un amore inaspettato

di world_magic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** natale a hogwarts ***
Capitolo 2: *** pensare, pensare... cosa pensare? ***
Capitolo 3: *** gentilezze a hogsmead ***
Capitolo 4: *** inviti ***
Capitolo 5: *** la festa ***
Capitolo 6: *** fallen in love ***
Capitolo 7: *** la dura verità ***
Capitolo 8: *** nemici-amici ***
Capitolo 9: *** nelle serre ***
Capitolo 10: *** sorprese ***
Capitolo 11: *** l'inizio della fine ***
Capitolo 12: *** notte prima degli esami ***
Capitolo 13: *** i M.A.G.O. ***
Capitolo 14: *** -Lo voglio ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** natale a hogwarts ***


NATALE A HOGWARTS
 
Stava arrivando il Natale a Hogwarts: la neve aveva ricoperto tutto il paesaggio intorno al castello, la sala grande era piena di ghirlande e addobbi vari e nell’ingresso c’era un enorme albero decorato.
Era il primo Natale dopo la fine della guerra contro Voldemort.
Tutti gli studenti erano eccitati: le lezioni erano finite e sarebbero tornati a casa, per festeggiare con le proprie famiglie. Pochi sarebbero rimasti a Hogwarts, e tra questi c’era anche Hermione Jean Granger. Dopo che aveva usato l’incantesimo Oblivion sui suoi genitori, non poteva tornare a casa sua, perché il padre e la madre non l’avrebbero riconosciuta. Harry e Ron le avevano chiesto di passare le vacanze con loro alla Tana, ma lei non aveva voglia di passare il Natale ricordandosi costantemente che non avrebbe potuto festeggiare con i suoi, così aveva rifiutato l’invito e aveva preferito restare a scuola.
-Se vuoi resto con te – disse Ginny all’amica.
-No, Ginny. Tua madre vorrà vederti, e poi non sarei molto di compagnia.
-Sei sicura?
-Sicurissima. Ora vai, o perderai il treno!- disse Hermione, spingendo scherzosamente la ragazza.
-Scrivimi presto- disse Ginny abbracciandola.
-Domani riceverai il mio gufo, stanne sicura.
Ginny se ne andò e Hermione restò sola nel dormitorio. Finalmente, poté togliersi la maschera felice che aveva indossato tutto il giorno: voleva che gli amici pensassero che stesse bene, ma in realtà era molto giù di morale.
Scese nella sala grande, aspettandosi di trovare poche persone sedute ai tavoli, ma rimase sorpresa: nella sala c’era un solo tavolo, per tutti gli studenti.
Vide la professoressa McGranitt e le corse incontro.
-Professoressa, perché c’è un solo tavolo? Le case sono quattro.
-Ha ragione, signorina Granger. Ma gli studenti rimasti sono talmente pochi che abbiamo preferito unirli tutti in un solo tavolo. È un problema?
-No – certo che lo è si disse tra sé. Sarebbe dovuta stare con i Serpeverde, dopo che l’avevano insultata per sei anni per la sua famiglia babbana.
Notò che il tavolo in fondo era libero, quasi tutti erano al centro, così si sedette a una delle estremità del tavolo. Poco dopo, qualcuno prese posto di fianco a lei: erano tre ragazzi, li aveva sentiti ridere quando erano entrati nella sala grande.
Hermione li ignorò e si concentrò sul suo libro, ma poco dopo fu costretta a guardare il ragazzo che sedeva accanto a lei.
-Granger, passami il succo di zucca.
-Ti ucciderebbe dire per favore, Malfoy? – disse Hermione acida.
-Non voglio correre il rischio di morire. Allora, mi passi il succo di zucca o no?
-Credo che dovrai fare da solo, Furetto.
Draco Malfoy le lanciò un’occhiata glaciale che lei ricambiò senza problemi. Dopo la battaglia, Malfoy era andato via con i suoi genitori ed era ricomparso solo a inizio anno, come se niente fosse successo.
-Ti ucciderebbe essere gentile, Granger?
Evidentemente Malfoy non voleva arrendersi.
-Non voglio correre il rischio di morire – disse Hermione alzandosi e andando verso la torre di Grifondoro.
 
Nel pomeriggio Hermione decise di andare in biblioteca: doveva scrivere a Ginny, ma in quel momento non sapeva cosa scriverle.
Stava cercando di fare i compiti di pozioni quando qualcuno si sedette di fianco a lei. Alzando gli occhi per un istante intravide dei capelli biondo platino.
-Posso parlarti, Hermione?
Era di nuovo Malfoy. Hermione non ci poteva credere: non solo le aveva chiesto una cosa gentilmente, ma l’aveva anche chiamata per nome.
-Di cosa?
-Possiamo andare in un posto più isolato?
Hermione era indecisa: doveva fidarsi di lui o no?
-Va bene.
Seguì il ragazzo fino a un’aula vuota, lui aprì la porta e, dopo che Hermione fu entrata, la chiuse.
-Cosa dovevi dirmi, Draco?
Rimase sorpresa sentendosi chiamarlo per nome, ma cercò di rimanere impassibile.
-Volevo solo chiederti scusa. – sputò fuori il ragazzo in un secondo.
A quel punto la maschera di Hermione crollò e lei spalancò la bocca: Draco Malfoy, uno dei Serpeverde più irritanti e maligni che avesse mai conosciuto, le aveva appena chiesto scusa?!
-Per cosa?
- Per come ti ho trattato in tutti questi anni: ti ho chiamato Mezzosangue, ti ho sempre insultato, … non posso cambiare chi sono, ormai sono così, ma posso tentare di rimediare ai miei sbagli.
-Le persone possono cambiare, Draco.
Malfoy sembrò riassumere il suo atteggiamento strafottente e la guardò dall’alto in basso.
-Non t’illudere troppo, Granger. Il fatto che ti abbia chiesto scusa non significa che abbia cambiato idea su di te.
-Beh, non posso aspettarmi cambiamenti da un pesce lesso come te, no?
***
 
I giorni passarono, e arrivò il Natale. Hermione aveva scritto a Ginny, ma non le aveva parlato di Malfoy. Che cosa avrebbe pensato Ginny, se neanche lei sapeva cosa pensare?
Nessun Grifondoro era rimasto a scuola, quindi Hermione si svegliò con calma e scese nella sala comune, dove aveva allestito un piccolo albero di Natale. Lì sotto c’erano un paio di pacchetti, che ovviamente erano per lei. Uno era di Ron e Harry (le avevano regalato un libro), uno era di Ginny, e conteneva un bel paio di scarpe col tacco, e uno era dei signori Weasley (ovviamente la signora Weasley le aveva fatto un maglione).
Hermione vide che c’era anche un altro pacchetto: non c’era nessun biglietto fuori. Aprì il regalo e trovò un braccialetto che aveva visto a inizio anno a Diagon Alley. Chi poteva averle fatto quel regalo? Nella scatola c’era un foglietto: c’era scritto solo “D.”
Chi poteva mai essere? Ripensò a quando aveva visto il braccialetto in vetrina: era con Harry e Ron, ma nessuno dei due aveva motivo di firmarsi “D.”
Poi si ricordò che poco dopo Malfoy le era passato accanto.
Le aveva fatto lui il regalo?
Che fosse veramente cambiato? 

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Capitolo 2
*** pensare, pensare... cosa pensare? ***


PENSARE, PENSARE… COSA PENSARE?
                              
Hermione era nel dormitorio, stava aspettando le tre del pomeriggio per l’uscita a Hogsmeade che aveva organizzato la McGranitt. Aveva preparato la borsa, il cappotto e la sciarpa di Grifondoro, poi si era affacciata alla finestra: si vedeva tutto il cortile della scuola coperto di neve, il platano picchiatore  che scuoteva i suoi rami nella speranza di togliersi un po’ di neve di dosso. Non si sentiva nessun rumore, se non il respiro lento e regolare di Hermione.
La ragazza aveva deciso di tornare  a Hogwarts dopo la battaglia, così come la maggior parte degli studenti, per riuscire a prendere i M.A.G.O e quindi poter frequentare un’università. Tuttavia lo studio non le sembrava più così importante come gli anni passati: per sei anni aveva pensato che l’unica cosa importante nella sua vita fosse studiare, mentre ora, dopo aver perso la sua famiglia e aver rischiato tutto per combattere Voldemort, non riusciva a concentrarsi come prima. Ogni volta che tentava di riposarsi, rivedeva nella mente quelle ore di terrore, rivedeva i volti di tutte le persone che avevano perso la vita: Fred, Remus, Tonks, … Nonostante i brutti ricordi, però, Hermione era decisa a riprendere la sua vita e a diplomarsi.
Lo sguardo di Hermione si spostò sul braccialetto che aveva ricevuto: l’aveva appoggiato sul suo comodino, l’aveva fissato per almeno un’ora cercando di capire chi gliel’avesse regalato e perché, poi si era arresa ed era scesa a fare colazione.
Si sedette sul letto a baldacchino, con le sue tende rosse e dorate che tenevano un bel calduccio, prese il braccialetto in mano e pensò a Malfoy e alle sue insolite scuse del giorno prima. Non aveva capito perché lui avesse voluto scusarsi: l’aveva chiamata Mezzosangue per sei anni, l’aveva insultata senza mai mostrare un briciolo di rimorso, era rimasto a guardare quando Bellatrix le incideva “Mezzosangue” sul braccio. Perché scusarsi dopo così tanto tempo?
Hermione era confusa: per tutto il tempo aveva creduto fermamente che Malfoy fosse il cattivo della situazione, mentre ora il ragazzo le sembrava più docile, anche se aveva la stessa arroganza di sempre. Forse era la mancanza di Harry e Ron a farle sembrare Draco Malfoy diverso.
Scacciò quei pensieri e scese nell’ingresso.
 
Draco Malfoy era seduto nella Sala Comune dei Serpeverde con Blaise Zabini, uno dei suoi migliori amici. Blaise aveva appena finito di scartare i tanti regali mandati dai suoi parenti, mentre Draco aveva ricevuto solo un pacchetto di sua madre e uno di Blaise; il ragazzo però non ci aveva dato molto peso: era abituato a sentirsi solo, escluso, dalla fine della guerra. Dopo la morte di Voldemort, tutti i Mangiamorte erano stati processati e condannati all’ergastolo ad Azkaban: lui si era salvato perché era stato ritenuto sotto l’influenza della Maledizione Imperius (anche se non era vero), sua madre era stata ritenuta poco pericolosa (poiché non aveva fatto cose così terribili) ed era stata rilasciata, mentre suo padre si era beccato l’ergastolo.
-Ehi, stai bene Draco? – chiese Blaise.
-Sì, sto bene. Perché?-
-Perché ti sto parlando da mezz’ora e non hai sentito una parola di quello che ho detto.-
-Scusami, ero sovrappensiero.-
Blaise capì che stava pensando a suo padre, così lo lasciò in pace e iniziò a leggere la Gazzetta del Profeta.
Draco pensò alle scuse che aveva fatto ieri a Hermione. La ragazza gli era sembrata sorpresa, ma aveva nascosto bene qualunque altra emozione avesse provato. Il ragazzo le aveva detto poche parole di getto: se ci avesse riflettuto troppo probabilmente avrebbe finito per contraddirsi, perché neanche lui sapeva esattamente cosa dire. Aveva fatto tante cose di cui pentirsi, aveva insultato la metà degli studenti di Hogwarts, aveva quasi fatto fuori Ron Weasley e Katy Bell nel tentativo di uccidere Silente (cosa che era stato costretto a fare), eppure riusciva a sentirsi in colpa solo per ciò che aveva detto a Hermione, in particolar modo per averla chiamata sempre Mezzosangue.
Ma che cosa gli diceva il cervello? Perché pensava a quello che aveva fatto a Hermione quando aveva fatto cose peggiori? Non se lo sapeva spiegare, e questo lo infastidiva molto.
Aveva sempre avuto le idee chiare: suo padre gli aveva inculcato sin da piccolo che solo i Purosangue erano degni della sua considerazione, mentre le persone come Hermione andavano soltanto evitate.
Dopo la cattura di Lucius Malfoy, Draco non sapeva più cosa pensare, le sue certezze erano crollate: quelle persone che prima insultava, ora gli sembravano solo dei ragazzi come lui, non riusciva più a vedere quella differenza tra Purosangue e Mezzosangue che coglieva così prontamente gli anni precedenti. Al suo ritorno a Hogwarts aveva iniziato a guardare le persone con occhi diversi, in particolar modo Hermione.
NO! Doveva smettere di pensare queste cose! Aveva bisogno di distrarsi.
-Blaise! – urlò Draco – Ti va di andare ai Tre Manici di Scopa a prendere una burrobirra?-
-Perché no? Almeno usciamo da questo dormitorio! – rispose l’amico dalla sua stanza.
Presero cappotti e sciarpe e si avviarono verso Hogsmead.
 
