Cursed

di HellSINger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'oscurità ***
Capitolo 2: *** Nome e destino ***
Capitolo 3: *** Sacrificio ***
Capitolo 4: *** Sangue fresco ***
Capitolo 5: *** nube ***



Capitolo 1
*** l'oscurità ***


anche nella luce più profonda ci sono delle crepe è da lì che entra l'oscurità

Nell’oscura città di Nevalage una malattia si diffonde questa e’ chiamata: "Oscurità".
una giovane ragazza e’ seduta, come al solito, sul ramo d'una vecchia quercia, osserva le porte della città come se aspettasse qualcuno.
Lei e’ una strega, forse l’ultima, aspetta forse la sua famiglia morta in un incendio “accidentale”.
Il sole sta tramontando, e’ meglio che torni a casa ,pensò.
Con un agile salto scese dalla quercia, i suoi lungi capelli ricci e rossi caddero ribelli sulle sue spalle come le ali rotte di un angelo.
Doveva sbrigarsi tra poche ore i Cursed sarebbero usciti dai loro nascondigli, alla ricerca di anime per placare la loro oscurità.
La ragazza penetrò nel fitto bosco Holygroud, dove la chiesa Mistresis si ergeva abbandonata da secoli. Era lì che viveva da quando il suo futuro era andato in cenere.
Il mattino successivo la ragazza tornò alla sua postazione, guardava sempre quell’ orizzonte distante ed irraggiungibile.
Era ormai il tramonto, quando una risata tagliente e aspra raggiunse le sue orecchie, così come il sasso che l’ accompagnava.
“Strega, vai via qui nessuno ti vuole, maledetta sei tu che hai creato i Cursed”esclamò un passante
La ragazza lo ha osservato coi suoi occhi languidi color mare, rimane in silenzio, mentre una pioggia di pietre la colpisce.
La sua pelle candida era ormai varcata da striature rosse, quando la ragazza ormai stufa di quella condizione, estrasse il rosario di alamantite nera:un metallo rarissimo( la leggenda narra che sia piovuto dal cielo sotto forma di lacrime incandescenti, infatti e’ anche chiamato”lacrime d’angelo”).
Stava forse per macchiarsi del piu’ grande delitto? (secondo la religione delle streghe uccidere gli umani è una grande colpa) Ma in quel momento un giovane: imponente con i capelli mori che gettavano ombre sui suoi occhi castani, ha saldamente afferrato la mano dell’uomo, e con un rapido movimento lo ha disarmato,
poi con uno sguardo tagliente ha trafitto l’uomo “siete paragonabile alla piu’ miserevole montagna di terco, signore,attaccare un povero bocconcino indifeso, non siete certo migliore dei Cursed, almeno loro uccidono per necessità” “chissà se ti posso ammazzare? così io e la signorina saremo soli e potrò assaporare la tua preda heheh ” aggiunse rendendo il suo sguardo ancora piu’ tenebroso e crudele,
mentre estraeva un coltello d’argento pregiato(dal colore estremamente pallido doveva essere sicuramente argento detto Castiele)e lo puntò alla gola dell’uomo. La strega scorse un demone omicida dietro i suoi occhi, non avrebbe certamente permesso di uccidere.
Strinse la “x”al termine del rosario e pronunciò l’incantesimo: “ eim isma Lumino est iren”(traduzione dal runico alla lingua corrente: se la luce ascolta c’e’ pace).
Le perle diventarono rosse, come il piu’ miserevole sangue di demone, mentre stringevano la mano del ragazzo in una morsa, la strega disarmò il suo salvatore, che però aveva ancora in pugno il suo carnefice. Il ragazzo cambiò improvvisamente espressione, era come se si fosse svegliato da un sogno, mollò la presa, lanciò una fugace occhiata alla strega, i suoi occhi non sembravano piu’ così malvagi erano tersi da lacrime che non sarebbero mai state versate.
Il suo salvatore fuggì, mentre il passante esclamava acidamente “stupida strega lo potevi fermare prima mi ha sgualcito il colletto della camicia”
“se non fossi intervenuta non se ne sarebbe preoccupato”esclamò sottovoce “comunque se non vuole fare tristi incontri le consiglierei di andare in città”aggiunse con aria di sfida.
Scese dall’albero, doveva preparasi, dopo tutto quel giorno era il suo diciassettesimo compleanno, era "quella notte".
Il sole era quasi completamente tramontato, quando la ragazza intravide il suo salvatore.
“Mio signore, non dovreste restare in giro per la notte, questo posto e’ frequentato dai cursed,rischiate di essere ucciso” disse avvicinandosi.
Il giovane era inginocchiato, aveva un’ aria stravolta, respirava affannosamente e con irregolarità; gocce di sudore freddo gli adornavano la fronte, con un sussurro flebile disse: “aiutami”
la strega si avvicinò,fece un rapido giro attorno a lui e disse: “stai cedendo all’oscurità nel tuo cuore?”
“quello che dite non ha senso strega”farfuglio spinto in una lenta agonia,
“ah no, beh non permetto ad un Cursed di trattarmi così, dopo tutto volevo solo ricambiarti la cortesia...Vuoi morire da umano o vivere da Cursed?”
“voglio morire da umano”disse
“allora farò in fretta”disse la ragazza mentre impugnava il rosario “oire im istes oire noiche ei ustres imini fer ut” (traduzione dal runico alla lingua corrente:in questo momento in questa notte rinuncia al male per la salvezza)
La “ x” che pendeva dal rosario venne investita da una luce rossa, pian,piano cambiava forma.
il pendente era diventato uno spadino con la lama nera solcata da perle rossicce qua e là.
Trafisse il ragazzo con la lama e poi concluse “ertis est remila”(il malvagio trova la retta via ).
Il mattino seguente la ragazza aveva rinunciato ad appostarsi su solito ramo.

