The End Of Saiyans (/viewuser.php?uid=41233) Lista capitoli: Capitolo 1: *** Prologo *** Capitolo 2: *** Segnali *** Capitolo 3: *** L'Inizio *** Capitolo 4: *** Piani e attacchi *** Capitolo 5: *** Il nuovo nemico *** Capitolo 6: *** Nuove vittime *** Capitolo 7: *** Braccati *** Capitolo 8: *** Tregua *** Capitolo 9: *** Grigiore *** Capitolo 10: *** Fuga *** Capitolo 11: *** Battaglia *** Capitolo 12: *** Vittima *** Capitolo 13: *** Rabbia *** Capitolo 14: *** Vendetta *** Capitolo 15: *** Nuove Ombre *** Capitolo 16: *** Incubo *** Capitolo 17: *** Ritorno *** Capitolo 18: *** Contrasti *** Capitolo 19: *** Pericolo *** Capitolo 20: *** Attacco *** Capitolo 21: *** Lutto *** Capitolo 22: *** Ricominciare? *** Capitolo 23: *** Sconfitta *** Capitolo 24: *** Rivelazioni *** Capitolo 25: *** Cambio di finale *** Capitolo 26: *** La fine della Fine *** Capitolo 27: *** La spada dell'eroe / Epilogo *** Capitolo 28: *** Ringraziamenti *** Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
|
Capitolo 15
*** Nuove Ombre ***
PARTE
SECONDA CAPITOLO
14 – NUOVE OMBRE Erano le dieci del
mattino, e una bimba si stava svegliando tra le cime dei monti Paoz.
Dapprima
respirò piano, poi sempre più forte. Rise piano,
contenta di iniziare quel
nuovo giorno. Di colpo aprì gli occhi. La luce forte che
penetrava le montagne
li ferì. Li richiuse, in un bagliore azzurro, e li
riaprì quando si furono
abituati. Cercando di non fare rumore, sfidando se stessa ad alzarsi in
completo silenzio, tentò di mettersi seduta. Naturalmente,
il vecchio letto
cigolò, come tutte le mattine. La bambina esibì
una buffissima smorfia di
disappunto. Tutta questa
silenziosità
non poteva essere messe in pratica senza uno scopo. Lo scopo era quello
di
spaventare, come tutte le mattine, la donna che trafficava in cucina,
come
sempre alle dieci. Senza mettersi le scarpe, la piccola si
avviò in cucina. A parte il cigolio del
letto e la sua esuberante vivacità, era una bambina
silenziosissima, e
raggiunse il piccolo locale senza un rumore. Arrivata sulla soglia,
osservò la
sua vittima, sentendosi una leonessa che caccia la sua preda, annusando
gli
odori che emanavano le pentole. Con passo felpato, percorse
l’ultimo tratto che
la divideva dalla donna. Poi, all’improvviso,
l’abbracciò. Come tutte le mattine la
donna, che nonostante la silenziosità della bambina aveva un
udito finissimo,
l’aveva sentita, ed era pronta a fingere paura. Lanciò un urlo. Poi
si
voltò. Una bimba con i capelli turchini la guardava con un
gran sorriso e con
le mani dietro la schiena, recitando innocenza. La donna sospirò,
con
teatrale rabbia. – Bra! La bimba si mise a ridere
forte quando la donna cominciò a farle il solletico. – Adesso ti faccio
vedere
io! La bimba continuava a
ridere, ma, ad un certo punto, svenne. La donna la fissò
interdetta. – Non
avrò esagerato?
– disse
rivolta a se stessa. Ebbe ancora un attimo di
esitazione, poi riprese a farle il solletico con più energia. Bra rinvenne in un attimo
e riprese a ridere più forte di prima. – Basta, basta!
Pietà! Finalmente la donna la
lasciò andare. – Dove sono gli
altri? – Ad allenarsi, come
sempre, dove tu sai – rispose
Chichi –
Non disturbarli, mi raccomando. – Certo, lo so. – E non fare tardi a
pranzo – aggiunse
Chichi, ma la bambina
non la sentì, perché se n’era
già andata. Si diresse verso la
montagna dove facevano allenamento Goten e Trunks. Era una grande
distanza, ma
Bra era una bimba resistente, anche grazie a quella metà di
sangue Saiyan che
scorreva nelle sue vene. Dopo mezz’ora di
cammino
arrivò in una dei rari spiazzi d’erba pianeggianti
che si stendevano sui Paoz.
Goten e Trunks stavano combattendo corpo a corpo, e quel giorno
c’era anche
Gohan, che meditava poco lontano, incurante del chiasso che facevano i
due
ragazzi, ad occhi chiusi e con un’espressione concentrata. – Ciao a tutti!
Ciao,
Goten – salutò
Bra, noncurante delle
raccomandazioni di Chichi. Goten s’interruppe e
la
salutò. – Ciao, Bra!
– gridò,
ricevendo un pugno sul viso da parte
di Trunks. – Ho vinto io!
– urlò
il ragazzo – Grazie, Bra, Goten ci casca
sempre! – Di niente!
– rispose
ridendo Bra. – Cosa? Ehi,
così non
vale, questa è una congiura! – . Poi disse
guardando Trunks minacciosamente: –
Ora ti faccio vedere io! – Sì,
avanti, fammi vedere
chi sei! – Con piacere!
– e
cominciarono ad accapigliarsi nel modo che
faceva tanto ridere Bra. La bambina aveva le lacrime agli occhi dal
gran
ridere. Gohan si svegliò
dal suo
torpore e, guardando i due ragazzi, alzò gli occhi al cielo. – Hanno tutti e due
quattordici anni, ma ne dimostrano ancora sei –
sospirò, accogliendo la bambina sulle sue
ginocchia. Poi riprese:– Come
abbiamo dormito stanotte? – Benissimo, ho
fatto un
sogno divertentissimo. – Wow! – Già, ha
riso tutta la
notte e non mi ha fatto dormire –aggiunse Trunks, che nel
frattempo aveva
battuto Goten. Bra gli fece la
linguaccia. Trunks gliela
restituì. Gohan sospirò. – Forse mi sono
sbagliato,
ne hanno solo quattro. Il certo ventiquattrenne
Gohan riposò gli occhi su quelli della bambina. – Va bene, Bra, ora
stai
qui buona e giochi qui vicino, mentre noi finiamo di allenarci, ok? Bra sceglieva quel momento
per chiedergli sempre la stessa domanda, che trovava sempre la stessa
risposta
da almeno due mesi. – Ok, ma quando mi
insegni
a volare? A quelle parole, Gohan
sorrideva tristemente. – Io adesso ho da
fare, te
lo insegnerà mio padre. Bra mise il broncio. – Va bene… Poi corse a giocare con le
lucertole e con tutti gli animali che erano lì intorno. Gohan sospirò, poi
cercò
di riconcentrarsi senza riuscirci. Come tutte le volte che li guardava,
gli occhi
di Bra riempivano i pensieri. Quegli occhi azzurri così
simili a quelli di… non
riusciva a pensarla senza provare un fortissimo dolore che gli mozzava
il
respiro. I primi mesi erano passati
per lui in uno stato catatonico. Mangiava pochissimo, dormiva ancora
meno, era
distratto, e più di una volta non sentiva le parole che gli
venivano rivolte. Poi un pomeriggio, Chichi
esplose. – Basta, Gohan,
basta! Ed era scoppiata a
piangere. Gohan la guardava con gli
occhi fuori dalle orbite. – Cosa ho fatto,
mamma? Chichi, che stava
cambiando Bra, che allora aveva quasi un anno, la ripose malamente
nella culla
di vimini, e la bambina cominciò a piangere. – Hai fatto che sono
passati tre mesi, e ancora sei nello stesso stato di quando sei tornato
dallo
scontro con Razor. Gohan distolse lo sguardo. – Non puoi
continuare a
non vivere, Gohan! Non sai quanto mi fai male! Non puoi continuare a
piangere
per Videl e per tuo figlio! Il ragazzo abbassò
lo
sguardo, fissando il pavimento e tentando di ignorare le proteste di
sua madre.
Ma ormai il danno era fatto: la ferita era stata riaperta… Chichi non si
lasciò
impressionare. – Fai come ti pare! Poi la donna tornò
a
occuparsi di Bra, fingendo di non vedere suo figlio. – Ha quasi un anno,
ma non
ha ancora imparato a parlare – mormorò,
ragionando tra sé e sé e ignorando volutamente
Gohan. Da parte sua Bra,
finalmente calmata, si esibiva in mossette e versetti. La donna la
cullò fino
ad addormentarla. Quella sera, a cena, Gohan
e Chichi erano silenziosi. Goku sapeva già tutto, ma voleva
sentirlo raccontare
da Gohan. – Figliolo, che cosa
è
successo? Gohan guardò fuori
dalla
finestra. Goku venne colpito dai suoi occhi. Il nero vivace, che era
anche il suo nero vivace, era
sparito. Al suo
posto era comparso un nero, non più pieno come quello di una
volta, ma
sbiadito. Quella scintilla che prima li rendeva tanto belli e
affascinanti si
era spenta. E sapeva come si era estinta, come d’altronde
potevano capirlo
tutti. Quella vista gli stringeva il cuore, soprattutto se pensava che
non poteva
fare niente per aiutarlo. Lo capito anche Bra, che
aveva una faccina triste da spezzare il cuore. A quel punto la
conversazione a cena era finita. Gohan si era alzato da tavola, per
andare in
camera sua, come tutte le sere. Nessuno lo aveva fermato. Soltanto
quando fu
sulla soglia, sentì qualcuno che lo chiamava: –
Go…han… Go…han… Gohan, stupito, si
voltò,
e quale non fu la sua sorpresa, come quella degli altri, nel vedere la
piccola
Bra che gli tendeva le manine. –
Go…han… Il ragazzo spalancò
la bocca. Il primo a risvegliarsi da
quello sbalordimento fu Trunks. Felice,aveva urlato:
– Hai
visto, Chichi? Ha parlato! Ha detto “Gohan”! Ha
parlato! Poi aveva preso la sorella
sulle braccia. Osservò il viso sbalordito di Gohan. Era da
tanto tempo che non
vedeva un’emozione così forte in quel ragazzo e,
sorridendo, si era fermato di
fronte al ragazzo inebetito, tendendogli Bra. Sorridendogli, gli aveva
detto:– Gohan, prendila in braccio, dai! Mi sa che vuole
più bene a te che a
tutti noi… Bra confermò le
parole del
fratello con un “Go…han” un
po’ più sicuro. Trunks depose la piccola
tra le braccia di Gohan, ancora sotto shock. La bimba
cominciò a fare versetti
graziosi. Guardò il ragazzo ridendo, e tese le mani verso di
lui nel tentativo
di afferrargli il ciuffo che gli ricadeva preciso sopra gli occhi. – Gohan!– aveva dichiarato Bra. Gohan si riscosse. –
Bra…?– mormorò. – Gohan!– esclamò felice
la bambina con voce squillante
– Gohan!Gohan!Gohan! Il ragazzo la fissava
senza staccarle gli occhi di dosso, come se temesse che qualcuno gliela
portasse via, mentre Bra ripeteva all’infinito il suo nome.
In quell’attimo,
ricordò quando, tre anni fa, si era verificata la stessa
identica scena,
all’ospedale di Satan City. Quella piccolina non era figlia
sua, ma che cambiava?
Erano entrambi come due naufraghi, rimasti soli dopo una grande
tragedia. – Che scena
strappalacrime, ragazzi! La volete smettere?! Siamo a cena, mi date il
voltastomaco – esclamò
indignato Goten
e, per completare il quadretto, accennò ad un finto conato
di vomito. Tutti esplosero in una
risata, tranne Chichi, che si avvicinò minacciosa al figlio. – Sei come tutti i
ragazzi, senza un briciolo di sensibilità! –
e si accinse a colpirlo con il matterello, quando un suono
agghiacciò
tutti. Gohan stava tremando nascondendo il viso. – Gohan,
no… io stavo
scherzando! – esclamò
angosciato e
stupefatto Goten. Ma Gohan alzò lo
sguardo
verso il fratello. I suoi occhi non erano umidi. Erano qualcosa di
più
scioccante: erano sfavillanti, come se qualcuno avesse dato loro fuoco. Goten ne rimase
sconvolto:chissà da quanto tempo Gohan non rideva… Gohan osservando
l’espressione di Goten, non seppe più trattenersi,
e scoppiò in una risata
liberatoria. Rise così tanto, che dapprima
spaventò tutti, compresa Bra. Accorgendosi
che rideva da solo, alzò lo sguardo verso i familiari,
stupito. – Beh? Cosa sono
quelle
facce? Goten si spaventò
ancora
di più. – Chi sei tu? E che
ne hai
fatto di Gohan? Gohan riprese a ridere
alle battute del fratello, e questa volta trascinò con
sé anche gli altri. Quella notte si
intestardì
ad accompagnare lui Bra nel suo letto. Chichi, andando a controllare i
figli,
vide stampato su Gohan un sorriso beato, che rispecchiava quello della
bambina
che gli dormiva accanto. Con un nodo alla gola, tornò a
dormire con Goku. Quella bambina gli aveva
salvato la vita, ed era diventata lei la sua famiglia. Un giorno, circa sei mesi
prima, Bra gli aveva detto:– Papà, mi aiuti a
disegnare? Tutti avevano fissato
Gohan con il fiato sospeso. Goku, Goten e Chichi perché
temevano che quelle
parole potessero riportarlo a quello stato di
vita–non–vita. Trunks, invece,
era preoccupato perché aveva paura che Gohan volesse
sostituirsi al loro vero
padre. Di padre, loro due, ne avevano solo uno, ed era morto tre anni
prima,
lasciandoli orfani per proteggerli. Non avrebbe sopportato quel genere
di presa
di posizione da parte di Gohan. Con sua sorpresa, Goku non
aveva avanzato nessuna pretesa di farsi chiamare
“padre”, anche se era
affettuoso nei confronti della piccola. Era la figlia del suo migliore
amico.
Oltretutto, doveva mantenere la promessa fatta a Vegeta tanti anni
prima. Ma con grande sollievo di
tutti, Gohan aveva sfoderato quello che negli ultimi tempi era
diventato il suo
sorriso, e con amarezza aveva detto: – Bra, io non sono
il tuo
papà. Al massimo, potrei essere tuo zio, o un fratello
– aggiunse
guardando Trunks. Ma il ragazzo era
tranquillo, e non sembrava offeso né discordante.
Annuì. Gohan tirò un sospiro
di sollievo. – E
dov’è il mio papà? Ora toccava a Trunks ad
essere fissato con ansia. Lui si avvicinò alla sorellina, la
prese sulle
ginocchia, e le disse:– Il nostro papà non
c’è più. Bra sgranò gli
occhi. – E
dov’è? – È in
paradiso, dove
stanno tutte le persone che sono state buone. – E
perché non viene a
salutarmi? Trunks sentì
tremare la
sua voce al tono deluso della voce di Bra. – Vorrebbe venire,
ma… non
può. – E
perché? –
Perché… Trunks si interruppe. Gli
faceva troppo male, non riusciva a continuare. Intervenne Gohan a salvare
la situazione. – Perché
– disse
trasferendo la bimba sulle sue
ginocchia – lì ce l’ha portato una
persona cattiva. Da lì non si può più
uscire, anche se vorrebbe. Bra gemette, delusa. – Però ho
una loro cosa
per te. La bambina lo
guardò
meravigliata. – Che
cos’è? –
È un oggetto a cui
tua madre teneva molto. Serviva per trovare le Sfere del Drago. – Wow – mormorò
estasiata. Rigirò il Radar tra le
dita. Poi rivolse a Gohan un luminoso sorriso. – Grazie! – Prego, non
c’è di che
– Poi
guardò l’orologio. – Accidenti, si
è fatto tardissimo! Bisogna andare a dormire. Gohan accompagnò la
bambina a letto, e da quel giorno la vita fu molto più
serena per tutti. Fino ad allora… FINE
QUATTORDICESIMO CAPITOLO NA:
Ecco il primo capitolo
della seconda parte. Personalmente, non so come mi sia venuto fuori, mi
fa
venire il diabete solo rileggendolo. Vabbè, giudicate voi ^^. Vegeta4ever: Penso che il capitolo non ti
sia piaciuto, eh? Qui Bra la fa da
padrona… ma dovevo fare un minimo di presentazione, no? E
comunque dal prossimo
capitolo ricomincia l’azione! Stai allegra XD! bellissima90: No, non possono
più rinascere, perché le Sfere del Drago sono
state
distrutte. Grazie per i complimenti! ^^ SweetGirl91: Finalmente sei tornata *.*!
Mi sono mancati i tuoi poemi, sai? Quante
cose ti sei letta tutta in una volta! I capitoli più
intensi… e non hai nemmeno
dovuto aspettare XD! Bacioni DarkMartyx |
Capitolo 16
*** Incubo ***
CAPITOLO 15
– INCUBO Gohan si
rese conto che erano già le due. Richiamò i
ragazzi e Bra, e si avviarono tutti
verso casa. Appena
arrivati, sentirono un odore delizioso. Con l’acquolina in
bocca, si sedettero
a tavola. In quel momento, Gohan si accorse che mancava Goku. Strano,
suo padre
era il primo che arrivava a pranzo. Come se
avesse letto nei suoi pensieri, la madre lo guardò. –
Gohan,
hai visto tuo padre? –
No,
mamma, sarà un po’ di ritardo. Mangiarono
tranquilli. Bra era tutto un fremito. –
Chichi,
sai che ho imparato a volare? Chichi
finse stupore. –
Veramente? Chi ti ha insegnato? –
Goten e
Trunks. – Ma
io
non mi sono accorta di niente! – esclamò
meravigliato Gohan. – Tu
eri
mezzo addormentato, ci credo –
replicò
Bra con impudenza – Non mi volevi spiegare, e così
mi sono arrangiata. Chichi si
scambiò uno sguardo con Gohan, che sospirò.