***
Hermione aveva fatto moltissimi acquisti: aveva svaligiato il Mielandia, comprando moltissimi dolci per Harry e Ron come regalo di Natale e aveva anche preso un vestitino da mandare a Ginny. Era stata troppo presa dai suoi pensieri, aveva pensato moltissimo ai suoi genitori e al Natale che avrebbe passato con loro se si fossero ricordati di lei, e non aveva pensato ai regali che doveva mandare ai suoi amici. Sperava di riuscire a rimediare così.
Aveva dimenticato i guanti al castello, e stava praticamente congelando: aveva le mani rosse e faticava a sentirle, così decise di andare ai Tre Manici di Scopa per bere qualcosa e scaldarsi un po’ prima di tornare al castello.
Entrò nel locale, ordinò una burrobirra e cercò un posto a sedere tenendo il boccale stretto tra le mani. Stava ancora pensando a Harry, Ron e Ginny, a cosa stessero facendo alla Tana, a quali regali avessero ricevuto, quando andò a sbattere contro qualcuno e la burrobirra le si rovesciò tutta addosso.
 

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Capitolo 3
*** gentilezze a hogsmead ***


GENTILEZZE A HOGSMEAD
 
-Scusami, ero distratto. Cavolo, sei ricoperta di burrobirra! – disse il ragazzo che aveva urtato Hermione.
-Scusami tu, ero nel mio mondo e non mi sono accorta che c’era qualcuno davanti … Malfoy? – disse Hermione guardando gli occhi grigio-azzurri del Serpeverde.
-Granger? Cosa ci fai qui? –
-Tentavo di bere qualcosa. Oh no! I regali!-
Hermione notò che tutti i regali che aveva comprato erano zuppi di liquido ambrato, si era salvato solo il vestito di Ginny. La ragazza si mise in ginocchio disperata e tentò di recuperare il possibile, ma tutti i dolci avevano assorbito la burrobirra ed erano da buttare. Hermione tentò di non piangere, ma qualche lacrima le sfuggì: non aveva abbastanza soldi per ricomprare tutti i dolci di Harry e Ron o per comprare qualsiasi altro regalo. I suoi amici ci sarebbero rimasti male.
Poco dopo Draco s’inginocchiò accanto a Hermione. 
-Per Merlino, è tutto da gettare … Granger, stai piangendo?-
-No – disse lei asciugandosi le guance.
-So riconoscere delle lacrime quando le vedo. Qual è il problema?-
-Quelli erano i regali per Harry e Ron, e ora non ho più soldi per ricomprarli-
Hermione vide Malfoy osservare i dolci con la fronte corrucciata. Sembrava preoccupato, forse per i dolci ormai immangiabili, o forse per lei … Un momento: Malfoy che si preoccupava per lei?! Impossibile!
All’improvviso il ragazzo prese il sacchetto di Mielandia e lo gettò nel cestino più vicino.
-Malfoy! Ma che fai?-
-Tanto erano comunque da buttare, Granger. Fa differenza se li ho messi io nel bidone e non tu?-
-Avrei potuto tentare di recuperarne almeno un po’!-
-Non sarà necessario. Te li ripago io-
-COSA?!-
-Sono stato io a farti cadere insieme alla tua burrobirra, è giusto che te li ripaghi. Andiamo, forza!-
Hermione si alzò sconvolta, in due giorni il suo mondo si stava ribaltando: Malfoy si era scusato (due volte, un record!), si era preoccupato per lei e si era anche offerto di ripagarle venti galeoni di dolci. All’inizio la ragazza pensò di mandare Malfoy al diavolo e di trovare da sola un altro regalo da spedire ai suoi amici, ma il buonsenso alla fine prese il sopravvento e la Grifondoro pensò che non ci fosse niente di male ad accettare dell’aiuto. Doveva solo assicurarsi di una cosa …
-Malfoy, se io accetto il tuo denaro, come posso sapere che non userai questa storia per ricattarmi fino al diploma?-
-Devi solo fidarti di me-
Fidarsi di lui? Di quello stesso ragazzo che si era divertito per anni a insultarla, farle dispetti e scherzi vari? Di quel Serpeverde che sembrava fosse cambiato e non aveva più quel cipiglio arrogante in viso?
-Non farmene pentire- disse Hermione prima di seguirlo.
 
Draco stava guardando varie emozioni passare sul volto della Grifondoro: all’inizio sembrava diffidente, ma si rilassò dopo un po’. Il ragazzo era curioso di sapere cosa stava pensando: stranamente, gli importava sapere se si fidava di lui o no. Un momento, perché gli importava se Hermione … la Granger si fidava di lui? Quello che sto facendo è solo un atto di galanteria Purosangue, si disse Draco, anche se una vocina nella sua testa gli sussurrava che stava mentendo a se stesso.
***
Hermione entrò nel Mielandia mentre Draco le teneva la porta aperta. Il negozio era pieno di scaffali, su cui c’erano tonnellate e tonnellate di dolci: Gelatine tutti i gusti+1, Cioccorane, Zucchero filato, Lecca-lecca, … In mezzo al negozio c’era un distributore di finte uova di drago (che in realtà erano confetti con il cioccolato) che  venivano scaldate costantemente da un piccolo drago (un modellino vivente) addomesticato.
L’odore di tutte quelle delizie insieme faceva venire l’acquolina in bocca, ma dopo un po’ diventava quasi nauseante.
-Per chi erano quei regali? Per Pottino Potter e Wealseiuccio? – disse Malfoy con un ghigno stampato in faccia.
-Perché devi sempre insultarli, Furetto?- rispose Hermione usando apposta quel soprannome, sapendo che lo detestava.
-Perché è una cosa che mi viene naturale, non posso farci niente. – disse Malfoy ridendo. – Allora, cosa devi comprare?-
Hermione si mosse agile nel negozio e prese alcune Cioccorane per Ron, perché l’amico adorava le figurine di quei dolci e gliene mancavano poche per completare la collezione, e delle BolleBollenti e le Gelatine tutti i gusti +1 per Harry.
-Ne avevi prese di più, prima- notò Malfoy.
-Non voglio farti spendere troppo – ammise la ragazza. – Sei già stato troppo gentile.
-Allora prendi qualcosa anche per te – insistette il Serpeverde.
Hermione prese un sacchetto di uova-confetti e diede il tutto a Malfoy perché pagasse, mentre lei lo aspettava in un angolo del negozio.
La ragazza lo guardò mentre si dirigeva alla cassa: rispetto all’ultimo anno, Draco era cambiato moltissimo, era diventato più alto e aveva messo su dei muscoli niente male.
Hermione, ma che ti prende? , si ammonì la ragazza. Ma nonostante tutto, Hermione non riusciva a smettere di fissarlo: non aveva mai notato la sua postura fiera, la sua corporatura snella che spiccava tra tutte le altre,…
-Granger, ci sei? È ora di tornare a Hogwarts!-
Hermione tornò alla realtà e camminò a fianco a fianco con Draco fuori dal Mielandia e si diressero verso il castello. La ragazza era veramente curiosa di sapere perché Draco fosse cambiato così, dal giorno alla notte, ma aveva paura di essere indiscreta chiedendogli cose personali.
Era ancora persa nei suoi pensieri quando Draco le afferrò un braccio e la tirò verso di sé.
-Hermione, a cosa stai pensando per non notare che stai per finire contro un muretto?-
La giovane Grifondoro guardò avanti e vide che, se il ragazzo non l’avesse tirata via, sarebbe andata a sbattere contro un grosso muro di pietra.
-Scusami, ero distratta.-
-L’avevo notato. Che cosa stava tenendo occupata la tua mente geniale?
-Stavo pensando che sei cambiato moltissimo, e mi stavo chiedendo perché – disse lei.
Malfoy si appoggiò contro il muro che Hermione aveva evitato per un pelo e prese un respiro profondo. Restò in silenzio per un paio di minuti, tanto che Hermione si stava pentendo di aver detto ciò che stava occupando tutto il suo cervello.
-Scusa, Draco, non avrei …
-Sinceramente, Granger, non so neanche io perché mi sto comportando così. Ora che mio padre è ad Azkaban, mi sono reso conto che non voglio finire come lui. Voglio essere una persona diversa. Mi sono accorto di essere stato cattivo, di aver fatto cose che non andavano fatte per nessuna ragione: mi sono lasciato influenzare da Lucius e ora mi ritrovo con un Marchio sul braccio sinistro che mi vergogno di mostrare. Voglio rimediare a ciò che ho fatto.-
Draco era veramente pentito, Hermione l’aveva capito dal suo tono disperato: si vergognava di essersi schierato con la parte sbagliata, di essersi fatto marchiare dai Mangiamorte.  
Hermione appoggiò una mano sul braccio sinistro di Draco, per mostrargli che gli credeva. Il ragazzo le sorrise per la prima volta in vita sua, dopodiché ripresero a camminare verso Hogwarts in un silenzio pieno di pensieri.
Quando arrivarono davanti al portone della scuola, Malfoy si voltò verso Hermione.
-Non pensavo che l’avrei mai detto, Granger, ma sono stato bene con te oggi.
-La cosa è reciproca, Malfoy – disse la ragazza sorridendo.
-Ci vediamo a cena! –
Il nuovo Serpeverde sparì dietro l’enorme portone, e poco dopo Hermione fece lo stesso.

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Capitolo 4
*** inviti ***


INVITI          
 
Hermione stava passeggiando per i corridoi di Hogwarts: era andata in biblioteca, sperando di trovare un po’ di pace tra i libri, ma poco dopo erano arrivati alcuni Serpeverde del primo anno e avevano iniziato a strillare talmente forte che Hermione aveva chiuso di scatto il libro che stava leggendo ed era corsa fuori.
Dannati ragazzini, pensò tra sé. Perché venite in biblioteca se volete solo fare confusione?
Hermione svoltò nel corridoio del settimo piano, quando vide il professor Lumacorno venire verso di lei.
Dannazione, stasera c’è la festa di Lumacorno! E non ho neanche un accompagnatore! Forse, se non mi vede, penserà che sono stata male e…
-Ah, salve, signorina Granger! -
Come non detto.
-Salve, professor Lumacorno! Ieri non ho avuto modo di farle gli auguri di buon Natale. – disse Hermione sfoderando il suo finto sorriso migliore.
-Non si preoccupi, signorina Granger! Anche se in ritardo gli auguri sono sempre bene accetti. Chi porterà stasera alla festa?-
-Non ho ancora un accompagnatore, tutti i Grifondoro sono tornati a casa e non conosco nessuno delle altre case così bene da invitarlo a una festa.-
-Perché non invita il signor Malfoy? Ho invitato anche lui, ma ha declinato l’invito perché non sapeva chi portare. –
-Terrò in considerazione la sua proposta professore. Ora devo tornare nella sala comune, ho delle faccende da sbrigare. –
-Certamente, certamente! A stasera! –
Hermione si voltò e corse verso la torre di Grifondoro. La sala comunque dei Grifondoro aveva le pareti oro e rosse, i colori della Casa: sulla destra c’era un caminetto che andava continuamente tutto l’inverno, e davanti al caminetto c’erano sei comode poltrone ricoperte di raso rosso e con i bordi dorati. Sulle pareti, c’erano vari quadri, che ritraevano gli eroi di Grifondoro.
Hermione si sedette su una delle poltrone e iniziò a riflettere.
Ormai Lumacorno l’aveva beccata, e non poteva far altro che andare alla festa o il professore si sarebbe offeso. Ma non poteva andare da sola! Sarebbe diventata lo zimbello della scuola, e il suo orgoglio le impediva di fare una figuraccia. Ma il suo orgoglio le impediva anche di invitare Malfoy. Era un Serpeverde! Avrebbe riso di lei e lo avrebbe raccontato a tutti, quindi sarebbe diventata comunque il fenomeno da baraccone dei Grifondoro che era stata così disperata da invitare un Serpeverde.
Non sapeva che fare.
Universo, pensò. Se devo invitare Malfoy, dammi un segno! Che ne so, un biglietto, una frase scritta nel succo di zucca, qualunque cosa!
In quel momento un gufo batté col becco sulla finestra della sala, e Hermione la aprì per fare entrare il volatile. Vide che c’era una lettera legata alla zampa del povero gufetto tutto infreddolito.
La ragazza lasciò che l’animale si appollaiasse vicino al camino per scaldarsi mentre lei apriva la lettera.
 
Granger,
oggi ho incontrato Lumacorno per le scale e mi ha fatto una testa così affinchè andassi alla sua festa. Gli ho detto che non avevo nessuno da portare e lui mi ha risposto che tu eri libera. Che ne dici se ci andiamo insieme?
Capirò se non vorrai accettare, ti chiedo solo di mandarmi una risposta così so se devo aspettarti o no. Se dirai di sì, ti aspetto davanti all’ingresso della torre di Grifondoro alle sette.
Draco Malfoy.
 
