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Autore: SuccoDiZucca87    25/06/2013    4 recensioni
"What's in a name?
That which we call a rose by any other name would smell as sweet." Romeo and Juliet.
I ricordi di Hogwarts sono lontani e rinchiusi in un vecchio cassetto in fondo al cuore. Ron ed Hermione, così come Harry e Ginny, non sono più coppia fissa, ma rimangono dolci ricordi dell'adolescenza. Tante, tantissime, cose son cambiate negli anni a venire. Come può una Ginny forte, bella ed innamorata della sua nemesi cambiare la vita di Hermione? Un epilogo alternativo a quello della nostra JK Rowling.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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capitolo 1

A  Chiara,
mi fonte infinita di fanfic;

e a Simona,
che ancora ci sopporta. 

 

Capitolo 1 - Fra aceri e biancospini

 
"What's in a name? 
That which we call a rose by any other name would smell as sweet"
                                                             Romeo and Juliet, act II scene II


Come ogni venerdì sera, la ragazza bruna tornò velocemente a casa dal lavoro, lasciò le scarpette nell’ingresso e si diresse a piedi scalzi verso il piano di sopra della villetta. Come ogni venerdì, riempì la vasca da bagno con la sua essenza preferita – lillà e gelsomino – e con un colpo di bacchettà fece levitare la bottiglia di vino e il suo contenuto violaceo si versò in un bicchiere. Hermione poteva approfittare finalmente di una serata tranquilla e piacevole, una serata passata a rilassarsi nella sua vasca, con un buon calice di vino elfico ed uno dei tomi presi in prestito dall’enorme biblioteca del Ministero della Magia. Con Grattastinchi acciambellato vicino alla vasca, che si godeva il tepore del bagno caldo in quella gelida serata invernale, Hermione si immerse nella vasca sperando che quel momento non finisse mai. L’indomani aveva in serbo un’impegnativa e lunghissima giornata di shopping con Ginny, e la sera era stata invitata a cena da loro. Probabilmente, come spesso accadeva, l’amica avrebbe preparato una cenetta per quattro a lume di candela, e avrebbero portato a cena un collega, un amico, il vicino di casa, (perfino il pediatra dei bambini!) che casualmente non aveva impegni per la  serata. Non poteva negare che a lei, Hermione Jean Granger, eroina del mondo magico, mancasse qualcuno nella sua vita, o meglio qualcuno. Non le era mai pesata la solitudine, per lei, passare le serate a leggere o a badare ai pargoletti era davvero una serata speciale. Ma spesso, quando tornava la sera, in una casa spenta e vuota un senso di malinconia le chiudeva lo stomaco. Tutti gli uomini che la sua amica le aveva generosamente presentato erano sì attraenti, ma non erano sicuramente quello giusto. Con qualcuno aveva anche provato ad uscirci, erano state serate piacevoli, ma mancava qualcosa. Tentando di cancellare questi pensierì, Hermione scivolò nella vasca, immergendosi nel silezio ovattato del’acqua. 
Lo shopping con Ginny era stato più travolgente che mai, girando senza sosta fra i negozi magici di Diagon Alley ed il centro babbano di Londra.  Avevano passeggiato per ore intere e si erano fermate solo per un tè caldo, nelle strette viuzze dietro il centro della città. Le chiacchiere con Ginny erano sempre piacevoli, soprattutto in questo periodo così movimentato per l’amica. Da quando erano nati i due pargoletti, il tempo insieme era nettamente diminuito. Spesso Hermione la andava a trovare, ma da quando erano arrivati i due gemelli era impossibile trovare del tempo “fra donne”. L’impegno a tempo pieno di Ginny come mamma aveva sicuramente sopperito all’impossibilità di giocare Quidditch in gravidanza, ma non aveva distolto l’attenzione da quello che per Ginny era un chiodo fisso: la vita sentimentale di Hermione. Mentre Ginny si lasciava trasportare nel racconto di quel macho di nuovo giornalista che era giunto alla Gazzetta del Profeta da chissà quale capo del mondo, Hermione non potè fare a meno di pensare a quanto fosse cambiata la sua amica negli ultimi due anni ed a quanto fosse ancora uguale alla Ginny dei tempi di Hogwarts. Sempre allegra, spensierata e solare, ma  anche una donna forte e indipendente, come sempre lo era stata, ed oggi anche moglie e mamma.
 
