Una scommessa idiota

di Portos
(/viewuser.php?uid=128461)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una scommessa idiota ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Incappare nei guai per poi fuggire ***
Capitolo 3: *** Fulminato ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Fermate ***
Capitolo 5: *** capitolo 5: Please don't take my heart, ma per favore...! ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Battute poco intelligenti ***



Capitolo 1
*** Una scommessa idiota ***


 

 

Capitolo 1: momenti di noia?

Studio di Londra 1984

 

“Avete perso, dolcezze”

Freddie gettò le carte sul tavolo con un sorriso soddisfatto.

John e Roger sbuffarono all'unisono, battere Freddie a carte era quasi impossibile.

Brian non aveva partecipato, si stava dilettando a giocare con il suo nuovo flipper, ma tendeva l'orecchio teso.

Voleva sentire che avrebbe scelto Freddie come penitenza ai quei due sfigati, pregustandosi un gran divertimento alle loro spalle.

“Be' miei cari...”
Freddie roteò gli occhi, un sorrisetto sadico comparve sulle sue labbra.

“...vi travestireste da donna e andrete a farvi un giretto per Londra, questo pomeriggio”

I due trasalirono.

“No” disse John.

“No poi no...e ancora no” saltò su Roger.

“Sì, tesori miei” disse Freddie con un sorriso da squalo.

“Oppure vado a raccontare in giro che giocate le macchinine e la pista Scalatrix” sussurrò Freddie per non farsi sentire.

“Brutto...”
“Certo che se tu non risparmi le cose, eh? Sei un gran stronzo” sbuffò John apparendo più loquace del solito.

“Oooh grazie. Allora accettate o no?”

“No”

“Diglielo pure, se vuoi”
“Certo Roger, così Brian riderà di voi a vita” ribatté Freddie alzando le spalle.

“E va bene...” cedette John.

“Ma John! Non puoi! Lo sai che...” protestò vivacemente Roger.
“Dannazione lo sai come è quello là? Ti tormenterà fino a che non avrai la dentiera” sibilò John interrompendolo.

Roger scosse la criniera bionda.

“Che palle, ma perché devo essere sempre trascinato in cose contro la mia volontà?”

“Ehi che parolone avvocato!” esclamò Freddie ridendo.

Roger lo ignorò.

“Bene, accetto solo per una piccola condizione...staremo travestiti da donne solo per un paio di ore”

Freddie non la smetteva di ridere.

“Bene, comunque tanto per decidere i ruoli tu John sarai la nonna e Roger la studentessa. Vedrete sarete carinissimi” civettò Freddie.

“Chiudi quella ciabatta! E se attacchi con qualche altra cosa ti uccido!” lo minacciò Roger puntandogli un dito contro.

“Certo mio caro” rispose Freddie sbattendo le palpebre, per nulla spaventato dalle minacce del collega.

Roger e John s'alzarono dalle sedie.

Con passo strascicato e la morte nel cuore si prepararono a calarsi nei panni di una studentessa e di una vecchia brontolona.

Brian si appoggiò contro lo stipite della porta, ghignando come non mai.

“Oh stavi ascoltando tutto allora”

“Tanto lo so, che loro due giocano alle macchinine”

“Lo so, dolcezza, ma volevo solo fargli un piccolo dispettuccio” disse Freddie.

“Sei proprio un gran bastardo, lo sai?” disse soavamente Brian.

“Lo so, mio caro”

Un'oretta e mezza dopo, Rog e John truccati e travestiti da donne si avventurarono per le strade di Londra.

Indossavano entrambi abiti da donna e il trucco li aveva resi irriconoscibili.

Per John un abito da te nero, parrucca grigia, cappellino nero con un fiorellino in testa...e scomode scarpe nere. Sopra indossava una vecchia palandrana.

Roger giacchetta blu gonna corta, camicia bianca, mocassini e anche a lui la parrucca bionda, al massimo della ridicolaggine.

Si andarono a nascondere in una via tranquilla, quasi ombrosa e soprattutto lontana da occhi indiscreti.

“Santo Cielo John come cazzo fai a stare con tutta quella roba addosso?”

John si raddrizzò la parrucca grigia e il cappellino da signora.

“Che ne so?”
“Maledizione mi sento un idiota vestito in questo modo” sbuffò Roger, lisciandosi la gonna un po' troppo corta per i suoi gusti.

“Sei una bomba sexy” commentò John ridacchiando.

“Cosa?” sibilò Roger.

Capitava di rado che uno come Roger, sempre sicuro di se stesso, arrossisse e in quell'occasione divenne di un bel color porpora.

“Chiudi la bocca, dannata vecchiaccia!”

“Bomba seexyyy” gli cantilenò John in un orecchio.

“Idiota falla finita! Non ho alcuna intenzione di stare a sentire le tue stronzate!” esclamò Roger cercando di mantenere la voce bassa.

“Sei davvero sexy...sexyyy!”

“Chiudi quella bocca!”

Non arrivò un terzo avvertimento, Roger gli tirò un sonoro calcio nello stinco.

 

Nota autore: ok ff, molto semplice come ai vecchi tempi ok...boh...

 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2: Incappare nei guai per poi fuggire ***


  

Capitolo 2: Incappare nei guai, per poi fuggire

 

John si massaggiò la parte colpita.

“Ahio!”

“Stupido” sbuffò Roger.

“Ma cosa ti ho fatto? Solo perché...ti ho chiamato Bomba Sexy?”

“Ssst! Sta arrivando qualcuno” lo avvertì Roger, vedendo alcuni passanti sul marciapiede.

John prese a braccetto il collega e cominciarono a camminare.

“Fa il curvo, strega” sussurrò Roger.

“Non sono una strega, tu fa attenzione o finirai male” gli rispose di rimando John.