Sapevano perfettamente entrambi il
motivo per cui era così difficile per il ragazzo insegnare a
Bra a volare. A spezzare
quel momento di silenzio ci pensò Chichi. –
Voli già
bene? –
Sì! Ti
faccio vedere! –
Prima
finisci di mangiare. Bra
spazzolò quello che aveva nel piatto, poi si alzò
di scatto dalla sedia. –
Guarda! Si
concentrò, alzandosi circa due metri da terra. I tovaglioli
volarono dal
tavolo. –
Bra, vai
di fuori, stai facendo disordine! Bra
sfrecciò di fuori. – Se
non
mi avessi insegnato, Gohan, non ci sarei mai riuscito – esclamò Goten
– Accidenti, dovremmo farci
pagare. Sai quante persone vorrebbero imparare a volare? Diventeremmo
ricchi
sfondati! Gohan fece
una smorfia. –
Grazie
dell’idea. –
Non c’è
di che, la mia genialità è al servizio di tutti. Finirono
di mangiare. Goku ancora non si faceva vedere. Gohan e Goten erano
sempre più
preoccupati. “Dove
sarà papà?” Trunks
condivideva l’angoscia dei due amici, perciò
restò in silenzio. Ma una parte
oscura di lui, quella che riassumeva l’orgoglio e la violenza
del popolo
Saiyan, palpitava, in attesa di entrare in possesso del cuore di
Trunks, che
ormai da tre anni era gelido come ghiaccio. Era come se il vecchio
Trunks si
stesse per addormentare, risvegliandone uno astioso e orgoglioso,
esattamente
come suo padre. Ma mai
nessuno se n’era accorto. Gohan si
concentrò per individuare l’aura del padre, e
sentì che Goten faceva lo stesso.
La trovò, ma fu sconcertato sentendo che aumentava a
dismisura. Goku si stava
preparando a combattere. Ma contro chi? Continuò
a
controllarla. Il tempo passava. Bra
giocava di fuori. Tutto era
tranquillo. Almeno
lì. Trunks si
riposava, mezzo addormentato. All’improvviso sentì
un rumore, e si svegliò del
tutto. Gohan
aveva rotto il bicchiere con cui stava per bere, e Goten si era alzato
di
scatto, rovesciando la sedia. Chichi era
furiosa. – Ma
cosa
avete combinato? Rimettete tutto a posto! Ma non
guardavano il disastro. Si erano fissati su un punto
all’orizzonte. Trunks
cedette, e si concentrò. Quello che sentì gli
fece gelare il sangue nelle vene. Gohan
uscì
dalla porta, e spiccò il volo, seguito da Goten. –
Aspetta!
– urlò. Trunks si
preparò a seguirli, ma si sentì trattenuto.
Chichi e Bra gli tenevano un
braccio. –
Cosa
succede, Trunks? Chichi lo
guardava con preoccupazione. Bra era sbalordita dal comportamento dei
suoi due
fratelli adottivi. Il ragazzo
era indeciso se raccontare loro la verità, allarmandole, o
dire loro una bugia,
tenendole calme. Scelse la
seconda. Non doveva perdere tempo. –
Niente,
c’è solo qualcosa di strano. Stiamo andando a
controllare. Rivolse
loro un sorriso rassicurante, poi volò via. Bra lo
seguì. –
Aspetta! Chichi era
preoccupata. –
Bra,
torna qua! La bambina
era ancora lenta a volare, e Trunks non se ne accorse. Aveva altri
pensieri per
la testa. In breve
la distanziò. “Resistete,
ragazzi!” Gohan
arrivò per primo. Vide suo padre trasformato in Super Saiyan. –
Che cosa
succede, papà? Sapeva
benissimo quello che succedeva. Fu interrotto dall’arrivo di
Goten. –
Papà,
stai bene? Goku non
rispose. Disse solo: –
Guarda
là. Entrambi
si voltarono verso il punto indicato da Goku. Il loro
incubo personale era tornato. Trunks
arrivò finalmente dove si trovarono gli altri guerrieri.
Lanciò un’occhiata
circolare alla radura che stavano osservando. Non
credette ai propri occhi. La rabbia soppressa di quei tre anni passati
cercando
di sopravvivere riemerse nel tono terribile della sua voce. – Razor. Il mostro
sorrise affabilmente. –
Come,
dopo tutto questo tempo, nemmeno un saluto? Gohan si
limitò a digrignare i denti, ancora troppo incredulo di
rivedere la figura del
mostro. – Se
avessi saputo che accoglienza avrei ricevuto, non sarei passato a
trovarvi… –
Nessuno
ti ha chiamato! Vattene! –
urlò Trunks. Razor
esibì una smorfia falsamente addolorata. – Mi
mandate già via? Non volete… divertirvi un
po’? Goku fu
l’unico che rimase impassibile. –
Allora,
vogliamo cominciare? Fu subito
chiaro che non ce l’avrebbero mai fatta. “Non
importa, combatteremo fino
all’ultimo!” Goten e
Trunks furono loro i primi a sfidare il mostro. Gohan e Goku li
lasciarono
fare: erano diventati più forti. Nonostante la grande
potenza di Razor, ormai
erano capaci di combattere contro un mostro del genere, anche se non di
sconfiggerlo. Avevano affinato le loro tecniche di combattimento. E non
erano
inesperti come tre anni prima. I due ragazzi
piombarono sul mostro, Goten da destra, Trunks da sinistra, attaccando
senza
potenza particolare, saggiando il terreno, per constatare se il mostro
fosse
migliorato in quegli anni. Razor stette al loro gioco, mostrando
divertimento.
Aveva capito perfettamente il piano dei ragazzi: stanca e finisci.
Chiaro e
trasparente come l’acqua. Lo avrebbero ucciso quando sarebbe
stato abbastanza
debole, aiutati dagli altri. “Hanno
dimenticato così in fretta
con chi hanno a che fare?” Un leggero
fastidio, poi un sorriso allusivo. Lo avrebbero ricordato presto, non
c’era
dubbio. Inoltre, era da idioti interrompere subito un gioco
così divertente. E giocare
era ancora il suo passatempo preferito. E
così
godette, mentre i minuti passavano, nell’osservare che i
colpi dei ragazzi si
facevano via via più deboli, più facili da
schivare. Ogni pugno era leggermente
meno veloce e potente del precedente, i loro attacchi meno fitti. Dopo
un po’,
il mostro smise addirittura di usare le mani per evitarli, e si
limitò a scansarsi
tra risate di scherno. Negli occhi dei ragazzi, la rabbia leggendaria
dei
Saiyan aumentava a dismisura. Goku era
sapeva che Razor li avrebbe sconfitti facilmente se i ragazzi avessero
continuato così. Più il tempo scorreva,
più ogni colpo sembrava l’ultimo, più
il silenzio calava sul campo di battaglia, il tempo li avvolgeva nelle
sue
snervanti spire. La
situazione stava degenerando. Goten e Trunks non ce la facevano
più, erano
stanchi morti. Il mostro si concedette un istante per ridere agli occhi
imploranti
di Goten all’indirizzo del fratello. Poi, con un violento
calcio all’addome,
Goten si schiantò a terra, e non riuscì
più ad alzarsi. Gohan e
Goku si slanciarono sul mostro, perfettamente sincronizzati, come se si
fossero
messi d’accordo, anche loro intrisi d’ira. Il loro
intervento fu inutile. Uno dopo l’altro, i Saiyan caddero
bocconi nella
polvere. Razor si stava spazientendo. Lo scontro
durò diversi minuti, e se la fazione degli eroi ancora stava
in piedi era solo
grazie alla differenza numerica: appena Razor batteva uno dei
guerrieri, ce
n’era uno pronto a prendere il suo posto. Infine,
Goten e Trunks caddero vicini, ormai senza energie. Goku resistette
ancora
qualche minuto, ma era talmente stanco che si ritrovò in
ginocchio anche lui.
Era durato solo pochi minuti e lo scontro fu dei più
disastrosi dai tempi dei
Cyborg. Il mostro
rise gelidamente. Da parte sua, era fresco come una rosa. Sembrava che
si fosse
appena riposato. Era soddisfatto: stava per avere la sua vendetta. “Mi
dispiace Saiyan, il gioco è
bello quando dura poco. E secondo me, questo è durato
abbastanza. È ora di
finirlo.” Razor si
calmò. Sorridendo, disse loro: – E
ora?
Che pensate di fare? Trunks
ringhiò di frustrazione. Probabilmente erano i loro ultimi
istanti di vita. “Forse,
se papà fosse ancora vivo,
ce l’avremmo fatta!” Razor si
accinse a finirli. Il ragazzo si vide puntare contro una sfera
d’energia. – Tu
sarai
il primo, per quello che mi hai fatto tre anni fa! – rise il mostro. Il viso di
Trunks era una maschera d’odio. Poi si controllò,
e assunse un’espressione
orgogliosa e fiera. –
Potrai
anche uccidermi, ma io rimango l’erede del Principe dei
Saiyan, e non mi faccio
intimorire da un’idiota come te! –
disse
fieramente. –
Non mi
sembri nella posizione adatta per insultarmi,
“erede” –
lo derise Razor. Poi comparve la sua smorfia
terribile, terrificante. –
È
arrivata la tua ora! –
No…
Trunks – mormorò
Goten, alzandosi
faticosamente in piedi. Si slanciò sul mostro, che gli
rivolse il palmo alla
testa. –
Fermo,
Goten! – urlò
Goku, apprestandosi a
proteggere il figlio. Ma era troppo lento. Non ce l’avrebbe
mai fatta. Una
scintilla brillò sul palmo di Razor… Ma
improvvisamente si fermò. Trunks era
perplesso. Poi
percepì una debole aura che si avvicinava. Arrivava volando
lentamente, molto
più lentamente di un Super Saiyan. Alzò
gli
occhi al cielo, e quello che vide gli fece gelare il sangue nelle vene. Bra era
arrivata. Ed era diventata un nuovo bersaglio. ***FINE*** NA: Oggi ho
aggiornato più
velocemente. Mi stavo annoiando a morte, poi tanto mancano tanti
capitoli… Non
ve lo aspettavate, eh? ^^ Una bella (oddio, mica tanto!) sorpresa! Ci
sono
vecchie conoscenze. Vabbè, ora basta ^^. Vegeta4ever: Finito bene
questo capitolo, eh? XD
Non l’ho nemmeno fatto apposta, mi è venuto in
mente così… vedrai, penso che il
prossimo capitolo ti piacerà ancora di
più… ma non ti dico niente (sono MOLTO
crudele… muah!) bellissima90: Davvero ti
ho fatto venire le
lacrime agli occhi? *.* Non me l’aspettavo, sono contenta!!
Grazie per i
complimenti! Bacioni DarkMartyx
|
Capitolo 17
*** Ritorno ***
CAPITOLO 16
– RITORNO Razor si
era accorto della piccola. Guardò la bambina e sorrise. “Penso
che mi divertirò ancora un
po’… Dopotutto, ad allungare il gioco non
c’è niente di male, no?” Indirizzò
la
mano al cielo. – Ho
pensato… Tutti si
voltarono verso di lui. –
…che mi
tratterrò ancora per qualche minuto. Trunks
notò la posizione della sfera energetica. Scattò
nello stesso istante in cui
partì il colpo. Era una
sfida tra lui e il tempo. Ogni secondo guadagnava posizione, gemendo
per il
dolore delle ferite, rallentando ogni tanto per le proteste dei muscoli
già
senza energia. Il bene che voleva a sua sorella poté quello
che da solo non
sarebbe mai giunto a compiere. Quando
arrivò a Bra, si voltò per sgridarla: –
Dovresti
essere a casa! Perché sei venuta? Poi vide
la sfera venire sempre più verso di lui. Si maledisse per
non aver imparato “Papà,
farò la tua stessa fine?
Chissà se ti potrò rivedere,
nell’Aldilà…” La luce lo
accecava. Chiuse gli occhi. “Forse…
però…” Il sole fu
offuscato da un’esplosione. –
Trunks!
– urlarono
insieme i tre Saiyan. Un gran
fumo coprì la visuale. Goku, Gohan e Goten rimasero con il
fiato sospeso.
Fissavano quella nube di polvere, fremendo ad ogni movimento del
pulviscolo.
Appena si diradò, si intravide la sagoma del ragazzo,
ansimante. “Grazie
al cielo sta bene!” Di fianco
a Razor, qualcosa saltò in aria. Goten
esultò mentalmente. “Ha
sviato il colpo!” – Ma
cosa…? – ringhiò
Razor. Trunks,
accanto a Bra, le ringhiò: – Ma cosa pensavi di
fare? La bambina,
con gli occhi sbarrati, fissava il punto dove prima c’era la
sfera di energia. –
Trunks… –
Pensaci
due volte prima di fare qualcosa! –
Ehi,
Trunks! – urlò Goten entusiasta – Gran
bel colpo, per un soffio non hai
centrato Razor! Trunks era
confuso. – Ma
cosa…? –
Bravo,
sei grande! Trunks era
sempre più smarrito. –
Goten,
io la sfera di energia l’ho deviata verso l’alto. Il ragazzo
era confuso. – Ma
allora cosa…? –
Trunks… Bra era
sconvolta. –
Che c’è,
Bra? Stai bene? – chiese
Trunks
allarmato. –
Trunks! –
Come… –
TRUNKS!
– urlò
terrorizzata la bambina – Guarda
là! Trunks si
accorse che la bambina fissava un punto vicino al mostro, ancora pieno
di fumo. “Cosa
avrà visto Bra di tanto…” S’interruppe.
Una folata di vento aveva dissolto il fumo per un attimo. “No,
non può essere…” Anche gli
altri guerrieri lo avevano visto.
Anche Razor. E tutti erano ugualmente storditi e spaventati. Alla fine
anche l’ultimo residuo di fumo calò. I Saiyan non
credevano ai loro occhi. Goku non
riuscì a spiccicare parola. Trunks
riprese finalmente a respirare, ma lo shock gli aveva portato via la
voce.
Infine mormorò: –
Papà… Vegeta era
rimasto lo stesso di tre anni prima. Ignorò gli altri e
urlò a Razor: –
Ora te
la vedrai con me! Razor si
ritrasse. “Qualcosa
dev’essere andato
storto!” – Ma
come
hai fatto? –
Non
divagare, Razor! Preparati alla fine! Fece per
attaccarlo, ma lo mancò. Un’immagine
sfocata del mostro, confusa e arrabbiata, prima che ogni traccia di lui
svanisse nel nulla. Razor era
sparito. Vegeta
ringhiò. –
Accidenti, è scappato! Grugnì
di
frustrazione, poi si immobilizzò. Si voltò
lentamente, fino ad incontrare i
volti degli altri guerrieri. Volti che esprimevano
incredulità, ma anche gioia
nel rivederlo. Lui, invece, il Principe dei Saiyan, rimase impassibile.
Non si
smentiva mai. Trunks
atterrò lentamente a terra, seguito da Bra, che gli si
nascose dietro.
Oltrepassò i suoi amici, e si fermò. –
Papà…? Vegeta
alzò lo sguardo al figlio, una maschera di pietra. –
Trunks… Silenzio. –
Trunks…
Quanto tempo è passato? La voce di
Trunks era un sussurro. –
Tre…
anni. –
Tre
anni… Poi Vegeta
notò la piccola che si stringeva alle gambe del fratello.
Lei si nascose ancora
di più tra le pieghe della tuta da combattimento del ragazzo. Vegeta
fissò Trunks negli occhi. – Bra? Trunks
annuì. Vegeta si
inginocchiò, per guardarla meglio. Rivolto a
lei chiese:– Bra? La bambina
sbarrò ancora di più gli occhi. –
Piccola… Trunks si
convinse che quello era veramente suo padre. Si sentì
leggero e felice come
l’aria. Si rese conto che Bra era ancora spaventata: quello,
per lei, era il
primo incontro con il padre. Tentò di sorridere, ma,
impacciato com’era nelle
dimostrazioni d’affetto, riuscì ad ottenere solo
un ghigno. –
Ciao. La bambina
riconobbe nel suo inconscio quel sorriso che aveva visto per la prima
volta in
n ospedale, quando ancora la vita era felice per tutti. Si
sentì immediatamente
rassicurata. –
Papà?– chiese,
con una nota di speranza
nella voce. –
Sì. La bambina
lo guardò felice. – Ma
allora sei tornato dal
Posto–Da–Dove–Non–Potevi–Tornare? Vegeta
aggrottò le sopracciglia, confuso, sentendosi preso in giro.
Goku non poté
trattenere un sorriso canzonatorio. – Ma
di
cosa parli? Bra
scoppiò a piangere. – Ma
allora te ne vai di nuovo? Vegeta era
totalmente confuso e si stava quasi arrabbiato. Trunks, ormai
tranquillizzato,
scoppiò a ridere fragorosamente. –
Che
diavolo ridi, idiota? Sembri una iena! – sbraitò,
facendo aumentare il volume
delle risate. Poi si rivolse burbero a Bra: –
Non so
di cosa tu abbia detto prima, ma io non vado da nessuna parte, rimango
qui.
