1981 - Attraverso il Mondo Magico

di Marauder_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Diagon Alley - Il Paiolo Magico ***
Capitolo 2: *** Diagon Alley - Il Ghirigoro ***
Capitolo 3: *** Hogsmeade - Mondomago ***
Capitolo 4: *** Hogsmeade - I Tre Manici di Scopa ***



Capitolo 1
*** Diagon Alley - Il Paiolo Magico ***


Diagon Alley - Il Paiolo Magico

 

 

Il vecchio e buio locale era più affollato del solito; moltissimi maghi, streghe e creature erano coraggiosamente usciti di casa per riunirsi nel bar e discutere degli ultimi avvenimenti, che avevano portato un gran disordine nell'intero Mondo Magico.
Il tintinnare dei bicchieri e dei boccali e il grattare delle vecchie sedie sul pavimento di legno riempiva gli sporadici attimi di silenzio che si creavano quando qualcuno di nuovo varcava l'entrata e tutti osservavano innervositi chi fosse.
Tom, il vecchio, basso e pelato proprietario si stava dando un gran da fare per servire tutti i suoi clienti, che erano assetati di burrobirra e novità.
Talvolta qualcuno lo fermava a chiacchierare, ma Tom non sapeva nulla di più rispetto a tutti gli altri, sapeva solo che stava aspettando un'importante visita da parte di un suo vecchio amico.
Verso le sei del pomeriggio, il tintinnare della porta scaturì un altro momento di silenzio, che accompagnò l'entrata di un uomo enorme, con una foltissima barba e lunghi e disordinati capelli castani.
Chiunque si sarebbe spaventato alla vista di una creatura del genere, ma nessuno nel bar parve dimostrare alcuna traccia di paura.
Si trattava di Hagrid, un cliente abituale, che come promesso era li per incontrare Tom.
"Caro vecchio amico, è un piacere rivederti! Posso offrirti qualcosa?" aveva esclamato maliziosamente il proprietario del locale dopo aver visto l'enorme cliente.
"Lascia stare i convenevoli, Tom, so che cosa vuoi sapere: è tutto vero. Me ne sono occupato io stesso l'altra notte." sussurrò Hagrid in modo che potesse sentirlo solo lui.
L'espressione di Tom si trasformò da un'iniziale stupore ad un enorme sorriso di felicità e soddisfazione.
Quasi non riusciva a crederci.
"Ma veramente? Cioè, quindi.. Tu-sai-chi.." Hagrid, al suono di quel soprannome, venne attraversato da un brivido ed interruppe subito la frase di Tom: "Sì, sembrerebbe di sì. Però questo tientelo per te, Silente preferisce non divulgare troppo la notizia, per ora. Ci penserà La Gazzetta del Profeta al momento opportuno."
Tom annuì e riprese quindi il suo lavoro, molto più rilassato di prima.
Pareva fluttuare tra i tavoli, invece che camminare: il sollievo lo aveva completamente invaso.
Aveva letto, nei giorni precedenti, qualche striminzito articolo sui giornali che parlava di una misteriosa scomparsa di un una famiglia di maghi che, prima di sparire, era riuscita a far fuggire il potente mago che gli aveva attaccati.
Non era riportato nessun nome, ma tutti nel Mondo Magico speravano e pregavano che si trattasse di Voldemort, tutti speravano ormai da anni che qualcuno riuscisse a sconfiggerlo.
Hagrid ne aveva appena dato la conferma: la Guerra Magica era terminata.

Il periodo più buio degli ultimi tempi, forse addirittura il più buio della Storia della Magia, si era appena concluso.
Questo però, per ora, lo sapeva quasi solo Tom, che non riusciva nemmeno a credere che di lì a poco tutti i suoi clienti avrebbero potuto ritornare a passeggiare tranquillamente nelle strade di Diagon Alley, senza più nascondersi e fuggire terrorizzati da qualsiasi ombra o suono incrociassero.
Il Paiolo Magico, che aveva come sempre le finestre chiuse e oscurate, pareva molto meno buio, quel giorno.

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Capitolo 2
*** Diagon Alley - Il Ghirigoro ***


Diagon Alley - Il Ghirigoro

 

“Signora Vance, signora Vance! Ho un pacco da consegnarle!”

“Oh cielo, deve essere l'ultimo numero del Settimanale delle Streghe! Arrivo subito a darti una mano, Justin!” aveva esclamato una vocina gentile da dietro gli scaffali della libreria.

