The Specter Bros' di _Cthylla_ (/viewuser.php?uid=204454)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
TSB1
Spectra
Specter trovava meravigliosa quella sfera di colore
azzurro che, seppure in realtà non fosse così,
sembrava risplendere di luce
propria invece di scippare senza pudore quella di una grande stella non
poi
così lontana da lei.
La
giovane cybertroniana, uno scricciolo blu e bianco con
grandi occhi azzurri che sembravano abbracciare l’Universo
intero, rivolse una
fuggevole occhiata al mech blu e nero seduto accanto a lei,
apparentemente
impegnato a pilotare l’astronave.
-
Più che un pianeta sembra un gioiello - osservò
la
ragazza.
Il
suo compagno di viaggio accolse quell’affermazione con un
breve
sospiro. - Può essere. Ma io e te
non siamo qui per la sua bellezza, sorellina -
il tono dell’uomo si raddolcì un po’ -
Lo sai.
-
Sì, Spectrus.
Spectrus
Specter annuì, soddisfatto della risposta. Nella missione
che si
apprestavano a compiere Spectra doveva essere più
che concentrata, specie nella parte iniziale.
-
Io comunque non vedo l’ora di arrivare laggiù! -
esclamò
la ragazza con un sorriso dolce ed entusiasta.
Sul
volto del fratello di
rimando apparve l’ombra di un sorriso, immediatamente
stemperata dal gelo di
uno sguardo dal significato indefinito, di cui Spectra avendolo visto
tante
volte non si curò.
-
Magari laggiù troverò l’uomo della mia
vita - mormorò
speranzosa, tra sé e sé.
Spectrus
la sentì, ed alzò brevemente gli occhi al
cielo; tutto quel che avevano da fare, tutto quel che era capitato al
loro
pianeta e alla loro stessa famiglia non era mai riuscito a demolire
quel
desiderio di Spectra e quel suo vedere in ogni cosa un lato romantico,
ed un
lato buono in ogni persona.
Anche
quando quel lato non esisteva.
-
Chissà, magari lo troverai davvero - disse comunque - Magari
potrebbe essere proprio il comandante, Optimus Prime -
aggiunse.
Spectra
fece un sorriso malinconico e non rispose, mentre Spectrus era
intimamente
soddisfatto di averla zittita. Soddisfatto e per niente convinto di
quel che
aveva detto. In totale sincerità dubitava fortemente che il
desiderio di
Spectra si sarebbe realizzato a breve, se mai si fosse realizzato,
s’intendeva.
-
Il tuo
comandante, Spectrus. Io non sono né di qua né di
là, sbaglio?
-
Non sbagli.
Era
vero. Pur essendo nata nel bel mezzo della guerra e pur
avendo un fratello militante negli Autobots, proprio
quest’ultimo aveva sempre
impedito a sua sorella di schierarsi.
Spectra non aveva nemmeno conosciuto i loro genitori, morti
subito dopo la sua nascita, ed era stato dunque l’allora
già adulto e vaccinato
Spectrus a crescerla, prendersi cura di lei, tenerla al sicuro d
insegnarle
ciò che aveva ritenuto opportuno che lei dovesse sapere.
-
Quindi… il programma è il solito…
-
Certamente. Osservazione. Analisi. Messa in atto dei
piani, con tutto ciò che questo comporta. Dovresti saperlo
ormai, è così da
molto tempo.
Di
nuovo Spectra non disse più una parola, osservando con
occhi lontani quel pianeta azzurro che diventava sempre più
grande man mano che
si avvicinavano. Chissà come erano gli abitanti, si
domandava, cercando di
distrarsi dai pensieri oscuri che la punzecchiavano in misura sempre
maggiore
a ogni missione.
-
Quindi ci sono tutti quelli che contano di più, di tutt’e due le fazioni. -
-
Le ultime notizie che ho avuto sono queste, sorellina.
Optimus Prime e una piccola squadra da una parte, ed un grande
dispiegamento
di forze Decepticons dall’altra. Avremo a che fare con
Megatron, con Starscream, con
Soundwave... Tutti pezzi grossi, senz'altro.
Specie
l’ultimo dell’elenco per quanto riguardava
Spectrus,
se si considerava che fino all’esodo
da
Cybertron lavoravano più o meno
nello stesso campo.
-
Sono veramente tanto cattivi?
La
domanda ingenua della sorella gli fece di nuovo alzare gli occhi al
cielo. Allora non aveva voluto proprio imparare niente…
-
Certo che lo sono, sono Decepticon! Quante volte te lo
devo dire, Spectra? - la rimproverò aspramente - Loro sono
dalla parte
sbagliata, noi dalla parte giusta. Quel che facciamo, di conseguenza,
è giusto.
Ricordati che è anche colpa loro se i nostri genitori sono
morti, e se tu sei
stor…-
Nel
bel mezzo della sua tirata Spectrus si interruppe, ma quel che aveva
detto era stato più che sufficiente a far
si che sua sorella si alzasse bruscamente dalla postazione e se ne
andasse con
il suo passo zoppicante dall’altra parte
dell’astronave.
Spectrus
fece una
smorfia. Era stata colpa dei Decepticon se
Spectra, nata prematura e
quindi più piccola e gracile per questo motivo, aveva la
gamba sinistra irrimediabilmente
danneggiata.
Ricordava ancora perfettamente ogni dettaglio di quel momento. Un
drappello di Decepticon che irrompeva all’improvviso in casa
loro, nella casa
di una delle famiglia più antiche e potenti della vecchia
Cybertron, con la
missione di sterminare l’intera famiglia Specter.
Suo padre era stato il primo a cadere.
La seconda, sfinita dal parto appena compiuto ed
impossibilitata a reagire, era stata sua madre. Aveva ancora Spectra in
braccio, che dopo il primo grido e dopo aver sorriso a tutti si era
addormentata subito.
Spectrus ricordava benissimo soprattutto il ghigno
soddisfatto del capo di quella spedizione, Starscream, quando dopo aver
ucciso
i loro genitori aveva afferrato la piccola Spectra per la gamba
sinistra… troppo
forte. Troppo violentemente.
Era stato il dolore a risvegliare Spectra ed era stato il
pianto della sorellina a risvegliare lui dallo shock in
cui era precipitato per
quel massacro compiuto così freddamente e così
all’improvviso. Era riuscito a colpire
Starscream, ad afferrare sua sorella
e fuggire via, lasciandosi la loro casa e la sua vecchia vita alle
spalle. A Spectra non aveva mai rivelato il nome di chi fosse
stato a
rovinarle per sempre la gamba.
E
dopo tutto questo sua sorella, ogni tanto, gli chiedeva
ancora se erano veramente tutti così cattivi! Mah. Quando
faceva così proprio
non la capiva, ma d’altra parte era quello il suo carattere:
dolce, molto
ingenua e incapace di voler male a qualcuno a meno che non ci fosse
proprio
costretta; la dimostrazione che il bene, in quell’Universo,
forse non era del
tutto morto.
Spectrus
Specter però, tutta quella questione, non la vedeva
così.
Nel tempo aveva imparato a ragionare solo ed esclusivamente
in termini di utilità, mandando al diavolo i sentimenti e
tutta
quella bontà di
cui sua sorella era quasi la personificazione, concentrandosi
su…altri aspetti.
A tal proposito, forse sarebbe dovuto andare da lei. Stavano
per atterrare e comunque Spectra non gli avrebbe tenuto il muso a
lungo, non
ne era in grado.
Inserì
il pilota automatico e si alzò dirigendosi verso la
parte posteriore dell’astronave, in cui sua sorella si
rifugiava quando voleva
stare sola. Anche da lì la giovane Specter osservava il
pianeta Terra.
-
Sorellina, mi dispiace. Non era mia intenzione ferirti, è
solo che…quando sento certi ragionamenti, dopo tutto quel
che è successo, ci
vedo rosso. Soprattutto per quel che è stato fatto a te.
Spectra
si voltò lentamente. - La gamba non è un problema
per me - affermò con sicurezza.
“Seh,
come no” pensò Spectrus. - Lo so. Però
che sia o meno
un problema quel che è capitato è capitato,
Spectra.
-
Appunto, se il passato è passato io non capisco
perché
continuare a parlarne - disse piano la ragazza - Al limite, se
riuscirò a
scoprire chi è stato, gli tirerò un paio di
ceffoni alla maniera degli Specter
Bros’.
Spectrus
stava nuovamente per risponderle a tono, quando ci
fu l’impatto e l’allarme iniziò a
suonare.
Spectrus
corse subito alla sala di pilotaggio. Che diamine stava
succedendo?!
Al primo impatto ne seguirono altri due,
Spectrus voltandosi vide l’altra metà
dell’astronave staccarsi dalla propria ed
in un attimo capì cos’era stato: tre piccoli
meteoriti che il radar, forse
difettoso, non aveva segnalato.
Come a dire il colmo della sfortuna, oltretutto erano appena
entrati nell’atmosfera del pianeta azzurro e…
Un
momento…
-
Spectra! - solo in quel momento il mech realizzò che sua
sorella si trovava ancora dov’era prima, e quindi
nell’altra metà
dell’astronave! - SPECTRA!
Non
poteva fare niente. L’altra metà
dell’astronave era
troppo lontana ormai e come la sua aveva iniziato a precipitare, quindi
poteva solo pensare ad un modo per salvare sé stesso e
sperare bene per sua
sorella.
Se
l’avesse persa avrebbe perso… tutto. In ogni senso.
La
sua metà di astronave si surriscaldava mentre precipitava
velocemente, sempre più velocemente…
***
Soundwave
poteva dirsi soddisfatto. Beh, quasi. Avrebbe
dovuto far sistemare il proprio schermo visivo da
quello smanettone di Knock Out ma intanto si era assicurato la reliquia
che
Megatron lo aveva incaricato di andare a prendere.
Ancora
una volta aveva
dimostrato di essere il più efficiente tra tutti coloro che
erano nella
Nemesis, cosa che si sommava al fatto che secondo la sua opinione il
lavoro che
compieva per i Decepticon fosse più importante di quello di
tutti gli altri.
Chi
era che aveva fatto di tutto per mantenere la stabilità
nella fazione quando
Megatron era scomparso? Lui.
Chi era definito “gli occhi e le orecchie dei
Decepticon”? Lui.
Chi era che riusciva ad ascoltare la maggior parte delle
comunicazioni degli Autobots e contava di trovare a breve il loro
avamposto
terrestre? Lui.
E chi era che, oltre a fare tutto questo, decodificava le
informazioni contenute nel database di Iacon e si occupava degli
incarichi di
maggiore importanza? Sempre lui, chiaro!
Era profondamente convinto di essere indispensabile ai Decepticon, e ne
aveva ben donde.
Si
rigirò in mano la reliquia, la pisola ad
onde sonore. Megatron gliel’avrebbe lasciata tenere, non ne
dubitava,
d’altronde chi più di lui si meritava un
premio?
Megatron,
poi, sapeva che
quell’arma non sarebbe mai stata usata contro di lui
finché ad averla in mano
fosse stato Soundwave.
L’ex
gladiatore riconosceva di avere una posizione piuttosto
vantaggiosa all’interno della fazione: era in gamba e del
tutto leale, di
conseguenza, finché avesse continuato a lavorare come
faceva, in privato era
libero di fare tutto quel che gli pareva.
Non
che al momento ce l’avesse un “privato”,
se si escludeva
la manutenzione periodica dei suoi assistenti. Quella di lavorare di
continuo
però era una scelta sua, non una costrizione,
tant’è vero che qualche volta lo
stesso Megatron gli diceva tra le righe di prendersi un attimo di
pausa.
Chissà, magari quella sera gli avrebbe dato retta, tanto
voleva sistemare
Laserbeak.
Il
destino però aveva altri programmi.
Sentì
contemporaneamente un rombo e un fischio acutissimo
provenire da un punto poco lontano, e alzando gli occhi al cielo
poté vedere
un qualcosa di grande e luminoso per il surriscaldamento precipitare
giù a
tutta velocità. Un pezzo di astronave, non c’erano
dubbi, il cui atterraggio fu accompagnato da un grande botto.
Reliquia
alla mano pronta per essere usata, perché non si sapeva
mai, Soundwave gli si avvicinò con una certa circospezione.
Sembrava che fosse
stata spezzata in due dall’impatto con qualcosa,
presumibilmente nell’orbita
terrestre. Quella che aveva davanti era la parte posteriore
dell’astronave.
Si
avvicinò di più dopo aver verificato che nulla
gli
sarebbe crollato addosso. Era scettico sul fatto che potesse esserci
qualcuno
ancora vivo lì dentro, ma magari avrebbe trovato qualcosa di
interessante,
soprattutto perché l’astronave sembrava non
appartenere né all’una né
all’altra
fazione. Da dove veniva? Chi trasportava, o cosa? E perché?
Avvertì
il suono appena udibile di una voce. Toh, invece
qualcuno vivo c’era! Seguì la direzione da cui
aveva sentito provenire il
suono, arrivando in un punto particolarmente disastrato
dell’astronave, e…
Era
una femme adulta ma minuta, un po' più di quanto lo fosse Arcee e dunque tra le più piccole che a
Soundwave fosse mai capitato di vedere, se si escludevano le femme
protoforme.
Era
incastrata sotto un mucchio di lamiere, stava perdendo
energon ed era sul punto di svenire. Come l’astronave,
Soundwave registrò che
anche lei non aveva simboli addosso.
Lei
si voltò verso il tecnico per quanto la debolezza e le
lamiere glielo permettevano, doveva aver sentito i suoi passi.
Soundwave
si scontrò con i suoi occhi dolci e supplicanti,
grandi ed azzurri come l'oceano terrestre.
-
Aiutami…- la ragazza tese una mano verso di lui prima di chiudere gli occhi e cedere alla
stanchezza
e alle ferite.
Per
qualche istante Soundwave rimase lì ad osservarla.
L’attimo in cui lo aveva guardato in quel modo si era sentito
come se gli
avessero dato una botta in testa tanto forte da sfasarlo, e si che lui
di
suppliche troppe ne aveva sentite. Ed altrettante ne aveva
ignorate…
“Aiutami…”
Quella
volta non l’avrebbe fatto.
Si
mise di buona lena a sollevare i pezzi di lamiera, così
da tirare fuori di lì quella piccola femmina bianca e blu di
cui non conosceva
la designazione, ma che aveva automaticamente definito tra
sé e sé
“Scricciolo”. Un modo fin troppo tenero di chiamare
una femme che quasi sicuramente,
considerata la costituzione, non era una gran combattente e non sarebbe
stata
molto utile alla causa. Nella migliore delle
ipotesi avrebbe finito per
diventare una schiava, se non fosse stata terminata subito: piccina
com’era, se
uno come Megatron ci si fosse connesso senza un po' di attenzione l’avrebbe spezzata in
due!
D’altro
canto però non poteva e, sorprendentemente anche per
lui stesso, non voleva lasciarla lì a morire. Poteva essere
a conoscenza di
qualche notizia che non era ancora arrivata
laggiù, se era venuta lì di certo
c’era un motivo.
Fece
aprire il Ponte Terrestre…
***
Wheel
Jack invece, contrariamente a Soundwave, non era
contento per niente.
L’unica
cosa buona era che lui e Ratchet fossero riusciti ad
infettare Laserbeak con un virus che avrebbe trasmesso loro tutti i
dati del
database di Iacon, se avessero avuto fortuna e Soundwave non si fosse
accorto
del loro giochetto.
-
Che rabbia…l’avevo battuto, ma poi quel bastardo
mi ha
colto di sorpresa!
-
Magari andrà a finire a nostro vantaggio lo stesso -
commentò Ratchet - Il virus di Rafael è difficile
da individuare, perfino per
uno come quel tizio.
-
Che poi, avesse detto una parola, una sola, in tutto il
combattimento! - esclamò Wheel Jack - Invece no!
Ratchet
fece spallucce.
Entrambi
udirono, come l’aveva udito
Soundwave, un rombo ed un fischio insieme.
-
Ma che..?!
Alzando
gli occhi anche loro videro precipitare la metà di
un’astronave. L’impatto che seguì fu
gigantesco.
-
Mi prendesse un cortocircuito se quella non era
un’astronave - Wheel Jack, armi alla mano, iniziò
a correre verso il punto in
cui era avvenuto l’impatto - Andiamo!
Ratchet,
anche lui di corsa, lo seguì. Se ci fossero stati
dei sopravvissuti, cosa di cui dubitava, avrebbero avuto urgente
bisogno di un
medico e lui, modestia a parte, era tra i migliori.
-
Wow. Che disastro - commentò Wheel Jack.
Ratchet
contattò
la base. - Ratchet a base, abbiamo
un’astronave qui, appena
precipitata.
-
Cosa?! - sbottò l’agente Fowler dalla base - Che
roba
è?! È di voi Autobots? È dei
Decepticon?
-
Non porta simboli - osservò Wheel Jack, affacciandosi
all’interno - Niente di niente…chissà
chi…
-
Spectra…
Wheel
Jack vide un mech blu e nero, col suo
stesso simbolo sulle spalle, trascinarsi verso di lui
-
Aiuto…
La
perdita di energon era veramente ingente, sarebbe
crollato da un momento all’altro.
-
Ratchet, corri c’è un ferito!
Il
medico Autobot corse immediatamente all’interno, e quando
vide l’uomo a terra capì che c’era
urgente bisogno delle sue cure, specie
perché a quanto pareva era uno dei loro!
Il
mech svenne proprio mentre il Ponte Terrestre si apriva.
-
Ha detto qualcosa prima di svenire - disse Wheel Jack
mentre aiutava Ratchet a trasportare il mech, che era veramente grosso,
quasi
quanto Megatron! - Non ho capito bene però.
“Spectra” o che di simile.
-
Lo sapremo alla base, quando l’avrò curato e
l’avremo
identificato. Accidenti se pesa - borbottò Ratchet.
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
TSB2
Soundwave
si diresse rapidamente verso la stanza da cui
sentiva provenire le voci di Megatron e Knock Out. Per quanto non fosse
una
cosa troppo positiva che quei due fossero insieme a confabulare
chissà cosa,
sapeva di non avere di che preoccuparsi. Inoltre
il medico Decepticon avrebbe potuto intervenire più
velocemente sulla ragazza…
Appena
entrò nella stanza Lord Megatron e Knock Out
interruppero la conversazione per voltarsi verso di lui.
-
Allora Soundwave, sei riuscito a prendere la rel…
A
Megatron morì la voce in gola quando vide il suo
terzo in comando con la reliquia in questione nella mano sinistra, e
quello
andava bene, ma anche con la più piccola femme adulta che
avesse mai visto, che
sembrava essere ferita, appoggiata al braccio destro.
Questo
fatto portò il leader dei Decepticon a
disinteressarsi per un attimo della pistola ad onde soniche per
concentrarsi
piuttosto sulla ragazza; non solo infatti Megatron non ricordava di
averla mai
vista, né gli ricordava qualcuno di conosciuto, ma che
Soundwave l’avesse
soccorsa era un fatto del tutto straordinario.
Anche
la faccia di Knock Out fu da assoluto primo piano.
Cos’era quella storia? Proprio Soundwave aveva portato a
bordo un’estranea?
-
Lei chi è?
Soundwave
mostrò loro brevemente le immagini della caduta
dell’astronave e del ritrovamento della femmina, per poi
mettersi lì fermo ad
aspettare. Perché Megatron aspettava tanto a dare il
consenso a farla
restare, non vedeva che lei aveva bisogno assoluto di un dottore?!
…anche se il
modo in cui Knock Out la stava guardando non gli piaceva affatto.
-
Non ha simboli addosso e non li aveva nemmeno
l’astronave - rifletté ad alta voce Megatron,
continuando ad osservarla - Certo
che è proprio piccola. Un po'più di quanto lo sia la ricognitrice degli Autobot - posò poi lo sguardo sulla
reliquia e sullo schermo
visivo del tecnico - Knock Out, ripara il suo schermo visivo e vedi un
po’quel
che puoi fare per la ragazza.
Knock
Out fece una smorfia, non gli andava l’idea di restare
solo con Soundwave anche se per poco, né era contento del
fatto che Soundwave
avesse compiuto la sua missione e lui no.
-
D’accordo Lord Megatron - disse - Ma non vedo
l’utilità di occuparmi anche della femmina. Che ci
facciamo? Questa
tutto è fuorché una combattente, l’ha
detto anche
Lei che è molto piccola, lo
vede benissimo quanto è gracile!
Soundwave
iniziava ad innervosirsi, Lord Megatron aveva
ordinato di occuparsi anche della femme e lui avrebbe dovuto obbedire
senza
discutere, quindi prima di fare qualcosa di impulsivo
come spaccare
la faccia di Knock Out con un tentacolo si voltò e
incamminandosi verso la
porta, con tutta l’intenzione di portare la femme in
infermeria, che lui
lo volesse oppure no.
-
Non sono cieco Knock Out, ma ti ho dato un ordine e tu lo
rispetterai. Chiaro?
Bofonchiando
qualcosa anche Knock Out uscì quindi dalla
stanza, quasi trovandosi a dover inseguire Soundwave che, come detto,
non aveva
alcuna intenzione di aspettare i suoi comodi.
-
Potresti pure rallentare il passo, cos’è tutta
questa fretta? - sbottò il medico arrivandogli a fianco -
Nemmeno la conosci,
che ti importa se muor-
Soundwave
smise di camminare e restò lì fisso ad
osservarlo.
Knock Out iniziò ad agitarsi pochissimi istanti dopo,
pensando
“perché devono capitare tutte a me?”.
Soundwave lo inquietava, come inquietava
tutti nella Nemesis eccetto forse Lord Megatron!
-
Va bene, ho capito! - distolse rapidamente lo sguardo
ricominciando ad andare verso l’infermeria a grandi falcate -
Muoviti allora!
Anche
Soundwave ricominciò a camminare, ignorando
l’atteggiamento non proprio cortese del dottore e riflettendo
invece sul fatto
che, per quanto la stesse trasportando con un solo braccio, Scricciolo
non gli
pesava affatto. Ed era così… carina, con
quell’elmo bianco come le gambe ed il
corpicino blu!
Diede
un brusco freno ai propri pensieri.
Non poteva averla salvata per quel motivo, non poteva perdere tempo con
le femmes,
lui doveva lavorare. Si augurava che si riprendesse, si augurava
che non
fosse terminata, ma la cosa finiva lì.
Entrando
nell’infermeria la appoggiò sul tavolo.
Knock
Out
gli si avvicinò con l’intento di riparargli lo
schermo visivo, ma lui lo bloccò
con un gesto brusco e gli indicò la femme. Il messaggio
era chiarissimo :
“prima lei”.
-
Aaah, va bene. Se ci tieni tanto…
Santa
pazienza, quella che consentiva a Soundwave di
tollerare quell’atteggiamento insofferente!
Knock
Out si mise subito ad
esaminarla.
-
I parametri sono buoni, non ci saranno problemi a
ripararla, contento? - lo informò con una smorfia - Diamole
dell’energon e si
risveglierà a breve. Uhm…- il medico
osservò attentamente la gamba sinistra
della femme, e quel che vide lo fece sogghignare sotto i
baffi.
"Soundwave
sarà
pure stato in gamba, avrà pure avuto la fortuna di
trovare una femmina così
per caso, ma…"
-
…ma tu guarda - sollevò lo sguardo verso
l’ex gladiatore -
Soundwave, di tutte le femme che ci sono hai portato qui proprio una
storpia? Ha un difetto alla gamba sinistra - tornò ad
osservarla - Irrimediabile. E io che pensavo fosse inutile prima…
non ha nemmeno delle armi a
bordo, se si escludono quelle lame nelle braccia!
"Che
cosa?... Ha un difetto alla gamba?"
Soundwave
fece scansare Knock Out per guardare di persona. Purtroppo aveva
ragione, quel difetto era irreparabile, ma ad ogni
modo…
Gli
fece cenno di continuare le riparazioni. Che non
avrebbe mai potuto combattere era già stato stabilito,
quindi che importava se
non camminava bene?
Astenendosi
dal commentare, Knock Out si rimise a lavorare.
***
-
Bulk, vieni a darci una mano! - Wheel Jack, camminando
all’indietro, fu il primo a sbucare dal Ponte - Abbiamo un
ospite che pesa come
una montagna!
Il
demolitore corse immediatamente ad aiutare Wheel Jack e
Ratchet a trasportare quel mech che era davvero grosso, quasi
quanto Megatron.
-
Eccomi! Oh issa! - li raggiunse appena in tempo per far si
che non cedessero - Ma chi è questo tipo, da dove arriva?
-
Si è schiantato con metà della sua astronave - lo
informò
Ratchet - A giudicare dal simbolo è uno dei nostri!
-
è un Autobot? - Raf li osservò
sconcertato.
Pur
avendo gli occhi chiusi ed essendo esanime a lui tutto sembrava meno
che uno
che potesse far parte degli Autobots! Non avrebbe neanche saputo dire
perché.
Era una cosa così, “a pelle”,
probabilmente anche
sbagliata.
-
L' ho appena detto, Rafael - ribatté scocciato
Ratchet - Dov’è Optimus Prime?!
-
Appena tornato - gli disse Jack, che osservava incuriosito
il nuovo arrivato. Chissà chi era, che tipo era e da dove
era spuntato!
-
Bene, qualcuno vada a chiamarlo e gli dica che abbiamo
trovato uno dei nostri, per piacere.
I
tre Autobots riuscirono faticosamente a portarlo
nell’infermeria e a posarlo sul tavolo, e Ratchet
iniziò subito con gli esami.
-
Nonostante l’impatto e le ferite è messo bene. Non
dovrei
avere grossi problemi a ripararlo…
Nel frattempo anche
il resto della squadra era tornato, e tutti quanti erano agitati
dall’improvviso arrivo di quel mech.
-
Grosso lo è ma io non me lo ricordo tra i demolitori
- disse Bulkhead - Jacky, tu ne sai nulla?
Wheel
Jack scosse la testa. Anche Bumblebee non ne sapeva
assolutamente niente, e Arcee osservava il cybertroniano blu e nero con
un
misto tra curiosità e diffidenza. Chi era? Perché
era lì?
Tra
le altre cose notò che nonostante la stazza, o forse
anche per quella sebbene fosse marginale, sembrava essere
piuttosto… attraente.
Scosse
la testa scacciando dalla mente il pensiero. Ma che
le veniva in mente?
-
Optimus vieni a vedere! - Ratchet fece cenno al
comandante, che appena aveva ricevuto la notizia era andato in
infermeria.
Prime
una volta arrivato accanto a loro diede un’occhiata al nuovo
arrivato…
-
Specter. Spectrus Specter.
E
lo riconobbe immediatamente! Una volta identificato,
i due demolitori e Ratchet fecero un’espressione
sorpresa.
Era un nome
conosciuto…
-
Quello Spectrus lì? - fece Bulkhead - Proprio quello?
Accidenti. Era una spia tra le migliori, no?
-
Così dicevano - annuì Wheel Jack - E un valido
combattente.
-
Oh si, sicuro! Peccato che se è proprio quello Spectrus
Specter
allora abbiamo un problema, considerando quel che è capitato
in passato -
borbottò Ratchet.
Optimus
non fece commenti.
-
Cosa è capitato esattamente? - domandò loro
Arcee.
Prime
diede un’occhiata a Spectrus e poi fece un sospiro. - Era
veramente una spia tra le migliori, finché non ha
fatto il passo più lungo della gamba e ha tentato di
uccidere Starscream appena l’ha visto.
Accadde nell’ultima missione, in cui era un…
"infiltrato stabile” tra
i più alti ufficiali Decepticon, per così dire. è
fuggito per miracolo - disse Optimus.
-
Ma perché avrebbe fatto una cosa scema come quella,
attaccare Starscream proprio nel suo territorio? - si stupì
Miko.
-
Gli
Specter erano una famiglia importante nella
Cybertron prima della guerra - mormorò Ratchet - Starscream
li
ha sterminati tutti quanti. È rimasto solo Spectrus, a quei
tempi fortunatamente già adulto
ed in grado di badare a sé stesso, e immaginiamo sia per
questo
che appena ha visto
Starscream ha cercato di farlo fuori. Per quanto possa essere
comprensibile
da un certo punto di vista, dall’altro ha causato un sacco di
guai.
-
Da
quel momento non gli è stato possibile fare
personalmente altre missioni per noi, pur continuando a passarci
informazioni importanti che in qualche modo riusciva a raccogliere -
continuò Optimus Prime - Comunque un soldato in
più
quaggiù è una buona cosa. Riparalo più
in fretta
che puoi, per cortesia.
-
Va bene, Optimus.
Gli
altri Autobots uscirono dall’infermeria così che
Ratchet
potesse lavorare in pace; sapevano benissimo che il medico, quando
lavorava,
tollerava di avere intorno solo Optimus.
-
Spero che quello Specter ci sia d’aiuto - disse
Arcee.
Jack
la vide piuttosto scossa. - C’è qualcosa che non
va?
-
No, è tutto a posto.
In
realtà la guerriera pensava che lei e Spectrus avevano
già trovato qualcosa in comune: la morte di una persona cara
(nel caso di
Spectrus di più) a causa del seeker argentato.
Immaginò come dovesse essere
stato per lui vedersi trucidare la famiglia davanti agli occhi.
Ricordò
com’era stato per lei quando era successo a Tailgate, e
Tailgate era uno…ed era
un amico. Non suo fratello o suo padre.
-
Sicura?
-
Sì Jack, tranquillo.
-
Allora è per via di quel che hanno raccontato su Spectrus?
Dopo
qualche esitazione Arcee annuì lentamente. - Anche per
quello. Ma d’altra parte si sa, la guerra è
così.
***
La
prima cosa che fece Spectra dopo avere aperto gli occhi
e aver guardato incuriosita intorno a sé fu schiudere le
labbra metalliche in
un dolce sorriso e stiracchiarsi pigramente. Era viva! Non sapeva bene
dove
fosse, ma era felice di essersi salvata.
"Ma
chissà che fine ha fatto
Spectrus…"
Si
fece animo. Voleva credere che si fosse salvato anche lui. Il suo
fratellone era un supereroe, ai supereroi non basta un brutto
atterraggio
per morire e poi, se si era salvata lei, a maggior ragione doveva
averlo fatto
lui.
Registrò
istintivamente una presenza silenziosa alle sue
spalle cui prima non aveva fatto caso. Si voltò
immediatamente,
trovandosi
davanti un cybertroniano abbastanza grosso, non come suo fratello
chiaramente, grigio scuro con bioluci viola, e la cosa più strana era
che
non aveva la faccia! Se ne stava lì immobile, muto,
presumibilmente ad
osservarla.
Spectra
fece mente locale e ricordò le descrizioni degli ufficiali
Decepticon che gli
aveva fatto suo fratello. Se si dava retta a quelle, il tizio che aveva
davanti ai sensori ottici doveva essere Soundwave. A Spectra parve di
averlo
già visto, forse dopo che era precipitata, ma i suoi ricordi
a riguardo erano molto confusi.
-
Buongiorno… anzi no, aspetta, che ora è?
Soundwave
le indicò con un dito l’ora su un
computer.
Spectra
la guardò, poi tornò ad osservare il
tecnico sempre con lo stesso
sorriso.
Soundwave
si rese ben presto conto, con un certo sconcerto, che quella
piccola femme non sembrava affatto essere spaventata da lui. Aveva
anche un bel
sorriso che, metaforicamente, si poteva dire illuminasse la stanza.
-
Allora è più un “buonasera”,
mi sa... vabbè… io comunque mi chiamo
Spectra - gli tese la mano - Tu chi sei? Sei quello che mi ha salvata
per
caso? Perché mi sembra di averti già visto ma non
ne sono sicura.
Spectra era sicura all’89% che
fosse Soundwave , ma
forse era meglio lasciare che fosse lui a dirle chi era. O a farglielo capire,
dato che non sembrava avere intenzione di spiccicare parola.
Soundwave
annuì.
-
Senza di te probabilmente sarei morta sotto le lamiere, ed
io non posso mica morire adesso, primo perché ho da fare,
secondo perché devo
sapere se mio fratello è vivo o no, terzo perché
sono giovane e quarto perché
prima devo realizzare un
desiderio…- pensò di avere detto troppo
quando parlò del suo desiderio, forse sempre per colpa della
botta ricevuta. Il sorriso divenne imbarazzato ed
abbassò gli occhi - Sì insomma, grazie.
Più
si andava avanti meno Soundwave sapeva come fosse meglio
reagire. Da dove era spuntata questa femmina? Doveva essere nata per
forza
in tempo di guerra, era troppo giovane perché non fosse
così, ma aveva tutta
l’aria di una che la guerra sapeva a stento cosa fosse! Se
non altro adesso
Soundwave conosceva il suo nome: "Spectra".
Per lui comunque restava sempre
Scricciolo.
-
Soundwave, non sarebbe ora che tu vada a…oh! Si è
svegliata - commentò Knock Out, rientrando
nell’infermeria.
Soundwave,
anche
dopo essersi fatto riparare, aveva voluto rimanere lì
finché la ragazza non si
fosse risvegliata. Che rottura… vai a capire cosa gli passava
per la testa!
Spectra
salutò il medico esattamente come
aveva fatto con Soundwave, sorridendo e con un certo entusiasmo. - Buonasera!
Knock
Out la guardò perplesso. Cos’era tutta quella
confidenza?
La
giovane cybertroniana fece scorrere i grandi occhi
azzurri su tutto il corpo di Knock Out come a volergli fare una
scansione, cosa
che lo innervosì.
-
Che c’è?
-
Hai una carrozzeria spettacolare - sorrise lei,
incurante del tono aspro del Decepticon - Proprio bellissima!
A
quelle parole Knock Out gonfiò il petto orgogliosamente.
Andava proprio fiero del suo aspetto fisico, e passava moltissimo tempo
a fare
manutenzione alla propria carrozzeria. - L’hai notato eh? Se
non altro hai buon
occhio.
-
Non serve avere buon occhio - replicò perplessa Spectra -
Cioè, che è bella si vede.
“Curioso
che abbia subito trovato il punto debole di Knock
Out” pensò Soundwave, sospettoso.
Subito
dopo però concluse che magari non l'aveva fatto apposta, il
medico teneva molto all'estetica e lei aveva solo fatto una
constatazione.
"Sembra
una ragazza troppo trasparente per
usare qualsiasi sotterfugio" pensò, senza sapere di avere perlopiù
ragione.
-
Bene allora, vuoi dirci chi sei e da dove vieni? - le
domandò senza troppo garbo Knock Out - Io sono
Knock Out, ufficiale medico dei Decepticon. Lui è
Soundwave.
“Quindi
è quello è veramente Soundwave, avevo intuito
bene” pensò la ragazza.
-
Ok, capito.
-
Non hai sentito quel che ti ho detto? - Knock Out le si
avvicinò - Siamo i Decepticon. Non ti
dice niente tutto ciò?
-
Sì, siete in guerra contro gli Autobots. Ma tanto a
me non cambia niente, io non sono schierata con nessuno.
Niente simbolo,
vedi?
-
Non sono cieco - borbottò Knock Out - Solo che di
solito i neutrali e gli Autobots non sono contenti di finire qui nella
Nemesis.
Spectra
si sedette sul bordo del tavolo, facendo dondolare
la gamba danneggiata nell’aria. - Capisco. Io però
sono
viva, quindi sono contenta, e se lui mi ha salvata e fatta riparare
vuol dire che non volete farmi del male, e poi tanto non ho niente da
dirvi. Insomma, non
avrebbe senso che mi terminiate adesso, dopo aver sprecato tempo per
aiutarmi,
no?
Knock
Out guardò lei, poi guardò Soundwave. - Ma questa
da
dove viene?
Soundwave
fece spallucce, pensando che comunque da un punto
di vista diverso Spectra non avesse tutti i torti. Ciò non
toglieva che forse
rischiava veramente di essere terminata, nonostante tutto.
La
ragazza saltò giù dal tavolo atterrando con la
gamba
destra, ed iniziò a camminare nella stanza. Il difetto alla
gamba sinistra
rendeva claudicante il suo passo, e quando camminava faceva t-tlick,
t-tlick!
-
Per essere un’astronave è grande. Qui per caso
c’è
anche Megatron?
-
Lord
Megatron, vorrai dire - specificò Knock Out. Spectra
lo guardò perplessa.
-
perché “Lord”? O beh… va bene
allora, c’è anche Lord
Megatron qui?
Il
suo sguardo si fissò su Soundwave, il qiuale
annuì di nuovo.
Spectra
mosse qualche passo nella sua direzione. Mamma mia se era piccola!
Adesso che erano entrambi in piedi Soundwave se ne rendeva conto ancora
meglio,
ma questo non sembrava farle impressione. Prima aveva parlato di un
fratello…bah. Doveva indagare. Motivo in più per
fare di tutto per far sì che
restasse online.
-
Adesso che si fa?
Già,
se lo stava chiedendo anche lui: "e adesso che si fa?"
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
TSB3
Spectra
non sembrava per nulla agitata all’idea di doversi
incontrare a breve con il sommo Lord dei Decepticon e tutto il resto
degli
ufficiali, nonché dei soldati.
Knock
Out aveva stabilito che era già pronta
per farlo e si era immediatamente tolto dalle scatole.
Quella
femmina, sebbene gli avesse anche fatto i
complimenti e potesse essere tanto “dolce e
carina”, non
piaceva al medico Decepticon; forse proprio perché era
così, forse perché non era il
suo tipo o molto più probabilmente perché, dopo
esserci
stato insieme dieci
minuti, Knock Out l’aveva classificata come storpia sia di
arti
che di
cervello. Com’era possibile che fosse in
quel modo? Aveva sempre il
sorriso sul viso per tutto il tempo!
Gli
dava sui nervi. L’unica cosa buona che poteva
avere Spectra, semmai, era che essendo una femme adulta fosse
utilizzabile da un punto di vista di connessione, con le dovute
precauzioni per
non romperla in due.
-
Posso
mettere la cosa come mi pare - borbottò Knock Out
tra sé e sé mentre seguiva ad una certa distanza
la
ragazza e Soundwave - Trattasi sempre di una rottura di scatole.
Spectra
camminava tranquillamente dietro a Soundwave
voltando la testa di qua e di là, osservando tutto
incuriosita, facendo al
tecnico domande su questo e quello a seconda di quel che si trovava
davanti
agli occhi.
-
Quello cos’è?... quello a che serve?... quelli
cosa
sono?
E
Soundwave, che di solito avrebbe mal sopportato un simile
cicaleccio, tramite registrazioni vocali ed immagini cercava di
risponderle
come meglio poteva senza neppure irritarsi. Per di più era
stupito che
Scricciolo, anzi Spectra, non gli avesse ancora domandato
perché non parlava e
perché non aveva la faccia.
Quest’ultima
cosa non era del tutto vera. Lui ce l’aveva
eccome, perennemente nascosta sotto il suo visore che non
toglieva
da eoni ormai, tant’è vero che nonostante la cosa
non fosse un segreto erano in
pochissimi a sapere che Soundwave aveva un volto.
-
Megatron… cioè,
Lord Megatron come è? Quanto è grosso,
come te o di più? Vabbè che tu non sei tanto
grande...
"Come
sarebbe a dire che non sono tanto grande?!"
Soundwave
iniziò quasi a sentirsi offeso, e poi anche
se “non era tanto grande” era sempre ben
più alto e grosso di lei.
-
Non sei nemmeno piccolo ma io sono abituata ad altro,
ecco.
Rieccola,
“abituata ad altro”. Soundwave di nuovo
immaginò
che alludesse al fratello.
-
…secondo, devo sapere se mio fratello è vivo o
no… mio
fratello - ripeté quindi - …fratello.
-
Già. Lui è enorme - la ragazza fece un gesto per
sottolineare il concetto - Quando
si arriva?
Soundwave,
mentre continuavano a camminare, le diede una
lunga occhiata. Poi all’improvviso tirò fuori un
tentacolo, avvolgendolo
intorno alla vita di Spectra e tirandola su.
-
Che fai?
Soundwave
indicò la sua gamba sinistra.
Per
la prima volta
da quando si era risvegliata, il sorriso di Spectra evaporò
come neve al sole.
-
Non ho bisogno d’aiuto, mettimi giù per piacere.
Ce
la faccio da sola.
Knock
Out a vedere la scena fece una smorfia. Soundwave voleva
evitare che si sforzasse, ma che gentile. Quasi stucchevole.
"Tsk…
il caro terzo in comando ha decisamente
qualcosa che non va" pensò.
-
Se ci muovessimo al tuo passo arriveremmo domani - commentò
Knock Out con una certa cattiveria, specie perché invece la
piccola femme stava
al passo di Soundwave quasi senza problemi - Così facendo
invece non perdiamo
ulteriore tempo.
Spectra
lì per lì non rispose, rimanendo seria.
Soundwave
dal canto suo sentiva prudergli le mani per quel che Knock Out aveva
detto alla
ragazza, cosa che non gli era mai successa prima. Perché
non se ne stava
zitto? Era solo un dottore, nemmeno tra i migliori, quindi chi si
credeva di essere? Perché non la
smetteva di dire idiozie? Spectra non lo stava rallentando per nulla!
-
Io sinceramente non capisco quale sia il tuo problema -
replicò lei tranquillamente, non riuscendo a nascondere una
piccola nota di
malinconia nella voce - Non mi pare di averti fatto niente, non
c’è
ragione di essere così… acido - disse,
anche se la
definizione corretta sarebbe
stata un’altra.
Una
delle tante che stavano venendo in mente a Soundwave.
-
Non so se ti è chiaro ma siamo in guerra, non ci
servono inutili impicci. Va bene? - sbottò Knock Out,
ulteriormente irritato
dalla calma di Spectra.
-
Lo so che siamo in guerra, ma non penso di essere un
impiccio, e…-
Soundwave,
sempre reggendola con il tentacolo, allungò e
velocizzò il passo distanziando nuovamente Knock Out. Meno
restava lì a
sentirlo blaterare meno il medico rischiava di prenderle!
Spectra
indicò dietro di loro. - Lui
è sempre così?
Soundwave
non le rispose.
Lei
sospirò. - Mi sembrava di
averti detto che non ho bisogno di essere
trasportata…
Il
tecnico voltò la testa verso di lei per mostrarle le
immagini del suo incidente.
-
So che ho avuto un incidente ma posso
camminare, non è un grande sforzo. Soundwave, vuoi
darmi retta si o no?
Lui
scosse la testa.
Spectra
dapprima incrociò le braccia e
mise su una specie di broncio, che però durò
giusto una manciata di secondi e
che poi cedette il posto ad un piccolo sorriso.
-
Ho capito, sei uno di quelli che quando decide che
qualcosa va fatto va fatto e basta e non cambiano idea. Ma non capisco
perché
tu abbia tante premure verso di me, ci conosciamo a stento e tu in
teoria
dovresti essere uno dei cattivi.
La
voce della verità. Avesse saputo risponderle! Onestamente
non capiva nemmeno lui il motivo del proprio comportamento.
Entrò
nella sala riunioni. C’erano Megatron, Dreadwing
e tutto il resto dei soldati.
Il
leader dei Decepticon si concesse una parvenza
di espressione sorpresa vedendo Soundwave trasportarla in quel modo, ma
poi si
ricordò dei dati che gli aveva fatto avere Knock Out sulla
femme: aveva un
difetto alla gamba che non la faceva camminare bene. Ma era curioso che
Soundwave volesse evitarle sforzi, che la cosa gli importasse.
-
Quello è grosso tale e quale a mio fratello accidenti!
- esclamò Spectra, parlando di Megatron. Poi si rese conto
di averlo detto ad
alta voce e sorrise imbarazzata - Ehm… salve a tutti.
Gli
ufficiali Decepticon, incluso Knock Out sopraggiunto
appena in tempo per sentire l’esclamazione di Spectra, si
scambiarono diverse
occhiate. Lord Megatron in verità era divertito da una
reazione così spontanea, la femmina
era piccola ma la
lingua sembrava lunga.
Come
a Soundwave, nemmeno a lui di solito piaceva la gente
con la lingua lunga, ma quella ragazza aveva fatto una faccia tale,
quando si era
resa conto di avere espresso i suoi pensieri ad alta voce! Sapendo di
essere circondato dai peggiori intrallazzatori (anche se ultimamente le
cose
andavano meglio, spariti Starscream ed Airachnid) avere a che fare con
qualcuno più "trasparente" era quasi un sollievo.
Soundwave
posò delicatamente a terra Spectra, che zoppicando
si avvicinò a Megatron. - Lei è Lord Megatron?
Possibile
che piccola com’era
non fosse minimamente spaventata? La cosa lo sconcertò
abbastanza, come aveva sconcertato
anche Soundwave.
-
Certo che sono io - si interruppe un attimo - Non hai
mai visto nemmeno una mia immagine?
Lei
scosse la testa.
-
Sul serio? E allora come hai fatto a riconoscermi? - le
chiese, rispondendosi mentalmente che naturalmente la ragazza doveva
aver
avvertito immediatamente la sua potenza, la sua autorità, la
sua spietatezza ed
il suo naturale carisma.
-
Di solito il capo è sempre il più grosso,
quindi…
No.
Non c’entrava nulla il carisma e nemmeno tutto il
resto. Vide Knock Out fare un gesto come a dire “visto
com’è?!”, mentre
Dreadwing sembrava fare di tutto per non lasciarsi andare ad
un’espressione
divertita e Soundwave… stava fermo lì ma Megatron
avrebbe giurato che sotto il
visore avesse l’espressione divertita che Dreadwing non
voleva far vedere.
-
D’accordo. Allora, ragazza, inizia col dirci
perché sei
venuta qui, con chi, e da che parte stai…
Spectra
lo osservò a lungo, notando che nonostante
l’avesse
vista zoppicare Megatron non aveva fatto alcun commento né
aveva fatto una
qualsivoglia espressione di sorpresa. Osservò
l’immagine di Knock Out riflessa
su una superficie metallica. Era praticamente certa che il medico
Decepticon avesse già
riferito a Megatron tutto quel che era venuto a sapere.
-
Non mi è sembrato sorpreso di avermi vista zoppicare, Lord
Megatron, quindi presumo che Knock Out l’abbia informata. E
se Le ha detto di
questo, Le avrà anche detto che io non sono schierata con
nessuno - rispose
Spectra.
Megatron
sollevò un sopracciglio. Ok, per essere una che sembrava
caduta dalle nuvole forse non era poi del tutto stupida.
-
Vero, questo mi è stato riferito, ma del resto niente.
Quindi o parli o te lo tireremo fuori a forza…
-
In che senso?
“In
che senso”. Più si andava in
là più
Megatron diventava perplesso.
-
Dovresti saperlo.
-
Guardi che se vuole sapere qualcosa Le basta chiedere.
Io tanto non ho granché da dire, sono venuta
quaggiù con mio fratello, tra le
altre cose, perché avevamo sentito che qui c’era
dell’energon… poi abbiamo avuto
un incidente e siamo precipitati. Non so che fine abbia fatto lui - gli
occhi
della ragazza divennero tanto tristi che avrebbero fatto piangere una
statua di
marmo - Ma voglio pensare che sia vivo. Se sono viva io figuriamoci lui
che è
tanto grande.
-
Può darsi, non è improbabile. Comunque sia chiaro, se resterai qui
dovrai renderti
utile in qualche modo. Sai combattere? - le domandò, pur
immaginando già la
risposta.
-
Un paio di ceffoni alla man, ehm, a modo mio, se devo li so
dare - rispose infatti.
“Un
paio di ceffoni a modo suo”. Gli venne
quasi da ridere.
-
Altro?
-
Faccio un po’di tutto. Certo, non penso che potrei fare
il dottore bene come lui - indicò Knock Out - O il tecnico
bene come lui -
indicò Soundwave - Ma qualcosa so fare. Posso fare da
assistente. O la
segretaria del vice.
Dreadwing
si lasciò scappare un sorriso. Per quanto gli
fosse simpatica non avrebbe mai scelto come segretaria una con la testa
così
tra le nuvole.
-
Allora
sarai l’assistente di Knock Out…
-
CHE?!...
no! Perché, Lord Mregatron?! Che me ne faccio di questa qui?
-
protestò
Knock Out, mentre Soundwave guardava lui, poi Megatron ed infine
Spectra.
-
Soundwave ha già abbastanza assistenti e Dreadwing non ha
bisogno della… segretaria. Quindi è tutta tua.
“Proprio
con Knock Out, non ci voleva” pensò Soundwave
“E gli
assistenti non sono mai abbastanza, ma non posso
certo…insomma, già mi
sto comportando in modo strano, se ora insistessi per prenderla con
me…”
-
Allora da adesso lavoriamo insieme?
Knock
Out si sentiva
impazzire, quella gli sorrideva pure?!
-
Che bello! Magari conoscendoci meglio
non sarai più acido come prima!
Dreadwing
guardò altrove. Aveva dato
dell’ "acido" a Knock
Out!… non era quello il modo per andare d’accordo
con lui, nonostante conoscendo il medico fosse abbastanza
sicuro che Spectra non avesse usato quel termine a caso.
Probabilmente prima era successo qualcosa per cui lei aveva
ritenuto
opportuno definirlo in quel modo.
-
Io non sono acido. Chiaro? - diede le spalle a tutti ed
iniziò a camminare velocemente verso la porta - Muoviti e
vedi di renderti utile.
Non rallentarmi e non intralciarmi.
-
Va
bene - rispose semplicemente la ragazza seguendolo
zoppicando. Prima di uscire però si voltò
un’ultima
volta - Allora ciao! - disse, facendo a tutti
“ciao” con la
mano,
e a Soundwave fece un gran sorriso.
Quando
anche lei se ne fu andata e tutti i soldati furono
rimandati a lavorare Megatron scambiò un’occhiata
con Dreadwing e poi con
Soundwave.
-
Mi piacerebbe sapere da dove è sbucata. Forse da qualche
colonia molto lontana - commentò
il
leader dei Decepticon - Ammetto che il suo atteggiamento mi lascia un
po’
perplesso. Non mi sembra stupida.
-
Sembra fuori dal mondo e sembra non aver ben presente che
siamo in guerra - disse Dreadwing - e quella gamba,
poi… chissà
come si è fatta quel danno. Soundwave?
Notò
che il tecnico guardava ancora la porta, dove Spectra
era sparita, ma a sentirsi interpellare si voltò rapidamente
verso di lui,
facendo capire loro che non ne sapeva nulla.
-
Magari Knock Out scoprirà qualcosa, avendola come
assistente - disse il Lord - Avrei anche potuto affibbiarla a te, ma
per quanto
possa essere una compagnia piacevole non volevo che ti intralciasse, il
tuo
lavoro è troppo importante.
"Non
voleva che lo intralciasse", eccone un altro. Possibile che non
capissero che lei non doveva finire per forza con l'essere un
intralcio e che
la pensassero in quel modo solo perché non camminava bene?
-
…non penso di
essere un impiccio - ripeté quindi,
con la
voce di Spectra.
-
Vedremo - ribatté Megatron - E comunque quella storia dei
“due ceffoni a modo suo”… andiamo,
è ridicolo. “due ceffoni” -
borbottò - In battaglia non bastano “due
ceffoni”, i suoi avversari non li sentirebbero neppure.
-
Mi
auguro che non le venga in mente di girare nella nave
da sola - rifletté ad alta voce Dreadwing - Magari i soldati
non
la
toccherebbero, e già su questo ho qualche dubbio
perché
molti non vedono una femme da tanto tempo, ma gli insecticons non la
lascerebbero mai passare indenne. Questa è la Nemesis, lei
è una femme ed è indifesa. Dovrebbe fare
attenzione.
Soundwave
mosse nervosamente una mano. Purtroppo Dreadwing
aveva ragione, ed era certo che Knock Out non l’avrebbe
avvertita dei pericoli
che correva né l’avrebbe mai aiutata se le fosse
servito.
“Non
fare stupidaggini” pensò “Non fare
niente di
avventato, per piacere!” poi si riscosse
“Perché mi preoccupo?
Insomma…”
Non
gli piaceva il pensiero che potesse succederle qualcosa…
***
Appena Spectrus Specter
aveva riaperto gli occhi
si era subito guardato attorno. Vedendo il simbolo degli Autobots sul
pavimento si era tranquillizzato subito, a quanto pareva aveva avuto
fortuna ed era stato trovato proprio da quelli della sua fazione.
“Spero
che Spectra abbia avuto fortuna. Magari l’hanno
trovata proprio loro. Certo, questo non mi farebbe comodo
perché
significherebbe…” scacciò il pensiero
“Ah, in qualche modo farò. Prima
o poi, spero più 'poi' che 'prima', verrà fuori
che non sono il solo Specter rimasto in vita”.
Con
la coda dell’occhio notò un movimento strano che
lo
portò immediatamente a voltarsi in quella
direzione…
-
Ti piace fissare di nascosto la gente svenuta? - domandò
in un modo tra il suo consueto (gelido) e lo strafottente ad Arcee, che
effettivamente era lì ad osservarlo da almeno un paio di
minuti.
Nemmeno
lei capiva perché provasse tanto interesse per quel
mech. C’era anche della diffidenza ma più che
altro era la curiosità il
sentimento preponderante in lei, mista ad un qualcosa che prima
non aveva mai provato verso nessuno.
Arcee non capiva cosa fosse, ma si sentiva attirata da lui
come se li avessero magnetizzati col Guanto della polarità.
-
Credo sia normale interessarsi ad uno sconosciuto che ci
è piombato tra capo e collo dopo un incidente -
ribatté.
-
Sconosciuto, dici? Se c’è Prime sono abbastanza
sicuro che vi abbia raccontato tutto quel che sa sul sottoscritto. E se
ci
fosse anche il dottorino… non ne parliamo.
-
“Dottorino”?
-
Ratchet - le spiegò Spectrus - Non sarebbe la prima volta
che ci troviamo insieme nello stesso posto.
Arcee
sollevò un
sopracciglio. Si sentiva attratta ma l’atteggiamento di
Spectrus la
irritava, così come la irritava anche
quell’attrazione. Quando lo vide sorridere si
accorse immediatamente che il suo sorriso non arrivava mai agli occhi,
gelidi
quanto il suo tono.
-
Non è un “dottorino”. È il
migliore che conosca, se sei
vivo è grazie a lui - disse bruscamente Arcee.
Spectrus
si alzò con un movimento fluido. - Me ne
ricorderò. Forse.
Arcee
se lo trovò vicinissimo. La sensazione di prima si era
acutizzata,
sentiva la Scintilla pulsare particolarmente forte, ed era come se
dei… "tentacoli”
di ghiaccio invisibili (non avrebbe saputo come descrivere meglio
quella
sensazione assurda) la stessero avvicinando a Spectrus eliminando sia
la poca
distanza che c’era tra loro, sia ogni prudenza. Identificato
o
meno, Autobot o
meno, quello era un estraneo.
-
Qual è il tuo nome?
-
Arcee - riuscì a rispondere lei, mentre fissava con gli
occhi sgranati quelli di Spectrus, sempre più freddi.
-
Eri abbastanza conosciuta. Dicevano che nessuno mai fosse
riuscito a prendere la veloce Autobot chiamata Arcee…
Quelle
parole. Starscream, quando aveva preso lei e Cliff,
aveva detto più o meno lo stesso; non andava bene.
Detto da un Autobot però era
diverso…forse. E poi l’unico legame che Spectrus
aveva con Starscream era lo
sterminio della famiglia da parte del seeker, di sicuro non erano
amiconi.
La
guerriera rimase di sasso quando Spectrus iniziò ad
accarezzarle il viso.
Non fu capace di reagire. Ma che gli saltava in
mente, come si azzardava?! Non la conosceva nemmeno!
"Ma
soprattutto, che
cosa è che sta succedendo a me?!
Sto qui ferma come una beota
senza dirgli di togliermi le mani di dosso!" pensò,
allibita, stranita e confusa.
Lo
aveva appena conosciuto, eppure lo voleva... e allo stesso tempo,
no.
-
…però non mi hanno mai fatto capire bene che
magnifica
femme sei. Un vero peccato, sarei venuto qui prima, ma
recupererò il tempo
perduto.
"Recuperare
il tempo perduto?! Non avrà voluto
dire…no, non può essere!"
Ad
Arcee in fondo era sempre piaciuto Optimus Prime, era con lui che
semmai avrebbe voluto stare, in ogni senso possibile. Ora
però
aveva conosciuto Spectrus, e da un momento all'altro era diventato
tutto così assolutamente folle!
Forse era il famoso "colpo di fulmine", quello millantato da storie di
umani e transformers, al quale però lei non aveva mai
creduto...
fino a quel momento.
-
Non penso sia una buona idea - riuscì a dire,
ma
nient’altro.
-
Io invece credo proprio di si…
-
Vedo che ti sei ripreso - disse seccamente Ratchet,
entrando nell’infermeria.
All’entrare
del medico, Arcee sentì la specie di
stregoneria che le faceva pensare di essere impazzita svanire assieme a
tutto il resto di quelle sensazioni a lei sconosciute. Si
allontanò rapidamente da
Spectrus, che fece un lievissimo sorriso divertito.
“Non
pensare di cavartela così, mia cara Arcee. Questo
è
solo l’inizio”.
-
Ho una buona resistenza, dottorino.
-
Non! Chiamarmi! Dottorino! - esclamò Ratchet guardandolo
male - Sei venuto qui per fare altri danni?
Danni
di ogni genere, considerando la faccia che aveva
Arcee fino ad un attimo prima.
-
La mia idea non è quella. A proposito di danni,
dottorino, hai poi riparato la scatola vocale di, come si chiamava quel
ragazzo…Bumblebee? O non ne sei ancora venuto a capo?
La
tensione tra i due era alle stelle. Non si piacevano, non si erano mai
piaciuti e
Spectrus gli stava altamente sulle scatole.
Per Specter valeva lo stesso
discorso.
-
Non ti azzardare a-
-
basta tutti e due! - sbottò Arcee - Vi pare il caso di
mettervi a discutere?
Ebbe
un brivido, e sentì tornare l’abbraccio gelido
quando
Spectrus spostò lo sguardo nuovamente su di lei.
-
No, direi di no. In verità la mia intenzione era di
stabilire con buon rapporto con questo gruppo. Magari con alcuni
componenti anche abbastanza stretto - disse - O meglio ancora intimo.
Ma perché non
riusciva a mandare al diavolo quella sottospecie di bad boy?!
-
Non so se te ne ricordi, Spectrus Specter, ma qui
c’è una
guerra da vincere. Altro che “rapporti stretti” -
disse aspramente Ratchet.
-
Solo perché probabilmente non sai nemmeno
com’è fatta una
femme sotto la protezione inguinale non vuol dire che dobbiamo essere
tutti
come te. No, Arcee?
Prima
che chiunque potesse dire qualunque cosa, tuttavia, arrivarono
in blocco sia gli altri Autobots che gli umani.
La
prima cosa che fece Miko fu
fare al nuovo arrivato un sacco di fotografie. - Certo che sei grosso!
-
Gli indigeni sanno della nostra esistenza? - domandò
Spectrus ad Optimus, senza degnarla di uno sguardo.
-
Solo quelli presenti qui e i suoi superiori - rispose il comandante,
indicando Fowler con un cenno.
-
D’accordo.
-
Solo una cosa… chi è
“Spectra”? - gli chiese Wheel Jack - Mi
è parso di sentirtela nominare.
"Non
l’hanno trovata. Non è qui" pensò
Spectrus.
-
Non
so di che parli, magari avrò cercato di dire
“spezzata”, dato che l’astronave si
è spezzata in due. Impatto con dei
meteoriti, lasciamo perdere.
-
Capisco - annuì Wheel Jack, non troppo convinto.
-
Mi mostrate la base? - domandò Spectrus.
Optimus
Prime personalmente gli fece cenno di seguirlo. Specter gli
andò dietro
senza fiatare. Il primo posto dove Prime lo portò fu quello
dove tenevano le
reliquie…
-
Siete riusciti a recuperare diverse
cose, a quanto vedo.
-
Sì. Spectrus, ti avviso fin da ora che Starscream
è qui. Su
questo pianeta. Ha disertato - si voltò a guardarlo negli
occhi - Ti invito
caldamente a concentrarti sulla nostra missione e a lasciar perdere le
questioni personali, per quando dura sia. Non sei il solo qui ad aver
perso
qualcuno a causa sua. Quindi non andrai a cercarlo e non lo attaccherai
appena
ti capiterà sotto gli occhi. Spero che tu abbia capito.
-
Ho capito. Quella che reliquia sarebbe? - Spectrus indicò
Airachnid, chiusa nella vasca di stasi, dentro ad una stanza.
-
Non è una reliquia, solo qualcosa che è meglio
resti lì
in perpetuo. Penso che tu abbia capito di chi si tratta.
“Airachnid”
pensò Spectrus.
Oltre
a quello, di pensiero,
gliene stavano venendo anche degli altri… non molto puliti.
In nessun senso.
Pensieri per i quali avrebbe potuto essere radiato, forse. Ma doveva
solo stare attento a non farsi beccare mentre
apriva la vasca, faceva quel che voleva che lei apprezzasse o no, e poi
la
ributtava dentro.
-
Anche io direi che è meglio lasciarla lì.
***
Erano
passati un paio di giorni dall’arrivo degli Specter, e
se a Spectrus era andata bene lo stesso non si poteva dire per sua
sorella.
Non
che nessuno avesse alzato le mani su di
lei, specie perché era sempre rimasta in infermeria. Aveva
dato una mano a Knock
Out a curare dei soldati dimostrandosi piuttosto brava, proprio come
aveva
detto, e nessuno di essi l’aveva mai presa in giro per come
camminava.
-
La prossima volta stai più attento però. Mi hanno
detto
che gli insecticons sono grossi, quindi non mi metterei a
provocarli…
-
Ha cominciato lui - borbottò il vehicon.
-
Se si litiga mica si deve fare a botte per forza.
Non hai provato a parlarci?
Knock
Out alzò gli occhi al cielo, al colmo
dell’irritazione, andando troppo in profondità
sulla corazza di un soldato.
Quanto lo faceva innervosire!
-
Non si può parlare con quelle bestie schifose - disse
perplesso il vehicon - Quelli capiscono le cose solo a suon di pugni.
Se fossi
in te starei loro lontana.
-
Se proprio devo gli tirerò un paio di ceffoni…
-
"Un paio di ceffoni"! - Knock Out buttò a terra
l’attrezzo con cui stava lavorando - Ti senti quando parli?!
-
I miei recettori uditivi sono a posto. Perché? - gli
chiese lei ingenuamente.
-
Voi due andatavene, abbiamo finito - disse Knock Out ai
vehicons.
-
Non c’è bisogno di essere scortesi - disse Spectra
- Mi
raccomando voi, non mettetevi nei guai!
-
Io mi ci metterei solo per tornare qui a vederti - disse
uno dei due.
La
ragazza fece una risatina.
- Non vale la pena che tu lo faccia. Ciao ciao!
I
due uscirono dall’infermeria, lasciandola sola con un
Knock Out sempre più nervoso.
-
il tuo compito è farmi da assistente e obbedirmi in
silenzio, non intrattenere i soldati!
-
Non li intrattengo ma non vedo che c’è di male ad
essere
gentili - ribatté Spectra, che dal suo canto proprio non
capiva perché Knock
Out fosse così scortese con i suoi pazienti e non solo.
-
Le gentilezza non è roba da Decepticon. La gentilezza
è
roba da Autobot! Da femminucce!
-
Ehm... ma io in effetti sono
una femme - lo guardò perplessa - Non un mech.
"Che
nervi, che nervi, CHE
NERVI!" pensò Knock Out.
-
Me ne ero accorto! Insomma, hai capito quel che volevo
dire! Quindi adesso obbedisci ai miei ordini e stai zitta! Capito?
Spectra
rimase lì ad osservarlo in silenzio, immobile.
-
Ti ho chiesto se hai capito, e perché diavolo non ti
muovi?!
-
Se devo stare zitta e obbedire ai tuoi ordini come faccio
a dirti se ho capito e a fare qualcosa se non mi ordini niente?
A
Knock Out venne un tic nervoso all’occhio sinistro, stava
per esplodere! - Sentimi bene. Non so se mi stai prendendo in giro ma
se è così smettila subito, altrimenti giuro che
ti
stacco la testa. Ho una sega circolare apposta.
-
Hai una sega circolare in dotazione? Forte! Posso vederla?
Knock
Out si voltò ed iniziò a sbattere la testa contro
il
muro. - Perché a me, perché? Perché
non l’ha affibbiata a Soundwave, è
lui che l’ha trovata, perché a me?!
-
Guarda che così ti fai mal…-
nell’avvicinarsi a lui
Spectra inciampò nell’attrezzo che Knock Out aveva
gettato a terra prima, e
cadendo gli graffiò per errore la corazza.
La
ragazza si rialzò immediatamente. - Scusami, mi dispiace
tantissimo, non ho fatto apposta, se vuoi lo riparo
subito!...
Knock
Out si voltò di scatto, furioso come mai, la prese per
il collo e la sbatté contro la parete tirando fuori la
famosa sega circolare.
-
ORA BASTA!
Questo è troppo, ringraziando Primus tra poco chiuderai
quella bocca!
-
Io direi che sia meglio che mi lasci, sennò sono costretta
a darti due ceffoni a modo mio e non mi piace…
-
Stai zitta, maledetta storpia! - la insultò Knock
Out.
Spectra
ci rimase decisamente male, forse più per quello che per il
fatto che
sembrava volesse farla fuori. Una
"maledetta storpia"…era così che la vedeva. Era
così che la
vedevano tutti. Meglio non dimenticarlo mai, anche se le sarebbe
piaciuto poterlo fare, anche solo per una volta.
Prima
che la femme potesse reagire in qualsiasi modo però
Knock Out fu afferrato brutalmente da un tentacolo e sbattuto
violentemente
contro la parete. Spectra scivolò a terra, e la prima cosa
che vide fu
Soundwave che aveva afferrato Knock Out e lo stava sbattendo di nuovo
contro il
muro, tenendolo talmente stretto alla gola da segnargli i cavi del
collo ed
incidendogli la corazza con i tentacoli.
-
LASCIAMI!
Che ti prende?! S-stanne fuori!...
Soundwave
indicò Spectra, che si era rialzata e osservava
quella scena con aria piuttosto tesa.
-
Lei è un’inutile storpia! Questo è un
dato di fatto! Tagliarle la testa è la cosa
migl-AAAH!
Soundwave
forò nuovamente la sua corazza.
-
Basta! Smettila!
Soundwave
si voltò a guardarla. Knock Out l’aveva insultata,
perché avrebbe dovuto smettere?
-
Lascia stare. Non ne vale la pena - continuò Spectra -
Lascialo per favore.
Dopo
qualche attimo di tensione Soundwave lasciò andare
Knock Out, prese delicatamente la ragazza con un tentacolo ed
uscì con lei
dall’infermeria. D’ora in poi sarebbe stata la sua,
di assistente, come avrebbe
dovuto essere fin dall’inizio. Con lui non avrebbe corso
pericoli, perché l’avrebbe
protetta. Che ci provassero, ad avvicinarsi a lei con brutte
intenzioni!
Nessuno doveva toccarla!
Lei era anche troppo buona, se fosse stata un’altra persona
lo avrebbe lasciato fare. Megatron non gli avrebbe detto
granché su
quella faccenda, di solito lasciava che i suoi uomini risolvessero tra
loro i
propri problemi.
-
Posso camminare da sola, te l’ho già
detto… dove
andiamo?
Lui
le fece capire che d’ora in poi l’avrebbe tenuta
con sé.
Lei annuì.
-
Va bene ma, sul serio, mettimi giù.
Dopo
un po’ Soundwave obbedì.
-
Grazie. Andiamo?
Lasciò
che camminasse di poco avanti a lui. Era sicuro che
sarebbe stata una buona assistente, rendendosi anche più
utile di quanto avesse
fatto con Knock Out.
-
Comunque non è che tu debba stare sempre a preoccuparti per
me -
disse lei - Se tu non fossi arrivato e lui non mi avesse
lasciata… lo sai no? Due
ceffoni.
“Hai
rischiato di andare offline! È una fortuna che io fossi in
ascolto, altro che due ceffoni!” pensò
l’ex gladiatore.
-
Due ceffoni…no - ripeté.
-
Guarda che funzionerebbero.
Soundwave
scosse la testa. - Funzionerebbero…no.
-
I miei sì.
C’era
poco da fare, Spectra viveva ancora nel castello delle
fiabe. Ma per Soundwave invece che una fonte di nervosismo era uno
spiraglio aperto
su un mondo dove la guerra e tutte le sue conseguenze non esistevano.
Un mondo
dove la bontà non era ancora morta, la dolcezza esisteva
sempre e la
gentilezza non si era dissolta nell'energon di mechs e femmes trucidati
in nome di un ideale. Un toccasana per lui.
-
Dico sul serio eh!
Il
suo sorriso illuminava la stanza (anzi, il corridoio) di nuovo. Ebbe
l’istinto di
accarezzarla, istinto a cui però non diede
ascolto.
-
…dovrebbe fare attenzione - disse poi, usando la
registrazione di Dreadwing.
-
Certo che sto attenta, ma guarda che so cavarmela bene,
io…
Nota: voglio precisare che nell'anno in cui ho scritto questa fic trovai quella... cosa...dei tentacoli di ghiaccio bollente in un libro, utilizzata dalla protagonista per descrivere una sensazione analoga. La mia colpa è di aver detto "OCCHEBBELLO RIUTILIZZIAMOLA" nel 2013, non di averla coniata. Alla fine per quanto sia cringe ha più colpa chi l'ha messa in un libro edito anche da Mondadori di quanta ne abbia io :'D
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
TSB4
-
Allora è un vizio…Optimus, abbiamo
un’astronave in
avvicinamento! - avvisò tutti Ratchet.
-
Che tipo di astronave?
-
Una nave Decepticon…
Gli
Autobots si guardarono. Un’astronave
Decepticon…l’ultima
volta che avevano ricevuto un segnale del genere era arrivata
Airachnid.
Speravano proprio che stavolta non portasse un ospite altrettanto
pericoloso.
La
cosa stava preoccupando abbastanza anche Arcee,
nonostante in quel momento la sua testa fosse presa anche da
un’altra
questione, forse ancora peggiore.
Il
fatto era che Spectrus non le toglieva gli occhi di
dosso. Questo la inquietava e la irritava, ma al contempo la eccitava
terribilmente. Quell’uomo era la cosa più assurda che le
fosse mai capitata in
vita sua.
La mente le urlava di stargli lontana, di fuggire via da lui
più
lontano che poteva, ma la parte più profonda di
sé stessa le suggeriva altro.
Cosa che Spectrus Specter sembrava vedere benissimo.
Arcee si sentiva “nuda”, ogni volta che si
accorgeva di
essere osservata da lui, si sentiva come se fosse fatta di vetro:
totalmente
trasparente. Non le piaceva ma sembrava che non potesse farci proprio
niente, e oltretutto aveva la sensazione che quel che era successo in
infermeria fosse stato solo l’inizio.
Era
veramente un Autobot, Spectrus? Sembrava di sì, il
simbolo era quello e notoriamente era dei loro.
Però…
-
Preoccupata, Arcee? - freddissimo ed arrogante, quello era
il tono con cui da quando era arrivato si rivolgeva a tutti. Ma nemmeno
Optimus lo
aveva ancora rimproverato.
-
Due arrivi improvvisi, di cui uno è probabilmente
nemico, non è una faccenda esattamente tranquillizzante -
ribatté lei, cercando
di essere gelida quanto lui. Non che fosse possibile.
-
Può essere che stanotte trovi il modo di farti rilassare.
-
S-stammi alla larga - Arcee si scostò bruscamente, e
guardò gli altri, tutti occupati ad osservare lo schermo e a
fare deduzioni su
chi fosse o chi non fosse a stare in quell’astronave.
Possibile che nessuno
sentisse mai nulla di quel che Spectrus le diceva?
-
Dici così perché non mi hai provato. Ti avverto,
sono come
una droga particolarmente potente: già dopo la prima volta
non potrai fare a
meno di me. A proposito, ti sei mai connessa a qualcuno o sei ancora
intatta?
Arcee
rimase di sasso. Non erano domande da farsi a qualcuno appena
conosciuto, non secondo lei. - Chi
ti
credi di essere per?!...
-
Era solo una domanda, calmati. Cos’è tutta questa
agitazione?
- le sorrise, ma gli occhi erano sempre duri come l’acciaio -
Non avrai paura
di me, Arcee? Non ne hai motivo. Credevo fossi più
coraggiosa.
-
Lasciami in pace d’ora in poi, va bene?! Stammi lontano! -
sibilò la guerriera.
-
Non è questo quello che vuoi. Io lo so, tu lo sai ed
è
per questo che finirai per regolarti di conseguenza.
-
Non ho intenzione di fare nulla con te! Capito? - indietreggiò
Arcee, fuggendo non solo da lui, ma anche dalla verità.
