Ovunque Insieme

di apple92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** shopping che fatica ***
Capitolo 2: *** pensieri scomodi-cena a casa Tendo ***
Capitolo 3: *** Ranma dove sei? ***
Capitolo 4: *** dubbi e decisioni ***
Capitolo 5: *** incontri ***



Capitolo 1
*** shopping che fatica ***


cap 1

Ovunque insieme

 

Shopping che fatica!!

 

È la prima fanfiction che scrivo e vi chiedo di essere sinceri con i vostri commenti accetto di tutto critiche,consigli ecc.

Avevo pensato di scrivere il continuo di questa saga ma è ancora troppo presto per pensarci. Questa storia, non il capitolo, l’ho scritta di getto in una notte insonne ascoltando la canzone ‘Ti amo’ di Gianluca Capozzi ci ho messo molto tempo per perfezionarla spero che vi piaccia e che vi appassionate.

 

Una soleggiata mattina a casa Tendo la primavera alle porte gli uccellini che volano alti nel cielo cinguettano felici…bla bla bla

Le solite chiacchiere banali ma perché non cominciare questa ficcy con un bel trillo di telefono? E così…

 

Driin driin

 

 

-Vado io- un urlo interruppe la quiete pomeridiana della famiglia Tendo-Pronto??...oh,ciao Yuka come stai?... (sciocchezze da ragazze)bla bla bla(pettegolezzi irrilevanti) ...si,si certo allora a dopo ciao-

Seduto al tavolo del salone Ranma alza lo sguardo dalla lettura del suo manga

R-Chi era al telefono Akane?-

A-Non sono affari che ti riguardano- rispose provocatoria e anche un po’ divertita- e poi da quando in qua ti interessa ciò che faccio, maniaco?- Ranma era, come sempre d'altronde, pronto a rispondere per le rime quando Kasumi con il suo intervento pose fine a quello che sarebbe stato l’inizio di un lungo battibecco.

K-Era per te Akane?-

A-Si era Yuka, ci vediamo tra mezz’ora in centro per fare shopping, tornerò a casa per cena. Ti va bene?- sentenziò facendo una simpatica linguaccia e Ranma che ricambiò affettuosamente

K-Certo divertiti ci vediamo dopo-

 

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Una volta uscita la sua ragazza, Ranma tornò ai suoi allenamenti, eseguì un po’ di kata quando:

K-Scusa se ti interrompo Ranma - fece un piccolo inchino- ma ho dimenticato di chiedere ad Akane di comprare il thè; vorrei andare io ma ho ancora il bucato da fare e la cena da preparare…-

R-Ho capito Kasumi non ti preoccupare ci vado io- (nda: da quando in qua sei così gentile da interrompi i tuoi esercizi per andare a comprare il thè? ndRanma: lo faccio solo perché me lo chiede Kasumi lei è sempre così gentile con tutti noi. Nda: e bravo quel ragazzo)

Così dopo essersi fatto una doccia, calda s’intende, si diresse anche lui verso il centro. Era una bella giornata, la prima da lungo tempo, e al ragazzo faceva piacere uscire senza il rischio di trasformarsi nella provocante ragazzina dai capelli rossi a causa degli improvvisi temporali.

 

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Akane era in centro gia da un’oretta e passeggiava allegra con le amiche senza preoccuparsi di star spendendo i suoi ultimi risparmi in abiti e accessori (nda: Nabiki non avrebbe sperperato così tranquillamente i suoi risparmi ^__^)

Tra un negozio e un pettegolezzo si era fatto pomeriggio inoltrato e le ragazze decisero di riposarsi in un bar molto grazioso con dei tavolini all’aperto per sorseggiare una bibita fresca. Erano stanche ma soddisfatte dei loro acquisti. Insomma per Akane quella era una delle poche giornate che, da quando aveva incontrato il codinato, potevano definirsi tranquille; fin quando:

-LANMAAA AMOREEE –l’urlo della cinesina dai capelli di lavanda pose fine a quella pacifica giornata.

Akane si alzò di scatto alla vista di Shan-poo avvinghiata al collo di Ranma, del suo Ranma (ndAkane: Il mio Ranma?!? Ma come mi è uscito? Nda: Non è che sei gelosa? ndAkane: Chi? Io? ^///^)

In meno di un secondo Akane era di fronte alla coppia. Il chi della ragazza esplose in un istante e un fuoco azzurro sopraggiunse alle sue spalle. Ranma era pietrificato. L’unica cosa che spaventava il coraggioso ragazzo con il codino era l’ira della sua ragazza (Akane).

