Dolce Follia

di NekoNekoLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto I - Contrasti ***
Capitolo 2: *** Atto II - Sanità e Pazzia ***
Capitolo 3: *** Atto III- Bianco e Nero ***
Capitolo 4: *** Atto IV - Bene e Male - Pt I ***
Capitolo 5: *** Atto IV - Bene e Male - Pt II ***
Capitolo 6: *** Atto V - Sicurezza e Paura ***
Capitolo 7: *** Atto VI - Amore e Odio ***
Capitolo 8: *** Extra - Se potessi... ***
Capitolo 9: *** Extra - Quello che sarà... ***



Capitolo 1
*** Atto I - Contrasti ***


Atto I – I contrasti

Mi trovavo in un’atmosfera tetra,inquietante ,cupa: ero immersa in un incubo pieno di voci, volti, parole,preghiere, urla e ,soprattutto, paura. Non riuscivo a sopportare tutto quel caos! Ero terrorizzata da quel che mi circondava, tutto era sprofondato nella follia! Mi faceva impazzire! ‘’Voglio andarmene,scappare,fuggire,SALVARMI!!’’ urlai.
Ad un tratto una mano fuoriesce dal nulla prendendomi violentemente il busto e fermandomi braccia e gambe,in modo da non poter evadere dalla sua stretta. Mi stringe, la sua forza è enorme ,fa male, è un dolore troppo grande per la mia mente,sento che avrebbe potuto dividermi in due se solo avesse stretto un pò di più! Ho paura! Che qualcuno mi salvi! Per favore! Aiutatemi! Aiutatemi! SALVATEMI!

Aprì gli occhi, svegliandomi da quell’orribile incubo.
Mi accorsi di essere in una stanza mai vista prima: era una stanza alquanto spoglia e disordinata, fogli e documenti sparsi per il pavimento , una finestra larga e luminosa , una porta, un portatile munito di casse e microfono e ,davanti ad esso, un ragazzo accovacciato ,con il pollice poggiato sul labbro inferiore, concentrato ad osservare lo schermo. Credo che stesse leggendo qualcosa d’importante o almeno è quello che mi ha trasmesso il suo sguardo.
Appena si accorse della mia presenza si girò verso di me.
???: Buongiorno.
Quel buongiorno era distaccato,ma in qualche modo affettuoso…non so il perché ,ma mi trasmetteva quella sensazione.
XXX: B-buongiorno…
Non conoscevo quel ragazzo , ne tanto di meno la stanza in cui mi trovavo al momento. Non ero nemmeno al corrente di quanto stesse accadendo o dove mi trovassi, avevo solo due ricordi : il mio incubo e la sensazione di una mano calda nella mia risalente alla sera prima.
Mi guardai meglio intorno, per prendere confidenza con l’ambiente in cui mi trovavo.
XXX:D-dove sono? E tu chi sei?
???: Io mi chiamo L ,piacere. Ti trovi alla Wammy’s House.
XXX: Wammy’s House?
L: Esattamente, la Wammy’s House è un orfanotrofio per bambini prodigio.
Orfanotrofio … detesto quella parola. Chi abita in un orfanotrofio è qualcuno a cui mancano i genitori, ovvero è qualcuno che coltiva consapevolmente o meno il trauma dell’abbandono e il dolore per la perdita dei suoi famigliari, si sentono patetici e senza punti di riferimento, condannati ad un’esistenza senza radici , inconsapevoli delle loro discendenze e bisognosi d’affetto e di attenzioni costanti , persone che, quando maturano, divengono indipendenti dal mondo contando giorno per giorno solo su loro stessi.
Io non sono così, posso contare solo sulla mia mente e nient’altro. Il corpo è solo un involucro con forme e aspetti diversi che ci limita nelle nostre azioni
e che ci spinge a tenerlo curato,l’ho imparato da tempo.
L: … Allora , come ti chiami?
XXX:…i-io…io mi…. Il mio nome è….
Che stava succedendo? Perché non riuscivo a dire il mio nome? Eppure era una di quelle poche cose che ricordavo! Era facile pronunciarlo, ma perché non ne ero in grado?
L: … Non ti ricordi il tuo nome?
XXX:C-credo di no…
Era una bugia. Era ovvio che me lo ricordassi , l’unico problema era che non lo potevo dire. Non so il perché. So solo che appena tentavo di aprire bocca il cervello bloccava le corde vocali zittendomi del tutto.
L: Allora come vorresti essere chiamata?
XXX: Licht! Licht va bene…
Licht… era il soprannome con cui mi chiamava mia mamma…era tedesca: carnagione chiara, occhi azzurri come il cielo in un giorno d’estate , capelli mossi di color biondo platino che riflettevano i loro riflessi appena una fonte di luce li sfiorava. Diceva sempre che io ero come la luce del mattino:pura , gentile e dolce ma al contempo abbagliante.
L: Luce…ti dona proprio.
Accennò un sorriso .
Licht: Grazie…
L si avvicinò a me, lentamente.
L: Avrai fame spero, Watari era preoccupato che fossi svenuta proprio per questo, così, ti ha preparato una grande quantità di cibo.
Appena girai lievemente la testa potei osservare un simpatico vecchietto vestito da maggiordomo con un sorriso gentile sul viso che indicava con la mano un tavolo pieno di dolci.
Licht: Ah, grazie mille…
Iniziai a bere il the alle rose accompagnato da pasticcini e un goccio di latte.
Era tutto deliziosamente dolce, mi ricordava i dolci che preparava la mia balia.
Mentre mi nutrivo L mi fissava con una certa benevolenza.
Licht: Vorresti condividere questo pasto assieme a me?
L si sorprese, ma non capii per cosa.
L: Certo.
Si mise anche lui a mangiare dolci in gran quantità.
Appena finimmo, L chiese a Watari qualcosa, sottovoce. Watari uscì dalla stanza dicendo ‘’Con permesso’’.
L si avvicinò a me ,nuovamente. Mi dava l’impressione che fosse in cerca di contatti umani.
Licht: Se posso permettermi, vorrei sapere che ore sono al momento.
L: Sono le sei e trenta.
Licht: E presto…
Ci fu un minuto di silenzio.
L: Ti ricordi qualcosa prima di venire qui ?
Licht: No…niente, ricordo solo il calore di una mano che toccava la mia e un edificio buio.
Non potevo confidargli quel ricordo, era solo qualcuno che conoscevo da meno di venti minuti, anche se era stato così gentile con me non potevo fidarmi…
L: Solo…?
Licht: Si.
L: Nient’altro?
Licht: No, niente.
L: Sei sicura?
Perché era così insistente? A quanto pareva nemmeno lui si fidava di me. Era solo un bene.
L: Sai ,Licht, esistono molti casi di amnesia: c’è l’amnesia che colpisce la parte del nostro cervello in cui vi si trova la memoria a breve termine e c’è l’amnesia che colpisce la memoria a lungo termine. Dato che ti ricordi quello che è successo ieri sera è ovvio che il tuo è un caso di amnesia vera e propria. A meno che tu non mi nasconda qualcosa che non puoi dire , come,ad esempio , il tuo nome a causa di varie ragioni che ti hanno portata a questa scelta o semplicemente hai vissuto qualcosa di estremamente traumatizzante e la tua mente si è difesa tramite l’archiviazione di quei ricordi e di tutto quello a cui è collegato, finendo anche per dimenticare cose basilari come la tua età , il nome dei tuoi genitori e persino il tuo nome. Tu che ne dici?
Licht: Credo che nel mio caso la mia mente mi stia solo proteggendo da qualcosa di maligno e cattivo , da ricordi dolorosi. Penso che prima di perdere la memoria abbia vissuto vicende sofferenti e ,suppongo, che il mio corpo venisse consumato giorno dopo giorno da questi ricordi e che il cervello abbai effettuato una tattica di autodifesa dove archiviava tutti i fatti precedenti per ricostruire una nuova vita piena di felicità…che corpo patetico…
L: Allora la soluzione è semplice: basta farti vivere esperienze gioiose e felici.
L si avvicinò alla mia faccia piano piano , fino ad arrivare a 2 cm di distanza con le mie labbra.
L: Iniziamo…da…ora.
Sentivo il suo fiato sulle mie guancie riscaldarmi la pelle dandomi un senso di calore.
Era vicinissimo alla mia bocca quando Watari interruppe il tutto entrando con una scatola adornata con un fiocco in mano.
Watari: Spero di non aver interrotto niente…
Licht: Non si rattristi Watari, sarebbe morta sul nascere ugualmente.
Watari: Allora , va bene. E arrivato il pacco che mi ha chiesto, Ryuzaki.
L: Porgilo alla signorina qui presente.
Licht: Grazie…
Erano vestiti.
Licht : Dovrei indossare questi abbigliamenti?
L:Esatto, ti dovremo presentare all’intero istituto fra un’ora e ho cercato qualcosa che ti si addica. Spero non ti dispiacciano.
Licht: Non saprei…ma credo di no.
L e Watari lasciarono la stanza e io mi vestii. Notai uno specchio dietro di me e osservai la mia figura riflessa sulla superfice riflettente.
Media statura,magra , seni gonfi , carnagione nivea, senza imperfezioni, occhi dolci e grandi come quelli di una bambola, bicolore, il sinistro azzurro come l’acqua dei laghi alpini e l’altro giallo come la luce del sole a mezzogiorno, i capelli erano biondo miele e lunghi fino alle cosce. Non importava quanto mi guardassi….ero lei, uguale a LEI!
Iniziai a picchiare violentemente lo specchio maledicendo me stessa.
Licht: VATTENE! VATTENE! TI ODIO! TI ODIO! IO NON SONO TE! NON TE! PERCHE SEI NATA? PERCHE SONO NATA? PER UN’ESISTENZA PRIVA DI SIGNIFICATO? SONO SOLO UNA TUA PALESE COPIA USCITA MALE DALLO STAMPO! IO NON SONO TE! MUORI ,MUORI , MUORI, MUORI, MUORIII!
Lo specchio si ruppe in mille pezzi e in quel momento presi uno dei cocci e lo puntai verso i miei polsi.
Licht: E QUESTO CHE VUOI?! SONO SOLO UNA MARIONETTA PER TE?! ALLORA DEVO ESEGUIRE I TUOI ORDINI, NO?! TU VUOI SOLO CHE IO MUOIA ,GIUSTO?
Ero al punto di sfiorarmi la pelle quando una mano mi immobilizzo il braccio non lasciandomi portare a termine il gesto iniziato.

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Capitolo 2
*** Atto II - Sanità e Pazzia ***


Atto II –Sanità e Follia



Girai timidamente la testa verso le mie spalle e vidi una bambina dall’aspetto lugubre: gli occhi erano coperti da una benda macchiata di sangue , la bocca era cucita ai margini formando un sorriso forzato, la pelle era bianca come la neve e gelida come il ghiaccio, rattoppature presenti ad ogni legamento , i capelli neri e spenti tagliati a caschetto fino alla spalla , presentava anche due corna girate su se stesse , segni di violenze e maltrattamenti sulla sua pelle consumata, dall’aria di esser portatrice di tristi eventi.
Licht: …
Rimasi sbigottita da quella ragazzina che si limito solo a tenermi fermo il braccio.
Ad un tratto inizio ad aumentare la forza con cui mi bloccava il movimento dell’arto facendo cadere l’arma improvvisata e cominciando a lasciare tracce della sua apparizione.
Licht: AH! M-mi fai male!
Era strano, mi ricordavo perfettamente quella sensazione: il dolore.
Come se nella mia vita ne fossi stata sempre vittima .
Prese anche l’altra mano e mi spinse a terra, si sedette su di me e strette con forza il mio collo.
Licht: A-ah! Ahia! Aaaah…!
Smisi di emettere suono,  il mio corpo era sottomesso da quella situazione. Forse ,in passato, avevo imparato ad arrendermi di fronte il problema.
‘’E’ inutile persistere…abbandona l’abbraccio della speranza e annega nel baratro della morte’’
Queste parole rieccheggiarono nella mia mente ripetendosi infinite volte, come un mantra o un motto.
Stavo per soffocare quando irruppe nella stanza Watari e L , i quali si stupirono dello scenario a loro presentato.
L: L-licht! Che è accaduto ?!
Licht: U-una bambina…voleva…
L era molto sorpreso, non pensava che se mi avesse lasciato solo cambiarmi sarebbe successa una cosa simile? Almeno , chi sano di mente ci avrebbe mai pensato?
Licht: …uccirdemi…
 Watari stava raccogliendo i cocci del vetro , ormai rotto in mille pezzi.
L non chiese nient’altro, vide le lesioni sul mio braccio e sul mio collo.
L: Bhè, non credo che così tu sia presentabile.
   Suppongo che dovremo nascondere questi segni con qualcos’altro.
   Watari tu sai che fare.
Watari: Certo , Ryuzaki. Licht, venga con me.
Lo seguì fino ad un’altra stanza poco lontana da là: era una stanza  con le pareti a strisce rosa antico e bianco,un letto in stile vittoriano, il pavimento con le piastrelle bianche e nere, davanzali pieni di bambole e ritratti di donne sconosciute, un armadio , un grande specchio ovale su una larga scrivania bianca ,una sedia sempre bianca e ,infine , un’ampia finestra con delle tende rosa pallido e una balconata all’esterno.
Mi diede una fascia e un altro vestito da lolita bianco , stavolta con le maniche lunghe.
Licht: Tutto questo… è proprio necessario…?
Watari: Che intende ?
Licht: I vestiti vittoriani, il trucco, le acconciature, le bambole…tutto…
Watari: Ordini di Ryuzaki.
Ne ero alquanto certa, quel tipo era troppo ossessionato dal rendermi un giocattolo.

