Double Tent - cronaca di una gita scolastica

di Cara_Sconosciuta
(/viewuser.php?uid=21254)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo: Where? What? Who????? ***
Capitolo 2: *** 1-In which our heroes reach the campsite ***
Capitolo 3: *** 2 - In which the tents are risen up ***
Capitolo 4: *** 3 - In which a marshmallow gets on fire ***
Capitolo 5: *** 4 - In which Kelsi changes her mind ***
Capitolo 6: *** 5 - in which something is different ***
Capitolo 7: *** 6 - In which the guys have a bath ***
Capitolo 8: *** 7 – In which a game is funny when it doesn’t last too much ***
Capitolo 9: *** 8 -In which Jason loses his temper and Ryan his hat ***
Capitolo 10: *** 9 - In which Chad finds out a secret ***
Capitolo 11: *** 10 - In which Troy gets nervous ***
Capitolo 12: *** 12 - In which becoming friends isn't too difficult ***
Capitolo 13: *** 12 - In which professor Brighton hits the point ***



Capitolo 1
*** prologo: Where? What? Who????? ***


1 – Where

Eccomi qui con la mia prima long su hsm! È per lo più Ryelsi (che strano, non ne scrivo mai!XD), anche se ci sono accenni ad altre coppie, credo per lo più Chaylor ma non lo assicuro.

Non so con che regolarità aggiornerò ma spero di riuscire a finirla! Mi raccomando, recensite in tanti!

Un bacione,

Temperance

 

 

Prologo – Where? What? Who?????

 

“Per voi con chi ci ha messi la Brighton?” Domandò Taylor, mentre, insieme a Gabriella e Kelsi si dirigeva verso le bacheche all’ingresso, dove avrebbero trovati appesi i nomi dei loro compagni di tenda nella gita per la quale sarebbero partiti il week end successivo.

La professoressa Brighton, docente di biologia, aveva deciso di portare i suoi alunni in campeggio per una settimana per farli ‘vivere a contatto con la natura’ e, come se la prospettiva di vivere per ben sette giorni senza televisione e computer non fosse risultata già abbastanza devastante per i ragazzi, l’insegnante aveva anche avuto la brillante idea di scegliere chi avrebbe condiviso la tenda con chi, allo scopo di ‘rendere la classe più unita’.

Tuttavia, questo bellissimo e sentito discorso non sarebbe servito a nulla, se non si fosse concluso con le uniche parole che avevano il potere di separare un adolescente dal suo cellulare: la partecipazione alla gita varrà come credito formativo.

Questo distrugge tutta la poesia, eh?

 

“Figurati, come minimo io sono con Sharpay. Rispose Gabriella.

“Dici? Secondo me è meglio di no… altrimenti una non torna viva!” Ribattè Kelsi, facendo ridere le amiche.

Ok, ragazze, pronte per il momento della verità?” Così dicendo, Taylor si allontanò dal gruppetto per andare a leggere i nomi sul foglio, davanti al quale già discutevano parecchi ragazzi.

Proprio in quel momento i gemelli Evans si stavano allontanando dalla bacheca, Sharpay che praticamente fumava dalle orecchie e Ryan con un’espressione di sopportazione piuttosto evidente in volto.

Passando accanto a Kelsi, però, il giovane sorrise e le fece un cenno di saluto, sfiorandosi la visiera della coppola verde.

“Ti consiglio di imparare in fretta a montare una tenda, Kel… sai com’è, i miei non sono esattamente tipi da campeggio e così io non ci sono mai andato…”

“Muoviti!” Esclamò Sharpay, strattonando il gemello per il braccio, senza dargli l’opportunità di dire altro.

Che significava?” Domandò Kelsi, stranita.

“Mi sa che abbiamo appena scoperto il tuo compagno di viaggio…” Rispose Gabriella, terrorizzata dall’aria inviperita della bionda.

“Oh perfetto….” Mormorò la pianista.

“Ragazze, peggio di così non poteva andare…” Disse Taylor, riavvicinandosi alle due amiche.

Dimmi che non sono con Evans…” Pregò Kelsi.

“Se vuoi te lo dico, ma questo non cambierà le cose. Gabi, tu sei con Martha…”

“Sì!” Esultò Gabriella, sollevata.

“E Tu, Tay?” Il volto di Taylor si rabbuiò, se possibile,ancora di più.

“Io sono quella messa peggio di tutte…”

 

Continua….

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1-In which our heroes reach the campsite ***


Ma quanti bei commentini

Ma quanti bei commentini! Grazie!

Ancora grazie sia a chi ha commentato sia a chi legge soltanto… spero anche questo capitolo vi piaccia!

Baci,

Temperance

 

1 – In which our heroes reach the campsite

 

Il Pullman si fermò  alla fine della strada asfaltata, scaricando ragazzi e relative borsoni al principio di un sentiero sterrato che si inoltrava in un bosco piuttosto fitto.

“Aspettate... non dovremo mica entrare in quel posto?” Domandò, scandalizzata, Sharpay, lanciando uno sguardo preoccupato alle proprie scarpe dotate di tacco a spillo.

“Io te l’avevo detto di non vestirti così. Rispose semplicemente Ryan, raccogliendo il valigione rosa della sorella e avvicinandosi al resto del gruppo, proprio mentre la professoressa iniziava a parlare.

“Bene, ragazzi, ci siamo tutti?” Un mormorio svogliato fu tutto ciò che ottenne in risposta. “Ok… vedo che siete entusiasti di questa gita, quindi partiamo subito! Solo un paio di indicazioni. La zona dove ci accamperemo dista circa un’ora di cammino da qui. Ci muoveremo tutti insieme e che, per favore, nessuno si allontani dal gruppo, perché non ho voglia di venirvi a cercare. Quando saremo arrivati, vi dividerete nelle coppie stabilite e monterete la tenda. Il resto del pomeriggio sarà libero, ci troveremo alle sette per cenare. E ora… via!”

 

Non appena gli alunni della East High si incamminarono, Ryan si affiancò a Kelsi, carico del proprio zaino, della valigia di Sharpay e del sacco contenente la tenda.

“Ciao, compagna di stanza.” La salutò, allegro.

“Ciao…” Rispose la ragazza, sentendosi leggermente in colpa per il suo unico, piccolo zaino.

“Pronta all’avventura?”

“Ehm… certo… credo che già mettere insieme quella cosa sarà un’impresa. Sorrise lei, indicando la tenda con un cenno del capo.

“Oh, beh, quella è come minimo una certezza.

Ryan, senti.. vuoi che la porti io, la tenda?”

“Cosa?.. oh, no, non è un problema, stai tranquilla.”

“RYAN! DOVE ACCIDENTI SEI???” Si sentì chiamare dal fondo della coda di ragazzi. Il biondo alzò gli occhi al cielo.

“Scusami, giuro che finisce nel primo burrone che incontriamo. Schiacciando un occhio, il giovane si voltò e sparì tra gli altri, andando a raggiungere la gemella, intenta a litigare con le proprie scarpe.

 

Ehy, Kels.” Salutò Taylor, accostandosi all’amica, dopo qualche minuto.

“Ciao, Tay.

“Ti ho vista chiacchierare con Evans, prima…”

“Sì, beh… vivremo sotto lo stesso tetto per una settimana, credo che abbia deciso di porre una tregua almeno per questo periodo…”

“Almeno lui sa essere gentile, quando vuole. Sua sorella, alias la mia adorabile compagna di tenda, in questi due giorni non ha fatto altro che darmi raccomandazioni su cosa non devo fare mentre sono con lei… ed è una lista davvero lunga, credimi.”

Kelsi soffocò un risolino.

“Dai, magari diventate amiche!” Scherzò.

“Sì, come no… mi ha pure mollato in mano questo coso, perché lei con i suoi tacchi dieci non riesce a trasportare nemmeno una pochette.

Cosa sento io? Una bella ragazza di cattivo umore?” Disse Chad, avvicinandosi a Taylor e abbracciandola alle spalle.

“Facciamo a cambio di coinquilino?” Chiese lei, senza lasciare che quella dimostrazione di affetto la scalfisse più di tanto.

“Stai esprimendo il desiderio di dormire con Jason? Devo essere geloso, signorina McKessie?”

Taylor sbuffò, sfuggendo alla presa del ragazzo.

“Senti, Chad, io e te non stiamo insieme, in che lingua te lo devo dire? E poi non cercare significati nascosti, non mi piace Jason… ma dormirei con chiunque pur di scaricare Sharpay.”

Che significa che non stiamo insieme?”

Chad! Ti rendi conto di essere estremamente noioso?”

“E dai, Tay, secondo me dovresti dargli una possibilità.” Si intromise Kelsi, allontanando i due uno dall’altra. Personalmente, trovava che Chad e Taylor fossero molto carini insieme e, a dirla tutta, avrebbe dato qualsiasi cosa per avere un ragazzo che le rivolgesse attenzioni di quel genere.

Un ragazzo che non fosse Jason, possibilmente….

“Magari in un altro mondo, Kels. Senti, tu che sai sempre tutto” Proseguì Taylor, rivolgendosi a Chad. “dove sono Troy e Gabriella?”

Il moro si strinse nelle spalle.

“Da qualche parte in fondo alla fila. Vedi, loro stanno insieme e sono felici. Rispose, mettendo parecchia enfasi sulle parole insieme e felici.

“Oh, Signore… sarà una gita molto, molto lunga….

 

Dopo circa un’ora e mezza di cammino, continuamente rallentato dalle lamentele di Sharpay, alunni e professori giunsero finalmente in una radura piuttosto ampia, circondata dagli alberi e non lontana da un torrente poco più largo di una nastro per capelli.

Ryan sfinito, lasciò cadere valigia e tenda sul prato, onde poi fare un salto, colto di sorpresa dall’urlo lanciato dalla sorella.

“Cha accidenti stai facendo, Ryan Evans?! Ci sono il mio phon e il mio portatile, lì dentro!”

“Hai portato il phon?” Domandò lui, cercando di non urlare a sua volta. “Che te ne fai di un phon?”

“Mi ci asciugo i capelli.” Rispose Sharpay, con aria di sufficienza.

“Sì, e la corrente da dove la prendi?”

“Ci sarà pure una presa in hotel, no?”

Ryan la guardò, senza credere alle proprie orecchie.

“Scusa, ma perché credi che abbiamo portato le tende?”

In effetti me lo sono chiesta….”

“Sai che faccio? Vado da Kelsi… almeno lei un minimo di sanità mentale ce l’ha. E, sorellina, se posso darti un consiglio, mettiti le scarpe più comode che hai portato prima dell’arrivo di Taylor, perché di sicuro non ti lascerà stare lì con le mani in mano.

Detto ciò, il ragazzo si allontanò.

Ma sono queste le scarpe più comode che ho!” Gli urlò dietro Sharpay, senza ricevere nessuna risposta.

 

Continua….

 

Beh, mi dispiace di non aver messo Taylor con Chad… ma visto che la chaylor vi piace, vedrò di mettere qualche bella scenetta dolce dolce anche per loro!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2 - In which the tents are risen up ***


Ehilà

Ehilà!!!

Oggi, siccome è il mio comply, ho deciso di ringraziarvi una per una (uno per uno, se ci sono ragazzi).

 

Roby94: sinceramente? Non so come si faccia a sopportare Sharpay per una settimana! Io non ci riuscirei! Però sarà una buona base x qualche litigio divertente…. Anche se non ho ancora deciso niente: non ho programmi per lo sviluppo di questa storia!

 

Titty90: guarda,cerco di essere veloce quanto posso… ma ti avverto che, non avendo un programma, non sarò sempre così costante. ERyelsi for president!

 

Romaticgirl: grazie mille perché tu non hai mancato di commentare una sola delle mie storie! Spero che andando avanti anche questa continui a piacerti!

 

Armony_93: beh, mica potevo metterli in tenda insieme subito, no? Ma vedrai, giuro che un po’ di Chaylor ci sarà! E ryan…. Beh, il mio maritino è sempre dolcissimo! XD

 

_Marty94_: hihi, ero indecisa tra phon e piastra….. ma adoro caricaturale così Sharpay!!!

 

In questo capitolo ci sarà una sorpresina molto gradita a Troy (ben gli sta! Muhuahuahuacioè, volevo dire, come mi dispiace!)e poi, come dice il titolo…  si montano le tende!

Ah, un’ultima cosa, capite tutti i titoli dei capitoli o li devo mettere anche in italiano? Grazie mille, un bacio,

Temperance

 

2 – In which the tents are risen up

 

Sharpay, seduta sulla propria valigia, guardava con scarso interesse Taylor, intenta a studiare le istruzioni per montare la tenda.

“Bene, allora, credo che potremmo iniziare piantando i paletti. Disse la mora, allungando una mano lateralmente, senza smettere di guardare il foglio.

Rimase in quella posizione per qualche minuto, poi, guardò la sua compagna con un grosso punto di domanda disegnato in viso.

Sharpay, mi hai sentita?”

“Sì, certo, non sono sorda.” Rispose l’altra con aria di sufficienza.

“Beh, mi passi i paletti?”

La sguaiata e falsissima risata che Taylor ricevette in risposta la fece innervosire non poco.

Che hai da ridere?”

“No, tu… tu pensavi davvero che ti avrei aiutata a montare quella cosa?”

“Sì, visto che ci dormirai anche tu.”

“Sì, certo….” L’esplosione d’ilarità della bionda si concluse improvvisamente, lasciando spazio ad un’espressione durissima. “Chiariamo le cose, McKessie. Tu monti la tenda, io ci dormo; tu cucini, io mangio; tu procuri quello che c’è da procurare, io ne godo i benefici. Capito?”

Il povero foglio finì stritolato nella mano di Taylor, mentre la ragazza si avvicinava all’altra.

“Sentimi bene, principessina.” Sibilò a pochi centimetri dal suo viso. “Se è una schiavetta quello che cerchi hai sbagliato indirizzo, per quello c’è tuo fratello. Qui si divide tutto equamente, quindi se non lavori dormi fuori e non mangi. Capito?”

Umpf…” Fu la risposta che ottenne. “Non puoi fare questo.”

“Ah no? E sentiamo, chi ti difende?”

“Io….” Esitò Sharpay. “Oh, hai vinto! Dove sono questi paletti?”

Taylor sorrise, soddisfatta: principessa zero, scienziata uno.

 

 

“Chi sono?” Domandò Troy, coprendo con le mani gli occhi di Gabriella.

E chi lo sa…” Rispose lei, voltandosi per guardarlo in faccia. Le mani del ragazzo scivolarono velocemente dal collo di lei ai suoi fianchi, stringendola in un abbraccio.

“Hai già finito di montare la tenda?” Chiese lei, scostandosi leggermente quando lui tentò di baciarla.

“No… lo faccio dopo… prima volevo salutarti come si deve. Si chinò di nuovo, ma la ragazza lo scartò una seconda volta.

“La mia è finita, invece. Sono stata fortunata: Martha va in campeggio tutti gli an…..” Le labbra di Troy la colsero di sorpresa, posandosi sulle sue, senza darle il tempo di fuggire ancora.

Touchè” Biascicò, quando si separarono.

“Piano, voi due!” Richiamò una voce alle loro spalle.

Una voce familiare… assolutamente troppo.

“Papà? Che ci fai qui?” Chiese Troy, un po’ scioccato dall’inaspettata apparizione del padre.

