Vita ad Asgard

di Chocolate_senpai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: una sublime mattina di sole ***
Capitolo 2: *** Nonno? ***
Capitolo 3: *** Sei stato adottato ***
Capitolo 4: *** Problemi di eredità ***
Capitolo 5: *** Come finire una brillante carriera in bellezza ***
Capitolo 6: *** Quell'idiota di mio fratello ***



Capitolo 1
*** Prologo: una sublime mattina di sole ***


 

Cap 1: prologo; una sublime mattina di sole

 
Era una bella giornata di sole.
Si potrebbe anche dire una splendida giornata di sole.
Addirittura una sublime giornata di sole, come non si vedeva da molto tempo.
Anche ad Asgard stava arrivando la bella stagione, che si lasciava alle spalle il freddo putrido di un inverno da 50 gradi sotto zero.
Era davvero rilassante passeggiare per i giardini del palazzo. Questo si poteva leggere in faccia ad Odino, il dio leggendario, nonché padrone della chilometrica tenuta della quale molto probabilmente si conoscevano solo un decimo delle stanze.
Attorno a lui regnava un silenzio magico, quasi innaturale, che stimolava la mente al relax.
Troppo innaturale.
Da quando i bambini di casa avevano scoperto che, se uscivano in giardino, non si ibernavano più dal freddo, era impossibile trovare un cavolo di mezzo minuto di silenzio.
Questi furono gli ultimi pensieri del dio, che vennero provvidenzialmente fermati da un pesante oggetto contundente che si avventò sulla sua testa quasi calva centrandolo come fosse un bersaglio mobile. L’uomo, prima di svenire per il colpo, si voltò in un tentativo sgraziato di vedere il suo aggressore e assicurarlo alla giustizia, una volta rinvenuto dall’attentato alla sua persona.
Purtroppo non avrebbe potuto farlo.
- Papà? Stai bene?-
Queste le ultime parole che udì prima di perdere definitivamente i sensi, seguite dal volto sorridente del piccolo Thor che si avvicinò a lui e raccolse da terra il suo martello, per poi allontanarsi saltellando, sbattendosene delle condizioni del padre.
- Loki! Hai visto come sono stato bravo?-
Il fratello minore, un bambino che a Thor non ci assomigliava nemmeno per sbaglio, corse verso il biondino impaziente di osservare l’operato del grande e potente martello.
Quando si avvicinò al fratello vide dietro di lui una sagoma stesa a terra e si spaventò non poco.
Poi, quando capì che la sagoma era il padre, sbiancò del tutto.
- Thor! Hai ucciso nostro padre!!-
Il biondino si strinse nelle spalle con noncuranza  e agitò pericolosamente l’arma davanti a lui.
- No … sta facendo apposta, per darmi soddisfazione!-
- Ma sei scemo?! Non vedi che non si muove?!-
Thor si voltò di nuovo verso il padre.
- Ti dico che sta bene! Padre? Dai, smettila di recitare, lo so che sei sveglio!- Disse prendendo a pugni la schiena del dio semi morto con convinzione; troppa convinzione.
Ma dall’uomo nessun segnale.
- Padre? … Padre?!?-
- Thor sei un assassino!!! L’hai ucciso!!-
- Non è vero!!-
- Invece sì!-
Le urla dei bambini attirarono l’attenzione di buona parte dei servi, che abbandonarono le loro mansioni per uscire in giardino e raggiungere i due pargoli intenti ad accusarsi di omicidio.
Nemmeno i domestici riuscirono a capire come erano andati effettivamente i fatti, tuttavia, almeno loro, si preoccuparono di portare in salvo Odino, mentre Loki minacciava Thor di mandarlo in galera e Thor  minacciava Loki di ucciderlo.
I bambini ad Asgard crescevano davvero molto in fretta, soprattutto quando giocavano all’aperto nelle sublimi mattine di sole del regno.
……………………………………………………

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Capitolo 2
*** Nonno? ***


  Cap.2: nonno?

 

