Strange.

di autrice bassotto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one. ***
Capitolo 2: *** Chapter two. (part 1) ***
Capitolo 3: *** Chapter two. (parte 2) ***
Capitolo 4: *** Chapter three. ***
Capitolo 5: *** Chapter four. (aggiornato) ***



Capitolo 1
*** Chapter one. ***


Chapter one.



    ‘My name’s Aileen, not Alien.’





    If I could take away the pain
    and put a smile on your face..
    baby I would, baby I would.
    -I would.

    
     


Aileen Jordan.
Diciotto anni, studentessa di ottimo livello, di nobile famiglia, di una bellezza disarmante e con ragazzi che le corrono dietro. Insomma, una ragazza perfetta. Ma la domanda è..lo è sempre stata o lo è diventata?
Aileen Jordan all’età di sette anni era derisa e incolpata per ogni cosa.
Avere un corpo perfetto, raggiungere un livello d’eccellenza, essere accettata in famiglia, saper parlare con un ragazzo, sono cose che Aileen ha imparato nel corso degli anni superando i problemi che le si ponevano davanti. Lei ora è forte, è perfetta, ma ciò che si era non si cancella.
Aileen Jordan all’età di dodici anni era invidiata e lusingata.
Cambiare. La parola magica che lei ha adottato per farsi accettare. Fare sacrifici.
La soddisfazione che ha provato nel vedere le ragazze che la cercavano e i ragazzi che le cadevano ai piedi a quell’età, l’ha portata ad uno sviluppo caratteriale che ha segnato la sua adolescenza. Aveva capito come funzionava la vita. Sii ciò che gli altri vogliono che tu sia e non avrai problemi.

Aileen ora non è la diciottenne dolce, simpatica ed aperta che voi tutti immaginate.
Lei è quella che definireste una stronza. Una leonessa, ma non per il suo colore di capelli.
A prima vista la sua pelle candida ricoperta da qualche lentiggine , i capelli color carota e gli occhioni grigi accompagnati da lunghe ciglia le donerebbero un’aria innocente, quasi da definirla una ragazza fragile.
Lei sa di non esserlo perché ascoltare i giudizi degli altri l’ha aiutata a sopportare, a rispondere e ad affrontare.
Lei non si lascia usare, non più.
Lei non si avvicina agli altri e non cerca amici.
Aileen ha una corazza fatta di ghiaccio ed è difesa da muri di cemento armato che lei stessa ha costruito per difendersi, lei è chiusa in se stessa. Non parla con sua madre, a lei interessa solo che sua figlia mantenga alto il nome della famiglia. Non parla con suo padre, per lui è quasi come se non esistesse. Non parla con suo fratello, è troppo impegnato a compiere il volere del padre studiando medicina. Non parla con gli amici semplicemente perché non ne ha. Le persone che le stanno attorno hanno solo secondi fini e a lei non va bene. A casa, a scuola, in palestra, nella vita. Chi conosce Aileen Jordan può essere solo un investigatore privato o uno stalker, ma chiunque fosse non la conoscerebbe abbastanza da poter parlare di lei.

Solo una persona ha conosciuto ‘la Jordan’.
Solo un ragazzo ha avuto la forza di far crollare quei muri e di trafiggere quella corazza.
Solo lui l’ha chiamata ‘piccola’.
Solo lui le ha voluto bene.
Solo quel ragazzo però, l’ha ferita più di un coltello, di una lama.
Il suo migliore amico, il suo sorriso.
Louis William Tomlinson.
Questo fino a quando non ha cominciato ad evitarla e a cambiare strada qualora l’incontrasse.
Lei non ha mai saputo il perché di quella sua scelta, sa solo che non l’ha fermato, non ha fatto nulla per tenerselo stretto perché Aileen Jordan non corre dietro nessuno. Lei sa che la fiducia è alla base di tutto e se le persone vanno via senza avvisare significa che non hanno avuto abbastanza fiducia in lei.
Resta il fatto che dopo Louis lei ha smesso di credere negli altri più di prima.
Le persone sanno solo deluderti e possono solo farti del male.

Aileen forse ha ragione perché lei sta vivendo, nonostante sia sola, lei vive.
Vive quando è al parco a leggere.
Vive quando corre con un paio di cuffiette e la musica dell’iPod a palla.
Vive quando passa le sue giornate distesa sul letto a fissare il candido soffitto.
Vive quando combatte in palestra.
Vive quando suona il suo piano.
Vive anche quando scrive o disegna.
Lei vive sempre, non perché voglia, ma è il tempo che lo vuole.
Tutti viviamo, che noi lo vogliamo o no.



L’ultimo anno renderebbe felici tutti, ma farebbe rimanere indifferente lei.
La scuola è iniziata da due mesi, ma a lei non importa, perché non le cambia nulla, ora ha solo qualcosa in più da fare nel pomeriggio e l’unica noia è alzarsi da quel letto ogni mattina dal lunedì al venerdì e passare cinque o otto ore in quella scuola passando le ore buca nel giardino della scuola insieme a qualche libro preso in biblioteca o nell’aula di musica, abbandonata a se stessa.
Quel giorno la divisa scolastica non ne sapeva di starsene buona. Le parigine le fasciavano perfettamente le gambe dai piedi alle ginocchia, ma la camicia e la gonna non stavano al loro posto. Era quasi obbligata a tenersi la gonna per non farla scendere. Possibile che avesse perso qualche chilo dall’anno precedente?
L’ipotesi non era impossibile, ma scendere ancora di peso non stava a significare nulla di buono.
Dando libertà ai suoi pensieri, li lasciò scivolare via dirigendosi verso l’ingresso della scuola arrivando fino al suo armadietto dove vi rinchiuse la borsa con i libri prendendo solo quelli di chimica. Chiuse il suo armadietto e cominciò a dirigersi verso il laboratorio finché non si sentì chiamare.
- Jordan! – esclamò una voce maschile.
- Malik.. – rispose Aileen con molto meno entusiasmo.
-Non saltarmi addosso e non fissarmi troppo che potresti sciuparmi. – commentò ironicamente Zayn, notando che la ragazza non lo filava di striscio.
Quest’ultima si girò e continuò a camminare come se nessuno avesse parlato, o l’avesse chiamata.

