Summer Love

di in love with horan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Magic. ***
Capitolo 2: *** Another World. ***
Capitolo 3: *** C'mon C'mon. ***
Capitolo 4: *** Live While We're Young. ***
Capitolo 5: *** One Thing. ***
Capitolo 6: *** Last First Kiss. ***
Capitolo 7: *** Change My Mind. ***
Capitolo 8: *** Same Mistakes. ***
Capitolo 9: *** Gotta Be You. ***
Capitolo 10: *** Truly Madly Deeply. ***
Capitolo 11: *** She's not afraid. ***
Capitolo 12: *** More Than This. ***
Capitolo 13: *** Stole My Heart. ***
Capitolo 14: *** Heart Attack. ***
Capitolo 15: *** Everything About You. ***
Capitolo 16: *** Over Again. ***
Capitolo 17: *** Up All Night. ***
Capitolo 18: *** I Would. ***
Capitolo 19: *** Save You Tonight. ***
Capitolo 20: *** Still The One. ***
Capitolo 21: *** They Don't Know About Us. ***
Capitolo 22: *** Little Things. ***
Capitolo 23: *** Tell Me A Lie. ***
Capitolo 24: *** Nobody Compares. ***
Capitolo 25: *** Moments. ***
Capitolo 26: *** EXTRA. ***



Capitolo 1
*** Magic. ***


 

 
MAGIC
 


Prendo un profondo respiro.
Si erano fidati di me, non potevo comportarmi da codarda e scappare di nuovo.
Chiudo gli occhi e annuisco sola. Se qualcuno mi avesse visto, sarei passata per matta, sicuro!
Caccio dalla tasca le chiavi che Harry mi aveva dato. 'Vai, lui aspetta solo te', ripenso alle parole del riccio; ed io avevo bisogno di lui.
Infilo la chiave nella serratura e spingo la porta entrando nell'immensa villa. Tutto è silenzioso; strano, Louis mi aveva detto di averlo lasciato in casa che si ingozzava di patatine, depresso.
Scuoto la testa, richiudendo la porta, magari era in camera sua a deprimersi; con sicurezza mi avvio alle scale. Sono pronta a chiedere scusa, pure in ginocchio se ce n'è bisogno. Sono io quella che a volte esagera, sono io la stupida che non sa tenere la sua boccaccia chiusa.
Mi guardo a destra e a sinistra sul pianerottolo, ricordando perfettamente la sua camera. Gli angoli della mia bocca si curvano in un sorriso, il cuore batte all'impazzata; sarei svenuta dall'eccitazione in pochi istanti.
Appoggio la mano sulla maniglia della porta, c'è così tanto silenzio che riesco perfino sentire il mio cuore battere forte. Sono innamorata, lo so.
Un ultimo respiro profondo ed apro la porta, sbarrando gli occhi di conseguenza. La scena davanti a me non era quello che mi aspettavo, quello che avevo immaginato, quello che avevo preferito: lui, senza maglia con un ginocchio appoggiato sul letto, dove sdraiata quella strega sorrideva in modo malizioso.
Il suo viso punta dritto nei miei occhi. Faccio un passo indietro, passandomi una mano sulla bocca, sconvolta. Non è lui, non l'avrebbe mai fatto.
-Sophy- codarda! Ecco cosa sono. Butto le chiavi che ancora tenevo tra le mani, sul pavimento con un suono assordante. Scendo le scale così velocemente che a stento riesco a credere di non essere inciampata nei miei piedi cadendo a faccia in giù. C'era qualcos'altro a farmi più male.
-Sophy- sento i suoi passi pesanti alle mie spalle, segno che mi stava inseguendo..inutilmente.
I miei occhi si bagnano di lacrime, che non tardano a scendere veloci sulle mie guance; tutto diventa appannato quando sbatto violentemente la porta d'ingresso, o come per me lo era appena diventata, d'uscita. Per sempre...
 
 
23 GIORNI PRIMA...
 
 
Qualcuno bussa alla porta; nascondo immediatamente il diario sotto il cuscino e mi sistemo sul letto, rendendomi più presentabile possibile -avanti- urlo poi.
La porta si apre, mostrandomi la figura esile di Rose far capolinea nella mia stanza -signorina Smith- alzo gli occhi al cielo -c'è in sala la signorina Mcartney che l'attende- spiega.
Scivolo giù dal letto indossando le ballerine, mi avvio alla porta sorridendo alla donna -grazie- sussurro -ma ti prego, chiamami per nome- non era di certo la prima volta che glielo dicevo.
-certo signorina Sophy- certe volte, odiavo questa schiavitù.
Scendo velocemente la scala a chiocciola, lasciando stare il solito discorso: signorina di qui, signorina di lì, faccia così, faccia colì..la mia vita, era tutto tranne che emozionante!
Entro in sala con un grosso sorrisone stampato in faccia, cercando di non far rumore per divertirmi un momento: Sam è troppo attenta a fissare le foto posate sul camino -BOO- urlo vicino al suo orecchio, facendola trasalire e gettare a terra la foto che aveva tra le mani.
-ma dico, sei idiota?- si affretta a recuperarla sul pavimento, rimettendola al suo posto -e comunque, c'è bisogno di tutto sto casino per ogni volta che voglio vederti?- sbuffa, facendomi capire esattamente a cosa si riferisse.
Sfoggio il sorriso migliore che posso fare e le accarezzo un braccio -oh Samantha, Samantha- la prendo in giro, sapendo quanto odiasse il suo nome per intero; infatti i suoi occhi puntano il soffitto, poi ritornano su me, aspettando che continuassi -sai come la pensa la nonna su di te- storce il muso, delusa.
-nonna, nonna, nonna..avevo capito che questi due giorni non era nel mezzo dei piedi, andiamocene- dice afferrando entrambe le mie mani -facciamo una pazzia, scappiamo- sembra convinta.
Sospiro, sorridendo dal suo perfetto modo di essere teatrale.
-shopping?- chiedo, guardandola di sottecchi.
Si passa una mano sulla bocca, fingendosi shoccata -sei anche veggente, adesso?- scherza.
Ridiamo insieme.
-fammi prendere la borsa e torno- annuncio, avviandomi alle scale per salire al primo piano.
Apro la porta della mia stanza, occupata da Rose intenta a sistemare i vestiti gettati la mattina su una sedia -sto uscendo- la avverto recuperando il cellulare e qualche spicciolo -mi raccomando- mi guarda curiosa -acqua in bocca- ammicco, sorridendo.
Quella donna era da amare, era quasi la mia seconda mamma. Se gli chiedevo un favore, si faceva in quattro per soddisfarmi, se gli chiedevo di non dire alla nonna che stavo uscendo con Sam, una piccola peste ai suoi occhi, teneva la bocca serrata. E poi, nonna sarebbe mancata qualche giorno per qualche stupido convegno, sarei stata libera ancora per poco.
Saluto Rose, ancora intenta a piegare la maglia, e mi avvio all'ingresso, dove Sam mi aspetta battendo un piede nervosamente sul pavimento -voglio vedere quando tarderai al primo appuntamento con un ragazzo, se questo, stufo, non ti molla all'ultimo- scherza, aprendo la porta d'ingresso.
 
*  *  *
 
Le braccia di Sam erano ormai piene di buste. Le mie, tutto l'opposto.
Non mi andava di far esplodere il mio armadio, e poi, i negozi dove avevamo passato l'intero pomeriggio, vendeva solo quei vestiti che mia nonna riteneva 'sciatti', per donne di facili costumi. Era rimasta ad altri tempi.
-fra un mese, di nuovo scuola- sposto lo sguardo su Sam, al mio fianco che sbuffa sonoramente.
-è l'ultimo anno, perchè non pensi a divertiti?- dico, quando noto che Sam non si trova più al mio fianco. Mi volto, e la vedo qualche passo più dietro me -che fai?- chiedo confusa.
-tu..divertirsi..wow- sembra cadere dalle nuvole -non credevo che conoscessi questo vocabolo- dice.
Rido, abbassando lo sguardo sulle mie scarpe -idiota, come ti ho detto, è l'ultimo anno e ho deciso di divertirmi..una nuova vita, giuro- urlo, per farmi sentire.
Scuote la testa ridendo -non ti credo, questa è una bella bugia, più grande di quella di Gemma- dice.
Sbarro gli occhi, ridendo -oddio, ma quella grassa così?- allargo le braccia, cercando di imitare la forma di una nostra ex compagna di corso, ma qualcosa va storto.
Sento una botta sulla mia mano: avevo appena colpito qualcuno.
-oh cielo, scusa- mi abbasso a vedere come stesse il ragazzo per metà sull'asfalto.
Del vento scompiglia i miei capelli, per poi notare che in realtà è un ragazzo con tanta fretta.
-oh, merda- le buste di Sam, finiscono tutte a terra. Rimane paralizzata.
-ti sei fatto male?- lascio perdere la mia amica, cercando di essere gentile. Il ragazzo che correva, torna sui suoi passi e si avvicina, col fiatone.
-muoviti Zayn, stanno arrivando- dice, cercando di convincere l'amico di muovere le gambine.
Il ragazzo finalmente alza lo sguardo, fissandomi qualche istante. Una goccia di sangue cola dal suo naso; Dio mio.
Perchè avevo la sensazione di aver già visto quel ragazzo?
-aspetta..- cerco di prendere un fazzolettino dalla borsa, ma il ragazzo prontamente mi blocca per un braccio.
-non importa- dice rimenttendosi in piedi -ho fretta- passa il polso sotto il naso, notando il sangue sulla sua pelle. Alza le spalle, sorridendomi.
-amico, queste ci fanno le penne- dice l'altro, affrettando la cosa.
Il ragazzo sposta i suoi occhi color cioccolato dal mio viso alla strada, prendendo a correre con l'altro come un pazzo. Poco dopo, ragazzine urlanti cominciano a spingermi, spaccandomi per poco un timpano. Faccio in tempo e spostarmi ed evitare di essere scacciata da migliaia di piedi. Anche Sam fa lo stesso, mettendo in salvo la sua spesa.
-hai appena uccido una direzione- parla finalmente Sam, fissandomi ancora sconvolta.
La fisso, non capendo a cosa si riferisse.
-la famosa band, One Direction, quelli di Londra- mi sventola una mano davanti la faccia.
Ecco dove l'avevo già visto!
-e che ci fanno a Miami?- chiedo non capendo.
La mia amica alza le spalle -bo, vacanza..mica loro hanno scuola come noi- mi spinge, avviandosi verso casa.
Già, nuova vita.
 
HOOOOOOOOOLA
sono sempre io a rompere le balls :)
Bhè, non ho nulla da dire visto siamo solo all'inizio,
posso solo dirvi che, stranamente, per questa storia ho
fatto una scaletta con tutto quello che accadrà, e che ci sono
solo 25 capitoli, compreso questo :)
 
Spero mi seguiate anche qui, ve ne sarei grata :)
 
xoxo S

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Capitolo 2
*** Another World. ***




ANOTHER WORLD
 
 
Continuavo a fare zapping tra i canali dell'immensa tv posta al centro del salotto.
La nonna ancora non era rientrata dalla manifestazione ed io ero completamento sola in casa, oltre la servitù che vagava di tanto in tanto per le stanze.
I miei occhi cadono sulla veranda della cucina aperta: George è piegato a metà busto, intento a sistemare delle rose gialle.
Lascio il telecomando della tv sul divano, infilo le ciabatte da casa e mi avvio all'anziano signore. Vedendomi, mi sorride.
Mi appoggio allo stipide della porta, guardando con attenzione le sue gesta: una volta mi aveva spiegato che i fiori sono un pò come le persone, se hai cura di loro, crescono forti, regalandoti un sorriso come vengono sù.
Sorrido involontariamente.
-ahia- dice l'uomo rimettendosi dritto col la schiena ed infilando un dito nella bocca.
-tutto bene?- chiedo gentile, avvicinandomi preoccupata. L'uomo annuisce, sfilando il dito dalla bocca con uno schiocco e osservandolo per bene: un goccia di sangue scende velocemente sulla sua pelle chiara.
-vieni- lo tiro per un braccio -hai bisogno di una medicazione per non prendere infezioni- mi segue in cucina in silenzio.
Apro il cassetto dove è riposta la cassetta dei cerotti. Prendo un batuffolo di cotone, del disinfettante ed un cerotto. Mi volto verso il signore, che nel frattempo si era messo comodo su una sedia del tavolo. Se lo avesse visto la nonna, le sue urla si sarebbero sentite per tutta Miami.
-la mano- annuncio, indicandogli la mano da disinfettare.
Svito il tappo del prodotto e lascio cadere qualche goccia sul cotone, poi lo passo delicatamente sul dito di George.
-scch- si morde la lingua con i denti, cercando di mostrarsi un uomo forte. Sorrido, senza farmi vedere.
Era un uomo sulla cinquantina; sapevo che non aveva mai avuto una donna in vita sua, ma il suo sogno era quello di crearsi una famiglia prima di morire, oltre continuare a curare i fiori del nostro giardino.
-dovresti rivelare i tuoi sentimenti a mia nonna- dico, sorprendendolo.
Il suo sguardo è confuso, ne approfitto per togliere la carta inutile del cerotto.
Scrolla le spalle, facendo finta di non aver capito.
-cosa intende dire?- mi chiede poi.
Sorrido, fasciando ordinatamente il dito col cerotto.
-l'ho notato come fissi mia nonna. Sei l'unico uomo che le abbia fatto trovare un mazzo di fiori ogni mattina su questo tavolo- indico il vaso posto al centro dell'immenso tavolo -sei l'unico che sia riuscito a sopportare i suoi insulti, il suo essere acida- spiego, allontanandomi di qualche passo e lasciando la presa della sua mano. Il suo sguardo è ancora fisso sul mio -sei innamorato di lei-.
L'angolo della sua bocca si alza di poco, mostrandomi un mezzo sorriso -molto divertente, signorina Smith- appoggia le sua mani leggermente malandate a causa delle spine, sulle ginocchia, rimettendosi in piedi per tornare al suo lavoro -ma anche quando, siamo di due diversi livelli. La società non ammette queste unioni- ammicca, sorridendo.
-sarò pure una semplice adolescente, ma capisco quando una persona è innamorata..e tu lo sei- affermo convinta -non ha importanza se hai le tasche piene o meno di soldi, un uomo dev'essere ricco nel cuore-.
L'anziano signore mi fissa qualche secondo, poi sospira, sorridendo -siete l'esatto contrario di vostra nonna, principessa- alzo gli occhi al cielo.
-ti prego, evitami questo nome..non sono niente di questo, sono una semplice ragazza che però non ha la possibilità di viversi la sua vita come le pare- sbotto, leggermente infastidita dal nome che aveva usato.
L'uomo scoppia in una fragorosa risata, forse un pò per il mio comportamento da bambina, forse per il semplice fatto che non avevo mai accettato questo titolo.
-è una ragazza forte, sa? Sarà la migliore principessa che un popolo abbia mai avuto-.
Con quelle parole, George si allontana, per ritornare al suo lavoro. Sbuffo, riposando il dovuto al suo posto.
Il mio udito riesce a riconoscere la suoneria di un messaggio, ricordandomi di aver lasciato il cellulare sul divano, con la tv ancora accesa.
Richiudo il cassetto e mi sciacquo velocemente le mani, per poi entrare in sala e recuperare il cellulare.
 
'Ti va di andare al cinema questo pomeriggio?'
 
Rispondo immediatamente.
 
'Certo, ci vediamo alle 15 a casa tua.'
 
Mi butto a peso morto sul divano, facendo scivolare nuovamente i miei occhi sull'uomo alle prese con le rose.
Perchè l'amore a volte è così difficile?
 
*  *  *
 
-che film c'è in proiezione?- chiedo a Sam, ritornando alle scale con le mani piene di cibo e acqua.
-amici di letto- mi sorride, porgendomi il mio biglietto -ne hanno parlato bene, e poi mi scocciava sempre il solito film romantico che scegli tu-.
Come biasimarla; ogni volta che faceva scegliere a me, finivo sempre sul genere rosa. Sono una schifosa romanticona a causa delle letture di tutti quei libri presenti in casa di nonna.
Sam sposta la tenda rossa, facendomi passare per prima.
La sala è quasi vuota, e comincio a mettere in dubbio l'ipotesi di Sam su questo film.
-i nostri posti sono lì- indica due seggiolini che segnavano il 28 ed il 29.
Si prende, finalmente, il suo pacco di pop corn e comincia ad entrare nella fila giusta, arrivando ai piedi dei seggiolini.
Ci accomodiamo, sistemando la borsa sul sedile accanto e le bibite nei buchi addetti.
-allora..quando ritorna la nonna?- chiede Sam, sicuramente giusto per parlare un pò prima del film.
Lei e mia nonna non andavano tanto d'accordo dal giorno in cui la mia amica mi aveva fatto rimanere a scuola, in quanto ci fosse occupazione. Ma il sentimento era ricambiato.
Da quel giorno, Sam, agli occhi della nonna, era una pestifera, persona cattiva, possibile ragazza da carcere. Ai miei di occhi, era esattamente la ragazza con la vita perfetta, quella che avrei tanto voluto fare io.
Sam è bionda, gli occhi verdi e due fossette accompagnavano ogni suo sorriso. Veste quasi sempre sportivo, nonostante i suoi genitori, gente altolocata, continuassero a rimproverarla e cominciare a comportarsi come una del suo livello.
Sam, non ci faceva mai caso a quelle parole, e continuava a divertirsi a modo suo: festini, scappatelle, tutto quello che gli capitava a tiro.
Io ero il suo esatto opposto: mora, gli occhi nocciola, un sorriso spesso assente.
Il mio armadio era composto per la maggior parte da vestitini, qualche jeans comprato di nascosto e qualche t-shirt regalata da Sam.
Il nostro rapporto di amicizia nacque in prima elementare, quando scoppiò a piangere avendo dimenticato l'astuccio delle penne a casa. Io gli prestai la mia, che non vidi più. Ma in cambio mi diede la sua amicizia, e da allora siamo inseparabili, meglio di due sorelle. Ci completiamo, in un certo senso.
Alzo le spalle, notando la ragazza aspettare una mia risposta -dovrebbe arrivare stasera- spiego.
Le luci si calano, quindi faccio segno a Sam di stare in silenzio e vedere questo film, che già il nome la diceva lunga.
 
Se devo essere sincera, non avevo mai visto questo genere di film..e sto seriamente pensando di essere stata una pazza a non averlo fatto prima. Insomma, tutti vogliono l'amore, un ragazzo che regala tante attenzioni, ma poi alla fine vanno sempre dietro a quello stronzo.
I popcorn erano quasi sul finire, quando le luci vennero riaccese per il breve intervallo.
-vado a prendere un'altra bottiglietta d'acqua- avviso Sam, alzandomi dal seggiolino.
Corro all'ingresso, seguendo la fila.
Esco il borsellino di tasca per prendere uno spicciolo, ma un ragazzo mi urta facendomi cadere tutto per terra.
-scusa- dice abbassandosi veloce quanto me.
-figurati- sorrido al ragazzo biondo che mi riconsegna le mie monete.
-carino il film- commenta poi. Annuisco distratta, forse un pò per il celeste dei suoi occhi, o forse perchè ho la vaga idea che non fosse la prima volta di averlo visto.
-oh Niall, potevi anche aspettarmi- i nostri visi si girano insieme verso il ragazzo che era appena arrivato. Un momento! Lui è quel ragazzo che..
-ciao, noi non ci siamo visti ieri?- mi chiede.
Annuisco, silenziosa.
I due scoppiano a ridere della mia faccia. Sicuramente stavo facendo la figura della scema!
-sarà una directioner- afferma il biondino. Cosa ero?
-no, mi chiamo Sophy- rispondo tranquilla. Le loro risate aumentano di volume. Che avevo detto?
-io sono Louis, e lui è Niall- mi spiega quello con la maglia a righe, quello che il giorno prima aveva urlato all'amico di alzarsi per correre.
Louis, Niall...
-il tuo amico sta bene?- chiedo poi, ritornando sulla terra.
Annuisce, sorridendo -è in sala per il film- mi spiega -e mi sa che è arrivato il tuo turno- mi indica il bancone delle bibite, dove il ragazzo, scocciato, aspettava che mi spicciassi parola.
-oh, si..due bottigliette d'acqua-.
Pago il dovuto e mi sistemo per ritornare in sala, quando una mano mi blocca -aspetta, vengo con te- mi dice il castano.
Sbatto gli occhi velocemente e attendo che il biondo paghi tutto quello che aveva preso. Aveva fatto la spesa al cinema?
Finalmente finisce e cominciamo a camminare verso la sala, dove c'era in proiezione il nostro film.
-sei sola?- mi chiede il biondo.
Nego con la testa -c'è la mia migliore amica che mi aspetta- confesso.
-oh- risponde -anche noi siamo con gli altri- mi sorride.
Bene, almeno potevo scusarmi come si doveva con il ragazzo che il giorno prima non uccidevo, per poco.
-come mai non ci conosci?- mi chiede il castano, scostando la tenda e facendomi passare per prima.
-in realtà so il nome della band,  ma tra scuola e affari di famiglia, non ho molto tempo per dedicarmi alla musica- le loro facce sembrano sconvolte.
-scusa, ma quanti anni hai?- mi chiede il biondo.
-18 il prossimo mese- rispondo, cercando con lo sguardo Sam. Che strano, dov'è?
-e a 18 anni non ascolti musica?- quella classica, sì.
Nego energicamente -non ho tempo-.
Di sicuro si staranno chiedendo chi fosse questa pazza.
-Sooo- alzo lo sguardo sugli ultimi seggiolini, dove Sam sbraccia insistente nella speranza che la noti. Che ci faceva così in alto? Mi ricordavo che i sedili erano più bassi.
I miei occhi si abbassano sui ragazzi seduti al suo fianco. Sbatto contro il petto del castano, che mi sorride tranquillizzandomi -vedo che la tua amica ha già fatto amicizia con il resto del gruppo- dice.
Annuisco, cominciando a muovere i piedi verso le ultime file.
-guarda che i nostri posti sono lì in fondo- la avviso vicino alla mia amica.
-ma va, non c'è nessuno qui- risponde imbronciandosi. Questo voleva dire solo una cosa.. -e poi qui ci sono gli One Direction, dai- fisso i ragazzi, che mi guardano, quando le luci vengono calate.
Sospiro -solo perchè ho paura di cadere dalle scale- prendo posto tra Sam ed uno riccio.
-io sono Harry- si presenta.
-Sophy- ricambio.
-loro sono Liam, Louis, Zayn e Niall- mi presenta gli altri. Annuisco.
-stai bene?- chiedo gentile.
Il moro si tocca il naso e mi sorride -adesso si- risponde poi. Diciamo che adesso mi sentivo un pò meglio
La programmazione del film continua, tra risate e scherzi da parte dei ragazzi: i popcorn avanzavano, e all'improvviso il cinema era diventato un campo di guerra.
Devo dire che erano strani, ma allo stesso tempo persone interessanti.
Quasi diventavo triste quando i titoli di coda spuntarono sul maxi schermo.
-aaahhh- si alza Louis, allungando le braccia al cielo -bello- commenta sul film.
-interessante- sogghigna il riccio.
-avete da fare stasera?- chiede il moro.
Io e la mia amica ci scambiamo uno sguardo.
-si- -no- rispondiamo all'unisono -Sophy!- mi rimprovera poi, mentre i ragazzi ridono.
-dovrebbe tornare la nonna- gli ricordo.
Sbuffa, chiudendo gli occhi.
-nonna papera ritorna a casa, ci dispiace- spiega la mia amica.
-oh, sarà per un'altra volta- risponde il biondo.
Già, chissà quando.
 

 
SALVE :)
non pensavo di avere già tante visualizzazioni
col primo capitolo jkhsd
Grazie :)
Anyway, non mi trattengo molto, ma voglio dirvi
che già sono arrivata a scrivere il quinto capitolo,
che amo da morire, ma non vi anticipo nulla ;)
 
Se volete seguirmi sono:
 
 
 
Ask  (sono nuova)

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Capitolo 3
*** C'mon C'mon. ***





C'MON C'MON
 
 
 
'Non prendere impegni per questa sera, sei mia'
 
Continuavo a rileggere quel messaggio, chiedendomi di tutto quel mistero da parte della mia amica.
Avevo provato a chiedere spiegazioni, ma l'unica cosa che mi aveva detto era di vestirmi bene che saremmo andati al parco giochi. L'idea di entrare in uno di quei posti non mi entusiasmava ma più di tanto, ma in fin dei conti era sabato. Dovevo fare qualcosa di diverso.
La spazzola scivola veloce tra i miei capelli lisci, senza nodi. Avevo indossato un semplice vestitino giallo con la stampa a fiori, delle ballerine bianche e la borsetta abbinata.
Il cellulare vibra sul letto, segno che Sam era appena arrivata.
Butto il necessario nella borsa e corro verso la scala a chiocciola, stando attenta a non inciampare nei miei stessi piedi e cadere a terra.
Mi fiondo nella cucina, dove la nonna sta guardando attentamente un nuovo servizio sulla politica -sto uscendo- l'avverto, nella speranza che non cominci a tartassarmi di domande, come al suo solito.
-con quella ragazza?- mi chiede.
Non aveva fatto il suo nome, ma sapevo che stava parlando di Sam.
-ci sono anche altri amici- odiavo mentire, ma con lei purtroppo dovevo farlo. 
Sospira lentamente -torni tardi?- mi chiede poi.
Alzo le spalle -non credo, siamo al parco che hanno messo qui vicino- spiego. Spero che mi lasci andare subito, anche perchè Sam mi stava ininterrottamente chiamando al cellulare. La borsa era diventato un massaggiatore d'improvviso.
-sta attenta- dice poi.
Sono un pò sorpresa dalla sua risposta, mi sarei aspettata un'altra decina di domande prima che si convincesse a farmi uscire, seguita da John, il figlio della cameriera per stare al sicuro.
-grazie nonna- la abbraccio troppo forte, perchè comincia a darmi delle pacche, cercando di liberarsi -puoi fidarti di me-.
La saluto, uscendo di casa come un razzo. Davanti al cancello c'è la macchina di Sam parcheggiata.
Apro lo sportello e mi siedo accanto alla mia amica, sorridendo. Dire che sono felice è poco!
-puoi andare, Rob- avverte l'autista, che non tarda a partire.
-allora, come mai proprio il parco giochi? Quando te l'ho chiesto io, mi hai detto di non essere una 'bambina'- la prendo in giro.
Gioca nervosamente con le mani.
-oggi sono uscita un pò con Megan- la figlia della migliore amica della madre, costringendo a Sam ad uscirci insieme e magari diventarci amiche per la pelle..Ma per Sam, come la definiva lei, quella ragazza era solo un'amica per le palle, solo perchè era più appiccicosa di una caramella -ed ho incontrato i ragazzi di ieri- il mio cuore parte a battere forte, senza motivo.
-e..- la incito a continuare.
-in realtà ne ho incontrato solo due- dice più a sè stessa.
-Sam- la richiamo. Tutta quell'ansia mi stava divorando anche gli organi.
-ci hanno invitato ad uscire-. 
L'auto si ferma.
-l'avevi detto tu che ti volevi divertire- mi avvisa poi.
Già..
-hai ragione, andiamo- apro lo sportello, aspettando che la mia amica uscisse. Ma era paralizzata sul sedile.
-Sam?- la richiamo confusa.
-cre..credevo mi avessi mollato qui- dice.
Scoppio a ridere, invitandola ad uscire dall'auto.
Scambia due parole con l'autista, mentre io mi guardo intorno con occhi sognanti: non avevo messo piede in un parco giochi da quando avevo 6 anni, credo. Era così strano rientrarci.
-andiamo?- mi chiede Sam, al mio fianco. Annuisco, seguendola all'entrata.
A pochi passi dall'ingresso, la mia amica mi molla una gomitata sul fianco. Gemo dal dolore. La sua mano si alza, indicandomi qualcosa: un ragazzo riccio stava sistemando i capelli biondi dell'altro. Mi scappa un sorriso quando quest'ultimo lo spinge, sistemandoseli da solo.
Finalmente ci notano -buonasera signorine, pronte per un giro sulla giostra di Styles?- scherza il riccio, curvando il braccio destro.
Sorrido, mentre Sam passa il suo braccio attorno a quello del riccio. Io e il biondo ridiamo, seguendoli all'interno del parco.
 
*  *  *
 
-quale vuoi?- mi chiede il riccio ansioso.
Scruto per bene ogni pupazzo presente sul bancone, poi indico un enorme panda alla fine della fila -quello- dico convinta.
-una partita- urla il riccio per farsi dare tre palle dal signore del camioncino.
Prima di lanciarle contro le sei lattine, si mette a fare il burlone e facendole girare tra le sue mani, come fanno i giocolieri.
-dai- lo incito tra le risa.
Ricambia il sorriso, facendo comparire due simpatiche fossette ai lati della bocca, e poi si gira verso il bancone, concentrandosi.
Il suo volto è rigido, la mascella serrata, gli occhi leggermente socchiusi.
Prende un profondo respiro e....BOOM, tutte le lattine cadono già.
-aaahhh- urlo felice, buttandomi con le braccia al suo collo. Gesto di cui me ne pento un millesimo di secondo dopo.
-tranquilla- mi rilassa, voltandosi a prendere il suo premio. Aveva buttato giù tutte e sei lattine in un colpo solo! 
-questo è tuo- mi passa l'enorme panda -così la notte puoi abbracciarlo e fare finta che sia io- ammicca, sorridendo.
Sento le guance andare a fuoco, tentando di nasconderlo sotto i miei capelli lunghi.
La mano di Harry sfiora il mio viso, spostando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio.
-io..- viene interrotto bruscamente.
-Sophy o panda, come ti devo chiamare d'ora in poi?- ci voltiamo di scatto verso Sam e Niall che stavano ritornando dalla loro pausa.
Ci eravamo divisi solo per cinque minuti, il tempo di una pausa. Sapevo che per Sam 'pausa' stava per mangiare come un maiale, quindi era stata gentilmente accompagnata dal biondo, mentre noi eravamo fermi al camion dei pupazzi.
-Sophy- esco una lingua al biondo, facendo uno sguardo alla mia amica, cercando una via di scampo e pregandola mentalmente di non lasciarmi più sola con quel ragazzo.
-allora, adesso che si fa?- la voce roca del riccio è così vicina a me, che nemmeno ho il tempo di rendermi conto che la sua mano si posa al mio fianco sinistro, stringendomi a lui.
Sbarro gli occhi, cominciando a sentire anche più caldo di quanto già non faccia a Miami.
Le sue dita lunghe cominciano a fare cerchi immaginari sul tessuto del mio vestito. Sto per andare in iperventilazione.
-abbiamo già fatto tutti i giochi, manca la ruota panoramica- risponde Sam guardando l'ora sul cellulare -e fra poco è mezzanotte- ci avvisa poi.
-andiamo allora- dice Niall cominciando a camminare.
Faccio un passo, ma la mano stretta di Harry mi blocca -possiamo sempre andare da un'altra parte- il suo sguardo fisso nel mio.
-allora?- Sam, qualche passo più avanti ci richiama..per fortuna.
-andiamo con loro- lo avviso, sperando di averlo convinto.
Prende il pupazzo che ho tra le mani, e decide di portarlo lui.
Ci mettiamo in fila aspettando il nostro turno per salire sulla ruota.
-non è nemmeno la metà del London eye- mormora il biondo col naso al cielo.
-qualche volta verremo- risponde Sam appoggiata alla sbarra.
-ragazzi- un signore ci richiama -a due a due- dice poi.
Oh cielo.
-lei è con me- la mano del riccio si posa sulla mia spalla, stringendomi ancora più vicino a lui.
Con gli occhi faccio capire a Sam il mio disagio.
-veramente...- tenta lei, ma il biondo fa la stessa mossa.
-allora tu sei mia- la anticipa.
-mi dispiace- Sam mima con le labbra.
Va bhè, cosa poteva succedere su una ruota panoramica?
-prego- mi fa passare per prima, facendomi sedere dalla parte che preferivo, mentre il pupazzo viene lasciato ai piedi della giostra visto che il seggiolino è già abbastanza piccolo per due persone.
Il signore ci mette la barra di sicurezza e ci augura buon divertimento con un sorriso.
La giostra comincia a girare, bloccandosi ad ogni seggiolino: doveva riempirsi.
Eravamo fermi al punto più alto della giostra e non avevo nemmeno coraggio di guardare giù. In realtà, non avevo coraggio nemmeno di girarmi verso il riccio.
-sei impegnata?- mi chiede d'improvviso. Domanda inaspettata.
-veramente io..- la giostra si blocca di nuovo facendo traballare il nostro seggiolino.
Caccio un urlo, tappandomi immediatamente la bocca ed evitarmi una brutta figura. Odiavo essere lì, a quell'altezza.
-ehy tranquilla- mi sorride, posando un braccio sulla mia spalla -sarà una cosa momentanea-.
Lo so, la morte sarà veloce ed indolore, sicuro!
Ricambio il sorriso; avevo altro a cui pensare che arrossire per il suo viso che continuava ad avvicinarsi.
Cosa?
Le labbra di Harry sono a pochi centimetri dalle mie, sento il suo respiro sbattere sul mio viso, sono incapace di muovere muscolo.
Mi ritrovo a guardare il riccio come una strabica, le sue labbra premevano sulle mie.
Sento la sua lingua sbattere contro le mie labbra ancora serrate, un pò per l'inaspettato momento, un pò perchè nemmeno io sapevo che dovevo fare.
La sua grande mano passa dietro la mia testa, facendo in modo di assecondarlo. E' così avviene: la bocca si schiude, lasciandogli il via libera a far giocare le nostre lingue.
Sorride sulle mie labbra, allentando la presa -stai sudando freddo- ammette dopo.
Sento le guance andare completamente a fuoco. Harry scoppia a ridere, mentre la ruota riparte normalmente.
Chissà che impressione gli avevo fatto. Dio, perfino sudare?
Bhè, non mi era mai capitato di baciare al primo appuntamento..Perchè era un appuntamento vero? Ecco che ricomincio con le solite paranoie.
-a che pensi?- mi volto di scatto verso il riccio.
-che non vedo l'ora di rimettere piede sulla terraferma- ammetto sincera. Altra risata.
Fortunatamente la tortura non dura molto di più. Scendiamo, aspettando Sam e Niall, il seggiolino dopo il nostro.
-prima di tornare a casa, che ne dite di uno zucchero filato?- chiede il biondo, massaggiandosi la pancia.
Annuiamo con piacere. Era da troppo tempo che non ne mangiavo uno.
Camminiamo fino ad arrivare allo stand dello zucchero filato.
-quattro- urla Niall, ma lo blocco con una mano.
-tre, io e Sam lo mangiamo insieme- lo avviso. Non avevo tutta quella fame.
-ma uffa- si lamenta la mia amica, incrociando le braccia al petto.
I due si lasciano andare ad una risata.
-lo divido io con te, non riuscirei a mangiarlo tutto- la avverte Harry. Pure lo zucchero filato dovevamo condividere?
Il signore ci consegna i tre legnetti e ne stacco un batuffolo immediatamente, infilandolo in bocca e gustandomelo lentamente.
-domani che fate?- chiede il biondo, con la bocca piena.
Ci dirigiamo ad una panchina, non molto lontano.
Alzo le spalle -bo, non ne ho idea- dico.
-bene, allora perchè non venite da noi?- tenta.
Guardo Sam, e sembra quasi supplicarmi con gli occhi -va bene- rispondo io per entrambe.
Harry sfila il telefonino della tasca e me lo passa -posso avere il tuo numero?-.
Fisso qualche momento il cellulare, poi rialzo lo sguardo in quello di Harry, afferro il telefono e, con mani tremanti, lo scrivo.
Sorride una volta che gli riconsegno il telefono.
-bene- si alza il biondo -io direi che possiamo anche andare..vi portiamo a casa, così evitate di prendere un taxi- dice leccandosi le dita.
-veramente..- lancio una gomitata a Sam interrompendola.
-perfetto- dico io.
Sam mi guarda strana per poi fare un'enorme sorriso. Saremo state in macchina tutti e quattro da soli, ma non era quello il mio scopo.
-bene, andiamo allora..domani ci divertiremo- per poco, il biondo non balla sul posto.
 
 
 
HOOOOOOOOOOOOOOLA
bene, il secondo capitolo è stato più disastroso di quanto pensassi.
Ma visto che fino al quinto capitolo già sono tutti scritti, a 
poco a poco riuscirò a metterli :)
Ma aspetto sempre qualche recensioncina
per aggiornare :)
 
Anyway, dal prossimo comincerà la vera storia,
anche se già qui, comincia un pò d'azione ;)
 
Se volete passare (she's not afraid) è una storia che sto scrivendo 
con una mia amica, un genere diverso ;)
 
 
 
Ask (nuovo)

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Capitolo 4
*** Live While We're Young. ***





LIVE WHILE WE'RE YOUNG
 
 
-credo che sia questa la casa- afferma Sam al mio fianco.
Annuisco, ancora con la bocca spalancata mentre fisso fuori dal finestrino -non credevo fossero così..così..- non trovo le parole.
-famosi?- mi aiuta Sam. Mi limito ad annuire, silenziosa. 
Avevo immaginato che fossero conosciuti, almeno un pò, ma non così tanto da avere un centinaio di ragazzine urlanti davanti al loro presunto cancello -non entreremo mai- dico convinta, voltandomi dalla parte della mia amica che armeggiava con il mio cellulare -che stai facendo?- chiedo poi, avvicinandomi.
-scrivo un messaggio- dice con ovvietà -ci faremo dire dai ragazzi come potremmo mai entrare senza essere nell'occhio del gossip- aveva ragione. Non volevo finire su un giornale, non con un'enorme scritta 'la principessa Smith incontra i One Direction in casa loro' in caratteri cubitali.
-allora, com'è questo Harry?- interrompe i miei pensieri, Sam.
Scuoto la testa, cercando di evitarle magari certi dettagli.
-un bravo ragazzo- gioco nervosamente con le unghie -mi ha perfino mandato la buonanotte e il buongiorno- sento sorridere Sam -ma non ho voglia di fare la solita adolescente in piena età ormonale- l'avverto.
Mi passa una mano sulle spalle, sfiorando la pelle fredda dell'auto -oh, amica mia- il tono già la dice lunga -a lui ci penserò io- ammicca -tu hai già il tuo principino- la spingo ridendo.
-stronza- sibilo, quando il suono di un messaggio ci fa tornare serie.
 
'Venite sul retro, troverete un cancello ricoperto da una pianta. Suonate, verrò io ad aprirvi'
 
Frego il cellulare dalle mani di Sam prima che potesse rispondere a modo suo.
-ehy- si lamenta, imbrocciandosi.
-dii al tuo autista di portarci sul retro, o qualcuno comincerà ad insospettirsi di una limousine dalla parte opposta della strada- la rimprovero.
Con uno sbuffo, segue il mio consiglio e in poco tempo ci ritroviamo sul retro.
Sam ringrazia l'autista e si mettono d'accordo sul rientro. 
-ci sentiamo per messaggi- lo avverte, quando l'auto sfreccia sull'asfalto bollente -oggi fa caldo- commenta poi, asciugandosi la fronte.
Noto il cancello e con sicurezza premo il campanello posto vicino. Sento Sam avvicinarsi, mentre le mie gambe diventano molli senza motivo.
-entrate- una voce metallica mi fa trasalire. Solo adesso avevo notato un citofono con telecamerina incorporata.
Il cancello fa uno scatto, aprendosi davanti a noi. Entriamo, ancora col dubbio di aver fatto bene ad accettare questo invito. Almeno, io non sono ancora così tanto convinta.
La prima cosa che possiamo notare è l'immensa villa bianca, posta in mezzo ad un enorme giardino.
Mi arriva una gomitata dritta alle costole -guarda che piscina- Sam mi indica un'enorme piscina, quasi grande per tutto il giardino, mentre continuo a massaggiarmi il fianco indolenzito.
-ragazze- ci voltiamo di scatto verso la voce. Louis, ci viene incontro abbracciandoci come se fosse la cosa più normale di questo mondo.
Io e Sam ci fissiamo da dietro le sue spalle, per poi alzare le spalle e assecondare l'abbraccio.
-pensavamo che non foste più venute- dice, staccandosi.
Scuoto la testa -c'era un casino assurdo davanti al cancello, siamo rimaste incantate- ammetto, prendendo parola.
-oh- si lascia andare ad una risata -ci abbiamo dovuto fare l'abitudine- ci confessa -ma venite- passa le enormi braccia sulle nostre spalle, spingendoci verso la casa -vi mostro la villa- dice poi.
-come mai non è venuto Harry?- se ne esce Sam.
-è troppo intento a giocare alla xbox- mormora scocciato, segno che anche a lui dava fastidio quell'affare lì.
Ci fa accomodare in casa -gente, abbiamo visite- urla Louis richiudendo la porta.
Ci fa strada verso quella che presumo sia la cucina -ciao- alza la testa distrattamente Niall.
-ciao- rispondiamo all'unisono con la mia amica.
-Zayn?- chiedo a Louis che alza le spalle.
-ZA..- si blocca all'istante quando entra in cucina con solo un pantaloncino.
Mi limito ad alzare gli occhi, chiudendo la bocca di Sam e facendo ridere Louis al nostro fianco.
-e scusatemi se non ho sbavato- commenta poi.
Dio, che figura..
-ciao- ci saluta il moro con un sorriso.
-noooo- si lamenta Harry lanciando il joystick sul divano -hai barato- indica Niall, furente.
-io?- il biondo ride -non è colpa mia se fai schifo- si difende poi.
-oh, ciao anche a te, eh- si intromette Sam, salutando il riccio con una mano.
Il ragazzo fa un sorriso dalla mia parte e presa dalla vergogna, parlo a vanvera -posso provare io?- sento tutti gli occhi puntati addosso.
Bè, non ci avevo mai giocato. Me ne sarei uscita con quella scusa.
-prego- il riccio mi fa uno spazio sul divano, fra lui e il biondo.
Prendo posto e studio per bene il telecomando.
-sei sicura?- chiede Niall. Annuisco, non proprio convinta.
-tu sei quella con la macchinina rossa- mi spiega Harry, a pochi centimetri dal mio orecchio -devi arrivare per prima al traguardo- non sembrava difficile.
La corsa inizia, con Niall in testa, visto che la mia macchinina continuava a sbattere a destra e sinistra dello schermo.
-ma noooo- rido come una bambina. Stavo facendo una figuraccia colossale.
-dai, che forse lo riprendi- con la coda dell'occhio, noto che tutti si erano avvicinati al divano, compresa la mia amica.
-SIIIIIIIIII- urla Niall facendomi saltare sul posto, spaventata dal suo urlo. Mi abbraccia, stampandomi dei baci a ripetizione sulla guancia -mi hai fatto fare un nuovo record- rido, perchè non la smette più e la faccia sembra che appiccichi di più ad ogni bacio.
-basta Niall, la strozzi- lo separa dal mio viso, finalmente, Zayn.
Mi asciugo la guancia, ridendo -ma non manca qualcuno?- chiedo poi.
I ragazzi si guardano, per poi dire insieme -Liam-.
Ecco, lo dicevo che mancava qualcuno.
-sarà in piscina- dice Louis.
-voglio fare un bagno- dice Sam, battendo le mani da sola come una bambina eccitata.
-Sam- la rimprovero, mentre i ragazzi ridono tranquillamente -non abbiamo nemmeno il costume- le ricordo.
Alza gli occhi al cielo, scocciata -devi sempre rovinare le cose- incrocia le braccia al petto.
Alzo gli occhi al cielo a mia volta -devi sempre uscirtene con certe stupitaggini- la rimprovero, con lo stesso tono.
-va bè, che problema c'è. State in intimo- tenta Niall, ricevendo uno scappellotto dietro il collo -ahio- si lamenta, fulminando Zayn, l'autore del gesto.
-certo che fai certe osservazioni- commenta il moro, difendendoci.
-almeno che..- ci voltiamo verso Harry, alle mie spalle -torno subito- scatta in piedi, correndo verso le scale.
-che ha in mente?- mormora Louis, confuso quanto noi.
-bo, ma intanto porto le ragazze a vedere la piscina- ci avverte Zayn.
Mi alzo, seguendo Sam e gli altri camminarmi davanti. Chissà cosa intendeva il riccio.
Usciti fuori, il sole è  ancora alto, ma soprattutto sempre più caldo.
Al bordo piscina ci sono tante sdraio, qualche tavolino, un trampolino al bordo della piscina e qualche materassino posato sul prato.
-Liam, abbiamo ospiti- urla Niall, facendo girare il ragazzo dalla nostra direzione.
Alza leggermente gli occhiali da sole e ci saluta con un cenno del capo.
-rieccomi- ci voltiamo verso Harry che tiene tra le mani delle magliette e dei pantaloncini -fate finta che siano dei costumi- ci dice.
Io e Sam ci guardiamo un secondo: noto la supplica dai suoi occhi, ci teneva davvero.
In effetti non capitava tutti i giorni di ritrovarsi a fare il bagno in casa di una famosa boyband.. In realtà, non capitava così spesso che dei ragazzi parlassero con me senza darmi un fastidioso del lei.
Prendo i vestiti, senza parlare, quando Sam mi abbraccia felice facendoci cadere entrambe per terra. Bene, di male in peggio.
Sento i ragazzi ridere mentre mi rimetto in piedi, fulminando la mia amica -dov'è il bagno?- chiedo gentile.
Credevano mi sarei svestita in giardino?
-prima porta sulla destra, appena entri- risponde Louis, sfilandosi la maglia.
Sono costretta a tirare per un braccio Sam, rimasta incantata a fissare il fisico scolpito dei ragazzi.
Ridono, di nuovo.
Entriamo in bagno e di conseguenza nel bagno. Ci vestiamo del costume provvisorio e sistemiamo i vestiti su una mensola vuota.
-sei sexy- scherza Sam, motando che la maglia mi arrivava quasi al ginocchio. E non parliamo del pantaloncino stile giocatore da pallacanestro.
Scalze, usciamo dal bagno e dalla casa, ritrovandoci i ragazzi già in acqua che si schizzavano come bambini.
-ARRRIIIIIVVOOOO- urla Sam, prendendo la ricorsa e finendo in acqua con tuffo a bomba.
Riemerge qualche secondo dopo, ridendo.
Prima di entrare in acqua, i miei occhi cade su una sdraio occupata. E non era Liam.
-come mai non ti tuffi?- chiedo, mentre mi accomodo sulla sdraio accanto.
Zayn alza lo sguardo nel mio, sorridendomi -io e l'acqua non siamo compatibili- ammette.
-ah, ti capisco- stendo le gambe sulla sdraio, chiudendo gli occhi e godendomi il sole -abbiamo una cosa in comune-.
Mi pento di quello che ho detto, un millesimo di secondo dopo. Che idiota, e chissà cosa pensa adesso di me.
-sei la prima persona che conosco ad avere paura dell'acqua- continua.
Sembra tranquillo.
-e tu sei il primo ragazzo che ammette una paura del genere- confesso.
-come vi siete conosciute tu e Sam?- riapro un occhio, in tempo per vedere Sam convincere Niall a farla tuffare dalle sue spalle.
-alle elementari. Ha dimenticato l'astuccio a casa ed io gli ho prestato la mia penna per farla smettere di piangere- spiego.
-amore a prima penna- ride.
-persa- spiego -non me l'ha più restituita- scoppia a ridere. Ed era bello.
Scuoto la testa e ritorno a chiudere gli occhi per godermi il sole.
-sei così bianca- di nuovo cerca di parlare.
-grazie?!- dico confusa. Non so se sia un complimento o meno.
-no- ride -intendevo, per essere una ragazza che vive a Miami, immaginavo la tua pelle più..scura- dice.
Lui immaginava la mia pelle, pensava me?
-fattelo un bagnetto- il mio cervello ci mette qualche secondo prima di captare che Niall e Louis mi stavano prendendo di peso per buttarmi in acqua.
-no- urlo, cercandomi di liberare. Mi lasciano scivolare dalle loro braccia e in poco tempo sono in acqua.
Sbraccio, cercando di riportarmi a galla. Mi arrampico alla prima cosa che mi capita tra le mani: un materassino a forma di papera, meglio di niente!
Sento delle risa, mentre mi asciugo la faccia per vederci di nuovo.
-Sooo- urla Sam, ridendo. Che c'è?
Mi indica qualcosa e quando mi giro noto che il pantaloncino che indossavo non era più al suo posto.
Divento più rossa di un peperone, muovendo i piedi sott'acqua nella direzione del pantaloncino che si era sfilato.
-allora sai nuotare- alzo lo sguardo al bordo piscina, dove mi trovavo mentre infilavo il pantaloncino.
Gli occhi color nocciola di Zayn mi fissano, gli angoli della bocca alzati in un mezzo sorriso.
-ho imparato a sopravvivere- sorrido -ma levami questo, e divento una foca- ride.
Mi sto letteralmente sciogliendo. Ma sarà il troppo caldo, sì sì.
-scusate- ci giriamo tutti verso Liam che tiene il cellulare tra le mani -qualcuno di voi conosce il Teatro Sunset?- chiede.
Io e Sam annuiamo -non è molto distante da qui- spiego.
-bene, sembra che avremo un concerto di beneficienza domani pomeriggio lì dentro- dice il ragazzo, per poi tornare all'apparecchio.
-venite anche voi?- mi chiede speranzoso Zayn.
Annuisco, ancora incantata dal colore dei suoi occhi così misteriosi.
 
 
 
CIIIIIIIIIIAO
bhè, come vi ho detto fino al 5° capitolo sono
già tutti scritti, basta una controllatina e li
posso pubblicare.
Che dire, nel secondo capitolo sono mancate le
recensioni, ma quando inizio una cosa sono determinata
a finirla. Quindi, con o senza recensioni, continuo :)
Poi se volete farmi contenta... ahahahah
 
Anyway, sto aggiornando oggi, perchè domani ho un esame
*incrocia le dita* e non so a che ora rientro a casa :)
 
Ps: non rompo più, ma vi va di passare da una mia storia 
a 4 mani? she's not afraid (sto per aggiornare anche)
E anche questa, One Day, è una nuova storia a 4 mani :)
 
Ciauuuu c:
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** One Thing. ***



*ho tentato di lanciare il pc dalla finestra perchè non caricava il banner..anyway...*
 
ONE THING
 
 
-come hai convinto la nonna a mandarti senza il cagnolino che ti viene appresso?- domanda Sam, al mio fianco, senza aver preso fiato.
-la verità- dico, alzando le spalle, pigiando sul campanello della villa -ho detto che andavamo a teatro-.
In parte, era una verità.
-ah- sibila Sam, prima che lo scattare del cancelletto non ci fa sobbalzare spaventate.
Non avevano nemmeno risposto al citofono.
Spingo il cancello, entrando nell'immensa villa. 
Al bordo piscina c'erano dei signori vestiti di nero e muniti di tubo e strani prodotti tra le mani: erano di sicuro gli addetti alla pulizia.
Mi giro, guardando la porta della villa aprirsi e mostrarmi Niall che ci aspetta con un sorriso sulle labbra.
-salve ragazze, entrate- ci fa accomodare, richiudendo la porta alle nostre spalle.
Come sempre, indossavo uno dei miei vestitini; ma per l'occasione, andava benissimo. Sam, al solito con i suoi jeans.
-ciao ragazze- un riccio sfreccia davanti a noi, con una giacca da smoking nera posata sul braccio -cinque minuti e siamo pronti- ci avverte.
Sorridiamo. Mica c'era fretta, avevamo ancora un'altra oretta prima dell'inizio del mini concerto.
-ragazziiii, ci sono Sophy e Sam. Muovetevi- urla Liam dal bordo della scala.
Sorrido, salutando anche Payne.
Dalla cima della scala, vedo una chioma scura, degli occhi cioccolato che puntano dritti nei miei. Sento più caldo d'improvviso.
Appoggia una mano sulla ringhiera della scala, e stando attento a non inciampare, comincia a scendere, sorridendomi.
Si, eravamo in due sulla porta a guardarlo, ma qualcosa diceva che i suoi occhi stavano fissando solo me.
Qualcuno bussa alla porta alle nostre spalle, facendomi trasalire: ero andata completamente in trance.
-apro io- la voce di Louis proviene dalla cucina, quando dopo pochi secondi è davanti a noi, e dopo averci salutato, apre la porta curioso.
-scusate ragazzi, c'era qualcosa che intoppava la piscina, e quando abbiamo provato a stapparlo con la pompa, ha sparato della melma dappertutto- dice un uomo grassotto, vestito di nero e ricoperto per metà da una strana materia marroncina.
-e..- lo incita Louis a continuare. Di sicuro ci sarebbe stato l'addetto a pulire tutto quel casino al posto loro.
-e una delle due macchine parcheggiate, è completamente infangata- gli occhi di Louis per poco non escono dalle palpebre.
-cosa?- chiede stupito.
-ci scusi- l'uomo, abbassa la testa.
Alzo un sopracciglio, curiosa di sapere quale fosse stata la reazione del ragazzo.
-avanti, abbiamo ancora un'ora- ci giriamo verso Zayn, intento a fissare l'orologio che porta al polso -visto che sono pronto, posso portarla al lavaggio a monete- dice, alzando lo sguardo su Louis.
-io ancora devo finire di prepararmi- si lamenta il ragazzo al mio fianco.
-possiamo andare noi- lo avverto, cercando di non farlo innervosire più di quanto non lo fosse già -tu sei d'accordo?- confido in Sam.
-io direi di..- un urlo ci fa guardare preoccupati.
-che è successo, Niall?- urla Louis affacciandosi alle scale.
-mi sto soffocando con la cravatta- urla il biondo in risposta.
Ridiamo silenziosamente.
-sono brava con i nodi, vado a dargli una mano- dice Sam, salendo il primo scalino.
-e al lavaggio?- chiedo io, anticipando il moro.
-potete andare voi due- i suoi occhi cadono prima su me, poi su Zayn.
Già, solo io e lui.
-va bene- risponde Zayn, voltandosi a camminare verso la sala principale -prendo le chiavi e arrivo- mi avverte.
Louis si allontana velocemente, mentre Sam mi fa un occhiolino -vai tranquilla- mi incita, sorridente.
Un urlo da parte del biondo richiama la nostra attenzione -arrivo- lo avverte Sam, salendo le scale.
-andiamo?- mi chiede Zayn, spingendomi fuori casa.
Lo seguo fino alla range rover, l'auto in questione, aspettando che la aprisse.
Quando l'auto si apre, faccio un pò di fatica prima di aprire lo sportello per colpa della melma presente su la maggior parte della superficie.
Richiudo lo sportello, sorridendo al ragazzo al mio fianco che non tarda a mettere in moto.
-senti, so che è una richiesta un pò strana..- mi giro, notando il suo imbarazzo nella voce -però, non è che potresti abbassarti questi cinque minuti mentre usciamo? Sai, voglio evitare falsi gossip- dice, grattandosi il capo.
Bhè, in effetti nemmeno io avevo tanta voglia di finire su un giornale con storie montate.
-certo- sorrido, lasciando perdere la cintura che stavo per mettere.
Il ragazzo schiaccia il telecomando, facendo un cenno alle guardie di stare attenti alle troppe persone presenti davanti al cancello di casa loro.
-adesso- mi dice, chiedendomi scusa con lo sguardo.
Mi abbasso, aspettando il suo cenno di potermi rialzare.
L'auto si muove lentamente, sento il tremolio e trattengo il fiato preoccupata: e se qualcuno mi notasse al suo fianco in questa posizione? Quello sì che sarebbe un bello scoop!
Per fortuna, dopo una manciata di secondi mi da il via libera di rialzarmi. Mi passo la cintura alla vita.
-non ci voleva- dice lui, quando il semaforo allo stop diventa rosso.
-stai tranquillo, il teatro non è tanto lontano- cerco di rassicurarlo -e nemmeno il lavaggio a monete- lo avverto, sapendo che nemmeno lui sapesse dove andare.
Mi sorride, accendendo la radio.
La canzone di Olly Murs risuona sulla macchina. Mi lascio trasportare boccheggiando le parole.
-puoi cantare- sorride lui, ingranando la marcia una volta scattato il verde.
-davvero rischieresti di farmi rompere i finestrini dell'auto?- chiedo, prendendolo in giro. 
Aumenta le risa, e sorrido nel vederlo felice.
-e comunque, devi girare qui e poi la seconda a destra. C'è un lavaggio- lo avviso, tornando a guardare fuori e canticchiando mentalmente.
-trouble troublemaker yeah, that's your middle name, oh oh oh- mi volto, sentendo una voce nuova.
Lo vedo muovere le labbra insieme alla canzone. Ha una bella voce, nel complesso è perfetta.
-canta anche tu- solo allora, mi rendo conto che lo stavo fissando in continuazione, e lui se n'era accorto perchè sorrideva.
-non ci tieni per niente a quest'auto, eh?- chiedo, ridendo.
Sorride anche lui -non è nemmeno mia- risponde, scherzando.
-lascia perdere- evitiamo il discorso di cantare -devi girare qui- gli indico l'enorme insegna col pesce rosso.
Il ragazzo fruga in tasca, uscendone qualche spicciolo, si avvicina ad un ragazzo intento a strizzare una pezza piena d'acqua ed abbassa il finestrino.
-mi aiuti con le spazzole?- gli indica le spazzole del lavaggio.
Il ragazzo annuisce e gli chiede prima le monete, poi gli spiega come posizionare l'auto sul macchinario.
Slaccio la cintura, pronta a scendere, quando l'enorme mano di Zayn mi blocca, facendomi alzare lo sguardo curiosa.
-che stai facendo? Non dobbiamo scendere- mi spiega.
Ah..
Lascio perdere la cintura e mi zittisco quando spegne l'auto.
Cala un silenzio, interrotto a momenti dal fastidioso rumore delle spazzole che sbatteva contro il cofano dell'auto.
-e se ci schiaccia?- chiedo preoccupata. 
Insomma, sei rinchiusa in una scatola metallica mentre delle enormi spazzole ti sbattono addosso. E se un vetro si rompe?
-tranquilla, non è mai successo nulla- mi rassicura lui al mio fianco.
Sfila il cellulare dalla tasca, leggendo velocemente qualcosa sullo schermo.
-dice Harry di vederci direttamente al teatro, loro già stanno cominciando ad andare per tranquillizzare i manager- dice poi, riposando il cellulare in tasca.
Annuisco, cacciando un urlo quando qualcosa urta contro l'auto.
-tranquilla- lo sento ridere, mentre appoggia la sua mano sulla mia -è il getto dell'acqua- strizzo gli occhi, impaurita.
Odiavo quel posto.
-e poi ci sono io con te- conclude.
Non posso mentire dicendo che con quell'affermazione le mie guancie non hanno preso un colore diverso. Sentivo sempre più caldo.
Di nuovo le spazzole rotolano sull'auto, facendola tremare.
-why does it feel so good but hurt so bad, oh oh oh, my mind keeps saying- riconosco la canzone di Olly, ma la voce è quella di Zayn.
Le sue dita picchiettano la mia mano, giocherellando a ritmo di musica.
Mentre lui canta, mi sento anche più rilassata. Dovevo ringraziarlo.
Mi metto seduta meglio sul sedile, evitando il suo sguardo e fissando fuori le spazzole fare il loro ultimo giro.
Le sue dita ancora girano sulla mia mano.
-dai, canta con me- tenta lui, facendomi girare verso di lui.
Mi sorride, mentre i nostri occhi si incatenano.
-vuoi morire affogato?- gli ricordo il mio talento da spaccavetri.
Ride di gusto.
 