Watari mi raccolse i capelli in due code adornate da rose bianche e fiocchi unite fra loro con una fascia piena di ricami. Nascose perfettamente il livido sul collo con una collana stretta. Le gambe erano avvolte da delle parigine bianche e ,sui piedi, tacchi bassi, verniciati e lucidi.
Licht: Mi sento un fenomeno da circo, qualcosa da mostrare e farsi invidiare….solo un oggetto da usare e dimenticare esposto su un piedistallo, senza proprietario, senza amore… senza vita . Un oggetto che aspetta solo di essere coccolato o di cadere e rompersi…’’sussurrai.
L: Invece io ti vedo come una bellissima ragazzina talmente meravigliosa da sembrare qualcosa che l’uomo ha creato e che definisce come ‘’bellezza ideale’’ la quale suscita gelosia a tutti coloro che possono guardarla.

Licht: Dovrei prenderlo come in compimento?
L: Quella era l’intenzione.
Lo ringraziai.
Mi accompagnarono fino al salone ,dove mi nascosero dietro ad una tenda fino a che un altro anziano non finì di parlare.
???: Ed ora diamo il benvenuto alla nostra nuova compagna….Licht!

Entrai aggraziatamente attirando gli sguardi incuriositi di tutti.
???: Vuole dichiarare qualcosa, Licht?
Licht: Grazie a tutti dell’accoglienza spero che diventeremo tutti amici, anche se date le vostre altezze intellettive dubito che potrete stare al mio stesso passo!  Ha ha ha!
Finsi una personalità allegra e presuntuosa, pronunciai quelle parole con una voce più acuta della mia e con un tono altezzoso e irritante , cosi che risultassi antipatica a tutti,mandando all’aria tutte le lezioni di etichetta che presi da piccola. Non volevo legami , per non ferire nessuno.
???: Mi state prendendo in giro? E lei sarebbe questo grandissimo ‘’prodigio’’ di cui stavi parlando con così tanta stima, Roger?! Ma se è solo una bambina spocchiosa e viziata in cerca di attenzioni?!
L’origine di quel discorso era un ragazzo giovane , biondo e con caschetto e frangia , occhi ribelli e con un look da teppista.
Licht: Pff-, Ahahahahahahaha! E tu chi saresti? Un rockettaro mancato? Ma fammi il piacere!
???: Te la do io una lezione, ragazzina viziata!
Corse fino a raggiungermi, credo di averlo provocato fin troppo. Non riusciva a mantenere la calma nemmeno a delle piccole offese come quelle il ragazzo.
Mi afferrò il collo (chissà perché ma ,a quanto pare, il mio collo era la vittima preferita dalle persone) cercando di farmi soffocare ,leggermente.
Licht: Ah ah ah…è tutto quello che sai fare, femminuccia?
Mi girai verso destra, alzando il braccio sinistro. Le sue braccia vennero respinte dal mio e la situazione si capovolse.
Ora ero io a strozzarlo.
???: A-ah…!
Licht: Tu non sai nemmeno quanta esperienza ho con persone come te…
In quel momento nella mia testa eravamo solo io e lui , nessun altro.
Sentii una voce…: Uccidilo….uccidilo senza pensarci e tutto andrà bene…fidati di me. Dopo ti sentirai benissimo!
Senza accorgermene , rafforzai la stretta rischiando per davvero di lasciarlo senza fiato.
Licht: Muori!
Roger: Ah! Licht fermati!
Quel vecchio robusto mi prese fermandomi dall’assassinarlo.
Finita la riunione io e quel ragazzo fummo condotti verso l’ufficio di Roger per esser sgridati, certamente.
Roger: Mello, che ti è passato in testa? Fare del male alla nostra nuova arrivata! E tu ,Licht, perché hai tentato pure di ucciderlo?
Mello: Tsk! Anche se non l’avessi presa me la sarei cavata.
Licht: Non credo proprio, la mia forza era superiore a quella che avresti potuto liberare tu per poterti salvare. Saresti morto sicuramente.
Mello: Sta zitta!
Licht: Hai problemi a mantenere la calma, prova una camomilla forse ti tranquillizzi un po’.
Roger: Basta voi due! E tu Mello cerca di andare d’accordo con Licht, altrimenti…
Mello: Altrimenti cosa? Mi espellete?
Roger non poteva espellere Mello, era troppo importante averlo.
Licht: Hump! A quanto sembra dovrai sopportarmi fino alla maggiore età Mel-lo!
Mello: Odiosa…
Licht: Hai detto qualcosa, sorellina?
Mello mi fulmino con lo sguardo.
Quando uscimmo dalla stanza, Roger diede il compito di farmi visitare l’edificio. Mi fece vedere tutto, a malavoglia.
Quando arrivammo in cortile notai un bambino intento a risolvere un puzzle bianco.
Quando mi notò , si sorprese e distolse immediatamente gli occhi , tornando al suo rompicapo.
Licht: Lui chi è?
Mello:Chi?
Licht: Quel bambino isolato dai giochi.
Mello: Ah , lui… si chiama Near.
Sentivo del disprezzo nel pronunciare il nome del ragazzino, dovevano essere in cattivi rapporti, rivali, presumo.
Stavamo tornando nella stanza in cui mi ero inizialmente svegliata.
Mello: Strano, chissà perché volevano che ti portassi qui. L’unica persona che ci vive è…
Licht: L.
Mello si sorprese della presenza di L .
Mello: L! L sei tornato, ma quando?
Capii subito che Mello era molto affezionato a quel tipo un po’ strambo.
L: Sono venuto per lei.
Mi indicò con lo sguardo.
Mello: E perché?
L: Ho deciso che lei starà con me per un po’…
Mello: Con quella bambolina?
L affermò e Mello rimase sbigottito.
Mi fece un sorrisetto un po’ malizioso , ma credo che si stesse riferendo alle tecniche di difesa e a come mantenere i miei istinti omicidi.
Mello: Ti piace quella? Ma se è solo una bambina! Guardala bene: è una bambola, un giocattolo! Puoi avere di meglio! Se solo permettessi alle altre persone di avvicinarsi a te!!
Mello mi ricordava un bambino da come si comportava.
L non mosse ciglio e mi prese la mano portandomi nella stanza. Io presi d’istinto la mano di Mello, facendolo entrare con me.
L chiuse la porta a chiave e ,solo allora, si rese conto di un terzo individuo.
L: A quanto pare non potremo stare soli noi due…bhè la presenza di un’altra persona non mi disturba in fin dei conti…
Mello capì immediatamente a cosa volesse andare a parare e mi immobilizzò.
L spense la luce e chiuse le tende , avvicinandosi a me.
Mi ricordai di un avvenimento passato: avevo solo 6 anni ed ero stata sequestrata da un malfattore che mi aveva richiusa in una stanza chiusa,senza finestre , solo una porta che veniva sempre chiusa , essa era buia e fredda, c’erano solo poche candele a fare luce. Egli cammina verso di me con intenzioni alquanto ovvie , appena mi raggiunge mi picchia a sangue fino a che non giungo a perdere conoscenza e da lì divenne tutto nero…potevo sentire solo qualcosa penetrarmi nella carne ,provocando un dolore insopportabile.
Licht: Ah! No, no , no , no , no! NON FARLO! BASTA! SMETTILA! E’ IMBARAZZANTE! MI FAI MALE! SMETTILA! E’ SCONCIO! RIPUGNANTE! ORRIBILE! AIUTO! QUALCUNO! MI AIUTI! FA MALE!
 AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!
L riapri subito le tende e Mello mi lasciò.
L: Calmati, calmati. Non ti volevo fare del male. Dovevo solo farti delle domande! Tranquilla.
Licht: Mamma…papà…aiuto…voglio andarmene da qui… portatemi con voi!
Caddi a terra e , strisciando, mi trasportai fino alla finestra: la aprii e mi sporsi.
Licht: Voglio raggiungervi! Mamma, papà! Non odiatemi , vi prego! Io vi amo! Voglio solo porre fine a questa sofferenza!Non è colpa mia! E’ solamente colpa sua !!
Mello mi afferrò il busto e mi sdraiò a terra. Persi nuovamente i sensi…il mio passato mi stava tormentando…dovevo dimenticarlo…dimenticarlo…dimenticarlo…dimenticarlo

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Capitolo 3
*** Atto III- Bianco e Nero ***


Atto III – Bianco e Nero

Ero assorta in un giardino pieno di fiori , il cielo era sereno e il sole splendeva come non mai. Ero così tranquilla, come non lo ero da molto tempo. Poco lontano da me vi erano i miei genitori ,intenti nel bere the e dolcetti con i volti sorridenti.
Rose: Licht, tesoro, vieni qui con noi. Prenditi una pausa dai tuoi giochi, amore.
Klaude: Piccola di papà , vieni sulle mie ginocchia a sederti!
Licht: Mamma! Papà!
Corsi da loro e li abbracciai, ma appena chiusi gli occhi sentii la voce di qualcuno.
???: …cht…icht…Licht! Svegliati , Licht!
Svegliarmi? No! Non voglio svegliarmi! Non ora che sono con i miei genitori!

Quando aprii gli occhi L era seduto sul mio letto, accanto a Mello che mi guardava in piedi a braccia incrociate, un po’ preoccupato.
L: Per fortuna ti sei svegliata, mi stavo preoccupando.
Licht: Che è successo?
L: Sei svenuta nel bel mezzo di un ‘’interrogatorio’’.
Mello: Tu non…non ricordi nulla?
Licht: D-dovrei?
L: Quali sono i tuoi ultimi ricordi?
Licht: Uhm…stamani mi sono svegliata nella mia camera, ho fatto una passeggiata per l’orfanotrofio con Mello e ,suppongo, di essere svenuta mentre mi stavate interrogando…oh, perdonatemi…
L: Quando intendi ‘’camera mia’’ indichi questa stanza?
Licht: Si, da cosa sorge questa domanda?
L mise il suo pollice sulla bocca e iniziò a pensare.
L: Tu non hai mai vissuto alla Wammy prima di oggi, ma le tue memorie affermano il contrario.
Mello: Qundi stai dicendo che Licht ha insorto ricordi strutturati su false vicende, ma a quale scopo…?
L: E’ questa la domanda.

