Falling Again || NpS 2.0

di Luna Malfoy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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Falling Again

- Nata per Soffrire 2.0 -

 

 

Capitolo 1

 

Una giornata estiva, particolarmente afosa, riscaldava quel tratto di aperta campagna, che da sempre ospitava uno dei manieri dei Malfoy, nella periferia nord di Londra. Il palazzo, alto due piani e completamente immerso nel verde, manteneva anche col passare degli anni, quell’aria austera e impenetrabile, di sempre.

Al secondo piano, in una delle camere adibite a stanze da letto, una musica a dir poco assordante rimbombava indisturbata, proveniente da un paio di amplificatori, appoggiati a terra sul liscio parquet.

Seduto sul letto ad una piazza e mezzo, preparato con un lenzuolo verde acqua, un giovane ragazzo dai capelli biondi pettinati a cresta, era impegnato in un assolo, particolarmente complicato e potente. Gli occhi, verde chiaro, erano chiusi per la concentrazione e le dita, lunghe e affusolate, si districavano tra plettro e corde.

Un improvviso rumore di passi, con conseguente porta aperta e richiusa in maniera secca, non sembrò sortire alcun effetto, sull’applicazione del giovane nel suo esercizio di basso, quotidiano.

Sulla soglia della camera da letto una figurina, esile e bassina, cercava di recuperare fiato con le mani appoggiate alle ginocchia. I lunghi capelli neri, sciolti sulle spalle, si muovevano ritmicamente sulle spalle, smossi dal respiro accelerato, mentre gli occhi grigi come un cielo autunnale, erano puntati sul ragazzo.

“Maximilian!!”

Le note continuarono a propagarsi con vigore nella stanza, fintanto che il giovane cambiava posizione, spostando di poco lo strumento sulla gamba, coperta da un jeans blu, sfumato all’azzurro, in coordinato con la maglietta giro manica bianca.

“….Maximilian!!” Riprovò la ragazza, portandosi le mani alla bocca e urlando con tutto il fiato che le era rimasto in corpo.

Niente.

Esausta, spostò lo sguardo sulla presa elettrica e con mossa fulminea, staccò la spina, riportando la quiete in quell’ala del maniero.

Il biondino alzò la testa di scatto, fulminando l’artefice dell’immediato, quanto non preventivato silenzio. “Andrea!!”

“No, Andrea un corno… fratello degenere!! E’ mezz’ora che ti chiamo, ma con tutto questo casino non mi senti!” Ribatté acida, spostandosi la chioma lunga dietro le spalle e guardandolo torva.

Maximilian inarcò un sopracciglio. “Che vuoi…”

La ragazza tacque, giocherellando con le dita delle mani e mordendosi il labbro inferiore. Il fratello sorrise, pensando a quanto somigliasse alla madre, in momenti come quello. Stessa indecisione a parlare, anche per le minime cose. “…di nuovo.”

Gli occhi verdi di Max si allargarono. “…ma fra poco arriveranno gli zii! E… almeno tu, dimmi che hai finito i compiti!”

Andrea distolse lo sguardo da quello del fratello e tossicchiò. “Non sono particolarmente ferrata in aritmanzia, lo sai… per Pozioni non ho avuto problemi, ma…”

Maximilian sospirò sconfortato. “Ok, scendiamo in tavernetta. Lì non ci disturberà nessuno… e avvisa-

“Sì , avviso la signora Morgana, di far accomodare gli zii, appena arrivano…” Lo interruppe la mora, voltandosi e aprendo la porta per uscire. Controllò un istante, prima di mettere piede nel corridoio e poi sgusciò via verso le scale, che conducevano al piano inferiore.

Il ragazzo scosse la testa, prima di appoggiare il basso sul piedistallo ed afferrare pergamene, libri e piume. “…santa pazienza…”

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In una delle camere, dall’altro lato del maniero, risatine divertite riempivano l’atmosfera. La stanza, parzialmente immersa nel buio, era illuminata dai deboli raggi di sole che riuscivano a vincere le imposte socchiuse e da un’abatjour, a forma di ventaglio, posta su uno dei due comodini di legno antico.

“Mi fai il solletico…” Ridacchiò Luna, ricambiando poi il bacio ardente di Draco, chino sopra di lei, entrambi coperti dalle leggere lenzuola di seta nera. Gli passò le mani dietro la nuca, giocherellando con i ciuffi biondi e prolungando così, la durata del bacio.

L’uomo sorrise, contro le labbra, lasciandole il tempo di respirare. “Dovremmo smetterla di vederci così di nascosto… che ne dici?!”

“Di nascosto?!” Domandò Luna, curvando le sopracciglia con fare perplesso.

Un sorrisetto sarcastico, piegò le labbra pallide di Draco. Annuì. “Certo… ogni tanto prendiamo e scompariamo. Maximilian e Andrea, non ne possono più.”

“…credi forse, che non capiscano?!” Chiese ironica, scendendo a cingergli le spalle con le mani e facendogli una linguaccia provocatoria.

Draco si lasciò sfuggire un verso. “Tsk. Ovvio che lo sanno! Andrea ci ha visti sgattaiolare in camera da letto… è solo che tu hai quel viziaccio di non volerti far nemmeno avvicinare, quando ci sono i tuoi figli.

“Miei eh…?!” Fece lei, con finto risentimento. “Comunque… quelle rare, se non uniche volte, in cui ti sei avvicinato per baciarmi, davanti ai ragazzi, Maximilian se n’è uscito con un fischio d’approvazione… mi imbarazza…”

E che sarà mai! Non è mica da tutti, riuscire a vedere Draco Malfoy in azione con una donna. Scherzò il biondo, passando le dita nella chioma color notte. “E poi scommetto che ne sa più di me e te, messi insieme.

Luna storse la bocca, in una smorfia scandalizzata. “Ci credo… è tuo figlio!”

Draco incassò la battutina pungente, sfoderando un ghigno sprezzante e scendendo a baciarle il collo e la spalla nuda. “…ha parlato la santarellina…”

La donna sospirò di piacere, socchiudendo gli occhi lucidi e stringendo la presa sulla schiena muscolosa. “…certo più di te.”

Infatti le ho comprate io le manette… vero?!” Ridacchiò beffardo, mordendole la pelle.

Le guance pallide del volto, le si illuminarono di un rosso acceso, mascherato dalla penombra della camera. “Smettila!!”

Gli occhi grigi di Draco saettarono di soddisfazione. Tornò a baciarle le labbra, per poi scendere sulla linea della mascella e ancora sul collo. Una mano ruvida e callosa si strinse prepotente intorno al seno della donna, mentre l’altra si serrò intorno al fianco, sollevandola di poco e permettendogli di scivolare in lei, con delicatezza.

Luna trattenne a fatica un gemito un po’ più forte, affondando i denti nel labbro inferiore e cercando con impazienza, le labbra del compagno. Si baciarono più e più volte.

La mano sinistra della donna, sul cui anulare spiccava un grazioso cerchietto d’oro bianco con diamantino, corse sulla fronte di Draco, imperlata di sudore. “Dio mio… sei fradicio…” Costatò, inarcando un po’ la schiena e sorridendo di rimando.

“Chissà di chi è la colpa…” Sussurrò col fiato corto il biondo, intrecciando le dita della mano con le sue. Un sorriso, diverso dai soliti, gli increspò le labbra rosee. Pochi minuti dopo, crollò sfinito sul suo corpo morbido, lasciando che lei gli baciasse la fronte e i ciuffi della frangia, dolcemente.

“Lo sai che ti amo?!” Mormorò Luna, costringendolo a sollevarsi un po’ e a guardarla negli occhi.

Draco le riservò uno dei suoi sguardi più intensi, lasciando scivolare la mano del cuore sulla pelle liscia e fresca del suo volto. La accarezzò con cura, col dorso della mano, sfiorandole la guancia con le dita, una delle quali, portava un anello uguale al suo. “Anche io ti amo, Luna.”

Uno scalpiccio veloce, rovinò l’atmosfera romantica che si era creata. Fecero appena in tempo a coprirsi con le lenzuola, prima che qualcuno aprisse di scatto al porta, facendoli sobbalzare sul materasso.

“Andrea!” Esclamarono all’unisono, aggrappati alla stoffa nera.

La ragazza non diede loro il tempo di rimproverarla. “Mamma!! Papà!! Sono arrivati gli zii!!”

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Un ragazzo dai corti capelli neri, piuttosto ribelli, fece il suo ingresso nel maniero. Lo sguardo, verde e vivace, si spostò un po’ intorno, in cerca di qualcosa o forse… qualcuno. Quando incontrò la figura alta e slanciata del suo migliore amico, un sorriso gioioso si allargò sul suo volto.

“Max!!”

Il biondino, col suo passo altero ed elegante, ricambiò la poderosa stretta di mano. “Christopher!”

“…passate bene le vacanze?!” Domandò curioso. “Io sono stato al mare coi nonni, gli zii e i miei… ah giusto! E quella piaga di mia sorella!”

“Guarda che ti ho sentito!” Sibilò innervosita Ashley Potter, alle sue spalle. Gli occhi azzurri, come quelli della madre, furono attraversati da un lampo di rabbia. Si passò una mano nella fulva chioma rossiccia e spostò la treccia dietro le spalle, arricciando il naso a patatina, costellato di efelidi. “Se ti sente papà… te le suona!”

Christopher si limitò a rispondere con uno “…gnegnegne…” che fece infuriare ancora di più la sorella, facendo scoppiare a ridere il giovane rampollo di casa Malfoy.

“Non si direbbe che avete 14 e 12 anni…” Commentò ironica, una voce alle loro spalle. Sulla soglia del portone d’ingresso, un uomo dai capelli corvini spettinati e dalla figura abbastanza possente, osservava la scena seriamente divertito.

“Papà ne ho 15 di anni!”

Harry Potter ridacchiò in risposta. “A me risulta che manchi ancora un mese al tuo compleanno…”

E dai! Smettila di fare il bambino… Harry. A volte mi domando chi è il figlio e chi il padre…” Lo rimproverò bonariamente Ginny, sopraggiunta alle sue spalle, avvolta in un adorabile vestitino fiorato a gonna larga e con una borsa, particolarmente grande, stretta tra le mani.

“Zio Harry! Zia Ginny!” Li salutò Maximilian, avvicinandosi e abbracciandoli a turno. La donna provò ad arruffargli i capelli, ma bloccò la mano a mezz’aria, fissandolo sconvolta. “Diamine, Max… che hai combinato?! E’… una cresta, quella?!”

“Cresta bassa zia… si adatta bene al look per il gruppo, no?!” Domandò entusiasta il ragazzo, passandosi una mano per tutta la lunghezza dell’acconciatura, tenuta su da un quantitativo apparentemente abnorme di gelatina.

Christopher allargò gli occhi, stupefatto. “Wow! Fico!” Ashley nascose una risatina nella mano. “…papà, ma ora che ci penso… zio Ron e zia Hermione?!”