“Sono il secondo accompagnatore… ho portato le provviste. Rispose il coach Bolton, sollevando un voluminoso sacco per mostrarlo al figlio.

“Salve, coach.” Lo salutò Gabriella con un sorriso. “Quando è arrivato?”

“Cinque minuti fa. Bene, ora vado a dare questi a Juliecioè, alla professoressa Brighton. Mi raccomando, Troy, ti tengo d’occhio!”

Detto ciò, l’uomo si voltò e fece marcia indietro, dirigendosi verso il luogo dove si trovava la Birghhton.

Non appena il padre fu abbastanza lontano, Troy abbandonò il capo sulla spalla di Gabriella, che stava facendo di tutto per non scoppiare a ridere.

“Addio gita romantica…” Mormorò il ragazzo, già pensando al modo di vendicarsi del padre invadente.

 

 

“Ti ho portato un regalo.” Dichiarò Ryan, allegro, posando il borsone contenente la tenda.

“Wow!” Esclamò lei, scherzosamente. “Ne ho sempre voluta una così!”

“Ogni suo desiderio è un ordine!” Il ragazzo si tolse il cappello, esibendosi in un profondo inchino.

°Esibizionista°  Pensò la pianista senza, però, smettere di sorridere.

Non le andava assolutamente a genio l’idea di dormire per sei notti insieme a Ryan Evans, ma, per la salute mentale di entrambi, aveva deciso che sarebbe stato meglio comportarsi civilmente.

“Allora, da dove cominciamo?” Domandò il biondo, slacciando la cerniera della borsa blu ed estraendone una notevole quantità di stoffa e paletti.

Kelsi si strinse nelle spalle.

“Non ne ho idea. Sei mai stato in campeggio?”

“Beh… i miei non sono esattamente tipi da vacanza in mezzo alla natura… sono più gente da hotel di lusso, non so se mi spiego.

°Ovvio. I signori Evans sono troppo superiori al resto del mondo per sporcarsi le mani°

“In quanto a me.” Riprese Ryan, a sorpresa. “Non so perché ma questa cosa mi ispira da morire.”

“Davvero?” Chiese la ragazza, stupita.

Lui annuì, guardando il cielo, contornato dalle frastagliate cime degli alberi.

“Mi piacciono gli odori del bosco… i suoni… non so, fa molto Foresta Proibita…”

“Già… aspetta, tu leggi Harry Potter?”

Ryan esibì un sorriso leggermente sghembo che fece fare una capriola al cuore della pianista.

Non si era mai accorta di quanto fosse bello il viso del suo compagno d’avventura.

Cacciò immediatamente quei pensieri indesiderati, mentre lui rispondeva.

“Esiste qualcuno che non lo legge?”

Kelsi ridacchiò, nervosamente.

“Forse è meglio che cominciamo.” Suggerì poi. “O non avremo finito per l’ora di ritrovo.

Ryan lanciò uno sguardo all’orologio.

“Manca più di un’ora e mezza….quanto vuoi che impieghiamo a mettere insieme questa cosa?”

 

UN’ORA E MEZZA DOPO

“Beh, abbiamo finto in tempo.” Constatò Ryan, appoggiato ad un albero, osservando il suo piccolo capolavoro con occhi pieni di orgoglio.

Lo sguardo di Kelsi era molto meno convinto, mentre squadrava la tenda che stava in piedi per miracolo davanti a loro.

“Io non mi fido a dormire lì dentro.”

“Avanti, Kel!” La incoraggiò lui, circondandole le spalle con un braccio, facendola irrigidire all’istante. “Pensa positivo: se anche dovesse crollarci addosso, possiamo sempre usarla come coperta.”

“Già…” Rispose lei, con un risolino forzato, sottraendosi all’abbraccio. Non le piacevano quel genere di confidenze… se poi Jason li avesse visti… “Senti, forse è meglio che andiamo, o inizieranno a cenare senza di noi.”

“Sì, hai….” Ryan non fece in tempo a risponderle che lei già era lontana, diretta verso il bivacco dove già scoppiettava un allegro falò.

 

Continua….

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3 - In which a marshmallow gets on fire ***


SSSSSSSpecial thanks to:

SSSSSSSpecial thanks to:

 

cheesecake94: hihi, anche io sono curiosa di vedere come continuerà! XD

_Marty94_: mi sembra di aver letto “mio Ryan”… guarda che devi esserti sbagliata…xkè er ist mein!!!!

Lilly: chissà chissà….

Miss_ka: no problemos! Taylor in quel chappy è la mia eroina!

Titty90: sìsì, proprio giusta x il mio comply ed era davvero bella! Spero che anche questo capitolo ti piaccia!

Armony_93: beh… io non sopporto né Troy né Gabriella…quindi fai un po’ tu quanto mi possono piacere le Troyella!

Romanticgirl: Thank you very much, girl!

Fittoria (Vitto_LF): atesso, tu, Fittoria, non zi fa! Fetrai, fetrai ze alla fine Ryan non ti piacerà! Ach…. Atesso lecci, fa, che è meglio! Un pacio! La tua zore

 

Eccomi qua eccomi qua con un capitolo nuovo nuovo…allora, siccome al momento non ho ancora idea di quello che scriverò, non vi do anticipazioni. Vi suggerisco, invece, di scaricarvi “Can you feel the love tonightdi Elthon John…sarà la colonna sonora di uno dei capitoli più romantici…..

Ok, ora leggete! È un ordine!!!!

Un bacio a tutti,

Temperance

 

 

3 – In which a marshmallow gets on fire

 

“Allora, come è andato il montaggio della tenda?” Chiese Chad, allegro, sedendosi accanto a Taylor.

“Iniziato male, finito peggio… ma almeno sono riuscita a far fare qualcosa anche a quella là. Rispose lei, indicando Sharpay con un gesto della testa.

La bionda, nel frattempo, era impegnata a mostrare le mani, a sua detta irrimediabilmente rovinata, al fratello che le si era appena seduto accanto e già sembrava aver voglia di fuggire.

“Sai, se Sharpay ti dà troppo sui nervi, puoi sempre venire a dormire con me…” Propose Chad con tono casuale, fingendo di stiracchiarsi, per poi posare una mano sulla spalla di Taylor che, prontamente, la rimosse.

“Credo che la iena sia meno pericolosa di te, mr bravo ragazzo.

Ma dai, Tay, che vuoi che faccia? Mica ti mangio!”

“Ciao, ragazzi!” Salutò Kelsi, sedendosi a fianco di Taylor.

Kel, Kel, di a Tay che io non sono affatto pericoloso… dai, diglielo diglielo… per favore….”

“Non so, Chad…”

“Visto?!” Esclamò Taylor, trionfante. “Ora sparisci che dobbiamo parlare.”

Okvedrai, McKessie, ti conquisterò! È una promessa!”

“Certo, certo….”

Chad si allontanò, poi, andando ad unirsi al gruppo dei ragazzi, sul tronco-panchina a lato di quello.

“Allora, quando ti deciderai a smettere di farlo soffrire così?” Chiese Kelsi, quando fu certa che il ragazzo non la sentiva più.

“Quando la smetterà di essere così sicuro delle sue qualità di Casanova….. e spero che succeda in fretta, perché giuro che gli salterei addosso tutte le volte che lo vedo!”

Kelsi ridacchiò, mentre i suoi occhi si posavano sul ragazzo intento a chiacchierare con Chad.

Kels… perché non glielo dici?”

Cosa?”

“Dai, lo sai di che parlo… perché non dici a Jason quello che provi per lui?”

“No, no, no, tu sei pazza! Non avrei mai il coraggio di fare una cosa simile!”

“Beh, tua decisione… ma io mi sbrigherei, perché potrebbe arrivare qualcun’altra per lui… a anche qualcun altro per te e io vi vedo troppo bene insieme!” Concluse Taylor, apparentemente molto soddisfatta del proprio discorso.

“Senti chi parla! Quanto credi che sarà disposto, Chad , a sopportare il tuo fare la difficile?”

Taylor non rispose, abbassando gli occhi sul pavimento, cercando disperatamente qualcos’altro di cui parlare. Lo trovò in un ragazzo dai capelli chiari seduto di fronte a lei e intento ad infilzare un pezzo di carne su uno degli spiedini di sua sorella che, a quanto pare, aveva troppa paura di sporcarsi le mani per farlo da sola.

“A proposito di altri ragazzi…” Cominciò con fare cospiratorio. “Come va con Evans?”

“Per ora meglio di quanto avessi pensato. Rispose Kelsi, stringendosi nelle spalle. “È gentile… così gentile da non sembrare nemmeno vero… ha molto del principe azzurro delle fiabe, non so se mi capisci.

“Capisco sì, poveraccio… è così felice di poter stare per un po’ lontano da quell’arpia della sua gemella che ti tratta come una regina solo per non farsi cacciare.

“Probabile….Magari esistesse davvero un ragazzo così!”

“Già… invece quando sono così è solo perché vogliono ottenere qualcosa…”

 

 

“Bene, ragazzi!” Esclamò la Brighton, pochi minuti dopo la fine della cena. “Ora tocca al dolce… e poi canteremo qualcosa insieme. Ricordatevi domani sveglia alle sette per l’escursione!”

L’intervento della professoressa venne ascoltato solo fino alla parole ‘dolce’, poi l’attenzione di tutti si spostò al coach Bolton, che aveva iniziato a fare il giro dei tronchi, distribuendo ad ognuno un sacchettino di marshmallows.

“Quante calorie avranno questi cosi?” Domandò Sharpay, schifata, rigirandosi tra le mani la piccola confezione di zuccherini bianchi.

“Non ne ho idea, sorellina.” Rispose Ryan, totalmente disinteressato, iniziando ad infilzare i propri dolcetti.

“Oh, beh, io mi rifiuto di mangiarli.”

“Fa un po’ come vuoi….”

Mentre Ryan avvicinava lo spiedino al fuoco, alzò per un istante gli occhi, incrociando quelli di Kelsi e arrossendo violentemente.

Quando aveva letto sulla bacheca a scuola, che la piccola pianista sarebbe stata la sua compagna di tenda, per poco non si era messo a saltare di gioia. Forse, dopo due anni passati a spiarla di nascosto da dietro un sipario o durante una lezione particolarmente noiosa, avrebbe finalmente avuto la sua occasione.

Certo, c’era quel piccolo problema di nome Jason da sistemare… ma per ora gli bastava poterle stare vicino senza Sharpay che lo richiamasse ogni dieci secondi.

Ryan!”

Ecco, appunto.

Ryan, è normale che i tuoi marsh… cosi siano così scuri?” Domandò la bionda, attirando l’attenzione del fratello.

Il biondo lanciò una rapida occhiata a ciò che era rimasto dei suoi dolcetti, per poi lasciarli cadere tutti nel fuoco, completi di bastoncino….. erano diventati praticamente dei pezzetti di carbone!

Ops….” Biascicò, tentando un sorriso.

“Toh.” Disse Sharpay, passandogli il proprio sacchetto.

“Grazie, Pay.”

“Vedi di non fargli fare la stessa fine… altrimenti mi toccherà far spedire la Nielsen a casa, o finirai per morire di fame.

Che… che c’entra Kelsi ora?”

La sorella gli rivolse uno sguardo di sufficienza, prima di sospirare e iniziare a parlare.

“Certo, perché io vivo con te e non mi sono mai accorta che muori per quella là. Dai, è così ovvio che non so come abbiano fatto gli altri a non capire nulla fino ad ora! Adesso, ad esempio, è evidente che il tuo dessert, se così si può chiamare quella cosa, è finito così perché la tua attenzione era rivolta a lei.

“Ah sì?” Rispose Ryan con aria di sfida, ma rosso in viso. “E da cosa l’avresti capito?”

“Sono dieci minuti che la fissi senza nemmeno battere le palpebre. E ora non fare quella faccia da pesce lesso… sono pur sempre una ragazza, certe cose le capisco al volo.

 

Mezz’ora più tardi, dopo essere miracolosamente sopravvissuti alla performance musicale del coach Bolton –cosa che mise a dura prova Troy, facendogli venire voglia di sotterrarsi- i ragazzi si ritirarono nelle proprie tende, pronti ad una bella notte di sonno, in previsione delle fatiche del giorno seguente.

Sharpay, in piedi appena dentro, avvolta in una vestaglia rosa dai bordi di pelliccia e con già in testa la mascherina da sonno, si rifiutava di mettersi a sedere mentre Taylor, distesa all’interno del suo sacco a pelo, faceva i tutto per impedire ai propri nervi di saltare già la prima notte.

“Non c’è nessunissimo insetto, Sharpay.” Ringhiò per la ventesima volta.

“Non è vero.” Piagnucolò l’altra. “C’era un ragno sulle mie coperte, l’ho visto!”

“Per l’ultima volta, razza di principessa sul pisello, era solo un’ombra! Non c’è nessun ragno! Ora sdraiati e dormi.”

Ma Taylor….”

“Niente Taylor e Taylor. Se ti va bene è così, altrimenti è ancora così, ok? Siamo in campeggio, Sharpay, non in un Hilton, santo cielo! Ora, non so tu, ma io voglio essere riposata per la camminata di domani, quindi ora buona notte. Conluse la mora, spegnendo la torcia che usavano per illuminare l’interno della tenda e lasciando Sharpay in piedi a piagnucolare nel buio.

 

Mmm… verità.”

Ok.” Rispose Kelsi, seduta a gambe incrociate sul proprio sacco a pelo, corrugando leggermente la fronte, pensando alla domanda da porre a Ryan. Nessuno dei due aveva sonno, così avevano pensato di trovare un modo per ammazzare il tempo. “Con quante ragazze sei stato, fino ad ora?”

“Ahi…domanda critica…” Scherzò il biondo, assumendo un’aria sofferente. “Valgono le storie dell’asilo?”

“Dai, non ci credo che non sei stato con nessuna!”

“Lo so, lo so…sono troppo bello perché sia possibile crederci…ma ti giuro che è la verità. D’altronde, con mi sorella sempre intorno, non è che abbia molta privacy, no?”

Ma non ti stufi mai di lei?” Domandò Kelsi, piuttosto stupita dalla risposta del giovane. Dopotutto, Ryan era un bel ragazzo e sapeva che a scuola erano in più di una a sbavargli letteralmente dietro.

“Certo, non la sopporto… ma Sharpay è debole, ha bisogno di me.”

“Wow… Sharpay debole?”

“Non sembra, eh?”

“No, proprio no… quella ragazza fa paura, a volte.

“Lo so… ma non è cattiva. È solo molto, molto sola…”

Se l’è scelta lei, questa vita…” Constatò lei, mordendosi la lingua subito dopo. Ryan non sembrava male come aveva pensato, ma non erano di certo così in confidenza da potersi permettere di insultare la sua famiglia… “Scusa, non intendevo offendere.”

“No, nessuna offesa… è solo che… non sempre nascere ricchi è la cosa migliore che possa capitare. Insomma, la gente si aspetta chissà che cosa da te… devi essere sempre perfetto, sempre impeccabile, gentile, alla moda… rimane ben poco tempo per essere se stessi.”

“Wow…” Commentò Kelsi, stupita. “Non l’avevo mai vista in questa prospettiva…”

“Nessuno lo fa mai… Allora, tocca a me: obbligo, giudizio o verità?”

 

Continua….

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 4 - In which Kelsi changes her mind ***


Eccoci al quarto capitolo

Eccoci al quarto capitolo! Chissà quanti saranno… non ne ho idea….