Roger sbuffò.

John si curvò leggermente cominciando ad imitare perfettamente una vecchia signora.

“Sembriamo una coppia”

“Taci” sibilò Roger scansando un tizio che lo stava squadrando da capo a piedi.

“Uhm...stai facendo conquiste! Peccato che non sii una ragazza, altrimenti ti farei una corte più spietata” lo prese in giro Deaks, ben sapendo che Roger lo odiava a morte.

“Zitta strega”

Svoltarono l'angolo.

Con un certo disagio, i due colleghi si mescolarono alla folla.

“Carnevale è ancora lontano, ma se ti devono incoronare Miss Coronation Street be' ragazz...a mia lo vinceresti” disse John, squadrandolo da capo a piedi.

“Vai a fanculo, strega”

“Sei così carina cara nipote”

“Crepa” ribatté Roger sottovoce.

“Non lo vorrai davvero, Miss Rogerienne” lo provocò John con un ghigno.

Roger l'avrebbe piantato in asso volentieri in mezzo alla strada, ma non avrebbe mica potuto, non sarebbe mica stato carino.

“Scommetto che ti stai divertendo con quel travestimento, strega”

“Macché! I mutandoni da nonna mi tirano da tutte le parti!” disse John in tono sconsolato.

Roger lo guardò stupefatto. Quel bassita era completamente fuori di testa.

“Gesù ma che razza di...”

John si mise a ridere a bassa voce, cercando di mantenere un certo controllo.

“Ma cosa mi dici mai? Non porto...cioè figurati se mi metto quella roba”

“Tu sei capace di tutto” ribatté Roger, quando pensi di conoscere bene una persona.

“Anche di andare vestito in giro così? Pensa se ti vedesse la tua fidanzata”

Roger ebbe voglia di assestargli un cazzotto.

“Non puoi pestarmi, Sex Bomb”

“Semmai tu potresti chiamarti Old Stronz”

“Sex Bomb potresti attirarti mezza città dietro, come Dave che ti ha detto quella frase: “Sei così carina che ti fotterei, Rog”...wow che pervertito!”

“Fatti sentire da tutti bravo!”

“Perché?”
Rog non rispose.

All'improvviso una voce si elevò sopra le altre.

“Al ladro! Al ladro!”

Diverse teste si voltarono, videro un tizio con i capelli dai capelli neri, magro che correva dietro ad un altro smilzo con un cappellino calato sugli occhi con un portafogli in mano.

John non ci pensò due volte e si gettò all'inseguimento del ladro, i passanti rimasero stupiti nel vedere una vecchietta così veloce.

E bisognò ringraziare il cielo, se il travestimento di John resistette all'urto se no sai che guai!

Non ci volle molto per John riuscire a placcare il giovanotto, con il risultato che entrambi caddero rovinosamente a terra.

John lo bloccò col proprio peso, mentre l'altro cercava di dibattersi inutilmente, neanche a dire che

John Richard Deacon fosse imparentato con Walker Texas Ranger!

Roger recuperò il portafogli e lo riconsegnò al tizio.

“Oddio grazie!”

A Roger gli si ghiacciò il sangue nelle vene quando riconobbe Trip Khalaf, il tecnico del suono.

“Siete due angeli!” esclamò il tecnico con un sorriso.

“Oh, non c'è di che!” trillò Roger camuffando la voce alla quale sembrò quella di una telefonista di call center...di quel genere.

Alla fine dopo aver sporto denuncia alla polizia, sistemato il cattivo in gabbia Trip pensò di offrire almeno un caffè alla sue cosiddette “salvatrici”.

Roger non poté nemmeno protestare mentre John era contento di prendere a scrocco un caffè.

Andarono in un piccolo bar nel centro e ordinarono.

“Ah se potessi prendermi una birra, cameriere me lo corregga con un po' di grappa!” disse John con un tono di voce rauco.

Roger si passò una mano sulla faccia, trattenendo a stento la voglia di tirargli un calcio sotto al tavolo.

Trip la guardò interrogativo.

“Oh, non ci faccia caso...vede giovanotto, a ottanta anni suonati, bisogna pur divertirsi un po'” ridacchiò John.

“Nonna su, lo sai che la mamma non vuole che tu sia una vecchia alcolizzata!” esclamò Roger tutta scandalizzata.

John gli lanciò un'occhiata in tralice.

“Solo un po' di grappa col caffè! E che diamine!”

“Ha...ragione l'alcool fa male, ma se è solo un po'...va bene”

Pochi minuti dopo, il cameriere lì servì.

“Una pessima giornata però ho incontrato due angeli come voi” disse Trip con un sorriso.

“Ne sono felice, anch'io”

 

Nota autore: la str...modificata amen! Fa schifo...


 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Fulminato ***


 

Capitolo 3: Fulminato

 

Come no.

Essere felice?

Trip si sentiva leggero come una piuma, stranamente leggero come una piuma.

Non riusciva a staccare gli occhi da quel piccolo visino grazioso, incorniciato da due occhi da cerbiatto e quella boccuccia, così rosa.

I capelli biondi raccolti in due codini sfioravano le spalle.

Senza contare quel corpicino sexy nascosto sotto gli abiti provocanti da studentessa e quelle splendide gambe, sul quale lo sguardo di Trip si era posato.

E quella ragazza pareva squisitamente timida, dolce che si preoccupava della sua vecchia nonna, non somigliava lontanamente alle altre ragazze che dopo essere uscite con lui lo scaricavano al primo appuntamento.

Trip era stato travolto da un autentico colpo di fulmine...in meno di un quarto d'ora.

 

Roger si sentiva a disagio.

Sorbì lentamente il caffè, cercando di evitare lo sguardo insistente di Trip su di sé.

