A normal life

di silviayuna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** L'allenamento ***
Capitolo 3: *** Il cambiamento che porta alla serenità ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


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Umi Ryuzaki 17 anni

Studentessa in un liceo prestigioso di Tokyo. Il suo sport preferito è la scherma, che pratica fin da quando era bambina. Vive in una villa ai confini della città e gira per Tokyo in limousine. E’ una bella ragazza, con lunghi capelli blu e occhi dello stesso colore. E’ solare, estroversa e molto altezzosa anche se si preoccupa fin troppo per gli altri. Attualmente è single anche se è la ragazza più richiesta del liceo. E’ sempre circondata da un folto gruppo di ragazze che vogliono essere sue amiche.

Ascot 17 anni

Studente dello stesso liceo, orfano di madre, il padre, uomo misterioso, è un ricco industriale poco presente a casa. Passa le giornate con la sorella Caldina (19 anni), che lo aiuta a studiare e ad apprendere le arti marziali (Caldina è anche un’esperta di ballo). Vive in una casa abbastanza grande fuori dal centro città e ama girare per Tokyo a piedi (anche perchè non ha l’autista). E’ un ragazzo alto, con un bel fisico, gli occhi verdi e i capelli castani con una frangia talmente lunga che gli ricopre gli occhi oscurandoli agli altri. E’ molto timido e per questo ha pochissimi amici, per lo più compagni di scuola.

Ascot, come al solito, era in ritardo. La sorella, non facendo alcun tipo di lavoro, non pensava certo di alzarsi presto per svegliarlo. Così lui si alzava sempre all’ultimo minuto e, facendo di corsa colazione, correva verso la scuola che, per fortuna, non era molto distante da casa sua.

Quel giorno, però, non era l’unico in ritardo. Mentre entrava, trafelato, dal cancello della scuola, una limousine si fermò frenando bruscamente e una portiera sbattè. Una ragazza scese velocemente superando il castano. A metà percorso si fermò e si girò verso di lui.

- Scusa, non è che mi sapresti dire l’ora?- gli chiese.

Lui arrossì violentemente. Non avrebbe mai pensato che una ragazza del genere gli avrebbe mai parlato. Ascot guardò velocemente l’ora e le rispose farfugliando.

- Le 8 e 35-

Lei tirò un sospiro di sollievo.

- Sono ancora in tempo...Grazie mille! Ciao!!- gli disse sorridendo e aumentando il passo.

Il castano si fermò a fissarla: i suoi movimenti fluenti l’avevano incantato. Una volta sparita dalla sua vista, il ragazzo si ricordò che doveva andare in classe.

Come al solito si prese una sgridata dal prof della prima ora che, instancabilmente, gli ripeteva sempre la stessa solfa sul fatto del suo arrivo in ritardo a scuola. Lui, ormai abituato, si sedette al suo posto e, senza quasi ascoltarlo, tirò fuori dallo zaino i libri per la lezione.

Il resto della mattina passò tranquillamente. Quando, finalmente, suonò l’ultima campanella, Ascot salutò i compagni e li lasciò uscire. Quando rimase solo in classe si incamminò verso l’uscita.

E, appena fuori, la rivide. Era lì, i lunghi capelli che le ricadevano ordinati sulle spalle, gli occhi azzurri scintillanti. Era circondata da ragazze di tutte le classi che le chiedevano consigli su stile, sport e scuola. In amore non era molto esperta, o almeno così faceva credere agli altri. Tutto il liceo sapeva che aveva avuto una storia con Clef, un ventenne rampollo dell’alta società e amico di famiglia. Ma non si sapeva molto altro su di loro.

Ascot, anzi, non sapeva nemmeno chi fosse questo Clef e non sapeva nemmeno niente su di lei. Ma, ora, quella ragazza lo incuriosiva.