Erano sedute sul divano rosso e logoro della stanza di Hermione ai tempi del college. 
«Hermione, devo dirti una cosa..-, sbottò di un fiato l’amica. Sentendo il tono grave di quell’affermazione, Hermione riemerse dal libro che stava leggendo. 
«Mi sono innamorata! »
« Ginny, sai che novità! Sei sempre innamorata tu» 
« No, questa volta è vero. Mi sono davvero innamorata! »
«E dopo il professore, il barista, il cameriere, il giornalista,... Chi sarebbe il fortunato di oggi»  
« Ehm..Theodor Nott..sai, ehm... il ragazzo del vosto anno..ehm...Slytherin... »  ed Hermione sputò il caffé che stava bevendo in faccia all’amica. 
Ripulire la stanza (e l’amica) dal piccolo incidente con il caffé, lanciarsi sul divano affianco alla rossa e obbligarla a sputare tutto il rospo era stato un unico movimento. Hermione era ancora sotto shock per la rivelazione della ragazza, ma non potè ignorare lo sguardo acceso e luccicante dell’amica. Lei parlò per ore su come si fossero incontrati – durante un cambio d’ora, fra la lezione di Letteratura Babbana, modulo II e Pozioni e medicamenti magici, livello avanzato. Lei era rimasta in aula a “parlare” con il professore di Letteratura ed uscendo di corsa dall’aula era andata a sbattere contro un bel ragazzo bruno dagli occhi azzurro cielo,che le aveva rovesciato il caffé bollente addosso. Qualche insulto al volo, una delle perfette Fatture Orcovolanti di Ginny. Di come lui si fosse fatto trovare davanti alla stessa aula, la settimana successiva con due caffé. Il primo appuntamento. La vera scoperta “chi sei tu e chi sono io”. Quella serata, troppo dolce e bella da dimenticare, per poterla rinchiudere in un cassetto in fondo al cuore solo per un nome. Le raccontò come, passata quella serata non si sentirono per settimane, ma come lei non riuscisse a dimenticare il suo profumo, la sua risata, i suoi limpidi occhi azzurri. Le rivelò come iniziò a leggere Romeo and Juliet, di un certo Shakespeare, un capolavoro della letteratura babbana a dire del suo professore. Di come si rincontrarono, un giorno e per caso, nel cortile dell’ala est del college, fra aceri e biancospini, e di come i loro occhi si incontrarono, di come il cuore di lei – ma anche quello di lui- saltò un battito e di come non potè più fare a meno di quel sorriso. Hermione rimase così incantata da quel racconto che tutte le domande, tutte le perplessità e i sospetti che le giravano nella mente, vennero cancellati da un lacrima che le solcò le guance. Fare un passo avanti ed abbracciare l’amica, era stato un gesto spontaneo e così naturale, che Hermione se ne rese conto solo quando un lievissimo sussurro raggiunse il suo orecchio. 
-Grazie-.

Erano passati quattro anni da quel ricordo, quattro anni in cui la sua piccola dolce Ginny era cresciuta molto. Ripensare alla giovane Ginny dei tempi della scuola e stare seduta davanti ad una bella e giovane donna, provocò in Hermione un moto di grande affetto.
«Hermione, allora? Sei d’accordo per stasera? Posso dire a Theo che va bene? », disse l’altra. «oh miseriaccia, si è fatto tardissimo! Devo andare a prendere i gemelli dalla nonna. Ci vediamo da me alle 20 e non dimenticare che mi hai appena detto si! »  e così dicendo mandò un bacio volante all’amica e si smaterializzò in un batter d’occhio.  “In cosa diavolo si era appena cacciata?”, pensò Hermione.
Lo shopping con Ginny era stato più duro del solito, la ricerca dei nuovi vestitini per i gemelli, le aveva portare a girare mezza città e per una non appassionata di shopping come Hermione, era stata una vera tortura per i suoi piedi.  Pensando al giornalista-macho collega di Ginny, la ragazza scelse con cura dall’armadio i vestiti per la serata. Non era da lei, certo, ma almeno si sarebbe potuta evitare gli sguardi antipatici dell’amica, che l’avrebbe poi costretta ad un cambio d’abito al volo con i suoi vestiti stretti e fin troppo scollati.
 «Tesoro, io cerco di trovarti un uomo all’altezza, ma almeno conciati decentemente! Miseriaccia, Hermione, vorrai mica rimanermi zitella a vita? », Ginny, miss gentilezza.
Quando poi erano invitati anche Ron ed Harry a cena, era un vero disastro:
 «Hermione, dolcezza, vorrai far qualcosa per ‘sti capelli? Senti, noi non te l’abbiamo mai detto, ma sei uguale ai tempi della scuola! », era il loro commento preferito.
C’era da dire che questi commenti acidi avevano apportato un netto miglioramento nel look di Hermione. I ragazzi le avevano regalato una scorta a vita di “Pozione Super Lisciate, per capelli docili e sensuali”, della LavandaCorporate-HairExplosion qualche Natale prima e l’amica la costringeva sempre ad uno shopping accurato sotto la sua supervisione. Sicuramente la gonna color crema che avevano comprato insieme quel pomeriggio, abbinata alle decolté ello stesso colore e ad un maglione, scelto accuratamente a caso dall’armadio, sarebbero andati bene.
Fortunatamente la fase trucco-e-parrucco non richiedeva tanto impegno, la Pozione Super Lisciante funzionava alla perfezione e gli incantesimi della linea Il MakeUp Che Tutte Le Streghe Voglionodella LavandaCorporate funzionavano alla perfezione – ancora di chiedeva come avesse fatto, quel mezzo cervello di gallina di Lavanda Brown, a creare una marca così di successo in tutto il mondo magico.
Arrivare a Villa Magnolia, una delle più famose e bellissime ville di tutto il mondo magico e babbano, era sempre un momento piacevole. Spesso Hermione amava arrivare in anticipo di qualche minuto e godersi il panorama che si stagliava contro l’orizzonte, guardare i pallidi raggi invernali del sole in tramonto che disegnavano strane curve sulle colline.
«Guarda, guarda. Anche miss Granger, si unisce a cena», una voce fredda e suadente la ridestò da quel bellissimo panorama.
«Malfoy, non posso dire che sia un piacere vederti. Non sapevo che fossi invitato stasera a cena, altrimenti anche scontrarmi in un incontro di boxe con un troll di montagna sarebbe stato più divertente che vedere te», rispose acida lei.
«Sempre acida come al solito, vedo»
«Sempre stronzo come al solito, vedo»

