The best and the worst thing for her.

di JulietXD5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Behind these castle walls. ***
Capitolo 3: *** Don't you remember? ***
Capitolo 4: *** All of my memories keep you near. ***
Capitolo 5: *** Kiss me hard before you go. ***
Capitolo 6: *** Ti vedo. ***
Capitolo 7: *** I'll find you somewhere. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


“Lo hai visto? Sembra quasi... Silente!” esclamò Ron in un misto tra paura e stupore.
E' vero – pensò Hermione – sembra di aver davanti proprio lui, in carne ed ossa, come se non se ne fosse mai andato.

Il ricordo del Preside di Hogwarts era ancora vivo nelle menti dei tre maghi.

La giovane Grifondoro era infreddolita e affamata, e ancora con la mente confusa dopo la fuga dalla Gringott.
Le girava la testa, ma non lo dava a vedere.
“Tu sei Aberforth, il fratello di Silente!” pronunciò Harry.
In quel momento la sua voce così acuta era fastidiosa quanto il ronzio di una zanzara per le povere orecchie di Hermione.

Ma si, era lui. Aberforth Silente. Fratello del defunto mago. Il suo volto era plasmato ad immagine e somiglianza del fratello scomparso, ma i capelli erano rimasti più scuri, ancora non toccati dalla mano del tempo.
Non era di certo una persona sgradevole né tanto meno avida, dato che, appena potè, fornì subito ai tre amici pane e burrobirra.
Il fisico di Hermione riacquistava forza ed energia ad ogni boccone, così come anche quello di Ron.

“Dobbiamo entrare ad Hogwarts, stasera.” continuava Harry, ma ormai lei non lo ascoltava più. Era troppo intenta nel riempirsi la pancia di quella mollica morbida, e a guardare il suo Ron fare altrettanto.
Sì, il suo Ron. Negli ultimi mesi di ricerca degli Horcrux era finalmente sbocciato quel qualcosa fra di loro. Ancora si ricordava di quella notte in cui egli se ne andò, quanto lei lo chiamò per farlo tornare indietro e quanti giorni stette male per non averlo accanto.
Ma ora era lì, a sorriderle mentre si ingozzava di cibo, e lei era lì a ricevere i suoi sorrisi e a ricambiarli.

“Dobbiamo entrare ad Hogwarts entro stasera”, riprese Harry rivolgendosi ad Aberforth.
“Sai cosa devi fare...” ordinò ad una ragazza dagli occhi chiari dentro un dipinto, la quale annuì e si incamminò verso la profondità del quadro, fino a sparire.

Era Ariana, la defunta sorella di Silente. Anche lei gli somigliava davvero tanto.

Hermione era stanca, lo si vedeva da lontano un miglio.
“Hey, Perché non ti siedi un attimo?” le disse premurosamente Harry, mentre aspettava il ritorno di Ariana.
“Si, hai ragione... adesso mi siedo.” sentenziò la brunetta, andandosi a sedere su una poltrona lì nelle vicinanze.
Combatteva con gli occhi, tentava di non farli chiudere, ma, nel vedere Harry iniziare a mangiare la sua parte di cibo, cedette al sonno.

***

Occhi grigi.

Quegli occhi grigi la scrutavano, mentre lei giaceva inerme sul pavimento di Villa Malfoy. Mudblood inciso a sangue sul suo braccio. Le lacrime che cercavano di non uscire e di non umiliarla ancora di più.
Riuscì ad alzare lievemente la testa per lanciare uno sguardo d'odio a quel bastardo, che sicuramente si stava facendo gioco di lei... o almeno era ciò che pensava.
I suoi occhi grigi erano ricolmi di lacrime anch'essi. Draco Malfoy mostrava per la prima volta un nuovo lato di sé, un lato nascosto dall'arroganza che si portava dietro dalla nascita. Un lato buono.
Guardava Hermione. La guardava e basta. Non rideva di lei né la scherniva.
La grifondoro rimase a guardarlo per quei pochi minuti che il suo collo riusciva a reggere il peso troppo duro della sua testa, ormai stanco e debole.

Perché mi guarda così? Si chiedeva lei. Ma a quella domanda non riuscì a dare risposta. L'unica risposta che dava a quel momento era che lei stava sostenendo il suo sguardo, e nel farlo il suo cuore scoppiò come la polvere da sparo al contatto col fuoco, e si sentì strana. Sentì una sensazione che mai prima aveva provato guardandolo. Era come se un centinaio di farfalle spiccassero il volo nello stesso momento, producendo un rumore tale che anche un sordo avrebbe potuto sentirle.

La testa le ricadde sul pavimento e la sua mente tornò a concentrarsi sul dolore che provava al braccio, mentre il ragazzo si allontanava dalla stanza.

***

Hermione si svegliò di soprassalto, accompagnata da un respiro profondo, come fosse appena risalita dall'acqua.
Non era la prima volta che lo sognava.
Quell' immagine nella sua mente era presente quasi ogni giorno. Il ricordo di quel momento le faceva venire i brividi, ma anche il disgusto di aver provato tale sensazione per il Serpeverde. Come si poteva provare complicità con Draco Malfoy?

Hermione non si soffermò troppo su quel pensiero, dato che vide Ariana tornare dal profondo del dipinto accompagnata da qualcuno. Non appena fu davanti loro, il quadro lasciò spazio ad una porta nel muro.

“Neville!” era lui il segreto accompagnatore della ragazza. Neville li condusse attraverso un tunnel scavato nel muro. All'inizio il cunicolo si presentava umido e scivoloso e verso la fine più asciutto e caldo. Mentre lo percorrevano, Ron mise un braccio intorno alle spalle della ragazza, la quale cacciò fuori un timido sorriso, evidentemente arrossita.
Lui era lì. Era lì con lei. Era tornato per lei. Avrebbe dato tutto per stare con lei, e lei lo sapeva.

Guardando i suoi folti capelli rossi inumidirsi a causa del clima iniziale del passaggio, capì che non avrebbe voluto mai affondare le dita in altri capelli se non in quella rossa chioma.

Gli altri pensieri, rimanevano solo pensieri. Non concreti.

Arrivati alla fine del percorso, Neville spalancò la porta dell'uscita, un altro dipinto, il quale affacciava su una stanza familiare: una stanza di Hogwarts.
Ed ecco che ad accogliere i tre amici vi era l'Esercito di Silente, il quale entusiasmo scoppiò in un applauso per il ritorno del loro “salvatore”, Harry.

Ma la felicità per il ritorno a casa, fu interrotto prontamente dall'arrivo di Ginny, che li informò che Piton era conoscenza dell'avvistamento di Potter a Hogsmeade.
L'inizio della guerra era così vicino, che si poteva quasi toccare con mano.

Hermione, Harry e Ron si guardarono, e con quello sguardo si parlarono, e ciò che si dissero era capibile a tutti coloro presenti in quella stanza: era giunto il momento. La guerra aveva inizio.

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Capitolo 2
*** Behind these castle walls. ***


Capitolo I
Behind These Castle Walls




Una volta saputo che Piton era a conoscenza dell'arrivo di Harry, il nuovo Preside convocò tutti gli studenti nella Sala Grande per interrogarli.
Harry se ne uscì con una delle sue solite folli idee: si sarebbe mischiato tra la folla per poi comparire da un momento all'altro di fronte a Piton.

«Harry tu sei pazzo!» gli rimproverò Hermione.
«Tranquilla, ho un piano. Voi state pronti!» subito sentenziò lui.