Chiaro? Le lacrime
smisero di scorrere, sostituite da un sorriso luminoso come il sole. Ma, ad un
certo punto Vegeta barcollò, e si accasciò a
terra. Bra strillò, spaventata.
Trunks temette che questa fosse davvero l’ultima volta che lo
avrebbe visto. Si
slanciò su di lui. –
Papà! **FINE** NA: Non ve lo
aspettavate, eh? Da un
po’ di tempo non faccio che dire questo… e di
sicuro non smetterò adesso, siamo
appena entrati nel vivo della fanfic! Penso che i fan
di Vegeta (chi so io sa bene a che mi riferisco ^^) saranno
molto contenti di questa rimpatriata. Vegeta4ever: Mi dispiace,
niente
trasformazione *sguardo diabolico e risatina satanica*. E Bra non
è neanche
morta (ti prego, abbiamo capito tutti che ce l’hai con Bra,
puoi pure smetterla
di inveire contro di lei, grazie! XD). bellissima90: Eheh, quando
mai questa vita è
giusta? Mi dispiace ma è tornato. E non penso che se ne
andrà facilmente come l’altra
volta… Bacioni DarkMartyx Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No Profit: Dona
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del tuo tempo alla causa
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felice milioni di
scrittori. (Chiunque
voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove
meglio
crede) (sperando
di ricevere qualche recensione in più…
>.<) |
Capitolo 18
*** Contrasti ***
CAPITOLO 17
– CONTRASTI Trunks si
gettò su di lui, e verificò il respiro e il
battito del cuore. –
È morto?
– chiese
Bra con la voce tremante di
pianto. Trunks
sospirò, tranquillo. –
No, è
svenuto. Il ragazzo
prese il suo braccio destro e se lo passò dietro le spalle.
Poi guardò gli
altri. –
Chi mi
aiuta? Goten
corse subito verso di lui, e afferrò l’altro
braccio. Sembrava timoroso, come
se temesse che, da un momento all’altro, il Saiyan sparisse
di nuovo. –
Vegeta
ci deve delle spiegazioni –
affermò,
scosciato per quella paura che provava. –
Ora
lascialo respirare, Goten –
lo ammonì
Trunks alzando gli occhi al cielo. Tornarono
a casa in silenzio. Vegeta
riposava nella camera dei figli. Si era risvegliato un solo momento,
giusto per
dire: –
Dove
siamo? – A
casa
di Goku – aveva
risposto Trunks. E a
quel punto era crollato di nuovo. Ora
dormiva tranquillo come un bambino. Solo Bra era rimasta con lui, per
giocare
all’infermiera e guardarlo senza che nessuno la disturbasse. Trunks
tornò dagli altri. Goten, con
molto tatto, chiese: – Non è un fantasma, vero?
È ancora di là, non è svanito
nel nulla…? Trunks
fece una smorfia. –
No, è
nel mio letto. A quel
punto non c’era più niente da dire, e
calò il silenzio. Fu Goku ad esprimere il
pensiero di tutti. – Ma
come
è possibile…? –
Non lo
so, non lo so – disse
Trunks scuotendo
la testa – L’importante è che sia vivo. –
Certo
– aggiunse
in fretta Goku. Calò
il
silenzio nella cucina, il regno di Chichi, che in quel momento si
reggeva al
tavolo, stordita –
Ma…
Razor…? –
C’è solo
una cosa da fare – affermò
Gohan –
Aspettiamo che Vegeta si svegli. Forse a quel punto capiremo
qualcos’altro. –
Giusto
– disse
la voce stanca di Goku. Bra
entrò
nella stanza. Trunks si protese subito verso di lei. –
Come sta
papà? Bra
sorrise. –
Dorme
sereno e tranquillo. Il ragazzo
tirò un sospiro di sollievo. La bambina
si mosse verso Gohan, e si accoccolò sulle sue ginocchia.
Poi lo guardò
ansiosa. – Ti
dispiace se dopo mi siedo su papà? Gohan
rise. –
No,
certo che no. –
Bene
– sospirò
la bimba sollevata. Pensava di
offendere Gohan preferendo suo padre a lui. Ma non si era smentito. Era
ammirata. “Lo zio è veramente buono!” I pensieri
avevano preso il posto delle parole, ancora una volta. Ma
com’era possibile
parlare, quando si era verificata un fatto così
inverosimile? Tutti dovevano
resistere alla tentazione di affacciarsi nella camera che Trunks
divideva con
Bra per appurare che il Principe fosse davvero lì, e che non
fosse una loro
immagine mentale. Ognuno pensava alla stessa cosa. “Come
fa Vegeta ad essere ancora
vivo?” Ognuno
lavorava di cervello così duramente che quasi non sentirono
la voce di Goku.
Dovette ripetere la sua domanda una seconda volta. –
Come
possiamo fare contro Razor? Trunks
sbuffò. –
Beh, non
posso trasformarmi una seconda volta come tre anni fa.
Un’ondata di rabbia come
quella non riuscirei a generarla. E di sicuro non voglio che mio padre
ci vada
di mezzo una seconda volta. –
Naturalmente – sospirò Gohan. –
L’energia sferica? –
propose Goku. –
No.
L’energia sferica non arriverebbe a nemmeno la
metà del livello di
combattimento che ho raggiunto io tre anni fa. –
Ehi,
vacci piano con la modestia – esplose Goten per
sdrammatizzare, ma un’occhiata
minacciosa di Trunks lo fece zittire. La
situazione stava sfuggendo di mano. E nessuno
sapeva che Razor li aveva in pugno. … “Tutto
va secondo i miei piani.
Quel ragazzo è pieno d’odio per ciò che
ha passato in questi anni. Non mi sarà
difficile controllare le sue parole, soprattutto ora che sono tornato.
Gliela
farò pagare! Ciò che mi ha fatto tre anni fa
è inaudito! Ma la sua parte
malvagia si sta per svegliare… E presto, lui
diventerà il
colpevole di tutto. Ecco la giusta
punizione.” … – E
allora, che hai intenzione di fare? La parte
di Trunks che odiava Goku esplose in tutta la sua rabbia. Mentre
parlava, sentì
ancora quella sensazione di disagio e senso di colpa, che in quegli
anni lo
aveva tormentato. Ormai andava a ruota libera, non si rendeva nemmeno
conto di
ciò che diceva. – Di
sicuro non tirar fuori idee senza senso –
ringhiò. “Continua,
principino, continua…” – Di
sicuro puoi fare di più anche tu, piuttosto che arrabbiarti. Trunks stava per perdere il
controllo. –
Cerchi
di darmi degli ordini? Eh? Chi sei tu, mio padre? “Wow,
sono veramente ammirato…” –
Ora
basta, Trunks – intervenne
Gohan – Non è
così che ci aiuti. – Ma
l’hai
visto, com’è irritante? Non è possibile
parlare civilmente con lui! –
Senti
chi parla! Non mi pare che in questi tre anni tu sia stato un mostro di
buone
maniere! Ormai
Gohan urlava. Goku fissava con angoscia i due. –
Perché
ora che è tornato tuo padre vuoi litigare a tutti i costi?
Non ti sei accorto
che in questi anni siamo stati noi ad ospitarti? –
Non l’ho
voluto io! E poi – disse
ringhiando
Trunks – non ti azzardare a dare la colpa a mio padre! Sono
stato chiaro? –
Non me
la sto prendendo con lui, io me la prendo con te! – gridò Gohan
esasperato – Persino tuo padre, tuo
padre, l’orgogliosissimo e altezzoso
Principe dei Saiyan, è riuscito a perdonare mio padre (e,
per inciso, non gli
ha mai fatto niente). Tu invece, che fino a otto anni fa nemmeno lo
conoscevi,
ce l’hai tanto con lui? –
Non
parlare di mio padre con quei termini. Non è altezzoso. Poi,
non ha fatto
niente? – ringhiò
Trunks – Ti rendi
conto di quanto ha fatto soffrire mio padre? Ti rendi conto che se,
anni fa, si
è fatto controllare da quel mago da strapazzo, è
solo perché Kakaroth lo
aveva riempito di
frustrazione, che non poteva più sopportare? Sentendo
pronunciare il suo nome con tanto odio da un ragazzo a cui voleva bene,
Goku
sussultò. La discussione stava toccando una piega che non
gli piaceva per
niente. –
Non è
colpa di mio padre, e nemmeno di Vegeta! Ma se anche lui l’ha
perdonato, che
senso ha che tu continui a dargli contro? Urlavano
entrambi, e tutti li fissavano terrorizzati. Un litigio tra Saiyan non
era
piacevole. Tutti. Eccetto
Goku. Lui era
sconcertato. Quello non era il Trunks degli anni passati. Era un altro
Trunks,
malvagio… cattivo. Era
come
trasformato, non era più se stesso. Ricordava
tanto… “No,
come può essere? È morto…” Eppure, più ci
pensava, più era come otto anni
prima. Quella rabbia, quel rancore che bruciava come un
fuoco… quel desiderio
di far del male… quella crudeltà non gli era
assolutamente nuova. Ma
né
Gohan né Trunks se ne accorsero. –
Perché
continuo a dargli contro? Ma per non fargli dimenticare che se mio
padre è
stato così male è solo per colpa sua! – Ma
che
fai ricordare! Non ti accorgi del male che fai a tutti, parlando
così? –
BASTA! –
si impose Goku, ansimando. I due lo guardarono, sorpresi da
quell’interruzione. –
Gohan,
non è Trunks che sta parlando. È controllato
direttamente da Razor. Lo stupore
nella stanza fu immenso. –
Ma…
come… – mormorò Goten turbato. –
Non vi
ricorda qualcosa il modo in cui Trunks litigava con Gohan?
Era… come se fosse
veramente malvagio. No… voi non potete ricordare…
Ma Gohan, Chichi… ricordate
Vegeta, al Torneo Mondiale di Arti Marziali? Quando ha ucciso quella
marea di
persone? – Ma
otto
anni fa Vegeta era controllato da… Gohan non
riuscì a terminare la frase. Era assurdo. –
Vuoi dire
che ora Trunks è controllato da Babidi? Il
ragazzino sussultò. Goku scosse il capo. –
No,
Babidi è morto. Non può essere fuggito, non
dovrebbe più esistere l’Aldilà. A
questo punto si può solo pensare… che sia Razor a
controllare i fili delle
nostre vite. Rivolse
uno sguardo grave a chiunque fosse nella stanza. –
Siamo
come burattini nelle sue mani. … “Niente
da dire, sei perspicace,
Saiyan. Allora non sai solo mangiare e dormire come pensavo. Una cosa
di me
l’hai capita: io vi controllo. Siete in mio potere, non
potete fare niente che
io non voglia. Inutile, non riuscirete mai a sconfiggermi. Come sono
tornato
dopo tre anni, tornerò anche fra altri tre, fra altri
cinque, fra altri cento
anni. E lentamente, sparirete per sempre. Il vostro
destino è segnato.” **FINE** NA: Nuovo
capitolo. Ecco gli effetti
della “maledizione” che Razor ha lanciato a Trunks
un anno prima. Non vi
sembrano un po’ troppe le coincidenze con il passato? Io a
questo punto
comincerei a insospettirmi. In ogni caso non dico niente (vi lascio nel
dubbio
e nell’incertezza *risata diabolica*) e per chi
l’ha notato sappia che c’è una
spiegazione logica che verrà spiegata più avanti. Vegeta4ever: Contenta,
eh? Immaginavo una
reazione del genere! ^^ E dire che era già tutto programmato
fin dall’inizio…
Il destino, eh? O io che non riesco a stare senza Vegeta…
Sì, con fan di Vegeta
mi riferivo a te! ^^ Perché, non sei anche tu una fan di
Vegeta? XD folg_89: Ma ciao! Chi
si rivede ^^! Allora
anche tu leggevi questa fanfiction! Esattamente, nel prossimo capitolo
vedremo
le spiegazioni di Vegeta e tutto il resto. A essere sinceri no, ma ora
che me
lo fai notare sembra una cosa un po’ strana, due morti che
ritornano nello
stesso giorno… sai che non ci avevo fatto caso? O.o Che
scrittrice attenta! XD
Che bello, mi ha fatto piacere risentirti. SweetGirl_91: Tranquilla,
non c’è bisogno di
continuare a scusarti: anche a me piacerebbe passare meno tempo qua
davanti, ma
non ci sono molti posti dove andare =.=. Ti piace Bra? Sono contenta,
anche a
me piace tanto da piccola (da grande no, per la mia avversione per la
serie
Gt). Goku sembra scarso perché quel bastardo di Razor gli ha
tolto la metà dei
suoi poteri, ricordi? Non può più concentrarsi
abbastanza per eseguire il
Teletrasporto. E anche il resto ne risente. Ho fatto qualche errore?
O.o Mi
puoi dire quali? Perché di solito sono così
sicura di aver scritto tutto
correttamente che non controllo più di tanto. Ma ora stai
tranquilla, ho
controllato per bene! (Come minimo adesso ci trovi un casino di
errori… XD) Un ultimo
avviso. In questo periodo mi sono iscritta a un contest e probabilmente
sarò
assorbita da questo impegno. Da qui a metà luglio non posso
assicurare degli
aggiornamenti frequenti. Poi tornerà tutto come prima, state
tranquilli! Bacioni DarkMartyx_93 Campagna
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Capitolo 19
*** Pericolo ***
CAPITOLO 18
– PERICOLO Il
silenzio regnava sovrano nella cucina. Non si sentivano né
respiri, né fruscii,
né rumori. Era come se, intrappolata da una bolla, quella
stanza fosse stata
divisa dal mondo reale e fosse stata teletrasportata in
un’altra dimensione.
Fuori la vita scorreva normalmente: gli uccellini cantavano
l’arrivo della
primavera, il sole scaldava la nuova giornata. Ma non scioglieva il
gelo dei
loro cuori. – Ho
paura
che Kakaroth abbia ragione. Reggendosi
allo stipite della porta, Vegeta face la sua comparsa nella stanza,
salutato
dagli strilli di gioia della piccola Bra. Il Saiyan la
ignorò e posò i suoi
occhi gravi su suo figlio. Uno sguardo che non pesava né
d’accusa né di
disgusto. Solo di stanchezza e dolore. In quanto
al ragazzo, non proferiva parola. Rivolse il volto al suolo e strinse i
pugni
fino a farsi sbiancare le nocche delle dita. –
Trunks…
– disse Goten, esitante. –
Non può…
come si permette di giocare con le nostre vite? – sibilò rabbioso
il ragazzo – Perché non ci
lascia in pace? Perché ce l’ha con me?
L’avevamo sconfitto, perché è tornato? –
Non
serve a niente pensarci – sentenziò Goku
– Abbiamo affari più urgenti. Dobbiamo
preparare il contrattacco. –
Non ci è
concesso nessun contrattacco – intervenne Vegeta –
Tre anni fa avevamo il Super
Saiyan Ultimo Livello… Sei più riuscito a
trasformarti di nuovo? Trunks
fece un cenno di diniego. – A
questo
punto non abbiamo più speranze. Se solo Razor avesse un
punto debole… ma
non ne abbiamo individuato nessuno,
purtroppo. Il
silenzio calò sulla stanza, pesante e greve come la sentenza
della loro
condanna a morte. Goku fu il
primo a riscuotersi. – Ma
Vegeta, dove sei stato tutto questo tempo? Ti credevamo morto,
credevamo che
l’Aldilà fosse stato distrutto… e
invece… –
Non lo
so, Kakaroth. In ogni caso ero conciato male, non avevo molta
percezione di
quello che avevo intorno. Ma una cosa è sicura: quello non
era l’Aldilà. – Ma allora
cos’era? – ribatté Goku
sbalordito. – Se
lo
sapessi l’avrei già detto, no? –
sbottò Vegeta spazientito – Ma questo conferma
le nostre ipotesi di tre anni fa: l’Aldilà era
stato distrutto. –
Ma… se…
– cominciò titubante Trunks, spaventato di sentire
la risposta – Se sei tornato
in vita… allora… la mamma, i nonni,
Dende… possono tornare in vita come hai
fatto tu? –
Non lo
so – rispose Vegeta abbassando la voce – Ma una
cosa è certa: io non ho visto
le loro anime nel luogo dov’ero confinato. Solo
un’immensa distesa di vuoto.
Nient’altro. Il
Principe dei Saiyan volse lo sguardo alla finestra. Nella stanza il
dolore era
tale che soffocava i loro respiri. Gohan era impallidito in faccia.