Perché lo stava fissando come se fosse stato l'ottava meraviglia del mondo? Non si era accorto che era un uomo?

Non aiutava molto la situazione, John continuava a parlare o per meglio dire stava sparando un sacco di cazzate lamentandosi sul fatto di avere parecchi acciacchi per la sua età, dei giovani che non avevano più rispetto per loro, quant'altro.

Quindi toccava a lui, Roger trovare una soluzione indolore per uscire in grande stile.

“E di grazia giovanotto, lei che lavoro svolge?” domandò John.

“Sono un tecnico del suono”

Trip non pareva molto felice di flirtare con la nonna, quindi lanciava di continuo occhiate furtive a alla bionda, nella silenziosa speranza che si accorgesse di lui.

“Quindi lei è un tecnico del suono”

“Già”

“Per chi esattamente?” domandò Roger con la sua boccuccia rossa aperta in un sorriso.

“I Queen”

“Che figata!” trillò Roger fingendo entusiasmo.

“Oh puoi dirlo forte! I Queen sono davvero bravi” disse Trip, gongolante.

John continuava a sorridere.

Stava cominciando a prendere gusto a prendere per il culo, il tecnico del suono.

“Oh a proposito non ci siamo ancora presentati...” attaccò Trip, abboccando ancora di più allo scherzo, facendo divertire John e allarmare Roger.

“Ha ragione, piacere sono Johanna questa è la mia graziosa nipotina Laila Mills”

“Piacere tutto mio, Johanna e...Laila”

“Trp Khalaf”

Roger evitò di fulminare John con lo sguardo.

Ma che razza di nomi si era inventato? Sembravano quelli di hot line, maledizione!

Trip strinse velocemente la mano a John.

Invece a Roger toccò la parte peggiore: Trip gli fece baciamano.

John strabuzzò gli occhi e si sarebbe messo a ridere come un dannato, se non fosse stato per il secondo calcio sotto al tavolo da parte del collega.

Il batterista ritirò la mano, costringendosi a non pulirsi sulla giacca.

Roger guardò l'orologio.

Le lancette segnavano le tre e trenta del pomeriggio, ancora mezz'ora e quella tortura sarebbe terminata.

E ormai stufo delle appiccicose attenzioni di Trip, decise che era venuto il momento di svignarsela.

“Nonna dobbiamo andare” fece Roger alzandosi all'improvviso.

“Eh di già?”

Trip parve dispiaciuto.

“Mamma dice che devo...fare i compiti ti ricordi?” insistette Roger.

John annuì. A malincuore dovette alzarsi dalla sedia.

“Non importa offro io, voi se dovete andare andate è stato un vero piacere conoscervi” disse il tecnico del suono sorridendo.

“Arrivederci”

Trip rimase seduto e guardò le due donne allontanarsi, con la speranza nel cuore di rincontrarle il prima possibile.

Pochi metri dopo, al sicuro John scoppiò in una grassa risata.

“Santo Cielo ci è cascato! E poi si è messo a flirtare con te incredibile!”

“Che schifo!”

“Tanto quanto Fred che ti chiama e ti considera tua moglie, ma Trip no!” esclamò John, per poi piegarsi in due dal ridere.

“Stronzo”

“Non te la prendere...”

Il batterista si avviò lungo la strada offeso, allontanandosi da lui.

ìJohn dovette mettersi a correre per raggiungerlo.

Entrambi si resero conto subito dopo, di aver commesso un grosso errore ad infilarsi in quella via isolata: videro due tipi poco raccomandabili vestiti di borchie, creste punk con la faccia infilzata da piercing e spille da balia, se ne stavano pigramente addossati ad una cancellata e li stavano fissando in maniera poco raccomandabile.

“Oh caz...oh nonnina mi sa che abbiamo sbagliato strada” disse Roger cercando di camuffare la voce meglio che poté.

Gli uscì una voce che sembrava quella di una telefonista di quel genere che si telefonano solo di notte...ma troppo tardi vennero pronunciate quelle parole.

“Ehi, ehi ciao piccola” disse il primo dei due avvicinandosi e bloccando ogni via di fuga.

“Già, Cappuccetto sei con la nonna? Ti sei persa?” fece il secondo con un ghigno.

Solo la stretta dolorosa di John sul braccio impedì a Roger di spedirli al diavolo, con conseguenze alquanto dolorose.

“Sì, giovanotti devo andare in ospedale” disse John imitando la voce di una vecchina un po' lamentosa.

“Ci scusi nonna, ma perché non ci lascia in custodia la sua...nipotina?”
Uno dei due fece scorrere lo sguardo sulle gambe di Roger, il quale prima rabbrividì e poi desiderò assestargli un sonoro calcio.

“Non credo, perché non ci lasciate in pace?” disse Roger con gli occhioni da cerbiatto spalancati.

“Oh sei così carina”

La tensione stava salendo. In quella dannata via completamente isolata, ma dove diavolo di erano andati a cacciare?

John sentiva il cuore battere all'impazzata, quei due tizi erano davvero pericolosi...voltò la testa l'unica via di fuga stava alle loro spalle, anche se avrebbe trascinato di peso anche Rog.

Fece un breve respiro.

“Viaa!”

John fece scattare i piedi e si mise a correre veloce come il vento, trascinandosi dietro anche il biondo.

I due punk rimasero quasi scioccati per la sorpresa.

John e Roger si gettarono in una folle corsa.

I passanti rimasero quasi stupiti nel vedere una vecchia correre in modo così veloce e una ragazza così giovane imprecare come un scaricatore di porto, per la seconda volta.

 

 

 

Autore non sa cosa scrivere.

Per il momento è morta, per via di un collasso. Grazie e arrivederci.  