Passò davanti a lei e la guardò. E, proprio in quel momento, lei aveva gli occhi alzati. Il loro sguardi si incrociarono. Ascot lo distolse, arrossendo, e lo puntò a terra. Poi sentì un mormorio tra la folla che si era creata intorno a lei. Si girò, nuovamente, e vide che la ragazza puntava dritta verso di lui.

Con uno scatto felino lei lo prese sottobraccio.

- Ciao!!- gli disse sorridendo.

- Aiutami...- continuò poi sussurrando a denti stretti.

Ascot annuì e, insieme, uscirono dalla scuola incamminandosi verso il centro città. A dire la verità, il ragazzo non sapeva dove stessero andando. Ma lei lo trascinava lungo la strada principale dirigendosi verso una meta oscura. Ad una certa distanza dalla scuola lei si fermò bruscamente e tolse lentamente il suo braccio.

- Scusami... Sono simpatiche e tutto, però quando iniziano a chiedermi tutti quei consigli non le reggo proprio... Tu sei il ragazzo dell’orologio di stamattina, vero? Come ti chiami?- disse la ragazza tutto di un fiato.

Ascot arrossì. Si era ricordato di lui! Cosa stranissima, visto che nessuno che l’aveva guardato in faccia si ricordava di lui ad un secondo incontro.

- A...Ascot-

Lei allungò una mano.

- Piacere, io sono Umi!-

Lui gliela strinse. Poi lei riprese a parlare.

- Devo andare in centro, il mio autista mi sta aspettando. Tu dove abiti?-

- Non tanto lontano- rispose Ascot.

- Bene, allora vieni con me. Ti accompagno a casa io!-

Il ragazzo non fece in tempo a ribattere che lei si era incamminata. Non gli rimaneva altro che seguirla.

Arrivati in centro, Umi si fermò accanto ad una limousine e bussò sul vetro oscurato del conducente.

- Mokona? Ci fai salire?- disse lei mentre il finestrino si stava abbassando.

Al posto di guida stava una donna grassottella ma dalla faccia simpatica.

- Ciao tesoro! Salite pure, è aperto- rispose Mokona mentre Umi saliva sull’auto, seguita da un Ascot timoroso.

Umi chiese al ragazzo di indicargli la strada e, dopo aver inserito i dati nel navigatore satellitare, la limousine partì.

- Beh, che mi dici? Parlami un po’ di te!- disse la ragazza sedendosi con le gambe incrociate sull’ampio sedile.

Ascot iniziò a raccontare di sua sorella e delle arti marziali. Stava finendo la frase quando Umi lo interruppe.

Gli si avvicinò e, alzandogli la frangia, gli osservò gli occhi.

- Perché tieni questa frangia così lunga? Non riesco a vedere i tuoi occhi-

Ascot arrossì.

- Mi piace così, almeno la gente non mi può giudicare guardandomi negli occhi-

- Sei molto timido, vero? Perché non la tagli un po’? Hai dei bellissimi occhi!- disse lei lasciandogli cadere i capelli e ritornando seduta normalmente.

Ascot si girò a guardare fuori dal finestrino. Non aveva mai ricevuto complimenti, a parte quelli dei suoi famigliari. Per di più da una ragazza.

- Ora tocca a me- disse lei, guardando a sua volta fuori dal finestrino, ma quello opposto. Lui si girò. L’espressione del suo viso era cambiata.

- Vivo in una villa talmente enorme che non mi ricordo quanto stanze ha, ho talmente tante cose che non mi ricordo di possederle, conosco talmente tante persone che nemmeno mi ricordo di averle viste. Cerco di essere una figlia perfetta per i miei genitori, ma tutto quello che riesco ad ottenere è un “Brava” detto con un sorriso tirato. Pratico scherma fin da quando sono piccola, ho vinto tutte le competizioni a cui ho partecipato. Ma a me non piace gareggiare: la scherma mi piace per ciò che rappresenta. L’eleganza prima di tutto. Però i miei non sembrano capirlo. Più coppe conquisto e più riesco a salire nella società. E più salgo, più troverò ragazzi importanti che potranno diventare i miei futuri mariti-

Ascot era rimasto senza parole. Lei, che a malapena lo conosceva, gli aveva appena confessato tutti i problemi che aveva essendo una ragazza ricca e famosa.

