Proverai a crederci?

di Kristal Heart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** Intro ***


«Si tratta di una storia di tanti secoli fa, sulla Terra, vi era una famiglia perbene composta da madre, padre ed i due figli. I bambini erano piccoli, e giocavano beatamente, avevo pochi anni di differenza ma non sentiti, facevano le medesime cose, assumevano atteggiamenti identici. Se non fosse stato per la differenza fisica, per i genitori sarebbe stato veramente difficile distinguerli.

Questi due fratelli si volevano molto bene ma, con la crescita, qualcosa cambiava, in cosa, beh, nemmeno loro ne erano a conoscenza all'epoca. Avrebbero dovuto avere all'incirca sedici anni quando il più piccolo iniziò a vedere il fratello in maniera differente, fantasticando su di lui, immaginando la loro vita futura assieme. Un fratello non avrebbe mai dovuto farlo, no? Specialmente in una famiglia come la loro. No, si disse, smetterò di pensare a lui. Curioso di sapere cosa decise di fare? Per dimenticare, per non pensare, decide di trovarsi moglie. La donna più bella e ricca di quel mondo. Si sposò tre anni dopo con questa donna. Il fratello maggiore ne rimase sconvolto, non riusciva a pensare alla sua vita in famiglia senza il dolce e tenero fratellino perciò decise di prendere la stessa decisione: sposarsi. Andò in cerca di una donna il più somigliante possibile al suo adorato fratello e, dopo una lunga ricerca, fu in grado di trovarla, anche se sarebbe corretto dire che a trovarlo fu lei. Si sposò poco dopo.

Trascorsero diversi anni in questo modo, i loro genitori morirono. Un avvenimento che scosse i cuori dei due fratelli profondamente legati ai loro cari.

Passarono alcuni mesi nella casa in cui erano cresciuti, ma stavolta da soli. Fecero luce sui loro sentimenti e si scoprirono innamorati l'uno dell'altro, ma si promisero di non farne parola con nessuno e di non vedersi mai più, in merito a questo strinsero un patto: solo se uno dei due si fosse ammalato gravemente, allora l'altro sarebbe andato da lui e porgli l'ultimo saluto. Quella notte, però, si amarono follemente, si amarono come se “il giorno dopo” non sarebbe mai arrivato. Ma, per loro disgrazia, arrivò più fastidioso che mai. Si salutarono e mai più si videro.

Il fratello maggiore morì durante il viaggio di ritorno. Il fratello minore morì di crepacuore.

Sei dispiaciuto? Non dovresti. La storia continua, e racconta che le anime di questi due innamorati che non hanno potuto amarsi, vaghino di corpo in corpo in cerca della gemella, per ritrovarsi e fondersi in una sola in modo che possano riposare per l'eternità, finalmente insieme.»

 

«Ma... questa storia è vera?»

Questo è ciò che chiese Yoogeun.

Taemin, amorevolmente, gli rimboccò le coperte e gli diede un leggero bacetto sulla fronte.

«Ti è piaciuta?»

«Si, tanto! Mi piacerebbe che fosse vera!»

«Beh, non è detto che sia finta, sai?»

«Che bello!»

Taemin si diresse verso la porta e diede l'ultimo saluto al bambino a cui faceva da baby sitter ogni week-end.

 

In salotto vi trovò la madre, che lo salutò cordialmente e gli porse i soldi per la serata.

Salutò ed infine si avviò verso casa, a piedi. In modo da poter pensare chiaramente.

Ripensò a quella vecchia storia, non ci aveva mai creduto.

Ma dovette poi cambiare idea.

 

~

Gli raccontarono quella storia poco tempo fa. Per quanto fosse affascinante, gli parve assurda la parte finale, quella in cui si dice che le due anime vaghino di corpo in corpo. Qualcosa di impossibile, si disse.

Aveva appena iniziato a studiare per l'imminente compito di inglese, materia in cui di certo non spiccava. Si era ripromesso di superare quel test, anche perché so lo avesse fatto, sua madre lo avrebbe premiato, e lui desiderava tantissimo quel nuovo modello di console!

Si stava impegnando, lo stava veramente facendo e, forse, stava anche imparando qualcosa. Ma sentì un rumore in casa, ma non ci fece caso, pensando che fosse uno dei suoi genitori.