-Padre! Padre!-
Il richiamo del figlio più piccolo distrasse Odino dai suoi affari quotidiani, come leggere il resoconto dell’ultima partita di corsa con i centauri. L’uomo si voltò, guardandosi intorno con circospezione per essere sicuro che in giro non ci fosse anche Thor con la sua arma impropria che, in teoria, non avrebbe nemmeno potuto usare. Ma cosa non si fa per i propri figli?
La risposta gli arrivò dal bernoccolo che ancora faticava a sparirgli dalla nuca.
Distolto dai suoi ragionamenti intellettuali, il dio venne raggiunto da un Loki particolarmente vivace, che si aggrappò alla sedia del padre per poi arrampicarsi sui braccioli.
- Dimmi caro, cosa c’è?- chiese il dio sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
- Oggi gli amici di Thor parlavano dei regali che i loro nonni gli hanno fatto per il loro compleanno!-
Odino continuò a sorridere.
Che dicesse “gli amici di Thor” faceva già capire il complesso di asocialità che seguiva il figlio minore come una zecca attaccata ad un cane, e non è che al padre facesse molto piacere.
- Sì? Che bello! E … quindi?-
Senza porvi tempo in mezzo, Loki, con un grande sorriso stampato in volto, esordì nella fatidica domanda.
- Come mai io non ho regali dai nonni?-
Ahia.
Odino, mantenendo il suo sorriso fintissimo e nascondendo l’agitazione, posò una mano sul capo di Loki accarezzando i capelli neri del bambino.
- Ma Loki, non dovresti porti queste domande sciocche … -
Loki sembrò rimanere un po’ deluso dalla risposta.
- Quindi … io … -
- perché invece non vai a giocare con tuo fratello? Sono sicuro che ti divertir .. –
- Odio gli amici di mio fratello-
La risposta secca di Loki lasciò Odino senza fiato.
- Voglio conoscere mio nonno.-
Ma chi gli metteva in testa certe idee?
Odino si alzò lentamente dalla sedia, facendo scricchiolare qualche vertebra, e tentò di indirizzare Loki verso la porta passandogli una mano sulla spalla e spingendolo con discrezione verso l’uscita della grande sala.
- Ora non è il momento Loki … -
- Perché no? Anche io voglio i regali dal nonno!-
Odino sospirò e alzò gli occhi al cielo meditando una punizione terribile per il figlio maggiore e la sua banda di piccoli mostri. Sì, perché tutto questo era sicuramente colpa loro.
- Vedi Loki, il fatto è che il nonno … -
Loki evase dalla presa del padre e si fermò davanti a lui guardandolo con due occhioni così dolci che avrebbero fatto sciogliere anche l’elmetto che il padre si ostinava ad indossare anche per dormire.
. Quindi … io non riceverò mai nessun regalo?-
- No no no!- Si affrettò a rispondere il Dio.
Ma il figlio, senza dargli tregua, continuò a parlare a raffica, senza dare il tempo al padre di inventarsi una qualunque scusa plausibile da rifilargli.
- E non potrò conoscere mio nonno?!-
- Ma ti dico di … -
- E sarò l’unico emarginato tra i bambini di Asgard perché non ho un nonno?!?-
- Ma non è vero! Il fatto è che tuo nonno è morto … -
- E allora perché anche Thor riceve regali da lui, se è morto?!-
Odino si sarebbe volentieri sotterrato in giardino, vicino alle begonie della moglie. Stupido Thor. Ma dove diavolo ha tirato fuori la storia del nonno?
L’uomo si accovacciò, con un po’ di fatica, all’altezza del figlio e gli posò una mano sulla spalla.
- Loki, tu e tuo fratello non avete nonni, mi dispiace, ma non posso farci niente … -
In tutta risposta Loki scoppiò improvvisamente a piangere, mentre il padre si fece prendere dal panico.
- No no no Loki, non fare così!-
- Non è vero che non ho un nonno, è solo che tenete tutti i regali per Thor!-
Detto questo corse via dalla stanza, urlando un “stupido Thor” che riecheggiò nelle strette pareti del corridoio fino ad arrivare alle orecchie di Odino.
Egli rimase per un momento fermo al suo posto.
Poi lentamente si alzò. Allungò il passo ed uscì dalla stanza, finché, raggiungendo una serva a caso, le domandò di chiamargli il figlio maggiore che, volente o meno, avrebbe dovuto dargli delle spiegazioni.
Thor arrivò poco dopo nella grande sala, come al solito seguito dalla sua torma di amici perditempo e impugnando la sua arma impropria con la quale, giorni prima, aveva quasi ucciso il padre.
Odino gli sorrise e si alzò, raggiungendolo in mezzo alla sala.
- Ciao Thor – lo salutò con lo stesso sorriso inquietante in volto.
- Mi hai fatto chiamare, padre?-
- Sì, direi di sì. Vedi … c’è una cosa di cui vorrei discutere con te … -
L’uomo di avvicinò al figlio con un ultimo passo e, piegandosi alla sua altezza, gli pose la sua semplice domanda.
 - Thor … mi puoi dire dove sono i tuoi nonni?-
 
Morale della storia: Thor si era inventato tutto per far invidia ai suoi scellerati amici.
Ma Odino ne era sicuro. Era la sua seconda ipotesi.
La prima era che avesse minacciato qualcuno per fargli impersonare i nonni defunti per far credere agli amici che in realtà erano ancora vivi.


