Umi Ryuzaki 17
anni
Studentessa in un liceo
prestigioso di Tokyo. Il suo sport preferito è la scherma, che pratica fin da
quando era bambina. Vive in una villa ai confini della città e gira per Tokyo in
limousine. E’ una bella ragazza, con lunghi capelli blu e occhi dello stesso
colore. E’ solare, estroversa e molto altezzosa anche se si preoccupa fin troppo
per gli altri. Attualmente è single anche se è la ragazza più richiesta del
liceo. E’ sempre circondata da un folto gruppo di ragazze che vogliono essere
sue amiche.
Ascot 17
anni
Studente dello stesso liceo, orfano di madre, il padre, uomo misterioso, è un ricco industriale poco presente a casa. Passa le giornate con la sorella Caldina (19 anni), che lo aiuta a studiare e ad apprendere le arti marziali (Caldina è anche un’esperta di ballo). Vive in una casa abbastanza grande fuori dal centro città e ama girare per Tokyo a piedi (anche perchè non ha l’autista). E’ un ragazzo alto, con un bel fisico, gli occhi verdi e i capelli castani con una frangia talmente lunga che gli ricopre gli occhi oscurandoli agli altri. E’ molto timido e per questo ha pochissimi amici, per lo più compagni di scuola.
Ascot, come al solito, era
in ritardo. La sorella, non facendo alcun tipo di lavoro, non pensava certo di
alzarsi presto per svegliarlo. Così lui si alzava sempre all’ultimo minuto e,
facendo di corsa colazione, correva verso la scuola che, per fortuna, non era
molto distante da casa sua.
Quel giorno, però, non era
l’unico in ritardo. Mentre entrava, trafelato, dal cancello della scuola, una
limousine si fermò frenando bruscamente e una portiera sbattè. Una ragazza scese
velocemente superando il castano. A metà percorso si fermò e si girò verso di
lui.
- Scusa, non è che mi
sapresti dire l’ora?- gli chiese.
Lui arrossì violentemente.
Non avrebbe mai pensato che una ragazza del genere gli avrebbe mai parlato.
Ascot guardò velocemente l’ora e le rispose farfugliando.
- Le 8 e
35-
Lei tirò un sospiro di
sollievo.
- Sono ancora in
tempo...Grazie mille! Ciao!!- gli disse sorridendo e aumentando il
passo.
Il castano si fermò a
fissarla: i suoi movimenti fluenti l’avevano incantato. Una volta sparita dalla
sua vista, il ragazzo si ricordò che doveva andare in classe.
Come al solito si prese una
sgridata dal prof della prima ora che, instancabilmente, gli ripeteva sempre la
stessa solfa sul fatto del suo arrivo in ritardo a scuola. Lui, ormai abituato,
si sedette al suo posto e, senza quasi ascoltarlo, tirò fuori dallo zaino i
libri per la lezione.
Il resto della mattina
passò tranquillamente. Quando, finalmente, suonò l’ultima campanella, Ascot
salutò i compagni e li lasciò uscire. Quando rimase solo in classe si incamminò
verso l’uscita.
E, appena fuori, la rivide.
Era lì, i lunghi capelli che le ricadevano ordinati sulle spalle, gli occhi
azzurri scintillanti. Era circondata da ragazze di tutte le classi che le
chiedevano consigli su stile, sport e scuola. In amore non era molto esperta, o
almeno così faceva credere agli altri. Tutto il liceo sapeva che aveva avuto una
storia con Clef, un ventenne rampollo dell’alta società e amico di famiglia. Ma
non si sapeva molto altro su di loro.
Ascot, anzi, non sapeva
nemmeno chi fosse questo Clef e non sapeva nemmeno niente su di lei. Ma, ora,
quella ragazza lo incuriosiva.
Passò davanti a lei e la
guardò. E, proprio in quel momento, lei aveva gli occhi alzati. Il loro sguardi
si incrociarono. Ascot lo distolse, arrossendo, e lo puntò a terra. Poi sentì un
mormorio tra la folla che si era creata intorno a lei. Si girò, nuovamente, e
vide che la ragazza puntava dritta verso di lui.
Con uno scatto felino lei
lo prese sottobraccio.
- Ciao!!- gli disse
sorridendo.
- Aiutami...- continuò poi
sussurrando a denti stretti.
Ascot annuì e, insieme,
uscirono dalla scuola incamminandosi verso il centro città. A dire la verità, il
ragazzo non sapeva dove stessero andando. Ma lei lo trascinava lungo la strada
principale dirigendosi verso una meta oscura. Ad una certa distanza dalla scuola
lei si fermò bruscamente e tolse lentamente il suo braccio.
- Scusami... Sono
simpatiche e tutto, però quando iniziano a chiedermi tutti quei consigli non le
reggo proprio... Tu sei il ragazzo dell’orologio di stamattina, vero? Come ti
chiami?- disse la ragazza tutto di un fiato.
Ascot arrossì. Si era
ricordato di lui! Cosa stranissima, visto che nessuno che l’aveva guardato in
faccia si ricordava di lui ad un secondo incontro.
- A...Ascot-
Lei allungò una mano.
