Il successore di L

di ViaggioAstrale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chi copriva le spalle a Mello ***
Capitolo 2: *** Chi è Yumi? ***
Capitolo 3: *** Come reagiresti se il tuo volto ti diventasse estraneo? ***
Capitolo 4: *** Le riflessioni di Yumi ***
Capitolo 5: *** Misteri irrisolti ***
Capitolo 6: *** Rientro in scena di Yumi ***
Capitolo 7: *** Un'azione sconsiderata ***
Capitolo 8: *** Il valore dell'amicizia ***
Capitolo 9: *** Un posto dove stare ***
Capitolo 10: *** Una notte in bianco ***
Capitolo 11: *** La tragedia di due Gemelli ***
Capitolo 12: *** Tormento ***
Capitolo 13: *** La nuda verità (Parte I) ***
Capitolo 14: *** La nuda verità (Parte II) ***
Capitolo 15: *** Memorie dalla Wammy's ***
Capitolo 16: *** La nuda verità (Parte III) ***
Capitolo 17: *** Solo io posso farlo (Parte I) ***
Capitolo 18: *** Solo io posso farlo (Parte II) ***
Capitolo 19: *** Solo io posso farlo (Parte III) ***
Capitolo 20: *** Cambio dei piani ***
Capitolo 21: *** Lesioni gravi ***
Capitolo 22: *** Sotto le macerie ***
Capitolo 23: *** Una stanza d'ospedale ***
Capitolo 24: *** Nuovo mondo (Parte I) ***
Capitolo 25: *** Nuovo mondo (Parte II) ***
Capitolo 26: *** Nuovo Mondo (Parte III) ***
Capitolo 27: *** Finale ***



Capitolo 1
*** Chi copriva le spalle a Mello ***


...
...
-Si, pronto?-
-Matt, sono io. Sto ascoltando la loro conversazione e temo che Mello voglia far saltare in aria tutto, lo sai com'è fatto, no!? Lui lo farebbe...lo farebbe di sicuro...-
-Ok, cerca di stare calma e dimmi dove sei, vango lì e...-
-E COSA DOVREBBE CAMBIARE? NON POSSIAMO CERTO ENTRARE! CI SONO GLI AGENTI, CI SPARERANNO!!-
-Da dove chiami?-
-Sto sul retro ma ho installato i microfoni, con le cuffie sento tutto...-
-Va bene, dimmi dove sei, vengo lì e ci inventiamo qualcosa...-
-Matt non c'è tempo! NON C'E' TEMPO!!-
-Ho capito ma se..-
-ODDIO! HA LETTO IL SUO NOME! SA IL SUO NOME CAPISCI?! LO UCCIDERA'!-
-CHI? CHI UCCIDERA' CHI? STA CALMA YUM E SPIEGATI...-
-IO CERCO DI ENTRARE, TU VIENI SUL POSTO, MI TROVO A LOS ANGELES, L'INDIRIZZO E' SEMPRE LO STESSO, HAI CAPITO!?-
-Si, MA NON ENTRARE STA FER....merda! ha riattaccato....-
Yumi stava pensando a una strategia per entrare ma i suoi pensieri furono interrotti dall'esplosione che la raggiunse e l'avvolse, era il segnale per darsela a gambe e comincio a correre per allontanarsi dalle fiamme e dal fumo pregando che Matt sarebbe arrivato senza intoppi, perchè si sapeva che pochi punti gli restavano sulla patente visto il suo modo spericolato di guidare...Alla fine anche lei rimase sepolta sotto le macerie.
Circa una manciata di minuti dopo riprese i sensi e si dissotterrò. Constatò con piacere che gli agenti ancora vivi si stavano allontanando per portare in salvo il padre di Light.
-Yumi, Yumi! Sono io!-
-Oh, grazie al cielo!- disse guardando il rosso che correva verso di lei.
-Dove hai parcheggiato?-
-Ha importanza? Comunque non vicinissimo così non ci assoceranno a questo casino, Mello è la causa dell'esplosione vero?- E così dicendo storse il labbro in una smorfia mista a preoccupazione, terrore, sconforto e rabbia.
-Andiamo a cercarlo- suggerì lei voltandosi ma Matt le afferrò un braccio.
-Potremmo...non ritrovarlo...ne sei cosciente? Sei cosciente di che aspetto hanno i corpi dopo un esplosione?...Sei pronta?-
-Si lo so- rispose stringendo i denti e cercando inutilmente di trattenere una valanga di lacrime, ma sperò che se non si sarebbe voltata, il rosso non se ne sarebbe mai accorto..-Andiamo ora- e continuò a camminare.
Si guardò intorno avvicinandosi ai corpi che sembravano più magri e cercando di identificarlo, ma senza successo. Poi finalmente vide come brillare qualcosa..si avvicinò. Era la collana, era QUELLA collana, la prese in mano e la rigirò per controllare, ma era proprio QUELLA collana.
-MATT! MATT L'HO TROVATO!-
-Sicura?- Si avvicinò il rosso, che poi vedendo la collana si convinse.
-E' vivo- disse controllando il polso del suo amico.
Yumi gli sfilò la maschera anti-gas.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA ODDIO DIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO-
-Yum non strillare, ci sentono, capisci? Dopo tornano indietro e ci prendono- Spiegò Matt tirandola su da dietro, cercando di tenerla ferma mentre si dimenava come una pazza.
-E' MORTOOOOOOOOOO! E' MORTO!-
-No Yum! E' vivo, si è ustionato nell'esplosione, sono due cose diverse- cercò di calmarla ma Yumi partì con il vomito sopra alcuni cadaveri e macerie sparsi lì vicino.
-No, no che schifo! Se tornano a controllare capiranno che qualcuno è stato qui! Cerca di trattenerti-
-AAAAAAAAAA- Continuò a strillare quella mentre vomitava e si dimenava.
-Yum, non ti ha mai fatto schifo una ferita, mai avuto problemi con volti deturpati, con morti senza testa e ora mi fai questo casino?-
Matt aveva ragione, ma Yumi non avrebbe mai voluto vedere quel ragazzino della Wammy's dal caschetto biondo e gli occhioni azzurri in quello stato. Aveva visto e fatto molte cose, ben conosciuta anche dalla mafia, si era scavata un tunnel personale in mezzo alla malavita, si era guadagnata rispetto e onori, sempre. Ma non aveva mai pensato di vedere quel Mello della Wammy's con mezza faccia deturpata, irriconoscibile e in pessime condizioni, con addosso quell'odore di carne bruciata...quell'odore terribile.
-Yumi non lo stiamo aiutando lo dobbiamo portare fino alla macchina e poi in ospedale, SUBITO-
-Va bene- Cercò di calmarsi Yumi e aiutò Matt a sollevare il corpo e portarlo...anzi diciamo trascinarlo..fino alla macchina.
 
___
 
-Tranquillo conosco tutti i medici di quell'ospedale, non parleranno, ho avuto occasione di minacciarli- disse Yumi che stava seduta sui sedili posteriori con il corpo di Mello.
-Ok, ha dato qualche segno di vita?-
-Purtroppo no...-
-Va bene arriveremo presto, manca poco-

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Capitolo 2
*** Chi è Yumi? ***


No, non riuscivo a capirlo...anzi diciamo pure che non riuscivo a capirla, i suoi atteggiamenti, le sue abitudini, la sua rabbia, i suoi sospetti...perchè? In che modo lei si inseriva nel quadro? Dov'era prima? La spiegazione più plausibile era che ci fossimo conosciuti alla Wammy's House, ma era impossibile, semplicemente impossibile. Noi non avevamo amiche femmine alla Wammy's House. Le consideravamo troppo inferiori a noi. Quindi chi era in realtà? E perchè mi aveva contattato...Era tutto molto sospetto. Mello era partito da circa due mesi, piantandomi alla House, quando ricevetti una sua chiamata. Si presentò come Yumi, infiltrata della mafia, ma più che infiltrata ne era un' essenziale componente. Era come se sapesse tutto, vedesse tutto. Pensai anche che venisse dal futuro. Era così inquietante anche nei suoi tempismi. Chiese la mia collaborazione, disse che era nell'interesse di Mello. Non riuscivo a spiegare bene l'origine di questa bizzarra amicizia, ma avevo sempre la sensazione come se Mello non avesse in realtà bisogno di me, o almeno non quanto ne avevo io di lui. Lui era la mente, io l'esecutore. Era sempre stato così, da quando ci eravamo conosciuti alla Wammy's. Ogni volta che non era in stanza dopo una determinata quantità di tempo cominciavo a sentire la sua mancanza, o per meglio dire, la mancanza dei suoi ordini o dei suoi sfoghi di rabbia. Tornando a Yumi, mi faceva semplicemente PAURA. Ma non una paura qualsiasi, anzi, tipo terrore. Aveva detto di conoscermi BENE. Ma da dove? Era sempre lì, o qui, o dillà, sempre a spiare, a piazzare telecamere, a piazzare microfoni sotto i tappeti, nei capelli della gente, sulle divise, era incredibile. E sembrava che anche senza tutta quella roba, sapesse sempre tutto. E specialmente sembrava che sapesse tutto di Mello. Ineffetti non escludevo che fosse una sua stalker. Ad ogni modo la osservavo attentamente e non trovavo nulla di così terrificante in lei mentre fissava Mello, che stava nel suo letto d'ospedale, con mezzo corpo coperto di bende. Almeno i suoi capelli non si erano danneggiati nell'esplosione, sapevo quanto ci tenesse, erano parte della sua immagine, di come gli piaceva apparire...perchè si bhè, Mello...era vanitoso! Non c'è che dire...E io non avevo idea di come avrebbe reagito vedendo che si era deformato il volto in quel modo...Mi immaginavo la scena e mi veniva istintivamente da sorridere. Mello era un pazzo, ma di quelli rari, eppure Mello era un genio assurdo, ma di quelli rari! Poverino...l'eterno secondo...
-Si è mosso!- esclamò Yumi voltandosi verso di me.
Non l'avevo mai vista in volto..Ci eravamo sentiti sempre per telefono, ma siccome sapeva di noi delle infomazioni troppo personali io avevo deciso di fidarmi. Era piccola, ma non di età...ne avrà avuti diciotto di anni, se avevo ben capito. Ma era bassina, 1,53-1,54 cm circa. Era magra e questa sua costituzione la faceva sembrare quasi una bambina...ma diciamo che le sue forme facevano tornare alla realtà. Infatti era magra, sì, ma con almeno una quarta di seno, che le occupava tutto lo spazio sul petto, e bhè..neanche il didietro era niente male con delle coscie che magre o no, ma erano belle formose. Sembrava uscita da qualche fantasia sessuale che...bhè insomma aveva un fisico...IL fisico. Poi il viso era l'altra cosa incredibile, era bianchissima che sembrava morta, due occhioni verdi grandi che sembravano quelli finti delle bambole di porcellana, un naso proprio carino a parte per il fatto che vista di profilo era un naso leggermente storto, un ricordino rimastole da un corpo a corpo con un tizio poco raccomandabile. La bocca era piccolina e rosea e quando sorrideva trasparivano tutti i dentini storti...ineffetti mi ricordava qualcuno ma molto probabilmente mi sbagliavo. I capelli erano lunghi e...viola. In una nostra conversazione mi rivelò che sarebbe stato difficile identificarla dato che cambiava spesso il colore dei capelli...erano davvero particolari e pure sporchi e spettinati...
-Ti posso pettinare i capelli?-
-Eh?- Alzò di scatto la testa verso di me.
-Io, posso pettinarti i capelli? Sono tutti arruffati-
-Se vuoi- concluse facendo spallucce e voltandosi di nuovo a fissare il biondo.
Cercai un pettine nella mia borsa. Si, anche i ragazzi si pettinano, anche quelli etero. E mi avvicinai alla sedia su cui era seduta accanto al lato destro del letto, vicino ai macchinari che emettevano un suono monotono dei battiti cardiaci di Mello.
-Hey, Yum, non hai un altro posto dove stare?- le chiesi mentre continuavo a pettinare quel groviglio di capelli viola.
-Si Matt, l'oltretomba. Ed è lì che finirete se continuate così...ENTRAMBI.-
Mi spaventai e feci cadere il pettine.
-Ci stai minacciando?-
-No, sto cercando di tirar fuori il meglio di voi-
-Perchè?-
-Perchè Mello è un pazzo e tu sei un idiota!-
-Non ti permettere di parlarmi così, lo sai che alla Wammy's accolgono solo dei geni, quindi tieni a bada quella lingua, sicuramente pazza e idiota sarai tu!-
-Probabilmente si, ma io ho fatto una scelta, io seguo e proteggo ciò che ne ritengo degno, se in questo momento Near avesse bisogno di me io..-
-Chi sei tu? Il nostro angelo custode forse? Pensi che non sappiamo cavarcela?-
-Matt, Matt, Matt, vedi che sei un idiota? Se io non avessi seguito Mello, se non mi fossi informata, a quest'ora sarebbe morto! Tu non avresti potuto fare tutto da solo-
-Può darsi, ma se tu non mi avessi contattata, io lo avrei cercato da solo, e lo avrei tirato fuori da questo pasticcio-
-di carne- aggiunse lei mentre sulla sua faccia si stendeva un orribile ghigno.
-COME TI PERMETTI DI FARE UNA BATTUTA DEL GENERE!?-
-Ti piacciono? I pasticci di carne intendo..- disse mentre mi guardava ghignando.
-Sei disgustosa!-
-Sono ironica, Mello ha pagato il prezzo per ciò che ha fatto.-
-Non giudicare le sue azioni!-
-Non lo sto facendo, anche io, al suo posto, probabilmente, avrei agito ESATTAMENTE in questo modo...-

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Capitolo 3
*** Come reagiresti se il tuo volto ti diventasse estraneo? ***


Cominciavo a sentire un suono strano, un monotono biip, come quando suona un cellulare, solo che molto più fastidioso..Ma dove mi trovavo? Merda! Non è che ero morto? NON PRIMA DI CATTURARE KIRA! Tentai di aprire gli occhi ma con uno non riuscivo a vedere nulla...Spostai cautamente la testa, alla mia sinistra c'era una persona che dormiva con i capelli viola che coprivano buona parte delle lenzuola. Guardai più in là e vidi un po' sfuocata la sagoma di un ragazzo, alto, vestito in modo bizzarro con gli occhialoni da idiota e in bocca la sigaretta fumante...Stava fissando il pavimento e aveva tutti i capelli castani arruffati...Lo definivano "rosso" Maddove? Matt...Matt era castano, si lo ammetto aveva qualche sfumatura di rosso ma era CASTANO! Ok!? Matt non era rosso!
Sentivo la rabbia che mi saliva, il sangue che stava ribollendo, mi stavo infuriando...INSOMMA QUALE IDIOTA PENSEREBBE MAI CHE MATT E' ROSSO! E' ASSURDO! ESISTONO I BIONDI, I MORI, I ROSSI E I CASTANIIIIIIIIIIIIII, I CAAAASTAAAAAAANIIIIII, I CASTANI COME MATT!
I battiti sull’elettrocardiografo andarono aumentando.
-Mello!?- esclamò Matt alzando la testa e guardando verso di me.
La cosa viola cominciò a muoversi e mentre si alzava lentamente vidi spuntare due occhioni verdi che mi scrutavano.
-E' VIVOOOOOOOOO- urlò all'improvviso.
-CHE TI STRILLI!?- mi arrabiai, mi aveva fatto prendere un colpo.
All'improvviso mi accorsi di avere addosso delle bende.
-Cos'è tutta questa roba?-
-Mello, ti ricordi l'esplosione?- mi chiese Matt avvicinandosi con cautela.
-Si-
-Ora sta calmo vado a chiamare un'infermiera e ne riparliamo-
-Di cosa?- chiesi un po' nervoso.
La persona, rivelatasi una donna, mi stava ancora fissando e ora sembrava preoccupata e prendeva respiri profondi..Perchè si comportavano così? Mi stavo decisamente preoccupando...magari stavo per morire!
Matt riapparse con l'infermiera.
-Ora le toglieremo le bende stia fermo per favore- mentre mi toglieva le bende finalmente riuscii di nuovo a vedere con entrambi gli occhi.
-Mello, c'è una cosa che devi sapere...- cominciò Matt sedendosi sul letto vicino a me.
Mi tirai su pure io ma sentivo degli strani dolori laceranti su quasi tutto il lato sinistro del corpo.
La ragazza mi stava ancora fissando, come terrorizzata.
-Ti aiuto ad alzarti- continuò lui e mi fece alzare in piedi, conducendomi nel bagno della stanza.
-Guardati- mi disse, ma a quel punto capii che qualcosa di terribile mi era successo...forse mi avevano operato alla testa e rasato i capelli?
Alzai la mano per cercarli ma c'erano, grazie a Dio. Allora alzai la testa allo specchio...
-CAZZO AAAAAAAAAAAAAA- vidi un orrore disgustoso che mi deturpava in volto, mi gettai all'indetro e stavo per cadere ma Matt cercò di risollevarmi. Provavo allucinanti dolori nelle cicatrici mentre mi dimenavo. Intanto era arrivata alla porta del bagno anche l'infermiera e quella strana ragazza che mi guardava preoccupata.
-Mello...- furono le prime parole che disse e tentò di avvicinarsi ma la spinsi via, cadde a terra sbattendo la testa al muro e l'infermiera si chinò per aiutarla. Non l'avevo mai vista prima, o perlomeno non la ricordavo affatto.
Mi riaffacciai allo specchio non riuscivo a crederci, doveva essere un incubo, ma cos'era quel disgusto che mi ricopriva una notevole parte del corpo?...
-AAAAAAAAAAAAAAA- mi rimisi ad urlare e diedi un pugno nello specchio che si frantumò mandando le schegge nella mia mano ed in alcune parti del corpo.
-Merda!- gridò Matt, si era ferito anche lui, menomale che portava gli occhiali. Matt si allontanò un po' per rilevare i danni che le schegge gli avevano causato.
Presi quel che restava dello specchio e lo scaraventai a terra.
-VAFFANCULOOOO- urlai. Poi all'improvviso un terrore più grande mi prese...
-I...i....i genitali- sussurrai a bassa voce. Un brivido mi attraversò.
Mi abbassai le mutande per controllare mentre l'infermiera e l’altra ragazza arrossivano.
Feci un sospiro.
-Menomale, almeno questo- poi mi accasciai al suolo e poco ricordo, tutto ritornò nero.

