella Nemesis.

- Quell’arrogante! Se potessi…- ringhiò Ratchet.

Arcee invece era ancora irritata e anche triste. - Spectrus ha esagerato - tentò di riparare - Non voleva dirlo. Era solo arrabbiato.

- Oh no, era perfettamente lucido - ribatté Ratchet - Non cercare di difenderlo, Arcee, solo perché vi connettete dal mattino alla sera non vuol dire che sia un santo.

- Come ti permetti?!

- Basta tutti e due - li fermò Optimus Prime - Non abbiamo tempo da perdere litigando, d’accordo? Ratchet, continua a riparare Smokescreen.

Prime si incamminò verso il suo alloggio. Voleva stare solo, nient’altro.

- Optimus?

Era Arcee.

- Cosa c’è? - le chiese.

- Mi spiace per quel che ha detto Spectrus e non penso che sia colpa tua. Non potevi sapere quel che sarebbe successo e terminare Starscream in quel momento significava andare contro il nostro Protocollo. Recupereremo le Chiavi, in qualche modo…

Lei era lì per lui. Con lui. Dalla sua parte.
Lei lo sosteneva, come aveva sempre fatto, anche se significava andare contro Spectrus Specter.
Fu per quel motivo che Optimus con uno scatto improvviso le si avvicinò e la baciò, lasciandola sconvolta.

Rendendosi conto solo dopo di quel che aveva fatto però, Prime indietreggiò. - Arcee, io non… non avrei dovuto.

Perché non avrebbe dovuto? La amava, no?
Già, l'amava, ma se n'era accorto tardi e lei aveva scelto un altro mech. Quello che aveva fatto, quello che le aveva fatto, non era corretto.

- So che sei impegnata. Scusami.

"Perché dev'essere tutto così difficile?!" pensò, mentre se ne andava alla svelta.

Arcee si toccò le labbra. Era successo davvero?
Optimus l’aveva baciata e non le era nemmeno dispiaciuto. Anzi, tutt’altro.

Come se non ci fosse stata già abbastanza confusione…




***


Starscream e Spectra si erano introdotti furtivamente nella Nemesis. La ragazza non aveva capito molto bene il perché di tutta quella segretezza, in fin dei conti sarebbe bastato semplicemente contattare i Decepticon e farsi venire a prendere.

- Non è così semplice per me - mormorò il seeker, mentre si dirigevano verso le stanze di Megatron.

Starscream notò i segni del recente disastro, chiedendosi cosa diamine fosse successo. Forse c’entravano gli Autobots. Forse c’entrava Specter.

- Sei spaventato, Star? - gli chiese Spectra.

Spaventato? Peggio! Starscream era quasi sul punto di espellersi l’energon addosso, altro che spaventato!

- Macché - negò, fingendo una spavalderia che non aveva - Mi riprenderà. Io ho le Chiavi e ho riportato qui te.

- E mi hai riparato la gamba - gli ricordò la ragazza - E sei stato carino, mi hai fatta ridere e... tutto il resto.

Starscream sorrise. Magari quel “tutto il resto” avrebbero potuto riprenderlo tra un po’, anche se c’era il rischio che Soundwave lo scorticasse vivo.

Trasalì quando Spectra gli prese la mano.

- Andrà tutto bene - lo tranquillizzò lei, sorridendogli dolcemente - Promesso.

Starscream le strinse la mano a sua volta. - Se lo dici tu…

Si fece coraggio ed entrò nell’alloggio, sfoderando il suo sogghigno migliore.

- Felice di rivederla Lord Megatron…- disse, notando solo in seguito la presenza di Soundwave oltre che del leader dei Decepticon.

Immediatamente si trovò le armi di entrambi puntate addosso.

- Con che faccia ti ripresenti qui? Dovrei terminarti immediatamente! - ringhiò Megatron.

Sia lui che Soundwave erano talmente concentrati su Starscream che non si erano accorti della presenza della ricercatissima Spectra…

- Non capisco perché Lei ringhia - disse la ragazza - In tutto il tempo, non l’ho mai capito.

La faccia di Megatron fu da assoluto primo piano. - Spectra! - si avvicinò a lei e Starscream - Sei tornata.

Il seeker si stupì che Megatron mostrasse in quel modo le sue emozioni, ma d’altra parte sapeva che Spectra aveva un legame particolare con lui e Soundwave, nonché Dreadwing.

- Direi di sì, Lord Megatron! - sorrise lei, guardando però Soundwave.

Il tecnico non si era mosso dalla sua posizione. Era l’unica cosa che avrebbe voluto fare, andare lì, abbracciarla, baciarla, stringerla a sé e portarla via, chiederle dove diavolo era stata, dirle quanto diavolo li aveva fatti preoccupare tutti quanti e che senza di lei non poteva stare.
Ma aveva visto Spectra e Starscream tenersi per mano. Lo facevano tuttora.

Il seeker stava mostrando a Megatron le Chiavi Omega.

Soundwave vedeva Spectra che lo guardava, forse chiedendosi perché se ne stesse immobile.

- …e quindi l’unica cosa che voglio è servire i Decepticon e Lei, Lord Megatron - si sdilinquì Starscream - Lo giuro! Spectra può testimoniarlo. Vero che volevo tornare qui, piccola?

Il tono con cui le parlava era così… intimo…

- Sì sì! Guardi, Lord Megatron - Spectra sorrise in modo ancor più radioso - Starscream mi ha riparato la gamba! Adesso sto quasi bene, vede? - rise, camminando in cerchio per mostrarglielo - Tutto merito di Starscream, che mi ha anche tenuta al sicuro finora. Ora lo riprende, vero? - la giovane femme guardò Megatron come il giorno in cui l’aveva convinto a portarla con sé a vedere gli scavi - Vero?

Il tenersi per mano, il tono intimo delle parole di Starscream, la gamba…

- Diciamo che per ora può restare. C’è una cosa che dobbiamo fare prima di prendere una decisione definitiva, ma…

- Te l’avevo detto che sarebbe andato tutto bene! - esclamò Spectra abbracciando Starscream, che ne approfittò per baciarla di nuovo.

La temperatura nella stanza parve calare di dieci gradi.

Megatron guardò Soundwave. Sembrava fissare Spectra e Starscream, anche se non avrebbe potuto dirlo con sicurezza dato che Soundwave aveva il visore. Spectra era tornata ma sembrava essere troppo tardi. A quanto pareva aveva lasciato perdere “il principe bellissimo”, che stupidamente non le aveva mai detto niente, per mettersi con qualcuno che invece non ci metteva molto a passare al dunque.

Soundwave era come sotto shock.
Spectra… il suo Scricciolo.
Con Starscream.

"No".

Non adesso che si era deciso a dirle la verità. Non era possibile.

Avrebbe voluto andare lì e prendere Starscream a pugni, smontarlo, terminarlo, ma se l’avesse fatto come avrebbe reagito Spectra?
Indietreggiò e se ne andò in sordina. Come se fosse stato importante cosa pensava lei, ormai, avrebbe potuto pure terminare il primo che passava! Era stato il cavaliere nero a portare via la principessa dalla torre, non il principe.

Che doveva fare ora?

"Cercare di starle lontano. Di vederla il meno possibile, di vederli il meno possibile" decise "D’ora in poi riprenderò a pensare solo e soltanto al lavoro, sarà meglio così".

Megatron invece era rimasto lì, anch'egli allibito per quella scena.

- Starscream, direi che sia meglio di no - lo rimproverò Spectra, staccandosi da lui.

Come stavano le cose?, si chiese Megatron. Stavano insieme o lui ci provava e lei lo respingeva?

- Prima però ti è piaciuto - le ricordò il seeker.

Spectra lo ignorò e guardò il punto dove prima era Soundwave.

- Dov’è? Perché se n’è andato? - chiese - Non… non mi ha nemmeno salutata - mormorò tristemente.

- Ha molto da fare, Spectra - disse Megatron, iniziando a capire un po’ la faccenda.

Spectra era molto attratta da Starscream ma probabilmente aveva ancora in testa Soundwave; purtroppo, dato che il suo vecchio amico non si dava una mossa, Starscream ne approfittava; e anche andarsene in quel modo, per comprensibile che fosse, non lo aveva aiutato.

"Chi avrebbe mai detto che la Nemesis sarebbe diventata la location di una telenovela?" pensò.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


TSB14

Megatron aveva ritenuto indispensabile ultimare le riparazioni della Nemesis.

Quando sarebbero andati a Cybertron l’astronave sarebbe stata meno protetta e, a giudicare da quel che era successo quando c'erano lui e tutti gli ufficiali (tranne Dreadwing) presenti, era meglio evitare altri possibili disastri come quello.
Per di più, pur avendo sentito parlare dell’Omega Lock in cui avrebbero dovuto portare le Chiavi, i Decepticon non avevano ancora idea di dove fosse. Di conseguenza la Nemesis era rimasta in costante movimento per ridurre i rischi di un nuovo attacco e i Decepticon non avevano combinato praticamente niente di nuovo.

Se Spectrus non li avesse attaccati tempo prima probabilmente non si sarebbero neppure curati di decodificare le coordinate dell’Omega Lock mettendosi semplicemente a cercarlo per tutta Cybertron, e magari ci avrebbero messo meno; ma l’attacco c’era stato, con tutte le conseguenze del caso. Tra le altre cose, la sezione B21 era ancora inagibile e Spectrus Specter era diventato lo spauracchio per quei pochi vehicons nella B21 che erano sopravvissuti. Se possibile, a quei soldati faceva più paura lui di Optimus Prime. Prime non avrebbe mai, mai utilizzato del Tox-En, non li avrebbe chiusi nella sezione condannandoli spietatamente ad una morte orribile.

In tutto ciò l’unico che se la godeva, eccetto che per qualche fitta di inquietudine per più e più motivi, era Starscream.
Non era ridiventato il secondo in comando ma, dopo aver ricevuto una sgradevole controllata al cervello da parte di Megatron (l'aveva fatto per verificare le sue intenzioni), era stato definitivamente riaccolto nei ranghi. Poi naturalmente c’era Spectra, che era sempre insieme a lui.

Nel rapporto tra Spectra e Soundwave infatti si era creato uno schema: lei provava ad avvicinarlo, lui la evitava o la ignorava completamente; lei restava malissimo ogni volta per quella reazione, dato che non capiva il motivo, Soundwave stava male perché la vedeva star male a sua volta, ma non diceva nulla; lei andava da Starscream, sempre pronto a consolarla in ogni modo, lui stava sempre peggio.

A ttrarre vantaggio da tutto ciò era proprio il seeker argentato, che tra sé e sé pensava che, se come tecnico e come combattente Soundwave era in gamba, in amore era un vero disastro.

Starscream sapeva che Soundwave probabilmente lo avrebbe fatto a pezzi, se solo avesse potuto, soprattutto perché ogni tanto si divertiva anche a tirare la corda aggredendo all’improvviso le labbra di Spectra e toccandola davanti a lui. Soundwave se ne andava sempre prima che Spectra riuscisse a staccarsi, e Starscream metteva sempre a tacere le proteste della ragazza.

“Nn penso che gli importi, come vedi se n’è andato e non ti cerca neanche”.

A quella triste verità, o meglio, a quella menzogna che sembrava la pura verità, Spectra non sapeva mai cosa rispondere. Le venivano gli occhi lucidi, ogni tanto piangeva e a quel punto era Starscream a tirarla un po’su con qualche battuta, facendo l’idiota o, ancora, guardando dei film insieme, parlandole, e facendo con lei qualunque cosa che la distraesse. La cosa era resa anche più facile dal fatto che adesso Spectra e Starscream dormivano insieme.

Soundwave non aveva voluto che stesse nel proprio alloggio né che lavorasse più con lui. Se voleva togliersela dalla testa era bene che gli stesse lontana.

Era convinto di non essere più nei pensieri di Spectra, ma sbagliava, e se anche fosse stato davvero come pensava lui avrebbe ugualmente potuto dirle la verità, invece se ne stava zitto e lavorava, lavorava, lavorava per non pensare, rinunciando in partenza a lei.

Spectra Specter, dal canto suo, sostituiva semplicemente il lavoro con lo stare vicina a Starscream. Si sentiva morire ogni volta quando provava ad andare da Soundwave, a parlargli, e lui se ne andava o la ignorava del tutto. Perché faceva così? Non lo capiva proprio, non pensava di avergli fatto qualcosa di male e, per di più, Soundwave aveva ancora la sua Scintilla.
Starscream la attraeva. Quel mech le piaceva veramente tanto e viceversa. Nonostante Spectra fosse stata chiara fin da subito, dicendogli e continuando tutt’ora a ripetergli di essere innamorata di Soundwave, Starscream non si dava per vinto. Le stava facendo scoprire cose che lei non avrebbe mai immaginato, che la facevano andare fuori di testa dal piacere, che la facevano stare bene, sentire viva…e donna. Era sempre accanto a lei, dimostrava di voler stare con lei in ogni senso possibile, mentre il "principe" di cui era innamorata la faceva stare male con la sua totale indifferenza.
Aveva sperato che, migliorata la gamba, anche il rapporto con Soundwave magari si sarebbe evoluto in qualcosa più di un’amicizia, invece da quando era tornata era come se per lui non esistesse.
Megatron aveva un bel dirle che Soundwave faceva così perché aveva da fare, ma anche prima pur avendo da fare e aveva sempre avuto tempo da dedicarle, aveva sempre cercato la sua compagnia, cosa che non accedeva più.

- A che pensi?

Era talmente assorta nei suoi pensieri da essersi dimenticata di essere in braccio a Starscream, nella loro stanza. - Sempre alla stessa cosa. Alla stessa persona - mormorò.

Starscream fece uno sbuffo irritato. - Lo pensi ancora anche se ti fa stare male? Pensa a me, invece - la esortò con estrema sfacciataggine - Io finora ti ho dato solo piacere in tutti i sensi o sbaglio? E non ci siamo ancora connessi, a quel punto sì che…

- Starscream-

- Dimmi se sbaglio a dire quel che dico. Ti ho mai fatta piangere? No. Ti ho mai ignorata? No. Non io - abbassò drasticamente il volume della voce - Quel folle di Soundwave sì.

- Soundwave non è folle - lo difese Spectra.

- Pazzo o stupido, una di queste due cose. Se tu fossi innamorata di me come lo sei di lui, saprei apprezzarlo e me ne sarei accorto, soprattutto. O forse si è accorto anche lui ma non ricambia, essendo di una freddezza e menefreghismo senza pari, e proprio perché non gli importa nulla cerca di allontanarti ignorandoti senza nemmeno dirti le cose in faccia - buttò lì, mentendo e sapendo di mentire.

Il brutto era che, vedendo come si erano messe le cose, a Spectra stava venendo lo stesso pensiero. - Non è così. Soundwave non è così, ok? - ribatté, per nulla convinta di quel che aveva appena detto.

- Aprirai gli occhi e mi darai ragione. L’unica cosa che mi dispiace è che tu stia male a causa sua.

Sarebbe bastato che Soundwave sentisse quella conversazione per rendersi conto di come stavano davvero le cose, invece era sempre intento a decodificare il database di Iacon, senza mai ricaricarsi o quasi, e a rendere il sistema di sicurezza della Nemesis assolutamente impenetrabile.
E a chiedersi quasi inconsciamente per quanto tempo lui, Soundwave, avrebbe retto prima di crollare.
Parlando di “distrazioni” dalla tristezza, Spectra e Starscream non erano ancora arrivati alla connessione vera e propria ma avevano fatto cose per le quali Soundwave, intercettandole per sbaglio mentre lavorava, per poco non aveva spaccato la console.
Avrebbe voluto essere lui a farle provare quelle sensazioni. Avrebbe dovuto essere lui il mech di cui Spectra sospirava il nome in una seducente litania, non Starscream. Ma era arrivato tardi, e non potendo andare lì e terminare Starscream non volendo ferire Spectra ulteriormente poteva solo starsene lì fermo a farsi male.
Soundwave stava facendo tutto da solo. Starscream era la rovina di se stesso in generale, ma anche l’ex gladiatore in quel frangente sembrava fare di tutto per eguagliare quel primato.

Non si era più tolto il visore. Prima che Spectra sparisse quando stavano insieme finiva sempre per toglierselo, da prima che lo avvertiva come una protezione era diventato una scomoda barriera di cui quando era solo con lei voleva liberarsi, ora invece sentiva di averne bisogno più che mai. Era grazie a quello che manteneva il controllo su si sé, che si ricordava chi era.

Odiava che Spectra stesse con Starscream. Anche lui aveva fatto cose assolutamente orribili (peggio di quante ne avesse fatte lui stesso per quel che sapeva) cose per le quali al massimo avrebbe dovuto solo guardare Spectra da lontano invece di metterle le mani dappertutto, e non solo quelle, ma per quanto Soundwave pensasse di essere meglio di lui non riteneva di esserlo abbastanza.
Sapere che le stava facendo del male, perché vedeva come lo guardava quando non le rispondeva in alcun modo, lo faceva sentire sempre più indegno. Si sentiva una larva di mech quando vedeva i suoi occhi lucidi, quando lei se ne andava via zoppicando ancora leggermente.

- Hai fatto progressi?

Soundwave indicò a Megatron i monitor.

- Bene. Se non altro qui riesci a fare qualcosa di costruttivo - commentò il leader dei Decepticon in un tono tagliente che con Soundwave non aveva mai usato.

Nemmeno lui era molto contento della coppia Spectra/Starscream. Anzi, dire “non era molto contento” era un eufemismo, non era felice per niente. Per quanto quella giovane femme in certi casi fosse riuscita a inquietarlo aveva davvero preso a cuore la sua sorte. Ciò era dovuto perlopiù a una natura sinceramente buona e gentile che Megatron non aveva visto in nessuno da eoni (era inevitabile considerando il suo passato di minatore, poi gladiatore, poi rivoluzionario e infine il presente da signore della guerra) e gli seccava non poco vederla insieme a qualcuno che riteneva totalmente inadatto. Allo stesso tempo però sapeva che la cosa non lo riguardava, al di là dell'essere contro la politica da sempre vigente nella Nemesis: con chi stare era una decisione che doveva prendere Spectra e nessun altro. Voleva inoltre voleva che Spectra fosse più tranquilla e serena possibile, e al momento stava così quando era insieme a Starscream, mentre quando si incontrava con Soundwave era costantemente sul punto di piangere. Il tono tagliente di Megatron era dovuto anche a quello: sapeva che Soundwave era ancora innamorato di lei, ma quello zuccone del suo amico sembrava stare facendo di tutto per spingerla tra le braccia di un seeker argentato che non aspettava altro. In certe cose era sempre stato un disastro anche quando era più giovane, e da vecchio non era migliorato.

Megatron era anche convinto che Starscream sapesse come stavano davvero le cose, come tutti, e che quindi stesse godendo come un matto. Soundwave era sempre stato “avanti” rispetto a lui, ora invece lo stava soprassando alla grande in quel campo.

- Adesso staccati da quei maledetti monitor e ascoltami. È un ordine.

In perfetto silenzio, Soundwave si voltò verso di lui.

- Questa storia deve finire.

Soundwave fece partire diverse registrazioni. Spectra che parlava con Starscream, che rideva con Starscream. Quelle che l’avevano quasi fatto diventare matto le tenne per sé.

- Cosa vorresti dire, che sta bene? Se è quel che intendi allora lascia che te lo dica, non hai capito assolutamente niente. Quasi piange ogni volta che vi incontrate e tu la ignori, la stai gettando tra le sue braccia di Starscream senza nemmeno provare a fare qualcosa. Mi viene il dubbio che non la ami poi così tanto.

Come poteva dire che non l’amava?!
A lui, che sopportava le provocazioni di Starscream solo per non darle un dispiacere smontandolo pezzo per pezzo? Che la lasciava stare con lui nonostante si sentisse in modo schifoso ogni volta che li vedeva insieme?

- Non è così che le dimostri di amarla, amico mio, ti stai dimostrando solo stupido, scusa se te lo dico.

Solo quando Megatron disse così Soundwave si rese conto di averlo detto ad alta voce. Comunque non aggiunse altro.

- Se la vuoi davvero, Soundwave, fai qualcosa. Te lo dico prima come amico che come comandante - gli diede le spalle e si incamminò verso l’uscita - Un tecnico depresso non lavora come un tecnico che sta bene, oltretutto.

Detto questo se ne andò.

Soundwave si voltò nuovamente verso i monitor e se possibile riprese a decodificare con più foga di prima.
O meglio, a tentare di farlo.