“HARRY!” Ferma in cima alle scale, Luna fissava i due amici con occhi lucidi. Erano quasi due mesi che le loro strade non si incrociavano e solo per un colpo di fortuna, si erano ritrovati tutti liberi e a Londra, in tempo per il compleanno dell’ex bambino sopravvissuto.

“Piccola…” La salutò sorridente, allargando le braccia e osservandola scendere di corsa i gradini, per poi accoglierla in un abbraccio fraterno.

Luna lo strinse forte, aggrappandosi alla maglietta blu scuro dell’amico, poi passò a salutare Ginny, con lo stesso trasporto. “Virginia… mio dio, quanto mi siete mancati! E voi, cuccioli?!”

Christopher si abbassò appena, per ricambiare la stretta della donna, mentre la piccolina afferrava la zia per la vita, all’altezza della cintura che sorreggeva i jeans.

“…lasciali respirare… poverini!” Commentò una voce strascicata alle sue spalle. Voltandosi, incrociò la figura fiera ed elegante del marito, accompagnato dalla figlia minore.

“Draco…” Sibilò con un tono che aveva dell’acido. “…ma non la smetti mai di rompere?!”

Harry rise sguaiatamente, appoggiando entrambe le mani sulle ginocchia, coperte da un paio di pantaloni di tessuto beige. “Ahh adoro questo amore idilliaco tra moglie e marito! Ahahaha…”

Luna gli riservò una linguaccia, nel frattempo che il marito raggiungeva la coppia e faceva i saluti di rito. “34 anni! Stai invecchiando… Potter!” Scherzò, battendogli amichevolmente una pacca sulla spalla e invitandoli ad entrare. Ashley seguì festosa il padre, prendendogli una mano tra le sue. Solo Maximilian, Christopher e Andrea, rimasero nell’atrio dell’ingresso.

Il giovane Malfoy, lanciò uno sguardo divertito al suo migliore amico. Il moro, teneva gli occhi bassi e aveva le guance appena arrossate. Era riuscito a mugolare un flebile “C-ciao” alla ragazza e poi si era zittito.

Chris… sei riuscito a completare il tema di Pozioni, di cui mi parlavi via gufo?!” Chiese l’amico, cercando di dissipare quell’aria pesante che si era creata nel gruppetto.

Macchè! Maledetto professore… proprio sul Nuda Veritas doveva chiederci la relazione?!” Soffiò arrabbiato, stringendo i pugni per la frustrazione.

Andrea sbatté le palpebre, confusa. “Cos’è il Nuda Veritas?!”

“Lo studierai al quarto anno… è una pozione molto simile al Veritaserum, ma dieci volte più potente. E’ decisamente pericolosa…” Le spiegò con calma e precisione il fratello, sedendosi su uno dei gradini della scalinata che conduceva al piano superiore.

“Accipicchia!” Esclamò sorpresa, giocherellando con una ciocca nera e prendendo posto accanto a lui. “E come mai è pericolosa? Cioè, per quanto ne so… il Veritaserum non lo è!”

Christopher li raggiunse in poco tempo, sedendosi due scalini più in basso del suo migliore amico. “Perché non provoca solo l’inibizione verbale, costringendoti a rivelare tutto, ma anche quella fisica. Annulla la tua volontà e ti sprona a fare esattamente ciò che vuoi fare, o ciò che hai rivelato.

C-cioè… se io dicessi di voler mandare al diavolo un professore, sotto l’influenza di questo distillato, lo farei anche?!” Domandò scioccata, spalancando le labbra scarlatte.

“Precisamente.” Confermò il fratello, divertito -come Chris- per il curioso esempio che aveva tirato fuori la sorellina.

La mora batté le mani divertita. “Qualcosa mi dice, che mi divertirò un mondo a preparare quella Pozione! Quelle di quest’anno sono state tutte una noia mortale.

“Distillato della morte vivente?!” Provò ad indovinare il giovane Potter, ricordando quali intrugli erano toccati a lui, durante il secondo anno. Andrea annuì, con espressione scocciata. “Sì quello e poi una pozione rigenerante, di nuova fattura.

Ma certo! La Rigenerus!” Esclamò improvvisamente Maximilian. “…me la ricordo ancora. Al tempo per me fu difficile da preparare e chiesi aiuto a papà, via gufo. E’ un liquido verdognolo dal sapore disgustoso, che dà forza a chi utilizza un potere troppo grande o senza bacchetta!”

Gli occhi verde smeraldo di Christopher ebbero un guizzo. “Ora ricordo! L’abbiamo studiata insieme… sbaglio? Era quel distillato, che hanno usato papà e zia Luna, durante lo scontro con Voldemort! La pozione che usano alcuni Auror…” Malfoy junior annuì.

Una voce piuttosto familiare, interruppe la conversazione. “Oddio non ci credo! Potter e Malfoy, che parlano di scuola… potrei svenire per questo!” Sul portone del maniero, ferma con le mani sui fianchi e le gambe lievemente divaricate, una ragazza dai lunghi capelli castani mossi, tendenti al rossiccio, con profondi occhi azzurri, osservava il gruppetto seduto sulle scale, con un sorrisetto giocoso dipinto sulle labbra rosee.

“Elizabeth!”

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Ce l’avete fatta, finalmente!” Puntualizzò Harry, alzandosi dalla poltrona di pelle nera del salotto di casa Malfoy, per abbracciare il cognato. Ronald Weasley, abbronzato e rinvigorito dal tempo, era appena arrivato con famiglia al seguito. “Hermione!” Salutò l’ex bambino sopravvissuto, passando a stringere quella che ai tempi della scuola, insieme a Luna, era la sua migliore amica. Aveva tagliato i capelli, appena sopra le spalle, ma gli occhi color cioccolato erano inconfondibili. Impeccabile, fu il pensiero comune, vedendola vestita da un estivo tailleur grigio perla. Dietro di loro, un po’ in disparte,  tre ragazzini erano intenti a parlottare, ignorando palesemente gli adulti. Il primo, di chiaro stampo Weasley, aveva i capelli rossicci appena sconvolti e un paio di svegli occhi azzurro cielo, come quelli del padre.

Justin!” Lo salutò Luna, correndo ad abbracciarlo, sorpassando un Draco alquanto impegnato a salutare la coppia di amici appena arrivati.

Gli altri due, appena più grandi del bambino di dieci anni, se ne stavano in disparte, attendendo il momento in cui avrebbero salutato anche loro.

“Lily! James… tesori… dove sono i vostri genitori?!” Domandò sorpresa Virginia, facendosi in avanti e abbassandosi per poterli abbracciare.

Hermione fece spallucce. “Ryta e Lynn sono partire con Gabrielle, sono in crociera… e hanno pensato bene di portarsi dietro anche Sirius e Remus, così la smettevano di lamentarsi di essere trascurati.

I maschi del gruppo scoppiarono a ridere. Luna mostrò un’espressione crucciata. “Mi dispiace… ogni anno in estate, mamma non fa altro che girovagare per il mondo, trascinandosi dietro le sue amiche.

Draco le appoggiò una mano sulla spalla, pizzicandole la guancia con due dita e sorridendole dolcemente. “Sciocca! E’ normale… vorrà recuperare tutto il tempo perso. Tutti quegli anni rinchiusa nei sotterranei di un maniero… tu che avresti fatto?!” Le domandò, ricordando quando Silente, al termine del combattimento contro il Signore Oscuro, aveva annunciato ai sopravvissuti, del ritrovamento della madre di Luna. Horatius McPhee aveva fatto credere loro che fosse morta, ma in realtà, l’aveva solamente segregata, conservandola come un gioiello in cassaforte. L’ennesima mossa di uno psicopatico senza speranza, aveva commentato Harry.

“Hai ragione.” Annuì sorridente Luna, lasciandosi andare alla carezza confortevole del marito. “…ma Elizabeth?!” Domandò, non notando in giro la presenza della figlia maggiore di Ron ed Hermione.

La piccola di casa Lupin, si fece avanti, in tutta la spavalderia dei suoi dodici anni suonati. I grandi occhi color verde scuro, puntati sulla sua zia preferita e le mani, strette attorno alla treccia biondo scuro, che scendeva morbida sulla spalla sinistra. “Si è fermata a parlare con gli altri… sono di là nell’ingresso.

“Hanno detto, che vogliono scendere in taverna, a provare gli strumenti nuovi, zio Draco…” Intervenne il giovane James Black, portando le mani dietro la nuca, sui capelli neri come la notte e trattenendo a stento uno sbadiglio. Lo sguardo color pece, sfrontato come quello del padre e dell’uomo da cui prendeva il nome, puntato sul padrone di casa. “Possiamo andare anche noi?!” Chiese, rivolto ai due zii che li avevano accompagnati fino al Malfoy Manor.

“D’accordo, ma state attenti…” Accordò Hermione, seduta sul divano di pelle nera, accanto a Virginia e al marito.

Gli occhi di entrambi i dodicenni saettarono di gioia. “Justin! Ashley spicciatevi!!”

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Una zona della vasta taverna del maniero, era stata adibita a sala prove per il gruppo che i giovani avevano deciso di mettere su. Draco stesso, con la collaborazione di Ron ed Harry, aveva provveduto ad insonorizzare quel posto, isolandolo dal resto della tavernetta, che era diventata un luogo di ritrovo per gli adulti “maschi”, con tanto di tavolo da biliardo e frigo bar, dotato di liquori babbani e magici.

La parte dedicata ai ragazzi, invece, era un tripudio di poster dei loro cantanti e gruppi preferiti. Sopra la batteria, regalo degli zii per la piccola Lily –batterista del gruppo-, troneggiava uno splendido poster di dimensioni gigantesche dei “Wizard’s Blood”, il gruppo metal per eccellenza, formato da quattro ragazzi e una donna, nonché voce, che avevano scoperto grazie a zia Lynn, loro fan sfegatata. Poco distante, dietro la postazione della chitarra, un altro poster in movimento, mostrava altri due ragazzi e due ragazze impegnati a suonare strumenti -apparentemente muti-, con su scritto a caratteri grandi “Evils”. Quel poster, era un regalo di Harry per il figlio, che da sempre, adorava quel gruppo di metallari scatenati, che lo avevano portato ad amare la musica e a farlo diventare un promettente chitarrista. Su di un’altra parete, sopra un divanetto morbidoso viola cupo, spiccava il poster dei “Gothic Rhapsody”, gruppo gotico dark, amato da James Black. Questo, a differenza degli altri, aveva un numero maggiore di ragazze, tre per la precisione, contro due componenti di sesso maschile. Vicino alla postazione del basso, regno incontrastato di Maximilian, c’era il poster a dir poco inquietante, di cinque ragazzi in movimento, con su scritto in caratteri rossi, grondanti sangue, “Blood’s Demons”. Da quanto, tre anni prima, il giovane Malfoy aveva ascoltato un pezzo di quel gruppo industrial, se ne era innamorato, dichiarandolo il suo preferito in assoluto. Le uniche ad uscire dal giro del metal, erano Elizabeth, Andrea che avevano scelto generi musicali un tantino differenti, pur non disprezzando ciò che i loro amici suonavano. La prima, era rimasta affascinata dal ritmo punk de “Gli Schiantati” e il fratellino, per il compleanno, le aveva regalato una foto da apprendere nella sala prove, raffigurante le due ragazze e il ragazzo, componenti del trio. La seconda, come la madre, ascoltava un po’ di tutto, ma a differenza delle altre, era rimasta colpita dallo stile hip hop di un gruppo emergente, chiamati “Bad Pumpkins”. Era stata proprio Luna, a farle avere un poster del duo, mandando in brodo di giuggiole la –ancora- piccola (almeno all’epoca) figlia, perdutamente innamorata del biondo del gruppo: Brian Skyline. Frequenti erano state le discussioni con la piccola Lily Lupin, convinta (sebbene metallara), che il migliore nel gruppo fosse Dom Xanders, un ragazzo palestrato e rasato, dalla pelle color caffelatte. L’unica a non avere particolari preferenze era la piccola di casa Potter. Nonostante i suoi miseri dodici anni, poteva vantare una buona cultura musicale (persino babbana, dati i trascorsi del padre) e un discreto talento vocale, tanto da farla diventare la cantante di quel gruppo, amatoriale ed anonimo.