 
*  *  *
 
 
-terra chiama Sophy, ti hanno rapito gli alieni?- Sam, mi riporta alla realtà schioccando le dita davanti al mio viso -ma che ti è preso?- chiede una volta che scuoto la testa, ritornando sulla terra.
-niente- dico, smettendo di guardare il maxi schermo che avevamo davanti.
I manager non ci avevano permesso di mettere piede nel backstage per il semplice motivo che c'erano fin troppi paparazzi. Qualcuno avrebbe fatto la sua ipotesi, finta, creando un'impossibile storia d'amore.
Già era stato abbastanza difficile entrare di nascosto nel teatro, in quanto fossimo con due macchine separate.
Però, invece di buttarci fuori, o metterci in qualche fila in fondo il teatro, ci avevano permesso di rimanere nel camerino dei ragazzi a guardare l'esibizione.
Il motivo del mio trance?
Bhè, la voce di Zayn.
Aveva cantato in auto solo per me, solo per farmi rilassare; ma una volta sul palco diventava un'altra persona, capace di farti sognare ad occhi aperti. Aveva una voce che ti portava in un mondo parallelo, dove non c'era bisogno di sognare.
-vuoi dirmi che ti prende? è due ore che pensi ad altro e non ti concentri sul concerto- mi rimprovera Sam, sbuffando.
In realtà io lo stavo guardando, solo che ero troppo concentrata su un'unica persona. Ma perchè?
-non fai altro che pensarlo- sobbalzo sul posto, per la strana idea della mia amica.
-non è vero- rispondo, ridendo nervosamente.
Stringe gli occhi a due fessure -non ho nemmeno fatto il nome- mi riprende, ridendo.
Mi sono appena messa nei casini.
-stavi parlando di Jus..- la porta si spalanca, interrompendomi.
Immediatamente, io e Sam ci voltiamo spaventate.
Cinque bellissimi ragazzi entrano nella stanza; Louis e Niall si buttano sul divano posto vicino a quello dove sono seduta io, Harry si siede sul bracciolo accanto a me, Liam spegne la tv e Zayn si allontana verso il frigo.
-piaciuto?- chiede Harry, guardandomi dall'alto.
Annuisco, sorridendo.
-ma se non hai guardato quasi nulla- mi volto verso Sam, sbarrando gli occhi -cioè, hai fatto la scema tutto il tempo ballando come una pazza- nella stanza si alzano delle risate.
Salvata in calcio d'angolo!
-bhè, mi sono divertita parecchio. Era da tempo che non mi succedeva- ammetto.
-oh, ma il bello viene adesso- fisso il biondo, non capendo -andiamo ad una festa stile one direction- finisce, posando le sue labbra sulla bottiglietta che Zayn gli aveva passato.
-ne volete un pò?- ci chiede poi, mostrandoci una bottiglietta.
Nego con la testa, rimanendo fissa a guardare ogni parte del suo viso muoversi quando anche lui si porta la bottiglietta alla bocca.
Forse una festa è l'ideale.

 

BOOOOOOOOOM
scusate çç giuro che questo ritardo non avverrà
mai più.
Anyway, non voglio scrivere i miei soliti poemi nello
spazio autore, quindi vi dico GRAZIE  a tutti, 
siete bellissime e adoro le vostre recensioni :)
Maaa, la storia vi piace? fatemi sapere c:
 
Volete morire di diabete? Passate da questa mia os 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Last First Kiss. ***



 
LAST FIRST KISS.
 
 
Varchiamo il cancello aperto, entrando nell'enorme villa da dove proveniva una musica a tutto volume.
La casa era sul mare, conoscevo quel posto, ma non l'avevo mai frequentato.
I ragazzi ci fanno camminare al loro fianco, mentre continuano a sorridere e ricambiare il saluto della gente attorno a noi. 
La maggior parte dei presenti ha tra i 18 ed i 25 anni, credo. Non sembra esserci qualcuno più grande.
Sembra una normale festa adolescenziale, se non per qualcosa che attira la mia attenzione.
-cos'è quello?- chiedo, indicando un ragazzo che ha qualcosa piastricciato sulla faccia.
Zayn, al mio fianco, sorride -adesso vedrai- mi rassicura.
Ci fanno entrare per prima nella casa.
-ragazzi- urla uno, felice di vederli, venendo dalla nostra direzione -pensavo non arrivaste più- dice poi, abbracciandoli uno ad uno.
-impossibile, amico- dice Niall, l'ultimo a scambiarsi il saluto -un mini concerto improvviso- spiega.
-lo so, sono io il vostro batterista- gli lascia un pugno giocoso.
-bella baracca- scherza Louis, alzando gli occhi per osservare la casa.
-si, io lavoro e vedi quello che si comprano i miei con la mia paga?- risponde, ridendo. 
Gli occhi castani del ragazzo finiscono prima su me e poi su Sam -avete già rimorchiato?- chiede poi, portandosi la bottiglia di birra alla bocca.
-ehm..no- si intromette il riccio -sono nostre amiche, le abbiamo portate noi-.
-oh- sibila quello -io sono Josh, il loro batterista e il proprietario di questo ben di Dio- si pavoneggia, presentandosi.
Tzè, casa mia è tre volte più grande di questa.
Oh cielo, ma l'ho pensato davvero?
-io sono Sam e lei e Sophy- ci presenta la mia amica, quando nota il mio silenzio improvviso.
Il ragazzo tiene ancora gli occhi puntati nei miei -piacere- dice poi, portando di nuovo la birra alla bocca.
-vieni- Zayn mi distrae -ti faccio vedere di cosa si trattava quello che aveva sul viso quel ragazzo- lo seguo nella casa.
Mi giro in tempo per notare che i ragazzi erano rimasti lì e Sam, notando il mio sguardo interrogativo, mi indica con la testa il riccio al suo fianco. Cosa voleva fare?
-vieni- la mano di Zayn si intreccia alla mia, quando mi tira in mezzo alla folla di ragazzi che ballano dentro casa.
La musica è assordante, ma i miei occhi cadono sulla dita di Zayn ancora posizionate tra le mie, mentre con forza mi tira chissà dove.
Non voleva perdermi d'occhio. Sì, è per questo che aveva unito le nostre mani.
Mi sorride, quando con difficoltà oltrepassiamo il centro della pista -ecco qui- mi affianco a lui, di fronte ad un tavolo pieno di latte.
-cosa sono?- cerco di sbirciare. Ma il buio, causato per lasciare le luci della palla da discoteca riempire la stanza, non mi aiuta più di tanto.
Zayn lascia la mia mano, immergendola in qualcosa di liquido, poi due dita si posano sulla sua guancia colorandola ogni volta che le luci gli sbattevano addosso.
-ho capito- esclamo meravigliata -pittura fluorescente- dico.
Annuisce, immergendo di nuovo la mano e stampandomela sul naso. Ride.
-Zayn- lo riprendo ridendo. Faccio il suo stesso gesto ed immergo una mano, stampandogli due dita sull'altra guancia -ora sei perfetto- dico, fissando i suoi occhi.
Il cuore sembra prendere velocità.
-vu..vuoi ballare?- mi chiede, abbassando lo sguardo dopo qualche secondo di silenzio.
Mi ero sentita nel nulla per una manciata di secondi. Cosa mi stava succedendo?
Annuisco -finisco di prepararmi- infilo due dita nella vernice, disegnandomi due linee su entrambe le guance.
Sorrido e lo seguo verso la pista.
A pochi passi da noi ci sono gli altri, qualcuno ha tra le mani qualche ragazza, oltre Sam. Ci blocchiamo vicino quasi vicino a loro, cominciando a ballare anche noi a tempo di musica.
Dire che mi sento in imbarazzo è poco: forse le guance stanno andando a fuoco perchè Zayn continua a sorridermi, oppure perchè le sue mani sbattono di tanto in tanto sul mio corpo, e perchè no...la sua maglia stretta lascia il via libera alla mia immaginazione.
Dopo il concerto si erano cambiati. L'avevo visto senza maglia, senza camicia, senza nulla che potesse coprirgli il fisico perfetto.
Aveva tanti tatuaggi sul corpo, ma giuro che la cosa che mi aveva colpito di più era stato il sorriso che aveva fatto una volta messo il nuovo abbigliamento. Forse si era accorto che ci stavo sbavando sopra.
Ma serio? Perchè continuavo a pensare in quel modo?
-stai bene?- urla al mio orecchio, per capire cosa non andava.
-si- urlo di rimando, sfoggiando un sorriso e cercando di convincerlo -sento solo un pò caldo- gli spiego, sventolando le mani davanti al mio viso.
-vuoi prendere qualcosa da bere per rinfrescarti?- chiede, avvicinandosi ancora una volta al mio orecchio per farsi sentire.
-no, non ho sete- rispondo. Ed era vero.
-vuoi uscire a prendere una boccata d'aria? non hai una bella cera- bhè, forse non era una brutta idea.
-magari- rispondo, fermandomi dal ballare.
Il mio non era un vero e proprio ballare, e se si poteva evitare, era anche meglio!
Faccio cenno a Sam della mia momentane assenza dovuta al troppo caldo, ma il riccio la prende per una mano facendogli fare una giravolta. Almeno sono al sicuro che si trova in buone mani. In più, sorride anche.
Usciamo sul retro dell'enorme villa, anche lì c'è gente che balla.
E' più buia in confronto al lato apposto della casa, ed in più c'è gente ubriaca sdraiata sul pavimento, qualcuno che si sbaciucchia tranquillamente su delle sdraio o sugli scalini, altra invece chiacchiera tranquilla sulla veranda.
-vuoi scendere in spiaggia?- mi chiede Zayn, facendomi voltare verso lui -sai, qui non si può stare tranquilli- con la testa mi indica due che ci danno dentro sul serio.
Sbarro gli occhi facendolo ridere -credevo ci fossero delle camere in questa casa- scherzo, seguendolo verso la spiaggia.
Camminiamo silenziosamente, fino alla riva del mare.
Respiro a pieni polmoni una volta che si ferma davanti a me. Si siede sulla sabbia.
Tolgo le ballerine, e mi metto vicino a lui, fissando davanti a noi il mare calmo. La musica arriva leggera a quella distanza.
-che pace- sussurro, cercando di non essere una rompiscatole.
-già- risponde lui.
Con la coda dell'occhio, cerco di capire cosa fa: se ne sta seduto, tenendosi stretto le gambe al petto, lo sguardo fisso ancora sul mare.
-piaciuta la festa?- mi chiede.
Mi volto e lo noto sorridente. La luce della luna lo fa anche più bello di quanto non lo sia già di suo.
-si, soprattutto questo particolare- gioco con la vernice che ancora colora il suo viso. Sorride al tocco.
-mi hai fatto il solletico- si giustifica lui. Sorrido anche io.
-io lo soffro anche, ma nei fianchi- ammetto, continuando a piastricciargli la faccia con la vernice.
-ah si?- dice lui, fermandomi per il polso -intendi così?- non ho il tempo di capire la sua affermazione, che le sue mani finiscono sui miei fianchi. Mi sento costretta ad appoggiare la schiena sulla sabbia, contorcendomi, nel vano tentativo di liberarmi.
-Zayn..- lo richiamo, inutilmente -non vale- dico, con voce buffa. Sento le lacrime minacciare la loro uscita. Lacrime di felicità -ti prego- lo imploro, ormai con i muscoli dello stomaco doloranti.
-oppure?- chiede lui divertito, sistemandosi meglio sul mio corpo, senza togliere le mani dai miei fianchi.
Sbuffo. Almeno aveva finito con la tortura.
-oppure ti immergo la testa nella vernice gialla, e sotto le luci diventi un super sayan- aggrotta la fronte, scrutandomi per bene qualche secondo.
Ho detto qualcosa di sbagliato?
Scoppia a ridere, prendendomi alla sprovvista. Si siede sul mio bacino, lasciandomi andare i fianchi per sbattere le mani e buttare la testa all'indietro. Sembrava davvero divertito.
-che c'è?- chiedo non capendo.
-tu..dragon ball..- altre risate.
-Zayn- lo richiamo, evidentemente scocciata. Cosa avevo detto di male?
Con una forza che nemmeno credevo di avere, lo spingo, facendo aderire la sua schiena alla sabbia. Mi tira appena in tempo con una mano, facendomi cadere addosso al suo corpo. I nostri visi sono pericolosamente vicini.
Smette di ridere, mordendosi il labbro inferiore mentre con gli occhi sembra mangiare le mie.
La sua mano sfiora il tessuto del mio vestitino lungo tutta la schiena. I brividi non tardano arrivare.
-Zayn- mormoro sottovoce. 
La sua mano arriva sulla mia testa, premendo e facendo combaciare le mie labbra alle sue.
Dopo una manciata di secondi, presa inaspettatamente, decido di ricambiare il bacio.
La sua lingua entra nella mia bocca, girando e cercando la mia. Le sue mani continuano a premere sulla mia testa, quasi per paura che potessi staccarmi da un momento all'altro.
I nostri corpi rotolano sulla sabbia, fino ad invertire nuovamente le posizione. Mi ritrovo con le gambe aperte e lui in mezzo che continua a baciarmi con foga.
I nostri bacini si strofinano sempre di più, facendomi notare una terza presenza tra noi. Evito di pensarci, mentre continuo a scambiare il suo sapore col mio, con piacere.
Ci stacchiamo solo per riprendere fiato. Trattiene il suo peso sui gomiti, mentre le sue dita formano dei boccoli ai miei capelli. Mi sorride senza staccarmi gli occhi di dosso.
-ehm..forse è meglio ritornare dagli altri- dico, non trattenendo più la vergogna che stavo provando in quella posizione.
-oh..si- scatta in piedi, porgendomi una mano per farmi alzare.
Cominciamo a camminare, ritornando alla villa.
-cominceranno a tartassarci di domande- penso a voce alta.
-sarà difficile spiegare la presenza della sabbia nei miei boxer- si muove in modo strano, cercando di liberarsi dai granelli di sabbia finita in posti poco simpatici.
Rido, seguito dal bellissimo ragazzo al mio fianco.
Cosa era successo?
 



 
 
BONSOIREEEEEEEEEE
jsad non vedevo l'ora di mettere questo capitolo
AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH
scusate, sono troppo felice, visto che fino a maggio
non avrò esami AAAAAAHHHHHHHH
Well, facciamo i seri..si, come no lol
 
Va bhè, oggi non vi scollerete da me OuO
Tutto bene? A me si jsahdj basta lollino
Anyway, che ne pensate? La storia può continuare?
Aspetto le vostre recensioni :)
PS: dovevo aggiornare oggi, ma sono appena 
rientrata a casa e sto collassando dal sonno lol
PPS: passate da questa mia OS? ci tengo tanto :)
il ragazzo perfetto.
 
 
 

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Capitolo 7
*** Change My Mind. ***




CHANGE MY MIND
 
 
-ecco le patatine- annuncia Niall entrando in sala con due immense ciotole, seguito da Sam con in braccio delle bibite.
Posano il tutto sul tavolino davanti la tv, cercando un posto libero per vedere il film che avevamo scelto.
Mi ritrovo schiacciata tra Harry e Zayn. Imbarazzante.
Sfilo le scarpe, salendo i piedi tranquillamente sul divano.
-fai come se fossi a casa tua- scherza Louis.
-l'ho già fatto- rispondo, uscendogli la lingua e facendo ridere gli altri.
-ssssssh, sta iniziando- sventola una mano Niall seduto sul tappeto.
-si, ma passa i popcorn anche qui- lo ammonisce Zayn, fregandogli la ciotola che già si era sequestrato.
Rido, infilando la mano nella ciotola per prenderne un pugno.
-secondo me, qui nessuno scopa- si lamenta Louis seduto al fondo del divano, mentre continuava a messaggiare con qualcuno.
-e stai zitto- lo rimprovera Liam -tu una ragazza ce l'hai, una stanza da letto pure...vuoi le istruzioni?- chiede.
Ridiamo ancora, guardando la scena tra i due e lasciando perdere per i primi minuti il film appena iniziato.
-almeno la mia ragazza non è un barboncino- risponde l'altro, ondeggiando la testa.
Mi volto verso Zayn -hanno delle fidanzate?- mi fissa negli occhi, per poi annuire.
-si, Danielle ed Eleanor. Ma tra le ragazze non corre buon sangue- mi spiega, sorridendo.
Mi volto verso i due che finalmente avevano smesso di prendersi a parole, pur di difendere le proprie ragazze.
-ma tranquilla- mi volto di scatto, quando la voce di Zayn soffia sul mio orecchio -loro lo fanno solo per gioco- mi rassicura.
Annuisco, immergendo poi la mano nella ciotola. Meglio tapparsi la bocca con qualcosa.
Il film inizia seriamente. Qualche popcorn vola sopra la mia testa di tanto in tanto, quando Louis sbuffando mormorava sul film noioso che aveva scelto Niall.
Il biondo, seduto sul tappeto sembrava davvero interessanto. Tanto era concentrato che ad un certo punto aveva quasi morso il dito di Sam scambiandolo per un popcorn.
Il braccio di Harry era appoggiato sul divano, poco sopra la mia testa. Era un gesto fatto involontariamente; dopo quella sera al parco giochi, non mi aveva considerato più di tanto. Anzi, mi era sembrato che i suoi occhi cercavano sempre Sam. 
Ma forse era solo una mia impressione.
La risata generale improvvisa, mi fa sobbalzare. Non ero rimasta attenta al film negli ultimi minuti e per fingere di seguirlo ancora, infilo una mano nella ciotola di popcorn sfiorando qualcosa. La mano di Harry.
-scusa- mormoro, uscendo la mano velocemente, colpendo in pieno viso Zayn col gomito. Le sue mani coprono il naso, gettando la testa all'indietro: ce l'avevo proprio come vizio picchiare quel povero ragazzo.
-oddio, scusa- cerco di vedere se tutto fosse apposto.
-tranquilla, è solo un pò di sangue- dice il moro con voce nasale.
Di nuovo! Mi sembrava di rivivere qualche giorno prima, quando però non avevo potuto fare nulla per aiutarlo.
-avete del disinfettante?- mi volto verso gli altri.
Liam annuisce -nel cassetto di ogni bagno delle nostre camere- mi spiega.
Bhè, era interessante la spiegazione di Liam. Peccato che non sapevo nemmeno dove fossero le loro camere.
-ti faccio strada- sussurra Zayn, alzandosi dal divano, tenendo la testa buttata all'indietro.
Lo seguo verso le scale, aiutondolo a salire senza inciampare sugli scalini e magari farsi più male. Sono la solita distratta.
-stai tranquilla, può capitare- cerca di tranquillizzarmi, una volta arrivati al primo piano.
-sì, una volta- dico convinta. Stavo cercando di ucciderlo?
Apre una porta sicuro, entrando e facendosi strada con una mano.
Mi osservo in giro, scorgendo una stanza abbastanza ordinata, un letto messo in mezzo alla stanza, una scrivania, un pc posato sopra, accanto qualche libro o qualche fotografia, un enorme armadio.
-qui c'è il bagno- mi indica una porta, facendomi scattare in avanti.
-siediti sul letto, prendo io la valigetta- lo avviso, tirandolo per la maglietta prima che potesse fare tutto lui.
Si accomoda sul letto, mentre io apro la porta: anche lì tutto era sistemato.
Sorrido notando la quantità di bombolette di lacca o vasetti di gel presenti sul lavandino.
Abbasso lo sguardo sui cassetti, aprendo il primo. Sbarro gli occhi, richiudendolo con forza.
-tutto bene?- mi chiede Zayn dalla stanza.
-si- rispondo secca, guardando il mio riflesso nello specchio. Perchè quel cassetto sembrava un distributore di preservativi?
Ne aveva più lui, che una macchinetta per le strade.
-terzo cassetto- mi avvisa. Forse aveva capito il mio ritardo, ma soprattutto il mio gesto rumoroso di qualche secondo prima.
Apro il giusto cassetto, uscendone la valigetta, per poi tornare nella stanza.
Mi siedo sul letto, accanto a Zayn, aprendola e prendendo del cotone e del disinfettante.
Mi alzo, mettendomi tra le gambe del ragazzo, spostandogli le mani davanti al naso. Del sangue cola fino le labbra.
A quanto pare non gli avevo solo fatto male al naso. Una piccola spacca rigava il suo labbro.
-brucerà un pò- lo avverto prima di posare il cotone bagnato sul labbro superiore.
Gli occhi di Zayn si chiudono saldamente, gemendo di dolore. I pugni stringono forte le coperte del letto.
-scusa- cerco di fare il più piano possibile per non fargli più male. Pulisco anche la scia di sangue presente tra il naso e la bocca del moro.
Continuo a picchiettare piano, fin quando gli occhi di Zayn non si riaprono, fissandomi.
-che c'è?- chiedo divertita. Lo vedo più rilassato.
-sei..carina, così- dice.
-grazie- sorrido.
Le braccia di Zayn circondano le mie gambe, stringendomi di più al suo corpo.
-Zayn- lo richiamo tra le risa -fammi finire- lo rimprovero ancora.
-mi hai fatto la bua- scherza, spostando la testa quando tento di disinfettargli ancora una volta il labbro -basta, non gocciola più- mi blocca per un polso.
-Zayn- volevo finire il mio lavoro.
-guarda, è tutto apposto- alza il viso, facendomi vedere ormai il mio lavoro portato al termine -possiamo tornare a quello che stavamo facendo prima?- mi chiede sorridendo.
Sospiro -okay, fammi posare tutto nel bagno e scendiamo a finire di guardare il film- lo avverto, cercando di divincolarmi dalle sue braccia.
-ma io non dicevo questo- si imbroncia -io intendevo farci qualche coccola- mi sorride.
Lo guardo confusa -ma tu hai detto di tornare a fare quello che stavamo facendo prima, e noi non ci stavamo coccolando- sento le guance andare a fuoco solo alla parola.
-ma nella mia testa sì- mi tira con forza sul letto, facendomi ridere come una bambina.
-non ci provare- lo minaccio quando cerca di farmi il solletico.
L'ultima volta era finita male. O bene.
-va bene- scherza, per poi lo stesso iniziare a farmi il solletico.
Sono costretta a contorcermi su me stessa per cercare una via di fuga. Grazie al mio esile corpo, riesco a scivolare dalla sue grinfie. 
Comincio a correre per la stanza, ridendo, seguita dal moro. L'essere scalza mi aiuta molto, visto che riesco a salire e scendere senza problemi anche dal letto morbido.
Qualcuno apre la porta -ti fermi qui a pranzare?- chiede Louis, sul ciglio della porta.
-si- risponde per me Zayn.
Mi andava di pranzare con loro. Avrei detto alla nonna che mi sarei fermata da Annabel, un'amica di famiglia.
La porta si richiude, quando due braccia riescono ad avvitarsi attorno al mio corpo finendo la corsa estenuante che avevamo intrapreso.
-sei mia- sussurra, prima di buttarmi sul letto con poca delicatezza.
Ridiamo.
 
*  *  *
 
 
-dov'è Zayn?- chiedo entrando il cucina.
Dopo il pranzo mi sentivo stanca; Zayn mi aveva chiesto se mi andava di riposarmi insieme a lui. Anche se all'inizio ero un pò titubante sulla risposta, alla fine avevo ceduto.
Era scappato qualche bacio, ma non ci facevo più di tanto caso, mi piacevano quel tipo di attenzioni. Sempre se così possono essere definite.
-sul retro- risponde il riccio, sistemandosi con la testa sulle gambe di Sam. Forse non avevo notato male tra i due.
Esco sulla veranda sul retro della casa, notando in lontananza Zayn giocare con lo skate.
Quando alza lo sguardo, mi nota, sorridendomi.
Ricambio, avviandomi al ragazzo.
-forte- dico una volta vicina al moro -sai fare skate?- chiedo, anche se la risposta era ovvia.
-me la cavicchio- dice, spostando la tavola con un solo piede -ci sei mai salita?- mi chiede.
La domanda mi prende alla sprovvista -veramente no, ma sarebbe bello provarci, un giorno- sottolineo l'ultima parola. Non volevo salirci adesso.
-dai, ti insegno io- allunga una mano, aspettando che io l'afferrassi.
-ho detto un giorno- gli ricordo, sorridendo.
-quel giorno è appena arrivato- mi sorride -dai- mi incita.
Mi muovo verso Zayn, che mi lascia libera la tavola -posa un piede qui, e uno lascialo sull'asfalto- mi spiega, passandomi dietro la schiena e posando le mani sui miei fianchi.
Faccio quello che mi aveva detto, seguendo alla lettera le sue parole.
-oh, cielo..e se casco?- chiedo sentendo lo skate muoversi sotto il mio piede.
-ci sarò io a prenderti prima che tu possa toccare terra- mi rassicura -vai- mi aiuta a salire con entrambi i piedi sulla tavola.
-Zayn- lo richiamo, però ridendo. Era strano, ma era bello fare qualcosa di diverso ogni tanto.
-vai così, ti spingo io- finalmente gli lascio il braccio con cui mi tenevo salda, mentre le sue mani si allentano dal mio bacino, segno che mi avrebbe lasciato a momenti.
-no, Zayn- lo richiamo quando finalmente mi lascia andare sola.
Sento lo skate andare per conto suo, ed in ogni caso non sapevo nemmeno come si frenava -aiuto- quasi urlo, prima di perdere l'equilibrio.
Sento la mano di Zayn prendermi, prima che potessi cadere a terra. Ma per la troppa forza che avevo usato, non riesce a tenerci entrambi, così cadiamo: io sulla stradella, lui su di me.
Ridiamo come bambini; non capitava tutti i giorni ritrovarsi in continuazione un ragazzo sul tuo corpo. Almeno, a me non succedeva mai.
Mi sistema una ciocca di capelli finita sul viso, posandola dietro un orecchio e fissandomi dritta negli occhi -va tutto bene?- si accerta.
-mmh, si- rispondo -sono stata meglio, però- lo tranquillizzo.
Si morde il labbro inferiore, prima di spezzare la piccola distanza che c'era tra i nostri visi.
Nel mio stomaco esplodono diverse emozioni, tutte insieme.
La lingua di Zayn continuava a sbattere sulle mie labbra, come ad incitarmi a schiuderle. E così faccio.
Il suo sapore si mischia al mio, mentre il ragazzo si sistema meglio su di me, facendomi aprire meglio le gambe.
Le sue mani scorrono lungo i miei fianchi nudi, grazie alla maglietta alzata di poco durante la caduta.
Si stacca, leccandosi le labbra e sorridendomi.
-scu..- stava per parlare, quando viene interrotto.
-Zayn, dove sei?- alziamo entrambi la testa verso la veranda, da dove proveniva una voce femminile. Ma non era quella di Sam.
-cazzo, Perrie- fisso la mascella del moro che d'improvviso era diventata rigida.
Si alza di scatto, aiutandomi a fare lo stesso -sono qui- annuncia poi, richiamando chi l'aveva chiamato.
Chi era Perrie?
La ragazza dai capelli rosa si avvicina velocemente a noi, sfoggiando un sorriso quando nota Zayn al mio fianco.
-amore- urla, prima di buttarsi sulle labbra di Zayn.
Sbarro gli occhi, non per il gesto che aveva appena fatto, ma per come l'aveva chiamato.
Amore?
 

 
SAAAAAAAAAAALVE
mi scuso se non aggiorno praticamente da...
una settimana? D:
Oh mio Dio, non pensavo così tanto tempo lol
Però...mi sono fatta perdonare, giusto? *faccia da cucciolo*
Bhè, che ve ne sembra del capitolo? Io lo amo sjdhka
mi rispecchia molto questo genere così sdolcinato askhdka
Well, cosa succederà ora? ZA ZA ZAAAAAAAAAAAAAN(?)
Lo scoprirete nel prossimo capitolo, che non so quando arriverà
lol ahahaha
 
ps: se volete, passate da questa mia altra storia (she's not afraid)
non ve ne pentirete c:
pps: ho scritto una os, diversa dal mio solito genere, però
ci tengo molto c: (moments)
 
Ciauuu :)
 
Nel mio profilo trovate tutti i contatti, se volete chiacchierare
io sono sempre disponibile OuO

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Capitolo 8
*** Same Mistakes. ***




SAME MISTAKES
 
 
-ho parlato con Annabell, stamattina- il sangue mi si gela nelle vene, quando la nonna entra nella mia stanza.
Fingo di non aver capito e continuo ad allacciarmi le converse bianche.
-mi ha detto che la Francia è davvero bella- sbarro gli occhi, cominciando a sentire le gambe tremare.
Rialzo lo sguardo dal pavimento, sorridendo a mia nonna -sì, me l'ha detto Lenah, sua cugina- cerco di non far notare la mia ansia.
Odiavo mentire alla mia famiglia, ma odiavo di più il fatto che non potessi essere una normale ragazza della mia età. E poi, come avrei potuto spiegare che ero stata a casa di sconosciuti? Per mia nonna, chiunque non conoscesse, era un possibile assassino.
-mettiti qualcosa di decente- mi rimprovera quando mi alzo dal letto -che figura ci facciamo?- dice poi, incrociando le braccia al petto.
-nessuna figura, nonna- rispondo, avviandomi al bagno della stanza -è che mi sono scocciata di indossare solo vestitini- ammetto. Ed in parte era vero.
La sento mormorare sottovoce, poi la porta viene sbattuta con forza.
Sospiro, guardando il mio riflesso nello specchio: gli occhi sono attornati da un filo di nero, segno che quella notte non avevo dormito tanto, o meglio, non avevo dormito bene.
Apro il rubinetto, sciacquando il viso per togliere possibili tracce di stanchezza e delusione.
Mi asciugo il volto con una tovaglia bianca ed esco dalla stanza, notando il cellulare lampeggiare sul comodino accanto al letto. Mi affretto a sbloccare la tastiera per leggere il contenuto del messaggio che era arrivato.
 
'Cinque minuti e parto, vuoi che ti venga a prendere io?'
 
Sbuffo, maledicendomi mentalmente per quando non so tenere la boccaccia chiusa.
Il giorno prima, quando tutto mi sembrava che la mia vita andasse a gonfie vele, avevo chiesto a Zayn se voleva venire con me alla mostra di fotografia che si sarebbe tenuto all'Empire State, vicino casa loro. 
Non sapendo che il ragazzo avesse già una fidanzata da qualche mese..
Ci ero rimasta malissimo quando con un sorriso nervoso me l'aveva presentata. Perrie, era questo il suo nome.
E' una bella ragazza, niente da dire, ma dovrebbe aprire di più gli occhi. Chissà quante persone, come me, erano cascati nella trappola di Malik.
 
'Allora, che faccio?'
 
Il telefono che vibra mi riporta alla realtà.
 
'Vengo da voi, così andiamo insieme.'
 
Rispondo velocemente, prima di infilare il cellulare in tasca del pantaloncino ed uscire dalla stanza.
Saluto la nonna spiegandogli il mio programma, almeno una parte, che mi ero fatta per quel pomeriggio. Esco di casa, alzando gli occhi al cielo e sorridendo per la bella giornata che mi accompagnava.
 
 
*  *  *
 
Zayn mi apre lo sportello con un sorriso, aspettando che salissi sulla sua auto. Così faccio.
Richiude lo sportello, e si avvia a grandi passi al lato opposto dell'auto per arrivare al posto guidatore. Mi sorride una volta accomodatosi accanto a me.
L'auto viene messa in moto e lo sguardo di Zayn finisce su me -ti dispiace..- non ha bisogno di finire la frase, ormai so come funziona.
-se era Perrie però..- sussurro una volta abbassata per non farmi sentire.
-hai detto qualcosa?- stupida boccaccia!
-oh, no no- rispondo, ancora abbassata, mentre l'auto comincia a muoversi -ho detto, come mai non metti un pò di musica?- mi mordo la lingua.
-oh- sibila, per poi accendere lo stereo e facendomi urlare dallo spavento.
-scusa- ride, abbassando il volume -l'ultimo che è uscito con l'auto è stato Louis, e credo che non abbia resistito alla tentazione di fare un miniconcerto in auto- oh, si certo..interessante.
-posso alzarmi?- chiedo scocciata dalla posizione.
-ci siamo quasi- dice -okay, alzati- mi richiama dopo qualche secondo.
E così faccio; mi metto dritta con la schiena, avvolgendo il mio corpo con la cintura di sicurezza.
Le note di Bruno Mars ci accompagnano per tutto il tragitto. Avevo scoperto che era il suo cantante preferito, che era il suo mito, la sua ispirazione. 
Non gli avevo fatto domande, era stato lui a parlare su quell'argomento, nervoso della tensione che c'era tra noi.
-parcheggia qui- lo avverto, indicandogli un posto vuoto vicino l'entrata dell'edificio. Accosta e spegne l'auto.
Scendiamo dalla vettura in silenzio. Faccio strada fino all'entrate, per poi notarlo, qualche passo più dietro di me, guardarsi in giro curioso.
-ti piace?- chiedo, forzando un sorriso. Per quanto mi venisse difficile, non riuscivo a trattarlo male. 
Alla fine, ero io che mi ero andata a cacciare in quella situazione.
-non sono mai stato ad una mostra- spiega, raggiugendomi. Il suo braccio copre il mio fianco, facendomi aggrottare la fronte.
-vieni con me- mi libero dalla presa, facendogli strada in una delle tante stanze -questa è la mia preferita- gli mostro una fila di foto, tutte che ritraevano dei baci: da quello più dolce, a quello poco casto.
Sono una tipa romantica, l'ho sempre saputo. Ho sempre dato la colpa al fatto di non essere libera; ma alla fine mi ero ricreduta sulla teoria di mia nonna. Adolescenza.
-come mai proprio questi?- la voce calda di Zayn arriva dritta al mio orecchio.
Alzo le spalle -mi piacciono, non c'è una spiegazione- mi perdo a fissarne una attentamente.
Sento qualcosa spostare i capelli su una spalla; dalla delicatezza, deduco sia la mano di Zayn. Il suo respiro sbatte addosso alla mia pelle, provocandomi mille brividi. 
Chiudo gli occhi prima che le sue morbidi labbra si posano nell'incavo del mio collo. Il cuore accellera i battiti, mentre con forza stringo le mani, l'una nell'altra.
Con la mano si aiuta a spostare di poco la stoffa della maglia, permettendo così alle labbra di arrivare in altri punti.
-so perchè mi hai portato qui- sussurra al mio orecchio, mordicchiandolo giocosamente.
Sbarro gli occhi, immaginando a cosa si riferisse.
-ehmm..sì, certo- mi stacco, cercando di uscire dallo stato di trance in cui ero entrata -vieni con me, questo ti piacerà-.
Mi segue in silenzio, mentre con la coda dell'occhio lo osservo passare nervosamente una mano tra i capelli.
Mordo il labbro inferiore, maledicendomi per quello che stavo facendo.
Entro in un'altra stanza, immaginando che finalmente si sarebbe sentito a casa.
Il moro sorride osservando le foto, una ad una.
-ma ci sono proprio tutti- constata.
Annuisco -dal più vecchio cantante a quello più moderno- spiego -magari i prossimi siete voi- mi volto nella sua direzione, per vedere la reazione.
Fissa attentamente tutte le foto appese alla parete, mentre con le labbra sorride nel vedere alcuni cantanti famosi che conosce. Sembra così tenero mentre li fissa in modo meravigliato. Sembra che nessun posto gli faceva questo effetto.
-grazie- scuoto la testa, risvegliandomi -grazie per avermi portato qui- due braccia mi stringono verso il suo petto.
Chiudo gli occhi, riempiendo i polmoni con il suo profumo. Così bello da farti andare in ecstasi.
Perchè? Perchè non mi aveva detto di avere una ragazza?
Sapere che quella ragazza poteva toccarlo, baciarlo, stringerlo tutte le volte che voleva, mi faceva stare male. Perchè tutto andava sempre male nella mia vita?
-vuoi tornare a casa?- mi chiede, lasciandomi andare. Un brivido percorre lungo la mia schiena.
L'unico posto in cui volevo essere, era tra le sue braccia. Ma io non ero nessuno per lui, se non uno stupido passatempo che ci stava, anche.
Annuisco, facendogli strada verso l'uscita. 
Camminiamo in silenzio fino l'auto. Saliamo ed ognuno si sistema sul proprio sedile, allacciando la cintura di sicurezza.
-vuoi cenare da noi?- mi chiede gentile.
Scuoto la testa -ho dei parenti a casa- cerco di non far notare la mia bugia -sarà per un'altra volta- sorrido.
L'auto parte e durante il tragitto nessuno proferisce parola. C'era ancora troppa tensione.
-se mi dici dove stai, ti porto io- annuncia d'improvviso.
Non avevo voglia di parlargli di me, ancora.
-no, tranquillo. Lasciami qui, non è molto distante e ho voglia di fare due passi- rispondo.
Lo sento sospirare, poi si affianca al marciapiede aspettando che uscissi dall'auto.
-allora, a presto- tenta lui.
-già- rispondo solamente, per poi slacciare la cintura e fissarlo negli occhi.
Spegne il motore e copia il mio gesto. Il cuore inizia a battere forte.
-mi dispiace, Sophy- dice sincero, incatenando i suoi occhi nei miei.
Deglutisco a vuoto, anche perchè non c'era un vero motivo per essere così nervosa.
Vedo Zayn avvicinarsi nella mia direzione e come previsto, entro nel panico. Cosa devo fare ora?
Mi volto giusto in tempo per far posare le sue labbra sulla guancia. Aveva mirato le labbra, ancora?
-buona serata- annuncio prima di scendere velocemente dall'auto.
Faccio qualche passo, quando sento l'auto che viene rimessa in moto. Poi, silenzio.
Una lacrima scivola lungo il viso, mentre mi mordo il labbro per la mia ingenuità.
Stupida me che ci avevo anche sperato in qualcosa di diverso.
 
  
 
SALVE SALVINO
odio questo capitolo çç odio il fatto che
dovevo per forza scriverlo, Zayn non poteva
passarla liscia(?)
Comincio a sparare numeri..good.
Anyway, non vi rompo più, ma vi avviso che 
il prossimo sarà jkdfhjk perchè succederà
qualcosa OuO non vi anticipo nulla c:
 
Per contattarmi, trovate tutto nel mio profilo
e mi potete trovare anche nelle altre storie
che sto aggiornando c:
Ciau c:

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Capitolo 9
*** Gotta Be You. ***




GOTTA BE YOU
 
 
Qualcuno bussa alla porta della mia stanza.
-avanti- urlo, alzandomi dalla scrivania e chiudendo tutte le finestre di internet che avevo aperto.
Avevo fatto uno strano sogno quella notte: c'era Zayn che durante un concerto bloccava tutto, facendo uno strano annuncio..non poteva vivere senza di me. Mi aveva indicato nel pubblico, e con l'aiuto delle guardie, ero stata catapultata sul palco, di fronte all'immensa arena di fans accanite e gelose della mia posizione. Dopo qualche frase fatta, mi aveva preso per mano e con il microfono puntato al mento aveva sussurrato 'ti amo'.
Avevo riso per tutta la mattina a causa della mia vasta immaginazione; non sapevo di averne così tanta. Ci avrei potuto scrivere un libro se continuavo così.
La porta si apre mentre abbasso lo schermo del portatile. Non volevo dire a nessuno che avevo passato l'intera mattinata a cercare video, videoclip, interviste sulla famosa boy band anglo-irlandese.
-salve signorina- era una delle cameriere della casa -sua nonna mi ha detto di avvisarla di avere una sorpresa in sala- dice poi.
Scatto dalla sedia eccitata; chissà di cosa si trattava.
Sfreccio nei corridoi felice come una bambina. Non era nemmeno natale, che regalo era? Ma soprattutto, perchè farmene uno?
Cerco di immaginare cosa avessi fatto in quegli ultimi giorni, ma la mente mi portava solo a pensare una cosa, o meglio..una persona.
Nonna non lo sapeva, non lo doveva sapere. E allora perchè tutto questo mistero su qualcosa che mi attendeva nella sala principale?
Col fiato corto scendo l'ultimo scalino, mettendo piede nell'androne della casa. Ero quasi vicina ad arrivare al salotto, quando una risata attirò la mia attenzione, facendomi bloccare sul posto.
Appoggiai una mano al muro, per non rischiare di cadere a terra. La bocca si dischiuse di poco, portandomi una mano davanti ad essa per approfondire la mia sorpresa.
Quella risata...non può essere.
-ma avete chiamato mia nipote?- per poco non grida mia nonna. 
Scrollo le spalle e decido di fare gli ultimi passi ed entrare nell'enorme stanza, diventata d'improvviso un posto gelido per la mia pelle.
-ciao- sbiascico leggermente.
I due si voltano nella mia direzione, sorridendo consapevoli.
Sento le gambe cedere. Non ci credo.
Il ragazzo vestito da uno smoking elegante si alza dal divano dove era seduto, e in pochi passi è di fronte a me. Le sue braccia avvolgono il mio corpo, stritolandomi in un abbraccio caloroso.
-mi sei mancata tanto- soffia sui miei capelli -non puoi capire com'è difficile la vita lontano da te-.
Sono troppo scossa per muovere muscolo, ma per non dare troppo nell'occhio, dò delle leggere pacche alle braccia forzute di Justin.
Era tornato.
Finalmente mi lascia respirare, fissandomi negli occhi. Il sorriso regna ancora sul suo viso. 
-come mai a casa mia?- è l'unica cosa che riesco a dire.
Perde momentanemanete il sorriso -non sei felice?- mi chiede con un filo di tristezza nel tono.
Ecco, la solita stupida.
Mi batto una mano sulla fronte, ridacchiando nervosamente.
-oh, certo che lo sono- forzo un sorriso -solo che non me l'aspettavo proprio- cerco di essere il più sincera possibile.
Il sorriso curva di nuovo le labbra rosee del ragazzo. Si muove qualche passo in avanti, fino a far scontrare i nostri bacini.
Abbasso lo sguardo, giocando distrattamente con uno dei bottoni della camicia che porta sotto l'enorme giacca elegante.
-non me lo dai un bacino?- chiede, con tenera voce.
Alzo lo sguardo, incrociando quegl'occhi così celesti da farti perdere il filo del discorso.
-certo- mormoro prima di alzarmi sulle punte dei piedi e appoggiare delicatamente le mie labbra sulle sue.
Ridacchia quando mi stacco immediatamente.
-ancora ti vergogni della nonna?- mi chiede in tono giocoso.
Annuisco, anche se non era quella la vera ragione.
Un tempo avrei sofferto per colpa del mio stomaco attorcigliato in sè stesso; ma oggi, quel bacio, non mi aveva provocato nulla. Niente di niente.
-non starò molto qui- mi spiega, allontanandosi di poco. Recupera la bottiglia di uno strano liquore dalla mensola -sono venuto due giorni per affari- mi avverte, versandosene un bicchiere.
Richiude la bottiglia, e con il bicchiere pieno di quel liquido si riavvicina -stasera i ragazzi mi hanno chiesto di uscire insieme, vieni con me?- chiede speranzoso.
Mi trovo immediatamente in difficoltà, le mani sudano freddo.
-se siete solo voi maschi, io che c'entro?- cerco di portarmi avanti.
Butta giù il liquido in un colpo solo, sorridendomi quando il bicchiere era completamente vuoto -ma dove la trovo un'altra ragazza come te?- dice, felice.
Me lo chiedo anche io.
-bhè..- si allontana, lasciando il bicchiere vuoto sul tavolino -il viaggio è stato lungo, e mi servirebbe una bella doccia-.
Dopo avermi stampato un bacio sulla fronte, esce dalla sala, lasciandomi da sola con la nonna.
Quest'ultima si alza dalla sua posizione, accarezzandomi il viso quando mi arriva davanti -siete bellissimi insieme- sussurra -non farti scappare questa occasione-.
Anche lei esce dalla stanza, lasciandomi con i mille rimorsi che piano piano cominciano a divorarmi dall'interno.
Perchè a me, perchè?
 
*  *  *
 
-ma che è tutto sto casino?- stringo gli occhi a due fessure, cercando di concentrarmi sulla telefonata che avevo in corso.
-e levati, coglione- ride Sam dall'altra parte del telefono.
Alzo gli occhi al cielo, buttandomi di peso sul morbido letto. Che pomeriggio noioso.
Prima, ero rimasta tutto il pomeriggio a subirmi i calcoli che continuava a fare Justin al telefono con il padre; poi, l'avevo seguito nel giardino, mentre con il suo portatile continuava a scrivere cose strane in strani siti. 
Di certo non era il pomeriggio che mi aspettavo con il mio fidanzato. Forse qualcuno me la stava facendo pagare.
-scusa- ritorno alla telefonata -sono a casa dei ragazzi- il cuore prende a battere velocemente -stiamo facendo la pizza, perchè non vieni pure tu?- mi chiede.
Rimango in silenzio qualche secondo, continuando a sentire le risate che provenivano dall'altro capo del telefono.
-bhè..io..- qualcuno mi interrompe in tempo.
-forza Sophy, qui manchi solo tu- avevo riconosciuto la voce di Louis urlare attraverso il telefono.
Sorrido lievemente -il tempo di cambiarmi e arrivo- li avverto prima di chiudere la chiamata.
Fisso l'orario sul cellulare: a quest'ora Justin era con i suoi amici in qualche noioso pub, io potevo uscire tranquillamente.
Mi cambio velocemente e scendo in cucina, dove la nonna è intenta a fissare il televisore con attenzione.
-sto uscendo- la avverto, titubante.
-credevo non uscissi con Justin, stasera- distoglie lo sguardo dalla tv, per osservarmi curiosa.
-infatti, non esco con lui- ammetto -esco con degli amici- la avviso.
La nonna aggrotta la fronte -li conosco?- mi chiede, con un timbro di tono più alto del normale.
-no- rispondo secca -ma sono le persone migliori che io abbia mai conosciuto, nonna-.
Mi sento sicura, finalmente.
-oh- risponde. Si alza dal divano e a grandi passi mi si avvicina -ti prego Sophy- stringe la mia mano tra le sue -conosci la situazione con la famiglia Duncan- perchè mettere in mezzo sempre Justin e la sua famiglia?
-non sto mica scappando con qualcuno, ti ho detto solo che esco con degli amici- dico acida -e quando dico amici, intendo sia maschi che femmine- mi avvio all'uscita.
-non fare tardi- urla alle mie spalle, prima che possa chiudere la porta d'ingresso.
Cammino lungo il giardino, uscendo dal cancello della villa velocemente. Noto in lontananza un taxi, alzo la mano e poco dopo si accosta alla panchina.
Indico l'indirizzo, e mentre l'auto sfreccia sull'asfalto, controllo velocemente il telefono.
-questo è meglio spegnerlo- parlo da sola, spegnendo il telefono. Ho deciso: stasera pizza, amici e tante risate.
Il viaggio non dura molto, pago il taxi e mi avvio al cancello sul retro. Suono.
-chi è?- urla una voce metallica.
-sono io, Sophy- rispondo. Il cancello viene aperto, e con una spinta mi ritrovo nel giardino illuminato della casa.
La piscina è piena di luci, l'acqua dell'idromassaggio ribolle, tutto attorno è tranquillo.
-bella donzella- urla un biondo dalla porta di ingresso.
Sorrido scuotendo la testa -pizzaiolo- rispondo ridendo e notando i suoi capelli infarinati.
Il ragazzo si guarda attentamente prima di alzare le mani, altrettanto infarinate -vuoi partecipare anche tu?- scherza ridendo.
Lo evito giusto in tempo, entrando in casa.
-abbiamo visite- annuncia il biondo sorpassandomi. Lo seguo in cucina, dove la scena che mi ritrovo mi fa ridere: Sam, quasi totalmente infarinata, era a cavalcioni su Louis, intenta ad impastargli la faccia con qualcosa di colore giallo. Spero solo non fosse un uovo, o la puzza sarebbe rimasta a vita. Harry era appoggiato al bancone della cucina, intento a ridere della scena e cercando di togliere della farina dai suoi ricci; Liam era dietro la cucina, l'unico che stava impastando. La cucina era un completo disastro: sportelli aperti, pareti sporche di impasto, uova a terra, ciotole sparse da tutte le parti.
-e Zayn?- tutti si bloccano dal fare quello che stavano facendo per guardarmi.
-è di sopra in camera sua, vuoi chiamarlo?- risponde Liam. Aveva perfino il grembiule indosso.
-posso?- chiedo. Annuiscono energicamente tutti insieme.
Okay, forse qualcuno sapeva qualcosa lì dentro.
Mi volto, lasciandoli tra le risa, per salire al piano superiore. Ricordavo perfettamente dove si trovava la sua stanza.
Inizialmente, quando quella domanda era affiorata nella mia testa, avevo avuto il timore della risposta: e se era con Perrie? Alla fine era la sua fidanzata che non vedeva da un pò per il tour, voleva di sicuro stare con lei.
Busso leggermente due colpi sulla porta, e dopo un 'avanti' detto debolmente, apro la porta temendo di cadere per terra.
Il ragazzo è steso sul letto, intento a leggere una rivista che tiene sulle gambe.
-che c'è Lo..- si blocca quando nota la mia presenza sulla porta -Sophy- si alza dal letto, gettando la rivista per terra. 
In un attimo è di fronte a me, bello come sempre. Sorrido.
-credevo fosse Louis- tenta di giustificare il tono scocciato in cui mi aveva accolto -non pensavo..- gli tappo la bocca con un dito.
-tranquillo, non hai ucciso nessuno- nessuno per il momento -sono venuta a chiederti come mai non eri di sotto a fare la pizza con gli altri- chiedo.
Sorride imbarazzato -sono una schiappa in cucina, e poi non volevo sporcarmi. Non oso immaginare cosa hanno combinato in quella cucina- ridacchia.
-oh, immagina invece. Mi sa che dovremmo ordinare una vera pizza per telefono- lo avverto, ridendo con lui.
-ti fermi a mangiare  qui?- chiede curioso.
Annuisco -ti va bene?- chiedo retorica. Sapevo, capivo dalla sua faccia che era felice di vedermi.
-ragazzi- qualcuno entra nella stanza, facendoci voltare di colpo -la pizza è nel forno- Niall in tutta la sua bianchezza -noi ci facciamo la doccia, ci vediamo sotto tra circa venti minuti, non di più- esclama, prima di richiudere la porta della stanza.
Mi volto verso Zayn, che mi sorride una volta nella sua direzione.
-ti ricordi la prima volta che sei entrata in questa stanza?- mi chiede. Non era passato un secolo, solo due giorni.
Annuisco -certo- rispondo -perchè?- si muove nella stanza, sedendosi sul letto.
Con la mano batte dei colpetti sul materasso, incitandomi a sedermi accanto a lui. 
Dopo qualche secondo di esitazione, mi decido ad eseguire l'ordine. Mi siedo al fianco del moro.
-prima di tutto ho svuotato quel cassetto- ride, osservandosi le scarpe. Capisco a quale cassetto si riferisse, e la strana idea che l'avesse svuotato insieme a Perrie, mi fa perdere il sorriso.
-in camera di Harry, stanno meglio- mi consola subito. Mi sento un peso in meno. Insomma, era una grande quantità di preservativi -e poi quel giorno ho dimenticato di farti vedere una cosa- si alza dal letto in un balzo, camminando nella stanza velocemente. Spegne le luci.
-Zayn..- i battiti del cuore accellerano velocemente.
-tranquilla, voglio farti vedere una cosa-
Con lo sguardo cerco la figura di Zayn, ma è impossibile. Sento uno strano rumore.
-Zayn..- tento di nuovo, spaventata. Il letto si muove, segno che si era appena seduto sopra.
-non avere paura, non ho intenzione di farti niente- soffia vicino al mio orecchio -fidati di me- dice poi.
Fosse facile. Non mi aveva detto di avere una relazione e mi chiedeva di fidarmi di lui, ancora.
Le mani di Zayn si posano sui miei fianchi, facendomi sobbalzare impaurita. Sento la sua risata, e ringrazio per aver spento la luce e non notare il rossore che si era formato sulle mie guance.
-sdraiati- mi ordina, aiutandomi a far aderire le mie spalle al materasso morbido.
Il letto si muove ancora una volta e deglutisco il niente vista la strana situazione in cui mi trovavo. Le mani di Zayn battono un colpo, e il tetto della stanza all'improvviso si illumina.
-Oh cielo- dico sorridendo.
-lo so, ha fatto lo stesso effetto a me, la prima volta che l'ho visto- mi perdo a fissare tutte le piccole luci che si erano accese. Sembrava un cielo pieno di stelle, il più bello che avessi mai visto.
-sembra di stare fuori, quando il cielo ti regala tutte le stelle- dico alzando una mano in aria, quasi a volerle toccare.
Il letto si muove di nuovo, e la figura di Zayn oscura la mia vista. Grazie alla piccola lucina che proveniva dal tetto, potevo notare il suo sorriso. Sistema le gambe ai lati dei miei fianchi, abbassandosi dopo per far aderire i nostri corpi.
-mi dispiace non averti detto di Perrie prima, è un periodo difficile tra noi..Io..sono confuso- confessa a pochi centimetri dal mio viso.
-anche io- rispondo -sono confusa, ti dovrei odiare per le bugie che mi hai detto, ma con te non ci riesco- la sua mano scivola sul mio fianco, accarezzandolo da sotto la maglia con movimento circolari.
-io non ti ho detto bugie, tutte le belle parole le penso davvero. Non ti ho parlato di Perrie per il semplice motivo che nemmeno noi sappiamo più in che situazione siamo-. 
Le parole del ragazzo vengono interrotte da un bacio. Avevo preso l'iniziativa, alzandomi sui gomiti e assaporando ancora una volta quelle labbra.
Nel mio stomaco l'intero zoo di animali si muoveva da tutte le parti.
La mia schiena viene appoggiata di nuovo al morbido letto, mentre la lingua di Zayn si intreccia alla mia. Mi costringe a salire fino al livello del cuscino, mentre le nostre bocche continuano a cercarsi, i respiri diventano irregolari.
Le mani di Zayn scivolano lungo i miei fianchi, facendo riempire il mio corpo di mille brividi. Sono felice adesso.
Le labbra di Zayn si posano sul mio collo, mentre una mano arriva all'altezza del seno, facendomi sobbalzare per la sorpresa.
La sua risata arriva dritta al mio orecchio, mentre con dei baci cerca di far rilassare i miei muscoli tesi.
-ragazzi, la cena è pronta- urla qualcuno dal piano inferiore.
Sento Zayn sbuffare, mentre si alza dal letto e camminare nella stanza. La luce si accende e solo allora abbasso di colpo la maglia ancora alzata a metà busto.
-dobbiamo andare- mi avverte lui. Annuisco alzandomi, per poi scendere con il moro nella cucina, dove tutti gli altri erano già seduti al loro posto.
Mi accomodo tra Sam e Zayn, aspettando il mio pezzo di pizza.
-ti sei fatta il bagno?- chiedo alla mia amica, che aveva i capelli gocciolanti sulle spalle.
Annuisce -nel bagno di Harry- mi indica il riccio di fronte a noi.
Il resto della cena la passiamo tra risate e la paura che qualcuno potesse notare la mano di Zayn appoggiata sulla mia coscia.
-domani andiamo in spiaggia? E' da un pò che voglio vedere queste famose spiaggie di Miami- dice Liam con la bocca piena.
-e spiaggia sia- risponde la mia amica, per poi girarsi e sorridermi.
Forse non gli avevo ancora detto dell'arrivo di Justin.
 