Poi fece mente locale: i suoi genitori erano in viaggio, lui era solo in casa.

Rabbrividì e si alzo immediatamente dalla sedia. Si munì di un paio di penne (così avrebbe potuto colpire negli occhi il malintenzionato, una grande idea, no?) e scese lentamente le scale che portavano al piano inferiore. Sporse il viso ma non vide nessuno.

Camminò verso la cucina, ma lì non vi era anima viva, quindi si spostò verso il salone, dove vide la TV accesa. Si rassicurò, pensando che quel rumore non era nient'altro che il televisore. Lo spense e fece come risalire di sopra, quando sentì uno strano lamento provenire dal sottoscala.

Il cuore cominciò a battere forte in petto. Aveva paura.

E se fosse un ladro?, pensò, e se invece fosse uno stupratore?, ma eliminò queste ipotesi. Se fosse stato un ladro avrebbe rubato, no? Eppure tutto era lì al suo posto. E se fosse stato uno stupratore, beh, di certo non avrebbe abusato di lui. Ma poi pensò... E se fosse un serial killer? A quel punto si spaventò più di quanto già non fosse ed era sul punto di piangere quando improvvisamente vide un ombra avvicinarsi a lui.

«Ti prego, non farmi del male! Non rapirmi, non violentarmi, non uccidermi! Te ne prego!»

Ma l'unica risposta che ricevette furono singhiozzi e due braccia che si allacciavano attorno alla sua vita.

Lo stava abbracciando.

«Mi sei mancato, fratellino!»

 

Rimase scioccato. Al che si staccò da quell'abbraccio ed accese la luce; vide finalmente in volto quell'ombra.

 

Non ne ebbe paura. Per nulla. Anzi, ne rimase piuttosto imbarazzato. Il perché?

Quella lì era la sua cotta segreta.

 

«M-Minho?! C-Che diamine ci fai qui?»

«Mio Dolce fratellino, quanto mi sei mancato. Quanto... Ti ho cercato per tutti questi secoli! Ho creduto di poterti più vedere, stavo impazzendo! Ma... Finalmente sei qui, finalmente fra le mie braccia!»

 

«M-Ma che vai blaterando? Aaah, Minho! Studiare troppo ti fa male! Vai a casa e riposati, ti farà certamente bene. Su, su.»

«Cosa? Ora che ti ho trovato, non ti lascerò andare facilmente, nemmeno per sogno.»

«Minho, davvero, tu non stai molto bene con la testa. Fidati del parere di un esperto in materia.»

«Voglio restare per sempre al tuo fianco, amore mio.»

 

Spalancò gli occhi. Che Minho si fosse drogato? Che lo stesse prendendo in giro? Che sapesse della sua cotta e che ora voglia solo farlo soffrire?

Lo mandò al diavolo e lo cacciò fuori di casa.

Gli salirono le lacrime agli occhi e pianse per tutta la sera, a terra, vicino l'uscio.

 

~

Lui ci credeva in quella storia, perché quella sera conobbe il “fratello maggiore”.

 

 

Angolo dell'autrice

Bene, parlando di questa introduzione alla storia, beh... Che dire? Mi è stata ispirata, Mika_Smile potrà capirmi, giusto?

Non ne vado orgogliosa, mi sento come indegna di scrivere una storia con tematiche simili, è un fardello. Ma spero di poter dare il mio meglio! Lo devo.

Cercherò di scrivere il prima possibile il primo capitolo!
Grazie a tutti coloro che hanno letto fin quaggiù. Grazie, davvero.

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Capitolo 2
*** 2 ***


«Fammi una promessa.»

«Tutto ciò che vuoi.»

«Promettimi che non ci rivedremo mai più. Ciò che abbiamo fatto è totalmente sbagliato, non avremmo dovuto, anche per rispetto dei nostri poveri genitori da poco defunti. Non ti senti terribilmente in colpa? Siamo entrambi uomini, nonché fratelli. Quindi, promettilo sulla mia vita, prometti che non ci vedremo mai più. Questo sarà il nostro enorme segreto, fai in modo di portarlo col tuo corpo nella tomba e nell'aldilà. »