- Per questo i miei genitori mi hanno fatta fidanzare con Clef- continuò Umi - Lui è molto importante nella società. Fortunatamente lo vedo una volta alla settimana e rimaniamo insieme per poco tempo, non essendo fidanzati ufficialmente. Ma tra due settimane la cosa sarà ufficiale...Io non so più cosa fare... Tutto ciò che desidero è essere una ragazza normale, con veri amici e un ragazzo che mi piace davvero, facendo scherma come mi pare e piace-

Appena finì si girò verso Ascot. Il ragazzo aveva ascoltato ogni parola ed ora era a bocca aperta. Lei si preoccupò.

- Scusa io... Non volevo annoiarti con i miei problemi... E’ che... Mi sembravi la persona adatta con cui parlare e...- disse Umi tutto di un fiato.

- No no!!- rispose Ascot prendendole con una mano una spalla – Mi fa piacere che tu mi hai considerato una persona del genere. Anche io non ho mai avuto un vero amico, però mi piacerebbe molto-

Umi sorrise. La macchina si fermò improvvisamente.

- Siamo arrivati a destinazione!!- gridò Mokona dall’altro capo dell’auto.

- Devo scendere. Ci vediamo- disse Ascot, aprendo la portiera e iniziando ad uscire. Poi sentì che la ragazza lo stava fermano.

- Aspetta!!- disse lei. Poi, arrossendo, aggiunse: - Grazie... Ci vediamo domani!-

Lo lasciò e lui scese. Chiuse la portiera e cercò di guardare all’interno della limousine. Il vetro opaco non glielo permetteva, ma sapeva che lei lo stava guardando. Così sorrise e, appena l’auto ripartì, entrò in casa, cercando Caldina, alla quale doveva raccontare tutto quanto.

Ciao a tutti!!! Questa è la mia prima ff su Rayearth, anche perché l’ho scoperto da poco... Mi piacciono molto Umi e Ascot, anche come coppia, per questo ho deciso di scrivere su di loro, anche se non è una delle preferite! Spero che vi piaccia in ogni caso!

Bacioni Silvia

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Capitolo 2
*** L'allenamento ***


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Il giorno dopo, Ascot arrivò a scuola con un ritardo maggiore del solito. Ci trovò una sorpresa: sulle scale per entrare nell’edificio Umi era seduta, probabilmente ad aspettare qualcuno.

- Ehm... Ehi!- disse il ragazzo attirando la sua attenzione.

- Ciao! Ti stavo aspettando... Oggi vorresti venire a vedere un mio allenamento di scherma?- chiese lei dopo essersi alzata in piedi.

Lui accettò volentieri e i due si diedero appuntamento per il pomeriggio nella palestra della scuola.

Arrivato in classe, la ramanzina che il prof fece al ragazzo durò il doppio delle altre volte, ma lui, come al solito, fece finta di ascoltare ma non recepì nemmeno una parola, intento com’era a pensare ad Umi.

All’ora stabilita, Ascot entrò nella palestra della scuola e andò a sedersi sugli spalti, lontano dagli altri pochi spettatori.

Poco dopo entrò un ragazzo non tanto alto, ma muscoloso e affascinante, occhi azzurrissimi e un ciuffo più lungo rispetto al resto del taglio di capelli. Si avvicinò ad Ascot e gli chiese se si poteva sedere accanto a lui. Il castano annuì. Proprio in quel momento le prime ragazze entrarono nella palestra con la divisa per scherma e la maschera sottobraccio. Umi arrivò per ultima, in compagnia di una ragazza più alta di lei, capelli biondo scuro molto lunghi e occhi castani. Entrambe guardarono verso i due ragazzi e li salutarono. Ascon sorrise salutando Umi, mentre collegava il saluto dell’altra al tipo vicino a lui. In effetti il ragazzo sopsirò e iniziò a parlare della bionda con Umi.

