Maple syrup di SuccoDiZucca87 (/viewuser.php?uid=323973)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fra aceri e biancospini ***
Capitolo 2: *** A cena fuori... ***
Capitolo 3: *** Gli opposti non si attraggono - ovvero: peggio di Piton ed il suo shampoo. ***
Capitolo 4: *** Emergenza cioccolato ***
Capitolo 5: *** Come una sirena ***
Capitolo 6: *** Perché due è meglio di uno! ***
Capitolo 7: *** Affari di famiglia ***
Capitolo 1 *** Fra aceri e biancospini ***
capitolo 1
A
Chiara,
mi fonte infinita di fanfic;
e a Simona,
che ancora ci sopporta.
Capitolo
1 - Fra aceri e biancospini
"What's in a name?
That which we call a rose by any other name would smell as
sweet"
Romeo and Juliet,
act II scene II
Come ogni venerdì sera, la ragazza bruna tornò
velocemente a casa dal lavoro,
lasciò le scarpette nell’ingresso e si diresse a
piedi scalzi verso il piano di
sopra della villetta. Come ogni venerdì, riempì
la vasca da bagno con la sua
essenza preferita – lillà e gelsomino –
e con un colpo di bacchettà fece
levitare la bottiglia di vino e il suo contenuto violaceo si
versò in un
bicchiere. Hermione poteva approfittare finalmente di una serata
tranquilla e
piacevole, una serata passata a rilassarsi nella sua vasca, con un buon
calice
di vino elfico ed uno dei tomi presi in prestito dall’enorme
biblioteca del
Ministero della Magia. Con Grattastinchi acciambellato vicino alla
vasca, che
si godeva il tepore del bagno caldo in quella gelida serata invernale,
Hermione
si immerse nella vasca sperando che quel momento non finisse mai.
L’indomani
aveva in serbo un’impegnativa e lunghissima giornata di
shopping con Ginny, e
la sera era stata invitata a cena da loro. Probabilmente, come spesso
accadeva,
l’amica avrebbe preparato una cenetta per quattro a lume di
candela, e
avrebbero portato a cena un collega, un amico, il vicino di casa,
(perfino il
pediatra dei bambini!) che casualmente non
aveva impegni per
la serata. Non poteva negare che a lei, Hermione Jean
Granger, eroina del
mondo magico, mancasse qualcuno nella sua vita, o meglio qualcuno. Non
le era mai pesata la solitudine, per lei, passare le serate a leggere o
a
badare ai pargoletti era davvero una serata speciale. Ma spesso, quando
tornava
la sera, in una casa spenta e vuota un senso di malinconia le chiudeva
lo
stomaco. Tutti gli uomini che la sua amica le aveva generosamente
presentato
erano sì attraenti, ma non erano sicuramente quello
giusto. Con
qualcuno aveva anche provato ad uscirci, erano state serate piacevoli,
ma
mancava qualcosa. Tentando di cancellare questi pensierì,
Hermione scivolò
nella vasca, immergendosi nel silezio ovattato
del’acqua.
Lo shopping con Ginny era stato più travolgente che mai,
girando senza sosta
fra i negozi magici di Diagon Alley ed il centro babbano di Londra.
Avevano passeggiato per ore intere e si erano fermate solo
per un tè
caldo, nelle strette viuzze dietro il centro della città. Le
chiacchiere con
Ginny erano sempre piacevoli, soprattutto in questo periodo
così movimentato
per l’amica. Da quando erano nati i due pargoletti, il tempo
insieme era
nettamente diminuito. Spesso Hermione la andava a trovare, ma da quando
erano
arrivati i due gemelli era impossibile trovare del tempo “fra
donne”. L’impegno
a tempo pieno di Ginny come mamma aveva sicuramente sopperito
all’impossibilità
di giocare Quidditch in gravidanza, ma non aveva distolto
l’attenzione da
quello che per Ginny era un chiodo fisso: la vita sentimentale di
Hermione. Mentre
Ginny si lasciava trasportare nel racconto di quel macho di
nuovo giornalista che era giunto alla Gazzetta del Profeta da
chissà quale capo
del mondo, Hermione non potè fare a meno di pensare a quanto
fosse cambiata la
sua amica negli ultimi due anni ed a quanto fosse ancora uguale alla
Ginny dei
tempi di Hogwarts. Sempre allegra, spensierata e solare, ma
anche una
donna forte e indipendente, come sempre lo era stata, ed oggi anche
moglie e
mamma.
Erano sedute sul divano rosso e logoro della stanza di
Hermione ai tempi del
college.
«Hermione,
devo dirti una cosa..-,
sbottò di un fiato l’amica. Sentendo il tono grave
di quell’affermazione,
Hermione riemerse dal libro che stava leggendo.
«Mi
sono innamorata!
»
«
Ginny, sai che novità! Sei sempre
innamorata tu»
«
No, questa volta è vero. Mi sono
davvero innamorata!
»
«E
dopo il professore, il barista, il
cameriere, il giornalista,... Chi sarebbe il fortunato di oggi»
«
Ehm..Theodor Nott..sai, ehm... il
ragazzo del vosto anno..ehm...Slytherin...
»
ed Hermione sputò il caffé che stava
bevendo in faccia all’amica.
Ripulire la stanza (e l’amica) dal piccolo incidente
con il caffé, lanciarsi
sul divano affianco alla rossa e obbligarla a sputare tutto il rospo
era stato
un unico movimento. Hermione era ancora sotto shock per la rivelazione
della
ragazza, ma non potè ignorare lo sguardo acceso e luccicante
dell’amica. Lei
parlò per ore su come si fossero incontrati –
durante un cambio d’ora, fra la
lezione di Letteratura Babbana, modulo II e Pozioni e medicamenti
magici,
livello avanzato. Lei era rimasta in aula a
“parlare” con il professore di
Letteratura ed uscendo di corsa dall’aula era andata a
sbattere contro un bel
ragazzo bruno dagli occhi azzurro cielo,che le aveva rovesciato il
caffé
bollente addosso. Qualche insulto al volo, una delle perfette Fatture
Orcovolanti di Ginny. Di come lui si fosse fatto trovare davanti alla
stessa
aula, la settimana successiva con due caffé. Il primo
appuntamento. La vera
scoperta “chi sei tu e chi sono io”. Quella serata,
troppo dolce e bella da
dimenticare, per poterla rinchiudere in un cassetto in fondo al cuore
solo per
un nome. Le raccontò come, passata quella serata non si
sentirono per
settimane, ma come lei non riuscisse a dimenticare il suo profumo, la
sua risata,
i suoi limpidi occhi azzurri. Le rivelò come
iniziò a leggere Romeo and Juliet,
di un certo Shakespeare, un capolavoro della letteratura babbana a dire
del suo
professore. Di come si rincontrarono, un giorno e per caso, nel cortile
dell’ala est del college, fra aceri e biancospini, e di come
i loro occhi si
incontrarono, di come il cuore di lei – ma anche quello di
lui- saltò un
battito e di come non potè più fare a meno di
quel sorriso. Hermione rimase
così incantata da quel racconto che tutte le domande, tutte
le perplessità e i
sospetti che le giravano nella mente, vennero cancellati da un lacrima
che le
solcò le guance. Fare un passo avanti ed abbracciare
l’amica, era stato un
gesto spontaneo e così naturale, che Hermione se ne rese
conto solo quando un
lievissimo sussurro raggiunse il suo orecchio.
-Grazie-.
Erano passati quattro anni da quel ricordo, quattro anni in cui la sua
piccola
dolce Ginny era cresciuta molto. Ripensare alla giovane Ginny dei tempi
della
scuola e stare seduta davanti ad una bella e giovane donna,
provocò in Hermione
un moto di grande affetto.
«Hermione,
allora? Sei d’accordo per
stasera? Posso dire a Theo che va bene? »,
disse l’altra. «oh
miseriaccia, si è
fatto tardissimo! Devo andare a prendere i gemelli dalla nonna. Ci
vediamo da
me alle 20 e non dimenticare che mi hai appena detto si!
» e
così dicendo mandò un
bacio volante all’amica e si smaterializzò in un
batter d’occhio. “In
cosa diavolo si era appena cacciata?”, pensò
Hermione.
Lo shopping con Ginny era stato più duro del solito, la
ricerca dei nuovi
vestitini per i gemelli, le aveva portare a girare mezza
città e per una non
appassionata di shopping come Hermione, era stata una vera tortura per
i suoi
piedi. Pensando al giornalista-macho collega di Ginny, la
ragazza scelse
con cura dall’armadio i vestiti per la serata. Non era da
lei, certo, ma almeno
si sarebbe potuta evitare gli sguardi antipatici dell’amica,
che l’avrebbe poi
costretta ad un cambio d’abito al volo con i suoi vestiti
stretti e fin troppo
scollati.
«Tesoro,
io cerco di trovarti un
uomo all’altezza, ma almeno conciati decentemente!
Miseriaccia, Hermione,
vorrai mica rimanermi zitella a vita?
»,
Ginny, miss gentilezza.
Quando poi erano invitati anche Ron ed Harry a cena, era un vero
disastro:
«Hermione,
dolcezza, vorrai far
qualcosa per ‘sti capelli? Senti, noi non te
l’abbiamo mai detto, ma sei uguale
ai tempi della scuola!
», era il loro
commento preferito.
C’era da dire che questi commenti acidi avevano apportato un
netto
miglioramento nel look di Hermione. I ragazzi le avevano regalato una
scorta a
vita di “Pozione Super Lisciate, per
capelli docili e sensuali”, della LavandaCorporate-HairExplosion qualche
Natale prima e l’amica la costringeva sempre ad uno shopping
accurato sotto la
sua supervisione. Sicuramente la gonna color crema che avevano comprato
insieme
quel pomeriggio, abbinata alle decolté ello stesso colore e
ad un maglione,
scelto accuratamente a caso dall’armadio, sarebbero andati
bene.
Fortunatamente la fase trucco-e-parrucco non richiedeva tanto impegno,
la
Pozione Super Lisciante funzionava alla perfezione e gli incantesimi
della
linea Il MakeUp Che Tutte Le Streghe Voglionodella
LavandaCorporate
funzionavano alla perfezione – ancora di chiedeva come avesse
fatto, quel mezzo
cervello di gallina di Lavanda Brown, a creare una marca
così di successo in
tutto il mondo magico.
Arrivare a Villa Magnolia, una delle più famose e bellissime
ville di tutto il
mondo magico e babbano, era sempre un momento piacevole. Spesso
Hermione amava
arrivare in anticipo di qualche minuto e godersi il panorama che si
stagliava
contro l’orizzonte, guardare i pallidi raggi invernali del
sole in tramonto che
disegnavano strane curve sulle colline.
«Guarda,
guarda. Anche miss Granger, si
unisce a cena»,
una voce fredda e
suadente la ridestò da quel bellissimo panorama.
«Malfoy,
non posso dire che sia un
piacere vederti. Non sapevo che fossi invitato stasera a cena,
altrimenti anche
scontrarmi in un incontro di boxe con un troll di montagna sarebbe
stato più divertente
che vedere te»,
rispose acida lei.
«Sempre
acida come al solito, vedo»
«Sempre
stronzo come al solito, vedo»
Se
Hermione pensava che la serata
“piazziamo-un-fidanzato-ad-Hermione”
potesse andare male, non aveva ancora pensato a quanto potesse andare
peggio,
finché non incrontrò Malfoy fuori dalla villa.
«Ginny,
scusa, ma quando pensavi di dirmi
che ci sarebbe stato anche lui a cena?
»
disse trascinando l’amica per un braccio in cucina.
«Tesoro,
te l’ho detto oggi al bar. Se
sei sempre assorta nel tuo mondo e non ascolti gli altri, mica
è colpa mia!
Devo dirti, cara, che inizi ad assomigliare a Luna»
tirando via il braccio dalle grinfie dell’amica ancor
più arrabbiata.
«Senti,
io me ne vado. Sono venuta per
stare con voi ed i piccoli, ma se c’è anche lui
proprio non mi va di cenare»
«Granger,
tranquilla. Il sentimento è
quantomeno ricambiato. Non vengo a cena per te,
quindi rilassati»
disse il biondo, entrando nella bellissima
cucina della villa. Era incredibile quanto fosse affascinante in quella
circostanza così informale. Un maglione blu, caldo e
morbido, dei pantaloni
chiari che evidenziavano il fondo schiena... ed il bellissimo bambino
che aveva
in braccio. Hermione, sveglia! Stiamo parlando di lui!
È sicuramente Alex
che lo rende così....si disse lei.
«Guarda
che mi consumi se continui a
guardarmi il sedere, Miss Granger
»
«Imbecille,
stavo guardando Alex, non te»
senza la mia incrinazione nella voce. Forte,
sicura, orgogliosa.
Draco ammirava il carattere di quella giovane donna. Ed anche
il suo corpo
non era certo da buttare.... pensò lui, peccato
per quel terribile
caratterino che non si riesce mai a domare.
«Granger,
è concesso guardare, solo non
consumarmi, ecco. E in ogni caso..»disse
con voce suadente, avvicinandosi a lei «Anche
tu stai benissimo stasera».
Ormai
era vicino al suo orecchio, sentiva il suo respiro caldo incontrare i
suoi
capelli scuri. «Quel
maglione verde ti
dona immensamente,sai?
»
«Malfoy,
levati per favore, mi stai
togliendo aria!
» Eccome se le stava
togliendo aria. Sentire il suo respiro così vicino era
difficile da sopportare.
Era difficile restare impassibili e non infilare le dita nei suoi
capelli di
seta. Fortuna che il caratteraccio compensa quel suo bel
faccino. Prese
Alex dalle sue braccia e tornò in salotto.
«Mi
chiedo perché tu debba sempre
esagerare, sai?
» disse un ragazzo alto,
bello, moro e sorridente appoggiato allo stipite della porta. «È
troppo divertente vederla andare in
escandescenza. Non riesco a resistere, Theo.
»
ed un sorriso maligno, ma al contempo estremamente bello, comparve
sulle labbra
di Draco.
«Prima
o poi la farai impazzire, lo sai?
Ti crucia o ti sposa, ne sono convinta
»
intervenne Ginny superando le spalle del marito. «Sappi
solo che se me la fai finire ad Azkaban, poi ti ci mando io in prigione
a suon
di calci
».
*******
BuonSalve
lettori!
Se siete arrivati davvero fino a qui, un’unica,
grandissima parola anche a
voi: Grazie!
Detto ciò, è la prima
fanfic (come si potrà ben notare) che
mi accingo qui a pubblicare, le altre sono sempre tutte rimaste
all’interno di
una cartella ben nascosta del mio pc. Vi chiedo in modo davvero
spassionato una
recensione bella, brutta, insulti, domande, correzioni.... Vorrei solo
sapere
il vostro parere e se sia meglio tornare nell’angolino del
lettori e smettere
di schiacciare a caso i tasti del computer! Inzomma, mi farebbe un
enormissimo
piacere sapere cosa vi passa per il cervellino :)
L’aggiornamento ci sarà fra due
settimane, a meno che non riceva
qualche vostra Strillettere via gufo direttamente a casa per farmi
smettere di
scrivere scempiaggini!
x
Succo di Zucca
DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i
personaggi della saga sono di
proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti.
Questa storia non
ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge
su diritti di
pubblicazione e copyright.
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Capitolo 2 *** A cena fuori... ***
mayple sup, cap 2
Capitolo
2 – A cena fuori...
-Quattro
anni prima-
La sua vita era già complicata, perché ora le
toccava questo? Hermione
continuava a fissare la tazza di tè, ormai fredda, poggiata
sul tavolino di
fronte a lei. Aveva la tesi da scrivere, il trasloco da fare, il quarto
ripasso
per gli esami del semestre da finire.... ed ora questo.