Un paio di informazioni:

per cheesecake94: ho iniziato a lavorare alla long per la quale NON hai tentato di corrompermi… è difficile ma la prendo come una sorta di sfida personale: la finirò!

Per tutti: su fanfiction.net ho trovato una ryelsi/ryella fantastica, anche se decisamente triste che vorrei tradurre (sto aspettando il permesso dell’autore, DannyPhantom, se qualcuno volesse leggerla in lingua originale). Si intitola Go the Distance (amo quella canzone!!!!) e al momento sono pubblicati solo 4 capitoli e ce n’è un quinto in arrivo. Ora, se Danny mi il permesso, io inizio a tradurla, ma anticipo già che, come per Love Songs, gli aggiornamenti miei dipenderanno da quelli di Danny e non saranno regolarissimi (il 4° cap l’ho aspettato circa un mese). Che dite, vi va comunque di leggerla? Io la consiglio, perché è davvero bella e molto profonda…..

Capitolo cortino, questo… ma mi serviva così…

Un grazie grande grande a marki, Vitto (sei grande a leggere e commentare anche se hsm lo odi! E non preoccuparti per la canzone: servirà anche al suo scopo orignale… ma tutto in un altro modo), romanticgirl, armoni_93, miss_ka, Simphony e Titty90, ai cinque che mi tengono nei preferiti e a tutti quelli che leggono senza recensire!!!!!!!!

Baciotti,

Temperance

 

4 – In which Kelsi changes her mind

 

Sharpay sedeva in un angolo della tenda, guardando con aria scettica Taylor che si allacciava gli scarponcini da trekking.

Era assurdo: perché avrebbe dovuto comprarsi delle scarpe orrende al punto di non ritorno? Non era da lei andare in giro con dei… cosi del genere ai piedi…

Il suo sguardo volò poi alle proprie scarpe, disposte ordinatamente sulla valigia chiusa. Decolletè, ballerine, MaryJane, tutte splendide, firmate e rigorosamente scomode.

Sconsolata, fece per alzarsi e prendere un paio di scarpette da danza di Prada, quando un paio di tennis volarono sul pavimento davanti a lei. Alzando gli occhi, vide Taylor che usciva rapidamente dalla tenda e si chiudeva la cerniera alle spalle.

Prese in mano, con aria leggermente schifata, le logore scarpe da ginnastica chiare e passò  più volte lo sguardo da quelle alle proprie, mentre il suo cervello lavorava febbrilmente: chic o comoda?

Alla fine, si arrese e decise, per la prima volta in vita sua, di optare per il comfort e lasciare da parte l’eleganza. Dopotutto, era una questione di sopravvivenza, no?

Si infilò le scarpe il più velocemente possibile, quasi volesse in quel modo negare qualsiasi suo contatto con il mondo del non griffato e, caricatasi uno zainetto rosa ricoperto di piume dello stesso colore, uscì dalla tenda, trovando Taylor che l’aspettava fuori.

“Ah, vedo che il tuo cervello ogni tanto dà qualche segno di vita. Commentò la mora, accennando ai piedi dell’altra.

Perché me le hai date?”

“Non pensare cose strane, Evans: non voglio doverti portare in braccio e non voglio nemmeno che lo faccia Ryan, una volta tanto. Nessuna generosità o benevolenza: è tutto sano egoismo, ok?”

Quindi non ti devo ringraziare, giusto?”

“Giustissimo.”

“Meno male!” Esclamò Sharpay, sollevata. Non avrebbe mai ammesso di essere riconoscente a Taylor, nemmeno sotto tortura. “Allora, dove si va?”

“Al Lago Diamone, a quattro ore da qui. Dicono che il panorama da lassù sia unico!”

“Quattro ore…a piedi?”

“Certo, come vuoi arrivarci fino a lassù, scusa? Dai, muoviti, siamo le ultime!”

Taylor prese a correre verso il punto di ritrovo, trascinando con sé Sharpay per un polso.

La bionda, dal canto suo, sembrava essere caduta in una specie di stato catatonico o trance provocato dalle parole quattro ore, che continuava a ripetere, piagnucolando, come una litania.

 

“Stanca?” Domandò Ryan, affiancandosi a Kelsi che, sfinita, arrancava in fondo alla fila, sostenuta dal coach Bolton.

“No, faccio finta.” Biascicò lei a voce talmente bassa da poter essere sentita appena.

Evans, invece di fare lo spiritoso aiuta la tua amica, così io tengo un po’ d’occhio anche gli altri.

“Certo, signor Bolton.” Rispose, obbediente, il ragazzo, prendendo lo zaino di Kelsi che l’allenatore gli porgeva.

Ok, Nielsen, ti lascio in buone mani. Non ti preoccupare, siamo quasi arrivati. Ci vediamo più tardi, ragazzi!” Detto ciò, corse avanti per raggiungere il resto della fila, che, nel frattempo, li aveva notevolmente distanziati.

“Scusa, Kels… non sapevo che stessi male.

“Non…fa niente…Non potevi…averne idea.”

“Ehi, non parlare, altrimenti mi muori qui e dopo danno la colpa a me!”

“Stupido.” Sussurrò la pianista, cercando di non ridere per risparmiare fiato.

“È un’arte che ho affinato negli anni…”

“Perché a scuola.. a scuola non sei così?”

Se ti rispondo mi prometti che stai zitta?”

Kelsi annuì debolmente, appoggiandosi a Ryan, che la strinse forte, continuando a camminare lentamente, felice di poterle stare così vicino.

“Vedi, è che io, quando sto con Sharpay, ho sempre l’impressione di essere inadeguato. Malgrado sia io il più maturo tra i due, io quello che la consola quando ha le sue crisi di chissà che cosa, io che preparo ogni singolo passo di ogni singola coreografia, è sempre lei quella che piace e non so perché. È sempre stato così, fin dalle elementari. Tutti mi conoscevano come il fratello di Sharpay, l’Evans numero due e non avevo uno straccio d’amico… così ho deciso di uniformarmi allo stile di mia sorella, pensando che, se fossi stato un po’ più come lei, mi avrebbero notato. Non è cambiato niente, ma ho scoperto di amare il teatro sul serio e questo lo devo solo alla mia adorabile gemellina.”

Kelsi ridacchiò alla parola adorabile, per poi esplodere in un violento attacco di tosse.

“Senti, ti va se ci fermiamo un secondo?” Chiese lui, preoccupato. Kelsi sembrava così fragile in quel momento…avrebbe voluto stringerla e non lasciarla più, ma aveva paura di poterla rompere… e di rovinare quella sorta di piccola intesa che sembrava essersi creata tra di loro. Dopotutto, anche lei non aveva mai avuto molti amici, no? Forse poteva davvero capirlo…

“Ecco, siediti qui…” Disse lui, premuroso, aiutandola a sistemarsi su un grosso masso al limite del sentiero.

“Grazie, Ry. Sei gentile.”

“Figurati. Comunque, stavo dicendo che, alla fine, stare con Sharpay non è poi così male… a casa a volte mi diverto, anche, e ballare con lei è davvero fantastico: non sbaglia un passo! Non ho mai desiderato un’altra vita, per me…. Fino a quest’estate, per lo meno…”

Che è successo quest’estate?” Domandò Kelsi che, nel frattempo, aveva ripreso un po’ di fiato.

“Beh…” Esitò Ryan, arrossendo un po’ sulle guance. Come faceva a dirle la verità? “Vedi… quest’estate ho.. conosciuto… beh, no, ho notato una ragazza che conosco da un sacco di tempo ma alla quale non avevo mai fatto caso. Lei…insomma, credo di non starle proprio molto simpatico e vorrei capire cosa non le piace di me per potermi migliorare. Sai, lei mi piace davvero tanto e stare con lei è il mio sogno più grande… forse anche più grande di entrare alla Julliard, ma non so come fare, non so come comportarmi… tanto più che c’è un altro ragazzo che sembra preferire a me…”

°Gabriella°  Pensò Kelsi, colpita dal discorso del suo compagno. Aveva sempre pensato Ryan come uno sciocco ragazzino superficiale, i cui unici pensieri fossero moda e danza… non credeva che potesse essere così profondo… così dolce.

Suo malgrado, dovette ammettere che quel Ryan Evans non le dispiaceva affatto e che avrebbe potuto anche essergli amica…forse…

“Senti, ripartiamo?” Chiese, alzandosi, quando si accorse che i suoi pensieri stavano prendendo una piega pericolosa.

Lei amica di Evans? Figurarsi!

“Come vuoi, piccola Beethowen!”

 

Continua…

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5 - in which something is different ***


Wow, nove recensioni

Wow, nove recensioni!!

Non sto a ringraziarvi uno per uno, perché ho poco tempo (tra poco devo andare a provare ma volevo pubblicare ugualmente il capitolo) ma sappiate che adoro i vostri commenti!

Ringrazio solo la mia sore per la bellissima storia che mi ha scritto! Sappi che la imparerò a memoria!!!!!

Temperance

 

5 – In which something is different

 

“Ciao Tay.” Salutò Chad, stranamente mogio, sedendo accanto a Taylor, il cui sguardo era perso oltre l’orizzonte frastagliato che sovrastava il lago Diamone. “Ti devo parlare.”

“Senti, ChadRibattè lei, gli occhi invisibili, dietro alle grandi lenti scure. “Te l’ho già detto, noi…”

“Tu non mi vuoi?”

“C…cosa?” Chiese la ragazza, spiazzata dall’inaspettata domanda di lui.

“Ti piace un altro? Non sono il tuo tipo? Ok, lo capisco, qualunque cosa sia, giuro che lo capisco, ma almeno dimmi di che si tratta, così mi metto il cuore in pace.”

Taylor si lasciò sfuggire un sorriso che, però, fu rapidamente cancellato dal suo volto.

Finalmente Chad aveva iniziato a mettere in dubbio il proprio fascino! Forse, dopotutto, era valsa la pena aspettare…

Non è che non sei il mio tipo…” Cominciò, soppesando attentamente le parole: non voleva che lui capisse quanto le piaceva… non ancora, almeno.

“Sei un buon amico, mi piace stare con te, ma con questa storia che vuoi diventare il mio ragazzo sei un po’ troppo pedante… e anche troppo sicuro. Insomma, chi ti ha detto che mi piaci così tanto?”

“Nessuno…” Rispose lui, confuso. “Nessuno. Non è quello che ti ho appena detto?”

“Lo hai fatto ora e mi ha fatto piacere ma non sei sempre così. Voglio dire, ieri, sul sentiero, mi hai abbracciata senza nemmeno chiedermi se mi faceva piacere o no!”

Taylor, io sono fatto così… non sono capace di cambiare.

E io non te lo sto chiedendo. Vorrei solo che fossi un po’ meno… soffocante, ecco.

Chad rimase in silenzio per qualche istante, riflettendo sulle parole della ragazza.

“Ci proverò.” Concluse. “Ma dimmi almeno una cosa.”

“Spara.”

“Ho qualche possibilità con te?”

“Dipende. Il Chad di ieri non ne ha neanche mezza. Il Chad con cui sto parlando ora, invece, ne ha più di quante immagini.

“Lo sapevo!” Esclamò lui, onde poi correggersi immediatamente. “Cioè, volevo dire… ne sono felice.”

Taylor sorrise, riportando lo sguardo sull’acqua placida del lago.

Tay?”

Mmm?” Rispose lei, senza guardarlo.

Se io ora facessi qualcosa del tipo abbracciarti… ti dispiacerebbe molto?”

Taylor si strinse nelle spalle, senza dare ulteriori risposte.

Dopo un paio di minuti, Chad posò timidamente la mano su quella di lei, appoggiata per terra, considerando già una piccola vittoria il fatto che lei non l’avesse ritratta.

 

 

 

“Quel posto era spettacolare! È valsa davvero la pena arrivarci, eh, Kels?” Esclamò Ryan, entrando nella tenda.

“Parla per te.” Replicò Kelsi, lasciandosi cadere pesantemente sul proprio sacco a pelo. “Ad un certo punto ho pensato che non sarei più stata in grado di respirare. Erano anni che l’asma non mi dava problemi… ho avuto paura…”

“Non sapevo che fossi malata.” Disse lui, sedendole accanto.

“Non mi piace che la gente lo sappia. Mi fa sentire debole.”

Anche con me, ora?”

“No…” Rispose lei, parlando più con se stessa che con lui. “Con te è diverso. Tu… non mi tratti in modo differente dal solito… non mi hai giudicata.”

“Non lo faccio mai. Di solito sono io quello che viene giudicato e nel novantanove virgola nove periodico per cento delle volte, l’idea che gli altri si fanno di me non è affatto positiva.”

Che pensano di te?”

“Dimmelo tu. Mi sembrava di non starti granché simpatico.

Kelsi si strinse nelle spalle.

“Non so… essenzialmente, è tua sorella quella che non reggo.

“Allora ti illumino io. Ryan Evans è, nell’ordine, il burattino di Sharpay, gay, a volte anche innamorato di Troy Bolton, uno senza spina dorsale che nella sua vita non concluderà mai niente e altri gentili appellativi sul genere.”

“Sul serio?”

Ryan annuì, in viso un sorriso gentile. Non sembrava addolorato da ciò che aveva appena raccontato alla sua compagna.

“Questo è solo l’inizio. Per un po’ fa male, ma poi inizia a scivolarti tutto addosso e, se si è veramente bravi, si può imparare anche a guardare queste prese in giro con sana autoironia.

E tu sei bravo?”

“Un po’. A volte mi dà ancora fastidio che la gente parli male di me, ma non spesso come prima.

Kelsi lo guardò per un po’, cercando di capire se fosse stato totalmente sincero con lei. Come poteva lasciare che tutte quelle cattiverie gli scivolassero addosso come acqua pura?

Lei non ne sarebbe mai stata capace…

Eppure era abituata a lottare, la sua vita non era mai stata facile… ma a lei del giudizio degli altri importava… ed era anche per questo che aveva paura ad ammettere persino a se stessa che quel ragazzo strano e dolcissimo, contro ogni aspettativa,  l’affascinava non poco

Decise che sostenere più a lungo un discorso del genere sarebbe stato troppo difficile, quindi la buttò sullo scherzo.

“Ma… davvero dicono che ti piace Troy?”

“Carina questa, eh? È la mia preferita.” Rispese lui con un sorriso un po’sbilenco, facendo ridere la ragazza. “E comunque,” Continuò, stortandosi il cappello sulla testa e muovendo la mano in modo decisamente femminile. “È chiaro, gioia, che mi piace Troy, Voglio dire, hai mai visto un ragazzo più figo?”

Kelsi scoppiò a ridere, trascinando anche Ryan con sé.

“Oddio, fai paura! Non farlo mai più, o mi convincerò anche io che sei gay.”

“Non lo sono, fidati.”

“Giusto, la ragazza misteriosa.”

Bingo.”

“Sai, credo di aver capito chi è.” Mormorò Kelsi con aria cospiratrice.

“S…sì?” Replicò lui, arrossendo.

“Già già…ma stai tranquillo, non lo dirò a nessuno. Continuò, facendogli l’occhiolino.

“Bene… meno male….”

“Sai, Ryan, non ti avrei mai immaginato così.

“Così come?” La incoraggiò lui, lieto del cambio d’argomento.

“Non so… sei… simpatico, credo.”

