Maple syrup

di SuccoDiZucca87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fra aceri e biancospini ***
Capitolo 2: *** A cena fuori... ***
Capitolo 3: *** Gli opposti non si attraggono - ovvero: peggio di Piton ed il suo shampoo. ***
Capitolo 4: *** Emergenza cioccolato ***
Capitolo 5: *** Come una sirena ***
Capitolo 6: *** Perché due è meglio di uno! ***
Capitolo 7: *** Affari di famiglia ***



Capitolo 1
*** Fra aceri e biancospini ***


capitolo 1

A  Chiara,
mi fonte infinita di fanfic;

e a Simona,
che ancora ci sopporta. 

 

Capitolo 1 - Fra aceri e biancospini

 
"What's in a name? 
That which we call a rose by any other name would smell as sweet"
                                                             Romeo and Juliet, act II scene II


Come ogni venerdì sera, la ragazza bruna tornò velocemente a casa dal lavoro, lasciò le scarpette nell’ingresso e si diresse a piedi scalzi verso il piano di sopra della villetta. Come ogni venerdì, riempì la vasca da bagno con la sua essenza preferita – lillà e gelsomino – e con un colpo di bacchettà fece levitare la bottiglia di vino e il suo contenuto violaceo si versò in un bicchiere. Hermione poteva approfittare finalmente di una serata tranquilla e piacevole, una serata passata a rilassarsi nella sua vasca, con un buon calice di vino elfico ed uno dei tomi presi in prestito dall’enorme biblioteca del Ministero della Magia. Con Grattastinchi acciambellato vicino alla vasca, che si godeva il tepore del bagno caldo in quella gelida serata invernale, Hermione si immerse nella vasca sperando che quel momento non finisse mai. L’indomani aveva in serbo un’impegnativa e lunghissima giornata di shopping con Ginny, e la sera era stata invitata a cena da loro. Probabilmente, come spesso accadeva, l’amica avrebbe preparato una cenetta per quattro a lume di candela, e avrebbero portato a cena un collega, un amico, il vicino di casa, (perfino il pediatra dei bambini!) che casualmente non aveva impegni per la  serata. Non poteva negare che a lei, Hermione Jean Granger, eroina del mondo magico, mancasse qualcuno nella sua vita, o meglio qualcuno. Non le era mai pesata la solitudine, per lei, passare le serate a leggere o a badare ai pargoletti era davvero una serata speciale. Ma spesso, quando tornava la sera, in una casa spenta e vuota un senso di malinconia le chiudeva lo stomaco. Tutti gli uomini che la sua amica le aveva generosamente presentato erano sì attraenti, ma non erano sicuramente quello giusto. Con qualcuno aveva anche provato ad uscirci, erano state serate piacevoli, ma mancava qualcosa. Tentando di cancellare questi pensierì, Hermione scivolò nella vasca, immergendosi nel silezio ovattato del’acqua. 
Lo shopping con Ginny era stato più travolgente che mai, girando senza sosta fra i negozi magici di Diagon Alley ed il centro babbano di Londra.  Avevano passeggiato per ore intere e si erano fermate solo per un tè caldo, nelle strette viuzze dietro il centro della città. Le chiacchiere con Ginny erano sempre piacevoli, soprattutto in questo periodo così movimentato per l’amica. Da quando erano nati i due pargoletti, il tempo insieme era nettamente diminuito. Spesso Hermione la andava a trovare, ma da quando erano arrivati i due gemelli era impossibile trovare del tempo “fra donne”. L’impegno a tempo pieno di Ginny come mamma aveva sicuramente sopperito all’impossibilità di giocare Quidditch in gravidanza, ma non aveva distolto l’attenzione da quello che per Ginny era un chiodo fisso: la vita sentimentale di Hermione. Mentre Ginny si lasciava trasportare nel racconto di quel macho di nuovo giornalista che era giunto alla Gazzetta del Profeta da chissà quale capo del mondo, Hermione non potè fare a meno di pensare a quanto fosse cambiata la sua amica negli ultimi due anni ed a quanto fosse ancora uguale alla Ginny dei tempi di Hogwarts. Sempre allegra, spensierata e solare, ma  anche una donna forte e indipendente, come sempre lo era stata, ed oggi anche moglie e mamma.
 
Erano sedute sul divano rosso e logoro della stanza di Hermione ai tempi del college. 
«Hermione, devo dirti una cosa..-, sbottò di un fiato l’amica. Sentendo il tono grave di quell’affermazione, Hermione riemerse dal libro che stava leggendo. 
«Mi sono innamorata! »
« Ginny, sai che novità! Sei sempre innamorata tu» 
« No, questa volta è vero. Mi sono davvero innamorata! »
«E dopo il professore, il barista, il cameriere, il giornalista,... Chi sarebbe il fortunato di oggi»  
« Ehm..Theodor Nott..sai, ehm... il ragazzo del vosto anno..ehm...Slytherin... »  ed Hermione sputò il caffé che stava bevendo in faccia all’amica. 
Ripulire la stanza (e l’amica) dal piccolo incidente con il caffé, lanciarsi sul divano affianco alla rossa e obbligarla a sputare tutto il rospo era stato un unico movimento. Hermione era ancora sotto shock per la rivelazione della ragazza, ma non potè ignorare lo sguardo acceso e luccicante dell’amica. Lei parlò per ore su come si fossero incontrati – durante un cambio d’ora, fra la lezione di Letteratura Babbana, modulo II e Pozioni e medicamenti magici, livello avanzato. Lei era rimasta in aula a “parlare” con il professore di Letteratura ed uscendo di corsa dall’aula era andata a sbattere contro un bel ragazzo bruno dagli occhi azzurro cielo,che le aveva rovesciato il caffé bollente addosso. Qualche insulto al volo, una delle perfette Fatture Orcovolanti di Ginny. Di come lui si fosse fatto trovare davanti alla stessa aula, la settimana successiva con due caffé. Il primo appuntamento. La vera scoperta “chi sei tu e chi sono io”. Quella serata, troppo dolce e bella da dimenticare, per poterla rinchiudere in un cassetto in fondo al cuore solo per un nome. Le raccontò come, passata quella serata non si sentirono per settimane, ma come lei non riuscisse a dimenticare il suo profumo, la sua risata, i suoi limpidi occhi azzurri. Le rivelò come iniziò a leggere Romeo and Juliet, di un certo Shakespeare, un capolavoro della letteratura babbana a dire del suo professore. Di come si rincontrarono, un giorno e per caso, nel cortile dell’ala est del college, fra aceri e biancospini, e di come i loro occhi si incontrarono, di come il cuore di lei – ma anche quello di lui- saltò un battito e di come non potè più fare a meno di quel sorriso. Hermione rimase così incantata da quel racconto che tutte le domande, tutte le perplessità e i sospetti che le giravano nella mente, vennero cancellati da un lacrima che le solcò le guance. Fare un passo avanti ed abbracciare l’amica, era stato un gesto spontaneo e così naturale, che Hermione se ne rese conto solo quando un lievissimo sussurro raggiunse il suo orecchio. 
-Grazie-.

Erano passati quattro anni da quel ricordo, quattro anni in cui la sua piccola dolce Ginny era cresciuta molto. Ripensare alla giovane Ginny dei tempi della scuola e stare seduta davanti ad una bella e giovane donna, provocò in Hermione un moto di grande affetto.
«Hermione, allora? Sei d’accordo per stasera? Posso dire a Theo che va bene? », disse l’altra. «oh miseriaccia, si è fatto tardissimo! Devo andare a prendere i gemelli dalla nonna. Ci vediamo da me alle 20 e non dimenticare che mi hai appena detto si! »  e così dicendo mandò un bacio volante all’amica e si smaterializzò in un batter d’occhio.  “In cosa diavolo si era appena cacciata?”, pensò Hermione.
Lo shopping con Ginny era stato più duro del solito, la ricerca dei nuovi vestitini per i gemelli, le aveva portare a girare mezza città e per una non appassionata di shopping come Hermione, era stata una vera tortura per i suoi piedi.  Pensando al giornalista-macho collega di Ginny, la ragazza scelse con cura dall’armadio i vestiti per la serata. Non era da lei, certo, ma almeno si sarebbe potuta evitare gli sguardi antipatici dell’amica, che l’avrebbe poi costretta ad un cambio d’abito al volo con i suoi vestiti stretti e fin troppo scollati.
 «Tesoro, io cerco di trovarti un uomo all’altezza, ma almeno conciati decentemente! Miseriaccia, Hermione, vorrai mica rimanermi zitella a vita? », Ginny, miss gentilezza.
Quando poi erano invitati anche Ron ed Harry a cena, era un vero disastro:
 «Hermione, dolcezza, vorrai far qualcosa per ‘sti capelli? Senti, noi non te l’abbiamo mai detto, ma sei uguale ai tempi della scuola! », era il loro commento preferito.
C’era da dire che questi commenti acidi avevano apportato un netto miglioramento nel look di Hermione. I ragazzi le avevano regalato una scorta a vita di “Pozione Super Lisciate, per capelli docili e sensuali”, della LavandaCorporate-HairExplosion qualche Natale prima e l’amica la costringeva sempre ad uno shopping accurato sotto la sua supervisione. Sicuramente la gonna color crema che avevano comprato insieme quel pomeriggio, abbinata alle decolté ello stesso colore e ad un maglione, scelto accuratamente a caso dall’armadio, sarebbero andati bene.
Fortunatamente la fase trucco-e-parrucco non richiedeva tanto impegno, la Pozione Super Lisciante funzionava alla perfezione e gli incantesimi della linea Il MakeUp Che Tutte Le Streghe Voglionodella LavandaCorporate funzionavano alla perfezione – ancora di chiedeva come avesse fatto, quel mezzo cervello di gallina di Lavanda Brown, a creare una marca così di successo in tutto il mondo magico.
Arrivare a Villa Magnolia, una delle più famose e bellissime ville di tutto il mondo magico e babbano, era sempre un momento piacevole. Spesso Hermione amava arrivare in anticipo di qualche minuto e godersi il panorama che si stagliava contro l’orizzonte, guardare i pallidi raggi invernali del sole in tramonto che disegnavano strane curve sulle colline.
«Guarda, guarda. Anche miss Granger, si unisce a cena», una voce fredda e suadente la ridestò da quel bellissimo panorama.
«Malfoy, non posso dire che sia un piacere vederti. Non sapevo che fossi invitato stasera a cena, altrimenti anche scontrarmi in un incontro di boxe con un troll di montagna sarebbe stato più divertente che vedere te», rispose acida lei.
«Sempre acida come al solito, vedo»
«Sempre stronzo come al solito, vedo»

Se Hermione pensava che la serata “piazziamo-un-fidanzato-ad-Hermione” potesse andare male, non aveva ancora pensato a quanto potesse andare peggio, finché non incrontrò Malfoy fuori dalla villa.
«Ginny, scusa, ma quando pensavi di dirmi che ci sarebbe stato anche lui a cena? » disse trascinando l’amica per un braccio in cucina.
«Tesoro, te l’ho detto oggi al bar. Se sei sempre assorta nel tuo mondo e non ascolti gli altri, mica è colpa mia! Devo dirti, cara, che inizi ad assomigliare a Luna» tirando via il braccio dalle grinfie dell’amica ancor più arrabbiata.
«Senti, io me ne vado. Sono venuta per stare con voi ed i piccoli, ma se c’è anche lui proprio non mi va di cenare»
«Granger, tranquilla. Il sentimento è quantomeno ricambiato. Non vengo a cena per te, quindi rilassati» disse il biondo, entrando nella bellissima cucina della villa. Era incredibile quanto fosse affascinante in quella circostanza così informale. Un maglione blu, caldo e morbido, dei pantaloni chiari che evidenziavano il fondo schiena... ed il bellissimo bambino che aveva in braccio. Hermione, sveglia! Stiamo parlando di lui! È sicuramente Alex che lo rende così....si disse lei.
«Guarda che mi consumi se continui a guardarmi il sedere, Miss Granger »
«Imbecille, stavo guardando Alex, non te» senza la mia incrinazione nella voce. Forte, sicura, orgogliosa.
Draco ammirava il carattere di quella giovane donna. Ed anche il suo corpo non era certo da buttare.... pensò lui, peccato per quel terribile caratterino che non si riesce mai a domare.
«Granger, è concesso guardare, solo non consumarmi, ecco. E in ogni caso..»disse con voce suadente, avvicinandosi a lei «Anche tu stai benissimo stasera».  Ormai era vicino al suo orecchio, sentiva il suo respiro caldo incontrare i suoi capelli scuri. «Quel maglione verde ti dona immensamente,sai? »
«Malfoy, levati per favore, mi stai togliendo aria! » Eccome se le stava togliendo aria. Sentire il suo respiro così vicino era difficile da sopportare. Era difficile restare impassibili e non infilare le dita nei suoi capelli di seta. Fortuna che il caratteraccio compensa quel suo bel faccino. Prese Alex dalle sue braccia e tornò in salotto.
«Mi chiedo perché tu debba sempre esagerare, sai? » disse un ragazzo alto, bello, moro e sorridente appoggiato allo stipite della porta. «È troppo divertente vederla andare in escandescenza. Non riesco a resistere, Theo. » ed un sorriso maligno, ma al contempo estremamente bello, comparve sulle labbra di Draco.
«Prima o poi la farai impazzire, lo sai? Ti crucia o ti sposa, ne sono convinta » intervenne Ginny superando le spalle del marito. «Sappi solo che se me la fai finire ad Azkaban, poi ti ci mando io in prigione a suon di calci ».
 

*******

BuonSalve lettori! 
Se siete arrivati davvero fino a qui, un’unica, grandissima parola anche a voi: Grazie! 
 Detto ciò, è la prima fanfic (come si potrà ben notare) che mi accingo qui a pubblicare, le altre sono sempre tutte rimaste all’interno di una cartella ben nascosta del mio pc. Vi chiedo in modo davvero spassionato una recensione bella, brutta, insulti, domande, correzioni.... Vorrei solo sapere il vostro parere e se sia meglio tornare nell’angolino del lettori e smettere di schiacciare a caso i tasti del computer! Inzomma, mi farebbe un enormissimo piacere sapere cosa vi passa per il cervellino :)

L’aggiornamento ci sarà fra due settimane, a meno che non riceva qualche vostra Strillettere via gufo direttamente a casa per farmi smettere di scrivere scempiaggini!
 
x
Succo di Zucca

DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

 

 





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Capitolo 2
*** A cena fuori... ***


mayple sup, cap 2

Capitolo 2 – A cena fuori...