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Capitolo 4
*** Le riflessioni di Yumi ***


Osservavo quel ragazzo, più morto che vivo, che avevamo riposizionato nel suo letto. La mia testa sanguinava ancora...Colpire una ragazza, che bastardo! Ma lui certo non era un gentiluomo, non lo era mai stato. Ineffetti alla Wammy's era una rissa continua, e la vita con lui era un'avventura incredibile.
Come eravamo arrivati a questo punto? Ero sicura che avrei potuto evitarlo, se solo ci fossi stata anche io nell'edificio! Avrei potuto...insomma, qualcosa mi sarei inventata prima che scoppiasse la bomba! Che peccato...
Mi voltai verso Matt, ma quanto poteva essere scemo quel ragazzo? Cioè, si, era un maledetto genio ma in una situazione del genere il meglio che sapeva fare era giocare a quella merda di Nintendo? Ma non scherziamo...peggio dei bambini proprio! Eppure gli volevo bene! Molto bene...MOLTISSIMO BENE! Insomma era un idiota fantastico! Un amico leale, una persona razionale, ragionevole, intelligente, intuitivo ed era sempre un appoggio prezioso. Era lui che ci tirava fuori sempre dalle situazioni più spiacevoli, che faceva ragionare Mello quando perdeva la testa. Insomma lui era un altro cervellone della Wammy's e oltre a questo era anche una persona preziosa rara! Era difficilissimo sapere cosa gli girasse per la testa, neanche faticavo a pensarci!
E Mello...io certo i danni all'ospedale non li avrei pagati, non ero un tipo che paga. Di solito pagavano a me. Non mi reputavo un grande genio, secondo me gli altri erano troppo prevedibili...cioè ci avrei scommesso che Mello avrebbe cercato di entrare nelle associazioni come la mafia...per questo avrei dovuto assolutamente PRECEDERLO. E fu ciò che feci. Purtroppo mi riconoscevo più in lui che nello scrupoloso Near...Near, chissà dove aveva nascosto i suoi sentimenti, in ogni caso non volevo morire prima di averlo scoperto...Tutti hanno un punto debole, lo doveva avere anche lui!
Riuscii ad entrare nella mafia dando prova delle mie abilità da serial killer, stalker, hacker dei computer e cose simili. Una serial killer....hmm...mi ci vedete? Bhè lo ammetto è cosa cattiva e malvagia uccidere, ma ne avevo necessità. L e Near non lo avrebbero mai fatto, ma io non ero nessuno dei due! E poi Near è una carcassa, cioè per uccidere ci vuole una certa agilità!
Ora, per carità, non è che uccidevo i cittadini e gente comune, ma persone interne alla mafia, in seguito portavo le loro teste come prova del mio operato. Qual'era il mio segreto mi chiederete...bhè col fisico che mi ritrovavo, prima facevo finta di volerli portare a letto e poi li squarciavo per bene. Dolce non è vero? Molti mi avevano soprannominato "La vedova nera", ma quel nomignolo lo trovai poco originale dato che mi ricordava la ragazza dei fumetti...insomma per chi non mi conosceva ero semplicemente Bob, un noto boss della mafia di sesso maschile..un’altra delle mie bravate..
Ma chissà come avrebbe reagito Mello se un giorno avesse scoperto che lo feci assumere io...
Bhè io speravo che sarebbe mai accaduto...
In camera entrò un dottore che si affrettò a estrarre una pistola e puntarla contro di me.
-Sei morta Susanna!-
-Susanna!? Questa mi è nuova- ineffetti non l'avevo mai sentita questa particolare versione del mio nome.. Ma poco c'era da pensare, l'uomo aprì il fuoco. Per fortuna abbassai in tempo la testa così colpì l'elettrocardiografo.
Altri uomini armati travestiti da infermieri fecero irruzione.
-Un po' di rispetto per i malati- suggerì Matt senza alzare un attimo lo sguardo dalla DS.
-Chiudi quella bocca se ci tieni alla tua vita!- lo minacciò uno degli uomini puntandogli contro una pistola.
Matt non proferì parola, ma io si!
-Arrivederci!- gridai spiccando un balzo raggiungendo la finestra e saltando.
-Che piano è?- chiesero a Matt.
-Secondo- rispose quello alzando finalmente gli occhi.
-Se hai bisogno di me, chiamami al numero stabilito- gli urlai da sotto.
-Okay-
I nemici ignoti mi seguirono, io cominciai a correre, era solo la solita routine, che a qualcuno per qualche ragione non piacevo come boss e aveva deciso di pagare alcuni tizi con l'incarico di farmi fuori, non sapendo la mia vera identità erano sempre preparati a tutto…
Dovevo uscire dal girone, e presto. Dovevo assolutamente darmi per morta, o meglio: morto.
Avrei semplicemente ucciso uno di loro, facendo credere che sia Bob...magari sterminarli tutti in un esplosione, facendo credere che Bob sia morto insieme ai suoi inseguitori.
Ad ogni modo avrei risolto, e alla svelta, come facevo sempre! Il fatto che le persone che sapevano della mia identità da donna erano già tutte morte, o disperse.
Ormai la mafia non mi serviva più ed ero stufa di sporcarmi le mani per le liti di quei cretini!
Quella stessa sera ne sarei uscita pulita…pulita?…
Ma si può mai dimenticare di aver ucciso delle persone?

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Capitolo 5
*** Misteri irrisolti ***


...
...
...
-Avanti Yum, rispondi!-
...
...
-Si, pronto?-
-Allora sei viva-
-Non mi sembri molto rallegrato dalla notizia-
-Io sono stufo, mi tiro fuori!-
-Dov'è Mello?-
-Con me al posto sicuro che gli avevo trovato, lavoreremo insieme, SOLO NOI-
-Spero che tu non mi abbia escluso dai piani-
-Devi starci lontano, hai capito? Io e Mello lavoriamo da soli! E specialmente NON con ragazze-
-Matt..-
-Si?-
-Muori-
...
-Che cagna!- disse lui riagganciando il telefono.
Mello passò vicino al suo amico per andare un cucina.
-Con chi stavi parlando-
-Non è importante, era quella ragazza all'ospedale-
-Ah, si, ma chi era quella?-
-Lo sai che non lo so?...-
-Ma come vi siete conosciuti voi due? Non sarà mica una tua ex che ti sta pedinando..-
-No Mello, casomai una TUA ex, visto che tentava di proteggere la tua vita a tutti i costi-
-Cosa?-
-Io non lo so ma era così inquietante! Sapeva troppe cose...TROPPE, capisci?-
-Del tipo?-
-Del tipo che conosceva bene sia me che te, le nostre abitudini, i nostri passatempi...-
-E con questo? Magari era solo una stalker geniale- disse il biondo scartando una tavoletta di cioccolato.
-Come vanno le ferite?-
-MALE! CHE DOMANDA IDIOTA! VANNO MALE! COME POTREBBERO ANDARE!? MAGARI SE NE POTREBBERO ANDARE! MA NON VANNO DA NESSUNA PARTE!-
Ecco questo era l'argomento che Mello non amava affrontare, ogni volta che qualcuno gli parlava delle cicatrici gli saliva una rabbia incontrollata. Matt se ne accorse e cambiò discorso.
-Com'è che lavoravi alla mafia?-
-Mi ero fatto assumere da un certo Bob, un vecchio rincoglionito sicuramente, non lo conoscevo di persona ma non ci tenevo nemmeno, io al mio posto, lui al suo. Mi aveva fornito un paio di uomini per aiutarmi nelle ricerche. Bob...che nome da coglione!-
-Vedo che non sei cambiato Mello, sei rimasto il solito. Tu sottovaluti le persone!-
-Che intendi dire?-
-E se Bob fosse stato Kira stesso?-
-Naah! Piuttosto raccontami come mi hai trovato e perchè quella ragazza stava nella stanza d'ospedale con te..-
-Bhè ecco...Tu, caro Mello, te ne eri andato dalla Wammy's senza dirmi una parola! Che caro amico!..-
-Hey, idiota! L'ho fatto per proteggerti! Non avevo intenzione di trascinarti in cose pericolose-
-Cose pericolose? COSE PERICOLOSE? Mello ma tu sei matto! Era TUTTO pericoloso, da quando siamo arrivati alla Wammy's e ci siamo classificati migliori, era già tutto pericoloso!-
Mello fece una smorfia e Matt lo interpretò come un segnale per proseguire il racconto.
-Insomma, tu mi avevi abbandonato. Dopo qualche mese anche io lasciai la Wammy's e mi misi a cercarti, sarebbe stato inutile tentare di lavorare al caso Kira, avremmo solo incasinato le cose, già il fatto che tu e Near non lavoravate insieme era un grosso problema! Insomma dopo qualche settimana ricevetti una chiamata da un numero non rintracciabile. Si presentò come Yumi e mi disse di ascoltarlo, o meglio ascoltarla bene:
"So chi sei e chi stai cercando e si dà il caso che io sappia perfettamente dove si trovi Mello e conosca i suoi spostamenti. Ti faciliterò le indagini se accetterai di collaborare con me. Ti basti sapere che sono una donna di circa 18 anni, bassina, capelli sempre di colori diversi, ti risulterebbe difficile identificarmi, non provarci! Ti terrò costantemente informato delle indagini e di Mello, ti chiamerò ogni sera alle 18.40 in punto. Tu risponderai con: Salute fratello, ricordatelo. Così saprò che sei tu e che nessun'altro è lì con te, in caso contrario, se non potrai parlare mi dirai semplicemente Ciao amico. Se eventualmente chiamassi in orario diverso, vorrà dire che si è verificata un'emergenza, in tal caso la frase di riconoscimento non sarà necessaria."
Io le chiesi perchè mai avrei dovuto fidarmi, e così rispose:
"Il tuo interesse coincide con il mio, vuoi coprire le spalle a Mello, perciò è bene che collaboriamo! Mello ama il cioccolato quanto tu ami le sigarette e i videogiochi. Vi conosco bene a entrambi. Alla Wammy's House, Mello era il bullo, tu l'amico silenzioso e Near la vittima, la maggior parte delle volte. Condividevate la camera e lui era sempre arrabbiato."
Io le risposi chiaramente che quelle informazioni erano insufficienti, allora continuò:
"Ricordi, amico, quando a capodanno Tu, Mello e alcuni altri ragazzi vi eravate introdotti nella mensa per rubare la torta, e tu ti eri tagliato a un dito, cercando di rimuovere il coltello che vi era posizionato dentro?
Ricordi quando Mello per punire Near perchè non reagiva mai gli tagliò numerose ciocche di capelli mentre alcuni ragazzi lo tenevano fermo? Te lo ricordi?
Ricordi quando Mello e alcuni altri si mangiarono i pezzi del puzzle di Near pur di non farglieli trovare, in modo che non riuscisse più a finirlo?....Near ricreò i pezzi mancanti...con un foglio di cartone."

A questo punto le chiesi se era anche lei della Wammy's, ma rispose con un secco:
"Io non ho detto questo, ma non ho affermato neanche il contrario!"
Allora mi misi a riflettere. La cosa spaventosa era che di tutte le situazioni che aveva elencato, una femmina non era MAI stata testimone...
Decisi di fidarmi. Era riuscita a terrorizzarmi- quando Matt finì il suo racconto si accorse che Mello era sbiancato in volto...Tutto ciò non solo era impossibile, ma non aveva senso! Nessun collegamento, nessun indizio, eppure sembrava che Yumi sapesse tutto di loro..e loro nulla di lei...

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Capitolo 6
*** Rientro in scena di Yumi ***


Yumi osservava da lontano, nascosta tra le foglie, la casetta dove Matt e Mello si erano rifugiati. Era il loro nuovo covo per continuare a seguire le indagini senza essere rintracciati, o perlomeno per rendere più difficile la loro localizzazione. Abitavano in quel buco orribile color verde-grigiastro per confondersi meglio con la natura, in quella sperduta periferia. C'era una grande vetrata però dalla quale Yumi poteva chiaramente distinguere se le luci erano accese o spente. Ed erano spente da un bel po'. Estrasse il coltello appuntito che teneva nell'apertura dei pantaloni sulla schiena. Lo avrebbe usato per rompere più facilmente la vetrata, se l'avesse colpita al punto giusto. Cominciò a muoversi a quattro zampe tra le foglie per avvicinarsi al covo. Una volta arrivata guardò dentro, ma le tende erano tirate, nessun problema, si sarebbe buttata lo stesso. Alzò il coltello e colpì ripetutamente la vetrata.
Il vetro si frantumò in mille pezzi che si sparsero sul pavimento di legno. La tenda fu scostata con un colpo secco.
Matt e Mello si svegliarono subito e videro la sagoma di una persona con un coltello in mano sotto la luce della luna. Mello cercò di raggiungere la pistola sul comodino, ma cadde per terra.
Matt invece estrasse quella che teneva sotto il cuscino e la puntò verso la sagoma che però avanzò senza preoccuparsi troppo.
Mello stava ancora tentando di raggiungere la pistola e ci era quasi riuscito quando questa lo bloccò a terra.
-Perchè vuoi uccidermi?- chiese senza il minimo segno di paura.
-Ma io non voglio ucciderti- rispose la sagoma.
-Identificati, o sparo!- minacciò Matt che aveva preso la mira.
Mello riuscì a vederla meglio, era la ragazza che aveva visto all'ospedale. Questa volta era determinato a farla fuori, si dimenò per cercare di liberarsi dalla presa ed afferrare finalmente la pistola ma la luce della luna entrò nella stanza e le illuminò i grandi occhi verdi che sembravano di porcellana. Non trasmettevano odio, nè erano minacciosi, sembravano più che altro stanchi, molto stanchi, eppure la ragazza pareva fosse così in forma e in buona salute. Quegli occhi, quello sguardo, gli erano così famigliari. L'aveva già vista, ne era sicuro...ma dove?
Matt intanto allungò il braccio per avvicinare l'arma alla ragazza senza rischiare di colpire l'amico.
-Non lo ripeterò più- e ineffetti stava per sparare.
-Matt, non sparare- affermò Mello con tutta tranquillità.
-Cosa? Ma perchè?-
-Perchè lo dico io… è Yumi. Non pensi che potrebbe tornarci utile dato che ormai è qui?-
-Giusto- si calmò l'amico abbassando l'arma. Yumi lasciò la presa e si rialzò in piedi, rimettendo il coltello nell'apertura dei pantaloni. Anche il biondo si alzò e andò a controllare i danni che la ragazza aveva causato alla casa.
-Come merda la ripariamo adesso la vetrata?- si arrabbiò.
-Se bussavo non mi avreste aperto- affermò Yumi appoggiandosi al muro cercando di guardare Mello negli occhi, ma quello, probabilmente non avendo la minima intenzione di essere osservato, si voltò e si mise a sistemare il letto, rimuovendo eventuali pezzi di vetro.
-Allora che mi dici? Prima di tutto...come ci hai rintacciato?-
-Ho i miei mezzi-
-Bene, e ci rivelerai chi sei e perchè non ti scolli da noi?-
-Ovviamente no-
-Ok, è stata una piacevole conversazione ma adesso stammi bene a sentire, come fai a trovarci sempre e a conoscerci dall'infanzia?- il tono del biondo si fece minaccioso.
-Sono una sensitiva- rispose quella come per sbeffeggiarlo e poi si avviò verso la cucina.
-Io la ammazzo- disse Mello allo stremo della pazienza ma Matt tentò di calmarlo.
-Io penso che lo scopriremo a tempo debito, Mello. Probabilmente se ci segue è per una ragione precisa-
-Allora hai cambiato idea anche tu sul fatto di farla fuori?-
-Sono titubante. Da un lato sa troppe cose, dall'altro non sappiamo perchè, ma sta pur certo che se stiamo per risolvere il caso Kira, questa ragazzina non sarà un problema!-
-Giusto- concluse Mello. –ma io non riuscirò mai a dormire con quella in casa…-
-Allora facciamo almeno finta, poi capiremo se è il caso di fidarci completamente-
Così si rimisero nel letto. Yumi appoggiata sulla soglia della porta della cucina aveva sentito tutto. Un ghigno le occupò la faccia.
-Ogni cosa a suo tempo..- sussurrò tra sé.


Angolo dell'autrice( nascosta da ore in un angolo ): Allora! Questa è la nuova versione del capitolo che ho tentato di perfezionare seguendo i consigli della mia fantastica recensitrice Donixmadness! Questo secondo me è il peggior capitolo fin ora, vediamo come si evolverà la situazione...a presto!

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Capitolo 7
*** Un'azione sconsiderata ***


Saranno state circa le 2.00 quando rincasai. Entrai nel covo, era stato un giorno faticoso, ero andato a trovare Halle Lidner per cavarle delle informazioni ma alla fine ero arrivato fino a Near e mi ero ripreso la foto che dimenticai alla Wammy’s. Matt già dormiva, ma dal bagno si intravedeva la luce accesa attraverso la porta chiusa.
Le possibilità erano le seguenti, o Yumi stava in bagno, oppure Kira aveva deciso di tendermi una trappola in bagno, a luci accese. Certo, come no...
Infondo che male c'era a divertirsi un po'?
Cominciai a spogliarmi ma i pantaloni me li lasciai addosso. Ero più inquietante con quei pantaloni di pelle. Mi veniva maledettamente da sorridere. Aprii la porta.
Avevo visto giusto, Yumi era nella vasca da bagno, mezza addormentata. Si voltò verso di me e i suoi occhi si spalancarono.
-Mello!?-
Mi avvicinai di scatto e le afferrai i polsi con una mano e con l'altra le tappai la bocca. Altrimenti avrebbe sicuramente gridato...ma infondo perchè non farla gridare...tanto eravamo in una zona proprio per attutire rumori di spari e roba varia. Tolsi la mano da sopra la bocca per sfilarmi i pantaloni.
Non gridava. Era terrorizzata.
Spostando leggermente una mano notai che sui suoi polsi c’erano dei tagli.
-A me la cioccolata, a Near i capelli e i giocattoli, a Matt le sigarette e i videogiochi e a te..l’autolesionismo?- mi scappò una risata.
-Non avrai seriamente intenzione di...di stuprarmi?- chiese con un tono di voce basso e tremolante.
Sulle mie labbra istintivamente si estese un largo sorriso.
-E perchè non dovrei? Infondo, tu sei una ragazza e io un ragazzo. Dio ci ha creati per fare sesso-
Non so da dove venisse tanta crudeltà ma trovavo quella ragazza estremamente provocante e basta, e poi sinceramente ero stufo delle seghe e il tempo per andare a puttane neanche l'avevo! Cioè c'era una ragazza nuda nella mia vasca da bagno! E pensare che quello stesso giorno avevo visto Halle sotto la doccia, chissà perchè non mi faceva lo stesso effetto. Ero il tipo che andava a istinto, lasciavo decidere a lui se una ragazza mi piaceva o meno. E poi se mi impuntavo su qualcosa, dopo era difficile fermarmi. Non mi rendevo mai conto di quando stavo oltrepassando un limite, come quando alla Wammy's io e i miei amici pestavamo Near, penso che se Roger non mi avesse fermato la maggior parte delle volte, il nano bianco sarebbe morto.
Anche questa volta mi ero spinto troppo avanti, alla fine lo sapevo che sarebbe successo. Ero ad un punto in cui difficilmente mi sarei fermato. Ormai ero eccitato.
Yumi stava per gridare ma le tappai nuovamente la bocca pensando che sarebbe stato molto spiacevole se Matt ci avesse sorpresi, e, liberatomi dei boxer, mi immersi nella vasca.
Per un attimo incrociai i suoi occhi terrorizzati.
"Non la guardare negli occhi, non la guardare" mi incoraggiai voltandomi dall'altra parte.
Ok, c'ero, l'avevo fatto. Yumi fece un movimento brusco, probabilmente le avevo fatto male.
Va beh, ormai poco importava, la cosa era fatta e il tempo non si rimanda indietro. A questo punto continuai fino alla fine.
Non avevo usato precauzioni ma infondo se restava incinta avrei potuto ucciderla...ma no! Ma cosa cavolo stavo pensando!?
Mollai la presa e uscii dalla vasca. Lei si alzò tremolante ed afferrò un'asciugamano, poi corse fuori scoppiando in lacrime.
Io mi accasciai al muro fino a sedermi per terra vicino alla vasca.
Questo avrei potuto evitarlo...davvero, avrei potuto...Ora, per un desiderio carnale avrei avuto una montagna di guai..."Agisci sempre così d'impulso" mi risuonavano nelle orecchie le parole di Near...
Guardavo verso la porta spalancata e mi sembrava tutto avvolto in una nebbia...Ma il caso Kira era veramente così importante dopotutto?
MA COME POTEVO SOLO PENSARLA UNA COSA DEL GENERE!? CERTO CHE ERA IMPORTANTE! ERA LA COSA PIU' IMPORTANTE PER ME...non era questo che volevo?
Mi sentivo così confuso, perchè l'avevo fatto? Ma perchè? E poi cosa c'entrava ora il caso Kira?...
Chissà cosa le avrei detto domani...ma chissà dove era corsa...oddio...sicuramente era andata via..VIA..
-YUMI! YUMI ASPETTA!- gridai alzandomi di colpo e correndo fuori dal bagno.
-Fermo- sentii la sua voce.
Era nel corridoio con l'asciugamano addosso, la faccia rossa dal pianto e una pistola puntata contro la mia testa.
-Tu non sei degno di seguire le orme di L!- mi urlò contro, scoppiando di nuovo a piangere -per questo ti ucciderò-
-Certo, capisco, ma propongo di rimandare a domani- così dicendo mi avvicinai a lei, che ovviamente non sparò, perchè non era in condizioni di farlo. Le sfilai l'arma di mano, la poggiai sul comodino e presi in braccio la ragazza. Non pesava quasi nulla. La portai nel letto e la infilai sotto le coperte. Non mi andava di cercarle un pigiama così le buttai una delle mie magliette e poi la seguii.
Lei si addormentò quasi subito ma avrà avuto un sacco di incubi per come si dimenava. Io passai gran parte della notte a guardarmela.
Bhè si, questa volta l'avevo proprio fatta grossa...

