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di Hikari93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [#1. Portami con te, Sasuke-kun] ***
Capitolo 2: *** [#2. Sta' tranquilla] ***
Capitolo 3: *** [#3. E’ il simbolo del mio nuovo potere] ***
Capitolo 4: *** [#4. Oggetti al cospetto di Orochimaru] ***
Capitolo 5: *** [#5. Sei strana. Forse lo sai già] ***
Capitolo 6: *** [#6. Muoversi insieme] ***
Capitolo 7: *** [#7. Per aiutarti] ***



Capitolo 1
*** [#1. Portami con te, Sasuke-kun] ***


Buon compleanno  Saku88s
Questo è un mio piccolo regalo, niente di speciale.
 

 


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[#1. Portami con te, Sasuke-kun]

 






«Se preferisci, portami via con te.»
«Sei davvero noiosa» le disse. Ancora. L’aria le mancò, i contorni divennero sempre più confusi per colpa delle lacrime. Della situazione.
Altre parole, grida; Sakura lo minacciò, dicendo che se non si fosse fermato lei si sarebbe messa a urlare, ma in realtà il suo tono aveva già perso la calma e i toni non erano quelli di una normale chiacchierata tra compagni di team. La situazione non lo permetteva.
Le fu dietro, e Sakura attese che le parlasse. Intanto il cuore le opprimeva la gola e le impediva di muovere anche solo un dito.
«Sakura… grazie
Sasuke-kun.
La colse il pensiero che qualcosa stava per succedere. Di irreparabile, di terribile. Il vento le accarezzò i capelli, le gambe tremarono. Ciononostante, niente le impedì di girarsi in tempo. Giusto in tempo per fermare la sua mano che voleva colpirla.
Sasuke-kun, no!
«Sasuke-kun, ti prego.»
Gli afferrò il polso alto, lo strinse più con la forza della disperazione che con le sue energie, e glielo abbassò. Sasuke si fece stranamente guidare.
«Ti prego» lo supplicò ancora, ben disposta a farlo anche all’infinito pur di non farlo muovere da lì. «Non andartene» sibilò in un ultimo tentativo. Gli aveva già detto tutto quello che poteva, si era aperta a lui completamente. Aveva confessato i suoi sentimenti più intimi; sebbene li avesse sempre dimostrati, renderli veri e diretti tra le lacrime e il tremore interiore non era stato semplice. Sakura non avrebbe mai creduto di potercela fare.
«Non posso.»
«Vorresti?»
Sasuke tentennò. Fissò lo sguardo aldilà delle spalle di Sakura, e lei ne osservò le iridi cariche di pensieri e sentimenti contrastanti, come se una parte sempre più grande di lui stesse per rivedere le sue scelte. Durò pochissimo, poi il nero di quegli occhi pieni di voglia di vendetta e giustizia  riapparve.
«Togliti dai piedi, Sakura.»
Ricominciò a camminare, la sua schiena si fece distante. A Sakura sembrò di ritornare indietro nel tempo, non solo a qualche minuto prima, ma anche a quando, nella foresta della morte, Sasuke fu contagiato fin dentro dal potere oscuro di Orochimaru.
Il ricordo del viso di quel Sasuke la spaventò. Non era lui, non era il suo Sasuke.
Non posso permettere che accada di nuovo, non voglio.
C’era del buono in Sasuke, lei lo sapeva, lo aveva capito, ne era convinta. Non poteva abbandonarlo a se stesso, farlo prima immergere e poi smarrire in un mare di giornate senza senso, vissute al fianco di un individuo malsano come Orochimaru. Quell’uomo le metteva addosso una paura che le bloccava il respiro e le faceva scendere gocce di sudore per la fronte in giù. Ma per Sasuke l’avrebbe affrontato.
Sakura si morse le labbra, decise. «Allora verrò con te.»
«Non scherzare. Non te lo consento.»
Lei ci lesse preoccupazione nel suo tono, adesso, ma non ebbe tempo di rallegrarsene. Svuotò la mente, cacciò dentro le lacrime e lo raggiunse velocemente. «Non posso interferire con la tua scelta, allora nemmeno tu puoi, Sasuke-kun.»