  
 
SAAAAAALVE
ahsjkadh sono felice OuO si nota dai capitoli
che scrivo, lo so.
Well, che ne pensate? Non riesco a vederli freddi
sti due scemi(?) quindi ho allungato il capitolo
e finalmente li ho fatti chiarire...o no?
Bhè..la 'sorpresa' era quest' arrivo inaspettato,
anche se qualcuno già mi chiedeva se Sophy non
fosse già occupata :)
Complimenti ragazza veggente, sei un genio ;)
Comunque, non vi faccio perdere ancora tempo, 
solo vi chiede se volete passare qui
è stata la mia prima storia, ho deciso di riprenderla
e sistemarla, per ci tengo molto :)
E poi, metto tutti i giorni un capitolo, se non 
due, e quindi finirà in pochi giorni C:
 
Anyway, fatemi sapere e vi piacciono i capitoli così
lunghi? Rispondetemi, così so cosa fare per il 
prossimo :D
Nemmeno dovevo aggiornare oggi, ma 'grazie' alla
febbre, mi è venuto questo capitolo e non vedevo
l'ora di metterlo c: Adieu(?)

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Capitolo 10
*** Truly Madly Deeply. ***


 


TRULY MADLY DEEPLY
 
Qualcuno mi smuove lentamente nella speranza di svegliarmi.
-no, Zayn..ancora un altro pò- mormoro con la voce impastata dal sonno. 
-eh?- sbarro gli occhi, capendo di aver detto qualcosa di sbagliato.
Mi volto nella direzione in cui Justin mi osserva con le mani posate sui fianchi, la fronte aggrottata.
Alzo la schiena, stropicciando un occhio. Avevo appena chiamato il mio ragazzo Zayn?
-chi è questo Zein o come si chiama?- esclama in tono acido.
Mi volto nella sua direzione, forzando un sorriso -scusa, stavo sognando di essere ad un concerto- spiego.
Quei strani sogni mi stavano continuando a torturare notte dopo notte.
-si, ma chi è questo Zein?- insiste lui, rilassando i muscoli, finalmente.
Sfilo le gambe da sotto le lenzuola, sedendomi sul letto comodo.
-si chiama Zayn- quasi lo rimprovero -ed è un cantante, quello dei one direction- spiego.
Il suo sopracciglio alzato mi fa intendere che ancora non aveva capito nulla.
-lascia stare, tu non hai più tempo per ascoltare musica- mi alzo dal letto, sorpassandolo per andare in bagno.
Richiusa la porta a chiave, apro il rubinetto.
-comunque...- Justin dietro la porta, parla -tua nonna mi ha detto che ieri sera sei uscita con amici, li conosco?- fisso il mio riflesso nello specchio, mentre qualche goccia di acqua scorre lungo le mie guance.
Recupero una tovaglia, asciugando velocemente il viso bagnato.
-no, ma sono davvero simpatici- ammetto. Apro la porta, uscendo nella stanza -anzi..- mi volto verso di lui, mordendomi il labbro. Prima che potessi continuare, il suo abbigliamento attira la mia attenzione -stai andando a giocare a golf?- chiedo.
Il ragazzo scrolla le spalle, osservandosi da capo a piedi. Annuisce verso di me -i ragazzi ieri sera mi hanno chiesto di fare una partita; non è un problema per te, vero?- mi chiede, appoggiando le sue mani sui miei fianchi.
Osservo il gesto, ricordando d'improvviso il programma che mi ero fatta per quel giorno.
-quando parti?- chiedo di rimando.
Si guarda un attimo in giro -so che non siamo stati per niente insieme, e prometto che appena ritorno staremo insieme 24h su 24- il mio cuore batte velocemente -ma questo pomeriggio devo partire, per forza-.
Sul mio volto si forma un sorriso, le mie braccia si allacciano attorno al suo collo -non ti preoccupare, recupereremo- lo avverto.
Non so perchè, ma con quelle parole che sarebbe partito quel pomeriggio, mi aveva migliorato la giornata. So che non sono cose da dire, nemmeno da pensare, ma avevo bisogno di chiarire con Zayn, di finirla lì una volte per tutte queste scenate da film.
La porta si apre e velocemente mi stacco, girandomi con Justin a fissare chi fosse entrato.
-signorino Justin, i suoi amici sono qui- ci avverte una delle cameriere.
La donna richiude la porta e Justin si volta nella mia direzione -scusa principessa- roteo gli occhi facendolo sorridere -ti saluto adesso, nel caso non ci fosse occasione di rivederci oggi- sorrido.
-tranquillo, e vinci- lo incito, sorridente.
Mi lascia un bacio a fior di labbra e si allontana verso la porta.
-ah- si volta un attimo prima di uscire -avrai la batteria scarica nel telefono; ho provato a chiamarti tutta la mattina e alla fine ho deciso di venirti a svegliare di persona- mi sorride, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Sospiro, buttandomi sul letto.
I miei occhi cadono sulla sveglia posata su una delle mensole. Erano quasi le 10, meglio accendere il cellulare e vedere se ci fosse qualche novità.
Frugo nella borsa, accendendo l'apparecchio e notando subito i due messaggi in arrivo.
 
'Ci vediamo alle 10 a casa tua. Indossa un costume. Sam xx'
 
'Sono sotto casa tua; ci vuole ancora tanto?'
 
Scatto in piedi affacciandomi dalla finestra. La limousine di Sam era fuori dal cancello della villa. Dovevo sbrigarmi.
 
'Sto arrivando, scusa'
 
Rispondo velocemente per poi gettarmi nell'armadio cercando un costume semplice.
Dopo averlo indossato, mi copro con un vestitino da spiaggia e concludo l'opera con le ciabatte da mare. Recupero la borsa gettandoci dentro la tovaglia, la crema solare e qualche rivista.
Indossati gli occhiali da sole, finalmente esco dalla stanza.
-nonna?- la richiamo tra le scale.
-sono in cucina- risponde tranquilla. Entro affaticata nella stanza, trovando mia nonna con in mano il giornale del paese.
-sto andando a mare- la avverto -non credo di pranzare a casa; in ogni caso, avviso prima- spiego.
Lo sguardo di mia nonna è interrogatorio.
-ciao- urlo prima che potesse fermarmi.
Chiudo la porta alle mie spalle, abbassando gli occhiali da sole sul naso e camminando lungo tutto il giardino. Apro il cancello e lo richiudo, salendo infine in auto.
-alla buon ora- mi saluta la mia amica.
-buongiorno anche a te, Sophy. Hai avuto qualche problema con Justin per caso?- rispondo ironica.
La mia amica mi fissa confusa -Justin? E' tornato Justin?- chiede con stupore.
Annuisco storcendo le labbra -è arrivato ieri, ma per fortuna è stato impegnato ed oggi partirà di nuovo- spiego.
-per fortuna?- fa eco della mia affermazione.
-Sam- la richiamo dal suo stato di trance -non ti ci mettere pure tu, già mi basta mia nonna. Andiamo? Per favore- quasi la supplico.
Scuote la testa, e come se fosse tornata sulla terra, avvisa l'autista di partire.
-perchè non me l'hai detto prima?- mi chiede, quasi triste.
-scusami, ma ho la testa altrove per ora- ammetto.
-per caso, questo altrove si chiama Zayn?- il tono divertito di Sam, mi fa voltare verso la ragazza.
-non lo so, per questo sto venendo..devo chiarire- continuo.
-oh, si. Il miglior modo per chiarire con una persona è uscire con i suoi amici, anche- insiste lei.
-cosa dovrei fare? E poi anche lui è fidanzato, sono solo le mie fantasie- mi sento agitata e nemmeno so il perchè.
-ehy, calmati. Ti ho solo detto che quando due persone decidono di chiarire qualcosa, lo fanno da soli e non in spiaggia, con altre persone che possono impicciarsi- si ammutolisce per qualche secondo -quando hai detto che parte Justin?- la fisso.
 
 
*  *  *
 
-okay, l'ammetto- mi volto verso Liam -le spiagge di Miami sono le migliori in cui sono stato fino ad adesso- ci sorride.
Mi sistemo meglio sotto l'ombrellone, nella disperata ricerca di un pò di ombra.
-puoi farti un pochino più in là?- chiedo a Niall che si stava prendendo tutto il fresco possibile.
-sei pazza?- per poco non urla -non sono abituato a tutto questo sole, potrei scottarmi e diventare un gamberone- dice, per poi voltarsi da un'altra parte.
La risata di Zayn, poco più avanti di noi, attira la mia attenzione.
-tu non ridere- lo ammonisco -non sei tu quello che sta scuocendo sotto il sole-.
Avevamo affittato due ombrelloni, di cui uno era completamente a disposizione di Horan e l'altro teneva le borse al fresco e il corpo di Zayn.
-perchè non venite a fare surf con noi?- fa capolinea Harry, che di riccio ormai aveva ben poco, sorridente.
-sono negata- ammetto -ma convinci il tuo amico, così mi lascia un piccolo spazietto- indico il biondino che sbuffa sonoramente.
-io vengo- urla Sam alzandosi. Anche Liam li segue, eccitato da quell'idea.
I due si allontanano e, sospirando, cerco di ritornare alla rivista che stavo leggendo.
-vuoi fare una passeggiata?- mi volto verso Zayn -magari potremmo andare al chiosco qui vicino e prendere qualcosa da bere-.
-e qualcosa da mangiare- risponde il biondo, ricevendo in cambio un colpo del mio giornale -ahu- si lamenta -amico, la tua ragazza è violenta- massaggia la parte colpita.
Il rossore si forma sulle mie guance. E' solo il caldo. Solo il caldo.
Mi alzo dalla sabbia, lasciando perdere quel giornalino -vado a prendere qualcosa da bere- li avverto.
-e qualcosa da mangiare- insiste il biondo, scatenando le risa di Zayn. Si alza pure lui.
-vengo anche io- mi avvisa il moro, affiancandomi.
Infilo le ciabatte ed insieme ci avviamo al lido vicino.
-devi scusarlo- parla finalmente dopo il silenzio che era calato -l'ha fatto solo per innervosirti e farti smammare da sotto l'ombrellone- mi spiega.
Mi giro nella sua direzione -dirmi che vuole da mangiare?- chiedo confusa.
-no- ridacchia -chiamarti la mia ragazza- un brivido sale lungo la mia schiena.
Dovevo pensare ad altro. I miei occhi cadono al molo poco lontano abbandonato.
-quando ero piccola ci andavo sempre con mio padre- indico in lontananza il ristorante ormai cadente -era il mio ristorante preferito, si mangiava il miglior pesce della zona- spiego.
-e poi? Che è successo?- si incuriosisce.
-un'onda troppo alta si è scagliata contro, ed è tutto quello che ne è rimasto del Gambero Rosso- spiego la storia velocemente. Il ragazzo al mio fianco si perde a fissare la struttura per qualche secondo, prima di posare lo sguardo su di me e sorridermi.
Arrivati al lido, finalmente riesco a prendere un pò di fresco sotto la tettoia.
-cosa prendiamo?- mi chiede puntando gli occhi sul menù.
I miei occhi fissano attentamente il profilo del ragazzo: il viso perfetto, il corpo perfetto, il costume rosso che gli donava. Cosa c'era in quel ragazzo che non andava bene?
Si volta nella mia direzione, sfoggiando un sorriso -allora?- mi chiede.
Le mani cominciano a sudare freddo. Dovevo parlargli, dovevamo chiarire quello che stavamo facendo entrambi ai nostri partner.
-hai da fare stasera?- chiedo sfacciatamente.
La fronte del moro si corruga -scusa?- mi chiede confuso.
Schiarisco la voce, nervosa per quello che stavo per chiedergli -ho detto, hai da fare stasera? Volevo uscire con te, da sola- ripeto.
Le sue labbra si curvano in un sorriso, prende la mia mano intrecciandola alla sua -si, cioè no. Non ho da fare e voglio uscire con te, da soli- risponde.
Ritiro la mano velocemente, guardandomi in giro nella speranza che nessuno si fosse accorto del gesto -acqua, prendi dell'acqua- ritorno alla prima domanda, fissandolo negli occhi.
Il ragazzo mi guarda ancora confuso -va bene, acqua. Ma, stasera decido io dove andare- mi sorride.
Annuisco, immaginando che nemmeno lui sapeva dove andare e alla fine ritrovarci a casa sua, con i suoi amici e non chiarire niente di niente.
-ah- mi volto verso di lui, mentre finalmente era arrivato il nostro turno -dimmi anche il tuo indirizzo, così ti mando una macchina a prenderti per la serata-.
Trattengo il respiro, cercando di capire se dovevo o no darglielo.
  
 
*  *  *
 
-sto uscendo- urlo dall'ingresso.
-Sophy, aspetta, dove vai?- sento i passi veloci della nonna venirmi incontro. Sbuffo prima del suo arrivo; come me ne uscivo adesso?
-faccio un giro nonna, ti prometto che non faccio tardi- nemmeno mi volto per vedere la sua reazione. Giro la maniglia per uscire.
-ti prego Sophy, non fare cavolate- sussurra alle mie spalle.
Sospiro un paio di volte prima di uscire dalla casa.
Per quella sera avevo deciso di indossare uno dei miei vestitini preferiti. Essendo che non sapevo dove mi avrebbe portata, avevo deciso di vestirmi elegante per l'occasione.
Uscita dal cancello principale, noto proprio davanti casa parcheggiata una lunga limousine. Sorrido, correndo incontro all'auto.
Un signore apre lo sportello per me, facendomi accomodare.
Sul sedile beige dell'auto noto un bigliettino. Mi guardo intorno prima di prenderlo tra le mani e leggerlo.
 
Buonasera dolcezza,
avevo pensato di farmi trovare in quest'auto solo per vedere la tua reazione. Ma poi ho pensato: non ci sarà espressione migliore di quella che avrà quando vedrà il posto in cui ho scelto di portarla.
Così ho deciso di farti gustare questo giretto su una limousine e vederti felice una volta arrivata qui, da me.
 
Richiudo il bigliettino sorridendo. Quante volte avevo preso la limousine io, lui non poteva nemmeno immaginarlo. Ma era pur sempre un gesto carino e...romantico?
I battiti del mio cuore accellerano senza motivo. Dovevo essere più calma, il nostro non era mica un appuntamento. Era solo vederci da soli per chiarire tutto.
L'auto si ferma dopo una decina di minuti. Lo sportello si apre, mostrandomi la luce della luna che rispecchiava sull'acqua del mare calmo. Un sorriso compare sulle mie labbra.
Esco dall'auto grazie all'aiuto dell'autista e mi osservo in giro. Il sorriso ancora stampato sulle labbra.
Una rosa sbuca da dietro le mie spalle, puntando sotto il mio naso, facendomi trasalire spaventata.
Sorrido prendendola tra le mani -non dovevi- sussurro, per poi nel profumo intenso del fiore.
-invece si- la voce roca di Zayn esce in un sussurro vicino al mio orecchio. Chiudo gli occhi prendendo coraggio e voltandomi.
Ad accogliermi, c'è un sorriso bianchissimo. Zayn, vestito con uno smoking, una cravatta e i capelli ordinati si trova a pochi centimetri dal mio viso.
-buonasera- sussurra ancora. Il rumore delle onde del mare ci fanno da sottofondo.
Le labbra del ragazzo si posano sulle mie velocemente, senza darmi tempo nè di rispondere nè di tirarmi indietro -andiamo?- mi chiede poi.
Allaccio la mia mano alla sua, seguendolo in silenzio verso la spiaggia.
Sorrido alla vista delle numerose candele messe a disposizione a formare una stradella che dava sulla spiaggia.
-dove mi stai portando, esattamente?- chiedo curiosa.
-sshh- mi zittisce -adesso vedrai- mormora.
Chiudo la bocca, morendo dentro dalla curiosità.
La risposta non tarda ad arrivare: quando Zayn si blocca davanti a me, alzo lo sguardo, tenuto basso per non inciampare in qualcosa. Un tavolo era ben addobbato alla fine del molo. Quel molo dove fino a qualche anno prima regnava il mio ristorante preferito.
Le luci delle candele, i fiori sparsi sia sul tavolo che sulla piccola struttura di legno, il carello pieno di vassoi, la bottiglia di champagne.
Non poteva farmi sorpresa migliore.
-e Perrie?- i miei pensieri prendono il sopravvento.
Lo sguardo del moro cade nei miei occhi -aveva di meglio da fare- sventola una mano -non parliamo di lei adesso- mi fa passare per prima.
Il cuore aumenta i battiti ogni passo. Le mani di Zayn si posano sui miei fianchi, accarezzandoli da sopra la stoffa del vestitino.
-sei bellissima stasera- tira la sedia per farmi accomodare -non che gli altri giorni non lo sei- si corregge, ridacchiando.
Mi siedo, ringraziandolo. 
-grazie- dico mostrando la rosa che tengo tra le mani. La poso sul tavolo pieno di tante cose buone, mentre il ragazzo fa il giro e si siede di fronte a me.
-allora, so che ti piace il cibo italiano- dice alzando un coperchio dal carrello.
Sorrido mentre Zayn prepara le porzioni per entrambi.
Afferro la forchetta, assaggiando la pasta che trovo nel mio piatto.
-buona- mormoro -ma niente batte la pizza italiana- sorrido.
-ci sarà anche tempo per quello- mi rassicura Zayn. Ed è qui che un senso di colpa sale alla bocca del mio stomaco.
-Zayn- appoggio la forchetta sul bordo del piatto -forse dovremmo parlare-.
Il suo sguardo mi scruta per bene -abbiamo tutta la sera, se vuoi- il mio corpo non si muove di un millimetro, facendolo preoccupare -di cosa dovremmo parlare?- mi chiede premuroso.
Mi guardo in giro, imbarazzata -di me, di te, di noi- suonava perfettamente ben quel noi. Purtroppo, non sarebbe mai potuto esistere quell'unione.
Si avvicina con la sedia, incrementando quella strana sensazione che il mio corpo stava provando.
-dimmi- chiudo gli occhi quando la sua mano sposta i miei capelli su una spalla, appoggiando le labbra sul collo.
Schiudo la bocca, lasciando uscire piccoli sbuffi, incapace di proferire parola.
-io..- tentenno a parlare. I brividi continuano a percorrere la spina dorsale, facendo tremare anche le gambe.
La sua mano sfiora la mia gamba, trascinandola poi lungo tutta la lunghezza. Mi mordo il labbro inferiore.
-tu..- la sua voce sensuale mi fa deglutire a vuoto. 
Con il pollice disegna dei piccoli cerchi all'interno della coscia, provocandomi altre piccole scosse.
-Zayn- quasi urlo quando prova a salire di più il vestito. 
La sua risata riempie il mio orecchio, prima che anche questo fosse messo sotto tortura dalla sua lingua. Non potevo cedere, non di nuovo. L'avevo portato lì, anche se il posto e il modo l'aveva scelto lui, per un motivo: dovevamo parlare, chiarire, ma soprattutto evitare quello che stava per succedere.
Contro voglia, con una mano lo allontano per il petto, facendolo spostare dal mio viso. Ormai il mio cuore era abituato a certi sbalzi.
-che c'è? Che ho fatto di male?- si affretta a chiedere, preoccupato.
-Zayn, io sono voluta uscire con te per un motivo- spiego. Le ballerine che porto d'improvviso sono più interessanti.
-parla- mi incita. Finalmente ho tutta la sua attenzione su di me, i suoi occhi mi fissano in silenzio mentre aspetta che apro bocca.
-io..- ecco che di nuovo l'emozione, meglio chiamarla paura, prende il comando -io..credo che tra noi stia succedendo qualcosa- dico tutto d'un fiato.
Un sorriso riempie il suo volto -lo so- conferma -e a me piace così-.
Sbatto gli occhi velocemente elaborando quelle parole. Lui era contento di quella situazione?
-ma tu sei fidanzato e...- mi zittisce con un dito.
-non per molto- sposta il dito per rimpiazzarlo con le labbra.
Sospiro chiudendo gli occhi e lasciandolo fare, perchè, in fondo, è quello che voglio anche io.
La mia bocca si schiude quando, con la lingua, chiede l'accesso. Mi muovo sulla sedia, girandomi su me stessa e posizionandomi di fronte al ragazzo e poterlo baciare meglio.
La sua mano si intreccia alla mia, costringendomi ad alzarmi dalla sedia per sedermi sulle sue gambe. Apro le mie, per accomodarmi sulle sue.
Le mie braccia passano automaticamente dietro il suo collo, stringendolo forte.
Le sue mani scendono e salgono senza sosta lungo tutta la mia schiena. Un brivido fa compagnia ai suoi movimenti veloci.
La zip del vestito viene leggermente scesa quando, ritornando con i piedi per terra, capisco le sue intenzioni. Mi stacco, facendomi guardare curiosa.
-che vuoi fare?- chiedo confusa. Mi allontano di poco, venendo bloccata immediatamente dalla forte presa del moro.
-bhè..mi sembra ovvio- sussurra, spostando lo sguardo.
Divento rossa al solo pensiero. Stavamo andando oltre, non potevo permetterlo.
-scusa Zayn, io..non sono pronta- sfilo le mie gambe dalle sue, alzandomi in piedi e cercando la sedia dove poco prima ero seduta.
-no, scusami tu. Non volevo approfittarne- si guarda in giro -hai ancora fame?- mi chiede.
Guardo il tavolo ancora pieno di roba da mangiare. Ma lo stomaco si era completamente chiuso, pieno di rimorsi.
-no- ammetto -tu?- chiedo.
Scuote la testa, alzandosi -vieni con me- allunga una mano, nella speranza che io l'accettassi.
Aspetto qualche secondo, titubante, prima di unire la mia mano alla sua e alzarmi di nuovo. Lo seguo in silenzio, mentre mi fà strada nel buio più totale, fino ad arrivare alla riva del mare.
-è bello qui, molto più di quando è giorno- sussurra al mio fianco.
-già- dico -se devo essere sincera, è la seconda volta che vedo il mare di sera, così calmo- sento il suo sguardo addosso, mentre mi perdo a fissare le onde arrivare quasi ai nostri piedi.
-non sei di qui?- mi chiede. Sorrido divertita.
-si, certo che abito qui. Ma è difficile la mia vita, se solo mi conoscessi un pò di più- mi lascio sfuggire con un velo di tristezza.
-ma io voglio conoscerti- mi fa girare sui miei stessi piedi -permettimi di conoscerti meglio- lo guardo dal basso.
-Zayn..- le sue labbra si posano sulle mie, prima di staccarsi e appoggiare la sua fronte sulla mia.
-lo so che lo vuoi anche tu- sussurra a pochi centimetri dal mio viso.
I nostri occhi rimangono fissi per una manciata di secondi -mi porti a casa- non potevo trattenermi più.
Sapevo di essere in grado di saltargli addosso, ma..ci sono troppi 'ma' da spiegare prima.
-oh, certo- lo colgo alla sprovvista, mentre ritorniamo a recuperare la roba al molo, per poi rinchiuderci nella sua auto parcheggiata appena sopra la spiaggia.
Cala il silenzio durante il tragitto del ritorno.
La sua mascella serrata, le dita strette allo sterzo della vettura, la radio spenta, mi fanno notare la tensione che si era creata. Cosa dovevo fare? Saltargli addosso, fare l'adolescente in età ormonale e far soffrire due persone?
Già era abbastanza quello che avevo fatto fino a quel momento. E poi, non avevo nemmeno avuto il coraggio di parlargli di Justin.
A questo punto, doveva saperlo anche lui.
-Zayn..- lo richiamo, nella speranza di rivedere quel sorriso sulle labbra. Non risponde, si volta solamente quei secondi per farmi capire di avere la sua attenzione -devi fare così fino a casa?- chiedo.
Sbatte gli occhi, ancora intento a fissare la strada.
-puoi accostare?- chiedo gentile -devo dirti una cosa-.
Il suo sospiro lento mi fa capire di aver accettato la mia richiesta. Mette la freccia e accosta.
Sgancio la cintura, e mi volto nella sua direzione.
-è una cosa difficile, anzi strana per l'esattezza- premetto -non so nemmeno come riuscire a dirti una cosa del genere- confesso.
-un pò di champagne?- aggrotto la fronte alla sua affermazione -so che aiuta a sfogarsi- forse non ha tutti i torti.
Annuisco con la testa. Scende dall'auto, nel buio della notte, e ritorna, dopo qualche secondo aver frugato nel cofano, con la bottiglia e i due bicchieri tra le mani.
-tieni- mi porge il bicchiere, versandomi il liquido. Lo stesso fa lui, ma con una quantità ridotta -devo guidare- mi spiega.
Non ero tipo da alcolici, pesanti o meno. Già al terzo bicchiere, chiesto quasi in supplica, lo lascio cadere ai miei piedi, ridendo senza motivo.
-allora?- mi incita Zayn al mio fianco.
-sei bellissimo- dico -ma io sono stronza- continuo -tu non mi hai detto di Perrie ed io mi sono arrabbiata come una belva. Non ti volevo più vedere, non ti volevo più sentire. Ma sai che c'è?- scuote la testa, posando la bottiglia ai piedi del suo sedile, vuota -più cerco di starti lontano e più ho voglia di vederti, di baciarti- sospiro -non posso stare senza te, ho fatto anche strani sogni per colpa tua- lo indico, ridendo.
-per colpa mia?- scherza lui, puntandosi un dito al petto -sei tu quella che qua dentro ha colpito il mio naso, facendoci conoscere- continuo a ridere -ma sai che c'è..- ripete le mie parole -che non mi interessa di Perrie, se sto con lei, se rovinerò tutto dopo questo- scavalca il suo sedile, per accomodarsi accanto a me -io voglio te, adesso- sussurra prima che le sue labbra toccano di nuovo le mie.
Sorrido quando scende a baciare il collo, mozzandomi il respiro mentre giocherella con la lingua.
Justin può anche aspettare.
 
  
 
OH MY GOD(?)
dopo tre giorni di inferno tra febbre, vomito (scusate)
ospedali, e tanto altri dettagli che vi evito, la mia
mente contorta è tornata con questo parto di capitolo lol
Si, il mio umore è cambiato ogni volta che scrivevo una
parola, mi sono incavolata anche sul finire perchè
internet se n'è andato a fanculo cc
Quindi..secondo il mio programma, nel prossimo capitolo
succede qualcosa OuO MA COSA? 
ahaha mi dileguo, nella speranza di trovare qualche
recensione che mi inciti ad andare avanti c:
 
Quindi bellezze, al prossimo con tante BELLE
novità. Scusate se ho interrotto il capitolo così, ma 
poi veniva chilometrico ahahah 
Sciau(?)

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Capitolo 11
*** She's not afraid. ***




SHE'S NOT AFRAID
 
 
Un raggio di sole disturba il mio sonno, facendomi girare dall'altra parte del letto.
Le mie mani scivolano sotto il cuscino fresco, mentre con la testa mi sistemo meglio, cercando una comoda posizione.
La mia gamba sfiora qualcosa. Un occhio si apre di scatto.
OH.MIO.DIO.
Scatto nel letto, stando attenta a non svegliare il ragazzo che dormiva al mio fianco.
Mi giro, osservando la stanza tranquilla: le tende aperte per far entrare la luce del mattino, il pavimento pieno di vestiti. I nostri vestiti.
Abbasso lo sguardo, sospirando rilassata notando almeno l'intimo addosso.
Mi muovo nel letto, uscendo le gambe da sotto le lenzuola calde. 
Zayn dormiva tranquillo, i capelli arruffati, le ciglia disordinate, le mani distese ai suoi fianchi.
Cammino nella stanza silenziosa, recuperando il vestito dal pavimento e appoggiandolo sulla sedia.
Qualcuno grida nel giardino sotto la finestra della stanza dove mi trovavo.
Incuriosita, i miei piedi si muovono soli, osservando poi la scena di Niall che veniva spruzzato con il getto dell'acqua.
Sorrido.
I miei occhi cadono sul ragazzo steso sul letto, intento a cercare una comoda posizione. Sbuffa, senza successo.
Mi avvio di nuovo al letto, strizzando gli occhi a due fessure. Una strana chiazza rossa ben visibile sul collo mi fa sbarrare gli occhi.
Cosa era successo quella notte?
 
 
La sua mano continuava a salire lungo tutta la mia schiena.
Inciampai nei miei stessi piedi, ridendo come una pazza.
-sshh- mi rimproverò lui, aiutandomi ad alzarmi dal pavimento freddo -ho paura che gli altri siano già nei loro letti-.
Lo guardai negli occhi -hai detto letto?- mi accorsi tardi del tono malizioso che avevo usato.
La sua bocca si appoggiò sulla mia insistentemente, ed io non non mi tirai indietro, assecondandolo.
Con una piccola spinta, riuscii a saltargli addosso, incrociando le gambe dietro il suo bacino.
La sua voglia cominciava a crescere nei pantaloni.
Camminava nel buio della casa, tenendomi stretta per il sedere, mentre il bacio diventò qualcosa di più passionale.
La mano di Zayn palpò il muro della cucina, cercando di trovare il pulsante della luce, ma senza successo.
Con la coda dell'occhio notai che mirava al divano. Pochi secondi dopo, infatti, mi lasciò cadere dalle sue braccia, cercando di non farmi cascare sul pavimento.
-abbiamo bevuto un pochino- risi, senza motivo.
Le braccia di Zayn lo tenevano ancora lontano da me -quella ubriaca qui, sei tu- constatò lui.
Non potevo dargli torto.
-ma quanto parli- lo rimproverai -e poi siamo noi ragazze a non chiudere mai il becco- lo afferrai per il colletto della camicia, e lo avvicinai alle mie labbra.
Si sdraiò sul mio corpo, attento a non pesarmi troppo.
La sua lingua continuò ad intrecciarsi alla mia, mentre i nostri bacini continuavano a scontrarsi involontariamente.
La luce della cucina venne accesa, facendoci scattare sul posto spaventati. Nella stanza entrò Louis, senza accorgersi della nostra presenza.
Zayn saltò sul divano, cercando di nasconderci entrambi.
Ridacchiai sottovoce, facendomi rimproverare da Zayn con lo sguardo.
Se ci avessero scoperto in certi atteggiamenti, non l'avremmo passata liscia nessuno dei due. Soprattutto Malik.
Il castano recuperò una bottiglia d'acqua dal frigo, per poi richiudere la luce e sparire dalla nostra vista.
Mi voltai verso il moro di fianco a me, curiosa.
-meglio non fare certe cose qui- scese i piedi dal divano -ti va di dormire con me?- chiese poi con un filo di speranza.
Lo guardai per qualche secondo, per poi annuire come se fosse la cosa più normale del mondo.
Non esisteva Perrie, non esisteva Justin..
-Zayn, io devo parlarti- la mia voce tremò, mentre mi sedevo sul divano.
-magari nella mia stanza- mi tirò per un braccio, prendendomi poi sulla spalla come un sacco di patate.
Una risata lasciò la mia bocca.
-non urlare- ridacchiò Zayn, mentre cominciò a salire le scale.
Mi posò finalmente a terra, aprendo poi la porta di camera sua.
Non mi diede nemmeno il tempo di entrare che le sue mani mi tirarono per la schiena, facendo scontrare i nostri petti.
Un sorriso comparve sulle mie labbra, prima che fosserro sfiorate dalle sue. L'effetto dello champagne stava venendo fuori.
Non perse nemmeno tempo ad accendere la luce, mi guidò nel buio della stanza, fino a spingermi sul letto morbido.
Il vestito svolazzò, scoprendo le gambe. Gli occhi lucidi di Zayn osservarono per bene la mia mano che sistemava la stoffa al suo posto.
-no- quasi urlò. Mi spostò la mano, stendendosi nuovamente sul mio corpo.
Il suo bacino sbatteva contro il mio. La voglia cresceva sempre di più.
La cosa tragica era che anche io lo volevo, volevo sempre di più.
La mano del moro entrò furtivamente sotto il mio vestito, accarezzando la pelle del mio fianco. 
I nostri ansimi riempivano la stanza. I respiri ormai erano corti.
Dio mio, Zayn nemmeno poteva immaginare quello che mi faceva provare.
Con un colpo di reni riuscii a capovolgere la situazione, ritrovandomi a cavalcioni sul moro. Sorrise, portandosi le mani dietro la testa per sorreggerla.
Uhm..gli piaceva essere sottomesso?
Le mie labbra si posarono sulla mascella, lasciando dei morbidi baci su tutta la pelle. Scesi sul collo, mordicchiando la pelle con i denti.
Sentii un gemito vibrare nella gola del moro. Le sue mani si posarono sui miei fianchi, incitandomi a continuare.
Leccai le labbra, prima di schiudere la bocca e posarla di nuovo nell'incavo del suo collo, succhiando poi con forza con l'intento di lasciare un segno.
-So..Sophy- dalla bocca del ragazzo, uscì un suono strozzato, mentre con le mani cercò di allontanarmi.
Sorrisi soddisfatta quando mi rialzai.
-la metti così?- il tono che usò Zayn era scherzoso, quasi di sfida.
Afferrò i miei avambracci, e rotolando per il letto, si riportò al comando della situazione.
Con un gesto secco, abbassò la cerniera laterale del vestito. Il mio sguardo saliva e scendeva lungo tutto il suo corpo.
-non è giusto- mi lamentai -o tutti o nessuno-. 
Portai le mie mani ai bottoni della camicia di Zayn, aprendola completamente una volta sbottonata tutta.
Il vestito mi venne sfilato, finendo sul pavimento insieme ai pantaloni del ragazzo.
-Dio...- fu l'unica parola che disse.
Si mordeva il labbro inferiore in continuazione, aumentando la mia agitazione.
Ma che stavo facendo?
Le mie gambe cominciarono a tremare quando la mano di Zayn le separò, con l'intento di infilarcisi in mezzo.
-Zayn- richiamai la sua attenzione. Alzò la testa, osservandomi dal basso -io..io..- balbettai, maledicendomi mentalmente -io non ho..non ho mai..- perchè era diventato così difficile.
Lo sguardo di Zayn si abbassò. Un sospiro uscì dalle sue labbra.
-vuoi..?- tentò.
E adesso? Che dovevo dire? Ero pronta?
Il cuore batteva velocemente -io...non lo so-.
Ottima risposta. Idiota me.
Il moro si leccò le labbra, prima di rialzarsi e distendersi al mio fianco.
-posso aspettare, okay?- disse a fior di labbra -basta che tu dormi qui, stanotte- bacio leggermente le mie labbra.
Annuii per poi infilarmi con la testa nel suo petto caldo.
Avevamo una questione in sospeso.
 
Un clacson mi risveglia dal mio stato di trance.
I miei occhi si muovono veloce per la stanza, constatando che qualcuno era appena arrivato con l'auto dei ragazzi. I miei occhi cadono su un Harry con in mano tante buste dello starbucks.
Decido di indossare velocemente il vestito, le scarpe e darmi una sistemata nel bagno, poi finalmente scendere al piano inferiore, lasciando Zayn riposare tranquillo.
Quando metto piede in cucina, le gambe cominciano a tremare.
-buongiorno- mormoro 
Quattro paia di occhi mi fissano -giorno- finalmente parla Liam. Nessuno si aspettava della mia presenza.
-hai dormito qui?- chiede il riccio, posando le buste sul tavolo.
Annuisco, titubante -si era fatto tardi- sposto lo sguardo sulla parete -oh cielo- scatto sul posto -è tardissimo-.
Sfreccio per la cucina, lasciando un saluto generale.
Cammino velocemente per il giardino, ricordandomi di passare sul retro vista l'ora.
Erano quasi le dieci, cosa avrei detto alla nonna?
Sfilo il telefono dalla tasca, mentre con una spinta apro il cancelletto.
Ventidue chiamate perse, otto messaggi. Mancava solo un appello al telegiornale.
Sbatto addosso a qualcuno -mi scusi- rialzo lo sguardo, notando una bella ragazza bionda.
-niente, figurati- raccoglie velocemente quello che le era caduto dalle mani.
-ero distratta- spiego, aiutandola.
Un sorriso curva le sue labbra -ci colpano questi ragazzi qui- indica la villa al nostro fianco -sono loro che ci mandano il cervello in tilt- risponde.
Annuisco convinta -scusami ancora, io devo scappare- corro sull'asfalto del vialetto, nella speranza di trovare un taxi il prima possibile.
 
*  *  *
 
-oh Gesù- mi giro, aspettandomi una sfilza di ramanzine. 
Due braccia mi stringono forti -mi hai fatto preoccupare- mia nonna e la sua paura -ti è successo qualcosa? Ti ha toccato qualcuno?- comincia ad alzarmi i capelli, a spostarmi il vestito per vedere se tutto era apposto.
-tranquilla nonna- la scanso -mi sono fermata da Sam, ho dimenticato di avvisarti- cammino verso le scale.
-da Sam?- chiede lei.
Era l'unica persona che mi era venuta in mente.
-sì, chiamala se non mi credi- rispondo, sapendo il bellissimo rapporto che c'era tra le due.
Sento un profondo respiro -non puoi capire che colpo mi è venuto. Ti ho aspettato per tutta la notte..avrei chiamato la polizia da un momento all'altro- parla a raffica.
-nonna?- mi giro -sono qui, sto bene- sforzo un sorriso -adesso vado a cambiarmi- l'avverto.
Batte le mani sul posto. Che sta succedendo?
-fai veloce- dice -tra poco arriva una bella sorpresa per te- scompare dalla mia vista.
Justin stava tornando?
Il cellulare suona nella borsa.

'Già mi manchi xx Zayn'

 
  
 
 
MA CIAAAAAAAAAAAU(?)
allora, avevo intenzione di aggiornare domani
ma visto che è il giorno delle palme, non so
se riesco a collegarmi OuO
In caso metto un capitolo di 'give me love' domani.
Well, vi ringrazio tutte, i complimenti, le recensioni
sjdhsk siete tante, soprattutto quelle ragazze che mi
tartassano (amorevolmente) su twitter con la tipica
frase 'quando aggiorni summer love?'
Mi avete fatto capire che questa storia vi sta facendo
sognare, proprio come sta facendo con me, e proprio
per questo ho avuto un'idea ksdksh super smielosa(?)
che però metterò fra 2 capitoli °L°
 
Sono trasgree(?) bye bye c:
Ps. passate da questa mia ultima os? shkja
*cliccate sull'immagine*

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Capitolo 12
*** More Than This. ***




MORE THAN THIS
 
 
Mi guardavo in giro, sapendo che le uniche persone che conoscessi in quel grande salotto erano mia nonna e Clark, il proprietario della villa. Non avevo mai niente di emozionante nella mia vita, comprese le stupide aste che si facevano con il nome nella mia famiglia.
Diciamo che negli ultimi giorni qualcosa si era movimentata, e in parte quella situazione mi piaceva, eccome!
Dondolo un piede dalla sedia, distrattamente, quando una voce familiare richiama la mia attenzione, facendomi alzare lo sguardo.
Non ci voleva, non lei. Perchè era qui?
Lascio una leggera gomitata a Clark, al mio fianco, facendolo voltare nella mia direzione con una leggera smorfia di dolore sul viso.
-scusa, cosa ci fa lei qui?- indico una ragazza sorridente che passeggia ai primi posti. I capelli sono più rosa di quanto li ricordassi.
-la famiglia Edwards? Sono i migliori ad acquistare quadri- afferma convinto.
Eppure ero sicura di non averli mai visti prima d'ora ad un'asta. Nemmeno quella che si era tenuta nella nostra villa qualche settimana prima.
-ma sei serio? Io è la prima volta che li vedo, qui- sussurro per non farmi sentire.
Le occhiataccie da parte della nonna non tardano ad arrivare. Appunto.
L'anziano accanto a me scuote la testa -non sono mai venuti personalmente, ma ti ricordi il quadro dell'ultima volta? Quello che abbiamo venduto a 12.000$?- annuisco ricordandolo perfettamente -ecco, lui è il benefattore- mi sorride.
I miei occhi ritornano sulla figura della ragazza dai capelli rosa. Spero solo non si accorga della mia presenza, ma sopratutto che esca dalla stanza prima della grande notizia.
 
La conferenza va avanti per un'altra mezz'ora, poi finalmente si inizia con l'asta.
I primi quadri vengono venduti immediatamente. Si sapeva come andavano gli affari in quel posto: se entravi, dovevi uscire con le mani piene e le tasche vuote. Era quasi una legge in certi posti.
Nonna già ne aveva tre tra le mani, e non mi sarei stupita a ritrovarne uno in camera mia.
L'essermi ritrovata Clark nel salotto, mi aveva portato un sorriso per tutta la serata ed anche la mattina successiva. Clark era un amico di famiglia da sempre, era esattamente il compagno di banco di mio padre.
Avevano grandi sogni insieme, distrutti però una volta divisi.
Papà aveva deciso di trasferirsi a Parigi, dove s'innamorò l'anno dopo di mia madre. Ma la convivenza nella città dell'amore durò ben poco, visto che mio padre chiese la mano alla sua fidanzata.
Nonna mi mostrava sempre le loro foto, di quanto erano felici e quanti sforzi avessero compiuto per arrivare a tutto quello che adesso possedevavamo.
Ritornarono a Miami, la città natale di mia madre e le famiglie furono presentate. Mio padre prese un colpo quando scoprì che in realtà mia madre era una ragazza ancora più speciale: aveva il sangue blu.
Sembrava averci ripensato, fin quando mia madre non annunciò un nuovo arrivo, ovvero me.
Clark nel frattempo si era sistemato in una fabbrica, appunto di cornici, e cominciò ad innamorarsi dell'arte. L'incontro che ebbe con mio padre fu quando quest'ultimo volle incorniciare il quadro che raffigura la perfetta famiglia: mio padre alla destra, alzato, mia madre su una sedia col viso basso, mentre tra le braccia mi teneva stretta in un vestito bianco.
Da allora decisero di non dividersi più, e così Clark entrò a far parte della corte di mio padre come suo produttore di cornici. Era molto utile, vista l'enorme quantità di quadri presenti in casa mia.
-Sophy- mi giro verso la nonna, piegata leggermente per non interrompere l'asta -vai a vedere se è tutto apposto, di là?- il suo indice punta il sipario del palco aperto dove il signore annunciava i nomi dei vari quadri.
Annuisco capendo al volo a cosa si riferisse, lasciando la sedia calda su cui ero seduta.
La mia testa gira a destra e a sinistra nella vaga ricerca di una chioma rosa. Per fortuna nessuna strana capigliatura sbucò ai miei occhi.
Il mio cuore si rilassò al pensiero: era una cantante, aveva di meglio che starsene ad una noiosa asta di quadri.
Varcata l'enorme tenda rossa, il mio sguardo cadde sul quadro appoggiato al muro. Sorrisi sapendo che il prossimo sarebbe stato proprio quello di mia nonna.
Aveva deciso di venderlo, e chi aveva un bel faccino per mostrarlo al pubblico? Bhè, magari da giovane era una bella donna, ma adesso regnavano delle enormi rughe sul suo viso.
-ciao- sobblazo sul posto, posando una mano sul cuore.
Dopo un secondo di mancamento, il cuore accellerò i battiti, i miei occhi si allargarono.
-ciao- rispondo titubante.
Il sorriso regnava sulle sue labbra -anche tu a queste insulse, inutili, infantili, noiose aste?- parla a raffica, lei.
Annuisco ancora sorpresa della sua presenza -hai portato qualche quadro?- mi affretto a chiedere.
La ragazzo si guarda in giro -è quello- mi indica un quadro poco lontano da noi -tu?- mi chiede.
Adesso dovrei pensare ad una risposta geniale, una che la faccia allontanare per un bel pò.
Alzo le spalle -uno di questi, credo- fisso i vari quadri appoggiati al pavimento.
Annuisce anche lei, alzando poi un sopracciglio -allora..- mi affianca, prendendomi a braccetto e cominciando a camminare per il lungo corridoio scuro -ho visto quella foto, chi dei one direction è nei tuoi pensieri?- sobbalzo per la domanda inaspettata. Il cuore perde un battito.
Sento le mani sudare freddo, mentre con un'espressione sorpresa cerco di coprire l'evidente disagio.
Non ricordavo di aver mai fatto una foto con Zayn, tantomeno con gli altri.
-scusa, quale foto?- chiedo confusa, ma soprattutto evitando l'argomento 'cotte'.
La ragazza si ferma di colpo, sfilando il braccio dal mio, per poi infilare la mano nella borsa. Esce il cellulare, picchiettando qualcosa sul display illuminato.
-questa- osservo attentamente lo schermo dove una foto raffigurava chiaramente me che uscivo dal cancello posteriore della villa dei ragazzi -allora- rialzo lo sguardo sulla ragazza -chi è la tua vittima?- sorride amichevolmente.
Se solo sapesse chi in realtà passeggia in continuazione nei miei pensieri, quel sorriso sarebbe rimpiazzato da un viso tutto tranne che felice.
-nessuno- ridacchio nervosa -avevo dimenticato una cosa, quando mi avevano invitato l'altra sera- mordo la lingua, nella speranza che se la sia bevuta.
Scuote la testa divertita -qui l'articolo dice tutto il contrario- fissa di nuovo il cellulare, facendo scorrere le dita lungo lo schermo -infatti mostrano un sacco di foto di quando entri ed esci da casa loro. Mi stai per caso nascondendo qualcosa?- il tono della ragazza diventa duro all'improvviso, quando sento qualcuno richiamarmi dalla parte opposta.
-principessa Smith, è il suo momento- i miei muscoli diventano tesi per lo sguardo perso della ragazza di fronte a me.
-principessa?!?- sbotta poi senza aggiungere parole.
 
 
*  *  *
 
Scendo dall'auto guardandomi attentamente a destra e a sinistra. Erano davvero nascosti bene, ma ero cocciuta a trovarli.
Il cellulare vibra nella mia mano, facendomi trasalire spaventata.
 
'Ti sto guardando dal balcone'
 
I miei occhi puntano il cielo, scuro e con enormi nuvoloni che minacciavano la piggia, fino ad incontrare gli occhi felici di Zayn.
Prendo un respiro prima di entrare dal cancello posteriore alla casa.
Mi aveva chiamato dopo l'asta, con la speranza di vedermi anche quel pomeriggio.
Mi ero ripromessa di dire tutta la verità sul mio conto, se prima non l'avesse già fatto Perrie. 
Aveva scoperto che ero una principessa, aveva scoperto che di certo non lo ero da due giorni. Non mi sarei sospresa se in realtà Zayn mi aveva invitato a casa sua per sputtanarmi e dirmene quattro.
Avevo fatto la difficile nel momento in cui avevo scoperto che lui fosse già impegnato, non gliene avrei fatto una colpa se mi avesse insultato e alla fine decidere di non parlarmi più. Mi meritavo solo quello.
-Zayn?- lo richiamo quando entro in casa, stranamente silenziosa.
Mi giro da tutte le parti, sperando di trovarlo subito.
-Zayn?- riprovo a chiamarlo, ma di nuovo il silenzio regna nell'enorme villa, segno che in quella casa non c'era nessuno meno noi due.
Perfetto! Commetterà un omicidio e nessuno saprà niente. Me lo merito.
Delle labbra si posano sul collo scoperto dal vestito, facendomi trasalire dallo spavento.
Le mani ben curate si posano sui miei fianchi, prima che potessi girarmi e vedere chi fosse il colpevole del battito accellerato del mio cuore.
-ciao- una semplice parola soffiata al mio orecchio, mi fa chiudere gli occhi, provocandomi strane scossette lungo tutta la schiena.
Le labbra salgono nell'incavo del mio collo, mentre sento la porta venir chiusa con un colpo forte.
Schiudo la bocca quando la lingua esperta del ragazzo tortura il lobo del mio orecchio, rilasciando la pelle poco dopo con uno schiocco.
Riapro gli occhi, mentre mi muovo nella stanza per girarmi e vedere finalmente Zayn in faccia.
-siamo soli- constato da sola, mentre il ragazzo annuisce.
-non mangio mica- si porta il labbro inferiore tra i denti.
Dio mio, perchè deve rendere le cose più difficili?
-possiamo parlare?- chiedo, abbassando lo sguardo.
La sua risata attira la mia attenzione, facendo in modo di farmi rialzare il viso.
-ti ho invitato qui per un motivo- la sua mano si intreccia alla mia -vieni- mi tira dietro di lui.
Mi mordo l'interno della guancia, provando un dolore atroce. Vorrei potergli urlare tutta la verità, ma sono troppo curiosa della sorpresa che aveva in mente.
Non mi stava guidando verso la cucina, quindi la teoria di un omicidio era sorvolata. O si poteva uccidere una persona senza aver bisogno di un coltello?
I miei pensieri furono interrotti quando inciampai negli scalini in cui stavamo salendo. La forte stretta della mano del moro evitò lo schianto doloroso che avrei avuto se non ci fosse stato lui.
Lo ringraziai con il labbiale, mentre lo seguivo fermandoci davanti la porta di camera sua chiusa.
Okay, si può uccidere anche con un cuscino. Una volta avevo visto un film.
La porta si apre, mentre la stanza buia mi viene mostrata con le lucine accese al soffitto. L'effetto stellare era sempre une bella sensazione.
-vieni- la voce calda di Zayn mi richiama, facendo in modo che lo potessi seguire nella stanza.
Cammina, attento a non farmi cadere nel buio, poco illuminato.
La sua mano mi guida fino a fermarmi davanti al suo corpo, con le spalle verso il letto.
-non voglio essere un egoista, ma volevo stare con te da solo- le parole escono quasi come una supplica -stai con me?-.
Le sue labbra si posano sulle mie, allontanandoci dal resto del mondo.
La mia bocca si schiude quando la sua mano si posa al mio fianco, costringendomi a sdraiarmi sul morbido letto.
Si alza leggermente sui palmi delle mani, facendo scivolare velocemente la maglia che indossa.
Il mio respiro manca per una manciata di secondi, rimanendo immobilizzata da tanta bellezza.
-ti va?- chiede, come se fosse la cosa più normale di questo mondo.
Le mie dita si perdono a rimarcare i muscoli ben scolpiti del ragazzo, senza proferire parola al riguardo.
La leggera risata risuona nella stanza silenziosa. Non sapeva ancora nulla di me, dovevo parlare.
-Zayn, sono seria stavolta. Devo parlarti- i miei occhi si posano nei suoi, confusi e curiosi allo stesso tempo.
Scivola dal mio corpo, sedendosi accanto e molleggiando un paio di volte fino a trovare una posizione comoda.
-con la luce accesa, se non ti dispiace- mi metto dritta con la schiena, sapendo che di quel passo non avrei mai e poi mai avuto il coraggio di continuare.
Zayn allunga il suo corpo fino a toccare il pulsante della lampadina centrale. Tutto viene illuminato.
-ma..- mi guardo in giro, notando delle strane stampe sparse per la stanza.
Scatto dal letto andando ad osservarle attentamente.
-ti piacciono?- sento dei passi nella stanza -doveva essere una sorpresa, questa- le mie guance prendono il colore di un pomodoro.
L'intera parete della stanza di Zayn era piena di mie foto. Foto che aveva pubblicato uno stupido giornale, indagando sul fatto che una ragazza misteriosa usciva dal cancello posteriore della casa dei one direction quasi ogni giorno.
-Z..- le mie parole si bloccano quando avverto la mia suoneria del cellulare risuonare nella stanza.
Mi avvio velocemente all'apparecchio, scusandomi con Zayn che si butta sul letto pesantemente.
-pro..- le urla di Sam vengono sentite perfino da Zayn poco lontano da me.
Ridacchia quando riavvicino l'apparecchio all'orecchio -corri subito a casa, devo dirti una cosa. Sono da te, ciao!- fisso il telefono allibita.
Mi chiama, mi urla contro, poi richiude e nemmeno mi aveva dato il tempo di parlare. Bella migliore amica.
-scusa..- faccio per scusarmi.
-tranquilla, ti capisco- mi accompagna velocemente fino all'uscita -ci vediamo stasera?- chiede speranzoso -sai com'è..devi dirmi quella cosa- ammicca sul ciglio della porta.
Sono tentata dal stampargli un bacio, ma mi trattengo -okay- rispondo solamente.
 
Esco dall'auto, guardandomi in giro. Sam poco più lontano richiama la mia attenzione sventolando le braccia per aria.
Corro nella sua direzione, spaventata dal suo stato: stava seduta ai piedi di un albero, con le gambe incrociate e il viso perso. Che era successo?
-allora?- chiedo con urgenza, una volta arrivata vicino lei.
Alza lo sguardo, mostrandomi un sorriso bellissimo. Mi rilasso per un momento.
-Harold Edward Styles mi ha chiesto un appuntamento, stasera- batte le mani dalla felicità.
Cosa? Era seria?
-mi hai fatto venire qui per questo?- dico con tono duro.
-scusa se ogni tanto sono felice anche io- volta lo sguardo, mettendo su un broncio.
-Sam- sospiro, sedendomi accanto alla ragazza appoggiando la schiena al tronco -stavo cercando di dire tutta la verità a Zayn- spiego.
La mia amica si volta nella mia direzione -tutta tutta tutta?- mi chiede.
Annuisco -mi sto comportando da stronza, non voglio mentirgli più, basta- taglio corto.
Il cellulare suona tra le mie mani.
 
'Ci vediamo tra 20 minuti al parco. Devi darmi certe spiegazioni'
 
Il mio stomaco si contorce su sè stesso, deglutisco a vuoto fissando preoccupata Sam.
-sa tutta la verità, già- mormoro triste.
 