Accesso negato.

Accesso negato.

Accesso negato.

- Fatti decodificare, dannazione a Primus! - sbottò in preda alla frustrazione prima di colpire la tastiera con un pugno e lasciarsi cadere in ginocchio, togliendo il visore e lanciandolo via, odiando di stare piangendo come una stupidissima protoforma, perché significava…

"Significa che io..."

Si scopre di essere al limite quando un giorno, per una stupidaggine, vengono le lacrime agli occhi e non si riesce a ricacciarle indietro. Quando una parola, un gesto insignificante, un “accesso negato” colpiscono tanto a fondo da fare un male indescrivibile.
Non significa essere fragili o deboli, significa aver sopportato già troppo a lungo, aver detto di sì al posto di no o aver lasciato correre. Significa aver risposto sempre “Sto bene”, o averlo lasciato credere a chiunque guardasse.

Soundwave era arrivato al limite.




***


Di Spectrus Specter si potevano dire molte cose ma non che fosse un completo imbecille.
Non gli era servito molto tempo per notare che tra Optimus Prime ed Arcee c’era un ”qualcosa” di indefinito. Forse non avrebbe dovuto prendere e andarsene quella sera.

"Che Prime abbia fatto la sua mossa?"

Nonostante ciò, Spectrus era tranquillo. Non era nemmeno irritato, seccato o che di simile. A lui non importava niente di Arcee se non per andarci a letto.
A quel punto forse era meglio mettere in chiaro le cose con quella sciocchina insignificante…

- Arcee, cara… sarò franco, il tuo atteggiamento ultimamente mi sta dando l’idea che ci sia qualcosa di cui magari dovremmo discutere o dovrei essere informato.

Arcee trasalì. Da languida che era, la stretta di Spectrus era diventata ferrea. Minacciosa.

- Non… non so di che parli. Non ho cambiato atteggiamento…

- Fammi il favore e smettila di raccontarmi stupidaggini. Non ne sei capace. Puoi ingannare Optimus con le tue scarsissime doti di attrice ma non il sottoscritto - disse freddamente il mech.

D’altra parte lui si riteneva un professionista della menzogna, e come sapeva dirle sapeva anche riconoscerle molto facilmente.

- Non capisco cosa intendi… - cercò di sviare la donna, ma la stretta aumentò ancora, tanto da farle quasi male.

- Lo capisci eccome. Tu e Optimus Prime, la sera che abbiamo perduto le Chiavi Omega. Dimmi cosa è successo - le prese il viso e la fece voltare verso di sé - Ora.

Anche Arcee ora lo guardava freddamente e si stava innervosendo. - Mi stai minacciando?

- Dipende da te.

A quel punto Arcee non si trattenne più, non sopportava più l’atteggiamento di Spectrus, quando era troppo era troppo. - Optimus Prime mi ha baciata, è successo questo! Da quel momento ho qualche dubbio che sia il caso che io e te continuiamo a stare insieme, soprattutto perché sono stufa di essere trattata in questo modo!

Rimase allibita quando alla fine di quel vibrante sfogo lo vide semplicemente fare spallucce.

- D’accordo.

- Come sarebbe?!

- se vuoi stare con Santo Optimus, fai pure. Per me non è un problema, tanto dovrai comunque continuare a connetterti col sottoscritto - stroncò sul nascere ogni domanda di Arcee con un’occhiataccia - Non gli piacerebbe sapere che gli hai mentito. L’hai preso "leggermente" in giro per aiutarmi in un piano che lui non avrebbe mai approvato, rendendoti mia complice. Lasciami pure e mettiti con lui, non ho problemi con la cosa, ma continuerai a connetterti con me, altrimenti sono disposto a dire tutto.

- Non ti crederà. Crederà che lo fai per ripicca - tentò di difendersi Arcee.

- Siamo due contro una. Anche Wheel Jack sa. Si chiamano precauzioni, Arcee.

Wheel Jack sapeva, Ecco perché era arrivato così rapidamente. E anche lui, come aveva finto bene lo sconcerto…

- Tu sei-

- Cosa? Ho detto che puoi stare con Optimus, ti ho dato la mia disponibilità a una relazione aperta, sono molto indulgente.

Quel bastardo l’aveva fregata. E adesso? Non poteva mettersi con Optimus e tradirlo con Spectrus, sarebbe stato troppo disonesto. Quindi che doveva fare? Certo, era stato solo un bacio e poi Optimus era praticamente fuggito, ma Arcee ormai aveva capito cosa significava. 

- Come puoi farmi una cosa del genere?

- Sei tu che mi costringi, tesoro. Io ti ho detto che hai la mia Scintilla, e tu cosa fai? Mi tradisci col capo. Molto disonesto da parte tua, credevo che fossi meglio di così.

La guerriera Autobot non sapeva proprio come uscirne. Le cose andavano sempre peggio: tra Spectrus e i Decepticon con le quattro Chiavi Omega in mano, per risolvere tutto ci sarebbe voluto un miracolo.
Il brutto era che, nonostante tutto, Spectrus riusciva comunque a farla sentire in colpa. Non che fosse complicato, Arcee si dava sempre la colpa di tutto. Tailgate morto? Colpa sua. Cliff morto? Colpa sua. Spectrus che si comportava in quel modo? Forse era colpa sua che l’aveva tradito, e così via, come tante persone più o meno giovani e insicure che finivano invischiate in relazioni tossiche.

- Non… non era previsto.

- Ma hai apprezzato. Sbaglio?

Arcee abbassò gli occhi.
Non voleva dire più una parola, non per quella sera.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


TSB15

Megatron li aveva informati che tra un paio di giorni sarebbero partiti alla volta di Cybertron. Le riparazioni erano state quasi ultimate e a Soundwave mancava poco per arrivare a decodificare le coordinate che servivano.

Fu per quel motivo che Starscream decise che quel giorno avrebbe fatto la sua mossa definitiva; i Decepticon stavano per vincere la guerra, lui stava rientrando nelle grazie di Megatron, e Soundwave… lui era quello che gli dava più soddisfazione. Era arrivato al limite. Adesso era evidente persino per lui, che non vedendolo reagire aveva continuato imperterrito con le sue provocazioni, ed era evidente anche per Knock Out.

- Il signor “sono il più in gamba di tutti” tra poco crolla - sogghignò il medico, mentre chiacchierava con Starscream.

Spectra al momento era con Dreadwing, che alla fine l’aveva presa come segretaria. Inizialmente Starscream non era stato molto contento ma sapendo più o meno com’era Dreadwing sapeva anche che non c’era il rischio che Spectra gli fosse “rubata”.

- Lo hai notato anche tu eh? - sorrise malignamente il seeker.

- Allora tu sapevi che lui e Spectra?...

Starscream annuì. - Spectra mi ha detto subito di essere innamorata di lui. Non che sia un problema, le sto facendo cambiare idea, e la poca gioia di Soundwave nel vederci assieme è evidente, conferma quel che mi ha detto Airachnid.

- Già, che fine ha fatto quella strega? Ho pure preso una punizione per farla fuggire, e non è riuscita ad uccidere quella piccola storp…- si coprì la bocca con le mani.

Starscream ora sembrava decisamente arrabbiato. - “Uccidere la piccola storpia”.

- Ehm… eheh… andiamo, cerca di capire, mi ha fatto pestare da Soundwave! Adesso non è più così storpia però, è diventata appetibile.

Starscream decise di non picchiarlo. - Tieni giù le mani dalla mia compagna di vita.

- La tua che cosa?! - trasecolò Knock Out.

- In effetti è una futura compagna di vita, ma fa lo stesso - Starscream osservò la propria immagine su una superficie riflettente - Glielo proporrò davanti a Lord Megatron quando lei e Dreadwing avranno finito di lavorare. Vedi di esserci.

- Sei sicuro? Insomma - Knock Out era basito - È una cosa seria.

- Da quando l’ho incontrata la fortuna è dalla mia parte. In lei c’è il mio destino - ripeté anche a Knock Out quella sua personalissima convinzione - Avendola al mio fianco diventerò finalmente il comandante dei Decepticon, come avrei già dovuto essere!

- Non capisco cosa c’entri Spectra con…

- Non pretendo che tu capisca, prendi per buono quel che ti dico - troncò il discorso Starscream - Le dirò che ha la mia Scintilla davanti a Lord Megatron e lei non mi dirà di no. Il suo desiderio più grande è trovare l’uomo della sua vita, giusto? Eccomi. Per di più, questo darà a Soundwave il colpo di grazia e magari mi darà meno fastidi nella conquista del potere.

- Quindi non lo fai per amore - disse Knock Out - Lo fai per strategia.

- Spectra mi piace - puntualizzò Starscream - In caso contrario non sarei disposto a legarmi per la vita, convinzione o meno, e non ci ho mai nemmeno pensato con le altre femmes, però la conquista del potere viene prima. Ecco tutto.

Knock Out annuì. - Ottimo proposito…

Appena Knock Out ebbe finito di parlare arrivarono insieme Spectra e Dreadwing. Come sempre da quando era tornata nonostante il sorriso sereno la ragazza aveva nei sensori ottici quell’ombra di tristezza, datale dall’indifferenza di Soundwave, ma cercava di non farlo pesare a nessuno. Certo, quando lo incontrava molte volte non riusciva ad evitare di scoppiare a piangere, dopo, ma non era colpa sua.

- Piccola - immediatamente il seeker andò da lei, la strinse e le diede un bacio - Tu e Dreadwing avete finito presto…

Il secondo in comando dei Decepticon non commentò. Nemmeno a lui piaceva quella coppia. Starscream, essendo più giovane di Soundwave, forse sarebbe stato più “giusto” per Spectra, ma... no. Era tutto quel che gli veniva in mente pensando a loro due insieme: "No".

- Sì, infatti siamo qui...

- Meglio così, anche perché adesso tu, io, Knock Out e… forse è meglio che venga anche tu, Dreadwing... dobbiamo andare da Lord Megatron.

- È successo qualcosa? - si preoccupò Spectra.

- No, è che dobbiamo fare una cosa.

Dreadwing sollevò il sopracciglio e guardò Knock Out. Dalla faccia che aveva, probabilmente sapeva di cosa stava parlando Starscream. - Cosa dovremmo fare davanti a Lord Megatron, esattamente?

- Dai Dreadwing, pensaci un po’ e ci arrivi - disse Knock Out, facendo un breve cenno che indicava Starscream e Spectra - Non è complicato.

Dreadwing iniziò a capire e sgranò lentamente gli occhi. Sperò che non fosse quel che pensava…

- Io a dire il vero non ho capito - disse Spectra.

- Capirai tra un po’. Andiamo, su! Ho una certa fretta - disse il seeker prendendo per mano Spectra e quasi trascinandola via.

Knock Out, sempre ghignando, li seguì.
Lo stesso fece Dreadwing. Nonostante le sue speranze sembrava proprio che invece fosse come pensava lui: incredibilmente Starscream voleva impegnarsi seriamente con Spectra. Anzi, di più: dicendole che lei possedeva la sua Scintilla davanti a Megatron l’avrebbe presa come compagna di vita.
Finché terminazione non li avesse separati.
Se da un lato era un bene che volesse fare così sul serio, dall’altro invece non lo era per niente!

- Star, me lo vuoi dire?

Knock Out alzò gli occhi al cielo. “Star”. Ridicolo.

- Sii paziente. So che per te è difficile, nonostante tu sia piena di doti la pazienza ti manca, ma resisti ancora un po’.

Dreadwing avrebbe voluto prenderla e portarla via, o almeno dirle di non accettare, proprio perché l'idea che Starscream si legasse a lei più di quanto già fosse non gli piaceva affatto. Per quanto la Nemesis fosse piena di pessimi soggetti e lui stesso fosse tra loro, Starscream era comunque peggio di tanti nel suo essere viscido, sleale, concentrato solo e unicamente su se stesso. Difficilmente avrebbe potuto dare a Spectra quel che desiderava e meritava, l'avrebbe solo resa una povera infelice in poco tempo. Il discorso che Megatron faceva a se stesso peò valeva anche per Dreadwing: non lo riguardava e doveva essere lei a decidere.

- Chi l’avrebbe mai detto che un giorno Starscream avrebbe preso una compagna di vita? - bisbigliò Knock Out ai suoi recettori uditivi.

- Sempre se lei accetterà - ribatté piano Dreadwing - Perché Starscream potrebbe restare con un palmo di naso.

- Perché dovrebbe dirgli di no? Per il suo grande amore verso Soundwave? Sarebbe ridicola - disse ironicamente, e schioccò la lingua contro il palato - “Amore amore amore” ma è con Starscream che si diverte nella cuccetta, e parecchio, e lo sanno tutti. Ha cambiato idea riguardo le chiacchiere sul conservarsi del tutto innocente e pura per il compagno di vita, mh? Meglio per Starscream, ma che piccola ipocrita.

- Non mi piace come parli di lei - lo avvertì Dreadwing - Non sono cose che ti riguardano né intendo tollerare altre chiacchiere. Finiscila.

Knock Out si zittì. Il tono del secondo in comando non gli era affatto piaciuto.

L’intero drappello entrò nella stanza. Con sommo piacere Starscream vide che con Megatron, anche quella volta, c’era Soundwave! Avrebbe assistito alla scena dal vivo, sarebbe stato delizioso.

- Com’è che siete venuti qui tutti in blocco? - domandò loro Megatron.

- ...tutti in blocco? - ripeté Soundwave, facendo di tutto per non guardare Spectra.

- Lord Megatron, è che Starscream… - avviò a dire Dreadwing, ma non ce la fece a continuare e dopo quelle cinque parole restò in silenzio.

Il seeker avanzò verso Megatron, si inchinò e si rialzò sorridendogli.

- È per renderLa partecipe di un momento gioioso, Lord Megatron - disse, indicando Spectra con un cenno del capo.

Soundwave sentì una morsa gelida attorno alla Scintilla.

“No. Tutto, ma non…”

- Spectra… piccola - Starscream diede le spalle a Soundwave e Megatron, inginocchiandosi davanti alla giovane cybertroniana e prendendole le mani.

Spectra era frastornata, una parte di lei stava realizzando cos’era che Starscream voleva fare, ma nonostante questo sembrava così assurdo!

- Da quando ci siamo incontrati ho capito che in te c’è il mio destino. E che il tuo, nonostante tutto…- avrebbe voluto dire “nonostante Soundwave” ma non lo fece - È in me. Io e te insieme possiamo fare grandi cose. Io e te dobbiamo stare uniti perché è giusto che sia così…

Megatron diede un’occhiata a Soundwave. Tremava leggermente, non certo di paura.

- È giusto come lo è che i Decepticon vincano la guerra, è giusto come lo è che sia l’energon a scorrerci nelle vene. Tu hai la mia Scintilla, Spectra, con la benedizione di Primus - il seeker guardò Megatron - e davanti a Lord Megatron, mio signore e comandante, tu hai la mia Scintilla.

Il tempo sembrò dilatarsi all’infinito.

Dreadwing continuava a sperare che non accettasse. Non poteva diventare la compagna di vita di Starscream, lo riteneva sbagliato, un errore grande come l'intera Nemesis.

Knock Out non sapeva cosa pensare. Da un lato che quella sciocca stesse con Starscream era pessimo ma da dall’altro, se Spectra non avesse accettato, il seeker non avrebbe fato una gran figura.

Megatron era semplicemente basito. Starscream che si impegnava seriamente? Impossibile, e che si impegnasse proprio con la femme amata da Soundwave era il colmo. Inoltre, uno come Starscream che c’entrava con una come Spectra? Non andava bene per lei, era palese.

“Tu non fare niente, sia mai!” pensò, lanciando a Soundwave un’occhiata tale che al tecnico sembrò di sentire i suoi pensieri.

Soundwave era veramente sul punto di esplodere. Voleva urlarle di dire di no, di rifiutare, perché lui l’amava e non poteva essere la compagna di vita di Starscream, perché aveva la sua Scintilla!
Anche stavolta invece, nonostante tutto, rimase in silenzio.
L’unica cosa che fece fu pregare.

“Digli di no. Non accettare, digli di no!” pensò disperatamente.

Spectra era più scioccata e confusa che mai. Quella era una proposta ufficiale, proprio come quelle nelle favole, e veniva da un mech attraente che la faceva sempre stare benissimo, che la faceva ridere e che le era sempre accanto. Perché non avrebbe dovuto accettare?
In fondo, anche in quel momento, nessuno aveva protestato.
Soundwave era rimasto in silenzio…non gli importava proprio niente, allora, era come diceva Starscream.

Aveva già la formula con cui contraccambiare sulle labbra, quando posò gli occhi sul tecnico. Era un’impressione o stava tremando? E se era davvero così, perché? Se solo si fosse tolto quel benedetto visore forse Spectra avrebbe capito meglio cosa gli stesse passando per la testa.

Non ne era sicura, ma le parve di vederlo scuotere lievissimamente la testa, come a dire di no, di non accettare.
Era stata un’allucinazione... o forse no?
Ad ogni modo, tanto bastò perché Spectra prendesse una decisione.

- Starscream, tu mi piaci, e tanto. Però non posso accettare e tu il perché dovresti saperlo. Non vorrei farti del male, ma proprio non posso! Mi dispiace, mi dispiace davvero - disse in totale onestà, e le dispiaceva tanto che dovette asciugarsi una lacrima.

Lo aveva deluso, si vedeva, ed era triste per lui. Non avrebbe mai voluto ferirlo così, ma lui avrebbe potuto dirle prima quel che aveva in mente di fare: lo avrebbe dissuaso e lui non avrebbe fatto quella figura.

Il seeker non disse nulla, si limitò ad alzarsi e ad andarsene voltando le spalle a tutti. Knock Out, dopo essersi guardato intorno, se ne andò a sua volta, e nella stanza rimasero solo Spectra, Megatron, Soundwave e Dreadwing.

- Non volevo ferirlo, mi dispiace - disse tristemente la ragazza - Ma io non potevo proprio accettare. Se solo me l’avesse detto prima di portarmi qui avremmo potuto evitare... se non altro non sarebbe stato in pubblico…

- Se non te la sentivi non è colpa tua - la tranquillizzò Dreadwing - Hai fatto bene.

- Spectra, a dirla tutta io non sarei stato molto felice di saperti compagna di vita di Starscream - ammise Lord Megatron - So che non è affar mio ma ho sempre pensato che per te non andasse bene.

Soundwave era tentato di mettersi a fare i salti di gioia. Aveva rifiutato! Spectra aveva detto di no a Starscream!

- Tu non… non dici niente, Soundwave? - disse Spectra esitante.

Soundwave si irrigidì. Anche se aveva detto di no a Starscream, il problema persisteva. Come Starscream non era degno di lei, nemmeno lui lo era.

“Dille qualcosa o faglielo capire! Muoviti!” pensò Megatron.

- Se non te la sentivi… hai fatto bene - ripeté il tecnico utilizzando la registrazione di Dreadwing.

Spectra gli fece un sorriso meraviglioso, era così felice che le avesse parlato ancora, seppure sempre con una registrazione!

“Nient'altro?!” si disperò Megatron “Le dici solo questo? Possibile che tu su questo fronte sia ancora così cretino?!”

- Sono felice che mi sosteniate ma forse è meglio che dopo vada da lui… insomma, per cercare di chiarire che non volevo fargli del male - si preoccupò la ragazza.

- Non è una buona idea - borbottò Megatron.

- Non posso lasciarlo lì così - insistette lei - Andrò da lui dopo. Adesso però…

- Adesso credo che Soundwave abbia qualcosa da dirti. Giusto, Soundwave? - la interruppe Megatron.

Soundwave trasalì. "Perché si mette in mezzo?!" pensò, con un certo imbarazzo.

- Dreadwing, andiamo.

- Sì, Lord Megatron - obbedì Dreadwing, andandosene con lui.

Soundwave e Spectra rimasero lì fermi ad osservarsi per un po’, in un silenzio estremamente teso.

- Vuoi dirmi qualcosa?

Era questo il bello, ed al contempo il brutto, di Spectra. Guardava sempre le persone dritto negli occhi, anche quando questi erano nascosti.

- Mi dispiace - ripeté Soundwave con la registrazione di Spectra, dopo un po’ - Non volevo… farti del male… mi dispiace, mi dispiace davvero.

Spectra annuì. - Va bene - fece un piccolo sorriso - Quindi d’ora in poi smetterai di ignorarmi, o di evitarmi?

"Perché dev'essere sempre così diretta?!" pensò lui. - …mi dispiace - ripeté ancora.