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4: Fermate ***


 

Capitolo 4: Fermate

 

Quei sfigati di John e Rog erano in giro per Londra.

Dopo aver frapposto diversi metri tra loro e i due punk, con una corsa degna di una maratona scoprirono di essere affamati.

“Oddio non possiamo entrare conciati così, cazzo” borbottò Roger mostrando la sua voce maschile.

“Già, Laila hai perfettamente ragione!”

“Piantala coglione o ti scarico nel Tamigi insieme alla tua dentiera” sibilò il batterista stufo delle sue pigliate per i fondelli.

“E tu quei nomi non tirarli sempre, cogliona sarai tu!” ribatté John scocciato.

“Cogliona?”
“Coglione!” lo corresse Roger.

“Taci Laila, perché non vai a fare la voce sexy in qualche hot line!” esclamò John.

Da parte di Roger arrivò un sonoro calcio.

John lanciò un gemito di dolore.

“Cretina da hot line!”

“Scemo, scemo, scemo mogliettina di Freddie!”

“Non sono la mogliettina di Freddie!” strillò Roger assumendo un color aragosta, facendolo apparire ancora più carino...del dovuto!

“Uh sei davvero sexy quando ti incazzi” osservò John arrossendo leggermente.

I bassisti si riprendono in fretta dai calci dei batteristi.

Roger digrignò di denti e agitò un pugno in aria trattenendo una vasta gamma di insulti.

“Calmati Roger”

Le parole di John ebbero l'effetto contrario.

“Calmarmi? Io? Oh scusami tanto sono stato abbordato prima dal tecnico poi da quei due crestoni del cazzo...per via di una stupida scommessa? E ancora tu che mi prendi per il culo?”

John sospirò.

In fondo non aveva tutti i torti. Forse era meglio tornare.

“Ma come facciamo a tornare indietro?”

“Prendiamo un cazzo di autobus” rispose Roger allargando le braccia.

“Come facciamo nipote?”

“Come cazzo possiamo? Vuoi che ci scambino per una coppia di travestiti?”

John guardò i propri abiti poi quelli di del suo collega.

“Potresti tirare fuori...

“...la tua dentiera invece”

I due si misero in cammino. Distavano parecchio dagli studios.

Alla fine non percorsero più di 300 metri che i due presero il primo autobus sotto tiro.

Entrambi furono davvero felici di mettere il culo su sedile.

Per fortuna quella non era ora di punta, quindi non si era costretti a stare pigiati come sardine.

Uffa vorrei tornare nei panni di un uomo...”

Quello era il pensiero ricorrente di John e Roger.

John si addormentò con la testa appoggiata alla spalla del batterista.

Roger lo guardò, non se la sentì di svegliarlo anche il cappellino da signora gli faceva il solletico al collo.

Accidenti a Freddie, riusciva ad orchestrarli, a fregarli, come voleva lui! Maledetto stronzo!

Sospirò.

John russava leggermente per fortuna, sempre meglio di sentire un trombone nelle orecchie.

“Oh doveva essere molto stanca...”
Roger distolse lo sguardo da John. Da quando in qua lo guardava mentre dormiva? Voleva ispirargli qualche incubo?

“Doveva essere molto stanca” ripeté la ragazza con un sorriso.

Accidenti era davvero carina, pensò Roger, perché no?

La ragazza di fronte a lui non poteva aver più di venticinque anni, capelli castani raccolti e dolci occhi verdi.

Poi si ricordò che era nei panni di una studentessa, quindi niente flirt! Maledetto Freddie!

“Oh sì, abbiamo camminato molto...sa mia nonna ama molto le passeggiate” spiegò Roger con la sua voce al femminile.

“Capisco. Dove studi?”

“Io...? Io vado...al college...sono al primo anno”

“Invece studio arte, qui a Londra”
“Molto bello”

Chissà se si fa ritrarre anche lei senza abiti e chissà quante modelle gireranno là dentro, si domandò Roger. Dovette trattenersi dallo sbavare

“Grazie”

Chiacchierarono piacevolmente per un altro po', nella quale il batterista scoprì alcune cose tra cui che la ragazza era anche una fan dei Queen.

Come se già non fosse abbastanza frustrante non poterci provare, John mosse una mano nel sonno e artigliò la gamba di Roger.

Dalla bocca del batterista uscì un verso di sorpresa.

“Oddio, nonna ma che fai?”

Imbarazzato, Roger prese la mano di John e l'allontanò dalla sua coscia, borbottando qualcosa di incomprensibile.

“Mi scuso, sa a volte mia nonna si agita nel sonno...”

“Oh capisco”
“A proposito lo sai che i Queen saranno di nuovo qui a Londra, forse il 4 di maggio?”

La studentessa di arte fece un gran sorriso.

“Ma dai! Evvai così potrò di nuovo vedere il mio chitarrista preferito!” esclamò lei in tono sognante.

“Ti piace Brian?”
“Sì, è così bello, alto e suona la chitarra da Dio!”
Brian brutto...questa me la paghi! S'appuntò mentalmente Roger.

“E di Roger che ti dice?”

“Roger è uno arrogante” rispose la studentessa d'arte con una smorfia.

Roger ammutolì di colpo. Decise di incassare il colpo.

“E John? E Freddie?”
“John è troppo timido, sembra quasi un cerbiatto...mentre Freddie sembra un quadro di Picasso, ma in senso positivo, scomposto al punto giusto!”

A Roger invece veniva da pensare che Freddie con certi costumi fosse una faraona impallinata, come Padme nel film di StarWars.

“Ma Roger non ti piace?”

“No. Sei una sua fan?”
“Io? Sì! Lo amo da impazzire!”