 
  
MA SAAAAAAAAAAAAALVE
bene bene bene, non mi odiate vero?
Non dovevo nemmeno aggiornare oggi, ma visto
che non ho messo 'she's not afraid', volevo
farmi perdonare in qualche modo.
E quale modo migliore? Metter l'unico capitolo
di passaggio della storia, perchè bitches(?),
il prossimo sarà di sicuro il mio preferito c:
 
Addio(?), cercherò di aggiornare prima di sabato,
ovvero quando arriva Luca, così non mi morite visto
che la prossima settimana sarà sicuramente completamente(?)
assente cc 
Passate da qui se vi va, non ve ne pentirete OuO

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Capitolo 13
*** Stole My Heart. ***




*LEGGETE L'ANGOLO AUTORE ALLA FINE, CI SONO DELLE NOTIZIE IMPORTANTI c:

STOLE MY HEART
 
 
Le gambe tremano mentre mi inoltro nel parco in cui ci eravamo dati appuntamento.
Il cielo è buio, tutto questo silenzio mi mette paura.
Voglio solo vederlo, spiegargli tutto.
Non avevo nemmeno avuto il tempo di cambiarmi, indossavo ancora quello stupido vestitino che avevo messo per l'asta.
Mi volto di scatto quando sento un rumore alle mie spalle -Zayn- lo chiamo, nella speranza che fosse tutto uno stupido scherzo.
Ma nessuno risponde. L'ansia si impossessa di me.
Faccio gli ultimi passi, fermandomi davanti alla fontana ormai abbandonata. Perchè Zayn non era nemmeno lì?
Mi aveva dato appuntamento a quell'ora; ormai tutto era buio, poi c'era anche il tempo che minacciava un diluvio da un momento all'altro e di certo non mi rassicurava per niente.
Inoltre, mi aveva detto che si sarebbe fatto trovare all'unica fontana del parco perchè 'doveva parlarmi'.
Forse tutto questo era una presa in giro: Perrie gli aveva detto di me, di come mi chiamato quella mattina, avevano magari fatto ricerche su ricerche sul mio cognome, scoprendo perfino l'esistenza di Justin.
Me la stava facendo pagare per tutte le bugie dette, sicuro! Chi ero quello stupido che andava in un posto sperduto, di notte, con nessuno a tenergli compagnia?
Nessuno, tranne me!
Recupero il telefono, ma con mia grande sorpresa noto che è spento. No, no, NO! Non può morirmi adesso la batteria!
Gli occhi sono ancora sbarrati quando qualcosa di bagnato si posa sulla mia guancia. Alzo lo sguardo al cielo, asciugando la goccia di acqua con un dito. 
Il cielo è pieno di nuvoloni neri, segno che non ero l'unica ad essere triste in quel momento.
Avrei perso tutto: i ragazzi, le risate, i pomeriggi diversi dal mio solito, Zayn..
Un'altra goccia sfiora il mio viso. Abbasso lo sguardo, lasciandomi andare ad un sospiro pesante. Non sarebbe venuto.
I miei piedi si muovono sull'asfalto del parco consumato, guidandomi verso l'uscita. Le gocce non tardano ad arrivare e ben presto la pioggia bagna i miei capelli e il mio vestito.
Le braccia si incrociano al petto: anche se non c'era traccia di freddo, il mio corpo era percorso da mille brividi. Non stavo piangendo da sola.
-Sophy- mi volto di scatto, riconoscendo la voce.
Un ragazzo moro mi corre incontro, piegandosi appena arrivato davanti a me, appoggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
Guardo la scena in silenzio, mentre l'aria viene riempita dal profumo dell'asfalto bagnato. L'ho sempre amato  quell'odore.
Il ragazzo butta fuori un respiro profondo, mettendosi poi dritto con la schiena -Louis ha preso l'auto- dice con poca voce -ho dovuto prendere quella senza tom tom e mi sono perso-.
Il mio cuore si rilassa un attimo, felice di non esser stata presa in giro.
-tranquillo- è l'unica cosa che riesco a dire.
Le mani, come le gambe, tremano: la scena di un Zayn completamente bagnato dalla pioggia che ormai cadeva insistente, era quasi da film; ma ne valeva davvero la pena assistere.
-perchè?- chiede d'improvviso -perchè non mi hai detto di essere una principessa?- alza le braccia al cielo.
Il mio stomaco si chiude, provocandomi un dolore atroce.
-oh- mormoro mordendo l'interno della guancia -Perrie allora te l'ha detto?- più che una domanda, sembra un conferma a me stessa.
Annuisce velocemente -cosa ti aspettavi da una come lei? Non è capace di tener chiusa la bocca sui suoi segreti, figurati se non apriva bocca su questa storia- sbotta, quasi innervosito.
L'acqua scende sempre più veloce, interrompendo i brevi silenzi che calavano ogni tanto.
-ho provato a dirtelo, ma non ce l'ho fatta- rispondo sicura.
-cosa?- sul suo viso compare un sorriso nervoso -siamo stati insieme praticamente..sempre!- urla.
-non è una cosa facile, lo sai- doveva capirmi, non era mia intenzione mentirgli -e poi, ogni volta che provavo a dirti la verità, succedeva sempre qualcosa- gli urlo di rimando.
Nonostante fossimo a pochi centimetri di distanza, urlavamo per farci sentire meglio.
-esistono i telefoni. Mi pare che tu abbia il mio numero- dice in modo provocatorio.
-non è una cosa che va detta per telefono!- rispondo. 
Stava cominciando a stufarmi questa sua sfacciataggine. Era pure colpa sua se ogni volta mi bloccavo sul dirgli la verità. Colpa sua e di quelle sue labbra perfette.
-Zayn, cerca di capirmi- prendo un profondo respiro -cosa sarebbe cambiato se ti avessi detto da subito che sono una principessa? Mi avresti trattato esattamente come fanno tutti gli altri- incrocio le braccia al petto, posando il peso del corpo su un piede, aspettando una risposta.
L'acqua scivola sui miei capelli, facendoli appiccicare di più al mio viso.
-bhè, sarebbe cambiato tutto. Non mi sarei mai approfitatto di te- sbatto gli occhi velocemente.
-scusa?- dico confusa -allora con me hai solo giocato?- constato -tutte quelle erano sono belle parole dette al momento, solo per arrivare una cosa- scuoto la testa, abbassando lo sguardo.
Non ci credo, mi sento davvero sprofondare la terra sotto i piedi. I ragazzi sono tutti uguali, dovevo aspettarmelo.
-lo sai che non è così- la sua mano sfiora il mio braccio, facendomi alzare di scatto il viso. Non l'avevo nemmeno visto avvicinarsi -lo sai che preferivo incontrare te che stare con Perrie- il cuore batte velocemente, mentre gli occhi iniziano a pizzicare -sai che l'avrei lasciata se solo tu me l'avessi chiesto- scatto sul posto.
Io dovevo dirgli cosa?
-perchè, Zayn? Perchè mi stai dicendo queste cose?- il cuore accellera i battiti, con la paura di ricevere una semplice risposta.
-perchè tu..- un tuono risuona per tutto il cielo, facendomi urlare spaventata -vieni qui- le braccia di Zayn circondano le mie spalle, stringendomi forte al suo petto.
Le lacrime non tardano ad arrivare.
-non dobbiamo litigare più, okay?- sussurra al mio orecchio, accarezzando la mia pelle fradicia -hai paura dei tuoni?- chiede poi divertito.
Era incredibile come un solo essere umano era capace di cambiare umore in tre secondi netti.
Tiro su col naso, staccandomi di poco. Annuisco.
-non piove mai a Miami, sono rare le volte- spiego -scusa- mormoro poi, abbassando di nuovo la testa sul suo petto. Avrebbe capito a cosa mi riferivo.
-stai tranquilla. Ho esagerato anche io; non so come ci si sente ad essere trattati da principesse, ma sono sicuro che non è come viene descritto nelle favole- annuisco debolmente.
-non c'entra niente, quelle sono solo belle parole- nel mio stomaco, gli organi sembrano far a botte tra di loro dopo aver pronunciato quelle parole.
-Zayn..- lo richiamo, mentre le braccia del ragazzo mi tengono ancora stretta al suo corpo -non credi sia meglio andare via da qui?- chiedo.
Sento il suo corpo muoversi -no- annuncia -voglio stare abbracciato con te ancora un pò- spiega.
Un sorriso curva le mie labbra.
-c'è qualcos'altro che devo sapere?- i miei muscoli diventano rigidi. Justin.
Mi stacco di poco -sicuro che vuoi saperlo?- lo guardo negli occhi.
-non dirmi che sei figlia di alieni?- che cosa?
Scoppio a ridere, seguita dal ragazzo.
-no, scemo- gli lancio un leggero pugno sui pettorali, mentre la sua mano avvolge il mio polso, bloccandolo.
Rialzo lo sguardo, perdendomi a guardare l'intenso colore dei suoi occhi. I capelli sono ammaccati dalla pioggia insistente, l'acqua continua a rigare il suo viso, rendendolo ancora più perfetto di quanto fosse.
-ho un fidanzato anche io- le mie labbra si muovono velocemente, mentre il sorriso di Zayn svanisce.
-sei seria?- chiede titubante.
Annuisco -mi dispiace- rispondo.
Sembra non trovar parole; stavolta l'avevo ferito davvero. Il peggio era che non spicciava parola e la cosa mi stava davvero preoccupando.
-Zayn- lo richiamo nella speranza di non averlo fatto morire sul colpo.
-così non sono l'unico ad aver tradito- la sua voce esce tranquilla, come se fosse una cosa normale.
Annuisco -mi dispiace per il mio ragazzo, ma credo che le cose adesso siano cambiate tra di noi- ammetto.
Un altro tuono scoppia nel cielo, facendomi chiudere gli occhi dallo spavento.
-andiamo a casa mia, i ragazzi non dovrebbero esserci- usciamo insieme dal parco.
Avevo fatto la cosa giusta? Ma soprattutto, adesso, cosa sarebbe successo?
 
*  *  *
 
-sai che adesso questa è mia- scherzo girando su me stessa, sfoggiando la maglia di Zayn.
Sorride disteso sul letto -tanto è di Harry- mormora, ridendo poi dalla mia faccia.
Prendo la rincorsa per poi buttarmi sul letto, facendo ballare il materasso sotto il peso di Zayn che ride.
Dio mio che sorriso..
-sei bella- si ferma poi, spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Mi metto meglio sul letto, sistemando il cuscino sotto la testa.
-questo letto è davvero comodo- mormoro, trovando la giusta posizione, finalmente.
-lo so- il viso di Zayn mi appare davanti agli occhi -ti va di fare qualcosa insieme?- noto una strana luce nei suoi occhi.
-del tipo?- mi faccio curiosa.
-non saprei, qualcosa per passare il tempo insieme- ammicca, facendomi alzare gli occhi al cielo.
Forse avevo capito quello che intendeva, ma..c'era un ma.
-ti va di preparare qualche dolce? Così all'arrivo i ragazzi avranno qualcosa per cui litigare- ridacchio dalla smorfia che compare sul suo viso.
-non possiamo fare altre cose?- le sue labbra si posano sulle mie.
Scuoto la testa -naaa- scivolo dal letto, facendolo rimanere male -alzati, pigrone- lo tiro per un braccio.
Si alza dal letto sbuffando -almeno posso abbracciarti?- chiede qualche passo dietro di me.
Scuoto la testa -sei un genio- esclamo felice -faremo gli abbracci- conoscevo la ricetta a memoria, in quanto fossero i miei biscotti preferiti.
Sento Zayn alle mie spalle sbuffare.
Arrivati in cucina, mi giro curiosa da tutto quel silenzio che era calato all'improvviso -Zayn?- lo chiamo, notando di essere completamente sola. Alzo gli occhi al cielo -dai, Zayn, non ho voglia di giocare- lo richiamo.
Non arriva nessuna risposta.
-Zayn- mi inoltro nel salotto, sperando di trovarlo sdraiato sul divano a sgranocchiare qualcosa davanti alla tv; ma niente.
-dai- tento ancora, controllando dietro il divano, vicino al camino, dietro le porte, dietro una pianta. Era gigante.
Scuoto la testa divertita -se ti trovo..- sento una risata.
-che mi fai?- la voce proviene dal piano superiore.
I miei piedi scalzi si muovono verso le scale, salendole a tre a tre per fare prima.
-cosa succede se ti trovo?- chiedo divertita, guardandomi in giro. 
Fuori aveva smesso di piovere, la casa era illuminata dalle poche luci che Zayn aveva acceso visto la presenza di solo noi due.
-bo- una sillaba mi capire che si trova in una delle ultime tre stanze che ancora non avevo controllato.
Mi mordo il labbro, sorridendo quando entro nella prima.
Il caos che regna nella camera di Louis è indescrivibile: vestiti sulle sedie, computer sul pavimento, fili di caricabatterie  intrecciati tra loro, il letto ancora disfatto.
-presa- urlo quando le braccia di Zayn avvitano il mio bacino, alzandomi da terra.
-mettimi giù- urlo tra le risa.
-anche no- dice lui, camminando nella stanza.
-non ci provare- lo minaccio, capendo le sue intenzioni.
-così impari- dice prima di buttarmi sul letto di Louis.
Rotolo come una scema, cadendo dall'altra parte del letto -ahio- mi lamento col sedere per aria.
Prevedo un piccolo livido sotto il mento.
La risata di Zayn arriva fino alle mie orecchie -aiutami invece di ridere- lo ammonisco, mettendomi seduta sulle ginocchia.
Il pavimento è fresco, mentre con una mano massaggio la parte dolorante, aspettando un moro venirmi in aiuto.
Il ragazzo, per tutta risposta, si butta sul letto tenendosi la paccia dalle risate.
Vuole la guerra?
Mi rialzo di fretta, mettendomi in piedi sul letto, proprio ai lati dei suoi fianchi -ridi, eh?- chiedo mettendo le mani sui fianchi.
Il ragazzo mi fissa un secondo, facendo scorrere i suoi occhi su tutta la lunghezza delle mie gambe.
-bel colore, il rosa fragola- le mie guance cambiano colore, mentre le ginocchia si piegano automaticamente, facendomi sedere sul bacino di Zayn. Stupide mutande.
Di nuovo altre risa.
-smettila- lo colpisco allo stomaco, facendolo gemere di dolore -uffa- mi lamento quando noto che non la smette più -lo dico a Perrie-.
Si blocca di colpo, prendendo tra le sue mani i miei polsi -cosa vuoi fare?- mi chiede con tono divertito.
Ci penso un pò; un sorriso compare sulle mie labbra -vado a dire a Perrie che ci hai sempre provato con me- rispondo.
-ed io lo dico al tuo ragazzo- continua lui.
-ma io conosco Perrie, tu non conosci Justin- faccio una smorfia, sfilando i miei polsi dalle sue grinfie e cominciando a giocare con le sue dita.
-ah, così si chiama Justin. Potremmo presentarlo a Niall, lui è innamorato delle persone che si chiamano così- scoppio a ridere, scuotendo la testa.
Con un colpo di reni, capovolge le posizioni. Mi ritrovo schiacciata sotto il peso di Zayn, intento a bloccare le mie mani ai lati della testa. I suoi occhi puntano i miei -ops...- sussurra poi.
Mordo il labbro inferiore, muovendo leggermente il bacino. Le gambe di Zayn si stringono di più ai miei fianchi, in modo da bloccarli definitivamente.
-non vale- mi lamento.
In risposta, ricevo solamente un bacio a stampo.
-devo ripeterlo per avere un altro bacio?- chiedo sorridente.
Il ragazzo alza le spalle -prova- dice poi.
Serro le labbra, mordendole dall'interno con i denti. Poi riapro bocca.
-voglio stare io di sopra- mi lamento -era più comodo-.
Il moro si stende sul mio corpo, stando attento a non pesarmi -così va bene?- soffia sulle mie labbra.
-mmh- mormoro, prima di ricevere un bacio per farmi stare zitta.
Le gambe di Zayn aprono le mie con insistenza, per potersi mettere comodamente in mezzo.
Le sue mani premono ancora sui miei polsi, mentre le nostre lingue si intrecciano.
I respiri diventano corti quasi subito, mentre noto qualcosa pulsare contro la mia coscia. Sbarro gli occhi, capendo.
-so che possiamo fare- mi giro di scatto, lasciando Zayn con dei dubbi.
-stai bene?- mi chiede.
Annuisco, ritornando a guardarlo negli occhi -ho trovato una cosa da poter fare insieme- spiego.
Sorrido, cercando di convincerlo.
-non possiamo stare qui, così?- tenta lui.
Ridacchio -dai, per favore- allungo le labbra fino a formare un broncio.
La testa di Zayn si abbassa, mentre i suoi denti tirano giocosamente il mio labbro inferiore, rilasciandolo subito dopo.
-va bene- mormora togliendosi dal mio corpo.
-credi che il mio vestito sia ormai asciutto?- chiedo sedendomi accanto al ragazzo.
-dobbiamo uscire?- mi guarda confuso.
 
*  *  *
 
-sei sicuro che nessuno ci noterà?- chiedo preoccupata.
-ha appena piovuto, chi vuoi che ci sia davanti al cancello?- mi chiede con fare ovvio -e poi, ti ho già detto che non mi interessa! Voglio che il mondo sappia di noi- piego la testa di lato.
-Zayn, solo dopo averlo detto a Justin e Perrie- rispondo con fare ovvio.
-bhè, lo scopriranno così- risponde lui, ordinando alle sue guardie di aprire il cancello.
Automaticamente mi abbasso -no- mormora lui.
Lo zittisco subito facendogli una linguaccia. Non avremmo fatto lo stesso errore, basta bugie!
Mi rialzo poco dopo, notando la notevole fila posta davanti ai cancelli grazie allo specchiettro retrovisore -e meno male che non doveva esserci nessuno- rido dalla faccia strana di Zayn.
-non so la strada- cambia discorso.
Gli indico la strada da percorrere e in meno di una ventina di minuti arriviamo al posto a cui avevo pensato.
-ti piace l'arte giapponese?- chiedo appena scesi dall'auto.
-non è che non mi piace- mi affianca, richiudendo l'auto -è solo che non ci ho mai fatto caso. Dovrei conoscerla?- mi chiede, passando un braccio al mio fianco, stringendomi così al suo corpo.
Alzo gli occhi al cielo: avrebbe vinto sempre lui.
-bhè, sì se hai una ragazza- rispondo convinta.
Entriamo in un parco vuoto. Era notte fonda, chi era quel pazzo che si aggirava per un parco a quell'ora?
Uno strano rumore mi fa girare verso Zayn -complimenti, hai uno stomaco di ferro- scherzo notando il suo imbarazzo.
-scusa se sono quasi le dieci e ancora non ho mangiato- si lamenta -ci vuole ancora tanto?- cerca di cambiare discorso.
Guardo in avanti, notando quello che avevo pensato.
Scuoto la testa -siamo arrivati- gli indico l'albero di fronte a noi.
Zayn alza lo sguardo, sorridendo leggermente, mentre io mi perdo a fissarlo intensamente.
-cos'è?- chiede poi.
-vieni- stavolta sono io ad intrecciare le nostre mani, tirandolo verso una cassetta di legno -vedi questi nastri rossi?- gliene mostro uno -si dice che gli innamorati vengono qui, legano questi nastri ad un ramo del ciliegio ed esprimono un desiderio. Quando il vento li sfiorerà, questo desiderio finalmente si avvererà- spiego.
Zayn mi fissa qualche secondo per poi prendere uno dei nastrini e girandoselo tra le mani.
-desiderio, eh?- mi chiede. Annuisco -e se io ho già tutto quello che voglio con me?- mi chiede.
Sorrido, mentre cerco di tener a bada il battito del mio cuore.
Alzo le spalle, facendo finta di niente -ci dev'essere qualcosa che desideri più di te stesso- dico.
Recupero anche io uno dei nastrini, attorcigliandolo al dito per pensare ad un desiderio.
Zayn alza le braccia verso un ramo, facendo un piccolo nodo alla fine. Lo copio, pensando a qualcosa di veramente buono.
Sorrido una volta finito.
-e adesso?- mi chiede lui.
Scrollo le spalle -si aspetta che il desiderio venga esaudito-.
Zayn abbassa il viso, avvicinandolo al mio per poi far combaciare le nostre labbra -il mio si è appena avverato-.
 
  
 
 
CESSSSSSSSSSSSSSU'
non finiva più questo capitolo lol
Comunqueeee, sì, sto aggiornando prima, sì,
è un capitolo lunghissimo e sì, c'è un motivo cc
Per vostra (s)fortuna mancherò una settimana, più
che altro, ancora non sono sicura di questo.
Arriva il mio ragazzo e vorrei stare un pò con lui,
anche se dice che forse dovrà ripartire martedì cc
ewe non si sa mai un cavolo lol
 
Comuuuunque, passate dalle altre mie storie nel frattempo c:
ci tengo tantissimo :D
E ricordate quando 2 capitoli fa ho detto che questo sarebbe
stato il mio preferito?
Bhè, quella dell'albero è un'idea che mi è venuta mentre camminavo
con la macchina (e quando mai, qualche volta mi ammazzerò contro qualcosa
se continuo a farmi i filmini su questa storia mentre guido lol) e
ho visto un palloncino su un albero(?) Sembra senza senso, ma 
visto che amo il Giappone e tutta la sua arte, mi è venuta in mente
l'albero dell'amore e dei nastrini rossi (E' UNA COSA VERA :))

Ma se vi dico che il prossimo capitolo sarà sjahdjka?Ho 
già pronta qualche frase e sarà qualcosa di nuovo per i piccioncino :3
 
Anyway, non vi rompo più, ma mi mancherete un casino..lo so cc
 
Se volete seguirmi/insultarmi/parlare con me, trovate tutti i contatti
nel mio profilo di efp OuO
Au revoir belle innamorate c:

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Capitolo 14
*** Heart Attack. ***


 
HEART ATTACK
 
 
'Per questa sera i ragazzi hanno pensato di organizzare una festa con quattro amici. Voi venite, vero? :) xx Z'
 
Rileggo quel messaggio per la trentesima volta in quei pochi minuti. Alzo lo sguardo per fissare nuovamente l'enorme villa. I miei occhi si posano ancora una volta sul cellulare.
-la vuoi smettere?- mi riprende Sam, fregandomi il telefono dalle mani.
-ehy- mi lamento -quello è mio- cerco di riprendere l'aggeggio, inutilmente.
Il mio essere più bassa in confronto alle persone, mi aveva giocato sempre brutti scherzi.
-possiamo andare a questa benedetta festa?- alza gli occhi al cielo Sam, mentre la mano era ancora alzata, per non consegnarmi il mio cellulare.
-dammi quel cellulare ed entriamo a questa piccola festicciola- la rimprovero.
La mia amica mi passa l'aggeggio e dopo averlo posato in borsa, ci inoltriamo nell'immensa villa piena di gente.
Quattro amici..
La mia testa si volta da tutte le parti, osservando attentamente la caratteristica di quella festa: c'erano ragazzi sdraiati sul prato a bere, altri a passarsi tra loro uno strano oggetto. Vicino la porta d'ingresso c'era gente che quasi si spogliava, mentre altre guardavano questi ultimi, con occhi sognanti.
All'interno era anche peggio: persone che ballavano a tempo di musica, mentre aloni di sudore ricopriva tre/quarti delle loro maglie o camicie.
-benvenute- le braccia di Louis si posano sia sulle mie spalle che su quelle della mia amica. Ci voltiamo di scatto verso un Louis abbastanza ubriaco.
-quanto bicchieri di vodka hai bevuto, Tomlinson?- chiede la mia amica, tappandosi il naso con due dita e allontanando il ragazzo.
-solo due..bottiglie- scoppia a ridere senza motivo.
-Zayn?- chiedo io, visto che non lo trovavo da nessuna parte.
Il castano alza le spalle -forse in camera sua con Perrie- mi fa un occhiolino.
Faccio una smorfia infastidita, togliendo il braccio di Louis dalle mie spalle: cominciava a pesare.
-io vado..a bere- annuncio, guardandomi intorno.
-in cucina- mi spiega Louis.
-io cerco Harry- anche Sam si allontana dal ragazzo, che preso dal movimento della musica, si lancia in mezzo a quella che sembra una la pista da ballo.
I miei piedi camminano per la grande stanza affollata da gente che non avevo mai visto. Qualcuno mi prende per un polso, facendomi urlare spaventata.
-balli con me?- due iridi celesti mi guardano con la speranza di ricevere una risposta positiva.
-sono appena arrivata- urlo per farmi sentire -prima devo fare una cosa- lo avverto.
Il biondino finge un broncio -la notte è ancora lunga, ci conto, eh- mi fa un occhiolino, girandosi e continuando a ballare insieme a delle ragazze che lo accerchiavano.
Insomma, eravamo pur sempre in casa one direction. I cancelli erano aperti, segno che chiunque poteva entrare a quella festa.
I miei occhi cadono su un ragazzo con i capelli quasi rasati. Sorrido allungando il passo.
-Liam- esulto felice di averlo trovato. Lui di sicuro sapeva dove fosse nascosto Zayn.
-ehy Sophy, ti presento la mia ragazza- mi tira per un braccio, guidandomi verso la veranda della casa -Danielle, lei è Sophy, Sophy lei è la mia ragazza Danielle-.
L'avevo sentito parlare qualche volta della sua ragazza, soprattutto quando si trattava di battibeccare contro la fidanzata di Louis. Mi avevano detto che era carina, ma a volte le parole non rendono per niete.
-ciao- mi saluta lei calorosamente, stringendomi in un abbraccio. Fisso Liam alle sue spalle, felice.
Mi limito, imbarazzata, a lasciare qualche pacca sulla schiena scoperta della ragazza.
-tu sei la principessa, vero? Liam mi ha parlato tanto di te- il fiato si mozza in gola, mentre con gli occhi cerco una spiegazione nell'espressione di Liam.
-Perrie ci ha raccontato tutto- dice velocemente.
Sospiro rassegnata: forse era meglio che lo sapessero tutti, così da non mentire più.
-scusa, Liam- dico triste.
Il ragazzo mi sorride -scherzi? Ognuno ha qualcosa che preferisce tener nascosto..nascosto fin quando qualcuno decide di non tenere la boccaccia chiusa- mormora poi, facendomi sorridere.
-Perrie- sbiascica infastidita la riccia -quella oltre la bocca, non sa tenere nemmeno le gambe chiuse- sbotta.
Fisso Liam, ridendo dalla sua bocca spalancata dallo stupore.
-Dan, per favore- cerca di calmarla il ragazzo.
-oh no, Liam! Quante volte gli abbiamo detto a Zayn di lasciarla? Lo sanno tutti che sta diventando un cervo per tutte le corna che tiene!- il mio cuore si ferma un momento.
E se Zayn faceva la stessa cosa con lei? Cioè, stava con me nonostante fosse già fidanzato. Chissà quante altre ragazze trattava alla stessa maniera.
-e poi, dov'è ora? Non l'ho più vista da quando siamo arrivate, purtroppo, insieme- continua la ragazza.
Fisso Liam che si passa una mano sul volto -forse hai bevuto troppo- gli strappa il bicchiere di mano -e comunque, so che Zayn voleva parlargli. Non saprei, magari sono in camera sua- spiega.
Il mio cuore riprende velocità, immaginando le luci del tetto di camera sua, a formar un cielo stellato.
-scusate, ho bisogno di bere- cerco di dileguare i due piccioncini, allontanandomi a grandi passi.
I miei occhi vagano per la stanza, scorgendo in un angolo Sam ridere di fronte ad Harry. Sorrido involontariamente, sbattendo addosso a qualcuno.
-scusa- mi rimetto subito dritta con la schiena -non guardavo avanti- la ragazza di fronte a me, su cui avevo urtato, fa una smorfia per poi andarsene senza proferire parola.
Che gente.
Il mio sguardo cade sulle scale al mio fianco. Le stesse scale che portano al piano superiore, alias le camere da letto.
Ci penso qualche momento prima di salirle a tre a tre per non farmi notare.
Il fiato è corto, mentre percorro il corridoio silenzioso. Posso sentire il battito del mio cuore andare allo stesso ritmo della musica proveniente dalla sala.
Le porte sono tutte chiuse, ma da quella di Zayn posso notare la luce uscire da sotto, segno che qualcuno fosse dentro.
La gelosia prende possesso di me: cosa faccio? Entro e faccio finta di cercare Zayn per qualcosa? Sto ferma, appoggiando un orecchio per sentire quello che hanno da dirsi?
Non ho il tempo di decidere, perchè il rumore di tacchi mi fa tremare la pelle. Entro nel panico.
La porta si spalanca. Giusto in tempo riesco ad entrare nella stanza di fronte, lasciando uno spazietto aperto per vedere cosa stesse succedendo.
-da quando conosci quella principessa del cavolo, sei più irritato del solito. Fatti un esame di coscienza, Zayn- la ragazza con i capelli rosa percorre il corridoio, scomparendo poi giù per le scale.
Decido di uscire, sentendo il silenzio regnare.
-Sophy?- rialzo lo sguardo, incontrando quello curioso di Zayn.
Oh Dio. 
Indossa una semplice maglia bianca con dei jeans, ma sembra lo stesso perfetto ai miei occhi.
-ciao- sussurro -ero venuta a cercarti, ma poi..- mi blocco, incapace di parlare.
-sono felice di vederti- mi sorride.
-va tutto bene con Perrie?- chiedo, evitando il suo sguardo, e guardando la scala dove era appena scomparsa la ragazza.
Lo sento sospirare -ho provato a parlarle, ma sembra inutile- deglutisco a vuoto.
-due amici, eh?- cerco di sviare il discorso, sorridendo e fissando di nuovo quegli occhi color cioccolato.
Sembra cadere dalle nuvole, poi finalmente sorride anche lui.
-veramente ho detto quattro- si giustifica, alzando le braccia al cielo -ti piace?- mi chiede poi.
Mi volto verso la scala, dove dei fasci di luce tagliavano di tanto in tanto il buio.
Annuisco -sono abituata a festa più tranquille- spiego, tornando a guardare il ragazzo.
-io odio queste feste, odio il fatto che sia aperta a chiunque voglia. Ma la casa è di tutti e cinque, non comando io- si giustifica -ma sono felice che tu sia venuta- la sua mano si intreccia alla mia.
-figurati. Avevo bisogno di qualcosa di diverso- rispondo, mentre guardo attentamente le nostre dita giocare con quelle dell'altro.
-hai detto che non sei abituata a questo rumore, giusto?- alzo lo sguardo, non capendo -vieni con me-.
Sento un improvviso calore riscaldare il mio corpo quando il ragazzo si avvicina a me.
-d..dove andiamo?- ho perfino paura a chiederlo.
Il ragazzo sorride, prima di tirarmi dentro la stanza, richiudendo poi la porta a chiave.
-così c'è meno confusione- mi sorride, mentre io mi guardo intorno per capire se qualche minuto prima era successo qualcosa in quella stanza.
La lampada è a terra, le coperte sono disordinate, segno che qualcuno ci si era seduto sopra, le tapparelle sono chiuse.
-tranquilla- la voce calda di Zayn arriva al mio orecchio -non abbiamo fatto niente- mi rassicura, appoggiando una mano sul fianco.
La mia testa si piega di lato quando due morbide labbra si impossessano della mia pelle calda.
Schiudo subito la bocca, lasciandomi andare ad un profondo respiro.
-Zayn- lo richiamo, mentre con forza cerco di girarmi davanti al ragazzo, così da poterlo guardare negli occhi -cosa le hai detto?-.
Conoscevo ormai la schiettezza di Zayn, sapevo che avrebbe avuto perfino il coraggio di dirle che lui non voleva stare più con lei. Avevo però paura di quello che sarebbe successo di conseguenza.
-solo che forse sarebbe meglio smetterla di prenderci in giro- le sue labbra si posano sulle mie, senza un preavviso.
Il suo braccio passa dietro la mia schiena, stringendomi di più al suo corpo.
-ti prego, non fare cavolate- sussurro.
La fronte del ragazzo viene appoggiata sulla mia, mentre cerco invano un pò di  fiato.
-lo sai che tutto questo è un errore- lo avverto.
Si morde il labbro inferiore, mentre io, col cuore in gola, aspetto una risposta.
-l'errore migliore della mia vita- le sue labbra si posano velocemente sulle mie, mentre le mie braccia decidono di avvitarsi al suo collo.
Con un salto riesco ad aggrapparmi al suo bacino, incrociando le gambe forte per tenermi stretta al ragazzo.
Ricambio il bacio, stringendolo.
Se devo essere sincera, nemmeno Justin mi aveva mai detto una cosa del genere. Mi sembrava di uscire una volta per tutte dagli schemi.
Il ragazzo allunga un braccio, spegnendo la luce della stanza, per poi camminare esperto fino al letto.
Mi posa delicatamente sopra, mentre lo sento trafficare con qualcosa.
Quando le luci del tetto si accendono, un sorriso curva le mie labbra.
-vuoi diventare mia una volta per tutte?- mi chiede a fior di labbra.
Annuisco, mentre le mie braccia lo stringono ancora una volta verso di me, assaporando ogni minimo dettaglio della situazione.
Mi sistemo meglio sul letto, arrivando ad appoggiare la testa sul cuscino, mentre Zayn si sistema in mezzo alle mie gambe.
Con l'aiuto dei miei talloni, riesco a sfilare le ballerine che porto, sfilandole una volta per tutte.
Sono disposta ad arrivare in fondo, questa volta.
Le mani esperte di Zayn scivolano lungo il mio corpo, sfilando delicatamente il vestito dal basso. Mordo le labbra a sangue, incapace di rendermi partecipe.
Era la prima volta che entravo in certe situazioni. 
Con fare buffo, le mie mani scendono ai fianchi del ragazzo, rinchiudendo nei miei pugni la stoffa degli angoli, e aiutata dal ragazzo, riesco a sfilarla poco dopo.
Sento un leggero brivido percorrermi la spina dorsale quando le labbra di Zayn scivolano sul mio collo, per poi finire sul seno ancora rinchiuso dal mio reggiseno.
Le mani del ragazzo si appoggiano sui miei fianchi, mentre un respiro caldo sfiora la mia pelle, facendola rabbrividire.
-stai tranquilla- sussurra, continuando a scendere sul mio stomaco, rilasciando dei baci umidi al suo passaggio -cercherò di non farti male-.
Le dita del ragazzo disegnano le mie curve perfettamente, risalendo poi lungo il mio bacino facendomi rabbrividire.
Inarco la schiena quando, con la lingua, lascia una scia umida sulla mia coscia sinistra.
Lo sento ridacchiare quando cerco di contorcermi dal piacere.
Le sue labbra sono di nuovo sulle mie, pronte a schiudersi quando la lingua si insinua nella mia bocca.
Credo che siano state fatte per essere combaciate.
Le mani del ragazzo sfiorano appena sotto il mio braccio, facendomi intendere le sue intenzioni.
Alzo di poco la schiena, lasciandogli passare una mano dietro. Sgancia il reggiseno senza troppi problemi, buttandolo a terra insieme agli altri indumenti.
Si mette seduto sulle gambe, poco sotto il mio bacino, sbottonandosi i jeans.
Nel mio stomaco sembra esserci un intero zoo di animali.
Gli sorrido quando si alza per togliersi anche le scarpe.
Il mio cuore batte velocemente alla vista di Zayn in solo boxer. Deglutisco rumorosamente.
Il ragazzo si abbassa sul mio corpo, abbassando leggermente la testa e facendomi schiudere la bocca quando inizia a baciare il seno destro.
La sua mano scende lungo il mio stomaco, infilandosi poi sotto la stoffa degli slip.
Solo al pensiero di quello che stava per succedere, i miei muscoli diventano tesi.
Il moro se ne accorge subito e prima che possa far altro, le sue labbra si posano veloci sulle mie.
Le nostre lingue si intrecciano, mentre con urgenza le mie dita cercano le possenti spalle del ragazzo.
Lo stringo forte al mio petto, sentendo il bisogno di averlo vicino. 
Sento il suo dito sfiorare la mia intimità, mentre la mia schiena si inarca involontariamente.
Il mio labbro inferiore viene preso tra i denti del ragazzo, rilasciandolo subito dopo con uno schiocco. 
Le dita di Zayn si aprono, mentre alzandosi con la schiena, decide di sfilare l'ultimo indumento che mi veste.
Mi ritrovo a combattere con la timidezza subito. Anche Zayn si toglie l'ultimo pezzo di stoffa, adagiandosi sul mio corpo nudo e caldo una volta finito.
-cercherò di fare il più piano possibile- sussurra, prima di lasciarmi un lungo bacio.
Cerca di mettermi a mio agio prima di far sfiorare le nostre intimità. Chiudo gli occhi al contatto.
Dio mio, cosa era in grado di provocarmi un semplice ragazzo.
Con un dolce bacio cerca di strozzare un mio gemito di dolore, uscito dalla bocca quando finalmente entra in me con delicatezza.
-scusa- sussurra, fermandosi.
Scuoto la testa velocemente, ancora con gli occhi chiusi. Non era di certo colpa sua.
La sua mano stringe la mia, portandola al livello della mia testa. Ruota leggermente il bacino, facendomi cacciare un urlo.
-Sophy...- il tono è dispiaciuto.
Apro gli occhi, nella speranza di ritrovarmi un Zayn tranquillo. Ma non è così.
-continua- lo incito, nella speranza di aver sempre meno dolore.
E' ancora dentro di me, quando decide di riprovare con qualche spinta. Strizzo gli occhi, mentre le nostre dita si stringono forti.
Il mio cuore sembra batter forte come un martello nel petto, mentre il respiro affannato di Zayn riempie le mie orecchie, provocandomi un senso di pace e felicità.
Schiudo la bocca quando con un colpo di bacino entra fino in fondo, facendomi gemere più forte.
Dagli occhi scivola una lacrima, asciugata subito dalle labbra di Zayn.
-non piangere, so che fa male- sussurra, baciandomi -giuro che sto cercando di fare il più piano possibile- dice tra gli affanni. Lo sapevo che non la faceva apposta.
Slego le nostre dita, passando le mie braccia dietro la sua schiena.
Le mie unghie si infilano nella pelle calda delle spalle del ragazzo, mentre gli ultimi colpi lo portano al culmine. Il liquido viene rilasciato dentro me, mentre il corpo di Zayn si lascia andare sfinito sul mio.
Dei brividi continuano a vibrare lungo la mia schiena, mentre con poca forza cerco di recuperare un regolare respiro.
Sapevo di essere tesa, sapevo di aver dato qualche problema a Zayn. Ma sapevo anche cosa mi ero persa per tutto quel tempo.
-va tutto bene?- la voce di Zayn è calma, mentre con un dito sposta un ciuffo finito sulla mia fronte.
Annuisco -un pò doloroso- mormoro, stanca.
Il ragazzo sorride, per poi stamparmi un leggero bacio -ti prometto che la prossima volta sarà meglio- sussurra, per poi riposare le sue labbra sulle mie.
Lo abbraccio forte, mentre un sorriso curva le mie labbra: forse non era stato come mi sarei aspettata, ma forse era già un inizio di qualcosa di noi.
Non esisteva ancora quel termine per definirci; stavamo bene insieme, almeno questo l'avevamo capito.
 
*  *  *
 
-alla buon ora- sghignazza il riccio -vi siete divertiti di sopra, eh?- ammicca, portandosi poi il bicchiere di uno strano liquido alla bocca, sorseggiando.
Alzo gli occhi al cielo, diventando rossa d'improvviso.
-non è successo niente- mormora Zayn, guardandosi in giro. Forse stava percando Perrie. Anzi, sicuro.
-oh per favore- si intromette Sam, guardando prima me e poi Zayn -hai più rossetto tu che Sophy, sulle labbra- il riccio scoppia a ridere, mentre io evito di guardarli in faccia, abbassando lo sguardo sui piedi.
La mano di Zayn si intreccia alla mia -lascialo stare- mi incoraggia, mentre a grandi passi mi guida in mezzo alla pista, pronti per divertirci insieme, di nuovo.
 
  
 
HOOOOOOOOOOOLA
dovevo aggiornare pomeriggio, poi mi sono
messa a cazzeggiare su fb, twitter e efp
quindi sono arrivata ad aggiornare a quest'ora OuO
Che trasgree(?)
Well, non so che dirvi, anzi..ringraziatemi che ho aggiornato
prima di una settimana con un capitolo così shadjas **
L'ho scritto ogni volta rientravo a casa, e parlo dell'una,
delle tre di notte ewe
Ma amo questa storia, e non so come farò quando finirà cc
Ps: scusate se è un capitolo di cacca, ma per ora non è periodo...
 
Anyway, passate da questo gruppo? DAIIIIIIIIIIIII, ci sono anche io
e ci si diverte da morire jshdka 
CAUSE WE CAN'T LOVE YOU MORE THAN THIS
Sciauuuuuuuu c:

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Capitolo 15
*** Everything About You. ***




EVERYTHING ABOUT YOU
 
'L'amore è guardarlo e pensare: come vivrò se un giorno non mi guarderà più così? Come farò a respirare senza sentire il suo profumo sulla mia pelle? L'amore è pensare tutte queste cose'
 
Le parole di George, il giardiniere, continuavano a girare per la mia testa, facendomi fare complessi su complessi. Come se la mia vita non era già incasinata per i fatti suoi.
I miei occhi cadono sul bellissimo ragazzo che continua a fare avanti e indietro per la stanza: apriva un cassetto, prendeva una cravatta, andava davanti lo specchio, la provava, faceva tenere smorfie per poi ri-iniziare dal punto di inizio.
Un sorriso curva le mie labbra per la tenerezza della scena.
Ma io..cosa provavo esattamente per Zayn?
Sapevo che non era un amore, il mio. Almeno credo.
Ma di certo non era nemmeno una semplice amicizia. Non era un semplice 'ti voglio bene' a legarci. 
Ma allora, cos'eravamo noi esattamente?
I miei pensieri vengono interrotti da uno sbuffo infastidito da parte del ragazzo.
Mi alzo dal letto, abbracciandolo da dietro, appoggiando la testa sulle forti spalle e chiudendo gli occhi, inebriandomi del suo profumo.
-Zayn- lo richiamo con poca voce -lo sai che anche con una busta in testa staresti perfettamente- cerco di tranquillizzarlo.
-non dire cavolate- sbotta. Mi allontano di poco, guardando il nostro riflesso dallo specchio. Sono decisamente più bassina di lui -non si vedrebbe il mio ciuffo- scherza poi, capendo di aver esagerato.
Sfilo le mani dal busto del ragazzo, permettendogli così di girarsi e guardarmi negli occhi.
Mi rivolge un sorriso, prima di posare le sue labbra sulle mie -scusa- mormora a pochi centimetri dalle mie labbra.
La sua mano sfiora la mia guancia, formando poi dei cerchi con il pollice -sei bellissima- sussurra.
Sapevo dove voleva andare a parare, quindi faccio un passo indietro e lo guardo sorridente.
-anche tu sei bellissimo- ammetto -con o senza quel ciuffo- cerco di sdrammatizzare la situazione -piacerai a mia nonna-.
Il corpo del ragazzo si irrigidisce a quella frase - Sophy, io..- non lo lascio finire.
-ti prego, sei la prima persona che presento a mia nonna, dopo Sam. Conoscendola, già è un passo avanti se ha accettato di conoscerti- lo conforto.
Pensavo che far conoscere Zayn alla nonna sarebbe stata una cosa impossibile, ma quando le avevo detto di volerle peresentare i miei nuovi amici, ne era stata stranamente entusiasta, puntando la cena per quella sera stessa.
Certo, c'era solo un piccolo particolare: avevo detto alla nonna, come da mia idea, di presentarle tutti i miei amici; ma tutti avevano di meglio da fare che venire ad una cena al palazzo.
L'unico ad aver accettato alla fine, giusto per non farmi rimanere male, era stato Zayn. Se anche lui ci avesse ripensato, la nonna non mi avrebbe mai fatto più uscire con loro, per la grande responsabilità, come dice sempre lei.
-quella nera è perfetta- giro gli occhi verso la sedia piena di cravatte -vuoi una mano?- chiedo, tornando a fissare il ragazzo.
Il moro recupera la cravatta che avevo scelto, posandomela tra le mani -ne saresti capace?- mi sfida, con un sorriso stampato sulle labbra.
Annuisco, trovando il verso giusto della stoffa -ci sono così tante cose che non sai di me- ammetto.
-che sei principessa, lo so- alzo gli occhi, passando la cravatta aperta dietro il collo di Zayn -la mia principessa- finisce la frase, sorridendo.
Faccio il primo giro della stoffa, stando attenta a ricordare tutti i passaggi che avevo imparato. Da piccola amavo salire sulla sedia e fare il nodo alla cravatta di mio padre.
Ma le cose cambiano: una persona cresce e i genitori pensano che non hai più bisogno di loro.
-come sei concentrata?- fa uno strano vocione, facendomi ridacchiare.
Quando si impegnava, era davvero scemo.
-dovrei essere io quello nervoso- finisco il nodo, alzando gli occhi e incatenandoli in quelli di Zayn.
-non devi esserlo- spiego -e per me è normale esserlo, un pò. Ti sto per presentare praticamente alla mia famiglia. Non so se mi spiego- faccio un passo indietro, giusto per vedere il mio capolavoro.
Avevo ricordato perfettamente tutti i passaggi. Mancava la giacca a renderlo ancora più perfetto di quanto non lo fosse già.
-arriverà anche il tuo momento- rialzo lo sguardo, aggrottando la fronte.
-scusa?- sembro cadere dalle nuvole.
Il ragazzo fa un passo in avanti, allargando le braccia e stringendomi nel suo petto -voglio farti conoscere la mia famiglia-.
Il mio cuore sembra far una capriola, mentre le mani sudano freddo.
-dobbiamo andare- è l'unica cosa che riesco a dire.
Il ragazzo si stacca, guardandomi in modo strano -qualcosa non va?- si accerta.
Scuoto la testa -è solo..è solo che è tutto strano, questo- ammetto, nervosa.
Cammino nella stanza, recuperando la borsa che avevo gettato ai piedi del letto.
-non devi avere paura, piacerai a tutti- stava già programmando il nostro incontro?
Mi volto verso Zayn, sorridente -grazie- rispondo -ma ora è meglio andare- lo avverto, tirandolo per un braccio.
-prima un bacio- allunga le labbra fino a formare un broncio, come un bambino. Lascio cadere la borsa a terra.
Sorrido, posando le mie dita ai lati della sua bocca, stringendoli poco -cioppi cioppi- dico con tono infantile.
Il moro aggrotta la fronte -che?- mormora, facendomi ridere.
-niente- sventolo una mano -sei troppo grande per questi giochini- mormoro, divertita.
Le mani di Zayn si posano sui miei fianchi, alzandomi da terra senza alcun sforzo, facendomi urlare tra le risa.
-non troppo grande per questo- con un tonfo riesce a buttarmi sul letto; per poco non rischio di sbattere la testa sulla testiera.
Le gambe di Zayn si posizionano ai miei fianchi, stringendo le gambe ed incastrandomi senza poter fare un solo movimento.
La mano destra afferra entrambe le mie mani, portandole poco sopra la testa e tenendole saldamente chiuse.
-adesso come la metti?- sogghigna -sei sotto il mio potere- sussurra a pochi centimetri dal mio viso.
Respiro ancora affannata, mentre imito una dentata in avanti, cercando di mordergli il naso.
-siamo anche violente, adesso- scherza, spostando una ciocca dei capelli finita sulla fronte.
Gli esco la lingua, provocandogli una faccia sorpresa.
-a giocar col fuoco, si finisce per bruciarsi- il suo dito si posa sul mio naso, scuotendolo in modo infantile.
-tranquillo, a casa mia c'è tanta acqua- insisto, in modo divertita.
Il ragazzo scuote la testa, prima di mordersi il labbro inferiore in modo malizioso.
La mano libera sfiora la stoffa fina del vestito che indosso, bloccandosi su un fianco.
Guardo il gesto per un momento -no- quasi urlo.
-oh, si- annuisce divertito, prima di muovere velocemente le sue dita sul fianco, provocandomi il solletico.
-Zayn- lo richiamo, contorcendomi su me stessa per liberarmi dalla forte presa -ti prego- lo imploro, inutilmente.
La risata perfetta del ragazzo arriva fino alle mie orecchie, e mentre il mio corpo si gira su sè stesso, i miei occhi brillano dalla felicità.
-basta, giuro che faccio tutto quello che vuoi- dico, con poca voce, strozzata dalla risa.
Il ragazzo si blocca, puntando i suoi occhi nei miei -tutto?- chiede poi.
Annuisco, cercando di tirare sù col naso; avevo anche le lacrime per tutte le risate.
Ammicca, avvicinando il suo viso al mio -l'hai detto tu- posa le sue labbra sue mie, prima di infilare la lingua nella mia bocca.
In un primo momento cerco di divincolarmi dalle sue grinfie, ma poi, come sempre, cedo assecondando il bacio che si trasforma ben presto in qualcosa di poco casto.
La presa sui miei polsi viene allenta, mentre il corpo del ragazzo si stende sul mio, stando attento a non pesarmi.
Le mie braccia si avvitano perfettamente dietro il collo del ragazzo, mentre le gambe si divaricano leggermente per farlo accomodare meglio tra di esse.
Il bacino di Zayn continua a strofinare sul mio, facendomi gemere in modo silenzioso.
La porta si apre di colpo; con una spinta, butto giù dal letto Zayn.
-scusate- Harry si gratta la testa, mentre Zayn dall'altra parte del letto fulmina prima Harry, che evidentemente non conosceva l'arte del bussare, poi guarda me. Gli sorrido amabilmente.
-avete visto le chiavi della Range Rover?- chiede, osservando l'amico rimettersi in piedi, sistemando i pantaloni leggermente stropicciati.
Mi metto seduta sul letto, piegandomi in una posizione più femminile.
-serve a me, prendi l'altra- risponde il moro, passando davanti lo specchio.
-okay..- mormora incerto Harry, facendo un passo dietro e chiudendo quasi tutta la porta -ma voi non avevate una cena a casa sua?- indica me con la testa.
Annuisco, mentre Zayn risponde -sì, tra un pò- dice -perchè?- adesso sono curiosa pure io.
Il riccio alza il braccio, scoprendo l'orologio che porta al polso -sono le 8 passate, pens..- scatto dal letto.
-cazzo, siamo in ritardo- prendo tutta la mia roba e quando mi volto già pronta noto due paia di occhi puntati su me, sconvolti -che c'è?- chiedo non capendo.
-hai capito la principessina- mi sfotte il moro -chi ti ha insegnato certe parole?- ride.
Devo dirgli di muoversi o rischia di trovarsi una mia scarpa dove non batte il sole? Sorrido ancora una volta.
 
*  *  *
 
-quindi tu saresti un cantante...- più che una domanda, quella di mia nonna, sembrava un'affermazione.
Il moro annuisce, mentre immerge il cucchiaio nella ciotola di fronte a lui. Sbarro gli occhi.
Scuoto la testa velocemente, nella speranza che il ragazzo mi veda. 
Il cucchiaio pieno di liquido viene portato alla bocca. Mi mordo l'interno della guancia, nella speranza di non veder Zayn sputare il lavamani per l'aragosta, che ovviamente lui non conosceva, a questo punto.
Il colorito di Zayn cambia: passa dal normale, al verde, al rosso, all'arancio ed infine al bianco. Deglutisce tutto, mentre mordo le labbra per non scoppiare a ridere -buono- commenta con voce rauca dal disgusto.
Mia nonna lo osserva attentamente, mentre passo una mano sul viso rosso per le risate -quello serve a lavare le mani- spiega.
Non riesco a trattenere più le risate, strisciando la sedia e sbattendo un paio di volte dei pugni sul tavolo.
-era per lavarti le mani, dopo aver mangiato l'aragosta- spiego, col fiatone.
-Sophy, che sono queste scene?- mi rimprovera mia nonna.
Asciugo le lacrime ai bordi degli occhi -scusa- mormoro, mettendomi composta.
Zayn ride sotto i baffi, rendendosi conto di aver fatto la figura dello scemo. Ma lui queste cose non poteva saperle.
La cena va avanti tranquillamente, anche se alcune domande da parte di mia nonna, a parer mio, erano anche troppo invadenti.
Zayn non si era però fatto mettere i piedi addosso, continuando a rispondere tranquillamente. 
Di tanto in tanto mi perdevo a fissarlo: il modo in cui parlava, in cui raccontava la sua vita mi aveva fatto capire che ci teneva molto, soprattutto alla sua famiglia che non vedeva spesso. Essendo l'unico figlio maschio, avevo capito che era molto protettivo in campo di donne, famiglia o no.
Alla fatidica domanda 'hai una ragazza?' Zayn aveva guardato verso di me, trovandosi visibilmente a disagio. Aveva risposto si, ma non mi ero creata problemi, in quanto avevamo detto di dover parlare entrambi con i partner.
La cena ormai era finita, stavo mangiando l'ultimo pezzo della torta sette veli, la mia preferita.
-allora..- i miei occhi puntano quelli di mia nonna, che per quella sera sembrava esser a digiuno -spero che verrai alla festa del palazzo- chiede.
Mi strozzo da sola, cominciando a tossicchiare in modo poco elegante. Butto giù un sorso d'acqua, riprendendomi.
-quale festa?- commenta Zayn. 
-già, quale festa?- mi intrometto anche io.
La nonna si asciuga le mani con una salvietta -quella che si sarà per il rientro di tuo padre- il mio cuore batte velocemente, felice di una simile notizia -spero solo che stavolta convinca anche i tuoi a venirci, non è la tipica festa a cui siete abituati- cerca di far un sorriso.
Zayn si morde le labbra -li convincerò- dice sicuro.
-lo spero per te, caro- comincia a camminare nella stanza, facendomi svegliare dal mio stato di trance. Se papà stava tornando, questo voleva dire che con lui ci sarebbe stata anche mamma -buonanotte, io adesso dovrei proprio andare- saluta Zayn e scompare dietro la porta.
-Sophy, ci sei?- mi richiama. Annuisco, ancora contenta.
-andiamo, ti va di fare un giro in giardino?- chiedo.
-avete per caso un labirinto anche?- scherza, alzandosi.
-in realtà sì- scoppio a ridere della sua faccia troppo seria -sto scherzando- lo tiro per una mano -però non è una brutta idea per il futuro-.
 
Stavamo passeggiando tranquilli, mentre continuavamo a parlare della serata.
-pensavo peggio- il moro calcia una pietra, distratto.
Ci rifletto sù -però c'è qualcosa di strano- mi osserva attentamente -bo, sarò io- scuoto la testa divertita.
Prima accetta di vederli, poi non mi fa fare una brutta figura..che stesse tramando qualcosa mia nonna? Bo.
-sicura?- la voce preoccupata di Zayn mi fa voltare nella sua direzione.
Non rispondo, ricambio solo con un sorriso -penso che non sia finita qui- ammetto.
Il ragazzo sospira, grattandosi dietro la testa -ho capito- lo guardo, curiosa -fai la valigia subito, ti porto via da qui- dice convinto.
Tento di non ridere dalla sua serietà -dove mi porti?- chiedo, stando al suo gioco.
Il ragazzo guarda il cielo pieno di stelle, prima di far ricadere gli occhi nei miei -dovunque tu voglia, qualunque posto che ti faccia sentire bene- spiega, sorridendo.
-allora non c'è bisogno della valigia- il bellissimo sorriso del ragazzo scompare.
-perchè?- le mie labbra si curvano, mentre faccio un passo verso Zayn.
Allargo le braccia, affondando la testa nel suo petto -sto bene anche qui, tra le tue braccia-.
Sento un respiro di sollievo, mentre le braccia del ragazzo mi avvolgono -come farei senza di te?- le labbra del moro si posano sui miei capelli, lasciando un bacio.
 
  
 
BuONGIORNO, BUONASERA, BUONANOTTE(?)
fate voi come volete, io ormai ho perso la cognizione
del tempo lol
Well, PARTE FINALE? ringraziate la swift e la perfezione
di red dsfhjkdf non so come mi è uscita, ma l'ho aggiunta
trenta secondi prima dell'aggiornamento(?)
 