- Ti perdono, però promettimi che non lo farai più. Mi dispiaceva quando lo facevi, specie perché, insomma, non capivo il motivo…

Soundwave aveva una gran voglia di andarsi a nascondere in qualche buco e restare lì senza più sortirne.

- …non…più - ripeté.

- Promesso promesso?

- …promesso.

Adesso l’ombra di tristezza era sparita. Indicò il suo visore. - Adesso hai ricominciato a tenerlo sempre?

Soundwave annuì lentamente. Fece per toglierselo, poi cambiò idea, capendo di non sentirsela.

- Era solo una considerazione, toglierlo o no è una decisione solo tua - chiarì la ragazza - Comunque hai visto? Adesso cammino molto meglio! Salto anche molto meglio guarda - fece un saltello ridendo - Vedi?

Sotto il visore, alla fine, anche Soundwave sorrise.




***




Arcee era sola.

Decisa a cercare di fare qualcosa per risolvere la brutta faccenda in cui era finita, stava andando da Wheel Jack. Era il momento più opportuno, perché Spectrus in quel momento non era alla base e, a giudicare dai radar, nemmeno nei paraggi.

Divorando la strada arrivò fino alla Jackhammer, dove trovò il demolitore intento a fare manutenzione alle armi.

Quando la vide arrivare, Wheel Jack fece un sospiro. Si immaginava che sarebbe venuta, dopo che Spectrus le aveva rivelato che lui sapeva di quel “piano” che in realtà non esisteva neppure.

Wheel Jack iniziava ad averne abbastanza di tutta quella storia. Era ovvio che con quel che lui e Spectrus avevano fatto ad Airachnid non avrebbe mai potuto far “saltare” Specter senza “saltare” a sua volta ma a tutto c’era un limite e, tirandolo in ballo come testimone di quel fatto solo per tenersi il suo giocattolino, Spectrus l’aveva superato. Quindi Wheel Jack l’avrebbe “punito” a modo suo.

- Wheel Jack, io e te dobbiamo parlare.

- Lo so.

La sorprese quella sua loquacità. Che avesse in mente qualcosa, anche lui? Dopotutto aveva dimostrato di essere bravo negli intrallazzi quasi quanto Spectrus, e Arcee conoscendolo non l’avrebbe mai detto.

- Sapevi del piano di Spectrus.

Wheel Jack si guardò intorno, per poi alzare gli occhi al cielo. - Tu pensi ancora che Spectrus avesse davvero un piano? Se è così non hai capito com’è fatto.

Arcee gli si avvicinò minacciosamente, guardandolo senza capire. - Che intendi dire?

- Quella storia del piano era una cazzata - le rivelò Wheel Jack - In realtà Spectrus voleva veramente lasciarti lì, e l’avrebbe fatto se per un incidente il suo altro giocatotlino, perché tu per lui sei questo e nient'altro, non fosse fuggito costringendolo a venirti a salvare.

Ogni parola di Wheel Jack era una conferma ai peggiori timori della guerriera, ogni conferma era una stilettata. - Il…il suo “altro” giocattolino?

- Airachnid.

Arcee si sentì gelare.
Allora era vero.
Allora quel che Spectrus aveva detto quella volta era tutto vero e lui era davvero un bugiardo, un mostro a cui non importava niente di nessuno se non se stesso. Un mostro che l’aveva sempre ingannata e che ora la teneva in pugno.
Un momento: Spectrus aveva detto che Wheel Jack sapeva del piano e solo di quello, che a quanto pare non esisteva nemmeno. Cos’era quella storia di Airachnid? Com’era che sapeva anche quello?

- Tu come sai di Airachnid?

Wheel Jack parve esitare ma alla fine decise che ora che aveva iniziato doveva andare fino in fondo con le sue rivelazioni. Che se la vedesse Spectrus poi, con Arcee, si disse, anche se lui stava rischiando grosso.
Specter sarebbe stato capace di terminarlo e farlo sembrare un incidente…

- L’ho colto sul fatto. È stato quella volta in cui avete perso Star Saber.

- Da quel momento…- allibì Arcee - Perché non hai detto nulla? Perché?!

Wheel Jack abbassò gli occhi. - Mi sono fatto incastrare. Ce la siamo… divisa, diciamo così - si mise ad affilare la spada - Airachnid.

Arcee era assolutamente disgustata, anche se si trattava della sua peggior nemica. - Ve la siete divisa nel senso che penso?

- Sì. Sarà sgradevole ma le cose stanno così e non cerco giustificazioni per questo, non ce ne sono.

- Wheel Jack, amico mio, ma quanto parli…

Entrambi trasalirono nel sentire la voce di Spectrus. Altro che “non era nei paraggi”, si era semplicemente schermato. Era stato un test.

Arcee indietreggiò verso la Jackhammer, mentre Spectrus si avvicinava a lei e Wheel Jack.

- Tienila.

Wheel Jack si trovò a dover obbedire a quell’ordine secco, al quale era sottintesa una minaccia di morte certa se non fosse stato eseguito. Il demolitore sapeva di aver tirato troppo la corda e per di più era stato scoperto. Non aveva voglia di essere terminato quel giorno, e Spectrus ci sarebbe riuscito di sicuro. Quindi era meglio dargli retta, per quanto non gli piacesse, per quanto vigliacco potesse sentirsi, per quanto quel comportamento potesse non essere "da lui". Ma d'altra parte, quand'era stato se stesso in quel periodo?

- Lasciami immediatamente! Wheel Jack, lasciami, maledizione!

- Non credo che lo farò.

Spectrus giocherellò pigramente con una granata, lanciandola da una mano all’altra. - Per un attimo il cervello ti si è spento ma noto che ora funziona di nuovo.

- Hai passato il limite. Non avresti dovuto mettermi in mezzo, come da accordi!

- Che devo dirti, Wheel Jack, magari troviamo un modo per rimediare. In fondo la grotta dove tenevamo Airachnid adesso è libera, a Prime diciamo che “Oddio Arcee è scomparsa chissà dove muoio di dolore ahimé” ed ecco fatto che abbiamo un nuovo giocattolo - Specter fece spallucce - Tutto sommato non va male neanche così.

- Sei un essere orribile! Fai schifo! Sei peggio dei Decepticon! Sei diventato peggio di quelli che ti hanno ucciso la famiglia! - gridò Arcee.

- Tesoro, tu sai come la penso: si deve fare quel che si ha voglia di fare senza rimuginare troppo. Cose come giustizia, moralità, misericordia, bontà, sono tutte stupidaggini - disse Spectrus - Quando si è in guerra non esistono, e guarda un po', noi siamo un guerra da un pezzo. Tutti quanti si atteggiano da santi per poter fingere con se stessi di essere un po'meglio di chi hanno di fianco, ma in realtà è come dico io. In certe condizioni, con i mezzi giusti e con più coraggio, non ce n'è uno, uno, che si comporterebbe in modo diverso da me. La sola differenza tra me e il resto è che io, pur mentendo su tutto il resto, accetto questa verità e agisco di conseguenza. Allora Wheel Jack? Già siamo compromessi, "una femme più o una meno", "Tanto ormai", eccetera eccetera, non serve neanche dire altro.

Non era quel che Wheel Jack aveva avuto in mente all’inizio.
Wheel Jack avrebbe voluto far finire tutta quella storia, ma tirare fuori il proprio lato peggiore era stato disgustoso e stimolante allo stesso tempo, e lui e Spectrus avevano fatto da poco la figura degli eroi. Per di più, Spectrus aveva trovato un giacimento di energon ricchissimo di cui non aveva parlato a nessuno se non a lui. Seguirlo dava qualche vantaggio e, come aveva detto lui, "Già siamo compromessi".

- Non era quel che avrei voluto ma d’altra parte ormai siamo in ballo.

- Quindi balliamo. Ottimo ragionamento, amico mio. Portiamola alla grotta.

Arcee si divincolò disperatamente, ma quando anche Spectrus aggiunse la sua stretta a quella di Wheel Jack non poté fare nulla. - Wheel Jack, non ascoltarlo! So quello che hai fatto ma voglio credere che tu sia meglio di così, sei un Autobot come me, sei il miglior amico di Bulkhead, non dare retta a questo mostro!

Arcee gridò di dolore quando Spectrus le ruppe il comm-link.

- Che ingenua - scosse la testa - Non hai ancora aperto gli occhi, tesoro?

- Bastardo - sibilò la guerriera.

Improvvisamente il terreno sotto i due mech cedette, entrambi cadendo persero la presa e dalla terra spuntò fuori Airachnid, decisamente furiosa. Alla fine era riuscita a ripararsi da sola, forma ragno compresa, quindi dopo quell’attacco sotterraneo Spectrus e Wheel Jack si trovarono ad affrontare ben tre insecticon.

Arcee, approfittando della confusione, intendeva darsi alla fuga. Voleva tornare alla base e dire tutto, però sarebbe stata la parola di Spectrus e Wheel Jack contro la sua. Avrebbero potuto dire che si era inventata tutto perché magari Spectrus scoperto il “tradimento” l’aveva lasciata e lei voleva fargliela pagare, o chissà cos'altro.

- Alla fine anche tu hai capito cos’è quell’uomo.

Arcee tirò fuori le lame.
La cosa sorprendente era che Airachnid non sembrava avere minimamente voglia di saltarle addosso.

- Voleva farti la stessa cosa che ha fatto a me. Ti ucciderei sempre volentieri, ti farei ancora quel che avrei voluto farti molto tempo fa e te lo meriteresti, visto quello di cui mi hai privata... ma adesso non è il momento. - diede un’occhiata alla battaglia - Andiamocene.

- Che?! Io con te non ci vengo, strega assassina!

- Ti rovinerà con tutti gli altri Autobots, Arcee, sai che lo farà. Io però voglio trovare un modo per rovinare lui - Airachnid socchiuse gli occhi con aria omicida - Sei stata vicino a lui, potresti sapere qualcosa di utile, magari pensandoci in due ci arriveremo prima.

- Non intendo darti retta!

- Ti rovinerà e ti ucciderà. Se non è questo che vuoi, ci conviene andare via adesso - si trasformò in ragno e zampettò via - Tra lui e la sorella non so chi odio di più.

- La sorella? - Arcee, resasi conto che forse Airachnid pur essendo Airachnid non aveva tutti i torti, si trovò a seguirla anche presa dalla curiosità.

- Immaginavo che non lo sapessi. La piccola storpia che probabilmente ora è di nuovo nella Nemesis è sua sorella. Spectra Specter - ringhiò - Sembra tanto dolce, carina e indifesa con la sua aria da “Oooh vengo dal mondo delle favole”, ma in realtà non è affatto innocua.

Si stavano allontanando sempre di più.

- Credo di averla vista. Sua sorella… perché non ha mai detto di lei?

- Credo che la mandi a fare spionaggio al posto suo - disse la vedova nera - A quanto ho capito le aveva ordinato di rubare dei dati ma lei non era d’accordo, quindi non so se gli darà retta. Accelera.

Alla fine corsero via più lontano che potevano.

I due mech alla fine erano riusciti a battere gli insecticons, ma era troppo tardi: le due femme se n’erano andate.

- Schifoso insetto - sibilò Spectrus.

- Arcee via con Airachnid! questa poi - commentò Wheel Jack.

- Sarà sufficiente per rovinarla. Va bene così - disse Spectrus.

Wheel Jack decise di tentare un altro colpo di testa. - Potrei dire a Prime la verità. Un po’romanzata e con me che “ho tentato di salvarla da te”. Se Arcee tornasse e raccontasse tutto sarei nei guai!

- Mettiamola così, Wheel Jack, se stai zitto ti rimedio una compagna - ebbe solo una breve esitazione.

Tanto quella era l’ultima missione di Spectra e Wheel Jack era troppo compromesso per aprire bocca su di lei prima del tempo.

- Una compagna?

- Ho una sorella...

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


TSB16

Starscream non era nuovo all’energon extra forte.

Finì l’ennesimo cubo e lo gettò lontano, ancora in preda all’ira per il rifiuto.

Come aveva osato? Lui le aveva riparato la gamba e le era sempre stato vicino! Lui l’aveva aiutata con la riabilitazione, lui si era sorbito i suoi piagnistei perché Soundwave la evitava! Lui era quello che l’aveva iniziata al piacere... eppure Spectra aveva osato rifiutarlo, facendogli fare la figura dell’imbecille davanti a Megatron e gli altri. Come si era azzardata a fare una cosa del genere? Nessuna rifiutava Lord Starscream, nessuna!

Com’era possibile che preferisse quel muto? Era del tutto inconcepibile. Non era quella che voleva “l’uomo della vita”, lei? Non era quella che sognava la proposta ufficiale come nelle favole? Lui aveva fatto proprio così, era stato pronto ad impegnarsi seriamente, a prendere una compagna e lei non aveva capito quanto era stato grande quel gesto, per uno come lui. Lei gli aveva detto mille e mille volte di essere innamorata di Soundwave, sicuro, ma poi con chi era che divideva il letto? Con lui, Starscream, ed era sicurissimo che in quei momenti Soundwave fosse ben lontano dalla mente di Spectra. Poco contava che lei all’inizio dicesse di no, perché poi si era dimostrata sempre facile da convincere, e i "No" dei primissimi tempi, quando lo rimproverava per i baci, erano diventati "Sì" per ben altro.

"Sempre facile da convincere... diciamo quasi sempre. Non ci siamo connessi".

Dopo quell’umiliazione il processore di Starscream, forse anche spronato dall’energon extra forte, iniziò a formulare il pensiero che un risarcimento fosse d’obbligo. Era ancora del tutto cosciente di quel che faceva, ma la rabbia e un bel principio di sbornia sono sempre una combinazione estremamente pericolosa.

- Starscream?

Il seeker alzò gli occhi. Eccola lì. D’altra parte, da quando l’aveva conosciuta, Spectra aveva sempre dimostrato di avere un tempismo perfetto.

La ragazza si fece strada tra i cubi di energon vuoti che Starscream aveva lanciato via mano a mano che li aveva finiti.

- Non è bene bere così tanto.

Sembrava dispiaciuta. Sembrava compassione quella che Spectra aveva sul viso. L’aveva umiliato in quel modo osava pure compatirlo! Come se non fosse stata tutta colpa sua e del suo rifiuto!

- Quanto bevo non è un tuo problema - gettò via l’ultimo cubo di energon e si alzò, barcollando un po’ - Ho tutto il diritto di bere quanto mi pare.

- Ma ti fa male…

Ora si metteva anche a dirgli cosa era male per lui e cosa no. Quello era proprio il colmo!

"Ma adesso la farò smettere di farmi la paternale!"

L’avrebbe fatta strillare fino a farle perdere la voce, al momento del sovraccarico.

- Non quanto farà male a te.

- In che senso?

La sua frase preferita: “In che senso?”.

"Lo capirai presto, il dannatissimo senso!"

Nonostante il principio di sbornia la forza e la velocità del seeker erano ancora intatti, e non gli ci volle molto a prendere Spectra per il collo e sbatterla contro la parete.

- Dopo la figura che mi hai fatto fare pretendo un risarcimento - strappò via il pannello che le proteggeva la valvola - Ed è il minimo, maledetta piccola ingrata!

Spectra non se l’aspettava, non da lui. Era così scioccata, spaventata e confusa che non ebbe nemmeno la forza di minacciare di dargli i suoi famosi due ceffoni. Cosa stava facendo Starscream, che gli era preso, perché faceva così?!

"Lui... lui dovrebbe volermi bene, aveva sempre dimostrato di volermi bene, perché?..."

- S-Starscream, non lo fare… non sei in te!

- Sono più in me di quanto lo sia stato da un bel pezzo, invece - sogghignò - Avrei dovuto farlo prima. Avrei dovuto trattarti come la piccola puttana che sei e avrei dovuto lasciare quell’accidenti di gamba com’era, non valevi lo sforzo. Ti rendi conto?! Ti avrei presa anche se sei una storpia e tu ti sei azzardata a rifiutarmi, invece di dirmi grazie ed essere felice che ci fosse un'anima buona a volerti - sibilò il seeker.

Spectra non ci poteva credere, tanto che cedette alle lacrime. Starscream le stava dicendo delle cose orribili e quel che voleva farle lo era anche di più. Aveva lasciato perdere che Knock Out volesse tagliarle la testa, aveva perdonato Airachnid che voleva ucciderla perché quelle, venendo da due come loro, erano cose quasi normali, ma il mech che l’aveva fatta ridere, le aveva regalato i fiori, l’aveva curata, l’aveva sempre fatta stare bene, di cui si fidava, come poteva volerle fare questo?!

- Hai rifiutato la mia proposta ma sarai costretta ad accettare qualcos’altro - ringhiò Starscream - Peggio per te. Avresti potuto avere tutto, e invece-

Starscream si sentì afferrare da qualcosa e tirare indietro per poi essere lanciato con tale forza contro il pavimento da far incrinare un’ala. Subito dopo iniziò ad arrivare una scarica di colpi di varia natura che sembrava non avere mai fine. Lo stavano infilzando, pestando, gli stavano sparando addosso! Non capì cosa fosse a stringergli la gola tanto da rompere alcuni cavi del collo finché quando la vista si schiarì non si trovò davanti il liscio schermo visivo di qualcuno che conosceva bene. Era Soundwave quello che lo stava pestando tanto da iniziare a dubitare che sarebbe sopravvissuto, il dolore era atroce.

- Non è di Spectrus Specter che dovrai avere paura d’ora in poi - lo sentì affermare - Non dovevi toccarla. Non dovevi.

Era talmente furioso e preso a massacrare di botte Starscream da non pensare alla povera giovane femme sul pavimento, ancora sconvolta e tremante, che osservava la scena con gli occhi sgranati dalla paura.
Aveva visto suo fratello uccidere dei mech a sangue freddo, aveva assistito al pestaggio di Knock Out e alla terminazione di due insecticons senza accusare troppo il colpo e in passato aveva visto anche cose peggiori, ma tra quel che era successo prima (soprattutto) e la rabbia di Soundwave, così profonda che si percepiva nell’aria, Spectra si sentiva sul punto di crollare mentre,
non trovando più il pannello, si copriva la valvola esposta con una mano.
Assisteva impotente a quell’esplosione di violenza inaspettata, talmente scioccata da non accorgersi che anche Dreadwing era entrato nella stanza.

Il secondo in comando era stato attirato da gran rumore e dalle urla di Starscream, la prima cosa che aveva visto al suo arrivo era stata Soundwave che massacrava il seeker e aveva pensato di fare qualcosa per fermarlo, poi aveva guardato più in là…

- Spectra!

Corse da lei, e mentre lo faceva quasi inciampò nel pannello. Lo raccolse e diede un’occhiata a Soundwave e Starscream, iniziando ad intuire cosa potesse essere successo.
Megatron lo aveva detto, a lei, che andare a parlare con Starscream non era una buona idea. Spectra avrebbe fatto meglio a dargli retta. Dreadwing sperò solo che Soundwave non fosse arrivato tardi.
Non si curò di dirgli che non poteva terminare Starscream senza l’ordine di Megatron, era convinto che nonostante la rabbia non l’avrebbe fatto. Soundwave non sarebbe mai andato contro il loro leader, che comunque una volta saputo quel che aveva tentato di fare Starscream sarebbe stato pienamente d’accordo con quella punizione.

In ogni caso la priorità in quel momento era portare via Spectra, in evidente stato di shock.

- Spectra, sono io, Dreadwing. Capisci quello che dico?

Lei tremava ancora. Fece un piccolissimo cenno d’assenso.

- Ti porto via da qui - disse il secondo in comando, prendendola in braccio e uscendo con lei.

Doveva decidere cosa fosse meglio fare, portarla subito a farla riparare o lasciare che si calmasse coprendola temporaneamente con qualcosa? Alla fine decise per la seconda opzione.

La portò nel proprio alloggio, prese una specie di telo, la fece mettere sulla cuccetta e ce l’avvolse, poi andò a prendere dell’energon e una miscela calmante.

La ragazza si era stretta ancor di più nel telo.

- Va tutto bene. Bevi questo - disse Dreadwing.

La aiutò a portarsi la miscela alla bocca dato che le mani le tremavano ancora, e le fece bere tutta quanta la dose.

- Va tutto bene. Va tutto bene - mormorò, tenendola tra le braccia.

Come aveva potuto Starscream volerle fare del male, proprio lui che voleva prenderla come compagna di vita giusto qualche ora prima?

- D-Dreadwing - la sentì sussurrare.

- Dimmi tutto. Hai bisogno di altro? Tu dimmelo e io te lo faccio avere.