Mi vergognavo della mia mente talmente debole : tentava di rimpiazzare tutti i miei ricordi, così da non poterne più soffrire.
Rimasero fino alle 23,discutemmo del mio caso e dopo rientrarono nelle loro stanze, finalmente potevo dormire.
Mi cambiai i vestiti: misi una camicia semplice bianca e rimasi in biancheria.
M’infilai sotto le coperte e cercai di prendere sonno, ma invano.
Mi alzai dal letto e ammirai la luce brillante della luna che penetrava i vetri della finestra.
Ero affascinata da tale bellezza, mi placava l’animo.
Mi accorsi dello specchio vicino a me che rifletteva la mia immagine.
Licht: Perché somiglio così tanto a te? Eppure avrei voluto solo essere un po’ diversa…se solo potessi cambiare qualcosa.
Allora mi sovvenne un’idea: se non potevo cambiare i miei tratti somatici , forse potevo diversificare il mio aspetto.
Presi delle forbici e ,appena le avvicinai ai miei capelli, la mano si fermò.
Non potevo muoverla , proprio come sta mattina con il mio nome.
Lei non me lo permetteva…mi assillava, voleva che fossi come lei.
Uguale a lei,per poterla ricordare…
Licht: Non riuscirai mai a lasciarmi andare, vero, Chloe? Vuoi che io ti ricordi per sempre, ma un giorno sarai costretta a dividerti da me e ne soffrirai.

Non ero ancora stanca, quindi decisi di uscire dalla stanza per conoscere meglio l’edificio.
Girai dappertutto: sulle scale , per i corridoi, per le aule, i saloni , persino per le porte delle camere degli altri bambini , fino ad arrivare ad una stanza con la porta aperta. All’interno vi era un bambino completamente bianco,puro come la neve, innocente e tranquillo.
Licht: Iris…
Il ragazzino si girò di scatto alle mie parole.
Licht: La luce della luna ti dona un’aura magica, ti invidio.
Accennò un lieve rossore.
Near: Tu dovresti essere Licht, non è vero?
Annuì.
Near :Chi è Iris?
Licht: E’ solo un mio caro amico…deceduto da tempo.
Near: Mi dispiace.
Licht: Grazie.
Distolsi lo sguardo dal suo: anche lui provava a scrutarmi l’anima, come L.
Near: Come mai ti trovi qui a quest’ora?
Licht: Non riuscivo a dormire e decisi di vagare per l’orfanotrofio.
Near : Capisco…
Le mie conversazioni erano abbastanza generiche.
Andai vicino a Near e iniziai a fissare la notte assieme a lui.
Licht: E’ bellissima, non è così?
Near: Lo è…
Licht: Quando guardo le luci notturne tutte le mie ansie svaniscono , svuotandomi la mente. Adoro tale sensazione, è una delle mie preferite.
Near si voltò verso di me, rimanendo incantato dell’aura che emanavo durante il discorso.
Quando parlavo della notte il mio cuore si riempiva di dolcezza e serenità, m’illuminava il viso alzandomi i margini della bocca formando un meraviglioso sorriso.
Licht: Sai, ogni volta che cadevo, ogni volta che litigavo con qualcuno, ogni volta che sbagliavo qualcosa, bastava aspettare la notte e osservarla per poter liberarmi di tutte le ansie e le paure che mi tormentavano. Ho sempre detto che di nottetempo il mio animo si rigenerava.
Adoravo la notte solo perché in quel lasso di tempo potevo stare con Iris.
Iris era il mio migliore amico e anche domestico, a cui avevo promesso la mia eterna amicizia.
Da lì ci fu solo silenzio, le parole non erano necessarie: sentivo tutto quello che provava anche senza che lui me lo dicesse.
 
Continuammo ad assistere fino a che non raggiunsi la pace interiore e riuscii finalmente ad appisolarmi.
Entrai nel mondo dei sogni, così velocemente…tutto grazie alla luna…o forse alla presenza di Near.
Quel sonno fu il più riposante che avessi mai fatto.

Il mattino seguente mi svegliai nella camera di Near,poggiata delicatamente sulle sue ginocchia.
Ora ne ero certa: avevo finalmente trovato il mio angelo custode.
Guardai l’orologio: erano già le otto e trenta!
Ci eravamo addormentati più del dovuto,quindi lo svegliai con il maggior tatto possibile.
Licht: Near…! Near…! Sveglia Near…!
Nulla da fare, non si smuoveva di un millimetro.
Tentai di tutto per svegliarlo: lo strattonai, gli urlai nell’orecchio, gli feci il solletico, mi sedetti sul suo stomaco, ma niente da fare!
Licht: Diamine…! Questo tipo persiste.
Mancava solo un’ultima possibilità di svegliarlo e ricordai che con Iris funzionava ogni volta!
Accorciai le distanze fra me e lui, lentamente, verso alle sue labbra semichiuse.
Tra un secondo o l’altro doveva svegliarsi, allora continuai ad avvicinarmi.
Più vicina, più vicina e sempre più vicina. Rimasero pochi istanti al risveglio.
Stava per aprire gli occhi quando mi spinsi troppo in  là ,convinta del fallimento, arrivando a sfiorare la sua bocca, ma me ne accorsi e fermai l’azione iniziata.
 Sapevo che avrebbe funzionato! Funziona sempre!
Near mi domandò l’ora e io mi voltai verso l’orologio.
Erano le NOVE!! Come ho fatto a prolungarmi talmente tanto?!
Afferrai per il braccio Near e corsi frettolosamente in classe per non fare troppo tardi.
Near tentò molte volte di interrompere la corsa e ,quando finalmente ci riuscii,mi accorsi di essere in pigiama e mi spiegò ,anche, che il suo orologio era avanti di un’ora e mi resi conto di non essere sola : effettivamente, vi erano presenti solo maschi tra cui anche Mello ,accompagnato da un ragazzino dai capelli rossi.
Licht: Che avete da fissare?
I maschi mi stavano squadrando dalla testa ai piedi,  ma notai che molti si soffermarono sul seno e sulle gambe.
 Tsk, adolescenti in preda alle tempeste ormonali…idioti!
Near,a quel punto , mi ricondusse in stanza offrendomi alcuni vestiti di sua proprietà.
Come previsto, tutti i ragazzi si misero a fantasticare su cosa ci facessi in camera di Near in mutande e camicia e iniziarono a girare certe voci, come quella che diceva che lo avessi fatto con lui o che mi avesse costretta a spogliarmi e dopo lo avessi fatto…insomma tutto finiva con relazioni corporali.
Licht: Grazie dei vestiti.
Near: Dovere, non potevo lasciarti in biancheria.
Silenzio.
Gli diedi un bacio sulla guancia come segno di ringraziamento.
Tornai nella mia stanza lasciandolo , immobile , sorpreso e leggermente imbarazzato.

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Capitolo 4
*** Atto IV - Bene e Male - Pt I ***


Passarono due anni dal mio arrivo alla Wammy’s House, in quei due anni divenni buona amica di Near e Mello, anche di quel tipo ,Matt.
Gli altri bambini non mi si avvicinavano mai : alcuni dicevano che ero una teppista snob come Mello, alcuni che ero un’asociale come Near , la mia preferita era quella che ,chiunque mi parlasse, lo potessi uccidere solo con lo sguardo, che stupidi!
Morale della favola : oltre a Near e Mello, gli altri mi evitavano, Meglio per me.
Era l’una e un quarto e stavo mangiando in mensa con Mello e Matt, Near,anche se mio amico, era sempre in disparte.
Matt stava giocando col cibo come farebbe un’infante.
Licht: Matt, non si gioca con i pasti.
Matt: Ma mi annoio e in più non ho nemmeno fame!
Licht: Tsk, beota.
Matt: Senti chi parla, l’incarnazione della noia.
Licht:Sempre meglio che essere un poppante in cerca di attenzioni e bighellone.
Matt: Non sono un poppante!
Licht: Questo permalosità conferma le mie teorie.
Mello: E smettetela voi due. Sembrate due vecchi sposi.
Licht: Eppure non sono né vecchia né sposata.
Mello: Era un paragone,Licht.
Licht: Infondato e malpensato ,però.
La nostra amicizia era così : ci ‘’offendavamo’’ a vicenda e discutevamo insieme.
Licht: Bene io ho finito, se volete scusarmi…
Mi alzai e mi diressi verso l’ufficio di Roger, mi aveva detto che mi avrebbe comunicato un avviso importante e di raggiungerlo al più presto.
Arrivata alla porta bussai e chiesi permesso.
Roger: Ah, Licht, ben arrivata.
Licht: Buon pomeriggio a lei , Roger. Cosa mi doveva dire?
Roger: Ecco, è una cosa un po’ delicata da dire, ma L ha richiesto la tua presenza per il caso Kira.
Licht: Capisco…ma perché la mia di presenza? Insomma, Mello e Near sarebbero i più adatti a svolgere questo incarico, sono i primi della classe, dopotutto.
Roger sorrise.
Roger: Lui sa che non è così.
Mi sorpresi.
Licht: Lo ha notato, vero?
Roger: Esattamente.
Licht: Allora preparerò le mie cose e lo raggiungerò in Giappone.
         Con permesso…
Uscii dalla porta, andai in camera e raccolsi le mie proprietà.
La sera stessa partii , senza salutare nessuno , non dovevano accorgersi della mia partenza.
Raggiunsi il Giappone, quindi scesi dall’aereo e mi ritrovai all’aereoporto.
Li mi aspettava un certo Matsuda, lo aveva mandato L .
Mi accorsi di un uomo che teneva in mano un cartello con su scritto ‘’Licht’’,
capii immediatamente che doveva essere Matsuda. Era un giovane uomo, sulla trentina credo, capelli neri e leggermente ondulati e corti, indossava giacca e cravatta, si notava che faceva parte di qualche dipartimento di polizia.
Mi avvicinai e lui si ravvivò.
Matsuda: Allora lei è Licht!
Non ero abbastanza vicina per poter capire le sue parole , ma quando lo fui il suo viso si sorprese lievemente.
Licht: Cosa c’è?
Domandai educatamente.
Matsuda: Eh, ah, no, niente, niente! E’ solo che non mi avevano detto che tu fossi una ragazza e per di più così giovane! Pensavo che fossi un uomo robusto tedesco , molto alto e con una forte autorità,ma invece mi trovo davanti una ragazzina ,dolce e carina, agghindata con abiti bianchi dell’epoca vittoriana!
Licht: Sono desolata di aver infranto le tue aspettative.
Matsuda: Ah , ma no, si figuri.
Licht: Ci avviamo?
Matsuda: Non ancora, dovrebbero arrivare altre due persone.
Altre due? Roger aveva detto che dovevo venire solo io! A meno che L non avesse cambiato idea all’ultimo secondo. No, on poteva essere, lui non era una persona di quel tipo, suppongo che rientrava tutto nei piani, fin dall’inizio, ma non comprendo il perché non dirmelo.
Forse non c’era nemmeno un perché.
Come previsto, al nostro gruppo si aggiunsero altri due ragazzi e, udite udite, erano Mello e Near.
Mello era confuso , ma percepivo anche una certa felicità.
Near era impassibile, come sempre.
Mello: E tu che ci fai qui?!
Licht: Potrei farti la stessa domanda.
Near: …
Matsuda: Bene , ora che ci siamo tutti è meglio andare.
Senza aggiungere parola, uscimmo dall’aeroporto pieno di gente, finendo in macchina.
Nel viaggio mi limitai a guardare il finestrino , mentre Mello era seduto dietro assieme a Near. Si poteva captare una certa ostilità.
Matsuda: Ehm…allora Licht è la tua prima volta qui in Giappone?
Licht: Si. La prima.
Matsuda: Ah, capisco…
Matsuda tentava di avviare una conversazione  , ma fallendo.
Matsuda: Bhè allora potrai visitare tante cose!
Licht: Credo di si.
Quando arrivammo in città , dovemmo scendere dall’auto e camminammo verso la meta: L aveva cambiato la destinazione, prima era un hotel qui vicino, dopo era un altro hotel , ma più lontano, in una zona dove non si poteva accedere con autovetture.
Eravamo quasi alla meta, quando…
Matsuda: Seguitemi e cercate di non perdervi!
Mello: Pensi che siamo degli idioti?!
Matsuda: No, no , assolutamente! E’ solo che se vi perdeste sarebbe un bel guaio!
Near: Eppure abbiamo appena perso Licht…
Si girarono tutti all’indietro e si resero, effettivamente, conto che io non c’ero più.
Li avevo persi durante l’attraversamento dell’incrocio.
Licht:Dannato traffico di gente! A quest’ora potevo essere arrivata se non fosse stato per quel beota che ha deciso di rubarmi il portafoglio! Fortuna che lo ho acchiappato. Ma ora dove sono?
Provai a capire la mia posizione sulla mappa, ma nulla da fare.
Ad un tratto una donna d’affari mi si avvicinò tutta eccitata.
???: Tu! Si, tu! Tu sei perfetta per la copertina di quest’anno! Hai mai pensato di fare la modella per riviste?
Licht: Mi scusi…?
???: Ah, giusto, io mi chiamo Tomiko Tadano e sono una talent scout!
      Trovo che il tuo bel visino meriti di apparire sul nostro mensile!
      Lavorerai con una delle modelle più in voga del momento se accetti.
Licht: Ma io-
Tomiko: Perfetto! Allora andiamo all’agenzia.
Quella donna insistente mi prese sotto il suo braccio trascinandomi in un edificio chiamato ‘’ Star Girl – Agenzia di modelle’’.
Senza poter dire niente mi costrinse a posare per la rivista per cui lavorava, il suo capo aveva accettato la mia partecipazione positivamente, bhè più che positivamente: appena varcata la soia della porta d’ufficio Tomiko mi presentò a lui come Hanako Sakurawa , un nome evidentemente falso, dicendo che ero figlia di madre tedesca e padre giapponese, aggiunse anche che mi aveva trovata per caso e che io avessi accettato immediatamente e il suo capo le diede un aumento dicendo che aveva fatto bingo trovando una bellezza come la mia.
Tomiko: Bene ,tutto fatto! Ora dovrai andarti a cambiare e poi dovrai posare assieme a  Misa Misa!
Licht: Certo che lei è brava a mentire.
Tomiko: Erano tutte bugie a fin di bene! Diventerai una modella famosa e io riceverò il doppio della paga, con te e Misa diventeremo tutte e tre ricchissime!
Licht: Lei è anche la manager di Misa?
Tomiko: Una donna non può avere due star sotto la sua ala?
Licht: Questo non lo so.
Tomiko: Certo che puo! Ora va nel camerino e aspetta parrucchieri e truccatori poi esci e vieni da me, ora devo andare a prendere Misa.
Come mi aveva chiesto, entrai nel camerino ,indossai gli abiti e attesi truccatori e e acconciatori. Quando mi fu permesso di vedermi allo specchio per intero mi sorpresi della mia immagine: avevano arricciato i miei capelli in boccoli di media grandezza, una fascia di perle alternate in grandi e piccole con due farfalle azzurre ai lati che lasciavano cadere una scia di diamanti attaccate ad un filo trasparente, una collana ,sempre di perle, stretta con un diamante in mezzo ,sul collo,un corpetto bianco dal tessuto morbido con disegnate coi margini color panna iris sparsi e farfalle in volo con una spilla a forma di farfalla alla mia sinistra e, sotto a essa, un fiocco sottile nero,la fine del corpetto presentava delle balze che si aprivano nel centro formando un’apertura che lasciava posto alla gonna lunga fino a 5 cm dal ginocchio , leggera e sostenuta sotto da mille strati di raso e seta alternati. Il tessuto simile alla carta velina ,ma sempre di tessuto,bianca e,man mano che si avvicinava alla fine, diveniva sempre più scura. Sulla gamba sinistra vi era arricciato un nastro nero che partiva da metà coscia finendo alla caviglia dando vita ad un fiocco, mentre la gamba destra era spoglia, i piedi scalzi e le unghie dipinte di rosa. Le braccia erano scoperte,ma quella destra aveva un altro nastro nero che fungeva da accessorio, un anello con una farfalla e un piccolo diamante nel centro sul medio della mano sinistra.
Per la prima volta mi vidi bella, la prima in tutta la mia vita.
Quando uscii incontrai una ragazza poco più alta di me che mi dava il bevenuto.
???: Ciao piacere, io sono Misa Amane!
Licht: Piacere mio, io mi chiamo Hanako Sakurawa.
Misa: Che bel nome! Va bene se ti chiamo Hana?
Licht: Ma certo!
Sorrisi amichevolmente.
Misa:Quanto sei carina vestita così, sembri la bambola di una fata delle farfalle!
Licht: Così mi fai arrossire, Misa. Anche tu sei bellissima! Sai ho sempre voluto essere carina come te!
Misa: Ah ha! Ora sei tu che mi imbarazzi. Potrei chiederti quanti anni hai? Dall’aspetto te ne darei 14!
Licht: Credo che sia colpa del trucco che mi hanno fatto, io ne ho 16.
Misa: Eppure sembri più giovane. Che carina! Ora vado a cambiarmi io e poi facciamo il servizio va bene?
Licht: Si , naturalmente.