 
 
 

















 
 

Ho sempre immaginato cosa sarebbe potuto succedere se Sasuke avesse portato Sakura con sé. Onestamente, io non so se Sakura l’avrebbe mai fatto, però già solo il fatto l’averglielo proposto con tutta quella sincerità mi fa pensare che la possibilità sarebbe potuta esserci. E ne ho approfittato, visto che, dopo averci pensato per due ore non mi veniva altro in mente per il compleanno della mia carissima Saku. ^____^
Non è una vera e propria storia con capitoli lunghissimi. La lunghezza sarà più o meno questa, ed esaminerò vari momenti al covo di Orochimaru, seguendo man mano il manga. Non so quanti ne saranno. XD


E niente… non prendetemi troppo sul serio, come al solito. XD

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Capitolo 2
*** [#2. Sta' tranquilla] ***



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 [#2. Sta’ tranquilla]

 
 
 
 


Sakura s’indispettì quando Sasuke le consigliò sgarbatamente di portarsi almeno qualcosa. Temeva che, non appena avesse girato l’angolo, lui ne avrebbe approfittato per lasciarla indietro. Ciononostante obbedì e fu in camera sua; tremò al pensiero che avrebbe abbandonato la comodità di casa, il viso delle persone amate, Naruto, tutto. Per un istante pensò di chiamare aiuto, di approfittarne, ma la bloccò la certezza che così facendo avrebbe tradito la fiducia di Sasuke.
Probabilmente se ne sarebbe pentita per tutta la vita.
Cacciò ancora indietro le lacrime, ingoiò saluti e pensieri che l’avrebbero fatta pentire e saltò giù dalla finestra. Non era pronta, inutile negarlo, ma aveva deciso.
Si stupì nel trovarlo ancora lì, con le mani in tasca e la schiena contro il muro, proprio come l’aveva lasciato.
«Ho finito, possiamo andare» gli disse. La voce si finse convinta, ma Sasuke la conosceva troppo bene per perdersi nel suo inganno.
«Non sei costretta a venire, sappilo.»
«Lo so. Sono io a volerlo.»
Sasuke la fissò tanto intensamente che Sakura dovette tirar dritto e superarlo, per sfuggirgli. Lo sapeva che lei comunicava e lui leggeva, il tutto con una facilità disarmante.
«Andiamo» lo incoraggiò. Si incoraggiò.
 
Sakura s’impaurì ancora di più alla vista di alcuni ninja di Oto che sembravano già conoscere Sasuke. Avrebbe voluto chiedergli informazioni, ma il modo in cui quelli la scrutavano – come se fosse di troppo, come se non se la fossero aspettata – la fece impallidire. La gola seccò.
«Chi è questa ragazzina?» chiese uno di loro in tono sprezzante.
Sakura fu incapace di rispondergli, e per fortuna Sasuke intuì e risolse: «Non sono affari che vi riguardano. E ora sbrighiamoci.»
Corsero a lungo, Sakura non sentiva nemmeno più le gambe. Non osò fiatare perché probabilmente l’avevano già puntata come la più flaccida del gruppo. Si affidò alle spalle di Sasuke e alle sue casuali occhiate scrutatrici che la facevano sentire più protetta. Non si sarebbe fermata; avrebbe continuato la sua corsa tirata finché le ginocchia non si sarebbe piegate da sole e lei non sarebbe svenuta.
A un tratto si fermarono. Quello che le si era rivolto all’inizio mostrò nel palmo della mano una sottospecie di pasticca scura. A Sakura non piacque per niente, specialmente perché il tizio – che si chiamava Sakon – voleva propinarla a Sasuke.
«Devi prima morire» gli confidò quello, sogghignando loscamente.
«Sasuke-kun, non prendere niente.»
«Che cosa significa che devo prima morire?»
Non l’ascoltava. Non l’aveva fatto al villaggio e non ne aveva intenzione adesso.
Intanto Sakon parlava e sorrideva insieme, mentre gli spiegava che loro quattro erano lì per aiutarlo. Che non sarebbe morto, che avrebbe raggiunto il loro stesso livello di forza, che avrebbe avuto più potere.
E Sasuke afferrò la pillola. Non guardò nemmeno Sakura, neanche per sbaglio.
«Sasuke-kun, non farlo. Potrebbe essere pericoloso.»
«Mi fido di voi, allora.» La ignorò ancora.
«Sasuke-kun!» urlò stavolta.
Quando si voltò verso di lei, Sakura temette che la sgridasse, che la trafiggesse con lo sguardo. Era già pronta a sostenerlo, e si stupì quando, invece, Sasuke la rilassò totalmente con le sue iridi scure.
Era calmo. Non c’era bontà, non sorrideva come avrebbe fatto Naruto.
«Sta’ tranquilla» soltanto.
E ingoiò.
Lo vide accasciarsi mollemente, e gridò.
 