Una donna piccola e rotondetta era sbucata nell'ingresso del negozio, sistemandosi i folti ricci grigi che le scendevano fino sugli occhi.

“Oh sì, è proprio quella rivista” disse soddisfatta sistemandosi gli occhiali finché guardava il contenuto dello scatolone che Justin stringeva tra le braccia.

“Vieni caro, entra pure, non è sicuro che aspetti fuori.. Dammi cinque minuti per sistemare queste e poi torno a pagarti! A proposito, quanto ti devo?” aggiunse mentre spariva di nuovo tra gli scaffali.

La signora Vance era una gentilissima chiacchierona, che non stava mai zitta nemmeno quando era da sola.

“3 galeoni e 32 falci, signora” rispose Justin guardandosi intorno.

la libreria Il Ghirigoro lo stupiva ogni volta che ci entrava; sulle mensole dei numerosissimi scaffali vedeva sempre dei libri diversi e dai titoli più strani: Il mio migliore amico drago, Breve guida alla creazione di un incantesimo, Il libro strillante e tanti altri erano appoggiati e accatastati qua e là nel locale.

“Ecco fatto, questa però è per me!” Squittì la signora Vance ritornando con in mano una copia del Settimanale delle Streghe.

Andò dietro al bancone e si posizionò davanti alla cassa che sputò letteralmente fuori i soldi per pagare la consegna del ragazzo.

“Dai vecchia mia, lasciamo una mancia a questo bel giovane” e così dicendo la cassa lanciò fuori altre 5 falci.

“Grazie davvero, signora Vance” disse Justin sinceramente grato.

Nel frattempo la libraia aveva iniziato a sfogliare la sua rivista e aveva cominciato a confabulare tra sé e sé: ”Non è possibile che scrivano queste cose, non si rendono conto che potrebbero venire uccisi per questo?! Assassinio a Godric's Hollow: l'artefice sembra non essere sopravvissuto alle difese delle vittime. Si sospetta si tratti di Voi-sapete-chi. E' ovvio, spero con tutta me stessa che sia lui, ma purtroppo lo ritengo altamente improbabile.. Poveretti, quando finirà quest'inferno?”

“E' finito, mia cara amica” una voce roca fece capolino nella libreria: Tom, il proprietario del Paiolo Magico, era appena entrato.

“Potresti lasciarci soli, signorino?” aggiunse Tom guardando Justin, che subito scomparve nelle vie di Diagon Alley.

“Buongiorno Tom, quale piacere?” chiese la signora Vance.

“Sono venuto a parlarti proprio di quello” disse indicando il giornale che la libraia teneva ancora in mano “Sai, non dovrei dirti niente ma.. Mi sembrava giusto che tu lo sapessi, per tua figlia..”

La figlia della signora Vance, Emmeline, si era da poco unita ad una sorta di esercito che combatteva il Signore Oscuro; si chiamava Ordine della Fenice e la libraia leggeva qualsiasi giornale le capitasse a tiro, per assicurarsi di non trovare proprio il nome di sua figlia, tra le liste dei numerosissimi morti giornalieri.

“Che cosa dovrei sapere?” chiese visibilmente agitata.

“Sai, le voci che girano sulla famiglia che è riuscita a sconfiggerlo? Bhé nemmeno io ci credevo, ma ieri sera Hagrid è venuto a confermarmi che è tutto vero, se ne è occupato proprio lui qualche giorno fa.” spiegò entusiasta Tom.

“Stai scherzano? Per la barba di Merlino! Tom io non.. Non trovo nemmeno le parole!” La signora Vance era al settimo cielo, pareva stesse per svenire dalla gioia.

“Ma.. Che significa che se n'è occupato Hagrid? Occupato di cosa?” aggiunse dopo essersi ripresa dallo shock della bellissima notizia.

“Sai, quel bambino! Pare che sia stato il figlio della coppia assassinata a sconfiggerlo.. e Hagrid ha portato via quel bambino, in un posto sicuro.”

“Un bambino?! Ma come.. Come è possibile? Nemmeno i più grandi maghi sono mai riusciti a ferirlo o indebolirlo..”

“Lo so, è incredibile, ma è così che è andata!”

“Cielo.. Grazie, grazie, grazie! Ma si sa che fine farà questo bambino? E di chi si tratta? E i suoi genitori.. Chi erano?” La libraia pareva ringiovanire ogni secondo: quella bruttissima situazione, quel terribile mago malvagio le avevano prosciugato quasi qualsiasi traccia di serenità.

