I just wanna be happy.

di smilewithmelou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. -I just wanna be happy. ***
Capitolo 2: *** 2. -For your misfortune I know who you are. ***
Capitolo 3: *** 3. -I hate you, with all my heart. ***
Capitolo 4: *** 4. -The last famous word. ***
Capitolo 5: *** 5. -She is his sister!? ***
Capitolo 6: *** 6.- ...Do you need a ride home? ***
Capitolo 7: *** 7. -New friends, new problems. ***
Capitolo 8: *** 8. -I'm just afraid of him. ***
Capitolo 9: *** 9. -Don’t believe in appearances. ***
Capitolo 10: *** 10. -She cried for Zayn. ***
Capitolo 11: *** 11. -She makes me feel good. ***
Capitolo 12: *** 12. -That feeling, more simply called love. ***
Capitolo 13: *** 13. - Zayn kissed me. ***
Capitolo 14: *** 14. -She will be loved. ***
Capitolo 15: *** 15. -Thank you for showing me who you are underneath. ***
Capitolo 16: *** 16. She's not afraid. ***
Capitolo 17: *** 17. -Three words, seven letters. ***
Capitolo 18: *** 18. -She's your drug. ***
Capitolo 19: *** 19. -Happiness is already over? ***
Capitolo 20: *** 20. -Just give me a reason. ***
Capitolo 21: *** 21. -I'm yours ***
Capitolo 22: *** 22. – My heart beats only for you. ***
Capitolo 23: *** 23. -I wanna kiss you, make you feel alright. ***
Capitolo 24: *** 24. -I hope you'll remember how we dance. ***
Capitolo 25: *** 25. -The end. ***



Capitolo 1
*** 1. -I just wanna be happy. ***


I just wanna be happy.



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A Chiara, Maria, Maria Chiara e Margherita, che mi hanno
scombussolato la vita rendendola migliore.

A Gemma, senza la quale non sarei nulla.
 
 

 


1. –I just wanna be happy.
 

 





“Ehi sfigata!”

Chi poteva rivolgersi ad una ragazza in quel modo?
Cinque cafoni, cinque coglioni, cinque stronzi: i più popolari e cretini della scuola, di quella schifosa scuola.

Zayn Jawaad Malik,

Louis William Tomlinson,

Harry Edward Styles,

Niall James Horan,

Liam James Payne.


Tutti e cinque frequentanti il quarto anno. Tutti e cinque grandi stronzi e puttanieri di prima categoria.


Ormai era abituata a tutti gli insulti che la maggior parte degli studenti le rivolgevano, ma dentro soffriva, soffriva da morire.
Perché? Per il suo aspetto fisico.
Non era magra, non era bella, era solo abbastanza alta, ma tutto ciò non bastava a renderle la vita migliore.
Le poche vere amiche che aveva e la sua famiglia la elogiavano per le cose positive che aveva, anche se secondo lei erano molte poche, pochissime.
Aveva dei lunghi capelli biondi e i suoi occhi erano verdi con sfumature marroni.


La scuola in generale, per lei, era sempre stata dura.
Veniva sempre criticata perché troppo brava a scuola, veniva insultata e sbeffeggiata perché troppo grassa rispetto ai canoni di bellezza che piacevano alla maggior parte dei ragazzi.
E il liceo! Be’, il liceo, per quello che diceva lei, era stata la sua rovina, la sua fine.
Lì non c’era nessuno ad aiutarla: nessuna anima pia che la invitasse a studiare con se, nessuna anima pia che la invitasse a pranzare con se in mensa…
Tutte queste cose idiote, paradossalmente idiote, avevano influenzato e reso una tortura il suo primo anno di liceo.
 

Appena arrivata in quella scuola si era subito sentita osservata nemmeno fosse una persona con un nido d’uccelli canterini in testa.
E pur essendo una ragazza veniva spesso spintonata e buttata a terra dai ragazzi che non avevano un minimo scrupolo nel farle del male.

Quel primo anno di liceo era stato un inferno e dopo tutto ciò che aveva passato decise che sarebbe dovuta cambiare.
Sarebbe dovuta cambiare lei per far cambiare ciò che la circondava.
Voleva essere apprezzata per quello che era e non giudicata all’apparenza.
Quel primo anno di liceo era finito nel cestino e dopo un’estate di bellezza, chiamiamola così, era tornata in quella scuola per trascorrerci un altro anno, sperando che le cose sarebbero cambiate.

 
D'altronde lei, Quinn Flannery, sedicenne londinese, non cercava molto dalla vita, voleva solo essere felice.
 
 
 
 
 

 
 



#
Lo so cosa starete pensando in questo momento: non ha nemmeno finita l’altra FF e già ne inizia una nuova.
Lo so anch’io ma avevo l’intenzione di scrivere una nuova storia da un po’ e poi è uscito questo. L’idea mi ronzava in testa da un po’ e quindi ho deciso di scriverla.
Vi dico solo una cosa prima di andare, questo primo capitolo in particolare è una specie di sfogo, quindi spero capiate.
Continuerò solo se riceverò delle recensioni, altrimenti l’eliminerò.
Grazie per avermi supportato e per supportarmi tutt’ora :)

Baci, Love_BooBear :3

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Capitolo 2
*** 2. -For your misfortune I know who you are. ***


I just wanna be happy.


 

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2. –For your misfortune I know who you are.
 
 
 

Trascorrendo un anno in un istituto dove, per sua sfortuna, veniva costantemente presa in giro e allontanata da tutti, Quinn capì che non poteva più andare avanti così.

La sua vita era stata resa uno schifo e né la famiglia, né l’amicizia, né la droga o l’autolesionismo l’avevano aiutata.
Sembra strano ma la sua vita non era mai stata splendida ma al liceo era arrivato il colpo di grazia.

Zayn Malik non aveva nulla da fare dalla mattina alla sera e ‘naturalmente’ se la prendeva con lei qualunque cosa facesse.
Per sfortuna di Quinn erano nella stessa classe di chimica, letteratura e fisica, dato che secondo i professori il ragazzo doveva recuperare, e di conseguenza doveva sorbirsi la sua presenza per ore intere.

Poi c’erano quei ‘giorni no’ dove tutto andava storto ma si era ripromessa che il nuovo anno sarebbe stato diverso già dall’inizio.
 



Quella mattina si svegliò a causa di un raggio di sole penetrato nella sua stanza e si alzò con un pensiero fisso nella mente: il primo giorno del secondo liceo.
In quell’estate era cambiata parecchio, era diventata splendida e molte persone non la riconoscevano; ma d'altronde era questo quello che voleva Quinn.

Dopo aver fatto colazione salutò la sua famiglia e si diresse verso la scuola, più comunemente conosciuta come purgatorio.

All’entrata come al solito c’erano le solite troie con in soliti puttanieri, ma c’era abituata.
L’anno prima quelle persone l’avevano sempre insultata e cose varie, ma quando la videro le ragazze si spostarono per farla passare e i ragazzi le fissarono le gambe statuarie.

Era cambiata, appunto.
 
Si diresse verso il suo armadietto e lo aprì con uno scatto e sistemò i libri da studentessa modello.

Stava per richiudere lo sportello dell’armadietto quando fu preceduta da un ragazzo che conosceva bene.

Harry Styles.
Idiota di prima categoria.
Puttaniere di prima categoria.
Ma soprattutto era uno degli amici di Malik.

“Salve signorina. È nuova?”
Perfetto. Non l’aveva riconosciuta. Aveva anche cambiato taglio di capelli ed era diventata magra e bella, molto bella.
Ed il signor Styles era rinomato per le sue preferenze per le belle ragazze.
“Per tua sfortuna no.”
Le rispose la ragazza prima di prendere il suo zaino ed andarsene verso la sua classe, lasciando il ricciolino con la bocca aperta.
 
 


“Zayn ti dico che è nuova, anche se l’ha negato, non l’ho mai vista prima. Me ne sarei accorto se nella scuola ci fosse stata una figa del genere!”
“Giusto. Sarebbe già stata nel tuo letto.”
“Esatto!”


Zayn Malik adorava i suoi amici, davvero, ma in quel momento voleva essere lasciato in pace a fumare la propria sigaretta.

“Va bene Harry, ho capito. Dove ha l’armadietto?”
Il riccio lo guardò sorridendo e rispose “Armadietto numero 254, vicino a quello di Lou.”
Zayn annuì e dopo aver salutato i suoi amici si diresse verso l’aula di biologia.
 
 
 


Ormai quello era il suo posto dall’anno precedente e,sapendo che nessuno si sarebbe mai seduto lì, prese le sue cose e si accomodò aspettando l’arrivo del professore.
 
Quinn stava ascoltando la lezione, piuttosto noiosa, che il professor Smith stava presentando alla classe, quando fu distratta, come tutti gli altri, da un colpo alla porta.
Dopo un “avanti” pronunciato dal professore entrò nell’aula il suo demonio personale.

Il signor Malik dopo dieci minuti si era presentato, finalmente, alla lezione e sotto lo sguardo furente del professore si era accomodato all’ultima fila.
Dopo quell’interruzione la lezione continuò in modo piuttosto tranquillo, non sottolineando le battute di Zayn estremamente stupide ed imbecilli alle quali ridevano solo un gruppo di ochette decelebrate che gli andavano dietro.

Quando l’ora finì Quinn prese le sue cose è si diresse verso il suo armadietto dove avrebbe dovuto incontrarsi con Rachel, la sua migliore amica.
Si fermò davanti all’armadietto numero 254 e aspettò l’arrivo dell’amica.
 
 

Circondato dalle solite due troiette di turno, Zayn stava andando verso l’armadietto di Louis, dove si sarebbe incontrato con gli altri.

Passò accanto ad una ragazza bionda che stava appoggiata allo sportello del suo armadietto e gli ritornarono in mente le parole di Harry.

‘Zayn ti dico che è nuova, anche se l’ha negato, non l’ho mai vista prima. Me ne sarei accorto se nella scuola ci fosse stata una figa del genere.
Armadietto numero 254, vicino a quello di Lou.’