Anyway, che ve ne pare? La nonnina che ha in mente?
Perchè faccio tante domande? Bo, sono sclerata jshdka
Mi ha detto 'ti amoo' sjdhkashd *muore*
no, basta, promesso c:
 
Aspetto qualche recensione per il prossimo sdhasd c:
Trovate tutti i miei contatti nel profilo c:
GRUPPO NUOVO, iscrivetevi e ci divertiremo ouo
NUOVO ACCOUNT EFP, (ancora in lavorazione)
questo è troppo intasato di storie lol
 

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Capitolo 16
*** Over Again. ***




OVER AGAIN
 
 
-Sophy, dai..- sento le risate di Zayn alle mie spalle.
-prendimi- faccio una linguaccia verso il moro, cominciando a correre tra le bancarelle.
-BANANE, POMODORI..- urla un signore mentre continuo a correre tra le risa.
Salto in tempo un carretto in mezzo alla strada, voltandomi di poco per vedere Zayn sbatterci in pieno e far cadere tutte le noci a terra.
Scoppio in una fragorosa risata, infilandomi in una nuova fila di bancarelle.
-EHY- sento in lontananza il vecchio richiamare Zayn per il disastro.
-Sophy- noto Zayn alle mie spalle col fiatone, però intento a ridere del casino che aveva appena fatto.
Continuo a correre sicura di aver ormai seminato Zayn. Mi blocco appoggiando le mani sulle ginocchia e cercando di riprendere fiato.
Mi rimetto dritta con la schiena cercando con lo sguardo il moro tra l'immensa folla.
Di sabato mattina  vicino al mio quartiere c'era un piccolo mercatino in cui si riunivano i mercanti di Miami esponendo la merce al pubblico. Avevo convinto a Zayn ad alzarsi e passare la giornata insieme, inventando la scusa di aver bisogno di qualcosa di nuovo da mettere nel mio armadio. Ma ora era sparito dalla mia vista.
-presa- urla alle mie spalle appoggiando le mani sui fianchi. Caccio un urlo spaventata.
Lo sento ridere e lo seguo a ruota. Avevo ancora il fiatone che trattengo subito quando osservo il ragazzo: il sole di Miami stava facendo un bel effetto su Zayn, era sempre così dolce e soprattutto perfetto. Vicino a lui sarei sembrata un bidone dell'immondizia.
-allora..- riprende fiato -non dovevamo comprare qualcosa?- mi chiede con tenera faccia da cucciolo.
Allungo le mani sfilandogli gli occhiali da sole, indossandoli -ehy- si lamenta lui, seguendomi -quelli sono di Niall- mi urla dietro.
Mi blocco davanti ad uno specchio di una bancarella, osservando il mio riflesso: indosso un semplice pantaloncino bianco, una maglia con delle fantasie stampate sopra e delle converse basse. Gli occhiali rendono il tutto molto più chic.
-ti stanno bene- ammette appoggiando la testa nell'incavo del mio collo.
-lo so- lo sfotto ridendo -io sono perfetta- gracchio in tono scherzoso.
Le labbra del moro si posano velocemente sulla mia guancia sinistra, facendomi sorridere.
-guarda lì- la sua mano si alza a mezz'aria indicando la bancarella poco distante da noi -andiamo?- mi chiede.
Ma prima che possa ribattere, la sua mano si intreccia alla mia tirandomi in quella direzione.
Sposto gli occhiali sulla testa osservando attentamente i vari oggetti presenti sulla tavola: ci sono vari anelli, bracciali, orecchini e collane di tutti i tipi e misure. Allungo una mano prendendone una al volo.
-quella è davvero bella- commenta la donna dietro il bancone consegnandomi uno specchio per vedere il mio riflesso.
-Zayn?- lo richiamo dal fondo della bancarella. Il ragazzo viene nella mia direzione sorridendomi.
Gli passo la collana e si posiziona dietro me, legando il filo al mio collo delicatamente. Guardo di nuovo il mio riflesso allo specchio facendo una smorfia di disapprovazione.
-ti sta bene- commenta Zayn alle mie spalle -dovresti prenderla- mi sorride.
Sposto lo specchio di poco giusto da farci entrare entrambe le facce nel piccolo specchio -sei serio?- chiedo.
A me non convinceva più di tanto.
-naa- sussurra avvicinandosi -ma la signora mi guardava minacciosa- scherza.
Le mie labbra si curvano in un sorriso -ne cerco un'altra-.
Poso lo specchio passando le mie mani dietro il collo, sfilando l'oggetto e posandolo sul bancone.
-non è piaciuta?- si incuriosisce la signora.
-non si intonava alla sua pelle- scherza Zayn ricevendo una brutta occhiata dalla sottoscritta.
La donna osservando la scenetta ride leggermente -siete una bella coppia- constata.
-non stiamo insieme- prende parola il ragazzo.
Per un attimo perdo il sorrido, diciamo leggermente offesa da quella sua affermazione -almeno, non ancora ufficialmente- mi arriva dritto davanti.
Il suo viso è rilassato, come se quelle parole non avessero nessun effetto su lui.
Un sorriso curva le sue labbra quando la sua mano prende la mia dritta lungo il mio fianco. La alza di poco allargando così le mie dita -vuoi essere la mia ragazza?- mi chiede, infilando un secondo dopo un piccolo cerchietto argentato.
Mi trattengo dal cominciare ad urlare come una scema, fare la danza del bradipo incinto, limitandomi a saltargli con le braccia al collo -- quasi urlo, felice.
Non c'era dichiarazione più bella di questa.
La donna accanto a noi batte le mani facendomi allontanare dal mio ragazzo. Dovevo ricordare di essere ad un mercatino.
-siete davvero belli insieme, tenete l'anello. Non c'è bisogno di pagarlo- mi sorride, felice.
-no- ribatto infilando la mano nella tasca.
-no, davvero- insiste la signora venendo dalla nostra parte. Indossa un burqa che le copre completamente la testa, lasciando intravedere a malapena gli occhi e un pezzo di bocca. Prende la mia mano, ora decorata con un anello, tra le sue.
La guardo curiosa del gesto -sei una ragazza fortunata, devi tenertelo stretto- mi fa un occhiolino lasciandomi poi andare.
Zayn passa una mano sulla mia spalla, ringraziando la donna. Mi volto prima di cambiare strada.
Cosa intendeva con quella frase?
-allora..ora che si fa?- chiede Zayn al mio fianco.
Apro la bocca per dire qualcosa, ma lo strano rumore proveniente dal mio stomaco mi anticipa. Entrambi fissiamo la mia pancia.
-bhè, direi che sei stata chiarissima- scherza ridendo.
Alzo lo sguardo guardando attentamente il profilo del ragazzo: era assolutamente la perfezione e da oggi avrei potuto dire che tutto questo ben di Dio era solo mio..o no?
C'era ancora la storia di Perrie e peggio ancora, c'era la storia di Justin.
-un bel ristorante?- i miei pensieri vengono spazzati via dalla richiesta di Zayn.
-ne conosco uno dove si mangia davvero bene- sorrido, lasciando perdere i miei stupidi pensieri, che tanto stupidi però non sono.
 
*  *  *
 
-signorina Smith- alzo lo sguardo dal pc -è arrivato suo padre-.
Scivolo dal letto, lasciando perdere il computer acceso. Corro velocemente nel corridoio, stando attenta a non scivolare a causa dei calzini che porto.
Scendo così velocemente le scale che quasi mi meraviglio di non esser inciampata.
-papà- urlo entrando nella sala.
L'anziano signore seduto sul divano si alza di colpo, vedendomi. In un attimo le mie braccia sono legate al suo collo -mi sei mancato- ammetto, chiudendo gli occhi e annusando il profumo di buono che emana.
L'abbraccio viene ricambiato subito, finendo poi con dei colpetti sulla schiena. Devo ammetterlo: in fase di affetto papà ha sempre fatto un pò schifo, al contrario di mamma.
Riapro gli occhi, sciogliendo l'abbraccio. Mi guardo in giro con un sorriso a 32 denti -mamma?- chiedo curiosa.
Papà e la nonna si fissano per un momento. Aggrotto la fronte; che era tutto quel silenzio?
-è dovuta rimanere in Francia- spiega velocemente papà, accomodandosi poi sul divano.
-oh- mormoro triste.
-ma entro domani sera verrà- mi rassicura con un sorriso.
Mi metto a saltare sul posto come una bambina. Avrei rivisto mamma, avrei potuto riabbracciarla dopo tutto quel tempo, le avrei potuto raccontare di tutto quello che mi stava succedendo, le avrei chiesto il suo aiuto per uscire il prima possibile da quella situazione.
-allora, Winnie- alzo gli occhi al cielo facendo ridacchiare entrambi i presenti. Papà mi chiamava sempre con quello stupido nomignolo dal giorno in cui mi misi a piangere per aver perso un pupazzo alla fiera, appunto Winnie The Pooh.
-papà, sono grande abbastanza ormai. Per favore- lo supplico sedendomi accanto a lui.
L'uomo mi accarezza una guancia -sei cresciuta così in fretta- fantastica a voce alta.
Sapevo che in quel momento si sentiva terribilmente in colpa, ma non ne facevo una tragedia, era grazie a lui e alla mamma se stavo dove mi trovavo adesso.
-la nonna mi stava raccontando che hai nuovi amici. Allora, come sono?- investiga.
Salgo i piedi sul divano, eccitata. Quel giorno stavano succedendo troppe cose belle di fila; dovrei segnarlo nel calendario.
Comincio a parlare a raffica, raccontando anche il modo in cui l'ho conosciuti. Racconto le giornare che passo insieme a questi ragazzi, lasciando da parte alcuni particolari, al momento non utili.
Papà è felice, ascolta il mio racconto con attenzione. Gli occhi mi cadono per un momento sulla nonna, anche lei presente ad ascoltare le mie giornate; solo che non ha lo stesso sguardo di papà, sembra pensierosa, sembra una che sta nascondendo qualcosa.
-e poi?- papà mi riporta alla realtà.
Lego velocemente una coda alta con il codino che porto al polso e continuo da dove ero rimasta. Non vedo l'ora di abbracciare mamma, non vedo l'ora di aver qualcuno con cui confidarmi.
-non vedo l'ora di conoscerli, domani sera- mi avverte papà e non c'è notizia più bella di questa.
-papà, posso chiederti un favore?- la fronte dell'uomo viene riempita da qualche ruga. Si vedeva lontano un miglio che il lavoro, lo stress e la stanchezza lo stava invecchiando molto.
-dimmi- commenta curioso.
Sorrido pensando alla genialata che aveva fatto capolinea nel mio cervellino.
 
*  *  *
 
-entrate- dopo aver udito la voce metallica di Louis, il cancello scatta permettendomi così di entrare nell'immensa villa.
-oh, abbiamo detto due ore. Domani mattina dobbiamo fare shopping- mi minaccia la mia migliore amica -non posso presentarmi in tuta alla tua festa, vero?- tenta per un secondo.
Nego ridacchiando -no, a meno che tu non voglia essere buttata fuori dalla finestra- rido dalla sua smorfia.
La porta d'ingresso si apre mostrandoci un biondino con addosso solo un pantalone della tuta -fa caldo stasera, eh?- sventola una mano davanti al suo volto.
-ciao- lo saluto, mentre la mia amica lo sposta con poca delicatezza entrando in casa. Alzo le spalle allo sguardo confuso di Niall.
Mi fa accomodare e mi volto leggermente -che stavate facendo?- chiedo curiosa.
-io e Liam stavano giocando alla play, Louis è appena salito con la scusa di un film. Harry, bo. Mistero- sussurra in modo da farmi ridere.
-e Zayn?- lo anticipo.
Appena entrati in cucina mi indica l'uscita sul retro -poco fa è uscito da lì- mi spiega.
Saluto Liam seduto sul divano, arrivando a grandi passi alla veranda aperta. E' vero c'è un caldo afoso stasera, peccato che i manager li avevano costretti a stare in casa. 
Mi siedo vicino al ragazzo sdraiato sull'erba -ehy- si volta dalla mia parte, notandomi solo in quel momento.
-che fai?- chiedo piegando le ginocchia al petto.
Sospira -guardo le stelle- rialza lo sguardo al cielo.
Mi sdraio anche io al suo fianco, appoggiando la testa sulla sua spalla -è tutto così bello- ammetto sincera.
C'era una pace assoluta, i ragazzi non facevano i cretini e il suono dei grilli era davvero rilassante.
-sai cos'altro è bello?- mi volto di poco, mordendo il mio labbro inferiore.
-tu?- rispondo confusa.
Il ragazzo si volta dalla mia parte -cosa?- scoppia a ridere -no, noi- mi corregge.
-oh, avevo letto..- mi rigiro a fissare il cielo -lascia stare- solo allora mi rendo conto della brutta figura che avevo appena fatto.
Il braccio di Zayn mi costringe a rotolare sull'erba, fino a farmi girare e tenermi su con i gomiti per guardarlo meglio -che c'è?- sussurro felice.
-niente- mormora accarezzando i capelli con la mano ancora penzolante.
Mi avvicino lentamente alle sue labbra, giocherellandoci per un pò prima di assoparle per bene.
Il corpo di Zayn si muove leggermente, mentre con le braccia mi aiuta a posizionarmi su di lui.
La sua mano preme sulla mia testa, mentre le nostre lingue si intrecciano l'una nella bocca dell'altro. Ci stacchiamo dopo qualche secondo col fiato corto.
Rotolo ancora una volta sul prato, giocando con le dita del ragazzo.
-che pace- mormoro sottovoce.
-già- mi appoggia lui.
Mi metto dritta con la schiena, fissandolo da quella posizione -sicuro che non puoi uscire?- chiedo.
Il ragazzo si aiuta con le mani, e arriva alla mia altezza -i manager ce l'hanno impedito per questa sera- alza gli occhi al cielo -perchè?- chiede poi, curioso.
-ho un'idea- mi alzo, scrollando l'erbetta sparsa sui miei pantaloncini. Allungo una mano verso il ragazzo, nella speranza che l'accetti.
-dove andiamo?- mi guarda dal basso.
-ti fidi di me?- insisto.
Tentenna un pò prima di intrecciare le nostre mani e alzarsi -vieni- cammino nel buio che copre il giardino.
Apro il cancello secondario, guardandomi in giro prima di uscire e tirarmi dietro Zayn.
-Sophy, non voglio mettermi nei casini- lo zittisco con un dito.
-giuro che non succederà nulla- tento un sorriso, cercando di convincerlo in quella pazzia.
Sospira -andiamo- si guarda in giro -ma veloce-.
Sorrido soddisfatta, camminando velocemente sul vialetto.
Per fortuna la spiaggia non era tanto lontana dalla loro villa.
Qualche falò è acceso in lontananza, ma preferisco tener lontano Zayn da possibili fans o paparazzi. I manager, come i suoi amici, non dovevano sapere di quella scappatella.
-mi hai portato a mare?- chiede confuso.
Lo fisso per poi lasciare la mano -già- sorrido.
Mi piego leggermente, slegando una scarpa -che fai?- si informa Zayn notando il mio gesto.
-ho caldo- spiego sfilando anche l'altra scarpa -mi va un bagno- indico con gli occhi il mare calmo e limpido davanti a noi.
-non credo sia una buona idea- sembra uscire un velo di paura dalla sua bocca.
-sta tranquillo, nemmeno io so nuotare- sfilo la maglia, rimanendo in reggiseno.
La bocca di Zayn è schiusa mentre mi fissa sbattendo velocemente gli occhi -così non aiuti- dice poi uscendo dallo stato di trance.
Abbasso la zip del pantalone, facendo scivolare i jeans lungo le gambe -non vieni?- chiedo.
Prende un respiro.
-okay, io vado- lo avverto muovendo i piedi verso il mare.
-Sophy- mi richiama pochi passi più dietro.
Lo lascio lì immergendo i piedi nell'acqua fredda. Mi volto verso la figura di Zayn illuminata dalla luna piena che regna nel cielo -vieni?- insisto speranzosa.
Lo vedo immobile per qualche secondo, poi le sue mani si posano ai fianchi sfilando con un gesto secco la maglia che porta.
Sorrido soddisfatta.
Mi raggiunge poco dopo, incrociando le nostri mani.
-affondo io, affondo tu, giusto?- ridacchio dalle sue parole.
-ma non era così- lo prendo in giro.
Alza le spalle fissando poi il mare davanti a noi. L'acqua sfiora i nostri piedi.
Provo a fare un passo, ma Zayn mi tira di nuovo verso di lui -che fai?- chiedo interrogativa.
-non so nuotare, e nemmeno tu ti ricordo- usa un tono poco duro.
-non affogheremo, l'acqua qui non è alta- spiego sicura. Ero cresciuta a Miami, sapevo come erano lì le cose.
-al massimo puoi incontrare uno squalo, qui- spiego.
Zayn fa una strana faccia, facendomi scoppiare a ridere -scherzo- salgo sulle punte baciandogli appena le labbra -vieni?- chiedo sbattendo gli occhi dolcemente.
Il ragazzo mi segue piano piano. Ci immergiamo e finalmente lo vedo rilassarsi.
-visto?- confermo la mia teoria. Lascia la mia mano per andare sotto l'acqua e bagnare anche i capelli.
Mi gusto la scena del bellissimo ragazzo tutto bagnato che ho davanti e posso ben dire di essere fortunata ad essere sua.
Faccio un passo indietro perdendo l'equilibrio -aiuto- grido disperata e andando sott'acqua.
La mano di Zayn mi riporta appena in tempo a galla. Tossisco buttando fuori tutta l'acqua che avevo bevuto.
Le risate del moro riempiono le mie orecchie.
-che ridi?- cerco di darmi una sistemata.
-dovrebbe essere: affondi tu, ti aiuto io- mi prende per una mano, attirandomi a sè.
I nostri petti si sfiorano, mentre avvito le mie gambe al suo bacino.
Passo le mie braccia dietro il suo collo fissandolo negli occhi.
Le nostre labbra si uniscono ancora una volta in un bacio mentre sento un'altra presenza tra di noi. Ridacchio silenziosamente, continuando a stare in quella posizione rilassante.
Tutto è perfetto adesso, niente potrà rovinare tutto ciò.
 
  
 
SAAAAAAAAAALVE
praticamente questo capitolo ce l'ho pronto da due giorni,
ma va bhè, io sono sempre la solita e ho voluto aspettare per
aggiornare, ho aspetto per sapere cosa ve ne pareva, ma non
ho ricevuto tanti pareri :c
Poi, volevo aggiornare ieri, ma la rete mi ha abbandonato, quindi
adesso mi tocca aggiornare anche 'give me love' lol
 
Tranquille, avevo anche pensato di stoppare la storia per un pò
ma poi mi sono detta: mancano solo 9 capitoli compreso l'epilogo,
li metto nella speranza che qualcuno mi calcoli cc
 
Well, alla prossima :)
Maaaaaaa, che idea avrà avuto Sophy? c:
 
Per sapere dove trovarmi, ci sono tutti i contatti
nel profilo, mi va di conoscervi su twitter o fb, poi
ho creato anche un gruppo se volete iscrivervi :)

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Capitolo 17
*** Up All Night. ***




UP ALL NIGHT
 

 

Ridacchio incrociando le mie dita a quelle di Zayn.
-Sono serio- si finge offeso -guarda che mani enormi ho in confronto alle tue- misura nuovamente la differenza delle nostre mani.
Stampo un veloce bacio sulla guancia del ragazzo, facendolo voltare verso me -E poi?- si lecca le labbra quasi a farmi capire cosa intendeva.
-Adesso scendiamo di sotto e mangiamo qualcosa- balzo dal letto, camminando attorno al letto a piedi scalzi.
-Cosa?- scatta sul letto -Vieni qui- non trattengo le risa quando le forti braccia del ragazzo mi afferrano con poca fatica, lasciandomi cadere ancora una volta sul letto morbido.
I capelli svolazzano cadendo disordinati sulla coperta e sul mio viso.
-Smettila- lo supplico quando si posiziona su di me, bloccandomi le mani poco sopra la testa e le gambe con le sue.
-Ah ah- ondeggia un dito davanti al mio viso -mai sfidare Pakistan Boy- ridacchio come una scema. Il suo dito si posa sul mio naso con fare infantile, poi scivola sulle mie labbra, ripassandone il contorno.
Osservo attentamente i suoi movimenti delicati quando con la punta dello stesso dito sposta la ciocca di capelli caduta sul viso.
Si lecca le labbra prima di abbassarsi e farmi chiudere gli occhi instintivamente.
-Zayn?- quando la porta viene spalancata con poca delicatezza, il moro si allontana di fretta, lasciando liberi i miei polsi. Mi trovo costretta a riaprire gli occhi e osservare un Niall per niente scosso dalla scena che aveva davanti.
-Abbiamo chiamato tutti i lavaggi vicini il quartiere. Di sabato pomeriggio nessuno lavora- lo informa.
Guardo i due scambiarsi un'occhiata silenziosa.
-E quindi? Come faremo?- chiede il moro ancora comodamente seduto sulle mie gambe.
Il biondino alza le spalle -Potrebbe lavarla qualche vicino per noi- espone la sua idea.
Zayn scoppia a ridere -Ma che hai nel cervello?- gli domanda poi.
-No, ha ragione- i due si voltano nella mia direzione, Zayn è quello più sconvolto.
-Cosa?- mi chiede cadendo dalle nuvole.
Lo faccio spostare dal mio corpo, sistemandomi il pantaloncino con una scrollata veloce -Potremmo lavarla noi e non i vicini- li avverto.
Fisso i due che non capiscono ancora dovevo volevo andare a parare -Non avete mai lavato una macchina in vita vostra?- chiedo confusa.
Niall scrolla le spalle -Prima di diventare famoso, sì- conferma.
Volto lo sguardo su Zayn palesemente confuso -Tu ne hai mai lavate?- mi coglie di sorpresa con la sua domanda.
Io avevo mai lavato un auto?
 
*  *  *
 
-D'ora in poi ti chiamerò 'Principessa della schiuma'- mi sfotte Louis constatando il mio stato.
-Grazie- sputo un pò di schiuma finita sulle labbra -ma lascia che ti abbracci- rincorro il ragazzo che comincia a darsela a gambe nel vialetto della loro casa.
Era passata mezz'ora da quando, a forza, avevo convinto tutti a lavare quella benedetta auto che li avrebbe accompagnati alla festa nel mio palazzo. Che poi, mi stavo ancora chiedendo dove c'era bisogno di pulirla se praticamente ti ci specchiavi senza problemi. Almeno, prima di insaponarla senza successo.
-Zayn, riprenditi la tua ragazza- squittisce Louis con voce femminile e stridula.
Il resto dei ragazzi, compresa Sam sdraiata però a bordo piscina, si gustano la scena della rincorsa tra le risa.
-No, no. Fatti abbracciare tu- risponde Zayn.
Ah sì?
Mi blocco di colpo, rischiando di scivolare come una scema, voltando lo sguardo verso il moro che sbianca improvvisamente.
-Oh, no, no. Non ti avvicinare- quasi urla quando muovo i piedi nella sua direzione.
Uno getto d'acqua ferma la mia corsa. Abbasso lo sguardo constatando il mio stato di ragazza zuppa d'acqua che ero diventata grazie a Niall e il suo getto.
-Sophy?- mi giro verso Harry notando appena in tempo quello che mi aveva tirato.
-A noi tutti- faccio scattare il caricatore di quello che era una pistola ad acqua.
Con il riccio alleato, comincio a bagnare tutti giusto per vendetta.
-Ehy- mi giro in tempo per vedere Zayn fregare di mano la pistola ad acqua ad Harry -tanto sta per finire- lo avvisa alle spalle.
Noto lo sguardo di Zayn compiaciuto mentre a grandi passi viene nella mia direzione.
-Ce l'ho anche io- cerco di intimorirlo.
-Io non ho paura ad usarlo- continua lui a pochi passi da me.
-Anche io- faccio scattare il caricatore. 
Sembra una di quelle scene dei film del West: due uomini, in questo caso un uomo e una donna, uno di fronte l'altro aspettando il momento giusto per sparare.
Caccio un urlo quando qualcuno mi versa addosso un secchio pieno di acqua e sapone -SAM- urlo gettando l'arma a terra e passando le mani sugli occhi.
Vedo ridere Zayn di fronte a me -Mai mettersi contro me- mi ammonisce.
Beh, sì. Stavolta aveva ragione.
-Aspettati una vendetta quando meno te lo immagini- lo minaccio con sguardo malizioso.
-Okay piccioncini- si intromette Liam -ma adesso puliamo sto casino e laviamo l'auto seriamente- ci riprende.
Per fortuna quella mattina era andata a fare shopping con Sam per la festa della sera, così adesso potevo stare con quegli scemi e aiutarli con l'auto.
 
Come bravi ragazzi, aiutandoci a vicenda in poco tempo riusciamo a pulire tutta la macchina; sia dentro che fuori.
-Ah, bel lavoro- commenta Louis dando un'ultimo colpo di strofinaccio.
-Dai che siamo stati bravi- aggiunge Sam fissando l'auto luccicare.
-Prendere il sole mentre noi facciamo tutto il lavoro, non è partecipare- la rimprovera il riccio ricevendo una linguaccia in risposta.
-Bene, io credo di non dover fare una doccia per il momento- allungo la maglia constatando il suo stato. C'era più acqua sui miei vestiti che nell'oceano. Dettagli.
Scoppiano a ridere -Vuoi fare un bagno?- mi chiede Liam.
-Sì, forse è meglio che vada a casa- getto una spugna nel secchio ormai vuoto.
-No- mi blocca Zayn per un braccio -tu non uscirai da questa casa in quello stato- mi rimprovera -cosa dirai ai tuoi?- mi chiede.
Già, che gli dirò?
-Posso darti qualcosa di mio che non uso più- si intromette Niall.
-Certo, tu sei quello che ha più abiti da femmina- Louis riceva una pezza bagnata in piena faccia dopo la battuta non gradita.
-Puoi usare il mio bagno- mi sorride Zayn.
 
Dopo una veloce doccia, e dopo aver infilato una comoda maglia larga e un pantaloncino di Niall, mi stavo passando il tempo a lavare e strizzare i miei vestiti, nella speranza di un'asciugatura molto veloce.
-Possiamo metterli davanti ad un condizionatore- fa capolinea Zayn sulla porta.
Annuisco girando la maglia che ho tra le mani -Bell'idea- mi lascio convincere.
Il ragazzo mi viene incontro abbracciandomi poi da dietro e appoggiando la testa sulla mia spalla.
-Lo sai che oggi sei bella?- mi chiede in un sussurro.
Alzo lo sguardo osservando il nostro riflesso allo specchio -Ieri non lo ero?- chiedo facendolo ridere.
Mi stringe di più tra le sue braccia -Che sei simpatica- ridacchia baciandomi poi il collo.
Sento dei piccoli brividi percorrere tutta la schiena e a stento non casco a terra. Improvvisamente le gambe erano diventate molli come gelatina.
-Zayn..- inutile richiamarlo, continuava a baciare l'incavo del mio collo.
Lascio cadere la maglietta nel lavandino, tenendomi salda alla struttura per non cedere.
Le mani di Zayn si posano sui miei fianchi sotto la maglia, massaggiando appena la pelle.
Mi ritrovo a schiudere la bocca e lasciar uscire uno sbuffo.
Mi volto verso il ragazzo, ricevendo subito dopo un bacio sulle labbra che di casto ha ben poco.
Le sue mani scendono lungo le cosce, per poi risalire velocemente e fermarsi sui glutei. Faccio un piccolo salto incrociando le gambe dietro il bacino del moro.
Mi tengo stretta al suo collo mentre, con fare esperto, cammina verso la stanza da letto.
Le nostre lingue continuano a rincorrersi, intrecciarsi e immischiare i nostri gusti. E' sempre un bel effetto sentire Zayn.
Mi lascia cadere sul letto, piegandosi con la schiena per non smettere di baciarmi.
Sale leggermente le mani prendendo gli angoli della maglia tra i pugni.
Inarco la schiena aiutandolo a sfilarla in poco tempo. La getta a terra.
Fissa i seni scoperti per una manciata di secondi, prima di abbassarsi e torturarne uno con la lingua. Purtroppo Niall non aveva un reggiseno..
Chiudo gli occhi lasciandomi andare.
La mano di Zayn cerca la mia, e quando la trova intreccia le sue dita alle mie. Sono felice.
-Zay..- il riccio si interrompe vedendo la scena. Tiro il moro sul mio corpo cercando di nascondere almeno qualcosa.
Sono sicura di essere più rossa di un pomodoro in questo momento.
-Harry- lo rimprovera Zayn senza rialzarsi.
-Scusate..non credevo di interrompere qualcosa- mormora il riccio in segno di difesa.
Beh, non doveva succedere niente infatti.
-Che vuoi?- sbotta il moro ancora steso su me.
Sento il cuore uscire quasi dal mio petto.
-Volevo dirti che sono quasi le 7, datti una mossa a vestirti- richiude la porta, facendomi sospirare un secondo dopo.
Fisso gli occhi del castano, quando il rumore della porta aperta richiama la nostra attenzione -E per la cronaca..- insiste il riccio -esistono le chiavi per un motivo ben preciso- ci ammonisce prima di scomparire dalla nostra vista.
Scoppio a ridere pensando a quei pochi secondi appena trascorsi.
-Che c'è?- chiede Zayn confuso, ma allo stesso tempo divertito.
-Che figura- ridacchio per poi ricevere un dolce bacio per zittirmi.
 
*  *  *
 
-Papà?- lo richiamo a pochi centimetri da me.
L'uomo si gira sfoggiando un sorriso felice, mentre con una mano mantiene saldo un bicchiere di qualche champagne  -Dimmi- mi risponde.
Torturando le mani apro di nuovo bocca -Posso presentarti delle persone?- indico con la testa i cinque ragazzi alle mie spalle.
Alza lo sguardo fissandoli uno per uno e studiandoli per bene -Piacere- rompe finalmente il silenzio -io sono Robert Smith, ma potete semplicemente chiamarmi Rob- li saluta.
Mi volto verso i ragazzi curiosa -Io sono Louis- si fa avanti porgendogli una mano -e loro sono Harry, Liam, Zayn e Niall. Siamo grati per il suo invito- mordo le labbra per non scoppiare a ridere.
Louis che parlava in quel modo era esilarante.
-Spero vi divertiate a questa festicciola- risponde mio padre -c'è qualsiasi cosa, non petete annoiarvi- continua sorridente.
-Oh, sì- commenta Niall -io ho appena intravisto la mia prossima vittima- si sfrega le mani.
Allo stesso tempo tutti voltiamo lo sguardo nella direzione in cui puntavano gli occhi di Niall, scoppiando a ridere poi alla vista di una fontana di cioccolata.
-Scusatemi ragazzi- interrompe di nuovo mio padre -un'attimo vi rubo la mia Winnie- alzo gli occhi al cielo -devo dirle due paroline- passa un braccio sulla mia spalla, tirandomi verso la veranda della casa, forse l'unico posto tranquillo in quel momento.
La casa era piena di gente strana e sconosciuta che continuava a salutarmi. Io fingevo un sorriso, facendo finta di ricordare chi fosse ognuno di loro e li salutavo gentilmente. Ma ormai eravamo quasi a metà serata e io non avevo ancora visto mamma.
-E'successo qualcosa?- chiedo preoccupata fermandomi sulla porta.
Mio padre si passa le mani tra i capelli -L'aereo di tua madre ha portato ritardo, non sappiamo se riesce ad arrivare per la premiazione- mi spiega.
Per un istante il mio cuore si era fermato -Tranquillo- gli accarezzo un braccio -avevo già pensato al peggio- gli sorrido.
Meglio un ritardo che un dirottamento.
-Oh, meno male. Non sapevo come dirtelo- mi sorride anche lui.
-Cosa? Davvero?- ridacchio -Sta tranquillo, tanto la vedrò domani- e non c'è notizia più bella di questa.
-Va bene, ma adesso voglio proprio sentire i tuoi amici cantare. Sei stata proprio tu a supplicarmi- mi prende per un braccio.
Ridacchio avvicinandomi ai miei amici intenti a ridere con Sam ed Hellis, un'amica di famiglia -Ragazzi?- tutti si voltano nella mia direzione -Mio padre vorrebbe sentirvi cantare- sorrido voltandomi verso l'uomo al mio fianco.
-Voglio solo vedere se Sophy non ha imparato a dire bugie- commenta lui.
-Oh, sarà un vero piacere- si intromette Liam.
Mio padre si allontana con i ragazzi mentre io comincio a chiacchierare con Sam.
-Scusate- il signore che aveva intrattenuto tutta la sera le persone con un pò di musica, prende a battere sul microfono nella vana speranza di attirare l'attenzione di qualcuno -questa sera in questa festa ci sono degli ospiti molto famosi e noi siamo felici di accoglierli sul palco- fa una breve pausa -ecco a voi i one direction- ad uno ad uno i ragazzi fanno il loro ingresso sul palco mentre io e Sam saltiamo sul posto battendo le mani, leggermente più forte del resto delle persone.
-Allora ragazzi, cosa avete in mente di cantarci?- chiede.
I ragazzi confabulano tra loro per un istante poi Louis mormora qualcosa all'orecchio del presentatore.
-Perfetto- squittisce al microfono -ecco a voi- consegna i vari microfoni e si allontana -quando volete- gli dà il via libera di iniziare.
La base di Forever Yong parte e i ragazzi si guardano complici per poi iniziare a cantare.
Trasportati dal ritmo un bel pò di persone comincia a cantare, come me e Sam.
Sono felice e non posso non notare il sorriso di mio padre mentre parla con la nonna e qualcun altro indicando il palco. Hanno fatto di certo colpo, questo non si può mettere in dubbio.
 
La canzone finisce poco dopo e tirando Sam per una mano, mi avvicino al palco per complimentarmi. Sentirli dal vivo era molto diverso dall'ascoltarli ad un pc. Mi ricordava quasi quella volta che ci avevano portato con loro al teatro.
-Siete stati perfetti- ride Sam felice.
-Per questa volta le do ragione- ci voltiamo verso mio padre -siete davvero bravi- commenta.
-Grazie- parla Zayn sorridendo.
-Bene, allora vi lascio un pò in pace. Buona festa- dice.
Tiro per una mano Zayn, avvitando poi le mie braccia al suo bacino e stringerlo forte -La devi smettere di essere così perfetto- mormoro chiudendo gli occhi.
Lo sento ridacchiare -Non è colpa mia se sono così irresistibile- si pavoneggia lui.
Mi stacco dall'abbraccio lasciandogli un pugno giocoso sul petto -Che modesto- lo prendo in giro.
-Ma invece, quando mi farai vedere la tua stanza?- la domanda è strana.
Guardo gli altri che alzano le spalle -Io vado a ballare- si allontana il riccio.
-Io volevo mangiare qualcosa- Niall tira per una mano Liam.
-Io ho altro da fare- finisce Sam tirando per un braccio Louis.
Mi volto verso il moro -Ho capito, ti farò vedere la mia stanza misteriosa- lo prendo per una mano guidandolo verso le scale.
La festa si teneva nella sala principale e finiva sul giardino sul retro; non ci doveva essere nessuno al piano superiore.
Apro la porta di camera mia accendendo la luce e lo faccio entrare per primo.
Richiudo la porta alle nostre spalle aspettando una parola da parte di Zayn.
-Non è come quella delle favole- constata.
Per poco non scoppio a ridere -Beh, sai...Sono una principessa moderna, non ho una carrozza di zucca a portarmi in giro- mi siedo sul morbido letto continuando ad osservare Zayn intento ad ispezionare ogni centimetro della mia stanza.
Prende tra le mani una fotografia -E' tua madre?- chiede finalmente guardandomi.
Annuisco, giocando nervosamente con la stoffa della coperta -- rispondo solamente.
Riposa il portafoto e si affaccia alla finestra -Come mai non c'è?- chiede curioso.
Rialzo lo sguardo -Ritardo aereo- spiego.
Mi sorride voltandosi a guardare fuori -Cos'è quello?- mi alzo dal letto curiosa di sapere di cosa stesse parlando.
Mi appoggio alla lastra fredda del marmo. Sorriso -E' la mia casetta sull'albero che mi aveva costruito mio padre- spiego.
Il moro si volta verso di me -Non ci sei mai più salita?- mi chiede.
Scuoto la testa -Non ha senso salirci senza una persona importante-.
I ricordi dei pomeriggi passati con mio padre in quella casetta si fanno spazio tra i miei pensieri.
-Posso entrarci io?- mi chiede facendomi risvegliare dal mio stato di trance.
Lo guardo per qualche secondo. Una persona importante...
-Vieni- intreccio le nostre dita guidandolo velocemente al piano inferiore.
Esco nel giardino affollato, facendomi spazio tra la gente che parla e ride tranquillamente.
Mi blocco ai piedi dell'immenso albero che ospitava la casetta.
Lascio andare la mano di Zayn e salgo il primo scalino -Stai attento- lo avverto.
Chiudo gli occhi quando metto piede nella piccola casetta di legno, riempiendo i polmoni di quel profumo che tanto mi mancava.
-Carina- commenta Zayn alle mie spalle.
-L'ho costruita con mio padre- spiego sorridente.
-E queste?- le dita di Zayn sfiorano il tronco dell'albero. Sorrido al pensiero.
-Ci sono venuta un paio di volte con Sam quando abbiamo iniziato a frequentare il liceo. Sai, il primo amore, la prima delusione- sfioro la corteccia graffiata -tutte queste sono date e nomi che hanno fatto parte del mio passato- spiego rileggendone qualcuno.
Zayn fruga nella sua tasca, facendomi incuriosire.
-Che vuoi fare?- chiedo notando il mazzo di chiavi che aveva sfilato.
-Voglio scrivere la data di oggi. Quanto ne abbiamo?- mi chiede.
Faccio mente locale e -Venticinque Agosto- rispondo osservandolo attentamente.
La punta della chiave viene puntata sull'albero e con poca forza comincia a scrivere il due e poi il cinque.
Finita la data ci scrive accanto il mio nome, poi si volta nella mia direzione -Hai un secondo nome?- mi chiede.
Aggrotto la fronte -Chi ti ha detto che io ne abbia uno?- chiedo in risposta.
Il ragazzo sorride -Tutte le principesse ne hanno una decina prima del cognome- ride della mia faccia.
Sorrido sotto i baffi, incrociando le mani dietro la schiena, camminando con fare vago -Non te lo dico- sorrido -ti posso solo dire che inizia per G- ridacchio.
Il secondo nome non mi piaceva e dovevo ringraziare i miei genitori per non avermene messo una decina davvero.
-Ah sì? Allora nemmeno io ti dirò il mio- si gira a scrivere solo la G sul tronco, vicino scheggia poi il suo.
-Peccato che tu sia più famoso di me- mi appoggio sulla sua spalla ossevandolo finire il capolavoro con un cuore intorno. 
Sorrido.
Le chiavi vengono riposate nella tasca del pantalone, mentre si gira nella mia direzione.
Si lecca le labbra prima di prendere il mio viso tra le mani e stamparmi un bacio.
Lo assecondo lasciando libero accesso alla sua lingua di intrecciarsi con la mia.
Ci stacchiamo qualche secondo dopo -Meglio ritornare alla festa- mi avvisa con voce sensuale.
Annuisco, anche se in realtà starei un altro pò in quel posto.
-Sophy?- mi volto notando la mia amica avvicinarsi velocemente nella mia direzione. Anche Zayn finisce di scendere.
-Ti stavo cercando per fare un bel ballo insieme, come ai vecchi tempi- mi spiega.
Mi volto verso Zayn che con un cenno del capo mi lascia andare tra le grinfie della mia migliore amica.
Tirata per un braccio da Sam, mi volto un attimo prima di immergermi nella folla mandando un bacio volante al moro.
Sorride facendo la finta di prenderlo al volo e nascondendolo in una tasca, poi ammicca dolcemente.
Nel mio stomaco si scatena la terza guerra mondiale.

  


SEEEEEEEEEEERA :)

Okay, parto col dire che AMO questo capitolo perchè shdkas bo,
mi piace, non lo so..e a voi?
Bo, siamo quasi alla fine ma mi sono accorta che questa storia
mi sta prendendo troppo sjkdhasd :)
Ebbene sì, anche la vera Sofia ha un secondo nome
che inizia per G, ma non lo dirò a nessuno OuO

Sto esagerando dai, vi lascio.
Ma prima vi ricordo che per qualsiasi contatto, trovate
tutto nel mio profilo, compreso il nuovo profilo efp che ha già
qualche os :)

Ciau c:

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Capitolo 18
*** I Would. ***




I WOULD
 
 
 
-Shh- mi interrompe Sam guardandosi in giro -Non hai sentito quel rumore?- mi chiede.
Aggrotto la fronte per poi scoppiare a ridere -Non credi di aver bevuto  un pò troppo stasera?- mi butto sul letto.
La mia amica non apprezza la battuta e mi lascia un'occhiataccia.
Caccio un urlo quando uno strano rumore proveniente dal balcone mi fa sobbalzare -Che è stato?- mi stringo alla mia migliore amica terrorizzata.
-Calmiamoci, forse è stato solo un uccello a sbattere nella finestra- cerca di non spaventarmi Sam.
La guardo con fare ovvio -Quanto è grande questo uccello?- la prendo in giro.
Un altro rumore mi porta a chiudere gli occhi. Eppure siamo noi quelli al sicuro, dentro casa.
E se fosse un assassino?
-Sam, Sophy, sono io..Harry- sentiamo sussurrare poco dopo.
-Harry?- Sam si stacca dalle mie braccia per andare a vedere che cavolo ci faceva il riccio sul mio balcone, praticamente la stanza dall'altra parte del palazzo opposta alla sua.
Sam spalanca le vetrate della mia stanza facendo entrare poi Harry che indossa un semplice pantaloncino.
-Che fai qui?- chiedo e subito mi ordina di abbassare la voce.
-Sono venuto per stare con la mia Sam- sussurra sorridendo alla mia migliore amica.
Si fissano per una manciata di secondi con un sorriso ebete stampato in faccia. Mi schiarisco la voce nella speranza di ricordargli che non sono soli in quella stanza.
-Oh, perchè non vai da Zayn tu- mi avverte Sam.
Divento di un porpora pensando di ritrovarmi Zayn con solo un pantaloncino, proprio come Harry.
-Ehm..io..perchè?- chiedo confusa.
Il riccio alza gli occhi al cielo -Ho rischiato di cadere giù; per poco  le tue guardie non mi vedevano e cosa peggiore passando attraverso i vari balconi ho visto tua nonna in intimo- fa una strana faccia facendo ridere me e Sam.
-Shhh- ci rimprovera e subito ci calmiamo.
Beh, non è proprio male come idea.
-Forse..- Sam mi interrompe.
-Devi!- mi ordina.
Oh, una piccola pazzia.
-Va bene- mi convinco fiondandomi sulla porta. Prima di uscire mi volto un attimo -Vi prego, fate tutto quello che volete, ma non nel mio letto- li raccomando.
I due annuiscono sbattendomi praticamente fuori dalla mia stanza.
La festa era finita abbastanza tardi e per non far tornare i miei amici a casa in quello stato, sì, perchè Louis aveva leggermente esagerato, li aveva invitati a dormire nel palazzo.
Le stanze di certo non mancavano.
Passo in punta dei piedi davanti alla stanza di papà ascoltando la conversazione che aveva in quell'istante.
-Domani sera?- chiede -Perfetto, Sophy non vede l'ora di vederti-.
Un sorriso curva le mie labbra. Mamma sarebbe arrivata l'indomani; non vedevo l'ora di raccontarle tutto. Lei mi avrebbe capita e di sicuro mi avrebbe consigliato cos'era meglio per me.
Uno strano rumore attira la mia attenzione. Spaventata, mi nascondo dietro la prima statua presente nel corridoio, chiudendo gli occhi e pregando di farmi talmente piccola da passar innosservata.
-Ma dove sono finito? Questa casa è peggio di un labirinto- apro gli occhi riconoscendo l'accento irlandese. Mi rilasso un attimo.
Faccio un passo in avanti intralciando la strada di Horan -Niall? Che fai da queste parti?- chiedo ovviamente sorpresa. 
Il ragazzo mi fissa per un momento, poi guarda il suo panino che tiene tra le mani e rosso in faccia risponde -Avevo un pò di fame, ma mi sono perso per la strada del ritorno- mi spiega.
Sorrido lievemente prendendo al volo l'occasione.
-Ti accompagno io- gli indico di seguirmi.
I ragazzi erano nella parte opposta del palazzo, così che non potessero essere a contatto con noi, come diceva mia nonna.
 
Passano pochi minuti e Niall finalmente riconosce la porta della sua stanza.
-Grazie- lascia un lieve bacio sulla mia guancia sinistra -Avrei rischiato di dormire su un tappeto se non ci fossi stata tu- mi avverte.
Ridacchio -Dovere da padrona di casa- lo saluto.
Ci diamo la buonanotte e finalmente rientra in camera sua.
Mi guardo in giro e osservo le quattro porte vicine: qual era quella di Zayn?
Silenziosamente mi avvicino alla prima sentendo una musichetta. Un urlo di Louis, segno che stava cantando da ubriaco, mi fa imprecare sotto voce. Mi aveva spaccato un timpano nonostante la porta fosse chiusa.
Passo alla secondo scrollando le spalle. Dentro la stanza c'è un silenzio tombale. Poi una suoneria e -Amore? Sì, scusa sono a palazzo da Sophy. Ha fatto una festa- resto un minuto con l'orecchio appoggiata alla porta per decifrare la voce.
-Sophy?- sobbalzo sul posto mettendomi una mano sul cuore.
-Che ci fai in giro ancora?- mi chiede Zayn tenendo saldo tra le mani uno spazzolino.
-Io..beh..- mi gratto la testa nervosa -Ero venuta per darti la buonanotte- sorrido lievemente.
Il moro mi sorride -Ma quella è la stanza di Liam- sia ringraziato il cielo. Già quella telefonata mi aveva messo in agitazione.
-Vuoi entrare?- apre una porta indicandomi l'interno. Tentenno un secondo prima di entrarci senza troppe scenate.
La stanza era uguale a tutte le altre degli ospiti: pareti chiare, un armadio color giallo fieno, un letto e un piccolo comodino al suo fianco. In fondo la porta del bagno.
-Io dovrei fare la doccia un momento- mormora richiudendo la porta alle sue spalle.
-Oh..- prima che possa dire qualsiasi altra cosa, le labbra di Zayn si posano per un secondo sulle mie -Vuoi farla con me?- mi chiede fissandomi negli occhi.
Deglutisco rumorosamente prima di annuire e seguirlo verso il bagno.
Apre la porta e getta lo spazzolino sulla specchiera. Si allunga verso la vasca, aprendo il rubinetto.
Mi sorride consapevole della mia timidezza.
-Ti aiuto?- mi chiede indicando il mio pigiama.
Mi fisso un secondo ricordando cosa stavo indossando, rialzando subito dopo lo sguardo e incontrando quello felice di Zayn.
-- rispondo allungando le braccia al cielo.
Le mani fredde di Zayn sfiorano appena la mia pelle, mentre cerca di sfilare delicatamente la parte superiore del pigiama. Esco la testa senza problemi e la stoffa rosa finisce sul pavimento.
La vasca comincia a riempirsi con acqua calda; forse anche brucente.
-Aspetta- la mano di Zayn si sposta dietro le mie spalle, chiudendo a chiave la porta -Così è meglio- mi rassicura.
Lecco le labbra prima di avvicinarmi al ragazzo e cercar di aiutarlo a sfilare la maglia. Ma la sua possente altezza non aiuta di certo e proprio quando tento di fargli uscire la testa, mi ritrovo sulle punte senza successo.
Lo sento ridacchiare, mentre con le mani sfila da solo la maglia che indossa.
Mordo il labbro inferiore qualche secondo perdendomi a fissare il fisico scolpito del ragazzo. Con il pollice gioco con l'anellino che porto.
Zayn si aiuta con i talloni e sfila le scarpe; faccio un passo indietro e tolgo le ciabatte che indosso.
Le sposto di lato avvicinandomi al moro col cuore in gola. Lecco ancora una volta le labbra stranamente asciutte.
Le mani di Zayn finiscono sul pantaloncino che indosso come pigiama, slegando il laccio stretto e facendolo scivolare lungo le mie gambe. Alzo un piede lanciando di lato l'indumento.
Abbasso lo sguardo sui pantaloni di Zayn. Le mie mani si intrecciano alle sue mentre slego il laccio dei suoi pantaloni e farli poi scivolare giù.
Fa un passo avanti posando le sue mani sui miei fianchi e uscendo dall'indumento ingombrante.
Le nostre labbra si incontrano in un bacio. Chiudo gli occhi mentre con qualche passo arrivo ad appoggiare la schiena al legno freddo della porta.
Le sue mani salgono al mio viso, mentre le mie avvolgono il suo collo. Mi alzo sulle punte prima di saltare al suo bacino ed incrociare le gambe strette a lui.
Spinge sempre di più il suo corpo sul mio, facendomi gemere di piacere all'ennesimo tocco.
Si stacca dal bacio appoggiando la sua fronte sulla mia -La vasca è pronta- mi avverte.
Appoggio i piedi per terra e sorrido a Zayn.
Mi volto di spalle spostando i capelli da un lato. Le mani di Zayn sganciano il reggiseno che pian piano scivola dalle mie braccia finendo a terra.
Mi volto di nuovo decidendo di abbassare i slip da sola. Lo stesso fa Zayn.
Sento le guance andare a fuoco, ma cerco di non dare troppo nell'occhio.
Il moro mi tira per un mano, facendomi entrare per prima nella vasca.
L'acqua è della giusta temperatura, le bolle coprono abbastanza la vasca e mentre Zayn si siede di fronte a me, cerco di mettermi in una posizione che ci avrebbe fatto stare comodi entrambi.
Ridacchio quando un suo piede sbatte nella mia coscia, sbagliando posto.
-Scusa- mormora imbarazzato. Lo aiuto a metterlo nel posto giusto e poi appoggio la schiena al bordo della vasca. C'era fin troppo silenzio per i miei gusti.
-Perchè non vieni qui?- mi chiede indicando proprio davanti a lui.
Faccio un pò di fatica a mettermi seduta davanti a lui, poi finalmente mi rilassio tra le sue braccia.
Le sue mani si incrociano alle mie, mentre mi stringe in un abbraccio. La mia schiena è stretta al suo petto.
Le sue labbra si posano nell'incavo del mio collo rilasciando dei baci.
Chiudo gli occhi sfiorandogli un piede col mio.
Non c'è un modo per fermare il tempo in questo momento?
Vorrei stare tra le sue braccia, ora e per sempre.
Mi volto di poco riuscendo a far combaciare le nostre labbra. Approfondisco il bacio inserendo la lingua, mentre le mani di Zayn non si lasciano sfuggire l'occasione di toccare quello che voleva.
Mi giro completamente sistemandomi sulle ginocchia davanti al ragazzo che continuavo a baciare.
Mi allontano piano piano, facendo in modo che potesse venirmi dietro. Sembrava quasi un gioco e la cosa divertiva entrambi.
Invertite le posizioni, adesso ero io quella con la schiena appoggiata alla vasca e Zayn quello inginocchiato davanti a me, mentre il bacio continua.
Si stacca poco dopo sorridendo. Mi mordo il labbro inferiore, felice.
Si allontana da me, sistemandosi di fronte e schizzandomi per sbaglio in faccia.
-Oh oh, scusa- ridacchia. Mi asciugo per quello che posso con un braccio, comunque bagnandomi di più.
I capelli cominciano ad appiccicare alla schiena, qualcuno sul viso.
-Scemo, che ridi?- lo schizzo con un pò d'acqua.
La sua bocca si schiude e mi guarda con gli occhi sbarrati. Un sorriso curva le sue labbra.
-Zayn...cosa stai pensando?- non ho nemmeno il tempo di capire quello che stava per fare, che mi ritrovo Zayn di nuovo in ginocchio davanti a me contento di ricoprirmi d'acqua.
-Zayn- urlo divertita.
Lo sento fermarsi e la sua risata mi contaggia.
E' tutto così perfetto...
-Basta- riprende fiato andandosi a mettere al suo posto.
-Ma anche no- commento gettandomi tra le sue braccia.
Chiudo gli occhi appoggiando la testa sul petto del moro, mentre con la sua mano continua ad accarezzarmi la testa.
Rimaniamo qualche minuto in quella posizione, poi mi stacco -Forse è meglio lavarsi davvero- lo avverto.
Apre di nuovo il getto della doccia spruzzandomelo in faccia.
 
Dopo aver finalmente fatto la doccia, e allagato quasi mezza casa, usciamo con due tovaglie legate in vita.
-Non starai pensando di uscire in quello stato- mi rimprovera guardandomi dall'alto.
-Posso passare dai balconi come ha fatto Harry- scherzo.
Aggrotta la fronte.
-Harry?- chiede.
-Storia lunga- sventolo una mano -E che faccio allora?- chiedo con fare ovvio.
Non di certo potevo stare nuda, non...
-Dormi qui con me, tuo padre mi ha dato dei vestiti in più- mi spiega piegandosi sulla scrivania -Ti va bene questa?- mi mostra una maglia.
Annuisco non tanto convinta -Solo perchè ho voglia di stare con te un altro pò- lo avviso.
Mi avvio al bagno per recuperare almeno l'intimo.
Mi passa la maglia e un pantaloncino, li indosso e lo fisso fare lo stesso.
-Vieni?- alza il lenzuolo invitandomi.
Come una bambina saltello fino al letto, buttandomi poi sopra ridendo.
Mi infilo sotto le lenzuola, stampo un bacio a Zayn e mi perdo a fissare i suoi occhi.
Ci sarebbero così tante cose da dire in questo momento, ma mi limito al silenzio. Forse dice anche più cose.
-Buonanotte- sussurra lasciandomi un bacio a fior di labbra.
Mi giro di spalle, permettendogli di abbracciarmi e con un sorriso stampato sulle labbra rispondo -Anche a te-.
Mi stringe al suo petto, baciandomi un'ultima volta la testa.
Sono felice.
 
*  *  *
 
Scendo di fretta le scale pregando di trovare qualcuno al piano inferiore. Praticamente ero rimasta sola per tutto il piano superiore e nessuno si era degnato di svegliarmi a quell'ora.
-Sam- noto fortunatamente la mia migliore amica seduta al capo tavola.
Quest'ultima alza semplicemente la mano mugugnando qualcosa di incomprensibile. Nemmeno alza la faccia dalla tazza che tiene tra le mani.
-Ehm..Sam, cos'è successo questa notte in camera mia?- sussurro avvicinandomi alla mia migliore amica in tono malizioso.
Mi avevano smontato una stanza e spero solo che non si erano divertiti a usare i letti come molle per bambini.
La mia amica alza lo sguardo fissandomi negli occhi: le occhiaie confermano i miei pensieri perversi.
-Oh, ti prego..almeno dimmi che non è successo nulla nel MIO letto- quasi la prego.
-Sono stati troppi posti, lascia stare- sbarro gli occhi.
No, certi argomenti di prima mattina NO.
-va bene..magari me li dirai più in là- mi guardo intorno -Ma hai visto per caso i ragazzi?- chiedo curiosa.
Mi indica solo l'uscita sul retro.
-Grazie- con un sorriso stampato sulle labbra scappo verso l'uscita. Spalanco la porta strizzando gli occhi a due fessure e vedere in lontananza mio padre ridere con i ragazzi.
Mi sento molto più rilassata.
Zayn si gira in quell'istante notandomi sulla porta. Alza una mano in segno di saluto e un sorriso curva le sue labbra.
Mi avvicino al moro mentre anche lui mi viene incontro.
-Ehy- sussurro quando ormai siamo vicini -Perchè non mi hai svegliato stamattina?- chiedo fingendo un broncio.
-Ho lasciato Perrie- sbarro gli occhi.
Cazzo..