“Piace anche alle mie amiche, io preferisco Brian invece”

La studentessa di arte guardò fuori dal finestrino. Era quasi arrivata una sua destinazione.

“Ehi gli hai mai fatto un ritratto?”

“Sì, adesso devo quasi finirlo...comunque lo esporrò alla mostra all'università!” rispose lei mordendosi il labbro.

Pure il ritratto? No, ti ammazzo Brian, giuro sul cappellino di John che lo faccio!

“E dove? Quando?”

La studentessa glielo disse convinta di buon cuore che la “studentessa” andasse a vederlo con la nonna, in realtà Rog fremeva di invidia perché le donne preferivano Brian, il poeta con i capelli a pioppo che lui, il batterista biondo il solito figo della situazione! E secondo voleva vedere questo ritratto...spero che la ragazza lo avesse fatto il più brutto possibile!

Apparentemente John si risvegliò dal suo sonno.

“Buongiorno Veronica, amore della mia vita” biascicò il bassista con voce impastata, poi circondò con le braccia Rog e gli piantò un bacio umido sulla guancia.

“La mia fermata”

Roger emise un basso ringhio, si tolse di dosso John sotto gli occhi divertiti della ragazza.

“Be' è stato un piacere, se mai ci incontreremo ancora...”
“Può darsi, ciao! Ah verrò alla tua mostra appena posso!”

“Ci conto, ciao”

“Ciao, ah e Roger non è poi tanto male!”
Roger si diede del cretino mentalmente, era talmente preso da chiederle il suo nome!

“Veronica? Perché non mi vuoi baciare?”

“Perché sono un uomo primo e secondo non sono tua moglie!” esclamò Roger, alzando la voce di un nota di troppo.

“Oh scusa” disse il bassista che non si era accorto di niente.

John tornò a dormire.

I passeggeri guardarono Roger e John tra lo stupito e mormorarono qualcosa di incomprensibile.

Il batterista scrollò la testa, con le orecchie in fiamme, gli passò anche la fame.

Meno male che fra un po' sarebbero scesi.

 

In studio nel frattempo

Brian e Freddie se ne stavano per conto loro, uno giocava a carte e l'altro leggeva una rivista.

“Scusate sapete dove sono John e Roger?” domandò Phoebe sulla soglia del salotto.

“Ehm...non lo so, perché?”
“Sono andato a prendere alcuni completi in tintoria e volevo darglieli” rispose Phoebe.

Brian alzò la testa.

Guardò Freddie che cercava di non mettersi a ridere e Phoebe lo guardava perplesso.

“Sono in giro per Londra travestiti da donna” rispose Brian in tono serio.

“Cosa?”
Brian, il quale non riusciva a trattenere una bugia gli raccontò tutto.

Phoebe li guardò come se fossero stati due alieni con quattro teste ciascuna.

“Ah, l'idea è stata di Freddie, lui ha voluto spedirli

“Voglio seguirli Brian” disse Freddie.

Cominciava a sentirsi in colpa per aver spedito quei due in strada e se fossero incappati in qualche maniaco o un serial killer o addirittura in un rapimento alieni?

(Freddie se ti aspettavi alieni come Paul o pazzoidi in stile Hot Fuzz, ti sbagli di grosso.)

“Scusa non perdere tempo, andiamo”

Freddie e Brian saltarono in macchina e partirono.

 

Trip fischiettava allegro come un fringuello.

Come al solito i colleghi curiosi gli domandarono di tanta allegria e lui rispose di aver incontrato una tipa carinissima di nome Laila con tanto di descrizione, commenti a seguire meglio non sentire.

 

Nota autore: oh mio Dio! Ce l'ho fatta, prima di morire all'età di xx anni ho scritto un altro pezzo , uffs...John sembra un maniaco! Help!  

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 5: Please don't take my heart, ma per favore...! ***


 

Capitolo 5: Please don't take my heart, ma per favore...!

In giro per Londra

 

“Sembri un cretino con quel binocolo, Freddie” commentò Brian annoiato.

Il chitarrista si passò una mano fra i ricci.

Avevano girato mezza città ma senza successo di quei due nessuna traccia e tantomeno non potevano mica chiedere: “Avete visto due travestiti da donna in giro?”

“Magari facciamo anche il promo di I want to break free?”

“Oddio sono davvero preoccupato...”

“Non credo, quei due se la caveranno benissimo!”

“Ma...ma...e se fossero rapiti dagli alieni? Oppure qualche serial killer di famose rock star li caricasse a forza...per poi ucciderli!”

“Oh San Criminal Minds fa stare zitto costui! E digli che non ci sono serial killer di rock star travestite da donna!” esclamò Brian agitando le mani come un santone durante la messa.

Freddie lo guardò.

Spero che un'ambulanza arrivasse presto. Molto presto.

 

John e Roger scesero in tutta fretta.

“Solo una cosa John, non baciarmi mai più, grazie”

John lo guardò apertamente stupito.

“Baciarti?”

“Mi hai scambiato per Veronica”
“Sostanzialmente bisogna essere ciechi, primo tu le tette non ce le hai nemmeno vere e secondo non saresti il mio ideale di moglie” commentò John.

Roger ebbe voglia di prendere John ed impiccarlo al primo lampione con qualcosa, ma si limitò a fulminarlo con un'occhiata inceneritrice.

“Piantala di pensare a cose omicide, piuttosto andiamo a mangiare qualcosa” disse John con un tono tranquillo.

“Hai ragione, come al solito, tu”

“Certo, anche se vorrei tornare come prima” sbuffò John.

Alla fine i due si fermarono davanti ad un bar per mangiare qualcosa.

“Prendiamo due toast a testa, giovanotto” disse John con la voce da vecchietta.

“Arrivano subito”

“Grazie” fece Roger mettendosi a giocherellare con uno dei codini e gli lanciò uno sguardo languido.