Sakura stava di spalle, e non poté vedere che, poco prima di mandar giù e di urlare di dolore, stringendosi le mani al petto come se volesse togliere dallo stomaco un male che lo stava divorando, aveva scrutato e ammonito i ninja di Oto con lo sguardo.
E Sakon aveva capito: non voleva assolutamente che a quella buffa ragazzina che s’era portato dietro succedesse qualcosa di male.

 
 


















 

Eccomi col secondo capitolo. *_____*
In realtà i miei progetti erano altri, e riguardavano lo studio. Tuttavia, la visita dei miei rumorosi cugini mi ha allontanata dal libro. Se non fossi stata così inguaiata come sono, ne sarei stata contenta. XD
Bando alle ciance, però. <3
Questa sarebbe dovuta essere una flash di 500 parole. Invece ne sono 600 esatte. Non ho potuto né voluto tagliare da nessuna parte, perché mi sembrava ottima così. In particolare, lo ammetto, mi piace che Sasuke si preoccupi per Sakura, alla fine. Anche se non lo dimostra a lei. =www=
Vabbé, ho finito.
L’unico mio dubbio su questa storia è che possa sembrare non plausibile. =___=”
Intanto, però, ringrazio le anime buone che hanno recensito, grazie! *^*

 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** [#3. E’ il simbolo del mio nuovo potere] ***


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[#3. E’ il simbolo del mio nuovo potere]

 





 
Aveva avuto paura per tutto il tempo. Il cuore le aveva fatto compagnia col suo trotterellare sfrenato, i pensieri annebbiavano la mente. Non riusciva a non immaginarsi in una pozza di sangue o con un kunai alla gola. In fondo perché quei ninja avrebbero dovuto tenerla in vita? Lei non serviva; loro volevano Sasuke. Solo Sasuke. Non lei.
Le tremarono le gambe, per poco non inciampò su un ramo particolarmente flaccido. Evitò la caduta, ma rumoreggiò; uno dei ragazzi si girò verso di lei, fulminandola con sguardo di fuoco. Lei non retrocesse, anche se quello non ne sembrò intimorito. La fissò con sdegno e tornò a farsi i fatti suoi.
Se avessero voluto ucciderla, probabilmente ora sarebbe già morta, si disse. E poi Sasuke le aveva raccomandato di doversene stare tranquilla…
Ogni tanto gli occhi si soffermavano con insistenza sulla botte tenuta in spalla dal membro femminile del gruppo dei ninja di Oto. Si chiedeva quando e se Sasuke sarebbe uscito di lì. Il tempo non trascorreva mai, la notte si stava schiarendo, Sasuke rimaneva serrato lì dentro.
Decise di farsi coraggio. Si inumidì le labbra, riempì i polmoni di tutta l’aria necessaria per chiedere e non tirarsi indietro, non far incastrare le parole in gola.
«Quando si sveglierà?»
La voce emerse sicura, nonostante Sakura sentisse scuotere dentro di sé, come se tutto ballasse una danza sfrenata.
«Che c’è, hai paura di stare da sola con noi?» sbottò la ragazza, con un sorriso di scherno.
«No, voglio solo sapere di lui.»
Udì la ragazza sibilare un fastidiosissimo e stridente «tsk, un’altra bamboccia invaghita. Altro che shinobi…», e se ne infastidì. Tutto sommato, continuarono a tirare dritto, e Sakura con loro, con i polpacci in fiamme e il petto dolorosamente formicolante.
 