 
  
 
 
EHIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
è tipo una giornata che devo aggiornare e facendo
la cretina mi sono ridotta a quest'ora cc
Maaaaaaaaaaaaaa, colpo di scena finale..ve gusta? :)
 
Well, adesso stacco perchè sono attaccata a radio kiss
kiss per vedere la sorpresa che ci devono dare sui one
direction sjhdkasdh
Ps. il prossimo capitolo e quello dopo saranno asjhkdsa,
promesso :)
Fatemi sapere se questo vi è piaciuto e vediamo se riesco
ad aggiornare lunedì ;)

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Capitolo 19
*** Save You Tonight. ***




ATTENZIONE:
leggete lo spazio autore, grazie c:
 
SAVE YOU TONIGHT
 
 
-Sophy, scendi sotto?- mi sorride mio padre sul ciglio della porta.
-Metto le scarpe e arrivo- lo avverto aggiustando la maglia che indosso.
-Se ti dico chi è arrivata, lascieresti perdere le scarpe- rialzo la testa confusa.
-Mamma- mormoro. Lascio perdere le scarpe e corro verso l'uscita della mia stanza, spingendo perfino mio padre che non aveva intenzione di farmi passare, per gioco.
-Papà- lo richiamo insistente cercando di spingerlo in tutti i modi possibili.
Dopo essersi lasciato andare ad una risata, finalmente mi lascia il passaggio libero.
Corro velocemente per le scale con un sorriso stampato sulle labbra: sento già la voce di mamma.
Girò appena in tempo per non sbattere col muro per ritrovarmi poi la figura di mia madre fasciata in un bellissimo vestito verde.
-Mamma- urlo per farmi notare. Sembra funzionare perchè la donna, con due visibili occhiaie, si volta nella mia direzione sorridendo a 32 denti.
Non le do il tempo di proferire parola perchè l'abbraccio con tutta la forza che ho in corpo, affondando la testa nel suo petto, perdendomi nel suo profumo che tanto mi era mancato. Chiudo gli occhi al tocco delicato della sua mano.
-Tesoro- lascia un bacio sui miei capelli -mi sei mancata un sacco- ammette stringendomi anche lei.
Sarei rimasta per tutta la giornata in quella posizione se solo mio padre non ci avrebbe interrotto con un colpo di tosse.
-Ehm..Sophy?- mi richiama.
Mi stacco a malincuore dal petto di mia madre, senza lasciarla andare dalle mie mani.
-Sì?- chiedo in risposta.
-Sarai felice di sapere che staremo qui un bel pò- sorrido a più non posso -Per fortuna il lavoro per adesso ci permette di rimanere a casa a goderci nostra figlia- continua.
Abbraccio nuovamente mia madre, ma stavolta dal fianco, così da non perdere di vista mio padre.
-Però..- perdo il sorriso immediatamente -questa sera non possiamo- cosa?
-Cioè?- alzo la testa verso mia madre, confusa.
Perchè? Dove dovevano andare? Ancora lavoro?
-Dobbiamo sbrigare le ultime carte, tesoro- mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Oh, va bene- rispondo abbassando lo sguardo.
-Ma tranquilla- mi abbraccia di nuovo -Ti prometto che da domani staremo insieme e potrai raccontarmi come è stata la tua estate- mi rincuora.
-Già- mi stacco dall'abbraccio -Ho da raccontarti tante, molte, troppe nuove cose da dirti- urlo eccitata.
-Oh, quanto amo le mie donne- mio padre ci chiude in un abbraccio.
-Papà, soffoco- lo sento ridacchiare insieme a mia madre mentre si stacca, poi alza un polso e sbarra gli occhi.
-Tesoro, tra poco dobbiamo uscire. Dobbiamo fare veloce- la avverte.
La mano di mia madre scivola lungo la mia schiena -Scusami-.
Ricambio il sorriso -Tranquilla, vai- la lascio andare.
Vedo i miei genitori uscire dalla stanza e resto immobile un altro paio di secondi con gli occhi sognanti. Anche io voglio una storia come la loro.
-Sophy, posso parlarti?- mi volto verso mia nonna che era seduta sul divano del salotto.
Da quanto tempo era lì?
-Sì, dimmi nonna- dico avvicinandomi a lei senza perdere il sorriso.
La nonna si alza dal divano e si muove nella stanza fino ad arrivare alla vetrina, dove ci sono esposte tutte le foto di famiglia. Fruga nel cassetto e poi lo richiude.
Io, alle sue spalle, ancora la osservo interrogativa.
La vedo prendere un profondo respiro prima di voltarsi nella mia direzione e mostrarmi diversi giornali del paese. Aggrotto la fronte.
-Non capisco- parlo.
Mia nonna non esprime nemmeno un'emozione, cammina di nuovo nella stanza arrivando al tavolo principale; butta poi tutti i giornali sopra.
I miei occhi vagano da giornale in giornale cercando di capire dove volesse andare a parare.
Poi una foto, due..e anche tre attirano la mia attenzione.
Prendo un giornale tra le mani e comincio a leggere -La piccola principessa Smith in assenza dei genitori si da alla pazza gioia- in allegato c'era una mia foto alla festa in casa di Josh -Ma non è finita qui; sembra che abbia allargato a dismisura le sue amicizie con la famosa boyband anglo-irlandese i One Direction- altre foto dove rappresentavano me e i ragazzi al parco giochi, in spiaggia, io davanti al loro cancello sul retro.
Alzo gli occhi puntandoli in quelli di mia nonna. Sta con le braccia incrociate al petto aspettando una mia parola al riguardo. La verità è che non ho nemmeno una parola, dato che sapevo già tutto.
-Sai quanto ho dovuto pagare per non far uscire questi articoli?- sbarro gli occhi.
-Scusa?- credo di non aver capito bene. Perchè aveva dovuto pagare qualcuno per non pubblicare quelle storie?
-Hai capito benissimo, signorina. Stai cercando di mandare all'aria tutto quello che hai con Justin?- mi chiede.
Una fitta allo stomaco mi fa trasalire. Justin..
-Nonna, tu non sai cosa c'è tra me e Justin..e poi chi ti dice che io non lo ami come prima?- chiedo con ovvietà.
Gli occhi di mia nonna si spostano sul tavolo, mentre con le mani fruga velocemente tra i vari giornali. Sono davvero tanti.
-Ecco- mi punta in faccia un giornale dove c'era sbattuta in prima pagina la foto mia e di Zayn che ci baciavamo.
Oh, no, no, no, no.
Prendo la rivista tra le mani -E' un fotomontaggio- mormoro cercando di disuaderla.
-Sophy- mi richiama mia nonna.
-Okay, forse avevo bevuto un..- mi interrompe.
-Ora bevi anche?- alza il tono di voce, portandosi le mani alle tempie -Oh Signore, perdonala- mormora.
-Nonna- poso il giornale -Ormai sono grande abbastanza per fare le mie scelte, stai tranquilla- dico sicura.
Un sorriso amaro compare sul volto di mia nonna -No, su questo non scegli tu. Lo sai- mi ricorda.
E per un momento mi sento la terra mancare sotto i piedi.
-Tesoro?- mi giro di scatto verso la porta del salotto -Ti suona il telefono- mi rivolge un sorriso mia madre.
-Hai intenzione di ferire tua madre, tuo padre, il tuo paese?- sento sussurrare mia nonna.
Io l'avevo detto che essere principessa non è una passeggiata.
 
*  *  *
 
-Okay, metti le mani qui- le mani di Zayn sistemano le mie sul volante -Non è difficile, e poi ci sono io al tuo fianco- mi sorride in modo tenero.
-E io dietro- alzo gli occhi sullo specchietto ridendo ad un Louis terrorizzato sui sedili posteriori.
-Tranquillo, il parcheggio è grande- lo rassicuro passandomi poi la cintura in vita.
-Brava- si complimenta il moro al mio fianco -prima mossa schiacciare la frizione e mettere in moto- mi suggerisce.
Mordo le labbra seguendo le istruzioni del ragazzo. Quando la macchina si accende sorrido come una bambina.
-Perfetto, ora prendi il cambio..- mi aiuta a mettere la mano in modo corretto -e metti la prima, così- fa un piccolo scatto in avanti -togli il freno a mano e partiamo- finisce.
Lecco le labbra emozionata, poi stacco con forza il freno a mano e accellero di poco.
La macchina non si muove -Lascia andare un pò la frizione- mi suggerisce il castano che si era allacciato tre cinture sui sedili posteriori.
Annuisco convinta e lascio andare leggermente la frizione. La macchina fa uno scatto e si spegne.
Schiaccio immediatamente il freno, arrestando la macchina.
-Aaaaaaah, sono una frana- mi passo una mano sul volto.
-Naah, tranquilla, è solo la prima volta- mi rassicura Zayn con un sorriso.
-Ma perchè sono venuto anche io- ridacchio al pessimo umore di Louis.
Spengo la macchina e la rimetto in moto subito dopo. Eseguo le stesse mosse di poco prima e accendo l'auto.
Lascio leggermente la frizione e l'auto parte.
-Sto guidando, sto guidando- esulto felice.
-Ecco, adesso accellera un pò e metti la seconda. Ricorda, prima la frizione e poi puoi spostare il cambio- mi ricorda Zayn.
Annuisco facendo il comando perfettamente.
-Che fai Louis?- noto con la coda dell'occhio Zayn girato verso i sedili posteriori.
-Mando un messaggio a mia madre dicendole che le ho voluto bene- scoppio a ridere.
-Dai Louis, tra un mese avrò la patente- lo avverto.
-Appunto, tra un mese- mormora lui.
 
Dopo una decina di minuti di guida, accosto l'auto in mezzo alla strada.
-Ragazza, fattelo dire. Sei una schiappa- sghignazza Louis.
-Se vuoi, continuo- lo minaccio.
Il castano sbarra gli occhi, poi fissa il suo amico -Mi porti a casa?- chiede supplicante.
Ridiamo come bambini, slacciando la cintura e uscendo dalla vettura.
Facciamo a cambio di posto e riallacciamo la cintura.
Alla guida c'è Zayn e io al suo fianco. Il sole sta per calare e sospiro felice.
-Vuoi mangiare da noi?- mi chiede Zayn accendendo lo stereo.
Faccio una smorfia -No, non voglio disturbare- rispondo.
-E poi non credo che voglia vedere il derby- si intromette Louis sporgendosi sui sedili anteriori.
-Ah già, stasera farete un casino- mormora Zayn richiudendo lo specchietto che ormai non serviva più.
-Farete? Faremo!- lo corregge l'amico.
Il moro scuote la testa -No, ho deciso di uscire con Sophy- si gira dalla mia parte, sorridendo.
Imbarazzata, mordo un labbro e mi sistemo meglio sul sedile. Vuole stare solo con me.
Meglio non fare troppe scenate, potrebbero accorgersene.
 
L'auto viene accostata sul retro della casa dei ragazzi. Louis apre lo sportello per scendere -Sicuri che non volete mangiare a casa?- si accerta di nuovo.
Fisso Zayn che si volta verso il suo amico -No. Anzi, non mi aspettate alzati- risponde.
Sento il mio cuore esplodere. Stanno succedendo troppe cose insieme.
-Come dici tu- si arrende Louis uscendo dall'auto.
Appena richiuso lo sportello, il moro mi guarda negli occhi -Dove vuoi andare?- mi chiede.
Mi mordo il labbro inferiore, pensando -Guidi tu, decidi tu- me la svigno velocemente.
Scoppia a ridere -Ne riparleremo tra un mese esatto, quando avrai la patente ed io ti obbligherò a guidare al mio posto-.
Al solo pensiero sorrido, poi però smetto.
Tra un mese è settembre, tra un mese lui è a casa sua ed io a scuola.
-Zayn..- lo chiamo, ma lui mi interrompe senza farlo di proposito.
-So dove possiamo andare- si allunga verso me e mi stampa un bacio. Addio.
Si rimette composto al suo posto e mette di nuovo la marcia per partire.
L'auto si muove veloce sulla strada mentre la musica accompagna il nostro viaggio.
-Si può sapere dove mi stai portando?- insisto, cocciuta.
Il ragazzo scoppia a ridere e io scoppio a vivere. La seconda guerra mondiale non è nulla in confronto al suo sorriso.
-Sorpresa. Ma non è il solito ristorantino- mi avverte alzando il volume.
Stranamente passava alla stazione una delle loro canzoni, Kiss you, e Zayn si lascia andare, stonando di tanto in tanto di proposito. Non posso che ridere della scena mentre il vento che entra dal finestrino aperto, scompiglia i miei capelli stile film.
Cerco di calmare il suo umore esaltato, ma è troppo felice per fermarsi e dare tregua alle mie orecchie.
Ultimamente passavo la notte ad ascoltare le loro canzoni che avevo caricato sul cellulare. Ma lui questo non lo sapeva.
Non sapeva che ai suoi assoli chiudevo gli occhi e immaginavo di essere la ragazza a cui dedicava ogni singola parola, dalla più bella, alla più triste.
Non sapeva che continuavo a fissare le uniche due foto che avevo fatto con il mio cellulare quando si era addormentato al mio fianco; non sapeva che ci facevo strani pensieri, sogni e quant'altro sul nostro possibile futuro insieme.
Non sapeva quello che stava facendo in me. In realtà, non lo sapevo nemmeno io.
-Zayn?- abbasso il volume, seria.
Il moro mi fissa con un sorriso che va da un orecchio all'altro.
-Dimmi- risponde ritornando a guardare la strada davanti a noi. La sua mano finisce sulla mia, accarezzandola.
Mi stava prestando attenzione, stava ascoltando attentamente quello che avevo da dirgli.
-Grazie- dico dopo un momento di esitazione.
Il suo sorriso viene ancora mostrato nella mia direzione. Alza la mia mano ancora rinchiusa nella sua, la porta alla bocca rilasciando poi un piccolo bacio.
-E grazie a te- risponde -Oh guarda- scala la marcia, rallentando -Siamo arrivati- mi volto curiosa di sapere dove mi avesse portata.
Aggrotto la fronte. Beh, almeno non era il solito ristorante di lusso in cui ero abituata ad andare.
-Ti va bene?- mi chiede con un filo di speranza.
-La verità è che non ho mai mangiato un hotdog- confesso.
Il moro sbarra gli occhi -Davvero?- chiede divertito. Annuisco.
-C'è sempre una prima volta- le mie guance vanno a fuoco a quell'affermazione -Andiamo- slaccia la cintura.
Scesi dall'auto, camminiamo mano nella mano verso il camioncino quasi vuoto di clienti. Ci mettiamo in fila.
-Come lo vuoi?- mi chiede.
Salgo sulle punte cercando di leggere gli ingredienti del menù.
-Com'è il kebab?- chiedo.
La risata di Zayn attira la mia attenzione. Poi diventa serio -Non scherzi- constata.
Scuoto la testa -No- rispondo convinta.
-Faccio io- mi avverte ridacchiando.
Non era colpa mia se non mi avevano mai portato in un posto simile. Di sicuro per i miei, come mia nonna, questo era un posto per economici.
Zayn mi affianca dopo qualche secondo -Possiamo sederci- mi avverte.
Mi guida verso un tavolino e dopo qualche minuto arriva la ragazza tutta sorridente a servirci.
Per uno strano motivo, mordo a sangue il labbro inferiore. Ero gelosa?
La cameriera non staccava più gli occhi da Zayn, ma quest'ultimo, dopo aver preso la nostra cena, si era girato verso me liquidandola con un semplice 'grazie' detto veloce.
-Non c'è un coltello?- chiedo guardandomi in giro. In effetti, nessun tavolo ne era provvisto.
-No, si mangia così- mi mostra come andava mangiato.
-Ah, quindi con le mani-.
Tento di dare un morso al panino, ma per poco non scappa tutta la maionese di lato.
Assaggio tutti i gusti presenti nella mia bocca, poi faccio una smorfia.
-Non ti piace?- mi chiede.
Ho paura a farlo, ma -No- scuoto la testa allontanando il panino.
Il ragazzo scuote la testa, ridendo.
-Patatine fritte?- mi chiede.
-Eh, magari- rispondo dondolando i piedi sotto il tavolo.
 
Dopo l'interessante cena, Zayn si alza per pagare tutto e mi lascia sola al tavolo.
La ragazza che ci aveva servito, viene da me per ripulire quello che avevamo lasciato sporco.
-Non pensavo che le principesse ora mangiassero anche panini- dice con fare arrogante.
Alzo le spalle -Ci sono cose che non puoi sapere- rispondo alzandomi e andando verso Zayn.
-Andiamo?- mi chiede posando il borsellino in tasca e passandomi un braccio sulle spalle.
Felice, annuisco.
Non erano nemmeno le dieci e già stavamo tornando a casa?
Saliti in auto, parte la musica, ma Zayn abbassa il volume velocemente.
-Dove andiamo adesso?- chiede e prima che possa rispondere, mi anticipa -E non vale la scusa del guidatore- ridacchio.
Allaccio la cintura -Ti va di andare al mare?- chiedo.
Sembra pensarci un secondo -Ma niente bagno, sia chiaro- mi avverte.
Annuisco e appoggio la mano sulla sua coscia prima di partire.
Si può morire di felicità? Sto rischiando molto, allora.
Ormai conosceva benissimo la strada per muoversi, non aveva bisogno di tom tom o una guida come me. 
Mi giro a fissarlo in silenzio, perdendomi per un istante.
-Che c'è? Ho qualche macchia di maionese?- mi chiede, passandosi poi una mano sul viso.
Non rispondo, mi limito ad appoggiare la mia testa alla sua spalla -Sei perfetto- chiudo gli occhi.
La sua testa viene appoggiata alla mia, mentre l'auto continua a camminare alla stessa velocità.
 
Quando l'auto comincia a rallentare, sospiro. Stavo così bene in quella posizione.
-Siamo arrivati- annuncia con un filo di voce.
Torno al mio posto slacciando la cintura e uscendo ancora una volta dall'auto.
I miei occhi finiscono sul mare calmo.
-Vieni- la mano di Zayn si intreccia alla mia, mentre cominciamo a camminare sulla sabbia.
La luna è alta nel cielo, le stelle sono milioni e più. E' tutto perfetto.
Quando ormai siamo alla riva, una musica attira la nostra attenzione.
-C'è un falò- constata Zayn -Però non hanno gusto musicale, vedo- ridacchio posizionandomi davanti a lui.
-Solo perchè uno non ascolta una vostra canzone, non vuol dire che hanno brutti gusti musicali- ridacchio prendendogli anche l'altra mano e intrecciandola alla mia.
Il moro guarda il mio gesto per poi spezzare la piccola distanza tra le nostre labbra.
La sua mano si posa poco sopra il mio sedere, attirandomi di più a lui.
La mia bocca si schiude mentre le nostre lingue si intrecciano velocemente. Quando il respiro comincia a mancare, si stacca, sorridendo.
Altro che derby.
Lo sguardo di Zayn finisce ancora in direzione del falò, poi fa una smorfia.
Ridacchio divertita.
-Aspetta- sfilo il telefono dalla tasca, seguito da un paio di cuffie -Mettila- gli ordino passandogliene una.
L'altra la metto nel mio orecchio.
Picchietto un paio di volte sullo schermo fino ad arrivare alla playlist che mi ero creata.
Premo play e torno a fissare la reazione di Zayn.
Sotto le note di Summer Love, il sorriso di Zayn si fa spazio.
-Hai le nostre canzoni nel telefono?- chiede.
Annuisco -Tutte- rispondo -Diciamo che questa un pò ci descrive- ammetto.
Mi fissa per un secondo, abbassandosi poi per prendermi in braccio per farmi fare un giro in aria.
-Zayn- rido come una bambina -Mettimi giù- lo imploro.
-Balla con me- dice una volta con i piedi per terra.
Lo guardo strana -Va bene- rispondo.
-Ma ti avverto, io faccio schifo- confessa. 
Divertita prendo una sua mano e me la passo dietro la schiena, l'altra la stringo nella mia, poi metto l'altra sulla sua spalla.
Cerco di farmi seguire in un ballo lento. Sì, mi schiaccia sin da subito i piedi.
-Scusa- dice imbarazzato. Ma non rispondo, non mi importa.
A tempo di musica cominciamo a danzare, e dopo i primi secondi di impaccio, Zayn comincia a capire il funzionamento.
-Non sono male, vero?- mi chiede divertito.
Alzo lo sguardo che avevo tenuto basso fino a quel momento e -Ti amo- mi lascio sfuggire.
Zayn rimane paralizzato a quelle mie parole.
-Cioè..- lascio cadere la mia mano -Amo come canti- cerco di sistemare le cose.
-Oh, meglio tornare a casa- dice dopo un momento di esitazione.
Stupida, stupida, stupida. Ecco cosa sono, stupida!
-Va bene- stacco la cuffia che ho all'orecchio, riposando il cellulare in tasca.
Zayn intreccia le nostre mani e mi accompagna fino all'auto.
-Sophy?- mi richiama prima di aprire il mio sportello.
Mi giro mugugnando in risposta.
Le mani del moro mi guidano ad appoggiare la schiena all'auto, mentre le sue labbra si posano sulle mie ancora una volta.
Passo le mie mani dietro il suo collo, lasciandomi baciare poi il mento e la pelle non coperta dalla maglia.
Sto così bene.
Le mani di Zayn cominciano a spostare un angolo della mia maglia, sfiorando la mia pelle e facendomi gemere sonoramente.
Le sue labbra lasciano dei morbidi baci su tutto il collo, succhiando prima di lasciare la pelle con uno schiocco.
Un dito comincia a disegnare dei cerchi immaginari sul mio fianco, mentre i nostri bacini si sfiorano.
Sorrido quando sento la sua eccitazione crescere sempre di più.
La suoneria del mio cellulare fa bloccare Zayn che sbuffa immediatamente.
-Aspetta- lo spingo leggermente recuperando il cellulare -E' Sam- dico confusa.
Come mai mi stava chiamando?
-Pronto?- mi porto l'apparecchio vicino, mentre Zayn ricomincia a baciarmi, facendomi il solletico.
Cerco di allontanarlo, ma è tutto inutile. Morde con i denti la pelle del mio collo, facendomi rabbrividire.
-Sophy, va tutto bene?- mi chiede Sam sentendo le mie risate.
-- spingo Zayn che non si ferma -E' successo qualcosa?- chiedo voltando le spalle a Zayn, cercando così di salire in auto.
Ma il moro non me la da vinta e mi blocca per i fianchi, spostandomi i capelli su una spalla e continuandomi a baciare.
-Domani parto- smetto di sorridere e divento seria.
-Dove vai?- chiedo. Sembra che il mondo mi sia appena caduto addosso.

 
  
     
HOOOOOOOOOOOOOOOOLA
scusate per l'immenso ritardo, ma avevo troppe idee
per questo capitolo e l'ho finito solo adesso :c
 
Comunque, taglio corto dicendo che...dove cavolo andrà Sam?
Eh bo :) Lo saprete solo nel prossimo capitolo che purtroppo,
almeno credo, aggiornerò tra una settimana cc
Arriva Luca e beh, vorrei passare un pò di tempo con lui,
se tutto va bene c:
 
Ps. me la lasciate una piccola recensioncina?
Se ce la faccio, aggiornerò in questa settimana, visto
che il prossimo capitolo sarà un pò...particolare :)
Pps: adesso sapete guidare l'auto(?) lol
 
Ciauuuuuuuu     

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Capitolo 20
*** Still The One. ***




STILL THE ONE
 
 
-Perchè ho la vaga idea che quel gruppo di ragazze ci abbiano riconosciuto?- mormora Louis facendomi voltare curiosa: delle ragazze continuavano a tenersi per mano, saltare sul posto e indicare dalla nostra parte.
-Dai, andate- insiste Sam notando il casino che si stava per creare.
-Ma no- la tranquillizza Harry, abbracciandola -Aspettiamo con te questo maledetto bus- finisce con un sorriso. Sam ricambia e quasi mi sciolgo dalla scena.
-Mi mancherai un casino- ammetto sincera.
-Manco solo tre giorni- ripete Sam ormai stanca -Ma stai sicura che appena rimetterò piede in casa farò strappare tutti i capelli a mia madre. Io non ci voglio andare a questo maledetto convegno, ancora ho un anno per pensare all'università- si lamenta incrociando le braccia al petto.
Ridiamo tutti dalla scena.
-Ehm..ragazzi, non vorrei interrompervi, ma quelle sembrano avvicinarsi- ci voltiamo di nuovo verso le ragazze che prima indicavano i one direction.
-Andate, tanto..- Sam volta lo sguardo -Oh, è arrivato- ci indica un bus bianco a due piani venire dalla nostra parte.
-Già?- si lamenta Niall.
La mia amica annuisce -Sta tranquillo biondo- gli scompiglia i capelli, facendolo mormorare scocciato -Tra qualche ora vi romperò la testa come si deve. E poi avete il mio contatto skype, non vi libererete tanto facilmente di me- strizza un occhio in modo giocoso.
Lo stridìo delle ruote dell'autobus attira la nostra attenzione. E' arrivato il momento dei saluti.
Avvito le mie braccia al corpo di Sam, stritolandola in un abbraccio -Chiamami- la avviso chiudendo gli occhi.
-Certo- batte qualche colpo sulle mie spalle prima di essere ricoperta da abbracci da parte del gruppo.
-Ragazzi, così mi soffocate- si lamenta Sam facendoci ridere. Sciolto l'abbraccio osserviamo attentamente la mia migliore amica recuperare le valigie e salire sul bus.
Una volta partito il bus, Sam si affaccia al finestrino -Tienimi d'occhio Styles, e se sbaglierà ti do il compito di strappargli le palle a morsi- scoppio a ridere per la faccia di Harry.
-Promesso- le urlo di rimando girandomi in tempo per vedere una ragazza parlare con Zayn: gli sta facendo un autografo e a poco a poco tante ragazze ci stanno accerchiando.
-Vieni- la mano di Niall afferra saldamente il mio polso, portandomi lontano dalla folla -Aspetta qui- mi ordina -Recupero gli altri e andiamo via subito- mi avverte.
Annuisco guardandolo andare via. Scambia qualche parola con i ragazzi e dopo qualche foto salutano le ragazze che piangono dalla felicità; anche io avrei avuto quella reazione se solo avessi avuto un cantante preferito, un idolo.
-Andiamo?- chiede Zayn allungando una mano verso me. La aggancio con la mia sfilando intanto il cellulare per chiamare Toby, il mio autista.
L'auto non tarda ad arrivare e per prima faccio salire i ragazzi, poi richiudo lo sportello e do il via a Toby per partire.
-Dove andiamo?- chiede Liam incuriosito.
Alzo le spalle -Avete qualche idea?- chiedo curiosa.
-Cinema?- tenta Zayn.
-Naaah, di mattina?- risponde Harry -Io vorrei andare a qualche centro commerciale- finisce.
Uhm, buona idea.
-Toby, alle Porte di Miami- dico ad un apparecchio che collega direttamente con l'autista.
-Va bene, principessa- risponde quello facendomi alzare gli occhi al cielo.
-Di che si tratta?- si fa curioso Liam.
Ci penso un attimo -E' un centro commerciale, oltre ai negozi c'è anche una sala giochi e una piscina publica- ridacchio per la faccia preoccupata di Zayn -Ma io ho intenzione di portarvi solo ai negozi, sono i migliori del paese- lo tranquillizzo accarezzandogli una coscia.
 
*  *  *
 
-Non mi piace- mi lamento osservandomi allo specchio.
-Ma tu esci e ti dico il mio parere- sento sbuffare Zayn da fuori il camerino.
-Mi fa le cosce grosse- insisto girando su me stessa.
-Sophy...- mi richiama. 
Sbuffo e mi lascio convincere; sposto la tenda del camerino ed esco per mostrare il mio nuovo vestito. Un flash mi abbaglia.
-Ma che fai?- mi lamento strappandogli di mano la fotocamera. Osservo attentamente la foto e alzo lo sguardo verso Zayn interrogativa.
-Liam si è comprato la fotocamera tre minuti fa e mi ha chiesto di provarla perchè lui doveva andare al bagno- ridacchia, riprendendosi l'aggeggio -E sei perfetta comunque- osserva il mio vestito.
Abbasso lo sguardo girando ancora una volta su me stessa, facendo così svolazzare la gonna ampia del vestito -Dici?- chiedo.
Non risponde, ma un altro flash attira la mia attenzione.
-Zayn?- lo richiamo, cercando di fregargli di nuovo la macchinetta. Alza la mano prontamente al cielo, evitando così di farsela rubare.
-Ah ah- ridacchia della mia statura -Non l'avrai mai. E adesso provati anche gli altri- mi raccomanda spingendomi dentro il camerino.
Sbuffo come una bambina, incrociando le braccia al petto e sporgendo leggermente il labbro inferiore in fuori.
Zayn porta la macchinetta di nuovo vicino il viso scattando un'altra foto.
-Zayn!- lo richiamo con tono da bambina.
-Eri così tenera- si giustifica baciandomi la punta del naso -Ma ora provati gli altri vestiti e cerchiamo i ragazzi, comincio ad avere un pò di fame- si massaggia la pancia.
Scoppio a ridere, richiudendo la tenda alle mie spalle.
-Posso dare una sbirciatina mentre ti cambi?- chiede spostando un pezzo di stoffa.
-No- gli richiudo la tenda in faccia, uscendogli prima la lingua.
-Tanto ho già visto tutto- sento improvvisamente caldo.
Scuoto la testa cominciando a sfilare il vestito e posarlo sulla propria gruccia. Recupero il secondo vestitino che avevo scelto di prendere e lo infilo dai piedi. Nel momento in cui devo chiudere la zip, mi trovo in difficoltà.
-Zayn, puoi aiutarmi?- chiedo cercando di allungare la braccia dietro le spalle.
Il moro entra nel camerino richiudendo la tenda -A fare?- chiede.
Gli volto le spalle e sposto i capelli su una spalla, tenendoli con una mano -La zip- lo avverto.
Guardo dallo specchio Zayn fissare le mie spalle coperte solo dal reggiseno. Abbassa il viso prima di far sfiorare le sue labbra sulla mia pelle, che al tocco, rabbrividisce.
-Zayn- dopo il primo bacio, arriva il secondo, il terzo e così via. Doveva solo chiudere una cerniera.
Un dito sfiora la pelle ancora scoperta a causa del vestito aperto, mentre con la bocca si fa spazio nell'incavo del mio collo. Mi ritrovo a schiudere la bocca cercando di ricordare come funziona l'apparato respiratorio.
Giro i piedi ritrovandomi davanti il viso stupefatto di Zayn, che in poco tempo spezza la piccola distanza unendo le nostre labbra.
La mia schiena viene aderita allo specchio del camerino, mentre il bacino di Zayn sbatte contro il mio come in cerca di un contatto fisico. Lascio cadere i capelli sulle spalle, portando le mani dietro il suo collo e approfondendo il bacio.
La lingua di Zayn si intreccia con la mia, le mani sono ora sui fianchi tenendoli stretti al suo corpo, i respiri cominciano a diventare corti.
-Zayn?Sophy?- sono costretta ad aprire gli occhi e staccarmi dal moro -Dove siete?- riconosco la voce di Niall.
-Arrivo- risponde il moro facendomi girare tra le sue braccia. Chiude velocemente la zip e mi fissa dallo specchio -Prendi questo- lascia un veloce bacio sulla guancia ed esce dal camerino.
-Che vuoi?- lo sento prima di perdermi a fissare quanto bene mi stesse il vestito bianco che stavo indossando; il piccolo fiocco sul retro era perfetto. L'avrei preso, per tanti motivi...
Sfilo velocemente il vestito indossando i miei jeans e la canotta, sposto la tenda ed esco ritrovandomi i ragazzi intenti a fissarmi.
-Che c'è?- chiedo confusa.
-Ho fame- risponde Liam -Mangiamo?- chiede.
Gli indico di aspettarmi all'uscita mentre io mi avvio alla cassa. Quando sfilo il borsellino per pagare, una mano mi blocca. Mi volto curiosa.
-Faccio io- Zayn posa una banconota sul tavolo.
-Cosa? No, no, no- cerco di riprendere i suoi soldi per poi buttare i miei.
-Prendilo come un regalo- mi rimprovera passando i soldi direttamente alla commessa che sorride alla scena.
-Siete simpatici insieme- commenta la ragazza dando il resto a Zayn -Non vi annoierete mai- gli passa anche lo scontrino. Possibile che chiunque ci vedesse insieme sorridesse e facesse dei commentini sulle coppie?
-Grazie- rispondo imbarazzata girandomi poi verso Zayn che ridacchia qualche passo più lontano da me -Che ridi?- gli lancio un colpo di busta -Andiamo invece-.
Usciti dal negozio indirizzo i ragazzi verso il mc donald del centro commerciale.
Ordinano i vari menù e prendendo i nostri vassoi ci sediamo ad un tavolo libero. Mi ritrovo tra Louis e Zayn.
-Che si fa pomeriggio?- chiede Niall con la bocca piena. Osservo attentamente il mio panino scrutandolo per bene da ogni angolazione.
Avevo sempre sognato di mangiare in uno di quei negozi, poi le pubblicità parlavano sempre di regalini ed io ero eccitata in quel momento di sapere cosa mi sarebbe capitato. Ma Louis mi aveva rivelato la triste verità: solo i bambini potevano averla. Che ingiustizia!
-Non mangi?- chiede Louis infilandosi una patatina in bocca.
Alzo le spalle osservando Harry davanti a me col panino tra le mani. Cerco di copiarlo ma un pò di insalata esce dal panino.
-Cosa mi hai preso?- mi volto verso il moro che ridacchia e sistema le mie mani. Il pane è davvero morbido e quasi si sbriciola; la cosa perggiore è che in tv sembrava il doppio, se non il triplo, e qui non è nemmeno un boccone.
Infatti Niall ha già finito.
-E' un mc chicken, panino col pollo- mi sorride Zayn aspettando una mia risposta. Riporto lo sguardo sul panino, provo ad addentarlo, sporcandomi di maionese le dita.
-Non ne hai mai mangiato uno?- chiede Liam curioso.
Scuoto la testa velocemente, tentando ancora una volta a mordere il panino, stavolta, con più successo.
-Noi invece siamo costretti a mangiare sempre queste schifezze ogni santo giorno a causa dei tour, conferenze, e tutto quanto- mi spiega Liam.
-Però è buono- commento mordendo di nuovo.
-Ahia- mi giro verso Harry che si massaggia la mano fulminando con lo sguardo Niall.
-Così impari a fregarmi le patatine- ridiamo per la scena.
 
Dopo aver pagato il pranzo, riprendiamo le nostre buste ed usciamo dal locale.
-E ora?- si incuriosisce Liam.
E ora? Bella domanda?
-Guardate lì- Louis alza un braccio indicando una macchinetta per fare fototessere.
-- squittisce Niall saltando sul posto. Mi lascio convincere ed entriamo tutti insieme nella scatola.
-Ahio, Zayn fatti più in là- lo rimprovera Harry spingendolo di poco.
-Ragazzi, siamo in sei è normale stare un pò stretti. Ora fatemi leggere qui- commenta Liam leggendo le istruzioni.
Infila due monete nel buco e -Dite 'Louis, mi stai spaccando una costola con il tuo gomito'- sorride mostrando i denti. Osservo il nostro riflesso allo specchio, ridendo.
-Cambiamo, cambiamo- esulta Niall spingendoci in avanti -Smorfia- dice prima dello scattare di un'altra foto.
-Tutti addosso a Zayn- scherza Harry gettandosi sul moro; sento quest'ultimo urlare di dolore. E' così bello passare giornate con loro.
-Fuori la lingua- continua Louis. L'ultima foto viene scattata.
Dopo una manciata di secondi riusciamo ad uscire tutti vivi e senza nulla di rotto da quella macchinetta infernale; attendiamo lo sviluppo delle foto.
Liam allunga la mano prendendo il nastro e noi lo accerchiamo per vedere tutte le foto.
Sono tutte bellissime e buffe -Tienile tu- me le passa, Liam -Così non ti dimenticherai mai di noi- mi sorride.
Le tengo tra le mani -Ma è impossibile farlo- rispondo e sento le braccia dei ragazzi avvolgermi in un abbraccio.
-Va bene, va bene. Anche io vi voglio bene, ma così mi soffocate davvero- ridacchio facendoli allontanare.
-Andiamo a casa?- chiede Louis osservando l'orario sul telefono.
-Eh, magari ci tuffiamo un pò in piscina che sto morendo di caldo- lo asseconda Harry.
 
Il viaggio di ritorno in auto era volato, ormai eravamo davanti la piscina dei ragazzi pronti per un pò di relax.
Indosso una semplice canotta di Niall, che mi arriva poco sopra le ginocchia, tanto di entrare in acqua non se ne parla. Mi sdraio sulla sedia accanto a quella di Zayn fregandogli gli occhiali da sole.
-Ehy- si lamenta lui guardandomi. Gli esco la lingua salendo le gambe sulla sdraio. 
-Allora fammi spazio- noto Zayn alzarsi e venire a sdraiarsi accanto a me, gli faccio un piccolo spazietto, giusto per farci stare entrambi.
Le sue braccia mi stringono forte al suo corpo, facendomi sorridere felice. Gli occhi vengono puntati sulla piscina, dove stava avvenendo una gara sul tuffo più complicato tra il resto della band.
Liam era al bordo vasca con le mani ai fianchi, Harry invece era sulla rampa di lancio pronto a saltare giù.
-Guardatemi- ride, come se avesse un'idea geniale.
Anche Zayn si sistema meglio per osservare il riccio: prende un profondo respiro e rimbalza un paio di volte sull'asta prima di fare uno slancio e lanciarsi verso l'acqua. Un secondo prima di entrare in piscina, sfila il costume rimanendo nudo.
Copro la mia bocca con la mano, sorpresa e divertita allo stesso tempo; di sicuro era un modo originale di fare un tuffo.
Zayn mi volta con forza il viso nella sua direzione, attirandolo poi nel suo petto nudo.
Ridacchio per la sua reazione. Non voleva che vedessi Harry nudo?
Spingo una mano sul suo petto nella speranza di allontanarmi un pò per poterlo fissare negli occhi e chiedergli -Sei geloso?-.
Il moro arriccia il naso, quasi come se lo avessi colpito in pieno, e poi avvicina le sue labbra fino a sfiorare il mio naso -Dovrei?- risponde tranquillamente.
Cerco di trovare una risposta che lo lasci spiazzato, ma l'unica cosa che mi viene in mente è quella di mordergli il labbro inferiore. Ci sono cose più belle delle parole.
Giocherello con il labbro di Zayn tra i denti, osservando attentamente la sua espressione felice. Ma il suono del mio cellulare attira la mia attenzione facendomi smettere.
Provo a girarmi, ma Zayn mi blocca prontamente -No, continua- si lamenta con voce da bambino.
Ridacchio spingendolo via -Devo rispondere-.
Mi alzo dalla sdraio recuperando il cellulare in borsa; leggo il nome di chi mi stava chiamando e rispondo con un sorriso sulle labbra -Pronto?-.
-Sophy, vieni a casa. Ho una sorpresa per te- la voce felice di mia madre mi rende terribilmente curiosa.
Cosa mi aspettava?
 
*  *  *
 
Getto i capelli nella tovaglia per asciugarli un pò prima di uscire dal bagno; prendo la spazzola e do una sistemata alla mia acconciatura; passo una mano sullo specchio giusto per togliere un pò dell'alone che avevo creato poco prima con la doccia troppo calda per quella giornata afosa.
Il mio sguardo cade sul cellulare che vibra sul mobiletto; lo prendo tra le mani e mi siedo sul bordo della vasca, ancora piena d'acqua.
Apro il messaggio e leggo il contenuto, sospirando, pensando a chi l'avesse mandato.
 
'Ehy, stasera ci sono Danielle e Eleanor a casa nostra. Ceni con noi? :) Zayn'
 
Passo una mano nervosa tra i capelli, chiudendo gli occhi e metitando su cosa fare. Basta, devo dirglielo.
Punto ancora una volta gli occhi sul cellulare e decido di rispondere; l'avrebbe scoperto comunque.
 
'C'è Justin.'
 
Mi alzo nervosa dalla vasca, decidendo di indossare nel frattempo l'intimo che mi ero preparata. Appoggio il telefono sulla mensola nell'attesa di una risposta.
Perchè improvvisamente ho paura? Magari adesso non mi risponde, anzi..mi manderà direttamente a quel paese.
Al contrario di quanto pensassi, il cellulare vibra di nuovo. Lo prendo velocemente aprendo la busta che segna un nuovo messaggio.
 
'Porta anche lui.'
 
Sento le gambe tremarmi. Cosa ha in mente di fare?
 
  
 
 
BUONGIOOOOOOOOOOOOOORNO
sakdhkas mi siete mancate molto e chiedo
perdono se non mi sono fatta più viva..Per tutta
la settimana ho dormito tipo solo 15 ore(?) e mamma
ha cominciato a lamentarsi che la mia casa
non è un hotel lol
Well...lo so, questo capitolo è noioso, ma mi serviva
per il prossimo dove succederà qualcosa *si sfrega le manine*
 
Va bien, vi abbandono così cerco di recuperare qualche altra storia
Spero solo che non mi abbiate abbandonata c:

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Capitolo 21
*** They Don't Know About Us. ***




THEY DON'T KNOW ABOUT US
 
 
 
Non so cosa aspettarmi da Zayn, non ho ancora capito la freddezza di quel messaggio. Cosa aveva in mente?
-Siamo arrivati, tesoro- mi volto verso Justin, all'oscuro di tutto. Annuisco osservando il ragazzo scendere dall'auto e guardarsi in giro.
Zayn non l'avrebbe fatto! Zayn avrebbe aperto lo sportello, sarebbe sceso e mi avrebbe aiutato a seguirlo fuori. Poi insieme, forse, ci saremmo incantati ad osservare le stelle.
Scendo dall'auto sbuffando -Guarda che bella serata- dice Justin, felice. Sarebbe più bella se non ci fossi venuta con uno come lui.
-Già- commento acida, spostando un ciuffo dietro l'orecchio e richiudendo lo sportello -Andiamo?- lo richiamo camminando verso il cancello principale. Beccatevi questa, paparazzi! Finalmente non vengo da sola in questa casa, ma con un ragazzo che al momento si sente in obbligo di appoggiare una mano sulla mia spalla.
-Chi è?- risponde una voce metallica.
-Sono io, Sophy- rispondo a Louis, che non tarda ad aprire il cancello. Lo spingo entrando nella villa, seguita da un silenzioso Justin; almeno, per i primi secondi.
-Io nemmeno li conosco- si lamenta qualche passo dietro me. Devo stare calma, non devo lanciargli nessun segnale. L'avrei lasciato stanotte, dopo che mi avrebbe riaccompagnata a casa. Ho deciso.
-Nemmeno io conoscevo i tuoi amici, eppure non mi sono mai lamentata delle nostre uscite con loro- mi lamento, notando la porta principale della casa aprirsi e mostrarmi Niall con un sorriso a trentadue denti. Sorrido anche io, felice di vederlo.
Sento uno sbuffo, però, alle mie spalle e curiosa mi volto, ritrovando Justin con le mani in tasca e la testa bassa. Forse ho esagerato un pò; non è nel mio carattere rivolgermi così. Mi blocco sul posto.
-Scusa Justin- dico -E' solo che sono leggermente nervosa..Sai, non so come si possano comportare con un principe- cerco di spiegargli, anche se la verità è tutt'altra. 
Il ragazzo mi sorride, intrecciando le nostre dita e sospirando -Sta tranquilla, andrà benissimo. Cercherò di comportarmi il più normale possibile- mi tranquillizza. Ma tutto quello che provo al momento, è lontano dall'essere calma.
Arriviamo davanti a Niall che subito fa le presentazioni.
-Ciao amico, io sono Niall- dice il biondo allungando una mano. Justin la osserva un secondo e poi sorride.
-Non mi chiamo amico, sono Justin- risponde lui. Mi batto una mano sulla testa, cercando di non pensare a quello che sarebbe accaduto da lì in poi. Perchè mi sono convinta di portarlo?
-Ehm..sì, ok, Justin- ripete Niall, guardandomi poi in modo disperato -Volete entrare?- chiede, e prima che Justin potesse aprire bocca, lo anticipo -Con piacere- dico, facendo per entrare in casa.
I due mi seguono, mentre con fare esperto cammino verso la sala principale -Sera- dico appena entro nella stanza addobbata per l'occasione.
Liam, che è seduto sul divano con un joystick tra le mani, alza la testa e mette in pausa il gioco; al suo fianco la sua ragazza mi sorride, forse ricordandosi almeno lei il mio nome.
-Ciao- si avvicina il castano con la riccia -Siete arrivati- ci accoglie felice -Io sono Liam, e lei è Danielle- si presenta a Justin. 
Il mio, ancora, ragazzo aggancia la mano e risponde anche a loro. Nel frattempo erano arrivati anche Louis ed Harry, che con una strana luce negli occhi, si presentano velocemente.
Poi entra lui, bello come non mai e un sorriso curva le mie labbra, mentre il cuore comincia a battere velocemente ad ogni passo che fa nella nostra direzione.
-Ciao ragazzi- ci saluta come se niente fosse -Oh, tu devi essere Justin. Sophy ci ha parlato molto di te- due paia di occhi vengono puntati su me e sono sicura di esser diventata un peperone dalla vergogna. Zayn, Zayn, Zayn...dove vuoi andare a parare?
-Spero in bene- ridacchia Justin, presentandosi. I miei occhi rimangono fissi su Zayn ancora qualche istante, fin quando una voce non attira la mia attenzione. Mi giro di scatto, esattamente come tutti gli altri.
-Ehy scansafatiche, perchè non ci aiutate a portare le cose in tavola?- se prima il cuore aveva preso a battere velocemente, adesso era fermo e d'improvviso mi sento mancare l'aria. Aiuto.
-Oh, Perrie. Vieni qui, devo presentarti delle persone- la richiama il moro guardando prima la ragazza con un vassoio in mano, poi me, quasi a rimproverarmi del gesto. Era stato lui a dirmi di portare Justin!
La ragazza posa tutto sul tavolo, asciugandosi le mani sui jeans e venendo infine verso di noi. Quando è al fianco di Zayn, sorride.
-Ciao, noi già ci conosciamo- mi guarda in faccia ed io annuisco. Purtroppo, aggiungerei. Poi sposta lo sguardo su Justin al mio fianco -Io sono Perrie, la ragazza di Zayn- si presenta come se niente fosse.
Aiuto. Aria. Aiuto. Ho bisogno di un nuovo cuore.
Il fracasso del mio cuore rotto in mille pezzi sovrasta qualsiasi rumore; riesco solo a vedere Perrie e Justin presentarsi tra le risa. D'improvviso è come se io fossi diventata sorda.
La ragazza di Zayn.
Questa frase continua a rimbombare nella mia testa per una manciata di secondi, poi la mano calda di Louis si posa sul mio braccio, come a richiamarmi.
-Sophy..- sussurra; ma appena mi giro dalla sua parte, con gli occhi lucidi dalla rabbia mista alla tristezza, sospira -Ti presento Eleanor- se ne esce poi, tirandomi così nella cucina, la stanza accanto.
Lascio momentaneamente Justin con i ragazzi, che sembrano metterlo a suo agio.
Entrati in cucina, una bella ragazza è alle prese con i fornelli. Quando si gira, la castana, ovvero Eleanor, mi accoglie con un sorriso -Ciao- squittisce leccandosi un dito.
Mi sforzo di ricambiare il sorriso; ma l'unica cosa che esce è una smorfia. Lo so. Lo capisco dal suo cambio di umore improvviso.
-Qualcosa non va?- mi chiede premurosa, nemmeno fossimo amiche da una vita.
La fisso in silenzio, pensando in realtà a tutt'altro; poi sposto lo sguardo su Louis che sembra capire e così schiude la bocca per parlare.
-Zayn ha presentato Perrie come la sua ragazza- spiega velocemente. Chiudo gli occhi; ricordare quella frase fa più male.
La castana pesta un piede per terra, sciogliendosi il grembiule legato in vita -Ora lo vado a picchiare- ringhia a denti stretti.
Louis la blocca per un braccio -Lascia stare, sai quanto è testardo Zayn- la richiama e sembra calmarsi.
-Ma si erano lasciati, cioè...lei l'ha sempre fatto cervo e questo lo sanno entrambi- dice cocciuta.
-In ogni caso, non sono affari nostri- lancia uno sguardo alla pentola -Credo sia pronto- cerca di distrarla, Louis.
La ragazza si gira verso i fornelli e annuisce -Fai sedere gli altri. Adesso arrivo- spiega e prima che possa schiudere la bocca, Eleanor caccia Louis dalla cucina, permettendoci di rimanere sole.
La cosa non tanto mi rassicura. 
Quando è abbastanza sicura che Louis se ne sia andato completamente, mi prende per un braccio e mi avvicina a lei. Per poco non casco a terra.
Sono troppo scossa ancora, non so nemmeno con quale coraggio andare in cucina e affrontare questa cena del cavolo. Perchè ho accettato? Perchè ho risposto con un misero 'Si' a quel maledetto messaggio?
Avrei dovuto invertarmi la scusa di Justin stanco. Invece no! Amo infilarmi nei casini; non mi riesce così difficile, vedo.
-Lo so che non ci conosciamo, ma abbiamo una cosa in comune- si guarda intorno con aria furtiva, stile agente 007 -Nessuno dei due, o otto, non sopporta Perrie- dice tutto d'un fiato.
La guardo dal basso, perchè accanto a lei sembro una nana da giardino, confusa -Otto?- chiedo.
La ragazza sorride beffarda -Io, tu, Louis, Niall, Harry, Liam, Danielle e Zayn- dice ancora con un tono di voce basso.
Faccio un sorriso amaro -Zayn..- faccio eco -Non si direbbe- le ricordo la frase di poco prima.
La ragazza aggrotta la fronte -Ma sei scema?- quasi urla, e sobbalzo sul posto. Finalmente lascia perdere il mio braccio, guardandosi di nuovo in giro. E' una cosa abbastanza inquietante questa conversazione, ma sopratutto inutile a parer mio.
-Scusa..- dice velocemente notando il mio sguardo preoccupato -Ma comunque, sei seria? Non hai capito che Zayn sta usando la carta della gelosia?- mi chiede e anche io aggrotto la fronte. Che problemi ha questa ragazza?
-Ti spiego meglio- si gira, spegnendo il fornello e gettando la pasta nello scolapasta messo apposta nel lavandino -Ultimamente, da quello che mi ha detto Louis, ma anche gli altri, Zayn è stato felice. Quanti giorni? Bo, so solo che da quando ci sei tu lui è, praticamente, sempre fuori casa, con un sorriso stampato sulle labbra e casualmente con la testa da tutt'altra parte. L'altra notte parlavo con Louis al telefono e ho sentito un urlo- attizzo le orecchie per ascoltare e capirci almeno qualcosa.
La pasta viene rimessa nella pentola, mentre Eleanor recupera un'altra pentola con del sugo di pomodoro, gettandolo sulla pasta subito dopo. Comincia a mescolarla con calma.
-Louis allora mi ha detto di attendere in linea che voleva sapere cosa fosse successo- dice e sento il bisogno di aggrapparmi al marmo della cucina. D'improvviso sento che quello che sta per dirmi non mi piacerà, o forse sarà qualcosa di forte che... -Gli hai detto ti amo e lui ha finto di non capire perchè è la prima volta che ricambia un simile sentimento- la mano impregnata di sudore, troppo, scivola dal marmo a cui ero appoggiata facendomi cadere sul pavimento con un tonfo sordo.
La ragazza si gira, ridacchiando per la scena, e poi si piega ad aiutarmi.
-Ehy, stai bene?- mi chiede ridendo.
Oh, sì. Mi hai solamente appena detto che Zayn mi ama e sto una favola, guarda.
Annuisco, ancora incapace di credere a quelle parole. 
-Sì, sì- mi rimetto in piedi, vergognandomi -Comunque..- mi schiarisco la voce -Avrai sentito male- cerco di convincere lei, ma soprattutto me.
Eleanor alza un sopracciglio, furba -Scommettiamo?- soffia, beffarda.
 
*  *  *
 
-Ma voi come vi siete conosciuti?- per poco non mi cade la forchetta dalle mani per la domanda di Justin -Cioè, come siete diventati amici in così poco tempo?- il suo sguardo fissa tutti, ma proprio tutti i presenti.
Come ho stretto amicizia con questi ragazzi così velocemente? Justin mi ha conosciuto come una ragazza timida, e lo sono, mentre con loro mi è venuto tutto naturale ad essere me stessa, nemmeno li conoscessi da una vita.
-Mi ha dato un pugno- risponde Zayn, provocando le risa di qualcuno quando Perrie sembra strozzarsi con un pezzo di pane.
-C..come?- dice sorseggiando un bicchiere di acqua. 
Mi viene spontaneo ridere, ripensando a quel giorno. Zayn se ne accorge e guardandomi intensamente negli occhi, vista la nostra posizione l'uno di fronte l'altro, schiude la bocca.
-Beh, io e Louis stavamo scappando dalle fans qualche giorno dopo essere arrivati a Miami e lei d'improvviso si è trovata di fronte a me, di spalle, con Sam che parlava animatamente- ridacchia, guardando prima Louis, poi me -Ha allargato le braccia proprio quando le stavo passando al fianco e mi ha preso in pieno viso, facendomi uscire un pò di sangue dal naso- ridacchia, divertito.
Mi gratto la pelle del collo, nervosa. E se non avessi veramente allargato le braccia, permettendogli così di fermarsi e notarmi? Chissà a quest'ora cosa avrei fatto negli ultmi giorni...
-Sì..- si intromette Niall -E poi il giorno dopo ci siamo visti al cinema. Ricordi?- annuisco, sorridendo. 
-Okay, visto che siamo nella fase delle confessioni..- riflette Harry, riportando l'attenzione su lui -Sophy mi aveva colpito, talmente tanto che ho costretto Niall ad uscire in quattro con Sam. Ma adesso siamo semplici amici- mi sorride, mentre cerco di non voltarmi nella direzione di Justin che, sono sicura, adesso mi stava fulminando con lo sguardo.
Poso la forchetta sul tavolo, finendo di mangiare e perdendomi a ripensare quel mese che avevamo passato insieme.
-E poi Sophy è rimasta nuda- sbarro gli occhi all'affermazione di Liam, che notando tutti gli occhi puntati su lui, cerca di sistemare le cose -Ehy, non pensate male! Volevamo fare un bagno in piscina e poi qualcuno di noi gli ha prestato la maglia- si giustifica, ritirandosi sulla sedia.
Se avevano in mente di farmi sprofondare dalla vergogna, lo stavano facendo bene.
-Poi è ritornata a casa nostra..-riprende parola Zayn -Ha voluto insegnato lo skate, ed era brava..almeno, finchè non è caduta- scoppia una risata generale, compresa la mia -Ma per farla rilassare ho deciso di..- Harry urla richiamando la nostra attenzione. Perchè improvvisamente il mio cuore batte cos' veloce?
-Sei scemo?- lo richiama Eleanor al suo fianco, stampandogli uno scappellotto al collo.
-Scusate..- guarda prima me, poi Zayn -Volevo il dolce- dice. I miei occhi fissano di nuovo Zayn: se un secondo prima stavo morendo dalle risate, adesso sarei morta per le intenzioni del moro. No! Non così! Justin non doveva sapere nulla di me e Zayn, non così!
Eleanor e Danielle si alzando, sparecchiando. Mi alzo anche io, giusto per rendermi utile, ma la bocca di Zayn si schiude di nuovo, cominciando a parlare.
-Poi l'ho portata al molo, ovvero il suo posto preferito dove ci andava da piccola col padre- si ferma un secondo, girando lo sguardo verso Justin -Lo sapevi?- chiede, provocandolo.
Mi vedo costretta a girarmi verso il mio ragazzo, deglutendo in modo nervoso. Lui non sa niente di me...Niente!
Il ragazzo scuote la testa -Non abbiamo mai parlato di questo- si difende. E il mio cuore batte ancora più veloce. Ti prego Zayn, non ora, non così.
Cerco i suoi occhi con disperazione, ma sul volto del moro compare un sorriso beffardo, facendomi percorrere la schiena da piccoli brividi. Non è niente di rassicurante.
-Bene- riflette a voce alta -Quindi non sai nemmeno dell'esistenza dell'albero con i nastrini rossi al parco?- insiste, perforando lo sguardo di Justin che comincia a sentirsi a disagio; noto le sue mani giocare nervosamente tra loro. Anche qui scuote la testa e Zayn non perde tempo a rinfacciarglielo.
-Ecco, esiste un albero in questa città che porta dietro una leggenda giapponese, ovvero: le persone vanno lì e legano un nastrino rosso ad un ramo, esprimendo un desiderio- dice, felice di ricordare ogni minimo dettaglio di quello che avevamo fatto.
-E tu che hai espresso?- si intromette Perrie. Mi trattengo dal mollargli un calcio nella gamba, pregando con tutta me stessa che Zayn non apra bocca. Me la sta facendo pagare a dovere!
-Ecco la torta!- urla Danielle con un vassoio in mano, bloccando appena in tempo Zayn che sbuffa sonoramente.
Prima che sia troppo tardi, striscio la sedia alzandomi -Mi suona il telefono- me ne esco, scomparendo dalla stanza e avviandomi alla cucina a passo svelto.
Ho bisogno di aria, ho bisogno di acqua. Ho bisogno di aiuto!
Mi appoggio al tavolo centrale, chiudendo gli occhi e trattenendo le lacrime. Non ce la posso fare, Zayn non ha mai fatto così. Gli avevo promesso che avrei lasciato Justin, ma la verità è che sono una codarda. Non ci riuscirò.
-Ehy- riapro gli occhi, notando Liam venire nella mia direzione -Tutto bene?- tenta affiancandomi.
Mi viene da urlare che sto uno schifo, che non avrei voluto fare quella cena, non con Justin di troppo.
-Dovrebbe?- rispondo solamente, alludendo al suo amico che mi stava mettendo in soggezione nella stanza accanto.
-Sta tranquilla Sophy, Zayn non dirà nulla- mi avvisa, calmandomi.
Recupero il telefono dalla mia borsa, convinta -Oh, sì, lo so- dico sicura.
Rientro nella sala seguita da Liam. Justin mi guarda strano, mentre io appoggio il telefono al petto, come se qualcuno fosse in attesa.
-Sam mi ha detto di aver dimenticato una maglia rossa qui; l'avete vista per caso?- chiedo, guardando ognuno dei presenti e soffermandomi alla fine su Zayn.
-Maglia rossa?- risponde Harry, pensieroso -Non mi..AHHHHHHHHHHHH- urla, appoggiando la fronte sul tavolo.
-Harry?- chiede Louis, preoccupato.
-Io l'ho vista, mi pare- risponde Zayn alzandosi dal suo posto, ovvero quello vicino ad Harry che ora mugugnava qualcosa di incomprensibile -Vieni con me e dimmi se è quella che dico io- mi indica di seguirlo al piano superiore.
 