Il loro dovere era quello di prepararsi allo scontro iniziale e di proteggere il "bambino sopravvissuto".

L'ES iniziò a muoversi nel castello per raggiungere il prima possibile il portone della Sala Grande.
Attraversando i corridoi di Hogwarts, Hermione ripercorse momenti belli e brutti vissuti tra quelle colonne: «Ci farete uccidere, o peggio espellere!» si ricordò la giovane Grifondoro.
Quanto era piccola e presuntuosa a quei tempi.
Chissà cosa avranno pensato Harry e Ron... si chiese. Se solo sapesse cosa rispose il caro Weasley a quell'affermazione!
Ricordò il Ballo del Ceppo, la Camera dei Segreti, le scale che la fecero sussultare la prima volta che vi salì.
 «Alle scale piace cambiare!»

Hermione si era sempre mostrata come la più intelligente e la più istruita, ma questo l'aveva resa antipatica all'inizio. Quanto era cambiata ora... I libri, però, erano sempre i suoi migliori amici...dopo Harry e Ron ovviamente.

Le pareti del castello trasmettevano tutte le avventure passate in quei sette anni.
Passando in uno dei corridoi adiacenti a dove si trova la Stanza delle Necessità, ricordò quella belva della Humbridge e tutte le regole che impose quel fatidico quinto anno.
Non finì nemmeno di ricordarsi l'orrendo vestitino rosa confetto che indossava e che la paragonava ad un maiale, che lo vide lì.

All'inizio pensò ad un'allucinazione o ad un colpo di stanchezza. Ma lui, Draco Malfoy, era lì, appoggiato al freddo mattonato, con la sua solita aria strafottente.
La granger rimase indietro al resto del gruppo, che, per la fretta di intervenire nello scontro, non si accorse della sua assenza.

Hermione si trovava di fronte a quel biondo maledetto, e le sembrava di essere al cospetto di un angelo.
Ma quale angelo! pensò. Draco era il Diavolo in quel momento. Era il demone tentatore che la attirava verso l'Inferno, senza nemmeno emettere fiato.
Lui la fissava a sua volta, con le braccia conserte, il mento leggermente sollevato con un'aria di superiorità.

Gli iridi nocciola di lei annegavano i quei cristalli, e non riusciva a trovare alcun appiglio per salvarsi.
La ragazza interruppe quell'intesa e fece per andarsene.

«Dove te ne vai, Mezzosangue?...Vieni qui.» le ordinò, e lei eseguì l'ordine, come fosse schiava della sua voce.
«Che vuoi, Malfoy?» chiese con un tono di saccenza.
«Hey, cos'è tutta questa cattiveria? Hai mangiato una cioccorana avariata? ... Avvicinati, Granger.»
Hermione indugiò un secondo, poi, con un'evidente aria di chi stava facendo qualcosa contro la sua volontà, si avvicinò al ragazzo, il quale dischiuse le braccia.
«Perchè sei qui? Non devi seguire il tuo paparino, o addirittura Voldemort, nell'eliminarci tutti quanti?»
«Attenta a come parli, Mezzosangue!» la rimproverò subito Draco, facendosi ancora più vicino con aria minacciosa.
Hermione indietreggiò impaurita, ristabilendo la distanza tra i due.
Draco le afferò il braccio, accorciandola di nuovo.
«Il tuo "marchio" si vede di meno.» disse il Serpeverde scoprendo la candida pelle della ragazza dall'ostacolo della manica del giubbino.

Nella mente di Hermione tornò il ricordo di quel giorno, e sul braccio potè sentire di nuovo la carne ferirsi, e le si corrucciò la fronte.

Draco Malfoy le teneva fermo il polso, e, guardando la scritta Mudblood incisa così perfettamente, iniziò ad accarezzarle la pelle liscia.
La ragazza rabbrividì a quel tocco così dolce, ma che allo stesso tempo le provocò sensazioni mai provate prima.
Chiuse un istante gli occhi, ma poi ritrasse il braccio, guardando il ragazzo con disprezzo e si allontanò, raggiungendo il gruppo.
A presto, Granger. pensò Malfoy, e anche lui si allontanò, per poi smaterializzarsi in qualche angolo del castello.

Hermione tornò a schierarsi con l'Esercito di Silente, il quale si posizionò al di fuori della Sala Grande. Harry vi entrò dentro, mescolandosi tra gli studenti.
«Hermione, dov'eri finita?» le chiese dolcemente Ron.
«Come? ... Ah si, mi era caduta la bacchetta ... sono rimasta indietro.» mentì lei, cercando di apparire il più sincera possibile.
Ron ricambiò la sua risposta con un sorriso dolce e premuroso, e tornò a prepararsi all'imminente rivelazione di Harry.
La Grifondoro si sentì in colpa. Non capiva cosa le succedeva quando era in presenza di Draco.
Per anni l'aveva disprezzato. L'aveva addirittura preso a pugni!
Ed ora? Cos'era cambiato? Perchè proprio ora che il suo rapporto con Ron stava cambiando le succedeva questo?

Ma ciò ora non aveva importanza.

«Se qualcuno qui è a conoscenza dei movimenti di stasera del signor Potter, faccia un passo avanti.» invitò Piton.
L'ES sentiva la sua voce baritonale dall'esterno della Sala.
Tra poco sarebbe stato il momento di entrare.

«Ora!» incoraggiò il Preside.
Passarono pochi secondi di silenzio, ed ecco che dalla folla fece la sua apparizione niente di meno che Harry in persona.

Ed ecco che era il momento.
L'enorme portone incastonato si aprì e l'Esercito di Silente, accompagnato dai membri dell'Ordine della Fenice, potè entrare, munito di bacchetta.
Erano pronti a qualunque movimento, a qualunque incantesimo o tentativo di attacco.

«Gli dica cos'è successo quella notte! Gli dica come ha potuto guardarlo negli occhi, un uomo che si fidava di lei, e ucciderlo! Glielo dica!» gridò Harry. Lo stava sfidando.
E la risposta di Piton fu pronta.
Tirò fuori la bacchetta, ma prima che potesse fare qualunque cosa, davanti ad Harry si piazzò Minerva McGranitt, che iniziò a lanciare incantesimi contro il nuovo e non gradito Preside di Hogwarts, il quale si smaterializzò fuori da una delle grandi vetrate.

«Codardo!» gridò la professoressa, e subito uno scroscio di applausi invase la Sala Grande e risuonò come un grido di vittoria.
Ma non c'era stata ancora nessuna vittoria. La guerra era appena iniziata.

Giusto pochi minuti dopo la MgGranitt si preoccupò di protegge la scuola: grazie al Piertotum Locomotor dei soldati di pietra si animarono dai muri e dai soffitti del castello per formare una schiera, e si posizionarno sul ponte di Hogwarts a difendere in caso di attacco.
Inoltre, tutti i maghi lì presenti collaborarono nel formare la barriera di protezione lungo tutto il perimetro di Hogwarts. Dalle loro bacchette uscivano quelle incantevoli scie zaffiree che, unendosi, iniziarono a costruire l'enorme bolla magica che doveva difendere l'edificio e le persone presenti in esso.

Harry, Ron e Hermione rimanevano dentro le mura aspettando l'inizio di qualcosa. Qualunque cosa. Erano preparati, o almeno speravano di esserlo.
Ma Hermione non era del tutto serena. Ciò che era appena successo con Draco la tormentava.
Andiamo, non è successo nulla. continuava a ripetersi, cercando una giustificazione razionale.
Ma non ci riusciva.