La morte è solo il pricipio

Il ragazzo aprì gli occhi, dunque era morto?Quello era l’inferno?L’inferno era soffice come delle coperte? Questi ed altri pensieri si ammassavano nella sua mente.
“Bene sei sveglio” disse la strega il ragazzo balzò in piedi
“Ma non mi avevi ucciso? Ho sentito la lama infilzarmi”
disse toccandosi il petto in prossimità del cuore, ebbe un brivido, aveva una leggera cicatrice.
Dopo una leggera riflessione la ragazza dai capelli rossi rispose “Beh in un certo senso sei morto”
“Cosa c**** vuol dire in un certo senso?” disse il giovane sempre piu’ spaventato.
“Non so come spiegartelo perciò ti faccio vedere” detto ciò lei pronunciò parole incomprensibili, aprì il palmo della mano sulla quale si materializzo una specie di fuso nero avvolto in fiamme rossicce.
“Questo è il tuo cuore sono una strega necromante, e tu sei diventato un non-morto”
“Il mio cuore? Non dire p********”
la strega strinse la presa , il non-morto rantolo di dolore. Lei mollo la presa e la figura si dissolse.
“Mi occupo di farlo battere, sai non posso permetterti di morire”aggiunse la ragazza con un tono misterioso.
“Quello è davvero il mio cuore, ma che diamine hai fatto?”
“Beh quello che mi hai chiesto... ti ho salvato …”
“Quindi ora sono una specie di zombi, andrò a mangiare persone, cervelli e altre cose?”
La maga lo guardò seria qualche secondo,poi scoppiò a ridere fino a quando non le scesero le lacrime.
“No, tu sei diverso da uno zombi per due semplici cose: lo zombi si decompone e assume la carne viva per riparare i suoi danni, e pensa solo a questa cosa... Tu invece per mantenerti necessiti solo di un qualcosa di diverso… per il resto come puoi ben vedere sei dotato di intelletto, diciamo che a parte quel dettaglio sei vivo”
“Che?”
“Beh si è normale che tu sia sconvolto… ho fatto le frittelle ne vuoi una? Non sono buonissime, ma sono frittellose ”
“Beh in effetti ho fame”
“Ecco tieni ci vuoi lo sciroppo di glumier?”disse lei
porgendogli le frittelle già annegate nello sciroppo.
“Ma se c’e’ già perché me lo chiedi?poi che cos’ e’ lo sciroppo di glumier?”
“Segreto segretuccio, mangia non ti avveleno”
“Metti la salsa piccante sulle frittelle? è strano come sapore ma è buono…poi c'è un altro sapore che non so cos’e’”
“Segreti di cucina tu non li puoi sapere”
“Ma i tuoi genitori non ti fanno domande sul perché c’e’ uno sconosciuto in casa?”
“I miei sono morti”
“Ah anche i miei”
“Un incendio”dissero in coro
Si guardarono stupiti in silenzio.