-
Sarebbe bene che andiamo a vedere di
quell’astron…- iniziò
a dire Prime, quando sl computer apparve un altro segnale - Che altro
c’è?
Ratchet
si mise subito al lavoro. - Sembra… è energon
rosso,
Optimus! È stato trovato dell’energon rosso!
-
Estremamente raro quanto volatile. Dobbiamo
sbrigarci ad aggiudicarcelo prima che lo facciano i Decepticon -
commentò
Prime.
-
Perché, che fa di particolare? - domandò Jack.
-
Ipervelocità - disse semplicemente Bulkhead, al che Miko
fece un “Oooooh” entusiasta.
-
Allora come facciamo a…- Ratchet stava per chiedere
come
si sarebbero organizzati per il recupero dell’energon rosso e
l’ispezione
dell’astronave, quando Spectrus lasciò perdere per
un momento la sua preda e si
rivolse a tutti loro.
-
Io avrei un’idea, Optimus Prime. Ho il permesso di
esporla?
Quella
domanda era
una pura formalità, se non semplice
ipocrisia. A lui non importava granché dei permessi e si
sentiva benissimo da
come parlava, atteggiandosi già da capo della baracca.
-
La mia idea è mandare Ratchet e Bumblebee
all’astronave,
così se ci fosse bisogno di un medico sarebbe tutto a posto,
e il ragazzo in
teoria dovrebbe sapere il fatto suo. A recuperare l’energon
rosso potete andare tu e
Bulkhead. Gli umani a giudicare dall’ora sarebbe meglio che
tornino a casa…no,
Jack Darby? È mezzanotte passata - a quelle parole Jack
scattò andandosene via
temendo la punizione di sua madre, e gli altri lo seguirono - E qui
alla base,
beh…qualcuno che apra il Ponte dovrà pur esserci.
-
Puoi farlo tu, visto che hai avuto quell’incidente - disse
subito Ratchet, che non lo voleva con loro a far danni.
-
La mia idea era proprio quella ma purtroppo non sono
molto pratico. Magari Arcee potrebbe insegnarmelo.
Arcee
trasalì. Sola con lui nella base?
-
Allora, Optimus?
-
Direi che come idea sia buona - ammise Prime, non facendo
caso alla faccia di Arcee - E non abbiamo tempo per pensare ad altre
opzioni.
Autobots… in azione!
Arcee
avrebbe voluto urlargli di no, di portarla via con lui
o di farla andare con gli altri, ma gli stessi "tentacoli ghiacciati"
che la
attiravano a Spectrus le stavano anche impedendo di aprire bocca. Era
terrorizzata per quanto, invece, desiderava rimanere lì con
lui. Non sapeva che
fare. Era tutto così confuso.
Quasi
meccanicamente aprì il Ponte e guardò le due
squadre
andarsene. Per un attimo sperò che qualcuno notasse che
c’era qualcosa che non
andava, ma l’unico ad avere una leggera esitazione fu
Bumblebee, che poi
scomparve nel Ponte.
Fu
così che lei e Specter rimasero soli.
Se
lo ritrovò alle spalle in men che non si dica, per grosso
che fosse era silenzioso come un gatto.
-
Sapevo che non ti saresti tirata indietro. Alla fine non lo fate mai.
-
Dobbiamo concentrarci sulla missione - cercò di dire
Arcee, odiando che le tremasse la voce in quel modo -
Non… non possiamo muoverci
di qui.
-
Chi ha detto che dobbiamo andare in un’altra stanza? -
Arcee si sentì sollevare e mettere seduta su qualcosa - Non
c’è bisogno. Siamo soli.
-
Io non voglio. Non ti conosco, sei un estraneo! -
protestò, ma quando lui la baciò rimase
così sconcertata da non riuscirci più.
Anche
i suoi baci erano ghiaccio bollente, si sentì rabbrividire,
e lo fece
ancor di più quando vide che come sempre nulla nei suoi
occhi era cambiato.
Quel che invece era cambiato era il fatto di non riuscire
più a
tirarsi indietro, di non riuscire ad aver voglia di farlo: le voglie
erano di tutt'altro tipo ormai, erano quelle di una femme che non era
mai stata toccata in quel modo da un mech e che non era mai stata
"voluta" da un mech in senso fisico (o, se invece era così,
i
mechs in questione non gliel'avevano mai fatto capire).
-
Sei
ancora di quell’idea? - le sussurrò Spectrus -
Arcee,
quando io desidero qualcosa o qualcuno trovo sempre il modo di
ottenerlo. A qualunque costo.
Dopo
questo Spectrus non disse altro, dimostrandole che le
sue parole corrispondevano ai fatti.
***
-
Quello Specter…mi sto già pentendo di averlo
salvato -
borbottò Ratchet.
Bumblebee
in un’altra occasione l’avrebbe un
po’rimproverato,
ma quella volta era della stessa idea. Spectrus non gli aveva fatto
niente ma
quell’atteggiarsi da capo e il modo cui trattava tutti quanti
non gli piacevano affatto. Quelli non erano modi da Autobot, erano
più da
Decepticon, e la sola cosa "buona" era che fosse molto democratico
nell'usarli con tutti quanti.
Per
di più Arcee gli era sembrata "strana". C’era
qualcosa
che non andava, e per quanto lei fosse in grado di difendersi molto
più che bene iniziava a pensare di aver fatto un errore a
lasciarla sola
con quel tizio.
-
La pensi anche tu come me, vero? - commentò Ratchet - Questa
è una
delle poche volte che mi auguro di sbagliarmi, ma ho proprio paura di
avere
ragione anche stavolta.
Bumblebee
non replicò, mentre si avvicinava con lui
all’astronave.
Ratchet
intanto rifletteva. Più che altro si chiedeva come
diamine avesse potuto Spectrus Specter continuare a lavorare
per
loro, come avesse potuto fornire agli Autobots informazioni vitali
senza poter andare
personalmente in missione. Alcune di quelle informazioni erano
impossibili
da raccogliere per "sentito dire": erano troppo dettagliate,
troppo
precise.
A
dirla tutta da dopo il macello che aveva fatto la qualità
dei dati che passava loro era anche migliorata. Ricordò di
una volta,
moltissimo tempo prima, in cui anche Optimus Prime aveva espresso la
propria
perplessità su quell’argomento, ma era stata
l’unica; quelle informazioni
servivano, e c’erano così tanti problemi che non
ci si poteva soffermare su
ogni singolo dettaglio dell’operato dei propri soldati,
specie se i risultati
erano così buoni, ma come Spectrus avesse fatto restava un
vero e proprio mistero.
-
Eccoci. Meglio se stiamo in guardia - disse Ratchet
avvicinandosi circospetto all’astronave insieme a Bumblebee.
All’improvviso
furono sfiorati da degli spari, e diversi
vehicons sbucarono fuori come dal nulla accerchiandoli! I due si misero
schiena
a schiena, iniziando a colpire a loro volta i soldati Decepticon, ma
erano solo
in due, e loro erano in troppi.
-
Serve una mano?
Quella
che sentirono era la voce di un ragazzo giovane, che
iniziò a sua volta a sparare contro i Decepticon. Sembrava
abbastanza in gamba e in tre se la cavarono decisamente meglio,
riuscendo a
sistemare parecchi vehicons e ad indurne alla fuga altrettanti. In
più il
nuovo venuto sembrava essere riuscito a nascondere ai Decepticon e a
portare
con se una reliquia di Cybertron che sembrava essere un alteratore di
fase!
I
due Autobots cercarono di capire chi si trovavano davanti.
Non aveva addosso né il loro simbolo né quello
dei Decepticon, ma…
-
Chi sei? - Ratchet, nonostante l'aiuto ricevuto, mostrò la
consueta
diffidenza iniziale.
-
Mi
chiamo Smokescreen - il ragazzo diede un’occhiata al
simbolo degli Autobots - Per fortuna non sono finito di nuovo nelle
grinfie dei Decepticon! È già un miracolo che io
sia
riuscito a fuggire dalle loro carceri!
Quello
se non altro spiegava l’astronave con cui era
arrivato.
Bumblebee
disse qualcosa.
-
Eh… non ho capito.
-
Ha chiesto cosa sei, dato che non hai simboli addosso.
Anche se avendo sparato ai Decepticon dovresti essere dalla
nostra…
-
Ero una guardia d’elite. La guardia personale
di Alpha Trion - disse Smokescreen.
Ratchet
fece un’espressione
sorpresa. Era vero, ora che ci faceva caso Smokescreen un simbolo ce
l’aveva,
ed era proprio quello delle guardie d’elite!
-
Sul serio?
-
Sì. Purtroppo è da molto tempo che non ho
più notizie
dell’Archivista. Questa è l’ultima cosa
che mi ha affidato - disse
poi, mostrando loro l’alteratore di fase - Per caso qui
c’è Optimus Prime?
Alpha Trion mi parlava spesso di lui e so che è stato lui a
caldeggiare la sua nomina
a Prime.
Sembrava
proprio che quel che diceva fosse vero. Ratchet era
un po’indeciso sul da farsi, doveva o non doveva portarlo
alla base?
Poi pensò che se avevano tenuto con loro Spectrus Specter
a maggior ragione potevano accogliere Smokescreen, che almeno aveva una
faccia
più “pulita” e aveva un curriculum
discreto.
-
Portatemi con voi… eddaaai!
Io sono destinato a fare grandi
cose, me lo sento, e lavorare per Optimus Prime è un onore!
-
A questo proposito, dato che mi sembri a posto forse è
meglio andare a dare a lui e Bulkhead una mano - disse Ratchet -
Ratchet a
base, serve che apriate il Ponte alle coordinate di Optimus e
Bulkhead…
Nessuno
rispose.
Ratchet
iniziava ad irritarsi. - RATCHET
A
BASE!
-
Con
calma,
dottorino, non c’è bisogno di urlare. Che
c’è?
A
rispondergli era stato proprio Spectrus, cosa che di certo
non gli calmò i nervi. - Arcee dov’è?!
-
Al momento è
impegnata.
Ad
ascoltare meglio, la voce di Specter sembrava quella di
uno vagamente sotto sforzo. Gli sembrò di sentire dei
sospiri in sottofondo,
ma non ci poteva giurare. - In che senso “è
impegnata”?!
-
La risposta a
questa domanda non è pertinente alla missione, dimmi che
vuoi e falla finita.
-
Piantala con questo tono da presuntuoso e apri il Ponte
alle coordinate di Prime e Bulkhead!
-
D’accordo,
a
patto che eviti di richiamare per almeno una mezz’ora. Pure
io sarei impegnato,
non solo Arcee.
Ratchet
non ebbe tempo di sbottare che la comunicazione si
chiuse e il Ponte si aprì.
-
Ma quell’arrogante chi era? - chiese subito Smokescreen.
-
Un arrogante appunto. Dai, andiamo.
***
Starscream
voleva quell’energon rosso a tutti i costi. Voleva quel
potere, voleva l’ipervelocità.
Aveva
perso tutto e se ne rendeva conto fin
troppo bene. Con quel potere se non altro avrebbe di nuovo avuto in
mano qualcosa.
Non sapeva ancora bene come l’avrebbe utilizzato, ma quella
era una cosa che avrebbe deciso in seguito: intanto doveva procurarsi
la
materia prima. Magari ci sarebbe riuscito più facilmente con
l’Armatura del Comando, che era ancora in mano sua.
Ma sì! Gli Autobots non avrebbero avuto
speranze contro di lui, che venissero pure! Avrebbe dimostrato loro
quanto
valeva. Che si rendessero conto, almeno loro, che lui era uno da temere!
Se
pensava che invece Megatron non aveva mai apprezzato
niente di quel che faceva… come quella volta in cui gli era
stato dato
l’incarico di “occuparsi” delle famiglie
nobili di Cybertron, ordine che lui
aveva eseguito a puntino, e tanto no! Anche quella volta si era preso
una bella
lavata di capo, perché aveva fatto trucidare una famiglia di
troppo.
Spector Specter, l’allora capofamiglia di quella nobile
dinastia cybertroniana, aveva preso accordi con Megatron. Lui e i suoi
consanguinei non avrebbero dovuto essere toccati, e l'intenzione di
Megatron sarebbe stata quella di rispettare l'accordo.
Lui
si era lasciato
trascinare un po’troppo e se n’era dimenticato, e
quindi?! Poteva pure
capitare di commettere un errore!
Tra
l'altro quello sterminio
non gli era nemmeno riuscito bene,
perché aveva incontrato Spectrus Specter diverso tempo dopo
e per poco non era
stato terminato. Che fine avesse fatto la protoforma appena venuta al
mondo non
lo sapeva ma di sicuro si era riunita all’All Spark. Si
ricordava bene quanto
fosse gracile, forse era nata troppo presto e dubitava che avesse
retto ai
danni che le aveva inflitto.
Ma
poi che gli importava? Perché ripensare ai vecchi
fallimenti quando aveva il successo a portata di mano?
Si
mise a
scalare quella costruzione di ferro che l’avrebbe portato
all’energon rosso,
sospeso per aria dentro una scatola di legno dagli stupidi umani che
non ne
comprendevano il vero valore.
-
Fermo dove sei, Starscream!
"Optimus
Prime! Dannazione, doveva arrivare proprio ora?
Bastavano due minuti di ritardo, giusto due minuti!" pensò
il seeker.
Raggiunse
alla svelta la scatola di legno,
fracassandola e prendendo in mano l’energon rosso. Appena
fatto
questo, però, venne bloccato da Bumblebee,
appena arrivato.
-
Lasciami, maledetto stupido! - urlò, cercando di
divincolarsi e lottando con il piccolo Autobot per non farsi strappare
via
l’energon rosso e per non cadere.
-
Qui serve un’azione di forza - disse Smokescreen, e prima
che chiunque potesse dirgli qualcosa sparò contro la
costruzione di ferro
facendola inesorabilmente crollare.
-
CHE TI SALTA IN TESTA?!
C’era Bumblebee lassù! - urlò
Bulkhead.
-
Bisognava fare qualcosa, non potevo stare con le mani in
mano!
Grazie
alla propria agilità Bumblebee riuscì
a saltare su un edificio vicino senza riportare danni. Starscream
invece,
impossibilitato a volare, attivò l’Armatura del
comando.
-
Adesso ve la faccio vedere io - ringhiò, mentre stringeva
in mano l’energon rosso e l’Armatura iniziava a
coprirlo.
Cadde
a
terra ma non si fece assolutamente niente, e gli Autobots
indietreggiarono allarmati quando lui, dopo essersi rialzato,
iniziò a
dirigersi verso di loro con un sorriso spietato.
-
Aempre a mettervi in mezzo…ma ora siete finiti! Non potete
farmi niente finché sono qui dentro!
“Finché
è lì dentro?” pensò
Smokescreen.
Aveva
bisogno di
qualcosa per riabilitarsi agli occhi degli altri, che non avevano
apprezzato la
sua azione di prima, e l’alteratore di fase gli fece venire
in mente un’idea…
-
Dai qua.
…che
avrebbe anche messo in pratica, se l’alteratore in
questione non gli fosse stato rubato da un possente mech blu e nero
sopraggiunto all’improvviso, che attivando la reliquia
andò dritto addosso a
Starscream, penetrando nell’Armatura ed uscendone fuori
tenendo il seeker
argentato per la gola, per poi sbatterlo rovinosamente sul terreno.
-
Così ci rivediamo, Starscream. Ti ricordi di me? La
scorsa volta eri nel tuo territorio e non sono riuscito a farti fuori,
ma
stavolta non sarai altrettanto fortunato.
-
Specter! - Starscream sgranò gli occhi dalla
paura e
dalla sorpresa. Aveva pensato a lui poco prima e ora se lo
ritrovava
addosso!
Si
scontrò dolorosamente con un pugno in piena faccia, forte
come quelli che aveva preso da Megatron.
-
Se non altro hai una buona memoria, quindi ricordi anche
perché voglio ucciderti. Per mio padre! - il pugno
successivo danneggiò la
corazza, l’energon zampillava, ed il seeker urlò
di dolore - Per mia madre! -
per quello dopo ancora valse lo stesso discorso - Per tutta la mia
famiglia!
Ma soprattutto per la mia
vita
rovinata a causa tua!
Le
cose
però non andarono come Spectrus aveva programmato: fu
fermato
con un bel diretto in piena faccia proprio da Optimus Prime.
Specter
finì lontano diversi metri, e Starscream
approfittò immediatamente
della confusione per darsi alla fuga, ma gli Autobots registrarono solo
vagamente questa cosa, concentrati sul confronto tra Spectrus ed
Optimus.
-
Lui
è un nemico. Va distrutto - disse Spectrus
mentre si rialzava - Non vedo che problema ci sia se lo uccido. Guarda
che hai fatto! Starscream se n’è andato con
l’energon rosso quando
invece potevo finirlo!
-
Non è così che agiscono gli Autobot, Spectrus,
pensavo di
essere stato chiaro! - ribatté duramente Prime - E comunque
anche se abbiamo
perduto l’energon rosso abbiamo guadagnato
l’Armatura del comando.
-
Bell’affare, quest’impiccio pesante - Spectrus
assestò un calcio all’Armatura - Non vale la fuga
di un nemico, Prime,
se Starscream fosse morto sarebbe stato un problema in meno di cui
doverci
preoccupare in futuro.
-
Penso che questa non sia una cosa che debba decidere tu.
Incurante
delle occhiate di fuoco di tutti quanti, Spectrus
tenne lo sguardo fisso in quello di Optimus Prime. - Ti pentirai di non
avermelo lasciato finire, Optimus. Se in futuro creerà
problemi, sarà solo e
soltanto colpa tua: ricordatelo - lo avvertì, per poi
osservare Smokescreen e
lanciargli l’alteratore di fase - Grazie per il prestito,
pivellino.
-
Pivellino a chi?!
-
A quello che per poco non uccideva Bumblebee per errore -
replicò Specter.
Optimus
Prime si avvicinò al ragazzo. - Quale è il tuo
nome?
-
Smokescreen, signore, guardia personale di Alpha Trion! È
lui che mi ha affidato l’alteratore di fase.
Ratchet
annuì, per far capire a Prime che il ragazzo diceva
la verità.
-
Ti portiamo alla base. Arcee - Prime si mise in
comunicazione con la base - Apri il Ponte Terrestre, per favore.
-
Sì
- rispose la guerriera.
Ma
il tono della sua voce era strano…
-
Va tutto bene?
-
Sissignore.
Così
si
sentì rispondere Optimus, mentre il Ponte si apriva.
***
-
Spectrus…dobbiamo parlare.
Dopo
essersi confrontati tutti quanti l’ultima volta sugli
esiti della missione, agli Autobots era stato ordinato di rientrare
nelle loro
stanze. Ma Arcee sentiva di dover assolutamente parlare a Specter di
quel che
era successo tra loro prima che lui si rendesse conto della presenza di
Starscream laggiù e l’abbandonasse lì
senza dire una parola.
-
Parlare di cosa? - le chiese freddamente.
Quella
domanda ad Arcee
fece l’effetto di una coltellata alla pancia. -
Tu… lo sai.
-
Ti stai tardivamente pentendo di esserti connessa per la
prima volta con un "estraneo", come mi hai chiamato. Guarda che non
c'è niente di strano nel farlo, nonostante le stronzate
vecchio stampo che si sentono in giro. Quindi?
Quell’indifferenza…
possibile che non capisse cosa aveva
voluto dire per lei, che non gli importasse nulla?
-
Non è quello.
-
Allora parla, su.
-
Mi chiedevo cosa avesse significato per te - trovò la
forza di dire, vergognandosi a morte. Un po’per la domanda in
sé, un po’perché
la domanda in questione era generata da un fatto che, decisamente, non
era
stato da lei. Era sempre stata diffidente verso i mech e non solo,
e gli
si era donata così, appena lui l’aveva voluto... e
lei anche: sarebbe stato ipocrita negarlo.
-
Sei stata bene, no? - Spectrus rispose alla domanda con
un’altra domanda.
-
Sì ma non mi hai risposto. Cosa è stato per te?
“Un
bel niente, se non divertimento” pensò il mech
“Ma considerando che tipo è penso che se glielo
dicessi
adesso perderei un’interessante compagna di connessioni e
sarebbe un peccato.
Ah, che mi tocca fare!…calma e sangue freddo, Spectrus. Si
va in scena”.
-
Mi
è difficile risponderti- si costrinse ad assumere
un’espressione e un tono meno freddi. Doveva suonare anche
lui un
po’confuso
da quell’avvenimento improvviso, doveva sembrare
coinvolto,
interessato, comprensivo. Doveva dirle quel che voleva sentirsi dire. -
Magari il mio atteggiamento fa pensare il contrario ma, che tu ci creda
o no,
una cosa del genere non mi era mai successa. Volerti vicina in ogni
senso è stato
istintivo - le accarezzò il viso - Non ho potuto resistere,
ho
dovuto provare ad avvicinarmi a te. Sei diversa da
qualunque femme che ho incontrato, Arcee. è
stato come se la mia Scintilla ti riconoscesse - “Quante
idiozie.
Ma lei
sembra convinta… non che sia difficile raggirare una femme
che ha
appena perso
la verginità” pensò - Perdona la mia
freddezza di
prima, purtroppo io non sono molto bravo
a lasciarmi andare. Finisco spesso a dare un'impressione sbagliata,
anche se vorrei il contrario. Perdonami anche per essere andato via in
quel modo subito
dopo,
è solo che… forse te l’hanno detto, ma
Starscream ha
sterminato la mia famiglia.
Il desiderio di vendetta mi ha assalito, in quel momento non vedevo
altro, ho sentito il suo nome e non ho capito più nulla.
-
Penso
di capire - mormorò Arcee - Ha ucciso il mio ultimo
partner, Cliffjumper. Certo, lui non era un mio parente, ma io gli
volevo bene e quando ho saputo che era stato lui a terminarlo ho perso
la testa.
Spectrus
annuì. - Ci capiamo davvero. E per te, Arcee?
-
"Per me" cosa?
-
Per te cos’è stato quel che è successo
prima?
-
Per me è stato… - non sapeva dove guardare - Come
per
te. La stessa identica cosa. Non mi era mai capitato di provare
qualcosa del
genere fino a oggi.
-
Ne sono felice.
Arcee
sollevò il viso, e si
“sollevò” anche lei nel vedere
che negli occhi di Spectrus Specter, stavolta, c’era qualcosa
di più del solito gelo!
“Allora
dice davvero!”
-
Anche io, Spectrus.
Optimus
Prime se ne andò in silenzio. Pensò di aver
sentito
abbastanza.
Si era imbattuto per caso in loro due ma era rimasto in
disparte capendo che avevano qualcosa di serio di cui parlare. Se non
aveva interpretato male pareva proprio che Arcee si fosse
connessa
con Specter dopo pochissimo tempo che l’aveva conosciuto.
La notizia l’aveva sconvolto molto più di quanto
avrebbe
dovuto. Il fatto era che anche a lui Arcee piaceva, e molto (dire
"piaceva" in verità era molto riduttivo rispetto a quel che
sentiva) ma erano
in
guerra e lui era il capo: non c’era tempo per
l’amore.
Prime
però aveva la brutta impressione che, tra tutti quelli a
cui Arcee avrebbe potuto concedersi fisicamente e a livello
sentimentale, avesse scelto proprio
quello più sbagliato di tutti.
Spectrus
Specter gli era sembrato sincero. Sinceramente
interessato, sinceramente coinvolto, convinto di quel che
diceva…ed era proprio
per queste ragioni che Optimus era allarmato perché, da quel
che poteva ricordare di lui in passato,
Spectrus Specter non aveva mai mostrato il minimo attaccamento verso
niente e
nessuno. Anche Arcee…gettarsi tra le braccia di uno
sconosciuto non era
proprio da lei.
Certo, forse se Specter avesse parlato sul serio c'era una
possibilità che i sentimenti verso Arcee lo cambiassero in
meglio, pian piano.
Ma
chissà perché, Optimus Prime pensava proprio di
no.
***
-
Lasciaci soli.
L’ordine
di Megatron era stato chiaro ma Soundwave, per la prima volta nella sua
vita, aveva qualche riserva ad
obbedirgli.
L’ultima cosa che voleva era che Megatron facesse del male a
Spectra, che la punisse per quel che era successo con Knock Out,
proprio a lei
che non aveva colpa. Se Megatron avesse dovuto punire qualcuno semmai
sarebbe stato Knock Out,
non Scricciolo.
Megatron
lo guardò per un attimo, perplesso dal
fatto che non avesse ancora eseguito il suo ordine.
Spectra
invece osservava
entrambi in silenzio, facendo scorrere lo sguardo da lui a Soundwave.
-
Non voglio farle niente di male, Soundwave - disse poi
Megatron, iniziando a sospettare quale fosse il motivo per cui il suo
tecnico
era ancora lì.
L’altro
ex
gladiatore era già più tranquillo e
osservò
Spectra che, come al solito, non sembrava affatto preoccupata.
-
Dai, è tutto a posto. Ha detto che non mi tocca, quindi
non mi tocca… e poi te l’ho detto, non devi
preoccuparti per me - disse la
ragazza - Io ti raggiungo dopo alla postazione, va bene?
Dopo
qualche esitazione Soundwave annuì rapidamente uscendo
dalla stanza. Megatron aveva detto che non le avrebbe fatto del male,
doveva
fidarsi. Erano vecchi amici, non l’avrebbe tradito,
e non avrebbe proprio avuto motivo di
punire
Spectra.
Lord
Megatron rimase quindi seduto sul suo trono,
da solo con lei che lo guardava dal basso verso
l’alto
sorridendogli. Non si era ancora abituato all’atteggiamento
di Spectra, continuava a confonderlo.
-
Sembra che tu abbia avuto qualche problema con il
nostro medico.
-
Sono inciampata e gli ho graffiato la corazza, ma è stato
un incidente Lord Megatron - disse lei - Non l’avrei mai
fatto di proposito. Mi
sono offerta di riparare subito il danno ma poi…-
sollevò brevemente le spalle
- Credo che sappia già com’è andata.
Lo
sapeva eccome, dato che Knock Out appena essersi dato
un’aggiustata era andato da lui a lamentarsi sostenendo
oltretutto che Spectra
avesse fatto tutto di proposito, che era d’accordo con
Soundwave per farlo
pestare, che Soundwave era diventato matto e tutta una serie di
assurdità varie
a cui Megatron non aveva creduto nemmeno un po’. Era vero che
Soundwave si comportava in modo diverso da quando c’era la
ragazza ma dubitava
fortemente che fosse
impazzito, piuttosto sembrava semplicemente essersi molto
“attaccato” a lei.
Riguardo ciò, Megatron non aveva nulla da dire:
finché
Soundwave fosse rimasto leale ai Decepticon e avesse continuato a
lavorare,
poteva “attaccarsi” a chi gli pareva. Magari
sarebbe anche diventato un po’più normale e solo
il cielo sapeva quanto Soundwave, nel suo privato, ne avesse bisogno.
-
Lo so.
-
Vuole punirmi? - gli chiese, un po’esitante.
-
Non ho motivo di farlo e ho detto a Soundwave che non ti
avrei toccata.
Spectra
sorrise. - Allora anche se La chiamano il signore
del male Lei non è cattivo!
Megatron
la guardò fisso, senza sapere cosa dire. Si sentiva
completamente disarmato a trattare con quella femme. -
Come dici?
-
Ho detto che Lei non è cattivo.
Era
la prima volta da tempo immemorabile che Megatron si sentiva
dire una cosa del genere, ed era del tutto spiazzato. - Spectra,
l’hai detto tu
stessa che mi chiamano "il signore del male".
-
Magari esagerano. Io non so bene cosa abbia fatto
di preciso Lei in guerra per farsi chiamare così, ma penso
che tutti quanti abbiano fatto
cose brutte - Megatron vide per un attimo il suo sorriso vacillare, ma
fu solo
un istante - Nessuno è santo. Nessuno - disse - Nemmeno mio
fratello lo è.
-
Non hai torto ma vedi, forse quello che ho fatto io è un
po’peggiore della media…che fai? - si
stupì ancora di più quando Spectra si
arrampicò fino ad andargli in braccio.
-
Almeno sto più comoda, ma se Le peso scendo subito.
-
Non è per quello, è che…- guardandola
negli occhi il leader
dei Decepticon non riuscì ad andare avanti - Lascia stare.
Non mi pesi.
Dicevo, quel che ho fatto io è un po’peggiore.
-
Cioè?
-
Il fatto è che sono stato io a iniziare la guerra - si
sentì dire, cosa che lo rese ancora più allibito.
Perché stava dicendo quelle
cose, e proprio a lei? - Ai tempi la nostra società era
corrotta e io
volevo un futuro
migliore per Cybertron, è da questo che è partito
tutto quanto.
-
Cercare di cambiare le cose in meglio però è non
è una brutta cosa - disse Spectra.
-
Vero. Poi però per tanti motivi è andata a finire
in
tutt’altro modo,e ciò a cui ho dato inizio, con
buone
ragioni o meno, ha finito per distruggere il pianeta che avrei voluto
salvare - continuò Megatron -
Non ti fa paura sapere di stare
in braccio all’uomo che ha fatto tutto questo? Di essere
vicinissima a mani che
hanno terminato un numero di cybertroniani più grande di
quello
degli anni in
cui tu sei online?
Spectra
scosse la testa. - Mi ha accolta nell’astronave,
mi ha fatta curare, non mi ha punita, mi sta tenendo perfino in braccio
e mi
sta raccontando delle cose, tutto questo senza la minima intenzione
di farmi
del male. Nonostante tutto quel che mi ha detto io continuo a pensare
che Lei
non sia del tutto cattivo. Se lo fosse non staremmo qui così.
Il
sentimento predominante in Megatron in quel
momento era lo stupore per la totale tranquillità di quella
persona. Non ricordava di essersi mai trovato davanti qualcuno con un
atteggiamento simile, e sì che era online da molto tempo. Le
sollevò il viso - Chi sei in
realtà?
-
Sono una cybertroniana come Lei - rispose Spectra, sorpresa da
quella domanda di cui non capiva molto il senso - E mi chiamo Spectra,
ma
questo lo sapeva no?
-
Non era quel che intendevo - borbottò il leader dei
Decepticon.
-
Allora cosa intendeva?
-
Lascia stare.
Spectra
si alzò e scivolò giù fin sul
pavimento. - Come
vuole. Comunque visto che Lei mi ha detto quelle cose voglio dirle un
altro
motivo per cui sono qui, ma è un segreto… mi
promette che non lo dirà a nessuno?
Megatron
si trovò inaspettatamente a sorriderle. Ma d’altra
parte quel che succedeva con Spectra era tutto inaspettato. - Promesso.
-
Io voglio trovare il mio compagno di vita. Ci spero, mi piacerebbe
tanto! - affermò con
un sorriso luminoso - Lo sa, come nelle favole.
“E
tu vieni proprio da lì, dal paese delle favole”
pensò Megatron. - Te lo auguro ma la vita reale non
è una
favola.
-
Lo so ma io intanto ho già incontrato un principe
bellissimo che mi ha salvata due volte! - esclamò Spectra,
con uno sguardo
ancora più dolce del solito.
Il
leader dei Decepticon trasalì. Non si stava
mica riferendo a?...
-
Abbiamo finito? Perché io dovrei andare, lo ha detto Lei
che devo rendermi utile.
-
Abbiamo finito. Vai pure.
La
osservò uscire dalla stanza zoppicando e sollevò
un
sopracciglio con aria divertita. Soundwave quindi per lei era il
“principe
bellissimo”? O beh… fatti loro!
Quando
la ragazza uscì però Megatron ebbe un pensiero
inquietante. Lei lo aveva disarmato. Lo aveva portato al punto di dirle
cose che difficilmente ammetteva
anche a sé stesso, perché erano così
orrende -nonché la base di tutto ciò che aveva
fatto e disfatto e del perché- che erano difficili da
sostenere
anche per lui, e lei continuava a dire che non era del tutto cattivo, ed era
del tutto sincera.
Lei
aveva la capacità di influenzare le persone, di tirare
fuori lati di loro di solito ben nascosti. Proprio per quel motivo, pur
non
avendo intenzione di iniziare a trattarla diversamente, Lord Megatron
cominciò
a pensare che quella piccola femme che volendo avrebbe potuto
schiacciare sotto
i piedi fosse, magari, da temere.
***
Camminando
lungo il corridoio per raggiungere Soundwave e
ripensando non solo a quel che aveva detto a Megatron ma anche a quel
che era
accaduto di recente, Spectra Specter iniziava seriamente a pensare di
essersi… innamorata!
Lei
non sapeva cosa fosse l’amore, non ne aveva mai avuto
esperienza diretta, lo conosceva solo attraverso tutte le favole che
aveva
letto.
Aveva
passato luna larga parte della propria vita chiusa in
casa da sola per volere di suo fratello Spectrus, che le aveva sempre
detto che
nella sua condizione non era il caso che se ne andasse in giro da sola.
Doveva
restare lì al sicuro, al riparo da ogni male,
perché fuori c’erano persone
cattive che appena l’avessero vista le avrebbero fatto cose
orribili, e lui lo sapeva bene, perché avere a che fare con
esse faceva parte del suo lavoro.
In
seguito le cose erano cambiate, e suo fratello aveva
iniziato a farla uscire dopo averle insegnato a tirare due ceffoni alla
maniera
degli Specter Bros’, ovviamente. Le uscite però
non erano
mai durate molto (la più lunga in assoluto era stata la
prima, imprevista,
durata un mese) e per belle che fossero state erano finite tutte quante
in un modo che faceva rabbrividire la piccola femme al solo
ricordo e la rattristava.
Erano gli stessi pensieri oscuri che aveva avuto
poco prima dell’incidente con gli asteroidi.
“I Decepticon sono
cattivi, sorellina. Noi invece siamo i
buoni. Quindi quel che facciamo è sempre giusto”.
Questo
era quel che le aveva sempre detto suo fratello, questo era
quello
a cui lei aveva sempre creduto. Quello a cui aveva voluto e
dovuto credere per poter restare vicino a Spectrus, il suo mito.
Adesso
che stava conoscendo di persona Megatron, e
soprattutto Soundwave, i dubbi però diventavano sempre
più grandi.
E
poi era innamorata!
Lo
conosceva da poco, vero, ed era anche molto più
vecchio
di lei, ma l’età nella società
cybertroniana contava ben poco, com'era ovvio che fosse in
una specie così tanto longeva e poco sensibile al
decadimento fisico, e comunque nelle famiglie nobili ci si accompagnava
prestissimo (lei, con quelli che in età umana sarebbero
stati diciannove anni, non sarebbe stata la più giovane.
Così aveva letto). Ma poi
non era così che accadeva nelle favole? Un colpo di fulmine.
Amore a prima
vista. Spectra lo sapeva bene, ne aveva lette così tante, ed
andavano
pressappoco tutte allo stesso modo: il principe e la principessa si
incontravano, si innamoravano, lui salvava lei dal cattivo/la cattiva
di turno,
si dichiaravano il loro amore… "tu hai la mia
Scintilla”, quella era la
formula… e vivevano per sempre felici e contenti.
“Dannata
storpia”.
Già.
Nelle favole andava così, ma perché Soundwave
avrebbe
dovuto interessarsi proprio a lei? Era già tanto che
sembrasse preoccuparsi
della sua salute.
Spectra
lo vedeva proprio come il principe delle storie che
aveva letto, fortissimo, intelligentissimo, bellissimo, così
eroico!
Assolutamente superiore alla media. Era chiaro, ovvio, che non
l’avrebbe
mai guardata se
non con pena. Come avrebbe potuto innamorarsi di lei?
"I
principi stanno con le principesse, e loro nei libri sono
tutte bellissime femme, e soprattutto sono sane, mentre io non
sono né una né l'altra cosa".
Non
esisteva nessuna principessa storpia nelle favole. Per quanto Spectra
non avesse mai smesso di sperare di trovare l’amore della
sua vita, quella era una cosa di cui non poteva dimenticarsi.
Le
veniva ricordata tutti i giorni da ogni passo che faceva,
dal loro rumore anomalo, dall’insensibilità della
sua gamba sinistra dal
ginocchio in giù.
Il
suo sorriso per un attimo scomparve, pensando che con Soundwave,
il principe che non sarebbe mai stato “suo”, era
finita ancora prima di
iniziare.
-
Ma tu guarda cosa abbiamo qui, Scrapeller.
-
Una femmmmmina…-
l’insecticon che rispondeva al nome di
Scrapeller avvicinò le fauci orrende al volto di Spectra -
Piccola femmina.
Ma adulta! Ciao, piccola femmina.
-
Ciao! - rispose al saluto Spectra - Mi piacerebbe restare
con voi ma io adesso dovrei andare a lavorare, mi stanno già
aspettando.
-
Perché tanta fretta? - l’altro insecticon si
parò davanti
a lei, mentre Scrapeller le andava alle spalle - Preferisci andare a
lavorare
che restare con noi? Ti divertiresti.
-
Oh si, se stiamo attenti a non romperla in due -
sghignazzò Scrapeller.
-
…in che senso? - domandò loro la ragazza, che non
aveva
ancora capito quel che volevano farle.
-
Mi sa che questa non si è mai connessa. Ti sei mai
connessa? - le chiese l’insecticon davanti a lei.
-
A…a dire il vero devo ancora
dare il primo bacio, io -
mormorò Spectra,
che ora invece iniziava a capire dove
volevano arrivare i due insecticons, sperando di sbagliarsi. Se
così fosse stato
sarebbe stata
costretta a dar loro due ceffoni a modo suo, e lei odiava la violenza.
-
Te l'avevo detto, questa non ha mai interfacciato con nessuno -
Scrapeller la
afferrò per la vita - Tranquilla, ora le cose cambieranno.
-
Meglio se mi lasci, altrimenti sono costretta a darvi due
ceffoni a modo mio…
Entrambi
gli insecticons risero di gusto. - Ah si,
immagino…adesso vieni con n-
A
Spectra sembrò di avere un dejà vu quando i due
insecticons vennero afferrati all’improvviso dai tentacoli di
Soundwave e
sbattuti via, per poi essere terminati a sangue freddo in pochissimo
tempo.
Soundwave
era qualcosa più che furioso. Come si erano
azzardati?!
“Nessuno
tocca Spectra. Nessuno!” pensò “Sono
stato stupido
ad andarmene, dovevo aspettarla fuori! Io…devo proteggerla.
Lei deve stare
bene” la aiutò a rialzarsi “Voglio che
stia bene e che sia felice. Se dovessero
farle del male impazzirei, se non dovessi rivederla più,
io… io…”
Che si fosse… innamorato?
Ma no. Impossibile. Lui non era il
tipo che si innamorava.
Eppure,
mentre nonostante le deboli proteste la portava via
con sé tenendola in braccio, gli sembrava sempre
più chiaro come stessero
effettivamente le cose.
Lui,
Soundwave, innamorato. Questa poi! Era assurdo, no?
"No.
Non poi così tanto, non con una come lei. Chi non se ne
sarebbe innamorato, al posto mio?"
-
Questa è la terza volta che mi salvi…
Proprio
come un vero cavaliere o, meglio ancora, come
il principe che salvava la principessa dal cattivo, e Scricciolo per
lui era proprio questo: una principessa.
Proprio come quelle di alcune favole che gli era capitato di leggere.
La
conosceva da pochissimo, ma chi se ne importava? Era dolce, buona,
innocente e anche bella, ai suoi sensori ottici.
Motivo
per il quale non si sarebbe mai interessata a lui se
non come amico, ed era già tanto che così fosse.
Le principesse stanno con i
principi, e lui non era un principe, ma il più fidato
alleato di colui che era
considerato il signore del male, a cui era e sempre sarebbe rimasto
fedele.
I
principi sono eroi, idealisti senza macchia e senza paura e lui,
durante la guerra, si era fatto ben più di una
“macchia”.
Come
avrebbe potuto una creatura di tale purezza innamorarsi
di uno come lui?
Di
sicuro Soundwave sapeva che finché lei l’avesse
voluto
vicino lui sarebbe rimasto, e che se fosse stato necessario
l’avrebbe salvata
ancora mille e mille volte, che si sarebbe preso cura di lei per
l’eternità, se
gli fosse stato possibile; ma sapeva anche che con Spectra, la
principessa venuta dal
paese delle fiabe che mai, mai sarebbe stata “sua”,
era finita ancora prima di
iniziare.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
TSB5
Pur
lavorando per loro, Spectrus Specter non
aveva mai
avuto una grande opinione dei metodi degli Autobots.
Non
aveva digerito l’essere stato fermato appena prima di
far fuori Starscream e nemmeno le occhiatacce degli altri quando aveva
risposto (non troppo educatamente, lo sapeva, ma non gli sarebbe potuto
importare di meno) a Prime. Non c’era dubbio che gli altri
rispettassero un sacco il loro comandante, ma secondo lui Optimus Prime
sbagliava
su tutta la linea e l’attuale situazione lo dimostrava. Chi
era
ad avere un
esercito enorme, e chi invece una piccola squadretta, rimasuglio di un
esercito
distrutto e/o disperso?
Non avrebbe lasciato gli Autobots per passare dall’altra
parte, di ciò era sicuro, non dopo quel che i Decepticon
avevano fatto alla
sua famiglia; ma intanto erano loro ad essere in vantaggio e, se le
cose
stavano in quel modo, doveva esserci più di un motivo.
Se
solo non avesse avuto quell’incidente, se solo avesse
saputo che fine aveva fatto sua sorella, allora le cose sarebbero
cambiate
radicalmente. Gli Specter Bros’ avrebbero ribaltato la
situazione una volta per
tutte!
Ma
così il futuro appariva decisamente incerto.
Specter
si mise a riflettere su sua sorella, e sul fatto che
ogni volta sembrasse sempre meno determinata a seguire la linea
d’azione che
fino a quel momento si era sempre dimostrata efficace. Quella ragazza
era
troppo buona, secondo Spectrus, troppo sentimentale. Si domandava
spesso come
avesse fatto a venire su così, considerando che a crescerla
era stato lui.
C’era
da dire che però era stata proprio l’innocenza di
Spectra, quel nonsoché di lei
che tirava fuori il
lato migliore delle persone a determinare tutti i suoi successi da dopo
il
disastro della sua ultima missione.
Quel
"nonsoché" che funzionava con la maggior parte delle
persone, ma non con lui.
L’aveva salvata dalle grinfie di Starscream quando era nata,
l’aveva tenuta con sé e se non fosse
successo tutto quel che era
successo, con la propria vita rovinata, la propria famiglia massacrata,
magari
le avrebbe anche voluto bene davvero: ricordava ancora di essere stato
sinceramente contento della notizia di una sorella in arrivo, ai tempi.
Peccato
che Spectrus Specter in realtà fosse morto quel giorno,
morto
dentro, e che i morti non amino. Anche con sua sorella, come con tutti
gli altri fuorché se
stesso, Spectrus era un bugiardo.
Un
bugiardo che ad un certo punto si era pentito di essersi
portato dietro quel fardello zoppicante a cui, pur tenendola segregata
per
evitarsi problemi con la scusa di proteggerla, doveva comunque
provvedere.
Era
successo quando aveva iniziato a fare rapidamente
carriera nella fazione degli Autobots, una volta riuscito a farsi
prendere come
spia; in quel momento aveva iniziato a vedere sua sorella come un ostacolo da eliminare, e l’avrebbe
fatto se invece l’ultima missione non fosse andata a
puttane. Quella era stata la ragione per cui aveva dovuto cercare il
modo per continuare a lavorare senza
doversi esporre personalmente, e alla fine l’aveva trovato.
Il
freno che Spectrus Specter, non volendo, aveva dato alla
propria carriera era stato la salvezza di Spectra che altrimenti
avrebbe fatto
la fine della bella addormentata… con la differenza che non
si sarebbe svegliata mai più,
nemmeno con i baci di tutti i principi dell’Universo.
Anche
adesso Specter non aveva le idee ben chiare su cosa
fare di lei alla fine, l'idea di liberarsene non gli era ancora passata
del tutto, ma in fondo gli era stata utile ed era sempre
sua
sorella. Se avesse scoperto che era viva e fossero riusciti a mettere
in atto
quel che Spectrus aveva in mente, l’avrebbe
lasciata in vita. A quel punto non sarebbe più stato
necessario
nasconderla,
non avrebbe più dovuto essere lui a occuparsene, e
magari Spectra avrebbe
davvero trovato
l’uomo della sua vita tra gli Autobots,
come desiderava da tanto. In fin dei conti aveva un buon
carattere ed era pur sempre di sangue nobile, chi se ne importava se
era
storpia?
Inutile
dire che per lui, Spectrus, il futuro sarebbe stato
luminoso e in continua ascesa dopo un successo del genere. Magari
sarebbe
anche riuscito a rubare il posto ad Optimus Prime, perché
porre limiti a quel
che poteva riservargli il destino?
“Torniamo
a noi. Certo che quanto a sistemi di sicurezza
questi stanno a zero” pensò, manomettendo il
sistema d’allarme del corridoio e
delle stanze in cui erano contenute le reliquie “Anche
Spectra riuscirebbe a
entrare qui dentro senza problemi… a beh, d’altra
parte sono stato io a
insegnarle come si fa”.
Quando
Spectrus si era trovato costretto a farla uscire aveva ritenuto
opportuno insegnarle diverse cosette e lei, che
tutto sommato non era stupida,
le aveva imparate tutte quante.
Anche quella dei “due ceffoni a modo suo”.
Il
mech arrivò rapidamente davanti alla stanza che gli
interessava, concedendosi una smorfia di sufficienza sia per i suoi
compagni
che ancora erano in ricarica e non si sarebbero accorti di nulla, sia
per la
femme rinchiusa nella vasca di stasi che tra poco avrebbe utilizzato
nel modo
in cui era logico usare una femme Decepticon, ossia per la connessione.
Ricordò
un Autobot con cui si era trovato a
lavorare una volta come esterno della sua squadra, un certo Grimlock
che non
sapeva che fine avesse fatto, ma che era della sua stessa idea riguardo
al modo
in cui trattare le femme Decepticon. Una delle poche volte in cui
Spectrus
avesse avvertito una parvenza di stima per qualcun altro che non fosse
sé
stesso.
Entrò
nella stanza e diede una bella occhiata ad Airachnid,
con l’ombra di un sorriso divertito sul volto. La posizione
in cui era rimasta
bloccata era davvero comica, per quanto era patetica. E quella avrebbe
dovuto essere
la temibile Airachnid? Se era così, gli faceva
più paura sua sorella!
Picchettò
un po’ su alcuni tasti, e la vasca di stasi si
aprì. Airachnid tossì.
-
M-maledetta Arcee… - socchiuse gli occhi e non riconobbe il
posto - Dove s…
Venne
afferrata alla gola con una mano, i suoi arti
in più vennero stretti da un’altra mano tanto
forte da farne sfrigolare
l’attaccatura; chiunque fosse, se avesse continuato
così si sarebbero staccati. Ma cosa stava
succedendo? Lei ricordava di stare combattendo con Arcee, ma quelle non
erano
le mani di Arcee, erano troppo grandi, sembravano piuttosto quelle
di... di Megatron, forse?
Le
venne alzato il viso. No,
non era Megatron. Megatron non aveva gli occhi azzurri, e comunque il
Lord dei Decepticon mostrava eccome le proprie emozioni (negative).
Quel tizio
invece, chiunque fosse, avrebbe potuto fare concorrenza a Soundwave
che, per
quanto ne sapeva Airachnid, non avendo volto non avrebbe potuto
mostrare le
proprie emozioni nemmeno
se avesse voluto o le avesse avute.
-
C-chi… diavolo… sei?! - era ancora dannatamente
debole, appena
uscita dalla vasca di stasi, e purtroppo per lei appena Spectrus
notò che stava
per sparargli diede un ultimo strattone alle sei zampe per poi
bloccarle
entrambe le braccia e stringerle fino a disattivare ragnatele e laser.
-
Meglio evitare, Airachnid. Non ti ho fatta uscire con l'intenzione di
ucciderti o di torturarti, e tu non vuoi trovarti senza braccia e
senza gambe... vero?
Airachnid
lo guardò con odio, ringhiando. - Cosa vuoi?! - la
stretta alla gola aumentò, ma la mano di Specter davanti
alla bocca le impedì
di urlare di dolore.
-
Parla piano, altrimenti ci sentiranno. Dover mentire
agli altri e terminarti senza prima esserci divertiti non mi va.
Non
gli era bastata Arcee. Era sempre rimasto dell’idea
di farsi anche Airachnid, così, tanto per vedere come andava.
Airachnid
sgranò gli occhi ed iniziò a divincolarsi. Lei
era
l'aguzzina, non la vittima! Non ci stava a quell’inversione
di
ruoli.
Poi però cercò di mantenere la calma, di pensare
lucidamente e in fretta. Proprio perché era ancora debole e
non
avrebbe potuto affrontare tutti gli Autobots da sola per cercare di
scappare, magari “collaborare” con
quell’enorme mech
era il
modo per fuggire. Batsava giocare bene le sue carte, e in fin dei conti
aveva avuto partner di aspetto decisamente peggiore.
Smise
di agitarsi e con
un cenno della mano fece capire a Spectrus che poteva toglierle la mano
dalla
bocca, tanto non avrebbe urlato.
-
Hai deciso di collaborare? D'accordo, in fin dei conti va bene lo
stesso. Se non
altro non sembri essere completamente stupida.
“Io no”
pensò il ragno. - Pensavo che voi Autobots
conosceste le buone maniere.
-
La maggioranza dei miei compagni tratta troppo bene i nemici.
Io non sono dell’avviso.
-
Io però non sono una Decepticon, caro... già,
quale è il tuo
nome? Pretenderesti di connetterti e non ti presenti nemmeno.
Criticava
i suoi metodi. Che carina. - Spectrus Specter.
Forse mi conosci.
-
Quello che ha quasi - Airachnid
sottolineò l’ultima parola - Fatto fuori
Starscream
rivelandosi una spia degli Autobot, l’unica riuscita ad
arrivare fino ai
vertici dell’armata Decepticon? Se sei quello Specter allora
sì, ti conosco di fama. Se
mi lasciassi la gola, magari…
-
Non ancora. Allora, hai disertato i Decepticon… come mai?
Megatron
non soddisfaceva abbastanza i tuoi appetiti?
-
I Decepticon sono una
manica di incapaci che mi annoia terribilmente - ribatté
Airachnid.
-
Ti annoiavi? Ecco perché davi il tormento ad Arcee,
allora - sorrise, ma solo con le labbra, come sempre - Me
l’ha detto poco fa,
prima di andare in ricarica tra le mie braccia.
Fu
una
doccia gelata per Airachnid, che aveva sempre pensato ad
Arcee come sua proprietà esclusiva.
Aveva smesso da tempo di
contare le occasioni in cui aveva sognato di farla sua, magari non una
volta sola, per poi torturarla e ucciderla lentamente, com'era stata
sul punto di fare tempo addietro.
Non aveva mai dimenticato l'accaduto,
era sempre stata intenzionata a rimediare, e ora aveva scoperto di
non poterlo fare completamente.
-
Tra le tue braccia - ripeté, attonita.
-
L’ho un po’stancata. La prima connessione
è
particolarmente stancante per una femme, forse lo sai anche tu.
Non
poteva credere al fatto che fosse stata così stupida da
cedere a
un tipo del genere, privandola di quel che invece sarebbe spettato a
lei. Non riusciva a smettere di pensarci. Era assurdo!
-
Non parli sul serio.
-
Essendo un po' vecchio stile ha
faticato un attimo ad accettare l’idea di essersi
interfacciata con uno che conosce da sì e no tre giorni, ma
che vuoi
farci, evidentemente aveva bisogno di affetto. La parte
divertente è che si è
bevuta tutte le mie bugie su quanto anche per me sia stato importante
quando
invece l’ho fatto solo per divertirmi. Un
po’ingenua per
essere la grande, veloce e astuta guerriera che decantano in giro.
-
Povera idiota - sibilò Airachnid, ancora visibilmente
irritata.
-
Abbastanza, sì. Purtroppo non c'erano altre femme
disponibili in
giro e ho dovuto accontentarmi, capisci - proseguì Spectrus
-
Lei è
una brava ragazza ma è proprio per questo che con lei posso
solo
divertirmi. A
me in realtà piacciono le donne di
tutt’altra natura - dopo questa frase diede
l’assalto alle labbra della vedova
nera - Diciamo che mi piacciono quelle inconsuete quelle che ad altri
magari
fanno paura. Sono terribilmente sexy - smise di baciarla per
darle una lunga
occhiata - Sei terribilmente sexy. Decisamente il tipo per cui potrei
perdere
la testa.
"A
quello posso provvedere io in seguito" pensò Airachnid "Al
momento però mi basta che tu la perda a livello metaforico e
mi
faccia uscire da qui. Potrei anche dargli corda e fargli perfino
credere di essere poco meno inesperta di Arcee proprio
perché 'inconsueta', se servisse a far
sentire più al sicuro questo idiota arrogante".
Presa
la decisione di agire così, Airachnid ostentò
un'espressione tale che Specter non poté far altro se non
interpretarla, all'apparenza, in un solo modo.
-
Non dirmi che non te l’ha mai detto nessuno. Andiamo, non
ci credo.
Airachnid
rimase in silenzio per qualche attimo.
-
Ho
sentito grida di terrore e di dolore, certi apprezzamenti sinceri sono
nuovi - mormorò poi -Tu sei il primo a non avere paura...
"E
neanche mi interessa sentirne, di apprezzamenti sinceri, ma
tant'è" pensò.
-
Che branco di stupidi animali, eh? Peggio per loro, che
non si sono resi conto di avere un tesoro come te tra le
mani… sei diversa da
tutte le altre, e questa diversità spaventa gli sciocchi con
cui fino ad ora
hai tentato di mescolarti. Ma tranquilla, ora le cose
cambieranno… io vedo il
tuo vero valore, mia bella Airachnid. E saprò apprezzarlo.
"Apprezza
pure finché puoi. Sì, mi sembra già
abbastanza
convinto che io abbia ceduto come Arcee" pensò lei.
Non
riuscì a evitare di prununciarne il nome.
- Arcee…
Quella
faccenda continuava a bruciarle non poco. Probabilmente avrebbe
continuato per un pezzo.
-
Arcee? chi è Arcee? Ah già, quella che ho usato
come svuota cavo. Lei non è niente - la baciò
ancora -
Se tu quella che ho sempre voluto da
quando quello stupido di Prime mi ha portato in questa stanza
mostrandoti come un oggetto
da esposizione. Condizione poco appropriata per te.
-
Me la pagheranno - disse Airachnid, stavolta del tutto sincera.
“E
questa è l'unica volta in cui è stata
onesta”
pensò Spectrus, mentre dava inizio alla connessione con
Airachnid “Voleva farmi credere che avrebbe collaborato
per poi
fregarmi! Mi ha preso per un idiota senza capire che lei, se possibile,
è stata ancora più cretina della sua cara Arcee.
Ho fatto
bene a nominarla. Sapendo qualcosa dei loro trascorsi ho immaginato che
avrebbe potuto destabilizzarla al punto da non lasciare che si
accorgesse che ho capito il suo giochetto. Non mi sto nemmeno
impegnando!... va bene lo stesso" concluse "Anche se
sarebbe stato ancora meglio se fosse finita a pendere dalle mie labbra
come tutte le altre”.
Era
così. A Spectrus bastava un appiglio, uno qualunque,
un’espressione sul viso, una parola rivelatrice ed ecco che
lui
colpiva. In un
attimo infrangeva ogni difesa, scacciava ogni paura, faceva sparire
ogni
diffidenza.
Ogni donna con cui aveva fatto quel giochetto in poco tempo
aveva iniziato a pendere dalle sue labbra, poco importava chi fosse.
C’era
sempre qualcosa a cui aggrapparsi. C’era sempre un punto
debole da trovare.
A quel punto quelle sciagurate credevano ad ogni parola
che diceva. Lo ritenevano perfetto, in ogni cosa. Diceva loro quel che
volevano
sentire da lui, dava loro sicurezza, le faceva sentire forti. Poi di
solito, dopo essere comparso nella loro vita come
una malattia devastante, scompariva lasciandole con una triste
dipendenza da
lui.
-
Io voglio andare via di qui - sussurrò Airachnid ai
suoi recettori
uditivi - Tu non sei… non sei come loro! Non stare con loro,
vieni via anche tu!
"Sul
fatto che non sono come loro hai sicuramente ragione" pensò
Specter.
-
Questo è quel che voglio fare. Detesto questi idioti e i
loro
metodi... ce ne andremo, Airachnid, promesso. - sussurrò lui
di
rimando, per poi baciarla.
“Il
bello è che mi crede. Crede davvero che ci sia
cascato” Specter era quasi
divertito.
Non
sapeva perché non facesse altro che mentire, non era molto
in
grado di spiegarselo e non ci provava nemmeno sul serio. Sapeva solo
che gli piaceva e che si sentiva bene
quando
vedeva gli altri abboccare alle sue bugie: era una cosa che lo faceva
sentire
forte, quasi un dio!
-
Ma che dia… cosa
sta succedendo qui?!
Era
Ratchet. Il suo arrivo fu una sorpresa sgradevole per Spectrus, che ci
faceva sveglio a quell’ora?
Ma
forse non era tardi per rimediare.
Si
staccò Airachnid di dosso, incurante della
sua espressione sconvolta nello scoprire di aver fallito, la
sollevò e la sbatté via con un pugno.
-
Avresti fatto meglio a restartene dov’eri, insetto
schifoso! - rapidamente si voltò verso Ratchet - Chi
è che dovrebbe occuparsi
della manutenzione di quella vasca di stasi?! È stata una
fortuna che io,
attirato da un rumore, sia passato di qua! Altrimenti questo
scarafaggio
sarebbe fuggito con tutte le reliquie!
In
quel momento sopraggiunse anche Optimus Prime, attirato
(veramente) dal rumore. - Cosa sta succedendo?!
-
Airachnid si è liberata e io la stavo sistemando quando
è arrivato Ratchet - disse freddamente Spectrus.
Airachnid,
a terra, aveva
ancora l’espressione sorpresa di quando se l’era
staccata di dosso. Anzi peggio:
era sorpresa, arrabbiata, quella di chi si stava insultando mentalmente
nei peggiori modi.
Lui era un bugiardo, un bastardo, ma lei quella volta
aveva agito da completa imbecille: aver pensato veramente che lui
potesse essere caduto nella sua tela con così poco non era
da
lei, era stata imprudente, lo era diventata quando quel maledetto le
aveva parlato di Arcee. L'aveva letta
come un libro aperto, si era lasciata leggere come tale e lui
ovviamente se n'era approfittato.
Era già debole dopo tutto quel tempo in stasi, e lui
l’aveva picchiata, l'aveva stancata, gli Autobots
l’avrebbero ributtata nella vasca!…
Optimus
guardò prima lui, poi lei. C’era qualcosa che non
andava, ne era convinto.
-
Ma che succede? - questa volta ad arrivare fu Arcee -
Airachnid! - esclamò, tirando fuori le lame.
“Ma...”
la guardò meglio “Perché ha
quell’espressione?”
Senza
che nessuno potesse prevederlo, con un ringhio di
rabbia e disperazione Airachnid si lanciò verso
l’uscita, fracassò la porta che
le stava davanti afferrando l’Immobilizzatore, il Guanto
della polarità e
L’Armatura del comando per poi iniziare a scavare un tunnel
che la portasse
fuori di lì, lontano da loro, incurante del dolore alle
zampe.
Aveva
bisogno di aiuto, quindi non aveva scelta: doveva tornare
alla Nemesis. Per quel motivo aveva preso le reliquie,
c’erano più
possibilità di essere riaccolta se tornava con un regalo,
per quanto consegnare
al Lord dei Decepticon quegli oggetti le scocciasse abbastanza.
Nessuno
degli Autobots fece in tempo a fermarla, e Ratchet
guardò Spectrus con occhi torvi.
-
Tu non me la racconti giusta. “Attirato da un
rumore”!
-
I tuoi non so, ma i miei
recettori uditivi vanno, e se non
fossi arrivato tu ad interrompere la lotta a quest’ora
Airachnid non sarebbe
più un problema - affermò gelidamente il mech.
-
A me non era sembrata una lotta.
-
Ah davvero? E cos'era, secondo la tua modesta opinione?
-
Io sono sicuro solo di una cosa - li interruppe Prime -
Airachnid sembrava molto sorpresa, e Airachnid non è una
che…
-
Ovvio
che fosse sorpresa, l’ho beccata in pieno mentre
cercava di fare danni. Ma d’altra parte - li
squadrò
entrambi - Mi date la
colpa solo perché in passato ho fatto una stupidaggine, e
poco
importa se l'altro nuovo venuto per poco non uccide uno dei nostri,
quello va benissimo.
Optimus
cercò di mantenere la calma. - Ho rimproverato
Smokescreen per quel che ha fatto. Lo sai.
-
Io sono stato accusato, non rimproverato: è diverso -
replicò Spectrus andandosene via senza
aggiungere altro.
Optimus
Prime sospirò
e guardò Arcee.
-
Tu che mi dici? Vorrei sentire la tua opinione, anche se temo possa
essere un
po’... di parte.
Arcee
ebbe un sobbalzo, Optimus sapeva?
Sembrava di sì e, non
avrebbe potuto giurarci, ma sembrava anche triste.
-
Anche a me in effetti Airachnid è sembrata strana.
Però perché avrebbe dovuto essere andata
diversamente da come ha detto
Spectrus? Insomma… perché avrebbe dovuto mentire?
Perché?
Perché
era un bugiardo.
Perché
gli piaceva esserlo.
Ma
purtroppo questo Arcee non lo sapeva…
***
Spectra
era una che non aveva problemi a lavorare finché
c’era da farlo, altro motivo per cui a Soundwave piaceva
parecchio.
Come
l’ex gladiatore aveva auspicato, la ragazza era
veramente abile. Si domandò chi fosse stato ad insegnarle ma
si rispose da
solo subito dopo: di certo era stato quel fratello che Scricciolo aveva
nominato
spesso, il fratello che probabilmente era morto o che comunque
non si sapeva che fine avesse fatto.
Doveva
ricordarsi di chiederle qualcosa in più su di lui,
anche se non gli importava granché. Era Spectra a contare,
non
suo fratello. Ma poi perché mettersi a chiedere altro? In
fondo
lei lo il motivo per cui erano
venuti lì aveva detto subito: “Tra le altre cose,
abbiamo
saputo che qui c’era
dell’energon”. Non era improbabile.
In ogni caso, doveva ammettere con se stesso che un altro motivo per
cui voleva evitare
ulteriori indagini era il timore di vedersi rovinare
l’immagine di principessa
che aveva di Spectra, per quanto dubitasse fortemente di poter trovare
qualcosa
che riuscisse a farlo.
Lei
piaceva a tutti, Knock Out a parte. Piaceva
perfino a Megatron, il che era tutto dire! Anche se…
Il
giorno dopo il colloquio che aveva avuto con Spectra,
il suo vecchio amico gli era sembrato un po’inquieto. Aveva
detto che, per
quanto la prima impressione su di lei fosse stata pienamente
confermata, forse
avrebbero dovuto stare attenti.
“Ha
un effetto strano sulle persone. Ha un ‘qualcosa’
che
spinge a comportarsi diversamente dal solito” aveva detto.
Come se Soundwave
non se ne fosse già accorto da un pezzo “ Non mi
fraintendere. Mi piace, anche secondo me è davvero
l’innocenza fatta persona. Mi ha detto
che non sono del tutto cattivo, ti rendi conto?” per la prima
volta dopo
millenni aveva visto Megatron completamente allibito “Ma il
suo modo di essere
potrebbe ritorcersi contro di noi. Direi di stare in guardia”.
Soundwave
però non immaginava in quale modo la totale
trasparenza di Spectra avrebbe potuto ritorcersi contro di loro, se si
escludeva quel che stava succedendo a lui sul piano personale,
condannato ad
amare qualcuno di irraggiungibile che non era affatto intenzionato ad
allontanare.
In
quel momento lei si stava occupando della
manutenzione di Laserbeak, di cui Soundwave si era sempre occupato
personalmente non fidandosi di lasciarla fare a nessun altro. Con lei
però era
tutto diverso.
Spectra
aveva cambiato il mondo di Soundwave da così a
così,
e lo aveva fatto senza nemmeno rendersene conto. Continuava a pensare
di fargli
compassione!
La
giovane cybertroniana trovava il lavoro di manutenzione
piuttosto rilassante. Alzando un attimo gli occhi per osservare il suo
“principe” notò che stava tirando fuori
da uno scomparto una specie di memoria
esterna.
-
Che cos’è? - gli chiese subito,
incuriosita.
Per
la prima
volta Soundwave sembrò esitare nel darle una risposta, ma
d’altra parte doveva
aspettarsi che gliel’avrebbe chiesto. Se avesse voluto
mantenere la cosa
segreta avrebbe potuto tirare fuori la memoria esterna in un altro
momento.
Le
fece cenno di avvicinarsi mentre collegava la memoria
esterna ad un computer. Per poco non gli venne un colpo quando lei gli
si mise
in braccio come aveva fatto con Megatron, come se fosse stata la cosa
più
naturale del mondo!
E probabilmente lo era.
Per lei.
“E
adesso che faccio?” pensò Soundwave.
Farle
cenno di
scendere? No! Rimetterla a terra? Nemmeno per idea. E poi, era o no
quel che
voleva? Certo, questo magari avrebbe alimentato i suoi sogni
impossibili e…
All'Unicron.
-
Ti do fastidio?
Lui
scosse la testa, invitandola a guardare le immagini
sullo schermo. In quella memoria esterna Soundwave aveva messo tutti i
filmati,
le registrazioni, le immagini, le informazioni che aveva raccolto da
poco prima
della caduta di Cybertron in poi. Una miniera d’oro, anzi di
diamanti, per ogni
spia. Lì dentro c’era tutta la parte
più importante della sua vita e anche di
parecchie vite altrui. C’erano anche le parti decodificate
del database di
Iacon, le posizioni delle armate Decepticon aggiornate automaticamente
ogni
quarto d’ora, le posizioni dei giacimenti di energon, tutto
quanto.
Certamente
quella memoria esterna non era l’unico posto in
cui erano presenti tutti i dati, non era stupido, ogni file presente
lì
dentro aveva una copia nascosta altrove. Però era anche
l’archivio completo di
Soundwave.
-
Quindi tu tieni tutto lì? Non è un
po’rischioso?
L’ex
gladiatore scollegò la memoria dal computer e la rimise
a posto. Per come la pensava non c’era posto più
sicuro per una cosa che
costantemente attaccata a sé stesso.
In
quel momento notò che Spectra aveva l’aria un
po’stanca.
Già, adesso che ci pensava, quanto era che non andava in
ricarica? Probabilmente era da diverso
tempo, perché finché lui era stato
sveglio a lavorare senza sosta anche lei lo aveva
fatto.
"Quanto
devo essere stupido? Lei ha
avuto da poco un incidente, e io ho lasciato che si sforzasse
così!" pensò.
-
Che hai? - gli chiese lei con un sorriso, vedendolo un
po’agitato.
Lui
le espresse il suo pensiero, e Spectra minimizzò con un
cenno
della mano.
-
Tranquillo, io sto bene. Quante volte devo dirtelo che non
devi preoccuparti per me? E devo rendermi utile, l’hai
sentito Lord Megatron.
Quindi finché tu lavori io lavoro - fece spallucce - Non mi
pesa.
Non
pesava mai niente, a lei.
Che aveva fatto per
meritarsi la compagnia di una persona simile?
Ad
ogni modo, se le cose stavano così, decise di andare
anche lui in ricarica. Male non gli avrebbe fatto, e comunque aveva
finito.
Nell’andare verso la cuccetta però, seguito dalla
ragazza, si accorse che c’era
un problema: di cuccette ce n’era una, e loro erano due.
“Non
posso farla dormire sul pavimento” pensò.
Le
fece cenno di accomodarsi.
-
E tu?
Soundwave
fece spallucce ed indicò il pavimento.
Spectra
scosse la testa. - Nossignore. Tu sul pavimento non ci vai, questo
è il tuo letto, non il mio. Semmai sul pavimento ci vado
io.
Stavolta
fu Soundwave a scuotere la testa.
Lei
assunse
un’aria pensosa, per poi guardarlo e fargli un sorriso
timido. -
In alternativa… dato che io sono piccolina penso che
lì
sopra ci stiamo entrambi. Se non ti disturbo.
“Dormire
con lei. Io e lei sulla stessa cuccetta fu il solo
pensiero che Soundwave riuscì a formulare.
Già
aveva trovato un po’… non sapeva
spiegarlo… un po’
“così” tenerla in braccio, figuriamoci
dormirci insieme!
Non
era la prima femme con cui gli era capitato di dormire, per non parlare
del resto: i gladiatori piacevano parecchio alle
ricche signore annoiate, ma lì la questione era diversa.
Spectra era diversa!
Sembrava proprio che il destino stesse giocando con lui,
mettendogliela sempre più vicina e lasciandogliela lontana
anni luce allo
stesso tempo.
Quel
che non poteva immaginare era che Spectra stava
pensando esattamente la stessa cosa, per quanto dormire con lui non la
sconvolgesse granché, un po’perché da
quando avevano lasciato Cybertron aveva
dormito spesso con Spectrus, e non solo con lui considerate le volte in
cui era stata in missione, un po’ perché anche
sapendo che Soundwave non provava
nulla per lei (così credeva!) si sarebbe sentita
più che al sicuro dormendogli accanto.
Alla
fine Soundwave annuì, accettando la sua proposta, ed
entrambi si misero sulla cuccetta.
-
Buonanotte - disse la ragazza, andando in ricarica quasi
subito, alla faccia del “non essere stanca”.
Vedendo
questo, Soundwave scosse la
testa e, sotto il visore, sorrise.
Come
previsto, era talmente piccola che occupava pochissimo posto,
ma a Soundwave non avrebbe impicciato nemmeno se fosse stata grande
come lui.
Si mise a riflettere, non essendo ancora pronto ad andare in ricarica.
Rifletté
su quanto velocemente la vita di qualcuno potesse
cambiare, rifletté su
Spectra in generale. Poi ricordò quel che le aveva sentito
dire ai due
insecticons, ad un certo punto…
“Devo
ancora dare il primo bacio, io…”
Quasi
quasi… lei dormiva, non se ne sarebbe accorta.
Forse quella era una delle poche occasioni che aveva, perché
da sveglia non avrebbe mai e poi mai voluto dargliene uno, o
così pensava. Poi decise di
lasciar perdere, anche quello sarebbe stato un altro modo di alimentare
la sua illusione.
All’improvviso
però si sentì abbracciare.
Stando
attentissimo a non svegliarla e a non muoverla troppo
diede un’occhiata ai valori di Spectra. Era ancora in
ricarica, quindi lo aveva fatto senza rendersene conto.
Se
prima voleva andare in
ricarica, adesso era impossibile. Gli occhi viola sotto il visore
rifiutavano
categoricamente di chiudersi!
“Ho
la vaga idea che anche stanotte si dorma la prossima”
pensò.
Osservò
la femme addormentata, pensando che così se possibile
sembrava ancora più
dolce.
Sì:
tutto sommato quel bacio poteva pure darglielo.
Si
tolse il visore pensando di stare facendo una
stupidaggine, ma evidentemente aveva proprio voglia di
autodistruggersi, e
forse ne valeva la pena.
Il
bacio fu delicatissimo, lei non lo sentì
neppure,
come da piano. Con un sospiro il mech si impose di ricaricarsi. Basta
voli
pindarici, basta pensare a qualsiasi cosa, basta tutto…
Una
comunicazione in entrata. Proprio adesso?!
Il
rumore svegliò anche Spectra, che aprì gli occhi
sorridendo
ancora più del solito. Non sapeva per quanto fosse stata in
ricarica, ma aveva
fatto un sogno bellissimo, col suo principe che le dava un bacio.
-
Che cosa… quanto abbiamo dormito? -
sbatté gli occhi. Poi
notò una cosa fondamentale - Ma allora tu ce l’hai
un viso!
Soundwave
sgranò gli occhi. Non si era rimesso il visore!
Che scemo!
Dopo qualche attimo però decise di lasciar stare. Ormai era
andata, non era un segreto, e poi le aveva rivelato dove
teneva il suo archivio di informazioni, quello al confronto era ben
poca cosa.
Solo che senza il visore si sentiva ancora più scoperto e
vulnerabile.
Le
fece un sorriso un po’incerto.
-
Perché lo copri? Non hai un brutto viso. Anzi! - disse
Spectra,
con la consueta totale sincerità che portò anche
lei a
sorridere imbarazzata, temendo di aver detto troppo.
L’avviso
continuava a risuonare nella stanza, spezzando
l’idillio. Soundwave si costrinse a guardare.
“Una
richiesta di soccorso da parte di… Airachnid?!” si
stupì.
In
male.
Lui la detestava, e quando era sparita aveva
sperato che fosse stata terminata.
-
Chi è?