R-Vedi…ecco io-balbettò impacciato come di consueto in quelle situazioni sempre più frequenti- io non c’entro niente, ha fatto tutto lei-

Era la banale risposta di sempre Akane non aveva proprio voglia di starlo ulteriormente a sentire. *Ma perché non si decide? Tanto lo so già che non sceglierai mai me, tanto vale avere la soddisfazione di lasciarti io*

-È finita-urlò in preda a quella strana emozione- sei libero di andare con chi preferisci- continuò indicando l’affascinante cinesina. Voleva ritirare tutto ma ormai era troppo tardi…

R-Tanto meglio così, chi credi voglia stare con un maschiaccio con il sex-apeal di un cetriolo e i fianchi larghi? Non voglio certo farmi avvelenare da quelle schifezze che tu chiami cibo- con queste ogni suo dubbio venne fugato, aveva fatto bene.

A-Cosa vuoi saperne tu sei solo un mezz’uomo!!!

Copiose stille salate cadevano dai suoi occhi ormai arrossati, corse via rovesciandosi l’aranciata addosso e abbandonando a terra i suoi nuovi acquisti. Si vergognava di se stessa, non erano da lei quei comportamenti. Dov’era finita la ragazza forte di sempre?

*È tutta colpa di Ranma. Lo odio!*

 

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Intanto dove si era svolta la scena nessuno osava proferire parola.

*Questo atteggiamento non è da Akane* pensò Yuka che conosceva bene la compagna di classe. Lo stesso pensò Ranma.

Shan-poo aveva capito che non era il momento più adatto per stare con il suo futulo malito e con un salto felino si dileguò fra i tetti di Nerima. Il ragazzo rimase imbambolato chiedendosi se quelli di poco prima erano i veri pensieri della sua piccola Akane. Era sconvolto ma non fece una piega fin quando Yuka lo richiamò alla realtà.

Y-Ci sei? Ce la fai? Sei connesso?

R-Si,si,dicevi?

Y-Sono preoccupata, non è meglio che le vai a parlare?

R-A che scopo quella baka di Akane non mi lascerebbe spiegare, meglio che si schiarisca un po’ le idee, da sola. E poi cosa vuoi che le dica, ha ragione lei non posso continuare così.

Y-E così cominci la tua selezione scartando Akane? Sei proprio un bastardo. Non ti facevo così. Ma se sei convinto…comunque sappi che lei soffre molto a causa tua ma è troppo orgogliosa per dimostrarlo. Almeno riportale tu queste buste ad Akane? Sono i vestiti che ha comprato oggi…

R-Si,si, non ti preoccupare ci penso io.

 

Fine primo capitolo spero vi sia piaciuta e che vi coinvolga…lo ammetto non sono brava a scrivere ma spero che riusciate ad immedesimarvi nella storia come faccio io quando leggo le vostre splendide opere.

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Capitolo 2
*** pensieri scomodi-cena a casa Tendo ***


Pensieri scomodi

Pensieri scomodi

 

Wow non mi aspettavo di ricevere così presto delle recensioni e volevo ringraziare elyranma per essere stata la prima a commentare, grazie anche a zizzina e a Elfetta93 ma non posso mica permettere a Ranma di schiaffeggiare Akane?!? Non è assolutamente da lui perciò ho deciso di non seguire alla lettera la canzone. E poi se lo avesse fatto Akane non avrebbe mai accettato i sentimenti verso Ranma nella convinzione di non essere ricambiata. Ora basta perdersi in chiacchiere e cominciamo il secondo cappy.

 

Dopo quella litigata esagerata le certezze di Akane erano crollate sotto il peso delle parole di Ranma. Ora dubitava di se stessa, si chiedeva se infondo Ranma non avesse ragione. Doveva camminare,doveva correre, una passeggiata era l’ideale per schiarirsi le idee. Certo aveva esagerato ma aveva aspettato per troppo tempo l’atteggiamento indeciso di Ranma. Perché non rifiutava tutte quelle ragazze che gli facevano il filo? Le illudeva tutte. Forse amava una di loro, forse proprio Shan-poo.

Come si sentiva sciocca, forse tutti quei litigi che per lei erano una scusa inconscia per avvicinarlo, lui li considerava solo perdite di tempo con una ragazza che era obbligato a sposare. Era stata la goccia che fa traboccare il vaso, ma almeno ora aveva fatto spazio e chiarezza, aveva capito che teneva a quel buffo e irascibile ragazzo,talvolta violento, che con l’acqua fredda si trasformava in una provocatoria e trasgressiva ragazzina dai capelli rossi. Ormai aveva deciso! Si sarebbe scusata (nda: più facile a dirsi che a farsi. Con l’orgoglio che si ritrova!) e tutto sarebbe tornato come prima. Purtroppo. Forse con il tempo si sarebbe accorto di lei. Fece per auto-convincersi. Infondo lei aveva uno stuolo di spasimanti, anche se Ranma non…

NO, non ci voleva neanche pensare.