La ragazza che Harry aveva nominato per tutta la mattina era davanti ai suoi occhi.

Non poteva di certo biasimare l’amico.
I lunghi capelli dorati le incorniciavano il viso chiaro e angelico. Non riuscì a vedere il colore degli occhi ma il resto del suo fisico sì.
Era alta, con un seno ben proporzionato e lunghe gambe fasciate dalle calze nere che portava al di sotto dell’uniforme scolastica.

Non l’aveva mai vista, ne era certo, però le ricordava qualcuna.
 

Si riscosse dai suoi pensieri quando vide la bionda spostarsi sbuffando dall’armadietto e dirigersi verso una ragazza mora, un po’ più bassa di lei, e anche un po’ più bruttina.
Zayn conosceva bene la mora, era Rachel Tennison, ragazza del secondo anno che non era sfuggita alla tentazione di entrare nel suo letto seppure solo per qualche ora.
Seguì i movimenti della bionda con gli occhi fino a che non giunsero i suoi amici.
 

Le sembrava un angelo per come si muoveva.
 
Doveva assolutamente sapere chi era.

Non sarebbe sfuggita al ragazzo ambrato che tutte, in quella scuola, desideravano avere almeno per una notte.
Doveva considerarsi persino fortunata, a detta di Zayn, non tutte ricevevano tante attenzioni da uno come lui.
 

 
 
 
 
 
 
 
 




#
Dopo quasi un secolo sono tornata.
L’ispirazione per questa storia era partita per il Pakistan (?) ma poi per fortuna è tornata.
Comunque passiamo alle cose serie (?).
Ammetto che il capitolo non è un granché ma mi serviva per illustrare un po’ la situazione.
Allora, cosa ne pensate?
Mi raccomando, recensite e fatemi sapere cosa ne pensate :)

Un grazie immenso per le 7 recensioni ricevute al capitolo precedente,
un grazie alle 4 persone che hanno messo la storia tra le seguite e alla persona che l’ha messa tra le preferite *-*
Ma io vi AMO!

Ora vado, a presto!

Baci, Love_BooBear :3

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Capitolo 3
*** 3. -I hate you, with all my heart. ***


I just wanna be happy.






 

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3. –I hate you, with all my heart.
 
 
 



Il sabato mattina era il giorno preferito da tutti gli studenti.

Poche ore di scuola al mattino e tante ore di divertimento la sera.

Naturalmente non tutti gli studenti la pensavano in quel modo, e Quinn era l’eccezione che confermava la regola.

Lei odiava il sabato.
Quel giorno era un supplizio, e anche se le ore scolastiche erano poche sembravano non passare mai.
Se per giunta, era anche un giorno piovoso, come quello, era davvero il massimo.

Non pioveva normalmente, diluviava, e Quinn, si diresse a scuola a piedi con il suo zaino sulla spalla e il suo inconfondibile ombrello arancione.
Ripensò a quello che le era ‘capitato’ un paio di giorni prima.

Zayn Malik l’aveva incrociata del corridoio e l’aveva anche fissata a lungo.
La ragione di quel comportamento era una sola: non l’aveva riconosciuta e quindi l’aveva vista come una facile preda.
Se avesse saputo che era la ragazza cicciona che aveva tormentato per un anno intero non l’avrebbe nemmeno guardata o avrebbe fatto di tutto per farla sembrare un’idiota.

La fortuna di Quinn era che abitava lontano dalla scuola, e quindi doveva farsi tutta la strada da sola, senza nessun’altro fra i piedi.
 
Evidentemente quella mattina era iniziata per il verso sbagliato.
Dopo una decina di minuti di strada le si era rotto il suo ‘adorabile’ ombrello e arrivata davanti al cancello della scuola ormai fradicia fu investita da una montagna d’acqua.

La ragione?

Un coglione, passando con la macchina a tutta velocità, aveva preso in pieno una pozzanghera e la pozzanghera aveva colpito e affondato lei.

Tutti coloro che erano nei pressi del cancello si voltarono verso di lei e incominciarono a sghignazzare.

Quinn non fu tanto infastidita dalle risatine che la circondavano ma incominciò ad imprecare e a gettare ogni tipo di subdola maledizione sul tizio che guidava quella stupida macchina.
L’unica sorpresa era che il tizio a cui apparteneva la macchina frequentava quel liceo.

Appena Quinn lo vide scendere dalla macchina, alzò gli occhi al cielo e si diresse verso di lui a passo spedito.

L’anno precedente non l’avrebbe mai fatto ma ora era cambiata e se qualcuno le rovinava la giornata, lei la rovinava a colui o colei che gliel’aveva rovinata.
Si poteva definire piuttosto vendicativa, ma naturalmente solo con le persone che odiava.


E Quinn odiava con tutto il cuore la persona che era scesa dalla macchina.

Capelli scuri alzati in una cresta alta minimo quindici centimetri, pelle ambrata, occhi scuri, orecchini alle orecchie e l’immancabile sorrisetto strafottente sulle labbra.

Zayn Malik.

Te pareva. 
 
 
Quando gli arrivò vicino gli picchiettò sulla spalla per attirare la sua attenzione dato che aveva iniziato a parlare con i suoi amici decelebrati.
Quando Zayn si voltò e vide che la bella ragazza che aveva ammirato qualche giorno prima gli stava proprio davanti pensò che la giornata non poteva iniziare in modo migliore.

“Dimmi dolcezza.” Solito tono arrogante.
“Dolcezza lo dici a quelle troie che ti vengono dietro.” Disse Quinn piuttosto adirata e piena di adrenalina.
“Oh, signorina. Non si risponde così lo sai? È da maleducati!”. Le disse un altro coglione che conosceva piuttosto bene: Harry Styles.
“È questa da dove spunta? Mica male!”. Un altro coglione: Niall Horan.
“Zitti! Okay, dolce, cosa c’è? Vuoi il mio numero? Sei l’unica che non c’è l’ha in questa scuola, ma se vuoi posso ancora dartelo.” Disse Zayn zittendo gli amici.

Quinn alzò un sopracciglio e sorrise sarcasticamente prima di tirargli uno schiaffo sulla guancia destra.
 
Tutti, ma proprio tutti, si erano avvicinati al gruppo per osservare lo ‘spettacolo’, e allo schiaffo risposero tutti con un ‘Ahia!’ o con un ‘Ohhh!’.

La gente è stupida, sì.
 

I suoi amici la fissarono sconvolti mentre Zayn si massaggiava con una mano la parte colpita dallo schiaffo.

“La prossima volta che mi fai la doccia, per di più con dell’acqua lurida, ti cambio gli attributi.”
Tono secco, duro e freddo.
Era stata impeccabile, si disse Quinn;  l’unico problema era che i suoi vestiti erano completamente bagnati.

Salì velocemente le scale, che portavano all’ingresso di quello schifoso liceo, sotto gli occhi di tutti e con un’espressione alquanto soddisfatta si recò verso il suo armadietto dove sperò di poter incontrare Rachel per chiederle dei vestiti asciutti.
 
 
 
 



“Cazzo, fa male.” Disse Zayn massaggiandosi ancora la guancia, ancora rossa, per lo schiaffo ricevuto.
“Ti ha dato proprio un bel destro!”.
“Sta zitto Harry.”


Era piuttosto incazzato con la bionda.
Se prima voleva conoscerla, per modo di dire, ora voleva strozzarla.
Nessuno e mai nessuno si era azzardato a toccarlo neanche con un dito, se non nel suo letto, e quella ragazza non l’avrebbe passata liscia.

“Lou, dopo che suona la campanella ci troviamo vicino al tuo armadietto, voglio rivederla.” Disse Zayn mentre prendeva il suo zaino per recarsi verso l’aula di filosofia.
“Oh-oh! Zayn è rimasto folgorato dalla bionda!”
“Coglione. Ci vediamo dopo.”

 

Poco dopo i corridoi si svuotarono e non si sentiva altro che il passeggiare dei bidelli e le voci degli insegnanti che provenivano dalle aule.
 
 
 




“Ma ti rendi conto di quel  che hai fatto?!? Hai buttato uno schiaffo a Malik, a Zayn Malik! Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da te Q!”
“Te l’ho detto Ra, lo odio e se lui non si ricorda minimamente di me posso far ciò che voglio con lui, anche torturarlo come ha fatto lui con me per un anno intero. Ti ricordo che ogni settimana ho due sedute dallo psicologo per colpa sua, e ora è giunta l’ora di rimediare. E poi mi ha fatto la doccia stamattina, per fortuna che ci sei tu, mio angelo custode!”
 Disse Quinn scherzando, buttandosi verso Rachel che la scansò ridendo.

Tra di loro si era instaurato subito un bel rapporto, condividevano tutto e spesso litigavano, ma poi tutto tornava come prima.

Stavano camminando per i corridoi leggermente affollati e si stavano dirigendo verso l’armadietto della bionda per recuperare i libri di matematica, materia che Quinn adorava.

“Malik a ore dodici!” L’avvertì  Rachel.
Subito gli occhi di Quinn si alzarono e si incrociarono per pochi istanti con quelli di Malik, che nel frattempo teneva gli occhi fissi su di lei.
 
 
 


Eccola.
Si stava avvicinando ed era il momento giusto per fargli ripagare la terribile figura di merda che gli aveva fatto fare poche ore prima.
Con un sorrisetto rivolto ai suoi amici, che lo fissavano trattenendo le risate, si avvicinò verso Quinn che sembrava fregarsene di ciò che sarebbe potuto accadere di lì a poco.