Arrivati al piano superiore, Zayn si volta nella mia direzione e sorride -Maglietta rossa? Davvero?- scoppia a ridere.
Gli lascio un pugno al petto, arrabbiata -Cammina con me. Noi due dobbiamo parlare- lo rimprovero tirandolo per un braccio.
Lo spingo dentro la sua stanza, accendendo la luce e chiudendo a chiave.
-Oh, stai facendo seriamente- finge di essere spaventato, andando poi a sedersi sul suo letto.
-Sono seria, Zayn. Che intenzioni avevi prima?- chiedo, incrociando le braccia al petto e alzando un sopracciglio.
Il moro si butta di schiena sul letto, sprofondando nelle coperte, disordinandole. Sbuffa.
-Zayn, sto parlando con te- lo richiamo, con il tono leggermente più acuto del solito. Da lui mi aspettavo di tutto, tranne questo.
-Volevo dirgli che ci eravamo baciati- risponde senza un'emozione precisa. Sobbalzo leggermente, credendo che non avrebbe mai detto la verità.
-E perchè? L'avrei fatto io..- mi interrompe, alzandosi di scatto e puntando i suoi occhi nei miei.
-Ma quando?- dice stufo. Lo guardo ancora dritto negli occhi, camminando poi nella sua direzione.
-Non lo so..Stasera, credo- ammetto ormai vicino al letto. Volevo sedermi, e in quella stanza non c'era nemmeno una sedia!
Il moro ride -Sì, come ogni volta- scuote la testa, inclinandola poi davanti a sè.
-Io non ti capisco..- sbotto -A te che te ne frega? Tanto sei ritornato con Perrie- lo beffeggio, muovendomi in modo altezzoso.
Zayn rialza la testa, aggrottando la fronte -Non ti sei chiesta perchè?- risponde con nonchalance.
Beh, in effetti ci avevo pensato e forse, e dico forse, la teoria di Eleanor non era poi così tanto sbagliata.
-No- bugia -Perchè?- chiedo facendomi curiosa.
Zayn mi fissa ancora intensamente, poi distoglie le sguardo puntandolo sulle sue scarpe. E ora che ha?
-Zayn?- lo richiamo, ma questo non esita a rispondere. Sto cominciando a perdere le staffe! Ancora questo comportamento da bambino non me l'aveva mostrato; almeno adesso potevo dire di conoscerlo per bene.
-Allora? Perchè?- chiedo, e quando vedo che non risponde, sbuffo.
-Per..- rialza la testa, ringhiando.
-PERCHE'..- urla, ma subito abbassa il tono, ricordando chi c'era al piano di sotto -Perchè..anche io..- dice gettando ancora una volta le testa in avanti. Ma perchè non parlava?
-Anche tu cosa?- chiedo, scocciata.
-Anche io ti amo, okay?- alza la testa -Ti amo anche io, sei contenta? Tu nemmeno capisci quello che mi hai fatto provare in poco più di due settimane, come mi sento io quando non sei al mio fianco, e la differenza di quando ci sei. Le mie non sono semplici farfalle allo stomaco, sono molto di più e fa male! Fa male perchè vorrei urlarlo al mondo ma non posso, perchè tu sei..- non gli lascio finire la frase, appoggiando le mie labbra sulle sue.
Lui mi ama. E stavolta non è una supposizione di Eleanor!
Le mani di Zayn si posano sui miei fianchi, spingendomi poi sopra il letto. La mia schiena aderisce perfettamente sul materasso, mentre i capelli cadono scomposti attorno la mia testa.
Le labbra di Zayn continuano a muoversi sulle mie, che schiudo subito dopo per permettere alle nostre lingue di intrecciarsi, mentre si sistema meglio su me.
Le mani del moro lottano contro le mie quando tenta di alzare la maglia; si stacca dal bacio, affannato.
-Sophy- mi rimprovera fissandomi negli occhi.
-Ci sono loro di sotto- gli ricordo; ma la cosa non sembra pesargli.
-Troveremo una scusa- posa un bacio nell'incavo del mio collo -E un modo per stare insieme- soffia sulla mia pelle. 
Un brivido percorre la mia pelle, facendomi sorridere.
-Sii mia, di nuovo- sussurra vicino al mio orecchio, giocando poi in modo provocante con il lobo. Chiudo gli occhi, lasciandomi andare.
-Sarò velocissimo- commenta, cercando di convincermi.
-Non ho dubbi- lo stuzzico, ridacchiando. 
Le mani di Zayn sfilano in un colpo secco la mia maglia gettandola a terra. La stessa fine fanno il resto dei vestiti e anche per quella notte io sono di Zayn e Zayn è mio. Siamo una sola cosa adesso e sappiamo entrambi che senza l'altro, non saremo nulla.
Eleanor, hai vinto la scommessa.

 
  
 
MA SAAAAAAAAAAAAAAAALVE OuO
allora, il capitolo è lunghissimo solo grazie al mio
modem(?) Beh, sì, in questi giorni ha deciso di abbandonarmi
ed è deceduto, lasciandomi in mezzo alla strada..
Well, dopo un commento senza senso passiamo alla storia :)
Mancano 4 capitoli? D: Oh cazzus, non ci credo cc
 
Maaaaaaaa, ve lo immaginavate così l'incontro tra Justin e 
Zayn? Sono felice di dirvi che non è finita qui sakhdjd
Okay, mancano 4 capitoli e voglio metterli tutti prima
che inizino i miei esami cc
 
Quindi, alla prossima :)
Aspetto sempre qualche recensione c:

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Capitolo 22
*** Little Things. ***



 
ATTENZIONE: leggere angolo autrice :)
 
 
LITTLE THINGS
 
 
 
Con la coda dell'occhio guardo i sedili posteriori, occupati stranamente dall'autista di Justin.
-Ehm..perchè hai deciso di guidare tu?- chiedo al ragazzo ora alla guida. Questo si gira per un secondo, fulminandomi con lo sguardo, poi torna a fissare la strada.
-Divertente- risponde freddo; ma poi vede che non capisco, e sbuffa.
-Non ti rendi conto che i tuoi stupidi amici mi hanno messo a disagio per tutta la sera?- sbotta, mentre io sprofondo nel sedile, non sapendo che rispondere.
-Sono così, lo fanno per gioco- cerco di difenderli, inutilmente perchè lui insiste.
-Ah davvero? Quando sei sparita per quei dieci minuti, mi hanno tartassato di domande sul 'come è essere un principe?' o 'Qualche volta mi inviti a palazzo; sono proprio curioso di sapere cosa mangia un principe'- mi scappa una risatina soffocata -Ma cosa ti ridi? Io sono serio- urla il tono di voce di un ottava.
Mi metto dritta con la schiena: io mica ridevo per lui, per quello che gli avevano fatto passare i ragazzi; no, io ridevo per Niall che aveva in mente solo una cosa, perchè sono sicura che la domanda sul cibo era sua!
-Non rido delle tue disgrazie, Justin. Rido solo perchè finchè si tratta dei tuoi amici, allora io devo annuire e sorride, come se fosse tutto normale. Quando invece ti presento i miei, devo sentirmi rinfacciata di tutto e di più. Non è colpa mia se non sono abituati ad uscire con dei reali- affermo, convinta.
Justin sospira, voltando poi l'angolo per arrivare a casa mia.
-Appunto- sottolinea -Perchè devi uscire con gente normale invece che preferire i nostri cari amici, pieni di soldi, con un nome che non verrà mai dimenticato?- dice serio.
Stringo le mani a pugno, contando mentalmente fino a dieci prima di rispondere. Cerco di essere calma.
-Prima di tutto, è bello avere amici normali, come li definisci tu, perchè ti trattano bene a prescindere dal tuo nome. Poi, non sono ricchi, belli, fantastici come i tuoi amici, ma hanno un valore diverso e ben più importante: l'amicizia. Puoi essere maschio, femmina, gay, etero, cane, gatto, pokemon! Loro non guardano questo particolare, loro cercano di farti sorridere e sorridere con te. Tu nemmeno puoi immaginare i pomeriggi di risate che mi son potuta fare in loro compagnia- dico tutto d'un fiato.
E basta! Quando ci vuole, ci vuole!
-Ecco, un'altra cosa che devi spiegarmi! Perchè hai passato tanto tempo negli ultimi giorni con questi ragazzi? Insomma, l'hai detto pure tu, li conosci da poco- mette la freccia, aspettando davanti al mio cancello che si aprisse.
Sbuffo -Justin cazzo! Lo vuoi capire che sono persone speciali per me? Non è importante da quanto tempo li conosco, si fanno volere bene, punto!- sbraito innervosita.
Il ragazzo mi fissa negli occhi, incredulo.
-Dovresti dare più ascolto a tua nonna- dice poi, solamente.
Mia nonna? Che c'entra mia nonna adesso?
Dio, che nervi!
Prima lei e le sue stupide regole da principessa, poi Justin che mi fa intendere che non dovrei più uscire con i ragazzi. Basta! Adesso basta!
Mi sono scocciata, di lui, della mia vita, dell'essere principessa e di non poter fare quello che mi pare.
Okay, è strano che mi faccia degli amici in così poco tempo. E' strano perchè non sono stata poi un tipo da socializzare subito.
Ma con loro è stato diverso, da subito. Con loro le risate sono sempre assicurate, con loro i pomeriggi non ti annoi di certo...E poi con loro avevo scoperto una nuova cosa, un sentimento vero.
-Sai che ti dico?- sbotto, aprendo lo sportello quando ormai la macchina parcheggia sul bracciolino di fronte la porta principale -Stai pure con i tuoi amici, che io sto con i miei-.
Appoggio un piede per scendere dall'auto, ma la forte mano di Justin avvita il mio polso sinistro, bloccandomi in tempo. Mi volto con uno sguardo di fuoco.
-Che intendi dire?- chiede confuso.
Sposto lo sguardo ancora una volta sui sedili posteriori, dove l'autista si sforza di non incrociare i miei occhi guardando altrove; poi fisso nuovamente Justin, sorridendo amaramente.
-E' stato bello conoscerti, Justin. Stammi bene- sfilo il braccio dalla sua presa, richiudendo lo sportello alle mie spalle.
Salgo velocemente i scalini che portano alla porta d'ingresso; infilo la chiave nella serratura, e quando sono dentro con la porta ormai chiusa, sento le ruote sgommare sulla stradella principale.
Appoggio la schiena al legno della porta, mentre le mie guance cominciano ad essere rigate dalle lacrime. Scivolo giù, fino a sedermi sul pavimento freddo; raccolgo le mie gambe al petto e le richiudo con le braccia, singhiozzando più forte.
Non mi interessa se sono le due di notte, non mi interessa se qualcuno mi sente, non mi interessa se sono su un pavimento a piangere come una bambina.
-Signorina?- alzo di poco la testa, tirando su col naso alla vista di Becky, una delle cameriere che soggiornano nel palazzo -Tutto bene?- prova a chiedere, accendendo la luce.
Scuoto la testa, rimandendo in silenzio.
La donna si siede al mio fianco, per terra; poi incrocia le gambe come una ragazza, e osservando il suo pigiama, parla -Problemi d'amore?- mi chiede con fare da mamma.
Annuisco, asciugando l'ennesima lacrima con il torso della mano.
Questa sospira, capendo al volo la situazione.
-Sà, in questi giorni l'ho osservata molto- ascolto in silenzio, guardandola curiosa -L'ho vista crescere di più in questo mese che fino adesso. Ma non se la prenda..- la interrompo.
-Dammi del tu, per favore- la supplico.
La donna annuisce -Dicevo: ho letto anche io qualche articolo su lei e quel giovanotto che, mi permetta, è davvero carino- ridacchio insieme a lei -E la verità è che lei ha bisogno di un cambiamento, ora. E credo che l'abbia trovato in lui- finisce, sorridendomi.
Annuisco convinta, non ha tutti i torti, ma... -Il problema è il mio titolo; come posso stare con una persona che non sia un principe? Sai che è impossibile..- vado subito alle conclusioni.
Non potevo stare con Zayn; la mia vita è tutto tranne una favola, quelle esistono solo per ingannare i bambini.
-Ne sei proprio sicura?- alzo lo sguardo, osservando attentamente il suo sorriso sghembo -Fossi in te, prima, mi accerterei di dire certe cose- aggrotto la fronte.
-Cosa vuoi dirmi?- la seguo con lo sguardo mentre tenta di alzarsi dal pavimento. Allunga una mano, aiutandomi a mettermi in piedi. Poi alza le spalle.
-Fossi in te, parlerei prima con tua madre- sussurra.
Sbatto gli occhi un paio di volte prima di collegare tutte le parole appena dette. Mamma. La mia unica soluzione.
-E' in camera sua?- chiedo, avviandomi veloce alle scale.
-Forse dorme- tenta, ma nemmeno l'ascolto che mi fiondo subito al primo piano, alla ricerca della camera dei miei genitori.
Spingo la porta per metà aperta; la luce è accesa, mamma è seduta sul letto intenta a leggere un libro. Sorrido.
-Mamma?- la richiamo, e quest'ultima alza il volto, sorridendomi.
Cammino nella stanza, fino a sedermi sopra il letto vuoto della stanza. Mamma chiude il libro, piegandone prima un angolino della pagina, e posandolo poi sul comodino al suo fianco.
-Dimmi, amore- dice sistemandosi meglio sotto le coperte.
In camera siamo solo noi due, cosa strana visto che non dovevano più avere impegni di lavoro.
-Papà?- chiedo curiosa, sistemandomi al suo fianco, sfilando le scarpe con i piedi.
-E' uscito con i suoi amici e lo sto aspettando sveglia- mi risponde, triste.
Annuisco, appoggiando poi la testa sulla sua spalla con fare da bambina.
-Posso farti una domanda?- chiedo, mentre i miei piedi si muovono lentamente sul letto, quasi a seguire un ritmo lento.
Sento le labbra di mia madre appoggiarsi sulla mia testa rilasciando un bacio sui capelli -Dimmi-.
Prendo un profondo respiro -Posso innamorarmi di una persona che non sia di sangue blu?- chiedo, e sento irrigidire mia madre.
Alzo lo sguardo, curiosa.
Gli occhi castani di mia madre mi fissano un paio di secondi, poi vengono spostati sulle nostre mani che adesso si intrecciano tra loro -E' arrivato il tempo di raccontarti una storia- soffia, quasi rabbuiata.
 
*  *  *
 
-Ciao George- squittisco, saltellando e sorridendo come una bambina.
L'uomo alza la testa momentaneamente dal suo lavoro e ricambia il sorriso -Vedo che siamo felici questa mattina- dice e ritorna a curare le sue rose.
Non smetto più di sorridere, mi fa male anche la mascella. Ma non c'è niente e nessuno che oggi potrà togliermelo dalla faccia.
-- saltello ancora una volta sul posto.
Il cellulare vibra nella mia mano, attirando la mia attenzione. Sblocco lo schermo, felice di leggere il nome di Zayn lampeggiare sullo sfondo.
 
'Sono fuori :)'
 
Liquido velocemente il giardiniere e corro verso il cancello principale. Lo apro ed esco.
Apro lo sportello dell'auto di Zayn e ci salgo sopra, senza smettere di sorridere.
-Buongiorno- dice lui, ingranando poi la marcia.
-Aspetta- lo blocco con una mano, prima che possa mettere in moto -Ho una notizia bellissima- dico, e allargo di più, se si può, il sorriso.
Le sopracciglia di Zayn vengono alzate -Mi fai paura- ammette, e io scoppio a ridere.
Okay, troppa felicità fa male.
-Ho lasciato Justin- dico tutto d'un fiato. Zayn è paralizzato.
-Tu...cosa?- chiede, cadendo dalle nuvole.
Mi sporgo verso il suo sedile -Hai capito bene- gli stampo un bacio sul naso -Ho lasciato Justin, finalmente- soffio sulle sue labbra.
Passano pochi secondi prima che gli angoli della bocca di Zayn si alzano, formando un sorriso. E' felice, e io non sono da meno.
-Giura?- insiste, incredulo.
-Parola di Coccinella- mi allontano, allacciando la cintura.
Il moro scuote la testa, mettendo in moto -Non ci posso credere- dice più a se stesso.
Batto le mani, non potendo più trattenere l'emozione -Dove si va?- chiedo curiosa.
-A casa mia, ovvio- risponde, ridendo poi per la mia faccia -I ragazzi volevano fare la chiamata con skype con Sam- mi spiega.
Oddio, non so più cosa potrebbe succedere oggi. Sono troppo felice, punto!
 
Il viaggio come al solito dura una decina di minuto; Zayn aspetta che il cancello principale si apre mentre una marmaglia di gente comincia ad avvicinarsi all'auto e all'entrata.
-Sei sicura?- mi chiede avvicinando l'auto al cancello.
Annuisco, capendo al volo la sua domanda. No, non mi sarei abbassata, non mi sarei nascosta stavolta.
Qualche flash ci abbaglia, mentre le guardie stanno attenti che nessuno entri di nascosto.
Parcheggia nel vialetto; scendiamo dall'auto e quando Zayn mi passa accanto, gli salto sulla schiena, felice.
-Ehy, ehy. Siamo di buon umore?- scherza, ridendo. Gli mordo un orecchio, ridacchiando.
Sempre sulle sue spalle, suona il campanello e quando Niall ci viene ad aprire, ci guarda male.
-Tua mamma non ti ha fatto i piedi?- mi chiede, e io scuoto la testa, divertita.
-Questa principesse di oggi, mah! Prima si fanno trasformare le zucche in carrozze e poi sfruttano i pakistani per esser portati in giro- io e Zayn ridiamo, mentre mi fa scivolare dalle sue spalle, ormai dentro casa.
-Dove sono gli altri?- sin incuriosisce Zayn dal troppo silenzio.
Il biondo ci guida verso la cucina dove Liam, Louis e Harry stanno seduti sul pavimento e davanti a loro c'è un pc acceso. Ridono.
-Ciao- li saluto, posando poi il cellulare sul tavolo della cucina.
-Oh oh, guarda chi è arrivata- dice Liam fissando lo schermo aperto.
Non ci credo! Sono già in videochiamata con Sam.
Corro verso i ragazzi, spostandoli con poca delicatezza e sedendomi sul pavimento.
-SAM- urlo, osservando la mia migliore amica sdraiata su un letto, intenta a farsi le unghie.
-Era ora- risponde quest'ultima, indifferente -Questi mi stavano parlando della loro vita pallosa. Ti prego, dimmi qualcosa di emozionante tu- mi supplica.
Rido, sentendo Zayn sedersi dietro me e passare le sue braccia attorno al mio corpo. Anche gli altri si avvicinano, curiosi.
-In realtà una notizia c'è- squittisco. Sam alza finalmente lo sguardo, lasciando perdere il pennellino dello smalto.
-Ovvero?- mi chiede.
Alzo gli occhi al cielo, tenendo il conto con le dita -Vediamo: mi manchi un casino; mi devo subire pomeriggi con questi pazzi senza qualcuno che li faccia rigare dritti; ho mollato Justin; ho f..- un urlo mi interrompe.
No, non era stata Sam come avevo immaginato. Mi giro verso Niall, terrorizzata. Se urla così, non oso immaginare come sono i suoi assoli dal vivo.
-Scusate..- si dispiace quest'ultimo, poi Sam richiama la mia attenzione.
-Davvero l'hai lasciato?- mi chiede. Chiude la boccettina dello smalto, mentre io annuisco con foga.
-Sì, e c'è anche di più!- punto un dito al soffitto.
Questo non lo sapeva nessuno, nemmeno Zayn. Volevo dirlo a tutti contemporaneamente.
-Ho scoperto che mio padre non è di sangue blu. Cioè, io in tutti questi anni mi sono sempre immaginata mio padre obbligato a far il militare, ad eseguire i suoi obblighi da principe, al massimo nobile. E invece no! Mio padre girava per il mondo come pittore, ritrattista, artista. Capisci?- e Sam urla dall'altra parte dello schermo.
Mi volto verso i ragazzi che in quel momento mi stavano guardando come se fossi un alieno. Prendo un respiro.
-Credevo di essere in obbligo di sposare un reale, invece non è così. Me l'ha spiegato la mamma, non siamo così tanto disperati da doverci buttare in simili cose- e sembrano capire.
Le braccia di Zayn mi stringono forte a lui -Non ci credo- dice al mio orecchio, felice.
Io oggi muoio, me lo sento.
-Quindi finalmente ti sei tolta dalle palle quel Justin?- mi chiede Sam, rotolando sul letto come una bambina.
-- rispondo. Sento una botta e Sam scompare dalla visuale, poi sbuca da dietro il letto, intenta a massaggiarsi la testa.
-Ahio- mormora, facendoci ridere più forti.
-Non ridete delle disgrazie altrui, allora domani vi concio per le feste- ribatte la mia amica, intimando gli altri, perchè a me non mi avrebbe mai toccata. Sono la sua migliore amica, altro che sorella!
Già! L'indomani sarebbe ritornata, per fortuna, e così avrei potuto abbracciarla forte forte.
-Che fate invece stasera?- chiede.
-Cinema?- si informa Niall.
-Mi scoccio. Calcio?- tenta Harry.
-Naaaa, facciamo discoteca- conclude Louis alzando un braccio al cielo, ma Liam lo abbassa prontamente, scuotendo la testa.
-Dobbiamo parlarne con i manager- mi volto verso lo schermo dove Sam si divertiva a far le linguacce mentre i ragazzi erano distratti.
-Però, è una bella idea- mormora Zayn, richiamando la mia attenzione con un pizzico sul fianco. Gli sorrido.
 
 
*  *   *
 
 
-Dov'è Zayn?- urlo all'orecchio di Niall per sovrastare la musica forte. Il biondo alza le spalle, portandosi poi un bicchiere, di chissà quale liquido, alla bocca, sorseggiandone una buona quantità.
-Vacci piano con questi- lo rimprevo -Ricordati cosa vi hanno raccomandato i vostri manager- gli rinfresco la memoria.
Il biondo per tutta risposta si gira e se ne va. Ma come...uno cerca di tenerli all'ordine, e questi ti voltano le spalle.
Bah.
In lontananza vedo Liam ballare con Danielle, e quando provo ad avvicinarmi ai due, il telefono prende a vibrare nella mia tasca. Sfilo il cellulare e leggo il nome di Justin lampeggiare sullo schermo. Le mie pupille si dilatano un pò.
-Dove sei stata?- le braccia di Zayn avvitate al mio busto, mi fanno sobbalzare spaventata. Nascondo il telefono, riposandolo in tasca.
-Era lui?- mi chiede ancora con il mento appoggiato sulla mia spalla.
Annuisco -Ma non m'importa, ho di meglio da fare- giro di poco la testa, ritrovando a pochi centimetri dal viso di Zayn -Cosa facciamo?- chiedo curiosa.
Eravamo lì dentro da due orette buone; avevamo ballato, bevuto qualcosa e adesso i miei piedi cominciavano a risentirne. Per non dare nell'occhio, ero uscita con un semplice shorts, anche perchè le feste a Miami non sono quasi mai ambientate in discoteche.
Nelle discoteche, purtroppo, ci si trova di tutto e per evitare rimproveri da parte dei manager, li avevo portati ad una semplice festa in spiaggia, non tanto distante da casa loro.
-Sono un pò stanco- ammette, facendomi poi girare tra le sue braccia e stringendo i nostri bacini quando ormai sono dritta davanti a lui. Comincio a giocare con la stoffa fine della maglia che porta.
-Oh, quindi?- insisto, guardandolo dal basso con una strana luce negli occhi.
Il moro sorride prima di posare le sue labbra sulle mie in un bacio veloce e semplice.
-Vieni con me- dice poi prendendomi per una mano e tirandomi verso l'uscita della festa.
Non avevamo avvertito nessuno, e se ce ne stavamo andando, non avrei potuto tener sott'occhio gli altri. Confido nel buon senso di Danielle ed Eleanor.
 
Passano pochi minuti prima di ritrovarci davanti al portone di casa loro, quando le nostre labbra si sfiorano di nuovo senza pudore.
-Aspetta- mi richiama, cercando di infilare la chiave del cancello sul retro della casa.
Le mie mani spettinano volontariamente i suoi capelli, mentre con i denti continuo a mordere la mascella per farlo deconcentrare.
-Lascia che apra questo maledetto cancello e...AAAH- urla facendomi sobbalzare spaventata -Funziona sempre- mi sorride aprendo il cancello.
Aveva urlato solo per farmi staccare e quindi poter aprire il cancello? Questa me l'avrebbe pagata; avevo pensato di avergli fatto davvero del male.
Le braccia di Zayn passano sotto le mie gambe, prendendomi di peso e guidandomi verso la porta d'entrata. Una volta aperta anche questa, mi lascia scivolare dalle sue braccia, richiudendo la porta alle nostre spalle.
Non ho nemmeno il tempo di parlare che le labbra di Zayn sono di nuovo unite alle mie.
Abbasso le mani al livello dei nostri bacini, alzandole poco dopo per accompagnare la stoffa della maglia ad uscire dalla testa di Zayn. L'indumento cade a terra in un batter d'occhio.
Anche il moro comincia a svestirmi iniziando dalla maglia che porto. Con i talloni mi aiuto a togliere le scarpe, mentre con una mano appoggiata al petto caldo di Zayn, guido quest'ultimo verso la cucina ancora al buio.
Mi scappa una risata quando il dito di Zayn percorre tutta la mia schiena, nell'intento di farmi rabbrividire.
Con una forte presa alla mano, mi trovo costretta a rigirarmi sui miei piedi, sentendomi mancare il pavimento quando il moro mi lascia cadere sul divano con un sonoro tonfo. E non posso non ridere felice.
Zayn lascia scivolare i pantaloni lungo le gambe, facendo un passo avanti e spingendoli lontano da noi con un calcio, poi si abbassa sul divano e, sorretto dalle forti braccia, le nostre labbra si unisco di nuovo.
La mano del moro prova a sbottonare i miei pantaloncini, ma il rumore della porta d'ingresso attira la nostra attenzione.
Zayn si alza di poco e io piego la schiena, aggrappandomi allo schienale del divano per poi sentire qualcuno parlare.
Sono rientrati i ragazzi?
-E' stata una bella serata, grazie- trilla una voce femminile. 
Aggrotto la fronte, osservando curiosa Zayn che è nel mio stesso e identico stato di confusione.
-Figurati. Chiamami quando ti senti sola di nuovo- risponde l'altro mentre il mio cuore perde un battito, il respiro si mozza in gola.
La porta viene richiusa e dei passi pesanti salgono le scale.
Guardo Zayn disperata, poi finalmente mi sblocco -Dimmi che ho sentito male e che quella voce non era di Harry- tento, invano.

 
   
 
 
OH MAMMA, OH MAMMA, OH MAMMA.
non ci credo nemmeno io di aver fatto passare una settimana
per aggiornare D:
Faccio schifo, lo so. Quindi, per farmi perdonare ho 
cercato di allungare il capitolo, ma come vedete non ho saputo
farlo per bene cc Sorry.
 
Anyway, cosa ha combinato il nostro Styles? eheheheheh, lo saprete
nel prossimo capitolo che beeeeeeeeeeeeeeeeh, non so quando arriverà
perchè sono in periodo di esami e non so più come dividere il cervello
ewe perdonatemi, anche perchè la storia sta pure finendo e io vi sto anche
facendomi morire di ansia dicendo che il prossimo sarà qualcosa...di interessante?
Beh, vi lascio un piccolo spoiler per farvi capire di cosa parlo :)
 
 
SPOILER
 
...
-Senti, io devo dirti una cosa...- Sam si stacca dall'abbraccio, sorridente.
-Sono tutta orecchie- squittisce, eccitata.
Prendo un profondo respiro, mentre la mia amica si siede sulla grossa valigia che si era portata nel viaggio.
-Sì, però muoviti. Voglio andare a vedere Harry; l'ho pensato molto in questi due giorni, e devo dirgli una cosa importante- batte le mani davanti a lei, proprio come una bambina a cui è stata appena regalata una caramella.
-E' proprio di lui che voglio parlarti- Sam si rialza dalla valigia, spaventata per il mio tono, ma allo stesso tempo curiosa.
-Che gli è successo?- chiede visibilmente preoccupata.
...
 
Spero a prestissimo :)

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Capitolo 23
*** Tell Me A Lie. ***





ATTENZIONE: leggere spazio autore :)
 
TELL ME A LIE
 
 
 
 
Alzo volontariamente il mio piede, fasciato solo dal calzino, sfiorando a malapena l'orecchio di Zayn che al tocco si gira e mi sorride.
-Che fai?- chiede, per poi abbassare il volume della tv accesa del salotto.
Alzo le spalle, sfiorando di nuovo il suo orecchio. Ma stavolta si sposta appena in tempo, evitando il contatto.
E così inizia una guerra tra il mio piede e il suo orecchio; volevo stuzzicarlo in tutti i modi.
Tendo la gamba davanti a me, la punto sulle costole di Zayn che, nel momento esatto in cui vengono toccate, si piega su un fianco ridendo; ne approfitto così per colpire il suo orecchio. Ma dalla velocità, riesco solo a mollargli un calcio in testa.
Rido; rido di cuore, battendo le mani e gettando la testa all'indietro fino a scontrare il bracciolo del divano. Chiudo gli occhi, presa dalle risate e mi trattengo dal piangere per la smorfia di Zayn. Sembrava che avessi bevuto di prima mattina.
-Smettila- mi rimprovera il moro massaggiandosi la testa. Ma non riesco nemmeno a calmarmi.
-Scusa- dico riprendendo un pò di fiato. Ma scoppio a ridere di nuovo, stavolta, battendo anche i piedi sul divano in cui ero stesa.
Avevo lasciato casa presto quella mattina con l'intento di fare colazione con i ragazzi; ma al mio arrivo solo Zayn era quello a saltar giù dal letto facendomi compagnia. In realtà ancora non avevamo mangiato; era passata poco più di mezz'ora da quando ci eravamo messi sul divano nella speranza di trovare qualcosa di decente in tv, nell'attesa del risveglio degli altri.
-Guarda che mi hai fatto male sul serio- mi fulmina con lo sguardo.
Decido allora di non fare la bambina e di tapparmi, con forza, la bocca per non emettere altri suoni. E rialzo il piede.
Zayn mi minaccia con solo uno sguardo, e quando ormai il mio piede è vicino al suo volto, la grande mano del moro avvita la mia caviglia tirandola con forza.
Scivolo dritta sul divano, ritrovando il mio bacino a penzoloni davanti il viso soddisfatto di Zayn. Diciamo che mi stava spezzando in due la schiena per tenere alto il mio piede.
-Mi fai male- lo avverto, cercando così di divincolarmi dalla sua presa. Ma Zayn alza di più il braccio, alzandosi dal divano, e facendomi fare una specie di verticale non voluta.
-Adesso sai cosa si prova- mormora ridendo.
Comincio a scalciare come una bambina, liberandomi in tempo quando, con l'altro piede, riesco a spingerlo via con un calcio allo stomaco. Almeno lì mi ero saputa trattenere nella forza.
Rotolo di schiena sul divano, finendo sul pavimento su tutti gli arti e alzandomi subito dopo, cominciando a correre verso la cucina.
Le mie risate sono seguite a quelle di Zayn che, qualche passo più indietro, tenta di prendermi e farmela pagare.
I miei piedi scalzi si muovono veloci per le stanze, entrando e uscendo di stanza in stanza; anche se in realtà erano solo due, più la veranda.
La mano di Zayn riesce ad afferrare un angolo della mia maglia, costringendomi a fermarmi e girare sui miei stessi piedi, con forza.
Con una spinta il moro riesce a bloccarmi tra la penisola della cucina e il suo bacino, e con un sorriso sghembo mi osserva felice.
-Presa- sussurra con voce sensuale. Ma quello che non sa è che ho un piano ben preciso per scappare di nuovo dalle sue grinfie.
-Mi arrendo- dico con voce affannata e divertita allo stesso tempo. Quanto tempo che non correvo così? In realtà non avevo mai fatto un simile sforzo nemmeno al ritardo del mio sedicesimo compleanno. Dettagli.
Allungo le braccia verso la sua testa, infilando le mie dita nei suoi capelli e tirando alla fine le punte, spettinandoli. Poi abbasso la mano e comincio a rigare il contorno dei suoi occhi, della sua guancia, della sua mascella. Qui serra gli occhi, schiudendo la bocca.
E così bello vederlo in quello stato, che mi viene fin da subito l'idea di non smettere di accarezzarlo. Ma c'è una battaglia di mezzo.
Porto il mio indice sotto il mento, passando per il collo e infine ripassare il contorno dei suoi addominali da sopra la maglia. Con grande piacere, noto il suo petto gonfiarsi ad un ritmo irregolare, mentre sento il cuore battere più veloce.
In realtà non so quale dei due batte più veloce in questo momento.
Quando torno a sfiorare le sue labbra con un dito, riapre gli occhi, spostando la mia mano dal suo viso. I suoi occhi sono puntati nei miei.
Zayn posa le sue mani sul mio bacino, abbassando poi il viso nell'incavo del mio collo.
-Queste cose, di prima mattina, no- sussurra a pochi centimetri dal mio orecchio. Mi scappa una risatina.
Le morbide labbra di Zayn si posano sulla mia pelle, stuzzicandola e solleticandola a causa della piccola ricrescita di barba che si poteva notare a malapena.
Appoggio le braccia sulle sue spalle, e con un piccolo salto accompagnato dalle sue mani, riesco a sedermi sulla penisola fresca della cucina.
Le mani di Zayn cominciano a perlustrare ogni minima parte della mia pelle presente sotto alla misera canotta che indosso, mentre i miei piedi continuano a dondolarsi ai lati dei suoi fianchi.
Le nostre labbra si sfiorano per un millesimo di secondo, quando mi allontano di poco facendolo incuriosire.
-Lo dicevo io- ridacchio divertita, e Zayn mi guarda con la fronte aggrottata. Così decido di spiegargli tutto.
-Conosco ormai ogni tuo punto debole- e con quelle parole faccio scivolare il mio sedere sul marmo della penisola, girandomi e scendendo dall'altra parte della cucina, scappando ancora una volta da Zayn che ride alle mie spalle.
Stavolta opto per il piano superiore, quello che ha più stanze, più possibilità di intralcio.
Rido come non mai, sentendo i passi e i 'se ti prendo' da parte di Zayn poco dietro me. Non lo facevo poi così atletico, e invece...
Ricordandomi solo ora che tutti gli altri sono nel bel mezzo del sonno, mi do della cretina da sola aprendo, però, la prima porta che mi viene sottomano. E Liam scatta dal letto, spaventato.
Quando vede che io rido, corro e non respiro più allo stesso tempo, si getta di nuovo sul letto coprendosi il viso con le mani.
-Rompetemi qualcosa, okay?- ci minaccia.
Sono al fianco del letto di Liam, mentre Zayn dall'altra parte alza entrambe le sopracciglia; capisco al volo le sue intenzioni.
Quando Liam si passa un cuscino sulla faccia, stanco dalle nostre insulse risa, io e Zayn saltiamo sul letto, facendogli il solletico.
-Basta!- ci implora. Ma noi continuiamo.
Le lenzuola del letto si staccano, Liam è piegato in due ridendo e insultandoci allo stesso tempo, io e Zayn sfiniti ci sdraiamo al suo fianco, fissando il tetto.
-Uh- sbuffo, cercando di riprendere fiato il più possibile.
-Voi due siete malati- ci rimprovera Liam, incazzato -Cosa avevate in testa?- ci chiede poi, guardandomi prima Zayn e poi me.
In realtà non era stato calcolato di mettere in mezzo qualcuno ai nostri giochetti; però era stato divertente e poi era anche ora che qualcuno si alzasse dal letto.
-Fare colazione- risponde tranquillo il moro, scatenando così le mie risa.
-Cioè, voi avete fatto fin ora tutto questo casino solo per svegliarmi e chiedervi di prepararvi la colazione?- chiede Liam scocciato.
Osservo attentamente i due, confusa sui loro toni. Stavano giocando o erano seri?
-Lei è una principessa, io sono conosciuto per il mio soprannome di pakistano...Non so cosa sia peggio- si spiega il moro.
Aggrotto la fronte -Ehy- gli lascio un pugno sul braccio -Solo perchè sono una principessa non vuol dire che non sappia cucinare- mi difendo.
Ma stavolta a ridere e Liam.
-Scendiamo a mangiare; come cucino io..- Zayn lo interrompe bruscamente.
-Ora non ti atteggiare troppo- e scoppiano altre risa.
 
Dopo aver trascinato a forza Liam al piano inferiore, questo si mette subito ai fornelli recuperando dalla dispensa quanto più cibo possibile poteva.
Mi appoggio alla penisola, aspettando di vedere chissà quale opera d'arte.
Zayn si siede al mio fianco su una sedia, tirandomi per il bacino e obbligandomi a sedere sulle sue gambe. Mi sembra di esser ritornata bambina.
-Lo dicevo io che c'era un buon profumino- la voce di Niall attira la nostra attenzione. Il biondino prende la sedia accanto a quella di Zayn e ci si siede sopra, osservandoci.
-Guarda che i posti ci sono, eh- scherza, facendomi ridere.
Anche Louis dopo poco entra in cucina vestito con solo un boxer nero. Ma ormai non ci facevano più caso a me, ho notato.
-Aspettavate tutti il mio risveglio?- chiede Liam cominciando a posare i succhi sul tavolo.
Niall annuisce con foga, mentre Louis si siede a capo tavola.
-Se qualcuno non gridasse di prima mattina- e i suoi occhi blu fissano prima me, poi Zayn. Sento di andare a fuoco.
-Invece rendetevi utili. Svegliate quell'idiota di Styles-.
Alle parole di Liam mi irrigidisco e Zayn subito se ne accorge. Si sporge leggermente in avanti, giusto per sussurrare qualcosa al mio orecchio, con l'intento di far sentire solo me.
-Vuoi parlarci?- mi chiede, e subito capisco a cosa si riferisse. Scuoto la testa, sventolando una mano.
-Se ha fame, scende- rispondo e tutti mi guardano strano.
 
 
*  *  *
 
 
Fisso l'orario nel mio cellulare. Dieci minuti di ritardo.
Dio, che ansia! Non ce la faccio più!
Ero andata da sola alla fermata del pullman che mi avrebbe riportato la mia migliore amica a casa; ma questo sembrava non arrivare mai.
Sbuffo sonoramente, osservandomi in giro. Avevo detto ai ragazzi che avrei preferito andarla a prendere da sola, giusto per starci un pò insieme e parlare della sua 'vacanza'.
Lo stridìo delle ruote del pullman attirano la mia attenzione, facendo così comparire un sorriso sulle mie labbra. E' arrivata.
Prima di Sam scendono tre persone, poi finalmente la vedo. Le corro in contro stile film, abbracciandola e sorridendo come una bambina. Lei si limita invece a una pacca sulla schiena, stanca.
-Oddio, oddio, oddio! Mi sei mancata un casino- squittisco liberandola dall'abbraccio.
Lei alza una mano, zittendomi, e si allontana per recuperare la sua valigia. Quando di nuovo è davanti a me, mi sorride.
E' così tranquilla, felice, e stranamente silenziosa che mi viene da saltarle di nuovo addosso. Ma mi trattengo, anche per le poche persone che sono attorno a noi. L'autobus nel frattempo riparte  e rimaniamo lì, l'una difronte all'altra.
-Mi spieghi perchè tutto questo silenzio?- interrompe lei i miei pensieri facendomi sobbalzare di poco.
Scrollo le spalle -Nulla! Non può mancarmi la mia migliore amica?- chiedo, sperando che si beva la mia bugia. Che poi, tanto bugia non è!
Le braccia di Sam si allargano, rinchiudendo il mio petto vicino al suo. Sento una fitta alla bocca dello stomaco.
Basta! Io non posso continuare così!
-Senti, io devo dirti una cosa...- Sam si stacca dall'abbraccio, sorridente.
-Sono tutta orecchie- squittisce, eccitata.
Prendo un profondo respiro, mentre la mia amica si siede sulla grossa valigia che si era portata nel viaggio.
-Sì, però muoviti. Voglio andare a vedere Harry; l'ho pensato molto in questi due giorni, e devo dirgli una cosa importante- batte le mani davanti a lei, proprio come una bambina a cui è stata appena regalata una caramella.
-E' proprio di lui che voglio parlarti- Sam si rialza dalla valigia, spaventata per il mio tono, ma allo stesso tempo curiosa.
-Che gli è successo?- chiede visibilmente preoccupata.
-A lui niente, ancora per poco...- sposto lo sguardo -Ma...- riprendo fiato, convincendomi di affrontare Sam dicendogli tutta la verità -Ieri sera eravamo ad una festa in spiaggia-.
Sam sposta i capelli su una spalla, annuendo -Sì, lo so. Oltre a te, me l'ha detto anche lui. Ha bevuto qualcosa?- ridacchia.
La guardo seria -Non lo so perchè, praticamente, ci siamo persi fin da subito di vista- spiego e lei porta le braccia sui fianchi.
-Capita- mormora in difesa del riccio.
-Il fatto è che poi io e Zayn siamo rientrati prima in casa e...- sento una risatina.
-Eh eh eh, cosa avete fatto?- vedo Sam punzecchiarmi.
-Abbiamo sentito Harry con una ragazza- Sam si blocca alle mie parole.
Io, giuro, non volevo dirglielo. Non lì, non così. Sarebbe stato meglio parlarne prima con Styles.
-Stai dicendo che...- sbatte gli occhi velocemente -Con un'altra?- finisce poi.
-Sì, cioè..Non lo so. L'abbiamo sentito solamente dire 'Se hai bisogno, chiamami' o una cosa del genere- abbasso lo sguardo.
Il silenzio cala di botta e il mio stomaco si riempie di crampi.
Sam non sta con Harry, Sam non si farà problemi per questo...Vero?
Rialzo lo sguardo, curiosa di sapere l'espressione di Sam.
-Io..- fa un passo indietro -Non ci credo..cioè..- è senza parole, ha il viso sconvolto, una mano davanti alla bocca schiusa.
-Aspetta, Sam..Forse prima ci devi parlare- tento, ma lei fa un altro passo, scendendo dal marciapiede e avanzando all'indietro.
Un clacson suonato con ferocia attira la mia attenzione; ho giusto il tempo di voltarmi e notare un'auto grigia andare verso Sam.
Inutile il mio urlo, inutile il mio aiuto. La mia amica adesso era stesa sull'asfalto dopo una brutta botta e sembra non dar segni di vita.
 
*  *  *
 
-Sophy? Sophy?- alzo lo sguardo dalle mie interessantissime converse. In lontananza vedo Zayn, Liam, Harry, Louis e Niall correre nella mia direzione.
Abbasso di nuovo la testa.
-Ti prego, dimmi che è tutto uno scherzo- Zayn si abbassa all'altezza delle mie ginocchia, cercando una spiegazione nei miei occhi.
Lo fisso in silenzio, poi scuoto la testa. Chi si inventava una simile bugia?
-Ma..ma come sta? E' sveglia?- tenta Niall sedendosi sulla sedia al mio fianco.
Scuoto la testa -Ha tre costole rotte, un braccio ingessato, dei punti in testa...Non è sveglia, no- dico esausta.
-Non è in coma, vero?- alzo lo sguardo su Harry che aveva appena parlato.
-Tu taci- lo zittisco e quest'ultimo aggrotta la fronte.
-Ma ora che ho fatto? E' colpa mia se si è fatta mettere sotto da un'auto?- Louis piega il gomito ficcandolo nello stomaco del riccio, al quale geme di dolore.
Zayn posa una mano sul mio ginocchio, non permettendomi così di alzarmi e tirargli quei capelli.
-Ma non lo capisci che è per colpa tua se è finita sotto un'auto? Parlava di te, di quanto avesse capito l'importanza di quello che stavate costruendo- urlo.
Qualche paziente o infermiere mi guarda subito male per il tono, ma non oso nemmeno degnarmi di scusarmi.
-Aspetta...Lei si è buttata sotto un'auto solo perchè ha capito di essersi infatuata di me?- chiede.
Infatuata? INFATUATA?
-Ma sei scemo? E' la prima volta che prova una cosa del genere per qualcuno e credimi, questo era tutto tranne che infatuazione! Lei si era innamorata di te, lo si leggeva nei suoi occhi. Lei ti amava fino a quando non le ho detto che sei stata a letto con un'altra- sputo a denti stretti.
-A letto con un'altra?- fa eco lui.
Louis sembra trattenerlo, mentre Zayn cerca di calmarmi, inutilmente.
-Oh sì! Non ti ricorda niente la signorina di ieri sera?- urlo, ma qualcuno ci interrompe.
-Scusate ragazzi..- un uomo vestito di verde e una cartellina in mano si mette in mezzo -Se dovete dirvi certe cose, c'è sempre il balcone o meglio, la piazza. Andate fuori- ci avverte e Styles si gira dall'altra parte.
-Non rispondi?- e quando sto per alzarmi, Zayn mi tira per un braccio portandomi verso il balcone.
-Dio, non lo sopporto- dico appoggiandomi alla sbarra di ferro.
-Stai calma, okay? E' inutile discutere di una cosa che magari nemmeno è vera- tenta il moro.
-Non è vera? L'abbiamo sentito entrambi ieri- dico con fare ovvio. Sembro una pazza in questo momento.
-Sì, ma magari era un'amica. Non possiamo saperlo- ripete lui.
Prendo un profondo respiro e poi mi scappa una risata nervosa.
-Certo, voi le definite amiche quelle così? E io che mi fidavo- sbuffo.
-Ma cosa stai dicendo? Ma ti senti quando parli? Non è che perchè una viene a casa nostra è una poco di buono- alzo un sopracciglio.
-Ah no?- chiedo e lui ringhia abbastanza stanco del mio comportamento.
-Sai che c'è? C'è che mi sono stufato di voi ragazze e del vostro femminismo di etichettare chiunque. Non ti credevo così, ma in fondo dovevo aspettarmelo da una principessa- sputa.
Appoggio la schiena alla sbarra. Ma che stava dicendo?
-Okay, ho capito...Io me ne vado- sbatto contro la spalla di Zayn cercando di rientrare nell'ospedale e così stare attenta sulle novità di Sam.
Gli unici che erano potuti entrare nella stanza erano i genitori, in quanto nobile.
-Aspetta, ti è caduto questo- mi volto verso Zayn curiosa.
Lo vedo osservare attentamente la busta che ha tra le mani, leggendo il nome stampato sopra. Sento la mia pelle gelare, mentre cerco di prevenire il danno.
-Aspetta, posso spiegarti tutto- mi avvicino velocemente.
Gli occhi scuri di Zayn puntano dritti nei miei.
-Tu devi sposarti?- la sua voce trema.
 
  
 
OH MY GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOD
ce l'ho fatta, yuppi(?)
No va beh, sono skahdsah perchè tra poco vedo Luca **
Anche se in settimana ho tre esami di fila #helppppp
Quindi, come avrete ben capito non credo di aggiornare fino...
sabato? Oddio no, spero di farcela per prima, ma non vi assicuro nulla cc
 
Anyway...Sophy si sposa?Se ha lasciato Justin perchè non ha
annullato subito il matrimonio? Certo..portarsi la richiesta dietro anche...
Come sono brava a farvi rodere(?) di più...lol
 
Oddio! Mancano solo 2 capitoli di cui uno è l'epilogo? D:
Well, a presto e spero in qualche recensione <3

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Capitolo 24
*** Nobody Compares. ***





NOBODY COMPARES
 
 
 
Qualcuno si siede al mio fianco, sullo scalino della veranda, appoggiando una mano sul mio ginocchio.
-Tutto bene, Sophy?- solo quando riconosco la voce di Louis, decido di alzare lo sguardo.
Scuoto il capo velocemente -Cosa dovrebbe andare bene?- tento di non far scendere nuove lacrime -Sam non si sveglia, ho litigato con Harry dandogli una colpa che forse non ha e per giunta Zayn ha trovato una lettera che non doveva vedere- dico tutto d'un fiato.
-Che lettera?- aggrotta la fronte, confuso -E per Harry non ti preoccupare, lui ha capito di cosa stavi parlando e mi ha chiesto di venirti a prendere così da poterne parlare con lui in modo civile- mi sorride cercando di tranquillizzarmi.
-Dov'è lui?- chiedo tirando su col naso.
-E' rimasto in ospedale tutta la notte; ha portato anche del cibo ai genitori di Sam che, vedendolo sulla sedia, gli hanno chiesto come la conoscesse- mi spiega.
Annuisco distratta -Mi dispiace, io non volevo dire tutte quelle cose ad Harry; è solo che mi ha fatto incazzare sentirlo con un'altra ragazza- spiego e lui posa una mano sulla mia spalla.
-Meglio se ne parli con lui. Ma...cosa dicevi a proposito di Zayn?- si incuriosisce.
Abbasso lo sguardo -Niente, ho rovinato tutto solamente con una lettera non gradita- dico solamente.
-Sophy?- alzo lo sguardo verso mia madre che porta tra le mani un vassoio con qualcosa da mangiare -Ti prego, mangia qualcosa- dice con tono triste. Il viso è stanco, le occhiaie sono scure, la pelle è pallida.
-Faccio io, signora- dice con gentilezza Louis, alzandosi e recuperando il vassoio. Mia madre sforza un sorriso ma mi conosce benissimo, sia me che la mia ostinazione.
Quando mia madre si allontana con un sospiro affranto, Louis si accomoda al mio fianco porgendomi un cornetto.
-Non ho fame- ammetto voltando lo sguardo dall'altra parte.
-Non mi interessa. Tu ora mangi qualcosa e poi andiamo a casa mia- mi ordina, insistendo col braccio teso sotto il mio naso.
Osservo il cornetto, poi Louis e poi di nuovo il cornetto. Quando noto che Louis non ha nessuna intenzione di tirarsi indietro, con uno sbuffo, afferro il cornetto addentandolo.
-Contento?- chiedo scocciata, masticando.
-Non si parla con la bocca piena. Cos'è, non vi insegnano il bon ton a voi principesse?- ridacchia per la mia smorfia di disapprovazione.
-Dai, fai veloce che abbiamo una dura giornata davanti- mi passa un braccio sulle spalle, consolandomi -Sam si sveglierà presto, rideremo di nuovo tutti insieme, andrà tutto bene...fino alla nostra partenza-.
Il cornetto, ancora del tutto intero, mi scivola dalle mani scatenando la curiosità in Louis che si allontana di poco.
-Non sapevi che manca poco alla nostra partenza?- mi chiede visibilmente preoccupato.
Sì che Zayn non mi aveva mai detto una data precisa, però era scontato che le vacanze avessero una fine. Tutto ha una fine.
Scuoto la testa lentamente -Cioè, lo immaginavo, ma non così presto- affermo convinta.
Louis si passa le dita tra i capelli, spettinandoli -So che sarà difficile, ma sta per passare il mese libero che avevamo. Vogliamo stare un pò con le nostre famiglie, prima del nuovo tour- e annuisco, senza dargli torto. Chi sono io per pretendere ciò?
-Tra te e Zayn andrà bene. Lo conosco, è un uomo forte, sa vivere le cose a distanza- lo interrompo, ridacchiando nervosamente.
-Io..io non lo so, cioè..Non credo ci possa essere ancora qualcosa tra me e Zayn dopo ieri- il cellulare di Louis comincia a suonare, interrompendomi.
-Scusami- il ragazzo si alza, rispondendo alla chiamata.
-Sì, sono con lei- fa una pausa -Ma certo! Arriviamo- e chiude la telefonata.
-Va tutto bene?- chiedo recuperando il cornetto ormai immangiabile e sorseggiando un pò di succo all'ananas.
Louis annuisce -Andiamo da me; mangerai lì. Harry deve parlarti- mi aiuta ad alzarmi.
 