Oh mia ingenua Akane…com’erano difficili per lei quei momenti. Com’era arrabbiata. Un pugno fuori controllo colpì un lampione. Rimase il segno. Svoltato l’anglo crollò. Si era fatto tardi e anche se non voleva ancora vedere Ranma si vide costretta a tornare a casa per non far preoccupare Kasumi e il padre. Era pronta ad ore di esasperanti silenzi e di proseguire in casa quella furiosa lite.

 

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Casa Tendo era immersa in un silenzio tombale. Insolito. Era successo sicuramente qualcosa. Presa da un incontrollabile angoscia corse verso l’ingresso. Le luci erano spente. Dov’erano tutti? Si diresse dunque verso la sala da pranzo. Lì trovò la famiglia al completo che con aria alquanto imbarazzata l’attendeva seduta in tavola. Soun come al solito piangeva.

A- Che avete da guardare. Mi avete fatto preoccupare!- *chissà cosa gli ha raccontato quel baka?*

…si guardò attorno *e adesso dove si sono cacciati Ranma e il signor Genma?*

La prima a rompere il silenzio fu Kasumi- Il signor Genma e Ranma se ne sono andati…-

 

 

Fine secondo capitolo. Allora che ne pensate? Troppo corto? Ci siete rimasti male? Bhè avete commentato in pochi quindi dovrete aspettare :P

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

o forse noo. Scherzetto. Ora continuo però commentate numerosi.

 

Cena a casa Tendo

 

K- Il signor Genma e Ranma se ne sono andati-

A- Co-cosaaa!?! E dove?- non riuscì a mantenere la calma era troppo spaventata

N- Te lo dico io ma ti costerà 1000 yen!

Kasumi perse la calma e urlò in testa alla sorella che era ora di smetterla.

Spaventatissima Nabiki- Ok, ok. Rimarranno una altro paio di giorni qui a Nerima poi torneranno ad allenarsi chissà dove- *uffy puffy*

A* È dunque questa la tua reazione? Bene! Ranma ti sfido. Sarai tu a strisciare da me chiedendomi un tetto e n pasto caldo, io non ti verrò a cercare. MAI!

La rabbia le offuscava la mente.

Soun perennemente in lacrime- Perché? Perché? Perché?- *la mia povera bambina. E adesso… chi manderà avanti la palestra? E soprattutto, chi “giocherà” con me a shoji?* - bhuuuu-

La piccola di casa Tendo non era pronta a scusarsi, non ci pensava neanche lontanamente, era troppo orgogliosa *ma che m’importa di quel baka*- allora ke c’è? Stasera non si mangia?- disse fingendo non curanza. Era stizzita, come aveva osato?!

Durante la cena nessuno proferì parola tranne quel maniaco di Happosai.

- Akanucciaaaa, che ne dici di provare l’ultimo pezzo della mia preziosa collezioneeeee??

- Pervertitolo- quel maschiaccio di Akane lo scaraventò come suo solito in aria come un montante ben assestato.

Dopo aver raggiunto le stelle e cercato di palpare un paio di affascinanti marziane si ritrovò alla velocità della luce nuovamente sulla Terra con due bernoccoli sulla testa (nda: povero Happy, anche le marziane se la prendono con lui)

H- me misero, me tapino-

Akane mentre mangiava non poté fare a meno di guardare il laghetto dove tante volte Ranma era caduto mentre battibeccava con il padre per l’ultimo gamberetto o si scontrava con Ryoga. Si chiedeva come facesse la carpa, che abitava quella pozza d’acqua molto prima della sua nascita, ad essere ancora viva dopo essersi trovata innumerevoli volte faccia a faccia con Ranko. Terminato il pasto Akane si complimentò con la cuoca e si chiuse in camera sua. Dietro di lei cominciò a sentire un gran vociferare.

*Pettegoli*

 

Fine secondo capitolo. Stavolta x davvero. Sxo vi piaccia il mio modo di scrivere e in particolare questa storia poiché la prima in assoluto che ho ideato. Grazie a tutti x le recensioni e a presto con un nuovo cappy.

 

 

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Capitolo 3
*** Ranma dove sei? ***


Ranma dove sei

Ranma dove sei ?

 

Akane si era chiusa in camera. Era corsa sul letto, aveva affondato il viso nel cuscino e piangeva sfogando tutta la sua rabbia nei confronti dell’eterno indeciso. Non ce la faceva a rimanere a tavola sapendo che gli occhi della famiglia erano puntati su di lei. Ma adesso li sentiva al piano di sotto parlare animatamente. Sicuramente discutevano dell’atteggiamento che aveva mantenuto nei confronti della decisione del codinato. Voleva rimanere sola, soffriva troppo senza saperne il motivo e aveva bisogno di chiarimenti.