  

-Quattro anni prima-


La sua vita era già complicata, perché ora le toccava questo? Hermione continuava a fissare la tazza di tè, ormai fredda, poggiata sul tavolino di fronte a lei. Aveva la tesi da scrivere, il trasloco da fare, il quarto ripasso per gli esami del semestre da finire.... ed ora questo.
Ginny innamorata. Ma va beh, lei si innamorava ogni tre per due, in realtà.
Ginny innamorata di Nott. Quel Nott. Lui che li aveva tormentati, insieme agli altri Slytherin, per anni ai tempi della scuola.
Ginny davvero innamorata. Ginny con gli occhi lucidi. Ginny felice.
«Oh, merda!» disse sprofondando nei cuscini del vecchio divano.
Prendere il portatile appoggiato sulla scrivania e iniziare a scrivere una email a Ron ed Harry era stato un impulso troppo forte. Non poteva sopportare tutto questo da sola. Il fratello e l’ex fidanzato di Ginny, l’avrebbero aiutata. Perché doveva fare qualcosa. Perché doveva, giusto? No, non doveva. Era segreto quello che le aveva confidato l’amica. Come poteva tradirla così?
Passata l’idea dell’intervento familiare, la ragazza decise che poteva fare solo una cosa: parlare sinceramente con l’amica.
Bip bip bip
Il suono del suo cellulare. Stasera cena fuori?Un bacio, Ginny. Bene, sarebbe stata l’occasione perfetta per parlare di nuovo a quattr’occhi della situazione. Le avrebbe fatto cambiare idea. Perché doveva farle cambiare idea, almeno questo l’avrebbe fatto.
 

Tornando a casa dalla cena, Hermione si sentì più stupida che mai. Come aveva potuto anche solo minimamente pensare di rovinare una momento così felice alla sua amica? Alla cena si era presentato, a sorpresa, anche Theodor. Era stato educato, simpatico e gentile per tutta la serata. Aveva volutamente evitato di parlare degli anni della scuola, per evitare spiacevoli ricordi, e si era interessanto molto alla sua tesi sperimentale sui nuovi campi di Applicazione della Legge Magica. Anche lui studiava Magisprudenza, ovviamente lei lo sapeva siccome lo aveva incontrato ad alcuni corsi, ma pensava che fosse solo una laurea di facciata, come molti rampolli di ricche famiglie prendevano a suon di finaziamenti all’università,  per darsi un tono. Invece parlare con Nott era stato piacevole, una conversazione intelligente ed utile, quando lui le aveva consigliato – nel più totale stupore di Hermione - alcuni testi antichi da cui trarre spunto per il suo studio.
Per non parlare di quanto era stato dolce e premuroso con Ginny, un vero cavaliere. La sedia spostata per aiutarla a sedersi, i complimenti continui, lo sfiorare leggermente le mani della ragazza, velocemente per non mettere in imbarazzo la terza ospite, ma abbastanza gentili da far sentire a Ginny la sua presenza.
Insomma, se l’idea di partenza era quella di boicottare quella assurda storia, ora era Hermione ad essersi innamorata di quella coppia.
Era rimasta piacevolmente sopresa anche quando, qualche giorno dopo la cena, Nott le aveva fatto recapitare da un gufo, direttamente nella sua stanza, quei libri di cui avevano parlato.


So che potranno tornarti utili. Tieni i libri quanto vuoi, ma ci terrei solo a riaverli indietro per la mia collezione.
A presto,
Theo


Per fare felice Hermione bastava far leva su una cosa: dalle un libro e lei ti adorerà per sempre.

Le sembrava incredibile quanto fosse simpatico e brillante Theo, Ginny aveva pienamente ragione e aveva capito perché lei si era innamorata di lui. Nella mente di Hermione era comparso per un istante il pensiero che lui stesse fingendo per non si sa quale motivo, ma era scomparso poco dopo sentendosi solamente un’imbecille presuntuosa. In fondo, non aveva mai parlato con un Serpeverde, non era mai andata al di là delle battute acide nei corridoi, come poteva pensare di conoscerlo?
Con il passare dell’inverno era stato inevitabile per Hermione non continuare ad uscire spesso con i due ragazzi. Ogni tanto (troppo) Ginny la trascinava in giro il sabato ed il venerdì sera perché “Non si può stare a casa a studiare anche il weekend!” e, alla fine, per Hermione era piacevole passare il tempo con la sua migliore amica e Theo. Inoltre, la mania di Ginny di far fidanzare l’amica era esistita fin dai tempi di Hogwarts, quando cercava di piazzarle quasi tutte le forme maschili di vita della scuola, quindi almeno una volta al mese cercava di piazzarle un collega di corso di Theo, un suo compagno di Quidditch o l’amico di un amico di un tizio che aveva conosciuto al bar.

«Hermione, mi sono innamorata!» 
«Ginny, lo so. Me l’hai già detto almeno trecentonovantaquattro volte! Ora, lasciami studiare e» disse l’amica con noto acido, «per piacere, lascia stare il mio libro di Shakespeare. Lo stai distruggendo» .
«Ma cosa ci posso fare se questo strano babbano parla al mio cuore?» disse la rossa, con aria sognante.
«Senti, ma Theo oggi non c’è? Non puoi vederti con pucci-pucci-Mangiamorte? Io non ti sopporto proprio più!»
«Se continui ad essere così acida, ti verranno le rughe, ‘Mione. E soprattutto rimarrai una zitellaccia a vita», Harry uscì dalla cucina portando le tazze per il té.
«Siete voi due che mi fate venire il diabete. Siete troppo sdolcinati. Ieri l’ho beccata a disegnare cuoricini sul mio libro, sulla mia preziosissima edizione speciale di Anna Karenina!  E soprattutto, hai mai visto lei leggere un libro che non sia di Quidditch?» disse Hermione, mandando un’occhiataccia nei confronti dell’amica.
«Hemione, devo chiederti un favore»,  disse invece Ginny ignorando i commenti antipatici della ragazza. «Puoi smettere di fare la zitella e liberati per cena?»
Ed eccola lì, Ginny che torna all’assalto, pensò la ragazza. Dire di no a Ginny, era più difficile che rifiutare la terza porzione di pudding dalla Signora Weasley. Era un’impresa impossibile. Quella famiglia era impossibile, commentò fra sé e sé Hermione, mentre le toccava una seduta di bellezza sotto le grinfie di Ginny. Nonostante fosse sempre soddisfatta del risultato –gli incantesimi di Ginny e le lozioni della LavandaCorporate-HairExplosion erano portentosi insieme – era sempre una tortura passare tra le mani dell’amica. Tre ore per i capelli, fra maschere ai mille frutti del mare per capelli ancor più belli, shampoo modellante per far di ogni riccio un capriccio e strani aggeggi babbani del cui uso Hermione non si era mai preoccupata; e, ovviamente, due ore per truccarla e vestirla. Insomma un vero incubo, soprattutto per chi, come lei, era già indietro con il quinto ripasso per gli esami imminenti di febbraio.
«Vado in stanza a vestirmi, torno fra un paio d’ore. Ti passo a prendere ed andiamo insieme con la mia macchina, ti va? Theo ci raggiunge direttamente al ristorante» disse mandando un sonoro bacio all’amica bruna che davanti allo specchio cercava di sistemarsi –togliere – quei due o tre chili di rossetto rosso. Quando si andava con la macchina di Ginny, non era mai una cosa buona. Ciò implicava infatti un buon successo dell’incontro, ovviamente secondo Ginny, e che lei dovesse essere riaccompagnata a casa dal bel fusto di turno, con il solito imbarazzo del bacio della buona notte. In quelle sue esperienze del terzo tipo Hermione aveva incontrato di tutto: l’uomo-polipo, che si avvinghia e non si stacca più; il ragazzo-macchinetta, che per non far scendere un (sano) silenzio parlava di ogni cosa gli passasse per la testa, dal meteo agli strani cartelli stradali dei babbani; o l’uomo-pollo, che aveva insistito per concludere la serata in una rosticceria, mangiandosi un pollo intero.

Tornata a casa, dopo aver tentato di schivare un bacio dal ragazzo-vado-ai-5-km-orari-perché-sono-un-mago-e-mi-rifiuto-di-imparare-a-guidare, togliersi i tacchi alti e lanciarsi sul suo divano fu una vera liberazione per Hermione, e pregò Merlino, Circe e Maga Magò affinché Ginny smettesse con la sua mania degli incontri al buio.
«Herm, com’è andata la serata?»
«Ginny, c’eri anche tu! Che ti devo dire di più?»
«Beh, ti ha accompagnato fino alla stanza? avete parlato? L’hai fatto entrare?»
«No, non l’ho fatto entrare. Ginny era un pazzo! Ho rischiato la vita almeno cento volte in macchina. Andava pianissimo e non rispettava poi i semafori, dicendo che erano solo una stupida invenzione babbana»
«Magari ha solo bisogno di qualche lezione di guida...potresti aiutarlo tu,no?»
«Magari allora gli do il numero della scuola guida, e chi vuole vederlo più?»
«Sei sempre la solita zitella, Hermione. Se continui così non ti prenderà nessuno. Comunque, sapevo che quello non ti sarebbe piaciuto, ma ho già un altro da presentarti!»
«Ginny sembri mia madre, ti prego! Ringrazia Theo per la serata, ti voglio bene, tanti baci», concluse riagganciando, prima che Ginny potesse incastrarla in una nuova serata. 

Ovviamente le sue preghiere non vennero ascoltate e nei mesi seguenti, con il passare dei giorni gelidi e freddi a giorni di tiepido sole, gli appuntamenti si susseguivano di settimana in settimana. Fu così che alla lista degli incontri con maghi-alieni Hermione potè aggiungere il ragazzo-scopa, che si era portato dietro la sua scopa da Quidditch anche in macchina; l’uomo-palla, un amico babbano di Theo malato di calcio, uno strano sport di cui Hermione aveva sempre e volutamente ignorato l’esistenza; e l’uomo-tre-occhi, perché aveva un enorme brufolo al centro della fronte e sosteneva che ciò gli portasse uno spiccato talento nella premonizione.
Con il passare delle settimane e degli strani incontri al buio che Theo e Ginny le combinavano, Hermione era sempre più tesa e disperata. Gli esami estivi si stavano per avvicinare e c’era la tesi da finire e già questo era un dramma, ma certo la ragazza non poteva immaginare quale tipo di strano incontro avrebbe fatto quella sera. Hermione non aveva poi prestato tanta attenzione al fatto che Ginny le avesse dato buca solo poche ore prima della cena, costringendola ad uscire da sola con un nuovo mago-alieno da inserire nell’elenco, in fondo capitava spesso che Ginny accompagnasse Theo in qualche viaggio di lavoro in giro per il mondo.
Bip bip bip.... Tesoro, stasera io e Theo non riusciamo a venire. È già tutto prenotato però, il ristorante è in centro, ma ti passa a prendere lui alle 8. Ci sentiamo domani per i dettagli! Love, Ginny.
Sperando che non fosse uno come l’uomo-pesce (per la sua mutaggine), incontrato qualche settimana prima,  Hermione ormai rassegnata alla serata si preparò. I suoi tempi di preparazione erano nettamente più brevi delle cinque ore di Ginny, tant’è che indossare il nuovo vestito rosso ed acconciarsi i capelli fu molto veloce, lasciandole il tempo di leggere un po’ sul divano in attesa del nuovo cavaliere per la serata. Quando Grattastinchi andò a richiedere la cena, Hermione si rese conto che erano già le 8 passate, e che il cavaliere si era appena beccato il soprannome di mister-puntualità. Alle 8.45, con soli quarantacinque minuti di ritardo, finalmente il cavalieri bussò alla porta (e menomale che non sono Cenerentola, pensò Hermione). Con un gesto di bacchetta Hermione si sistemò il vestito spiegazzato e passò dallo specchio per darsi un’ultima occhiata, prima di aprire la porta. Di certo stare ad aspettare un po’ non gli avrebbe fatto di sicuro male.
Ritrovarsi davanti a Draco Malfoy, quel Malfoy, quel Draco Malfoy, si proprio lui, fu per Hermione un vero e proprio shock. Shock che tra l’altro si riconobbe bello visibile anchhe sulla faccia di Draco-Malfoy-quel-Draco-Malfoy-si-proprio-lui.
Quando il primo dei due ragazzi si decidette a parlare erano passati cinque minuti buoni.
«Granger, se questo è uno scherzo, sappi che non è di buon gusto» disse con aria schifata lui
«Malfoy, se non erro sei tu quello che è venuto a bussare alla porta della mia stanza. Con ben quarantacinque minuti di ritardo, sottolinerei » rispose lei altrettanto piccata.
«Solo quarantecinque minuti? Avrei detto di più! In ogni caso, ho fame, quindi a cena ci andiamo comunque, sperando che non mi venga un’indigestione nel mangiare al tuo stesso tavolo»
«Vorrei ricordarti che non sono ai tuoi ordini Malfoy, vengo a cena solo se ne ho voglia. Non sono ancora così disperata, sai? »
«Non sarai ancora così disperata, ma immagino tu non voglia sopportare altre paternali di due certi nostri amici, che immagino tentino di accoppiarti con ogni essere vivente sulla faccia della terra, come fanno con me. O sbaglio? »
«Va bene, aspettami che prendo la borsa, allora » concluse Hermione senza troppo pensarci. In effetti, non valeva la pena mandare a quel paese Malfoy, per poi sopportarsi le ire di Ginny.

******

Mi prendo qualche riga per scusarmi con voi del ritardo nell'aggiornamento. Purtroppo fra esame mega super importante rimandato, viaggi improvvisi e tesi da scrivere, questa settimana è stata davvero un incubo! Giuro solennemente di postare puntualissima fra due lunedì! 
Un enorme grazie a chi ha inserito le storie nell seguite. :)
Vi invito inoltre a recensire il capitolo, mi farebbe piacere sapere cose ne pensate della storia e se ci sia qualcosa da correggere!

A prestissimo,
x
Succo di zucca


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Capitolo 3
*** Gli opposti non si attraggono - ovvero: peggio di Piton ed il suo shampoo. ***


capitolo 3

Capitolo 3 –  Gli opposti non si attraggono - ovvero: peggio di Piton ed il suo shampoo.

 

La serata non era ancora iniziata che Hermione aveva già intuito quanto male sarebbe andata. Se dopo neanche dieci minuti con Malfoy e voleva scagliargli addosso una bella maledizione, figuriamoci cosa avrebbe fatto a fine serata. 
«
Tieni, Granger» disse lui facendo comparire un casco da moto.
«Malfoy so che sei un imbranato sulla scopa, ma credi che serva addirittura un casco?» rispose lei.
«Come sei simpatica Granger. Intanto, sali e chiudi quella boccaccia, sarà una lunga serata» 
«Sali dove, Malfoy? Io, quel catorcio neanche lo tocco!» disse la bruna guardando una fiammante motocicletta parcheggiata sotto al dormitorio. 
«E di grazia, come vorresti andarci al ristorante allora?»