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Capitolo 8
*** Il valore dell'amicizia ***


Quando mi svegliai ero solo nel letto. Mi guardai intorno. Mi alzai e mi avviai verso la cucina, avevo una maledetta fame.
-Ciao Mel- salutai il mio amico -Sai che hai proprio un aspetto orribile oggi?-
-Matt, se n'è andata..-
-Yumi?-
-Si-
-O, Dio, ora non dirmi che ti dispiace!-
-Non è quello Matt...è che..- sembrava davvero preoccupato e insolitamente inquieto.
Ci sarebbe voluto un genio per capire Mello...se uccidi qualcuno non va bene, se non uccidi non va bene, se torturi qualcuno non va bene, se non lo fai va male...
-Matt..secondo te qual'è la cosa più brutta che potevo fare?-
-Tortura? Mutilazioni? Tagli?-
-No a questo ci pensava da sola...-
-In che senso?-
-Lasciamo perdere..fatto sta che credo di averla stuprata..-
-Credi? CREDI!? Adesso queste cose si credono? Ma ti rendi conto di quello che dici? O lo hai fatto oppure no!-
-Bhè...si-
-Mello ma che ti salta in testa? So che hai un carattere pessimo, ma questo! Ma perchè poi?-
-Ma che razza di domande fai!? Mi attraeva e ho agito di conseguenza-
-Le seghe ti hanno fuso il cervello, non riesco a credere che tu non abbia avuto autocontrollo fino a questo punto..- dissi mentre mi accendevo la sigaretta mattutina.
No, nemmeno io mi spiegavo quel gesto. Mello era un tipo di persona difficile, ma non pensavo che in questo rientrasse anche la violenza sulle donne. Quali altri crimini avrebbe commesso?
Non credo che a Mello desse tanto fastidio ciò che aveva fatto, non capivo cosa lo turbasse veramente in questa faccenda…
Si guardava avanti e fissava un punto nel vuoto mentre giocherellava con la sua collana.
Ah, ecco dov'era il problema, i ricordi.
-Mello, io lo so che stai ancora aspettando il ritorno di una certa persona, ma lo sai anche tu che probabilmente ti avrà già dimenticato oppure è morto.-
-NON DIRLO NEANCHE!- si rianimò quello spazzando via ogni cosa che si trovava sul tavolino davanti a lui.
Lo abbracciai, non sapevo come confortarlo. Dopo uscii dalla cucina con il cartone del latte e la sigaretta e mi avviai verso la finestra dai vetri rotti, li dovevo far riparare o li dovevo riparare io, nessun'altro lo avrebbe fatto. Era finito il cioccolato e dovevo andare a comprarlo...e forse mi toccava anche ripescare la Yum da sottoterra o da dovunque si trovasse, almeno avrei evitato che Mello continuasse ad essere tormentato dai ricordi. L'aveva stuprata? Chi se ne frega! L'avrei pagata o che so io. Ma volevo la felicità del mio amico, era ciò che avevo sempre voluto.
Alla Wammy's House ero sempre stato un tipo asociale, tutto il giorno alla Nintendo o alla PSP o a qualsiasi dispositivo che riuscivo ad ottenere da Roger o da Watari. Non giocavo mai con gli altri e non interagivo con loro. Poi arrivò Mello. Lui mi sconvolse e mi cambiò la vita. All'inizio i suoi sbalzi d'umore e i suoi sfoghi di rabbia mi spaventarono molto ma dopo capii che potevo fidarmi, era molto leale infondo, infondo. Roger ci mise in stanza insieme, su ordine di Watari, ma penso che l'ordine vero e proprio fosse partito da L, anche se non ne ero sicuro. Insomma Mello mi insegnò tutto; come stare all'aria aperta, come giocare con gli altri, come fare a botte e specialmente mi insegnò l'unico valore che nella mia vita mi fu impartito: L'AMICIZIA. Esatto. L'unico valore che conoscevo. Dai miei genitori venivo sempre trascurato, fino alla loro morte, quindi non conobbi l'affetto e neanche l'amore perchè non mi ero mai innamorato di nessuno, ma conoscevo l'amicizia, quella vera, quella forte, sincera e duratura. Ineffetti fu quello il valore secondo il quale agii sempre, ignorando tutti gli altri.
Una lacrima mi attraversò la guancia. Mello era la persona a cui tenevo di più al mondo e senza di lui non riuscivo a vivere come si deve, perchè non mi era mai stato insegnato come avrei dovuto fare. Odiavo la solitudine. Mello era la mia salvezza, quindi se stava male per qualcosa allora dovevo aiutarlo. E volevo farlo a tutti i costi.
Lui, il mio migliore amico.

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Capitolo 9
*** Un posto dove stare ***


Alzai la testa.
-Wroooom- l'aereo che tenevo in mano sorvolò la mia costruzione.
Il cellulare di Halle squillò e lei rispose.
-Near, c'è una ragazza in linea, dice di chiamarsi Yumi e di trovarsi alle porte del palazzo. Vuole entrare e parlare con te, cosa le devo dire?-
-Falla entrare, no?- dissi mentre si estendeva un sorriso sulla mia faccia. Era lei, era tornata. Sollevai un pezzo della costruzione e ne estrassi un nuovo pupazzetto, l’avevo nascosto lì da tempo. Ci avevo lavorato per molto, ma fino a quel giorno non lo avevo mai messo tra gli altri.
Questo pupazzetto aveva i capelli lunghi e castani, gli occhi verdi e un espressione sconsolata.
-Sbam!- lo gettai dall'alto in mezzo a tutti gli altri che caddero di lato o rotolarono più in là.
-C'è chi porta consiglio e c'è chi porta scompiglio- affermai sghignazzando.
-Ma..Near, cosa intendi?- chiese Jevanni.
-Non ne ho idea- risposi tornando serio. Ero troppo impegnato a sentire il rumore dei passi registrati dai microfoni della ragazza che si avvicinava e la osservavo attraverso le telecamere. Mi ricordava un po' Mello nella sua determinazione, ogni passo una dichiarazione di guerra, ma me lo ricordava specialmente per i vestiti. Portava un cappotto nero con il cappuccio con...all'improvviso mi fu tutto più chiaro, non è che il cappotto somigliasse a quello di Mello, lo era. Probabilmente glielo aveva fregato. Ineffetti le stava troppo grande. Arrivò nella stanza, non mi voltai, perchè affaticarsi? Sarebbe venuta lei da me.
-Near-
-Ciao amico, o dovrei dire amica, visto come stanno le cose?-
-Non è il momento di fare dello spirito, Near. Io ho bisogno di un posto dove stare-
-Interessante che tu lo venga a chiedere proprio a me! E i tuoi amici mafiosi? Jim, Gordon e chi so io..?-
-Se lo chiedessi a loro presto si verrebbe a sapere che sono ancora in vita e mi cercherebbero per uccidermi.-
-Va bene- acconsentii per poi far passare il trenino rosso sotto una galleria.
-Near mi ascolti?-
-Certo-
-Bhè, non si direbbe-
-Bhè e non si direbbe neanche che eri un ragazzo, una volta-
-MA CHE FAI?! MI PRENDI PURE PER IL CULO!?-
-E Mello? Gli hai detto di non preoccuparsi perchè non è omosessuale?- stavo giocando con il fuoco, o meglio con la pazienza di Yumi, che forse era anche peggio.
-Mostriciattolo io ti uccido!- minacciò rompendo il vetro che conteneva l'estintore antincendio per prelevarlo. I miei agenti alzarono le pistole.
-Vogliamo abbassare le armi?- suggerii a loro.
-Perchè ti comporti così?- gridò Yumi sull'orlo di una crisi di nervi.
-Se avete problemi di coppia posso sempre raccontargliela io la verità a Mello- non avrei dovuto dirlo, ma era tardi.
Yumi si mise ad urlare e con l'estintore buttò giù la mia costruzione, TUTTE le mie costruzioni. Poi si calmò, posando l'arnese. Gli agenti erano stupefatti per l'accaduto e non penso che avessero capito bene ciò che era appena successo.
Yumi si buttò a sedere a terra vicino a me ad osservare le rovine respirando pesantemente per lo sforzo di prima. Poggiai la mia testa sulla sua spalla. Le sue reazioni erano imprevedibili e il suo modo di comportarsi era indecifrabile, forse proprio perché non riuscivo a prevederla che vicino a lei mi sentivo sempre così sicuro. Persino quando mi picchiava alla Wammy’s mi faceva sentire a casa, mi faceva sentire più a casa di chiunque, sempre. Non sapevo precisamente perché e questo era anche un motivo in più, perché era raro che io non sapessi precisamente le cose…
Con una mano cominciai a mettere in ordine, con l'altra mi afferrai una ciocca di capelli e l'attorcigliai per bene.
Yumi si buttò a terra all'indietro a fissare il soffitto, poi con la mano cercò uno dei miei aerei e lo sollevò in alto davanti a sè.
-Bzzzz bzzzzz bzzzzzz-
Ecco un altro esempio della sua imprevedibilità. Un’ attimo prima mi stava distruggendo tutti i giocattoli e un’ attimo dopo si metteva a giocarci. Voltò la testa di lato e notò i miei pupazzetti.
-Hey Near-
-Si?-
-Perchè fai dei pupazzetti tanto brutti?-
Lo ammetto, mi sentii un po’ offeso.
-E' arte- le spiegai -e poi non sono i pupazzetti che sono brutti, sono le persone da cui ho preso spunto.-
-Povero Mello- concluse lei osservando il forse più brutto di tutti i pupazzi.
Sorrisi.
-Ehm Near, posso usare il tuo bagno per tingermi i capelli di turchese?-
La guardai, erano viola. Quando l'avevo vista l’ultima volta erano rosa.
-Certo- le risposi.
Si tirò su in posizione seduta e mi abbracciò. Non me l'aspettavo ma infondo infondo ero un po' felice di ricevere attenzioni e di sentire che al mondo c'era ancora qualcuno che mi voleva almeno un po' di bene...

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Capitolo 10
*** Una notte in bianco ***


Mi svegliai e senza aprire gli occhi tastai nel letto con le mani per cercare Matt e Mello ma i miei due amici non c'erano. Poi mi ricordai, ero da Near. Che posto freddo che era. Mi sedetti sul bordo del letto e guardai fuori dalla finestra e non vedevo che palazzi, era un panorama orribile. Mi venne una certa nostalgia della Wammy's House, con il signor Roger, i bambini rumorosi, l'erba verde e gli alberi che potevo vedere da fuori dalla finestra. Sarebbe stato un paradiso se non ci avessero scaricato addosso tutta quella tensione. Infondo i bambini hanno solo bisogno di giocare...Mi alzai e mi avviai verso la camera di Near che si trovava affianco alla mia, prima di entrare mi affacciai.
Vidi una stanza simile alla mia, bianca come quelle da ospedale, una grande finestra con delle grandi tende bianche trasparenti che stava spalancata e Near che stava seduto sul letto nella sua solita posizione contorta mentre si torturava una ciocca di capelli. I suoi occhi guardavano lontano, oltre la città penso, in un mondo dove sarebbe potuto essere un normale bambino e giocare sotto il sole,correre e ridere come tutti. Certo in realtà non lo potevo sapere a cosa stesse pensando ma io lo avevo sempre immaginato così. Alla fine alla Wammy's non penso fossero mai cresciute persone psicologicamente sane o normali, secondo me erano tutti malati, deboli e psicopatici. Come me. Come Mello. In ogni caso il mito dell'insensibile Near ero certa che fosse solo una balla, per me era tutta una maschera.
Avrei voluto parlargli o fare qualcosa, ma sicuramente non sarebbe cambiato niente, infondo cosa mai avrei potuto dirgli? Così presi ed andai nella sala computer. C'erano ancora le rovine delle costruzioni che aveva fatto e che io avevo distrutto. Mi sedetti e cominciai a rimontare tutto con pazienza.
-Chi è là? Cosa fai?- sentii un sussurro minaccioso alle mie spalle.
Mi voltai, era solo Jevanni. Gli feci cenno di stare in silenzio.
-Sto riparando i danni che ho causato- precisai.
Lui si sedette su una sedia.
-Non disturberò Near per questo ma non posso neanche lasciarti sola in sala computer.-
-Rimani- dissi chiudendo il discorso mentre afferravo un pezzo di scotch per salvare un giocattolo che si era diviso in due.
______________________


-Jevanni! Jevanni!- richiamai alla realtà l'agente che si era addormentato sulla sedia.
-Ah, si! Eccomi-
-Io vado-
-Devo prima chiedere il consenso di Near-
-Oh, non ti disturbare Jevanni, ma ho un importante messaggio per lui!-
-Che genere?-
-Del genere molto privato e importante!-
-Glielo riferirò questa mattina, non lo dimenticherò, tranquilla-
-Dì a Near..che gli voglio bene-
Jevanni mi guardò sorpreso. Eh sì, per lui sarà sembrata pure una presa per il culo ma quale essere umano non ha bisogno di sentirsi dire: ti voglio bene?

Mi affrettai a lasciare l'edificio. Probabilmente sarei tornata da Matt e Mello...tutti hanno diritto a una seconda opportunità, non volevo condannarlo...Infondo io lo conoscevo, anche se quello che aveva fatto mi aveva lasciato una confusione e un’angoscia, che il solo pensiero mi divorava lo stomaco. Di chi potevo fidarmi a questo punto? Near era inavvicinabile, Matt era sempre dalla parte di Mello….e Mello.…Mello. Di altri amici non ne avevo, avevo solo nemici, persone che mi volevano uccidere…
-Josuke, mi manchi da morire!-
________________________


 
Mentre camminavo nella metropoli notturna, in cui lo smog si mescolava al rumore tipico delle macchine sfreccianti, all'improvviso cominciò a piovere. Ero arrivata in una stradina che portava con se i dolori della mia infanzia, all'improvviso ricordai. Mi fermai davanti a quel palazzo e alzai gli occhi per vedere se al terzo piano, nell’ultimo appartamentino, c'era ancora la luce, ma era tutto spento. Non sapevo se ci abitassero. Un fulmine potente illuminò tutto il palazzo con gli appartamenti, mi sentii paralizzata, i miei occhi spalancati fissavano solo un vecchio palazzo ma vedevano molto di più.

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Capitolo 11
*** La tragedia di due Gemelli ***


-Ma che succede!?- gridò la madre terrorizzata mentre buttavano giù la porta.
-Non lo so tesoro, prendi i bambini!-
Seduta in cucina a mangiare nutella con le mani, c'era una piccola bambina dai grandi occhi verdi e i capelli castani a caschetto di circa 6 e mezzo, 7 anni, con il suo fratello gemello uguale a lei, stessi occhi, stessi capelli, persino stessa pettinatura e stessa costituzione. La differenza era solo che una era femmina e l’altro maschio, ma siccome erano piccolini questo ancora non si notava.
La madre corse in cucina e si chinò vicino ai gemelli.
-Ehy adesso facciamo una bella cosa, giochiamo a nascondino eh!?- tentò di calmarli, poi li prese e li  mise in uno dei grandi cassetti della cucina. C'era una piccola fessura nel legno dalla quale potevano sorgere in modo sfuocato e poco chiaro quello che stava accadendo.
 
-Dove sono i diamanti?!- chiesero degli uomini armati di mitra mentre entravano nella casa.
Avevano già fatto una strage nel palazzo, c'erano cadaveri ovunque.
-La prego non spari, li vado a cercare subito!- disse il padre.
Ineffetti, proprio quel giorno aveva trovato dei diamanti nella spazzatura in un vicolo e se li era portati a casa. Probabilmente erano di qualche banda di malfattori locali  che li avevano nascosti lì qualche minuto per non averli con sè per ragioni sconosciute. Quando erano tornati a prenderli e si erano accorti che non c'erano più, si erano affrettati a rintracciare chi avrebbe potuto prenderli...
Il padre riapparve con i diamanti.
-Eccoli signori, ecco sono tutti qua, ma per favore, risparmiateci!- implorò, ma senza successo.
Gli uomini aprirono il fuoco, uccidendo sul colpo la madre e ferendo mortalmente il padre.
-Mamma! Papà!- gridò la piccola spingendosi fuori dal cassetto.
-Sparale!- urlò uno degli uomini vedendo che il complice stava esitando.
Uscì anche il suo gemello confondendo i rapinatori. La bimba afferrò un'estremità della tovaglia del tavolo e quando l'uomo si avvicinò abbastanza diede uno strattone che gli fece volare in faccia tutti i coltelli, piatti e posate varie che si trovavano sul tavolo. 
Il padre si stava riprendendo e afferrò i figli in un momento di scompiglio generale, corsero giù per le scale, inseguiti dai rapinatori. Lui li fece correre dall'altra parte della strada, loro si voltarono lanciando grida di incoraggiamento al papà affinchè riuscisse ad attraversare anche lui ma fu investito e il cadevere cadde ai loro piedi.
I gemelli iniziarono a correre lungo il marciapiede ma il maschio inciampò e caddè e così fu catturato. La femmina smise di correre e si voltò terrorizzata.
-Ora ci divertiamo un po’- sghignazzarono i malviventi mentre estraevano un coltello, puntandolo sul maschio.
La femmina stava per correre in suo aiuto ma due di loro la fermarono, tenendola per le braccia.
-GUARDA!- le urlò uno di loro alzandole la testa per i capelli.
Gli uomini cominciarono ad accoltellare il suo gemello.
-NO! NO! Vi prego!- supplicava lei dimenandosi, ma non furono affatto commossi dalle sue parole. 
Il maschio alzò per l’ultima volta gli occhi verso la sua gemellina che aveva la faccia deformata dal pianto, dalla rabbia e dalla disperazione più profonda, poi morì. I rapinatori lasciarono scivolare per terra il suo corpo senza vita.
A quel punto dovettero lasciare per forza anche lei perchè stava arrivando la polizia che nel frattempo era stata chiamata da qualcuno che aveva sentito gli spari.
La bambina cadde a terra guardando fisso davanti a sé e realizzando piano piano ciò che era successo lanciò un grido di disperazione nella notte tempestosa, mentre il sangue del suo gemello si mischiava all’acqua sporca che scorreva nella città. 
Respirava a fatica tenendo tra le mani, stretto a sé, l’unico ricordo che le rimaneva di loro. Una collana, un rosario per la precisione, fatto di perline rosse con un crocifisso d’argento.