 

TOC-TOC………TOC-TOC

 

(nda: forse è la divina provvidenza che le porterà dei consigli…naaa. È solo Nabiki)

N- Akane ci sei?

A- Sto dormendo! (nda: scema, dovevi stare zitta...prendo in mano la prima cosa che trovo in questo caso il letto su cui Akane è stesa e comincio a colpirla in testa: scema, scema, scema)

N- Come vuoi ma non sperare di rivedere questo bel toppino.

(ndAkane: ormai mi sono alzata, meglio che almeno vada a salvare i miei vestiti dalle grinfie di mia sorella) e, massaggiandosi i bernoccoli sulla testa, si alzò da terra.

 La porta si aprì e si richiuse in pochi istanti ma Nabiki non aveva più in mano le buste.(nda: Che velocita! ^_- Ecco a cosa servono le arti marziali. ndNabiki: Meglio che cominci a preticarle anch’io potrebbero risultare utili per inseguire qualche debitore incallito)

Akane scaraventò le buste a terra…finirono sotto il letto.

N- Le ha portate Ranma urlò ancora da dietro la porta.

A* Già, chissà come sta…*

N* Che sfiga ho perso una fruttuosa occasione di guadagno*

 

Intanto dall’altra parte della città, in uno sperduto parco di periferia, c’era Ranma finalmente intento nei suoi allenamenti. Durante tutto il resto della giornata, infatti, aveva dovuto interpretare il ruolo della bellissima Ranko cercando di guadagnare soldi per il viaggio gestendo il solito spettacolino del panda giocoliere. Di questo passo il giorno della partenza diventava sempre più lontano e poiché i guadagni erano davvero miseri non potevano sperperarli comprando pasti decenti. Andare al “Ucchan” o al “Necohanten” non era minimamente da prendere in considerazione. Ora i suoi unici pensieri confluivano in Akane. Era stata lei a mollarlo. Doveva esserne felice, era quello che aveva sempre desiderato, o forse no? Aveva cominciato a volerle bene, ad amarla forse e se ne accorgeva solo ora. Troppo tardi. Lui se n’era andato davvero in malo modo e senza neanche salutarla. Però era stata lei a mollarlo e non glielo avrebbe mai perdonato. Non sarebbe mai strisciato da lei implorando di accettarlo nella sua vita. Almeno non prima di essersi disfatto della sua maledizione quindi non sarebbe tornato tanto presto, aveva un obbiettivo troppo importante da raggiungere.

R* Chissà come sta? Avrò fatto bene ad andarmene? Uff..*

 

Il giorno dopo, com’era prevedibile Ranma era assente da scuola e la ragazza preoccupata aveva i nervi a fior di pelle. Non aveva dormito bene e ora si concedeva il meritato riposo addormentandosi in classe. La sua testa vagava fra le nuvole e il suo sguardo si era perso seguendo l’allegro volo di una fra le prime rondini di primavera. Il professore era entrato in classe già da tempo e la spiegazione era nel vivo quando:

Prof – Signorina Tendo, sa per caso dirci di cosa stiamo parlando

Yuka dando un col pettino all’amica – Akane il prof ce l’ha con te, rispondigli stiamo spiegando il teorema di Talete

A – Cosa?!?

Prof – Per questa volta passi ma d’ora in poi presti più attenzione, piuttosto sa per caso giustificare l’assenza di Saotome?

A – Ma cosa crede? Che io stia con lui 24 ore su 24?- era ciò che pensava ma lo aveva espresso troppo ad alta voce. La classe emise un gemito di stupore.

Prof – Silenzio! Come si permette Tendo? Di corsa in corridoio- *L’ho sempre detto che quel ragazzo la influenzava negativamente* sospirò ripristinando l’ordine in classe* e pensare che oggi non è neanche arrivata in ritardo*

In corridoio Akane *Ranma baka dove sei?*

Per tutto il giorno la ragazza dai tristi occhi nocciola ebbe la testa altrove, era confusa e turbata dalle nuove certezza che s’insediavano nel suo cuore. Da dove nasceva questa sua incontrollabile apprensione?

Perché era così presa da lui?

 

A casa. Attorno al tavolo del salotto.

S – Ma cos’hai figlia mia, stai male?

K – No papà, non vedi che è solo innamorata?- disse sorridendo e versando il thè comprato da Ranma (nda: ma com’è bravo…)

Erano lì davanti a lei, ma non li senti nemmeno. Quindi non protestò. Ma ebbene si, la maggiore, nonché la più saggia delle sorelle Tendo, nella sua apparenza così ingenua e distante dal comprendere i fatti, ci aveva preso in pieno.

 

 

 

 

Aleberyl 90 mi piacerebbe migliorare il mio stile come dici tu e il tuo consiglio mi ha fatto piacere cosa ne pensi scritta così?