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Capitolo 2
*** Nome e destino ***


non nasconderti dietro il destino ciò che sei è una tua scelta

Quel silenzio era davvero imbarazzante e la strega si affrettò a cambiare discorso,
“Ah, che sbadata non ti ho chiesto come ti chiami”
Il ragazzo benedisse quella domanda
“Mi chiamo Amaranto”
Gli occhi sella necromante luccicarono“Che bel nome”
“eh…dav-vero ti piace?”
“um..SI, Amaranto deriva dal greco vuol dire infinito, durevole, ha un significato bellissimo,sai un nome è un destino”
“e il tuo?”disse Amaranto arrossendo
“ il mio destino si traduce in Eleonora, colei che vive nella luce, la pietosa”
“a-nnche il tuo nome è bello…sai sembra che qualcuno gia’ sapesse che saresti diventata un’ Eleonora perfetta”
Eleonora diventò rossa e decise di cambiare nuovamente discorso.
“sai, ieri ho finalmente terminato il mio periodo di formazione, dunque da oggi ogni tramonto dovrò difendere la città santa di Nevalge dai cursed”
“città santa, non farmi ridere, parli della stessa gente che ti tira le pietre? Hanno tentato di ucciderti perché dovresti salvarli?...insomma potresti…morire”
La giovane sorrise “l’hai detto tu sono la perfetta Eleonora…”
“ti proteggerò io ”esclamo il giovane deciso ed irremovibile
“Perché?”lei era davvero stupita
“perché non esistono piu’ persone buone come te, non voglio che qualcosa possa sporcare la tua luce, dopo tutto il corrotto sono io ed è giusto così”il ragazzo sorrise tristemente
“umm…mi puoi dire perchè dici così?”
“è una lunga storia”
“se me la vuoi raccontare io ho tutto il tempo e la pazienza che vuoi…”
“ok, beh sono diventato un Cursed la scorsa settimana, e durante la mia prima notte folle ho ucciso le figlie del vescovo, che si è vendicato la mattina seguente dando fuoco alla mia casa mentre i miei dormivano e io ho dato prova del male insito nella mia anima, ho sentito odore di fumo e sono fuggito,le fiamme hanno avvolto tutto in pochi minuti, e sono rimasto immobile mentre le mie sorelle urlavano, salvateci, fa male…poi è giunta la notte a darmi conforto, quando sono tornato in me il sole era già alto, e la mia città non c’era piu’ da li’ la follia mi ha sempre accompagnato ovunque andassi, ho sempre cercato dei posti isolati per evitare di uccidere troppi innocenti…
Poi ho visto quella sporca feccia che ti tirava le pietre, tu che stringevi quel rosario, sembravi una santa.. così ho trattenuto la follia per un po’, sai che non ho fatto tantissimo e il resto lo sai già…mi chiedo perché mi hai salvat…”
Non ebbe neanche finito che la strega lo abbracciò piangendo
”ismait lumino, sai hai appena dato prova che nel tuo cuore c’è luce, ti sei caricato la croce sulle spalle mi hai salvato, cio’ tu non lo chiami essere buoni?”
“non potrà mai cancellare i miei peccati”
“perché puoi servire la luce, la luce ama piu’ quelli come te che quelli che sembrano santi”
“Eleonora che mi dici di te…”
“su di me non c’è molto da dire, sono la odiata strega di Nevalge, il mio rosario è quanto di piu’ prezioso ho, è la mia vita, l’unico ricordo dei miei genitori che sono morti quando ero molto piccola da allora ho vissuto da sola in questo bosco,in questa vecchia, enorme, fredda chiesa, a leggere le antiche preghiere prima di dormire, e a guardare il cielo di giorno, sai cercavo la tenebra che avrebbe distrutto le tenebre, cercavo… te…Amaranto, ne sono stata convinta dal momento in cui ho visto il mostro e l’angelo che si contendevano i tuoi occhi, mentre cercavi di salvarmi…”
Era sceso il silenzio ancora una volta.
Il giovane sentì una sensazione simile alla follia, ebbe un’ improvvisa voglia di dare un bacio alla strega, per placare le sue ferite, o forse per sapere che sapore avesse uno spirito così dolce,
più aspettava e più quel desiderio lo consumava.
La ragazza lo guardò e gli diede un bacietto sulla guancia,
“Vorrei parlare ancora ma devo preparami per la caccia” Detto ciò si avviò verso una qualche remota stanza della chiesa.
Lui la guardo finchè non scomparve.