In tutto quel delirio Spectra aveva assorbito un’informazione che le giungeva del tutto nuova.
Quel che aveva detto Soundwave… già, aveva parlato, era incredibile…

- Perché Starscream ha p-paura di Spectrus Specter? Soundwave gli ha d-detto che non è più di Spectrus che dovrà avere paura d’ora in poi… p-perché gli ha detto così?

Dreadwing la guardò, perplesso. Domanda strana ma era meglio accontentarla in tutto e per tutto, in quelle condizioni.

- Spectrus Specter gli dà la caccia perché Starscream ha sterminato la sua famiglia. Non avrebbe dovuto farlo. Megatron era alleato con gli Specter ma Starscream se lo dimenticò e fece quel che ha fatto.

Altro shock si aggiunse allo shock.
L’incubo che aveva avuto allora era vero. Era stato davvero Starscream ad ucciderle i genitori, Starscream, lo stesso che l’aveva quasi stuprata.
E le aveva riparato la gamba.
E fatta ridere.
L’uomo che aveva imitato Mr.Capra per lei, con cui era quasi andata a letto era l’assassino della sua famiglia.

Quando era troppo era troppo.

- Spectra?... è svenuta - si allarmò Dreadwing.

Poverina, quel che era successo era stato davvero troppo, si disse.

Se Dreadwing avesse saputo del resto…




***


- Ancora non ci credo. Come ha potuto fare una cosa simile? D’accordo, tra me e Arcee ultimamente non andava granché bene, tant’è vero che avevamo deciso di lasciarci così che lei andasse con un altro uomo, se era quel che voleva… - Spectrus guardò Optimus Prime, che trasalì leggermente - Ma sembrava una decisione presa in perfetto accordo, invece guardate che ha fatto!

Specter recitava alla perfezione la parte dell’uomo scioccato e confuso, davanti a quelle registrazioni video opportunamente tagliate e rimontate che mostravano l’attacco degli insecticons ed Arcee che se ne andava (di sua spontanea volontà) insieme ad Airachnid come se fossero state due vecchie amiche. Spectrus rifletté sul fatto che fosse stato un bene pensare di registrare tutto, alla fine era tornato utile. Le precauzioni non erano mai troppe.

Gli Autobots erano senza parole. Non era possibile! Eppure le registrazioni parlavano chiaro: Arcee ed Airachnid se n’erano andate insieme.

Optimus Prime non credeva ai propri sensori ottici.

"Perché mai Arcee avrebbe fatto una cosa simile?!"

Non poteva essere per il motivo che aveva detto Specter, non soltanto per quello, almeno.
Prime era certo di avere una grossa parte di colpa in tutto ciò. Non avrebbe dovuto baciarla e farle capire tutto quel che c’era da capire, così lei e Spectrus non avrebbero avuto problemi e lei sarebbe rimasta alla base!
E se fosse stato per lui che se n’era andata? Per non trovarsi a dover gestire una situazione che sicuramente sarebbe stata pesante? D’altra parte lui era sempre il capo e Specter probabilmente avrebbe reso loro la vita difficile. Non che Optimus avesse paura di Spectrus, ma di certo l’enorme mech blu e nero non avrebbe lasciato che la cosa passasse sotto silenzio.

Però… Airachnid! andarsene con Airachnid! Quelle due erano nemiche giurate come lui e Megatron, se non peggio.

- Ultimamente Arcee… non ho capito cosa le stesse prendendo, ecco - intervenne Wheel Jack - Stava avendo dei comportamenti strani. Ho tenuto per me i miei pensieri finora, lei è sempre stata un ottimo elemento, ho solo pensato che fosse confusa in fatto di mech.

- In che senso? - gli domandò Spectrus, stavolta sorpreso davvero.

- Non so come dirtelo - Wheel Jack assunse un’aria un po’imbarazzata - Forse l’ha fatto perché sa che siamo abbastanza amici e pensava che sarebbe stata una vendetta o qualcosa del genere, ma Arcee era venuta da me in cerca di connessione.

- Veramente, Jacky? - si stupì Bulkhead.

Wheel Jack annuì.

Spectrus pensò con una certa soddisfazione che Wheel Jack, con la promessa di una compagna, stava tirando fuori il meglio di sé.

- Non credevo ai miei recettori uditivi quando se n’è uscita con quella storia, io naturalmente ho rifiutato, era palese che ci fosse qualcosa che non andava.

- Decisamente, direi. Vedi a non lasciarsi fare i check up quando servono - brontolò Ratchet - Se lo avesse fatto avrei potuto rimediare ai danni che aveva nel processore. Andarsene con Airachnid! Lei! Tailgate si sta rivoltando nella tomba, sempre che quella abbia lasciato qualcosa che si possa rivoltare, s'intende!

- Arcee non ha danni nel processore, se ha fatto quel che ha fatto ci deve essere una ragione valida - disse duramente Prime.

- Magari non ha retto alla tensione - disse Spectrus in tono gelido - Una delle tue tante colpe, Optimus Prime, perché l’altro uomo per cui ci siamo lasciati eri proprio tu, che a detta sua le hai fatto capire di provare qualcosa per lei - sarcastico, batté le mani - Complimenti. Ottimo lavoro. Guarda che ha fatto! Poi venite a parlare a me di danni?

Gli occhi di tutti si fissarono su Optimus.

A Ratchet suonava stranissimo. - Optimus, è vero?

Optimus evitò di guardarlo in faccia. - Sì.

Silenzio totale.

- Optimus, tu sei un Prime - disse lentamente Ratchet - Non è bene che… insomma, siamo in guerra. Lo sai. Nella tua posizione… e poi hai sempre avuto un perfetto controllo di te stesso!

- Essere un Prime e avere un certo autocontrollo non significa essere privi di emozioni - ribatté Optimus, con espressione quasi addolorata - E ad alcune di queste, per quanto si provi, non si può andare contro.

- Evita questi sciocchi discorsi intrisi di retorica, Optimus - disse seccamente Spectrus - La verità è diversa. Il tuo ragionamento è stato molto semplice, hai pensato che in quanto Prime potessi tranquillamente allungare le mani su una femme impegnata senza conseguenze e l’avresti pure fatta franca, se Arcee non fosse crollata mettendosi in pericolo come ha fatto.

Spectrus si voltò verso gli altri, la cui fiducia verso il comandante tra gli ultimi insuccessi, i nuovi avvenimenti e le parole di Spectrus Specter che suonavano così precise e sensate stava cominciando a vacillare un po'.

- E mettendo in pericolo anche tutti noi - continuò - Se Airachnid trovasse il modo di far parlare Arcee sulla posizione della nostra base, quell’insetto ci farebbe attaccare in massa dagli insecticons o venderebbe l’informazione a Megatron in cambio di protezione! Tutto questo per colpa della tua arroganza, Optimus Prime.

“A riprova del fatto che i plebei ed il potere non collimano” pensò “E nemmeno i plebei e la furbizia”.

Optimus sentiva addosso gli occhi di tutti. Lo guardavano sorpresi, delusi… in quel momento, quella detta da Spectrus sul suo conto sembrava la realtà assoluta. Magari non aveva mai pensato “Io sono un Prime quindi faccio quel che mi pare” ma aveva comunque messo gli occhi addosso ad una donna impegnata.

Indietreggiò e voltando le spalle a tutti se ne andò senza dire una parola.

- Chiara ammissione di colpevolezza - commentò Spectrus - Ammetto che non mi è stato mai granché simpatico, ma tutto pensavo meno che…insomma, Optimus si è proposto un po’come l’Anti-Prime. Uomo retto, di sani principi, senza grilli per la testa e privo dell’arroganza tipica di coloro che avevano avuto il titolo di Prime fino a quel momento - sospirò - Questo è il brutto del potere. Dopo un po’ finisce per corrompere.

Ratchet avrebbe voluto rispondere a tono ma non riuscì a dire una parola, come tutti gli altri.

“Si sta dando da fare” pensò Wheel Jack “Non gli basta rovinare Arcee, mettere discordia nella base e fare danni di ogni sorta, vuole rovinare anche Optimus e magari prenderne il posto. Chissà… magari con i suoi metodi potremmo davvero combinare qualcosa. Comunque sia faccio meglio a starmene zitto, specie perché tra poco diventerà mio cognato!”

Spectrus era stato convincente nel presentargli il “pacchetto”.

“Ha un difettuccio ad una gamba, ma chi se ne importa davanti al resto? Spectra è giovane, carina, molto dolce e mansueta, adattabile, con buone conoscenze mediche e tecniche, nobile e per lei saresti il primo in assoluto in tutto e per tutto! Un vero tesoro per qualunque mech. Per di più prendendola come compagna di vita prenderesti il cognome degli Specter, come da tradizione nel caso la donna sia di dinastia nobile, e lo diventeresti anche tu per acquisizione”.

Sembrava un buon affare e, a detta di Spectrus, sua sorella l’avrebbe accettato immediatamente senza fare storie, sarebbe bastata qualche moina. Il suo desiderio più grande era di trovare un compagno di vita, così gli aveva detto.

- Certo che Specter è convincente - bisbigliò Bulkhead al suo orecchio - ha fatto apparire Optimus come un…

- Anche se è il nostro comandante, quando sbaglia, sbaglia - ribatté Wheel Jack.

- Ti ha convinto in pieno, vedo - commentò Bulkhead.

Wheel Jack fece spallucce, uscendo seguito dall’amico.

- I fatti sono quelli che sono.

- Jacky, se ci fosse qualcosa che non va me lo diresti, sì? - lo sguardo del demolitore per un attimo divenne molto penetrante - Siamo ancora migliori amici. Giusto?

“Vorrei che fosse così, Bulk, ma sono coinvolto in cose troppo grosse che non ti piacerebbero, e ormai non credo di poter uscire dal giro”.

- Ovvio, vecchia carcassa - gli diede un pugno sulla spalla - Ovvio che lo siamo! Andiamo a farci una corsa, ci stai?

- Veramente con quel che è successo non me la sento granché - disse Bulkhead, abbattuto - Arcee... che le è preso? E anche Optimus…

Ratchet e Spectrus erano rimasti soli. Gli altri erano andati via, come avevano fatto Bulkhead e Wheel Jack.

- Qualche problema, dottorino?

- Non me la racconti giusta. Per quanto i fatti… - sbuffò.

- “Per quanto i fatti mi diano pienamente ragione”. Dottorino, se il tuo Santo Optimus non è poi così santo non è colpa del sottoscritto. Togli il paraocchi, una volta tanto.

- Non chiamarmi dottorino. Sono certo che Optimus abbia una spiegazione logica per questo.

- Allora poteva darla, quella spiegazione, invece di andarsene con la coda tra le gambe. Quell’atteggiamento significa solo una cosa: colpevole - iniziò a muovere ritmicamente le dita della mano destra sulla superficie metallica del ripiano - A dirla tutta, se non è in grado di fare il comandante sarebbe meglio che lasci il posto a qualcuno che invece ne è in grado.

- Tipo te? È a questo che vuoi arrivare?! - ringhiò Ratchet.

- Non vedo perché no. Senza falsa modestia, ho tutto quel che ci vuole - aggiunse - Quindi, se qualcuno dovesse avanzare pretese per il posto di comandante, potrei essere solo io. Naturalmente non intendo rovesciare Optimus, ma nel caso dovesse servire, dottorino… io sono qui.




***


Arcee non si sarebbe mai fidata di Airachnid. Non sarebbero mai diventate amiche, non dopo quel che la vedova nera le aveva fatto, ed era evidente quanto quella tregua temporanea pesasse a entrambe.

Avevano messo insieme tutte le informazioni che possedevano sugli Specter per vedere cosa avrebbero potuto ricavarne. Da quel che Arcee aveva capito i due fratelli erano come il giorno e la notte, ma Spectra era fortemente influenzata da Spectrus tanto da fare cose che non avrebbe mai voluto fare.

Aveva saputo anche delle violenze di Spectrus su Airachnid. Alla vedova nera ammettere quel che le era successo era costato molto ma aveva goduto abbastanza nel vedere la faccia di Arcee per la quale ogni parola era una stilettata in piena Scintilla: ognuna di esse le faceva comprendere maggiormente chi fosse il mostro con cui era andata a letto.

- …basta così! Non ho bisogno di sapere altro.

- Ammettilo, te la stai godendo sapendo quel che mi ha fatto il tuo fidanzato. Ex.

Arcee le lanciò un’occhiata tagliente. - Tu potresti ricavarne piacere ma a me, da femme o anche solo da persona per bene, quel che ti ha fatto mi disgusta. Anche se sei tu. Anche se tu in passato hai fatto altrettanto e probabilmente avresti voluto farlo a me.

- Non lo nego, anche se ormai mi hai tolto metà del piacere, essendo stata così sciocca da lasciarti portare a letto da lui. A quest’ora Specter ti avrà già rovinata, facendo credere chissà cosa ai tuoi amichetti - commentò la vedova nera - Mi immagino la recita. Quel tizio ha in mente grandi cose. Come minimo vorrà prendere il posto di Optimus.

- Non ce la farà! - esclamò Arcee - Glielo impedirò!

- L’idea è quella. Non che a me di Optimus Prime interessi, a me interessa vendicarmi. Ora tutto sta a trovare il modo… magari passando attraverso sua sorella - rifletté Airachnid - Spectra Specter sa benissimo com’è fatto suo fratello e sa anche cosa mi è successo, entrambe le volte: ha riconosciuto la mano. Se riuscissimo a prenderla e convincerla a dire a tutti…

- Se idolatra il fratello come mi hai detto non penso che lo farà.

- Se le facessimo capire che Spectrus la usa e basta e che tutto intende fare meno che del bene direbbe la verità. Sono piuttosto sicura, è più sciocca perfino di te. Per di più non è la sola cosa “scottante” che Spectra non sa, e che Spectrus avrebbe potuto evitarle: l’ultima volta che l’ho vista aveva a che fare nientemeno che con Starscream, l’assassino della sua famiglia. Sai che ridere se perdesse l’integrità proprio con lui - sogghignò Airachnid, senza pietà.

- Non c’è niente di divertente - sbottò Arcee.

Airachnid rise. - Lo dici tu! Dobbiamo solo trovare il modo di parlarle.

- Almeno sai dove possa essere?

- O è ancora con Starscream o è nella Nemesis - disse Airachnid - Ci sono solo queste due alternative.

- Se Spectra è come l’hai descritta non so cosa stia a fare lassù con i Decepticon, e Soundwave innamorato è una cosa che ha dell’incredibile. Allora prova emozioni sul serio.

- Non glielo dirà mai. In cose simili si è rivelato un disastro - rise malignamente - E più ci penso più ci godo.

Arcee fece una smorfia. - Una volta che la verità sarà venuta a galla…

- Farò fuori entrambi - concluse Airachnid - Sia Spectrus che Spectra. Nonché te. Devi pagare per tante cose.

- Non ci riuscirai mai - affermò Arcee - E non te lo posso permettere! Fai quel che ti pare con Spectrus ma non toccare sua sorella.

- Prova ad impedirmelo, cara. Ti conviene stare molto calma.

Arcee si voltò e vide dietro a sé cinque insecticons.

- Stai molto calma - ripeté Airachnid - Fai quel che ti dico ed andrà tutto come deve andare. Ora non ti varrà fatto del male ma fai qualche mossa stupida e morirai adesso, invece che dopo.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


TSB17

Da quando si era ripresa, Spectra aveva assunto esattamente cinque dosi piene di miscela calmante.
Se non altro le mani avevano smesso di tremare e si sforzava persino di sorridere a Dreadwing ogni volta che le chiedeva se aveva bisogno di qualcosa o come stava.

- Non ti preoccupare per me.

Si era anche riparata il pannello da sola. Mentre lo faceva, Dreadwing si era voltato dall’altra parte in modo da non crearle disagio. La ragazza aveva apprezzato molto il gesto.

Il secondo in comando aveva fatto di tutto in modo che Spectra restasse il più possibile tranquilla. Quella brutta esperienza l’aveva sconvolta al punto da andare in standby, quindi era bene non causarle sconvolgimenti di alcun tipo.

Riflettendo a mente fredda sull’accaduto, al disgusto verso Starscream si era aggiunto anche un certo disappunto nei confronti di Soundwave. Da un lato era comprensibile che avesse avuto solo voglia di ridurre Starscream in un mucchio di rottami, lui al suo posto avrebbe provato la stessa cosa, ma che avesse lasciato Spectra lì sul pavimento in stato di shock e senza pannello era inaccettabile dal suo punto di vista. Avrebbe potuto stendere Starscream, mettere Spectra al sicuro, occuparsi di lei e solo dopo riprendere il pestaggio del seeker.

"Evidentemente Soundwave la pensa in modo diverso, mettendo la rabbia e la voglia di vendetta prima del suo cosiddetto grande amore" pensò.

- Dici sempre così Spectra, ma intanto sei andata in standby.

Spectra ripensò al proprio sogno, che così sogno poi non era stato, e rifletté su quanto la vita potesse essere assurda.
Che doveva fare con Starscream? Aveva l’assassino della sua famiglia a portata di mano, avrebbe potuto dargli quei due ceffoni che si era sempre ripromessa. Poi però rabbrividì, pensando che Soundwave invece che due gliene avesse dati almeno quattro, di “ceffoni a modo suo”.
Una cosa era certa: con Starscream non intendeva più avere rapporti. Faceva meglio a non avvicinarsi a lei da quel momento in avanti. Quando aveva tentato di violentarla forse era un po’ubriaco ed arrabbiato ma sembrava capire benissimo quel che stava facendo e comunque, se dava retta al suo sogno, quando le aveva danneggiato la gamba e ucciso la famiglia era lucidissimo.

- Adesso però sono sveglia, vedi? Quindi sto bene - bevve un altro po’di miscela - Sei gentile ad occuparti di me. Fai di tutto per farmi stare tranquilla…

- Questo è il minimo che possa fare.

Lei sorrise. - Grazie.

- Adesso è l’unica cosa che ti serve davvero: stare tranquilla - si sedette accanto a lei - Nessuno entrerà qui dentro ad infastidirti, a meno che tu non voglia. A parte Lord Megatron, lui per forza di cose può entrare ovunque.

- Non penso che Lord Megatron voglia infastidirmi - osservò Spectra.

Nemmeno a dirlo, suddetto Megatron entrò nell’alloggio di Dreadwing nemmeno due secondi dopo. - Ho saputo quel che è successo. Stai bene?

Lei annuì. - Sì, Lord Megatron. Me l’ha chiesto anche Dreadwing un minuto fa.

Al leader dei Decepticon la giovane femme pareva ancora piuttosto scossa. Al momento non gli sembrava nemmeno così pericolosa come aveva più volte pensato che fosse a causa della sua capacità di influenzare i comportamenti altrui, sembrava solo una piccola, gracile ragazza che era stata strappata dalla piccola bolla di serenità in cui viveva.

- Starscream ha ricevuto la punizione che gli spettava.

Ora si aspettava che, nonostante quel che era successo, Spectra se ne uscisse con un “Spero che non gli abbiate fatto troppo male, poverino, aveva bevuto, non era in sé, l’avete mandato da Knock Out vero? Si riprenderà?”. Fino a quel momento aveva sempre agito in quel modo, cosa che l'aveva sempre lasciato incredulo.

- È stato terminato? - domandò invece, con una freddezza che non le apparteneva e che stupì sia Dreadwing, sia lo stesso Megatron.

Per un attimo non parve più lei, quanto piuttosto una sconosciuta che le somigliava.

- No - rispose il leader dei Decepticon.

- Capisco.

Tra i tre calò il silenzio. I due Decepticon pensarono che tutta quella faccenda l’avesse colpita molto più di quel che pensavano ma si auguravano che non cambiasse e rimanesse la stessa Spectra che avevano imparato a conoscere, alla quale si erano affezionati.

- Comunque c’è mancato un pelo. Soundwave era fuori di sé - disse Megatron - Starscream avrebbe dovuto immaginare che se avesse provato a fare una cosa del genere sarebbero state queste le conseguenze.

- Soundwave non è finito nei guai, spero! - esclamò la ragazza, tornando a sembrare più sé stessa - Non voglio che abbia problemi a causa mia.

- Se non l’avesse fatto lui l’avrei fatto io - borbottò Megatron - Niente guai. Solo che quando ha smesso di punire Starscream non sapeva dove tu fossi andata a finire, cosa alquanto discutibile…

- Era in stato di shock e danneggiata, e l’unica cosa a cui ha pensato Soundwave era il massacro di Starscream - sbottò Dreadwing, per poi ammutolire.