“Ancora non lo so, Hagrid non me l'ha detto, ma sai com'è.. Le notizie viaggiano in fretta, presto tutti verranno a sapere tutto, ma per il momento.. Acqua in bocca, ordini di Silente!”

“Sai che puoi fidarti Tom.. Ti sono veramente grata per essermi venuta ad avvertire, sai era qualche giorno che non ricevevo notizie di mia figlia e stavo cominciando a preoccuparmi..”

Poco dopo, i due si congedarono ed il giorno stesso Emmeline tornò a casa per dare a sua madre un'ulteriore conferma della storia di Hagrid: la pace regnava di nuovo sul Mondo Magico.

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Capitolo 3
*** Hogsmeade - Mondomago ***


Hogsmeade - Mondomago

 

“Sì, arrivo, arrivo! Per la barba di Merlino, non ho ancora imparato a duplicarmi, signora!”

Il negozio di Mondomago era affollatissimo, almeno una trentina di persone era nervosamente in coda davanti alla cassa e tutti avevano una grandissima fretta di tornarsene a casa.

Quel giorno Edd era solo: i suoi colleghi avevano, col passare del tempo, dato tutti le dimissioni e lui ora stava cercando di gestire quell'orda di clienti impazziti.

Da nessuna parte, nemmeno ad Hogsmeade, in quel periodo, la gente amava uscire di casa: tutto faceva fin troppa paura.

Molti si aspettavano di trovare Colui che non deve essere nominato dietro l'angolo, così venivano organizzate delle comitive per andare ad acquistare tutto ciò che serviva: quando si era in compagnia, ci si sentiva più sicuri, anche se tutti sapevano che nemmeno uno schieramento di 200 maghi sarebbe riuscito mai a fermare quel mago, se avesse deciso di ucciderli tutti.

Siccome la cartoleria Scrivenshaft aveva chiuso i battenti ormai da mesi, Mondomago era l'unico negozio ad ordinare ancora carta ed inchiostro e, proprio quel giorno, aveva ricevuto una consegna di un centinaio di pergamene che non arrivavano al villaggio ormai da quasi un mese.

Nessuno, ovviamente, si fidava a spedire via gufo messaggi troppo importanti, ma tutti buttavano giù almeno tre parole per far sapere ai parenti che erano ancora vivi.

Tutta questa serie di avvenimenti aveva fatto si che il negozio di Edd si riempisse quasi come ai tempi della pace.

I clienti erano via via sempre più nervosi: l'attesa li faceva sentire ogni secondo più vulnerabili e indifesi, anche se al momento non c'era nulla da cui nascondersi.

“Santo cielo, sono in coda da più di venti minuti! Che incompetente”

“Crede che abbiamo tempo da perdere qui? Si vuole sbrigare con quelle pergamene?”

“No, no, vada a prendere il mio inchiostro, c'ero prima io!”

Edd stava davvero per impazzire, sentiva che di lì a poco avrebbe iniziato ad urlare se continuavano a trattarlo così.

“Ti serve una mano, fratellino?”

La signora Vance, la proprietaria della libreria Il Ghirigoro a Diagon Alley, entrò sorridente nel negozio.

“Mary? Ma che cosa ci fai qui? Sei pazza? Ti avrebbero potuta catturare..”

“Oh, io non credo! Sono venuta a parlarti, Edd.”

“TUTTI FUORI DI QUI!” Urlò il negoziante, spingendo verso la porta i clienti che ora erano furenti di rabbia.

Una volta che tutti furono usciti, Edd girò il cartellino sull'entrata in modo che da fuori si leggesse la scritta chiuso.

Ora che il locale si era svuotato, era più semplice distinguere il disordine che regnava lì dentro: a Mondomago si poteva trovare qualsiasi genere di attrezzo o accessorio magico, solo che le dimensioni del negozio non erano per niente adatte alla quantità di prodotti.

Tutto era talmente stipato negli scaffali e nelle vetrine che pareva che ogni parete stesse per esplodere.

Gli oggetti non erano per niente contenti della loro situazione, così da ogni direzione si sentivano grugniti e sbuffi di disappunto.

Edd, comunque, adorava il suo negozio, perché rispecchiava a pieno la sua personalità.

“Allora Mary, spero che tu abbia un motivo valido per avermi fatto svuotare il negozio.”

“Mai avuto un motivo più valido: si tratta di..”

Toc toc

Qualcuno stava bussando sul vetro della porta chiusa.

“Oh, è Arabella, te la ricordi, spero! Beh la faccio entrare, qualsiasi cosa sentiranno le mie orecchie, lo possono sentire anche le sue” disse subito Edd.