Ginny innamorata. Ma va beh, lei si innamorava ogni tre per due, in
realtà.
Ginny innamorata di Nott. Quel Nott. Lui che li
aveva tormentati,
insieme agli altri Slytherin, per anni ai tempi della scuola.
Ginny davvero innamorata. Ginny con gli occhi
lucidi. Ginny felice.
«Oh,
merda!»
disse sprofondando nei cuscini del vecchio divano.
Prendere il portatile appoggiato sulla scrivania e iniziare a scrivere
una
email a Ron ed Harry era stato un impulso troppo forte. Non poteva
sopportare
tutto questo da sola. Il fratello e l’ex fidanzato di Ginny,
l’avrebbero
aiutata. Perché doveva fare qualcosa. Perché
doveva, giusto? No, non doveva.
Era segreto quello che le aveva confidato l’amica. Come
poteva tradirla così?
Passata l’idea dell’intervento familiare, la
ragazza decise che poteva fare
solo una cosa: parlare sinceramente con l’amica.
Bip bip bip
Il suono del suo cellulare. Stasera cena fuori?Un bacio, Ginny.
Bene,
sarebbe stata l’occasione perfetta per parlare di nuovo a
quattr’occhi della
situazione. Le avrebbe fatto cambiare idea. Perché doveva
farle cambiare
idea, almeno questo l’avrebbe fatto.
Tornando
a
casa dalla cena, Hermione si sentì più stupida
che mai. Come aveva potuto anche
solo minimamente pensare di rovinare una momento così felice
alla sua amica?
Alla cena si era presentato, a sorpresa, anche Theodor. Era stato
educato,
simpatico e gentile per tutta la serata. Aveva volutamente evitato di
parlare
degli anni della scuola, per evitare spiacevoli ricordi, e si era
interessanto
molto alla sua tesi sperimentale sui nuovi campi di Applicazione della
Legge
Magica. Anche lui studiava Magisprudenza, ovviamente lei lo sapeva
siccome lo
aveva incontrato ad alcuni corsi, ma pensava che fosse solo una laurea
di
facciata, come molti rampolli di ricche famiglie prendevano a suon di
finaziamenti all’università, per darsi
un tono. Invece parlare con Nott
era stato piacevole, una conversazione intelligente ed utile, quando
lui le
aveva consigliato – nel più totale stupore di
Hermione - alcuni testi antichi
da cui trarre spunto per il suo studio.
Per non parlare di quanto era stato dolce e premuroso con Ginny, un
vero
cavaliere. La sedia spostata per aiutarla a sedersi, i complimenti
continui, lo
sfiorare leggermente le mani della ragazza, velocemente per non mettere
in
imbarazzo la terza ospite, ma abbastanza gentili da far sentire a Ginny
la sua
presenza.
Insomma, se l’idea di partenza era quella di boicottare
quella assurda storia,
ora era Hermione ad essersi innamorata di quella coppia.
Era rimasta piacevolmente sopresa anche quando, qualche giorno dopo la
cena,
Nott le aveva fatto recapitare da un gufo, direttamente nella sua
stanza, quei
libri di cui avevano parlato.
So che potranno tornarti utili. Tieni i libri quanto vuoi, ma
ci terrei solo
a riaverli indietro per la mia collezione.
A presto,
Theo
Per fare felice Hermione bastava far leva su una cosa: dalle un libro e
lei ti
adorerà per sempre.
Le
sembrava
incredibile quanto fosse simpatico e brillante Theo, Ginny aveva
pienamente
ragione e aveva capito perché lei si era innamorata di lui.
Nella mente di
Hermione era comparso per un istante il pensiero che lui stesse
fingendo per
non si sa quale motivo, ma era scomparso poco dopo sentendosi solamente
un’imbecille presuntuosa. In fondo, non aveva mai parlato con
un Serpeverde,
non era mai andata al di là delle battute acide nei
corridoi, come poteva
pensare di conoscerlo?
Con il passare dell’inverno era stato inevitabile per
Hermione non continuare
ad uscire spesso con i due ragazzi. Ogni tanto (troppo) Ginny la
trascinava in
giro il sabato ed il venerdì sera perché
“Non si può stare a casa a studiare
anche il weekend!” e, alla fine, per Hermione era piacevole
passare il tempo
con la sua migliore amica e Theo. Inoltre, la mania di Ginny di far
fidanzare
l’amica era esistita fin dai tempi di Hogwarts, quando
cercava di piazzarle
quasi tutte le forme maschili di vita della scuola, quindi almeno una
volta al
mese cercava di piazzarle un collega di corso di Theo, un suo compagno
di
Quidditch o l’amico di un amico di un tizio che aveva
conosciuto al bar.
«Hermione,
mi
sono innamorata!»
«Ginny,
lo so. Me l’hai già detto almeno trecentonovantaquattro
volte! Ora, lasciami studiare e»
disse l’amica con noto acido, «per
piacere, lascia stare il mio libro di Shakespeare. Lo stai distruggendo»
.
«Ma
cosa ci posso fare se questo strano
babbano parla al mio cuore?»
disse la
rossa, con aria sognante.
«Senti,
ma Theo oggi non c’è? Non puoi
vederti con pucci-pucci-Mangiamorte? Io non ti sopporto proprio
più!»
«Se
continui ad essere così acida, ti
verranno le rughe, ‘Mione. E soprattutto rimarrai una
zitellaccia a vita»,
Harry uscì dalla cucina portando le tazze
per il té.
«Siete
voi due che mi fate venire il
diabete. Siete troppo sdolcinati. Ieri l’ho beccata a
disegnare cuoricini sul mio
libro, sulla mia preziosissima edizione speciale di Anna
Karenina! E
soprattutto, hai mai visto lei leggere un libro
che non sia di
Quidditch?»
disse Hermione, mandando
un’occhiataccia nei confronti dell’amica.
«Hemione, devo chiederti un favore»,
disse invece Ginny ignorando i commenti antipatici della ragazza. «Puoi
smettere di fare la zitella e liberati
per cena?»
Ed eccola lì, Ginny che torna all’assalto,
pensò la ragazza. Dire di no
a Ginny, era più difficile che rifiutare la terza porzione
di pudding dalla
Signora Weasley. Era un’impresa impossibile. Quella
famiglia era impossibile,
commentò fra sé e sé Hermione, mentre
le toccava una seduta di bellezza sotto
le grinfie di Ginny. Nonostante fosse sempre soddisfatta del risultato
–gli
incantesimi di Ginny e le lozioni della LavandaCorporate-HairExplosion
erano portentosi insieme – era sempre una tortura
passare tra le mani dell’amica. Tre ore per i capelli, fra
maschere ai mille
frutti del mare per capelli ancor più belli, shampoo
modellante per
far di ogni riccio un capriccio e strani aggeggi babbani del
cui uso
Hermione non si era mai preoccupata; e, ovviamente, due ore per
truccarla e vestirla.
Insomma un vero incubo, soprattutto per chi, come lei, era
già indietro con il
quinto ripasso per gli esami imminenti di febbraio.
«Vado
in stanza a vestirmi, torno fra un
paio d’ore. Ti passo a prendere ed andiamo insieme con la mia
macchina, ti va?
Theo ci raggiunge direttamente al ristorante»
disse mandando un sonoro bacio all’amica bruna che davanti
allo specchio
cercava di sistemarsi –togliere – quei due o tre
chili di rossetto rosso. Quando
si andava con la macchina di Ginny, non era mai una cosa buona.
Ciò implicava
infatti un buon successo dell’incontro, ovviamente secondo
Ginny, e che lei
dovesse essere riaccompagnata a casa dal bel fusto di turno, con il
solito
imbarazzo del bacio della buona notte. In quelle sue esperienze
del terzo
tipo Hermione aveva incontrato di tutto:
l’uomo-polipo, che si avvinghia e
non si stacca più; il ragazzo-macchinetta, che per non far
scendere un (sano)
silenzio parlava di ogni cosa gli passasse per la testa, dal meteo agli
strani
cartelli stradali dei babbani; o l’uomo-pollo, che aveva
insistito per
concludere la serata in una rosticceria, mangiandosi un pollo intero.
Tornata
a
casa, dopo aver tentato di schivare un bacio dal
ragazzo-vado-ai-5-km-orari-perché-sono-un-mago-e-mi-rifiuto-di-imparare-a-guidare,
togliersi i tacchi alti e lanciarsi sul suo divano fu una vera
liberazione per
Hermione, e pregò Merlino, Circe e Maga Magò
affinché Ginny smettesse
con la
sua mania degli incontri al buio.
«Herm,
com’è andata la serata?»
«Ginny,
c’eri anche tu! Che ti devo dire
di più?»
«Beh,
ti ha accompagnato fino alla
stanza? avete parlato? L’hai fatto entrare?»
«No,
non l’ho fatto entrare. Ginny era un
pazzo! Ho rischiato la vita almeno cento volte in macchina. Andava
pianissimo e
non rispettava poi i semafori, dicendo che erano solo una stupida
invenzione
babbana»
«Magari
ha solo bisogno di qualche
lezione di guida...potresti aiutarlo tu,no?»
«Magari
allora gli do il numero della
scuola guida, e chi vuole vederlo più?»
«Sei
sempre la solita zitella, Hermione.
Se continui così non ti prenderà nessuno.
Comunque, sapevo che quello non ti
sarebbe piaciuto, ma ho già un altro da presentarti!»
«Ginny
sembri mia madre, ti prego!
Ringrazia Theo per la serata, ti voglio bene, tanti baci»,
concluse riagganciando, prima che Ginny potesse incastrarla in
una nuova serata.
Ovviamente
le sue preghiere non vennero ascoltate e nei mesi seguenti, con il
passare dei
giorni gelidi e freddi a giorni di tiepido sole, gli appuntamenti si
susseguivano
di settimana in settimana. Fu così che alla lista degli incontri
con
maghi-alieni Hermione potè aggiungere il
ragazzo-scopa, che si era portato
dietro la sua scopa da Quidditch anche in macchina;
l’uomo-palla, un amico
babbano di Theo malato di calcio, uno strano sport
di cui Hermione aveva
sempre e volutamente ignorato l’esistenza; e
l’uomo-tre-occhi, perché aveva un
enorme brufolo al centro della fronte e sosteneva che ciò
gli portasse uno
spiccato talento nella premonizione.
Con il passare delle settimane e degli strani incontri al buio che Theo
e Ginny
le combinavano, Hermione era sempre più tesa e disperata.
Gli esami estivi si
stavano per avvicinare e c’era la tesi da finire e
già questo era un dramma, ma
certo la ragazza non poteva immaginare quale tipo di strano incontro
avrebbe
fatto quella sera. Hermione non aveva poi prestato tanta attenzione al
fatto
che Ginny le avesse dato buca solo poche ore prima della cena,
costringendola
ad uscire da sola con un nuovo mago-alieno da inserire
nell’elenco, in fondo
capitava spesso che Ginny accompagnasse Theo in qualche viaggio di
lavoro in
giro per il mondo.
Bip bip bip.... Tesoro, stasera io e Theo non riusciamo a
venire. È già
tutto prenotato però, il ristorante è in centro,
ma ti passa a prendere lui
alle 8. Ci sentiamo domani per i dettagli! Love, Ginny.
Sperando che non fosse uno come l’uomo-pesce (per la sua
mutaggine), incontrato
qualche settimana prima, Hermione ormai rassegnata alla
serata si
preparò. I suoi tempi di preparazione erano nettamente
più brevi delle cinque
ore di Ginny, tant’è che indossare il nuovo
vestito rosso ed acconciarsi i
capelli fu molto veloce, lasciandole il tempo di leggere un
po’ sul divano in
attesa del nuovo cavaliere per la serata. Quando Grattastinchi
andò a
richiedere la cena, Hermione si rese conto che erano già le
8 passate, e che il
cavaliere si era appena beccato il soprannome di
mister-puntualità. Alle 8.45,
con soli quarantacinque minuti di ritardo, finalmente il cavalieri
bussò alla
porta (e menomale che non sono Cenerentola, pensò Hermione).
Con un gesto di
bacchetta Hermione si sistemò il vestito spiegazzato e
passò dallo specchio per
darsi un’ultima occhiata, prima di aprire la porta. Di certo
stare ad aspettare
un po’ non gli avrebbe fatto di sicuro male.
Ritrovarsi davanti a Draco Malfoy, quel Malfoy, quel
Draco
Malfoy, si proprio lui, fu per Hermione un vero e proprio shock. Shock
che tra
l’altro si riconobbe bello visibile anchhe sulla faccia di
Draco-Malfoy-quel-Draco-Malfoy-si-proprio-lui.
Quando il primo dei due ragazzi si decidette a parlare erano passati
cinque
minuti buoni.
«Granger,
se questo è uno scherzo, sappi
che non è di buon gusto»
disse con aria
schifata lui
«Malfoy,
se non erro sei tu quello che è
venuto a bussare alla porta della mia stanza. Con ben quarantacinque
minuti di
ritardo, sottolinerei
» rispose lei
altrettanto piccata.
«Solo
quarantecinque minuti? Avrei detto
di più! In ogni caso, ho fame, quindi a cena ci andiamo
comunque, sperando che
non mi venga un’indigestione nel mangiare al tuo stesso tavolo»
«Vorrei
ricordarti che non sono ai tuoi
ordini Malfoy, vengo a cena solo se ne ho voglia.
Non sono ancora così
disperata, sai?
»
«Non
sarai ancora così disperata, ma
immagino tu non voglia sopportare altre paternali di due certi nostri
amici,
che immagino tentino di accoppiarti con ogni essere vivente sulla
faccia della
terra, come fanno con me. O sbaglio?
»
«Va
bene, aspettami che prendo la borsa,
allora
» concluse Hermione senza troppo
pensarci. In effetti, non valeva la pena mandare a quel paese Malfoy,
per poi
sopportarsi le ire di Ginny.
******
Mi
prendo
qualche riga per scusarmi con voi del ritardo nell'aggiornamento.
Purtroppo fra
esame mega super importante rimandato, viaggi improvvisi e tesi da
scrivere,
questa settimana è stata davvero un incubo! Giuro
solennemente di postare
puntualissima fra due lunedì!
Un enorme grazie a chi ha inserito le storie nell seguite. :)
Vi invito inoltre a recensire il capitolo, mi farebbe piacere sapere
cose ne
pensate della storia e se ci sia qualcosa da correggere!
A
prestissimo,
x
Succo di zucca
|
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Capitolo 3 *** Gli opposti non si attraggono - ovvero: peggio di Piton ed il suo shampoo. ***
capitolo 3
Capitolo
3 – Gli opposti non si attraggono -
ovvero: peggio di Piton ed il suo shampoo.
La
serata non era ancora iniziata che Hermione aveva
già intuito
quanto male sarebbe andata. Se dopo neanche dieci minuti con Malfoy e
voleva
scagliargli addosso una bella maledizione, figuriamoci cosa avrebbe
fatto a
fine serata.
«Tieni,
Granger»
disse lui facendo comparire un
casco da moto.
«Malfoy
so che sei un imbranato sulla
scopa, ma credi che serva addirittura un casco?»
rispose lei.
«Come
sei simpatica Granger. Intanto,
sali e chiudi quella boccaccia, sarà una lunga serata»
«Sali
dove, Malfoy? Io, quel catorcio
neanche lo tocco!»
disse la bruna
guardando una fiammante motocicletta parcheggiata sotto al
dormitorio.
«E di grazia, come vorresti andarci al ristorante
allora?»
«Con
la mia macchina. Almeno non rischio la vita»
disse indicando una piccola macchinina blu, parcheggiata qualche metro
più in
là.