 

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Capitolo 12
*** Tormento ***


Era così che ci si sentiva dunque, a diventare da buoni a cattivi? Ma che sciocchezze, buoni? Io non lo ero mai stato! Anche alla Wammy's tutti dicevano: "Mello è cattivo, Mello è il bullo!". Quindi buono non ci ero mai stato, no?
Diedi un altro morso alla tavoletta. Menomale, menomale che avevo con me la cioccolata.
Dunque se non ero mai stato buono allora perchè mi dava fastidio sapere che avevo fatto del male a qualcuno che le possibilità di difendersi non le aveva? 
Mi grattai i capelli. Che schifoso nido di pulci, me li dovevo lavare quella sera stessa. 
Quegli occhi verdi..
-Merda!- esclamai buttando a terra il tavolino vicino al quale ero seduto. Ma chi se ne importava, tanto Matt sarebbe tornato presto e avrebbe ripulito. 
Il mio sguardo andò a posarsi sulla bruciatura che avevo sul braccio. Oramai ero rovinato. Un rottame. L'unico modo per affermare la mia rivincita sarebbe stato quello di risolvere il caso Kira, realizzando l'unico sogno che mai si formò nella mia mente contorta. Essere il numero uno...
Strinsi tra le mie mani il rosario che portavo al collo. Al mondo, da qualche parte, c'era sicuramente qualcuno che sarebbe stato dispiaciuto del mio comportamento.
In quel momento vidi tutto così chiaramente. Quella persona che io aspettavo di rivedere da anni, che volevo rendere partecipe della mia vittoria, che mi aveva fatto sentire amato...mi aveva abbandonato! PROPRIO COME I MIEI GENITORI! Si, era l'unica spiegazione! Ero stato piantato in asso anche da lui! Quel giorno, quando mi fece quella promessa, probabilmente stava già ridendo dentro di sè perchè era riuscito ad illudermi, in realtà non interessava a lui come non interessava a nessun membro della mia famiglia...ERO UNO SCARTO!!!
Lanciai un urlo di rabbia che risuonò per tutto il covo.
All'improvviso sentii bussare e i miei pensieri svanirono facendomi precipitare di nuovo nella schifosa realtà. Mi alzai in piedi furibondo, avrei sfogato tutto su Matt, ero troppo cieco per accorgermi che anche se fosse stato tutto come avevo pensato, Matt c'era, e anche in quel momento stava cercando Yumi per chiarire le cose, stava facendo tutto per me. Non gli era mai dispiaciuto di essere sempre nella mia ombra e mi lasciava sempre prendere il merito di tutto e non mi rendevo conto che per me un amico come lui era indispensabile, perchè senza sarei già impazzito completamente.
Aprii la porta, ma per mia sorpresa non era Matt ma era Yumi che guardò verso di me con un' espressione stanca , come fanno i cani quando sanno di dover morire e danno un ultimo saluto al padrone.
-Avanti entra!- le dissi scocciato.
Lei si fece avanti e si tolse il MIO cappotto per appenderlo. Dopo si mise a cercare un fon per i capelli, inzuppati dal diluzio, che notai erano diventati turchesi.
-Perchè sei tornata?- chiesi arrabbiato -Vuoi che ti uccida? Che abusi ancora di te? Vuoi essere picchiata e maltrattata? Ma cosa vuoi?!-
-Perchè....perchè non...me lo hai chiesto almeno...- mormorò la ragazza.
Adesso neanche la parte della vittima le stava bene!? ma non scherziamo! Mi faceva arrabbiare più di tutti, quasi quanto Near...anzi, forse come lui. Mi voltai verso di lei e la spinsi sul letto afferrandola per i polsi.
-Non mi fare arrabbiare, non ti conviene!- minacciai, ma lei evitò il mio sguardo e si voltò dall'altra parte. 
Non ci vedevo più dalla rabbia, ma come si permetteva?! Era un incitamento a stuprarla di nuovo? In ogni caso sapevo di dovermi controllare, questa volta non avevo intenzione di fare nulla. La lasciai, mi rialzai in piedi e feci qualche passo indietro.
Anche lei si rialzò in piedi poi mi si avvicinò di colpo e tentò di baciarmi. 
Le afferrai un braccio e glielo feci girare dietro la schiena, puntandole una pistola alla tempia.
-MAI! Non devi MAI provare a farlo capito?-
-Quindi fare sesso si, baciare no? Illustrami i tuoi principi per favore perchè non ti seguo- mi prese in giro quella, potevo sentire dalla sua voce che stava provando una gioia sadica, si stava prendendo gioco di me.
-C'è solo una persona che ho baciato in tutta la mia vita, non permetterò che ricapiti con nessun'altro!- risposi senza neanche rendermene conto.
Intanto Yumi si liberò dalla presa torcendomi l'arma fuori dalla mano e il suo viso si riavvicinò pericolosamente al mio, io afferrai la prima cosa che capitò, una bottiglia di vino, e gliela spaccai in testa. La ragazza cadendo fece un gran tonfo.
-Quale passaggio non ti era chiaro?- chiesi al corpo svenuto sorridendo sadico.
Mi risiedetti sulla sedia di prima. Speravo di poter riprendere a mangiare la mia cioccolata in pace ma allora si spalancò la porta ed entrò velocemente Matt tutto nervoso, frastornato e inzuppato di pioggia per il diluvio.
-Mello! Mello! Fermo! Non lo fare mai più, Near ha detto che se lo rifai ti uccide!! Ma...ma non è come pensi! Non gliel'ha detto lei, lo ha capito da solo!-
Sollevai gli occhi verso il mio amico tutto travolto come se avesse visto un fantasma.
-Oddio! L'hai uccisa? Dimmi che non hai fatto cavolate!- cominciò a lagnare vedendo il corpo della ragazza a terra con intorno i vetri di bottiglia e un po' di sangue.
-No, le ho solo dato un sonnifero molto pesante- cercai di fare dello spirito.
-Mello non la uccidere perchè c'è una cosa che credo soltanto lei potrà spiegarti...- 

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Capitolo 13
*** La nuda verità (Parte I) ***


Tra indagini e pedinamenti, una mattina trovammo il tempo di andare nel parco abbandonato che stava dietro il covo. Near non è che  avesse vuotato il sacco, ma aveva detto abbastanza, a quel punto lo avevo capito anche da solo e penso che pure Mello lo avesse capito da tempo ma era troppo ferito per ammetterlo e aveva troppa paura di sperare di nuovo in qualcosa. 
Mi guardai intorno, chissà perchè quel luogo fosse stato abbandonato, l'erbaccia si era rubata tutti i giochi, messi lì apposta per i bambini, mi dispiaceva non sentire le loro risate, a me infondo i bambini piacevano, ma non quelli che eravamo noi alla Wammy's House, ma i bambini veri! Quelli spensierati, felici, quelli che piangevano solo perchè la madre non gli comprava lo zucchero filato...
-Allora Yumi, cosa devi dirmi?- chiese Mello scocciato.
-Non è così facile…insomma…vorrei poter cominciare da un punto, ma sono troppi questi punti…- rispose lei nervosa mentre si grattava i capelli turchesi... Perfetto! Mello adesso aveva attaccato le pulci pure a lei! Pensai mentre mi sfioravo i capelli perfettamente puliti. Mi sedetti su una panchina e presi in mano la PSP. Non volevo disturbarli.
Ad un tratto però successe una cosa che sarebbe stato meglio evitare perché troppo improvvisa e troppo incredibile.
Yumi stava cercando di parlare quando intravide le vecchie altalene. In quell’istante l’istinto prese il sopravvento su di lei, si precipitòa sedersi e partì. Su e giù…I vizi, sono i vizi che ci fregano, maledetti vizi. Misi via nervoso la PSP, mi tolsi la sigaretta di bocca e la lanciai lontano. Mi alzai e andai verso Mello, era pallidissimo in viso.
-E’…E’ lui…Matt…è lui!- sussurrò indicando verso la ragazza sull’altalena –è J!-
Merda! Lo aveva scoperto nel peggiore dei modi.
-Mello, cerca di calmarti- tentai di parlargli, ma era impossibile.
-J!- gridò. 
La ragazza sull’altalena si fermò di colpo. Si alzò in piedi senza voltarsi.
-Si?- chiese con tono distaccato.
-Allora…allora è vero!- gli occhi di Mello si spalancarono.
-Si-
-Ma…ma non è possibile! Tu sei una femmina!-
-Già, e per prevenire altre domande, si, lo sono sempre statA-
-Ma allora chi?...-
-Ero io, va bene?! Non volevo mentire ma non potevo accettare la morte di mio fratello quindi dissi che ero io, rubandone così l’identità…è partito tutto come un errore ma poi Watari, Roger e specialmente L hanno deciso che nessuno avrebbe dovuto saperlo…-
-E perché?-
-Non lo so, non me lo dissero mai…ma non nego che fosse molto divertente…-
-Perché proprio J?-
-Era l’iniziale del nome del mio gemello…-
-Chi mi garantisce che alla Wammy’s eri proprio tu e non lui allora!?-
-E’ MORTO!-
-Lo so, ma ne siamo sicuri?-
-Ma come ti permetti!?- strillò la ragazza scoppiando a piangere.
Guardai il cielo, delle grosse nuvole stavano oscurando il sole, probabilmente stava per mettersi a piovere…
-NON TI CREDO! VOGLIO UNA PROVA TANGIBILE!- scoppiò Mello completamente sconvolto, puntandole contro la pistola.
-Guarda!- gridò la ragazza scoprendosi una coscia sulla quale c’era la cicatrice di un taglio –nel giardino mentre giocavamo a palla!!!- Poi si rigirò un braccio sul quale si vedeva un’altra cicatrice sbiadita. –Il morso di Randal!- continuò a gridare sempre più ansiosa e tremolante. Infine con un ultimo movimento veloce si scoprì il bacino con una terza cicatrice. –Il tavolo, QUANDO AVEVO FATTO A BOTTE CON TE!- finì sconvolta.
Mello abbassò l'arma. Ci furono dei minuti di silenzio, nessuno dei due si mosse. 
Io li fissavo sperando che uno di loro prendesse l’iniziativa e si riabbracciassero dopo tanto tempo, come in quei film romantici e strappalacrime, o che magari si baciassero con passione…ma niente, erano lì fermi. Sentii un tuono e iniziò a diluviare. 
Stavo per dire qualcosa io, anche se non so bene cosa, ma solo così, per smuovere le acque quando il braccio di Yumi si alzò ad indicare in avanti verso il biondo.
-Ecco, quella che porti al collo è la prova più tangibile di tutte, tu custodisci tutto ciò che mi resta del passato, è il rosario che ti regalai insieme alla mia promessa, quando scappai dalla Wammy’s.-

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Capitolo 14
*** La nuda verità (Parte II) ***


A quel punto gli occhi di Mello diventarono umidi.
-SI, LA PROMESSA, QUELLA CHE NON MANTENESTI MAI!- gridò guardandola con odio e cercando di trattenersi dal piangere, che non era assolutamente nel suo stile.
Infatti non aveva più pianto da quando aveva compiuto 13 anni. 
-NON E' VERO!- ribattè Yumi neuroticamente. -Io tornai alla Wammy's House ma tu non c'eri più...te n'eri andato, NON MI AVEVI ASPETTATO!-
-MA COSA CREDEVI?! CHE FOSSI RIMASTO LI' PER SEMPRE SPERANDO IN UN TUO POSSIBILE RITORNO? Circolavano un sacco di voci, si diceva che eri morto...ah no scusa, a questo punto dovrei dire morta!- finì la frase con un tono offensivo.
-Ma sii felice che almeno non sei gay!-
-Non sono gay...NON SONO GAY!? MA MI PRENDI PER IL CULO!? SAI QUANTO ME NE IMPORTAVA SE ERO GAY O NO!? VOLEVO CHE TU RESTASSI, ANZI NO, IO AVEVO BISOGNO CHE TU RESTASSI, MA EVIDENTEMENTE AVEVI COSE PIU' IMPORTANTI DI ME!-
-Non buttiamola sulle priorità per favore, ti ho aiutato dall'inizio, tu neanche te ne sei reso conto, ma ti ho facilitato tutto entrando nella mafia prima di te! Io ero Bob.-
-COSA? LO SAI COME MI FAI SENTIRE UMILIATO? PER UNA VOLTA NELLA MIA VITA, UNA VOLTA SOLTANTO, CREDEVO DI AVER FATTO QUALCOSA COMPLETAMENTE DA SOLO, COMPLETAMENTE GRAZIE A ME! MA TU LO HAI ROVINATO! TU MI HAI ROVINATO! TU MI HAI ROVINATO LA VITA!- 
Yumi sembrava esausta, le lacrime le scendevano lentamente dagli occhi, si lasciò cadere sulle ginocchia. Ci furono altri minuti di silenzio imbarazzante..Poi inspiegabilmente scoppiò in una forte risata. Quando ebbe finito un sorriso maligno le coprì la faccia.
-La nostra vita era già rovinata prima di arrivare alla Wammy's, nel preciso istante in cui all'improvviso tutto cambiò, ancora oggi ci portiamo dietro le croci pesanti di quelle tragedie. A cosa pensi sia dovuto il tuo complesso di inferiorità, Mello? A Near? Andiamo, non puoi essere così ingenuo da pensarla così...E' dovuto al fatto che i tuoi genitori ti sminuivano ed eri sempre l'ultimo nei loro occhi, il combinaguai, mentre tuo fratello era il classico maialone di papà- disse schiettamente la ragazza. Mello guardò in basso e strinse i polsi. Lei continuò -e tu Matt? Perchè vuoi così bene a Mello? Ineffetti solo a lui?...Perchè è stato il tuo primo amico, perchè ti ha insegnato cosa si prova a vivere! Perchè prima di morire, i tuoi ti trascuravano..e riguardo a me...sono tormentata tutti i giorni, tutte le ore e tutti i minuti, che se solo quel giorno mi fossi voltata in tempo, che se solo quel giorno avessi fatto qualcosa, mio fratello sarebbe ancora vivo. E mi odio per questo. Qualsiasi cosa farò nella vita, nulla potrà liberarmi da queste catene, potranno essere allegerite, questo si, ma MAI spezzate, e mai è un tempo molto lungo...troppo lungo.-
Di nuovo il silenzio, non mi restava che ascoltare quel rumore intenso e martellante delle gocce d'acqua che ricoprivano tutto, magari avessero potuto lavare via anche il nostro dolore...Mamma, papà, mi volevate bene? Mi volevate bene almeno un po'?
Sentii come in lontananza il rumore del pianto disperato di un bambino, che urlava nella notte, sull'uscio della porta, stringendo a se il suo coniglietto di pezza viola, mentre i pompieri lo sorpassavano per entrare nella casa, cercando di domare quelle spaventose fiamme che portavano tanto calore eppure tanta paura. 
Mihael, cosa si prova ad essere abbandonati dagli stessi genitori? Dalle persone che avrebbero dovuto starti accanto più di chiunque altro? Era per questo che picchiavi sempre tutti? Era per questo che volevi essere il numero uno in qualcosa? Per compensare che fossi sempre l'ultimo? Quello di troppo? Quello sbagliato?
Yumi aveva ragione, i nostri passati ci avevano segnato profondamente e ci avevano fatti uscire un po' tutti da quella che si intende per "normalità"...
Ad un tratto un pensiero mi attraverò la mente oscurando tutti gli altri. E tu...Near?...Qual'era il tuo passato?
Alla Wammy's si diceva che lui aveva avuto il peggio del peggio, un vero orrore, ma cosa ci può essere di peggio di essere abbandonati come spazzatura o di vedere i tuoi genitori dimenarsi tra le fiamme o magari vedere la tua famiglia sterminata e il tuo gemello accoltellato davanti ai tuoi occhi senza poter intervenire...Non riuscivo ad immaginarlo, non poteva esistere un orrore così grande...quindi Near non si comportava così per assenza di sentimenti, ma perchè forse in lui il sentimento della rassegnazione nei confronti della vita contrastava troppo pesantemente tutti gli altri, in altre parole, lui viveva come fosse già morto, l'unica cosa che lo teneva in vita era quello che animava un po' tutti noi, quello che ci avevano insegnato sin dai principi alla Wammy's...lo spirito di sfida.

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Capitolo 15
*** Memorie dalla Wammy's ***


"Sentii il rumore del portone che si apriva. Posai la penna sulla scrivania. Stavo facendo i compiti in stanza con Matt. Cominciammo a sentire le voci dei nostri compagni così ci alzammo per uscire a controllare. Molti erano nei corridoi e si sentivano frasi del tipo: "C'è uno nuovo, guardate!" oppure "Watari è qui! Ha portato qualcuno con sè". Non ci volle molto perchè la folla si dilegui e proprio davanti a me passarono Roger e Watari mentre accompagnavano un bambino già ripulito e pettinato come si deve. Portava un caschetto come il mio, solo che era castano ed aveva due begli occhioni verdi. Aveva una faccia annoiata e priva di emozioni, ma quando mi vide i suoi occhi si illuminarono. Si immobilizzò a fissarmi. Avrei voluto dirgli qualcosa ma Watari tornò indietro e dandogli una lieve spinta sulle spalle accompagnandola alla porta della presidenza. 
-Ma che aveva da guardare quello?- mi chiese Matt che fino ad allora era stato in silenzio ad osservare la scena.
-Ma chi se ne frega! Torniamo a studiare!- sbuffai spingendolo in stanza e sbattendo la porta alle nostre spalle."
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"-J, non andare!- cercai di fermarlo. Dalla finestra penzolava una lunga corda fatta con le nostre lenzuola, il mio amico più intimo di sempre se ne stava andando e io non avevo la forza necessaria per seguirlo. I miei occhi si colmarono di lacrime.
-Non mi abbandonare come fecero i miei!- supplicai.
-Avanti Mello, fatti forza, i ragazzi non piangono così- mi sussurrò abbracciandomi forte.
-Portami con te!- riuscii finalmente a dire.
-No, è troppo pericoloso, ma tornerò, tornerò per te, lo giuro! Tu aspettami, ok?-
-Ok.......ma come faccio a sapere se tornerai!?- gli chiesi singhiozzando. Mi sentivo così male, il cuore correva così veloce e pensavo di morire da un momento all'altro.
-Mello, voglio che lo tenga tu, come simbolo della mia promessa, questo rosario ti proteggerà, non toglierlo mai- disse sfilandosi il rosario che portava al collo e posizionandolo sul mio.
A quel punto non ce la facevo davvero più, avevo la nausea sempre più forte e riscoppiai di nuovo a piangere.
-Non fare così ti prego, Roger potrebbe sentirci- mi ammonì. Io feci cenno di sì con la testa e lui si voltò per scendere. Non mi spiegavo bene perchè fosse così terribile per me vederlo andare via, forse per tutte le cose passate insieme, in ogni caso ne avevo bisogno, sempre...
Non ce l'avrei mai fatta. In quel momento pregai che Roger, o qualche istitutrice ci sentisse e lo fermassero, non potevo lasciarlo andare, sentivo che ne sarei morto.
-No, no, no, non andare ti prego!!!- ritentai afferrandolo per l'estremità della maglietta nera, che era uguale alla mia tra l'altro.
-Non riesco a stare qui, è troppo pesante e odio tutto quello che stiamo studiando, voglio essere libero, ma te l'ho detto...tornerò..-
-Ma..- cominciai un'altra frase intenzionato a convincerlo, però non riuscii a finirla perchè all'improvviso si avvicinò tantissimo, con una mano mi abbracciò a sè e l'altra la mise tra i miei capelli. Avrò avuto circa 11, 12 anni e non capivo bene cosa stesse per succedere. Sentii rumori di porte che si aprivano in lontananza, grazie al cielo qualcuno si era svegliato. Ma prima che riuscissi a pensare a quale sarebbe stata la prossima mossa, quello mi baciò. Ricordo solo che era morbido ed era una sensazione bellissima, forse perchè lo volevamo entrambi. Ad un tratto mi infilò la lingua in bocca, a quel punto indietreggiai spaventato ma dopo fui io ad inseguirlo quando stava per staccarsi. D'altronde alla Wammy's maturavamo tutti un po' tardi in questo campo, quindi credo di poter affermare che fui il primo in tutto l'orfanotrofio a baciare qualcuno a quell'età. J mi mollò all'improvviso, e fu un' interruzione parecchio spiacevole, poi si calò giù come un fulmine e corse via, infilandosi tra le sbarre del cancello. Ineffetti alla House eravamo tutti abbastanza magri...chissà perchè. E io lo vidi svanire nella notte, rimanendo come paralizzato a guardare il vuoto. Fu allora che Roger e due istitutrici irruppero nella stanza.
-Cos'è accaduto!?- mi gridò Roger, ma io non lo sentivo nemmeno. Continuavo a sentirmi paralizzato, gridai per piangere di nuovo ma le lacrime erano come pietrificate negli occhi e ricordo che divenne tutto poco chiaro e opaco, ricordo il pavimento freddo sul quale caddi e la voce di Roger che gridava: 
-Presto! Portatelo in infermeria! Probabilmente ha un attacco di panico!-
Ma cos'era un attacco di panico? Era questo il panico? La pazzia che ti pervade quando stai perdendo qualcuno e non sai cosa fare? 
Una delle istitutrici mi sollevò e mi portò fuori dalla stanza.
Da lontano sentii le urla di Matt che piangeva,  fino a quel momento sembrava che dormisse, ma probabilmente aveva di nuovo fatto finta e aveva visto tutto. Matt era così, non si mostrava debole davanti agli altri, io ero uno che crollava subito, lui uno che crollava dopo, l'unica cosa che avevamo in comune è che non crollavamo mai davanti agli altri. Poi riuscii a sentire le parole di conforto di Roger rivolte al mio migliore amico mentre cercava di farlo parlare e poi..buio.
Ecco, io da quel giorno non piansi MAI più; Avanti Mello, fatti forza, i ragazzi non piangono così

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Capitolo 16
*** La nuda verità (Parte III) ***