- Piacere, io sono Umi!-
Lui gliela strinse. Poi lei
riprese a parlare.
- Devo andare in centro, il
mio autista mi sta aspettando. Tu dove abiti?-
- Non tanto lontano-
rispose Ascot.
- Bene, allora vieni con
me. Ti accompagno a casa io!-
Il ragazzo non fece in
tempo a ribattere che lei si era incamminata. Non gli rimaneva altro che
seguirla.
Arrivati in centro, Umi si
fermò accanto ad una limousine e bussò sul vetro oscurato del
conducente.
- Mokona? Ci fai salire?-
disse lei mentre il finestrino si stava abbassando.
Al posto di guida stava una
donna grassottella ma dalla faccia simpatica.
- Ciao tesoro! Salite pure,
è aperto- rispose Mokona mentre Umi saliva sull’auto, seguita da un Ascot
timoroso.
Umi chiese al ragazzo di
indicargli la strada e, dopo aver inserito i dati nel navigatore satellitare, la
limousine partì.
- Beh, che mi dici? Parlami
un po’ di te!- disse la ragazza sedendosi con le gambe incrociate sull’ampio
sedile.
Ascot iniziò a raccontare
di sua sorella e delle arti marziali. Stava finendo la frase quando Umi lo
interruppe.
Gli si avvicinò e,
alzandogli la frangia, gli osservò gli occhi.
- Perché tieni questa
frangia così lunga? Non riesco a vedere i tuoi occhi-
Ascot
arrossì.
- Mi piace così, almeno la
gente non mi può giudicare guardandomi negli occhi-
- Sei molto timido, vero?
Perché non la tagli un po’? Hai dei bellissimi occhi!- disse lei lasciandogli
cadere i capelli e ritornando seduta normalmente.
Ascot si girò a guardare
fuori dal finestrino. Non aveva mai ricevuto complimenti, a parte quelli dei
suoi famigliari. Per di più da una ragazza.
- Ora tocca a me- disse
lei, guardando a sua volta fuori dal finestrino, ma quello opposto. Lui si girò.
L’espressione del suo viso era cambiata.
- Vivo in una villa
talmente enorme che non mi ricordo quanto stanze ha, ho talmente tante cose che
non mi ricordo di possederle, conosco talmente tante persone che nemmeno mi
ricordo di averle viste. Cerco di essere una figlia perfetta per i miei
genitori, ma tutto quello che riesco ad ottenere è un “Brava” detto con un
sorriso tirato. Pratico scherma fin da quando sono piccola, ho vinto tutte le
competizioni a cui ho partecipato. Ma a me non piace gareggiare: la scherma mi
piace per ciò che rappresenta. L’eleganza prima di tutto. Però i miei non
sembrano capirlo. Più coppe conquisto e più riesco a salire nella società. E più
salgo, più troverò ragazzi importanti che potranno diventare i miei futuri
mariti-
Ascot era rimasto senza
parole. Lei, che a malapena lo conosceva, gli aveva appena confessato tutti i
problemi che aveva essendo una ragazza ricca e famosa.
- Per questo i miei
genitori mi hanno fatta fidanzare con Clef- continuò Umi - Lui è molto
importante nella società. Fortunatamente lo vedo una volta alla settimana e
rimaniamo insieme per poco tempo, non essendo fidanzati ufficialmente. Ma tra
due settimane la cosa sarà ufficiale...Io non so più cosa fare... Tutto ciò che
desidero è essere una ragazza normale, con veri amici e un ragazzo che mi piace
davvero, facendo scherma come mi pare e piace-
Appena finì si girò verso
Ascot. Il ragazzo aveva ascoltato ogni parola ed ora era a bocca aperta. Lei si
preoccupò.
- Scusa io... Non volevo
annoiarti con i miei problemi... E’ che... Mi sembravi la persona adatta con cui
parlare e...- disse Umi tutto di un fiato.
- No no!!- rispose Ascot
prendendole con una mano una spalla – Mi fa piacere che tu mi hai considerato
una persona del genere. Anche io non ho mai avuto un vero amico, però mi
piacerebbe molto-
Umi sorrise. La macchina si
fermò improvvisamente.
- Siamo arrivati a
destinazione!!- gridò Mokona dall’altro capo dell’auto.
- Devo scendere. Ci
vediamo- disse Ascot, aprendo la portiera e iniziando ad uscire. Poi sentì che
la ragazza lo stava fermano.
- Aspetta!!- disse lei. Poi, arrossendo, aggiunse: - Grazie... Ci vediamo domani!-
Lo lasciò e lui scese. Chiuse la portiera e cercò di guardare all’interno della limousine. Il vetro opaco non glielo permetteva, ma sapeva che lei lo stava guardando. Così sorrise e, appena l’auto ripartì, entrò in casa, cercando Caldina, alla quale doveva raccontare tutto quanto.
Ciao
a tutti!!! Questa è la mia prima ff su Rayearth, anche perché l’ho scoperto da
poco... Mi piacciono molto Umi e Ascot, anche come coppia, per questo ho deciso
di scrivere su di loro, anche se non è una delle preferite! Spero che vi piaccia
in ogni caso!
Bacioni Silvia