Dalle ceneri alla fiamma - Warriors

di Pachiderma Anarchico
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** Il re del ghiaccio ***
Capitolo 4: *** Strane presenze ***
Capitolo 5: *** Solo illusioni? ***
Capitolo 6: *** -Scintilla ***
Capitolo 7: *** Certe battaglie sono dure a morire ***
Capitolo 8: *** Non vagare nel buio ***
Capitolo 9: *** Dall'India con amore ***
Capitolo 10: *** La maschera nera ***
Capitolo 11: *** Aria di sfida ***
Capitolo 12: *** Fuoco contro Ghiaccio ***
Capitolo 13: *** Ice, fire and something more ***
Capitolo 14: *** Game On ***
Capitolo 15: *** Let It Burn ***
Capitolo 16: *** Coraggio & Fierezza ***
Capitolo 17: *** Il fine giustifica i mezzi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***












✯ Prologo 

 

 

 

Mio padre diceva spesso: "Non sai quanto sei forte, finché essere forte è l'unica cosa che ti rimane."
Una bella frase, parole accostate in modo armonioso le una alle altre, un suono schietto ed assoluto.
Eppure io queste parole non le capivo. Questa frase era solo una frase ad affetto, di quelle che leggi, ti piacciono, le scrivi su un banco di scuola, ma non si avvereranno mai. 
Mi sbagliavo.
Essere forti in alcuni momenti, non è come esserlo in altri. 
Alcune volte combatti perché vorresti vincere. 
Altre volte combatti perché devi vincere.
Comprenderne la differenza non è semplice, per me, non lo è stato. 
Ma quando la provi questa differenza, quando la provi sulla tua pelle, allora ti è impossibile credere che quell'aforisma detto per caso possa essere stato tanto vicino ad essere la tua salvezza, o la tua rovina.
Se davvero di caso si trattava.
Fai cose che non credevi di poter fare, osi anche se non potresti osare, vivi, anche se dovresti morire. 
Quando tutto dipende da te, e sai di esserne all'altezza, si crea un filo indissolubile fra te e il tuo cuore.
Lo senti battere veloce, ma a te non basta, tu vuoi che batta ancora più veloce. Vuoi sentire l'affanno, la fatica, i respiri spezzati e vedere che continui a resistere; vuoi sentirti al limite, per superarlo, vuoi vincere come se non avessi mai perso, tocchi il fuoco come se non ti fossi mai bruciato.
E i tuoi rivali si chiedono il perché tu sia ancora in piedi, il perché tu respiri ancora, il perché tu, proprio alla fine, ti rifiuti di arrenderti, il perché semplicemente non cadi e non cedi ma, indomabile, ti rialzi più forte di prima. Si chiedono come tu possa creare il fuoco dalle ceneri. 
E tu sai la risposta. L'hai sempre saputa.
E' perché è straordinario essere chi si sceglie di essere, ma lo è ancora di più combattere per essere chi si sceglie di essere.
Deve essere questa la forza di cui parlava mio padre, quando non ti rimane altro che esserlo forte, come solo tu sai fare, perché non c'è alternativa. 
Perché ci sono certi momenti..certi momenti in cui non ti interessa cosa è avvenuto prima, cosa accadrà dopo, ti importa solo di adesso, di quanto tu ti senta vulnerabile e intoccabile nello stesso momento.
Senti solo una forza che sapevi di possedere ma che non hai mai provato, fino a quel momento.
La senti nelle ossa, nelle vene, scorre insieme al sangue, sale fino alla testa, scende verso le gambe, è inarrestabile, non la puoi fermare.
Sono quelle forze che riesce a sprigionare solo chi è puro, puro come la neve, indomabile come il fuoco, impetuoso come l'acqua, intenso come l'elettricità, resistente come la terra, incontrollabile come l'aria.


Takao Kinomiya

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Capitolo 2
*** 1 ***


 

1
 

 

Erano le sette di sera, Takao era disteso sul suo letto a pancia in giù a leggere l’unico libro che aprisse di sua iniziativa: “The Beyblade: past, present and future.” Erano passati due anni da quando aveva partecipato al 3° campionato mondiale, due anni senza grandi novità ma pieni di allenamenti con la sua squadra finalmente ritrovata: i BladeBreakers, per istaurare un legame ancora più intenso con il suo Bit Power Dragoon, un brillante drago azzurro. Solo alla fine del quadrimestre Takao si era reso conto, dai suoi voti a malapena sufficienti, che aveva trascurato molto lo studio per dedicarsi al gioco del BeyBlade. Ma sapeva anche, già da molto tempo, che il suo posto era nelle gare e nei tornei a lanciare in battaglia il suo fedele amico, a creare tornadi di aria dal nulla e a superare i propri limiti con alleati e avversari, e non chiuso in una noiosa scuola, su libri che non ti servivano ad avere il coraggio di vincere nella vita reale. Takao guardò Dragoon posato sul comodino accanto al letto, splendente e silenzioso, che sembrava fissarlo con complicità. Insieme avevano affrontate molte battaglie, battaglie in cui anche lui aveva creduto di non farcela, e battaglie in cui invece era tutto chiaro sin dall'inizio. Era stato il campione mondiale per tre volte consecutive, eppure Takao, per quanto amasse elogiare le proprie capacità, sapeva che non era il bleyder più forte, ne tantomeno il più astuto, o quello più pronto. Sapeva solo che Dragoon era tutto questo, e che se non fosse stato grazie alla complicità che legava il suo beyblade a lui, non avrebbe mai vinto contro avversari che quando lanciavano il bey sembrava avessero il mondo in pugno. Due di questo tipo erano…

-Takao a tavola!- Nonno Jey aveva preparato la cena e così il ragazzo, risaputo da tutti essere un “buon gustaio”, si fiondò in cucina. -Voglio due porzioni di tutto!- era sempre la prima frase di Takao a cena, a pranzo, a colazione e a ogni tipo di pasto. Nonno Jey era stranamente silenzioso e aveva il suo bastone da Kendo (antica arte marziale giapponese che si tramandava da generazioni nella famiglia di Takao) a portata di mano e questo, il ragazzo lo sapeva bene, non era un buon segno. Senza farci troppo caso si minestrò il cibo, prese le bacchette per infilare tutto quello che sarebbe entrato e anche un po’ di più nel suo stomaco quando il nonno afferrò velocemente il bastone e gli colpì la mano che cadde penzoloni oltre il tavolo. Takao, nonostante fosse abituato ai modi di fare del vecchio, cacciò un gemito di dolore e si massaggiò la mano dolorante, come sempre domandando: 

-Scusa ma perché MI HAI COLPITO!?-  

-RAGAZZO!- In tono severo il nonno puntò il bastone da Kendo contro suo nipote -Se i tuoi voti non miglioreranno puoi scordarti la tua trottola!- Takao tranquillo rispose -Ma dai nonno, i voti non sono poi così importanti, rilassati.- 

-Takao Kinomiya!- Il nonno puntò un dito accusatore verso di lui -Tra un anno ci saranno gli esami di stato e la prima cosa che farai il prossimo inverno sarà studiare, per migliorare quei voti che ti ritrovi, mi hai sentito bene?? STUDIARE!!- 

-Basta pensare allo studio nonno, ormai siamo a inizio giugno, la scuola è chiusa e voglio solo rilassarmi o al massimo concentrarmi sulla mia squadra e sul mio Bey, hihihi. Emh.. Comunque sarei l’unico Blayder al mondo a pensare allo studio durante l'estate invece di allenarmi, quindi non se ne parla!-

Nonno Jey era diventato rosso, minacciava di tirare una bastonata in pieno volto a Takao da un momento all’altro, ma, pensando che esisteva punizione migliore per suo nipote, cercando di mantenere la calma disse: -Bene, fino a quando non ti metterai in quella testa che non mi interessa cosa fanno gli altri Bloider tu non mangi più! MAI PIU’!- E così gli levò il piatto da sotto il naso. 

-Si dice BLEYDER!!- Il ragazzo, ancora con le bacchette a mezz’aria, iniziò a mugolare, e mandando imprecazioni a destra e a manca si richiuse in camera sua. 

Quella notte il sonno fu tormentato. Nel sogno che fece c’era un'aquila di ghiaccio che volava in mezzo ad un tornado su una distesa d'acqua, mentre lampi improvvisi dalla luce accecante apparivano e scomparivano nel cielo scuro. Per tutto il sogno lo perseguitava la strana ma sicura consapevolezza che stesse per accadere qualcosa di grande, qualcosa che coinvolgesse gran parte del mondo, qualcosa che altri avevano solo ipotizzato, e niente, niente, sarebbe stato più come prima.





 

Si lo so, questo capitolo è striminzito, ma il 2° è già molto lungo di suo, è non potevo aggiungere anche questo. 
Comunque pubblicherò il seguito molto presto perchè in linea di massima è già scritto, devo solamente revisionarlo. 
Grazie ai due recensori del prologo, siete stati fantastici, spero che ogni capitolo vi piaccia come vi è piaciuto quello.
Che dire, le parole le lascio a voi, anche se non c'è proprio niente da dire su queste righe che ho scritto, però in compenso il prossimo capitolo sarà lungo, forse troppo.^^
Per quanto riguarda il titolo dei capitoli, io ADORO sceglierli per ognuno, però non mi sembrava appropriato mettere un titolo a un capitolo dove alla fine nella sequenza narrativa non dice niente, apparte introdurre alla storia. Quindi, solo per questa volta, metterò il numero, 1.
Ancora grazie a chi vorrà seguirmi, sappiate solo che ci sto mettendo me stessa.
Baci Bleyders



ANTICIPAZIONE 2° CAPITOLO:

<È come se avesse congelato tutti> Mormoró Daichi tra lo stupito e il nervoso, guardando prima lui e poi gli altri.

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Capitolo 3
*** Il re del ghiaccio ***


*Il RE DEL GHIACCIO*

 

A colazione quel giorno nessuno dei due volle parlare con l’altro. Bevvero il loro latte in assoluto silenzio e l’aria era carica di rabbia. Takao non dava tutta questa grande importanza ai voti e non poteva certo biasimare il nonno per come lo aveva trattato. Da parte sua nonno Jey voleva che Takao pensasse anche a portare a termine altri risultati oltre a quelle trottole. 

Alcune urla eccitate in lontananza ruppero il silenzio. Quella voce per Takao non era nuova, anzi, l’aveva sentita costantemente fino al giorno prima. Max Mizuhara, membro della squadra dei Blade Breakers e ottimo amico di Takao, padrone della Tartaruga Nera e del BeyBlade Draciel, si affannava sulla sua traballante bicicletta e chiamava a gran voce Takao mentre si avvicinava alla grande casa di nonno Jey. Vedere uno dei suoi compagni metteva Takao sempre di buon umore, sorrise a Max che col fiatone e le gambe doloranti, senza chiedere il permesso entrò in casa di Takao completamente sudato. 

-Hai sentito l’ultima??- Max aveva una voce da bambino, bassa e  gentile, nonostante avesse la stessa età di Takao, sedici anni. I capelli biondi, indomabili erano sparpagliati ancora di più e grondavano di sudore dopo essere stati sotto il sole cocente. La pelle pallida di Max e il suo girovita magrissimo lo facevano sembrare ancora più fragile. Eppure Max negli ultimi anni era cresciuto parecchio.Si  era fatto più robusto e le lentiggini iniziavano a sparire. Il suo Bey adesso attaccava e con forza, anche se il suo vantaggio maggiore era sempre la difesa. Il ragazzo era per metà statunitense e per metà giapponese, quindi parlava un perfetto inglese.  La madre, Judy Mizuhara era la principale “dottoressa” del PPB (Project Power of Beyblade) un centro di ricerca situato negli Stati Uniti che usa la scienza come sua unica arma.

-No amico che è successo?- Chiese Takao distrattamente.

-Il Presidente Daitenji vuole vedere tutta la squadra alle undici per discutere di cose irrimandabili, almeno è come ha detto lui in diretta mondiale al telegiornale di stamattina.- 

Takao si voltò verso di lui, prestandogli finalmente attenzione. -Cioè Max fammi capire, intanto siediti, e poi vorresti dirmi che il presidente Daitenji ci ha chiamati a raccolta in diretta mondiale?! Wow ma allora è davvero importante come dice! Bè non abbiamo tempo da perdere, oh no! Sono le undici meno quindici, muoviti Max andiamo!-

-Takao aspetta dobbiamo avvisare gli altri, e comunque due secondi fa mi hai detto di sedermi, aspetta!-

Ma Takao non lo sentiva, era troppo preso dalla notizia che gli aveva appena dato il suo amico, ed era già in strada, svoltando velocemente per le strade del suo quartiere, non vedeva neanche dove andava, la sua mentre era troppo concentrata su quello che avrebbe potuto dirgli il presidente. In poco tempo Max raggiunse Takao e insieme andarono nell’alloggio di Rei Kon, un altro membro dei BladeBreakers. Rei sostava in un albergo a tre stelle ben curato al limitare della città. Essendo cinese Rei aveva viaggiato molto prima di formare una vera e propria squadra di BeyBlade. L’edificio si stagliava, non molto alto, davanti ai due, che andarono alla reception e come avevano già fatto altre volte in passato, chiesero del loro amico e compagno di squadra.

-Mi dispiace ma il signor Kon è uscito stamattina presto.- La signora della reception era una donna dalla faccia simpatica. I capelli a caschetto erano ricci e fitti tanto da sembrare una criniera di leone. 

-Ma non le ha detto dove andava?- Takao era impaziente.

-No, e anche se me lo avesse detto non potrei dirglielo signore, mi dispiace ma è un fatto di privacy. Non possiamo rivelare dove si dirigono i nostri ospiti quando escono dall’albergo, non ne abbiamo il diritto.-

-Si si va bene ho capito- Ripensandoci era da una settimana che Takao e Max non avevano visto il resto dei BladeBreakers, ma intendevano trovarlo.

Provarono persino ad andare nella possente ed immensa villa dell’altro membro della squadra, il padrone dell’Aquila Rossa, ma risultava scomparso. 

Ormai erano quasi le undici così si avviarono presso gli studi della BBA, l'organizzazione che li rappresentava e si occupava dei campionati, delle gare e delle selezioni, per discutere con il Presidente. La sede della BBA era grande ma non incuteva timore, anzi di fuori l’intonaco era di un rassicurante rosa chiaro e dentro tutti erano amichevoli. Lo studio del Presidente era all’ultimo piano, un piano riservato interamente a lui, al contrario degli altri, divisi in uffici. Appena bussarono fu aperta la porta dal Presidente in persona, un uomo corpulento e rotondetto con folti baffi bianchi e una bombetta verde acido sulla testa, che li fece entrare. Sbarrarono gli occhi dalla sorpresa perché dentro la stanza del presidente c’era Rei, con un radioso sorriso sulle labbra.

La pelle di Rei tendeva all'olivastro, più scura di quella di Max e leggermente più dorata rispetto a quella di Takao, capelli neri come la pece che terminavano in una lunghissima coda che lui teneva spesso legata grazie a un “tubo” di stoffa che lasciava libera sola l’ultimo tratto della ciocca. Rei era più robusto di Takao e Max, era un agile Bleyder molto abile con il suo BitPower, la Tigre Bianca. Indossava un tradizionale vestito del suo paese, bianco e dorato e gli occhi, come quelli di un felino, di un candido color miele, splendevano di felicità. 

-Non ti abbiamo visto per un’intera settimana!- I due amici corsero dal compagno, ma prima che potessero aggiungere altro una seconda porta si spalancò all’improvviso rivelando il quarto membro dei BladeBreakers, padrone indiscusso del fuoco, Kai Hiwatari. Kai aveva lineamenti delicati e decisi nello stesso tempo, capelli argentati e blu e un fisico allenato. Portava una maglia aderente viola e un giacchetto in pelle scuro che lasciava scoperte le sue braccia dai muscoli definiti e un pantalone largo dello stesso colore. Come sempre non poteva mancare la sua sciarpa bianca avvolta intorno al collo che arrivava fino alle caviglie. Kai veniva dalla stessa città di Takao ma aveva conosciuto il BeyBlade molto prima di quest’ultimo. I suoi occhi erano di un rosso scuro, lo stesso colore dei rubini, e irradiavano lucentezza. Le ciglia, folte e scure, terminavano alle estremità come le ali di un' aquila, arcuate e lunghe. La carnagione di Kai era chiara ed eterea, più candida di quella di Rai e di Takao ma più scura di quella di Max che così si assicurava il primato della pelle più bianca della BBA. 

Il presidente Daitenji li fece accomodare tutti su delle comode poltrone arancioni intorno a un tavolino di vetro, e sembrava impaziente di parlare soprattutto con Takao e Max. Aprì un computer messo sulle sue gambe e lo poggiò, senza smettere di sorridere tra se, sul tavolino in direzione dei Bleyder. In corrispondenza con loro c’era il Professor K. che aveva lanciato un beyblade solo due volte in tutto il tempo che conosceva i Breakers. La prima volta nelle 1° selezioni per decidere chi avrebbe rappresentato il Giappone al campionato mondiale di quattro anni fa, e la seconda nel campionato mondiale di due anni fa contro uno dei Bleyder più forti del mondo. Il professore non amava la pratica, ma sulla teoria era il migliore, sapeva tutto dei componenti di un beyblade, i pezzi di ricambio, potenzialità e cosa si dovesse aggiungere o sottrarre per rafforzare o indebolire un bey. Analizzava ogni sfida con suo fedele amico, il PC che si portava sempre dietro, e spesso le sue previsioni sul risultato di un incontro erano corrette. Anche il suo aspetto lasciava intuire questa grande caratteristica della passione per la parte teorica sul mondo dei beybleade. Mingherlino, capelli castani che gli cadevano fin sopra gli occhi, enormi occhialoni, camicia e cravatta. 

-Ehy ragazzi!- Il professore li salutava dallo schermo del computer in attesa anch’esso di scoprire di che notizia si trattasse. Senza indugiare oltre il Presidente Daitenji si schiarì la gola e iniziò a parlare: -Come sapete vi ho convocati perché c’è una novità importantissima da annunciarvi. I vostri due compagni di squadra, Kai e Rei sanno già tutto ma Takao, Max e il Professor K. Non sapete ancora di cosa si tratta, quindi è giunto il momento che ve lo dica.-  

Takao e Max guardarono per un attimo i due amici del tutto tranquilli, e tornarono a volgersi verso il Presidente.

-Bene, state pronti. Siete stati invitati dal centro di ricerca mondiale per Grandi Campioni del BeyBlade!-

-Cosa?!!- Max, Takao e il professore saltarono dall’eccitazione, Rei scoppiò in una fragorosa risata e Kai alzò gli occhi al cielo.

-Ma..- Iniziò Takao. -Cosa..?- Continuò Max. -Per mille Bit Power danzanti!- Urlò dal computer il professor K. Nessuno era capace di proferir più parole di quelle che avesse pronunciato, tutti e tre erano stati colti di sorpresa fino a quando il Prof. non si ridestò dall’impatto della notizia e commentò -Oh.. oh.. OH devo dirlo immediatamente a Ilary!- E prima che potessero salutarlo o potessero aggiungere altro chiuse la videochiamata e interruppe la comunicazione. Il presidente li guardava con tanto d'occhi, e si mise a parlare con Takao, che sparava domande a raffiche senza pensare neanche a quello che chiedeva: - Ma, ma dove si svolgerà? E come si svolgerà?? Ma soprattutto, perché si svolgerà???- 

Max invece rimaneva fermo, come imbambolato, forse a metabolizzare la strabiliante notizia che gli era appena giunta alle orecchie.

-Ehm..Ci potrebbe dare qualche informazione in più?-

Il biondo sembrava perplesso.

-Oh si giusto, che sbadato. E’ stata istituita una nuova sede per Ricerca sui Campioni del BeyBlade. In poche parole sarebbe un centro di studio per valutare la forza del bey e del Bit Power, la rarità di quest’ultimo,la velocità, il carattere, la forza fisica e psicologica e altre cose che possono rendere un Bleyder un campione. Tecnologie avanguardistiche e monitoraggi continui per rendervi ancora più forti. Questa sede si trova, tenetevi forte, sulle Isole Vergini nei Caraibi, quindi un paradiso. Appena arriverete all’aeroporto ci sarò io ad accompagnarvi. Ragazzi credetemi è un’occasione prestigiosissima, ci saranno i maggiori Bleyder di tutto il globo, è una struttura veramente avanzata e non possono mancare i Campioni del Mondo. 

-Devo preparare tutto per il viaggio, e in fretta anche. Oh, perché dite di si vero? Un blayder che si rispetti non può non fare un’esperienza di questo genere.-

-Oh, si si si si si si si si si si si si si si si si si si si si si si si si si si si si..- Takao pronunciava si ininterrottamente come una radio inceppata

-Takao, tu non dovevi studiare quest’anno?- Rei aveva detto queste parole senza troppa convinzione perchè sapeva che un campione del mondo e per giunta impulsivo come Takao non si sarebbe mai fatto perdere un occasione del genere.

-Si, “dovevo” studiare, ma ora non più.- Un sorriso da ebete gli si stampò sulla faccia 

Rei lo guardò sorridendo ormai rassegnato -Come lo dirai a tuo nonno?-

Takao lo guardò con un’espressione tra il folle e il confuso.

-Quale nonno? Ciao io vado a fare le valigie!-
-Ma Takao non sai ancora quando si parte, e con quale aereo si parte, e..-

-Tranquillo presidente, lo informeremo noi.-

Takao era sicuro di sé e fuori di testa per l’emozione.

-Perfetto, si parte dopodomani, 10 giugno, alle due di notte, scusate per il ritardo della notizia ma abbiamo dovuto preparare tutto al meglio. L’aereo è privato e già prenotato se voi siete d’accordo ovviamente.-

- Io ci sto. -

Rei aveva dato il suo consenso e Kai aveva annuito in cenno di assenso. -Vedremo se saranno all'altezza.-

Max disse per ultimo < Ma sì, sarà costruttivo. >

-Bene, avverto immediatamente i piani alti della fondazione e voi riposatevi e preparatevi perché dopodomani vi voglio tutti puntuali.-

E così dicendo il Presidente sorridendo li accompagnò alla porta. Uscendo i tre campioni si guardarono con sguardi compiaciuti prima di riprendere ognuno la propria strada verso casa.
 

*
 

La sfuriata che seguì alla notizia che sarebbe andato ai Caraibi, il giorno dopo fu sentita da tutto il vicinato.

Nonno Jey in un primo momento era diventato rosso, poi viola e infine verde.

-Takao non intendo darti retta! Proprio ieri ti avevo detto che i tuoi voti sono pessimi e adesso tu te ne vuoi andare ai Caraibi per delle trottole! Non se ne parla!-

-Questa è un'occasione unica per un campione come me!-

Nonno Jey squadró il ragazzo dalla testa ai piedi prima di inseguirlo per tutta la casa con il bastone da Kendo sollevato cercando di colpirlo.

-Fermo, basta, Time-Out!- 

Takao aveva il fiatone, correvano all'impazzata da oltre dieci minuti e il nonno, lo sapeva bene, avrebbe potuto continuare per molto tempo.

-Studieró quando questa cosa finirà ma tu per favore fammi partire con il resto della mia squadra.-

-Mmm…-

-Nonno, a che stai pensando?-

Non prometteva niente di buono. 

-Partirai.-

Takao saltó per tutta la stanza gridando come un ossesso per la gioia.

-A una condizione.-

La felicità di Takao si arrestó di colpo e con la paura di voltarsi chiese - Quale condizione? -

-Studierai ai Caraibi.-

Sul viso del vecchio si materializzó un largo sorriso mentre la città udiva un urlo da perforare i timpani.
 

*
 

Partirono alle 2 di notte per arrivare in tempo la sera dello stesso giorno. Il professor K e Ilary li attendevano già seduti. 

L'aereo era strepitoso. Sedili in pelle bianca, cornetti, cappuccini e ogni tipo di bevanda serviti ogni mezz'ora ed era tutto loro.

-Takao cosa succede?- 

Max si accorse del viso imbronciato di Takao e, sporgendosi dal suo posto, chiese al compagno il perché di quel broncio.

-Quel pazzo di mio nonno mi ha ordinato di studiare, ai Caraibi! Con un mondo sui BeyBlade intorno a me e campioni da vincere io devo studiare!-

Max e Rei, seduto nell'altra fila, trattennero alcuni risolini. Kei, davanti il blayder cinese, osservava in silenzio il paesaggio. 

Il presidente Daitenji sorrise e disse -Non dovete preoccuparvi di niente, è tutto già sistemato, voi non dovete far altro, vi assicuro che il posto vale tutte le ore in aereo. Bene, BladeBreakers in posizione, uno, due, tre, pronti…SI PARTE!-

L'aereo decollò. Daitenji sorrise soddisfatto per tutto il viaggio. Sorvolarono oceani e praterie sconfinate, steppe e foreste fino a quando, alle 19.00 atterrarono. 

-Questo non mi sembra l'aeroporto dei Caraibi.-

Takao prese le sue due grosse valigie e con non poca fatica le tiró a se. 

-Se non erro questo dovrebbe essere l'aeroporto privato della struttura.-

Il professor K aveva parlato poco durante il viaggio impegnato a fare ricerche sulla loro destinazione.

-Non erri affatto professore, questo è l'aeroporto privato della R.M.B.B.-

C’erano un’altra decina di aerei più o meno di lusso posteggiati nel territorio dell’aeroporto. 

-Campioni benvenuti!-

Una ragazza magra e alta,si avvicinò a loro. Sui ventotto anni, il viso dai tratti morbidi incorniciato dai capelli mossi di un brillante biondo oro, gli occhi verde scuro dal taglio a mandorla e indossava un vestito corto verde e bianco che risaltava contro le unghie corallo. Li accolse con un sorriso radioso sulle labbra rosse e piene.

-Ragazzi lei è Victoria Pessiòn. Sarà la vostra coordinatrice, e a proposito di coordinare, è tardi, devo andare, vi spiegherà tutto lei e vi guiderà nelle vostre stanze, a dopo.- 

Proprio allora due macchine svoltarono da una strada secondaria. Erano due automobili di lusso, una nera, blindata, con i finestrini oscurati e un’altra bianca con i sedili beige. 

Il presidente salì sulla prima mentre i ragazzi furono fatti accomodare nella seconda in cui c’erano in tutto nove posti. Victoria si sedette davanti, accanto all’autista che, senza parlare, mise in moto e accellerò. 

Max e Takao cantavano senza ritegno per la felicità, uno in giapponese e l’altro in americano, dimostrando grande professionalità. Il professor K discuteva con Ilary. Rei parlava con l'autista del paesaggio e Kai teneva lo sguardo basso cercando di ignorare quei due che strillavano, almeno fino a quando l’auto non si fermò davanti un’enorme struttura a più plessi. La sede principale interamente bianca, blu, rossa, gialla e verde, tranne che per il portone e le finestre bronzee, contava almeno dodici piani. Intorno a esso c'erano altri edifici di vari colori: azzurro, verde, rosso, grigio, immersi nella vegetazione verde e rigogliosa sotto un cielo stellato.

Takao saltava sul sedile posteriore dell'auto, a Max brillavano gli occhi, e Rei sorrise raggiante.

Kei alzó solo lo sguardo.

Il professor K sembrava quello più elettrizzato. Per un teorico come lui del Beyblade questa era un'occasione imperdibile, si sarebbe confrontato con esperti a livello mondiale e tecnologie avanzate.

Appena il veicolo si fermó davanti all'ingresso comparve Daichi, atterrato poco prima con i White Tigers, perchè si trovava momentaneamente in Cina quando aveva ricevuto l'invito dalla struttura. Era verde e barcollava vistosamente. 

Si teneva lo stomaco. 

Daichi detestava volare e ogni volta si sentiva male. I capelli rossi erano sparpagliati e in disordine e parlava strascicando le parole, come se facesse una gran fatica.

Appena vide i BladeBreakers si sollevó nonostante continuasse ad avere lo sguardo spento. Takao scese subito e gli tiró una pacca sulla spalla dimenticandosi che Daichi stava sempre male dopo un volo in aereo.

-Takao.. - si poggió la mano sulla bocca -scusate- corse dentro.

-Ma.. Forse ha voglia di iniziare- Takao sorrise e guardó Hitoshi, uscito con Daichi

-Siete già arrivati?-

-Siamo atterrati mezz'ora fa- disse il fratello, passandosi una mano fra i capelli azzurri.

-Lo vedo- Takao si guardó intorno. -Ragazzi, si preannuncia magnifico qui.- 

Il rumore del mare in lontananza e l'odore di salsedine rilassavano qualunque animo e le stelle nel faro scuro della sera erano più brillanti che mai.

-Entriamo.- li spronó Rai. 

-Questo è l'ingresso- Annunciò Victoria. -Quel beyblade che vedete al centro della sala nella teca di vetro, è il prototipo del primo beyblade professionale, quello che ha dato via alla la costruzione di bey sempre più precisi e avanzati per prestazioni sempre migliori, fino a vostri.. Prendiamo l'ascensore. Come vedete sono due per poter prendere l'altro se il primo è occupato. Questa struttura ha dieci piani accessibili, oltre due che saranno aperti in seguito.-

I ragazzi si divisero. Takao, Rei, Hilary e il professor K andarono nel primo, mentre Kei, Victoria, Daichi e Hitoschi entrarono nel secondo. Victoria disse di premere il tasto che indicava il 1º piano, le porte si chiusero e gli ascensori si mossero verso i piani superiori. Il primo piano era elegante quando il piano terra, ma più semplice.

-Da qui si accede alle aule per i corsi. Nell'edificio principale, cioè questo, voi dormirete, farete i pasti e seguirete le lezioni.- Li informò la donna -Il resto dei piani, dal 6º in poi, è occupato dagli studiosi e dagli esperti. Su ogni piano, fino all'ultimo usato, il 10º, si studia una diversa caratteristica di questa disciplina-

-Cioè, lei mi sta dicendo che.. Ad esempio.. Un gruppo di esperti studia il disco di attacco.. E solo e soltanto quello??-

-Esattamente professor.. K, vero?-

-Si si.. Questo è il paradiso!-

Il professor K era strabiliato. Per un'amante della teoria questo era davvero un paradiso, ma gli altri bleyder aspettavano la pratica sul campo per poter dire lo stesso.

Victoria prese un palmare bianco e digitó un numero sul touch screen -Vediamo a che piano siete stati assegnati.. Si. Voi maschi siete stati messi nelle stanze al piano 5. Le femmine della squadra dei BladeBreakers, cioè tu Hilary, sarai dall'altro lato dell'edificio, sempre al piano 5. I piani sono divisi fra maschi e femmine. Venite.-

Entrarono nuovamente negli ascensori, che silenziosi e veloci, percorrevano il loro tragitto, arrivando al piano 5. Il piano su cui si affacciavano le stanze era confortevole, dava un senso di calore. Un lungo tappeto persiano, rosso e dorato, toccava da un'estremità all'altra del corridoio. Lampade semi trasparenti attaccate alle pareti  emanavano una luce gialla e rilassante. Ai tropici si usava abbellire sempre tutto con le piante, in richiamo alla vegetazione esterna, infatti anche sul qui c'erano tre piante e piccoli alberi rigogliosi e verdi.

-Ogni blayder risiede nella stanza a lui assegnata con un compagno di squadra, quindi sarete in due per stanza. Takao con Kai- Victoria lesse sul palmare -Max con Rei, Daichi con il professore e Hilary, tu starai con una bleyder russa dall'altra parte. Adesso ti ci porto. Hitoshi, come già sa, starà negli alloggi del personale e degli altri allenatori. Gli orari dei pasti, dei corsi e degli allenamenti vi saranno dati questa sera a cena. Sono le otto, preparatevi e scendete. A dopo campioni.-

Victoria scese seguita da Hilary che parlava ininterrottamente. 

Max contó le stanze. Erano sette, e loro, essendo sei, ne occupavano soltanto tre. Chi sa chi avrebbe diviso il piano con loro.. 

-Ragazzi guardate che comodo- Takao si buttó su una delle due poltrone in un piccolo soggiorno alla fine del corridoio. C'erano de divani in pelle rossa che formavano angolo e due poltrone di fronte, intorno a un tavolino in vetro. Una grande finestra dava sul lungomare caraibico e le luci sfavillavano oltre il vetro sulla costa. -Takao non è il momento di contare Bit Power, andiamo nelle nostre stanze e scendiamo per la cena.- Disse perentorio il professor K.

-Professore ma come parli?- Max lo guardó stranito.

Rei si mise a ridere.

-Contare Bit Power.. Da dove ti escono Prof?- 

-Hahaha il professor K è andato con tutta questa tecnologia moderna.. Ma quando facciamo un po di pratica?- Sorrise pensando a Dragoon e a come volesse lanciarlo contro un altro bey in un incontro. Poterlo dirigere, poter sentire la forza che ne scaturiva..

-Tempo al tempo, su- K andó davanti la porta con scritto il suo nome e quello di Daichi, la prima sulla sinistra, ma non si apriva. Non avevano pass, come avrebbero fatto ad entrare. Poi si accorse di un rilevatore di persona. Riconosceva il suono della voce e sbloccava la porta se la persona era una delle due assegnata a quella stanza.

-Wanderfoul!- Gridó Max quando si accorse della stessa cosa. La lucina sulla maniglia in ottone passó da rossa a verde e la porta si sbloccó. 

Takao saltó dalla poltrona e disse davanti la sua porta -Il professor K è pazzo- la portà si aprì.

-Ei Takao!-

-Hehehe- Takao entró nella stanza.  Era ampia e spaziosa, due letti singoli erano separati da un comodino in ciliegio. Una trapunta era rossa e una azzurra. Una finestra con delle pesanti tende di velluto permetteva di affacciarsi sul lungomare e su una scrivania in mogano era poggiato un computer di ultima generazione, piatto e sottile. Il bagno era dotato sia della doccia sia della vasca, era arredato con sobrietà e raffinatezza, in rosso e blu.

C'erano bustine con dentro saponi, shampoo, bagnoschiuma, balsami, oli per la pelle e profumi per l'acqua.

-Guarda Kai- Sorrise come un ebete al suo riflesso nello specchio. 

Kai si guardo intorno un secondo. C'era un piccolo campo da gioco di Beyblade nella stanza, incastrato nel parquet lucido. 

Guardó i due grossi armadi in stile barocco, poggió il borsone a terra e si sdraió sul letto a destra.

-Non essere troppo entusiasta- Takao spió nella camera di Rei e Max. La loro era bianca e dorato in stile neoclassico.

-Wow ragazzi, questo è lusso vero!-

-Questa è una struttura ambitissima Takao- disse il professor k andando accanto a lui.

-All'ultimo grido direi- Daichi toccava qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, fino a quando il professor K non lo trascinó nella loro stanza e chiuse la porta.

-Allora ci vediamo tra poco a cena- Rei sorrise dolcemente.

-Amazing!-

Disse Max dal bagno della stanza.

-A dopo amici- Takao tornó nella sua stanza -A cena ci saranno campioni mondiali ed esperti, come mi dovrei vestire?-

-Di quanto in qua ti preoccupi di come vestirti?-

Disse Kai inespressivo fissando il soffitto.

-Ma si, hai ragione, mi basta la mia abilità, il mio Dragoon e..- lo stomaco del bleyder emise un lamento -la mia fame. Quando si mangia?-
 

*
 

La sala dei pasti, grandissima e splendida, aveva oltre cinquanta tavoli a distanza uguale l'uno dall'altro.

Ogni tavolo aveva tovaglie di un qualche materiale morbido, dove piatti di porcellana, posate d'argento e bicchieri in vetro colorato che rappresentavano gli elementi dei Bit Power dei bleyder, rendevano tutto uno sfavillio di lucentezza. 

Alcuni esperti della struttura giravano fra i tavoli salutando i bleyder, altri parlavano fra loro seduti a un tavolo lungo, altri sembrava osservassero ognuno in silenzio.

Camerieri in abito elegante servivano ogni genere di pietanza, di ogni luogo, di ogni specie: italiane, messicane, americane, cinesi, francesi, giapponesi, russe, greche.

Ilary, il professor K ed Hitoschi osservavano con rassegnazione Takao e Daichi che facevano piazza pulita di tutto quello che finiva nei loro piatti e chiedevano sempre il bis, suscitando sorrisetti fra i camerieri.

-Hilary che bel vestito.- Sorrise Rei

-Oh beh.. Grazie- la ragazza accenno un sorriso lisciandosi le balze morbide del suo vestito rosa confetto, lungo fino alle ginocchia e con una fascia nera alla vita. 

-Di solito uso vestiti più stretti..semplici ma..- 

-Sei molto carina- Max salutó gli All Stars, i campioni d'America di cui la madre era titolare. 

-Guardate, ci sono Mao e gli altri- Rei si alzó e andó al tavolo dei White Tigers, le Tigri Cinesi, che erano amici e parte della sua tribù.

Una donna dai lunghi capelli biondi, le guance di un tenue rosa porpora e gli occhi verde foglia si avvicinó al tavolo dei BladeBreakers.

-Salve ragazzi, gradite la cena che vi abbiamo fatto preparare per inaugurare l'apertura di un nuovo capitolo nella storia del beyblade?-

-mmm- bofonchió Daichi

-È tutto buonissimo- Disse Takao ingoiando.

-Sono lieta che vi piaccia. Come avrete già constatato molti bleydare li conoscete già, ma altri vi sono completamente sconosciuti. Non sottovalutateli- la donna sorrise -Sono Demetria, sono la prima titolare della struttura e posso dire di essere molto felice di avere i campioni del mondo nella mia struttura. Buon proseguimenti ragazzi, Professore, Hitoshi- Demetria si allontanó.

-Avete sentito?- Il professor K era alle stelle, diventando tutto rosso.

-Loro ti considerano un esperto di bey, Professore- Hitoschi sorrise.

-Un.. Un esperto..?- Quasi cadde dalla sedia.

Rei ritornó e si sedette al tavolo -Ci sono anche gli Europian Dream-

-E gli F Sangre- annunció Max.

Kei si guardó intorno e per un attimo il suo sguardo rosso si perse nella sala, poi abbassó gli occhi.

Distribuirono ad ognuno un foglio stampato con gli orari dei pranzi, dei corsi e degli allenamenti.

-Ma.. Cioè.. Io non ho capito- Farfuglió Takao

-Figurati- Sbottó Daichi sorridendo.

-Cosa vuoi dire pidocchio!?- Takao digrignó i denti.

-Non è il momento ragazzi- Hitoshi li guardó severamente proprio quando un uomo dai capelli scuri e corti,  la carnagione abbronzata e lineamenti duri sul viso, prese un microfono tirando dei colpetti sulla cappella per provarne il corretto funzionamento, poi inizió a parlare.

-Benvenuti nella RMBB, Ricerca Mondiale Bey-Blade, il tempio dell'avanguardistica del beyblade. Se vi chiedete come mai siete qui, sappiate che non è tempo perso per dei veri bleyder. Siete qui perchè noi crediamo che potete raggiungere una forza e una potenza incomparabili e indistruttibili, siete qui perchè avete dimostrato, con le vostre sfide e i vostri incontri, di poterci stare. Qua vi faremo "vivere" il beyblade in ogni sua sfaccettatura, dalla teoria alla pratica, dal monitoraggio e allenamento continuo dei vostri punti di forza, e dallo sforzo di celare o cancellare quelli deboli. Potenzieremo i vostri beyblade con pezzi innovativi e vi daremo allenamenti e strategie personalizzate per farvi raggiungere il top. Volete vincere, o comunque dimostrare di saperci fare a prescindere e noi siamo qui per questo. Allora, cosa ne pensate bleyder?-

La sala scoppió in un boato di grida ed acclamazioni, un vociare chiassoso e continuo. C'era chi applaudiva, chi si sorrideva a vicenda, chi urlava o parlava ad alta voce tra fischi e schiamazzi.

La porta di vetro a due battenti si aprì.

Il vociare si spense, le poche voci che perseverarono per qualche secondo in più si persero nel silenzio.

I suoi occhi azzurro ghiaccio adornati da lunghe ciglia fecero una rapida e disinteressata occhiata delle persone presenti, poi si fissarono freddi davanti a se. Le sopracciglia dalla linea elegante contribuivano ulteriormente a dare allo sguardo qualcosa di estremamente bello ed estremamente glaciale. Il passo sicuro e sinuoso mentre percorreva la sala, i capelli rosso fuoco risaltavano sulla pelle immacolata, quasi fosse di porcellana pura. I lineamenti morbidi e delicati, eppure non c'era niente di delicato nei suoi occhi, nel modo in cui si fissavano verso un punto senza perdersi in altri elementi, nel modo in cui il suo corpo slanciato si muoveva, come una belva che è consapevole della sua forza. Nessuno osava parlare, tutti lo fissavano mentre avanzava inflessibile e disinvolto. Quasi poteva sentirsi il sibilo sottile del suo beyblade quando, ruotando velocissimo, avanza spietato verso il bey avversario, attaccando selvaggiamente e con precisione assoluta, come un lupo che ha puntato la sua preda e non intende lasciarla andare prima di averla finita. Sembrava che si fosse freddata ogni parola, ogni respiro, ogni filo d'aria.

Max si immaginó la neve scendere dal soffitto mentre il padrone di Wolborg si sedeva al tavolo con i suoi compagni. Come avevano fatto a non notare proprio loro!?

-È come se avesse congelato tutti- Mormoró Daichi tra lo stupito e il nervoso, guardando prima lui e poi gli altri.

