Gli Xeiros

di avrilmiki
(/viewuser.php?uid=40702)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inzia l'avventura ***
Capitolo 2: *** Fire ***



Capitolo 1
*** Inzia l'avventura ***


Un nuovo giorno era arrivato. Kassidy aprì gli occhi e si stiracchiò più volte. Si sentiva nervosa, e il cuore le batteva forte. Si era svegliata prima del solito, perché quello non era un giorno come tutti gli altri. Almeno, non per lei. Perché Kassidy, quel giorno, avrebbe lasciato il suo villaggio per andare alla ricerca della sua vera vita. Kassidy uscì dal suo rifugio di lisce pietre levigate che, tramite un incastro perfetto, prendevano la forma della casetta in cui abitava. Come al solito, guardò in alto: il sole si scorgeva tremolante e a tratti, attraverso lo specchio d’acqua. Il mare, quel giorno, era stranamente tranquillo. Kassidy, come ogni volta che osservava il sole che splendeva, si ritrovò ad immaginare come fosse la vita in superficie, quali fossero le abitudini degli umani. Nonostante lei fosse una Xeiros, e di conseguenza avrebbe potuto emergere quando voleva, non si era mai azzardata a farlo. Sapeva bene quali erano i rischi dell’avventurarsi in superficie. Attraverso le antiche leggende che si tramandavano di generazione in generazione, tutti erano a conoscenza di quanto fosse ambita per gli umani la cattura delle sirene, considerate degli esseri magici, perfetti da offrire in sacrificio agli dei. Alcuni uomini ancora più malvagi, invece, imbalsamavano sirene e tritoni per poter esporli nelle loro dimore e pavoneggiarsi con gli altri. Per gli uomini, però, era difficile cacciare le sirene, in quanto erano costretti ad ucciderle quando ancora erano in acqua. Infatti, c’era una maledizione che gravava sulle sirene e sui tritoni: chiunque uscisse completamente dall’acqua, sarebbe diventato automaticamente un umano, senza poter più tornare indietro. Nonostante gli Xeiros fossero immuni da questa maledizione, per loro era ancora più pericoloso emergere in superficie. Infatti, Gli Xeiros erano molto più ambiti dagli esseri umani, perché si trattava di una specie straordinaria e rarissima. Erano derivanti dalle sirene, ma avevano le squame dorate ed i capelli verdi, lunghi e setosi. Erano gli essere più perfetti del regno dei mari. Inoltre, tutti sapevano che per gli umani l’oro era la cosa più importante, quindi per loro la coda degli Xeiros valeva una fortuna. Quel giorno, Kassidy si ritrasse quasi subito dalle sue fantasticherie: aveva qualcosa di molto più importante da fare.

<< Buongiorno Kass!>>

<< Buongiorno Mamma.>>

Kassidy sorrise all’anziana sirena che, leggiadra, era apparsa accanto a lei.

<< Ti sei alzata presto, stamattina!>> << Voglio partire di buon ora!>>

L’anziana sirena, di colpo, si fece triste: << Dunque, non hai cambiato idea…>> << No, mamma…cerca di capire…mi dispiace…>> << No che non capisco! Qui non ti manca niente, sei amata da tutti! Perché vuoi partire?>> << Ti sbagli mamma, a me manca qualcosa di molto importante…la mia stirpe!! Non puoi capire come mi sento ad essere l’unica Xeiros del villaggio…non ho mai visto un mio simile!>> << Ma io ti ho sempre trattata come una figlia!>> << Ed io ti sarò sempre grata per questo…>>

Gli occhi dell’anziana sirena si fecero brillanti come l’argento, ed uno strano liquido che si confondeva con le limpide acque cristalline si sparse intorno a lei. Subito dopo, un lamento straziante riempì il luogo circostante. Il famoso pianto delle sirene.