«Con la mia macchina. Almeno non rischio la vita» disse indicando una piccola macchinina blu, parcheggiata qualche metro più in là. 
«Ci mancava la scatoletta babbana»

«Scusa eh, ma la moto che guidi tu non è mica un'invenzione magica, Malfoy! »
«Hai ragione, Signorina So-tutto-io, ma almeno la mia moto è una figata ed aggiunge almeno cento punti al mio fascino! Dove andiamo a mangiare? »
«E che ne so io? Ginny mi ha detto che ci avresti pensato tu! »
«Mi chiedo come sia possibile che tu e la rossa siate così amiche, sei troppo petulante Granger, troppo! Senti, ti porto in un posto che conosco. Monta sulla scatoletta, ma fammi arrivare vivo. Non vorrei che il mio nuovo taglio di capelli si sciupasse... »

Hermione capì che quella sarebbe stata una lunga, lunghissima cena. E lei sapeva cosa avrebbe voluto farne dei suoi capelli: dargli fuoco. Nonostante Malfoy fosse un pessimo navigatore, riuscirono ad arrivare al ristorante. Un piccolo locale nascosto dietro ad un grande portone rosso appena fuori dal centro di Londra. Aperto il portone, si veniva accolti da un piacevole profumo di cibo orientale e ci si affacciava su un piccolo giardino illuminato da candele. Si sedettero ad un tavolino nel dehor, piacevolmente scaldato ed illuminato da delle piccole fiammelle blu che galleggiavano nell'aria aumentando il fascino di quel posto. Sembrava di essere entrati nella tana del bian coniglio, talmente era surreale il posto. Si, ma con il lupo, pensò Hermione. 
Nonostante la sorpresa del locale, la tensione non era certo diminuita con il passare della serata. Battibecchi continui, battute, velati insulti. 

«Ti piace la cucina thailandese?»
«A me si, mi stupisce che tu voglia mangiare qualcosa fatto dai babbani. Non hai paura che ti infettino, Signorino Purosangue? »
«Granger, ci sono tante cose che non sai di me. E si può dire che questo sia uno dei miei locali preferiti. Ho fatto un piacere a tutti e due, portandoti qui. Spero che la buona cucina ti faccia stare zitta, almeno. »

«Io prendo il pesce»
«Il locale è famoso per la carne »
«Del vino rosso, grazie. »
«Ma chi è che beve il vino rosso con il pesce? »
«Io, Malfoy. Io.  »

«Hai rivisto ancora qualcuno di Hogwarts?»
«Pochi a parte Theo. Ho visto Blaise e le Greengrass, ma basta. Sai io seleziono le persone con cui uscire. Pottino e Lenticchia come stanno invece? »
«Bene, stanno bene. »
«Immagino si divertano tanto insieme. Certo che non sei neanche riuscita a tenerti il ragazzo più sfigato della scuola... ci credo che la rossa fatichi a trovarti un fidanzato, visto che neanche Lenticchia ti vuole! Preferisce la compagnia di PottyPotty a te!»

«Nott mi ha detto che anche tu studi Magisprudenza»
«Si, dovrei iniziare un dottorato di ricerca il prossimo anno »
«Immagino quanto saranno felici all'università di avere "L'Eroina del mondo magico" a studiare da loro»
«Chiaro che non tutti hanno un paparino ricco sfondato che possa aiutarli ad entrare all'università e comprarti la laurea. Anche se quel paparino era un Mangiamorte ed ha appoggiato il più terrificante e disastroso governo magico. » 

L'aveva detto. Non sapeva come, ma le era scappato. Stavano aspettando il primo piatto e già sapeva che la cena era finita. Lui era stato insolente ed insopportabile tutta la sera, ma quella ad aver oltrepassato il limite era lei, se ne rendeva conto. Così come si rendeva conto di come lo sguardo di lui, dapprima divertito nel farla innervosire, era diventato di marmo, freddo e duro. Lui era rimasto di una calma inquietante, aveva ignorato l'insulto continuando a mangiare il suo piatto con un'eleganza sovrannaturale. Hermione invece era un pezzo di legno, rigida, si sentiva stupida ed inappropriata. 

«Bene Granger, il conto è aperto se vuoi prendere ancora qualcosa. Io me ne vado.»
« Malfoy, non ho bisogno della tua carità. Dividiamo il conto. »
«Certo, il Ministero vi avrà ricoperti d'oro dopo la guerra. Pottino ed i suoi amici che salvano il mondo! »
«Smettila. Ho solo fatto quello che era giusto. Non ho rischiato di essere ammazzata per i miei interessi, cosa che invece è riuscita bene a te, visto che te ne stavi a casa al calduccio. »
«Granger, fa cosa vuoi. Non mi interessi tu, i tuoi soldi né il tuo eroismo. Sono solo ben educato. Se porto una donna a cena fuori, pago il conto. Se non ti va, pace, la nostra esistenza continuerà ancora » disse lui, allontanandosi velocemente. Hermione lo guardò andare via: il passo elegante di un lupo, la classe ed il portamento altezzoso, i pugni chiusi e le nocche sbiancate, unico segno di furia. 
Aveva di nuovo esagerato. Non sapeva come, ma quel ragazzo la mandava su tutte le furie ogni volta che apriva bocca. Certo, la colpa era stata nuovamente sua, aveva parlato troppo. Di nuovo. 

Avevano litigato tutta la sera, si erano insultati e lei era scoppiata. Come poteva Ginny pensare che tra loro potesse funzionare? Erano peggio di cane e gatto, ancora peggio di Piton ed il suo shampoo. Si detestavano, era chiaro. Tornando a casa da sola, Hermione non potè fare a meno di quanto fosse falso il detto "gli opposti si attraggono". Certo Ginny era l'emblema della felicità e dell'amore da quando stava con Theo. Ron l'aveva lasciata per passare ad altri tipi di... ortaggi, ecco. Tutti i ragazzi che l'amica le aveva presentato erano un caso umano dopo l'altro. Con Malfoy, poi, era chiaro come la deficienza di Allock che non avrebbero potuto funzionare insieme. O forse, era lei, che non avrebbe mai trovato nessuno?

«Hermione, buongiorno! Com'è andata la serata?» la voce di Ginny che squillava nel telefono, troppo sveglia per l'ora.
«Ginny, quando pensavi di dirmi che sarei andata a cena con Malfoy? Quel Draco Malfoy, oltrettutto! La prossima volta hai intenzione di organizzare un tè con quella pazza di Zia Bella o mi combini direttamente una cenetta con Lord Voldemort in persona?»

«Oh non dire sciocchezze, cara! Sono morti tutti e due, lo sai! È andata così tanto male? »
«Diciamo che avrei preferito tornare ad essere immersa nel Lago Nero, circondata da quelle orribili sirene e dagli avvincini! »
«Beh non puoi negare che sia diventato ancor più figo di quanto già non fosse ad Hogwarts!»
«Sarà anche figo, ma terribilmente insopportabile. E almeno non dovrò vederlo mai più »

 Nonostante i mesi passassero le cose non cambiarono molto. Hermione era ancora l'acida zitellaccia di sempre, Ginny e Theo erano tutto cuoricini e amore, e Draco continuava ad essere lo scapolo più ambito di mezza Europa. La notizia della nuova coppietta aveva fatto il giro dell'intero campus ormai fino ad arrivare alle orecchie della petulante Skeeter, che ora dirigeva la rivista Strega Moderna.

"Uno dei più ambiti scapoli d'Inghilterra si è fidanzato con l'ex dell'Eroe del Mondo Magico. Ginevra Weasley non si è quindi fatta scappare l'opportunità di legare a sé un altro giovane uomo bello, ricco e potente. Che sia forse un caso? Andate a pagina 3 per scorprire tutti i dettagli piccanti, rivelati da una fonte vicino alla coppia!" 


Così i Signori Weasley appresero che sua figlia faceva coppia fissa (e già questa era una gran bella novità, visti i mille ex fidanzati della ragazza) con il figlio di Nott, il mangiamorte Nott. Quello che aveva tentato di far fuori i suoi figli, Harry-Caro ed Hermione più e più volte. In realtà, quella ad aver preso male la notizia era stata la Signora Weasley, che per scoprire qualcosa di più aveva sottoposto tutti i membri della famiglia, inclusa Hermione, ad un vero e proprio interrogatorio in stile poliziesco con la scusa di una prelibata cena in famiglia. Siano maledetti i telefilm polizieschi babbani e chi ha portato la tv nel mondo magico, pensò Hermione vedendo la Signora Weasley accecarla con una lampada da tavolo. I ripetuti interrogatori finirono solo quando un disperato e traumatizzato Ron, chiese aiuto direttamente alla sorella.


Ginny, salvaci! La mamma è impazzita, vuole notizie. Fai quel che vuoi, ma vieni a calmarla! Con affetto, xxx Ronny.


Lo scontro di Mamma Weasley con la ormai-non-più-piccola-Weasley, era stato di proporzioni colossali. Avete presente due leonesse  inferocite? Ecco, era stato peggio. Molto peggio. Dopo poco dall'inivio del messaggio una Ginny ancora più rossa del solito, si era smaterializzata direttamente nella cucina della Tana. In brevissimo tempo, tutti gli occupanti della stanza che erano stati convocati per l'interrogatori si erano dileguati lasciando libero il territorio per la litigata. In fondo, le urla erano talmete forti che anche da qualche chilometro di distanza era come essere a pochi centimetri dalle due donne. Solo il Signor Weasley aveva provato ad avvicinarsi alla cucina e a calmare la moglie. E venne immediatamente cacciato dalla casa inseguito da una scopa decisamente cattiva a cui erano magicamente spuntate delle gambe.
Gli scontri fra le due donne di casa continuarono a lungo. Hermione aveva asciugato spesso le lacrime dell'amica, così ferita dal comportamento della madre. L'oroglio di giovane donna innamorata del suo uomo impediva a Ginny di perdonare la sfuriata della madre, e la forza protettiva dell'amore di una madre non poteva accettare che la sua dolce bambina avesse scelto un compagno tanto indatto a lei. Gli strascichi della lite si erano protratti per mesi sulla vita dell'intera famiglia Weasley, culminando in quello che Hermione non si sarebbe mai aspettata: una rottura definitiva. Se Hermione pensava, così come tutti gli altri, che dopo la laurea Ginny si sarebbe di nuovo trasferita alla tana si sbagliava di grosso. Ne parlarono un pomeriggio caldo di luglio, mentre preparavano gli scatoloni nella stanza di Hermione.

«Cavoli se pensano i tuoi scatoloni! Saranno anche pochi, ma quanti libri hai? » chiese l'amica rossa ridendo.
«Certo che è strano chiudere tutta la propria vita in delle scatole,eh? Tutta la vita di questi ultimi quattro anno racchiusi qui dentro»
«Stiamo diventando grandi, amica mia»
«Non dirmelo, che mi sento già vecchia!»
«Senti, Herm. Devo dirti una cosa...»
«Non farmi preoccupare Ginny! L'ultima volta che hai iniziato un discorso con “ti devo parlare” mi hai detto che eri innamorata di Nott» disse l'amica sorridendo. Ancora non credeva a come fossero cambiare le cose in pochi mesi.
«Beh, ecco. In reltà...»
«Sei incinta?»
«Oddio, no! Solo che, ecco.. visto la situazione con i miei non so bene dove andare quest'estate e quindi..»
«Ah, mi hai fatto prendere un colpo! Sai che puoi stare da me quanto vuoi, certo vieni pure Ginny. La prossima volta però non essere così formale»
«Ehm, grazie. Ma veramente...ecco,io...vadoavivereconNott.»
Ginny dovette ripetere la cosa un bel po' di volte, prima che Hermione capisse veramete la cosa. E poi cercarle di farla riprendere quando aveva finalmente capito. A quel punto gli scatoloni ed i libri erano stati abbandonati in un angolo della stanza e le due amiche avevano parlato per tutto il resto della serata e della notte. Avevano ordinato cinese in stanza ed Hermione si era fatta raccontare per filo e per segno di come avesse preso quella decisione. Così Ginny raccontò di quanto fosse stato dolce Nott nel proporle uno dei suoi appartamenti appena fuori Londra, ora che non doveva più andare all'università, era libera di spostarsi più vicino al campo da Quidditch delle Holyhead Harpies e non dover più tornare la sera tardi dopo gli allenamenti. Ne avevano riparlato poi, quando Theo ricevette una lettera da parte di un noto studio legate della Londra magica, per iniziare una collaborazione. Era stato inevitabile, per entrambi, non pensare a qualcosa di più per la loro storia nata da poco, ma che aveva già resistito a pregiudizi di ogni sorta. Era cambiata tanto in questi mesi, era felice, sorridente. Era da prima della guerra che non rivedeva quella Ginny bella e spensierata. Ed Hermione non poteva non essere più che felice per la sua amica. Certo, come avrebbero preso i suoi questa notizia era tutto un altro paio di maniche.

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Va beh, la puntualità non è evidentemente un mio pregio. Vi chiedo nuovamente scusa per questo ritardo, ma purtroppo la mia nonnina è stata male quindi la storia è stata rimandata....



Ancora grazie a chi ha letto, recensito ed inserito questa storia nelle seguite/preferite. 
Grazie a: Angy Riddle Malfoy, Angy_Draco, barbarak, bluesea, CarolynAngel, Chanel black, drhermxever, GetMewithThoseGreenEyes, Glors potterhead, LuluBroken_Heart, lumamo64, Lysoa, Matilde di Shabran, pikkola_kiss, Potterhead22, Shadow_chan, StrangerLove, viddy, xxSmileAndGo, zellnh,  _Laura_.
Ed un grazie anche a Chenchy, Lovexx e marmar81.

Non sono molto sicura del capito, non è che mi convinca granché. Quello prima mi piaceva di più, quindi aspetto vostri commenti :) 

A prestissimo,
Succo di Zucca

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Capitolo 4
*** Emergenza cioccolato ***


capitolo 4

Capitolo 4 - Emergenza cioccolato

Dedicato a Chiaretta.
Buon compleanno, stella!

«Scrivi: Hermione... » Ginny, sdraiata a pancia in giù su una sdraio a bordo piscina della villa di Theo. I lunghi capelli rossi illuminati in splendidi riflessi dal sole, gli occhiali grandi e scuri, una cuffia del lettore mp3 nell'orecchio e l'altra penzolante, da cui usciva forte e chiara della musica house del momento.
«Ma sai che il t9 del mio babbatel non sa mai come scrivere Hermione? » esclamò la rossa. Il telefono cellulare babbano, appunto il babbatel, in mano e l'aria concentrata di chi sta facendo qualcosa di molto importante.

«Ginny, ma la vuoi smettere con 'ste cose? Neanche più i babbani ci credono!», disse l'amica, ormai arresa alla famosa cocciutaggine di Ginevra Weasley.
«Scrivi Hermione e ... Luke, il maestro di tennis di Theo. Si proviamo con Luke, non te l'ho ancora presentato» fronte aggrottata, lingua che spunta dalle labbra. «ecco, inviato! Ora aspettiamo il verdetto».
Bip bip..bip bip..