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Capitolo 3
*** Sei stato adottato ***


 Cap. 3: sei stato adottato
 

 

Erano le otto di sera nell’immenso palazzo di Asgard, abitato da un numero di servi che era dieci volte quello dei padroni.
Lungo i corridoi le luci soffuse riflettevano gli stupendi arazzi appesi alle pareti, e anche i disegni di Loki e gli squarci di Thor, che prontamente i bambini provvedevano ad inserire nelle composizioni altamente artistiche che la madre tentava di salvare dalle grinfie dei due piccoli mostri, ma invano.
Tuttavia quella sera le pareti non riflettevano solo luci, ma lungo i muri si estendevano i suoni di una battaglia violenta, senza esclusione di colpi, proveniente dalla sala del trono di Odino.
Un ultimo tonfo diede fine alla grandiosa lotta, declamando il vincitore.
- Ha! Ho vinto ancora io Loki! Non mi batterai mai!- esclamò il piccolo Thor, rivestito dalla corazza del padre che gli copriva anche la faccia, tanto che l’elmo lo doveva tenere a mano. Con, nell’altra mano, l’immancabile arma impropria, che agitava pericolosamente, indicò il suo nemico, steso a terra davanti a lui. Questo si alzò con un po’ di fatica, tenendosi la testa con una mano.
- Ahia Thor! Mi fai male se mi picchi con il martello!-
Le lamentele del fratellino Loki non impietosirono il bambino, che sbuffò e scese con un salto dal trono del padre, ora macchiato dalle impronte fangose di Thor, come tutto il resto della stanza.
- Insomma Loki, dovresti essere contento di essere stato sconfitto da un grande guerriero!-
Loki si guardò un po’ attorno.
- A sì? E dove sarebbe questo guerriero?- Aggiunse con sarcasmo.
- Ce l’hai davanti!- Esclamò il biondino indicando quella che doveva essere la sua faccia sorridente, nascosta però sotto la spessa armatura dorata che lo faceva sembrare quasi senza testa.
Loki sghignazzò nel pensare che sembrava di parlare ad un pezzo di metallo che camminava. Si alzò da terra e raccolse ciò che restava di un bastoncino di legno, ormai ridotto in schegge dal martello di Thor.
- Va bene, però la prossima volta non posso avere un’arma più efficiente?-
- No, i nemici devono avere qualche handicap, a parte quello di essere malvagi … -
- Preferirei fare finta di essere malvagio!-
- Non saresti abbastanza credibile Loki, e visto che un problema ce l’hai già, con due sei un cattivo perfetto!- Esclamò Thor alzando le braccia di scatto, gesto che gli fece sfuggire il martello di mano, che atterrò sullo scaffale dei trofei di Odino ammaccandoli uno ad uno e sfasciando lo stesso mobile.
Loki rimase perplesso.
- Come un problema ce l’ho già? E dove sarebbe il mio problema?-
Thor o meglio l’armatura, si avvicinò al fratello, andando dalla direzione opposta a causa della scarsa visibilità che dava la corazza e parlò ad un quadro raffigurante il padre sorridente con convinzione, mentre il fratello lo osservava sempre più stupito.
- Ma è ovvio! Non sapendo il tuo passato possiamo immaginare che tu sia vissuto in una famiglia di Troll e che … -
- Non conosci il mio passato? Ma Thor … noi siamo fratelli!-
- Veramente tu sei stato adottato-
Il mondo cadde addosso a Loki.
 Thor continuò a fare assurde congetture su un probabile allevamento di Troll di fiume al quale forse apparteneva anche il fratello, ma Loki non lo ascoltava.
- Io … adottato?-
Caso vuole che proprio in quel momento Odino facesse ritorno dal suo sopralluogo lungo il confine di Asgard; nonostante fosse un vecchietto si teneva ancora in forma.
- Ah, che giornata faticosa! Meno male che il lavoro è finito, ora potrò …. –
L’uomo si fermò all’entrata della sala, stupito di vedere il figlio più piccolo proprio lì impalato a guardare il nulla.
- Ma … Loki! Cosa stai facendo?-
Non l’avesse mai detto.
Quando il bambino si girò e vide il padre scoppiò improvvisamente a piangere a dirotto, correndo verso l’uomo e picchiandolo sullo stomaco con dei pungi abbastanza precisi da colpire proprio una delle ferite del dio, che si piegò in due dal male.
- No Loki … lì no ti prego … -
- Sei cattivo!! Perchè non me l’hai detto che sono stato adottato?! Sei un mostro, dovevi lasciarmi lì!! Cattivo! Cattivo!!-
Anche Odino cominciò a pensare che sarebbe stato meglio così, quando si trovò, per la seconda volta, messo ko da suo figlio.
E come al solito era tutta colpa di Thor.
Il giorno seguente volarono ceffoni un po’ per la questione del figlio adottato, un po’ per il fango sul trono e anche per il mobile sfasciato dall’arma improprio del figlio più grande. Tuttavia non fu Odino ad imprimere le manate sulle guance dei figli, ma la moglie che, piuttosto incazzata, se l’era presa anche con Loki perché Thor aveva detto che era stato lui a voler giocare alla guerra.
Loki era troppo depresso per ribattere, e la madre troppo preoccupata per lo scaffale per accorgersene.
Poco tempo dopo a palazzo si sparse la voce dell’adozione,e , come se non bastasse, Thor notò che quando il fratello provava un certo di tipo di emozione la sua pelle diventava blu.
Avanzava l’ipotesi della famiglia di Troll.

