Fallen In Love

di chanelpyn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



 





Capitolo 1

- Buona giornata tesoro -. Un bacio sulla guancia seguì le parole di mia madre che, come ogni mattina, mi scaricò velocemente davanti all'entrata di quell'odioso liceo per accompagnare in tutta fretta mia sorella.

Sbuffai attraversando con passo pesante l'anonimo cortile gremito di ragazzi e ragazze con una vita sociale più eccitante della mia, non che ci volesse molto.

Aprii il mio armadietto già scazzata di primo mattino. Mi si prospettava un bel fine settimana di cui la noia sarebbe stata la principale protagonista.

- Aily! Ti prego dimmi che sei riuscita a convincerla -. La voce squillante della mia migliore amica mi giunse alle orecchie trapanandomi i timpani. Mi voltai verso di lei con un'espressione assassina che non aveva nulla di rassicurante.

- Mh... questo dovrei prenderlo come un no - affermò lei grattandosi la fronte con l'indice della mano e gli occhi puntati in un'altra direzione.

- Già - confermai acida sbattendo l'armadietto con tanta forza che quasi lo scardinai.

Con un enorme ed inutile libro tra le mani iniziai ad incamminarmi verso la mia prima lezione, algebra.

Perfetto, di bene in meglio pensai sarcastica.

- Aileen! Tu devi riuscirci non puoi non andare a quella festa, ci sarà tutto l'istituto, ci sarà lui -.

- Cazzo Jole lo so che ci sarà lui - sbottai sconsolata sistemandomi alla meglio il vestito leggermente a palloncino che quella mattina mi ero infilata mezza addormentata.

Si, Jole era il nome della mia migliore amica. Era un nome di origine greca che doveva significare qualcosa come viola e che era decisamente inadatto per quella ragazza. Jole era tutt'altro che una persona romantica con quei suoi occhioni nocciola in netto contrasto con i lisci capelli di un rosso acceso. La caratteristica che però la contraddistingueva era il fatto che odiava i fiori, o per meglio dire odiava qualsiasi cosa avesse foglie, radici o petali e su cui ronzasse ogni tipo di schifido insetto.

- Allora ci proverò io. Lo sai che tua madre si fida di me, proverò a parlarle io. Le dirò che dormi da me dopo la festa -.

Lanciai per aria il libro avvinghiandomi a lei in stile koala. Lo feci con tanta forza che saremmo potute finire entrambe a gambe all'aria se non ci fossero stati gli armadietti a sorreggerci.

- Io... ti... amo... sei... la... mia... salvezza - quasi strillai riempiendole, tra una parola e l'altra, la faccia di baci umidicci che lei aveva soprannominato baci-ventosa.

- Che schifo Aileen! - si lamentò Jole pulendosi il volto cercando di divincolarsi dalla mia stretta - Va bene facciamo che mi devi un favore, ok? -.

- Tutto quello che volele lei mia signola - imitai uno di quegli schiavetti lecchini che si vedevano nei film ambientati nelle corti imperiali usando però una pronuncia cinese. O dovrebbe essere giapponese? Bah, quella.

- Mh... tutto eh? Ok portami la cartella - mi tenne il gioco lei con tono superiore.

- Col cazzo, mia signola, che io poltale lei caltella - esordì io facendole la linguaccia mentre raccattavo il mio libro e mi fiondavo in classe.

- Stronza - mi urlò contro lei rincorrendomi.

Semminammo il panico tra gli sudenti di quel buco di liceo che al nostro passaggio si scansavano decisamente impauriti di venire colpiti dai nostri zaini volanti. Dettagli.

In fondo quella città era tutto un buco. Wolverhampton era un distretto metropolitano dell'Inghilterra, più precisamente delle West Midlans inglesi che contava 240.000 abitanti. Non esattamente un piccolo paesino dove i cittadini sapevano sempre tutto di tutti ma neanche una grande città come Londra. Era abbastanza passabile resa ancora più accettabile dalla sua presenza.

- Aily, sta arrivando - sussurrò trafelata al mio orecchio Jole che mi aveva appena raggiunta davanti all'aula della mia prima ora.

Appunto, quando parli del diavolo...

Come succedeva ogni santo giorno, ad ogni santo cambio d'ora per almeno dieci minuti rimanevo paralizzata con lo sguardo fisso sulla sua figura.

Lui, o meglio loro, erano coloro che io solevo definire gli intoccabili troppo belli e inaccessibili per una comune mortale come me.

E come NON succedeva ogni santo giorno, ad ogni santo cambio d'ora il mio sguardo incrociava il suo. A volte sembrava cercarmi con gli occhi altre volte sembrava evitarmi neanche fossi un'appestata. Era emozionante ed al contempo stressante pensare che forse un giorno lui sarebbe potuto essere mio per poi, il giorno dopo, percepire tutti i miei sogni sgretolarsi alla vista di lui tra le braccia di una qualche ragazza del quinto anno.

Ci passarono davanti e quella mattina per la prima volta dopo quasi due settimane il suo sguardo cioccolatoso ritrovò il mio mentre un piccolo sorriso gli increspava le labbra piene, quel giorno leggermente arrossate.

In fondo la speranza è sempre l'ultima a morire.




BULABULABULA *imita Giustino in Leone il cane fifone*
Si, ok, ho capito che sono da rinchiudere, anzi forse sarebbe meglio chiamare un'esorcista lol
Bando alle ciance. Eccomi qua di nuovo a scatafasciare la bega come mio solito. Nonostante io sia da cacciare da questa categoria visto che continuo a postare fanfiction per poi cancellarle, sono qua a presentarvi l'unica ff che mi abbia veramente convinto. Questo capitolo è abbastanza corto per i miei standard abituali ma funge principalmente da prologo.
Spero di ricevere vostre recensioni se no è altamente inutile continuare ad aggiornarla.
 LOVE YA BBY xx


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



 






Capitolo 2


- Jo mi aiuti a chiudere il vestito? - strillai cercando di farmi sentire fino al piano terra.

- Arrivo! - urlò di rimando lei. Sentii i suoi passi pesanti, amplificati dalle scale in legno lucido, farsi sempre più vicini. Se i signori Davies fossero stati in casa avrebbero sicuramente rimproverato la figlia di fare meno chiasso per rispetto nei confronti dei vicini ma per fortuna erano ad una cena con gli amici e non sarebbero tornati prima della mezzanotte. In compenso, però, c'era il fratello maggiore di Jole, Aidan. Ovviamente se la figlia aveva un nome inusuale non doveva essere da meno neppure il figlio. Aidan era invece un nome che aveva qualcosa a che fare con la lingua gaelica e che significava fuoco. E già questo, avrebbe dovuto mettere all'erta tutte le ragazze presenti nel raggio di mezzo miglio.

Aidan doveva avere circa diciannove anni quasi venti che sembravano anche troppi per un ragazzo che invece ne dimostrava diciassette. Era alto 1 metro e ottanta-qualcosa, la sua immensa altezza era direttamente proporzionale alla sua indole perversa e maliziosa. I suoi occhi erano dello stesso color nocciola della sorella ma a differenza di lei sfoggiava una chioma biondo cenere per cui tutte le ragazze stravedevano. Tranne me. Non che fosse un brutto ragazzo ma le sue allusioni nei miei confronti erano leggermente squallide.