«Ci mancava la scatoletta babbana»
«Scusa
eh, ma la moto che guidi tu non è mica
un'invenzione magica, Malfoy! »
«Hai
ragione, Signorina So-tutto-io, ma
almeno la mia moto è una figata ed aggiunge almeno cento
punti al mio fascino!
Dove andiamo a mangiare? »
«E
che ne so io? Ginny mi ha detto che ci
avresti pensato tu! »
«Mi
chiedo come sia possibile che tu e la
rossa siate così amiche, sei troppo petulante
Granger, troppo! Senti, ti
porto in un posto che conosco. Monta sulla scatoletta, ma fammi
arrivare vivo.
Non vorrei che il mio nuovo taglio di capelli si sciupasse...
»
Hermione
capì che quella sarebbe stata una lunga, lunghissima cena. E
lei
sapeva cosa avrebbe voluto farne dei suoi capelli: dargli fuoco.
Nonostante
Malfoy fosse un pessimo navigatore, riuscirono ad arrivare al
ristorante. Un piccolo
locale nascosto dietro ad un grande portone rosso appena fuori dal
centro di
Londra. Aperto il portone, si veniva accolti da un piacevole profumo di
cibo
orientale e ci si affacciava su un piccolo giardino illuminato da
candele. Si
sedettero ad un tavolino nel dehor, piacevolmente scaldato ed
illuminato da
delle piccole fiammelle blu che galleggiavano nell'aria aumentando il
fascino
di quel posto. Sembrava di essere entrati nella tana del bian coniglio,
talmente era surreale il posto. Si, ma con il lupo, pensò
Hermione.
Nonostante la sorpresa del locale, la tensione non era certo diminuita
con il
passare della serata. Battibecchi continui, battute, velati
insulti.
«Ti
piace la cucina thailandese?»
«A
me si, mi stupisce che tu voglia mangiare
qualcosa fatto dai babbani. Non hai paura che ti infettino,
Signorino
Purosangue? »
«Granger,
ci sono tante cose che non sai di me.
E si può dire che questo sia uno dei miei locali preferiti.
Ho fatto un piacere
a tutti e due, portandoti qui. Spero che la buona cucina ti faccia
stare zitta,
almeno. »
«Io
prendo il pesce»
«Il
locale è famoso per la carne »
«Del
vino rosso, grazie. »
«Ma
chi è che beve il vino rosso con il pesce?
»
«Io,
Malfoy. Io. »
«Hai
rivisto ancora qualcuno di Hogwarts?»
«Pochi
a parte Theo. Ho visto Blaise e le
Greengrass, ma basta. Sai io seleziono le persone con cui uscire.
Pottino e
Lenticchia come stanno invece? »
«Bene,
stanno bene. »
«Immagino
si divertano tanto insieme. Certo che
non sei neanche riuscita a tenerti il ragazzo più sfigato
della scuola... ci
credo che la rossa fatichi a trovarti un fidanzato, visto
che neanche
Lenticchia ti vuole! Preferisce la compagnia di PottyPotty a
te!»
«Nott
mi ha detto che anche tu studi Magisprudenza»
«Si,
dovrei iniziare un dottorato di ricerca il prossimo
anno »
«Immagino
quanto saranno felici all'università
di avere "L'Eroina del mondo magico" a studiare da
loro»
«Chiaro
che non tutti hanno un paparino ricco
sfondato che possa aiutarli ad entrare all'università e
comprarti la laurea.
Anche se quel paparino era un Mangiamorte ed ha appoggiato il
più terrificante
e disastroso governo magico. »
L'aveva
detto. Non sapeva come, ma le era scappato. Stavano aspettando il
primo piatto e già sapeva che la cena era finita. Lui era
stato insolente ed
insopportabile tutta la sera, ma quella ad aver oltrepassato il limite
era lei,
se ne rendeva conto. Così come si rendeva conto di come lo
sguardo di lui,
dapprima divertito nel farla innervosire, era diventato di marmo,
freddo e
duro. Lui era rimasto di una calma inquietante, aveva ignorato
l'insulto
continuando a mangiare il suo piatto con
un'eleganza sovrannaturale.
Hermione invece era un pezzo di legno, rigida, si sentiva stupida ed
inappropriata.
«Bene
Granger, il conto è aperto se vuoi prendere ancora qualcosa.
Io me
ne vado.»
«
Malfoy, non ho bisogno della tua carità.
Dividiamo il conto. »
«Certo,
il Ministero vi avrà ricoperti d'oro
dopo la guerra. Pottino ed i suoi amici che salvano il mondo!
»
«Smettila.
Ho solo fatto quello che era giusto.
Non ho rischiato di essere ammazzata per i miei interessi, cosa che
invece è
riuscita bene a te, visto che te ne stavi a casa al calduccio.
»
«Granger,
fa cosa vuoi. Non mi interessi tu, i
tuoi soldi né il tuo eroismo. Sono solo ben educato. Se
porto una donna a cena
fuori, pago il conto. Se non ti va, pace, la nostra esistenza
continuerà ancora
»
disse lui, allontanandosi velocemente.
Hermione lo guardò andare via: il passo elegante di un lupo,
la classe ed il
portamento altezzoso, i pugni chiusi e le nocche sbiancate, unico segno
di
furia.
Aveva di nuovo esagerato. Non sapeva come, ma quel ragazzo la mandava
su tutte
le furie ogni volta che apriva bocca. Certo, la colpa era stata
nuovamente sua,
aveva parlato troppo. Di nuovo.
Avevano litigato tutta la sera, si erano insultati e lei era scoppiata.
Come
poteva Ginny pensare che tra loro potesse funzionare? Erano peggio di
cane e
gatto, ancora peggio di Piton ed il suo shampoo. Si detestavano, era
chiaro.
Tornando a casa da sola, Hermione non potè fare a meno di
quanto fosse falso il
detto "gli opposti si attraggono". Certo Ginny era l'emblema della
felicità e dell'amore da quando stava con Theo. Ron l'aveva
lasciata per
passare ad altri tipi di... ortaggi, ecco. Tutti i
ragazzi che l'amica
le aveva presentato erano un caso umano dopo l'altro. Con Malfoy, poi,
era
chiaro come la deficienza di Allock che non avrebbero potuto funzionare
insieme. O forse, era lei, che non avrebbe mai trovato nessuno?
«Hermione,
buongiorno! Com'è andata la serata?» la voce di
Ginny che squillava
nel telefono, troppo sveglia per l'ora.
«Ginny, quando pensavi di dirmi che sarei andata a cena con
Malfoy? Quel Draco
Malfoy, oltrettutto! La prossima volta hai intenzione di organizzare un
tè con
quella pazza di Zia Bella o mi combini direttamente una cenetta con
Lord
Voldemort in persona?»
«Oh
non dire sciocchezze, cara! Sono morti tutti
e due, lo sai! È andata così tanto male?
»
«Diciamo
che avrei preferito tornare ad essere
immersa nel Lago Nero, circondata da quelle orribili sirene e dagli
avvincini!
»
«Beh
non puoi negare che sia diventato ancor più
figo di quanto già non fosse ad Hogwarts!»
«Sarà
anche figo, ma terribilmente
insopportabile. E almeno non dovrò vederlo mai più
»
Nonostante
i mesi passassero le cose non cambiarono molto. Hermione era
ancora l'acida zitellaccia di sempre, Ginny e Theo erano tutto
cuoricini e
amore, e Draco continuava ad essere lo scapolo più ambito di
mezza Europa. La
notizia della nuova coppietta aveva fatto il giro dell'intero campus
ormai fino
ad arrivare alle orecchie della petulante Skeeter, che ora
dirigeva la
rivista Strega Moderna.
"Uno
dei più ambiti scapoli d'Inghilterra si è
fidanzato con l'ex
dell'Eroe del Mondo Magico. Ginevra Weasley non si è quindi
fatta scappare
l'opportunità di legare a sé un altro giovane
uomo bello, ricco e potente. Che
sia forse un caso? Andate a pagina 3 per scorprire tutti i dettagli
piccanti,
rivelati da una fonte vicino alla coppia!"
Così i Signori Weasley appresero che sua figlia faceva
coppia fissa (e già
questa era una gran bella novità, visti i mille ex fidanzati
della ragazza) con
il figlio di Nott, il mangiamorte Nott. Quello che aveva tentato di far
fuori i
suoi figli, Harry-Caro ed Hermione più e più
volte. In realtà, quella ad
aver preso male la notizia era stata la Signora Weasley, che per
scoprire
qualcosa di più aveva sottoposto tutti i membri della
famiglia, inclusa
Hermione, ad un vero e proprio interrogatorio in stile poliziesco con
la scusa
di una prelibata cena in famiglia. Siano maledetti i telefilm
polizieschi
babbani e chi ha portato la tv nel mondo magico,
pensò Hermione vedendo la
Signora Weasley accecarla con una lampada da tavolo. I ripetuti
interrogatori
finirono solo quando un disperato e traumatizzato Ron, chiese aiuto
direttamente alla sorella.
Ginny,
salvaci! La mamma è impazzita, vuole
notizie. Fai quel che vuoi, ma vieni a calmarla! Con affetto, xxx Ronny.
Lo scontro di Mamma Weasley con la
ormai-non-più-piccola-Weasley, era stato di
proporzioni colossali. Avete presente due leonesse
inferocite? Ecco, era
stato peggio. Molto peggio. Dopo poco dall'inivio del messaggio una
Ginny
ancora più rossa del solito, si era smaterializzata
direttamente nella cucina
della Tana. In brevissimo tempo, tutti gli occupanti della stanza che
erano
stati convocati per l'interrogatori si erano dileguati lasciando libero
il
territorio per la litigata. In fondo, le urla erano talmete forti che
anche da
qualche chilometro di distanza era come essere a pochi centimetri dalle
due
donne. Solo il Signor Weasley aveva provato ad avvicinarsi alla cucina
e a
calmare la moglie. E venne immediatamente cacciato dalla casa inseguito
da una
scopa decisamente cattiva a cui erano magicamente spuntate delle gambe.
Gli scontri fra le due donne di casa continuarono a lungo. Hermione
aveva
asciugato spesso le lacrime dell'amica, così ferita dal
comportamento della
madre. L'oroglio di giovane donna innamorata del suo uomo impediva a
Ginny di
perdonare la sfuriata della madre, e la forza protettiva dell'amore di
una
madre non poteva accettare che la sua dolce bambina avesse scelto un
compagno
tanto indatto a lei. Gli strascichi della lite si erano protratti per
mesi
sulla vita dell'intera famiglia Weasley, culminando in quello che
Hermione non
si sarebbe mai aspettata: una rottura definitiva. Se Hermione pensava,
così
come tutti gli altri, che dopo la laurea Ginny si sarebbe di nuovo
trasferita
alla tana si sbagliava di grosso. Ne parlarono un pomeriggio caldo di
luglio,
mentre preparavano gli scatoloni nella stanza di Hermione.
«Cavoli
se pensano i tuoi scatoloni! Saranno anche
pochi, ma quanti libri hai? » chiese l'amica rossa ridendo.
«Certo
che è strano chiudere tutta la propria
vita in delle scatole,eh? Tutta la vita di questi ultimi quattro anno
racchiusi
qui dentro»
«Stiamo
diventando grandi, amica mia»
«Non
dirmelo, che mi sento già vecchia!»
«Senti,
Herm. Devo dirti una cosa...»
«Non
farmi preoccupare Ginny! L'ultima volta che
hai iniziato un discorso con “ti devo parlare” mi
hai detto che eri innamorata
di Nott» disse l'amica sorridendo. Ancora non credeva a come
fossero cambiare
le cose in pochi mesi.
«Beh,
ecco. In reltà...»
«Sei
incinta?»
«Oddio,
no! Solo che, ecco.. visto la situazione
con i miei non so bene dove andare quest'estate e quindi..»
«Ah,
mi hai fatto prendere un colpo! Sai che
puoi stare da me quanto vuoi, certo vieni pure Ginny. La prossima volta
però
non essere così formale»
«Ehm,
grazie. Ma
veramente...ecco,io...vadoavivereconNott.»
Ginny
dovette ripetere la cosa un bel po' di
volte, prima che Hermione capisse veramete la cosa. E poi cercarle di
farla
riprendere quando aveva finalmente capito. A quel punto gli scatoloni
ed i
libri erano stati abbandonati in un angolo della stanza e le due amiche
avevano
parlato per tutto il resto della serata e della notte. Avevano ordinato
cinese
in stanza ed Hermione si era fatta raccontare per filo e per segno di
come
avesse preso quella decisione. Così Ginny
raccontò di quanto fosse stato dolce
Nott nel proporle uno dei suoi appartamenti appena fuori Londra, ora
che non
doveva più andare all'università, era libera di
spostarsi più vicino al campo
da Quidditch delle Holyhead Harpies e non dover più tornare
la sera tardi dopo
gli allenamenti. Ne avevano riparlato poi, quando Theo ricevette una
lettera da
parte di un noto studio legate della Londra magica, per iniziare una
collaborazione. Era stato inevitabile, per entrambi, non pensare a
qualcosa di
più per la loro storia nata da poco, ma che aveva
già resistito a pregiudizi di
ogni sorta. Era cambiata tanto in questi mesi, era felice, sorridente.
Era da
prima della guerra che non rivedeva quella Ginny bella e spensierata.
Ed
Hermione non poteva non essere più che felice per la sua
amica. Certo,
come avrebbero preso i suoi questa notizia era tutto un altro
paio di
maniche.
************************************************
Va
beh, la
puntualità non è evidentemente un mio
pregio. Vi chiedo nuovamente scusa
per questo ritardo, ma purtroppo la mia nonnina è stata male
quindi la storia è
stata rimandata....
Ancora
grazie a chi ha letto, recensito ed inserito questa storia nelle
seguite/preferite.
Grazie a: Angy Riddle Malfoy, Angy_Draco, barbarak, bluesea,
CarolynAngel,
Chanel black, drhermxever, GetMewithThoseGreenEyes, Glors potterhead,
LuluBroken_Heart, lumamo64, Lysoa, Matilde di Shabran, pikkola_kiss,
Potterhead22, Shadow_chan, StrangerLove, viddy, xxSmileAndGo, zellnh,
_Laura_.
Ed un grazie anche a Chenchy, Lovexx e marmar81.
Non
sono
molto sicura del capito, non è che mi convinca
granché. Quello prima mi piaceva
di più, quindi aspetto vostri commenti :)
A
prestissimo,
Succo di Zucca
|
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Capitolo 4 *** Emergenza cioccolato ***
capitolo 4
Capitolo
4 - Emergenza cioccolato
Dedicato a Chiaretta.
Buon compleanno, stella!
«Scrivi:
Hermione...
» Ginny, sdraiata a pancia in giù su
una
sdraio a bordo piscina della villa di Theo. I lunghi capelli rossi
illuminati
in splendidi riflessi dal sole, gli occhiali grandi e scuri, una cuffia
del
lettore mp3 nell'orecchio e l'altra penzolante, da cui usciva forte e
chiara
della musica house del momento.
«Ma
sai che il t9 del mio babbatel
non sa mai come scrivere Hermione?
»
esclamò la rossa. Il telefono cellulare babbano, appunto il babbatel,
in
mano e l'aria concentrata di chi sta facendo qualcosa di molto
importante.
«Ginny,
ma la
vuoi smettere con 'ste cose? Neanche più i babbani ci
credono!»,
disse l'amica, ormai arresa alla famosa
cocciutaggine di Ginevra Weasley.
«Scrivi
Hermione e ... Luke, il maestro
di tennis di Theo. Si proviamo con Luke, non te l'ho ancora presentato»
fronte aggrottata, lingua che spunta dalle
labbra. «ecco,
inviato! Ora aspettiamo il
verdetto».
