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Autore: NekoNekoLove    24/05/2013    0 recensioni
Era una giornata invernale, tutto era avvolto nel bianco più puro : la strada, i fiori, gli alberi, le case, perfino i passanti, anche i vestiti di mamma e papà che mi stavano tenendo le mani. Ogni cosa era affascinante in quel gelo invernale. Sbatto le palpebre per mezzo secondo e mi accorgo che il paesaggio era cambiato: la neve che ricopriva il suolo aveva fatto posto a corpi senza vita, preghiere invane, urla di madri e bambini, schizzi di songue dappertutto! Ero immersa nel baratro della morte! Dell'oblio! Della pazzia! Cerco mamma e papà , invano. Scomparsi, nel nulla, almeno così volevo credere , ma sapevo quale fosse la verità. Voglio scappare,voglio fuggie, voglio salvarmi! Che qualcuno mi aiuti a evadere da questa insania! Ad un tratto, il buio. Tutto era finito. Sentii il calore di una mano avvolgere la mia,gentilmente . Aprii gli occhi. Un ragazzo dall'aspetto insolito mi teneva per mano davanti ad un enorme cancello con su scritto ''Wammy's House''. Mi parve come un'ancora di salvezza.
Ancora non sapevo quello che mi stava aspettando...
Genere: Horror, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
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Atto I – I contrasti

Mi trovavo in un’atmosfera tetra,inquietante ,cupa: ero immersa in un incubo pieno di voci, volti, parole,preghiere, urla e ,soprattutto, paura. Non riuscivo a sopportare tutto quel caos! Ero terrorizzata da quel che mi circondava, tutto era sprofondato nella follia! Mi faceva impazzire! ‘’Voglio andarmene,scappare,fuggire,SALVARMI!!’’ urlai.
Ad un tratto una mano fuoriesce dal nulla prendendomi violentemente il busto e fermandomi braccia e gambe,in modo da non poter evadere dalla sua stretta. Mi stringe, la sua forza è enorme ,fa male, è un dolore troppo grande per la mia mente,sento che avrebbe potuto dividermi in due se solo avesse stretto un pò di più! Ho paura! Che qualcuno mi salvi! Per favore! Aiutatemi! Aiutatemi! SALVATEMI!