- Se vuoi ti aiuto io babe. Anzi sarebbe meglio che te lo sfili e rinfili io nel caso tu te lo sia messo male - gridò Aidan dal piano inferiore.

Ecco appunto.

Ma prima che potessi ribattere acidamente come mio solito sentii un tonfo e delle bestemmie provenire dalle scale sulle quali il signorino-ti-sfilo-il-vestito-Aidan era comodamente seduto.

- Ahia cazzo -.

Mi giunse alle orecchie la cristallina risate di Jole che riuscì, come suo solito, a contagiarmi. Risi fino ad avere le lacrime agli occhi, il che riuscì a cacciare una piccola parte dell'ansia che attanagliava il mio stomaco da quel pomeriggio. A malapena la vidi varcare la soglia di camera sua.

Finalmente sentii lo scatto della cerniera. Io e Jole ci gurdammo nell'enorme specchio che troneggiava nella sua stanza, con ancora l'accenno di un sorriso sulle labbra.

Rimasi felicemente sorpresa osservando il mio riflesso. Per quella sera avevo indossato un vestito a metà coscia che slanciava il mio corpo snello. Un corpetto di pailettes nere con uno scollo a cuore avvolgeva il mio busto fino a metà pancia per poi aprirsi in una gonna di seta semi-trasparente color panna. Un mio ciuffo castano chiaro era tenuto sulla testa da un fermaglio permettendo ai miei capelli di creare una cascata di ricci che di solito disprezzavo ma per cui quella sera avevo fatto un'eccezione, mettendo da parte il rancore che provavo nei confronti della massa informe che di solito avevo in testa. Avevo usato solo un leggero velo di trucco per accentuare il verde dei miei occhi.

Jole era ancora più bella del solito nel suo tubino rosso che a malapena le arrivava sotto il sedere e che faceva péndant con i suoi capelli.

- Questa notte dovrà essere la tua notte, intesi? Devi riuscire a parlargli, non ti ricapiterà più un'occasione del genere -. Fu Jole, con tono serio, a spezzare per prima il silenzio che si era venuto a creare. Le sue mani stringevano con veemenza le mie spalle, quasi a volermi infondere parte del suo coraggio.

- Ti sembra questo il momento di fare la seria? Mi stai mettendo una cazzutissima ansia - quasi strillai con tutta la mia ricercatissima finezza.

La risata di Jole rieccheggiò tra le mura celesti della sua stanza alleggerendo l'atmosfera. Ero un fascio di muscoli, la tensione sembrava non volermi abbandonare. Iniziavo a sudare freddo mentre mi sembrava di sentire le mie budella fare i tripli salti mortali.

- Ragazze siete pronte? Vi aspetto in macchina -. L'urlo improvviso di Aidan seguito dallo sbattere della porta di casa ci fece sobbalzare. Ci fiondammo giù dalle scale uscendo nel freddo inglese, strette nelle nostre giacche.

Il viaggio da casa Davies al locale durò pochissimo ma Aidan e Jole trovarono comunque il tempo di battibeccare sulla ciabatta che la mia migliore amica aveva tirato in testa al fratello quando quest'ultimo aveva alluso al mio vestito.

Ecco cos'era quel rumore.

Sogghignai felice di aver avuto la mia vendetta.

Aidan ci accompagnò a piedi per metà tragitto visto che i parcheggi erano strapieni.

- Dove le hai tenute nascoste quelle per tutto questo tempo? - esordì con tono sorpreso il signorino Davies quando ci fermammo davanti all'insegna del locale puntando un dito contro le mie gambe leggermente scoperte a causa del venticello che tirava. Io come un'emerita idiota gli avevo anche dato retta cercando la fonte del suo interesse.

- Posso toccarle? - chiese lui ingenuamente. La mia bocca si spalancò a formare una o che mi affrettai a rimpiazzare con uno sguardo omicida negli occhi.

- Tu provaci e io ti grattuggio le palle -. Forse la mia occhiata assassina non aveva dato i suoi frutti ma le mie parole si. Infatti lo vidi, istintivamente, portarsi una mano tra le gambe per poi volatilizzarsi salutandoci con un veloce a dopo.

- Andiamo, non possiamo mica far aspettare il mio principe azzurro - esclamai con tono teatrale accompagnando la frase con un ampio gesto della mano indirizzato all'ingresso del locale.

Speriamo che questa sia la volta buona.





HELLO PIPOL(?)

Ok questa entrata di scena è penosa ma volevo risparmiavi quella del capitolo precedente lol

Se sono qui a postare questo capitolo vorrà dire che ho ricevuto un tot di recensioni per cui vale la pena continuare Capitan Ovvio! A massive thank you *voce di Louis*.

Questo capitolo è una merda schifida ma è solo un capitolo di passaggio per cui non vi preoccupate o pensate che non ne valga più la pena. Per quest'ultimo caso vi chiedo un'altra possibilità. Sto dicendo cose senza senso lo so ma è colpa di Liam. Sto tenendo il suo account sotto controllo da una settimana nel caso twittasse, peggio di una stalker, e ora sono andata a vedere ed aveva appena twittato. E poi è andato offline. Are you fuckin kiddin me?

Ho pronto anche il terzo capitolo ma prima voglia qualche recensione se no non lo sposto. Si, è un ricatto bello e buono lol

Aspetto tante belle recensioni LOVE YA BBY xx


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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



 






Capitolo 3


Un disastro.

Quella serata si era prospettata un disastro ancora prima che iniziasse.

Solo grazie alla furbizia di Jole eravamo riuscite ad entrare. Questo perchè gli addetti alla sicurezza credevano avessimo meno di sedici anni o per meglio dire pensavano che io mentissi sulla mia età. Al contrario non avevano sospettato di Jole che stretta nel suo mini-vestitino sembrava dimostrarne come minimo diciotto.

Sta' di fatto che per superare la sicurezza avevo dovuto fare i salti mortali. Ed ora mi trovavo seduta su uno di quegli scomodi sgabelli a sorseggiare un drink di cui mi era ignoto il nome. E come ciliegina sulla torta lui c'era, ma se la stava spassando con una riccia che sembrava avere il doppio dei suoi anni. Quella ragazza avrebbe fatto strada soprattutto come battona.

Cristo Santo può smettere di strusciarglisi addosso in quel modo?

E lui se la rideva pure. Che troio.

Troio? Troio? Ma ti senti? Gli hai dato del troio! Io direi che è più un puttano che poi non fa tanta differenza.

E se gli offrissi dei soldi accetterebbe di venire a casa mia? No cazzo, ci sono i miei porca vacca in calore...

Che cazzo ci ha messo quel cazzutissimo barista in questo fottuto drink?

La mia finezza non aveva precedenti. Ok, dovevo assolutamente allontanarmi dal bancone o la mattina dopo mi sarei ritrovata in qualche sudicio bagno pieno di merda dopo aver vomitato l'anima.

Cominciai a camminare o forse sarebbe meglio dire a zoppicare per colpa di quei trampoli che avevo ai piedi.