Quando iniziò il servizio la scena era composta da un tavolino pieno di dolci e due tazze da the, due sedie e farfalle e fiori ogni dove. Si chiamava ‘’Fairytale Tea Time’’ e Misa era vestita simile a me ,ma con rose al posto delle farfalle.
Scattarono una cinquantina di foto , venti solo a Misa , venti solo a me, dieci assieme.
Finito il servizio mi rivestii e fuggii da quel posto, credetti di essere sola all’uscita ma Misa mi sorprese e ,con la scusa della nuova amicizia, mi portò in giro a prendere gelati e comprare vestiti. Ad un certo punto ci recammo ad un parco,li ci avvicinammo ad un ragazzo alquanto affascinante: aveva i capelli lisci ,corti e castani, occhi dello stesso colore, corporatura magra, atletico e pieno di carisma. Era seduto su una panchina, un po’ seccato direi.
Misa: Light! Light! Sono arrivata. Scusa per il ritardo , ma ci siamo dilungate in gelateria e così…
Light: Misa, sai bene che non ho tempo da sprecare e tu mi fai anche aspettare all’appuntamento che TU avevi chiesto.
Misa: Mi dispiace così tanto, Light!
Light: E lei chi è?
Licht: Mi chiamo Hanako Sakurawa,piacere.
Light:Io mi chiamo Light Yagami.
Misa: Ed è il fidanzato di Misa Misa!
Un po’ burbero come fidanzato.
Licht:Capisco…
Light: Comunque io devo andare ora.
Misa: Di già? Ma non abbiamo fatto niente!
Licht: In realtà dovrei andarmene anch’io…
Misa: Eeeh? Anche tu Hana? Volete lasciarmi da sola?
Light: Tu dove vai , Hanako?
Licht: Dovrei andare all’hotel Lipton*
Light: Strano, anch’io sarei diretto la.
Licht: Ma non so dove sia…
Light: Allora ti ci accompagno.
Misa: Anche Misa viene!!
Light: *sospiro* d’accordo…vieni anche tu Misa.
Misa: Yee!
Light: L’hotel è poco lontano da qui, quindi non dovremo metterci molto, possiamo arrivarci anche a piedi.
Iniziammo a incamminarci e Misa tentava di creare una conversazione con Light tipica da innamorati.
Misa: Light, ci teniamo per mano?
Light: Misa, non ora.
Misa: Ma perché? Dopo tutto siamo fidanzati, no?
Light: Non dovresti escludere le tue amiche.
Misa: Ma a Hana sta bene,vero?
Licht: Per me potete fare quello che volete.
Misa: Visto?
Light: E va bene.
Misa: Yee! Ti amo , Light! Ti va di avere un figlio?
Light s girò di scatto verso a Misa.
Light: Cosa?! Devi parlare di questi argomenti proprio in strada?
Misa: Ma è quello che voglio.
Light: Sai in che situazione viviamo, un neonato darebbe solo problemi.
Misa:…uffa…
        Ma non vedi quanto è carina Hana?
        Nostra figlia potrebbe essere adorabile come lei!
Mi abbracciò come un cucciolo indifeso.
Licht: Preferirei non essere tirata in ballo in questi discorsi…
Light: Siamo arrivati.
Per fortuna la conversazione fini li, perciò entrammo e Light si girò verso di me.
Light: In che stanza devi andare?
Licht:  Stanza D221.
Light: Anch’io, che coincidenza.
Ci dirigemmo verso la stanza, dalla porta si potevano sentire due persone che discutevano: uno di loro era sicuramente Mello, penso che se la stesse prendendo con Matsuda perché mi aveva persa di vista. Ora che ci faccio caso, erano passate tre ore dall’ultima volta che li vidi.
Light busso e un uomo un po’ anziano ci aprì.
???: Light, sei arrivato. E con te ci sono anche Misa e…
L: Licht, è da un po’ che non ci vediamo.
Licht: L…!
Spostai il signore e corsi ad abbracciare L.
Licht: Mi sei mancato…
L: Anche tu Licht…
Light: Voi due vi conoscete?
Licht: Si, ci siamo incontrati tempo fa.
Misa: Ma tu non ti chiamavi Hanako?
Licht: La tua manager, Tomiko, mi ha presentata al suo superiore con quel nome falso. Io sono Licht Jones.
Misa: Li-Licht…Licht!
Licht: Esatto.
Mello: Ehm-ehm. Ci sarei anch’io, non mi saluti?
Licht: Ah, già , ciao Mello.
Mello: E basta? Non mi abbracci?
Licht: C’è ne è il bisogno?
Si irritò un po’.
Near: Ben tornata , Licht.
Licht: Near…
Near: Allora L, per cosa ci hai chiamati qui?
L: Giusto Light, passiamo alle cose serie, vi ho convocati qui affidarvi un caso…

Fine prima parte.                      *Hotel Lipton: hotel inventato da me (lol)

Salve Mondo!
Non mi uccidete D: !! Ho tagliato in due parti il 4 capitolo perché mi resi conto che la lunghezza del testo era giganormica e , a meno che non volevate rimanere qui fino a domani, le mie due opzioni erano o di eliminare qualcosa o di dividerla in parti e dato che mi serviva tutto il testo se no non ci capivate una cippa, ho scelto la seconda opzione!
Ma non abbiate timore! Siccome non è un capitolo della storia ma solo il suo continuo dovrei pubblicare il resto lo stesso giorno,sennò vi pubblicherò come bonus una cavolata a parte.
N.B.Per tutte le menti perverse che circolano su questa pagina: non vi saranno descritte affatto scene di sesso (forse deciderò di far accoppiare Licht con qualcuno, per  ricatto o per volere)  ma non descriverò niente di particolare!! Ho scelto l’arancione solo per le parti horror e le violenze, che almeno quelle le vorrei fare,diamine!!
Vi lascio qui e godetevi il resto della vicenda.
Grazie x aver letto !

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Capitolo 5
*** Atto IV - Bene e Male - Pt II ***


ATTENZIONE! In seguito ad una recensione che mi ha aiutata a migliorare nella realizzazione della ff, a mio parere ,ho cambiato alcune cose dei precedenti tre capitoli!!
Quindi avete la possibilità di rileggere l’inizio , ma se non volete continuate pure a leggere questo capitolo.
Cambiamenti: grammatica, diminuzione di parti descrittive, diminuzione di discorsi diretti,modo di colloquiare di Licht .