“Grazie mille, m’lady.” Rispose il ragazzo con un forzato accendo britannico.

“Sono felice, però. Un amico in più fa sempre como..” La frase di Kelsi fu interrotta da un vistoso sbadiglio. “Oh, scusami, ho un sonno tremendo…”

“Dormiamo, allora.”

I due ragazzi si infilarono nei sacchi a pelo e Kelsi si voltò verso la parete della tenda, dando le spalle a Ryan.

Lentamente, il ragazzo si avvicinò a lei e iniziò ad accarezzarle delicatamente la schiena.

Tanto aveva capito di piacergli, no? Lo aveva detto lei…

Ryan…che stai facendo?” Domandò lei, irrigidendosi.

“Si chiamano carezze, Kel… non posso definirmi un esperto in materia, visto che i miei non ne hanno mai distribuite in gran quantità, ma di solito fa piacere riceverne…”

“Sì, è…. È bello…” Dicendo quelle parole, Kelsi si rilassò leggermente, lasciando che le mani di lui continuassero a sfiorarla, a correre su e giù lungo la sua schiena. Nemmeno lei, dopotutto, aveva mai ricevuto molte carezze.

I suoi si erano separati quando lei aveva cinque anni e nessuno dei due aveva mai avuto molto tempo per curarsi della loro unica, piccola e timida figlia che sembrava avere il pianoforte come unico amico.

Sentire quelle mani grandi e delicate muoversi sul proprio corpo era rassicurante, la faceva sentire protetta, lontana da tutti i pericoli e le cattiverie del mondo.

Avrebbe voluto mantenere quel contatto per sempre e poco le importava che fosse Ryan Evans a darle queste sensazioni.

Nemmeno quelle poche volte che era stata vicino a Jason si era sentita così…

Pian piano si rilassò completamente e chiuse gli occhi.

Ryan….” Chiamò, già più nel mondo dei sogni che in quello della realtà. “Mi abbracci?”

“Certo….” Esitante, Ryan si avvicinò di più a lei, slacciando le cerniere laterali dei due sacchi a pelo e facendo scivolare le braccia intorno ai suoi fianchi.

Kelsi si rigirò nella sua stretta e appoggiò il viso al suo petto, lasciandosi cullare dal battito del suo cuore.

“Gabriella è veramente una stupida a preferire Troy a te…. Sussurrò, prima di addormentarsi.

“Gabriella?” Chiese Ryan a bassa voce, ma lei già non lo sentiva più.

 

Continua….

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 6 - In which the guys have a bath ***


Bene bene… questa volta vi ringrazio una per una:

Bene bene… questa volta vi ringrazio una per una:

_Marty94_: Piaciuto? Bene, sono felice! Hehe, un po’ di confusione ci vuole… sennò che storia sarebbe?

Titty90: Ryelsi rules forever and ever!!!! Muhuahuahuahua!!! Spero che questo capitolo ti faccia felice… questo e l’8 sono particolarmente ryelsosi….

armony_93: bella la mia chaylor? Non preoccuparti, ce ne sarà ancora… e forse anche un po’ di zekepay, ma non prometto niente.

miss_ka: grazie dell’esortazione… e io adoro la parte di Ryan gay! Mi sono divertita troppo ad immaginarmela! Comunque stai tranquilla: non lo è, perché sta con me XD

romanticgirl: cìcì, Ryan è dolcioso dolcioso… ma non troppo, sennò poi viene il diabete!

Vitto_LF: ma sai che la tua storia mi è arrivata il giorno dopo aver scritto questo cap… e anche a me lo ha ricordato! Te l’ho detto, io, che siamo telepatiche!!!! E per la mancanza di Washy… ho messo una storia nuova nella sezione dei Cesaroni, giusto per colmare il vuoto…ora tocca a te mandami i capitoli nuovi di Choc!!!

marki: guarda, ho preso seriamente in considerazione l’idea di farli svegliare da Jason… ma c’è già una scena simile nel capitolo 8, quindi ho preferito variare. Beh, capita spesso, no, di fraintendere? Soprattutto quando viene comodo capire male.

 

Sono felice che questa storia vi stia piacendo così tanto: è una grande soddisfazione!

Per tutte le fan della Ryelsi: è probabilmente in arrivo (in ritardo) la traduzione di una shot su san Valentino di Danny Phantom, il ragazzo che pubblica Go the Distance.

Temperance

 

6 – In which the guys have a bath

 

Kelsi aprì gli occhi al suono della sveglia, puntata sul cellulare di Ryan, e si ritrovò a fissare gli elaborate punti del dolcevita di lana panna che il suo compagno di tenda indossava per dormire.

Il respiro di lui era tranquillo e regolare e la ragazza si accorse di non essere l’unica sveglia solo quando sentì la sua mano accarezzarle i capelli.

Per un attimo, l’idea di rimanere abbandonata sul petto di Ryan, fingendo di dormire per potersi godere ancora un po’ di quell’affetto raramente ricevuto prima le parve molto allettante, ma poi si ricordò che c’erano degli orari da rispettare e, stiracchiandosi, si mise a sedere.

“Buongiorno!” La salutò Ryan, allegro, alzandosi a sua volta. “Lieto di vedere che il mio maglione non ti ha soffocato.

“Scemo. Sai che ti dico? Il tuo maglione, caro il mio Billy Elliott, è comodissimo e credo proprio che continuerò ad usarlo come cuscino ogni notte.

“Con o senza me all’interno?” chiese il giovane con aria giocosa e maliziosa allo stesso tempo, avvicinandosi a lei.

“Attento, Evans, o mi toccherà dire a Gabriella  che avanzi proposte indecenti a una delle sue migliori amiche.”

“E a me dovrebbe importare di quello che dici a Gabriella perché….?

“Beh, perché lei ti piace, no?”

Ryan si raddrizzò, stupito, guardando Kelsi con il disappunto dipinto negli occhi celesti.

“Tu… pensi che mi piaccia Gabriella?”

“Non è così?” Domandò Kelsi, se possibile ancora più sorpresa di lui.

“Assolutamente no! Voglio dire, Gabriella è carina e tutto quanto… ma non è decisamente il mio tipo!”

“Io credevo… tu hai detto di essere innamorato di una ragazza molto dolce e io…”

“Questo è vero, ma quella ragazza on è Gabriella Montez. Pensavo che avessi capito…”

“Anche io lo pensavo, ma, evidentemente, mi sono sbagliata. Kelsi si strinse nelle spalle, tornando a sorridere. “Potresti dirmi tu la verità, visto che come investigatrice non valgo una cicca.”

“Non credo proprio che sia possibile.” Biascicò lui, arrossendo violentemente.

“Ehi, calmati: sei bordeaux! Guarda che non sei costretto a parlarne, se non ti va.

“Non è che… io vorrei dirtelo, ma non posso… proprio… non ce la faccio.

Kelsi accarezzò teneramente il viso del ragazzo davanti a lei, che sembrava essere tornato improvvisamente bambino.

In ginocchio sul sacco a pelo, si torturava le mani, appoggiato sulle gambe e il suo sguardo era fisso sulle pieghe della tela impermeabile sotto alle ginocchia della ragazza.

°Semplicemente adorabile° Pensò lei, per poi scuotere energicamente quelle parole via dalla propria mente.

Era il fratello di Sharpay Evans, accidenti, non un barboncino!

Il fratello di Sharpay Evans che, nel giro di nemmeno due giorni passati insieme, era riuscito a far cambiare radicalmente l’opinione che aveva di lui.

Forse un abbraccio non ci sarebbe stato poi così male… erano amici, ora, no?

No?
Certo che erano amici, che razza di domande si faceva?

Il suo cuore non avrebbe dovuto battere così forte, però…

Non fece in tempo a decidere che abbracciarlo non sarebbe affatto stata una buona idea che Ryan si alzò, in viso un’espressione imbarazzatissima, prese lo zaino con i propri vestiti e uscì, biascicando un inudibile “Vado a lavarmi”.

Kelsi si abbandonò a terra con la schiena, chiudendo gli occhi per cercare di calmarsi.

La sua mano, gettata all’indietro, inciampò in uno dei cappelli di Ryan. Senza pensare a quello che stava facendo, lo prese e se lo portò davanti al viso, cercando il buon profumo che l’aveva cullata in quella notte dolce come il miele.

Profumo di lui.

Sospirando, aprì gli occhi e si rimise a sedere, sempre stringendo il copricapo a sé.

Che diavolo le stava succedendo?

 

 

 

Taylor, accovacciata dietro ad un cespuglio, osservava divertita i ragazzi in pantaloncini da bagno che giocavano nel laghetto che, situato a poche centinaia di metri dal campeggio, era la loro personale vasca da bagno.

Un sorriso malefico le passò sul volto al pensiero di quante scene avrebbe fatto Sharpay quando, nel primo pomeriggio, sarebbe stata costretta ad entrarvi a sua volta.

Stava giusto immaginando la sua compagna di tenda in preda ad una crisi isterica, quando un rumore alle sue spalle la fece sobbalzare.

Si rilassò, tuttavia, subito, quando vide che la nuova arrivata non era altro che Kelsi.

“Ehi, ciao.” La salutò, mentre l’altra si sistemava accanto a lei. “Che fai qui? Spii i maschietti?”

Kelsi scosse la testa, divertita.

“No… sono venuta per cercare di capire che cosa provo nei confronti di uno di loro… che però ora non vedo.

“Come non lo vedi? È lì.” Sussurrò Taylor, indicando Jason, inento a schizzare Chad con l’acqua gelida.

“Ah, sì… grazie…” Rispose Kelsi, continuando, però, a scandagliare il laghetto in cerca del vero oggetto dei suoi pensieri, che trovò, seduto sulla riva, già rivestito e intento a guardare qualcosa che lei non poteva vedere.

Un sorriso increspò le labbra della pianista, mentre constatava quanto lui fosse meravigliosamente diverso dagli altri.

 

“Sorella, a giudicare dal tuo sguardo, sei proprio cotta!”

“Deve essere così…” Replicò Kelsi al commento dell’amica, tornando alla realtà. “E tu che ci fai qui?”

“Io spio.”

Entrambe impiegarono qualche secondo cercando di mantenere le risate al più basso tono che riuscissero a raggiungere, poi Taylor parlò di nuovo.

Chad è stato carinissimo con me ieri, al Diamone. Nemmeno sembrava lui… però ancora non gli ho detto quello che provo.”

Hai fatto bene, Tay, tienilo sulle spine. Dici che dovrei aspettare anche io a parlare con R… con lui?”

Taylor scosse la testa.

“Non ne hai motivo: si vede lontano un miglio che Jason è pazzo di te… e scommetto che non sai che anche qualcun altro lo è.

“Ah sì?” All’improvviso, tutta l’attenzione di Kelsi,  curiossissima di conoscere il nome di questo ammiratore segreto, si rivolse all’altra ragazza.

“Sì: Ryan Evans. Sharpay dice che è stracotto di te da un sacco di tempo.”

Ry.. Ryan?” Balbettò la pianista, incredula.

Non poteva essere lei la ragazza di cui Ryan le aveva parlato… però quelle carezze, l’essere diventato di mille colori quando gli aveva chiesto il nome della sua innamorata…

“Sì! Riesci a crederci? Lui e sua sorella ci trattano come creature inferiori dai tempi dell’asilo e ora questo ha la bella pretesa di volerti piacere.

“Già… che idiota…” Ridacchiò Kelsi, nervosamente.

Il perché di quel nervosismo, poi, avrebbe voluto tanto poter dire di non conoscerlo, ma a che serviva fingere?

Insomma, a lei piaceva Jason da sempre, ma, sebbene di certo provasse ancora qualcosa per lui, ignorare il battito del proprio cuore che quadruplicava in velocità e forza ogni volta che vedeva un certo paio di dolci ed allegri occhi azzurri stava diventando davvero impossibile.

 

Continua…

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 7 – In which a game is funny when it doesn’t last too much ***


Ringraziamo…

Ringraziamo…._Marty94_, Vitto_LF, Sinfony(non so quanto questo cap ti possa piacere, dal punto di vista Chaylor..), armoni_93, romanticgirl, marki (e chi non lo vorrebbe? Sharpay come vedi è tornata e Troyops… vuoi dire che era lui quello che ho accidentalmente spinto giù in un burrone ieri?) e Titty90 (a parte il fatto che PRETENDO di sapere che ne pensi di Washington… sì, lo scorso era un cap ryelsoso, ma i prossimi due lo saranno di più!)

 

Il capitolo 8 è già scritto, quindi lo posterò molto probabilmente già all’inizio di settimana prossima, mentre per il 9 dovrete aspettare qualche giorno in più perché sono impegnatissima con il teatro, dato che ho la prima sabato 1….

Per ora leggete questo, che ammetto non essere dei migliori ma mi serviva soprattutto per far arrabbiare una certa persona con un’altra….

 

Go the distance” sarà aggiornata al più presto!

Temperance

 

7 – In which a game is funny when it doesn’t last too much

 

“No.”

“Dai, Sharpay, piantala. Nessuno dei ragazzi è morto, mi pare, eppure tutti ci sono entrati. Esclamò Gabriella, esasperata, tenendo Sharpay per una mano e tentando, insieme a Taylor, di trascinarla nell’acqua.

“Non voglio! Chissà i germi che ci sono, là dentro!” (non vi ricorda un po’ l’elefante Tantor in Tartan? N.d. Tempe)

“Non ti preoccupare: quando ti vedono scappano, te lo assicuro. Replicò Taylor, sarcastica, ricevendo in risposta uno sguardo omicida.

E poi scusa, Pay, vuoi rimanere fino a domenica senza lavarti una volta? Voglio dire, non ti basterebbero dieci litri di deodorante per coprire l’odore…”

“Primo, non chiamarmi Pay, Montez. Nemmeno i miei genitori si azzardano a chiamarmi Pay; solo Ryan può farlo e tu non sei Ryan. Secondo….” La ragazza esitò un istante, per poi liberarsi dalla presa delle altre due e muovere un paio di passi incerti verso il laghetto, rabbrividendo nel bikini fuxia. “… non voglio assolutamente puzzare come una capra, quindi immagino che mi toccherà fare come dite…ma non montatevi la testa: ci sarei arrivata anche per conto mio, a questa risoluzione.

Taylor e Gabriella si scambiarono uno sguardo che diceva chiaramente “Alleluia”, prima di entrare a loro volta nell’acqua, dove già le aspettavano Martha, Kelsi e tutte le altre alunne della East High.

Ehy, Sharpay, ce l’hai fatta!” Esclamò la pianista, con tono amichevole, non appena riuscì a distinguere la sagoma colorata della giovane Evans dalle altre che le si muovevano intorno…. A volte portare gli occhiali poteva essere una vera maledizione! (w le lenti a contatto!n.d. Tempe)

La forte miopia non le impedì, però, di vedere l’occhiata velenosissima che la bionda le lanciò.

Nielsen, il fatto che mio fratello baci il suolo dove cammini non ti autorizza a trattarmi diversamente dal solito, chiaro? Evitiamo certe libertà e andremo d’accordo.

Detto ciò, Sharpay si immerse, tremando, e nuotò lontano dalle altre, per quanto il ridotto diametro del lago lo consentisse, seguita dalle sue amiche.

Ma che ha mangiato a pranzo, un limone?” Chiese Martha a nessuno in particolare, posando una mano sulla spalla di Kelsi in segno di conforto.