- Tesssoro allora hai visto chi c'è? Perchè non vai a fare la sporcacciona con lui come quella figona che ora gli sta mangiando la faccia? -. La voce strascicata di Jole distolse la mia attenzione dalle decolleté nere che portavo ai piedi.

- Jo sei davvero messa male sarebbe meglio che... LEI COSA? - tuonai appena recepii ciò che la mia migliore amica aveva detto.

La mia testa scattò nella direzione dei diretti interessati.

Avete presente quei manga giapponesi dove per far capire che un personaggio è davvero sconvolto lo disegnano con gli occhi a palla e la mascella che sfiora il pavimento? Ecco, quella era la mia espressione nell'esatto momento in cui vidi la riccia infilare le mani sotto la sua camicia sfiorandogli con le dita il bordo dei jeans.

- Bagascia, lucciola togli le tue luride mani dai sui pettorali, intesi? Brutta vecchiaccia se non lo lasci stare io vengo là e.... DOPPIO COSA? - iniziai ad imprecare contro la moretta prima che un'altro spezzone della frase di Jole mi tornasse alla mente - Hai appena detto che è una figona? Quella cosa con i tentacoli che sembra avere delle ventose al posto delle mani la definisci figona? - quasi strillai tossendo per colpa della saliva che mi era andata di traverso.

- Ringrazia il cielo che sei ubriaca fradicia o ti avrei già picchiato a sangue. Andiamo - sussurrai scazzata a Jole cominiciando a trascinarla con un mio braccio intorno alla sua vita e quello di quest'ultima intorno al mio collo.

Dio come faceva una ragazza così magra a pesare tre volte un bisonte obeso? Mah, i misteri della vita.

Riuscimmo ad uscire dal locale grazie a qualche sgomitata di quà e a qualche pestata di piedi di là mentre al contempo imprecavo volgarmente contro Jole. Riesaminai la mia lista delle cose da fare creata negli ultimi venti secondi.

Si lo so, sono un fottuto genio.

Punto uno: trovare Jole. Fatto.

Punto due: uscire dal locale. Fatto.

Punto tre: tornare a casa. 'Azz, quello era un po' più complicato.

Aileen abbiamo un problema.

Poggiai la mia migliore amica sul cofano di un'auto qualunque massaggiandomi la spalla dolorante. La risata di Jole riempì lo spazio tra di noi facendo voltare una coppia appartata in un angolino del parcheggio.

- Mi spiegi che cazzo ti ridi? E' stata una nottata di merda. Non so dove sia quel cazzo di Aidan che non c'è mai quando serve e in più quella vacca ha continuato a stravaccarsi addosso... - iniziai a vaneggiare reggendo in una mano i tacchi che mi ero appena sfilata mentre l'altra stava anneggando tra i miei capelli. Non ero io quella responsabile, al contrario, di solito ero io quella che alle feste finiva sempre con la testa nel cesso. Stavo per avere una crisi isterica quando una voce interruppe il mio monologo.

- Tutto bene? -. Appena la sua voce potente raggiunse le mie orecchie mi sentii mancare. Le mani iniziarono a sudarmi talmente tanto che quasi feci scivolare a terra le scarpe. Mi si mozzò il respiro mentre il mio cuore perdeva un battito. Incrociai il suo sguardo divertito iniziando a sguazzare in tutto quel caldo nocciola.

- Ci sei? - continuò lui sventolandomi una mano davanti agli occhi. In effetti mi ero leggermente persa troppo concentrata a mangiarmi con gli occhi le sue labbra. Che figura di merda.

- Volete un passaggio? - chiese lui fissando accigliato la figura di Jole che si era messa a baciare e a leccare il cofano dell'auto su cui era seduta ridacchiando e facendo strani versetti osceni. Che schifo. - Solo... potresti dire alla tua amica di smetterla di slinguazzarsi la mia auto? - continuò lui con tono giustamente disgustato. La sua auto? O cazzo! Doppia figura di merda.

- Comunque io sono Liam Payne -. Mi porse una mano mentre con l'altra continuava a giocherellare con un bicchiere apparentemente vuoto.

Liam James Payne. Tre parole che potevano esprimere nel miglior modo possibile ciò che provavo quando scorgevo il suo sorriso costantemente impresso in quel volto di giovane uomo, nell'udire la sua risata contagiosa che pareva rimbombare tra le mure sgretolate della scuola. Alcuni avrebbero potuta definirla una semplice cotta adolescienziale ma se questo voleva dire adorare guardarlo attraversare i corridoi del nostro liceo sognando un giorno di potermi immergere nei suoi occhi cioccolato senza temere di essere beccata, sperando di poter un giorno essere accolta tra quelle braccia, di poter respirare il suo profumo, allora potevo affermare con sicurezza che amavo la condizione in cui mi trovavo.

In effetti vista da fuori sembrava proprio una semplice infatuazione e a volte lo credevo anch'io. Ero decisamente confusa ma ci stavo lavorando sopra.

Mentre vagavo tra i miei pensieri altamente contorti non mi accorsi di aver allungato la mano per stringere la sua. Il calore che emanava mi fece involontariamente arrossire. Per fortuna, o forse sarebbe meglio dire per sfortuna, la sua attenzione venne catturata da un ticchettio alle sue spalle.

La figura della ragazza che prima si era praticamente scopata Liam avanzò nella notte con una giacca in mano.

- Allora andiamo? - chiese l'ignota batti-strade con un sorriso più finto di un seno rifatto. Il mio senso dell'umorismo iniziava a fare cilecca colpa di ciò che, ora, i miei occhi erano costretti a vedere.

- Non fa niente. Vedo che sei impeganto, chiederò a qualcun altro di accompagnarci - sussurai a Liam mascherando il mio dispiacere mentre cercavo di recuperare Jole dal suo stato comatoso. Lui alzò la mano nella mia direzione facendomi segno di aspettare.

- Senti faremo per un'altra volta, adesso non posso - disse voltandosi verso la stronza che aveva continuato a fissarmi in cagnesco.

- Ma... - cercò di controbattere lei prima di venire nuovamente zittita.

- Ma... niente. Ho detto che non posso. Frequenta il mio stesso liceo e devo riaccompagnarla a casa - chiarì lui - Ah puoi buttarmi questo? - concluse lasciandole tra le mani il bicchiere. Si caricò sulle spalle Jole facendola accomodare nei sedili posteriori.

Mother of God! Allora mi aveva notata, sapeva che frequentavo il suo stesso liceo. Il mio sorriso si allargò talmente tanto da arrivarmi alle tempie. Se a qualche passo da me non ci fosse stato Liam mi sarei messa a ballare la conga sul cofano di un paio di auto facendo una specie di spogliarello con la musica a palla. Nah, meglio di no.

Iniziai a ridacchiare quando lo sentii ammonire Jole di non vomitargli sui sedili.

Salimmo entrambi a bordo del Suv.

- Buona serata Danette - le disse Liam fermandosi ad un centimetro da lei con il finetrino abbassato.

- Mi chiamo Danielle - sibilò la riccia verde di rabbia. Ovviamente si fa per dire dato il suo colore di pelle caffe-latte.