Soundwave
le mostrò un’immagine di Airachnid,
nonché il
filmato di quando lei aveva tentato di prendere il potere. Riteneva
fosse meglio che Spectra
capisse subito con chi avrebbero avuto a che fare. A quanto pareva la
vedova nera
aveva in mano tre reliquie. Il modo migliore per farsi riprendere da
Megatron. Mossa sensata.
Comunicò
subito la cosa a Lord Megatron mentre andava da
lui, insieme a Spectra, nella sala riunioni. Quando arrivarono il
leader dei Decepticon era già lì.
-
Airachnid vorrebbe tornare qui dopo tutto quel che ha
fatto - borbottò Megatron - Come osa pensarlo?
-
Magari è pentita - suggerì Spectra - Le vuole
anche dare
tre reliquie.
“Magari
è pentita…” Megatron alzò
gli occhi al cielo “Spectra è la
solita. Un momento: com’è che Soundwave ha tolto
il visore?!” si stupì,
notandolo solo in quel momento.
-
Soundwave, mi stupisci. Niente visore?
Se
l’era dimenticato un’altra volta! Si
sentì picchettare al
braccio sinistro. Spectra gli tese il visore.
-
Ci ho pensato io.
“Per
fortuna che esisti” avrebbe voluto dirle, ma si
limitò
a sorriderle e a rimettersi il visore.
-
Quindi che si fa? - disse Dreadwing, arrivato in quel
momento, a cui Megatron aveva comunicato la novità.
-
Se ha chiesto aiuto vuol dire che sta male, non possiamo
lasciarla lì - disse Spectra.
-
Questa è una decisione che dovremmo prendere io, Dreadwing
e Soundwave, Spectra - disse Megatron, un po’in tono di
rimprovero.
-
Lo so, io non voglio decidere al posto vostro. Penso
solo che un’altra chance la meritino tutti, indipendentemente
da quel che hanno
fatto - fece spallucce - Tutto qui. Forse è pentita davvero.
Io ho sempre
pensato che in fondo in tutti, nessuno escluso, ci sia del buono.
Magari
vale anche per
Airachnid.
I
tre
Decepticon si guardarono, pensando che magari Spectra
diceva così perché non conosceva bene il
soggetto, salvo
concludere che invece l’avrebbe detto anche se
l’avesse
conosciuta. Stava di fatto che quel
discorso, "Una seconda chance a tutti, indipendentemente da quel che
avevano
fatto", e che "In fondo, in tutti c’era del buono" aveva
colpito
un po' sia
Megatron, che con Spectra aveva ammesso di aver fatto cose orribili,
che
Soundwave, che non si sentiva “degno”
perché di cose brutte ne aveva fatte
anche lui.
Ma
se
Spectra la pensava così allora Soundwave, forse, poteva
sperare;
così come Megatron poteva sperare che magari, un giorno, una
seconda chance
l’avrebbe avuta anche lui. Quanto a Dreadwing, rimase
semplicemente senza
parole, chiedendosi chi fosse quella femme per dire cose simili e
crederci
pure.
-
Va bene. Soundwave, apri il Ponte - ordinò Megatron,
tornando ad avere un’aria quasi normale - Io comunque terrei
le armi pronte a
essere utilizzate, non si sa mai.
Sia
Soundwave che Dreadwing annuirono, lui si mise a sedere
ed osservò Spectra a lungo. Ci aveva visto giusto, era da
temere
eccome, soprattutto perché iniziava ad accorgersi che
probabilmente
non sarebbe riuscito ad alzare un dito su di lei nemmeno volendo.
Optimus gli si era messo contro, affermando di combattere
per la pace. Gli faceva guerra, predicando la pace. Aveva convinto
diversa
gente e gli aveva creato diversi grattacapi ma, dopo millenni di
guerra, Megatron sapeva più o meno come gestirlo.
Spectra invece non “predicava” niente. Non cercava
di
convincere nessuno a seguire i suoi stessi ideali, era sé
stessa e basta, con
la sua purezza, con la sua onestà, col suo essere... Spectra.
Il
Ponte si aprì, ed Airachnid ne uscì fuori poco
dopo.
-
Ti trovo in forma, Airachnid - non poté fare a meno di
ghignare Megatron vedendola arrivare traballante e sfrigolante, ma con
le tre
reliquie promesse in mano.
-
E io La trovo divertente come sempre, Lord Megatron -
replicò la vedova nera.
Non
era
proprio in vena di battute, voleva
semplicemente farsi riparare e poi starsene in pace. In quel modo
magari sarebbe riuscita a farsi una ragione del fatto di essersi
lasciata ingannare come una bimba ingenua, di aver lasciato aperto uno
spiraglio al proprio nemico.
-
Dovrebbe essere riparata subito. Lord Megatron, posso
occuparmene io? Penso di esserne in grado.
"E
questa chi è?" si domandò Airachnid.
Era
una femme ed era piccolina, però era adulta, probabilmente
non da molto.
Notò anche l’andatura
zoppicante. Strano che l’avessero fatta restare nella Nemesis.
-
Già, non vi conoscete. Airachnid, questa
è Spectra.
Attualmente è l’assistente di Soundwave ma ha
dimostrato di essere anche un
buon medico…
"L’assistente
di Soundwave?! Ma se l’assistente
principale di Soundwave è Laserbeak e non si fida a far
lavorare con lui
nessun altro! Questa poi!" si stupì la vedona nera.
-
Posso? - Spectra guardò Megatron, e anche
Soundwave, con aria supplicante - Ha bisogno di aiuto…
Soundwave
fece un cenno seccato ad Airachnid così che gli
desse le reliquie. Il ragno velenoso eseguì, guardandolo con
odio. Non gli
aveva ancora perdonato di essere stata battuta e schiacciata sotto il
suo
piede tempo addietro.
-
Ritieniti fortunata, Airachnid, sono di buon umore e potrai
approfittare della mia misericordia - ringhiò Megatron - Ma sei
avvertita: un
solo errore e ti terminerò.
Riluttante,
Airachnid si inchinò. - Sì, Lord Megatron.
-
Perché ringhia così? - intervenne Spectra -
cioè, Airachnid non ha danni
ai recettori uditivi. Penso che avrebbe capito anche se Le avesse
parlato
normalmente…
Un’altra
delle uscite di Spectra, che nonostante tutto non
vedeva motivo per cui Airachnid dovesse essere trattata tanto male.
-
Non le hai detto cos'ha fatto? - fece Megatron a
Soundwave, il quale annuì.
Dreadwing
fece un mezzo sospiro. - Era prevedibile…
Airachnid
non ci stava capendo più niente. Spectra sembrava
avere il permesso di parlare liberamente, e per di più loro
sembravano
accettare quel che diceva ed anche il modo in cui lo faceva!
-
Andate in infermeria - Megatron non replicò alle parole
della ragazza, congedando entrambe con un cenno della mano.
Quando
Spectra
iniziò a camminare, Soundwave la seguì.
-
No, tu torna pure a dormire. Niente insecticons in giro…
Soundwave
indicò Airachnid con un gesto quasi stizzito.
Avrebbe potuto farle del male, non si rendeva conto?
-
Ridotta così non potrebbe farmi niente nemmeno
volendo. Penso che al momento voglia solo essere riparata. Fidati - gli
sorrise
- appena finito torno a dormire anche io, va bene?
Esitante,
alla fine Soundwave annuì.
Spectra
ed Airachnid camminarono verso l’infermeria, che per
fortuna non era lontana.
-
Se serve aiuto per camminare dimmelo - disse Spectra.
-
Tu che offri aiuto per camminare a me! Questa è buona -
sibilò Airachnid. Dopo quel che era successo era ancora meno
gentile del
solito, il che era tutto dire.
La
ragazza fece spallucce. - Io ci ho provato.
Arrivate
in infermeria Spectra si mise subito al lavoro,
svolgendo tutte le operazioni che servivano con mano ferma e delicata.
Airachnid
iniziava quasi a rilassarsi un
po’.
-
Che hai?
-
Mh? - la domanda della piccola femme le arrivò del tutto
inaspettata.
-
Sembri arrabbiata e un po'triste.
Gli
altri Decepticon non avevano perso tempo a
guardarla bene, Spectra sì.
-
Zitta e lavora - sbottò il ragno.
-
Guarda che parlarne aiuta.
Non
era proprio giornata. Letta come un libro, e non da
una, ma da due persone! Pessimo. - Non credo siano fatti tuoi.
Quel
tono. Quello sguardo.
Spectra aveva visto quell’espressione e altre simili molte,
moltissime volte.
-
C'entra un mech? - ebbe l’ardire di chiederle.
Al
che
Airachnid esplose.
-
Quel bastardo arrogante!
- gridò con rabbia - Mi ha dato un'occhiata e ha trovato
subito
il modo di raggirarmi, mi ha detto una cosa che... che... ed
è riuscito a farmi credere di esserci cascato, credevo di
essere
riuscita a convincerlo di aver ceduto davvero, invece sono stata io a
cadere nella sua trappola!
Nel
bel mezzo del suo sfogo si interruppe.
L’aveva fatto davvero?
-
Di’ una parola a qualcuno e sei morta - sibilò a
Spectra.
-
Non dirò nulla a nessuno, tranquilla - la
rassicurò, con
un sorriso luminoso che fece irritare moltissimo Airachnid.
-
C’è qualcosa di divertente, secondo te?!
-
No. Mi dispiace molto per quel che ti è successo -
ribatté, del tutto sincera.
Poi
abbassò la testa e si rimise al lavoro senza
dire una parola, continuando a sorridere. Aveva appena avuto la
conferma che Spectrus era
vivo!...certo, avrebbe voluto venirlo a sapere in un altro modo invece
che attraverso una femme ingannata, ma almeno ora
aveva la certezza che il suo fratellone stava bene. Talmente bene da
ricominciare a fare danni con tutte le femme che gli capitavano a
tiro.
Aveva
riconosciuto subito l’espressione sul viso di
Airachnid, ovvio: aveva visto quella e anche di peggio sulle donne che
suo fratello aveva
piantato quando erano venute a cercarlo a casa (inutilmente, essendo
lui quasi sempre via) ed avevano trovato lei che,
mentre le Spectrus le frequentava, aveva l’ordine di non
farsi vedere da
nessuna ragazza che portava in casa; ma di solito quando tornavano a
cercarlo dopo che le aveva lasciate
erano tutte talmente distrutte che quando le consolava non le
chiedevano
nemmeno chi era, come si chiamasse e cosa ci facesse lì.
“Sapevo
che Spectrus era vivo, lo sapevo!”
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
TSB6
-
Hai conosciuto anche tu la nuova arrivata.
-
L’avrei uccisa appena l’ho
incontrata, se avessi potuto.
Knock
Out ed Airachnid, che fino a quel momento non avevano
avuto un gran rapporto, sembravano aver trovato qualcosa in comune: la
malsopportazione verso Spectra.
Ad Airachnid in particolare, piuttosto brava a portare rancore,
bruciava
ancora quel che era accaduto poco tempo prima, essersi sfogata
in
quel
modo con una perfetta sconosciuta che aveva pure osato sorridere le
bruciava quasi altrettanto e adesso, mentre si stava facendo
controllare dal medico Decepticon, tutto stava venendo a galla. Magari
buona parte di esso però non era davvero verso Spectra,
quanto
piuttosto verso Spectrus, ma le due cose si mescolavano tra loro.
-
E io ci ho provato sul serio, ma a prenderle sono stato io.
-
Te le sei fatte suonare da quel moscerino? - lo derise
Airachnid - Patetico. Già è tanto che riesca a
stare in piedi!
-
Le ho
prese dal muto che protegge l’invalida - ringhiò
Knock Out
- Si sono proprio trovati, quei due. Da quando è qui,
chiunque si sia avvicinato a Spectra con brutte intenzioni è
stato pestato e/o
terminato da Soundwave.
-
Il nostro tecnico senza Scintilla si
è preso una
cotta per la piccola storpia?
“Piccola
storpia”, ormai Airachnid aveva preso a definirla
così. Poco le era importato che fosse stata Spectra a
ripararla, e non le sarebbe importato
nemmeno se avesse saputo per certo che era stato solo e soltanto grazie
a lei se era stata riaccolta nella Nemesis. Spectra non se
n’era
resa conto ma Megatron e gli altri erano arrivati a quella decisione
più che altro perché influenzati da lei; in caso
contrario forse avrebbero fatto entrare Airachnid nella
nave, ma
una volta prese le reliquie l’avrebbero
immediatamente terminata.
-
Ovvio
che se l’è presa, se ne sono accorti
tutti -
confermò Knock Out - Eccetto l’interessata,
s'intende -
rise malignamente - La quale a sua volta è cotta persa di
lui.
Era
una cosa così palese, ormai, che anche i
muri a momenti se n’erano accorti: Soundwave era sempre
attaccato a Spectra, un
po’per proteggerla e un po’ semplicemente
perché la voleva accanto a sé, mentre
Spectra non solo accettava quella silenziosa e costante presenza, ma
sembrava
anche esserne felice.
-
Nessuno dei due si fa avanti ma non c’è da
stupirsi considerati i soggetti - proseguì Knock Out - la
cosa è
anche irritante. Non c’è
tempo
per le smancerie, pensavo che Soundwave lo sapesse. Ma la cosa
che mi
fa più
rabbia è che questa faccenda sembra stare bene a tutti,
Megatron incluso. Le
lascia dire tutto quello che vuole… quelle sue stupidaggini,
“C’è del buono in
tutti”! ma per piacere!
Airachnid
rise senza allegria. - Spectra non durerà granché
qui dentro, soprattutto se diamo una mano al destino.
Knock
Out ghignò, improvvisamente interessato. - Vuoi farla
fuori, eh? Ci speravo. Bisogna solo decidere come e quando. Di certo
Soundwave
deve essere lontano, altrimenti... che dire, si è
già visto come va a finire se combatti contro di
lui.
-
Se hai qualche problema, Knock Out, della piccola storpia
puoi pure occuparti da solo - sbottò la vedova
nera.
Poco
dopo nella stanza
entrò proprio Spectra, naturalmente accompagnata da
Soundwave.
-
Ho saputo che sei venuta a farti
controllare… c’è qualche
problema? - Spectra era sinceramente preoccupata per le condizioni di
Airachnid, anche perché immaginava che a ridurla in quel
modo fosse stato
proprio suo fratello, quindi si sentiva in colpa nonostante
non c’entrasse
assolutamente niente.
-
Il fatto è che chi non è un dottore dovrebbe
stare
fermo - disse seccamente Knock Out - Perché poi i dottori veri devono
riparare
a tutti i disastri, e tu non fai altro che combinarne!
Bugia.
L’unico “disastro”, tra l'altro
accidentale, era stato
inciampare e graffiargli la corazza tempo prima. Le riparazioni
apportate ad
Airachnid erano state perfette, come mostrava benissimo lo schermo
lì accanto,
che Soundwave indicò.
-
Quello non va - borbottò Knock Out.
“No,
è a te che non va il cervello, altro che il
computer” pensò
Soundwave.
-
Quello…va -
ripeté Soundwave con la voce di Knock
Out - cervello…-
indicò il medico -
…non va.
-
Come osi?! - si irritò subito Knock Out - Se mai
è a te che
non va il cervello, dato che stai sempre attaccato a questa
maledettissima…- si interruppe appena in tempo, memore del
pestaggio - … all'Unicron!
-
Dillo pure Knock Out, è quello che è: una piccola
storpia
- concluse Airachnid, guardando Spectra dritto negli occhi - Che a lei
e al suo
caro protettore piaccia oppure no.
-
Ti faccio notare che l’unico e solo motivo per cui sei
stata riaccolta qui è lei - Dreadwing era sopraggiunto
appena in tempo per
sentire le malignità di Airachnid, e decise di intervenire -
quindi al posto
tuo la ringrazierei, invece di insultarla.
-
L'ho descritta, non l'ho insultata. Quindi adesso è lei
che prende le decisioni? Fantastico -
disse il ragno con una smorfia - Cos'ha fatto per riuscire a
convincervi? Anche se un’idea che l’avrei -
sogghignò malignamente guardando
Soundwave e Dreadwing - Strano che non l’abbiate disintegrata
nella foga della
connessione, non vi facevo così delicati.
Soundwave
stava per lasciarsi andare all’impulso di
strapparle le zampe una per una, quando anche Spectra si decise ad
intervenire
nel discorso.
-
No no, niente connessioni. Riguardo a quello
io… tu le hai mai lette le favole? - e
rieccoci con le favole!
Airachnid non ci stava capendo granché, l’unico
pensiero era “Questa è una
malata mentale” - La principessa ama solo un uomo per tutta
la vita, quindi
ho sempre pensato che sarebbe bello fare quella cosa… la
connessione, solo quando troverò quello
giusto - affermò con estremo candore, pensando
però “O quando quello giusto
troverà me. Se mai lo farà” riferito
naturalmente al suo principe.
Soundwave
non capiva dove volesse andare a parare con quel
discorso. Sapeva solo che avrebbe voluto essere lui quello giusto, e
non per un
semplice fatto di connessione. Ma era difficile. Che doveva fare?
Sperare? Oppure lasciar perdere, come aveva
deciso di fare all’inizio?
- Forse dovrò
aspettare di più - continuò la ragazza - Ma una
volta che avrò trovato l’uomo
della mia vita potrò essere sicura che non mi
prenderà in giro e non mi
abbandonerà, che non mi sarò donata a qualcuno
che non lo meritava e che non
avrò mai nulla di cui pentirmi.
La
vedova nera dapprima la fissò con gli occhi sgranati, poi
scoppiò a ridere. - Tu non hai problemi solo alla gramba, li
hai
anche al processore, e grandi.
Mai sentite tante assurdità in una volta sola. Per fortuna
qui
ho finito - disse, alzandosi - Me ne vado prima di finire contagiata
dalla stessa cosa che ti ha resa così stupida e sta facendo
lo
stesso a quasi tutti quelli che sono qui dentro.
Così
fece, senza che nessuno avesse tempo di ribattere: si era defilata in
fretta, essendo poco desiderosa di doversi far riparare di nuovo.
-
Non
ha tutti i torti - Knock Out osservò l’uscita -
Certe cose
funzionano gusto nelle favole, Spectra, nella realtà sono
solo
indice di stupidità. “L’uomo della sua
vita”… ma sentitela! -
sbottò con disprezzo - Se vuoi connetterti fallo e non
rompere i solenoidi con le favole e i matrimoni!
-
Tu puoi pensare quel che vuoi, ma io in quel che ho detto ci credo -
replicò la
ragazza, sentendosi prendere e sollevare da un tentacolo per essere
portata via
- Comunque sono contenta di sapere che Airachnid sta bene.
-
Talmente bene da tirare fuori il suo
caratteraccio - commentò Dreadwing mentre usciva insieme a
lei e Soundwave.
-
Non
giudicarla così male, poverina, ultimamente deve aver
passato dei brutti momenti, hai visto com’era ridotta - la
difese
Spectra,
evitando di fare parola riguardo all’inganno di suo fratello;
non
tanto per le
minacce di morte di Airachnid quanto piuttosto per
sensibilità
verso di lei.
Con quel che era capitato, perché di qualsiasi inganno si
fosse
trattato doveva essere stato sicuramente spiacevole per lei, ci
sarebbero mancate solo le prese in giro.
Dreadwing
fece un sospiro gigantesco e Soundwave, se
non avesse fatto voto di silenzio, avrebbe fatto lo stesso.
-
Allora eri seria quando dicevi che secondo te c’è
del
buono in tutti.
-
Pensavi
di no?
Soundwave
quel dubbio non l’aveva nemmeno avuto.
- Tu dici così ma
purtroppo quella che viviamo non è una bella
realtà. Per ogni persona buona
ce ne sono tre cattive che vogliono saltarle alla gola. Spero che non
ti
accada
mai nulla che cambi la tua natura,
Spectra-
l’augurio del comandante in seconda dei Decepticon era del
tutto sincero - Sarebbe un peccato, ma sta’in guardia.
-
Ti ci metti anche tu? - sorrise lei - Anche
Soundwave non fa altro che dirmelo. Cioè… farmelo
capire, veramente.
“Dovrò
ricordarmi di chiedergli come mai non parla” pensò
Spectra “Non che questo cambi niente. è
il mio principe silenzioso...anzi, un principe silenzioso e basta. Non
è mio”.
Dreadwing
si allontanò, lasciando che si dirigessero alla
loro postazione.
Soundwave
condivideva pienamente quel che aveva detto
Dreadwing, augurandosi anche lui la stessa cosa. Spectra? Cambiare? Non
doveva
accadere ed era un altro motivo per difenderla. Non conosceva
praticamente
niente del suo passato,ma doveva aver sempre vissuto in una totale pace
ed
essere stata cresciuta in un posto in cui l’amore e
l’affetto regnavano sovrani
per essere venuta su in quel modo. Avrebbe dovuto parlarle anche di
questo, prima o
poi.
Ciò
che Soundwave non poteva minimamente immaginare era che
invece Spectra era cresciuta in tutt’altro contesto:
segregata perché invalida
da un fratello che a un certo punto l’avrebbe
uccisa se
non gli avesse fatto comodo lasciarla in vita e che le mentiva quando
diceva di volerle bene, cosa di cui lei purtroppo o per fortuna non si
rendeva conto, consapevole di
quel che i Decepticon avevano fatto a lei e alla sua famiglia (pur non
conoscendo il nome dell’unico vero colpevole, Starscream) il
quale peraltro aveva
agito di testa sua nel trucidare una famiglia alleata segretamente alla
propria
fazione.
Quel che aveva reso un mostro Spectrus aveva reso lei una persona
"luminosa", in qualche modo. Non sembrava possibile che dopo tutto
questo
credesse
ancora nell’amore e nella bontà delle persone, ma
evidentemente Primus aveva
voluto che così fosse, come aveva voluto
quell’incidente nello Spazio ed aveva
voluto che a salvarla fosse Soundwave.
E
proprio il tecnico in quel momento intercettò il segnale
di un radiofaro di Iacon. Anzi…due!
***
-
Abbiamo il segnale di due radiofari di Iacon, Optimus - lo
informò Ratchet, e con lui anche il resto degli Autobots,
tutti presenti.
Anzi:
quasi tutti.
- Serve la
squadra al completo - Optimus si interruppe -
Dov’è Arcee?
-
E Specter dov’è? - si domandò Bulkhead
guardandosi
attorno.
Prime
a quel punto fece un paio di ovvi collegamenti: di certo erano a
connettersi da qualche parte.
Solitamente erano discreti, di certo per volere di Arcee
perché
ad uno come Spectrus sarebbe andato bene anche farlo davanti a tutti,
ma
sparivano piuttosto spesso.
Anche
Ratchet ebbe lo stesso pensiero. - Domande idiote, no?
Chiaramente sono insieme a…
-
Tranquillo, dottorino, sono qua. Sbaglio o avverto appena
una punta di invidia nel tuo gracchiare? - con estrema nonchalance
Spectrus
entrò nella stanza, incurante delle occhiate di tutti.
-
Arcee dov’è? - Optimus Prime mantenne la
calma.
Era
costretto, era il capo e doveva restare freddo e lucido, ma se fosse
stato per lui avrebbe rimesso a posto quell’arrogante
una volta per tutte (non con le parole), tanto più che
adesso Specter stava
con Arcee, e Prime a riguardo temeva il peggio.
Aveva ancora in mente
l’espressione di Airachnid, e Ratchet gli aveva
più volte ribadito che quando
aveva visto Spectrus e la vedova nera insieme all’inizio
tutto gli era sembrato
meno che una lotta.
-
Si sta dando una sistemata ma ti avverto, è un
po’provata. Divertirsi così tanto stanca, e Arcee
si sta rivelando una a cui
divertirsi piace molto. Tanto meglio per me e per lei, ovviamente.
Gli
prudevano le mani anche solo per come stava parlando di
lei. Detto in quel modo sembrava che Arcee fosse una ninfomane o roba
del genere. - Bada a come
parli. Le stai mancando di rispetto.
-
U-oh…- sussurrò Wheel Jack, stranamente presente,
a
Bulkhead - sbaglio o c’è un po’di
tensione tra Prime e Specter?
-
Sì - bisbigliò di rimando il demolitore - Non ci
voleva proprio con tutti i problemi che abbiamo, Smokescreen incluso.
Jack
dovrebbe insegnargli come ci si comporta quando si è tra gli
umani ma non
fanno che combinare guai.
-
Questo piccolo attrito però rende la faccenda più
interessante - sogghignò Wheel Jack - "Santo Prime, il dio
Iaconiano"! Voglio vedere quanto
reggerà. Se non sbaglio ha già dato a Specter un
diretto in piena faccia, me
l’hai detto tu.
-
Non
le manco di rispetto, dico solo le cose come stanno, se non ti
piacciono perché hai problemi a parlare di sesso non
è un mio problema - affermò Specter
- E se è per invidia potevi
pensarci prima e scopartela tu.
“Mantieni
la calma Optimus. Mantieni la calma. Ci sono dei
radiofari da trovare. C’è una guerra da
vincere” Optimus Prime si ripeteva
quelle cose come un mantra.
-
Non sarebbe cambiato niente, alla
fine ti avrebbe comunque mollato per
stare con me, intendiamoci - continuò Spectrus - Ma magari
una volta sfogate le
tue pulsioni saresti stato meglio di come sei messo ora, a rosicare
come un
castoro nella valle del legno.
La
reazione a quelle parole fu immediata, ma non da parte di
Optimus. Bumblebee, Bulkhead, Smokescreen e Ratchet erano stufi di quel
presuntuoso che parlava in quel modo della loro compagna al
loro comandante, e gli saltarono addosso
tutti e quattro nello stesso momento… col risultato che
Specter ebbe fortuna e fece in tempo a
scansarsi, e quattro potenti pugni colpirono Optimus Prime in
simultanea!
Wheel
Jack dal canto suo cercava disperatamente di non ridere. Si rendeva
conto che la
situazione stava diventando drammatica ma tra quell’uscita
del castoro e
l’incidente!...
-
Che sta succedendo? - Arcee arrivò giusto in tempo per
vedere Optimus sepolto sotto gli altri quattro Autobots e Spectrus
lì vicino a
guardarli. Sul gelido volto del mech c’era addirittura la
parvenza di
un’espressione divertita.
-
Niente, Arcee, è solo che con due radiofari di Iacon da
accaparrarci il nostro beneamato leader e quasi tutto il resto della
squadra si
sono messi a litigare perché non gli piacciono i castori.
“Castori?
E che c’entrano i castori?!” si chiese allibita
la guerriera Autobot.
-
Poveri sciocchi immaturi, eh?
-
Sei tu ad essere un grandissimo TESTA
DI…-
Bulkhead
venne trattenuto da Optimus.
-
Buono, Bulkhead. Abbiamo due radiofari da trovare e
abbiamo perso già abbastanza tempo. Arcee, tu sei pronta?
Prime
si augurò che Specter, pur essendo lo stronzo freddo ed
arrogante che era, non le avrebbe fatto del male. Era meglio per lui
che non lo
facesse, altrimenti sarebbe stata la volta buona che avrebbe perso il
controllo
una volta per tutte, comandante o meno.
-
Sissignore.
-
Ratchet,
tu starai alla base pronto ad aprire il
Ponte in caso dovesse servire. Io, Smokescreen, Bulkhead ed Arcee
penseremo a quella
reliquia - ne indicò la posizione sul quadrante - Bumblebee,
Wheel Jack e
Specter, voi invece penserete all’altra.
-
Se
dobbiamo lavorare separati allora un bacio prima
d’andare è obbligatorio - commentò
Spectrus
saltando addosso ad Arcee ed
attaccandosi alle sue labbra in un modo tale da far pensare a molti che
si
sarebbero connessi lì sul posto, con estremo imbarazzo da
parte
della donna Autobot che non era il tipo da grandi effusioni, tantomeno
in pubblico
e davanti al suo capo.
Disgustato,
Ratchet aprì il Ponte. - Specter, Wheel Jack e
Bumblebee, muovetevi.
“Se
Optimus Prime fosse stato davvero un castoro a quest’ora
l’avrebbe consumata tutta, la valle del legno”
pensò Spectrus mentre si
staccava da Arcee con un sonoro schiocco.
Stava
scoprendo che provocare Prime
gli piaceva quasi quanto mentire.
-
Non stancarti troppo, Arcee, ti voglio bella carica per
stanotte - le disse, e dopo averle dato una sonora pacca sul sedere si
congedò, correndo nel
Ponte seguito dagli altri due.
Poche
volte in tutta la propria vita Arcee si era sentita
così piena di vergogna. Si era quasi sentita trattata come
un oggetto. Un
trofeo da sbandierare a tutti, nulla di più. Già
tutto quel che stava succedendo tra lei e Spectrus era
assurdo e insensato, anche se fino a quel momento Spectrus aveva
più o meno
mostrato di avere intenzioni serie. Si ricordava ancora come
l’aveva guardata
dopo la sua prima volta, quel che le aveva detto, che la sua Scintilla
la
riconosceva, però le sue azioni di poco prima non erano
state
fatte né per
amore né per passione. L’aveva fatto semplicemente
per
provocare qualcuno, e quel qualcuno, a giudicare dalla faccia che aveva
fatto, era Optimus Prime.
-
Sembrate piuttosto uniti - si sforzò di commentare il
leader degli Autobots.
Arcee
abbassò la testa e non rispose. Proprio non sapeva
cosa pensare, ed era stupita che ad Optimus sembrasse importare.
L’aveva
avuta lì finora e non aveva mai mostrato molto interesse, se
si
escludeva
quella volta in Antartide, ma si erano tenuti per mano e poi
più
nulla, non avevano nemmeno parlato di quel che era successo.
"Meglio
concentrarsi sulla missione" si disse
mentre entrava con gli altri nel Ponte.
***
Quel
radiofaro si stava rivelando qualcosa che Megatron fino
a quel momento aveva solo sognato.
-
Credo sia nientemeno che la leggendaria Star
Saber! - accarezzò l’elsa della spada,
l’unica cosa che i vehicons
minatori erano riusciti a portare alla luce con i loro scavi.
-
Sarebbe bello ma se così fosse c’è un
problema, perché se
la leggenda è vera il potere di Star Saber funziona solo con
i Prime…
-
Di’ un po’, ma tu le leggende e le favole le sai
tutte?
-
Tutte no, ma ne ho lette tante Lord Megatron! - disse
Spectra con un sorriso.
Megatron
non capiva come avesse fatto a lasciarsi
convincere a portarla con sé. Per carità, era di
gran compagnia, però non
sarebbe stata molto utile in caso di attacco. Contava di
sbrigare quella faccenda in fretta, tra le altre cose anche
perché non pensava che a Soundwave sarebbe piaciuto
sapere che aveva portato Spectra con sé quando lui invece,
avendo ritenuto
opportuno occuparsi personalmente del recupero dell’altra
reliquia, l’aveva
lasciata a malincuore nella Nemesis in modo da proteggerla. Infatti
Dreadwing era
rimasto nella nave, e per come si erano messe le cose Soundwave era
sicuro
che con il vice accanto nessuno avrebbe toccato il suo Scricciolo.
Peccato
che poi, una volta che lui era andato via e Megatron
stava per partire, Spectra si fosse messa in mezzo.
“
mi porta con Lei? Non ho mai visto i vehicons minatori al
lavoro!…. Lei lo sa che non do noia a nessuno, quindi non
intralcerò i lavori! Starò buona,
promesso.
Promesso- promesso”.
Lui
aveva
provato a dirle di no, sul serio. Ma alla fine
chi era stato ad averla vinta? Lei!
-
Devi avere avuto parecchio tempo libero.
-
Abbastanza - mormorò la ragazza.
-
Piuttosto, ho sentito dire che prendi molto
seriamente… alcune cose… che da tempo per molti
hanno
perso valore - buttò lì Megatron
- Un solo uomo per tutta la vita - si concesse un breve sorriso - Non
è la regola, è più un'eccezione, ma
tra
mia madre e mio padre è andata proprio così. Si
sono
trovati, innamorati e
non si sono lasciati più.
-
Ha visto che a volte va proprio come nelle favole? -
esultò Spectra, alla quale quella storia diede
ulteriore
conferma del fatto che quel
che pensava a riguardo fosse giusto.
Megatron
non replicò, tornando alla
consueta inquietudine nascosta verso di lei. Doveva tenere sempre bene
a
mente quel che aveva capito di Spectra e che capiva meglio ogni giorno:
a modo suo era
pericolosa. Anche averlo convinto a farsi portare laggiù era
una dimostrazione
della veridicità della sua teoria.
La
giovane cybertroniana si mise a sedere su un sasso,
iniziando a guardarsi intorno. Notò quasi subito un
movimento strano poco
lontano da dove i vehicons minatori stavano scavando, e
riuscì a vedere quattro
robot che si nascondevano precipitosamente.
-
Mi sa che laggiù c’è qualcuno - disse.
-
Dove? - le chiese subito Lord Megatron, e lei gli indicò
il punto.
-
Ha messo di guardia qualcuno laggiù? - gli chiese
Spectra.
Megatron
scosse la testa, preparando il cannone sul suo braccio a fare fuoco. -
No. Hai visto quanti sono?
-
Quattro. Tutti nascosti lì. Non so se si siano accorti che
li ho visti però.
Lui
annuì. Che invece non avesse fatto male a portarla
con sé? Preso com’era da Star Saber, senza Spectra
probabilmente non si sarebbe
accorto di niente.
Fece
cenno ad alcuni soldati di seguirlo, mentre si
allontanava in sordina. - Tu resta qui e non ti muovere.
“Se
le succedesse qualcosa dovrei iniziare a preoccuparmi
anche di Soundwave, non solo di Airachnid, Starscream e
Prime” pensò
fuggevolmente.
Intanto
i quattro Autobots stavano rapidamente analizzando
la situazione. La domanda principale però era:
“Chi è quella”?
-
Può essere che ci abbia visti? - disse Bulkhead.
-
No, macchè - ribatté Smokescreen - I
cybertroniani non adulti
non hanno
capacità visive come le nostre.
-
Non è una protoforma - Arcee fece capolino dal
nascondiglio per osservare Spectra - Si tratta di una femme adulta, ed
è solo poco più bassa di me. Un
momento… Megatron
non c’è più!
-
Infatti sono qua.
A
quelle parole i vehicons che Megatron aveva portato con sé
iniziarono a fare fuoco, mentre lui si avventava direttamente su Prime
dando inizio alla consueta lotta senza quartiere.
-
Con Star Saber al mio fianco non hai speranze, Prime!
Troverò il modo di utilizzarla e allora sarà la
tua fine!
-
Mai, Megatron!
Insomma,
un bel disastro...
Da cui la giovane Specter si era
totalmente estraniata nel momento in cui una farfalla spuntata da
chissà dove
aveva avuto l’idea di volarle davanti.
-
Che cos’è? Sembra quasi una delle nostre
cyberfarfalle...
Naturalmente
aveva subito cercato di andarle
più vicino per vederla meglio, ma la farfalla aveva
continuato imperterrita il suo
volo.
-
No aspetta! Non andare!
A
quel punto Spectra si era alzata ed era andata zoppicando
dietro alla farfalla, che la stava portando lontano dal luogo in cui i
vehicons
stavano scavando e Megatron stava combattendo, il tutto senza che la
ragazza se ne
accorgesse.
-
Vuoi fermarti? - domandò alla farfalla, che stava
volando dentro una gola piuttosto stretta - Non voglio farti del male,
voglio
solo vederti meglio!
All’improvviso
sentì un movimento alle proprie spalle che la
fece voltare.
-
Ti
sei accorta della mia presenza… peggio per te. Se
non mi avessi vista saresti morta senza nemmeno accorgertene.
Airachnid
era stata dietro a Spectra e Megatron per tutto il
tempo, pensando che quella fosse l’occasione perfetta per
farla fuori. Non
avrebbe potuto farlo se fosse rimasta nella Nemesis, quindi era stato
un bene
che la “piccola storpia” fosse voluta
uscire.
-
Perché? Se non mi fossi voltata mi sarebbe caduto un masso
in testa? - Spectra diede un’occhiata alle pareti rocciose -
Non mi sembra che
ci sia il rischio di un crollo.
“Non
capisco se c’è o ci fa!”
pensò Airachnid, piuttosto irritata,
avvicinandosi a Spectra. - Non c’entra
niente la parete!
-
Allora perché sarei morta senza accorgermene?
La
ragazza non capiva proprio cosa avesse voluto dire Airachnid. Quella
donna era un po’strana, e forse essendo già strana
di suo
la brutta
esperienza con Spectrus le aveva causato qualche scompenso mentale.
-
Perché ti avrei uccisa io, razza di scema! -
sibilò la
vedova nera.
Spectra
la guardò con aria interrogativa. - Perché? Non
ti ho fatto niente.
Airachnid
sentiva di essere sull’orlo di una crisi di nervi.
Le aveva detto di stare per terminarla e quella non solo non era
spaventata, ma
le chiedeva pure perché!
-
Perché sei un inutile impiccio, tra le altre cose.
-
Soundwave e Lord Megatron non la pensano così -
replicò
tranquillamente Spectra.
-
Lord Megatron ultimamente si è rimbecillito e Soundwave
non fa testo - disse Airachnid - Stai per essere terminata. Avendomi
vista
sarà doloroso. Quindi scegli, piccola storpia, vuoi morire
senza nemmeno
provare a lottare oppure vuoi provare a darmi quei tuoi famosi
“due ceffoni”? -
il ragno si fece una grassa risata - Due ceffoni…solo per
questo meriti di
essere terminata - si mise in posizione da combattimento, pur rimanendo
sempre
in forma robotica, e vide che Spectra la osservava con aria tristissima.
-
Perché vuoi per forza che vada così? Io contro di
te
non ho nulla - ora lo sguardo della femme era quasi supplicante - Non
costringermi a darti due ceffoni a modo mio, non mi piace, io non
voglio fare
del male a nessuno!
-
Tu "non vuoi fare del male a nessuno"? Non potresti nemmeno
volendo - Airachnid fece un sorriso sadico e si leccò le
labbra pregustandosi
il massacro - Peggio per te. Addio, piccola storpia!
Dandosi
lo slancio in pochi istanti fu davanti a lei, ma
quando andò a colpirla con le zampe trovò solo il
vuoto, mentre sentì un dolore
terribile propagarsi dal collegamento tra busto e gambe in tutto il
corpo.
Spectra
aveva tirato fuori la sua unica arma, le lame nelle
braccia. - Mi dispiace, mi dispiace tanto!
Le
lame vennero tirate fuori ed infilate con un movimento
sveltissimo nelle braccia della vedova nera, ancora troppo sconvolta
per
reagire. Spectra con la gamba sana si aggrappò al collo di
Airachnid, sedendosi
sulle sue spalle e conficcando le lame nel suo corpo per la terza
volta,
colpendo un punto preciso che le avrebbe impedito di utilizzare anche
la forma
ragno. Avendola riparata sapeva benissimo dove colpire.
Airachnid era stata
battuta in pochi secondi, impossibilitata a camminare, senza la
possibilità di
usare ragnatele, laser e veleno e senza forma ragno!
Ebbene,
quelli erano i famosi “due ceffoni alla maniera
degli Specter Bros’ ”. Suo fratello li aveva sempre
definiti in quel modo, “due
ceffoni”, e due ceffoni erano rimasti. Per ridurre i rischi
di
perdere sua
sorella fiché gli era utile, Spectrus aveva dovuto cercare
di
insegnarglieli e lei, adattando le tecniche alla sua condizione, aveva
imparato.
Era semplice: si trattava di restare fermi aspettando che
l’avversario colpisse, aggrapparsi ad esso per muoversi,
attaccare direttamente
i suoi punti nevralgici senza perdere tempo anche approfittando
dell’effetto
sorpresa. Non l'aveva usata spesso ma
sembrava funzionare benissimo.
Spectra
scivolò giù dalla schiena della vedova nera, la
quale
crollò a terra sdraiata e boccheggiante. Ancora non poteva
crederci!
-
Te l’avevo detto che non volevo farti del male.
Perché
mi hai costretta? - disse Spectra con gli occhi lucidi.
Airachnid
la guardava ancora
attonita. - Non è possibile…tu sei solo
un’invalida! Non posso
essermi fatta battere da un’invalida!
-
Se chiami i
soccorsi riprenderai a stare bene, non ho colpito punti vitali, io non
uccido. Già solo quel che ho fatto adesso è una
cosa che è contro natura per
me - disse - Per favore, non mi costringere a farlo di nuovo in futuro.
Di
nuovo, Spectra era totalmente sincera. Non avrebbe mai,
mai voluto arrivare a questo, le era costato moltissimo. Lei non faceva
del
male alle persone, voleva fare sempre e solo del bene, se si
trovava
costretta a dare quei "due ceffoni a modo suo" faceva quasi
più
male a lei darli di quanto agli altri ne facesse prenderli.
Airachnid
pensò che sapendo questo magari Megatron, e anche
Soundwave, avrebbero cambiato idea su Spectra. Ma la domanda era: le
avrebbero creduto o avrebbero pensato che fosse tutta
una montatura per tentare di danneggiare Spectra?
La vedova nera temette proprio che sarebbe andata come
diceva la seconda opzione. Chi mai le avrebbe dato retta se lei stessa
stentava ancora a crederci?
Vide
Spectra osservare qualcosa in un punto non troppo
lontano, vide tornarle il sorriso. - Mi hai aspettata?
Airachnid
si voltò.
La
farfalla che Spectra stava inseguendo
era ancora lì.
Proprio
in quel momento l’animale riprese a volare e
Spectra ad andarle dietro.
La
giovane si voltò un’ultima volta. - Chiamali
subito i
soccorsi però, mi raccomando… e perdonami, se
puoi.
Detto
questo se ne andò.
Continuò per un bel pezzo ad andare dietro alla farfalla,
incurante del fatto che non sapeva più dove fosse finita. Se
ne accorse solo
quando si rese conto che non c’era più il sole in
alto nel cielo, ma la luna!
“Com’è
che prima c’era il sole e adesso?... Ma quanto tempo
è
passato? Sarà meglio che avverta qualcuno alla Nemesis,
almeno sapranno che sto
bene” pensò.
Tuttavia,
per quanti tentativi facesse di contattare la Nemesis, non ci
riusciva. C’era qualcosa in quell’area che generava
delle interferenze tali da
impedire qualsiasi comunicazione, qualcosa che non era ancora stato
trovato dai
radar. Qualcosa che però avrebbe interessato molto sia
Autobots che Decepticon.
-
Io non capisco…- mormorò la ragazza.
La
farfalla si posò
sul terreno e non si mosse quando Spectra le si fece più
vicina.
-
Qui? - si chinò, toccando il terreno, e solo allora la
farfalla si spostò.
Spectra
si mise a scavare, curiosa di sapere…
-
Questa che cos’è? - si chiese poco dopo, tirando
fuori
dal terreno nientemeno che una Chiave Omega! Se solo lo avesse
saputo!
Incuriosita,
Spectra si mise ad esaminare l’oggetto. Non capiva cosa fosse
ma
le piaceva moltissimo, quindi decise di tenerselo, anche
perché se la farfalla
gliel’aveva fatto trovare doveva pur esserci una
ragione.
Che
le frequenze della Chiave
disturbassero e mutassero l’ecosistema circostante? Forse.
-
Volevi farmi trovare questo?
Forse
era insensato parlare
con una farfalla ma a Spectra non sembrava importare, e quando
l’animale
riprese a volare anche l’idea di contattare qualcuno le
uscì del tutto di
mente, anche perché i tentativi precedenti erano stati del
tutto inutili. Seguendola fino a quel momento aveva trovato quella
cosa, quindi
chissà
cos’altro avrebbe scoperto se avesse continuato
l’inseguimento!
E
così continuò, e continuò…
***
L’astronave
dove al momento dimorava Starscream era anch’essa
in un terreno montuoso, tutto uguale, così piatto e grigio
da sembrare quasi
finto. L’unico punto che si differenziava dagli altri era una
minuscola valle verde
nascosta nella quale scorreva un piccolo fiume con accanto una mimosa
gigantesca.
Ogni
tanto Starscream andava lì, quando sentiva il bisogno
di pensare, e l’incontro con Spectrus lo stava facendo
pensare parecchio.
La verità era che il seeker argentato aveva ancora
più
paura di prima. Non aveva un alleato che fosse uno, tutti erano contro
di lui ed era
certo che Specter gli avrebbe dato la caccia. Proprio a lui tutte le
sfortune!
Camminando
arrivò alla valle, pregustandosi un momento di
pace…
-
Volevi portarmi qui?...
Starscream
sentendo una voce estranea si nascose, lasciando
fuori solo la testa per vedere chi fosse ad avere invaso il suo posto
segreto.
Quando
la vide rimase letteralmente di sasso: era una cybertroniana. Una femme
adulta, seppur di piccola statura, che
stava seguendo una farfalla.
“Ho
le allucinazioni?” si chiese il seeker.
La
femme arrivò fino alla mimosa (Starscream notò
che
zoppicava ma non ci fece troppo caso) e si chinò a toccare
l’acqua.
-
Che bel posto! - la sentì dire con aria estatica.
Guadandola
meglio vide che non aveva simboli addosso, infatti tutto sembrava
fuorché
una guerriera. Che fosse una neutrale? Forse. Comunque sembrava del
tutto
innocua.
Femme. Innocua. Giovane e carina. Da quanto tempo non ne
vedeva una così? Una vita.
Con
passo felpato, Starscream raggiunse la mimosa e ne staccò
diversi rami. Non aveva nulla di meglio da offrirle ma magari sarebbe
andato
bene lo stesso. Certo, avrebbe pure potuto prendersela e basta
(in altri luoghi e altri tempi, con certe femme Autobot, era successo)
ma… no, suvvia. Aveva
un’aria talmente innocente che probabilmente era ancora
intatta e
lui non era un mostro, anche se lei magari riconoscendolo avrebbe
potuto spaventarsi.
Tutti sapevano chi era il grande Starscream.
-
Ah-ehm…
La
femmina si voltò verso di lui con espressione stupita,
per poi sorridergli dolcemente. - Ciao! - si alzò e gli si
avvicinò zoppicando
- Tu chi sei? Ti sei perso anche tu?
Invece
no, sembrava non saperlo. - No. Vivo qui vicino.
Davvero non sai chi sono?
Lei
scosse la testa.
-
Io sono il potente Starscream! - si presentò il seeker,
facendo la voce grossa e gonfiando il petto, cosa che parve divertirla
- Che hai da ridere?
-
Niente, Starscream. È che sei simpatico! - disse - Adesso
ho capito chi sei. Io invece mi chiamo Spectra.
-
Va bene, Spectra - fece un leggero inchino e le porse i
rami di mimosa - Per te.
-
Grazie…- Spectra li prese, stupita.
Le
aveva fatto un
regalo, proprio come facevano i principi con le principesse!
Naturalmente lei
di principi veri e propri ne aveva nella Scintilla solo uno e
così sarebbe
sempre stato.
Però i sensori ottici erano fatti per guardare, e ai suoi
quel
seeker argentato che l’aveva fatta ridere risultava piuttosto
carino.
Se
avesse saputo che aveva davanti lo sterminatore della sua famiglia,
nonché
quello che l’aveva azzoppata a vita, forse non le sarebbe
sembrato così carino.
-
Quindi ti sei persa…
-
Inseguivo
la farfalla - raccontò la ragazza - E non
mi sono accorta di essere finita lontano da dove Lord Megatron ed io
eravamo…
Starscream
la guardò con gli occhi sbarrati. Conosceva
Megatron?! Era con lui?
-
Tu e Lord Megatron.
-
Sì! Volevo vedere i minatori scavare e alla fine
l’ho
convinto a portarmi con lui, anche se Soundwave forse avrebbe voluto
che
restassi con Dreadwing. Ha sempre paura che mi accada qualcosa - fece
spallucce
sorridendo ingenuamente - Lui è fatto così. Mi ha
trovata quando sono arrivata
quaggiù, mi ha salvata e da allora mi
è sempre stato vicino.
Mi ha salvata, poi ha picchiato Knock Out, poverino… poi ha
terminato due
insecticons...
D’accordo.
Se le cose stavano così quella lì non era una
femme comune, magari gli sarebbe tornata utile. - Quindi tu e
gli altri Decepticon siete piuttosto… "legati"?
-
Mi trovo bene nella Nemesis - disse semplicemente Spectra
- Già, devo dirgli dove sono e che sto bene!
-
Ehm, non puoi. Qui i comunicatori non vanno - la bloccò
Starscream - E poi se arrivassero qui sapendo che sei sparita
penserebbero che
a rapirti sia stato io e non penso che la prenderebbero bene - si mise
in
ginocchio facendole gli occhioni - Tu non vuoi che mi picchino vero? Ti
ho
regalato i fiori…
A
quella scena Spectra rise di nuovo. - No! Ma se non li chiamo allora io
dove vado?
-
Vieni
con me - disse il seeker dopo qualche esitazione - Quando
sarà
il momento tornerai alla Nemesis. Io non ti farò niente -
alzò le
mani - Giuro! E dai - si mise a mani giunte - Sii buona!
-
Nella Nemesis non dicono bene nemmeno di te ma magari esagerano
anche stavolta - sorrise la ragazza - Fai troppo ridere!
-
Quindi?
-
Va bene, mi hai convinta. Però spero che potrò
tornare
lassù presto perché c’è il
mio principe. Lui non sa di esserlo... ma non
importa - sospirò - Andiamo?
“Io
vorrei sapere da dove è spuntata. Non sembra nemmeno
vera” pensò il seeker - Andiamo. Ah... pensi di
farcela a starmi dietro?
Spectra
annuì, sorridendo un po’meno, e lo
seguì.
Possibile
che Starscream non avesse fatto un minimo di
collegamento, sentendo il nome e vedendola zoppicare?
Evidentemente
no.
***
-
Non pensavo che fossi tanto stupido da venire quaggiù da
solo!
Dissotterrata
una strana reliquia di cui non capiva ancora
la natura (altra Chiave Omega) Soundwave evitò per un soffio
un calcio che, se
l’avesse preso, forse gli avrebbe fracassato la testa.
Rapidamente
si spostò di lato e si allontanò, così
da poter
vedere meglio il suo aggressore.
“
Specter”.
Lo
riconobbe immediatamente, si ricordava ancora
benissimo di quel possente mech che si era rivelato una spia Autobot,
tanto
abile da arrivare ad essere un ufficiale Decepticon di alto grado. I
metodi di
Spectrus lo avevano decisamente aiutato nell’impresa, peccato
che avesse
mandato tutto al diavolo appena aveva posato gli occhi su quel
traditore di
Starscream. Non che la cosa lo avesse stupito, una volta capito chi era.
"Pensare
che se non fosse stato per quel deficiente che si
era dimenticato degli accordi di Megatron con Spector Specter, ora
Spectrus
sarebbe stato un Decepticon!" pensò.
Per
inseguire i propri pensieri fu quasi colpito dalla spada
di Wheel Jack.
"Evidentemente
il fallimento di qualche
tempo fa non gli è bastato".
Poco
dopo evitò anche un calcio di Bumblebee.
"Tre
contro uno, non è un problema".
Lui
non falliva mai e non avrebbe fallito nemmeno quella
volta. Per di più voleva tornare nella Nemesis al
più presto, c’era Scricciolo
che lo aspettava!
Si
abbassò ed il nuovo calcio di Bumblebee finì
dritto in
faccia a Spectrus, che non la prese bene.
-
Guarda dove calci! -
sibilò, afferrando Bumblebee e sbattendolo per errore
addosso a Wheel Jack.
-
E tu guarda dove lanci la gente! - esclamò il suddetto,
tirando un pugno a Spectrus e colpendo invece Bumblebee che si era
appena
rialzato.
“Fanno
tutto da soli” pensò Soundwave, con la faccia
sotto
il visore vagamente attonita. Guardò la reliquia
che aveva
ancora in mano “A questo punto nemmeno a perderci tempo, vado
a
vedere come procede da Megatron”
pensò, volando via.
-
Ehi, ma quello se n’è andato con la reliquia! -
urlò
Wheel Jack.
-
Colpa vostra che saltate addosso a me, invece che a lui -
disse subito Spectrus - Bravi, complimenti!
Bumblebee
disse che comunque due ceffoni se li meritava, e
Specter fece quasi un sorriso divertito.
Due ceffoni! Nemmeno fosse stato sua
sorella, e comunque era certo che quelli di sua sorella eventualmente
gli
avrebbero fatto ben più danni di quelli di Bumblebee. Solo
che Spectra sarebbe
morta piuttosto che alzare le mani su di lui, come ben sapeva.
-
Oh sì, me li meritavo tutti. Cos’è,
anche tu rosichi come
Prime? Ma falla finita - aprì il collegamento con la base -
Dottorino, apri il
Ponte.
-
Non.
Chiamarmi. Dottorino -
ringhiò
Ratchet - Allora,
com’è andata?
-
Gli altri due colpivano me invece di
Soundwave, e quello se n’è andato con la reliquia.
Muoviti ad aprire.
Ratchet
dalla base fece una smorfia. Dubitava seriamente che
fosse solo colpa degli altri e pensò che, proprio come aveva
previsto, Spectrus
stesse facendo più danni che altro!
-
Bel lavoro,
Specter.
-
Perlomeno io
c’ero e non stavo facendo arrugginire le
chiappe nelle base. Ti muovi ad aprire o no?
Se
non ci fossero stati anche Wheel Jack e Bumblebee
probabilmente Ratchet l’avrebbe lasciato dov’era,
ma alla fine con un sospiro
nervoso aprì il Ponte Terrestre.
***
Ebbene,
Prime era riuscito a mettere le mani su Star Saber.
Probabilmente quello era il momento peggiore che i Decepticon si
fossero mai
trovati ad affrontare, pensò Megatron, ma oltre a quello
c’era anche un’altra
questione a preoccuparlo al momento: Spectra.
O
meglio, la sua scomparsa.
-
So benissimo che vi ho dato l’ordine di scavare, ma
è
possibile che non abbiate visto dove diavolo è andata?! -
ringhiò Megatron a
quei pochi vehicons minatori che, unitisi alla lotta contro gli
Autobots, erano
scampati.
-
Nossignore! L’unica cosa che sappiamo è che stava
inseguendo una cosa volante.
-
Quale cosa volante?
-
Una di quelle, signore - disse uno dei minatori, indicando
una farfalla piuttosto simile a quella che aveva visto
Spectra.
Megatron
si
passò una mano sul viso. E adesso chi glielo diceva, a
Soundwave, che aveva
perso Spectra?
Perfino Megatron si era accorto dell'interesse. Non che fosse
difficile, a non rendersi conto di come stavano le cose erano
solo il suo vecchio amico e Spectra stessa.
-
Dreadwing, hai ricevuto qualche contatto? - chiese al suo
secondo in comando, ancora nell’astronave, che faceva tutto
il possibile per
trovare Spectra cercandola sui radar.
-
No, Lord Megatron. Di
lei non c’è traccia neppure
sui
radar, l’unico contatto che ho ricevuto è
un’altra richiesta di soccorso da
parte di Airachnid, che è poco lontana dalla Sua posizione!-
Airachnid?
Che ci faceva Airachnid lì vicina?
A
meno che…
-
Dammi la sua posizione precisa - ordinò.
Se
avesse
scoperto che quel ragno c’entrava qualcosa con la scomparsa
di Spectra, le
conseguenze sarebbero state atroci... già solo per tutti i
grattacapi con Soundwave che quella faccenda gli avrebbe dato!
Una
volta ricevute le coordinate volò rapidamente sul posto,
trovando Airachnid malmessa come Spectra l’aveva lasciata.
-
L-Lord…Megatron!
-
Non mi sembrava di averti dato ordine di seguirmi in
questo posto, Airachnid - disse bruscamente - Mi chiedo
perché tu sia qui. Me
lo chiedo soprattutto perché Spectra è
misteriosamente scomparsa - le si
avvicinò minacciosamente - Non è che
c’entri qualcosa? Perché se così
fosse…
-
Mi ha ridotta lei così! - esclamò la vedova nera
- Mi
ha attaccata e poi ha ripreso ad inseguire quella maledetta farfalla!
Megatron
la guardò sconcertato. - Come sarebbe?!
-
Mi ha sentita!…è stata lei - insistette il ragno
- Mi
creda!
Megatron
scosse la testa. - Non ci credo nemmeno se lo vedo.
Come avrebbe fatto a ridurti così? è
del tutto impossibile.
Si
voltò allontanandosi. “è
impossibile che sia
stata Spectra. Però, se sa della farfalla, Airachnid deve
averla vista”
iniziò a formulare delle ipotesi “Magari Airachnid
voleva disfarsene ma oltre
a Spectra ha incontrato qualcun altro, questo qualcun altro
l’ha
ridotta così e si è portato via la ragazza per
qualche motivo” si disse “è
l’unica spiegazione. Non oso pensare a come
reagirà Soundwave quando…”
Parli
del diavolo e spunta la coda, eccolo lì, di ritorno
dalla sua missione ed appena atterrato accanto a lui.
"Bene,
ma non benissimo" pensò.
-
Noto con piacere che come sempre hai avuto successo.
Soundwave
gli tese la Chiave.
- Non
capisco cosa sia ma va bene lo stesso - commentò Megatron,
prendendola - Comunque… è successa una
cosa…
-
Il
nostro Lord Megatron ha perso il tuo grande amore nella confusione
della battaglia! - Airachnid riuscì persino a trovare la
forza
di
ridere.
Per un attimo Soundwave si voltò verso di lei guardandola
senza capire.
Ma che stava dicendo? Spectra era nella Nemesis, e poi…
"grande amore"? Era così evidente?!
-
Più o meno è andata così -
borbottò
Megatron - Ha voluto seguirmi per forza e stava andando tutto bene, poi
sono arrivati
gli Autobots e… non c’era più.
L’unica cosa
che si sa è che stava inseguendo una
farfalla.
Non
ebbe il tempo di finire la frase che Soundwave si
avventò su Airachnid. Avrebbe avuto voglia di rottamare
anche Megatron per
averla portata con sé ma purtroppo sapeva che era quasi
impossibile dire di no
a Spectra, ed era convinto che quell’insetto maledetto
c’entrasse qualcosa.
-
Lasciami, maledetto! Io quel che sapevo l’ho già
detto
a Lord Megatron!
-
Ha detto che Spectra l’ha ridotta così e poi se
n’è
andata- Megatron sbuffò - Ridicolo.
-
è
la verità! - gridò la vedova nera - è
andata così!
-
Portiamola alla Nemesis. La obbligheremo a dirci
quel che è successo davvero - disse Megatron - La
ritroveremo, te lo giuro.
Soundwave
dopo qualche esitazione lasciò cadere a terra
Airachnid.
In testa aveva solo Spectra e il terrore che le fosse successo
qualcosa di orribile; se così fosse stato non si sarebbe mai
perdonato di non
essere stato lì con lei, e non avrebbe mai perdonato nemmeno
Megatron. Anche
lui avrebbe potuto stare attento, maledizione! E poi… "a
caccia di farfalle"!
In
quel momento voleva solo ritrovarla ma quando avesse
scoperto che stava bene (non volle pensare “se”)
avrebbe infranto il voto di
silenzio e avrebbe passato giorni interi a rimporverarla. Era il minimo.
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
TSB7
-
è
andata così, stavo combattendo e poi questi due…
-
Non ti azzardare a dare tutta la colpa a noi, Specter!
- lo interruppe Wheel Jack con un ringhio - Anche tu avresti potuto
prendere
meglio la mira e colpire Soundwave con quel calcio!
-
Sia come sia, quella
reliquia è persa - commentò Optimus Prime - Non
siete riusciti a
identificarne la natura?
Spectrus
scosse la testa. - Non abbiamo capito di cosa
si trattasse ma secondo me non lo sapeva nemmeno Soundwave.
-
Fai tanto il gradasso e poi non combini niente - lo
stuzzicò Smokescreen.
-
Chi è che ha quasi ammazzato un compagno di squadra qui?
- Spectrus si portò la mano vicino ad un recettore uditivo
sinistro - Ho proprio bisogno
di sentire il nome dell’imbecille in questione. Non che anche
in questa missione tu
abbia fatto molto, da quel che ho capito.
Riluttante,
Arcee si trovò
a dover difendere il ragazzo, che effettivamente aveva fatto un buon
lavoro. - Smokescreen ha combattuto
bene.
L’occhiata
gelida di Spectrus le fece venire i brividi.
-
Davvero? Allora devo farmi due domande sulle tue capacità di
giudizio. Lui
- indicò
Prime, incurante di come lo stava guardando, alias come se volesse
spaccargli la
testa all’istante per il tono che stava usando con Arcee - Ha
raccontato fatti per i quali non mi sembra che Smokescreen abbia fatto
chissà cosa.
-
Intanto noi abbiamo portato qui Star Saber e tu niente -
disse Bulkhead - Quindi perché non te ne stai zitto una
buona volta, Specter?
-
E perché tu non vai a farti pestare quasi a morte da un
altro insecticon? Sarebbe una liberazione. Sei stato fortunato che la
gamba ti
sia tornata a posto - lo guardò con sufficienza - Altrimenti
saresti stato
totalmente inutile. C’è gente che anche da
invalida può essere utilizzata ma
tu non rientreresti nella categoria.
-
La vuoi smettere? - alla fine Arcee sbottò,
estremamente irritata - Perché devi sempre litigare con
tutti?! Abbiamo già
abbastanza problemi senza che…
-
Sei
sexy quando ti arrabbi, ma di’ un’altra parola e
resterai in astinenza da connessione per un bel po’ - disse
Spectrus
minimizzando le parole di Arcee, e la stessa Arcee, con un gesto
annoiato della
mano - Non penso che tu voglia questo.
-
Spectrus Specter, mi sto pentendo amaramente di averti
prestato soccorso - borbottò Ratchet.
-
Come se l’opinione del dottorino contasse qualcosa, certo,
sicuramente. Allora, questa favolosa Star Saber… che farebbe
esattamente? -
chiese Specter ad Optimus Prime.
-
è
un’arma molto potente, il
cui potere può essere attivato
solo da un Prime, e… - Optimus iniziò a sentirsi
strano. Le voci degli altri si
stavano facendo sempre più ovattate, ed una luce intensa
stava scacciando le loro
immagini.
"Optimus
Prime,
se stai ascoltando questo messaggio significa che Cybertron
è caduta, e che hai
trovato Star Saber, che io stesso temendo il peggio nascosi su un
pianeta alieno
molto, molto tempo fa…"
Optimus
aveva davanti a sé l’immagine del suo vecchio
maestro,
l’Archivista, Alpha Trion.
Si
chiedeva spesso che fine avesse fatto,
dove fosse, come stesse.
“Se
sei
arrivato a questo punto della tua missione, è il momento che
tu venga a
conoscenza del modo in cui Cybertron può tornare a nuova
vita”.
-
Cybertron… tornare alla vita…
“Le quattro
Chiavi Omega, Optimus” davanti a Prime comparve brevemente
l’immagine
di una di esse “Le coordinate da
decifrare sono nel database di Iacon. Raccogli quelle chiavi e
portale all’Omega Lock. Quando sarai lì
capirai cosa
devi fare”.
Il
messaggio terminò con quelle parole, e ad Optimus Prime
iniziò a schiarirsi la visuale.
-
Optimus…
Era
Arcee quella china su
di lui? E cos’era tutto quel baccano?
-
…TI HO DETTO
DI NON CHIAMARMI DOTTORINO!
-
E dai, dottorino, non urlare, altrimenti ti ritrovi come
Bumblebee. Anche se Bumblebee è messo così
perché tu sei un incapace.
-
Lascia in pace Bumblebee! - ringhiò Bulkhead
avventandosi su Spectrus.
I
loro pugni cozzando provocarono una cascata di
scintille.
-
Picchi duro ma… attento,
schiacci Miko!
A
quell’esclamazione di Spectrus il demolitore si distrasse,
terrorizzato
all’idea di far del male alla sua migliore amica, e Specter
ne approfittò per
tirargli un potente pugno allo stomaco che lo fece volare ed atterrare
parecchio più in là, spaccando un paio di
computer.
-
Come dicevo, picchi duro, ma purtroppo per te non sei
sveglio, e tu
- afferrò Bumblebee appena prima di beccarsi un pugno - Non
sei
veloce come credi di essere - scagliò il piccolo ricognitore
addosso a Ratchet
- Vedi di ricordartelo!
-
Optimus, stai bene? - Arcee sembrava preoccupata, sia per
lui che per tutto il disastro che stava succedendo.
Mai
in tutto il tempo che
erano stati sulla Terra gli Autobots avevano litigato in quel modo.
-
Sto bene. Non ti preoccupare per me - Prime le
sorrise per poi osservare Spectrus - Se adesso cercassi di dare una
calmata al
tuo "amico speciale" ti disturberebbe?
Arcee
guardò lui, poi guardò Spectrus che si abbassava
per
evitare l’assalto di Smokescreen, il quale finì
dritto addosso a Wheel Jack che lo
prese immediatamente a pugni credendo che avesse voluto attaccare lui.
Ratchet
invece riuscì ad attaccare Spectrus, ottenendo di rimando un
calcio allo stomaco che lo
fece piegare in due e un gran pugno in testa tanto forte da farlo
svenire.
-
No. Quando è troppo è troppo.
Optimus
annuì, si alzò e con uno scatto felino
assestò un
bel pugno in faccia a Spectrus, il secondo della serie, divise a forza
Smokescreen e Wheel Jack e con un’occhiataccia
sistemò anche Bulkhead e
Bumblebee che stavano per buttarsi nella rissa.
-
Non è il momento per litigare. Noi Autobots
dobbiamo rimanere uniti, saltarsi addosso così non
è il modo migliore per
farlo.
-
Per l’appunto, volete finirla di litigare si o no? -
Spectrus massaggiandosi il volto si rialzò - E tu piantala
con questi diretti a
sorpresa.
-
Taci. La causa di tutti questi litigi sei proprio tu -
Prime gli si avvicinò - Prima che tu arrivassi non
succedevano cose come questa.
Ti consiglierei di smetterla perché ti stai avvicinando al
limite.
Optimus
faceva proprio paura, tanto che non voleva una
mosca.
-
Se supero il limite cos’è che succede? - ebbe il
fegato di
chiedergli Specter.
-
Augurati di non scoprirlo mai.
-
Se pensi di farmi paura guarda che questo non è il verso,
ci vuole ben altro con me - replicò Spectrus, serissimo, e
dicendo per una volta
la pura verità. Optimus Prime, per cui perfino Megatron
provava una sana inquietudine
e anche qualcosa di più ora che aveva Star Saber, non faceva
nessunissimo
effetto al maggiore dei due Specter.
-
Farti paura non è il mio scopo. Questo è un
semplice
avvertimento.
-
Dirti cosa me ne faccio dei tuoi avvertimenti sarebbe
estremamente ineducato - disse il mech blu e nero con fare arrogante -
E dato
che qui c’è una signora non posso cadere in certe
grezzate. Piuttosto mi
domando cos’è successo quando facevi il
bell’addormentato.
Se
Optimus Prime fosse stato Megatron, Spectrus Specter sarebbe
stato terminato già da un pezzo. Ma Optimus, fortunatamente
per Specter, era di
idee diverse sul modo in cui trattare i propri uomini.
Una cosa comunque era sicura: adesso capiva Megatron un
po’di più. Se il suo avversario doveva avere a che
fare con gente simile tutti
i santi giorni non c’era da stupirsi che fosse diventato in
quel modo.
-
Star Saber conteneva un messaggio di Alpha Trion - informò
tutti Prime - Specter, la reliquia che Soundwave ha preso era fatta in
questo
modo?
Fece
uno schizzo di una Chiave Omega al
computer.
Spectrus
annuì. - Proprio.
Cos’è?
-
è
una
delle quattro Chiavi Omega - disse cupamente
Optimus. Già una ne avevano persa, fantastico - Riunite,
costituiscono la
nostra ultima possibilità per ridare vita a Cybertron. Alpha
Trion le nascose
qui sulla Terra, e nel database di Iacon che abbiamo hackerato grazie
al virus
di Rafael ci sono le coordinate.
-
Quindi possiamo riportare in vita Cybertron? - Ratchet si
era svegliato appena in tempo per sentire le ultime novità.
-
è
quel che ha appena detto, dottorino. Stura i recettori
uditivi.
-
Specter, quale parte di “smettila” non hai capito?
- Bulkhead
gli si fece minacciosamente vicino.
-
Non mi pare di aver detto nulla di che. Arcee - ignorando
totalmente Bulkhead Spectrus si avvicinò alla guerriera e la
attirò
improvvisamente a sé dandole un bacio - Che ne dici se
andiamo di là?
-
Veramente
non me la sento granché - era difficilissimo
resistere a quel “qualcosa” che la attirava a
Spectrus, ma non se la sentiva di
dargli corda in fatto di connessioni finché avesse
continuato a comportarsi in
quel modo - Ma comunque possiamo stare un po’ins…
-
Non avete altro da raccontarmi sulla missione?
Al
rifiuto di Arcee, Specter smise di darle ogni considerazione, cosa che
la portò
a guardarlo ferita. Aveva capito che non era bravo a manifestare le
proprie
emozioni, però in quel modo sembrava che non volesse altro
da
lei se non
connettersi. Eppure aveva detto che la sua Scintilla la riconosceva, e
a
volte a connessione finita continuava a coccolarla finché
non si
addormentava. Inoltre rimaneva ad ascoltarla attentamente quando lei
gli parlava del suo passato.
Quindi come stavano davvero le cose? Oh, che confusione.
-
A dire il vero una cosa ci sarebbe: io non ho ancora capito
chi è quella tizia che era con Megatron - disse Bulkhead con
aria perplessa.
-
Che tizia? - gli domandò Wheel Jack.
-
L’abbiamo vista solo da lontano, era seduta su un masso
accanto a Megatron - disse Smokescreen - Era piccolina, sarà
stata così -
indicò un’altezza che arrivava alle ginocchia di
Specter - Io l’avevo
addirittura scambiata per una protoforma ma Arcee ha detto che
è
un’adulta.
-
Non l’avevo mai vista prima - intervenne la suddetta - Ma
dubito fortemente che sia stata in guerra. È vero che noi
femme di norma siamo
costituzionalmente più piccole di voi mech ma lei era un
po'più piccola anche di me. C’è
da domandarsi che ci faccia con Megatron.
Negli
occhi di Spectrus lampeggiò brevemente una luce di
soddisfazione. Spectra era salva, quindi i piani potevano ancora essere
messi in pratica! Doveva solo riuscire a contattarla e farle coraggio
in modo
che affrontasse bene anche la fine di quella missione. Stando con gli
ufficiali
di grado più alto, se avesse seguito le direttive di
Spectrus, quella sarebbe stata
l’ultima.
Certo, sapeva di averle chiesto molto quella volta. Non si
trattava solo di riferirgli tutto quel che aveva visto e sentito, ma
anche di
trafugare tutti i dati che poteva. Spectra si era immediatamente
rifiutata.
“Un conto
è dirti tutto quel che ho sentito e visto, un
altro è rubare cose a persone che mi hanno sempre trattata
bene! Soprattutto
considerando come…come va a finire tutte le volte. Non
possono essere tutti cattivi, Spectrus! Non è
possibile! Quelli da cui mi hai mandata non lo erano, erano diventati
miei
amici, e tu… tu li hai uccisi tutti!”
Proprio
così.
Spectrus
faceva uscire Spectra e la faceva “trovare per
caso” al Decepticon di cui gli servivano informazioni.
Immancabilmente il Decepticon in questione le si affezionava, e Spectra
a lui. Però loro erano
suoi amici e Spectrus era suo fratello, lei voleva bene a suo
fratello,
voleva rimanergli vicina. L’aveva cresciuta lui, le aveva
insegnato tutto quel
che sapeva, Spectra sentiva di dovergli tutto.
Quando Spectrus giudicava che fosse passato abbastanza tempo
contattava sua sorella dicendole di tornare da lui. Spectra diceva di
voler
andare a fare un giro ed il Decepticon di turno non volendo lasciarla
andare in
giro da sola l’accompagnava dove Spectra doveva andare,
nonostante lei
insistesse dicendogli di non venire. Lo aveva fatto tutte le volte, con
ogni Decepticon da cui suo fratello l’aveva mandata,
perché sapeva bene quale
sarebbe stato il loro destino, e ogni volta era dilaniata da quella
consapevolezza.
Lo sventurato di turno veniva ucciso, mentre Spectra veniva
portata via dal fratello e le sue tracce si perdevano. Così
facendo la giovane
femme non veniva mai collegata alle varie fughe di informazioni, gli
altri Decepticon trovavano il cadavere del loro compagno e non si
preoccupavano della
ragazza (sempre nel caso in cui l’avessero vista. Diverse
volte
anche successo
che il Decepticon di turno avesse deciso di tenerla tutta per
sé),
dando per scontato che senza protezione anche lei avesse fatto una
bruttissima
fine. Poi se ne dimenticavano rapidamente.
