Perfetta Normalità

di Sakimoto_Misa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Parte ***
Capitolo 2: *** Seconda Parte ***



Capitolo 1
*** Prima Parte ***


Perfetta Normalità

~ Prima Parte ~


Doveva dirglielo.
Doveva, non poteva continuare a ingannarlo così. Non il suo Vernon che rappresentava la normalità, una norma che lui riteneva speciale. Sì, perché per lui la normalità era la strada giusta, anzi, l'unica possibilità accettabile. Tutto il resto non era giusto, non era a posto.
Petunia Evans stava guardando nervosamente fuori dalla finestra del suo piccolo appartamento condiviso con Yvonne Ellis. Stava attendendo di vedere la macchina di Vernon, una Bristol 412.
Oh, si ricordava il loro primo appuntamento fuori dal lavoro, Vernon le aveva decantato la sua macchina e lei, fingendo attenzione, aveva finito per ricordarsi l'inutile nome di quel modello.
Della macchina neanche l'ombra. Petunia iniziò a chiedersi se avesse già cambiato idea sul loro fidanzamento, forse aveva avuto dei sospetti, forse sapeva già tutto. Scosse la testa, come poteva sapere? Lei non gli aveva detto assolutamente nulla e ora iniziava ad avere dei ripensamenti. Scosse la testa.
No, doveva dirglielo.
« Petunia? Sei un fascio di nervi! » sorrise Yvonne sorprendendola alla finestra « Ti va di bere una tazza di the? »
Petunia la guardò e annuì sedendosi composta sul loro divanetto, accettò la tazza servita con eleganza dall'amica e rimase a fissarla per un po'.
« Yvonne, ho intenzione di dirglielo. »
Il volto dell'amica, sempre composto, assunse un'espressione sorpresa.
« Dirglielo? Ma... Petunia, non puoi! Tua sorella... » La sua voce era agitata. Spalancò i suoi occhi grigi e guardò l'amica. « Petunia, io te lo sconsiglio! Quel... Vernon, non è tipo che capisce! È ottuso! »
« Non ricominciare, ti prego! Lui mi fa sentire speciale anche senza... magia! » la guardò, il suo corpo esprimeva tranquillità mentre sorseggiava la tazza di the, ma la sua voce no, non era riuscita a controllarne il tono e lasciava trapelare esattamente quello che aveva voluto nascondere. Agitazione.
Yvonne sospirò e si sedette di fianco a lei con una tazza di the perfettamente uguale. Mescolò elegantemente il the, ne bevve un sorso e poi fece un profondo respiro.
« Come vuoi tu, Petunia. Che... che cosa gli vuoi dire esattamente? » La guardò.
« Io... non lo so! »
L'amica la fissò e poi guardò davanti a sé iniziando a parlare: « Beh, prima di tutto... a che ora arriva Vernon? »
Petunia guardò l'orologio e poi si lasciò scappare un'esclamazione di sorpresa.
« Alle sette in punto, mancano ancora tre ore! » credeva che l'ora dell'appuntamento sarebbe arrivata velocemente, per questo tornata a casa dal lavoro si era subito preparata. E ora si era accorta che Vernon non era in ritardo, era lei in anticipo.
« Per fortuna! » sorrise Yvonne, anche se l'argomento “parenti magici” non le piaceva, aveva ritrovato il sorriso e Petunia lo sapeva bene perché anche per lei quello era un tasto dolente. « Secondo me... dovresti semplicemente dirgli che hai una sorella... anormale! »
« Dici? E lui capirà? »
« No! » disse sinceramente l'amica che portò alle labbra ancora una volta il bordo della tazza.
« Yvonne! » esclamò stringendo le lunghe dita della mano sul piattino da the. « Non posso rovinare il nostro rapporto! Mi ha già presentato ai suoi genitori, mi ha presentato sua sorella e stiamo già pensando al matrimonio! »
Come poteva essere così difficile, sua sorella non poteva averle rovinato solo l'infanzia con la sua... anormalità? Ora doveva minacciarle anche il futuro!
« Petunia, calmiamoci un attimo » esclamò Yvonne « Di' a Vernon che tua sorella è anormale e che ti ha sempre spaventata. Digli che concordi con lui su tutto! Così... forse capirà! È un tipo così pieno di sé... » commentò acidamente l'ultima frase.
« Dici? Il mio Vernon capirà... » sospirò ripetendolo più a sé stessa che all'amica.
« Dovrà per forza! Insomma, non è colpa tua se ti è capitata una sorella così! » sorrise un po' forzatamente « Vedrai, farai ingelosire tua sorella quando vedrà che ti sei fidanzata, che hai in progetto un matrimonio! »
« Oh, Yvonne cara! Grazie! » le rivolse un sorriso con un cenno del capo. « anche tu riuscirai a riscattarti! Insomma... tu sei messa peggio di me, due fratelli! È troppo! »
Yvonne annuì « E non ci parlo nemmeno più con loro! Preferisco tenermi a distanza! Quella gente... porta solo guai! Fidati... » la fissò « è una fortuna che io e te siamo normali con dei fratelli e sorelle del genere!»
Petunia sospirò e la fissò, parlare con lei, che a conti fatti era in una situazione peggiore della sua, l'aveva aiutata. Ora stava ragionando a mente lucida. Vernon avrebbe capito e non l'avrebbe ridicolizzata.
Sì, tutto sarebbe andato per il meglio.
Forse...