C’erano già abbastanza problemi senza che lui andasse a complicare ulteriormente i rapporti tra tutti, nonostante quel che aveva detto fosse la pura verità.

- Voleva difendermi, Dreadwing - disse Spectra.

- Lo so, ma avrebbe dovuto pensare prima a te - aggiunse cautamente il secondo in comando.

Megatron non fece commenti e, pur pensando che in quel modo Dreadwing rischiava di far allontanare Soundwave e Spectra, non poté riflettere anche sul fatto che non avesse poi tutti i torti. Se mai era il contrario.

- Ma è andata bene lo stesso, no? - sorrise Spectra - A dirla tutta vorrei vederlo.

- Chi?

- Soundwave. Strano che non sia venuto qui anche lui, spero che non voglia riprendere a evitarmi - mormorò tristemente.

- Non è per quello - disse subito Megatron - È solo che non sapeva se avessi o meno voglia di vederlo. Ha fatto le stesse considerazioni di Dreadwing quando si è accorto che eri sparita.

“Le fa sempre tardi, le considerazioni” pensò.

- Se lo vede potrebbe dirgli che non ce l’ho con lui? Nonostante tutto mi ha salvata di nuovo - sorrise ancora.

- Sembra che tu abbia un talento innato a metterti nei guai. Non avrei voluto ricordartelo ma te l’avevo detto: parlare con Starscream non era prudente.

- Non pensavo che avrebbe reagito così. Fino a quel momento ha sempre dimostrato di volermi bene, mi fidavo di Starscream, non avrei mai creduto che lui… - scosse la testa, evitando di aggiungere altro.

Megatron attivò il comm-link.

- Vuole vederti. Muoviti - disse a Soundwave, augurandosi che stavolta le dicesse tutto.

Poco dopo si sentì bussare alla porta, cosa che tra i Decepticon non si usava fare granché (in particolar modo Soundwave e Megatron non bussavano mai) e mentre Soundwave entrava Megatron e Dreadwing uscirono, decidendo di lasciarli soli.

La porta si chiuse.

Soundwave si era fermato a tre metri da lei, sembrava una statua per quanto era immobile.

- Guarda che puoi avvicinarti - gli disse Spectra, un po’perplessa.

Lui obbedì.

- Non ce l’ho con te. Capito?

Soundwave annuì.

- Hai punito Starscream e l’hai fatto per salvarmi… la quarta volta - gli sorrise - Mi salvi sempre.

- Ti ho lasciata sola quando avevi bisogno di me. È imperdonabile.

Spectra si sorprese a sentirlo parlare. - Forse tu non ti perdoni ma ti perdono io. Hai… - fece un sorrisino timido - Hai una bella voce, lo sai?

Lui non rispose.

- Faresti una cosa per me?

- Qualunque cosa desideri - ribatté, del tutto sincero.

- Ti toglieresti il visore?

Trasalì. Forse sarebbe stato più facile procurarle un pezzo di luna ma le aveva detto “qualunque cosa desideri”, dunque avrebbe tenuto fede alla sua parola.
Si fece forza e si tolse il visore. Il rimorso che gli si leggeva negli occhi era enorme, come la tristezza.

- Va tutto bene, davvero. Sto bene. Vedi? - Spectra si sedette sul bordo della cuccetta - Non c’è motivo che tu stia male per me.

- Io non volevo che ti accadesse niente - mormorò l’ex gladiatore - Forse se tu avessi accettato la sua proposta…

Di nuovo al posto di Spectra ricomparve la “sconosciuta che le somigliava”, cosa che lo sorprese un po’.

- è stato un bene che io non abbia accettato, credimi.

Soundwave non fece commenti. Quella freddezza totale oltre a essere del tutto inedita gli ricordava qualcuno, ma non avrebbe saputo dire chi di preciso…

- E comunque - sorrise tornando sé stessa e sembrava non sapere dove guardare - Se anche non avesse fatto quel che ha fatto non avrei potuto digli di sì. La mia Scintilla è già occupata, e non da lui.

Soundwave si ritrasse sbigottito.
La sua Scintilla era già occupata? Voleva dire che Spectra era già innamorata di un altro? Un altro che magari aveva incontrato per inseguire le farfalle o proprio lì nella Nemesis.
Chi poteva essere? Il più probabile era Dreadwing, che si era preso cura di lei, ma poteva anche essere Megatron. Ovvio che il “boss” potesse attrarre una femmina ingenua ed inesperta.

"Magari Knock Out?"

No, improbabile. Forse era un Autobot. Poteva essere quello sbarbatello a cui Starscream aveva tirato fuori la Chiave Omega, Smokescreen, che come età era perfetto per lei, oppure Spectra aveva puntato più in alto e invece che del comandante dei Decepticon era innamorata di quello degli Autobots, Optimus Prime?
O magari di Spectrus Specter! Quella sì che sarebbe stata una tragedia.

- Spero che sia meglio di Starscream - disse Soundwave.

- Questo è sicuro. Dovresti saperlo, anche perché tu questo mech lo conosci.

Spectra ormai aveva deciso, non le importava come sarebbe andata a finire, non le importava che molto probabilmente Soundwave l’avrebbe mandata a quel paese: doveva dirglielo una volta per tutte.
Quella brutta esperienza con i relativi traumi aveva avuto l'effetto di strapparla per un po' dal mondo delle favole, pur non facendoglielo abbandonare del tutto perché era troppo insito nella sua natura, facendola diventare un po’più decisa. Non
sempre seguire le farfalle portava nel paese delle meraviglie, non si sapeva mai cosa potesse capitare nella vita, quindi doveva buttarsi.

- Lo conosco?

- Sì. è abbastanza grosso…

"Abbastanza grosso. Non molto utile per capire chi è" pensò il tecnico.

- Lavora qui nella Nemesis…

"Questo restringe molto il campo. Dreadwing? Megatron? Knock Out?"

- è un aereo…

Dreadwing o Megatron. Chiunque fosse dei due non aveva scelto male, cercò di consolarsi Soundwavwe, anche avrebbe preferito di gran lunga che fosse innamorata di lui.

- è grigio scuro con le bioluci viola - Spectra abbassò gli occhi - Si ostina a coprirsi il viso senza rendersi conto che è un peccato e parla poco.Da quando ci siamo conosciuti mi ha salvata quattro volte.

Soundwave si sentiva incapace di muoversi, di pensare o di fare qualunque cosa.
Aveva capito bene?
Era di lui che stava parlando?

-Sei tu…

A Soundwave gli occhi di Spectra fecero lo stesso effetto della prima volta che si erano incontrati, sembravano avere un mondo intero al loro interno.

- Sono innamorata di te da quando mi sono risvegliata qui nella Nemesis e ho saputo che che mi avevi salvata, proprio come avrebbe fatto un principe. Solo che non te l’ho mai detto perché io ho sempre pensato… - si guardò la gamba - Cosa se ne fa un principe di una come me?

Soundwave non riusciva a crederci. Tutto il tempo che lui era stato zitto convinto che Spectra non l’avrebbe mai ricambiato era stato sprecato, lei era innamorata di lui quanto lui lo era di lei.

"Che idiota sono stato!" si insultò mentalmente.

- La tua gamba per me non è mai stata un problema - disse immediatamente, prendendole la mano - E tutto sono meno che un principe. Io in una favola potrei essere solo il cattivo, invece tu… forse non ti rendi neanche conto di quel che sei. Sei una vera principessa, almeno per me. è per questo che non ti ho mai detto niente, anche se mi sono innamorato di te da quando ho sentito il suono della tua voce la prima volta - adesso entrambi avevano in viso la stessa identica espressione sorpresa - Non mi sentivo "degno". Non pensavo che avresti potuto amarmi.

Tra poco Spectra si sarebbe messa a piangere di gioia. - Sei… tu …dici sul serio? - gli prese l’altra mano e sentì che lui la stringeva - Non stai scherzando?

- Non lo farei mai su questo.

Le si avvicinò di più e la strinse, come avrebbe sempre voluto fare.

- Quindi mi… ami, Soundwave?

- Sì - adesso che gliel’aveva detto gli sembrava così facile, gli veniva così naturale dirlo, come se fosse stato programmato per fare solo quello - Sì! - esclamò, per poi baciarla.

Spectra ebbe la sensazione che fosse esattamente così che le cose dovevano andare: che quello fosse il bacio giusto, che le braccia che la stringevano fossero quelle giuste, che Soundwave fosse quello giusto, l’uomo che aveva sempre sognato, quello perfetto per lei.

Ben presto il bacio divenne ancora più appassionato di quelli che si erano dati lei e Starscream, e fu solo per tre motivi che non finirono per connettersi lì e subito: primo, erano nell’alloggio di Dreadwing; Secondo, Soundwave non voleva che l’idea che le avesse detto che l’amava solo per portarla a letto sfiorasse la mente del suo Scricciolo, soprattutto dopo quel che era successo con Starscream; Terzo, Spectra aveva sempre detto che voleva connettersi per la prima volta col suo compagno di vita.
Ovviamente sarebbe diventato lui il suo compagno di vita, e molto presto, ma non lo era ancora.

Fu dura staccare le labbra da quelle di Spectra, ma c’era un’altra cosa della massima importanza che doveva dirle, e Soundwave non vedeva alcun motivo per aspettare oltre.

- Hai sempre avuto la mia Scintilla, Spectra.

Stavolta la ragazza non resse alla commozione.

- E tu hai sempre avuto la mia, Soundwave…

Da fuori qualcuno batté un colpo sulla porta. - Avete finito?

Soundwave alzò gli occhi al soffitto. Megatron. Per fortuna gli era venuta l’idea di bussare solo quando si erano detti tutto quel che c’era da dire!

- Sì, abbiamo finito.

Entrando nella stanza, Megatron diede un’occhiata ad entrambi. Dalle facce che avevano non gli ci volle molto per capire cos’era successo. - Gliel’hai detto?

- Con chi parla, Lord Megatron? - chiese Spectra, con un gran sorriso.

- Con uno qualsiasi di voi due. Allora?

Soundwave e Spectra si guardarono.

- Siamo fidanzati - disse lui.

- Alla buonora! - esclamò l'ex gladiatore - Era tempo che ti dessi una mossa, stavo iniziando a pensare che avrei dovuto farlo io per conto tuo.

A Spectra veniva da ridere mentre Soundwave trovava tutto quell'entusiasmo eccessivo, e il commento successivo, per quanto veritiero, lo stava facendo vergognare ancor di più per la propria dabbenaggine. Era ancora il più felice tra tutti i mech, gli sembrava di sentire le campane celesti nelle orecchie da quando Spectra aveva contraccambiato la formula, ma…oh, perché Megatron non si faceva un po’i fatti suoi?

- Lord Megatron, mi sa che Soundwave si vergogna.

Scricciolo con quella sua schiettezza non migliorava esattamente le cose. - Spectra, così non aiuti…

- Che si vergogni è il minimo, non di essere fidanzato quanto piuttosto di averci messo così tanto. Bene. Domani mattina partiremo per rivitalizzare Cybertron. Sii felice, Soundwave, ti accompagnerai da conquistatore.

A Spectra tornò in mente un altro dettaglio, che in realtà invece era una questione della massima importanza, un dettaglio che non le avrebbe permesso di accompagnarsi nemmeno con Starscream, rendendo nullo il tutto: Soundwave non conosceva il suo nome completo. Nel giuramento era assolutamente necessario, specie perchè lei era nobile e Soundwave avrebbe preso il suo cognome.
In tutto quel delirio da innamoramento non aveva mai pensato né a questo né che lei non sarebbe rimasta alla Nemesis per sempre, perché prima o poi suo fratello sarebbe venuto a prenderla. Era solo questione di tempo, e c'era anche l’incubo, quello in cui Spectrus uccideva lei e, probabilmente, anche Soundwave.

E se anche quello non fosse stato un semplice incubo, ma un sogno premonitore o un avvertimento di quel che sarebbe potuto succedere? Non aveva voluto crederci con Starscream e aveva sbagliato.

"Mio fratello non lo farebbe mai! Non mi farebbe mai del male. Capirà! Deve capire! Ho trovato l’uomo della mia vita, non voglio rinunciare a Soundwave" concluse "Non voglio, per niente al mondo".

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


TSB18

- Adesso che la gamba sta quasi bene non mi prenderai mai! - rise Spectra, correndo nell’acqua per evitare che Soundwave le spruzzasse a sua volta l’acqua sul viso.

Avevano deciso di passare soli in una spiaggia deserta l’ultima sera e l’ultima notte prima di partire, come avrebbero potuto fare anche due fidanzati umani nell’ultimo giorno di vacanze al mare.

- Questo lo dici tu! Ora pareggiamo i conti…

Guerra? Quale guerra? Cos’era quella cosa strana?
Si godevano la calma di quel paesaggio e il loro amore sereni come non erano mai stati, persi nel loro piccolo mondo popolato solo da loro due. Erano così felici di essersi trovati, finalmente.

Alla fine Soundwave riuscì a acchiappare Spectra e a pareggiare effettivamente i conti, ma il pareggio non durò molto: subito dopo ripresero a tirarsi l’acqua come due protoforme. Forse era la prima volta nella sua vita che Soundwave rideva di gusto. Avrebbe solo voluto che il mare fosse stato di olio, sarebbe stato meglio per le loro giunture, ma Spectra era giovane e non avrebbe sofferto di metalreumatismi ancora per molto tempo, e anche a lui l’acqua non dava ancora fastidio. Avrebbe potuto essere suo padre ma d’altra parte, per i cybertroniani, la differenza d'età tra due adulti non era una cosa che contava.

- Ora del bagno.

- Che vuoi fare? Soundwave!

Spectra fu afferrata e gettata in un punto dove l’acqua era un po’più alta, per poi essere raggiunta immediatamente dal fidanzato.

Soundwave le si avvicinò e la strinse. - Te l’ho detto che volevo fare. “Ora del bagno”.

- Puzzo? - gli domandò la ragazza, con sincera preoccupazione.

- Mi aspettavo una frase del genere… no, non è per quello.

- E allora per…

Non poté continuare, perché Soundwave le mise due dita sulle labbra e la baciò.

- Devo confessarti una cosa…- disse poi il tecnico - La prima volta che abbiamo dormito insieme, quella in cui mi hai trovato senza visore…

- Che è successo? - saltò su a chiedere lei, interrompendolo.

- Se non mi interrompessi magari te lo direi, no? è

- Hai ragione, come fai a dirmelo se ti interrompo? Non lo faccio più. Promesso.

- L’hai appena rifatto! Stavo dic…

- L’ho rifatto? Sul serio? Scusami…

Soundwave fece un sospiro ed appoggiò il viso sulla sua spalla. - …e tre.

- Di cosa?

- Di volte che mi interrompi.

Spectra iniziò ad accarezzargli la testa. - Mi dispiace. Sono abituata a me che parlo e tu che non dici niente, mi ci vuole un po’… adesso però sto zitta.

Soundwave sorrise. - Dicevo, quella volta mi hai trovato senza visore perché me l’ero tolto per darti una bacio. Mentre dormivi…- le baciò piano il collo - Tentazione irresistibile.

- Io avevo pensato che fosse stato un sogno! - esclamò Spectra - Allora il primo a baciarmi sei stato tu, non…- non aveva voglia di nominare Starscream, quindi indicò un punto indefinito in alto - Quello in infermeria.

- Sì.

A Spectra venne in mente una cosa: se l’amava da quando l’aveva tirata fuori dall’astronave non osava immaginare come doveva essere stato per lui sapere che lei e Starscream condividevano la cuccetta. Era consapevole che tutti nella Nemesis lo sapessero, Knock Out in particolare al quale forse Starscream raccontava anche i dettagli, perché le poche volte che non le parlava in modo scortese non faceva altro che usare doppi sensi. Se solo lei e Soundwave si fossero detti tutto prima! Ora ringraziava Primus di non aver mai ceduto arrivando alla connessione vera e propria con Starscream.

“Meglio per lui che non si avvicini e soprattutto che non ci riprovi. Avermi riparato la gamba ed essere stato punito da Soundwave l’ha salvato ma se farà di nuovo il… il cretino… questa volta gli darò due ceffoni, per quanto non mi piaccia! E dopo non gli chiederò nemmeno scusa”.

- Scricciolo?

- Dimmi, cosa c’è?

Si lasciò baciare ancora. - Quell’idiota non ti farà più del male. Promesso.

- Il problema non è quello. è che ne ho fatto io a te stando con lui, ora che so che eri innamorato di me già allora mi sento in colpa. Non volevo ferirti, lo giuro.

- Lo so. Non è colpa tua, tu non lo sapevi, se ti avessi parlato di quel che sentivo avremmo evitato tante cose spiacevoli. Sono stato poco sveglio - Soundwave abbassò gli occhi - Ma d’ora in avanti non ci saranno più di questi problemi. Stiamo insieme, adesso.

- Finalmente.

Soundwave rialzò il viso. - Finalmente, sì.

In un punto poco distante da quello dove si trovavano i due amanti, intanto…

- “Stiamo insieme adesso! Finalmente! Amore mio quanto ti amo! Viviamo per sempre felici e contenti come nelle favole!” - Airachnid alzò gli occhi al cielo - Se prima non li sopportavo, adesso mi fanno quasi pietà.

- Invidia, piuttosto - ebbe il fegato di punzecchiarla Arcee, che si sentiva molto a disagio a invadere in quel modo la privacy di Spectra e Soundwave, a cui doveva la mancata tortura.

La guerriera Autobot (o ex Autobot, ormai, se Spectrus si era già mosso) riconosceva di provare una punta di invidia per quei due. Quello sì che era amore, quello sì che era un mech che amava davvero la sua compagna! Gli si leggeva in viso, negli occhi, in ogni gesto. Arcee non avrebbe mai immaginato che Soundwave in realtà potesse essere così e Spectra Specter era una donna fortunata.
Almeno in quello.
Almeno per una volta nella vita, povera creatura.

Quasi le dispiaceva dover andare lì e dirle quel che c’era da dirle guastando quel bel momento, ma difficilmente lei ed Airachnid avrebbero avuto altre occasioni per parlarle e convincerla a dire la verità su suo fratello.

Già, Spectrus…

Se il rapporto tra lei e Spectrus fosse stato come quello di Spectra e Soundwave, sarebbe stata la donna più felice dell’Universo, esattamente com’era Spectra adesso. Invece lui si era rivelato per quel che era, un essere malvagio e senza scrupoli totalmente incapace di provare amore per qualcuno o anche solo affetto, che da lei voleva solo connessione, che l’aveva rovinata e che, temeva Arcee, probabilmente avendo saputo del loro bacio stava cercando di rovinare anche Optimus Prime. Rischiando di riuscirci. Se Spectrus sapeva fare bene qualcosa, erano proprio i danni.

- Invidia di cosa? Tu, se mai. Bisogna trovare il modo di avvicinare la piccola storpia…

Airachnid continuava a non credere nell'amore e a non desiderarlo. Quelle smancerie non erano un pensiero appagante quanto quello del rumore del suo veleno che gocciolava sulle corazze di mechs e femmes, sfregiandole in modo indelebile. Inoltre Arcee poteva lagnarsi quanto le pareva sul trattamento ricevuto da Spectrus (e Airachnid continuava a pensare che fosse stata un'idiota a innamorarsi e concedersi a un tipo simile) ma lei non era stata legata ad una parete rocciosa per giorni e giorni e usata come una bambola gonfiabile da lui e il suo degno compare.

E quei due lì, nell’acqua… c’era sempre una guerra in corso. Quanto sarebbe durata tra loro prima che uno dei due andasse offline?

- Vogliamo solo parlarle, possiamo uscire fuori e farlo - disse Arcee, che oltre a voler fermare Spectrus voleva anche liberarsi il prima possibile della compagnia di Airachnid.

- Pessima idea. Soundwave non gradirebbe.

- Se non vuoi rischiare rimani pure qui, io ci voglio provare.

Arcee uscì dal nascondiglio con aria risoluta, sebbene anche lei pensasse che interrompere Soundwave mentre era in dolce compagnia potesse essere pericolosissimo.

Aveva ragione: quando lui la vide ordinò silenziosamente a Laserbeak di spararle. Possibile che lui e Spectra non potessero avere un attimo di pace?!

- Vengo in pace! - gridò Arcee evitando i colpi di Laserbeak per poi alzare le mani - Non intendo fare del male a nessuno! Voglio solo parlare!

- Quella chi è? - chiese Spectra a Soundwave.