Hermione fissava la lettera a bocca aperta, e per vari motivi. Uno: Malfoy non l’aveva insultata o chiamata Mezzosangue. Due: era stato gentile, aveva anche considerato l’idea di un rifiuto. Tre: si era abbassato a invitare lei, una nata babbana, alla festa del professor Lumacorno. Come poteva rischiare di rovinare la sua reputazione.
Le guance di Hermione arrossirono e la ragazza avvertì una strana sensazione allo stomaco: si sentiva la pancia piena di farfalle…
No!Le farfalle nello stomaco no! Non poteva essere!
E allora perché si sentiva così?
Aveva chiesto un segno all’universo, e l’aveva ricevuto.
Prese piuma e pergamena e rispose a Malfoy.
 
Draco era sdraiato sul suo letto, con la cravatta allentata per l’ansia. Aveva impiegato due ore per trovare il coraggio di scrivere a Herm.. alla Granger per invitarla alla festa. Se pensava a lei, si sentiva strano, a disagio, perché sembrava che lei con un solo sguardo potesse leggergli dentro.
In quel momento Blaise Zabini entrò nella stanza e si sedette sul letto.
-Allora? Stasera chi porte alla festa del Luma-Club? –
-Non so neanche se ci vengo- rispose Draco.
-Avrai invitato qualcuno!
-Beh.. Ho invitato la Granger. –
-Scherzi? E da dove hai tirato fuori il coraggio? -
-Non lo so. All’inizio ho pensato che fosse una cosa stupida, ma poi mi sentivo male a non invitarla… alla fine, mi sono reso conto che volevo andare alla festa con lei, così le ho mandato un gufo. –
-E ti ha risposto? –
In quel momento il gufo di Draco atterrò sul davanzale della finestra: aveva un pezzo di pergamena legato alla zampa.
Draco si alzò di corsa e aprì, poi prese la pergamena.
 
Malfoy,
sono contenta che tu abbia invitato, almeno non dovrò inventarmi qualche scusa con il professor Lumacorno per non essermi presentata alla festa.
Accetto il tuo invito.
A stasera,
Hermione Granger.
 
Malfoy tirò un sospiro di sollievo.
-Andrò alla festa con Hermione – disse Draco a Blaise.
-Hermione?! –
-Volevo dire, con la Granger. –
-Draco, quella ragazza ti piace sì o no? –
-Te lo dirò quando lo capirò anch’io. –
 
***
Hermione aveva impiegato almeno dieci minuti per trovare le parole giuste: non voleva sembrare disperata, ma neanche fredda e indifferente.
Guardava fuori dalla finestra, pregando con tutto il cuore di non aver fatto la figura dell’idiota.
 
SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti!
Come avrete notato, questa è la mia prima fan fiction, e spero vi piaccia.
Se avete consigli da darmi, sono qui pronta ad ascoltarvi. Spero che la recensiate J
Domani non potrò collegarmi, quindi a giovedì con il prossimo capitolo!
 
World_magic

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Capitolo 5
*** la festa ***


LA FESTA
 
Nel dormitorio dei Grifondoro il caminetto era acceso: le fiamme crepitavano tranquillamente e rendevano calda e accogliente la stanza. Dall’unica finestra che c’era, sulla parete destra, si vedeva la neve cadere lentamente e silenziosa, rendendo ogni cosa intorno al castello bianco candido.
Tutti i letti del dormitorio femminile erano in ordine: le lenzuola erano perfettamente stirate e ordinate, le tende erano ben raccolte e i cuscini erano perfettamente gonfi.
Solo un letto era un completo disastro.
Hermione Jean Granger aveva letteralmente scaraventato ogni singolo vestito che aveva nel baule sul comodo materasso e, per non sbagliare, aveva anche svuotato il portagioie.
Non so cosa mettermi! Dannazione, quel furetto di Malfoy sarà come al solito impeccabile e io sembrerò un’idiota!
Trovò un vestito rosso: era molto attillato, molto corto … era di Ginny. La ragazza aveva sbagliato di nuovo baule.
Un abito blu: era lungo, sobrio, ma sarebbe stato scomodo se avessero ballato.
Infine, quando Hermione stava per arrendersi e annullare l’appuntamento con Dra … Malfoy, vide un vestito nero: era della lunghezza giusta, con un cinturane da mettere in vita e sembrava anche abbastanza comodo.
Oh questo o niente, pensò la Grifondoro.
Si chiuse in bagno per prepararsi.
 
***
Draco Malfoy stava per impazzire. Cosa s’indossava alle feste di Lumacorno? Uno smoking? Dei pantaloni della tuta e una T-Shirt?
Per la frustrazione, il Serpeverde tirò un calcio al suo baule. Avrebbe fatto la figura dello stupido davanti alla Granger se non avesse scelto gli abiti giusti.
Perché t’importa? ,si chiese. Ricordati che lei è una Mezzosangue.
Ma non riusciva più ad associare quell’insulto alla figura di Hermione: non sapeva spiegarselo, ma improvvisamente gli importava cosa pensava di lui. Lo credeva un traditore perché si era fatto marchiare (contro la tua volontà, gli fece notare una vocina nel suo cervello)? Lo credeva una persona da compatire? Lo aveva davvero perdonato per tutti i suoi insulti?
Non sapere le risposte lo stava facendo lentamente scivolare nella pazzia.
Si ricordò all’improvviso dell’abito elegante che gli aveva regalato suo padre al quarto anno: non lo aveva più voluto mettere per evitare di pensare a suo padre, ma era l’unica cosa elegante che avesse.
Chissà se a Hermione quel completo piaceva …
Tutt’a un tratto, gli importava del giudizio di Hermione.
 
***
Hermione si era preparata con molta diligenza: dopo essersi completamente sistemata, aveva fissato il suo riflesso nello specchio per almeno un quarto d’ora, poi aveva preso il coraggio (poiché mancavano cinque minuti alle sette) ed era uscita dalla torre.
Draco Malfoy era già lì ad aspettarla. Hermione lo fissò a bocca aperta: ovviamente, era impeccabile come al solito, ma c’era qualcosa di diverso in lui... si stava torcendo le dita … nervosismo?
Draco Malfoy.. nervoso?!
Hermione alzò lo sguardo verso il suo viso e notò che anche lui la stava fissando. Era ammirazione quella che faceva capolino nei suoi occhi grigi? Forse.
-Andiamo? – le disse porgendole il braccio.
Hermione lo prese cercando di nascondere la sorpresa nel vedere questo nuovo lato di Draco e andarono verso la festa.
 
Lumacorno aveva organizzato una lunghissima cena, in cui parlò degli argomenti più banali e futili: cosa avevano mangiato a colazione? Che lezioni avevano domani? Come mai non erano tornati a casa per le feste?
Hermione riuscì a schivare le domande del professore, così come Draco: i due ogni tanto si fissavano e ridevano sotto i baffi, perché in più di un’occasione la conversazione aveva preso una piega ridicola.
Per fortuna, la festa includeva anche musica e balli quindi, subito dopo il dessert, il tavolo sparì e la musica iniziò.
La Grifondoro aveva voglia di ballare, ma non aveva il coraggio di chiederlo a Draco. Per fortuna, fu il ragazzo a prendere l’iniziativa. Senza dire una parola, il Serpeverde s’inchinò un poco e le porse la mano. Hermione, senza interrompere quella magia creata dal silenzio, accettò il suo invito e i due iniziarono a ballare.
Per almeno un’ora i due danzarono senza proferire parola, poi Hermione iniziò a sentirsi male.
-Possiamo andare fuori un attimo? Ho bisogno d’aria. -
-Certamente. – Draco la prese per mano e la portò nel corridoio.
Camminarono mano nella mano fino alla grande finestra che segnava la fine del corridoio e restarono a guardare la neve che cadeva nella notte.
-Stai meglio? – chiese il ragazzo.
-Sì. C’erano troppi odori diversi in quella stanza. L’incenso, i vari profumi del cibo,.. –
Hermione si staccò dalla parete cui si era appoggiata, ma un giramento di testa la colse di sorpresa e perse l’equilibrio.
Draco Malfoy riuscì a prenderla in tempo, prima che cadesse e si facesse male, ma nel sollevarla i due si trovarono a pochi centimetri di distanza.
Hermione si stava perdendo in quegli occhi grigi, che nascondevano un abisso di emozioni sotto quell’apparente superficialità.
Draco stava fissando le labbra della Grifondoro.
Senza pensarci due volte, nel timore di pentirsi, il Serpeverde baciò la Grifondoro. 

Spazio Autrice
Ciao a tutti! Lo so che è tardi per il capitolo, ma sono riuscita atrovare un po' di tempo per scrivere solo adesso.
Spero che il capitolo vi piaccia! 
Sabato o domenica arriverà il sesto.
Se avete consigli o volete dirmi se la storia vi piace, recensite :)

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Capitolo 6
*** fallen in love ***


FALLEN IN LOVE
 
Hermione era troppo sconvolta per reagire. Draco Malfoy stava baciando lei, la Mezzosangue. Dopo qualche secondo, la ragazza riuscì a riprendere il controllo del suo corpo e cinse il collo di Draco con le braccia. Il ragazzo, ora che non doveva più sostenere Hermione, le prese i fianchi.
Restarono così, presi in quel bacio, per quelli che sembrarono anni, poi un rumore li fece ritornare al presente. Qualcuno stava venendo nella loro direzione.
Non avevano il permesso di stare lì, nei corridoi: dovevano trovarsi alla festa del professore, o nel loro dormitorio. Hermione stava per andare nel panico ma Draco mantenne il sangue freddo e, tenendola per mano, la portò in una delle tante nicchie del castello: quegli spazi erano bui e nascosti, Gazza o chiunque stesse arrivando lì non li avrebbe visti.
La Grifondoro aveva ancora il fiato grosso sia per il bacio sia per la corsa, così il Serpeverde le mise una mano sulla bocca perché non li scoprissero.
Gazza passò oltre la loro nicchia e, non appena sentirono il silenzio, i ragazzi tornarono alla festa di Lumacorno. Il professore evidentemente li stava cercando da un pezzo, perché non appena li vide corse loro incontro.
-Eccovi qua! Dove eravate finiti? – chiese curioso.
Hermione era ancora troppo scossa, sentiva ancora le labbra di Draco sulle sue, e non riuscì a inventarsi una scusa plausibile.
Per fortuna quel furetto biondo era accanto a lei e rispose prontamente.
-Ci scusi, professore, Hermione non si sentiva molto bene e l’ho accompagnata a prendere un po’ d’aria. -
-Oh, mi dispiace. Adesso si sente meglio, signorina Granger? –
-Sì, - rispose Hermione in un sussurro. – Sto un po’ meglio. -
-Le dispiace se ce ne andiamo un po’ prima? Ho paura che Hermione svenga se resta qui in questo caldo. – disse Malfoy.
-Ma certamente! Andate pure ma tornate nei vostri dormitori, mi raccomando. -
Draco prese la ragazza per mano e se ne andarono dalla stanza affollata.
Restarono in silenzio finché non arrivarono alla torre di Grifondoro.
A quel punto Hermione, che non era mai stata più imbarazzata in vita sua, si voltò verso il suo cavaliere.
-Grazie per avermi invitato, sono stata molto bene con te. – disse lei.
-Anch’io, Hermione. –
Lei spalancò la bocca.
-Mi hai chiamato “Hermione” –
-Se non sbaglio, è quello il tuo nome – disse con un ghigno.
Draco si avvicinò alla ragazza e la baciò di nuovo: Hermione aveva già avvicinato il suo corpo a quello del furetto, pronta a restare così fino alla mattina successiva, ma il ragazzo dopo un po’ la lasciò.
-A domani – le disse prima di lasciarle la mano.
-A domani, Draco.
 
***
Hermione Granger era nel dormitorio, stesa nel suo letto: aveva chiuso le tende, nel tentativo di isolarsi dal mondo.
Nella sua testa giravano solo quattro parole.
Draco mi ha baciato.
Era confusa: per la prima volta in vita sua non sapeva cosa stava provando. Si sentiva sempre agitata quando quella serpe era nei paraggi, le si chiudeva lo stomaco, le guance si arrossavano, ….
E quel bacio …
Non era mai stata così bene in vita sua: per quei pochi istanti, si era sentita protetta, amata, una cosa che non le succedeva più da quando aveva cancellato la memoria ai suoi genitori.
Nel momento in cui le labbra di Draco avevano sfiorato le sue, si era sentita a casa.
Hermione guardò l’orologio: era l’una del mattino. Ancora in preda ai suoi pensieri, tentò di addormentarsi.
 
