Guess what?

di ss55
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un giro di valzer ***
Capitolo 2: *** Incarto d'amore ***
Capitolo 3: *** Consumare la mina. ***
Capitolo 4: *** Odio sempre al tuo fianco ***
Capitolo 5: *** Come te ***
Capitolo 6: *** Accecante verità ***
Capitolo 7: *** giochi di parole ***



Capitolo 1
*** Un giro di valzer ***


La pista da ballo era libera ed i partecipanti ancora disposti ai lati, timorosi di iniziare per primi a danzare.
La musica era appena iniziata:  un delicato valzer cominciava timidamente a muovere i primi passi, accompagnato dai lievi suoni dei violini.
Io ero appoggiata alla nuda parete, in disparte, ad ammirare con un pizzico d’invidia i vestiti delle altre invitate, che erano tanto più raffinati e preziosi del mio almeno quanto loro erano più nobili e altolocate di me.
Con imbarazzo mi guardai i piedi, cercando di confondermi con le lunghe tende drappeggiate ai lati della finestra che era al mio fianco.
“Mi concede questo ballo?”
Sollevai lo sguardo, ed incontrai due profondi occhi scuri che sorprendentemente fissavano me.
Troppo stupita per rispondere lasciai che il giovane mi prendesse dolcemente la mano e mi conducesse al centro della pista da ballo.
La tensione era palpabile; eravamo i primi ad entrare in pista e l’orchestra aveva fermato il leggero motivo precedente per cominciare un’ avvolgente musica da ballo che presto riempì l’aria.
Lui mi cinse la vita e prese a condurre con decisione la nostra danza.
Iniziammo a tracciare infiniti cerchi per la sala, ma ancora nessuno si apprestava ad unirsi a noi; ero troppo poco nobile per loro.
La Musica si intensificò e così anche i nostri movimenti accelerarono, ed io non facevo che assecondare le direzioni che mi impartiva il mio cavaliere.
I miei piedi strisciavano su terreno rapidi ed i passi si succedevano con estrema precisione  all’interno di una danza infuocata.
Diventammo un turbine convulso di membra che si avvolgeva su se stesso all’infinito;  gli orli del mio vestito rozzo e rovinato dall’usura fluttuavano nell’aria e spazzavano il terreno sollevando polvere che si alzava in turbini.
Dove passavamo noi il pavimento era lucido, splendente, come a voler riflettere noi due per evidenziare la grazia dei nostri passi.
 
 
Davvero un’esperienza straordinaria; …….. pensare che non sono altro che un’asta di legno ed il mio vestito è umile saggina.

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Capitolo 2
*** Incarto d'amore ***


Vivevo nella placida calma di quel luogo da tempo.
Lì ogni cosa emanava tranquillità, lì ogni cosa era serena.

La tiepida ed umida oscurità proteggeva il terreno dai penetranti raggi di luce che di quando in quando facevano capolino, come da un’apertura nel cielo, ed accecavano il mio diletto piccolo mondo; ma solo per tornare in breve  ad eclissarsi, in favore della consueta, sonnacchiosa atmosfera.
Lì, avvolte nell’aria calma e amena, io e le mie variopinte sorelle ci radunavamo per dar vita a colorati idilli di danze lascive. Raccolte nella penombra usavamo abbandonarci  l’una agli abbracci  dell’altra, mentre, stese su morbidi giacigli, godevamo della nostra vicinanza.
Sempre nuove, multiformi sorelle si aggiungevano al nostro delizioso quieto vivere, e pareva che mai ciò sarebbe finito, ma che tutto prolungasse la propria vita in una dimensione eterna, atemporale.

Che rimpianto, che dolore per me fu l’essere strappata da quella terra d’incanto.
Ma accadde che, mentre la luce rompeva la confortante coperta d’oscurità, un dolce amante mi cinse il cuore e la vita, prelevandomi dalle compagne della mia condizione, e mi sollevò alla luce.
Mi prese in una morsa d’amore a cui non potei resistere, così, a poco a poco, mi fece girare la testa, lascandomi senza protezione alcuna dall’esterno. Fu allora che mi ritrovai nuda, i miei abiti multicolori sparsi, ormai inutili a terra, accanto ad una caldo amante, livido ed umido per la fatica dell’amplesso amoroso. Vicino a lui, ancora una volta in un luogo oscuro ed umido, mi strusciai e rigirai più e più volte, e tutto il mio essere si sciolse nell’ardere della passione.
 


Caro lettore, pensi che questa storia sia un po' troppo spinta? Non vedo come....sto solo scartando una caramella.