- Una seccatrice.

- Non è un buon motivo per spararle mi sa… se vuole parlare possiamo ascoltarla, poi la mandiamo via.

Soundwave, con uno sbuffo nervoso, fece sì che Laserbeak non sparasse più ad Arcee, la quale tirò un sospiro di sollievo.

Spectra fu la prima a uscire dall’acqua. - Ciao. Tu chi sei?

- Mi chiamo Arcee. Tu devi essere Spectra, vero?

- Sì, sono io! Che volevi dirci?

- A dire il vero è solo con te che voglio parlare…

- Se hai qualcosa da dirle puoi benissimo farlo davanti a me - disse seccamente Soundwave - Per caso c’è anche il tuo amichetto Specter in giro? Siete qui per fare altri danni?

“Il suo amichetto Specter, ha detto...” pensò Spectra "Anche Arcee ha a che fare con mio fratello?"

Non che la cosa la stupisse, in effetti visti i precedenti sarebbe stato strano il contrario. Spectrus era il solito.

- A dire il vero veniamo in pace - disse Airachnid, uscendo allo scoperto - Per ora.

Soundwave puntò i laser su Airachnid. - Siete qui insieme? Non eravate nemiche giurate?

- Adesso parli? Ti preferivo muto - commentò la vedova nera - Vedo che sei riuscito a dirle che vuoi portartela nella cuccetta, meglio tardi che mai. Sono certo che Megatron iniziasse a perdere le speranze.

- Va’ a farti dare una ripassata da Specter - ribatté Soundwave.

- Non voglio che litighiamo, ok?- si intromise Spectra - Comunque sono contenta di vedere che stai bene, Airachnid.

Airachnid dovette fare uno sforzo eroico per non saltarle addosso e prenderla a pugni. Le faceva venire i nervi più che mai!

- Non certo grazie a te.

- Io ti volevo aiutare, ma tu non hai voluto…

Soundwave iniziava a non capire più granché di tutta la faccenda. - Dite quel che dovete dire ed andatavene.

Arcee si fece coraggio. - Spectra, abbiamo bisogno che tu ci aiuti - disse esitante - Contro tuo fratello.

Sia Soundwave che Spectra si sentirono gelare. Soundwave perché non immaginava che il fratello di Spectra fosse sopravvissuto e si era sempre dimenticato di chiederle chi era, e Spectra perché… “contro” suo fratello? E poi nessuno doveva sapere che lei era una Specter, non ancora, non finché Spectrus non avesse detto il contrario.

- Ha rovinato e ingannato più volte me, ha fatto del male a lei - indicò Airachnid con un cenno del capo - E tu questo lo sai già, perché hai riconosciuto la mano di Spectrus. Adesso probabilmente sta cercando di rovinare anche Optimus Prime - disse Arcee - ci serve qualcuno che dica la verità. La verità vera. Spectrus purtroppo mente in modo estremamente convincente, fa sembrare vero ciò che invece non lo è affatto.

Soundwave allibì.
Il famoso fratello di cui Spectra parlava sempre era nientemeno che Spectrus Specter?!
Spectrus la spia? Spectrus, che aveva fatto più danni in nemmeno un’ora che Optimus Prime in tutto quel tempo?!
Spectrus e Spectra... Specter.
Sì, effettivamente avrebbe potuto arrivarci, ma non era quello il punto.
Allora era anche per quel motivo che Spectra aveva preso così male il tentativo di violenza di Starscream, era stato lui l’artefice della strage malriuscita degli Specter!

Un altro pensiero gli attraversò la mente.

"Se lei e Spectrus sono imparentati… lui è un Autobot, Spectra è stata nella Nemesis parecchio tempo, sa anche dove tengo nascosto l’archivio completo dei miei dati…"

Se fosse stato tutto un piano?
Se l’avesse avvicinato proprio per quello, per rubargli dati? Se li avesse presi tutti in giro?
D’altronde, se suo fratello era un bugiardo di tale risma, anche lei poteva esserlo benissimo, avrebbe anche potuto essere più brava di Spectrus a mentire.

- Avreste potuto scegliere un altro momento - mormorò Spectra, immaginando cosa stesse passando per la testa del suo compagno - Soundwave, io…

Il mech indietreggiò, evitando il suo tocco. - Sono il compagno di una femme che non conosco nemmeno!

- Lui non lo sapeva? - si stupì Arcee.

- Non è vero, mi conosci! - Spectra vide Soundwave evitare il suo sguardo - Se solo mi lasciassi spiegare…

- Era tutta una montatura, vero? La piccola dolce femme che viene dal mondo delle favole e sogna il principe! - scosse la testa e rise senza allegria - Ci sono cascato in pieno. Complimenti.

- Non è una montatura, Soundwave! - la ragazza iniziò a piangere - Hai veramente la mia Scintilla, non ho mentito su questo come non l’ho fatto sul resto!

- Peccato che i fatti dimostrino che…

- Forse... magari potresti lasciarla parlare e decidere in seguito - si mise in mezzo Arcee, che per motivi pratici voleva dare una mano a Spectra - So che non mi riguarda e che probabilmente ora avresti voglia di terminarmi ma prima, quando vi guardavo giocare nell'acqua, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto foste fortunati. Io penso che lei possa dire la verità, quando dice di amarti. Ho visto come parla e come si comporta uno Specter che invece finge soltanto - aggiunse, con una certa amarezza - Io non darei tutto per scontato.

Airachnid alzò gli occhi al cielo. Ingraziarsi la piccola storpia era una buona idea ma faticava veramente tanto a tollerare certe melensaggini.

Ci fu qualche attimo di silenzio.

- Grazie - mormorò Spectra - Soundwave... mi dai la possibilità di spiegare? Per favore?

Soundwave esitò qualche secondo. - D'accordo - disse poi - Ma non omettere nulla.

Spectra si sedette e, guardando Soundwave dritto nei sensori ottici, iniziò a raccontargli la sua storia.
Gli raccontò di essere cresciuta totalmente isolata e leggendo favole, se si escludevano le volte in cui suo fratello andava da lei o le ragazze che lui lasciava andavano lì a piangerle addosso; gli raccontò in seguito Spectrus le aveva insegnato alcune cose perché presto l’avrebbe fatta uscire; Gli raccontò di quando suo fratello la lasciava nelle mani di mechs che lei non conosceva, che le si affezionavano…

- Poi mio fratello mi contattava per far si che tornassi da lui - scosse la testa, non aveva ancora smesso di piangere - Io dicevo sempre al mech che mi accompagnava di non seguirmi. Li ho sempre implorati di non farlo perché sapevo che poi Spectrus… lui… li avrebbe uccisi e mi avrebbe portata via. Non mi hanno mai ascoltata. Mai. Spectrus li ha uccisi tutti davanti a me. L'unica volta in cui non è successo è stato alla fine di un' "uscita" imprevista. Spectrus mi diceva “Sono Decepticon, sono cattivi, sono solo mostri hanno ucciso i nostri genitori e se lo meritano” lo dice sempre anche adesso ma io dopo aver iniziato a conoscervi non ci ho mai creduto davvero - guardò Soundwave, che sembrava del tutto impassibile - Sai come la penso, c’è del buono in tutti.

- Potevi rifiutarti, non cercare scuse - disse Airachnid.

- Spectrus mi ha cresciuta, è lui che mi ha salvata da Starscream quando ero appena nata. Io gli devo tutto, capisci?! - esclamò disperatamente - Quando ha avuto bisogno di aiuto volevo essergli utile! Era il solo modo che avevo per ripagarlo.

- Quando però ti ha detto che una volta arrivati qui ed entrata nella Nemesis avresti dovuto rubare tutti i dati che potevi gli hai detto di no - le ricordò Arcee - Così mi hanno detto.

- è vero. Gli ho detto di no e continuo a non volerlo fare. Non ci penso nemmeno, non volevo farlo prima e adesso…- si alzò e si avvicinò a Soundwave - Meno che mai. Spero che Spectrus capirà. Non intendo rinunciare a te per nessun motivo, Soundwave - affermò, con la voce che tremava per la totale freddezza che il suo compagno stava mostrando - A meno che sia tu a volermi lasciare ora.

Soundwave le avvolse un tentacolo attorno alla vita, tirandola su all’altezza del proprio viso. - Non mi piace che tu non mi abbia mai detto nulla di tutto questo. Pensavi che non avrei capito?

- Ehm… da come hai reagito poco fa, effettivamente…

Soundwave alzò brevemente gli occhi al cielo. - Lo sono venuto a sapere solo ora e per puro caso, oltretutto, cerca di metterti nei miei panni. Perché non mi hai mai detto chi è tuo fratello?

- Tu non me l’hai mai chiesto.

Ecco, era vero anche quello. - Lo so, ma… insomma! Sei strettamente imparentata con quel tizio, siamo sul punto di diventare compagni di vita e non me lo dici!

- U-un po’è anche perché ho sempre avuto l’ordine preciso di tacere sulla mia parentela con lui. Mio fratello non ha mai voluto che si sapesse di me.

- Così non ti avrebbero collegata a lui e nelle fughe di informazioni di quelle volte. Ecco quale era il trucco - disse Soundwave tra sé e sé - Che razza di bastardo.

- Adesso che facciamo? - Spectra appoggiò le mani sul tentacolo - Se vuoi che… che finisca… ti capisco. Immagino che tu tutto questo l’abbia preso come un inganno. Se non ti fidi più di me e di me non vuoi più saperne di me non posso darti torto - guardò altrove, guardò il mare - A me basta che vada bene a te e…

- Spectra, adesso io parlo e tu mi stai a sentire, e senza interrompere - aggiunse Soundwave vedendo che stava per riaprire bocca - Non voglio lasciarti. Hai ancora la mia Scintill- cos’è che ti ho detto? - le mise di nuovo due dita sulle labbra per zittirla - Hai ancora la mia Scintilla. Credo che ce l’avresti ancora anche se avessi voluto davvero rubarmi i dati come ti ha detto di fare Spectrus. L’unica cosa che non mi è andata giù è che tu non me ne abbia mai parlato, come se non ti fidassi di me.

- Io di te mi fido.

Niente da fare, almeno una volta doveva mettere bocca in ogni discorso.

- Possiamo stare ancora insieme - continuò Soundwave - A delle condizioni. La prima: niente più segreti tra noi. Nemmeno uno piccolo. Nemmeno mezzo.

- Promesso.

- Bene. La seconda: resterai della tua idea e non ruberai nulla a nessuno.

- Ovvio!

- Ottimo. La terza... so di chiederti moltissimo ma ti prego di ascoltarmi: se dovessi rivedere Spectrus o dovesse venire a cercarti, tu non stare a sentire a niente di quel che dice. Non credergli. È in grado di dire solo bugie. Mi dispiace doverti parlar male di tuo fratello ma ho lavorato con lui e so com’è fatto. Anche quel che vogliono dire loro due lo confermerà, credo.

- Da quel che si è lasciato sfuggire con Airachnid quando… sì, insomma, credo che se Spectra non obbedirà ai suoi ordini Spectrus le farà del male - mormorò Arcee.

- Mio fratello non mi farebbe mai del male.

- Mi chiedo se tu lo conosca per davvero - disse Airachnid - Lo farebbe e lo farà. Conosco il genere.

- è completamente marcio e corrompe tutti quelli che gli stanno intorno - aggiunse Arcee - Come ha fatto con Wheel Jack.

- Chi è Wheel Jack? - chiese Spectra.

- Il suo amichetto della grotta - disse Airachnid - nonché compagno di squadra.

Spectra la guardò perplessa. - Ma mio fratello è con gli Autobot.

- Tuo fratello è bravo a corrompere la gente. Volevano fare del male anche a me. Per di più, Spectrus mi ha ingannata più volte - disse Arcee - Mi ha anche consegnata ai Decepticon per farmi torturare.

- Veramente?

Soundwave annuì. - io ne sono testimone.

- Io so che mio fratello non è un santo e che ha un rapporto strano con le femmes, però…

- "Però" forse faresti meglio a parlare con me prima di arrivare a conclusioni affrettate, sorellina cara. Li senti Wheel Jack? Ci stanno sputtanando.

Come dal nulla, Wheel Jack e Spectrus saltarono vicino al gruppo. Erano passati lì per puro caso e si erano messi ad ascoltare.

- Arcee ed Airachnid, tesori miei, posso capire che il modo in cui vi ho lasciate vi spinga a parlare di me, ma farlo con mia sorella…- schioccò la lingua contro il palato - Non si fa. è una brutta cosa. Ciao, Spectra.

- Spectrus…

Soundwave strinse di più Spectra a sé mentre lui, Arcee ed Airachnid puntavano le armi addosso a Specter.

- Non ti avvicinare - gli intimò Soundwave.

- Se pensi di farmi paura allora non ricordi com’è andata l’ultima volta. Sorellina - tese una mano verso Spectra - è ora di andare.

- Non ho rubato quei dati.

- Mi riferirai tutto ciò che hai visto e sentito, come al solito.

Spectrus aveva voglia di terminarla, ma c’era Wheel Jack con lui, ed avendogliela promessa come compagna non poteva ucciderla davanti ai suoi occhi. L’avrebbe fatto in seguito facendolo passare per un incidente: la punizione giusta per un'ingrata che non gli aveva dato retta.

- è tutto a posto. Non sono il mostro che dicono, tu lo sai no? Sono il tuo fratellone - produsse un sorriso - Ti voglio così bene che ti ho anche trovato un compagno. Lui - indicò Wheel Jack.

- è quella tua sorella? Carina.

- Te l’avevo detto.

- Io ce l’ho già un compagno - disse piano Spectra.

- Come dici?

- Ho già un compagno. Soundwave. Tra poco diventeremo compagni di vita…

Spectrus fece un gigantesco sospiro. - Come temevo. Te lo dico chiaro e tondo: lui non ti ama. Ti ha vista così ingenua, dolce e carina, e ti ha presa in giro solo per connettersi con te. Tipico dei Decepticon.

- Tipico di te, razza di stronzo! - esclamò Arcee, attaccando Spectrus e finendo per essere lanciata contro la parete rocciosa.

- Buona, Arcee, sto parlando con mia sorella. Complimenti, Soundwave, ottimo lavoro, l’hai ingannata ben bene - commentò, per poi tornare a rivolgersi alla sorella - Sii seria, Spectra: cosa pensi di avere in più rispetto ad altre femmes che ha conosciuto? E, al di là del fatto che tu lo conosca poco, come potrebbe "amarti" così come sei?

Naturalmente alludeva alla gamba malmessa.
Dire che fosse bastardo era poco.

- Un Autobot forse potrebbe farlo ma un Decepticon, lui, poi! Proprio no.

Airachnid aveva iniziato a pensare di fuggire: avrebbe voluto staccare la testa di molti dei presenti più di ogni altra cosa ma si rendeva conto benissimo della disparità di forze.
Quanto ad Arcee, rialzatasi, era indecisa se attaccare di nuovo Spectrus o Wheel Jack. Non sapeva chi le facesse più schifo.

- Wheel Jack, sei disgustoso.

Il demolitore abbassò gli occhi. - Pensala come vuoi. Ormai è tardi.

- Vieni via con me, Spectra, dai retta a tuo fratello. So sempre quello che faccio, so sempre cos’è bene per te.

“La terminazione, precisamente” pensò.

- A te del bene di Spectra non importa. La usi soltanto e sappiamo tutti che intendi farle del male - disse Soundwave - Non verrà con te, ormai sa cosa sei. Discorso chiuso.

- L’ho promessa a Wheel Jack, perché dovrei farle del male, razza di idiota? Non sai quel che dici. Spectra non ascoltarlo, vieni con me!

Spectra desiderava che quello fosse solo un incubo.
Cosa doveva fare? Chi doveva ascoltare? Non lo sapeva più! Da una parte c’erano Soundwave, e tutto quel che aveva sentito, dall’altra il suo fratellone…

- Io… no - decise infine - è con Soundwave che voglio restare. Lui mi ama nonostante la mia gamba, qualunque cosa tu dica. Non ci vengo con te, basta, è finita! Ti voglio ancora bene e te ne vorrò sempre, ma resterò con lui e niente più missioni, capito?

Vide l’espressione di suo fratello diventare proprio come quella del suo sogno.  Allora era vero: suo fratello era davvero un essere malvagio, con i lei come con i suoi nemici. Uno shock dopo l’altro.

- Oltre che invalida sei anche ingrata. Ti ho salvato la vita ed è così che mi ripaghi? Avrei dovuto lasciarti uccidere da Starscream.

La maschera infine era caduta.

Spectra andò di nuovo in standby proprio mentre Optimus Prime e gli Autobots attaccavano in massa Spectrus e Wheel Jack.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


TSB19

Se per Bulkhead era stato difficile fare quella chiamata alla base, dopo aver ascoltato tutti i discorsi dei presenti?
Eccome.

Non era solo di Spectrus Specter che si trattava, ma anche di Wheel Jack, il mech che era stato il suo migliore amico.

Bulkhead era grosso e forte ma questo non significava che fosse uno stupido. Forse non era un cervellone ma quando c’era qualcosa che non andava, specie in una persona che conosceva da tempo immemorabile, lo sentiva.
Quante volte aveva ricacciato indietro quella sensazione, dicendosi che si stava sbagliando? Innumerevoli. Quante volte aveva visto quella luce strana negli occhi del suo migliore amico ed aveva voluto ignorarla? Altrettante.
Ignorarla, o attribuirla all’essere seccato di quella guerra che non sembrava mai avere fine. Erano entrambi demolitori, uomini d’azione, quelli che facevano il lavoro sporco, ma era chiaro che anche per due come loro tutto ciò, alla fine, risultasse pesante.
Aveva continuato a ridere con lui, a scherzare con lui, correre con lui, allenarsi con lui… quelle rare volte in cui non era via con Specter, chiaro. Anche quelle per i suoi gusti erano troppe, soprattutto perché la “luce strana” sembrava aumentare ogni volta d’intensità.
Adesso Bulkhead sapeva cos’era: quelli erano gli occhi di un traditore e quella era la luce della bugia. Bugia, ed un po’di rimorso forse? Poteva essere.
Era per quel motivo che Bulk aveva seguito Specter ed il suo amico, per parlargliene e tirar fuori a Wheel Jack la verità una volta per tutte.
Ora desiderava non aver aperto quel vaso di Pandora, ma era tardi, e per certi versi forse era stato meglio così.
Solo una cosa: avrebbe tanto voluto potersela prendere unicamente con Spectrus.

Spectrus Specter che, nonostante fosse improvviso, evitò il suo pugno facendo sì che si schiantasse contro il terreno.

- Lento, Bulkhead.

- Bulk?...

Occhi azzurri che si scontavano con altri occhi azzurri.
Rimorso da una parte, rabbia, durezza e dolore dall’altra.

- Wheel Jack.

“Perché? Perché l'hai fatto?!” avrebbe voluto urlare Bulkhead.

Non che fosse necessario, a Wheel Jack bastava guardarlo in faccia per capire quel che Bulkhead avrebbe voluto dirgli mentre combattevano.

La prima cosa che fece Optimus Prime fu saltare addosso a Spectrus, ma anche in quel caso il colpo fu evitato.

- Ti abbiamo incastrato, Specter! Le tue bugie stavolta non ti salveranno. Bulkhead ha sentito tutto, anche quel che hai detto a tua sorella!

Spectrus si mise in posizione di combattimento. - E tu naturalmente gli credi. Non hai pensato che potrebbe essere un banalissimo caso di gelosia tra migliori amici? Gli ho portato via l’amichetto e lui si inventa una bella storiella sul mio conto servendosi anche del fatto che ho tenuto nascosta, per proteggerla naturalmente, mia sorella e farmi apparire un tipo sospetto. Dato che senti minacciato il tuo posto di leader tu fingi di credergli. Logico.

- Ne ho abbastanza delle tue bugie! - Arcee tirò fuori le lame e gli si lanciò contro.

Fu talmente veloce che stavolta Spectrus venne colpito in pieno, cadde disteso a terra e se la ritrovò addosso. Approfittò del nanosecondo di pausa tra la caduta e che lei iniziasse a colpirlo per cercare di distrarla.

- Hai cambiato gusti? Una volta ti piaceva stare sotto.

Bastò quell’attimo di esitazione che Arcee ebbe nel sentire quella presa in giro per far si che Spectrus le afferrasse entrambe le braccia con una mano, si rialzasse e la sbattesse a terra con tutta la forza che aveva. In battaglia, anche con le femmes non era uno che ci andava leggero: viva la parità dei sessi. 