Draco era nella sala comune con Blaise.
Appena era tornato, l’amico gli era letteralmente saltato addosso e l’aveva sommerso di domande. Com’era vestita la Granger? Cos’avevano servito da mangiare?
-Allora, com’era la festa? – chiese Blaise.
-Era la solita noiosa festa di Lumacorno. -
-E con la Granger? –
-Hermione – lo corresse Draco.
-Se la chiami per nome, deve essere successo qualcosa. Allora? –
-L’ho baciata. –
Blaise spalancò gli occhi. –Cosa?! E lei come ha reagito? –
-Beh, credo che abbia ricambiato … - disse lui arrossendo.
-Oh – disse Blaise notando il colorito dell’amico. – Dracuccio è innamorato! –
-E finiscila! – disse Draco tirando un cuscino in faccia all’amico.
Il Serpeverde andò in camera sua e pensò al bacio con Hermione, al suo viso, alle sue labbra, …
Non c’era niente da fare, Hermione Jean Granger si era impadronita dei pensieri di Draco Lucius Malfoy.
Perché non riesco a smettere di pensare a lei?, si chiese.
Perché sei innamorato, rispose la sua coscienza.
 
***
Le vacanze natalizie finirono. Draco e Hermione avevano passato tutto il tempo disponibile insieme: molte volte si erano tenuti solo per mano, senza parlare o fare altro. Godevano l’uno della presenza dell’altro.
Purtroppo, arrivò l’ultimo giorno di vacanza, e tutti gli studenti stavano tornando a Hogwarts. Quel giorno la Grifondoro aveva chiesto al Serpeverde di non cercarla, per darle il tempo di dire a Ginny, Harry e Ron quello che era successo tra loro. A malincuore, Draco aveva acconsentito.
Hermione stava pensando al modo in cui dire ai suoi amici il tutto: loro odiavano Draco, lo vedevano solo come il Mangiamorte che era stato costretto a diventare.
La ragazza stava ancora cercando le parole giuste quando Ginny irruppe nel dormitorio e l’abbracciò.
-Hermione! Mi sei mancata tantissimo! -
-Anche tu, Ginny! Allora, com’è andata alla Tana? –
-Come al solito. Almeno questa volta avevo Harry con me e ho passato quasi tutto il tempo con lui. La vuoi sapere una cosa? –
-Sputa il rospo! –
-Ron riceveva un sacco di gufi, e non li faceva vedere a nessuno. Una mattina lui stava ancora dormendo quando è arrivata posta per lui. Non potevo resistere e l’ho aperta … -
-E? –
-Non ho letto tutta la lettera, ma ho visto alcune frasi come “mi sei mancato tanto Ron - Ron” e così via … -
-Non mi dirai che Ron si è rimesso con Lavanda Brown! -
-Sì! Quando l’ho visto, l’ho preso in giro per tutto il giorno! –
-Ginny, sei cattiva!
Hermione si rese conto che se non avesse confessato tutto adesso, non l’avrebbe più fatto.
-Ehi, Ginny, sai invece a me cos’è successo? – chiese con voce tremante.
-No, cosa? -
-C’era la festa di Lumacorno e un ragazzo mi ha invitato … è di un’altra Casa … e alla fine della serata ci siamo baciati. –
-Wow! Quindi adesso state insieme? –
-Ancora non ufficialmente. –
-Ma chi è questo Casanova? – chiese Ginny curiosa.
Hermione prese un respiro profondo.
-Draco Malfoy.
 
Spazio autrice
Eccomi con un nuovo capitolo! L’ho scritto oggi perché domani sarò fuori tutto il giorno e non riuscirò a scrivere.
Ringrazio di cuore tutti quelli che leggono la storia e tutti quelli che hanno recensito i capitoli.
Spero recensiate anche questo!
A domenica con un nuovo capitolo!
 
World_magic

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Capitolo 7
*** la dura verità ***


LA DURA VERITÀ
 
La rossa stava guardando Hermione con gli occhi fuori dalle orbite.
-Tu … - balbettò. – Tu … stai uscendo con Malfoy? –
-Lo so, non me lo sarei mai aspettata neanche io, ma … -
-Dimmi solo una cosa, Hermione: con lui sei felice? –
-Sì. Finalmente, dopo quasi due anni, sono felice di nuovo. –
Ginny abbracciò l’amica, sollevata.
-Allora va bene. Certo, non avrei mai pensato che la tua dolce metà fosse quel furetto platinato, ma mi abituerò a lui. –
-Grazie, Ginny. Ora devo dirlo a Ron e Harry … loro la prenderanno malissimo! – disse la Grifondoro riccia preoccupata.
-Stai tranquilla. Ci stanno aspettando in sala comune e starò al tuo fianco mentre glielo dirai. –
Ginny e Hermione scesero insieme in sala comune; era tornato tutto normale: non c’era più l’albero di Natale, così come le decorazioni, e la neve sul balconcino della finestra si stava sciogliendo. L’atmosfera natalizia se ne stava andando molto velocemente.
-Hermione! Che bello vederti! – disse il bambino sopravvissuto abbracciando la ragazza.
-Ciao Harry! Ron, - disse lei abbracciando anche il ragazzo rosso, - com’è andata alla Tana?
-Tutto ok, anche se si sentiva la mancanza di Fred … George ha perso il suo compagno d’avventura e non era esattamente allegro … - disse Ron.
-E invece com’è andata qui a Hogwarts? – chiese Harry.
-Oh, è stato tutto tranquillo, anche se è stato un Natale un po’ diverso dal solito. La McGranitt ha messo un solo tavolo per tutti nella sala grande, quindi siamo stati tutti insieme. Quest’anno pochissimi ragazzi sono rimasti, dei Grifondoro c’ero solo io. Poi Lumacorno ha dato una festa per tutti i ragazzi che non erano tornati a casa. È stato divertente. – disse Hermione arrossendo.
-E con chi ci sei andata? Se non sbaglio, per andare alle feste del Luma-Club ci vuole l’accompagnatore. – disse Ron con le orecchie che stavano lentamente diventando rosse.
-Ehm … mi ha invitato … Malfoy. –
-COSA?! E tu hai rifiutato vero? – esclamò Ron, completamente rosso per la rabbia.
-No! Ero da sola, e ho pensato che fosse meglio andare alla festa con Draco piuttosto che stare nel dormitorio a piangermi addosso. Dovevo rifiutare l’invito, secondo te? – anche Hermione si stava scaldando.
-Draco?! Lo hai davvero chiamato Draco?! Hermione, tu hai perso il senno! –
Harry notò che la situazione stava degenerando e cercò di calmare Ron, ma l’amico sembrò fuori controllo.
-Ron, è cambiato! – urlò Hermione. - Non ci sarei andata se fosse stato la solita serpe! È stato gentile, mi ha chiesto scusa per tutto, non mi ha mai chiamato Mezzosangue da quando sono iniziate le vacanze! –
-Tu sei pazza! –
Hermione era sul punto di piangere: Ron era crudele, non le dava neanche la possibilità di spiegare. La Grifondoro era così furiosa che volle ferirlo.
-Sì, devo essere pazza, perché l’ho anche baciato! E sai una cosa, Ron? È molto più gentile lui di te! –
Senza dire altro, Hermione corse fuori dalla torre e andò in biblioteca.
 
Stava piangendo in un angolo della biblioteca, vicino al reparto proibito, dove di solito non andava nessuno. Hermione non poteva crederci: Ron era sempre stato carino con lei, comprensivo, anche quando al secondo anno aveva bevuto la pozione polisucco e si era trasformata in un gatto. Perché non voleva fare il piccolo sforzo di cambiare idea su Draco?
Sentì dei passi avvicinarsi, così si asciugò velocemente le guance.
-Hermione, stai bene? – era Harry.
-Come posso stare, secondo te? Uno dei miei migliori amici mi ha infamato senza neanche lasciarmi spiegare. – disse lei sarcastica.
-Hermione, voglio farti solo una domanda e, per favore, rispondimi sinceramente. –
-D’accordo. –
-Davvero Malfoy è cambiato? –
-Sì, Harry, non è più lo stesso furetto di una volta. Si è scusato con me, te lo giuro, per tutti gli insulti che mi ha detto, poi a Hogsmeade mi è finito addosso e ha inondato per sbaglio i miei dolci di burrobirra, così li ha ripagati tutti. –
-E tu lo ami? –
Hermione pensò per un minuto alla risposta.
-Non lo so. – disse alla fine. – Non so ancora cosa provo, so solo che con lui mi sento di nuovo felice. –
-Allora va bene. Voglio solo che tu mi faccia una promessa. – disse Harry serio.
-Quale? –
-Non farti prendere in giro da lui, Hermione. –
 
***
Quando fu ora di cena, Hermione scese insieme a Ginny nella sala grande. Ron non le aveva ancora rivolto la parola, e lei non aveva intenzione di parlargli di nuovo finché non si fosse scusato.
Nella sala erano stati rimessi tutti e quattro i tavoli, così la Grifondoro non si sarebbe potuta sedere vicino a Malfoy: per fortuna ci aveva pensato il ragazzo, che si era seduto in modo che potesse vedere Hermione dal suo tavolo.
Quando la ragazza si sedette al suo solito posto, aveva ancora gli occhi rossi. Draco se ne accorse, e alzò un sopracciglio come per chiederle “Tutto ok?”
Lei lo vide e scosse leggermente la testa. No, non era tutto ok.
 
Draco era preoccupato, perché aveva detto no? Cosa c’era che non andava? Provò l’insolito desiderio di alzarsi dal tavolo, prendere Hermione tra le braccia e stringerla finché non si fosse sentita meglio.
Si voltò verso Potter e Weasley e notò la faccia del rosso: era letteralmente viola, anche le orecchie erano rosse come peperoni e stava stringendo la forchetta così forte che sembrava volesse spezzarla in due.
Alla fine, Draco fece due più due e capì che Ron doveva aver preso male la notizia di lui e Hermione.
Lo sguardo di Draco tornò a Hermione e vide che si stava versando del succo di zucca. Così le scrisse un messaggio nel liquido: non fu facile, ma alla fine ci riuscì.
Vediamoci subito dopo cena nell’aula di Trasfigurazione. D.           
 
Spazio autrice
Eccomi qua!
Allora, che ne pensate? Vi è piaciuto il capitolo?
Recensite pure se volete darmi consigli o dirmi qualcosa : )
A martedì con un nuovo capitolo!
 
World_magic

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Capitolo 8
*** nemici-amici ***