Trunks
chinò il capo, trattenendo a stento le lacrime. – Έ
tardi
– fece notare Goku stancamente – Penso che sia ora
di riposaci un po’. Lentamente,
i Saiyan, Chichi e
Bra scemarono fuori
dalla stanza. Per ultimo uscì Vegeta, scoccando
un’occhiata che avrebbe dovuto
sembrare preoccupata al suo rivale. Goku gli rispose con un debole
sorriso. Il
Principe si dileguò nell’oscurità della
casa. Il Saiyan
fu colto da un capogiro e si sedette su una sedia. Non era raro: dalla
botta
che gli aveva inferto Razor molto spesso doveva appoggiarsi a qualcosa
per non
finire a terra. E, come aveva affermato il suo nemico, non era
più riuscito a
Teletrasportarsi, poiché veniva colto da
un’emicrania che lo costringeva a
letto anche per un giorno intero. Ripensò a quando era il
miglior guerriero
della Galassia, ai nemici sconfitti, alla Terra distrutta e poi
riformata. Ma
queste immagini si sovrapponevano a quelle di Razor, della Capsule
Corporation
rasa al suolo, dell’immenso dolore di suo figlio, della morte
di Vegeta, della
loro vita negli ultimi tre anni. Il mal di testa aumentò e,
gemendo, si strinse
il capo tra le mani. “Ma
come ha fatto la nostra
famiglia a lasciarsi distruggere così?” Il mattino
dopo, attorno al tavolo in cucina, Goten trovò
già alzati suo padre e Goku. Stavano
parlando sottovoce, ma quando il ragazzo entrò si
interruppero. –
Per la
colazione devi aspettare che si alzi tua madre. Sospirando,
si ragazzo si accomodò sulla sedia. Nella stanza
entrò anche Trunks che,
mugugnando un buongiorno, si sedette accanto all’amico. –
Come
stai? – gli domandò Goku, voltandosi, leggermente
apprensivo. –
Così. Nessuno
gli chiese altro. I Saiyan ripresero a parlare, sullo sfondo del
televisore
acceso a cui nessuno faceva attenzione. Le
scene si muovevano sul televisore e sembrava trasmettere un vecchio
film. Le
immagini in bianco e nero erano sgranate, e ben presto gli occhi ancora
non
svegli di Trunks cominciarono a dolere. –
Allora?
Ripetimi tutto. Vegeta
guardò Goku, spazientito. – Ti
ripeto che quell’Aldilà era strano, non
c’era né il Serpentone né
l’ufficio di
Re Yammer. Solo buio. E… – E?
–
incalzò Goku, ignorando che l’amico si era
rabbuiato. –
E…
montagne di cadaveri. Per questo dico che non era
l’Aldilà: i morti non
mantengono i loro corpi, dopo il trapasso. Goku
sbiancò. –
Cadaveri? –
Già. E
non è tutto. I cadaveri non rimanevano integri. Si
decomponevano. Temo che non
ci sia più niente da fare. Trunks,
che stava ascoltando con il fiato sospeso, abbassaò il capo,
deluso e
sofferente. Vegeta lo fissava sconfitto e impotente. –
Allora è
così? Non torneranno mai più in vita? Gohan,
più
bianco di un cadavere, aveva ascoltato da quando avevano iniziato a
parlare.
Goku sospirò. –
No. Mi
dispiace un sacco. Per un
tempo che a lui sembrò infinito, rimase immobile. Poi,
tremando come se avesse
avuto la febbre, si diresse verso la porta e uscì. Dalla
cucina sentirono
distintamente il boato provocato dal repentino spostamento
d’aria e l’aura di
Gohan che si muoveva ad alta velocità verso nord. –
Lasciamolo in pace. Ha bisogno di stare da solo –
sospirò Goku. I ragazzi e
Vegeta annuirono. La
mattinata trascorse tediosa come era cominciata. Verso mezzogiorno
cominciò
anche a piovere. E Gohan non era ancora tornato. Chichi, Goku e Goten
erano
sempre più preoccupati. –
Credi
che gli sia successo qualcosa di brutto? – ripeteva Chichi,
gli occhi colmi di
antica paura. –
Vedrai
che andrà tutto bene – le rispose Goku
meccanicamente. Ma poi, si bloccò. Era stato
un guizzo d’aura, ma chiarissimo. Anche Vegeta lo aveva
sentito e la sua mente
quasi geniale lo aveva portato alla tragica intuizione. – Ma
certo! – ringhiò il Principe – Kakaroth,
dobbiamo trovare tuo figlio! –
Ma…
cosa… –
Possibile che non ci arrivi? Gohan è là fuori,
è solo ed è un bersaglio
perfetto per Razor. Dannato ragazzo… perché non
è rimasto a casa? I presenti
nella stanza lo guardavano con tanto d’occhi. –
Allora,
che facciamo? – domandò Goku cereo. –
Ehi – li
interruppe Trunks – Dov’è Goten? E tutti si
accorsero che Gohan non era l’unico ad essere in pericolo. **FINE** NA: Ecco,
ora comincia la parte peggiore della seconda parte. Non che non mi
piaccia. Però
è tanto triste… Forse ho esagerato con quei
poveri Saiyan. Vegeta4ever:
Grazie per l’”in bocca al lupo”! Beh, non
so se non riuscirai ad odiare Bra, ma
io non la vedo molto bene per quei poveri Saiyan. Non aggiungo altro. bellissima90:
Grazie! Non sai quanto mi facciano piacere i tuoi complimenti *.*! Bacioni da
una triste DarkMartyx Campagna
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meglio
crede) |
Capitolo 20
*** Attacco ***
CAPITOLO 19
– ATTACCO Da quando
era partito da casa, Gohan non si era mai fermato. Volava, senza
rendersi conto
di quanto si stesse allontanando. Attraversava pianure, laghi, catene
montuose,
sempre diretto verso nord. Fino a quando, verso mezzogiorno,
scoppiò un
violento temporale che lo costrinse ad atterrare. Quando si
guardò intorno e
riconobbe la zona dove fosse stato il laboratorio del dottor Gelo, si
rese
conto di quanto fosse distante da casa. “Forse
dovevo stare più attento…” Ma non
riusciva a respirare in quel misto di oppressione che ormai riempiva la
stanza.
Ma ora, nella foresta di montagna, avvolto dalla pioggia, non si
avvertiva più
l’alone di minaccia che patinava ogni cosa ai tempi del
malefico scienziato. Ma
qualcosa non andava. “Non
c’è neanche un animale…” Gli
uccelli non volavano strepitando per cercare un altro rifugio, il
sottobosco
era immobile. Nessuna traccia di animali; solo il ticchettio continuo e
assordante della pioggia. Un tuono
colse di sorpresa il ragazzo, ma notò ugualmente il leggero
sbuffo d’aria che
lo aveva accarezzato e che lo aveva fatto rabbrividire, bagnato
com’era. Il
ragazzo sospirò, poi, voltandosi lentamente, si
trovò faccia a faccia con
l’ultimo essere che avrebbe voluto avere davanti. –
Razor. Un altro lampo
illuminò gli occhi rossi perfettamente rotondi e il sorriso
sprezzante. –
Che
occhio. Complimenti, Gohan. Le gocce
scivolavano sulla sua pelle nera lasciando un scia, ma il mostro non
sembrava
farci caso. Gohan lo fissava silenzioso. – Da
solo
non ho speranze, lo so benissimo. Sono stato uno sciocco a dividermi
dagli
altri. –
Hai
ragione. Non fa una grinza – commentò Razor
sogghignando. –
Perciò…
sei qui per uccidermi? Il viso di
Razor, illuminato da un fulmine, si aprì in un sorriso
ancora più malvagio. –
Non
proprio, caro ragazzo. Non morirai solo tu, se tutto va secondo i miei
piani. Non
lasciò
il tempo a Gohan si aggiungere altro e, con uno scatto repentino, cinse
con le
dita lunghe e fredde il collo del ragazzo, inchiodandolo a terra. –
Presuntuoso da parte tua pensare che fossi venuto solo per te
– disse con voce
suadente, stringendo ancor più la presa – Non
sarai solo tu la vittima della
tua imprudenza. Finalmente,
Gohan comprese il piano di Razor: attirare i suoi amici lì e
finirli
definitivamente, uno alla volta. I polmoni bruciavano, non solo per
mancanza
d’aria, ma anche per il peso opprimente del senso di colpa. “Se
solo non fossi stato così
imprudente…” Lentamente,
il viso del Saiyan diventava sempre più livido. Vedeva
offuscato, per colpa
anche della pioggia. Pensava a suo padre, a Goten, a Trunks, anche a
Vegeta,
appena tornato, a Chichi, sua madre, e a Bra, la bambina che gli aveva
salvato
la vita. Risentì i suoi incubi peggiori che gli parlavano
dall’Oltretomba,
sopra tutti Cell, quasi demoniaco. Ma, quando ormai stava per perdere i
sensi, sentì
fresco ossigeno lambirgli i polmoni in fiamme. “Ma…
cosa…?” Gli occhi
gli restituivano la sagoma di Razor, nera, che si stagliava contro il
fondo del
cielo grigio di pioggia. Il viso era rivolto in alto, verso una luce
intensa,
che pareva sempre più familiare al ragazzo. Fino a quando
non capì perché. –
Benvenuto.
Ti stavamo aspettando, Goten. A casa di
Goku, Trunks sussultò. –
L’aura
di Gohan… è diminuita. –
Dannazione! Avevo ragione io! Gohan è in pericolo!
– ringhiò Vegeta. Goku era
sempre più pallido. –
Ma… c’è
di più. I due
adulti si voltarono verso di lui. –
Con
Gohan c’è anche Goten. Ed è trasformato
in Super Saiyan. Il viso
del ragazzino era esangue. Vegeta si innervosì ancora di
più. –
Dobbiamo
fare in fretta, altrimenti sarà troppo tardi –
mormorò Goku, ormai senza più
voce. Goten,
sospeso in aria, fissava la scena trattenendo il fiato. Il mostro era
sopra suo
fratello, steso a terra. Era partito pochi minuti dopo di lui, come
aveva fatto
a lasciarsi battere così facilmente? Ma soprattutto, cosa
avrebbe fatto adesso?
Era fin troppo chiaro che non era all’altezza di Razor, se
neanche suo padre e
Vegeta erano riusciti a sconfiggerlo? –
Scappa,
Goten! – mormorò flebile Gohan. Goten ebbe un
fremito di rabbia. –
Bene,
abbiamo un eroe – commentò Razor ignorandolo, e,
come leggendo nel suo
pensiero, sogghignò. – Cosa pensi di fare, ora?
Sei caduto nella mia trappola e
non hai più scampo. La tua ora è suonata. “Una
trappola! Una trappola! Sono
un completo idiota! E io ci sono cascato…” Ma non era
finita. Razor sorrise sornione, come se pensasse a qualcosa di
veramente
piacevole. Quel sorriso aveva l’ambiguità di
quello di un serpente, e strappò
un brivido a Goten. –
Vediamo
se sei più sciocco di quanto immagini. Il mostrò si
illuminò improvvisamente. Il
ragazzino quasi non notò l’indice puntato che si
abbassava lentamente, così
lentamente che sembrava immobile. Mirava suo fratello e se ne accorse
solo
quando un sottile raggio energetico spuntò da quel dito. Ma
ormai era troppo
tardi. Goten, con
il respiro sospeso, guardò con orrore l’onda
energetica trafiggere il cuore di
Gohan, il suo viso diventare più pallido di quanto non fosse
già, un fiotto di
sangue uscire violentemente dalla bocca, sporcando le sue labbra
bianche.
Sapeva, era consapevole che quella era una ferita mortale. Tutto
quello che non fosse rabbia, amara bile e odio, un odio puro,
sparì di colpo.
Sparì l’aria umida e fredda delle notte che
sopravveniva e la pioggia che si
affievoliva sempre di più. Sentiva solo dolore,
disperazione, la protezione che
il fratello gli aveva da sempre assicurato e che lui aveva ricambiato
non
alzando nemmeno un dito per proteggerlo. Si scaraventò sul
mostro con tutta la
sua velocità. Scagliava
colpi a caso, facili da parare. Poi Razor, stufo di quel gioco,
esclamò: – Ne
ho abbastanza di te! – e, sotto lo sguardo agghiacciato di un
Gohan
inevitabilmente morente, colpì il ragazzino allo stomaco
talmente violentemente
che il dolore gli impedì persino di svenire. In meno di un
attimo si rese conto
di volare in aria. Percepì appena il bagliore di una lama di
pietra, fino a
quando essa non gli squarciò un occhio. Gridò dal
dolore, mentre il sangue
scorreva lungo il viso. Sentì la spada ferirgli la spalla
sinistra. Ormai non
aveva più sensibilità di quel braccio. “Ma
cosa ho pensato di fare contro
Razor?” Il
pensiero corse al padre, alla madre, a Trunks al fratello, che stava
morendo
vicino a lui. E un’indomabile sensazione di impotenza si
impossessò di lui. “Perdonatemi…
Sono stato uno
sciocco…” Poi,
improvvisamente, avvertì il suo corpo cozzare contro il
suolo. L’impatto,
invece di stordirlo ancora di più, gli rese inclemente un
attimo di lucidità,
nel quale vide chiaramente una sagoma nera che impugnava una spada
calare
rapidissimamente verso di lui. Un solo secondo per patire il dolore
della
pietra ferirgli il petto, per lasciare andare il suo ultimo respiro. E
per
osservare un’ultima volta la smorta luna crescente della
sera, compagna di
tante notti sui monti Paoz. “Έ
così
bella, stasera…” Poi
sparì
anche quella e fu solo buio e percezione del nulla. La nebbia
si alzava lenta dalla foresta, formando una cortina sempre
più spessa. L’odore
di umidità si mescolava a quello del sangue di Gohan, che
cercava di
raggiungere il cadavere del fratello strisciando sull’erbe.
Dove passava,
lasciava una scia rossa di sangue. La ferita faceva un male cane,
più di una
volta doveva fermarsi per prendere fiato. La vista, ostacolata anche
dalla
nebbia, si offuscava sempre più. Quando poi
arrivò al cadavere del fratellino,
toccò la sua mano fredda e umida d’acqua. Dei
singhiozzi gli scossero la cassa
toracica, aumentando il dolore. Fino a quando esso non
cominciò ad
affievolirsi. Lentamente, perdeva sensibilità di braccia e
gambe, le palpebre
non reggevano più. Strinse ancora di pi sul petto del
fratello, ancora trafitto
dalla spada. Il suo sguardo incontrò gli occhi vacui di
Goten, fissi sul cielo
scuro. Un ultimo singhiozzo, prima che l’aria gli mancasse
del tutto. Rivolse
il suo ultimo pensiero al fratello, mentre esalava il suo ultimo
respiro e
abbassava le palpebre per sempre. “Scusa…
non sono stato capace di
proteggerti.” **FINE** NA: Ecco.
Questo
è il capitolo che tanto odiavo. Ma dopotutto sentivo che la
storia doveva
comprendere per forza anche questo, so che voi potete capirmi. Brutto,
brutto
capitolo. Per la prima volta da quando ho cominciato a scrivere la
fanfiction,
mi si sono inumiditi gli occhi. Tremo solo al pensiero del prossimo
capitolo. Vegeta4ever: Mi dispiace,
questa è la fine che
fanno quei poveri ragazzi. Lo so, anch’io pensavo a Trunks
quando ho scritto questo
capitolo… ma è così. No, dai,
perché Goku è un idiota? È tanto
simpatico… poi è
coraggioso, è altruista, è giusto…
è un sacco di cose buone. folg_89: Non penso
che una fusione possa
risolvere il problema ^^. Se facciamo due calcoli, questo mostro, per
nascondere persino l’entità della propria aura,
dev’essere almeno cinque o sei
volte Majinbu… non credere che non ci avessi pensato, ma le
fusioni mi sembrano
superate… Vuoi mettere col Super Saiyan di Ultimo Livello
(anche se non esiste
più)? XD Tono un
po’
depresso, lo ammetto. Me ne scuso. Bacioni DarkMartyx Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No Profit: Dona
l’8‰
del tuo tempo alla causa
pro recensioni. Farai
felice milioni di
scrittori. (Chiunque
voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove
meglio
crede) |
Capitolo 21
*** Lutto ***
Capitolo 22
*** Ricominciare? ***
CAPITOLO 21
– RICOMINCIARE? Il terzo
giorno a letto. Non aveva mosso un passo fuori dalla casa da quella
notte
maledetta. Era sempre rimasto dentro, in quella casa che stentava a
riconoscere. Gli unici suoni erano i piagnucolii di Bra. Si riuscivano
a sentire
persino i sospiri i Chichi, che serpeggiavano tra le stanze deserte. Quando la
donna aveva visto i cadaveri dei due figli portati in braccio dal
marito, aveva
urlato. Un solo urlo, così intenso da raccapricciarlo. Le
lacrime avevano
cominciato a scendere, mescolandosi a frasi incoerenti, al sangue dei
suoi
bambini, al vento della notte che le accarezzava il volto. Poi era
svenuta. Da
tre giorni non si svegliava. Lo
Stregone del Toro, il padre di Chichi, avvertito da Goku della
disgrazia, era
subito intervenuto al capezzale della figlia. Non parlava, non diceva
niente.
Non staccava mai lo sguardo dalla “sua bambina”, se
non per salutare il genero. Goku si
era trasformato. La sua espressione pura e ingenua se n’era
andata, non
sorrideva più. Trunks trovava sempre più
difficile distinguerlo dal padre: ora
il Saiyan girava per casa con l’espressione corrucciata che
prima era tipica
del suo rivale. I suoi occhi erano gravi, non brillavano più. In quanto
a suo padre, poteva dirsi cambiato. La sua espressione, che Goku ormai
aveva
fatta sua, si era leggermente sciolta. Parlava meno di prima, ma era un
po’ più
premuroso. Ogni tanto, si affacciava alla porta della sua stanza,
sbirciandolo
mentre era ancora a letto. –
Allora? –
Tutto a
posto. Sto abbastanza bene. Le parole
che in tre giorni si erano detti. Tutte le
mattine, Goku e suo padre uscivano di casa prestissimo, per allenarsi.