- Non è fantastica? Si chiama Matsuo... Ho visto la Ryuzaki ti ha salutato... Vi conoscete?-

- Sì, la conosco-

L’altro accennò un sorriso, continuando a commentare ogni movimento della bionda e chiedendo ogni tanto un parere ad Ascot.

Ma lui, stranamente, non ascoltava. Guardava ancora una volta incantato Umi. Era davvero brava a tirare di scherma. Si muoveva velocemente e parava gli attacchi dell’avversaria con fluidità.

Alla fine dell’allenamento l’altro lo salutò, andando a cercare la ragazza di cui aveva parlato per tutto il tempo.

Ascot, invece, aspettò che tutti se ne fossero andati per lasciare la palestra. Trovò Umi che lo attendeva al cancello della scuola.

- Volevi andartene senza salutarmi?- disse lei sorridendo.

- N...No figurati!- rispose lui arrossendo.

- Dai, scherzavo!- continuò lei ridendo e appoggiandogli una mano sulla spalla - A proposito...Come sono andata?-

- Magnificamente bene!-

- Grazie...- Umi arrossì – Ho visto che vicino a te c’era un tipo...-

- Sì, e non ha fatto altro che parlare della tua amica-

- Sai chi era?-

- Ehm... No-

- Era Clef-

Ascot non rispose. In compenso fissò Umi a bocca aperta.

- Stai scherzando?- disse lui.

- No davvero! Quel ragazzo era Clef... Il mio “fidanzato”...-

Ascot scosse la testa.

- E... Quindi... Sai che a lui piace la tua amica?-

- Certo che sì! Ho anche fatto in modo che si conoscessero- rispose Umi sorridendo per l’ennesima volta.

- Ma allora... Il vostro fidanzamento non può avvenire!-

- Ma bravo il mio Ascotto!-

Umi gli prese le guance tra le dita e le mosse come farebbe una nonna al proprio nipotino.

- Il problema è che i nostri genitori non sembrano capirlo...- continuò lei.

- Beh ma dovete farcela!-

- Mi aiuterai, vero?- chiese la ragazza ad Ascot, dopo un attimo di silenzio.

- Mi sa che sarò costretto...- rispose lui alzando il viso per non guardarla.

Lei si sporse verso l’alto e gli alzò la frangia. I loro occhi si incrociarono. Si guardarono per qualche secondo, prima di scoppiare, abbracciati, in una sonora risata.

Ciao! Ecco qui l’aggiornamento...Umi invita Ascot ad assistere ad un suo allenamento di scherma...e qui incontra Clef! Ecco...Prima Matsuo l’avevo chiamata Presea però non mi sembrava il caso allora ho aggiunto questo personaggio nuovo!

X Sephirah: Grazie mille per i tuoi complimenti!! Mi fa piacere che ti piaccia questa AU...Anche perché non sono molto esperta in questo genere di ff...Comunque! Hai ragione, solo che non riuscivo a trovare dei sinonimi o giri di parole adatti quindi ho lasciato quelle ripetizioni...Anche per i punti esclamativi... Se leggi questo capitolo ho tolto quelli doppi perché hai perfettamente ragione (però a me piacciono tanto!). Beh a Clef piace una certa Matsuo...Però guarda che può sempre cambiare idea!!^^ Ciao e grazie ancora!

Bacioni Silvia

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Capitolo 3
*** Il cambiamento che porta alla serenità ***


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Umi ne aveva parlato anche con Clef e Matsuo. Anche quest’ultima era di famiglia benestante ma i suoi genitori non la costringevano di certo a fidanzarsi con qualcuno, nonostante avesse già vent’anni. Ora, con l’arrivo di Clef, non poterono che sostenere le idee della figlia. Per questo potevano essere di grande aiuto ai ragazzi.