Elfetta93 calmati ank’io ammazzerei Ranma per quello che ha fatto ma non piangere l’espediente mi serve per far finire bene la storia ^_-

Elyranma grazie per  complimenti sullo spaces-tour lo trovo fantastico e i miei complimenti per aver centrato il problema FONDAMENTALE della storia: il povero Soun con chi giocherà a soji??? Sn felice che l’abbia notato

 

Ecco qui rappresentato il teorema di Talete…forse Akane dovrebbe ripeterlo un po’

 

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Capitolo 4
*** dubbi e decisioni ***


K- È solo innamorata-

K- È solo innamorata-

Kasumi aveva ragione. Akane scoprì da sola che quel turbinio di emozioni era l’ardua lotta che stava sostenendo l’amore per Ranma, insediatosi in lei in quel anno di vita insieme, per sfrattare l’orgoglio di quel adorabile maschiaccio. Per tutta la notte non chiuse occhio ripensando a tutti i momenti imbarazzanti e le avventure strampalate, talvolta mooolto pericolose vissute a causa di Ranma. Ma non era arrabbiata con lui per questo, era felice delle esperienze fatte anche se con pericoli sempre incombenti. Lui c’era sempre stato e questo credeva li avesse uniti ma… nonostante non si fossero più lasciati e avessero sempre combattuto spalla a spalla i litigi non diminuivano, anzi. Quanto odiava quei continui litigi, sempre causati dalla gelosia, dall’orgoglio o, per meglio dire, dalla timidezza che impediva ai loro cuori di aprirsi all’amore. Solo ora che stava per perderlo per sempre si accorse di quante volte il suo ragazzo si fosse nascosto dietro una maschera d’insulti pur di celare i suoi veri sentimenti.

*Ranma, sei sempre il solito stupido!* (nda: guarda che anche tu hai sempre fatto così! ndAkane: ^//^ non è per niente vero)

Infondo quel ragazzo dagli occhi blu che la confondevano come ‘oceano di cui non sapeva sostenere la sfida (nuotare; ma per lei rimanere a galla era sufficiente), da quando era stato catapultato nella sua vita non aveva fatto altro che proteggerla, non aveva mai permesso a nessuno di ferire la sua dolce Akane(nda: a parte se stesso. Lo faceva di continuo, ma non erano certo queste le sue intenzioni). Le aveva anche promesso di insegnarle a nuotare quando fosse guarito (ma questa è un’altra storia “lezioni di nuoto”).

Era geloso. Lei stessa lo aveva sentito maledirsi a causa della sua gelosia che lo rendeva vulnerabile alle provocazioni, mentre lui credeva di essere solo del dojo dopo essersi battuto contro Ryoga e Kuno per lei. Ne era uscito vincitore ma i suoi rivali non si sarebbero mai arresi.

*Ma che stupida sono!* questa volta se lo disse da sola *Ranma mi odierà! Come ho potuto proprio io colpirlo nel suo unico punto debole. Non mi perdonerà mai. Con questi pensieri si addormentò stringendo forte in petto il suo P-chan che “stranamente” era tutto paonazzo. *Oh Ranma, amore mio.*

Il mattino seguente si alzò di buon ora come di consueto ma anziché dirigersi in palestra ad allenarsi andò direttamente in bagno per farsi una doccia. Era tutta sudata, aveva dormito male. P-chan dormiva ancora.

A- Papà è meglio che oggi non vada a scuola- urlò per farsi sentire dal padre al piano sottostante.

S- Come mai tesoro? Forse non stai bene?

- Aspetta salgo a misurarti la febbre- si offrì amorevole Kasumi. Era così dolce le ricordava tanto la mamma. Un pizzico di tristezza la pervase.

- Non c’è bisogno. Davvero, sto bene! Non state in pensiero, ora mi vesto ed esco, tornerò a casa per cena- la sua risolutezza non ammetteva repliche.

Soun ora parlò a bassa voce – Non è da Akane comportarsi in tal modo

K- Tranquillo papà. Fidati di lei. L’hai educata tu, la conosci bene…-

Perché per i genitori è così difficile riuscire a fidarsi dei propri figli !?! dovrebbero avere più autostima come educatori. Per noi il mondo sarebbe meno stressante.

Con un solo asciugamano indosso che la copriva appena e i capelli ancora gocciolanti entrò in camera e aprì l’armadio alla ricerca di qualcosa di carino da indossare. La frescura dell’acqua l’aveva fatta riprendere, era raggiante. Dopo mezz’ora era ancora al punto di partenza, guardò la stanza: vestiti sparsi ovunque. *Metterò in ordine al mio ritorno* (nda: seee, come no!!)