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Capitolo 4
*** Problemi di eredità ***


 Cap 4: problemi di eredità

 


Nel palazzo di Asgard la depressione si tagliava a fette.
Dopo l’ultima sgradita rivelazione di Thor, che come al solito non faceva altro che peggiorare la situazione, era già tanto se Loki usciva dalla sua stanza per andare al bagno.
Di conseguenza il fratello maggiore non poteva entrare, e, visto che dormivano assieme, per sopperire alla mancanza del suo letto il bambino aveva sequestrato quello del padre, che ora era costretto a dormire sul divano del salotto.
Tutto questo mentre la moglie non faceva nulla per impedirlo.
Come se non bastasse Loki non dava quasi segni di vita, e sembrava di avere uno zombie per casa.
Ma un dio ha sempre una soluzione a tutto.
Era una mattina soleggiata quando Odino fece chiamare i figli nella sala del trono, dopo essersi assicurato che il martello non fosse nelle mani del figlio maggiore.
Thor entrò trotterellando, con un sorriso da un orecchio all’altro, e non si preoccupò nemmeno della presenza del padre che lo aspettava a braccia aperte fiondandosi direttamente sul trono come fosse la sua unica gioia.
Dietro di lui, dopo alcuni minuti, arrivò anche Loki.
Camminava come uno che non dormiva da giorni, e aveva uno strano sguardo omicida che puntava un po’ sul padre e un po’ sul fratello.
Odino sorrise nervoso.
- Ehm … buongiorno figli miei!-
- Sì, ciao padre.- la risposta molto interessata di Thor.
- Buongiorno- La risposta agghiacciante di Loki.
Ammettetelo, chi di voi non si spaventerebbe davanti ad un bambino che vi saluta con “buongiorno”?
Odino cominciò a sudare freddo.
Sempre con il suo sorrisetto nervoso stampato in volto chiamò i figli accanto a sé, prendendo per mano Thor, che osservava da lontano il trono quasi con disperazione essendosene separato, e attendendo che Loki si avvicinasse a loro a piccoli passi. Tuttavia, quando il figlio minore si fu avvicinato, Odino si sarebbe volentieri  risparmiato l’ardire di prendere la mano ad uno pseudo zombie, ma, per non farlo sembrare di nuovo meno amato del fratello, fece questo sforzo tirando talmente tanto gli angoli della bocca in un sorriso fintissimo che, se avesse fatto un lifting, gli sarebbero saltati come minimo i primi dieci strati di pelle.
- Miei cari ragazzi … - Attaccò Odino con solennità, tenendo d’occhio Loki, per il bene suo e di Thor, e Thor, per il bene di tutto il resto della stanza.
- Oggi vi ho fatti chiamare per parlarvi della mia eredit … -
Non riuscì nemmeno a finire la frase che gli occhi dei due figli si illuminarono. Entrambi lo abbracciarono con, apparente, affetto, sfoggiando uno dei loro sorrisi migliori.
Stranamente anche Loki lo fece.
- Si padre?- Disse Thor, particolarmente attento alla spiegazione del dio.
- Cosa stavi dicendo padre? - Esordì anche Loki, troppo occupato a pensare ai soldi che avrebbe incassato per curarsi della sua momentanea depressione.
Odino deglutì.
- Ehm … bè, quando il papà non ci sarà più ... –
Un sorriso si dipinse sui volti dei due bambini, ma Odino cercò di non darci peso.
- … Uno di voi dovrà mandare avanti il suo regno e … -
- E i soldi?-
-Sì padre, dicci a chi andranno i soldi!-
Il dio si rese conto dell’immane cavolata che aveva messo in atto solo quando si ricordò, meglio tardi che mai, che la sua eredità non sarebbe potuta andare ad entrambi dei suoi figli. Prese un fazzoletto di stoffa dalla sua tasca, sopra il quale Thor aveva disegnato con inchiostro nero una faccina sorridente, e se lo passò sulla fronte, rigandosi la pelle del colore che imbrattava il suo fazzoletto.
- Ehm … bè … suppongo che  … -
Odino si sentiva piuttosto braccato in quel momento. Thor lo tirava da un lato e Loki dall’altro, e mentre si contendevano il padre, cioè, i soldi del padre, i due bambini non mancavano di lanciarsi infamie e di minacciarsi a vicenda.