“Wow! Morgana ha fatto un ottimo lavoro con la batteria… è tornata come nuova!” Esclamò estatica Lily, fondandosi a studiarla nei minimi dettagli e ad accarezzarla, come fosse una figlia. “Mi sei mancata in questi mesi estivi… mia adorata.

Elizabeth inarcò un sopracciglio. “Lily… sei peggio di Max con il suo basso… il che è tutto dire.

“Ehi…” Fu la sola replica del biondino, che la gelò con lo sguardo, prima di avvicinarsi al piedistallo d’acciaio e appoggiare con delicatezza lo strumento, che si era portato dietro.

Andrea si accoccolò sul morbido divano, dopo aver afferrato dal mini frigorifero, una lattina di succo di zucca ghiacciato. “Ci pensate, ragazzi?! Un mese e ricomincia l’inferno…”

“Io non vedo l’ora… ho terminato i compiti due settimane fa…” Continuò Elizabeth, accomodandosi accanto all’amica e rubandole la lattina di mano.

Justin storse la bocca in una smorfia disgustata. “Ha ragione papà, quando dice che sei come la mamma… nemmeno Lily, che è a Corvonero, è tanto secchiona!”

“Modera il linguaggio, mocciosetto. Voglio vedere che farai tu, l’anno prossimo…”

Il bambino sorrise tronfio, passandosi una manina nei capelli rosso fuoco. “Io…? Non vedo l’ora di entrare ad Hogwarts… e poi sono convinto che finirò a Grifondoro come te, Chris, Ashley e James!”

“Magari finisci a Tassorosso…” Lo canzonò Lily, pulendo con un fazzoletto bianco le bacchette dello strumento.

“Mai! Tassorosso, né Serpeverde…”

Andrea storse le labbra. “Che hai da dire contro la mia Casa?! Noi Serpeverde siamo in gamba quanto e più dei Grifondoro, diglielo un po’ anche tu… Maximilian!”

Il biondino alzò lo sguardo verde sulle due ragazze, sedute sul divanetto, per poi spostarlo verso il suo migliore amico, fermo nel suo angolo con la chitarra tra le mani e gli occhi puntati sulla piccola Malfoy. “Tutte le Case hanno le loro pecche e tutte le Case hanno validi elementi. Non sopporto queste rivalità… e non voglio entrarci.

“Per una volta ti do ragione… Max.” Commentò Elizabeth, sconvolgendolo non poco.

===

Hermione e Ron erano piegati in due dalle risate. Seduti su uno dei lunghi sofà in pelle, avevano ascoltato tutto il racconto di Virginia delle loro vacanze al mare e al pensiero dell’ultimo aneddoto raccontato dalla moglie di Harry Potter, sulle sue disavventure, erano scoppiati a ridere senza alcun ritegno.

Il diretto interessato se ne stava in silenzio, sbuffando di tanto in tanto o borbottando qualcosa di incomprensibile, sotto lo sguardo divertito di Ginny, che riusciva a stento a trattenere una risatina.

Luna, con intorno alle spalle un braccio di Draco, faceva finta di tossicchiare, colpendo ripetutamente il marito al costato con il gomito, nel tentativo di placare la sua crisi di riso.

“Non ti facevo tanto impedito… Harry!” Ridacchiò il biondino, passandosi una mano sulla faccia.

Il moro sorrise malevolo. “Sta parlando mr-non-prendo-mai-il-sole-o-mi-rovino-la-pelle!”

“Cambiando discorso…” Glissò alla grande Draco, distogliendo lo sguardo metallico, da quello verde dell’amico. “Marcus Falck?! Che fine ha fatto?!”

Hermione cercò di riacquistare un certo contegno, riprendendo a respirare normalmente. “Beh, si è trasferito con Michelle in Francia!”

Luna arcuò le sopracciglia. “Michelle?!”

Ma sì… la biondina carina… francese… quell’Auror giornalista, che era stata mandata qui a fare tirocinio tre anni fa!” Spiegò Ron, tirando indietro qualche ciuffo rosso, fastidioso sugli occhi. Luna fece un cenno positivo con il capo. “Pensa, vivono di fronte a Bill e Fleur… che coincidenza!”

“Beh dai!” Esclamò all’improvviso Harry. “Tutto può accadere nella vita… se pensi che persino Charlie ora convive con una donna e che Draco Malfoy ha messo su famiglia…”

Il suono del campanello, bloccò qualsiasi tentativo di replica di Draco. “Lascia ci pensa Morgana…” Fece a Luna, che si stava per alzare.

La donna lo guardò un secondo, prima di spalancare occhi e bocca. “Ah no! E’ uscita per fare compere poco fa… vado…” Si diresse spedita verso la porta di ingresso.

Quando la aprì, due occhi blu ebbero l’effetto di paralizzarla sul posto. Una folta chioma nera, copriva il volto scavato e magro, ma seducente dell’uomo che aveva di fronte. “Buongiorno…”

“Buongiorno a lei…” Rispose Luna cortese, socchiudendo appena la porta, intimorita da quella presenza.

L’uomo sorrise affabile. “Tu sei Luna McP- cioè… Luna Malfoy, giusto?!” La donna annuì.

“Chi è, Luna?!” Domandò la voce di Draco, sopraggiunto per controllare chi avesse suonato. Il suo sguardo incrociò quello dell’uomo, sentendo immediatamente una sensazione di dejavu. Era come se avesse già visto quella persona, da qualche parte, ma non ricordava dove.

“Posso fare qualcosa per lei?!” Incalzò la donna, appoggiandosi con una mano all’uscio e sentendosi immediatamente più tranquilla, con suo marito accanto.

Il sorriso sul volto dell’ospite si spense. “…ma come?! Non ti ricordi di me?! Sono Alexander… tuo fratello!”

 

 

Continua…

 

Note dell’autrice:

…e dopo aver concluso il “the war” eccomi qui, con il seguito. Per chi si domandasse come mai c’è il primo capitolo e in realtà manca l’epilogo della storia precedente, sappia che ho deciso di non pubblicarlo. Non sarebbe stato “giusto”, creare l’epilogo di una storia che, poi, non è la storia finale. Questa lo è e avrà il suo giusto epilogo =) (giusto?!?! Giusto?!?! Andiamo, me lo chiami giusto?!?! ndMaximilian  taci tu, che già sai troppo, non farmiti trattare come facevo con tuo padre! ndLunaIncazzosa  …ma in fondo è lei l’autrice, sa’ quello che fa! ndMaximilianConSorrisoneFalso)

I nomi dei gruppi, sono copyright di Lynn Wolf e Pea, per la maggior parte, solo i Blood’s Demons sono un parto della mia fantasia XD


Ringrazio infinitamente tutto coloro i quali hanno recensito il “the war” e che continueranno a seguirmi anche con questa nuova “parte” della storia!! Vi voglio un mondo di bene!

Un ringraziamento speciale a Ryta Holmes e Lynn Wolf, le mie migliori amiche, nonché beta reader, di questa saga senza fine ^^


Fatemi sapere che ne pensate! ^^

 

Alla prossima, un bacio.

 

Luna Malfoy.

 

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RECENSITE ç.ç

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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Falling Again

- Nata per Soffrire 2.0 -

 

 

Capitolo 2

 

Risate particolarmente divertite, si levavano nel salotto del Malfoy Manor. Sul tavolino di legno, appoggiato al ripiano di cristallo, vi era un vassoio, con dei bicchieri di thé ghiacciato, al limone. Comodamente seduti chi sul divano a cinque posti, in pelle nera, chi sulle poltrone del medesimo tessuto, Luna, Draco e i loro amici, ascoltavano i racconti di Alexander McPhee. Dopo un primo momento, in cui il gruppo si era trovato in difficoltà, di fronte alla quanto mai stupefacente rivelazione dell’uomo, il ghiaccio si era sciolto e Alexander, si era rivelato un tipo davvero simpatico e di compagnia.

E così, sei stato tutto questo tempo in Germania?!” Domandò Harry, riprendendosi da una scarica di riso eccessiva e mostrandosi interessato alla risposta. Ginny gli scoccò un’occhiata di rimprovero. Non era educato fare troppe domande, specie a chi si conosce da così poco tempo.

L’uomo si schiarì la voce, appoggiando nuovamente il bicchiere da cui aveva sorseggiato un po’ di bibita. “…mhm sì. Lavoro per uno studio legale di Berlino.”

“Ah già… vero, ci hai detto che sei un avvocato. Fece all’improvviso, Harry stesso, schioccando le dita con l’espressione di uno che aveva totalmente dimenticato qualcosa di importante.

Luna sorrise dolcemente, al fratello, stringendo la mano del marito tra le sue. “…sono… contenta che sei venuto da me. Come… come mi hai trovata?!”

L’aria dell’uomo si fece improvvisamente più seria. “Non hai neppure idea, di quanto ti abbia cercata. Avevo perso completamente la speranza… poi… ho letto l’articolo di oddio, com’è che si chiama quella giornalista? Ah! Ryta Falck, in cui si parlava della caduta di Colui-Che-Non-Dev-

“Voldemort…” Tagliò corto, con decisione, Draco. Incredibile come ci fosse ancora qualcuno, capace di provare paura per il nome di una persona ormai morta.

“Sì… giusto… beh, tra i suoi ‘accoliti’ spiccava il nome di Horatius McPhee e… sì, insomma, qualcosa non tornava. Da quanto mi risultava, papà e mamma erano morti anni addietro. Ho effettuato qualche ricerca e… ti ho trovata. Non hai idea della gioia che ho provato, quando mi hanno confermato che vivevi a Londra e che con te, c’era anche mamma. Spiegò, lievemente commosso. Nonostante l’aspetto apparentemente impenetrabile, così simile a quello del padre, una strana luce nei suoi occhi, lo tradiva. “…e poi che dire! Ti sei persino sposata e hai due figli!”