 
Atto IV – Bianco e Nero – Parte II

Mello: E quale sarebbe?
L : Vedi, nel 2000 ci fu un caso di omicidio irrisolto dove l’assassino colpì una famiglia nobile inglese trasferitasi in Giappone: l’omicida torturava psicologicamente la vittima , facendolo divenire paranoico e influenzando vari aspetti della sua vita quotidiana, fino a che non arrivava al punto di commettere il suicidio. Iniziò dal nonno, Rubert William Hope, gli invio via lettera fogli di minacce tutti i giorni, non poteva stare solo che qualcosa attentasse alla sua vita, come un vaso pendolante , del cibo avvelenato o aghi nei dolci, morì impiccato.
Successivamente ,toccò a sua figlia, Rose Elisabeth Hope : nascondeva cadaveri di animali squarciati nei cassetti,sotto i cuscini e le coperte,incidendo su di loro ,lettera per lettera, la frase stai per morire . La donna urlava spesso di notte, i domestici dicevano che era indemoniata, posseduta da incubi e paure. Resistette, ma non era la sola vittima, contemporaneamente, il criminale perseguitava anche la mente del marito, Klaude Adam Hope.Minacciava di raccontare a sua moglie della sua amante e degli abusi fatte da suo padre. In più stava affrontando una grave crisi lavorativa e le sue pressioni lo spinsero alla depressione.
Non tentarono mai di togliersi la vita, quello che dovevano proteggere era troppo prezioso per un tale atto egoistico. Avevano due bambine di cui si conosce solo il nome della maggiore, Chloe Isabelle Hope. La + piccola  non è apparsa in nessuna foto famigliare …o ,almeno, non ve ne sono state trovate, idem per i documenti della sua identità.
Il criminale smise di perseguitarli per 6 anni e, il 15 novembre 1964 , si pensò che una persona sequestrò le piccole durante una passeggiata pomeridiana nel bosco. I giornali scrissero molto di questa vicenda e si scopri che torturò la più grande e divise i suoi resti in 7 scatole diverse e li mandò ai genitori. Assieme vi era un biglietto di minaccia: se non vi toglierete la vita entro due giorni, capiterà la stessa cosa alla vostra figliola.
Dopo un due giorni, la polizia trovò i cadaveri di Rose Hope e Adam Hope sul letto, vicino ai resti ricomposti della piccola Chloe.
Da qui la vicenda non è chiara ma si crede che l’assassino morì dopo che la piccola venne uccisa.
Voi dovete capire chi ha sterminato questa famiglia e questi sono tutti i dati che avrete da me.
Near: Tutto qui?
L: Si , Watari vi darà anche i fascicoli che contengono le foto dei cadaveri e delle scene del crimine.
Come detto, Watari ci diede uno ad uno le cartelle del caso. Aprii la busta e,appena vidi i corpi, un orribile scena si addentrò nella mia mente.
Mollai la presa, formando con il viso un’espressione spaventata e impaurita.
Rimasi muta.
L: Licht, ti senti bene…?
L cercò di allungare una mano verso di me ma io lo evitai, cadendo sul pavimento,indietreggiando fino ad un angolo,lentamente. Vedevo solo sangue e interiora umane sparse per terra, il corpo di una bambina maciullato e massacrato: la testa mostrava metà cervello, l’occhio destro era in terra divenuto poltiglia,i margini della bocca tagliati fino alle orecchie,le lacrime sul viso sgorgavano come il sangue, il resto del corpo mostrava segni di molestie e tagli profondi ancora sanguinanti, era seduta ma a gambe aperte e le braccia legate con una catena.
In quel momento mi sentivo come all’Inferno: soffrivo per lei come se fosse stato fatto a me, non riuscivo a trattenere le lacrime e le urla disperate.
Licht: A-a-ah…
Near: Licht sono solo delle foto, carta stampata e niente di più!
L: Watari , accompagnali al quartier generale.
Watari: Si, Ryuzaki.
Mello: Ma L…
L: Andatevene!
Nesuno aveva mai visto L arrabbiarsi, quindi fecero quanto detto.
L: Siamo soli ora, puoi sfogarti…raccontami ciò che hai visto.
Licht: …
Iniziai solo a piangere silenziosamente,mentre L venne verso di me,abbracciandomi come una madre.
L: Ti ha ricordato qualcosa del tuo passato, giusto? Forse anche nella tua famiglia c’erano pressioni…magari tua madre ti picchiava? O forse tuo padre?
Licht: N-no…
L:Forse hai assistito ad una scena in cui uno dei tuoi genitori picchiava tuo fratello o tua sorella…
Licht:P-può essere…
L: Ora va tutto bene, tra poco andremo via da questo posto e tu potrai riposare.
Licht: Va bene.
Uscimmo dall’hotel e Watari ci accompagno verso il quartier generale dove tutti ci stavano aspettando.
Arrivati a destinazione, entrammo e subito Misa mi corse incontro abbracciandomi calorosamente e trascinandomi con un fiume di parole nella sua stanza,senza darmi il tempo di scusarmi con tutti.
Entrate in camera mi accorsi della presenza di varie telecamere e microfoni nascosti,ma Misa mi spinse sul divanetto e aprì il suo armadio tirando fuori mille e mille vestiti.
Misa: Forza, indossa questi!’’ mi disse girandosi verso di me.
Iniziai a togliermi i vestiti e ,quando finii, mi guardai allo specchio: avevo un cappello nero con le orecchie da gatto ,un top nero con scritte rosse e bianche , mini pantaloncini neri , due parigine una a rete e l’altra a righe, un collare nero con tanto di sonaglio al collo,braccialetti con e senza borchie e guanti da motociclista .
Misa: Waaah, che carina!! Bene oggi andrai così in discoteca!
Licht: D-discoteca? Non voglio andare in discoteca!
Misa: E invece ci andremo, per il bene della nostra amicizia!!
        Ora tu aspetti che mi cambio e poi usciamo! Per una ragazza non è salutare stare in questi ambienti per lungo tempo!
Mi fece l’occhiolino, io mi sedetti con un aspetto contrariato e l’attesi. Quando finì di vestirsi mi volle truccare , prima me e dopo se stessa.
Licht: Scusa , Misa, ma devo andare in camera mia un attimo…!
Misa: Uhm, perché?
Licht: Ehm…io…io devo…devo prendere Momo…il mio coniglietto di pezza. Non esco mai senza di lei, sai è importante e… oggi l’ho dimenticata in valigia,non volevo che qualcuno me la rubasse!
Misa: Ah capisco, se vuoi te la vado a prendere io!
Licht: Davvero? Grazie sorellona!!
L’abbracciai e poi si alzò per andare a prendere Momo,che mi portavo realmente appresso.
Misa uscii dalla stanza.
Era il momento perfetto per saperne di più su di lei.
Dovevo,però, tenere a mente la posizione delle videosorveglianze, non potevo fidarmi di quel tipo, Light, era troppo intelligente per non accorgersi di qualcosa di sospetto. Spero solo che sia andato in bagno…
Facendo finta di vagare per la stanza annoiata, scrutai i cassetti, il bagno, la scrivania, il letto e perfino l’armadio. Ero sul punto di arrendermi quando vidi la borsa di Misa dietro il cuscino. L’aprii e vi trovai un quaderno nero.
Stavo per leggerlo, ma un’ombra inquietante mi oscurò la visuale,
rendendone impossibile la lettura.
Mi girai verso le spalle e trovai un mostro fluttuante inquietante, con un occhio coperto e le ali.
Lo osservai poco di meno di dieci secondi.
Tornai a leggere e notai solo nomi di persone e frasi del tipo ‘’morto in un incidente’’ o semplicemente ‘’ suicidio’’
???: Non sono cose tue, ragazzina. Rimettilo a posto.’’ Disse  la mostruosità dietro di me.
Avvertii il rumore dei passi di Misa e,quindi, rimisi tutto dentro la borsa facendo finta di niente.
Misa: Lili ho trovato il tuo coniglietto!
Fece un espressione sorpresa e io rimasi indifferente.
Licht: Ah, grazie sorellona! Ti adoro!
Misa: Di niente. Su forza ora andiamo a divertirci!
Stavamo per uscire dalla camera quando mi voltai e mimai con la bocca
‘’Se dirai qualsiasi cosa, la ucciderò’’
A quel punto, il mostro divenne furioso ma ,allo stesso tempo, timoroso.
Ci seguì fino in strada (ah si ,stavamo camminando per andare in discoteca) e,durante il tragitto, estrasse un quaderno da non so dove* scrivendo qualcosa.

???:Uno…due…tre…quattro…cinque…sei…sette…otto…nove…DIECI!
Misa si girò di scatto lasciandomi andare avanti per un po’,riuscì a capire qualcosa detto sottovoce.
Misa: Rem, che stai facendo?
Rem: Verificalo tu, prova a guardare la tua amichetta con gli occhi dello shinigami.
Misa: Ok, ok ora lo faccio.
        M-ma che cosa…?!
Mi fermai e girai verso di lei.
Licht: Qualche problema sorellona?
Misa rimase sbigottita per un po’, poi mi rispose.
Misa: Ah! No,no niente…ah guarda siamo già arrivate!
Licht: Fantastico, entriamo?
Misa: Oh,certo…
Quella creatura,Rem, mi stette addosso tutta la sera a controllarmi.
Quando mi stufai dissi a Misa, che avevo bisogno di aria pulita e,di conseguenza,volevo uscire.
Uscita dall’edificio rumoroso, mi guardai bene intorno e mi avviai per un vicolo cieco, ora era il momento di fare quattro chiacchiere con lo shinigami.
Licht: Ho capito che non vuoi che io faccia del male a Misa.
Rem:…
Licht: Ho ragione, dopotutto. Sei anche consapevole che ,per una creatura con tali doti ,tra cui la capacità di decidere la morte degli umani e ricavarne vantaggi, è un grandissimo problema essere legati con una di loro? I vili ti possono minacciare , i cattivi ti possono sfruttare e i vigliacchi te la possono portare via. Io non sono una vile,né una cattiva e né una vigliacca, gioco solo d’astuzia. Se io le provoco ferite tu mi uccidi,vero?
Questa è come l’antica legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente e , in questo caso, vita per vita.
Rem: Perché mi stai dicendo tutto questo?
Licht: Non è ovvio?Anch’io ci guadagno dalle morti altrui e voglio usare il tuo potere per semplice precauzione,in più so anche che non puoi farmi nulla dato che non riesci a leggere il mio nome…
Rem: E tu come lo sai?!
Licht: Ti si deve spiegare tutto, non è così, mio caro Rem? Non ho mai detto di essere un’umana né tanto meno di essere viva. Ma quale sarà tra le due? Quale sarà la risposta corretta? Esiste una soluzione a questo problema? Esiste il problema? Esiste un motivo? Non c’è un motivo!A cosa servono gli umani? Servono a qualcosa? Forse si o forse no?! Mi riesci a dare una risposta giusta? No che non riesci! Chi mi dice che tutto questo non è solo un sogno?! Chi ci assicura che tutto questo non è solo opera di una forza ancora maggiore a quella di Dio o che sia lo stesso Dio che veneriamo a decidere per noi?! CHI DICE CHE NON SIAMO TUTTI IMMERSI IN UN ABISSO PIENO DI MORTE E DISTRUZIONE?! CHI CI DICE CHE NON SIA TUTTO UN SOGNO?! NESSUNO! ECCO LA RISPOSTA! NESSUNO CI ASSICURA CHE DOMANI SAREMO ANCORA QUI! NESSUNO CI PROTEGGE INCONDIZIONATAMENTE, SIAMO NOI STESSI GLI INVENTORI DEL DOLORE , DELLA DEPRAVAZIONE E DEL PECCATO!
Mi resi conto che stavo per scoppiare, ma riuscii a calmarmi.
Licht: Il punto è che non potrai proteggere per sempre la tua adorata Misa dalla morte, quindi che cambia se la uccido adesso o se muore tra un paio di anni a causa del tempo ? Oltretutto, ho scoperto che le hai donato ‘’gli occhi dello shinigami’’ ,perciò se muore prematuramente potrà essere anche a causa di se stessa!
Ma quello che ti devi porre è: morirà a causa mia , a causa dei suoi sentimenti o a causa di qualcun’altro?
Sorrisi maliziosamente e corsi per tornare dove avevo lasciato la biondina.
Rem:Bastarda!
Stavo per uscire dalla via in cui avevo portato Rem quando inciampai su un gruppo di ragazzi ubriachi.
Tipo 1: Ehi,bellezza, non ti hanno insegnato a chieder scusa ?
Licht:…
Tipo 2: Ehi , troietta , il boss ti ha fatto una domanda vedi di rispondere!
Licht: Non parlo con chi puzza di sigarette e alcool .
Tipo 1: Impertinente la bimbetta, forse le dovrei insegnare a portare rispetto verso i più grandi.
Tipo3 : Si ,boss, dalle una di quelle lezioni!
Tipo 1: Con piacere, tenetela ferma.
Tipo 2 e tipo 3: Si!
Mi presero le braccia e mi sbatterono contro un muro.
Tipo 1 : Ora imparerai  ad ubbidire, micietta.
Licht: Non osare toccarmi!
Tipo 1: E come pensi di fermarmi?
Scalciai e cercai di liberarmi dalle prese di quei due,ma lui riuscì a sbottonarmi i pantaloncini e ad abbassarmi l’intimo.
Tipo1: Che bello spettacolo che abbiamo qui!
Tipo 2 e tipo 3: Eh eh eh…
A quel punto mi ricordai una memoria: ero in uno scantinato umido e sporco, le uniche fonti di luci fornite da delle candele. Un uomo mi stava appiccicato alla pelle in mezzo alle gambe e mi stava dando un dolore insopportabile, accompagnato dal disgusto e il disprezzo.
Licht: Ah! F-fermo…basta…è sbagliato…è disgustoso…è-
???: Sta zittà puttana!
Mi schiaffeggiò fino a farmi perdere i sensi…da lì potei avvertire solo la vergogna e il dolore.
Licht: NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
Riuscii a liberarmi da qui tipi,mi rivestii e non seppi più controllarmi.
Licht: BASTA! SMETTILA! LO DETESTO,LO ODIO, LO DISPREZZO!
La mia sanità mentale crollò e ,da quel punto in poi, entrai in uno stato di trance in cui stavo con i miei genitori a prendere una tazza di the con dolci e pasticcini. Quando mi risvegliai dal sogno potei vedere solo sangue , tre cadaveri ,uccisi brutalmente, e pezzi di organi sparsi per terra. Il corpo del violentatore era tagliato in due : dalla parte del busto la testa era sfracellata, trasformata in poltiglia,il collo tagliato e aperto ,le braccia piene di graffi e il cuore strappato dal petto e calpestato. Il secondo complice non aveva più la pelle sul volto e gli occhi ciondolavano sulle guance ,la mascella era rotta e il ventre aperto,lasciando all’aria le interiora e una grande quantità di sangue. Il terzo ,invece, non aveva più gli arti e la testa…ironicamente era quello messo meglio tra la banda.
Finii di fissare la scena e mi concentrai sul mio corpo:le mie mani erano piene di budella e sangue, le mie unghie colme di pelle e carne , i vestiti di Misa macchiati di sangue che, fortunatamente, mi aveva regalato. Almeno non dovevo inventarmi una frottola per giustificare il rosso.
Licht: Haa…sei stata tu,vero? Hai sempre voluto proteggermi ,senza mai riuscirci realmente…
Sorrisi tristemente e guardai il cielo notturno.
Mi diressi verso una lavanderia: lavai i vestiti, li asciugai e ,nel frattempo, andai in un bagno a togliermi il sangue.
Quando i vestiti furono pronti , me li rimisi e tornai a ‘’casa’’.
Erano le tre del mattino, ma non credo che L stesse dormendo, di solito rimaneva davanti al computer assieme alle infinite carte e documenti.
Tornai nella struttura e , silenziosamente , mi diressi in camera.
???: Vuoi fare le ore piccole?
Mi voltai verso la fonte della voce, era Mello.
Licht: Mello…
Mello: Andiamo in terrazza?
Annuì.
Raggiunta la terrazza ci poggiammo sulla ringhiera e Mello iniziò a fumare.
Mello : Qui l’aria è diversa,vero? Anche il cielo: è coperto da tutto lo smog che si è fermentato , provocando la scomparsa della luna e delle stelle.
Licht: Non sono cieca, posso vederlo, piuttosto dovresti smetterla di fumare, non fa bene alla salute.
Mello: Siamo di cattivo umore,eh?
Momento di silenzio.
Licht: Vorrei farti una domanda…
Mello: Spara.
Licht: Come reagiresti se …un giorno ti dicessero che io sia un’assassina?
Mello: Ti consegnerei alla polizia,sicuramente.’’rispose immediatamente.
Licht: E se ti dicessi che sta sera abbia ucciso un uomo?
Mello fece cadere la sigaretta dalle dita e spalancò gli occhi,incredulo, mentre si voltava verso di me.
Mello: Mi stai prendendo in giro, vero?
Licht: Chi lo sa…
Mello: Licht! Non devi scherzare con queste cose!
Licht: …
Passò un po’ di tempo senza che nessuno di noi due aprisse bocca, non servivano parole per stare bene: ogni volta che passavo del tempo con lui, mi sentivo felice e speciale, una sensazione bellissima.
Licht: Andiamo a dormire?
Mello: Si…
Ci dividemmo e tornammo nei rispettivi alloggi.
Non smettevo di pensare a tutto quello che era successo nell’arco della giornata.