“è
colpa loro se la nostra famiglia è stata distrutta e
il nostro pianeta lo stesso, non mi stancherò mai di
dirtelo. Quindi è giusto che vengano uccisi. Non capisco
perché ti rifiuti di
accettare che invece SONO tutti cattivi, nessuno escluso. Fidati di
quel che ti
dice tuo fratello. Fai come ti ho detto. Con i dati che
prenderai faremo
finire questa guerra una volta per sempre, i nostri genitori saranno
vendicati e avremo la vita che meritiamo”.
Spectra
aveva scosso la testa e se n’era andata.
Spectrus
ricordò la fugace tentazione che aveva avuto di piantarle
una lama nella
Scintilla e finirla lì: se la portava dietro come un
fardello, che
si rendesse utile, almeno!
Ma aveva resistito e a quanto pareva aveva fatto più
che bene, perché casualmente era andata a finire proprio
dove lui l’avrebbe
spedita.
Così
credeva, perché invece le cose non erano più
così, e sua
sorella era in tutt’altro tipo di compagnia!
-
Chi se ne importa? - Spectrus si avviò
verso l’uscita - Me ne vado a fare un giro, mi sono scocciato.
Il
piano era veramente quello, andarsene semplicemente a
fare un giro. Ma chissà come sarebbe andata a finire,
quell’uscita…
-
Se anche non torni va bene uguale - mugugnò Ratchet.
-
E tu se anche ti spegni va bene uguale, dottorino -
ribatté Specter, uscendo.
***
-
Perché stai qui da solo? - chiese Spectra a Starscream
- Deve essere triste.
-
Macché, io sto benissimo. Tempo fa ho capito che per me
è
meglio camminare da solo - ribatté il seeker - Starscream,
colui che non si
schiera, colui che non ha padroni! - disse in tono enfatico.
Ciò
la fece di nuovo
ridere.
-
Ridi sempre, tu - commentò il seeker.
-
Non è vero che rido sempre, rido solo quando
c’è qualcosa
di divertente! - disse Spectra - E tu sei divertente. E anche gentile,
perchè
mi ospiti - si era seduta su una specie di sgabello, aveva ancora in
mano i
rami di mimosa - E perché mi hai fatto un regalo. Come si
chiamano
queste cose che mi hai dato?
-
Fiori di mimosa.
-
Allora grazie per i fiori di mimosa, Starscream - il sorriso della
femme divenne ancora più dolce - Sei sicuro di stare bene
qui da
solo? Guarda che secondo me Lord Megatron ti riprenderebbe.
-
Tornare agli ordini di quel…- Starscream lo
insultò in
modo così osceno da essere irripetibile - No. E
poi… nemmeno a provarci.
Mi terminerebbe subito.
-
Lo giudichi un po’troppo male, non è
così
cattivo. Ringhia un po’, ma non significa niente, mi ha anche
lasciata stare in
braccio a lui una volta.
-
Adesso capisco. Il vecchio si è fatto l’amante
giovane
- commentò il seeker, con una punta d’invidia.
-
No, che dici? Mi teneva in braccio e basta, parlavamo -
puntualizzò Spectra - Non sono la sua amante. Non ho mai
fatto… niente… con
nessuno. Mai connessa.
Proprio
come aveva pensato la prima volta che l’aveva vista. Allora
però come aveva fatto a far sì che Megatron si
comportasse in
quel modo? Starscream non lo vedeva proprio comportarsi
così,
tenere
in braccio una femme senza farle niente e parlarle, di
chissà
cosa poi.
Un
attimo: quel “parlare” a dire il vero gli era
familiare.
Anche Airachnid aveva detto che lei e Lord Megatron
“parlavano”. Cos’era che
intendesse veramente dire la vedova nera però era un mistero.
-
Capisco. Ma... niente di niente? - ora Starscream era
semplicemente curioso. Nonostante l’aria così
innocente gli sembrava strano che
Spectra non avesse mai fatto nulla con nessuno, era giovane e di
piccola statura ma non era brutta. - Nemmeno
un bacio?
Lei
scosse la testa.
Starscream
si stupì ancora di più. - Sul serio?
Uhm… prima
però hai parlato di un principe che ti aspetta.
-
Ma
ho anche detto che lui di essere il mio principe
non lo sa - puntualizzò.
“Non
so neanche io perché le sto chiedendo certe
cose. Che mi importa?!” pensò Starscream
“ Certo che quando le ho dato quei fiori
aveva un sorriso così carino che-FRENA. Che sono
queste stupidaggini?!”
-
Chi è il fortunato? Me lo vuoi dire? - le
domandò, per
poi pensare a un'altra cosa
che Spectra gli aveva detto: Soundwave che l’aveva salvata,
che aveva pestato
Knock Out ed aveva terminato due insecticons.
“Impossibile!”
pensò il seeker. - Non sarà un certo
tipo silenzioso?...
Lei
fece scomparire il suo viso dietro la mimosa, dando a
Starscream una muta conferma.
-
è
Soundwave? - fece una smorfia - Se posso darti un consiglio lascialo
perdere,
gli importa solo del lavoro, dei Decepticon e di Megatron. Mi stupisce
che non
ti abbia lasciata lì a morire ma io non mi aspetterei niente
di più da uno come
quello - si alzò e si mise a girare per la stanza - Non ha
volto, non ha
emozioni, non ha assolutamente niente da darti.
La
testa di Spectra fece capolino da dietro la mimosa. - Guarda che ti
sbagli, non è come dici tu - lo difese - Lui ha le emozioni
e
ha anche un viso: io l’ho visto.
Di
nuovo, Starscream fece una faccia attonita. - Ah sì? E
quando l’hai visto?
-
Quando abbiamo dormito insieme la prima volta.
Il
seeker sollevò un sopracciglio. Se anche avesse avuto
l’idea di lasciar perdere le buona maniere e portarsela a
letto che lei volesse
o meno, adesso che si stavano aggiungendo più dettagli si
stava rivelando del
tutto impraticabile. Non poteva farle assolutamente niente. Se diceva
il vero, e
Starscream non dubitava che così fosse, farle del male
significava farsi dare
la caccia da Soundwave e Megatron fino alla terminazione, e lui aveva
già
abbastanza problemi con loro senza doverci aggiungere anche quello.
Ciò non toglieva però che se fosse riuscito a
fare
tutto con Spectra consenziente nessuno avrebbe potuto dire nulla,
perché
sarebbe stata anche una scelta della giovane femme.
-
Quindi non ti fa specie dormire con un mech.
-
No - Spectra appoggiò la mimosa sul tavolo - Sono
abituata a dormire con mio fratello.
-
Non mi avevi detto di avere un fratello - Starscream diede
un’occhiata al computer senza badare troppo alle parole della
ragazza.
-
Tu non me l’hai chiesto - gli fece giustamente notare lei
- Che fai? Cos’è quello? - indicò un
gatto ballerino sullo schermo.
-
Video degli umani. Devo ammettere che alcuni sono
piuttosto stimolanti - fece un sorrisetto mettendosi a sedere e
cercando altri
video - Guarda questo per esemp…-
Come
aveva fatto con Soundwave e Megatron,
Spectra era andata in braccio anche a lui .
-
Impiccio?
-
No, assolutamente - le mise un braccio intorno alla
vita - Avresti impicciato se avessi avuto l’enorme sedere di
Airachnid, ma
così…
-
Ma
dai! Non essere cattivo, poverina - lo rimproverò
Spectra - Non è così grosso, e comunque se
è fatta
così non è mica colpa sua. E ultimamente non
è
stata
molto bene…
-
Così hai avuto la sfortuna di conoscerla. Male in che
senso? Fisico? - si informò il seeker, cui la
notizia di Airachnid in
difficoltà faceva sempre piacere.
-
No. Cioè, veramente sì, anche in senso fisico ma
io non
intendevo quello.
-
Allora che intendevi? - la strinse un po’di più,
ma lei
non sembrò farci caso - Dai dimmelo, prometto che sto zitto.
-
No. Mi ha già minacciata di morte in passato, nel caso
l’avessi
detto a qualcuno - disse - E
poi anche
se sono stata zitta ha cercato di uccidermi lo stesso e ho dovuto darle
due
ceffoni a modo mio - il viso di Spectra divenne triste - Se la cosa si
viene a
sapere verrà presa in giro, potrebbe riprovare a uccidermi e
io dovrei farlo di
nuovo.
-
Capirai cosa sono due ceffoni! Quella brutta strega
merita ben altro - commentò Starscream, non immaginando
nemmeno lontanamente
cosa significasse “due ceffoni a modo suo”
- Dai, dimmelo - le fece di nuovo
gli occhioni.
-
No…
-
Se ti portassi altri fiori?
-
Pensi di potermi comprare con i fiori? - scosse la testa
con un sorriso - No.
L’abbraccio
del seeker si fece sentire di più stavolta, al
punto che lei non poté più ignorarlo. Si chiese
anche come mai la stesse
abbracciando.
-
Allora cosa vuoi in cambio di quest’informazione? - il
tono di Starscream divenne arrogante quasi quanto quello di Spectrus,
con la
differenza che era tutto fuorché gelido, ed era
semplicemente sintomo della
convinzione di Starscream di essere irresistibile! - Mi hai detto che
non hai
mai baciato nessuno ma se si tratta di quello guarda che ti avrei
baciata
anche senza avere qualcosa in cambio.
“Lui
vorrebbe…darmi un bacio?”
Gli
occhi di Spectra, già grandi di per sé, divennero
enormi
per la sorpresa. Era la prima volta che qualcuno sembrava interessarsi
a lei
come femme! O almeno così Spectra pensava, di nuovo
sbagliando.
Oltretutto
se anche Starscream l’avesse baciata non sarebbe
stato il primo, perché quel "sogno" che aveva fatto con
Soundwave in verità
era reale, e per come erano messe le cose Spectra non avrebbe voluto
essere
baciata da nessun altro se non lui, per quanto fosse carino Starscream.
-
Non
c’entra niente - mormorò abbassando il viso - Non
voglio
niente… è solo che mi sembrerebbe di mancare di
sensibilità nei suoi
confronti dicendo ad altri quel che le è successo, capisci?
-
Non è che Airachnid abbia
apprezzato granché la tua sensibilità.
-
Il fatto che ci siano persone che non sembrano apprezzarmi
non vuol dire che io debba comportarmi diversamente da come mi
suggerisce la
mia natura - ribatté Spectra con tranquillità -
Non sarebbe giusto.
-
Tsk…ne so qualcosa di gente che non apprezza -
borbottò -
Guarda Megatron! A parte che al suo posto dovrei esserci
io… Lord
Starscream! -
disse con aria solenne, della quale a Spectra riuscì solo
per
miracolo di non
ridere - Ma non gli
stava mai bene
niente di quel che facevo, non ha mai capito che io valgo molto
più di tutti
gli altri Decepticon messi insieme! Nessuno è forte e furbo
come me, nessuno ha
il mio stile! Ho fatto qualche errore, e allora? Ho avuto degli
imprevisti, e
con questo? Non è colpa mia! Ma Megatron
“Tutta colpa tua Starscream!
Sei inutile Starscream! Hai toccato il fondo, Starscream!” -
esclamò imitando
la voce ringhiante dell'ex gladiatore, talmente preso nella sua tirata
da
dimenticarsi
per un attimo di avere Spectra ancora in braccio.
La
ragazza però non tardò a
farsi sentire. - Secondo me dai troppa considerazione al suo giudizio.
Nel
senso…per "valere" sul serio
non c’è bisogno che qualcuno ti dica che
è così.
Perché vuoi per forza che Megatron ti apprezzi? - gli chiese
- Dici di valere
più di tutti i Decepticon messi insieme, ma se
già lo sai perché è così
importante che te lo dica lui?
Starscream
avrebbe voluto ribattere qualcosa ma non trovava
le parole, e quelle poche che gli venivano in mente rifiutavano di
uscirgli
dalla bocca.
-
Non capisco nemmeno perché vuoi essere il comandante per
forza, io non so come sia comandare ma non penso che sia facile. E non
va
d’accordo con quel che mi hai detto prima.
-
C-cioè? - riuscì a chiederle il seeker.
-
Se sei colui che non si schiera e stai bene da solo perché
vuoi avere un esercito? Così saresti schieratissimo e non
staresti da solo -
gli sorrise dolcemente - Non è che sei un pochino confuso?
“Adesso
sì, maledizione!” pensò Starscream. -
Macché. Allora, devo farti vedere quel video, no?
-
C’è un gatto anche lì?
-
no. è
la
rivisitazione di una fiaba degli umani - bofonchiò, cercando
i video di
“Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti”.
-
Anche gli umani hanno le fiabe?! - il viso della ragazza
divenne raggiante - Che bello! A me piacciono tanto le favole!
-
Non l’avrei mai immaginato - commentò
Starscream ironicamente - Tu poi sembri uscita proprio da una di
quelle, sembri
la principessa nella torre di titanio alla sua prima uscita…
ma l’hai fatta la
guerra, tu?
-
Mio fratello non voleva e… principessa io? - scosse la
testa - Io non sono una principessa, se mai sono la schiava
menomata che fa
sempre una brutta fine.
-
Stupidaggini. A me personalmente la tua gamba non fa
specie, sei un bel bocconcino lo stesso - replicò
lui.
“Carina
e anche intatta.
Un vero tesoro” pensò “Glielo
farò passare io
l’innamoramento per Soundwave. Come si fa ad innamorarsi di
Soundwave? Bah”.
Se
Spectra confondeva Starscream, anche il seeker argentato
la stava confondendo parecchio. La sua gamba non sembrava veramente
essere un
problema per lui, mentre per Spectra, checché ne dicesse
lei, lo era
eccome.
Ma forse, come non era veramente importante il giudizio altrui per
determinare il valore di qualcuno, lo stesso valeva per le menomazioni
fisiche.
Forse era vero che non contava che fosse storpia o meno, e
se le cose stavano così…magari avrebbe avuto
qualche speranza col suo principe?
Forse stava correndo troppo. Sognando troppo.
-
Lo pensi sul serio oppure fai come mio fratello? No
perché lui è fatto un po’...
così… con le femmes. Dice loro tante cose carine
ma in
realtà non gliene frega nulla.
-
Lascia che te lo dica, questo fratello di cui mi parli mi
sembra un tipo un po’… mh, lascia stare - disse
Starscream - Dico davvero,
comunque. Ah ecco il video!
“Trentasette anni or
sono un incantesimo mi colpì, ed
invece di parlare io canto tutto il dì”!
-
"La vita è solitaria, se puoi solo cantar, e
perciò in
questa baracca devo star"! - mentre cantava insieme a Mr. Capra nel
video, il
seeker fece un gesto teatrale con cui indicò
l’astronave.
Spectra
rise.
-
"Quando sei in montagna la vita può esser strana, e
perciò
la vecchia capra sta in campaaaana"!
- vedendola ridere decise di fare di più,
perciò la fece scendere e si mise ad imitare anche i
movimenti di Mr. Capra che
in quel momento faceva anche un mezzo yodel.
“qui ho corna
apribottiglie, portachiavi e passpartout”…
-
"Poi ho corna stile
antenna, e guardo la TV"…- aveva
ripescato da un mucchio di cianfrusaglie delle vecchie antenne, e se le
mise un
attimo a mo’di corna.
Se
prima la ragazza rideva, ora moriva!
“ In campana, in
campana, che la vita è solo una, se non ne
hai altre di scorta stai in campana”!
-
Sei troppo forte!
Starscream
dapprima rise a sua volta, per poi rendersi conto
di quel che aveva fatto.
Si era reso… ridicolo!
-
Che hai?
-
Nulla - disse rapidamente il seeker - Ho solo
ripensato ad alcune cose da fare, tutto qui.
In
verità Starscream aveva iniziato a capire il motivo per
cui Megatron e Soundwave, dalle parole della giovane cybertroniana, si
comportavano in quel modo con lei. Lui, Lord Starscream, le aveva
regalato i
fiori, le aveva confessato le sue frustrazioni, si era messo ad imitare
una
capra canterina solo per farla ridere ed erano insieme da poco.
Figurarsi gli
altri, che erano stati a contatto con lei per più tempo.
-
Va bene. Se posso aiutarti in qualche modo dimmelo, lo
faccio volentieri - si offrì lei.
-
Ci penserò.
***
- Non posso credere
che ti sia fatta beccare - commentò Knock Out.
Megatron gli aveva
ordinato di dare un’aggiustata ad Airachnid, ma solo quella
necessaria a far sì
che la vedova nera fosse in grado di sostenere un interrogatorio nel
migliore
stile Decepticon senza morire subito. Ora, se non altro, Airachnid
poteva
camminare di nuovo e trasformarsi in elicottero.
- Non è colpa mia
se… io non pensavo… Knock Out, quella maledetta
piccola storpia in realtà non è
così indifesa come vuol far credere! Li sta prendendo in
giro tutti quanti!
Anche qui
Airachnid si sbagliava. Spectra aveva sempre detto di sapersela cavare,
e di
saper dare “due ceffoni a modo suo”. Non aveva
specificato cosa intendesse con
quell’espressione, ma nessuno glielo aveva mai domandato!
- Sicuro.
Perché non mi dici chi è stato a ridurti
così, mh?
- Te l’ho detto,
è
stata lei! Maledizione! - si infuriò Airachnid - Tu, come
gli altri, non mi
credi! Soprattutto Soundwave, quel bastardo è convinto che
io abbia fatto del
male alla sua amata - alzò gli occhi al cielo.
- Non avrebbe tutti i
torti. Volevi farla fuori, no?
- Io non c’entro
nulla con la sua scomparsa, sia chiaro - disse. Poi fu colta da
un’ispirazione improvvisa -
Knock Out. Le dimensioni delle lame di Spectra non sono standard, vero?
- Sono molto più
piccole - confermò il medico - Perché?
- Guarda i segni!
Guarda i maledetti segni che mi ha lasciato! Tu
l’hai riparata, le hai viste quelle dannate lame,
guarda con i tuoi occhi se corrispondono o meno!
Knock Out la
accontentò con aria molto scettica, misurando i segni e
confrontandoli alle
dimensioni delle lame di Spectra. - Io lo faccio, ma sinceramente non
penso
che…
La
voce gli morì in gola.
Corrispondevano.
- Te l’avevo
detto! -
esclamò Airachnid.
- Se non fosse per
l’evidenza… ma è impossibile - il
medico scosse la testa - Assurdo. Come ha fatto?
- L’ho attaccata.
Lei
si è abbassata e ha colpito qui - gli indicò il
punto - Poi approfittando
dell’effetto sorpresa ha colpito le braccia e infine ha
disattivato la mia
forma ragno - la voce era piena di odio - La cosa divertente
è che quell'idiota ha osato anche chiedermi di perdonarla.
- Adesso ti
credo del tutto. Una cosa del genere è proprio da lei -
Knock Out rifletté - Gli altri non ti
daranno retta nonostante le prove, credo che tu lo sappia.
- Fammi fuggire. Se
mi fai fuggire giuro che la troverò e la ucciderò
davvero stavolta!
Knock Out
sogghignò.
Non ne dubitava, sapeva quanto Airachnid fosse vendicativa. Doveva solo
scegliere: lasciarla fuggire fingendo di essere stato tramortito,
prendere una
punizione da Megatron sapendo però che la storpia sarebbe
morta di sicuro o
lasciar perdere?
Temeva Megatron e la punizione, non c’erano dubbi, ma quel
graffio sulla corazza, il pestaggio da parte di Soundwave…
Già, chissà
come Soundwave avrebbe preso la morte della sua preziosa
Spectra! he
dolce pensiero.
Tanto in gamba ma muto, solo come
un cane e con la sua amata terminata!
- Tramortiscimi e
vai. Finisci il lavoro però, o la prossima volta che ci
rivedremo ti staccherò
la testa.
- La terminerò
lentamente e dolorosamente, non preoccuparti - disse la vedova nera con
un sorriso malvagio,
tramortendo Knock Out e dandosi alla fuga più in fretta che
poteva muovendosi
nell’ombra. Se avesse potuto trasformarsi in ragno sarebbe
stato più facile…
“Pagherai anche
per
questo, maledetta” pensò, accorgendosi che in
tutto quel tempo non aveva
dedicato un solo pensiero alla sua Arcee.
"Arcee,
sciocca Arcee... pagherai caro per quello di cui mi hai privata. Con
chi, poi!"
Alla
fine riuscì ad arrivare sul ponte della
Nemesis e spiccò il volo. L’allarme
partì e i Decepticon si accorsero della sua fuga, troppo
tardi.
“Sciocchi”
pensò, volando via ed allontanandosi
dall’incrociatore più veloce che poteva
riflettendo su dove potersi nascondere. Era sicurissima che
tra poco Soundwave
le avrebbe sguinzagliato dietro Laserbeak, e non doveva farsi trovare
prima di
aver portato a termine la sua missione.
Alla fine scelse di
atterrare in un bosco, quello in cui tempo prima era nascosto un
alveare di
insecticons. I suoi piccoli schiavi… già, ora che
era di nuovo libera avrebbe
potuto utilizzarli di nuovo.
Si trasformò e camminò per raggiungere
l’ingresso
nascosto della grotta.
- I casi della
vita…Arcee non ci sta, decido di fare un giro e chi trovo?
La sempre
splendida Airachnid.
Prima che potesse
reagire fu afferrata e sbattuta contro la parete. Non era possibile, di
nuovo
Spectrus Specter!
- Se non mi lasci
immediatamente giuro che io ti…!
- "Tu mi" cosa? -
Specter le diede un’occhiata veloce, e contrariamente a Knock
Out riconobbe
immediatamente i segni - Non penso che tu possa fare molto. Hai
l’aria di chi è
riuscito a beccare “due ceffoni”…
Airachnid rimase
scioccata. Quel modo di dire. Lui la conosceva? Lui sapeva?
-
Come…come sai?...
- Potrei anche
dirtelo considerando cos’è che ho in mente per te.
Sono uscito da poco da una
grotta qui sotto. Una grotta con delle belle catene, tra le altre cose,
da cui
non potresti fuggire nemmeno provandoci mille anni di fila - incurante
delle sue
proteste, dei suoi pugni, morsi e graffi, Spectrus trascinò
la vedova nera
nella grotta in questione, ovvero l’ex rifugio di Airachnid -
L’ho trovata per
caso scansionando il terreno.
- Cosa vuoi da
me?! - Airachnid si divincolava con rabbia, senza successo - Non
ti è bastato quello che…
Specter fece una
risatina fredda.
-
Parli di quel
piacevole finito male in cui, mentre ci connettevamo, hai cercato di
ingannarmi finendo ingannata tu stessa? No, non mi è
bastato,
soprattutto adesso che Arcee non
collabora. E poi - la legò saldamente con tutto quello che
aveva
trovato - Devi
averle proprio rotto le scatole per aver indotto mia sorella a darti
due
ceffoni alla maniera degli Specter Bros’. Magari hai tentato
di
farla fuori,
non mi stupirebbe.
Airachnid
rimase a bocca aperta. Spectra era la
sorella di Spectrus? Era una Specter?!
- Tua sorella!...
- Proprio. Lavora per me.
Oh,
sia chiaro, lei nonostante questo è sempre sincera. Si
affeziona davvero a quella gente, non
vuole mai che io li uccida alla fine, ma la sua opinione a riguardo non
conta -
Specter incombeva sulla vedova nera con aria minacciosa - E mi auguro
per lei
che alla fine scelga di darmi retta e prendere quei maledetti dati.
Comunque… penso che
tu sappia che ora farai quel che Arcee non ha voluto fare stasera.
Airachnid
pensò che il detto fosse vero: "Al peggio
non c’è mai limite".
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
TSB8
-
Cos’è?
Starscream
si mise rapidamente davanti al contenitore
dell’energon rosso. - Non è nulla.
Da
quel blocco di energon che aveva rubato
era riuscito, con suo sommo fastidio, a ricavare solo una
quantità minima di prodotto.
-
Se non c’è nulla perché nascondi il
nulla?
-
Perché… eh… ma tu non eri a letto? -
cercò di sviare Starscream.
-
è
che voglio un po’di compagnia - disse Spectra in totale
onestà - Tutto qui.
Il
seeker fece un sorriso malizioso. - Che tipo di compagnia?
Se è il tipo che penso io mi va benissimo!
-
E quale è il tipo che pensi tu?
Starscream
si mise a girarle intorno come un predatore che
accerchia la preda. - Dimmi una cosa, piccola: sinceramente, sono o non
sono
irresistibile?
-
Non capisco. A cos’è che dovrei resistere?
A
Starscream rischiavano di cadere le braccia ma si
sforzò eroicamente di fare finta di niente. Spectra avrebbe
capitolato prima o
poi, era inevitabile.
Ebbe
perfino la forza di
sorridere e risponderle senza irritazione. - Al
mio fascino, ovvio! -
Il
sorriso però divenne difficile da
mantenere nel momento in cui lei si mise a ridere. Possibile che non lo
prendesse sul serio?!
- Sei buffo!
“Buffo?!
Ok, calmo, Starscream. Calmo. Possibile che non capisca che ci sto
provando?! Dovrebbe sentirsi onorata e
invece ride!”
-
Per quale motivo sarei buffo?
-
Perché mi giri intorno così tanto per fare e dici
cose
senza senso.
A
quel punto Starscream pensò che era meglio tornare ad
essere diretti, dato che prima quando lo era stato sembrava
più o meno aver
fatto breccia nelle difese (totalmente involontarie) di
Spectra.
-
Ok, adesso
faccio sul serio. Sentimi bene, io sono il più affascinante
transformer che
potrai mai incontrare, e hai la fortuna di piacermi. Come femme e anche
caratterialmente - "…quando non mi ride in faccia"
pensò - Credevo di avertelo già
fatto capire.
-
Quindi fisicamente ti piaccio sul serio? Non per scherzo?
Il
seeker annuì. - Come la mettiamo?
Adesso
la ragazza sembrava un po’disorientata. Più
diretto
di così Starscream non avrebbe potuto essere, lo era stato
ancora più di prima.
-
Il fatto è che io… lo sai che sono già
innamorata di un altro.
-
Sai anche che è meglio se lasci
perdere. Soundwave non è il tipo adatto a te e non capisco
come faccia a
piacerti. Probabilmente confondi l’amore con la gratitudine
per averti salvata
ma non sono la stessa cosa. Lui non è il principe delle
favole.
-
Non penso che sia come dici tu, e lui è
un principe.
Starscream
si passò una mano sul volto. - Non hai idea di
quanto sbagli - disse - Io comunque sono molto più attraente
di lui. Non
negarlo.
-
Sei carino - ammise Spectra.
-
Visto?
- esclamo il seeker con aria trionfante - Lo
hai ammesso! Quindi anche io ti piaccio.
-
Sì, ma non sono innamorata di te - fece spallucce - Sei
carino e mi fai morire dal ridere ma quello è diverso.
-
Se Soundwave ti avesse ricambiata te l’avrebbe fatto
capire, ma non ha fatto nulla del genere, giusto? Mentre
io te l’ho detto, perché mi piaci, mi piaci per
davvero. L’innamoramento magari verrà col
tempo - la sollevò e la mise a sedere - Dimenticati di lui.
Sarebbe un totale
spreco innamorarsi di qualcuno che non è in grado di
ricambiare.
-
Ti ho già detto che lui non è così.
-
Io però lo conosco da più tempo di te, quindi
so com’è fatto e credimi, meno ci si ha a che fare
e meglio è. Non badare a
come si comporta con te, piccola, tu fai fare alla gente cose che
normalmente
non farebbe - ed era verissimo - Ma se l’avessi visto come
l’ho visto io
saresti scappata via da lui immediatamente.
Starscream
anche lì sbagliava. Spectra nel corso del tempo aveva avuto
a
che fare con gente decisamente peggiore, riuscendo a trovare del buono
anche in loro. Non era fuggita
nemmeno da Megatron sapendo tutto quel che aveva fatto, figurarsi se
sarebbe
scappata da Soundwave.
-
Non credo.
-
Certo che sei testarda. Allora? - le mani del seeker
erano sui suoi fianchi. Se Soundwave avesse visto quella scena,
probabilmente
avrebbe freddato Starscream sul posto - Che mi dici? Possiamo almeno
provare.
-
è
un pochino inutile se già sai…- fece giusto in
tempo a
mettere due dita tra le proprie labbra e quelle di Starscream, che
stavano per
toccarsi - Se già sai che ho in testa un altro,
perché vuoi provare lo stesso?
-
Vale la pena farlo, per entrambi - ribatté il
seeker, spostando le dita e dandole quel bacio che Soundwave aveva
osato darle
solo mentre dormiva.
Lei
si trovò ad accoglierlo sorpresa. Il suo primo
(secondo) bacio!
Era talmente frastornata che non si ribellò nemmeno quando
Starscream iniziò a giocare con la sua lingua, cosa a cui
Spectra oltretutto rispose, pure se timidamente.
Era piacevole, senza dubbio, però Spectra lo sentiva in
qualche modo “sbagliato”.
Non avrebbe
saputo dire perché, era una sensazione che le bruciava sotto
la pelle
metallica: quello era sbagliato. Starscream
era sbagliato, per quanto attraente
e divertente potesse essere.
Sentiva che era un errore anche senza sapere che l’uomo che
la stava baciando aveva ucciso sua madre e suo padre, contribuendo a
rendere suo
fratello un
essere freddo, malvagio e senza scrupoli, peggiore del peggiore
Decepticon.
Si
scostò delicatamente. - è
meglio di no. è
stato piacevole ma hai presente
quella sensazione che hai quando stai facendo una cosa del tutto
sbagliata? - e
se pensava a Soundwave quella sensazione si acuiva ancor di
più.
-
Passerà.
-
Non penso - Spectra scosse la testa - Mi dispiace. Guarda,
non è per te. Faresti contenta qualunque donna,
credo…sei il potente Lord
Starscream no? - gli fece un sorrisino - Però non penso che
stare insieme a te come vorresti tu sia la cosa giusta.
Intimamente
era anche un po’triste. Avrebbe voluto che al
posto di Starscream ci fosse stato il suo principe! Perché,
perché Soundwave
non aveva mai fatto nulla del genere? Perché doveva piacere
a Starscream e non
a lui?
-
Di’quel che vuoi ma non pensare che mi arrenderò.
Ti
strapperò a un triste destino, Spectra - le
accarezzò la gamba sinistra - …lo
sai che io una volta ero uno scienziato?
-
Non lo sapevo, ma cosa c’entra?
-
Un medico non potrebbe fare nulla per
la tua gamba. È al
di là delle loro competenze. Può essere che io,
invece, trovi il modo di migliorare
un po’la tua attuale condizione. Per me la tua gamba non
è un
problema, però penso che per te invece lo sia.
-
No - Spectra divenne estremamente seria - Non mi è
di impiccio.
-
Ascoltami. Quel che ho in mente è una cosa che
può solo
migliorare la tua gamba - insistette Starscream, e non capiva nemmeno
lui
perché lo stesse facendo. Aveva altro da fare, doveva
diventare
comandante dei Decepticon e conquistare tutto, e lei aveva persino
osato rifiutarlo, perché
non la lasciava perdere?! - Se l’operazione riuscisse
cammineresti meglio. Non proprio
normalmente - puntualizzò - Ma molto meglio. Se invece non
dovesse riuscire
rimarresti esattamente come sei. Quindi se fossi in te io proverei, non
hai
nulla da perdere.
“Poter
camminare molto meglio…”
Alla
giovane Specter
sembrava un sogno. Se fosse andato tutto bene sarebbe migliorata, se
non fosse
riuscito sarebbe rimasta com’era, ma se fino a quel momento
era riuscita a
convivere col suo difetto avrebbe potuto continuare. Se Starscream
diceva il
vero forse valeva davvero la pena fare un tentativo. Magari a quel
punto
Soundwave l’avrebbe guardata senza compassione. Magari
avrebbe iniziato a
trovarla carina, sarebbe andato oltre il suo difetto, e anche Spectrus
sarebbe stato felice di sapere che
adesso stava meglio!
-
Quando potresti farlo?
-
Qui ho già quel che mi serve, potremmo farlo anche
immediatamente. Non pretendo che tu mi dia una
risposta subito…
“Spectrus vorrebbe. Anche Soundwave sarebbe
contento di
vedermi migliorata, ne sono sicura, e soprattutto voglio migliorare io.
Quindi…”
-
Va
bene - disse Spectra in tono risoluto - Se
davvero pensi di poter fare qualcosa per me, facciamolo.
Se
aveva paura? Certo, eccome! Conosceva Starscream da
pochissimo e non aveva idea di quali fossero effettivamente le sue
abilità.
Però pensare ai due uomini che amava di più in
tutto l’Universo le dava il
coraggio che serviva a fare quel salto nel buio, e un po’
giocava anche
l’imprudenza. Nonché l’impazienza.
-
Sei una femme coraggiosa - commentò il seeker - Piccola
ma coraggiosa. Aspetta - riprese la sua solita aria strafottente -
Facciamo
così: se l’operazione riesce mi bacerai tu,
stavolta.
“Ho
idea che se mi riuscirà davvero, e al 92% ne sono
convinto, non mi darà solo un bacio”
pensò Starscream “A quel punto mi sarà
talmente grata che non mi resisterà. Si scorderà
di Soundwave”.
-
Prima
bisogna vedere come va.
-
Andrà bene - la aiutò ad alzarsi - Seguimi.
Spectra
lo seguì, sentendosi veramente come qualcuno che era
appena saltato nel vuoto senza sapere se e quando darebbe atterrato, ma
non intendeva tirarsi
indietro.
Appena
arrivarono, anche prima che Starscream glielo
dicesse, si sedette sopra il tavolo su cui sarebbe stata operata. Vide
il
seeker preparare tutti gli attrezzi, molti dei quali a lei sconosciuti
nonostante la sua preparazione e che avevano un’aria
piuttosto minacciosa, ma
Spectra volle pensare positivo.
-
Mi verrebbe da chiederti cosa sono quelli ma è meglio che
non lo faccia, vero?
Il
seeker le si avvicinò con dell’energon in cui era
stata sciolta
una sostanza che l’avrebbe fatta dormire tranquillamente per
tutto il tempo
necessario. - Sì, forse è meglio. Bevi.
Le
sembrava di vedere Soundwave, la propria coscienza
materializzata, dirle che quella roba che stava bevendo avrebbe potuto
essere veleno,
che una volta addormentata Starscream avrebbe potuto farle del male,
che magari
stava mentendo sull’operazione e via dicendo; ma Spectra,
come faceva fin
troppo spesso, decise di ignorare la voce della coscienza bevendo e
abbandonandosi al sonno.
Una
volta che si fu addormentata il seeker argentato
sogghignò di nuovo. Avrebbe potuto davvero farle di tutto
senza che lei lo
sapesse. Non avrebbe nemmeno corso il rischio di essere braccato.
Il pensiero di nuocerle però lo abbandonò presto.
L’avrebbe
operata come aveva detto, magari gli avrebbe portato anche altri
vantaggi oltre a quelli cui già aveva pensato. Se
in un indefinito futuro
fosse tornato alla Nemesis, la sua presenza avrebbe avuto
tutt’altro peso.
Megatron sembrava essersi legato alla ragazza, quindi se Starscream non
avesse
fallito…
Si
mise al lavoro. Era un’operazione particolarmente
complessa, si trattava di scollegare delle terminazioni sane da quelle
che non andavano più e ricollegarle ad altre minuscole
terminazioni che si
trovavano più giù. Ad un certo punto dovette
anche costruire una specie di
micro collegamento così da allungarle, perché
anche a tenderle al massimo non
ci arrivavano proprio!
Anche
cambiare completamente la gamba non avrebbe
funzionato, non era una questione di “pezzi”: i
cybertroniani erano tecnorganici, c'erano cose che non si potevano
semplicemente sostituire.
“Se
vengo a sapere chi è stato a farle
questo macello lo prendo a frustate per la fatica che sta facendo
fare” pensò, senza sapere che difficilmente
si sarebbe preso a frustate da solo.
***
Le
coordinate erano state decodificate. Altra Chiave Omega!
L’unico
che aveva accettato di rintracciare Spectrus così da
partire in missione era stato Wheel Jack, che nonostante tutto era
quello che
ce l’aveva meno con lui.
Spectrus
era un "antipatico testa di cazzo", come avrebbe detto l'amica umana di
Bulkhead, non c’erano dubbi. Era
presuntuoso, arrogante e molte volte avrebbe meritato di essere
preso a
schiaffi dalla mattina fino alla sera; per di più non si era
reso poi così
tanto utile. Però…
C’era
un “però”.
Il
rapporto tra Wheel Jack ed Optimus Prime
non era mai stato dei migliori, ma Optimus era il comandante, era
potente,
incuteva rispetto. Wheel Jack avrebbe potuto rispondergli male quanto
voleva,
poteva andarsene dalla base quante volte gli pareva, ma alla fine
sapeva che ad
averla vinta sarebbe stato Prime e che sarebbe sempre
tornato, quindi
lasciava perdere tante cose che non gli aggradavano; Spectrus
Specter invece no.
A
lui
Prime non faceva né caldo né freddo, e non
fingeva
quando diceva di non averne affatto paura. Era evidente anche solo dal
modo in cui lo fronteggiava, poco valevano tutti i gran discorsi
che Optimus poteva fargli: Spectrus faceva qualcosa solo se voleva
farla
davvero e smetteva di fare qualcosa solo se gli girava così.
Dei
diretti in
faccia non gli importava granché, se mai aumentava solo il
numero di quelli che
lui, un giorno, avrebbe restituito al mittente.
Per di più aveva parato con naturalezza il pugno di
Bulkhead, e Wheel Jack sapeva benissimo quanto i pugni del suo migliore
amico
fossero devastanti. Non solo, aveva anche trovato il modo di
atterrarlo, anche
se l’aveva fatto con un sotterfugio. I demolitori preferivano
usare la forza
bruta ma, ehi, non era solo quella che contava; la penultima esperienza
con
Soundwave l’aveva dimostrato.
Aveva anche acchiappato Bumblebee, che era il più veloce tra
loro.
E Wheel Jack era anche certo che Starscream ora, sapendo che Specter
era sul
pianeta, non dormisse tranquillo.
E poi…ah. C’era anche la questione di Arcee. Non
solo era
riuscito a farsela poco tempo dopo averla conosciuta, ma aveva anche la
forza di
ridurla al silenzio. Erano in pochi a riuscirci, quando la guerriera
Autobot
partiva con le prediche solo Prime riusciva a farla stare zitta, e
non sempre. Il modo in cui la trattava era a dir poco discutibile,
andava ammesso, ma se lei lo lasciava fare significava che non le
dispiaceva del tutto (così la pensava Wheel Jack).
Risultato:
nonostante il carattere orrendo, nonostante gli
alterchi, Wheel Jack quasi lo stimava.
Il
demolitore si chiese cosa diamine avesse fatto Specter
nel bosco tutta la notte, anzi, cosa stesse tuttora facendo. Stava
seguendo il
suo segnale, non mancava molto.
Arrivato
sul posto però si accorse che di Spectrus non
c’era
traccia, nonostante il suo segnale indicasse che era lì,
senza possibilità di
errore. Ma che stava succedendo?
Vagò
lì attorno per un po’, prima di seguire
un'illuminazione
improvvisa ed effettuare una scansione del terreno.
“Una
grotta sotterranea. Allora Specter è là sotto.
Chissà
che sta combinando” pensò, cercando attentamente e
trovando l’entrata nascosta
della grotta ed iniziando a percorrerla con cautela.
- …tu…la
pagherai
cara, Spectrus Specter!
-
Se tutte le femme che me l’hanno detto avessero tenuto
fede alle loro minacce sarei morto molto tempo fa, ma come vedi sono
ancora qui
- rise, una risata senza allegria, senza emozioni di alcun tipo mentre
sovraccaricava - Pieno di energia!
Wheel
Jack riconobbe facilmente la voce di donna che l’aveva
giurata a Specter, ossia quella di Airachnid.
Spectrus ci si stava connettendo e lei non sembrava esserne molto
felice. Un crimine in piena regola ma non era nulla che Wheel Jack non
avesse già visto succedere con femme e mechs della fazione
nemica (e viceversa). Si diceva che Airachnid stessa traesse piacere
dal fare certe cose. Sebbene quell'ultimo aspetto non giustificasse
alcunché, in guerra succedevano cose simili
e anche
di peggio: si perdeva la maggior parte dei valori morali. Non era una
realtà gradevole ma sempre la realtà restava.
-
Chiunque tu sia vieni avanti - disse Spectrus. Nonostante
la sua attività non gli era stato difficile sentire i passi
di Wheel Jack - Se
sei Arcee guarda, posso spiegarti tutto…
Wheel
Jack si mostrò al possente mech blu
e nero che si era appena staccato da Airachnid. -
Non sono Arcee.
Spectrus
sollevò un
sopracciglio, tranquillissimo nonostante quel che aveva fatto e che
avrebbe
potuto comportare il suo allontanamento dagli Autobot. - Wheel Jack.
Come mai qui?
-
Abbiamo le coordinate di un’altra Chiave Omega e Prime
voleva tutti alla base per decidere chi sarebbe andato con lui, ma vedo
che tu hai
trovato di meglio da fare - commentò Wheel Jack.
Spectrus
annuì. - Arcee ieri sera non ha voluto soddisfarmi ma ho
avuto fortuna lo stesso, visto?
-
Schifoso bastardo, ti staccherò la testa dal collo per
aggiungerla alla mia collezione! - sibilò Airachnid.
-
Bla,
bla, bla. Brutto quando gli scarafaggi parlano -
Spectrus la guardò con aria di sufficienza - specie
perché non hanno nulla di
rilevante da dire. Wheel Jack, tralasciamo i convenevoli - Specter si
avvicinò
al demolitore non lasciando trasparire nulla se non il consueto gelo.
Non era
nemmeno minaccioso: era freddo, freddo e basta - Se fossi stato
chiunque altro dei nostri sarei stato
obbligato a terminarti e dare la colpa alla signora - Spectrus
indicò Airachnid
- Ma tu sembri uno dei pochi con dei transistors funzionanti. Avevo
pensato di tenere questo giocattolino di riserva tutto per me ma direi
che se ti va, dato che siamo compagni di squadra, possiamo condividerlo
-
propose Spectrus - Airachnid è una femme Decepticon, anzi,
nemmeno quello dato che ha
disertato di nuovo, e sono sicuro che sotto sotto essere trattata
così le piace. Non che sia rilevante…
-
Quando ti metto le mani
addosso, IO…
-
Quindi Wheel Jack? Che ne dici? - Specter proseguì la
trattativa ignorando totalmente Airachnid - Una femme tutta per noi in
cambio
di un minimo di discrezione. In fin dei conti è solo
connessione, non è che sia
chissà cosa di sbagliato, checché ne dica Santo
Optimus.
Wheel
Jack rifletté attentamente.
Che tutto sommato Spectrus
Specter non avesse tutti i torti? Era solo connessione e lui non si
interfacciava con
una femmina da tempo. Non era che ci fosse nulla di così
tanto
male ad
approfittarne un po’, era una nemica, in passato lei aveva
sicuramente fatto lo stesso e anche di peggio (così si
ripeteva,
forse per convincersi di essere meno colpevole) non era qualcosa che
avrebbe potuto nuocere alla squadra e il prezzo da pagare non era alto.
Si trattava solo di tenere un piccolo
segreto per sé.
-
Con Arcee come la mettiamo?
-
non siamo compagni. Le ho detto che la mia Scintilla la
riconosce, non che ha la mia Scintilla - formula che se contraccambiata
corrispondeva
ad un fidanzamento ufficiale - Non ci penso nemmeno… le
dirò che ha la mia
Scintilla davanti a Prime - e quello corrispondeva ad un
matrimonio- Quando le mucche inizieranno a volare.
-
Immaginavo una cosa del genere - sghignazzò il
demolitore - Riesci a farla star zitta che è una meraviglia,
ci pensavo poco fa.
-
Tutta una questione di polso, amico mio. Quindi
ci stai?
-
Ci sto.
I
due
mech suggellarono il patto con una stretta
di mano.
Wheel
Jack ricevette una comunicazione dalla base.
-
Allora,
hai
trovato Specter si o no?!
Era
Ratchet, e sembrava piuttosto alterato.
Spectrus fece un cenno a Wheel Jack,
che capì che doveva lasciarlo parlare.
-
Sì, dottorino, mi ha trovato, ma non possiamo raggiungervi -
diede dei pugni al pavimento - Siamo nel bel mezzo di una lotta con
Airachnid,
sai quant’è insidioso quell’insetto
schifoso.
-
Un altro insulto e ti caverò gli occhi, ti
strapperò la
lingua, ti strapperò la Scintilla dal petto per questo! -
sbraitò la vedova nera.
-
Sentito?... ti dobbiamo lasciare. Buona fortuna col
recupero della reliquia, ci si rivede alla base quando abbiamo finito -
Specter
chiuse la comunicazione.
Quando
guardò Wheel Jack aveva perfino una parvenza di
sorriso.
-
Abbiamo qualche ora libera. Se vuoi fare un giro- indicò
Airachnid, che stava iniziando ad agitarsi - Tutta tua. Io mi sono
divertito
abbastanza.
-
Sei uno dei soggetti peggiori che conosca, Specter, ma
devo riconoscere che ci sai fare - disse Wheel Jack.
-
Lo so.
Airachnid
stava iniziando a disperarsi. Perché diamine il
contatto psichico con i suoi insecticons non funzionava, maledizione?!
Stava
cercando in tutti i modi di farli venire lì ma non
c’era verso.
Ciò che non poteva sapere era che quel
richiamo psichico e la sua possibilità di trasformarsi in
ragno
erano
strettamente connessi. Era una questione di natura: finché
aveva
la possibilità
di assumere quella forma poteva richiamare i suoi schiavetti, ma se
quella possibilità veniva a mancare era... come dire...
"fregata".
Knock Out l’aveva fatta tornare a camminare e a trasformarsi
in elicottero, ma non aveva ripristinato la sua terza forma, toltale da
Spectra.
Era fregata, appunto.
***
Quasi
nello stesso momento in cui l’aveva fatto Optimus
Prime, anche Soundwave aveva decifrato le coordinate della Chiave Omega
nel
database di Iacon. I Decepticon non sapevano ancora che cosa fosse ma
era
antica, veniva da Cybertron e tanto bastava; doveva essere recuperata.
Megatron
pensò che Soundwave, una volta di più, fosse
degno
della sua stima. Nonostante la preoccupazione per la scomparsa di
Spectra, che
lui stesso provava seppure in modo differente e meno intenso, il suo
vecchio
amico continuava a lavorare efficientemente come sempre.
Di
sicuro la punizione di Knock Out era stata un’ottima
valvola di sfogo per entrambi, Megatron non poteva ancora credere che
quell’incapace si fosse lasciato scappare Airachnid in quel
modo, ridotta
com’era! Adesso a causa sua trovare Spectra sarebbe stato
ancora più
difficile.
Chissà
dov’era andata a finire, tutto per dare la caccia
ad una farfalla! Il leader dei Decepticon era certo che, se avesse
potuto,
Soundwave avrebbe rinchiuso tutte le farfalle esistenti in una stanza e
le
avrebbe gassificate, come era certo che non ci fosse bisogno di
ordinargli
(senza farsi sentire da nessuno) di cercare la ragazza. Megatron
avrebbe
scommesso il posto che quando Soundwave non lavorava sul database si
dedicava
proprio a quello.
Si
chiese cosa dovesse stare provando: non
sapeva dove fosse Spectra e ne era innamorato. Lei poteva stare
benissimo, come invece poteva aver fatto dei
brutti incontri. Se gli Autobots l’avessero trovata non le
avrebbero fatto
del male, di quello non si preoccupava, e avrebbe giustificato anche le
condizioni in cui era ridotta Airachnid. Se invece ad averla presa
invece fossero
stati quegli umani, quelli che avevano catturato Breakdown, le cose
sarebbero state diverse. A loro non sarebbe
importato che Spectra fosse del tutto innocua, anzi, gli avrebbe fatto
comodo.
Se era così, la giovane femme era spacciata. Non osava
pensare alla reazione di
Soundwave nel caso quella teoria fosse stata giusta.
Certo
che anche lui avrebbe potuto darsi una mossa, invece
di starle sempre attaccato senza farle capire nulla. Per Megatron che
lo
conosceva bene quel comportamento rivelava l’innamoramento,
era chiaro come il sole;
ma Spectra, ingenua com’era, avrebbe potuto interpretarlo in
tutt’altro modo.
Magari aveva pensato che Soundwave lo facesse solo per compassione, che
le
stesse sempre vicino solo perché pensava che non se la
potesse cavare da sola,
senza che ci fosse dell’altro sotto.
Quanto a Spectra, era gentile con tutti ma
Megatron si domandava come fosse possibile che Soundwave non avesse
notato come
lo guardava. Che fosse cotta persa di lui era palese
e con lui l’aveva anche ammesso, definendo Soundwave un
“principe bellissimo”!
Giurò
a sé stesso che se l’avessero ritrovata e
Soundwave
non si fosse fatto avanti sarebbe andato lì e gli avrebbe
urlato
“Sveglia, cretino! Non
lo vedi che anche lei è cotta di te?!”. Erano
amici da una
vita e Soundwave faceva per i Decepticon molto più di
chiunque
altro, un simile servizio gli era quasi dovuto.
Ci
aveva pensato anche mentre creava una versione oscura di
Star Saber, grazie alla forgia di Solus Prime e ad una
piccola…sostituzione di
braccio. Aveva avuto l’idea subito dopo la punizione di Knock
Out ed era andato
a Cybertron con Dreadwing.
Il suo secondo in comando era stato un
po’combattuto, avevano profanato una tomba, ma alla fine si
era convinto che
fosse la cosa giusta.
Dreadwing era un brav’uomo ma secondo Megatron non era troppo
furbo,
bastava parlargli di Skyquake e poteva essere convinto a fare qualunque
cosa.
-
Hai decifrato delle altre coordinate, ottimo lavoro.
Soundwave
non parve prestargli attenzione. Dopo avergliele
mostrate si rimise subito al lavoro, questa volta alla ricerca della
giovane
Specter.
Megatron
aveva ragione: era preoccupato da morire. Si
chiedeva che fine avesse fatto, pensava a tutte le peggiori ipotesi, la
immaginava vivisezionata dalla M.E.C.H. , morta da qualche parte oppure
sperduta e disperatamente in cerca di energon! Da quando era sparita
non aveva
dato notizie di sé, per questo il tecnico pensava al peggio.
A
chi non lo conosceva bene Soundwave poteva
sembrare tranquillo ma chiunque, se gli avesse tolto il visore, si
sarebbe
immediatamente ricreduto.
Megatron
fece cenno a Dreadwing, ed insieme uscirono sul
ponte della Nemesis.
-
Anche se è sparita non sembra essere preoccupato -
commentò Dreadwing, che a sua volta aveva pattugliato i
cieli nella
speranza di vederla dall’alto, e non una volta sola.
-
Soundwave fa il suo dovere come sempre ma credimi, non è
tranquillo come sembra - si trasformarono e volarono verso la loro
destinazione
- Chissà dov’è andata a finire.
-
Se è viva, Soundwave la ritroverà
senz’altro.
I
due continuarono a sfrecciare nel cielo d arrivarono
proprio nel momento in cui un Ponte Terrestre si apriva e da esso
uscivano
Optimus Prime, Bulkhead e Arcee.
Decidendo
di
aspettare che scavassero facendo per loro quello sporco lavoro di
scavo,
Megatron si nascose dietro la piramide la cui ombra, sulla punta,
indicava
proprio la posizione della reliquia (forse per caso, forse no).
-
La Chiave Omega è qui - disse Prime, iniziando lui stesso
a scavare.
-
Quando troveremo le altre due Chiav e prenderemo quella
che hanno i Decepticon…- Bulkhead ed Arcee erano subito
andati a dargli una
mano - Finalmente potremo tornare a Cybertron, e farlo rivivere!
“
Chiavi
Omega…far rivivere Cybertron!” Lord Megatron
sgranò gli occhi dallo stupore alla notizia che una cosa del
genere fosse
fattibile. Tra le altre cose, pensò che se ci fosse stata
Spectra e le avesse
nominato le Chiavi Omega lei avrebbe attaccato a raccontagli ogni
storia che le
riguardava pur non avendole mai viste. Favole, leggende… lei
le sapeva tutte,
era assodato.
Ciò
che Megatron, e come lui nessun altro, poteva immaginare
era che Spectra grazie alla farfalla ne
aveva trovata una di cui non erano ancora state decifrate le
coordinate!
-
Non vedo l’ora di tornare a casa. Quanto mi mancano quei
bagni d’olio - sospirò Arcee, mentre scavava.
-
Sì però… lasciare Miko… -
mormorò Bulkhead, intristendosi.
Arcee
al pensiero di non rivedere più Jack fece lo
stesso.
Optimus
non fece
commenti, era tenuto ad un certo distacco, ma il suo pensiero era
più o meno lo
stesso di quello degli altri, e c’era di più.
Se fossero tornati a Cybertron, se grazie a Star Saber la
guerra fosse finita (cosa che era decisamente un bene, ovvio) non
avrebbe
più avuto intorno Arcee.
Sarebbe stata nelle grinfie di Specter che, se lì
sulla Terra non l’aveva ancora fatto (forse per mancanza di
femmine) una volta
tornati a Cybertron e tornati tutti gli esodati l’avrebbe
sicuramente
abbandonata spezzandole la Scintilla.
Prime
aveva in testa quella scena di continuo ed era
insopportabile, perché ogni volta che li vedeva insieme si
faceva più nitida. Arcee per
Spectrus era poco più di un oggetto, ma vaglielo a dire!
Probabilmente Arcee l’avrebbe presa malissimo,
perché lei nella storia con
Spectrus ci credeva. Ci
voleva credere,
dopo quel che avevano fatto, anche a costo di chiudere gli
occhi davanti all’evidenza.
-
Arcee, forse sono un po’indiscreto, ma tu e Specter,
beh… cosa siete di preciso? - le chiese Bulkhead, facendole
senza volerlo una
domanda la cui risposta interessava moltissimo anche ad Optimus.
-
Che vuoi dire?
-
Ti ha detto che hai la sua Scintilla oppure no?
Megatron
fece un ringhio basso e sordo.- A me della vita
sentimentale di Arcee non importa nulla. Tirate fuori quella Chiave, su
-
borbottò, restando nascosto.
Arcee
abbassò la testa e scavò ancora più
furiosamente. - Non ancora.
Optimus
ci avrebbe scommesso. Quello lì, tutto voleva
fuorché
impegnarsi seriamente!
Finalmente
le sue mani toccarono qualcosa di metallico, e
tirò fuori dal terreno sabbioso la Chiave Omega. - eccola
qui!
- Era ora - borbottò
Megatron, preparandosi ad affrontare il suo avversario storico con Star
Saber
oscura.
Ma
all’improvviso, colpito da qualcosa di indefinito, Optimus
Prime
cadde a terra.
E non aveva più la Chiave Omega in mano.
-
Optimus! - Arcee fu la prima ad andargli accanto - Cosa…
-
Dov’è la Chiave? - si chiese Bulkhead perplesso.
-
Già, dov’è la mia
Chiave?!
Megatron
e Dreadwing uscirono
dal loro nascondiglio e la battaglia ebbe inizio. Tra
l’acredine di Bulkhead e
Dreadwing, e lo scontro tra le due Star Saber, era veramente epica.
Ma
a Starscream, sotto l’effetto dell’energon rosso e
reduce
dal fare un’operazione che per difficile che fosse stata
aveva giudicato ben
riuscita, non parve importare.
Così, quella era una Chiave Omega! Se le avesse
avute, il destino di Cybertron sarebbe stato nelle sue mani! Nessuno
avrebbe
potuto rifiutargli niente! Avrebbe conquistato tutto, tutto!... in
qualche modo.
Ci avrebbe pensato dopo, intanto
bisognava trovare le altre due Chiavi. Da quel che aveva capito una ce
l’aveva
già Megatron…
Meglio
tornare da Spectra, che aveva lasciato
addormentata.
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
TSB9
Improvvisamente
c’era la luce.
Qualcosa
risuonò nell’aria, un grido forse, il primo
strillo di una protoforma appena nata.
Non
vedeva bene ma aveva riconosciuto immediatamente
quelle immagini un po’sfocate come quelle di persone che le
volevano bene. La
sua famiglia.
Vide
il sorriso compiaciuto di un mech blu e nero, lieto
che nonostante il parto prematuro lei sembrasse star bene: suo padre,
Spector
Specter. Accanto a lui un altro mech blu e nero, adulto
anch’esso, ma più
giovane. Somigliava come una goccia d’acqua a suo padre,
anche la felicità che
aveva negli occhi era la stessa.
E
quella… sì… quella su cui aveva posato
gli occhi adesso
era la sua mamma. Un po’stanca, ma se possibile ancora
più felice degli altri,
e la teneva stretta.
Nel
momento in cui la vide sorridere, la protoforma
sorrise a sua volta.
-
Somiglia tutta a te.
-
Uno per uno Spector, Spectrus
è identico a TE…
Appena
venuta al mondo già sentiva il bisogno di
addormentarsi. Era stancante nascere, ma ancora resisteva.
-
Come la chiamiamo?
-
Io e tua madre abbiamo deciso di far scegliere a te il
suo nome, ragazzo.
Un’esitazione,
ma durò poco. Fu l’ultima cosa che la
nuova nata sentì prima di addormentarsi, il proprio nome.
-
Spectra…
Era
tranquilla. Era tra le braccia di qualcuno che le
voleva bene; poteva dormire.
Non
capì bene cosa successe in seguito né quanto
tempo
dopo accadde. Le parve di sentire dei rumori, rumori che istintivamente
giudicava orribili e che la fecero soltanto agitare. Si
agitò ancor di più
quando un fiotto di qualcosa di caldo le finì addosso.
Poi
venne il dolore. Quando aprì gli occhi il mondo era a
rovescio e la gamba sinistra sfrigolava e si rompeva, le
faceva così male!
-
Peccato che tu sia nata oggi e debba già morire, ma
d’altra
parte è così che va la vita, piccola
Specter…
Un
altro mech, ma questo non aveva l’aria rassicurante,
era lui a farle male, ghignava. I riverberi di luce sul suo snello
corpo
argentato erano accecanti per Spectra, ma riusciva a vedere benissimo
gli occhi
rosso sangue del suo aguzzino.
Starscream.
Poi
un enorme pugno nero raggiunse il viso di quell’uomo,
lei venne afferrata da qualcun altro, ci furono dei colpi e delle luci,
poi la
visuale divenne confusa, una scia di colore. Uscirono fuori.
Quello
che l’aveva salvata e la stava portando via era
suo fratello. Ma gli occhi non erano più
quelli dello stesso Spectrus che le aveva dato il nome.
…
…
Stava
leggendo sul suo datapad. Era una favola, una delle
tante.
Rinchiusa
nella sua cameretta come la principessa nella
torre d’acciaio, per volere di suo fratello che voleva a
tutti i costi evitare
che si facesse del male.
Spectrus
era partito per una missione, una missione di
estrema importanza, aveva detto. Chissà quando sarebbe
tornato! Nell’attesa lei
leggeva.
Ogni
tanto aveva compagnia, delle donne venivano a
cercare suo fratello perché le aveva lasciate… e
nessuna che le avesse mai
chiesto chi fosse e che ci facesse lì. Piangevano, urlavano
e parlavano,
parlavano…
Chissà
se il suo fratellone un giorno avrebbe messo la
testa a posto! Lei glielo aveva detto tante volte, che avrebbe dovuto
comportarsi meglio con loro. Spectrus aveva sempre fatto spallucce
dicendo di
non poter vivere nella monotonia e nel grigio, aveva bisogno di
cambiare ogni tanto.
Si
sentì un rumore, la porta della sua stanza si
aprì.
Era proprio lui, il suo fratellone!
Spectra
corse ad abbracciarlo.
-
Sei tornato! Allora ce l’hai fatta, la missione è
andata bene…
-
Talmente
bene che sono salito ancora di grado.
Era
così felice per lui e così contenta di rivederlo
che
non badò alla sua freddezza, diventata ancora più
terrificante.
-
E questo significa che è tempo che io mi liberi di
ogni ostacolo, sorellina - la scostò bruscamente da
sé - Te compresa.
Dolore
al petto. La sua Scintilla che andava in frantumi.
Lo shock, lo stupore.
-
Spectrus…
"Perché?"
L’ultima
cosa che vide fu la totale assenza di emozioni
sul volto di suo fratello.
Poi
il buio.
…
…
Calore.
Qualcuno che le accarezzava la schiena.
Aprì
gli occhi.
-
Buongiorno, principessa.
Spectra
sorrise. A giudicare dalla faccia anche Soundwave
doveva essersi svegliato da pochissimo… sentire la sua voce
la sorprendeva
ancora.
-
Buongiorno.
Ricevette
un bacio. - Lo sai che giorno è oggi?
-
Eh…il 23 Maggio?
Lo
sentì ridere piano. Spectra si chiese perché
nascondesse sempre il suo viso, era talmente bello!
-
Non era quello che
intendevo.
-
E cosa intendevi?
-
Tu ricordi cosa è successo ieri, sì? - la strinse
a sé
- Adesso tutti sanno che tu hai la mia Scintilla.
-
E tu la mia…
-
Esatto. E tutto questo cosa ti sembra?
Spectra
rispose senza esitazione. - Una favola.
-
Esattamente. Quindi oggi è il giorno in cui le favole
prendono vita.
Stavolta
fu lei a baciarlo. Per Primus se aveva ragione!
Era proprio così. Finalmente lei e il suo principe erano
compagni…sarebbero
stati per sempre felici e contenti, per tutta la vita, ed in quel
momento non
contava nient’altro.
Ogni
demone, ogni pensiero oscuro, era chiuso fuori da
quella stanza e non poteva entrare.
Anche
quella notte erano stati ben lontani. Si sentiva una
donna adulta vera e propria, finalmente, resa tale dall’uomo
della sua vita. Non se ne
sarebbe mai pentita, lo sapeva.
Avevano faticato parecchio per stare insieme ma ne era
valsa la pena.
-
Mi sa che hai ragione.
-
Senza “mi sa”. Io HO ragione…
Mentre
lui parlava
Spectra si appoggiò al suo petto e chiuse gli occhi.
- …non ci credo
ancora. Se è un sogno non voglio svegliarmi!
-
Non è un sogno, è tutto vero…
…
…
-
Non ucciderlo!... ti prego!
-
I Decepticon si troveranno completamente persi senza di
lui - Spectrus puntò il fucile alla Scintilla di Soundwave -
È lui a gestire
tutto. Non hai rubato quei dati ma a questo punto va bene lo stesso.
-
Non lo fare! - Spectra si mise tra il
fratello e Soundwave,
come se avesse veramente potuto proteggerlo.
-
I
Decepticon sono cattivi, te l’ho sempre detto. Merita
di morire, anche perché ti ha presa in giro… ti
ha fatta
innamorare di lui ma mente. Come potrebbe amarti, anche adesso?
Quelle
parole, con tutto quel che intendevano, la
ferirono di nuovo. - Ti sbagli! Se vuoi ucciderlo dovrai uccidere anche
me!
Hai capito?! -
Forse
così l’avrebbe fermato. Suo fratello non
l’avrebbe mai,
mai…
-
Se la metti così, che sia.
Uccisa…
Non si rese conto di quel che era successo, non all’inizio.
Il dolore arrivò dopo.
Mentre cadeva a terra, colpita a morte alla Scintilla,
vide il suo principe, che lei stessa aveva immobilizzato per difendere
il suo
assassino…
Suo
fratello…
Ma
il suo ultimo pensiero non fu Spectrus.
-
Sound…wave…
Fu
la sua ultima parola prima di spegnersi.
…
…
Spectra
aprì di scatto gli occhi con un’esclamazione di
terrore.
Guardandosi
attorno capì di essere ancora nella sala
operatoria. Non c’era traccia di Spectrus, né di
Soundwave, né di…
-
Ben svegliata…
Starscream.
Lui c’era. Le si avvicinò ed
iniziò ad
accarezzarle il viso. - Sarai lieta di sapere che
l’operazione è riuscita.
Spectra
non lo ascoltava per niente, era ancora
scombussolata.
"È
stato un sogno, solo un sogno…"
Oppure
no? Le era sembrato tutto fin troppo reale. Anche se
Spectrus quel giorno non era venuto in camera sua per ucciderla, lo
aveva fatto per dirle
che da quel momento avrebbe iniziato ad insegnarle un paio di cosette
perché
ben presto sarebbe uscita.
Per il resto...Starscream che le faceva del male, che uccideva
la sua famiglia.
Per quanto le sembrasse impossibile, per quanto
continuasse a ripetersi che non era vero niente ed aveva solo sognato,
avrebbe
potuto benissimo essere accaduto davvero. La sua famiglia era stata
uccisa dai Decepticon, lei non sapeva da chi di preciso, ed era troppo
piccola per
ricordare, ma magari nell’inconscio era rimasto
qualcosa…
E suo fratello che voleva uccidere Soundwave e che, di
nuovo, uccideva lei! Che cosa orribile! Quasi le veniva da piangere,
era
ancora spaventata, stava tremando.
-
Mi ascolti?!.. Spectra, che hai? - le sollevò il viso - Stai
bene?
-
Sto
benissimo, ho solo avuto un incubo che mi ha
spaventata un po’.
Proprio
un brutto incubo ma se non altro nel mezzo
di quell’orrore…beh…
La prima mattina del resto della sua vita, col suo principe.
Quello invece era stato meraviglioso. Quanto avrebbe voluto che fosse
così!
-
Capisco. Hai sentito quel che ti ho detto prima?
-
A dire il vero no, non ci ho fatto caso.
Il
seeker pose una mano sulla parte inferiore della gamba
della ragazza, quella che prima non funzionava e dove non aveva nemmeno
sensibilità.
Sentire
il suo tocco, avere delle sensazioni
che partivano da lì per Spectra fu
sconvolgente.
Adesso aveva sensibilità.
-
Io… io sento il tuo tocco!
-
L’operazione è riuscita. Visto? - la
bloccò quando lei
fece per saltare giù dal tavolo - Ferma lì. Non
penserai di poterti
mettere subito a saltare come una capra, vero? - quel che aveva detto
lo fece
sorridere - Per un po’dovrai stare ancora “in
campana”, tanto per rimanere in
tema.
-
Hai detto che l’operazione è riuscita!
Spectra
era
impaziente. Voleva vedere come camminava, voleva provare a correre, a
saltare
come si deve!
-
Vero, ma occorre un periodo di riabilitazione, dovevi
immaginarlo.
Effettivamente
Spectra, quando Starscream
le aveva parlato dell’operazione, ci
aveva pensato.
Lo aveva fatto esattamente per un
millisecondo, per poi mettersi invece a fantasticare sulla sua
guarigione
miracolosa senza bisogno di riabilitazioni.
-
Quanto dura?
-
Non c’è un tempo preciso - Starscream sembrava
ansioso di passare a parlare di altro - Comunque ti ricordi
cos’avevamo detto?
Nel caso l’operazione fosse riuscita…- le fece un
sorriso malizioso - Ci
saremmo dati un altro bacio.
Spectra
sorrise alla sfacciataggine del seeker, nonostante
avesse ancora bene in mente quell’incubo orrendo.
Cercò di scacciarlo dalla
mente, la sua gamba sarebbe ritornata quasi a posto, doveva essere
soltanto
felice di questa specie di miracolo, non poteva stare a pensare agli
incubi! - Vero,
l’avevamo detto.
-
Penso che tu me lo debba - mormorò Starscream, lasciando
perdere le chiacchiere per passare rapidamente all’azione,
esattamente come era
successo l’altra volta.
Il
bacio però fu molto più profondo, più
intenso, più
eccitante. Era la prima volta che Spectra provava simili sensazioni e
c’era
anche l’immensa gratitudine per la riuscita
dell’operazione. Provava ancora
quella sensazione di “sbagliato” ma il suo corpo e
il suo istinto biologico stavano
cercando in tutti i modi di metterla a tacere, soffocandola con quello
che,
Spectra non lo sapeva, era puro e semplice desiderio; anche per questo
motivo
la giovane femme non sapeva proprio come comportarsi, come sarebbe
stato giusto
reagire.
Registrò
vagamente di essere stata sollevata e che
Starscream sempre continuando a baciarla la stava portando
chissà dove. Poco
tempo dopo si sentì appoggiare su una superficie un
po’più morbida del tavolo
operatorio, trovandosi sdraiata. Anche allora continuò a
farsi trascinare
dall’istinto e dalla volontà di un uomo che
contrariamente a lei sapeva
benissimo come comportarsi in quelle situazioni.
Le
mani del seeker iniziarono a scendere…
“Peccato
che tu sia nata oggi e debba già morire, ma
d’altra
parte è così che va la vita, piccola
Specter…”
La
sensazione di star commettendo un errore tornò a galla
feroce come non era stata mai quando ripensò al suo sogno,
al punto da staccare
precipitosamente le labbra da quelle di Starscream e sgusciare via
dalla sua
presa.
- Il bacio te l’ho
dato, direi che vada bene…vero?
Starscream
era piuttosto contrariato. C’era quasi, maledizione!
Perché quell’interruzione improvvisa? -
Perché non hai voluto
continuare? Ti piaceva, l’ho visto!
-
È
sempre quella cosa… questo
è sbagliato - disse semplicemente,
capendo di non riuscire a esprimersi meglio - Io
sento che è sbagliato.
Il
seeker sbuffò. - È
ancora per via di Soundwave?
Anche adesso? - borbottò.
La
tentazione di lasciar perdere le buone maniere e
prendersi quel che voleva era forte, ma tra lo spauracchio
dell’essere braccato
e gli echi che aveva nella testa delle risate di Spectra mentre lui
cantava… no.
Decise di vedere il bicchiere mezzo pieno. Si era tirata
indietro all’improvviso ma, Soundwave o non Soundwave, gli
era sembrato che
fosse molto coinvolta. D’altronde se il tecnico non la
ricambiava e lei non
aveva mai provato quelle sensazioni era abbastanza normale che
così fosse.
-
Anche per lui, si - ammise Spectra - Non mi ama e non so
se anche quando sarò guarita mi prenderà in
considerazione, ma io… io non mi sento
di…- scosse la testa - E poi c’è anche
dell’altro, ma non chiedermi
di spiegarti cosa è perché non lo capisco nemmeno
io.
-
Non è che c’entra l’incubo di prima?
Incapace
di mentire, lei annuì.
-
Vuoi raccontarmi?
Spectra
scosse la testa. Non se la sentiva proprio di dire a
Starscream che lo aveva sognato come il responsabile del massacro della
sua
famiglia.
Il
seeker le lanciò un’occhiata irritata ma
lasciò perdere
immaginando che non sarebbe riuscito a farle dire una parola a
riguardo,
esattamente com’era successo per quella storia di Airachnid.
E poi aveva una
cosa da mostrarle: la Chiave Omega!
-
Mentre dormivi mi sono fatto una passeggiatina e guarda un
po’ cosa ho trovato…- le mostrò la
Chiave - Sai cosa è questa? È una delle
quattro Chiavi Omega. Chi le ha tutte avrà il potere di
rivitalizzare
Cybertron, ed io intendo avere quel potere, così Megatron
capirà una buona volta
che… - aggiunse a mezza voce, ricordandosi solo dopo di non
essere solo e del
discorso che lui e Spectra avevano fatto a riguardo - ..ehm. Hai
capito. Attualmente i Decepticon ne hanno una, io ho questa e ne
mancano due…
Nel
vedere la ragazza, piuttosto sorpresa, tirare fuori da
uno scomparto un’altra Chiave Omega, Starscream rimase di
sasso.
-
Quindi questa che ho trovato è una Chiave Omega? Proprio
non lo sapevo! Cioè, cosa sono le Chiavi Omega lo so, ma non
sapevo com’erano
fatte.
-
Dove e quando l’hai trovata? - le domandò il
seeker,
combattendo l’impulso di strappargliela dalle mani.
-
Me l’ha fatta trovare la farfalla che mi ha fatto trovare
anche te! - rispose Spectra con un sorriso.
“Perché
gliel’ho chiesto?” pensò Starscream
alzando gli
occhi al cielo “La farfalla…potessi trovarle io
delle farfalle che mi indichino
la posizione di certe cose!”
-
Capisco - toccò con la punta dell’indice la Chiave
di
Spectra - Ora se gentilmente me la lasciassi…
-
Perché?
-
Ma come "perché"? - si sforzò di sorriderle con
un
atteggiamento che voleva essere rassicurante e paziente - Hai detto che
sai
cosa sono e a cosa servono e ora conosci il loro potere. Se me la
consegni sarà un
passo in più verso il ritorno a nuova vita del nostro
pianeta, piccola. Tu cosa
vorresti farne?
Spectra
prese la Chiave alle due estremità, giocherellandoci
con aria assente. - L’ho presa perché mi piaceva,
non ho in mente nessun altro
uso.