Trunks,
poteva indovinarlo con facilità, sapeva che durante quegli
allenamenti non
passava neanche una parola, ma solo attacchi, pugni, difese. Ogni tanto
avvertiva dei picchi di energia, ma quello era il loro unico segno di
vita.
All’ora di pranzo tornavano a casa, mangiavano qualcosa in
fretta e poi
riprendevano ad allenarsi. Ogni tanto
Goku si soffermava nella camera della moglie. Percepiva bene la sua
aura e era
cosciente che, dopo ogni giorno che passava, era sempre più
debole. Non sarebbe
sopravvissuta a lungo, se non avesse mangiato qualcosa: invano, suo
suocero
cercava di farle ingoiare qualcosa forzandole i denti, ma
l’unica cosa di cui
Chichi potesse ormai cibarsi era ormai l’acqua o altre
bevande. Ogni tanto
mormorava nel sonno i nomi dei suoi figli. Quando sentiva i nomi di
Gohan o Goten,
il Saiyan non riusciva più a rimanere nella stanza e,
rivolgendo un cenno al
padre di sua moglie e a Trunks, se era lì, se ne andava. Non aveva
mai parlato con nessuno. I suoi occhi sembravano essersi tinti di
vendetta.
Quel mostro era riuscito a rubargli la sua proverbiale spensieratezza. Trunks,
rigirandosi nel letto, ripensava agli avvenimenti di quegli ultimi
giorni,
sudando litri di sudore per colpa di quella febbre alta che aveva la
minima
intenzione di abbassarsi. “Ma
come siamo finiti?” Quel
giorno, il ragazzo decise che si doveva alzare assolutamente. Vedendolo
attraversare barcollando il corridoio, lo Stregone del Toro
esclamò con la sua
voce cavernosa: –
Trunks,
torna a letto! Sei ancora molto debole! Aspetta almeno fino a quando la
febbre
non ti si sarà abbassata… Nessuna
risposta. Lo Stregone abbassava lo sguardo e sospirava. “I
Saiyan hanno delle teste più
dure dei sassi” Infine,
arrivò in cucina. Goku e Vegeta stavano consumando il loro
pasto spartano. –
Trunks,
tutto bene? – chiese Goku. Sembrava finalmente essersi
ricordato di lui. Nei
suoi occhi, contornati da pesanti occhiaie, si leggeva senso di colpa. –
Questa stupida
febbre non vuole abbassarsi – borbottò il ragazzo,
piombando di peso sulla
sedia. –
Ciao a
tutti. La piccola
Bra comparve sulla soglia della porta, sfregandosi gli occhi rossi e
gonfi di
pianto. Senza una parola, si accoccolò sulle ginocchia di
Vegeta e cominciò a
sbocconcellare un biscotto. Pochi minuti dopo, il Principe se la
scrollò via. –
Devo
allenarmi. Poteva
leggere la delusione negli occhi di sua figlia, ma lei non
protestò.
Silenziosamente, tornò in camera sua, dove ormai trascorreva
tutti i pomeriggi. Quella
stessa sera, Goku si svegliò di soprassalto,
poiché sentiva osservato e
minacciato. Si mise a sedere nel letto che prima era di Gohan e si
guardò
intorno, cieco nel buio. Poi, quando si fu abituato
all’oscurità, avvertì
qualcosa. Si voltò lentamente verso la finestra. Razor
sedeva tranquillo sul davanzale. Persino senza luce, riusciva a vedere
brillare
i suoi delicati occhi rosso sangue, brillanti come rubini. Corse con
lo sguardo Vegeta, ma lui non c’era. Non sentiva neanche il
russare del
suocero, né i sospiri di Chichi. Incenerì il
mostro con lo sguardo. –
Cosa hai
fatto a Chichi e agli altri? - Stai
tranquillo, non ho fatto niente a nessuno - mormorò. - Sei
davvero educato a parlare a bassa voce, quando tutti dormono -
ringhiò Goku -
Un vero gentiluomo… - Sai,
nonostante tutto ho un po’ di anima umana…
Povera donna, non ha colpa di essersi sposata con
l’uomo che voglio
uccidere… e poi non mi divertirei a farle del male.
Preferisco che soffra
quando scoprirà che non ci sei più.
Chissà come reagirà, vedendo il corpo
dilaniato di suo marito davanti la porta della sua casa… Vegeta
spalancò la porta, e fissò Razor infuriato. - Non ti
preoccupare, principino - sogghignò lui – Ho
pensato anche a te e ai tuoi
pargoli… non so se il più grande
riuscirà a trattenersi quando vedrà il tuo
corpo sfigurato… la piccola, probabilmente, ne
verrà segnata a vita… - Stai
lontano da Trunks e Bra! - ruggì Vegeta. -Non ti
scaldare… potrei decidere di far sparire ogni traccia di
voi… si tormenteranno
finché vivranno. Vegeta
tremava dalla rabbia. - Non
toccare i miei figli! - Oh,
forse non lo farò - sghignazzò Razor - Ma chi ti
dice che lascerò andare
l’ultimo discendente della gloriosa ma estinta razza Saiyan?
L’erede del
Principe? Non mi priverò di un divertimento così
grande… Vegeta si
scagliò su di lui per combattere. Goku lo fermò
freddamente. - Non qui,
Vegeta. - Non
dirmi cosa devo fare o non fare, Kakaroth! - sibilò lui
rabbioso – Quest’essere
non è soddisfatto di aver ucciso i tuoi figli, ora vuole
uccidere anche i miei! - Vegeta,
ragiona. Se combattiamo qui distruggeremmo la casa e le macerie
ucciderebbero i
tuoi figli comunque. Trunks è debole per la febbre. Tua
figlia, per ora, non ha
dimostrato di avere poteri, e non sopravvivrebbe ad
un’esplosione. Per di più
non c’è solo Bra, ma anche Chichi, e non mi va di
mettere in pericolo né lei né
suo padre. Vegeta,
finalmente, si calmò. - Veramente
il Saiyan più giovane ha la febbre? - rise Razor –
Che strano… allora anche i
Saiyan soffrono i comuni malanni umani… Se è
così sarà ancora più
piacevole… Vegeta
ringhiò qualcosa, tremando di rabbia. - Razor,
adesso ascoltami bene - ingiunse Goku spazientito –Andiamo da
un’altra parte a
combattere, prima che ti passi tutto il riguardo per la mia famiglia. Razor rise
malignamente, ma annuì. -
D’accordo,
posso accettare. - Veniamo
subito. Vegeta per
uscire passò dalla camera dei figli. Li guardò
mentre dormivano. “Probabilmente
non li vedrò mai
più…” Si
soffermò ancora qualche secondo. “Addio,
ragazzi.” Sospirò,
e
proseguì. Volarono
per un buon quarto d’ora prima di atterrare su un altopiano.
Razor diede loro
le spalle. - Allora? -
borbottò Vegeta – Che vogliamo fare, spassarcela
tutto la notte? Razor si
voltò e lo fissò con la coda
dell’occhio, sorridendo. - Certo che
no, caro principe… non oserei mai farti perdere tempo
così… Vegeta lo
guardò con aria altezzosa e da vero principe. - E ti
vuoi far battere un’altra volta vero? - Non ci
giurerei - sogghignò Razor - Non mi sembri in grado di
sconfiggermi… - Non ci
contare, mostro… In un
lampo Razor fu davanti a Vegeta, e lo osservò con freddezza. - Portami
rispetto d’ora in poi. Fino ad ora sono stato indulgente, ma
ora basta. Potrei
distruggerti in qualsiasi momento - lo minacciò
tranquillamente puntando uno
dei suoi artigli alla gola di Vegeta. - Vuoi sapere una cosa? - gli
disse il Principe
dei Saiyan – Non me ne importa niente
dei tuoi sporchi giochetti - Sorrise, trasformandosi. –Rimani
comunque un Inferiore. Mi sarebbe
piaciuto dirtelo e
te l’ho detto. Ora fai quello che ti pare, non mi interessa. - Ti
accontento subito - gli rispose di rimando Razor. E con un pugno lo
spedì
contro uno spuntone di roccia, che si frantumò in mille
pezzi, ricoprendo il
corpo del Principe. - Vegeta! Osservò
trepidante il compagno che riemergeva dalle schegge che lo ricoprivano,
completamente ricoperto di piccoli graffi, ma con lo sguardo ancora
altero e
fiero. Ma non era lo sguardo di un uomo che sa già di aver
vinto, ma quello di
un uomo che vuole morire con onore. Ormai se ne rendeva conto anche
lui: dopo
la loro morte, la sua famiglia sarebbe stata sterminata, indifesa
com’era.
Anche Trunks sarebbe morto, così indebolito. Erano senza
speranza, la razza
Saiyan stava per eclissarsi definitivamente. Pregò
solo
il cielo che i suoi cari non soffrissero troppo. **FINE** NA: Ed
ecco a voi la battaglia decisiva. Ebbene sì: non manca molto
alla fine. E purtroppo
ho appena cominciato il capitolo 24… Vabè, mi ci
metterò d’impegno, promesso! ^^ Vegeta4ever: Mah, ormai
mi sono abituata alle
tue minacce di morte XD! Puoi pure puntarmi il mitra contro, io non ho
paura
*posa epica*. No, scusa, non ho letto bene: Goku ti ha fatto pena?
Cioè, voglio
dire, ti ha fatto pena O.O?
Preparatevi,
or dunque (non so se si scrive così), l’Apocalisse
è vicina XD. folg_89: La
spiegazione su dove finiscano
le anime dei morti ci sarà tra breve, non temere. bellissima90: Ah,
ammazzerò Razor quando sarà
il momento *,..,* Comunque non temere, si risolverà tutto! nightwish4ever: Potrei anche
dartelo, il regalo,
ma dopo come faccio a mandartelo XD? Per quanto riguarda il
condizionatore,
comincia subito a mandarlo perché va a finire che fondo con
tutto questo caldo
XD. Comunque non c’è problema, per la raccolta
punti ti faccio sapere. SweetGirl91: Ma a me
fanno piacere i tuoi
rimproveri, perché se me lo dici prima almeno la volta dopo
non sbaglio più ^^!
Ora che me lo fai notare, è vero, a Trunks non gliene
è fregato molto di Gohan XD
Ma che devi fare, vedi morto il tuo migliore amico e perdi la testa.
Ora stai
bene, vero? Bacioni DarkMartyx Campagna
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Capitolo 23
*** Sconfitta ***
CAPITOLO 22
– SCONFITTA “È finita” Vegeta
riemerse dalla pietra che lo circondava con difficoltà.
Sapeva che non sarebbe
sopravvissuto, ma almeno sarebbe morto integro nel suo orgoglio.
Rivolse a
Razor uno sguardo fiero e sprezzante. Il mostro
si innervosì. Voleva vedere la paura e il terrore nei suoi
occhi. Fu preso da
una rabbia furibonda e lo attaccò. Vegeta cercava di
opporsi, ma erano troppo
veloce e troppo forte, anche per un Super Saiyan. Smise addirittura di
cercare
di contrastarlo, senza sprecare energie inutili e continuò a
farsi picchiare
senza battere ciglio. La furia crebbe in Razor, non vedendo nessuna
reazione, e
colpì con maggiore violenza. Vegeta cominciò a
cedere, ma non emise suono. Con un
calcio più violento, lo scaraventò in cielo.
L’occasione che stava aspettando:
il Principe iniziò a lanciare diversi Bing Bang Attack
all’indirizzo del
nemico. Razor, senza neanche impegnarsi troppo, li evitò e
raggiunse il
Principe. Lo rispedì a terra, alzando una grande polvere. Vegeta si
rialzò con difficoltà. Era già stanco
e barcollava. Si lasciò cadere a terra e
cominciò a respirare profondamente. Non aveva la minima
traccia di paura. Goku
urlò:
- No,
Vegeta! No! Rialzati! - Vorrei
vedere te al posto mio - fu la risposta flebile del Principe. Razor
decise di farla finita. Tese una mano verso Vegeta e si
preparò a lanciare
un’onda energetica. Era davvero finita: così
debole com’era non riusciva
nemmeno a muoversi. Sorrise beffardo, per spazientire Razor ancor di
più. E
raggiunse il suo obiettivo. - Hai
anticipato la tua fine! E il colpo
partì. Mentre la
sfera di energia si avvicinava, sentiva il calore aumentare. Il suo
sibilo era
accompagnato dai richiami di Goku. “Sempre
il solito…” Si
avvicinava sempre più. Ormai era a poca distanza da lui. Non
era né spaventato
né infuriato. Solo il rimorso di non aver potuto difendersi,
di aver lasciato i
suoi figli ancora una volta soli. Il colpo
esplose. Sorpreso di non sentire dolore, si accorse di avere ancora
davanti
Kakaroth e Razor. Goku tradiva un’espressione sbalordita.
Razor ribolliva dalla
rabbia. Guardavano un punto alla sua destra, che gli era coperto dalla
macerie. Tutto ad
un tratto, qualcuno gli coprì la visuale, le braccia aperte
a proteggerlo.
Vedeva le sue spalle alzarsi e sollevarsi nel suo ansimare. La spada
sulla sua
schiena riluceva alla luce della luna. Razor era
ancora infuriato. - A quanto
pare abbiamo ospiti indesiderati! - disse rabbioso. Trunks aveva
ancora la febbre. Gli tremavano le gambe. Era troppo anche per un
Saiyan,
combattere con la febbre alta. Per uno sconosciuto miracolo era
arrivato lì in
tempo. Ma ora era esausto, non sarebbe riuscito a lanciare un altro Ki
Blast
come quello. Sapeva che la sua fine era segnata. - Trunks! -
esclamò sorpreso Vegeta. Il ragazzo
fissò il suo nemico con odio, ma con contegno e un certo
orgoglio. Razor rise
del suo coraggio. E passò all’espressione del
Principe. Era sbalordita e
preoccupata. E la sua mente contorta concepì un piano per
far uscire dai
gangheri il Principe. Sorridendo,
si avvicinò al giovane Saiyan. Lui alzò subito la
guardia, ma fu troppo lento.
Trunks crollò a terra, ormai prosciugato delle ultime
energie. - No! -
urlarono contemporaneamente i due adulti. Trunks
tremava mentre cercava con difficoltà di rialzarsi.
Nell’impatto, aveva battuto
malamente la spalla, che ormai era stirata, se non rotta. Perdendo
spesso
l’equilibrio, riuscì a mettersi in ginocchio e
riprese un po’ di fiato. Razor rise
cupo. Tese una mano verso di Trunks. Vegeta perse il controllo. - Lascialo
immediatamente! - Smettila,
scimmione. Hai la coda di paglia? Il mostro
afferrò con la mano i capelli di Trunks e lo
sollevò. Il ragazzo emise un
debole lamento, semicosciente, tenendosi la spalla offesa con la mano
buona. Si
girò verso Vegeta, fornendogli una panoramica più
ampia. Sorrideva,
divertendosi un mondo. Il
Principe dei Saiyan era furioso. - Lascialo! Razor
parve non sentirlo. Si voltò verso Trunks e lo
colpì allo stomaco a tradimento.
Il ragazzo gridò, e fu solo il dolore che gli
impedì di perdere definitivamente
conoscenza. Uno spruzzo si sangue bagnò la terra
sottostante. Vegeta si
alzò in piedi, aiutato dalla sua rabbia. Non si accorse
nemmeno di essersi
trasformato in Super Saiyan. Goku
osservava a bocca aperta la scena. Per quanto avesse avuto a che fare
con la
crudeltà di Razor, ancora non riusciva a credere che fosse
possibile tutta
quella violenza. Fremeva come Vegeta a vedere i colpi che doveva
supportare
quel ragazzo. Ma era così sbalordito da non emettere suono. Il
Principe ormai non riusciva più a controllarsi.
Scattò verso di Razor. - No,
Vegeta! - Cosa
vuoi ora, Kakaroth? - Vegeta -
disse Goku - Razor vuole provocarti! Non lo capisci? - E per
questo ci deve andare di mezzo mio figlio? - esclamò Vegeta
fuori di sé – Io
non ci sto, Kakaroth! - Vegeta! -
gridò Goku senza alcuna speranza di riuscire a fermarlo. Ma
il Principe non
l’ascoltò. C’era qualcos’altro
che aveva attirato la sua attenzione: un urlo
disarticolato. Non era difficile immaginare di chi fosse. Vegeta si
girò fulmineamente. Lo vide
dondolare
come un sacco vuoto, svenuto. Vide i suoi occhi chiudersi, il volto in
una
smorfia di sofferenza. Pendeva ancora dalla mano del suo nemico come
uno
straccio bagnato. Il suo respiro era un debolissimo sibilo. Vegeta non
ci vide più, e perse la testa. - No,
Trunks! Goku
osservava la scena terrorizzato. Conosceva Vegeta, e sapeva altrettanto
bene
che, anche se i Saiyan sfoderavano una forza inimmaginabile se venivano
fatti
infuriare, sapeva altrettanto bene che Razor era molto al di sopra
della sua
portata. Anche potenziandosi di molto, non avrebbe avuto speranza.
Avrebbe
dovuto assistere all’omicidio di un suo carissimo amico. Pensò
a
Gohan. A cosa avesse pensato, vedendo il fratello morire.