“È gelosa.” Commentò Taylor, mentre Gabriella annuiva, convinta.

“Gelosa? Di me?” Domandò Kelsi, incredula.

“Sì: non è più lei il centro dell’universo di Ryan e questo non le va giù.

Ma io non ho fatto niente per piacergli…” Biascicò Kelsi, rossissima in viso e preda di un feroce attacco di farfalle nello stomaco, al comprendere ciò che la frase di Taylor sottintendeva: era lei, ora, il centro dell’universo di Ryan.

E questo la faceva sentire magnificamente, troppo bene per una innamorata di un altro ragazzo.

 

 

 

 CRACK

Jason, fai piano!” Soffiò Chad, tirando uno scappellotto sulla testa dell’amico, che aveva appena lanciato un urletto dopo essere quasi caduto, inciampando in un rametto.

“Ahi!” Esclamò ancora Jason.

Shhhh!!” Lo ripresero i ragazzi in coro.

Ryan, seduto su un masso all’imbocco del sentiero, guardava gli altri che si avvicinavano al laghetto, maldestramente silenziosi, con in volto un sorriso che la sapeva lunga.

Chad era davvero un idiota, se ne convinceva ogni giorno di più.

Insomma, aveva trascorso metà dell’anno scolastico a cercare di conquistare Taylor e ora rischiava di rovinare tutto per uno scherzo stupido come quello… perché Taylor si sarebbe arrabbiata… oh, sì, si sarebbe arrabbiata di brutto.

°Sei solo geloso perché non ti hanno chiesto di partecipare Insinuò una fastidiosa vocina nella testa del giovane, che si strinse nelle spalle, alzandosi.

Non si aspettava che lo chiamassero a partecipare al loro gioco: lui non era un Wildcat e non avrebbe nemmeno voluto esserlo.

Forse.

 

 

 

“Ecco, ecco, piano… Ok, Zeke, tu prendi il gruppo a destra, io faccio il centro insieme a Troy e Jason punta sulla sinistra. Prendete i vestiti e correte alle tende più in fretta che potete…non ci metteranno molto ad accorgersene.

“Ehm… Chad?” Sussurrò Zeke, picchiettando con la mano sulla spalla dell’amico. “Io non voglio prendere quelli di Sharpay… mi ucciderà!”

Ok, allora scambiatevi tu e Jason. Pronti? Uno, due, tre…e si parte!”

 

 

 

“Sto iniziando ad ibernarmi, ragazze… che ne dite, usciamo?” propose Kelsi, avvicinandosi alla riva dove aveva lasciato i vestiti per recuperare gli occhiali e tornare in possesso di tutti e cinque i sensi.

Tastando il terreno, però, tutto ciò che trovò furono erba, fiori e qualche formica.

“Ragazze, credo che abbiamo un problema.”

Martha, Taylor e Gabriella si avvicinarono all’amica, attirando anche l’attenzione di Sharpay che, però, rimase a debita distanza.

Che succede?” Strillò la bionda, non senza un certo nervosismo nella voce.

Ma che pezzi di…”

“Sì, Taylor, abbiamo capito.” La bloccò Gabriella, mettendole una mano sulla bocca.

“QUALCUNO MI VUOLE DIRE CHE ACCIDENTI STA SUCCEDENDO???”

“I nostri vestiti sono spariti.” Spiegò Martha, voltandosi verso Sharpay e guardandola con aria decisamente scocciata.

“Che cosa?! Non possono essere spariti: i vestiti non camminano, né corrono, tantomeno.

“I ragazzi sì, però.” Replicò Kelsi, guardando un punto imprecisato in direzione della bionda.

Quando becco mio fratello…”

2Calma i bollenti spiriti, sorellina. Io non c’entro.” Le rispose una voce, proveniente da dietro un cespuglio.

Poco dopo, Ryan uscì dal suo nascondiglio, un sorriso smagliante, le mani dietro la schiena e in testa una fedora sui toni del verde.

Ryan?” Domandò Kelsi, confusa.

“Sono qui.” La richiamò lui, battendole due dita su una spalla.

Evans, dimmi che Chad non c’entra.” Implorò Taylor, a metà strada tra l’essere adirata e speranzosa.

Ok: Chad non c’entra.”

“Come vorrei credere che fosse la verità…” Biascicò la mora, afferrando la mano che Ryan aveva teso a Kelsi per aiutarla a uscire dal laghetto. “Forza, ragazze, andiamo a riprenderci ciò che è nostro.”

“Agli ordini, generale!” Esclamò Gabriella, saltando fuori dall’acqua a sua votla,s seguita da Martha e Kelsi.

“Io non metto piede su quella terra sudicia senza un paio di ciabatte. Si lamentò Sharpay, incrociando le braccia davanti al seno.

“Già!” Le fecero coro le sue amiche.

“Tipo queste, intendi?” Suggerì Ryan, mostrando un paio di infradito rosa e viola che teneva tra le mani.”

Iiiiiiiii!!! Ti adoro!!!” Esclamò la sorella, fondandosi verso di lui e lasciando le altre due povere ragazze ad arrancare sulla terra in punti di piedi, disgustate.

“Sono riuscito a salvare anche questi.” Proseguì il biondo, ignorando la gemella e porgendo a Kelsi i suoi occhiali spessi e tondi.

°Che sorriso dolce ha….° Pensò lei, prendendoli.

“Grazie….” Sussurrò, inforcando le lenti e tornando a vedere distintamente anche cose e persone che distavano più di dieci centimetri dalla sua faccia.

“Dovresti portare le lenti a contatto, sai? Hai degli occhi stupendi…”

“Sì, sì, ne comprerà un paio appena torniamo ad Albuquerque. Si intromise Taylor, prendendo la pianista per mano e allontanandola da Ryan. “Ora abbiamo dei vestiti da recuperare.”

 

 

 

Chad, Zeke, Troy e Jason erano radunati nella tenda del primo, lattine di Coca-Cola portate di nascosto alla mano e sorrisi furbi in viso.

Gli abiti delle ragazze giacevano in un angolo accanto a loro.

“Bel colpo, ragazzi. È stato lo scherzo del secolo.” Esclamò Troy, facendo scontrare la propria lattina con quella di Chad.

“Aspettate a cantare vittoria: le ragazze si vendicheranno.

Zeke, certo che sei proprio l’anima della festa!” Lo rimbeccò Jason, accarezzando il cappello di Kelsi, che teneva stretto in mano.

“Ehi, Jay, lo consumerai, quel coso, a furia di toccarlo. Lo prese in giro Chad, facendolo arrossire.

In quel momento, la cerniera della tenda si aprì e Taylor, in costume da bagno ancora gocciolante, si avviò decisa verso i propri abiti, li raccolse e si fermò di fronte a Chad, gli occhi puntati dritti nei suoi.

“Vieni con me.” Dichiarò con un tono che rendeva nulla ogni resistenza.

 

 

 

E dai, Tay, era solo uno scherzo!”

“Uno scherzo al quale non avresti dovuto partecipare!” Esclamò la ragazza, puntando un dito accusatore contro Chad.

“A te manca il senso dell’umorismo, sai?”

E a te quello del giudizio. Uno scherzo del genere è divertente in piscina. Sharpay si è quasi presa un infarto all’idea di dover camminare sul terreno senza ciabatte. Per fortuna che Ryan è un pochino meno stupido di voi. E bada che non mi fa piacere difendere nessuno degli Evans.

“Stai dicendo che Evans è migliore di me?”

“Non sto dicendo questo, Chad.”

“E allora stai allo scherzo, santo cielo!”

“No!” Ringhiò lei. “No, perché tu avevi detto che avresti provato a cambiare. Io non voglio un ragazzo che mi rubi i vestiti per vedermi in costume da bagno o biancheria intima!”

“Beh, allora forse non sono io quello giusto per te.

“Sì, sarà così. Ciao, Chad.” Taylor pose fine alla conversazione, allontanandosi, ma poi si voltò ancora una volta. “E, se ti venisse ancora voglia di abbracciarmi o simili, sei pregato di non farlo.”

 

Continua….

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 8 -In which Jason loses his temper and Ryan his hat ***


Allora allora… visto che la settimana prossima avrò prove tutte le sere e anche qualche pomeriggio in vista della prima di sabato, vi regalo anche l’ottavo capitolo… ma non mi odiate per come finisce, un po’ di suspance ci vuole

Allora allora… visto che la settimana prossima avrò prove tutte le sere e anche qualche pomeriggio in vista della prima di sabato, vi regalo anche l’ottavo capitolo… ma non mi odiate per come finisce, un po’ di suspance ci vuole!

Il 9 arriverà non appena troverò il tempo di scriverlo… non prima di lunedì 3, comunque.

Mi raccomando, tanti commentini!

Naturalmente, grazie a tutti quelli che commentano!!

Discepola, abbastanza ryelsoso per te?

Temperance

 

8 - In which Jason loses his temper and Ryan his hat

 

Ryan si sedette su uno dei tronchi sistemati intorno ai resti del falò che era usato per cucinare e chiuse gli occhi, alzando il viso verso la luna e appoggiandosi sulle braccia.

Gli piaceva quel posto così diverso dagli altri che aveva visitato fino ad allora ed era bello starsene lì, solo e tranquillo, ad ascoltare i suoni delicati del bosco intorno a lui anche se, a dirla tutta, era stato un motivo molto più materiale del suo animo poetico a spingerlo lì.

C’era, infatti, qualcos’altro che gli piaceva in quella gita.

Che gli piaceva decisamente troppo.

Passare del tempo con Kelsi stava diventando una droga, per lui, qualcosa di cui non poteva più fare a meno.

Kelsi era una persona stupenda, migliore di quanto il giovane attore avesse mai immaginato e dormirle accanto ogni notte era una vera sofferenza,

Esserle così vicino da sentire il suo respiro e non avere il coraggio di farle neppure una carezza per paura di urtare i suoi sentimenti, per paura di farla fuggire; amarla, pur sapendo che il suo cuore apparteneva ad un altro… era questo ciò che sarebbe stato destinato a fare, da allora in poi?

Forse avrebbe fatto meglio a non andare in gita…

Che fai di bello?” Chiese una voce familiare alle sue spalle, facendolo sobbalzare e quasi cadere dal tronco.

Kelsi! Mi hai fatto paura.” Disse, sorridendo, ma sentendosi un idiota totale.

“Scusa, non volevo… ma non tornavi più, così sono venuta a vedere se per caso eri stato mangiato da qualche coyote.”

Il biondo scosse la testa, divertito.

“No, i coyote mi hanno risparmiato anche per oggi… sono solo venuto qui a guardare un po’ le stelle. Dalla città non si vedono così bene…”

“Già” Acconsentì Kelsi, sedendogli accanto. “Ci sono troppe luci, le nascondono.”

Seguirono alcuni istanti di silenzio, durante i quali Ryan fu assalito dal terrore che la ragazza potesse sentire i battiti del suo cuore impazzito…. Che aumentarono ancora di intensità quando la pianista appoggiò il capo alla sua spalla, sospirando.

“Si sta bene qui…” Sussurrò lei, mentre la sua mano iniziava a salire lentamente lungo la schiena di lui che, comunque, era semplicemente troppo teso per rendersene conto.

Fu solo quando sentì il cappello scivolare via dalla propria testa che Ryan Evans si rese conto di essere stato giocato alla grande.

Kelsi saltò in piedi e indietreggiò, mancando di poco la cenere lasciata dal fuoco, e si calcò bene in testa la coppola scura del suo amico, facendogli una linguaccia.

“Ci vuole proprio poco per distrarti, Ry!” Esclamò, ridacchiando, una luce giocosa negli occhi verdi.

“Ah, è così!” Esclamò lui, ripresosi dall’emozione, mentre si alzava in piedi a sua volta. “Vieni qui a dirmelo, se hai il coraggio!”

“Oh, non sono così stupida!”

“Vorrà dire che verrò io da te….”

Kelsi non riuscì a fare più di un paio di passi, che già le braccia di Ryan la stringevano, impedendole di muoversi come avrebbe voluto.

“Il cappello o la vita, signorina Nielsen. Le sibilò il ragazzo all’orecchio, mandandole un leggero brivido su lungo la spina dorsale.

“Non mi avrai mai.” Rispose lei, scivolando fuori dalla sua stretta, sfruttando la propria bassa statura e uscendo dal cerchio formato dai tronchi.

“Non così in fretta, Kels… non così in fretta!”

Proprio mentre anche Ryan usciva con un salto dalla circonferenza, Jason spuntò da dietro un albero, una mano affondata nella tasca dei pantaloni, l’altra stretta intorno ad un rotolo di carta igienica.

Alla vista dei due che giocavano, si bloccò e si affrettò a nascondersi dietro ad una pianta.

Nel frattempo, Ryan aveva di nuovo afferrato Kelsi e le stava facendo il solletico, mentre lei lanciava gridolini misti a risate, supplicandolo di smettere.

Una fitta di gelosia colpì il cuore di Jason…. Lui e Kelsi si piacevano da una vita, ma non avevano mai avuto quella confidenza… chi era ora, Ryan Evans, per arrivare dal nulla e rubargli l’unica ragazza che gli fosse mai davvero piaciuta?

“Mi arrendo, mi arrendo, mi arrendo!” Biascicò Kelsi, accasciandosi al suolo, mentre Ryan le prendeva il cappello e se lo rimetteva in testa.

“Così impari.” Disse, sorridente, porgendole una mano che lei afferrò e usò per aiutarsi a tornare sui propri piedi.

“Sì… mai rubare un cappello: le conseguenze potrebbero essere gravi. Scherzò, mostrandogli di nuovo la lingua.

Ryan ridacchiò.

“Vieni qui, scriciolo!” Disse poi, aprendo le braccia per poi stringervi Kelsi in un abbraccio non più giocoso ma di vero affetto.

Incredibile come tre giorni potessero stravolgere tutto….

Kelsi si lasciò abbracciare, alzandosi in punta di piedi e appoggiando il mento sulla spalla di lui, sentendosi a suo agio come mai era stata con un ragazzo.

Proprio mentre pensava a quanto si fosse sbagliata sul conto di Ryan, i suoi occhi colsero un movimento dietro ad un albero poco lontano e, con suo orrore, si accorse che a provocarlo era stato Jason.

Jason che le piaceva da anni e che ora la stava guardando con aria decisamente triste e amareggiata… il perché era fin troppo chiaro: la posizione dei due amici era, in effetti, piuttosto equivoca.

Velocemente, la pianista si separò da Ryan che, smarrito, non poté far altro che guardarla correre verso Jason, mentre nel suo cuore si faceva strada il tremendo timore misto a speranza di aver rovinato tutto tra di loro.

Vide e sentì Kelsi pregare, con le lacrime agli occhi, quel ragazzo che non aveva capito nulla di non essere geloso, che tra lei e Ryan non c’era nulla, che erano soltanto amici…e poi vide Jason scrollarsi di dosso le mani di lei e sparire tra le tende, lasciando la ragazza da sola con le proprie lacrime.

Dopo qualche secondo, anche Kelsi si voltò e, senza più degnarlo di uno sguardo, prese a correre verso la loro tenda.

Ryan si lasciò ricadere pesantemente su uno dei tronchi… perché, per una volta, non poteva andare tutto bene?

 

***

 

Ryan si affacciò all’ingresso della tenda, sussurrando un timido “Posso?”