se vuoi troppo non sarai mai felice

Amaranto si mise spalle al muro, scivolò dolcemente.
Finché non rimase seduto. Cosa stava per fare? Aveva mangiato tutte le frittelle ma aveva ancora fame.
C’erano troppi pensieri che vagavano liberi nella sua mente.
Chiuse gli occhi e decise di affogare nei pensieri.

Eleonora era nella stanza segreta della chiesa dove le antiche reliquie attendevano un padrone.
Aprì le ante del simulacro dove la grande spada del dominatore della luce giaceva.
Con mano tremante la prese, sarebbe diventata la sua padrona?
Strinse la fodera, respiro intensamente, e vi incastonò il suo cuore: il rosario, quello era il momento della verità.

Riaprì gli occhi, dove si trovava?
Poteva facilmente sentire: erba sotto i piedi, la presenza del cielo, il rumore del mare,
il profumo dei fiori di amaranto e di rose, sentiva tutte queste cose, ma era immersa nelle tenebre piu’ assolute.
Non sapeva casa era andato storto: quella doveva essere la spada del dominatore delle tenebre. Sforzò la vista, scorse due enormi occhi viola e un sorriso: tanti denti bianchi che assomigliavano a quelli di uno squalo.
“salve mia giovane pretendente”esordì una voce che echeggiava ovunque in quel “mondo”.
“cosa agognate nelle tenebre del vostro cuore, la fama, la vendetta o solo morte e autodistruzione?”
La strega fissò quegli occhi “desidero la salvezza”.
Una risata roca e beffarda la investì “la salvezza non è affar mio…capisco la spada della luce non ti ha voluto per via di quella bellissima macchia nel tuo spirito, certe colpe non si possono dimenticare…oh strega che hai perso tutto che farai? Lascerai che il mondo trovi la sua salvezza autodistruggendosi? O distruggerai il male per mantenere quest’ordine?”
“se è per l’ordine del mondo non esiterò a distruggere tutto l’insalvabile”
“E’ da secoli che non incontro qualcuno di così interessante, bene strega, accetto di servirti…per tutta l’oscurità nel tuo pensiero” il sorriso si trasformò in un ghigno sadico.

Era ormai il tramonto quando Eleonora andò a chiamare Amaranto.
Lo trovò appoggiato al muro con l’aria assorta. Il giovane sposto i suoi occhi su di lei e apprezzò: le lunghe calze bianche , la veste lunga fino al ginocchio di seta nera, le maniche a sbuffo con un delicato merletto, i suoi lunghi capelli rossi che contornavano il suo collo lungo, la sua pelle era così pallida e delicata ed emanava un profumo inebriante.
Amaranto balzò in piedi, sentiva il cuore martellargli nelle tempie, afferrò i polsi sottili della strega, la teneva in pugno, ferma, mentre si avvicinava sempre piu’ al suo collo bianco latte, il profumo si fece piu’ intenso.
La maga deglutì “vedo che hai ancora fame, mi dispiace se non ho messo abbastanza sangue nelle tue frittelle”.
Il ragazzo stava già per affondare i denti nel suo collo, quando improvvisamente la sua bocca cambiò destinazione strisciando sulla sua pelle.
Amaranto mirava alle labbra rosse sangue della ragazza,in principio la baciò con cura e delicatezza quasi temesse di romperla al solo contatto, poi quasi spaventato e pentito delle sue azioni la spinse via da sé .
“Eleonora perdonami” furono le sole parole che riuscì a dire