Aprì gli occhi, svegliandomi da quell’orribile incubo.
Mi accorsi di essere in una stanza mai vista prima: era una stanza alquanto spoglia e disordinata, fogli e documenti sparsi per il pavimento , una finestra larga e luminosa , una porta, un portatile munito di casse e microfono e ,davanti ad esso, un ragazzo accovacciato ,con il pollice poggiato sul labbro inferiore, concentrato ad osservare lo schermo. Credo che stesse leggendo qualcosa d’importante o almeno è quello che mi ha trasmesso il suo sguardo.
Appena si accorse della mia presenza si girò verso di me.
???: Buongiorno.
Quel buongiorno era distaccato,ma in qualche modo affettuoso…non so il perché ,ma mi trasmetteva quella sensazione.
XXX: B-buongiorno…
Non conoscevo quel ragazzo , ne tanto di meno la stanza in cui mi trovavo al momento. Non ero nemmeno al corrente di quanto stesse accadendo o dove mi trovassi, avevo solo due ricordi : il mio incubo e la sensazione di una mano calda nella mia risalente alla sera prima.
Mi guardai meglio intorno, per prendere confidenza con l’ambiente in cui mi trovavo.
XXX:D-dove sono? E tu chi sei?
???: Io mi chiamo L ,piacere. Ti trovi alla Wammy’s House.
XXX: Wammy’s House?
L: Esattamente, la Wammy’s House è un orfanotrofio per bambini prodigio.
Orfanotrofio … detesto quella parola. Chi abita in un orfanotrofio è qualcuno a cui mancano i genitori, ovvero è qualcuno che coltiva consapevolmente o meno il trauma dell’abbandono e il dolore per la perdita dei suoi famigliari, si sentono patetici e senza punti di riferimento, condannati ad un’esistenza senza radici , inconsapevoli delle loro discendenze e bisognosi d’affetto e di attenzioni costanti , persone che, quando maturano, divengono indipendenti dal mondo contando giorno per giorno solo su loro stessi.
Io non sono così, posso contare solo sulla mia mente e nient’altro. Il corpo è solo un involucro con forme e aspetti diversi che ci limita nelle nostre azioni
e che ci spinge a tenerlo curato,l’ho imparato da tempo.
L: … Allora , come ti chiami?
XXX:…i-io…io mi…. Il mio nome è….
Che stava succedendo? Perché non riuscivo a dire il mio nome? Eppure era una di quelle poche cose che ricordavo! Era facile pronunciarlo, ma perché non ne ero in grado?
L: … Non ti ricordi il tuo nome?
XXX:C-credo di no…
Era una bugia. Era ovvio che me lo ricordassi , l’unico problema era che non lo potevo dire. Non so il perché. So solo che appena tentavo di aprire bocca il cervello bloccava le corde vocali zittendomi del tutto.
L: Allora come vorresti essere chiamata?
XXX: Licht! Licht va bene…
Licht… era il soprannome con cui mi chiamava mia mamma…era tedesca: carnagione chiara, occhi azzurri come il cielo in un giorno d’estate , capelli mossi di color biondo platino che riflettevano i loro riflessi appena una fonte di luce li sfiorava. Diceva sempre che io ero come la luce del mattino:pura , gentile e dolce ma al contempo abbagliante.
L: Luce…ti dona proprio.
Accennò un sorriso .
Licht: Grazie…
L si avvicinò a me, lentamente.
L: Avrai fame spero, Watari era preoccupato che fossi svenuta proprio per questo, così, ti ha preparato una grande quantità di cibo.
Appena girai lievemente la testa potei osservare un simpatico vecchietto vestito da maggiordomo con un sorriso gentile sul viso che indicava con la mano un tavolo pieno di dolci.
Licht: Ah, grazie mille…
Iniziai a bere il the alle rose accompagnato da pasticcini e un goccio di latte.
Era tutto deliziosamente dolce, mi ricordava i dolci che preparava la mia balia.
Mentre mi nutrivo L mi fissava con una certa benevolenza.
Licht: Vorresti condividere questo pasto assieme a me?
L si sorprese, ma non capii per cosa.
L: Certo.
Si mise anche lui a mangiare dolci in gran quantità.
Appena finimmo, L chiese a Watari qualcosa, sottovoce. Watari uscì dalla stanza dicendo ‘’Con permesso’’.
L si avvicinò a me ,nuovamente. Mi dava l’impressione che fosse in cerca di contatti umani.
Licht: Se posso permettermi, vorrei sapere che ore sono al momento.
L: Sono le sei e trenta.
Licht: E presto…
Ci fu un minuto di silenzio.
L: Ti ricordi qualcosa prima di venire qui ?
Licht: No…niente, ricordo solo il calore di una mano che toccava la mia e un edificio buio.
Non potevo confidargli quel ricordo, era solo qualcuno che conoscevo da meno di venti minuti, anche se era stato così gentile con me non potevo fidarmi…
L: Solo…?
Licht: Si.
L: Nient’altro?
Licht: No, niente.
L: Sei sicura?
Perché era così insistente? A quanto pareva nemmeno lui si fidava di me. Era solo un bene.
L: Sai ,Licht, esistono molti casi di amnesia: c’è l’amnesia che colpisce la parte del nostro cervello in cui vi si trova la memoria a breve termine e c’è l’amnesia che colpisce la memoria a lungo termine. Dato che ti ricordi quello che è successo ieri sera è ovvio che il tuo è un caso di amnesia vera e propria. A meno che tu non mi nasconda qualcosa che non puoi dire , come,ad esempio , il tuo nome a causa di varie ragioni che ti hanno portata a questa scelta o semplicemente hai vissuto qualcosa di estremamente traumatizzante e la tua mente si è difesa tramite l’archiviazione di quei ricordi e di tutto quello a cui è collegato, finendo anche per dimenticare cose basilari come la tua età , il nome dei tuoi genitori e persino il tuo nome. Tu che ne dici?
Licht: Credo che nel mio caso la mia mente mi stia solo proteggendo da qualcosa di maligno e cattivo , da ricordi dolorosi. Penso che prima di perdere la memoria abbia vissuto vicende sofferenti e ,suppongo, che il mio corpo venisse consumato giorno dopo giorno da questi ricordi e che il cervello abbai effettuato una tattica di autodifesa dove archiviava tutti i fatti precedenti per ricostruire una nuova vita piena di felicità…che corpo patetico…
L: Allora la soluzione è semplice: basta farti vivere esperienze gioiose e felici.
L si avvicinò alla mia faccia piano piano , fino ad arrivare a 2 cm di distanza con le mie labbra.
L: Iniziamo…da…ora.
Sentivo il suo fiato sulle mie guancie riscaldarmi la pelle dandomi un senso di calore.
Era vicinissimo alla mia bocca quando Watari interruppe il tutto entrando con una scatola adornata con un fiocco in mano.
Watari: Spero di non aver interrotto niente…
Licht: Non si rattristi Watari, sarebbe morta sul nascere ugualmente.
Watari: Allora , va bene. E arrivato il pacco che mi ha chiesto, Ryuzaki.
L: Porgilo alla signorina qui presente.
Licht: Grazie…
Erano vestiti.
Licht : Dovrei indossare questi abbigliamenti?
L:Esatto, ti dovremo presentare all’intero istituto fra un’ora e ho cercato qualcosa che ti si addica. Spero non ti dispiacciano.
Licht: Non saprei…ma credo di no.
L e Watari lasciarono la stanza e io mi vestii. Notai uno specchio dietro di me e osservai la mia figura riflessa sulla superfice riflettente.
Media statura,magra , seni gonfi , carnagione nivea, senza imperfezioni, occhi dolci e grandi come quelli di una bambola, bicolore, il sinistro azzurro come l’acqua dei laghi alpini e l’altro giallo come la luce del sole a mezzogiorno, i capelli erano biondo miele e lunghi fino alle cosce. Non importava quanto mi guardassi….ero lei, uguale a LEI!
Iniziai a picchiare violentemente lo specchio maledicendo me stessa.
Licht: VATTENE! VATTENE! TI ODIO! TI ODIO! IO NON SONO TE! NON TE! PERCHE SEI NATA? PERCHE SONO NATA? PER UN’ESISTENZA PRIVA DI SIGNIFICATO? SONO SOLO UNA TUA PALESE COPIA USCITA MALE DALLO STAMPO! IO NON SONO TE! MUORI ,MUORI , MUORI, MUORI, MUORIII!
Lo specchio si ruppe in mille pezzi e in quel momento presi uno dei cocci e lo puntai verso i miei polsi.
Licht: E QUESTO CHE VUOI?! SONO SOLO UNA MARIONETTA PER TE?! ALLORA DEVO ESEGUIRE I TUOI ORDINI, NO?! TU VUOI SOLO CHE IO MUOIA ,GIUSTO?
Ero al punto di sfiorarmi la pelle quando una mano mi immobilizzo il braccio non lasciandomi portare a termine il gesto iniziato.
  
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