-Bè- sussurró di rimando Takao -È sempre il Re del Ghiaccio. È sempre Yuri Ivanov.-




 
Per questa storia ho voglia di adottare lo stile del "crescendo", che voi non sapete sicuramente qual'è visto che me lo sono inventata in questo preciso momento.
Ma ho inventanto anche la risposta, quindi ve la dirò xD.
Produrrò un effetto a scala, ovvero man mano che la storia andrà avanti ci addentremo nel fitto di incontri e scontri, misteri e descrizioni sempre più dettagliate.
E' uno stile che uso alle volte in modo quasi sempre efficace, perchè è come una musica che sale di volume fino all'ultimo atto, quando di colpo si spegne.
Ci vuole pazienza, perchè all'inizio le cose sembreranno tranquille, forse quasi noiose, per poi rendersi conto che la visuale di narrazione è cambiata, perchè mi concentrerò su pochi personaggi che costruiranno i colpi di scena e le parti salienti della storia. 
Se volete seguirmi, non posso promettervi niente, tranne una cosa: non ve ne pentirete-

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Capitolo 4
*** Strane presenze ***


3*STRANE PRESENZE*

 


-Pistaaaaaaa!-
Takao correva per i corridoi della RMBB come un forsennato, cercando di arrivare nell'aula a cui era stato assegnato. Era in ritardo già da dieci minuti. Svoltó e quasi scivoló a terra, si raddrizzó e continuó a correre.
-8..- contó ansimando -9..e 10- si fermó di scatto cadendo sul pavimento giallo chiaro e liscio. Si sollevó e aprì la porta con uno spintone -SONO TAKAO!-
Undici paia di occhi si voltarono a guardarlo.
-Congratulazioni- Disse Yuri.
Boris, poco distante da lui, serró le labbra per non ridere.
Takao guardó l'uomo difronte hai ragazzi -Mi..mi sono perso- si andó a sedere nell'unico posto libero, nella seconda fila, accanto la finestra, vicino Ralph e davanti Daichi che stava ridacchiando da quando aveva visto Takao.
Michelle sorrideva e Andrew tratteneva un risolino. 
-Tranquillo Takao- Disse l'uomo, alto quanto Hitoshi ma con i capelli castani striati di bronzo -Le prime volte si ci deve ambientare, non farti problemi. Io sono Kritene, e terró i corsi a questa classe. Stavo giusto dando un'occhiata ai nominativi- Kritene prese un palmare come quello di Victoria quando aveva mostrato ai BladeBreakers la sede principale, e scorse col dito sul touch screen. -Eccovi, dunque..Andrew Mc Gragore e Ralph Iurghens degli Europian Dream, Mao e Lai Wong, dei White Tigers, Miguel Lavaliere e Matilda Alster, della Barthez squadra..-
-Mi scusi- Intervenne Miguel -Ma noi non siamo più la Barthez squadra, ora ci chiamiamo la Zehtrab Squadra, o solo Zehtrab.-
-Oh, annoto subito. Bene, quindi..Yuri Ivanov e Boris Kuznetsov della NeoBorg.. E Daichi Sumeragi, Takao Kinomiya e Kai Hiwatari dei BladeBreakers. Anche se Kai sarebbe anche della NeoBorg.. Vabbè, ci siete tutti. Ottimo. Ci sono bei nomi in questa classe.-
Takao si guardó intorno. Era l'unico ad avere difficoltà di orientamento?!
-Ricordate, la teoria serve quanto la pratica. Bisogna essere bleyder preparati, conoscere il proprio bey e quello che racchiude. Non si puó sferrare un attacco potente se non si sa come si sta attaccando, non si puó erigere un muro di difesa se non si sa da cosa è costruito.-
-Quello di cui voglio parlare nella prima lezione teorica sul Beyblade, è il Bit Power. Il Bit Power è una potentissima energia racchiusa nel vostro beyblade che ne aumenta vorticosamente la forza. I Bit Power possono essere rappresentati da animali o creature mitologiche e leggendarie e raffigurano il carattere, il cuore e  l'anima del Bleyder che lo possiede.-
-In poche parole, osservando un Bit Power, si puó sempre conoscere l'anima del Bleyder.- Disse Andrew poggiandosi con i gomiti sul banco. 
-Esattamente, anche se non basta il Bit per poter credere di comprendere ogni aspetto di quella persona. Il Bit Power deve scegliere il Bleyder a cui desidera appartenere e con cui decide di combattere. Un Bit Power costretto con la forza a battersi per un Bleyder che non ha scelto lui, sarà sempre più debole di chi invece si è scelto a vicenda.-
Takao pensó a Dragoon, al suo Drago Azzurro, a come era entrato di sua spontanea volontà nel suo bey dalla spada di pietra di suo nonno, e a quando se n'era andato perchè lui non si era dimostrato all'altezza del suo valore.
-Un Bit Power puó decidere di non ascoltare più il suo Bleyder o di abbandonarlo momentaneamente, se egli non si è dimostrato degno di possedere questo grande dono. Perchè possedere un Bit Power ragazzi, di qualunque sia il tipo, è una cosa che dovete meritare ogni giorno, è un grande potere, e significa non solo che siete grandi Bleyder, ma anche che, in qualche modo, siete grandi persone. Purtroppo, non tutti riescono a vedere le reali sembianze dei Bit, la maggior parte delle persone riescono a percepire solo una potente luce quando essi si manifestano, o a volte, se il Bit Power è abbastanza potente, il suo verso di battaglia.-
Mao sorrise, sperando che qualche persona che non poteva vedere i Bit Power avesse comunque sentito il verso del suo.
-Possiamo certamente dire che il Bit Power è l'incarnazione del Bleyder.- Tutti guardavano Kritene in silenzio. 
-Se il Bit Power viene ferito, il Bleyder viene ferito, se il Bleyder combatte, il Bit Power combatte. Siete lo specchio l'uno dell'altro, il vostro "Animale Sacro" dipende da voi, per questo è bene avere i nervi saldi, il sangue freddo e la massima sicurezza possibile durante un incontro.-
Takao strinse i pugni. Era sempre stato emotivamente instabile, nervoso quando sentiva molta pressione addosso. Non avrebbe potuto più permettersi certi sbalzi di umore.
-Parla di te- Lo apostrofó Daichi a bassa voce.
-Brutto pidocchio!- Takao si sporse in avanti per afferrare Daichi quando si accorse che Ralph, Michelle, Lai e Mao li guardavano.
-Hehehe..- Si mise a sedere rigirandosi i pollici.
Su una lavagna elettronica bianca comparvero immagini di alcuni animali antichi su vasi di terracotta e armi di bronzo.

-Come sappiamo che queste storiche raffigurazioni rappresentano Bit Power e non normali animali? Perché ognuno di loro e avvolto da linee di luce. Quando gli antichi disegnavano i Bit Power, mettevano sempre alcune linee intorno all'immagine, di materiali che riflettevano la luce, creando onde che si illuminavano con i raggi solari. Erano lavori raffinati anche con oggetti rudimentali, e vennero ritrovati in tutto il mondo.-

Matilda prendeva appunti muovendo velocemente le dita sul suo palmare, viola. Avevano dato a tutti un palmare, facendolo trovare nelle loro stanze, di colori diversi così che ognuno potesse riconoscere il proprio.

-Parliamo un attimo degli orari che vi sono stati dati ieri- Kitrene prese il palmare -Da lunedì a giovedì tutti i bleyder, quindi non solo voi, dalle 10.00 alle 12.00 hanno i corsi, mentre il pomeriggio di lunedì e mercoledì, avete anche gli allenamenti fisici, dalle 15.00 alle 17.30 e dopo dalle 17.30 alle 19.30 con il beyblade, mentre martedì e giovedì avete solo quelli con il bey, dalle 16.00 alle 18.30. Ogni venerdì dalle 9.00 alle 12.00 faremo un'escursione per vedere come vi comportate in combattimenti su terreni poco ospitali o in elementi che non sono il vostro,  e sempre venerdì, dalle 16.00 alle 19.00, controllo totale sui dati presi su ogni bleyder durante la settimana. Sabato, ascoltate bene, dalle 10.00 alle 12.00 scontri, il pomeriggio libero. Domenica mattina risultati degli scontri e di quello che abbiamo visto durante la settimana.-

I ragazzi si guardarono l'uno con l'altro.
Takao sentiva il suo bey fremere dalla voglia di scendere in campo, doveva essere assolutamente il primo a lanciare..
-Gli incontri saranno tra bleyder a sorpresa.- Interruppe i suoi pensieri Kritene.
Takao si scosse. Cosa?
-A sorpresa?- Mao guardó il fratello, Lai.
-Contro una squadra o un bleyder di cui voi già conoscete l'identità, si ci puó preparare, ma con l'effetto sorpresa, tutto starà nel vostro talento, nella vostra prontezza e nella vostra abilità.-
-Come sceglierete i Bleyder, se posso chiedere.- intervenne Miguel.
-Dopo osservazioni e monitoraggi per cinque giorni di fila, sceglieremo i due bleyder che secondo noi, come avversari, avrebbero una grande varietà di scelte, darebbero il massimo e ci permetterebbero di avere dettagli accurati ed importanti per farvi diventare ancora più forti. Non preoccupatevi, sarà una scelta accurata e studiata per sfide che vi facciano dare fondo alle vostre potenzialità.-
-E il terreno di gioco?- Chiese Daichi.
-A sorpresa anche quello. Potrebbe essere un terreno che favorisce un bleyder o l'altro, ma dovrete essere sempre e comunque all'altezza.-
Daichi si voltó verso Takao. Il bleyder dagli occhi blu poteva leggere i suoi stessi sentimenti dentro quelli verdi del suo amico. Entrambi volevano lanciare per primi, e lanciare ancora, e allenarsi, allenarsi, allenarsi. Ma erano ai Caraibi, un paradiso terrestre, e forse sarebbe stato un bene combattere durante gli allenamenti e poi distrarsi un po'. Takao guardó il paesaggio attraverso le grandi finestre dell'aula. Fiori colorati, alberi floridi, un oceano limpido e azzurro quanto il cielo all'orizzonte, che si perdeva confondendosi con le nuvole e il sole di mezzogiorno, forte e luminoso.
-La colazione viene servita dalle 8.00 alle 10.00 lunedì e giovedì, e dalle 7.00 alle 9.00 venerdì, perché poi abbiamo l'escursione. Il pranzo dalle 12.00 alle 14.00 a meno che la maggior parte dei bleyder non ritardi per impegni legati alla struttura. La cena dalle 19.30 alle 21.30. Tranquilli, presto li memorizzerete.-
-Io sono tranquillissimo, l'ho già fatto.- Disse Boris sorridendo.
-L'ho già fatto- Lo imitó sottovoce Takao scimmiottando.
-Se tu la mattina sei un criceto in prognosi riservata la colpa non è nostra, "Campione".- Sentenzió tranquillamente Yuri tenendo lo sguardo fisso davanti a se con le braccia incrociate, come se fosse un dato di fatto.
A Takao gli cadde la mascella. -Io cosa!?-
-Adesso vado li e lo prendo a pugni- Daichi si alzó tenendo alte le mani.
Yuri sorrise senza dire niente. Non avevano capito una cosa importante: lui era come il suo bey. Più lo attaccavano, più venivano attaccati.
Lai fece segno a Daichi di sedersi -Sta calmo piccoletto- Sorrise.
-Piccoletto a chi??- Daichi si alzó di nuovo.
-Zehtrab poi, che originalità.- Disse Andrew sarcastico.
-È il nome della nostra squadra al contrario, si, perchè noi siamo l'opposto di quello che era la Barthez Squadra.- Annunció Matilda con fare superiore.
-Cioè siete più imbroglioni di prima?- Disse Ralph con voce dura.
-Nessuno ha chiesto il tuo parere su di noi Violetto- La difese Miguel, riferendosi al colore di capelli del tedesco.
-Sane rivalità- Kritene sorrise -Mi piace il fuoco che bolle tra voi, si ci puó quasi scottare.- 
Kei alzó lo sguardo -L'unico fuoco che scotterà sarà il mio se non la smettono subito.-

 

*

-Criceto in..in..- Ripeteva Takao barcollando per il corridoio quando la lezione finì.
-Stai prendendo il vizio di Hilary- Gli fece notare Daichi.
-Perchè non mi hai svegliato!?- Takao andó dietro Kai.
-Ti ho buttato acqua addosso, se stamattina pensavi che ti era scappata qualcosa, sono stato io che avevo tentato di svegliare l'insvegliabile, te. La prossima volta ti do fuoco.- Si allontanó uscendo.
-Mah, qua tutti si danno da fare per essere insopportabili eh.-
-Ragazzi!- li chiamó Hilary -Sono stata con il professore e altri studiosi, non immaginate neanche che professionalità e apparecchiature.-
-Tu non immagini neanche quanto io voglia scendere in campo.- si lamentó il padrona di Gaia Dragoon.
-Anche io.. Peró immagino il Professore come si stia divertendo- Sorrise Takao -Andiamo a pranzo va, ho giusto un certo languirono.-

 

*
 

Quel pomeriggio gli allenamenti si tennero in un plesso accanto alla sede principale. Molti campi da gioco erano sparsi per la sala al piano terra, di piccole dimensioni.
Takao cercó di spiare al piano superiore, ma non riusciva a scorgere niente. Avevano detto che, prima di poter iniziare gli allenamenti per il tono muscolare, la flessibiltà e un mucchio di altre cose che a Takao parevano solo inutili, dovevano lanciare per valutare la forza di lancio e la forza di ogni parte del corpo in quel momento. 

Si iniziava da li.
-Io sono il primo.- Avanzó sicuro di se Daichi con una smorfia di soddisfazione sulle labbra.
-Cosa!? Allontanati, ci sono prima io.- Takao si avvicinó al primo terreno da gioco.
-Sono arrivato prima io!- Sbottó Daichi alzando il suo beyblade viola, Gaia Dragoon. 
Max guardó Rei e insieme scoppiarono a ridere. 
-Ragazzi..ragazzi.. RAGAZZI.-
I due si voltarono perchè una voce femminile li aveva interrotti. Una donna dai capelli lilla e dagli occhi marroni con filamenti dorati era seduta con degli esperti e li osservava.
-Potete iniziare tutti insieme. Sparpagliatevi. Noi rileveremo la potenza del vostro lancio a qualsiasi distanza voi siate.-
Daichi fece una smorfia a Takao e si posizionò.
-Miraccomando, non combattete, solo il lancio.-
-Stia tranquilla.- Takao sorrise e tiró fuori il suo dispositivo di lancio. Rei e Max si posizionarono vicino un altro campo da gioco, Rich e Micheal andarono con loro, Lai, Mao, Kiki e Matilda ad un altro, e Michelle,Cloud e Aaron ad un altro ancora. Gli European Dream si unirono vicino Daichi e Takao. Boris guardó Giulia, la ragazza degli F Sangre e sorrise osservando i suoi occhi verde foglia, poi le fece segno di andare all'ultimo campo libero. Raul li seguì avvicinandosi alla sorella. Kei, Yuri e Sergej guardarono i bleyder in silenzio e presero il dispositivo di lancio senza farsi vedere. 
-Tirate tutti insieme, cercate di essere coordinati e tempestivi. Tre, due, uno..pronti..lancio!-
Alcuni bleyder completavano il dispositivo di lancio al momento, altri erano già pronti, altri ancora avevano un loro rito prima di lanciare. Tanti stili diversi, un unico movimento di battaglia. I bey si mossero tutti nello stesso istante. Yuri, Kei e Sergej avevano lanciato comunque nonostante non avessero davanti terreni da gioco, e i loro bey ruotavano veloci intorno ai bleyder. 
Il professor K, accanto ai molti computer degli esperti, si mise le mani sulla faccia.
Hilary lo guardó e si avvicinó in pensiero -Ci sono problemi professore?-
-Questi computer rilevano..rilevano tutto. Forza impressa nelle mani, nel braccio, concentrazione mentre si lancia, forza con cui viene scagliato il bey, forza del dispositivo di lancio.. Guarda tutte queste schermate, ogni schermata corrisponde ad un bleyder, e ogni schermata fa un'analisi dettagliata di ogni passaggio del loro lancio, persino il contatto visivo che avevano quando hanno lanciato. È impressionante..-
-Il presidente Daitenji non scherzava affatto dicendo che era tutto super tecnologico qui.- Osservó Hitoschi che, insieme al team di esperti, osservava i computer. 
Essi facevano commenti sottovoce, indicavano numeri e barre su alcuni bleyder e parlavano di altri.
Max chiamó il suo Draciel per primo, che si fermó. Lui si piegó e lo prese -Bravissimo-
-Beh grazie- Sorrise Daichi prendendo al volo il suo beyblade.
Max si passó una mano dietro la testa -Ma non dicevo a te, parlavo con il mio bey.-
Daichi lo guardó seccato -Povero me.- 
Kai schioccó le dita e fece segno con l'indice ai suoi piedi -Dranzer, qui.- Ordinó.
Dranzer corse subito dal suo proprietario roteando accanto a lui come una sentinella.
Yuri sorrise -Sembra che chiami un cane. Qui Fuffi, qui.-
Kai accennó appena un sorriso -Piuttosto pensa al tuo che sta facendo piazza pulita del bey di Raul.-
Yuri alzó lo sguardo su Wolborg. Nell'istante in cui lo fece il beyblade corse da lui. Il bleyder aprí la mano e il bey gli saltò sul palmo.
-Bene, possiamo salire.- annunció la donna dai capelli lilla. 
La seguirono su una scala a chiocciola in vetro. Daichi aveva paura di cadere e si aggrappó con braccia e gambe alla ringhiera in metallo.
-Muoviti.- Hilary lo trascinó seccatamente.
Si trovarono di fronte una grande sala con ogni genere di attrezzi per il fitness. Dalle cyclette al tapiroulan, da ogni genere di peso a quelli per tonificare aree specifiche del corpo, come braccia e gambe, flessibilità muscolare, precisione e riflessi.
Max spalancó la bocca e Daichi indicava il professor K ridendo poichè egli si nascondeva. Detestava l'esercizio fisico visto che aveva la forza di una ricotta.
-Io sono Viola- disse l'esperta.
-L'avevamo capito- La interruppe Daichi.
Hilaru gli tiró uno schiaffo sulla nuca e il bleyder si piegó massaggiandosi nervosamente la testa.
-Si, sono Viola di nome e di fatto.. Disse la donna. -E questa è l'area fitness. Abbiamo anche una piscina al coperto, una all'aperto, una pista per la corsa, un campo da tennis che si puó usare per la pallavolo o il basket. Ed è di nostra proprietà anche la pista di pattinaggio, un po' più lontano. Dopo oggi, per ogni tre, quattro ragazzi, ci sarà un esperto di fitness per i bleyder che vi darà orari ed esercizi personalizzati. Dividetevi.-

-Venga professore.- lo chiamò sorridendo gentilmente uno degli esperti fitness per i bleyder.

-Io? No no..preferisco stare seduto.. tranquillo ad analizzare i dati senza..-

Hitoschi lo incoraggiò -Avanti professor K, potrebbe tornarti utile.-

-Ma io non sono un bleyder..- Provò a giustificarsi.

-Chiunque possieda un beyblade con cui ha partecipato ad un incontro mondiale e non, riconosciuto da una delle associazioni di beyblade, è un beyblader a livello ufficiale. Non si spaventi professore.-

Il professor K guardò quell'uomo tanto gentile quanto muscoloso. Era alto e aveva un fisico allenato e tonico. Una sua coscia era il quadruplo di entrambe quelle del professore messe insieme. Sospirò e si avvicinò a lui. Guardò gli altri. Tutti erano specializzati in una specifica attività più delle altre. Rei correva sul tapiroulan a ritmo costante e senza stancarsi. In Cina gli allenamenti erano nella natura, gli abitanti di quei luoghi meditavano o correvano per aumentare velocità e resistenza, quindi lui era un campione in questo. Lai stava in equilibrio in posizioni diverse, e Mao e Kiki facevano salti agilissimi, proprio come due felini. Daichi pedalava sulla cyclette cercando di far aumentare sempre di più il numero di velocità sul display luminoso dell'attrezzo.

Takao faceva flessioni, o almeno cercava, perché guardando Daichi scoppiava a ridere e si buttava a terra. Max usava un attrezzo per le gambe, Rick e Serjei sollevavano pesi sempre più grossi sotto il controllo degli esperti, guardando i loro muscoli allo specchio, Kei aumentava ogni cinque minuti la forza di un attrezzo per le braccia e gestiva la respirazione ad ogni spinta; Gianni Tornatore, degli European guardava i gemelli degli F Sangre, anzi, soprattutto la ragazza degli F Sangre, Giulia, che faceva una specie di danza allenamento in coordinazione perfetta col fratello, persino i respiri erano sincronizzati. Il cinese Gao, un'armadio vivente, alzava con una mano Olivier, il francese degli European Dream, che cercava invano di scendere, e con l'altra Aaron dell'ex Barthez Squadra. Yuri muoveva il suo corpo con la flessibilità di un atleta di ginnastica artistica, con la grazie di un ballerino di danza classica e con la sensualità di uno di *Pole Dance.

Il professor K si gratto la testa.

-Fai qualche esercizio a terra con Takao.- Disse l'esperto dal fisico perfetto guardandolo dall'alto in basso.

Il professore si sedette accanto al suo amico -Mi sento una frana.- Mormorò.

Takao sorrise e gli diede una pacca sulla spalla -Ma che dici, tu sei il migliore.-

Delle grida fecero voltare l'intera palestra verso Hilary, che colpiva alcuni sacchi appesi con dei guanti da box neri, urlando ogni volta.

Hitochi sorrise e si affrettò a spiegare che lei non era una vera e propria bleyder..più la mascotte dei BladeBreakers.

-Vai Hilary!- fece il tifo Max.

-Forza Ochetta!- Esultò Daichi.

La ragazza dai capelli castani si voltò nervosamente, ansimando perché stava montando la rabbia.

-Oh oh..- Daichi si arrampicò sul sellino della cyclette.

-Adesso ti faccio vedere io!- Urlò Hilary saltando contro il bleyder dagli occhi verdi e alzando i pugni in aria.

-Se hai rabbia da scaricare, scaricala con me.- Una voce sconosciuta indusse molti a fermarsi. 

Una ragazza dalla carnagione chiara, appena rosata sulle guance, i capelli biondo platino raccolti in una treccia stretta e gli occhi dall'iride acquamarina cerchiati da intenso ombretto blu notte avanzò verso Hilary. 

-Sono una bleyder, piacere.- Si presentò con voce lenta e intimidatoria.

-Tu sei..la beylder russa che divide la stanza con me, ma che non ho ancora conosciuto perché torna tardi e si sveglia presto?>

-In persona- Sorrise e prese due guantoni blu -Allora, ti fai sotto?-

-Io non mi faccio sotto! Non ho paura di una bionda tinta!-

-Hilary Hilary Hilary..- la fermò il professor K -farti sotto significa che accetti la sfida.-

-Oh- la giapponese guardo la russa -In questo caso..Certo che mi faccio sotto!-

La ragazza bionda sorrise e infilò i guantoni, poi si mise in posizione.

-Hilary..che stai facendo?- Takao si grattò la testa.

-Tu zitto, devo stendere questa spocchiosa.- Lo liquidò decisa lei.

-Hilary, lei è una russa.- Max le guardava preoccupato.

-E con questo?- Hilary iniziò a saltare sollevando i pugni.

-Russo, beyblade, collega Ochetta.- Daichi scosse la testa e si poggiò una mano sulla fronte.

-Russo..Beyblade..Che?!-

Hilary non fece in tempo a finire la frase che con uno scatto del braccio la ragazza la stese con un pugno in pieno volto, lasciandole un segno rosato sulla faccia, dagli occhi alla bocca.

Sorrise soddisfatta -Sono Aida, nuova conoscenza della NeoBorg tesoro.-

 

*

 

Mentre Hilary era in infermeria, a terra dopo un solo pugno della bleyder bionda Aida, Takao era nella stanza di Daichi e il professor K, cercando di infilare un pajo di jeans azzurri con una mano sola, perché l'altra teneva stretto un panino che aveva portato via dalla cena in sala. Daichi leggeva le etichette sui prodotti per l'igiene del professor K.

-Ma perché ha un dopobarba se neanche ha la barba..- Mormorava tra se e se il rosso.

-Daichi mi daresti una mano?!- chiese rabbioso Takao.

-Certo amico!- Daichi saltò sul letto e afferrò il panino di Takao, divorandolo senza quasi masticare.

-Ecco, adesso hai libera anche l'altra mano.- Sorrise innocentemente.

-Io ti ammazzo!- Takao saltò addosso al suo compagno soffocandolo sotto le lenzuola del letto.

Il professor K spalancò la porta. 

-Ancora dovete vestirvi voi due?! Sbrigatevi, Max e Rei sono già di sotto..Dov'è Daichi?-

-Sono qui..- Mugolò togliendosi barcollando le coperte di dosso. Si guardò allo specchio. 

-Guarda cosa hai fatto, mi hai spettinato i capelli!-

-Perchè di solito sono pettinati?- Disse sarcasticamente il giapponese alzando la cerniera di una felpa rossa.

-Professore tu non esci con noi?-

-Eh? No no..devo..devo fare una cosa..con la cosa..della cosa..per quella cosa..- Il professore corse via saltellando agitato di qua e di la prima che potessero fargli altre domande.

Takao e Daichi si guardarono confusi. 

-Cosa?-

 

*

 

La vita notturna ai Caraibi era davvero incredibile.

Ristoranti, discoteche, bar, falò e musica sulla spiaggia, pub e ogni genere di locale per bere, mangiare e scatenarsi. Musica dal vivo allietava chi voleva ballare sotto le stelle e l'immenso lungomare sfavillava di luci e colori. Casinò dalle grosse insegne al neon e alberghi lussuosi che ospitavano nel loro parcheggio macchine costose davano vita a un turismo senza eguali.

La gente era amichevole e solare, si divertiva, sorrideva. Sembrava che in quel pezzo di mondo non esistessero i problemi, i pregiudizi, che tutti potessero trovare il loro spazio, se solo si era disposti a gettarsi nella mischia.

I quattro si sedettero ad un tavolino di un bar affollatissimo, che possedeva un enorme piazzale con tavoli tutti occupati intorno ad una grande fontana da cui sgorgava acqua cristallina. 

-Questo bar si chiama Kuh-Bar-Libre, ed è uno dei più famosi dei Caraibi per i più grandi cornetti e per le più grandi brioche ripiene di gelato di tutta la costa Caraibica, mentre quello difronte e il Cafè de Paris- Spiegò Rei, che aveva viaggiato molto ed era informato sulle chicche all'estero, specialmente quando si trattava di cucina.

-Perchè lo chiamano il "Cafè de Paris" se siamo ai Caraibi? Mah..Io non li capisco a questi..- Daichi addentò il cornetto -Peò deo die..che questo connetto..è squisito.- Bofonchiò masticando.

Takao si guardò intorno. Tutti erano così energici, ballavano senza sosta, parlavano, scherzavano, bevevano e ricominciavano a ballare. C'era chi nuotava, chi accendeva un fuoco, e chi improvvisava coreografie da strada, nessuno stava fermo un attimo di troppo.

-Ma come fanno ad andare avanti senza mai stancarsi?-

-Qua vanno avanti fino all'alba.- Kai si sedette al loro tavolo, incrociando le braccia coperte da una camicia bianca.

-All'alba!?- Sbottò sconvolto Daichi.

-Beh anche noi dureremo.- Disse Takao con aria risoluta.

-Tu dopo le undici sei crollato.- Disse Kai con tono scontato. 

-Lo vedremo. Andiamo BladeBreakers, abbiamo un notte lunga e movimentata davanti a noi!- Si alzò correndo per la strada come un pazzo.

Max e Rei si guardarono come se la sapessero lunga. 

-Crollerà.-

 

*

 

I bleyder, grazie alle indicazioni di Kai, entrarono in una discoteca ricavata da una grotta sotterranea, che si diceva non si potesse fare a meno di visitare.

La roccia faceva da sfondo a una pista da ballo ad anfiteatro che divideva la zona discoteca dalla zona bar, con tavoli rotondi coperti da tovaglie candide e bicchieri in cristallo. Fari di luci di ogni colore illuminavano la pista da ballo e un piccolo palco ospitava una band che suonava a ritmo rock. 

Takao si poggiò al bancone del bar e chiese un caffè.

Il barista alzò lo sguardo. <Caffè ristretto, lungo, macchiato, Marocchino, shakerato, D'orzo, Decaffeinato, Con Panna, Con Nutella, Con Ginseng, Caffe allo zabaione, alla mandorla, Corretto grappa, bayles, capcioc, veneziano, russo..>

-Io volevo..solo un caffè.- Takao si grattò la testa. Possibile che un caffè potesse farsi in tanti modi diversi? E lui quanto mai ne avesa saputo qualcosa?

-Ehm..al..ehm..al..-

-Un Marocchino per lui e un Veneziano per me.-

Takao si voltò. -Yuri-

Il barista dalla pelle scura continuò la lista delle scelte, questa volta riferendosi alle tazze.

-Fai questi caffè.- Ordinò Yuri secco.

-Subito.- Il barman muoveva agilmente le mani sollevando e roteando bottiglie, bicchieri, panna e cacao.

-Quanto ti devo?- Takao guardò il russo.

-Anima questo posto e mi dimenticherò di averti salvato dalla minaccia del barman e dei suoi caffè.- Il bleyder sorrise enigmatico, prese il suo caffè e scomparve tra la folla.

-Animare questo posto..?- il giapponese si guardò intorno. Max ballava come se non ci fosse un domani e Rei sorrideva imbarazzato alle persone che guardavano Daichi arrampicarsi su per le pareti di roccia. Quel posto era già abbastanza animato senza il suo contributo.

Ad un tratto scorse Kai e si buttò quasi su di lui per chiedere la sua interpretazione di quello che aveva detto il bleyder del ghiaccio.

Kai stava sorseggiando un cocktail di un vivace color turchese e guardava la forma circolare della pista da ballo con fare cospiratorio.

-Io non lo capisco.- Terminò Takao.

-Io si. Aspetta, faccio io.- Kai si allontano e andò sul palco. Sussurrò qualcosa al cantante del gruppo, e l'attimo dopo un faro di luce bianca era puntato su Takao.

-Signori e signore, abbiamo il piacere di avere tra di noi il tre volte campione del mondo di beyblade stasera, Takao!-

Takao si fece rosso e sorrise come un ebete, salutando con la mano.

-Takao, ti batterai per noi?-

-Beh..se c'è qualcuno disposto ad una sana sfida..sarò bel felice di accontentarlo.-

-Lo sfido io.-

Una voce allegra e limpida si alzò attraverso la folla. Takao la riconobbe, seppur non immediatamente. 

Un ragazzo dai capelli biondi come il sole, con due lunghi cerchi d'oro alle orecchie e una maschera bianca e dorata sul viso emerse tra le molte persone presenti. Sorrise e si levò la maschera affilata, rivelando gli occhi color oceano e uno sguardo amichevole e raggiante. Avanzò verso il centro della sala mentre tutti i presenti tenevano gli occhi fissi su di lui, cercando di radiografarlo e imprimerlo nella mente.

Takao si passo un dito sotto al naso come faceva spesso prima e durante degli incontri interessanti e sorrise spavaldo. -Mystel, che piacere vederti.-

-Lo è anche per me Takao.- Mystel prese il beyblade da una tasca del suo largo pantalone candido e lo guardò affettuosamente, poi alzò gli occhi sul giapponese -Accetti la mia sfida?-

Takao sorrise -Certo, io e il mio Dragoon non vediamo l'ora di un po' di sana competizione.- Il bleyder prese il suo bey attaccandolo al dispositivo di lancio. Lo stesso fece il biondo.

-Quando vuoi- disse Mystel sorridendo sinceramente.

Takao guardò l'uomo sul palco e fece un cenno di assenso, poi corrugò la fronte nel tentativo di concentrarsi sullo scontro. Studiò Mystel. Era diventato più robusto dall'ultima volta che l'aveva visto, e ci scommetteva, anche più agile. Il suo viso aveva qualcosa di maturo, eppure la sua espressione era sempre la stessa, solare e candida.

L'uomo parlò nel microfono -Tre, due, uno, pronti..Lancio!-

Takao lanciò per primo Dragoon che con un tonfo sottile si posizionò sul campo, rimanendo fermo. Mystel invece saltò molto in alto, poggiandosi sulla parete di roccia e dandosi la spinta per saltare, poi anche lui fece roteare con un sibilo fendente il suo bey turchese, che cozzò con quello di Takao spingendolo più indietro.

-Iniziamo bene- mormorò Takao fra se e se constatando che il primo attacco di Mystel era andando a segno.  

Daichi aveva smesso di fare la scimmia e faceva il tifo ad alta voce, urlando cose del tipo "Schiaccialo" e "Disintegralo". Rei e Max seguivano la sfida con un'espressione un po' diffidente nei confronti di Mystel, che in un passato non molto lontano aveva fatto parte della B.E.G.A, un'organizzazione fondata dal malvagio russo Vorkov nel tentativo di appropriarsi del mondo del beyblade usando il professionismo. 

-Forza Dragoon- Takao incitò il suo bey mentre quello si avventava contro Poseidon, il beyblade di Mystel. Ma Poseidon saltò all'ultimo secondo e cominciò ad attaccare Dragoon da ogni lato, senza lasciargli il tempo di reagire.

Takao strinse i denti. Aveva dimenticato gli attacchi a 360° di Mystel, e doveva trovare un modo per liberarsi. Il bleyder osservò attentamente il bey dell'avversario, cercando di registrare mentalmente quando durasse uno dei suoi salti prima che colpisse Dragoon, e dopo circa sei salti grido prontamente -Vai!- Dragoon si mosse in fretta uscendo dal raggio d'azione di Poseidon, che cozzò duramente contro il suolo, lasciando molte crepe. Il bey turchese si gettò all'inseguimento di quello bianco, che si allontanava veloce. Takao guardò Mystel che ovviamente sorrideva socievolmente, poi lanciò un'occhiata a Max, l'espressione del viso attenta al suo avversaro, e gli venne in mente l'acqua. Ecco cosa doveva usare, doveva combatterlo con il suo stesso elemento. L'acqua. 

Dragoon si fermò e Poseidon saltò su di esso, sbaragliandolo mezzo metro più in là.

Mystel decise che era il momento di usare uno dei suoi attacchi potenti e saltò da un lato all'altro della roccia muovendo sinuosamente le braccia.

-Cascata, ora!- 

Poseidon saltò di scatto in alto fino a sfiorare il soffitto in roccia della discoteca, poi dell'acqua uscì dal nulla sopra il bey che si buttò sotto come se fosse caduto da una cascata insieme a quell'acqua scaturita probabilmente dal bey stesso, ad alta velocità, su Dragoon. Takao non era sicuro che il suo beyblade sarebbe riuscito a spostarsi in tempo, ma ci provò lo stesso, facendo un gesto energico a Dragoon, il bey obbedì all'istante un attimo prima che Poseidon si schiantasse sul terreno. Sarebbe rimasto illeso nonostante l'impatto, se non fosse stato per l'acqua che cadeva in caduta libera come un missile azzurro su di lui, che sbatte sul beyblade e si insinuò impetuosa dentro gli ingranaggi, facendogli perdere momentaneamente il controllo. 

-Ora Dragoon!- Takao alzò un braccio e Dragoon spinse con un colpo forte Poseidon, che andò a finire nella mano già aperta del suo proprietario.

-Niente male Takao- Mystel sorrise -Diventi sempre più forte.-

I presenti applaudivano entusiasti e Takao iniziò a dispensare autografi. Kai guardò verso Mystel, ma il bleyder era sparito.

Se c'era lui..molto probabilmente c'erano anche..

Kai incrociò lo sguardo di Max, che rifletteva esattamente i suoi pensieri nei grandi occhi azzurri. Entrambi avevano il vago sospetto che qualcosa non quadrava. Rei non sembrava preoccuparsene in quel momento, andò da Takao a cercare di smorzare il suo entusiasmo in mezzo alla folla, e Daichi gli saltò appresso, ma Max rimase fermo li, a ricambiare lo stesso sguardo di Kai, senza dire una parola.

Il bleyder dagli occhi di rubino si voltò e uscì dalla discoteca. La notte era quasi nera, non illuminata dalle luminose stelle come la sera prima. Adesso erano flebili e soffocate dalle luci del lungomare. Una leggera brezza marina muoveva i capelli e la sciarpa bianca del bleyder, che camminò lentamente verso destra, tenendosi vicino alla discoteca. Lo sguardo inespressivo e vacuo. Poi, ad un tratto, Kai si voltò di scatto, sentendosi due occhi puntati addosso. Credette di vedere una ciocca di capelli color vermiglio sparire oltre un angolo. Kai sentì la mente annebbiarsi tranne che per un pensiero, vivido e preciso nella sua mente: "Seguilo". Il bleyder si affrettò ad affacciarsi nel vicolo scuro in cui aveva visto sparire i capelli rossi arancione, ma non c'è n'era traccia. Eppure lui non se l'era immaginato, lui sapeva che li aveva visti.
Ne era assolutamente certo.




*Pole Dance: disciplina sportiva che combina danza e ginnastica. Spesso collegata alla lap dance e agli strip club, la pole dance si svolge in ambienti tutt'altro che erotici, come palestre e studios con insegnanti qualificati.

La pole dance si basa sull'esecuzione di figure acrobatiche anche molto difficili, che richiedono notevoli doti di forza, scioltezza, coordinazione, agilità, flessibilità e resistenza. Sempre più scuole stanno crescendo in tutto il mondo, così come enti che strutturino questa disciplina in termini di regole, nome delle figure, metodi di giudizio.

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Capitolo 5
*** Solo illusioni? ***


 

*SOLO ILLUSIONI?*




La mattina seguente quelle strane coincidenze, Takao aveva accettato di correre con Rei, svegliandosi alle sette, un orario in cui Takao faticava a comporre una frase di senso compiuto senza invertire l'ordine delle parole o mettere un piede davanti all'altro senza inciampare ogni tre passi.

-Capiscimi Rei, per me è l'alba!- Si era giustificato Takao, lasciandosi cadere su una panchina dopo soli dieci minuti.

Il cinese sorrise scuotendo la testa. -Vado a prendere qualcosa da bere, tu aspettami qui- Ed era corso in un bar poco lontano.

Takao osservò il mare, l'infrangersi delle onde sulla sabbia chiara e pensò a Mystel. Ieri si era praticamente volatilizzato dopo il loro incontro. Non che non ci fosse abituato, frequentava Kai da troppo tempo per essere sorpreso dalla sua scomparsa improvvisa, però avrebbe voluto parlargli..Farsi raccontare che fine avevano fatto Garland, Ming Ming, Moises e Brooklyn, e se la BEGA era ancora in piedi. Troppe domande senza una risposta. Il blyeder sbuffò e si voltò quando Rei gli porse una bibita ghiacciata.

-Andiamo- Rei lo trascinò per il lungomare correndo nella brezza mattutina, mentre Takao barcollava per stargli dietro.

-Forza Takao! Noi della tribù della Tigre Bianca ci svegliamo sempre presto, anche all'alba per mantenerci in forma.-

-Voi avete bisogno..di un hobby..- Bofonchiò il giapponese stentando stargli dietro.

Dopo pochi minuti Rei si fermò e fermò Takao. -Fai una cosa, vai nella tua stanza e fatti una doccia, poi scendi a colazione, è quasi ora. Ci troviamo sotto.-

Takao fu lieto di avviarsi verso la sede della RMBB, avanzando ad un passo che non richiedesse il fiatone, il sudore e il battito del cuore accelerato. Anche se pensandoci..quelle erano tutte cose che potevi avere anche durante una sfida di Beyblade.

Takao prese Dragoon dalla tasca della sua felpa rossa aprendo la porta della sua camera. Kai era ancora addormentato nonostante mancasse mezz'ora per la colazione, ma Takao sapeva che lui era capace di farsi una doccia e di vestirsi in un tempo record di cinque minuti.

Per un attimo prese in considerazione di lanciargli Dragoon sul letto, proprio per vedere la sua reazione mentre minacciava a morte Takao, ma poi decise che era meglio non stuzzicare l'aquila che dorme e andò in bagno.

Dopo colazione, che accoglieva sempre un vociare fitto ma sommesso, poiché tutti erano ancora intontiti dal sonno mattutino, le varie classi si avviarono verso il loro corso, dividendosi in diverse aule.

Kitrene aspettava pazientemente i bleyder scoccando occhiate ad ognuno man mano che entravano. Quando anche l'ultimo ragazzo ebbe preso posto, fece un cenno amichevole alla classe e controllò il palmare. -Dovreste esserci tutti.. Bene iniziamo.- Prese una borsa da lavoro marrone e ne estrasse quattro beyblade, uno verde, uno giallo, uno arancione e uno rosa. Daichi allungò il collo per vedere meglio, mentre Mao si appoggiò a Lai, per vedere meglio.

-Questi sono quattro normalissimi beyblade- Spiegò Kitrene, ma ognuno di essi ha un difetto in uno dei suoi componenti. Li smonterò uno alla volta e vedremo chi sarà in grado di individuarlo.- Kitrene scompose gli elementi del primo bey, quello verde. Fece vedere chiaramente ogni pezzo, alzandolo davanti gli occhi di tutti, e appena smontò il disco d'attacco Yuri disse, con tono vagamente ovvio -Il disco d'attacco è troppo piccolo per un beyblade così grande.

Kritene annuì osservandolo -Bene, e ciò cosa comporta Yuri?-

-Mi sembra scontato, il beyblade non riesce ad imprimere una forza sufficiente a scagliare un buon attacco perché il disco d'attacco non c'è la fa con la grandezza eccessiva del bey.-

-Ottimo- Kitrene prese il secondo beyblade, lo smontò e questa volta a pelare fu Kai. -Il bayblade ha un disco d'attacco scoperto ed esposto ad ogni urto, anche a quelli che non servono per attaccare- E continuò prima che Kitrene glielo chiedesse -Quindi è molto più probabile che il disco si rompa o si danneggi senza validi motivi.-

Takao e Daichi cercarono in tutti i modi di capire cosa avessero che non andavano i restanti due beyblade, ma nessuno dei due sembrava capace di capirlo. Ben presto Takao eclissò la sua attenzione sul paesaggio oltre le finestre trasparenti, sentendo vagamente Kitrene che parlava dell'importanza dei componenti e dell'armonia che ci doveva essere fra di loro per la riuscita di un buon beyblade. La sua mente volteggiava da un pensiero all'altro, soffermandosi sull'incontro di sabato. Sperava con tutto se stesso che lui fosse stato scelto per lanciare, ma guardandosi intorno si rese conto che chiunque di loro aveva le stesse sue possibilità di essere scelto.

Quando le tre ore finirono la classe si disperse. Chi andava a pranzo, chi si recava fuori sotto il sole di mezzogiorno, chi, come il professor K, non si faceva vedere perché era sempre attaccato ai computer tecnologici dei piani superiori.

-Takao tu avresti dovuto ascoltare visto che non sai neanche montare il tuo beyblade.- Lo riprese Daichi.

-Perchè tu lo sai fare?-

-Ehm..Certo che si! Per chi mi hai preso??

*

Dopo pranzo Takao si allenava con un esperto sulla precisione dei suoi lanci, Max nuotava e sguazzava felice nel suo elemento, Miguel cercava di incrementare la potenza degli attacchi e ognuno aveva un'occupazione.