“Dolcezza! Sai che stamattina mi hai fatto fare una grande figura di merda?”
“Ti ho già detto che non devi chiamarmi dolcezza.”
 Disse Quinn non prestando attenzione alla seconda parte del discorso di Malik.
“Ra sbrighiamoci, altrimenti facciamo tardi a lezione.” Disse rivolta all’amica, che annuì, infischiandosene della presenza del ragazzo accanto a lei.
“Uno, ti ho fatto una domanda. Due, come ti chiami? E tre, pretendo una risposta ad entrambe le domande, dolce.” Disse Zayn trattenendo la bionda per un braccio, per far in modo che si fermasse.
“Chi diavolo sei per dirmi cosa devo fare? E non toccarmi.” Disse strattonando il braccio per liberarsi da quella presa che la rendeva tanto intimorita dentro.
Zayn accennò ad una risata ma poi tornò ‘serio’, non lasciando la presa sul braccio di Quinn. “Sono quello che stamattina hai trattato da merda.”
“Okay, Malik. Uno, non rompermi le palle che non ho; due, non sono cazzi tuoi come mi chiamo; tre, forse ti ho trattato da merda è perché lo sei, una merda intendo. E poi te lo ripeto. Lasciami in pace.”


Detto ciò Quinn prese Rachel per un braccio e corse verso la classe, dimenticandosi del libro, dimenticandosi per una volta della matematica.

L’unica cosa che assillava i suoi pensieri era la stretta di Zayn sul suo braccio.
 

“Me la pagherai biondina!” Urlò Zayn per farsi sentire da Quinn, che alle sue parole aumentò la stretta sul braccio di Rachel e iniziò a correre, letteralmente, verso l’aula di matematica.

Zayn Malik aveva qualcosa che le metteva paura.
Era sempre stato così e anche se stava cercando di cambiare,  di dimenticare, il passato e tutto ciò che aveva passato le attanagliavano la mente in ogni momento.
 

Una cosa era certa, Quinn Flannery odiava Zayn Malik, con tutto il suo debole cuore.
 
 
 
 

 
 
 
 



#
È una merda di capitolo.

Non avevo per niente ispirazione, ho un cavolo di mal di testa che mi assilla da stamattina e questo e tutto ciò che la mia testa ha fabbricato.
Mi scuso se fa schifo ma le motivazione del perché questo capitolo sia tanto ‘no’ ve le ho date.
Non l’ho neanche riletto.

Nonostante tutto, me la lasciate una recensione? Anche piccola piccola.

Comunque, pensiamo positivo.
Grazie a tutte coloro che hanno lasciato delle splendide recensioni al capitolo precedente e un grazie immenso a coloro che seguono la storia!

Vi lascio, ho la testa che mi scoppia. Baci, sappiate che vi amo, tutte!

Love_BooBear :3

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Capitolo 4
*** 4. -The last famous word. ***


I just wanna be happy.





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4. –The last famous words.
 
 
 



“Ma perché? Perché non posso venire con voi?”
“Sarebbe tutto inutile Quinn. Dobbiamo andare solo due settimane per vedere se le cose andranno bene.”
“Ti rendi conto di quello che mi stai dicendo, mamma? Mi stai dicendo che tu e papà partite per due settimane per andare a Los Angeles, e io rimarrò qui, sola come un cane abbandonato.”
“Non rimarrai da sola. Una mia cara amica si è offerta di ospitarti, vedrai ti troverai benissimo. Ha anche una figlia della tua età.”
“Ma…”
“Niente ma Quinn. Devo andare, ci vediamo più tardi.”

 


La sua non era forse una vita di merda?

I suoi se ne andavano per due settimane, per di più a Los Angeles, in America, e lei doveva rimanere nella fredda e cupa Londra, per di più a casa di una sconosciuta, che avrebbe anche potuto ucciderla!

In quel momento l’unica cosa che voleva era non pensare più a niente e andare a bere una cioccolata da Starbucks.

Afferrò il cellulare e chiamò la sua migliore amica.
“Pronto?”
“Ra, sono io. Mi sento depressa. Tra dieci minuti sotto casa mia. Andiamo a prendere qualcosa da bere.”


Non aspettò la risposta dell’amica che chiuse la telefonata per dirigersi nella sua stanza.
 
 
 
 



 
Era vero.
Era un puttaniere, ma era nella sua natura, non poteva farci molto.

Aveva appena finito di scopare con una certa Jess, o forse July, o forse Janet.
Comunque, aveva appena finito di scopare con una bionda che assomigliava, soltanto per il colore dei capelli, alla biondina con cui aveva avuto degli inconvenienti nei giorni precedenti.

A scuola l’aveva vista di rado.
Sembrava che ogni volta che lei, anche se vedeva anche solo i capelli del moro, scappasse per chissà quale motivo.
Be’, forse un motivo c’era, d’altra parte l’aveva minacciata.

Zayn era così.
Non si accaniva con una persona, soprattutto se quella persona era una ragazza.
Se la portava a letto, se era carina, la prendeva in giro fino alla morte se era bruttina.
 


Uscito dal bagno dello Starbucks, dove era appena stato con la bionda, si diresse verso un tavolo per aspettare l’arrivo degli amici.
Poco dopo arrivarono tutti e quattro seguiti da alcune ragazze che si accomodarono al tavolo con Zayn e la bionda.
 
Quando la porta del locale si aprì nuovamente, Zayn si ritrovò davanti la biondina-senza-nome.

Sorrise maliziosamente e dopo che la ragazza con la sua amica si fu accomodata ad un tavolo non molto distante dal suo, si alzò e rivolgendo uno sguardo divertito ai
suoi amici andò verso Quinn e Rachel.
 
 
“Ciao Tennison!”

Sia la mora che la bionda alzarono gli occhi.

Appena Quinn aveva sentito quella voce, e appena aveva capito a chi apparteneva, iniziò a credere che quella giornata non poteva andare peggio.

“Malik.”
Rispose Rachel abbassando lo sguardo dal moro, che nel frattempo aveva preso una sedia e si era seduto al loro tavolo.

“Ho una proposta da farti. Ti andrebbe di venire ad una festa a casa mia domani? Puoi portare chi vuoi…”
“Ci penserò.”


Alla risposta di Rachel, Zayn sorrise, mentre Quinn alzò subito lo sguardo verso l’amica e le tirò un calcio sotto la sedia.
“Cioè – disse Rachel-, non penso che verrò, ma terrò a mente la tua proposta.”
Zayn la guardò e poi annuì con la testa.
“D’ accordo. Ci si vede allora.”

Si alzò e se ne tornò dagli amici, dopo aver fissato a lungo Quinn.
 
 
 
 


“Ma dico, ti sei rincoglionita!?”
“Mi ha solo chiesto di andare ad una festa. Non mi ha chiesto di sposarlo!”
“E menomale!”
“Oh, calmati Q, sei troppo nervosa oggi.”


Dopo la piccola discussione avuta con Zayn, le ragazze avevano lasciato il bar e stavano passeggiando per le vie di Londra leggermente affollate, essendo domenica.

“Ra, senti. Non credo sia una buona idea andare da lui; sai com’è e potrebbe usarti di nuovo.”
“Quinn sono cambiata, e so quello che faccio. Credo sia una buona idea andarci, a dir la verità…”
“E certo. E chi ti dovrebbe accompagnare scusa?”


Rachel si voltò con un sorrisino sulle labbra verso la bionda che nel frattempo aspettava una risposta alla domanda appena fatta, che in effetti sembrava un po’ retorica.

“Un’idea ce l’avrei – disse la mora sorridendo-, e credo che tu lo sappia già…”

“Te lo scordi Rachel! Non metterò mai piede nella casa di quel lurido… lurido… nella casa di Malik!”
 



Non l’avesse mai detto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


#
Da quant’è che non aggiorno qui?
Tanto, lo so .-.

Non c’è molto da dire, solo un grazie immenso a tutte le persone che leggono/seguono/recensiscono questa FF, grazie di tutto cuore!
 

Baci, la vostra Love_BooBear  :*

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Capitolo 5
*** 5. -She is his sister!? ***


I just wanna be happy.




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5. –She is his sister?!
 
 
 

Chi era l’unico genio che andava ad organizzare una festa di lunedì?

Zayn Malik.

Certo, per lui non era un problema non svegliarsi poi il giorno dopo per andare a scuola.
Quinn non capiva neanche cosa ci andasse a fare uno come lui a scuola. Ma forse un’idea ce l’aveva, o forse due.
La prima era che molto probabilmente ci andava per rimorchiare ragazze sciocche e innocenti, e l’altra per scopare nei bagni o nelle aule inusate.

Una era la cosa certa, certissima. Lui andava a scuola per romperle le palle.
E anche un’altra cosa era certa. Non aveva idea di cosa fosse l’educazione.

Il modo in cui si era presentato a scuola quella mattina era davvero, ma davvero, vergognoso.
Solita cresta alta minimo dieci centimetri, occhiali da sole sul naso, solito sorriso strafottente, camicia più sbottonata che abbottonata, jeans che più giù non si poteva.

Ogni giorno che passava, Quinn si ritrovava a disprezzarlo sempre di più, e da una parte era anche spaventata da lui.

Però il problema era un altro: c’era qualcosa, di Malik, che l’attraeva in modo terribile. Anche se l’odiava.
 


“Rachel ti rendi conto che, anche volendo, non ho nulla da mettermi per stasera?”
“Ed io cosa ci sto fare qui?! Dai Q, ti presto qualcosa io però devi venire assolutamente. Vedrai ci divertiremo!”
“Ci divertiremo? Ma senti quello che dici? Andremo a casa di Malik, e sai chi è Malik? Lo stronzo che mi ha preso in giro per una vita!”

Rachel sbuffò e prese sottobraccio l’amica mentre si dirigevano verso la palestra.
“Ok, so quello che ti ha fatto, e non lo perdonerò mai per questo. Ma ti prego, potrebbe essere la festa dell’anno!”
“Come fai a voler andare a casa di uno che una sera ti ha scopato e il giorno dopo non t’ha nemmeno guardata?”

Rachel scosse la testa. “Non mi importa di quello che è successo. Io voglio andarci, e ci andrò con o senza di te.”

La mora si allontanò dalla bionda ed entrò nella palestra.
Quinn sbuffò rumorosamente e poi aggiunse “E va bene. Ma solo perché ti voglio bene e non voglio lasciarti sola come un cane tutta la sera!”
Rachel si affacciò alla porta e le sorrise come non aveva mai fatto. “Grazie Q! Ti voglio bene!”
“Si, si.” Disse Quinn ridendo prima di entrare nella palestra per affrontare una lunga ora di educazione fisica.
 