La pioggia si stava placando quando Mello interruppe il silenzio.
-Non ti credo.-
Yumi sollevò di scatto la testa basita.
Non le credeva? Ma..perchè?
Il mio amico estrasse dalla tasca un pugnale e lo gettò davanti a lei.
-Voglio un corpo a corpo, come quella volta, solo che adesso useremo anche i pugnali. Se vincerai tu ti crederò, altrimenti...- e senza finire la frase estrasse un altro pugnale per se stesso.
Ma certo...Mello alla Wammy's House aveva la macabra abitudine di fare un corpo a corpo con i nuovi arrivati che gli sembravano una minaccia per la sua sistemazione da capo-bullo. Fu così che J, o dovrei dire Yumi, entrò nella nostra banda...Vincendo contro di lui. Fu quella volta che si procurò una delle sue cicatrici sbattendo contro al tavolo. Ora si spiegava perchè sapesse tutto di noi, perchè effettivamente era sempre con noi ma in veste di ragazzo.
-Accetto la sfida- disse fieramente, afferrando il pugnale. Aveva pronunciato le stesse parole anche quel giorno nella mensa alla Wammy's.
Yumi partì all'attacco. I due corpi si scontrarono senza pietà sotto le cupe nuvole grigie che offuscavano la luce del sole.
E io che cosa facevo? Perchè ero sempre lo spettatore? Da quando era arrivata Yumi le cose per me erano peggiorate di nuovo, come quando divenne nostra compagna di stanza alla Wammy's. Mi faceva sentire inutile. Sempre al primo posto, sempre lei. Ma se a Mello stava bene io...ma chi volevo prendere in giro? Ero maledettamente egoista come tutti gli umani e non mi stava più bene! 
-BASTA!- urlai senza rendermene conto. I due si fermarono e mi guardarono.
-Incoscienti! Imbecilli! Stavamo lavorando al caso Kira, no? Ma a quanto pare voi state lavorando solo a far rinascere vecchi rancori, rimpianti e ad aprire ferite del passato. Ma non ve ne accorgete? Invece di stare al covo a continuare le ricerche e ad analizzare i fatti ve ne state qui, a duellare con dei pugnali? Non vi riconosco, soprattutto a te, Mello. ORMAI NON SIAMO PIU' ALLA WAMMY'S!- ecco, l'avevo detto, ce l'avevo fatta, mi ero reso utile.
Yumi si ricompose e si avvicinò a Mello.
-Facciamo che siamo pari?- chiese con lo sguardo abbassato.
-Facciamo...- consluse il biondo abbassando lo sguardo a sua volta.
E questa sarebbe la scena romantica? Cioè ho aspettato tutto questo tempo per...niente! 
Diciamo che a me piacevano le serie TV romantiche, quelle quando tipo alla fine si dichiarano tra le lacrime e si scambiano baci passionali. Forse mi interessavano e mi incuriosivano perchè io l'amore non lo avevo mai provato...In ogni caso dovevo aspettarmelo, Yumi e Mello non erano dei personaggi della televisione e non erano neanche due romanticoni. Loro erano...me li guardai per bene...erano violenti, sudati, bagnati dalla pioggia, sporchi di fango e decisamente mal ridotti. E poi Mello non l'aveva violentata? Allora perchè lei non diceva nulla? Assurdo...era un'altra cosa che non capivo...Non lo so ma io non ci sarei mai andato da una donna per costringerla a fare sesso con me, che orrore! Non era decisamente nel mio stile. Mi ricordo quando alla Wammy's mi presi una cotta per Linda e le regalai un sasso che raccolsi in giardino qualche secondo prima, non gradì molto il mio regalo e mi rifiutò educatamente. Ma io non avevo mai preso in considerazione l'idea di andare da lei e...io volevo solo vederla sorridere, perchè a me piacevano le ragazze che sorridevano sempre e che dicevano "Andrà tutto bene, vedrai!", quelle un po' stupide, sempre attive con le quali non ti annoiavi mai e che ti coinvolgevano sempre contro ogni tuo volere. Quelle che entravano a forza nel tuo mondo perchè non erano facili da scoraggiare ed erano subito pronte a giurare amore eterno per te, senza alcun fondamento. Quelle che somigliavano a..un cane. Fedeli e allegre. Che cosa meravigliosa! Le mie labbra formarono un sorriso imbarazzato. Chissà se un giorno l'avrei trovata una così. La mia Giulietta...oh, no, per carità! Giuliette no! Mi ricordai all'improvviso quando studiavamo alla House la storia di Romeo e Giulietta. A Mello piaceva molto, probabilmente perchè alla fine morivano tutti e nessuno viveva felice e contento; a me invece non piaceva per niente. Era una tragedia e pergiunta senza senso...
Mentre camminavamo verso il covo Mello interruppe il silenzio.
-Perchè sei rimasta lì a fissarmi, sai, quando ci siamo visti la prima volta alla Wammy's?...-
-Perchè Mello...tu, ecco, mi ricordavi moltissimo il mio gemello perduto...per questo per me fu molto importante sentirmi accettata da te.-

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Capitolo 17
*** Solo io posso farlo (Parte I) ***


Mello e Matt stavano lavorando al pedinamento di Misa a quel tempo...io ormai ero certa che Misa Amane non fosse più Kira, e davo una probabilità abbastanza grande al fatto che un tempo lo fosse stata. Dopotutto lo disse anche L. Ma ero sempre più certa che Yagami Light fosse Kira, e non fosse solo. Passavo le giornate a rimettere insieme le informazioni che si erano accumulate col tempo, come un puzzle, sperando di trovare qualcosa che mi sfuggiva per risolvere tutto. Mi sentivo un po' incapace, poi a peggiorare la situazione c'era il fatto che Mello e Halle si sentivano spesso al telefono e la cosa non mi piaceva affatto...Mi dava un profondo fastidio...
La tranquillità dopo un certo arco di tempo cominciò a nuocermi, non ero la tipa che stava calma. Ineffetti in questo punto fermo cominciavo a sentirmi sempre più agitata. Era mia abitudine dondolarmi dovunque mi sedessi, probabilmente dovuto a qualche disturbo psichico che mi era venuto per lo shock della perdita della mia famiglia e che mi era stato rafforzato dagli impegnativi studi della Wammy's. Mi dondolavo ogni giorno di più. Ma infondo tornando al discorso della Wammy's era proprio questo che mi fece scappare, ineffetti in quell'orfanotrofio giocavamo troppo poco e studiavamo decisamente troppo. Già da piccoli. A volte anche di notte, anzi spesso tutta la notte. Era un brain-training continuo. Volevano sfornare dei piccoli geni, ma a questo orrore io non volevo prendere parte. Ero un' anima libera, più abile nel fare che nel dire. Odiavo gli orali. Che disgusto! Ineffetti quando scappai trovai il modo di imparare ad usare la cosa che mi attirava di più: le armi. Ma era un amore letale, maneggiavo gli stessi arnesi che una volta sterminarono la mia famiglia. 
________________
 
Un giorno arrivò anche quella telefonata. Mello parlava con Halle ed era molto diverso dal solito, quasi afflitto da qualcosa, in qualche modo sapevo che sarebbe successo.
-Capisco, solo io posso farlo.- finì lui riagganciando.
Mi si gelò il sangue nelle vene, feci tutti i collegamenti possibili sperando che mi uscisse una soluzione diversa, ma a quanto pare Mello aveva deciso di sacrificarsi rapendo Takada e spingendo Mikami ad usare il VERO quaderno nell’eventualità che quello da lui tenuto fosse falso... Ma non me lo sarei mai aspettato da uno come lui. Cioè lui non voleva essere un pezzo del puzzle di Near, ma in questo modo lo sarebbe diventato! Il pezzo più importante, e Near, come al solito, si sarebbe preso il merito. Ingiustizia. Nessuno di noi due aveva la certezza che sarebbe morto, ma le probabilità erano troppo alte. 
Quel giorno a tavola ci fu un silenzio imbarazzante. Infine Mello si alzò.
-Vado a farmi un bagno- annunciò e si avviò verso la porta, si fermò vicino alla mia sedia e mi accarezzò i capelli come si usa fare con i cagnolini. Di solito non sopportavo questi trattamenti ma ero troppo sotto shock per ribellarmi.
-Dondolati di meno, così sembra che stiamo in manicomio- mi suggerì prima di andarsene.
Mi fermai subito. Era imbarazzante. Ineffetti ora che ci pensavo la Wammy’s mi ricordava un po’ quei ricoveri per i minorenni con problemi mentali. Probabilmente era dovuto agli shock che avevamo subito, e chi non ne aveva subito uno, se l’era sviluppato per la troppa pressione. Potevamo essere geni quanto volevamo, ma pur in questo modo eravamo condannati all’infelicità, segnati per sempre dai nostri passati.
Matt stava giocando alla DS e io ascoltavo i tic tac dell’orologio. Ero paralizzata. Il tempo scorreva. Stavamo ogni secondo più vicini al domani.
Matt si alzò.
-Vado a fare i letti…uhm..tutto ok?- mi chiese vedendo la mia faccia terrorizzata.
-Certo, certo!- dissi richiamata alla realtà.
Dovevo decidere presto. Presi il sonnifero che mi ero nascosta in tasca prima di cena, quello che si scioglieva in acqua. Dovevo stare calma. Calma. Misi nei loro bicchieri sonnifero a volontà. Poi mi alzai in piedi e mi avviai verso la camera da letto.
-Io vado a dormire- affermai.
Feci finta di dormire quando Mello uscì dal bagno.
-Hey, Matt..-
-Si?-
-Domani devi aiutarmi in un rapimento..-
-Va bene amico-
-Sarà rischioso ma non penso che ti accadrà nulla..-
-Mello…tu starai bene?-
-Me la caverò, me la cavo sempre!- affermò il biondo sforzandosi di sorridere, ma dopo il sorriso gli si cancellò dalla faccia –Matt, se non dovessi tornare…dai questa lettera a Yumi- finì, dando una lettera in mano all’amico.
Ora anche il rosso cominciava ad agitarsi, e si notava. Aveva capito che qualcosa non andava. Andarono entrambi in cucina.
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Saranno state circa le 3.00 di notte quando mi alzai e iniziai l’opera. Estrassi dal borsone in cui tenevo le mie cose due paia di manette che usavo di solito con le mie vittime quando lavoravo alla mafia durante le..opere di seduzione. Preparai le corde e immobilizzai i miei amici a letto senza che se ne accorgessero. Presi il giubbotto di pelle di Mello e i suoi pantaloni, le chiavi del motorino e il casco. Tentai di appiattirmi il seno il più possibile con una fascia, in realtà i vestiti di Mello mi stavano un po' grandi. Cercai a lungo tra le mie cose e trovai una parrucca a caschetto bionda. Infine per rendere più credibile la cosa mi ricreai con vari cosmetici una cicatrice sulla faccia, che somigliasse alla sua. Io non sapevo se loro erano a conoscenza della cicatrice, o meglio lui, Kira, sapevo solo che non dovevano cogliermi impreparata, specialmente se Takada avesse fatto la descrizione del suo rapitore. Doveva essere convinta. Era tutto pronto, ero pronta.
Andai in bagno e mi accasciai a terra..Se avessi sbagliato solo un piccolo dettaglio…avrei mandato a monte tutto il loro piano..sarebbe stata la fine…Ma perché L? Perché eri morto? Perché non c’eri tu a risolvere tutto, come sempre? Estrassi un coltello che tenevo sempre con me e mi inflissi un taglio sul braccio.
Cominciai a lacrimare silenziosamente. 
-L, io non sarò mai abbastanza per il compito che mi hai assegnato-

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Capitolo 18
*** Solo io posso farlo (Parte II) ***


Avevo bisogno di qualcuno che mi fungesse da "Matt", nel senso che avevo bisogno di un complice...niente di più facile. Mi misi in contatto con alcune persone della mafia e mi feci dare un uomo disposto a farmi da complice, che avrebbe dovuto creare il casino affinchè io rapissi Takada. Anche il piano di Mello doveva essere simile. Promisi una cifra alta in cambio del lavoro perchè avevo l'impressione che tanto sarebbe morto e non gli avrei dovuto pagare una lira. La cosa più difficile fu riuscire a nascondere la mia vera identità a quelli che una volta erano miei compagni.
Era giunta l'ora. Ero travestita e pronta all'azione. Salii sul motorino e partii, lasciando i miei due amici che ancora dormivano.
Il mio complice lanciò un fumogeno tra la folla mentre tutti stavano intorno a Takada.
Io passai con la moto vicino a lei e le proposi di salire a bordo.
C'era Halle, la sua guardia del corpo dall'SPK. La donna si voltò verso di me, mi guardò esitante per qualche istante. Speravo che l'avrebbe fatta salire, altrimenti sarei stata spacciata. LO FECE. Non saprò mai il perchè, ma mi feci varie ipotesi, come quella che forse mi scambiò per Mello, o perlomeno per un suo complice.
Svoltai in un vicolo per condurla ad un camion. Pensai sul momento che avrei avuto bisogno di fissarla a me con qualcosa per evitare che scappasse, ma non mi veniva in mente niente...non ci avevo pensato! Maledizione, una cosa così basilare! Aumentai la velocità del motorino, solo un pazzo si sarebbe buttato. Si sarebbe sfracellata e non sarebbe potuta andare lontano...ero speranzosa..
Speravo se la fosse bevuta e credesse che io fossi Mello, arrivammo al deposito dei camion.
Mello ne aveva acquistato uno qualche giorno prima e io ne avevo preso le chiavi, non mi restò che cercarlo.
Una volta dentro mi tolsi il casco, forse sarebbe stata la mia condanna, o forse no perchè associava me al nome di Mihael Keehl..sospettavo che avesse addosso dei fogli del quaderno così la feci spogliare.
-Anche l'intimo!- gridai.
-No, no ti prego, mi sento umiliata già abbastanza- mi supplicò. Ma non c'erano parole che reggevano.
-HO DETTO TOGLITI ANCHE L'INTIMO HAI CAPITO?!-
-No, ma cosa vuoi farmi!?- scoppiò a piangere quella. Sparai un colpo vicino alla sua testa, per un attimò si ammutolì e rimase immobilizzata dal terrore.
-Non strillare o il prossimo ti si conficcherà in fronte, ora ti spogli che non ho tutto questo tempo.
La donna scivolò sulle pareti del camion singhiozzante e tremante.
Non ce l'avrebbe fatta ad uccidermi in quelle condizioni, non mi andava di litigare oltre, quindi mi presi lo scatolone con i suoi vestiti e lo portai via. Dopo essermi cambiata mi misi alla guida del camion. Accesi la piccola TV che si trovava al suo interno mentre stavano annunciando la morte del mio complice. Avevo visto giusto, sorrisi, a quest'ora poteva esserci stato Matt al suo posto. Potevo forse affermare...di aver salvato una vita? Per la prima volta...
Parcheggiai sotto una vecchia chiesa e tentai di sbirciare cosa faceva Takada, avrebbe tentato di chiamare Kira, e quello sarebbe stato il punto cruciale.
Mi affacciai senza farmi notare dalla vetrata che ci separava. Stava scrivendo...stava scrivendo? Ma da dove aveva preso il foglio? Aha, ecco perchè quell'eccessivo pudore! Sbirciai ancora un po' per vedere meglio cosa stesse scrivendo: "Mih a...Miha el...Mihael Ke.." non era più necessario sbirciare, avevo capito. Un brivido mi percorse e tutto mi fu ancora più chiaro, ma certo! Mello si faceva uccidere da Takada, Takada chiamava Light per dirglielo, poi successivamente Mikami, che preoccupato per la piega che stavano prendendo gli eventi avrebbe usato il vero quaderno per ucciderla, pensando che magari Light non avrebbe potuto agire. Mello forse lo aveva capito prima di me..io avevo solo un'immagine annebbiata di quello che stavo facendo quella mattina...ma ora era chiaro! Vidi la donna che si alzava in piedi e cercava qualcosa, probabilmente per rompere il vetro che ci separava. Quando lo fece mi finsi morta, temevo che potesse controllarmi il polso o il collo, ma non lo fece. Prese il mio cellulare e chiamò Light. Sentivo la sua voce tremolante mentre spiegava di essere riuscita ad uccidere Mello e supplicava Light di salvarla. 
Il pensiero del corpo del biondo senza vita mi attraversò la mente e mi sentii soffocare, avrei voluto muovermi ma...NO, dovevo fare la morta. 
Il tempo non passava mai, Takada, dopo essersi fatta inviare una lista da Mikami, in evidente stato di shock, si occupava di giustiziare criminali! Assurdo! Nelle sue condizioni...che razza di persona che era Light..ed io appollaiata osservavo l'agonia della vittima. Avevo paura persino di repirare. "Devi fare la morta, devi fare la morta" mi incoraggiavo, ma era così difficile stare immobili per tutto quel tempo! Credo che dormii anche per un po'. Quando riaprii gli occhi era quasi l'alba, faceva caldissimo...IL CAMION ERA IN FIAMME!
"Sto per morire" pensai con le lacrime agli occhi. Alzai una mano per toccare il tetto del camion ma la ritirai subito perchè scottava. Poi mi prese il panico, volevo uscire e cominciai a dimenarmi ma le porte non si aprivano più. Ero spacciata. Tremolante mi sfilai dalla tasca la lettera che Matt avrebbe dovuto consegnarmi se Mello fosse morto e che io gli avevo sfilato mentre dormiva...se Mello fosse morto...che buffo...la mia vita, al posto della sua? 
Aprii il sigillo. "J, perdonami ma.." il resto della lettera aveva già preso fuoco...non lo avrei più scoperto...MA.