I  figli di un dio forse crescevano più velocemente degli altri, pensò Odino, cercando di ottenere la parola nella discussione accesa dei due figli.
Ma a nessuno importava il parere del padre.
- Tanto sarò io il re, tu non puoi, sei stato adottato!-
 -Ma tu sei troppo stupido per regnare! Manderesti tutto alla rovina! Il regno sarà mio!-
- Ma i soldi miei!-
- Non è vero, anche i soldi saranno miei!-
Odino avrebbe voluto sprofondare in giardino, nel solito posto accanto alle begonie della moglie. Ma chi glielo aveva fatto fare?
Cercò di liberarsi dalla presa che i figli esercitavano sui suoi vestiti all’ultima moda, tirandoli uno da una parte e uno dall’altra;  purtroppo, nel tentativo di liberarsi da quella scomoda posizione, si dimenò un po’ troppo e, con un suono a dir poco minaccioso, l’abito si strappò all’altezza delle gambe.
Odino osservò lo squarcio sull’ultimo regalo della moglie preso dal panico, mentre i bambini, sbattendosene del terribile fatto che era appena accaduto, continuavano a tirarsi insulti a vicenda nascondendosi ai lati del padre come fosse una barricata.
- Loki, ti ucciderò ora, così non mi intralcerai in futuro cercando d rubarmi il mio regno!- disse solennemente Thor, indicando il fratello come fosse una lumaca intenta a strisciare lentamente su un muretto.
Ma Loki non si lasciò intimidire: prima che Thor potesse avanzare il pugno per colpirlo, lui si nascose meglio dietro la gamba del padre, quella scoperta dallo squarcio del vestito, che fu la vittima dell’attacco del fratello.
Non che il pugno di un bambino facesse male, ma rendiamoci conto che Odino non era più un giuovincello.
- Ho schivato il tuo attacco Thor, sono troppo forte!-
- Lo vedremo!-
I due bambini cominciarono a rincorrersi per la stanza, ma questo solo dopo che Thor, inciampando sul vestito strappato del padre, rimase impigliato nella stoffa e per liberarsene la fece a brandelli strappandola con le mani.
Odino osservò incredulo il sacrificio dell’abito preferito della moglie.
- Ma … M-ma …. – Balbettò in preda allo sconforto più totale, mentre i figli si tiravano tutto ciò che gli capitava a tiro, inclusi i trofei della pesca di tonni conquistati da Odino, negli anni in cui, per sentire il brivido della giovinezza, lui e la sua banda di amici si divertivano a praticare uno sport proibito dalle leggi.
Solo quando il lancio non troppo calcolato di una coppa sfasciò una delle finestre e atterrò sulla testa dei domestici in giardino qualcuno si decise ad intervenire.
- Odino! Ma cosa cavolo stai combinando con i miei poveri bambini?-
Il dio avrebbe avuto molte cose da ridire sulla questione dei “poveri bambini” ma non fece in tempo. La moglie varcò la soglia della sala del trono, e la scena che le si parò davanti la lasciò senza fiato.
Il marito era in piedi in mezzo alla stanza, con un rigone nero in faccia e il vestito strappato che creava una sorta di spacco piuttosto femminile, dal quale si intravedevano le gambe un po’ meno femminili. Il tutto era incorniciato da Thor e Loki che si rincorrevano lanciandosi anche la frutta dei vasi, che spiegava le macchie sulle pareti. Infine a terra i brandelli del pregiatissimo tessuto che faceva parte dell’abito di Odino era usato come zerbino dai figli.
La moglie sbiancò.
Odino subito dopo di lei.
- Ma … Odino, sei diventato matto?!? Il mio vestito … la frutta … ti sembra il caso di stare qui a far giocare questi poveri angioletti agli indiani?!?-
Di colpo la situazione si ribaltò, e, mentre Odino diventava il colpevole di tutte le malefatte, Thor e Loki andarono a piangere dalla madre, che pensò che fosse di nuovo colpa del marito e si rifiutò di farlo dormire con lei.
Cioè, lui doveva dormire sul solito divano, la moglie non si sarebbe mossa.
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Capitolo 5
*** Come finire una brillante carriera in bellezza ***