«Oh, miseriaccia! Solo il 25% di probabilità che il vostro amore sia vero! Che palle, era proprio carino! ».
«Ginevra, vuoi smetterla per favore? » l'aria annoiata di chi ha già sopportato troppe volte quel supplizio. «ti prego... » disse Hermione.
«Her-mione e... » quell'aria da dea, con quei capelli rossi e la pelle chiara; da diva con quegli occhiali da sole; da bambina con la lingua fuori dalle labbra per lo sforzo. «Ah si, Simon! Proviamo! -
«Ginevra Molly Weasley, ora BASTA! Hai raggiunto l'apice, con Simon: NO!»
«Ma Herm, suvvia! Se tu non vuoi andare agli appuntamenti dovrò pur trovare un modo per farti sposare ed avere tanti marmocchietti, no? » concluse schivando una scintilla rossa che aveva appena raggiunto la sua sdraio.
«Continua pure a giocare con le stupidaggini babbane, ma con Simon no. Non ci provare neanche o ti uccido».
Hermione e.... e ora con chi la metto?! pensò l'amica. Le sto prensentando tutti i migliori scapoli di Londra, certi pezzi di figaggine che se non fossi fidanzata, mannaggia... Tipo, Luke. Alto, occhi scuri, quella schiena...e quel fondoschiena! Il tipo perfetto proprio.......
ehm...
che stavo dicendo? Ah si, giusto, con chi la piazzo ora? E se...
Hermione e Draco.
Invia.
Che nomi assurdi, sicuramente i babbani non avranno mai sentito due nomi così.
Bip bip..Bip bip
«Ancora con questo gioco, Ginny?»
«No, tranquilla. È Theo!» e, a momenti, non le prese un colpo.
«Che hai combinato, Ginevra?» bastò un colpo di bacchetta per far sfuggire di mano all'amica il telefono e farlo arrivare a sé. E leggendo il messaggio, per poco non prese un colpo anche ad Hermione.

Hemione e Draco.
Compatibilità al 99%.

«Ginny, mai più. Mai più»
«Beh è chiaro che sia solo uno stupido gioco babbano, no? Oppure... »
«Oppure vuol dire che l’1% è talmente pieno di odio da non farci stare neanche nella stessa stanza».

Discorso chiuso, pensò Ginny guardando l'amica furiosa alzarsi ed andando a mettere i piedi nell'acqua tiepida della piscina.
«Senti, Herm. Perché per perdonarmi stasera non ti fermi qua e facciamo una festicciola? Solo io te e qualche amico... » 
Ad Hermione si strinse il cuore nel vedere gli occhi dell'amica. Sapeva che ultimamente la ricerca all'uomo-perfetto-per-Hermione (ovvero una missione più difficile di sconfiggere Lord Voldemort e trovare tutti i suoi Horcrux,  più difficile di convincere Piton a farsi una doccia) si era intensificata per tenere lontano dalla mente i problemi con la sua famiglia.
«Va bene, Ginny. Mi fermo allora » e sul viso dell'amica si dipinse immediatamente un sorriso. Non un sorriso alla Ginny, la vera Ginny, ma era meglio di niente.


Hermione si svegliò nella sua stanza con un tremendo mal di testa ed un senso di nausea davvero fastidioso. Beh, buongiorno! riuscì a pensare. Aprire gli occhi e farli abituare alla luce di mezzogiorno che illuminava la stanza dalla finestra aperta, fu uno sforzo enorme. Alzarsi, fare una doccia e vestirsi, furono le azioni più faticose che avesse mai fatto. Mentre ancora un pesante mal di testa le martellava nel cranio, cercò di darsi una sistemata e scendere a colazione. La villa di Theo in Côte d'Azur era spendida. Si affacciava su un bellissimo giardino tutto colorato, che si sposava magnificamente con il bianco candido della facciata della casa e del suo interno. Dopo aver fatto un salto a Parigi a trovare i suoi, che si erano trasferiti lì dopo i tremendi fatti avvenuti in Inghilterra, aveva deciso di passare un paio di giorni a trovare Theo e Ginny, che soggiornavano in una delle tante ville sparse per l'Europa della famiglia Nott. Sarebbe dovuta tornare la sera prima a Londra, ma con grande rammarico si ricordò che aveva promesso all'amica di fermarsi per una "tranquilla festicciola con qualche amico", che proprio tranquilla non deve essere stata, pensò lei. Finalmente la cucina, finalmente del caffé.
«Granger, non sapevo che fossi un'amante così sfrenata delle feste!»
Bingo! urlò mentalmente la ragazza. Chi meglio di Draco Malfoy in persona la mattina dopo una sbronza?
«Giorno Malfoy. E non urlare. Non ricordavo che ci fossi anche tu»
«E ci scommento, Granger. Ti sei scolata quasi due bottiglie di Wisky Incendiario giocando al Poker Ubriaco! »
«Al Poker-che? »
«Poker u-b-r-i-a-c-o. Mi sembravi più sveglia ai tempi della scuola, Granger»
«Malfoy, lasciala in pace»  disse una figura femminile entrando nella cucina. - Non vedi che è in piena fase post-sbronza? - disse Ginny con qualche risatina poco nascosta.
«Non sono in nessuna fase post sbronza, io! Ho solo un po' di mal di testa perché ieri sera ho studiato fino a tardi e... »
«Veramente, quando ti ho messa a letto, eri in un sonno profondo e con la bocca spalancata. Anzi, russavi anche! »  puntualizzò lui.
«Io non russavo. E soprattutto non ero ubriaca. E perché diavolo tu mi avresti messa a letto?»
«Su, Granger! Non fingere, ti abbiamo vista tutti ieri sera», era Theo che entrando aveva dato un bacio a Ginny e le aveva fatto l'occhiolino. « E ti ha riportata a letto  lui  perché si sentiva in colpa di averti fatto bere così tanto. Abbiamo scommesso e... lui ha vinto»
«Scommesso cosa? Che sarei andata in coma oppure che avrei fatto il bagno nuda in piscina? -
«No, l'avresti fatto?! Io l'ho detto a Theo di scommettere anche sul bagno,ma non ha voluto! Mi avresti fatto vincere altri galeoni» il tono divertino del biondino.
«Malfoy, spostati!»
Troppo tardi. Lo schiantesimo di Hermione l'aveva colpito diritto in petto. Il mal di testa era esploso come se ci fossero 500 scimmie urlatrici che avevano organizzato un party nel suo cranio.
«Suscettibile, eh!» era Theo che si era avvicinato all'amico per salvare la tazza che poco prima aveva in mano. «Bevi questo. Davvero si sentiva in colpa. Ti ha preparato una pozione per il post sbornia. È una bomba, la prendevamo sempre ad Hogwarts» disse fra il divertito e lo spaventato.
Malfoy che le aveva preparato una pozione per farla stare meglio? Malfoy che si preoccupava per lei e le rimboccava le coperte? Lo stesso Malfoy che aveva scommesso sulla sua sbronza? Lo stesso dell'appuntamento? Erano troppe domande per Hermione in quel momento. Decise che era meglio svignarsela prima che riprendesse i sensi, non voleva sentirsi in colpa pure lei.

Era ormai pomeriggio tardi. Aveva riposato nel suo letto per tutta la giornata, anche se non era riuscita a dormire. Si sentiva davvero in colpa per aver schiantato Malfoy? Dio, era sempre l'insopportabile ed odioso Malfoy! Ed è stato gentile con te. Di nuovo, parlò una vocina nella sua testa.
«Granger, vedo che ti sei ripresa. Mi fa piacere» il tono neutro, educato ma senza nessuna emozione. Come la quiete prima della tempesta. Fa quasi paura, pensò lei.
«Si, ho dormito. E grazie per la pozione Malfoy»
«Di niente. Ne è valsa la pena farmi schiantare per vedere te ubriaca» un sorriso divertito sulle labbra.
«Beh, è stato... gentile. Una domanda solo: su cosa avete scommesso tu e Theo? », lo sguardo acceso di lei
«Oh, semplice. Solo se il tuo orgoglio e la tua cocciutaggine tipicamente Grifondoro ti avrebbero portata a crollare ubriaca piuttosto che arrenderti. Ed ho vinto, ovviamente» e la sua bocca piegata in una risata, lo sguardo rilassato e divertito.


Dall'ormai lontano terzo anno di Hogwarts, Hermione aveva preso l'abitudine di portarsi dietro della cioccolata, in caso di emergenza. Malgrado l'orgoglio che avrebbe provato il Professor Lupin per la sua allieva, l'emergenza non era un attacco a sorpresa di Dissennatori, bensì una crisi emotiva di Ginevra Weasley.
 Dalla prima vera crisi sentimentale dell'amica, Hermione aveva imparato che per calmarla bastava della cioccolata. Cioccolatini, un'intera tavoletta, una cioccolata calda, la BabbaNut (una famosa crema al cacao del mondo babbano), insomma un qualsiasi tipo di "cibo degli dei" e Ginny era tutta un'altra persona.  E così Hermione aveva imparato ad essere sempre preparata agli stati di crisi dell'amica.
Quando una sorpresa Hermione in accappatoio e ciabatte, ancora fradicia ed insaponata dal suo bagno del venerdì sera, aveva aperto la porta e si era trovata davanti uno spaventato Theo ed una pangente Ginny, Hermione aveva capito che era "emergenza cioccolato". Spedì Theo a comprare del cioccolato, non sapeva se in casa ne avesse abbastanza per superare quello stato di crisi, e portò Ginny sul divano con lei.
Quando il ragazzo tornò, Ginny riposava tranquilla sul divano di Hermione vicino al caminetto.
«Scusa, ma come diavolo hai fatto? »
«Piccolo trucco, caro ragazzo mio. Se Ginny è sconvolta, dalle della cioccolata. Funziona -
«Noto. Ho lasciato una Ginny inconsolabile e ora è lì che dorme beata. Menomale che l'ho portata da te. Ho provato mille modi, ma... non sapevo più cosa fare» la voce incrinata e gli occhi bassi.
«Ero preoccupato. Scusa, se sono venuto qua senza avvisare. Sei stata formidabile, Granger»
«Grazie Theo, ma è stato...facile. Sai, la conosco da anni, ne abbiamo passate tante insieme. E direi che quella busta devi tenerla in casa per le emergenze, ora che lo sai! »- disse lei strizzando l'occhiolino.

«Vieni che ti faccio un té, così non la disturbiamo e parliamo un po'...»
«Quindi lo sai?»
«Si, me l'aveva accennato qualche giorno fa. Immagino che  abbia parlato con i suoi»
«Già. Siamo andati ieri sera alla Tana. È stato un vero inferno, Hermione» il tono serio, era forse la prima volta in cui la chiamava per nome, era sempre stata Granger per lui.
«Non mi hanno fatto neanche entrare, ma io gliel'avevo detto che non avrebbero reagito bene a me, alla notizia. Sono rimasto fuori in giardino, mentre le faceva esplodere la porta con un incantesimo e si lanciava in casa urlando contro i suoi. Hanno litiganto. Tanto. Lei ha detto che se ne sarebbe andata di casa, e la Signora Wealey è andata su tutte le furie. Ha detto che se l'avesse fatto davvero l'avrebbe disconosciuta, che non avrebbe più avuto una figlia. Lei ha urlato una sequela di parolacce, sai com'è fatta lei», un sorriso amaro sul viso di lui. - Ha detto "sai che c'è? allora me lo sposo!" e se  n'è andata. Fuori non ha detto una parola, l'ho portata da me, ma non riuscivo a farla parlare. Ha poi iniziato a piangere. Ha pianto tutta la notte. Ho provato di tutto, davvero...così...alla fine sono venuto qui.  Ma ora non so che fare»
Guardando un Theo disperato tanto quanto innamorato dell'amica, poteva percepire il dolore che provava per quella situazione. Lui sapeva cosa volesse dire vivere senza una famiglia e non voleva che lei soffrisse come aveva sofferto lui. Non voleva che la sua amata provasse il dolore della scelta fra i suoi sentimenti e la sua famiglia. Non voleva essere la causa del suo dolore.
«Forse...Forse sarebbe il caso che mi aiutassi a fare un incantesimo di memoria su di lei. Vorrei farle dimenticare chi sono. Hermione, ti prego aiutami. Ginny non fa altro che ripete quanto tu sia stata sensazionale nel proteggere i tuoi genitori ai tempi della guerra. Aiutami... » una richiesta a fil di voce, quasi sussurrata nell'angoscia, nel dolore. Non era facile scegliere cosa fare. E non era facile scegliere le parole giuste. Con un sospiro Hermione si avvicinò al ragazzo.
«Theo, non lo farò. So che la vuoi proteggere da tutto questo, ma tu sei la cosa migliore che le sia mai capitata. Tu non sai quanto fosse a pezzi dopo la morte di Fred. È la prima volta che, dopo tanto tempo, la vedo sorridere così, sorridere davvero, e ridere di cuore. Neanche con Harry, che è stato il suo primo grande amore, era così. Non ti aiuterò a cancellare la felicità della mia migliore amica. Non sai ancora quanto lei sia forte, non accetterà mai di scendere a patti con i suoi. Non c'è scelta ormai. L'ha scelta l'ha fatta quando ha aperto il suo cuore a lei, perché sapeva tutto quello che sarebbe successo. Lo sapeva. E io non ti aiuterò a cancellare quel sorriso, il suo vero sorriso, dal volto di Ginny. Non ti aiuterò a distruggere la vostra felicità»
«Grazie, Hermione. - gli occhi sinceri e commossi, e meno sofferenti.
«Ora portala a casa, casa vostra. Diventa una belva quando passa la notte a dormire sul divano. E mi racomando, per domani mattina a colazione: cioccolata cala con panna e una bella fetta di torta Sacher».


Qualche mese dopo, Theo aveva preso seriamente ciò che gli aveva detto Hermione una sera di qualche tempo prima. I mesi erano passati, ma la situazione a casa Weasley con Ginny non era certo migliorata.  
Ma questo non poteva certo spegnere l'entusiasmo di Ginny, nel mostrarle un grosso diamante rosa montato su un elegante anello in oro bianco. Al telefono le aveva solo detto che avrebbe dovuto raccontarle una novità, ma niente di importante. Invece, appena l'aveva vista da lontano, Hermione non aveva potuto fare a meno di notare il sorriso raggiante sul volto dell'amica. E appena fu vicino, anche l'enorme pietra, non passava di certo inosservata! Hermione si era messa a piangere, commossa, quando l'amica le aveva raccontato della serata speciale che aveva passato un paio di giorni prima.
«Beh sai, non ti ho chiamata subito perché...avevamo altro da fare...dovevamo festeggiare!»
«Due giorni interi?! Complimenti amica! Ma.... racconta, forza! »  era l'ordine di Hermione
Così l'amica le raccontò che lui aveva organizzato una serata a sopresa. Si era fatto prestare il jet privato della famiglia Malfoy per portarla fino alla villa in Côte d'Azur. Le aveva bendato gli occhi fino al pista privata del jet, ad Heatrow. Salità sul jet le aveva sciolto il drappo di sera che le copriva gli occhi, ma non le aveva svelato nulla. Entrati nella villa, lui l'avevo portata in giardino, in quel magnifico giardino ornato di piccole candele fluttuanti ad illuminare i fiori. Avevano cenato a lume di candela in un angolo appartato vicino alla serra tropicale. Ovviamente lei aveva capito subito che fosse una serata speciale, ma non fino a quel punto. Finita la cena hanno passeggiato un po' e poi...
«Lui si è inginocchiato, mi ha fatto vedere l'anello e me l'ha chiesto! Ma ci pensi Herm, mi sposo! Ma... Herm, che fai? Piangi?»
«Beh, si mi sono commossa. Non sono un cuore di pietra come la famosa Medusa, anche se voi mi dipingete sempre così, sai? » e si erano abbracciate. Forte e per tanto tempo. Non avevano più parlato, ma si erano raccontate tutta la loro felicità in quell'abbraccio speciale.
«Comunque, poi abbiamo fatto sesso subito»
«Come subito? ma non eravate nella serra tropicale?
«Appunto, sai lì fa caldissimo per stare con i vestiti! E poi si dove festeggiare, no? » Hermione non riusciva a smettere di pensare a quando bella fosse la sua amica. Così sorridente, felice ed innamorata.