- Si si come ti pare - tagliò corto lui con un gesto annoiato della mano prima di sgommare verso la strada principale.

Se lui era stato un vero e proprio stronzo, io non ero stata da meno. Da dietro le spalle di Liam avevo salutato Danette, Darleen o come cazzo si chiamava, con il dito medio alzato nella sua direzione e un sorriso bastardo sulle labbra.

Dolce vendetta.

 





I'M HERE!! *salta fuori tipo coniglio indemoniato* lol

E anche questo capitolo è fatto! Nel prossimo ci sarà un bel dialoghetto tra Liam e Aileen.

Il nostro misterioso ragazzo è Liam, non ve lo aspettavate eh? Eh? Eh? Eh? Ok la smetto. Credo che la maggior parte di voi abbia pensato a Zayn. E invece no, il protagonista di questa ff non è il nostro bad boy di Bradford, volevo dedicare una ff al mio dolce orsacchiotto (?) se lo merita. Vedremo il resto del gruppo tra due capitoli credo. Già. Che ne pensate dell'entrata di scena di Danielle? Finalmente ho potuto sputtanarla in una ff lolz Anche se non sono proprio sicura se ricomparirà oppure no. Ok ora smammo.

Lasciatemi qualche bella recensioncina altrimenti non posto il prossimo capitolo *fa la linguaccia*.

Bye babes LOVE YA xx

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



 






Capitolo 4


- Dove vi devo portare? - mi chiese Liam mettendo fine al silenzio imbarazzante calato su di noi dopo aver lasciato il parcheggio del locale.

- Oh... si... g-giusto - iniziai a balbettare evitando di guardarlo in volto. Cazzo, perchè devo essere cosi idiota?

Gli diedi le indicazioni per arrivare a casa di Jole per poi zittirmi di nuovo. Era la prima volta in tutta la mia vita che tacevo di mia spontanea volontà. Questa me la devo segnare.

Quel silenzio era insopportabile, da quanto durava? Venti secondi? Cinque minuti? Mezz'ora? Due ore? Comunque non sarei stata io la prima a porgli fine.

- Io ti ho detto il mio nome - esordì ad un certo punto Liam con tono ovvio.

Come se già non lo sapessi pensai sbuffando mentalmente.

Lo guardai accigliata con un sopracciglio inarcato aspettando che continuasse. Un sorriso divertito gli increspò quelle meravigliose labbra che avrei voluto divorare fino a non avere più fiato.

- Vorresti dirmi come ti chiami? -. Oh giusto, come mi chiamo. Io mi chiamo... mi chiamo... Doppio cazzo. E ora come merda mi chiamo? Forse è meglio se telefono a mia madre e le chiedo nome, cognome e data di nascita. Pure il luogo di nascita, non si sa mai.

Mai sei rincoglionita? Sei nata in questa città che è... è... Oh al diavolo!

Lo guardai con sguardo vitreo incrociando la sua espressione esasperata. Stavo cercando di recuperare il mio cervello andato inaspettatamente in vacanza alle Bahamas.

Ok, Aily ripigliati. Tu non sei come quella... quella... oddio come si chiamava? Allora c'era un D e poi una A, dopo c'era una N... no no c'era una E e poi una N.... Ah trovato. Aily tu non sei come quella Danette quindi evita queste scenate da ragazzine. Bene.

- Aileen, Aileen Morris - sussurrai abbassando lo sguardo sulle mie mani intrecciate - Per gli amici Aily- conclusi.

- Bene Aily... - iniziò calcando sul mio soprannome prima di essere interrotto.

- Ho detto per gli amici - intervenni io infastidita alzando lo sguardo sul suo volto. Un leggero sorriso gli illuminava il viso.

- Va bene, non ti scaldare - fece lui togliendo le mani dal volante in segno di resa.

- Mani sul volante! - strillai riportandogliele al loro posto. Appena mi resi conto di stringere ancora le sue mani tra le mie, arrossì visibilmente ritirandole di scatto.

Il resto del viaggio lo passammo in silenzio, Liam con gli occhi fissi sulla strada, io occupata a rallentare il battito del mio cuore che al contrario sembrava accellerare sempre di più all'avvicinarsi della nostra meta. Inoltre il suo inconfondibile profumo, che impregnava ogni singolo centrimetro di quel veicolo, non migliorava le cose. Ma oltre alla fragranza di Liam c'era un altro odore, profumo di donna. Mi venne la pelle d'oca al solo pensiero di cosa potesse essere successo lì dentro.

- E' questa giusto? - mi chiese guardandomi veramente per la prima volta in tutta la serata.

La grande villa bianca illuminata solo dalle luci notturne del cortile si stagliava in tutta la sua imponenza confermando quanto la famiglia della mia migliore amica fosse più che benestante. Acconsentì con il capo.

- Casa Davies - esordì più a se stesso che a me.

- Li conosci? - mi voltai verso di lui alquanto sopresa.

- No - rispose lui tranquillamente - L'ho letto sul campanello -.

La mia risata si diffuse nell'auto facendolo sorridere mentre si passava una mano tra i corti capelli biondo scuro.

- Grazie per il passaggio - dissi voltandogli le spalle cercando la maniglia della portiera.

- Aspetta - sussurrò Liam con voce stranamente roca bloccandomi all'istante.

Mi voltai verso di lui guardandolo con un filo di impazienza misto ad una gioia che a stento riuscivo a reprimere.

Una sua mano si allungò verso un mio ricciolo che iniziò ad arrotolarsi intorno al dito. Si fece sempre più vicino fermandosi a pochi centimetri dalle mie labbra. Rischiavo di andare in iperventilazione.

- Non ti andrebbe di venire da me per stanotte? - mormorò al mio orecchio procurandomi un brivido lungo la schiena. Un brivido che esprimeva tutto il mio ribrezzo. Attimo dopo attimo l'immagine che mi ero fatta di lui iniziò a sgretolarsi. Come avevo anche solo potuto pensare che Liam Payne potesse avere un briciolo di rispetto nei confronti delle persone. Uno che ogni santo giorno si presentava con una ragazza diversa da rinfacciare a tutte le sue precedenti conquiste costrette ad ammettere a loro stesse di essere state usate. Le lacrime iniziarono ad offuscarmi la vista ma prontamente le ricacciai indietro. Mai avrei pianto davanti a lui, era una promessa. Ero rimasta delusa, non tanto da Liam quanto da me stessa. Dio che ingenua che sono stata.

Con uno scatto mi allontanai dal suo tocco che iniziava a farsi sempre più audace. Evidentemente aveva preso il mio silenzio come un si.

- Sono quasi sicura che mi fai schifo - gli sputai in faccia con tutto il disgusto possibile cercando di mantenere la mia voce ferma.

- Perchè quasi? - mi chiese lui tranquillamente riprovando ad avvicinarmisi, cosa che riuscii ad impedirgli incollandomi alla portiera dell'auto.

- Perchè io non tratto le persone come fossero animali con cui divertirsi. Io dei sentimenti ce li ho e un briciolo di compassione lo provo anche per te - gli risposi tranquillamente calcando sul pronome "io" prima di sbattergli la portiera in faccia ed andare a recuperare Jole praticamente collassata sui sedili posteriori.