Arabella Figg era una sua buona amica, una Magonò, per l'esattezza.

Abitava a Londra, ma nel momento in cui la Guerra Magica era cominciata, le si trovava disgraziatamente ad Hogsmeade e non era più potuta tornare a casa.

Nel frattempo era stava ospitata proprio da Edd.

“Ciao Edd.. Mary, quanto tempo!” aveva esclamato la signora Figg, allargando gli occhi come faceva sempre.

“Già, davvero tanto.. Beh bando alle ciance, sono venuta per parlarvi di una cosa importante! Voi-sapete-chi..” i due trattennero il fiato e si guardarono intorno, come pronti a vederlo uscire da uno scaffale del negozio.

“Diamine, calmatevi! E' una bella notizia la mia! Voi-sapete-chi è scomparso, mia figlia Emmeline è tornata a casa dalla Guerra a confermarmelo! L'Ordine della Fenice ha trionfato!”

“Cosa? Mary, sei proprio sicura?” Chiese sconvolta la signora Figg, lasciando trapelare un sorriso speranzoso.

“Assolutamente. Emmeline non è stata l'unica a dirmelo! La Guerra è finita, sul serio!”

Edd e Arabella si guardarono e si abbracciarono più felici che mai: non riuscivano ancora a credere di essere davvero sopravvissuti al tremendo sterminio che il Signore Oscuro aveva portato avanti fino a poco tempo prima.

Tutti quei morti, quei feriti, i torturati.. Si erano sentiti spacciati, come tutti nel Mondo Magico e ora.. Erano liberi.

“Sì, ma che prezzo abbiamo dovuto pagare.. Un'intera famiglia ha dato la vita pur di riuscire a sconfiggerlo.. E ora, quel povero bambino è completamente solo adesso” continuò Mary Vance, rabbuiandosi.

“Cosa? Ma di cosa stai parlando?” chiese allarmata Arabella.

Così Mary raccontò come i genitori del piccolo Harry si erano sacrificati per salvare il loro indifeso bambino che, non si sa come, era riuscito a sconfiggere il Signore Oscuro in carne ed ossa.

“Santo cielo.. Ma si sa di chi si tratta?” anche Edd era stato abbandonato dal sorriso ora.

“Una certa famiglia Potter, mia figlia li ha conosciuti e mi ha detto che si chiamavano Lily e James”

La signorà Figg impallidì e si accasciò a terra, appoggiandosi alla parete.

“Che ti succede, Arabella?” esclamarono in coro preoccupati i due fratelli.

“Io.. Io li conoscevo! E ho anche conosciuto il bambino!” limpide lacrime rigavano ora il viso della donna “la sorella di Lily era la mia vicina di casa a Londra!”

A quel punto a Mondomago calò il silenzio, si sentiva solo il forte pianto della signora Figg.

Purtroppo, anche se la Guerra era stata finalmente estinta, tutti coloro che erano stati uccisi in nome della pace non avrebbero mai più fatto ritorno.

Nemmeno nel Mondo della Magia i morti tornano in vita e la signora Figg lo sapeva bene.

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Capitolo 4
*** Hogsmeade - I Tre Manici di Scopa ***


Hogsmeade – I Tre Manici di Scopa

 

In quella fredda giornata di novembre, uno strano spettacolo teneva occupati i clienti del pub.

Anche Madama Rosmerta, la barista, era sconvolta da ciò a cui stava assistendo, tanto da non riuscire a decidere come gestire la situazione.

“Non ci s-si può c-credere! Hic!” la donna che parlava continuava ad alternare e mischiare pianto e risate “Morti! Anche loro! Hic! M-mi chiedo quando toccherà a me, di q-questo passo! Hic!”

Nonostante le cupe parole dell'ubriaca, il gruppo di persone che la circondava aveva l'aria di divertirsi moltissimo.

Il bancone era pieno di boccali che evidentemente avevano contenuto del whisky incendiario e della burrobirra, che avevano ridotto in stati pietosi la misteriosa donna.

“Signora, le serve una mano a tornare a casa?” aveva chiesto una voce gentile sinceramente preoccupata.

“Non hic mi chiamo signora, io! Sono hic Arabella! Arabella F-figg! E p-portatemi un'altra hic burrobirra!”

Tutti scoppiarono a ridere nel vederla tentare goffamente di attraversare il locale per raggiungere il bancone.

Anche Madama Rosmerta, che era andata ad esaudire la richiesta di Arabella, stava sorridendo.