Terza ora del lunedì equivaleva alla parola ‘suicidio’.
L’ora di educazione fisica non era un gran sollievo per lei, diversamente dalle altre ragazze non amava vestire pantaloncini attillati e canotte a giri maniche per fare quattro giri di pista e una piccola partita di pallavolo, infatti molte volte, col permesso di Mr. Dicker l’insegnante di quella materia, poteva provare forme e schemi di combattimento nell’ala inutilizzata della palestra vestendo il dobok anziché tutine che ti si attaccavano addosso senza lasciare spazio all’immaginazione. Aileen amava ogni tipo di sport che prevedesse un combattimento, per questo era tutt’uno col Taekwondo, ma il suo professore era l’unico a saperlo, nessuno avrebbe potuto immaginarlo, nemmeno i suoi genitori che sicuramente non avrebbero accettato la cosa.
Ma qualcosa di diverso successe quel giorno perché non si ritrovò da sola, Liam James Payne, l’ultimo arrivo di quell’anno per la sua scuola, occupava la stessa parte di palestra che Mr. Dicker le affidava.
- Piacere, Liam Payne. – si rivolse a lei, il ragazzo.
-Aileen Jordan. – un cenno del capo e due parole, nome e cognome.
-Come hai detto scusa? Alien? – la guardò smarrito.
-Mi chiamo Aileen e non Alien. – lo sguardo che gli rivolse lo raggelò.
Quella ragazza era strana, ed anche abbastanza suscettibile a parere del ragazzo.





Look at me now.

Mi sto ancora chiedendo come mi sia venuta
la voglia di scrivere considerando il periodo lol.
Anyway, se siete arrivati a leggere fin qui
vi devo già un milione di grazie.
Mi piacerebbe sapere i vostri pareri su quest'inizio,
anche se è solo l'inizio, appunto.
Se lasciaste una recensione
oppure anche un tweet a @mymoonlightyou che sarei io, lol,
dicendomi cosa ne pensate mi fareste la ragazza
più felice del mondo, yoo.
byee.

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Capitolo 2
*** Chapter two. (part 1) ***


Chapter two.


Anonimous.

 
Il tuo nome è stato scritto a matita
per poterti cancellare una volta finita,
tra me e te, sai sei l’errore più bello
della mia vita.


Le strade affollate di Londra sono sempre state il posto perfetto per sentirsi parte di qualcosa, le davano uno strano senso di protezione, come se non fosse sola.
Era diretta alla libreria del centro, praticamente una città del libro abitata da lettori. Aileen ha sempre amato passarci le giornate.
Sceglieva il libro che più la colpiva tra la miriade di scaffali lì presenti, lo prendeva e poi saliva al secondo piano, si sedeva in un angolo su una di quelle comode poltroncine sparse per la libreria e non si muoveva da lì fino a quando non si sentiva ‘sazia’ di parole oppure fino a quando non arrivava l’ora della chiusura.
Il libro di quel giorno fu stranamente una rilettura. Romeo e Giulietta di Shakespeare.
Nessuno sa quanto lei amasse quella tragedia, la trovava travolgente, originale, romantica e in un certo senso inquietante, non tanto per il contenuto, ma bensì per l’amore di cui si racconta nel libro.
Spesso le capitava di chiedersi se esistesse davvero un amore tanto forte da portare alla morte e allo stesso tempo alla pace.

Trovò l’angolino perfetto per lei, abbastanza isolato dal resto e vi si sedette cominciando a leggere.
«L'amore è un fumo che sorge dalla nebbia dei sospiri; se lo purifichi è un fuoco che sfavilla negli occhi degli amanti, se lo agiti è un mare ingrossato dalle loro lacrime. E cos'altro? Una pazzia discreta, un'amarezza che soffoca e una dolcezza che alla fine ti salva.» no, non era stata lei a leggere quei versi.
Zayn Malik. Zayn Jawaad Malik. La cosa che più la stupiva non era tanto il fatto che lui fosse lì, perché diciamo che una libreria potrebbe essere un bel posto per rimorchiare, ma più che altro che conoscesse quelle parole a memoria, considerato che le aveva citate guardandola negli occhi.
Chi se lo sarebbe mai aspettato?
Andiamo, stiamo parlando di quel ragazzo apparentemente senza cervello, attraente perché per quanto Aileen potesse negarlo Zayn era quello che poteva essere definito un bel ragazzo, ma donnaiolo.
Insomma, il solito fighetto stolto e senza cervello, e non avrebbe mai immaginato che leggesse Shakespeare, non le sarebbe nemmeno mai passato per l’anticamera del cervello.
Fu questo che le provocò una vera e propria faccia, oserei dire, sconvolta, che fece in modo da scaturire una gran risata da parte del ragazzo.
Lei non poté fare a meno di notare quanto fosse melodiosa e coinvolgente, tanto che si ritrovò a ridere anche lei.
Aileen diede aria ai suoi pensieri nel momento in cui disse «Oh, non ci credo, Zayn Malik alle prese con Shakespeare, questa si che è una gran notizia da dare al giornalino della scuola!»
«Spiritosa come sempre Jordan, ma ci sono tante cose che non sai del sottoscritto.» le rispose avvicinandosi pericolosamente al volto di lei, tanto da farle notare le piccole sfumature dei suoi occhi color caramello che si distinguevano tanto con gli occhi grigiastri di lei.
«Provocatore come al solito Malik.» controbatté Aileen avvicinandosi ulteriormente a lui, non rendendosi però nemmeno conto di quello che stesse facendo.
Erano abbastanza vicini da potersi baciare se almeno uno dei due si fosse mosso leggermente in avanti, ed Aileen fu tentata. Aveva una voglia matta di baciarlo, di prendere possesso delle labbra di lui anche solo per due minimi secondi.
Era letteralmente incantata da quegli occhi, tanto da cadere nella trappola del predatore, in questo caso Zayn. Si avvicinò lentamente alle sue labbra, arrivò a sfiorarle..e poi?
Il delizioso suono del cellulare di lui la salvò.
Appena si rese conto di quello che stava per fare, di quello che stava per succedere, Aileen si ritrovò a pensare di essere una vera cogliona.