Quando Sasuke uscì da lì dentro, per un attimo Sakura non lo riconobbe. Le parve notare una sorta di aura malvagia intorno a lui, ma non vide molto, forse non volle, forse fu fortuna. Si sentì tanto rincuorata quanto in tensione.
Adesso Sasuke le dava le spalle. Sembrava tutto tranquillo.
Sakura si era trattenuta già abbastanza. Allungò la mano e gli toccò la spalla, desiderando che si girasse, che la guardasse, così che lei potesse cogliere un inesistente sorriso sulle sue labbra. Immaginarlo, come aveva fatto spessissimo.
«Sasuke-kun…?»
Non urlò perché le mancò il fiato. Troncò il contatto col suo corpo come se si fosse scottata. Lo fissò con la paura viva negli occhi.
«Che c’è, Sakura?» Era calmo, lui. Già una volta era capitato: di nuovo, si vide innanzi il Sasuke che aveva spezzato le braccia a quello Zaku, durante la selezione dei chuunin. Un fremito le scosse le spalle.
«Sasuke-kun, che… cosa ti è successo?»
Sasuke si tinse l’occhio che non gli apparteneva più. «Questo?» le disse, nascondendo un sorrisetto arcigno che non lo rendeva più se stesso. L’iride gialla di Orochimaru sfavillò, appagata. «E’ il simbolo del mio nuovo potere.»
Sakon e gli altri sogghignavano soddisfatti, e Sakura seppe che qualcosa si stava già incrinando in Sasuke.

 
 
 

 


















 
Allora, io non spolverizzo questa parte del manga da un secolo. XD
Ma ricordo che, svegliatosi, Sasuke aveva un occhio giallo. Ora, non so se ce lo aveva perché fu liberato prima dalla botte o per altro, fatto sta che qui ho voluto inserirlo. Perdonatemi in caso di scorrettezza. XD
E niente, dato che oggi ho studiato (ù-ù) mi sono detta che, avendo fatto il mio dovere, potevo permettermi di scrivere qualcosa. Volevo aggiornare Mahoo, ma purtroppo per le long ho pochissimo tempo. Senza contare che ho pure un contest per cui devo scrivere una oneshot, e vorrei dedicarmi prima a quello, e poi tornare alle long. ;) E vabbé, è pur sempre una flashfic, questa, su su. ù-ù”
E niente, spero vi sia piaciuto! ^_____^
Dal prossimo, si arriva e si vive da Orochimaru! ;)
Naruto non ha potuto intervenire perché, non essendo stato avvisato da un testimone, diciamo così, non avrebbe potuto trovarli. ^.^
Ok, è tutto. Grazie a tutti.

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Capitolo 4
*** [#4. Oggetti al cospetto di Orochimaru] ***


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  [#4. Oggetti al cospetto di Orochimaru]

 
 
 
 
 