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Capitolo 19
*** Solo io posso farlo (Parte III) ***


Arrivai sul posto con un motorino che avevo rubato, con il volto coperto da un casco nell'eventualità che qualcuno mi vedesse. Non volevo rendere vano il sacrificio di Yumi. Oddio, il sacrificio, suonava così pesante! Arrivai il più veloce possibile sul luogo, c'erano già due macchine e tutti quanti stavano osservando l’incendio che stava consumando tutto. Presumo che attirai la loro attenzione quando lanciai da parte il motorino e mi precipitai tra le fiamme, non intendevo accettare l'idea che fosse già morta. Tirai giù il casco con un movimento svelto, tanto ormai non mi potevano più vedere. Aprii la porta del furgone e finalmente la vidi, più morta che viva, ma c'era. La tirai fuori.
-Mello...- mormorò.
-Si, si sono io! Andrà tutto bene, dobbiamo scappare dal retro!- per un attimo mi si gelò il sangue nelle vene, mi somigliava in modo impressionante! Dio come si era conciata! 
-Presto dovete uscire!- sentii alle mie spalle, era Halle che ci aveva seguiti, probabilmente incaricata da Near, ma aveva preso sempre molto a cuore la mia faccenda. Si muoveva verso di noi insicura tra le fiamme quando finalmente ci raggiunse.
-Uscirò, e dirò che siete morti- suggerì.
Io feci cenno di si con la testa, stringendo Yumi tra le braccia che non ne poteva di più del caldo, per non parlare del fumo che era così soffocante che non le faceva smettere di tossire.
Ad un tratto si staccò un pezzo del vecchio edificio e cadde su Halle che rimase schiacciata sotto le macerie e prese fuoco. Io mi allontanai istintivamente e Yumi lanciò uno strillo acutissimo. Cercai di calmarla tenendola più forte. Halle, con le sue ultime forze allungò la mano verso le nostre scarpe. Yumi si chinò di scatto ma io la tirai indietro.
-E' troppo tardi! E lo sarà anche per noi se non ci muoviamo!- e senza aspettare una risposta la afferrai e corsi verso l'uscita posteriore. Riuscimmo ad arrivare all'aria aperta, anche se tossimmo per un bel po' di tempo.
-Cos'era quel "ma"?- mi chiese strofinandosi gli occhi appena finì di tossire.
-Quale "ma"?-
-Quello nella lettera, nella lettera d'addio..sono arrivata solo fino al "ma" il resto si era già bruciato..-
-Ah, quello...lascia stare, non era importante...forse è meglio così.- 
-E tu come ti sei liberato?- 
-Male- le risposi ironicamente facendole vedere che avevo ancora le manette, solo che la catena che le teneva unite era spezzata.
-Yumi…perché l’hai fatto?- le chiesi.
-Ma lo sai, no?- rispose distrattamente.
-NO,NON LO SO!-  sentii la rabbia che improvvisamente si impossessava di me guardando quella ragazza che sembrava così piccola e indifesa, tutta sola, rischiando la vita per salvare quella mia e quella di Matt. Le mollai uno schiaffone che le fece perdere l'equilibrio e cadde a terra.
-Perchè mi picchi?!- mi guardò confusa e spaventata tenendo la mano premuta sulla guancia dolorante.
-TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI FATTO!? PER POCO NON CI RIMANEVI, ERA QUESTIONE DI SECONDI, YUMI, DI SECONDI!- cominciai a camminare su e giù per un breve tratto -SE IO FOSSI ARRIVATO UN ATTIMO PIU' TARDI...SE IO NON FOSSI RIUSCITO A LIBERARMI, SARESTI MORTA. CAPISCI? MORTA!- sfogai l'ansia che avevo accumulato durante la corsa col motorino nella speranza di rivederla.
All'improvviso l'espressione di Yumi cambiò e cominciò a gridarmi contro.
-E A ME NON CI PENSI? NON CI PENSI MAI!!! SE MORIVI TU E IO LA MATTINA MI SVEGLIAVO TRANQUILLA, IGNARA DI TUTTO, E APPRENDEVO DAL TELEGIORNALE CHE TU E MATT ERAVATE MORTI COSA AVREI FATTO? NON POTEVO VIVERE CON UN PENSIERO DEL GENERE DOPO TUTTO QUELLO CHE HO PASSATO, HO DOVUTO SOPPORTARE DI VEDERE LA MORTE DEL MIO GEMELLO SENZA POTER FARE NULLA, NON PERMETTERO' MAI CHE SI RIPETA! NON VOGLIO CHE LE PERSONE A CUI TENGO DI PIU' MUOIANO! NON RIUSCIREI AD ANDARE AVANTI! AVRESTI UCCISO ANCHE ME, IDIOTA! NON AVREI NEANCHE POTUTO LEGGERE LA TUA LETTERA D'ADDIO...-
Per un'attimo non riuscii a rispondere, di tutto quello che aveva detto una frase mi si era impressa nella mente "AVRESTI UCCISO ANCHE ME, IDIOTA!
Era forse possibile che qualcuno potesse tenere a me così tanto? E specialmente lei, dopo tutto quello che le avevo fatto passare...Provavo rabbia verso di lei per avermi abbandonato alla Wammy's, ma forse la capivo, lei non poteva sopportare una scuola del genere...E infondo era tornata, no? O meglio dire, infondo c'era sempre stata.
-J, andiamo a cercare un mezzo per tornare da Matt al covo che a quest'ora sarà preoccupato- le proposi incapace di rispondere al suo discorso di prima.
-Yumiko- mi disse con un filo di voce mentre l'aiutavo a rialzarsi in piedi.
-Che cosa?- chiesi.
-Il mio nome è Yumiko e mio fratello si chiamava Josuke, non farti ingannare dai nomi, siamo di origini Americane, mio padre ci ha chiamati così perchè aveva una passione per il Giappone.- mi rivelò.
-Io mi chiamo Mihael- cercai di dare qualche informazione in cambio.
-Lo so- mi rispose quella.
-E come lo sai?- le chiesi molto perplesso.
-Me lo ha detto Elle-



Angolo dell'autrice: Chiedo scusa per aver tardato a postare questo capitolo ma non solo ho avuto una serie di sfortunati eventi, ho anche dovuto apportare un paio di modifiche significanti! Ne approfitto per ringraziare molto Donixmadness perchè mi ha aiutato molto a riflettere sugli errori che troppo spesso commetto! Ma specialmente perchè mi rallegra sempre con le sue recensioni! :) Grazie 1000! E ovviamente grazie a tutti quelli che seguono la mia fiction o l'hanno messa tra le preferite, lo apprezzo moltissimo, spero di non deludere nessuno! A presto!

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Capitolo 20
*** Cambio dei piani ***


...
...
-Una videochiamata da Near!- esclamai sperando che mi avrebbe annunciato la sua morte.
-Pronto secondo Elle, volevo chiedere se potevo apportare una piccola modifica ai nostri accordi..-
Ecco, lo sapevo, si tirava indietro!
-Volevo sapere se poteva venire anche un'altra persona al nostro incontro-
-Chi?- chiesi sospettoso.
-Mello-
IMPOSSIBILE. Spalancai gli occhi. Mello era morto! O magari...no. Ma allora perchè Takada mi aveva detto di averlo ucciso e aveva continuato a giustiziare criminali, non avrebbe potuto farlo, anche se la telefonata fosse stata falsa...o magari Near mi voleva far credere che Mello fosse vivo di proposito? Qualcuno stava cercando di tendermi una trappola. Non capivo più nulla. C'era solo una soluzione, e cioè impedire il loro arrivo al nostro punto di incontro. In poche parole, dovevano morire prima. Così facendo avrei ovviamente attirato tutti i sospetti su di me, ma avrei convinto tutti i miei agenti del contrario, infondo lo avevo già fatto una volta, oppure se non restavano alternative, li avrei uccisi. Dovevo solo sfruttare qualcuno che piazzasse delle bombe, nelle macchine di Near e successivamente alla stazione della metro più vicina a lui. Così se per caso avesse deciso di venire con i mezzi pubblici, o si sarebbe salvato, sarebbe morto lo stesso. Il piano era nato. Mancava solo metterlo in atto.
-Secondo Elle, ci sei ancora?-
-Certo che ci sono! E sono d'accordo per questo piccolo cambio dei piani- 
-Va bene, il luogo e l'orario saranno gli stessi- finì Near prima di riattaccare.
Avevo la vittoria in pugno. 
Il mio asso nella manica poteva benissimo essere Misa, dato che quell’ingenuo di Near l’aveva liberata...ma era tutto da vedere, dovevo trovare il modo di mettermi in contatto con lei senza destare sospetti e lei avrebbe potuto ingaggiare un professionista di bombe col timer. Near era il tipo da venire molto tempo prima dell'orario stabilito, dovevo calcolare tutto con la massima precisione per quanto riguardava i mezzi pubblici, mentre per le macchine sarebbe bastato installare una bomba che scoppiasse appena partito il motore...
"Near, vincerò io a qualsiasi costo, e a quel punto non avrò più intralci di alcun genere, potrò diventare finalmente...il Dio di un nuovo mondo!"



Angolo dell'autrice: Episodio lampo! E' l'unico ad essere narrato dallo stesso Kira, lo so, è breve, ma avevo bisogno di un collegamento e non unisco mai due capitoli che non siano raccontati dalla stessa persona! :) A presto.

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Capitolo 21
*** Lesioni gravi ***


Pioveva. Ci dovevamo vedere alla base di Near per andare tutti al Yellow Box. Avevamo deciso di andarci molte ore prima dell'orario dell'incontro per poter fronteggiare eventuali imprevisti.
-Near, ci siamo tutti- annunciò Mello, che appena eravamo entrati nell'edificio si dimostrava particolarmente turbato.
-Va bene, scendiamo nelle apposite auto- disse quello con la sua naturale apatia. Ci avviammo tutti.
Near stava per salire in una delle auto nere quando intervenne Matt.
-Aspettate, forse ho dimenticato la DS e la PSP- e si mise a frugare nella borsa.
-Non mi pare questo il momento- si fermò Near.
Una strana sensazione mi pervase il corpo, chiamatelo sesto senso, o settimo o quello che vi pare, ma in quel momento fui sicura, sarebbe stato meglio tardare...
-Near, spostati-
-Cosa?-
-Allontanati dall'auto- gli ordinai e lui eseguì obbediente, iniziando a tormentarsi i capelli. 
-Parti pure- dissi a uno degli autisti, che non eseguì il mio ordine ma si voltò verso Near.
-Fa come ti ha detto- rafforzò le mie parole quello.
L'autista partì e pochi secondi dopo saltò in aria tutta la macchina, e le altre a seguire.
-Mi pare che abbiamo qualche problemino- sghignazzai.
-Quel bastardo di Kira non avrebbe avuto nemmeno il coraggio di affrontarci, è uscito allo scoperto, ormai è così evidente che Light Yagami non è altri che Kira- spiegò Near.
-Ma la figuraccia ce la facciamo noi se non ci presentiamo oggi- osservò Mello -non avremo scusanti, e lui lo sa- aggiunse.
-I tuoi ragionamenti sono giusti Mello, ma non credo che centreremo tutti in Taxi, a quel punto ci dovremo separare e potrebbe essere un pericolo per tutti- specificò Near.
-A meno che...- cominciai a dire.
-A meno che?- chiese Matt voltandosi verso di me.
-..a meno che non prendiamo la metro- suggerii io.
-Giusto- mi appoggiò il biondo.
-No- tuonò la voce di Near. Non avevo mai sentito un "no" così determinato da lui.
-Suvvia, non è la fine del mondo, anzi forse riusciremo a dare meno nell'occhio se prendiamo mezzi pubblici, a parte che diamo nell'occhio sempre e comunque.- dissi guardandoli tutti. Ineffetti non eravamo i tipi che passavano inosservati. Il più normale era Matt, Mello invece aveva una grossa cicatrice che gli occupava metà corpo, vestiva sempre di nero con roba aderente di pelle. Near era probabilmente affetto da albinismo totale, era bianco di capelli, di carnagione e di vestiario e sembrava perennemente in piagiama. E poi, poi c'ero io, nel frattempo mi ero tinta i capelli di rosa che avevo raccolto in una coda di cavallo alta sulla mia testa. Copiavo insistentemente lo stile di Mello ma lo avevo modificato a mio piacimento. Avevo pantaloncini di pelle corti e una T-shirt di pelle scollata, con gli immancabili guanti di pelle, ovviamente tutto nero per poi completare con delle scarpe da montagna. Eeeee poi c'erano tutti gli agenti rimasti dell'SPK...
-E va bene- concluse Near stringendosi fortemente una ciocca tra le dita.
-Ok, torno subito, vado a pisciare- dissi con finezza voltandomi per tornare nel palazzo.
-Che si fa, la lasciamo qui?- chiese Mello ghignando.
-Se lo facessimo, le nostre probabilità di sopravvivenza si ridurrebbero notevolmente- precisò Near. 
_________________
 
Stavamo aspettando il treno nella metro quando all'improvviso sentimmo una persona gridare.
-C'è una bomba, una bomba!-
Kira aveva pensato proprio a tutto e ci aveva proprio fregati, non so se avesse piazzato una bomba a tutte le stazioni o solo a quella, ma se l'aveva messa proprio a quella, una bomba al timer, in quell'orario così prematuro per l'incontro, Kira era un grandissimo genio. La gente cominciò a correre all'impazzata spingendoci, nella folla non si riuscivano più a vedere gli agenti. Near cadde sui binari e Mello sbattè con lo stomaco sullo spigolo prima dei binari, ma anziché rialzarsi prontamente tese le braccia verso Near, che stava cercando di riprendersi dalla caduta.
-Matt aiutali! Io vado a fermare il treno!- ordinai al rosso che per un attimo mi trattenne per un braccio, quando mi girai e lo guardai con occhi supplicanti, incrociando i suoi pieni di preoccupazione, vidi chiaramente che mi lasciò andare con quella paura che provi quando lasci andare tuo figlio in guerra, considerando l’eventualità che non torni più ma sperando nella sua bravura come fonte di salvezza. Io afferrai un estintore e mi preparai a fare irruzione nel treno mentre Matt già si piegava per aiutare Mello a tirare su Near.
-Vai Mello, scappate finchè siete in tempo- disse l’albino con il suo solito timbro di voce, nonostante la sua situazione era calmissimo, anzi, pareva non volesse neanche alzarsi in piedi. Stava seduto lì, sui binari, nella sua solita posizione, dando le spalle a Mello e si torturava una ciocca di capelli. Probabilmente aveva già calcolato che se la velocità del treno non cessava non avrebbero più avuto il tempo di tirarlo su, lo dovevano abbandonare.
-Near sta zitto! Piuttosto reggiti a me più forte che puoi! Ti tireremo fuori di lì, hai capito?!- gridò Mello mentre si sforzava di allungare le sue braccia verso di lui, tentando di non essere calpestato dalla gente che correva impazzita. Matt lo teneva per le gambe per evitare che finisse sotto il treno.
-Non te ne vai?- chiese l’albino leggermente stupito.
-Ma no, deficiente!-
-Ma se lo faresti..Mello, tu diventeresti...il numero uno!-
-E che gusto c’è vincere senza sfida!? Razza di idiota infantile!!-
A quelle parole gli occhioni grigi di Near si inumidirono anche se la sua espressione era sempre la solita. Probabilmente non aveva mai pensato che qualcuno lo potesse salvare non per dovere ma perchè aveva scelto di farlo. Passò la manica della camicia sugli occhi e si alzò in piedi cercando di mantenersi stabile sui binari che tremolavano per il treno che stava arrivando, si voltò e tese le braccia verso Mello, lasciandosi tirare su.
Nel frattempo io stavo irrompendo nel treno. Avevo sfondato una porta vicino alla cabina della guida con l'estintore.
-Spostatevi!- urlai alla gente che intimorita dalla mia intrusione improvvisa si faceva da parte. Localizzai la cabina di guida e sfondai anche quella porta con l’estintore.
-Hey! Ma cosa sta facendo!! Lo sa che è severamente proibito accedere alla cabina di guida!- mi minacciò il conduttore.
-Senta, faccia pochè storie e si levi dai piedi!- mi arrabbiai estraendo la pistola che portavo sempre con me e mi affrettai a tirare il freno…in realtà non sapevo di preciso quale fosse così me lo feci indicare, non sarei mai riuscita a fermare in tempo il grosso macchinario prima che li mettesse sotto ma almeno stavo guadagnando tempo. Evitai la tragedia per un pelo. Near venne tirato su e poco dopo il grosso treno si fermò.
-Adesso tutti fuori! C’è una bomba qui!!- gridai, consapevole del fatto che stavo firmando la mia condanna a morte, se non sarei riuscita a intrufolarmi nella folla impazzita che stava uscendo…chissà quanto mancava all’esplosione.
Tentai di scappare ma mi spinsero ripetutamente addosso ai muri e così mi accasciai in un angolo, stanca morta, guardando la gente che correva via. Finalmente erano rimasti in pochi, era il mio turno, mi alzai in piedi quando però sentii qualcosa che si sbilanciava sotto ai miei piedi, come una potente scossa di terremoto, e un attimo dopo stavo volando in aria. Il rumore che sentii mi fece capire cosa stava succedendo. La potente struttura del treno mi protesse dall’esplosione ma non ero ancora in salvo. Puntai il vetro del treno con la pistola e sparai un colpo che lo fece frantumare, così sarei potuta uscire senza rimanerci bloccata. Mi accartocciai a forma di palla e aspettai pazientemente l’impatto con il suolo, sperando di non fracassarmi le ossa. Avevo ragione, anche il vagone mi cadde sopra ma continuò a rotolare lasciandomi al posto della finestra rotta…ero in salvo? Mi alzai in piedi per vedere ma era tutto ricoperto da una fittissima polvere, causata dall’esplosione e per questo mi accorsi solo dai rumori che dietro di me dal fumo stava sbucando un altro vagone, più grande del precedente. Era il momento di sparare al vetro ma il tempo era troppo poco, sarei stata schiacciata appena prima di estrarre l’arma, quindi decisi veloce. Presi il coltello affilato e lo puntai sopra di me. Le opzioni erano due, o non avrebbe funzionato e sarei rimasta schiacciata male, ma proprio MALE, sotto il vetro, oppure il coltello lo avrebbe rotto almeno parzialmente e ne sarei uscita con qualche taglio…taglio…TAGLIONE…
Restai in piedi con il respiro affannato serrando gli occhi per non vedere il mio destino che si avvicinava dall’alto. Tutto questo si concluse nell’arco di pochi secondi e poi siccome avevo gli occhi serrati non posso descrivere esattamente che successe. Il piano aveva funzionato e non ero schiacciata ma mi stava precipitando addosso una pioggia pungente e dolorosa di pezzi del massiccio vetro del treno. Alcuni mi si conficcarono in carne presumo, ma non so, il dolore mi accecava anche se provavo ad aprire gli occhi, che poi con uno neanche ci vedevo più perché si colmò di un liquido rosso. Ero nel panico. Lesioni gravi..
Il vagone si mosse ancora una volta, lasciandomi di nuovo allo scoperto, a quel punto caddi a terra e dovunque tentavo di rifugiarmi dal panico vedevo solo il sangue. Era un orrore. Allora tentai di alzarmi per scappare da quel luogo così da incubo ma appena mi mossi sentii un dolore lacerante al braccio sinistro, non che non sentissi gli altri dolori, ma questo era più forte di tutti e mi voltai a guardare cos’era e con il mio occhio sinistro riuscii a vedere dei pezzi del veicolo conficcati nel braccio..tentai di gridare, ma non riuscivo, riuscivo a stento a respirare. Era la cosa più terrificante che avessi mai visto, dopo il corpo bruciato di Mello. Mi dimenai ma il dolore si fece più forte e tutto intorno a me molto nero…

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Capitolo 22
*** Sotto le macerie ***


-Mello, dobbiamo andare!- gli suggerii appena riuscimmo a prelevare Near dai binari. Il mio amico si guardò intorno allarmato.
-Tranquillo, se la caverà come sempre, si arrabbierebbe se ora la cercassi, sai com'è fatta!- tentai di calmarlo, anche se non ero certo neanche io di quello che stavo dicendo, ma a quanto pare l'avevo ocnvinto perchè prese in braccio Near e scappammo insieme alla folla impazzita. Dietro di noi sentii l'esplosione potente che ci raggiunse e ci scaraventò a terra più in là. Mello si rialzò in piedi e si guardò intorno preso dall'ansia.
-YUMI!- gridò verso la nuvola di fumo che si estendeva sul luogo dell' incidente. Poi continuò a cercare tra la gente traumatizzata che guardava le macerie.
Near si ricompose in fretta. Si pulì il vestito bianco, poi riprese tra le mani una ciocca di capelli e cominciò a torturarsela.
Anche io mi ricomposi ma prima di riuscire a pensare ad altro vidi Mello che ci correva incontro tutto neurotico.
-Deve essere rimasta nel treno!- ci disse e si voltò per correre verso la polvere che si andava dissolvendo.
Essere preoccupato per qualcun'altro non era da lui, ci doveva tenere parecchio.
Nel frattempo gli agenti dell'SPK ci avevano ritrovato, uno di loro era ferito al braccio, ma non gravemente.
Ci affrettammo sul luogo dell'incidente e ineffetti nel fumo si corgevano diversi vagoni, accanto a uno di questi c'era proprio Yumi, distesa a terra. Non si muoveva per cui temevo davvero il peggio.
Mello si inginocchiò agitato vicino alla ragazza o meglio dire a ciò che ne restava di lei viste le sue condizioni...io non riuscivo proprio a distinguere bene come fosse messa dato che il sangue le copriva gran parte del corpo. Il mio amico le sollevò piano il braccio destro, perchè quello sinistro sembrava disgustosamente martoriato, e tentò di controllare se aveva battito. Poco dopo sbiancò completamente in viso e si lasciò sfuggire di bocca due parole poco udibili:
-E'...morta-
Mi chinai anche io per controllare meglio, ma senza pensarci due volte le misi una mano sul seno per sentire bene se aveva battito, sarebbe stato troppo difficile controllarle qualche altra parte del corpo e non mi pareva il momento di badare a certi dettagli.
-E' viva- conclusi prendendomi una sigaretta e accendendola con movimenti veloci. -Per fortuna è viva-
Gli agenti dell'SPK ci chiamarono subito un'ambulanza che arrivò pochi minuti dopo. Portarono Yumi a bordo, posizionandola su un lettino con estrema cura. Mello sembrava sotto shock  e si rigirava neuroticamente il crocifisso tra le mani.
Un infermiere si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.
-Si sente bene?- ma il biondo non rispose, si limitò a farsi accompagnare a bordo dell'ambulanza.
Il viaggio fu veloce e nessuno di noi fiatò. Mi fecero spegnere la sigaretta dicendo che era vietato fumare a bordo, così me la riaccesi più tardi, appena scendemmo. Portarono la ragazza in sala operatoria e noi non potemmo che aspettare fuori.
Poco dopo un medico uscì dalla sala. Mello si avviò a passo svelto per entrare ma quello lo fermò.
-Scusi ma per ora non potete entrare-
-Come sta?- chiesi io a quel punto.
-E' ancora a rischio di vita, l'abbiamo dovuta ricucire quasi tutta...-
-Non parli di lei come di una bambola di pezza!- gridò Mello furioso.
-Si calmi, qui stiamo in un ospedale non in una fabbrica di giocattoli, dicevo, l'abbiamo dovuta ricucire e abbiamo rimosso dal suo corpo i pezzi di vetro dopo averle fatto una radiografia. Ha subito varie lesioni gravi, dovute prevalentemente a tagli da vetro robusto rotto, e ci ha quasi rimesso l'occhio sinistro che abbiamo salvato per miracolo, ma temo che la cucitura si vedrà anche più avanti. L'osso della caviglia destra presenta delle crepe e si è rotta due costole che abbiamo già provveduto a sistemare. Il bacino ha subito lesioni medio-gravi in vari punti. Inoltre il braccio sinistro si trovava in gravissime condizioni, abbiamo preso in considerazione l'idea dell'amputazione ma per fortuna siamo riusciti a ricucirlo, dato che l'osso era intatto. Siete stati molto fortunati, se fosse arrivata qualche minuto più tardi, sarebbe morta dissanguata. Appena la potrete vedere vi faremo sapere!-
-Fortunati? Fortunat...FOR-TU-NA-TI?!! MA COME SI PERMETTE?! COME SI PERMETTE DI PARLARE DI FORTUNA IN UN CASO DEL GENERE?!- scoppiò Mello che dalla diagnosi si stava sentendo male.
-Stia bene a sentire, secondo lei quante persone sopravivrebbero allo scoppio di una bomba, eh!? Questa qui non si è rotta il cranio, è in condizioni di camminare e muoversi, una persona normale sarebbe morta subito in un incidente del genere ma questa pare essere un fottutissimo ninja! HA CAPITO!?- diventò furioso il medico di colore, che fino ad allora sembrava così calmo e sgridava chiunque alzasse la voce all'interno dell'edificio. Mello si zittì, ineffetti non era cosa da poco...Yumi, ancora una volta, l'aveva scampata alla morte. Avevo ragione, quella ragazza se la sarebbe sempre cavata...
-Ah, quasi dimenticavo, anche il bambino sta bene. Non lo ha perduto per grazia di Dio!- concluse il medico…