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Capitolo 3
*** Sacrificio ***


ti sacrifecheresti per salvare una vita?
“Stupido” disse la strega con aria seccata
agguantandolo con forza “non dovevi fare una cosa così stupida per evitarmi la ferita, dopo tutto ho sbagliato il dosaggio”aggiunse
“m-ma” il ragazzo aveva gli occhi lucidi
“non ti metterai mica a piangere? Sii uomo. E se non ricevi questo” disse
mentre con le unghie si faceva un piccolo taglio sul braccio “morirai, nel senso che tornerai ad essere un corpo senza volontà”
“ma potrei farti male”
“se continui ad aspettare si. Desideri sempre più le cose che non puoi avere”
Il sangue aveva già formato un piccolo fiume rosso, “no non posso, preferisco morire piuttosto che recarti danno”
Al suono di queste parole la strega lo prese per il collo avvicinando le sue labbra alla ferita
“devi stupido”
la ferita profumava dolcemente, mentre ormai la sua mente si annebbiava, si sentiva bruciare sempre di più, la sua gola secca esigeva: la sete placata…una gioia che danzava sulla lingua… sentì la vita scorrergli dentro come un fiume in piena, bruciante incorruttibile, potente, l’ebbrezza lo travolse…
si sentì scosso qualche secondo e riprese un briciolo di coscienza giusto, giusto nel secondo in cui la pelle cedeva alla tensione provocata dai suoi denti che si dovevano essere affilati.
La strega restava impassibile, chissà se se la poteva mangiare?
Quel profumo di sangue era nostalgico, petali di ciliegio persi in tormente nevose della vita…
In quel momento un ultimo raggio di sole fece brillare i suoi occhi rossi riflessi in uno specchio,
dunque non era più “umano” dentro di se sorrise che scemo non lo era da un po’ solo che ora era un mostro e ne era pienamente cosciente, una lacrima solcò il suo occhio sinistro.
In quel momento un grido si spanse, “dobbiamo andare” esclamò la strega,
“si mia signora ” disse il ragazzo ripulendosi la bocca mentre i suoi occhi tornavano marroni.
La strega fasciò velocemente la ferita.
Appena fuori dalla chiesa un gruppetto di mostri aveva accerchiato una bambina che piangeva fiumi incandescenti: lacrime di rimorso.
Erano creature orribili avevano una specie di abbozzo di figura umana per il resto avevano zanne e artigli…e due grandi occhi gialli le iridi enormi nella quale bruciava una fiamma di puro odio, solo quella si poteva percepire: ne paura ne frustrazione odio puro e una grande sete di sangue e morte
“questi sono Cursed di basso livello” escalmò Eleonora
“eh davvero?”
“dopo il tramonto mutano tutti”
“ora dobbiamo donar loro la pace e salvare la bambina” aggiunse
Il vento soffiò tra gli alberi che tremarono come spaventati dalla imminente battaglia, la luna li osservava nel cielo tutta colta e interessata aspettava forse quel momento?
In cuor suo Amaranto provava una grande pena quei Cursed dato che l’unico modo per salvarli era donargli una morte da bestie…

rosso, rosso come...