«Devo scappare, scusami se non ho saputo accontentarti piccola.» Zayn le posò un bacio all’angolo della bocca per poi allontanarsi leggermente da lei e farle un occhiolino.
L’ira di Aileen cominciò a crescere mentre la consapevolezza di essere stata una delle tante e di essere stata trattata come tale si faceva spazio in lei prepotentemente.
Chiuse di scatto le pagine del suo amato libro che fino ad allora era stato aperto e poggiato sulle gambe di lei, si alzò e con passo svelto andò a rimetterlo al suo posto. Leggere nel suo attuale stato d’animo sarebbe stato come farsi una doccia senza bagnarsi.
Uscì dalla libreria e cominciò a dirigersi verso casa facendo il percorso inverso a quello iniziale.
Notò che il sole era quasi scomparso e il cielo aveva una strana tonalità di arancione che sfumava poi nel viola, guardò l’orologio notando che fossero le cinque e diciassette di un dolce venerdì.
Fine settimana, sabato niente scuola, questo significava dormire, dormire e ancora dormire.
Ma significava anche festa, alias party hard, quindi serata con le amiche e magari anche con qualche ragazzo. E quel sabato era stata invitata al party di Brittany Alwood, meglio conosciuta come capo cheerleader, bionda, alta, con buona una terza per le tette, magra e con un culo niente male a detta dei ragazzi.
Nonostante facesse parte del club della castità si vociferava in giro che fosse brava a letto, credo quindi che non avesse ben chiaro il significato della parola ‘castità’.
Aveva già scelto vestito, scarpe e trucco, ora le bastava unicamente aspettare l’indomani.

Arrivò fuori la porta di casa sua, prese le chiavi, fece scattare la serratura e vi entrò, ma quello che trovò non appena dentro non fu esattamente una buona novella.




I’m baaaaaack.

Scusate la lunga attesa per questo capitolo, purtroppo però non ho più il mio pc quindi, quando raramente riesco a mettermi su quello di mio fratello scrivo qualcosa.
Chiedo scusa per gli eventuali e molto probabili errori di grammatica ma non ho potuto rileggere il capitolo. cwc
Mi dispiace non poter aggiornare frequentemente e quindi rendervi la lettura noiosa e angosciante, più di quanto potrebbe già esserlo lol.
Ovviamente per me sapere i vostri pareri è importantissimo quindi vi prego, vi supplico e vi scongiuro di lasciare una recensione e farmi capire cosa ne pensate. E’ importante davvero per me.
Anyway, al prossimo capitolo.
Ciaao bella gente, yeeah!

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Capitolo 3
*** Chapter two. (parte 2) ***


Chapter two. (part 2)


‘I can’t believe it.’


Guess I like the way you smile
With your eyes, other guys, see it but don't realize
That it's my, my lovin'
There's somethin' about your laugh
That makes me wanna have something to
Till there is nothing funny
So we laugh at no-no-nothing.


Se fossi rimasta a leggere quel fottutissimo libro, magari sarebbe stato meglio.
Nel salone di casa c’era mia madre, in vestaglia, sul divano.
Il problema non era questo, insomma, cosa ci sarebbe di strano nel vedere la propria madre in vestaglia?
Il problema era che si, c’era mia madre in vestaglia sul divano, ma era sdraiata addosso ad un corpo maschile che non era sicuramente quello di mio padre.
Colta sul fatto mamy.
Non appena videro Aileen i due si ricomposero, e fu li che la ragazza ebbe quasi un mancamento seguito poi dalla voglia di spaccare tutto.
Sua madre. In vestaglia. Sul divano. Sdraiata su un uomo. Il suo professore di storia dell’arte.
Si chiese cosa fare:
cominciare a sbraitare contro la madre;
prendere a calci in culo il suo odiato professore;
chiedere spiegazioni;
parlarne col padre;