“Quando v-verrà a uccidermi, prima hic gli voglio offrire un whisky, a Voldemort!

Le risate si spensero all'istante, al suono di quel nome: tutti all'interno del locale, anche quelli che non stavano osservando lo spettacolo, trasalirono, si voltarono per fissare la donna e qualcuno iniziò a piangere in silenzio.

“No, questo è troppo! E' inammissibile!” la barista esplose di rabbia e con un movimento di bacchetta fece tornare in sé la signora Figg, che appena si rese conto di ciò che era successo, si mise a lacrimare e singhiozzare.

Quel nome faceva più paura della morte stessa.

Quel nome rappresentava qualcosa di peggio della morte stessa.

Sì, perché quel nome ne aveva portata parecchia, di morte, ma era riuscito a portare anche qualcosa di peggio: la paura, il terrore di venire torturati, di sentirsi risucchiare l'anima, semplicemente il terrore di vivere.

La morte in un certo senso era stata un regalo pietoso, in molte situazioni.

Nel corso di tutta la Storia della Magia, nessuno ricordava un periodo più oscuro e difficile di quello e l'origine di quel dolore stava tutto racchiuso in un unico mago: Lord Voldemort.

Pronunciare il suo nome portava tanta paura quasi quanto la sua presenza stessa.

Arabella sapeva benissimo tutto ciò e mai si sarebbe permessa di dire ad alta voce una cosa simile, in condizioni normali.

Iniziò disperatamente a scusarsi con tutti i presenti nel locale, dicendo che non aveva mai bevuto così tanto in vita sua, ma una recente notizia l'aveva tremendamente sconvolta e aveva reagito nel primo modo che le era venuto in mente.

Madama Rosmerta, impietositosi nel vedere una scena del genere (che era comunque molto comune, in quel periodo), decise di non buttarla fuori dal locale, ma, anzi, di tentare di consolarla.

Spinta dalle parole di conforto della barista, la signora Figg si sedette su uno sgabello davanti ad una tazza di cioccolata ed inizio a raccontare come avesse saputo che Colui che non deve essere nominato era stato annientato da un bambino, che era stato salvato dal sacrificio dei suoi genitori, amici, per l'appunto, di Arabella.

Le reazioni tra gli ascoltatori furono molto diverse: qualcuno era incredulo, qualcuno pianse dalla gioia, qualcuno uscì dal pub in estasi.

Ma la reazione più strana di tutti fu quella del signor Sinister, un uomo col cappuccio nero abbassato fino a coprirgli il volto, che lavorava a Notturn Alley nel negozio di Magie Sinister.

Cadde quasi a terra da tanto era sconvolto e scappò rabbioso fuori del locale, imprecando a voce alta, come se avesse appena ricevuto la peggiore delle notizie.

Nessuno ci fece troppo caso, comunque, siccome tutti erano troppo occupati a assimilare e assaporare le parole della povera Arabella, che continuava imperterrita a lacrimare.

Nessuno pareva pensare, come stava facendo lei, a quanto sangue innocente era stato versato, a quante famiglie erano state annientate, a quanti bambini erano rimasti orfani, a quante mogli vedove..

Quando ormai tutti parevano non prestare più alcuna attenzione alla donna, qualcuno le si avvicinò.

Aveva folti capelli e barba grigia e degli occhialetti a mezzaluna posati sul naso molto lungo, dietro ai quali scintillavano dei gentili occhi azzurri.

L'uomo era avvolto in un lungo mantello color porpora.

“Mia povera signora, temo di non essere riuscito ad ascoltare la sua storia per intero per via del baccano. Posso sapere che cosa la turba?” la voce riusciva a trasmettere un meraviglioso senso di pace.

Arabella confidò così i suoi pensieri al misterioso vecchio che, guardandola come solo un uomo molto saggio può fare, rispose: “Non abbia pietà per i morti, mia cara, è per i vivi che la deve avere! Ma soprattutto, per coloro che vivono senza amore..”

La donna si sentì un po' sollevata, ma senza parole, così l'altro aggiunse “Mmm, niente male questa frase, non trova? Me la dovrei proprio segnare da qualche parte, potrebbe tornarmi utile!” e si allontanò con un sorriso soddisfatto.

La signora Figg era rimasta profondamente colpita dal modo di fare, ma soprattutto dalle parole dell'uomo, che, anche se lei non era sicura di averle comprese a pieno, avevano descritto una grandissima verità, a cui lei si aggrappò molto spesso per consolarsi e convincersi che la morte dei Potter valeva molto più delle sue lacrime.

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