-
Quindi puoi darmela. Andiamo…- quando Starscream la
toccò
lei trasalì. Non si era ancora abituata al fatto di avere
sensibilità alla
gamba - Sarebbe un’altra ricompensa, no? Per non parlare del
fatto che a
risanare il nostro pianeta ci guadagneremmo tutti.
Concludendo
che avesse ragione, la ragazza diede gentilmente la reliquia al
seeker. - Tieni.
Starscream
era euforico, ora aveva in mano ben due Chiavi
Omega senza aver nemmeno faticato! Prendendo la reliquia dalla mano
della
ragazza iniziò a pensare seriamente che il suo destino, la
via della grandezza,
passasse attraverso Spectra. Quella minuscola femme che viveva in un
mondo
tutto suo, e che… che lo spingeva a comportarsi meglio di
quanto avrebbe fatto
di solito…
Quella però era una cosa che poteva rivelarsi
pericolosa.
-
La riabilitazione quando la comincio?
-
Spectra, ti ho già detto che serve un po’di
pazienza.
Lascia in pace la tua gamba, per oggi - la sollevò come se
fosse fatta di
piume, e si mise a sedere davanti al computer con lei in braccio -
Adesso
guardiamo un film e poi ce ne andiamo a ricaricarci.
-
Non ho molto sonno sinceramente - disse Spectra, che aveva
dormito fino a poco tempo prima.
-
Tu no, io sì - Starscream sbadigliò -
Allora, che
possiamo vedere? - disse tra sé e sé -
“Cappuccetto rosso sangue”… no, mi sa
che
non è il tuo genere. “Biancaneve e gli 007
nani”… nah. Senti ma se non è una
fiaba rivisitata va bene lo stesso?
-
Certo!
A
quel punto Starscream era indeciso. Cos’era meglio, una
maratona di “Madagascar” o “Una notte da
leoni” e i sequel? Alla fine giudicò
che “Madagascar” per lei fosse meglio.
***
-
Chissà se senza di noi gli altri hanno combinato qualcosa
di buono - disse Specter, tranquillamente seduto nella grotta a
lucidare le sue
armi.
Ogni
tanto dava un’occhiata a quel che stava facendo Wheel Jack,
cosa che
lo portava quasi a sentirsi soddisfatto. Il demolitore adesso era dalla
sua
parte e in futuro avrebbe dovuto restarci, volente o nolente; si era
compromesso. Quel che Spectrus aveva fatto e che Wheel Jack stava
facendo,
utilizzare in
quel modo una femmina, era contro il
regolamento che Optimus aveva dato al team Prime.
Una
volta finito, Wheel Jack si staccò dal ragno, ignorando le
sue maledizioni. - Tu pensi di essere indispensabile, vero? - disse a
Spectrus
quasi sbottando.
Non
era riuscito a rifiutare la sua offerta e la pensava
ancora allo stesso modo di quando si erano stretti la mano. Inoltre non
si
sentiva minimamente in colpa per il trattamento riservato ad Airachnid,
quanto
piuttosto perché a Bulkhead, il suo migliore amico, non
avrebbe mai potuto dire
nulla di tutto ciò; sapeva che non avrebbe mai capito. Erano
nella stessa
squadra ma Bulk sentiva di appartenere agli Autobots molto
più di quanto lo
sentisse lui e stravedeva per Optimus Prime.
Per di più era piuttosto legato
ad Arcee, e difficilmente le avrebbe taciuto che Spectrus la stava
tradendo con la sua peggior nemica!
-
Con me avrebbero avuto più possibilità di
riuscita. Vale
anche per te naturalmente - aggiunse poi - Ma non è colpa
nostra se avevamo di
meglio da fare.
-
“Di meglio da fare”…-
borbottò Wheel Jack scuotendo la testa
- Il tuo concetto di priorità è piuttosto strano.
-
Di te si può dire lo stesso.
Airachnid
fino a quel momento non aveva commentato, era
rimasta in silenzio tenendo la testa bassa. La rabbia era ancora
potente in lei ma mai, mai in tutta la sua vita si era
sentita così umiliata, mortificata, usata come un oggetto in
cui
svuotarsi a piacere. La medicina che aveva fatto assaggiare a tante
persone si stava rivelando olto più amara di quanto avrebbe
mai
immaginato. Non che l'avesse mai fatto: mettersi nei panni delle sue
vittime era qualcosa di cui non avrebbe potuto importarle
meno.
-
Giuro su tutto quel che ho di più caro che ve la
farò
pagare. Non so come né quando, ma ve la farò
pagare cara. Rimpiangerete di
essere nati. Avrò le vostre teste - sibilò con
rabbia.
-
Non
ci conterei - Specter le rise perfino in faccia - Non vedo di cosa tu
possa lamentarti, in fondo anche tu ti diverti. Specie
stanotte, mi sembravi piuttosto presa.
-
Crepa - ringhiò lei.
-
Non mi stupirei di scoprire che sotto sotto sei cotta persa
del sottoscritto. D’altra parte non sono molti i mech che
possano garantirti tanta attività.
-
TI UCCIDERò!
- Airachnid iniziò a divincolarsi nel tentativo di strappare
le catene - Ti
ucciderò per quello che hai fatto! E dopo di te
ucciderò anche S…
Con
un movimento velocissimo Spectrus infilzò con precisione
la sua scatola vocale. Nulla di irreparabile ma senza riparazioni non
avrebbe
potuto parlare e la parentela di Spectrus e Spectra sarebbe rimasta
ancora un
segreto.
-
S…tarscream? - concluse Specter, avendo saputo da Arcee
che il rapporto tra Airachnid ed il seeker non era dei migliori.
Così facendo
distrasse anche Wheel Jack, ricordandosi che il demolitore gli aveva
fatto
notare che quando l’avevano trovato aveva nominato Spectra -
Di lui non preoccuparti,
la prossima volta che mi ricapita tra le mani la mia faccia
sarà l’ultima cosa
che vedrà prima di morire… se Santo Optimus non
si mette di nuovo in mezzo.
A
entrambi i mech giunse l’avviso di una comunicazione in
entrata.
-
Qui Optimus
Prime…
Il
tono del leader degli Autobots era funereo.
-
Che tempismo! Abbiamo appena sistemato Airachnid. Non
l’abbiamo uccisa, abbiamo fatto i bravi ragazzi -
puntualizzò Specter - è riuscita a scappare, ma
siamo
sicuri che per un pezzo non darà problemi. Io e Wheel Jack
l’abbiamo…- diede
un’occhiata al suo compagno di squadra - Ridotta al silenzio.
L’angolo
sinistro delle labbra del demolitore si alzò
impercettibilmente, trattenendo un sorriso suo malgrado
soddisfatto.
Non riusciva a spiegarsi cosa gli stesse succedendo: possibile che il
detto umano "chi va con lo zoppo impara a zoppicare" potesse
realizzarsi, con tanta facilità per di più?
-
D’accordo. Bene.
-
Avete preso quella Chiave Omega, Optimus? - domandò Wheel
Jack.
-
L’avevamo
trovata, ma poi è scomparsa all’improvviso e sono
spuntati i Decepticon.
Ora a parlare era Arcee. Spectrus
diede un’occhiata ad Airachnid e gli venne quasi da
ridere.
-
Megatron ha profanato la
tomba di un
Prime...
-
Come?! - esclamò Wheel Jack.
- E
ha usato
la Forgia di Solus Prime per creare una versione oscura di Star Saber,
con cui
ha spezzato quella vera.
-
Immagino che debba essere stato uno shock - commentò
Spectrus.
-
A Optimus
non serve quella spada. Un Prime è sempre un Prime! -
si sentì esclamare
Ratchet.
-
E per quanto possa leccare i piedi al capo un dottorino è
sempre un dottorino - replicò Spectrus.
Wheel
Jack per poco non scoppiò a
ridere sentendo gli improperi del medico.
-
Specter, ti ho
già detto che devi smetterla - ora era di nuovo
Prime.
-
Si chiama libertà di espressione. Arcee, tesoro...
Wheel
Jack a quelle parole si voltò e si allontanò, in
preda ad un misto tra il
disgusto profondo e una crisi di ilarità incontrollabile,
forse dovuta proprio a quello.
-...
tesoro, stai bene, vero? Mi dispiace
di essere stato freddo ieri sera, spero che tu possa perdonarmi.
-
Posso. Ma vorrei
che ti sforzassi di comportarti…ecco…meglio. Non
c’è bisogno di creare
tensione, no?
Spectrus
alzò gli occhi al soffitto e fece una smorfia. La
preferiva quando stava zitta o gridava di piacere durante la
connessione, decisamente. - Mi sforzerò. Lo farò
solo
perché me lo chiedi tu - guardò Wheel Jack,
ancora nelle
condizioni
di prima - Voglio dimostrarti che a te tengo molto.
Anche
dalla base stavolta si sentì la risata di Wheel
Jack.
- Che
ha Wheel Jack da ridere?
-
Video degli umani per intrattenerci durante il viaggio di
ritorno- rispose Spectrus - Fanno ridere davvero. In questo
c’è una donna
convinta che il suo compagno la ami, lei gli telefona mentre lui ed un
suo
amico sono a divertirsi con un’altra, lui al telefono la
chiama “tesoro”,
l’amico ride, e quando lei gli chiede perché
l’amico stia ridendo lui le fa
credere che lo stia facendo per qualcosa visto in tv. Non è
comico?
Wheel
Jack lo guardò con gli occhi sgranati, sempre ridendo
pur essendo sempre più disgustato, dicendogli solo col
movimento delle labbra “sei
sfacciatissimo”!
-
A dire il
vero non ci trovo molto da ridere. Se lei lo sapesse starebbe male.
-
Forse hai ragione…non c’è molto da
ridere per
lei, povera - Specter era divertito, veramente divertito. Era da tempo
che non aveva
l’occasione di mentire così sfacciatamente, era
stimolante! - Ti
saluto, Arcee. Tra poco arriviamo. Tienimi il letto caldo! - disse, per
poi
chiudere la comunicazione.
Airachnid
lo guardava con ancora più odio del solito.
-
Non
guardarmi in quel modo. Se la "tua" Arcee, che non sarà mai
tua
come avresti voluto, beve tutto quel che dico non è colpa
mia.
-
Sei il peggio del peggio. Molto più che sfacciato - Wheel
Jack stava
iniziando a riprendersi dal gran ridere - Andiamo, va’!
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
TSB10
Era
solo.
Si
tolse il visore, si mise a sedere e si passò
una mano sul viso.
In
quel momento Soundwave era l’immagine dello sconforto,
ogni giorno che passava senza ricevere notizie di lei stava peggio.
L’attesa
era insopportabile e il dubbio lo tormentava. Possibile
che riuscisse a trovare chiunque e qualunque cosa,
possibile che se Megatron gliel’avesse chiesto sarebbe stato
capace di trovare
un ago in un pagliaio e non riuscisse a trovare Spectra? Possibile?!
Il
silenzio opprimente da parte della ragazza era la cosa
peggiore. Perché non lo contattava?
Soundwave
aveva sempre amato il silenzio. Era parte
integrante del clima ideale per lavorare: un completo, totale,
tranquillo
silenzio. Ora però iniziava ad odiarlo con tutto
sé stesso.
-
Spectra…
Tanto
da decidere di romperlo, per la prima volta dopo
moltissimo tempo. Lui stesso rendendosi conto di quel che aveva fatto
si stupì.
-
Ancora nulla?
Trasalì
sentendo la voce di Megatron alle sue spalle. Non
l’aveva sentito arrivare, segno evidente di come stesse in
realtà, a dispetto
della tranquillità che mostrava a tutti gli altri. Scosse la
testa, facendo
vedere a Megatron che in compenso il lavoro sul database di Iacon
continuava a
procedere spedito.
-
Non ne dubitavo. Sbaglio o prima hai detto qualcosa?
Soundwave
ignorò la domanda e tanto che c’era si rimise a
lavorare. Il lavoro continuo era un modo come un altro per cercare di
distrarsi da quello che stava diventando (o era diventato) un pensiero
ossessivo.
-
Non era un rimprovero - mise in chiaro Megatron - Ero solo
sorpreso dal fatto che anche senza essere fisicamente presente Spectra
spinga
le persone a fare cose che esulano completamente dalla
normalità.
Soundwave
pensò che su questo avesse pienamente ragione.
Sentì i passi di Megatron allontanarsi dalla sua posizione.
-
Quando la ritroverai, diglielo.
Quella
frase prese il tecnico di sorpresa, costringendolo a
voltarsi. Megatron intendeva forse dire?…
-
Dalle parole di Airachnid qualche tempo fa avresti dovuto
capire che anche i muri si sono accorti che ne sei innamorato. Anche i
muri, ma non l’interessata - alzò gli occhi al
soffitto - Sarebbe il caso di schiodare la situazione, per il bene tuo,
suo e dei Decepticon, ai quali serve un terzo in comando concentrato.
Quando la rivedrai, diglielo.
E
con questo se ne andò.
“Proprio
lui viene a darmi consigli su certe cose!” scosse la
testa e si rimise il visore “Forse però non ha
tutti i torti.
Forse dovrei dirglielo davvero” fece un
sospiro “Almeno sentendo il ‘no’
direttamente dalle sue labbra non rimarrò nel
dubbio”.
Poco
dopo riuscì a decifrare le coordinate di un’altra
Chiave, che a giudicare dalle mappe si trova in un sentiero tra le
montagne.
Decise di occuparsene lui stesso, adesso che sapeva cos’erano
e quanto fossero
importanti era ancora più determinato a far sì
che i Decepticon se ne
appropriassero. La
scomparsa misteriosa della Chiave nascosta vicino alle
piramidi l’aveva lasciato un po’perplesso. In
compenso Megatron era talmente
esaltato per aver spezzato Star Saber che aveva dato importanza a quel
fatto
solo fino ad un certo punto.
Soundwave
aveva ascoltato relativamente i racconti di
Megatron mentre continuava imperterrito a lavorare. Non condivideva
tutta
quell’euforia, sapeva che Optimus Prime avrebbe continuato a
dare loro problemi
con o senza Star Saber, e comunque non era proprio in vena di
festeggiare.
Afferrò
la sua pistola ad onde sonore e si diresse sul ponte
della Nemesis prendendo il volo, sperando che magari durante il viaggio
avrebbe
visto Spectra dall’alto ed avrebbe potuto
riportarla nella Nemesis con
lui, al sicuro; ma in tutto il viaggio il risultato riguardo Scricciolo
fu
un
niente di fatto, come al solito.
Atterrò
tranquillamente sul posto, sollevato dal fatto che
apparentemente nessun Autobot fosse lì a tentare di
ostacolarlo. Non che
eventualmente la cosa avrebbe costituito un problema.
Camminò
guardando attentamente a terra, cercando il punto
esatto indicatogli dal computer...
Si
sentì colpire bruscamente e con forza alla schiena, tanto
forte da essere buttato a terra. Il suo nemico, chiunque fosse, dopo
averlo
fatto voltare pose un piede sul suo torace. La sua vista era annebbiata
ma
Soundwave ne registrò il peso, che riduceva drasticamente il
gruppo dei
possibili colpevoli di quell’attacco alle spalle. La pistola
ad onde soniche
era finita lontana, troppo lontana anche per essere presa con i
tentacoli.
-
Ti ricordavo più attento.
Nello
stesso momento in cui la vista si schiariva, lo
spymaster riconobbe la voce. Spectrus Specter! Avrebbe dovuto
immaginarselo.
Era lui quello specializzato negli attacchi improvvisi, per quel che
ricordava
del periodo che Specter aveva trascorso come ufficiale Decepticon.
-
Sempre silenzioso, eh?
Fece
scattare all’improvviso i suoi tentacoli, colpendo in
pieno Spectrus e togliendoselo di dosso. L’enorme mech cadde
comunque in piedi,
e tirò fuori la spada, fronteggiandolo.
-
I
tentacoli… avrei dovuto ricordarmene - commentò -
Mettiamola così, se adesso voli via e mi lasci prendere la
reliquia te ne torni
nella Nemesis sano e salvo, altrimenti ti strappo i tentacoli, ti
impacchetto e
ti uccido. Cosa preferisci?
Quanta
arroganza, soprattutto per qualcuno che non poteva
vantare chissà che forza sovrumana, una velocità
inarrivabile o qualsiasi
altra sorta di strani poteri. Proprio per quello Soundwave rimase
tranquillo e
senza alcuna intenzione di muoversi: serviva ben altro per allarmare un
ex gladiatore di Kaon.
-
Allora sei un masochista. D’accordo, ti accontento
subito.
Specter
era veloce e ci mancò poco che lo infilzasse, ma
Soundwave riuscì ad evitarlo all’ultimo momento, e
così fece col resto dei
fendenti. Ognuno di essi però si avvicinava sempre di
più all’obiettivo e,
desiderando solo che la sua pistola non fosse così
dannatamente lontana, l’ex
gladiatore decise di passare all’attacco cercando di colpire
di nuovo Spectrus
con i tentacoli.
-
Non puoi fregarmi due volte con la stessa mossa - disse
gelidamente Specter, afferrando con la mano destra un tentacolo e
lasciando
cadere la spada per prendere anche l’altro, mentre saltava ed
affibbiava a
Soundwave un potente calcio in pieno stomaco.
Non
contento, continuando a
tenerlo per i tentacoli tanto forte che sfrigolavano, lo
sollevò e lo sbatté
contro la parete rocciosa dopo avergli fatto fare un mezzo giro per
aria.
Il
colpo fu duro, tanto che provocò una mezza frana che
seppellì in parte Soundwave.
Specter
fece la sua classica risata. - Tranquillo, Megatron ti
darà un bacino sulla bua - lo
prese in giro.
“O,
conoscendo mia sorella, lo farà lei”
pensò.
Dopo
un’ultima
occhiata di sufficienza gli diede le spalle per dirigersi verso la
reliquia.
-
A giudicare dalle coordinate dovrebbe essere
esattamente… - Spectrus raggiunse il punto preciso, solo per
vedere che qualcun
altro aveva già scavato lì, presumibilmente
tirando fuori la Chiave Omega - Qui.
A
quel punto pensò che Soundwave avesse già preso
la Chiave,
nonostante all’inizio si fosse convinto che ancora non
l’avesse fatto.
Magari si era sbagliato. Poteva essere.
Gliel’avrebbe tirata fuori a suon di botte.
-
Sembra che tu abbia qualcosa di mio, quiet one. Vedi
di…-
dove prima c’era semisepolto Soundwave, Specter non vide
nessuno, e stavolta fu
lui ad essere colpito alle spalle, trovandosi gettato a terra ad
osservare un
Soundwave decisamente in modalità
“vendicativo”.
Il tecnico gli assestò un forte calcio
in pieno viso quando lui tentò di rialzarsi, per poi
afferrarlo con un
tentacolo ed avvicinandogliene al volto un altro con tutta
l’intenzione di
fargli un bel buco in faccia.
Spectrus
tentò di nuovo di afferrarli, ma
Soundwave lo colpì con la pistola ad onde sonore che aveva
recuperato subito
dopo essersi alzato.
-
Non puoi fregarmi due
volte con la stessa mossa - ripeté
con la voce di Specter.
Ringhiando
in preda al dolore Spectrus, trovò la forza
di fare un impercettibile sorriso. - Ci sono modi e modi per fregare
qualcuno - disse poi.
Soundwave
non capì cosa stesse cianciando, ma non gli importava
nemmeno.
-
LASCIALO! -
Arcee arrivò correndo.
Teoricamente
avrebbero dovuto recuperare insieme quella Chiave ma Spectrus
l’aveva lasciata
indietro giudicando che avrebbe fatto prima a farlo da solo.
Soundwave
ricordò
che, a detta di Megatron, tra quella femme e Specter c’era
del tenero. Era
indeciso se pensare “beati loro” o piuttosto, a
giudicare dal tipo in
questione, un bel “povera lei”.
Probabilmente era valida la seconda. Aveva archiviato moltissimi
file video degli incontri di Specter con una quantità di
femme allucinante, e
non c’era una a cui non avesse fatto credere di essere
l’unica e la sola
che amava per poi dirlo ad un’altra un paio d’ore
dopo, se non un’ora sola.
Ebbe
l’ idea fugace del suo piccolo Scricciolo nelle mani di
quell’essere ma lo scacciò dalla mente mentre
colpiva anche Arcee con la
pistola. Non voleva nemmeno pensarci!
A
tal proposito, se prevenire era meglio che curare forse
faceva meglio a terminare Specter lì e subito. Megatron non
avrebbe
disapprovato. Avrebbe dovuto essere un Decepticon, ma non lo era e aveva
creato loro problemi, quindi poteva essere ucciso senza troppi
rimpianti.
Però
se l’avesse fatto sarebbe stato ancora più sporco
di
quanto fosse già. Si sarebbe macchiato di un’altra
uccisione. Spectra l’avrebbe
voluto? Soundwave pensava di no, e ognuno che fosse morto per
colpa sua avrebbe costituito
qualcosa che l’avrebbe allontanato ancor di più
dalla sua principessa che già
trovava irraggiungibile.
Non
l’avrebbe ucciso, dunque, ma ciò non toglieva che
poteva
imprigionarlo, così che Megatron potesse tirargli fuori le
informazioni che
servivano, ubicazione della base degli Autobot in primis!
Specter,
con l’energon che gli colava sul viso da una ferita
alla testa, non poté trattenersi dal sorridergli di nuovo,
con la consueta freddezza ed
una sfrontatezza infinita. Immaginava a cosa fosse dovuta
quell’esitazione, lo
conosceva abbastanza da sapere che normalmente lo avrebbe
già terminato.
-
Sappiamo entrambi che non mi ucciderai - disse quindi,
riuscendo a sgusciare via e riprendendo la lotta - E non ce la farai
mai a
prendermi!
Soundwave
si sorprese che Spectrus sapesse cosa gli stava
passando per la testa. Poi ebbe un’idea, vedendo Arcee
partire di nuovo
all’attacco per aiutare Specter.
Di
solito aveva sempre evitato di prenderla a botte. Non
perché la temesse o che di simile, ma perché
riteneva un combattimento con lei
un’inutile perdita di tempo. Era anche uno dei motivi per il
quale invece che
farla a pezzi quella volta che era entrata nella Nemesis si era
limitato ad
aprire improvvisamente il Ponte Terrestre buttandola fuori
dall’astronave. Ma
stavolta…
Spectrus aveva ragione, difficilmente sarebbe riuscito a
prenderlo e imprigionarlo, quindi doveva usare un piccolo sotterfugio.
Si
allontanò rapidamente da Specter afferrando Arcee, che
tentò disperatamente di divincolarsi, ma la stretta dei
tentacoli era troppo
forte, e non poté fare assolutamente niente.
Soundwave
fece capire a
Specter che o si arrendeva e si consegnava spontaneamente o Arcee
avrebbe fatto
un’orribile fine. Magari lui non l’avrebbe
terminata, per la stessa ragione per
cui non aveva terminato Specter stesso, ma Knock Out non avrebbe avuto
la stessa…
“sensibilità”. Fosse stato per
Soundwave, Knock Out a quel punto sarebbe stato
un ammasso di ferraglia, ma chissà che invece non sarebbe
tornato utile.
Spectrus
Specter non parve granché interessato. - Mi minacci
prendendola in ostaggio? Ma che cattivo.
“Fai
qualcosa, maledizione!” pensò Arcee, sentendo la
stretta aumentare.
-
Tu vorresti che io mi consegnassi per salvare lei.
Soundwave
annuì, una mano pericolosamente vicino alla
delicata gola di Arcee.
-
Cos’è che vorresti da me esattamente? Informazioni
sulla base di noi
Autobot o simili immagino - si tolse di dosso la polvere e si
asciugò
l’energon colato dalle ferite - Guarda, per me puoi pure
tenertela. Se sono
informazioni quelle che vuoi, anche lei è utile allo scopo.
Detto
questo si voltò e iniziò ad allontanarsi con
tutta la calma del mondo.
Arcee
era sotto shock. Non ci poteva credere!
“Forse
è una strategia. Non può davvero lasciarmi
nelle mani dei Decepticon. Non lo farà! Non è
possibile!” pensò disperatamente
la guerriera Autobot.
Spectrus
non poteva fare una cosa del genere, erano
compagni di squadra e soprattutto le aveva detto che la sua
Scintilla la
riconosceva! Stavano insieme, non ufficialmente, ma stavano insieme.
-
Quanto alla fine che farà, fate un po’come vi
pare. Una
volta avuto quel che vi serve la ucciderete, sbaglio?
Più
Spectrus
continuava a parlare, più Arcee si convinceva che invece,
purtroppo, diceva sul
serio. Questo le spezzava la Scintilla al punto da lasciare che una
lacrima
le colasse lungo la guancia.
- A Prime dirò che è già morta,
così non
verrà su nella Nemesis a fare casino per liberarla. Io e te
- indicò
Soundwave - Ci vediamo un’altra volta. Già ti
avviso, per te sarà l’ultima.
Detto
questo voltò loro definitivamente le spalle.
-
SPECTRUS!
Come puoi…- Arcee si divincolò ancora - Mi
avevi detto che la tua Scintilla mi riconosce! Mi avevi
detto…
-
Un
mucchio di cazzate - concluse Specter, che non si
voltò nemmeno e fece un sospiro - Non ti sei mai chiesta
perché le cose tra noi
sembravano andare così bene? Dato che è
l’ultima
volta che ci vediamo ti farò
la grazia di dirtelo: sono un bugiardo. Mi sono divertito come un matto
a usarti come svuota cavo e a mentirti, nonché a provocare
Prime
che sotto sotto… eh! Lo so io!
- non intendeva dirle che secondo lui Optimus Prime era cotto di lei -
Per
il resto non mi importa che tu viva o muoia.
Soundwave
era lì immobile, l’unica cosa che faceva era
stringere Arcee con i tentacoli. Specter se ne stava andando e aveva
ragione
a dire che anche Arcee sarebbe servita allo scopo. Inoltre avrebbe
fatto sì che
Prime non venisse ad infastidirli nel tentativo di liberare la loro
amichetta.
Che premura.
Ma che grandissimo bastardo.
-
Tu… la pagherai cara Spectrus Specter! - gridò
Arcee,
arrabbiata e profondamente ferita.
-
E due!... anche Airachnid me l’ha detto da poco - a quel
punto Spectrus si voltò di nuovo - mal comune mezzo gaudio,
Arcee. Non sei la
sola idiota nell’Universo.
Gelata
Arcee con quelle parole, con tutto quel che
significavano, Specter se ne andò canticchiando.
- "...‘cause
I’m a liar!...yeah, I’m a liar!...I’ll
tear your mind out, I’ll burn your
soul!...I’ll turn you into me, ‘cause I’m
a liar, a liar, a liar!"
Proprio
la canzone perfetta, non c’era nulla da dire.
Soundwave
mosse il tentacolo facendo sì di poter
guardare in faccia Arcee. Quasi gli faceva pietà, il che era
tutto
dire. Immaginò cosa
avrebbe fatto Spectra se fosse stata ancora alla Nemesis una volta
venuta a
sapere quella brutta storia, probabilmente si sarebbe prodigata per far
sì che
ad Arcee non fosse fatto del male e sarebbe stata sempre lì
a consolarla.
Un
momento… e Airachnid? Cos’era quella faccenda del
mal
comune mezzo gaudio? Aveva capito bene, anche quel ragnaccio si era
lasciato ingannare?
"Ben
le sta" pensò.
Aprì
il Ponte Terrestre e lo attraversò rientrando nella Nemesis.
Ad aspettarlo trovò Megatron.
-
Soundwave hai… perché diamine hai lei
con te?!
"Cos’è,
adesso intende portare nella Nemesis ogni femme che vede?!"
pensò.
Il
tecnico mostrò a Megatron tutta la registrazione del
combattimento con Specter, della Chiave Omega già presa da
qualcun altro, della
sua decisione di ricattare Specter per far sì che si
arrendesse e l’epilogo di
tutta quella faccenda.
Arcee
teneva la testa bassa. Dei vehicons la
ammanettarono polsi e gambe.
-
Non
ti è andata granché bene, mh? - Megatron le
sollevò il
viso, ricevendo in risposta un’occhiata ostile - Pensavo
fossi un
po’più furba, Autobot. Certo che Spectrus Specter
non
è cambiato per niente - commentò - Bastardo era e
bastardo è rimasto. Non hai idea del numero di femmes a cui
ha
fatto lo stesso giochetto, e io so solo di quelle che si portava
nell’alloggio! Penso che abbia più figli lui
sparsi in
giro…
Non
era molto consolante.
-
Ora ci dirai dove si trovano i tuoi amici…
-
Scordatelo - sibilò Arcee, per nulla intenzionata a
cedere.
Megatron
rise. - Ti conviene cambiare atteggiamento. Abbiamo tutto il tempo
del mondo per tirartele fuori a forza, Autobot. Optimus Prime ti crede
morta,
non verrà a salvarti, e dato che qui adesso come adesso non
c’è nessuno a
premere perché ti venga evitato l’interrogatorio-
diede a Soundwave
un’occhiata significativa, riferendosi a Spectra - Ti
conviene parlare.
-
No.
-
Io ti ho avvisata - disse il leader dei Decepticon - Portala
a Knock Out, che si renda utile.
Soundwave
uscì dalla stanza con Arcee. Vedeva la guerriera
cercare disperatamente una via di fuga ma era difficile, se non
impossibile,
che riuscisse a scappare ammanettata e con lui che la teneva sotto tiro.
-
Non dirò niente. Hai capito?! Fate del vostro
peggio, io non dirò una parola!
Coraggiosa.
Soundwave già lo sapeva, si ricordava
ancora di quando Starscream l’aveva catturata, e Cliffjumper
con lei.
-
Ti sei fatta catturare con qualche giorno in ritardo - le
disse, sorprendendola sia perché le aveva parlato che per la
sua voce in sé, molto profonda.
-
Che…i-in che senso?
“In
che senso”, una delle espressioni preferite di Spectra,
al secondo posto dopo “che
cos’è”?
Soundwave voleva solo rimettersi alla sua
ricerca. Voleva e doveva ritrovarla.
-
La grazia di rispondermi potresti farmela. Almeno quella.
Ma
dal mech dietro di lei non giunse risposta se non una
spintarella per farla camminare più velocemente. Arcee
dovette obbedirgli suo
malgrado.
***
-
Purtroppo è così. Arcee è stata
terminata…
Spectrus
Specter stava
recitando al massimo della sua abilità la parte
dell’uomo innamorato la cui
fidanzata è morta. Si sforzò perfino di far
uscire una
lacrima.
-
L’ha fatto per aiutare me. Io le avevo detto che doveva
restare
indietro, lei non ha voluto e adesso…
“Questa
è la parte più importante Spectrus.
Impegnati” si
disse.
-
Se
è morta è colpa mia - disse, apparendo disperato
- Tutta
colpa mia. Io avrei dovuto proteggerla, ma sono
così…
così inutile
che non
ci sono riuscito. Proprio stasera che volevo dirle che aveva la mia
Scintilla -
mormorò, mettendosi una mano sul viso.
Sembrava
distrutto per quella faccenda, come
effettivamente sarebbe dovuto essere.
Fu
proprio per quel motivo che, andando oltre lo shock che
aveva preso tutti quanti, Rafael, a cui Spectrus Specter non era mai
piaciuto,
sentì che c’era qualcosa che non tornava. Spectrus
non era il tipo che avrebbe potuto reagire in
quella maniera.
Quell’esternazione di dolore che per gli altri
sarebbe stata del tutto normale era eccessiva, non era da lui,
ed era per questo motivo che a Raf suonava totalmente falsa. Se poi lo
guardava negli occhi mentre faceva tutto quello
spettacolino, la sensazione che fosse tutta una menzogna aumentava. Il
dolore
c’era, ma anche quello dal suo punto di vista era falso.
Forse
Arcee era morta davvero ma, pur sperando di sbagliarsi, dubitava che a
Specter dispiacesse davvero.
-
Chi è stato, Specter?! - ringhiò Bulkhead.
-
Soundwave. E non c’era nemmeno la reliquia,
qualcuno
l’aveva già presa prima di me e di lui. Siamo
partiti per una missione inutile e lei... e lei, ora...
In
quel momento Smokescreen e Jack fecero ritorno nella base
ridendo come matti. Jack continuava ad istruire Smokescreen ed entrambi
continuavano a fare quelle tremende bambinate per cui il giovane
Autobot era
stato più volte ripreso. Erano in guerra ma si comportava
proprio come un
ragazzino!
-
Hai viato la faccia del proprietario del locale
quando gli abbiamo intasato lo scarico con quella cosa, come si
chiama…
-
Pizza! - rise Jack.
Sia
a lui che a Smokescreen passò ogni voglia di ridere ancora
quando videro le facce degli altri.
-
Ragazzi? Che è successo?
-
Arcee è morta - rispose Optimus Prime in tono funereo -
Soundwave l'ha terminata.
Jack
impallidì. Era uno scherzo, vero? Non era
possibile.
Se
Arcee fosse stata veramente uccisa non si sarebbe mai perdonato di non
esserle
stato accanto. Loro erano amici. Ogni tanto riusciva anche a
convincerla a
parlargli del suo rapporto con Spectrus.
No, non poteva essere morta davvero.
-
Si tratta di uno scherzo vero?
Jack
guardò Raf. Miko non c’era,
tanto per cambiare era in castigo e quindi ancora a scuola.
Raf,
con i lacrimoni, scosse la testa. - Purtroppo è
vero.
Optimus
Prime provò l’enorme desiderio di rimanere solo.
Se
fosse andato lui insieme ad Arcee, forse lei sarebbe stata ancora
online
adesso. O se fossero andati lui e Spectrus e lei fosse rimasta alla
base…
Invece non era andata così. Era stata terminata e lui
non aveva avuto il tempo di dirle nulla, né che secondo lui
Spectrus Specter
non l’amava, né che lui invece… sì.
Ebbene
sì, la amava, ma era stato idiota e se n’era reso
conto solo ora che non c’era più.
-
E mentre Arcee moriva tu eri a divertirti! -
ringhiò Bulkhead a Smokescreen. Aveva bisogno di prendersela
con qualcuno, e
con quel ragazzo aveva qualche piccolo attrito.
-
Ma... m-ma io che c’entro, che ne sapevo?!
-
Magari se fossi stato qui alla fine si sarebbe deciso di
mandare te con Specter, e non Arcee! - motivazione idiota, ma Bulkhead
era
talmente colpito dalla perdita dell’amica che ragionava
ancora meno del solito.
-
Questa è una stupidaggine, io non!…
-
Ho bisogno di una boccata d’aria - disse Spectrus -
Smokescreen, vieni con me. Se continuiamo così finiamo a
saltarci addosso -
guardò Prime - Arcee non l’avrebbe voluto.
Detto
questo prese Smokescreen per un braccio ed uscirono.
Spectrus si trasformò in forma veicolo, un Hummer militare
che aveva
scansionato la
prima volta che era uscito dalla base. Smokescreen lo fece a sua volta.
-
Questo è troppo! - il ragazzo partì a tutta
birra,
seguito da Spectrus senza troppa difficoltà - Anche a me
dispiace per la morte
di Arcee, mi piaceva, era a posto, ma non è colpa mia! Io
non c’entro?! Perché se la prendono con me?
-
Io non ce l’ho con te - disse Specter - Sono loro che non
ragionano. Io mi sento malissimo ma so ancora distinguere chi
è colpevole e
chi no.
-
Pensavo di essere stato fortunato ad incontrare Optimus
Prime e gli altri, ma invece… invece sono un mucchio di
idioti! Ecco cosa sono!
Un mucchio di idioti che se la prendono col primo che passa! -
esclamò,
decisamente arrabbiato.
Sia
lui che Spectrus avevano chiuso il comm-link.
Poco
dopo si sentì un rombo di motore e vennero raggiunti
da Wheel Jack.
-
Come mai sei fuori con il ragazzino?
-
Arcee è stata uccisa da Soundwave, lui è
rientrato ridendo dato che non ne sapeva nulla e Bulkhead se
l’è presa con lui -
spiegò Spectrus.
-
Bulk
è fatto così, quando riprenderà a
ragionare si
scuserà - disse a Smokescreen.
-
Non è solo con lui il problema, sono anche tutti gli
altri, io ho un grande destino ma nessuno lo capisce! -
accelerò
distanziandoli di parecchio.
-
Arcee è stata veramente terminata? - domandò il
demolitore a
Spectrus.
-
Soundwave l’ha presa in ostaggio pensando che mi sarei
consegnato per tirarla fuori dagli impicci. Come no. Aspetta e spera! -
accelerò un
po’ - Quando me ne sono andato era ancora online ma tra poco
non lo sarà
più. Che vuoi farci, è la vita - disse tranquillo
- E io ho un’altra con cui interfacciare - aggiunse.
Wheel
Jack era agghiacciato dalla calma di Spectrus. Arcee nonostante tutto
era sempre una loro compagna di squadra, non era una nemica (e
già questo faceva sì che in generale la
classificasse in modo diverso da Airachnid), un conto
era
tradirla, un altro abbandonarla in mano al nemico.
-
Immagino cosa stai pensando, Wheel Jack, ma Arcee era una testa
calda non particolamente brillante che non era
poi così utile alla squadra, quindi pace.
-
Sei… non so nemmeno come definirti - borbottò il
demolitore
- Forse nemmeno un Decepticon si comporterebbe così.
-
Io infatti non sono un Decepticon - replicò Spectrus.
-
Sei qualcosa di peggio. Sei un mostro - lo insultò Wheel
Jack.
-
Faccio quel che devo fare, Wheel Jack. Tu che sei un
demolitore dovresti sapere che nelle condizioni in cui siamo non
c’è
posto per la pietà, la bontà e la compassione.
Nemmeno per un compagno di squadra
- specificò - Quando si deve scegliere chi muore e chi si
salva è bene pensare
per se stessi, specie se si sa di essere più validi
dell'altro.
-
I Decepticon ragionano esattamente così - Wheel Jack
accelerò e lo superò.
Spectrus
rimase indietro a riflettere.
Era vero, i Decepticon ragionavano proprio in quel modo e
anche suo padre, Spector Specter, aveva ragionato così
quando aveva fatto quel
patto con Megatron, pensando solo alla salvezza della propria famiglia.
Gli
Specter erano potenti, a Megatron il loro appoggio faceva comodo,
specie in campo economico. Poi
però quel grandissimo
figlio di puttana aveva mandato Starscream ad ucciderli…
O
così credeva.
***
-
Solo una camminata da qui a là, poi ritorni. Non
devi
affaticarti troppo.
-
Io non mi stanco mica…anche di quegli esercizi non ne
abbiamo fatti un po’pochini?
Spectra
era ancora euforica per il risultato
dell’operazione. Grazie agli esercizi di riabilitazione e a
quelle brevi
camminate che insisteva per fare vedeva la sua gamba migliorare di
giorno in
giorno, ed era fantastico.
-
Ne abbiamo fatti la quantità giusta.
Starscream
l’aveva portata in un bosco sperduto, così che
Spectra camminasse in un posto piacevole. Una delle tante
premure che aveva avuto verso di lei e che lo stupivano ancora.
Aveva anche continuato a provarci costantemente, ma dopo
quella sera non era più riuscito a generare in lei
altrettanto
desiderio. Riusciva a strapparle qualche bacio ogni tanto ma ognuno era
seguito da un
rimprovero da parte di Spectra, che continuava a dire che era sbagliato.
Starscream sentiva che, da
quando lei aveva avuto quel maledetto incubo, era cambiato qualcosa.
Ogni tanto la
sorprendeva a guardarlo e, anche se lei gli sorrideva e lui faceva lo
spaccone
riprendendo a provarci, sentiva che c’era qualcosa che non
andava.
-
Se lo dici tu… io allora vado - gli fece un cenno di saluto
e si allontanò pian pianino nel bosco.
Ci
teneva a fare da sola quelle
camminate, con lui nei paraggi certo, ma non vicino a tenerle
la mano.
Era
contenta che il seeker l’avesse portata lì, era un
bel
posto. C’era qualche ostacolo che poteva intralciarle un
po’il cammino ma era
tutto allenamento, i terreni di norma non erano come quello dove viveva
Starscream, la maggior parte erano accidentati.
-
Non sarai la stessa dell’altra volta, vero?
La
giovane femme si trovò di nuovo davanti ad una farfalla,
identica a quella che aveva seguito l’altra volta. Non
c'erano prove certe che fosse proprio lei, ma Spectra ne
era convinta, e si
convinse ancora di più quando questa si posò sul
suo indice proteso ad
accoglierla.
-
Non è che vuoi farmi vedere qualcos’altro?
Quasi
in risposta alla sua domanda la farfalla volò via dal
dito e si mosse come se avesse avuto una destinazione precisa.
Fiduciosa e
dimentica di quel che le aveva detto Starscream sul non affaticarsi
troppo,
Spectra la seguì.
Il
luogo dove la farfalla sembrava volerla condurre comunque
non era lontano, e l’animale si posò su un piccolo
sasso.
-
Qui non c’è nulla - mormorò la ragazza,
un po’delusa.
Poi
sentì dei rumori che sembravano come provenire da sotto di
lei, qualcuno
che si agitava o simili. Rabbrividì.
-
Mi sa che invece qualcosa c’è…
La
farfalla riprese a volare, guidandola fino all’entrata
nascosta di una grotta. I rumori divennero più forti ma
Spectra continuò ad
avanzare pur non sapendo cosa avrebbe trovato.
Airachnid,
sentendo un rumore di passi, smise di divincolarsi.
Che si agitava a fare? Nessuno l’avrebbe mai sentita! Se solo
avesse potuto
gridare…ma Spectrus le aveva tolto anche quella
possibilità. Era fregata. Ormai
era arrivata alla fine, se lo sentiva. Specter e Wheel Jack si
sarebbero
stancati di utilizzarla, l’avrebbero fatta fuori a
breve, magari quella era
l’ultima volta che ci si connettevano.
Nella sua lunga vita di cacciatrice e torturatrice assassina, tutto
aveva pensato ma non che sarebbe morta così.
-
Airachnid?
Sgranò
gli occhi. Non ci poteva credere, quella lì era la
piccola storpia?!
Una piccola storpia che sembrava camminare un po’meglio,
notò
poi, e che aveva una farfalla posata sull’elmo. Ma era
abbonata alle farfalle o
cosa?
-
Che ci fai qui? Oh - notò i danni della vedova nera - Non
puoi parlare. Scusami. Aspetta, ti riparo subito.
Airachnid
non sapeva se odiarla ancora di più o ringraziare
Primus che fosse lì. Poi però
ricordò un
dettaglio importante: Spectra e Spectrus erano fratelli. Roba da non
credersi.
La
ragazza lavorò rapidamente alla sua scatola vocale,
l’espressione che diventava sempre più
triste.
"Una
ferita del genere può avergliela
procurata solo Spectrus, riconosco la sua mano".
Per
finire impiegò solo
pochi minuti.
-
Ora puoi parlare. Chi… chi è stato a farti questo?
Airachnid
tossì. - non fare la finta tonta, Spectra
Specter, perché con me
non attacca. Non più! So che hai riconosciuto la mano del
tuo caro fratellino,
come lui ha riconosciuto la tua sulle mie ferite - sibilò -
“Due ceffoni”. Se
sono qui è per colpa tua.
Spectra
fece un sospiro gigantesco. Spectrus le aveva
perfino detto che erano fratelli, equivaleva a una condanna a morte.
- Io non ti volevo fare del male, lo sai. Mi hai costretta tu! Pensavo
che avessi chiamato i soccorsi...
-
Come no! I soccorsi! Pensavano che ti avessi uccisa, che
qualcun altro ti avesse presa e avesse pestato me. Solo Knock Out ha
aperto gli occhi.
Solo lui sa che non sei la piccola invalida indifesa che tutti pensano!
-
Io però non ho mai detto di essere indifesa. È
che mio
fratello l’ ha sempre chiamati “due
ceffoni” e sono rimasti così.
Airachnid
ringhiò al colmo dell’irritazione. - Meglio
lasciar
perdere.
-
Vuoi che ti liberi?
-
Se lo farai ti ucciderò anche per quel che mi ha fatto tuo
fratello - sibilò la vedova nera.
-
Allora no, mi sa che non devo liberarti.
Si
sentì una voce da fuori. - Spectra! Dove sei andata a
cacciarti?! Avevo detto una camminata breve!
Airachnid
sgranò gli occhi. Starscream?! Lui che c’entrava
con Spectra?
"Ma
soprattutto, perché lui…oh".
Sogghignò.
Era quasi sicura che Spectra non avesse la più pallida idea
di
chi fosse davvero il mech che la stava cercando.
-
Dimmi, piccola storpia, tu hai una vaga idea di chi sia stato ad
uccidere i tuoi
genitori?
-
No. Non con precisione.
Airachnid
a quel punto rise. - L' ultima missione di Spectrus è
fallita perché ha cercato di uccidere Starscream. Sai
perché l’ha fatto?
Perché lui-
La
vedova nera però non riuscì a terminare la frase,
perché
Starscream arrivò troppo presto.
La
canzone cantata da Spectrus è -> qui
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
TSB11
-
Airachnid!
- il seeker si sorprese di vederla lì, poi
guardando le condizioni in cui era sogghignò. Fatto questo,
rivolse tutta la sua
attenzione a Spectra - Tutto bene?
Lei
annuì, rivolgendogli un sorriso dolce dei suoi,
immediatamente ricambiato.
Airachnid
valutò attentamente l’atteggiamento del
seeker argentato, realizzando che non solo Spectra non sapeva chi fosse
veramente lui, ma che nemmeno Starscream sapeva che lei era una
Specter.
"Peggio
di una commedia" pensò.
Avrebbe
avuto una voglia matta di sputarle in faccia la
verità ma forse invece era più divertente stare
zitta. Prima
o poi la cosa sarebbe venuta sicuramente fuori, e allora…
sai che disastro!
-
Questo scarafaggio grasso ti ha fatto del male?
-
Come potrebbe scusa? È legata…
“Si
preoccupa per lei, il caro Starscream” pensò la
vedova
nera, aggiungendo per quell’insulto altre tre ore di tortura
a quelle che avrebbe
riservato al seeker.
-
Con questa qui non si sa mai - disse, e vedendo Spectra completamente
impreparata le si avvicinò e le strappò un altro
bacio - Non intendo farti
correre rischi di sorta. La via del mio successo passa attraverso
di te.
“A
quanto pare la piccola storpia si dà parecchio da
fare. Prima Soundwave, ora Starscream! La cosa divertente è
che dei due non ce
n’è uno che mi vada a genio”.
Già,
chissà come avrebbe reagito Soundwave vedendo una cosa
del genere. Dopo parecchio tempo, Airachnid provò una sorta
di
gioia
vendicativa. Spectra sembrava starsi già dimenticando del
suo
protettore e
cavalier servente, e ben gli stava. Soundwave avrebbe potuto darsi una
mossa, invece andando avanti in quel modo era e sempre sarebbe
rimasto solo come un
cane.
-
Starscream, quante volte devo dirtelo che non voglio? -
lo rimproverò la ragazza - E poi non è proprio il
momento, lei ha bisogno
d’aiuto.
Il
seeker sentendo quelle parole fece una smorfia. Airachnid aveva
bisogno d’aiuto, diceva! Fosse stato per lui le avrebbe
strappato le zampe,
staccato le braccia e tagliato la testa.
"Quasi
quasi…"
Forse
poteva riuscirci, era solo questione di
gestire bene la cosa.
- L’aiuto io - si
offrì il seeker - Tu torna da dove siamo venuti ed aspettami
lì. Non ci metterò
molto, si tratta di sciogliere un paio di catene.
Uno
sviluppo imprevisto, per il quale Airachnid vedendo il
ghigno che le rivolse Starscream non appena Spectra annuì e
se ne andò capì di
essere caduta dalla padella nella brace.
Starscream forse era un po’masochista
ma era anche il tipo che strisciava con i più forti e si
accaniva con estrema
crudeltà sui più deboli. Che Spectra fosse stata
risparmiata era una specie di
miracolo (anche se probabilmente il seeker in caso contrario avrebbe
beccato
“due ceffoni alla maniera degli Specter Bros’
”) ma Airachnid sapeva benissimo
che a lei non sarebbe andata altrettanto bene.
In
condizioni normali Starscream aveva paura di lei. Airachnid
ricordava ancora la sua faccia quando gli aveva fatto quello scherzetto
nell’Harbinger, ma adesso era lei la più debole
dei due, e Starscream aveva il
dente avvelenato.
-
Bene, bene, bene… sei stata vagamente intrappolata o
sbaglio? Povero piccolo ragno, ti hanno fatto la bua? - la prese in
giro il
seeker, prendendo
una delle poche catene
che non erano state utilizzate e sbattendogliela in faccia.
Il
colpo fu duro, il viso di Airachnid rimase
segnato.
-
facile adesso, vero? Se non fossi stata legata sappiamo
tutti e due come sarebbe andata. Come quella volta
nell’Harbinger - sibilò,
trovando anche il coraggio di fare una risata - Con la differenza che
saresti
morto, una buona volta!
-
Ho altri progetti - sogghignò il seeker, e la catena
si abbatté più volte sul corpo della vedova nera
- Hai davanti il
futuro dominatore di una Cybertron riportata a nuova vita,
nonché dell’Universo
intero!
-
Ti sono partiti definitivamente i transistors - commentò
Airachnid, cercando di ignorare il dolore - Non dominerai proprio
niente. Non
riesci nemmeno a “dominare” quella piccola storp-NGH! - gemette
dolorosamente quando Starscream la afferrò per la gola.
-
Non chiamarla in quel modo - ringhiò - Ora che
l’ho
operata sei più storpia tu di lei.
A
quel punto Airachnid rise di cuore. Era anche
peggio di quel che aveva pensato all’inizio, non era solo una
questione di
connessione! Dubitava che fosse
arrivato al punto di
innamorarsene, Starscream era troppo preso da sé stesso, le
sue voglie e i suoi
bisogni per poter amare qualcun altro, ma quella femme non gli era
indifferente.
-
Starscream! Come ti sei ridotto, anche tu dietro a lei! Ti va male. Non
penso
che Soundwave sarebbe contento dei vostri sbaciucchiamenti.
Sentì
che le stringeva la gola, doveva aver toccato
un tasto dolente. Non l’avrebbe sorpresa se Spectra, una
volta
capito che
Starscream ci provava, gli avesse detto che era già
innamorata
di… com'era che Spectra avrebbe potuto definire Soundwave?
Ad
Airachnid venivano in
mente solo epiteti più o meno coloriti ma Spectra avrebbe
potuto
definirlo un
principe o robacce simili.
-
Spectra se lo dimenticherà presto. Lui non la ricambia,
perciò…
-
Ti sfugge un dettaglio fondamentale Starscream - rise
Airachnid - Lei, essendo una piccola idiota, si sbaglia. È
cotto. Sono comici,
innamorati l’uno dell’altra e nessuno dei due che
se ne accorga. Fa’ che ti
veda anche solo baciarla in quel modo e ti smonterà pezzo
per pezzo.
-
A-anche lui…?
Starscream
era attonito. Quello
poteva essere un problema. Un conto era far dimenticare Spectra di lui
e
chiuderla lì, un altro era farlo e poi essere
smontato!
Ma forse una scappatoia
c’era. Se Spectra alla fine avesse lasciato perdere
“il suo
principe”
per darsi a Starscream, e Soundwave l’avesse attaccato e/o
terminato, la
giovane femme avrebbe pensato che non rispettasse le sue scelte,
l’avrebbe
trovato possessivo, violento e si sarebbe di certo allontanata da lui.
Anche Soundwave sarebbe rimasto a mani vuote, cosa che certamente
voleva evitare.
-
Non è un problema poi così grosso -
borbottò - Dovresti
pensare al fatto che stai per morire, non a me e Spectra.
-
Sulla tua Spectra potrei dirtene delle
belle. Ma che gusto ci sarebbe a rovinarti la sorpresa?
Prima
che il seeker potesse ribattere però tre voci
risuonarono nel passaggio che portava alla grotta.
-
Io sono Smokescreen ed ho
hic!
un grande destino davanti a hic!
me! Allora dov’è la hic!
femmina? Voglio la femmina!
-
Mi fa quasi ridere, brillo com’è non
ricorderà un
accidente. Forse gliene ho fatto bere troppo, di
quell’energon extra forte…
-
Vedi un po’, abbiamo finito l’intera scorta della
Jackhammer!
Starscream
sgranò gli occhi dalla paura. Aveva riconosciuto
la voce del mech che aveva parlato per secondo, Spectrus
Specter!
Diede
un’occhiata ad Airachnid, che stava ghignando.
-
Specter, è lui che ha…
-
Non
penso che gradirà trovarti qui dentro.
Un
terrore folle invase il seeker. Di tutti quanti, proprio Spectrus
Specter no.
-
Ne troveremo dell’altro, Wheel Jack, ora facciamo fare un
giro anche al ragazzo e…
Appena
Spectrus entrò nella grotta e vide Starscream
con la catena in mano ed Airachnid, il suo giocattolino, sfregiata in
quel
modo, la sua freddezza si cristallizzò in una lama di furia
omicida dalla quale
Starscream si sentì colpire in piena Scintilla.
-
Non uscirai vivo da qui - sibilò Spectrus.
Sfoderò
la spada e gli si avventò contro, ma Starscream ebbe
fortuna e riuscì a evitarlo appena in tempo.
Il fendente si
abbatté proprio su una delle catene che imprigionavano
Airachnid, che ne
approfittò immediatamente per finire di liberarsi e fuggire
in sordina, cosa di
cui Spectrus preso com’era dal desiderio di uccidere
Starscream non si avvide,
né lo fece qualcun altro.
Wheel
Jack dal canto suo non sapeva bene che fare. Ne aveva
visti di mech infuriati, lui stesso o Bulkhead quando erano arrabbiati
erano
delle furie distruttrici e facevano una gran paura, ma Spectrus era
diverso. La
rabbia si percepiva benissimo nell’atmosfera ma anche quella,
come lo stesso
Specter, era fredda; e per quel motivo riusciva a inquietare anche uno
come
Wheel Jack.
-
Andiamo, Specter, parliamone! - tentò di prendere tempo il
seeker, prendendo un pugno in piano stomaco che fortunatamente per lui
lo fece
finire proprio vicino all’uscita - Ho fatto un erroruccio,
tutto qui! Mi ero
solo dimenticato che Megatron non vi aveva inclusi nelle famiglie
nobili da
sterminare, è stato solo questo, una dimenticanza, ma tu sei
ancora vivo, no?!
“Megatron
non?!… non ci aveva inclusi, sarebbe stato ai
patti… magari sta mentendo… ma no,
perché dovrebbe?” pensò Spectrus,
allibito.
Non
che questo cambiasse le cose, non sarebbe passato dall’altra
parte e non
cambiava nemmeno la fine che voleva far fare a Starscream.
Però…
-
Cos’è questa storia?
- sentì dire Wheel Jack.
Spectrus
si voltò verso di lui per un attimo, e tanto
bastò a far si che anche
Starscream si desse precipitosamente alla fuga.
-
DANNAZIONE A TE!
È fuggito! - ringhiò Spectrus quando si
voltò e vide che il seeker era scomparso - Tutta colpa tua!
-
Non eravate inclusi nelle famiglie nobili da sterminare,
eh? - disse Wheel Jack, incurante dei borbottii da ubriaco di
Smokescreen che
non aveva capito assolutamente nulla di quel che era successo - Come
mai?
“Al di là dei
Prime che erano un caso particolare, quella di noi Specter era la
più potente tra le
stirpi nobili di
Cybertron. A Megatron il nostro appoggio faceva estremamente
comodo” pensò
Spectrus “Se Orion Pax non si fosse messo in mezzo, con
papà vice capo del
Gran Consiglio a fare pressione Megatron sarebbe diventato un Prime e
forse la
guerra non ci sarebbe neanche stata” aggiunse “O
comunque non sarebbe
riuscito a far fuori i senatori e il resto delle famiglie del Gran
Consiglio,
senza l’appoggio di mio padre”.
-
Ha
detto una stupidaggine per salvarsi. Il brutto è che
grazie a te che ci sei cascato c’è pure riuscito -
disse
gelidamente Specter - Per di più…- vide che anche
Airachnid era scappata - Non ho più una femmina
con
cui
connettermi, mannaggia a quel porco schifoso di Primus costipato da
quattordici settimane per un'interfaccia con una tarniana crepata di
ruggine cosmica!
L’ultima
cosa era quella che gli rodeva di
più. Se avesse saputo come sarebbero andate le cose non
avrebbe lasciato Arcee
in mano ai Decepticon.
-
A meno che…- nel cervello a transistor di Spectrus
iniziò a frullare un’idea.
Un
po’folle forse. Decisamente rischiosa, ma
com’era che si diceva, a mali
estremi (quale la mancanza di valvola, per esempio) estremi
rimedi.
-
"A meno che" cosa? - Wheel Jack lo guardò perplesso.
Chissà
che gli era saltato in testa, adesso.
-
voglio la hic!
Femmina! - continuava a dire Smokescreen, barcollando qua e
là per la grotta.
-
A meno che... io ora vada nella Nemesis a liberare Arcee
- concluse Specter.
Wheel
Jack lo guardò, attonito. Anche lui di cose rischiose
ne aveva fatte, ma andare lassù così, in un posto
pieno di Decepticon!
-
Tu sei fuori. Come pensi di fare?! A Optimus
Prime hai detto che è morta, quando
tornerà nella base di certo Arcee dirà
che hai lasciato che Soundwave la prendesse!
-
Optimus Prime lo sistemiamo facilmente, gli dirò che
evidentemente non era stata colpita la Scintilla ma poco più
vicino, e che non
ho potuto vederlo dato che Soundwave per ragioni non meglio specificate
si era portato via la salma. Come ho saputo che era viva? Dei
vehicons parlavano della nuova concubina di Megatron -
inventò
lì per lì - Quanto ad Arcee, non dirà
nulla se la
convinco che è stata tutta una finta - continuò
Spectrus
- Tutto un piano. Le dirò che ho dovuto agire
in quel modo quando è
stata presa, dicendo che nessun Autobot sarebbe andato nella Nemesis
così da
tranquillizzare i Decepticon, i quali così facendo non si
aspettano una mia
incursione per portare via Arcee stessa e la Chiave Omega -
spiegò a Wheel Jack - Quanto a
quel che le ho detto davanti a Soundwave, quel che ho detto di
Airachnid… i Decepticon mi conoscono, sono stato in mezzo a
loro
per diverso tempo come
spia, se mi fossi comportato in maniera differente dal solito avrebbero
sospettato qualcosa. “Ma la mia Scintilla ti riconosce,
Arcee,
tesoro” - prese
la mano di Wheel Jack, che trasalì - “Credimi! Non
dire
nulla a Prime di
questo piano, perché non capirebbe, e tu non vuoi che
finisca
nei guai vero? È
stato un tormento per me saperti qui con queste bestie, ma ero certo
che non ti
avessero ancora fatto nulla”…
-
Sì, va bene, ci potrebbe cascare - brontolò il
demolitore
togliendo la mano dalla sua - Ma come fai a dire che non le hanno fatto
ancora
nulla? E se invece se l’avessero già fatta fuori?
-
Sono sicuro che non sia così. Non
chiedermi il motivo, tanto non te lo dirò…
ancora. Trucchi da spia.
Spectrus
era praticamente certo che con sua sorella di mezzo i Decepticon ci
avrebbero
messo parecchio anche solo per iniziare l’interrogatorio. A
lui dirle di no
riusciva facile come assumere energon, ma per la maggioranza delle
persone non
era
così, ormai lo aveva imparato.
-
Quindi?
-
"Quindi" che? Prendiamo la Jackhammer ed andiamo, o se me
la lasci vado da solo - Spectrus sorrise freddamente - Se sei troppo
vigliacco
per quest’impresa, Wheel Jack…
-
Con chi credi di parlare, Specter?! - ringhiò Wheel Jack -
Lo sai chi sono io? Piuttosto, del ragazzo che ne facciamo?
-
Lo lasciamo qui a smaltire la sbornia - sentenziò Spectrus
uscendo rapidamente dalla grotta.
Wheel
Jack lo seguì e dopo
essersi trasformati corsero rapidamente fino alla Jackhammer.
-
Dunque partiamo subito.
-
E quando, domani? Più tempo passa meno
probabilità ho che
Arcee creda a quel che dico, anche se come bugiardo me la cavo - disse
Spectrus, iniziando a scegliere delle armi mentre Wheel Jack si sedeva
ed
accendeva i motori della nave.
-
Non è colpa tua, è colpa mia che ti do retta -
bofonchiò Wheel Jack.
Chi
glielo faceva fare di andare nella Nemesis così,
all’improvviso? Non osava immaginare a come
l’avrebbe presa Bulkhead. Era il
suo migliore amico e non gli aveva detto niente neanche di quello. Si
sarebbe
offeso a morte, probabilmente, per non essere stato coinvolto in
quell’avventura!
-
Non si torna indietro, Wheel Jack, sei coinvolto quanto me in tutto -
Spectrus si mise
a sedere di fianco a lui, in silenzio, sapendo che il rombo del decollo
della
Jackhammer avrebbe coperto ogni parola.
Una
cosa comunque era sicura: per quanto imprudente potesse
essere, se confrontata a suo fratello Spectra sembrava estremamente
accorta e
giudiziosa.
I
due mech presero il volo, rintracciando la Nemesis senza
neanche troppa difficoltà. I radar degli umani forse non
potevano vederla, ma
quelli della Jackhammer sì, e anche bene.
-
Prega che non ci vedano, Specter.
-
Non sei in modalità stealth? - il maggiore dei due Specter
non sembrava per nulla preoccupato per quel che li aspettava.
-
Certo che sono in modalità stealth, ma se sei stato nei
Decepticon sai benissimo che lì dentro
c’è qualcuno
alla cui vista e udito
non sfugge nulla, né internamente né esternamente
alla Nemesis - gli ricordò il
demolitore, riferendosi a Soundwave - La mia idea era di inserire
il pilota automatico e buttarci giù alla svelta sperando di
farla franca.
Altrimenti ce li ritroveremo tutti addosso.
-
Quando avrò liberato Arcee e preso la Chiave ce li
ritroveremo addosso lo stesso, ma a me è venuta in mente
un’altra idea ancora… è
vero che volendo possiamo programmare la Jackhammer per venire a
prenderci sul
ponte della Nemesis a una certa ora ma noi non sappiamo quanto
tempo staremo effettivamente lì dentro. Forse è
meglio che tu resti nella nave ed
entri solo io.
Wheel
Jack fece uno sbuffo irritato. - Cos’è, vuoi tutta
la
gloria per te?
“Anche,
sì!”
pensò Specter. - Quello non c’entra. È
per una
questione di sicurezza. Ora che ci penso devo anche fare in modo che
Arcee
pensi che tu del mio “piano per prendere la Chiave
Omega” non sapessi
niente. Dovrà sembrare che io decida di chiamarti sul
momento.
Wheel
Jack dovette riconoscere che non aveva tutti i torti; inoltre, se
Spectrus fosse andato nella Nemesis da solo, per lui
sarebbe sempre finita bene. Se la manovra di Spectrus fosse riuscita
avrebbero
non solo salvato Arcee, ma anche recuperato la chiave. Sarebbero stati
una
specie di eroi, almeno agli occhi di coloro che non immaginavano
nemmeno cosa
ci fosse sotto in realtà.
Se invece Spectrus fosse morto nell’impresa Wheel Jack
avrebbe
avuto un problema in meno. Niente più segreti, avrebbe
potuto
far finta che tutto quel che era successo nella grotta, tutto quel che
lui aveva lasciato succedere, non fosse mai avvenuto.
-
D’accordo. Mi terrò a distanza pronto a ricevere
la tua chiamata… preparati, tra una decina di secondi devi
lanciarti.
Spectrus
annuì, prese le ultime cose e si diresse verso il
portello che si stava aprendo.
-
In bocca ai Decepticon - disse Wheel Jack.
-
sarò un boccone alquanto indigesto - ribatté
Spectrus,
lanciandosi giù.
***
Spectra
non aveva fatto commenti riguardo la grande fretta
che Starscream sembrava avere di andarsene di là.
Più che altro si era
incuriosita perché sembrava spaventato e sembrava anche
averle prese…
-
ma è stata Airachnid a darti quelle botte?
-
Sì, è stata
lei…quell’ingrata. Io
l’ho liberata e lei mi ha attaccato - mentì il
seeker - Ma stai tranquilla, sto
bene.
-
Sono contenta che tu stia bene… ma non le hai fatto troppo
male, vero?
Nonostante
tutto Spectra si preoccupava ancora per Airachnid. Una
roba che aveva dell’incredibile, per la quale a
Starscream, per la prima volta
da quanto l’aveva conosciuta, venne quasi voglia di tirarle
un ceffone.
Possibile che non si rendesse conto che se Airachnid ne avesse avuto
l’opportunità l’avrebbe uccisa,
maledizione?!
-
Spectra, smetti di preoccuparti per la salute di
quell’insetto una buona volta! Non se lo merita!
L’hai capito o no che se
fosse stata slegata di avrebbe terminata all’istante?
-
Non avrebbe avuto molto senso, poi avrei dovuto darle due
ceffoni a modo mio di nuovo - disse la ragazza, un
po’perplessa - Non mi sembra
il tipo a cui piace prenderle.
Starscream
borbottò qualcosa che Spectra non capì. In quel
momento il seeker si stava maledicendo trenta volte per
quell’errore del
passato grazie al quale si era fatto un nemico che, se la fortuna non
l’avesse
assistito, l’avrebbe già terminato molto tempo fa.
Aveva
in mente un piano che si stava delineando sempre più
chiaramente, per quanto non gli piacesse molto. Se prima quella di
tornare alla
Nemesis una volta avute le chiavi era un’idea vaga, resa
ancora più pericolosa
dalle parole di Airachnid riguardo all’innamoramento di
Soundwave per Spectra,
gli ultimissimi avvenimenti riguardanti Spectrus invece
l’avevano spinto a
decidere di tornare lassù.
Era già la seconda volta che se lo trovava davanti, era
senza protezione, solo a combatterlo… sarebbe riuscito a
scamparla una terza
volta? E poi non c’era solo questo: se lui fosse stato
terminato, Spectra
come avrebbe fatto? Forse avrebbe potuto chiamare i soccorsi, ma se
Specter
l’avesse presa prima che potesse farlo?
Fosse
stato un altro qualsiasi degli Autobot allora Spectra
sarebbe stata salva, ma quello era un Autobot snaturato. A dirla
tutta Starscream non capiva cosa stesse a fare tra le loro fila,
considerando i
suoi metodi. Per non parlare del fatto che, come aveva saputo dopo,
essere un Decepticon era di
famiglia. Le botte che aveva preso per quella dimenticanza, per aver
sterminato
tutti gli Specter o quasi, non le avrebbe mai dimenticate. Megatron si
era infuriato terribilmente, perché Spector Specter era
stato il
suo alleato più potente. Se l'aveva risparmiato era stato
solo perché, morto Spector, aveva potuto mettere le mani su
un patrimonio alquanto cospicuo che in guerra faceva sempre comodo.
“Certo
che poteva dirmelo, ero il secondo in comando! Ma no, mi aveva solo
detto di occuparmi delle famiglie nobili eccetto gli Specter,
e io ho
scordato l’ ‘eccetto’ !”
Si
sentì toccare i cavi del collo da piccole ed abili mani,
che muovendosi sapientemente stavano sciogliendo la sua tensione come
neve al
sole.
-
Va meglio?
-
Decisamente - mormorò il seeker socchiudendo gli occhi - Hai
le
mani magiche…- sogghignò - ma voglio essere
sincero, le
sto
immaginando al lavoro in un altro posto, al momento.
-
Dove? - fu la prevedibile domanda della ragazza, che
riguardo la connessione sapeva solo con cosa si effettuava e dei
preliminari
non conosceva assolutamente niente.
-
Lascia stare. Riguarda quello che non hai voluto fare con
me perché a tuo dire è sbagliato, e non parlo di
baci.
Ed
eccolo che ricominciava.
Spectra alzò persino gli occhi al
cielo. Sembrava che Starscream avesse in testa solo una cosa, anzi due:
tentativi di convincerla a una connessione e conquistare il
conquistabile nell'Universo. Molte
volte la faceva veramente ridere con le battute e le imitazioni (ne
aveva fatta
qualcuna di Megatron e di Optimus Prime che l’avevano fatta
morire dalle
risate) ma altre volte diventava quasi noioso.
Soundwave invece non parlava, ma non l’annoiava mai.
-
Ok, lascio stare. Continuo?
-
Non provare a smettere...
Era
talmente rilassante che al
seeker si stavano chiudendo gli occhi ed era quasi pronto ad andare in
ricarica. Non stava così bene da molto, molto tempo ormai.
-
Starscream…posso farti una domanda?
-
Puoi farne anche dodici.
-
Tu una compagna l’hai mai avuta? - gli chiese - Non una
compagna di vita, "compagna" soltanto.
-
Solo compagne di cuccetta, piccola - rispose il seeker - Non ho mai
detto a una femme “hai la mia Scintilla”.
-
Capito.
-
Ciò non toglie che se trovassi quella giusta potrei
dirglielo, una volta preso il comando dei Decepticon e di Cybertron -
aggiunse
Starscream - Se a quel punto lo dicessi a te, per esempio?
Spectra
fece un sorrisino triste. - Ne sarei lusingata ma
anche dopo tutto quel che hai fatto per me dovrei dirti ancora di no.
Sai già perché.
“Che
rabbia!” pensò il seeker, decidendo comunque di
fare buon viso
a cattivo gioco. - Adesso dici così, ma per allora forse
avrai cambiato idea.
Spectra
ne dubitava, ma doveva anche riconoscere
che tutto poteva succedere. Nonostante i baci e quel che era successo
quella
sera, in cui non ne era sicura ma per poco non aveva finito per fare
“qualcosa” con
Starscream che forse
li avrebbe portati
a connettersi, aveva ancora in testa Soundwave.
Lui
aveva la sua Scintilla.
Se
solo anche lei avesse avuto la sua…
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
TSB12
-
Non capisco perché dovremmo interrogarla con quella
procedura rischiando di non ottenere niente quando invece col buon
vecchio
metodo...
-
Se Soundwave dice di saperlo fare significa che lo sa
fare e così facendo perderemmo meno tempo. Chiuso il
discorso, Knock Out.
Arcee
assisteva al dibattito chiusa in una silenzio ostinato,
legata mani e piedi ad un tavolo, occhieggiando Soundwave che se ne
stava
immobile alla sua sinistra.
Mentre
la stava portando da Knock Out, la stessa sera in cui
l’aveva presa, Soundwave aveva avuto un’altra idea.
Invece di torturarla come
si era detto (e come avrebbero fatto con Airachnid, se solo non fosse
scappata
prima), avrebbero potuto utilizzare una vecchia invenzione di Shockwave
per
esplorarle il cervello.
In condizioni normali nessun altro Decepticon a parte lo
scienziato scomparso avrebbe saputo mettere in atto quella procedura,
ma
Soundwave si sentiva abbastanza sicuro perché lo aveva visto
fare a Shockwave
proprio sulla stessa Arcee e su Cliffjumper; perciò alla
fine, invece di
portarla da Knock Out, l’aveva semplicemente messa in cella
andando a riferire
a Megatron l’idea.
Il dibattito su cosa fosse meglio fare era stato piuttosto
lungo e complicato, perdurava tutt’ora con Knock Out
che non sembrava
volersi rassegare all’idea che Soundwave, come al solito,
avesse avuto un’idea
migliore della sua e avesse capacità superiori alle sue, ma
era abbastanza
scontato chi l’avrebbe avuta vinta.
Per
tale motivo Soundwave era abbastanza tranquillo, pur
pensando che anche questa misericordia con un nemico esulasse dal suo
normale
modo di essere. Se non altro sapeva benissimo perché si
stava comportando
così. Solo una parola: Scricciolo.
Se
Arcee era lì, adesso, era colpa di Soundwave. Se fosse
stata torturata, anche se a farlo fosse stato Knock Out, sarebbe stata
sempre
colpa sua. A Spectra sarebbe piaciuto? No! Soprattutto venendo a
conoscenza di
quel che era successo con quel bastardo di Specter, che
l’aveva ingannata in
quel modo e consegnata ai Decepticon senza alcuna remora.
Sapendo
questo, l’ex gladiatore voleva fare di tutto per
non sporcarsi ulteriormente le mani. Oltretutto avrebbero veramente
risparmiato
tempo. Quindi…
-
No invece! - il medico Decepticon osservò Soundwave con
astio - Qui non è una questione di perdere tempo, qui
è questione che se ci
fosse quella starebbe
qui a supplicarci di “non torturarla
poverina” - imitò la vocina dolce di Spectra
sbattendo gli occhi - Ed è per
quello che hai tirato fuori questa storia! Almeno quando
tornerà potrai farti
bello e dire "Ah, io mi sono comportato bene"…tsk. Questo
non ti laverà via dalle
mani l’energon di tutti quelli che hai fatto fuori, proprio
come li abbiamo fatti fuori tutti noi!