-La forza e la concentrazione è buonda- sentenziò l'esperto dai capelli azzurri guardando un monitor di un computer -ma la precisione non è delle migliori. Devi avere una mano molto ferma..-

Takao provava e riprovava, ma era come e una potente energia gli scuoteva i polsi mai perfettamente fermi.

-Il morbo di Parkinson- lo schernì Kai con una smorfia appena visibile e attaccò il suo bey al dispositivo di lancio, poi si posizionò e lancio Dranzer nel campo da gioco.

-Mm bravo Kai, precisione quasi ottimale. Tu e Takao potete allenarvi insieme, lui è molto abile nel ricaricare un attacco potente.-

-Oh che meraviglia, forza muoviti- Kai lo spinse riprendendo Dranzer.

Poco più lontano Rei era impegnato in un incontro con Giulia Fernandez.

-La signorina ti da da fare- commentò Boris poggiato al muro bianco e guardando i due bey attaccarsi e girarsi intorno.

Giulia sorrise e con un attacco di discutibile forza fermò il beyblade di Rei.

-Fermare la rotazione di un beyblade è molto più difficile che mandarlo fuori campo, brava Giulia- si complimentò Rei senza subire la sconfitta, con un sorriso gentile.

Max ridacchiò andando sott'acqua nella piscina e riemergendo, quando qualcosa gli urtò la caviglia. Sobbalzò e si immerse nuovamente per capire chi o cosa l'avesse sfiorato, ma la piscina era deserta, sia sopra che sotto. Appena cominciò a credere che se lo fosse solo immaginato, un enorme pesce acquatico color acquamarina, dai lunghi denti aguzzi e un tridente d'oro stretto nelle branchie, nuotò veloce e implacabile verso di lui, che si coprì, pronto all'impatto, a sentire quei denti acuminati sulla sua pelle..Ma non avvenne mai. Max si ridestò lentamente e notò che nell'acqua c'era solo lui. Riemerse dall'apnea e si maledì per la sua stupidità. Un enorme pesce acquatico in una piscina, che cosa aveva mangiato a pranzo? Fece forza ai bordi sulle braccia per uscire dall'acqua e prese l'accappatoio. Si voltò ma la superficie cristallina della piscina era immobile. Scosse la testa e aprì la porta che conduceva agli spogliatoi, ma prima di chiudersela dietro giurò di aver sentito il ruggito di un animale.

*

-Falò sulla spiaggia, falò sulla spiaggia!- A meno di mezz'ora dalla fine degli allenamenti, tutta la sede della RMBB sapeva del falò sulla spiaggia che partiva dalle dieci fino a notte fonda. Tutti sembravano propensi a partecipare, anche se nessuno sapeva con precisione chi avesse organizzato.

-Me l'ha detto Raul..-

-Mi ha avvisato Emily-

-Matilda ha avvisato me e il mio compagno di stanza-

Alle dieci comunque, la maggior parte dei ragazzi era sulla spiaggia bianca e luccicante al chiaro di luna, mentre la distesa nera dell'oceano si increspava calmo osservandoli in silenzio.

C'era chi beveva birra, chi ballava seguendo il ritmo della musica a palla, chi rideva e scherzava e chi, in costume da bagno, si gettava fra le onde.

Max tirò Takao e Daichi nella mischia, sorridendo timidamente ad alcune ragazze mentre ballavano. La verità era che Max se la cavava molto bene, facendo passi di hip pop e break dance, Takao se la cavava mentre Daichi era in preda all'euforia più totale facendo salti di un metro e muovendosi come un forsennato.

-Tu sei Kai Hiwatari- Una voce dolce catturò l'attenzione dei bleyder dagli occhi rossi, poggiato al tavolo delle bibite con in mano un bicchiere di birra.

-Se lo dici tu- Disse indifferente alla ragazza dai lunghi capelli mossi castani dorati.

-Ho seguito tutti i campionati mondiali, sei bravissimo- Kai stava per annunciarle che lo sapeva, quando lei aggiunse con un sorriso enigmatico -Peccato per la difesa un po' traballante..- Si allontanò scoccandogli un'occhiata in calice.

Kai la guardò stranito. Difesa traballante?

-Tu sei Kai Hiwatari- Yuri si appostò accanto a Kai imitando con voce falsata quella della ragazza.

-Ma zitto..-

Yuri sorrise beffardo -Viene da Roma, ha 17 anni ed è una bleyder dall'eta di dieci, non ha mai partecipato a un campionato ma in compenso è carina- Sorrise.

-Mi ha appena detto che la mia difesa è traballante- Disse Kai con una punta di risentimento.

-Per questo è carina- Il russo finì la vodka nel bicchiere e lo posò nello stesso istante in cui un urlo lacerò l'aria, sovrastando ogni voce, ogni risata.

Tutti si voltarono, guardandosi l'un l'altro, cercando con gli occhi la persona che aveva urlato. Qualcuno ebbe il buon senso di abbassare il volume della musica, ma per dei minuti che sembrarono lunghi una vita il silenzio fu totale ed assoluto, fino a quando qualcuno non si agitò disperatamente nell'acqua, muovendo le braccia e provocando schizzi. Cercava di parlare, ma la voce era soffocata in gemiti strozzati.

Rei e Miguel si buttarono in acqua completamente vestiti, infrangendo la superficie nera, e portarono sulla spiaggia il corpo ansimante della persone che si agitava nell'acqua.

Hilary si accasciò accanto alla figura tremante, mormorando un nome.

Professor K.

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Capitolo 6
*** -Scintilla ***


 

 

Ogni grande fuoco inizia con una scintilla.”


 

 

 


Il giorno seguente il professore si era completamente rimesso, ma i medici della RMBB avevano comunicato a Blade Breakers che poteva essere in stato di shock. Continuava a ripetere a chiunque fosse disposto ad ascoltarlo che qualcosa lo aveva tirato davvero verso il fondo dell'oceano, e che non se lo era solo immaginato come sospettavano molti.

-Ma io ti credo professore- Intervenne Takao dopo l'ennesima descrizione di come si era sentito attanagliato da una forza oscura nell'acqua nera.

-Tutti noi ti crediamo- Aggiunse subito Rei.

Comunque, il resto della settimana passò senza più alcuna notizia di persone aggredite da strani esseri misteriosi. Il professor K riprese i suoi normali lavori con gli altri esperti mentre nella struttura aleggiava la fibrillazione per il primo incontro di beyblade, che si sarebbe tenuto sabato mattina, cioè il giorno dopo. Ma in quel preciso momento, ogni tre classi erano su un pullman che li avrebbe condotti verso qualche luogo selvaggio per allenarsi e prepararsi alla sfida.

Daichi sbuffò arrogante.

-Dovunque decidano di portarmi io sconfiggerò chiunque su qualunque terreno.-

Rei lo guardò sorridendo e scuotendo la testa.

Dopo circa un'ora arrivarono al limitare di una lussureggiante foresta. Alberi altissimi e imponenti si stagliavano davanti a loro uno vicino all'altro, le cui grandi foglie smeraldo lasciavano trapelare pochi raggi di sole. All'orizzonte colline verde giada si perdevano col cielo limpido.

-Di qua- Kritene, insieme agli altri esperti che tenevano i corsi, li guidarono lungo un sentiero tra gli alberi, entrando nel fitto della foresta.

-Guardate, un lago!-

Era vero. Una liscia superficie color verde marino si estendeva immobile a perdita d'occhio. Era grandissimo e si perdeva per chilometri, circondato da manti erbosi e avvallamenti.

-E' qui che ci eserciteremo oggi.- Annunciò la voce di una donna dai capelli verdi quasi quanto la vegetazione.

Max emise un fischio seguito da un -Great!-

L'acqua era il suo elemento, così come quello di Sergej, che battè il cinque con Boris, sorridendo soddisfatto.

Takao e Daichi stavano parlottando animatamente tra loro per decidere che tattica usare. Alla fine si trovarono a discutere animatamente perché Takao sosteneva che si dovesse andare sulla sponda opposta, mentre Daichi credeva fermamente che si dovesse cercare un modo per resistere sull'acqua.

-Tu non sei elemento d'acqua, non puoi stare a galleggiare sulla superficie del lago lo vuoi capire?!- Sbottò infine il giovane dai capelli blu.

Daichi stava per rispondere a tono quando Kritene li infitto a rimandare lo scambio di opinioni a più tardi.

-Daichi, che ne dici di iniziare tu? Vedo che hai molta energia da smaltire..-

-Ci può contare!- Daichi prese il suo beyblade e lo attaccò al dispositivo di lancio.

-Scegli un avversario.-

-Io?- Daichi si guardò intorno, osservando tutti uno a uno. Poi sorrise e disse ad alta voce, forte e chiaro -Max-

Takao si sbattè una mano sulla fronte. Che andava a fare quell'impulsivo? Fra tutti i bleyder presenti sceglierne proprio uno che sull'acqua stava una meraviglia.

Max sorrise e si avvicinò alla sponda del lago immobile e silenzioso.

-Pronti?- Chiese la donna dai capelli verdi. -Tre, due, uno, pronti..Lancio!-

Il bey viola e il bey verde sfrecciarono sulla superficie d'acqua, increspandola e provocando piccole onde. Daichi si accorse ben presto che Takao non aveva poi tutti i torti, e resistere su un elemento che non era il tuo non era tanto facile.

Si trovò a mandare il beyblade all'impazzata per raggiungere la terra ferma, cosa che gli fece sprecare energie.

Invece Draciel ruotava perfettamente sull'acqua. A volte si poggiava sulla punta di una pietra che affiorava, ma l'attimo dopo era di nuovo a galleggiare senza il minimo sforzo.

Daichi strinse i pugni. Avrebbe dovuto usare già un attacco potente per riuscire a colpirlo dalla distanza da cui si trovava Gaia Dragoon.

Non sarebbe resistito per più di pochi secondi sul pelo della superficie del lago, poiché lui non era acqua, e non era neanche un elemento che andava d'accordo con l'acqua. Lui era fuoco, e fuoco significava stare alla larga dall'acqua il più possibile.

Proprio allora Max gridò -INONDAZIONE!- e l'acqua iniziò a ribollire e ad agitarsi come mosso da una forza invisibile. La forza del beyblade di Max.

Gaia Dragoon fu travolto dall'onda incredibile che si infrangò sulla riva nell'instante in cui Daichi ordinò al suo bey le "lame di fuoco".

Acqua andò a cozzare contro fuoco, provocando sibili acuti. Daichi era riuscito a evitare che il suo bey si fermasse grazie al contrattacco usato più a scopo difensivo, ma con il ritiro delle acque ora Max l'aveva trascinato sulla superficie e mentre Draciel ruotava velocissimo intorno al bey viola, questi sprofondava sempre di più nell'acqua, anche a causa del vortice che stava creando intorno a lui l'avversario.

Un turbinio di acqua luccicante, poi la risata divertita di Max.

 

*

 

Erano tornati nella struttura della RMBB per il pranzo, e mentre Rei accompagnava un Daichi grondante di acqua che lanciava imprecazioni a destra e a manca nella sua stanza, Takao convinse Kai ad andare con lui dal presidente Daitenji per chiedergli notizie su Mystel, scomparso nel nulla dopo l'incontro con Takao nella discoteca. Quando vennero ricevuti l'uomo parlava al telefono, ma appena i due bleyder entrarono liquidò il proprio interlocutore e posò la cornetta.

-Sempre la stessa storia- bofonchiò con una nota infastidita.

-Possiamo ripassare- affermò Takao, preoccupato che avesse interrotto qualcosa di importante. Kai lo fulminò con lo sguardo come a fargli capire che aveva perso già abbastanza tempo appresso a lui.

-Oh no no ragazzi, non è colpa vostra, ma dei Mass Media con cui devo fare ogni giorno i conti. Una volta mi chiedono quando si organizzerà il prossimo campionato mondiale, un'altra se qualche altra organizzazione di Beyblade sta nascendo in qualche posto sperduto nel mondo, e adesso mi contattano anche dieci volte al giorno per avere informazioni sulla RMBB. Comunque.. Eravate venuti per sapere qualcosa o sbaglio?- Il presidente li guardò aspettando che parlassero.

-Presidente.. L'altra sera ho incontrato Mystel -Iniziò Takao- Se lo ricorda no? Il bleyder biondo che faceva parte della B.E.G.A.-

-Oh certo che lo ricordo. Hai avuto problemi con lui Takao?-

-In verità no.. Mi stavo.. -Lanciò un'occhiata a Kai- Ci stavamo chiedendo se avesse informazioni su di lui.. Perché era ai Caraibi? E perché si è volatilizzato nel nulla?-

Daintenji lo osservò un momento, poi disse -In realtà non si è volatilizzato proprio nel nulla.. Stamattina è stato inserito nella struttura come blayder ufficiale, quindi alla pari di voi.-

Kai alzò un sopracciglio sospettoso.

-Cosa?!- Takao non disprezzava Mystel, anzi, non aveva mai nutrito avversione verso di lui come verso altri componenti della squadra della B.E.G.A, però..se c'era lui..ed era un bleyder molto dotato..significava che c'erano anche.. No..

Ma la risposta arrivò con un un urlo acuto e rabbioso che formulava le parole -CHE COSA CI FAI TU QUI!?-

Kai e Takao si fiondarono alla finestra, seguiti dal presidente, Daitenji, per vedere un'infuriata Hilary difronte a una sorridente e altezzosa Ming Ming.

-Ora io faccio parte della RMBB.- Rispose lei gongolante.

Takao e Kai si guardarono in una nota di comprensione lampante mentre il presidente Daitenji mormorava stancamente -Gliel'avevo detto che non avrebbe funzionato..-

 

*

 

-I componenti della B.E.G.A.?- Chiese qualche ora più tardi Max, stupito e sorpreso dalla notizia che avevano detto loro Takao e Kai e dell'intervento irato di Hilary sul piacevolissimo incontro che aveva avuto l'onore di fare quel giorno.

I Blade Breakers, gli All Stars, i White Tigers e la Neo-Borg erano tutte riunite nel soggiorno alla fine del corridoio del piano dove alloggiavano i Breakers e la Borg insieme al membro maschile degli F-Sangre, Raul.

-Saranno cambiati..- azzardò speranzosa Mao, seduta sulle gambe di Lai per lasciare il posto che avrebbe occupato la sua piccola figura a Rei.

-Ming Ming, Moises e Garland sembravano cambiati- mormorò Takao.

-Ming Ming non è cambiata affatto.- RIbbattè Hilary con stizza crescente.

-Devono solo provarci a fare qualcosa..- Boris strinse un pugno.

Takao li guardò. -Io ho..-

-Fiducia in loro- Continuò Kai prevedendo quello che avrebbe detto il blayder dagli occhi color indaco.

-Beh non è così? Dobbiamo dargli una possibilità..-

-Gliel'abbiamo già data- Ribatté freddo quello dagli occhi color rubino. -Chiedi a Yuri, è lui che ti ha aperto gli occhi e la zucca vuota l'ultima volta.-

Takao si volse verso Yuri, aspettando che esprimesse una sua opinione visto che se c'era qualcuno che poteva fare ipotesi quello era il lupo della steppa.

-Io inizio una guerra solo quando sono sicuro dell'indennità dei miei nemici- I suoi occhi di ghiaccio si posarono su Takao, preso un po' alla sprovvista da quelle parole.

-E dato che ora non ne sono sicuro, non dirò niente- Voltò lentamente il viso dalla pelle diafana verso gli altri. -Vi serve solo sapere che se loro non accendono una scintilla io non aizzerò il fuoco- Fece un lieve cenno negativo con la testa, poi si fermò, immobile e deciso, l'incarnazione del' inesorabile. -Ma se solo si provano, sappiante che non mi coglieranno impreparato una seconda volta, e non devono riuscirci neanche con voi. Intesi?- Takao volse lo sguardo blu verso il suo Dragoon, che teneva in mano, poi alzò gli occhi incrociando quelli rossi di Kai. Quasi poteva leggere gli stessi suoi pensieri nelle fiamme rosse degli occhi dell'altro. Non ci sarebbero riusciti. Non di nuovo. Mai più.

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Capitolo 7
*** Certe battaglie sono dure a morire ***







Non è stato un martello a rendere le rocce così perfette, ma l’acqua, con la sua dolcezza, la sua danza e il suo suono. Dove la forza può solo distruggere, la gentilezza può scolpire.”



 

 

La mattina dopo Takao e Rei scoprirono che Garland e Mystel, due blader di punta della B.E.G.A, alloggiavano al piano sopra a loro e alla NeoBorg.

A colazione, c'era un'area decisamente tesa. Tutti guardavano tutti, alzando le sopracciglia o abbassando la voce mentre parlottavano fra loro sospettosi e diffidenti, e non solo verso Garland, Mystel e Ming Ming, ma anche verso chiunque gli passasse accanto e avesse il buonsenso di volgere lo sguardo verso di loro.

Takao sbuffó sonoramente stanco di quel brusio.

-E adesso perchè nessuno parla più ad alta voce e tutti bisbigliano?-

Il professor K si sporse verso di lui.

-Perchè..- inizió a mormorare.

-Anche tu!-

Takao si grattó nervosamente la testa.

-Con l'arrivo degli ex blader della B.E.G.A. nessuno sa più di chi fidarsi, è come se si fossero ricordati ad un tratto quello che é successo due anni fa.- spiegó Rei, usando un tono di voce normale, per la grazia di Takao. Quella mattina c'era il buffet per la colazione, e quando Boris si alzó per prendere qualcos'altro da mangiare, Mystel lo seguì con lo sguardo, sorridendo all'apparenza amichevole.

Daichi invece aveva un cipiglio decisamente ostile mentre lo osservava.

-Quello sta tramando qualcosa con i suoi compari..-

-Ma non vedete?- sbottó Kai inserendosi improvvisamente nella conversazione.

-Mystel non ha rivolto una sola parola a nessuno dei due da quando si è seduto al tavolo, e sembra voler stare il più possibile distante da loro.-

Takao guardó prima il padrone di Dranzer, poi quello di Poseidon.

-In effetti non sembra molto propenso verso di loro..-

-Quindi tu credi..- Max si voltó verso Kai -Che Mystel si sia allontanato da loro?-

-Io credo a quello che vedo, e quello che vedo mi sembra strano.-

Il professore si alzó.

-Già vai?- Takao lo guardó avido di informazioni sull'incontro che due di loro avrebbero dovuto disputare quella mattina.

-Si, e non posso dire nient'altro, ma vedrete.- Sorrise e scappó via.

*

In poco tempo quella mattina, ogni blader presente nel RMBB si era riversato nel beyblade stadio adiacente alla struttura, proprietario di quest'ultimo.

Era un grandissimo spazio, con molte file a gradinate tutt'intorno, che formavano un enorme cerchio. Al centro un campo da gioco di notevoli dimensioni era coperto da un meccanismo ad incastro, che ne nascondeva la vista.

Una commissione di esperti aveva preso posto dietro una vetrata che sovrastava tutto e li guardava dall'alto, con almeno una decina di computer davanti e auricolari collegati a walkie takie alle orecchie. In mezzo a loro stava Kappa, che aveva tutta l'aria di essere l'uomo più felice del mondo.

I blader, seduti, parlavano animatamente e si guardavano intorno entusiasti.

-Buon sabato mattina blader- disse una voce femminile rimbombando chiara nello stadio.

-Chi vi parla è la direttrice della RMBB, Demetria. Spero che siate tutti in ottima forma. Qualora non foste in grado di gareggiare, per qualunque motivo, si rivolga a uno dei medici che gira tra di voi. Dopo e se che il vostro nome verrà chiamato, non potrete più tirarvi indietro.-

Demetria parlava in un microfono dietro la vetrata, guardandoli sulle gradinate.

-Con me, che osserveranno l'incontro, c'è un team gioiello della RMBB, che grazie a sofisticati computer e apparecchiature che vi analizzeranno in tempo reale, calcoleranno ogni aspetto di forza e di debolezza, del vostro beyblade, bit power e di qualunque altro aspetto dell'incontro. I nominativi li abbiamo selezionati grazie alle informazioni avute questa settimana e grazie alla conoscenza che abbiamo di voi avendovi già visto combattere in tempi passati. Cerchiamo sempre di mettere uno difronte l'altro blader in grado di potersi superare a vicenda, blader diversi e dai diversi stili, in modo da farvi misurare con forze sempre il più differenti possibili dalle vostre, che diano fondo ad incontri avvincenti e costruttivi. Tra poco -Demetria fece una piccola pausa- Chiameró i blader che dovranno fronteggiarsi, state pronti.- Spense il microfono e il vociare si fece sentire più forte e intenso.

Takao stringeva Dragoon sperando che chiamassero il suo nome, e Daichi lanciava occhiate truci al beyblade dell'amico, come a volergli fare il malocchio.

Più in la Giulia e Raul Fernandez si stringevano la mano mentre Micheal e Lai non si sa come si trovavano a parlare animatamente. Rick invece indicava il beyblade stadio a Mao, parlando a bassa voce con lei.

-Scusate l'attesa- appena la direttrice si fece sentire le voci si placarono, ascoltando in silenzio.

-I nomi sono: Rei Kon contro Giulia Fernandez.-

Rei sorrise e si alzó, mentre Takao emetteva una latania di protesta sottovoce.

Giulia tiró una pacca sulla spalla di Raul e i due scesero ai due lati del campo da gioco coperto.

-Beyblade stadio- Disse semplicemente Demetria e il meccanismo a incastro che copriva il campo da gioco si mosse spostandosi e  mostrando quello che nascondeva. Era un normale campo da gioco, molto grande certo, ma sembrava non possedere difficoltà. Rei notó dei piccoli rettangoli di vetro al lato e guardó il professor K, dietro la vetrata in alto con gli altri esperti. Quello annuì in risposta allo sguardo del cinese. "Come pensavo" Rei osservó Giulia, ma lei non sembrava avesse capito. Quelle erano telecamere che registravano i movimenti, la velocità e la forza d'attacco, erano sensori e filmavano, il tutto nello stesso momento.

-Le regole sono le seguenti: l'incontro finisce quando uno dei due beyblade si è fermato o è stato espulso dalle estremitá del campo da gioco. Ogni attacco, strategia, difesa è valida, tutto secondo vostra discrezione.- Rei sorrise e Giulia fece altrettanto, con una punta di sfida. Una nuova voce, maschile, invitó i blader a prendere posizione.

-Mani sul dispositivo di lancio. Tre, due, uno, pronti..Lancio!- Rei lanció Driger a tutta velocità sul beyblade stadio. Un attimo dopo Giulia fece lo stesso, e i die bey sfrecciavano nella concavità del terreno di gioco. -Attacca Thunder Pegaso!- La voce di Giulia si sentì forte e chiara mentre il suo beyblade si fiondava su Driger, che con velocità schivó l'attacco, finendo sul cipiglio di un grosso buco che si comparve ad un tratto. Rei capì che quel beyblade stadio non era tanto tranquillo, e che grossi buchi grandi quanto un pallone da calcio si aprivano e si chiudevano senza preavviso. Anche Giulia lo aveva visto, e ora sembrava meno decisa a ritentare un altro attacco.

-Che c'è? Hai paura?- La provocò Rei.

-Neanche per sogno!- Thunder Pegaso si gettò all'inseguimento di Driger, ma lui era troppo veloce. -Mettiamo subito fine all'incontro.- Giulia strinse i pugni e sorrise. Nonostante la sicurezza che voleva ostentare si vedeva che era consapevole della forza del suo avversario.

-Toda la fuerza!- Giulia era sicura della riuscita del suo attacco, e mentre un bellissimo cavallo alato usciva dal beyblade insieme ad un fascio di luce accecante, tutta la forza dell'attacco principale di Thunder Pegasus si riversò su Driger, che fu sommerso e inondando dalla potente luce. In quel momento dei buchi si aprirono sul campo, diminuendo la velocità di rotazione dei due bey, che si premuraorno di evitarli. I blader sulle gradinate trattennero il fiato, sicuri del risultato dell'incontro. Takao sbuffò stringendo convulsamente Daichi che boccheggiava incapace di respirare. Anche Giulia sembrava soddisfatta e rilassò il corpo mentre la luce tornava a concentrarsi sul suo bey. Solo il professor K, impegnato ad annotare avvenimenti e osservazioni sul computer tecnologico che aveva davanti scuoteva la testa. E difatti, proprio quando la luce si diradò, un ruggito di battaglia si levò dalle sue profondità. La Tigre Bianca, agguerrita e maestosa, si ergeva alta oltre la luce, scalfita ma non finita. Giulia spalancò gli occhi, non credendo a quello che vedeva. Come aveva fatto il beyblade di Rei a superare indenne Toda la fuerza?

Rei sorrise vittorioso, sapendo di averla sorpresa.

-Io e Driger siamo troppo veloci per te e Thunger Pegaso. DIMOSTRAGLIELO Tigre Bianca!- Il felino ruggì ancora e balzò sul cavallo alato, che adesso, avvertendo la poca convinzione della sua proprietaria, si lasciò attaccare da Driger che piombò sul bey di Giulia, velocissimo e inarrestabile, mentre la Tigre Bianca sconfiggeva Thunder Pegaso.

-No, Pegaso..!-

Il beyblade di Giulia si fermò in mezzo al campo da gioco, dimostrando che Rei fu più forte.

-Si!- Takao strinse ancora di più Daichi, saltando.

-Takao lo stai strozzando..- Max sorrise levandogli le braccia di Takao di dosso.

Un coro parole si levarono dagli spalti mentre i due beyblade raccoglievano i loro bey, uno fermo, l'altro ancora in veloce movimento.

-Il vincitore della sfida è Rei Kon- Disse una voce che proveniva sicuramente dagli esperti oltre la vetrata. -Ma la forza di un blader non si valuta solo in base al risultato di un incontro. Domani mattina riceverete i risultati della settimana e i due blader che si sono affrontati oggi, le caratteristiche del loro incontro. Oggi avete il pomeriggio libero, potete andare, grazie.-

-Rei sei stato fantastico!- Takao esaltava la prova di Rei da dieci minuti buoni, e Rei ogni volta gli rispondeva che sconfiggere Giulia non era stato così semplice.

-Chi sa cosa combina in questo momento il professor K..-

-Figurati Max, quello è sommerso dalla tecnologica, è nel suo regno.- Takao osservò i giardini della struttura mentre si sedevano ai bordi di un grande fontana in marmo che raffigurava una fenice, un serpente e un cervo. Viali formati da alte siepi rigogliose e curate, stradine di ciottoli e piante colorate, mentre un venticello leggero scompigliava i capelli.

-Che ne dite di uscire stasera?- Propose Max ad un tratto, guardando il cielo che si tingeva di blu.

-Buona idea, andiamo a mangiare!- Daichi saltò giù dal bordo della fontana e si diresse verso il cancello.

-Ma..aspetta Dai..-

-Buonissima idea!- Takao sorrise come un ebete seguendo l'amico.

-Ei..Ta..- Max guardò Rei e i due scoppiarono a ridere.

-Non cambieranno mai-


-Mai.-

*


I suoi occhi azzurro ghiaccio percorsero inespressivi il panorama Caraibico. Luci, musica lontana della moltitudine di locali illuminati da insegne al neon e gente che ballava senza sosta. In sottofondo però, Yuri poteva sentire la musica dell'oceano. L'infrangersi delle onde sulla costa, la sua inesauribile resistenza, la sua forza distruttiva eppure, quella stessa acqua, capace di modellare le rocce, di renderle armoniose, di smussare gli angoli, di renderle lucide, perfette. Quell'acqua così violenta diventa gentile per plasmare quello su cui si posa. La goccia sulla roccia non lascia tracce, eppure essa continua a caderci sopra, in quello stesso punto, ancora, ancora, ancora, imperterrita, inesauribile, inarrestabile, fino a quando anche di quella piccola e insignificante goccia resterà traccia.

L'acqua, un elemento che aveva sempre attratto il russo dalla pelle diafana..Proprio come il fuoco. Acqua, fuoco e il suo elemento era ghiaccio. In tutto in lui era contraddizione. Il ghiaccio. Sottile, eppure così resistente. Il suo poi, di ghiaccio, il ghiaccio di Yuri Ivanov, era impenetrabile, eppure sarebbe bastato un impercettibile sussulto nel punto giusto, per varcare quella lastra più densa dell'oscurità.

Una mano elegante che sembrava fatta del marmo più puro e più bianco scivolò sulla ringhiera nera del balcone, sfiorandone la superficie. A volte doveva rimanere solo, era una sensazione che prepotente si insinuava in lui. A volte doveva semplicemente restare da solo con i suoi pensieri. Boris e Serjei ormai c'erano abituati. Erano abituati ai silenzi del loro capitano, ai cambi di tono, al desiderio di restare solo in alcuni momenti. Perchè c'erano cicatrici sulla pelle di Yuri, invisibili all'occhio umano, che restavano indelebili nell'animo. C'erano ricordi che niente avrebbe potuto cancellare, neanche il riscatto, neanche la vendetta, Già, Yuri era solito vendicarsi, e gli riusciva anche bene. Ma certe cose, semplicemente, non potevano essere dimenticate. Quando hai conosciuto il dolore, la mancanza, la sofferenza, la privazione. Quando li hai sentiti sulla tua pelle, quando la loro morsa ti ha stretto il cuore, non puoi far altro che difenderti, in attesa di attaccare. Ed era questo che aveva reso il ghiaccio di Yuri tanto forte. Spesso le corazze più indistruttibili nascondono gli animi più fragili, ma Yuri non era fragile. Non era debole. Non era vulnerabile. Yuri aveva imparato a difendersi, proprio grazie al dolore, proprio grazie alla cattiveria spietata che aveva incontrato nella sua giovane vita, aveva imparato a rialzarsi sempre. A contare prima di tutto su se stesso, e poi su gli altri. Perchè se gli altri cadono, tu non puoi permetterti di cadere con loro. E questo il lupo d'argento lo sapeva. Quel bellissimo viso etereo aveva subito colpi indescrivibili, quei magnetici occhi azzurri avevano visto cose che altri non potevano neanche tentare di immaginare. Eppure nessuno, mai, neanche una volta, aveva provato pena per lui. Nessuno aveva mai provato compassione per quella creatura. Lui non l'aveva permesso. E di conseguenza neanche pietà, mai neanche un briciolo di pietà. Vorkov, diceva che ai forti non si concede la pietà, per questo a lui non la concedevano. E Yuri Ivanov allora, non conosceva la pietà. E quella sera pensava di essere solo con la sua mente, quella sera pensava che nessuno mai avrebbe osato più cercare di scalfire il suo ghiaccio come pochi anni prima. Ma certe battaglie sono dure a morire. Il russo mosse appena la testa verso la stanza alle sue spalle, quando un movimento d'aria e un quasi inudibile sibilo lo fecero piegare di scatto, evitando qualcosa che si era lanciata su di lui con la velocità di un proiettile. Solo un sottile movimento d'aria avvertì sullo zigomo destro. L'immobilità regnò per qualche istante, il silenzio fece da padrone. Yuri si raddrizzò lentamente e volse lo sguardo verso la stanza. Sulla parete opposta era incastrato un beyblade giallo come il sole, che aveva provocato crepe nel muro e un grosso buco, in cui era rimasto incastonato. Il beyblade ruotava ancora e fumava tanta fu la violenza dell'impatto.

Il russo si avvicinò con cautela, studiando il beyblade che gli aveva quasi sfregiato la faccia.

Apollo, il beyblade di..

Yuri conosceva le minacce, e quella aveva tutta l'aria di esserlo.

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Capitolo 8
*** Non vagare nel buio ***


 

Dove la luce è più forte, l'ombra è più nera.”

 






 


-Che cosa significa? - 


Yuri era entrato nella stanza di Kai non appena quest'ultimo aveva aperto la porta.
Il giapponese lo guardó inarcando un sopracciglio e il russo per tutta risposta gli lanció il beyblade giallo che teneva in mano.

-Lo riconosci, non è vero?-

Kai osservó prima lui, poi il beyblade che aveva preso al volo. Certo che lo riconosceva.

-Perchè hai tu il bey di Garland?- chiese tranquillo.

-Già, perchè l'ho io?-

Gli fece eco Yuri con una nota sarcastica.


-Io mi sono fatto questa domanda, tu ti sei fatto questa domanda, e ora vorrei farla a lui questa domanda- disse alzando il tono di voce.
Kai guardó il bey, apparentemente sovrappensiero.

-Lancio di precisione?-

-Di precisione? Se non avessi dei riflessi da paura adesso avrei la faccia divisa a metà-.


Il blader dalla pelle di porcellana di avvicinó e prese il beyblade dorato, mettendolo in tasca.


-Se ha cercato di risvegliare il fuoco sotto la cenere deve stare attento, perchè potrebbe esserci riuscito..-


In quel momento la porta si aprì e Takao entró nella stanza, la voce di Max che echeggiava ancora nel corridoio nonostante fosse mezzanotte passata e Rei che cercava di farlo stare zitto. 
Il blader dagli occhi blu alzó lo sguardo.


-Yuri, ciao- disse sorpreso.

Yuri fece un cenno e si poggió al muro.

-Perchè Max sta cantando in piena notte una lingua che sembra quella degli umpa lumpa?- 
Chiese il nipponico dagli occhi di fuoco.

-Perchè Rei ha insistito per fargli provare un cocktail e..questo é il risultato- Takao chiuse la porta, e la voce di Max si attutì.
Avvertiva un'aria leggermente tesa e riuscì a stare in silenzio per tre secondi, prima di chiedere -Cosa succede?-


Kai volse lo sguardo verso Yuri che si accinse a staccarsi dal muro ed ad andare verso la porta.


-Il beyblade di Garland mi é sfrecciato davanti la faccia conficcandosi nel muro dietro di me- spiegó velocemente.


Takao spalancó gli occhi.


-Apollo ha cercato di colpirti?-


-Chi l'ha lanciato sicuramente-

-Ma..-Takao li guardava a intermittenza, prima Yuri, poi Kai -Io credo davvero che siano cambiati..Voglio dire hanno avuto modo di dimostrarlo no?-


Kai si avvicinó alla portafinestra che dava sul balcone, lo sguardo perso tra il cielo scuro, senza la più piccola stella, senza l'argento della luna.
-È possibile che tu abbia ragione- disse in tono neutro, senza lasciar capire se lui era d'accordo o no. Poi si voltó e gli occhi color rubino scintillarono.


-Ma non dimenticare mai dove è sepolta l'ascia di guerra-.

*

-Secondo me siete paranoici-.


La mattina seguente Kai e Takao stavano scendendo la scalinata principale, e quest'ultimo era scettico sulle loro supposizioni sull'ex squadra della B.E.G.A.
Svoltarono in un corridoio nell'atrio per dirigersi verso la Sala Bianca per la colazione. Era domenica e non c'erano impegni in programma fissati dalla struttura per oggi.
Takao continuava il suo monologo.


-Voglio dire, è probabile che Gar..-


Kai lo fulminó con un'occhiata. Non voleva si facessero nomi quando giravano per la sede della RMBB.
Takao continuó tralasciando il nome del soggetto in questione. 
-Abbia sbagliato mira, o che non sia stato lui a lanciare, o che..-

-Takao ascoltami, e ascoltami bene- Kai interruppe le sue parole, deciso.

-Tu hai un grande pregio, un pregio che ne io ne Yuri potremmo mai sperare di avere. Tu cerchi sempre il meglio nelle persone, credi che con un po' di comprensione e sostegno chiunque possa essere buono e concedi a tutti una seconda possibilità, qualunque cosa abbiano fatto in passato. E questa..è una cosa molto bella, ma anche molto rischiosa, perchè ti rende cieco Takao-.



Takao sbuffó e fece una smorfia rassegnata.
-E sarei cieco perchè..-

Ma il blader dagli occhi rubino lo fermó di nuovo.
-Non tutti hanno un cuore Takao. È terribilmente semplice. Non tutti provano bontà e soprattutto, non tutti provano rimorso. Ed è inutile che tu ti affanni a dirmi che non è vero, che tutti possono cambiare, che devi solo trovare il modo giusto e roba del genere, perchè per alcuni non c'è modo, perchè alcuni non hanno un cuore, Takao. Fidati di chi ha conosciuto "certe" sensazioni, di chi ha visto con i propri occhi "certe" emozioni. Alcune persone non si pentono, non hanno pietà o compassione. Alcune persone vivono nella loro vendetta, sempre-. 


Takao lo guardò cercando nella sua mente una risposta adatta, ma visto che non ne trovava, si limitò ad entrare nella sala e a prendere posto tra Rei e Max.

-Ragazzi, per conoscere i risultati della settimana dovete andare nello studio principale, nel plesso blu. Per raggiungerlo potete andare anche dall'interno della struttura principale, basta seguire il corridoio di questo colore al primo piano- comunicò loro il professor K.
-
Sono curioso di sapere cosa ne pensano della mia sfida con Giulia di ieri- Rei sorrise, si alzò e andò al tavolo del buffet per servirsi di bao zi, piccoli panini ripieni di carne verdura o di una crema gialla e dolce, tipici della colazione cinese.
 Max tagliava una fetta di bacon e Hilary discuteva con Hitoshi a voce innaturalmente bassa.
 Daichi tirò un colpetto al professor K che vide Yuri alzarsi dal suo tavolo e dirigersi verso quello dove erano seduti Garland e Ming Ming.

-Che cosa vuole fare?-

Anche gli altri si erano voltati, e la sala aveva abbassato improvvisamente tono. 
Takao guardò Yuri che senza la minima espressione sul viso andò davanti Garland, che alzò lo sguardo rimanendo seduto.
Serjei sembrava sorpreso come gli altri, ma Boris no, e guardava il suo compagno con consapevolezza. 
Anche Kai osservava i due blader ora fronteggiarsi, e sembrava pronto a qualsiasi eventualità, come un aquila che in qualunque momento può spiccare il volo.
Yuri prese dalla tasca della felpa verde petrolio che indossava il beyblade dorato e lo alzò per farlo vedere bene.
-Non credi di aver dimenticato qualcosa, Garland?- lo provocò senza lasciare il sentore agli altri di cosa volesse dire. 
Ma Garland lo guardò con crescente mutamento nello sguardo, spostò gli occhi argentati sul beyblade che Yuri teneva in mano, e poi fece qualcosa che nessuno si aspettava.
 Le sue labbra si distesero in un sorriso.
 Kai affilò lo sguardo.
-Grazie per averlo riportato, Yuri- disse in tono gentile.

Yuri lo osservò. Aveva sorriso, ma il suo sorriso non era arrivato agli occhi, non aveva illuminato tutto il viso come solo un sorriso vero può fare, ma solo la sua bocca.
Conosceva questo tipo di sorriso, lo aveva visto per quasi sedici lunghi anni sul viso di Vorkov, e sapeva quando qualcuno non aveva affatto voglia di sorridere in un dato momento.
E quella volta Yuri era certo che Garland avesse voluto far di tutto, ma non stare seduto e sorridere gentilmente.


Yuri guardò Apollo sul palmo della sua mano, poi il proprietario degli occhi d'argento e posò il beyblade sul tavolo.

-Mi dispiace averti creato questo pensiero- continuò Garland con lo stesso tono pacato.

-Oh non preoccuparti Garland, è sempre un piacere- Yuri sorrise, ma anche il suo non era un vero sorriso. Era un'espressione scaltra, un sorriso provocante, un sorriso di sfida. Ritornò a sedersi al tavolo e nessuno parve accorgersi di quello che era realmente successo, nessuno sembrava essersi reso conto degli sguardi accesi di una luce sinistra che il sovrano della luce e il re del ghiaccio si erano lanciati, tranne Kai e Takao.

Era arrivato il momento di rendere partecipi altre persone.

Takao fece per parlare quando Rei si alzò.

-Beh, io vado verso lo studio per farmi dare la mia cartella, ci vediamo giù?- e prima che qualcuno di loro potesse rispondere era già uscito dalla Sala Bianca.

-Allora vado anch'io- Max si diresse verso l'atrio.

-Aspettami maestro!- Daichi saltò dalla sedia e gli corse dietro.

Takao sbuffò e poggiò il viso su una mano.

-Vuoi andare anche tu Kai?-

-In effetti si- Kai si alzò e uscì dalla sala.

-Ma io scherzavo!-

*


Pochi minuti dopo Takao, Max, Rei, Daichi e il professor K erano seduti sotto un albero nell'immenso giardino della RMBB, mentre Hilary prendeva il sole poco lontano con Matilda e Mao, sdraiate su delle sedie sdraio.

Rei per la precisione era seduto su un grosso ramo dell'albero, e poggiava la schiena al tronco lasciando penzolare una gamba.

-Vediamo un po' che dicono del campione del mondo..- Takao sorrise molto compiaciuto di se e aprì la cartella che lo riguardava, con i dati della settimana.

-Mmm.. Attacco 80.. Difesa 55.. Resistenza 68..Tipologia d'attacco: attacco tattico..-

-Takao, ci stai capendo qualcosa?- Max sorrise e gli poggiò una mano sulla spalla, conoscendo già la risposta.

-No, ma devono essere buoni per forza-.

Rei alzò gli occhi al cielo e si rivolse al Professore -Glielo spieghi per favore?-

K sospirò e prese la cartella dalle mani di Takao.

-Il tuo attacco ha un punteggio alto, come già sapevamo. Il massimo conosciuto è cento, il minimo zero. Ovviamente il tuo beyblade e il tuo Bit Power sono d'attacco, quindi potresti fare anche meglio. Difesa 55, non hai una difesa molto alta, ma cinquanta è la sufficienza, quindi è comunque accettabile, considerando poi che tu non sei portato in difesa. Resistenza 65, è un punteggio discreto, una resistenza abbastanza buona è difficile da ottene, ma puoi migliorare-.

Takao si dondolava alzando il mento con fare altezzoso e ridendo come un ossesso.

Daichi spiò sulla cartella del compagno e sghignazzò.

-Frena i bollenti spiriti Takao, c'è un ma, un però e un se-.

Takao sembrava non dargli retta e continuò la sua stramba ballata sul fatto di essere fortissimo.

-Pecchi di concentrazione, sei irregolare, la tua soglia di controllo del beyblade è bassa, il tuo lancio non è preciso e in più se fossi meno superbo capiresti dove sbagli- disse tutto d'un fiato senza staccare gli occhi dalla cartella come se niente fosse.

Il blader si bloccò spalancando la bocca.