*  *  *
 
 
-No, aspetta...- poso la tazza di the sul tavolo -Allora avevo ragione io! Tu eri a letto con un'altra?- chiedo, ancora una volta, sconvolta.
Il riccio scuote la testa velocemente -Non ci sono andato. Cioè, era forse quella l'intenzione, ma qualcosa mi ha bloccato e così ci siamo messi a parlare del più e del meno- lo interrompo bruscamente.
-Resta il fatto che erano quelle le tue intenzioni- lecco il cucchiaio, alzando le sopracciglia avendo vinto anche questa battaglia. L'avevo detto a Zayn, quella di certo non era andata in casa dei ragazzi per fare un giro turistico.
I miei occhi guizzano nell'immensa mensa dell'ospedale, notando allora che il moro ancora non era arrivato. Volevo solo capire cosa passava per la sua testa ora che la verità era venuta a galla.
Sì, magari Harry non era arrivato a farci qualcosa con quella ragazza, ma il suo intento iniziale era proprio quello. Quindi in un certo senso, avevo ragione io. Di nuovo. Odio avere ragione su determinate cose; avrei preferito avere torto in questo caso, volevo chiedere scusa io per una buona volta, sentendomi in colpa a non aver dato ragione a lui.
-Dov'è Zayn?- chiedo d'improvviso e i ragazzi si fissano per una manciata di secondi.
-E' voluto rimanere a casa- spiega Niall, alzandosi dalla sedia per sgranchire le gambe.
Stare rinchiusi in quel posto per tanto tempo non faceva bene a nessuno, lo ammetto. Ma i ragazzi avevano deciso di tenermi compagnia nella speranza che Sam si sarebbe svegliata da un momento all'altro.
-Posso chiederti cosa è successo fra voi due?- si intromette Liam curioso.
Liam era il suo migliore amico, impossibile da parte sua non sapere tutta la storia. Ma forse stava chiedendo per vedere entrambe le versioni, per capire chi, in questo caso, avesse ragione o torto. E stavolta l'avevamo entrambi, in parte.
Sospiro, giocando nervosamente con il laccio del mio vestitino.
-Ieri abbiamo litigato sulla questione di Harry- sposto lo sguardo sul riccio, intento a fissarmi per ascoltare meglio -E sono cominciate ad uscire parole su parole senza senso. Io lo ammetto- mi appoggio sul tavolo, difendendomi -Io ho pure sbagliato, non lo metto in dubbio. Ma lui mi ha perfino accusato di essere una principessa. Ditemi cosa c'entra, per favore. Sono stufa di sentirmi dire 'Ma tu non puoi capire, sei una principessa' e bla bla bla. Sono un essere umano a prescindere, che problemi avete contro un nome?- chiedo, sparando a raffica le parole come una treno senza freni.
Niall ridacchia dalla mia reazione, ma lo fulmino subito con lo sguardo.
Harry si limita a grattarsi il capo, capendo di essere il centro della discussione. Alle fine era anche colpa sua se con Zayn avevo alzato la voce.
-Ma non capisci?- dice il riccio -Non capisci perchè ho rifiutato quel ben di Dio che avevo davanti?- commenta. Aggrotto la fronte.
Cosa c'era da capire nell'abbordare una bella ragazza ad una festa e portarsela a casa con l'intento di farci qualcosa? Poi, se il suo corpo non aveva collaborato, mica era colpa mia!
-Quello che vuole dire Harry è che, come sempre, ha sbagliato. Cerca sempre una via di fuga quando gli si para davanti una simile opportunità- si intromette Louis, facendomi confondere di più.
-Non sono mai stato così affezionato ad una ragazza, almeno non mi era mai successo in così in poco tempo. Con Sam è stato diverso, avevo paura- ammette, giocando con il portachiavi.
Aspetta -Mi stai dicendo che anche tu provi qualcosa per Sam?- chiedo, sporgendomi sul tavolo per studiare meglio il viso di Harry.
Agli angoli della bocca compaiono due fossette, seguite da un sorriso che mi rincuora davvero.
Sam ama Harry; Harry ama Sam. Entrambi hanno paura di ammetterlo!
-Sarà la prima cosa che le dirò al suo risveglio- ammette, sorridendo.
Schiudo la bocca per scusarmi col riccio, per come avevo reagito il giorno prima senza nemmeno chiedergli spiegazioni. Avrei evitato tanti incovenienti, a partire da Sam in ospedale.
-Ma con Zayn?- mi interrompe appena in tempo Liam.
Sposto lo sguardo da Harry a Liam. Ma se lo sapeva, perchè continuava a farmi quella domanda?
-Non devi dirci nulla? Non mi dire che avete semplicemente litigato per il fatto di Harry. Zayn non è il tipo- chiede, e sento le gambe tremarmi.
Adesso potevo confessare tutto.
Scuoto la testa, abbassandola verso il tavolo grigio della mensa ormai vuota.
-La verità è che ieri mattina mi sono ritrovata una busta sul comodino- spiego, iniziando il mio monologo -Si tratta di una lettera delicata: Justin mi ha chiesto di sposarlo. Inizialmente non ci ho fatto tanto caso, l'ho messa in borsa per non farla leggere ai miei, ancora all'oscuro di tutto questo, e sono venuta a casa vostra con l'intento di distrarmi e non pensarci- prendo un profondo respiro -Poi ho deciso di andare a prendere Sam da sola anche per ragionarci, oltre che per passare del tempo con lei e dirle quello che avevo sentito la sera prima- sposto lo sgurdo su Harry, per poi tornare a fissare le mie mani, graffiandole con le unghie -L'ho sfilata dalla borsa e ho letto attentamente i righi- con un gesto veloce recupero la borsa dal pavimento, aprendola e uscendone una busta bianca. Recupero la lettera all'interno e la mostro agli altri che si sporgono più sul tavolo per leggere meglio -In poche parole è una dichiarazione ufficiale da parte di Justin dove, oltre la mia mano, chiede di unire i due regni. So che può sembrare una cosa stupida, ma mi sono sentita terribilmente in colpa. Zayn lo conosco da poco, come a voi, Justin è sempre stato al mio fianco nei miei momenti di difficoltà..- 
-Ma questo prima di conoscerci- mi interrompe Niall.
Annuisco. Non aveva torto, no. Ma erano arrivati...tardi?
-Non è una favola la mia vita, come mi ha detto Louis non manca molto alla vostra partenza. E io che farò adesso? Tornerò alla vita di sempre!- dico d'un fiato.
-Non devi pensarla così- insiste Liam -Non c'entra chi sia stato al tuo fianco per molto tempo, conta chi più dei due ti ha fatta sentire bene. Il matrimonio è un passo grande, lo sai?- mi chiede.
Abbasso la testa. Certo che lo so, non c'era bisogno delle sue parole per capirlo.
-Sto in una totale confusione..- passo le mani sul mio viso, trattenendo le lacrime.
Il rumore di un mazzo di chiavi gettato sul tavolo mi fa scattare spaventata. Osservo attentamente Harry giocare con le chiavi in modo rumoroso.
-Lui è a casa da solo- soffia poi.
Aggrotto la fronte: cosa non aveva capito del mio stato di confusione?
-Avanti Sophy, l'hai detto anche tu! Sei confusa, un motivo ci sarà- fisso Louis -Se prima andava tutto così bene come vuoi farci intendere, non ti saresti attaccata mai così a Zayn- finisce.
-Magari mi mancava così tanto Justin da cadere tra le braccia del primo che mi dimostrava qualcosa- spiego velocemente.
-Cazzate!- insiste Liam istigando curiosità in me -Non metterei mai da parte Danielle quando siamo insieme, quando mi viene a trovare. Tu l'hai fatto con Justin! Dimmi, quante volte in sua presenza qui sei uscita con lui? Una? Per niente? Credo che la risposta la conosci meglio di noi- dice con nonchalance.
Mi ritrovo a fissare il vuoto davanti a me, confusa.
-Queste sono le chiavi- insiste Harry posandole sotto il mio viso.
 
*  *  *
 
Prendo un profondo respiro.
Si erano fidati di me, non potevo comportarmi da codarda e scappare di nuovo.
Chiudo gli occhi e annuisco sola. Se qualcuno mi avesse visto, sarei passata per matta, sicuro!
Caccio dalla tasca le chiavi che Harry mi aveva dato. 'Vai, lui aspetta solo te', ripenso alle parole del riccio; ed io avevo bisogno di lui.
Infilo la chiave nella serratura e spingo la porta entrando nell'immensa villa. Tutto è silenzioso; strano, Louis mi aveva detto di averlo lasciato in casa che si ingozzava di patatine, depresso.
Scuoto la testa, richiudendo la porta, magari era in camera sua a deprimersi; con sicurezza mi avvio alle scale. Sono pronta a chiedere scusa, pure in ginocchio se ce n'è bisogno. Sono io quella che a volte esagera, sono io la stupida che non sa tenere la sua boccaccia chiusa.
Mi guardo a destra e a sinistra sul pianerottolo, ricordando perfettamente la sua camera. Gli angoli della mia bocca si curvano in un sorriso, il cuore batte all'impazzata; sarei svenuta dall'eccitazione in pochi istanti.
Appoggio la mano sulla maniglia della porta, c'è così tanto silenzio che riesco perfino sentire il mio cuore battere forte. Sono innamorata, lo so.
Un ultimo respiro profondo ed apro la porta, sbarrando gli occhi di conseguenza. La scena davanti a me non era quello che mi aspettavo, quello che avevo immaginato, quello che avevo preferito: lui, senza maglia con un ginocchio appoggiato sul letto, dove sdraiata quella strega sorrideva in modo malizioso.
Il suo viso punta dritto nei miei occhi. Faccio un passo indietro, passandomi una mano sulla bocca, sconvolta. Non è lui, non l'avrebbe mai fatto.
-Sophy- codarda! Ecco cosa sono. Butto le chiavi che ancora tenevo tra le mani, sul pavimento con un suono assordante. Scendo le scale così velocemente che a stento riesco a credere di non essere inciampata nei miei piedi cadendo a faccia in giù. C'era qualcos'altro a farmi più male.
-Sophy- sento i suoi passi pesanti alle mie spalle, segno che mi stava inseguendo..inutilmente.
I miei occhi si bagnano di lacrime, che non tardano a scendere veloci sulle mie guance; tutto diventa appannato quando sbatto violentemente la porta d'ingresso, o come per me lo era appena diventata, d'uscita. Per sempre...
-Sophy, aspetta!- insiste Zayn alle mie spalle.
La vista offuscata dalle lacrime che ora scendono sulle guance, i nervi a fior di pelle, la testa nella confusione più totale.
Qualcosa avvita il mio polso, costringendomi a girare sui miei piedi fino a farmi scontrare con il petto duro e caldo di Zayn.
Passo veloce una mano sugli occhi per togliere le tracce del mio stato.
-Che c'è?- gli urlo contro con rabbia.
Il moro fa un passo indietro, spaventato, preoccupato.
-Io..io..Ho sbagliato, scusa- abbassa il capo.
Non mi interessavano le sue scuse, dovevo solo capire prima la sua strategia.
-Spero passerai una bella vita con Perrie- scrollo il mio braccio, liberandomi dalla salda presa della sua mano -Addio, Zayn- dico per poi girarmi di spalle.
-No- mi blocca di nuovo per un braccio, facendomi voltare di nuovo verso lui, affinchè i nostri occhi si incrociassero ancora una volta.
Dio mio, sono una tortura!
-Come farò io senza te? Io...Stavo male!- dice con voce leggera e piena di rimorso.
Sul mio viso compare un ghigno, nato soprattutto per il nervosismo.
-Ci si abitua a tutto; a essere forti, a essere soli. A essere forti da soli- sposto di nuovo la sua mano dal mio polso -Potevi benissimo pensarci prima di infilarti tra le gambe di quella- alludo alla finestra poco sopra le nostre teste, quella che dava sulla sua stanza.
Il moro abbassa lo sguardo nel mio, dopo aver osservato attentamente la finestra in questione -E' venuta qui, okay. Stavo male e una parola tira l'altra, è riuscita a farmi cascare ai suoi piedi- dice affranto.
-Questo mi fa capire quanto tu possa essere fedele in una relazione a distanza. Che stupida!- mi passo una mano sul volto, senza smettere di sorridere in modo nervoso -Tu l'avevi già fatto con me; tu hai trattato Perrie come stai trattando esattamente me. Per fortuna è successo tutto adesso, dopo nemmeno un mese- faccio qualche passo indietro.
-Addio Zayn, stammi bene- con quelle parole, con gli occhi colmi di lacrime, cammino velocemente per il giardino, uscendo per sbaglio dal cancello principale dove una calca di ragazzine e fotografi mi si buttano addosso.
-Principessa, tutto bene?- mi chiede uno puntando un microfono al mio mento.
Lo guardo in faccia, asciugando delle lacrime -Lasciatemi in pace- a colpi di spalla, cerco una via di fuga.
Quando ormai sono quasi sul finire, una ragazza mi obbliga ad arrestare la mia camminata.
-Così tu e Zayn vi siete lasciati? Non lo ami più?- ride divertita dalla mia faccia.
Mi faccio spazio, sentendo calare il silenzio in attesa della mia risposta.
-Solo perché non staremo più insieme, non signifa che non lo amerò- con quelle parole, mi allontano velocemente.
Dovevo essere sincera, con tutti e soprattutto con me stessa. Mi conosco fin troppo bene: l’avrei mandato al diavolo, all’inferno, da qualunque parte; ma giuro, sarei sempre andata a riprenderlo ogni volta.
Diciamolo, sono una collezionista di false speranze!

 
 
 
 
EHIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
OMMALLEO SEMPALLAO PESCE STOCCO E BACCALA' EH(?)
eeeeeeeeeeh sì, sono sempre io a rompervi le balls <3
 
Ma non sono brava? cioè, ho aggiornato mooooolto prima :)
Quindi voglio un premio di consolazione(?) No, seriamente,
lo studio fa male e questi sono i miei effetti ewe
Ho notato che nessuno ricordava la parte iniziale della ff
e quindi praticamente tutti hanno sperato in un ritorno 
della coppia 'Zophy' (non trovo un giusto abbinamento D:) e
che nessuno avesse capito che 'sti due si sarebbero lasciati c:
Sono un fottuto genio! No, sono fottuto se non sistemo le cose ouo
 
Purtroppo (o per fortuna, fate voi) questo è l'ultimo capitolo,
manca solo l'epilogo che, pff, non so quando arriverà, causa:
due esami di fila nella settimana che entra cc
Helpatemi(?) sto uscendo di testa solo per finire presto questa
cazzus di università cc
 
Anyway, al prossimo, che spero di mettere presto, solo dopo aver ricevuto
qualche recensioncina :)

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Capitolo 25
*** Moments. ***


OH MAMMA MIA, ULTIMO CAPITOLO *piange*
No, okay, torniamo seri...
Vi dico la verità fin da subito...come ben sapete (o no)
questa storia era già scritta, ma oggi non so perchè ho deciso di
cambiare il finale. Ammetto che non è piaciuto nemmeno a me quello
che ho scritto, quindi...se rimanete deluse, mi scuso in anticipo cc
 
Scusatemi, domani ho un esame, rimetto da giorni anche l'anima per l'ansia..
Ma non voglio annoiarvi.
QUINDI, RINGRAZIO CHI L'HA MESSA TRA LE SEGUITE/RICORDATE O PREFERITE, CHI
L'HA RECENSITA SEMPRE, CHI SOLO QUALCHE CAPITOLO, CHI PER NIENTE(?)
No, davvero, senza il vostro supporto non ci sarebbe questa storia :)
 
Pooooooooooi, ho iniziato una minilong sjhkd sul nuovo profilo
LINK E' QUI (cliccateci su) e boooooooooo
Ah, sì...Leggete questa OS che ho scritto ieri? *occhi dolci*
GRAZIE ANCORA e per qualsiasi contatto entrate sul mio profilo
e trovate tutto...Sì, oggi mi annoia anche ricopiare le cose lol
 
 
ANYWAY, NON POTETE CAPIRE QUANTO MI AVETE RESA FELICE CON
QUESTA STORIA JSAHDKA VI AMO(?)
seee, ciaoooo lol
 
 
 
MOMENTS
 
 
 
 
 
 
 
   
"SOPHY GIADA SMITH & JUSTIN JAMES MCCARTEY
 
SONO FELICI DI INVITARVI ALLE NOZZE REALI A
 
PALAZZO SMITH, GIORNO 25 DICEMBRE 2013"   
 
 
 
 
 
-Sophy, sei pronta?- giro la testa osservando attentamente la mia migliore amica sul ciglio della porta. Il vestito color pesca che si era scelta in quanto testimone della sposa, le stava a pennello; i capelli tirati su da un'acconciatura di tre ore di lavoro e un leggero trucco chiaro la rendono davvero bella.
-Devo mettere solo il velo- mi volto di nuovo verso lo specchio, afferrando la spilla argentata che teneva ben salda la lunga scia del velo.
-Aspetti signorina, l'aiuto io- si affretta a dire una donna, correndomi incontro.
Fisso il mio riflesso allo specchio, mentre l'anzianotta si avvale di una sedia per arrivare alla mia altezza, che poi non è nemmeno tanta.
Il lungo vestito bianco fascia perfettamente il mio corpo, la miriade di strass lo rendono più luminoso di quello che già è. I capelli lasciati morbidi sulle spalle ora stanno nascosti dal lunghissimo velo che ho appena finito di indossare. Sono perfetta, anche il trucco ha la sua parte.
Ma in fondo, come esser così insicuri: mamma si è data da fare per trovare il miglior wedding planner, che si è occupato personalmente di sistemare la sala, la chiesa, la sposa, lo sposo e le persone principali a cui avessero fatto parte al matrimonio.
Anche gli inviti li aveva decorati a modo suo, io avevo annuito silenziosamente.
Era finita la scuola da un pezzo, quasi sei mesi. Finalmente ero uscita da un semplice liceo per entrare a far parte del mondo reale a tutti gli effetti. Stavo optando per continuare gli studi in medicina; ma diciamocelo, il mio nome non me lo permette.
Come ci sono finita al matrimonio? Un giorno mi trovavo a mare con Justin e le sue scorte, perchè dopo lo scandalo della principessa fuori di testa che tenta una storia con un famoso cantante, ogni paparazzo mi stava alle calcagne, giusto per buttare altro fango sulla mia vita.
Eravamo in spiaggia, privata, aveva preparato un picnic con tanto di vasetto con una rosa dentro. Parlavamo del più e del meno, dei nostri progetti futuri e di come sarebbe andata dopo quell'estate.
Uscì una scatolina d'oro laccata; non ci volevo credere, non poteva essere vero! Invece era così: Justin mi ha chiesto di sposarlo, il prima possibile.
Inizialmente ero confusa, non sapevo che fare...Insomma, l'anno prima ero caduta in una stupida storiella d'amore estiva e lui ora era lì, tranquillo di farmi la promessa. Si era fidato di me.
A causa di impregni tra i palazzi, non ci siamo visti per alcuni giorni. Così ci ho pensato benissimo. Io amavo Justin, io dovevo sposarlo.
Accarezzo l'anello di fidanzamento, sorridendo.
-Andiamo?- Sam mi riporta alla realtà, intrecciando la sua mano alla mia.
-Andiamo- ripeto convinta.
Improvvisamente il cuore sembra bloccarsi, per poi cavalcare velocemente quando comincio a camminare lungo il vasto corridoio. Sembra non esserci mai una fine.
Sento la mano della mia migliore amica stringermi forte, mentre scendiamo le scale che portano all'androne della casa.
Volevamo una cerimonia con i parenti e gli amici più stretti. Niente telecamere, niente gossip. Solo io, Justin e chi ci amava davvero.
Sam mi lascia andare una volta arrivati davanti a mio padre, che per poco non scoppia a piangere.
Mi abbraccia forte -Dio, sei bellissima- lo sento singhiozzare in silenzio.
Appoggio una mano sulla sua spalla, beandomi intanto di quell'abbraccio. Erano poche le volte che ne scambiavamo uno.
-Papà, mi fai piangere- lo avverto. Si stacca, asciugandosi così una lacrima fugace.
-Sei pronta?- mi chiede.
Sono titubante nella risposta, ma annuisco lentamente.
Sam svanisce dietro la porta, dove tra poco attraverserò a bracetto con mio padre, intenta ad andarsi a posizionare al suo posto, vicino l'altare.
Mi immagino già Justin lì, accanto al prete, con Rob, il suo testimone, a torturarsi le mani e sorridere felice perchè finalmente il nostro sogno si stava per avverare.
Avevamo progettato la nostra nuova casa, fuori Miami per stare da soli; almeno, per la luna di miele. Non volevamo viaggi chissà dove; volevamo solo un pò di intimità, prima di ritornare ai nostri veri obblighi da reali.
-Andiamo- sussurro. Passo il mio braccio sotto quello di mio padre, che lo stringe forte quasi come se avesse paura a lasciarmi andare.
I due signori posti davanti al portone lo spalancano. La marcia nunziale inizia quando comincio a camminare.
Sento le gambe tremare, il cuore salirmi letteralmente in gola, non so più come si respira.
Sento tutti gli occhi puntati addosso, mentre i miei sono puntati solo in una direzione.
Sento i miei piedi come ad incementarsi al suolo, arrestando la mia camminata. Una direzione...
Il sorriso di Justin sembra spegnersi alla vista di me bloccarmi nemmeno a metà sala. Le bimbe continuano a camminare spargendo fiori sul tappeto, ingnare della mia fermata improvvisa.
-Stai bene?- tenta mio padre, preoccupato. Ancora fisso il vuoto.
One direction... Harry, Louis, Niall, Liam, Zayn... Mi mancavano, mi mancavano i miei veri amici. Gli amici sono sempre presenti nella tua vita, giusto? Gli amici ti stanno al fianco sia nel bene che nel male, vero?
E allora loro dove sono? 
Ho sbagliato a litigarci e non cercarli più? Ho sbagliato a non farmi più sentire? Ho sbagliato a non invitarli al mio matrimonio?
-Sophy?- mi giro verso mio padre, visibilmente preoccupato. Mi sforzo dal sorridere.
-Scusa- dico in un surrurro. Riprendo da dove ero arrivata.
Sento un sospiro di sollievo da parte dei presenti.
All'altare Justin mi aspetta con un sorriso enorme; mio padre abbandona il mio braccio, lasciandomi un bacio sulla guancia. Poi si allontana, lasciandomi nelle mani di Justin.
-Siamo qui riuniti per celebrare le nozze di questi due giovani. Chi è a conoscenza di qualche impedimento per il quale quest’uomo e questa donna non dovrebbero unirsi in matrimonio, parli ora o taccia per sempre- dice il prete che papà aveva pagato per celebrare le nostre nozze.
-Io- urla qualcuno alle nostre spalle. Nella sala si alza un boato, mentre qualcuno rimanendo scioccato sospira un  'oh'.
Sono ferma a guardare oltre la spalla del prete, che strizza intanto gli occhi per capire chi fosse stato a parlare.
-Io dico che questo matrimonio non si debba fare, per vari motivi- insiste la voce.
Sento mormorare Justin al mio fianco, stanco.
Le vocine aumentano a dismisura; tutte quelle chiacchiere stavano cominciando a preoccuparmi.
-E perchè mai?- urla il prete. E' nascosto così bene che nessuno lo riesce a trovare; lo capisco da Justin che continua a lamentarsi di questa buffonata. 
-Perchè lei non ama lui. Lei ama un altro!- conclude quello.
La mia pelle si cosparge di piccoli brividi. E non è il freddo a causarmeli.
-Chi è lei per dire ciò?- insiste il prete, stanco quanto Justin che si gira verso il prete, stizzito.
-Vada avanti; sarà qualche buffone che si diverte a giocare a nascondino- dice con poca delicatezza.
-Zayn- sibilo sottovoce.
Sento gli occhi del prete e di Justin addosso.
-Adesso cosa c'entra quello?- sbraita il mio ragazzo, scocciato.
Sbatto gli occhi velocemente, girandomi alla fine verso la figura al mio fianco.
-Io non amo te, io amo ancora Zayn- spiego e lui sbarra gli occhi.
-Tu cosa?- urla.
Afferro il mio vestito di peso e comincio a camminare da dove ero venuta poco prima.
-Ma dove vai?- urla Justin qualche passo dietro di me.
Non mi interessa tutta la gente che adesso mi guarda male; io devo trovarlo.
I miei occhi vagano per l'immensa stanza. Dove sei? Dove sei? Devo trovarlo.
Una chioma corvina attira la mia attenzione; un sorriso sghembo stampato sulle labbra, un viso familiare.
-Zayn- sto per lanciarmi verso il ragazzo seduto su una delle tante panche, tranquillo, quando qualcosa mi blocca.
-Tu sei mia- mi intima Justin -Levati- mi spinge dall'altra parte con violenza, mentre si butta su Zayn, lasciandogli qualche pugno sul viso.
 
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO- urlo disperata.
Sbatto gli occhi velocemente, passandomi una mano sul petto, al livello del cuore. Sento il sudore impregnarmi i capelli, il cuore ha i battiti accellerati e mi sento terribilmente scossa.
-Sophy, stai bene?- mi volto verso destra, dove Sam sgranchisce gambe e braccia nel suo letto.
Sono nel mio letto, lei nel suo...E' stato solo un incubo.
-Io...Credo di si- dico con voce tremante. 
Eppure sembrava così reale, io che andavo verso l'altare, Justin che picchiava Zayn...
-Mmh, interessante- mugugna la mia migliore amica prima di coricarsi di nuovo sul letto e girarsi dall'altra parte.
Ma vedi questa!
-Sam, ho avuto un incubo. Ascoltami- cerco di smuoverla per farla svegliare.
-Che palle che sei!- si lamenta lei.
Sorrido, abbracciandola.
-Ricordami dove siamo- sussurro al suo orecchio.
-A Londra, ma questo non ti da l'obbligo di rompermi le scatole così presto la mattina- si lamenta lei.
Allungo un braccio verso il comodino; sblocco il cellulare e leggo l'orario.
-Ma sono quasi le 10!- scatto dal letto -Alzati! Voglio andare un pò in giro!- le tolgo le coperte da sopra il corpo.
-AAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH SOPHY- urla lei in preda alla disperazione. Rido come una bambina.
 
 
*  *  * 
 
 
-Stai respirando?- eh?
-Sei viva?- ma cosa...?
-Quante dita sono queste?- Sam sventola due dita davanti a me.
-Che ti sei bevuta?- sposto la mano dal mio viso, confusa.
-No, cioè...Io nei tuoi panni starei per morire...tipo- dice titubante.
Alzo gli occhi al cielo.
Perchè una normale ragazza che sta per vedere il suo...ex? Chiamamolo così...Che motivo c'era di svenire?
-Ma...- una ragazza comincia ad urlare come una pazza facendomi trasalire.
-Ecco, doveva essere così la tua reazione- dice lei tranquillamente.
-Sam?- mi volto insieme alla mia amica nella direzione da cui proveniva la voce.
Niall.
Un sorriso curva le mie labbra, mentre il biondino avanza verso noi.
-Che fate qui? E'...è una sorpresa- cerca di avvicinarsi, ma un gruppo di ragazzine lo blocca poco distante da noi.
Mi giro verso Sam, incrociando le braccia al petto -Sorpresa?- chiedo alla mia migliore amica.
Sam si gratta la testa, ridendo in modo nervoso -Mi aveva detto di fare una sorpresa. Ma poi tu hai mollato Justin, hai cominciato a dire che volevi vedere Zayn...- le braccia di Harry circondano il bacino di Sam, prendendola in braccio e facendo dei saltelli sul posto. Scoppio a ridere della scena.
-Mettimi giù, Harry- urla lei, spaventata.
Il riccio la mette giù, poi le posa un bacio veloce sulla guancia -Tieni, venite in questa stanza tra cinque minuti- le passa una chiave e recupera Niall ancora preso dalle sue fans.
-Oh Dio, questo mi vuole violentare- mormora la mia amica. Gli do un pugno sul braccio e la tiro verso la hall.
Avevamo preso la stanza nell'hotel dove alloggiavano gli one direction in quei giorni. Volevo vederlo, non ce la facevo più!
 
-Che ore sono?- chiedo, seduta su uno dei divanetti della hall.
-Due minuti più di prima- risponde scocciata Sam -So che non vedi l'ora di vederlo, ma aspetta un attimo, eh- dice incazzata.
-Ma se noi cominciamo a salire, piano piano, prendiamo le scale...- cerco di convincerla.
-Va beh, andiamo- scatta dal divano, guidandomi verso le scale. Ma cambia direzione.
-Perchè l'ascensore?- chiedo quando schiaccia il bottone per richiamarlo.
-Schiacciamo un paio di numeri per ritardare, ma io le scale non le prendo. Non per sette piani- sorrido divertita.
Arrivato l'ascensore, saliamo in silenzio.
Passano un paio di minuti e finalmente, dopo varie fermate inutili, arriviamo al giusto piano.
Comincio a torturare la mia pelle, mordo le labbra e cerco di ripassare mentalmente il discorso che mi ero preparata.
-Pronta?- chiede Sam per poi battere ad una porta. 
-Guarda che avevi la chiave- la avverto. Si batte una mano sulla fronte, maledicendosi.
-Arrivo- urla qualcuno da dentro.
La mia migliore amica mi sorride, contenta.
Okay, è la sua voce. Non si può morire solo per aver riconosciuto la voce, vero? Forse il mio sogno prevedeva questo: io avrei riconosciuto la sua voce.
La porta si spalanca poco dopo, mostrandomi Zayn a petto nudo, che subito spalanca la bocca -E voi?- chiede.
-Ciao, come state? Tutto bene? Che ci fate qui a Londra? Ma prego, accomodatevi nella stanza- dice con fare teatrale la mia migliore amica.
Il moro la guarda male, mentre io mi soffermo ad osservarlo per bene: i capelli erano leggermente cresciuti, la barba minacciava di crescere sul mento di Zayn, il petto più scolpito dell'anno precedente, gli occhi sempre gli stessi.
-Cioè...Non me l'aspettavo- sussurra, incerto.
Sam lo spinge da una parte, entrando nella stanza tranquillamente -Harry?- chiama.
Zayn si gira a fissare me -Ciao- dico con tenera voce.
Il mio cuore sta per scoppiare lo so.
-Ciao- risponde solamente.
Devo ammettere che le pareti di quell'hotel erano davvero belle, intonate col pavimento e i lampadari. I quadri erano un tocco di classe e le porte scure erano la perfezione.
Stavo memorizzando l'intero hotel nella speranza di un invito ad entrare da parte di Zayn?
-Volevo parlarti- finalmente spezzo il silenzio, io.
Zayn si fa da una parte sulla porta, permettendomi di entrare nella stanza e guardarmi intorno: no, non mi perdo a descrivere anche questa. Non ho una vita per dire le cose come stanno a Zayn.
-Vuoi da bere?- tenta lui.
Mi mordo il labbro inferiore -Mi vuoi morta?- chiedo, e lui sbarra gli occhi.
-No, perchè dici questo?- chiede preoccupato.
Sorrido lievemente -Indossa una maglia, per favore- lo vedo finalmente sorridere e un pò mi sento più serena.
-Vieni con me- mi prende per una mano, portandomi chissà dove -Parliamo in camera mia, soli-.
Okay, se il cuore aveva cominciato a battere di nuovo normale, ora sembrava uscirmi quasi dal petto.
Soli? Io e lui?
Chiude la porta di quella che doveva essere la sua camera e mi invita a sedermi sul letto.
-Dimmi pure- dice tranquillamente, mentre si abbassa a recuperare una maglia dalla valigia aperta sul pavimento.
-Ti ricordi un anno fa cosa è successo?- chiedo. Sento le mani sudarmi.
-Mmh...Cosa intendi?- risponde lui. Esce una maglia grigia, alzandosi in piedi pronto ad infilarsela.
Mi alzo dal letto, insicura.
-Il giorno in cui ti ho trovato a letto...con Perrie- a pronunciare quel nome, sento gli occhi pizzicare leggermente.
Zayn si guarda in giro, perplesso su cosa rispondere. Lo so che lo ricorda perfettamente, non vuole solo dirlo!
-Guarda che è passato un anno, puoi rispondermi tranquillamente- gli sorrido, amichevolmente.
Zayn aggrotta la fronte -Perchè vuoi parlare di Perrie?- chiede. La maglietta ancora tra le mani.
Sapevo grazie ai paparazzi che si fosse lasciato con Perrie, ma io volevo arrivare da una'altra parte.
-Sono cresciuta molto in questo anno, sai? Ho finito la scuola, mi hanno incoronata principessa...-
-Lo so- risponde lui tranquillamente.
-Come lo sai?- chiedo confusa. Va bene che ero famosa, ma non come lui a livello mondiale!
Sospira pesantemente -Ho continuato a chiedere di te attraverso Harry. Sai che sta insieme a Sam?- chiede.
Sorrido -Certo che lo so, è la mia migliore amica- gli ricordo -Ma non mi interessano loro, mi interessi tu-.
Zayn, a quelle parole sembra sorridere, ma resta pur sempre serio.
-Nel senso...- mi prende in giro.
Alzo gli occhi al cielo -Sai qual è stato il tuo problema?- mi guarda perplesso -Il fatto che tu mi abbia travolta all'improvviso, senza che io potessi fermarti. Ti sei infilato nella mia testa come se ci fosse la porta aperta, come se qualcuno ti avesse detto di entrare. Il fatto è che però nessuno ti aveva invitato, ma tu lo sapevi che dovevi arrivare...E in fondo, lo sapevo anche io- dico tutto d'un fiato.
Zayn mi guarda con occhi spalancati, forse per la velocità in cui avevo detto quelle parole, o forse proprio perchè le avevo dette. Forse ero arrivata tardi.
Noto le mani di Zayn stringere forte la maglia che ancora tiene tra i pugni, la alza verso il soffitto fino a farla passare dietro la mia schiena; poi mi attira sè.
-Ho aspettato un anno, ho aspettato un anno per sentirmi dire tutte queste cose- i nostri visi sono vicini, mentre mi sento bloccata tra la maglia e il suo petto...caldo.
Mi era mancato terribilmente quel contatto.
-Ho rotto definitivamente i contatti con la famiglia di Justin. I miei hanno trovato un modo per far andare avanti il nostro regno, rendendomi la vita da una normale adolescente...Però sono ancora principessa- ridacchio.
Le labbra di Zayn sfiorano appena le mie -La mia principessa-.
Nel mio stomaco sembra esserci un incontro di boxe, ma sono troppo intenta ad assaporare le labbra di Zayn per essere distratta da qualcunche altra cosa.
Era passato tanto tempo, ma il suo gusto di menta e tabacco era rimasto lo stesso.
Finalmente sono felice.
 
 
FINE

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Capitolo 26
*** EXTRA. ***


OKAY OKAY, SONO STRANA, LO SO ewe
pensavo di finire la storia con l'epilogo schifoso che avevo messo,
ma la verità è che non mi convinceva....quindi, beh ho fatto un extra :)

Non sarà all'altezza della storia, son un pò confusa per le troppe cose
messe insieme nel mio povero cervellino. Quindi non vi prometto 
nulla con questo capitolo in più...

Che dire...grazie se state leggendo ancora questa storia, giuro
che mi sono affezionata tantissimo ai personaggi che -purtroppo-
non mi appartengono in nessun modo :c

Anyway, buona lettura e spero in un'ultima recensione <3



 

 
 
 
 
Il sole caldo mi sveglia. Mi giro nel letto, allungando un braccio e cercando il corpo di Zayn al mio fianco.
Non lo trovo, ma uno strano pezzo di carta sfiora le mie dita, attirando la mia attenzione. Apro gli occhi, guardando quella che sembra essere una lettera, rinchiusa nella mia mano.
Mi metto seduta sul materasso, con le spalle appoggiate alla testiera del letto, intenta a leggere la perfetta calligrafia di Zayn. 
Sorrido, aprendo poi la busta.
 
'Buongiorno Principessa,
Stamattina sono uscito presto, ho deciso di farti passare il più bel compleanno della tua vita :)
Appena ti svegli, scendi di sotto. C'è una sorpresa che ti attende. xx'
 
 
Lascio cadere la lettera sul materasso, mentre di fretta esco dalle lenzuola e corro a piedi scalzi fuori dalla stanza.
Scendo velocemente le scale e con un sorriso enorme, entro in sala. Ma divento subito seria non trovandoci Zayn.
-Buongiorno- dice eccitato Louis, in tenuta da cuoco: indossa un grembiule e tiene tra le mani una padella con delle uova dentro -Forza, prendi posto che devi fare un'abbondante colazione- mi indica con la testa la sedia.
Faccio come mi dice lui, prendendo posto al capotavola e osservando la cucina completamente vuota.
-Gli altri?- chiedo curiosa. Alzo lo sguardo verso Louis, intento a servirmi la colazione preparata da lui. Il ragazzo sorride solamente, finendo di sistemare le uova strapazzate nel mio piatto bianco.
Si allontana velocemente, gettando la padella sporca nel lavandino e sfilandosi il grembiule.
-Louis?- lo richiamo, scocciata da tutto quel silenzio.
Lui si volta curioso, poi fruga nella sua tasca posteriore, sfilandone un pezzo di carta e porgendomelo -Non posso rovinarti la sorpresa- ammicca, sorridendo.
 
'Punto 1.
Mangia. Ti voglio bella energetica per la giornata impegnativa che ci aspetta.
Vestiti comoda, dopo. Ah... Controlla nel tuo bagno. xx'
 
Scatto dalla sedia, pronta a correre al piano superiore, ma la mano grande di Louis mi blocca appena in tempo. Lo fulmino con lo sguardo.
-Ah ah. Prima devi mangiare- mi indica il piatto, ricordandomi le parole di Zayn scritte su uno stupido foglio.
Sbuffo sonoramente, accomodandomi di nuovo sulla sedia, mentre afferro la forchetta e comincio a mangiare di tutto e di più.
-Sam?- chiedo con la bocca piena. Almeno la mia migliore amica devo sapere dove si è cacciata.
Louis tira una sedia da sotto il tavolo, la gira e ci si siede sopra, appoggiando le braccia incrociate sulla spalliera che ora è davanti a lui -Che sei cocciuta!- mi prende in giro.
Mi trattengo dall'infilargli la forchetta nella mano.
Ingoio velocemente, versandomi dell'acqua e sorseggiandola a poco a poco. Poso il bicchiere sul tavolo, soddisfatta.
Poi guardo Louis e -Posso andare?- chiedo con tono da bambina. Louis annuisce felice, e prima che potesse dire qualcosa, comincio a correre verso le scale.
-Fai piano, non c'è fretta- sento urlare il povero ragazzo dal piano inferiore.
Non ci faccio caso e spalanco la porta di camera mia, fiondandomi subito in bagno, curiosa.
Sul mobiletto accanto il lavandino ci sono dei vestiti ben piegati. Il mio intuito mi suggerisce di indossarli.
Tolgo velocemente il pigiama, indossando la canotta gialla e i shorts di jeans messi a mia disposizione; mi piego sul pavimento, e indosso anche le converse basse bianche che trovo lì.
E ora che devo fare?
Mentre decido di darmi una svegliata con un pò di acqua, sento suonare il cellulare in camera mia.
Mi avvio al comodino vicino al letto, prendendo il cellulare tra le mani e sorridendo per il nome comparso sullo schermo.
 
'Punto 2.
Prepara la borsa. Liam ti aspetta fuori. xx'
 
Mi rialzo, decidendo prima di darmi una sistemata al viso. Non la smetto più di sorridere; questo ragazzo continua a farmi innamorare di lui ogni giorno di più. E forse fa anche bene.
Sono passati poco più di due mesi da quando sono venuta a Londra per venirlo a trovare; abbiamo parlato di tutto e di più, di quello che ci era successo in quell'anno passato l'uno distante dall'altro.
Gli ho spiegato di Justin e della sua nuova, sfortunata, ragazza. Anche se il vero sfigato era lui che doveva subirsi i capricci della principessa d'Austria; non mi era mai stata simpatica, ma quando una sera Justin mi telefonò per chiedermi una stanza per sfuggire dalla piccola Annabel, non seppi trovare modo per giudicarla. 
Finiti gli studi, mi hanno promossa principessa, incoronandomi e insegnandomi il mio 'mestiere'. Il mio popolo mi aveva accettata, anche se ancora non avevo fatto chissà cosa.
Poi ero volata a Londra, prenotando diversi mesi prima lo stesso hotel in cui avrebbero alloggiato i ragazzi per riposarsi la sera dopo le prove del nuovo cd.
Sam ed Harry erano diventati più intimi, forse non erano solo amici come mi diceva sempre lei; e una parola tira l'altra, l'avevamo convinto ad aiutarci nella nostra sorpresa, che aveva funzionato alla perfezione.
Zayn mi aveva abbracciata, baciata, stretta a lui...Ed io avevo deciso di non andarmene più, almeno, fino ai primi giorni di settembre. Dopo, dovevo tornare al mio 'lavoro'.
Miami anche a dicembre è davvero calda. Un natale diverso per i one direction.
-Direi che così sono perfetta- dico da sola, fissandomi allo specchio. Messo un pò di matita e del mascara, almeno mi sono data una svegliata.
Esco di fretta dalla stanza, prendendo il cellulare dal comodino e gli occhiali da sole. Scendo le scale e saluto Louis che però, mi blocca prima di farmi uscire.
-Nemmeno gli auguri ti fai fare? Prima sei scappata- mi sorride.
Lascio perdere il pomello della porta, ricambiando il sorriso -Certo- dico con tono da bambina.
Louis stampa un bacio sulla mia guancia, sussurrando -Auguri- vicino al mio orecchio. Poi si allontana e gentilmente mi apre la porta, facendomi uscire -Liam è in auto che ti aspetta-.
Saluto Louis con un veloce gesto della mano, correndo verso l'auto parcheggiata fuori dalla villa che i ragazzi avevano preso per la vacanza...E io, con Sam, ci eravamo trasferiti da loro giusto per quelle settimane.
-Buongiorno- mi saluta Liam con tono felice. Ricambiai il saluto, allacciando la cintura.
-Dove mi porti di bello?- chiedo, mentre l'auto comincia a muoversi sull'asfalto caldo.
-Sorpresa- risponde lui solamente, facendomi sbuffare sonoramente.
-Mi dite perchè tutta questa cosa? Io odio le sorprese!- allungo leggermente il labbro inferiore, mentre incrocio le braccia sotto il seno, con fare da bambina,
Liam scoppia a ridere, svoltando l'angolo -Credimi- sfiora la mia guancia con un dito, richiamando così la mia attenzione -Ne vale la pena- mi sorride.
Mi addolcisco leggermente, guardando le spiaggie piene di gente. E' incredibile quant'è bella Miami, certe volta vorrei essere una comunissima ragazza giusto per passare le giornate come quei ragazzi lì, con la mente libera.
Non che i miei non me lo permettevano. Però...
-Comunque, leggi qui- la mano di Liam mi passa un bigliettino, e con foga lo apro, leggendo.
 
'Punto 3.
Mi sta stufando anche a me questa cosa dei bigliettini, e se la finissi qui?
Naaaah, sai come sono cocciuto. Quando inizio una cosa la porto al termine. xx'
 
Sbuffo sonoramente, accartocciando il foglietto.
-Qualcosa non va?- chiede Liam, al mio fianco. La macchina accosta al marciapiede della via principale.
-Non puoi portarmi direttamente da Zayn?- dico con fare ovvio.
Liam mi sorride -Lo vedrai presto, promesso- mi rincuora -Ma adesso entra in quel bar. Qualcuno ti aspetta- indica la locanda alla mia destra.
Apro lo sportello, salutando Liam che, prima di lasciarmi andare del tutto, mi fa gli auguri.
Sto cominciando a dimenticare il giorno in cui mi trovo.
Entro nel bar. La campanellina che suona, attira l'attenzione dei pochi clienti seduti al bancone nella mia direzione.
Maledico Zayn mentalmente per la brutta figura e mi guardo intorno, confusa. Ora che devo fare?
-Signorina Smith?- volto lo sguardo verso il ragazzo dietro il bancone, intento ad asciugare un bicchiere.
Muovo i piedi verso il ragazzo, rispondendo -Sono io-.
Il barman posa il bicchiere sul bancone, invitandomi a seguirlo. Mi blocco qualche passo dopo, facendo incuriosire quello davanti a me, che si arresta solo dopo qualche secondo.
-Che fai?- mi chiede, quasi come se fosse sconvolto.
Prendo coraggio; almeno lì c'erano dei testimoni...Se non sono i suoi complici.
-Dove mi stai portando?- provo a chiedere.
Non è un killer, non è un assassino, non è uno stupratore.
Il ragazzo scoppia a ridere -Stai tranquilla. Di là c'è la sala giochi ed Harry ti sta aspettando- mi spiega, indicando con una mano la porta poco lontana da noi.
Fidarsi o non fidarsi, è questo il problema.
Sospiro lentamente, avvicinandomi al fianco del ragazzo che mi guida fino alla porta. La apre e mi fa passare per prima.
La sala è enorme, piena di macchinette da gioco, al centro stanno vari biliardi e altri giochi.
Mi alzo sulle punte, riconoscendo la chioma riccia di Harry, piegato a metà su un tavolo, e al suo fianco Sam a braccia incrociate.
Cammino sotto gli occhi indagatori dei presenti, sentendomi ancora più a disagio di quando ero entrata nel bar. Finalmente sono al fianco di Sam, che vedendomi fa una strana danza, non lasciandomi parlare.
-Dammi i miei dieci dollari- esclama la mia amica, aprendo e chiudendo una mano nella direzione di Harry.
Il riccio sbuffa, mettendosi dritto con la schiena e frugando nella tasca; sfila una banconota da dieci dollari e la passa a Sam. Aggrotto la fronte: ma che sta succedendo?
La mia migliore amica mette in tasca i soldi e poi mi abbraccia, saltando come una bambina e ridendo.
-Perchè non salti con me?- mi chiede, smettendo di fare il canguro.
-Dimmi che sta succedendo qui- dico seria. Sam finalmente la smette di saltare, prendendo fiato.
-Lui- indica Harry -diceva che avresti mandato a quel paese il fatto delle lettere già dalla prima. Invece io, conoscendoti, ho scommesso dieci dollari con Harry che invece saresti arrivata fino alla fine...Insomma, stiamo parlando di Zayn- ammicca, felice.
Alzo gli occhi al cielo -E tu ti sei fatta dare solo dieci dollari? Io avrei rischiato con cinquanta- dico, sorridendo.
La mia amica lascia un pugno allo stomaco del riccio, che si piega di poco, gemendo di dolore -Dammi cinquanta dollari- dice con tono di sfida.
-Cosa?- dice Harry con voce spezzata dal dolore -Te ne ho già dati dieci, te ne dovrei dare solo quaranta- si massaggia lo stomaco, facendo smorfie con la faccia.
-Sai che non sono brava con la matematica. Quindi per non farmi prendere in giro, dammene cinquanta- non posso non ridere della faccia di Harry, che però consegna la banconota alla fidanzata.
Smetto di ridere, riprendendo fiato -No, sono seria- torno a parlare con la mia migliore amica -Mi portate da Zayn?- chiedo con tono da bambina.
Adesso ci casca. Sam è molto tenera con me, deve per forza intenerirsi con questo broncio.
-Certo- squittisce -Ma devi prima recuperare il bigliettino- mi indica una delle tante macchinette. Mi trattengo dall'urlare e strapparmi tutti i capelli.
-Non sono brava con questi cosi- dico, camminando accanto a Sam. Harry appoggia le mani sulla macchinetta e con un dito picchietta sul vetro.
-Ecco il tuo bigliettino- mi sorride.
Ah bene, e ora come faccio?
-E' un semplice flipper. Fai arrivare la pallina lì sopra e il foglietto cadrà- mi convince la mia amica.
-Ma perchè sta facendo tutto questo?- chiedo, sbuffando.
Mi metto in posizione davanti alla macchinetta del gioco, poggiando le dita sui pulsanti.
-Vado?- chiede Harry, allungando una stecca sotto di me. Quando la lascia andare, in seguito al mio sì con la testa, la pallina argentata scorre in verticale verso il bigliettino. Ammetto che non ho mai giocato a queste cose, ma Zayn ha fatto il gioco facile.
Appena la pallina arriva sul punto più alto della scatola, tocca il biglietto che scivola dritto verso il primo buco e il biglietto esce sul pavimento.
Lascio andare il gioco, abbassandomi e recuperando il foglietto con foga.
Sam e Harry mi affiancano mentre provo ad aprirlo.
 
'Punto 4.
Niall ti aspetta sul retro. xx'
 
Alzo gli occhi al cielo. Eh no! Adesso sto per seccarmi.
-E vai- mi spinge la mia amica, guidandomi verso quella che doveva essere la porta del retro del locale.
Harry apre la porta in ferro e Sam mi spinge fuori. Copro gli occhi a causa del troppo sole, intravedendo Niall appoggiato all'auto.
-Niall?- lo richiamo. Il biondo alza la testa, sorridendomi; gli corro in contro, felice -Mi dici perchè tutto questo giro di persone?- chiedo, stufa.
Niall apre lo sportello dell'auto, invitandomi a salire -Perchè è stata un'idea dell'ultimo minuto e ci ha detto che dovevamo farti perdere tempo- dice tranquillamente.
Richiude lo sportello, girando intorno all'auto, fino a sedersi al suo posto accanto a me.
-Scusa, non potevate farmi perdere tempo a casa?- dico con fare ovvio.
Il biondo mette l'auto in moto, sfrecciando subito sulla via principale.
-Non sarebbe stato divertente- mi lascio trasportare dalla sua risata, maledicendo a tutti i miei amici.
 
 
L'auto viene spenta solo dopo una mezz'ora dopo. Apro lo sportello, richiudendolo forte alle mie spalle. Niall mi segue fuori dall'auto.
-Che c'è?- chiede lui.
Non potevo essere arrabiata, mi aveva portato da Zayn, finalmente.
-Che c'è? Mi stai chiedendo pure che c'è?- sbraito -Niall, siamo passati sei volte da qui, ti ho chiesto se ci eravamo persi e tu mi hai detto che sapevi quello che facevi. Dimmi la verità, ci siamo persi?- chiedo.
Niall si guarda in giro, grattandosi nervosamente la testa -No- ammette -Dovevo perdere tempo, e per non perdermi davvero, ho preferito fare sempre lo stesso giro- risponde, sorridendo.
Cosa? Evito dal tirargli un pugno e sfoggio un sorriso -Dimmi che adesso posso vedere Zayn, ti prego- piego la testa di lato, supplicandolo.
Niall si avvicina e mi passa un braccio sopra le spalle -Adesso puoi vedere Zayn- dice quasi sottovoce.
Batto le mani davanti a me, felice -Davvero?- domanda retorica.
-No- risponde però Niall. Smetto di sorridere.
-Ma...cosa?- chiedo confusa.
-Scendi in spiaggia- il biondo ride, tirandomi per una mano fino ad una stradella fatta di legno -Vai dritto e poi gira a destra. Qualcosa attirerà la tua attenzione- mi spiega.
Il biondo gira le spalle e mi lascia lì, mentre risale in auto e se ne va.
Quindi...in fondo a destra. Non vedo l'ora.
Come una bambina felice, comincio a saltare lungo la stradella, affondando poi i piedi nella sabbia e girando lo sguardo a destra e a manca alla ricerca di Zayn.
Come aveva detto poco prima Niall, una cosa strana attira la mia attenzione. Il mio sorriso si allarga, mentre tolgo le scarpe e le prendo tra le mani.
Mi avvicino a quello che sembra essere un picnic sulla spiaggia: c'è la tovaglia, il cestino e una radiolina accesa.
La canzone che trasmette è summer love, e il ricordo del balletto in spiaggia con Zayn, riaffiora nella mia testa.
-E' la nostra canzone, giusto?- mi giro, spaventata, verso Zayn che mi accoglie con un sorriso.
Mi butto con le braccia al suo collo, chiudendo gli occhi e inebriandomi del suo profumo, mentre lascio cadere le scarpe a terra.
-Auguri, principessa- dice lui, dopo che mi sono staccata.
Non smetto più di sorridere, prendendo le sue mani nelle mie e giocandoci. Abbasso lo sguardo.
-Non dovevi- sussurro. Ma sono comunque felice della sorpresa.
-E perchè mai? Non è niente di particolare; volevo stare un pò con te, da solo- stringe le sue mani.
Rialzo lo sguardo, sorridendo -Grazie- dico sincera.
Le labbra di Zayn si posano sulle mie, mentre chiudo gli occhi per assaporare ogni singolo attimo di quella giornata.
Ci stacchiamo subito dopo -Beh, direi che per il pranzo è un pò presto- controlla il suo orologio -In effetti sono ancora le 11 e mezza; ma possiamo fare una passeggiata intanto, oppure...- poso un dito sulle sue labbra, facendolo tacere.
-Aspetta- mi abbasso a prendere la radiolina appoggiata sulla tovaglia, la stringo in una mano e poi la stessa, la poso sulle sue spalle, mentre intreccio l'altra con la sua.
-Che ti ricorda?- dico a fior di labbra, mentre comincio a muovere i piedi lentamente.
Lui sorride e io non so più se riesco a reggermi in piedi da sola.
Zayn allunga una mano dietro la mia schiena, stringendomi a sè -Mmh, non so. A te cosa ricorda?- chiede, fingendo.
Scuoto la testa, abbassandola -Ti amo-.
Due semplici parole che son capaci di cambiarti un rapporto, un giorno, una vita. Due paroli che sembrano niente, ma che in realtà è tutto. Due parole, sette lettere, troppi significati.
-Anche io ti amo e visto che conosco i ragazzi, voglio che stasera non prendi impegni- rialzo lo sguardo, appoggiato alla spalla libera, mentre mi cullavo con la musica all'orecchio.
-Dove mi porti?- chiedo curiosa.
-Sopresa- alza le spalle con nonchalance. 
Quando sto per sbuffare, le labbra del moro si posano sulle mie. Bel modo per zittire qualcuno.
 
 
*  *  *
 
 
-Ah, Sophy!- mi volto verso Niall, curiosa -Oggi dalla felicità ho dimenticato di farti gli auguri- mi sorride, paffuto.
Gli pizzico la guancia, ringraziandolo -Stai tranquillo. Tanto non sei stato l'unico a dimenticarsene- volto lo sguardo sulla mia migliore amica, che però sbuffa.
-Ero intenta a vincere la partita che poi hai lasciato in sospeso- si difende. Scoppio a ridere della sua faccia, mentre il riccio allunga una mano nella mia direzione, porgendomi un pacchetto.
-Vi prego, basta lettere- mi lamento.
-E' il nostro regalo- si intromette Louis.
Ops...
Lo prendo dalle mani del riccio -Non dovevate- ed inizio a scartarlo come una bambina il giorno di natale.
Apro la scatolina blu, sfilando la catenina dorata che ha per ciondolo il segno dell'infinito -E' una minaccia per dovervi sopportare a vita?- scherzo.
Tutti ridiamo, mentre la mano di Zayn si posa sul mio fianco -E' da parte di tutti, tranne mia- mi sorride.
Mordo il labbro inferiore con i denti, alzando un pò il tono per il volumente della musica elevato -Tu sei furbo- lo prendo in giro -Il vero regalo me l'hai già fatto tornando con me- mi spiego meglio.
Qualcuno al mio fianco finge di vomitare; Liam perfino si allontana con la scusa di cercare Danielle in mezzo alla folla; Sam si tira dietro Harry convincendolo a ballare.
Sì, i signorini lì si erano dati da fare per organizzarmi una festa in casa dei ragazzi. E devo essere sincera: gli era riuscita anche bene.
-In realtà un vero regalo c'è; vieni con me- richiudo la scatolina, prendendolo per mano, per poi seguirlo in mezzo al salotto fino a raggiungere le scale.
Saliamo velocemente, mentre butto un'occhiata al salotto gremito di gente intenta a divertirsi. Anche io sono felice.
Apre la porta di camera sua, facendomi passare per prima e richiudendola alle nostre spalle. Accende la luce e mi guida fino al letto, dove ci sediamo.
Prende le mie mani tra le sue -Ti sembrerà strano, ma io voglio stare per sempre con te- ammette.
Annuisco -Anche io- rispondo, e su questo non c'erano dubbi.
-Ecco, perchè il mio regalo è questo...- lascia andare la mia mano, mentre sfila dalla sua tasca una busta color verde chiaro, il mio preferito.
-Altre lettere?- chiedo, cominciando ad aprirla  piano.
-Tu leggi- mi convince lui.
 
'Sophy Giada Smith, One Direction Stuff'
 
Il bigliettino colorato all'interno della busta, registra questa strana scritta.
-Cos'è?- chiedo, rigirandomi nelle mani lo strano biglietto.
-E' il pass dei nostri concerti- mi sorride.
Alzo lo sguardo, ancora più confusa di prima.
-Avrei comprato comunque il biglietto per venirti a vedere- lo rassicuro.
-No- ride -Questo è speciale- insiste lui.
Alzo un sopracciglio -Nel senso?- chiedo.
-Vieni con me, farai parte dello stuff, ma non farai nulla. Sarai nel backstage con me, prima e dopo lo spettacolo. Al massimo, se vuoi proprio fare qualcosa, si può parlare con i manager. Un modo lo troveremo- dice tutto d'un fiato.
Mi perdo a fissare le sue labbra, cosa che mi succede molto spesso quando sono sola con lui; ma mi costringo ad alzare gli occhi, puntandoli nei suoi.
-Zayn, io ho un regno da governare- gli ricordo. 
Lui non smette di sorridere, quasi sicuro di sè -Ho parlato io con tuo padre e mi ha detto che fino al giorno che lui regnerà, non per forza c'è bisogno di una tua mano. E poi lo sai, abbiamo il jet privato, puoi tornare a casa quando e per quanto vuoi- mi conforta.
Abbasso lo sguardo, cercando di valutare la situazione.
-Ha detto così?- chiedo a voce bassa.
-Sì, puoi anche chiamarlo se non mi credi- insiste lui.
Lecco le labbra; ci penso meglio e -Sai quello che vuol dire?- chiedo, mentre Zayn sfoderà un sorriso che va da un orecchio all'altro.
-Che dovrai convincere Sam a venire anche lei- mi interrompe lui.
Scoppio a ridere -No, lei sarebbe venuta anche senza questo- sventolò il biglietto che tengo tra le mani -Intendevo dire, sai che da adesso in poi finalmente posso dire di essere una normale ragazza? Cioè..venire con te mi darebbe la libertà che fin ora mi hanno tolto. Non so se mi spiego- cerco di far ragionare Zayn, ma l'unica cosa che fa è mettermi le mani sotto il mento e unire le nostre labbra in un bacio.
La sua lingua cerca la mia, mentre le labbra si muovono lentamente. Il moro si alza, senza staccarsi dalle mie labbra, mentre con una mano cerca di spingermi sul letto. E ci riesce.
Mentre le nostre lingue si intrecciano tra loro, la mano di Zayn cerca di alzare il mio vestito.
Sposto la testa interrompendo il bacio, e appoggio una mano su quella di Zayn.
-Zayn, non ora. Di sotto aspettano la festeggiata- gli ricordo.
Lui mi lascia un bacio sul naso e mi sorride -Hai ragione; magari stanotte- dice.
-Magari tutta la vita- gli mordo la mascella, facendolo ridere.
Sono sempre stata convinta che l'unico uomo che valga la pena aspettare fosse il fattorino delle pizze. Da quando conosco Zayn, ho capito che non è assolutamente così.

  
 
FINE, SERIAMENTE lol

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