Provò una profonda
pena per il suo primogenito e orrore per se stesso, rendendosi conto
che anche
a lui sarebbe toccata una sorte simile: ormai Vegeta era un fratello
con lui. Vegeta si
scagliò su Razor, ma fu scaraventato a terra. Non si
lasciò scoraggiare. Si
rialzò e cercò di mollare un pugno a quel mostro,
ma venne rispedito con la
faccia nella polvere. Razor si stufò presto di quel gioco,
lasciò cadere a
terra Trunks e si alzò in volo verso l’alto.
Vegeta lo seguì, ma quando lo
raggiunse, il mostro gli bloccò il braccio. - Lasciami!
- gridò il Vegeta furioso. Razor lo
ignorò. Afferrò più saldamente il
braccio del suo rivale e glielo torse
violentemente. Quando si spezzò, le urla del Principe
risuonarono alla luce
fredda e impassibile della luna. Poco dopo, Vegeta era disteso, il
braccio rotto
innaturalmente piegato verso l’esterno. Goku lo
chiamò, ma ormai doveva essere
svenuto anche lui. Razor si
avvicinò a Vegeta sorridendo. Posizionò il piede
sulla frattura, e premette con
tutta la sua forza. Il Principe gridò di dolore e
sbiancò. Stava per
soccombere. Goku
andò
su tutte le furie. Non poteva restare a guardare, mentre il suo
migliore amico
veniva fatto fuori e si concentrò per aumentare la sua aura.
Razor lo sentì e
si voltò verso di lui. Lui si era
trasformato in Super Saiyan e si stava potenziando per raggiungere il
terzo
livello. La sua forza era talmente superiore a quella di otto anni
prima da far
tremare tutta Razor,
sbalordito, lo fissò, ma riprese subito il suo
autocontrollo. Sorrise e guardò
con interesse i lunghi capelli biondi del Super Saiyan di terzo livello
che
ondeggiavano al vento della sua aura. - Certo
che più siete potenti, più diventate brutti. - Non ti
preoccupare della mia bellezza, Razor - rispose Goku calmo –
Dovresti
preoccuparti della mia furia. E il
combattimento iniziò. Ma non durò molto: Goku era
leggermente in difficoltà e
con il passare del tempo unito alle esorbitanti energie usate per la
trasformazione, la sua forza diminuì, e cominciò
ad incassare pugni e
ginocchiate a ripetizione. Entro breve fu steso a terra
nel suo stato normale, bocconi in mezzo alla
polvere, esausto, il nemico che incombeva su di lui, in piedi. La luce
della
luna cozzava violenta contro la sua corazza da coleottero e delineava
il suo
sorriso. Accanto a lui, c’era Vegeta. “Cosa
ho creduto di fare?” “Che
cosa avrei dovuto fare?” “Che
cosa avrei potuto fare?” “E
ora, che ne sarà di noi?” **FINE** NA: Sono
imperdonabile. Perlomeno stavolta non sono mancata tre mesi... per
stavolta non
rispondo perché non voglio ritardare ancora. Bacioni DarkMartyx Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No Profit: Dona
l’8‰
del tuo tempo alla causa
pro recensioni. Farai
felice milioni di
scrittori. (Chiunque
voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove
meglio
crede) |
Capitolo 24
*** Rivelazioni ***
CAPITOLO 23
– RIVELAZIONI Era disperato,
glielo si leggeva negli occhi. Non sapeva
che cosa ne sarebbe stato di lui, di Vegeta, di Trunks. Non sapeva come
avrebbero reagito Chichi e Bra trovando i loro letti vuoti e rendendosi
conto
che sarebbero rimaste sole per sempre, Bra soprattutto, come ultima
discendente
della stirpe Saiyan, oltretutto senza poteri. Non sapeva che cosa
avevano fatto
per meritarsi tutto questo. Non sapeva che cosa avesse sbagliato Trunks
tre
anni fa, perché quel mostro fosse lì davanti a
lui invece di marcire nel regno
degli Inferi. Decise che non
poteva sopportare tutta quella ignoranza.
Almeno prima di morire doveva sapere. Si fece
coraggio per non far tremare la voce, e disse: -
Razor… dimmi
come hai fatto. Razor lo
guardò sorpreso. - Come ho
fatto a fare cosa? - Come fai a
essere qui a tormentare di nuovo le nostre
vite! - esplose Goku – Trunks ti aveva ucciso, anni fa! Come
fai ad essere
ancora vivo? Il mostro lo
fissò sorridendo. - Ci sono
tante cose che non sai… - Allora
dimmene una piccola parte - borbottò il Saiyan.
Razor sorrise sornione. - Temo non sia
possibile. Potrebbe ritorcersi contro di
me. - Ormai sono
sconfitto, non posso nuocerti. Ora dimmi che
cosa sei di preciso. Il mostro rise. - Mi pare di
averlo già detto. Io sono la
vostra angoscia, le
vostre paure, l’artefice del vostro destino. - Piuttosto
chiara, come spiegazione. Razor
allargò il suo sorriso. - Io sono
stato creato dal desiderio di vendetta dei guerrieri
morti e che sono negli Inferi. Penso sia più semplice. - Che vuoi
dire? - Voglio dire
che… voi
scimmioni siete più stupidi di quanto pensassi -
Goku impallidì. Razor
scosse la testa divertito. – Più chiaro di
così... -
Come… come hai fatto? - balbettò Goku terreo. - A fare che
cosa? - domandò il mostro sorridendo educato
– Questo? - No, non
è possibile… - Vedo che ci
stai arrivando… alla fine ce l’hai fatta. Goku
tentò di parlare, ma era senza parole. Quella voce
così… fredda e fluente, che era appartenuta ad un altro nemico, gli avevano riportato
alla memoria il ricordo di
un dolore immane, di cui ancora portava il segno. - Come faccio
a parlare con la voce di Freezer? - chiese
Razor beffardo - Direi che è logico. -
Tu… tu sei… - disse Goku sbalordito –
una fusione di
tutti i malvagi dell’Aldilà? - Quasi, amico
mio, quasi…- abbassò la voce tenebrosamente
– Io sono il riassunto dell’odio dei dannati degli
Inferi. L’odio per la
sconfitta che tu e gli altri guerrieri avete inflitto loro, per essere
precisi.
Con il passare degli anni si è accumulato, e accumulandosi
ha dato vita a me. Lo
guardò curioso della sua espressione. Goku era
sbigottito. - Vuoi dire
che tu… sei tutti i nostri nemici che abbiamo
combattuto? Ma come ti hanno creato? - Pensa a
Majinbu. Se ti ricordi bene la sua parte
malvagia si era separata da quella buona. È così
strano che sia avvenuto lo
stesso con la vendetta e l’odio? E poi un po’
d’aiuto l’ha dato anche Babidi. - Ma come fai
a possedere la voce di Freezer? - chiese
Goku. - Come faccio?
Volendo potrei pure trasformarmi in lui, ma
è doloroso, e il mio corpo è di gran lunga
più adatto a combattere di quello di
quel principiante. Riesco a parlare con la sua voce modificando le mie
corde
vocali. Potrei anche parlare con la voce di Cell o quella di Majinbu. - Come fa
Vegeta ad essere ancora vivo? - Non tanto
vivo - sogghignò guardando il Principe – E
comunque non era vivo neanche fino a qualche settimana fa: per
chiamarlo
poeticamente, possiamo dire che era un morto-non-morto. - E dove
è stato fino a quando non è tornato? -
domandò
Goku. -Oh, il Principino
ci aveva azzeccato. Fino a esattamente quattro giorni fa il vostro
amico era in
una dimensione creata appositamente da me. -
Avevi… avevi architettato tutto questo piano… per
vendicarti? - esclamò Goku gonfio di rabbia – Hai
costruito una dimensione dove
mettere le tue vittime… per vendetta? Ma perché?
A che ti serviva un’altra
dimensione? - Prima di
tutto perché se per qualche motivo fossero
rimaste le Sfere del Drago non avreste potuto riportare in vita i
vostri amici;
poi perché sarebbe stato bello divertirmi ancora con voi.
Non sareste stati
ancora morti, e per me prolungare la vostra agonia sarebbe stato un
piacere
troppo grande. Mi capisci? - disse sorridendo ammiccante. -
Sei… sei disgustoso - ringhiò Goku. - Forse, ma a
quanto pare ho vinto io. Anche se all’inizio
non tutto è andato secondo i miei piani, non mi posso
lamentare… ho raggiunto
il mio scopo… se Vegeta non si fosse messo in
mezzo… Goku lo
guardò sbalordito. - Che cosa
vuol dire? - Adesso
capisco perché Vegeta era il vostro Principe -
commentò Razor - I Saiyan di infimo livello come te dovevano
essere duri di
comprendonio. Scosse la
testa, poi fissò Goku, con gli occhi di un rosso
sfavillante come il rubino, e un’espressione folle. Il Saiyan
rabbrividì. – Provare due volte
lo stesso profondo dolore è la peggiore vendetta che si
possa infliggere a un
nemico. Tornò
normale, poi guardò Goku con fare sconsolato. Il Saiyan
era atterrito. - Peggio di
quanto pensassi, devo spiegarti tutto io. Ma
non ti rendi conto che tutto si ripete? Goku attese
che continuasse, ma vedendo l’altro mantenere
il silenzio, ragionò. “Tutto
si
ripete… tutto si ripete…” Goku rimase
sconvolto. Cercò
di ritrovare la voce per esprimere ciò che aveva appena
scoperto. -
Perciò… non era un caso… se quello che
ci hai fatto
passare tu… ricordava tanto le nostre esperienze passate! - Bingo! Ce
l’ha fatta! - esclamò Razor divertito. -
Quindi… quando Vegeta si è sacrificato per
Trunks… - Giusto.
Quando quello scimmione si era sacrificato per
Trunks, ha rovinato tutti i miei piani. Per completarlo, tutto doveva
essere
fatto alla perfezione: in poche parole, quando Vegeta è
morto lui al posto di
Trunks, ho perso la mia invincibilità. Dovevo seguire
scrupolosamente i miei
progetti per mantenere l’immortalità. Per colpa di
Vegeta, una buona parte dei
miei poteri sono andati perduti. - Per questo
sei rimasto nascosto questi tre anni? -
Sì, anche per questo. Poi anche per la storia delle
esperienze già vissute: ricordi Future Trunks? Anche lui, a
circa tredici anni,
aveva perso il suo migliore amico, in quella dimensione Gohan.
Perciò pensavo
che avrei potuto uccidere Goten… ma il Principe si
è intromesso nei miei
affari. Alla fine, però, l’uno vale
l’altro… e poi, Goten è morto comunque. Goku
digrignò i denti. Una profonda amarezza dilagò in
lui. - E
così ho deciso di “ricaricarmi”, per
così dire,
attendendo nell’ombra in questi tre anni. – E
le tue vittime? -Gli altri
sono in uno stato di morte-non-morte, te l’ho
già detto. Nella mia dimensione sono bloccati nel momento in
cui l’anima lascia
il corpo. In altre parole, l’anima è ancora nel
loro corpo, ma ne è staccata. -E Vegeta? -Ah,
Vegeta… lui è stato veramente un vero
problema… Come
ho detto prima, non era tra i miei piani, o almeno non in quel momento.
Mi ero
indebolito e con me la mia “seconda
Aldilà”. Quel posto nella dimensione era
destinata a Trunks, non a Vegeta. Perciò, con questo
cambiamento delle carte in
tavola, è riuscito a distruggere la barriera che lo aveva
diviso per tre anni
dalla Terra. Lo scambio di persona l’aveva indebolita molto.
Anche per questo
era solo molto conciato male, ma non in punto di morte. - Che
succederebbe se anche le barriere della tua
dimensione cedessero? - Non
cederanno. L’Altra Dimensione si distruggerebbe solo
se io morissi. E ciò, ovviamente, non accadrà. Goku
scattò di rabbia. - E tu… tu come
mai sei ancora vivo? - Io? - chiese
Razor - Io sono vivo perché c’è qualcosa che mi mantiene in vita. Il Saiyan era
sconcertato. - Che vuoi
dire? - Ho un potere
particolare. Il contenitore della mia forza. Un oggetto infernale, una
reliquia
dell’Inferno. Con un incantesimo di Babidi, la mia potenza
è stata rinchiusa in
questo oggetto. Se non viene distrutto, posso rigenerarmi
all’infinito, perché
è anche il contenitore della mia forza vitale. E posso
tornare dove mi pare e
piace, anche se impiego un po’ di tempo per tornare forte
come un tempo. Se
invece viene distrutto… sarò eliminato per
sempre, non esisterò più su nessuna
linea spazio-temporale. In pratica sparirei dalla faccia
dell’Universo e del
Tempo. Sarà come se non fossi mai esistito. E tutto
tornerà indietro nel tempo,
perché… perché, mio caro Saiyan, anche
il mondo, questo mondo, questo in cui
adesso stai ascoltando quello che sto dicendo, beh, anche questa
è una
dimensione. –
Una… dimensione? –
Già. Scioccante, non è vero? – E
se tu scompari, noi torneremo indietro nel tempo? –
Esattamente. - E qual
è questo oggetto? Dove lo nascondi? - chiese
Goku. - E secondo
te, te lo vado a dire? Se scoprissi cos’è
potresti uccidermi anche seduta stante. Goku rimase in
silenzio, riflettendo freneticamente,
revisionando tutto ciò che aveva scoperto. Dopo qualche
minuto Razor lo
interruppe. - Mi sono
stufato di giocare al quiz! È giunta la tua ora! Con un urlo
terribile, sfoderò i denti. Gli occhi gli si
iniettarono di sangue. Gli artigli gli crebbero di una quindicina di
centimetri. Si accucciò a terra, come per prendere lo
slancio. Poi con uno
scatto felino e rapido, si scagliò verso di lui, la mano
artigliata rivolta al
petto. Goku non
sapeva quello che il mostro aveva intenzione di
fare. Non aveva paura della sofferenza o della morte: c’era
già passato, e
ormai non gli faceva più nessun effetto. Rimase solo un
dolore sordo per
l’impossibilità di aiutare i propri amici e la sua
famiglia. “Chichi…
resisti… ora ti è rimasta solo Bra.” Le unghie
affilate di Razor calarono sul suo torace. L’ultimo
pensiero fu rivolto a Goten e a Gohan. Che non
avessero sofferto come lui prima di morire. Chiuse gli occhi e si
lasciò
andare. **FINE** NA: Questa
è la spiegazione a tutto quello che è successo.
Potrà sembrarvi stupida, troppo
semplice, plausibile. Fatemelo sapere, almeno se non vi piace, se ci
sarà una
prossima volta ve la risparmierò ^^. Vegeta4ever: Se
è
finita? È ancora tutto da vedere. Comunque ti prometto che,
se finirà così,
ucciderò anche Bra. Per parcondicio, perché non
avrebbe senso lasciare in vita
solo lei. D’accordo XD? Comunque, c’è
qualcosa che hai frainteso. Vedrai nel
prossimo capitolo, finale in arrivo [sbav]! bellissima90: E’
tutto finito? Chi lo sa. Di sicuro questo capitolo non aiuta XD. vivvina: O.O
cavolo, non mi sarei aspettata tutto questo entusiasmo. Ma ne sono
felice *O*.
beh, in effetti, sì, stanno morendo tutti O.O E ho anche
notato che in ogni fic
che scrivo c’è sempre una persona che muore.
Sarò una pazza O.o? Aggiornamento:
scritto il penultimo capitolo, il
venticinquesimo. Ciò significa che non ci saranno più
di ventisei capitoli. Un po’
meno del previsto, ma tant’è. Bacioni DarkMartyx |
Capitolo 25
*** Cambio di finale ***
CAPITOLO 24
– CAMBIO DI FINALE Capitolo
dedicato a
Vegeta4ever, che oggi compie gli anni. Grazie, perché
continui a recensire
senza mancare neanche un capitolo e per aver messo la storia e persino
me tra i
preferiti. Sono davvero contenta di averti conosciuta e di dedicarti
questo
capitolo ^^. Goditelo, io sto già sbavando *ç* Né
dolore né sofferenza. Non sentiva niente, semplicemente,
tranne la
brezza fredda della notte. E un respiro pesante, ansimante. Finalmente,
il
Saiyan si decise ad aprire a riaprire gli occhi. Razor era
sopra di lui, le unghie a qualche centimetro dal suo torace,
immobile. Un rivolo di denso sangue usciva dalla sua bocca e
colò a terra,
mescolandosi con la polvere. Goku era
confuso. Sentì una voce affaticata. –
Ero rinvenuto… non te n’eri accorto? Era Trunks. Le
guance ancora chiazzate di rosse, bollenti, malfermo
sulle gambe. Ma vivo. E impugnava la sua fedele spada, conficcata nel
petto di
Razor. –
Grazie alle tue informazioni… sono riuscito a capire il tuo
punto
debole. – Ma
cosa… Sputò
un grumo di sangue: Trunks aveva affondato la lama ancor più
profondamente. Quello sforzo gli appannò la vista, ma tenne
duro. La sua
vendetta non era ancora finita. –
Questo… è per mio padre. Estrasse la
spada, strappando un gemito al suo nemico, che crollò a
terra. –
Questo… è per Gohan. Fissò
inclemente il mostro che cercava di rialzarsi inutilmente. Ma
questa volta non era come tre anni prima: non avrebbe più
aspettato, né
rischiato. Avrebbe tenuto la sua indole Saiyan a freno. Ormai aveva
capito come
sconfiggere Razor e non si sarebbe lasciato sfuggire
l’occasione. –
Non credere… che sia finita qui… Afferrò
il mostro per le spalle. Goku era stupito. Che cosa aveva
intenzione di fare? – Ci
ho messo un po’, lo ammetto… dopotutto, non tutti
i Saiyan sono
dei completi idioti, non pensi? – continuò con
voce soave il ragazzo. E afferrò
la spada del suo nemico. Il mostro, che
fino ad allora aveva cercato di riprendere il respiro,
sarebbe impallidito se solo avesse avuto un volto umano. Si
dimenò per mettersi
supino, gli occhi iniettati di sangue. Goku assisteva
allibito a quella messa in scena. La sua incredulità
aumentò quando sentì Trunks affermare: –
E’ grazie a questa che sei tornato in vita, non è
così? Il Saiyan a
terra non capiva più niente. Come poteva avere tutto quel
potere quella spad… Non
l’aveva mai osservata con attenzione, ma, ora che ci faceva
caso,
quell’arma aveva un che di familiare che lo lasciava senza
fiato. Dove l’aveva
già vista? Poi
ricordò. Nella navicella di Babidi… un mostro, il
Signore degli
Inferi… –
Darbula – mormorò – Questa è
la spada che aveva Darbula… Razor lo
fulminò con rabbia. Aveva fatto centro. –
Già. Compariva e scompariva in modo strano. Non è
sospetto? Inoltre,
Darbula era una creatura dell’Inferno: tutto il suo potere
è lì dentro, ma le
la spada si spezza per lui non c’è niente da fare. Posò
un piede sul fodero della lama. Il mostro strabuzzò gli
occhi. –
No, ti prego, non farlo! Non ti ucciderò! Trunks lo
ignorò. Si trasformò in Super Saiyan e, facendo
pressione
sul centro della spada, cercò di romperla. Le preghiere di
Razor erano un
gemito. –
Questo, invece, è per Goten. Lo hai ucciso senza
pietà! Era il mio
unico e migliore amico! Non ti perdonerò mai una cosa del
genere! Ad un certo
punto, dalla spada grigia provenì uno scricchiolio che
fece gelare il sangue nelle vene. Dalla scalfitura scaturì
una luce bianca,
purissima, che accecò tutti. Goku
cominciò a capire quello che stava succedendo.