Per di più, quando si accorse che Bumblebee gli aveva sparato ed il colpo stava per arrivare, prese Arcee e la usò come scudo.

Lei urlò di dolore.

- Ti ho trovato un impiego: scudo vivente.

Prime, insieme a Smokescreen, nel vedere quella scena si lanciò di nuovo addosso a lui con l’intenzione di terminarlo una volta per tutte.

- O magari potrebbero usarti nel lancio del peso - aggiunse, lanciandola e colpendo in pieno i due Autobots che caddero a terra.

- Op… Optimus…

Optimus Prime si perse per qualche istante negli occhi della femme. - Sapevo che c’era un motivo. Sapevo che non eri impazzita.

Arcee sorrise e chiuse gli occhi, sfinita, andando in standby.

Spectrus intanto si era dato rapidamente un’occhiata intorno, aveva sparato a Bumblebee colpendolo in pieno, aveva visto Airachnid darsi alla fuga, Prime e Smokescreen a terra, Bulkhead impegnato con Wheel Jack…

"Soundwave nella confusione si è dileguato con quell’ingrata di un’invalida, ma la riacchiapperò, prima o poi…"

Poteva filarsela. Non era idiota, sapeva che per quanto potesse essere forte non avrebbe potuto vincere e una ritirata strategica era meglio di un’ignominiosa sconfitta.
Iniziò a correre via, passando dietro a Bulkhead e sparandogli all’improvviso vedendolo ancora impegnato con Wheel Jack.

Bulkhead cadde a terra e Wheel Jack non capì cos'era accaduto finché non vide Specter poco lontano da dove lui e Bulk combattevano.

- Wheel Jack! Muoviti!

Il demolitore pensò che fosse curioso che Spectrus volesse che se ne andasse con lui, mentre il mech blu e nero si trasformava in modalità veicolo e correva via a una velocità pazzesca.

- Jacky…

I due demolitori si guardarono ancora negli occhi.

“Non lo seguire. Non andare. Optimus riaccoglie i pentiti se lo sono davvero! Non andare!”

Come a rallentatore, Bulkhead vide il mech che era stato il suo migliore amico scuotere impercettibilmente la testa. La luce negli occhi era sempre la stessa.

“Non me lo merito, lo sappiamo benissimo tutti e due”.

- Non siamo più migliori amici, Bulk. Mi dispiace.

Anche quelle parole parvero essere pronunciate a rallentatore, mentre Wheel Jack si trasformava e correva via passandogli accanto.

La battaglia era finita improvvisamente com’era iniziata, ed aveva avuto un finale che aveva lasciato a tutti l’amaro in bocca.

- Ma che?!…

- Sono andati, Smokescreen - disse cupamente Optimus - Specter è riuscito a fuggire. Bulkhead!

- Va tutto bene, Optimus - il demolitore evitò di incrociare il suo sguardo, mentre si rialzava lentamente - Sto bene. Mi sono lasciato sorprendere da quel maledetto - si avvicinò a Bumblebee, aiutando anche lui a rialzarsi - Mi dispiace.

- Tu eri impegnato a combattere Wheel Jack. Non ti incolpo per quel che è accaduto.

Bulkhead non replicò, limitandosi a voltarsi. Optimus sapeva che lui e Wheel Jack erano molto legati, poteva solo immaginare come si sentisse in questo momento.

- Soundwave e la piccoletta? - domandò Smokescreen - Sono spariti!

- Soundwave se n’è andato approfittandosi della confusione… d’altra parte si sa che quel mech non è stupido - commentò Optimus - è ad Arcee che dobbiamo pensare adesso. Ratchet!

- Avete acchiappato quel dannato, Optimus? - chiese subito il medico dalla base.

- Lui e Wheel Jack sono fuggiti.

- Ma come?! erano in due contro sei! E poi, che Wheel Jack sia davvero fuggito con Specter…ma perché?!

- Tu non eri qui! Che ne sai?! Sta’ zitto! - ringhiò Bulkhead nel comm-link.

Era così arrabbiato, nervoso, incredulo eccetera che sentiva il bisogno assoluto di sfogarsi, anche prendendosela con chi non c’entrava nulla. A parole, naturalmente.

- Bulkhead. Per favore - lo zittì Optimus Prime - Apri il Ponte, Ratchet, e preparati per curare Arcee, ne ha urgente bisogno. Quel bastardo l’ha usata come scudo.

- Airachnid! Ci siamo dimenticati di Airachnid, se prendiamo almeno lei avremo…- avviò a dire Smokescreen.

Voltandosi verso il punto dove prima c’era la vedova nera però non vide nessuno. Anche lei si era defilata, come Soundwave.

- Un bel niente.

Attraversarono mestamente il Ponte tornando alla base. Immediatamente Ratchet iniziò ad eseguire su Arcee le riparazioni che occorrevano, e Optimus Prime rimase lì a osservare per tutto il tempo, prendendo finalmente la decisione di dirle ciò che con quel bacio le aveva fatto già chiaramente capire.

- Tra quanto si sveglierà?

- Tra poco. Ci sono state volte in cui era messa peggio e si è ripresa in fretta.

Optimus annuì. Era una donna tosta, la sua Arcee, ma lo sapeva già. La sentì tossire.

- Vuoi che vi lasci soli? - disse lentamente Ratchet.

Era uno attaccato alla tradizione e gli sembrava ancora un po’ “strano” che Optimus volesse così tanto una compagna, ma ricordava ancora bene quel che aveva detto poco tempo prima: “Essere un Prime ed avere un certo autocontrollo non significa essere privi di emozioni, e ad alcune di queste, per quanto ci si provi, non si può andare contro”.
Specter l’aveva definita una banale giustificazione intrisa di retorica, il dubbio che così fosse era venuto a tutti ma, vedendo come Optimus stava guardando Arcee, Ratchet capì che invece aveva detto la pura verità.

- Possibilmente, Ratchet.

Il medico annuì ed uscì dall’infermeria

Arcee aprì gli occhi. Vedendo Optimus, sorrise leggermente. - Ciao.

- Arcee... - lui mosse nervosamente le mani - Non so da dove iniziare…

- Dall’inizio direi.

Anche Prime sorrise leggermente. - Forse hai ragione.

Ci fu un attimo di silenzio.

- Mi dispiace di averti causato problemi, Arcee.

- N-non è colpa tua se Spectrus Specter è un mostro che… che avrebbe ucciso anche sua sorella - disse la guerriera. Parlare le era un po’difficoltoso - Se anche non l’avessi f-fatto probabilmente mi avrebbe fatto del… - tossì - Male lo stesso, alla fine, quindi… è tutto ok.

Non lo colpevolizzava comprese Optimus, sollevato. Era ancora e sempre dalla sua parte. - Mi dispiace anche di non averti detto nulla in tutto questo tempo. Di aver aspettato tanto causandoti guai. Se te l’avessi detto prima…

- Cosa? - gli domandò la donna, sorridendo.

Lo aveva capito già e Optimus Prime, intuendo che sapeva già tutto, trovò il coraggio di continuare a parlare.

- Che tu hai la mia Scintilla, Arcee. Davanti a Primus, se non ti sembra eccessivo…

Era quel che in fondo Arcee aveva sempre sognato, ma così all’improvviso forse era veramente eccessivo, come le aveva fatto notare lui stesso. Si stavano praticamente sposando!
D’altra parte però di cose da tenere in considerazione ce n’erano un mucchio: erano in guerra, non sapevano mai se avrebbero vissuto fino al giorno dopo o sarebbero stati terminati, c’era anche il non piccolo dettaglio della fuga di Spectrus, vivo, libero e presumibilmente voglioso di vendicarsi su di loro, sua sorella e tutti quelli che erano in spiaggia quella sera; insomma, Arcee non sapeva se avrebbero avuto davvero abbastanza tempo per mettersi insieme e poi accompagnarsi per la vita.
E poi loro si conoscevano da parecchio tempo ormai, lei aveva la sua Scintilla, lui aveva la sua. Perché aspettare?

Pensò che anche Spectra e Soundwave avrebbero fatto la stessa cosa tra poco, anche se non c’entrava niente, ma sapeva per certo che voleva essere felice come lei quando giocava con Soundwave nell’acqua, se non di più.

- E tu hai la mia, Optimus Prime - disse quindi, cercando di controllare l’emozione che le faceva tremare la voce - Da sempre, davanti a Primus, tu hai la mia Scintilla.

Appena finì la frase con cui si legava per la vita al suo comandante nonché unico amore Optimus Prime, il leader degli Autobots le diede un bacio appassionato del tutto privo della freddezza di cui invece quelli di Spectrus erano pieni.

Un bacio, il primo che si davano come compagni di vita, che Arcee non avrebbe mai dimenticato.




***


“Soundwave ormai sembra essere nocivo per quella povera ragazza. Ogni volta che sono insieme, piange, è scioccata o sviene” pensò Dreadwing.

Non aveva ancora digerito quel che era successo appena il giorno prima, con Soundwave che l’aveva abbandonata sul pavimento in stato di shock, e probabilmente non l’avrebbe mai fatto. Il secondo in comando dei Decepticon si era molto attaccato a Spectra e il fatto che l’avesse perdonato subito l’aveva quasi… schifato.

Non per colpa di Spectra, ma per Soundwave, che (almeno quando si trattava di lei o cose e persone che la riguardavano) prima agiva d’impulso anche facendo idiozie pazzesche, poi “Mi dispiace mi dispiace” e andava tutto a posto, perché Spectra era così innamorata di lui!
Poteva essere che Soundwave pensasse di amarla davvero, poteva anche essere che fosse davvero così, che la Scintilla dello spymaster appartenesse davvero a Spectra, ma c’erano errori che per essere perdonati necessitavano di ben più di un “mi dispiace” ed una dichiarazione d’amore, o almeno così la pensava Dreadwing.

Per di più, ascoltando e vedendo insieme a Lord Megatron la registrazione di tutto quel che era successo dall’arrivo di Arcee e Airachnid in poi (entrambi si erano stupiti di vederle insieme), sentendo tutta la tremenda storia che Spectra aveva alle spalle e vedendo la reazione di Soundwave che se non fosse stato per Arcee l’avrebbe lasciata lì e subito senza nemmeno darle l’opportunità di spiegare, non aveva potuto evitare di pensare a una cosa: Soundwave era un altro idiota, l'ultima cosa di cui Spectra avesse bisogno. 

Adesso aveva capito anche perché era svenuta dopo che Starscream aveva tentato di forzarla a connettersi. Ovvio che l’avesse fatto, quell’essere le aveva ucciso la famiglia! Già: Starscream lo sapeva? Sapeva chi aveva quasi stuprato? Sapeva che le aveva già rovinato la vita oppure ne era ancora del tutto ignaro?

- Una Specter - allibì Megatron, facendo gli stessi collegamenti di Dreadwing - Oltre al danno la beffa. Quella femme è stata decisamente sfortunata. Mi chiedo come sia potuta venire su così, se l’ha cresciuta il fratello.

- Un miracolo, Lord Megatron - disse Dreadwing - un miracolo di Primus.

- Così la principessa delle fiabe si è rivelata esserlo davvero - disse il leader dei Decepticon, quasi tra sé e sé - Gli Specter sono sempre una famiglia nobile. La figlia di Spector! Non ci posso credere. Adesso che ci penso somiglia a Sparkleriver. Era sua madre - specificò, vedendo Dreadwing perplesso.

- Lord Megatron? - la testa di Spectra fece capolino sull’uscio - Posso entrare? O adesso che sa che sono una Specter mi manda via?

- Ma dove vorresti andare? - borbottò Megatron.

Soundwave si avvicinò alla porta e la prese delicatamente con i tentacoli.

- Hai messo il visore? Ancora? - disse subito Spectra.

Soundwave fece spallucce. - è l’abitudine…

Prima Dreadwing sperava che si mettessero insieme, adesso Soundwave era un altro da cui, se avesse potuto, l’avrebbe tenuta lontana. Non come con Starscream, con il seeker la sensazione era di mille volte maggiore, ma gliel’avrebbe tenuta lontana lo stesso.

- Ho visto la registrazione - riprese Megatron - Non c’è bisogno che tu ti metta a rispiegare tutto. Quel che ha fatto quell’inetto di Starscream a te e alla tua famiglia non era assolutamente previsto e fu punito per questo, per quel che può valere per te. Non erano quelli gli ordini che gli avevo dato, tuo padre ed io eravamo alleati, questo forse lo sapevi.

- Sì, Lord Megatron. Penso che Starscream non sappia chi sono. Non voglio credere che sia spietato come mio fr…- ammutolì, mentre Soundwave la metteva giù a terra - A tal punto.

Nessuno commentò.

Spectra diede un’occhiata a Soundwave, ed evidentemente il ragionamento che fece fu lo stesso che aveva fatto Arcee con Optimus Prime.

- Soundwave?

- Dimmi.

- Sei ancora dell’idea di volermi come compagna di vita?

Il tecnico trasalì. Diceva ora? Subito? In quel preciso momento? Ovvio che fosse ancora dell’idea, non vedeva l’ora! Solo che tutta quella faccenda l’aveva un po' destabilizzato.
Doveva ancora abituarsi all’idea di avere un cognato a dir poco scomodo, nonché di diventare nobile per acquisizione. Era sempre il suo Scricciolo, e nulla e nessuno avrebbe potuto cambiare ciò, ma tutto il contorno…

"No. Io la amo, lei mi ama, siamo già fidanzati e ora so tutta la verità. Chi se ne importa del resto? Che c'è da aspettare ancora?" pensò Soundwave "Lo abbiamo già fatto abbastanza. Spectra ora ha bisogno di me più che mai".

- Certamente - si inginocchiò prendendole una mano - Il nostro non è stato un inizio facile, soprattutto per colpa mia, perché cieco com’ero, sentendomi indegno di stare al fianco di una persona di tale purezza quale sei tu, non ho visto che invece provavi per me le stesse cose che sento io. Hai la mia Scintilla dal primo istante in cui ti ho vista, Spectra Specter. Davanti a Primus e Lord Megatron, il mio comandante, hai e sempre avrai la mia Scintilla - le prese anche l’altra mano e se la portò alle labbra - Qualunque cosa accada. Non sarai mai sola, d’ora in avanti sarò io la tua famiglia - aggiunse.

Mech giusto, parole giuste, proposta giusta.
Quelle erano le sensazioni di Spectra a riguardo, che alle parole di Soundwave, soprattutto le ultime con tutto quel che sottintendevano, si era commossa. Lui ci sarebbe stato sempre, anche se purtroppo aveva “perso” suo fratello.

Le sembrava ancora impossibile, non poteva essere… forse si poteva ancora rimediare. Dopo una vita intera passata insieme lei non aveva dubbi: avrebbe tentato appena avesse avuto l'occasione di farlo. Magari Spectrus era solo molto arrabbiato nel sapere che lei non l'avrebbe più aiutato, ma poi gli sarebbe passata. Dopotutto erano fratelli, erano gli unici rimasti, non poteva voler farla finire così davvero.

- Anche tu hai la mia Scintilla, Soundwave. Davanti a Primus prendi me, la mia Scintilla e il cognome degli Specter - disse, tra le lacrime di gioia - Finché terminazione non ci divida.

- Farò in modo che non ci divida mai - affermò Soundwave con sicurezza prima di baciarla.

Megatron intimamente gongolava, mentre Dreadwing pur mostrandosi impassibile non era molto contento.

- Abbiamo un tecnico nobile, noi - scherzò l'ex gladiatore - Chi l'avrebbe mai detto.

- Di certo per Soundwave legarsi a lei comporta molte cose - disse semplicemente Dreadwing, chiedendo il permesso di ritirarsi nelle proprie stanze e ottenendolo.

Lo stesso fecero, finalmente, i “neosposini”. Potevano concedersi di starsene tranquilli e per i fatti loro tutta la notte senza che nessuno si azzardasse a disturbarli.

Mentre Soundwave sollevava Spectra entrando nel loro alloggio, pensò che da quel momento in poi il suo Scricciolo avrebbe imparato diverse cosucce, e intendeva far si che le piacessero tutte dalla prima all’ultima.

La appoggiò sulla cuccetta, e tra i due il desiderio era tale da avvertirsi perfettamente nell’aria. Soundwave fu lieto che, al diavolo la timidezza e tutto il resto, anche lei mostrasse di volerlo così tanto.

- Niente paura - le disse, memore di quanto le era successo da poco con Starscream - Sarò delicato.

Spectra sorrise. Forse lei pensava a quella brutta esperienza meno di quanto facesse Soundwave (sempre se poi in quel momento lo faceva). - Ti assicuro che ho tutto tranne che paura - disse, e infatti fu lei a prendere l’iniziativa, attirandolo a sé - è una vita che ti aspetto.




***




I due mech se ne stavano seduti ai lati opposti di un falò, senza parlare, fuori dalla miniera di energon di cui soltanto loro conoscevano la posizione.

- Non è esattamente andata come previsto. Siamo dei fuggitivi, siamo senza alleati, siamo esposti all’attacco di chiunque - ruppe il silenzio Wheel Jack - Siamo pure senza femmes e tu non hai più neanche l’appoggio di quella che teoricamente doveva diventare la mia compagna di vita! Siamo rovinati.

- Potevi restare con loro e farti riprendere da Santo Optimus - fu la secca replica di Specter - Ti ho detto di venire con me ma potevi non farlo.

- Non mi merito una seconda chance - scosse la testa il demolitore.

Aveva ancora lo sguardo di Bulkhead davanti agli occhi, la delusione e la rabbia del suo ex migliore amico. Era stato anche peggio di come si era immaginato.

- Allora direi di evitare lagne, visto che è stata una scelta tua. Sono dell’idea che finché c’è vita c’è speranza, e finché c’è da vendicarsi c’è vita. Io ho molto di cui vendicarmi, in primis della mia cara sorella, anche se stare con Soundwave è già una pesantissima pena - socchiuse gli occhi -  "il mech della sua vita"... lo conosce da neppure un mese, cazzo, è come dire che non lo conosce affatto, e mi ha voltato le spalle per questo! Come fa una rincoglionita del genere a essere mia sorella?! La pagherà cara. Vedremo come prenderà vedermi uccidere “il mech della sua vita” davanti ai suoi sensori ottici.

- Quando e come?

- Quando ne avrò l’opportunità. Potrebbe essere domani stesso o forse tra mille anni ma non conta - si mise ad affilare la spada - Io non dimentico, Wheel Jack. Mai.

Forse fisicamente parlando il blademaster non valeva meno di Spectrus, erano pari, ma non era per la sua fisicità che Specter poteva spaventare. Era per il cinismo con cui creava i suoi piani, di vendetta e non, e per la gelida determinazione nel portarli a compimento. Anche adesso che avevano perduto tutto, Wheel Jack aveva capito che quel mech non intendeva assolutamente fermarsi.
Voleva vendicarsi? L’avrebbe fatto, anche a costo di rischiare di venire ucciso.
Voleva il posto di Optimus Prime? Se fosse stato davvero così allora avrebbe fatto di tutto per ottenerlo, anche se avesse voluto dire dover uccidere lui e tutti gli altri Autobots sul posto.
Forse non ce l’avrebbe fatta ma aveva decisamente abbastanza fegato per provarci e, se gli eventi gli avessero dato una mano, chissà che riuscisse nei propri intenti.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


TSB20

Quel che accadde il giorno dopo sul pianeta Cybertron è storia.

Spectrus Specter se non altro era stato utile agli Autobots recuperando per loro qualcuna delle reliquie precedentemente rubate da Airachnid. Ciò permise loro di combattere da una posizione un po’meno svantaggiata.
Megatron sembrava essere riuscito nel suo intento, trovando ed attivando l’Omega Lock così da poter far rivivere Cybertron. Tuttavia Lord Megatron aveva un brutto difetto, con ciò che ne conseguiva, riassumibile da un semplice proverbio: “chi troppo vuole, nulla stringe”.
A Megatron non bastava Cybertron. Non vedeva perché avrebbe dovuto riportare alla vita adesso quel pianeta, quando invece avrebbe potuto cyberformattarne un altro: la Terra.

Chiaro che Spectra Specter non avrebbe approvato, ma la giovane cybertroniana ed il suo compagno non si erano ancora svegliati, quella mattina.

Per di più Megatron aveva deciso di partire da solo. Sapendo che Specter non aveva quasi più alleati era stato un po’indeciso su come comportarsi: andare a Cybertron con i suoi ufficiali o andarci con i soldati lasciando la Nemesis più protetta? Alla fine aveva optato per la seconda scelta.