 Cap 5: Come finire una brillante carriera in bellezza
 

 


Infine, il grande giorno era arrivato.
Finalmente sarebbe stato eletto il degno (cough, cough) successore di Odino.
L’intera popolazione di Asgard si era riunita nel grande salone del castello che, un tempo preso di mira dalle malefatte di Thor e Loki, quel giorno splendeva incorniciato da un sovraccarico di festoni che a malapena facevano intravedere le pareti.
Odino, seduto sul trono in fondo alla sala, contemplava fieramente il suo popolo sorridergli, compiacendosi di tutto ciò che di buono aveva fatto per loro durante il suo regno.
Ovvero fin’ora.
Quando uno squillo di tromba riportò il dio alla realtà della situazione, si rese conto di ciò che stava per fare.
Avrebbe volentieri fatto finta di  non essere in casa, ma purtroppo non poteva. Asgard aveva bisogno di un successore, e lui, ahimè, ne aveva solo uno da incoronare.
Cioè, in realtà di figli ne aveva due, però, insomma, sarebbe stato meglio che l’erede al trono fosse un consanguineo. Non che l’altro non andasse bene, ma tra questioni di eredità, pettegolezzi e simili l’onore della famiglia avrebbe potuto risentirne.
Era questo che il giorno prima aveva cercato di spiegare a Loki, con scarso successo.  
Odino si sostenne la fronte con una mano, mentre un tipo della servitù annunciava l’orrendo gesto che il dio stava per compiere, coronando così una brillante carriera che sarebbe stata coperta dall’incapacità del suo successore.
Quando tutti i presenti si alzarono Odino cominciò a sbirciare ai lati della sala con la coda dell’occhio, in cerca di una via di fuga.
Quando ci fu il secondo squillo di tromba fece leva sul trono cercando di farlo strisciare lentamente indietro, dimenticandosi che era fissato al pavimento.
Infine, quando annunciarono l’arrivo del figlio che lo avrebbe succeduto, si sentì mancare.
Vagò con gli occhi alla disperata ricerca di un qualcosa che lo confortasse, ma la folla continuava imperterrita a sorridere, infischiandosene del fatto che il loro re di lì a poco sarebbe morto per attacco di cuore fulminante.
Accanto a lui sua moglie sembrava non accorgersi del pericolo incombente e sorrideva, più verso le sue adorate decorazioni che per altri motivi, guardando ovunque tranne che dalla parte del marito.
Poi ci fu un attimo di silenzio.
Odino chiuse gli occhi sperando che fosse tutto un incubo, ma era troppo tardi.
Li riaprì lentamente.
Davanti a lui si materializzò la figura sorridente di Thor. Odino sobbalzò sul trono. Il figlio lo guardava convinto, come a volerlo incitare ad incoronarlo re. Il suo sorriso smagliante lasciava intendere perfettamente che non aveva capito nulla di quello che lo aspettava. A lui bastava avere il suo stupido martello e semplicemente non vedeva l’ora di dare ordini a tutti quelli che incontrava.
Il dio chiuse di nuovo gli occhi e rammentò una delle lezioni che aveva cercato di impartire a Thor sulla gestione del regno.
……………..
- Allora figliolo, non dovrebbe succedere mai, ma nel caso accada è meglio essere preparati-
- Sai una cosa padre? Quando sarò re andrò alla conquista di tutte le terre vicine! Nessuno riuscirà a fermarmi!-
Odino sbiancò e cercò con la mano un appoggio per non svenire addosso al figlio.
- A sì … veramente era proprio questo che non sarebbe dovuto accadere- disse asciugandosi la fronte con un fazzolettino rosa confetto, uno dei tanti regali della moglie che non aveva il coraggio di buttare.
- Ma dimmi padre, continua il discorso!-
- Bene, come ti stavo dicendo … -
- Aspetta! Non ti ho ancora detto che avrò al mio seguito la più forte armata di guerrieri che Asgard abbia mai avuto!-
- Sì, mi fa piacere, ma … -
- … E tutti si inginocchieranno davanti a me in segno di rispetto!-
- Certo, lo immagino, ma stavo …. –
- E chi oserà contraddirmi verrà punito con la morte!-
Odino riprese in mano il fazzoletto cercando di mantenere la calma.
“Ma cosa sto facendo?” chiese a se stesso mentre il figlio, ovvero il suo successore, impartiva ordini a caso al cesto di frutta al centro del tavolo da pranzo, minacciando una pera che se non si fosse subito raddrizzata l’avrebbe mandata al rogo.
- Thor, ascoltami un secondo-
- Certo padre!-
Quasi certo di essere preso per i fondelli dal figlio, Odino continuò.
- Nel caso scoppiasse una guerra, quale sarebbe la tua prima mossa? Dovres … -
- Non sono stato io-
…….....
Con la testa fra le nuvole, Odino recitò la sua parte nella cerimonia quasi in trance, senza che, coma al solito, qualcuno facesse caso a lui. La moglie guardava il figlio orgogliosa, tanto le sue malefatte se le era sorbite tutte il padre, e Thor non stava nemmeno a sentire i suoi doveri di re che Odino gli stava elencando, guardando adorante il martello con il quale aveva attentato numerose volte alla vita del  genitore.
Loki, in un angolo del salone, preparava una cerbottana con delle schegge di legno dentro.
- … Detto questo, sono certo che sarai un mio degno (cough, cough) successore, e ti conferisco il martello del potere, che dovrà … -
Prima che Odino, sempre in trance, riuscisse a finire la frase, Thor gli prese il martello dalle mani e lo alzò al cielo con convinzione, sbattendosene delle ore che il padre aveva impiegato per realizzare un discorso efficace.
A quel gesto tutti esultarono, tranne Loki, che stava mirando con la cerbottana, e Odino, che sembrava sotto l’effetto di psicofarmaci.
Subito dopo tutti, anche il dio, suo malgrado, si spostarono nella sala dei banchetti, dove gli amici di Thor stavano già facendo man bassa del cibo. Restarono lì per quattro ore buone a sbronzarsi, tanto che ad un certo punto anche Odino, nella sua trance, si accorse che l’aria si era fatta un po’ troppo allegra. Ma solo quando Thor alzò di nuovo il martello al cielo e questo gli sfuggì per poi ricadere sul pavimento e creare una voragine del diametro di un meteorite decise che forse sarebbe stato meglio chiudere lì la festa.
Evidentemente era l’unico che la pensava così.
Nel salone da pranzo erano tutti piuttosto tocchi, persino la moglie che si stava arrotolando tra le tende, che avrebbero retto il suo peso ancora per poco, e anche Loki risentiva dell’allegria generale, cercano di mirare con la cerbottana ad uno dei poster che Thor aveva messo in giro con la sua faccia sorridente stampata sopra, scambiandolo evidentemente con suo fratello.
Odino sospirò. Dopotutto era colpa sua, l’aveva voluto lui Thor come successore.
Ma si sa, a tutti capita di fare qualche errore,anche ai più esperti.
Stava per uscire dalla porta del salone con la sua camminata calma quando, proprio mentre appoggiava la mano sulla maniglia della grande porta vetrata, un sibilo dietro di lui attirò la sua attenzione. Si girò e espose il suo viso proprio quanto bastava perché il martello di Thor lo prendesse in piena faccia.
E quello fu il primo di una lunga serie di avvenimenti che fecero venire ad Odino il dubbio di essersi fumato qualcosa il giorno che decise di mandare in rovina il regno, coronando la sua carriera da re con l’elezione di un  cerebroleso come suo successore.