Alla vista di quell’Akane seminuda il timido maialino si era rifugiato sotto il letto. Ryoga si sentiva un verme. Neanche Ranma l’aveva mia vista così. O forse no!!(cfr: prima o seconda puntata dell’anime. Chi vuole intendere intenda…). Ma lui cosa ne poteva sapere. Finalmente lo sguardo di Akane si posò sulle buste che il ragazzino con il codino le aveva fatto recapitare prima di fuggire; contenevano ancora la mini bianco panna di jeans che arrivava appena sopra il ginocchio e un toppino viola a maniche corte con un profondo scollo a V, adatto a quella calda giornata di Maggio. Si sentiva elettrica con quegli abiti nuovi di zecca.

*Piaceranno a Ranma??* arrossì.

Voleva fare colpo e ci sarebbe riuscita. Si truccò leggermente e si mise nei capelli una fascia che s’intonava perfettamente con la maglia.

- Come sto?- si accorse di parlare al vuoto, non vedendo il suo amato porcellino si affacciò alla finestra e lì lo vide, ormai lontano, correre via. Avrà sbirciato?

- P-chan – urlò – vabbè  non importa-

C’era un meraviglioso sole che le sorrideva splendente alto nel cielo, che giornata perfetta; e lei si sentiva troppo sensuale. Prese un cappellino ed uscì.

A- Kasumi, stasera apparecchia per sette come al solito-

K- Cosa avrà in mente-

 

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Capitolo 5
*** incontri ***


***UNO STRANO INCONTRO***

***UNO STRANO INCONTRO***

 

Non sapeva ancora bene cosa gli avrebbe detto una volta trovatolo, ma era disposta a setacciare ogni angolo del Giappone pur di trovarlo. Non sembrava più l’Akane goffa e impacciata di sempre. Finalmente era sbocciata la donna che era in lei. Percorreva le strade di Nerima, girava ad ogni traversa, guardava in tutti i portoni. Le strade che le erano così familiari erano diventate una ragnatela ordinata, cardini e decumani trappola ove più tempo passava maggiore diventava la sua agitazione e la morsa del ragno si faceva sempre più stretta fino a soffocarla togliendole il respiro. S’insinuava sempre più la paura di averlo perduto per sempre. Ma le forze non l’avrebbero abbandonata e strenuamente cercava in lungo e in largo l’unica persona che nonostante tutto la faceva sentire bene. Felice. Il sole aveva già oltrepassato lo zenit, quando in lei si insinuò un terribile pensiero. In quel momento d’insicurezza temette che Ranma si fosse recato da una delle sue fidanzate carine. Allora sarebbe stato tutto inutile. Si sarebbe risparmiata l’umiliazione di aver ricevuto un imbarazzante rifiuto. Di corsa si diresse al Nekohanten e una volta giunta al locale si appostò dietro la porta. Il ristorante era chiuso. Forse Ranma si era affrettato a sposarsi con Shan-poo ed ora erano già in viaggio di nozze. …verso la Cina con amore. Avrebbero anche osato mandarle una cartolina?!? Cosa si aspettavano? Le sue felicitazioni? D’improvviso si sentì osservata. Qualcuno la stava spiando, si volto di scatto ma non vide nessuno. Alzò lo sguardo verso il tetto del locale e vide Mousse che la fissava contrito. Sicuramente si stava chiedendo cosa ci facesse lì. Lui però non si mosse allora lei con non poca fatica salì su tetto. Non aveva una scala a disposizione e a differenza degli altri lei non era abituata a correre sui tetti.

 

M: “ciao Akane. Cosa ci fai qui?”

A: “cerco Ranma, è passato da queste parti?

M: “mi dispiace ma non l’ho visto…” vedendo lo sguardo abbattuto della ragazza “tutto bene? Ti vedo stanca. Sei così pallida.”

A: “infatti…ma sei solo? Shan-poo e Obaba?”

M: “sono tornate ieri sera in Cina!”

Il volto di Akane non nascondeva il suo stupore. Un misto tra shock e preoccupazione. Il suo cuore perse un battito. Abbassò la testa. I suoi occhi lucidi nascosti dalla frangia.

Se ti va sfogati pure con me! So cosa significa essere invisibili agli occhi della persona amata. Disse mousse con un nota di tristezza nella sua voce. Le passò un braccio dietro le spalle e la invitò ad entrare nel locale per una ciotola di ramen.

A: “ e se… e se…”

M: “ non ti preoccupare. Ranma non è con loro. Ranma non ha occhi che per te.”

Da quando Mousse riusciva a vedere tutte queste cose!?!

Era la prima volta che si sedeva a quei tavoli senza Shan-poo tra i piedi e Ranma… che tranquillità, aveva scoperto che era molto piacevole parlare con Mousse.

E parlarono, parlarono a lungo e ciò la fece ragionare. Dov’era finita tutta la sicurezza che aveva trovato? Non poteva arrendersi proprio adesso. Non poteva perdere ulteriormente tempo. Doveva continuare: a correre, a cercare.