I mostri rizzarono le loro orecchie e ruggirono mostrando le lingue scarlatte: li avevano sentiti arrivare.
La giovane impugnò la sua “croce”, la luce della luna si sciolse in un’ombra assetata di sangue, che si avvolse come un serpente attorno alla sacra reliquia: quella era la spada delle tenebre, una lama che è costituita dalle ombre che circondano il cuore della sua strega.
I due mostri si lanciarono ruggendo contro la dominatrice delle ombre, i loro artigli brillavano di una luce rossastra.
Lei chiuse gli occhi passando una mano sulla lama.
“will eld desperatio eir et laime est eim lumino nater est grusago”
[la volontà disperata nella lama è la mia guida(o luce) anche se è errore(o oscurità)]
Le ombre avvolsero il corpo dei cursed, che a mezz’aria immobilizzati come erano, digrignarono i denti rabbiosi, lei spiccò un salto e con una rapida rotazione della spada, ruppe le ossa e lacerò la carne, e il sangue uscì formando degli splendidi fuochi d’artificio cremisi.
Era uno spettacolo orribile e magnifico al tempo stesso e il nostro spettatore inconsapevole(Amaranto), era combattuto se provare ammirazione o una gran paura.
I mostri si erano concentrati sulla brutta fine spettata ai loro compagni, e avevano perso ogni interesse per la piccola, che approfittandone si era nascosta dietro ad un cespuglio.
Il più grande dei restanti 4 demoni assassini emise un verso: tra un grido e un ululato.
la seconda più grande era una donna con la lunga coda di serpente, che con uno scatto fulminio si avvolse attorno al corpo di Amaranto sibilando, mentre gli altri due si lanciavano all’attacco.
Gli occhi delle due bestie brillarono, la lingua di una settò e si cinse attorno al collo della ragazza.
“se ti rompo il collo non potrai più pronunciare le tue maledizioni signora dell’ombra” disse confusamente la stessa.
“male che vada mi basterà tagliarti le mani e non potrai più impugnare quella taglia-taglia”proclamò fieramente l’altra mentre si affilava gli artigli sulla pelle della vittima intrappolata e il sangue scese dolcemente lungo le sue braccia.
Il ragazzo era costretto dalla banshee( la donna-serpente) a osservare la scena.
“gusta la tua punizione per non aver protetto la donna che ami”
“ma io non la Amo ”
“certo, certo che credi? io sono una banshee, non un cursed, la mia più grande abilità è vedere amore e lussuria nel cuore degli umani, e farli emergere perché non si vive bene spaventati dalle proprie emozioni…”
“non sembri malvagia perché sei con loro?”
“sono costretta, kya ha ha”
ormai Eleonora mostrava i primi segni del soffocamento, cosa doveva fare?
La banshee aveva ragione?
Lui amava Eleonora o le era solo riconoscente?
Non doveva perdersi in inutili domande, lo sapeva, per quello ci sarebbe stato tempo, ora doveva trovare un modo per salvarla o non l’avrebbe più rivista, non avrebbe più visto quel sorriso malinconico e non avrebbe più sentito quella sensazione calda e avvolgente che sentiva solo stando con lei.
La doveva salvare anche a costo di morire, la doveva salvare per tutte quelle persone che non era riuscito a salvare: sua madre, le sue sorelline: Lizzye e Meggie E tutte le altre, la sua amata Lee-jen, e tutte quelle persone senza volto che doveva aver ucciso quando era un Cursed.
No, non doveva per quella regione, ma perché lei era stata l’unica a trattarlo come un’essere umano, quando non lo era più da un pezzo, perché lei doveva vivere! Si sentiva bruciare da dentro, la sua pelle si stava lacerando per lo sforzo immane, le sue ossa scricchiolavano, ogni nervo era teso più di una corda di violino e un dolore acuto lo investì.
Niente lo poteva fermare era deciso a salvare colei che doveva vivere a tutti i costi.
Con un gesto deciso si scrollò di dosso la coda del serpente e il secondo dopo aveva già reciso le lingua del primo demone, mentre con la mano destra aveva già schiaffato un pugno sulla testa della seconda, che tramortita giaceva ai suoi piedi.
La damigella tossì: era viva la guardò con dolcezza. Non gli bastava, dovevano pagarla per aver cercato di eliminare la loro salvatrice, la sua salvatrice.
Mostri viscidi, dovevano soffrire di più, molto di più. La pelle finì per cedere sotto la pressione esercitata dal demone che si agitava nel cuore del giovane.
Tutto il suo corpo assunse una tonalità rossa-bruna, sulle sue mani si formarono due cerchi neri, le sue dita terminavano con degli artigli lunghi e affilati mentre sulle sue spalle due grandi ali nere si dispiegavano sotto i frebbili raggi della regina dell’inferno (la luna),la mia sovrana non merita quel bianco, ma un bel rosso scarlatto: il colore della corruzione, il colore dell’amore che provo per lei, il colore del sangue.