L’aria cambiava consistenza tra le quattro mura del covo di Orochimaru. Diventava densa, e per respirarla a Sakura occorreva più di qualche profonda boccata. Aveva il respiro grosso e gli occhi liquidi già all’entrata, e quando fu davanti all’uomo, si sentì in procinto di svenire.
Era come inalare veleno.
La mente le ripropose in un vortice di eventi l’immagine dell’occasione spiacevole in cui lo aveva incontrato per la prima volta. Ricordò il volto terrorizzato di un Sasuke nel quale si era rispecchiata e riconosciuta, il breve scontro che c’era stato tra i due dopo che lei, lasciandosi guidare da una cieca disperazione, aveva tentato di incoraggiarlo a suo modo, le urla di dolore del suo compagno, la solitudine in cui era sprofondata dal momento in cui Sasuke le era crollato tra le braccia, pallido come un corpo morto. 
«Lo sapevo. Finalmente sei arrivato, Sasuke-kun» sibilò il ninja d’un tratto, squadrando Sasuke con fin troppo interesse. Sogghignò, tirò fuori la lingua e si leccò il labbro superiore. Sakura inorridì. «Vedo che hai portato anche una… amichetta, con te. Me la ricordo.»
Sakura reagì d’istinto nel sentirsi adocchiata. Fino a quel momento aveva affiancato Sasuke, reprimendo l’impulso di stringergli la mano per confortarsi, ma la voce dell’uomo ebbe il potere di farla spostare di qualche passo dietro la schiena sicura di Sasuke, come una bambina. Si sentì ancora più male quando l’uomo continuò a fissarla sempre sorridendo, perché non era così impaurita che voleva mostrarsi. Ma le parole vennero inghiottite e digerite ancora una volta, come se preferissero rimanere al sicuro nella pancia.
«Non è lei che interessa, tantomeno ha importanza il motivo della sua presenza» parlò infine Sasuke, probabilmente percependo il tremore del palmo che lei aveva fatto aderire alla sua spalla, inconsciamente. «Ciò che importa è che tu possa darmi ciò che voglio. Il resto non conta.»
«Bene. Se tenerla è quello che vuoi, fai pure» liquidò Orochimaru, pratico, spostando di nuovo gli occhi su di lui. «In quanto a ciò che vuoi, sai perfettamente che questo è l’unico posto in cui puoi trovarlo. Che io sono il solo che lo dispone.»
Il modo in cui Orochimaru fissava Sasuke era lo stesso in cui si guardava un oggetto agognato da tanto e finalmente finito nelle proprie grinfie, e per Sakura era raccapricciante. Nonostante la paura, avrebbe preferito che l’uomo prendesse in considerazione di nuovo lei, che la smettesse di ghignare in continuazione contro Sasuke, dimostrando la stessa smania di un bambino che, dopo tanto attendere, aveva ottenuto ciò che voleva e poteva disporne come più gli conveniva, senza troppo tergiversare.
Quella certezza la congelò; erano alla stregua di oggetti senza vita per Orochimaru, lei perché non gli serviva e Sasuke perché gli serviva troppo adesso, ma un giorno sarebbe sceso allo stesso livello.
Erano due genin. Soli. Impotenti.
Se da un lato si rincuorò perché, seguendolo, aveva permesso a Sasuke di non sopportare da solo lo smarrimento che sentivano entrambi, d’altra parte represse le lacrime sperando che tutto avesse fine.
 

 
 















 
 
 

Eccomi qua. <3
Stasera mi sono ritagliata giusto un po’ di tempo per questa flash (sempre 500 parole). Ringrazio chi continua a seguirmi, e spero che anche questa sia stata di vostro gradimento. ^____^
Il prossimo capitolo sarà tutto SasuSaku, prometto. UwU


Grazie di cuore. <3

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Capitolo 5
*** [#5. Sei strana. Forse lo sai già] ***


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[#5. Sei strana. Forse lo sai già]

 
 





 
Kabuto li condusse per i corridoi lunghi e bui, intricati. Anche se Sakura avesse voluto ricordarsi il percorso inverso non ce l’avrebbe fatta. Ma ormai era impossibile anche soltanto sperare di poter uscire da quel posto, quindi tanto valeva farsi coraggio per davvero e rendersi conto che il grande passo era stato già fatto.
Non aveva fatto la scelta giusta, lo sapeva. Lei e Sasuke si erano immischiati in faccende più grandi di loro e, soprattutto, con shinobi drasticamente superiori alle loro capacità. Ma pace, era andata così e Sakura, pur di non abbandonare Sasuke, era disposta ad accettarlo totalmente.
Basta con le paure, perciò.
 
