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Autore: avrilmiki    10/02/2008    0 recensioni
Kassidy, una sirena cresciuta in un minuscolo villaggio, era stata trovata appena nata, abbandonata. Ma non è l'unica cosa che la rendere diversa dagli altri: lei è una Xeiros, un essere leggendario, nel mondo delle sirene. All'età di 18 anni decide di partire, alla ricerca dei suoi simili, e di qualcosa di più...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un nuovo giorno era arrivato. Kassidy aprì gli occhi e si stiracchiò più volte. Si sentiva nervosa, e il cuore le batteva forte. Si era svegliata prima del solito, perché quello non era un giorno come tutti gli altri. Almeno, non per lei. Perché Kassidy, quel giorno, avrebbe lasciato il suo villaggio per andare alla ricerca della sua vera vita. Kassidy uscì dal suo rifugio di lisce pietre levigate che, tramite un incastro perfetto, prendevano la forma della casetta in cui abitava. Come al solito, guardò in alto: il sole si scorgeva tremolante e a tratti, attraverso lo specchio d’acqua. Il mare, quel giorno, era stranamente tranquillo. Kassidy, come ogni volta che osservava il sole che splendeva, si ritrovò ad immaginare come fosse la vita in superficie, quali fossero le abitudini degli umani. Nonostante lei fosse una Xeiros, e di conseguenza avrebbe potuto emergere quando voleva, non si era mai azzardata a farlo. Sapeva bene quali erano i rischi dell’avventurarsi in superficie. Attraverso le antiche leggende che si tramandavano di generazione in generazione, tutti erano a conoscenza di quanto fosse ambita per gli umani la cattura delle sirene, considerate degli esseri magici, perfetti da offrire in sacrificio agli dei. Alcuni uomini ancora più malvagi, invece, imbalsamavano sirene e tritoni per poter esporli nelle loro dimore e pavoneggiarsi con gli altri. Per gli uomini, però, era difficile cacciare le sirene, in quanto erano costretti ad ucciderle quando ancora erano in acqua. Infatti, c’era una maledizione che gravava sulle sirene e sui tritoni: chiunque uscisse completamente dall’acqua, sarebbe diventato automaticamente un umano, senza poter più tornare indietro. Nonostante gli Xeiros fossero immuni da questa maledizione, per loro era ancora più pericoloso emergere in superficie. Infatti, Gli Xeiros erano molto più ambiti dagli esseri umani, perché si trattava di una specie straordinaria e rarissima. Erano derivanti dalle sirene, ma avevano le squame dorate ed i capelli verdi, lunghi e setosi. Erano gli essere più perfetti del regno dei mari. Inoltre, tutti sapevano che per gli umani l’oro era la cosa più importante, quindi per loro la coda degli Xeiros valeva una fortuna. Quel giorno, Kassidy si ritrasse quasi subito dalle sue fantasticherie: aveva qualcosa di molto più importante da fare.

<< Buongiorno Kass!>>

<< Buongiorno Mamma.>>

Kassidy sorrise all’anziana sirena che, leggiadra, era apparsa accanto a lei.

<< Ti sei alzata presto, stamattina!>> << Voglio partire di buon ora!>>

L’anziana sirena, di colpo, si fece triste: << Dunque, non hai cambiato idea…>> << No, mamma…cerca di capire…mi dispiace…>> << No che non capisco! Qui non ti manca niente, sei amata da tutti! Perché vuoi partire?>> << Ti sbagli mamma, a me manca qualcosa di molto importante…la mia stirpe!! Non puoi capire come mi sento ad essere l’unica Xeiros del villaggio…non ho mai visto un mio simile!>> << Ma io ti ho sempre trattata come una figlia!>> << Ed io ti sarò sempre grata per questo…>>

Gli occhi dell’anziana sirena si fecero brillanti come l’argento, ed uno strano liquido che si confondeva con le limpide acque cristalline si sparse intorno a lei. Subito dopo, un lamento straziante riempì il luogo circostante. Il famoso pianto delle sirene.