Bip bip..bip bip..
«Oh,
miseriaccia! Solo il 25% di probabilità che il vostro amore
sia vero! Che
palle, era proprio carino!
».
«Ginevra,
vuoi smetterla per favore?
» l'aria annoiata di chi ha già
sopportato
troppe volte quel supplizio. «ti
prego...
» disse Hermione.
«Her-mione
e... »
quell'aria da dea, con quei capelli rossi e la pelle chiara; da
diva con quegli occhiali da sole; da bambina con la lingua fuori dalle
labbra
per lo sforzo. «Ah
si, Simon! Proviamo! -
«Ginevra
Molly Weasley, ora BASTA! Hai
raggiunto l'apice, con Simon: NO!»
«Ma
Herm, suvvia! Se tu non vuoi andare
agli appuntamenti dovrò pur trovare un modo per farti
sposare ed avere
tanti marmocchietti, no?
» concluse schivando
una scintilla rossa che aveva appena raggiunto la sua sdraio.
«Continua
pure a giocare con le
stupidaggini babbane, ma con Simon no. Non ci provare neanche o ti
uccido».
Hermione e.... e ora con chi la metto?! pensò
l'amica. Le sto
prensentando tutti i migliori scapoli di Londra, certi pezzi di
figaggine che
se non fossi fidanzata, mannaggia... Tipo, Luke. Alto, occhi scuri,
quella
schiena...e quel fondoschiena! Il tipo perfetto proprio.......
ehm...
che stavo dicendo? Ah si, giusto, con chi la piazzo ora? E se...
Hermione e Draco.
Invia.
Che nomi assurdi, sicuramente i babbani non avranno mai sentito due
nomi così.
Bip bip..Bip bip
«Ancora
con questo gioco, Ginny?»
«No,
tranquilla. È Theo!»
e, a momenti, non le prese un colpo.
«Che
hai combinato, Ginevra?»
bastò un colpo di bacchetta per far sfuggire
di mano all'amica il telefono e farlo arrivare a sé. E
leggendo il messaggio,
per poco non prese un colpo anche ad Hermione.
Hemione e Draco.
Compatibilità al 99%.
«Ginny,
mai
più. Mai più»
«Beh
è chiaro che sia solo uno stupido gioco
babbano, no? Oppure... »
«Oppure
vuol dire che l’1% è talmente
pieno di odio da non farci stare neanche nella stessa stanza».
Discorso
chiuso, pensò
Ginny
guardando l'amica furiosa alzarsi ed andando a mettere i piedi
nell'acqua
tiepida della piscina.
«Senti,
Herm. Perché per perdonarmi
stasera non ti fermi qua e facciamo una festicciola? Solo io te e
qualche
amico...
»
Ad Hermione si strinse il cuore nel vedere gli occhi dell'amica. Sapeva
che
ultimamente la ricerca all'uomo-perfetto-per-Hermione (ovvero una
missione più
difficile di sconfiggere Lord Voldemort e trovare tutti i suoi Horcrux,
più
difficile di convincere Piton a farsi una
doccia) si era intensificata per tenere lontano dalla mente i problemi
con la
sua famiglia.
«Va
bene, Ginny. Mi fermo allora »
e sul viso dell'amica si dipinse
immediatamente un sorriso. Non un sorriso alla
Ginny, la vera Ginny,
ma era meglio di niente.
Hermione si svegliò nella sua stanza con un tremendo mal di
testa ed un senso
di nausea davvero fastidioso. Beh, buongiorno! riuscì
a pensare. Aprire
gli occhi e farli abituare alla luce di mezzogiorno che illuminava la
stanza
dalla finestra aperta, fu uno sforzo enorme. Alzarsi, fare una doccia e
vestirsi, furono le azioni più faticose che avesse mai
fatto. Mentre ancora un
pesante mal di testa le martellava nel cranio, cercò di
darsi una sistemata e
scendere a colazione. La villa di Theo in Côte d'Azur era
spendida. Si
affacciava su un bellissimo giardino tutto colorato, che si sposava
magnificamente con il bianco candido della facciata della casa e del
suo
interno. Dopo aver fatto un salto a Parigi a trovare i suoi, che si
erano
trasferiti lì dopo i tremendi fatti avvenuti in Inghilterra,
aveva deciso di
passare un paio di giorni a trovare Theo e Ginny, che soggiornavano in
una delle
tante ville sparse per l'Europa della famiglia Nott. Sarebbe dovuta
tornare la
sera prima a Londra, ma con grande rammarico si ricordò che
aveva promesso
all'amica di fermarsi per una "tranquilla festicciola con qualche
amico", che proprio tranquilla non deve essere stata,
pensò lei.
Finalmente la cucina, finalmente del caffé.
«Granger,
non sapevo che fossi un'amante
così sfrenata delle feste!»
Bingo! urlò mentalmente la ragazza. Chi
meglio di Draco Malfoy in
persona la mattina dopo una sbronza?
«Giorno
Malfoy. E non urlare. Non
ricordavo che ci fossi anche tu»
«E
ci scommento, Granger. Ti sei scolata
quasi due bottiglie di Wisky Incendiario giocando al Poker Ubriaco!
»
«Al
Poker-che?
»
«Poker
u-b-r-i-a-c-o. Mi sembravi più
sveglia ai tempi della scuola, Granger»
«Malfoy,
lasciala in pace»
disse una figura femminile entrando
nella cucina. - Non vedi che è in piena fase post-sbronza? -
disse Ginny con qualche
risatina poco nascosta.
«Non
sono in nessuna fase post sbronza,
io! Ho solo un po' di mal di testa perché ieri sera ho
studiato fino a tardi
e... »
«Veramente,
quando ti ho messa a
letto, eri in un sonno profondo e con la bocca spalancata. Anzi,
russavi anche!
»
puntualizzò lui.
«Io
non russavo. E soprattutto non ero
ubriaca. E perché diavolo tu mi avresti
messa a letto?»
«Su,
Granger! Non fingere, ti abbiamo
vista tutti ieri sera»,
era Theo che
entrando aveva dato un bacio a Ginny e le aveva fatto l'occhiolino.
« E ti ha riportata a letto lui
perché
si sentiva in colpa di averti fatto bere così tanto. Abbiamo
scommesso e... lui
ha vinto»
«Scommesso
cosa? Che sarei andata in coma
oppure che avrei fatto il bagno nuda in piscina? -
«No,
l'avresti fatto?! Io l'ho detto a
Theo di scommettere anche sul bagno,ma non ha voluto! Mi avresti fatto
vincere
altri galeoni»
il tono divertino del
biondino.
«Malfoy,
spostati!»
Troppo tardi. Lo schiantesimo di Hermione l'aveva colpito diritto in
petto. Il
mal di testa era esploso come se ci fossero 500 scimmie urlatrici che
avevano
organizzato un party nel suo cranio.
«Suscettibile,
eh!»
era Theo che si era avvicinato all'amico per salvare la tazza
che poco prima aveva in mano. «Bevi
questo. Davvero si sentiva in colpa. Ti ha preparato una pozione per il
post
sbornia. È una bomba, la prendevamo sempre ad Hogwarts»
disse fra il divertito e lo spaventato.
Malfoy che le aveva preparato una pozione per farla stare meglio?
Malfoy che si
preoccupava per lei e le rimboccava le coperte? Lo stesso Malfoy che
aveva
scommesso sulla sua sbronza? Lo stesso dell'appuntamento? Erano troppe
domande
per Hermione in quel momento. Decise che era meglio svignarsela prima
che
riprendesse i sensi, non voleva sentirsi in colpa pure lei.
Era ormai pomeriggio tardi. Aveva riposato nel suo letto per tutta la
giornata,
anche se non era riuscita a dormire. Si sentiva davvero in colpa per
aver
schiantato Malfoy? Dio, era sempre l'insopportabile ed odioso Malfoy! Ed
è
stato gentile con te. Di nuovo, parlò una vocina
nella sua testa.
«Granger,
vedo che ti sei ripresa. Mi fa
piacere»
il tono neutro, educato ma senza
nessuna emozione. Come la quiete prima della tempesta. Fa
quasi paura, pensò
lei.
«Si,
ho dormito. E grazie per la pozione
Malfoy»
«Di
niente. Ne è valsa la pena farmi
schiantare per vedere te ubriaca»
un sorriso
divertito sulle labbra.
«Beh,
è stato... gentile. Una domanda
solo: su cosa avete scommesso tu e Theo?
», lo
sguardo acceso di lei
«Oh,
semplice. Solo se il tuo orgoglio e
la tua cocciutaggine tipicamente Grifondoro ti avrebbero portata a
crollare
ubriaca piuttosto che arrenderti. Ed ho vinto, ovviamente»
e la sua bocca piegata in una risata, lo
sguardo rilassato e divertito.
Dall'ormai lontano terzo anno di Hogwarts, Hermione aveva preso
l'abitudine di
portarsi dietro della cioccolata, in caso di emergenza. Malgrado
l'orgoglio che
avrebbe provato il Professor Lupin per la sua allieva, l'emergenza non
era un
attacco a sorpresa di Dissennatori, bensì una crisi emotiva
di Ginevra Weasley.
Dalla prima vera crisi sentimentale dell'amica, Hermione
aveva imparato
che per calmarla bastava della cioccolata. Cioccolatini, un'intera
tavoletta,
una cioccolata calda, la BabbaNut (una
famosa crema al cacao del
mondo babbano), insomma un qualsiasi tipo di "cibo degli dei" e Ginny
era tutta un'altra persona. E così Hermione aveva
imparato ad essere
sempre preparata agli stati di crisi dell'amica.
Quando una sorpresa Hermione in accappatoio e ciabatte, ancora fradicia
ed
insaponata dal suo bagno del venerdì sera, aveva aperto la
porta e si era
trovata davanti uno spaventato Theo ed una pangente Ginny, Hermione
aveva
capito che era "emergenza cioccolato". Spedì Theo a comprare
del
cioccolato, non sapeva se in casa ne avesse abbastanza per superare
quello
stato di crisi, e portò Ginny sul divano con lei.
Quando il ragazzo tornò, Ginny riposava tranquilla sul
divano di Hermione
vicino al caminetto.
«Scusa,
ma come diavolo hai fatto?
»
«Piccolo
trucco, caro ragazzo mio. Se
Ginny è sconvolta, dalle della cioccolata. Funziona -
«Noto.
Ho lasciato una Ginny
inconsolabile e ora è lì che dorme beata.
Menomale che l'ho portata da te. Ho
provato mille modi, ma... non sapevo più cosa fare»
la voce incrinata e gli occhi bassi.
«Ero
preoccupato. Scusa, se sono venuto
qua senza avvisare. Sei stata formidabile, Granger»
«Grazie
Theo, ma è stato...facile. Sai,
la conosco da anni, ne abbiamo passate tante insieme. E direi che
quella busta
devi tenerla in casa per le emergenze, ora che lo sai!
»- disse lei strizzando l'occhiolino.
«Vieni
che ti
faccio un té, così non la disturbiamo e parliamo
un po'...»
«Quindi
lo sai?»
«Si,
me l'aveva accennato qualche giorno
fa. Immagino che abbia parlato con i suoi»
«Già.
Siamo andati ieri sera alla Tana. È
stato un vero inferno, Hermione»
il tono
serio, era forse la prima volta in cui la chiamava per nome, era sempre
stata
Granger per lui.
«Non
mi hanno fatto neanche entrare, ma
io gliel'avevo detto che non avrebbero reagito bene a me, alla notizia.
Sono
rimasto fuori in giardino, mentre le faceva esplodere la porta con un
incantesimo e si lanciava in casa urlando contro i suoi. Hanno
litiganto.
Tanto. Lei ha detto che se ne sarebbe andata di casa, e la Signora
Wealey è
andata su tutte le furie. Ha detto che se l'avesse fatto davvero
l'avrebbe
disconosciuta, che non avrebbe più avuto una figlia. Lei ha
urlato una sequela
di parolacce, sai com'è fatta lei»,
un
sorriso amaro sul viso di lui. - Ha detto "sai che c'è?
allora me lo
sposo!" e se n'è andata. Fuori non ha detto una
parola, l'ho portata
da me, ma non riuscivo a farla parlare. Ha poi iniziato a piangere. Ha
pianto
tutta la notte. Ho provato di tutto, davvero...così...alla
fine sono venuto
qui. Ma ora non so che fare»
Guardando un Theo disperato tanto quanto innamorato dell'amica, poteva
percepire il dolore che provava per quella situazione. Lui sapeva cosa
volesse
dire vivere senza una famiglia e non voleva che lei soffrisse come
aveva
sofferto lui. Non voleva che la sua amata provasse il dolore della
scelta fra i
suoi sentimenti e la sua famiglia. Non voleva essere la causa del suo
dolore.
«Forse...Forse
sarebbe il caso che mi
aiutassi a fare un incantesimo di memoria su di lei. Vorrei farle
dimenticare
chi sono. Hermione, ti prego aiutami. Ginny non fa altro che ripete
quanto tu
sia stata sensazionale nel proteggere i tuoi genitori ai tempi della
guerra.
Aiutami...
» una richiesta a fil di voce,
quasi sussurrata nell'angoscia, nel dolore. Non era facile scegliere
cosa fare.
E non era facile scegliere le parole giuste. Con un sospiro Hermione si
avvicinò al ragazzo.
«Theo,
non lo farò. So che la vuoi
proteggere da tutto questo, ma tu sei la cosa migliore che le sia mai
capitata.
Tu non sai quanto fosse a pezzi dopo la morte di Fred. È la
prima volta che,
dopo tanto tempo, la vedo sorridere così, sorridere davvero,
e ridere di cuore.
Neanche con Harry, che è stato il suo primo grande amore,
era così. Non ti
aiuterò a cancellare la felicità della mia
migliore amica. Non sai ancora
quanto lei sia forte, non accetterà mai di scendere a patti
con i suoi. Non c'è
scelta ormai. L'ha scelta l'ha fatta quando ha aperto il suo cuore a
lei,
perché sapeva tutto quello che sarebbe successo. Lo sapeva.
E io non ti aiuterò
a cancellare quel sorriso, il suo vero sorriso, dal volto di Ginny. Non
ti
aiuterò a distruggere la vostra felicità»
«Grazie,
Hermione. - gli occhi sinceri e
commossi, e meno sofferenti.
«Ora
portala a casa, casa vostra.
Diventa una belva quando passa la notte a dormire sul divano. E mi
racomando,
per domani mattina a colazione: cioccolata cala con panna e una bella
fetta di
torta Sacher».
Qualche mese dopo, Theo aveva preso seriamente ciò che gli
aveva detto Hermione
una sera di qualche tempo prima. I mesi erano passati, ma la situazione
a casa
Weasley con Ginny non era certo migliorata.
Ma questo non poteva certo spegnere l'entusiasmo di Ginny, nel
mostrarle un
grosso diamante rosa montato su un elegante anello in oro bianco. Al
telefono
le aveva solo detto che avrebbe dovuto raccontarle una
novità, ma niente di
importante. Invece, appena l'aveva vista da lontano, Hermione non aveva
potuto fare
a meno di notare il sorriso raggiante sul volto dell'amica. E appena fu
vicino,
anche l'enorme pietra, non passava di certo inosservata! Hermione si
era messa
a piangere, commossa, quando l'amica le aveva raccontato della serata
speciale
che aveva passato un paio di giorni prima.
«Beh
sai, non ti ho chiamata subito
perché...avevamo altro da fare...dovevamo festeggiare!»
«Due
giorni interi?! Complimenti amica!
Ma.... racconta, forza!