La camera assegnata non spiccava per la luminosità; come l’ambiente che avevano appena percorso, anche la stanza era inondata dal buio e veniva colorata – piuttosto spettralmente – soltanto dalle fiammelle scintillanti di una candela.
Kabuto si chiuse la porta alle spalle – non dopo aver sorriso loro in un modo del tutto inaffidabile, sinistro quasi. Sakura sentì il sudore scenderle per la fronte.
«Buona permanenza» ghignò quello.
E soltanto allora Sakura si sentì leggermente meglio. Perlomeno la voglia di singhiozzare si era attenuata.
Guardò Sasuke. Non aveva notato nessuna traccia di incertezza sul suo viso, neanche quando si era lasciato tutto alle spalle. Lo invidiò tantissimo, ritenendo che per riuscire ad adattarsi così presto e così bene a una situazione così diversa – pericolosa – dovesse credere veramente nei suoi obiettivi. Non erano scemenze, né desideri infantili, e forse Sakura se ne rese conto solo allora. Vendicarsi era la sua ragione di vita, e senza averla raggiunta continuare a camminare e a esistere non doveva avere senso.
«Non eri obbligata.»
Sakura sussultò. Si sentì disorientata per qualche minuto, perché proprio non si aspettava che lui la interpellasse, e che a modo suo, essendosi accorto del suo disagio, si fosse addirittura scusato.
«Appunto» gli sorrise. «Sono stata io a decidere, te l’ho già detto alle porte di Konoha. Non volevo lasciarti solo, non mi andava che ti abbandonassi di nuovo a te stesso.» L’hai già fatto per troppo tempo. «Anzi, grazie per avermi permesso di seguirti.» Di farmi essere parte della tua vita a tutti gli effetti.
Sasuke temporeggiò. L’aveva ascoltata in silenzio per tutto il tempo, con gli occhi chini sulle loro borse, adagiate a terra. «Sei strana. Forse lo sai già.»
«Perché?»
«Non sei convinta, tutt’altro. Sai bene che questo non è il posto adatto a te. Tu avresti potuto fare di più a Konoha. Quella era ancora casa tua, poteva rimanerlo. Ti piaceva stare lì, avevi tutto… e invece l’hai ripudiata… Non ha senso, ed è per questo che sei strana.»
«Sono stata solo coerente, Sasuke-kun. Se ci pensi te ne accorgerai.»

 

«Ti  amo, Sasuke-kun, ti amo così tanto!»

 

Sasuke assottigliò gli occhi quando la vide sfilarsi il coprifronte che, se ne era accorta solo adesso, aveva ancora addosso, a marchiarla come shinobi onesta della Foglia. Scrutò in tasca, acciuffò un kunai e scalfì il simbolo di Konoha, lentamente.
«Non si abbandonano le persone che si amano.»
 

 















 

Eccolo, il SasuSaku. =w=
E non ho niente da dire stavolta, sennò che spero di non essere incappata nell’OOC.
Grazie a tutti voi che continuate a seguirmi. <3

 

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Capitolo 6
*** [#6. Muoversi insieme] ***


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[#6.  Muoversi insieme]

 





 