Il barista, un ragazzo sui vent'anni con il viso spruzzato di lentiggini, arrossì lievemente e rispose al sorriso.

“Sono stanc...a, tutto questo camminare mi troverò i piedi simili a quelli di un elefante”

“Hai ragione, nonna” cinguettò Roger.

“Londra è davvero molto grande da girare, vero?” domandò il barista.

“Già, ma la mia nonnina ama le lunghe passeggiate” rispose Roger con la sua vocina più dolce (be' non proprio, perché la voce di Rog è bassa e gutturale....vi lascio immaginare che razza di voce gli sia venuta fuori in quel momento)

“Oh capisco...”

Il barista servì loro i toast.

“Grazie” mormorò Roger sbattendo le palpebre in modo civettuolo.

“P...Prego, offre la casa”

John pensò che Rog fosse un completo idiota, ma nella parte della seduttrice ci riusciva alla perfezione!

“Mfff...ma noooo, daii” fece Roger con un sorriso alla lolita.

John alzò lo sguardo al cielo.

Quanto avrebbe ancora resistito con quel batterista da strapazzo che seduceva uomini come un'autentica mangiatrice di uomini?

Ci faceva colpo, che invidia...

John abbassò lo sguardo verso i propri vestiti da vecchia: sicuramente non avrebbe fatto colpo su nessuna con quel travestimento!

Oddio, un piccolo flirt se lo poteva anche permettere anche se era sposato e con prole?

Non si accorse nemmeno del cappellino che gli scivolò via dalla testa, tantomeno della presenza che si accomodò accanto a lei...ops a lui.

“Mi scusi ha perso il cappellino, signora” disse una voce maschile al suo fianco.

John sospirò sconsolato. Persino Brian era stato ritratto...e lui niente...ma perché aveva perso quella dannata scommessa? Perché non poteva tornare nei panni di un bassista del suo calibro?

“Mi scusi, non vorrei disturbarla ma...”

John voltò la testa, pronto a mandare al diavolo l'eventuale scocciatore che si rivelò essere un uomo sulla settantina ancora attraente dai luminosi occhi castani e un sorriso stampato in faccia, vestito elegante.

Teneva in mano il cappellino di John.

“Signora, il cappellino”

John batté le palpebre.

“Grazie”

“Non c'è di che” rispose il bassista rimettendosi quel cappellino ridicolo in testa.

“La prossima volta stia più attenta, o se no mi toccherà raccoglierlo di nuovo ad una affascinante signora come lei”

John impallidì sotto al pesante trucco, ma sorrise ugualmente.

“Ma dai, non sono così affascinante...”

Roger rischiò di strozzarsi con il toast.

Santo Cielo, quel tipo aveva scambiato John per una vera signora! John era veramente brutto con tutto quel cerone...e travestimento compreso!

“Non dica così. Se non sono invadente, posso offrirle un caffè?”
E a dispetto di tutto, John decise di starci.

“Certo, non è troppo invadente”

“Vero, vero” aggiunse Roger alquanto perplesso. Santo Cielo, il suo compagno di band era così disperato che accettava il caffè da uno sconosciuto?

“E lei dev'essere la nipote, giusto?”
Roger afferrò un braccio del compare e si stampò un sorriso, per l'ennesima volta.

“Sì”

“Studi ancora?”
“Già”
“E che scuola fai?”

“Sono all'ultimo anno di liceo” rispose Roger candido come un ciglio.

A John venne voglia di vomitare.

“Oh mi raccomando studia, ragazzina...ok?”
Roger annuì e tornò a dedicarsi al panino.

“Giovanotto due caffè per favore”

“Subito”

“E mi dica, lei è di Londra?”

“Io?”

E chi se no? L'alieno Paul o te travestito?

“Ovvio”
“No, sono originaria della Scozia” balbettò John con un sorriso incerto.

“Della Scozia? Scommetto che le signore che sono di li sono tutte affascinanti come voi”

John finse di arrossire, sbatté le palpebre e sorrise.

Roger rischiò di farsi andare di traverso il panino per l'ennesima volta.

“Ma non dica così io non sono affascinante, come lei dice”

John si mise a ridacchiare come intrigato, quando lui si chinò a sussurrargli qualcosa all'orecchio.

Il batterista non poteva crederci: il suo collega stava flirtando con un uomo?

Lo spettacolo andò avanti un quarto d'ora: John con il vecchio playboy, Roger che veniva fissato dal giovane barista come se fosse l'ottava meraviglia del mondo.

Alla fine arrivarono le sei del tardo pomeriggio.

Roger soffiò un bacio al barista, solo per prenderlo in giro (mica tanto bonariamente!) e il ragazzo a momenti non andò a sbattere contro gli scaffali con un'espressione ebete.

Il vecchiaccio lanciò un ultimo sguardo carico di struggente melanconia a Jhoanna, nella speranza di incontrarla ancora....

 

 

“Eccoli! Eccoli!” strillò Freddie agitandosi sul sedile come una scimmia in gabbia.

Brian lo guardò stizzito.

“Calmati!”

Brian suonò il clacson e attirò l'attenzione dei due poveretti che si erano fatti mezza Londra a piedi.

E finalmente John e Roger stanchi come erano salirono in macchina.

 

Nota autore: non lo so...tanto non è finita qui gente...eh, eh, eh

Ringrazio BluDrake per il vecchiaccio! Geniale idea!


 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6: Battute poco intelligenti ***


 

Capitolo 6: Battute poco intelligenti

 

“Amore mio sei pronto?”

Roger si rigirò nello specchio senza rimirarsi: era stato costretto di nuovo a rimettere i panni del suo alias “Laila Mills”.