“No.” Gli rispose secca la voce di Kelsi. Ignorandola, il giovane entrò e si chiuse la cerniera alle spalle.

Kelsi poteva essere arrabbiata quanto voleva, ma fuori iniziava a fare davvero freddo.

“Ti avevo detto di non entrare.” Sibilò la ragazza con un’acidità che non le si addiceva per niente e che, forse, serviva solamente a nascondere le lacrime che aveva di certo versato.

Kel, anche io devo dormire.”

“Fatti ospitare dalla tua signora e padrona Sharpay, allora. Io voglio stare sola.”

“Ora sei ingiusta, però. Cosa c’entro io se il tuo bel principino non ti vuole?” Non appena quelle parole taglienti ebbero lasciato le sue labbra, Ryan si pentì di essersele lasciate sfuggire, ma ormai il danno era fatto.

Kelsi si alzò in piedi e gli puntò un dito contro il petto.

“È tutta colpa tua, Evans! Se tu non mi avessi abbracciata, lui…”

“Beh, non mi sembra che tu da quell’abbraccio sia esattamente fuggita!” Rispose lui, a tono. “E poi, se non sbaglio, sei stata tu a cominciare, rubandomi il cappello.

“Oh, tu e i tuoi stupidi cappelli!” Esclamò la pianista, prendendo per la seconda volta la coppola dal capo di Ryan e gettandola a terra, per poi calpestarla con un piede.

Contento ora? Niente più cappello da rubarti! E comunque, se tu non fossi sparito, io non sarei dovuta venirti a cercare e…”

“Dovuta? E chi ti ha costretta?”

“Ero preoccupata, idiota!” Sibilò lei, sforzandosi di  urlare per non svegliare gli altri.

“Beh, ti sembrerà incredibile, ma so badare a me stesso e sono perfettamente in grado di fare quattro passi senza cadere da una rupe o finire sotto a un tram. E poi, non ti ha nemmeno sfiorata l’idea  che, forse, era proprio per stare lontano da te che sono uscito?”

Quell’ultima frase fece riaffiorare le lacrime agli occhi verdi della ragazza e Ryan, per la seconda volta in pochi minuti, si pentì di ciò che aveva detto.

Si avvicinò lentamente a Kesli, calpestando a sua volta il povero copricapo e la cinse piano con le braccia, mentre lei abbandonava il capo sul suo petto.

“Scusami, Kels…” Sussurrò, accarezzandole la schiena. “Stasera non ne faccio una giusta.”

“È così terribile starmi vicino?” Domandò lei, tornando a guardarlo in volto.

Ryan scosse la testa, sorridendo. Poi rimosse gli occhiali dal naso di lei, asciugandole le guance con il dorso della mano.

Non è affatto terribile… avevo solo bisogno di… riflettere.”

“E io sono arrivata a romperti le scatole.

“No, è Jason che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato:Kelsi abbassò lo sguardo. Si sentiva in colpa per come si stava comportando.. ma non voleva rischiare che Ryan capisse quello che provava per lui. Insomma, loro due insieme… una Wildcat e il fratello della Regina di Ghiaccio… no, non poteva succedere…sarebbe stato… innaturale, ecco.

“Ti piace molto?”

“Non lo so più.” Rispose lei, immediatamente molto consapevole delle mani di Ryan ferme sul proprio corpo. Dopotutto, poteva dirgli come si sentiva senza fargli capire proprio tutta la verità, come lui aveva fatto con lei due giorni prima ..Poteva, no? “È che.. c’è un altro… uno che non dovrebbe piacermi ma che ultimamente sembra non riuscire a stare lontano dai miei pensieri… e sono confusa…”

°E forse anche un po’ innamorata...°

“Oh…” Fece Ryan, subito raffreddandosi e allontanandosi da lei. Competere con Jason poteva anche andare, ma due rivali…. Erano davvero troppi. Eppure era convinto che qualcosa tra loro fosse cambiato…

 “Senti, io… vado… vado.. esco a cambiarmi.”

Detto ciò, raccolse il maglione e i pantaloni di felpa che usava come pijama e uscì, ma, pochi istanti dopo, un pensiero non richiesto fece all’improvviso capolino nella sua mente, bloccandolo.

Era davvero sicuro di voler rinunciare a Kelsi solo perché lei non ricambiava i suoi sentimenti, al momento? Insomma, è vero, le piaceva un altro… altri due, forse… ma perché arrendersi?

Lui era l’unico ad amarla veramente, ne era certo.

Fu proprio questa sua sicurezza un po’ presuntuosa a dargli il coraggio di voltarsi di nuovo verso la tenda… bloccandosi, poi, per lo stupore.

Kelsi era lì, in piedi davanti a lui, in mano il suo cappello,che stava ripulendo con delicatezza.

“Hai dimenticato questo…” Mormorò, passandogli il copricapo.

“Grazie….”

Ryan allungò la mano per prenderlo, ma lei si allontanò, quasi invitandolo a seguirla.

“Posso tenerlo?” Domandò.

Il giovane la guardò, stupito.

Voleva tenere un suo cappello?

“Sì… ma perché?”

Perché….” Kelsi esitò, per poi sorridere, ringraziando il cielo che il buio gli impedisse di vedere il colore del suo viso.  Perché profuma di te…”

 

Continua….

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 9 - In which Chad finds out a secret ***


Niente intro, perché è già tanto se riesco a postare questo capitolo tra una prova e l’altra…

Niente intro, perché è già tanto se riesco a postare questo capitolo tra una prova e l’altra…. Quindi leggete e commentate in tantissimissimissime!!!!!!!

Temperance

 

9 – In which Chad finds out a secret

 

Co…come?” Domandò Ryan, colto di sorpresa, avvicinandosi, però, a lei.

“Profuma di te.” Ripetè Kelsi.

Il ragazzo sorrise, non ben sicuro se fosse meglio essere rassicurato o confuso.

“Sono… felice che ti piaccia il mio profumo… ma non ti capisco. Insomma, prima non mi volevi nemmeno lasciar entrare in tenda e ora…” Kelsi gli posò un dito sulle labbra, cogliendolo impreparato per l’ennesima volta nel giro di cinque minuti.

°È strana..° Pensò °Strana e dannatamente bella

Parli troppo, Ry, te lo ha mai detto nessuno?”

Sharpay. Più o meno tutti i giorni da quando ha imparato a dire ‘Taci, Ryan!’. È la sua frase preferita.”

Kelsi ridacchiò, mentre Ryan le sfilava il cappello dalle mani, per poi posarlo sui suoi ricci scuri.

“Ti sta bene.” Sussurrò, riportando dietro all’orecchio di lei un ciuffo ribelle e fermandosi, poi, a farle una carezza sulla guancia.

La mano della ragazza si alzò automaticamente, posizionandosi sulla sua e impedendogli di allontanarla.

“Così però non lo sento più….”

“Che cosa?” Domandò Ryan chiedendosi, nel frattempo, se fosse possibile annegare  nel verde di quegli occhi, troppo di rado privi della copertura di un paio di lenti eccessivamente spesse perché potessero render loro giustizia.

Che gli importava di dover competer con uno, due, mille altri ragazzi, se il premio erano quegli occhi?

Tanto più che iniziava seriamente a convincersi di essere lui stesso il rivale di Jason.

“Il profumo.”

“Oh…” Ryan sorrise, avvicinando un po’di più il proprio viso a quello di Kelsi. “Forse conosco un modo per fartelo sentire ancora meglio.

“Insegnamelo.” Mormorò lei, alzandosi in punta di piedi nel medesimo istante in cui lui si chinava nella sua direzione.

Non appena le loro labbra si sfiorarono, Kelsi sentì un brivido correre per tutta la lunghezza della propria spina dorsale.

Un brivido di certo non dovuto al freddo, ma a quello strano e confortante calore che solo Ryan sapeva darle.

Le sue ginocchia iniziarono a dare segni di cedimento e ad un tratto le parve indispensabile aggrapparsi a qualcosa, onde evitare di finire rovinosamente a terra.

Affondò, allora, una mano tra i capelli di Ryan, cingendogli il collo con l’altro braccio, mentre lui la stringeva in vita, avvicinandola di più a sé.

°Così non potrei cadere nemmeno volendo° Pensò e le sue labbra si incresparono in un sorriso contro quelle di lui, che risposero dischiudendosi leggermente.

La lingua di Ryan prese a tracciare, pian piano, i contorni della bocca di Kelsi, facendole venire voglia di sciogliersi lì e in quel momento, stretta nel suo abbraccio.

Kelsi Nielsen non era una grande esperta in materia di baci, soprattutto per quanto riguardava la parte pratica ma capiva, comunque, che rimanere immobile come una statua non era esattamente la risposta che ci si aspettava da lei in quell’occasione e così fece ciò che le venne più naturale. Aprì appena le labbra, permettendo a Ryan di far scivolare la lingua tra di loro, approfondendo il bacio.

Mentre le stelle sopra di loro brillavano come solo in montagna potevano fare, Kelsi si ritrovò a credersi come avesse potuto, fino a poche ore prima, aver desiderato di stare con un ragazzo che non rispondesse al nome di Ryan Evans.

Nel frattempo, un paio di malinconici occhi scuri osservavano la scena.

Chad Danforth, appoggiato ad un albero, era arrivato proprio nel momento in cui Ryan stava uscendo dalla tenda e, quando aveva visto Kelsi seguirlo, aveva deciso di rimanere a godersi lo spettacolo.

Perché era sicuro che uno spettacolo ci sarebbe stato: tutti si erano accorti che la tensione tra quei due era cresciuta vertiginosamente nei tre giorni precedenti e sperava di poter assistere ad un litigio peggiore di quello avuto con Taylor. Non perché ce l’avesse con loro, assolutamente no.. voleva solo trovare qualcuno che stesse peggio di lui in quell’orribile gita ma no, nemmeno questa volta avevano voluto farlo contento.

Niente urla, niente discussioni, niente liti… solo parole troppo dolci persino per Willy Wonka.

Evidentemente, Kelsi e Ryan non si odiavano poi così tanto…. Oppure avevano uno strano modo per dimostrare la  reciproca ostilità.

°Beh, beato lui che ce l’ha fatta…° Pensò il giovane, voltandosi e iniziando a camminare verso la propria tenda.

 

 

 

“Per me hai esagerato.” Dichiarò Sharpay, stendendo uno strato di smalto rosa sulle unghie dei piedi.

“Non mi ricordo di aver mai chiesto la tua opinione. Replicò Taylor, sdraiata nel sacco a pelo con le coperte tirate fin sopra la testa.

Non era il caso che la sua adorabile compagna di tenda vedesse che aveva le lacrime agli occhi.

“Come vuoi, ma ho ragione io.”

Eh già… per una volta Sharpay Evans aveva davvero ragione su tutta la linea.

Non sapeva perché avesse reagito in quel modo allo stupido scherzo dei ragazzi… dopotutto, era normale prendersi un po’ in giro, soprattutto in gita scolastica.

Ma quando aveva visto Ryan e la sua gentilezza nei confronti di Kelsi aveva desiderato che anche Chad si comportasse così con lei.

Questo, però, non era nel suo carattere e lei lo sapeva.

“Ti dispiacerebbe se mi mettessi con tuo fratello?”

“Certo che sì: preferisco mille volte miss Chiave di Violino a te. Rispose, acida, Sharpay.

Taylor grugnì un grazie.

Una cosa sola era certa: finché avesse continuato a comportarsi così, nessuno l’avrebbe voluta e Chad meno di tutti.

 

 

 

Chad entrò nella propria tenda, trovando Jason che stringeva il cappello di Kelsi a mo’di peluche.

“Ciao, Chad.” Lo salutò, mettendosi a sedere.

“Pensavo glielo avessi restituito.” Disse Chad, accennando al copricapo.

“Oh… glielo darò domani L’ho vista con Evans, prima. Sembrano molto affiatati…”

°Più di quanto immagini.°

“Già…”

“Però credo di piacerle… domani mi farò perdonare per come l’ho trattata.”

Jason, posso darti un consiglio da amico?” Jason annuì. “Lascia perdere.”

 

 

 

Kelsi, distesa sul sacco a pelo, sorrideva a Ryan che, a gattoni sopra di lei, la guardava con gli occhi azzurri pieni di un qualcosa che la ragazza non riusciva a definire ma che, comunque, le piaceva da matti.

“Me lo ridarai mai?” Domandò lui, chinandosi a darle un bacio.

Che cosa?”

“Il mio cappello.”

Kelsi sbuffò, scherzosamente scocciata e spinse Ryan lateralmente, facendolo cadere su un fianco.

“Non pensi ad altro.”

“Sbagli.” Rispose lui, accarezzandole i capelli. “Penso a te.”

“Mi farai venire la carie.”

Ryan si strinse nelle spalle.

“Mio zio è dentista e, comunque, ho una cosa che ti piacerà di sicuro di più, però prima mi devi ridare il cappello.”

Kelsi si portò due dita al mento, fingendo di soppesare l’offerta.

“Accetto lo scambio a patto che stanotte dormiamo come ieri.

“Stanotte, domani, dopodomani….”

Ok, ok, tieni. Tanto il nero non mi dona.” Disse la ragazza, porgendo la coppola al giovane, che se la mise subito. “Ora voglio la mia sorpresa.”

“Chiudi gli occhi.” Kelsi eseguì e Ryan si portò subito le mani alla nuca, slacciando la catenella d’argento che portava nascosta sotto alla camicia.

Vi posò un bacio, poi prese la mano di Kelsi e la chiuse intorno al sottile gioiello. “Apri, ora.”

Ryan… è bellissima…” Soffiò la pianista, rimirando il piccolo ciondolo appeso alla collanina.

Si trattava di una nota musicale, una croma, per la precisione, sulla cui pancia era incisa una minuscola R.

“Me la metti?”

Ryan annuì; si spostò dietro alla ragazza e unì con il fermaglio i due capi della catenina, per poi chinarsi e posare un bacio sul collo di lei.

“Sono felice che la Brighton ci abbia messi in coppia. Le sussurrò all’orecchio, massaggiandole le braccia.

Anche io…”

E, a proposito di Brighton, sai, vero, che domani la sveglia è alle sei e mezza?”

“Signor Evans” Cominciò Kelsi, voltandosi e appoggiando le mani sul petto di lui. “È un modo gentile per dirmi di lasciarti dormire in pace?”

“No, è un modo sottile e delicato per comunicarti che non vedo l’ora di addormentarmi abbracciandoti ed essendo certo, una volta tanto, che domani il tuo viso sarà la prima cosa che vedrò.

 

Continua….

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 10 - In which Troy gets nervous ***


Ciao

Ciao!!!

Scusate il ritardo nell’aggiornamento, ma ero e sono un po’ in blocco con questa storia… cioè non ho ben chiare le idee su cosa far succedere. Questo capitolo non è il massimo, ma abbiate fede, ne verranno di migliori.

Per Vitto: Mi piace Ryan? Tu dici? Ma come l’hai capito???????? Pensavo di nasconderlo così bene…però ammettilo: in realtà tu sei follemente innamorata di Matteo Branciamore!

Ok, sclero finito e vi lascio alla lettura! Buona Pasqua a tutti!!

Temperance

 

10 – In which Troy gets nervous

La meta dell’escursione di quel giorno era un rifugio situato a circa due ore e mezza di cammino dal sito dove ritrovavano le tende.