Nella notte della guerra finale contro le forze del bene e quelle del male, la giovane Hermione Granger, invece di pensare a strategie, incantesimi e modi di sopravvivere, aveva la mente occupata da un volto, e da un nome: Draco Malfoy.













Ecco il primo capitolo della prima FF che pubblico. Spero che sia questo che il Prologo vi siano piaciuti^^
Cercherò di aggiornarla il prima possibile.
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Don't you remember? ***


Capitolo II
Don't You Remember?






Il Signore Oscuro osservava la creazione della barriera protettiva.
Un ghigno malvagio si levò sul suo volto.
Pensano davvero di potermi fermare. pensò. 
Ma tutta Hogwarts sapeva che non sarebbe stato sufficiente un incantesimo di protezione a fermare le malevoli intenzioni di Lord Voldemort.

Tu-Sai-Chi aspettava il momento giusto per attaccare.
Nel frattempo dentro la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, L'Ordine, i professori e gli altri studenti si preparavano per lo scontro.

Hermione Granger sedeva sul freddo e liscio pavimento del castello, ancora lindo e intoccato, ma che sapeva presto avrebbe potuto non esistere più.
Harry incitava i compagni, Ron lo ascoltava attentamente. Non aveva notato che negli occhi della Grifondoro era cambiato qualcosa. Come poteva saperlo.

La riccia brunetta aveva lo sguardo fisso nel vuoto, e, a notare tale stato di confusione, arrivò Ginny, che prontamente tentò di estrapolare quel cupo pensiero all'amica.
«Hermione, tutto bene?» chiese lei amorevolmente.
La Granger non le rispose, era troppo occupata a scavarsi dentro.
«Se sei preoccupata per la battaglia, beh... lo sono anch'io. Posso capire cosa provi.»
No, non puoi capire. pensò Hermione seccata. Odiava quando la gente pretendeva di sapere cosa sentiva. Era davvero così prevedibile? No, non lo era.
Anzi, se avessero saputo cosa le passava ora nella mente, sarebbero rimasti tutti scioccati, Ginny compresa.

Hermione ignorò la giovane Weasley, che, vista la reazione dell'amica, si congedò, tornando ad ascolare il discorso di Harry.
La mente della Grifondoro iniziò a vagare.
Pensieri e ricordi si affollavano e si mescolavano fra loro, come le foglie degli alberi più secchi che, cadendo, si mischiavano a quelle dei più verdeggianti.
Si ricordò tutti i litigi avuti con il Serpeverde, le occhiate di sfida, gli insulti, quando la chiamò per la prima volta Mezzosangue, quando la fece piangere.
Non resse più.
Si alzò velocemente e si incamminò verso il bagno più vicino, con in sottofondo le voci di Ginny e Ron che tentavano invano di richiamarla a loro.

Il suo cuore batteva forte. Sfregava freneticamente le mani fra loro per il nervoso. I passi sempre più rapidi.
Arrivò finalmente al bagno, e, prontamente, si gettò sul primo lavabo che vide, sorreggendosi con le braccia, tese su esso.
Nello specchio avanti a lei, la sua immagine le fece quasi ribrezzo: il viso sporco, tagli sparsi qua e là, i capelli, contenuti in una treccia, evidentemente alla rinfusa sulla sua fronte.
Si lavò il volto, cercando di lavare via non solo la polvere, ma anche Draco Malfoy dalla sua testa.
Mentre l'acqua del rubinetto scorreva, e le metteva pace con il suo zampillare sul marmo bianco, un rumore di passi la pervase.
Chiuse il flusso d'acqua, e continuò ad ascoltare quel rintocco di scarpe sul pavimento.
Dovevano essere scarpe eleganti, dal suono acuto che emettevano ogni volta che toccavano il suolo.

Aveva paura che fosse lui.

I passi si fecero sempre più vicini, finche non si fermarono alle sue spalle.
«Perchè sei qui?» chiese lei.
«Ti cercavo.»
Era lui. Il suo timore era diventato realtà.
Hermione si girò lentamente, lo sguardo basso, che alzò solamente per specchiarsi di nuovo in quegli occhi d'argento.
La sua aria così sicura di sè, la metteva in soggezione.
«Che cosa vuoi da me?»
Lui nemmeno rispose. La sua unica risposta fu il suo scostarle i folti capelli dalla fronte e carezzarle la calda guancia.
«Draco... io non...» capisco? voglio? cosa voleva dirgli? ... Non la lasciò finire.
Le dita affusolate scesero sul suo lungo collo roseo, percorrendone la lunghezza, e lo afferrarono dolcemente.
Hermione ebbe solo il tempo di capire cosa stava succedendo, prima di sentire le morbide labbra del Serpeverde poggiarsi sulle sue.

Gli occhi nocciola di lei rimasero impietriti, le labbra serrate in quella dolce morsa.
La stava baciando. Draco Malfoy la stava baciando.
Quel casto momento finì dopo poco, lasciando la ragazza con un'espressione sconvolta sul viso.
Draco la guardò, e le sorrise con uno dei suoi migliore sorrisetti compiaciuti.
Cos'è, un gioco? si chiese lei. Si stava divertendo ad umiliarla?

La lasciò lì. Se ne andò, non interrompendo mai il legame visivo con la ragazza, indietreggiando, finchè non si voltò definitivamente e scomparve nelle ale del castello.
Hermione si portò le fredde dita sulle labbra, accarezzandole lievemente.
Non può essere successo veramente.
Eppure quel tocco celestiale le sembrò così familiare.
Il sapore delle labbra setose del ragazzo era ancora fresco sulla sua bocca.

L'esercito di Lord Voldemort iniziò ad attaccare la barriera lanciandole anateme contro, e pian piano iniziò ad incresparsi, emettendo il suono di tuoni.
Hermione, udito lo strano rumore, si sbrigò a tornare dai suoi compagni, e, una volta raggiunti, si sparsero a piccoli gruppi lungo tutto il perimetro del castello.

Harry, Ron e Hermione erano, come sempre, l'uno al fianco dell'altro.
Avevano iniziato insieme e ora dovevano finire insieme.

La barriera si distruggeva velocemente, e dopo poco non vi fu più.
Allora arrivò il momento di attaccare: dato il segnale, Mangiamorte, Ghermidori, Giganti e i ragni della Foresta Proibita iniziarono la corsa verso Hogwarts, lanciando incantesimi coloro che potevano.
Combatterono contro le statue di pietra, uccisero chiunque gli si presentò davanti, distrussero le varie parti della scuola.

Ci si difese come si poteva, ci si aiutava.
Il cielo era illuminato dagli Stupeficium lanciati contro i Mangiamorte.
Il Trio iniziò la fuga per la scuola. Raggirarono i Giganti e i ragni. Uccisero alcuni Mangiamorte.
E' peggio di come è scritto nei libri! pensò Hermione, mentre schivava un'Anatema che Uccide indirizzata a lei.

Scappando per le colonne, che giusto poche ore prima le avevano fatto tornare in mente le sue avventure a Hogwarts, si presentò davanti a loro una scena terribile: un Ghermidoro aveva appena ucciso Lavanda Brown, e ora le stava attaccato al collo, tentando di assaggiarla.
Hermione lo uccise senza nemmeno dargli il tempo di difendersi.
Povera Lavanda. E pensare a quanto l'aveva odiata per averle portato via il suo Ron.

Già, il suo Ron.
Dopo tutto il tempo che l'aveva aspettato, le sue labbra avevano assaggiato quelle di un altro, e lei non si era nemmeno opposta.