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Capitolo 23
*** Una stanza d'ospedale ***


Mello sbiancò in viso.
-Il bam..bi..no? Di..di chi?- domandò con voce strozzata.
-Ma quello della ragazza!- rispose il medico sorpreso da quella strana reazione.
-E'...è..incinta?- domandò Mello con espressione da demente.
-Si, certo, da qualche mese! La pancia non è ancora molto visibile, ma non si preoccupino, il fatto dell'ingrossamento della pancia cambia da donna a donna- concluse il medico distrattamente, cominciando a leggere dei fogli che teneva in mano.
-Chi è il padre?- sussurrò Mello pietrificato.
-Ma le sembro il creatore? Che vuole che ne sappia io?! Queste cose si possono scoprire con il test del DNA comunque. Lo sa, lei si comporta in modo molto strano, non è che ha subito un trauma cranico sul luogo dell'esplosione? Ricorda di aver sbattuto la testa da qualche parte? Mentre correva forse?- chiese il medico tornando a guardare il biondo invece dei fogli.
-A..ha- emise Mello indietreggiando, poi perse l'equilibrio, ma Matt sembrava già preparato per un eventualità del genere e lo sorresse, riposizionandolo in piedi. Il biondo si trascinò fino alla sedia vicino alla mia e si lasciò cadere sopra fissando il vuoto, con quell'espressione pietrificata che pareva non volesse più togliersi dal suo viso.
-Vuole che chiami qualcuno che può occuparsene? Io in questo momento avrei molto da fare- disse il medico a Matt.
-Oh, no, non si disturbi, Mello non ha subito un trauma cranico glielo assicuro, ma credo che questa notizia sia stata un trauma sufficiente- disse il rosso con un lieve sorriso.
Il medico di colore ci sorrise e se ne andò.
 
______________________
 
-Ora potete entrare, ha ripreso coscienza- ci dissero alcuni medici, uscendo dalla stanza. Io entrai e notai benissimo i loro sguardi fissi sui miei calzini bianchi, senza scarpe, ma feci finta di non accorgermene proprio. Mello era agitato e confuso, era così evidente, ma lui non riusciva mai a nascondere bene le proprie emozioni, più che altro ne veniva travolto completamente. Una frase che sembrava scritta per lui era la celebre “E’ più forte di me”…
Yumi stava distesa su un letto e sembrava una mummia con tutte quelle bende, solo i suoi capelli rosa si estendevano sul cuscino, dando un po' di colore a quella stanza d'ospedale. Si era ripresa e i suoi occhi stavano perlustrando ciò che la circondava. Si accorse che la stavo fissando così abbassai lo sguardo un po’ imbarazzato continuando a torturarmi una ciocca di capelli.
Mello avvicinò al letto una sedia che stava lì vicino e con movimenti lenti, così insoliti da lui, si sedette.
-Come va, Yum?- le chiese Matt con la sigaretta spenta in bocca, dato che in ospedale non lo facevano fumare.
-Sono stata meglio- rispose quella, persa nei suoi pensieri.
-Yumi…- cominciò Mello nervoso. La ragazza si voltò verso di lui e i loro si incrociarono volutamente. Avevano sempre evitato quel contatto visivo così diretto e intenso.
-Mi dispiace, perdonami…perdonami per non essere ritornato subito a prenderti!- finì la sua frase il biondo.
-Finchè puoi chiedere scusa a qualcuno, finchè ne avrai la possibilità, nulla sarà perduto…- rispose la ragazza con una calma che non era tipica di lei e un tono di voce che ricordava più il mio.
-E’ sotto sedativi?- chiesi ad un’infermiera che trafficava nella stanza.
-Sì- rispose quella.
-Lo immaginavo-
Matt prese in mano la DS.
-Maledizione, questa si è proprio rotta durante tutto il casino- commentò provando ad accendere l’oggetto, ma nessuno gli rispose.
-Adesso siamo pari- affermò Yumi all’improvviso non staccando lo sguardo da Mello.
-Cioè?- 
-Non sono riuscita ad impedirlo- disse la ragazza puntando l’indice sulla parte della faccia del biondo sulla quale si estendeva la cicatrice.
-Quella è stata una mia scelta- si difese fiero lui.
Yumi gli posizionò una mano sulla nuca per avvicinare il suo viso e lo baciò. Non so, forse mi sarei aspettato una leggera sorpresa da parte di quello ma pareva invece che non aspettasse altro, balzò in piedi per potersi chinare meglio su di lei e le mise entrambe le mani sulle guance.
-Ma quanto sedativo le avete dato?- chiesi all’infermiera con un’espressione leggermente divertita. Se fosse stata in sé, certamente per orgoglio non avrebbe mai preso un’iniziativa del genere.
Matt cercava di guardare altrove fingendosi interessato improvvisamente a tutto nella stanza, in cui a causa del silenzio si sentivano chiaramente i respiri affannati dei due. Ad un certo punto l’infermiera si stufò.
-Scusate ma questo è comunque un’ ospedale e alcuni comportamenti eccessivi non sono ammessi- proferì.
Mello si ricompose, leggermente imbarazzato per il modo in cui gli impulsi, come sempre, avevano preso il sopravvento su di lui.
-Near, ti và di giocare con me a monopoli?- mi chiese la ragazza come se nulla fosse successo.
Il biondo scoppiò a ridere coprendosi gli occhi con il palmo della mano.
-Ma si può sapere che cazzo le avete dato?- chiese allegro.
-Mah, veramente lo sanno meglio i medici che l’hanno operata ma io direi un po’ di tutto- rispose l’infermiera poggiandosi le due grasse mani sui fianchi. –però so per certo che le hanno dato una gran dose di sedativi e antidolorifici, mica stavamo giocando qui!- si spazientì infine.
-E quando tornerà normale?- chiese Matt giocherellando con la sigaretta spenta che non si era ancora deciso a buttare e teneva affezionatamente in bocca.
-Direi fra qualche ora, ma se volete il mio parere la ragazzina è schizzata di brutto già di suo…- e concludendo così il discorso si affrettò ad uscire regalandoci un ultimo sorrisone che risplendè sulla sua faccia paffuta e lentigginosa.
-Non ci resta che rinviare l’incontro con Kira, è quasi ora- dissi agli altri.
-No ragazzi, andate pure senza di me!- esclamò Yumi. –Mancare adesso gli darebbe solo maggior sicurezza facendogli credere che ha vinto, andate!-
Ineffetti non aveva tutti i torti. Inoltre avrei perso credibilità con i suoi agenti..Sarebbe stata una vera disgrazia per me mancare a questo incontro e le pagine del quaderno erano sostituite dal giorno di oggi…Dovevamo esserci.
-Ha ragione- dissi. –Muoviamoci, gli agenti dell'SPK ci stanno aspettando davanti all'ospedale- aggiunsi avviandomi verso l’uscita seguito da Matt che fece un saluto con la mano a Yumi.
-Allora…a presto…se succederà qualcosa…chiama- disse Mello avviandosi anche lui, poi però sulla soglia della porta si arrestò e si voltò.
-Non hai niente di importante da dirmi?- chiese.
-No, non mi risulta affatto- rispose tranquilla Yumi, sorpresa da quella domanda. Il biondo uscì. 
Un medico entrò sorridente nella stanza e squadrò la ragazza.
-Come si sente?-
-Molto meglio, grazie-
-E’ felice di non aver perso il bambino, eh!? Ci è mancato un pelo!- 
Gli occhi di Yumi si spalancarono all’inverosimile e lanciò uno strillo così acuto che persino io, già lontano dalla stanza, riuscii a sentirlo.

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Capitolo 24
*** Nuovo mondo (Parte I) ***


Woilà! L'autrice ha cambiato l'angolazione dell'angolo: Un'altro POV Kira! E chi se lo aspettava? Giuro che nemmeno io lo ricordavo più ma me lo sono ritrovato ù.ù In questo capitolo ho spudoratamente copiato dalle ultime puntate dell'anime di Death Note, perchè basilarmente sta succedendo la medesima cosa anche qui, solo che stavolta ci sono anche Mello e Matt a rendere tutto più interessante e ad incasinare ancora di più la mente di Kira! Dai che mancano pochissimi capitoli alla conclusione della fiction, peccato che verrà aggiornata solo tra 8/9 giorni, perchè parto in campeggio con amici e il pc lo lascio...ma non vi preoccupate, dopo ci rimetteremo insieme...Dunque pazienza miei cari, abbiate pazienza e non abbandonatemi. Arrivederci! 



Ero sicuro di avere la vittoria in pugno. erano le 13.01.
-Vedete? Near ci ha presi in giro per esporci ad un pericolo e lui non si è presentato!- dissi creando scompiglio tra gli agenti che cominciarono a bisbigliare, ma in quel momento Near, Mello e l'SPK arrivarono nel deposito. Sembravano molto provati, i vestiti di Near erano molto sporchi e tutti avevano vestiti stracciati in generale. Che fossero sopravvissuti alla bomba...allE bombE!? Non riuscivo a crederci!
-Scusate, il taxi non trovava la strada- mormorò Near che indossava una maschera somigliante al viso di L, portata anche da altri due ragazzi. Uno di loro era Mello, il biondo, il darkettone ridicolo e poi c'era...
-E lui chi è, Near?- domandai indicando un ragazzo rosso di capelli.
-Lui è Matt, un amico di Mello- mi rispose quello con tono calmissimo.
-Niente trucchetti, eravamo d'accordo! Non è mica un party dove invitare gli amici!- mi arrabbiai.
-Sta tranquillo, è innoquo. Non lo avrei portato qui altrimenti- mi rassicurò il bambino fastidioso.
-No, no così a me non sta bene, non è giusto! Loro sono liberi di sospettare chi vogliono però...però quella maschera dimostra che gli interessa solo salvare la loro pelle!- intervenne Matsuda indicando i tre mascherati.
-E' una precauzione, è possibile che Kira abbia già visto in faccia tutte le altre persone qui presenti...Potrebbe anche aver già scritto tutti i nomi sul quaderno...Perciò vorrei che mi concedeste un'ora, anzi, mezz'ora, per verificare che nessuno di voi venga manipolato e muoia- rispose calmo Near.
-CHE COSA? VORRESTI ASPETTARE DI VEDERE SE QUALCUNO DI NOI MUORE!?- scoppiò Matsuda.
-No, la teoria di Near potrebbe essere valida, se Light fosse Kira, noi non gli serviremmo più- disse Aizawa.
C'era un silenzio tombale. Solo la grande elica in alto nel deposito girava indisturbata, lasciando trasparire qualche raggio di luce. Anche il rumore delle gocce che cadevano dalle fessure del deposito a causa della pioggia erano ben udibili.
Mi veniva da ridere. Near stava fingendo, stava prendendo tempo! Stava aspettando l'arrivo di Mikami, come avevo previsto.
-Near, mezz'ora è passata, e non è successo niente!- affermò Matsuda emozionato come sempre.
-Ovvio, perchè Kira non è qui- dissi io.
-D'accordo, visto che state tutti bene, ci toglieremo la maschera.- e così dicendo i tre si misero all'opera lasciando scoperti i loro volti.
Il primo doveva essere...Mello! Dio quanto era brutto! Aveva un orrore che gli deturpava la faccia, non riuscivo a capire di preciso che genere di ferita fosse ma era semplicemente disgustosa. E Near era un nanerottolo bianco, che sembrava un bambinetto moccioso incapace persino di stare in piedi come gli altri due..Poi c'era lo stravagante tipo che fumava con i capelli rossi che doveva essere Matt, portava degli occhialetti alquanto ridicoli come se avesse intenzione di pilotare un aereo o fare un immersione...che matto! E questo branco di malconci si permettevano di definirsi i successori di L, ma dai! Non erano degni nemmeno di pulirgli le scarpe!
-E ora che succede, Near?- chiesi per prenderlo un po' in giro. -Stai aspettando qualcos'altro?-
-Proprio così, sto aspettando. Aspetto che arrivi un'altra persona, colui che chiarirà tutto-
-Sta aspettando una persona che chiarirà tutto?- chiese uno dei miei uomini sorpreso.
-Arriverà a momenti, e noi lo attenderemo. Questo edificio è completamente isolato e non si può guardare al suo interno senza aprire quella porta. Sono certo che entrerà da lì, o forse cercherà di spiare- affermò Near.
-E chi sarebbe questa persona? Diccelo!- chiese Matsuda tutto preso.
-Colui che al momento sta giustiziando i criminali al posto di Kira, cioè X-Kira. Sono certo che verrà portando con s'è il quaderno e non appena vedrà il mio volto vi scriverà sopra il mio nome, anzi, immagino che cercherà di uccidere tutti i presenti dato che siete a conoscenza del quaderno- spiegò calmo il bambino in bianco.
-No, no, non capisco, ma che diavolo stai dicendo!? Che adesso questa persona verrà qui dentro con il quaderno come se niente fosse e tenterà di ammazzarci tutti!?- gridò Matsuda.
-E noi dovremmo stare a guardare mentre ci uccide?- chiese un altro dei miei uomini.
-Si, ascoltatemi bene, quando entrerà quella persona, lasciatela fare! Se si dovesse aprire solo uno spiraglio della porta fate finta di non accorgervene.- ordinò Near
-Ma questa, questa è una follia! E' follia pura!- perse la testa Matsuda.
-E' arrivato- annunciò Near all'improvviso.
Si! Si! Finalmente quell'idiota di Mikami era giunto e stavamo per vincere, IO stavo per vincere!
Mello estrasse dalla tasca una tavoletta di cioccolato e la addentò, poi si sporse per vedere chi fosse X-Kira.
-Fa finta di niente!- lo ammonì Near e il biondo guardandolo con odio, eseguì l'ordine dirigendo altrove il suo sguardo.
Matsuda estrasse la pistola preso dal panico, ma così fece in risposta un agente dell'SPK puntandola contro di lui.
-Non ti muovere!- minacciò.
-Non preoccupatevi, non morirete!- riecheggiarono le parole del mio rivale.
-Come fai ad esserne così sicuro, Near!- chiese uno dei miei uomini.
-Ho manomesso il quaderno, abbiamo effettuato una sostituzione delle pagine. La persona che giustizia i criminali al posto di Kira scrive esattamente una pagina al giorno, quindi ho sostituito le pagine del quaderno a partire da quelle destinate a oggi, in modo da non morire anche se fossero stati scritti i nostri nomi- spiegò quello, -X-Kira, la persona al dilà della porta, verrà nuovamente a dare un'occhiata all'interno, per controllare se siamo morti o no, sarà quello il momento giusto per catturarlo. Ci prenderemo il quaderno e la persona il cui nome non comparirà sulla pagina sarà Kira- concluse.
-Effettivamente, il nome mancante dovrebbe essere per forza quello di Kira- precisò Aizawa -però...-
Lo sapevo...Lo sapevo! LO SAPEVO! Sapevo che Near avrebbe manomesso il quaderno, per questo ho fatto fare un quaderno falso a Mikami! Mentre quello che stava utilizzando era l'originale.
-Hey tu, là fuori, hai finito di scrivere i nomi?- richiamai l'attenzione del mio servo.
-Si, ho finito- giunse chiara la risposta.
-E' strano....mi sembra piuttosto strano che abbia risposto così docilmente alla tua domanda, come mai Light?- mi chiese il marmocchio.
-Chissà, forse è soltanto una persona onesta ed è il suo modo di fare, o magari aveva intuito il tuo piano e si sente in vantaggio- risposi paziente.
-ONESTA!?- si arrabbiò Mello che fino a quel momento aveva mangiato tranquillamente cioccolato e stava per assalirmi ma l'altro, lo stravagante fumatore, lo trattenne.
-Teru Mikami, potrebbe entrare...se non le dispiace- risuonarono le parole di Near, come quando i pazienti vengono chiamati a fare una visita. -So che è lei a giustiziare al posto di Kira, infondo se ha già scritto i nostri nomi non ha nulla da temere, la prego entri pure- aggiunse.
-Teru Mikami, eh? Si, ha ragione lui, puoi anche smettere di nasconderti ed entrare- mi pronunciai con immensa gioia e sapore di vittoria. -Quanti secondi sono passati da quando hai scritto il primo nome?- gli chiesi infine, quando si mostrò a noi.
Mikami cominciò il conto alla rovescia fino a 40.
-NEAR E MELLO, HO VINTO IO!-
-Sentite anche voi questo rumore?- chiese Near non curandosi della frase da me pronunciata.
-Si- rispose Mello guardandosi attorno.
Ma di che cavolo stavano parlando!? Io non sentivo niente!!!
-Sta arrivando...- annunciò il nanerottolo con un sorrisino. -Lo sapevo!- aggiunse compiaciuto.
 