L'idillio durò poco, ovviamente. Il giornale Tutto il gossip delle streghe aveva già spifferato tutto dopo solo 2 settimane dalla proposta di matrimonio. Ma come fanno ad essere sempre così informati?, si chiese Hermione buttando il giornale nel caminetto acceso. Per fortuna questa volta, la famiglia Weasley era stata avvisata per tempo. Dopo più di due mesi di silenzio, dopo quella litigata di agosto, era arrivata una piccola lettera recapitata da una bellissima civetta. Una piccola lettera in cartoncino bianco, con dei piccoli ricami in rilievo.


Una Signora Weasley sconvolta e rossa in viso, aveva lanciato sul tavolo la lettera ed era corsa a prendere il suo mantello e, in un batter d'occhi, si era smaterializzata. Tutto questo mentre uno stordito Signor Weasley, si riprendeva dallo shock della notizia e rincorreva la moglie per contenere la sua reazione.
Il campanello suonò ripetutamente prima che Theo andasse ad aprire la porta. Di sicuro non erano persone educate, mica uno può attaccarsi ad un campanello in quello modo, pensò lui. E pensando di dover sbattere ancora la porta in faccia a quei bizzarri venditori babbani di enciclopedie, si ritrovò invece di fronte a lui una Signora Wealey decisamente paonazza in viso. Tutto successe in pochi secondi. Senza che potesse aprire bocca, si ritrovò soffocato dalle braccia di Molly Weasley. Uno sconvolto Signor Weasley era comparso dietro la moglie e cercava di staccarla dal ragazzo. Mentre una lunga chioma rossa correva dalla cucina sentendo i rumori che provenivano dall'ingresso. Erano tutti pronti ad intervenire. Il Signor Weasley tirando via con forza la moglie da Theo; un Ron comparso anche lui sul pianerottolo dell'appartamento che cercava di aiutare il padre; Ginny che cercava di aiutare Theo a liberarsi; ed anche il vicino, che era accorso alla porta con tutto quel rumore e stava componendo il numero della polizia babbana. Nonostante tutti pensassero che Molly avrebbe strozzato con le sue mani il povero Theodor Nott, ciò non avvenne. Lo stava invece avviluppando in un suo solito abbraccio alla "Signora Weasley", quei soffocanti abbracci da mamma dolorosi, ma innocui e pieni d'amore.



*****

Eccoci qui con il quarto capitolo. Ho ritardato la pubblicazione perché ero al mare senza internet, ma vi dico già che ora gli aggiornamenti ci saranno di settimana in settimana. Il mare mi ha ispirato, quindi mi sono portata avantissimo e vista la pausa estiva, devo farmi perdonare ;)

Ringrazio infinitamente MarMar81, Matilde, AriCastle66, Romeoandjulietdramione e Getmewiththosegreeneyes per aver recensito. Siete sempre carinissime!
Grazie ha chi ha ancora aggiunto la storia alle seguite ed anche a tutti quei letto (neanche fossero milioni :P ) che han letto senza lasciare una traccia del loro passaggio.

xxx
Succo di zucca

 

«Scrivi: Hermione... » Ginny, sdraiata a pancia in giù su una sdraio a bordo piscina della villa di Theo. I lunghi capelli rossi illuminati in splendidi riflessi dal sole, gli occhiali grandi e scuri, una cuffia del lettore mp3 nell'orecchio e l'altra penzolante, da cui usciva forte e chiara della musica house del momento.
«Ma sai che il t9 del mio babbatel non sa mai come scrivere Hermione? » esclamò la rossa. Il telefono cellulare babbano, appunto il babbatel, in mano e l'aria concentrata di chi sta facendo qualcosa di molto importante.

«Ginny, ma la vuoi smettere con 'ste cose? Neanche più i babbani ci credono!», disse l'amica, ormai arresa alla famosa cocciutaggine di Ginevra Weasley.
«Scrivi Hermione e ... Luke, il maestro di tennis di Theo. Si proviamo con Luke, non te l'ho ancora presentato» fronte aggrottata, lingua che spunta dalle labbra. «ecco, inviato! Ora aspettiamo il verdetto».
Bip bip..bip bip..

«Oh, miseriaccia! Solo il 25% di probabilità che il vostro amore sia vero! Che palle, era proprio carino! ».
«Ginevra, vuoi smetterla per favore? » l'aria annoiata di chi ha già sopportato troppe volte quel supplizio. «ti prego... » disse Hermione.
«Her-mione e... » quell'aria da dea, con quei capelli rossi e la pelle chiara; da diva con quegli occhiali da sole; da bambina con la lingua fuori dalle labbra per lo sforzo. «Ah si, Simon! Proviamo! -
«Ginevra Molly Weasley, ora BASTA! Hai raggiunto l'apice, con Simon: NO!»
«Ma Herm, suvvia! Se tu non vuoi andare agli appuntamenti dovrò pur trovare un modo per farti sposare ed avere tanti marmocchietti, no? » concluse schivando una scintilla rossa che aveva appena raggiunto la sua sdraio.
«Continua pure a giocare con le stupidaggini babbane, ma con Simon no. Non ci provare neanche o ti uccido».
Hermione e.... e ora con chi la metto?! pensò l'amica. Le sto prensentando tutti i migliori scapoli di Londra, certi pezzi di figaggine che se non fossi fidanzata, mannaggia... Tipo, Luke. Alto, occhi scuri, quella schiena...e quel fondoschiena! Il tipo perfetto proprio.......
ehm...
che stavo dicendo? Ah si, giusto, con chi la piazzo ora? E se...
Hermione e Draco.
Invia.
Che nomi assurdi, sicuramente i babbani non avranno mai sentito due nomi così.
Bip bip..Bip bip
«Ancora con questo gioco, Ginny?»
«No, tranquilla. È Theo!» e, a momenti, non le prese un colpo.
«Che hai combinato, Ginevra?» bastò un colpo di bacchetta per far sfuggire di mano all'amica il telefono e farlo arrivare a sé. E leggendo il messaggio, per poco non prese un colpo anche ad Hermione.

Hemione e Draco.
Compatibilità al 99%.

«Ginny, mai più. Mai più»
«Beh è chiaro che sia solo uno stupido gioco babbano, no? Oppure... »
«Oppure vuol dire che l’1% è talmente pieno di odio da non farci stare neanche nella stessa stanza».

Discorso chiuso, pensò Ginny guardando l'amica furiosa alzarsi ed andando a mettere i piedi nell'acqua tiepida della piscina.
«Senti, Herm. Perché per perdonarmi stasera non ti fermi qua e facciamo una festicciola? Solo io te e qualche amico... » 
Ad Hermione si strinse il cuore nel vedere gli occhi dell'amica. Sapeva che ultimamente la ricerca all'uomo-perfetto-per-Hermione (ovvero una missione più difficile di sconfiggere Lord Voldemort e trovare tutti i suoi Horcrux,  più difficile di convincere Piton a farsi una doccia) si era intensificata per tenere lontano dalla mente i problemi con la sua famiglia.
«Va bene, Ginny. Mi fermo allora » e sul viso dell'amica si dipinse immediatamente un sorriso. Non un sorriso alla Ginny, la vera Ginny, ma era meglio di niente.


Hermione si svegliò nella sua stanza con un tremendo mal di testa ed un senso di nausea davvero fastidioso. Beh, buongiorno! riuscì a pensare. Aprire gli occhi e farli abituare alla luce di mezzogiorno che illuminava la stanza dalla finestra aperta, fu uno sforzo enorme. Alzarsi, fare una doccia e vestirsi, furono le azioni più faticose che avesse mai fatto. Mentre ancora un pesante mal di testa le martellava nel cranio, cercò di darsi una sistemata e scendere a colazione. La villa di Theo in Côte d'Azur era spendida. Si affacciava su un bellissimo giardino tutto colorato, che si sposava magnificamente con il bianco candido della facciata della casa e del suo interno. Dopo aver fatto un salto a Parigi a trovare i suoi, che si erano trasferiti lì dopo i tremendi fatti avvenuti in Inghilterra, aveva deciso di passare un paio di giorni a trovare Theo e Ginny, che soggiornavano in una delle tante ville sparse per l'Europa della famiglia Nott. Sarebbe dovuta tornare la sera prima a Londra, ma con grande rammarico si ricordò che aveva promesso all'amica di fermarsi per una "tranquilla festicciola con qualche amico", che proprio tranquilla non deve essere stata, pensò lei. Finalmente la cucina, finalmente del caffé.
«Granger, non sapevo che fossi un'amante così sfrenata delle feste!»
Bingo! urlò mentalmente la ragazza. Chi meglio di Draco Malfoy in persona la mattina dopo una sbronza?
«Giorno Malfoy. E non urlare. Non ricordavo che ci fossi anche tu»
«E ci scommento, Granger. Ti sei scolata quasi due bottiglie di Wisky Incendiario giocando al Poker Ubriaco! »
«Al Poker-che? »
«Poker u-b-r-i-a-c-o. Mi sembravi più sveglia ai tempi della scuola, Granger»
«Malfoy, lasciala in pace»  disse una figura femminile entrando nella cucina. - Non vedi che è in piena fase post-sbronza? - disse Ginny con qualche risatina poco nascosta.
«Non sono in nessuna fase post sbronza, io! Ho solo un po' di mal di testa perché ieri sera ho studiato fino a tardi e... »
«Veramente, quando ti ho messa a letto, eri in un sonno profondo e con la bocca spalancata. Anzi, russavi anche! »  puntualizzò lui.
«Io non russavo. E soprattutto non ero ubriaca. E perché diavolo tu mi avresti messa a letto?»
«Su, Granger! Non fingere, ti abbiamo vista tutti ieri sera», era Theo che entrando aveva dato un bacio a Ginny e le aveva fatto l'occhiolino. « E ti ha riportata a letto  lui  perché si sentiva in colpa di averti fatto bere così tanto. Abbiamo scommesso e... lui ha vinto»
«Scommesso cosa? Che sarei andata in coma oppure che avrei fatto il bagno nuda in piscina? -
«No, l'avresti fatto?! Io l'ho detto a Theo di scommettere anche sul bagno,ma non ha voluto! Mi avresti fatto vincere altri galeoni» il tono divertino del biondino.
«Malfoy, spostati!»
Troppo tardi. Lo schiantesimo di Hermione l'aveva colpito diritto in petto. Il mal di testa era esploso come se ci fossero 500 scimmie urlatrici che avevano organizzato un party nel suo cranio.
«Suscettibile, eh!» era Theo che si era avvicinato all'amico per salvare la tazza che poco prima aveva in mano. «Bevi questo. Davvero si sentiva in colpa. Ti ha preparato una pozione per il post sbornia. È una bomba, la prendevamo sempre ad Hogwarts» disse fra il divertito e lo spaventato.
Malfoy che le aveva preparato una pozione per farla stare meglio? Malfoy che si preoccupava per lei e le rimboccava le coperte? Lo stesso Malfoy che aveva scommesso sulla sua sbronza? Lo stesso dell'appuntamento? Erano troppe domande per Hermione in quel momento. Decise che era meglio svignarsela prima che riprendesse i sensi, non voleva sentirsi in colpa pure lei.

Era ormai pomeriggio tardi. Aveva riposato nel suo letto per tutta la giornata, anche se non era riuscita a dormire. Si sentiva davvero in colpa per aver schiantato Malfoy? Dio, era sempre l'insopportabile ed odioso Malfoy! Ed è stato gentile con te. Di nuovo, parlò una vocina nella sua testa.
«Granger, vedo che ti sei ripresa. Mi fa piacere» il tono neutro, educato ma senza nessuna emozione. Come la quiete prima della tempesta. Fa quasi paura, pensò lei.
«Si, ho dormito. E grazie per la pozione Malfoy»
«Di niente. Ne è valsa la pena farmi schiantare per vedere te ubriaca» un sorriso divertito sulle labbra.
«Beh, è stato... gentile. Una domanda solo: su cosa avete scommesso tu e Theo? », lo sguardo acceso di lei
«Oh, semplice. Solo se il tuo orgoglio e la tua cocciutaggine tipicamente Grifondoro ti avrebbero portata a crollare ubriaca piuttosto che arrenderti. Ed ho vinto, ovviamente» e la sua bocca piegata in una risata, lo sguardo rilassato e divertito.


Dall'ormai lontano terzo anno di Hogwarts, Hermione aveva preso l'abitudine di portarsi dietro della cioccolata, in caso di emergenza. Malgrado l'orgoglio che avrebbe provato il Professor Lupin per la sua allieva, l'emergenza non era un attacco a sorpresa di Dissennatori, bensì una crisi emotiva di Ginevra Weasley.
 Dalla prima vera crisi sentimentale dell'amica, Hermione aveva imparato che per calmarla bastava della cioccolata. Cioccolatini, un'intera tavoletta, una cioccolata calda, la BabbaNut (una famosa crema al cacao del mondo babbano), insomma un qualsiasi tipo di "cibo degli dei" e Ginny era tutta un'altra persona.  E così Hermione aveva imparato ad essere sempre preparata agli stati di crisi dell'amica.
Quando una sorpresa Hermione in accappatoio e ciabatte, ancora fradicia ed insaponata dal suo bagno del venerdì sera, aveva aperto la porta e si era trovata davanti uno spaventato Theo ed una pangente Ginny, Hermione aveva capito che era "emergenza cioccolato". Spedì Theo a comprare del cioccolato, non sapeva se in casa ne avesse abbastanza per superare quello stato di crisi, e portò Ginny sul divano con lei.
Quando il ragazzo tornò, Ginny riposava tranquilla sul divano di Hermione vicino al caminetto.
«Scusa, ma come diavolo hai fatto? »
«Piccolo trucco, caro ragazzo mio. Se Ginny è sconvolta, dalle della cioccolata. Funziona -
«Noto. Ho lasciato una Ginny inconsolabile e ora è lì che dorme beata. Menomale che l'ho portata da te. Ho provato mille modi, ma... non sapevo più cosa fare» la voce incrinata e gli occhi bassi.
«Ero preoccupato. Scusa, se sono venuto qua senza avvisare. Sei stata formidabile, Granger»
«Grazie Theo, ma è stato...facile. Sai, la conosco da anni, ne abbiamo passate tante insieme. E direi che quella busta devi tenerla in casa per le emergenze, ora che lo sai! »- disse lei strizzando l'occhiolino.