Kassidy si avvicinò tristemente al viso di quella che, nonostante tutto, aveva sempre considerato la sua vera madre, e le asciugò le lacrime:

<< Non fare così…>>

Improvvisamente, le tornò in mente il giorno in cui sua madre l’aveva trovata. Le sirene hanno una memoria superiore a quella degli umani, tanto da ricordarsi ogni cosa successa fin dalla nascita. Kassidy, però, aveva un vuoto di memoria, dovuto ad un grave colpo alla testa. Ricordava tutto della sua vita solo dal momento in cui l’anziana sirena l’aveva trovata in fin di vita una mattina, mentre stava andando a raccogliere le alghe marine per sfamare la famiglia. La prese con sé e la chiamò Kassidy, che in linguaggio antico significava “dono del mare”. La crebbe come una figlia fino ai diciotto anni. Ma ora, Kassidy sentiva il bisogno di partire. Fra le tante leggende dei mari e della terra che il saggio del villaggio raccontava, vi era quella della famosa città degli abissi, chiamata Medding. La leggenda narrava che questa città era abitata solo ed esclusivamente da Xeiros. Nessuno, però, era mai riuscito a trovarla. Era questo l’obbiettivo di Kassidy: partire per un lungo viaggio alla ricerca di Medding, per conoscere i suoi simili e vivere con loro in armonia e felicità. La madre aveva tentato più volte di dissuaderla, considerando il viaggio una totale pazzia, ma non ci era mai riuscita. Kassidy era sempre stata una sirena molto testarda e determinata. Tutto il villaggio era a conoscenza della partenza di Kassidy, quindi la popolazione, che consisteva in un centinaio di abitanti, si era alzata di buon ora per poter salutare la Xeiros che si faceva tanto voler bene da tutti. La madre di Kassidy smise di piangere e tentò con scarso successo di fare un sorriso:

<< Vuoi che ti accompagni al limite del villaggio?>> << No, mamma…è meglio per entrambe se ci salutiamo qui…>> L’anziana sirena sorrise: << Allora, a presto…>> Kassidy sorrise a sua volta fra le lacrime. In fondo al cuore, entrambe sapevano che quello era un addio. << A presto, madre…>> << Ricordati di stare sempre ai bordi delle correnti! Non ti allontanare mai! Le temperature lontano dalle correnti marine ti potrebbero essere insopportabili, inoltre tutti i villaggi sono costruiti accanto alle correnti, per trarre calore da…>> << Mamma! Stai tranquilla, lo so! Me lo hai spiegato più di cento volte!>> La madre di Kassidy sorrise un po’ più sollevata. << Va bene…>>

Kassidy, con un ultimo cenno della mano si allontanò dalla sua casa. << Abbi cura di te! E…no, Bloppy! Fermo, stai fermo! Torna subito qui!!>>

Kassidy sentì il mare muoversi leggermente dietro di sé, poi un brivido dietro il collo la fece sorridere.

<< Bloppy!>>

Kassidy prese tra le mani il cavalluccio marino, che, con un verso d’affetto, le si strusciò contro.

<< Piccolo…scusa, non ti ho salutato! Ora però devo proprio andare…>>

Ma Bloppy non ne voleva sapere di staccarsi da lei. Ovunque andasse, la seguiva come un ombra. Dopo una lunga lotta, non senza aver lanciato diverse imprecazioni, Kassidy si convinse a tenere con sé il piccolo Bloppy. Man mano che procedeva per le strade del villaggio, qualche sirena o qualche tritone si avvicinava per salutarla, tanto che Kassidy ci mise quasi un ora, prima di arrivare ai confini. Così, fra lacrime e risate, Kassidy giunse al limitare del villaggio. Si voltò a guardarlo un ultima volta: era così piccolo e semplice…aveva trascorso lì tutta la sua infanzia. Le sarebbe mancato tanto…soprattutto la madre. Infine, si voltò verso il mare aperto, e ne rimase affascinata: per quanto tempo aveva atteso questo momento…il suo destino non era quello di crescere in un piccolo villaggio. Kassidy continuò a nuotare costeggiando la corrente marina, con lo stesso pensiero in testa:

sì, inizia l’avventura.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Fire ***