Chiusi a chiave la porta della stanza , mi misi la mia solita camicia e intimo.
Camminai verso lo specchio e mi fermai.
Iniziava la mia conversazione con lei.
Licht: Oggi Alice ha preso il the con Il Cappelaio Matto, il topolino e la lepre.
        Si sono divertiti tanto,ma il Cappellaio versò del the sulla gonna di Alice e lei si è arrabbiata, ha iniziato a lamentarsi e alla fine se ne è andata, poi ha incontrato un nuovo amico, hanno chiacchierato molto e, alla fine, si è addormentata.
Strinsi a me Momo,come una bambina.
Licht: ‘’Vorrei tanto tornare a casa…’’pensò ,nel sogno, e quando si svegliò era ancora nel suo Paese delle Meraviglie.

Parlai in codice dell’omicidio commesso poche ore fa
M’infilai sotto le coperte e caddi un in sonno profondo…
Nel bel mezzo del sogno, sentii il calore di un corpo umano avvolgermi il corpo,di conseguenza, mi svegliai e trovai una persona rannicchiata sul mio letto,vicino a me che mi fissava.

Era Iris.




Ta-ta-taaaaa!
Ciao mondo!                      *tirò fuori il quaderno da non so dove: probabilmente
                                         dal sedere…che shchifo!
Ok le chiacchierate notturne con lo specchio di Licht sonoseccanti, ma mi servono x tante cose che voi miserabili umani non potete neanche immaginare! Scherzo :P
Comunque anche questo capitolo è lungo come il rosario e la scuola messi insieme, quindi ho letto e riletto tt il racconto fino a diminuirlo sempre + e qst è qll ke ho ritenuto lasciare.Forse ci sn parti di dialogo inutili,ma ho deciso di nn cancellarli x scelta personale.
Da qui la vicenda di Licht diventa sempre + cruenta e piena di molestie giustificando il bollino arancione.
In aggiunta pubblicherò un extra x scusarmi della pubblicazione ritardata.
Grazie x aver letto!
Vi adoro!
P.S.Per la pubblicazione del 5 capitolo invece dovrete aspettare ancora , sn spiacente ! T^T Da dmn riparto con la scuola (qnd ho iniziato ero ammalata e qnd avevo + tempo) e sarò sommersa dagli studi,di conseguenza non avrò più molto tempo per scrivere,ma proverò a pubblicarne uno almeno ogni 2 gg.
Grazie per la comprensione.

 

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Capitolo 6
*** Atto V - Sicurezza e Paura ***


Atto V – Sicurezza e Paura

Stavo sognando quando mi sveglio e trovo Iris accanto a me: mi stava fissando con i suoi bellissimi occhi color cioccolato e i capelli nocciola che gli incorniciavano il volto.
Sussurrai il suo nome con dolcezza e ,subito dopo, mi si avvicinò,portando la sua fronte verso la mia e creando un contatto.
Chiusi gli occhi e ,quando li riaprii,mi ritrovai in un lago con Iris.
Iris era più grande di come me lo ricordavo e aveva un’aura pesante e disperata,segni di lacrime sul volto pallido e intento nel fissare l’acqua.
Mi ricordai quel lago: era il nostro posto preferito. Andavamo là ogni pomeriggio,un po’ per scappare da tutta l’urbanizzazione e un po’ per stare soli.
Improvvisamente Iris iniziò a parlare.
Iris: Ti ricordi questo posto,Lili? Tu lo amavi così tanto, sorridevi sempre quando eravamo qui e io adoravo il tuo sorriso ,per questo ti accompagnavo ogni volta. Sfortunatamente, anche se vengo qui, non potrò mai più vedere quel bel sorriso…
Una lacrima scese dal suo volto.
Iris:Sai, ho deciso di raggiungerti, per rivedere te e la tua gioia,che tanto amavo.
Si tuffò nel lago.
Iris: Ora potrò ammirare quel tuo splendido sorriso…per sempre.
Detto questo, si lasciò sopraffare dall’acqua che,pian piano, lo annegava.
‘’No,no,no! Iris,perché lo hai fatto?! Io…io….io non sono-!’’
Speravo di dire,ma in quel flashback non esistevo,Iris mi aveva solo mostrato la sua morte…la rinuncia della sua vita,solo per me…
‘’Che egoista, non aveva pensato che potessi essere ancora viva? Ha lasciato tutte le sue speranze per una falsa notizia?
Stupido! Io ero ancora viva! Se solo avessi aspettato un po’ di più…!’’
dissi piangendo.
Mi svegliai nuovamente con la luce dell’alba e Iris non c’era più.
Cercai di dimenticare quel che era successo poco prima e mi vestii.
Scesi per quella specie di salone/ufficio e incontrai Misa che,sin dal primo mattino, mi stava appiccicata come una caramella e mi parlava di tutte quelle frivolezze di cui le ragazze vanno pazze.
Una mano mi raggiunse la spalla tirandomi verso all’indietro,sapevo che era Mello.
Mi propose di lavorare con lui sul caso Hope (insospettendomi , dato il fatto che Mello non voleva essere aiutato) e accettai.
Andammo nella sua stanza e cominciammo a lavorare sul caso.
Facemmo il punto della situazione e iniziammo a scambiarci le proprie opinioni:
Mello: Allora, il killer doveva conoscere bene le abitudini delle vittime per poter escogitare tali trappole ,sapeva anche gli spostamenti delle vittime e di eventuali domestici per poter nascondere i cadaveri,gli aghi e il veleno.
Quindi il nostro campo si restringe a soggetti interni : domestici, servitori e famigliari.
Licht: Hai ragione, ma mancano le motivazioni…
Mello: Potrebbe essere per una mal trattazione, per un’ingiustizia subita oppure per cattivi rapporti.
Licht: Vediamo il profilo di Klaude…proprietario di una fabbrica di mobili, rispettato da tutti i suoi colleghi e operai, sposato, padre di due bambine eccetera,eccetera… è pulito,anche fin troppo…
Trafficai con tutti i documenti riguardanti alle sue abitudini e vita privata.
Licht: Aha! Ecco qua! Aveva un’amante, si chiamava Ellen Jones , commessa della boutique preferita da Rose, madre di un maschio di nome Shawn Irtis Jones amico della figlia più piccola, vedova. Klaude tradiva sua moglie e ,in più, era in cattivissimi rapporti con il proprio padre e questo potrebbe essere il suo movente. Però non capisco perché avrebbe dovuto coinvolgere anche le sue figlie…forse aveva una personalità disturbata.
Mello: Potresti avere ragione.
Sorrisi, compiaciuta del mio ragionamento.
Ad un tratto ,Mello si alzò di scatto e ,dicendo di avere fame, andò in cucina. Io riposai gli occhi,ma quando li riaprii trovai davanti a me Iris.
Iris! Dove sta andando? Devo seguirlo…devo parlargli!
Lo seguii fino alla terrazza dove si sporse alla ringhiera e così feci anch’io.
Lo vidi buttarsi di sotto e,senza nemmeno pensarci, mi sporsi anch’io,perdendo l’equilibrio.
Stavo per cadere quando me ne resi conto e mi aggrappai alla ringhiera.
‘’C’è mancato poco…ma,perché Iris mi ha condotta fino a qui? Perché mi voleva far cadere dal terrazzo?’’ un’idea mi sovvenne ‘’P-per caso,mi voleva uccidere? A quale scopo? Forse vuole che io lo raggiunga realmente all’oltretomba…ma non posso morire ora, non fino che non avrò riacquistato tutte le mie memorie!’’
Così,mi diressi nuovamente in nel salone/ufficio dove L mi accolse immerso in una marea di dolci e bevande. Iniziai a mangiare e Ryuuzaki mi chiese i progressi del caso Hope:parlai delle nostre teorie e su cosa ci eravamo basati,ma mi ricordai di quella bruttissima sensazione e feci cadere la tazza di the su Light.
Licht: Oh,sono desolata, riparerò il mio errore…perdonami!
Light: No…figurati,ora è meglio se mi vado a togliere l’appiccicoso di dosso.
Licht: Ti lavo i vestiti…
Insistetti e così finii per lavare per davvero i vestiti di Light ,nel frattempo lui si stava facendo la doccia…forse anche lui nascondeva qualche segreto,era meglio ‘’investigare’’.
Scrutai nelle tasche,controllai se vi erano tasche segrete e ,alla fine, scoprii che se premevo per 3 volte il tasto per cambiare l’ora , usciva una piccola piattaforma con appoggiato un foglietto e un ago.
‘’E questo che cos’è?’’ toccai il pezzo di carta e un’altra ombra enorme si alzò alle mie spalle,girata la testa trovai un altro shinigami dall’aspetto inquietante,ma ,senza darci peso, rimisi tutto a posto e gli abiti nella lavatrice. Quando ebbi finito uscii dal bagno e andai all’appuntamento con Misa…


Quando la ragazza uscii dal bagno il ragazzo venne avvertito di quel che era successo dal Dio della Morte. Il castano divenne pallido alla notizia e cominciò a pensare ad un modo per far tacere la ragazzina.
Pensò a scacciarla, a farla diventare sua amica,perfino a sedurla come aveva fatto con la modella o di eliminarla. Per non destare sospetti ,scelse la seduzione, il piano B era l’eliminazione.
Quando,di fatti, ella tornò a casa , il bello ridusse le distanze.