«Aileen, tesoro, non è come sembra posso spiegar..»
…scelse l’opzione che più riteneva opportuna.
Non lasciò finire la madre, si girò di scatto uscendo nuovamente dalla porta e sbattendola in maniera più che forte. Si domandava come quella porta fosse ancora in piedi.
Cominciò a correre tra la miriade di gente che era in strada a quell’ora, per lo più ragazzi, senza sapere dove andare Abitare al centro di Londra non era esattamente a suo favore in quel momento.
Le capitava di urtare persone qua e là, che prontamente facevano scattare il loro ‘sta più attenta ragazzina’.
Correva a perdifiato mentre pensava a ciò che aveva appena visto e capito.
Sua madre aveva un amante, il suo professore di storia dell’arte.
Si fermò di scatto notando un cancello nero alla sua destra, un parco. Quale posto migliore?
Vi entrò e, nonostante le numerose panchine lì presenti, si stese sull’erba fresca.
Aveva bisogno di trovare un contatto con la realtà, perché quello che aveva visto era ancora inammissibile per lei.
Chiuse gli occhi, e ancora una volta, fece il punto della situazione.
Perché sua madre aveva fatto una cosa simile? E’ vero che suo padre era sempre fuori, ma non le aveva mai fatto mancare nulla.
Perché proprio il suo professore? E come lo aveva conosciuto?
Ma soprattutto… da quanto tempo questa storia andava avanti?
Avrebbe continuato a farsi mille domande se non avesse improvvisamente sentito il bisogno di vomitare.
Si alzò di scatto e corse dietro un cespuglio. Rigettò tutto ciò che aveva in corpo, non avendo pranzato, rendendosi poi conto di sentirsi uno schifo.
Uno schifo fisicamente, sentendosi debole.
Uno schifo moralmente, sentendosi presa in giro, in tutti i sensi.
Sua madre era quella che avrebbe tranquillamente detto ‘Il nome della nostra famiglia è anche più importante di te, Aileen’ e poi? Poi era la prima a farsela con qualcuno che non fosse suo padre.
Si sentiva uno schifo perché si era sempre sentita giudicata da quella donna, che era sua madre, vedendola come un essere perfetto, ed ora lei non riusciva a giudicarla, riusciva solo ad odiarla incondizionatamente dandole forse anche troppa importanza.
Cominciò a capire, più di prima, che mai e poi mai avrebbe voluto diventare come sua madre. Con questa aveva chiuso con lei. Aveva chiuso con Aileen.

Le cominciò a girare la testa e quasi si sentì mancare la terra sotto i piedi.
Era sola, non c’era nessuno, e probabilmente a distanza di pochi secondi sarebbe anche svenuta.
Probabilmente per la tensione, per lo shock, per non aver mangiato e forse, anche per Zayn.
Notò poco lontana da lei una piccola fontana, vi andò vicino ed immerse i suoi polsi nell’acqua fredda cominciando a fissarli. Il suo nuovo fondotinta faceva pena perché a contatto con l’acqua era subito scivolato via dai suoi polsi. C’erano cose che non avrebbe mai detto a nessuno e che nessuno avrebbe mai scoperto, come quelle piccole cicatrici in quel momento visibili. Mai ne avrebbe riparlato.
Sembrò sentirsi meglio perciò tolse i polsi dall’acqua lasciandoli però ancora bagnati e si avviò su una panchina. Le sue gambe non avrebbero retto una lunga camminata e di ritornare a casa non se ne parlava.
Avrebbe potuto chiamare qualc…no, chi avrebbe chiamato? Lei era la ragazza solitaria.
La verità era che ad avere fiducia negli altri si rischiava troppo e secondo lei non ne valeva la pena.
Con questo cominciò a perdersi nei suoi pensieri, tra le varie strade dei suoi ricordi.
Il suo sguardo sembrava vuoto, quasi assente e fermo in un punto indefinito del prato verde.
Ad osservare la scena c’era di nuovo Malik, ma stavolta non era da solo.