 




“A dir la verità non ho capito perché hai invitato anche Tennison.”
Zayn sorrise alle parole di Louis e poi aggiunse. “Eh Tommo, Tommo. Non me ne frega un cazzo della Tennison, devo scoprire chi è la bionda che le sta sempre accanto.”
“E c’era bisogno di invitarle a una festa per scoprirlo?”
“Che vuoi dire?”
disse Zayn confuso guardando l’amico.
“Eh Malik, Malik. Esiste Internet, un’occhiata su Facebook e scopri tutto!” Disse Louis ridendo.
“Cazzo! Sei un genio carota!” Disse Harry che si era appena aggregato ai due ragazzi.
“Lo so!” Disse Louis sorridendo e facendo un tiro dalla sigaretta.
“Questo pomeriggio, prima della festa venite a casa mia. Scopriremo qualcosa di molto eclatante. E avvertite Liam e Niall, dovranno esserci anche loro quando scoprirò chi è quella troietta. ” Disse il moro prima di allontanarsi dagli amici per andare verso l’aula di storia, pur essendo leggermente in ritardo.
 
“Io dico che le piace.”
“Che? Chi? Cosa?”
“Oh, Harry. Io farò lo stupido ma tu sei dieci volte più cretino di me. Dico che Zayn e la bionda finiranno insieme.”
“Ma va Lou. Sono anni che Zayn non ha una relazione seria, da quando è…”
“Lo so Hazza, lo so. Ma scommettiamo, 50 £. Io dico che finiranno insieme.”
“Ok, affare fatto.”

I due amici si strinsero la mano sorridendo e poi si allontanarono.
 
 
 


Se c’era una cosa che Quinn odiava era il momento del pranzo.

In quella scuola soprattutto.
C’era una confusione immensa e non c’era una sola persona che stesse in silenzio.

Lei e Rachel si avvicinarono al bancone e poi andarono a sedersi ad uno dei pochi tavoli liberi.

Poco dopo al loro tavolo si sedettero anche altre ragazze.

Una di loro colpì Quinn particolarmente.
Aveva i capelli scuri, gli occhi color cioccolato e la sua carnagione era ambrata.
Assomigliava terribilmente a Malik.

Le due amiche si ritrovarono ad ascoltare i discorsi del gruppetto, e in effetti, a parte qualcuna, le altre erano tutte figlie di papà e oche da quattro soldi.

“Stasera andrete alla festa di Zayn? Ha invitato praticamente tutta la scuola!”
“Certo che si! Che domande, sarà la festa migliore a cui io abbia mai partecipato!”

Alcune ragazze erano tutte eccitate all’idea di dover andare alla festa di Malik, ma la ragazza che Quinn aveva adocchiato prima continuava a guardare il vassoio di fronte a se senza spiccicare parola.

Ad un certo punto la ragazza con la pelle ambrata si alzò e se ne andò senza neanche salutare le amiche.
Quinn e Rachel la guardarono mentre si allontanava ma poi furono distratte dalle parole del gruppetto di ragazze sedute accanto a loro.

“A volte non la capisco proprio.”
“Già, hai ragione. A volte Waliyha è proprio strana.”

Waliyha? Che diavolo di nome era? Si chiese Quinn mentre aggrottava la fronte. Probabilmente era arabo, o qualcosa del genere.
“Io credo di capirla. Zayn è suo fratello. Non è una novità per lei andare ad una sua festa.”

Gli occhi di Quinn, a quelle parole, stavano per uscirle fuori dalle orbite.
Era la sorella di Zayn? Era vero, si assomigliavano terribilmente, ma non aveva idea che Zayn avesse una sorella!
Guardò verso Rachel e poco dopo si alzarono in contemporanea.
Quelle ragazze si capivano al volo.
 
 


“Abbiamo girato per tutta la scuola ma di lei non c’è traccia. E poi non ho ancora capito perché ti interessa conoscerla.”
“Ra, mi ha colpito e poi mi sembra diversa dalle altre e soprattutto diversa da suo fratello.”
“Ok, ma ora è tardi. Sicuramente ci sarà anche lei stasera. Un altro motivo per venire.”
Disse Rachel sorridendo.
“Hai ragione! Non ci avevo pensato!” Aggiunse Quinn sorridendo a sua volta.
“Andiamo va. Questa giornata scolastica è durata fin troppo. Vieni verso le cinque a casa mia così ci prepariamo per bene.”
“D’accordo. A dopo.”

Le due amiche si salutarono e poi Quinn si avviò verso casa.

Non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine della ragazza, com’era che si chiamava?
Ah, sì!  Waliyha.
 
 



Al suono del campanello Waliyha sbuffò infastidita e poi si alzò dal comodo divano per andare ad aprire la porta.

Davanti a lei si pararono gli amici di suo fratello.
“Ciao.” Sussurrò ai ragazzi.
“Ciao Wal.” Dissero i ragazzi, che avevano la capacità di metterla in imbarazzo in una maniera incredibile.

Dopo poco scese Zayn con il computer alla mano e andò in cucina seguito dai ragazzi.
 

Waliyha stette per un po’ a guardare la televisione ma poi si avvicinò alla cucina dove i ragazzi, tutti in solenne silenzio, osservavano Zayn scrivere al computer.

“Ma si può sapere cosa state facendo?” Domandò la ragazza.
“Fatti i cazzi tuoi.” Com’era educato suo fratello.

Waliyha sbuffò e poi andò a staccare la presa del computer.
Quando Zayn vide lo schermo nero aprì le mani e imprecò a bassa voce.

La ragazza aspettandosi quello che sarebbe successo di li a poco corse nella sua camera.
Appena chiuse la porta sentì la voce di suo fratello e le risate dei suoi amici 
rimbombare per tutta la casa.
“Stronza! Non farti vedere giù stasera o ti mando a New York da mamma e papà con un calcio in culo!”.

Sbuffò e poi si gettò sul letto.


Odiava suo fratello.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


#
Questo capitolo è stato un parto!

Come avrete notato entra in scena Waliyha, la sorella di Zayn. Tenetela d’occhio, avrà un ruolo fondamentale nei prossimi capitoli :)
In questo capitolo accadono cose abbastanza importanti: Zayn non scopre chi è Quinn, Quinn incontra Waliyha, e c’è la scommessa di Louis e Harry.

Nel prossimo ci sarà un colpo di scena e la parte della festa, vi anticipo solo questo.

Se può interessarvi sto scrivendo una nuova FF, fateci un salto se volete :)
"Now you're just somebody that I used to know."
 
Ora vado, su.

Baci, Love_BooBear :3

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Capitolo 6
*** 6.- ...Do you need a ride home? ***


I just wanna be happy.







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6. -…Do you need a ride home?
 
 

 

“Non credo sia una buona idea andarci, sai?”
“Oh, ancora? Ti ho detto che ci divertiremo. E poi sei splendida vestita così!”
“Riesci a capire che non mi reggo in piedi con questi cosi?”
“Non preoccuparti, siamo arrivate.”


Davanti alle due amiche si presentò una villa.
Era davvero enorme e davvero bella.

“Wow…” sussurrò Quinn non appena entrarono nel cortile.
“Già. Te l’avevo detto.” Disse Rachel sorridendo per poi prendere sotto braccio l’amica e dirigersi all’interno di quell’enorme villa.

Poco prima di entrare Quinn sperò che tutto andasse per il meglio, niente inconvenienti e niente incontri poco gradevoli.
 

Era meglio se non sperava.
 
 
 



Era mezzora che quella ragazza gli stava praticamente attaccata come una cozza ed era veramente stanco e stressato.
Aveva passato tutto il pomeriggio  con gli amici a preparare quella dannata festa e per di più, a causa di sua sorella, non aveva scoperto niente sulla bionda amica della Tennison.

Quando un fiume di gente entrò in villa Malik, Zayn distinse una chioma bionda che le ricordava la ragazza.
Si scrollò di dosso quella con cui stava ‘ballando’ e si avvicinò a Rachel e Quinn, che nel frattempo si stavano guardando attorno come sorprese.

“Ehi, Rachel!” Disse Zayn cercando di attirare la loro attenzione.

Rachel alzò lo sguardo accennando un sorriso e poi disse qualcosa all’orecchio della bionda che nel frattempo continuava a guardarsi intorno.
Quando finalmente Quinn alzò lo sguardo vide che il moro si stava avvicinando e voltandosi di scatto verso l’amica le fece un cenno e poi si allontanò.

“Ciao Zayn.” Disse Rachel una volta che il ragazzo si fu avvicinato.
“Ciao –disse Zayn con fare amichevole -, allora, ti piace la festa?”
“Sì, molto. Grazie per l’interessamento.” Rachel fece per allontanarsi ma Zayn la fermò per un braccio.
“Aspetta un attimo. Ho visto che una ragazza bionda era con te… potresti dirmi come si chiama?”
Rachel guardò Zayn dritto negli occhi e poi socchiuse i suoi riducendoli quasi a fessure. “Quinn. Perché?”
“Niente, così per sapere. Grazie.”

Zayn si allontanò con un sorrisetto disegnato sulle labbra e si diresse verso gli amici che nel frattempo si stavano divertendo da pazzi.
Chi ballava, chi beveva, chi scherzava e chi pomiciava con qualche ragazza.

Una cosa in comune ce l’avevano: erano tutti terribilmente ubriachi.
 
 
 
 

Vagava al piano superiore da una decina di minuti.
Probabilmente si era persa, quella casa era immensa.

Aveva già incontrato svariate persone che stavano praticamente scopando in mezzo al corridoio, altre fumavano e certi si scolavano  bottiglie di birra.

Stanca di camminare si sedette a terra vicino ad una porta rosa e rimase lì a fissare il soffitto fino a quando la porta alla quale si era appoggiata si aprì facendone uscire una ragazza con i capelli scuri e con la carnagione ambrata.
Era la ragazza che aveva visto quella mattina a scuola, la sorella di Zayn.