“…già, non me lo ricordare. A volte mi domando chi me l’abbia fatta fare, di sposarmi una rompiscatole come lei!” Scherzò Draco, con tono pungente, scatenando l’ilarità generale.

Le labbra di Alexander si distesero in un sorriso festoso. “Sei un uomo fortunato, ricordatelo.”

“Ahi… è arrivato il fratello protettivo, Draco… è finita la pacchia!” Scherzò Ron, portandosi le mani dietro la testa e appoggiando la schiena alla poltrona. Un colpo deciso del gomito di Hermione, nello stomaco, lo zittì.

Malfoy si passò una mano nei ciuffi biondi, appena spettinati, prima di sorridere beffardo. “…non ti far ingannare, Alexander. La tua sorellina sembra dolce e adorabile, ma è una vera arpia…” L’espressione dell’uomo si fece pensosa. Scoccò uno sguardo strano al biondo, che si sentì immediatamente sotto esame. Tipico dei fratelli, fu il suo unico pensiero. “Scherzi a parte, lo so. Sì… lo so, sono un uomo straordinariamente fortunato. Aggiunse, spostandosi di lato con la schiena, per appoggiare le sue labbra su quelle della moglie, in un bacio molto dolce.

Il primogenito di casa McPhee sorrise.

Ma… ora che ci penso…” Cambiò discorso, dopo qualche istante di mutismo. “Siete tutti Auror Battlemage?! C’erano… tutti i vostri nomi riportati nell’articolo.

Hermione sorrise di rimando, scotendo i boccoli castani. “Oh no! Ron ed Harry sono Auror Battlemage.”

“…e tu e Virginia?!” Domandò spaesato, spostando lo sguardo da una donna all’altra. “…voglio dire, anche il tuo nome, Hermione, compariva nella lista degli Auror che hanno permesso la cattura di Co- ehm… Voldemort.

La donna annuì, con aria soddisfatta. “Certo, ero un tenente del Corpo Sunrise, ma ho abbandonato la carriera. Ora faccio parte del Ministero. Detta in maniera semplice, mi occupo delle pubbliche relazioni e della salvaguardia, di molte specie magiche.” Ron scoppiò in una risata cristallina, scambiandosi un occhiolino con Harry. “Così può finalmente rivelare al mondo il C.R.E.P.A.

Alexander inarcò un sopracciglio. “Cos’è?!”

“Niente… una lunga storia.” Tagliò corto Virginia, gelando il marito con un’occhiata. “Io sono tutt’ora una ricercatrice. Mi occupo di sperimentazione e di rado aiuto i Medimaghi del St. Mungo.”

“Wow… beh complimenti…” Esclamò, veramente colpito, passando una mano nella chioma corvina e allontanando alcune ciocche dalla fronte. “Tu, Draco… hai detto di essere il braccio desto del Ministro, giusto?!”

L’uomo annuì. “Sì… di tanto in tanto mi occupo anche di affari personali, che mi portano all’estero, ma da quando sono nati Max e Andrea, cerco di evitare.” Spiegò, con fare annoiato.

“Ora… non mi resta che capire, cosa fa la mia sorellina…” Fece dolcemente, incrociando i suoi occhi azzurri, con quelli verde speranza della donna. Luna gettò un’occhiata di sfuggita al marito. Aveva contratto la mascella e il suo sguardo, si era gelato più del normale.

Scosse la testa vigorosamente, sforzandosi di apparire naturale. “Ehm, ne parliamo dopo, ok?! Adesso che ne dici di conoscere i tuoi nipoti?!”

===

Quindi hai già deciso cosa farai, al termine del ciclo di studi?!”

La domanda di Christopher, risvegliò Maximilian da un momentaneo stato di trance, in cui era caduto durante una pausa dalle prove del gruppo. Persino Elizabeth e Andrea, si erano zittite, incuriosite da ciò che avrebbe risposto il biondino. Max scrollò le spalle. “Onestamente? No.”

“…io voglio fare l’Auror.” Esclamò Chris, con un’espressione che ricordò in maniera impressionante suo padre Harry.

Andrea arricciò il nasino bianco. “E ti pareva…” Ashley soffocò una risatina nella mano. James e Lily, invece, impegnati in una discussione con Justin, sui tipi di chitarra e batteria migliori, non si erano neppure accorti della conversazione in atto tra i ‘grandi’.

Il moro aggrottò la fronte perplesso. “Che c’è?! Qualcosa in contrario?!”

“No no… figurati. Tu, Elizabeth… scommetto che hai già deciso cosa vuoi fare dopo Hogwarts, anche se non hai i G.U.F.O. quest’anno!” Esclamò festosa la mora Malfoy, abbandonando l’aria di sufficienza che aveva utilizzato con l’amico, pochi istanti prima.

Elizabeth le rivolse un sorriso tiepido, appena indeciso. “Mi piacerebbe insegnare… ma credo che finirò dietro una scrivania, al Ministero. Come mamma.”

Ashley sgranò gli occhi azzurri, grattandosi i capelli rossi alla base della nuca. “Uhm, se non ricordo male… papà tempo fa mi disse che anche zia Hermione, sarebbe stata un’ottima insegnante, se solo avesse voluto…”

Lo sguardo verde di Max si incupì, ma l’unica ad accorgersene, parve essere Andrea. “Ok… che ne dite se riprend-

La voce di sua madre, interruppe il discorso a metà. I ragazzi si voltarono ad osservare il gruppo di adulti, entrare nella zona di tavernetta adibita a sala prove. “Ragazzi! Com’è tutto questo silenzio?! Di solito dobbiamo usare un incantesimo per proteggerci i timpani, quando ci avviciniamo. Chiese Luna, seguita dal marito, appoggiando un vassoio con dei tranci di torta su di un tavolino.

Maximilian sorrise, alzandosi dal suo posto per lasciare il basso sul piedistallo, e raggiungendo sua madre per ringraziarla con un bacio sulla guancia. “Nulla ma’, siamo solo in pausa.”

“Come mai qui?!” Trillò la vocina curiosa di Lily, intenta a lucidare i piatti della batteria. James distolse l’attenzione dal discorso con Justin e sedette scompostamente sul divano, appena accanto ad Ashley. “Sì, come mai qui?!”

“Beh… ecco… c’è una sorpresa, diciamo.” Spiegò un po’ tentennante Luna. “Max… Andrea… lui è mio fratello, Alexander. L’uomo, sentendosi chiamato in causa, si scusò con Ron ed Hermione, coi quali stava dialogando dell’arredamento dell’altro pezzo di tavernetta, e si avvicinò ai nipoti. Lo sguardo azzurro come un cielo terso, si spostò ripetutamente dal ragazzo alla ragazza, quasi volesse imparare i loro tratti a memoria. “Piacere…” Disse semplicemente, allungando una mano prima al biondino e poi alla moretta. “Però! Complimenti! Un bel mix…” Scherzò, in direzione di Luna e Draco, fermi poco distanti.

T-tu sei nostro zio?!” Domandò stupito Max, rilasciando il braccio lungo un fianco e sbattendo un paio di volte gli occhi. “Mamma ma… non ce ne avevi mai parlato.” Andrea si fece più vicina al fratello, intimidita dalla nuova presenza.

Le guance esangui di Luna, si colorarono di rosso. La mano del marito, si strinse attorno alla sua. “Ecco… avete presente quel problemino di memoria della mamma?... Vedete, non ricordavo di avere un fratello…”

Maximilian le sorrise incoraggiante, lanciando uno sguardo in tralice a sua sorella, nascosta a malapena dalla sua schiena. “Coraggio Andrea, esci di lì… è nostro zio, non mangia mica!” Un po’ titubante e incerta, la mora uscì dal nascondiglio, rivolgendo un sorriso tiratissimo ad Alex, fermo in piedi poco distante da loro.

C-ciao…” Balbettò con lo sguardo basso.

Draco curvò un lato delle labbra in un sorrisino soddisfatto. “Fantastico… ora che abbiamo fatto le presentazioni… che ne dici, Alexander, ti fermi a cena?!”

L’uomo fece spallucce, stringendo le labbra in una smorfia. “Se non è di troppo disturbo… sì, mi piacerebbe passare più tempo con… voi.

Ma quale disturbo e disturbo! Appena torna Morgana, le dirò di aggiungere un posto a tavola… e voi? Siete dei nostri, giusto?!” Intervenne prontamente Luna, battendo le mani come una bambina piccola, a cui è stata promessa una bambola nuova.

Harry, scambiatosi uno sguardo con Draco e successivamente con sua moglie e i due amici, annuì, riservandole uno sguardo dolce e comprensivo. “Certo… a patto che non ti scapicolli da una parte all’altra della casa e resti con noi…”

Maximilian si allontanò da Hermione, alla quale aveva bisbigliato qualcosa nell’orecchio, ringraziandola. “James! Lily… che ne direste di fermarvi da noi, a dormire stanotte?! Così domattina gli altri ci raggiungono e proviamo…” I due scattarono in piedi, battendosi un cinque sonoro e annuendo frenetici.

“…che culo.” Bofonchiò poco elegantemente Christopher, continuando a borbottare frasi ‘apparentemente’ senza senso, preceduto dagli adulti su per le scale, scatenando una serie di risolini in Max ed Elizabeth, che avevano intuito il ‘problema’.

“Scordati di rimanere qui a dormire… tu.” Sentenziò Virginia, scoccandogli uno sguardo di disapprovazione. “Devi ancora finire i compiti…”

Harry inarcò un sopracciglio, Ron tossicchiò ridacchiando, non riuscendo ad esimersi dal commentare la sorella. “A te frequentare Hermione ti fa male, Ginny.”

La donna dai boccoli color miele gli tirò uno scappellotto dietro il collo.

===

Una figura assonnata, ciabattò verso il tavolo della cucina, arredata in stile antico. I capelli rossi, dal taglio medio lungo, completamente spettinati, ricadevano scomposti sugli occhi azzurri, rossi e gonfi di sonno. “Buongiorno…” Biascicò con la bocca impastata, trattenendo a stento uno sbadiglio.

Davanti ai fornelli, con un’aria palesemente divertita, Hermione si godeva lo spettacolo mattutino, offerto come sempre puntualmente dal marito. Con addosso solo un paio di boxer blu notte e una maglietta a maniche corte dello stesso colore, solitamente scalzo, l’ombra dell’uomo che aveva sposato, si dirigeva con passo cadenzato e pesante verso la macchinetta del caffè. Come da copione.

“Buongiorno.” Rispose, imponendosi di mantenere un certo contegno e non scadere in una risatina che, quasi certamente, l’uomo non avrebbe gradito.

Ron, in risposta, grugnì qualcosa di poco chiaro, prima di spalmarsi una mano sul viso nel tentativo di far riprendere vita ai muscoli facciali, completamente addormentati.

“Come mai così sconvolto… tesoro?! Potevi restare a dormire un altro po’… oggi hai il turno pomeridiano, no?!” Domandò premurosa, allungandogli il bricco del latte sotto al naso e sistemandogli una tazza di porcellana bianca, con piattino e qualche fetta biscottata, da farcire con marmellata di arance, la sua preferita.