-Che COSA?!-

La prese bruscamente dalle mani del Professor K mentre Daichi e Max scoppiavano a ridere incontrollabilmente vedendo la faccia sconvolta di Takao e Rei sull'albero si mordeva le labbra per cercare di non unirsi a loro.

-Non..è..possibile-.

-In compenso hai un Bit Power potentissimo con cui hai un legame profondo e quando ti scaldi riesci a sferrare attacchi micidiali, ribaltando la situazione-.

-E grazie tante!-

Takao guardò truce il Professore.

-Cosa significa Attacco Tattico?- domandò in tono acido.

-Il tuo è un Attacco Tattico perchè usi la tua offensiva più potente solo dopo una tattica e vari attacchi che hanno messo a dura prova l'avversario. Ti faccio un esempio, il modo di attaccare di Kai non è uguale al tuo, infatti lui ha un tipo di attacco detto Attacco Distruttivo, perchè lui inizia la sua offensiva appena il bey avversario sfiora il campo, senza lasciargli tempo di reagire e di contrattaccare. Quello di Max invece è chiamato Attacco Difensivo, perchè lui usa l'attacco per difendersi, quindi usa l'attacco come una difesa- spiegò lui pazientemente, ignorando il tono aspro di Takao.

-E il mio che attacco è prof?-

Daichi lo guardò con tanto d'occhi.

-Il tuo è detto Attacco Selvaggio- rispose pratico -perchè attacchi senza una logica e in modo irregolare, con una potenza notevole, ma senza seguire una tattica, una strategia o uno stile proprio-.

-Sui miei fogli c'è scritto che il mio è l'Attacco Veloce, puoi spiegarmi?- Rai si sporse dal ramo dove era stravaccato per guardare in faccia K.

-Certo, il tuo è denominato così perchè il massimo dell'offensiva tu la esprimi sotto grande velocità del tuo beyblade. Grazie alla sua alta velocità, il tuo attacco risulta più efficace e forte nel tuo caso, perchè aiutato e guidato dalla velocità del bey-.

Rei sorrise e chiuse con un colpo secco la cartella.

-Tutto apposto, mi piace- scese agilmente dall'albero come un gatto.

-Non mi dire che non hai anche tu delle cose da migliorare- disse Daichi a mezza voce facendo una smorfia verso la sua cartella, che aveva chiuso subito e teneva stretta in mano, come se qualcuno potesse leggerla e scovare i suoi punti deboli.

-Certo che li ho, ma li migliorerò e diventerò sempre più forte- rispose la tigre con un sorriso radioso.

-Mi fai dare un'occhiata Rai?-

Rai la passò a Max, che la prese e sorrise.

-Wow, la tua velocità è pazzesca, sia quella di rotazione che quella degli spostamenti. Rotazione: 720 giri al minuto, Velocità: 1400-.

-Il massimo è 1500, nella velocità sei imbattibile Rei- osservò con un sorriso il Professor K.

-Oh non esageriamo- ma il cinese sorrideva soddisfatto, anche se era sempre modesto.

Takao sbuffò è spiò la cartella di Max.

Come previsto l'attacco di Max era la sufficienza tonda, 50, mentre la difesa era 90, ovviamente in quello l'americano era un campione vero. Resistenza 70, un bel punteggio, ma se la difesa era alta anche la resistenza solitamente era notevole.

-Max, alle tue note c'è scritto che tu devi padroneggiare meglio l'attacco e migliorarne

l' intensità, il tuo bey deve muoversi con più agilità e scioltezza e devi essere più incisivo nei colpi..-

-E' vero, perchè la difesa è il mio punto di forza, ma al contrario dell'attacco, è statica, quindi il mio bey non è abituato a muoversi a scatti veloci, a saltare e a schivare, perchè ho un difesa così potente che Draciel può stare fermo e subire senza gravi danni gli attacchi avversari, ma è il momento che copra più fronti. Mi allenerò e riuscirò a rendere Draciel scattante-.

-Questo è parlare- Daichi sorrise e diede il cinque a Max, che ricambiò con entusiasmo.

-Ma come, un attimo prima eri intrattabile, e adesso sorridi? Chi ti capisce è bravo- borbottò Takao guardando il blader che gli faceva le linguacce.

-Ho capito che possiamo sempre migliorare- si alzò e andò sul bordo della fontana, alzando la voce in modo che tutti i presenti nel giardino lo sentissero.

-Noi siamo blader, e se posso aggiungerlo, con le palle, quindi rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare, affinchè questo diventi un mondo migliore-.

A Takao e Max era caduta la mascella, Hilary si stava affogando con il cocktail che stava bevendo, e tossicchiava mentre Matilda e Mao le tiravano colpetti sulla spalla guardando Daichi con gli occhi spalancati, a Giulia e Raul erano caduti i beyblade sulla testa e il Professor K sembrava indeciso se ridere o piangere.

-Bene, e dopo questo discorso, io vado a cercare la pecorella smarrita- Takao si alzò pulendosi il jeans dall'erba verde smeraldo.

-Michelle- chiamò -hai visto Kai?-

-Si- rispose il blader biondo mentre guardava Giulia, senza degnare di uno sgaurdo Takao.

-Era diretto alla spiaggia-.

-Alla spiaggia- ripetè Takao tra se e se e si allontanò nel giardino. Era una bella camminata arrivare a piedi fino al mare, considerando che il primo giorno in cui erano arrivati una macchina li aveva portati dall'aeroporto, sempre della struttura fino ad essa.

Sospirò e si poggiò a un muretto che costeggiava la strada principale, riflettendo sul da farsi. Dopotutto il luogo era incantevole, il cielo di un azzurro vivo e gli uccelli cinguettavano, fare qualche passo non gli avrebbe fatto male.

Si allontanò dal muretto per evitare di farsi prendere dalla tentazione di risiedercisi subito e avanzò a passo risoluto, arrivando fino al cancello principale. Aveva il fiatone, aveva già fatto parecchio, ma era appena uscito dal territorio della sede. Le strade erano soleggiate, e man mano che camminava diventavano più affollate. Negozi di ogni genere si affacciavano sulle vie principali e bar e ristoranti erano ritrovo per molte persone.

Ogni tanto una musica si diffondeva nell'aria, e Takao si rese conto che si trovava sul lungomare quando vide la sabbia bianca e fina che costeggiava e l'oceano. La costa Caraibica di giorno era molto diversa dall'aspetto che aveva di sera. La notte luci sfavillanti, insegne al neon, musica ad alto volume, ticchettare di tacchi e folle numerose, voci alterate dall'alcol.. Invece di giorno, il sole illuminava i negozi sempre aperti e i locali che aspettavano la sera per dare il meglio di se. Le musiche erano basse e discontinue, le spiagge erano affollate, ma essendoci chilometri e chilometri di esse, non si stava mai stretti o scomodi. La sabbia era finissima di un tenue color panna, morbida al tatto, e il mare.. Dio il mare.. Takao non credeva ai propri occhi. Affondò i piedi nella sabbia, senza badare al fatto che indossava le converse bianche. Evitò ombrelloni, bagnanti, sedie sdraio, palloni che venivano lanciati da una parte all'altra, per arrivare sulle riva, tenendo gli occhi fissi sull'acqua sul mare Caraibico.

Lo spettacolo che aveva davanti non aveva eguali. Un'immensa distesa azzurra si estendeva a vista d'occhio davanti a lui. L'acqua, pura e cristallina, si muoveva appena, brillante sotto al sole, come se avesse incastonate tra le sue increspature tante piccole gemme. Di un blu elettrico all'orizzonte, che sfumava in cobalto fino al turchese, che bagnava la costa. Si poteva vedere il fondale, incontaminato.

Takao si ridestò e si ricordò che doveva trovare Kai, ma continuò a gettare occhiate al mare mentre camminava. Ad un tratto si rese conto che la spiaggia in cui si trovava era grandissima e piena zeppa di persone di tutte le nazionalità, e non era l'unica spiaggia, c'è n'erano molte altre dislocate per le Isole Vergini. Sospirò e maledì le sue scomparse prendendo il cellulare e selezionando il suo nome nella rubrica, poi lo lasciò squillare.

Al terzo squillo il giapponese rispose al suo connazionale.

-Ti sei perso-

-Non..Non mi sono perso! Dimmi solo dove sei, così posso venire a tirarti tutti i capelli che hai in testa-

-Sono alla Virgin Gorda, la spiaggia si chiama The Baths-

-Ci arrivo con un pullman, per oggi ho camminato abbastanza-

-Si, il pullman sul mare, neanche Gesù Cristo- rispose lui in tono ironico.

-La Virgin Gorda è un isola Takao, che fa parte delle Isole Vergini-

-Un..Un'isola..un'isola?! E io come ci arrivo?-

-Prendi un traghetto..un motoscafo..quello che vuoi, al porto- e chiuse.

 

*

 

-Yuri Ivanov che prende il sole, ora so che sto sognando- Kai aveva raggiunto Yuri, Boris e Aida alla spiaggia, ed era rimasto piuttosto sbalordito nel vedere il russo, amante del freddo e padrone del ghiaccio, disteso sotto il sole cocente dei Caraibi.

-Mi ci ha trascinato Boris, lui si colora, io me ne sarei stato volentieri nella mia camera con l'aria condizionata al massimo e le tende chiuse- rispose lui toccandosi le spalle per controllare se si stava bruciando.

La sua pelle sembrava cosparsa da piccoli diamanti lucenti, tanta era candida sotto la luce del sole.

Boris e Aida erano in acqua e si schizzavano a vicenda.

Kai prese la cartella accanto il lettino di Yuri e l'aprì.

-Mm attacco 75, Difesa 70, Resistenza 80.. Velocità 1300.. Quali sono i parametri della velocità? La mia è 1350- Kai alzó lo sguardo sul mare.

-Da 1000 a 1500- rispose prontamente Yuri -Meno di 1000 la velocità di qualunque beyblade non è sufficiente, ma nessuno dei blader che sono nella RMBB hanno una velocità inferiore- si aggiustó sul viso gli occhiali dalle lenti nere che sfumavano in verde petrolio.

-Attacco Fatale, ovviamente- il blader padrone dell'aquila rossa sorrise e posó la cartella su una borsa bianca dove c'era qualche tovaglia, crema solare e alcune bottigliette d'acqua.

-Ne ho abbastanza del sole per oggi- mormoró Yuri tra se e se e prese dalla borsa un pantaloncino di jeans nero e una maglietta dello stesso colore indossandole. La tonalità scura risaltava sulle sua pelle chiara. Si mise la borsa in spalla e disse ad alta voce a Boris in acqua -Io vado in stanza- in russo, e in russo Boris gli rispose -Vai già? Ma sei stato quindici minuti, rimani ancora-.

Yuri scosse un dito alzando la mano in modo che il compagno potesse vederlo, poi si avvió verso la scala che lo avrebbe portato sulla strada. Kai andó con lui.

Avanzarono in silenzio, fino a quando Kai non tagliò il silenzio.

-E se il Professor K non si fosse immaginato tutto? Se dentro quell'acqua la notte del faló c'era davvero qualcosa?- disse tutto a un tratto, mentre salivano la scaletta.

Yuri guardó davanti a se, poi il mare alla sua destra, che diventava sempre più basso.

Arrivati a metà strada verso il porto videro un Takao ansante che correva, o almeno tentava di correre. Stava più che altro saltellando placidamente, con la lingua di fuori e il petto che si alzava e si abbassava velocemente per i respiri frenetici.

-C'è ne hai messo- osservó Kai appena si raggiunsero.

Takao si raddrizzó tenendosi una mano su un fianco, respirando irregolarmente. Avrebbe tanto voluto mandarlo a quel paese, ma non ne aveva il fiato.

-Perchè..siete..venuti..fin qui..- ansimó.

-Qui le spiagge sono meno affollate- Yuri alzó una spalla. Vedendo che Takao lo guardava di sbieco inarcó un sopracciglio.

-Tu comunque perchè sei qui?-

-Per cercare..questo disgraziato..- disse a mezza voce indicando Kai con una mano.

-Mi hai trovato e se ancora in piedi, ottimo lavoro. Ora andiamo- disse quest'ultimo sbrigativo, e i tre blader si incamminarono in una strada secondaria vero il porto.

-Io ho un certo languorino..- iniziò Takao, ma vedendo la faccia del russo e del giapponese quando avevano voltato la testa verso di lui, decise di lasciar perdere e di cambiare argomento.

-Il presidente Daitenji non si vede in giro in questi giorni, starà organizzando qualcosa?-

-E secondo te io cosa ne posso sapere?- rispose Kai.

-Tu dici di non sapere mai niente e poi parli su tutto- borbottò Takao, e proprio in quel momento il suo cellulare squillò.

Quando Yuri sentì la suoneria del blader guardò Kai sbarrando gli occhi, e il nipponico si limitò a scuotere la testa, come a dire che era irrecuperabile.

Infatti la suoneria di Takao era una specie di sirena lanciata a tutto volume, e molte persone che passavano vicino a loro si voltarono per capire da dove provenisse quel rumore.

Takao lesse “Numero privato” sul display, si fermò davanti una stradina in penombra e premette un pulsante sul touch screen e si portò il telefono all'orecchio.

-Chi è?-

Ma nell'istante che intercorse tra la domanda di Takao e l'attimo in cui l'interlocutore all'altro lato dell'apparecchio rispondesse, qualcosa di veloce e tagliente urtò la mano del blader, che lasciò cadere immediatamente il cellulare. Per un momento pensò che quello l'avesse colpito, poi vide un beyblade che si inoltrava nella strada buia, muovendosi velocissimo, e si gettò all'inseguimento.

-Takao fermo!- Kai cercò di fermarlo, ma quello era già partito a raffica, svoltando l'angolo del vicolo.

Così i due non poterono far altro che seguirlo il più velocemente possibile.

Erano pochissimi i vicoli ciechi nelle strade dei Caraibi, quasi tutte non terminavano ma si riversavano in altre strade o stradine, creando piccoli labirinti molti dei quali collegati. Infatti davanti a loro, la strada che stavano seguendo si diramava in altre due strade, che a loro volta continuavano con altri percorsi.

-Takao!- Chiamò Kai, andando a destra, mentre Yuri prendeva la sinistra.

-Kai- lo avvertì -qui-.

Entrambi ora avevano raggiunto Takao, fermo a guardare in alto sul muro davanti a lui.

Kai seguì il suo sguardo, scoprendo che un beyblade blu notte li sovrastava minaccioso, ruotando sul muro di pietra.

-Takao- mormorò avvicinandosi lentamente a lui senza distogliere lo sguardo dal beyblade che emanava un sibilo sinistro -Quel beyblade è pronto ad attaccare-.

-Sbagliato- scandì ad alta voce Yuri. -Quel beyblade sta per attaccare- il blader del ghiaccio prese il suo bey color dell'argento e lo lanciò con un movimento fulmineo contro il beyblade avversario proprio quando quello si scagliava contro di lui. Un suono acuto e un impatto violento e la notte e l'argento si spinsero a vicenda indietro, l'uno nuovamente sul muro, provocando delle crepe, e l'altro a terra, reagendo bene all'atterraggio.

Kai tirò Takao indietro proprio quando il beyblade blu si precipitava verso di lui, a velocità folle.

Takao non seppe nanche come, tutto si muoveva intorno a lui molto velocemente. Sentì solo che qualcuno lo aveva sbattuto al muro e stava davanti a lui, pronto a evitare che quel beyblade, l'unica cosa che vedeva chiaramente, cercasse di colpire ancora. Poi sentì delle voci che conosceva urlare parole.

-Andiamo..è come un..proiettile- e veniva trascinando via da mani forti e decise. Lui correva, ma non capiva bene perchè.

Improvvisamente si ridestò da quella trance, si volse e vide tre beyblade scuri inseguirli, come se ragionassero, come se fossero animati di mente propria, seguivano ogni loro passo e sembravano volessero accerchiarli.

Erano più veloci, più agili e più resistenti di qualunque beyblade avessero mai visto.

Ma l'aquila rossa e il lupo della steppa furono più veloci. Dranzer e WolBorg rotearono davanti a loro a mezz'aria, creando una catena di ghiaccio e fuoco.

Ghiaccio e fuoco, due elementi contrastanti per principio, che si legavano per creare un elemento superiore, in grado di fermare la corsa di quei beyblade.

Takao continuava a correre, voltandosi per assicurarsi che Yuri e Kai stessero bene, poi is buttò oltre il vicolo, finendo disteso sulla strada principale.

Anche gli altri due blader erano accanto a lui, e voltandosi videro che nel vicolo dal quale erano appena usciti non c'era più traccia di alcun beyblade o segno che ci fossero mai stati.

Si alzarono e Takao scoprì che aveva lasciato cadere il cellulare prima di inseguire quel beyblade, e di non averlo più ripreso. E adesso che erano in quello stesso punto, non c'era più.

Kai invece si rese conto di un'altra cosa. La mano destra di Takao, che aveva retto il telefono e che il beyblade aveva colpito, sfoggiava visibilmente un taglio di circa 3 cm, rosso e ricoperto di sangue, che gli era colato copioso per tutta la mano. Molti si voltarono verso di lui e Kai si affrettò a strapparsi un lembo della maglietta grigia e a stringergliela intorno la ferita.

-Sapete- disse Yuri, e la sua voce suonava stranamente calma e quasi ironica dopo tutto quello che era successo nel giro di dieci minuti -Non credo che il professore si sia solo immaginato qualcosa nel mare-.

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Capitolo 9
*** Dall'India con amore ***




 “Non conoscere qualcuno

è meno pericoloso
del credere di conoscerlo.”






-Kai dove sei? Takao e lì con te?-

Kai teneva poggiato all'orecchio il cellulare mentre la voce tesa di Rei parlava dall'altro lato del telefono. Lui, Takao e Yuri erano su un traghetto per il ritorno alla loro isola, la Tortola.

-Si, è con me. E' successo qualcosa?-

Takao si voltò verso Kai, seduto su una panchina sul ponte principale.

-Jiulia mi ha portato il cellulare di Takao, e ho pensato che potesse essere successo qualcosa-

Kai guardò Takao che ricambiava il suo sguardo ansioso di sapere di cosa stessero parlando.

-In effetti “qualcosa” è successa- rispose Kai.

-Cosa..-

-Dopo- tagliò lui.

-D'accordo- e Rei riagganciò.

Kai si alzò e andò accanto a Takao, che continuava a guardarlo aspettando che dicesse qualcosa.

-Julia ha preso il tuo cellulare e lo ha portato a Rei-

-Lo ha trovato lei?- tirò un sospiro di sollievo. -Meno male..-.

L'oceano si estendeva sconfinato e azzurro davanti a loro, brillante sotto i raggi luminosi del sole.

-Chi credi che abbia lanciato quei beyblade?- chiese Takao volgendo gli occhi blu verso quelli cremisi di Kai.

-Non lo so- rispose il nipponico incrociando le braccia. -Ma chiunque sia stato, non è nostro amico-.

 

*

 

-Sicura di non aver sentito niente?- chiese Takao per la settima volta a Julia.

-Te l'ho detto- rispose la blader poggiata al muro nella stanza di Daichi e del Professor K.

-Quando ho raccolto il tuo cellulare davanti quel vicolo, non ho sentito niente provenire da li-.

-Ma io, Kai e Yuri abbiamo parlato anche ad alta voce, e quei beyblade emettevano sibili..Poi Wolborg si è scontrato con uno di quelli..Sicura di sentirci bene?-

Hilary, seduta sul letto di Daichi dietro di lui, gli tirò una stampella in testa.

-Aioh!- urlò Takao massaggiandosela freneticamente.

Julia sorrise abbassandosi la cerniera della felpa rossa. -Ci sento bene e vi posso assicurare che qualunque cosa sia successa in quelle stradine, dalla via principale non si sentiva nulla. Silenzio totale-.

Rei sembrava stesse riflettendo su quanto gli aveva raccontato Takao e sull'affermazione di Jiulia, mentre Max armeggiava con il telefonino di Takao.

-Prof, la chiamata è partita da un numero privato-.

Il Professor K tese la mano e prese il cellulare, guardando il display.

-Chi sa chi ti ha chiamato..- mormorò Daichi che aveva lanciato Gaia Dragoon sul pavimetno e ora lo guardava roteare.

-Professore non puoi scoprire chi c'è dietro il contatto privato?- Chiese Rei seduto su una poltrona, con le mani unite sotto il mento e i gomiti poggiati sulle cosce.

-Posso provarci..- rispose il professor K poggiando il cellulare sulla scrivania accanto al suo computer e prendendo un cavetto nero. -Ma sono cose difficili e complicate, non vi prometto niente- accese anche il computer messo a disposizione dalla RMBB in ogni stanza, perchè più tecnologicamente avanzato del suo portatile.

I secondi passavano inesorabili, pian piano i minuti prendevano il sopravvento trasformandosi in ore. Per un po' di tempo il silenzio fu rotto solo dalle dita del Professore che ticchettavano veloci sulle tastiere dei computer. Tutti erano persi nella loro mente, a cercare una risposta plausibile a quelle strane coincidenze, ma nessuno era in grado di formulare una risposta logica.

-Pensate cosa succederebbe se ci trovassero tutti in una stanza..- aveva bisbigliato ad un tratto Hilary.

-Siamo tutti vestiti, non ci sono alcolici, non ci sono pali di lap dance e non stiamo disturbando la quiete pubblica, al massimo ci dicono di andare nelle nostre stanze- rispose Yuri avvicinando una sedia e sedendosi accanto al Professore, che sembrava perso nei monitor dei pc.

Julia fissò Yuri mentre il russo accavallava le gambe, poi fece finta di niente spostandosi dal viso una ciocca di capelli lisci color bronzo.

Nonostante fossero le tre di notte, Takao e Daichi lottavano con tutte le loro forze contro il sonno che cercava di impadronirsi di loro. Poggiati l'uno all'altro, le palpebre pesanti, l'espressione persa, sembrava si fossero fumati qualcosa di potente.

Julia si sedette accanto ad Hilary che sembrava sfinita, mentre Rei camminava avanti e indietro e Max lo seguiva con lo sguardo vacuo, gli occhi socchiusi che desideravano solo sigillarsi per aprirsi dopo una dormita di almeno dieci ore.

Il professor K si guardò intorno per la prima volta da quando aveva aperto i computer, e trovandosi difronte Daichi e Takao che mormoravano strane canzoni forse per tentare di rimanere coscienti, Gaia Dragoon che traballava e seguiva i movimenti oscillatori del suo proprietario, Rai che non la smetteva di fare su e giù per la stanza, Max che apriva la bocca per dire qualcosa, poi la richiudeva, Hilary che guardava davanti a se fissando da mezz'ora l'armadio e Jiulia che si raccoglieva i capelli in una coda, poi la scioglieva, se la faceva di nuovo, e la scioglieva ancora, decise che era arrivato il momento di fare una pausa e di mandarli a letto.

-Su Takao sdraiati- disse scuotendolo. -Anche tu Daichi, dormite, che vi fa bene. Hilary, Julia, anche voi, meglio se tornate nelle vostre camere e vi riposate, mancano meno di sette ore alla sveglia, avete i corsi alle dieci.

Hilary e Julia convennero che forse sarebbero state più utili a mente lucida domattina, quando forse ne avrebbero saputo di più, così uscirono dalla stanza e si recarono alle loro, dall'altro alto della struttura.

Rai e Max però si rifiutarono di andare a coricarsi, e così anche Kai e Yuri, che non sembravano accusare i sintomi della nottata.

Takao e Daichi invece erano crollati appena avevano poggiato la testa sul cuscino, e ora russavano sonoramente, mentre Gai Dragoon aveva fermato il suo movimento ed era immobile ai piedi del letto.

-Max mi andresti a prendere un tè per favore?-

Il biondo annuì e fece per alzarsi ma Rei lo fermò.

-Vado io, ho bisogno di fare qualche passo fuori di qui- si sollevò e andò verso la porta. -Kai, Max e Yuri, volete qualcosa?-

-Un caffè macchiato poco zuccherato grazie- rispose il blader dalle iridi scarlatte.

-Uno normale amaro- disse quello dagli occhi turchesi.

-Io un bicchiere di latte ghiacciato, e se la trovi anche un po' di..-

-Maionese- terminò Yuri per lui guardandolo con una punta ironica.

Rei annuì e uscì in corridoio, chiudendosi delicatamente la porta alle spalle.

-Professore ancora niente?- chiese Max avvicinandosi a loro.

-Devo collegarmi ad un software e sbloccare l'accesso ai dati del cellulare che ha effettuato la chiamata, e se possibile individuare la cella telefonica..non è semplice..-

Rei tornò con il te, i caffè e il latte freddo, poi passò un barattolo di maionese e un cucchiaio a Max, che se li tenne stretti come se stesse per affogare e quella fosse l'unica cosa che lo potesse tenere a galla.

-Non credo siamo gli unici svegli a quest'ora del mattino- disse il cinese spostando gli occhi d'ambra sugli schermi dei computer.

-Cosa vuoi dire?- Kai lo guardò.

-In cucina mi hanno detto che prima hanno sentito il rumore di due beyblade cozzare tra loro, ma era un rumore cupo, sordo..-

-Chi può essere sveglio alle cinque del mattino?- chiese Max perplesso mettendosi in bocca cucchiai carichi di maionese uno dietro l'altro.

Rai alzò le spalle. -Forse qualcuno si sta allena..-

-HO SCOPERTO IL LUOGO DA DOVE E' ARRIVATA LA CHIAMATA!- urlò il professor K. Svegliati dall'intorpidimento Max si strinse al barattolo di Maionese e brandì il bicchiere di latte mezzo pieno, Rei prese di scatto il suo beyblade e il dispositivo di lancio, pronto a usarli come difesa e Kai e Yuri tirarono di scatto un pugno verso la voce acuta, facendo cadere il professor K dalla sedia mentre Takao e Daichi saltavano sul letto guardandosi attorno con la bocca e gli occhi mezzi aperti.

-Chi è là..- biascicarono all'unisono.

Rei fu il primo a rendersi conto della condizione in cui stavano e trattenne una risata. Takao guardandolo scoppiò a ridere a ruota libera, senza sapere perchè stessero ridendo. Max abbassò il bicchiere e si lasciò andare sulla sedia e Daichi infilò la testa di Takao sotto il cuscino per impedirgli di svegliare tutta la struttura.

Yuri guardò il Professore a terra.

-Ops-

Kai li guardò con espressione severa scuotendo la testa, come se fosse stata tutta colpa loro se il Professore era caduto, e guardò il monitor del pc della sede.

-India?- chiese sorpreso.

-Esatto..- rispose il professor K aggiustandosi gli occhiali sul viso e sollevandosi. Scoccò un'occhiata torva a lui e Yuri, poi sollevò la sedia e si ci appollaiò di sopra. -Il luogo da cui hanno chiamato Takao è l'India-.

-Chi conosciamo dell'India?- chiese Max passandosi una mano sulla faccia.

-Nessuno..- mormorò Rei.

-Calcolando poi il fuso orario fra qui e l'india di nove ore di differenza, possiamo sapere che in India al momento della telefonata erano le quattro del mattino-.

-Quindi probabilmente quello che dovevano dire a Takao era una cosa urgente..- osservò Kai parlando più a se stesso che agli altri.

Takao li guardava con occhi persi, ancora mezzo addormentato, senza capire una parola di quello che stavano dicendo. Intanto Daichi si era appisolato di nuovo senza tante cerimonie.

-Magari il presidente Daitenji può esserci d'aiuto- disse Yuri passandosi una mano tra i capelli cremisi. -Se conosce qualcuno che dall'India avrebbe voluto contattare Takao, magari collegato al beyblade, lui potrebbe saperlo-.

-Già, non è una cattiva idea- asserì il professor K.

 

*

 

Alle dieci di quel lunedì erano tutti nelle rispettive aule con la voglia come non mai di andare a dormire.

Takao stava letteralmente sognando ad occhi aperti, Daichi era poggiato sul banco e fissava Kritene davanti ai blader, con la bocca aperta. Yuri parlava ancor meno del solito e Kai sbatteva spesso le palpebre.

-L'argomento di oggi- iniziò Kritene -Sono gli elementi-.

La classe si animò di rinnovata attenzione.

-Tutti i blader che possiedono un Bit Power sono in grado di controllare un elemento della natura, che possono essere vari e diversi. Quelli base, i cosiddetti “Elementi madre” o “Elementi di 1° grado”, sono: acqua, terra, aria e fuoco. Sono così chiamati perchè danno vita ad altri elementi e sono quelli più diffusi, ma non per questo più facili da controllare- scrisse sulla lavagna elettronica Elementi Madre.

-Ogni blader controlla un elemento e uno soltanto, che dota il beyblade di una forza ineguagliabile. Un elemento vi rappresenta, rappresenta quello che siete e quello che siete capaci di fare. Dal fuoco deriva la luce anche se indirettamente, e dalla luce l'elettricità naturale, come i fulmini. Dall'acqua deriva il ghiaccio, Derivato di 1° grado, mentre Aria e Terra non creano la base per altri elementi, ma possono rafforzarne alcuni. Ad esempio- Kritene fece una freccia sotto l'aria collegandola al fuoco, poi ne fece un'altra -Se l'aria è abbastanza forte può far ingrandire un fuoco e aumentarne l'intensità, così come acqua e ghiaccio possono unirsi per creare un'unica energia, più potente. La terra è l'elemento più versatile, perchè può fondersi con molti elementi e risultare efficace, o la luce può trovare un alleato nel fuoco, essendo entrambi sorgenti luminose, o l'elettricità con l'acqua, considerando la buona conduttibilità che ha quest'ultima- alla fine tutta la lavagna elettronica era cosparsa di nomi e frecce che si collegavano l'una all'altra.

-Quindi gli elementi possono combinarsi tra loro..?- chiese Andrew guardando la lavagna come se fosse fatta d'oro.

-Teoricamente è possibile, in pratica ci sono riusciti solo Takao, Rei, Max, Daichi e Yuri due anni fa, e inconsapevolmente. Ci sono riusciti perchè animati da un forte desiderio di vittoria e dalla forza che li univa. Volevano aiutarsi l'un 'altro, e hanno unito le loro forze per crearne una ancora più grande. Ci hanno tentato e ci tentano in tanti, è una delle cose più ambite del nostro mondo, e anche molti che non sono coinvolti nel beyblade vorrebbero usare blader che sono in grado di questo, ma per ora, nessuno è mai riuscito a farlo di propria iniziativa o su ordine. Unire o fondere due Bit Power non è impossibile, se animati da intensa forza di volontà risulta anche abbastanza facile, ma unire gli Elementi beh..E' tutta un'altra cosa.

 

*

 

-Cosa ha detto Daitenji?- chiese Yuri a pranzo, quando lui, Boris, Sergej e Aida si erano seduti a tavola.

-Ha detto che ci sono molte sedi di beyblade in India, ma se qualcuna di loro avrebbe voluto contattare Takao, lui l'avrebbe sicuramente saputo- mormorò Boris.

-Quindi nessuno di ufficiale, almeno secondo il presidente, lo ha chiamato- riprese Aida, i capelli biondo platino sparsi lisci e lucidi sulle spalle.

Yuri cercò con gli occhi il tavolo di Takao, e approfittando del fatto che Kai in quel momento aveva alzato lo sguardo, scosse appena la testa, avvisandolo in un cenno silenzioso che non avevano scoperto niente dal presidente.

Qualche tavolo più in la Mao e Matilda parlottavano animatamente, ridacchiando come solo due ragazza sanno fare, mentre Emily parlava ad un microfono attaccato ad un auricolare e premeva veloce i tasti sul computer..

Il professor K sembrava molto nervoso. Lui era solito sapere le cose prima degli altri visto che stava a stretto contatto con gli studiosi e la direzione della sede.

-Professore..C'è qualche problema?- chiese Hilary.

-Problema..Problema? Quale problema?- si alzò in fretta e furia. -Buon allenamenti, a dopo!- e corse via veloce come il vento.

-Secondo il mio parere state diventando tutti pazzi- borbottò Takao.

 

Quel pomeriggio tutti si allenavano duramente dopo aver saputo quello in cui peccavano, e ognuno faceva il massimo per migliorare.

Max aveva chiesto a Boris di combattere contro di lui, in modo da migliorare l'attacco, cosichè Boris poteva rafforzare la difesa.

Takao si allenava nei lanci, ma ogni volta Hilary scuoteva la testa, controllando i computer.

-Devi essere più preciso Takao- diceva ogni volta.

-Ci sto provando Hilary, va bene?- sbottò lui dopo l'ennesimo tentativo.

Hilary si alzò e andò accanto a lui.

-Non volevo..metterti sotto pressione- disse a mezza voce.

Takao la guardò. Guardò quegli occhi color castagna così grandi e sinceri, il viso a forma di cuore, le labbra sottili e sens...”TAKAO, CHE COSA STAI FACENDO?!” Pensò scuotendo la testa.

-Ho solo la mente invasa da quello che abbiamo scoperto e da possibili risposte su chi possa avermi chiamato- attaccò Dragoon al dispositivo di lancio bianco e guardò il campo da gioco.

-Ora come ora riusciresti a battermi anche tu-.

-Io..CHE COSA VORRESTI DIRE!?- si avvicinò con gli occhi che mandavano lampi e i pugni chiusi.

-Niente niente- prese il cellulare dalla tasca dei jeans -To', il cellulare, chi sarà mai..- si allontanò di buon grado da Hilary che furiosa lo guardava con sguardo assassino e rispose alla chiamata.

-Pronto chi è?-

-Sono Mystel- mormorò la voce dall'altro lato del telefono.

-Ei che sorpresa..-

-Devo parlarti, vediamoci tra un quarto d'ora davanti l'incisione del drago sull'albero a Nord nel bosco dietro la struttura, lo raggiungi andando sempre dritto. Se corri veloce in quindici minuti dovresti farcela. Devi farcela. E..assicurati di essere solo-.

“Ha riagganciato” sussurrò Takao, poi si voltò. Non poteva dirlo a nessuno, non avrebbero mai permesso che andasse da solo. Ed era una pazzia andare solo, perchè non ne sapeva abbastanza su Mystel, perche aveva fatto parte della B.E.G.A., la squadra che aveva dato battaglia ai suoi amici e al beyblade, e poteva essere una trappola. Voleva fidarsi, ma non poteva in tutto e per tutto. Eppure doveva andare, poteva scoprirne di più, poteva chiedergli se lui conosceva l'identità di chi l'aveva chiamato col contatto privato dall'India il giorno prima, e cosa facevano Garland e Ming Ming quando non erano a colazione o a pranzo, e se lui aveva visto di recente Moises o Brooklin, di cui nessuno diceva niente.

Doveva rischiare, doveva credere che Mystel fosse animato da nobili intenzioni. Tra dieci minuti tutti sarebbero andati nella Sala Bianca per la cena, poteva farcela. Uscì di soppiatto dall'uscita secondaria, che dava direttamente al limitare del bosco. Girò intorno alla piscina scoperta e si inoltrò nel buio degli alberi, le cui grandi foglie e i rami contorno facevano passare a stento la luna. Man mano che correva, continuando a ripetersi nella mente “sempre dritto, sempre dritto, sempre dritto”, la vegetazione si faceva più fitta, e ben presto nessun raggio argenteo riusciva a illuminare il suolo. Ma Takao continuava a correre, nonostante il fiatone, nonostante la fitta al fianco, nonostante forse era un record ricoprire quella distanza in quindici minuti, ignorò le lamentele del corpo e continuò a mettere velocemente le gambe una davanti all'altra, spingendosi in avanti

E quindici minuti dopo lo vide. Un albero molto alto con un tronco enorme, grosso e nodoso, si ergeva in una radura davanti a lui. Sul tronco la figura di un drago sembrava intagliata nel legno con precisione assoluta. Ogni dettaglio era finemente ricalcato e Takao rimase rapito ad osservarlo per alcuni secondi, avvicinandosi ad esso e respirando freneticamente. Poi si guardò intorno, e proprio dietro l'albero, per quanto buio potesse essere, per quanto fosse densa e impenetrabile l'oscurità, Takao, frastornato e allibito, vide chiaramente, fin troppo, il corpo, immobile e a terra, di qualcuno. Qualcuno dai capelli color del sole e la pelle olivastra. Qualcuno dal viso amichevole e gentile. Qualcuno che poco prima sembrava ansioso di parlare con Takao, a tutti i costi, a qualunque prezzo. Qualcuno come Mystel.

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Capitolo 10
*** La maschera nera ***


Arrivati a questo punto vorrei ringraziare chi ha inserito Dalle ceneri alla fiamma – Warriors tra le preferite, le seguite e le ricordate,e un grazie altrettanto grande va a chi ogni volta mi regala tante visite.

Scusate eventuali errori.
Y. Pachiderma H.




"Attaccare o fuggire fanno parte dello scontro.
Quello che non appartiene alla lotta è restare paralizzati dalla paura."




 


Takao non riuscì a proferir parola.

Qualcosa di sgradevole alla base della gola gli impediva di parlare mentre guardava, incapace di far altro, Mystel a terra, il corpo immobile e pallido nell'oscurità. Avrebbe dovuto fare qualcosa, avrebbe dovuto chiamare qualcuno, e invece si poggiò all'albero, una maschera di orrore sul viso. Mystel era svenuto, gravemente ferito o forse morto perché voleva parlare con lui? Aveva pagato con la vita quel desiderio ?

Takao non voleva pensarci. Sembrava un film, eppure era reale, tutto troppo reale.

Costrinse il suo corpo a collaborare. Prese il cellulare dalla tasca dei jeans, mentre la mano tremava, lo sguardo vacuo e allibito.

-Takao- disse una voce dietro di lui.

Takao si voltò di scatto, mentre il cuore batteva all'impazzata.

-Sa..Salima..- cercò di rispondere, ma dalla bocca gli uscì un mormorio roco.

La ragazza dai capelli color cremisi lo guardava perplessa trovandosi di fronte il suo sguardo preoccupato e scosso da fremiti.

-Takao cosa..- poi i suoi occhi scuri si posarono sul corpo di Mystel e rimase paralizzata.

-Takao.. tu..-

-No..come ti viene in mente..-

Salima si inginocchiò accanto a Msytel.

-Dobbiamo chiamare qualcuno- disse in fretta.

-Si..stavo per..-

-Posso fare io- prese il cellulare dalle mani di Takao e mantenne il tono di voce più fermo possibile mentre parlava con qualcuno della struttura.

Takao dovette ammettere dentro di se che la ragazza aveva prontezza d'animo e controllo di se stessa nonostante fossero in una situazione del genere.

Il colpevole di quell'aggressione poteva essere ancora li intorno, a spiarli, a guardarli mentre tentavano di fare qualcosa.

-Ho parlato con tuo fratello e.. ha detto di non muoverci. Stanno arrivando-.

Nel bosco non passavano mezzi che non fossero gambe umane perché non c'è n'era lo spazio, ma in poco tempo un forte vento annunciò l'arrivo di un areo, che si fermò in cielo sulle loro teste. Scesero da una scala di corda due uomini che agganciarono il corpo di Mystel su una barella, poi un volta che fu salvo sull'aereo, fecero salire anche loro.

Poco prima dell'arrivo dei soccorsi era scoppiato un temporale, e lui e Salima erano zuppi, i vestiti bagnati e i capelli incollati alla faccia, ma non ci fecero caso.

Takao guardava davanti a se, con lo sguardo perso nel vuoto.

Quasi neanche si accorse di essere sceso dall'aereo una volta tornati alla RMBB, di essere atterrati sul tetto e di essere entrati, scendendo scale e prendendo l'ascensore.

Neanche si accorse di essere entrato in infermeria, fino a quando una voce lo riportò alla realtà.

-Takao stai bene?- Hitoschi gli stava davanti, con le mani sulle spalle e l'espressione tesa. Takao annuì e solo allora si rese conto di quanta gente c'era.

Max, Rei, Daichi, il professor K, Hilary, Kai, alcuni istruttori tra cui Kritene, persino la madre di Max, la dottoressa Judy, e tutti guardavano lui e Salima agitati e sorpresi.

-Dov'è Mystel?- chiese lei.

-Lo stanno visitando, ma  cosa è successo?- Kritene si avvicinò, i corti capelli scompigliati. -Io non..-Salima volse il viso verso Takao, accanto a lui -Non lo so-.

Prima che qualcun'altro di loro potesse parlare una porta si spalancò, rivelando il presidente Daintenji e la principale, Demetria, dall'aria efficiente ma scombussolata.

Nessuno si aspettava una chiamata alle otto e mezza di sera di una blader che diceva di essere nel bel mezzo del bosco con due ragazzi, uno dei quali a terra privo di sensi.

Demetria sussurrò qualcosa ad alcuni istruttori, che uscirono subito dalla stanza dopo aver ascoltato le sue parole.

Daitenji invece si avvicinò a loro.

-State bene almeno voi due.. Oh sia ringraziato il cielo..-prese un fazzoletto -Ma siete bagnati! Andate a mettervi qualcosa di asciutto, poi Takao ci vediamo nel mio ufficio- e così dicendo si tamponò la fronte con il fazzoletto mentre usciva. Takao si avvió in fretta verso la sua stanza. Si asciugó e indossó una maglietta a mezze maniche e una felpa asciutte, poi si sfiló il pantalone completamente zuppo e si infiló un altro jeans. Lo sguardo gli cadde sull'oscurità oltre la finestra della stanza. Chi aveva fatto del male a Mystel era ancora li fuori, che aspettava solo la sua prossima vittima o era dentro la struttura, in attesa del prossimo attacco? Senza volersi dare una risposta si diresse verso l'ufficio del presidente Daitenji. La porta era aperta, e nella stanza c'erano Rei, Max, il professor K e Kai.

-Hilary e Daichi?- Chiese Takao entrando.

-Si stanno informando sulle condizioni di Mystel- rispose il professor K, seduto su una sedia imbottita davanti la scrivania. Takao si lasció cadere sulla sedia accanto, mentre Rei e Max si appostarono sul divanetto. Kai poggió le spalle alla parete guardando Takao con palese severitá. Il presidente Daitenji gli rivolse un'occhiata tesa, era chiaramente in pensiero per lui. -Takao.. Cos'hai visto?- gli chiese il più delicatamente possibile. Il blader alzó lo sguardo. I suoi occhi blu incontrarono quelli piccoli e tondi del presidente. Avrebbe dovuto dire che Mystel sembrava ansioso di parlare con lui, e per questo lo aveva chiamato e aveva o.. avrebbe voluto incontrarlo? In quella radura era solo, o almeno così sembrava prima di trovarsi davanti il corpo di Mystel, chi avrebbero preso sott'occhio se non lui? Avrebbero creduto al fatto che quello più sconvolto di tutti era proprio Takao? Appena Salima era arrivata da loro il primo sospetto che le era venuto in mente era che Takao avesse fatto qualcosa, ma come biasimarla se era lui che si trovava accanto al corpo di un blader solo in una immensa foresta Caraibica  in un orario in cui tutti erano a cena? Perfetto, era appena diventato un aggressore, o peggio considerando che non conosceva le condizioni di Mystel, un assassino. 