I ragazzi decisero che ne avrebbero parlato con i rispettivi genitori durante l’ultima settimana che rimaneva loro. Se non sarebbe successo niente, avrebbero tentato il tutto per tutto al momento del fidanzamento.

Umi cercò invano di convincere i suoi genitori che Clef non era il ragazzo giusto per lei. Ma loro non volevano ascoltarla. Ogni giorno dopo aver litigato, la ragazza correva da Ascot e si sfogava. Lui la consolava e, insieme a Caldina, cercava di tirarle su il morale.

Quando arrivò il giorno stabilito Umi era stravolta. Il suo viso era ancora rigato dalle lacrime, quando la sua cameriera venne a chiamarla per la cerimonia. Alla festa erano state invitate alcune famiglie importanti, tra cui quella di Matsuo. La cameriera aiutò la ragazza ad indossare il vestito azzurro che i genitori le avevano comprato per l’occasione. Un messaggio sembrò risvegliare la speranza in Umi. Appena lo lesse sorrise. Era di Ascot. “Se volessi scappare durante la cerimonia, il tuo autista preferito è qua fuori che ti aspetta”.

- Contaci, appena posso ci verrò- disse lei ad alta voce, come per rispondergli.

- Signorina! E’ ora di andare- la esortò la cameriera.

- Arrivo...- rispose lei asciugandosi il viso.

Fuori dalla sua stanza la stavano aspettando due maggiordomi vestiti elegantemente. La misero tra loro e si avviarono verso la sala delle cerimonie. Arrivata nella stanza enorme, fu accolta da un applauso. Una morsa la prese allo stomaco, mentre altre lacrime le scendevano sulle guance. La gente intorno le prendeva come lacrime di felicità, ma in realtà non avevano niente a che fare con quella cosa.

Vide i suoi genitori accanto a quelli di Clef. Lui non c’era.

Appena raggiunti i famigliari vide un cameriere che parlava con quelli di Clef. Subito la madre di Umi volle sapere cosa stava succedendo e l’altra prontamente le rispose.

- Mi dispiace cara, la festa è da annullare. Il mio Clef è appena stato male. Rimanderemo il fidanzamento a questa sera-

La madre di Umi non poté far altro che annuire. Gli ospiti furono avvisati e, dopo qualche mormorio di disprezzo e di mala organizzazione, furono invitati a visitare la casa in compagnia del padrone di casa. Umi tirò un sospiro di sollievo. La sua morte era rinviata solo di qualche ora. La madre minacciò Umi che, se fosse uscita di casa, non avrebbe mai più fatto scherma.

Lei corse in camera sua e inviò un messaggio ad Ascot. “La cerimonia è stata rinviata a stasera, ma non posso uscire. Mi aspetterai lo stesso caso mai volessi scappare?”. La risposta arrivò velocemente: “Ti aspetterò per tutta la vita, se proprio devo”.

Umi si gettò sul letto. Solo in quel momento si accorse che il sentimento che provava per Ascot era qualcosa di più di sola amicizia. Si era innamorata di lui, nonostante fosse solamente una settimana che si conoscevano. Ma sentiva che quella era una cosa importante, che non poteva lasciar perdere. Doveva salvare la sua vita, in qualche modo, e quella sera aveva l’ultima opportunità.

Il pomeriggio passò più velocemente del previsto. Umi e Clef non si videro ma lui le mandò un messaggio con scritto che aveva trovato l’idea giusta per quella sera. Umi lanciò un grido di felicità. Ma proprio in quel momento arrivò la governante che la invitò ad andare a cenare e a prepararsi. La ragazza fece quello che le era stato ordinato senza discutere. Ogni tanto guardava fuori dalla finestra per vedere se Ascot fosse nei dintorni, ma non vide mai nessuno.

Alla fine arrivò l’ora del ricevimento. Umi entrò per prima, non voleva farsi vedere dagli invitati. Si mise in un angolo aspettando che gli altri entrassero, per poi raggiungere Clef che era arrivato in quel momento.

- Ehi!- gli bisbigliò la ragazza, cercando di farsi sentire da meno gente possibile.