Mi avviai verso l'ingresso voltandomi indietro una sola volta. Incontrai il suo sguardo stupito. A quanto pareva nessuna ragazza gli aveva mai dato un due di picche. Ma ciò che vidi andava oltre l'umiliazione, sembrava ferito. Mi chiusi alle spalle il portone rifugiandomi dentro casa con ancora la sensazione di essere osservata da quegli occhi tanto belli quanto letali.

 



TADAAAAAA *sventola le mani in aria come un hendicappata* lol

Ok ho postato il capitolo prima del previsto perchè siete state veramente dolci e carine e in un giorno ho avuto 11 recensioni!!!!

E poi non so quando riuscirò a postare il prossimo quindi...

Che ve ne pare? Vi aspettavate un qualche discorsetto sdolcinato ma no MUAHAHAHAHAH (?) A quanto sembra Liam è un ragazzo che va dritto al sodo. Mai dire mai però.

Vi anticipo che il prossimo capitolo invece sarà una Aileen/Aidan, spero di avervi incuriosito **

Ok ringrazio chi fino ad adesso ha recensito e chi l'ha messa tra seguite/preferite/ricordate.

Recensite vi prego se no il prossimo capitolo ve lo sognate. Si, è una minaccia.

Su twitter mi trovate come @xliamsboobs nel caso voleste essere informate quando pubblico il nuovo capitolo. Ok ora mi tolgo dalle palle.

LOVE YA BABES xx
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



 






Capitolo 5


Maledetto sole.

Si, avevo dei seri problemi con tutto quello che potesse ricordarmi l'estate. Odiavo quella stagione e tutto ciò che ne comportava come il fatto di sudare 26h ore su 24 e tutti gli orripilanti insetti che tornavano a rendere un inferno la mia vita soprattutto quelle stramaledette zanzare succhiasangue. Forse l'unica cosa positiva era poter uscire in pantaloncini senza che nessuno ti giudicasse una troia.

Non capivo per quale motivo stessi blaterando mentalmente sull'estate quando era ancora metà primavera... oh già forse perchè quella schifosisima luce mi aveva praticamente accecato svegliandomi alle nove di mattino. No dico, io? Aileen Morris che dopo una sbronza è già in piedi alle nove invece che alle due di pomeriggio? Il mondo stava cambiando.

I miei occhi ancora assonnati si ritrovarono costretti a fissare un paio di spalle larghe con due braccia muscolose ma non troppo. Non potei evitare di far scorrere il mio sguardo sorpreso su quel magnifico corpo palestrato fino a quando non arrivai a fissare a bocca spalancata due gambe atletiche e un culo a dir poco sexy stretto in un paio di boxer rossi della Calvin Klein.

- Ah! Pensavo non vi sareste svegliate prima della mezza - la voce sorpresa ed al contempo imbarazzata di Aidan mi riportò alle realtà. Quindi quel corpo spettacolare, cioè volevo dire quel culo flaccido, era di Aidan? Mammina santa che... fig-bruttooo. Cercai di riprendermi fingendo impassibilità.

Oh Aileen ammettilo che è uno schianto.

Mai.

Aidan probabilmente rendendosi conto dello stato in cui si trovava arrossì. Ed invece no. Ciò che in realtà lui stava fissando erano le mie gambe completamente scoperte a parte le culotte a cui avevo abbinato una canotta bianca.

Da quando in qua il signorino Davies arrossisce davanti ad una ragazza seminuda invece di assumere uno sguardo da predatore?

Un sorrisetto malefico si fece spazio nel mio volto. Nonostante sapessi che stavo agendo contro ogni mio principio morale, dovevo fargliela pagare per aver permesso a Liam di distruggere i miei sogni con quella semplice domanda.

Ok si sono un tantino... troppo vendicativa ma la ferita procurata da Payne la sera prima pulsava ancora dolorosamente. Sapevo che non me la sarei dovuta prendere così tanto ma è sempre difficile ammettere di aver sbagliato cercando di tenere da parte quell'orgoglio tanto pressante.

Iniziai ad avvicinarmi. Scorsi Aidan deglutire apertamente con lo sguardo fisso sulla mia figura che lentamente si muoveva verso di lui.

Mi fermai a pochi centimetri da lui. Appoggiai le mie mani sulle sue che stringevano convulsamente la tazza di caffè. Mi accostai al suo volto respirandogli sulle labbra mentre il suo sguardo si soffermava sulla mia scollatura. Di scatto mi allontanai levandogli dalle mani la tazza. Si piegò quasi in due quando lo pizzicai su un fianco prima di allontanarmi camminando all'indietro tipo gambero.

- Questo è perchè ieri sera non sei venuto a prenderci - strillai dall'altra parte della stanza. Sentii una leggera imprecazione uscirgli dalle labbra mentre mi guardava incazzato nero.

Oh merda, che ho fatto?!

Non feci in tempo a darmela a gambe levate che lo vidi camminare a grandi falcate verso di me. Cercando di rallentargli la corsa gli versai addosso il caffè bollente che in parte finì anche sulla mia maglietta rendendola trasparente. Grazie a dio esistono i reggiseni.

Mi issò sulle spalle iniziando a salire le scale.

- Brutto coglione mettimi giù. E leva le tue manaccie pervertite dalle mie coscie - quasi gridai iniziando a tirare pugni e calci alla rinfusa.

- Puoi urlare quanto ti pare tanto Jole ha il sonno pesante e i miei non torneranno prima di domani - rise Aidan continuando imperterrito la sua avanzata verso il bagno. Il bagno? Cazzo cazzo cazzo ho già detto cazzo? CAZZO!

A casa mia "bagno con un ragazzo incazzato" poteva significare tre cose: doccia fredda, doccia fredda e doccia fredda. Vogliamo aggiungerci anche stupro? Ma si dai!

Rifiuto e vado avanti, si può?

- Vediamo se un po' di acqua gelata ti farà tornare il lume della ragione - rise lui.

- No Aidan ti supplico! Farò qualunque cosa tranne chiederti scusa, accettare un tuo appuntamento, venire a letto con te o avere qualsiasi rapporto amichevole che ci costringa a discutere con meno di 10 metri di distanza a dividerci - lo pregai io elencando le mie condizioni contandole sulle dita della mano - Un accordo accettabile in fin dei conti -.

- Accettabile come no - commentò lui sarcastico costringendomi nella vasca da bagno.

Lanciai un grido degno di un film horror quando l'acqua gelata mi colpì penetrandomi fin nelle ossa. Sembrava di essere trafitti da migliai di spilli appuntiti.

- Allora subirai anche tu - sussurrai a denti stretti cogliendo alla sprovvista Aidan obbligandolo con me sotto la doccia. L'errore più grave che potessi mai fare.