Freddie sorrideva da sotto i baffi, divertito come non mai.

“Come no”

“Si tratta solo di mezza giornata”

“Come no, anche l'altra volta io e John siamo stati costretti a passare un giorno intero con questo travestimento”

“Almeno hai conosciuto una gnocca che non ti potevi fare per una volta”

“Crepa”

“Quanto sei carina, Laila!” trillò il cantante abbracciando Roger o il travestito (leggete come volete)

“Aaah! Smettila sei dannatamente imbarazzante!” strillò il biondo poco dignitosamente.

“La solita routine” commentò Brian.

Era davvero felice che una sua fan gli avesse dedicato un quadro e che fosse esposto in una mostra.

“Davvero, ormai ci ho fatto l'abitudine...”

“Povero Roger” sospirò John.

“E di certo non è facile, neanche per te vero Johanna?”

“Senti Riccioli D'oro, impara a non rompere i coglioni, anzi vai a far parte della casalinghe disperate”

“Grande battuta” commentò Brian in tono acido.

“Non è una delle migliori battute ma se possono offendere ancora meglio” ghignò John da sotto al trucco.

Più tardi...

C'era un sacco di gente alla mostra universitaria.

Freddie e Brian si mimetizzarono nascondendosi dietro a cappellino e occhiali da sole a specchio, partirono insieme a Derek l'autista del cantante mentre Roger e John toccò prendere un taxi per non destare sospetti.

Una volta scesi, dal taxi John prese sottobraccio Roger mimando la solita vecchietta. Sembrava quasi averci gusto nel farlo.

(Nota: qui parlano sottovoce)

“Sei proprio sicuro di volerlo fare?”

“Cosa?”

“La mostra...spero solo di non incontrare Trip” sospirò Roger.

John sorrise.

“Credo che si sia innamorato di te, come donna, ma sai è davvero carino”

“Se incontrassi una figa come me certo che mi innamorerei subito!”

John soffocò un sospiro.

“E quella tipa carina che hai conosciuto sulla navetta?”

“Lasciamo perdere, ok?”

Si fecero il giro della mostra, commentando malignamente quello che a loro non andava a genio: quasi tutto.

“Ma Roger non volevi vedere l'opera su Brian?” disse ad un certo punto John.

“Sì, sì ma volevo...vedere anche qualcosa d'altro” ghignò Roger.

Gli occhi di John volarono al soffitto. Intuibilissimo che diavolo volesse fare quel cretino.

“Non fare quella faccia!”

“Quale?”

Roger non fece in tempo a rispondere che sentì un brivido lungo la schiena non appena sentì pronunciare il suo “secondo” nome.

Si voltarono e si trovarono Trip Khalaf, il tecnico del suono con loro somma sorpresa.

“Laila!”

“Ciao...tecnico del suono”
“Vedi che ti sei ricordato di me”

“Trip” cinguettò Roger. Non a meno si sentì un perfetto idiota.

Una terza voce giunse alle loro spalle.

“Cugino dove sei finito?”

“Diane!”

Diane? Cugino?

Il cervello di Rog ci mise almeno un minuto buono a registrare quell'informazione, oltre a rimanerci di sale.

La stessa ragazza incontrata il giorno prima, rimase sorpresa non appena riconobbe Rog e John. O meglio i loro alter-ego.

“Salve!”

“Ehm...ciao, ecco ci siamo informate sulla mostra. Sai eravamo incuriosite e così eccoci qui”

Diane annuì.

“Siete state davvero gentili a venire”

“Ehi, cugina le conosci?”

Seguirono le presentazioni un po' troppo entusiastiche da parte di Trip che narrò dell'eroica impresa di Johanna e del ladro, lasciando stupita la dolce Diane che quest'ultima raccontò di averle conosciute sul bus.

Diane strinse le mani a John, ringraziandolo. Il bassista sorrise incerto.

“La miglior nonna anti-rapina di Londra!”

“Devo complimentarmi con lei signora” aggiunse Diane con un sorriso.

“Be' da giovane facevo atletica leggera” mentì John fingendosi imbarazzato. Roger lo guardò come se fosse un altro grandissimo idiota. Voleva proprio farsi scoprire?

“Certo che tua nonna è in gamba”

Roger e John si misero a ridere o finsero di ridere.

Fu la dolce Diane a salvarli da quella situazione che li invitò ad vedere la sua opera su Brian May, Trip prese a braccetto la povera Laila che gli fece una smorfia che risultò più una specie di ringhio. Il tecnico del suono del suono era talmente cotto che pensò ad altro.

 

Brian May inclinò la testa di lato, cercando di capire di che diavolo si trattasse “l'opera” descritta dalla ragazza.

Il dipinto sembrava un incrocio tra un Picasso e un pazzoide che si fosse fatto di Lsd: i ricci scendevano morbidi lungo la schiena, per poi finire in punte simili ad aculei di un istrice, il viso girato di lato e con il mento appariva frammentato come un specchio rotto e stranamente vi era un occhio solo di un verde bottiglia (senza palpebre), la bocca rossa appariva come una ferita fresca o al sorriso di quel matto di Joker in un'espressione estatica. Il corpo del chitarrista appariva con dei colori spaziavano dal viola al blu, mentre la Red Special appariva come un'enorme macchia di sangue emanando una specie di spazio distorto.

E lo sfondo grigio, quello che intuì Brian, doveva apparire come lo sfondo fumoso di qualche palco.

“Gesù” mormorò.

Non riusciva a staccare gli occhi da quella specie di OPERA-ALLUNCINOGENA-SOTTO-L'EFFETTO-DI-LSD-O-ECSTASY da parte della sua cosidetta fan.