-Io ho..visto il suo corpo e..- ma la sua voce venne interrotta dalla porta che si apriva a metà e una testa rosso fuoco e due pezzi di ghiaccio azzurro vivo apparire sulla soglia.

-Ah bene Yuri, la direttrice avrebbe voluto essere avvisata, vai tu per favore?-

Yuri annuì in direzione del presidente e senza guardare nessun altro si allontanó chiudendosi la porta alle spalle.

-Perdonami Takao, continua- riprese Daitenji sedendosi dietro la scrivania.  Takao guardó Rei e Max seduti dietro di lui e quest'ultimo gli sorrise amichevolmente. I suoi amici non avrebbero mai creduto che lui potesse aver fatto una cosa del genere, e fino a quando aveva la loro fiducia, nulla poteva essere così perduto. Gli sorrise di rimando e si volse verso il presidente. -Ho trovato Mystel dietro un grosso albero..a nord.. Non si muoveva e non..c'erano rumori solo..lui..- Aspettó che il presidente dicesse qualcosa, ma visto che non lo fece, si accinse a continuare.

-Era buio e..non so quando lo abbiano aggredito- la porta si aprì nuovamente ed entró nella stanza la principale, i capelli biondi raccolti in una corta coda di cavallo, un cipiglio rigido sul viso. Affiancó il presidente e osservava Takao con molta meno comprensione. -Grazie Yuri, puoi andare- disse Daitenji sorridendo gentilmente al ragazzo.

-No no lui..puó restare- Takao guardó il presidente, come a chiederglielo come favore. Daitenji lo guardó e annuì, poi fece cenno al russo di entrare. Lui si chiuse la porta alle spalle e ci si appoggiò.

-Prego Takao- mormoró l'uomo. -Come ho giá detto..Non so quando lo abbiano aggredito.. Se mentre anche io mi trovavo li o prima del mio arrivo-.

-E cosa ci faceva nel bel mezzo del bosco per giunta al calar del sole?- chiese in tono formale Demetria. Gli dava del "lei"? Andiamo di bene in meglio, pensó Takao guardando il suo viso immobile in attesa di una sua risposta. E adesso cosa avrebbe dovuto dire? Se avesse detto la verità avrebbero fatto altre domande, avrebbero chiesto cose che potevano mettere in mezzo non solo Mystel, ma chiunque altro fosse coinvolto in quella storia.

-Io non..mi sentivo molto bene.. E non avevo fame..Così ho fatto una passeggiata..- azzardó.

-Nessun altro era con lei?- continuò lei.

-Dopo che vidi Mystel a terra..Venne Salima- disse a mezza voce.

-E lei conosce il motivo per il quale anche Salima si trovava li?- Takao scosse la testa.

-No-.

Daitenji sembrava molto più propenso a credere che lui non c'entrasse niente. Demetria invece continuava ad osservarlo, come se avesse l'impressione che qualcosa non quadrava con la verità.

-Kinomiya io non credo che lei possa aver aggredito qualcuno, ma si da il caso che non ci siano testimoni sull'accaduto oltre lei, e la sua posizione è alquanto sospetta considerando che in quell'orario avrebbe dovuto trovarsi all'interno della struttura-.

Max e Rei fecero per parlare ma Kai alzó subito lo sguardo su di loro, zittendoli, poi incroció le braccia e si avvicinó alla scrivania. -Sappiamo per certo che Kinomiya non ha un alibi, e che la blader Salima non è arrivata in tempo per poter valere come testimone-.

"Ah perfetto Kai, ci mancava solo la tua considerazione, dopo di questa mi arrestano" pensó truce Takao, squadrando il suo compagno che parlava con voce calma e controllata, troppo convincente.

-Ma Kinomiya è uscito dall'edificio circa dieci minuti prima l'inizio della cena, e per arrivare dove ha trovato il corpo, a piedi ovviamente, non essendoci altro modo, correndo in modo veloce e senza pause, ci avrebbe messo circa un quarto d'ora. Cinque minuti dopo il presunto arrivo di Kinomiya, Salima ha chiamato la RMBB per i soccorsi, quindi Salima deve essere arrivata un po' prima, diciamo.. Due minuti dopo la scoperta del corpo da parte di Kinomiya? Un tempo abbastanza breve per aggredire qualcuno tanto da farlo giacere a terra immobile. Kinomiya avrebbe avuto circa due minuti per compiere l'atto, nascondere eventuali tracce che avrebbero ricondotto a lui e mascherare il suo viso in un'espressione attonita-.

Kai sostenne senza battere ciglio lo sguardo di Demetria, che adesso guardava lui come se fosse il colpevole. Ma Kai era a cena, e prima ad allenarsi. Aveva un copertura di ferro.

-Poi Takao non aveva le mani sporche di sangue, non c'è n'era traccia su di lui, mentre Mystel presenta vari tagli da cui deve esserne uscito un considerevole quantitativo- intervenne il professor K incapace di trattenersi oltre. Demetria ora li guardava tutti e tre, e il professor K si fece piccolo piccolo di fronte al suo sguardo fermo.

Qualcuno bussó alla porta.

-Avanti- disse Daitenji, come risvegliatosi dopo tutto quel tempo. Dalla porta fece capolino Daichi.

-Mystel è sotto l'effetto di farmaci e sedativi e ora sta dormendo- Daichi si grattó la testa, come se avesse fatto sforzo a pensare alle parole più ricercate per dirlo. -Ma potete andare a vederlo-.

Daitenji si alzó e Demetria fece cenno a Takao, Kai e il professor K si seguirli.

-Yuri vieni anche tu- disse il presidente -Vorrei farti vedere alcune ferite su Mystel-.

Yuri lo guardó e seguì Takao e Kai e Kappa.

-Voi altri andate nelle vostre stanze per favore, e rimaneteci- disse la direttrice uscendo. Takao si sentiva più leggero dopo le argomentazioni di Kai e del Professore. Lui era innocente, lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere, poi a Mystel. No, non ne avrebbe avuto motivo. Ma qualcun altro il motivo lo aveva trovato per aggredirlo in quel modo. Entrarono in infermeria e si diressero al letto su cui era disteso il blader. Era coperto fino. Alle spalle da una coperta candida, e grazie al cielo, si disse Takao, non era morto. Sul viso non aveva tagli o lividi, tranne una piccola macchina rossa che sembrava una bruciatura.

Daitenji fece segno a Yuri di avvicinarsi, e lui si accostó al letto, alzando la coperta in modo da vedere il braccio e il petto di Mystel. Appena lo fece accennó un sorriso di consapevolezza e annuì, poi scoprì il braccio destro in modo che lo vedessero anche loro. Continuó a guardare i tagli. -Riesci a capire di che arma puó essersi trattata?- mormoró il presidente Daitenji.

Yuri lo guardó poggiando le mani sul materasso.

-Qui, l'unica arma che è stata usata, è un beyblade-.

Il professor K trasalì, Daitenji sussultó e Takao ora fissava il braccio di Mystel come se non l'avesse visto prima. Kai rimase immobile, ma qualcosa nel fuoco dei suoi occhi cambió.

-Ivanov, ne è assolutamente sicuro?- sibiló ora nervosa Demetria.

-E non un beyblade qualunque..- continuó Yuri come se non l'avesse sentita, parlando come assorto nei suoi pensieri, tornado a osservare i tagli rossi.

-Questo beyblade è stato fatto per uccidere-.

 

*

 

I ragazzi si erano resi conto che quello che aveva detto Takao al presidente Daitenji e alla direttrice Demetria non era la verità, o almeno tutta la verità, e il giorno dopo andarono con lui nel bosco, nella radura dove imponente l'albero col simbolo del drago intagliato aveva celato alla vista Mystel privo di sensi a terra. Erano assorti nei loro pensieri, fino a quando il professor K mormorò -E se chi ha aggredito Mystel sapeva che lui voleva tenderti una trappola e lo ha fermato, facendoti un favore?-

-Non posso credere che chi volesse farmi un favore avrebbe aggredito qualcuno in maniera tanto brutale, per non parlare del fatto che sarei stato sicuramente il primo sospettato, e di certo questo piccolo particolare non è sfuggito al colpevole-.

-O ai colpevoli..- aggiunse Max a bassa voce.

-No..Chiunque sia stato non è nostro alleato.. Per fortuna che i segni sul corpo di Mystel non potevano corrispondere al mio beyblade..-

-Credo che nessuno nella struttura possieda un bey così- osservò Rai. -Sembravano causati da una vera e propria lama..Il colpevole ha fatto le cose in grande, e in maniera molto astuta-.

Takao alzò lo sguardo sul cielo di un tenue color indaco. Quella radura era l'unica parte, nel raggio di chilometri, ad avere una vista pulita del cielo, non interrotta o oscurata da foglie e rami di alberi. Sentiva vagamente le voci degli amici, come se fossero lontane, molto lontane, fino a quando delle parole fredde e schiette non interruppero il flusso dei pensieri, riportando la mente al presente.

-Di certo Mystel non sarebbe dovuto sopravvivere, l'aggressore ha cercato di ucciderlo, voleva ucciderlo-.

Takao guardò Kai con espressione priva di alcuna emozione. Il blader dagli occhi di fuoco gli aveva già detto che non sarebbe dovuto andare solo, e che era una testa di cazzo, se proprio volevamo scendere nei dettagli.

Ma da un lato Takao sapeva che Kai aveva ragione. Poteva finire molto peggio per lui, poteva essere stato aggredito o ucciso, poteva succedere qualsiasi cosa. Ma per fortuna Salima era con lui nel bosco.

Aveva detto di essere atterrata e di aver visto Takao entrare nel bosco da solo, allora lo aveva seguito. Però Takao non poteva sentirsi pentito di quello che aveva fatto, perchè senza di lui probabilmente Mystel sarebbe morto.

 

*

 

I giorni passavano tra allenamenti sempre più duri, corsi e monitoraggi. Takao aveva incrementato la forza muscolare, il numero dei giri di Dragoon al momento del lancio e la concentrazione, ma peccava ancora di precisione. La difesa di Kai adesso era notevolmente migliorata, e riusciva a respingere attacchi di notevole forza. Era riuscito a creare un muro di fuoco, una barriera resistente e protettiva. Nelle lezioni si parlava dell'importanza della forza e della velocità, e quale delle due avesse più probabilità di vittoria. Un dibattito accesso si scatenò a quel punto, dove tutti sostenevano le proprie teorie. Takao aveva visto Rei vincere incontri contro avversari fortissimi grazie alla velocità, e aveva visto Kai fare altrettanto con la forza, perciò era lungi dall'esprimersi. Venerdì mattina si allenarono sugli scogli del mare, impresa difficile e scomoda. Si sfidarono Lai e Aida, con la vittoria di quest'ultima, che faceva dell'astuzia il suo punto di forza. Aveva aggirato gli attacchi del blader cinese non con la forza, non con la velocità, ma con la furbizia. Sfruttava le debolezze dell'avversario per ideare al momento strategie di gioco. Lai, alla fine dell'incontro, dovette ammettere che era un'avversaria valida, mentre Daichi gli ricordava ogni volta che poteva che era stato sconfitto. Il giorno dopo invece, di sabato, combatterono Michelle e Mao, e il biondo vinse fantasticamente, suscitando lo scalpore di tutti. Mao era un'ottima blader, e nessuno credeva che Michelle avesse potuto batterla.

Hilary dopotutto si vedeva meno spesso, e il professor K spesso era assente ai pasti, poiché c'erano molti più dati da analizzare e schemi da mettere a punto ora che i beyblader si allenavano con meticolosa attenzione. Non lo stesso si potè dire per Garland e Ming Ming, che la sera dell'aggressione di Mystel non si era presentati a vedere come stava il loro “presunto” compagno di squadra, e molte volte non si vedevano per delle ore. Salima in compenso sembrava felice di trovarsi alla RMBB, diceva che la fama della struttura la precedeva. L'aria era rilassata, nella sede aleggiava un'atmosfera di sfida i giorni prima del successivo sabato, e venerdì tutti si chiedevano chi sarebbe sceso in campo il giorno dopo.

A pranzo di quello stesso giorno, una notizia cambiò tutto, in bene o in meglio, giudatelo voi.

Il brasiliano con la pelle scura e i capelli blu, che era un esperto e che gli aveva dato il benvenuto con la sua voce scura e autoritaria la prima sera, prese nuovamente il microfono per fare un annuncio.

Takao e Daichi non smisero di mangiare, ascoltando senza il massimo interesse quello che aveva da dire.

Molti continuavano a bisbigliarsi nelle orecchie e le ragazze ridacchiavano. Nessuno si sarebbe aspettando un evento del genere, specialmente loro.

-Fra un mese- iniziò l'esperto, portando l'attenzione su di se -Avrà luogo, in questa sala, la Sala Bianca, un ballo- e caos fu.

Le ragazze iniziarono a parlottare tra loro senza quasi prendere fiato tra una frase e l'altra, Takao quasi si strozzò con un'oliva, e Daichi dovette dargli forti colpi sulla spalla per evitare che morisse soffocato, e Max fece cadere il barattolo di maionese nel piatto. Tra i blader passavno sguardo sorpresi o espressioni elettrizzati, ma altri anche carichi di tensione, la maggior parte ragazze, che si accorsero di “non avere niente nell'armadio”. E poi c'era o sguardo di Yuri, che era di totale disinteresse e quello di Kai, che sfiorava il menefreghismo.

-Ragazzi e ragazze, blader, saranno presenti persone influenti nel vostro settore, i presidenti di tutte le associazioni che rappresentano tutti i paesi del mondo in cui è diffuso a livello ufficiale il beyblade e personaggi importanti. E' consigliabile presentarsi accompagnati, anche da accompagnatori non facenti parte della struttura. Da qui alla data prescelta, venticinque luglio, verranno date per un mese esatto lezioni di ballo per chi volesse. E ora, buon pra..- ma prima che potesse finire, un brusio nervoso ed eccitato si diffuse nella sala. I ragazzi sembravano essersi accorti solo adesso che c'erano delle ragazze, e le ragazze adesso si mettevano in mostra. Scostavano i capelli in gesti sensuali o lanciavano occhiate languide a chiunque le guardasse.

Quel pomeriggio, a bordo piscina, Mao sfoggiò uno splendido due pezzi dorato, che si intonava alla perfezione con i suoi occhi e che sembrava un tutt'uno con la sua pelle mulatta; Hilary invece stava sdraiata sul lettino solare con gli occhi coperti dalle lenti nere degli occhiali da sole, un costume a due pezzi nero che ad alcune parti sembrava di pizzo e velo e un cocktail rosa nella mano. “Caspita”, pensò Max. “Fa sul serio”. Matilda chiacchierava con Salima, la prima con un costume giallo a culotte e l'altra con uno viola con delle lunghe france che scendevano a triangolo dal pezzo di sopra. Salima sembrava a suo agio, mentre Matilda si copriva con la tovaglia e si scopriva almeno quindici volte in in mezz'ora, come se fosse nuda. Se fosse stato per lei, sarebbe venuta con il saio in piscina. Aida e Gemma, la ragazza dai capelli mossi color mogano che aveva conosciuto Kai la sera del falò e gli aveva detto della difesa traballante del nipponico, parlavano immerse in piscina fino alle spalle. Era strano vedere quelle due parlare. L'una era logica, rigida, fredda e altezzosa, l'altra dolce, gentile e sorridente. Anche Aida sorrideva, notò Max guardandole, ma solo quando voleva saltarti addosso. Emily invece non si vedeva, così come il professor K.

Daichi sbavava dietro tutte le ragazze che passavano, conosciute o sconosciute. Takao e Max dovettero buttarlo in piscina dopo che ebbe guardato Julia per un'ora buona. Ma Daichi non era l'unico a guardare la spagnola.

Yuri se ne stava in disparte, poggiato con una spalla al muro, osservandola serio con i suoi zaffiri color ghiaccio. Seguiva ogni movimento della ragazza con estrema lentezza e precisione, come un predatore che studia la sua preda per capire il momento buono per attaccarla. Si doveva dire però, che Julia era, come disse Daichi, “Strafiga”, con il suo costume a due pezzi nero con rose rosse e foglie verde smeraldo,legato da piccole catenelle, il copricostume in velo color terra di Siena che lasciava vedere le belle gambe e con una lunga scollatura a V e i capelli color bronzo tenuti alti da una fascia rossa. Yuri non la perdeva di vista un secondo.

Ad un tratto spuntò Ming Ming, che ostentava perfezione da tutti i pori. Il costume nero e argento a T che fasciava in modo provocante le sue curve, gli occhiali da sole e una crema solare dorata per rendere brillante la sua pelle già scura.

Takao invece si trovò a fissare Hilary, la pelle chiara baciata dal sole, fino a quando un'insistente occhiata di Kai non lo avvisò che si era incantato.

-Takao- Emily era apparsa dietro di lui, vestita con il camice color panna e i capelli raccolti ordinatamente. -Mystel ora è in grado di raccontare l'accaduto secondo i medici..- mormorò lei, mentre Max e Daichi vicino guardarono Rei e Kai. Il cinese e il nipponico si infilarono una maglietta e un pantalone e andarono verso l'entrata, mentre molti sguardi femminili li seguivano interessati.

Takao ringraziò Emily e si alzò. Guardò nella direzione dove pochi istanti prima c'era Yuri, ma il russo era scomparso. I tre blader si vestirono e si affrettarono ad andare in infermeria.

Il blader dagli occhi blu non era sicuro di voler sentire il racconto di Mystel di come era finito a terra, privo di sensi e coperto di lividi, ma sapere chi c'era dietro alla sua aggressione forse avrebbe svelato anche gli altri misteri che si erano fatti vivi nel corso del mese. Beyblade che sembravano animati di mente propria, telefonate da paesi oltreoceano, per non dimenticare la sensazione del professor K di venir trascinato sott'acqua. Che cosa stava succedendo? Chi muoveva i fili? Ma soprattutto, perchè? Max, Daichi e Takao entrarono in infermeria, trovando Kai, Rei e Kappa ad attenderli. Erano un po' distanti dal letto dove era seduto il biondo, e stavano in silenzio. Anche Max e Daichi si fermarono accanto a loro, mentre Takao fece qualche passo.

-Mystel..Come ti senti?-

Mystel aveva perso il consueto sorriso, lo sguardo acceso e brillante. Ora sembrava privo di interesse, privo di vita. Una maschera inespressiva, una maschera nera.

-Sto bene- disse con una voce che Takao sperò di non aver udito bene.

Era priva di colore, era scialba, piatta, monotona, un suono per metà mormorato. Alzò gli occhi azzurri su Takao, ma Takao non riconobbe quello sguardo.

Quello non era Mystel. Non poteva essere lui. Si rifiutava di credere che fosse lui.

-Sono contento..-mormorò Takao. -Sai..Ci siamo preoccupati tutti molto..-

Mystel non rispose, continuò a guardarlo immobile.

-E..ci chiedevamo se..Potessi dirci chi è stato a..ad aggredirti-.

A queste parole Mystel sussultò, e il suo viso cambiò da slavato e vitreo a un misto di orrore e turbamento, qualcosa che non si poteva spiegare a parole. La sua espressione era ferma ma sconvolta, come se stesse rivivendo la scena nella sua mente, e vedesse se stesso aggredito davanti ai suoi occhi. Strinse le lenzuola con tanta foga che le nocche gli divennero bianche e chiuse gli occhi, stringendo le palpebre. Quando li riaprì, Takao fece un passo indietro. Quello che gli si leggeva dentro le iridi turchesi non era spavento, non era angoscia.

Era terrore puro.






 

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Capitolo 11
*** Aria di sfida ***



 

“L'amore è come il morbillo: dobbiamo passarci tutti.”
Jerome Klapka









Takao aspettava una risposa che non arrivò.

Mystel non sussurrò parola sull'accaduto, nessuna emozione tranne la paura animava il suo viso pallido e stanco.

Il Dragoon Blader guardò i suoi compagni di squadra in una muta richiesta d'aiuto, ma neanche loro sapevano che fare, Mystel sembrava troppo scosso per raccontare quanto gli fosse successo ed era irremovibile. Dalle sue labbra non uscì neanche una sillaba.

Mentre i ragazzi uscivano dall'infermeria la domanda che aleggiava minacciosa e cupa nell'aria era solo una: chi poteva aver ridotto fino al terrore Mystel e con quale oggetto orribile e ripugnante?

Hilary osservò Takao a lungo mentre si dirigevano fuori, i suoi occhi color mogano cercarono quelli blu notte del blader, ma non li trovarono, perchè egli li teneva bassi, perso nei suoi pensieri. Infatti Takao fu colto di sorpresa e non poco quando la mano della ragazza gli sfiorò una guancia.

Stava per dire qualcosa, per questo aveva guardato la ragazza, ma rimase interdetto sentendo quel leggero e dolce contatto. Hilary guardò nei suoi occhi apprensiva.

-Non è colpa tua Takao- mormorò.

Come aveva fatto a capire che stava pensando proprio a quello? Sembrava gli avesse letto nella mente.

-Se fossi arrivato prima..- sussurrai con voce carica di rammarico.

-Prima?- Hilary alzò la voce di un mezzo tono. -Hai attraversato metà di un bosco di chilometri in un quarto d'ora, non potevi fare niente di più-.

Mi sentivo comunque in parte responsabile per quanto successo a Mystel, e non sarebbe stata lei a farmi cambiare idea.

-Hilary lui voleva parlare con me! E' per questo che ora è su un letto scioccato dalla paura!- gridai esasperato allontanandomi di scatto da lei.

-Sssh- sibilò avvicinandosi -Takao tu non avresti potuto fare nien..-

-Ora, il minimo che possa fare è scoprire cosa avrebbe dovuto dirmi , perchè sembrava davvero importante, è come vedi lo era davvero! Arrivare a uccidere per.. nascondere questa cosa.. Devo scoprirla- affermò tutto d'un fiato più a se stesso che ad altri.

-Takao potrebbe essere pericoloso!- cercò di farlo ragionare la ragazza, che adesso era in ansia per lui, ma Takao si voltò e andò verso l'ascensore per i piani superiori. Doveva trovare il professor K, dove parlargli. Entrò e premette il pulsante sei. Se c'era un posto dove trovarlo, quello era il laboratorio di ricerca. Di venerdì pomeriggio si chiudeva sempre li dentro, tra pareti bianche, camicie sterilizzati, provette, bagliori e strane sostante dai mille colori.

Come previsto eccolo li, occhiali rotondi su una folta frangetta castana e un camice su misura per la sua discutibile statura.

Era solo in quel momento e Takao ne approfittò per sbucargli dietro all'improvviso.

-Professore-

-Aaaaaaaah!- Kappa lasciò cadere una provetta che andò in frantumi sul pavimento. Una sostanza prima oro brillante appena schizzò fuori dalla provetta divenne più trasparente dell'acqua.

-Ti sembra modo di saltare fuori così all'improvviso?!- gli disse con voce isterica poggiandosi una mano sul cuore.

Takao guardò la provetta a terra.

-Ho..combinato qualche guaio?-

Kappa sospirò cercando ci calmarsi.

-Un altro esperimento andato a vuoto-

-Cos'era esattamente?-

Takao non seppe spiegarsi il perchè di quell'interesse, ma quando aveva visto il bagliore dorato nella provetta prima di schiantarsi a terra ne era rimasto affascinato, quasi attratto.

-Non ne posso parlare, comunque niente di importante, almeno per ora-.

Il Professore fece per raccogliere i cocci ma Takao lo fermò.

-Dove posso trovare delle informazioni su argomenti specifici?-

-Mm..Internet?- chiese Kappa guardando Takao.

-No non internet, informazioni più approfondite.. più vecchie.. ehm.. cose che non sono divulgate abbastanza facilmente..-

-La biblioteca?-

-La biblio..c'è una biblioteca qui?- Takao sbarrò gli occhi.

-Certo che c'è- il professore sorrise amichevolmente.

-E io perchè non ne sapevo niente?-

Chiese Takao, quasi offeso che nessuno gli avesse dato la lieta notizia.

-Perchè nessuno credeva che tu avessi mai messi piede in una biblioteca. Sarà un colpo per tutti. Probabilmente si metterà a piovere-.

Takao afferrò Kappa per le spalle guardandolo intensamente.

-Non lo dovrà sapere nessuno- bisbigliò concitato.

-Cosa..Perchè..?-

-Tu fidati di me e non ti preoccupare-.

Il blader uscì velocemente dal laboratorio e l'attimo dopo era di nuovo dentro per chiedere dove fosse la biblioteca.

Era davvero un caso perso.

Cosa aveva nel cervello?

 

*

 

Pochi minuti più tardi era sprofondato in una poltrona azzurra intorno a un tavolino dinnanzi a un camino spento, visto il caldo che faceva ai Caraibi per giunta in piena estate. Teneva poggiato sulle cosce un pesante volume rilegato in pelle viola e sul tavolo in vetro c'è n'erano sparsi una ventina, tutti rilegati in pelle di colore diverso, tutti alquanto vecchi.

Chiuse con un botto secco anche il tomo che teneva in mano e lo poggiò sul divano accanto, prendendone un altro. Aveva fatto quel movimento almeno trenta volte, ma in quei libri, per quanto interessanti e singolari, non c'era nulla che potesse aiutarlo a capire qualcosa. Non che lui sapesse cosa stesse cercando, ma niente attirava la sua attenzione per più di qualche secondo.

Tra quelle pagine appena ingiallite si parlava di beyblade, del primo beyblade esistente, dei popoli che l'avevano usato per primi, della loro forza, trattavano con meticolosità tutti i componenti, i suoi sviluppi, ma niente che accennasse ai bit power, a elementi, a qualcosa di occulto o davvero particolare.

Il blader sbuffò e si lasciò andare sulla poltrona morbida e confortevole, mentre il cielo oltre la finestra si era tinto di nero. Doveva continuare a cercare, ci sarebbe stata qualcosa tra quegli scaffali?

Sospirò e prese un altro libro dirigendosi verso la finestra e poggiandolo sul davanzale, quando vide Max parlare in giardino con qualcuno.

Riconobbe subito il suo compagno di squadra perchè era sotto un raggio di luna argenteo che illuminava proprio la sua testa bionda e il suo viso gentile, ma il suo interlocutore era totalmente nascosto dall'oscurità. Sembrava avere una chioma folta, ma oltre a questo e al fatto che fosse poco più alto di Max, di lui non si vedeva niente.

Takao tenne una mano sul libro iniziando a fantasticare su chi potesse essere la figura difronte l'americano.

Rei no, Kei no, Kappa no, Daichi no, Yuri no, Michelle no, Matilda no, Hilary no.. Hilary. Al pensiero del suo nome il suo cervello andò in tilt. La lunga lista di nomi scartati si dissolse e gliene rimase solo uno in mente: Hilary.

Takao si trovò a pensare a lei, a come arricciava la fronte quando era arrabbiata, alla sua risata sguaiata e travolgente quando era felice, ai suoi occhi scuri e profondi quando lo guardavano..si, guardavano proprio lui.. Alle urla irritate quando Daichi la chiamava “ochetta”, al supporto che aveva sempre dato alla squadra..

Hilary..Hilary..Hilary..

 

*

 

Rei alzó gli occhi d'ambra sulla figura di Mao mentre i loro beyblade sfrecciavano e si attaccavano.

I capelli fucsia della ragazza erano legati in una coda ora sfatta e il viso a forma di cuore era adornato da ciocche lisce che le sfioravano le guance.

Era concentrata a seguire i movimenti del suo bey e non si accorse che Rei la stava osservando con interesse. Stavano combattendo nel campo da gioco nella stanza di Lai, mentre il cinese era andato ad esplorare le più alte montagne Caraibiche. Rei non guardava più il suo Driger, ma la quindicenne difronte a lui. Le Labbra della ragazza erano contratte mentre i suoi occhi dal taglio felino non perdevano di vista i bey che si scontravano.

Ad un tratto, meno di un secondo e un beyblade bianco voló via dal campo di gioco e atterró su uno dei due letti nella camera. Mao sorrise incrociando le braccia -Ho vinto-.

Rei guardó il Driger immobile sul materasso e Galux che ruotava imperterrito nel campo.

-Mao ma..-

Mao sorrise e si avvicinó a lui con la grazia di un gatto e gli occhi di una lince.

-Ho battuto Rei Kon..- sorrise prendendo il suo beyblade. -Potrei abituarmici..-

-Non lo fare- il cinese sorrise a sua volta osservandola.

Da quando era diventata una..donna?

Rei la conosceva da moltissimo tempo, erano cresciuti insieme, accomunati dalla passione per il beyblade e dall'amicizia che ogni giorno diventava più forte. Mao era stata l'unica della tribù a non aver mai pensato a Rei come un traditore quando lui se n'era andato portando il bit della Tigre Bianca con se, ed era stata l'unica a comprendere la sua decisione, e Rei lo sapeva. Ma sapeva anche che, per quanto gli piacessero la spontaneità e i sorrisi luminosi di Mao, per quanto si era ritrovato a pensarla senza rendersene conto e nonostante forse non era mai stata solo un'amica, lui non poteva assecondare quello che sentiva, Lai non glielo avrebbe mai permesso. Era molto protettivo nei confronti della sua unica sorella, per giunta più piccola, e se mai fosse successo qualcosa con lei Lai non avrebbe mai più considerato Rei come un amico, non per cattiveria o egoismo, ma perché Mao era l'unica cosa che gli rimaneva della sua famiglia di sangue.

Già se lo immaginava, il cipiglio severo e contrariato, le mani strette a pungo che sicuramente poi si sarebbero andate a scaricare sul viso di Rei, gli occhi di miele scuro carichi di rabbia.

Peró c'era questo ballo..e Lai non poteva pensare al peggio se due amici d'infanzia ci andavano insieme.

-Driger è un bel beyblade..- Mao interruppe il flusso delle sue considerazioni allungando la mano per passargli Driger.

Già, Driger era bello.. Non il suo padrone.

"Stupida" si disse la blader "Invitalo tu, tanto non fa differenza chi chiede a chi, l'importante è che alla fine andiamo insieme e..io voglio andarci con lui.."

La ragazza fece per aprire bocca quando qualcosa le mozzó il respiro.

Rai le aveva sciolto la coda dei capelli sfiorandole la testa con le dita, poi la guardó negli occhi e Mao si trovó quelle iridi ambra, brillanti e irresistibili che si specchiavano nelle sue color fragola.

Doveva dirgli qualcosa..Di qualcosa che dovevano fare insieme.. Ma ora non ricordava niente, sembrava si fosse scordata come si parlava, come si pensava.. Riusciva solo a guardare quel viso tanto conosciuto e tanto bello, con la pelle olivastra e le labbra color cioccolato.

-Mao io volevo chiederti..-

Iniziò Rei e Mao sentì il cuore perdere un battito.

“Si..Continua..” pensò freneticamente lei mordendosi l'interno della guancia mentre cercava di tenere a bada l'emozione che in quel momento rischiava di sopraffarla.

-Se tu..volevi venire a..-

Ma Rei non riuscì a terminare.

La sua domanda fu interrotta dalla porta che si aprì e da Lai che comparve sulla soglia.

-Wow che camminata, quelle montagne..- li guardò mentre prendeva una tovaglia dal bagno e notò la vicinanza dei loro corpi e l'elusività dei loro occhi che facevano di tutto tranne che guardarsi.

Lai si fidava di Rei più di chiunque altro, ma si trovò comunque ad alzare un sopracciglio in un'espressione irrigidita.

-Ho interrotto qualcosa?-

-No no.. Ti stavamo giusto aspettando- Rei strinse Driger nella tasca dei pantaloni facendo un passo indietro e allontanandosi da Mao.

-Ci vediamo a cena allora- disse nel tono più neutrale possibile voltandosi verso di lei, poi uscì dalla stanza riservando anche uno splendente sorriso all'amico, per togliergli ogni dubbio. Una volta che si fu chiuso la porta alle spalle sbuffò portandosi due dita sulle tempie.

Che cosa avrebbe dovuto fare? Aveva visto lo sguardo irritato di Mao prima di uscire, ma Lai non ragionava quando si trattava della sorella, se gli avesse detto che voleva invitarla al ballo gli sarebbero sorte delle domande, e Rei avrebbe dovuto rispondere, e Lai lo avrebbe preso a pugni.

Rei accennò un sorriso al pensiero delle sue conclusioni, ma sarebbe finita così, conosceva il suo amico e sapeva dell'impulsività e delle usanze che a volte prendevano piede su di lui.

Si trovò davanti la camera di Takao e Kai, ma era il blader del fuoco che voleva incontrare in quel momento.

Bussò alla porta e quando si aprì Kai si presentò sulla soglia.

-Rei- disse solo.

-Kai, posso parlarti? E' una questione delicata ehm..riguarda Mao-.

A quel nome Kai alzò gli occhi al cielo, sapendo la cotta che aveva la cinese per Rei e che lui ricambiava intensamente. Il perchè ancora non si fossero dati neanche un bacio era un mistero per il nippo-russo.

-Entra- e lo lasciò passare.

 

*

 

-Julia!-

La ragazza si voltò verso una testa bionda dai capelli spettinati e un viso dall'espressione rilassata e amichevole.

-Ciao Michelle- disse lei salutando il ragazzo che la raggiunse.

-Non è quasi ora di cena?-

-Si, lo è- rispose lui, non mancando di osservare le lunghe gambe bronzee che la gonna verde giada di lei lasciava scoperte. -Ma volevo vederti-.

Sulle labbra rosse di Julia comparve un sorriso appena visibile.

-Ah si? E perchè?- chiese con tono innocente, spostando i lisci capelli biondo rame e castagno sulla spalla destra.

-Volevo invitarti a pranzo, domani- disse lui con tono sicuro, sfiorandole con lo sguardo celeste la spalla scoperta dal modello della maglietta che Julia indossava.

-A pranzo..domani..- finse di pensarci lei, alzando gli occhi al cielo scuro. -D'accordo- sorrise infine.

Michelle ricambiò il sorriso in modo ancor più smagliante e fece qualche passo indietro.

-A domani allora- alzò una mano in segno di saluto allontanandosi.

-A domani- mormorò lei guardandolo scomparire nell'ingresso.

Non sapeva che in quel momento due iridi di ghiaccio la stavano osservando.
 

*
 

Rei si sedette sul letto di Takao, portandosi il cuscino sulla faccia.

-Evitiamo di commiserarci- disse Kai guardando l'espressione affranta del cinese, che per tutta risposta fece segno di tirarsi dalla testa la lunga coda di capelli neri come la pece.

-Non so come fare per dire al mondo che Mao è la ragazza che voglio- si lamentò portandosi le mani sul viso.

-Mm..Prendi un megafono, sali su un tavolo in Sala Bianca, ed è fatta-.

Rei lo guardò attraverso le dita.

-Non mi aiuti-.

-Rei è semplice- il giapponese si abbottonò la camicia blu che indossava. -Dillo, dillo a Lai, alla tribù, alle persone, al mondo-.

-Non è semplice Kai- sbuffò lui andando davanti la finestra pur di fare qualcosa.

-Lai è come un fratello per me, e io sono come un fratello per lui, e lui da per scontato che io considero anche Mao come una sorella. Gli voglio molto bene ma..non come sorella, e prima o poi anche Lai dovrà saperlo, e quel giorno fammi una bella celebrazione funebre perchè Lai mi ucciderà con le sue stesse mani-.

Kai si voltò verso il cinese e scosse la testa.

-Io non ti capisco, tu vuoi lei, lei vuole te- unì le mani in un gesto plateale -fregatevene-.

Rei sorrise al pensiero di poter trattare Mao come la sua ragazza senza dare peso a quello che gli altri, e per altri intendeva Lai, potevano pensare. Ma quella fantasia tanto dolce durò poco, perchè Rai si trovò a scuotere con foga la testa.

-No no no, se io non penso alla reazione di Lai e faccio tutto..quello che vorrei fare con la sorella, lui mi aprirà a due, capisci? Per quanto mi piaccia Mao, ci tengo un po' alla mia vita sai-.

-E allora dimenticala- rispose il blader dagli occhi cremisi aggiustandosi i capelli davanti allo specchio e dando le spalle al suo amico.

-Cosa?- Rai si avvicinò, preso da un'improvvisa tachicardia.

Dimenticarla? Non se ne parlava. Eppure Kai non sembrava stesse scherzando.

-Dimenticarla..?-

-Se tu hai paura di quello che suo fratello potrebbe fare, dimenticala e cercatene una senza un familiare ossessivo compulsivo- continuò l'argenteo tranquillo, fingendo di non notare l'improvvisa faccia che aveva fatto il padrone della Tigre Bianca.

-Io non ho paura- Rei si raddrizzò alzando lo sguardo, illuminato adesso da una scintilla di fierezza.

-Allora- Kai si voltò sollevando un angolo delle labbra in un sorriso complice -Prenditela. Senza ma, senza però, senza se, l'importante siete tu e lei e tu e lei non potete rincorrervi per tutta la vita senza mai prendervi. La vuoi davvero? Di dimenticarla non ne vuoi sapere? Lotta, lotta per lei, lotta anche contro suo fratello e il tuo più vecchio amico per stare con lei, se è questo che vuoi, lotta per averla, combatti e se alla fine non c'è la farai, non dovrà essere perchè non ci hai provato-.

Rei guardò gli occhi di Kai, sprofondò nelle sue iridi rosso vivo e vi trovò solo sicurezza, determinazione e decisione, la triade che avrebbe dovuto avere lui, e invece animavano vivide e splendenti gli occhi suoi.

Annuì con convinzione e strinse un pugno.

-Lotterò-.

 

*

 

Hilary..Hilary..Hilary..

Quel nome gli rimbombò nella mente, gli si insinuò nella pelle, dentro..molto più giù, nelle profondità del..

Ma qualcosa lo fermò, interrompendo i suoi pensieri, o forse i suoi sogni?

Non riusciva a capirlo. Sentiva solo che veniva trascinato via dalle braccia di Morfeo, per piombare in un mondo fatto di suoni forti, colori sgargianti e un rumore acuto e fastidiosissimo per uno che si era appena sollevato da uno stato di coma profondo.

Takao sbattè le palpebre assonnate cercando di mettere a fuoco la figura che urlava e scuoteva le braccia davanti a lui.

Hilary?

Takao caddè dalla sedia e un pesante volume gli rovinò addosso.

Era molto più tranquilla nei suoi sogni.

-Cosa caz..- incominciò ad imprecare lui sentendo la guancia dolorante.

-Takao sbrigati, l'incontro comincerà tra poco!-

Il ragazzo alzò lo sguardo sulla ragazza dai mossi capelli castani che lo rimise in piedi.

-Hilary? Cosa ci fai qui?- chiese lui massaggiandosi la testa e guardandosi intorno.

-No, cosa ci fai tu qui- rimarcò lei. -Comunque ora non è il momento per le domande, dobbiamo andare- e Takao si sentì avvampare, sperando che le guance non lo tradissero diventando color pomodoro quando lei lo prese per mano tirandolo verso l'uscita della biblioteca.

Ma sì, ora ricordava, stava cercando una risposta in quei libri che potesse sciogliere l'intricata rete di domande che aveva in testa.

Ma ora un'altra domanda si era aggiunta alle precedenti: da quando Hilary gli faceva quell'effetto? Sentì la nuca formicolare mentre guardava le loro mani intrecciate che lei sciolse quando arrivarono sulle gradinate dello stadio. Per fortuna lo fece lei, perchè Takao non era sicuro di riuscire ad allontanare la sue dita dalle sue. Si sedettero e Takao osservò il palmo della mano, quasi si aspettasse di vedere una qualche impronta sulla pelle.

-Demetria ha già parlato- mormorò Hilary seduta tra lui e il professor K.

-Ora stiamo aspettando i nomi dei due blader- proseguì in un sussurro Kappa.

Infatti, come Takao potè ben presto notare, mormorii leggeri percorrevano le file di ragazzi e alcuni gettavano occhiate alla vetrata superiore dove si stavano consultando gli esperti.

-Se oggi non fanno il mio nome farò un omicidio- sibilò Daichi a denti stretti, stringendo i pugni.

Ma l'omicidio di Daichi dovette aspettare, perchè i nomi che pronunciò l'autoritaria e austera voce della direttrice mozzarono il respiro a molti, fecero trasalire impercettibilmente altri e qualcuno si sporse verso i compagni vicini per constatare se effettivamente avevano sentito bene.

-Prof ma ha detto..-

-Si- mormorò il professor K aprendo il computer con un piccolo tremore nella voce, ricambiando lo sguardo stupito di Hilary.

Nella mente di Takao la voce della direttrice echeggiava ancora forte e chiara, scandendo perfettamente ogni sillaba dei due nomi che aveva formulato quasi come un avvertimento.

“Kai Hiwatari contro Yuri Ivanov”.

Il blader si sporse mentre i suoi occhi blu cercarono e trovarono con poca difficoltà i due interpellati nello stadio e, proprio sotto il suo sguardo e quello di tutti gli altri presenti in quel momento, il padrone del fuoco alzò gli occhi magnetici, agguerriti e ardenti di fiamme scarlatte nel seducente e impenetrabile azzurro vivo degli occhi del re del ghiaccio.

 

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Capitolo 12
*** Fuoco contro Ghiaccio ***


Dicono alcuni che finirà nel fuoco il mondo, altri nel ghiaccio.
Del desiderio ho gustato quel poco che mi fa scegliere il fuoco.
Ma se dovesse due volte finire, so pure che cosa è odiare,
e per la distruzione posso dire che anche il ghiaccio è terribile
e può bastare.
-R. Frost-





 

I due blader si alzarono, l'uno con lo sguardo fisso sull'altro, gli occhi di uno immobili in quelli dell'altro, così diversi, così differenti, così diametralmente opposti che in quel momento brillavano della stessa luce.

A memoria d'uomo i due ragazzi che adesso si trovavano uno difronte l'altro mai avevano rifiutato una sfida, qualunque essa fosse, qualunque cosa ci fosse in palio, qualunque prezzo avrebbero dovuto pagare.