 

Era estenuata dalla ricerca, per quel giorno aveva girato abbastanza, anche se per Ranma niente era abbastanza. Fattosi tardi era sul punto di rassegnarsi quando in un piccolo parco alla periferia sud di Nerima: “ Yaaa-tha … mhmm… ah” ecco Ranma e il padre ad allenarsi. La stanchezza accumulata in quella giornata improvvisamente sparì. Senza neanche sapere il perché si nascose dietro un albero e cominciò a fissarlo. I movimenti del ragazzo erano agili e decisi, rimase per la prima volta incantata da quel corpo perfetto... braccia forti e muscolose, nelle quali improvvisamente desiderava essere stretta, addominali scolpiti erano ben visibili sotto la canotta sudata e quegli occhi blu profondi come l’oceano nei quali si perdeva.

“com’è bello!”

Contemporaneamente Ranma pensava: * cavolo come sono stupido, ma perché non ho detto chiaro e tondo a Shan-poo che nel mio cuore c’è spazio solo per Akane? Anche se adesso…stupido, stupido Ranma, me la sono proprio andata a cercare* ad ogni suo pensiero un calcio o un pugno trafiggevano l’aria umida dinnanzi a lui * infondo anch’io so cos’è la gelosia. Ryoga, Kuno, maledetti! *

Un gancio, un montante e infine un calcio girato all’altezza del viso.

“grrr…bruubblle…” lo stomaco dell’atleta tuonò per la fame.

“papà sono giorni che non mangio un pasto decente, vuoi deciderti a fare qualcosa??” il tono della sua voce non era di certo calmo e pacato.

Ma Genma, ormai con sembianze pandesche, non poté sentirlo, era in un parco giochi poco distante a giocare con di bambini che in cambio lo nutrivano con qualche nocciolina.

“ Stupido di un genitore” disse scaraventando la già sporca canotta a terra, si asciugò il sudore passandosi un asciugamano dietro le spalle e mise a sedersi su di una panca con aria sconsolata.

Ecco l’occasione giusta per Akane. Ranma si trovava in n momento di debolezza. La ragazza aveva ancora nel suo zaino il pranzo preparatole da Kasumi. Presa dallo sconforto se n’era completamente dimenticata, ma tanto aveva pranzato con Mousse e non ne aveva bisogno. Non aveva fame. Il ragazzo con il codino ora le dava le spalle e non si accorse del lento avvicinarsi della giovane. Erano così vicini che lei non poté fare a meno di sfiorare il suo corpo. Entrambi sussultarono e un soffio di vento fece volare il cappello di Akane qualche metro più in là mostrando i leggeri capelli blu e il nastro che li agghindava. Sentendosi minacciato Ranma scattò sulla difensiva pronto allo scontro, ci mise un po’ a riconoscerla, i loro sguardi s’incrociarono * oggi è più carina del solito, sarà che non la vedo da così tanto…* 

“Che vuoi??” disse scortese come al solito * Oh, no! Perché ho detto così?*

La ragazza non aveva proprio intenzione di litigare inutilmente e incurante fece uno di quei sorrisi che solo lei sapeva donare. Lei gli dava tutta la carica di cui aveva bisogno. Le sue labbra, i suoi occhi, il suo corpo, voleva tutto da lei. Ranma si sciolse.

3, 2, 1…” scusa non avrei mai dovuto dirti tutto quello che ti ho detto” dissero all’unisono, le risate sciolsero un po’ la tensione, non era da loro mettere da parte l’orgoglio cos’ facilmente e scusarsi. Si vedeva che le cose stavano cambiando.

“Mi sei mancata!” *ma come ho fatto a dirlo?”

“da…da-davvero?” lo guardò incredula e speranzosa.

“certo Akane, perché…” si guardò intorno con attenzione *speriamo che quelle pazze non mi interrompano come sempre* niente in lontananza, alcun suono sospetto. Per fortuna la notizia non si era diffusa, sapeva che di questo doveva ringraziare un improvviso e sospetto cambiamento di Nabiki, un favore che di certo non era gratuito. Akane fissava Ranma perso nei suoi ragionamenti, ecco che la timidezza ritornava non appena i loro sguardi si toccarono. Chise gli occhi e fece un profondo respiro proprio come prima di qualunque scontro importante e disse tutto d’un fiato “Akane io ti amo”

Oramai anche Akane aveva le idee chiare e commossa dalle parole del suo ragazzo gli si buttò al collo come fosse la cosa più naturale del mondo. Lui s’irrigidì poi comprese quanto era speciale quel semplice e inaspettato abbraccio: “anch’io ti amo baka”. Allora si rilassò le cinse la vita e dolcemente passava le sue mani dietro la schiena di lei con un lento movimento ondeggiante.