NEMICI-AMICI
                       
Hermione aveva letto il messaggio di Draco nel succo di zucca.
Vediamoci subito dopo cena nell’aula di Trasfigurazione. D.
Aveva alzato gli occhi verso il biondo e aveva notato che lui la stava fissando; lentamente, cercando di non dare nell’occhio, aveva annuito e la mascella di Draco si era rilassata.
-Sbaglio o il furetto ti sta fissando? – disse Ginny all’orecchio di Hermione per non farsi sentire da Ron, che era seduto di fianco alla sorella.
-Vorrà sapere come l’avete presa. Gli avevo detto che oggi avevo bisogno di tempo per parlarvi. – mentì Hermione.
-Cosa avete da bisbigliare voi due? – sbottò Ron.
Hermione si voltò e basta, come se non l’avesse sentito, mentre Ginny esplose.
-Che cosa vuoi adesso, Ron? Che ti diciamo anche quando abbiamo sete, o quanti sorsi di succo abbiamo bevuto? Se hai qualche problema, dillo direttamente, altrimenti sta zitto e affoga nel Whisky incendiario! –
La Grifondoro riccia stava fissando l’amica con la bocca aperta: non aveva mai risposto così al fratello maggiore, cosa le era preso?
-Ginny calmati … - disse Hermione.
-Non mi calmo, accidenti! Se sto pesce lesso … -
-Adesso basta, Ginny. – intervenne Harry. – Ne riparleremo dopo, nella sala comune, quando sarete entrambi più calmi. –
Hermione alzò lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde, e vide che Draco se ne stava andando.
-Harry, Ginny, - disse rivolgendosi di proposito solo a loro due, - non mi sento molto bene. Vado a vedere se Madama Chips è in infermeria. –
-Hai bisogno di aiuto? – si offrì Harry.
-No, ho solo un po’ di mal di pancia. Ci vediamo dopo in sala comune! –
Uscì con calma dalla sala grande, ma appena svoltò l’angolo si mise a correre verso l’aula di Trasfigurazione.
Quando vi arrivò, aprì la porta con calma, pregando con tutta se stessa di non fare rumore e attirare l’attenzione di Gazza, entrò e richiuse le due ante pesanti. Prima di voltarsi verso i banchi vuoti dell’aula, prese un respiro profondo.
Quando si girò, vide che era tutto buio: l’unica luce proveniva dalla finestra sulla parete sinistra dell’aula. Nella penombra, si vedevano i banchi degli studenti, con le piume e i calamai sopra. La cattedra della McGranitt era piena di pergamene, probabilmente erano compiti da correggere.
Hermione si guardò in giro, ma non vide traccia di Draco.
-Draco? – lo chiamò sottovoce. – Draco dove sei? –
Non ricevette risposta.
Iniziò ad andare verso la cattedra, sperando che il suo furetto fosse nascosto in qualche angolo della stanza. Stava iniziando ad avere paura.
-Draco, sei qui? –
In quel momento le porte dell’aula di Trasfigurazione si aprirono all’improvviso e si richiusero velocemente. Nel buio, Hermione non vide chi era entrato, ma chiunque fosse l’aveva vista. Qualcuno afferrò la Grifondoro per un braccio e la trascinò nell’angolo più buio della stanza: Hermione stava per urlare sperando di trovare aiuto, ma la persona che era entrata la anticipò e le mise una mano sulla bocca.
La ragazza stava per mordergli una mano, quando le porte si spalancarono di nuovo ed entrò Gazza.
-Chi c’è? – chiese il Maganò.
Gazza restò lì un paio di minuti, poi se ne andò. Non appena “l’aggressore” lasciò Hermione libera, lei gli tirò un pugno nello stomaco e tentò di fuggire, ma lui riuscì comunque a prenderle il braccio.
-Hermione, ma cosa fai?! Sono io! –
-Draco? – chiese la ragazza, non riuscendo a distinguere la faccia del ragazzo.
-Sì, sono io. –
-Oh Merlino, scusami! – la ragazza si sedette vicino al Serpeverde che si era accasciato a terra. – Non sapevo che eri tu e … -
-Non ti preoccupare, per fortuna non sei molto forte. –
-Ehi! – disse lei tirandogli una pacca sulla spalla.
-Scusami se sono arrivato tardi, ma quando stavo per entrare Gazza mi ha visto e sono corso per mezzo castello tentando di seminarlo. Per la sua età corre veloce, comunque! –
Hermione rise e abbracciò il ragazzo: le era mancato tantissimo, e il fatto che Ron si fosse comportato così l’aveva anche messa di malumore.
Draco ricambiò l’abbraccio, poi la baciò con dolcezza.
-Allora, - disse lui quando dovettero riprendere fiato, - mi dici cos’è successo? A cena sembravi un po’ giù. –
-Ho detto ai ragazzi di noi due, e Ginny e Harry l’hanno presa abbastanza bene. Beh, tu sai di non essergli proprio simpatico, ma mi hanno promesso di provare a conoscerti meglio, dato che tu … beh, mi piaci. – disse lei imbarazzata.
-E invece Lenticchia l’ha presa male? A cena aveva la faccia di uno che sta per vomitare lumache . – disse Draco ricordando quando al secondo anno Ron aveva tentato di fargli un incantesimo Mangialumache che gli era rimbalzato addosso.
-Ron mi ha praticamente dato della pazza, non mi ha neanche lasciato spiegare. –
-Non ti preoccupare. Se Lenticchia ti dà ancora fastidio, gliela farò pagare. Ora godiamoci un po’ di tempo insieme. –
E Hermione spense il cervello.
 
Dopo un’oretta Hermione tornò nella sala comune. C’erano solo Harry e Ron seduti sulle poltrone, che stavano parlando molto animatamente quindi non la sentirono arrivare.
-Harry, come puoi accettare che Hermione esca con quella serpe! Io non credo che sia cambiato da un giorno all’altro! –
-Ron, neanche io sono così contento, però Hermione finalmente è felice di nuovo. Perché non puoi dare una possibilità a Malfoy? –
-Ha sempre insultato la mia famiglia ed io devo accettarlo?! Tu sei pazzo Harry! –
-No. – disse Hermione facendosi notare. –Sono stata io quella pazza. Sono stata pazza a pensare che tu potessi essere veramente mio amico, Ron. Posso capire che tu odi Draco, ma non capisco perché non vuoi la mia felicità. Sai una cosa? Fino a quando non ti deciderai ad accettare la mia nuova situazione, non rivolgermi più la parola! E i compiti di Piton, d’ora in avanti, te li farai da solo! –
Detto così, la Grifondoro corse nel suo dormitorio.
 
Spazio autrice
Ciao a tutti! So che avrei dovuto pubblicare il capitolo domani, ma ho preso degli impegni e ho deciso di pubblicarlo oggi.
Spero vi piaccia!
Un’altra cosa: grazie di cuore a tutte le persone che stanno leggendo la storia e a tutti quelli che la recensiscono. Mi fa molto piacere! :) Mercoledì posterò il nono capitolo! 
World_magic
P.S. recensite :)

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Capitolo 9
*** nelle serre ***


NELLE SERRE
 
Erano passati cinque giorni dalla litigata con Ron e il ragazzo non le aveva ancora rivolto la parola. Hermione, essendo più orgogliosa di lui, si era chiusa in un ostinato silenzio e non gli aveva più parlato. A colazione sedevano ancora vicini, ma si ignoravano completamente.
Harry iniziava a sentirsi a disagio e quella mattina le aveva parlato prima della lezione di Difesa contro le Arti Oscure.
-Hermione, perché non provi a parlare con Ron? Sono sicuro che potreste chiarirvi. –
-Harry, non intendo parlargli finché non si renderà conto di aver sbagliato. –
-Ma … -
-Niente “ma”. La questione è chiusa qui. –
-Sei troppo orgogliosa! – sbottò Harry.
-Tutti i Grifondoro lo sono, anche il tuo amico Ron! –
Era passata la mattinata ed era andato tutto bene, ma dopo pranzo Grifondoro e Serpeverde avevano lezione di Erbologia, e Hermione aveva paura che Draco avrebbe scatenato una rissa se Ron l’avesse solo guardata.
Prima di mangiare, Hermione aveva fermato il ragazzo e gli aveva parlato dei suoi timori.
-Draco, promettimi di non fare stupidaggini a Erbologia. –
-Picchiare Lenticchia non è una stupidaggine, è fare un favore al mondo. – aveva detto lui ridendo.
-Sono seria! Ron non mi ha più parlato e non so quando scoppierà di nuovo. Ti prego, non voglio che tu finisca nei guai per una cosa sciocca come questa! –
-D’accordo, non farò scenate. Reagirò se sarà Weasleiuccio a iniziare. – aveva acconsentito lui a malincuore.
 
Quando arrivarono nelle serre, trovarono la professoressa Sprite davanti a un enorme tavolo pieno di vasi, alcuni vuoti altri pieni.
-Buongiorno, professoressa Sprite. Che cosa sono queste piante? – chiese Hermione, con Ginny accanto pronta ad ascoltare.
-Sono Tentacule Velenose appena sbocciate. Presto metteranno radici profonde e bisogna metterle in un vaso più grande. È quello che faremo oggi.
Hermione si voltò verso Ginny e vide che l’amica era terrorizzata: la rossa aveva sempre odiato quella pianta, la sua era una fobia irrazionale.
-Ginny, non ti preoccupare. Sarai in coppia con qualcuno e non ti succederà niente di male. –
-Lo spero. –
-Allora ragazzi! – disse la professoressa Sprite. – Oggi dovrete travasare delle Tentacule Velenose. Nei spostarle dovrete stare attenti a non strisciare contro le foglie, altrimenti dovrete fare un salto in Infermeria. Indossate i guanti e gli occhiali protettivi. Oggi lavorerete in coppie miste: un Grifondoro con un Serpeverde. –
Hermione sbiancò: se Ron fosse capitato in coppia con Draco, probabilmente entro la fine della giornata entrambi sarebbero stati espulsi.
La professoressa iniziò a dire le coppie.
-Dunque, Ginny Weasley con Zabini, Ron Weasley con Nott, … - Hermione tirò un sospiro di sollievo. – Granger con Malfoy. –
A quel punto Hermione smise di ascoltare: il suo corpo si riempì di nuovo di tensione, ma questa volta era diverso. A parte Zabini, Harry, Ginny e Ron, nessuno sapeva della loro storia. E se Draco avesse fatto qualche mossa falsa che li avrebbe smascherati? Entrambi sarebbero diventati dei reietti nelle loro Case. Poi lo sguardo della ragazza si posò su Ron, e vide che stava lentamente diventando rosso più dei suoi capelli. Sarebbe stata una lunga lezione.
Hermione si avvicinò a Draco e iniziò a togliere la terra dal vaso.
-Weasleiuccio sembra sul punto di scoppiare. Ha preso una pasticca vomitosa dai suoi fratelli?- chiese lui ridendo.
-Non è divertente! – disse lei, anche se stava ridendo sotto i baffi.
-Sì che è divertente, se no perché staresti ridendo? –
-Okay, forse è un pochino divertente. –
-Solo un pochino? – disse lui mettendo il broncio.
-Non tirare troppo la corda, Malfoy! – disse lei chiamandolo apposta con il cognome.
-Beh, forse per farti divertire dovrei baciarti qui, sotto gli occhi di tutti, … - così dicendo, le passò una mano intorno ai fianchi.
-Okay, era divertente! –
Lui tornò al suo posto, versando terra nuova ne vaso grande.
-Dopo facciamo i conti. – lo minacciò lei.
-Non vedo l’ora. –
Per fortuna lo sguardo della professoressa Sprite si posò su di loro, e dovettero lavorare seriamente per il resto dell’ora.
La lezione finì e, prima di andarsene, Draco le lasciò un biglietto.
Che ne dici se pareggiamo i conti prima di cena sulla Torre di astronomia?
Hermione sorrise e si infilò il  bigliettino in tasca. non vedeva l'ora di scoprire cosa aveva in mente.
 
Quando arrivò sulla Torre di Astronomia, Draco la stava aspettando vicino al balcone. Hermione si avvicinò e, senza dire una parola, la prese per mano. Restarono così, a guardare quel tramonto, come se nascondesse qualcosa.
Prima che l’ultimo raggio di sole sparisse, Draco la baciò con tenerezza e il tempo perse significato, almeno per un po’.
 
Spazio autrice
Ciao a tutti!
Scusate l’ora ma oggi non andava la connessione e sono riuscita a mettere il capitolo solo ora.
Oggi ho avuto un lutto in famiglia e non ero molto ispirata, ma spero che vi piaccia lo stesso.
Auguro a tutti un buon Ferragosto in anticipo!
A venerdì ;)
World_magic

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Capitolo 10
*** sorprese ***


SORPRESE
 
Hermione aveva appena attraversato il buco del ritratto della torre di Grifondoro. Stava ancora pensando a Draco, alla sorpresa che le aveva fatto … Non riusciva a credere che il bambino platinato dei primi anni, che l’aveva presa in giro sin dal primo momento, si fosse trasformato in quel ragazzo dolce e sensibile. Evidentemente la guerra aveva portato qualcosa di buono …
 
Qualche ora prima, sulla Torre di Astronomia …
-Che cos’è quello? – chiese Hermione, indicando un cestino nascosto in un angolo.
-Quella è la nostra cena. – disse Draco ridendo.
-Come la nostra cena?! –
-Ho pensato che stare allo stesso tavolo di Lenticchia ti desse fastidio, così ho preparato un picnic. –
Il ragazzo aprì il cestino e tirò fuori una grossa coperta, poi prese anche svariati panini (alcuni dei quali erano i suoi preferiti) e anche una torta di zucca. Stese la coperta al centro del pavimento e sistemò anche bicchieri e una bottiglia di the.
-Dove hai trovato tutte queste cose? – chiese Hermione sbalordita.
-Potter ha lasciato il giro il suo Mantello dell’Invisibilità, e l’ho usato per entrare nelle cucine. A proposito, forse dovresti ridarglielo – disse poi Draco prendendo fuori il mantello dal cestino.
-Quando tornerò al dormitorio, glielo darò, promesso. –
Mangiarono con calma, poi restarono un’ora stesi sulla coperta a guardare le stelle, che si vedevano così bene da lì. Il cielo era limpido, senza nuvole, e la leggera brezza che soffiava rendeva piacevole quella serata primaverile.
Hermione aveva la testa appoggiata sul braccio del ragazzo ed erano così vicini che lei poteva sentire il suo cuore battere forte. Era incredibile che si emozionasse quanto lei quando erano insieme: sentire il suo cuore battere così per lei la faceva sentire stranamente felice, compiaciuta.
Era tutto perfetto, finché l’orologio non suonò le dieci e ruppe l’incantesimo.
-Dobbiamo andare, o Gazza ci beccherà in giro. – disse lui a malincuore.
Senza parlare, Hermione lo aiutò a sistemare tutto, poi andarono insieme verso la Torre di Grifondoro.
Prima di andare nel suo dormitorio, Draco le aveva dato un lieve bacio, tenero, e le aveva sussurrato – Buonanotte – così piano che la ragazza pensò di esserselo immaginato.
 