Mentre era in biblioteca sul punto di baciare Aileen aveva ricevuto una telefonata da Harry, lui e gli altri sarebbero andati al loro parco per parlare un po’ in tranquillità perché doveva presentargli un suo amico appena trasferitosi a Londra.
Era il solito parco frequentato da nessuno, abbandonato a se stesso. Nonostante questo poteva essere considerato un piccolo paradiso terrestre, lo si doveva solo guardare con più attenzione. E se c’era una cosa che Zayn amava fare, era proprio osservare.
Zayn aveva incontrato Harry, Louis, Niall e un tipo ancora sconosciuto proprio fuori dal parco…solo quando ebbero oltrepassato il grande cancello nero che era all’entrata del parco, dopo uno scambio di saluti, tutti e cinque si fermarono ad osservare la ragazza.
«Ma quella non è Alin..no, mi sembra si chiami Aileen?» domandò Liam, che da poco si era presentato.
«Si, è lei. La conosci?» chiese a sua volta Louis, sorpreso.
«Mi sembra una tipa piuttosto strana, l’ho conosciuta all’ora di ginnastica. Credo faccia anche lei Taekwondo come me.» a quell’ultima affermazione tre ragazzi si girarono a fissarlo, chi con gli occhi fuori dalle orbite, chi con in volto un’espressione smarrita e chi invece, come Zayn, non gli aveva prestato la minima attenzione, anzi, era lì che fissava Aileen da quando erano entrati in quel parco. Sembrava la stesse analizzando in ogni suo piccolo particolare. Sembrò ritornare nel mondo dei vivi quando disse «Ragazzi, vengo subito, devo fare una cosa.» e prese ad avvicinarsi ad Aileen quasi correndo.
Come aveva già notato, lo sguardo della ragazza era assolutamente assente ed aveva un viso estremamente pallido, sembrava morta. Non si muoveva, le sue mani erano gocciolanti e rivolte con i polsi verso l’alto, e aveva i gomiti poggiati sulle sue gambe snelle. Nonostante la piccola distanza che intercorreva tra il gruppo di ragazzi ed Aileen, lo sguardo aguzzo di Zayn era riuscito a notare un piccolo, piccolissimo particolare. Doveva sapere se ciò che aveva visto era giusto, ma sperava vivamente che non fosse così.
Si ritrovò di fronte alla ragazza sotto lo sguardo dei suoi compagni. Si piegò dinanzi a lei poggiando le mani sulla panchina, ai lati delle gambe di Aileen, per reggersi trovandosi quindi ad una spanna di distanza dagli occhi di lei, che spaventata era sobbalzata.
«C-che cosa ci fai tu qui?» chiese la ragazza, ancora sotto shock, per l’ennesima volta in quella giornata.
Era la seconda volta che vedeva Zayn, ed era la seconda volta che se lo ritrovava così vicino.
«No, cosa ci fai tu qui Aileen? Perché sei bianca come un cadavere? Perché sembra quasi che tu sia una statua? E soprattutto…cos’è successo ai tuoi fottutissimi polsi?» il ragazzo aveva fatto quelle domande con un’aria tutt’altro che calma, fissando Aileen negli occhi, ma tenendo un tono abbastanza basso.
Aileen quasi si spaventò, ma non fu quella la cosa preoccupante. Tutte quelle domande l’avevano scombussolata e tutto ciò che le stava intorno cominciò a ruotare.
«Zayn..» sussurrò flebilmente prima di perdere il controllo di se stessa e svenire.
Il ragazzo si ritrovò con Aileen priva di sensi addosso.
Preoccupandosi cominciò a scuoterla leggermente, ma non si svegliava. Non poteva lasciarla lì, doveva fare qualcosa. Le cinse spalle e gambe con le sue braccia, in modo da riuscire a prenderla a mò(modo) di principessa e si riavvicinò agli amici.
«Cosa diamine le è successo?» chiesero Niall ed Harry a Zayn.
«Io..devo risolvere questa faccenda, ci sentiamo più tardi ragazzi e..piacere di averti quasi conosciuto Liam.» sorrise a tutti e quattro e si avviò verso casa sua.
Sua madre lavorava in ospedale, avrebbe potuto aiutare Aileen.

Una marea di domanda ronzavano nella testa del ragazzo in quel momento, ma per trovare delle risposte avrebbe dovuto aspettare il risveglio di lei.




 

I’m back bitcheeeees.

Ok, potete anche uccidermi, prendermi a parole o tutto quello che volete perché,
come al solito, c’ho messo tempo ad aggiornare.
Scusatemi, davvero.
Ho la vaga impressione che questo capitolo faccia cagare,
quindi ho assolutamente bisogno dei vostri pareri.
Dovete essere sinceri,
ok?
Magari me lo scrivete in una recensione. Lol
Grazie se seguite ancora la storia e scusate l’autrice di popò.
(che sono io) cwc
Su twitter sono @mymoonlightyou quindi..
per qualunque cosa sapete dove trovarmi, lol.
Al prossimo capitolo! c:
Byeeee.

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Capitolo 4
*** Chapter three. ***


Yeees, I'm back.
Scusate l'enorme ritardo ma come detto nel piccolo avviso di prima, ho avuto dei problemini. lol
Spero che questo capitolo non sia una delusione per voi e soprattutto, spero che ci siete ancora.
Lo spero vivamente, questa storia è partita molto bene, come sinceramente non mi aspettavo, non vorrei deludere nessuno e vorrei continuaste a seguirla per sapere cosa ne pensate perché senza di voi ciò che scrivo è nulla. Okay che si scrive anche per piacere personale ma..si scrive per far leggere giusto?
Beh..se ci siete battete una recensione perché ho davvero bisogno dei vostri pareri per questo capitolo.
Grazie infinite per la pazienza, e..credo vi chiederò scusa ancora mille volte per il ritardo, comunque..
Ora vi lascio al capitolo quindi..buona lettura splendori. c:


 

Chapter three.


‘The past.’


When you look me in the eyes,
and tell me that you love me..
Everything’s alright.
When right here by my side.

 
Aileen era sveglia da circa ventidue minuti.
Si era svegliata in un letto non suo, in una stanza non sua e con dei vestiti non suoi addosso.
Ora le domande erano tante:
1. Dove sono?
2. Di chi è questa stanza?
3. Mi hanno rapita?
4. Chi cazzo mi ha cambiato i vestiti?
Trovò prima la risposta alla domanda numero tre ricordandosi che l’ultima persona di cui aveva visto il volto era stata Zayn ma poi…il vuoto assoluto.
Zayn. Il ciuffone moro che stava appena entrando dalla porta in legno di quella stanza dalle pareti color crema. Era abbastanza accogliente e luminosa. Il letto ad una piazza e mezza era sul lato sinistro della stanza, sotto la finestra, l’armadio invece era ad angolo. Gran parte della stanza era occupata dalla grande scrivania situata alla destra del letto da cui poi si ramificava una libreria splendida contornata da dei disegni a muro. Era stranamente ordinata e..diversa da come se la sarebbe aspettata.
«Finalmente ti sei svegliata. Mi hai spaventato questo pomeriggio, sei svenuta e non ti svegliavi più. Comunque, devo farti i miei complimenti, sono cinque ore che dormi. » disse Zayn accennando un piccolo sorriso divertito.
Aileen  si fece stranamente rossa ma poi trovò la risposta anche alla domanda numero uno e due.
Era a casa Malik, nella stanza del moro.
Rimaneva una domanda: Chi cazzo mi ha cambiato i vestiti?
«Io..scusami, non volevo recarti alcun disturbo ma chi mi ha cambiata e..di chi è questa maglia?» gli chiese.
«Oh beh..quella maglia è mia e..sono stato io. Ma ora io e te dobbiamo fare due chiacchiere.» Zayn pronunciò quella frase da prima imbarazzato e poi stranamente indurì il tono pronunciando le ultime parole quasi come fossero una minaccia.
Fu in quel momento che il moro iniziò un monologo e Aileen iniziò a contare i minuti che passavano.
Al ventiduesimo minuto, dopo aver ascoltato il piccolo discorso di Zayn seguito da domande del tipo ‘cos’è successo ai tuoi polsi?’ ‘perché sei svenuta?’ ‘come stai adesso?’ Aileen perse la pazienza.
Come pretendeva delle risposte? E cosa gli importava?