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Capitolo 3
*** Consumare la mina. ***


Lievi cinguettii si spandevano nella dolce aria primaverile della stanza, mentre i raggi di un giovane sole ridente filtravano attraverso le persiane.
Socchiusi pigramente gli occhi, salutando il mattino con gioia; quella era una giornata speciale e tutto doveva andare alla perfezione: era il mio primo giorno di lavoro.
Piena di ottimismo mi alzai e mi stiracchiai, crogiolandomi nella pace che avvolgeva tutta la camera.
Una volta davanti allo specchio indossai il migliore vestito che possedevo, di seta liscia colorata di un nero sobrio e leggermente formale.
Corsi in ufficio e subito venni agguantata da un energico direttore che mi illustrò il mio lavoro e mi guidò alla mia postazione.
Fu così che iniziai con entusiasmo a lavorare e, sotto le istruzioni di un capo di polso, iniziai ad apprezzare quella vita.
Ero parte di un preparato staff il cui compito era seguire in ogni dove i disegni ed i piani d’azione che fuoriuscivano dalla instancabile mente del direttore e che quasi mai, alla fine, deludevano le aspettative.
Così lavoravo con piacere e la stanchezza quasi non si faceva sentire.
Solo verso la fine dell’estate sentii che tutto ciò stava diventando pesante, opprimente.
Forse aumentarono i compiti che il capo mi affidava o forse diminuivano le mie forze, ma certo era che la fatica si faceva sentire ed io mi sentivo sempre più consumata.
Era autunno quando mi resi conto che tutte le mie energie venivano assorbite prontamente dal mio lavoro; il mio morale era ridotto ad un mozzicone e il mio stesso essere sempre più sfatto ed esiguo; ma non potevo mollare ed il mio capo non lasciava la presa.
Giorno dopo giorno la stanchezza mi abbatteva  sempre di più e mi corrodeva l’anima.
Non ero più integra, non più entusiasta e volenterosa……no, tutte quelle emozioni erano volate via in trucioli dal mio essere che ora non era altro che l’ombra, piccola ed insignificante di ciò che era prima.
Questo accadde, questo mi accadde, e mai perdonerò chi mi succhiò la vita dal corpo, per poi buttarmi perché ormai inutile.
 
Pensate a questo, pensateci bene, quando impugnerete di nuovo la vostra matita.

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Capitolo 4
*** Odio sempre al tuo fianco ***


Sempre al tuo fianco, sempre accanto a te, a sentire i tuoi respiri profondi ed il tuo continuo rigirarti tra le coperte.
Sempre lì quando ti svegli insieme al sole e sempre lì quando finalmente ti stendi a letto.
Lo so che la vita è dura e lo so che il lavoro ti toglie le energie e che non vedi l’ora di coricarti e smettere di pensare alle noie del giorno. Ma potresti almeno renderti conto che sono sempre lì a darti la buonanotte e lì a darti il buongiorno.
Non ti importa di me, non mi consideri, non mi guardi neanche. Anche se passo tutte le notti al tuo fianco ti comporti come se non ci fossi, come se fossi una suppellettile, un soprammobile di scarsa importanza che hai comprato in vacanza e di cui ti sei già dimenticato.
Sai cosa? Sono stanca, stanca del tuo menefreghismo, stanca di non essere considerata parte della tua vita, stanca di te.
Ma a te non mi importa, vero?
Tu mi odi, lo so, non nasconderlo. Non pensare che non abbia notato l’espressione che fai quando la mattina i tuoi occhi passano, senza soffermarsi neanche, sul mio viso. Non pensare che non veda il disgusto, l’astio,  che si dipinge sulla tua faccia la mattina.
Ma non ti preoccupare, anche io ho imparato ad odiarti, col tempo, ora lo faccio con molta più semplicità di un tempo, quando ancora speravo che tra noi fosse rimasto qualcosa.
Ti odio, ti odio, ti odio più di ogni altra cosa. Hai rovinato il rapporto che poteva esserci tra noi, e per cosa? Per cosa?
 
Solo perché odi il trillo con cui ti sveglio ogni giorno.