Kassidy procedette per tutta la mattinata in silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto. Mille pensieri le affollavano la mente: come avrebbe fatto a trovare Medding? E se non ci fosse riuscita, come se la sarebbe cavata? E in caso invece avesse scoperto Medding, come avrebbero reagito gli altri Xeiros al suo arrivo? Sarebbe riuscita ad integrarsi? Era così immersa nelle sue riflessioni, da non rendersi conto che, pian piano, si stava allontanando dalla corrente marina. Fortunatamente, se ne accorse appena in tempo: era ancora visibile in lontananza. Kassidy tirò un sospiro di sollievo e sorrise fra sé: iniziamo bene!! Bloppy le nuotava accanto, allegro e spensierato. Non passarono neanche pochi istanti, che Kassidy tornò alle sue riflessioni. Era così distratta dai suoi pensieri da non accorgersi minimamente di quell’ombra che si stava avvicinando. Bloppy se ne rese conto all’ultimo momento, ed emise un verso stridulo e spaventato, Per Kassidy fu come un campanello d’allarme: si voltò di scatto, ma era troppo tardi. Un tritone la prese e la sbatté violentemente sul fondale marino, tenendola ferma con un gomito sulla gola. Kassidy iniziò a tossire forte. Il tritone la guardò da capo a pinna e si soffermò sbalordito su quest’ultima: un sorriso beffardo si dipinse sul suo giovane volto, ma Kassidy non se ne accorse, occupata com’era a divincolarsi. Il tritone la lasciò andare. Kassidy si accasciò sul fondale marino. Ci mise qualche secondo a riprendersi. Finalmente, si rialzò, e fissò il tritone con disprezzo, ancora massaggiandosi la gola:

<< Che diavolo ti passa per la testa? Mi hai fatto male!>>

Il tritone sorrise:

<< Scusami, ti ho scambiata per un Kister, con quella cascata di capelli verdi…>>

<< I Kister sono grandi quanto uno squalo, idiota!!>>

<< Hai ragione, ma è difficile che una sirena, per giunta una Xeiros, si avventuri così lontano dalle correnti…solo un’imprudente lo farebbe!!>>

Kassidy distolse lo sguardo imbarazzata:

<< Ehmm…mi sono distratta, e così…>>

Kassidy esaminò il giovane: aveva i capelli biondi e gli occhi verde mare, tanto da confondersi con l’acqua, a volte. Aveva un fisico possente, evidentemente abituato ad affrontare ogni tipo di pericolo. Inoltre, Kassidy non poteva negare che fosse molto carino. Un lampo d’orgoglio, però, la fece tornare sui suoi passi:

<< Ma pensa te!! Ti sto pure dando delle spiegazioni!! Fatti gli affari tuoi!>>

Il tritone si avvicinò sorridente, prendendo fra le mani il mento di Kassidy:

<< Ei, calmina…e cerca di essere meno distratta, in futuro…o questo bel visino potrebbe fare una brutta fine…>>

Kassidy si scansò violentemente:

<< Chiudi il becco!>>

Il tritone scosse la testa.

<< Come ti chiami?>>

<< Kassidy…>>

<< Dono del mare? Mmm…non potevano scegliere un nome migliore!>>

<< Te l’ho già detto, vero, che sei un idiota?>>

<< Direi di sì, comunque questo idiota ha un nome…piacere, Fire!>>

<< Fire? Fuoco? Il fuco si spegne in acqua, non ho paura di te!>>

Fire rimase sorpreso:

<< Conosci il linguaggio degli umani?>>

<< Ho chiesto al saggio del villaggio di insegnarmelo…>>

<< Capisco…a proposito…che ci fai qui tutta sola, nel bel mezzo del nulla??>>

<< Non sono affari che ti riguardano…>>

<< Guarda che sono ancora in tempo ad aggredirti…non c’è anima viva qui intorno!>>

Kassidy gli voltò le spalle e iniziò a nuotare decisa verso la corrente:<< Non lo faresti mai…>>