Aileen e Zayn si erano conosciuti grazie a Louis ed erano diventati molto amici. Insieme quei tre passavano giornate memorabili. Nel momento in cui, però, Louis tagliò improvvisamente tutti i rapporti con Aileen Zayn seguì l’amico, ma non ‘lasciò’ mai definitivamente la ragazza che però prese ad ignorarlo.
Era passato ormai un anno ma le cose non erano cambiate, Louis continuava ad evitarla e Zayn ogni tanto provava a salutarla e ad avvicinarsi alla ragazza che puntualmente o faceva finta di non averlo sentito, o gli rispondeva a monosillabi e andava via e..stop. Andava via e basta.
Che a Zayn piacesse Aileen?
La domanda sarebbe anche legittima ma poi ci sarebbe da chiedersi…
Che ad Aileen piacesse Zayn per quello che era successo in libreria?
A parere della protagonista Zayn è sempre stato un bel, anzi, un bellissimo ragazzo.
I capelli mori alzati in quel ciuffo sempre dannatamente perfetto ed intoccabile, gli occhi color cioccolato con quelle sfumature color oro, quel sorriso così…sorridente da farti sciogliere, quelle labbra piene…
Ovviamente non erano particolari noti solo ad Aileen ma almeno i tre quarti dell’intero corpo studentesco femminile sbavava dietro quel ‘gran figo’, come definito dalla Alwood, di Malik.
Ritornando però alla domanda precedentemente formulata entrambi i ragazzi non avevano mai fatto pensieri di quel genere tra di loro, si vedevano come ottimi amici, confidenti ma mai come possibili conquiste. Eppure Zayn ora era preoccupato per Aileen e lei, a sua volta, stava quasi per baciarlo in libreria.

«Cosa importa cos’è successo ai miei polsi Zayn? Eh? Cosa ti importa del perché sono svenuta? Del perché ero…ero scioccata? Perché si, lo ero. Cosa t’importa? Spiegamelo perché non lo capisco! Da quando Louis è ‘magicamente’ scomparso dalla mia vita tu non hai fatto che andartene lentamente, e non venirmi a dire che è stata colpa mia perché cercavo di evitarti, tu non hai fatto più di tanto per fermarmi! Ora mi viene a chiedere tutto questo?! PERCHE’?!» sbottò Aileen urlando contro il moro.
Era furiosa, sull’orlo di una crisi isterica, ferita e confusa. Perché adesso a lui importava di lei?
Non sopportava tutto questo…non sopportava l’idea di non capirci più nulla, le sembrava di precipitare nel vuoto ma dove sarebbe atterrata? Su un morbido letto o si sarebbe schiantata al suolo?
Zayn la fissò con quei suoi occhi profondi a lungo fin quando non rispose: «Mi è sempre importato di te Aileen e lo sai, te l’ho dimostrato tante volte..come non ho mai fatto con nessuno. Sai che per me stavi diventando come una sorella, lo sapevi! Poi cos’è successo? Quel casino con Louis! Lui…lui si è sentito tradito, ferito e io non sapevo come dividermi non credere di essere stata l’unica a soffrire Aileen, non ci sei solo tu!» anche Zayn ora non sembrava più tanto calmo.
«Sei serio Zayn?! Tradito? Ferito? Mi sono svegliata una mattina trovando il mio migliore amico che mi evitava e mi guardava con disprezzo, la persona più importante della mia vita mi ha voltato le spalle così, all’improvviso senza nemmeno darmi spiegazioni! Non ho la più pallida idea di cosa gli abbia fatto e ho provato a chiederglielo così tante volte, ho provato a scoprire il perché di quel suo comportamento ma mai nulla e nessuno mi ha dato risposta Zayn! Cosa gli ho fatto?» gli chiese Aileen. Il moro la guardò incredulo, non poteva crederci e la ragazza a sua volta lo guardava quasi supplicante e con quei pozzi verde/grigio quasi lucidi. Stava per risponderle quando lei cambiò improvvisamente espressione e disse:«Anzi, sai cosa ti dico? Non voglio saperlo, qualunque cosa fosse, non voglio saperla, avrebbe dovuto avere fiducia in me.»
La sua espressione era ora dura e sembrava quasi arrabbiata ma guardandola attentamente negli occhi Zayn poté scorgere sofferenza, fu proprio quello a farlo avvicinare alla ragazza che nel frattempo si era alzata dal letto del moro, ed ora gli stava davanti con solo la maglietta di lui a maniche lunghe che gli arrivava fin sotto il sedere e le gambe scoperte.
L’abbracciò di slancio.
Zayn abbracciò Aileen.
Aileen fu abbracciata da Zayn. Si lasciò stringere dal ragazzo poggiando la testa sul suo petto a causa della sua scarsa altezza e cinse il busto di lui con le sue esili braccia.
Tempo due secondi e Aileen fece ciò che non aveva avuto il coraggio di fare per un anno, pianse.
Pianse stretta a Zayn che continuò ad abbracciarla tenendola stretta a sé lasciandole baci sulla testa, sulla guancia, sul naso continuando a ripeterle di sfogarsi e che lui era lì.
La fece stendere sul letto continuando a tenerla stretta tra le sue braccia e lei continuava a piangere, senza riuscire a smettere.
Le sembrava di essersi trasformata nelle cascate del Niagara ma aveva trattenuto quelle lacrime per troppo tempo e poi tra le braccia del moro si sentiva dannatamente bene e ‘libera’.
Così si addormentarono, con la luce della stanza accesa dato che erano le dieci di sera e coperti dal piumone del letto di Zayn.