Onde evitare incidenti simili a quello verificatosi nella precedente uscita, Kelsi si era armata di respiratore e buona volontà, decisa più che mai a restare al passo con il resto del gruppo.

Taylor e Sharpay, comunque, schierate come due gendarmi accanto a lei non si allontanavano un secondo, continuando a discutere sul litigio tra la mora e Chad.

Non che la pianista prestasse molta attenzione a ciò che le altre due dicevano… era troppo impegnata a respirare regolarmente per esprimere la propria opinione, così si limitava ad annuire ogni tanto.

Sharpay, in ogni caso, stava facendo un ottimo lavoro nel far sentire Taylor in colpa.

Ad un tratto, Kelsi si sentì afferrare per un polso e si voltò, ricevendo un caloroso bacio sulla guancia da Ryan.

“Come va l’asma’” Le domandò lui, raddrizzandole il cappello sul capo.

Resistendo alla tentazione di gettargli le braccia al collo e dimostrargli il proprio ottimo stato di salute con un bacio come si deve, la ragazza si sottrasse alla stretta e si girò di nuovo verso le sue amiche.

“Lasciami in pace, Evans.”

In un secondo, Kelsi fu di nuovo tra Tylor e Sharpay e il povero Ryan si ritrovò, solo e immobile in mezzo al sentiero, mentre tutti gli altri passavano oltre.

“Un po’ insistente tuo fratello, eh, Pay?”

“Non chiamarmi Pay.” Sibilò la bionda, in risposta alla domanda che Taylor le aveva posto non appena Kelsi le aveva raggiunte.

Ok, Shar.” Ironizzò l’altra. “Ciò non toglie che dovresti dire a Ryan che Kelsi non è interessata a lui.

Ryan sa badare a se stesso, non ha bisogno di babysitter.

Sharpay ha ragione.” Si intromise la pianista, che già si sentiva terribilmente in colpa. “Ryan capirà quello che pro… che NON provo per lui. Se ne farà una ragione.”

 

***

 

Troy, che si era fermato per bisogni di prima necessità, tornò ad unirsi al resto del grupp0o con un terribile presentimento, dovuto al fatto che suo padre non si trovava più in fondo alla fila a parlare con la Brighton dove lo aveva lasciato.

E Gabriella a quella fila era in testa.

Superò di corsa tutti gli altri ragazzi, sperando inutilmente di non aver visto il coach in mezzo agli altri solo per distrazione e non perché, effettivamente, non ci fosse.

E invece eccolo lì, a braccetto con la sua ragazza, chiacchierando animatamente, mentre lei rideva in modo decisamente troppo divertito per i suoi gusti.

Non buono.

Assolutamente non buono.

“…e le lesse una poesia d’amore davanti a tutta la classe, ma sai qual è la cosa più divertente?”

Gabriella scosse la testa, interessata.

“Era un componimento di Gregory O’Hara!”

“Quello delle poesie erotiche?” Domandò la morettina, strabuzzando gli occhi.

°No, la storia di O’Hara no!°

“Sì!” Ribadì il coach Bolton tra le risate. “L’insegnante mandò a chiamare la preside e… oh, ciao, Troy!” Salutò l’uomo, quando notò la presenza del figlio.

Ciò di cui, evidentemente, non si accorse fu il temporale in miniatura, completo di fulmini e saette, che si agitava nel blu dei suoi occhi. “Stavo giusto raccontando a Gabi di quella volta quando facevi le elementari e…”

“Lo so cosa le stavi raccontando e te lo potevi risparmiare. Disse il ragazzo, tagliente.

“Dai, Troy, non fare così.” Si intromise Gabriella, cercando di sedare la burrasca.

“Faccio così eccome, invece! Papà, non hai nessun diritto di mettermi in imbarazzo davanti alla mia ragazza!”

Ma Troy…”

Ma un corno! Cerca un modo per sembrare simpatico che non coinvolga me, dannazione! O forse non ne sei capace?”

Troy!” “No, Gabi, lascia stare.” Bolton trattenne la ragazza per un braccio. “Vado… vado a vedere se Miss Brighton ha bisogno di me.

Non appena il padre fu sparito in fondo alla fila, Troy tentò di prendere la mano di Gabriella ma lei si scostò, stizzita.

“Ehi, piccola, che c’è?” Chiese, sorpreso.

“Sei veramente un bambino, Troy! Tuo padre voleva solo farmi ridere. Vado dalle ragazze, chiamami quando sarai cresciuto.

 

***

 

“Ragazze, vado in bagno.” Annunciò Kelsi, alzandosi dal prato di fronte al rifugio sul quale lei, Taylor e un’arrabbiatissima Gabriella avevano appena finito di pranzare.

“Torna presto.” Risposero in coro le due ragazze, per poi tornare a prendere il sole.

Kelsi entrò nell’edificio di legno alla ricerca di Ryan.

Doveva assolutamente scusarsi con lui e spiegargli il suo comportamento: non voleva rovinare tutto.

Ad un tratto, un paio di mani l’afferrarono alle spalle, trascinandola nella cucina, in quel momento deserta.

“Si può sapere che ti è preso?” Sussurrò la voce di Ryan, mentre il suo fiato le solleticava l’orecchio.

“Scusami, scusami, scusami, scusami Ry, volevo dirti tutto prima di partire ma non ne h0o avuto il tempo.” Rispose Kelsi, rigirandosi nel suo abbraccio.

Tutto cosa?”

“Non voglio che gli altri sappiano di noi finché non saremo tornati ad Albuquerque.

Ryan si allontanò da lei, lo sguardo confuso.

E perché no, scusa?”

“Perché…” Dov’erano tutti i buoni motivi che, quella mattina, l’avevano spinta a prendere una decisione del genere?

Rovinosamente affogati nell’azzurro dei suoi occhi, ecco dove!

Perché non vuoi che Jason ci veda, giusto?”

Cosa? No!”

“Oh, sì, invece.” Replicò Ryan, muovendo un paio di passi verso la porta. “Lui ti piace ancora e a me non va di essere un ripiego o un tappabuchi. Mi dispiace, Kel, trovati qualcun altro.”

Detto ciò, il giovane uscì dalla cucina.

“RYAN! RYAN, ASPETTA!” Chiamò Kelsi a gran voce, fregandosene dei propri propositi, raggiungendolo e afferrandolo per un poso ai piedi delle scale.

Che cosa vuoi?” Domandò lui, brusco, senza guardarla.

Lo aveva ferito.

Preso in giro, usato e poi ferito dritto al cuore.

Come poteva aver pensato che lei si fosse davvero dimenticata di Jason?

“Non mi piace Jason, Ry.” Sussurrò Kelsi, accarezzandogli una guancia. “Io voglio stare con te, lo voglio davvero, però tutti pensano che noi due ci odiamo. I miei amici non sopportano te e tua sorella mi detesta.

Non credi che non farebbero altro che renderci le cose più difficili, se lo sapessero?”

“Lo farebbero anche in città.” Rispose lui, più calmo, scostandole la mano e stringendosi nelle spalle.

“Sì, ma almeno vorrei finire la gita in pace… se non vuoi, comunque, non è un problema.”

“Sicura che non è per Jason?” Chiese ancora Ryan, scostandole un ricciolo dal viso dietro all’orecchio.

“Al cento per cento.” Rispose lei, prendendogli la mano.

“In questo caso, penso di poter resistere per altri quattro giorni.

“Sul serio?”

“Sul serio.”

Ryan si chinò per baciarla, ma lei arretrò di scatto, vedendo Chad e Jason entrare nella sala.

“Beh, allora… io vado.” Biascicò il biondo, prima di sparire oltre la porta della sala ristorante.

“Ehi Kels.” Salutò Jason, avvicinandosi alla ragazza.

“Ciao Jay, ciao Chad.”

Chad alzò una mano per poi scusarsi e dire che sarebbe andato a rubare un pezzetto di pane al ristorante: lui aveva provato ad avvertire Jason, ma ora il suo amico doveva cavarsela da solo e, stavolta, un bel due di picche non glielo avrebbe tolto nessuno.

“Allora…” Cominciò il ragazzo, imbarazzato. “Bella giornata, eh?”

“Già…”

Fino al giorno prima Kelsi avrebbe pagato per trovarsi da sola con lui. Ora, invece…

“Senti, hai dimenticato il cappello nella nostra tenda, sai.. quando vi abbiamo rubato i vestiti…”

“Grazie, Jason, sei gentile a offrirti di riportarmelo. Puoi lasciarlo appena dentro dalla tenda. Ora scusami, ma devo andare in bagno. Ciao ciao.”

“Volevo chiederti se passi a prenderlo stasera, così chiacchieriamo un po’…” Mormorò il giovane a se stesso, guardando Kelsi che si allontanava. “Ma dov’è che sbaglio con lei?”

 

***

 

Entrando nella sala ristorante, Chad trovò Ryan seduto ad uno dei tavoli, sorseggiando tranquillamente un caffè.

“Non vai a controllare che Kelsi non ti tradisca?” Domandò il moro, provocatorio, avvicinandosi a lui.

“No, mi fid… ehi, come fai a sapere di noi?”

“Vi ho visti fare lezione di lingue, ieri sera. Non avrei dovuto?”

“Le è presa la fissa di tenere tutto segreto per un po’ e io mi adeguo. Non ti siedi?”

Chad scosse i ricci scuri, prendendo a camminare avanti e indietro e ignorando gli sguardi che gli altri avventori gli lanciavano.

“Devo trovare un modo per fare pace con Taylor, ma non so da dove accidenti cominciare.

“Hai provato a chiederle scusa?” Suggerì Ryan, muovendo distrattamente il cucchiaino nella tazzina ormai vuota.

“Sì, ma non è servito.”

“Erano scuse sincere?”

“Ehi, ma chi sei tu, il grillo parlante?”

“Può darsi… o forse voglio solo darti una mano.

Chad sospirò, appoggiandosi al tavolo.

Ecco a che punto si era ridotto: ascoltare i consigli di un Evans.

Peccato non sapesse quanto vicina era la sua situazione a quella di Taylor

“No, non erano sincere perché non avevo nulla di cui scusarmi. Insomma, è stato uno scherzo innocente, non ho fatto male a nessuno…”

“E tu prova a chiederle scusa non solo per quello scherzo, ma per tutte le volte in cui hai fatto qualcosa che le è dispiaciuto. Non prometterle di cambiare, perché non lo farai mai. Sii solo te stesso, senza esagerare le tue qualità. Di sicuro le piacera molto di più delle tue scuse fini a loro stesse o del tuo fare il figo a tutti i costi.

“Wow, Evans, cono colpito! È così che l’hai conquistata?”

Kelsi? No.” Sorrise Ryan, scuotendo il capo. “Io ho usato una coppola di raso nero.”

 

Continua…

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12 - In which becoming friends isn't too difficult ***


SCUSATE il mostruoso ritardo ma davvero non sapevo più cosa scrivere

SCUSATE il mostruoso ritardo ma davvero non sapevo più cosa scrivere! Non è che adesso vada molto meglio, ma ho scritto un capitolo troppo bello per non farvelo leggere (come sono modesta u.u) solo che è più avanti, quindi devo per forza collegarlo al resto della storia! Ho notato che ultimamente le recensioni sono calate… spero che almeno chi commentava questa mi resterà fedele, perdonandomi per averli fatti attendere.

Ringrazio tutti quelli che hanno commentato e i nove che mi tengono tra i preferiti! Quest’estate ho in programma di finire tutte le storie che ho in sospeso…quindi state pronti!!!

Baci a tutti

Temperance

 

11 – In which becoming friends isn’t too difficult

 

“Allora, quando credi che dovrei parlarle?” Domandò Chad, affiancandosi a Ryan a circa metà del viaggio di ritorno.

“Ciao non si usa più?”

“Dai, Evans, sono nervoso…è dell’amore della mia vita che stiamo parlando, non di caramelle!”

Ryan ridacchiò al sentire le parole ‘amore della mia vita’ pronunciate da Chad Danforth, ma lasciò correre: non era mai stato tenuto in maggiore considerazione da un appartenente ai Wildcat e non voleva sprecare la sua occasione per conquistarsi almeno un po’di amicizia.

“Ok, scusa… Beh, per me prima le parli e meglio è.” Dichiarò, sicuro.

“Sì, quello lo sapevo pure io… ma prima quando? Prima di stasera? O prima della fine dell’anno?”

“Io opterei per ora, visto che non hai niente di meglio da fare, oltre che camminare.”

“Ora sto parlando con te.”

“Smetti e vai da lei. Non mi sentirò solo, te lo prometto.”

“Ma Ryan…”

“Fila!”

 

Inutile dire che Chad non abbandonò il suo nuovo quasi amico fino a quella sera, quando Ryan lo minacciò di spingerlo a calci fino alla tenda di Taylor, se non si fosse sbrigato ad andarci da solo.

Così, con il discorso pronto, provato e riprovato, il ragazzo si avvicinò al luogo dove il suo destino si sarebbe compiuto. O, almeno, questo erano i termini in cui la sua mente pensava in quel momento.

Sta di fatto che il suddetto luogo fosse più vuoto di una scatola vuota.

“Si vede che non era destino…” Sussurrò, prima che un minuscolo e arrabbiatissimo Ryan apparisse davanti ai suoi occhi e, senza che questo aprisse bocca, seppe già ciò che voleva dirgli. “No. Devo parlarle ora o non lo farò più…”

 

Pochi minuti prima.

 

“Io vado in bagno!”

“Bagno?” Domandò Sharpay, affrettandosi a raggiungere la soglia della tenda, la maglietta infilata solo per la testa. “C’è un bagno e tu non me l’hai mai detto?”

Ignorando l’adorabile uscita della sua compagna, Taylor afferrò una torcia e un rotolo di carta igienica e si avviò a grandi passi verso il “bagno”, conducendo, nel frattempo, un intrigante monologo interiore.

Non si capacitava, infatti, di come potesse essere giunta incolume al terzultimo giorno di una gita a stretto contatto con Sharpay Evans. Si poteva essere più stupide, assurde, cretine, superficiali e insulse di quella ragazza? No, era la sua risposta. Malgrado tutto, però, era stata decisamente meno drammatica di quanto avrebbe mai potuto pensare.

Era vero, Sharpay era effettivamente la creatura più irritante ed inutile del pianeta e, forse, dell’universo, ma sapeva anche, ogni tanto, mostrare qualche microscopico barlume di ragione che poi si adoperava immediatamente a coprire con un surplus di cretinate extra. Come la sera prima, quando le aveva parlato di Chad e di come loro due avrebbero dovuto assolutamente fare pace, per la salute mentale di tutto il gruppo.

Mentre rifletteva su quanto Sharpay avesse ragione da vendere, dimenticò per un attimo di tenere sott’occhio il sentiero e, un secondo dopo aver deciso di dare ascolto alla bionda, si ritrovò a rotolare giù lungo una parete praticamente perpendicolare al terreno.

°Ci siamo, ora muoio…° Pensò, atterrando pesantemente su di un tappeto di foglie.

Ok, forse non sarebbe morta…

Mettendosi a sedere, Taylor si guardò intorno, cercando una via d’uscita da quella sottospecie di burrone in cui si era infilata che non implicasse il dover essere campioni olimpici d’arrampicata.

Stava giusto imprecando, alla ricerca della torcia che le era sfuggita di mano durante la caduta, quando un familiare urlo squarciò il silenzio notturno e Sharpay le rovinò sulla schiena, facendola piombare di nuovo a terra.