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Capitolo 6
*** Quell'idiota di mio fratello ***



Cap. 6: Quell’idiota di mio fratello

Era appena terminato il banchetto che festeggiava Thor come nuovo sovrano di Asgard, e il padre l’aveva già diseredato. Sì, perché nel momento in cui il biondo e la sua allegra combriccola si ubriacavano a spese di Odino, un gruppo di serial killer di Jotunheim aveva penetrato le difese ferree del palazzo di Asgard per rubare la “sfera del potere”, o qualcosa di simile.

Odino camminava avanti e indietro nell’antro buio e umidiccio dei sotterranei che, eludendo ogni sorta di difesa, i nemici avevano raggiunto probabilmente solo per far capire quanto fossero futili i tentativi di quei fessacchiotti di Asgard di difendersi. Difatti i due inviati da Jotunheim erano morti, e tutto sommato a Odino questo bastava per accantonare la faccenda.

Ma a Thor no.

Mentre imprecava come una zitella isterica, il primogenito si stava già dando da fare per organizzare una spedizione verso il mondo nemico, con la sola intenzione di polverizzarlo.

- … e ci porteremo dei super cannoni “sparapalle di fuoco”!Ptium! Ptium! – ripeteva gesticolando in modo alquanto ossessivo verso un servitore che era lì per caso, e prendeva nota in un post-it di tutte le cavolate che sparava.

Odino sospirò rassegnato, ancora un po’ tocco per l’eccessiva euforia della festa.

- Thor, figliolo, non credi che … -

- Silenzio, vecchio! Come nuovo re di Asgard … -

Odino rimase fermo al suo posto per un istante.

“Vecchio?”

Nessuno si era mai permesso di chiamarlo in quel modo, tanto meno quella mezza calzetta del suo quasi ex figlio! Come osava? Gli aveva rubato il lavoro, gli avrebbe scippato anche l’eredità e ora, ora che non aveva più nulla di interessante di cui potersi appropriare, era diventato … vecchio?

Il volto di Odino si rabbuiò, divenendo improvvisamente più minaccioso, ma Thor, troppo occupato a dare ordini a gente a caso, non se ne accorse nemmeno.

L’unico che ci fece caso fu Loki, entrato nella stanza in quel momento attratto dagli strilli isterici del fratello. Il secondogenito (adottato) riuscì a percepire l’aria pesante anche nella penombra della stanza, e fece per precauzione qualche passo indietro, per avere la porta a tiro di ritirata, in casi estremi.

Odino si schiarì la voce.

- Thor … -

- Insomma, cosa c’è?- La risposta seccata del figlio riuscì ad ottenere l’effetto più ovvio, anche se non proprio desiderato.

“Adesso comincia lo spettacolo” Pensò Loki, appiattendosi verso la porta per non farsi vedere e non essere messo in mezzo alla discussione.