«Dobbiamo distruggere gli altri Horcrux!» sentenziò Harry.
Grazie a Luna avevano scoperto che uno degli Horcrux mancanti era il diadema di Priscilla Corvonero.
Ma, purtroppo, nessun essere vivente era conoscenza di dove fosse. Occorreva perciò parlare con un morto, la figlia di Priscilla Corvonero: la Dama Grigia, antico fantasma del castello.
«Vado a parlare con lei e cercherò di scoprire dove si trova il diadema! Voi andate nella Camera dei Segreti e prendete le zanne di basilisco, riempitevene le tasche!» ordinò il bambino sopravvissuto.
Le zanne avrebbero distrutto l'Horcrux, così come avevano fatto con il diario di Tom Riddle.

Ron e Hermione si precipitarono verso la Camera dei Segreti, vedendo morti e feriti durante il loro passaggio e cercando di non morire loro stessi.
Ron la prese per mano.
Quel gesto così premuroso le fece sobbalzare il cuore.
Hermione amava Ron. Lo aveva sempre fatto.

Draco Malfoy cercava di proteggersi dal caos presente nella scuola insieme a Blaise Zabini e Goyle.
«Di qua!» gli ordinò, avendo trovato un'ala del castello ancora tranquilla dove rifugiarsi. Si riparò assieme agli amici dietro una delle colonne, e vide Hermione correre via trascinata dalla forte mano di Ron Weasley.
E lei lo notò solo un attimo, prima di sparire dalla visuale del Serpeverde.
Si poteva vedere anche da un miglio le nere pupille di Draco dilatarsi per la felicità di vederla ancora viva, e un tenero sorriso nascere sulle sue labbra.
«Perchè non si ricorda?» si domandò lui.

Ricordare? 
Hermione Granger aveva qualcosa da ricordare? Qualcosa che era successo con Draco Malfoy?
E se sì, perchè lei non ricordava niente?















Ed ecco il 2° capitolo... sinceramente non mi piace molto il risultato, ma spero che a voi piaccia^^
Come sempre, cercherò di pubblicare il prossimo appena potrò.
Alla prossima!
-Juliet.

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Capitolo 4
*** All of my memories keep you near. ***


Capitolo III
All Of My Memories Keep You Near





«Vieni, Hermione. Di qua!» le disse Ron dolcemente.
Ancora le teneva per mano, mentre raggiungevano il bagno per accedere alla Camera dei Segreti.
Draco è ancora nel castello, perchè non si è smaterializzato?
La brunetta non aveva ancora smesso di pensare al Serpeverde.

Ron aprì l'accesso alla Camera, e insieme, sempre tenendosi per mano, si calarono per il condotto verticale.
Scivolarono rapidamente finchè non si scontrarono duramente con il terreno.
«Tutto bene, Herm?» le chiese lui preoccupato.
«Si Ron, non preoccuparti. Muoviamoci!»
Hermione aveva fretta. Fretta di rivedere Malfoy?

Arrivati all'ingresso della Camera dei Segreti, Ron pronunciò una strana frase in serpentese, e magicamente la porta di quell'antro spettrale di dischiuse.
«Come hai fatto?» chiese la ragazza stupita.
«Harry parla nel sonno.» rispose lui divertito.
Hermione non potè contenere una lieve risatina.
Ron la faceva divertire. Dopotutto, era felice di trovarsi da sola con lui.
Si chiedeva quando si sarebbero finalmente dichiarati il loro amore, quando avrebbero riso degli anni in cui aveva represso i loro sentimenti, credendo che fra loro ci fosse solo un'amicizia.

Una volta entrati nella Camera, lo scenario che gli si presentò davanti fu lo scheletro del basilisco ad occupare tutta la lunghezza della stanza.
Ron staccò delicatamente dalla gengiva del serpente una delle zanne, mentre Hermione estraeva dalla sua borsetta vermiglia la Coppa di Tassorosso.
Ron le porse dolcemente il lungo dente.
La ragazza all'inizio indugiò sul da farsi, mordendosi il labbro inferiore.
«Mi piace quando lo fai.» le disse spudoratamente Ron.
La Grifondoro arrossì vistosamente, e sorrise imbarazzata. Poi si fece coraggio. Impugnò saldamente la zanna di basilisco e pugnalò con forza la coppa.
Non appena l'ebbe fatto, iniziò a sgorgare un'enorme quantità d'acqua dai pavimenti e cominciò ad inondare la stanza.
Le onde si facevano sempre più alte, così come cresceva il dolore nel Signore Oscuro per aver sentito una parte di sè morire.

I due Grifondoro indietreggiarono velocemente per non essere inghiottiti dall'impeto dell'acqua. Ron la prese nuovamente per mano.
Un'onda si fece più alta delle altre, e i due temettero il peggio.
Ma la scarica d'acqua cessò e finì solo per inzupparli dalla testa ai piedi.
Hermione tirò un sospiro di sollievo.
I due si guardarono, e in un istante si trovarono con i visi vicini.
Stava per succedere. Il tanto atteso momento. Hermione aveva intenzione di assaporarne ogni particolare.

Si strinsero in un abbraccio, a cui seguì il loro tanto agognato primo bacio.
Le carnose labbra di lui guidavano le sottili di lei.
Ron le prese la testa tra le mani, gustando il sapore dolce della ragazza. A quel tocco soave ne seguirono altri più piccoli e poi di nuovo un unico più intenso.
Quando Ron capì che Hermione era pronta, dischiuse le labbra e lasciò che le loro lingue si incontrassero, che giocassero tra loro.
Quel bacio nascondeva in sè tanti anni di punzecchiate, di amicizia, di un amore tenuto nascosto e tante volte rinnegato.
La riccia Grifondoro teneva gli occhi chiusi, il cuore le batteva all'impazzata, così come sentiva che faceva quello della persona che stava baciando: il suo Ron

Draco.
L'immagine dell'arrogante Serpeverde non lasciava la sua mente nemmeno in quel momento.
Riaffiorò il ricordo del bacio datole in bagno. Era stato diverso.
Mentre rincorreva la lingua del ragazzo con la sua, provava sicurezza, protezione, e, ovviamente, tanto amore e affetto.
Ma quando aveva baciato Draco, anche se era stato un solo casto bacio, aveva provato di più: aveva sentito il cuore infiammarsi, il respiro mancarle, la testa scoppiare.
Con Ron, era come baciare... un fratello. Un amico.
Aspetti questo momento da sette anni! pensò. Non puoi stare a qui a baciarlo e pensare a qualcun'altro.

Finalmente le loro bocche si separarono.
I due si guardarono e si sorrisero imbarazzati. Ron arrossì e la fissò negli occhi con il più dolce degli sguardi.
Un calmo mare in un caldo deserto. Oro e zaffiro uniti in quell'intesa che prima aveva coinvolto tra loro altri occhi.
Si presero per mano. Stavano insieme ora? Hermione non sapeva darsi una risposta.
Ma in quel momento non importava. Ci avrebbero pensato in futuro.