Se Hermione pensava che la serata “piazziamo-un-fidanzato-ad-Hermione” potesse andare male, non aveva ancora pensato a quanto potesse andare peggio, finché non incrontrò Malfoy fuori dalla villa.
«Ginny, scusa, ma quando pensavi di dirmi che ci sarebbe stato anche lui a cena? » disse trascinando l’amica per un braccio in cucina.
«Tesoro, te l’ho detto oggi al bar. Se sei sempre assorta nel tuo mondo e non ascolti gli altri, mica è colpa mia! Devo dirti, cara, che inizi ad assomigliare a Luna» tirando via il braccio dalle grinfie dell’amica ancor più arrabbiata.
«Senti, io me ne vado. Sono venuta per stare con voi ed i piccoli, ma se c’è anche lui proprio non mi va di cenare»
«Granger, tranquilla. Il sentimento è quantomeno ricambiato. Non vengo a cena per te, quindi rilassati» disse il biondo, entrando nella bellissima cucina della villa. Era incredibile quanto fosse affascinante in quella circostanza così informale. Un maglione blu, caldo e morbido, dei pantaloni chiari che evidenziavano il fondo schiena... ed il bellissimo bambino che aveva in braccio. Hermione, sveglia! Stiamo parlando di lui! È sicuramente Alex che lo rende così....si disse lei.
«Guarda che mi consumi se continui a guardarmi il sedere, Miss Granger »
«Imbecille, stavo guardando Alex, non te» senza la mia incrinazione nella voce. Forte, sicura, orgogliosa.
Draco ammirava il carattere di quella giovane donna. Ed anche il suo corpo non era certo da buttare.... pensò lui, peccato per quel terribile caratterino che non si riesce mai a domare.
«Granger, è concesso guardare, solo non consumarmi, ecco. E in ogni caso..»disse con voce suadente, avvicinandosi a lei «Anche tu stai benissimo stasera».  Ormai era vicino al suo orecchio, sentiva il suo respiro caldo incontrare i suoi capelli scuri. «Quel maglione verde ti dona immensamente,sai? »
«Malfoy, levati per favore, mi stai togliendo aria! » Eccome se le stava togliendo aria. Sentire il suo respiro così vicino era difficile da sopportare. Era difficile restare impassibili e non infilare le dita nei suoi capelli di seta. Fortuna che il caratteraccio compensa quel suo bel faccino. Prese Alex dalle sue braccia e tornò in salotto.
«Mi chiedo perché tu debba sempre esagerare, sai? » disse un ragazzo alto, bello, moro e sorridente appoggiato allo stipite della porta. «È troppo divertente vederla andare in escandescenza. Non riesco a resistere, Theo. » ed un sorriso maligno, ma al contempo estremamente bello, comparve sulle labbra di Draco.
«Prima o poi la farai impazzire, lo sai? Ti crucia o ti sposa, ne sono convinta » intervenne Ginny superando le spalle del marito. «Sappi solo che se me la fai finire ad Azkaban, poi ti ci mando io in prigione a suon di calci ».
 

*******

BuonSalve lettori! 
Se siete arrivati davvero fino a qui, un’unica, grandissima parola anche a voi: Grazie! 
 Detto ciò, è la prima fanfic (come si potrà ben notare) che mi accingo qui a pubblicare, le altre sono sempre tutte rimaste all’interno di una cartella ben nascosta del mio pc. Vi chiedo in modo davvero spassionato una recensione bella, brutta, insulti, domande, correzioni.... Vorrei solo sapere il vostro parere e se sia meglio tornare nell’angolino del lettori e smettere di schiacciare a caso i tasti del computer! Inzomma, mi farebbe un enormissimo piacere sapere cosa vi passa per il cervellino :)

L’aggiornamento ci sarà fra due settimane, a meno che non riceva qualche vostra Strillettere via gufo direttamente a casa per farmi smettere di scrivere scempiaggini!
 
x
Succo di Zucca

DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

 

 





  
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