Era follia, era orgoglio, era coraggio.

Un indomabile coraggio.

Il blader del ghiaccio e il blader del fuoco si fronteggiavano senza che neanche l'ombra più misera di un'espressione colorasse e animasse il loro viso, eppure nessuno dei due aveva intenzione di abbassare o distogliere lo sguardo dall'altro.

-Le regole- riprese la voce della direttrice senza troppi preamboli. -L'incontro termina solo quando uno dei due beyblade viene distrutto-.

L'intero stadio alzò lo sguardo verso di lei, e Demetria si affrettò ad aggiungere con la sua voce dura e incolore -Non temete per i vostri bey, siamo in grado di restituirveli esattamente come prima, se non in condizioni megliori, quindi date fondo ad ogni vostra forza e lasciatevi andare, c'è un match di gara, nessun'altra regola tranne quella citata prima vige per questo scontro. Il campo è questo- le grate ad incastro d'acciaio si mossero rivelando il terreno di gioco.

-Come potete vedere è un campo da gioco normale, non ci sono insidie o ostacoli. Domande?- aspettò che uno dei due blader presentò qualche dubbio o perplessità, ma Yuri si limitò a sorridere appena capendo che poteva usare qualsiasi attacco di qualunque forza distruttiva, perchè vigeva la regola del “Niente regole”; Kai dal canto suo attaccò la sua personale arma blu e rossa al lanciatore e osservò Yuri, visibilmente soddisfatto nel vedere il suo stato d'animo specchiarsi in quello dell'avversario dai capelli scarlatti.

-Te la godi eh?-

-Moltissimo-

Yuri sorrise e ben presto il suo sorriso divenne un ghigno pericoloso.

Kai si sfilò la felpa nera che indossava rimanendo con una maglia a mezze maniche rossa.

-Meglio toglierla, farà caldo, non credi?- disse provocante il giapponese.

-Meglio rimetterla, tra poco per del calore implorerai- sibilò il russo senza la minima ironia nella voce mentre si metteva in posizione.

Kai sapeva che era vero, che quando la sfida sarebbe iniziata si sarebbe dimenticato l'aria calda e soleggiata dei Caraibi, ma sapeva anche che il suo fuoco era forte, era ardente, era potere puro.

-In posizione- intervenne la voce di Demetria, che li scrutava con gli altri esperti dall'alto.

Anche il Professore si trovava dietro la vetrata insieme agli studiosi adesso, e lanciava occhiate nervose a Takao.

E il giapponese dagli occhi blu sapeva perchè.

Il “senza regole” era la causa degli sguardi apprensivi di Hilary, della fibrillazione di Daichi, dei sensi di diniego di Rei e dei bisbigli ansiosi di Max.

Gli avversari che stavano per lanciare non erano blader qualunque, erano I blader.

Per un motivo o per un altro avevano dedicato la vita a questo, si erano allenati duramente per anni sopportando dolore, sacrificio, solitudine e solo Dio sa cos'altro.

Riuscivano ad usare il beyblade come un'arma se volevano, non meno letale di pistole e pugnali, riuscivano a controllarli perfettamente, a padroneggiare le loro forze per sottomettere le tue, e la cosa più sconcertante era che per fermarli dovevi ucciderli, altrimenti non si arrendevano, subivano qualsiasi tipo di attacco, subivano ogni tipo di colpo e quando entravano in gioco erano indomabili.

Nei loro occhi potevi scorgere una luce quasi perversa, ma a modo suo imbattibile.

Ed era la luce che in quel momento Takao vedeva negli occhi dei due rivali.

Non si sarebbero fermati fino a quando un beyblade non fosse stato distrutto completamente, in qualunque modo, con qualunque mezzo.

Gli esperti dovevano averlo fatto apposta.

Takao osservò il Professore.

Armeggiava con i computer con una velocità febbrile e parlava con gli uomini seduti accanto a lui muovendo velocemente le labbra.

-Tre- iniziò a contare Demetria parlando nel microfono. -Due, uno, pronti..LANCIO!-

Due sibili taglienti fendettero l'aria e il beyblade d'argento e il beyblade cobalto vennero scagliati ad alta velocità nel campo da gioco.

Tutti i presenti guardavano il beyblade blu con stupore.

Per la prima volta, Dranzer non attaccava.

I due beyblade si fronteggiavano ruotando in circolo, ma attenti a rimanere ben distanti l'uno dall'altro.

-La strategia vincente di Kai è sempre stata quella di attaccare in modo violento e senza sosta appena il bey avversario sfiorava il campo..- mormorò Max sporgendosi per vedere meglio.

Ma era proprio vero, Dranzer non stava attaccando, e sembrava non avere intenzione di aprire le danze.

-Dranzer può attaccare con devastante efficacia chiunque, ma non Wolborg, perchè è un beyblade troppo ben equilibrato, con una difesa notevole, una resistenza anche maggiore e un meccanismo motore perfetto per distruggere l'avversario con le sue stesse mani- rispose prontamente Rei, aspettandosi che qualcuno facesse quell'osservazione.

I due beyblade ruotavano studiandosi a vicenda, come due predatori si osservano prima di azzannarsi.

Kai non distoglieva lo sguardo rosso fuoco dal viso candido dell'avversario. Nei suoi occhi azzurri poteva scorgere la fermezza, la forza, la tenacia. I muscoli del lupo erano rilassati, ma i suoi occhi erano pungenti.

-Non mi attacchi?- lo stuzzicò il russo palesemente consapevole della difficoltà che Kai riscontrava con lui non potendolo attaccare selvaggiamente come avrebbe fatto con qualunque altro avversario.

Kai accennò un sorriso, mentre gli occhi rossi minacciavano di diventare incandescenti. -Lascio che sia tu ad iniziare ciò che io finirò-.

Yuri inclinò appena la testa di lato, all'apparenza soppesando le parole di chi aveva difronte, ma in realtà sapeva già cosa rispondere.

Abbassò lo sguardo verso terra e un sorriso lieve gli increspò le labbra. Non era un sorriso finto, pericoloso o provocante.

Non era il ringhio di un lupo o il gelo del ghiaccio.

Era un sorriso di vetro, perchè trasparente, cristallino, puro, ma fragile su labbra che non sorridevano per molto tempo, su labbra che non sorridono mai se non per incutere timore.

A Takao quel sorriso ricordò la neve, bianca e immacolata, che scendeva soffice e silenziosa dal cielo plumbeo, e per un attimo era capace di sconfiggere il sole, per un attimo era più forte di ogni cosa e copriva tutto sotto il suo manto bianco.

Ma l'attimo dopo era sciolta dai raggi di luce che da cristallo etereo la trasformavano in semplice acqua.

Kai rimase impassibile davanti a quell'espressione sconosciuta sul viso del re del ghiaccio.

Sapeva che Yuri conosceva il significato delle parole, sapeva che riusciva ad ingannare e incantare con esse, ma mai menzogna o falsità era uscità dalla sua bocca.

Yuri diceva la verità, sempre, su se stesso e sugli altri.

Non aveva mai mentito, non aveva mai proferito parola senza essere sicuro di ciò che significava.

-La tua forza è ammirevole- Yuri alzó su di lui gli occhi turchesi, due immense distese di ghiaccio lucenti.

-Ma, nel bene o nel male, io ho l'ultima parola, sempre-.

Kai sorrise a sua volta, ma sapeva che era vero, che Yuri fosse stato sconfitto o no.

Ma a Kai piaceva vincere, e anche se non poteva attaccarlo frontalmente, sarebbe stato pronto.

-Pronto?- Yuri si piegó in posizione di combattimento. Avrebbe sentito i colpi di Kai anche se non potevano andare a fondo con Wolborg.

-Hai dubbi?-

Il giapponese si leccó le labbra piene e sorrise in una chiara provocazione.

-Ci siamo- mormoró il professor K ticchettando velocemente sulla tastiera di un computer.

Michelle trattenne il respiro, Lai qualche fila più sopra incroció le braccia con aria di sufficienza.

-Quanto ci mettono ad iniziare?-

Boris, accanto a lui, sorrise guardando il suo ex-capitano e più vecchio amico.

-Sono due predatori- rispose con una nota di qualcosa che Lai non capì nella voce -e la vittoria è la preda. E nessuno dei due ha intenzione di rinunciarci-.

Lai si voltó verso di lui, pronto a riabbattere, ma gli occhi verde menta del blader russo non lasciavano spazio ad altre parole.

-Se lo dici tu- si limitò a mormorare Lai.

Mao lanciava occhiate a intermittenza a Rei, seduto più distante da lei.

Non sapeva se seguire l'incontro o contemplare il blader cinese.

-Ghiaccio.-

Tutti gli occhi si puntarono su Yuri nello stesso istante, perplessi e confusi.

Takao si irrigidì appena, si sarebbe aspettato un “Attacca” o un “Schiva l'attacco”, non quella semplice parola, pronunciata dal russo come un ordine tranquillo.

Ma pochi secondi dopo l'aria iniziò a diventare fredda.

L'aria afosa dei Caraibi venne spazzata via da un gelo incombente e assoluto che attanagliava ogni cosa.

Le dita si intorpidivano e l'aria si condensava in nuvole bianche.

Kai affilò lo sguardo cercando di non far trapelare alcun segno di debolezza. Il freddo gli entrava nella pelle e nelle ossa, ma si trovò a sorridere, sinceramente colpito di avere davanti un avversario in grado di far ghiacciare l'aria.

-Però..- brividi di freddo gli percorsero la schiena. -Niente male..-.

Intanto Wolborg aveva approfittato del momento per sferrare attacchi calcolati a Dranzer.

-Dranzer resisti, é un ordine- sibiló il blader dagli occhi cremisi tentando di ignorare il freddo pungente che si era insinuato sotto i suoi vestiti.

I due bayblade combattevano, ma Kai non poteva attaccarlo apertamente e in più quel gelo non migliorava la sua situazione.

Yuri invece si abbassò la cerniera della felpa, in barba ai ragazzi sugli spalti che si stringevano l'uno contro l'altro, tossivano e tremavano.

-Wolborg continua ad attaccare- Yuri sorrise affabile, una nota sinistra nella voce. -Non dargli tregua-.

E Wolborg spinse Dranzer al muro.

Kai tossì. Faceva troppo freddo. La temperatura continuava ad abbassarsi.

I Caraibi erano un ricordo lontano, sembrava che la Russia più gelida si fosse materializzata improvvisamente in quello stadio.

"Cazzo, se Yuri continua così ghiaccerà il meccanismo motore di Dranzer" pensó il blader del fuoco ringhiando più a se stesso per non poterlo attaccare come sapeva fare lui e dover subire quel freddo anormale e quei colpi ben assestati.

Wolborg non aveva la potenza distruttiva di Dranzer, ma tutti i suoi attacchi andavano a segno nei punti più critici, e questo era dovuto al fatto che Yuri sapeva combattere.

Nel corpo a corpo era una macchina per uccidere, e ora osservando Wolborg lo si vedeva, i suoi attacchi scattanti, abili, non intensi ma affondati nei punti giusti con precisione millimetrica lo rendevano un beyblade letale, ricordava un pugnale la cui lama penetra repentina e silenziosa nella pelle e nel sangue.

Persino Dranzer era messo in difficoltà da quelle frecciate d'argento.

Ma mai sottovalutare il fuoco che spesso dorme sotto le cenere

Kai sapeva che l'unico modo per poter fare un attacco degno del suo nome era lasciare che Yuri attaccasse per primo.

Solo allora Wolborg gli avrebbe concesso due secondi, perchè la violenza del suo attacco si sarebbe riversata anche su di lui.

Il punto era: il suo fuoco avrebbe resistito contro il ghiaccio di Yuri?

Avrebbe subito l'attacco avversario trovando subito dopo la forza per sferrarne un altro di potenza ancora maggiore?

Era da pazzi e non c'era nessuna certezza, ma se c'era qualcuno che poteva farcela era proprio e forse solo lui, Kai Hiwatari.

Avrebbe resistito e avrebbe vinto, costi quel che costi, avrebbe penetrato il ghiaccio di Yuri Ivanov, volente o nolente.

Il blader dagli occhi di perla azzurra sembrava avergli letto nel pensiero.

Kai si accorse che il rivale aveva capito cosa aveva intenzione di fare e glielo avrebbe lasciato fare.

Da quel momento in poi tutto sarebbe stato affidato alla forza e alla resistenza.

Il ghiaccio avrebbe cercato di spegnere il fuoco e il fuoco avrebbe cercato di rompere il ghiaccio.

Nessuna strategia, nessun piano, nessuna tattica, solo guerra aperta.

Kai chiuse gli occhi e si concentró sul rumore del beyblade di Yuri, poi sul suo mentre ruotava.

Il sibilo che emanava il bey del ghiaccio era sottile e acuto, quello di fuoco invece produceva un rumore tagliente e penetrante.

Kai rilassò i muscoli e sorrise lentamente, per poi aprire gli occhi che ardenti sembravano brillare di fuoco puro.

-Diamo alle fiamme il mondo, Dranzer-

Il beyblade cobalto e porpora schivó prontamente l'attacco di quello d'argento e inizió a colpire ferocemente ogni parte accessibile di Walborg.

-Sta..fumando..!-

Gridó qualcuno.

Rei si sporse in avanti mentre il clangore dei due bey faceva da sottofondo.

Era vero.

Dranzer si era fermato al centro del campo ed emanava sottili spirali di fumo e brillanti lingue di fuoco.

-Il movimento rotatorio aumenta- comunicó un esperto guardando il monitor di un computer ultra sottile.

Il professor K sembrava un fumetto: imperlato di sudore, gli occhiali storti e un'espressione febbricitante, passava da un computer all'altro gridando numeri e lettere.

-Adrenalina del soggetto H in constante aumento 1200..1300..1400.. -

Walborg girava a velocità folle intorno a Dranzer in un cerchio perfetto ma tenendosi a debita distanza.

-Ritmi celebrali soggetto I in alfa 400..500..-

-Tensione muscolare p500..-

Grafici brillavano sugli schermi dei computer e ogni telecamera e sensore trasmetteva le immagini e i dati di ogni caratteristica dei beyblade e di ogni cambiamento nello stato psicofisico dei blader, da ogni angolatura e sotto tutti i punti di vista.

-Rotazione in aumento..-

-Velocità in aumento..-

-Valori oculari in attivo..-

-Riflessi in attivo..-

La temperatura saliva e scendeva vertiginosamente, altalenava senza sosta mentre fuoco e ghiaccio davano battaglia.

Una sottile patina di neve ghiacciata iniziava a ricoprire lo stadio.

Takao si trovò a strofinarsi le mani per riscaldarle mentre dall'altro lato degli spalti Lai, Rick, Micheal, Raul e Matilda si sventolavano con la mano, segno che nessun elemento stava prevalendo sull'altro.

Dranzer aveva creato una specie di campo di energia di calore intorno a se, dove la neve ghiacciata di Yuri non era abbastanza forte da attraversare, e palesemente Kai non stava sentendo più il gelo.

Ma Yuri non sembrava preoccuparsi del campo di forza che il beyblade aveva creato intorno a se, infatti sorrise pungente e alzò le braccia con un movimento elegante, formando un arco immaginario a mezz'aria.

All'istante Wolborg si avvicinò al suo padrone, fermandosi davanti ad egli nel campo da gioco.

Il corpo flessuoso e aggraziato del blader stava teso e in tensione, come se stesse davvero incoccando una freccia in un arco.

Takao aggrottò le sopracciglia e guardò Daichi seduto accanto a lui.

Il suo amico dagli occhi smeraldini era praticamente saltato sul suo posto, e ora stava in piedi a gridare parole di incoraggiamento a destra e a manca, senza tifare per nessuno dei due.

Notò che anche tutti gli altri erano sorpresi dal gesto di Yuri e nessuno aveva compreso cosa stava succedendo.

Persino Kai per un attimo non riuscì a nascondere il suo stupore, e guardava Yuri che sorrideva sprezzante.

Nonostante i loro visi attoniti, solo due persone sembravano aver capito cosa volesse fare il blader, e pochi istanti dopo i loro pensieri vennero confermati.

Yuri scattò con il braccio destro come se avesse scoccato una freccia.

Kai rimase immobile per un secondo, forse poco di più..Non lo seppe mai di preciso. Di quel momento si ricordò solo che quei brevi, brevissimi attimi sembrarono passare a rallentatore, come se il tempo minacciasse di fermarsi.

E quella sensazione non era dovuto a ciò che aveva fatto Yuri, ma della percezione che lui ebbe dell'attacco del ghiaccio.

Avvertì come se davvero qualcosa di stesse muovendo nell'aria, come se Yuri avesse condensato l'aria e l'avesse tirata contro Dranzer.

Ma Kai avvertì una voce dentro di se, una voce che gli fece notare che Yuri era ghiaccio, non aria.

Yuri non aveva scagliato aria.

Aveva scagliato ghiaccio.

Dopo quella considerazione, che doveva essere avvenuta in una frazione di tempo più breve del secondo, Kai si ricordò solo di essersi buttato di lato, proprio quando qualcosa colpì il suo muro di fuoco, penetrandolo con violenza. Un “ooh” dalle tribune gli fece capire che quello che credeva era vero.

Una freccia di ghiaccio aveva varcato le sue difese e aveva colpito con forza aggressiva Dranzer, che era stato lanciato molto indietro.

-Ma Walborg..- mormorò il nippo-russo, scandagliando velocemente il campo da gioco.

Del beyblade di Yuri neanche l'ombra.

-Ma come, non lo vedi?-

L'indice candido e affusolato di Yuri indicò la freccia di ghiaccio puro che si era schiantata contro la sua barriera di calore.

Kai seguì con gli occhi fiammeggianti la direzione che gli indicava per vedere l'impensabile.

Sul ghiaccio comparvero delle crepe pervase da un bagliore argenteo che divennero sempre più numerose fino a causarne la rottura.

Sotto quello strato di ghiaccio più resistente dell'acciaio apparve Wolborg, che per un istante si era trasformato in una vera e propria freccia.

-Ci sa fare davvero..- mormorò Rick fissando il beyblade d'argento con la bocca semi aperta mentre tirava pacche sulla schiena di Raul, che sembrava soffrisse molto sotto le grosse mani dell'americano.

-DRANZER!-

L'urlo di Kai sembró incendiare il beyblade, che divenne rovente.

Dove passava le fiamme si alzavano rosse e splendenti. Voleva circondare Wolborg tra il suo fuoco, ma Yuri lo capì e contrattaccò per non rimanere intrappolato nel suo cerchio infuocato.

Ma Dranzer era energia pura e spingeva Wolborg contro ogni estremità del campo.

Niente riusciva a fermare la sua corsa.

Il fuoco era così.

Imprevedibile.

-Livello critico superato..-

Il professor K saltó in piedi.

-Picchi di 40º, 2º, 35º..-

La temperatura si alzava e si abbassava senza sosta, andando da un eccesso ad un altro, mentre ghiaccio e fuoco si facevano guerra.

Ad un tratto, nel giro di un istante, accadde l'impensabile.

Due luci più abbaglianti del sole si sprigionarono dai beyblade e si lanciarono verso l'alto.

Era impossibile guardarle direttamente, era come guardare il sole.

Le luci si trasformarono in forme distinte che andarono accanto ai blader, incapaci di capire cosa stesse succedendo.

-Ma sono..-

Takao non fece in tempo a terminare la frase che le luci scoppiarono in ghiaccio purissimo di un azzurro cristallino e in fuoco ardente del rosso piú vivo, creando un'esplosione che lanciò schegge di ghiaccio dovunque alla velocità di proiettili e lamine di fuoco che annerirono muri e vestiti.

Takao si era piegato all'istante coprendosi la testa con le mani per evitare di essere colpito da quelle punte di ghiaccio e cercando di non respirare il fumo nero, mentre Daichi gli era saltato addosso nell'impeto degli eventi.

I computer sembravano andati in tilt e le telecamere di precisione e percezione nel terreno di gioco erano distrutte, come anche gran parte del campo.

Quando il fumo si dissolse, scuro come cenere e denso come nebbia, tutti poterono constatare che i beyblade continuavano imperterriti a girare pronti a ricominciare a combattere, e anche Kai e Yuri lo sarebbero stati, se non fosse stato per la lesione rossa sulla coscia sinistra del russo e per il profondo taglio sul braccio destro di Kai.

Uno non poteva stare dritto in piedi, l'altro non poteva usare il braccio.

Eppure, nonostante un dolore lancinante attraversava la loro pelle e forse era più grave di quanto dessero a vedere, nessuno dei due aveva dimostrato cedimento o rinuncia, come dimostravano anche Dranzer e Wolborg, agguerriti più che mai sul campo di gioco.

Fu in quel momento che Salima si alzò di scatto dal suo posto e uscì velocemente dall'uscita di emergenza dello stadio, con la faccia di chi aveva appena scoperto la cosa più bella e terrificante di tutti i tempi.

Fu in quel momento che il professor K capì.

Afferrò il microfono aggrappandocisi con entrambe le mani -SOSPENDETE L'INCONTRO!-

Kai alzò lo sguardo e gli riservò un'occhiata agghiacciante.

-Non ho intenzione di finirla così-.

-Assolutamente no- rinfrancò Yuri.

Non furono le ferite a fermarli e neanche la voce ansante e affannata del Professore, ma il tono imperioso della direttrice, che sembrava avesse ripreso il controllo di se dopo quanto aveva visto.

-E invece è così che finisce, non voglio sentire ragioni. O vi devo far portare via con la forza? Posso farlo e se non sospendete l'incontro all'istante lo farò. Qualcuno li accompagni in infermeria, voi -ordinò rivolta agli esperti intorno a se- con me-.

 

*

Pov. Salima

Ero uscita poco prima dallo stadio, senza premurarmi di adottare un'andatura normale quando ero scattata dal mio posto ed avevo corso a rotta di collo verso l'uscita. Le mie gambe si muovevano da sole, veloci e leggere, ma dentro di me avevo una sensazione forte e pesante.

Quello che avevo appena visto era..era.. Non sapevo neanche io come definirlo, ma era qualcosa di eccezionale, qualcosa di unico.

Dovevo dirglielo.

Dovevo dirglielo subito.

Avevo il fiatone mentre percorsi il grande giardino intorno la struttura senza rallentare un attimo.

Non avevo più aria quando salì la scalinata dell'ingresso due gradini alla volta e dovetti piegarmi mentre aspettavo l'ascensore.

Nonostante il mio corpo si rifiutava di fare un altro passo, se quel maledetto ascensore non sarebbe arrivato tra due secondi sarei arrivata al sesto piano dell'ala femminile usando le scale.

Per fortuna il pronto arrivo della macchina mi impedì di fare quella faticata.

Entrai e le porte scorrevoli si chiusero dietro di me.

Premetti forse otto volte il pulsante 6 e mi accorsi di non avere ancora abbastanza aria dentro il corpo.

Ero troppo agitata, troppo ansiosa, il mio petto si alzava e si abbassava senza sosta.

Volai fuori appena le porte si aprirono e mi diressi senza tentennamenti davanti la porta della mia stanza.

Aprì la bocca per parlare e sbloccare la porta, quando qualcosa si poggiò sulla mia spalla e io per poco non urlai.

Mi voltai di scatto sbattendo al muro, ma era soltanto Moses.

Quel bestione alto e con dei muscoli da fare invidia a qualunque lottatore di wrestling mi stava davanti guardandomi in un modo che avrei definito..strano.

-Moses..- dissi a mezza voce.

-Salima- rispose lui con tono di voce duro e inespressivo -Io so che tu sai-.

A quelle parole tentai in ogni modo di non sembrare agitata come poco prima non mi importava di dare a vedere, e presi un profondo respiro per calmarmi e mandare più aria possibile ai polmoni.

-Io so..cosa?- mi finsi confusa.

Non so se lo ero davvero, dato che non sapevo se quello che sapeva lui era davvero ciò che sapevo io, ma non rischiare era meglio.

Moises fece un passo verso di me e riprese a parlare.

-Io so che tu sai, ma tu non sai cosa io so-.

Sbattei le palpebre, mi sembrava di essere nel settimo libro di Harry Potter, quando il fantasma della figlia di Corvonero disse quell'indovinello al mago per fargli capire dove fosse la Stanza delle Necessità.

Ma Moses continuò con un tono di voce ancora più profondo.

-Ci sono segreti che devono rimanere segreti, supposizioni che hanno l'obbligo di rimanere supposizioni e ipotesi che farebbero meglio a rimanere solo ipotesi- si avvicinò e io mi sentì persa. Stava parlando esattamente dello stesso argomento per cui io era tanto agitata. -Ci sono..capacità..che è meglio lasciare stare, sono troppo distruttive, troppo..pericolose- e mi afferrò per le spalle.

Io fui incapace di muovermi, ma lui non sembrava volermi fare del male, anzi, il suo sguardo era grave e la sua voce quasi rotta dall'emozione.

-Persone potrebbero farsi male..molto male..per questo, persone innocenti..-

Io lo fissai negli occhi scuri lucidi di qualcosa che sembrava rabbia, tristezza e fermezza.

Allungai un braccio pervaso da un lieve tremore e spinsi la porta, che con le mie poche parole di prima si era sbloccata.

-Scusa Moses..- mi sciolsi dalla sua presa decisa ma facile da allentare ed entrai nella mia stanza indietreggiando. Appena fui oltre la soglia chiusi la porta, poggiandomici contro. Ripresi il controllo del mio respiro e presi il cellulare.

-Male o non male, io devo farlo. Potrebbe essere la rovina, ma anche la salvezza- sussurrai a me stessa mentre mi portavo il telefono all'orecchio.

Dopo due squilli mi giunse la voce di Kein che scandiva velocemente le parole, come se non avesse molto tempo.

-Ti avevo detto di chiamarmi solo in caso che..- Kein si fermò per un breve istante. Già, sarebbe stato un colpo anche per lui, soprattutto per lui.

-L'hai trovato.. C'è l'hanno..-

-Si Kein..- mormorai avvicinandomi alla finestra e scrutando le tenebre che erano scese oscure e implacabili su ogni cosa.

-Esiste, esiste davvero-.

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Capitolo 13
*** Ice, fire and something more ***


 

"La lontananza fa all'amore quello che il vento fa al fuoco: spegne il piccolo, scatena il grande".




























-So quello che ho visto- ribbattè Takao il giorno dopo sul campo da tennis della RMBB, con una racchetta in mano che usava per enfatizzare quello che diceva sull'incontro del giorno prima fra Kai e Yuri e non colpire le palline che Lai e Micheal lanciavano a lui e a Hilary.

Dopo l'ennesima distrazione Hilary gli urló contro -Takao prendi le palle!-

Micheal e Lai scoppiarono a ridere e Daichi che stava passando di li proprio in quel momento si buttó a terra dalle risate.

-Non intendevo quello.. Oh finitela!-

Protestò la ragazza.

Takao cercó di frenare la risata per formulare una risposta decente, ma per sua sfortuna si avvicinó Boris.

-Dove sono le palle?-

Il risultato fu che Takao ricominció a ridere ancora più forte di prima e che Boris guardava perplesso gli altri.

-Perchè stiamo ridendo?-

-Perchè Takao è un cretino- sbuffó Hilary per poi tentare di prenderlo con la racchetta.

-Sei senza speranza Takao- Micheal sorrise e si avvicinó alla rete che separava il campo. Si rivolse a Boris.

-Yuri e Kai come stanno?-

Boris sorrise scuotendo la testa.

-Si sono ammazzati a vicenda. In poche parole Yuri zoppica e Kai non puó lanciare-.

Micheal fischió e diede una gomitata leggera a Lai, che sembrava profondamente infastidito da questo modo di comunicare.

Il suo modo di aver sempre vissuto, nella semplicità e nella modestia della natura era diversa dalla cultura sfarzosa e brillante degli americani. Il loro vestirsi con qualunque cosa fosse di moda e di fare gesti eclatanti e parlare risparmiando sulle parole era ben lungi dalla sua comprensione.

Boris e Takao si accorsero dalla faccia di Lai e si morsero le labbra per non ridergli in faccia.

-Comunque, tornando al discorso di prima, io ho davvero visto le luci prendere la forma di un'aquila scarlatta e e di un lupo candido- Takao li guardó tutti sfidandoli a sostenere il contrario.

-Anche io sono d'accordo!- si intromise Daichi spingendo Boris e Hilary per farsi spazio.

-Non ci interessa- lo stuzzicó il russo.

Quello alzó i pugni in aria e inizió a prenderlo a cazzotti, per quanto poteva riuscirci con uno come Boris.

-Anche io..li ho visti..- bofonchió Boris mentre Daichi faceva le capriole sopra di lui.

-Che cos'erano?- chiese Hilary aspettandosi una spiegazione nello stile del professor K.

Dopotutto lei aveva scoperto il beyblade dopo tutte le persone che erano in quella struttura tanto ambita, e non si meravigliava ormai più di tanto se non era a conoscenza di molte cose su questo argomento, anche se la cosa la seccava e parecchio.

Eppure quella volta nessuno sembrava saperne più di lei.

Ne il campione americano ne quello cinese ne il russo, ne tantomeno il tre volte campione mondiale o il suo compagno di squadra.

C'era davvero qualcosa che ancora non conoscevano e che stava facendo tanto incuriosire perchè nessuno l'aveva mai vista prima?

-Voi non..sapete cos'è?-

Hilary li guardó tutti, uno a uno, e uno a uno scuotevano la testa.

Che cosa stava succedendo?

 

*

 

Le dita si muovevano veloci sulla tastiera del computer bianco, gli occhi cremisi scorrevano le parole sul monitor, ma la mente era da un'altra parte.

Rifletteva e rifletteva su cosa potesse essere accaduto durante quell'incontro, iniziato come poteva iniziare fra due combattenti di alto livello, e finito in parità perchè la loro forza rischiava di distruggere l'intero stadio.

Quando quella luce era uscita dal suo beyblade per andare a fermarsi accanto a lui, e lui era sicuro si trattasse di un'aquila, la sua aquila. Inconfondibile.

Avrebbe riconosciuto la sua fiamma splendente tra mille, non poteva sbagliarsi.

L'Aquila Rossa era sempre stata la compagna più fidata del blader, la sua luce era riuscita sempre ad illuminare qualsiasi tunnel, anche quelli che sembravano senza uscita.

E lui aveva imparato a conoscere quell'energia che sapeva sprigionare solo lei, quella scintilla che era pronta a diventare un fuoco.

Il suo fuoco.

Il fuoco di Kai Hiwatari.

Il nippo-russo infilò una mano nella tasca dei jeans e strinse tra le dita la sua passione, la sua arma, la sua anima: Dranzer.

Prima di avere un amico, un compagno, una squadra lui aveva Dranzer, e gli era sempre bastato, e continuava a bastargli.

Neanche il più inarrestabile e imbattibile beyblade o bit power del mondo valeva quanto il suo Dranzer o la sua Aquila, e questo lo aveva imparato a sue spese.

Un tempo non l'avrebbe pensata così, ma si sbagliava.

Il fuoco che ardeva nel suo beyblade era in grado di incendiare la pioggia.

Eppure il giorno prima, durante la sfida con Yuri, era successo qualcosa di ancora più strabiliante.

Non si parlava solo di luci, di bit power, di fuoco e di ghiaccio, c'era stato qualcosa, se un aumento della potenza o un cambiamento drastico nell'intensità degli attacchi, non sapeva dirlo.

Quello che sapeva, era che per un momento, un bellissimo incisivo assoluto momento, si era sentito davvero il padrone del fuoco, al di fuori del beyblade.

Si era sentito come se le fiamme ubbidissero ai suoi ordini, come se il fuoco aspettasse una sua parola per bruciare o spegnersi, attaccare o ritirarsi.

Una forza sconosciuta di un'intensità sconvolgente si era insinuata in lui, crescendo mano a mano che le sue emozioni crescevano.

Poi quella ferita al braccio..non poteva essere stata fatta da un attacco conosciuto, da un'energia già provata.

Era un taglio netto, perfetto come se fosse stato dipinto sulla pelle e preciso come se fosse stato inciso nella totale immobilità.

E quello era la dimostrazione che anche Yuri aveva sperimentato qualcosa di diverso durante il loro incontro, questo era la prova che il suo agguerrito e doveva dirlo, splendido attacco, non era stato programmato, non era stato mai provato.

Ecco spiegato il perchè aveva lasciato tutti a bocca aperta, ecco perchè Kai si era lasciato sorprendere.

Perchè prima di tutti Yuri si era sorpreso, ma aveva riconosciuto in quella forza la sua forza e aveva capito come usarla.

In quel campo da gioco sembrava che il ghiaccio e il fuoco si fossero animati di vita propria, e seguissero gli ordini di un leader..

Kai sfilò il suo beyblade dalla tasca e lo sfiorò con lo sguardo, di fuoco anch'esso.

Se Yuri aveva visto negli occhi di Kai quello che Kai aveva visto in quelli di Yuri.. Entrambi sapevano che in quel momento, fuoco e ghiaccio non avevano combattuto con loro, ma per loro.

 

*

 

L'oscurità avvolgeva lentamente ma con perenne costanza il mondo che, silenzioso e immobile nella penombra che precedeva la sera, si illuminava di luci di stelle e bagliori argentati.

Il professore era sommerso da carte e appunti sparpagliati sulla scrivania.

I computer erano accesi su pagine e siti diversi e una testa rosso rame acacanto a lui aveva affondato la faccia in fogli scritti a mano.

-Sappiamo cosa è successo, ma non sappiamo il perchè- marcò Salima poggiando le carte sul tavolo.

-Lo sapremo- sentenzió il professor K aprendo un libro ingiallito.

-Non abbiamo fonti tranne le scoperte che ci ha mandato Kein- continuo Salima.

-Che sono troppo esigue- concluse il Professore.

E per minuti interi non parlarono, intenti com'erano a scoprire qualcosa in più, qualcosa che gli dicesse perchè in giro tutto e tutti sembravano voler nascondere quelle cose.

Fu il professor K che per primo interruppe il silenzio tra lo sfrusciare di fogli e la lieve consistenza dei respiri.

-Stavo lavorando a degli esperimenti prima dell'incontro..-

-Ah si? Su cosa?- chiese distrattamente Salima, seguendo il filo dei suoi pensieri senza soffermarsi più di quanto lo riteneva necessario sulle parole del Professore.

-Sul..tramutare i bit power in forme più consistenti..materiali..in modo da poter resistere anche lontano dal beyblade che li racchiudono..-

La ragazza lo guardò facendo un lieve cenno di ammirazione con la testa, ma era evidente che non aveva capito, perchè la notizia avrebbe suscitato in lei una ben diversa reazione.

-Salima, ho tentato di portare i bit power in uno stato di materia psico-fisico..-

-Hai..wow..bello- mormorò la blader, per poi aggiungere -E cosa avresti fatto di preciso?-

Il professor K sbuffò frustrato e impaziente e alzò la improvvisamente la voce.

-Ho cercato di trasformare i bit power in animali quasi veri!-

Solo un secondo dopo l'aver pronunciato l'ultima sillaba si accorse di averlo urlato. Si guardò nervosamente intorno e subito aprì la porta della stanza sua e di Daichi per assicurarsi che nessuno in corridoio avesse sentito.

-Tu COSA??- Salima si alzò a sua volta, spalancando la bocca e stringendo le mani intorno allo schienale della sedia mentre nei suoi occhi prendeva forma lo sbalordimento più assoluto.

Era questa la reazione che Kappa si aspettava.

-Ho provato a rendere i bit power più materiali..più concreti- bisbigliò avvicinandosi a lei. -Non proprio degli esseri viventi in carne ed ossa, sarebbe impossibile considerando che sono esseri di luce e di sentimenti interiori e considerando che sono formati anche da un elemento della natura, però..poter renderli più veri, mettiamola così, mantenendo comunque poteri e qualità della loro forma di luce sarebbe..strabiliante-

-Eccezionale..- gli fece eco lei ancora stranita dalle sue parole. -E ci sei riuscito? Sei riuscito a portare un bit power oltre il beyblade?- chiese con crescente agitazione.

-Quelli con cui ho provato io non erano abbastanza forti..- si sedette osservando pensieroso la scrivania ingombra di fogli di ogni dimensione.

-Però adesso potrebbe esserci qualcuno che lo è-.

Kappa alzò un foglio e lo mostrò agli occhi già sorpresi di Salima, che divennero dei fari scintillanti di emozione.

-Ora sappiamo dove cercare-.

 

*

 

Pov. Julia

Ero appena tornata dal pranzo con Michelle.

Mi aveva portata in un ristorante sul mare Caraibico, uno spettacolo, una distesa di acqua cristallina da far invidia al cielo limpido sopra di esso.

Pochi minuti fa mi aveva regalato uno smagliante sorriso prima di scendere al piano terra per raggiungere Matilda che lo aspettava in piscina.

Non sapevo se ero gelosa..Michelle era molto carino, con i suoi capelli dorati, i suoi occhi color pervinca e fiordalisio, la sua pelle chiara e l'incredibile energia che sprigionava. Riusciva a far sorridere chiunque e i suoi sentimenti si potevano leggere sul suo viso come se ci fossero scritti sopra.

Era un libro aperto, non dovevi concentrarti o guadagnaretila sua fiducia per sapere in linea di massima cosa provava o pensava in un dato momento, era una finestra aperta sul mondo.

Mentre mi dirigevo verso la stanza di mio fratello percorrendo il tragitto che mi separava dal quinto piano, mi chiedevo se sapesse mascherare le sue emozioni, se sapesse rendere il suo viso disinteressato, freddo e distaccato.

Michelle era uno che credeva nei valori e nei suoi amici e diceva quello che pensava anche se questo significava ferire una persona a lui cara. Credeva nella lealtà e nel gioco di squadra.

Per quel bel ragazzo dagli occhi cristallini la squadra era fondamentale per vincere, la collaborazione, la cooperazione e la fiducia erano alla base per raggiungere tutti i grandi obbiettivi, un po' come Takao che credeva che non ci fosse niente di più forte di più persone che guardano nella stessa direzione.

La mia squadra era sempre stata mio fratello, con lui avevo passato ogni attimo della mia vita, ogni momento, che ridessi, piangessi, cadessi o mi rialzassi, lui era li con me. Non c'era bisogno di voltare lo sguardo e accertarmi della sua presenza, avevo sempre saputo che lui c'era e ci sarebbe stato.

Persino i nostri movimenti riuscivano ad essere sincronizzati, perchè ci conoscevamo a memoria, conoscevamo abitudini, modi di fare e vizi l'uno dell'altro.

Poi due anni fa, durante il campionato mondiale, per la prima volta volle combattere da solo.

Non sapevo come reagire difronte a quella richiesta, tanto sicura, tanto determinata.

Senza di me? Impossibile.

Tutto quello che mio fratello aveva fatto nella sua vita lo aveva fatto con me a sostenerlo e a incoraggiarlo, da solo non aveva la forza d'animo e la grinta necessaria per dare il massimo.

E invece vinse l'incontro, e proprio contro Matilda, grande amica e compagna di squadra di Michelle.

Quando gli urlai dalla panchina a metà della sfida che credevo in lui, era vero per metà.

Da un lato non ero sicura che potesse farcela, non dopo il gesto che Michelle e gli altri fecero per Matilda, assemblando i pezzi dei loro bey per permetterle di giocare dopo che il suo fu distrutto dai piani folli dell'allenatore Barthez, ma dall'altro non ero sicura di volere che vincesse, che trovasse la forza necessaria che sapevo possedeva, perchè questo significava..dividersi.

Se mio fratello, insicuro e tentennante avesse vinto, avesse dato conferma di potercela fare da solo, non sarebbe più venuto da me durante la notte quando aveva paura dei lampi nel bel mezzo di un violento temporale, non mi avrebbe più confidato i suoi dubbi e le sue incertezze, non sarebbe stato più una parte di me.

Ma feci lo stesso il tifo per lui, gli dissi che poteva e doveva vincere, perchè in fondo avevo la consapevolezza che Raul sarebbe cresciuto e avrebbe preso la sua strada qualunque cosa avessi fatto, e nonostante questo, sarebbe rimasto sempre dentro di me.

Eravamo fratelli dopotutto e nonostante tutto, e questo niente e nessuno avrebbe mai potuto cambiarlo.

I pensieri scivolavano languidi e veloci nella mia mente mentre percorrevo il corridoio del quinto piano. Avevo una vaga e sfocata percezione di dove fossi, perchè quando la mia mente prendeva il sopravvento mascherava la realtà, la metteva in secondo piano.

Ero una sognatrice, anche se non lo avrei mai ammesso.

Però qualcosa mi portò alla realtà e bruscamente, con un colpo secco, preciso, netto.

La porta della stanza prima di quella di Raul si spalancò di scatto rivelando sulla soglia due occhi lucenti quando il sole e freddi più del ghiaccio.

Inconfondibili.

-Yu..Yuri!- esclamai riuscendo malamente a mascherare la sorpresa.

Conoscevo Yuri Ivanov da quasi quattro anni, o per meglio dire, quattro anni fa conobbi per la prima volta il celebre blader del ghiaccio che avrebbe sfidato uno dei più potenti uomini della russia due volte.

Non sapevo molto di lui, tranne del suo talento per il beyblade, il suo indomito coraggio e la capacità di mascherare qualunque cosa provasse o sentisse dietro quegli occhi che non solo assomigliavano incredibilmente al ghiaccio, ma in alcuni momenti sembravano di ghiaccio.

Ed era ghiaccio quello che era posato su di me adesso. Un ghiaccio che riluceva su una pelle non chiara, non pallida, ma candida in modo quasi innaturale.

Era marmo, porcellana pura la pelle di quel russo che iniziava a darmi sui nervi in quel momento, con i suoi capelli scarlatti e quello sguardo tagliente con cui mi soppesava.

-Come sta la gamba?- chiesi prontamente scostandomi i capelli in un gesto che voleva essere disinvolto, ma che di fatto, non lo era.

Ivanov aspettò qualche minuto per rispondere, come se stesse decidendo se darmi retta o no, poi finalmente mi dette una risposta.

-Meglio-.

Se lui e Kai avessero fatto una gara su quanto riuscivano ad essere sintetici non sapevo chi avrebbe vinto.

Continuava a scrutarmi con quell'espressione intimidatoria che era solita per il suo viso.

-Stavo..andando da Raul- dissi per interrompere quel silenzio in cui avevo come la percezione che quegli occhi turchesi riuscissero a leggermi nella mente.