Era ora di tornare a combattere.
Harry, nel frattempo, era riuscito a farsi dire dove si trovava il diadema di Corvonero: nella Stanza delle Necessità.
Ah, facile! pensò ironicamente il ragazzo. Sarà peggio che cercare un ago in un pagliaio.
Il diadema comparve magicamente a Harry. Bastava desiderarlo.
Il Grifondoro lo prese in mano, ammirandone le pietre incastonate e l'enorme smeraldo posizionato nel mezzo del petto del corvo che dava la forma al gioiello.
Harry non ebbe nemmeno il tempo di fare considerazioni sull'oggetto, che gli si presentarono davanti, muniti di bacchetta puntata, Draco Malfoy e i suoi due amici fidati.
«Tu hai qualcosa che ci appartiene, Potter.» 
Draco doveva comunque proteggere il Signore Oscuro. Era stato chiamato a seguirlo. Era un Mangiamorte.

Ma non era come gli altri. Lui non era riuscito ad uccidere Silente, nè aveva fatto scoprire Potter a Villa Malfoy. Draco sotto al suo carattere acido e strafottente, era invece buono e con un cuore?

Ron e Hermione erano usciti dalla Camera dei Segreti e si stavano incamminando verso la Stanza delle Necessità ,per consegnare ad Harry le zanne di basilisco.
Le loro mani ancora strette in un piccolo abbraccio, le dita congiunte perfettamente.
La giovane strega catturò lo sguardo del suo ormai non più solo amico, e gli sorrise vistosamente.
Lui non potè fare altro che ricambiare quel dolce sorriso con un piccolo bacio appena accennato sulle candide labbra della ragazza.
Accellerarono il passo, quando, mentre passavano davanti al cortile interno della scuola, accadde qualcosa nella mente di Hermione:


La brunetta era intenta a studiare, seduta su una della panchine di marmo lì presenti. 
I suoi boccoli sciolti venivano sconvolti dal vento che tirava quella mattina.
Le guance di porcellana rilassate, gli occhi nocciola intenti a scrutare le vecchie pagine del libro di Cura delle Creature Magiche.
Il giovane Malfoy, congedatosi dagli amici, la raggiunse.
«Che studi, Granger?» chiese.
Hermione alzò il libro facendogli leggere il nome della materia.
«Interessante...» disse lui ironicamente.
«Malfoy, se sei venuto qui a criticare...» 
«No. tranquilla. Volevo solo...» si interruppe.
La Grifondoro alzò lo sguardo, e vide per la prima volta un'espressione d'imbarazzo sul volto del Serpeverde.
«Volevo solo parlarti.» rispose infine.
Poi, decise di andarsene e lasciarla al suo libro. Sapeva quanto era importante studiare per lei.
«A presto, Hermione.»
Hermione? L'aveva chiamata per nome? Da quando avevano tutta questa confidenza?
La Granger tornò con gli occhi sulle pagine scompigliate dal vento.


Stava sognando? Aveva avuto un'allucinazione? O forse se l'era appena inventato?

Quell'immagine nella sua testa la fece impazzire. Ancora non si dava pace.
Ora inizi anche a immaginartelo? Complimenti, Hermione. si rimproverò, arrabbiata con se stessa.
Guardò la mano sua e del rosso Grifondoro strette in quella morsa calda e piacevole.
Si morse nuovamente il labbro inferiore. 

A scombussolare le emozioni e la ragione di Hermione Jean Granger c'era ancora Draco Malfoy. Le pervadeva i sensi mentre baciava un altro, le veniva in mente qualunque cosa guardasse e la tormentava anche durante una guerra, nella quale avrebbero potuto perdere tutti la vita.
E di certo, non aveva intenzione di lasciarla libera
. Non quella notte.











3° capitolo cortissimo, ma spero piaccia comunque^^
Cercherò di aggiungere il prossimo il prima possibile.
Alla prossima!
-Juliet

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Capitolo 5
*** Kiss me hard before you go. ***


Capitolo IV
Kiss Me Hard Before You Go





Ron e Hermione erano ormai arrivati alla Stanza delle Necessità, e lì videro Draco, Blaise Zabini e Goyle minacciare Harry con le bacchette puntate contro di lui.
Subito Ron decise di intervenire.
«Hermione corri!» la incitò il ragazzo.
Ma Hermione, vedendo che c'era Draco, si raggelò.
Non posso. pensò.
«Hermione, cosa aspetti? Disarmalo!» le urlò spazientito il rosso.
Non ce la faccio. Era impietrita.
Così toccò a Ron prendere l'iniziativa.
Stupeficium! risuonò tra le pareti della stanza. La bacchetta di Draco cadde, emettendo un tintinnio quando toccò il suolo. Harry tirò fuori la sua, e iniziò ad attaccarsi con Goyle, mentre Ron pensava a Zabini.

Hermione guardava la scena immobile. Dopo sette anni ancora che si attaccano come bambini?
La bionda serpe cercava disperatamente la bacchetta tra le cianfrusaglie presenti.
Cosa spinse la scaltra e brillante Grifondoro a fare ciò che segue, è un interrogativo a cui non sappiamo dare risposta. Che sia stato per puro istinto di protezione, o semplicemente per poterlo avere di nuovo accanto, Hermione Granger afferrò Draco Malfoy per il braccio, stropicciando la nera camicia setosa, e lo tirò a sè, facendolo riparare dietro una catasta di oggetti antichi e arrugginiti.

«Granger, cosa fai?! Non vedi che hanno bisogno di me?!» le gridò lui arrabbiato.
Perchè lo stava proteggendo?
«Non so perchè l'ho fatto!» Era vero, non lo sapeva. «Mi è venuto naturale farlo... ma non so perchè!» tentò di giustificarsi.
A quelle parole, Draco, che stava osservando lo scontro nella stanza, si voltò velocemente verso la ragazza, e avanzò fino a spingerla contro il muro.
Allora non ti sei dimenticata.» le sospirò, sporgendosi verso le sue labbra per baciarla.
«Hermione pose le mani tra le due bocche, spingendo via il ragazzo.
«Draco no!» lo fermò lei. «Di cosa stai parlando?»
La serpe la guardò confuso.
«Non stavi fingendo?» le domandò incredulo. «Non era uno dei soliti giochetti? Hai davvero rimosso tutto? Tutto quello che c'è stato?!» la sua voce iniziò ad alterarsi.
«Quali giochetti? Di cosa parli, rimosso cosa? Cosa ho dimenticato?!» ormai stava urlando anche lei.

E fu allora che la baciò con foga, stringendola tra il suo petto e il muro. All'inizio la ragazza cercò di divincolarsi, ma le mani forti del ragazzo la tenevano saldamente per le braccia. Le morse il labbro inferiore, e, quando ella aprì involontariamente la bocca, vi inserì la lingua.
Hermione, a quel contatto, si sciolse sotto il controllo della serpe passionale, diminuendo la resistenza.
Chiuse gli occhi, come fosse in uno stato di estasi. Il ragazzo se ne accorse e lasciò la presa sulle sue braccia, facendo scivolare le mani sui suoi fianchi.
La Grifondoro si lasciò andare a quel bacio appassionato, portando le braccia intorno al collo del ragazzo, accarezzandogli i biondi capelli.
Per la prima volta, la mente di Hermione Granger si spense.
Non pensò a nulla. Si preoccupò solo di rincorrere la lingua di Draco con la sua.