«Vieni che ti faccio un té, così non la disturbiamo e parliamo un po'...»
«Quindi lo sai?»
«Si, me l'aveva accennato qualche giorno fa. Immagino che  abbia parlato con i suoi»
«Già. Siamo andati ieri sera alla Tana. È stato un vero inferno, Hermione» il tono serio, era forse la prima volta in cui la chiamava per nome, era sempre stata Granger per lui.
«Non mi hanno fatto neanche entrare, ma io gliel'avevo detto che non avrebbero reagito bene a me, alla notizia. Sono rimasto fuori in giardino, mentre le faceva esplodere la porta con un incantesimo e si lanciava in casa urlando contro i suoi. Hanno litiganto. Tanto. Lei ha detto che se ne sarebbe andata di casa, e la Signora Wealey è andata su tutte le furie. Ha detto che se l'avesse fatto davvero l'avrebbe disconosciuta, che non avrebbe più avuto una figlia. Lei ha urlato una sequela di parolacce, sai com'è fatta lei», un sorriso amaro sul viso di lui. - Ha detto "sai che c'è? allora me lo sposo!" e se  n'è andata. Fuori non ha detto una parola, l'ho portata da me, ma non riuscivo a farla parlare. Ha poi iniziato a piangere. Ha pianto tutta la notte. Ho provato di tutto, davvero...così...alla fine sono venuto qui.  Ma ora non so che fare»
Guardando un Theo disperato tanto quanto innamorato dell'amica, poteva percepire il dolore che provava per quella situazione. Lui sapeva cosa volesse dire vivere senza una famiglia e non voleva che lei soffrisse come aveva sofferto lui. Non voleva che la sua amata provasse il dolore della scelta fra i suoi sentimenti e la sua famiglia. Non voleva essere la causa del suo dolore.
«Forse...Forse sarebbe il caso che mi aiutassi a fare un incantesimo di memoria su di lei. Vorrei farle dimenticare chi sono. Hermione, ti prego aiutami. Ginny non fa altro che ripete quanto tu sia stata sensazionale nel proteggere i tuoi genitori ai tempi della guerra. Aiutami... » una richiesta a fil di voce, quasi sussurrata nell'angoscia, nel dolore. Non era facile scegliere cosa fare. E non era facile scegliere le parole giuste. Con un sospiro Hermione si avvicinò al ragazzo.
«Theo, non lo farò. So che la vuoi proteggere da tutto questo, ma tu sei la cosa migliore che le sia mai capitata. Tu non sai quanto fosse a pezzi dopo la morte di Fred. È la prima volta che, dopo tanto tempo, la vedo sorridere così, sorridere davvero, e ridere di cuore. Neanche con Harry, che è stato il suo primo grande amore, era così. Non ti aiuterò a cancellare la felicità della mia migliore amica. Non sai ancora quanto lei sia forte, non accetterà mai di scendere a patti con i suoi. Non c'è scelta ormai. L'ha scelta l'ha fatta quando ha aperto il suo cuore a lei, perché sapeva tutto quello che sarebbe successo. Lo sapeva. E io non ti aiuterò a cancellare quel sorriso, il suo vero sorriso, dal volto di Ginny. Non ti aiuterò a distruggere la vostra felicità»
«Grazie, Hermione. - gli occhi sinceri e commossi, e meno sofferenti.
«Ora portala a casa, casa vostra. Diventa una belva quando passa la notte a dormire sul divano. E mi racomando, per domani mattina a colazione: cioccolata cala con panna e una bella fetta di torta Sacher».


Qualche mese dopo, Theo aveva preso seriamente ciò che gli aveva detto Hermione una sera di qualche tempo prima. I mesi erano passati, ma la situazione a casa Weasley con Ginny non era certo migliorata.  
Ma questo non poteva certo spegnere l'entusiasmo di Ginny, nel mostrarle un grosso diamante rosa montato su un elegante anello in oro bianco. Al telefono le aveva solo detto che avrebbe dovuto raccontarle una novità, ma niente di importante. Invece, appena l'aveva vista da lontano, Hermione non aveva potuto fare a meno di notare il sorriso raggiante sul volto dell'amica. E appena fu vicino, anche l'enorme pietra, non passava di certo inosservata! Hermione si era messa a piangere, commossa, quando l'amica le aveva raccontato della serata speciale che aveva passato un paio di giorni prima.
«Beh sai, non ti ho chiamata subito perché...avevamo altro da fare...dovevamo festeggiare!»
«Due giorni interi?! Complimenti amica! Ma.... racconta, forza! »  era l'ordine di Hermione
Così l'amica le raccontò che lui aveva organizzato una serata a sopresa. Si era fatto prestare il jet privato della famiglia Malfoy per portarla fino alla villa in Côte d'Azur. Le aveva bendato gli occhi fino al pista privata del jet, ad Heatrow. Salità sul jet le aveva sciolto il drappo di sera che le copriva gli occhi, ma non le aveva svelato nulla. Entrati nella villa, lui l'avevo portata in giardino, in quel magnifico giardino ornato di piccole candele fluttuanti ad illuminare i fiori. Avevano cenato a lume di candela in un angolo appartato vicino alla serra tropicale. Ovviamente lei aveva capito subito che fosse una serata speciale, ma non fino a quel punto. Finita la cena hanno passeggiato un po' e poi...
«Lui si è inginocchiato, mi ha fatto vedere l'anello e me l'ha chiesto! Ma ci pensi Herm, mi sposo! Ma... Herm, che fai? Piangi?»
«Beh, si mi sono commossa. Non sono un cuore di pietra come la famosa Medusa, anche se voi mi dipingete sempre così, sai? » e si erano abbracciate. Forte e per tanto tempo. Non avevano più parlato, ma si erano raccontate tutta la loro felicità in quell'abbraccio speciale.
«Comunque, poi abbiamo fatto sesso subito»
«Come subito? ma non eravate nella serra tropicale?
«Appunto, sai lì fa caldissimo per stare con i vestiti! E poi si dove festeggiare, no? » Hermione non riusciva a smettere di pensare a quando bella fosse la sua amica. Così sorridente, felice ed innamorata.

L'idillio durò poco, ovviamente. Il giornale Tutto il gossip delle streghe aveva già spifferato tutto dopo solo 2 settimane dalla proposta di matrimonio. Ma come fanno ad essere sempre così informati?, si chiese Hermione buttando il giornale nel caminetto acceso. Per fortuna questa volta, la famiglia Weasley era stata avvisata per tempo. Dopo più di due mesi di silenzio, dopo quella litigata di agosto, era arrivata una piccola lettera recapitata da una bellissima civetta. Una piccola lettera in cartoncino bianco, con dei piccoli ricami in rilievo.


Una Signora Weasley sconvolta e rossa in viso, aveva lanciato sul tavolo la lettera ed era corsa a prendere il suo mantello e, in un batter d'occhi, si era smaterializzata. Tutto questo mentre uno stordito Signor Weasley, si riprendeva dallo shock della notizia e rincorreva la moglie per contenere la sua reazione.
Il campanello suonò ripetutamente prima che Theo andasse ad aprire la porta. Di sicuro non erano persone educate, mica uno può attaccarsi ad un campanello in quello modo, pensò lui. E pensando di dover sbattere ancora la porta in faccia a quei bizzarri venditori babbani di enciclopedie, si ritrovò invece di fronte a lui una Signora Wealey decisamente paonazza in viso. Tutto successe in pochi secondi. Senza che potesse aprire bocca, si ritrovò soffocato dalle braccia di Molly Weasley. Uno sconvolto Signor Weasley era comparso dietro la moglie e cercava di staccarla dal ragazzo. Mentre una lunga chioma rossa correva dalla cucina sentendo i rumori che provenivano dall'ingresso. Erano tutti pronti ad intervenire. Il Signor Weasley tirando via con forza la moglie da Theo; un Ron comparso anche lui sul pianerottolo dell'appartamento che cercava di aiutare il padre; Ginny che cercava di aiutare Theo a liberarsi; ed anche il vicino, che era accorso alla porta con tutto quel rumore e stava componendo il numero della polizia babbana. Nonostante tutti pensassero che Molly avrebbe strozzato con le sue mani il povero Theodor Nott, ciò non avvenne. Lo stava invece avviluppando in un suo solito abbraccio alla "Signora Weasley", quei soffocanti abbracci da mamma dolorosi, ma innocui e pieni d'amore.



*****

Eccoci qui con il quarto capitolo. Ho ritardato la pubblicazione perché ero al mare senza internet, ma vi dico già che ora gli aggiornamenti ci saranno di settimana in settimana. Il mare mi ha ispirato, quindi mi sono portata avantissimo e vista la pausa estiva, devo farmi perdonare ;)  Guardano indietro nei vecchi capitoli potrete trovare qualche cambiamento, soprattutto di stile ed errori di battitura, che spero di aver elimitato definitivamente. Ovviamente, segnalatemeli pure in caso ve ne siano ancora!!
 
Ringrazio infinitamente MarMar81, Matilde, AriCastle66, Romeoandjulietdramione, Shadow_chan e Getmewiththosegreeneyes per aver recensito. Siete sempre carinissime!
Grazie ha chi ha ancora aggiunto la storia alle seguite ed anche a tutti quei letto (neanche fossero milioni :P ) che han letto senza lasciare una traccia del loro passaggio.

xxx
Succo di zucca

 

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Capitolo 5
*** Come una sirena ***


cap 5 Ehm...ehm... c'e ancora qualcuno qui?
Lo so, sono pessima. Purtroppo settembre ed ottobre, non sono stati orrendi, ma decisamente peggio. Davvero, parlandovi sinceramente ho avuto talmente tanti problemi gravi, che tornare a scrivere era proprio impossibile per questione di testa e di tempo (ebbene si, anche me ha finalmente iniziato a lavorare,mi toccano ben 950 ore di tirocinio!)
 Ed in questo marasma di 68 giorni terrificanti aggiungiamoci anche il fatto che io abbia inavvertitamente deciso di piallare l'hard disk del mio pc ed abbia cosi cancellato ogni cosa avessi salvata li su, dai prossimi capitoli (di cui almeno ho una traccia cartacea, ah cara vecchia carta!) alla mia tesi di laurea T.T, per tutti i mutandoni di Merlino, Silente, Morgana, la Fata Turchina e Maga Mago.

Mi scuso ancora davvero tanto con chi aspettava di leggere il nuovo capitolo e vi ringrazio se avrete la voglia di capirmi e di leggermi ancora. Giuro iper super e mega solennemente che prossima settimana saro puntuale qui, a postare di nuovo. Dopo due mesi di ansie, finalmente respiro di nuovo!

Buon lunedi, buon novembre, buon tutto.
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Succo di zucca



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Capitolo 5 - Come una sirena 

Hermione non potè che sorridere a ripensare a quanta fatica avessero fatto lei, la Signora Weasley e la sposa per rendere quella serata così perfetta. Ma c'erano sicuramente riuscite. I mesi passati a progettare ogni minimo dettaglio, le serate passare a leggere riviste sui matrimoni, le lunghe riunioni per organizzare tutto al meglio. Ora pero' era sicuramente tutto perfetto.
Cosi come voleva Ginny, la cerimonia era stata intima. L'intera cerimonia si era svolta nella villa di Theo, della quale Ginny si era innamorata già mesi prima. Avevano studiato tutti i più minuziosi dettagli per rendere quel giandino perfetto. I fiori rosa, in tinta con il vesito. Le candele bianche. I nastri leggeri che svolazzavano con il vento. Le lanterne che illuminavano dolcemente l'ambiente. Avevano fatto decisamente un grande lavoro. Certo, Hermione doveva ammettere almeno a sé stessa quanto fosse stato fondamentale l'aiuto della "Non è mai troppo tardi per trovare l'amore" l'agenzia matrimoniale della Lavanda&co., della vecchia Lavanda Brown che le aveva indirizzate nei giusti negozi e con le giuste dritte per sopravvivere all'evento.  
La cerimonia era durata poco, ma era stata di una dolcezza disarmante. Hermione e Ron avevano ovviamente fatto da testimoni per lei, mentre Draco ed il cugico dello sposo Thomas, lo erano stati per Theo. Se quasi tutti erano fortemente preoccupati delle reazioni fra i due mondi di Theo e Ginny che venivano in contatto per la prima volta, tutto era filato liscio. Tutto aveva funzionato alla perfezione. Theo in un elegante abito da cerimonia che aspettava la sua sposa all'altare. Ginny che avanzava lungo la navata sopra un letto di petali di rosa, accompagnata da un commosso Signor Wealey. Ginny così bella e raggiante, nel suo abito morbido e brillante. Ma la cosa più emozionante furono sicuramente quelle promesse, scambiate di fronte ad amici e parenti disarmati dall'amore che brillava negli occhi di quei due. In una formula così comune come "nel bene e nel male" e "per sempre", avevano racchiuso molte piu parole ed emozioni che in pochi potevano davvero comprendere.
Purtroppo la notorietà della famiglia di Theo aveva imposto una certa lista di invitati, che erano però stati ospitati solo nel successivo banchetto nuziale. Dopo la cerimonia infatti, venne inaugurata la festa per tutti. Era stato il compromesso giusto fra gli obblighi in societa' di una famiglia cosi altolocata, e la voglia di condividere solo con poche persone il momento. La cerimonia era fluita con facilità e perfezione direttamente nell'aperitivo, dove il resto degli invitati attendeva con trepidazione gli sposi. Poi la cena, i brindisi, la torta. L'unica nota stonata per Hermione era sicuramente la presenza di Draco Malfoy al suo stesso tavolo. Quel Draco Malfoy odioso e spocchioso come al solito, ma altrettanto seducende e perfetto in quel bellissimo completo grigio scuro, in perfetta armonia con i suoi occhi.