Soundwave
si stava trattenendo da riprendere
il pestaggio da dove l’aveva lasciato, cosa che non
sfuggì nemmeno ad Arcee.
Di chi parlavano? Che c’entrasse qualcosa la ragazza che
avevano visto il
giorno in cui era stata recuperata Star Saber? Se anche fosse stato
così, possibile che avesse quell’influenza su
Soundwave?
E anche su Megatron, magari. Il non voler perdere tempo ci
stava, però non lo ricordava così pietoso. Certo,
poi bisognava vedere quel che
le avrebbero fatto una volta prese le informazioni.
Il
suo pensiero andò a quel bastardo che l’aveva
ingannata,
Spectrus. Ancora non poteva credere a quel che le aveva fatto,
possibile che
fosse veramente così… così…
come chiamarlo? Nessun insulto era abbastanza.
Come
poteva lasciarla lì a morire?! Come poteva mentire agli
altri dicendo che era già morta?
All’improvviso
una sirena assordante iniziò a risuonare in
tutta la Nemesis.
Knock
Out trasalì, Megatron assunse un’aria
allarmata ordinando a Soundwave di capire a cosa fosse dovuto
quell’allarme. Il
tecnico oltre che inquieto era perplesso, conoscendo il solo e unico
motivo
per cui quella sirena poteva suonare, ovvero
un’intossicazione di massa data da
qualsiasi sorta di sostanze pericolose.
Fece
un controllo rapido in tutta la nave. La sala riunioni
era a posto, gli alloggi degli ufficiali anche, la Chiave Omega era al
suo
posto nella sezione V66, le reliquie anche, ma sembrava che nella
sezione B21
della nave, ovvero quella in cui la maggior parte dei vehicons andava a
ricaricarsi, fosse stato liberato nei condotti di aerazione nientemeno
che del
Tox - En, e che tutte le uscite fossero bloccate!
I
cybertroniani non respiravano, certo, ma bastava che i
soldati stessero a contatto con le particelle di Tox - En
nell’aria perché
succedesse un disastro. Soundwave mostrò immediatamente i
risultati a Lord
Megatron. Arcee era decisamente preoccupata, perché non
sapeva proprio cosa
aspettarsi, cos’era quell’allarme adesso?
-
Tox - En?!
- si stupì Megatron - Credevo che l'ultimo rimasuglio fosse
stato distrutto tempo fa! Maledizione, bisogna chiudere quei
condotti e depurare la sezione B21 il prima possibile, altrimenti
perderemo un
sacco di soldati!
“Tox
- En…” pensò Arcee, pietrificata dallo
shock sia per
l’emergenza in sé sia perché…
“Guarda un
po’cosa ho rimediato in uno dei miei viaggi”.
Quella sera, Spectrus Specter
aveva tirato fuori da uno
scomparto una discreta quantità di pericolosissimo Tox - En,
chiusa
ermeticamente in un contenitore in modo che non potesse nuocergli.
“Tu viaggi con del
Tox - En addosso?! Sei matto?!”
Era stata sul punto di urlargli
contro invece di limitarsi a quel rimprovero.
Lui aveva fatto spallucce.
“Ti
assicuro che è chiuso bene. Non si sa mai cosa
può
succedere, può darsi che una volta o l’altra possa
servirmi. Prima regola di una spia, Arcee: essere pronti ad affrontare
ogni situazione in ogni modo possibile”
l’espressione
dell’uomo era diventata
ancor più fredda del solito “Senza farsi troppi
problemi”.
Non
aveva avuto il tempo di dirgli che quel modo di
ragionare non era da Autobot, perché subito dopo
l’aveva baciata e aveva sentito
ancora quella gelida passione attirarla a lui. Si erano connessi e poi
non ne
avevano più parlato.
Ma
se c’entrava veramente Spectrus come sembrava essere,
Arcee si chiedeva… perché?
-
Dobbiamo mettere in atto le procedure di sicurezza, far evacuare la
zona, avvertire il resto degli uomini e…- Megatron
diede un’occhiata ad Arcee - Di lei ci occuperemo dopo.
Soundwave, tu pensa a
quei condotti. Knock Out, vieni con me. Dreadwing…
-
Lui è fuori - bofonchiò Knock Out, sapendo che
probabilmente
in secondo in comando era alla ricerca di quella maledetta invalida.
-
Ah, già - mormorò Megatron, ricordando che gli
aveva detto lui stesso di
farlo - Non importa. Andiamo!
I
tre Decepticon uscirono rapidamente dalla stanza. Solo
Soundwave arrivato sulla soglia parve avere un’esitazione ma,
considerando quel
che aveva da fare, dopo quella se ne andò.
Arcee
rimase da sola, e la prima cosa che fece fu tentare di
liberarsi con le lame. Aveva funzionato una volta, forse anche in quel
caso…
-
Arcee!...
Quella
voce la gelò, poi la fece ribollire di rabbia, le
fece prendere un colpo e un sacco di altre cose tutte assieme.
Allora aveva
pensato bene, in quel casino c’entrava Spectrus.
-
Non ti avvicinare - sibilò
al mech, che ora si era palesato alla sua vista - Non ci provare
nemmeno.
Spectrus
non le diede
minimamente retta, andandole il più vicino possibile. -
Arcee, ti prego, ascoltami…
-
Non intendo farlo! Vattene! Non voglio più ascoltare una
sola maledetta parola che esce dalla tua bocca! Tu non mi hai mai
amata, non
hai fatto che mentirmi tutto il tempo, mi hai lasciata alla
mercè dei Decepticon! Erano tutte bugie, e…
-
Vero, erano tutte bugie… ma quelle che ho detto a Soundwave, non quelle che ho
detto
a te - la interruppe - Tutto è stato parte di una strategia,
Arcee.
Arcee
era incapace di proferire parola.
-
Una strategia? Come
sarebbe a dire “una strategia”?!
-
Devo sintetizzare, è lunga da spiegare nei dettagli. Ti dico
solo... ecco, quando
Soundwave ti ha presa in ostaggio mi è venuto in mente che
forse potevi essere
una “distrazione” per i Decepticon dalla ricerca
delle Chiavi Omega - tirò
fuori la Chiave che aveva appena rubato dalla sezione V66 - E dal fare
la
guardia a quella che avevano già. Ho pensato di poterlo fare
perché ero sicuro che non ti avrebbero toccata per un bel
po’di tempo dopo
averti presa. Ti rivelerò il motivo, prima o poi -
mormorò - Avevo ragione,
Arcee? Ti hanno torturata o no?
Arcee
era sconvolta. - No. Inizialmente l’idea era
quella ma Soundwave ne ha tirata fuori un’altra indolore. Il
dibattito è
stato lungo. Mi sa che c’entra qualcosa quella ragazza che ho
visto tempo fa…
-
Lo sapevo.
Specter
fece una cupa risata. Era andata
proprio come aveva immaginato. Non solo, a quanto sembrava sua
sorella
riusciva ad influenzare di più proprio quello più
utile da un punto di vista di
informazioni. Sarebbe andato bene qualunque ufficiale, ma Soundwave era
assolutamente perfetto. Se solo fosse riuscito a vedere sua sorella, a
convincerla
a dargli retta e rubare quei dati! Rubarli proprio a Soundwave sarebbe
stato il top.
Che Spectra lo avesse fatto apposta, ad avvicinarsi di più
proprio a lui?
"Macchè.
Non sarebbe nemmeno stata in grado di pensare
ad una cosa del genere. Puro caso. Un colpo di
fortuna" concluse.
-
Arcee, credimi, nulla di quel che ho detto quel giorno era
vero. Erano tutte stronzate che ho dovuto dire, altrimenti Soundwave
avrebbe
intuito che c’era qualcosa sotto. Mi conosce, o meglio,
conosceva
il
vecchio Spectrus - Arcee si rifiutava ancora di guardarlo negli occhi -
So
che ti ho ferita, lo so che ti è sembrato veramente che io
volessi abbandonarti
nelle loro mani e fossi pronto a lasciarti morire e mi dispiace per la
paura e il dolore che devi aver provato. Hai sofferto quando mi hai
sentito
dire quelle cose, mi rendo conto, ma per favore… io a te ci
tengo, Arcee.
-
Hai giocato con la mia vita, razza di stronzo! - esclamò
la donna, nera di rabbia - Mi hai anche tradita con Airachnid! Airachnid! Quella
che ha ucciso il mio partner, quella che vuole finire il lavoro che ha
iniziato allora!
-
Anche
quella era una stupidaggine, non avrei toccato quell'orrendo insetto
nemmeno con una falange e ti ripeto che ero sicuro che non ti sarebbe
successo nulla. Tu in tutto
questo
non hai mai corso rischi, non l’avrei mai permesso - disse
con
sicurezza Specter
- So che ora è difficile accettarlo, ma i miei piani
d’altra parte sono sempre un
po’ così. Complicati. Quando sarà
passato del tempo
capirai tutto, ne sono sicuro. Non sei una sciocca.
-
Megatron non si è stupito quando ha visto la
registrazione di quella sera - sibilò Arcee, ora guardandolo
in faccia - Ha
detto che in passato non hai fatto altro che ingannare femmes.
-
Si
sbaglia - scosse la testa - Non le ingannavo. È solo
che... vedi, da dopo quel che è successo alla mia
famiglia
è come se dentro di
me avessi avuto un vuoto - portò la mano destra alla
Scintilla - Per quanto melodrammatico possa suonare. Io cercavo
conforto in quelle donne. Non…non
volevo
rimanere
solo. Non era giusto, mi rendo conto e me ne vergogno -
abbassò
gli occhi con aria imbarazzata - Ma pensavo che così avrei
riempito
il vuoto. Cercavo ossessivamente qualcuno che lo facesse ma nessuna
c’è mai
riuscita, così continuavo a cambiare, a
cambiare…-
sospirò tristemente - Speravo veramente che quella con cui
stavo
fosse quella giusta, l’ho sperato
con ognuna di loro. Poi, ringraziando Primus, ho conosciuto
te…
Il
piccolo sorriso di Spectrus sembrava assolutamente
sincero, e nei sensori ottici erano tornate le emozioni che quella
terribile
sera Arcee aveva visto scomparire.
-
Tu hai riempito il vuoto - disse - Non finirò mai di
dirtelo, Arcee, mi dispiace di averti detto quelle cose orribili ed
aver dovuto
mentire anche a Prime dicendogli che pensavo fossi stata uccisa. Doveva
essere
credibile, altrimenti non avrebbe funzionato, ma ho sofferto
terribilmente
sapendo che stavi male a causa mia. Perdonami.
Arcee
non rispose.
Spectrus aveva lasciato che i Decepticon
la prendessero, l’aveva trattata come un oggetto inutile!
Strategia, aveva
detto…un piano! Doveva essere credibile,
d’accordo, ma l’aveva ferita
tantissimo. Una parte di lei urlava che non doveva credergli, che era
un
bugiardo, e che quando aveva ammesso di esserlo era stata
l’unica volta che le
aveva detto la verità, ma un’altra parte
di lei invece desiderava ancora avere un
futuro con quel mech.
Aveva qualche problema, o forse un po'più di "qualche",
aveva un carattere un po’
strano, sembrava amasse complicarsi la vita e complicare anche quella
altrui,
ma questo non escludeva che i suoi sentimenti per lei potessero essere
sinceri.
E poi, quella cosa del vuoto…le aveva aperto la sua
Scintilla.
Dubitava che avesse
mai detto quelle cose a chiunque altro, erano difficili da ammettere.
“Non
è convinta, maledizione!” pensò Specter
“che accidenti
devo fare di più?! A meno
che… potrei…”
Spectrus
si stava trovando nelle
condizioni di dover prendere in fretta una decisione davvero difficile,
per uno
come lui.
“Oh,
andiamo. Non lo dirò davanti a Prime, quindi i giochi
saranno ancora aperti. Forza e coraggio Spectrus, tanto è
una cosa temporanea. Forza e
coraggio” si ripeté.
-
Credimi… ti supplico - vide l’espressione
diffidente della
guerriera e mentalmente si fece di nuovo forza - Credimi. Perdonami.
Tu… tu hai
la mia Scintilla, Arcee.
Quella
era la formula che se contraccambiata equivaleva ad
un fidanzamento ufficiale. Arcee rimase di stucco,
gliel’aveva detto davvero?...
Proprio in quel momento? Quella era una promessa ad impegnarsi
seriamente, che
significava che presto Spectrus lo avrebbe ripetuto davanti ad Optimus
Prime.
Però
non poteva dimenticare subito tutto quel che aveva
combinato. Forse era vero, non aveva mai avuto intenzione di
abbandonarla lì e forse era davvero tutto un piano,
ma…
-
A Optimus cosa diciamo? - mormorò Arcee.
-
Che
Soundwave
aveva portato immediatamente via la tua salma. O meglio, quella che io
pensavo fosse la
tua salma dal momento che ti ha portata via subito, forse proprio
perché lui invece si era accorto che eri viva e poteva
tirare
fuori informazioni utili da te - rispose subito
Spectrus - Quindi mi credi, amore mio? Ho anche io la tua
Scintilla?
-
Penso di poter provare a crederti, Spectrus, ma ci vorrà un
po’perché mi fidi di te di nuovo. Tutto questo
è stato orribile… - disse
lentamente Arcee.
-
Non lo farò mai più. D’ora in poi ti
parlerò nel dettaglio
di ogni mio piano e non crederai mai di essere in pericolo
com'è successo stavolta - la rassicurò Spectrus,
mentre la liberava.
Arcee
però,
nonostante alla fine avesse deciso di credergli e coprirlo con Optimus,
non
contraccambiò la formula.
-
Adesso dobbiamo sbrigarci - disse, preoccupata che i Decepticon
tornassero da un momento all’altro.
-
Non si faranno vedere molto presto, il Tox - En
non è il solo diversivo che ho previsto - tirò
fuori un comando a distanza, e
quando premette il pulsante partì un’allucinante
serie di rumori di esplosioni
- Wheel Jack non è il solo a cui piacciono le bombe. E
c’è dell’altro - aprendo
lo scomparto dove prima teneva il Tox-En, Spectrus mostrò ad
Arcee il Guanto
della polarità e l’Armatura del comando - Guarda
che ho preso. Peccato che
l’Immobilizzatore e la pistola ad onde soniche non fossero
lì, ma va bene lo
stesso, anche perché ormai lo scomparto è
talmente pieno che non ci è entrata
nemmeno la Chiave Omega.
-
Quando Soundwave aveva controllato erano al loro
posto - si sorprese Arcee.
-
Soundwave è bravo, non infallibile. Ho craccato il
sistema, quelle che ha visto sono registrazioni vecchie - le
spiegò - Wheel
Jack? - Specter attivò il comm-link mentre scappava tenendo
per mano Arcee - Ho
bisogno che tu faccia un salto alla Nemesis. Non ci crederai, Arcee
è viva!
-
Arcee
è viva?!
Veramente?
Spectrus
si compiacque di quanto anche Wheel Jack fosse
bravo a recitare. La sua influenza gli aveva fatto bene.
-
Arrivo… spero
di
non essere intercettato subito. Dove devo andare?
-
Tra poco raggiungeremo il ponte della Nemesis, tu vieni
lì! Ci vediamo dopo - disse Spectrus, e chiuse la
comunicazione.
-
Perché proprio Wheel Jack? - si stupì Arcee.
-
Ha la Jackhammer - rispose semplicemente Spectrus - E a
parte te è quello con cui sono in rapporti migl-AH, DANN!...
Fu
per un soffio
che riuscì ad evitare di essere colpito dai tentacoli di
Soundwave, ma la
Chiave Omega volò in aria e fu afferrata proprio dal
tecnico, che diede
immediatamente l’allarme. Aveva avuto ragione a pensare che
fosse un diversivo,
ma essendo un diversivo particolarmente disastroso tra il Tox - En e le
bombe
aveva comunque funzionato.
-
VIA DI QUI!
- urlò Spectrus, trasformandosi e correndo
via assieme ad Arcee.
Per
fortuna erano quasi arrivati quando erano stati
beccati!
Non aveva più la Chiave, ma al momento quel che gli
interessava era salvarsi la pelle. Si sarebbe vendicato per quello ma
intanto
aveva recuperato due reliquie, aveva salvato Arcee e l’aveva
ingannata
ancora, trovando il modo di pararsi il fondoschiena e farla franca di
nuovo.
Fortuna che Primus gli aveva dato quell’abilità di
mentire!
Riuscirono
ad essere sul ponte appena prima che l’uscita gli
si chiudesse addosso, Wheel Jack era già arrivato, la porta
si riaprì e i
vehicons che non erano stati intossicati, Soundwave, Megatron e Knock
Out
uscirono.
Arcee
continuò a correre verso la Jackhammer, Specter invece
si trasformò e lanciò dietro di sé una
ventina di granate che crearono un caos
infinito.
-
SPECTER, MUOVITI!
- urlò Wheel Jack da dentro l’astronave,
iniziando il decollo.
-
Arrivo, arrivo.
Spectrus saltò nella Jackhammer, tirando fuori
dallo
scomparto il Guanto colpì quei pochi vehicons alati che si
stavano avvicinando. Vedendo che Soundwave lo guardava ebbe anche il
fegato di
fargli un gesto di scherno.
L’ex
gladiatore rimase di sasso.
"Non
è possibile, ho controllato!"
-
Non sei infallibile - gli disse Spectrus, col solo
movimento delle labbra.
-
Tu…TE LA FARò
PAGARE CARA, SPECTRUS SPECTER! - gli urlò
Megatron.
-
Mettiti in coda - replicò il mech, appena prima che il
portello si richiudesse e la Jackhammer filasse via a tutta
velocità.
Megatron
avrebbe voluto inseguirli ma quel maledetto aveva messo su un tale caos
che
purtroppo lui e anche tutti i Decepticon che stavano bene dovevano per
forza
rimanere nella Nemesis a cercare di riparare ai danni.
Il
più colpito da tutto questo, non fisicamente quanto
piuttosto nell’ego, era Soundwave. Non poteva credere di
essersi lasciato
fregare in quel modo, di essersi fatto portare via ostaggio e reliquie
sotto il
naso ed aver quasi perso la Chiave Omega!
“Non sei
infallibile”.
Aveva
sempre pensato di esserlo ma gli ultimi eventi
dimostravano che sbagliava. Le aveva prese da Spectrus, non si era
accorto che
il sistema era stato craccato e non riusciva ancora a trovare il suo
Scricciolo! Infallibile? Ma dove!
-
Quel maledetto…- ringhiò Knock Out - Se mi
ricapita tra le
mani…
Megatron
intanto aveva contattato Dreadwing, che era tornato
immediatamente.
-
Ma che cosa…?
-
Spectrus Specter - disse semplicemente l'ex gladiatore in tono
rabbioso. Dreadwing non fece commenti.
-
Ha liberato del Tox - En nel settore B21, quando siamo
andati lì ad evacuare la zona ha fatto saltare anche il
settore H71, E45, G12
e… insomma, mezza nave! - raccontò Knock Out - Ha
preso le reliquie che erano
nel V66, ha craccato il sistema per far sì che credessimo
che fosse tutto a
posto - il medico diede a Soundwave uno sguardo di sfuggita - Il
sistema di sicurezza dovrebbe
essere impenetrabile, ma evidentemente chi dovrebbe occuparsene non lo
fa nel
modo giusto.
Soundwave
contrasse i pugni.
Prima
che succedesse un disastro
Megatron si mise in mezzo. - Invece di darci addosso gli uni con gli
altri direi che sia bene iniziare a fare
qualcosa per questo macello. Subito.
L’ordine
fu tanto categorico che Knock Out si zittì di colpo
e si mise all’opera, e gli altri lo stesso.
Megatron
maledì di nuovo sia Spectrus Specter che
Starscream. Era colpa sua, sua! Se
quell’incompetente non avesse…ah,
meglio lasciar perdere.
Nel
frattempo nella Jackhammer, in dirittura d’arrivo,
Spectrus raccontava a Wheel Jack della sua “eroica
impresa”.
-
…è stato più semplice di quanto
pensassi. Basta
essere accorti e puoi disseminare di bombe tutto il perimetro. Ho fatto
un bel giretto. Solo una cosa: nonostante sia riuscito a craccare il
sistema
manipolando il sistema di sorveglianza e bloccando le uscite del B21,
non ho
potuto rubare dati di alcun tipo. Se non altro quelli
li protegge bene… ad ogni
modo non è questo l’importante - guardò
Arcee negli occhi, a lungo - La cosa
che conta davvero è che tu sia salva. Non sai
l’angoscia che ho provato
sentendo quei vehicons parlare dell’
“interrogatorio alla femmina Autobot”…
Arcee
non disse una parola. Quanto era bravo a
mentire! Di certo non la aiutava. L’avrebbe coperto con
Optimus
Prime,
quello ormai era deciso, ma sentendolo parlare in quel modo era
confusa. Non capiva più cos’era vero e cosa invece
non
lo era.
Non capiva più cos’era veramente Spectrus Specter,
un uomo problematico
che a modo suo l’amava o il cinico bugiardo di quella sera?
-
Comunque, Wheel Jack, senza di te sarebbe stato un
disastro. Con tutti quelli che avevamo addosso, se non fossi stato nei
paraggi
come da piano forse non se saremmo usciti - bisbigliò
Spectrus ai recettori
uditivi del demolitore.
In
verità non pensava che fosse stato poi così
indispensabile ma doveva tenerselo buono, un paio di lusinghe
andavano più
che bene.
-
Probabile…
Wheel
Jack però aveva in testa dell’altro, e
quell’ “altro”
parve materializzarglisi davanti quando vide Bulkhead fuori da dove
solitamente
era parcheggiata la Jackhammer.
-
Bulkhead?
- si stupì Arcee.
-
Alla base devono aver notato il movimento della
Jackhammer. Magari hanno intercettato qualcosa del mio lavoretto nella
Nemesis - ipotizzò Spectrus, azzeccandoci in pieno.
Quando
la Jackhammer atterrò, Wheel Jack fu il primo a farsi
coraggio e a scendere, nonostante il suo migliore amico sembrasse
decisamente
arrabbiato.
-
Non so cosa ti salti in testa, Jacky. Te ne vai nella Nemesis senza
dirmelo e ci vai con Spectrus
Specter!
-
Non sono entrato nell’astronave, Bulk, Specter ha fatto
tutto da solo, ma… guarda da te.
In
quel momento Spectrus, dopo aver afferrato la mano di
Arcee, uscì dalla Jackhammer. A vedere la sua amica, che
aveva ritenuto morta,
a Bulkhead quasi cadde la mandibola metallica.
-
A-Arcee? Ma non eri?…
-
Arcee
è viva e vegeta come vedi! - disse Spectrus - Soundwave
aveva
portato via il cadavere prima che potessi controllare meglio, ma
non era poi così “cadavere”, e quando
sono andato
nella Nemesis nel tentativo di
recuperare la Chiave Omega e ho sentito i Decepticon parlare
dell’interrogatorio che volevano farle mi sono messo
all’opera, Wheel Jack
è venuto a prenderci appena finito ed eccoci qui. Abbiamo
Arcee,
abbiamo il Guanto e
l’Armatura. La Chiave no, purtroppo, ma sarà per
un’altra volta.
Bulkhead
era basito. Spectrus da solo aveva fatto tanto!... restava sempre un
grandissimo stronzo borioso ma tutto sommato qualcosa
sapeva fare, allora!
Il
demolitore corse da Arcee e la avviluppò in un abbraccio
soffocante. - Per fortuna sei salva!
-
Bulk, non stritolarla - lo redarguì affettuosamente Wheel
Jack.
-
Sì, soprattutto perché questa donna ha la mia
Scintilla, vedi un po’ tu - aggiunse Spectrus, stupendo Wheel
Jack e stupendo
Bulkhead ancora più di prima.
-
Quindi siete?...
-
In verità non… non ho contraccambiato la formula.
Devo
pensarci su - mormorò la guerriera Autobot - Questa
è una cosa un po’grossa.
-
Hai tutto il tempo che vuoi - la tranquillizzò Spectrus,
mentre Bulkhead urlava nel comm-link le buone novelle, il Ponte
Terrestre si
apriva e da esso uscivano tutti gli Autobots, Miko, Rafael e Jack.
Soprattutto
quest’ultimo era decisamente felice di rivedere la sua amica,
e a quella scena
Arcee sorrise.
Naturalmente
le fecero tutti un sacco di feste e diedero
grandi pacche a Spectrus e Wheel Jack, gli eroi della giornata. Se
avessero
saputo…
-
Bentornata, Arcee - perfino Optimus Prime era tanto
contento e sollevato da non poterlo nascondere. Lei era
lì, era viva!
"Forse...
magari potrei dirle quel che avrei dovuto dirle già molto
tempo
fa" pensò "Non adesso però. Di certo Arcee dev'
essere
stanca".
-
Grazie. Per la cronaca, non intendo farmi credere morta di
nuovo.
-
Lo spero.
Il
vocione di Bulkhead rimbombò nell’aria. - Ah, non
vi ho
detto questa! Qualcuno qui
ha detto ad Arcee che HA
LA SUA SCINTILLA!
Quelle
parole gelarono Optimus.
Gliel’aveva detto davvero?
-
Specter quindi sembra fare sul serio.
Arcee
per qualche motivo non riuscì più a guardarlo
negli
occhi. - Pare di si. Ma io non ho contraccambiato. Non me la sentivo -
mormorò.
Optimus
trattenne un sospiro di sollievo, non aveva contraccambiato, quindi
poteva ancora sperare!
-
Se non te la sentivi hai fatto bene.
Arcee
sollevò di nuovo il viso e sorrise leggermente. Un
po’era contenta della reazione del suo capo, ma…
gli stava mentendo. Stava
coprendo Spectrus e ciò non la faceva sentire a posto, per
nulla.
L’unico
pensiero strano di Spectrus invece fu che nel suo
giretto non aveva visto sua sorella. Magari era in un settore dove non
era
andato, ma era stato un peccato. Se l’avesse vista avrebbe
potuto fare opera di
convincimento.
“Farà
meglio a darmi retta” pensò
“Farà molto, molto
meglio”.
***
Smokescreen
non capiva granché di quel che stava succedendo.
Non capiva nemmeno dove si trovasse, aveva corso per chilometri e
chilometri
sotto l’effetto dell’energon extra forte.
L’unica cosa che sapeva era che
voleva la femmina che gli avevano promesso, sarebbe stata la prima e
lui la
voleva!
Fu
così che quando ne vide una (che riconobbe come la stessa
che aveva visto tempo prima) camminare da sola in quella valle sassosa
la prima
cosa che fece fu trasformarsi e avvicinarsi a lei con passo sghembo.
-
Ciao hic!
Femmina!
Spectra
lo guardò perplessa. Quel mech le sembrava un
pochino strano.
-
Ciao, maschio - rispose, salutandolo a tono.
Smokescreen
trovò
la cosa estremamente divertente e rise, finendo quasi
per cadere a terra.
-
Attento, guarda che cadi - lo avvertì Spectra.
-
Noooo, Smokescreen non può cadere. Ha un grande destino
in serbo! - ripeté per l'ennesima volta.
Spectra
rise, per un attimo le aveva ricordato Starscream,
che la stava aspettando un po’più indietro.
- Chi è Smokescreen?
- Sono hic! Io! -
ribatté il ragazzo, e
lei rise di nuovo.
- Ma se Smokescreen
sei tu perché parli in terza persona?... attento! - avrebbe
voluto sostenerlo
ed evitargli di perdere l’equilibrio, ma non poteva farlo
perché il peso dell’Autobot
l’avrebbe fatta cadere a sua volta, quindi dovette limitarsi
ad evitarlo lui mentre crollava a terra.
- Forse è meglio
se…Star, puoi venire qui? - lo chiamò.
Il
seeker non si fece attendere,
pensando che avesse avuto un problema di qualche sorta.
- Che succede?
“Ma tu
guarda”
pensò, vedendo Smokescreen che balbettava frasi incoerenti a
terra “Mi sa che
qualcuno ha bevuto troppo energon extra forte”.
- Ha qualcosa
che non va, credo… - disse la ragazza, toccando la fronte a
Smokescreen e poi
guardando i suoi valori - Come lo aiutiamo?
- Perché dovremmo
aiutare un Autobot? - sbottò il seeker, a cui tutto
quell’interesse (puramente
di solidarietà) di Spectra per Smokescreen non piaceva
affatto.
- Non possiamo
lasciarlo qui - Spectra lo guardò con occhi supplicanti -
Aiutiamolo, dai…
A Starscream iniziò
a venire in mente qualche idea, per le quali sogghignò. - Lo
aiutiamo solo se
ti lasci baciare come quella volta dopo l’operazione.
“Da
lì poi verrà
il resto” pensò il seeker “Per non
parlare del fatto
che potrei usare questo Autobot per un qualche scambio. Tutto di
guadagnato”.
Spectra gli diede
un’occhiata che era tra il rimprovero ed il divertimento per
la consueta
sfacciataggine. - Tu pensi sempre a quella volta?
- Se mi è piaciuto
non è colpa mia - ribatté Starscream - Non ti
nascondo che se anche capitasse
dell’altro…
La giovane femme
immaginò che come al solito si riferisse alla connessione. -
Difficile… io la
penso sempre allo stesso modo. E sempre allo stesso uomo.
- Hai detto
difficile, non impossibile - disse testardamente Starscream, sollevando
Smokescreen ed incamminandosi con Spectra verso il relitto di astronave.
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
TSB13
-
Ben svegliato, Autobot…
La primissima cosa
che vide Smokescreen, addormentatosi dopo l’ultima caduta, fu
il pericoloso
sogghigno del seeker argentato che lui sapeva, un tempo, essere stato
il
secondo in comando dei Decepticon.
Il giovane Autobot
sgranò gli occhi e cercò di fare un qualsiasi
movimento difensivo, ma ne era
impossibilitato dalle pesanti catene che gli imprigionavano braccia e
gambe.
- Starscream, così lo
spaventi…
A quelle parole
Smokescreen vide il seeker alzare gli occhi al cielo.
-
Lui è sempre un mio
nemico.
- Tu non ti
schieri, no? Quindi non è tuo nemico.
Starscream decise di
ignorare quest’ultima considerazione, continuando a
minacciare Smokescreen solo
col sogghigno.
- E poi non capisco
perché le catene. Si era detto che l’avremmo
aiutato…
- Infatti lo
abbiamo aiutato, piccola - Starscream distolse l’attenzione
da Smokescreen per dedicarsi
completamente alla ragazza, chinandosi vicino a lei - E dopo,
già ti avviso,
riscuoterò la mia ricompensa. Se l’ho legato
è semplicemente per evitare che ci
salti addosso e distrugga tutto.
- Fosse stato per me
l’avrei fatto - lo sfidò Smokescreen.
- Sentito? Ho fatto
bene a legarlo… Autobot - scosse la testa - Che ingrati.
- Non so cosa tu
voglia da me ma scordatelo, Starscream!
Il seeker non si
voltò nemmeno. - Attualmente non è da te che voglio
qualcosa - mormorò, rivolto
a Smokescreen ma senza che questi potesse sentirlo.
"Il
modo in cui mi parla questo pivello mi sta seccando" pensò.
- Credo di dover fare
qualche esame al nostro ospite, per assicurarci che sia del tutto in
forma,
beninteso - aggiunse quindi, rivolto a Spectra - Mi aspetti di
là?
- Se vuoi posso
aiutarti - si offrì la ragazza, non immaginando minimamente
che Starscream
avesse in mente ben altro che un esame medico per Smokescreen.
- No, tranquilla.
Tu vai, io arrivo tra poco - accarezzò le piccole e
sensibilissime ali che
Spectra aveva sulle spalle, simili a quelle di Arcee, dandole un
brivido di
piacere - Contaci.
Lei annuì e se ne
andò.
Starscream
la osservò mentre camminava, soddisfatto dei risultati che
aveva ottenuto con l’operazione e la riabilitazione. Spectra
non faceva che
migliorare, anche perché metteva molto impegno negli
esercizi, tanto che
sembrava instancabile ed era Starscream a doverla fermare ogni volta;
che
tenesse moltissimo a camminare in un modo il più possibile
normale era
evidente.
-
Allora, Autobot, adesso
direi che possiamo iniziare a divertirci - disse il seeker - Prima
però voglio
veramente farti un esame per vedere quanto potrai reggere prima di
crollare. Anche se decidessi di utilizzarti come merce di scambio, cosa
estremamente
probabile, non significa che ti farò tornare alla tua base
tutto
intero.
Nonostante la paura
Smokescreen ebbe il coraggio di sfidarlo di nuovo. - Non contarci. Ehi,
Starscream! Ti saluta tanto Spectrus Specter, ha detto che non vede
l’ora di
rivederti!
Gli Autobots avevano raccontato a
Smokescreen la storia di
Spectrus appena era arrivato, ecco perché sapeva che tra lui
ed il seeker non
correva decisamente buon sangue.
Il
ceffone che seguì fu
inevitabile.
- Sta’zitto. Non
nominarlo.
Per evitare che
Smokescreen continuasse a parlare d in seguito gridasse attirando
lì Spectra,
fece quel che aveva fato Spectrus ad Airachnid rompendo non in maniera
irreversibile la sua scatola vocale. In seguito fece dei test per
valutare la
resistenza del ragazzo, insieme a diverse altre scansioni.
- Piaceresti ad
Airachnid. Con te potrebbe divertirsi per giorni - borbottò
il seeker - Ma
quella strega se lo scorda. Un momento…
Una scansione
evidenziò che nel corpo del ragazzo c’era qualcosa
che teoricamente non avrebbe
dovuto esserci e quel qualcosa, a giudicare dalla forma, sembrava
essere
nientemeno che un’altra Chiave Omega.
L’ultima.
Ed era nascosta nel
corpo di Smokescreen!
Starscream sgranò
gli
occhi e si lasciò andare ad una gran risata colma di
soddisfazione.
Aveva tutte e tre le Chiavi che mancavano a Megatron e non aveva
minimamente
faticato! Non solo, ma anche stavolta quel prodigioso ritrovamento era
dovuto a
Spectra. Se lei non avesse insistito perché lo aiutasse, non
avrebbe mai
scoperto la Chiave…
Ogni giorno di
più il
seeker si convinceva che in quella ragazza risiedesse la via del suo
successo.
Non poteva essere tutto un caso, era impossibile. Da quando si erano
incontrati
la fortuna aveva iniziato a girare dalla sua parte, magari
avrebbe continuato
a farlo finché Spectra fosse stata al suo fianco.
- Oggi per me è
un
altro giorno fortunato - disse, prendendo uno strumento per incidere la
corazza
di Smokescreen - Per te invece lo sarà un po’meno,
temo. Dentro di te hai
qualcosa che mi interessa molto. Dimmi, sapevi che dentro di te
c’è l’ultima
Chiave Omega? Proprio quella che mi mancava. Io ho le due che voi non
sapevate dove fossero finite.
L'espressione
di Smokescreen divenne attonita. Tutto avrebbe immaginato ma non che le
Chiavi le avesse Starscream, e ancor
meno avrebbe mai pensato che l’ultima fosse nascosta dentro
il suo stesso corpo.
- Non lo sapevi, eh?
Come pensavo - sapendo che non avrebbe potuto fare rumore, Starscream
non si
curò neppure di anestetizzarlo prima di iniziare ad incidere
- Non può essere
un caso. In quella ragazza c’è il mio destino. Non
può essere altrimenti.
Tagliò la corazza
dell’Autobot con estrema precisione, stando attento a non
sprecare troppo
dell’energon che usciva dal suo corpo raccogliendolo in
contenitori appositi.
Non che gli servisse granché, ed in futuro gli sarebbe
servito ancora meno dato
che Spectra e le Chiavi erano il lasciapassare che gli avrebbe
consentito di
tornare tra i Decepticon.
Incurante del fatto
che Smokescreen stesse quasi impazzendo dal dolore Starscream
tirò fuori dal
suo corpo la Chiave e fece un sorriso decisamente soddisfatto.
-
Ottimo.
Veramente ottimo - disse, dando all’Autobot che ancora
perdeva energon solo
un’occhiata - Avrei voluto fare di più ma penso
che questo basti, vero? Ora ho
dell’altro di cui occuparmi ma quando io e la ragazza ce ne
saremo andati di qui, se tu
sarai fortunato e qualcuno ti troverà, tanto meglio per te.
Detto ciò
lasciò lì
Smokescreen per andare subito da Spectra.
Vide con piacere che si era messa
seduta sulla cuccetta. Che in fondo in fondo anche lei volesse quella
connessione quanto la voleva lui, alla faccia dei no, alla faccia di
“un solo
uomo per tutta la vita” ed anche alla faccia del
“grande amore” per Soundwave?
Airachnid
gli aveva detto che erano cotti persi uno dell’altra, ma non
si
erano mai fatti
avanti. Lui non avrebbe commesso quell’errore.
L’innocenza
di
Spectra non lo spaventava, anzi, pensare di essere colui che avrebbe
“macchiato” quella purezza era un
pensiero eccitante.
Lei non era un "qualcosa" di irraggiungibile che si poteva solo
idolatrare: Spectra era una
femme, una donna adulta,
che era desiderabile e “desiderava” a sua volta, e
lui l’avrebbe fatta
sentire tale.
Senza dire una parola
si sedette di fianco a lei e la prese in braccio, riprendendo ad
accarezzarle
le piccole ali sulle spalle.
- Ti piace?
Lei annuì. -
sì… non
pensavo che fossero così sensibili… -
mormorò, rabbrividendo dal gran piacere.
Non
si curò nemmeno di chiedergli da dove avesse tirato fuori la
nuova Chiave.
- Per chi le possiede
sono sensibilissime. Per me è lo stesso - disse il seeker
iniziando a baciarle
il collo - Stai tranquilla, va tutto bene.
- Si era parlato di
un bacio, Starscream, non di… altro - gli ricordò
la ragazza.
Stava
succedendo
esattamente come l’altra volta, desiderio ad ondate, e
Starscream non stava
neanche facendo niente di che.
- Io starò ai
patti. Se però ti troverai a volere dell’altro,
perché porre limiti? - la baciò
prima che potesse replicare, continuando con le carezze mentre la
faceva
stendere sulla cuccetta.
In
breve tempo il seeker si trovò avvinghiato a lei, a
essere baciato quasi con la stessa furia con cui lui la baciava.
Spectra aveva
le sue mani dappertutto ma era come se il suo cervello si fosse spento.
C’era
solo Starscream, c’erano solo le sue mani, la sua bocca e la
loro passione. Anche le
immagini
del suo incubo che tornavano a galla stavolta non potevano fare niente
per
contrastarla, e non poteva farlo nemmeno quella sensazione di
sbagliato.
Neppure il pensiero di Soundwave poteva nulla contro il desiderio.
Soundwave
non l’aveva mai guardata, non l’aveva mai
considerata come una donna,
Starscream invece sì e glielo stava dimostrando proprio in
quel momento.
Rabbrividì di
nuovo
quando le mani del seeker finirono sul pannello che proteggeva la sua
valvola. Le
tornò in mente quel che aveva sempre pensato: la prima
connessione da fare solo
col suo compagno di vita.
Ora le veniva qualche
dubbio a riguardo. Che quel pensiero fosse esagerato, dovuto
più
al fatto di non essersi mai trovata in una situazione simile? Lei in
fin dei
conti, ora come ora, voleva
Starscream. Sentiva quasi il suo
corpo chiamarlo, e quello del seeker chiamare il suo.
- Sapevo che mi
volevi quanto ti voglio io…- mormorò Starscream,
la mano ancora sul pannello di
Spectra - Lo sapevo. In te c’è il mio destino, e
nel tuo ci sono io - guardò
le tre Chiavi Omega in bella vista sul mobile accanto alla cuccetta -
Ne sono
sicuro. Io. Non Soundwave - toccando sensori particolari fece si che il
pannello scorresse in alto - Io.
- la guardò dritto negli occhi - Andiamo
avanti, Spectra?
Domanda retorica,
Starscream era certo che non gli avrebbe mai detto di no. Come
fermarsi, a quel
punto?
Ancora preda
dell’istinto, Spectra si domandava cosa sarebbe accaduto
dopo, come sarebbe
stato. Normalmente lo avrebbe fermato prima, ma ormai oltre che il
desiderio anche la curiosità era troppa.
- S-si. Andiamo
avanti - bisbigliò.
Un
invito a nozze per Starscream, che da un pezzo non
aspettava altro.
- Ogni tuo desiderio
è un ordine…
Ma proprio quando
stava per “obbedirle” si sentì il rumore
di un Ponte Terrestre che si apriva,
cosa che riscosse entrambi dalla specie di trance
dell’istinto in cui erano
caduti.
Spectra
rimise subito a posto il pannello, tremando leggermente. Non
poteva crederci, stava veramente per?… non che lui l'avesse
costretta, anche lei l'aveva voluto, però era qualcosa che
andava contro ciò che lei aveva sostenuto fino a quel
momento.
Starscream in quel
momento ricordò una cosa fondamentale: aveva lasciato
Smokescreen con
dell’energon che fuoriusciva. A causa della gran voglia che
aveva di sbrigare in fretta
l’estrazione della Chiave Omega per andare da Spectra non
aveva pensato che in
quel modo gli Autobots li avrebbero trovati.
- Spectra -
sussurrò
velocemente, con aria spaventata prendendo due Chiavi - Adesso ce ne
andiamo.
Usciamo da lì - indicò una specie di finestra - E
torniamo alla Nemesis,
d’accordo?
Lei annuì, e
prendendo in mano l’ultima Chiave Omega lo seguì
il più velocemente possibile e
senza far rumore.
Optimus Prime
entrò
nella stanza solo quando loro erano ormai piuttosto lontani.
- Se
n’è andato! -
esclamò.
Avrebbe
dovuto immaginare che chiunque avesse dimorato lì si sarebbe
dato alla fuga se li avesse sentiti; soprattutto perché,
andando per
esclusione, gli unici che potevano aver preso Smokescreen ed averlo
ridotto in quel modo erano Starscream e Airachnid.
- Ho riparato la sua
scatola vocale, Optimus, ma il resto delle riparazioni dovrò
farle alla base -
lo informò Ratchet dall’altra stanza.
Erano
andati solo loro due, lasciando gli
altri nella base. Prime quella volta non aveva voluto altri intorno,
specialmente dopo aver visto Spectrus prendere Arcee per un braccio e
trascinarla nella propria stanza ben prima che il computer ricevesse il
segnale
della perdita di energon di Smokescreen. Forse Arcee non aveva
contraccambiato
la formula ma continuava a connettersi con lui.
Optimus tornò da
Ratchet. - Chiunque ci fosse si è dato alla fuga.
– S-Starscream -
li
informò Smokescreen - Era Starscream! Lui ha le tre Chiavi
Omega che
mancavano… una era dentro di me ma io non lo sapevo!
Sia Optimus che
Ratchet si sentirono gelare.
Il
destino di Cybertron era nelle mani di
Starscream.
Slegarono Smokescreen e,
caricandolo sulle spalle, iniziarono ad attraversare il Ponte per
tornare alla
base.
- Speravo arrivaste
qui in tempo, speravo che l’avreste fermato…
Ratchet si fece forza
cercando di non pensare al destino del suo pianeta con le Chiavi in
mano a
quello sconsiderato di Starscream. - Strano che non abbia pensato che
con
la perdita di energon saremmo arrivati.
- Aveva fretta,
c’era
un femme, credo volesse una connessione con lei… Adesso
però… mi sento così
stanco - mormorò il ragazzo, chiudendo gli occhi e andando
in una specie di
ricarica.
Optimus aveva voglia
di urlare. Che fine avrebbe fatto Cybertron, adesso?!
Non si preoccupò nemmeno
delle ultime parole di Smokescreen prima che svenisse, quelle
riguardo la femme.
Al loro rientro
c’era Arcee ad
aspettarli, evidentemente lei e Spectrus avevano
finito.
- Che
gli è successo? - domandò loro la donna,
allarmata, vedendo le condizioni di
Smokescreen.
- Aveva dentro di
sé
l’ultima Chiave Omega. Ora tutte e tre quelle che mancavano
sono, a suo dire,
nelle mani di Starscream - la informò Optimus, in tono
funereo.
- nelle mani di?...
- Ho sentito nominare
Starscream, per caso? - Spectrus incedette verso di loro con la solita
aria arrogante.
- Starscream ha le
tre Chiavi Omega che mancavano - disse Arcee.
Specter
rimase in
silenzio per un po’, osservandola, per poi invece alzare gli
occhi su Optimus
Prime.
- Sai che è colpa
tua, spero.
- Come sarebbe a dire
che è colpa sua?! Non... - intervenne Ratchet, ma
l’occhiata di Spectrus fu
così brutta che lo zittì all’istante.
- Che sia colpa sua
è un fatto,
dottorino. Optimus Prime, ricordati di quando recuperammo
l’Armatura del
comando. Ti dissi che avresti dovuto lasciarmi terminare Starscream
perché facendolo avremmo
evitato problemi in futuro. Tu mi dicesti che non era una cosa che
dovevo
decidere io, e io ti dissi: “Ti
pentirai di non avermelo lasciato finire, Optimus. Se in futuro
creerà
problemi, sarà solo e soltanto colpa tua:
ricordatelo”…- Spectrus era a pochi
centimetri dal comandante degli Autobots, fronteggiandolo - Ero io
ad avere ragione. Sbaglio? Se me l’avessi lasciato uccidere,
ora non saremmo
in questa situazione e Cybertron non sarebbe condannata, perché questo
è. Bella mossa, comandante.
Optimus
rimase in silenzio.
Specter voltò le spalle a
tutti e si diresse verso l’uscita. - Arcee, vieni con me.
Il modo in cui aveva
trattato
Optimus ed il tono in cui le aveva parlato, del quale iniziava a
stufarsi,
portò Arcee a rispondergli irritata. - Non hai diritto di
darmi ordini.
Quasi rabbrividì
di
paura vedendo che Spectrus la guardava esattamente come quella sera,
quando l’aveva
lasciata ai Decepticon.
- Se l’avessi
avuto,
probabilmente gli Autobots avrebbero vinto - replicò
Spectrus - Dato che invece non
ce l’ho siamo destinati a farci prendere costantemente a
calci nel sedere.
Detto questo se ne
andò.
Optimus
Prime era
stato zitto per tutto il tempo. Odiava l’atteggiamento di
Spectrus e pensava
che terminare qualcuno se non era strettamente necessario fosse una
barbarie da Decepticon, ma purtroppo gli ultimi fatti sembravano
dimostrare che Spectrus
non avesse proprio tutti i torti.
Se Starscream fosse
stato ucciso le cose sarebbero andate diversamente.
Oltretutto cos’aveva fatto
ultimamente lui,
il comandante? Aveva preso Star Saber e poi l’aveva persa, si
era fatto rubare la Chiave Omega (ora sapeva da chi) e non era stato
lui a
salvare Arcee. Per di più, nonostante i metodi a dir poco
discutibili (Tox-En!
Ma ci rendiamo conto?) Spectrus aveva creato ai Decepticon enormi
problemi col disastro immane che aveva fatto nella Nemesis.
- Quell’arrogante!
Se potessi…- ringhiò Ratchet.
Arcee
invece era ancora irritata e anche
triste. - Spectrus ha
esagerato - tentò di riparare - Non voleva dirlo. Era solo
arrabbiato.
- Oh no, era
perfettamente lucido - ribatté Ratchet - Non cercare di
difenderlo, Arcee, solo
perché vi connettete dal mattino alla sera non vuol dire che
sia un santo.
- Come ti permetti?!
- Basta tutti e due -
li fermò Optimus Prime - Non abbiamo tempo da perdere
litigando,
d’accordo? Ratchet, continua a riparare Smokescreen.
Prime si
incamminò verso
il suo alloggio. Voleva stare solo, nient’altro.
- Optimus?
Era Arcee.
- Cosa
c’è? - le chiese.
- Mi spiace per quel
che ha detto Spectrus e non penso che sia colpa tua. Non potevi sapere
quel
che sarebbe successo e terminare Starscream in quel momento significava
andare
contro il nostro Protocollo. Recupereremo le Chiavi, in qualche
modo…
Lei era lì per lui.
Con lui. Dalla sua
parte.
Lei lo sosteneva, come aveva sempre fatto, anche se
significava andare contro Spectrus Specter.
Fu per quel motivo
che Optimus con uno scatto improvviso le si avvicinò e la
baciò, lasciandola
sconvolta.
Rendendosi
conto solo dopo di quel che aveva fatto però, Prime
indietreggiò. -
Arcee, io non… non
avrei dovuto.
Perché non avrebbe
dovuto? La amava, no?
Già, l'amava, ma se n'era accorto tardi e lei aveva scelto
un altro mech. Quello che aveva fatto, quello che le aveva fatto, non
era corretto.
-
So che sei impegnata. Scusami.
"Perché
dev'essere tutto così
difficile?!" pensò, mentre se ne andava alla svelta.
Arcee si toccò le
labbra. Era successo davvero?
Optimus l’aveva baciata e non le era nemmeno
dispiaciuto. Anzi, tutt’altro.
Come se non ci fosse stata
già abbastanza confusione…
***
Starscream e Spectra
si erano introdotti furtivamente nella Nemesis. La ragazza non aveva
capito
molto bene il perché di tutta quella segretezza, in fin dei
conti sarebbe
bastato semplicemente contattare i Decepticon e farsi venire a prendere.
- Non è
così semplice
per me - mormorò il seeker, mentre si dirigevano verso le
stanze di Megatron.
Starscream
notò i segni del recente disastro,
chiedendosi cosa diamine fosse successo. Forse c’entravano
gli Autobots. Forse
c’entrava Specter.
- Sei spaventato,
Star? - gli chiese Spectra.
Spaventato?
Peggio! Starscream era quasi sul punto di espellersi
l’energon
addosso, altro che spaventato!
- Macché
- negò, fingendo una spavalderia che non aveva - Mi
riprenderà.
Io ho le Chiavi e ho riportato qui te.
- E mi hai riparato
la gamba - gli ricordò la ragazza - E sei stato carino, mi
hai fatta ridere
e... tutto il resto.
Starscream sorrise.
Magari quel “tutto il resto” avrebbero potuto
riprenderlo tra un po’, anche se
c’era il rischio che Soundwave lo scorticasse vivo.
Trasalì quando
Spectra gli prese la mano.
-
Andrà tutto bene - lo tranquillizzò lei,
sorridendogli
dolcemente - Promesso.
Starscream le strinse
la mano a sua volta. - Se lo dici tu…
Si fece coraggio ed
entrò nell’alloggio, sfoderando il suo sogghigno
migliore.
- Felice di rivederla
Lord Megatron…- disse, notando solo in seguito la presenza
di Soundwave oltre
che del leader dei Decepticon.
Immediatamente
si trovò le armi di entrambi
puntate addosso.
- Con che faccia ti
ripresenti qui? Dovrei terminarti immediatamente! - ringhiò
Megatron.
Sia
lui
che Soundwave erano talmente concentrati su Starscream che non si erano
accorti
della presenza della ricercatissima Spectra…
- Non capisco
perché Lei ringhia - disse la ragazza - In tutto il tempo,
non l’ho mai capito.
La faccia di Megatron
fu da assoluto primo piano. - Spectra! - si
avvicinò a
lei e Starscream - Sei tornata.
Il seeker si
stupì
che Megatron mostrasse in quel modo le sue emozioni, ma
d’altra parte sapeva
che Spectra aveva un legame particolare con lui e Soundwave,
nonché Dreadwing.
- Direi di sì,
Lord
Megatron! - sorrise lei, guardando però Soundwave.
Il tecnico non si era
mosso dalla sua posizione. Era l’unica cosa che avrebbe
voluto fare, andare lì,
abbracciarla, baciarla, stringerla a sé e portarla via,
chiederle dove diavolo
era stata, dirle quanto diavolo li aveva fatti preoccupare tutti quanti
e che
senza di lei non poteva stare.
Ma aveva visto
Spectra e Starscream tenersi per mano. Lo facevano tuttora.
Il
seeker stava
mostrando a Megatron le Chiavi Omega.
Soundwave
vedeva Spectra che lo guardava,
forse chiedendosi perché se ne stesse immobile.
-
…e quindi l’unica cosa che
voglio è servire i Decepticon e Lei, Lord Megatron - si
sdilinquì Starscream - Lo giuro! Spectra può
testimoniarlo. Vero che volevo tornare qui, piccola?
Il tono con cui le
parlava era così… intimo…
- Sì
sì! Guardi, Lord
Megatron - Spectra sorrise in modo ancor più radioso -
Starscream mi ha
riparato la gamba! Adesso sto quasi bene, vede? - rise, camminando in
cerchio
per mostrarglielo - Tutto merito di Starscream, che mi ha anche tenuta
al
sicuro finora. Ora lo riprende, vero? - la giovane femme
guardò Megatron come il
giorno in cui l’aveva convinto a portarla con sé a
vedere gli scavi - Vero?
Il tenersi per
mano, il tono intimo delle parole di Starscream,
la gamba…
- Diciamo che per ora
può restare. C’è una cosa che dobbiamo
fare prima di prendere una decisione
definitiva, ma…
-
Te l’avevo detto che sarebbe andato tutto
bene! - esclamò Spectra abbracciando Starscream, che ne
approfittò per baciarla
di nuovo.
La
temperatura nella stanza parve calare di dieci gradi.
Megatron
guardò Soundwave. Sembrava fissare Spectra e Starscream,
anche se non avrebbe potuto dirlo con
sicurezza dato che Soundwave aveva il visore. Spectra era tornata ma
sembrava
essere troppo tardi. A quanto pareva aveva lasciato perdere
“il principe
bellissimo”, che stupidamente non le aveva mai detto niente,
per mettersi con
qualcuno che invece non ci metteva molto a passare al dunque.
Soundwave era come
sotto shock.
Spectra… il suo Scricciolo.
Con Starscream.
"No".
Non adesso che si era
deciso a dirle la verità. Non era possibile.
Avrebbe voluto andare
lì e prendere Starscream a pugni, smontarlo, terminarlo, ma
se l’avesse fatto
come avrebbe reagito Spectra?
Indietreggiò e se
ne
andò in sordina. Come se fosse stato importante cosa pensava
lei, ormai,
avrebbe potuto pure terminare il primo che passava! Era stato il
cavaliere nero
a portare via la principessa dalla torre, non il principe.
Che doveva fare ora?
"Cercare di starle
lontano. Di vederla il meno possibile, di vederli il meno
possibile" decise "D’ora
in poi riprenderò
a pensare solo e soltanto al lavoro, sarà meglio
così".
Megatron
invece era rimasto lì, anch'egli allibito per
quella scena.
- Starscream, direi
che sia meglio di no - lo rimproverò Spectra, staccandosi da
lui.
Come
stavano
le cose?, si chiese Megatron. Stavano insieme o lui ci provava e lei lo
respingeva?
- Prima però ti
è
piaciuto - le ricordò il seeker.
Spectra
lo ignorò e guardò il punto dove prima
era Soundwave.
-
Dov’è? Perché se
n’è andato? - chiese - Non… non mi ha
nemmeno salutata - mormorò tristemente.
- Ha molto da fare,
Spectra - disse Megatron, iniziando a capire un po’ la
faccenda.
Spectra
era molto attratta da Starscream ma probabilmente
aveva ancora in testa Soundwave; purtroppo, dato che il suo vecchio
amico non
si dava una mossa, Starscream ne approfittava; e anche andarsene in
quel modo,
per comprensibile che fosse, non lo aveva aiutato.
"Chi
avrebbe mai detto che la Nemesis sarebbe diventata la location di una
telenovela?" pensò.
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
TSB14
Megatron
aveva ritenuto indispensabile ultimare le
riparazioni della Nemesis.
Quando
sarebbero andati a Cybertron l’astronave sarebbe
stata meno protetta e, a giudicare da quel che era successo quando
c'erano
lui e tutti gli ufficiali (tranne Dreadwing) presenti, era meglio
evitare
altri possibili disastri come quello.
Per di più, pur avendo sentito parlare
dell’Omega Lock in cui avrebbero dovuto portare le Chiavi, i
Decepticon non
avevano ancora idea di dove fosse. Di conseguenza la Nemesis era
rimasta in costante movimento per
ridurre i rischi di un nuovo attacco e i Decepticon non avevano
combinato
praticamente niente di nuovo.
Se
Spectrus non li avesse attaccati tempo prima
probabilmente non si sarebbero neppure curati di decodificare le
coordinate
dell’Omega Lock mettendosi semplicemente a cercarlo per tutta
Cybertron, e
magari ci avrebbero messo meno; ma l’attacco c’era
stato, con tutte le
conseguenze del caso. Tra le altre cose, la sezione B21 era ancora
inagibile e
Spectrus Specter era diventato lo spauracchio per quei pochi vehicons
nella B21
che erano sopravvissuti. Se
possibile, a quei soldati faceva più paura lui di Optimus
Prime. Prime non avrebbe mai, mai
utilizzato del Tox-En, non li
avrebbe chiusi nella sezione condannandoli spietatamente ad una morte
orribile.
In
tutto ciò l’unico che se la godeva,
eccetto che per qualche fitta di inquietudine per più e
più motivi, era
Starscream.
Non era ridiventato il secondo in comando ma, dopo aver ricevuto
una sgradevole controllata al cervello da parte di Megatron
(l'aveva fatto per verificare le
sue intenzioni), era stato definitivamente riaccolto nei ranghi. Poi
naturalmente
c’era Spectra, che era sempre insieme a lui.
Nel
rapporto tra Spectra e Soundwave infatti si era creato uno
schema: lei provava ad avvicinarlo, lui
la evitava o la ignorava completamente; lei
restava malissimo ogni volta per quella reazione, dato che non capiva
il
motivo, Soundwave stava male
perché la vedeva star male a sua volta, ma
non diceva nulla; lei andava da
Starscream, sempre pronto a consolarla in ogni modo, lui
stava sempre peggio.
A ttrarre
vantaggio da tutto ciò era proprio il seeker
argentato, che tra sé e sé pensava che, se come
tecnico e come combattente
Soundwave era in gamba, in amore era un vero disastro.
Starscream
sapeva che Soundwave
probabilmente lo avrebbe fatto a pezzi, se solo avesse potuto,
soprattutto
perché ogni tanto si
divertiva anche a tirare la corda aggredendo all’improvviso
le labbra di Spectra
e toccandola davanti a lui. Soundwave se ne andava sempre prima che
Spectra
riuscisse a staccarsi, e Starscream metteva sempre a tacere le proteste
della
ragazza.
“Nn
penso che gli importi, come vedi se
n’è
andato e non ti cerca neanche”.
A
quella triste verità, o meglio, a quella menzogna che
sembrava la pura verità, Spectra non sapeva mai cosa
rispondere. Le venivano
gli occhi lucidi, ogni tanto piangeva e a quel punto era Starscream a
tirarla un po’su con qualche battuta, facendo
l’idiota o,
ancora, guardando dei film insieme, parlandole, e facendo con lei
qualunque cosa che la distraesse. La cosa era resa anche più
facile dal fatto
che adesso Spectra e Starscream dormivano insieme.
Soundwave
non aveva voluto che stesse nel proprio alloggio
né che lavorasse più con lui. Se voleva
togliersela dalla testa era bene che
gli stesse lontana.
Era
convinto di non essere più nei pensieri di Spectra, ma
sbagliava, e se anche fosse stato davvero come pensava lui avrebbe
ugualmente
potuto dirle la verità, invece se ne stava zitto e lavorava,
lavorava,
lavorava per non pensare, rinunciando in partenza a lei.
Spectra
Specter, dal canto suo, sostituiva semplicemente il
lavoro con lo stare vicina a Starscream. Si sentiva morire ogni volta
quando
provava ad andare da Soundwave, a parlargli, e lui se ne andava o la
ignorava
del tutto. Perché faceva così? Non lo capiva
proprio, non pensava di
avergli fatto qualcosa di male e, per di più, Soundwave
aveva ancora la sua Scintilla.
Starscream la attraeva. Quel mech le piaceva veramente tanto e
viceversa.
Nonostante Spectra fosse stata chiara
fin da subito, dicendogli e continuando tutt’ora a ripetergli
di
essere
innamorata di Soundwave, Starscream non si dava per vinto. Le stava
facendo
scoprire cose che lei non avrebbe mai immaginato, che la facevano
andare fuori
di testa dal piacere, che la facevano stare bene, sentire
viva…e
donna. Era
sempre accanto a lei, dimostrava di voler stare con lei in ogni senso
possibile, mentre il "principe" di cui era innamorata la faceva
stare male con la sua totale indifferenza.
Aveva sperato che, migliorata la gamba, anche il rapporto con
Soundwave magari si sarebbe evoluto in qualcosa più di
un’amicizia,
invece da quando era tornata era come se per lui non
esistesse.
Megatron aveva
un bel dirle che Soundwave faceva così perché
aveva da
fare, ma anche prima pur avendo da fare e aveva sempre avuto tempo da
dedicarle, aveva sempre cercato la sua compagnia, cosa che non accedeva
più.
-
A che pensi?
Era
talmente assorta nei suoi pensieri da essersi
dimenticata di essere in braccio a Starscream, nella loro stanza. -
Sempre alla
stessa cosa. Alla stessa persona - mormorò.
Starscream
fece uno sbuffo irritato. - Lo pensi ancora anche se ti fa stare male?
Pensa a me,
invece - la esortò con estrema sfacciataggine - Io finora ti
ho dato
solo piacere in tutti i sensi o sbaglio? E non ci siamo ancora
connessi, a quel
punto sì che…
-
Starscream-
-
Dimmi se sbaglio a dire quel che dico. Ti ho
mai fatta piangere? No. Ti ho mai ignorata? No. Non io -
abbassò
drasticamente il volume della voce - Quel folle di Soundwave
sì.
-
Soundwave non è folle - lo difese Spectra.
-
Pazzo
o stupido, una di queste due cose. Se tu fossi innamorata
di me come lo sei di lui, saprei apprezzarlo e me ne sarei accorto,
soprattutto. O forse si è accorto anche lui ma non ricambia,
essendo di
una
freddezza e
menefreghismo senza pari, e proprio perché non gli importa
nulla cerca di allontanarti ignorandoti senza nemmeno dirti le cose in
faccia - buttò lì,
mentendo e sapendo di mentire.
Il
brutto era che, vedendo come si erano messe le cose, a
Spectra stava venendo lo stesso pensiero. - Non è
così. Soundwave non è
così, ok? - ribatté, per nulla convinta di quel
che aveva appena detto.
-
Aprirai gli occhi e mi darai ragione. L’unica cosa che mi
dispiace è che tu stia male a causa sua.
Sarebbe
bastato che Soundwave sentisse quella conversazione
per rendersi conto di come stavano davvero le cose, invece era
sempre intento a decodificare il database di Iacon, senza mai
ricaricarsi o quasi, e
a rendere il sistema di sicurezza della Nemesis assolutamente
impenetrabile.
E a chiedersi quasi inconsciamente per quanto tempo lui,
Soundwave, avrebbe retto prima di crollare.
Parlando di “distrazioni” dalla tristezza, Spectra
e
Starscream non erano ancora arrivati alla connessione vera e propria ma
avevano
fatto cose per le quali Soundwave, intercettandole per sbaglio mentre
lavorava, per poco non aveva spaccato la console.
Avrebbe
voluto essere lui
a farle provare
quelle sensazioni. Avrebbe dovuto essere lui il mech di cui
Spectra sospirava il nome in una seducente litania, non Starscream. Ma
era arrivato tardi, e non potendo andare lì e
terminare
Starscream non volendo ferire Spectra ulteriormente poteva solo
starsene lì fermo a farsi male.
Soundwave stava facendo tutto da solo. Starscream era la
rovina di se stesso in generale, ma anche l’ex gladiatore in
quel frangente
sembrava fare di tutto per eguagliare quel primato.
Non
si era più tolto il visore. Prima che Spectra sparisse
quando stavano insieme finiva sempre per toglierselo, da prima che lo
avvertiva
come una protezione era diventato una scomoda barriera di cui quando
era solo
con lei voleva liberarsi, ora invece sentiva di averne bisogno
più che mai. Era grazie
a quello che manteneva il controllo su si sé, che si
ricordava chi era.
Odiava
che Spectra stesse con Starscream. Anche lui aveva
fatto cose assolutamente orribili (peggio di quante ne avesse fatte lui
stesso per quel che sapeva) cose per le quali al massimo avrebbe dovuto
solo guardare Spectra da lontano invece di metterle le mani
dappertutto, e non solo
quelle, ma per quanto Soundwave pensasse di essere meglio di lui non
riteneva di esserlo abbastanza.
Sapere che
le stava facendo del male, perché vedeva come lo guardava
quando non le
rispondeva in alcun modo, lo faceva sentire
sempre più indegno. Si sentiva una larva di mech quando
vedeva i suoi occhi
lucidi, quando lei se ne andava via zoppicando ancora
leggermente.
-
Hai fatto progressi?
Soundwave
indicò a Megatron i monitor.
-
Bene. Se non altro qui
riesci a fare qualcosa di
costruttivo - commentò il leader dei Decepticon in un tono
tagliente che con Soundwave non aveva
mai usato.
Nemmeno
lui era molto contento della coppia
Spectra/Starscream. Anzi, dire “non era molto
contento” era un eufemismo, non
era felice per niente. Per quanto quella giovane femme in certi casi
fosse riuscita a inquietarlo aveva davvero preso a cuore la sua sorte.
Ciò era dovuto perlopiù a una natura
sinceramente buona e gentile che Megatron non aveva visto in nessuno da
eoni (era inevitabile considerando il suo passato di minatore, poi
gladiatore, poi rivoluzionario e infine il presente da signore della
guerra) e
gli seccava non poco vederla insieme a qualcuno che riteneva
totalmente inadatto. Allo stesso tempo però sapeva che la
cosa non lo riguardava, al di là
dell'essere contro la politica da sempre vigente nella Nemesis: con chi
stare era una decisione che doveva prendere Spectra e
nessun altro.
Voleva inoltre voleva che Spectra fosse più tranquilla e
serena
possibile, e al momento stava
così quando era insieme a Starscream, mentre quando si
incontrava con Soundwave
era costantemente sul punto di piangere. Il tono tagliente di Megatron
era
dovuto anche a quello: sapeva che Soundwave era ancora innamorato di
lei, ma
quello zuccone del suo amico sembrava stare facendo di tutto per
spingerla tra le braccia di
un seeker argentato che non aspettava altro. In certe cose era sempre
stato un disastro anche quando era più giovane, e da vecchio
non era migliorato.
Megatron
era anche convinto che Starscream sapesse come
stavano davvero le cose, come tutti, e che quindi stesse godendo come
un matto.
Soundwave era sempre stato “avanti” rispetto a lui,
ora invece lo stava soprassando alla
grande in quel campo.
-
Adesso staccati da quei maledetti monitor e ascoltami. È
un ordine.
In
perfetto silenzio, Soundwave si voltò verso di lui.
-
Questa storia deve finire.
Soundwave
fece partire diverse registrazioni. Spectra che
parlava con Starscream, che rideva con Starscream. Quelle che
l’avevano quasi fatto diventare matto
le tenne per sé.
-
Cosa vorresti dire, che sta bene? Se è quel che intendi
allora lascia che te lo dica, non hai capito assolutamente niente.
Quasi piange
ogni volta che vi incontrate e tu la ignori, la stai gettando tra le
sue braccia
di Starscream senza nemmeno provare a fare qualcosa. Mi viene il dubbio
che non la ami poi
così tanto.
Come
poteva dire che non l’amava?!
A lui, che sopportava le provocazioni di Starscream solo per
non darle un dispiacere smontandolo pezzo per pezzo? Che la lasciava
stare con
lui nonostante si sentisse in modo schifoso ogni volta che li vedeva
insieme?
-
Non è così che le dimostri di amarla, amico mio,
ti stai
dimostrando solo stupido, scusa se te lo dico.
Solo
quando Megatron disse così Soundwave si rese conto di
averlo detto ad alta voce. Comunque non aggiunse altro.
-
Se la vuoi davvero, Soundwave, fai
qualcosa. Te lo dico prima come amico che come comandante - gli diede
le spalle e si incamminò verso l’uscita - Un
tecnico depresso non lavora come
un tecnico che sta bene, oltretutto.
Detto
questo se ne andò.
Soundwave
si voltò nuovamente verso i monitor e se
possibile riprese a decodificare con più foga di
prima.
O meglio, a tentare di
farlo.
Accesso negato.
Accesso negato.
Accesso negato.
-
Fatti decodificare, dannazione a
Primus! - sbottò in preda alla frustrazione prima di colpire
la
tastiera con un pugno e lasciarsi cadere in ginocchio, togliendo il
visore e
lanciandolo via, odiando di stare piangendo come una
stupidissima
protoforma, perché significava…
"Significa
che io..."
Si
scopre di essere al limite quando un giorno, per una
stupidaggine, vengono le lacrime agli occhi e non si riesce a
ricacciarle
indietro. Quando una parola, un gesto insignificante, un
“accesso negato”
colpiscono tanto a fondo da fare un male indescrivibile.
Non significa essere
fragili o deboli, significa aver sopportato già troppo a
lungo, aver detto di
sì al posto di no o aver lasciato correre. Significa aver
risposto sempre “Sto
bene”, o averlo lasciato credere a chiunque guardasse.
Soundwave
era arrivato al limite.
***
Di
Spectrus Specter si potevano dire molte cose ma non che
fosse un completo imbecille.
Non gli era servito molto tempo per notare che tra Optimus
Prime ed Arcee c’era un ”qualcosa” di
indefinito. Forse non avrebbe dovuto
prendere e andarsene quella sera.
"Che
Prime abbia fatto la sua mossa?"
Nonostante
ciò, Spectrus era tranquillo. Non era nemmeno
irritato, seccato o che di simile. A lui non importava niente
di Arcee se non per andarci a letto.
A quel punto forse era meglio mettere in chiaro le cose con
quella sciocchina insignificante…
-
Arcee, cara… sarò franco, il tuo atteggiamento
ultimamente
mi sta dando l’idea che ci sia qualcosa di cui magari
dovremmo discutere o
dovrei essere informato.
Arcee
trasalì. Da languida che era, la
stretta di Spectrus era diventata ferrea. Minacciosa.
-
Non… non so di che parli. Non ho cambiato
atteggiamento…
-
Fammi il favore e smettila di raccontarmi stupidaggini.
Non ne sei capace. Puoi ingannare Optimus con le tue scarsissime doti
di attrice ma
non il sottoscritto - disse freddamente il mech.
D’altra
parte lui si riteneva un
professionista della menzogna, e come sapeva dirle sapeva anche
riconoscerle
molto facilmente.
-
Non capisco cosa intendi… - cercò di sviare la
donna, ma la
stretta aumentò ancora, tanto da farle quasi male.
-
Lo capisci eccome. Tu e Optimus Prime, la sera che
abbiamo perduto le Chiavi Omega. Dimmi cosa è successo - le
prese il viso e la
fece voltare verso di sé - Ora.
Anche
Arcee ora lo guardava freddamente e si stava innervosendo. -
Mi stai minacciando?
-
Dipende da te.
A
quel punto Arcee non si trattenne più, non sopportava
più
l’atteggiamento di Spectrus, quando era troppo era troppo. -
Optimus Prime mi
ha baciata, è successo questo! Da quel momento ho qualche
dubbio che sia il
caso che io e te continuiamo a stare insieme, soprattutto
perché sono stufa di
essere trattata in questo modo!
Rimase
allibita quando alla fine di quel vibrante sfogo lo
vide semplicemente fare spallucce.
-
D’accordo.
-
Come sarebbe?!
-
se vuoi stare con Santo Optimus, fai pure. Per me non è un
problema, tanto dovrai comunque continuare a connetterti col
sottoscritto -
stroncò sul nascere ogni domanda di Arcee con
un’occhiataccia - Non gli
piacerebbe sapere che gli hai mentito. L’hai preso
"leggermente" in giro per
aiutarmi in un piano che lui non avrebbe mai approvato, rendendoti mia
complice. Lasciami pure e mettiti con lui, non ho problemi con la cosa,
ma continuerai a connetterti
con
me, altrimenti sono disposto a dire tutto.
-
Non ti crederà. Crederà che lo fai per ripicca -
tentò di
difendersi Arcee.
-
Siamo due contro una. Anche Wheel Jack sa. Si chiamano
precauzioni, Arcee.
Wheel
Jack sapeva, Ecco perché era arrivato così
rapidamente. E anche lui, come aveva finto bene lo sconcerto…
-
Tu sei-
-
Cosa? Ho detto che puoi stare con Optimus, ti ho dato la mia
disponibilità a una relazione aperta, sono molto
indulgente.