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Capitolo 2
*** Seconda Parte ***


~ Seconda Parte ~


La rumorosa macchina di Vernon arrivò e si fermò davanti alla piccola palazzina dove Petunia e la sua amica abitavano.
Quest'ultima sentì il rumore dell'auto e si affacciò alla finestra.
« Petunia? » la chiamò mentre questa si stava risistemando il rossetto scarlatto sulle labbra sottili « è arrivato! »
E con quelle due semplici parole l'agitazione di Petunia riprese possesso del suo corpo. Ora tutte le rassicurazione che si erano dette nell'ora prima sembravano non essere mai esistite. Uscì dal bagno e il campanello non fece altro che moltiplicare all'ennesima potenza tutte le sue preoccupazioni.
« Yvonne...? N-non glielo dirò! » sussurrò all'amica che andava ad aprire la porta.
« Oh, Signorina Ellis! » Vernon rivolse quel saluto educato a Yvonne e poi guardò Petunia « Cara, sei pronta? » le chiese porgendole il braccio che questa afferrò quasi spaventata. Aveva deciso che non glielo avrebbe detto! Doveva calmarsi. Glielo avrebbe tenuto nascosto fino alla morte. Lei non aveva mai avuto sorelle. Lily non era mai esistita.
Lily? Ma chi era Lily? Lei non conosceva nessuna Lily.
Ecco, non sapeva nemmeno cosa fosse la magia o che esistesse una scuola di... matti.
« Petunia, tesoro? Tutto bene? » Petunia si riscosse dai suoi pensieri e guardò la faccia del giovane uomo al suo fianco.
« Tutto bene! Non vedevo l'ora di vederti! » gli sorrise e poi si chiuse in un silenzio testardo. Non riusciva a parlare, sentiva che presto si sarebbe tradita.
No, la magia non esiste. La magia non esiste. La magia non esiste. La magia non esiste.
« La magia non esiste... » sussurrò senza accorgersene mentre stava ripetendo quel mantra mentale.
« Cosa, Petunia? » Vernon la fissò stranito mentre faceva manovra e la sua Bristol 412 iniziava a correre per la strada.
« Oh, niente, Vernon! » Petunia lo guardò, sapeva che lui aveva capito bene quello che si era lasciata sfuggire.
Vernon la guardò un po' confuso e dopo dieci minuti parcheggiò la macchina davanti ad un supermercato.
« Vado a prendere qualcosa da mangiare, aspettami qui! » sorrise lasciando intravedere i suoi piccoli denti e increspando i baffi poco folti.
« Sì! »
Petunia rimase da sola in macchina, doveva darsi una svegliata o avrebbe rovinato tutto. Doveva decidersi, o rinnegare completamente sua sorella, o spiattellare tutto a Vernon.
Le ritornò in mente il giorno in cui Lily ricevette la lettera, come aveva detto loro quello strano bambino che abitava vicino a loro. Anche lui anormale come sua sorella. Strinse i pugni dalla rabbia. Perché lei doveva essere quella non speciale? I loro genitori erano orgogliosi di Lily mentre di lei... Petunia scosse la testa. Ora non abitava più in quella casa, se n'era andata a Londra, aveva seguito un corso da Dattilografa e aveva conosciuto Yvonne. Erano diventate amiche e dopo il corso avevano trovato lavoro in due aziende diverse. E proprio sul lavoro aveva conosciuto Vernon Dursley. La persona più normale dell'intero Regno Unito.
Era questa la sua nuova vita. Quella passata non doveva avere niente a che fare con quella di adesso.
« Petunia? » La voce di Vernon la riportò alla realtà. Nemmeno si era accorta che era ritornato! In mano teneva due Hot Dog.