«Vado a fare una passeggiata fuori, qui si muore di caldo!» disse Hermione a Ron ed Harry passando sulla pista da ballo, dove quei due si stavano scatenando. Era stranissimo vederli cosi insieme. Erano sempre stati molto amici, forse troppo già dall'epoca della scuola. Nonostante la sua storia con Ron, e la storia fra Ginny ed Harry, Hermione sapeva che nell'intimo legame fra i due suoi amici c'era più di un semplice rapporto d'amicizia. La sua relazione con Ron durò poco proprio per questo motivo, Hermione riusciva bene a percepire che a Ron mancasse qualcosa in quel rapporto, qualcosa che lei non poteva sicuramente dargli. E così il loro rapporto di poco più di un anno si era tramutato in una semplice amicizia. Era stato più difficile per Ginny invece, che accecata dall'amore per Harry non voleva rinunciare a lui. Aveva atteso anni prima di riuscire ad entrare nel suo cuore e quando Harry aveva finalmente trovato il coraggio di raccontare a Ginny la verità sui suoi sentimenti, era stato un periodo buio per lei. Hermione non aveva mai visto l'amica così triste, Harry era stato per lei l'ancòra di salvezza in quegli anni della guerra, la speranza che dopo tutto un lieto fine ci sarebbe stato. E vedendola danzare con Theo, Hermione non potè fare a meno di pensare che finalmente quel momento era davvaro arrivato. Le ricordarono i due protagonisti di una favola babbana che aveva visto da piccola, in cui una bella fanciulla ballava con il suo principe trasformato in una bestia, non curante dell'aspetto dell'amato, ma solo della sua anima. Erano cosi diversi, ma cosi belli e perfetti insieme. Quando lei sarebbe stata così felice? Sarebbe mai successo?
Con questi pensieri Hermione attraversò la sala fino al terrazzo per staccarsi dai pensieri.
L'eleganza di Villa Magnolia risplendeva in tutta la sua bellezza, illuminata dalle calde luci delle candele che si rispecchiavano contro le pareti di marmo bianco dell'edificio. Un leggero profumo di fiori freschi, tra i quali spiccava un leggero aroma di rose, aleggiava nell'aria frizzante di primavera inoltrata. La vista dal terrazzo posteriore della casa era magnifica: il mare in lontananza, il giardino illuminato, la luna nel cielo. Hermione era rimasta ipnotizzata da quel panorama mozzafiato, senza neanche accorgersi di essere in compagnia.
«Eccoti, Granger! Non vai a fare l'ennesimo brindisi agli sposi?»
«Malfoy che piacere vederti... preferisco di no, ho già bevuto abbastanza champagne per stasera... tu invece non sei dentro ad irretire qualche giovane fanciulla?», con l'acido che sgorgava da quelle parole, per nascondere il battito accelerato del cuore nel vedere i suoi occhi cosi simili alle stelle del cielo.
«Diciamo che so dove voglio e preferisco stare..» una frase lasciata a meta'.
«Ti va di passeggiare un po'? Volevo provare ad arrivare al mare», chissà da dove le arrivavano quelle parole.
Draco si sporse velocemente verso l'ingresso del terrazzo e fece levitare fino a loro una bottiglia di champagne e due calici di cristallo.
«Ora sono pronto» e le rivolse un veloce occhiolino ed un sorriso brillante.
Camminarono qualche minuto giù per la stradina, accompagnati dal rumore delle onde vicino e dai loro passi nel giardino. Arrivati alla piccola baia sotto la villa, la ragazza si tolse i deliziosi sandali per posare i piedi nella sabbia. «Malfoy, togliti quelle scarpe! E' troppo bello camminare a piedi nudi della sabbia» disse lei.
«Granger, poi mi sporco. E sai quanto vale questo vestito?» rispose lui con tono antipatico. Ma quel tono durò decisamente poco, quando lui vide mettere il broncio alla ragazza.  «Eh va bene, dai. Giusto perché non ci vede nessuno qua sotto....» disse poggiando su un tronco in riva al mare la sua giacca e la bottiglia di vino.
Effettivamente Draco dovette ammettere che camminare sulla sabbia a piedi scalzi era una sensazione piacevole, e quasi d'istinto si avvicino' al bagnoasciuga, dove piccoli e docili onde si infrangevano sulle sue caviglie. E vedere lei passeggiare felice a piedi nudi, come una bambina gli regalava un piacevole senso di pace.
«Non ti facevo cosi intraprendente Malfoy. Nel profondo non sarai mica un impavido grifone?»
«Come osi infangare cosi il mio onore da serpe? Io un grifone?! Giammai!» e ridendo si sedette vicino a lei su quel tronco. Lei che rideva contenta di una sua battuta. Lei, i cui capelli ricadevano in ciocche ribelli dall'acconciatura. Lei, i cui occhi splendevano illuminati dalla luna nel cielo.
«Va bene. Io propongo un brindisi ai testimoni. Per i meriti di questa cerimonia, per i meriti di averli fatti incontrare, e per il merito di averli sopportati per mesi»
«Averli fatti incontrare?» chiese lei.
«Si Granger. Chi credi che abbia assillato e spronato Theo per fargli fare il primo passo? Quel ragazzo sarà anche bravo sui libri, ma dobbiamo ammettere che é un po' lento con il gentil sesso...» un sospiro rassegnato.
«Non sapevo ci fossi tu dietro a tutto questo» il tono di lei amminato. «Bene, allora direi che approvo il brindisi in pieno» ed un altro sorriso di lei.
Andarono avanti a parlare e a ridere, come se lei non fosse Hermione Granger e lui Draco Malfoy. Complice il vino, complice il panorama l'ostilità abituale fra i due sembrava essere stata annientata da quelle risate.

«Granger scendi da quello scoglio!»
«Malfoy non fare il noioso. Mi diverto qua su»
«Granger scendi. Non voglio giustificare la tua morte a tutto il mondo magico, ti prego. Sai che noia?»
«Come sei dolce» la linguaccia di lei. 
«Scendi o ti butto in acqua»
«Non hai il coraggio»
«Certo che ce l'ho. Se non scendi entro il 5 ti butto giu»
«1...2....3...4...»
«e 5! Sono ancora qua su» disse in tono canzonatorio.
«Bene, ti avevo avvertito» disse lui e con un salto si avvicino' a lei, la prese in braccio e si tuffò in acqua con lei fra le braccia.
La prima cosa che Hermione fu in grado di percepire furono le braccia di lui. Braccia forti e salde sulla sua schiena che la sorreggevano. Poi percepì anche l'acqua fredda, perché ci sarà pure un motivo se il bagno in mare lo si fa solo in estate.
«Malfoy ma come osi. Mi fai annegare!!»
«Granger, rilassati. Siamo in appena due metri di acqua»
Eh sì, effettivamente in quel trambusto di tuffi, braccia e acqua, non aveva neanche provato a toccare con i piedi il fondale.
«Questo non toglie che mi ha rovinato il vestito. E l'acconciatura»
«Granger, hai la minima idea di quanto costi il mio vestito? Fatto in puro cotone del Sud America, e cucito su misura da elfi della migliore scuola di cucito del mondo» e prima che lei potesse rispondere con qualche strana storia sul C.R.E.P.A e quelle cose li, lui continuò «E in ogni caso, trovo che tu non sia mai stata cosi bella come adesso»  liberando i capelli di lei dalle pinzette che la intrappolavano.
Bum.
L'aveva detto.
Silenzio.
Imabrazzo totale.
Panico.
Nessuno dei due risciva a parlare. Lei stupita, lui in imbarazzo. Lui, Draco Malfoy, scapolo più ambito di tutta la comunità magica che non riusciva ad aprire bocca di fronte a lei, Hermione Granger, babbana di nascita, una nullità confronto al suo nome. Erano fermi tutti e due lì, nell'acqua fredda, ancora abbracciati dal tuffo, ancora vicini.
E non si sa bene chi per primo si avvicinò, ma le loro labbra si incontrarono. Il tempo smise di avanzare, o forse avanzò troppo velocemente. Né lei né lui se ne accorsero.
«Hai freddo» sussurrò lui. 
«Un po'» ammise lei, impegnando tutta la sua forza di volontà per staccarsi da lui.
Gli sembrava di avere fra le braccia una creatura eterea, cosi fredda per l'acqua e cosi pallida agli occhi della luna. Aveva paura di perderla. Aveva paura che come le sirene delle favole, potesse voltarsi verso l'orizzonte e sparire sott'acqua per non tornare piu'. Fu un dolore anche per lei staccarsi da quel contatto caldo. Sentì i muscoli lamentarsi del freddo ed il cuore lamentarsi quel la mancanza di lui.  Sciolse l'abbraccio facendo scivolare la mano lungo il braccio di lei, fino alla sua mano.
«Vieni, usciamo» e la accompagno' delicatamente fuori dell'acqua.
Si staccò da lei solo per prendere la sua giacca asciutta dal tronco su cui era rimasta. Con timore provò ad avvicinarsi di nuovo ed appoggiò la giacca sulle spalle nude di lei.
Quando la sentì fremere al suo tocco, per lui fu impossibile resistere alla voglia di baciarla ancora.
Quando sentì le sue mani sfiorarle la pelli, per lei fu impossibile reistere alla tentazione di sentire ancora il suo sapore sulle labbra.

Avevano fatto tutta la stradina che ripercorreva la scogliera vicini, continuando a parlare e ridere. Tornarono dopo un bel po' di tempo alla festa. E Ron giuro' per lungo tempo di averli visti tornare dal mare non solo bagnati, insieme e sorridenti, ma anche per mano. Prima di tornare nel salone, facevo una deviazione verso il piano superiore per rimettersi in ordine, dopo quel piacevole imprevisto in mare.

«
Sai, Granger....»
«mmmh?»
«dovrei portarti piu spesso al mare, sei decisamente piu bella e piu simpatica»
Una risata soffocata dai baci.
«Sara' perche' forse riesco a tenerti la bocca impegnata?»
Un piccolo pungo di lei, non poi cosi tanto dolce.

Non si staccarono mai lungo i corridoio. Era difficile per lui, quanto per lei rinunciare a quei baci salati. Ed ogni posto era buono: le scale, il corridoio, la porta del bagno. Riuscirono a separarsi solo andando nelle rispettive camere per cambiarsi, scambiandosi un bacio come promessa di un veloce arrivederci.
Hermione ci mise un po' a sistemare quella massa di capelli inumiditi che continuavano a ribellarsi alle sue mani. Certo, erano sempre stati dei capelli decisamente impegnativi, ma in quel momento sembrava che anche loro volessero sottostare al volere di lui di vederli sciolti. Ed a quel pensiero decise di lasciarli cosi, mossi e lunghi a coprirle le spalle e la schiena. Quando lei usci dalla sua camera, lui era gia' sceso al pieno di sotto. Cercò di non sembrare troppo disperata scendendo le scale con una certa velocità (ovviamente compatibile con i 15 cm di tacchi che Ginny le aveva imposto). Entrando nel salone vide Draco in fondo alla stanza. Perfetto e bellissimo come sempre, come lo era sempre stato. Prima di riuscire a raggiungerlo fu però intercettata da Harry e Ron, che continuavano a litigare.
«Ron, ma che ti sei bevuto, tesoro?»
«Non ho bevuto nulla, oltre lo champagne. Ti dico che li ho visti»
«Ma per piacere, non diciamo babbanate»
«Hermione e' vero che ti ho vista?» Ron si mise fra lei e Draco, a pochi metri da lei.
« Ma che succede qui?» arrivo' anche Ginny. «Hermione che hai fatto ai capelli? Perché sono sciolti?»

Ma lei aveva occhi solo per lui. Lui che venne raggiunto un secondo dopo da una bellissima bionda, alta e sexy avvolta da un lungo vestito nero.
 «Draco, eccoti. Ti ho cercato ovunque....» e gli diede un bacio sulla guancia.
Hermione si gelò alla vista dei due.
«Niente Ginny. Non ho fatto niente» e se ne andò. Andò cosi velocemente da non notare Draco spostare quella ragazza che aveva cercato di baciarlo. Da non notare lo sguardo di lui che si infrangeva contro quella parola. Niente.



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Mi ritaglio ancora un angolino, per ringraziarvi di essere arrivati fin qui. Aspetto vostre recensioni e commenti, per sapere cosa ne pensate di questo tanto atteso quanto inaspettato bacio :)
A lunedì prossimo!
xoxo

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Capitolo 6
*** Perché due è meglio di uno! ***


Capitolo 6 - Perché due è meglio di uno!



Erano passati mesi da quando si era celebrato il matrimonio di Ginny e Theo. Erano passati mesi da quando un ragazzo ed una ragazza, tanto diversi e tanto uguali, si erano scambiati un lungo bacio sotto la luna. Nessuno sapeva di quel bacio. Solo un  Ron aveva bofonchiato qualcosa in merito di "Hermione per mano con Draco", ma in pochi avevano dato retta al povero ragazzo, che veniva semplicemente ignorato da tutti. Ginny, che sarebbe stata entusiasta di quell'evento, aveva più volte interrogato il fratello per cercare di carpire qualche informazione in più. Inutile continuare ad assillare Hermione, non ci avrebbe tirato sicuramente fuori un ragno dal buco con lei. Non che a Theo andasse meglio, in realtà. Anche lui, aveva provato ad interrogare l'amico biondo, ma lui l'aveva guardato con sguardo stupito, come se gli stesse chiedendo di un suo recente bacio con un puzzolente troll di montagna. Nessuno sapeva come la luna, il mare e il vino complice avessero fatto scoppiare una scintilla. Nessuno poteva sapere che lei, così come era apparsa si era girata, aveva guardato il mare e con un colpo di coda si era immersa nelle profondità dell'oceano, lasciando lui solo in una marea di acqua gelida di solitudine.
I mesi passavano, e nessuno disse più una parola sull'accarduto. Che c'era da dire, poi? Ron aveva seriamente iniziato di dubitare della sua vista, oltre che della sua sanità mentale, e i due ragazzi sembravano odiarsi ogni giorno di più. 
Solo una cosa sembrava farli andare d'accordo.I bambini.
Si erano trovati una sera a cena, tutti e quattro. Ovviamente, Theo e Ginny avevano teso un'imboscata ad entrambi: nessuno sapeva dell'altro. Ma era impossibile non dare la notizia, e l'entusiamo dei due sposi era maggiore rispetto a qualsiasi tipo di tensione di fosse creata durante la serata.

Stasera a cena. Non fare domande, non posso anticipare nulla.
Alle 7:45pm.
Theo.