Quel
bastardo l’aveva fregata. E adesso? Non poteva mettersi con
Optimus e tradirlo con Spectrus,
sarebbe stato troppo disonesto. Quindi che doveva fare?
Certo, era stato solo un bacio e poi Optimus era
praticamente fuggito, ma Arcee ormai aveva capito cosa
significava.
-
Come puoi farmi una cosa del genere?
-
Sei tu che mi costringi, tesoro. Io ti ho detto che hai la
mia Scintilla, e tu cosa fai? Mi tradisci col capo. Molto disonesto da
parte tua, credevo che fossi meglio di così.
La
guerriera Autobot non sapeva proprio come uscirne. Le
cose andavano sempre peggio: tra Spectrus e i Decepticon con le quattro
Chiavi Omega in mano, per risolvere tutto ci sarebbe voluto un
miracolo.
Il
brutto era che, nonostante tutto, Spectrus riusciva comunque a farla
sentire in
colpa. Non che fosse complicato, Arcee si dava sempre la colpa di
tutto. Tailgate morto? Colpa sua. Cliff morto? Colpa
sua. Spectrus che si comportava in quel modo? Forse era colpa sua che
l’aveva tradito, e così via, come tante persone
più
o meno giovani e insicure che finivano invischiate in relazioni
tossiche.
-
Non… non era previsto.
-
Ma hai apprezzato. Sbaglio?
Arcee
abbassò gli occhi.
Non voleva dire più una parola, non per quella sera.
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
TSB15
Megatron
li aveva informati che tra un paio di giorni
sarebbero partiti alla volta di Cybertron. Le riparazioni erano state
quasi
ultimate e a Soundwave mancava poco per arrivare a decodificare le
coordinate
che servivano.
Fu
per
quel motivo che Starscream decise che quel giorno
avrebbe fatto la sua mossa definitiva; i Decepticon stavano per vincere
la
guerra, lui stava rientrando nelle grazie di Megatron, e
Soundwave… lui era
quello che gli dava più soddisfazione. Era arrivato al
limite.
Adesso era evidente persino per lui, che non vedendolo reagire aveva
continuato imperterrito con le sue
provocazioni, ed era evidente anche per Knock Out.
-
Il signor “sono il più in gamba di
tutti” tra poco crolla
- sogghignò il medico, mentre chiacchierava con
Starscream.
Spectra
al momento
era con Dreadwing, che alla fine l’aveva presa come
segretaria. Inizialmente
Starscream non era stato molto contento ma sapendo più o
meno com’era
Dreadwing sapeva anche che non c’era il rischio che Spectra
gli fosse “rubata”.
-
Lo hai notato anche tu eh? - sorrise malignamente il
seeker.
-
Allora tu sapevi che lui e Spectra?...
Starscream
annuì. - Spectra mi ha detto subito di
essere innamorata di lui. Non che sia un problema, le sto facendo
cambiare
idea, e la poca gioia di Soundwave nel vederci assieme
è evidente, conferma
quel che mi ha detto Airachnid.
-
Già, che fine ha fatto quella strega? Ho pure preso una
punizione per farla fuggire, e non è riuscita ad uccidere
quella piccola storp…-
si coprì la bocca con le mani.
Starscream
ora sembrava decisamente arrabbiato. - “Uccidere
la piccola storpia”.
-
Ehm… eheh… andiamo, cerca di capire, mi ha fatto
pestare da
Soundwave! Adesso non è più così
storpia però, è diventata appetibile.
Starscream
decise di non picchiarlo. - Tieni giù le mani
dalla mia compagna di vita.
-
La tua che cosa?! - trasecolò Knock Out.
-
In effetti è una futura
compagna di
vita, ma fa lo stesso - Starscream osservò la propria
immagine su una
superficie riflettente - Glielo proporrò davanti a Lord
Megatron quando lei e
Dreadwing avranno finito di lavorare. Vedi di esserci.
-
Sei sicuro? Insomma - Knock Out era basito - È
una cosa seria.
-
Da
quando l’ho incontrata la fortuna è dalla mia
parte. In
lei c’è il mio destino - ripeté anche a
Knock Out
quella sua personalissima
convinzione - Avendola al mio fianco diventerò finalmente il
comandante dei Decepticon, come avrei già dovuto essere!
-
Non capisco cosa c’entri Spectra con…
-
Non pretendo che tu capisca, prendi per buono quel che ti
dico - troncò il discorso Starscream - Le dirò
che ha la mia Scintilla davanti
a Lord Megatron e lei non mi dirà di no. Il suo desiderio
più grande è trovare
l’uomo della sua vita, giusto? Eccomi. Per di più,
questo darà a Soundwave il colpo
di grazia e magari mi darà meno fastidi nella conquista del
potere.
-
Quindi non lo fai per amore - disse Knock Out
- Lo fai per strategia.
-
Spectra mi piace - puntualizzò Starscream - In caso
contrario non sarei disposto a legarmi
per la vita, convinzione o meno, e non ci ho mai
nemmeno pensato con le altre femmes, però la conquista del
potere viene prima.
Ecco tutto.
Knock
Out annuì. - Ottimo proposito…
Appena
Knock Out ebbe finito di parlare arrivarono insieme
Spectra e Dreadwing. Come sempre da quando era tornata nonostante il
sorriso
sereno la ragazza aveva nei sensori ottici quell’ombra di
tristezza, datale
dall’indifferenza di Soundwave, ma cercava di non farlo
pesare a nessuno.
Certo, quando lo incontrava molte volte non riusciva ad evitare di
scoppiare a
piangere, dopo, ma non era colpa sua.
-
Piccola - immediatamente il seeker andò da lei, la strinse
e le diede un bacio - Tu e Dreadwing avete finito presto…
Il
secondo in comando dei Decepticon non commentò. Nemmeno a
lui piaceva quella coppia. Starscream, essendo più giovane
di Soundwave,
forse sarebbe stato più “giusto” per
Spectra, ma... no. Era
tutto quel che gli veniva in mente pensando a loro due insieme: "No".
-
Sì, infatti siamo qui...
-
Meglio così, anche perché adesso tu, io, Knock
Out e…
forse è meglio che venga anche tu,
Dreadwing... dobbiamo andare da Lord Megatron.
-
È successo qualcosa? - si preoccupò
Spectra.
-
No, è che dobbiamo fare una cosa.
Dreadwing
sollevò il sopracciglio e guardò Knock Out. Dalla
faccia che aveva, probabilmente sapeva di cosa stava parlando
Starscream. - Cosa
dovremmo fare davanti a Lord Megatron, esattamente?
-
Dai Dreadwing, pensaci
un po’ e ci arrivi - disse Knock Out, facendo un breve cenno
che
indicava Starscream e Spectra - Non è complicato.
Dreadwing
iniziò a capire e sgranò lentamente gli occhi.
Sperò che non fosse quel che pensava…
-
Io a dire il vero non ho capito - disse Spectra.
-
Capirai tra un po’. Andiamo, su! Ho una certa
fretta - disse il seeker prendendo per mano Spectra e quasi
trascinandola via.
Knock
Out, sempre ghignando, li seguì.
Lo stesso fece Dreadwing. Nonostante le sue speranze sembrava proprio
che invece fosse
come pensava lui: incredibilmente Starscream voleva impegnarsi
seriamente con
Spectra. Anzi, di più: dicendole che lei possedeva la sua
Scintilla davanti a
Megatron l’avrebbe presa come compagna di vita.
Finché terminazione non li avesse separati.
Se da un lato era un bene che volesse fare così sul serio,
dall’altro invece non lo era per niente!
-
Star, me lo vuoi dire?
Knock
Out alzò gli occhi al cielo. “Star”.
Ridicolo.
-
Sii paziente. So che per te è difficile, nonostante tu
sia piena di doti la pazienza ti manca, ma resisti ancora un
po’.
Dreadwing
avrebbe voluto prenderla e portarla via, o almeno dirle di non
accettare, proprio perché l'idea che Starscream si legasse a
lei più di quanto già fosse non gli piaceva
affatto. Per quanto la Nemesis fosse piena di pessimi soggetti e lui
stesso fosse tra loro, Starscream era comunque peggio di tanti nel suo
essere viscido, sleale, concentrato solo e unicamente su se stesso.
Difficilmente avrebbe potuto dare a Spectra quel che desiderava e
meritava, l'avrebbe solo resa una povera infelice in poco tempo. Il
discorso che Megatron faceva a se stesso peò valeva anche
per Dreadwing: non lo riguardava e doveva essere lei a decidere.
-
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno Starscream avrebbe
preso una compagna di vita? - bisbigliò Knock Out ai suoi
recettori uditivi.
-
Sempre se lei accetterà - ribatté piano Dreadwing
- Perché
Starscream potrebbe restare con un palmo di naso.
-
Perché dovrebbe dirgli di no? Per il suo grande amore verso
Soundwave? Sarebbe ridicola - disse ironicamente, e schioccò
la
lingua
contro il palato - “Amore amore amore” ma
è con
Starscream che si
diverte nella cuccetta, e parecchio, e lo sanno tutti. Ha cambiato idea
riguardo le
chiacchiere sul conservarsi del tutto innocente e pura per il compagno
di vita, mh? Meglio per Starscream, ma che piccola ipocrita.
-
Non
mi piace come parli di lei - lo avvertì Dreadwing - Non sono
cose che ti riguardano né intendo tollerare altre chiacchiere. Finiscila.
Knock
Out si zittì. Il tono del secondo in comando non gli
era affatto piaciuto.
L’intero
drappello entrò nella stanza. Con sommo piacere
Starscream vide che con Megatron, anche quella volta, c’era
Soundwave! Avrebbe
assistito alla scena dal vivo, sarebbe stato delizioso.
-
Com’è che siete venuti qui tutti in blocco? -
domandò
loro Megatron.
-
...tutti in blocco? - ripeté Soundwave, facendo
di tutto per
non guardare Spectra.
-
Lord Megatron, è che Starscream… -
avviò a dire Dreadwing, ma
non ce la fece a continuare e dopo quelle cinque parole
restò in silenzio.
Il
seeker avanzò verso Megatron, si inchinò e si
rialzò sorridendogli.
-
È
per renderLa partecipe di un momento gioioso, Lord
Megatron - disse, indicando Spectra con un cenno del capo.
Soundwave
sentì una
morsa gelida attorno alla Scintilla.
“No.
Tutto, ma non…”
-
Spectra… piccola - Starscream diede le spalle a Soundwave e
Megatron, inginocchiandosi davanti alla giovane cybertroniana e
prendendole le
mani.
Spectra
era frastornata, una parte di lei stava realizzando cos’era
che
Starscream voleva fare, ma nonostante questo sembrava
così assurdo!
-
Da quando ci siamo incontrati ho capito che in te
c’è il
mio destino. E che il tuo, nonostante tutto…- avrebbe voluto
dire “nonostante
Soundwave” ma non lo fece - È
in me. Io e te insieme possiamo fare grandi
cose. Io e te dobbiamo stare uniti perché è
giusto che sia così…
Megatron
diede un’occhiata a Soundwave. Tremava leggermente, non certo
di paura.
-
È
giusto come lo è che i Decepticon vincano la guerra,
è
giusto come lo è che sia l’energon a scorrerci
nelle vene. Tu hai la mia
Scintilla, Spectra, con la benedizione di Primus - il seeker
guardò Megatron - e
davanti a Lord Megatron, mio
signore e
comandante, tu hai la mia Scintilla.
Il
tempo sembrò dilatarsi all’infinito.
Dreadwing
continuava a sperare che non accettasse. Non
poteva diventare la compagna di vita di Starscream, lo riteneva
sbagliato, un errore grande come l'intera Nemesis.
Knock
Out non sapeva cosa pensare. Da un lato che quella
sciocca stesse con Starscream era pessimo ma da
dall’altro, se Spectra non avesse
accettato, il seeker non avrebbe fato una gran figura.
Megatron
era semplicemente basito. Starscream che si
impegnava seriamente? Impossibile, e che si impegnasse proprio con la
femme amata da Soundwave era il colmo. Inoltre, uno come Starscream
che c’entrava con una come
Spectra? Non andava bene per lei, era palese.
“Tu
non fare niente, sia mai!” pensò, lanciando a
Soundwave un’occhiata tale che al tecnico sembrò
di sentire i suoi pensieri.
Soundwave
era veramente sul punto di esplodere. Voleva
urlarle di dire di no, di rifiutare, perché lui
l’amava e non poteva essere la
compagna di vita di Starscream, perché aveva la sua
Scintilla!
Anche
stavolta invece, nonostante tutto, rimase in silenzio.
L’unica cosa che fece fu
pregare.
“Digli
di no. Non accettare, digli
di no!” pensò disperatamente.
Spectra
era più scioccata e confusa che mai. Quella era una proposta
ufficiale, proprio come quelle
nelle favole, e veniva da un mech attraente che la faceva sempre
stare benissimo, che la faceva ridere e che le era sempre accanto.
Perché non avrebbe dovuto accettare?
In
fondo, anche in quel momento, nessuno aveva protestato.
Soundwave era rimasto in silenzio…non gli importava proprio
niente, allora, era come diceva Starscream.
Aveva
già la formula con cui contraccambiare sulle labbra,
quando posò gli occhi sul tecnico. Era
un’impressione o
stava tremando? E se era davvero così, perché? Se
solo si
fosse tolto quel
benedetto visore forse Spectra avrebbe capito meglio cosa gli stesse
passando
per la testa.
Non
ne era sicura, ma le parve di vederlo scuotere
lievissimamente la testa, come a dire di no, di non accettare.
Era stata
un’allucinazione... o forse no?
Ad ogni modo, tanto bastò perché Spectra
prendesse una
decisione.
-
Starscream, tu mi piaci, e tanto. Però non posso accettare e
tu il perché dovresti
saperlo. Non vorrei farti del
male, ma proprio non posso! Mi dispiace, mi dispiace davvero - disse in
totale
onestà, e le dispiaceva tanto che dovette asciugarsi una
lacrima.
Lo
aveva
deluso, si vedeva, ed era triste per lui. Non avrebbe mai voluto
ferirlo
così, ma lui avrebbe potuto dirle prima quel che aveva in
mente di fare: lo avrebbe
dissuaso e lui non avrebbe fatto quella figura.
Il
seeker non disse nulla, si limitò ad alzarsi e ad
andarsene voltando le spalle a tutti. Knock Out, dopo essersi guardato
intorno,
se ne andò a sua volta, e nella stanza rimasero solo
Spectra, Megatron,
Soundwave e Dreadwing.
-
Non volevo ferirlo, mi dispiace - disse tristemente la
ragazza - Ma io non potevo proprio accettare. Se solo me
l’avesse detto prima di portarmi qui avremmo potuto
evitare... se non altro non sarebbe stato in pubblico…
-
Se non te la sentivi non è colpa tua - la
tranquillizzò
Dreadwing - Hai fatto bene.
-
Spectra, a dirla tutta io non sarei stato molto felice di
saperti compagna di vita di Starscream - ammise Lord Megatron - So che
non è affar mio ma ho sempre pensato che per te
non
andasse bene.
Soundwave
era tentato di mettersi a fare i salti di gioia.
Aveva rifiutato! Spectra aveva detto di no a Starscream!
-
Tu non… non dici niente, Soundwave? - disse Spectra
esitante.
Soundwave
si irrigidì. Anche se aveva detto di no a Starscream, il
problema
persisteva. Come Starscream non era degno di lei, nemmeno lui lo era.
“Dille
qualcosa o faglielo capire! Muoviti!” pensò
Megatron.
-
Se non te la
sentivi… hai fatto bene - ripeté il
tecnico
utilizzando la registrazione di Dreadwing.
Spectra
gli fece un sorriso
meraviglioso, era così felice che le avesse parlato ancora,
seppure sempre con una
registrazione!
“Nient'altro?!”
si disperò Megatron “Le
dici solo questo? Possibile che tu su questo fronte sia ancora
così cretino?!”
-
Sono felice che mi sosteniate ma forse è meglio che dopo
vada da lui… insomma, per cercare di chiarire che non volevo
fargli del male -
si preoccupò la ragazza.
-
Non è una buona idea - borbottò Megatron.
-
Non posso lasciarlo lì così - insistette lei -
Andrò da
lui dopo. Adesso però…
-
Adesso credo che Soundwave abbia qualcosa da dirti. Giusto,
Soundwave? - la interruppe Megatron.
Soundwave
trasalì. "Perché si mette in mezzo?!"
pensò, con un certo imbarazzo.
-
Dreadwing, andiamo.
-
Sì, Lord Megatron - obbedì Dreadwing, andandosene
con lui.
Soundwave
e Spectra rimasero lì fermi ad osservarsi per un
po’, in un silenzio
estremamente teso.
-
Vuoi dirmi qualcosa?
Era
questo il bello, ed al contempo il brutto, di Spectra.
Guardava sempre le persone dritto negli occhi, anche quando questi
erano
nascosti.
-
Mi dispiace
- ripeté Soundwave con la registrazione di
Spectra, dopo un po’ - Non
volevo… farti del
male… mi dispiace, mi dispiace
davvero.
Spectra
annuì. - Va bene - fece un piccolo sorriso - Quindi
d’ora in poi smetterai di ignorarmi, o di evitarmi?
"Perché
dev'essere sempre così diretta?!" pensò
lui. - …mi
dispiace -
ripeté ancora.
-
Ti perdono, però promettimi che non lo farai più.
Mi
dispiaceva quando lo facevi, specie perché, insomma, non
capivo il motivo…
Soundwave
aveva una gran voglia di andarsi a nascondere in
qualche buco e restare lì senza più
sortirne.
-
…non…più
- ripeté.
-
Promesso promesso?
-
…promesso.
Adesso
l’ombra di tristezza era sparita.
Indicò il suo visore. - Adesso hai
ricominciato a tenerlo sempre?
Soundwave
annuì lentamente. Fece per toglierselo, poi
cambiò idea, capendo di non sentirsela.
-
Era solo una considerazione, toglierlo o no è una decisione
solo tua - chiarì
la ragazza - Comunque hai visto? Adesso cammino molto meglio! Salto
anche molto
meglio guarda - fece un saltello ridendo - Vedi?
Sotto
il visore, alla fine, anche Soundwave sorrise.
***
Arcee
era sola.
Decisa
a cercare di fare qualcosa per risolvere la
brutta faccenda in cui era finita, stava andando da Wheel Jack. Era il
momento
più opportuno, perché Spectrus in quel momento
non era alla base e, a giudicare
dai radar, nemmeno nei paraggi.
Divorando
la strada arrivò fino alla Jackhammer, dove trovò
il demolitore intento a fare manutenzione alle armi.
Quando
la vide arrivare,
Wheel Jack fece un sospiro. Si immaginava che sarebbe venuta, dopo che
Spectrus
le aveva rivelato che lui sapeva di quel “piano”
che in realtà non esisteva
neppure.
Wheel
Jack iniziava ad averne abbastanza di tutta quella
storia. Era ovvio che con quel che lui e Spectrus avevano fatto
ad Airachnid non avrebbe mai potuto far “saltare”
Specter senza “saltare” a sua
volta ma a tutto c’era un limite e, tirandolo in ballo come
testimone di quel fatto solo per
tenersi il suo giocattolino, Spectrus l’aveva superato.
Quindi Wheel Jack
l’avrebbe “punito” a modo suo.
-
Wheel Jack, io e te dobbiamo parlare.
-
Lo so.
La
sorprese quella sua loquacità. Che avesse in mente
qualcosa, anche lui? Dopotutto aveva dimostrato di essere bravo negli
intrallazzi quasi quanto Spectrus, e Arcee conoscendolo non
l’avrebbe mai
detto.
-
Sapevi del piano di Spectrus.
Wheel
Jack si guardò intorno, per poi alzare gli occhi al
cielo. - Tu pensi ancora che Spectrus avesse davvero un piano? Se
è così non
hai capito com’è fatto.
Arcee
gli si avvicinò minacciosamente, guardandolo senza
capire. - Che intendi dire?
-
Quella storia del piano era una cazzata -
le rivelò Wheel Jack - In realtà Spectrus voleva
veramente lasciarti lì, e
l’avrebbe fatto se per un incidente il suo altro
giocatotlino, perché tu per
lui sei questo e nient'altro, non fosse fuggito costringendolo a
venirti a
salvare.
Ogni
parola di Wheel Jack era una conferma ai peggiori
timori della guerriera, ogni conferma era una stilettata. -
Il…il suo
“altro” giocattolino?
-
Airachnid.
Arcee
si sentì gelare.
Allora era vero.
Allora quel che
Spectrus aveva detto quella volta era tutto vero e lui era davvero un
bugiardo, un mostro a cui non importava niente di nessuno se non se
stesso.
Un mostro che l’aveva sempre ingannata e che ora la teneva in
pugno.
Un momento: Spectrus aveva detto che Wheel Jack sapeva del piano e solo di
quello, che a quanto pare non esisteva
nemmeno. Cos’era quella storia di Airachnid?
Com’era che sapeva anche quello?
-
Tu come sai di Airachnid?
Wheel
Jack parve esitare ma alla fine decise che ora che
aveva iniziato doveva andare fino in fondo con le sue rivelazioni. Che
se la
vedesse Spectrus poi, con Arcee, si disse, anche se lui stava
rischiando grosso.
Specter sarebbe stato capace di terminarlo e farlo sembrare un
incidente…
-
L’ho colto sul fatto. È stato quella volta in cui
avete
perso Star Saber.
-
Da quel momento…- allibì Arcee -
Perché non hai detto
nulla? Perché?!
Wheel
Jack abbassò gli occhi. - Mi sono fatto
incastrare. Ce la siamo… divisa, diciamo
così - si mise ad affilare la spada -
Airachnid.
Arcee
era assolutamente disgustata, anche se si trattava
della sua peggior nemica. - Ve la siete divisa nel senso che
penso?
-
Sì. Sarà sgradevole ma le cose stanno
così e non cerco giustificazioni per questo, non ce ne sono.
-
Wheel Jack, amico mio, ma quanto parli…
Entrambi
trasalirono nel sentire la voce di Spectrus. Altro
che “non era nei paraggi”, si era semplicemente
schermato. Era stato un test.
Arcee
indietreggiò verso la Jackhammer, mentre Spectrus si
avvicinava a lei e Wheel Jack.
-
Tienila.
Wheel
Jack si trovò a dover obbedire a
quell’ordine secco, al quale era sottintesa una minaccia di
morte
certa se non
fosse stato eseguito. Il demolitore sapeva di aver tirato troppo la
corda e
per di più era stato scoperto. Non aveva voglia di essere
terminato quel
giorno, e Spectrus ci sarebbe riuscito di sicuro. Quindi era meglio
dargli
retta, per quanto non gli piacesse, per quanto vigliacco potesse
sentirsi, per quanto quel comportamento potesse non essere "da lui". Ma
d'altra parte, quand'era stato se stesso in quel periodo?
-
Lasciami immediatamente! Wheel Jack, lasciami,
maledizione!
-
Non credo che lo farò.
Spectrus
giocherellò pigramente con una granata, lanciandola
da una mano all’altra. - Per un attimo il cervello ti si
è spento ma noto che
ora funziona di nuovo.
-
Hai passato il limite. Non avresti dovuto mettermi in
mezzo, come da accordi!
-
Che devo dirti, Wheel Jack, magari troviamo un modo per
rimediare. In fondo la grotta dove tenevamo Airachnid adesso
è libera, a Prime
diciamo che “Oddio Arcee è scomparsa
chissà dove muoio di dolore ahimé” ed
ecco fatto che abbiamo un nuovo giocattolo - Specter fece spallucce -
Tutto
sommato non va male neanche così.
-
Sei
un essere orribile! Fai schifo! Sei peggio dei Decepticon! Sei
diventato peggio di quelli che ti hanno ucciso la famiglia! -
gridò Arcee.
-
Tesoro, tu sai come la penso: si deve fare quel che si ha voglia di
fare senza rimuginare troppo. Cose come giustizia, moralità,
misericordia, bontà, sono tutte stupidaggini - disse
Spectrus - Quando si è in guerra non esistono, e guarda un
po', noi siamo un guerra da un pezzo. Tutti
quanti si atteggiano da santi per poter fingere con se stessi di essere
un po'meglio di chi hanno di fianco, ma in realtà
è come
dico io.
In certe condizioni, con i mezzi giusti e con più coraggio,
non
ce n'è uno, uno,
che
si comporterebbe in modo diverso da me. La sola differenza tra me e il
resto è che io, pur mentendo su tutto il resto, accetto
questa
verità e agisco di conseguenza. Allora Wheel Jack?
Già siamo compromessi, "una femme
più o una meno", "Tanto ormai", eccetera eccetera, non serve
neanche dire
altro.
Non
era quel che Wheel Jack aveva avuto in mente
all’inizio.
Wheel Jack avrebbe voluto far finire tutta quella storia, ma tirare
fuori il proprio lato peggiore era stato disgustoso e stimolante allo
stesso tempo, e lui e Spectrus avevano fatto da poco la
figura degli eroi. Per di più, Spectrus aveva trovato un
giacimento di energon
ricchissimo di cui non aveva parlato a nessuno se non a lui. Seguirlo
dava qualche vantaggio e, come aveva detto lui, "Già siamo
compromessi".
-
Non era quel che avrei voluto ma d’altra parte ormai siamo
in ballo.
-
Quindi balliamo. Ottimo ragionamento, amico mio.
Portiamola alla grotta.
Arcee
si divincolò disperatamente, ma quando anche Spectrus
aggiunse
la sua stretta a quella di Wheel Jack non poté fare nulla. -
Wheel Jack, non
ascoltarlo! So quello che hai fatto ma voglio credere che tu sia meglio
di così, sei un Autobot come me, sei il miglior amico di
Bulkhead, non dare retta a questo mostro!
Arcee
gridò di dolore
quando Spectrus le ruppe il comm-link.
-
Che ingenua - scosse la testa - Non hai ancora aperto gli
occhi, tesoro?
-
Bastardo - sibilò la guerriera.
Improvvisamente
il terreno sotto i due mech cedette, entrambi
cadendo persero la presa e dalla terra spuntò fuori
Airachnid,
decisamente
furiosa. Alla fine era riuscita a ripararsi da sola, forma ragno
compresa, quindi dopo quell’attacco sotterraneo
Spectrus e
Wheel Jack si trovarono ad
affrontare ben tre insecticon.
Arcee,
approfittando della confusione, intendeva
darsi alla fuga. Voleva tornare alla base e dire tutto, però
sarebbe stata la parola di
Spectrus e Wheel Jack contro la sua. Avrebbero potuto dire che si era
inventata tutto
perché magari Spectrus scoperto il
“tradimento” l’aveva lasciata e lei
voleva fargliela pagare, o chissà cos'altro.
-
Alla fine anche tu hai capito cos’è
quell’uomo.
Arcee
tirò fuori le lame.
La cosa sorprendente era che
Airachnid non sembrava avere minimamente voglia di saltarle addosso.
-
Voleva farti la stessa cosa che ha fatto a me. Ti ucciderei sempre
volentieri, ti farei ancora quel che avrei voluto farti molto tempo fa
e te lo meriteresti, visto quello di cui mi hai privata... ma adesso
non è il momento. - diede
un’occhiata alla battaglia - Andiamocene.
-
Che?! Io con te non ci vengo, strega assassina!
-
Ti rovinerà con tutti gli altri Autobots, Arcee, sai che lo
farà. Io però voglio trovare un modo per rovinare
lui -
Airachnid socchiuse
gli occhi con aria
omicida - Sei stata vicino a lui, potresti sapere qualcosa di utile,
magari pensandoci in due ci arriveremo prima.
-
Non intendo darti retta!
-
Ti rovinerà e ti ucciderà. Se non è
questo che vuoi, ci conviene andare
via adesso - si trasformò in ragno e zampettò via
- Tra lui e la sorella non so
chi odio di più.
-
La sorella? - Arcee, resasi conto che forse Airachnid pur essendo Airachnid non aveva
tutti i torti, si trovò a seguirla anche presa
dalla curiosità.
-
Immaginavo che non lo sapessi. La piccola storpia che probabilmente ora
è di nuovo nella Nemesis è sua
sorella. Spectra Specter - ringhiò - Sembra tanto
dolce,
carina e indifesa con la sua aria da “Oooh vengo dal mondo
delle favole”, ma
in realtà non è affatto innocua.
Si
stavano allontanando sempre di più.
-
Credo di averla
vista. Sua sorella… perché non ha mai detto di
lei?
-
Credo che la mandi a fare spionaggio al posto suo - disse la vedova
nera - A quanto ho capito le aveva ordinato di rubare dei dati ma lei
non era
d’accordo, quindi non so se gli darà retta.
Accelera.
Alla
fine corsero via più lontano che potevano.
I
due mech
alla fine erano riusciti a battere gli insecticons, ma era troppo
tardi: le due femme se
n’erano andate.
-
Schifoso insetto - sibilò Spectrus.
-
Arcee via con Airachnid! questa poi - commentò Wheel Jack.
-
Sarà sufficiente per rovinarla. Va bene così -
disse
Spectrus.
Wheel
Jack decise di tentare un altro colpo di testa. - Potrei dire a Prime
la verità. Un po’romanzata e con me
che “ho tentato di salvarla da te”. Se Arcee
tornasse e raccontasse tutto sarei nei guai!
-
Mettiamola così, Wheel Jack, se stai zitto ti rimedio una
compagna - ebbe solo una breve esitazione.
Tanto
quella era l’ultima missione
di Spectra e Wheel Jack era troppo compromesso per aprire bocca su di
lei
prima del tempo.
-
Una compagna?
-
Ho una sorella...
|
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
TSB16
Starscream
non era nuovo all’energon extra forte.
Finì
l’ennesimo cubo e lo gettò lontano, ancora in
preda
all’ira per il rifiuto.
Come
aveva osato? Lui le aveva riparato la gamba e
le era sempre stato vicino! Lui l’aveva aiutata con la
riabilitazione, lui si
era sorbito i suoi piagnistei perché Soundwave la evitava!
Lui era quello che
l’aveva iniziata al piacere... eppure Spectra
aveva osato rifiutarlo, facendogli fare la figura
dell’imbecille davanti a Megatron e gli altri. Come si era
azzardata a fare una
cosa del genere? Nessuna rifiutava Lord Starscream, nessuna!
Com’era
possibile che preferisse quel muto? Era del tutto inconcepibile.
Non era quella che voleva “l’uomo della
vita”, lei?
Non era quella che sognava la proposta ufficiale come nelle favole? Lui
aveva fatto proprio così, era stato pronto ad impegnarsi
seriamente, a prendere una
compagna e lei non aveva capito quanto era stato grande quel gesto, per
uno come lui. Lei
gli aveva detto mille e mille volte di essere
innamorata di Soundwave, sicuro, ma poi con chi era che divideva il
letto? Con lui, Starscream, ed era
sicurissimo
che in quei momenti Soundwave fosse ben lontano dalla mente di Spectra.
Poco
contava che lei all’inizio dicesse di no, perché
poi si era dimostrata
sempre facile da convincere, e i "No" dei primissimi tempi, quando lo
rimproverava per i baci, erano diventati "Sì" per ben altro.
"Sempre
facile da convincere... diciamo quasi
sempre. Non ci siamo connessi".
Dopo
quell’umiliazione il processore di Starscream, forse
anche spronato dall’energon extra forte, iniziò a
formulare il pensiero che un
risarcimento fosse d’obbligo. Era ancora del tutto
cosciente di quel che faceva, ma la rabbia e un bel principio di
sbornia
sono
sempre una combinazione estremamente pericolosa.
-
Starscream?
Il
seeker alzò gli occhi. Eccola lì.
D’altra
parte, da quando l’aveva conosciuta, Spectra aveva sempre
dimostrato di
avere un tempismo perfetto.
La
ragazza si fece strada tra i cubi di energon vuoti che
Starscream aveva lanciato via mano a mano che li aveva finiti.
-
Non è bene bere così tanto.
Sembrava
dispiaciuta. Sembrava compassione
quella
che Spectra aveva sul viso. L’aveva umiliato in quel modo
osava pure compatirlo! Come se non fosse stata tutta colpa sua e del
suo
rifiuto!
-
Quanto bevo non è un tuo problema - gettò via
l’ultimo
cubo di energon e si alzò, barcollando un po’ - Ho
tutto il diritto di bere
quanto mi pare.
-
Ma ti fa male…
Ora
si metteva anche a dirgli cosa era male per lui e cosa
no. Quello era proprio il colmo!
"Ma
adesso la farò smettere di farmi
la paternale!"
L’avrebbe
fatta strillare fino a farle perdere la voce, al
momento del sovraccarico.
-
Non quanto farà male a te.
-
In che senso?
La
sua frase preferita: “In che senso?”.
"Lo capirai presto, il
dannatissimo senso!"
Nonostante
il principio di sbornia la forza e la velocità
del seeker erano ancora intatti, e non gli ci volle molto a prendere
Spectra
per il collo e sbatterla contro la parete.
-
Dopo
la figura che mi hai fatto
fare pretendo un risarcimento - strappò via il pannello che
le
proteggeva la valvola - Ed è il minimo, maledetta piccola
ingrata!
Spectra
non se l’aspettava, non da lui. Era
così scioccata, spaventata e confusa che non ebbe
nemmeno la forza di minacciare di dargli i suoi famosi due ceffoni.
Cosa
stava facendo Starscream, che gli era preso, perché faceva
così?!
"Lui...
lui dovrebbe volermi bene, aveva sempre dimostrato di volermi bene, perché?..."
-
S-Starscream, non lo fare… non sei in te!
-
Sono più in me di quanto lo sia stato da un bel pezzo,
invece - sogghignò - Avrei dovuto farlo prima. Avrei dovuto
trattarti come la piccola puttana che sei e avrei
dovuto lasciare quell’accidenti di gamba com’era,
non valevi lo sforzo. Ti
rendi conto?! Ti avrei presa anche se sei una storpia e tu ti sei
azzardata a rifiutarmi, invece di dirmi grazie ed essere felice che ci
fosse un'anima buona a volerti -
sibilò il
seeker.
Spectra
non ci poteva credere, tanto che cedette alle
lacrime. Starscream le stava dicendo delle cose orribili e quel che
voleva
farle lo era anche di più. Aveva lasciato perdere che Knock
Out volesse tagliarle la
testa, aveva perdonato Airachnid che voleva ucciderla perché
quelle, venendo da due
come loro, erano cose quasi normali, ma il mech che
l’aveva fatta ridere, le
aveva regalato i fiori, l’aveva curata, l’aveva
sempre fatta stare bene, di cui
si fidava, come poteva volerle fare questo?!
-
Hai rifiutato la mia proposta ma sarai costretta ad
accettare qualcos’altro - ringhiò Starscream -
Peggio per te. Avresti potuto
avere tutto, e invece-
Starscream
si sentì afferrare da qualcosa e tirare indietro
per poi essere lanciato con tale forza contro il pavimento da far
incrinare un’ala. Subito dopo iniziò ad arrivare
una
scarica di colpi di varia natura che sembrava non
avere mai fine. Lo stavano infilzando, pestando, gli stavano sparando
addosso! Non capì cosa fosse a stringergli la gola tanto da
rompere
alcuni cavi del collo finché quando la vista si
schiarì non si trovò davanti il
liscio schermo visivo di qualcuno che conosceva bene. Era Soundwave
quello che
lo stava pestando tanto da iniziare a dubitare che sarebbe
sopravvissuto, il
dolore era atroce.
-
Non è di Spectrus Specter che dovrai avere paura
d’ora in
poi - lo sentì affermare - Non dovevi toccarla. Non dovevi.
Era
talmente furioso e preso a massacrare di botte
Starscream da non pensare alla povera giovane femme sul
pavimento,
ancora sconvolta e tremante, che osservava la scena con gli occhi
sgranati
dalla paura.
Aveva visto suo fratello uccidere dei mech a sangue freddo, aveva
assistito al pestaggio di Knock Out e alla terminazione di due
insecticons
senza accusare troppo il colpo e in passato aveva visto anche cose
peggiori, ma tra quel che era successo prima (soprattutto) e la rabbia
di Soundwave, così profonda che si percepiva
nell’aria, Spectra si sentiva sul
punto di crollare mentre, non trovando
più il pannello, si copriva la
valvola esposta con una mano.
Assisteva impotente a quell’esplosione di violenza
inaspettata, talmente
scioccata da non accorgersi che anche Dreadwing era entrato nella
stanza.
Il
secondo in comando era stato attirato da gran rumore e dalle urla di
Starscream, la prima cosa che aveva visto al suo arrivo era stata
Soundwave che
massacrava il seeker e aveva pensato di fare qualcosa per fermarlo, poi
aveva
guardato più in là…
-
Spectra!
Corse
da lei, e mentre lo faceva
quasi inciampò nel pannello. Lo raccolse e diede
un’occhiata a Soundwave e Starscream,
iniziando ad intuire cosa potesse essere successo.
Megatron lo aveva detto, a lei, che andare a parlare con
Starscream non era una buona idea. Spectra avrebbe fatto meglio a
dargli retta.
Dreadwing sperò solo che Soundwave non fosse arrivato tardi.
Non si curò di dirgli che non poteva terminare Starscream
senza l’ordine di Megatron, era convinto che nonostante la
rabbia non l’avrebbe
fatto. Soundwave non sarebbe mai andato contro il loro leader, che
comunque una
volta saputo quel che aveva tentato di fare Starscream sarebbe stato
pienamente
d’accordo con quella punizione.
In
ogni caso la priorità in quel momento era portare via
Spectra, in evidente stato di shock.
-
Spectra, sono io, Dreadwing. Capisci quello che dico?
Lei
tremava ancora. Fece un piccolissimo cenno d’assenso.
-
Ti porto via da qui - disse il secondo in comando,
prendendola in braccio e uscendo con lei.
Doveva
decidere cosa fosse meglio
fare, portarla subito a farla riparare o lasciare che si calmasse
coprendola temporaneamente con qualcosa? Alla fine decise per la
seconda
opzione.
La
portò nel proprio alloggio, prese una specie di telo, la
fece mettere sulla cuccetta e ce l’avvolse, poi
andò a prendere dell’energon e
una miscela calmante.
La
ragazza si era stretta ancor di più nel telo.
-
Va tutto bene. Bevi questo - disse Dreadwing.
La
aiutò a portarsi la miscela alla bocca dato che le mani le
tremavano ancora, e
le fece bere tutta quanta la dose.
-
Va tutto bene. Va tutto bene - mormorò, tenendola tra le
braccia.
Come
aveva potuto Starscream volerle fare del male, proprio lui che
voleva prenderla come compagna di vita giusto qualche ora prima?
-
D-Dreadwing - la sentì sussurrare.
-
Dimmi tutto. Hai bisogno di altro? Tu dimmelo e io te lo
faccio avere.
In
tutto quel delirio Spectra aveva assorbito
un’informazione che le giungeva del tutto nuova.
Quel che aveva detto
Soundwave… già, aveva parlato, era
incredibile…
-
Perché Starscream ha p-paura di Spectrus Specter? Soundwave
gli ha d-detto che non è più di Spectrus che
dovrà avere paura d’ora in
poi… p-perché gli ha detto così?
Dreadwing
la guardò, perplesso. Domanda strana ma era meglio
accontentarla in tutto e per tutto, in quelle condizioni.
-
Spectrus Specter gli dà la caccia perché
Starscream ha
sterminato la sua famiglia. Non avrebbe dovuto farlo. Megatron era
alleato con gli Specter ma Starscream se lo dimenticò e fece
quel che ha fatto.
Altro
shock si aggiunse allo shock.
L’incubo che aveva avuto
allora era vero. Era stato davvero Starscream ad ucciderle i genitori, Starscream, lo
stesso che l’aveva quasi stuprata.
E le aveva riparato la gamba.
E fatta ridere.
L’uomo che aveva imitato Mr.Capra per lei, con cui era quasi
andata a letto era l’assassino della sua famiglia.
Quando
era troppo era troppo.
-
Spectra?... è svenuta - si allarmò
Dreadwing.
Poverina,
quel
che era successo era stato davvero troppo, si disse.
Se
Dreadwing avesse saputo del resto…
***
-
Ancora non ci credo. Come ha potuto fare una cosa simile?
D’accordo, tra me e Arcee ultimamente non andava
granché bene, tant’è vero che
avevamo deciso di lasciarci così che lei andasse con un
altro uomo, se era quel
che voleva… - Spectrus guardò Optimus Prime, che
trasalì leggermente - Ma
sembrava una decisione presa in perfetto accordo, invece
guardate che ha
fatto!
Specter
recitava alla perfezione la parte dell’uomo scioccato e
confuso, davanti a quelle registrazioni video opportunamente tagliate e
rimontate che mostravano l’attacco degli insecticons ed Arcee
che se ne andava
(di sua spontanea volontà) insieme ad Airachnid come se
fossero state due
vecchie amiche. Spectrus rifletté sul fatto che fosse stato
un bene pensare di
registrare tutto, alla fine era tornato utile. Le precauzioni non erano
mai
troppe.
Gli
Autobots erano senza parole. Non era possibile! Eppure le
registrazioni parlavano chiaro: Arcee ed Airachnid se n’erano
andate insieme.
Optimus
Prime non credeva ai propri sensori
ottici.
"Perché
mai Arcee avrebbe fatto una cosa simile?!"
Non
poteva essere
per il motivo che aveva detto Specter, non soltanto per quello, almeno.
Prime
era certo di avere una grossa parte di colpa in tutto ciò.
Non avrebbe
dovuto baciarla e farle capire tutto quel che c’era da
capire, così lei e
Spectrus non avrebbero avuto problemi e lei sarebbe rimasta alla
base!
E se
fosse stato per lui che se n’era andata? Per non trovarsi a
dover gestire una
situazione che sicuramente sarebbe stata pesante? D’altra
parte lui era sempre
il capo e Specter probabilmente avrebbe reso loro la vita difficile.
Non che
Optimus avesse paura di Spectrus, ma di certo l’enorme mech
blu e nero non
avrebbe lasciato che la cosa passasse sotto silenzio.
Però…
Airachnid! andarsene con Airachnid!
Quelle due erano nemiche giurate come lui e Megatron, se non peggio.
-
Ultimamente Arcee… non ho capito cosa le stesse prendendo,
ecco
- intervenne Wheel Jack - Stava avendo dei comportamenti strani.
Ho tenuto per me i miei pensieri finora, lei è sempre stata
un
ottimo
elemento, ho solo pensato che fosse confusa in fatto di mech.
-
In che senso? - gli domandò Spectrus, stavolta sorpreso
davvero.
-
Non so come dirtelo - Wheel Jack assunse
un’aria un po’imbarazzata - Forse l’ha
fatto perché sa che siamo abbastanza
amici e pensava che sarebbe stata una vendetta o qualcosa del genere,
ma Arcee era venuta da me in cerca di connessione.
-
Veramente, Jacky? - si stupì Bulkhead.
Wheel
Jack annuì.
Spectrus
pensò con una certa soddisfazione che Wheel Jack, con la
promessa di una compagna, stava tirando fuori il meglio di
sé.
-
Non credevo ai miei recettori uditivi quando se
n’è
uscita con quella storia, io naturalmente ho rifiutato, era palese che
ci
fosse qualcosa che non andava.
-
Decisamente, direi. Vedi a non lasciarsi fare i check up
quando servono - brontolò Ratchet - Se lo avesse fatto avrei
potuto rimediare
ai danni che aveva nel processore. Andarsene con Airachnid! Lei! Tailgate si
sta rivoltando nella tomba, sempre che quella abbia lasciato qualcosa
che si possa rivoltare, s'intende!
-
Arcee non ha danni nel processore, se ha fatto quel che ha
fatto ci deve essere una ragione valida - disse duramente Prime.
-
Magari non ha retto alla tensione - disse Spectrus in tono
gelido - Una delle tue tante colpe, Optimus Prime, perché
l’altro uomo per cui
ci siamo lasciati eri
proprio tu, che a detta sua le hai fatto capire di
provare qualcosa per lei - sarcastico, batté le mani -
Complimenti. Ottimo lavoro.
Guarda che ha fatto! Poi venite a parlare a me di danni?
Gli
occhi di tutti si fissarono su Optimus.
A
Ratchet
suonava stranissimo. - Optimus,
è
vero?
Optimus
evitò di guardarlo in faccia. - Sì.
Silenzio
totale.
-
Optimus, tu sei un Prime - disse lentamente Ratchet - Non
è bene che… insomma, siamo in guerra. Lo sai.
Nella tua posizione… e poi hai
sempre avuto un perfetto controllo di te stesso!
-
Essere un Prime e avere un certo autocontrollo non
significa essere privi di emozioni - ribatté Optimus, con
espressione quasi
addolorata - E ad alcune di queste, per quanto si provi, non
si può andare
contro.
-
Evita questi sciocchi discorsi intrisi di retorica,
Optimus - disse seccamente Spectrus - La verità è
diversa. Il tuo ragionamento
è stato molto semplice, hai pensato che in quanto Prime
potessi tranquillamente
allungare le mani su una femme impegnata senza conseguenze e
l’avresti pure
fatta franca, se Arcee non fosse crollata mettendosi in pericolo come
ha fatto.
Spectrus si voltò verso gli altri, la cui fiducia verso il
comandante tra gli
ultimi insuccessi, i nuovi avvenimenti e le parole di Spectrus Specter
che
suonavano così precise e sensate stava
cominciando a vacillare un po'.
-
E
mettendo in pericolo anche tutti noi - continuò - Se
Airachnid trovasse il modo di far
parlare Arcee sulla posizione della nostra base,
quell’insetto ci farebbe
attaccare in massa dagli insecticons o venderebbe
l’informazione a Megatron
in cambio di protezione! Tutto questo per colpa della tua arroganza,
Optimus
Prime.
“A
riprova del fatto che i plebei ed il potere non collimano”
pensò “E
nemmeno i plebei e la furbizia”.
Optimus
sentiva addosso gli occhi di tutti. Lo guardavano
sorpresi, delusi… in quel momento, quella detta da
Spectrus sul suo conto sembrava la realtà
assoluta. Magari non aveva mai pensato “Io sono un Prime
quindi faccio
quel che mi pare” ma aveva comunque messo gli occhi addosso
ad
una donna
impegnata.
Indietreggiò
e voltando le spalle a tutti se ne andò senza
dire una parola.
-
Chiara ammissione di colpevolezza - commentò Spectrus -
Ammetto che non mi è stato mai granché simpatico,
ma tutto pensavo
meno che…insomma, Optimus si è proposto un
po’come l’Anti-Prime.
Uomo retto, di sani principi,
senza grilli per la testa e privo dell’arroganza tipica di
coloro che
avevano avuto il
titolo di Prime fino a quel momento - sospirò - Questo
è il brutto del potere. Dopo un po’ finisce
per corrompere.
Ratchet
avrebbe voluto rispondere a tono ma non riuscì a
dire una parola, come tutti gli altri.
“Si
sta dando da fare” pensò Wheel Jack “Non
gli basta
rovinare Arcee, mettere discordia nella base e fare danni di ogni
sorta, vuole
rovinare anche Optimus e magari prenderne il posto.
Chissà… magari con i suoi
metodi potremmo davvero combinare qualcosa. Comunque sia faccio meglio
a starmene
zitto, specie perché tra poco diventerà mio
cognato!”
Spectrus
era stato convincente nel presentargli il
“pacchetto”.
“Ha un difettuccio ad
una gamba, ma chi se ne importa
davanti al resto? Spectra è giovane, carina, molto dolce e
mansueta, adattabile, con buone conoscenze mediche e tecniche, nobile e
per lei saresti il primo in assoluto in tutto e per tutto! Un vero
tesoro per qualunque mech. Per di più
prendendola come
compagna di vita prenderesti il cognome degli Specter, come da
tradizione nel
caso la donna sia di dinastia nobile, e lo diventeresti anche tu per
acquisizione”.
Sembrava
un buon affare e, a
detta di Spectrus, sua sorella l’avrebbe accettato
immediatamente senza fare
storie, sarebbe bastata qualche moina. Il suo desiderio più
grande era di
trovare un compagno di vita, così gli aveva detto.
-
Certo che Specter è convincente - bisbigliò
Bulkhead al
suo orecchio - ha fatto apparire Optimus come un…
-
Anche se è il nostro comandante, quando sbaglia,
sbaglia - ribatté Wheel Jack.
-
Ti ha convinto in pieno, vedo - commentò Bulkhead.
Wheel
Jack fece spallucce, uscendo seguito dall’amico.
-
I fatti sono quelli che sono.
-
Jacky, se ci fosse qualcosa che non va me lo diresti,
sì? - lo sguardo del demolitore per un attimo divenne molto
penetrante - Siamo
ancora migliori amici. Giusto?
“Vorrei
che fosse così, Bulk, ma sono coinvolto in cose
troppo grosse che non ti piacerebbero, e ormai non credo di poter
uscire
dal giro”.
-
Ovvio, vecchia carcassa - gli diede un pugno sulla spalla
- Ovvio che lo siamo! Andiamo a farci una corsa, ci stai?
-
Veramente con quel che è successo non me la sento
granché - disse Bulkhead, abbattuto - Arcee... che le
è preso? E anche
Optimus…
Ratchet
e Spectrus erano rimasti soli. Gli altri erano
andati via, come avevano fatto Bulkhead e Wheel Jack.
-
Qualche problema, dottorino?
-
Non me la racconti giusta. Per quanto i fatti… -
sbuffò.
-
“Per quanto i fatti mi diano pienamente ragione”.
Dottorino, se il tuo Santo Optimus non è poi così
santo non è colpa del
sottoscritto. Togli il paraocchi, una volta tanto.
-
Non chiamarmi dottorino. Sono certo che Optimus abbia
una spiegazione logica per questo.
-
Allora poteva darla, quella spiegazione, invece di
andarsene con la coda tra le gambe. Quell’atteggiamento
significa solo una
cosa: colpevole
- iniziò a muovere ritmicamente le dita
della mano destra sulla superficie metallica del ripiano - A dirla
tutta, se non
è in grado di fare il comandante sarebbe meglio che lasci il
posto a qualcuno
che invece ne è in grado.
-
Tipo te? È a questo che vuoi arrivare?! - ringhiò
Ratchet.
-
Non vedo perché no. Senza falsa modestia, ho tutto quel
che ci vuole - aggiunse - Quindi, se qualcuno dovesse avanzare
pretese
per il
posto di comandante, potrei essere solo io. Naturalmente non intendo
rovesciare Optimus, ma nel caso dovesse servire, dottorino…
io sono qui.
***
Arcee
non si sarebbe mai fidata di Airachnid. Non sarebbero
mai diventate amiche, non dopo quel che la vedova nera le aveva fatto,
ed era
evidente quanto quella tregua temporanea pesasse a entrambe.
Avevano
messo insieme tutte le informazioni che possedevano
sugli Specter per vedere cosa avrebbero potuto ricavarne. Da quel che
Arcee
aveva capito i due fratelli erano come il giorno e la notte, ma Spectra
era
fortemente influenzata da Spectrus tanto da fare cose che non avrebbe
mai
voluto fare.
Aveva
saputo anche delle violenze di Spectrus su
Airachnid. Alla vedova nera ammettere quel che le era successo era
costato
molto ma aveva goduto abbastanza nel vedere la faccia di Arcee per la
quale ogni parola
era una stilettata in piena Scintilla: ognuna di esse le faceva
comprendere maggiormente chi fosse il mostro con cui era andata a letto.
-
…basta così! Non ho bisogno di sapere altro.
-
Ammettilo, te la stai godendo sapendo quel che mi ha fatto
il tuo fidanzato. Ex.
Arcee
le lanciò un’occhiata tagliente. - Tu potresti
ricavarne
piacere ma a me, da femme o anche solo da persona per bene, quel che ti
ha fatto mi disgusta. Anche se
sei tu. Anche se tu in passato hai fatto altrettanto e probabilmente
avresti voluto farlo a me.
-
Non
lo nego, anche se ormai mi hai tolto metà del piacere,
essendo
stata così sciocca da lasciarti portare a letto da lui.
A quest’ora
Specter ti avrà già rovinata, facendo credere chissà cosa ai tuoi amichetti -
commentò la vedova
nera - Mi immagino la recita. Quel tizio ha in mente grandi cose. Come
minimo vorrà prendere il posto di
Optimus.
-
Non ce la farà! - esclamò Arcee - Glielo
impedirò!
-
L’idea è quella. Non che a me di Optimus Prime
interessi,
a me interessa vendicarmi. Ora tutto sta a trovare il modo…
magari passando
attraverso sua sorella - rifletté Airachnid - Spectra
Specter sa benissimo
com’è fatto suo fratello e sa anche cosa mi
è successo, entrambe le volte: ha
riconosciuto la mano. Se riuscissimo a prenderla e convincerla a dire a
tutti…
-
Se idolatra il fratello come mi hai detto non penso che lo
farà.
-
Se le
facessimo capire che Spectrus la usa e basta e
che tutto intende fare meno che del bene direbbe la verità.
Sono
piuttosto sicura, è più sciocca perfino di te.
Per
di più non è la sola cosa
“scottante” che
Spectra non sa, e che Spectrus
avrebbe potuto evitarle: l’ultima volta che l’ho
vista
aveva a che fare nientemeno
che con Starscream, l’assassino della sua famiglia. Sai che
ridere se perdesse
l’integrità proprio con lui - sogghignò
Airachnid,
senza pietà.
-
Non c’è niente di divertente - sbottò
Arcee.
Airachnid
rise. - Lo dici tu! Dobbiamo
solo trovare il modo di parlarle.
-
Almeno sai dove possa essere?
-
O è ancora con Starscream o è nella Nemesis -
disse Airachnid - Ci sono solo queste due alternative.
-
Se Spectra è come l’hai descritta non so cosa stia
a fare lassù con i Decepticon, e Soundwave innamorato
è una cosa che ha
dell’incredibile. Allora prova emozioni sul serio.
-
Non
glielo dirà mai. In cose simili si è rivelato un
disastro
- rise malignamente - E più ci penso più
ci godo.
Arcee
fece una smorfia. - Una volta che la verità sarà
venuta a galla…
-
Farò fuori entrambi - concluse Airachnid - Sia Spectrus
che Spectra. Nonché te. Devi pagare per tante cose.
-
Non ci riuscirai mai - affermò Arcee - E non te lo
posso permettere! Fai quel che ti pare con Spectrus ma non toccare sua
sorella.
-
Prova ad impedirmelo, cara. Ti conviene stare molto calma.
Arcee
si voltò e vide dietro a sé cinque insecticons.
-
Stai molto calma - ripeté Airachnid - Fai quel che ti dico
ed andrà tutto
come deve andare. Ora non ti varrà fatto del male ma fai
qualche mossa
stupida e morirai adesso, invece che dopo.
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
TSB17
Da
quando si era ripresa, Spectra aveva assunto esattamente
cinque dosi piene di miscela calmante.
Se non altro le mani avevano smesso di tremare e si
sforzava persino di sorridere a Dreadwing ogni volta che le chiedeva se
aveva
bisogno di qualcosa o come stava.
-
Non ti preoccupare per me.
Si
era anche riparata il pannello da sola. Mentre lo faceva,
Dreadwing si era voltato dall’altra parte in modo da non
crearle disagio. La
ragazza aveva apprezzato molto il gesto.
Il
secondo in comando aveva fatto di tutto in modo che
Spectra restasse il più possibile tranquilla. Quella brutta
esperienza l’aveva
sconvolta al punto da andare in standby, quindi era bene non causarle
sconvolgimenti di alcun tipo.
Riflettendo
a mente fredda sull’accaduto, al disgusto verso
Starscream si era aggiunto anche un certo disappunto nei confronti di
Soundwave. Da un lato era comprensibile che avesse avuto solo voglia di
ridurre
Starscream in un mucchio di rottami, lui al suo
posto
avrebbe provato la stessa cosa, ma che avesse lasciato Spectra
lì sul pavimento
in stato di shock e senza pannello era
inaccettabile dal suo punto di vista.
Avrebbe potuto stendere Starscream, mettere Spectra al
sicuro, occuparsi di lei e solo dopo riprendere il pestaggio del seeker.
"Evidentemente
Soundwave la pensa in modo diverso, mettendo
la rabbia e la voglia di vendetta prima del suo cosiddetto grande
amore" pensò.
-
Dici sempre così Spectra, ma intanto sei andata in standby.
Spectra
ripensò al proprio sogno, che così sogno poi non
era
stato, e rifletté su quanto la vita potesse essere assurda.
Che doveva fare con Starscream? Aveva l’assassino
della sua famiglia a portata di mano, avrebbe potuto dargli quei due
ceffoni
che si era sempre ripromessa. Poi però
rabbrividì, pensando che Soundwave invece
che due gliene avesse dati almeno quattro, di “ceffoni a modo
suo”.
Una cosa era certa: con Starscream non intendeva più avere
rapporti. Faceva meglio a non avvicinarsi a lei da quel momento in
avanti. Quando aveva
tentato di violentarla forse era un po’ubriaco ed arrabbiato
ma sembrava
capire benissimo quel che stava facendo e comunque, se dava retta al
suo sogno,
quando le aveva danneggiato la gamba e ucciso la famiglia era
lucidissimo.
-
Adesso però sono sveglia, vedi? Quindi sto bene - bevve un
altro po’di miscela - Sei gentile ad occuparti di me. Fai di
tutto per farmi
stare tranquilla…
-
Questo è il minimo che possa fare.
Lei
sorrise. - Grazie.
-
Adesso è l’unica cosa che ti serve davvero: stare
tranquilla - si sedette accanto a lei - Nessuno entrerà qui
dentro ad
infastidirti, a meno che tu non voglia. A parte Lord Megatron, lui per
forza di cose può
entrare ovunque.
-
Non penso che Lord Megatron voglia infastidirmi -
osservò Spectra.
Nemmeno
a dirlo, suddetto Megatron entrò
nell’alloggio di Dreadwing nemmeno due secondi dopo. - Ho
saputo quel che è
successo. Stai bene?
Lei
annuì. - Sì, Lord Megatron. Me l’ha
chiesto anche
Dreadwing un minuto fa.
Al
leader dei Decepticon la giovane femme pareva ancora
piuttosto scossa. Al momento non gli sembrava nemmeno così
pericolosa come
aveva più volte pensato che fosse a causa della sua
capacità di influenzare i
comportamenti altrui, sembrava solo una piccola, gracile ragazza che
era stata
strappata dalla piccola bolla di serenità in cui viveva.
-
Starscream ha ricevuto la punizione che gli spettava.
Ora
si aspettava che, nonostante quel che era successo,
Spectra se ne uscisse con un “Spero che non gli abbiate fatto
troppo male,
poverino, aveva bevuto, non era in sé, l’avete
mandato da Knock Out vero? Si
riprenderà?”. Fino a quel momento aveva sempre
agito in quel modo, cosa che l'aveva sempre lasciato incredulo.
-
È
stato terminato? - domandò invece, con una freddezza che
non le apparteneva e che stupì sia Dreadwing, sia lo stesso
Megatron.
Per
un
attimo non parve più lei, quanto piuttosto una
sconosciuta che le
somigliava.
-
No - rispose il leader dei Decepticon.
-
Capisco.
Tra
i tre calò il silenzio. I due Decepticon pensarono che
tutta quella faccenda l’avesse colpita molto più
di quel che pensavano ma si
auguravano che non cambiasse e rimanesse la stessa Spectra
che avevano
imparato a conoscere, alla quale si erano affezionati.
-
Comunque c’è mancato un pelo. Soundwave era fuori
di sé -
disse Megatron - Starscream avrebbe dovuto immaginare che se
avesse provato a
fare una cosa del genere sarebbero state
queste le conseguenze.
-
Soundwave non è finito nei guai, spero! - esclamò
la
ragazza, tornando a sembrare più sé stessa - Non
voglio che abbia problemi a
causa mia.
-
Se non l’avesse fatto lui l’avrei fatto io -
borbottò
Megatron - Niente guai. Solo che quando ha smesso
di punire Starscream non sapeva dove tu fossi andata a finire, cosa
alquanto
discutibile…
-
Era in stato di shock e danneggiata, e l’unica cosa a cui
ha pensato Soundwave era il massacro di Starscream - sbottò
Dreadwing, per poi
ammutolire.
C’erano
già abbastanza problemi senza che lui andasse a complicare
ulteriormente i rapporti tra tutti, nonostante quel che aveva detto
fosse la
pura verità.
-
Voleva difendermi, Dreadwing - disse Spectra.
-
Lo so, ma avrebbe dovuto pensare prima a te - aggiunse
cautamente il secondo in comando.
Megatron
non fece commenti e, pur pensando
che in quel modo Dreadwing rischiava di far allontanare Soundwave e
Spectra,
non poté riflettere anche sul fatto che non avesse poi tutti
i torti. Se mai
era il contrario.
-
Ma è andata bene lo stesso, no? - sorrise Spectra - A dirla
tutta vorrei vederlo.
-
Chi?
-
Soundwave. Strano che non sia venuto qui anche lui, spero
che non voglia riprendere a evitarmi - mormorò tristemente.
-
Non è per quello - disse subito Megatron - È
solo
che non sapeva se avessi o meno voglia di vederlo. Ha fatto le stesse
considerazioni di Dreadwing quando si è accorto che eri
sparita.
“Le
fa sempre tardi, le considerazioni” pensò.
-
Se lo vede potrebbe dirgli che non ce l’ho con lui?
Nonostante tutto mi ha salvata di nuovo - sorrise ancora.
-
Sembra che tu abbia un talento innato a metterti nei guai.
Non avrei voluto ricordartelo ma te l’avevo detto: parlare
con Starscream
non era prudente.
-
Non pensavo che avrebbe reagito così. Fino a quel momento
ha sempre dimostrato di volermi bene, mi fidavo di Starscream, non
avrei mai
creduto che lui… - scosse la testa, evitando di aggiungere
altro.
Megatron
attivò
il comm-link.
-
Vuole vederti. Muoviti - disse a
Soundwave, augurandosi che stavolta le dicesse tutto.
Poco
dopo si sentì bussare alla porta, cosa che
tra i Decepticon non si usava fare granché (in particolar
modo Soundwave e Megatron non
bussavano mai) e mentre Soundwave entrava Megatron e
Dreadwing uscirono, decidendo di lasciarli soli.
La
porta si chiuse.
Soundwave
si era fermato a tre metri da
lei, sembrava una statua per quanto era immobile.
-
Guarda che puoi avvicinarti - gli disse Spectra, un
po’perplessa.
Lui
obbedì.
-
Non ce l’ho con te. Capito?
Soundwave
annuì.
- Hai punito
Starscream e l’hai fatto per salvarmi… la quarta
volta - gli sorrise - Mi salvi
sempre.
-
Ti ho lasciata sola quando avevi bisogno di me. È
imperdonabile.
Spectra
si sorprese a sentirlo parlare. - Forse tu non ti
perdoni ma ti perdono io. Hai… - fece un sorrisino timido -
Hai una bella voce,
lo sai?
Lui
non rispose.
-
Faresti una cosa per me?
-
Qualunque cosa desideri - ribatté, del tutto
sincero.
-
Ti toglieresti il visore?
Trasalì.
Forse sarebbe stato più facile procurarle un pezzo di luna
ma le aveva
detto “qualunque cosa desideri”, dunque avrebbe
tenuto fede alla sua parola.
Si fece forza e si tolse il visore. Il rimorso che gli si leggeva negli
occhi era enorme, come la tristezza.
-
Va tutto bene, davvero. Sto bene. Vedi? - Spectra si
sedette sul bordo della cuccetta - Non c’è motivo
che tu stia male per me.
-
Io non volevo che ti accadesse niente - mormorò
l’ex
gladiatore - Forse se tu avessi accettato la sua
proposta…
Di
nuovo al posto di Spectra ricomparve la “sconosciuta che le
somigliava”, cosa che lo sorprese un po’.
-
è
stato
un bene che io non abbia accettato, credimi.
Soundwave
non fece commenti. Quella freddezza totale oltre a essere del tutto
inedita gli ricordava qualcuno, ma non avrebbe saputo dire
chi di preciso…
-
E comunque - sorrise tornando sé stessa e sembrava non
sapere dove guardare - Se anche non avesse fatto quel che ha fatto non
avrei potuto
digli di sì. La mia Scintilla è già
occupata,
e non da lui.
Soundwave
si ritrasse sbigottito.
La sua Scintilla era già
occupata? Voleva dire che Spectra era già innamorata di un
altro? Un
altro che magari aveva incontrato per inseguire le farfalle o proprio
lì nella
Nemesis.
Chi poteva essere? Il più probabile era Dreadwing, che si
era preso
cura di lei, ma poteva anche essere Megatron. Ovvio che il “boss”
potesse attrarre una femmina ingenua
ed inesperta.
"Magari
Knock Out?"
No,
improbabile. Forse era un Autobot. Poteva
essere quello sbarbatello a cui Starscream aveva tirato fuori la Chiave
Omega,
Smokescreen, che come età era perfetto per lei, oppure
Spectra aveva puntato più in
alto e invece che del comandante dei Decepticon era innamorata di
quello
degli Autobots, Optimus Prime?
O magari di Spectrus Specter! Quella sì che sarebbe stata
una tragedia.
-
Spero che sia meglio di Starscream - disse Soundwave.
-
Questo è sicuro. Dovresti saperlo, anche perché
tu
questo mech lo conosci.
Spectra
ormai aveva deciso, non le importava come sarebbe
andata a finire, non le importava che molto probabilmente Soundwave
l’avrebbe
mandata a quel paese: doveva dirglielo una volta per tutte.
Quella brutta esperienza con i relativi traumi aveva avuto l'effetto di
strapparla per un po' dal mondo delle favole, pur non
facendoglielo abbandonare del tutto perché era troppo insito
nella sua natura, facendola diventare un po’più
decisa.
Non sempre seguire le farfalle portava nel
paese delle
meraviglie, non si sapeva mai
cosa potesse capitare nella vita, quindi doveva buttarsi.
-
Lo conosco?
-
Sì. è
abbastanza grosso…
"Abbastanza
grosso. Non molto utile per capire chi è" pensò
il tecnico.
-
Lavora qui nella Nemesis…
"Questo
restringe molto il campo. Dreadwing?
Megatron? Knock Out?"
-
è
un aereo…
Dreadwing
o Megatron. Chiunque fosse dei due non aveva
scelto male, cercò di consolarsi Soundwavwe, anche avrebbe
preferito di gran lunga che
fosse innamorata di lui.
-
è
grigio scuro con le bioluci viola - Spectra abbassò gli
occhi
- Si ostina a coprirsi il viso senza rendersi conto che è un
peccato e parla
poco.Da quando ci siamo conosciuti mi ha salvata quattro volte.
Soundwave
si sentiva incapace di muoversi, di pensare o di
fare qualunque cosa.
Aveva capito bene?
Era di lui che stava parlando?
-Sei
tu…
A
Soundwave gli occhi
di Spectra fecero lo stesso effetto della prima volta che si erano
incontrati, sembravano
avere un mondo intero al loro interno.
- Sono
innamorata di te da quando mi sono risvegliata qui nella
Nemesis e ho saputo che che mi avevi salvata, proprio come avrebbe
fatto un principe. Solo che non te l’ho mai detto
perché
io ho sempre pensato… - si guardò la gamba - Cosa
se ne fa un principe di una come me?
Soundwave
non riusciva a crederci. Tutto il tempo
che lui era stato zitto convinto che Spectra non l’avrebbe
mai ricambiato era
stato sprecato, lei era innamorata di lui quanto lui lo era di lei.
"Che
idiota sono stato!" si insultò mentalmente.
-
La tua gamba per me non è mai stata un problema - disse
immediatamente, prendendole la mano - E tutto
sono meno che un principe. Io in una favola potrei essere solo il
cattivo, invece tu… forse non ti rendi neanche conto di quel
che sei. Sei
una vera principessa, almeno per me. è
per questo che non ti
ho mai detto niente, anche se mi sono
innamorato di te da quando ho sentito il suono della tua voce la prima
volta -
adesso entrambi avevano in viso la stessa identica espressione sorpresa
- Non
mi sentivo "degno". Non pensavo che avresti potuto amarmi.
Tra
poco Spectra si sarebbe messa a piangere di gioia.
- Sei… tu …dici sul serio? - gli prese
l’altra mano e sentì che lui la stringeva
- Non stai scherzando?
-
Non lo farei mai su questo.
Le
si avvicinò di più e la
strinse, come avrebbe sempre voluto fare.
-
Quindi mi… ami, Soundwave?
-
Sì - adesso che
gliel’aveva detto gli
sembrava così facile, gli veniva così naturale
dirlo, come se fosse stato
programmato per fare solo quello - Sì!
- esclamò, per poi baciarla.
Spectra
ebbe la sensazione che fosse esattamente così che
le cose dovevano andare: che quello
fosse il bacio giusto, che le braccia che la stringevano fossero quelle
giuste, che Soundwave fosse quello
giusto, l’uomo che aveva sempre sognato, quello perfetto per
lei.
Ben
presto il bacio divenne ancora più appassionato di
quelli che si erano dati lei e Starscream, e fu solo per tre motivi che
non
finirono per connettersi lì e subito: primo, erano
nell’alloggio di Dreadwing;
Secondo, Soundwave non voleva che
l’idea che le avesse detto che l’amava solo per
portarla a letto sfiorasse la mente del
suo Scricciolo, soprattutto dopo quel che era
successo con Starscream; Terzo, Spectra aveva sempre detto che voleva
connettersi per la prima
volta col suo compagno di vita.
Ovviamente sarebbe diventato lui il suo
compagno di vita, e molto presto, ma non lo era ancora.
Fu
dura staccare le labbra da quelle di Spectra, ma c’era
un’altra cosa della massima importanza che doveva dirle, e
Soundwave non vedeva
alcun motivo per aspettare oltre.
-
Hai sempre avuto la mia Scintilla, Spectra.
Stavolta
la ragazza non resse alla commozione.
-
E tu hai sempre avuto la mia, Soundwave…
Da
fuori qualcuno batté un colpo sulla porta. - Avete
finito?
Soundwave
alzò gli occhi al soffitto. Megatron. Per fortuna gli
era venuta l’idea di bussare solo quando si erano detti tutto
quel che c’era da
dire!
- Sì, abbiamo finito.
Entrando
nella stanza, Megatron diede un’occhiata ad entrambi. Dalle
facce
che avevano non gli ci volle molto per capire cos’era
successo. -
Gliel’hai detto?
-
Con chi parla, Lord Megatron? - chiese Spectra, con un gran
sorriso.
-
Con uno qualsiasi di voi due. Allora?
Soundwave
e Spectra si guardarono.
-
Siamo fidanzati - disse
lui.
-
Alla
buonora! - esclamò l'ex gladiatore - Era tempo che ti dessi
una
mossa, stavo iniziando a pensare che avrei dovuto farlo io per conto
tuo.
A
Spectra veniva da ridere mentre Soundwave trovava tutto
quell'entusiasmo eccessivo, e il commento successivo, per quanto
veritiero, lo stava facendo vergognare ancor di più per la
propria dabbenaggine. Era ancora il più felice tra tutti i
mech,
gli sembrava
di sentire le campane celesti nelle orecchie da quando Spectra aveva
contraccambiato la formula, ma…oh, perché
Megatron non si faceva un po’i fatti suoi?
-
Lord
Megatron, mi sa che Soundwave si vergogna.
Scricciolo
con quella sua schiettezza non migliorava
esattamente le cose. - Spectra, così non aiuti…
-
Che si vergogni è il minimo, non di essere fidanzato
quanto piuttosto di averci messo così tanto. Bene. Domani
mattina partiremo per
rivitalizzare Cybertron. Sii felice, Soundwave, ti accompagnerai da
conquistatore.
A
Spectra tornò in mente un altro dettaglio, che in
realtà
invece era una questione della massima importanza, un dettaglio che non
le
avrebbe permesso di accompagnarsi nemmeno con Starscream, rendendo
nullo il
tutto: Soundwave non conosceva il suo nome completo. Nel
giuramento era assolutamente necessario, specie perchè lei
era nobile e
Soundwave avrebbe preso il suo cognome.
In tutto quel delirio da innamoramento non aveva mai pensato
né a questo né che lei non sarebbe rimasta alla
Nemesis
per sempre, perché prima
o poi suo fratello sarebbe venuto a prenderla. Era solo questione di
tempo, e c'era anche l’incubo, quello in cui Spectrus
uccideva
lei e,
probabilmente, anche Soundwave.
E se anche quello non fosse stato un semplice incubo, ma un
sogno premonitore o un avvertimento di quel che sarebbe potuto
succedere? Non
aveva voluto crederci con Starscream e aveva sbagliato.
"Mio
fratello non lo farebbe mai! Non mi farebbe mai del
male. Capirà! Deve
capire! Ho trovato l’uomo della mia
vita, non voglio rinunciare a Soundwave" concluse "Non voglio, per
niente al mondo".