“Scusami, non volevo disturbarti.” Disse Quinn alla ragazza mentre si alzava da terra.
“No, niente.” La ragazza la sorpassò e corse in quello che doveva essere il bagno.

Quinn rimase sorpresa dal comportamento di quella ragazza.
Era strana, come il fratello. Eppure sembrava totalmente diversa.
 
Pensando a tutto ciò non si accorse che era quasi mezzanotte. Imprecò a bassa voce e poi scese al piano di sotto dal quale provenivano risate e cose varie alla ricerca di Rachel.
C’era una specie di gruppo di persone riunitosi a cerchio.

Cercò di capire quello che dicevano e quando lo capì desiderò scomparire dal mondo.

Zayn Malik aveva in mano un computer e stava vedendo vecchie foto, risalenti all’anno prima, che riguardavano proprio lei.
Probabilmente qualche stronzo le aveva prese da Facebook e ora le stava praticamente sputtanando davanti a tre quarti dell’intero liceo.
 
 
 

Quando Zayn alzò gli occhi dal computer e incrociò gli occhi verdi di Quinn sorrise con disprezzo e poi la indicò ridendo.
“Quinn Flannery! Complimenti, quanti chili hai perso in un’estate?” Probabilmente non c’era niente da ridere fatto sta che tutti quelli vicini a loro scoppiarono a ridere ancora più di prima.

Gli occhi di Quinn si riempirono di lacrime e la sua bocca si piegò in una smorfia di sofferenza.

Cercava Rachel con lo sguardo, pronta a fuggire.
Ma quando vide che la sua migliore amica era praticamente avvinghiata ad Harry Styles e rideva come una stupida, rimase a bocca aperta e poi si fece largo tra la folla cercando di uscire da quella dannata casa.

Uno stronzo però non appena la vide le versò addosso quella che doveva essere una granita.
Quinn abbassò lo sguardo e cercando di ignorare, cosa impossibile, tutte le risate e gli scherni rivolti a lei uscì dalla villa e si precipitò in giardino.
Lì inciampò a causa dei tacchi tremendamente alti e cadde a terra.

Altre risate e insulti rivolti al suo passato la colpirono e le provocarono un tremendo dolore.
Si alzò e, dopo essersi tolta le scarpe, corse via piangendo.
 

Dopo il suo cambiamento aveva sperato di non essere mai più trattata una merda.
Si era ripromessa che non sarebbe mai stata più al centro di risate e insulti, ma quella sera tutto ciò che aveva cercato di creare in tre mesi era svanito.

Odiava Rachel per quello che le aveva fatto, anche se in quel momento non sapeva bene cosa, ma più di tutte odiava Zayn Malik.
Le aveva promesso che dopo quello schiaffo ricevuto davanti la scuola gliel’avrebbe fatta pagare, e aveva mantenuto la promessa.

Odiava Zayn Malik.

Zayn Malik era un fottuto stronzo.
 
 
 
 

Aveva assistito a tutta la scena dalla finestra della sua camera.

Quella povera ragazza non meritava di essere trattata così, suo fratello e tutta la gente che stava lì era davvero cattiva.

Waliyha scese al piano inferiore e uscita dal retro salì sulla sua moto, o meglio sulla moto di suo fratello, e mise in moto.
“Come diamine si guida quest’affare? Calma Wal, ce la puoi fare.”
Si disse tra sé e sé e dopo poco era già alla ricerca della ragazza bionda.
 
In lontananza vide una persona che camminava barcollante e che aveva le sembianze di una ragazza.
Le si avvicinò e dopo aver distinto la sua immagine capì che era Quinn.
“Ehi!”. Urlò Wal.
Quinn si voltò spaventata e dopo aver capito chi era su quella moto, ricominciò a camminare più spedita di prima.
“Aspetta!” Disse Waliyha scendendo dalla moto.
Le corse incontro e la fermò per un braccio. Quinn si voltò verso la ragazza mora e la fisso negli occhi.
La mora ricambiò lo sguardo e poi sospirò.
 

“Non è che ti servirebbe un passaggio a casa?”

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
#
Quanto ci ho messo per scrivere questo capitolo? (Ilaria vi chiede perdono!)

Comunque spero vi sia piaciuto, è importante per il proseguimento della storia.
In questo capitolo Zayn è parecchio stronzo e Waliyha cerca di aiutare la nostra Quinn.
Vedremo come proseguiranno le cose, ma non voglio aggiungervi niente anche perché ho le idee abbastanza confuse :)

Non so cosa aggiungere solo lascereste una recensione? Grazie mille in anticipo!
 

Baci, Love_BooBear :3 

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Capitolo 7
*** 7. -New friends, new problems. ***


I just wanna be happy.






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7. –New friends, new problems.
 

 

 
Nel varcare quella porta non si era mai sentita così fuori luogo come in quel momento.

Dopo che praticamente tutta la scuola aveva riscoperto il suo passato e dopo che aveva accettato il passaggio da parte di Waliyha, Quinn aveva passato la nottata in bianco a versare lacrime.
E quella mattina, le occhiaie profonde e lo sguardo smarrito, simboleggiavano la pessima nottata.

Naturalmente i commenti e le risatine varie che le venivano fatte dietro di certo non l’aiutavano.
Le sembrava di essere tornata all’anno prima.
Le sembrava di vivere in un inferno. Di nuovo.

E se nei giorni prima, vedere Rachel accanto al suo armadietto le era sembrata una cosa meravigliosa, ora le dava il voltastomaco.

“Ehi…”
Quinn si voltò verso la ragazza che un tempo riteneva la sua migliore amica e vide che le stava sorridendo.
Non le rispose e tornò ad immergersi nell’armadietto per recuperare alcuni libri.
“Senti Q…” Disse Rachel allungando una mano verso Quinn che però si ritirò al suo tocco.
“Non toccarmi.”
“Quinn, ti prego.”
“Ti prego un emerito cazzo. Non toccarmi, non parlarmi, non guardarmi nemmeno. Fa che non esista Rachel, è meglio.”
Quinn chiuse l’armadietto con uno scatto e si voltò per andarsene quando una voce dietro di lei la fece voltare.

“Quinn Flannery, da quanto tempo. Come stai oggi?”
La sua voce era davvero irritante.

Zayn Malik le si era presentato davanti, con i suoi amici, in tutta la sua stronzaggine.
Quinn lo guardò negli occhi ma non rispose all’evidente provocazione.

Si voltò e fece per andarsene quando Zayn la prese per un polso e la fermò.
Si avvicinò a lei e le disse all’orecchio “Te l’avevo detto che me l’avresti pagata.”
“Sei uno stronzo.” Disse Quinn sull’orlo delle lacrime mentre vicino a loro si formava una piccola folla.
“Lo so.” Disse il ragazzo sorridendo strafottente.
Quinn cercò di liberarsi dalla presa d’acciaio di Zayn e quando ci riuscì corse verso il bagno.

Ignorò gli sguardi degli altri studenti ma soprattutto ignorò lo sguardo di Rachel.

 
 


“Rachel, grazie ancora per averla portata ieri sera. È stato uno sballo.”
“Non l’ho portata per te Zayn. Anzi è per colpa tua che adesso praticamente mi odia.”
“Cara, non sono io ad essermi ubriacato e ad aver riso di lei. Anzi, l’ho fatto, ma io di certo non sono il suo migliore amico, cosa che invece eri tu fino a qualche ora fa.”


Rachel sospirò pesantemente, cercando di respingere le lacrime, e dopo aver fissato per un po’ Zayn prese in spalla il suo zaino e si incamminò per il corridoio.

“Rachel aspetta!” Disse Harry cercando di richiamare la sua attenzione.
La mora però non si volto, anzi camminò più velocemente di prima fino a nascondersi in una classe.
“Che c’è Harry, perché ti interessi?”
“Non mi interesso di niente Zayn, l’hai solo trattata male.”

Zayn rise e si voltò verso l’amico. “Da quando stai dalla parte di quelle.”
“Quelle hanno un nome e sono delle persone se non te ne sei accorto. Non avevi il diritto di parlare ad entrambe in quel modo.” Esclamò il riccio.
Prima che Zayn potesse controbattere suonò la campanella e pian piano i corridoi si svuotarono, erano rimasti Zayn, Liam, Louis, Niall ed Harry e qualche altro alunno del primo anno.
“Ci vediamo in palestra.” Disse Harry allontanandosi dal gruppetto.
“No, tu vieni qui e chiariamo altrimenti in palestra ci arrivi con un calcio in culo.” Disse Zayn alzando pesantemente la voce.
Harry lo ignorò e continuò a camminare. Zayn sbuffò e si diresse verso di lui ma Louis lo fermò.
“Lascialo in pace Zayn, ci vediamo dopo.” Disse Tommo prima di andare verso l’amico riccio che ormai era sparito dietro una porta.

Dopo poco anche gli altri tre se ne andarono nelle proprie aule ma Zayn continuava a pensare al comportamento di Harry.

E ripensando al comportamento di Harry non poté far a meno di pensare che Quinn non era uscita dal bagno prima che loro se ne andassero, eppure era passata una buona mezz’oretta.

La voce stridula della signora Smith che lo invitava ad entrare subito in classe lo riscosse da quei pensieri e cercò di non pensare più a quella benedetta ragazza e ad Harry per tutta l’ora.
 



 
“Bene, manca solo la signorina Flannery…”
“Signor professore, io questa mattina l’ho vista. Forse sarà in bagno.”

Waliyha al sentire il cognome di Quinn alzò lo sguardo e fissò la ragazza che aveva parlato poco prima.
“E allora qualcuno vada a vedere che fine ha fatto.”
“Vado io.”
Disse Wal alzandosi in piedi.
“D’accordo Malik, una cosa veloce.”
Waliyha annuì e si diresse fuori dalla classe.

Si diresse verso il bagno e dopo aver aperto varie porte si ritrovò davanti uno spettacolo orribile.