Quando, finalmente, Malfoy lasciò la presa sui suoi fianchi magri, e allontanò le labbra da quelle di lei, Hermione realizzò cosa aveva appena fatto.
«Io più di questo non posso fare.» ammise. Quando vorrai ricordare, sai dove trovarmi.» E dettole ciò, tornò a cercare la sua bacchetta, lasciando la brunetta ai suoi pensieri.
Ed ecco che i sensi di colpa iniziarono a farle male.
Delle aspre lacrime iniziarono ad uscire dai suoi occhi profondi, mentre la bocca si corrucciava in un'espressione di rabbia.
Hermione scivolò appoggiata al muro fino a raggiungere il pavimento, e nulla avrebbe mai potuto fermare la discesa di altre lacrime.
«Perchè sta succedendo a me?» si chiedeva mentre singhiozzava.
Tutte le sue convinzioni stavano cadendo a pezzi. Tutti i muri che si era costruita, li stava distruggendo lei stessa. Aveva ricevuto il tanto desiderato bacio da Ron, e subito dopo ne aveva ricevuto un altro dalla persona che aveva più odiato negli ultimi sette anni.

I rimorsi le causavano singhiozzi ancora più intensi e le facevano uscire ancora più velocemente le lacrime.
Odiava la situazione in cui si era cacciata. Odiava Draco. Odiava il fatto di averlo baciato, di avergli cinto il collo con le braccia e di aver affondato le dita nei suoi setosi capelli platino, quando si era ripromessa di non farlo se non con la rossa chioma di Ron.
Non sopportava che la sua immagine popolasse i suoi pensieri così spesso, e non riusciva ad accettare il fatto che, forse, il suo cuore provava qualcosa per il giovane Serpeverde.

Cos'ho dimenticato? Hermione smise improvvisamente di disperarsi, ancora sconvolta dallo sfogo appena avuto, le guancie ancora bagnate.
«Cos'ho dimenticato?» si ripetè ad alta voce.
Cercò di rielaborare ciò che le aveva detto Draco.
Le cose non le quadravano. L'intelligente brunetta cercò di scavare nei più arcani meandri della sua memoria, ma non riusciva a trovare nessun altro ricordo di Malfoy, se non il pugno in faccio datogli il terzo anno.
Sembrava serio quando lo diceva, non può essere uno dei soliti scherzi. si disse. Voleva scoprire di cosa stesse parlando il biondo.
Per la prima volta gli credeva. Se davvero c'era qualcosa che non ricordava, doveva scoprire cos'era. Così estrasse dalla borsetta una fiala, e, sbattendo con forza le palpebre, lasciò cadere in essa una lacrima limpida.
Non appena avesse potuto, sarebbe andata nell'ufficio di Silente e avrebbe consultato il pensatoio.
La ragazza guardò pensosa quell'inerme lacrime intrappolata nel vetro della fiala. In quella piccola goccia, era racchiusa la verità, era racchiusi ricordi che non sapeva di avere e c'era anche il suo futuro. Tutto dipendeva da quella lacrima.

Ma poco dopo, di fronte ai suoi occhi si manifestò una fiammata, che iniziò a far prendere fuoco alle cataste di oggetti vicino a lei.
Goyle stava aizzando il fuoco con la bacchetta, facendo bruciare tutta la stanza.
«Hermione, dove sei?» si sentì chiamare da Ron, e subito lo raggiunse lasciandosi alle spalle il nascondiglio, ormai catturato dalle fiamme sgargianti.
Dobbiamo uscire da qui!» gridò Harry, preso evidentemente dal panico, e, detto questo, i tre amici iniziarono a cercare una via di fuga.
I Serpeverdi iniziarono ad arrampicarsi sulle pile di oggetti, tentando di resistere alla gravità, che, altrimenti, li avrebbe spinti in una voragine di fuoco.
Il giovane di casa Weasley estrasse delle scope dal mucchio di cianfrusaglie e le porse agli altri, i quali vi salirono immediatamente e presero quota.

Nel frattempo, Draco e Blaise riuscirono a scalara ulteriormente la "montagna" sul quale si trovavano, ma, sfortunatamente, Goyle non resistette e cadde tra le alte fiamme, sotto lo stupore e l'incredulità dei suoi due amici.
Da sopra la scopa, Hermione notò Malfoy in pericolo, e subito prese velocità, fino a raggiungere Harry.
«Dobbiamo tornare indietro! Dobbiamo salvarli!» lo incitò, urlando con tutta la voce che aveva in gola.
Certo, Harry poteva anche odiare il Principe delle Serpi, ma non poteva di certo lasciarlo morire! Così accolse la richiesta della Grifondoro. Virarono la rotta, e tornarono indietro a soccorrere i due Serpeverde.
Harry afferrò Draco per il braccio e lo accolse sulla scopa, stessa cosa fece Ron con Blaise.
Velocemente, si fecero largo tra le fiamme, e, una volta fuori dalla Stanza delle Necessità, il moro Grifone gettò il diadema nel rogo, un attimo prima che la porta si chiudesse.

Un altro pezzo dell'anima di Lord Voldemort era stato appena distrutto, e Tu-Sai-Chi l'aveva sentito. Il dolore provato fu così forte, che la sua voce forte e sgraziata emise un urlo gelido, che fece rabbrividire chiunque lo udì.

Una volta salvi da quell'incendio, il quale non si sapeva in che modo si sarebbe successivamente spento, Malfoy e Zabini tagliarono la corda, correndo via freneticamente, senza nemmeno ringraziare i loro salvatori per non averli fatti diventare due polli arrosto.
Il Trio li guardò mentre si dileguavano. La Granger aprì la bocca come per urlargli Fermati! Torna indietro!, ma il suo tentativo fallì in un gemito strozzato.
Ron le si accostò amorevolmente, carezzandole la spalla sinistra in segno di conforto.
«E' finita, Herm. Siamo salvi.» la rincuorò lui. «E non perdere tempo a cercare di insultare quel serpente viscido. Sappiamo tutti che è un codardo, e ciò che ha appena fatto ne è la prova!»
Ron pensava di fare bene. Pensava di aiutarla a calmarsi, ma, in quel modo, la stava infastidendo.
Finiscila, Lenticchia! Non ti crederai certo meglio di lui!
Hermione rimase scioccata da cosa aveva appena pensato, ma il sentire Ron parlare male di Draco le stava facendo salire il sangue al cervello.
Accennò un leggero finto sorriso al giovane Weasley, il quale la strinse a sè con tutta la dolcezza che poteva avere, ma che, in quel momento, disgustava la Granger come il troppo zucchero sui denti.

Ron disciolse quell'abbraccio quando sentì Harry scivolare sul pavimento con le spalle a ridosso del muro, in preda a una visione.
La cicatrice gli bruciava sulla fronte chiara, e lentamente perdeva le forze, mentre la sua mente si univa con quella del Signore Oscuro.
Il serpente. Nagini. Era lei stessa un Horcrux.
Quando la visione finì, il "bambino sopravvissuto" raccontò ciò che aveva visto ai due amici, che ora erano accovacciati accanto a lui preoccupati.

La notte era ancora nel suo momento di massimo splendore. Il nero del cielo nascondeva sotto il suo manto tutto il mondo magico, stanco e provato dalle sofferenze di vedere cadere i loro cari davanti i loro occhi. Le lucenti stelle non riuscivano a dare la pace del sonno a nessuno.
Tom Riddle, nel buio di quella notte, avanzava verso la rimessa delle barche, dove lo attendeva Piton. E al suo fianco, la fedele e indomabile Nagini, l'Horcrux che Harry Potter avrebbe dovuto distruggere proprio quella notte.