Fire, con un scatto di velocità, si portò di fronte a Kassidy, tanto che lei dovette frenare di botto per non finirgli addosso. Fire la prese per le spalle e si avvicinò al suo viso:

<< Vuoi vedere?>>

Kassidy rimase rapita per qualche attimo dai suoi occhi profondi, poi si distolse con forza:

<< E va bene…sono partita alla ricerca di Medding…>>

Ci fu un breve silenzio, poi Fire scoppiò in una fragorosa risata:

<< Medding??>>

<< Che c’è di tanto divertente?>>

<< Sei proprio un’ingenua…Medding, è una leggenda, non è mai esistita!>>

Kassidy continuò a nuotare verso la corrente:

<< Può darsi…ma non vivrò in pace finché non ne sarò certa.>>

Fire rimase colpito da tanta determinazione. Iniziò a nuotarle accanto in silenzio. Ad un certo punto, Kassidy si fermò e gli piantò addosso uno sguardo gelido.

<< Beh? Che c’è?>>

<< Si può sapere perché mi segui?>>

<< Mi sono sempre piaciute le leggende e…le belle sirene!>>

<< Non ti seguo…>>

<< Semplice, voglio andare anch’io alla ricerca di Medding!>>

Kassidy lo guardò malissimo:

<< Tu sei pazzo…>>

<< Non resisteresti un minuto in mare aperto da sola…sei troppo inesperta! Hai bisogno di una guida che sappia come muoversi…>>

Kassidy si rese conto che aveva ragione, e lo guardò più interessata:

<< Continua…>>

<< Niente impegni: a me piacciono le avventure, a te piacciono le avventure. Tu vuoi cercare Medding, a io…beh, diciamo che mi è venuta voglia di cercare Medding! È perfetto!!>>

Kassidy, per la prima volta da quando è partita, scoppiò a ridere. Fire rimase incantato. Aveva tanto sentito parlare del sorriso degli Xeiros, di quanto fosse luminoso, allegro, dolce e vivace…ma vederlo era un'altra cosa.

<< Se la metti così, puoi venire con me…basta che non mi stai troppo intorno!>>

<< Mmmm…sarà difficile ma…ci proverò!>>

<< Bene!>>

In quel momento, da un alga li vicino, sbucò fuori alla velocità della luce il piccolo Bloppy che, vincendo la paura, si era finalmente deciso a cercare di difendere la sua padrona. Diede una testata decisa alla schiena di Fire, ma non gli fece neanche il solletico. Fire lo prese per la coda e lo guardò con aria di sufficienza. Il povero Bloppy si dimenava con tutte le sue forze per liberarsi, ma era tutto inutile.

<< E questo…?>>

<< è Bloppy, il mio cavalluccio marino non che compagno di viaggio!>>

<< Se ti fai proteggere da questo cosetto siamo a posto…>>

<< Beh, almeno mi tiene compagnia!>>

<< E io chi sono?>>

<< Tu cosa c’entri…sei solo la mia guida!>>

Così detto, Kassidy raggiunse la corrente e la costeggiò nuotando. Fire la raggiunse scuotendo la testa, seguito dal piccolo Bloppy, che gli lanciava occhiata di puro odio. Fire lo guardò e gli sussurrò, in modo che potesse sentire solo lui:

<< Tranquillo…non è te di cui ho bisogno…>>

Bloppy, che non capiva minimamente il linguaggio delle sirene, si limitò a spruzzargli addosso dell’inchiostro, che Fire evitò prontamente per andare accanto a Kassidy. Proseguirono per un po’, in silenzio, fino a che Fire non parlò:

<< Posso sapere dove stiamo andando?>>

<< Che ne so…io sto seguendo te!>>

<< E io te…>>

<< Non eri mica tu la guida?>>

<< Sì, ma pensavo che per intraprendere un viaggio simile ti eri perlomeno organizzata…sai qual è la prossima città.?>>

<< Veramente…>>

Kassidy arrossì, rendendosi solo ora conto di quanto era stata ingenua e stupida:

<< Io non ho mai varcato il confine del mio villaggio…>>

Fire scoppiò a ridere:

<< Eccola, la temeraria esploratrice che scoprirà Medding!>>

<< Chiudi quella bocca!>>

<< Comunque la prossima città è Deeply…è molto grande, una delle più estesi della corrente di Korn.>>

<< C’è un posto dove dormire?>>

<< Certo! Ci sono moltissime locande…>>

<< Bene!>>

È utile sapere che le sirene e i tritoni vivevano esclusivamente di baratto, non possedevano una moneta. Inoltre, la loro civiltà era basata sull’altruismo. Le locande erano gratis, e le sirene ed i tritoni venivano ospitati in cambio di tenere in ordine ed aiutare nelle faccende domestiche.

<< Hai idea di come sia una grande città?>>

<< Me ne ha parlato qualche volta il saggio del villaggio…>>

<< E cosa ti ha detto?>>

<< L’ha definito un agglomerato caotico di case…in alcune zone pericoloso, in altre interessante…>>

<< Il tuo saggio si è dimenticato i lati positivi…>>

<< Tipo?>>

<< Ci sono cose anche molto divertenti e, perché no, romantiche…comunque,presto vedrai tutto con i tuoi occhi!>> << Sii più preciso…presto quanto?>>

<< Direi che fra dieci minuti cominceremo ad intravedere un rialzamento del terreno….dall’altro lato sorge Deeply…>>

Kassidy sorrise, raggiante ed emozionata per quello che l’aspettava. Nel frattempo, si accorse che Fire continuava a scrutarla interessato.

<< Non ne hai mai visto uno, vero?>>

<< Di cosa parli?>>

<< Degli Xeiros…>>

<< No, in effetti No…>>

<< E adesso che ne hai vista una?>>

<< Direi che sono anche meglio di come me li avevano descritti…>>

Kassidy non rispose. Fire corresse presto la frase:

<< O forse sei solo tu ad essere così…>>

<< Non saprei dirtelo, nemmeno io ho mai visto un mio simile…>>

Gli occhi di Kassidy, dorati quasi quanto la coda, si spensero tristi.

<< Non deve essere facile per te…>>

<< No, non lo è…>>

Fire, per un attimo, si commosse di fronte alla tristezza della bella Xeiros, ma ritornò subito duro. Non poteva permettersi di provare pietà per lei, presto l’avrebbe persa, come tutti i suoi “compagni di viaggio”…

<< Ad ognuno il suo fardello…>>

Kassidy rimase colpita da questa frase priva di sensibilità, e così lasciò anche lei da parte la tristezza.

<< Già!>> Ribatté ancor più gelidamente.

<< Se pensi di aver trovato qualcuno che ti compatisca solo perché sei bella, ti sbagli, sirenetta…>>

<< Non ho mai voluto una cosa del genere! Io non ho bisogno della compassione di nessuno! E…non mi chiamare più sirenetta!>>

Kassidy strinse i pugno violentemente. I suoi occhi, d’un tratto, presero a brillare, come la coda. Il ciondolo magico che portava al collo, uguale a quello di tutte le altre sirene e tritoni se non per la goccia al centro, dorata anziché rossa, iniziò a lampeggiare. Fire sorrise malizioso:

<< Eccola, l’ira degli Xeiros…me la immaginavo più epica! Dovresti impegnarti di più…>>

Kassidy socchiuse gli occhi a fessura e accelerò l’andatura. Fire la seguì sempre ridacchiando:

<< Come siamo permalosi! Stavo scherzando…>>

<< Le guide non scherzano…guidano!>>

<< Non fa una piega…e infatti, se ti sforzassi di distogliere l’attenzione da me solo per un attimo, ti renderesti conto che ti ho guidato benissimo!>>

<< Imma…>>

Kassidy rimase a bocca aperta e finì la parola:

<< …gino…>>

Senza essersene resa conto, era giunta in cima al rialzamento. Fire, vedendola così stupefatta, sorrise ancora di più.

<< Benvenuta a Deeply, “dono del mare”…>>

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=204493