Lui si girò e, appena la vide, mise un dito sulle labbra per dirle di stare zitta.

- Dopo vedrai...- le sussurrò. Umi annuì, per poi tornare nella sua postazione iniziale, lontana dagli occhi indiscreti della gente.

Solo quando le rispettive famiglie dei futuri fidanzati entrarono nel salone dovette raggiungerli per dare inizio alla cerimonia.

- Signore e signori!- iniziò a parlare il padre di Umi – Vi chiediamo scusa per l’imprevisto, ma ora il giovane Clef sta molto meglio-

- Come ben sapete oggi siamo qui riuniti per ufficializzare il fidanzamento tra i nostri figli- continuò l’uomo.

- No, non succederà questa cosa-

La folla ammutolì. A parlare era stato il ragazzo che doveva fidanzarsi con Umi.

- Ma, piccolo caro...- iniziò sua mamma avvicinandosi a lui.

- No, mamma. Non puoi volere che io mi fidanzi con una ragazza che non mi piace- la interruppe Clef.

- Noi credevamo che...- La donna cercò di nuovo di parlare.

- Voi credevate ma senza sapere niente! Non siamo più nel Medioevo, i fidanzamenti e i matrimoni combinati non sono più possibili. E se anche me lo doveste imporre io mi rifiuterei e me ne andrei di casa. Dovete pensare anche a noi, a quello che no pensiamo di questa cosa-

Le due madri avevano le lacrime agli occhi. I due padri, invece, annuivano dopo aver sentito le ultime parole di Clef.

Gli invitati iniziarono ad applaudire, anche se alcuni non avevano capito cosa stesse realmente succedendo.

Umi si guardò intorno: nessuno sembrava prestare la sua attenzione a lei. Ne approfittò per sgattaiolare fuori dalla stanza. Corse più velocemente possibile all’entrata della villa, convinta che Ascot la stesse aspettando lì fuori. Appena uscita non vide nessuno. Si fermò sulla porta e le lacrime iniziarono a bagnarle il viso. Il ragazzo non c’era: forse si era stufato di aspettare e se n’era andato a casa.

Scese lentamente le scale, per poi sedersi sull’ultimo gradino.

- Davvero credevi che non ti avessi aspettato?-

Una voce maschile la raggiunse alle spalle. Lei si girò, velocemente, e vide una figura che aspettava in cima alla scalinata.

- Ascot!!- gridò Umi, prima di alzarsi in piedi e correre verso di lui. Arrivata in cima si buttò tra le sue braccia. Lui la afferrò, alzandola in aria. Quando la rimise a terra lei si alzò in punta di piedi, fino a che i loro visi non erano l’uno vicino all’altro. Umi avvicinò una mano al viso di Ascot e gli alzò la frangia. I suoi occhi verdi splendevano di felicità.

- Lo sai una cosa? Sei davvero bello quando sorridi...- disse la ragazza arrossendo. Lui non disse niente. Si avvicinò solo a lei, lasciando che i loro nasi si sfiorassero per qualche secondo, prima di appoggiare le sue labbra calde su quelle di Umi. Lei sgranò gli occhi per lo stupore, prima di lasciarsi andare a quel bacio che ormai sentiva di desiderare da un po’ di tempo. Finalmente sentì di aver raggiunto il suo obiettivo: vivere una vita normale, con dei veri amici e, soprattutto, il ragazzo che amava.

Evvai!!! Sono riuscita a postare anche l’ultimo capitolo... Ok forse era un po’ corta e questo finale non c’entra molto con il resto della storia, ma volevo che anche Clef (nonostante non lo sopporti molto quando è nei paraggi di Umi) avesse una bella parte...Alla fine tutto è bene quel che finisce bene! E anche Umi, dopo 17 anni, è riuscita ad avere un giorno di vita normale...e chissà! Magari anche il resto sarà secondo i suoi piani... Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito!! ^^

Bacioni Silvia

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