Herm, ho una super notizia!! Stasera cenetta da noi, non puoi scappare! Devo troppo aggiornarti!! Manchi!! xxxxx
Ginny

Non era stato difficile per l'intelligenza e l'inutito femminile di Hermione, capire di cosa si trattasse. Ormai era preparata alle sorprese dell'amica, e poteva solo immaginare quanto potesse essere bella quella sorpresa. L'intuito maschile di Draco, e la sua scarsa curiosità per la vita amorosa degli altri, aveva semplicemente ignorato la notizia, come un qualcosa di poco importante.
Ovviamente lei era arrivata con i suoi 15 minuti minuti in anticipo, mentre lui aveva accumulato i suoi 20 minuti di ritardo. Hermione ed i padroni di casa, erano comodamente seduti in salotto a chiacchierare e sorseggiare il vino elfico prodotto dalle vigne in Italia di Theo. Mentre Ginny e Theo conversavano amabilmente di un nuovo collega di lavoro di Ginny, molto carino, Hermione si diresse verso la porta ad aprire per andare a ritirare le pizze dal ragazzo delle consegne. Era stata una fortuna far conoscere quei due il cibo babbano d'asporto. Ginny non aveva certamente ereditato le doti da cuoca della madre e, a dir la verità, Theo non aveva mai toccato una pentola in vita sua. Ora, finalmente, quando andava da loro poteva contare sui take away cinesi della zona e sulle pizzerie babbane.
«Granger, non lo sai che se non chiudi la bocca potrebbero entrarci delle mosche che andrebbero a fare i vermi nel tuo cervellino geniale?» Draco Malfoy in persona, altro che fattorino delle pizze. Anzi, effettivamente le pizze le aveva anche in mano, era andato a ritirarle lui. Ma prima che Hermione potesse registrare tutte queste informazioni ci mise giusto quei due o tre minuti necessari per riprendersi dallo shock. Perché, insomma, bello era bello. E soprattutto non si erano più visti né parlati dal matrimonio, da quando si erano, nell'ordine, divertiti-baciati-ribaciatipiùvolte e lei si era terribilmente offesa per una biondona mozzafiato che si era avvicinata a lui. Lui aveva provato a richiamarla più volte nei giorni successivi, mentre lei non aveva mai risposto. Ignorare e far finta che non fosse successo nulla, era sicuramente più salutare, rispetto al tentare di iniziare una storia (una storia?) con Draco-sono-stronzo-Malfoy. Beh, sì. Doveva anche ammettere che in quel caso il suo orgoglio aveva decisamente preso il sopravvento, ma era chiaro che ormai non si potesse più tornare indietro. E mentre nel suo cervellino geniale, Hermione eleborava tutte queste informazioni e tutte le emozioni che il sorriso di lui, con quei denti bianchissimi e quelle labbra morbidissime, le faceva provare; la sua bocca era rimasta spalancata come quella di un pesce lesso. Da sirena bellissima, a pesce cotto al forno, con contorno di patete, olive e pomodorini e tutto il resto.
«Ciao, Malferret» riuscì a dire lei, storpiando il nome per vendetta.
«Ah, i vecchi tempi della scuola! Quanto non mi mancavano!» -
«Ohi, voi due. Avete intenzioni di mangiarvi anche le nostre pizze o pensate di portarcele a tavola?» una voce femminile dal fondo del corridoio.
La cena era trascorsa piacevolmente, senza vecchi rancori. Certo, bisogna anche aggiungere che, in realtà, quei due si erano ignorati completamente per tutta la serata. Hermione aveva conversato con Ginny delle ultime novità della famiglia Weasley, mentre Draco e Theo avevano parlato di quotazioni in borsa di una delle società del biondo.
«Va bene, ora un piccolo brindisi alla novità» disse Theo, riempiendo di nuovo i calici.
«Oh, Theo. Falla breve, io non resisto più!» sentenziò la moglie.
«Ok, ok. Beh, allora.... siamo incinti!»
Hermione si lanciò ad abbracciare l'amica, mentre Draco tentò di strozzarsi con il vino.

Qualche settimana più tardi, fu però la volta di Theo, tentare di strozzarsi con l'acqua. Quando, dopo la visita con il ginecologobabbano, aveva scoperto di essere "incinto" di due gemelli. I grandi festeggiamenti alla Weasley erano d'obbligo, non solo un bimbo in arrivo, ma ben due! Nessuno era certo stupito della felicità della famiglia Weasley, quello che più destava scalpore era, invece, un Malfoy più che entusiasta della notizia. Ginny era rimasta sconvolta quando aveva visto consegnarsi direttamente a casa sua, una culla per due, "Il ritrovato babbano più tecnologico studiato per prendersi cura dei tuoi bambini!", aveva letto lei sulla confezione. Si era spaventata ancor di più, quando si era trovata la cameretta dei bambini già dipinta di un brillante giallo sole. Era incinta di  5 mesi, quando dopo una giornata di shopping, era tornata a casa con Hermione. Aveva trovato Draco-nonsfioroilminimoattrezzo-Malfoy, in salopette, che dipiengeva insieme a Theo la mansarda.
«Hermione, tira fuori il tuo aggeggino babbano che fa i video ed immortala questa scena, ti prego!» disse l'amica incredula ridendo, mentre la bruna era semplicemente piegava in due dalle risate. Vedere quei due giovani uomini, alle prese con i pennelli ed il colore babbano, quel ridicolo abbigliamento e le macchie di colore anche nei capelli, era decisamente divertente.
«Sai che se non la smetti, arriva anche a te qualche macchina di colore, Ginny?» aveva risposto Draco, andandole incontro con il pennello. - Cosa ne dici, Draco, diamo una lezioncina a queste due signore che si divertono tanto alle nostre spalle?» disse subito l'amico, tirando Hermione vicino a sé con un braccio e sporcandola sul viso di vernice. Mentre per tutta risposta, Draco si allungò verso Ginny stampandole una manata gialla sulla maglietta, all'altezza della pancia. E ne nacque così, una battaglia a suo di pennelli, risate e vernici rossa e verde che volavano per la stanza. 
«Hey, Malfoy. Lo sai che quella tua maglietta meriterebbe un tocco di colore? Cosa ne dici del rosso?» chiese Hermione, lanciando addosso al ragazzo della vernice diventata rossa per magia. Una guarra divertente, una guerra a suon di pennelli e colori e non di bacchette. Nemici che prima erano divisi, ora si divertivano insieme come bambini. Niente pregiudizi, niente astio, niente maledizioni.
Erano passati mesi, ma le sembrava di essere tornata alla primavera precendente, quando al matrimonio. erano stati così vicini. Era inevitabile e strano, trovarsi a ridere di nuovo con lui. Le sembrava di essere un po' come a casa, assomigliava a quella dolce sensazione quando torni a casa in inverno ed il freddo che provavi fuori ti abbandona. Il suo sorriso era caldo e solare, come quel giallo delle pareti, come quel giallo che gli impiastricciava i capelli chiari e lo rendeva ancora più bello.

Dopo la verniciatura della mansarda, che era diventato un patchwork di colori e che piaceva tanto ai genitori, lo scherzo della maglietta rossa non rimase impunito a lungo. Il giorno dopo la nascita dei gemelli, Hermione aveva decorato la casa di piccoli palloncini colorati per dare il benvenuto ai nuovi arrivati ed ai genitori. Quando però tornarono tutti insieme dall'ospedale, un beffardo Malfoy li attendeva sulla porta con un piccolo palloncino a forma di serprente in mano. La serpe in seno di quel figlio di Salazar, aveva trasfigurato tutti i palloncini tondi coloranti, in tanti piccoli serpensini verdi e argento fluttuanti per la stanza.
«Ma Draco, sono bellissimi!» disse Theo entusiasto dei palloncini.
«Cari miei, scordatevelo. Questi mi crescono grifoni, ve lo dico io!» disse Ginny
Mentre Hermione riuscì  a scandire sola una parola: un nome. «Malfoy!»



**********************************************

Ed eccoci qui con un nuovo capitolo! Lo so, alcuni di voi si aspettavano un lieto fine dopo il bacio, ma.... ricordatevi che siamo solo all'inizio ancora :) Questo capitolo è un po' corto e neanche mi soddisfa tanto (aspetto come al solito i vostri consigli per migliorare!), ma è anche l'ultimo capitolo nel passato, dal prossimo si torna al presente, ricordate il capitolo 1? Dopo questi capitoli di flash back, si riparte da lì!
Ringrazio chi ha recensito: Smakina, Federica, LolaG99 e Barbarak
e grazie anche a chi mi segue da lontano. :)
al prossimo lunedì!
x
Succodizucca

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Capitolo 7
*** Affari di famiglia ***



Capitolo 7 - Affari di famiglia


Non si poteva certo dire che Hermione conducesse una grande vita mondana. Passava le serata a lavoro in ufficio, a finire di redigere i documenti, tornava a casa e si rilassava in mezzo ai libri. Gli impegni più esclusivi  che potesse avere erano una cenetta a casa di Ron ed Harry, oppure passare qualche ora a far da babysitter ai bambini di Ginny. Ron ed Harry avevano reso pubblica la loro relazione ed in barba a tutti i pettegolezzi della comunità magica erano andati a vivere insieme; Ginny era impegnata con il lavoro e con i bambini; e lei era rimasta l'unica a non avere qualcuno con cui condividere la sua quotidianità. Da quando erano nati quei due angeli, la sua vita aveva decisamente preso un risvolto diverso. Non aveva mai avuto un forte desiderio di famiglia, prima la scuola, poi l'università, poi il dottorato e il lavoro. Ma, anche se non le piaceva ammetterlo con gli altri, ora che la sua migliore amica aveva messo su famiglia lei si sentiva più sola. Certo, fare la zi era un'attività più che divertente. Passare i pomeriggi con i bambini, andare a fare shopping con Ginny per comprare giocattoli e vestitini, anche preparare i biscotti era diventato divertente se fatto con Ollie e Alex.
Già durante tutta la gravidanza Ginny ed Hermione si erano divertite ad arredare la cameretta e comprare vestitini, alla faccia di quel "furetto" impazzito che aveva comprato giocattoli e giocattoli, e si era addirittura messo a dipingere  la mansarda con Theo. Per non parlare di quando era stato il momento del parto.
Quel sabato pomeriggio aveva però un appuntamento speciale: era il primo compleanno di Ollie ed Alex. Ginny e Theo avevano organizzato una piccola festicciola con la famiglia Weasley e qualche amico per festeggiare i due bambini. E mentre Hermione si preparava per la festa, era impossibile non pensare a quanto fosse passato velocemente quell'anno.

Già al settimo mese di gravidanza, la pancia di Ginny sembrava una mongolfiera e il dottore l'aveva messa a letto per evitare stress inutili ai bambini e per scongiurare un parto prematuro. Ma Ginevra Weasley è ormai risaputo che non sappia stare ferma un secondo. Non le bastava far da corrispondente da casa per la Gazzetta del Profeta, per la sezione Quidditch, ma doveva  per forza andare in redazione almeno 5 volte al giorno. E così il parto avvenne ovviamente in anticipo di due mesi. Hermione si era smaterializzata nella hall del San Murgo appena aveva ricevuto un sms da Theo.
"Stiamo partorendo. Ci si sono rotte le acque!! "
Questo plurare suona decisamente strano,
pensò Hermione, immaginando Ginny che stringeva la mano di un Theo terrorizzato e con un pancione enorme e gonfio.
La scena non era certamente quella immaginata, ma la ragazza trovò comunque una tranquillissima Ginny seduta sul letto, che consolava uno spaventato Theo in iperventilazione. Ginny che quando la vide entrare trattenne a stento le risate, si rivolse all'amica come se fosse una situazione del tutto normale.
<> disse sillabando l'ultima parola con le labbra ed indicando all'amica un giovane e bel dottore che stava compilando la sua cartella al fondo del letto.
<> disse lei in completo imbarazzo.
<< Signorina Granger, che onore conoscerla! Sa, ammiro molto il suo passato da eroina.>> disse lui sorridendo.
<> intevenne Ginny, prima che un furetto pallido e preoccupato facesse irruzione nella stanza.
<> sputò tutto d'un fiato.
<>
<< Oh, giusto. Ma dottore, allora quando nascono? Come stanno? Ed il mio amico come lo vede?>> disse indicando Theo, ancora pallido e terrorizzato seduto sulla sedia in fondo alla stanzetta.
<> sentenziò Draco, mentre il dottore stava lasciando la stanza.
<> disse il giovane e bel dottore facendo l'occhiolino alla ragazza.
<> intervenne Ginny.
<> sbottò il furetto. >.
Ma prima che Ginny potesse rispondere, le si mozzò il fiato per una contrazione e l'attenzione si spostò. Si spostò ovviamente su Theo che era svenuto e caduto dalla sedia.
Qualche ora dopo, mentre Hermione, il furetto, Harry e un sacco di teste rosse della famiglia Weasley affollavano la sala d'attesa del reparto maternità, uscì dalla porta un Theo sempre più pallido e malconcio, ma con un sorriso trionfante sul volto. E due piccoli fagottini fra le braccia, uno rosa ed uno azzuro.
<>.

Ora, Ollie ed Alex avevano un anno. Erano cresciuti un sacco, rispetto a quei due fagottini fra le braccia del papà che li aveva presentati tutto orgoglioso. Ollie era una bimbetta sveglia, con i boccoletti rossi e due occhietti azzurri e vispi. Alex era invece un bimbo timido e tanto dolce, con gli stessi tratti del papà, quei capelli scuri che mettevano in risalto i suoi occhi azzurri.Ad Ollie piaceva correre in giardino e giocare alle principesse nel suo enorme castello di plastica che le aveva regalato lo zio 'Aco. Mentre ad Alex piaceva stare sdraiato in giardino a guardare le farfalle oppure stare sdraiato sulle gambe di Ginny, quando lei gli raccontava le storie.
Erano due bambini dolcissimi, impossibili da non amare. Ed erano entrati subito nel cuore di tutta la famiglia ed in quello di Hermione. Ed anche in quello del furetto Malfoy che aveva un debole per Ollie. Lei riusciva letteramente a girarselo come un calzino, un paragone quasi perfetto se si ricorda come il suo elfo domestico Dobby sia stato liberato da Harry anni e anni fa. Quello stesso furetto che, insieme a lei, era stato scelto per fare da padrino ai bambini.

<< Allora, ragazzi.>>, disse una sera a cena Theo. <>.
 Se Draco gonfiò il petto orgoglioso come un pavone, Hermione era rimasta stupita di quanto i due genitori dessero importanza ad una figura spesso ignorata nel mondo babbano. Prima di spiegarle con disprezzo quale orgoglio e peso comportasse il ruolo di padrino nella comunità magica, il furetto-pavone prese in braccio Ollie.
<< Granger, so che le tue origini sono di basso livello, ma dovresti sapere che le figura di padrino e madrina, per i maghi, sono molto importanti.>> disse senza neanche degnarla di uno sguardo, ma avendo occhi solo per la piccola bimba dai boccoletti rossi e gli occhioni azzurri.
Come poteva poi adorarla tanto, se era così uguale ai Weasley, lo sapeva solo lui, pensò Hermione.
<<
Il padrino, o la madrina>> continuò il furetto-pavore-furetto, <>
<> finirono in coro Hermione e Ginny.
<> disse Hermione, andando incontro al bimbetto che le sorrideva dal box.

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Capitolo corto, lo so, ma è un capito di transizione. Finalmente siamo tornati al presente, i bambini sono arrivati e ci ritroviamo a dove eravamo rimasti con la fine del primo capitolo. Dal prossimo, si entra decisamente nel vivo della storia.
Aspetto come sempre le vostre recensioni, critiche e suggerimenti per migliorare!
Grazie mille a tutti quelli che hanno recensito e letto la storia :)

Al prossimo capitolo!
Succodizucca





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