Light mi sfiorava e mi parlava molte volte non lasciandosi mai scappare una parola ‘’dolce’’,però arrivo troppo in là: la sua mano scappò sulla mia coscia e la mia mano sulla sua guancia. Nel frattempo L ci guardava un po’ irritato e Matsuda gli fece notare molti suoi errori (che non stavano né in cielo né in terra) , Light se ne accorse e accentuò il flirt.
Io ,stanca di questa sceneggiata, presi Light e lo portai con me in terrazza chiudendo la porta a chiave.
Licht: So perché fai questo, il tuo animaletto da compagnia ti ha riferito la mia scoperta e tu temi che io possa dirlo a qualcuno,mandando a monte tutti i tuoi piani per la strage dei criminali. Ho già capito tutto,in fin dei conti anch’io ho avuto a che fare con quello
Light: Non capisco a cosa ti stai riferendo.
Licht: Non fare il furbo, sai perfettamente che cosa intendo, Kira…
La paura incupì il suo volto.
Licht: Usare metodi come il Death Note, nascondere pezzi dei suoi fogli nel portafoglio,nell’orologio,devo ammetterlo sei stato intelligente, ma non credevi che io lo potessi scoprire e ,dato che sto dalla parte di L, penso proprio che gli dirò tutto… e il bello è che tu non puoi uccidermi!
Ha ha ha!
Corsi da Ryuuzaki e Light mi inseguì fino a che non incontrammo Misa e si fermò da lei, io continuavo il mio percorso.

Light: Misa , mi devi dire il vero nome di Licht,non ho tempo per dirti il resto.
Misa: Vuoi ucciderla? Ma non puoi!
Light: Lo so, se lo facessi ora capirebbero che è qualcuno con cui aveva dei rapporti, ci penserò più tardi a farlo.
Misa: No non intendevo questo! Il fatto è che io non-
Light: Ti farai delle altre amiche Misa ,non fare la bambina.
Misa: Non è per questo, è che non posso leggerle il nome,nessuno di noi può!
Light:Che intendi dire?! Non c’è nessuna scritta su di lei?!
Misa: E nemmeno la durata vitale.
Ryuk: ‘’Quindi lei è per davvero-‘’

Light corse frettolosamente fino da L,ma io non c’ero. Aveva capito che stavo bleffando ,ma era preoccupato quindi ricorse alla mia eliminazione.







Ciao Mondo!
Scusate il ritardo ,ma tra studio e impegni non ho avuto molto tempo x scrivere D: .
Tornando alla storia , è corta e ne sn consapevole...qui faccio un accenno all'azione che sarà molto presente nei capitoli successivi.
Cmq,ma da dv mi è venuto fuori ''Irtis'' ?! Bho,ma va bn così...lol
Ci rivedremo nel prossimo capitolo che forse pubblicherò tra qualche giorno,max una settimana.
Non perdetevi d'animo!!!
Grazie x aver letto :)


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Capitolo 7
*** Atto VI - Amore e Odio ***


Atto VI – Amore e Odio
Sto correndo…no, forse sto scappando da qualcosa o qualcuno…ad un certo punto inciampo , stavo per rialzarmi quando ma era troppo tardi per fuggire, quella creatura mi aveva raggiunta. Ero troppo spaventata per poter pianificare una fuga , la sua mano mi tratteneva mentre l’altra mi strappava via il cuore dal petto. Il dolore era insopportabile, stavo morendo dall’agonia.‘’Chi è come te non ha cuore ‘’ mi disse.


Sudata, aprii gli occhi : erano le 6 del mattino. Era solo un brutto sogno…
Ero sudata e accaldata e avevo bisogno di una doccia fredda: feci per alzarmi ,ma le mie gambe cedettero.
La testa mi girava e avevo le mani calde.
Nel dubbio mi controllai la temperatura : 39.8 .
Maledizione! Mi ero presa la febbre. Non riuscivo a ragionare lucidamente, però dovevo continuare le investigazioni sul caso Hope ( oltretutto oggi dovevamo interrogare gli ex-dipendenti).
Ignorai le mie condizioni e mi preparai.
Scendendo le scale incontrai Near
Ci scambiammo un saluto e Near non notò nulla.
Usciti dal palazzo entrammo in macchina: dentro c’èrano già Mello e Matsuda. Entrati tutti ci dirigemmo verso un piccolo paesino di campagna: qualche negozietto di antiquariato, merceria, alimentari, edicola e un albergo di poco valore.
Mello: Allora , la prima persona sulla lista è Annabeth Winchester , cameriera personale di Klaude.
Near: Si suppone fosse anche una delle sue amanti…. 
         Klaude tradiva ripetutamente la moglie e viceversa.
Nemmeno due passi e avevamo già raggiunto la casa di Annabeth, bussammo…ci aprì una donna sulla cinquantina , magra e castana.
Mello: Salve signora, vorremmo porle diverse domande sul suo lavoro alla magione Hope, attualmente siamo stati incaricati di risolvere il caso.
Annabeth: Oh, accomodatevi pure-
Appena la donna mi guardò si sorprese.
Mello: Permesso.
Near: …
Annabeth: Sedetevi dove volete, gradite un po’ di the o caffè ?
Mello: Cioccolato?
Annabeth acconsentì.
Nel frattempo le mie condizioni peggioravano e mi era salito il vomito.
Chiesi per il bagno e ,la signora, mi accompagnò vedendo il mio pallore.
Vomitai ed ella mi sentì la fronte: accorta del raffreddore mi diede una pastiglia che mi fece passare momentaneamente la debolezza.
Licht: Perché mi cura?
Annabeth: Non posso essere gentile?
Sorrise.
Licht: Sono un’estranea.
Annabeth: Non per me.
                 Scusate l’attesa, ci ho messo un po’ a trovare il the per Licht.
Annabeth mi porse la tazza e io la sorseggiai : the alle rose, il mio preferito.
Mi chiesi se fosse stata una coincidenza o se lo avesse fatto di proposito darmi del the alle rose….
Annabeth: Cosa volevate chiedermi?
Near: Abbiamo scoperto che eravate la cameriera personale di Klaude Hope , nonché  una delle sue amanti. Parlando del periodo delle persecuzioni, ci dovete parlare di tutto quello che sapete.
Annabeth: Bhè…non saprei dirvi cosa successe veramente…il personale non doveva immischiarsi negli affari famigliari,però le cose accadevano.
Mi ricordo che ogni serata la Signora e il Signore litigavano: agli inizi erano delle piccole discussioni ma con il tempo diventarono veri e propri conflitti, Klaude arrivò perfino a picchiarla!
In aggiunta, recentemente, aveva l’abitudine di chiamare la primogenita , Chloe, nelle sue stanze e vi rimaneva fino a notte tarda. Solo una notte potei sentire delle grida soffocate provenire da quella stanza: la signorina più piccola stava male e la sua tata era via per motivi personali ,quindi mi presi io cura di lei quel giorno e ,passando per la stanza del padrone, potei udire gemiti e pianti. Non ci voleva un genio per capire. Per accertarmene rimasi in corridoio, davanti alla porta della signorina, e vidi la padroncina Chloe tornare, sdegnata e in lacrime.
Quasi tutti sapevamo cosa facesse il padrone alla figlia,ma nessuno di noi ebbe mai la sfrontatezza di chiedere. Solo dopo la morte ne parlammo.
Mello: E’ tutto?
Annabeth: Bhè, no. Per quello che ne so non tutti vennero uccisi…!
Mello: C-come?
Annabeth: Sono solo voci di corridoio ,però una cameriera ha giurato di aver visto la secondogenita vagare presso il suo parco giochi preferito!
Near: Perciò potrebbe essere ancora viva…ci potrebbe dire il suo aspetto?
Annabeth: Era una bellissima bambina a quel tempo: occhi grandi e azzurri,capelli corti biondi platino, pelle pallida proprio una bambola! In teoria, oggi dovrebbe avere 15 o 16 anni, all’incirca,non ricordo bene.
Ah e se volete posso anche dirvi il nome della cameriera e l’abitazione: Alice Gothel vive in una casetta vicino alla magione Hope, non dovrebbe essere difficile trovarla e sono sicura che lei ne sa più di me! Ma state attenti, quella donna non è più in sé da quando suo marito è morto….
Near: Grazie ancora signora, le siamo riconoscenti.
Detto questo ci dirigemmo immediatamente verso la casata, a piedi.
Stavo per svenire quando Near mi prese per la mano mentre camminavamo.
La sua stretta era gentile, calda, dolce, proprio come lui.
Arrivati a destinazione ci ritrovammo davanti ad una casetta in stile ‘’Biancaneve’’ e, a potare le sue piante, una signorina dall’aspetto tetro.
Appena si accorse di noi si voltò.
Alice: Buongiorno, siete in visita?
Mello: No in realtà siamo venuti appositamente per lei…deve raccontarci la sua versione dei fatti riguardo al suo lavoro nella casa Hope.
La donna rabbrividì.
Alice: C-chi siete voi?
Mello: Detective.
Con riluttanza, Alice ci fece cenno di entrare e ci portò nel salotto, pieno di cianfrusaglie.
Alice: Gradite qualcosa?
Mello: Cioccolato?
Alice , dopo aver donato a Mello la barretta dolce, iniziò a parlare.
Alice: Vedete, non era facile lavorare in quel posto, per rimanere dovevi essere impeccabile: il minimo errore non sarebbe stato tollerato.
Quello che ti ordinavano lo dovevi svolgere, qualunque essa sia , e questo valeva anche per le figlie, ah, povere bambine. Quei orchi strapparono loro l’innocenza! Da quel giorno non furono più le stesse….
Near: Quale giorno?
Alice: Dal giorno in cui furono macchiate dalla lussuria di quei mostri! Persino la più piccola! Ero l’unica a saperlo, gli altri fingevano di non sentire e vedere. Ovviamente non dissi mai nulla, chi ne faceva il minimo cenno veniva eliminato. La moglie lo sapeva,ma nemmeno lei fece mai nulla. Quella famiglia era falsa: fuori fingevano di essere perfetti, ma dentro casa tornavano ai litigi e gli abusi. Però non è sempre stato così: prima erano una famiglia normale ,ma poi divennero irriconoscibili!
Licht: Abbiamo saputo che lei è stata testimone della comparsa della secondogenita dopo la sua presunta morte, conferma?
Alice: Si, io l’ho vista con questi miei stessi occhi, ho visto quella dolce ragazzina aggirarsi per il parco! Aveva l’aria persa e disperata, stavo per prenderla con me quando mi accorsi di una stranezza: i suoi occhi erano cambiati. Allora il dubbio mi sovvenne e finii per tornarmene a casa.
Mello: Solo per sapere , per caso l’ha vista di recente?
Alice: Certo, ora è davanti i miei occhi….
Mi indicò.
Alice: Tu…sei…ancora…viva….
Licht: Signora Gothel , questo è impossibile, lei non è più sana di mente da quando ha perso suo marito…il che non rende affidabili le sue dicerie. Mello, Near credo che abbiamo solo perso tempo.
Mello: *sospira* Forse hai ragione, grazie ancora signora.
Alice: No, aspettate! Lei è viva! E’ proprio davanti a voi!!
Mi si aggrappò al braccio e io la spinsi via mentre Near e Mello si stavano incamminando verso l’uscita.
Licht: Chiudi la bocca, vecchia! Nessuno ti crede e nessuno dovrebbe crederti!
La signora Gothel si spaventò e mi lasciò andare.