» era
l'ordine di Hermione
Così l'amica le raccontò che lui aveva
organizzato una serata a sopresa. Si era
fatto prestare il jet privato della famiglia Malfoy per portarla fino
alla
villa in Côte d'Azur. Le aveva bendato gli occhi fino al
pista privata del jet,
ad Heatrow. Salità sul jet le aveva sciolto il drappo di
sera che le copriva
gli occhi, ma non le aveva svelato nulla. Entrati nella villa, lui
l'avevo
portata in giardino, in quel magnifico giardino ornato di piccole
candele
fluttuanti ad illuminare i fiori. Avevano cenato a lume di candela in
un angolo
appartato vicino alla serra tropicale. Ovviamente lei aveva capito
subito che
fosse una serata speciale, ma non fino a quel punto. Finita la cena
hanno
passeggiato un po' e poi...
«Lui
si è inginocchiato, mi ha fatto
vedere l'anello e me l'ha chiesto! Ma ci pensi Herm, mi sposo! Ma...
Herm, che
fai? Piangi?»
«Beh,
si mi sono commossa. Non sono un
cuore di pietra come la famosa Medusa, anche se voi mi dipingete sempre
così,
sai?
» e si erano abbracciate. Forte e
per tanto tempo. Non avevano più parlato, ma si erano
raccontate tutta la loro
felicità in quell'abbraccio speciale.
«Comunque,
poi abbiamo fatto sesso subito»
«Come
subito? ma non eravate nella serra
tropicale?
«Appunto,
sai lì fa caldissimo per stare
con i vestiti! E poi si dove festeggiare, no?
» Hermione
non riusciva a smettere di pensare a quando bella fosse la sua amica.
Così
sorridente, felice ed innamorata.
L'idillio durò poco, ovviamente. Il giornale Tutto
il gossip delle streghe aveva
già spifferato tutto dopo solo 2 settimane dalla proposta di
matrimonio. Ma
come fanno ad essere sempre così informati?, si
chiese Hermione buttando il
giornale nel caminetto acceso. Per fortuna questa volta, la famiglia
Weasley
era stata avvisata per tempo. Dopo più di due mesi di
silenzio, dopo quella
litigata di agosto, era arrivata una piccola lettera recapitata da una
bellissima civetta. Una piccola lettera in cartoncino bianco, con dei
piccoli
ricami in rilievo.
Una Signora Weasley sconvolta e rossa in viso, aveva lanciato sul
tavolo la
lettera ed era corsa a prendere il suo mantello e, in un batter
d'occhi, si era
smaterializzata. Tutto questo mentre uno stordito Signor Weasley, si
riprendeva
dallo shock della notizia e rincorreva la moglie per contenere la sua
reazione.
Il campanello suonò ripetutamente prima che Theo andasse ad
aprire la porta. Di
sicuro non erano persone educate, mica uno può attaccarsi ad
un campanello in
quello modo, pensò lui. E pensando di dover sbattere ancora
la porta in faccia
a quei bizzarri venditori babbani di enciclopedie, si
ritrovò invece di fronte
a lui una Signora Wealey decisamente paonazza in viso. Tutto successe
in pochi
secondi. Senza che potesse aprire bocca, si ritrovò
soffocato dalle braccia di
Molly Weasley. Uno sconvolto Signor Weasley era comparso dietro la
moglie e cercava
di staccarla dal ragazzo. Mentre una lunga chioma rossa correva dalla
cucina
sentendo i rumori che provenivano dall'ingresso. Erano tutti pronti ad
intervenire. Il Signor Weasley tirando via con forza la moglie da Theo;
un Ron
comparso anche lui sul pianerottolo dell'appartamento che cercava di
aiutare il
padre; Ginny che cercava di aiutare Theo a liberarsi; ed anche il
vicino, che
era accorso alla porta con tutto quel rumore e stava componendo il
numero della
polizia babbana. Nonostante tutti pensassero che Molly avrebbe
strozzato con le
sue mani il povero Theodor Nott, ciò non avvenne. Lo stava
invece avviluppando
in un suo solito abbraccio alla "Signora Weasley", quei soffocanti
abbracci da mamma dolorosi, ma innocui e pieni d'amore.
*****
Eccoci qui con il quarto capitolo. Ho ritardato la pubblicazione
perché ero al
mare senza internet, ma vi dico già che ora gli
aggiornamenti ci saranno di
settimana in settimana. Il mare mi ha ispirato, quindi mi sono portata
avantissimo e vista la pausa estiva, devo farmi perdonare ;)
Ringrazio infinitamente MarMar81, Matilde, AriCastle66,
Romeoandjulietdramione
e Getmewiththosegreeneyes
per aver
recensito. Siete sempre carinissime!
Grazie ha chi ha ancora aggiunto la storia alle seguite ed anche a
tutti quei letto
(neanche fossero milioni :P ) che han letto senza lasciare una traccia
del loro
passaggio.
xxx
Succo di zucca
«Scrivi:
Hermione...
» Ginny, sdraiata a pancia in giù su
una
sdraio a bordo piscina della villa di Theo. I lunghi capelli rossi
illuminati
in splendidi riflessi dal sole, gli occhiali grandi e scuri, una cuffia
del
lettore mp3 nell'orecchio e l'altra penzolante, da cui usciva forte e
chiara
della musica house del momento.
«Ma
sai che il t9 del mio babbatel
non sa mai come scrivere Hermione?
»
esclamò la rossa. Il telefono cellulare babbano, appunto il babbatel,
in
mano e l'aria concentrata di chi sta facendo qualcosa di molto
importante.
«Ginny,
ma la
vuoi smettere con 'ste cose? Neanche più i babbani ci
credono!»,
disse l'amica, ormai arresa alla famosa
cocciutaggine di Ginevra Weasley.
«Scrivi
Hermione e ... Luke, il maestro
di tennis di Theo. Si proviamo con Luke, non te l'ho ancora presentato»
fronte aggrottata, lingua che spunta dalle
labbra. «ecco,
inviato! Ora aspettiamo il
verdetto».
Bip bip..bip bip..
«Oh,
miseriaccia! Solo il 25% di probabilità che il vostro amore
sia vero! Che
palle, era proprio carino!
».
«Ginevra,
vuoi smetterla per favore?
» l'aria annoiata di chi ha già
sopportato
troppe volte quel supplizio. «ti
prego...
» disse Hermione.
«Her-mione
e... »
quell'aria da dea, con quei capelli rossi e la pelle chiara; da
diva con quegli occhiali da sole; da bambina con la lingua fuori dalle
labbra
per lo sforzo. «Ah
si, Simon! Proviamo! -
«Ginevra
Molly Weasley, ora BASTA! Hai
raggiunto l'apice, con Simon: NO!»
«Ma
Herm, suvvia! Se tu non vuoi andare
agli appuntamenti dovrò pur trovare un modo per farti
sposare ed avere
tanti marmocchietti, no?
» concluse schivando
una scintilla rossa che aveva appena raggiunto la sua sdraio.
«Continua
pure a giocare con le
stupidaggini babbane, ma con Simon no. Non ci provare neanche o ti
uccido».
Hermione e.... e ora con chi la metto?! pensò
l'amica. Le sto
prensentando tutti i migliori scapoli di Londra, certi pezzi di
figaggine che
se non fossi fidanzata, mannaggia... Tipo, Luke. Alto, occhi scuri,
quella
schiena...e quel fondoschiena! Il tipo perfetto proprio.......
ehm...
che stavo dicendo? Ah si, giusto, con chi la piazzo ora? E se...
Hermione e Draco.
Invia.
Che nomi assurdi, sicuramente i babbani non avranno mai sentito due
nomi così.
Bip bip..Bip bip
«Ancora
con questo gioco, Ginny?»
«No,
tranquilla. È Theo!»
e, a momenti, non le prese un colpo.
«Che
hai combinato, Ginevra?»
bastò un colpo di bacchetta per far sfuggire
di mano all'amica il telefono e farlo arrivare a sé. E
leggendo il messaggio,
per poco non prese un colpo anche ad Hermione.
Hemione e Draco.
Compatibilità al 99%.
«Ginny,
mai
più. Mai più»
«Beh
è chiaro che sia solo uno stupido gioco
babbano, no? Oppure... »
«Oppure
vuol dire che l’1% è talmente
pieno di odio da non farci stare neanche nella stessa stanza».
Discorso
chiuso, pensò
Ginny
guardando l'amica furiosa alzarsi ed andando a mettere i piedi
nell'acqua
tiepida della piscina.
«Senti,
Herm. Perché per perdonarmi
stasera non ti fermi qua e facciamo una festicciola? Solo io te e
qualche
amico...
»
Ad Hermione si strinse il cuore nel vedere gli occhi dell'amica. Sapeva
che
ultimamente la ricerca all'uomo-perfetto-per-Hermione (ovvero una
missione più
difficile di sconfiggere Lord Voldemort e trovare tutti i suoi Horcrux,
più
difficile di convincere Piton a farsi una
doccia) si era intensificata per tenere lontano dalla mente i problemi
con la
sua famiglia.
«Va
bene, Ginny. Mi fermo allora »
e sul viso dell'amica si dipinse
immediatamente un sorriso. Non un sorriso alla
Ginny, la vera Ginny,
ma era meglio di niente.
Hermione si svegliò nella sua stanza con un tremendo mal di
testa ed un senso
di nausea davvero fastidioso. Beh, buongiorno! riuscì
a pensare. Aprire
gli occhi e farli abituare alla luce di mezzogiorno che illuminava la
stanza
dalla finestra aperta, fu uno sforzo enorme. Alzarsi, fare una doccia e
vestirsi, furono le azioni più faticose che avesse mai
fatto. Mentre ancora un
pesante mal di testa le martellava nel cranio, cercò di
darsi una sistemata e
scendere a colazione. La villa di Theo in Côte d'Azur era
spendida. Si
affacciava su un bellissimo giardino tutto colorato, che si sposava
magnificamente con il bianco candido della facciata della casa e del
suo
interno. Dopo aver fatto un salto a Parigi a trovare i suoi, che si
erano
trasferiti lì dopo i tremendi fatti avvenuti in Inghilterra,
aveva deciso di
passare un paio di giorni a trovare Theo e Ginny, che soggiornavano in
una delle
tante ville sparse per l'Europa della famiglia Nott. Sarebbe dovuta
tornare la
sera prima a Londra, ma con grande rammarico si ricordò che
aveva promesso
all'amica di fermarsi per una "tranquilla festicciola con qualche
amico", che proprio tranquilla non deve essere stata,
pensò lei.
Finalmente la cucina, finalmente del caffé.
«Granger,
non sapevo che fossi un'amante
così sfrenata delle feste!»
Bingo! urlò mentalmente la ragazza. Chi
meglio di Draco Malfoy in
persona la mattina dopo una sbronza?
«Giorno
Malfoy. E non urlare. Non
ricordavo che ci fossi anche tu»
«E
ci scommento, Granger. Ti sei scolata
quasi due bottiglie di Wisky Incendiario giocando al Poker Ubriaco!
»
«Al
Poker-che?
»
«Poker
u-b-r-i-a-c-o. Mi sembravi più
sveglia ai tempi della scuola, Granger»
«Malfoy,
lasciala in pace»
disse una figura femminile entrando
nella cucina. - Non vedi che è in piena fase post-sbronza? -
disse Ginny con qualche
risatina poco nascosta.
«Non
sono in nessuna fase post sbronza,
io! Ho solo un po' di mal di testa perché ieri sera ho
studiato fino a tardi
e... »
«Veramente,
quando ti ho messa a
letto, eri in un sonno profondo e con la bocca spalancata. Anzi,
russavi anche!
»
puntualizzò lui.
«Io
non russavo. E soprattutto non ero
ubriaca. E perché diavolo tu mi avresti
messa a letto?»
«Su,
Granger! Non fingere, ti abbiamo
vista tutti ieri sera»,
era Theo che
entrando aveva dato un bacio a Ginny e le aveva fatto l'occhiolino.
« E ti ha riportata a letto lui
perché
si sentiva in colpa di averti fatto bere così tanto. Abbiamo
scommesso e... lui
ha vinto»
«Scommesso
cosa? Che sarei andata in coma
oppure che avrei fatto il bagno nuda in piscina? -
«No,
l'avresti fatto?! Io l'ho detto a
Theo di scommettere anche sul bagno,ma non ha voluto! Mi avresti fatto
vincere
altri galeoni»
il tono divertino del
biondino.
«Malfoy,
spostati!»
Troppo tardi. Lo schiantesimo di Hermione l'aveva colpito diritto in
petto. Il
mal di testa era esploso come se ci fossero 500 scimmie urlatrici che
avevano
organizzato un party nel suo cranio.
«Suscettibile,
eh!»
era Theo che si era avvicinato all'amico per salvare la tazza
che poco prima aveva in mano. «Bevi
questo. Davvero si sentiva in colpa. Ti ha preparato una pozione per il
post
sbornia. È una bomba, la prendevamo sempre ad Hogwarts»
disse fra il divertito e lo spaventato.
Malfoy che le aveva preparato una pozione per farla stare meglio?
Malfoy che si
preoccupava per lei e le rimboccava le coperte? Lo stesso Malfoy che
aveva
scommesso sulla sua sbronza? Lo stesso dell'appuntamento? Erano troppe
domande
per Hermione in quel momento. Decise che era meglio svignarsela prima
che
riprendesse i sensi, non voleva sentirsi in colpa pure lei.
Era ormai pomeriggio tardi. Aveva riposato nel suo letto per tutta la
giornata,
anche se non era riuscita a dormire. Si sentiva davvero in colpa per
aver
schiantato Malfoy? Dio, era sempre l'insopportabile ed odioso Malfoy! Ed
è
stato gentile con te. Di nuovo, parlò una vocina
nella sua testa.
«Granger,
vedo che ti sei ripresa. Mi fa
piacere»
il tono neutro, educato ma senza
nessuna emozione. Come la quiete prima della tempesta. Fa
quasi paura, pensò
lei.
«Si,
ho dormito. E grazie per la pozione
Malfoy»
«Di
niente. Ne è valsa la pena farmi
schiantare per vedere te ubriaca»
un sorriso
divertito sulle labbra.
«Beh,
è stato... gentile. Una domanda
solo: su cosa avete scommesso tu e Theo?
», lo
sguardo acceso di lei
«Oh,
semplice. Solo se il tuo orgoglio e
la tua cocciutaggine tipicamente Grifondoro ti avrebbero portata a
crollare
ubriaca piuttosto che arrenderti. Ed ho vinto, ovviamente»
e la sua bocca piegata in una risata, lo
sguardo rilassato e divertito.
Dall'ormai lontano terzo anno di Hogwarts, Hermione aveva preso
l'abitudine di
portarsi dietro della cioccolata, in caso di emergenza. Malgrado
l'orgoglio che
avrebbe provato il Professor Lupin per la sua allieva, l'emergenza non
era un
attacco a sorpresa di Dissennatori, bensì una crisi emotiva
di Ginevra Weasley.
Dalla prima vera crisi sentimentale dell'amica, Hermione
aveva imparato
che per calmarla bastava della cioccolata. Cioccolatini, un'intera
tavoletta,
una cioccolata calda, la BabbaNut (una
famosa crema al cacao del
mondo babbano), insomma un qualsiasi tipo di "cibo degli dei" e Ginny
era tutta un'altra persona. E così Hermione aveva
imparato ad essere
sempre preparata agli stati di crisi dell'amica.
Quando una sorpresa Hermione in accappatoio e ciabatte, ancora fradicia
ed
insaponata dal suo bagno del venerdì sera, aveva aperto la
porta e si era
trovata davanti uno spaventato Theo ed una pangente Ginny, Hermione
aveva
capito che era "emergenza cioccolato". Spedì Theo a comprare
del
cioccolato, non sapeva se in casa ne avesse abbastanza per superare
quello
stato di crisi, e portò Ginny sul divano con lei.