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
TSB18
-
Adesso che la gamba sta quasi bene non mi prenderai
mai! - rise Spectra, correndo nell’acqua per evitare che
Soundwave le
spruzzasse a sua volta l’acqua sul viso.
Avevano
deciso di passare soli in una spiaggia deserta
l’ultima sera e l’ultima notte prima di partire,
come avrebbero potuto fare
anche due fidanzati umani nell’ultimo giorno di vacanze al
mare.
-
Questo lo dici tu! Ora pareggiamo i conti…
Guerra?
Quale guerra? Cos’era quella cosa strana?
Si
godevano la calma di quel paesaggio e il loro amore sereni come non
erano mai
stati, persi nel loro piccolo mondo popolato solo da loro due. Erano
così
felici di essersi trovati, finalmente.
Alla
fine Soundwave riuscì a acchiappare Spectra e a pareggiare
effettivamente i conti, ma il pareggio non durò molto:
subito
dopo ripresero a tirarsi l’acqua come due protoforme. Forse
era
la
prima volta
nella sua vita che Soundwave rideva di gusto. Avrebbe solo
voluto che il mare fosse stato di olio, sarebbe
stato meglio per le loro giunture, ma Spectra era giovane e
non
avrebbe
sofferto di metalreumatismi ancora per molto tempo, e anche a lui
l’acqua non
dava ancora fastidio. Avrebbe
potuto
essere suo padre ma d’altra parte, per i cybertroniani, la
differenza d'età tra due adulti non era una cosa che
contava.
-
Ora del bagno.
-
Che vuoi fare? Soundwave!
Spectra
fu afferrata e gettata in un punto dove l’acqua era
un po’più alta, per poi essere raggiunta
immediatamente dal fidanzato.
Soundwave
le
si avvicinò e la strinse. - Te l’ho detto che
volevo fare. “Ora del bagno”.
-
Puzzo? - gli domandò la ragazza, con sincera
preoccupazione.
-
Mi aspettavo una frase del genere… no, non
è per quello.
-
E allora per…
Non
poté continuare, perché Soundwave le
mise due dita sulle labbra e la baciò.
-
Devo confessarti una cosa…- disse poi il tecnico - La
prima volta che abbiamo dormito insieme, quella in cui mi hai trovato
senza
visore…
-
Che è successo? - saltò su a chiedere lei,
interrompendolo.
-
Se non mi interrompessi magari te lo direi, no? è…
-
Hai ragione, come fai a dirmelo se ti interrompo? Non lo faccio
più. Promesso.
-
L’hai appena rifatto! Stavo dic…
-
L’ho rifatto? Sul serio? Scusami…
Soundwave
fece un sospiro ed appoggiò il viso sulla sua
spalla. - …e tre.
-
Di cosa?
-
Di volte che mi interrompi.
Spectra
iniziò ad accarezzargli la testa. - Mi dispiace.
Sono abituata a me che parlo e tu che non dici niente, mi ci vuole un
po’… adesso
però sto zitta.
Soundwave
sorrise. - Dicevo, quella
volta mi hai trovato senza visore perché me l’ero
tolto per darti una bacio.
Mentre dormivi…- le baciò piano il collo -
Tentazione irresistibile.
-
Io
avevo pensato che fosse stato un sogno! - esclamò Spectra -
Allora il primo a baciarmi sei stato tu, non…- non aveva
voglia
di nominare
Starscream, quindi indicò un punto indefinito in alto - Quello in
infermeria.
-
Sì.
A
Spectra venne in mente una cosa: se l’amava da quando
l’aveva tirata fuori dall’astronave non osava
immaginare come doveva essere
stato per lui sapere che lei e Starscream condividevano la cuccetta.
Era consapevole che
tutti nella Nemesis lo sapessero, Knock Out in particolare al quale
forse
Starscream raccontava anche i dettagli, perché le poche
volte che non le
parlava in modo scortese non faceva altro che usare doppi sensi. Se
solo lei e Soundwave si fossero detti tutto prima! Ora ringraziava
Primus di non aver mai ceduto arrivando alla
connessione vera e propria con Starscream.
“Meglio
per lui che non si avvicini e soprattutto che
non ci riprovi. Avermi riparato la gamba ed essere stato punito da
Soundwave
l’ha salvato ma se farà di nuovo il… il
cretino… questa volta gli
darò due
ceffoni, per quanto non mi piaccia! E dopo non
gli chiederò nemmeno scusa”.
-
Scricciolo?
-
Dimmi,
cosa c’è?
Si
lasciò baciare ancora. - Quell’idiota non ti
farà più
del male. Promesso.
-
Il problema non è quello. è
che ne ho fatto io a te stando
con lui, ora che so che eri innamorato di me già allora mi
sento in colpa. Non volevo ferirti, lo giuro.
-
Lo
so. Non è colpa tua, tu non lo sapevi, se ti avessi parlato
di
quel che sentivo avremmo evitato tante cose spiacevoli. Sono stato poco
sveglio - Soundwave abbassò gli occhi - Ma
d’ora in avanti non ci saranno più di questi
problemi.
Stiamo insieme, adesso.
-
Finalmente.
Soundwave
rialzò il viso. - Finalmente, sì.
In
un punto poco distante da quello dove si trovavano i due
amanti, intanto…
-
“Stiamo insieme adesso! Finalmente! Amore mio quanto ti
amo! Viviamo per sempre felici e contenti come nelle favole!”
- Airachnid alzò gli occhi al cielo - Se
prima non li sopportavo, adesso mi fanno quasi pietà.
-
Invidia, piuttosto - ebbe il fegato di punzecchiarla
Arcee, che si sentiva molto a disagio a
invadere in quel modo la privacy di Spectra e Soundwave, a cui
doveva la mancata tortura.
La
guerriera Autobot (o
ex Autobot, ormai, se Spectrus si era già mosso) riconosceva
di provare una punta di invidia per
quei due.
Quello sì che era amore, quello sì che era un
mech che amava davvero la sua
compagna! Gli si leggeva in viso, negli occhi, in ogni gesto. Arcee non
avrebbe
mai immaginato che Soundwave in realtà potesse essere
così e Spectra Specter era
una donna fortunata.
Almeno in quello.
Almeno per una volta nella vita, povera creatura.
Quasi
le dispiaceva dover andare lì e dirle quel che
c’era
da dirle guastando quel bel momento, ma difficilmente lei ed Airachnid
avrebbero avuto altre occasioni per parlarle e convincerla a dire la
verità su
suo fratello.
Già,
Spectrus…
Se
il
rapporto tra lei e Spectrus fosse stato come quello di Spectra
e Soundwave, sarebbe stata la donna più felice
dell’Universo, esattamente com’era Spectra adesso.
Invece
lui si era rivelato per quel che
era, un essere malvagio e senza scrupoli totalmente incapace di provare
amore
per qualcuno o anche solo affetto, che da lei voleva solo connessione,
che
l’aveva rovinata e che, temeva Arcee, probabilmente avendo
saputo
del loro
bacio stava cercando di rovinare anche Optimus Prime. Rischiando di
riuscirci. Se Spectrus sapeva fare bene qualcosa, erano proprio i danni.
-
Invidia di cosa? Tu, se mai. Bisogna trovare il modo di
avvicinare la piccola storpia…
Airachnid
continuava a non credere nell'amore e a non desiderarlo. Quelle
smancerie non erano un pensiero appagante quanto quello del rumore del
suo veleno che gocciolava sulle corazze di mechs e femmes, sfregiandole
in modo indelebile. Inoltre Arcee poteva lagnarsi quanto le pareva sul
trattamento ricevuto da Spectrus (e Airachnid continuava a pensare che
fosse stata un'idiota a innamorarsi e concedersi a un tipo simile) ma lei non era stata
legata ad una parete rocciosa per giorni e
giorni e usata come una bambola gonfiabile da lui e il suo degno
compare.
E
quei
due lì, nell’acqua… c’era
sempre una guerra
in corso. Quanto sarebbe durata tra loro prima che uno dei due andasse
offline?
-
Vogliamo solo parlarle, possiamo uscire fuori e farlo - disse Arcee,
che oltre a voler fermare Spectrus voleva anche liberarsi il prima
possibile della compagnia di Airachnid.
-
Pessima idea. Soundwave non gradirebbe.
-
Se non vuoi rischiare rimani pure
qui, io ci voglio provare.
Arcee
uscì dal nascondiglio con aria risoluta, sebbene anche lei
pensasse che interrompere Soundwave mentre era in
dolce compagnia potesse essere pericolosissimo.
Aveva
ragione: quando lui la vide ordinò silenziosamente a
Laserbeak di spararle. Possibile che lui e Spectra
non potessero avere un attimo di pace?!
-
Vengo
in pace! - gridò Arcee evitando i colpi di Laserbeak per poi
alzare le mani - Non intendo fare del male a nessuno! Voglio solo
parlare!
-
Quella chi è? - chiese Spectra a Soundwave.
-
Una seccatrice.
-
Non è un buon motivo per spararle mi sa… se
vuole parlare possiamo ascoltarla, poi la mandiamo via.
Soundwave,
con uno sbuffo nervoso, fece sì che Laserbeak non
sparasse più ad Arcee, la quale tirò un sospiro
di sollievo.
Spectra
fu la prima a
uscire dall’acqua. - Ciao. Tu chi sei?
-
Mi chiamo Arcee. Tu devi essere Spectra, vero?
-
Sì, sono io! Che volevi dirci?
-
A dire il vero è solo con te che voglio parlare…
-
Se hai qualcosa da dirle puoi benissimo farlo davanti a me
- disse seccamente Soundwave - Per caso c’è anche
il tuo amichetto Specter in giro? Siete qui per fare altri danni?
“Il
suo amichetto Specter, ha detto...” pensò Spectra
"Anche Arcee ha
a che fare con mio fratello?"
Non che la cosa la stupisse, in effetti visti i precedenti sarebbe
stato strano il contrario. Spectrus era il solito.
-
A dire il vero veniamo in pace - disse Airachnid, uscendo allo scoperto
- Per ora.
Soundwave
puntò i laser su Airachnid. - Siete qui insieme? Non eravate
nemiche giurate?
-
Adesso parli? Ti preferivo muto - commentò la vedova
nera - Vedo che sei riuscito a dirle che vuoi portartela nella
cuccetta, meglio tardi che mai. Sono certo che Megatron iniziasse a
perdere le speranze.
-
Va’ a farti dare una ripassata da Specter -
ribatté
Soundwave.
-
Non voglio che litighiamo, ok?- si intromise Spectra - Comunque sono
contenta di vedere che
stai bene, Airachnid.
Airachnid
dovette fare uno sforzo eroico per non saltarle
addosso e prenderla a pugni. Le faceva venire i nervi più
che mai!
-
Non certo
grazie a te.
-
Io ti volevo aiutare, ma tu non hai voluto…
Soundwave
iniziava a non capire più granché di tutta la
faccenda. - Dite quel che dovete dire ed andatavene.
Arcee
si fece coraggio. - Spectra, abbiamo bisogno che tu ci
aiuti - disse esitante - Contro tuo fratello.
Sia
Soundwave che Spectra si sentirono gelare. Soundwave
perché non immaginava che il fratello di Spectra fosse
sopravvissuto e si era
sempre dimenticato di chiederle chi era, e Spectra
perché… “contro” suo
fratello? E poi nessuno doveva sapere che lei era una Specter, non
ancora, non finché Spectrus non avesse detto il contrario.
-
Ha rovinato e ingannato più volte me, ha fatto del male a
lei - indicò Airachnid con un cenno del capo - E tu questo lo sai
già, perché hai
riconosciuto la mano di Spectrus. Adesso
probabilmente sta cercando di rovinare anche Optimus Prime - disse
Arcee - ci
serve qualcuno che dica la verità. La verità vera. Spectrus
purtroppo
mente in modo estremamente convincente, fa sembrare vero ciò
che invece non
lo è affatto.
Soundwave
allibì.
Il famoso fratello di cui
Spectra parlava sempre era nientemeno che Spectrus Specter?!
Spectrus la
spia? Spectrus, che aveva fatto più danni in nemmeno
un’ora che Optimus Prime
in tutto quel tempo?!
Spectrus e Spectra... Specter.
Sì, effettivamente avrebbe potuto arrivarci, ma non era
quello il punto.
Allora era anche per quel motivo che Spectra
aveva preso così male il tentativo di violenza di
Starscream, era stato lui
l’artefice della strage malriuscita degli Specter!
Un
altro pensiero gli attraversò la mente.
"Se
lei e
Spectrus sono imparentati… lui è un Autobot,
Spectra è stata nella Nemesis
parecchio tempo, sa anche dove tengo nascosto l’archivio
completo dei miei dati…"
Se
fosse stato tutto un piano?
Se l’avesse avvicinato
proprio per quello, per rubargli dati? Se li avesse presi tutti in
giro?
D’altronde, se suo fratello era un bugiardo di tale risma,
anche lei poteva
esserlo benissimo, avrebbe anche potuto essere più brava di
Spectrus a mentire.
-
Avreste potuto scegliere un altro momento - mormorò Spectra,
immaginando cosa stesse passando per la testa del suo compagno - Soundwave, io…
Il
mech indietreggiò, evitando il suo tocco. - Sono il
compagno di una femme che non conosco nemmeno!
-
Lui non lo sapeva? - si stupì Arcee.
-
Non è vero, mi conosci! - Spectra vide Soundwave evitare
il suo sguardo - Se solo mi lasciassi spiegare…
-
Era tutta una montatura, vero? La piccola dolce femme
che viene dal mondo delle favole e sogna il principe! - scosse la testa
e rise senza allegria - Ci sono cascato in pieno.
Complimenti.
-
Non è una montatura, Soundwave! - la ragazza
iniziò a
piangere - Hai
veramente la mia Scintilla, non ho mentito su questo come non
l’ho fatto sul
resto!
-
Peccato che i fatti dimostrino che…
-
Forse... magari potresti lasciarla parlare e decidere in seguito - si
mise in mezzo Arcee, che per motivi pratici voleva dare una mano a
Spectra - So che non mi riguarda e che probabilmente ora avresti voglia
di terminarmi ma prima, quando vi guardavo giocare nell'acqua, non ho
potuto fare a meno di pensare a quanto foste fortunati. Io penso che
lei possa dire la verità, quando dice di amarti. Ho visto
come
parla e come si comporta uno Specter che invece finge soltanto -
aggiunse, con una certa amarezza - Io non darei tutto per scontato.
Airachnid
alzò gli occhi al cielo. Ingraziarsi la piccola storpia era
una
buona idea ma faticava veramente tanto a tollerare certe melensaggini.
Ci
fu qualche attimo di silenzio.
-
Grazie - mormorò Spectra - Soundwave... mi dai la
possibilità di spiegare? Per favore?
Soundwave
esitò qualche secondo. - D'accordo - disse poi - Ma non
omettere nulla.
Spectra
si sedette e, guardando Soundwave dritto nei sensori
ottici, iniziò a raccontargli la sua storia.
Gli raccontò di essere cresciuta totalmente
isolata e leggendo favole, se si escludevano le volte in cui suo
fratello
andava da lei o le ragazze che lui lasciava andavano lì a
piangerle addosso; gli raccontò in seguito Spectrus le aveva
insegnato alcune cose perché presto l’avrebbe
fatta uscire; Gli raccontò di quando suo fratello la
lasciava
nelle mani di mechs che lei non conosceva, che le si
affezionavano…
-
Poi
mio fratello mi contattava per far si che tornassi da
lui - scosse la testa, non aveva ancora smesso di piangere - Io dicevo
sempre al mech che mi accompagnava di non seguirmi. Li ho sempre
implorati di non
farlo perché sapevo che poi Spectrus…
lui… li
avrebbe uccisi e mi avrebbe
portata via. Non mi hanno mai ascoltata. Mai. Spectrus li ha uccisi
tutti
davanti a me. L'unica volta in cui non è successo
è stato
alla fine di un' "uscita" imprevista. Spectrus mi diceva
“Sono
Decepticon, sono cattivi, sono solo mostri hanno ucciso i nostri
genitori e
se lo meritano” lo dice sempre anche adesso ma io dopo aver
iniziato a conoscervi non ci ho
mai
creduto davvero
- guardò
Soundwave, che sembrava del tutto impassibile - Sai come la penso,
c’è del
buono in tutti.
-
Potevi rifiutarti, non cercare scuse - disse Airachnid.
-
Spectrus mi ha cresciuta, è lui che mi ha salvata da
Starscream quando ero appena nata. Io gli devo tutto, capisci?! -
esclamò
disperatamente - Quando ha avuto bisogno di aiuto volevo essergli
utile! Era il solo modo che avevo per ripagarlo.
-
Quando però ti ha detto che una volta arrivati qui ed
entrata nella Nemesis avresti dovuto rubare tutti i dati che potevi gli
hai
detto di no - le ricordò Arcee - Così mi hanno
detto.
-
è
vero. Gli ho detto di no e continuo a non volerlo
fare. Non ci penso nemmeno, non volevo farlo prima e
adesso…- si alzò e si
avvicinò a Soundwave - Meno che mai. Spero che Spectrus
capirà. Non intendo
rinunciare a te per nessun motivo, Soundwave - affermò, con
la voce che tremava
per la totale freddezza che il suo compagno stava mostrando - A meno
che
sia tu a volermi lasciare ora.
Soundwave
le avvolse un tentacolo attorno alla vita,
tirandola su all’altezza del proprio viso. - Non mi piace che
tu non mi abbia
mai detto nulla di tutto questo. Pensavi che non avrei capito?
-
Ehm… da come hai reagito poco fa, effettivamente…
Soundwave
alzò brevemente gli occhi al cielo. - Lo
sono
venuto a sapere solo ora e per puro caso, oltretutto, cerca di metterti
nei miei panni. Perché non mi hai mai
detto chi è tuo fratello?
-
Tu non me l’hai mai chiesto.
Ecco,
era vero anche quello. - Lo so, ma… insomma! Sei
strettamente imparentata con quel tizio, siamo sul punto di diventare
compagni
di vita e non me lo dici!
-
U-un po’è anche perché ho sempre avuto
l’ordine preciso di tacere
sulla mia parentela con lui. Mio fratello non ha mai voluto che si
sapesse di
me.
-
Così non ti avrebbero collegata a lui e nelle fughe di
informazioni
di quelle volte. Ecco quale era il trucco - disse Soundwave tra
sé e sé - Che
razza di bastardo.
-
Adesso che facciamo? - Spectra appoggiò le mani sul
tentacolo - Se vuoi che… che finisca… ti capisco.
Immagino che tu tutto questo
l’abbia preso come un inganno. Se non ti fidi più
di me e di me non vuoi più
saperne di me non posso darti torto - guardò altrove,
guardò
il mare - A me basta che
vada bene a te e…
-
Spectra, adesso io parlo
e tu mi stai a sentire, e senza interrompere - aggiunse
Soundwave vedendo che stava per riaprire bocca - Non voglio lasciarti.
Hai
ancora la mia Scintill- cos’è che ti
ho detto? - le mise di nuovo due
dita sulle labbra per zittirla - Hai ancora la mia Scintilla. Credo che
ce
l’avresti ancora anche se avessi voluto davvero rubarmi i
dati come ti ha detto
di fare Spectrus. L’unica cosa che non mi è andata
giù è che tu non me ne abbia
mai parlato, come se non ti fidassi di me.
-
Io di te mi fido.
Niente
da fare, almeno una volta doveva mettere bocca in
ogni discorso.
-
Possiamo stare ancora insieme - continuò Soundwave - A delle
condizioni. La prima: niente più segreti tra noi. Nemmeno
uno
piccolo.
Nemmeno mezzo.
-
Promesso.
-
Bene. La seconda: resterai della tua idea e non ruberai
nulla a nessuno.
-
Ovvio!
-
Ottimo. La terza... so di chiederti moltissimo ma ti prego
di ascoltarmi: se dovessi rivedere Spectrus o dovesse venire a
cercarti, tu non
stare a sentire a niente di quel che dice. Non credergli. È
in grado di dire
solo bugie. Mi dispiace doverti parlar male di tuo fratello ma ho
lavorato con
lui e so com’è fatto. Anche quel che vogliono
dire loro due lo
confermerà, credo.
-
Da quel che si è lasciato sfuggire con Airachnid
quando… sì, insomma, credo che se Spectra non
obbedirà ai suoi ordini Spectrus le farà
del male - mormorò Arcee.
-
Mio fratello non mi farebbe mai del male.
-
Mi chiedo se tu lo conosca per davvero - disse Airachnid - Lo
farebbe e lo farà. Conosco il genere.
- è
completamente marcio e corrompe tutti quelli che gli stanno intorno -
aggiunse Arcee - Come ha
fatto con Wheel Jack.
-
Chi è Wheel Jack? - chiese Spectra.
-
Il suo amichetto della grotta - disse Airachnid - nonché
compagno di squadra.
Spectra
la guardò perplessa. - Ma mio fratello è con gli
Autobot.
-
Tuo fratello è bravo
a corrompere la gente. Volevano fare del male anche a me. Per di
più, Spectrus
mi ha ingannata più volte - disse Arcee - Mi ha anche
consegnata ai Decepticon
per farmi torturare.
-
Veramente?
Soundwave
annuì. - io ne sono testimone.
-
Io so che mio fratello non è un santo e che ha un
rapporto strano con le femmes, però…
-
"Però" forse faresti meglio a parlare con me prima di
arrivare a
conclusioni affrettate, sorellina cara. Li senti Wheel Jack? Ci stanno
sputtanando.
Come
dal nulla, Wheel Jack e Spectrus saltarono vicino al
gruppo. Erano passati lì per puro caso e si erano messi ad
ascoltare.
- Arcee ed Airachnid,
tesori miei, posso capire che il modo in cui vi ho lasciate vi spinga a
parlare
di me, ma farlo con mia sorella…- schioccò la
lingua contro il palato - Non si
fa. è
una brutta cosa. Ciao, Spectra.
-
Spectrus…
Soundwave strinse di
più Spectra a sé mentre lui, Arcee ed Airachnid
puntavano le armi addosso a
Specter.
-
Non ti avvicinare - gli intimò Soundwave.
-
Se pensi di farmi paura allora non ricordi com’è
andata
l’ultima volta. Sorellina - tese una mano verso Spectra
- è
ora di andare.
-
Non ho rubato quei dati.
-
Mi riferirai tutto ciò che hai visto e sentito, come al
solito.
Spectrus
aveva voglia di terminarla, ma c’era Wheel Jack con lui, ed
avendogliela promessa come compagna non poteva ucciderla davanti ai
suoi occhi.
L’avrebbe fatto in seguito facendolo passare per un
incidente: la
punizione giusta per un'ingrata che non gli aveva dato retta.
-
è
tutto a posto. Non sono il mostro che dicono, tu lo sai no?
Sono
il tuo fratellone - produsse un sorriso - Ti voglio così
bene che ti ho anche trovato un compagno. Lui - indicò Wheel
Jack.
-
è
quella tua sorella? Carina.
-
Te l’avevo detto.
-
Io ce l’ho già un compagno - disse piano Spectra.
-
Come dici?
-
Ho già un compagno. Soundwave. Tra poco diventeremo
compagni di vita…
Spectrus
fece un gigantesco sospiro. - Come
temevo. Te lo dico chiaro e tondo: lui non ti ama. Ti ha vista
così ingenua,
dolce e
carina, e ti ha presa in giro solo per connettersi con te. Tipico dei
Decepticon.
-
Tipico di te, razza di stronzo! - esclamò Arcee, attaccando
Spectrus e finendo per essere lanciata contro la parete
rocciosa.
-
Buona, Arcee, sto parlando con mia sorella.
Complimenti, Soundwave, ottimo lavoro, l’hai ingannata ben
bene - commentò, per poi tornare a rivolgersi alla sorella -
Sii seria,
Spectra: cosa pensi di avere in più rispetto ad altre femmes
che ha conosciuto? E, al di là del
fatto che tu lo conosca poco, come potrebbe "amarti" così
come sei?
Naturalmente
alludeva alla gamba malmessa.
Dire che fosse
bastardo era poco.
-
Un Autobot forse potrebbe farlo ma un Decepticon, lui,
poi! Proprio no.
Airachnid
aveva iniziato a pensare di fuggire:
avrebbe voluto staccare la testa di molti dei presenti più
di ogni altra cosa ma
si rendeva conto benissimo della disparità di forze.
Quanto ad Arcee, rialzatasi, era indecisa se attaccare di nuovo
Spectrus o Wheel Jack. Non
sapeva chi le facesse più schifo.
-
Wheel Jack, sei disgustoso.
Il
demolitore abbassò gli occhi. - Pensala come vuoi. Ormai
è tardi.
-
Vieni via con me, Spectra, dai retta a tuo fratello. So
sempre quello che faccio, so sempre cos’è bene per
te.
“La
terminazione, precisamente” pensò.
-
A te del bene di Spectra non importa. La usi soltanto e
sappiamo tutti che intendi farle del male - disse Soundwave - Non
verrà con
te, ormai sa cosa sei. Discorso chiuso.
-
L’ho promessa a Wheel Jack, perché dovrei farle
del male,
razza di idiota? Non sai quel che dici. Spectra non ascoltarlo, vieni
con me!
Spectra
desiderava che quello fosse solo un incubo.
Cosa
doveva fare? Chi doveva ascoltare? Non lo sapeva più! Da una
parte c’erano
Soundwave, e tutto quel che aveva sentito, dall’altra il suo
fratellone…
-
Io… no - decise infine - è
con Soundwave che voglio
restare. Lui mi ama nonostante la mia gamba, qualunque cosa tu dica.
Non ci
vengo con te, basta, è finita! Ti voglio ancora
bene e te ne vorrò sempre, ma
resterò con lui e niente più missioni, capito?
Vide
l’espressione di suo fratello diventare proprio come
quella del suo sogno. Allora era vero: suo fratello era
davvero un essere
malvagio, con i lei come con i suoi nemici. Uno shock dopo
l’altro.
-
Oltre che invalida sei anche ingrata. Ti ho salvato la vita ed
è così che
mi ripaghi? Avrei dovuto lasciarti uccidere da Starscream.
La
maschera infine era caduta.
Spectra
andò di nuovo in
standby proprio mentre Optimus Prime e gli Autobots attaccavano in
massa
Spectrus e Wheel Jack.
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
TSB19
Se
per Bulkhead era stato difficile fare quella chiamata
alla base, dopo aver ascoltato tutti i discorsi dei presenti?
Eccome.
Non
era solo di Spectrus Specter che si trattava, ma
anche di Wheel Jack, il mech che era stato il suo migliore amico.
Bulkhead
era grosso e forte ma questo non significava
che fosse uno stupido. Forse non era un cervellone ma quando
c’era
qualcosa che non andava, specie in una persona che conosceva da tempo
immemorabile, lo sentiva.
Quante volte aveva ricacciato indietro quella sensazione,
dicendosi che si stava sbagliando? Innumerevoli. Quante volte aveva
visto
quella luce strana negli occhi del suo migliore amico ed aveva voluto
ignorarla? Altrettante.
Ignorarla, o attribuirla all’essere seccato di quella guerra
che non sembrava mai avere fine. Erano entrambi demolitori, uomini
d’azione,
quelli che facevano il lavoro sporco, ma era chiaro che anche per due
come loro
tutto ciò, alla fine, risultasse pesante.
Aveva continuato a ridere con lui, a scherzare con
lui, correre con lui, allenarsi con lui… quelle rare volte
in cui non era via
con Specter, chiaro. Anche quelle per i suoi gusti erano troppe,
soprattutto
perché la “luce strana” sembrava
aumentare ogni volta d’intensità.
Adesso Bulkhead sapeva cos’era: quelli erano gli occhi di un
traditore e quella era la luce della bugia. Bugia, ed un
po’di rimorso forse? Poteva essere.
Era per quel motivo che Bulk aveva seguito Specter ed il suo
amico, per parlargliene e tirar fuori a Wheel Jack la verità
una volta per
tutte.
Ora desiderava non aver aperto quel vaso di Pandora, ma era
tardi, e per certi versi forse era stato meglio
così.
Solo una cosa: avrebbe
tanto voluto potersela prendere unicamente con Spectrus.
Spectrus
Specter che, nonostante fosse improvviso, evitò il
suo pugno facendo sì che si schiantasse contro il terreno.
-
Lento, Bulkhead.
-
Bulk?...
Occhi
azzurri che si scontavano con altri occhi azzurri.
Rimorso da una parte, rabbia, durezza e dolore dall’altra.
-
Wheel Jack.
“Perché?
Perché l'hai fatto?!”
avrebbe voluto urlare Bulkhead.
Non
che fosse necessario, a
Wheel Jack bastava guardarlo in faccia per capire quel che Bulkhead
avrebbe voluto
dirgli mentre combattevano.
La
prima cosa che fece Optimus Prime fu saltare addosso a
Spectrus, ma anche in quel caso il colpo fu evitato.
-
Ti abbiamo incastrato, Specter! Le tue bugie stavolta non
ti salveranno. Bulkhead ha sentito tutto, anche quel che hai
detto a tua sorella!
Spectrus
si mise in posizione di combattimento. - E tu
naturalmente gli credi. Non hai pensato che potrebbe essere un
banalissimo caso
di gelosia tra migliori amici? Gli ho portato via l’amichetto
e lui si inventa
una bella storiella sul mio conto servendosi anche del fatto che ho
tenuto
nascosta, per proteggerla naturalmente, mia sorella e farmi apparire un
tipo
sospetto. Dato che senti minacciato il tuo posto di leader tu fingi di
credergli. Logico.
-
Ne ho abbastanza delle tue bugie! - Arcee
tirò fuori le lame e gli si lanciò
contro.
Fu
talmente veloce che stavolta
Spectrus venne colpito in pieno, cadde disteso a terra e se la
ritrovò addosso.
Approfittò del nanosecondo di pausa tra la caduta e che lei
iniziasse a
colpirlo per cercare di distrarla.
-
Hai cambiato gusti? Una volta ti piaceva stare sotto.
Bastò
quell’attimo di esitazione che Arcee ebbe nel sentire
quella presa in giro per far si che Spectrus le afferrasse entrambe le
braccia
con una mano, si rialzasse e la sbattesse a terra con tutta la forza
che aveva. In battaglia, anche con le femmes non era uno che ci andava
leggero: viva la parità dei sessi.
Per
di
più, quando si
accorse che Bumblebee gli aveva sparato ed il colpo stava per
arrivare, prese
Arcee e la usò come scudo.
Lei
urlò di dolore.
-
Ti ho trovato un impiego: scudo vivente.
Prime,
insieme a Smokescreen, nel vedere quella scena si lanciò di
nuovo addosso a lui
con l’intenzione di terminarlo una volta per tutte.
-
O magari potrebbero usarti nel lancio del peso -
aggiunse, lanciandola e colpendo in pieno i due Autobots che caddero a
terra.
-
Op… Optimus…
Optimus
Prime si perse per qualche istante
negli occhi della femme. - Sapevo che c’era un motivo. Sapevo
che non eri
impazzita.
Arcee
sorrise e chiuse gli occhi, sfinita, andando in
standby.
Spectrus
intanto si era dato rapidamente un’occhiata intorno, aveva
sparato a Bumblebee colpendolo in pieno, aveva visto Airachnid darsi
alla fuga,
Prime e Smokescreen a terra, Bulkhead impegnato con Wheel
Jack…
"Soundwave
nella
confusione si è dileguato con quell’ingrata di
un’invalida, ma la riacchiapperò, prima o
poi…"
Poteva
filarsela. Non era idiota, sapeva che per quanto
potesse essere forte non avrebbe potuto vincere e una ritirata
strategica era
meglio di un’ignominiosa sconfitta.
Iniziò a correre via, passando
dietro a Bulkhead e sparandogli all’improvviso vedendolo
ancora impegnato con
Wheel Jack.
Bulkhead
cadde a terra e Wheel Jack non capì cos'era accaduto
finché non vide Specter poco lontano da dove lui e Bulk
combattevano.
-
Wheel Jack! Muoviti!
Il
demolitore pensò che fosse curioso che Spectrus volesse
che se ne andasse con lui, mentre il mech blu e nero si trasformava in
modalità
veicolo e correva via a una velocità pazzesca.
-
Jacky…
I
due demolitori si guardarono ancora negli occhi.
“Non
lo seguire. Non andare. Optimus riaccoglie i pentiti
se lo sono davvero! Non andare!”
Come
a rallentatore, Bulkhead vide il mech che era stato il
suo migliore amico scuotere impercettibilmente la testa. La luce negli
occhi
era sempre la stessa.
“Non
me lo merito, lo sappiamo benissimo tutti e due”.
-
Non siamo più migliori amici, Bulk. Mi dispiace.
Anche
quelle parole
parvero essere pronunciate a rallentatore, mentre Wheel Jack si
trasformava e
correva via passandogli accanto.
La
battaglia era finita improvvisamente com’era iniziata, ed
aveva avuto un finale che aveva lasciato a tutti l’amaro in
bocca.
-
Ma che?!…
-
Sono andati, Smokescreen - disse cupamente Optimus -
Specter è riuscito a fuggire. Bulkhead!
-
Va tutto bene, Optimus - il demolitore evitò di incrociare
il suo sguardo, mentre si rialzava lentamente - Sto bene. Mi sono
lasciato
sorprendere da quel maledetto - si avvicinò a Bumblebee,
aiutando anche lui a
rialzarsi - Mi dispiace.
-
Tu eri impegnato a combattere Wheel Jack. Non ti incolpo per
quel che è accaduto.
Bulkhead
non replicò, limitandosi a voltarsi. Optimus sapeva
che lui e Wheel Jack erano molto legati, poteva solo immaginare come si
sentisse
in questo momento.
-
Soundwave e la piccoletta? - domandò Smokescreen - Sono
spariti!
-
Soundwave se n’è andato approfittandosi della
confusione… d’altra parte si sa che quel mech non
è stupido - commentò Optimus - è
ad Arcee che dobbiamo pensare adesso. Ratchet!
-
Avete acchiappato quel
dannato,
Optimus? - chiese subito il medico dalla base.
-
Lui e Wheel Jack sono fuggiti.
- Ma come?! erano in due contro
sei! E poi, che Wheel Jack sia davvero fuggito con
Specter…ma perché?!
-
Tu non eri qui! Che ne sai?! Sta’ zitto! - ringhiò
Bulkhead nel comm-link.
Era
così arrabbiato, nervoso, incredulo eccetera che
sentiva il bisogno assoluto di sfogarsi, anche prendendosela con chi
non
c’entrava nulla. A parole, naturalmente.
-
Bulkhead. Per favore - lo zittì Optimus Prime - Apri il
Ponte, Ratchet, e preparati per curare Arcee, ne ha urgente bisogno.
Quel
bastardo l’ha usata come scudo.
-
Airachnid! Ci siamo dimenticati di Airachnid, se
prendiamo almeno lei avremo…- avviò a dire
Smokescreen.
Voltandosi
verso il
punto dove prima c’era la vedova nera però non
vide nessuno. Anche lei si era
defilata, come Soundwave.
-
Un
bel niente.
Attraversarono
mestamente il Ponte tornando alla base.
Immediatamente Ratchet iniziò ad eseguire su Arcee le
riparazioni che
occorrevano, e Optimus Prime rimase lì a osservare per tutto
il tempo,
prendendo finalmente la decisione di dirle ciò che con quel
bacio le aveva
fatto già chiaramente capire.
-
Tra quanto si sveglierà?
-
Tra poco. Ci sono state volte in cui era messa peggio e si
è ripresa in fretta.
Optimus
annuì. Era una donna tosta, la sua Arcee, ma
lo sapeva già. La sentì tossire.
-
Vuoi che vi lasci soli? - disse lentamente Ratchet.
Era
uno attaccato alla tradizione e gli sembrava ancora un po’
“strano” che
Optimus volesse così tanto una compagna, ma ricordava ancora
bene quel che
aveva detto poco tempo prima: “Essere un Prime ed avere un
certo autocontrollo
non significa essere privi di emozioni, e ad alcune di queste, per
quanto ci si
provi, non si può andare contro”.
Specter l’aveva definita una banale giustificazione intrisa
di retorica, il dubbio che così fosse era venuto a
tutti ma, vedendo come
Optimus stava guardando Arcee, Ratchet capì che invece aveva
detto la pura
verità.
-
Possibilmente, Ratchet.
Il
medico annuì ed uscì
dall’infermeria
Arcee
aprì gli occhi. Vedendo Optimus, sorrise leggermente. - Ciao.
-
Arcee... - lui mosse nervosamente le mani - Non so da dove
iniziare…
-
Dall’inizio direi.
Anche
Prime sorrise leggermente. - Forse hai ragione.
Ci
fu un attimo di silenzio.
-
Mi dispiace di averti causato
problemi, Arcee.
-
N-non è colpa tua se Spectrus Specter è un mostro
che… che avrebbe ucciso anche sua sorella - disse la
guerriera. Parlare le era un
po’difficoltoso - Se anche non l’avessi f-fatto
probabilmente mi avrebbe fatto
del… - tossì - Male lo stesso, alla fine,
quindi… è tutto ok.
Non
lo colpevolizzava comprese Optimus, sollevato. Era ancora e sempre
dalla sua parte.
- Mi dispiace anche di non averti detto nulla in tutto questo tempo. Di
aver aspettato
tanto
causandoti guai. Se te l’avessi detto prima…
-
Cosa? - gli domandò la donna, sorridendo.
Lo
aveva
capito già e Optimus Prime, intuendo che sapeva
già tutto, trovò
il coraggio di continuare a parlare.
-
Che tu hai la mia Scintilla, Arcee. Davanti a Primus, se
non ti sembra eccessivo…
Era
quel che in fondo Arcee aveva sempre sognato, ma
così all’improvviso forse era veramente eccessivo,
come le aveva fatto notare
lui stesso. Si stavano praticamente sposando!
D’altra parte però di cose da tenere in
considerazione ce
n’erano
un mucchio: erano in guerra, non sapevano mai se avrebbero vissuto fino
al
giorno dopo o sarebbero stati terminati, c’era anche
il non
piccolo dettaglio
della fuga di Spectrus, vivo, libero e presumibilmente voglioso di
vendicarsi
su di loro, sua sorella e tutti quelli che erano in spiaggia quella
sera; insomma, Arcee non sapeva se avrebbero avuto davvero abbastanza
tempo per mettersi insieme e poi accompagnarsi per la vita.
E poi loro si conoscevano da parecchio tempo ormai, lei aveva la sua
Scintilla, lui aveva la sua. Perché aspettare?
Pensò
che anche Spectra e Soundwave avrebbero fatto la
stessa cosa tra poco, anche se non c’entrava niente, ma
sapeva per certo che
voleva essere felice come lei quando giocava con Soundwave
nell’acqua, se non
di più.
-
E tu hai la mia, Optimus Prime - disse quindi, cercando di
controllare l’emozione che le faceva tremare la voce - Da
sempre, davanti a
Primus, tu hai la mia Scintilla.
Appena
finì la frase con cui si legava per la vita al suo
comandante nonché unico amore Optimus Prime, il leader degli
Autobots le diede
un bacio appassionato del tutto privo della freddezza di cui invece
quelli di
Spectrus erano pieni.
Un
bacio, il primo che si davano come compagni di vita, che
Arcee non avrebbe mai dimenticato.
***
“Soundwave
ormai sembra essere nocivo per
quella povera ragazza. Ogni volta che sono insieme, piange,
è scioccata o
sviene” pensò Dreadwing.
Non
aveva ancora digerito quel che era successo appena il
giorno prima, con Soundwave che l’aveva abbandonata sul
pavimento
in stato di
shock, e probabilmente non l’avrebbe mai fatto. Il secondo in
comando dei Decepticon si era molto attaccato a Spectra e il fatto che
l’avesse perdonato
subito l’aveva quasi… schifato.
Non
per colpa di Spectra, ma per Soundwave, che (almeno
quando si trattava di lei o cose e persone che la riguardavano) prima
agiva
d’impulso anche facendo idiozie pazzesche, poi “Mi
dispiace mi dispiace” e
andava tutto a posto, perché Spectra era così
innamorata di lui!
Poteva essere che Soundwave pensasse di amarla davvero, poteva anche
essere che fosse davvero così,
che la Scintilla dello spymaster appartenesse davvero a Spectra,
ma c’erano errori che per essere perdonati
necessitavano di
ben più di un “mi dispiace” ed una
dichiarazione
d’amore, o almeno così la
pensava Dreadwing.
Per
di
più, ascoltando e vedendo insieme a Lord Megatron la
registrazione di tutto quel che era successo dall’arrivo di
Arcee
e Airachnid
in poi (entrambi si erano stupiti di vederle insieme), sentendo tutta
la
tremenda storia che Spectra aveva alle spalle e vedendo la reazione di
Soundwave che
se non fosse stato per Arcee l’avrebbe lasciata lì
e
subito senza nemmeno
darle l’opportunità di spiegare, non aveva potuto
evitare
di pensare a una cosa: Soundwave era un altro idiota, l'ultima cosa di
cui Spectra avesse bisogno.
Adesso
aveva capito anche perché era svenuta dopo che
Starscream aveva tentato di forzarla a connettersi. Ovvio che
l’avesse fatto,
quell’essere le aveva ucciso la famiglia! Già:
Starscream lo sapeva? Sapeva chi
aveva quasi stuprato? Sapeva che le aveva già rovinato la
vita oppure ne era ancora del tutto ignaro?
-
Una Specter - allibì Megatron, facendo gli stessi
collegamenti di Dreadwing - Oltre al danno la beffa.
Quella femme è stata decisamente sfortunata. Mi chiedo
come sia potuta venire
su così, se l’ha cresciuta il fratello.
-
Un miracolo, Lord Megatron - disse Dreadwing - un miracolo
di Primus.
-
Così la principessa delle fiabe si è rivelata
esserlo
davvero - disse il leader dei Decepticon, quasi tra sé e
sé - Gli Specter sono sempre una
famiglia nobile. La figlia di Spector! Non ci posso credere. Adesso che
ci
penso somiglia a Sparkleriver. Era sua madre - specificò,
vedendo
Dreadwing perplesso.
-
Lord Megatron? - la testa di Spectra fece capolino
sull’uscio - Posso entrare? O adesso che sa che sono una
Specter mi manda via?
-
Ma dove vorresti andare? - borbottò Megatron.
Soundwave
si
avvicinò alla porta e la prese delicatamente con i tentacoli.
-
Hai messo il visore? Ancora? - disse subito Spectra.
Soundwave
fece spallucce. - è
l’abitudine…
Prima
Dreadwing sperava che si mettessero insieme,
adesso Soundwave era un altro da cui, se avesse potuto,
l’avrebbe tenuta lontana. Non come
con Starscream, con il seeker la sensazione era di mille volte
maggiore, ma
gliel’avrebbe tenuta lontana lo stesso.
-
Ho visto la registrazione - riprese Megatron - Non
c’è
bisogno che tu ti metta a rispiegare tutto. Quel che ha fatto
quell’inetto di
Starscream a te e alla tua famiglia non era assolutamente previsto e fu
punito per questo, per quel che può valere per te. Non erano
quelli gli ordini che
gli avevo
dato, tuo padre ed io eravamo alleati, questo
forse lo sapevi.
-
Sì, Lord Megatron. Penso che Starscream non sappia chi
sono. Non voglio credere che sia spietato come mio fr…-
ammutolì, mentre
Soundwave la metteva giù a terra - A tal punto.
Nessuno
commentò.
Spectra
diede un’occhiata a Soundwave, ed
evidentemente il ragionamento che fece fu lo stesso che aveva fatto
Arcee con
Optimus Prime.
-
Soundwave?
-
Dimmi.
-
Sei ancora dell’idea di volermi come compagna di vita?
Il
tecnico trasalì. Diceva ora? Subito? In quel preciso
momento? Ovvio che fosse ancora dell’idea,
non vedeva l’ora! Solo
che tutta quella faccenda l’aveva un po'
destabilizzato.
Doveva ancora
abituarsi all’idea di avere un cognato a dir poco scomodo,
nonché di diventare
nobile per acquisizione. Era sempre il suo Scricciolo, e nulla e
nessuno
avrebbe potuto cambiare ciò, ma tutto il contorno…
"No.
Io
la amo, lei mi ama, siamo già fidanzati e
ora so tutta la verità. Chi se ne importa del resto? Che
c'è da
aspettare ancora?" pensò Soundwave "Lo abbiamo
già fatto
abbastanza. Spectra ora ha bisogno di me più che mai".
-
Certamente - si inginocchiò prendendole una mano - Il nostro
non è stato un inizio facile, soprattutto per colpa mia,
perché cieco com’ero, sentendomi
indegno di stare al fianco di una persona di tale purezza quale sei tu,
non ho
visto che invece provavi per me le stesse cose che sento io. Hai la mia
Scintilla dal primo istante in cui ti ho vista, Spectra Specter.
Davanti a
Primus e Lord Megatron, il mio comandante, hai e sempre avrai la mia
Scintilla
- le prese anche l’altra mano e se la portò alle
labbra - Qualunque cosa
accada. Non sarai mai sola, d’ora in avanti
sarò io la tua
famiglia - aggiunse.
Mech
giusto, parole giuste, proposta giusta.
Quelle erano le
sensazioni di Spectra a riguardo, che alle parole di Soundwave,
soprattutto le
ultime con tutto quel che sottintendevano, si era commossa. Lui ci
sarebbe stato sempre, anche se purtroppo aveva
“perso” suo fratello.
Le sembrava ancora impossibile, non poteva
essere… forse si poteva ancora rimediare. Dopo una vita
intera passata insieme lei non aveva dubbi: avrebbe tentato
appena avesse avuto l'occasione di farlo. Magari Spectrus era solo
molto arrabbiato nel sapere che lei non l'avrebbe più
aiutato, ma poi gli sarebbe passata. Dopotutto erano fratelli, erano
gli unici rimasti, non poteva voler farla finire così davvero.
-
Anche tu hai la mia Scintilla, Soundwave. Davanti a Primus
prendi me, la mia Scintilla e il cognome degli Specter - disse, tra le
lacrime
di gioia - Finché terminazione non ci divida.
-
Farò in modo che non ci divida mai - affermò
Soundwave con
sicurezza prima di baciarla.
Megatron
intimamente gongolava, mentre Dreadwing
pur mostrandosi impassibile non era molto contento.
-
Abbiamo un tecnico nobile, noi -
scherzò l'ex gladiatore - Chi l'avrebbe mai detto.
-
Di certo per Soundwave legarsi a lei comporta molte cose - disse
semplicemente Dreadwing, chiedendo il permesso di ritirarsi nelle
proprie
stanze e ottenendolo.
Lo
stesso fecero, finalmente, i
“neosposini”. Potevano concedersi di starsene
tranquilli e per i
fatti loro tutta la notte senza che nessuno si azzardasse a
disturbarli.
Mentre
Soundwave sollevava Spectra entrando nel loro alloggio,
pensò che da quel momento
in poi il suo Scricciolo avrebbe imparato diverse cosucce, e intendeva
far si che le piacessero tutte dalla prima
all’ultima.
La
appoggiò sulla cuccetta, e tra i due il desiderio era
tale da avvertirsi perfettamente nell’aria. Soundwave fu
lieto che, al diavolo
la timidezza e tutto il resto, anche lei mostrasse di volerlo
così tanto.
-
Niente paura - le disse, memore di quanto le era successo da poco con
Starscream - Sarò delicato.
Spectra
sorrise. Forse lei pensava a quella brutta esperienza meno di quanto
facesse Soundwave (sempre se poi in quel momento lo faceva). - Ti
assicuro che ho tutto tranne che
paura - disse, e infatti fu lei a prendere l’iniziativa,
attirandolo a
sé - è
una vita che ti
aspetto.
***
I due mech se ne stavano seduti ai lati opposti di un falò,
senza parlare, fuori dalla miniera di energon di cui soltanto loro
conoscevano
la posizione.
-
Non è esattamente andata come previsto. Siamo dei
fuggitivi, siamo senza alleati, siamo esposti all’attacco di
chiunque - ruppe
il silenzio Wheel Jack - Siamo pure senza femmes e tu non hai
più neanche
l’appoggio di quella che teoricamente doveva diventare la mia
compagna di vita!
Siamo rovinati.
-
Potevi restare con loro e farti riprendere da Santo
Optimus - fu la secca replica di Specter - Ti ho detto di venire con me
ma
potevi non farlo.
-
Non mi merito una seconda chance - scosse la testa il
demolitore.
Aveva
ancora lo sguardo di Bulkhead davanti agli occhi, la delusione
e la rabbia del suo ex migliore amico. Era stato anche peggio di come
si era
immaginato.
-
Allora direi di evitare lagne, visto che è stata una
scelta tua. Sono dell’idea che finché
c’è
vita c’è speranza, e finché
c’è da
vendicarsi c’è vita. Io ho molto di cui
vendicarmi, in
primis della mia cara
sorella, anche se stare con Soundwave è già una
pesantissima pena - socchiuse
gli occhi - "il mech della sua vita"... lo conosce da neppure
un mese, cazzo, è come dire che non lo conosce affatto, e mi
ha voltato le spalle per questo! Come fa una rincoglionita del genere a
essere mia sorella?! La
pagherà cara. Vedremo come
prenderà
vedermi uccidere “il mech
della sua vita” davanti ai suoi sensori ottici.
-
Quando e come?
-
Quando ne avrò l’opportunità. Potrebbe
essere domani
stesso o forse tra mille anni ma non conta - si mise ad affilare la
spada - Io non dimentico, Wheel Jack. Mai.
Forse
fisicamente parlando il blademaster non valeva meno di
Spectrus, erano pari, ma non era per la sua
fisicità che Specter poteva
spaventare. Era per il cinismo con cui creava i suoi piani, di vendetta
e non, e per la gelida determinazione nel portarli a compimento. Anche
adesso
che avevano perduto tutto, Wheel Jack aveva capito che quel mech non
intendeva
assolutamente fermarsi.
Voleva vendicarsi? L’avrebbe fatto, anche a costo di
rischiare di venire ucciso.
Voleva il posto di Optimus Prime? Se fosse stato davvero
così allora avrebbe fatto di tutto per
ottenerlo, anche se avesse voluto dire dover uccidere lui e tutti gli
altri Autobots sul posto.
Forse non ce l’avrebbe fatta ma aveva decisamente
abbastanza fegato per provarci e, se gli eventi gli avessero dato una
mano,
chissà che riuscisse nei propri intenti.
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
TSB20
Quel
che accadde il giorno dopo sul pianeta Cybertron è storia.
Spectrus
Specter se non altro era stato utile agli Autobots recuperando per loro
qualcuna delle reliquie precedentemente rubate da Airachnid.
Ciò permise loro di combattere da una posizione un
po’meno
svantaggiata.
Megatron sembrava essere riuscito nel suo intento, trovando
ed attivando l’Omega Lock così da poter far
rivivere
Cybertron. Tuttavia Lord Megatron aveva un brutto difetto, con
ciò che ne conseguiva, riassumibile da un
semplice proverbio: “chi troppo vuole, nulla
stringe”.
A Megatron non bastava Cybertron. Non vedeva perché
avrebbe dovuto riportare alla vita adesso
quel pianeta, quando invece avrebbe potuto cyberformattarne un altro:
la Terra.
Chiaro
che Spectra Specter non avrebbe approvato, ma la
giovane cybertroniana ed il suo compagno non si erano ancora svegliati,
quella
mattina.
Per
di più Megatron aveva deciso di partire da solo.
Sapendo che Specter non aveva quasi più alleati era stato un
po’indeciso su
come comportarsi: andare a Cybertron con i suoi ufficiali o andarci con
i
soldati lasciando la Nemesis più protetta? Alla fine aveva
optato per la
seconda scelta.
Spectrus
Specter solo, a caccia di vendetta e più che mai
pericoloso... sapendo come stavano le cose forse era bene che le sue
possibili vittime restassero vicine: era più facile
terminare un robot per
volta che un gruppo tutto insieme, e Megatron non dubitava che ora il
sistema
di sicurezza della sua astronave fosse impenetrabile per
davvero.
Soundwave non era così sciocco da commettere un errore due
volte.
E
proprio Soundwave, mentre Megatron decideva
di formattare la Terra, schiuse appena i sensori ottici.
Vedendo
Spectra di fianco a lui ebbe la conferma che tutto
quel che era successo, prenderla come compagna di vita, diventare lui
stesso
uno Specter per acquisizione (Soundwave Specter. Poteva suonare
peggio!) e
tutto quel che avevano fatto insieme, che era andato al di
là dei suoi sogni
più sfrenati, era vero e non una sua fantasia.
Parlando di fantasie, Spectra si era dimostrata molto più
creativa e curiosa, nonostante fossero le prime connessioni, di quanto
avrebbe
mai potuto pensare. Nonché resistente perché,
alla faccia di quel che era la
normalità, ovvero che la prima connessione fosse
estremamente stancante per una persona, lei aveva voluto ripeterla,
ripeterla e ripeterla
ancora. Era stato lui alla fine a doverle dare un freno!
Gli era anche venuto il dubbio che in realtà non fosse
Scricciolo ad esagerare, quanto piuttosto lui a essere troppo vecchio e
facile da stancare;
in realtà Soundwave aveva retto più di quanto
avrebbe fatto un mech molto più
giovane.
Le
accarezzò piano la schiena, pensando di essere un uomo
fortunato per svariati motivi, anzi, l’uomo più
fortunato
che ci fosse in quell' Universo e in quelli paralleli, se esistevano.
La
vide aprire pian piano gli occhi.
-
Buongiorno principessa…
Spectra
sorrise. Pensava di sapere come sarebbe continuata
quella conversazione.
Anche
nell’infermeria intanto c’era qualcuno che si stava
risvegliando.
-
Dove sono?…
-
Alla buon ora. Certo che Soundwave ti ha proprio conciato
per le feste…
Al
tono irrisorio di Knock Out, Starscream fece uno sbuffo
nervoso. - Evita di nominare quel… quel… ah, al
diavolo!
-
D’accordo, eviterò di nominare troppo Soundwave Specter in tua
presenza - sogghignò Knock Out.
La
faccia di
Starscream fu da assoluto primo piano. Soundwave Specter? Che storia
era,
Spectrus si era forse scoperto gay, Soundwave idem e si erano presi
come
compagni?
-
La piccola storpia è una Specter, amico - lo
informò il
medico - Dato che Soundwave l’ha presa come compagna di vita
adesso abbiamo
un tecnico nobile.
Starscream
iniziò a rimettere la maggior parte dell’energon
che aveva in corpo in maniera convulsa.
Spectra quindi era quella
lì… quella
protoforma appena nata che era stato sul punto di uccidere e a cui
aveva
danneggiato la gamba. Che ironia della sorte che fosse stato proprio
lui a
rimediare in parte al danno.
Stava per accompagnarsi proprio a lei. Aveva quasi forzato
alla connessione proprio lei! Chissà se Spectra lo sapeva,
con chi aveva intrallazzato per tutto quel tempo!
-
Così facendo ti prosciugherai! Cerca di calmarti!... se
avessi saputo che avresti reagito così non te
l’avrei detto in quel modo -
borbottò Knock Out.
Starscream
tossì, cercando di contenere i conati e
rabbrividendo. - Una Specter…mi gira la testa - il seeker si
distese di
nuovo - Una Specter! Deve essere per forza quella protoforma a
cui… sono stato io
a ridurle la gamba in quel modo, l’avrei uccisa se
suo fratello non l’avesse
portata via!
Spectrus
Specter, il fratello di Spectra.
I giramenti di testa
aumentarono e a essi si aggiunse anche una gran paura
perché, per come
l’aveva conosciuta, Spectra Specter non era in grado di far
male ad una mosca...
ma se era veramente la sorella di Spectrus forse non era
così
innocua. Che fosse tutta una recita? E se anche lei avesse
iniziato a dargli la caccia assieme a suo fratello?
C'era anche da chiedersi perché Spectra l’avesse
sempre trattato bene. Evidentemente non
sapeva chi era l’assassino della sua famiglia.
-
Buono, quello. C’è mancato poco che uccidesse
Spectra
proprio ieri. C'è stato un mezzo disastro, fortunatamente
non da
noi ma dai nostri
nemici. Diciamo che Optimus Prime ha qualche problema interno.
-
Non devo temere che mi diano la caccia insieme, è
già qualcosa - sospirò Starscream, già
un po’più sollevato - Quanto a fratelli non sta
messa granché.
-
Meglio di quanto sia messo Dreadwing.
-
Tsk…già. Se non altro Specter non è
ridotto ad un terrorcon che
si aggira in una dimensione alternativa come invece fa Skyquake -
osservò il
seeker.
-
Lui non lo sa, vero?
-
Quando Lord Megatron l’ha visto nei miei ricordi non ha
ritenuto opportuno dirglielo - replicò Starscream.
O
meglio, non lo sapeva fino ad un momento prima.
Perché
Dreadwing era là fuori.
***
Che
Spectrus avesse trovato l’avamposto
Omega vuoto era stato solo un colpo di fortuna.
Si era infiltrato nella base degli Autobot con
l’intenzione di rubare loro le reliquie, far sparire le loro
risorse energetiche e
disporre trappole mortali in tutto il perimetro. Si era preparato a
combattere se fosse stato visto
mentre faceva il suo bel lavoretto,ma pensò che in quel modo
fosse ancora meglio.
Non
sapeva come mai la base fosse deserta, né perché
di reliquie non ce
fossero più, ma facendo due conti immaginò che
gli Autobot fossero partiti per
Cybertron nel tentativo di fermare Megatron che, finalmente, stava
combinando
qualcosa con quelle Chiavi.
“Va
bene lo stesso. Anche se non ci sono reliquie posso
disporre le trappole e occuparmi dei cubi di energon. Li avete raccolti
con
tanta fatica, poveri ragazzi, e ora io e ve li faccio esplodere tutti.
Un momento. Che sto facendo? È una perdita di tempo piazzare
trappole e far esplodere i cubi, posso fare tutto insieme.
Farò
così,
programmerò una bomba e la piazzerò vicino ai
cubi
così che esploda nel momento
in cui quel branco di sfigati tornerà. Considerata le
quantità di energon presente, c’è una
buona
probabilità che così facendo li stermini tutti in
un
colpo solo”.
Peccato
che Wheel Jack non avesse voluto partecipare, pensò
Spectrus mentre programmava la bomba. A lui le esplosioni piacevano, si
sarebbe
divertito.
"Ah,
già. C’è tutta quella storia di
Bulkhead" ricordò.
Poco
male: da quel giorno in poi Wheel Jack avrebbe potuto
smettere di sentirsi in colpa e pensare al suo amico, dato che il
grosso
demolitore verde sarebbe morto. Solo una cosa dispiaceva a
Spectrus, ossia non potersi portare a letto Arcee un’ultima
volta, sarebbe stato divertente.
In
quel momento i computer rilevarono un’enorme
attività
energetica proprio lì vicino.
Dando
un’occhiata agli schermi, Spectrus vide un
raggio di energia colpire il terreno. Il raggio sembrava provenire
nientemeno
che da un Ponte Spaziale!
"Megatron
si sta dando un bel daffare, lassù. Non poter essere
lì è proprio un peccato".
Si
chiese se anche Spectra fosse presente. Nel caso sperò
che non le succedesse nulla, perché voleva farla fuori lui
stesso.
Uscì
dalla base tranquillamente com’era entrato,
mantenendosi nelle vicinanze così da poter assistere
all’esplosione. Notò che
il raggio di energia, così com’era iniziato, era
già finito. Era durato solo il tempo
in cui lui aveva terminato
di programmare la bomba ed era uscito .
Si
chiese cosa potesse significare, salvo concludere che in
realtà lo riguardava solo
fino ad un certo punto.
-
Andiamo ragazzi, tornate dentro - mormorò -
Andiamo…
Quando
sentì e vide l’esplosione, sul volto del mech si
disegnò lentamente un gran sorriso soddisfatto. Era stata
più piccola di quanto
avesse previsto, purtroppo, ma aveva di certo fatto qualche danno.
“O
forse qualche danno e qualcosa di peggio” pensò,
osservando il cielo e notando l’avvicinarsi della Nemesis.
***
-
Li abbiamo trovati, Lord Megatron! - esclamò Knock Out
appena
Megatron tornò, decisamente scuro in volto, atterrando sul
ponte della Nemesis
- Abbiamo trovato la base degli Autobots! Soundwave ha ricevuto dei
segnali…
Sentendo
quelle parole, Megatron fece uno splendido ghigno.
Quello
sciocco di Prime aveva distrutto l’Omega Lock, la sola
possibilità di riportare
Cybertron alla vita, solo per far sì che anche il pianeta
Terra non venisse
cyberformattato e di conseguenza tutte le specie indigene uccise, ma
avrebbe
pagato caro quel che aveva fatto.
-
Ottimo lavoro! Vedo che anche la cyberformattazione ha avuto
gli effetti sperati. Peccato che Prime l’abbia interrotta.
Dannato… -
digrignò i denti appuntiti, osservando l’imponente
struttura cybertroniana che era
comparsa lì vicino e che aveva già deciso di
chiamare “Darkmount”.
Anche
Soundwave poco dopo fece la sua comparsa sul ponte. -
Spectra?... Non è nemmeno qui…
-
Ho saputo che ti sei svegliato appena in tempo per trovare
la base degli Autobots. Ben fatto, Soundwave - disse Megatron, per poi
guardarlo
quasi divertito. - Stanco?
Knock
Out sogghignò mentre Soundwave faceva del suo meglio
per restare impassibile. - Non abbastanza da non lavorare. Avete visto
Spectra?
È da quando ho ricevuto le immagini e le coordinate
dell’avamposto degli Autobot che è uscita dalla
nostra
stanza.
-
Per quale ragione? - domandò Megatron.
-
Ha detto che doveva andare a prendere qualcosa. Non ho
capito quel che ha detto, a dire il vero, suonava come “Devo
andare a
prendere il coso della cosa”, ma di certo ho sentito male.
Invece
era proprio quel che la giovane femme aveva
farfugliato, utilizzando quella scusa per uscire
dall’alloggio da
sola e andare sulla Terra. Soundwave non ci aveva fatto caso, ma
Spectra aveva visto
suo fratello nascosto lì e aveva deciso che doveva
assolutamente
parlare con
lui e chiarire come aveva già pensato di fare, altrimenti
non sarebbe stata a posto.
Così aveva attivato il Ponte Terrestre ed era
scesa giù.
Le
gambe le tremavano un po’, era in ansia per la conversazione
che
l’aspettava. Vide il sorriso soddisfatto di suo fratello
mentre osservava
i danni dell’esplosione.
-
Spectrus…
Il
mech si voltò verso di lei. Il sorriso non scomparve,
vedendo che era sola.
-
La mia sorellina ingrata è venuta a cercarmi.
-
Sei stato tu, vero? A far esplodere tutto. I Decepticon ora
li hanno trovati - indicò la montagna - Erano i tuoi
compagni...
-
Non dopo che mi hanno attaccato ieri - tirò lentamente
fuori la spada - Come tu, d’altra parte, non sei
più mia sorella. E sarai
terminata - sollevò l’arma - Ti sei salvata una
volta quando ho fallito quella
missione, mi servivi. Ora non più.
Apparentemente
Spectra non ebbe reazioni. Uno shock in più o
uno in meno ormai non faceva differenza. Anche quella parte del suo
incubo dunque era vera, aveva
sognato le reali intenzioni di suo fratello in quel giorno del passato.
-
Non capisco perché tu mi voglia fare del male -
mormorò la
ragazza - Io ti ho sempre voluto bene, Spectrus. È
per te che ho fatto cose
che non mi piacevano, per starti vicina…
-
Ed è per questo che hai vissuto fino ad ora - la
interruppe il fratello - In caso contrario sarebbe andata diversamente.
-
Papà e mamma non avrebbero voluto questo. Non avrebbero
voluto che tu per vendicarli diventassi un… mostro - disse la
ragazza, con la
voce che tremava.
Era
dura ammettere cos’era suo fratello.
-
Sono offline, non sapremo mai cosa avrebbero voluto e cosa
no - ribatté seccamente Spectrus, avvicinandosi a lei - In
ogni caso sono certo
che di una figlia inutile come te non avrebbero voluto saperne.
Approverebbero
la tua terminazione, secondo m-
Specter
fu spedito a terra da un calcio di potenza
allucinante.
Fortunatamente
per Spectra, Soundwave aveva ancora Laserbeak
in giro, e il suddetto aveva inviato a Soundwave le ultime immagini.
Quando
aveva visto Scricciolo laggiù con quell’essere
malvagio non ci aveva pensato
due volte ed era volato immediatamente giù.
-
Non toccare la mia compagna.
Spectrus
si rialzò immediatamente. - Allora è una
cosa seria - sogghignò - Non dirmi che combatterò
contro mio cognato.
Soundwave
riprese l’attacco senza neppure rispondergli, mentre
la Nemesis si avvicinava sempre di più alla montagna con
tutta l’intenzione di
distruggerla, e con lei tutto quel che c’era dentro.
L’ex
gladiatore fece
scattare i tentacoli contro Specter. Era talmente fuori di
sé da dimenticarsi
che Spectrus aveva bloccato quella mossa già una volta, oltretutto
ritorcendogliela
contro.
-
Allora sei stupido - disse infatti il mech sbattendolo
contro la parete rocciosa ed accanendosi su di lui, strappandogli via i
tentacoli - Ti ho detto che la stessa mossa non funziona due volte, con
me!
-
V-vai…vai via da qui! - gridò Soundwave a Spectra
- Scappa!
Prima
che Soundwave potesse reagire, Spectrus lo infilzò
all’addome con
la spada, tanto profondamente da incastrare la
lama nella parete di
roccia.
-
Pensa a te, non a lei che tra poco farà la stessa fine!
Si
sentì il suono di una lama che penetrava
nell’acciaio.
Le
braccia di Spectrus smisero di funzionare.
-
Anch'io ho un limite a quel che posso sopportare.
Cercando di uccidere Soundwave tu l’hai superato.
Spectrus
si voltò. Sua sorella aveva le lame bene in vista,
ancora sporche di energon, e gliele aveva infilate nella schiena per
disattivargli l’uso delle braccia.
Non
sembrava nemmeno lei, sembrava piuttosto una copia
estremamente minuta di suo fratello. Sguardo gelido. Tono duro e
secco.
Specter
ringhiò, seguendola mentre lei indietreggiava, e in quel
lasso di tempo Soundwave si tolse
la spada dall’addome.
La ferita non gli impediva di muoversi e ne aveva subite
di peggiori, non lo preoccupava troppo, a preoccuparlo era Spectra. Il
suo Scricciolo… dov’era?
Aveva già visto quella sconosciuta che le somigliava ma
adesso faceva quasi paura.
-
Allora non sei poi tanto innocente - Spectrus fece dondolare le
braccia inservibili - Posso combattere anche così. Sei
sempre invalida e io
più grosso, più veloce e più forte.
Come
per provocarlo, Spectra fece un paio di saltelli. - Dici?
Perché, per come la penso, in questo
momento sto meglio di te.
Spectrus
ammutolì. Lei stava meglio. Camminava quasi
normalmente.
Tra l'essere già stato colpito e ciò che
sapeva della velocità e
precisione di sua sorella, capì di essere nei guai.
Normalmente non l’avrebbe
mai toccato ma adesso sembrava capace di tutto, proprio come di solito
lo era lui.
Gli somigliava.
Per un attimo, nonostante tutto, ne fu quasi fiero.
L’istante
dopo Spectra gli fu addosso, senza che lui riuscisse a difendersi.
Soundwave
osservò allibito la sua compagna che in pochi
secondi, agganciandosi al corpo di suo fratello per muoversi, infilzava
tutti i
punti nevralgici restando perfettamente
impassibile. Allora era vero quel che aveva detto Airachnid
tempo prima,
Spectra poteva veramente averla ridotta in quel modo!
-
Due
ceffoni a modo nostro, Spectrus - disse la giovane nello scivolare
lungo la schiena del fratello. Gli aveva fatto grossi danni
ma gli aveva lasciato la possibilità di andarsene via,
poteva
ancora
camminare. - Vattene e non tornare più. Lascia il pianeta.
Sei
mio fratello e
ti lascio vivere, non uccido e non lo farò mai, ma non ti
voglio
più vedere!
Detto
questo guardò Soundwave, che si era liberato.
Ricordò
quel che le aveva detto: “niente più
segreti”… e lei dei due ceffoni non
gliel’aveva
detto.
-
“Due ceffoni”, Spectra - le disse - Questi
per te sono due ceffoni?
La
ragazza lo guardò, guardò suo fratello e
le ferite che
gli aveva fatto.
La sconosciuta che le somigliava scomparve e, presa da
sensi di colpa atroci per quelle azioni che per lei erano contronatura,
fuggì via in
lacrime e più veloce che poteva.
Il
cannone della Nemesis stava per sparare contro la montagna.
Soundwave
si avvicinò a Spectrus.
-
Dopo quel che le hai fatto non meriti di vivere - disse,
usando tutte le sue forze per lanciarlo contro la montagna e poi
correre dietro
a Spectra.
Il
cannone sparò.
***
Poco
prima che il colpo partisse, Optimus e Arcee avevano
pensato che non fosse giusto.
Non
era giusto che Spectrus, perché poteva essere stato solo
lui, avesse fatto saltare tutto. Per fortuna il Ponte andava ancora.
Non
era giusto che dovessero dividersi per non farsi
trovare, proprio adesso che erano diventati compagni.
Non
era neanche giusto che Optimus rimanesse lì per
chiudere il Ponte. Quando Arcee aveva capito cosa voleva fare, Bulkhead
aveva
dovuto cacciarla dentro il Ponte a forza.
Prime
poteva solo sperare in bene e pregare Primus di
sopravvivere.
"Per
Arcee. Devo rivederla".
La
sua compagna fu l’ultimo pensiero che ebbe prima che
l’avamposto fosse distrutto.
***
Soundwave
aveva raggiunto Spectra e, dopo averla riportata
nella Nemesis e averla tranquillizzata un po’, le aveva detto
quel che aveva
fatto.
-
Tu hai fatto cosa?!
-
Non potevamo lasciarlo in vita, Spectra. Sarebbe tornato
a…
Una
lama scattò. Soundwave si trovò il petto
graffiato.
Spectra
lo
aveva colpito? Lo aveva fatto davvero?!
Gli
bastò uno
sguardo per capire che il suo Scricciolo era fuori di sé,
completamente fuori di sé, per aver
fatto una cosa simile e averla fatta proprio a lui.
-
Come hai potuto?! Chi sei per avere il diritto di
decidere se mio fratello doveva o meno vivere, eh?! IO L’AVEVO LASCIATO
ANDARE! - gridò la ragazza
- Avresti
dovuto rispettare la mia decisione!
I
suoi sensori ottici si fissarono sul graffio e sulla
lama.
Trasalì e iniziò ad indietreggiare, rendendosi
conto solo allora di averlo
graffiato.
Aveva fatto del male al suo compagno.
-
Spectra, non…
Soundwave
non fece in tempo a finire la frase che lei fuggì
di nuovo, sempre in lacrime. Era diventata un'abitudine ormai.
Non
ce la faceva più. Doveva andare via da lì, tutti
quegli shock uno dopo l’altro la stavano facendo diventare
matta, continuando in quel modo
sarebbe crollata.
Starscream.
La cattiveria di Spectrus e l’averlo ferito,
lei che odiava la violenza. Soundwave che, del tutto incurante della
sua
volontà e del suo background, l’aveva ucciso dopo
che
lei l’aveva lasciato andare… era troppo.
Soundwave
aveva ancora la sua Scintilla nonostante quel che
aveva fatto ma lei aveva bisogno di stare tranquilla, e nella Nemesis o
a Darkmount non ce l’avrebbe fatta. Le sarebbe occorso del
tempo
per
perdonarlo.
Andò
a sbattere contro qualcuno.
-
Dreadwing! - esclamò piangendo.
Il
secondo in comando
stava andando da Megatron. Voleva vendetta. Skyquake, il suo amato
fratello, ridotto a un terrorcon… e lui non
gliel’aveva detto. Tradimento! Come aveva potuto?!
Quando
però vide la giovane Specter in quelle condizioni, mise
tutto da parte per occuparsi di lei. - Cos'è successo?
-
Voglio andare via, voglio andarmene! Non ce la faccio
più! - pianse lei - Basta!
Dreadwing
non disse nulla per un po’. - Vuoi andare davvero?
-
S-si!...
Forse
era meglio cambiare aria anche per lui.
Se avesse messo in pratica quel che gli era venuto in mente, Megatron
l’avrebbe ucciso e ciò non avrebbe riportato
indietro
Skyquake. Inoltre,
Spectra aveva bisogno di lui.
-
Allora ce ne andiamo insieme - disse.
Lei
lo guardò, sorpresa, per poi lasciarsi prendere in
braccio e lasciare in sordina la Nemesis.
Nel
frattempo, l’enorme mano nera di un mech sbucò
dalle
macerie...
E
per ora finisce qui!
Grazie
a chi ha letto e apprezzato. Alla prossima!
|
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