Quinn era accovacciata su se stessa con i polsi sanguinanti e il corpo scosso da singhiozzi.
Waliyha nel vederla sgranò gli occhi e poi corse verso di lei. Le si inginocchiò accanto e le accarezzò i biondi capelli mentre dentro di se sperava che la bionda stesse bene.
Quinn alzò lo sguardo spaventata e quando riconobbe Waliyha scoppiò in un pianto liberatorio.
Wal la strinse a se per un po’ e quando si rese conto che si era calmata la fece alzare e si sfilò il gilet che portava sopra l’uniforme scolastica.
Ne strappò un pezzo e fasciò con delicatezza i polsi di Quinn mentre quest’ultima la guardava con le lacrime agli occhi.

Dopo che Quinn si sistemò un po’ il trucco e dopo che si rese presentabile, sorrise a Waliyha e insieme si diressero nella classe.

Quando arrivarono, seppur sotto lo sguardo di tutti, si sedettero vicine e iniziarono a seguire la lezione del professor Foster.
 
 
 

 

“Payne prenda quella palla!”

Liam sbuffò e iniziò a correre verso la palla che stava andando fuori dalla palestra.

La discussione tra Zayn e Harry avvenuta quella mattina aveva profondamente segnato il ragazzo.
Liam conosceva Zayn così come conosceva Harry ed era sicuro che i due non avessero mai litigato in quel modo prima.
Fu risvegliato dai propri pensieri dalle urla del professore che invitava delle ragazze a giocare e a non perder tempo sedute sugli spalti.

Quando Liam alzò lo sguardo intravide che la ragazza con cui stava parlando il professore era proprio Quinn Flannery e con lei, invece di Rachel, c’era Waliyha, Waliyha Malik.
Il ragazzo sgranò gli occhi nel vederla e subito pensò di dover chiamare Zayn ma le sue intenzioni furono deviate dalle parole del professor Brown.

“Signor Payne, che ne dice di far giocare anche queste due fanciulle nella vostra squadra? Vi mancano giusto due giocatori.”
Liam guardò il professore e si accorse che non appena Waliyha aveva sentito il suo nome aveva subito abbassato lo sguardo.
Poi il ragazzo annuì e sia Wal che Quinn si avviarono verso il campo e dopo che si furono posizionate iniziò la partita.

Nessuna delle due era brava a giocare ma Liam si accorse che Quinn in particolare cercava di evitare le palle che le arrivavano vicine.
Aveva sempre creduto che quella ragazza fosse strana ma non capendo le sue reazioni decise di prendere due minuti di pausa e le si avvicinò.

“Senti, so che non sai giocare e che non vuoi farlo perché si vede. Ma almeno cerca di prendere una dannata palla altrimenti a che ti servono quelle mani?”
 
Quando Quinn si accorse della presenza di Liam iniziò a sudare freddo.
Aveva paura di lui forse più di quanta ne aveva di Zayn. Era sempre silenzioso ma quelle poche volte che parlava le incuteva una paura tremenda.

E quando si sentì pronunciare quelle parole si voltò di scatto verso di lui e cercò di mantenere il tono di voce sicuro, anche se sentiva che stava per crollare da un momento all’altro.
“Hai ragione, non so giocare. Perché dovrei prendere la palla se non so giocare?”

Quinn sentiva lo sguardo di Wal su di se e dopo aver risposto a Liam si voltò e fece per uscire dal campo.
Liam la prese per un polso e sul viso di Quinn si formò una smorfia di dolore che non sfuggì al biondo.
 


Liam si accorse che la ragazza aveva i polsi fasciati e che cercava di nascondere le fasciature con una maglia a manica lunga pur essendo il mese di maggio.
Alzò lo sguardo dai polsi al viso della ragazza e vide che delle lacrime stavano per solcarle il viso.
Le lasciò subito il polso e sussurrò uno “Scusami.”

Waliyha che nel frattempo aveva assistito a tutta la scena si avvicinò a Quinn e, dopo aver fatto un cenno di saluto a Liam, le mise una mano sulla spalla sorridendole.
Entrambe, dopo aver chiesto il permesso al professore, si diressero nel bagno.
 

Liam aveva capito che c’era qualcosa che non andava in quella ragazza.
Doveva aver avuto un passato difficile, e lui, con i suoi amici, non aveva contribuito a renderlo migliore.
Il ragazzo aveva intuito che la bionda si auto lesionasse  e certo non poteva rimanere in silenzio.

Zayn doveva saperlo. O forse no?

 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

#
Ci ho messo una vita per scrivere questo capitolo quindi scusatemi.
La scuola sta finendo per fortuna e in questi giorni è festa al mio paese quindi ho tardato un po’ a postare.

Comunque, tralasciando questi particolari, eccovi il capitolo.
Escono fuori un sacco di cose: Quinn si auto lesiona e Liam è in dubbio sul da farsi, mentre secondo voi perché Harry ha reagito in quel modo mettendosi contro Zayn?

Be’, ora vi lascio.
Che ne direste di lasciare qualche recensione?
Grazie in anticipo e grazie a tutte le persone che seguono/leggono/recensiscono questa FF.

Baci, Love_BooBear :3

 
P.S. ho scritto due One-Shot, una su Niall e una su Liam: ci fareste un salto? Mi piacerebbe molto sapere come vi sembrano :)
'Some memories never fade' - OS su Liam.
'Payphone' - OS su Niall.

E poi ho anche aggiornato l’altra FF un po’ di tempo fa. Passate anche di là se vi va, è su Harry :)
'Now you're just somebody that I used to know' 

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Capitolo 8
*** 8. -I'm just afraid of him. ***


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8. -I'm just afraid of him.





“E cosa dovrei farci io?”

Liam alzò gli occhi al cielo e si pentì di quello che aveva fatto: il suo amico era una testa calda e anche se gli aveva raccontato quello che aveva scoperto su Quinn non gli importava, anzi, se ne fregava altamente.

“Zayn, si taglia, vuol dire che non sta bene.”
Zayn alzò lo sguardo dal cellulare e guardò l’amico “E allora?”
“Ma sei coglione o cosa? Ti sto dicendo che si taglia, forse per colpa nostra, e tu te ne freghi? Secondo me dovresti smetterla di darle fastidio.”
“Liam non farti prendere dai sensi di colpa e non rompere le palle. Non darle fastidio tu, nessuno ti obbliga.”
“Zayn sei cambiato, non sei più quello di una volta.”

Zayn batté il palmo della mano sul tavolo e poi si alzò di scatto.

“Non sono cambiato, sono sempre lo stesso. Siete voi, prima Harry, poi tu… io davvero, non vi capisco.”
“Ti sto solo dicendo che devi smettere di dar fastidio a quella ragazza… anche perché è amica di tua sorella.”
“Mia sorella con questo non centra.”
“Sì che centra, farai star male anche lei comportandoti così.”


Zayn si allontanò da Liam e si avvicinò alla finestra che dava sul viottolo di casa sua.
Il biondo gli si avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla.
“Se vuoi continuare a prendere in giro quella ragazza fallo pure, ma io non ci sarò più a coprirti le spalle. Cerca di pensarci Zayn, fallo almeno per tua sorella.”

Liam attese una risposta di Zayn che non arrivò e poi sospirando si avviò verso la porta.
Prima di uscire rivolse un ultima occhiata all’amico, intento ad osservare fuori dalla finestra, e poi si chiuse la porta alle spalle.

Quando vide che Liam aveva percorso il viale e poi era uscito dal suo raggio di veduta, corse al piano superiore e si fiondò in camera sua.

Non voleva perdere i suoi amici ma non riusciva ad evitare di prendere in giro Quinn.
E pensare che prima voleva anche scoparsela!
Ma ora, dopo aver scoperto chi era non poteva darle pace, anche perché il suo orgoglio glielo impediva. E poi, molto onestamente, a lui non fregava niente che era un’amica di sua sorella.
L’unica cosa che gli attanagliava la mente era che Quinn potesse auto lesionarsi a causa sua.

Zayn sbuffò pesantemente e poi infilò la testa sotto il cuscino, cercando di non pensare.


 
                                                                                                                                        
 
Quinn aprì la porta di casa cercando di fare il meno rumore possibile.

“Quinn, sei tu?”
Ok, piano svanito.

La voce di sua madre portò la bionda a recarsi in cucina, dove trovò la madre intenta a preparare la cena.
“Sì, ciao mamma.”
“Ciao tesoro. Ci sono delle novità!”. Quinn increspò la fronte ma prima che potesse rispondere la madre aggiunse “Dato che tra due giorni io e tuo padre partiamo abbiamo deciso che domani stesso andrai a casa di questa mia amica, Trisha, dato che torna da un viaggio. È una donna meravigliosa e ha anche quattro figli! Scommetto che ti troverai benissimo con loro!”
Quinn alzò gli occhi al cielo e con un “Vado a preparare le borse” si dileguò in camera sua.

Questa ci mancava.

Dopo tutto quello che aveva passato in quella giornata, mancava la notizia finale.
Wal l’aveva scoperta a tagliarsi in bagno.
Liam probabilmente sospettava qualcosa.
E ora doveva trasferirsi per due settimane da degli sconosciuti.

Si buttò sul letto e cercò di svuotare la mente.

 

 
 
 
“Zayn, alzati! Ci sono mamma e papà!”

L’unico giorno nel quale poteva dormire un po’ di più dato che non si andava a scuola, veniva pure svegliato  alle otto del mattino.
Si alzò e si mise a sedere sul letto, infilò la prima maglia che gli capitò alla mano e strusciando i piedi scese al piano inferiore dove abbracciò i genitori e le sorelle.

Zayn trascorse una mattinata piuttosto tranquilla.
Era stato per molto tempo disteso sul divano a guardare la TV e ad ascoltare musica.
Non aveva sentito nessuno dei suoi amici e quella era la cosa che più lo preoccupava.
 
Mentre stava per uscire dal bagno si scontrò con Waliyha che, con molta frenesia, stava portando delle lenzuola nella camera degli ospiti.
“Vedi dove cammini.” Le ringhiò contro Zayn.
Wal non lo guardò nemmeno per poi fiondarsi nella stanza.
Confuso da quella reazione, -in un altro momento l’avrebbe mandato a fanculo – scese al piano inferiore dove la madre stava sistemando la tavola.