Ed ecco finalmente il 4° capitolo!
Come potete vedere, in questo capitolo Hermione inizia a voler proteggere Draco, perchè ha capito di provare qualcosa per lui. Soltanto che pensa che sia una cosa appena nata, invece non è così, ma non vi anticipo niente.....!!! 
Inoltre la vediamo iniziare a difendere Draco anche mentalmente, insultando Ron nella sua testa. Non che questo voglia dire che non ama anche il roscio...
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, anche se è venuto un pò piccolo.
Alla prossima!!!
Giulia

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Capitolo 6
*** Ti vedo. ***


salve miei fedeli lettori, mi dovete davvero perdonare per la mia lunga assenza, ma, devo dire la verità,
non riuscivo più a continuare questa Dramione... la mia fantasia mi ha portato verso altre avventure, ma oggi ho avuto la tanto attesa rivelazione, dopo aver letto altre Dramione: dovevo finire questa FF!
perciò ecco il 5° capitolo... spero che vi piaccia e che possiate perdonarmi per la mia assenza! un grande bacio!!!
Juliet

***

Capitolo V
Ti vedo






Lo videro cadere davanti ai loro occhi.
Voldemort aveva dato l'ordine al serpente di attaccare, e Nagini si era scaraventata contro un inerme Severus Piton, che non riuscì a fronteggiare la sua furia.
Harry, Ron ed Hermione avevano assistito alla sua morte da dietro una delle vetrate della rimessa della barche, ma ciò non li vietò di rimanere comunque sconvolti ascoltando il serpente che si appropriava della vita dell'attuale preside di Hogwarts.

Quando il Signore Oscuro si smaterializzò, i tre poterono raggiungerlo. Harry tentò in vano di soccorrerlo, ma Piton sapeva che non ce l'avrebbe fatta. Così, quando una lacrima scese dai suoi occhi pregò il Bambino Sopravvissuto di raccoglierla, in modo che potesse finalmente sapere la verità.
Subito dopo, l'agghiacciante voce di Tu-Sai-Chi pervase le menti di tutto il mondo magico. Quel suo tono malefico concedeva un'ora di tregua, permettendo ai sopravvissuti di disporre dei propri caduti, ma chiedeva che Harry Potter si presentasse a lui di sua spontanea volontà nella Foresta Proibita, altrimenti la guerra sarebbe ricominciata.

La richiesta dell'Oscuro Signore rimase impressa nelle menti dei tre amici, che si sbrigarono a tornare all'interno del castello per raggiungere la Sala Grande.
Quando furono lì, scoprirono infelicemente i corpi di Remus e Tonks senza vita, l'uno vicino all'altra, e, putroppo, anche quello di Fred.
Alla sua vista, Ronald si gettò letteralmente sul cadavere del fratello, e si unì al pianto dei suoi familiari.

Hermione avrebbe voluto stargli vicina, avrebbe voluto consolarlo, donargli una spalla su cui piangere.
Ma il ricordo del bacio di Draco la distraeva da qualunque cosa.
In quel momento si sentiva davvero in colpa. Sette anni passati a sbavare dietro Ronald Weasley, ed ora che lo poteva avere pensava ad un altro. Pensare, poi, che era il Principe delle Serpi quello che aveva baciato nella Stanza delle Necessità complicava la situazione.

Eppure, Hermione Granger sapeva che c'era qualcosa che non riusciva a capire, a collegare.
"Non era uno dei soliti giochetti? Hai rimosso tutto?"
Le era parso così sincero quando le aveva fatto quella domanda. Non era sicuramente una presa in giro, non aveva mai visto una tale espressione negli occhi di Malfoy.
O il mondo aveva iniziato a girare al contrario, o c'era davvero qualcosa che non andava.

Harry guardava sconvolto i corpi dei propri amici pararaglisi davanti. Il senso di colpa lo costrinse ad uscire dalla Sala e a dirigersi nell'Ufficio del Preside per consultare il Pensatoio.
Lì il ragazzo scoprì che in tutti quegli anni Severus Piton l'aveva protetto, che aveva dovuto uccidere Silente per non farlo fare a Malfoy e che aveva sempre amato sua madre Lily. Ma grazie ai ricordi del defunto preside, capì cosa doveva fare: doveva consegnarsi a Voldemort, e doveva morire per eliminare l'ultimo Horcrux.

Così il Bambino Sopravvissuto lasciò l'ufficio, e si diresse a salutare i suoi migliori amici prima di sacrificarsi.
Li trovò seduti sulle scale, a tenersi per mano.

Hermione stava iniziando a ritenere fastidioso quel contatto con il roscio, tanto che gli lasciò la mano. Non riusciva più a provare quello che provava un tempo.
D'un tratto vide il ragazzo con la cicatrice avvicinarsi loro, e quando egli confessò il suo piano, lei si propose di accompagnarlo.
«Vengo con te!» gli disse piangendo.
Ma Harry non permise che lo seguisse e andasse incontro a tale pericolo. La abbracciò forte e proseguì verso il suo destino.

La ragazza decise di non poter rimanere lì a contemplare il nulla mentre il suo migliore amico rischiava la vita.
Era il momento di chiarire alcune cose.
Non ascoltò nemmeno la proposta di Ron di rimanere lì con lui. Impugnò salda la fiala con le sue lacrime e si diresse a sua volta nell'Ufficio del Preside.
Quando lo raggiunse, potè finalmente scoprire il Pensatoio di cui Harry le aveva parlato. 
Tolse il tappo alla fiala, e, indugiando, riversò il contenuto nell'acqua cristallina.
Quando, poi, vi immerse la testa trattenendo il respiro, quello che vide dapprima la sconvolse, ma più si addentrava nei suoi ricordi, più la memoria le tornava.

Ecco cosa aveva dimenticato. Finalmente era lì davanti ai suoi occhi. 
Vide il loro primo sguardo durante l'ora di Pozioni, quando sentì il suo profumo uscire dal calderone dell'Amortentia. Rivide il loro osservarsi, studiarsi, i suoi interessamenti nei suoi confronti, i litigi, il pugno che gli diede il terzo anno.
Scene ancora più accurate le si pararono davanti le pupille ambrate: le loro conversazioni segrete, il suo svegliarsi in piena notte dopo averlo sognato, i loro incontri nascosti ad occhi indiscreti, il loro primo bacio sulla Torre di Astronomia, la promessa che lo avrebbe detto a Ron.


Hermione cacciò fuori il viso dal Pensatoio, annaspando nel riempire i polmoni d'aria.
Non poteva credere di aver dimenticato tutto questo.
Si portò le mani alla testa, stringendo forte alcune ciocche di capelli.
Quanto sono stata stupida! Adesso ricordo!

Durante lo scontro con Nagini a Godric's Hollow, la Granger era stata attaccata dal serpente e aveva picchiato forte la testa sul muro su cui era stata scaraventata, rimanendo svenuta per pochi attimi.
Lo scontro con la parete le aveva cancellato i ricordi e le esperienze con Draco e aveva risparmiato solo quelle con Ron.
Ma la verità era questa: Hermione Granger e Draco Malfoy stavano insieme. Che fosse una relazione segreta, questo non importava.
La Grifona iniziò a ricordare i suoi sentimenti contrastanti per il Principe delle Serpi e per il giovane Weasley, e le tornò alla mente anche quando gli disse di aver scelto di stare con lui.

Tutto quelle immagini stavano invadendo la mente della ragazza, che non riuscì a trattenere le lacrime mentre il suo stomaco si contorceva dalla rabbia di aver dimenticato tutto.
Ma pian piano, le immagini di lei e Draco Malfoy felici le iniziarono a rischiarare l'animo. Una strana sensazione le pervase il cuore, lo fece espandere, lo inebriò.