Il rosso aprì a fatica un occhio, sbuffando. “Vallo a dire a Justin. Mi ha svegliato tutto preoccupato, nemmeno mezz’ora fa.”

La donna gli sorrise dolce, avvicinandosi alle spalle del marito e prendendo a massaggiargliele, con calma. “Cosa affligge il nostro cucciolo?!”

Uhh ah, eh?” Chiese, colto da un attimo di defaillance, dovuto all’effetto terapeutico delle mani di Hermione, sulle sue spalle tese. “No, nulla… ha paura di non finire a Grifondoro. E dire che manca ancora un mese all’inizio della scuola… pare che i ragazzi si siano divertiti parecchio, nel fargli credere che entrerà a Tassorosso. Ah… buon Dio, Hermione… sei una maga…”

Ma va’?!” Commentò ironica lei, scostandosi con un gesto fluido alcuni boccoli dal viso e tornando ad occuparsi della schiena di Ron, che emise un verso sarcastico. “Intendevo dei massaggi…”

Ahhh…” Fece Hermione, ridacchiando appena. “In fondo, comunque, lo capisco. E’ cresciuto in una famiglia di Grifondoro, con amici per lo più della medesima casa. E’ normale che non voglia deluderci… deluderti. Farebbe qualsiasi cosa per renderti fiero di lui e crede che andando a Tassorosso… o peggio a Serpeverde, ti darebbe una delusione.

Ron riaprì di scatto gli occhi color cielo, voltandosi per incrociare quelli color cioccolato della moglie. “Ma che sciocchezze! Non tutti i Serpeverde e i Tassorosso sono… sì insomma…”

“…deludenti?!” Incalzò lei, aggrottando la fronte e staccando le mani dalle spalle.

“Sì ecco!... E poi dai… è un Weasley per la miseria! Nel peggiore dei casi finirebbe a Corvonero, con la madre secchiona che si ritrova!”

Hermione allargò gli occhi, fintamente offesa. “Ancora con questa storia del secchiona?!”

“Te lo ripeterò in eterno.” Rispose col suo solito sorriso innocente e spavaldo. La donna si piegò verso la sedia, rubandogli un bacio tentatore. Bacio che non attese poi molto risposta. Ron le posò le mani sui fianchi, attirandola sulle ginocchia con una giravolta veloce, approfondendo il contatto con quelle labbra morbide.

Uno sbadiglio, una gola che si schiarisce e l’incanto… svanì, così come si era creato. “Mamma… papà… vi prego, non di primo mattino! Rischio una carie…”

I due si staccarono, sospirando sconfortati. “Buongiorno anche a te… Elizabeth.”

===

Il letto in stile moderno, preparato con soffici lenzuola di cotone bianco, in netto contrasto con il rosso del rivestimento della rete in doghe di legno, ospitava ancora i corpi addormentati dei due coniugi. Una testa fulva emergeva dalla coperta leggera, comodamente appoggiata al torace dell’uomo, disteso in maniera scomposta, con la chioma corvina e ribelle abbandonata sul morbido cuscino. Le braccia pallide ed esili di Virginia, adagiate sull’addome di Harry, si alzavano e si abbassavano, seguendo il ritmo di respiro dell’uomo, mentre un suo braccio, ben più massiccio e muscoloso, le allacciava la vita in una morsa possessiva ma dolce.

Con uno sbadiglio, la rossa, si mosse appena, stiracchiando gli arti intorpiditi e mugugnando qualcosa. Una gamba lunga e snella, si strinse per qualche istante a quelle del marito, prima di sciogliersi. Si voltò, dandogli le spalle e cercando di ripiombare nel sonno profondo, che l’aveva cullata fino a qualche istante prima. Allungò una mano verso il basso, sistemandosi la sottoveste di raso color salmone e rannicchiandosi in posizione fetale.

Sentì qualcosa di umido sfiorarle la base del collo ed istintivamente aprì gli occhi di scatto, sorridendo immediatamente dopo, avendo riconosciuto le labbra di Harry. “ ‘Giorno…”

Mhm…” Mugugnò il moro, in risposta, lasciando scivolare una mano ruvida dalla gamba, fino al fianco della moglie. “…giorno a te…”

Virginia sospirò, chiudendo gli occhi e rilassandosi, al tocco dell’uomo. “Cos’è? Voglia di coccole?!” Domandò, avvertendo le dita di Harry, accarezzarle il bordo degli slip di raso bianco e salire verso il ventre piatto e liscio.

“Io… non le chiamerei propriamente coccole… quelle semmai dopo. Scherzò provocatorio, schiudendo finalmente le palpebre e costringendola a voltarsi per incrociare i suoi occhi, color smeraldo, ancora lievemente assonnati.

Lo sguardo azzurro di Ginny si allargò, stupefatto. “Che maniaco…!”

Se non ti va…” Le mormorò, contro la pelle del collo… su cui depositava una scia di baci. “…fermami…” Le mani della rossa, raggiunsero leste le guance del marito, coperte da una barba sottile e appena accennata. Gli rubò un bacio breve, ma intenso, scendendo poi a cingergli il collo con le braccia, sussultando quando avvertì le labbra di Harry, scivolare sul seno latteo, scoperto con un gesto impaziente. “…e chi ha mai parlato di fermarti?!”

Non riuscì a trattenere un gemito, quando le mani dell’uomo arrivarono a sfiorarla ruvidamente, sempre più in basso. Si strinse alle sue spalle, gettando la testa indietro e respirando sempre più velocemente. Accennò un sobbalzo, quando lo sentì violarla con le dita, piano, poi sempre più esigente.

Toc toc

Trattenne il respiro, reprimendo l’impulso di mugugnare insoddisfatta. Harry si tirò a sedere, cercando di darsi un contegno e coprendo entrambi con le lenzuola, prima di posare un bacio veloce sulla tempia della moglie. “…continuiamo il discorso stasera… tranquilla…”

Ginny accennò un sorriso, lasciandosi sfuggire un sospiro frustrato. “Avanti…”

La piccola, non più tanto piccola, di casa Potter, avvolta in un grazioso pigiamino estivo rosa tenue, sbucò da dietro la porta. I lunghi capelli color sangue, lasciati sciolti, apparivano in tutta la loro confusione. Camminò velocemente, raggiungendo il letto dei genitori e vi balzò sopra, rivolgendo loro un sorriso gioviale. “Giorno mamma… giorno pa’…”

Che succede…miele?!” Domandò divertito Harry, riconoscendo benissimo la smorfia furba sulle labbra della figlia.

La piccola storse la bocca, accoccolandosi vicino alla madre, che le riservò una carezza sulla testa. “Nah… nulla…”

I due coniugi si scambiarono un’occhiata eloquente. “Allora dobbiamo interpretarlo come un attacco di ‘mammite acuta’?” La bambina, sgranò gli occhi, con una smorfia disgustata sul volto. “Scherzate?! Ho 12 anni sono grande per queste cose! Sono venuta qui perché-

“…perché!?” La incitò Harry, accarezzandole una guancia paffuta, con il dorso della mano.

Ashley si imbronciò un poco. “Volevo chiedervi se… potevo andare da zia Luna e zio Draco, dopo pranzo… sapete… volevamo provare col gruppo, dal momento che tra un mese inizia la scuola e lì… beh non è consentito.”

L’uomo le rivolse un sorriso rassicurante. “Ma certo, non c’è problema… piuttosto… tuo fratello a che punto è, coi compiti?!”

“Ho finito stanotte!” Bofonchiò una voce assonnata, da dietro la porta, prima che il primogenito dei due, nonché copia in miniatura (…ma neanche poi tanto, miniatura) di Harry, facesse il suo ingresso in camera. “…non ho chiuso occhio, per poter terminare…”

Virginia spalancò la bocca, incredula. “Cosa non fa la musica…”

Tsk… cosa non fanno le femmine, a mio fratello…” La riprese Ashley, nascondendo una risatina dietro la mano e sfoderando un’arietta sprezzante. Harry la guardò interrogativo.

“Zitta mocciosa…” Minacciò Christopher, raggiungendo il letto in poche falcate e cercando di recuperare la sorellina pestifera, prontamente rifugiatasi tra le braccia del padre.

Gli fece una linguaccia, prima di alzare la testa e incrociare lo sguardo verde del padre. “Andiamo pa’ possibile che non te ne sei accorto?!”

“Accorto di cosa?!” Domandò Ginny, inarcando un sopracciglio, con fare confuso.

“…che Chris è cotto di Andrea…”

Il moro digrignò i denti, pericolosamente furibondo. “…tu! Piccola spiona…”

Harry scoppiò a ridere, divertito. “Se è solo per questo tranquilla… se ne sono accorti tutti!” Chris smise di respirare, per qualche secondo, sotto lo sguardo allegro del resto della famiglia.

===

Luna entrò nella grande sala da pranzo, dondolando un poco, ancora immersa a metà nel sonno. Guardò di sfuggita il figlio maggiore, con ancora addosso il pigiama pantaloncini e maglietta verde acqua, seduto al tavolo della colazione, intento ad imburrare una fetta di pane tostato. “Buongiorno mamma.”

“…buongiorno tesoro.” Rispose dolce, chinandosi per baciargli una tempia. Chiuse meglio la vestaglia di seta nera, sul davanti, prima di accomodarsi ad uno dei lati del tavolo.

Maximilian alzò la testa, osservando la faccia pallida della madre, segnata da un paio di occhiaie rossastre per niente confortanti. “Dov’è papà?!”

Luna distolse velocemente lo sguardo da quello del figlio, allungandosi per recuperare il bricco contenente il caffè. “Oh credo che stia facendo la doccia, stamane ha un’importante riunione di affari, con alcuni membri del Ministero.” Versò il liquido nero e fumante nella tazzina di porcellana, dipinta a mano, e afferrò distrattamente un croissant vuoto.

“Avete litigato?!”

La donna si passò una mano nella capigliatura, tenuta ferma da una pinza per capelli in acciaio. “No… cosa vai a pensare?! Sta’ tranquillo e finisci la tua colazione…”

Max non la bevve. Appoggiò coltello e fetta di pane sul piatto e avvicinò una mano a quella della madre, stringendogliela forte. “Mamma… lo sai che non sopporto quando menti. E’… sempre per la stessa storia?!”

Luna scosse la testa, mal celando un sospiro rassegnato. Si sporse per pizzicare la guancia del biondino, sorridendo in maniera rassicurante. “E’ tutto apposto. Credimi.”

“…se lo dici tu.”

Le voci di Draco e Andrea, riecheggiarono nel piccolo atrio antistante la sala da pranzo. Stavano discutendo tranquilli, almeno apparentemente. L’atmosfera si raffreddò, quando l’uomo ebbe messo piede nella stanza. Entrambi i figli, studiarono con interesse la reazione degli adulti. Più per quieto vivere, che per altro, Draco si abbassò al livello della moglie, sfiorandole la testa con un bacio frettoloso, prima di prendere posto a capotavola, proprio di fronte a lei. Andrea si scambiò un’occhiata col fratello, spostando la coda di cavallo dietro le spalle e sedendosi accanto a lui.