«Perché? Dopo che finalmente ci siamo ritrovati? Dopo che finalmente siamo stati in grado di farci consumare dall'amore questa notte? No, non voglio. Io voglio rivederti la sera prima di addormentarmi ed il mattino successivo al mio fianco, voglio vederti fino a che non passerò a miglior vita, fino ad allora. Non credo di poterti lasciar andare ora che ho scoperto di provare questo sentimento così forte, impossibile da nascondere. Mi spiace, non posso prometterti qualcosa del genere, magari tu nemmeno capisci. Ciò che abbiamo fatto è stato amarci, cosa c'è di sbagliato in questo, me lo spieghi? L'amore è pur sempre amore, che sia fra donna ed uomo, che sia fra due uomini, che sia fra due fratelli. Non trovi che sia qualcosa di unico? Qualcosa che farà parte di noi per sempre. Per favore, te ne prego, amiamoci fino alla fine dei nostri giorni. Non ci meritiamo forse un po' di pace?»

«Tu, sei tu quello che non comprende. Siamo due uomini, fratelli, con il medesimo sangue che ci scorre nelle vene, abbiamo lo stesso padre e la stessa madre, abbiamo vissuto assieme fino a che non ci siamo sposati, oltretutto abbiamo tradito le nostre mogli. Per questo verremo puniti. Non voglio finire negli inferi...»

«Cosa mi importa della fine che faremo? Paradiso, inferi... Tutto sarà più bello se tu mi rimarrai accanto. Anche non continuare a vivere, morire per poi cessare di esistere per sempre, non mi importa, finché ho te. Ti donerei l'anima, il cuore purché tu sia felice, ma solo con me. Devo essere io il motivo dei tuoi più bei sorrisi. Ora, ti prego, me ne doneresti uno?»

~

Erano le quattro del mattino e Lee Taemin si ritrovava ancora sveglio a riflettere su ciò che ore fa era accaduto.
Troppo stanco per pensare ma continuava a farlo, senza domandarsi il perché, senza avere neanche le forze per farlo.

Ma si ritrovava ancora lì, sdraiato sul letto, con lo sguardo fisso verso il soffitto pallido che di certo aveva bisogno di una nuova imbiancata dato che il colore andava sfociando verso il grigio.

Pensava a sciocchezze pur di spostare la mente su altre argomentazioni ma alla fine si ritrovava a pensare sempre quel momento.

Choi Minho.

Fu capace di destarsi dai suoi pensieri quando sentì un rumore vicino la finestra, un leggero ticchettio che lo infastidiva non poco perciò, curioso com'era, corse ad affacciarsi per capire da dove provenisse mai quel fastidio.

E lo rivide.

Sul punto di chiudere le ante si sentì chiamare.

«Voglio rivederti e spiegarti tutto. Così ricorderai. Aspettami.»

Richiuse in fretta la finestra, senza degnare di risposta l'altro che ansioso e fremente lo avrebbe atteso l'indomani.

Ma lui sapeva che no, non lo avrebbe mai fatto.

~

Com'è che alla fine si ritrovava ad aspettarlo? Il discorso dell'orgoglio dov'era andato a finire? Che motivo aveva, poi, di stare lì in sua attesa per essere preso in giro ancora? Cosa avrebbe guadagnato? Non lo sa, non è capace di rispondersi, ha solo voglia di vedere il suo così bel viso, anche se lui lo avesse preso in giro a morte. Almeno avrebbe potuto vederlo, no?

Ed eccolo lì, che si faceva spazio fra i vari studenti che uscivano dalla scuola, è correndo che si avvicinò a Lee Taemin.

Lee Taemin si sentì così importante in quel momento.

Con tono piuttosto brusco iniziò la conversazione, non volendo lasciar trapelare l'emozione che gli stava facendo ballare il cuore in petto, aveva paura di lasciare spazio a quello strano sentimento.

«Allora? Cos'è che vuoi da me? Vuoi prendermi in giro? Perché non ci sono i tuoi compari con te? Magari avrebbero potuto aiutarti nell'intento.»

E Choi Minho rivolse uno strano ma così dannatamente triste sguardo, e a quel punto il cuore di Taemin si fermò, raggelandosi.

«Quindi... Davvero non ti ricordi? Io sono tuo fratello.»

«Minho, non sono qui per farmi prendere per i fondelli... So fin troppo bene che io e te non abbiamo il minimo legame di sangue. Non ti vedi? Tu con la pelle scura, io di un bianco pallido. Tu così muscoloso, io così gracile. Tu così mascolino, io così femminile. Devo continuare o ti è chiaro il concetto?»