Lo spirito Grifondoro vibrava dentro di lei, Così smise di tormentare la sua chioma, si asciugò quelle gocce amare, respirò profondamente e capì cosa doveva, voleva fare.

Doveva trovare Draco, e gli avrebbe detto che finalmente ricordava.




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Capitolo 7
*** I'll find you somewhere. ***



Capitolo VI
I'll find you somewhere





Hermione corse letteralmente via dal vecchio ufficio di Silente, facendo diventare il rumore delle sue suole l'unico in quei corridoi vuoti.
Doveva trovare Draco e doveva dirgli tutto.

Mentre procedeva tra i detriti, ulteriori immagini si scalfivano nella sua mente. Ad ogni passo che faceva rivedeva le sagome di lei e Draco
passeggiare tra quelle colonne distrutte stando attenti a non farsi vedere, o che si abbracciavano.

 

Aumentò la velocità dei suoi passi, iniziando a domandarsi dove potesse essere il Serpeverde.
Che sia tornato da Voldemort?
Quasi se lo aspettava. Era pur sempre Draco Malfoy.

Si precipitò alla Sala Grande, rallentando per non dare nell'occhio. Ma come aveva intuito, non era lì.
La Stanza delle Necessità era andata a fuoco, quindi era impensabile che potesse essere lì.

La ragazza iniziò a ripercorrere i lunghi corridoi di Hogwarts, volendo dirigersi all'esterno del castello.
Presto la raggiunse Ron, che fece per fermarla.

«Hermione! Dove credi di andare?»le chiese preoccupato, afferrandola per un braccio.
La ragazza si voltò di colpo, squadrando con rabbia la mano dell'amico che la teneva salda.
«Non sono affari tuoi, Ronald! Perciò sei pregato di lasciarmi andare!»ribattè, strattonando il braccio e dimenandosi da quella presa.

Capì di essere stata davvero cattiva quando lo sguardo di Ron mutò tra il triste e lo sconvolto.
In quel momento doveva pensare a se stessa, e proseguì verso l'esterno del castello.

***

Harry Potter, nel frattempo, si faceva largo tra gli alberi della Foresta Proibita, avanzando verso l'interno di essa.
Dal boccino che aveva in tasca era apparsa la Pietra della Resurrezione, tramite la quale era riuscito a rivedere i suoi cari defunti, che gli avevano dato la forza per affrontare Voldemort.

Ora era pronto. Era pronto a morire, morire per loro. Morire per salvare l'intero Mondo Magico.
Quando intravide la figura bianca e scheletrica di Tu-Sai-Chi, capì che il momento era arrivato.

«Harry Potter … il ragazzo che è sopravvissuto... venuto a morire.»
Chiuse gli occhi.

***


Un ventata fredda scosse alcune ciocche di ricci sulla fronte della Grifondoro e la costrinse ad incrociare le braccia al petto per ripararsi.
«Malfoy...» sospirò.
«Malfoy!» chiamò. «Malfoy! Malfoy dove sei?!» iniziò a gridare la ragazza.

Quando vorrai ricordare, sai dove trovarmi.
 

Un'idea le balenò in testa. I sotterranei.
Come aveva potuto non pensarci prima?
Il sotterraneo dei Serpeverde era forse l'unico luogo ancora non totalmente distrutto del castello.

Non ci pensò su due volte e iniziò ad affrettarsi per raggiungere la Sala Comune delle serpi.
Stette attenta a non incontrare di nuovo Ron e a non farsi notare dagli altri studenti e procedette verso le scale ormai immobili, cercando di fare il più in fretta possibile.

Quando finalmente raggiunse i sotterranei, iniziò a cercare l'entrata della sala comune.
Ma mentre correva agitata verso il mastodontico quadro a cui avrebbe dovuto dire la parola d'ordine che non conosceva assolutamente, scorse una chioma biondo platino tra le ombre proiettate sulle mura del corridoio.

Draco era lì, sembrava la stesse aspettando.

La ragazza si diresse verso di lui, il cuore che le batteva forte sia per l'emozione che per un'insolita paura che la pervadeva.
Più si avvicinava a lui, più scorgeva i suoi linamenti scolpiti, le sue labbra carnose e i suoi occhi ghiacciati. Il suo profumo iniziava a stuzzicarle l'olfatto.

«Draco...»iniziò a parlare Hermione. «Io … io non so davvero come sia potuto succedere...» proseguì, mentre il ragazzo le si faceva ancora più vicino.
«Sono stata nell'Ufficio di Silente... ho consultato il Pensatoio e... ho visto tutto.»
La voce le tremava.

«Io... il serpente a Godric's Hollow... mi ha attaccata e io ho sbattuto la testa... Draco, ora ricordo!» dopo quell'affermazione potè vedere gli occhi del Serpeverde illuminarsi di una strana luce.

«O meglio... non ricordo proprio tutto. Ma ogni passo che faccio, ogni cosa che vedo, ogni angolo che svolto mi fa tornare alla mente tante immagini... di noi.»
Si interruppe, e lo guardò dritto negli occhi, facendo specchiare le proprie iridi nelle sue. Draco potè notare che adesso uno stesso bagliore era spuntato tra le pupille della ragazza.

«E' qui che ci incontravamo...» ricordò.
Il Serpeverde l'aveva aspettata proprio lì, nel punto in cui si davano appuntamento per parlare o per stare da soli.

«Mi sei mancata, Granger.» le confessò, portandole una mano sulla guancia rosea.

A quel contatto, la Grifona si ricordò di quando l'aveva sfiorata in quel modo l'ultima volta, prima che partisse alla ricerca degli Horcrux con Harry e Ron.
Hermione sfiorò il palmo della mano del ragazzo sulla sua guancia, stringendola.
Fu in quel momento che Draco Malfoy si chinò lievemente per posare le sue labbra su quelle di lei.

E finalmente Hermione Granger risentì il cuore scoppiarle in petto e la mente spegnersi, e le gambe cedere e lo stomaco contorcersi.
Il ragazzo le strinse i fianchi, lasciando che lei gli portasse le braccia intorno al collo, rendendo quel bacio casto e puro più appassionato.

Aveva passato mesi a chiedersi se stesse bene, a domandarsi quando l'avrebbe rivista. E l'unica occasione che ebbe, fu a Malfoy Manor.
La vide lì, stesa a terra, mentre sua zia Bellatrix la marchiava a vita.
Ma aveva notato qualcosa di diverso nei suoi occhi. Non lo riconosceva già più.
Il cuore gli si spezzò un milione di volte nel vederla a terra inerme senza poter fare nulla per aiutarla.

Aveva creduto di averla persa per sempre quando quello stesso giorno l'aveva ritrovata tra le mura di Hogwarts, pronta a seguire il piano di Harry Potter, con la mente priva di ogni loro ricordo, gioco, litigata, bacio, abbraccio, sentimento.

E ora che, finalmente la riaveva tra le sue braccia, e poteva sentire il profumo dei suoi capelli, la morbidezza delle sue labbra e i loro cuori battere all'unisono, Draco Malfoy la desiderava come non mai.





Salve a tutti miei cari lettori e lettrici!
sono assolutamente stra-mega contenta di annunciare che Hermione Granger ricordaaa!
Alleluja! adesso finalmente i due sono liberi di stare insieme ... o forse...XD
Continuate a leggere la mia FF e a farmi sapere se vi piace o meno.
Approfitto per ringraziare i 7 che hanno recensito, i 7 che la preferiscono, i 2 che la ricordano e i 30 che la seguono!
Grazieee **
Juliet

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