“Buongiorno ma’…”

Luna sorseggiò il caffè, ricambiando il sorriso della ragazzina. “Buongiorno a te, piccola mia.”

Maximilian scrollò le spalle, passando -come di consueto- la Gazzetta del Profeta a suo padre. Draco lo ringraziò con un cenno, appena visibile, del capo e lo squadrò per qualche istante, coi penetranti occhi grigi. “Max… quante volte te l’ho ripetuto, che non è decoroso scendere a colazione con il pigiama?! E se ci fossero ospiti in sala?!”

“Ti chiedo scusa papà… stavolta mi è proprio passato di mente.

L’uomo gli rivolse un accenno di sorriso. “Per stavolta passi… sbrigati a cambiarti, oggi accompagni tua sorella a Diagon Alley. Il biondino annuì.

Il suo sguardo si posò sulle prime pagine del quotidiano magico. Luna si accorse a malapena dell’espressione rigida che aveva assunto il marito. Lo vide posare il giornale con un colpo secco, sul tavolo e imprecare sotto voce, affinché i ragazzi non lo udissero.

Che succede?!”

Le lanciò poco educatamente il Profeta, sotto al naso, andando ad urtare la tazza di caffè e si passò una mano nella chioma bionda, sollevando la frangetta. “Leggi…”

Gli occhi verdi di Luna saettarono spaventati, non appena scorsero le prime righe dell’articolo, con tanto di foto animata.

IL MINISTERO CONCEDE UNA GRAZIA

Lucius Malfoy liberato dalla Prigione di Azkaban – tutti i dettagli a pag. 17

 

Continua…

 

Note dell’autrice:

Ed eccomi qui con la seconda parte, del nuovo capitolo della saga NpS. Come richiesto da Oryenh, del resto ^_^ Sono dolente, se in queste prime parti, l’azione si va un po’ a far benedire, ma mi serve per farvi capire come si sono… evoluti i fatti… che rapporti ci sono nelle famiglie, le famiglie stesse e le nuove introduzioni! E mica tutte XD

Per chi si domandava… il lavoro di Luna… e per chi ancora non sa, che lavoro fa… dovrete attendere il prossimo capitolo. Possono partire le ipotesi, comunque, a patto che non siano le persone a cui ho rivelato il lavoro vero, a farle, altrimenti non avrebbe senso ^.-

 

Partiamo con i ringraziamenti ai fedelissimi di sempre.

ScarletBlood: ohhh Max beh beh, mi pare ovvio! Degno figlio di suo padre ^.- anche io adoro il piccolo Malfoy. Chissà perché ¬_¬ (sei schifosamente di parte! ndRyta zitta tu… ne sai troppe ndLuna) Comunque, spero che la seconda parte non ti abbia delusa, Scarlettina ^^

Ninfea_82: per questa storia ci sarà. Del resto, come ho già spiegato, questa è davvero l’ultimo capitolo della saga, quindi Falling Again deve avere un epilogo ^^ riponi la bacchettina… almeno per il momento *cough*

Yuyu: beh, che mi dici di Alexander? Cosa ne pensi?! Non è assolutamente adorabile? *-* Grazie per i complimenti, spero che i pargoli siano di tuo gradimento, anche se ancora… devo svelare gran parte dei loro caratterini e di cosa succederà loro ^^

Angele87: più presto di così… non ho potuto fare. =) Spero che il secondo chap ti sia piaciuto e ti ringrazio infinitamente perché continui a seguire le mie storie *_* ti adoro!

Selphie: non hai sbagliato ad abbinare figli/genitori. Sì, Max è il bimbo che aspettava Luna nel The War… ma questo ve lo racconterò in una delle oneshot, promesso ^.- Per quanto riguarda le età, vediamo di chiarire le idee… Max ha 15 anni, Chris pure o quasi, gli manca un mesetto e li compirà, Andrea ne ha 13, Elizabeth 14, Ashley 12 così come Lily e James, si differenziano di pochi mesi l’uno con l’altro, mentre Justin ha appena 10 anni e solo l’anno successivo riceverà la lettera per Hogwarts, ma già si imparanoia XD Spero che ora sia tutto chiaro *-*

Marcycas – The Lady of Darkness: visto che tu sei stata così brava ad aggiornare, finalmente, aggiorno anche io! Te lo sei meritato. Che mi dici? Soddisfatta del nuovo capitolo?! Perlomeno, in questo, ho evitato scene miracolose XD

Vale: dunque, per le età, leggi sopra, per quanto riguarda le parentele… ora ti spiego bene. Max e Andrea sono figli di Luna e Draco, Christopher e Ashley di Ginny ed Harry, Elizabeth e Justin di Hermione e Ron, James di Ryta e Sirius e la piccola Lily di Lynn e Remus ^^ Tutto chiaro?!

Oryenh: Max ed Elizabeth si ribellano! Dicono che non vogliono minimamente stare l’uno con l’altra. Max l’accusa di essere una secchiona senza ritegno, petulante e scocciatrice. Elizabeth ribatte accusandolo di essere borioso e freddo. Quindi… ehm… mi sa che per il momento non si schiodano dalle decisioni ^^’ Visto che ti ho aggiornato l’NpS? ^^

Un ringraziamento speciale a Ryta Holmes e Lynn Wolf, le mie migliori amiche, nonché beta reader, di questa saga senza fine ^^


Fatemi sapere che ne pensate! ^^

 

Alla prossima, un bacio.

 

Luna Malfoy.

 

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RECENSITE ç.ç

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Nuova pagina 1

Falling Again

- Nata per Soffrire 2.0 -

 

Capitolo 3

 

Chiuse l’acqua della doccia e appoggiò la fronte al vetro opaco. Avrebbe voluto non uscire mai da quella cabina, sarebbe stato tutto molto più semplice. Con un sospiro rassegnato, tirò giù da un gancio il suo asciugamano e se lo legò al petto, appoggiando i piedi sul tappetino del bagno e raggiungendo lo specchio lavorato. Prese un forte respiro e fermò i capelli con un mollettone di acciaio, passando entrambe le mani sul volto stanco. Le occhiaie erano diminuite, fortunatamente.

Abbassò lo sguardo sul marmo nero del lavandino, ma un’imprecazione proveniente dalla camera da letto la distrasse.

Draco era in piedi, di fronte al grande specchio posto accanto all’armadio in noce. Litigava come al solito con la cravatta. Non che fosse incapace di fare il nodo, tutt’altro, ma quando il nervoso ci metteva lo zampino, era impossibile che riuscisse a farne uno decente.

“Lascia, faccio io.”

Gli si avvicinò piano, facendolo voltare e armeggiando con la cravatta. Draco emise un mugugno infastidito.

“…parti di nuovo?!” Domandò, sapendo di conoscere perfettamente la risposta.

“Francia. Il Ministro ha un’importante riunione d’affari e vuole il mio parere su alcuni dettagli, riguardo a certe proposte. Soddisfatta?!” Rispose glaciale, puntandole addosso gli occhi grigi e freddi. “…ma tanto anche tu sei in partenza giusto?!”

Luna sussultò appena, continuando a dedicarsi al nodo e mordicchiandosi il labbro inferiore, agitata. “Draco… sai perfettamente che questo non cambia niente.”

L’uomo si liberò della presa con uno strattone brusco. “Continuo da solo.” Le voltò di nuovo le spalle.

“Per l’amor del cielo, Draco! Sono stufa di questo comportamento infantile… è il secondo anno di fila che litighiamo per questo motivo. Solo durante l’estate sembri cambiare atteggiamento!” Sbottò Luna, seccata, incrociando le braccia al petto.

Il biondo si girò con noncuranza, incrociando i suoi occhi verdi. “…e io sono stufo di ripetere sempre le stesse cose. Non mi piace il tuo lavoro, sarò libero di esprimere la mia opinione?!”

“…preferivi forse quando ero tenente nel corpo degli Auror?! A rischiare la vita, mentre tu e i ragazzi eravate a casa? Se ho cambiato lavoro è per stare di più-”

“…coi ragazzi, sì lo so, me lo ripeti ogni santo giorno.” La interruppe il marito, con stizza. Lo sguardo di sufficienza sempre in bella mostra. “Ma continuo a ribadire che non mi piace. Dieci mesi su dodici sei lontana da casa e per di più, con questa storia dei nuovi attacchi… i fine settimana liberi per Hogsmeade sono stati decimati. Come…”

Una mano di Luna si appoggiò sulla sua guancia liscia, appena rasata. “Ascolta… credi davvero che per me sia facile non vederti per così tanto tempo?! E so… che il vero motivo per cui non vuoi che vada ad Hogwarts non è solo la lontananza. Però… non riuscirei più a fare l’Auror. Non sopporterei di lasciarvi a casa da soli, a sapermi in missione in chissà quale punto sperduto dell’Inghilterra. Mi ricordo sai… gli occhi di Max e Andrea, ogni volta che mi vedevano indossare la divisa… neanche tu riuscivi a restare sereno.”

Draco serrò la mascella, stringendo un lembo della giacca nera che indossava. “Non mi piace quel Growe. Non mi è mai piaciuto.”

Sulle labbra della donna si distese un sorriso rassicurante. “E’ solo l’assistente di Piton. Non mangia mica, sai?!”

“Oh andiamo! Non fare l’ingenua, ti prego!” Fece, scostando la mano dal suo viso con una smorfia orripilata. “Ce lo trovavamo ovunque l’anno scorso. Persino quando uscivamo io, te e i ragazzi per le vie di Hogsmeade, lo abbiamo beccato guarda caso nel nostro stesso ristorante.”

“Coincidenze?!”

“Ossessione nei tuoi confronti?!” La gelò con un’occhiataccia e un gesto della mano piuttosto eloquente.

Luna ridacchiò divertita, alzandosi sulle mezze punte e passandogli una mano dietro la nuca. “Sei uno sciocco.”

“…e tu una povera ingenua.” Rimbeccò acido, socchiudendo gli occhi e ricambiando il bacio che gli diede lei. La donna si rilassò immediatamente al suo tocco, incrociandogli le braccia dietro al collo e lasciandosi sorreggere.

“Mamma, papà-” La voce di Andrea, immediatamente seguita dal rumore di una porta delicatamente spalancata, li costrinse a interrompersi. “…che schifo! Non vi si può lasciare soli cinque minuti…”

Luna appoggiò la fronte a quella del marito, sospirando. “Che succede? Cosa ha combinato Max? Cosa non trovi…?”

La figlia finse stupore. “Max? Non trovo cosa? Cosa che? No no, ho urgente bisogno di papà, tutto qua.”

Le labbra di Draco si incurvarono in uno dei suoi odiosi ghigni soddisfatti. “E quando mai…” si lasciò sfuggire a voce sufficientemente bassa, staccando le braccia dalla vita della moglie. “Ci vediamo di sotto tesoro.”