Guardò sprezzante
il volto del mostro. – Ti
davi tante arie e ti sei fatto sopraffare da un quindicenne… Razor gli
rivolse uno sguardo pieno d’odio. Improvvisamente,
tutto cessò. La luce bianca sparì, la spada si
dissolse. Il cadavere di Razor si decomponeva ad una
velocità impressionante e
in un attimo non esisteva già più. Era
tutto… finito? – Έ
morto davvero? – mormorò Trunks ansimando
– Ce l’abbiamo davvero
fatta? – No
– rispose con un sospiro Goku. Questa volta non aveva salvato
lui
la sua adorata Terra. Ma cosa importava? Erano salvi, ancora una volta. –
No, Trunks. Tu ce l’hai
fatta. Io stavolta non ho fatto niente di niente. Il ragazzo fu
sbigottito da quella dichiarazione. Arrossì lievemente e
si grattò una guancia, imbarazzato. –
Ehi – esclamò improvvisamente – La
febbre mi è passata. Mi sento
davvero bene! –
Già – sorrise Goku – Probabilmente
l’aveva provocata Razor. Prima mi
aveva detto anche un’altra cosa: quando fosse morto, saremmo
tornati nella
nostra dimensione. – Lo
so – annuì Trunks con gli occhi che brillavano
– Ma non è ancora
successo niente… –
E’ vero, è strano. Mah, noi aspettiamo. Prima o
poi succederà
qualcosa… – Ho
freddo. –
Tra poco saremo a casa. Tieni duro. E per scaldarti, perché
non mi
aiuti a trasportare tuo padre? Lo
sollevarono, passando le braccia dietro alle sue spalle. Non aveva
ancora
ripreso conoscenza, ma ad un attento esame convenirono che le sue ferite non erano
così gravi. –
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene –
commentò Trunks
ridendo. –
Non molto. Gohan e Goten sono ancora morti. –
Tra poco torneremo nella nostra dimensione, non ricordi? Non avremo
più problemi di… Tutto
iniziò improvvisamente. Una scossa di
terremoto sconvolse tutti i Monti Paoz. Uno squarcio
si aprì nel terreno. E Goku
iniziò ad urlare, tenendosi la testa tra le mani. –
Goku! – gridò Trunks, mentre vedeva suo padre
cadere a terra, come
un sacco. Si precipitò verso di lui per rimetterlo in piedi,
ma venne come
sollevato verso l’alto. La testa gli girava sempre
più forte. Prima di svenire,
vide Goku accasciarsi a terra. Poi non
sentì più niente e perse conoscenza. **FINE** NA: Terzultimo
capitolo. Sono tutti vivi (non si sa per quanto). Ma come
mai avete pensato che fossero tutti morti O.o? non era mica
specificato! Comunque,
tornando a noi: molti sono stati soddisfatti, Trunks ha ucciso quel
mostro e Goku
finalmente si è fatto da parte. Ora rimangono solo due
capitoli… Vegeta4ever: Piaciuta la
sorpresa? Beh,
sorpresa mica tanto! Stavi per rovinare tutto è.é
Visto? Avevo ragione o no a
dire che questo capitolo ti sarebbe piaciuto XD? vivvina: Goku non era
mica morto! XD Beh,
che te ne sembra di questo capitolo? nightwish4ever: Nah, nessun
bollino perso,
tranquilla! XD monicar92: Piaciuto il
capitolo? Anche se
non è stato Goku a sconfiggere Razor… Gente, questa
è l’ultima volta che sentirete parlare di Razor.
Forse lo
nominerò qualche altra volta… ma il mostro
bastardo è ufficialmente morto XD. Gioite! Bacioni Darkmartyx |
Capitolo 26
*** La fine della Fine ***
CAPITOLO 25
– “La
febbre mi è passata…” “Tutto
è bene quel che finisce bene…” “Tra
poco torneremo nella nostra dimensione…” “Ma
cosa è successo?” Gli echi delle
loro ultime parole risuonavano ancora nella mente di
Trunks. La testa gli girava ancora ed era come se non fosse
più nel suo corpo,
era inconsistente e lieve come l’aria, era…
sospeso. Come
un’anima fuori dal proprio corpo. “Sono
morto?” Aprì
gli occhi e fu abbagliato dal bianco che lo circondava.
Un’immensa distesa di bianco… come quello della
Stanza dello Spirito e del
Tempo. “Allora
se non è il Paradiso è
un’altra dimensione…” Si
guardò intorno, scocciato. “Basta:
con le dimensioni ho
chiuso.” Cominciò
a vagare senza metà per quello strano luogo. Niente di
niente. Non vedeva niente eccetto il bianco, non sentiva niente, era
tutto
impalpabile e il silenzio era dei più completi. “Forse
è così che si sentono le
anime che vagano per l’Altro Mondo. Che triste
destino…” Poi
notò qualcosa di diverso. Un’ombra scura si
profilava
all’orizzonte. Trunks ne gioì, avvertendo un
cambiamento. L’ombra si avvicinava
sempre più, diventando sempre più grande e
definita. Assunse un profilo slanciato,
sottile, come quello di un serpente. Quando fu sopra al ragazzo, egli
si
accorse che non era un serpente, ma un gigantesco drago. I suoi occhi
rossi si accesero nel bianco. –
Salve a te, Saiyan. Se sei
arrivato sin qui, vuol dire che nel tuo mondo è successo
qualcosa di terribile. Qualcosa di
terribile… sì, ricordava vagamente un mostro
dagli occhi
color sangue, ricordava suo padre, Goten, Gohan, Goku, Chichi,
Bra… Dov’erano?
Si guardò intorno spaesato. –
Dove sono i miei amici? E mio padre? E io sono morto? Il Drago lo
fissò negli occhi. –
Non sei né morto né vivo. Ma i
tuoi amici e tuo padre sì, sono morti. Trunks ebbe un
tuffo al cuore. –
Ma… non c’è nessun modo per riportarli
in vita? Il suo
interlocutore tacque. Il ragazzo era così agitato che il
sangue
gli rombava nelle orecchie. Si sentiva ancora più girare la
testa. “Ora
basta, sta calmo…” –
Sì. I suoi occhi
si accesero di speranza. – Se
vuoi puoi esprimere tre
desideri. Ma stai attento a sceglierli bene. –
Che vuoi dire? – I
desideri sono solo tre. –
Tre desideri basteranno. –
Ma… Il ragazzo
alzò lo sguardo. –
… potresti anche morire. Un sudore
freddo, molto sgradevole, inumidì le mani del giovane
Saiyan. Ecco dov’era la fregatura. –
E… perché potrei morire? –
Perché passare da una dimensione
all’altra è sempre pericoloso. Inoltre
qualcos’altro stava per accadere.
Paradossalmente, Razor ti ha salvato la vita, pur sconvolgendo la tua
vita. –
Com’è possibile? Il Drago
ignorò la domanda. –
Allora, vuoi rischiare? Non avrebbe
mai voluto fare quella scelta. La sua vita o
la vita degli altri? – E
se… decidessi di rimanere qui? – In
questo caso vagheresti in
questa dimensione per l’eternità. Trunks si
morse a sangue il labbro. Una goccia cadde a terra,
macchiando quell’immacolato biancore. –
Penso che la risposta sia scontata. Gli occhi del
Drago si accesero. –
Scelgo di tornare nel passato. Silenzio. – Ne
sei veramente sicuro? –
Certamente. Mi stai chiedendo di passare la vita in questo luogo
deserto? Che esistenza sarebbe? Voglio tornare nel mio mondo, anche se
per poco
tempo. Voglio ritrovare mio padre, parlare con mia madre, che non vedo
da tre
anni, voglio crescere con Bra. E ridere con Goten, Goku, Gohan e
Chichi,
infastidire mio nonno per le sue ricerche, prendere in giro il Genio.
Allenarmi. Anche se dovessi morire, morirei contento. Inoltre,
scegliere di non
tornare per paura di andare all’Altro Mondo sarebbe da
egoisti. Ho deciso:
torno nel passato. Non importa quel che sarà di me. Non
posso lasciarli vagare
nel nulla. Il Drago lo
fissò per qualche secondo. Poi sentenziò: –Ho
visto raramente un animo
altruista come il tuo. Mi stupisci, Erede dei Saiyan. Trunks
aspettava il suo verdetto. – E
sia. Ma dimenticherai tutto
quello che è successo. –
Non chiedo niente di meglio. Di botto,
tutta la sua baldanza se ne andò. Tornò un
quindicenne
spaventato, incerto sul proprio futuro. Mille dubbi lo assalirono: era
davvero
convinto di quello che aveva detto? Davvero era disposto a tornare
indietro,
rischiando in ogni caso di non vedere mai più i suoi
genitori? Il suo respiro
era irregolare. Non vedere mai più suo padre. Sua
madre. Bra. Goten. Gohan. Goku. Era un pensiero insopportabile. Ma se fosse
rimasto lì non li avrebbe visti comunque, no? Stava facendo
la cosa giusta. Ne era certo. Avrebbe
riabbracciato i suoi genitori. Una lacrima
corse lungo la sua guancia. “Perché?
Sto per rivedere i miei…” Le lacrime gli
avevano bagnato completamente il viso. I singhiozzi gli
mozzavano il respiro. “Mamma…
papà… non ho mai smesso di
volervi bene. Potrei non rivedervi mai più, ma non importa.
Non riesco a
sopportare il pensiero della vostra morte. Ci ho sofferto per troppo
tempo.” –
Sei pronto? Esprimi i tuoi
desideri. Il ragazzo si
asciugò gli occhi con un braccio e rifletté. –
Come prima richiesta, vorrei che ripristinassi la mia vecchia
dimensione. Gli occhi del
Drago si illuminarono. –
Desiderio esaudito. Il prossimo. –
Vorrei che le essenze di tutti i morti della dimensione creata da
Razor venissero trasferite nella vecchia dimensione e resuscitate. Il luccichio
sanguigno segnalò che il desiderio era stato avverato. – E
infine… voglio essere trasferito io nella vecchia
dimensione.
Prima che Razor ci trascinasse nel suo Inferno. Anche gli altri saranno
lì,
vero? Sarebbe come tornare indietro nel tempo… –
Sì, ci saranno anche loro.
Avvererò il tuo desiderio, ma ci vorrà un
po’. –
Grazie di tutto. La commozione
della sua voce era evidente. Attese il momento del suo
ritorno al passato. –
Fatto. Ti sentirai un po’ strano… Non fece in
tempo a dirlo. Sentì la testa girare, crollò a
terra. Il
suolo lo inghiottì, mentre lui tornava a casa. Forse era
l’ultima occasione per pensare. Rifletté su cosa
valesse la
pena ricordare in quei (forse) ultimi istanti di vita.
Revisionò a lungo ogni
suo ricordo. Ma scelse che
non ce n’era uno adatto per quel momento. Troppe cose da
ricordare, tutte troppo importanti. Sorridendo tra
sé e sé, si lasciò andare, mentre
scompariva nella
luce. ______________________________________________________________________________________________ NA: Capitolo
strano. Non era questo il finale che avevo programmato,
in verità. Ma a me piace di più questo. Beh,
siamo arrivati al penultimo
capitolo. Nel prossimo si scoprirà se Trunks
sopravvivrà o no. monicar92: Grazie per i
complimenti! ^^
Spero ti sia piaciuto questo capitolo! Vegeta4ever: Difficile
che Vegeta dica a Trunks
che è fiero di lui: è morto. Sì, lo
so, la febbre era il mio colpo di genio *ç*
Adoro quel capitolo! vivvina: Gli altri
forse torneranno… Trunks
non si sa. nightwish4ever: Mi dispiace,
ma non so più cosa
far succedere >.< Anche a me mancherà tanto
questa fanfiction. bellissima90: Potevo
lasciare in vita Razor? XD SweetGirl91: Certo!
Trunks è il mio
personaggio preferito, sia da bambino sia da ragazzo (ma è
meglio il Mirai XD).
E poi ero stufa del solito finale in cui Goku sconfigge tutti i
nemici… perché se
ci si fa caso è sempre lui a fare la parte del leone (anche
nella saga di Cell,
quando aiuta Gohan a sconfiggere quel mostro >.<).
E–mail? O.o No, non l’ho
ricevuta, altrimenti te l’avrei detto… Dannato
Hotmail. Comunque, se non ho
risposto e se non te l’ho chiesto prima è
perché quando me l’hai chiesto non
avevo letto bene ^^’’ non sapevo nemmeno della sua
esistenza… però se me la
rimandi (e se mi arriva) ti rispondo di sicuro! Bacioni DarkMartyx |
Capitolo 27
*** La spada dell'eroe / Epilogo ***
CAPITOLO 26
– Trunks era
confuso. Sentì un forte dolore allo stomaco.
Cercò di
riprendere fiato, ma un’altra fitta gli bloccò il
respiro. Si sforzava
disperatamente di mettere a tacere quel dolore, che non conosceva. Non
aveva
neanche la voce per chiamare i genitori in soccorso. Rivolse lo
sguardo alla finestra. Non seppe mai perché lo fece, ma
quel gesto gli dava una sensazione di dejà vu. Aveva
l’impressione di aver già
vissuto quell’attimo. Gli parve di
ricordare qualcosa. Tenne gli occhi fissi sulla finestra,
come se dovesse succedere qualcosa da un momento all’altro. Ma il cielo
rimase nero e la luna restò al solito posto. Nel dolore,
trovò la forza di sorridere. Poi perse i sensi. Vegeta stava
per perdere la pazienza. Quella notte non aveva dormito
per niente bene, si era svegliato quella mattina con la sensazione di
aver
appena terminato uno dei suoi duri allenamenti. E ora ci si metteva
anche
quell’isterica di sua moglie. Provò ad
addormentarsi sul divano, per
recuperare. –
Smettila! Cosa diavolo ti prende? Bulma andava
avanti e indietro per la stanza. Non si prese la briga di
rispondergli e Vegeta la ignorò. Sbuffando, tornò
a oziare. La donna tornò a
passeggiare su e giù. Il Saiyan si
accorse di qualcosa di strano. Guardò Bulma, mentre dava
in una crisi isterica per un vaso di fiori spostato di un millimetro. No, quello era
più che normale. Erano le dieci
di mattina. Tardi, per il sonno di un Saiyan attivo
come lui. E anche per Trunks. Dov’era finito? –
Bulma, tuo figlio? Ma ti vuoi fermare, accidenti?! Bulma
finalmente si bloccò. Si portò un dito alla
bocca, come per
riflettere. –
Trunks… è strano a quest’ora
è già sveglio. Vado a chiamarlo. I colpi dei
passi sulle scale si allontanarono ritmicamente. Vegeta
tornò a rilassarsi. All’improvviso,
uno schianto. Veniva dal
piano di sopra. –
Ve… Vegeta…? Un esile
pigolio, appena udibile. Vegeta,
d’istinto, si precipitò sulle scale. Un solo
pensiero, quasi
un riflesso involontario per un guerriero come lui. “Nemici!” Ma, sulla
porta della camera del figlio, lo aspettò un’amara
sorpresa. Sua moglie era
in ginocchio accanto al letto del figlio. Trunks era
prono, fuori dalle lenzuola, che giacevano lì accanto,
stropicciate come se
qualcuno le avesse strappate dal materasso. Niente di
strano. Ma gli occhi di Bulma erano colmi di terrore. –
Vegeta, non respira. Solo un
momento per comprendere la vera gravità di quella
constatazione. “Merda!” –
Trunks, smettila! Svegliati, svegliati! Il ragazzo
rimaneva immobile e non si muoveva. –
Trunks! È uno scherzo idiota! Basta! –
Vegeta, finiscila urlare! Il Saiyan,
alla vista delle lacrime che colavano sulla guancia di sua moglie
si arrestò. Si concentrò e sondò le
aure circostanti. –
No… non è come pensi… la sua aura
è debole, ma il cuore batte
ancora… –
Ehilà, Vegeta! Gohan si
affacciò alla porta della camera. –
Abbiamo trovato la porta aperta e siamo… Ehi, ma
cos’ha Trunks? Vegeta lo
fulminò. –
Non fare domande inutili! Muoviti, aiutami a portarlo in ospedale! *** “Lo
stomaco… che fastidio… fa
male…” Gli
addominali, già scolpiti benché avesse solo
dodici anni, erano
ancora contratti e dolevano. Ricordava solo un’intensa luce
bianca, le sue mani
strette convulsamente sulla pancia, la febbre che lo bruciava come se
lo
volesse consumare. Poi, mentre la
fitta andava scemando, non aveva sentito più nulla. Ma ora tornava
a sentire dolore. Strinse i denti e per lo sforzo le
sue palpebre tremarono. Mosse impercettibilmente una mano, cieca nel
buio. – Ha
mosso una mano! Forse si sta svegliando… –
sussurrò una voce
lontanissima. Si sentiva
come se fosse sul fondo di un oceano. Le voci nuotavano
intorno a lui, la luce era solo uno spiraglio, tutto era ovattato. All’improvviso,
tornò in superficie. Una luce
bianca colpì i suoi occhi. Fece per coprirseli con una mano,
ma era talmente indolenzito che rinunciò immediatamente. –
Trunks si è svegliato! Ha aperto gli occhi! –
cinguettò qualcuno di
familiare. Voltandosi in direzione della voce, vide sua madre. –
Ciao… mamma. –
Oh, piccolo mio! Quanto mi hai fatto preoccupare! – Ma
cos’è… successo? –
Non si sa, a dirla tutta… però sei stato molto
male, ti hanno
ripreso per i capelli e per un colpo di fortuna… –
Neanche i Saiyan sono immuni ai comuni malanni terrestri, eh?