Dormirono insieme tutta la notte, abbracciati così come si erano addormentati.
Aileen tra le braccia di Zayn.
Zayn si svegliò per primo il mattino seguente fortunatamente di un Sabato soleggiato.
I due erano ancora abbracciati e Aileen spariva quasi tra le sue braccia e sembrava quasi che il moro la stesse proteggendo da tutto, dal mondo esterno..da quello che avrebbe potuto farla soffrire.
Aileen in quel momento gli sembrava così indifesa e vulnerabile.
‘E’ dannatamente bella…’ pensò senza nemmeno accorgersene.
Avvicinò il suo viso a quello candido di lei fino ad arrivare con le labbra alla sua guancia e depositarvi un bacio che stranamente svegliò la protagonista.
«Buongiorno.» mormorò lui portando lei ad alzare lo sguardo al viso di Zayn donandogli un sorriso.
«Che ora è?» gli chiese stiracchiandosi e lasciando alzare il moro dal letto che le rispose: «Precisamente sono le nove e quarantotto di un dolcissimo, soleggiato e azzurro Sabato mattina.»
Aileen lo guardo stranita facendo una buffa smorfia col viso che fece scoppiare a ridere entrambi.
Anche la ragazza si alzò dal letto e si avvicinò leggermente al moro che le stava porgendo dei pantaloni di una tuta.
«Grazie..» disse all’improvviso Aileen «…per la tuta e anche per quello che hai fatto per me ieri sera e..scusami se ti ho letteralmente urlato contro.» continuò abbassando lo sguardo sui suoi piedi nudi.
«Te lo ripeto, io sono qui Aileen.» le disse Zayn.
Lei si avvicinò ulteriormente a lui e alzandosi sulle punte lasciò un bacio sulla guancia del moro e disse:«Buongiorno anche a te.» per poi uscire dalla porta e rifugiarsi in bagno e darsi una sistemata.




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Ho bisogno dei vostri pareri gente, confido in voi, vi prego!

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Capitolo 5
*** Chapter four. (aggiornato) ***


Chapter  four.


‘No Zayn, no party.’


‘I wanna smash your fears
And get drunk in off your tears
Don’t you share your smile with anyone else but me
I wanna touch your heart
I wanna crash it in my hands.’




Correre è sempre stata una delle migliori attività per quanto riguarda sbollire un’incazzatura o semplicemente eliminare ansia e stress. In poche parole è sempre stata una buona distrazione, ed è per questo che Aileen, dopo essere tornata a casa accompagnata da Zayn, si era cambiata ed era andata a correre, da sola, in assoluta pace, con iPod e cuffiette.
Ovviamente, entrata in casa, non aveva rivolto alla madre nemmeno uno sguardo, una parola, nulla.
Quello che aveva fatto, e probabilmente avrebbe ancora fatto non era affar suo, nonostante si parlasse della sua famiglia. Aileen non avrebbe detto nulla a suo padre, lui avrebbe conosciuto la verità dalla sua stessa moglie, non si sa quando né come né se la signora Jordan glielo dirà ma, parola di Aileen, suo padre prima o poi avrebbe saputo che genere di donna aveva sposato.
E fu partendo da questo discorso che la protagonista si perse nei suoi pensieri mentre correva per i piccoli sentieri del parco vicino casa, ricordò che quella sera ci sarebbe stata la festa di Brittany Alwood, si sarebbe divertita, o almeno lo sperava, ma non aveva idea di ciò che l’attendeva.
Chissà se ci sarebbe stato Zayn, no aspettate, ci sarebbe stato sicuramente, la Alwood aveva invitato tutta la scuola e tutti ci sarebbero andati, questo significava una sola cosa: Louis.
Non capì il perché di quel suo pensiero, insomma, quello che era stato il suo migliore amico presenziava a quasi tutte le feste che venivano organizzate dai ragazzi della scuola, così come anche Aileen, ma i due non si incontravano mai pur essendo nello stesso luogo. Dimenticavano l’esistenza l’uno dell’altra distraendosi, lui con le ragazze, lei con qualche birra e una parlata con qualche amica.
Si chiese anche perché aveva pensato a Zayn, in quel momento le mancava, non sapeva il perché ma avrebbe voluto che lui fosse lì, accanto a lei, anche a correre.
Le tornarono in mente tutte le scene della sera precedente e di quel mattino e cominciò a domandarsi come sarebbero andate adesso le cose tra loro due, se sarebbero cambiate, se si fossero sentiti e visti più spesso.
Era passata un’oretta da quando era riuscita di casa, ed era ora di pranzo, quindi decise di tornare a casa.