Quando il ragazzo tornò, Ginny riposava tranquilla sul
divano di Hermione
vicino al caminetto.
«Scusa,
ma come diavolo hai fatto?
»
«Piccolo
trucco, caro ragazzo mio. Se
Ginny è sconvolta, dalle della cioccolata. Funziona -
«Noto.
Ho lasciato una Ginny
inconsolabile e ora è lì che dorme beata.
Menomale che l'ho portata da te. Ho
provato mille modi, ma... non sapevo più cosa fare»
la voce incrinata e gli occhi bassi.
«Ero
preoccupato. Scusa, se sono venuto
qua senza avvisare. Sei stata formidabile, Granger»
«Grazie
Theo, ma è stato...facile. Sai,
la conosco da anni, ne abbiamo passate tante insieme. E direi che
quella busta
devi tenerla in casa per le emergenze, ora che lo sai!
»- disse lei strizzando l'occhiolino.
«Vieni
che ti
faccio un té, così non la disturbiamo e parliamo
un po'...»
«Quindi
lo sai?»
«Si,
me l'aveva accennato qualche giorno
fa. Immagino che abbia parlato con i suoi»
«Già.
Siamo andati ieri sera alla Tana. È
stato un vero inferno, Hermione»
il tono
serio, era forse la prima volta in cui la chiamava per nome, era sempre
stata
Granger per lui.
«Non
mi hanno fatto neanche entrare, ma
io gliel'avevo detto che non avrebbero reagito bene a me, alla notizia.
Sono
rimasto fuori in giardino, mentre le faceva esplodere la porta con un
incantesimo e si lanciava in casa urlando contro i suoi. Hanno
litiganto.
Tanto. Lei ha detto che se ne sarebbe andata di casa, e la Signora
Wealey è
andata su tutte le furie. Ha detto che se l'avesse fatto davvero
l'avrebbe
disconosciuta, che non avrebbe più avuto una figlia. Lei ha
urlato una sequela
di parolacce, sai com'è fatta lei»,
un
sorriso amaro sul viso di lui. - Ha detto "sai che c'è?
allora me lo
sposo!" e se n'è andata. Fuori non ha detto una
parola, l'ho portata
da me, ma non riuscivo a farla parlare. Ha poi iniziato a piangere. Ha
pianto
tutta la notte. Ho provato di tutto, davvero...così...alla
fine sono venuto
qui. Ma ora non so che fare»
Guardando un Theo disperato tanto quanto innamorato dell'amica, poteva
percepire il dolore che provava per quella situazione. Lui sapeva cosa
volesse
dire vivere senza una famiglia e non voleva che lei soffrisse come
aveva
sofferto lui. Non voleva che la sua amata provasse il dolore della
scelta fra i
suoi sentimenti e la sua famiglia. Non voleva essere la causa del suo
dolore.
«Forse...Forse
sarebbe il caso che mi
aiutassi a fare un incantesimo di memoria su di lei. Vorrei farle
dimenticare
chi sono. Hermione, ti prego aiutami. Ginny non fa altro che ripete
quanto tu
sia stata sensazionale nel proteggere i tuoi genitori ai tempi della
guerra.
Aiutami...
» una richiesta a fil di voce,
quasi sussurrata nell'angoscia, nel dolore. Non era facile scegliere
cosa fare.
E non era facile scegliere le parole giuste. Con un sospiro Hermione si
avvicinò al ragazzo.
«Theo,
non lo farò. So che la vuoi
proteggere da tutto questo, ma tu sei la cosa migliore che le sia mai
capitata.
Tu non sai quanto fosse a pezzi dopo la morte di Fred. È la
prima volta che,
dopo tanto tempo, la vedo sorridere così, sorridere davvero,
e ridere di cuore.
Neanche con Harry, che è stato il suo primo grande amore,
era così. Non ti
aiuterò a cancellare la felicità della mia
migliore amica. Non sai ancora
quanto lei sia forte, non accetterà mai di scendere a patti
con i suoi. Non c'è
scelta ormai. L'ha scelta l'ha fatta quando ha aperto il suo cuore a
lei,
perché sapeva tutto quello che sarebbe successo. Lo sapeva.
E io non ti aiuterò
a cancellare quel sorriso, il suo vero sorriso, dal volto di Ginny. Non
ti
aiuterò a distruggere la vostra felicità»
«Grazie,
Hermione. - gli occhi sinceri e
commossi, e meno sofferenti.
«Ora
portala a casa, casa vostra.
Diventa una belva quando passa la notte a dormire sul divano. E mi
racomando,
per domani mattina a colazione: cioccolata cala con panna e una bella
fetta di
torta Sacher».
Qualche mese dopo, Theo aveva preso seriamente ciò che gli
aveva detto Hermione
una sera di qualche tempo prima. I mesi erano passati, ma la situazione
a casa
Weasley con Ginny non era certo migliorata.
Ma questo non poteva certo spegnere l'entusiasmo di Ginny, nel
mostrarle un
grosso diamante rosa montato su un elegante anello in oro bianco. Al
telefono
le aveva solo detto che avrebbe dovuto raccontarle una
novità, ma niente di
importante. Invece, appena l'aveva vista da lontano, Hermione non aveva
potuto fare
a meno di notare il sorriso raggiante sul volto dell'amica. E appena fu
vicino,
anche l'enorme pietra, non passava di certo inosservata! Hermione si
era messa
a piangere, commossa, quando l'amica le aveva raccontato della serata
speciale
che aveva passato un paio di giorni prima.
«Beh
sai, non ti ho chiamata subito
perché...avevamo altro da fare...dovevamo festeggiare!»
«Due
giorni interi?! Complimenti amica!
Ma.... racconta, forza!
» era
l'ordine di Hermione
Così l'amica le raccontò che lui aveva
organizzato una serata a sopresa. Si era
fatto prestare il jet privato della famiglia Malfoy per portarla fino
alla
villa in Côte d'Azur. Le aveva bendato gli occhi fino al
pista privata del jet,
ad Heatrow. Salità sul jet le aveva sciolto il drappo di
sera che le copriva
gli occhi, ma non le aveva svelato nulla. Entrati nella villa, lui
l'avevo
portata in giardino, in quel magnifico giardino ornato di piccole
candele
fluttuanti ad illuminare i fiori. Avevano cenato a lume di candela in
un angolo
appartato vicino alla serra tropicale. Ovviamente lei aveva capito
subito che
fosse una serata speciale, ma non fino a quel punto. Finita la cena
hanno
passeggiato un po' e poi...
«Lui
si è inginocchiato, mi ha fatto
vedere l'anello e me l'ha chiesto! Ma ci pensi Herm, mi sposo! Ma...
Herm, che
fai? Piangi?»
«Beh,
si mi sono commossa. Non sono un
cuore di pietra come la famosa Medusa, anche se voi mi dipingete sempre
così,
sai?
» e si erano abbracciate. Forte e
per tanto tempo. Non avevano più parlato, ma si erano
raccontate tutta la loro
felicità in quell'abbraccio speciale.
«Comunque,
poi abbiamo fatto sesso subito»
«Come
subito? ma non eravate nella serra
tropicale?
«Appunto,
sai lì fa caldissimo per stare
con i vestiti! E poi si dove festeggiare, no?
» Hermione
non riusciva a smettere di pensare a quando bella fosse la sua amica.
Così
sorridente, felice ed innamorata.
L'idillio durò poco, ovviamente. Il giornale Tutto
il gossip delle streghe aveva
già spifferato tutto dopo solo 2 settimane dalla proposta di
matrimonio. Ma
come fanno ad essere sempre così informati?, si
chiese Hermione buttando il
giornale nel caminetto acceso. Per fortuna questa volta, la famiglia
Weasley
era stata avvisata per tempo. Dopo più di due mesi di
silenzio, dopo quella
litigata di agosto, era arrivata una piccola lettera recapitata da una
bellissima civetta. Una piccola lettera in cartoncino bianco, con dei
piccoli
ricami in rilievo.
Una Signora Weasley sconvolta e rossa in viso, aveva lanciato sul
tavolo la
lettera ed era corsa a prendere il suo mantello e, in un batter
d'occhi, si era
smaterializzata. Tutto questo mentre uno stordito Signor Weasley, si
riprendeva
dallo shock della notizia e rincorreva la moglie per contenere la sua
reazione.
Il campanello suonò ripetutamente prima che Theo andasse ad
aprire la porta. Di
sicuro non erano persone educate, mica uno può attaccarsi ad
un campanello in
quello modo, pensò lui. E pensando di dover sbattere ancora
la porta in faccia
a quei bizzarri venditori babbani di enciclopedie, si
ritrovò invece di fronte
a lui una Signora Wealey decisamente paonazza in viso. Tutto successe
in pochi
secondi. Senza che potesse aprire bocca, si ritrovò
soffocato dalle braccia di
Molly Weasley. Uno sconvolto Signor Weasley era comparso dietro la
moglie e cercava
di staccarla dal ragazzo. Mentre una lunga chioma rossa correva dalla
cucina
sentendo i rumori che provenivano dall'ingresso. Erano tutti pronti ad
intervenire. Il Signor Weasley tirando via con forza la moglie da Theo;
un Ron
comparso anche lui sul pianerottolo dell'appartamento che cercava di
aiutare il
padre; Ginny che cercava di aiutare Theo a liberarsi; ed anche il
vicino, che
era accorso alla porta con tutto quel rumore e stava componendo il
numero della
polizia babbana. Nonostante tutti pensassero che Molly avrebbe
strozzato con le
sue mani il povero Theodor Nott, ciò non avvenne. Lo stava
invece avviluppando
in un suo solito abbraccio alla "Signora Weasley", quei soffocanti
abbracci da mamma dolorosi, ma innocui e pieni d'amore.
*****
Eccoci qui con il quarto capitolo. Ho ritardato la pubblicazione
perché ero al
mare senza internet, ma vi dico già che ora gli
aggiornamenti ci saranno di
settimana in settimana. Il mare mi ha ispirato, quindi mi sono portata
avantissimo e vista la pausa estiva, devo farmi perdonare ;)
Guardano indietro nei vecchi capitoli potrete trovare qualche
cambiamento, soprattutto di stile ed errori di battitura, che spero di
aver elimitato definitivamente. Ovviamente, segnalatemeli pure in caso
ve ne siano ancora!!
Ringrazio infinitamente MarMar81, Matilde, AriCastle66,
Romeoandjulietdramione, Shadow_chan
e Getmewiththosegreeneyes
per aver
recensito. Siete sempre carinissime!
Grazie ha chi ha ancora aggiunto la storia alle seguite ed anche a
tutti quei letto
(neanche fossero milioni :P ) che han letto senza lasciare una traccia
del loro
passaggio.
xxx
Succo di zucca
|
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Capitolo 5 *** Come una sirena ***
cap 5
Ehm...ehm... c'e ancora qualcuno qui?
Lo so, sono pessima. Purtroppo settembre ed ottobre, non sono stati
orrendi, ma decisamente peggio. Davvero, parlandovi sinceramente ho
avuto talmente tanti problemi gravi, che tornare a scrivere era proprio
impossibile per questione di testa e di tempo (ebbene si,
anche me
ha finalmente iniziato a lavorare,mi toccano ben 950 ore di tirocinio!)
Ed in questo marasma di 68 giorni terrificanti aggiungiamoci
anche il fatto che io abbia inavvertitamente deciso di piallare l'hard
disk del mio pc ed abbia cosi cancellato ogni cosa avessi salvata li
su, dai prossimi capitoli (di cui almeno ho una traccia cartacea, ah
cara vecchia carta!) alla mia tesi di laurea T.T, per tutti i mutandoni
di Merlino, Silente, Morgana, la Fata Turchina e Maga Mago.
Mi scuso ancora davvero tanto con chi aspettava di leggere il nuovo
capitolo e vi ringrazio se avrete la voglia di capirmi e di leggermi
ancora. Giuro iper super e mega solennemente che prossima settimana
saro puntuale qui, a postare di nuovo. Dopo due mesi di ansie,
finalmente respiro di nuovo!
Buon lunedi, buon novembre, buon tutto.
x
Succo di zucca
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Capitolo 5 - Come una sirena
Hermione non potè
che sorridere a
ripensare a quanta fatica avessero fatto lei, la Signora Weasley e la
sposa per rendere quella serata così perfetta. Ma c'erano
sicuramente
riuscite. I mesi passati a progettare ogni minimo dettaglio, le serate
passare a leggere riviste sui matrimoni, le lunghe riunioni per
organizzare tutto al meglio. Ora pero' era sicuramente tutto perfetto.
Cosi come voleva Ginny, la cerimonia era stata intima. L'intera
cerimonia si era svolta nella villa di Theo, della quale Ginny si era
innamorata già mesi prima. Avevano studiato tutti i
più minuziosi
dettagli per rendere quel giandino perfetto. I fiori rosa, in tinta con
il vesito. Le candele bianche. I nastri leggeri che svolazzavano con il
vento. Le lanterne che illuminavano dolcemente l'ambiente. Avevano
fatto decisamente un grande lavoro. Certo, Hermione doveva ammettere
almeno a sé stessa quanto fosse stato fondamentale l'aiuto
della "Non è mai troppo tardi per trovare l'amore" l'agenzia
matrimoniale della
Lavanda&co., della vecchia Lavanda Brown che le aveva
indirizzate
nei giusti negozi e con le giuste dritte per sopravvivere all'evento.
La cerimonia era durata poco, ma era stata di una dolcezza disarmante.
Hermione e Ron avevano ovviamente fatto da testimoni per lei, mentre
Draco ed il cugico dello sposo Thomas, lo erano stati per
Theo. Se
quasi tutti erano fortemente preoccupati delle reazioni fra i due mondi
di Theo e Ginny che venivano in contatto per la prima volta, tutto era
filato liscio. Tutto aveva funzionato alla perfezione. Theo in un
elegante abito da cerimonia che aspettava la sua sposa all'altare.
Ginny che avanzava lungo la navata sopra un letto di petali di rosa,
accompagnata da un commosso Signor Wealey. Ginny così bella
e
raggiante, nel suo abito morbido e brillante. Ma la cosa più
emozionante furono sicuramente quelle promesse, scambiate di fronte ad
amici e parenti disarmati dall'amore che brillava negli occhi di quei
due. In una formula così comune come "nel bene e nel male" e
"per
sempre", avevano racchiuso molte piu parole ed emozioni che in pochi
potevano davvero comprendere.
Purtroppo la notorietà della famiglia di Theo aveva imposto
una certa
lista di invitati, che erano però stati ospitati solo nel
successivo
banchetto nuziale. Dopo la cerimonia infatti, venne inaugurata la festa
per tutti. Era stato il compromesso giusto fra gli obblighi in societa'
di una famiglia cosi altolocata, e la voglia di condividere solo con
poche persone il momento. La cerimonia era fluita con
facilità e
perfezione direttamente nell'aperitivo, dove il resto degli invitati
attendeva con trepidazione gli sposi. Poi la cena, i brindisi, la
torta. L'unica nota stonata per Hermione era sicuramente la presenza di
Draco Malfoy al suo stesso tavolo. Quel Draco Malfoy odioso e
spocchioso come al solito, ma altrettanto seducende e perfetto in quel
bellissimo completo grigio scuro, in perfetta armonia con i suoi occhi.
«Vado
a fare una passeggiata fuori, qui si muore di caldo!»
disse Hermione a Ron ed Harry passando sulla pista da ballo, dove quei
due si stavano scatenando. Era stranissimo vederli cosi insieme. Erano
sempre stati molto amici, forse troppo già dall'epoca della
scuola.