–
esclamò Yamcha. Ma dov’era stato fino a quel
momento? Spaziando con
lo sguardo, si accorse che non c’era solo sua madre
nella stanza. Accanto a lei c’erano i nonni, il padre di
Chichi, Gohan e Muten.
Alla sua destra c’era Goten, che gli teneva una mano, vicino
a Crili, C-18 con
Marron, Yamcha. Di fronte a me c’erano Goku e mio padre. Una riunione,
insomma. Sebbene la camera non fosse piccola, a malapena
si respirava. “Ma…
sono tutti qui… per me?” Tutti avevano
stampata in faccia un’espressione
commossa. Sembravano prodotti in serie. Ma il più commosso
di tutti era Goku:
il suo volto brillava d’orgoglio, come se avesse fatto
chissà che cosa. Mio
padre stava un po’ in disparte, come al suo solito, con un
viso corrucciato; ma
gli occhi erano ombrati da pesanti occhiaie, segno di insonnia
prolungata. – Ma
come ti viene in mente di dirgli certe cose? Si è appena
svegliato, accidenti, e già gli vuole dare certi shock! Roba
da matti… –
Mamma, smettila! Mi fa male la testa – si lamentò
Trunks,
impietosito dalla dura ramanzina a Yamcha. Bulma si tappò la
bocca. –
Oh, scusa, tesoro. Ma non sai come ho passato questi due
giorni… –
Due giorni? Sono rimasto addormentato due giorni?! Era
sbalordito. Non aveva mai dormito per due giorni filati. –
Lascialo in pace, una buona volta – sbuffò una
voce. Il ragazzo non
era mai stato tanto contento di sentire la sgarbatezza di suo padre. –
Trunks… figliolo… – iniziò
Goku contento. Storsi la
bocca, disgustato. –
Sei così zuccheroso, che mi è rimasto il dolce in
bocca. Mi prenderò
il diabete. Goku sorrise
maliziosamente e si rivolse a mio padre: –
Sta’ attento, Vegeta, non vorrei che cominciasse a
somigliarti
troppo. Trunks rise di
gusto, mentre Vegeta ignorava il suo acerrimo rivale. Muten, che era
stato in silenzio fissandomi come un animale raro,
ordinò autorevolmente: –
Adesso lasciamolo solo con i genitori e gli amici stretti. Stiamo
consumando tutta l’aria, e l’ultima cosa di cui ha
bisogno Trunks è un bello
svenimento. Tutti gli
diedero ragione e piano piano uscirono. Goku fu l’ultimo.
Passandomi vicino, bisbigliò in un orecchio
dell’ammalato: –
Sei il nostro eroe. Lo
guardò sorpreso. Per tutta risposta, lui ammiccò.
Poi raggiunse la
famiglia di fuori. Erano rimasti
solo i Brief e la famiglia di Goku, tranne Goten, che
appena aveva scoperto che gli ospedali hanno un bar. Mentre Chichi
rifletteva
sulla probabile stima dei danni che avrebbe dovuto pagare per conto del
secondogenito, qualcuno bussò alla porta. –
Chi è? – domandò mia madre. –
Sono io, Videl. Gohan si
precipitò ad aprirle. Appena entrò, lei
fulminò il degente con
lo sguardo. – Mi
hai fatto prendere un bello spavento, lo sai? – lo
sgridò con la
sua voce carezzevole. – Mi
dispiace – disse contrito, ridendo sotto i baffi. Poi
notò il
fagottino tra le sue braccia. –
Noo… Ti sei portata…? –
Già – confermò – lei con un
gran sorriso. Goku sorrise. –
È il piccolo Tomi, giusto? Lei
guardò il Goku, meravigliata. Lui aveva una
faccia da “sono-un-genio”. Compiaciuto, si dispose
comodo ad ascoltare i commenti stupiti alla “ma come fai a
saperlo?”. Restò
piuttosto sbalordito quando Videl gli chiese: –
Tomi? Ma certo che no! Goku era molto
confuso. A Trunks veniva da ridere. – Ma
come? –
Papà, è una bambina. Goku era
confuso. Anzi, dire che era confuso era un eufemismo. Era
sconvolto. –
Una bambina? – riuscì a sillabare infine. –
Sì. Si chiama Pan – lo informò Videl,
lanciandogli un’occhiata
strana. –
Goku, tesoro, stai bene? Perché non avrebbe dovuto essere
una
bambina? – gli disse preoccupata Chichi. – Il
solito maschilismo Saiyan – commentò Bulma,
alzando gli occhi al
cielo. Lui
annuì, pensieroso. Sembrava proprio fuori di testa. Trunks
lo
sorprese mentre guardava Vegeta confuso. Lui gli rispose alzando le
spalle. La sapevano
lunga, questo era certo. Il ragazzo
guardò Pan. Aveva dei tratti delicati, amalgamanti
però a
lineamenti marcati (evidente segno di geni Saiyan) che rendevano il suo
viso
dolce e vivace allo stesso tempo vivace. Gli occhi erano nerissimi come
i
capelli e brillavano come due stelle. Gli riuscì subito
simpatica. Disgraziatamente,
sua madre, nelle vicinanze di un neonato, non può stare
in pace finché lo sfortunato non avesse ricevuto un lungo
monologo sule sue
somiglianze con i suoi genitori. In poche parole, Bulma e Chichi le
saltarono
sopra e cominciarono a parlare. Niente di meglio per il Principe che,
avendo
passato diverse notti insonni per colpa del figlio, non resistette, e
solo dopo
cinque minuti di quello spettacolo si addormentò. Niente
è meglio della propria moglie pettegola, quando si ha
bisogno
di un sonnifero. –
Sì, e guarda il taglio d’occhi…
– ciarlavano intanto loro. Il
ragazzo non le ascoltava. Guardava Goku. Era
decisamente strano quel giorno. Guardava le due donne e scuoteva
la testa, come se fosse già stato costretto ad assistere a
quella scena. Trunks gli
fece un cenno. Lui corse al suo letto, pronto ad aiutarlo. –
Cosa significava quell’occhiolino, prima? – lo
aggredì appena
arrivò. Goku sorrise
sibillino. Dannazione, come dava ai nervi. Avvicinò
la bocca all’orecchio e ripeté: – Te
l’ho detto: sei il nostro eroe! Il giovane
Saiyan perse definitivamente la pazienza e urlò sottovoce:
–
Smettila di parlare per enigmi! Dimmi cosa vuol dire! Lui fece finta
di non averlo sentito e continuò: –
Tuo padre è molto fiero di quello che hai fatto.
È orgoglioso di te. –
Qualcuno mi dice cosa ho fatto? – fece Trunks stufo. –
Hai salvato tuo padre. Hai salvato me. Hai messo a rischio la tua
vita per far sì che noi avessimo una vita felice. Goku
notò la sua aria spersa e incredula. –
Non ricordi niente, eh? Ricordare che
cosa? Magari era impazzito Goku e non lui. Eppure
sembrava molto sicuro di quello che diceva. –
Trunks, fidati. Guarda. E gli
consegnò la sua spada. La sua adorata spada. La sua sola
vista gli
dava sicurezza. Non riusciva ad allenarsi senza di lei. E
più di una volta gli
aveva salvato la vita. L’esaminò,
temendo che fosse rovinata. L’impugnatura era perfetta,
neanche una piccola incrostazione di sudiciume. La voltò, e
per poco non schizzò
dal letto. Il piatto
della lama non era intatto. Dall’impugnatura alla punta
correva un lungo graffio, sottile e irregolare. Niente aveva mai
scalfito la sua
spada e anche quando Tapion gliel’aveva consegnata sembrava
nuova. Chiese
spiegazioni a Goku con lo sguardo. Lui gli sorrise. Mentre
sbirciava la spada, venne accecato da un lampo di luce. Era una
luce splendente, bianca, abbagliante, come il riflesso di una pietra
preziosa a
metà tra il diamante e un metallo bianco. Ok, ero
impazzito. Scrutò
Goku, per assicurarsi che non avesse visto niente. Invece
sorrideva. Trunks non ci
aveva capito niente, ma fu sommerso in una sensazione di
pace. Era così contento che gli venivano le lacrime agli
occhi. Goku venne
contagiato dalla sua contentezza e allargò il suo sorriso.
Era così luminoso che la costellazione più
brillante sarebbe sbiadita in
confronto. Si
alzò in piedi, pronto a seguire la moglie. Vegeta dormiva
ancora. Commosso, gli
fece una carezza. –
Ora dormi, Trunks. Ne hai sicuramente bisogno. Il Saiyan, il
giovane eroe che aveva salvato il mondo mettendo a
rischio la sua vita, appoggiò la testa sul cuscino. In quel
momento, sprofondò
in un sonno pesante, con il sorriso sulle labbra. EPILOGO
– L’INIZIO Due giorni
dopo, Trunks è a casa. Sembra che siano anni che non la
vede… immagini spaventose di macerie lampeggiano per un
attimo sui suoi occhi.
Orribile. Cerca gli occhi di suo padre, in cerca di sicurezza. Li incontra e
sono sereni come non lo erano mai stati. Dal piano di
sopra arrivano gli strilli infantili di
Bra, sua sorella, e le risate dei suoi nonni, che stanno giocando con
lei.
Sulla soglia, ad attenderlo, Goten, speranzoso di potersi allenare o di
poter
uscire un po’ con lui. Chichi e Goku stanno venendo incontro
a loro. –
Bentornato! Tutto bene? –
Sì. Sì. –
Vieni dentro! Tua nonna ha preparato i pasticcini. Il ragazzo,
prima di entrare, si guarda intorno,
indugiando sul giardino verde d’erba, sui ciliegi in fiore
dei viali, su casa
sua. La pace era
lì, era nell’aria. Forse avevano
finito veramente di soffrire, una
volta per tutte. Lasciandosi
alle spalle la primavera, entrò in casa. Sentiva quella
primavera come un inizio. “Basta!
Mi faccio
venire il diabete da solo, altro che Goku!” La spada
luccicò un’ultima volta, poi la porta si
chiuse con fragore. ***THE END*** NA: Le
conclusioni son sempre un gran problema per
me ò.o Beh, ecco a voi l’ultimo capitolo de
“The End OF Saiyans”. È deludente?
Melenso?
Fatemelo sapere. Per le
recensioni di questo capitolo, vi rispondo su
un altro capitolo a parte. Liberi di non leggere quello che vi
dirò, ma mi dispiaceva
far cadere le recensioni a vuoto. ^^ monicar92: Visto?
Trunks non è morto e tutti
vivono felici e contenti! XD Almeno, finché non torno
io… Vegeta4ever: O.O Ma che
cavolo! Sei peggio di
Hannibal Lecter! Praticamente ammazzi chiunque! Ti avevo detto o non ti
avevo
detto che finiva tutto bene? ;) nightwish4ever: Vero! ^^
Tutti felici e contenti!
Anche Trunks (anche se un po’ malaticcio, ma si
riprenderà ^^) vivvina: Ti pareva
che andava a finire
male, eh? Come vedi, ogni cosa si è sistemata! Dopotutto,
anche se sono una fan
dei non–lieto–fine, ho deciso che quello che
avevano patito era abbastanza, e
li ho fatti sopravvivere ^^! SweetGirl91: A chi lo
dici :( io mi chiedo che
farò dopo questa long–fiction… Comunque
sì, se non si era capito bene il drago
era proprio Shenron (non l’ho specificato, scusate!
>.<). Beh, alla fine
è tornato tutto a posto. Mail ricevuta, finalmente! La
risposta ti è arrivata? Gli addii per
la pagina dei ringraziamenti! Preparo i
fazzoletti (per me almeno, penso che voi sarete felici di non vedermi
più in
circolazione XD). Bacioni DarkMartyx |
Capitolo 28
*** Ringraziamenti ***
RINGRAZIAMENTI Beh, che dire?
Dico che questa scritta
mi mette tanta tristezza. Ho cominciato
che avevo solo due
persone che mi commentavano (anche se le loro recensioni facevano per
tre XD) e
che mi sostenevano. Poi sono arrivati anche tutti gli altri e sono
stata la
persona più felice di questa terra. Grazie a tutti
voi. Soprattutto
grazie a (in ordine
alfabetico): bellissima90 dEiD the ArTiSt eli995 kutai Me91 Miettajessica Monicar92 Silvergirl90 SweetGirl91 Vegeta4ever Vivvina _Nodoka_ che hanno messo la mia storia tra i Preferiti. Ora rispondo
alle ultime
recensioni: Vegeta4ever:
Infatti il titolo è una cosa che devo spiegare e lo
farò sotto. Ti avevo detto
che finiva bene no? ^^ Peccato che è finita
ç.ç Vivvina: Grazie
per i complimenti! La fine piaceva un sacco anche a me: sarò
stata felice
almeno quanto Trunks ^^. Nighwish4ever:
Annoiarmi a morte? Ma cosa dirai! Ti ho fatto piangere?! O.o Questa non
me l’aspettavo,
sul serio! Ah, e anche la faccenda di Tomi/Pan era una delle tante cose
che mi
sono dimenticata di spiegare. Monicar92:
Grazie mille! XD SweetGirl91:
Oh, grazie per i complimenti *O* Non sai quanto mi rendono felice! Beh,
Vegeta non
era visibilmente preoccupato per il
figlio… per fortuna sua, ho evitato di umiliarlo facendolo
saltare al collo del
figlio guarito XD! Guarda, a ‘sto punto te lo dico qui, tanto
non mi faccio
problemi: io sono di Macerata. Praticamente siamo vicine di casa senza
saperlo
XD! (copiata precisa precisa dalla mail che ti ho spedito, non ho molta
fantasia XD) Ora le
spiegazioni. Per il titolo:
sì, il titolo è “The
End Of Saiyans”… però visto come possibile
fine dei Saiyan, perché il tutto si svolge in una dimensione
e quindi non è
reale… anche se i Saiyan non ricordano nulla è
come se ne serbassero ancora la
sensazione di terrore… insomma, anche se tutto si
è sistemato, la loro fina l’hanno
vissuta in un’altra dimensione. Non so se sono stata chiara
^^’. Riguardo a
Tomi/Pan, era una mia
macchinazione progettata fin dall’inizio: Razor, venendo
nella loro dimensione,
aveva cambiato il corso della storia… per questo Pan
è nata maschio. Poi,
quando si è sistemato tutto, la storia ha continuato il suo
normale decorso. Tutto
questo complotto stile Death Note era atto ad un unico obbiettivo: no,
non la
conquista del mondo, ma a far fare una figuraccia a Goku XD. E questa
spreca
tutta la sua intelligenza così, penserete voi…
beh, pensate bene. Non c’è
niente di meglio per me di una cavolata del genere XD! Ok,
è tutto. Non so se tornerò con
un’altra storia. Una mezza idea ce l’ho, ma per la
gioia di Vegeta4ever
tratterà anche di Pan e Bra! Non so se ti verrà
voglia di leggerla, Ele. Io però
ci conto ;). Anche perché naturalmente tornerà
Trunks. È
tutto. Grazie ancora a tutti voi.
Vi voglio bene. Per
l’ultima volta Bacioni DarkMartyx |