Aidan mi finì letteralmente addosso costringendomi con le spalle al muro. Quello che successe dopo mi colse del tutto impreparata. Le sue mani si posarono alla base della mia schiena spingendomi contro il suo petto. L'acqua fredda continuava a colpirci impedendomi di parlare tantomeno di spingerlo via. Le sue labbra si posarono nell'incavo del mio collo, il mio tallone d'achille. Sentii la sua lingua scivolare sulla mia pelle ed involontariamente piegai all'indietro il capo lasciandomi sfuggire un gemito. Non seppi precisamente quanto durò quell'agonia ma soltanto che l'acqua era stata spenta. L'unica cosa che percepivo erano le mani di Aidan che sfioravano i bordi della mia canotta fradicia mentre le mie di mani esploravano ogni più piccolo centimetro dei suoi pettorali.

- Aily? Dove sei? -. La voce assonnata di Jole iniziava a farsi sempre più vicina. Di colpo aprii gli occhi rendendomi conto della situazione. Le mie guancie si imporporarono mentre spingevo con forza Aidan lontano da me. Lui all'inizio riluttante si allontanò per poi rivoglere uno sguardo soddisfatto al mio collo. Che merda ghignava?

- Ma che ti salta in mente!- sussurrai inviperita uscendo dalla vasca da bagno.

E ora che faccio? Jole non deve trovarmi qui? Dio Santo cosa ho fatto di male perchè il fratello della mia migliore amica debba essere uno stronzo?

Aileen inspira espira, inspira espira, inspira espira... Fanculo sto solo peggiorando la situazione. Pensa pensa pensa pensa...

Stavo girando per la stanza come un'ossessa con le mani tra i capelli e uno sguardo stralunato degno della protagonista di Paranormal Activity.

Idea!

- Jo sono in cucina - gridai sperando con tutta me stessa che ci cascasse.

- Tu vuoi smetterla di fissarmi come un maniaco psicopatico? Ti do venti secondi per sparire dalla mia vista prima che chiami la polizia e ti denunci per tentata violenza sessuale - lo minacciai con sguardo allucinato e un dito puntato contro di lui.

- In realtà eri consenziente - mormorò al mio orecchio ridacchiando - Come si suol dire carpe diem -. Lo fissai interrogativa.

- Significa "cogli l'attimo" - mi spiegò sulla soglia della porta.

Quando recepii il vero significato della frase iniziai a fumare da tutte le parti orecchie, naso, bocca, capelli, avrei detto anche culo ma sarei stata troppo volgare. Ma sei cogliona? L'hai appena detto!

Perecependo il pericolo Aidan si volatilizzò lasciandomi lì gocciolante con uno sguardo che se avesse potuto uccidere...

 





CIAOOOOO!! finalmente un'entrata in scena normale

Non ve lo aspettavate eh? Già questo capitolo ha un po' sopreso anche me. Spero sinceramente che vi sia piaciuto perchè a me fa altamente schifo lol

Vi starete chiedendo perchè Aidan guardava Aileen cosi dopo quello che era successo? No, non ve lo stavate chiedendo ma non importa almeno vi ho incuriosito. Lo scoprirete nella prossima puntata lol

Per quanto riguarda lo scorso capitolo, come alcune di voi mi hanno fatto notare, Aileen è stata abbastanza dura. Ma vi chiedo: come vi comportereste voi se il ragazzo di cui siete cotte vi trattasse come una qualunque troia da una botta e via? Aileen è una ragazza con le palle (in senso figurato lol) ed è esageratamente orgogliosa ed essere trattata in quel modo l'ha spiazzata. Ecco spiegato, spero di non avervi deluso D:

Ok ora me ne vado. Aspetto tante belle recensioni se no non pubblico e non svelo il dilemma.

Bye babes LOVE YA xx


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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 






Capitolo 6


Ok ora sono veramente nella merda fino alla punta del naso.

 

Quello era l'unico pensiero che vagava sperduto nella mia mente da dieci minuti, il tempo che mi ci era voluto per mettere a fuoco l'immagine riflessa nello specchio. Le mie dite tremanti continuavano a sfiorare quell'obrobrio sul collo.

Continuai a imprecare a denti sretti contro Aidan ripromettendomi di farmi fare una bambola vodoo di quel coglione per poi infilzarlo con ogni possibile strumento appuntito in modo da procurargli tanto dolore. Non mi importava tanto della possibile reazione di Jole, che sicuramente avrebbe preso le mie parti, quanto in realtà temevo di poter incrociare Liam.

Cristo Santissimo che cosa ho fatto di male nella mia vita? Beh si qualcosa di male l'ho fatta. Dettagli.

Decisi che era ora di degnare i signorini Davies della mia presenza mentre già pregustavo la mia vendetta. Avevo deciso di indossare un vestito celeste fino a metà coscia che, a parte le sottili bretelline, lasciava scoperte le spalle e raccolsi i capelli in una treccia scomposta di lato. Quel giorno c'era un caldo inusuale. Salutai con un bacio sulla guancia una Jole collassata sull'isoletta della cucina per poi rivolgere un sorrisetto sornione ad Aidan che sembrava sul punto di farsela addosso pregandomi con lo sgurado di coprire quello scempio.

- Chi te l'ha fatto quello? - mi chiese scattando sull'attenta Jo.

- Io vado - sviai la domanda rivolgendo uno sguardo accusatore al fratello. Lei dovette capire perchè il suo volto iniziò a prendere una strana sfumatura verdognola. Mi fiondai fuori ridendo come una posseduta mentre le urla rabbiose della mia migliore amica e il rumore di oggetti scaraventati per aria arrivavano alle mie orecchie.

 

*****

Driiiin!

Mi svegliai di scatto guardandomi attorno spaesata. Quella campanella scassaminchia oltre ad avermi risvegliato dal mio sonnellino aveva anche interroto sul più bello il mio eccitante sogno nel quale mi sbattevo contro il muro Liam Payne.

Oltre a dormire durante le lezioni fai anche sogni erotici? Non mi stupisco.

Mi alzai mezza indolenzita gettando alla rinfusa la roba nello zaino. Percorsi il corridoio con una mano tra i capelli nel vano tentativo di placare quel mal di testa atroce. Ma anche quel giorno qualcuno da lassù confermò per l'ennesima volta di odiarmi facendomi imbattere nelle ultime persone che avrei mai voluto incontrare.

- Oh guardate chi abbiamo qui -. Pronunciò Colei-che-non-deve-essere-nominata meglio conosciuta come il capitano delle cheerleader barra ragazza più scopata dell'istituto, ovviamente spalmata per intero su Liam. Harriette Cooper era una stangona con gambe chilometriche, un culo perennemente scoperto e una probabile quinta di seno da far invidia a Pamela Anderson e che in quel momento mi stava letteralmente inducendo a strapparle via a morsi quelle dite che continuavano a giocare con i bottoni della camicia di Payne.

Minchia, Aileen, sei un caso perso.

- Morris vedo che ti sei data da fare ieri sera - esordì Liam scatenando l'ilarità di quel branco di idioti che si ritrovava per amici.

Lo guardai interrogativa mentre mi sentivo puntare dieci paia di occhi addosso, o meglio si fissarono sulla macchia rossa che faceva bella mostra di sè sul mio collo. La mia mano scattò involontariamente a coprire quell'obrobrio ma appena incontrai il ghigno di Liam decisi che non gliel'avrei data vinta.