Il seguito venne messo a conoscenza di tutti gli abitanti di Asgard, non tanto perché la notizia arrivò velocemente alle orecchie di tutti, piuttosto la causa fu lo stesso Odino che, tra l’ebbrezza della festa e la voglia di prendere il figlio a calci, non riuscì a trattenersi ed esternò i suoi sentimenti urlando direttamente in faccia a Thor che lui era un’idiota, che l’avrebbe sbattuto fuori casa al primo accenno di ostilità verso gli altri mondi e che l’avrebbe mandato a fare il lavavetri perché dell’eredità non gli lasciava un centesimo.

Inoltre quei soldi sarebbero andati in beneficenza al “Ritrovo dello gnomo abbandonato”, in quanto, sempre a detta di Odino, persino un formichiere con l’artrite sarebbe stato più utile del figlio.

Soddisfatto della scenata, a Odino non restava che osservare la reazione di Thor che …

Non arrivò. Come un bambino mise il broncio e uscì dai sotterranei commentando quanto Odino fosse stato cattivo.

Loki rimase traumatizzato quanto il padre dalla figura da idiota che aveva fatto il fratello, tuttavia la questione gli suggerì l’idea giusta per potersi riprendere il trono di Asgard. Uscì dalla stanza anche lui, lasciando il padre a ponderare sui suoi errori di genitore, e si sfregò le mani con malvagità, riflettendo su tutta la sua figaggine.

Trovò il fratello nella sala del banchetto, semi distrutta, con la sua allegra combriccola che, infischiandosene di tutto, stava solo scroccando altro cibo.

- Ehm … Thor … -

Quest’ultimo, raggomitolato in un angolo della parete, non si degnò nemmeno di dare segni di vita.

- Bè .. volevo dirti che sono d’accordo con te. Cioè, questo affronto non deve restare impunito, e anche se nostro padre  non sarebbe d’accordo … cioè, tecnicamente il nuovo re sei tu, quindi … potresti organizzare un attacco a Jotunheim.-

Concluso il discorso Loki alzò lo sguardo verso Thor, e quello che vide fu l’espressione sorridente del fratello guardarlo con entusiasmo, mentre gli occhi gli brillavano dalla felicità.

Loki si allontanò con discrezione.

- Lo pensi davvero?- Domandò Thor trepidante, mentre metteva già mano all’impugnatura del suo martello.

- Ehm … s-sì … -

Senza farselo ripetere, Thor si alzò di scatto e con entusiasmo raccattò tutti i membri della sua allegra comitiva annunciando che Jotunheim li aspettava. Ovviamente nessuno si rese conto della gravità di quello che stava dicendo, e, esattamente due minuti dopo si trovavano già davanti al portale.

 

Arrivati al portale Thor cercò di abbindolare il custode per eludere la sua sorveglianza e, quando gli disse che aveva le scarpe sgonfie, alche l’imperturbabile guardia si distrasse; ora si poteva anche spiegare come avessero fatto i nemici a penetrare con tanta facilità nel castello, nonostante “l’efficienza” dei sistemi di sicurezza.

Chissà se anche loro avevano usato il metodo della scarpe sgonfie.

Infine, nonostante la partenza gagliarda, la spedizione fu, come era ovvio, un’immane disastro. L’allegra combriccola fu subito scovata, anche perché non si erano nemmeno dati la pena di nascondersi, e se non fosse stato per Odino ora loro sarebbero ridotti a degli insaccati. Tutti tranne Loki, che ovviamente aveva spifferato al padre (adottivo) tutta la faccenda.

Tuttavia il suo piano di conquista del potere non andò comunque a buon fine, e il martello rimase a quell’idiota di Thor, ma a Loki importava relativamente.

Aveva sempre saputo di essere un genio del male, e ne aveva dato un’ennesima prova.

Camminò gagliardo per i giardini tessendo le proprie lodi per l’intera giornata, mentre la sua autostima raggiungeva il culmine massimo. Non riuscì a deprimersi nemmeno quando scivolò su una buccia di banana e dovette interrompere la sua risata malvagia, perché ormai sapeva che un giorno avrebbe conquistato il potere.

… Forse.

Non appena fosse riuscito a dimostrare che non apparteneva ad una famiglia di troll.

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Nda:
Buondì, sono la senpai! È mia ferrea convinzione che il livello dei miei capitoli cali dal secondo in poi, quindi non mi aspetto un risultato comico come quelli raggiunti in precedenza, ma sono abbastanza soddisfatta di questa prima ff su Thor. Con l’augurio di avervi fatti divertire almeno un po’, ringrazio tutti coloro che hanno apprezzato la mia storia e, senza dilungarmi oltre, vado a vedere i cartoni animati!

Buon viaggio a vederci! ; )

Chocolate_senpai

 


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