“Ma si può sapere cosa avete tutti oggi?”
Trisha si voltò verso di lui e sorridendo disse “Viene a stare da noi per un po’ la figlia di una mia cara amica. Lei e il marito partono per l’America, e la figlia viene da noi.”
Zayn sbuffò e poi rispose “E perché io non ne sapevo nulla?”
“Credevo che Waliyha te l’avesse detto.”


Certo, come no. Sua sorella le diceva tutto.
A proposito.

Zayn lasciò la madre e corse nella stanza degli ospiti dove Wal stava finendo di sistemare il letto.
Entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle.
Waliyha si voltò di scatto e quando vide il fratello sospirò per il sollievo.

“Che vuoi Zayn?”
“Come mai hai stretto i rapporti con la Flannery?”

Waliyha guardò dritto negli occhi il fratello ma non gli rispose.  Si avvicinò alla porta e cercò di aprire, ma Zayn glielo impedì.
“Zayn apri o giuro che chiamo mamma.”
Zayn le disse “Tu rispondi e io ti faccio passare.”
“L’hai trattata da merda e io ho cercato di aiutarla per porre rimedio alle tue stronzate. Ora lasciami passare.”


Zayn si spostò e Waliyha aprì di scatto la porta.
Lui la fermò per un braccio e la fece voltare.
“Un’ultima cosa… Sai chi è questa che viene da noi?”
Waliyha scosse la testa e subito dopo suonò il campanello.

“Lo scopriremo presto…” sussurrò Wal scendendo le scale seguita dal fratello.
 


 
“Sta tranquilla, sono bravissime persone.”

Quinn e sua madre stavano aspettando che qualcuno andasse ad aprirle e la tensione e il nervosismo che provava Quinn in quel momento era alle stelle.
Quando sentì la porta aprirsi, alzò lo sguardo e incontrò quello di una persona conosciuta.

Waliyha era davanti a lei e la guardava con estremo stupore.
Non riuscivano a parlare, nessuna delle due, e per fortuna arrivò Trisha, che dopo aver salutato la madre di Quinn, invitò la ragazza ad accomodarsi in casa.

Inizialmente Quinn non si era resa conto che quella casa, essendo casa di Wal, era anche casa di Zayn.
E quando lo vide scendere le scale le si fermò il respiro in gola.

E quando Zayn l’aveva vista nel salotto di casa sua era rimasto piuttosto sorpreso.
“Flannery, che ci fai qui?”
Quinn non rispose. In effetti non aveva spiccicato una parola da quando aveva messo piede in quella casa.

“Bene, allora già vi conoscete.” Disse Trisha sorridendo.
Nessuno dei due rispose e nessuno dei due era intenzionato a farlo, si fissavano solo negli occhi.

Dopo poco Waliyha scattò in piedi e invitò la madre a lasciare il salotto per andare a finire di preparare il pranzo.
Poi si gettò al collo di Quinn e la strinse forte. La bionda ricambiò l’abbraccio e poi le sorrise.
“Allora eri tu!” Disse Waliyha sorridendo come non mai.
“Già.” Disse Quinn cercando di non muovere lo sguardo dalla ragazza che aveva di fronte.
“Vieni, ti porto a vedere la camera.”

Waliyha prese per un braccio Quinn e la portò di corsa al piano di sopra.


 
Zayn non ci stava capendo niente.
In pratica l’ospite che avrebbe dovuto alloggiare da loro per un po’ era la ragazza che odiava e che prendeva in giro da un anno e più.

E se quello che gli aveva detto Liam era vero? Se lei si tagliava per causa sua e ora era pure costretta a vederlo in casa?
Che doveva fare?

Zayn era orgoglioso, troppo, non avrebbe mai potuto lasciarla in pace per almeno un altro po’ di tempo.
E averla sotto i piedi per gran parte della giornata certo non aiutava.
Ed era anche troppo confuso.

Si gettò a peso morto sul divano e chiuse gli occhi aspettando che la cena fosse pronta.
 


 
 
“Allora… Waliyha non mi aveva mai detto che eravate amiche…”
“Non c’è stata l’occasione mamma… e poi non credevo che tu e sua madre foste amiche.”
“D’accordo… Allora Quinn, come ti sembra il pranzo?”


Quinn alzò gli occhi dal piatto e sentendo tutti gli occhi della famiglia Malik puntati su di se, sorrise e poi rispose cordialmente “Decisamente ottimo. Mia madre non ha mai cucinato niente di simile.”

Trisha, suo marito e le ragazze risero mentre Zayn continuava a fissare il piatto senza toccare niente.
Era freddo e distaccato, come sempre del resto, ma in quel momento le sembrava ancora più stronzo e esuberante.
A parte quella frase appena si erano visti, non le aveva più rivolto la parola e da una parte era meglio così.

Dopo poco Zayn si alzò dal tavolo e corse al piano superiore senza degnare di uno sguardo e di una parola nessuno.

“Quel ragazzo è proprio strano…” sussurrò Trisha.
Quinn rimase colpita dalla reazione del ragazzo e si chiese mentalmente il perché di quella reazione.
Sapeva che era strano ma non pensava che lo fosse fino a quel punto.


Dopo una buona mezzoretta Quinn e Wal si ritirarono nella camera della seconda e si sedettero sul letto.

“Allora? Come ti sembra?”
Quinn guardò l’amica e capì perfettamente cosa voleva intendere con quella domanda.
“A dir la verità ho un po’ paura. So che non può farmi niente perché ci sono i tuoi ma ciò non togli che io abbia paura di lui.”
“Ti capisco. Ma sta tranquilla, ci sarò sempre io con te.


Quinn le sorrise e poi si abbracciarono.
Waliyha aveva capito che Quinn non era la ragazza forte che fingeva di essere, era solo una ragazza con un tremendo bisogno di aiuto.

Dopo poco si ritrovarono sedute sul letto di Wal a scherzare e a ridere.
 
 

 
Zayn si appoggiò al lavandino e rimase così per un bel po’.
I sensi di colpa si stavano facendo sentire e le parole di Liam risuonavano nella sua testa.

Si asciugò le mani e uscì velocemente dal bagno.

Passando davanti la camera della sorella sentì delle risate.
Riuscì a distinguere quella della sorella, e l’altra doveva essere di Quinn.
Aveva un suono dolce e tremendamente bello.

Zayn scosse la testa e a passo spedito si diresse in camera sua.
Sbatté la porta con violenza e ci si appoggiò per poi passarsi una mano trai capelli.
 


Che situazione di merda.

 
 
 
 
 
 








#
Ammetto che è un capitolo confuso, neanche io ci ho capito molto.
Ammetto che non è niente di speciale e ammetto anche che non l’ho riletto, quindi se trovate errori perdonatemi.

Non so che dire riguardo al capitolo, solo che è molto importante e che si scoprono mooolte cose. Inoltre è un capitolo fondamentale per il continuo della storia.

Be’, grazie a tutti quelli che leggono/seguono/recensiscono.
Grazie mille.


Baci, Love_BooBear :3

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Capitolo 9
*** 9. -Don’t believe in appearances. ***


I just wanna be happy.






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9. –Don’t believe in appearances.
 



 
“Questa mattina entro alla seconda ora.”

Waliyha alzò lo sguardo dalla tazza piena di latte e cereali e fissò gli occhi in quelli di Quinn.
“Perché?”
“Devo andare dallo psicologo.”
“Oh. Se vuoi ti accompagno."

Quinn sorrise e poi aggiunse “No, non preoccuparti, ci vediamo più tardi!”

Si salutarono con un bacio sulla guancia e poi Quinn si avviò fuori dalla cucina.

Prima che potesse mettere piede fuori dalla stanza si scontrò contro Zayn, che era appena uscito dalla doccia a giudicare dall’asciugamano stretto in vita e dalle goccioline d’acqua che gli scivolavano sul petto.

“Scusa.” Balbettò Quinn prima di precipitarsi fuori da casa Malik.
 


 
Zayn fissò la porta per un bel po’ prima di riprendere la ragione.
Entrò in cucina e sotto lo sguardo attento della sorella prese una tazza, ci versò del latte, e le si accomodò affianco.

“Allora… dove andava la biondina?”
Dopo qualche minuto di silenzio Zayn si era finalmente deciso a fare quella domanda alla sorella.
Cercava di apparire distaccato e poco interessato a dove fosse andata Quinn, ma in cuor suo voleva assolutamente sapere dove fosse per poterla raggiungere.
D’altronde quella nottata passata insonne gli era servita per riflettere su come comportarsi con la ragazza.
Se era vero che si tagliava per causa sua, doveva cercare di fare tutto il possibile per farsi perdonare e voleva far in modo di impedirle di farsi del male.
Dopo averla sentita ridere la sera precedente, era rimasto incantato dalla sua voce, non se ne era mai accorto ma quella ragazza, oltre ad essere tremendamente bella, aveva anche una voce dolce e terribilmente piacevole da ascoltare.
Quasi non si riconosceva ma in quel momento, l’unica cosa che voleva era vedere Quinn e parlarle da persone civili.

“Non credo siano affari tuoi.”
Wal si alzò e poggiò la tazza nel lavandino
Zayn si alzò di scatto e prima che lei potesse lasciare la cucina la prese per un braccio.
“Ti prego Wal, è importante. Devo parlarle.”

Waliyha a quelle parole si voltò verso il fratello.
Non aveva mai visto i suoi occhi tanto lucidi, quasi fossero sul punto di rilasciare una miriade di lacrime.
Vedeva che era sincero come poche volte lo era stato nella sua vita.

“Knigtsbridge, numero 27.”
A quelle parole gli occhi di Zayn brillarono manco fossero stelle.
Diede un bacio sulla guancia della sorella e poi si precipitò al piano superiore.

“Vedi di non fare cazzate!”
Come risposta a Waliyha arrivò solo il rumore della porta della camera di Zayn, che era stata chiusa con un solo colpo secco e deciso.
 