Tornati in paese salimmo in macchina e tornammo a casa, finalmente potevo riposare.
Appena entrati un tornado biondo mi obbliga ad andare a fare shopping con lei mandando in rovina il mio pisolino pomeridiano.
Entrate in uno dei negozi del centro la modella inizia a raccogliere vestiti su vestiti portandoli tutti nel camerino di prova.
Misa: Ehi Licht, questo mi sta bene?
Misa si era messa un vestito corto, attillato, rosso con un’ampia scollatura.
Licht: …troppo nuda per i miei gusti…
Misa: Meglio! Dopo domani sera io e Light andremo ad un ricevimento con Ryuuzaki , voglio essere molto sexy!
Ho deciso lo compro!
Uscite dal negozio Misa stava prendendo un gelato quando una marea di poliziotti accerchiarono la zona, in quel momento notai un uomo sospetto con una borsa da ginnastica e una pistola in mano. Quel tizio si accorse di me,corse e mi prese per il collo, puntandomi la pistola contro le tempie.
Criminale: SE FATE UN PASSO FALSO UCCIDO QUESTA RAGAZZA!!
Come previsto i poliziotti non fecero nulla e il delinquente scappò via portandomi con se.

Raggiunti ad una casa abbandonata mi svestì violentemente e mi toccò i genitali.
Criminale: Bhè, già che ci siamo,perché non ci divertiamo un po’ noi due?        
                 Fidati ti piacerà un sacco!!
Nel modo più rozzo e indelicato che ci fosse mi stuprò e, ogni volta che esitavo, mi picchiava a  e pretendeva che io continuassi a fare sesso.
Questa situazione non mi era nuova: il mio corpo era stato abusato già tante di quelle volte che ormai ho perso il conto…neanche i metodi sono più originali per me.
Più che succedeva più che mi ricordavo il volto del mio primo stupratore….
Certo può non sembrare una cosa importante, ma per me lo era. Volevo vendicarmi di lui, come avevo fatto con tutti gli altri, ma in un modo particolare.
Il mattino seguente la polizia riuscì a trovarci: irruppero in casa ,armati, e lui si alzò. Mi mirò di nuovo alle tempie e cercò di negoziare.
Criminale: Se mi fate scappare giuro che lascerò la ragazza e me ne andrò via, ma se non lo farete allora la ucciderò senza pietà!
Poliziotto: Sparate al mio comando.
Criminale: Allora non avete capito?! Se mi sparate io ammazzo questa troia!
Poliziotto  1…2…3….
Criminale: Non potete, io ho un ostag-
Poliziotto:Via!
Non gli fecero nemmeno finire la frase che lo spararono.
A quel punto io corsi via, ma lui era ancora vivo . Prese la pistola nel tentativo di spararmi, ma un poliziotto lo precedette.
Poliziotto: Signorina, sta bene? La accompagniamo a casa.
Licht: Grazie….
‘’Scommetto che Misa sarà preoccupatissima, sono scomparsa tutto d’un tratto e sta sera non sono rientrata….’’
Tornata a casa mi fermai davanti alla porta che conduceva all’ufficio e origliai la loro conversazione.
Mello: Ma non dire stronzate!
L: Abbassa i toni Mello, non sappiamo se quello che Light ci ha appena detto sia vero o meno…dobbiamo ancora accertarcene.
Misa: Light…n-non può essere vero….
Light: Invece si Misa, è andata.
Licht: Chi è andato?
Tutti tranne Light: LICHT!
Dissi entrando nella stanza.
La loro accoglienza era calorosa, troppa per solo una scappata notturna.
Misa: Ma dove eri finita? Appena mi sono girata non c’eri più!
Licht: Ah, si, scusa, è solo che sono stata sequestrata da un criminale, mi ha stuprata in un edificio diroccato e stamattina è stato ucciso dai poliziotti.
L cadde dalla sedia e tutti mi fissarono male.
Licht: Che c’è? Cose che succedono. Vabbhè io vado a farmi un bagno.
Matsuda: Stava scherzando vero?

Entrata nella vasca traboccante di acqua calda, chiusi gli occhi e ripensai alla scorsa notte.
‘’Che ironia, tra tutte le persone che passavano di lì era venuto proprio da me…avrebbe potuto afferrare la prima ragazza che gli passava di fianco, invece ha corso e mi ha presa.
Che sia stata una coincidenza? No, le coincidenze non esistono. Però è strano, a meno che qualcuno non gli abbia detto di sequestrarmi non ne avrebbe avuto il motivo…. Aspetta. Ma è ovvio! Perché non ci ho pensato prima? E’ stato quel bastardo! Anche lui è in possesso del Death Note e il suo shinigami gli dovrà aver riferito che lo avevo scovato! Per questo deve aver usato un criminale per farmi del male!
Tsk…bastardo, ti sei firmato la tua condanna.’’.

Il giorno dopo mi recai a casa di Light: di notte indagai sulla sua identità e riflettei su dove avesse nascosto il suo quaderno, un tipo come lui dovrebbe aver piazzato qualche trabocchetto per ostacolare i curiosi.
Suonai il campanello e mi trovai di fronte una donna anzianotta.
Madre di Light: Oh, salve, tu sei un’amica di Light?
Licht: Buongiorno, signora. Si sono una sua collega. Ieri mi aveva dato appuntamento da lui, ma volevo essere in anticipo per sorprenderlo. Posso accomodarmi in camera sua?
Madre di Light: Ooh…ma certo! Sei proprio una ragazza carina.

Davanti alla porta della stanza mi accorsi di una leggera inclinatura della maniglia, così quando la aprì la rimisi perfettamente com’era, in più mi ero portata i guanti.
Entrata, chiusi a chiave e iniziai a cercare ovunque. Alla fine trovai un doppiofondo nel cassetto della scrivania e mi accorsi anche della trappola, quindi presi un bastoncino e alzai minuziosamente la copertura riuscendo ad impadronirmi del Death Note.
Lo misi nella mia borsa e chiusi il cassetto. Inventandomi un finto impegno uscii dalla casa e tornai in camera mia.
Mi nascosi sotto il letto e, in silenzio, aprii il quaderno, lessi i nomi delle vittime e riuscì a leggere il mio nome fra le descrizioni delle modalità di morte dei criminali: Miles Jordenshi, dopo aver rapinato una banca scappa per il centro città e prende in ostaggio una ragazza bionda con gli occhi bicolore, si rifugia in un edificio abbandonato, strupra la donna e il giorno dopo muore per mano di un poliziotto, ancora vivo spara alla giovane ammazzandola, ma il poliziotto riesce a ucciderlo definitivamente e muore. Strappai quasi tutte le pagine lasciandone solo una.
‘’Ha…ha…haha…hihi…hihi…ora come farai, mio caro Kira?’’.
Nemmeno il tempo di uscire che tutti i pensieri delle vittime di Kira entrarono nella mia testa.
Sentii tutto, tutto! C’era chi non voleva morire, chi sapeva che era ora, chi tentava di ribellarsi al suo volere, chi voleva vedere per l’ultima volta la sua famiglia, chi voleva tornare indietro per non commettere gli stessi errori.
Tutte le loro emozioni, i loro sentimenti, la loro disperazione, la loro tristezza, la loro sofferenza, i loro pianti, le loro urla, il loro sangue, la loro voglia di morire, la loro preghiera di vivere, la loro volontà di salvezza, la loro paura di quello che avverrà dopo la morte.
Tutto...tutto si stava fondendo nella mia mente portandomi al limite della sopportazione mentale.
Tentai di non urlare ma invano e persi conoscenza.
Quando riaprii gli occhi erano diverse ore e i ‘’grandi’’ erano usciti.
Sfruttai l’occasione a mio vantaggio per nascondere il quaderno sotto il cuscino di Misa.
Quello che avevo fatto mi fece vendicare di quello che Light tentò di farmi, ma diminuì anche il divario fra la sanità e la completa follia.


NOTIZIA IMPORTANTE
Salve a tutti,
In seguito a svariati motivi tra cui il mio odio per le OOC e la consapevolezza che stavo concentrando troppo la storia su Licht tralasciando i personaggi di Death Note ho deciso di ELIMINARE la fan fiction.
In compenso a chi dovesse piacere la trama di Licht ho in serbo la VERA E PROPRIA storia su di essa.
Grazie per la comprensione.

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Capitolo 8
*** Extra - Se potessi... ***


Extra - Se potessi….
Mai nella mia vita avrei pensato di poter provare un sentimento del genere.
Un’emozione contrastante alle altre, un’emozione che mi fa bruciare, un’emozione destinata a rimanere fantasia.
Il mio unico divertimento è immaginare, immaginare di essere vicino a lui, di poter stare con lui,di parlare con lui, di stringere la sua mano, di sentire il battito del suo cuore, di possedere il suo amore…
Questo è il mio intrattenimento, la mia fantasia, la mia gioia, il mio amore.
Un giorno vorrei poterlo incontrare, vorrei salutarlo, ma so che tutto questo è solo un sogno: le catene che mi legano a questa casa non mi lasceranno mai uscire da qui.

Sono loro proprietà, sono parte di una collezione, sono solo un oggetto,forse non sono nemmeno umana…ma allora, io chi sono?

Vi lascio questo interrogativo,provate ad indovinare ;) (molto a random)


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Capitolo 9
*** Extra - Quello che sarà... ***


Extra - Quello che sarà….
Sono passati 3 anni dalla morte di Kira, il mondo è tornato ad essere lo stesso: i criminali rubano, uccidono, scappano, come sempre ed io sono l’unico rimasto per fermarli. L è morto, Mello è morto, io sono l’ultimo. Forse dovrei trovare qualcuno in grado di succedermi.
Forse alla Wammy sono arrivati altri bambini prodigio, dovrei visitarlo.
Near: Ah…sta nevicando.
Da quanto tempo non vedevo la neve?
Il mio lavoro non mi lasciava spazio per uscire.
Ora vorrei davvero poter toccarla, poter sentire il suo tocco freddo e lieve.
Uscii da quella che era la mia ‘’casa’’ e mi diressi in giardino.
Finalmente potei ritoccare la neve: qualcosa di tanto comune, non avrei mai pensato che mi avrebbe trasmesso una tale gioia, una tale calma…mi sentivo in pace con la mia anima.
Tutto era silenzioso, fino a quando una flebile voce di una bambina chiamò il nome dei suoi genitori.
???: Mamma! Papà! Dove siete?
Mi avvicinai alla piccola in lacrime.
Near: Ti sei persa, piccola?
???: *sniff* Uhm…s-si…!
Near: Non ti preoccupare, fra poco torneranno. Tu devi solo stare dove li hai persi e loro torneranno di sicuro.
???: L-lo pensi davvero, signore?
Near: Certo.
Mamma: Ah! bambina mia, ti abbiamo cercata dappertutto!
Papà: Ma dove ti eri cacciata cucciolotta di papà?
???:M-mamma, p-papà!
Mamma: Su, forza, andiamo tesoro, tua sorella ci sta aspettando in macchina.
Papà: Grazie ancora, signore.
Near: Di niente.
Mentre si avviavano, rimasi immobile senza distogliere lo sguardo da loro.
La bambina tornò da me e mi abbracciò, sussurrandomi nell’orecchio con dolce tono.
???: Ci rincontreremo ancora, Near.
Si staccò e corse dai suoi genitori.
Mamma: Ora andiamo dai nonni,va bene?
???: Si!
Da quel momento in avanti non riuscì mai più a dimenticarmi di quel giorno, del giorno in cui rincontrai il mio futuro successore
.




Questa storia è una figata xD

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