-Non è in stanza, ha detto a Boris che usciva con Gemma- mi annunciò lui col solito tono inespressivo.

-E da quanto in qua mio fratello parla con Boris?- le parole mi sgusciarono fuori dalle labbra prima che potessi fermarle.

Yuri inarcò un sopracciglio sottile, il primo colore su quel viso fin troppo elegante.

-Perchè non dovrebbe parlare con Boris?-

Quella domanda mi spiazzò.

Mi sarei aspettata un qualunque tipo di risposta, ma non quella domanda che suonava vagamente aspra.

-Io..- provai a sembrare rilassata, ma il mio autocontrollo difronte a quegli occhi adesso duri e indagatori fece cilecca.

-Già..- iniziò la sua voce persuasiva e calcolata, mentre il suo corpo slanciato si poggiava allo stipite della porta -Perchè un ragazzo così candido e innocente che tiene in equilibrio il beyblade su un'asta in movimento dovrebbe passare anche un minuto del suo casto tempo anche solo parlare con un ragazzo che riesce a montare e rimontare una pistola in un minuto e che conosce il metodo migliore per mandarti all'ospedale con qualunque tipo di arma?-

-Non ho detto questo- sibilai fredda.

Era vero, non volevo insinuare niente, solo non capivo il perchè uno come Raul dovesse passare del tempo con uno come..

Si, ero stata cattiva, ero stata decisamente cattiva, ma non era mia intenzione, eppure Yuri e la sua abilità nel parlare avevano fatto la stessa cosa che avevo fatto io, insinuare, ma volontariamente.

Sbottai -Non ho chiesto il tuo parere su cosa fa mio fratello con il beyblade-

-Infatti non te l'ho detto- riprese lui mentre un lieve sorriso gli increspava le labbra dalla linea provocante. -Ho solo espresso un dato di fatto, e cioè che Boris e Raul non hanno assolutamente niente in comune e probabilmente non c'è l'avranno mai, ma ora sono insieme. Evidentemente non è, non siamo così male-.

Il suo tono netto ma rilassato mi fece montare una rabbia tale da potergli spaccare un labbro, se solo avessi avuto i suoi riflessi, la sua astuzia e la sua preparazione nel corpo a corpo.

Volevo dirli che non credevo che loro o lui fossero così male, ma la verità era che non lo sapevo.

Lo avevo visto lottare per ciò in cui credeva, l'avevo visto cadere e rialzarsi più forte di prima, l'avevo visto persino sorpreso a volte ma non lo conoscevo davvero, non sapevo niente di lui oltre a ciò che conoscevano tutti, non sapevo cosa si celava dietro quei magnifici e spietati occhi azzurri, non conoscevo i segni di quella pelle immacolata e non avevo provato abbastanza dolore e sofferenza nella mia vita per comprendere le cicatrici del suo animo.

La verità era che quel russo era indecifrabile, freddo e orgoglioso, mentre io ero espansiva, aperta, irrazionale e orgogliosa.

Forse solo l'orgoglio poteva accomunarci, e proprio l'orgoglio mi fece trovare la sfacciataggine di voltargli le spalle e allontanarmi a testa alta da lui.

 

*

 

-Adesso vado e glielo dico..Lai, voglio stare con Mao-.

Rei ripeteva la stessa frase da un'ora, camminando avanti e indietro nella sua stanza e provandola in mille modi diversi.

Sostituendo il nome di Mao con “Sorella”, chiamando Lai “Amico e fratello mio” e modificando il tono e il volume della voce davanti allo specchio.

Mentre si ripeteva per l'ennesima volta la porta si aprì e Max spuntò sulla soglia con un barattolo di maionese stretto fra le braccia.

-Non dirmi che lo stai facendo- l'americano chiuse la porta mentre il cinese si passava nervosamente le dita tra la sua lunga coda color ebano.

-Oggi Mao aveva una gonna violetta che..- Rei si perse nelle sue fantasticherie senza riuscire a terminare la frase, ma Max sorrise ironico e scosse la testa sedendosi davanti la finestra.

-Attento a non sbavare-

-E tu?- il blader dagli occhi di miele si voltò verso il suo amico, che intanto aveva aperto il barattolo e stava infilando un cucchiaio nella maionese.

-Io cosa?-

-Tu chi hai intenzione di portare al ballo?-

Max si fermò per un istante la sua spasmodica mangiata di maionese, riflettendo attentamente su quella domanda.

Chi aveva intenzione di portare al ballo?

Lui lo sapeva, o meglio, qualcosa nel suo cuore lo sapeva, anche se la sua mente gli ricordava sempre e in momenti meno opportuni che non era possibile, perchè lei non era li, lei era lontana da lui kilometri e kilometri e non poteva essere.

Però, lui la voleva, e se gli avessero chiesto il perchè, lui non avrebbe saputo rispondere.

Sapeva solo che quando guardava nei suoi occhi verde smeraldo si sentiva bene, in pace con il mondo, che non poteva dimenticare il tocco della sua pelle nonostante fosse passato del tempo e che non poteva dire che ogni ragazza gli facesse sentire letteralmente le farfalle nello stomaco.
I suoi occhi si persero nell'oscurità oltre la finestra, un'oscurità densa e fitta che gli trasmetteva uno strano senso di inquietudine e speranza.
Chi sa cosa stava facendo in quel momento, se anche lei lo pensava a volte.. Persino la maionese, la sua adorata maionese non poteva reggere il confronto con lei.

Era innamorato?

Si.

Poteva averla?

No.

 

*

 

Julia vide Kai e Gemma distesi sotto un albero nel giardino e si avvicinò a loro, i capelli color castagno che ondeggiavano lisci sulle sue spalle e il ciuffo bronzeo che le incorniciava il viso.

-Gemma Raul è con te?- chiese alla ragazza dagli occhi nocciola prima di constatare che suo fratello non era li intorno.

-No- rispose la ragazza mettendosi a sedere.

-Come no..Se né andato?-

-Non c'è mai stato-.

Gemma si alzò scrutandola perplessa, e Julia si toccò nervosamente i capelli. Non era uno scherzo di cattivo gusto, dalla faccia stranita della ragazza la spagnola potè capire che diceva la verità.

L'italiana si volse verso Kei, che le ascoltava senza guardarle.

-Non ha parlato con Boris?-

-Si, ma per pochi minuti, poi si è allontanato- riferì il nippo-russo degnandoli finalmente del suo sguardo rosso fuoco.

Julia si guardò intorno aggrottando le sopracciglia e irrigidendosi.

-Ma allora con chi è stato fino ad ora mio fratello?-

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Capitolo 14
*** Game On ***






























Avevamo cercato Raul per tutto il giorno. Gemma aveva giurato a Julia di non averlo visto e insieme controllarono nella piscina, nel campo da tennis, nel giardino, nelle stanze e in qualunque altra parte accessibile della struttura e dintorni.

Quando mi unì anche io alla ricerca e bussammo alla porta della stanza della stanza di Kappa e Daichi ci aprì Salima senza spalancate la porta per farci vedere la stanza. Solo dopo qualche minuti apparve anche il Professore con un'aria trafelata.

Raul non era nemmeno li, anche se il loro comportamento era alquanto strano.

Ma non potevo pensarci in quel momento, il fratello di una mia cara amica era praticamente svanito nel nulla. A cena non si vide ed era l'unico a non essere presente, tutti gli altri chiacchieravano e mangiavano tranquillamente.

Io e Mai cercavano di rassicurarla, ma anche noi ci chiedevano dove diavolo fosse finito. Alla fine fummo costrette a accettare il fatto che lo avevamo cercato da tutte le parti e non lo avevo trovato e rassicurarci del fatto che stesse bene.

In realtà avevo una strana sensazione e dormì poco e niente. Ogni volta che tentavo di addormentarmi l'immagine di Raul nelle forme più raccapriccianti mi costringevano ad alzarmi e a fare avanti e indietro dalla stanza al bagno, giusto per fare qualcosa che mi impedisse di pensare troppo.

Aida, con cui condividevo la stanza, non dormiva neanche bene, e nonostante si ostinasse a fingere disinteresse sapevo che anche lei ci pensava.

Era strano.

Sembrava quasi che fili invisibili ci stessero legando l'uno con l'altro in quella struttura, come se tutti fossimo interessati alle sorti degli altri, a ció che succedeva a persone che fino a qualche anno fa erano perfette sconosciute.

Condividevamo momenti, emozioni, risate e inquietudini, difficoltá, eppure nessuno era solo, nessuno si sentiva davvero solo.

Perchè nessuno di noi era solo. Le squadre ben definite e in competizione l'una con l'altra iniziavo a dissolversi, il concetto di squadra era più esteso, più grande, racchiudeva tutti e nessuno.

E adesso guardando Aida sdraiata sul letto accanto al mio con la sua pelle chiara e i lunghi capelli biondo platino, mi resi conto che, nonostante anche lei venisse dal monastero e nonostante Vorkov avesse cercato di trasformare e indurire il suo cuore, il fatto che non dormisse perchè era in pensiero per un ragazzo che conosceva solo grazie alla sua partecipazione a un campionato mondiale dimostrava che c'erano alcune fiamme che non potevano essere spente.

Fiamme..Fiamma..Fuoco.

Non aveva mai visto il fuoco di Kai come lo aveva visto il giorno precedente.

Non erano le solite fiamme di Kai, per quanto fossero splendenti e distruttive normalmente, quella volta erano state devastanti, e il ghiaccio di Yuri non era stato da meno.

Assoluto e letale, faceva paura.

Sbattè un piede a terra.

Era stanca, in ansia e il Professor K non voleva neanche dirle se aveva scoperto qualcosa in più a riguardo o il motivo per il quale ultimamente andava sempre di fretta e scompariva per molte ore alla giornata.

-Basta!- gridó Hilary tutto a un tratto, svegliando la notte.

Si mise le mani sui fianchi e alzó il mento.

-Ma cosa urli..- mormoró Aida con la voce attutita dal cuscino su cui era stravaccata.

Ma Hilary era..Beh, era Hilary, e non importava se erano le due di notte, se probabilmente tutti dormivano o se Aida l'avrebbe pestata a sangue se l'avesse disturbata un'altra volta. Voleva andare dal Professore e voleva andarci adesso e niente l'avrebbe potuta fermare.

Si mise una vestaglia e andó a passo di marcia nell'ala maschile.

Appena entró nel corridoio del quinto piano si bloccó, una gamba a mezz'aria e la sorpresa nei suoi grandi occhi castani.

Takao con addosso solo dei pantaloncini parlava a bassa voce con Max, accanto alla porta della sua stanza e sembravano persi nella loro conversazione.

Per fortuna, perchè altrimenti avrebbero visto la bocca spalancata della ragazza che fissava DragonBleader con crescente desiderio.

Hilary si tiró uno schiaffo e si costrinse ad allontanarsi prima che potessero vederla, e a distogliere i suoi occhi sognanti dal corpo del ragazzo. Da quanto Takao aveva i muscoli? I sedici anni gli donavano evidentemente.

E Hilary si dimenticò del professore e di quello che doveva dirgli, qualunque cosa fosse. Se ne tornó zitta zitta nella sua camera e si sdraió fissando il soffitto.

Sentiva una strana sensazione nello stomaco, e aveva la netta impressione che non fosse solo per Raul.

 

*

 

-E adesso?-

-E adesso non mi parla- concluse Rei dopo una lunga conversazione intavolata con Max sull'invitare Mao o no al ballo.

Tutto per un invito che chiunque altro avrebbe chiesto in un batter d'occhio, neanche il tempo di farsela la domanda, ma per Rei che conosceva Lai meglio di chiunque altro e conosceva dove erano vissuti, non era così semplice. C'erano tradizioni dietro, mentalità e cultura millenaria.

E poi c'era il carattere di Lai, che complicava tutto molto di più di quanto già non fosse.

-Ma perchè ora Mao non ti parla?- chiese Daichi prendendo l'ennesima fetta di torta glassata. -È solo un ballo dove si..balla-.

Max e Rei si guardano e sorrisero con l'aria di chi la sapeva lunga. Hilary alzó il mento.

-Non lo parla perchè Rei è diviso tra il rispetto per Lai e il desiderio per lei, quindi non trova il coraggio per fare ne l'una ne l'altra cosa. In poche parole non trova le pa..-

-Okay okay Hilary, abbiamo capito..- la fermó il Professor K prima che potesse difendere Mao con toni meno delicati.

-Capire le ragazze è la cosa più difficile che un uomo possa tentare di fare- disse Takao in tono di rassegnazione ficcandosi in bocca un pezzo di ciambella.

-E capire te è ancora più difficile Takao- ribbattè Hilary in tono offeso.

Si alzó e con lo sguardo alto e fiero si diresse al tavolo delle sue amiche.

-Ma sbaglio o questo ballo sta facendo dare tutte di matto?-

-Non sbagli- Michelle si sedette al posto di Hilary sospirando.

-Che succede a te?- domandò Takao.

-Sembra che non è mai il momento giusto per chiederlo, ad esempio con Jiulia..-

-Vuoi invitare Julia? Mm ottima scelta- commentò Takao sorridendo.

Kai sorrise tra se e se, uno dei suoi sorrisi criptici e non vistosi che gli incurvavano le labbra rosa scuro in un'espressione enigmatica.

Gia, ottima scelta.

 

*
 

-Non hai la sensazione che il professor K ci nasconda qualcosa?- chiese non appena il Takao mise piede nella sua stanza. Lei era poggiata con una mano al muro, mentre con l'altra era intenta ad arcuarsi le ciglia con il mascara nero, e per quanto fosse concentrata nel non lasciare scampo neanche a una ciglia, sembrava avesse riflettuto su questo per un bel po'.

Takao si sedette sul letto osservandola con vago divertimento.

Sembrava che stesse facendo guerra alle sue ciglia, con una mano premuta sul muro e così vicina allo specchio come se volesse entrarci dentro.

-Takao!-

-Si si- rispose lui immediatamente, senza neanche ricordarsi a cosa stesse rispondendo.

Hilary si voltó verso di lui con le mani sui fianchi e un cipiglio severo, il sopracciglio sinistro arcuato come sempre quando era contrariata.

-Si si- ripetè Takao ricordandosi di cosa stesse parlano la ragazza che gli stava davanti e che adesso aveva uno sguardo assassino. -È possibile che ci stia nascondendo qualcosa..Si-.

Passarono alcuni minuto di puro silenzio, fino a quando Hilary non decide che ne aveva avuto abbastanza e gli tirò una sberla in testa.

Mentre Takao si massaggiava energicamente la nuca tra i capelli blu notte, la ragazza si mise un bracciale di qualche pietra grigia perlata.

-Scopri cosa non vuole dirci- e lo congedò con queste parole schiette e questo tono freddo, chiudendo con un tonfo la porta della sua stanza e avanzando verso il corridoio, con la gonna a balze color pesca che gli fasciava le cosce e senza degnarlo più di uno sguardo prima di scomparire oltre l'angolo del corridoio.

Takao si guardò confusamente intorno, con un cipiglio perplesso sul giovane viso. Perchè le ragazze da un po' di giorni a questa parte cambiavano umore con la velocità di un lampo e sembravano tutte prese da cose di cui sembravano essere a conoscenza solo loro?

“Non che gli altri giorni fossero tanto comprensibili”, osservò una vocina da qualche parte nella mente di Takao, “ma adesso erano proprio fuori.”

Continuava a pensare da solo mentre prendeva il cellulare e scriveva un messaggio da inviare a due persone.

Se Hilary aveva ragione e il Professor K stava davvero tenendo nascosto qualcosa, c'erano solo due persone in grado di farlo parlare.


A: Kai, Yuri
Vediamoci all'inizio del corridoio delle aule tra 5 minuti e assicuratevi di essere soli


*
 

“Il corridoio dove si affacciavano tutte le aule era stata una buona scelta”, pensò il DragonBlader scendendo in fretta le scale ma cercando di apparire comunque naturale, “a quest'ora del pomeriggio quasi mai nessuno si trovava da quelle parti”.

Ed era davvero così, se non fosse stato che un ragazzo dai capelli scarlatti e i magnetici occhi azzurri era poggiato al muro con un'espressione seccata sul viso.

Neanche il tempo di avvicinarsi che una seconda figura, più irrequieta e con l'espressione di chi non ha alcuna intenzione di perdere tempo.

-Spero che sia una cosa seria- sibilò Kai a denti stretti. -Ho fatto una scommessa con Michelle, lo avrei sconfitto a colpi di beyblade in venti secondi e ci stavo riuscendo brillantemente prima che il cellulare vibrasse nei miei pantaloni in maniera molto snervante- annunciò tutto d'un fiato assottigliando il tono di voce mano a mano che le parole gli scorrevano veloci sulle labbra.

-Michelle? Distruggilo- rinfrancò Yuri come se niente fosse, in un modo che sapeva tanto di necessità.

-E' una cosa seria- ribbattè Takao. -Il Professore nasconde qualcosa, voglio sapere cosa-.

-E noi ti serviamo perchè..- continuò Yuri senza porre direttamente la domanda ma con una chiara voglia di conoscere la risposta.

-Perchè tu, sai incutere timore con un solo sguardo più di chiunque altro e tu -disse rivolgendosi a Kai- sai maneggiare cinque tipi di pistole-.

Il viso del moscovita assunse un'espressione lecita, riconoscendo che erano buone argomentazioni e abbandonando il desiderio di controbattere.

-Sei, per l'esattezza- precisò Kai.

 

*

 

-Non vi nascondo niente..- aveva detto il Professor K per l'ennesima volta nel laboratorio bianco a quell'ora deserto.

Il suo tono però scendeva di un ottava ogni volta che gli riproponevano la stessa domanda e lui rispondeva con la stessa risposta.

-Sai che posso trasformare WolBorg in un'arma che farebbe rimpiangere il proiettile di una pistola- disse Yuri scandendo ogni sillaba alla perfezione ma senza rallentare la pronuncia neanche di un secondo.

Takao si rese conto solo in quel momento che l'accento russo, molto pesante nella parlata di Serjei e sempre presente in quella di Boris, nella voce di Yuri era solo un soffio leggero, lieve e appena udibile, cosa che rendeva il suo tono ancora più minaccioso.

-Io non vi nascondo niente- ripete K cercando di ignorare l'indiretta e ben formulata minaccia di Yuri e sembrare più deciso, ma quando Kai si avvicinò con uno scatto le sue barriere crollarono.

Il Professor K prese un profondo respiro, prese una sedia e si poggió a uno degli immacolati tavoli del laboratorio.

-Questo posto sarà spopolato per un'altra mezz'ora buona- disse più a se stesso che agli altri, guardando l'orologio sul muro, poi si voltó verso i tre ragazzi.

Li osservó attentamente.

Quanti ostacoli avevano superato insieme?

Quanti nemici avevano sconfitto anche l'uno contro l'altro?

Si erano fatti la guerra, si erano alleati, erano diventati amici, anche se due di loro non l'avrebbero mai ammesso apertamente neanche sotto tortura.

Sembrava ieri che il Professor K avvertiva Takao che disputare un altro incontro con un membro degli Shell Killers avrebbe danneggiato irrimediabilmente Dragoon; sembrava ieri che Kai si era dichiarato avversario di Takao e aveva ammesso di voler impossessarsi di ogni Bit Power esistente, soprattutto del Drago Azzurro, ma poi qualcosa, nel modo di combattere di Takao, lo aveva colpito.

Yuri..come dimenticarsi quando e come si erano incontrati. Ancora al servizio di Vorkov, ancora a patire le pene dell'inferno per lui, nella Mosca di tre anni fa, quando il potente russo usava il talento nel beyblade dei suoi soldati per tentare di dominare il mondo. Ed erano le tre persone più diverse che conosceva, le tre persone che avevano meno cose in comune che lui avesse mai incontrato, eppure spesso si erano ritrovati nella stessa situazione, a combattere un nemico comune, a superare ostacoli sempre più grandi, ma mai più forti di loro, a battersi per forse l'unica cosa che li accomunava: la passione per il beyblade.

Una passione che li aveva salvati e maledetti per sempre.

Takao lo doveva ad Hitoshi, era stato infatti il suo fratello maggiore ad avergli fatto conoscere ed amare il beyblade sin da bambino, non molto diverso da Kai in fondo, se non per il motivo che spinse Hito Hiwatari, il nonno del blader, a farlo attaccare a questo sport, e cioè quello di usarlo come un mezzo per conquistare i forti e sottomettere i deboli.

E poi c'era Yuri, addestrato per diventare una vera e propria arma, e tutti sapevamo che Vorkov era riuscito perfettamente in questo. Peccato che ad un certo punto l'arma si sia rivoltata contro di lui.

E noi non potevamo esserne più lieti.

Questi tre ragazzi, questi tre blader, questi tre campioni, questi tre combattenti, erano pronti a conoscere la verità?

-Salima è venuta qui, ai Caraibi, con un compito preciso. Trovare i tre possessori dei Tre Grandi Poteri Leggendari-.

-I Tre Grandi.. Cosa?- Takao aggrottó le sopracciglia in una smorfia confusa.

-Si..- Yuri si avvicinó con gli occhi azzurri velati da un'apparente ricordo che affiorava in superficie dopo una coltre di anni. -Vorkov un giorno aveva detto qualcosa del genere..Ma credeva fossero solo una leggenda-.

-Non sono una leggenda. Sono leggenda. Si dice che chi possiede in se uno di questi tre poteri, puó controllare totalmente un Elemento, e chontrollare un Elemento significa che..-

-Ne saresti il padrone-.

Kai lo guardava con una vivace scintilla negli occhi.

-Salima ha scoperto ció insieme a Kein e la sua squadra crede che voi tre..poteste essere..-

Takao adesso aveva assunto l'espressione di chi aveva sempre saputo di essere il migliore.

La sua grande "umiltà" si rivelava sempre nei momenti più cruciali.

-Hehehe..-

Ridacchiava tra se girando per il laboratorio come qualcuno che aveva perso l'orientamento.

-Puó darsi che non siamo noi-.

La voce fredda e razionale di Yuri lo fece bloccare, quasi congelare mentre stava facendo un altro passo.

-Si, esiste questa possibilità, ma quello che hai fatto nella sfida contro Kai e quello che Kai ha fatto nella sfida contro di te non sono cose da tutti, cose tanto..comuni. Avete sicuramente un grande potere tra le mani, il punto è capire quanto grande.-

-E..come lo capiamo?-

-A questa domanda posso rispondere io Takao- una voce femminile si levó chiara dietro di loro e apparve Emily con il suo solito sorriso dolce sulle labbra sottili e i ricci capelli a caschetto selvaggi sulle spalle.

Porse al blader un pezzo di carta.

Kai spió da sopra la spalla di Takao di cosa si trattasse.

-È un indirizzo, l'indirizzo di una biblioteca privata. Qui potreste trovare qualcosa di interessante a riguardo. Salima mi ha aiutata nella ricerca, ed ecco qui.-

-Perfetto!- Takao agitó il foglietto in aria. -Andiamoci subito allora.-

Emily scambió un'occhiata con il professor K, prima di voltarsi verso i tre blader.

-C'è solo un problema- La ragazza prese un respiro e li guardò.

-Questa è la biblioteca privata di Vladimir Vorkov.-

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Capitolo 15
*** Let It Burn ***


et ℐt urn * 







-Mi state dicendo che dovremmo andare nella biblioteca privata di Vorkov?! Si perchè sai che bella gita, ci farà entrare sicuramente. Prego ragazzi prego, vi stavo aspettando..- borbottó Takao imitando la voce profonda e persuasiva del monaco.

-Non era in prigione?- si intromise Kai incrociando le braccia, come sulla difensiva.

-Era, ma secondo te uno degli uomini più influenti della Russia non trovava un modo per uscire?- 

Yuri non sembrava affatto sorpreso dalla notizia che un uomo con una fedina penale più nera del buio fosse a piede libero dopo essere stato in prigione due anni scarsi. 

-Dovremmo introdurci nella biblioteca e cercare ció che ci serve- osservó Takao. -Ma come? Vorkov ci riconoscerebbe nell'istante in cui ci vedrebbe-.

-Vero- concordó K. -A meno che..-

Tre paia di occhi si posarono nello stesso istante su di lui, impazienti, interessati, minacciosi.

-A meno che?- chiese Takao guardandolo con gli occhi cobalto brillanti di interesse.

-Professore io detesto non essere al corrente di qualcosa- Kai fece un passo avanti in tutta la sua figura. -A meno che, cosa-.

-A meno che voi non foste irriconoscibili-.

 

 

*

 

 

Due occhi scuri e profondi guardavano con evidente stupore l'immagine riflessa nel grande specchio dinnanzi a loro: un viso dalla pelle chiara, rosea, adornato da capelli neri come l'ebano e un corpo fasciato da una camicia di seta bianca e un pantalone color crema, scarpe dal taglio elegante blu notte che facevano pantan con la cravatta che aveva legata al collo della camicia.

Quando qualcuno aprì la porta, le due pozze scure saettarono a controllare chi fosse, mentre una sorridente Hilary avanzava nella stanza.

-Takao- scandì con enfasi. -Se non sapessi che sei tu direi che sei quasi impossibile da riconoscere-.

-Quasi?- Takao tornò a scrutare la sua immagine riflessa, cercando qualche imperfezione nella specie di travestimento che portava. -Cosa c'è che non va?-

-Niente..- Hilary si avvicinò ancora di più a lui, trovandosi a contemplare anche il proprio riflesso. -E' solo che per me è evidente che sei tu, anche senza occhi blu, con i capelli di Rei e la carnagione di due toni più chiara... per non parlare dei vestiti. Ma è  facile per me riconoscerti perchè..I tuoi occhi hanno la stessa scintilla di curiosità e di vitalità..anche se di un altro colore-.

Takao si trovò ad abbassare lo sguardo. 

-Hem..Il professore è..qui..?-

-Si, esci, sono pronti anche Kai e Yuri. Ti verrà un colpo.- E così dicendo aprì la porta del bagno della sua stanza.

Takao si fermò.

A prima vista si sarebbe detto che due sconosciuti erano appena entrati in camera di Hilary e avessero visto la sua copertura, tanto che quasi si chiuse la porta davanti per evitare che qualcun altro potesse scoprire che aspetto aveva ora.

Chi era quel ragazzo dalla pelle colo rame, gli occhi verde smeraldo e i capelli color ambra liquida, col portamento di un uomo d'affari che scrutava con austera indifferenza la stanza, e il ragazzo accanto a lui, con i capelli a morbide onde, di un biondo quasi accecante, come se la luce del sole fosse imprigionata tra di essi e quelle iridi camosciate* attraversate da filature d'oro?

Man mano che i secondi passavano però, Takao si rese conti di sapere esattamente chi aveva davanti.

Quello sguardo serio e imperscrutabile poteva appartenere ad una sola persona, e quegli occhi glaciali e magnetici soltanto ad un'altra.

-Abbiamo fatto davvero un ottimo lavoro- commentò Julia accennando un sorriso soddisfatto.

-Gli occhi di Yuri non avrebbero dovuto essere più scuri?- domandò Hilary.

-Il colore dei suoi occhi ha impedito alle lentine di prendere il loro vero colore e il miele dorato e l'unica gradazione che siamo riusciti a raggiungere- rispose Matilda con il tono di chi si era aspettato una domanda del genere.

-Wow siete..-

-Perfetti?- continuò il giapponere.

-Si, lo sappiamo- concluse il russo.

Takao si trovò a sorridere osservando la pelle più scura dei due, ma quella che colpiva maggiormente era quella di Yuri, non più candida ma quasi olivastra.

-Lo spray che avete sulla pelle non è resistente all'acqua, quindi se ne va solo nel caso vi bagnate-.

-Chi saremo? Ci presentiamo alla cieca?- Takao si rivolse principalmente alle ragazze che sembravano sapere tutto della situazione, mentre Daichi era ancora a bocca aperta davanti allo stravolgimento delle figure dei tre blader e il Professore era intendo a stampare qualcosa dal computer.

Infatti fu Emily a parlare.

-Sarete tre uomini d'affari interessati all'attività di Vorkov. Lui non li ha mai ancora visti di persona, e non conosce il loro aspetto, così questa è la nostra possibilità per poterci camuffare-.

-Kai sarà Kiemon Karaion- spiegò K dando ad ognuno dei fogli con tutto ciò che c'era da sapere su questi tre. -Takao invece impersonerà Zeshin Sutson, e Yuri Iriny Ruslan-.

-A questo Zeshin piacciono le auto da corsa e...la dieta vegana- lesse Takao in tono stranito, poi alzò gli occhi sul Professore. 

-Come avete trovato tutte queste informazioni?-

K lo guardò con un misto di amicizia e fierezza, poi declinò la domanda.

-Ora non c'è tempo, abbiamo del lavoro da fare-.

-Ma..-

-Abbiamo ancora le nostre voci- fece notare Kai con una nota di irritazione.

-Una volta arrivati in Russia ci sarà Kein ad attendervi davanti la biblioteca- annunciò Salima entrando, i capelli rosso mattone schiacciati sotto il cappello bianco che la faceva sembrare una volpe. -Sta fingendo da un po' di stare dalla parte di Vladimir Vorkov, e ci sta riuscendo bene. Parlerà lui per voi, voi dovrete solo non destare sospetti in alcun modo. Allontanatevi il più possibile dal vostro essere, non fate gesti caratteristici e attenetevi al piano.-

-Comunque oggi non è previsto l'arrivo di Vorkov- continuò Emily.

-Perchè qualcuno dovrebbe fingersi dalla parte di..- iniziò Daichi, forse ripretosi dallo shock.

-Dopo dopo- lo interruppe il professor K andando verso la porta. -C'è un aereo che ci aspetta.-

-Vieni anche tu?- chiese Takao con un misto di sollievo e timore per l'amico.

-Tranquillo, so dove e come nascondermi-.

-Bene, avete programmato proprio tutto, allora si va- i tre blader seguirono il Professore per volare dall'aria afosa e vertiginosamente alta dei Caraibi a quella gelida e incredibilmente bassa della Russia.

 

 

*

 

Takao era stato tra quei paesaggi innevati in pieno inverno, con la sua rigida atmosfera, il suo gelo penetrante fin dentro alle ossa e il suo cielo plumbeo, e nonostante d'estate ci fossero 18°, il sole in Russia non riusciva mai a surclassare il freddo, a sconfiggere quell'aria ghiacciata che in qualche modo persisteva tutto l'anno.

Niente a che vedere con le stagioni invernali, ma il blader giapponese dovette comunque imbacuccarsi con sciarpa, cappello e guanti, mentre Kai sembrava accusare di meno il gelo e Yuri era così rilassato che sembrava stesse passeggiando su una soleggiata spiaggia Caraibica.

-Ragazzi qui vi lascio- annunciò tutto a un tratto il professor Kappa, guardandosi attentamente intorno. -Avete l'indirizzo della biblioteca, avete Yu..Iriny che conosce queste strade meglio di chiunque altro e avete le vostre maschere. Siete pronti. Vi raggiungerò appena sarete usciti-.

E con queste ultime, definitive parole, Kappa si apprestò ad inoltrarsi in una strada secondaria e a sparire alla vista.

 

L'arrivo alla biblioteca fu silenzioso come lo è il mondo dopo un tuono abbastanza forte da aver fatto tremare la terra. Irreale.

L'edificio in stile classico era color perla, bronzo e rosa antico, con alte colonnate e imponenti finestre al piano superiore. Il viale d'ingresso era curato con una minuziosità quasi innaturale, con le siepi tutte verdi smeraldo perfettamente identiche e i fiori sul prato all'inglese così simili l'uno all'altro da sembrare finti.

Ogni petalo aveva la stessa sfumatura di giallo, di viola, di bianco, e ogni filo d'erba era alto quanto quello che gli stava vicino.

-Il cancello è chiuso- disse Takao proprio quando una figura familiare si avvicinava dall'altro lato e apriva gli eleganti battenti argentati.

-Vi stavo aspettando- mormorò un Kein dal viso più maturo, i lineamenti marcati e lo sguardo ancora più ceruleo.

Neanche un'espressione traspariva dal suo viso, tranne la fredda efficienza di chi sa esattamente cosa fare e ha intenzione di farlo nel migliore dei modi.

Sembrava un Kein non più pronto a sorridere come un tempo, non più aperto al dialogo e alle amichevoli sfide di beyblade sul fiume.

Le cose erano cambiate.

I tempi erano cambiati.

Il ragazzo li condusse all'ingresso, dove la porta si aprì senza che nessuno dovesse toccare niente.

Kein, Takao e Kai varcarono la soglia, ma Yuri rimase immobile davanti ad essa, alzando prima lo sguardo azzurro sull'edificio di ammirevoli dimensioni, poi sui tre ragazzi che lo stavano osservando, in attesa.

-E' troppo semplice- mormorò, impassibile come ghiaccio, poi entrò anche lui mentre la porta si chiudeva alle sue spalle.

 

Un vasto ingresso dava l'accesso alle varie alee della biblioteca, tutte collegate tra loro e comunicanti.

Kein non proferì parola mentre avanzava verso la porta più maestosa, in mogano lucido, al centro della parete circolare, e Takao dovette concentrarsi per non biascicare sui sontuosi tappeti color porpora e oro adagiati ad arte sul pavimento.

Kein spinse la porta e quello che si trovarono davanti fu un'enorme salone circolare, con divani in pelle morbida agli angoli e lampade dipinte a mano sui temi dell'arancione e del giallo, che creavano piccoli salottini appartati, e libri, libri, libri, di ogni dimensione, di ogni rilegatura, di ogni data o materia, sembrava che ogni pezzo di storia fosse conservato in quella biblioteca, con le luci calde attaccate al soffitto come piccoli occhi rotondi e finestre che davano sulla Mosca estiva.

-Da questa parte, signori- disse Kein, improvvisamente con voce chiara e forte, conducendoli ad uno di quei salottini, dove un uomo era seduto sull'unica poltrona presente nella sala, in pelle rossa.

-Sono arrivati- annunciò Kein sedendosi su un lato del divano, di fronte a lui.

Kai si sporse per stringere la mano all'uomo in abito elegante che gli porgeva la sua, e così si apprestò a fare subito Takao. Yuri sembrava volesse distaccarsi da tutto quello, come se volesse mantenere distante e separato da lui tutto ciò che riguardasse quel luogo. Tutto ciò che riguardasse Vorkov.

Strinse velocemente la mano all'uomo e si sedette con gli altri due.

L'uomo non mostrò segni di saluto o voglia di accoglierli, si mise semplicemente ad osservarli con attenzione, come se gli vedesse spuntare due ali dalla schiena da un momento all'altro.

-Signori, lui è il signor Freedom, stretto collaboratore di Vladimir Vorkov e Stra..- L'uomo riservò immediatamente un'occhiata penetrante al ragazzo, e quello si zittì di colpo.

-I signori sono Karaion, Sutson e Ruslan- disse Kein con voce atona. -Sono qui per..- Kein si guardò intorno, prima di continuare, abbassando di una buona ottava il tono di voce. -Quella cosa-.

Freedom rivolse i suoi occhi grigio fumo ad ognuno di loro quasi soppesandone il valore.

Takao, Kai e Yuri avevano solo una vaga idea di cosa significasse “quella cosa”, ma la risposta che arrivò non avrebbe potuto essere più chiara.

-Il Signor Vorkov ha un'idea ben precisa su chi possa possederli- disse Freedom con voce calma ma cauta.

-Possedere..i..-mormorò Takao, incerto. -I tre..pote..-

-Per questione di privacy, da ora, li identificheremo come Atas, superiore- pronunciò Freedom velocemente e con una punta di impazienza mascherata maldestramente. -E si, sto parlando proprio di loro. Il nostro uomo intende impossessarsi degli Atas, entro la fine dei giorni del sole-.

Tutti, persino Kein, fissavano l'uomo perplessi e incapaci di rispondere, fino a quando Kai non decise di tagliare nettamente il discorso e andare direttamente al sodo.

-Chi possiede questi Atas?-

Chiese in modo pratico,guardando l'uomo con la faccia di chi vuole una risposta e la vuole subito.

Freedom, a quella domanda, assunse negli occhi la stessa luce inquietante e contraddittoria di poco prima, i lineamenti marcati del viso che brillavano alla luce delle grandi finestre e le manti giunte in grembo, come se avesse tutto il tempo del mondo per una simile risposta.

Poi finalmente si raddrizzò e sollevò la copertina di un piccolo libro in pergamena posato sul tavolino in mezzo a loro.

Era visibile che ci fossero delle parole scritte in una sottile grafia con inchiostro nero, ma prima che anche uno solo di loro potesse leggere la prima sillaba, un avvenimento brusco e inaspettato li costrinse ad alzare immediatamente lo sguardo.

Persino l'aria era cambiata, diventando più densa e pesante, quasi opprimente.

Vicino l'ingresso della biblioteca, in abito scuro e scarpe eleganti, era ben visibile un uomo alto e piazzato, i lineamenti così duri del viso chiaro da non sembrare neanche umani e due occhi che potevano diventare la cosa più meschina di qualunque cosa tu potessi mai vedere.

Vladimir Vorkov dava loro quasi completamente le spalle, parlando fitto con Freedom, che nel tempo di un secondo si era alzato dalla poltrona in pelle che occupava e lo aveva raggiunto.

E in meno di un secondo Kein era scattato in piedi come avesse una molla nelle gambe, aveva fatto cenno ai ragazzi da dove uscire per non essere visti dal russo ed era andato accanto al monaco, intavolando una conversazione con lui e l'altro impossibile da capire per quanto parlasse veloce.

Kai era praticamente saltato dal posto su cui era seduto e stava già mimetizzandosi tra le corsie e gli alti scaffali mentre Takao e Yuri si guardarono per un istante, ma non ci volle niente di più, per capire quello che dovevano fare. Nei loro occhi c'era la stessa luce, la stessa voglia di non dargliela completamente vinta.

Il russo dagli occhi di ghiaccio strappò con un unico, impercettibile movimento, la pagina su cui erano segnata la risposta a una delle loro più grandi domande, poi con Takao seguì Kai verso l'uscita.

Erano in pratica già fuori, immersi nuovamente nell'aria fredda della Russia, quando Yuri si sentì trattenere da una presa salda che lo costrinse a voltarsi.

Una donna dalla faccia stanca e pallida con corti capelli scompigliati e una voce da fare pietà a chiunque, disse con un'energia che non sembrava potesse possedere -Non lasciare che lui vinca-.

Yuri, in tutta la sua vita, non aveva mai visto uno sguardo tanto ansioso e implorante, e un viso tanto esausto e forte.

Stringeva il suo braccio come se fosse l'unica cosa che contasse in quel momento, come se fosse l'unica luce in fondo a un tunnel nero.

Ma lui non la conosceva, non sapeva chi era e per quanto ne sapesse poteva essere una trappola, un modo per trattenerlo.

-Mi scusi- disse con fermezza e scivolò via dalla sua presa, per rifugiarsi in un auto dai vetri scuri arrivata proprio in quel momento.

 

 

*

 

La pagina strappata era posata su un tavolino mentre parecchi paia di occhi la fissavano incuriositi e timorosi nello stesso istante.

Solo il Professor K prese in mano la situazione, che come sempre riusciva a dimostrarsi il più forte nei momenti più critici.

-E' giunto il momento.- E con queste enigmatiche e solenni parole alzò lo sguardo sui quelli che col tempo erano diventati

 suoi amici.

Salima avanzò di qualche passo, portando la mano sul foglio, senza aprirlo, ma quasi volesse farci un giuramento sopra.

-Da quando avete sconfitto la BEGA e Vorkov è stato arrestato, sono nati dei gruppi che si potrebbero definire segreti, dei movimenti a favore della libertà nel mondo del Beyblade.- 

La ragazza si fermò per osservare le reazioni alle sue parole,  ma visto che non c'è ne furono, continuò.

-Non tutti però lottano per gli stessi ideali, non tutti sono contro gli ideali di Vorkov, e da quando lui è uscito di prigione, questi due fuochi diventano sempre più indomabili-.

Il Professore si alzò dalla sedia su cui era seduto, con l'aria di chi vuole dare la massima importanza possibile alle sue parole. 

-Come sapete, i componenti della BEGA scomparvero nel nulla, fino all'inizio del progetto della RMBB, a cui presero parte anche Mystel, Ming Minge e Garland. Loro non vennero puniti perché si dissero "plagiati da Vorkov, e perché credevano realmente che quello che stavano facendo sarebbe stato giusto per tutti gli amanti del Beyblade", quindi vennero messi solo sotto controllo, fino a poche settimane fa, quando Mystel venne aggredito e Garland e Ming Ming sparirono nel nulla, di nuovo.-

A questo punto Takao fece scattare gli occhi verso il foglio che doveva contenere sicuramente qualcosa di importante scritto sulla sua superficie. 

Perché non si decidevano ad aprirlo?!

Stava quasi per farlo lui stesso in barba alla pazienza, quando la voce di Salima e ciò che proferì lo paralizzarono.

-E queste sparizioni perfettamente opportune si credono opera di Vorkov e dei suoi sostenitori. Non si tratta più solo del Beyblade, adesso ci sono in gioco anche soldi, imbrogli e brame di potere, perché pensiamo che Vorkov sia tornato all'attacco. E voi, con le vostre azioni due anni fa, avete dato inizio a tutto questo, avete dato la speranza e il coraggio necessari a combattere per ciò in cui crediamo.  Sapevamo che Vorkov non si sarebbe arreso, e che presto avremmo riconosciuto i segni della sua vendetta, perché così come crescono i nostro alleati contro di lui, crescono anche i rivali con lui-.

-Perchè è tornato?!- Boris ringhiò letteralmente fuori questa parole, con la mancata delicatezza che lo caratterizzava. -Che cosa vuole ora!?-

Salima puntò le iridi castane su di lui, ma fu il Professore a rispondere.

-Vuole qualcosa di molto più grande, qualcosa a cui non rinuncerà facilmente-.

-Cosa?-

Salima li guardò tutti, prima di prendere in mano il foglio che sembrava tanto importante da far paura.

Lo aprì in silenzio religioso, quasi tremava per l'ansia e l'emozione, e si portò le mani sulla bocca quando lesse ciò che era c'era scritto. 

Tutti rimasero immobili, incapaci di rispondere dinnanzi a un simile gesto, allo stupore e nello stesso tempo, alla consapevolezza che si poteva quasi sentir provenire dalla ragazza.

Il Professor K annuì davanti la reazione di Salima con il completo controllo della situazione, e tornò a rivolgere l'attenzione su di loro.