«No, cosa hai capito? Noi siamo stati fratelli molti secoli fa. Vivevamo coi nostri genitori, ricordi? Durante la nostra adolescenza, abbiamo capito di amarci profondamente, ma entrambi abbiamo deciso di sposarci con due donne per non portare vergogna alla nostra famiglia, ma dopo la morte dei nostri genitori, ci siamo lasciati abbracciare dall'amore e dalla passione. Ricordi?»

Non so se si potesse sentire o no, ma il cuore di Taemin a momenti stava per esplodere dall'imbarazzo.

«Conosco un ottimo psicologo, se vuoi ti prenoto un appuntamento, magari anche oggi stesso così finisci di blaterare stupidaggini simili, okay? Anzi, lo chiamo immediatamente.»

«No! Tu non capisci? Perché non puoi ricordare? Dannazione, Cas. Perché non ti ricordi di me? Abbiamo fatto l'amore! Ho donato il mio cuore ed il mio corpo unicamente a te! Come puoi esserti dimenticato di questo?»

Tutti gli occhi erano puntanti verso di loro.

Merda, qua il coglione sembro io.

«Senti, credo tu debba riposare un po', adesso chiamo un'ambulanza, okay? Mi sembra tu ne abbia urgentemente bisogno. Okay? Ora calmati, va bene? Ora ascoltami, io non so chi sia questo Cas, ma credo tu abbia completamente sbagliato persona.»

«E se ti baciassi? Ti ricorderesti di me?»

«Minho, davvero, disintossicati. Di cosa ti fai?»

Sbuffò.

«E se facessimo l'amore? Ti ricorderesti?»

«Minho, mi spaventi. Smettila.»

Silenzio.

«Il mio nome non è Minho. Minho è il nome del ragazzo a cui appartiene questo corpo. Io mi chiamo Allan e sono tuo fratello.»

«Minho, cazzo, basta. Devo davvero chiamarti uno psicologo?»

«Merda, cosa devo fare? Impazzirò di questo punto.»

«Sbagliato. Quello che impazzirà per primo sarò io. Cazzo, sai una cosa Choi Minho? Prova ad avvicinarti di nuovo a me, ed avviserò la polizia. Ci siamo capiti?»

«Come puoi farmi una cosa del genere? Noi ci siamo amati profondamente. Non provi il minimo sentimento per me? Sono così poco importante per te da costringerti a chiamare la polizia per farmi stare alla larga da te? Mi odi da morire... O è questo corpo? Odi Choi Minho?»

«No, non ti odio. Ma in questo momento mi spaventi quindi, per favore, la smetteresti di fare questa cosa? Davvero.»

«Ci rinuncio. Forse il nostro amore non era così forte, nonostante sia morto così tante volte, ed essere passato di corpo in corpo pur di trovarti... Ora che finalmente ti ho davanti, non mi riconosci più. Cos'ho fatto di male? Io ti ho solo amato, amato davvero, più di quello che chiunque altro avrebbe potuto fare. Ho sbagliato? Merito davvero questo? Merito davvero di essere completamente dimenticato dalla persona che amo?»

«Senti. Io mi sono stancato. Prova ad avvicinarti a me e, giuro, ti denuncerò alla polizia e chiederò un ordinanza restrittiva. Bene spero che con questo la nostra conversazione sia finita, no? Bene. Addio, Choi Minho, è stato un vero spiacere vederti.»

Allora Taemin, scostando con forza Minho dal suo cammino, se ne andò con furia. Strano quanto le parole pronunciate dalla sia voce fossero totalmente incoerenti col cuore.

«TI AMO E NON SMETTERÒ MAI DI FARLO! CHE LA POLIZIA MI ARRESTI SE AMARE È DIVENTATO UN REATO!»

Angolino dell'autrice

Ed eccomi qua!

Il capitolo non è nuovo ma ho deciso di modificare qualcosa in modo da rendere più scorrevole e leggera la lettura.

Penso siano passati un paio di anni dall'ultima volta che ho scritto qualcosa di mio.
Spero di poter continuare questa FanFic perché sembra piacermi una volta ogni tanto!

Ci sente al più presto, Bye! :3

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