A malincuore la donna accettò di mollare la presa, rivolgendogli una smorfia seccata. Prima che i due uscissero dalla porta, però, li richiamò indietro. “…ricordati di dar loro i soldi per i fine settimana ad Hogsmeade, Draco.”

Ignorò volutamente il borbottio in risposta.

===

“E così tuo nonno è stato liberato.”

Max annuì, biascicando qualcosa di incomprensibile con ancora metà spazzolino infilato in bocca. Accostò le labbra al rubinetto sciacquandosi dal dentifricio. Chris stirò le labbra in un vezzo schifato, sotto lo sguardo divertito del biondo che lo osservava di sottecchi.

“…sarei curioso di vedere come li lavi tu i denti, dal momento che fai tanto lo schizzinoso.” Ribatté sarcastico, dopo aver sputato l’acqua e riposto lo spazzolino nel bicchiere. “Comunque sì, nonno Lucius è libero. Papà dice che non ci metterà molto a farsi vivo, ma è anche vero che oggi incomincia la scuola, quindi sarà difficile che ci trovi.”

L’altro ragazzo annuì in risposta, incrociando le braccia al petto e appoggiandosi con la schiena al mobiletto del bagno. “Vero. Vostra madre viene con voi e ho sentito dire da papà che tuo padre sta partendo col Ministro.”

Max scrollò le spalle. “Ah-a… al solito, insomma.” Recuperò la camicia della divisa scolastica dalla maniglia della porta e la indossò distrattamente, tirandone il collo inamidato e gettando occhiate tutto intorno, alla ricerca della cravatta con i colori della sua Casa.

“Hanno…” Christopher si azzittì un istante, infilando le mani nella tasche dei jeans e dondolandosi un po’ sui piedi, indeciso. “…litigato di nuovo, per quel motivo?”

Un sospiro sfuggì alle labbra del biondino. Con un gesto del capo gli fece intendere di seguirlo nella camera. Prese posto sul letto, infilando velocemente i calzini e le scarpe da ginnastica. “Mamma dice di no, ma ormai è abbastanza evidente. Me ne accorgo.”

“…non si può far nulla?!”

“Pensavo di andare da mio padre e assicurargli che terrò io d’occhio mamma, in modo che quel… viscido di Growe non le si avvicini, ma…”

Chris sbatté gli occhi. “Ma?”

“Ma conoscendolo mi direbbe che non sono fatti che mi riguardano, questi.” Ammise con tono sconsolato, fermandosi un istante a fissare il pavimento e riprendendo quasi subito ad allacciarsi le scarpe.

Il moro rimase in silenzio per un po’, riflettendo. “Beh, ufficialmente o meno… controlliamo ugualmente la situazione. Non si sa mai.”

Un sorriso furbo, molto simile a quelli del padre, increspò le labbra del giovane Malfoy. “Questo è poco ma sicuro.”

Chris si illuminò di botto. “E… ehm… tua sorella?”

Maximilian si limitò a roteare gli occhi, con fare scocciato, riprendendo a sistemare le cose in vista della partenza per la scuola.

===

“Mi raccomando… occupati di tuo fratello e stai attenta e-”

Elizabeth emise un verso incomprensibile, ma decisamente poco gentile, nei confronti di sua madre. Da almeno tre quarti d’ora e cioè durante tutto il tragitto da casa alla stazione di King’s Cross, non aveva fatto altro che ripeterle le stesse cose.

“Mamma ho capito.” Concluse lì il discorso, scambiandosi un’occhiata d’intesa con suo padre, poco più avanti e mano nella mano con il piccoletto di casa Weasley. “Non lascerò che Justin giracchi solo, mi assicurerò che studi e che rispetti le regole. Diventerà un piccolo Granger, tranquilla.”

Hermione allargò gli occhi, basita e probabilmente risentita, ma abbandonò quasi subito quell’espressione, per lasciar spazio a quella ben più furiosa che scoccò al marito, in preda ad una risatina non proprio ben nascosta. “Hai poco da fare lo spiritoso tu.”

L’uomo, in risposta, si schiarì la voce alzando le braccia con fare innocente. “Io non ho detto nulla.”

“Papà…” La vocina di Justin richiamò la sua attenzione. Abbassò gli occhi, in una muta richiesta. “Se finisco a Gryffindor… me la compri la scopa nuova per Natale?”

Elizabeth fissò il fratello con aria perplessa, arrischiandosi a lasciarsi sfuggire un risolino, mascherato alla meno peggio con un colpetto di tosse. Hermione alzò gli occhi al cielo, le mani ben ancorate ai fianchi e il piede che batteva ritmicamente sulla banchina.  “Piccolo Granger dicevi? Secondo me diventerà un perfetto Weasley.” La replica sorniona della donna, costò un borbottio del marito.

“Zia Hermione!” La vocina di Ashley la distrasse dall’ennesimo rimbrotto. Si voltò con un sorriso improvvisamente dolce.

“Tesoro! Christopher! Ce l’avete fatta! Dove sono mamma e papà?!” Domandò abbassandosi all’altezza della ragazzina e scompigliandole i capelli. A Chris toccò invece il classico pizzicotto sulle guance. “Sciono ancoha fuohi”

Elizabeth scoppiò a ridere alla pronuncia sghemba del cugino. “Mamma se non lo lasci gli verrà una guancia enorme…”

“Quante storie per un innocente pizzicotto…”

Ron distolse gli occhi dalla scena, reprimendo l’impulso di imitare la figlia e ridere. “Ancora fuori? Che combinano?!”

Ashley scrollò le spalle, in risposta. “Al solito… bisticciano e fanno pace. Papà è stato spedito in missione per due giorni e mamma non l’ha presa bene.” Hermione allargò gli occhi stupita, cercando immediatamente lo sguardo del marito e beccandolo mentre tentava la fuga un po’ troppo silenziosamente.

“Dove pensi di andare tu?!”

Ron ebbe un attimo di panico, ben mascherato con una improvvisa e sospetta preoccupazione nei confronti di Justin. Gli si accovacciò di fronte, posandogli le mani sulle spalle. “Mi raccomando, fai il bravo e-”

“Roo-oon”

“Elizabeth!” Esclamò ancora l’uomo, cercando di svignarsela e fiondandosi dalla figlia maggiore. “Ti ho dato abbastanza soldi? Hai bisogno di altro?” La ragazza scosse il capo, con fare rassegnato, indicandogli la figura della madre, esattamente alle sue spalle, piuttosto nervosa. “Papà…”

“Vieni qui tu… e voi, buona scuola!” Fu la risposta secca e conclusiva di Hermione, prima di afferrare il marito per orecchio e trascinarlo via lungo il binario.

I quattro rimasti non fiatarono fino a quando i grandi non furono scomparsi dietro la colonna. Poi scoppiarono irrimediabilmente a ridere.

“Che avete da far tanto chiasso?!”

Alle loro spalle, pochi istanti dopo, comparve Maximilian. Elizabeth non mancò di notare, con disappunto, lo stato a dir poco penoso in cui versava la divisa del ragazzo. I primi bottoni erano slacciati, la cravatta aveva un nodo così largo da ricadere molle ad altezza del petto e i capelli erano più incasinati del solito. “Sembri zio Harry con quei capelli.”

“Zio Harry è forte!” La liquidò in un battibaleno, con un gesto della mano.

Andrea gli si accostò con un sorriso sornione. “Se ti sentisse papà…”

“Ma non mi sente e comunque… perché diamine le stesse prediche non le fai anche a Christopher?! Sta messo peggio di me…” Puntualizzò, indicando il ragazzo che ringhiò in risposta, allacciando immediatamente la cravatta nel miglior modo possibile. “Fatti gli affari tuoi, Max!” Borbottò, lanciando un’occhiata in tralice a Andrea (intenta a mascherare una risata dietro il palmo della mano) e arrossendo vistosamente.

Ashley scosse il capo, con una smorfia a dir poco schifata. “Contieniti fratello, stai andando a fuoco.”

“M-ma cosa dici…?” La risposta del ragazzo giunse tremolante e impacciata, riuscendo persino ad aumentare il rossore sulle guance. Un colpo di tosse richiamò l’attenzione del gruppetto, facendoli voltare. A Christopher si ghiacciò il sangue nelle vene.

Draco Malfoy lo fissava con cipiglio severo e le labbra strette. Dì per sé lo zio non aveva un aria del tutto amichevole e per quanto fosse quello che, tra gli adulti, li sgridava meno, loro erano convinti che si trattasse di semplice neutralità per le loro marachelle, più che vera e propria indulgenza. E ciò contribuiva a mantenere nei suoi confronti un certo rispetto e rigore, che avrebbe permesso loro di non avere mai paura di lui.  Ovviamente era ben nota a tutti la malcelata possessività dell’uomo nei confronti dell’unica figlia femmina, ma era pur vero che al cuore non si comanda…

Inutile il tentativo di Luna di dissipare l’aria tesa, con un colpetto al braccio del marito. “Draco…”

“Che c’è?!” Fu la risposta piccata dell’uomo, ancora con gli occhi fissi in quelli del giovane Potter. La donna alzò le braccia in segno di resa, aggiustandosi la borsa di cuoio sulla spalla e facendo un occhiolino al figlio maggiore. “Al solito…” Mimò silenziosamente con le labbra.

Max curvò un angolo della bocca all’insù.

“Direi che è ora di andare…” Li incitò Elizabeth, aspettando che fossero tutti sul vagone e salendo a sua volta, con un cenno di saluto in direzione dello zio Draco. Non appena anche lei fu sparita dalla visuale, Luna si voltò verso il marito. “Mi mancherai…”

“Mhm”

Gli scoccò un bacio sulle labbra, accarezzandogli la guancia perfettamente rasata. “Ehi non sforzarti di dimostrare troppo il dispiacere eh!” Lo prese scherzosamente in giro, facendogli la linguaccia. Draco si limitò a ghignare, avvicinandola a sé e baciandola. “Ci vediamo…” Sussurrò sulla sua bocca, prima di voltarsi e sparire nella folla che si era formata sulla banchina.

===

Il banchetto era stato uno dei migliori nell’ultimo anno. O forse era semplicemente la fame a far pensare loro questo. Avevano aspettato che gran parte della folla si dissipasse e che, soprattutto i primini, venissero ricondotti dai Prefetti nelle rispettive Case, poi si erano riuniti ai piedi della grande scalinata che conduceva ai piani superiori. Essendo il primo giorno i controlli erano meno rigidi e l’idea di separarsi di colpo, dopo tutta un’estate trascorsa insieme, non era proprio di loro gradimento. Un po’ di pace, lontani dagli altri compagni, dalle preoccupazioni per i compiti e per alcuni, dal solito tran tran, se l’erano meritata (non si sa bene come, ma se l’erano meritata. L’importante era esserne convinti, no?)

“Aaaah son pieno come un uovo.”