Hermione fu distratta dai ricordi quando sentì un rumore in sala comune: pensava di essere sola, di solito a quell’ora tutti si erano già ritirati nei dormitori.
-Chi c’è? – chiese piano lei.
-Sono io. – rispose una voce maschile.
La Grifondoro si voltò verso la voce e cercò il ragazzo nell’ombra; quando lo trovò, restò immobile a fissarlo.
-Ron, che ci fai ancora qui? Dovresti essere a letto. – disse lei tentando di spezzare la tensione.
-Potrei farti la stessa domanda. Eri con Malfoy? –
-E anche se ero con lui, che cosa cambia? –
-Hermione, siediti per favore. – disse lui con un tono che lasciava trasparire l’arroganza trattenuta.
La ragazza era tentata di mandarlo a quel paese, girargli le spalle e andare nel suo dormitorio, ma era così tanto tempo che Ron non le parlava che era curiosa di sapere cosa aveva da dire.
Si sedette su una delle poltrone e aspettò che il ragazzo parlasse.
-Hermione, ho bisogno di sapere una cosa: perché hai deciso di stare con Malfoy? –
-Non l’ho deciso, Ron, semplicemente … è successo. Ero sola a Natale, non ero venuta alla Tana perché non ero proprio pronta a stare con una famiglia, dato che ho perso la mia. -
-È per questo che non sei venuta con noi? – chiese lui interrompendola.
-Sì, Ron. Mi mancano i miei genitori, ma non posso farci niente, non si ricorderanno mai di me. Comunque ero da sola, senza famiglia, così come Draco. Te lo giuro, Ron, è cambiato davvero: si è scusato con me, mi ha aiutato nei momenti di bisogno, e mi ha chiesto addirittura di andare alla festa di Lumacorno, e non era costretto. –
-Sei veramente sicura di ciò che dici? –
-Al cento per cento. –
-Bene. Ci vediamo domani, Hermione. –
Ron se ne andò e Hermione restò per un po’ a fissare il fuoco: non poteva essere più felice. Ron aveva accettato Draco, o almeno ci stava provando. Era già qualcosa.
Le cose sarebbero migliorate, forse.
 
Draco era nella sala comune con Blaise. Non aveva sonno, era ancora in iper-agitazione dopo il picnic con Hermione. Per quelle poche ore si era sentito in pace con il mondo, non aveva sentito l’avambraccio sinistro, marchiato per la vita, così pesante come succedeva di solito.
Era come se Hermione riuscisse a cancellare quel marchio infame, quel passato in cui era stato costretto a vivere.
-Hai fatto i compiti di pozioni? – chiese Blaise.
Draco tornò alla realtà.
-Sì, mi ha aiutato Hermione, per fortuna. Lumacorno è un po’ troppo esigente … gli anni scorsi Piton mi dava la sufficienza solo perché ero dei Serpeverde! –
-Quest’anno per diplomarci dovremo sudare tutte le camicie che abbiamo, vedrai! –
Draco sorrise. Diplomarsi. Andare a vivere da qualche altra parte, forse con Hermione.
Chissà cosa gli riservava il futuro.
 
 
Spazio Autrice
Ciao a tutti!!
Eccomi qua con un nuovo capitolo. Mi sono ripresa e spero che questo capitolo sia venuto meglio del precedente.
Domani pubblicherò un altro capitolo, poi per un po’ non ci sarò perché sarò in vacanza.
A domani!
 
World_magic

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Capitolo 11
*** l'inizio della fine ***


L’INIZIO DELLA FINE
                       
Qualche mese dopo, a metà maggio …
 
-Hermione, devi aiutarmi! Ti sto supplicando! – fu il grido che giunse alla ragazza dalla sala comune dei Grifondoro.
Erano passati cinque mesi da quando lei e Draco stavano insieme: i loro amici avevano accettato la cosa, anche se non tutti avevano avuto la stessa reazione, tuttavia non l’avevano resa una relazione pubblica. Preferivano vedersi in segreto perché, almeno secondo il Serpeverde, era più divertente.
Anche Ron alla fine si era arreso all’evidenza: all’inizio non salutava neanche il ragazzo, faceva finta che non esistesse, ma quando era stato attaccato da tre Serpeverde, Draco si era messo in mezzo e si era preso un pugno allo stomaco al posto del Grifondoro (anche se, a quanto disse dopo il ragazzo, lo fece per Hermione e non “per Lenticchia”). A quel punto Ron si era aperto con il furetto ed erano persino diventati amici.
E così era arrivato maggio, e si erano avvicinati gli esami. Hermione era sempre in tensione, certi giorni si chiudeva in biblioteca a studiare delle ore insieme a Draco, Ron e Harry, e smetteva solo quando era ora di andare cena.
Quel giorno, le lezioni per gli alunni del settimo anno erano terminate e da quel momento avevano una settimana per prepararsi prima dei M.A.G.O. Hermione cercava di mantenere la calma, ma Ron stava andando fuori di testa.
-Ronald Weasley! Ho capito che hai bisogno di aiuto, ma sono le undici di sera e vorrei dormire! Domani mattina andremo in biblioteca insieme a Draco e studiamo tutti insieme. –
-Non posso sprecare tempo! – si lamentò lui.
-Se non dormi, non avrai più forze il giorno dell’esame e andrai male. Ascoltami per una volta! –
Ron stava per ribattere, quando Harry e Ginny entrarono nella sala comune.
-Grazie a Merlino! – disse Hermione. – Harry, puoi trascinare Ron nel dormitorio? Non mi vuole ascoltare. –
Dopo varie minacce, Harry convinse l’amico a riposare, così le due ragazze andarono nel loro dormitorio.
Ginny era la più tranquilla, dato che frequentava il sesto anno e non aveva esami: per Hermione, l’amica era come un’ancora, cercava di aggrapparsi alla sua calma per non impazzire.
-Ginny, promettimi una cosa. – disse Hermione quando entrambe furono sotto le coperte.
-Cosa? –
-Che se da qui al giorno degli esami inizio a comportarmi da matta come tuo fratello, mi tirerai una botta in testa. –
-Conta su di me, Hermione. – disse Ginny ridendo.
Per un po’ calò il silenzio, tanto che Hermione pensò che l’amica dormisse, quando la rossa parlò all’improvviso.
-Herm, cosa farai dopo Hogwarts? –
-Non lo so. – disse la ragazza sincera. – Pensavo di tornare nel mondo dei babbani e acquistare una casa lì. Oppure potrei trovare una casa in campagna nel mondo magico. A quel punto, cercherei di entrare in qualche università. –
-Università babbane o magiche? –
-Dipende da dove vivrò. Credo che questo discorso dovrei farlo anche con Draco. Insomma, sto benissimo con lui, ma quando non saremo più qui cosa succederà? Andremo a vivere insieme? Ognuno prenderà la sua strada? –
-Devi parlargliene prima che finiscano i M.A.G.O. –
-Infatti domani mattina ci vediamo prima per parlare. –
-Bene. –
A quel punto, entrambe cedettero al sonno.
 
La mattina Hermione si era svegliata presto, aveva fatto colazione e aveva raggiunto Draco fuori dal castello.
-Buongiorno! – disse lui quando la vide e la baciò.
-Buongiorno. – disse lei.
-Andiamo in biblioteca? – disse lui prendendola per mano e alzandosi.
-Aspetta, voglio chiederti una cosa. – lo fermò lei, e si sedette.
-Che cosa c’è, Hermione? –
-Volevo parlarti di una cosa, ma devi promettermi di essere sincero. –
-Dimmi tutto. –
-Cosa succederà dopo che avremo finito la scuola? –
-In che senso? –
-Cosa faremo? Andremo all’università, faremo qualcosa insieme o … quello che è successo quest’anno finirà nel dimenticatoio e ognuno prenderà la sua strada? – disse Hermione con le lacrime agli occhi.
-Sono domande da fare? – chiese lui prendendole dolcemente la mano.
-Sì, perché io … io sto bene con te. E pensare che questo è il nostro ultimo anno a Hogwarts mi ha fatto capire che non potremo più vederci di nascosto nell’aula di pozioni, non vivremo più sotto lo stesso tetto per nove mesi. Volevo solo sapere se, dopo gli esami, continueremo a stare insieme o se finirà lì. –
-Hermione – disse lui facendola girare verso di lui e prendendole il viso in modo che lo fissasse negli occhi. – io non potrei più stare senza di te. Sei stata tu a farmi trovare una nuova ragione per continuare a vivere. Sai benissimo che anche nella mia Casa non sono più ben voluto, ma tu mi hai accettato comunque. Stai con me nonostante il modo in cui ti ho trattato per sei anni e nonostante ciò che ho fatto per ordine di mio padre. Come potrei mai lasciarti? –
Hermione sorrise, rassicurata da quelle parole.
-Ti amo. – disse la Grifondoro. Disse quelle due paroline che voleva dire da tempo ma che non aveva mai avuto il coraggio di pronunciare.
-Ti amo anch’io. –
 
Spazio autrice.
Ciao!!
Eccomi qua con l’undicesimo capitolo.
Fino a venerdì prossimo non potrò più pubblicare niente, perché lunedì parto e domani sarà una giornata dedicata alle valigie.
Spero che il capitolo vi piaccia, anche perché sto pensando di avviare la storia verso il finale.
Recensite se avete consigli da darmi, o se volete darmi qualche suggerimento per i prossimi capitoli, venerdì prossimo risponderò a tutti! :)
Quindi, a venerdì prossimo!
 
World_magic

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Capitolo 12
*** notte prima degli esami ***


NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI
 
Mancava un solo giorno all’inizio degli esami. Tutti gli alunni del settimo anno erano in fermento.
I Tassorosso si erano rintanati tutti in biblioteca o nella rimessa per le barche per studiare in tranquillità (poiché nei giorni precedenti si erano solo rilassati).
Quasi tutti i Corvonero erano in giardino o nel dormitorio, che si godevano gli ultimi momenti a Hogwarts dopo aver studiato tutti i giorni per sette anni.
Alcuni Serpeverde, da degni alunni della propria casa, cercavano di corrompere gli studenti più piccoli perché facessero loro dei bigliettini, mentre altri se ne fregavano degli esami e continuavano a vivere come sempre.
I Grifondoro stavano ancora studiando, un ripasso dell’ultimo minuto, ma quasi tutti avevano decretato che ormai avevano studiato tutto quello che potevano ed era inutile spremersi il cervello.
Beh, c’era solo un’eccezione.
Hermione si era chiusa nel dormitorio dalla mattina e non era scesa né per colazione, né per pranzo. Era determinata a ripassare tutti i libri finché non le fossero usciti gli occhi dalle orbite.
Ginny aveva tentato di farla distrarre, ma questo aveva solo peggiorato l’umore della ragazza.
Draco era preoccupato per lei: sapeva com’era fatta, e da quello che aveva sentito dire da Potter e Weasley a pranzo era in piena crisi. Il ragazzo si era detto che, se Hermione non fosse scesa a cena, avrebbe mandato Lenticchia e compare a trascinarla giù dalla torre di Grifondoro per parlarle.
Quando fu ora di cenare, Draco aspettò fino all’ultimo, nella speranza di vedere Hermione arrivare a tavola sorridente come sempre, ma quando vide Harry e Ron alzarsi e uscire dalla sala, li seguì di corsa.
-Potter, Weasley! – urlò.
-Malfoy, che succede? – chiese Harry.
-Dov’è Hermione? –
-Si è chiusa nel dormitorio per studiare. Ginny ha tentato di tutto per farla uscire, ma non è servito a niente. –
-Non potete prenderla con la forza e portarla giù? –
-Non so se l’hai notato, ma Hermione è una ragazza, quindi dorme nel dormitorio femminile. – disse Ron, con il tono di chi parla a un idiota.
-E… ? – disse Draco fingendo di non capire. Era troppo bello prendere in giro Lenticchia, anche se Hermione non lo approvava.
-E noi non possiamo entrarci! – sbottò il rosso.
-Possiamo chiedere a Ginny di portarla fuori. – disse Harry ignorando Ron.
-D’accordo. Io sarò al Lago Nero tra mezz’ora. La aspetterò lì. –
Draco si avviò verso il lago, mentre i due Grifondoro pensavano a come convincere Hermione a uscire.
 