“quanto tempo abbiamo sprecato a litigare” constatò tristemente.

però era divertente!” scoppiarono a ridere.

Era tutto così bello, loro due soli, abbracciati, finalmente insieme. Quel solo toccarsi e la consapevolezza di amarsi suscitava in loro un senso di pace e calma ma anche di trepidazione e forti ed incontrollabili emozioni. Si cercavano alla scoperta di nuove e incognite situazioni.

“grrr… bruubblle …”

Akane staccandosi dall’abbraccio: “ma cos’è? Forse è in arrivo un temporale” poi sottovoce “non vorrei che ti trasformassi proprio ora!?

Lo sguardo di Ranma mutò.

Ops aveva sbagliato non avrebbe dovuto dirlo.

“Ehm, no! Credo sia il mio stomaco che brontola” disse Ranma grattandosi la nuca con la mano destra.

“Scusa per prima io non avrei dov…” le posò dolcemente un dito sulle labbra. Lei riusciva a sentire il suo sapore…

“Sei in vena di scuse oggi sarebbe la prima volta”

La faccia di Akane non prometteva niente di buono ma Ranma fu salvato da un provvidenziale borbottio del suo stomaco

“Oh, giusto! Ecco tieni”

La guardò di traverso.

“Non l’ho fatto io sta tranquillo” non ce la faceva proprio ad arrabbiarsi con lui, non adesso!

“Grazie……sai, ci tengo alla mia vita. Ma mai quanto alla tua”

Smack…le rubò un timido e casto bacio sulla guancia. Un gesto rapido e fugace che li rese rossi come peperoni. Il volto del ragazzo però era ben nascosto dal cestino per il pranzo che le aveva offerto la fidanzata.

Dove avevate intenzione di andare per allenarvi?” disse così, giusto per parlare.

Con gli occhi pieni di stelline disse quasi esultando: “ a Jusenko, voglio porre fine alla mia maledizione” in piedi “ devo trovare il modo!!”.

Da come parlava la sua meta non sembrava poi così lontana, ma il viaggio era lungo e pericoloso. Akane non voleva essergli d’intralcio ma ora che aveva finalmente trovato la sua metà si sentiva un ostacolo alla felicità del suo uomo. Non era pronta ed essere abbandonata. Il sorriso svanì e il suo volto si rabbuiò, il fuoco che splendeva nei suoi profondi occhi nocciola si spense. Abbassò lo sguardo, non voleva che la vedesse così. M,a Ranma l’amava, come poteva non accorgersene…la strinse forte a sé, era un abbraccio diverso da quelli che lui riceveva sempre da Shan-poo, era magico, lo fece trepidare. Non c’era bisogno di parole, lui capì.

“Vieni con me in Cina…”  una domanda, un affermazione non era ben chiaro. Ma non era questo l’importante.

Akane rimase di sasso ma poi: “ non hai paura per la mia incolumità??” disse divertita

“beh, che dire…sai benissimo cavartela da sola, infondo rimani sempre un maschiaccio, no? E poi ci sono comunque io a proteggerti! Ti fidi ?” la guardò languido carezzandole i capelli e scompigliandole la frangia “certo che mi fido!”

Ranma se possibile la strinse ancora più forte, non voleva perderla, scacciò dalla mente litigi e incomprensioni, ora che erano insieme si sentiva invincibile e la sua maledizione sarebbe stata presto spezzata. Prese tra le dita il volto di Akane con tutta la cura che aveva sfiorò le sue labbra, non poteva crederci finalmente era sua. *il mio maschiaccio*

Akane giocherellava con il codino del ragazzo fissava intensamente i suoi occhi, occhi che avevano un messaggio solo per lui: BACIAMI!!

Quel suo modo di guardarlo lo stregavano, non riusciva ha interrompere il contatto visivo, temeva che chiudendo gli occhi avrebbe perso tutto e si sarebbe trovato come al solito nel suo letto con l’amara convinzione di aver sognato tutto. Gli occhi innamorati di Akane però si chiusero ma si rese conto che era inutile avere paura. Quella era la realtà e allora prese coraggio, sapeva che non lo avrebbe mai respinto, ora erano troppo vicini. Ci fu un timido contatto poi le labbra si dischiusero. Avevano tanto atteso quel momento, lo avevano immaginato in tanti modi diversi ma la realtà superava di gran lunga qualunque fantasia. Dolcezza e passione in un mix di assoluto amore. Il sole alle loro spalle tramontava ma i suoi ultimi raggi dorati riuscivano a creare un’atmosfera magica fin quando le prime stella non comparvero in cielo. Calava la sera e i due innamorati scendevano per le strade di Nerima ancora abbracciati, perché d’ora in poi sarebbero stati ovunque insieme.

 

 

 

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