Povero me, pensò anche. Almeno 200 volte

Senza contare, le risatine o i commenti maligni alle sue spalle da parte degli altri visitatori: Brian-Harold-May-steso-completamente.

“Oooh!” gracchiò Freddie alle sue spalle. Si sfilò gli occhiali per vederlo meglio.

John e Roger emisero qualche strillo (ok, sembravano usciti dal film Piume di struzzo. Avete presente in una delle scene del film, Bernadette si trova la sua casa completamente cambiata? Fa uno strillo o urlo) nel vedere quel quadro.

“Allora?”
“Davvero...magnifico”. Oh, Diane! Ma che cazzo orrore hai disegnato?!

“Vi piace?” chiese Diane con un gran sorriso.

I quattro Queen fissarono pietrificati quell'affare orrido, Diane sorrideva tutta felice, Trip che non aveva mollato un secondo il braccio di Laila (Roger) e pensava pure a come sposarla.

“Forte!”

“Questo me lo terrei nel salone di casa mia!” esclamarono in coro anche Ratty e Crystal.

“Ciao!”
“Ciao...ragazzi...e?”
Crystal e Ratty si scambiarono un'occhiata perplessa e, ammettiamolo, alquanto scioccata.

Non era possibile, ma quanto era tonto quello?

Un'occhiata supplichevole (?) da parte di Roger bastò ai due a decidere a reggere il gioco della candela.

Dio, se fosse stata una vera “donna”Rog avrebbe fatto strage di ragazzi! Con quegli occhi blu e quel corpicino esile...

“Ehi stai sbavando, amico” disse Crystal verso Ratty.

“Oh caz...”

“Direi che l'autore ha colto in pieno il n...il chitarrista Brian May” disse Freddie cercando di trattenere a stento una grossa e grassa risata.

Il soggetto desiderò prendere a badilate selvaggiamente la testa del cantante.

“Ha molta carica...er...energetica” disse Ratty che stava guardando le gambe di Rog, più che il quadro.

“Mmm...ehi amico, guarda che quello è Roger, non una donna” gli sussurrò Crystal malizioso.

Ratty gli mormorò: “Stronzo imbecille”.

Nel frattempo John e Roger ne ebbero abbastanza e con una scusa, decisero di uscire un attimo.

“A proposito cuginetta, loro sono Brian May e Freddie Mercury e i roadies Crystal Taylor e Ratty, Peter Hince. Ragazzi, questa è Diane Melissa Khalaf, mia cugina.”

Diane impallidì di colpo. Non si aspettava, di trovarsi davanti i veri Queen o almeno due di loro.

“Cugino ma sei impazzito? Io...io....”

Brian pensò che fosse la studentessa di arte davvero carina con quegli occhioni verdi sgranati e la pelle bianca come porcellana.

“No, comunque Brian ha insistito tanto per vedere il tuo quadro, Diane” disse Freddie.

La ragazza afferrò le mani del chitarrista.

“Lei...non sa quanto io l'ammiro per la sua musica, cioè per la vostra musica...vi ascolto sempre anche quando dipingo!”

“Sicuro che diventerai una grande artista” convenne Freddie sorridendo.

“Freddie ha ragione, ma dovrai continuare con passione e testardaggine”

I tre tecnici pensarono all'unisono: “Brian, questa te la eri scritta vero? Che gasato”

“Grazie...” riuscì a mormorare Diane, prima di strusciarsi una manica sul naso e tirare su col naso.

“Non piangere, Diane!” convenne Trip passandole un braccio intorno alle spalle, con fare affettuoso.

Brian sorrise.

“Scusate solo che...nessuno mi aveva fatto tanti complimenti!”

“Tesoro, vuoi uscire a prendere un po' d'aria?” domandò Freddie premuroso verso la ragazza.

“Sì, ok...”

Brian rimase con Crystal e Ratty. Trip, Freddie e Diane uscirono fuori.

Non appena Roger vide Diane (John era andato a fumarsi una sigaretta di nascosto) in lacrime, domandò se andasse tutto bene.

Lei rispose di sì, con un sorriso. Proprio in quel momento, mentre la ragazza stava per raccontare il suo incontro, una folata di vento fece sollevare la gonna a Roger, mostrando le gambe sotto agli occhi estasiasti di Trip e di qualche altro uomo.

“Aah! Stupido vento!” strillò Roger tirandosi giù la gonna.

“Tutto bene...ehm...signorina?” domandò Freddie con un sorriso tra il divertito e il vago preoccupato.

“Sì”

“Triip! Diane!” esclamò una voce femminile stridula alle loro spalle. Apparve un donna esile, più o meno vestita come John che agitava la borsetta nello loro direzione.

“Zia Ofelia!”

Il tecnico del suono alzò gli occhi al cielo e seguì Diane a salutare la parente.

“Ehi Roger tutto a posto?”
“Cazzo, stupido vento di merda!” sussurrò Roger.

“Ah...”
“Ok, porto i boxer sotto la gonna, che ti aspettavi mi mettessi in perizoma?”
Freddie alzò gli occhi al cielo.

“Non me ne frega un cazzo di che porti sotto!”

“Non è il caso di scaldarsi tanto!” ribatté il biondo alzando un sopracciglio.

“Scusa, ma tu fai battute idiote sulla tua biancheria”

“Battute idiote? Ma se tu quando fai in concerti...”

I due occhiacci scuri di Freddie furono sufficienti ad interrompere il batterista

 

Nota autrice mode-god!: Roger sei un pervertito, non c'è dubbio! Ok, scherzavo...davvero! No, not-god-mode: Misery non deve morire! Ma tu sììì! Pazza uccide la povera Portos piantandole un coltellata nello stomaco. Fine.

(Scherzo sono ancora viva)

Pazzoide in motosega insegue Portos. A presto P.


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1177358