Mi avvicinai lentamente

- E se anche fosse? Se rifiuto te non vuol dire che io debba fare la stessa cosa con altri - mormorai ad un centimetro dal suo volto che divenne paonazzo. Un punto per Morris.

Una risatina attirò la mia attenzione. Zayn Malik con una sigaretta tra le dita si godeva la scena con sguardo divertito.

Oddio quanto cazzo è sexy?

Svegliati quello è Zayn Malik ok? Z-a-y-n J-a-w-a-a-d M-a-l-i-k. La sua reputazione potrebbe far concorrenza ad un carcerato condannato all'ergastolo.

Non esageriamo ora, ha solo fatto a botte un paio di volte spiaccicando qualche naso di qua e rompendo qualche costola di là. Una cosetta da niente.

Ed è anche stato espulso due volte.

Non frega a una minchia di nessuno da quali scuole lo hanno cacciato a calci in culo la realtà è che se potessi me lo scoperei contro gli armadietti seduta stante.

Mi sentivo osservata. Distolsi lo sguardo dal misterioso Malik per incrociare gli occhi di Harry Styles.

Anche lui non è mica da buttare via.

Mi prendi per il culo? Ma hai visto che gambe? Che culo? Che pettorali? Che braccia? E' anche molto dotato!

Decisi di frenare la mia mente che, assieme ai miei occhi, stavano liberamente vagando sulle parti inferiori di Styles impegnandomi a fissare il suo volto ora attraversato da un sorriso a trentadue denti che terminava in due adorabili fossette.

I suoi occhi erano di un verde chiaro accentuato dai ricci indomabili che gli soffocavano quella nocciolina che aveva per cervello.

- Se non disdegni gli altri ragazzi allora perchè non esci con me questo pomeriggio? -. Il braccio sicuro di Harry mi avvolse le spalle cogliendomi di sorpresa. Il mio primo istinto fu quello di scrollarmelo di dosso e magari tirargli anche un bel cartone sul naso ma l'espressione assassina che aveva assunto Liam mi fece cambiare idea.

- Perchè no? - esordì io fingendo entusiasmo - D'accordo ci troviamo all'uscita più tardi -. Harry alzò i pugni in segno di vittoria rivolgendo uno sguardo complice a Malik.

Con un sorriso compiaciuto svoltai l'angolo diretta verso Jole appena uscita dalla sua lezione di letteratura.

Necessito della mia migliore amica.

 



WEEEEEEEE!

Perdonatemi, chiedo umilmente scusa per essermi letteralmente volatilizzata ma il computer mi si era praticamente fuso e internet pure. Bando alle ciance questo capitolo fa proprio schifo, anzi due capitoli infatti ho fuso il 6 ed il 7 perchè volevo seriamente scusarmi con voi per cui ho deciso di farvi un regalino lol Alla prossima puntata MUAAHAHAHAHAHAHAH ok no.

Spero di non aver perso le mie fantastiche lettrici e di leggere ancora le vostre bellissime recensioni. Posterò il prossimo capitolo dopo aver ricevuto un tot di recensioni c:

Ora mi ritiro sulle note di LWWY *prova a fare un'uscita di scena trionfale ma inciampa e cade giù dalle scale*

LOVE YA xx

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***










Capitolo 7

- Tu cosa? -. Le narici di Jole stavano letteralmente fumando.

Povere caccole si staranno sicuramente bruciacchiando lì dentro.

Una risatina mi sfuggì dalle labbra, ridendo della coglionata che avevo appena pensato. Grosso, grossissimo errore. Mi sembrò addirittura di sentire il caboom che preannunciava la distruzione di Aileen Morris.

- Che cazzo ti ridi? Ma ti trovi in questo mondo? Si può sapere che minchia ti passa per quel fottuto cervello che ti ritrovi? Uscire con Harry Styles. HARRY STYLES -. Non avrei mai pensato che la voce di Jole potesse superare di cosi parecchi decibel il normale, mi sembrò addirittura di sentire il vetro di quelle sudicie finestre scheggiarsi.

- Yo bro rilassati - cercai di sdrammatizzare indietreggiando fino a toccare la porta del bagno.

Avevo trascinato Jo nella toilette della scuola per poterle raccontare l'accaduto compresa la proposta di Styles che repentinamente avevo accettato. Arrivata a quel punto la situazione era degenerata da quanto si poteva tranquillamente notare.

- Joly è solo una passeggiata mica mi trascinerà in un vicolo buio e pieno di topi per poi stuprarmi - cercai di sdramatizzare poco convinta.

- Non chiamarmi Joly o potrei affogarti nel cesso e dire che ci sei scivolata dentro inciampando nelle mutande - disse puntandomi il dito contro il petto.

- Non lo faresti mai - esordii schiacciandomi contro la parete alle mie spalle.

- Hai ragione ma questo non vuol dire niente. Fa come ti pare ma poi non venire a piangere da me, io ti ho avvertita -. Dopo di che uscii lasciandomi sola.

 

*****


- Morris che piacere - la voce di Harry mi raggiunse seguita subito dopo dal suo fastidiosissimo braccio che per l'ennesima volta mi circondò le spalle. Mi liberai dalla sua presa guardandolo in cagnesco.

- Cos'è tutta questa confidenza? - chiesi scazzata.

- Ora fai la sostenuta? - quel sorrisetto finto urtò ancora di più i miei nervi.

- Capiamoci Styles. Se vuoi davvero passare il pomeriggio con me vedi di toglierti quella cazzo di faccia da schaffi che ti ritrovi oppure ti mando a fanculo e me ne torno a casa. A te la scelta - incrociai le braccia sotto al seno in attesa.

L'espressione di Harry fu impagabile. Gli occhi gli si spalancarono dalla sorpresa mentre il sorriso spariva lasciando il posto ad uno "O" da far sputtanare anche i cammelli.

- Chiudi la bocca o ci passeranno pure i piccioni da quanto è grande - sospirai premendogli due dita sotto il mento.

Inarcai un sopracciglio in risposta al suo sguardo stralunato per poi scoppiargli a ridere in faccia. Piegata in due a tenermi la pancia ridevo come un'ossessa. Mi ripresi soltanto nel momento in cui sentii lo sguardo perforante dei passanti addosso.

- Minchia guardate? - li fissai innervosita finchè tra mormorii indignati sparirono tutti quanti lasciando me e Styles soli.

- Okay ripartiamo daccapo. Aileen Jasy Morris - sorrisi allungando una mano. In fondo quel ragazzo mi ispirava simpatia.

- Harry Edward Styles - ricambiò lui la stretta. Finalmente dava segni di vita.

- Le va un frappuccino signorina? -.

- Accetto ma questa volta eviti di fare il puttaniere perchè potrebbe ricevere una ginocchiata dove non batte il sole - esordì sorpassandolo. Rise di gusto. Fu una risata genuina che mi scaldò letteralmente il cuore.

Minchia mi devo preoccupare?