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Capitolo 25
*** Nuovo mondo (Parte II) ***


A quel punto la grossa elica si staccò violentemente e volò ai nostri piedi, seguita da una ragazza che fece un salto invidiabile a qualsiasi persona umana, azzardando un atterraggio che doveva essere perfetto, ma siccome l'impatto fu troppo violento strisciò per terra per un bel pezzo fino a finire addosso al muro. Da quel comportamento sconsiderato mi venne da pensare che forse non era nemmeno cosciente di essere incinta.
Subito dopo scattò in piedi e si trascinò traballante verso di noi, coprendosi l'occhio destro con una mano mentre con l'altra teneva la pistola. Era malconcia e alcune bende si erano sciolte lasciando allo scoperto le cuciture ancora troppo fresche per essere esposte. Aveva chiaramente difficoltà nel muovere il braccio sinistro, specialmente nel piegarlo. E i capelli rosa erano ancora sporchi, tuttavia anche in quelle condizioni dovevo ammettere che fosse bellissima, anzi, questo suo modo di lottare contro il suo stesso corpo che la stava abbandonando pur di arrivare alla sua meta era così meritevole. Era come me in questo. Mikami iniziò a scrivere anche il suo nome e alcuni agenti tentarono di fermarlo.
-Lasciatelo fare- risuonarono le sue parole, ma nessuno le ascoltò.
-Non avete sentito? Lasciatelo fare- confermò Near, mentre stava posizionando tra i suoi pupazzetti quello di Yumi. Venne subito ascoltato e Mikami con grande soddisfazione, scrisse l'ultimo nome.
La ragazza si trascinò fino a noi mentre Mikami stava andando nel panico, vedendo che nessuno moriva.
-Ma tu chi sei?- chiese il nostro nemico nervosamente.
-Io sono....il successore di L-
Per un attimo sembrò che tutto nel deposito si fosse immobilizzato. Non si udiva alcun rumore, forse pure l'aria si era fermata a quelle parole.
Un terrore si fece strada dentro di me...Tutti quegli sforzi, quel duro lavoro...e adesso una ragazzina impertinente si piazzava sulla nostra via, cancellando tutto ciò per cui io e Near avevamo lottato, tutto ciò in cui avevamo creduto...Ma era impossibile, J alla Wammy's era la tredicesima in classifica, era IMPOSSIBILE!!
-IMPOSSIBILE!- tuonai rompendo il silenzio. Near non sembrava affatto turbato invece, stava lì come sempre, tutto calmo a torturarsi una ciocca di capelli. Matt era spiazzato.
-PERCHE' NON MUOIONO, MAESTRO!?- gridò all'improvviso Mikami.
-Ma...ma che scherzo è questo? E' UNO SCHERZO, E' SOLTANTO UNO SCHERZO!? COME TI PERMETTI DI DEFINIRTI IL SUCCESSORE DI L!? MA CHI SEI!?- si scatenò Light puntando il dito contro la barconnate figura della ragazza.
-L, hai vinto.- disse quella guardando davanti a sè con un tono malinconico. Doveva essere pazza! L era morto! MORTO! Yumi parlava da sola...
-Non solo sono il successore di L, sono anche la depositaria di tutte le informazioni da lui raccolte, che TU, Light, o dovrei dire Kira, hai cancellato dai computer. Sono l'informatrice di Near e, pertanto, la manipolatrice delle impulsive azioni di Mello.- spiegò la ragazza alzando il capo.
-Non è vero! Figuriamoci se un genio come L avrebbe lasciato a te tutte le informazioni, assomigli più a una troia da bordello sulla quale è passato un camion! Non ci credo, non credo ad una singola parola di quello che dici!- ribattè Kira perdendo ogni tipo di contegno.
-Ma non capite?- iniziò lei enigmatica. -L vi ha preso tutti per il culo! Lui aveva già vinto prima di morire! Si lasciò uccidere da te perchè era disperato che il suo unico amico si fosse rivelato il suo più grande nemico, lui semplicemente...NON HA VOLUTO ASSISTERE ALLA TUA SCONFITTA!- urlò la ragazza arrabbiata.
-MA PERCHE' AVREBBE SCELTO TE!? ERAVAMO NOI I PRIMI! ERAVAMO NOI!- tentai di rivendicare ciò che era stato detto e pareva così giusto.
-Nel mio corpo è contenuto un microcip che conferma tutto ciò che ho detto, sono tutte le informazioni raccolte da L, lui mi ha fatto impiantare il microchip in modo da rendermi identificabile in caso della mia morte. Sul microchip non solo sono contenute le informazioni sul caso Kira, ma tutto ciò che riguarda me e tutte le testimonianze di L, che solo lui poteva scrivere. E' un chip resistente all'acqua e al fuoco e praticamente a quasi tutto. Questa è la prova più tangibile che possiedo riguardo alla mia precedentemente dichiarata identità- disse Yumi.
-Ma questo non spiega il perchè...- precisai più calmo, andavo rassegnandomi. Tutti noi dovevamo chinare il capo alle decisioni di L.
-Il perchè non lo so nemmeno io, probabilmente per prendervi in giro tutti. Sia Kira che i suoi stessi due possibili successori...sia...ME....L era un burlone, niente da ridire. Ha voluto scherzare anche in questo, facendo la sua ultima, ma forse più grande bravata di sempre.-
Silenzio.
-Allora...TROVERO' QUEL MICROCHIP, DOVESSI SQUARTARTI!- urlò Kira strappando una pistola ad un agente e sparando un colpo sulla ragazza che cadde prima sulle ginocchia, poi a terra.
Per fortuna le aveva colpito solo la spalla sinistra, non era una ferita mortale...anche se nelle sue condizioni...
Estrassi la pistola puntandola addosso a Kira.
-Riprovaci e ti ammazzo!- minacciai.
Per mia più grande sorpresa Near si alzò in piedi e camminò sino ad arrivare vicino a Yumi.
Non capivo il suo gesto ma probabilmente era il suo modo di difenderla.
-Io odiavo studiare, le pressioni che mi si addossavano alla Wammy's mi condussero verso uno squilibrio mentale ancora maggiore di quello che già possedevo per il trauma subito da piccola, temo di avere diversi disturbi di natura psichica ancora oggi, come il disturbo Borderline, doppia personalità, etc., insomma dovevo pur colmare il vuoto che mi aveva lasciato il mio gemello, o almeno dovevo illudermi di saperlo fare per poter sopravvivere!- cominciò mentre si tirava su lentamente da terra. -Ad un certo punto non ressi più e scappai dalla House. Roger e Watari tentarono di trovarmi ma L li fermò, aveva sempre avuto un eccessiva fiducia nei miei confronti. Vivevo per strada, come avevo sempre fatto, a volte mi cacciavo nei pasticci più grandi, ma proprio in quei momenti c'era sempre L a tirarmene fuori. Lui mi guardava le spalle, credo. Mi contattò poco prima della sua morte e mi espose il suo piano, me come successore, il microchip, la vittoria e anche...la sua morte. Mi rifiutai subito ma mi feci impiantare lo stesso il chip, per custodire le preziose informazioni. Gli chiesi il perchè di quella scelta e mi disse che io ero, secondo lui, la più indicata per il compito. Che non avrei sbagliato nulla e non avrei fallito. Perchè una persona non si misura soltanto dalla sua bravura nello studio, ma specialmente dalla sua mentalità aperta, dalle scelte, dalla sua fantasia e dalla voglia di vincere. Mi scelse perchè nessuno avrebbe mai pensato a me, dato che nemmeno mi trovavo più alla Wammy's. Accettai titubante, sperando che fosse uno scherzo di pessimo gusto. Appena L sarebbe morto avrei automaticamente ricevuto un messaggio da Watari con scritto: L è morto. 
"Cosa dovrò fare per non fallire mai?" chiesi l'ultima volta che ci vedemmo.
"Proteggi ciò che è più prezioso per te e proteggerai te stessa. In questo modo non potrai fallire" fu il suo ultimo consiglio per me.
Io l'ho fatto, l'ho protetto, ho fatto come mi avevi detto L, HO FATTO COME MI AVEVI DETTO!- mi afferrò il polso, in chiaro segno che sicuramente intendeva me come "ciò che è più prezioso" e sul suo viso si estese un sadico sorriso misto alla pazzia più pura che ormai si stava impossessando del suo stanco cervello.
La sua voce si fece insicura e tremolante e la sua espressione assente e neurotica, ma senza abbandonare il sadico ghigno che si estendeva sulla faccia.
-Quando ricevetti il messaggio...quando lo ricevetti...ero così disperata L, così persa, mi sentivo di nuovo addosso tutta quella pressione, tutte quelle aspettative! Pioveva forte ma il temporale non mi faceva paura, non me ne faceva affatto! Camminavo estiva per i marciapiedi finchè stremata non mi accasciai al suolo. Proprio lì, proprio allora, un criminale che tentava di scappare dopo aver borseggiato una signora venne investito e cadde ai miei piedi, come mio padre quella volta. L, sei stato tu? SEI STATO TU A FARLO?!- urlò allo stremo della pazzia lasciando tutti, compreso Kira, senza parole mentre continuava a stringermi il polso sempre più fortemente. Solo Mikami si contorceva disperato, non capendo perchè il Death Note non funzionasse.
-Allora capii quello che dovevo fare, capii perchè mi avevi scelto, avrei adempito al mio compito. Ma continuando a non sentirmi mai abbastanza cominciai ad autolesionarmi nei momenti di disperazione.- terminò il suo racconto in preda alla follia. -Come ci si sente? Allora? Come ci si sente ad essere sconfitto da una ragazza a cui hai vendicato la famiglia, uccidendone i carnefici?- chiese puntando Light, che era in preda al panico, con la pistola e scoppiò a ridere sadica.

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Capitolo 26
*** Nuovo Mondo (Parte III) ***


-E' passata mezz'ora e siamo ancora vivi!- esclamò Matsuda
-Ve l'ho detto che non sarebbe morto nessuno- ribadii.
-Ma..ma perchè? Perchè non muoiono!? Maestro, io ho fatto quello che mi hai ordinato!- ululò Mikami.
-Lester, Jevanni, bloccatelo!- ordinai a quel punto.
-Jevanni, mi dia il quaderno- dissi. -Ecco, verificate con i vostri stessi occhi, i primi quattro sono senza dubbio i veri nomi dei membri dell'SPK, e l'unico tra i presenti di cui manca il nome, è Light Yagami, inoltre, prima Mikami ti ha chimato "maestro" e ha detto di aver fatto ciò che tu gli avevi ordinato, questo prova tutto- conclusi.
-E' UNA TRAPPOLA, E' SOLO UNA TRAPPOLA, UNA TRAPPOLA ORGANIZZATA DA MELLO E DA QUELLA PAZZA PER INCASTRARMI! NON VI SEMBRA STRANO CHE NON SIATE MORTI NONOSTANTE I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI SUL QUADERNO!? E' LA PROVA CHE SI TRATTA DI UNA TRAPPOLA E LEI E' SICURAMENTE KIRA!- urlò Light, come impazzito mentre Yumi rideva sadica e neurotica senza alcun controllo.
-Non avevo detto che non saremmo morti in quanto avevo modificato il quaderno?- spiegai ancora una volta, cauto. Adesso avevamo due pazzi in magazzino e Mello era fuori uso dallo shock della notizia che il successore di L non solo non era lui, ma era la tredicesima della Wammy's, e pergiunta femmina.
-Non è vero! Non è vero, non è possibile! E' una trappola, io non conosco quell'individuo- disse confusamente Light, causando la disperazione di Mikami.
-Light, ormai è troppo tardi, la vittoria è di Near, o di quella ragazza o di L...insomma, hai perso...- cercò di confortarlo Aizawa mettendogli una mano sulla spalla.
-Light, ma perchè?- si disperò Matsuda.
Cercarono di ammanettarlo ma li spinse via e corse verso il muro, come fanno gli animali impazziti, tutto questo sotto le incessanti risate di pazzia di Yumi, che non reggendo più lo stress in alcun modo, aveva perso l'autocontrollo.
Spiegai dettagliatamente a Light quanto accaduto, facendogli vedere che avevo sostituito completamente il vero quaderno, grazie al determinante aiuto di Mello e probabilmente quello ancora più determinante di Yumi, che già prima di me aveva pianificato tutto, togliendomi notevole parte dei meriti. Yumi sospettava che il quaderno fosse falso, e stava per elaborare un modo per far usare quello vero a Mikami quando Mello agì d'impulso e dovette mettere a rischio la sua stessa vita per fermarlo, sfruttando la situazione a suo vantaggio.
Toccammo il quaderno per vedere lo shinigami, io, Mello, Matt e Yumi, che per un’attimo aveva cessato di ridere.
Gli occhi della ragazza si spalancarono.
-Uno..shinigami!- esclamò gioiosa.
-E’ un piacere per me, signor shinigami, io sono Near- dissi io all’essere mostruoso, mentre Yumi si avvicinava a lui con un sorriso malsano.
-E’ un piacere anche per me, io sono Ryuk- rispose quello. –Mi stai simpatica- disse poi rivolto a Yumi che lo guardava da vicino con aria sognante.
-In questo quaderno sono stati strappati gli angoli di alcuni fogli, significa che si può uccidere anche scrivendo su un frammento di pagina?- chiesi io.
-Ma certo che si può fare- rispose Ryuk.
-Te l’avevo detto!- esclamò Yumi, voltandosi verso di me.
-Immagino che si possa usare in svariati modi, e chissà quante volte hai ucciso proprio sotto ai nostri occhi. Light Yagami, tu sei Kira- conclusi.
Quello inaspettatamente dopo qualche minuto scoppiò a ridere isterico.
-Proprio così, io sono Kira, e con questo? Volete uccidermi? Ascolta, essere Kira, fa di me, il Dio di un nuovo mondo, devi capire che adesso è Kira a rappresentare la legge, ed è solo lui che può mantenere l’ordine. Ormai io incarno la giustizia e le speranze di tutta l’umanità. Volete uccidermi? Siete sicuri che sia la cosa giusta? Nei sei anni trascorsi dall’avvento di Kira, sono scomparse le guerre ed il numero dei criminali è diminuito del 70% tuttavia nel mondo continua ancora ad esserci il male, c’è troppa gente corrotta, e qualcuno doveva eliminarla. Appena ho preso in mano il quaderno ho pensato che sarei stato l’unico ad averne la possibilità, o meglio, che soltanto io ne sarei stato capace. Sono consapevole del fatto che uccidere sia un crimine! Ma era l’unico modo per redimere il mondo! Dovevo, dovevo adempiere alla mia missione! Solo io potevo riuscirci! CHI ALTRI POTEVA FARLO!? CHI POTEVA ARRIVARE A QUESTO PUNTO!? CHI POTEVA CONTINUARE LA MIA OPERA!? SOLO IO. Io sono l’unico che può costruire un nuovo mondo, soltanto io- fece il suo monologo Light.
-No, tu sei solo un assassino e questo quaderno è la peggior arma mai apparsa sulla faccia della terra. Sei stato soggiogato dallo shinigami e dal potere del quaderno, sei solo un serial killer psicopatico che si illude di poter diventare padrone del mondo, ecco cosa sei…niente di più.- sentenziai.
Lui cercò di prendere tempo e di ucciderci con un pezzo del quaderno che teneva nascosto nell’orologio ma Yumi e Matsuda gli spararono facendolo cadere a terra.
-RAGAZZINA INGRATA! GUARDA COS’HAI FATTO! HAI SPARATO AL VENDICATORE DEI TUOI GENITORI!- urlò Kira.
-No, tu hai rovinato tutto, da anni mi preparavo ad uccidere gli assassini dei miei e sterminare le loro famiglie, DA ANNI! Tu mi hai impedito di vedere la loro morte! MI HAI PRIVATO DELLA MIA VENDETTA!- si arrabbiò Yumi puntandogli contro la pistola da più vicino.
Light tentò di scrivere il mio nome con il sangue ma Matsuda gli sparò di nuovo e lui cadde a terra.
Si rantolò commiserandosi e Mikami probabilmente per la disfatta del suo maestro si pugnalò. Intanto Kira se ne andò via dal deposito. Gli agenti andarono a prenderlo nonostante il mio ordine di non farlo e Yumi, senza apparente motivo, probabilmente per un sovraccarico di stress lanciò un grido di disperazione gettandosi a terra. La raccogliemmo e la portammo in ospedale per far curare la sua nuova ferita e risistemare quelle vecchie.

Angolo dell'autrice, nascosta da anni: allora cari lettori, io vi dico solo che ho prodotto questa merda circa 4 anni fa quindi siate clementi, commisi il terribile errore di pubblicarla per davvero e la lasciai senza aggiungere il finale pergiunta. Ho ritrovato questi vecchi capitoli e beh, io li posto nel caso qualche folle trovasse interessante questa ciofeca e ne piangesse il mancato finale. Vi ringrazio per la clemenza, si, so che c'è di peggio ma mi dispiace lo stesso per aver prodotto una tale merdata.

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Capitolo 27
*** Finale ***


Sulle strade c'è una ragazza che cammina perduta tra la gente, abbandonata dall'amore e dai ricordi, triste e stanca, 
la sua vita è distrutta. Non ha nessuno ormai, questa è la fine.
Continua a camminare senza sosta fino a raggiungere il luogo prescelto.
Sotto un gran vuoto, è il momento di saltare.*
A quel punto mi accorgo che non sono sola, a pochi metri da me c'è una ragazza castana che sta guardando di sotto,
forse anche lei si vuole buttare. Si volta verso di me e mi guarda.
-Misa..Misa Amane?- chiede.
Non voglio fermarmi a chiaccherare, salto.
Sento una mano che mi afferra il polso e mi strattona su, aggrappata ad una grata con l'altra.
Il suo braccio sinistro presenta lunghe e numerose cicatrici, come se fosse stata cucita da vari pezzi di carne. Mi tira su.
-Non lo fare- mi ammonisce, ma probabilmente lei pensava alla stessa cosa quando sono arrivata.
-Vieni- mi invita, prendendomi per mano.
-Non ricordo di averla mai vista, forse sarà stata una mia fan...
ma è così bella che può permettersi di non essere fan di nessuno che di sè stessa.
Mentre camminiamo un ragazzo biondo, vestito di nero che mangia la cioccolata,
con un orrenda cicatrice che gli nasconde mezzo viso ci viene incontro.
-Arrivi in ritardo, se avessi deciso di suicidarmi sarei già morta.- gli dice la castana.
-Figurati se ti suicidavi con mio figlio nella pancia- ribatte il biondo con una smorfia, porgendogli la mano.
-E lei?- dice mentre ci avviciniamo.
-Viene con noi- annuncia la castana.
-Ma è Misa! Non sarà pericoloso?- chiede quello.
Non capisco, perchè sarei pericolosa?
-No, tranquillo-
-Hai ragione, tanto ormai è finita..-
Di nuovo non capisco, cos'è che è finita?
Mi sento di troppo mentre camminiamo così a tre, non me la sento di parlare.
Sono persone inquietanti ma non hanno l'aria di chi vuole farmi del male, anzi mi considerano poco.
-Io pensavo di chiamarlo Hansel- dice la castana al biondo, riferendosi probabilmente al bambino che aspetta.
-Come nella favola, eh? Hansel e Gretel era sempre la tua preferita alla Wammy's- risponde il biondo.
-Comunque mi piace come nome, è tedesco, come me- aggiunge poi.
-A proposito non mi hai mai detto qual'è il tuo paese d'origine- continua lui.
-Sono gli Stati Uniti ma i nostri genitori erano appassionati dalla cultura giapponese perciò ci chiamarono
Yumiko e il mio gemello Josuke- risponde lei.
Continuano a parlare del più e del meno ma mi stanca ascoltarli.
Prendiamo una metro e successivamente un autobus.
Arriviamo davanti ad una bella casa, verso la periferia, molto grande ed accogliente.
-Entra pure- mi invita lei.
Mi tolgo lentamente le scarpe.
-Avrai fame, siediti-
Mi avvio verso al tavolo e noto con la punta dell'occhio che c'è un ragazzo dai capelli rossi e gli occhiali arancioni
che gioca alla play sulle scale. Per un attimo smette e alza lo sguardo verso di me.
-Ma è Misa Misa, l'oca- sussurra pianissimo, ma lo sento lo stesso.
In passato mi sarei arrabbiata molto ed avrei sicuramente fatto una scenata.
Ma adesso stranamente non conta più. Mi siedo. La castana, Yumiko, mi serve da mangiare.
-Buon appetito- dice, ma presto si accorge che non tocco cibo,
allora va ad incoraggiare il rosso di parlare un po' con me per distrarmi, così magari riesco a mandare giù qualche boccone.
Forse sono solo io, oppure in quella casa regna una certa tristezza, o forse non riesco più ad interpretare la calma.
Il rosso si siede davanti a me e comincia a parlarmi di idiozie,
mentre Yumiko si accomoda al suo posto sugli scalini e il biondo si siede vicino a lei
accarezzandole i capelli mentre mangia la sua immancabile cioccolata.
-Mello…mi si sono appena rotte le acque-
Angolo dell'autrice, nascosta da anni: 
*allora all’inizio parla in terza persona perché è come se Misa volontariamente si stesse guardando da fuori.*
Chiusa questa penosa parentesi, io vi lascio con questa merda puzzolente che produssi, spero che sopravviviate.
Ciao, dalla vostra cara Viaggio Astrale.

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