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Capitolo 5
*** Come te ***


Non è divertente?
Non è esilarante?
Ci salutiamo sempre allo stesso tempo, indossiamo sempre gli stessi vestiti, e, neanche a farlo apposta, portiamo persino la stessa acconciatura e le stesse scarpe.
Qualcuno potrebbe trovarlo inappropriato, persino imbarazzante, ma noi abbiamo sempre fatto così, non c'è mai stato un giorno, che io ricordi, in cui noi non abbiamo seguito le regole di questo nostro ignaro gioco.
Sembra che non possiamo farne a meno, ed ormai entrambi siamo convinti, inspiegabilmente ma fermamente, di ritrovare ogni giorno la nostra copia l'uno nell'altro.
Chi sarà mai stato a donarci questa strana benedizione? Già, perché è una benedizione questo nostro poter confidare totalmente nell'altro, sapendo sempre che non tradirà mai questa legge universale e che potremo sempre avere con lui una relazione priva di sospetti.
Non sto forse esagerando? Tutto ciò solo perchèabbiamo gli armadi pieni di vestiti uguali e perché ci piacciono le stesse scarpe?
No, il nostro rapporto è molto di più, è qualcosa che va oltre l'apparenza, è qualcosa di trascendente.
Perchè io sorrido mentre te sei contento, te cammini al mio stesso passo, ti entusiasmano le stesse cose ed i tuoi respiri vanno a tempo con i miei. Perfino le nostre lacrime scorrono all'unisono.
Per questo potremo sempre contare sulla comprensione dell'altro e saremo sempre sicuri di poterci confidare con lui come con nessun altro.
La nostra non è una semplice amicizia, è una sincronia dell' anima, una sinergia del cuore.
 
La nostra è la relazione che c'è tra una persona ed il suo specchio.
 
 

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Capitolo 6
*** Accecante verità ***


Che fai laggiù? 
Per cosa ti affanni, mia piccola formichina?
Cammini qua e là tra queste quattro pareti tutti i giorni. Cerchi forse di nasconderti? Sempre indaffarato ti muovi frenetico per la stanza: prendi questo, accendi quello, appoggi questo e sollevi quelľ altro...
Persino ora non sai darti pace: ora cammini, ora ti siedi, ora ti stendi a letto e ora ti rialzi irrequieto e non riesci mai a star tranquillo.
Ma non ti sei accorto che ti osservo tutto il giorno? 
Sei sempre ad occuparti dei tuoi insulsi affari terreni, cieco a tutto tranne che a ciò che ti sta sotto gli occhi....ma non sarebbe meglio fare uno sforzo, ogni tanto, e mirare più in alto?
Guardati: mi fa pena la ristrettezza del tuo sguardo, mi fa pena la bassezza dei tuoi metodi e mi fa pena la mediocrità dei tuoi scopi. Mi fai pena tu.
Io ti osservo, sai? E non far finta di non accorgerti di me, perchè lo vedo benissimo che non sopporti il mio giudizio, che non riesci nemmeno a sostenere il mio sguardo nemmeno quelle poche volte che hai ľ ardire di guardarmi. Tu hai paura di me.
Io sono ľ occhio che ti osserva dalľ alto, sono il tuo giudice supremo, sono la luce che sbugiarda tutte le tue falsità, che illumina tutti i tuoi sotterfugi e svela tutti i tuoi inganni.
Piegati, sottomettiti, prostrati a me che porto il lume della verità nella tua vita! Come fai ad ignorarmi? Smettila di occuparti solo degli oggetti più bassi di te e di me, e alza lo sguardo!
 
Osservami, fissami senza paura, perchè se rimarrai accecato....puoi sempre premere ľ interruttore.

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Capitolo 7
*** giochi di parole ***


Un numero......

E poi....... Ma sì, un po' di parole.

Sì, ma che parole? 

Beh..... non so........delle parole, insomma! Delle parole che significhino qualcosa!

Già...... ma cosa? 

Ma ovviamente qualcosa che ci stii!! Non abbiamo mica tutto lo spazio del mondo!
E poi...... E poi un po' di nero! Un po' di nero qua e là, giusto per dare un pò di brio!.....E poi il nero snellisce anche! 

E ora?

E ora contiamo! Uno, due, tre, quattro..... contiamo, insomma!

Giusto, contiamo. Ma fino a quanto?

Ma fino a quando non ci stanno più numeri! Come ho detto: mica abbiamo tutto lo spazio del mondo!

Si, si, ma in che direzione?

In che direzione? Che cosa buffa: contare in una direzione!

No, no, volevo dire..... insomma, in che direzione? Da che parte? Cioè... da sopra o dal lato?

Oh, bèh, poco importa, sopra.... sotto.... orizzontale..... verticale.... È uguale, ľ importante è, come sempre, che ci si stia!

Ma quando è finito?

Quando è finito? Beh, allora qualcuno dovrebbe capirlo, non è che un sistema di croci. Intanto scrivi: "32 verticale: gioco di parole incrociate".
                                                                                                                        

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