Spectrus Specter solo, a caccia di vendetta e più che mai pericoloso... sapendo come stavano le cose forse era bene che le sue possibili vittime restassero vicine: era più facile terminare un robot per volta che un gruppo tutto insieme, e Megatron non dubitava che ora il sistema di sicurezza della sua astronave fosse impenetrabile per davvero. Soundwave non era così sciocco da commettere un errore due volte.

E proprio Soundwave, mentre Megatron decideva di formattare la Terra, schiuse appena i sensori ottici.

Vedendo Spectra di fianco a lui ebbe la conferma che tutto quel che era successo, prenderla come compagna di vita, diventare lui stesso uno Specter per acquisizione (Soundwave Specter. Poteva suonare peggio!) e tutto quel che avevano fatto insieme, che era andato al di là dei suoi sogni più sfrenati, era vero e non una sua fantasia.
Parlando di fantasie, Spectra si era dimostrata molto più creativa e curiosa, nonostante fossero le prime connessioni, di quanto avrebbe mai potuto pensare. Nonché resistente perché, alla faccia di quel che era la normalità, ovvero che la prima connessione fosse estremamente stancante per una persona, lei aveva voluto ripeterla, ripeterla e ripeterla ancora. Era stato lui alla fine a doverle dare un freno!
Gli era anche venuto il dubbio che in realtà non fosse Scricciolo ad esagerare, quanto piuttosto lui a essere troppo vecchio e facile da stancare; in realtà Soundwave aveva retto più di quanto avrebbe fatto un mech molto più giovane.

Le accarezzò piano la schiena, pensando di essere un uomo fortunato per svariati motivi, anzi, l’uomo più fortunato che ci fosse in quell' Universo e in quelli paralleli, se esistevano.

La vide aprire pian piano gli occhi.

- Buongiorno principessa…

Spectra sorrise. Pensava di sapere come sarebbe continuata quella conversazione.

Anche nell’infermeria intanto c’era qualcuno che si stava risvegliando.

- Dove sono?…

- Alla buon ora. Certo che Soundwave ti ha proprio conciato per le feste…

Al tono irrisorio di Knock Out, Starscream fece uno sbuffo nervoso. - Evita di nominare quel… quel… ah, al diavolo!

- D’accordo, eviterò di nominare troppo Soundwave Specter in tua presenza - sogghignò Knock Out.

La faccia di Starscream fu da assoluto primo piano. Soundwave Specter? Che storia era, Spectrus si era forse scoperto gay, Soundwave idem e si erano presi come compagni?

- La piccola storpia è una Specter, amico - lo informò il medico - Dato che Soundwave l’ha presa come compagna di vita adesso abbiamo un tecnico nobile. 

Starscream iniziò a rimettere la maggior parte dell’energon che aveva in corpo in maniera convulsa.
Spectra quindi era quella lì… quella protoforma appena nata che era stato sul punto di uccidere e a cui aveva danneggiato la gamba. Che ironia della sorte che fosse stato proprio lui a rimediare in parte al danno.
Stava per accompagnarsi proprio a lei. Aveva quasi forzato alla connessione proprio lei! Chissà se Spectra lo sapeva, con chi aveva intrallazzato per tutto quel tempo!

- Così facendo ti prosciugherai! Cerca di calmarti!... se avessi saputo che avresti reagito così non te l’avrei detto in quel modo - borbottò Knock Out.

Starscream tossì, cercando di contenere i conati e rabbrividendo. - Una Specter…mi gira la testa - il seeker si distese di nuovo - Una Specter! Deve essere per forza quella protoforma a cui… sono stato io a ridurle la gamba in quel modo, l’avrei uccisa se suo fratello non l’avesse portata via!

Spectrus Specter, il fratello di Spectra.
I giramenti di testa aumentarono e a essi si aggiunse anche una gran paura perché, per come l’aveva conosciuta, Spectra Specter non era in grado di far male ad una mosca... ma se era veramente la sorella di Spectrus forse non era così innocua. Che fosse tutta una recita? E se anche lei avesse iniziato a dargli la caccia assieme a suo fratello?
C'era anche da chiedersi perché Spectra l’avesse sempre trattato bene. Evidentemente non sapeva chi era l’assassino della sua famiglia.

- Buono, quello. C’è mancato poco che uccidesse Spectra proprio ieri. C'è stato un mezzo disastro, fortunatamente non da noi ma dai nostri nemici. Diciamo che Optimus Prime ha qualche problema interno.

- Non devo temere che mi diano la caccia insieme, è già qualcosa - sospirò Starscream, già un po’più sollevato - Quanto a fratelli non sta messa granché.

- Meglio di quanto sia messo Dreadwing.

- Tsk…già. Se non altro Specter non è ridotto ad un terrorcon che si aggira in una dimensione alternativa come invece fa Skyquake - osservò il seeker.

- Lui non lo sa, vero?

- Quando Lord Megatron l’ha visto nei miei ricordi non ha ritenuto opportuno dirglielo - replicò Starscream.

O meglio, non lo sapeva fino ad un momento prima.

Perché Dreadwing era là fuori.




***


Che Spectrus avesse trovato l’avamposto Omega vuoto era stato solo un colpo di fortuna. Si era infiltrato nella base degli Autobot con l’intenzione di rubare loro le reliquie, far sparire le loro risorse energetiche e disporre trappole mortali in tutto il perimetro. Si era preparato a combattere se fosse stato visto mentre faceva il suo bel lavoretto,ma pensò che in quel modo fosse ancora meglio.

Non sapeva come mai la base fosse deserta, né perché di reliquie non ce fossero più, ma facendo due conti immaginò che gli Autobot fossero partiti per Cybertron nel tentativo di fermare Megatron che, finalmente, stava combinando qualcosa con quelle Chiavi.

“Va bene lo stesso. Anche se non ci sono reliquie posso disporre le trappole e occuparmi dei cubi di energon. Li avete raccolti con tanta fatica, poveri ragazzi, e ora io e ve li faccio esplodere tutti. Un momento. Che sto facendo? È una perdita di tempo piazzare trappole e far esplodere i cubi, posso fare tutto insieme. Farò così, programmerò una bomba e la piazzerò vicino ai cubi così che esploda nel momento in cui quel branco di sfigati tornerà. Considerata le quantità di energon presente, c’è una buona probabilità che così facendo li stermini tutti in un colpo solo”.

Peccato che Wheel Jack non avesse voluto partecipare, pensò Spectrus mentre programmava la bomba. A lui le esplosioni piacevano, si sarebbe divertito.

"Ah, già. C’è tutta quella storia di Bulkhead" ricordò.

Poco male: da quel giorno in poi Wheel Jack avrebbe potuto smettere di sentirsi in colpa e pensare al suo amico, dato che il grosso demolitore verde sarebbe morto. Solo una cosa dispiaceva a Spectrus, ossia non potersi portare a letto Arcee un’ultima volta, sarebbe stato divertente.

In quel momento i computer rilevarono un’enorme attività energetica proprio lì vicino.

Dando un’occhiata agli schermi, Spectrus vide un raggio di energia colpire il terreno. Il raggio sembrava provenire nientemeno che da un Ponte Spaziale!

"Megatron si sta dando un bel daffare, lassù. Non poter essere lì è proprio un peccato".

Si chiese se anche Spectra fosse presente. Nel caso sperò che non le succedesse nulla, perché voleva farla fuori lui stesso.

Uscì dalla base tranquillamente com’era entrato, mantenendosi nelle vicinanze così da poter assistere all’esplosione. Notò che il raggio di energia, così com’era iniziato, era già finito. Era durato solo il tempo in cui lui aveva terminato di programmare la bomba ed era uscito .

Si chiese cosa potesse significare, salvo concludere che in realtà lo riguardava solo fino ad un certo punto.

- Andiamo ragazzi, tornate dentro - mormorò - Andiamo…

Quando sentì e vide l’esplosione, sul volto del mech si disegnò lentamente un gran sorriso soddisfatto. Era stata più piccola di quanto avesse previsto, purtroppo, ma aveva di certo fatto qualche danno.

“O forse qualche danno e qualcosa di peggio” pensò, osservando il cielo e notando l’avvicinarsi della Nemesis.




***


- Li abbiamo trovati, Lord Megatron! - esclamò Knock Out appena Megatron tornò, decisamente scuro in volto, atterrando sul ponte della Nemesis - Abbiamo trovato la base degli Autobots! Soundwave ha ricevuto dei segnali…

Sentendo quelle parole, Megatron fece uno splendido ghigno.

Quello sciocco di Prime aveva distrutto l’Omega Lock, la sola possibilità di riportare Cybertron alla vita, solo per far sì che anche il pianeta Terra non venisse cyberformattato e di conseguenza tutte le specie indigene uccise, ma avrebbe pagato caro quel che aveva fatto.

- Ottimo lavoro! Vedo che anche la cyberformattazione ha avuto gli effetti sperati. Peccato che Prime l’abbia interrotta. Dannato… - digrignò i denti appuntiti, osservando l’imponente struttura cybertroniana che era comparsa lì vicino e che aveva già deciso di chiamare “Darkmount”.

Anche Soundwave poco dopo fece la sua comparsa sul ponte. - Spectra?... Non è nemmeno qui…

- Ho saputo che ti sei svegliato appena in tempo per trovare la base degli Autobots. Ben fatto, Soundwave - disse Megatron, per poi guardarlo quasi divertito. - Stanco?

Knock Out sogghignò mentre Soundwave faceva del suo meglio per restare impassibile. - Non abbastanza da non lavorare. Avete visto Spectra? È da quando ho ricevuto le immagini e le coordinate dell’avamposto degli Autobot che è uscita dalla nostra stanza.

- Per quale ragione? - domandò Megatron.

- Ha detto che doveva andare a prendere qualcosa. Non ho capito quel che ha detto, a dire il vero, suonava come “Devo andare a prendere il coso della cosa”, ma di certo ho sentito male.

Invece era proprio quel che la giovane femme aveva farfugliato, utilizzando quella scusa per uscire dall’alloggio da sola e andare sulla Terra. Soundwave non ci aveva fatto caso, ma Spectra aveva visto suo fratello nascosto lì e aveva deciso che doveva assolutamente parlare con lui e chiarire come aveva già pensato di fare, altrimenti non sarebbe stata a posto.
Così aveva attivato il Ponte Terrestre ed era scesa giù.

Le gambe le tremavano un po’, era in ansia per la conversazione che l’aspettava. Vide il sorriso soddisfatto di suo fratello mentre osservava i danni dell’esplosione.

- Spectrus…

Il mech si voltò verso di lei. Il sorriso non scomparve, vedendo che era sola.

- La mia sorellina ingrata è venuta a cercarmi.

- Sei stato tu, vero? A far esplodere tutto. I Decepticon ora li hanno trovati - indicò la montagna - Erano i tuoi compagni...

- Non dopo che mi hanno attaccato ieri - tirò lentamente fuori la spada - Come tu, d’altra parte, non sei più mia sorella. E sarai terminata - sollevò l’arma - Ti sei salvata una volta quando ho fallito quella missione, mi servivi. Ora non più.

Apparentemente Spectra non ebbe reazioni. Uno shock in più o uno in meno ormai non faceva differenza. Anche quella parte del suo incubo dunque era vera, aveva sognato le reali intenzioni di suo fratello in quel giorno del passato.

- Non capisco perché tu mi voglia fare del male - mormorò la ragazza - Io ti ho sempre voluto bene, Spectrus. È per te che ho fatto cose che non mi piacevano, per starti vicina…

- Ed è per questo che hai vissuto fino ad ora - la interruppe il fratello - In caso contrario sarebbe andata diversamente.

- Papà e mamma non avrebbero voluto questo. Non avrebbero voluto che tu per vendicarli diventassi un… mostro - disse la ragazza, con la voce che tremava.

Era dura ammettere cos’era suo fratello.

- Sono offline, non sapremo mai cosa avrebbero voluto e cosa no - ribatté seccamente Spectrus, avvicinandosi a lei - In ogni caso sono certo che di una figlia inutile come te non avrebbero voluto saperne. Approverebbero la tua terminazione, secondo m-

Specter fu spedito a terra da un calcio di potenza allucinante.

Fortunatamente per Spectra, Soundwave aveva ancora Laserbeak in giro, e il suddetto aveva inviato a Soundwave le ultime immagini. Quando aveva visto Scricciolo laggiù con quell’essere malvagio non ci aveva pensato due volte ed era volato immediatamente giù.

- Non toccare la mia compagna.

Spectrus si rialzò immediatamente. - Allora è una cosa seria - sogghignò - Non dirmi che combatterò contro mio cognato.

Soundwave riprese l’attacco senza neppure rispondergli, mentre la Nemesis si avvicinava sempre di più alla montagna con tutta l’intenzione di distruggerla, e con lei tutto quel che c’era dentro.

L’ex gladiatore fece scattare i tentacoli contro Specter. Era talmente fuori di sé da dimenticarsi che Spectrus aveva bloccato quella mossa già una volta, oltretutto ritorcendogliela contro.

- Allora sei stupido - disse infatti il mech sbattendolo contro la parete rocciosa ed accanendosi su di lui, strappandogli via i tentacoli - Ti ho detto che la stessa mossa non funziona due volte, con me!

- V-vai…vai via da qui! - gridò Soundwave a Spectra - Scappa!

Prima che Soundwave potesse reagire, Spectrus lo infilzò all’addome con la spada, tanto profondamente da incastrare la lama nella parete di roccia.

- Pensa a te, non a lei che tra poco farà la stessa fine!

Si sentì il suono di una lama che penetrava nell’acciaio.

Le braccia di Spectrus smisero di funzionare.

- Anch'io ho un limite a quel che posso sopportare. Cercando di uccidere Soundwave tu l’hai superato.

Spectrus si voltò. Sua sorella aveva le lame bene in vista, ancora sporche di energon, e gliele aveva infilate nella schiena per disattivargli l’uso delle braccia.

Non sembrava nemmeno lei, sembrava piuttosto una copia estremamente minuta di suo fratello. Sguardo gelido. Tono duro e secco.

Specter ringhiò, seguendola mentre lei indietreggiava, e in quel lasso di tempo Soundwave si tolse la spada dall’addome.
La ferita non gli impediva di muoversi e ne aveva subite di peggiori, non lo preoccupava troppo, a preoccuparlo era Spectra. Il suo Scricciolo… dov’era? Aveva già visto quella sconosciuta che le somigliava ma adesso faceva quasi paura.

- Allora non sei poi tanto innocente - Spectrus fece dondolare le braccia inservibili - Posso combattere anche così. Sei sempre invalida e io più grosso, più veloce e più forte.

Come per provocarlo, Spectra fece un paio di saltelli. - Dici? Perché, per come la penso, in questo momento sto meglio di te. 

Spectrus ammutolì. Lei stava meglio. Camminava quasi normalmente.
Tra l'essere già stato colpito e ciò che sapeva della velocità e precisione di sua sorella, capì di essere nei guai. Normalmente non l’avrebbe mai toccato ma adesso sembrava capace di tutto, proprio come di solito lo era lui.
Gli somigliava.

Per un attimo, nonostante tutto, ne fu quasi fiero.

L’istante dopo Spectra gli fu addosso, senza che lui riuscisse a difendersi.

Soundwave osservò allibito la sua compagna che in pochi secondi, agganciandosi al corpo di suo fratello per muoversi, infilzava tutti i punti nevralgici restando perfettamente impassibile. Allora era vero quel che aveva detto Airachnid tempo prima, Spectra poteva veramente averla ridotta in quel modo!

- Due ceffoni a modo nostro, Spectrus - disse la giovane nello scivolare lungo la schiena del fratello. Gli aveva fatto grossi danni ma gli aveva lasciato la possibilità di andarsene via, poteva ancora camminare. - Vattene e non tornare più. Lascia il pianeta. Sei mio fratello e ti lascio vivere, non uccido e non lo farò mai, ma non ti voglio più vedere!

Detto questo guardò Soundwave, che si era liberato.

Ricordò quel che le aveva detto: “niente più segreti”… e lei dei due ceffoni non gliel’aveva detto.

- “Due ceffoni”, Spectra - le disse - Questi per te sono due ceffoni?

La ragazza lo guardò, guardò suo fratello e le ferite che gli aveva fatto.
La sconosciuta che le somigliava scomparve e, presa da sensi di colpa atroci per quelle azioni che per lei erano contronatura, fuggì via in lacrime e più veloce che poteva.

Il cannone della Nemesis stava per sparare contro la montagna.

Soundwave si avvicinò a Spectrus.

- Dopo quel che le hai fatto non meriti di vivere - disse, usando tutte le sue forze per lanciarlo contro la montagna e poi correre dietro a Spectra.

Il cannone sparò.




***


Poco prima che il colpo partisse, Optimus e Arcee avevano pensato che non fosse giusto.

Non era giusto che Spectrus, perché poteva essere stato solo lui, avesse fatto saltare tutto. Per fortuna il Ponte andava ancora.

Non era giusto che dovessero dividersi per non farsi trovare, proprio adesso che erano diventati compagni.

Non era neanche giusto che Optimus rimanesse lì per chiudere il Ponte. Quando Arcee aveva capito cosa voleva fare, Bulkhead aveva dovuto cacciarla dentro il Ponte a forza.

Prime poteva solo sperare in bene e pregare Primus di sopravvivere.

"Per Arcee. Devo rivederla".

La sua compagna fu l’ultimo pensiero che ebbe prima che l’avamposto fosse distrutto.




***


Soundwave aveva raggiunto Spectra e, dopo averla riportata nella Nemesis e averla tranquillizzata un po’, le aveva detto quel che aveva fatto.

- Tu hai fatto cosa?!

- Non potevamo lasciarlo in vita, Spectra. Sarebbe tornato a…

Una lama scattò. Soundwave si trovò il petto graffiato.

Spectra lo aveva colpito? Lo aveva fatto davvero?!

Gli bastò uno sguardo per capire che il suo Scricciolo era fuori di sé, completamente fuori di sé, per aver fatto una cosa simile e averla fatta proprio a lui.

- Come hai potuto?! Chi sei per avere il diritto di decidere se mio fratello doveva o meno vivere, eh?! IO L’AVEVO LASCIATO ANDARE! - gridò la ragazza - Avresti dovuto rispettare la mia decisione!

I suoi sensori ottici si fissarono sul graffio e sulla lama.
Trasalì e iniziò ad indietreggiare, rendendosi conto solo allora di averlo graffiato.
Aveva fatto del male al suo compagno.

- Spectra, non…

Soundwave non fece in tempo a finire la frase che lei fuggì di nuovo, sempre in lacrime. Era diventata un'abitudine ormai.

Non ce la faceva più. Doveva andare via da lì, tutti quegli shock uno dopo l’altro la stavano facendo diventare matta, continuando in quel modo sarebbe crollata.
Starscream. La cattiveria di Spectrus e l’averlo ferito, lei che odiava la violenza. Soundwave che, del tutto incurante della sua volontà e del suo background, l’aveva ucciso dopo che lei l’aveva lasciato andare… era troppo.

Soundwave aveva ancora la sua Scintilla nonostante quel che aveva fatto ma lei aveva bisogno di stare tranquilla, e nella Nemesis o a Darkmount non ce l’avrebbe fatta. Le sarebbe occorso del tempo per perdonarlo.

Andò a sbattere contro qualcuno.

- Dreadwing! - esclamò piangendo.

Il secondo in comando stava andando da Megatron. Voleva vendetta. Skyquake, il suo amato fratello, ridotto a un terrorcon… e lui non gliel’aveva detto. Tradimento! Come aveva potuto?!

Quando però vide la giovane Specter in quelle condizioni, mise tutto da parte per occuparsi di lei. - Cos'è successo?

- Voglio andare via, voglio andarmene! Non ce la faccio più! - pianse lei - Basta!

Dreadwing non disse nulla per un po’. - Vuoi andare davvero?

- S-si!...

Forse era meglio cambiare aria anche per lui. Se avesse messo in pratica quel che gli era venuto in mente, Megatron l’avrebbe ucciso e ciò non avrebbe riportato indietro Skyquake. Inoltre, Spectra aveva bisogno di lui.

- Allora ce ne andiamo insieme - disse.

Lei lo guardò, sorpresa, per poi lasciarsi prendere in braccio e lasciare in sordina la Nemesis.







Nel frattempo, l’enorme mano nera di un mech sbucò dalle macerie...


E per ora finisce qui! 

Grazie a chi ha letto e apprezzato. Alla prossima!

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