Nonostante la sua storia con Ron, e la storia fra Ginny ed Harry,
Hermione sapeva che nell'intimo legame fra i due suoi amici c'era
più
di un semplice rapporto d'amicizia. La sua relazione con Ron
durò poco
proprio per questo motivo, Hermione riusciva bene a percepire che a Ron
mancasse qualcosa in quel rapporto, qualcosa che lei non poteva
sicuramente dargli. E così il loro rapporto di poco
più di un anno si
era tramutato in una semplice amicizia. Era stato più
difficile per
Ginny invece, che accecata dall'amore per Harry non voleva rinunciare a
lui. Aveva atteso anni prima di riuscire ad entrare nel suo cuore e
quando Harry aveva finalmente trovato il coraggio di raccontare a Ginny
la verità sui suoi sentimenti, era stato un periodo buio per
lei.
Hermione non aveva mai visto l'amica così triste, Harry era
stato per
lei l'ancòra di salvezza in quegli anni della guerra, la
speranza che
dopo tutto un lieto fine ci sarebbe stato. E vedendola danzare con
Theo, Hermione non potè fare a meno di pensare che
finalmente quel momento era
davvaro arrivato. Le ricordarono i due protagonisti di una favola
babbana che aveva visto da piccola, in cui una bella fanciulla ballava
con il suo principe trasformato in una bestia, non curante dell'aspetto
dell'amato, ma solo della sua anima. Erano cosi diversi, ma cosi belli
e perfetti insieme. Quando lei sarebbe stata così felice?
Sarebbe mai
successo?
Con questi pensieri Hermione attraversò la sala fino al
terrazzo per staccarsi dai pensieri.
L'eleganza di Villa Magnolia risplendeva in tutta la sua
bellezza, illuminata dalle calde luci delle candele che si
rispecchiavano contro le pareti di marmo bianco dell'edificio. Un
leggero profumo di fiori freschi, tra i quali spiccava un leggero aroma
di rose, aleggiava nell'aria frizzante di primavera inoltrata. La vista
dal terrazzo posteriore della casa era magnifica: il mare in
lontananza, il giardino illuminato, la luna nel cielo. Hermione era
rimasta ipnotizzata da quel panorama mozzafiato, senza neanche
accorgersi di essere in compagnia.
«Eccoti,
Granger! Non vai a fare l'ennesimo brindisi agli sposi?»
«Malfoy
che piacere vederti... preferisco di no, ho già bevuto
abbastanza
champagne per stasera... tu invece non sei dentro ad irretire qualche
giovane fanciulla?»,
con l'acido che sgorgava da quelle parole, per nascondere il battito
accelerato del cuore nel vedere i suoi occhi cosi simili alle stelle
del cielo.
«Diciamo
che so dove voglio e preferisco stare..»
una frase lasciata a meta'.
«Ti
va di passeggiare un po'? Volevo provare ad arrivare al mare»,
chissà da dove le arrivavano quelle parole.
Draco si sporse velocemente verso l'ingresso del terrazzo e fece
levitare fino a loro una bottiglia di champagne e due calici di
cristallo.
«Ora
sono pronto»
e le rivolse un veloce occhiolino ed un sorriso brillante.
Camminarono qualche minuto giù per la stradina, accompagnati
dal
rumore delle onde vicino e dai loro passi nel giardino. Arrivati alla
piccola baia sotto la villa, la ragazza si tolse i deliziosi sandali
per posare i piedi nella sabbia. «Malfoy,
togliti quelle scarpe! E' troppo bello camminare a piedi nudi della
sabbia»
disse lei.
«Granger,
poi mi sporco. E sai quanto vale questo vestito?»
rispose lui con tono antipatico. Ma quel tono durò
decisamente poco, quando lui vide mettere il broncio alla ragazza.
«Eh
va bene, dai. Giusto perché non ci vede nessuno qua sotto....»
disse poggiando su un tronco in riva al mare la sua giacca e la
bottiglia di vino.
Effettivamente Draco dovette ammettere che camminare sulla sabbia a
piedi scalzi era una sensazione piacevole, e quasi d'istinto si
avvicino' al bagnoasciuga, dove piccoli e docili onde si infrangevano
sulle sue caviglie. E vedere lei passeggiare felice a piedi nudi, come
una bambina gli regalava un piacevole senso di pace.
«Non
ti facevo cosi intraprendente Malfoy. Nel profondo non sarai mica un
impavido grifone?»
«Come
osi infangare cosi il mio onore da serpe? Io un grifone?! Giammai!»
e ridendo si sedette vicino a lei su quel tronco. Lei che rideva
contenta di una sua battuta. Lei, i cui capelli ricadevano in ciocche
ribelli dall'acconciatura. Lei, i cui occhi splendevano illuminati
dalla luna nel cielo.
«Va
bene. Io propongo un brindisi ai testimoni. Per i meriti di questa
cerimonia, per i meriti di averli fatti incontrare, e per il merito di
averli sopportati per mesi»
«Averli
fatti incontrare?»
chiese lei.
«Si
Granger. Chi credi che abbia assillato e spronato Theo per fargli fare
il primo passo? Quel ragazzo sarà anche bravo sui libri, ma
dobbiamo
ammettere che é un po' lento con il gentil sesso...»
un sospiro rassegnato.
«Non
sapevo ci fossi tu dietro a tutto questo»
il tono di lei amminato. «Bene,
allora direi che approvo il brindisi in pieno»
ed un altro sorriso di lei.
Andarono avanti a parlare e a ridere, come se lei non
fosse Hermione Granger e lui Draco Malfoy. Complice il vino, complice
il panorama l'ostilità abituale fra i due sembrava essere
stata
annientata da quelle risate.
«Granger
scendi da quello scoglio!»
«Malfoy
non fare il noioso. Mi diverto qua su»
«Granger
scendi. Non voglio giustificare la tua morte a tutto il mondo magico,
ti prego. Sai che noia?»
«Come
sei dolce»
la linguaccia di lei.
«Scendi
o ti butto in acqua»
«Non
hai il coraggio»
«Certo
che ce l'ho. Se non scendi entro il 5 ti butto giu»
«1...2....3...4...»
«e
5! Sono ancora qua su»
disse in tono canzonatorio.
«Bene,
ti avevo avvertito»
disse lui e con un salto si avvicino' a lei, la prese in braccio e si
tuffò in acqua con lei fra le braccia.
La prima cosa che Hermione fu in grado di percepire furono le braccia
di lui. Braccia forti e salde sulla sua schiena che la sorreggevano.
Poi percepì anche l'acqua fredda, perché ci
sarà pure un motivo se
il bagno in mare lo si fa solo in estate.
«Malfoy
ma come osi. Mi fai annegare!!»
«Granger,
rilassati. Siamo in appena due metri di acqua»
Eh sì, effettivamente in quel trambusto di tuffi, braccia e
acqua, non aveva neanche provato a toccare con i piedi il fondale.
«Questo
non toglie che mi ha rovinato il vestito. E l'acconciatura»
«Granger,
hai la minima idea di quanto costi il mio vestito? Fatto in puro cotone
del Sud America, e cucito su misura da elfi della migliore scuola di
cucito del mondo»
e prima che lei potesse rispondere con qualche strana storia sul
C.R.E.P.A e quelle cose li, lui continuò «E
in ogni caso, trovo che tu non sia mai stata cosi bella come adesso»
liberando i capelli di lei dalle pinzette che la
intrappolavano.
Bum.
L'aveva detto.
Silenzio.
Imabrazzo totale.
Panico.
Nessuno dei due risciva a parlare. Lei stupita, lui in imbarazzo. Lui,
Draco Malfoy, scapolo più ambito di tutta la
comunità magica che non
riusciva ad aprire bocca di fronte a lei, Hermione Granger, babbana di
nascita, una nullità confronto al suo nome. Erano fermi
tutti e due
lì, nell'acqua fredda, ancora abbracciati dal tuffo, ancora
vicini.
E non si sa bene chi per primo si avvicinò, ma le loro
labbra si
incontrarono. Il tempo smise di avanzare, o forse avanzò
troppo
velocemente. Né lei né lui se ne accorsero.
«Hai
freddo»
sussurrò lui.
«Un
po'»
ammise lei, impegnando tutta la sua forza di volontà per
staccarsi da lui.
Gli sembrava di avere fra le braccia una creatura eterea, cosi fredda
per l'acqua e cosi pallida agli occhi della luna. Aveva paura di
perderla. Aveva paura che come le sirene delle favole, potesse voltarsi
verso l'orizzonte e sparire sott'acqua per non tornare piu'. Fu un
dolore anche per lei staccarsi da quel contatto caldo. Sentì
i muscoli
lamentarsi del freddo ed il cuore lamentarsi quel la mancanza di
lui. Sciolse l'abbraccio facendo scivolare la mano lungo il
braccio di lei, fino alla sua mano.
«Vieni,
usciamo»
e la accompagno' delicatamente fuori dell'acqua.
Si staccò da lei solo per prendere la sua giacca asciutta
dal tronco
su cui era rimasta. Con timore provò ad avvicinarsi di nuovo
ed
appoggiò la giacca sulle spalle nude di lei.
Quando la sentì fremere al suo tocco, per lui fu impossibile
resistere alla voglia di baciarla ancora.
Quando sentì le sue mani sfiorarle la pelli, per lei fu
impossibile
reistere alla tentazione di sentire ancora il suo sapore sulle labbra.
Avevano fatto tutta la stradina che ripercorreva la scogliera vicini,
continuando a parlare e ridere. Tornarono dopo un bel po' di tempo alla
festa. E Ron giuro' per lungo
tempo di averli visti tornare dal mare non solo bagnati, insieme e
sorridenti, ma anche per mano. Prima di tornare nel salone, facevo una
deviazione verso il piano superiore per rimettersi in ordine, dopo quel
piacevole imprevisto in mare.
«Sai, Granger....»
«mmmh?»
«dovrei
portarti piu spesso al mare, sei decisamente piu bella e piu simpatica»
Una risata soffocata dai baci.
«Sara'
perche' forse riesco a tenerti la bocca impegnata?»
Un piccolo pungo di lei, non poi cosi tanto dolce.
Non si staccarono mai lungo i corridoio. Era difficile per lui, quanto
per lei rinunciare a quei baci salati. Ed ogni posto era buono: le
scale, il corridoio, la porta del bagno. Riuscirono a separarsi solo
andando nelle rispettive camere per cambiarsi, scambiandosi un bacio
come promessa di un veloce arrivederci.
Hermione ci mise un po' a sistemare quella massa di capelli inumiditi
che continuavano a ribellarsi alle sue mani. Certo, erano sempre stati
dei capelli decisamente impegnativi, ma in quel momento sembrava che
anche loro volessero sottostare al volere di lui di vederli sciolti. Ed
a quel pensiero decise di lasciarli cosi, mossi e lunghi a coprirle le
spalle e la schiena. Quando lei usci dalla sua camera, lui era gia'
sceso al pieno di sotto. Cercò di non sembrare troppo
disperata
scendendo le scale con una certa velocità (ovviamente
compatibile con
i 15 cm di tacchi che Ginny le aveva imposto). Entrando nel salone vide
Draco in fondo alla stanza. Perfetto e bellissimo come sempre, come lo
era sempre stato. Prima di riuscire a raggiungerlo fu però
intercettata da Harry e Ron, che continuavano a litigare.
«Ron,
ma che ti sei bevuto, tesoro?»
«Non
ho bevuto nulla, oltre lo champagne. Ti dico che li ho visti»
«Ma
per piacere, non diciamo babbanate»
«Hermione
e' vero che ti ho vista?»
Ron si mise fra lei e Draco, a pochi metri da lei.
« Ma
che succede qui?»
arrivo' anche Ginny. «Hermione
che hai fatto ai capelli? Perché sono sciolti?»
Ma lei aveva occhi solo per lui. Lui che venne raggiunto un
secondo dopo da una bellissima bionda, alta e sexy avvolta da un lungo
vestito nero.
«Draco,
eccoti. Ti ho cercato ovunque....»
e gli diede un bacio sulla guancia.
Hermione si gelò alla vista dei due.
«Niente
Ginny. Non ho fatto niente»
e se ne andò. Andò cosi velocemente da non notare
Draco
spostare quella ragazza che aveva cercato di baciarlo. Da non notare lo
sguardo di lui che si infrangeva contro quella parola. Niente.
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Mi ritaglio
ancora un angolino, per ringraziarvi di essere arrivati fin qui.
Aspetto vostre recensioni e commenti, per sapere cosa ne pensate di
questo tanto atteso quanto inaspettato bacio :)
A lunedì prossimo!
xoxo
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Capitolo 6 *** Perché due è meglio di uno! ***
Capitolo 6 -
Perché due è meglio di uno!
Erano
passati mesi da quando si era celebrato il matrimonio di Ginny e Theo.
Erano passati mesi da quando un ragazzo ed una ragazza, tanto diversi e
tanto uguali, si erano scambiati un lungo bacio sotto la luna. Nessuno
sapeva di quel bacio. Solo un Ron aveva bofonchiato qualcosa
in
merito di "Hermione per mano con Draco", ma in pochi avevano dato retta
al povero ragazzo, che veniva semplicemente ignorato da tutti. Ginny,
che sarebbe stata entusiasta di quell'evento, aveva più
volte interrogato il fratello per cercare di carpire qualche
informazione in più. Inutile continuare ad assillare
Hermione, non ci avrebbe tirato sicuramente fuori un ragno dal buco con
lei. Non che a Theo andasse meglio, in realtà. Anche lui,
aveva provato ad interrogare l'amico biondo, ma lui l'aveva guardato
con sguardo stupito, come se gli stesse chiedendo di un suo recente
bacio con un puzzolente troll di montagna. Nessuno sapeva come la luna,
il mare e il vino complice avessero fatto scoppiare una scintilla.
Nessuno poteva sapere che lei, così come era apparsa si era
girata, aveva guardato il mare e con un colpo di coda si era immersa
nelle profondità dell'oceano, lasciando lui solo in una
marea di acqua gelida di solitudine.
I
mesi passavano, e nessuno disse più una parola
sull'accarduto. Che c'era da dire, poi? Ron aveva seriamente iniziato
di dubitare della sua vista, oltre che della sua sanità
mentale, e i due ragazzi sembravano odiarsi ogni giorno di
più.
Solo
una cosa sembrava farli andare d'accordo.I bambini.
Si erano trovati una sera a cena, tutti e quattro. Ovviamente, Theo e
Ginny avevano teso un'imboscata ad entrambi: nessuno sapeva dell'altro.
Ma era impossibile non dare la notizia, e l'entusiamo dei due sposi era
maggiore rispetto a qualsiasi tipo di tensione di fosse creata durante
la serata.
Stasera a cena. Non fare
domande, non posso anticipare nulla.
Alle 7:45pm.
Theo.
Herm, ho una super
notizia!! Stasera cenetta da noi, non puoi scappare! Devo troppo
aggiornarti!! Manchi!! xxxxx
Ginny
Non era stato difficile per l'intelligenza e
l'inutito femminile di Hermione, capire di cosa si trattasse. Ormai era
preparata alle sorprese dell'amica, e poteva solo immaginare quanto
potesse essere bella quella sorpresa. L'intuito maschile di Draco, e la
sua scarsa curiosità per la vita amorosa degli altri, aveva
semplicemente ignorato la notizia, come un qualcosa di poco importante.
Ovviamente lei era arrivata con i suoi 15 minuti minuti in anticipo,
mentre lui aveva accumulato i suoi 20 minuti di ritardo. Hermione ed i
padroni di casa, erano comodamente seduti in salotto a chiacchierare e
sorseggiare il vino elfico prodotto dalle vigne in Italia di Theo.