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Capitolo 4
*** Sangue fresco ***


l’amore è la tua oscurità, ricorda.

Il silenzio la faceva da padrone.
Eleonora riaprì gli occhi.
La luna si poteva specchiare nelle sue iridi, come un corpo con la sua ombra.
Al suo fianco la banshee.

L’erba del campo si era tinta e il delicato olezzo delle vite
spezzate aleggiava dolcemente tra un sospiro di morte e l’altro.
La regina sorrideva innocente nella sua malvagità:
la luna di questa terra, stava lì ad illuminare la scena, avvolta in un velo di nubi.
La scena appariva nella sua più misera ed oscena forma,
brandelli di carne pendevano dai rami ritorti degli alberi,
i nemici giacevano dilaniati, aperti senza visceri ne occhi ne ossa, tutti avvolti in un vestito liquido rosso.
Le mani dell’assassino recavano la colpa dello scempio.
Amaranto stava lottando contro la mostruosa e gigantesca
creatura, che appariva d’esser il capo branco di quei mostri.
La bestia era in trappola, lottava disperatamente.
Aveva perso un occhio e una zampa, la morte le era vicina.
Alitò una nube densa e dall’odore discutibile.
Era riuscita a scappare sfruttando la cortina, i rinforzi non erano arrivati in tempo e…
Proprio mentre ormai gustava la salvezza, puf era morta spargendo le sue viscere, come grano per la semina.
Dalla sua ombra era sbucata la sua sciagura, una ragazza,
molto era strana: aveva i capelli del colore della luna e gli occhi viola con la pupilla verticale, come un gatto, così aveva anche le orecchie e la coda…

perditi pure nelle ombre e dimentica ciò che sei stato

“spregevole non si fa na na i veri soldati muoiono contenti” esclamò dolce la micetta
"Quella persona sarà molto arrabbiata" aggiunse
una voce, mormorò nella sua mente: era lei: "quella persona"le stava parlano telepaticamente
"calmati, Momose, hai adempito ai miei ordini, la fedeltà è tutto, torna al castello ora"
"ma mia signora, la cacciatrice è ancora qui, Momose la vuole uccidere..."
"ormai è quasi l'alba, è troppo tardi, non osare a contestare i miei ordini!"
"non si arrabbi padrona, la prego, Momose si sentirà triste"
detto ciò scomparve, inghiottita dalla sua stessa ombra.

Ormai Amaranto era irriconoscibile: era ricoperto interamente da un denso liquido nerastro,
quello era sangue o l’oscurità insita nella sua anima? Si avvicinò stanco alla sua padrona, che era ancora seduta immobile sull’erba, ferita
. Eleonora non sapeva se avere paura o sentirsi in qualche modo sollevata: era salva e la caccia era stata un successo…
ma dall’altra parte aveva portato il suo compagno al completo risveglio.
La pelle del ragazzo rilasciava delle tenui striscioline di fumo nero, lentamente la macchia bruna lo stava liberando: stava tornando normale.
Arrancò ancora un po’ e si lasciò cadere con dolcezza ai piedi di colei che “doveva vivere”.
Mossa da non si sa cosa, la ragazza si ritrovò ad accarezzargli la testa con dolcezza, mentre ogni cosa era lambita dai primi raggi del sole: era giunta un’alba dalle dita rosate.
Nessuno si mosse nella trappola di quel istante, se solo fosse durato per sempre, ma un attimo resta un attimo e nessuno poteva cambiare ciò neanche un strega…