Ahio!” esclamò, spostandosi di dosso la bionda, che si sedette, tossicchiando, sul terreno umido.

“Mi hai mentito.” Si lamentò l’altra. “E illusa. Non c’è nessun bagno qui, solo questo maledetto buco!

“No, non ci voglio credere. Sharpay Evans, dimmi che non mi hai seguita pensando che io avessi davvero trovato un bagno pubblico. Pregò Taylor, costernata.

“Dovevo capirlo che mi stavi solo prendendo in giro…

“Non ti stavo prendendo in giro! Intendevo semplicemente dire che uscivo per…per soddisfare i miri bisogni fisiologici, ecco.

“E non potevi dire così fin dall’inizio?!

Sharpay, era semplice da capire, non pensavo che avessi sul serio frainteso!”

“Beh, forse hai sopravvalutato il mio cervello. È questo che cerchi di dire, che sono stupida?

“SÍ!” Rispose Taylor, esasperata. “Sì, è proprio quello che sto dicendo! Se tu non fossi stata così stupida ora non saremmo bloccate in due qui dentro!

“E ci saresti da sola. Non sarebbe peggio, scusa?”

“No, perché così tu mi saresti venuta a cercare…

“…e sarei comunque caduta in questo maledettissimo buco!”

Le due rimasero a guardarsi in cagnesco per un po’, poi dalle labbra di Sharpay sfuggì un nuovo urlo, degno di un coyote, seguito da poche e altrettanto strillate parole.

“QUALCOSA MI STRISCIA SULLA GAMBA!!!!

 

“Ryan!” esclamò Chad, facendo improvvisamente irruzione nella tenda dell’amico.

“Che succede?” Domandò Ryan, spaventato, alzandosi a sedere di scatto  e facendo rotolare di lato Kelsi, che sonnecchiava appoggiata al suo petto.

“Ryan, tua sorella e Taylor sono sparite!”

“Saranno andate in bagno, no?” Chiese la ragazza, mettendosi seduta e cercando di recuperare una parvenza di lucidità.

“Ho già guardato, non ci sono! E poco fa ho sentito un urlo provenire dall’interno del bosco. Ragazzi, era Sharpay! Ho paura che siano nei guai!”

“Ok, Chad, calmati, ho capito. Vedrai che non è niente, mia sorella ha probabilmente strillato perché Taylor si è rifiutata di rifinirle la manicure. Vai a dorm…”

“EVANS, TUA SORELLA E LA MIA RAGAZZA SONO DA QUALCHE PARTE NEL BOSCO, PROBABILMENTE IN PERICOLO DI VITA, QUINDI TU ORA ALZI IL CULO E VIENI CON ME!” Esplose Chad, afferrando Ryan per il maglione.

“Ok, ok, arriviamo.” Intervenne Kelsi. “Ryan, prendi le nostre torce e tu cerca di calmarti. Vedrai che le troviamo.”

 

Taylor scoppiò a ridere, tenendo tra due dita il mostruoso essere che aveva spaventato a morte Sharpay.

“Eh sì, Evans, dubito che uscirai viva da quest’incontro ravvicinato del terzo tipo.”

“Che…che cos’è?” Domandò Sharpay, tremando come una foglia.

“Un verme.” Rispose semplicemente la mora, sventolando l’animale sotto al naso dell’altra.

“PORTALO VIA!”

Scuotendo la testa, Taylor ripose l’invertebrato a terra e si sedette accanto a Sharpay.

“Ti rendi conto di quanto sei ridicola quando fai così?”

“Non sono affatto…oh, d’accordo. Sì, me ne rendo conto benissimo ma io sono Sharpay Evans, no? La gente si aspetta che io mi comporti così.

“Che vuol dire! Se la gente si aspettasse che tu ti faccia suora lo faresti?

“No, che c’entra?”

“È esattamente la stessa cosa, Sharpay!”

“No che non lo è. Io la mia maschera me la sono costruita da sola…mi piace essere come sono..”

“E non ti senti mai sola?”

La bionda sospirò, appoggiando il mento tra le ginocchia.

“Praticamente sempre.” Ammise, senza trovare il coraggio di guardare negli occhi scuri di Taylor.

E poi la mora fece una cosa che Sharpay non si sarebbe mai aspettata da lei. In uno slancio d’affetto, le lanciò le braccia al collo e la strinse forte, pensando che, forse, anche essere rimaste bloccate in quel posto poteva avere i suoi lati positivi.

“Amiche?” Domandò, tendendo una mano alla bionda.

“Non esageriamo… facciamo affezionate conoscenti.”

“Ci sto!”

“Ah, e…Taylor… dovresti davvero fare pace con Chad. Certo, è il più irritante e noioso nel suo gruppo di idioti irritanti e noiosi… ma sareste perfetti insieme.

“Già…peccato che io e te moriremo ibernate qui e oggi e non avrò mai l’occasione nemmeno di dargli un bacio.”

“SHARPAY! TAYLOR!” la voce di Ryan risuonò improvvisamente da qualche parte sopra di loro, seguita da quelle di Chad e Kelsi, anche loro intenti a chiamare a squarciagola le due latitanti.

Taylor e Sharpay si guardarono per un secondo negli occhi, stipulando un tacito accordo che stabiliva che ciò che era successo nel burrone sarebbe rimasto nel burrone, poi si avvicinarono alla parete più che poterono e si produssero in un grido forte almeno quanto quello provocato dall’innocente vermiciattolo.

“SIAMO QUI!!!!

Pochi secondi dopo, il raggio di una torcia illuminò l’interno della cavità e il viso paffuto di Kelsi apparve sopra di loro.

“Ragazzi, sono qui.” Chiamò la compositrice e, poco dopo, anche Chad e Ryan apparvero con altri due coni di luce fredda.

 

“Mi hai fatto spaventare a morte!” Esclamò Chad, non appena Taylor ebbe raggiunto l’uscita, aggrappata alla corda che il coach Bolton, prontamente avvisato dai ragazzi, le aveva lanciato.

Chad ha ragione, che vi è saltato in mente?” Domandò Ryan alla sorella, mentre Kelsi e l’insegnante guardavano la scena di poco discosti, sentendosi sollevati, ma anche vagamente divertiti.

“È stata colpa mia.” Biascicò Sharpay, in modo che solo suo fratello potesse sentirla.

Ryan la guardò con tanto d’occhi, onde poi posarle una mano sulla fronte.

“Tu che ammetti di essere colpevole? Pay, vai in tenda, subito: tu stai male!”

Sharpay gli fece una linguaccia per poi avviarsi a passo di marcia verso il campo.

“Siamo state davvero fortunate che ci abbiate trovate…siete stati grandi.” Balbettò Taylor, senza osare guardare Chad negli occhi.

“È stata Kelsi a trovarvi…se fosse stato per me e Ryan, probabilmente sareste ancora là in fondo.”

“Beh, però ci avete cercate.”

Tay, ascolta…a proposito dell’altro giorno…”

“Ho esagerato…mi dispiace.”

“E io sono stato un cretino, avrei dovuto ridarvi subito i vestiti.”

“Amici?”

“Neanche per sogno!” Sorrise Chad, chinandosi a posarle un dolce bacio sulle labbra.

 

Continua….

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 12 - In which professor Brighton hits the point ***


Ed eccoci agli ultimi capitoli

Ed eccoci agli ultimi capitoli!!!

Bene bene…ringraziamo…

Titty90: Fidati, i prossimi che sono gli ultimi 3 saranno quasi esclusivamente Ryelsi!!!!!! Mentre Troy e Gabriella…chissà…

armony_93: Hehe, felice che il bacio ti sia piaciuto!!!

Sinfony: Quanti complimenti in una sola recensione! No,no, ho i miei tempi, insopportabilmente lunghi, ma aggiorno eccome! Hihi, ho adorato scrivere di Chad nello scorso capitolo!!!!

Tay_: Io amo il mio piccolo Ryan-coscienza! Quasi come quello grande! Oh, ci staranno in tenda, fidati…eccome se ci staranno!

 

12 - In which professor Brighton hits the point

 

"Ciao, Gabbi." Salutò Kelsi, sedendosi accanto all'amica, che le rispose con un vago gesto della mano, senza spostare lo sguardo da Troy che, seduto accanto a Jason, fissava il falò come se fosse stata la cosa più importante della sua vita. "Ancora non avete fatto pace, eh?"

"Già e non ho intenzione di fare io il primo passo." Dichiarò la mora, risoluta, spostando gli occhi su Chad e Ryan, che chiacchieravano animatamente, avvicinandosi al resto del gruppo. "Hai visto quei due, piuttosto? Una vita ad odiarsi e ora sono amici per la pelle."

"Le cose cambiano, Gabriella."

"Forse allora è cambiato anche quello che c'era tra Troy e me, forse non dobbiamo più stare insieme."

Kelsi si strinse nelle spalle.

"Può darsi. O, magari, avete solo bisogno di un po' di tempo per chiarire le cose."

"Tutto ciò che deve fare è crescere, e io sarò tutta sua."

"Beh, Chad ce la fatta." Ribatté la pianista, indicando il ricciolo che, in quel momento, si stava sedendo accanto a Taylor, passandole un braccio intorno alle spalle. "E sono sicura che Troy non è da meno."

"Ciao belle fanciulle." Salutò Ryan, troncando sul nascere la risposta di Gabriella che, comunque, non ne sembrò affatto infastidita. "Questo tronco è libero?"

"Come no!" Esclamò la mora con il suo miglior sorriso: non doveva pensare a Troy e qualsiasi distrazione era buona.

"Questo me lo ha dato Troy per te." Annunciò Ryan, porgendole un foglietto ripiegato in quattro.

Ecco, appunto.

Gabriella lo prese, lo accartocciò e lo gettò nel falò con gesto teatrale, guadagnandosi uno sguardo più che supplichevole dal suo ragazzo.

"Problemi in paradiso?" Domandò Ryan sottovoce, accostandosi un poco a Kelsi, che annuì.

"Pare che Troy sia un bambino."

"Ehi, non è forse quello che ho sempre detto?"

"No, tu hai detto che è figo da paura."

"Cosa confabulate voi due?" Chiese Gabriella, almeno apparentemente allegra.

"Stiamo mettendo a punto un piano per conquistare il mondo." Replicò tranquillamente il biondo, sfregandosi le mani con un accenno di risata satanica.

Le due ragazze ridacchiarono, mentre la Brighton e il coach Bolton prendevano posto sull'ultimo tronco rimasto libero e la professoressa cercava, con scarso successo, di attirare l'attenzione dei ragazzi.

"LA PROF STA PARLANDO!" Gridò Jack Bolton dopo qualche minuto di inutili tentativi da parte della donna.

Il silenzio calò, pesante ed inesorabile come la lama di una ghigliottina.

"Grazie, Jack."

"Dovere." Rispose Bolton, sedendosi soddisfatto.

"Molto bene, cominciamo. Come tutti ben sapete, questa è l'ultima sera del nostro campeggio e io volevo cogliere quest'occasione per parlarvi a cuore aperto di ciò che questa gita ha significato per me. Il prossimo anno tutti ve ne andrete, chi al college e chi a lavorare e non avrete più modo di capire cosa voglia dire fare veramente parte di una classe. Avrete amici, vi auguro, vi innamorerete, forse, vi creerete una famiglia, ma non sarete mai più individui di un gruppo come quello che siete riusciti a creare in questi anni passati insieme."

"Sai cosa, mi mancherà la vecchia pazza." Mormorò Kelsi all'orecchio di Ryan, che annuì piano, per poi tornare a rivolgere la propria attenzione alla professoressa.

Non passò un minuto, però, che la ragazza sentì scivolare la mano più grande di lui sulla propria. Sorridendo, Kelsi ricambiò quell'attenzione in modo altrettanto discreto, intrecciando le dita con quelle di Ryan.

"Siete una bella classe, lo siete sempre stati." Continuò la Brighton. "Ma io volevo qualcosa di più per voi ed è per questo che vi ho portati qui, in un luogo dove avreste dovuto cavarvela da soli ed è sempre per questo che ho scelto io il compagno di tenda di ognuno. Vedete, è giusto che voi abbiate il vostro gruppo di migliori amici, ma spesso e volentieri è proprio a causa delle strette vedute di alcuni gruppi che non si stringono nuovi rapporti. Accanto a noi vivono migliaia di persone che noi nemmeno ci sforziamo di conoscere, rinchiusi come siamo nel guscio delle nostre abitudini. L'obbiettivo di questa gita era farvi uscire dalla vostra campana e provare a stringere amicizia con almeno una nuova persona. Beh, devo ammettere che ci sono riuscita, non è vero, Taylor?" Domandò, accennando al braccio di Chad, che, abbandonato sulle spalle della sua ragazza, giocherellava pigramente con i suoi riccioli.

Taylor sorrise prima alla professoressa e poi a Sharpay, che le fece l'occhiolino.

"E la signorina McKessie non è l'unico esempio che mi viene in mente. Almeno un altro è lampante. Due di voi, infatti, sono arrivati qui convinti di odiarsi, ma, a quanto pare, questa gita ha fatto cambiare loro radicalmente idea e, anche se non è evidente come nel caso di Taylor e Chad, credo che anche questi due altri ragazzi abbiano molto da donare l'uno all'altra." Concluse la Brighton, lanciando uno sguardo d'intesa a Kelsi e Ryan, che risposero sorridendo timidamente.

Sharpay, incuriosita dal discorso della professoressa, seguì il suo sguardo, scoprendo con non poca sorpresa che questo era andato a posarsi proprio sul suo gemello e sulla ragazza che sedeva accanto a lui, più vicina di quanto avrebbe dovuto essere. Aguzzando la vista, la bionda scorse, seminascoste dal pesante ed ingombrante maglione di Kelsi, le loro mani intrecciate in modo piuttosto inequivocabile.

Era così, dunque!

La cara piccola Beethowen era finalmente capitolata davanti alle avances di Ryan ma era troppo codarda per rendere pubblico il loro rapporto... Sharpay sentì la rabbia montare lentamente dentro il proprio corpo: nessuno poteva vergognarsi di suo fratello, nessuno e, a maggior ragione, non una persona che si considerava innamorata di lui.

Mentre il discorso della Brighton raggiungeva la propria conclusione, un piano iniziò a prendere forma nella mente della ragazza e, per l'ora in cui tutti si ritirarono nelle rispettive tende, Sharpay era ben certa che, di lì a poche ore, la signorina Kelsi Nielsen ci avrebbe pensato due volte prima di fare qualcosa che infastidisse la Regina di Ghiaccio.

 

Continua....

 

Nota by Tempe: scusate il capitolo breve, ma serviva solo a legare quelli venuti prima a quelli che verranno.

Ora ho un piccolo avviso da dare. I capitolo 13 e 14 sono quelli che renderebbero rosso il rating della storia, per cui ho deciso di pubblicarli separatamente a gennaio, quando compirò 18 anni. Lascio, quindi, il rating arancione e, quindi, il prossimo capitolo, che sarà l'ultimo, conterrà anche i riassunti del 13 e del 14. Mi scuso per l'inconveniente, ma in questo modo tutti potranno conoscere il finale della storia senza che io debba, per questo, mutilarla. Spero, comunque, che chi potrà leggerà anche gli altri due, perché sono la mia prima vera storia tendente al rosso e li trovo anche estremamente dolci. Scusate di nuovo, Temperance.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=199580