Mentre Ginny e Theo conversavano amabilmente di un nuovo collega di
lavoro di Ginny, molto carino, Hermione si diresse verso la porta ad
aprire per andare a ritirare le pizze dal ragazzo delle consegne. Era
stata una fortuna far conoscere quei due il cibo babbano d'asporto.
Ginny non aveva certamente ereditato le doti da cuoca della madre e, a
dir la
verità, Theo non aveva mai toccato una pentola in vita sua.
Ora,
finalmente, quando andava da loro poteva contare sui take away cinesi
della zona e sulle pizzerie babbane.
«Granger,
non lo sai che se non chiudi la bocca potrebbero entrarci
delle mosche che andrebbero a fare i vermi nel tuo cervellino geniale?»
Draco Malfoy in persona, altro che fattorino delle pizze. Anzi,
effettivamente le pizze le aveva anche in mano, era andato a ritirarle
lui. Ma prima che Hermione potesse registrare tutte queste informazioni
ci mise giusto quei due o tre minuti necessari per riprendersi dallo
shock. Perché, insomma, bello era bello. E soprattutto non
si erano più visti né parlati dal matrimonio,
da quando si erano, nell'ordine,
divertiti-baciati-ribaciatipiùvolte e lei si era
terribilmente offesa per una biondona mozzafiato che si era avvicinata
a lui. Lui aveva provato a richiamarla più volte nei giorni
successivi, mentre lei non aveva mai risposto. Ignorare e far finta che
non fosse successo nulla, era sicuramente più salutare,
rispetto al tentare di iniziare una storia (una storia?) con
Draco-sono-stronzo-Malfoy. Beh, sì. Doveva anche ammettere
che in quel caso il suo orgoglio aveva decisamente preso il
sopravvento, ma era chiaro che ormai non si potesse più
tornare indietro. E mentre nel suo cervellino geniale, Hermione
eleborava tutte queste informazioni e tutte le emozioni che il sorriso
di lui, con quei denti bianchissimi e quelle labbra morbidissime, le
faceva provare; la sua bocca era rimasta spalancata come quella di un
pesce lesso. Da sirena bellissima, a pesce cotto al forno, con contorno
di patete, olive e pomodorini e tutto il resto.
«Ciao,
Malferret»
riuscì a dire lei, storpiando il nome
per vendetta.
«Ah,
i vecchi tempi della scuola! Quanto non mi mancavano!»
-
«Ohi,
voi due. Avete intenzioni di mangiarvi anche le nostre pizze o
pensate di portarcele a tavola?»
una voce femminile dal fondo del
corridoio.
La cena era trascorsa piacevolmente, senza vecchi rancori. Certo,
bisogna anche aggiungere che, in realtà, quei due si erano
ignorati completamente per tutta la serata. Hermione aveva conversato
con Ginny delle ultime novità della famiglia Weasley, mentre
Draco e Theo avevano parlato di quotazioni in borsa di una delle
società del biondo.
«Va
bene, ora un piccolo brindisi alla
novità»
disse Theo, riempiendo di nuovo i calici.
«Oh,
Theo. Falla breve, io non resisto più!»
sentenziò la moglie.
«Ok,
ok. Beh, allora.... siamo incinti!»
Hermione si lanciò ad abbracciare l'amica, mentre
Draco tentò di strozzarsi con il vino.
Qualche settimana più tardi, fu però la
volta di Theo, tentare di strozzarsi con l'acqua. Quando, dopo la
visita con il ginecologobabbano, aveva scoperto di essere "incinto" di
due gemelli. I grandi festeggiamenti alla Weasley erano d'obbligo, non
solo un bimbo in arrivo, ma ben due! Nessuno era certo stupito della
felicità della famiglia Weasley, quello che più
destava scalpore era, invece, un Malfoy più che entusiasta
della notizia. Ginny era rimasta sconvolta quando aveva visto
consegnarsi direttamente a casa sua, una culla per due, "Il ritrovato
babbano più tecnologico studiato per prendersi cura dei tuoi
bambini!", aveva letto lei sulla confezione. Si era spaventata ancor di
più, quando si era trovata la cameretta dei bambini
già dipinta di un brillante giallo sole. Era incinta
di 5 mesi, quando dopo una giornata di shopping, era tornata
a casa con Hermione. Aveva trovato
Draco-nonsfioroilminimoattrezzo-Malfoy, in salopette, che dipiengeva
insieme a Theo la mansarda.
«Hermione,
tira fuori il tuo aggeggino babbano che fa i video ed
immortala questa scena, ti prego!»
disse l'amica incredula ridendo,
mentre la bruna era semplicemente piegava in due dalle risate. Vedere
quei due giovani uomini, alle prese con i pennelli ed il colore
babbano, quel ridicolo abbigliamento e le macchie di colore anche nei
capelli, era decisamente divertente.
«Sai
che se non la smetti, arriva anche a te qualche macchina di
colore, Ginny?»
aveva risposto Draco, andandole incontro con il
pennello. - Cosa ne dici, Draco, diamo una lezioncina a queste due
signore che si
divertono tanto alle nostre spalle?»
disse subito l'amico,
tirando Hermione vicino a sé con un braccio e sporcandola
sul viso di
vernice. Mentre per tutta risposta, Draco si allungò verso
Ginny
stampandole una manata gialla sulla maglietta, all'altezza della
pancia. E ne nacque così, una battaglia a suo di pennelli,
risate e vernici rossa e verde che volavano per la stanza.
«Hey,
Malfoy. Lo sai che quella tua maglietta meriterebbe un tocco di
colore? Cosa ne dici del rosso?»
chiese Hermione, lanciando addosso al
ragazzo della vernice diventata rossa per magia. Una guarra divertente,
una guerra a suon di pennelli e colori e non di bacchette. Nemici che
prima erano divisi, ora si divertivano insieme come bambini. Niente
pregiudizi, niente astio, niente maledizioni.
Erano passati mesi, ma le sembrava di essere tornata alla primavera
precendente, quando al matrimonio. erano stati così
vicini. Era inevitabile e strano, trovarsi a ridere di nuovo con lui.
Le sembrava di essere un po' come a casa, assomigliava a quella dolce
sensazione quando torni a casa in inverno ed il freddo che provavi
fuori ti abbandona. Il suo sorriso era caldo e solare, come quel giallo
delle pareti, come quel giallo che gli impiastricciava i capelli chiari
e lo rendeva ancora più bello.
Dopo la verniciatura della mansarda, che era diventato un patchwork di
colori e che piaceva tanto ai genitori, lo scherzo della maglietta
rossa non rimase impunito a lungo. Il giorno dopo la nascita dei
gemelli, Hermione aveva decorato la casa di piccoli palloncini colorati
per dare il benvenuto ai nuovi arrivati ed ai genitori. Quando
però tornarono tutti insieme dall'ospedale, un beffardo
Malfoy li attendeva sulla porta con un piccolo palloncino a forma di
serprente in mano. La serpe in seno di quel figlio di Salazar, aveva
trasfigurato tutti i palloncini tondi coloranti, in tanti piccoli
serpensini verdi e argento fluttuanti per la stanza.
«Ma
Draco, sono bellissimi!»
disse Theo entusiasto dei palloncini.
«Cari
miei, scordatevelo. Questi mi crescono grifoni, ve lo dico io!»
disse Ginny
Mentre Hermione riuscì a scandire sola una parola:
un nome. «Malfoy!»
**********************************************
Ed
eccoci qui con un nuovo capitolo! Lo so, alcuni di voi si aspettavano
un lieto fine dopo il bacio, ma.... ricordatevi che siamo solo
all'inizio ancora :) Questo capitolo è un po' corto e
neanche mi soddisfa tanto (aspetto come al solito i vostri consigli per
migliorare!), ma è anche l'ultimo capitolo nel passato, dal
prossimo si torna al presente, ricordate il capitolo 1? Dopo questi
capitoli di flash back, si riparte da lì!
Ringrazio chi ha recensito: Smakina, Federica, LolaG99 e Barbarak
e grazie anche a chi mi segue da lontano. :)
al prossimo lunedì!
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Succodizucca
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Capitolo 7 *** Affari di famiglia ***
Capitolo
7 - Affari di famiglia
Non si poteva certo dire che Hermione conducesse una grande vita
mondana. Passava le serata a lavoro in ufficio, a finire di redigere i
documenti, tornava a casa e si rilassava in mezzo ai libri. Gli impegni
più esclusivi che potesse avere erano una cenetta
a casa di Ron ed Harry, oppure passare qualche ora a far da babysitter
ai bambini di Ginny. Ron ed Harry avevano reso pubblica la
loro relazione ed in barba a
tutti i pettegolezzi della comunità magica erano andati a
vivere
insieme; Ginny era impegnata con il lavoro e con i bambini; e lei era
rimasta l'unica a non avere qualcuno con cui condividere la sua
quotidianità. Da quando erano nati quei due angeli, la sua
vita aveva decisamente preso un risvolto diverso. Non aveva mai avuto
un forte desiderio di famiglia, prima la scuola, poi
l'università, poi il dottorato e il lavoro. Ma, anche se non
le piaceva ammetterlo con gli altri, ora che la sua migliore amica
aveva messo su famiglia lei si sentiva più
sola. Certo, fare la zi era un'attività
più che divertente. Passare i pomeriggi con i bambini,
andare a fare shopping con Ginny per comprare giocattoli e vestitini,
anche preparare i biscotti era diventato divertente se fatto
con Ollie e Alex.
Già durante tutta la gravidanza Ginny ed Hermione si erano
divertite ad arredare la cameretta e comprare vestitini, alla faccia di
quel "furetto"
impazzito che aveva comprato giocattoli e giocattoli, e si era
addirittura messo a dipingere la mansarda con Theo. Per non
parlare di quando era stato il momento del parto.
Quel sabato pomeriggio aveva però un appuntamento speciale:
era il primo compleanno di Ollie ed Alex. Ginny e Theo avevano
organizzato una piccola festicciola con la famiglia Weasley e qualche
amico per festeggiare i due bambini. E mentre Hermione si preparava per
la festa, era impossibile non pensare a quanto fosse passato
velocemente quell'anno.
Già al settimo mese di gravidanza, la pancia di Ginny
sembrava una mongolfiera e il dottore l'aveva messa a letto per evitare
stress inutili ai bambini e per scongiurare un parto prematuro. Ma
Ginevra Weasley è ormai risaputo che non sappia stare ferma
un secondo. Non le bastava far da corrispondente da casa per la
Gazzetta del Profeta, per la sezione Quidditch, ma doveva per forza
andare in redazione almeno 5 volte al giorno. E così il
parto avvenne ovviamente in anticipo di due mesi. Hermione si era
smaterializzata nella hall del San Murgo appena aveva ricevuto un sms
da Theo.
"Stiamo partorendo. Ci
si sono rotte le acque!! "
Questo plurare suona decisamente strano, pensò
Hermione, immaginando Ginny che stringeva la mano di un Theo
terrorizzato e con un pancione enorme e gonfio.
La scena non era certamente quella immaginata, ma la ragazza
trovò comunque una tranquillissima Ginny seduta sul letto,
che consolava uno spaventato Theo in iperventilazione. Ginny che quando
la vide entrare trattenne a stento le risate, si rivolse all'amica come
se fosse una situazione del tutto normale.
<>
disse sillabando l'ultima parola con le labbra ed indicando all'amica
un giovane e bel dottore che stava compilando la sua cartella al fondo
del letto.
<> disse lei in completo imbarazzo.
<< Signorina Granger, che onore conoscerla! Sa, ammiro
molto il suo passato da eroina.>> disse lui sorridendo.
<> intevenne Ginny, prima che un
furetto pallido e preoccupato facesse irruzione nella stanza.
<> sputò tutto d'un fiato.
<>
<< Oh, giusto. Ma dottore, allora quando nascono? Come
stanno? Ed il mio amico come lo vede?>> disse indicando
Theo, ancora pallido e terrorizzato seduto sulla sedia in fondo alla
stanzetta.
<> sentenziò Draco, mentre il dottore
stava lasciando la stanza.
<> disse il giovane e bel dottore
facendo l'occhiolino alla ragazza.
<> intervenne Ginny.
<> sbottò il furetto. >.
Ma prima che Ginny potesse rispondere, le si mozzò il fiato
per una contrazione e l'attenzione si spostò. Si
spostò ovviamente su Theo che era svenuto e caduto dalla
sedia.
Qualche ora dopo, mentre Hermione, il furetto, Harry e un sacco di
teste rosse della famiglia Weasley affollavano la sala d'attesa del
reparto maternità, uscì dalla porta un Theo
sempre più pallido e malconcio, ma con un sorriso trionfante
sul volto. E due piccoli fagottini fra le braccia, uno rosa ed uno
azzuro.
<>.
Ora, Ollie ed Alex avevano un anno. Erano cresciuti un sacco, rispetto
a quei due fagottini fra le braccia del papà che li aveva
presentati tutto orgoglioso. Ollie era una bimbetta sveglia, con i
boccoletti rossi e due occhietti azzurri e vispi. Alex era invece un
bimbo timido e tanto dolce, con gli stessi tratti del papà,
quei capelli scuri che mettevano in risalto i suoi occhi azzurri.Ad
Ollie piaceva correre in giardino e giocare alle principesse nel suo
enorme castello di plastica che le aveva regalato lo zio 'Aco. Mentre
ad Alex piaceva stare sdraiato in giardino a guardare le farfalle
oppure stare sdraiato sulle gambe di Ginny, quando lei gli raccontava
le storie.
Erano due bambini dolcissimi, impossibili da non amare. Ed erano
entrati subito nel cuore di tutta la famiglia ed in quello di Hermione.
Ed anche in quello del furetto Malfoy che aveva un debole per Ollie.
Lei riusciva letteramente a girarselo come un calzino, un paragone
quasi perfetto se si ricorda come il suo elfo domestico Dobby sia stato
liberato da Harry anni e anni fa. Quello stesso furetto che, insieme a
lei, era stato scelto per fare da padrino ai bambini.
<< Allora, ragazzi.>>, disse una sera a
cena Theo.
<>.
Se
Draco gonfiò il petto orgoglioso come un pavone,
Hermione era rimasta
stupita di quanto i due genitori dessero importanza ad una figura
spesso ignorata nel mondo babbano. Prima di spiegarle con disprezzo
quale orgoglio e peso comportasse il ruolo di padrino nella
comunità
magica, il furetto-pavone prese in braccio Ollie.
<< Granger, so che le tue origini
sono di basso livello, ma dovresti sapere che le figura di padrino
e madrina, per i maghi, sono molto importanti.>> disse
senza
neanche degnarla di uno sguardo, ma avendo occhi solo per la piccola
bimba dai boccoletti rossi e gli occhioni azzurri.
Come poteva poi adorarla
tanto, se era così uguale ai Weasley, lo sapeva solo lui, pensò
Hermione.
<< Il
padrino, o la madrina>> continuò il
furetto-pavore-furetto,
<>
<> finirono in coro Hermione e Ginny.
<> disse Hermione,
andando incontro al bimbetto che le sorrideva dal box.
*****************************************
Capitolo
corto, lo so, ma è un capito di transizione. Finalmente
siamo tornati al presente, i bambini sono arrivati e ci ritroviamo a
dove eravamo rimasti con la fine del primo capitolo. Dal prossimo, si
entra decisamente nel vivo della storia.
Aspetto come sempre le vostre recensioni, critiche e suggerimenti per
migliorare!
Grazie mille a tutti quelli che hanno recensito e letto la storia :)
Al prossimo capitolo!
Succodizucca
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