Ginny aveva parlato con Harry, che le aveva detto che Malfoy voleva vedere Hermione, e avevano solo trenta minuti per convincere l’amica a uscire dal dormitorio. La rossa, che conosceva bene l’amica, aveva deciso di usare la psicologia per sfrattare l’amica dal dormitorio.
Entrò nella stanza e trovò Hermione stesa tra una ventina di libri.
-Hermione! Stai ancora studiando? –
-Sì, ho bisogno di ripassare fino all’ultimo minuto. –
-Ma questo libro lo avevi in mano stamattina! –
-Lo so, è che voglio studiare quest’argomento di nuovo. –
Okay, Hermione era decisamente andata fuori di testa.
-Hermione, so che i M.A.G.O. sono importanti, ma anche la salute lo è. Se non sbaglio, tu sei orgogliosa di non esserti mai ammalata nei sette anni trascorsi qui. –
-Dove vuoi arrivare, Ginny? –
-Devi uscire, prendere un po’ d’aria. –
-No, devo solo studiare. –
Ma quanto può essere cocciutauna persona?, si chiese Ginny.
-Facciamo un patto: adesso tu esci da qui, ti rilassi per un’oretta, poi torni qua e ti aiuto a ripassare le ultime cose. –
Hermione ci pensò per un attimo, e sembrò convincersi di aver bisogno di riposarsi, ma ribatté comunque: - Ma dove vado a quest’ora? –
-Malfoy ti sta aspettando al Lago Nero. Ha pesino chiesto aiuto a Harry e Ron, quindi direi che è parecchio preoccupato. –
-D’accordo, vado. –
Missione compiuta, pensò Ginny sorridendo.
 
Draco stava aspettando ancora Hermione sul prato vicino al lago. Era arrivato pochi minuti dopo aver parlato con Potter e Weasley, e c’erano ancora alcuni raggi di sole nel cielo, mentre in quel momento era buio pesto. Era passata quasi un’ora, e non c’era traccia della ragazza. Quando l’orologio batté le nove e mezzo, iniziò a perdere la speranza, ma poco dopo sentì dei passi avvicinarsi.
-Hermione, sei tu? – chiese.
-Sì, sono qui. –
-Vieni, siediti. –
La ragazza prese posto vicino al Serpeverde, che le passò una mano intorno alla vita per avvicinarla a sé.
-Pottino e Lenticchia mi hanno detto che non sei uscita dal dormitorio, oggi. –
-No, sono rimasta tutto il giorno a studiare. –
-Hai mangiato qualcosa? –
Fu il ruggito del suo stomaco a rispondere.
-Lo prendo come un no. – disse Draco ridendo. – Per fortuna, ti ho portato qualcosa dalla cena. –
Il ragazzo tirò fuori dal nulla un panino e una ciambella con la glassa. Hermione, che non si era resa conto di quanto fosse affamata, li addentò e li finì in meno di cinque minuti.
-Tu hai studiato? – chiese lei preoccupata.
-Sì, stai tranquilla. Sono pronto come non lo sono mai stato. Adesso cerca di rilassarti, altrimenti domani sarai esausta.
Hermione seguì il consiglio di Draco e appoggiò la testa sulla sua spalla: restarono in silenzio ad ammirare il lago, la luna e il suo riflesso sull’acqua, quando improvvisamente si sentì stanca da morire. Poco dopo, il sonno vinse e la ragazza si addormentò.
 
Draco stava ancora guardando il lago quando sentì Hermione emettere uno strano suono, quasi un grugnito. Si voltò e vide che la ragazza si era addormentata e stava russando. Sorrise dolcemente vedendo Hermione dormire: si sentì stranamente protettivo verso la sua ragazza.
La mia ragazza, pensò. La mia Hermione. Suona bene.
Non potevano restare lì tutta la notte, così prese la Grifondoro in braccio e la portò fino alla sua sala comune, dove la lasciò nelle mani di Potter.
 
Spazio autrice.
Ciao a tutti, sono tornata!
Ecco a voi il nuovo capitolo! Spero vi piaccia!
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno inserito la storia tra le preferite, le ricordate e le preferite. E un grazie anche a tutti quelli che la recensiscono.
A domenica con un nuovo capitolo!
World_magic.
Ps: recensite se avete consigli o se volete esprimere la vostra opinione :)

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Capitolo 13
*** i M.A.G.O. ***


I M.A.G.O.
 
Mancavano poche ore all’inizio dei M.A.G.O. e Hermione era in camera con Ginny a ripassare formule per il primo esame, Incantesimi. Della sera precedente, la ragazza ricordava solo di essere al Lago Nero tra le braccia di Draco e di essersi poi svegliata nel suo letto, con un biglietto tra le mani che diceva che il Serpeverde l’aveva portata al dormitorio dopo che si era addormentata sulla sua spalla.
La Grifondoro si mostrava tranquilla, ma in realtà le tremavano le ginocchia. Ginny le stava accanto, a colazione le aveva anche dato una pozione per rilassare i nervi che le aveva preparato Lumacorno (per averla, la rossa aveva finto di avere una crisi di panico e aveva chiesto aiuto al professore), ma Hermione aveva un nodo alla bocca dello stomaco.
Quando l’orologio batté le nove, le due ragazze si avviarono verso la Sala Grande, che era stata preparata per ospitare gli esami.
Arrivate davanti alla porta, ancora chiusa, Ginny abbracciò l’amica.
-Hermione, ricordati: devi stare calma, perché hai studiato almeno venti volte tutti gli incantesimi. Ti ricordi come sarà l’esame? –
-Ci sarà una prima parte in cui, a seconda degli effetti descritti, si deve riconoscere l’incantesimo usato; poi dovremo eseguire alcuni incantesimi uno alla volta davanti alla commissione. –
-Brava. Okay, ora prendi un bel respiro, rilassati. – disse Ginny vedendo che l’amica stava iniziando a tremare. – Hermione, ricordi quello che ti ha detto Sirius al terzo anno? Sei la strega più brillante della tua età. Ce la farai alla grande, ne sono sicura. –
Hermione, purtroppo, non era così sicura come Ginny: era terrorizzata. Aveva studiato per sette anni tutti i libri di magia, e aveva paura di fallire.
In quel momento si aprirono le porte della Sala Grande e da lì uscì la McGranitt. Tutti gli studenti si voltarono verso di lei.
-Buongiorno, ragazzi. Tra poco, varcherete questa porta e inizierete l’esame. Credo non ci sia bisogno di ricordarvi che è vietato copiare o usare qualsiasi incantesimo o pozione che possa aiutarvi a barare: quindi, il professor Lumacorno e il professor Vitious controlleranno che non abbiate niente di tutto ciò. Seguitemi. –
Tutti gli studenti seguirono il capo della casa Grifondoro in una stanza adiacente alla Sala Grande, dove Lumacorno e Vitious controllarono ogni singolo studente. Per fortuna, nessuno aveva pensato di barare con una qualche pozione.
Quando tutti furono controllati, la McGranitt li accompagnò nella sala e li fece accomodare in ordine alfabetico, consegnò loro le pergamene e poi si posizionò al centro del palchetto, dove teneva i suoi discorsi a inizio anno.
-Bene. – disse. – Che i M.A.G.O. abbiano inizio. –
 
Quella settimana fu straziante, per tutti gli studenti. Le prove dei M.A.G.O. furono più difficili del previsto, e il venerdì sera tutti gli studenti del settimo anno erano nelle loro sale comuni, stremati come non mai.
-Hermione, ho paura di aver fallito in Difesa contro le Arti Oscure! – si stava lamentando Ron.
-Ron, hai fatto tutto quello che potevi. Smettila di lamentarti! Anch’io ho avuto un attimo di esitazione durante l’esame di Trasfigurazione, ma i professori capiscono che sei nervoso e non ci danno molto peso. –
-Hermione ha ragione, Ron. – disse Harry. – Hai fatto tutto quello che potevi, ora dobbiamo solo aspettare domani mattina, quando saranno consegnati i diplomi con i risultati. – così detto, appoggiò una mano sulla spalla dell’amico, come per dichiarare chiusa la questione. Poi, si rivolse all’amica. –Hermione, sai com’è andato Draco? –
La ragazza aveva visto il Serpeverde dopo l’esame di Difesa contro le Arti Oscure, l’ultimo, ed era uscito con gli occhi lucidi. “Cos’è successo?”, gli aveva chiesto. “A quanto pare, il professore aveva paura di me, così mi ha scagliato addosso la maledizione Cruciatus. Per fortuna la McGranitt l’ha visto.”, aveva risposto lui. Il ragazzo era stato di malumore tutto il giorno, ma la ragazza gli era comunque rimasta accanto.
-Ha avuto solo problemi in Difesa contro le Arti Oscure, puoi immaginare il perché. – rispose la Grifondoro.
-Alcuni professori sono proprio stupidi. – commentò l’amico. – Ora è meglio andare a riposare. È la nostra penultima notte qui dentro, e voglio godermi quel letto a baldacchino finché posso.
Dopo dieci minuti erano tutti nei loro letti con le ginocchia molli, in attesa del verdetto della mattina successiva.
 
***
Erano tutti nella Sala Grande, tutti gli alunni dal primo al settimo anno. Questi ultimi indossavano dei cappelli diversi dal solito: portavano il cappello dei diplomati.
La professoressa McGranitt, dopo aver fatto fare colazione a tutti, prese posto davanti al tavolo degli insegnanti, tenendo di fianco una borsa enorme con tutti i diplomi.
-Attenzione, per favore! – disse. –Ora è il momento di consegnare i diplomi agli studenti del settimo anno. Inizieremo dalla casa Serpeverde. –
La preside iniziò a chiamare i nomi dei Serpeverde, e tutti gli studenti di ogni casa applaudivano, in segno di rispetto.
-Draco Malfoy! – chiamò la McGranitt. A quel punto, molti smisero di applaudire e a fissarlo con gli occhi fuori dalle orbite, ma il ragazzo sembrò non accorgersene e prese tranquillamente il suo diploma.
Terminati i Serpeverde, toccò ai Corvonero e ai Tassorosso, infine ai Grifondoro. La McGranitt chiamò Harry, Ron, Dean, Seamus, ma non Hermione. Tutti avevano ricevuto il diploma, mancava solamente lei. Stava iniziando a preoccuparsi, quando la professoressa prese di nuovo la parola.
-Infine, l’ultimo diploma, che ho deciso di consegnare per ultimo in quanto unico diploma con tutti “Eccellente”. Congratulazioni, signorina Hermione Granger! –
Il tavolo dei Grifondoro scoppiò in un applauso fragoroso, e la ragazza vide anche Draco e Blaise applaudire sorridenti. Rossa come un pomodoro, la Grifondoro prese il suo diploma e tornò al suo posto.
-Congratulazioni a tutti i diplomati! – disse allora la McGranitt. Nella Sala Grande volarono un centinaio di cappelli, e a quel punto tutti gli studenti del settimo anno iniziarono ad abbracciarsi in lacrime.
Ce l’avevano fatta, si erano diplomati.
Dopo qualche minuto, Hermione si trovò davanti a Draco. Non sapeva cosa fare: stava per abbracciarlo, quando lui le prese il viso e la baciò lì in mezzo a tutti. Molti si fermarono a guardarli, ma a loro non importava. Avrebbero iniziato una nuova vita insieme.
 
La sera, prima di andare a dormire, Hermione decise di salire sulla torre di Astronomia, per vedere quel panorama un ultima volta.
Stava guardando il lago, i giardini, il ponte sospeso, quando qualcuno l’abbracciò da dietro. La ragazza non aveva paura, sapeva a chi appartenevano quelle braccia.
-Cosa stai facendo? – le chiese il ragazzo dietro di lei.
-Mi godo il panorama per l’ultima volta. –
-Ho una sorpresa per te. –
La ragazza si voltò verso il suo furetto platinato e lo guardò sorridendo.
-Cosa? –
-Chiudi gli occhi. –
Hermione obbedì e sentì Draco armeggiare con qualcosa di metallico, poi le prese la mano e le appoggiò qualcosa di freddo e strano sul palmo. Sembravano più oggetti insieme.
-Posso aprire gli occhi? – chiese la Grifondoro.
-Ora sì. –
Guardò l’oggetto e notò che era un mazzo di chiavi.
-Che cosa sono? –chiese confusa.
-Le chiavi di casa nostra. -
 
Spazio autrice.
Ciao a tutti!
Ecco un nuovo capitolo che spero vi piaccia.
Come avrete notato, la storia sta volgendo al termine. Penso che manchino solo due o tre capitoli. Vorrei sapere se avete qualche idea o qualche aspettativa per il finale. Recensite pure se avete qualche idea ed io cercherò di inserirla nella storia.
A martedì!
 