Sakura perse ben presto la cognizione del tempo. Da che i secondi assomigliavano a ore, i giorni cominciarono a susseguirsi a una velocità immane, a tal punto che la ragazza non seppe dire quante notti avesse già trascorso lì dentro a fissare Sasuke che, vinto dalla stanchezza degli allenamenti, dormiva di lato, mostrandogli la schiena.
La sera scambiavano poche parole, per il resto si incrociavano raramente.
Sakura tentava di insidiarsi nella sua vita e di farne parte a tutti gli effetti – come voleva davvero –, spronandolo ad aprirsi a lei, a parlarle e a condividere una qualsiasi informazione, anche la più inutile. Ma per il momento Sasuke le intimava soltanto di non preoccuparsi, ripetendole ogni sera – rispondendo così alla sua domanda fissa – che stava meglio. Sempre meglio del passato, a sua detta, anche se lei non si lasciava sfuggire le occhiate nostalgiche che ogni tanto lanciava al suo coprifronte ancora gettato sul loro comodino e perfettamente rigato.
Fuori era buio pesto, e anche adesso la fiamma debole della candela che Sakura non aveva ancora il coraggio di soffiare scintillava e illuminava le spalle rassicuranti di Sasuke.
Lo aveva trovato particolarmente strano al suo ritorno dagli allenamenti, in volto un misto tra preoccupazione e soddisfazione. Aveva soffocato l’impulso di domandargli cosa fosse successo quel pomeriggio perché un suo sbadiglio trattenuto le aveva confermato la spossatezza delle membra e un desiderio irrefrenabile di riposarsi.
 
Di mattina Sasuke si destava prestissimo, e talvolta Sakura non riusciva nemmeno a scorgerlo, ma ne sentiva vagamente i passi che si allontanavano per i corridoi che aveva imparato a percorrere. Forse perché aveva sonnecchiato col pallino di dovergli necessariamente parlare, ma Sakura si scoprì sveglia già all’alba, con Sasuke che si sistemava il kimono blu fornitogli da Orochimaru.
«Buongiorno» tentò, titubante, strofinandosi gli occhi.
Sasuke si esibì in un cenno di assenso che stava a significare che l’aveva ascoltata – come sempre. Si allacciò meglio una cinta in vita e fece per imboccare la porta.
«Sasuke, aspetta» lo chiamò, balzando dal letto e correndogli dietro. «Parliamo così poco, ultimamente… non so neanche che cosa stai combinando con quello là. Sappi che se mai avessi bisogno di parlare… di qualunque cosa, qualunque… io ci sono.»
Non c’era bisogno di puntualizzarlo, lo sapevano entrambi, però talvolta dissipare dubbi – anche improbabili – poteva servire. Sakura sperava di aver compiuto il passo giusto.
«Non sono qui per parlare, Sakura» la rimproverò. «Sono qui per diventare più forte, e come supponevo Orochimaru è la persona giusta.» Si guardò le mani, negli occhi un discreto interesse. «Può insegnarmi tutto ciò che mi serve.»
Sakura se ne sentì un po’ intimorita. Talvolta in Sasuke notava un guizzo esaltato, lo stesso di chi sapeva che, sforzandosi, avrebbe potuto ottenere qualunque cosa.
«Ora devo andare» concluse svelto, muovendosi.
La porta sbatté, Sakura lo sentì distante. Era trascorso relativamente poco, però percepiva di starsi allontanando sempre di più da lui. Lo aveva seguito con fermezza, non poteva arrendersi.
Avrebbe fatto qualcosa anche lei, doveva; e forse aveva una mezza idea.

 

 



















 
 
Buonasera. Era parecchio che non aggiornavo questa, ed eccomi qui. XD
Non so cosa pensarne, non ne sono soddisfatta pienamente (sono soddisfatta solo del fatto che sono di nuovo 500 parole esatte XD). Sto attraversando un periodaccio che mi porta a ritenere inutile tutto quello che scrivo. Ma amen. XD
Ringrazio tutti quelli che seguono questa mia fanfiction. Se mai vi andrebbe di leggere qualcosa di più forte, vi pubblicizzo una mia “seminuova” fanfiction: Onegai
Grazie di cuore. <3


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Capitolo 7
*** [#7. Per aiutarti] ***


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[#7. Per aiutarti]

 
 



 
 