Kassidy si avvicinò tristemente al viso di quella che, nonostante tutto, aveva sempre considerato la sua vera madre, e le asciugò le lacrime:

<< Non fare così…>>

Improvvisamente, le tornò in mente il giorno in cui sua madre l’aveva trovata. Le sirene hanno una memoria superiore a quella degli umani, tanto da ricordarsi ogni cosa successa fin dalla nascita. Kassidy, però, aveva un vuoto di memoria, dovuto ad un grave colpo alla testa. Ricordava tutto della sua vita solo dal momento in cui l’anziana sirena l’aveva trovata in fin di vita una mattina, mentre stava andando a raccogliere le alghe marine per sfamare la famiglia. La prese con sé e la chiamò Kassidy, che in linguaggio antico significava “dono del mare”. La crebbe come una figlia fino ai diciotto anni. Ma ora, Kassidy sentiva il bisogno di partire. Fra le tante leggende dei mari e della terra che il saggio del villaggio raccontava, vi era quella della famosa città degli abissi, chiamata Medding. La leggenda narrava che questa città era abitata solo ed esclusivamente da Xeiros. Nessuno, però, era mai riuscito a trovarla. Era questo l’obbiettivo di Kassidy: partire per un lungo viaggio alla ricerca di Medding, per conoscere i suoi simili e vivere con loro in armonia e felicità. La madre aveva tentato più volte di dissuaderla, considerando il viaggio una totale pazzia, ma non ci era mai riuscita. Kassidy era sempre stata una sirena molto testarda e determinata. Tutto il villaggio era a conoscenza della partenza di Kassidy, quindi la popolazione, che consisteva in un centinaio di abitanti, si era alzata di buon ora per poter salutare la Xeiros che si faceva tanto voler bene da tutti. La madre di Kassidy smise di piangere e tentò con scarso successo di fare un sorriso:

<< Vuoi che ti accompagni al limite del villaggio?>> << No, mamma…è meglio per entrambe se ci salutiamo qui…>> L’anziana sirena sorrise: << Allora, a presto…>> Kassidy sorrise a sua volta fra le lacrime. In fondo al cuore, entrambe sapevano che quello era un addio. << A presto, madre…>> << Ricordati di stare sempre ai bordi delle correnti! Non ti allontanare mai! Le temperature lontano dalle correnti marine ti potrebbero essere insopportabili, inoltre tutti i villaggi sono costruiti accanto alle correnti, per trarre calore da…>> << Mamma! Stai tranquilla, lo so! Me lo hai spiegato più di cento volte!>> La madre di Kassidy sorrise un po’ più sollevata. << Va bene…>>

Kassidy, con un ultimo cenno della mano si allontanò dalla sua casa. << Abbi cura di te! E…no, Bloppy! Fermo, stai fermo! Torna subito qui!!>>

Kassidy sentì il mare muoversi leggermente dietro di sé, poi un brivido dietro il collo la fece sorridere.

<< Bloppy!>>

Kassidy prese tra le mani il cavalluccio marino, che, con un verso d’affetto, le si strusciò contro.

<< Piccolo…scusa, non ti ho salutato! Ora però devo proprio andare…>>

Ma Bloppy non ne voleva sapere di staccarsi da lei. Ovunque andasse, la seguiva come un ombra. Dopo una lunga lotta, non senza aver lanciato diverse imprecazioni, Kassidy si convinse a tenere con sé il piccolo Bloppy. Man mano che procedeva per le strade del villaggio, qualche sirena o qualche tritone si avvicinava per salutarla, tanto che Kassidy ci mise quasi un ora, prima di arrivare ai confini. Così, fra lacrime e risate, Kassidy giunse al limitare del villaggio. Si voltò a guardarlo un ultima volta: era così piccolo e semplice…aveva trascorso lì tutta la sua infanzia. Le sarebbe mancato tanto…soprattutto la madre. Infine, si voltò verso il mare aperto, e ne rimase affascinata: per quanto tempo aveva atteso questo momento…il suo destino non era quello di crescere in un piccolo villaggio. Kassidy continuò a nuotare costeggiando la corrente marina, con lo stesso pensiero in testa:

sì, inizia l’avventura.
  
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