 

 

 



CHIEDO UMILMENTE SCUSA. Saranno mesi che non posto e mi sento una cazzo di merda. Il punto è che l'ultima volta che ho postato il capitolo, anche quello in ritardo tra l'altro, ho ricevuto una sola recensione. Non che voglia dare la colpa a voi perchè è ovvio che non passiate la vita a d aspettare che io posti questi capitoli schifidi a dirvela tutta ma mi è venuta l'angoscia perchè non sapevo se ancora a qualcuno interessasse o se avevate dato tutte forfè. Ancor adesso non lo so ma voglio dare un'altra chance a questa ff che io amo con tutta me stessa.

Vi prego scrivetemi qualcosa insultatemi anche l'importante è sapere che siete ancora qui con me a sudare freddo per questa storia.


SE VI PIACE RECENSITE E PROMETTO CHE STASERA METTO UN ALTRO CAPITOLO MA DOVETE DIRMELO

Vi amoxx lol

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***








 

                                                                                                                                                                                       Capitolo 8

 

- Come hai conosciuto Liam? - ruppe il silenzio Harry che tranquillamente passeggiava al mio fianco.

- Ehm... hai presente la festa di ieri? - al suo cenno affermativo continuai - Ecco, si era offerto di darmi un passaggio -. Accennai un sorriso invitandolo a non fare domande al riguardo.

Era maledettamente strano trovarsi cosi bene in compagnia di Styles. Davanti ai ragazzi sembrava il solito cazzone con un sorriso malizioso costantemente impresso sulle labbra e invece lì con me si stava dimostrando simpatico e.. quasi timido. Ok Harry Edward Styles timido non me lo sarei mai aspettata. Ed invece era proprio così. Da quando avevamo messo piede fuori dalla Wolverhampton High School non aveva smesso di torturarsi con i denti il labbro inferiore o scostarsi nervosamente i ricci dalla fronte.

- A che ora dovresti rientrare? - mi chiese improvvisamente lui.

- Mh direi quando mi pare. Mia sorella sarà da qualche parte a scopare e mia madre oggi ha il turno di notte quindi non la rivedrò fino a domattina - sputai acida. Lo sguardo sbigottito di Harry cominciava ad essere insistente.

- E tuo padre? -

- Non ho più un padre - sussurrai cercando di mantenere un tono fermo mordendomi a sangue l'interno della guancia. .

- Scusa non volevo - mormorò dispiaciuto. Inaspettatamente le sue braccia mi avvolsero in un caloroso abbraccio.

- Ripeto: cos'è tutta questa confidenza? - ridacchiai contro il suo petto anche se in fondo, ma molto in fondo, quel calore non mi dispiaceva affatto.

- I miei genitori si sono separati quando avevo 7 anni. Da quel giorno non l'ho più visto - confessò lui affondando il viso nei miei capelli. Il mio sorriso si spense immediatamente e di riflesso lo strinsi più forte a me.

Lui mi capisce.

Furono istanti interminabili. Un silenzio quasi intimo che non aveva bisogno di essere riempito di inutili parole, quell'abbraccio era il miglior conforto che potessimo darci.

- Allora? Dovrò aspettare ancora molto per questo frappucino? - sdrammatizzai liberandomi dalle sua stretta.

- Quando faccio una promessa la mantengo sempre - mi sorrise. Il suo braccio mi circondò nuovamente le spalle ma stranamente questa volta ne fui tutt'altro che infastidita.

 

                                                                                                  ****


Il giorno dopo saltai la prima ora, biologia. Non ero proprio in vena di vedere quella sottospecie di vampira piatta come una tavola da surf e con manie di persecuzione. Anche perchè probabilmente avrei fatto una delle mie uscite che mi sarebbero costate una bella visitina dal preside. Avevo una scheda scolastica talmente strapiena che si erano ridotti a scrivere lungo i bordi o su post-it.

Quei fogli erano il mio orgoglio.

Mi rifugiai nello stanzino del bidello. Mi distesi su una cassa adagiata al muro e fissai il soffitto controllando che non ci fossero sorprese indesiderate.

Neanche due minuti e la porta cigolò lasciando passare un Liam Payne ansimante seguito a ruota da una testa biondiccia.

Ops!

Riflettendo sulle cose che i quei due potevano aver fatto in quel buco la prossima ci avrei pensato due volte prima di toccare qualcosa.

Mi alzai di scatto e nonostante l'inconfondibile rumore delle mie scarpe sul pavimento nessuno si era accorto di me.

- Non sono ancora pronta per un'orgia ma se proprio insistete... -. La mia voce fece sobbalzare i due ospiti che si diedero una zuccata a vicenda. Cercai di trattenermi il più possibile per non scoppiare ridere e sbavare ovunque come sempre. Spettacolo disgustoso.

- Ma che cazz..? Tu che ci fai qui? - il tono accusatore di Liam iniziò ad infastidirmi.

- TU che ci fai qui vorrai dire - risposi di rimando.

Nell'ombra lo vidi sussurare qualcosa alla brutta copia di Donatella Versace (il che è preoccupante) che si era portato dietro per poi aprirle la porta cacciandola via.

- Stavo tentando di concludere qualcosa - mi guardò in cagnesco ad un palmo dal mio viso.

Gli risi letteralmente in faccia. Andiamo non era riuscito a rimorchiare nulla di più scopabile di quella cozza? Avrebbe dovuto prendere lezioni da qualcuno come Zayn Malik. Oh Zayn Malik...

Mi spinse fino ad imprigionarmi tra la parete e il suo corpo. Sentivo il calore e il profumo della sua pelle su di me ed era qualcosa di afrodisiaco.

- E' ancora disponibile la proposta di una cosa a tre? Possiamo sempre vedercela tra noi due - sussurrò con voce roca. Ero morta, resuscita e morta di nuovo un paio di volte ormai.

Mi ero promessa di non caderci di nuovo e cosi avrei fatto volgendo la situazione a mio favore.

- Perchè no? - gli sussurai all'orecchio prendendolo in contropiede. Spostai le mani sul suo collo massaggiandolo delicatamente. Iniziò ad avvicinarsi con una precisa intenzione ma non glielo avrei permesso. Presi l'iniziativa e gli lasciai un bacio all'angolo della bocca. Lasciai che il mio respiro caldo seguisse la scia delle sua mascella, della giugulare fino a quando le mie labbra non si trovarono a contatto con la pelle del suo collo. Gli lasciai l'ennesimo bacio leggero che divenne poi qualcosa di più. Sapevo che non avrei dovuto farlo ma in alcune circostanze bisogna sacrificarsi.

Sapessi che gran sacrificio poi...

Zitta tu e goditi il momento!

Gli lambii il collo con la lingua, succhiai e baciai nel modo più coinvolgente possibile. Liam era diventato burro nelle mie mani e avrei potuto plasmarlo come più volevo. Magari la prossima volta però.

Lo stanzino era saturo degli ansiti di Liam che cercava in qualche modo di ricambiare. Quando fui soddisfatta del lavoro, con la bocca carica del sapore di Liam mi avvicinai all'uscita.

- Payne contegno su. Se un piccolo bacetto ti fa questo effetto saresti già venuto senza ancora esserti sfilato le mutande - commentai ammicando al suo pacco ben visibile. Il suo sguardo sorpreso e al contempo infuriato fu la ciliegina sulla torta, la perfetta melodia di sottofondo per un'uscita di scena coi fiocchi.

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