«Cos’hai?»
Era già strano che Sasuke la interpellasse o dimostrasse di darle importanza, tuttavia che si preoccupasse addirittura di e per lei la straniva. Preferì reagire naturalmente, stando calma, anche se i capelli spostati e gli occhi slittanti verso il basso non erano propriamente indici di tranquillità.
«Nulla» mentì.
E quando Sasuke se ne stette in silenzio, Sakura pensò di poter respirare di nuovo e smetterla di sorridere in un modo tirato e falso, ma alzando finalmente lo sguardo, e incrociando la figura dell’altro, notò fin troppa luce nei suoi occhi, un interesse mal nascosto che la obbligava a parlare e le ricordava che non doveva celargli la verità. Erano partiti insieme, stavano camminando fianco a fianco, e anche se c’era qualche metro a dividerli e a impedir loro di toccarsi per mano, quei pochi momenti in cui i sentieri si incrociavano non andavano sprecati, altrimenti, non supportandosi, avrebbero sicuramente fallito.
«Ho detto che ti avrei aiutato» cominciò dunque, sicura come si era prefissa di dover essere sempre. «E quindi ho deciso di prendere delle lezioni di medicina da quel Kabuto. Voglio essere un medico.» Voglio aiutarti, aiutarti, aiutarti. «Me la cavo col controllo del chakra, ho pensato che fosse una buona idea.»
Scrutò Sasuke con attenzione: cosa voleva sentirsi dire da lui? Che era stata brava? Che stava facendo bene? Aveva dovuto faticare per vincere una certa insicurezza nelle ultime sue parole, ma se non era la prima a credere nelle sue doti, allora non sarebbe mai andata da nessuna parte, e quindi sarebbe stata solo un peso per quel ragazzo per cui aveva bruciato la sua libertà e mandato all’aria amicizie e famiglia. Vi si era immischiata fin dentro al collo, e avrebbe combattuto.
«Quand’è successo?» le domandò.
«Due mesi fa.»
Ne erano passati così tanti, di giorni.
«E perché lo hai fatto?»
Era stanchissima, lui lo vedeva; sapeva che aveva imparato alla perfezione i suoi orari e aveva cominciato a sgattaiolare fuori dalla stanza. Aveva notato la sua assenza un giorno in cui era rientrato prima. E non aveva creduto alla scusa del bagno, poiché l’aveva attesa per più di un’ora. E allo stesso tempo notava il pallore delle guance e le palpebre semichiuse. E gli sbadigli. Non lo mostrava, ma appuntava tutto, il suo cervello lo faceva in automatico senza che potesse impedirglielo.
«Te l’ho già detto: ho promesso che se mi avessi permesso di seguirti, avrei fatto di tutto per aiutarti nella tua vendetta.» Strinse i pugni sul vestito, gli occhi calarono un po’ ma non vacillarono. «E non posso fare nulla standomene ferma a guardarti. Per questo ho deciso così.»
Sasuke non le disse niente; soltanto, si voltò di schiena, disteso sul fianco, consigliandole senza parole di ristorarsi. Per Sakura fu inconcludente, ma solamente perché non poté notare di un mezzo sorriso di soddisfazione e orgoglio che spuntò sulle labbra di Sasuke; forse le sarebbe servito vederlo, ma lui difficilmente si esponeva. E tanto più forte e positiva era l’emozione, e più andava nascosta.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

















































 

Ci si rivede! *_______*
 
Tra esami, tra HashiMada(?), tra tutto, io ho lasciato un po’ andare il SasuSaku. +---+
Ma, ironia della sorte, questa è la coppia su cui mi riesce più facilmente scrivere. XD Ho scritto tanto, moltissimo, infinite cose su questo pairing, ma ogni volta, quando comincio a scrivere di loro, mi riesce con una naturalezza tale che io sto sempre così----> *______*
 
E pure questa raccolta di flash mi mancava, e così l’ho scritta in un attimo! *____*
Ho preferito non concentrarmi sul momento in cui Sakura domandava a Kabuto di allenarla e blablabla, ma più sul momento SasuSaku. >w<
E Sasuke è sempre difficile, non ci farò mai l’abitudine. XD
Lui e le sue maniere criptiche. XD
 
Ok, basta. :)
 
Spero vi sia piaciuta! ^-^







 

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