Quella sera ci sarebbe stata l’attesissima festa della Alwood e sia Zayn, che i suoi amici erano impazienti. Erano tutti e cinque insieme: Zayn, Louis, Niall, Harry e Liam, al centro commerciale.
Si, avete capito bene, erano lì per fare shopping e trovare qualcosa di carino per la serata.
Dopo pranzo si erano dati appuntamento ed ora eccoli lì, a provare i capi più impensabili, negozio per negozio.
Voi li immaginereste mai dei ragazzi così? Ad uscire fuori dai camerini chiedendosi ‘Come sto? Farò colpo?’
Ecco, loro stavano facendo esattamente così, e continuarono così fino ad un’ora prima della festa, momento in cui tornarono a casa e si prepararono.
Inutile dire che arrivarono in ritardo.


Aileen arrivò in perfetto orario.
Era lì, splendida come non mai, con una camicia bianca che finiva in una gonna grigia, svasata e a vita alta e con i suoi immancabili (in queste occasioni) tacchi alti, delle decolté chiuse, color grigio scuro. Era splendida, e i suoi occhi con quei colori sembravano assolutamente grigi.
Era davvero bellissima.
Quello fu il primo pensiero di Zayn, quando la vide in piedi, con un bicchiere in mano, vicino alla porta della cucina, non appena fu entrato nella villetta della Alwood che l’aveva salutato giusto per una quindicina di secondi. Il moro voleva ucciderla, e non ne sapeva nemmeno il perché, solo..doveva staccarsi di dosso.
Non appena, con l’aiuto dei ragazzi, riuscì nell’impresa di distrarre Brittany, lui si avvicinò ad Aileen, che non l’aveva notato ed ora stava rientrando in cucina.


Aileen si sentì improvvisamente spostare i capelli sulla spalla destra mentre una mano le stringeva il ventre spingendola all’indietro, fino ad arrivare a toccare di schiena il petto di qualcuno.
Il petto del moro. L’aveva riconosciuto dal suo profumo, un misto tra Unforgivable e non sapeva cos’altro, ma lo amava.
«Ciao.» si sentì sussurrare ad un orecchio, mentre il caldo respiro di Zayn le solleticava la pelle.
«Hey.» rispose le con lo stesso tono, mentre si girava per guardarlo in faccia.
Quella sera era splendido, scarpe eleganti, pantalone nero e camicia bianca, Aileen ipotizzò che con sé avesse anche una giacca, ma che in quel momento l’avesse lasciata chissà dove.
Ovviamente il suo ciuffo sparato all’insù non mancava.
«Come va?» le chiese Zayn mentre prendeva un bicchiere per bere qualcosa.
«Mi sto annoiando da morire, pensavo che questa festa sarebbe stata epica e invece..» fece una pausa «..è una noia mortale, non c’è nessuno di interessante.» concluse girandosi a guardare la folla di ragazzi che ballava nel gran salone di casa Alwood.
«Vorresti dire che il qui presente Zayn sonofigoeloso Malik  non è interessante?» le chiese con le sopracciglia alzate, ma poi, senza lasciarle il tempo di rispondere disse «Sai che ti dico? Hai ragione tu, questa festa è una noia, andiamo da qualche altra parte. Ci stai?» le chiese.
Aileen ci pensò su per un po’ prima di rispondergli, si disse che si stava annoiando, tanto valeva provare a dare una svolta alla serata.
«Andiamo Malik.» gli rispose sorridendo e avviandosi verso la porta insieme a lui.


Louis li vide andar via dalla festa.
Lui e lei.
Il suo migliore amico e la sua ex-migliore amica.
Zayn e Aileen.
Cosa stava succedendo tra quei due?
Qualcosa non quadrava, nemmeno una settimana fa si ignoravano, ed ora?
Cos’era successo?
Uno strano moto di gelosia gli partì dallo stomaco, non che stesse per vomitare, ma aveva una voglia matta di picchiare qualcuno.
Un anno per provare a dimenticarla ed evitarla non era servito a nulla, ma rimaneva comunque ciò che aveva fatto. Louis non riusciva ancora a crederci, ad accettarlo, e ancora ci stava male.
In quel momento però se ne fregò di tutto e di tutti, non conosceva neanche lui il perché di quello che stava per fare, ma decise di seguirli.

Cosa sarebbe successo a Zayn ed Aileen una volta usciti?
E Louis? Li avrebbe davvero seguiti?
Cosa succederà?
Chiedetevelo, perché succederanno molte cose.
Cose che nemmeno vi aspettate.

L’autrice bassotto è di nuovo qui, per voi, con questo capitolo che aspettate da più di una settimana, ma con l’adsl che m’aveva detto ‘addio’. SCUSATEMI.
Se mi odiate, fate bene.
Non sono mai puntuale quando si tratta di aggiornare..una volta il blocco dello scrittore, n’altra l’adsl e voi piano piano non seguirete più la storia, e io ci rimarrò male. lol
Questo capitolo non è ciò che meritavate, perché credetemi, meritavate molto ma molto di più, purtroppo però la mia testolina ha spostato tutto al prossimo capitolo.
Vi avviso, il prossimo capitolo sarà molto più lungo, ho deciso di scrivere qualcosa ogni giorno e in sette-otto giorni di vacanza, dovrebbe uscire qualcosa di abbastanza lungo, quindi vi prego, vi supplico, prima di abbandonare la storia aspettate il prossimo capitolo.
Grazie ancora per tutto, e scusatemi, sempre e comunque, per il mio solito ritardo.
VI VOGLIO BENE ANCHE SE NON VI CONOSCO, SAPPIATELO.
PS. Tanto amore per le venti persone che seguono la storia. GRAZIE INFINITE.

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