« Oh! Grazie, Vernon! » ne prese uno e ignorò i suoi sguardi straniti.
« Mi vuoi lasciare? » chiese all'improvviso l'uomo mentre mangiavano il panino all'interno della macchina.
« eh? Oh no, Vernon! Come... Come ti salta in mente? »
« Sei strana! Da tutta la sera! Non hai detto niente di come si è vestita oggi la signora Roberts della sezione vendita e nemmeno di quanto fossero ridicole le scarpe della signorina Smith del settore contabilità! » disse guardandola con i suoi piccoli occhi verde-acqua « E prima hai mormorato -la magia non esiste-! Insomma, Petunia, credevo che ormai fosse un dato di fatto che la magia sia solo pura finzione! »
« Oh... sì! Hai perfettamente ragione! » lo fissò sorridendo, ma piano piano il suo volto cambiò espressione, fino a ritorsi in una smorfia di pianto. Petunia stava piangendo ormai come una fontana e Vernon non sapeva cosa fare.
« Petunia, calmati, ti prego! » la guardava spaventato mentre Petunia ormai non riusciva più a distinguere il suo volto, annebbiato dalle lacrime.
« M-mia sorella... »
« Hai una sorella? » esclamò Vernon poi la guardò e le mise una mano sulla spalla della giovane. « Che cosa? Tua sorella che cosa? » la incitò fissandola preoccupato.
« E'... è... una strega, lei... è anormale... io... Vernon! » lo fissò con gli occhi ricolmi di lacrime mentre Vernon si azzittiva completamente « è così difficile... io... aspiro solo alla normalità! Credimi, Vernon! » continuò a singhiozzare, sicura che il suo neofidanzato l'avrebbe lasciata e avrebbe distrutto tutte le sue speranze.
« Ti credo »
« E-eh...? » Petunia lo fissò sorpresa, aveva sentito bene? « V-Vernon... davvero... tu? »
« Certo! Io ti ho conosciuta bene in questo periodo di tempo. So che tu non sei... anormale... come tua sorella! Tu... sei perfetta Petunia! E ti giuro... ti prometto che non ti rinfaccerò mai e poi mai il fatto che tua sorella sia... quello che è! » Le prese la mano e gliela baciò. I suoi baffi provocavano una sorta di brivido e solletichio. « Petunia, io ti amo per quello che sei tu, non per quello che è tua sorella! »
A quelle parole il peso che opprimeva lo stomaco di Petunia scomparve e la ragazza si strinse alle grosse spalle di Vernon, baciandogli le labbra.
« Oh Vernon! Grazie! »
« La mia famiglia sarà la tua nuova famiglia! » Sorrise Vernon e le accarezzò amorevolmente la guancia.
« Sì, grazie! »
Ora sapeva che Vernon era l'uomo giusto. Era lui, la sua metà! Non avrebbe più avuto paura di rivelargli niente, forse l'unica cosa che adesso la preoccupava veramente era... l'effettivo incontro con sua sorella. Ma al suo incontro le avrebbe sbattuto in faccia la sua vita bellissima e perfetta e il suo uomo altrettanto perfetto e l'avrebbe invitata al suo matrimonio perfetto, facendola morire di invidia. Ne era sicura, non doveva preoccuparsi. Tanto Lily era ancora in quella scuola di pazzi, aveva ancora molto tempo.
Sorrise al fidanzato, quella era stata forse la sera più bella di tutte e con Vernon quelle sere non sarebbero mai finite.
Non sarebbero mai finite.
Oppure... sì?



Ed ecco, questo sfizio. Sapevo che Petunia diceva a Vernon che Lily era una strega mentre erano in macchina. Ora ho voluto provare a scriverla! Per vedere che usciva! Ringrazio la mia collega Sion per averla letta e corretta!

 

Mitsuki

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