World_magic

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Capitolo 14
*** -Lo voglio ***


-LO VOGLIO
 
Due anni dopo …
 
Nelle campagne magiche, isolata da tutto e da tutti, c’era una casetta di due piani. Le pareti esterne erano dipinte di rosso con alcune rifiniture argento. All’interno, ogni stanza aveva pareti e soffitti bianchi, eccetto una: in una camera, due pareti erano verdi con bordi argentati e con un grosso serpente disegnato al centro, mentre le altre due erano rosse e oro con un grosso grifone al centro. Quella stanza era la camera di Hermione Jean Granger e Draco Lucius Malfoy.
I due erano andati a vivere lì non appena erano scesi per l’ultima volta dall’Espresso di Hogwarts. Qualche mese dopo, Narcissa Malfoy aveva fatto loro visita e sembrava aver accettato la loro relazione (cosa che sorprese abbastanza Hermione: non si aspettava che la famiglia di Draco accettasse che il rampollo Malfoy stesse con una Mezzosangue, ma forse il vero problema era solo Lucius Malfoy). Aveva anche proposto loro di andare a vivere con lei al Manor ma Draco aveva rifiutato, perché preferiva avere una vita indipendente.
Draco aveva ricevuto parte della sua eredità come un incentivo per la sua nuova vita con Hermione, mentre la ragazza aveva trovato lavoro come giornalista di cronaca per la Gazzetta del Profeta.
Spesso la coppietta riceveva gufi dai loro amici: qualche mese prima, era arrivato un gufo che annunciava il matrimonio di Harry e Ginny (che si erano sposati poco dopo quella lettera), Ron aveva scritto solo un paio di volte per comunicare che si era messo con Lavanda Brown, e che presto sarebbero andati a vivere insieme, mentre Blaise Zabini era ancora uno scapolo ambito che si aggirava per i corridoi di Hogwarts come nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure.
Tutti sembravano aver trovato la loro vita felice, e il ricordo della guerra contro Voldemort stava diventando sempre meno vivido.
 
Quel giorno Hermione era a casa, seduta al tavolo della cucina, con tutti i documenti necessari a scrivere il nuovo articolo per il giorno dopo. A quanto pareva, il Ministro della Magia voleva imporre nuove regole sulla sicurezza per evitare che altri maghi poco sani di mente come Tom Riddle tentassero di distruggere il mondo magico.
Draco era uscito un paio di ore prima per fare qualche commissione, lasciando così la ragazza ai suoi pensieri.
Dopo un’altra ora, Hermione aveva terminato l’articolo, e il cielo stava iniziando a scurirsi, perciò decise di preparare qualcosa per cena.
Passarono altri trenta minuti, e Draco non era ancora tornato.
Dove sarà finito?, di chiese la ragazza preoccupata. Non le aveva detto dove andava, e quindi non sapeva dove cercarlo.
Per fortuna, il ragazzo rientrò poco dopo.
-Dove sei stato? –
-Dovevo prendere una cosa, e ci ho messo un po’ a sceglierla. –
-Cosa dovevi comprare? –
Draco non rispose: si avvicinò alla ragazza, la prese per mano e la guardò negli occhi.
-Hermione, è un bel po’ di tempo che volevo parlartene, ma … non trovavo il coraggio di farlo. –
-Draco, che succede? Così mi fai preoccupare. –
Il ragazzo mise una mano in tasca e prese qualcosa. Poi s’inginocchiò davanti alla ragazza.
Hermione non poteva crederci.
-Hermione Jean Granger, vuoi sposarmi? –
Dopo che alcune lacrime sfuggirono all’autocontrollo della ragazza, lei riuscì a sussurrare solo: - Sì! -
 
Qualche mese dopo, l’immenso giardino di Malfoy Manor era stato allestito a festa: Hermione e Draco avevano accettato la proposta di Narcissa e avevano acconsentito a sposarsi lì. Poi era stato il momento di dirlo a Harry e Ron, che l’avevano presa meglio di quanto Hermione pensasse. Ginny aveva accettato di essere la damigella della sposa, l’aveva aiutata a scegliere l’abito e quel giorno era chiusa con lei e Lavanda Brown in una delle tante stanze del Manor.
Hermione era agitatissima ma Ginny cercò come sempre di calmarla: la stavano truccando, avevano già sistemato i capelli e mancava solo il vestito.
Mentre Ginny terminava il make-up, Lavanda tirò fuori l’abito: era semplice, senza gonne pompose o con troppo tulle (cosa che aveva infastidito Ginny), tuttavia era senza spalline e con una scollatura abbastanza vistosa (condizione imposta dalla Weasley per non avere gonne da bomboniera).
-Sento che sto per vomitare, Ginny. – disse a un tratto Hermione.
-Hermione, non ci provare neanche! Cerca di calmarti, non agitarti, andrà tutto bene! Ti ricordi che eri così agitata anche ai M.A.G.O.? Alla fine è andata benissimo! –
-Herm, questo dovrebbe essere il giorno più bello della tua vita! Cerca di godertelo! – disse Lavanda.
-Va bene. Cercherò di calmarmi, ma voi aiutatemi a infilarmi in quella trappola. – disse indicando l’abito bianco.
In quel momento entrò Narcissa: - Ragazze, avete bisogno? –
-Grazie, signora Malfoy. Può portare una tisana a Hermione? Ha i nervi a fior di pelle. – disse Ginny.
-Certamente, Ginevra. Arrivo subito.-
Quando Narcissa tornò con la tisana, Hermione era pronta.
-Quanto manca? – chiese la sposa.
-Hai altri venti minuti, poi dobbiamo scendere. –
Hermione bevve la tisana e si fece accompagnare nella sala d’ingresso, dove Harry la stava aspettando: dato che suo padre non poteva esserci, la ragazza aveva chiesto al suo migliore amico di accompagnarla all’altare.
-Sei bellissima, Hermione – le disse il ragazzo che era sopravvissuto abbracciandola.
-Herm, noi andiamo a sederci. Stai tranquilla e pensa che Draco ti sta aspettando là fuori. – disse Lavanda.
Le ragazze uscirono, lasciando Hermione e Harry da soli. Proprio in quel momento, partì la musica.
-Pronta? – chiese Harry.
-Per niente. Andiamo. –
Quando le porte del Manor si aprirono, Hermione riuscì a vedere Draco: era impeccabile come al solito, con il suo smoking perfetto e neanche un capello fuori posto. La ragazza si sentiva così insignificante al suo fianco, ma dallo sguardo che aveva il ragazzo, si sentì un po’ rincuorata.
Quando arrivò all’altare, Draco le prese le mani e le sussurrò: - Sei bellissima. –
La cerimonia si svolse come al solito, ma Hermione non riuscì a trattenere una lacrima mentre sussurrava: -Lo voglio.
Qualche secondo dopo, anche Draco disse sicuro: - Lo voglio.
A quel punto, il cerimoniere disse: -Vi dichiaro marito e moglie. – e Draco la baciò.
Per un paio di minuti, fu come se tutti gli invitati fossero spariti e loro fossero soli, persi in quel bacio.
 
Spazio autrice
Eccoci qua!
Questo è il penultimo capitolo, domani posterò l’ultimo, con sorpresa finale.
Vi prego, fatemi sapere se vi sta piacendo come finale, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
A domani!
World_magic

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


EPILOGO
 
L’ala ovest del giardino del Manor era stata appositamente preparata per ospitare il ricevimento: su un lato del giardino c’era un tavolo con varie pietanze, dove tutti potevano servirsi, e lì di fianco era stato allestito un tendone dove tutti gli invitati stavano ballando.
Hermione e Draco stavano ballando un lento al centro della pista, ed entrambi sorridevano come due idioti, ma non importava a nessuno: quello era il giorno più felice della loro vita.
-E adesso che si fa, signora Malfoy? – chiese Draco sorridendo.
-Continueremo la nostra vita, e poi staremo a vedere che cosa ci riserva il destino. –
-E cosa pensi che ci succederà? –
-Non lo so, voglio vivere la mia vita giorno per giorno, senza pensare troppo. –
Continuarono a ballare fino a tarda notte, anche quando molti invitati iniziarono ad andarsene. Hermione si sentiva euforica, aveva l’impressione che quella notte non sarebbe riuscita a chiudere occhio. Finalmente poteva avere una famiglia tutta sua, da curare e da gestire, e non sentiva più quel peso che provava prima quando pensava ai suoi genitori: infatti, senza dire niente a Draco, il giorno prima si era materializzata davanti alla sua vecchia casa, e aveva visto che i suoi genitori stavano vivendo una vita felice, senza le preoccupazioni che derivavano dall’avere una figlia strega. Dopo aver pianto un po’, Hermione era tornata a casa decisa a chiudere quel capitolo della sua vita: quel che era fatto non si poteva cancellare, non poteva recuperare la memoria dei suoi genitori, ma poteva iniziare una nuova vita con Draco. Ed era quello che era intenzionata a fare.
Verso le tre del mattino, rimasero solamente loro due e Narcissa, così, dopo aver salutato la donna e averla ringraziata per tutto, i novelli sposi si smaterializzarono davanti a casa loro.
Senza preavviso, Draco prese in braccio Hermione e la portò in camera da letto: voleva seguire la tradizione babbana di cui una volta la ragazza gli aveva parlato. Hermione non riusciva a smettere di ridere, e neanche Draco.
Dopo essere arrivati nella camera, passarono finalmente la loro prima notte da marito e moglie.
 
***
Un mese dopo …
 
Draco era seduto in cucina, che leggeva la Gazzetta del Profeta, mentre Hermione lavava i piatti della colazione: era un po’ di tempo che la ragazza si sentiva strana, era sempre gonfia, aveva voglia di mangiare le cose più strane, … In quel momento, sentì anche la nausea. Hermione ebbe un’intuizione improvvisa, un bruttissimo presentimento.
-Draco, mi sono appena ricordata che devo andare a comprare una cosa, ti dispiace se esco un attimo? –
-Vai pure. Ma, stai bene? – disse il ragazzo notando la faccia della moglie.
-Sì, è tutto ok. –
Hermione uscì da casa e si materializzò davanti a una farmacia babbana: aveva pensato di andare al San Mungo, ma lì avrebbe dovuto aspettare un bel po’, mentre lì doveva solo comprare un test.
-Buongiorno, - disse al farmacista. –Potrei avere un test di gravidanza. –
-Ecco qua. – disse il farmacista porgendole la scatolina.
-Potrei usare il bagno della farmacia. –
-Certo. Seconda porta a destra. –
La ragazza si chiuse in bagno e fece il test, poi aspettò. Quando vide il risultato, non seppe cosa fare: restò chiusa in bagno un paio di minuti, poi si smaterializzò da lì direttamente nel salotto di casa sua.
-Ehi – disse Draco vedendola. – Hai fatto tutto? Che cos’hai in mano? – chiese vedendo che Hermione teneva una specie di bastoncino bianco in mano.
-È un test di gravidanza. – disse la ragazza sottovoce.
-Perché hai fatto un test di gravidanza? –
La ragazza restò per un po’ di tempo in silenzio, tanto che Draco pensò che non avrebbe più parlato, poi prese un respiro profondo e sputò il rospo.
-Perché sono incinta, Draco. –
Superato il primo momento di shock, Draco baciò la moglie, felice come non mai. Sarebbe diventato papà!
 
***
-Draco! – urlò la ragazza dalla loro camera.
-Hermione, cosa c’è? – disse il ragazzo correndo da lei.
-Dobbiamo andare al San Mungo, subito! –
-Stai partorendo?! –
-Sì, dannazione! Aiutami! –
Draco era in preda al panico, ma aiutò comunque Hermione a reggersi in piedi ed entrambi si smaterializzarono davanti all’ospedale. Per fortuna, un medimago era lì di fuori e li vide arrivare.
-Che succede? – chiese l’uomo.
-Sta partorendo. – disse Draco cercando di mostrarsi calmo.
-Venite con me. –
Il medimago fece stendere Hermione su una barella e la portò in una sala, dove la lasciò insieme al marito.
-Dobbiamo aspettare che sia totalmente dilatata per farla partorire, signora. Ha bisogno di qualcosa? –
-Non ci sono antidolorifici, vero? – chiese Hermione con le lacrime agli occhi.
-No, deve solo sperare che il travaglio duri poco. –
Il medimago uscì e Draco restò con la moglie: prese la sua mano e le baciò le nocche.
-Draco, fa male. – disse Hermione.
-Granger, mostra un po’ del tuo coraggio Grifondoro. – disse lui cercando di far sorridere la moglie. –Andrà tutto bene, resisti. –
 
Dopo ben sette ore di travaglio, Hermione diede alla luce una bella bambina, che Draco volle chiamare Jean Malfoy.
Quando Draco la prese in braccio, scoppiò a piangere, per la prima volta in vita sua. La guardò e notò che la bambina aveva i suoi occhi, ma i capelli erano come quelli della madre. Anche Hermione si emozionò moltissimo alla vista della bambina. Era diventata una madre. Sperava solo di essere all’altezza.
Per fortuna, c’era quel furetto platinato al suo fianco.
 
Fine
 
Spazio autrice
Ed eccoci arrivati alla fine. Non posso credere che la storia sia finita, ma prometto che presto tornerò con una nuova FF, promesso.
Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la storia e che l’hanno recensita, non so dirvi quanto sia stato importante il vostro appoggio.
Spero di non avere deluso nessuno con questo finale. Vi chiedo, per l’ultima volta, di recensire se avete voglia di dirmi cosa pensate del capitolo.
Grazie di cuore a tutti!
A presto!
World_magic

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