-Vorkov vuole qualcosa di cui deve aver sentito parlare del tempo fa, deve aver creduto a quelle storie e sembra che adesso abbia trovato ciò che brama da anni-.

-Cosa vuole?- chiese Rei all'improvviso, immaginando già la risposta. Soldi, armi, lussi, oscenità.. Era questo ciò che voleva Vorkov.

Il Professor K prese delicatamente il foglio dalle mani di Salima, e lo poggiò sul tavolo verso di loro, in modo che potessero leggere.

Takao si sporse per primo per capirci qualcosa, ma appena il blu dei suoi occhi si schiantò sulla carta, capì che non avrebbe potuto leggere le parole scritte sopra.

Era un alfabeto che non riusciva a decifrare, e mentre qualcun altro leggeva al posto suo, capì perché. Era russo. Quelle parole erano scritte in russo.

- Pozhar , Vozdukh , Led - scandì Kai ad alta voce.

- Fuoco, Aria, Ghiaccio- tradusse Yuri immediatamente.



-Cosa significa?- domandò all'istante Takao, mentre una strana sensazione iniziava a formarsi in lui.

-Significa che voi tre- disse Kappa con una serietà nella voce che non avevano mai sentito da parte sua, indicando Kai, Takao e Yuri -Siete i possessori dei Viribus Heroicis, ovvero dei tre Poteri Leggendari, e che Vorkov e i suoi complici faranno di tutto per impadronirsene.-

Boris scattò in piedi, in evidente tensione.

-Come sapete che sono loro? Da una scritta su un pezzo di carta?- sbottò mantenendo un tono sarcasticamente duro.

-Ho visto quello che hanno fatto Kai e Yuri nel loro combattimento e lo hai visto anche tu. Non sono cose da tutti, non era una normale partita. C'era qualcosa in più, qualcosa di diverso nell'aria-.

Boris avrebbe fatto qualunque cosa pur di contraddirla, perché era preoccupato, e iniziava ad avere una vaga idea di cosa sarebbe successo se ciò che diceva Salima fosse stato vero. Ma purtroppo era vero, e per quanto volesse, non poté negarlo.

Takao guardò Hilary, che fino a quel momento era stata ferma e zitta in un angolo, senza proferir parola alcuna. Era strano, perché solitamente lei era la prima a esprimere la propria opinione su qualcosa. Invece questa volta si limitò ad allacciare il suo sguardo con quello di Takao, che si sporse in avanti per sfiorarle timidamente una mano, ma le parole di Salima ancora una volta suscitarono emozioni contrastanti negli animi, mentre percettibilmente, l'aria nella stanza cambiava di nuovo.

-Hilary lo sospettava da quando sono arrivata qui, e ora lo sappiamo. Voi siete la prova.-

-La prova di cosa?- il blader dell'aria intreccio inconsciamente le dita a quelle della ragazza dai capelli castani.

-La prova che Vorkov può essere confitto. La prova che scoppierà un fuoco e che qualcuno è destinato a bruciarsi-.


 


*CAMOSCIATO: da Camoscio, colore tendende al giallo-marrone.

-Spazio Autore-

Finalmente le vacanze natalizie, e finalmente ho terminato il capitolo.

Mi sento in colpa a non aggiornare velocemente come vorrei, ma spesso non ho davvero il tempo per scrivere.
Da mesi aleggia nella mia testina un'idea per una nuova Fan Fiction sempre in questo fandom, che si può dire non abbandono mai davvero, ma prima mi sono ripromessa di terminare questa storia, e non di iniziarne altre 25 mila come mio solito.
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, e perdonate eventuali errori. L'immagine è stata creata da me, in russo ho scritto io e poi ho modificato la foto. Spero non sia un risultato tragico.
Volevo ringraziare tutti per le visite ai capitoli precedenti e ringraziare chi ha recensito.
Siete fantastici.

Colgo l'occasione per augurarvi un felice Natale e un lieto anno nuovo :*

Alla prossima,

Y Pachiderma H

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Capitolo 16
*** Coraggio & Fierezza ***


⊱Coraggio & Fierezza⊰



 

 

 

"Sono solo due giorni, solo due giorni.." continuava a ripeterle ogni persona che si imbatteva nel suo cammino.

"Vedrai che si farà presto vivo..", e allora perché Julia non ci credeva affatto? Perché la scomparsa di Raul le provocava un groppo allo stomaco sconosciuto e allo stesso tempo familiare? Perché tutto ciò sembrava fin troppo strano?

Raul non sarebbe mai andato via senza avvertirla, non avrebbe mai lasciato sua sorella senza dirglielo. Poi perché? Non rispondeva neanche al cellulare, e continuamente quella fastidiosa segreteria le comunicava che suo fratello non aveva alcuna intenzione di farsi rintracciare.

Di parlare con lei.

Ma Raul non avrebbe mai fatto così..o forse si?

Un suono distinto la distolse dalle sue congetture, mentre con occhi assenti si godeva il turchese del mare dei Caraibi in lontananza.

Quasi irritata nel doversi trovare difronte l'ennesima persona che voleva farle le sue rassicurazioni, aprì la porta pronta ad annunciare che si sentiva poco bene e sarebbe rimasta a letto, quando la presenza sulla soglia mandò completamente in frantumi ogni sua idea.

Capelli simili a fiamme vive, occhi di azzurro cristallo e pelle di neve, Yuri Ivanov era in piedi davanti a lei, impassibile e indecifrabile.

Julia quasi si aspettò che anche lui volesse dire la sua per tranquillizzarla, ma si era forse dimenticata che paragonare Ivanov a qualunque altro essere umano sulla terra era sempre un grande errore, infatti lui si limitò ad allungare una mano.

-Da parte di Hilary.-

Solo allora la ragazza si accorse che il bel russo le stava porgendo un biglietto, che lui ovviamente non aveva fatto mancare di notare andando dritto al punto.

Fermo, irremovibile, categorico.

Julia afferrò il pezzo di carta.

-Grazie.-

Anche lei sapeva essere categorica, se voleva giocare a questo gioco.

E il rosso non si muoveva, non se ne andava.

-Perchè sei tu a portarmelo?-

Gli chiese a quel punto con una punta di sarcasmo, consapevole del fatto che Yuri Ivanov normalmente non si metteva a fare il postino.

-Oggi non avevo niente di meglio da fare.-

E ancora una volta Julia non poté non impressionarsi nell'udire quella voce così simile a ghiaccio da poterne sentire quasi il gelo sulla pelle.

Bella, persuasiva, eterea..ma fredda, così fredda da farti diventare impotente dinnanzi a lei.

E Julia per la seconda volta in una settimana sentì l'impulso di mollargli un pugno, ma uno di quelli forti, da rompergli il setto nasale..proprio li, al centro del viso, di quel viso ermetico, delicato e sensuale da..

Si,

un pugno se lo meritava proprio.

E così andava da lei perché non aveva niente di meglio da fare?

Ma poi che risposta era? Neanche un po' di contegno, neanche fare buon viso a cattivo gioco.

Ma visto che non se ne andava, tanto valeva tirare un altro po' la corda.

-Che c'è, vuoi farmi anche tu la predica del "Raul torna presto"?- chiese incrociando le braccia, mentre la più che udibile nota aspra nella voce che usò si perdeva nell'aria intorno a loro.

-Perchè dovrei dirti che Raul torna presto se non è vero?-

E nel vedere quel viso fermo, nell'udire quella voce tanto tranquilla quanto irritante in quello che disse, Julia avvertì per la terza volta l'impulso violento di mollargli un pugno, e questa volta non si contenne.

La sua mano partì veloce, pronta a colpire, decisa, ma il russo fu più veloce di lei.

Le bloccò il polso con un movimento fulmineo e prima che Julia potesse anche solo avere una vaga idea di cosa stesse succedendo, con uno strattone si trovò a pochi centimetri dal viso del blader, con i suoi magnetici occhi azzurri puntati pericolosamente su di lei, e finalmente un sentimento balenò su quella maschera di pietra.

Minaccia, o forse ironia?

Sembrava divertito e allo stesso tempo irritato.

Sicuramente la voce che uscì chiara e tagliente dalle labbra color cipria non fu delle più rassicuranti.

-Non lo rifarei una seconda volta, se fossi in te.-

Non che Julia non avesse voluto sputargli insulti uno dietro l'altro, non che non le fosse venuto in mente niente da dirgli, anzi, aveva tutte le sue belle parole sulla lingua, pronte per scaricargliele addosso..ma maledetti occhi azzurri!

E non solo quelli..!

Com'era possibile che proprio lei, che aveva sempre detto ciò che le passava per la testa, che era sempre stata netta, sincera e niente e nessuno le aveva mai impedito di far qualcosa, adesso si lasciava morire la voce in gola per un bel visino anche alquanto menefreghista?!

La presa sul suo polso era salda, ferma, immobile, quasi se a tenerla non fosse un essere vivente, ma una statua.

La pelle di Yuri, all'inizio fredda, diventava più calda man mano che stava a contatto con quella di Julia, creando una sensazione piacevole..più che piacevole..

-Cosa succede qui?-

La ragazza ritrasse la mano con un gesto brusco allarmata dall'improvviso cambio d'aria, e distolse con non poca fatica gli occhi dal viso candido del moscovita per posarli su quello color sabbia di Michelle.

Nel frattempo il biondo si era avvicinato, e li guardava attentamente, percependo una certa tensione.

-C'è qualche problema?-

-No Michelle- rispose subito la ragazza, sfiorandosi il polso dove meno di un secondo prima erano strette le dita affusolate di Yuri.

-Ne sei sicura? Altrimenti..-

-Altrimenti cosa?- Yuri volse finalmente il viso verso quello di Michelle, come se per la prima volta da quando fosse arrivato avesse detto qualcosa degna di attenzione.

Il biondo si avvicinò al rosso, sostenendo il suo sguardo ora glaciale.

-Mi stai per caso sfidando?-

-Tu, per caso, stai sfidando me?- rispose il russo inarcando un sopracciglio.

-Perchè, penseresti che io abbia paura?-

-No, penserei che tu non solo sia un incosciente, ma anche uno sciocco.-

Michelle si avvicinò ancora di più contraendo la mascella in un gesto rigido, ma Julia fermò appena in tempo ogni altra azione di attacco e di difesa.

-Basta- mormorò posandogli una mano su un braccio.

Michelle guardò prima lei, poi Yuri, e si lasciò convincere a lasciar perdere, almeno per questa volta.

Yuri dal canto suo non avrebbe avuto nessun problema a continuare quel piacevole scambio di opinioni, ma mentre il biondo invitava la ragzza a qualche festa per quella sera, tornò sui suoi passi senza voltarsi indietro.

 

Pochi minuti più tardi la spagnola, seduta sul suo letto, ripensava a quel breve scambio di battute di quel tardo pomeriggio.

Le immagini scorrevano veloci davanti ai suoi occhi, nitide come se stesse guardando un film in HD, e le voci di Yuri e di Michelle si alternavano nella sua mente.

Ma per quanto ci riflettesse, per quanto cercasse di raggiungere un altro risultato e per quanto si sforzasse di capovolgere la situazione o guardarla in modo diverso, la conclusione a cui arrivava era sempre una: gli occhi azzurro cielo di Michelle Lavalier non avrebbero mai potuto vincere contro quelli di ghiaccio di Yuri Ivanov.

 

*

 

-Mao..- aveva sospirato Rei per l'ennesima volta quel tardo pomeriggio, mentre la ragazza, seduta accanto a lui, parlava ininterrottamente del "Come sarebbe facile dirlo a Lai".

-Devi solo..- cominciava sempre lei.

-Non è così semplice- concludeva sempre lui.

E Mao ogni volta sbuffava e alzava gli occhi al cielo, convinta che Rei sul fatto dell'onore fosse proprio fissato.

-Mi sembra di parlare con Lai certe volte- brontolò tirando un colpetto sul ginocchio destro di Rei.

-Mao per te è diverso, tu sei sua sorella, puoi dirgli tutto, indifferentemente, male che vada non ti parla per una settimana.-

-Allora glielo dico io-.

Mao si alzò, sollevò il mento e si preparò a farsi grossa dinnanzi al fratello.

Era il suo modo di farsi rispettare, come gli animali, come i felini, farsi più grossi e minacciosi davanti ai pericoli.

-No no- Rei la avvicinò di nuovo a sé. -Devo farlo io.-

-Allora fallo!- Mao si alzò parandosi difronte a lui e puntò le mani sui fianchi, un gesto che ricordava molto Hilary. -E' il tuo migliore amico, è come se fosse tuo fratello, siete cresciuti insieme, cosa vuoi che accada??-

-Ehm, vorrei avere ancora tutti i miei capelli il giorno dopo che glielo dirò.-

La ragazza sospirò esasperata, e le parole che pronunciò dopo furono non furbe, di più, astute, perché centrarono perfettamente il punto, come una pallottola al centro della testa, o in questo caso, del cuore.

-Kai avrebbe detto ciò che provava-.

Gli occhi ambrati del cinese si sollevarono sul suo viso, le sue sopracciglia nere si inarcarono e la sua figura si sollevò.

-Dov'è Lai?-

 

*

 

Tre minuti d'orologio dopo era salito fino al quarto piano che ospitava la squadra dei White Tigers e quella della Barthez o Zehtrab Squadra e busso alla porta dell'amico.

Era deciso, era pronto, era determinato.

Ripensò mentalmente alle parole di Kai della settimana scorsa, quando gli aveva detto di dimenticare Mao se non fosse riuscito a confessare tutto al fratello.

Era questa la ragione per cui stata ignorando secoli di tradizioni della sua tribù, era per questo che avrebbe affrontato Lai, costi quel che costi, perché di dimenticare Mao non se ne parlava neanche, niente di quello che Lai avrebbe detto o fatto sarebbe stato peggio che perdere la ragazza che amava.

Si ritrovò a stringere i pugni, ma il suo sguardo era fiero come quando si sente di essere nel giusto, come quando si ha la certezza di stare lottando per la cosa giusta.

Sentì qualcuno armeggiare con la porta prima di aprirla.

Doveva essere Lai, probabilmente stava dormendo..

Ma proprio in quel momento una figura decise di avvicinarsi al cinese, provocandone la sorpresa immediata.

-Ivan- mormorò osservando il più piccolo dei russi, che non vedeva da quattro anni, avanzare verso di lui.

-Rei- disse quello in tono sbrigativo.

Lai spalancò la porta.

-Mister X ha chiamato Takao dall'India.-

E la scena che si presentò davanti agli occhi di chi li vide fu quasi tragica.

Ivan aveva difronte Rei che lo guardava praticamente pietrificato, con la mascella quasi a terra e gli occhi se possibile ancora più aperti, Ivan che passava il peso da un piede all'altro, sentendosi vagamente a disagio e chiedendosi se avesse dovuto rianimare Rei, e Lai mezzo addormentato, con un occhio chiuso e uno aperto, i capelli scuri alla Dragon Ball, che li scrutava con l'aria di chi non ci aveva capito una mazza.

 

*

 

-Mister X mi avrebbe chiamato dall'India?-

Chiese Takao quindici minuti dopo nel bel mezzo della pista da corsa.

-Come lo sai?- chiese Boris guardando il suo ex compagno di squadra.

Boris naturalmente era rimasto sorpreso e felice del suo arrivo e, come di consuetudine, non più di cinque minuti dopo stavano già litigando su argomenti della massima importanza, come il colore dei pantaloni di Ivan.

-Me lo ha detto lui stesso- rispose il russo con una certa irritazione nella voce, come se pensasse che il suo ex compagno non credesse attendibili le sue informazioni.

-Di persona?-

-No per telefono, ma riconosco la voce del tizio se la sento.-

-Ivan- Yuri raggiunse il gruppetto e diede una stretta di mano che chiunque non avesse fatto parte dei Demolition Boys e poi della NeoBorg avrebbe definito insolito, ma per quei ragazzi significava che la persona a cui la concedevano era uno di loro.

-Ma come, sei felice di rivedere questo nanerottolo?- disse Boris con un sorrisetto strafottente sulle labbra.

Ivan andò in escandescenza e Serjei dovette letteralmente sollevarlo da terra per trattenerlo, cosa non molto difficile constatando che era una montagna bionda, che lo sostenne con una mano a tre metri da terra.

-Io sono felice di rivedere tutti i miei- Yuri sorrise ponendo fine alla discussione, e quell'espressione tanto rilassata sparì velocemente come era apparsa, mentre il viso lasciava il posto a un'espressione seria e controllata dinnanzi alla praticità della faccenda.

-Come stavo dicendo X ha chiamato Takao per metterlo, e mettervi, a conoscenza di alcune situazioni..-

-Perchè non hai avvisato che saresti venuto?-

lo interruppe Serjei con la faccia di chi considera il suo quesito più importante di qualsiasi altra informazione.

In realtà la domanda del grosso russo andò a segno.

-E' proprio questo il punto, non potevo.-

Yuri socchiuse gli occhi affilando lo sguardo, mentre una scintilla guizzava nelle sue iridi.

-Perchè non potevi?-

Appena Ivan aprì la bocca per rispondere Takao gli volò addosso, scansato bruscamente da un corridore che si trovava ad allenarsi sulla stessa pista su cui si era piazzato Takao.

Il russo passò direttamente in modalità difesa e Takao si ritrovò con un pugno nello stomaco e uno nella pancia scagliati così velocemente da aver percepito solo il dolore.

Trattene il fiato piegandosi in due mentre Ivan si raddrizzava con l'aria di chi è stato indegnamente offeso, e Kai si fermava togliendosi gli auricolari dalle orecchie.

-Ah..ne è valsa la pena.-

Takao alzò gli occhi quel tanto che bastava per poter insultare la figura che gli stava difronte.

-Kai.. io.. ti.. ammazzo! Brutto bastardo stronzo prepotente!- urlò sparando imprecazioni come proiettili.

-Brutto non direi..- disse Emily avvicinandosi al sestetto senza riuscire a trattenere un largo sorriso.

-Vieni qui..Vieni qui..! Aspetta che mi riprendo..e dopo ti..faccio vedere io..Aspetta aspetta..-

 

*

 

Per calmare Takao dovettero comprargli un panino mentre, sdraiato sul suo letto, masticava lamentandosi dell'addome dolorante dopo i colpi di Ivan.

Quest'ultimo ,d'altronde, sembrava ancora infastidito dalle azioni di Takao e Kai e si rifiutava di rivolgere la parola ai due.

-Perchè Mister X si trova in India?- domandò allora il professor K, sovrastando con la voce i brontolii di Takao.

-Quello è un nomade, se ne va a spasso senza una meta- precisò Michelle, appena entrato nella stanza del K, dove si erano riuniti.

Ivan però aveva informazioni diverse.

-In verità X si trova lì per un motivo preciso. L'India si sta rivelando un focolaio acceso, circolano le voci più vivaci e veritiere riguardo agli esiti dei movimenti segreti in tutto il mondo, come una piazza dove tutti si ritrovano e parlano degli ultimi avvenimenti.-

Yuri scoccò un'occhiata di superiore soddisfazione a Michelle, le cui parole non si erano rivelate corrette.

Il biondo lo ricambiò con una smorfia sottile.

-Takao se ti stai fermo forse posso controllare.-

Rei tentava di contstatare che il blader non avesse niente di rotto o di gravemente lesionato, visto che continuava a mugolare anche con la pancia piena.

Quello invece si dimenava ancor di più esordendo a voce assordante che si faceva male.

-Oh diamine.- Yuri si avvicinò a Takao premendo le dita nella carne di tutte le parti accessibili del suo corpo con fare meccanico.

Il giapponese sembrava in preda alle convulsioni, emettendo grugniti e muovendosi all'impazzata.

-Stai benissimo, sei sano come un pesce. In massimo due settimane non hai più niente.-

-Due settimane?!- urlò.

Yuri alzò lo sguardo sugli altri.

-Davvero questo è il campione del mondo?-

-Cosa dicono le voci che ha sentito Mister X?-

riprese il Professor K, facendo notare a Takao che non era il momento di certe scenate.

-Fonti abbastanza attendibili sosterrebbero che Vorkov si stia muovendo.-

-Muovendo?- il dorato negli occhi di Rei scintillò.

Il Professor K volse lentamente lo sguardo su un punto indistinto oltre il vetro della finestra, sul cielo nero e privo di stelle.

-Vuole i Viribus Herocis..i Poteri Leggendari..ovvero..- i suoi occhi si spostarono su tre persone presenti nella stanza, incatenandosi a loro. -Voi tre-.

Il viso di Yuri era una fierezza intoccabile, quello di Takao una forza di emozioni e quello di Kai un enigma ferreo, ma quello si scostò dal muro, alzò il viso e i suoi occhi ardenti incendiarono la stanza.

-E noi saremo pronti-.
 

*

 

-Non posso, le probabilità non sono a mio favore..-

Una boriosa pacca sulla schiena fece quasi volare il Professor K per terra.

-Ma quali probabilità e probabilità- lo schernì Takao mentre lo spingeva verso la sala Bianca, dove un flusso numeroso di persone si stava riunendo per il pranzo.

-Andrai alla grande!-

Kappa accennó un sorriso teso, come a volersi lasciar convincere dalle parole sprizzanti ottimismo dell'amico, e si aggiustò il gilè nero perfettamente abbottonato sulla camicia verde oliva.

-Allora, pronto per il grande passo?-

La voce amichevole di Max lo raggiunse prima del suo proprietario e il Professor Kappa si voltó indietro, pronto a darsela a gambe.

-Eh no- la sua camminata nervosa venne fermata dal pararsi di Rei sul suo cammino, con un sorriso solare sul volto e l'aria di chi la sapeva lunga.

-Ma..- Kappa li squadró tutti dalla testa ai piedi. -Vi siete organizzati?-

-È un complotto- annunció sarcasticamente Kai passando vicino a loro per entrare nella sala.

-Non credo di..-

-Noi crediamo di si.-

E così dicendo lo spinsero nella sala mentre un brusio vivace li avvolgeva.

Appena vide la sua chioma color del tramonto in corti riccioli, Kappa sentì il cuore battergli all'impazzata e le gambe molli.

Si allargó il nodo della cravatta scura mentre stritolava il braccio di Takao accanto a lui.

-Ai..ai..ai..-

Ma Kappa non gli prestava attenzione, niente che non fosse lei, gli interessava. In quel momento era come se tutta la sala si fosse svuotata di ogni suono e colore, come se tutti gli altri non esistessero, c'era solo lei.

Emily indossava ancora il camice blu notte degli scienziati che lavoravano nella struttura, e sotto spuntava una felpa color verde acqua e una canottiera merlettata giallo sole.

Anche se il Professor K si era tolto il camice, pensava realmente che a lei donasse.

In quel momento le sarebbe stata bene qualunque cosa.

La ragazza parlava con Hilary di qualcosa apparentemente interessante, perchè sia lei che Mao erano piegate verso di lei con lo sguardo attento e le orecchie tese.

Julia sembrava ascoltare vagamente le parole di Emily, i suoi occhi non sembravano in quella sala, il suo sguardo era perso, lontano da quel luogo, le voci non sembravano raggiungerla.

Matilda dal canto suo, era sorridente e allegra nella sua perenne vena ottimista e positiva.

Alle volte sembrava Takao al femminile, se solo fosse stata più esuberante e testarda.

Rei fece l'occhiolino al Professore avvicinandosi al loro tavolo e Max, già seduto, gli riservó un incoraggiante "Okay" con la mano.

Daichi al momento pensava ad ingozzarsi di cibo e non sembrava interessarsi all'imminente collasso del Professor K.

Takao gli poggió le mani sulle spalle sorridendo, poi lo lasció stando vicino a lui.

-Emily..ehm..Emily- chiamó a mezza voce il professore, e in tutto quel trambusto non era più di un sussurro.

Emily si voltó.

-Professore, hai scoperto qualcosa sulle particelle quantiche?-

-Ehm..si.. Quello è senz'altro uno studio interessante ma..ció che ti volevo dire era..-

Emily si sporse in avanti.

-Come?-

-..Io volevo chiederti se..-

-Scusa Professore ma non ti sento- replicó lei aggrottando le sopracciglia

A quel punto Takao fece cenno agli altri di abbassare la voce, ma per lo più nessuno sembrava prestargli ascolto.

Ognuno rideva, parlava, scherzava e si faceva i fatti propri senza curarsi del volume della propria voce.

-Zitti..ragazzi..abbassate le voci..ragazzi..zitti..un attimo..eii..-

-SILENZIO!-

E all'istante silenzio fu.

Tutti gli occhi erano fissi su Kai, in piedi accanto agli altri due, che era riuscito con una sola parola a far ammutolire tutti nello stesso istante.

Se in quel momento fosse caduta una foglia sul prato, se ne sarebbe sentito il tonfo.

-Il Professor Kappa deve dire qualcosa- continuó lui.

Kappa sembrava ben intento a scomparire, era rosso fino alla punta delle orecchie e stringeva la scatolina in vetro che teneva in mano tanto forte che avrebbe potuto spaccarsi da un momento all'altro.

Emily lo guardava con un sopracciglio inarcato.

Il Professor Kappa guardó il suo viso e in un attimo accadde l'impossibile.

Il Professore salì sul tavolo difronte quello di Emily e prese un grosso respiro.

Yuri scosse la testa sorridendo.

Cos'era successo?

Perché il mingherlino, riservato, schivo Professor Kappa aveva fatto un gesto così anormale per lui sotto gli occhi di tutti?

Cos'era cambiato?

I tempi erano cambiati.

Prima non avrebbe mai fatto una cosa del genere, avrebbe aspettato, si sarebbe nascosto, ma come i tempi cambiano, le persone cambiano, diventano più forti, più coraggiose, più sagge.

Si cresce e si capisce che il mondo non ti aspetta, che le cose accadono senza chiederti il permesso,che tu devi essere semplicemente in grado di affrontarle.

O nuoti o anneghi, non c'è un'altra scelta, non esiste un altro modo, solo il coraggio e la fierezza.

Le uniche armi con cui si vince davvero.

E' un tunnel buio, lungo, faticoso e pericoloso.

Ogni volta che svolti un angolo qualcosa di molto più grande si abbatte su di te, e tu non puoi far altro che lottare, lottare anche se non vedi la luce, lottare anche se questo tunnel sembra non finire mai, lottare anche se perderai molto, lottare anche se non puoi vincere.

D'altronde, il male qui non si può vincere, ma si deve continuare a combatterlo.

E poi ad un tratto, proprio quando meno te lo aspetti, qualcuno inizia combattere con te, inizia a guardare verso la tua stessa meta, inizia a respirare la tua stessa aria e a percorrere il tuo stesso cammino.

Ma chiunque essi siano, sono validi alleati che imparerai ad amare e ad odiare, a rispettare e a conoscere, e saranno sempre li, quando cadrai, quando volerai, quando non vorrai far altro che scomparire, loro saranno li, a farti capire quanto forte tu sia, a dirti che la guerra non è ancora finita e che vali più di quanto ti abbiano mai lasciato credere,

Sono quelle cose che la vita ti regala quando ti offre una seconda possibilità per vivere, per riscattarti, per conquistare il tuo posto, per far vedere all'universo di che pasta sei fatto, cosicché anche il fuoco si metta a camminare con te.

Alcuni li chiamano Angeli, altri semplicemente Amici.







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Ringrazio come sempre chi mi segue e si prende la briga di leggere i capitoli della mia storia.
Non mi sprecherò in parole, volevo solo dirvi che significa tanto per me.

Grazie.

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Capitolo 17
*** Il fine giustifica i mezzi ***


*IL FINE GIUSITIFICA I MEZZI*






-Vi piace?-

Emily alzó il polso dove dove brillava una catenina argentata a cui erano attaccati ciondoli dorati.

-Che carino!- 

Mao si buttó letteralmente sul letto per osservare le forme dei ciondoli luccicanti.

-Cosa..cosa sono?-

Emily pareva aspettare quella domanda da sempre. Si raddrizzó con un sorriso entusiasta sul volto allegro e rispose con voce solenne.

-Il moto di rotazione planetario in una scala lineare incentrata in un punto preciso dello spazio allineato in una retta scalare.-

Hilary, seduta sul letto, ansiosa di conoscere i pensieri di Emily su ció che era successo quel giorno a pranzo, realizzó in quel momento che l'amica non si limitava a riferire pettegolezzi o a commentare gli eventi, lei aveva un modo tutto suo di interpretare le situazioni paragonandole alla scienza e se c'era qualcuno che potesse stare con il professor Kappa quella era proprio Emily.

-Rei ti ha invitata?-

Mao sbuffó alzando lo sguardo sul soffitto.

Emily spostó gli occhi color cielo su Hilary, che faceva gesti ed espressioni alquanto espressive per far capire all'amica di non fare certe domande.

La scienziata accennó un sorriso e alzó le mani in segno di resa.

-E tu sei stata invitata?- domandó Mao con l'evidente intenzione di cambiar discorso.

Sulle labbra a forma di cuore di Hilary spuntó un sorrisino compiaciuto, ma prima che avesse il tempo di rispondere o le ragazze di fare altre domande..

Toc toc.

Due colpi sordi alla porta.

Hilary si alzó, quella dopotutto era la sua stanza, si passó una mano tra i lisci capelli castani e aprì la porta.

Ci vollero non meno di due secondi per capire che non c'era nessuno dinnanzi alla porta, ne in alcuna parte del corridoio.

La ragazza alzó le spalle e chiuse la porta, continuando l'interessante conversazione con le due donne.

 

*

 

Cercavo di rimanere lucido, di capire il perchè stessi avendo quei pensieri, quei pensieri che non facevano parte di me, ma la mia mente era un frammentare di ricordi e momenti, rompendo quelli non utili ai fini dello Scopo in tante schegge di vetro, impossibili da raggiungere.. Sentivo che non avrei dovuto essere li..non in quello stato..non in quel momento, ma le parole non riuscivano a concretizzarsi, ad assumere forma e sostanza..erano solo come dei pallidi spettri, delle pallide ombre, perse nello spazio e nel tempo della memoria, reconditi e inafferrabili come fumo tra le mani, scivolavano via come acqua sulla pelle.

Volevo urlare, gridare per avvertire..per avvertire.. NO!

Tu non devi farlo!

Questo..questo non sono io.. Ho paura, sento un'altra presenza dentro me, una presenza oscura e incalzante che divora la parte razionale del mio essere..combatto..lotto..la fermo..no.. È ancora qui.

Non c'é speranza

Si..c'è.

Lo farai.

No..no..

Il fine giustifica i mezzi.

No..n..

La voce mi muore in gola.

Sprofondo nell'oblio.

 

*

 

Più il ballo si avvicinava più le ragazze sembravano uscite da un film dell'orrore, quei demoni dalla bellezza mozzafiato capaci di far cadere ai loro piedi uomini e donne di ogni età, e che alla fine si avvenano sulla preda appena sedotta divorandone le carni e il cuore.

Erano suscettibili, si offendevano qualunque cosa tu dicessi perchè era sempre “la parola sbagliata al momento sbagliatissimo” e si preoccupavano di essere sempre perfette perchè dovevano essere invitate dal massimo numero di ragazzi possibili, anche se poi sarebbero andate solo con uno.

Era quasi una competizione diventata una guerra aperta, esse, infatti, si lanciavano sguardi ammonitori ogni volta che passava un ragazzo interessante e parlavano male di chiunque non fosse loro amica.

Le vittime di quel campo di battaglia erano i ragazzi ovviamente, costretti a convivere con le adorabili conigliette trasformate in serpi assetate di sangue, anzi, del loro invito, e persone come Takao ad esempio, si guardavano addirittura le spalle un minuto si e l'altro pure per accertarsi che non ci fosse qualche arpia dietro di lui.

D'altronde il blayder aveva le idee molto chiare su chi volesse invitare e non solo per un semplice insignificante invito per un semplice insignificante ballo, che per quanto le ragazze ci tenessero era questione di una notte.

Lui la voleva da un bel po' ormai, anzi forse da troppo, eppure c'era sempre qualcosa che lo bloccava, qualcosa che lo spingeva a dirsi caparbiamente tutte le volte “Lo faccio domani” e quel domani non arrivava mai.

Non c'era una volta in cui il cuore non mancasse un battito quando lei gli veniva incontro, non c'era attimo in cui il pensiero dei suoi occhi, grandi e innocenti, simili a quelli di un cerbiatto, non fossero nella sua mente.

La sua voce chiara e forte intercorreva nei suoi pensieri in modo quasi ossessivo, eppure quel maledetto domani non riusciva a persuadersi a farlo arrivare.

Spesso incontrava Aida, la bionda bleyder russa che aveva conosciuto alcune settimane prima, presentandosi come una blader capace e una lottatrice esperta.

Hilary non le aveva ancora perdonato il pugno che la russa le diede in piena faccia.

Se guardava Aida, se la osservava, la studiava, Takao si convinceva sempre di più che quella era la ragazza ideale per uno come Yuri.

Discreta, calcolatrice, distaccata, elegante e bella, aveva molti tratti in comune con il ghiaccio number one.

Ma se è vero che gli opposti si attraggono, ed era assolutamente vero, le cose si sarebbero complicate molto di più di quanto si potesse pensare.

 

*

 

-Perché siamo qui?-

Daichi si guardó intorno con l'aria innocentemente confusa e spaesata come lo sarebbe stata quella di un uomo delle caverne catapultato in avanti di miliardi di secoli.

-Una domanda da milioni di dollari- mormoró Kai arrancando dietro di loro con l'aria saccente e seccata di chi vorrebbe trovarsi in qualsiasi posto a fare qualunque cosa meno che quella.

I Blade Breakers si trovavano nel centro dei Caraibi, pullulante di negozi di ogni genere su un lungomare chilometrico.

Max alla fine si era deciso ad invitare Gemma al ballo e cercava un vestito che lo facesse sembrare per lo meno accettabile.

I capelli biondissimi colpiti dai raggi abbaglianti del sole Caraibico rendeva le sue ciocche quasi bianche.

Entrarono in una ventina di negozi, un po' per necessitá, un po' per ripararsi dal caldo cocente, per scoprire che in alcuni negozi l'aria era ancora più calda. L'Inferno era niente a confronto.

-Non riesco ad alzarmi il pantalone sono troppo sudato!-

-Questo colore mi sta bene?-

-Questi a che servono?-

-Daichi quelli sono tanga!-

Inutile raccontare nei dettagli le espressioni sconcertate e visibilmente seccate delle commesse, i tentativi di far stare seduto Daichi, la tentazione di Kai di fucilarli tutti sul posto.

-Tu hai invitato qualcuno?-

Quella particolare domanda colse quasi il giapponese in contropiede, ma dissimuló in modo esperto la sorpresa.

-Perché?-

Takao sorrise amichevolmente, conoscendo la fama dell'amico e constatando che era bello e voluto non ci avrebbe messo molto a trovare una ragazza con cui andare, la moltitudine avrebbe fatto la fila per lui.

Kai si alzó.

-Si- e così dicendo si congedó dagli altri uscendo nella calura estiva.

L'aria calda lo colpì sul viso e sulle braccia scoperte, la t-shirt nera era un tutt'uno col torace, mostrando e disegnando i muscoli ben definiti.

Arrivó fino al bar difronte, ringraziando il cielo che i tavolini all'aperto fossero coperti e protetti dal sole e si sedette comodamente su una sedia.

-Posso portarle qualcosa?-

-La cosa più simile a ghiaccio che puó portarmi.-

Si guardó intorno.

L'oceano cristallino si estendeva infinito all'orizzonte, dove la linea del cielo si perdeva tra le onde mentre il sole cristallizzava vetri sullo specchio azzurro.

-Kai Hiwatari- pronunció chiaramente una voce altezzosa e sicura. -Un nome, una garanzia.-

Il ragazzo si era giá voltato per trovarsi difronte una massa di capelli perfetti di un colore più ceruleo del cielo alle sue spalle, due occhi color del bronzo antico e una pelle olivastra e priva di imperfezioni scoperta dalla gonna di jeans che arrivava sopra al ginocchio, stretta e provocante nel modo in cui le fasciava le cosce, e un gilè di jeans che copriva la pelle fin sopra l'ombelico.

Ming Ming sorrideva amabilmente con la sua solita espressione maliziosa e consapevole di chi sa, o pensa, di avere il mondo ai suoi voleri.

Si sedette senza alcun invito o permesso, alzó una gamba sull'altra con aria affabile, mostrando un paio di stivaletti bordeaux col tacchetto.

-Ming Ming-  la accolse Kai in tono piatto.

Lei continuó a sorridere guardandolo dall'alto in basso.

-Peró..migliori sempre più man mano che passa il tempo.-

-Sono come il vino- rispose lui mettendo una gamba sull'altra come lei e incrociando le braccia. Un gesto di sicuramente tipico di lui.

-Sicuramente.-

Il modo in cui pronunció le sillabe era di una lentezza quasi innaturale.

-Cosa ci fai qui?-

-Passavo- rispose lei in tono vago.

-Passavi..- ripeté lui palesemente scettico.

-Poi ti ho visto.- disse con tono ovvio.

Adesso si spiegava tutto.

La sua prediligenza per la malizia e la sua propensione verso la bellezza continuavano ad attrarla dovunque ci fosse l'una o l'altra.

-Ming Ming dov'eri finita?- domandó il giapponese usando una voce disinteressata e gentile allo stesso tempo.

Efficace con chi non se l'aspettava, imprevista con chi non si conosceva, ma inutile con Ming Ming.

Ci voleva ben altro per cogliere di sorpresa una volpe dal pelo azzurro come lei.

-Potrei farti la stessa domanda-  ribatté lei passandosi disinvoltamente una mano smaltata tra i capelli.

La sua non-risposta riuscì a far sembrare Kai vagamente perplesso. Questo fece sorridere Ming Ming ancora di più. Non era da tutti perforare la maschera imperturbabile, impassibile e ferma come acciaio di Kai Hiwatari.

-Cosa intendi dire.-

-Cosa intendo dire?- la ragazza accennó una risata cristallina e acuta, falsa come gli occhi di cerbiatto che spiattellava dinnanzi alle sue vittime.

-Che ci fai tu tra questi? Quella scimmia dai capelli rossi ad esempio.. Daichi, dico bene?

Ho combattuto contro di lui due anni fa, ha avuto un colpo di fortuna- disse prima che il ragazzo potesse ricordarle chi è che aveva vinto.

-Se devi frequentare qualcuno dai capelli rossi meglio Yuri no?- sorrise maliziosamente anche citando la bellezza russa, ma tornó a guardare con desiderio Kai un attimo dopo.

-"Questi", o come ti piace definirli, hanno sconfitto la tua squadra una volta- rispose il giapponese in tono tranquillo. Il fatto che non avesse usato la parola "ex" per indicare la BEGA faceva sentire Ming Ming scoperta, troppo scoperta.

Non diede segno di sentirsi neanche lontanamente minacciata, ma i muscoli dell'addome iniziavano ad irrigidirsi.

-Solo perchè avevano te in squadra- ribbattè lei, piegandosi leggermente verso di lui.

-Solo perchè sono tutti dei validi elementi e lo sai benissimo, sei troppo intelligente per negarlo- il blader dagli occhi ametista sorride strafottente, mostrandosi soddisfatto della piega che aveva preso il discorso. Un terreno sicuro in cui poter sfoggiare tutta la sua sicurezza. -Anche il tuo orgoglio non puó negarlo.-

-E il tuo di orgoglio?- sbottó lei, abbandonando completamente i modi affabili e illusori. -Il tuo orgoglio di blader, di persona, di campione non ti dice che dovresti circondarti di persone che sanno davvero quello che fanno?-

Le labbra di Kai si incurvarono in un sorriso cospiratorio.

-Mi stai invitando in qualche gruppo Ming Ming?-

-Ti sto solo dicendo che ci sono elementi molto più forti e che solo combattendo con loro puoi capire davvero quanto riesci ad essere forte.-

Kai alzó una spalla con finta noncuranza, poi si avvicinó a Ming Ming, specchiandosi nei suoi occhi man mano che i loro visi si facevano più vicini e i loro respiri si condensavano in uno solo.

-O combattendo contro di loro.-

Proprio mentre la ragazza piantava, con uno scatto degno di un felino, le iridi bronzee nei rubini del suo interlocutore, egli si era giá alzato in tutta la sua presenza.

-Vi abbiamo sconfitto una volta, vi sconfiggeremo ancora una volta.-

Un occhio di fuoco adornato da folte ciglia nere si chiuse e aprì velocemente come un battito d'ali mentre Kai le faceva l'occhiolino e tornava dai suoi compagni.

 

*

 

Era pronto, saldo, fermo, determinato verso la sua scelta, forte di essere un campione, fiero nei suoi jeans cobalto e nella sua camicia bianca.

Non si ricordava qual'era l'ultima volta che aveva indossato una camicia, ma in quel momento critico si sarebbe messo anche un turbante arcobaleno se necessario.

Avanzava con passo sicuro attraverso il corridoio dell'ala femminile, il mento alto, il cuore che si ribellava dalla costrizione della cassa toracica sbattendo contro il petto come un tamburo in percussione.

Bussò alla sua porta, si passò nervosamente una mano tra la notte dei capelli e attese qualche secondo.

Secondi che si spingevano fino a sembrare minuti, lunghi e interminabili.

Sulla soglia apparve una ragazza dalla pelle chiara, i grandi occhi innocenti definiti da lunghe ciglia e le labbra a forma di cuore, che si incurvarono in un sorriso.

Hilary Tachibana sfiorò il ciondolo brillante che portava al collo, così, tanto per non stare li impalata.

Era cambiato qualcosa. Conosceva Takao dai tempi delle elementari, conosceva alla perfezione ogni sui difetto, ogni suo pregio, ogni sua mania, eppure adesso, oltre al sentimento dell'affetto, della familiarità e dell'amicizia, c'era qualche altra cosa. Qualcosa che sgomitava lenta e prepotente dentro lei, si faceva spazio, ne voleva sempre di più.

Che cos'era?

Vederlo li, difronte a lei, le provocò sensazioni contrastanti, crampi piacevoli di una singolarità disarmante allo stomaco e qualcosa di diverso.

Da un lato c'era la grande amicizia che li legava, dall'altro...

Takao si ritrovò a sorridere a sua volta e si tormentò una mano mentre schiudeva le labbra. Da quando era così difficile parlare? Lui parlava sempre, e a sproposito anche.

-Hilary..volevo chiederti..ehm..se ti andrebbe di venire al..-

Ma Takao non terminò mai la frase.

L'urlo lancinante che fendette l'aria in quel momento non glielo permise.

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