Andrea aveva rivolto uno sguardo strano e una smorfia piuttosto schifata all’indelicato. Max aveva roteato gli occhi, dandogli uno scapaccione dietro la nuca. “Christopher fai schifo!” Gli altri lo avevano semplicemente guardato, scrollando le spalle o la testa con fare assolutamente rassegnato.

“Vostra madre?!” Domandò Lily, rubando il pasticcino alla crema dalle mani di James (“Ehi!! Posa l’osso!” Aveva provato a ribattere… e provato era il termine esatto.) “Appena finita la cena è sparita!”

Maximilian fece spallucce, infilando le mani in tasca e cambiando la posizione delle gambe, comodamente appoggiato alla ringhiera delle scale. “Sarà andata a scrivere a zia Hermione e zio Ron, per avvisarli dello Smistamento di Justin.”

Elizabeth sfoggiò un sorrisino soddisfatto. “Sapevo che ce l’avrebbe fatta. Nessun Weasley finirà mai in una Casa che non sia Gryffindor!”

Andrea arricciò le labbra. “Mzè…”

“Non ricominciamo, per favore.” Chiuse la questione Maximilian, fulminando con uno sguardo severo la sorella. “Piuttosto, io avrei sonno. Me ne vado a letto.”

Ashley ridacchiò divertita, aggiustandosi la gonnellina della divisa e alzandosi a sua volta. “Sei peggio di un vecchio, Max.”

“Ver-”

“Buonasera ragazzi…” Una voce piuttosto bassa e tagliente li raggiunse, zittendoli. Il giovane Malfoy si voltò di scatto verso il nuovo arrivato. Gli rivolse uno sguardo di sfida, assottigliando gli occhi pericolosamente e serrando la mandibola, così tanto che il muscolo della guancia fremette. Christopher gli scoccò un’occhiata piuttosto ansiosa, appoggiandogli una mano sulla spalla come palliativo.

Il professor Growe era l’assistente del professor Piton, colui il quale una volta conseguita la specializzazione in Pozioni, avrebbe preso il posto del vecchio docente. Era uno degli insegnanti più ammirati dalle ragazze della scuola. Di bella presenza, con quei capelli lunghi e di un rosso cupo (che a loro ricordava tantissimo lo zio Bill), gli occhi di un blu quasi nero, e il viso perfettamente privo delle classiche efelidi, tipiche di chi ha una carnagione chiara e i capelli di quel colore. Ciò che colpiva di più però era sicuramente il modo di fare. Fiero ed elegante quel tanto da poter sperare (e solo sperare) di eguagliare il portamento dei Malfoy, ma troppo poco sicuro di sé, per esserne effettivamente all’altezza. ‘Altezzoso’ e ‘Snob’ erano i termini preferiti dai maschi della scuola per descriverlo.

“Buonasera professor Growe.” Fu Elizabeth a rispondere, con un tono distaccato eppure cortese, mantenendo quell’alone di seria educazione che aveva ereditato dalla madre.

L’uomo non fece una piega, limitandosi a ricambiare lo sguardo di Maximilian per un breve lasso di tempo e spostandolo poi sulla sorella dello stesso. Ignorò volutamente il resto del gruppo, rispondendo con un semplice cenno del capo. “Non dovreste essere nei vostri dormitori?... mi costringerete a togliervi dei punti.”

“I punti te li darei io… in faccia però…” Sibilò Max a bassissima voce, scatenando l’ilarità di James e Lily.

“Come dice, signor Malfoy?!”

Il ragazzo scrollò le spalle. “Io? Assolutamente nulla, professore…” Rispose con la sua solita faccia da schiaffi, voltandogli le spalle e scendendo per le scale che conducevano ai sotterranei. Al terzo gradino, però, si fermò girandosi nuovamente a fronteggiarlo, con una finta cortesia stampata sul volto. “Ah e… professore? Il signor Malfoy è mio padre, non io. Buonanotte.”

Pallone gonfiato, prima o poi papà ti aprirà il culo.

Il resto del gruppo dovette far appello a tutto l’autocontrollo di cui erano dotati, per non sbottare a ridere in faccia al docente, fermo a mo’ di statua di sale nell’atrio della scuola.

===

L’aria della Sala Grande, di primo mattino, era un qualcosa di caotico. Studenti di Slytherin, mischiati a Ravenclaw, primini Hufflepuff intenti a chiacchierare al tavolo Gryffindor, con compagni che avevano conosciuto sul treno e che per pura ironia della sorte non erano capitati con loro.

Justin era seduto di fronte alla sorella, che aveva ormai rinunciato da un pezzo a leggere il libro di Incantesimi che stringeva tra le mani, in vista della prima lezione, e si era lasciata coinvolgere dal racconto del fratello su quanto fossero “tosti” i dormitori del primo anno e poco socievoli invece i compagni con cui era capitato.

“E’ normale, anche noi i primi mesi sembravamo degli orsi… poi ci siamo sciolti un po’.” Lo rassicurò Christopher, scrollando le spalle e spalmando marmellata di arance sul toast. Elizabeth annuì, come a voler rafforzare la teoria (che poi in realtà era pura e semplice verità) del cugino. Ashley poco distante, litigava con James riguardo a qualcosa che non avevano ben afferrato, né volevano afferrare a dirla tutta. Le liti tra quei due diventavano sempre più frequenti e perlopiù si trattava di cavolate, risolvibili in quattro e quattr’otto, che sfociavano in discussioni interminabili.

“Dici Chris? Eppur-”

“Ragazzi!”

La voce, dal tono piuttosto concitato, di Lily Lupin interruppe l’ennesimo intervento del piccolo di casa Weasley. Si era scapicollata dal tavolo della sua Casa, impugnando una copia della Gazzetta del Profeta, fermandosi di fronte ad Elizabeth, ancora ansante.

La ragazza aveva arcuato un sopracciglio, visibilmente incuriosita. “Che ti prende?!”

Persino la discussione tra Ashley e James si era calmata di botto ed entrambi la fissavano curiosi e forse un po’ preoccupati. Il ragazzino, per primo, scavalcò la panca sottraendo il bicchiere di succo di zucca alla rossa e passandolo all’amica. “Toh, bevi… e riprenditi…”

Lily declinò gentilmente l’offerta con un gesto della mano, cercando di riprendere a respirare correttamente da sola e allungando il giornale ai ragazzi, seduti dall’altra parte della tavolata. “Leggete.”

Ancora visibilmente perplessi, Elizabeth e Christopher furono i primi a far scorrere gli occhi sulla prima pagina della Gazzetta. I loro volti assunsero una preoccupante colorazione bianca. Quasi cinerea.

“Che… significa?!” Chiesero alzando contemporaneamente gli occhi su Lily. Questa scrollò le spalle, mordendosi le labbra quasi a sangue e mostrando uno sguardo sinceramente smarrito, esattamente come il loro.

I primogeniti di casa Potter e Weasley si scambiarono uno sguardo d’intesa, alzandosi in sincrono dal tavolo e dirigendosi a passo spedito verso quello occupato dagli Slytherin. Maximilian era già seduto e sorseggiava placidamente una tazza di caffè, ignorando il cicaleccio (a dir poco fastidioso, avrebbe aggiunto Elizabeth) di una ragazza del secondo anno. Quando si accorse della loro presenza, li scrutò con aria un po’ interdetta, corrugando la fronte e appoggiando la tazza sul piattino. “Beh?”

“Andrea?!” Domandò Christopher con evidente ansia nella voce, subito zittito da una gomitata della cugina in pieno stomaco.

Il biondo si strinse nelle spalle. “Dovrebbe arrivare a momenti, lo sapete che è sempre in ritardo…”

“Hai letto il giornale?!” Si informò Elizabeth, tagliando corto e stringendo convulsamente il quotidiano tra le mani, quasi a volerlo distruggere. Il ragazzo scosse il capo, sempre più confuso. “Si può sapere che vi piglia? Vi è morto il gatto?!”

Chris, più deciso della ragazza, le strappò la Gazzetta dalle mani passandola con un certo tremore all’amico. Inghiottì a fatica, incitandolo con un cenno del capo a leggere.

Maximilian abbassò il capo sul giornale, divenendo più bianco del normale.

SCANDALO PER IL MINISTERO INGLESE

Draco Malfoy, braccio destro del Ministro Inglese Amelia Bones, è vittima di un penoso scandalo che lo vede protagonista della cronaca rosa e del gossip. L’uomo, in viaggio di affari con lo stesso Ministro, ha disertato la conferenza Europea per “altri impegni”, sicuramente più piacevoli. – Tutti i dettagli a pagina 10.

(Esclusiva: le foto del noto uomo d’affari Draco Malfoy, in compagnia della rossa mozzafiato che ha accompagnato la sua prima notte nella capitale Francese – Tutti gli scatti pubblicati su Strega Oggi)

 

Il ragazzo fece appena in tempo ad alzare gli occhi sulla tavolata degli insegnanti, pregando che a sua madre non fosse ancora stata consegnata la copia della Gazzetta, che un tonfo sordo, seguito da un sinistro stridio della sedia sul pavimento e un forte rumore di una porta sbattuta, zittì l’intera Sala Grande.

 

Continua…

 

Note dell’autrice:

e finalmente dopo luuuunga e penosa malattia: l’aggiornamento. Ok non linciatemi, è che l’ispirazione era partita per altri lidi e sicuramente non me la sentivo di pubblicare una qualsiasi cavolata.

Mi sa che, comunque, il linciaggio lo rischio lo stesso, vero? ^^; Beh come potete vedere, in quelle famiglie la calma e la tranquillità non esistono affatto.

E ora domanda da un milione di dollari: chi è il professor Growe? E la donna misteriosa che ha fatto “compagnia” a Draco? Ma sarà poi vero o è tutta una farsa della stampa?

Passiamo ai ringraziamenti:

Oryenh mi sa che dopo tutta questa attesa, non sarà il PC a volare fuori dalla finestra, ma io =P e meno male che qualche spoileruccio te l’avevo fatto. (peccato che molte delle cose io poi le stia modificando, ma ormai ci sei abituata, nevvero? ^^;)

Marcycas – The Lady of Darkness essì, dopo la recensione inaspettata, ora il capitolo… qualcosa mi dice che farai i saltelli dalla gioia… XD Non ti ci abituare eh, mi raccomando. Qualche altarino si scopre, qualche casino inizia… eeeee

Lusiorself direi proprio di no. Oh beh c’è qualche accenno al passato, un po’ in verità… ma via via si spiega tutto, quindi non è strettamente necessario. Ok? ^^

Ryta Holmes e finalmente eccomi qui, almeno la pianti di minacciarmi di morte, contenta? E sìsì, vado ad aggiornare anche le altre storie, tranquilla! XD

Cass93 ti ringrazio enormemente e mi scuso per il ritardo con cui pubblico l’aggiornamento. ^^ Spero di essere più puntuale col quarto capitolo ^^;

Angele87 ah segui anche questa mia storia?! Che forza! Son davvero contenta… e sì, vedrai… nonnino Lucius avrà il suo bel ruolo importante (è un Malfoy mica per nulla =P)

 

Alla prossima!

 

 

 

 

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