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Capitolo 5
*** nube ***


ti risvegli nel incubo peggiore d tutti: “la realtà”
La tenebra nella sua sete insanguinata ballava.
Affamata e bramosa di novità, sapete di quelle perse nelle cose antiche.
L’ombra saettava avida graffiando e avvolgendo, quel luogo che invisibile giaceva dilaniato negli occhi di chi lo stava osservando.
Benchè la tenebra possedesse ogni piccola particella di polvere, continuava la sua ricerca,
sbatteva contro le pareti e si contorceva come un verme nero e catramoso,
tuttavia privo sia di forma che di consistenza. Voleva fuggire dalla sua prigione.
Il proprietario degli occhi, che "osservavano" la scena, si sentì soffocare, qualcosa di morbido come il velluto e di freddo,
quel freddo bruciante e doloroso, lo aveva toccato.
l’essere composto d’ombra produsse un gemito, sbattè per poi ritornare indietro.
Nelle ombre lo si poteva vedere sorridere, e godere in maniera mostruosa.
Si poteva percepire un plic-plic perdersi nel infinito prodotto da se stessa.
Una luce tremolante, si fece largo, l’osservatore sentì la tensione sciogliesi dolcemente, ma poco dopo si sentì morire, la creatura gli era apparsa di fronte.
Debolmente illuminato da quella luce poteva osservare una sorta di liquido denso e nero, che come preso dalle convulsioni cambiò forma… quello era il suo viso, la copia ghignò…
“Io sono te o tu sei me?”
poi svanì, facendo echeggiare la sua risata: rotta, amara, distorta.
Il ragazzo faticosamente riuscì ad avvicinarsi all’origine di quella luce, era poco più di una fenditura, una serratura.
capì dove era, quel posto era l'interno di uno scrigno.
I cardini del coperchio scricchiolarono, qualcuno lo stava aprendo…
un delicato profumo di petali di ciliegio e neve sconfisse quello di chiuso…
in cuor suo il giovane sapeva di chi si trattava…
quella specie d’inchiostro scivolò con il suo tocco glaciale sulla sua pelle. Voleva solo possedere ogni cosa.
“No, lei non sarà mai tua! Lei è…” disse lui lottando con la sensazione mostruosa che gli aveva lasciato quel fugace contatto.
Quella era paura.
“…è mia”concluse la viscida macchia.
Si levò un grido di morte, freddo come il crepitio delle foglie invernali in una fredda mattina.

le tenebre sono forti solo in presenza di luce
Amaranto spalancò gli occhi, aveva il respiro rotto.
Due cieli immensi lo accolsero con dolcezza, con il loro azzurro penetrante come un coltello affilato e i loro piccoli soli neri luminosi.
Quelli non erano cieli, erano qualcosa di infinitamente più grande e magnifico, erano gli occhi di colei che amava più di qualunque cosa, la sua salvatrice.
Quel che per la strega era stato un secondo per lui era stato un tormento. Casa diavolo significava quel sogno?
Doveva smetterla di tormentarsi, dietro a cose apparentemente prive di senso, lo sapeva bene, ma la sola possibilità di poter annebbiare quei cieli lo faceva rabbrividire, soffriva solo a immaginare di poter portarle tristezza, si vedeva benissimo che sarebbe bastata una sola lacrima per farla cadere in frantumi.
Lo sapeva, doveva aver sofferto tanto, ma non sapeva cosa l’aveva ferita, dopo tutto non parlava quasi mai di sé e soprattutto aveva sviato qualunque domanda sul suo passato e su come erano morti i suoi. Perché? non si fidava di lui o il passato le era troppo grave oppure...
“Amaranto, stai bene? ”
“m… si stavo solo…pensando”
“A cosa? Non ti disturberà mica volare?”
“Volare?”
Che diamine sta dicendo, pensò sedendosi e istintivamente abbassò gli occhi.
Era seduto su di una specie di nube, una nebbia più che una nube. Strana, non calda, non fredda, leggera scivolava.
Si affacciò ai margini della nuvola di nebbia e il fiato lo riabbandonò, stava davvero volando.

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