 
 

“Che bello rivederti Quinn!”
Quinn sorrise e abbracciò il signor Potter prima di accomodarsi sul divanetto in pelle al centro dello studio.

“È un piacere anche per me, signor Potter.”
Il signor Potter sorrise e poi aggiunse “Allora, come procedono le cose?”
“Piuttosto male direi. Mia madre e mio padre sono partiti per l’America e mi hanno spedito a casa di un’amica di mia madre. Casualmente la casa è la stessa casa della mia migliore amica e sempre casualmente questa mia amica è sorella di un ragazzo che sempre molto casualmente è quello che mi perseguita e tortura da più di un anno.”

“Credevo che ora che fossi cambiata, anche le cose con gli altri fossero cambiate.”
“Inizialmente era così ma poi a una festa sono uscite fuori cose alquanto  spiacevoli e tutto e andato per il peggio. Da quel giorno è come se il passato si fosse nuovamente impadronito del presente. Non vengo più guardata, quando una persona mi passa affianco mi urta volontariamente, se sono in giro per i corridoi tutti si voltano a guardarmi manco fossi un fenomeno da baraccone. Sto ritornando ad essere lo zimbello di tutti solo per il mio passato. E per di più una delle persone a cui tenevo di più mi ha tradito.”

Gli occhi di Quinn ormai erano pieni di lacrime.

Non appena finì di parlare fu scossa da dei singhiozzi e delle lacrime incominciarono a solcare il suo bel viso.
Il signor Potter le si avvicinò e dopo averle posto un fazzoletto le disse “Quinn, tu sei una persona magnifica. Se la gente ti critica è solo perché è invidiosa di te. Sei bella, hai un gran cervello e sei forte, non farti sottomettere da gente ridicola. Cerca di essere coraggiosa in ogni momento e di affrontare i problemi. Non scappare, mai. Affronta tutto ciò che ti si pone davanti. Affronta tutte le persone che dicono brutte cose su di te, fa capire loro che persona sei!”
Quinn guardò il signor Potter con sguardo riconoscente e dopo essersi ripresa uscì dallo studio dello psicologo.

Si diresse a passo spedito verso l’uscita dell’edificio per paura di arrivare tardi a scuola ma non appena uscì sulla scalinata si fermò, incapace di proseguire.
 
 
 

 
“Non credo sia stata una buona idea seguirti…”

La risata del ragazzo le entrò dentro, come se fosse magia.
Quinn poteva giurare che non ci fosse al mondo un suono migliore. Era dolce ma allo stesso tempo profonda e… sexy, terribilmente sexy.

“Non preoccuparti non mordo.”
“Ho qualche dubbio a riguardo.”

Quinn era palesemente confusa e la risata di Zayn la confuse ancora di più.
Perché si comportava così se nemmeno due giorni prima voleva quasi ucciderla con le umiliazioni?
Ma poi, come aveva fatto a scoprire dove si trovava?
Per fortuna non aveva capito che era uno psicologo, altrimenti quali spiegazioni gli avrebbe dato?

“Senti Zayn… io non so perché ti stai comportando così, non riesco proprio ad immaginarlo. Quindi, dato che ti conosco, non posso far altro che chiederti di starmi lontano. Già è tanto vivere con te  in casa.”

Il ragazzo rimase colpito dalle parole di Quinn.
Era vero che con lei non si era mai comportato bene, ed era anche vero che molto probabilmente chiunque avrebbe reagito come stava reagendo lei, ma Zayn rimase ugualmente e spiacevolmente colpito da quella risposta.

Erano quasi arrivati davanti al cancello della scuola e Quinn non aveva più rivolto la parola al ragazzo che nel frattempo pensava a qualcosa per evitare di far terminare in quel modo la prima discussione civile che i due avevano avuto.

Prima che potesse varcare la soglia del cancello, Quinn venne bloccata dalla forte stretta di Zayn e fu costretta a voltarsi verso il ragazzo.
Più che un ragazzo in quel momento le sembrava un angelo.
Un angelo terribilmente bello e capace di far cadere chiunque in tentazione.
Quinn scosse la testa e si chiese come cavolo faceva  a pensare cose del genere.
 
“Cosa ci facevi in quel posto stamattina?”
Quinn sbarrò gli occhi.
Per un po’ aveva sperato che Zayn si fosse dimenticato che quella mattina Quinn era andata dallo psicologo, ma evidentemente non era così.
“Non sono affari tuoi.”
Quinn cercò di far terminare la conversazione ma Zayn aumentò la presa sul suo polso e una smorfia di dolore le si dipinse sul volto.
A vederla Zayn allentò la presa e capì che ciò che gli aveva detto Liam era vero.

Quinn si accorse che Zayn aveva capito qualcosa su di lei e su quello che faceva nei momenti bui e per paura di affrontarlo si diresse a passo spedito, quasi correndo, all’interno della scuola.
 
 

Zayn era rimasto immobile dopo la ‘fuga’ della ragazza.
Era tutto vero.
Si autolesionava e molto probabilmente per causa sua. E chissà da chi era andata quella mattina.

“Cazzo.” Sussurrò Zayn a denti stretti prima di avviarsi nel piazzale della scuola.

Di colpo però si bloccò.
Quella giornata di scuola poteva anche saltare.
 
 


“Fammi capire bene… quando sei uscita hai trovato Zayn e con lui sei venuta fino a scuola.”
“Esatto.”
Waliyha era visibilmente sorpresa e Quinn l’aveva capito.

“Cazzo! Quello stronzo non ha mai fatto niente di simile per me!”
Quinn scoppiò a ridere e di slancio abbracciò Wal.
“Non preoccuparti, sono sicura che oggi farà qualcosa di buono anche per te. Era strano, parecchio strano stamattina. Ma poi devo ancora capire come ha fatto a scoprire che ero lì.”

Wal abbassò lo sguardo colpevole.
Se Quinn veniva a sapere che era stata lei a suggerire al fratello dove recarsi, molto probabilmente l’avrebbe uccisa.

“Forse ti ha seguita.”
Quinn annuì. “Forse.”
 
 



“Salve, conosce per caso chi abita al numero 27 di Knigtsbridge?”
“Mi dispiace ragazzo, non posso dare certe informazioni.”
“La prego, è importante.”


Zayn fissò negli occhi la donna a cui aveva chiesto informazioni.
Cercò di sembrare il più sincero e il più innocente possibile.
Evidentemente il suo sguardo non ipnotizzava solo le adolescenti…

“Uno psicologo, il signor Potter.”

Zayn sbarrò gli occhi e fece qualche passo all’indietro.
Con un sorrisino alquanto finto ringraziò la signora e poi si allontanò correndo verso la scuola.

Quinn andava dallo psicologo.
Perché?
 
 


 
“Dove cazzo è Zayn?”

Waliyha e Quinn erano fuori dal cancello aspettando l’arrivo di Zayn.
Quinn dopo quella mattina non l’aveva più visto, ed era stato decisamente un bene, ma ora doverlo rivedere per l’intera giornata le sembrava una tortura.
Quel giorno per fortuna era passato abbastanza velocemente e non era stata presa in giro più di tanto.

Mentre aspettavano Zayn arrivarono vicino a loro Liam, Niall e Louis.

“Hei Wal!”
Waliyha fece un cenno con la testa per salutare tutti e tre. “Harry?”
“A quanto pare è rimasto folgorato da una. È da un paio di giorni che non ci caga per niente. Da una parte è meglio così. Mi ero stancato di vederlo con una diversa ogni sera.”
Rispose Louis mentre Liam e Niall annuivano alle sue parole.
Wal annuì e poi aggiunse “Dov’è Zayn?”
“Non ne abbiamo la più pallida idea. Oggi non è venuto a scuola.”

Quinn alzò di scatto gli occhi e la sua reazione non sfuggì per niente a Louis.
Le sorrise incoraggiante ma lei si voltò dall’altra parte.

“Come non è venuto a scuola? Stamattina non era venuto con te?”
Waliyha si rivolse a Quinn e questa rimase paralizzata.
Sentiva gli sguardi di tutti su di lei.
D’altronde non era una cosa comune trovare insieme Zayn Malik e Quinn Flannery. Non era per niente normale.

“Non lo so, non gli ho prestato molta attenzione.”
Waliyha capì che Quinn stava cercando in tutti i modi di sviare il discorso e con un sospiro aggiunse “Allora andiamocene, sto morendo di sonno.”
I ragazzi risero e dopo aver salutato le ragazze si diressero verso la macchina di Louis.

Wal e Quinn si voltarono e si avviarono a casa Malik, ma poi una voce le fece fermare.

“Hei, aspettatemi!”
Quinn alzò gli occhi al cielo. Purtroppo sapeva a chi apparteneva quella voce.

“Si può sapere perché non sei venuto a scuola?”
Waliyha era visibilmente incazzata con suo fratello, e vederli litigare era una cosa abbastanza divertente.
“Non sono cazzi tuoi.”
Alla risposta di Zayn, Quinn cercò di mascherare un sorriso mentre Wal sbuffava pesantemente.

“Ora. Cara sorellina io dovrei parlare con Quinn, fatti dare un passaggio dai ragazzi.”
Zayn parlò così velocemente che Waliyha aveva capito ben poco quello che doveva fare.

Prima che potesse chiederglielo però, Zayn si stava già allontanando tirando con sé Quinn per un braccio.
Quinn le rivolse uno sguardo che chiedeva aiuto ma Wal alzò le spalle e si voltò verso il posto dove si trovava la macchina di Louis.

Sbarrò gli occhi solo quando si accorse che la macchina non c’era.
Imprecò a bassa voce e si avviò, a piedi, verso casa.
 
 



“Ma si può sapere cosa ti prende? Prima mi odi e mi sputtani davanti a tutto il mondo e poi mi trascini con te e mi stai vicino.
Tu non sei Zayn Malik.”


Zayn la guardò per un bel po’ prima di risponderle.
“Hai mai pensato che è questo il vero Zayn Malik? Hai mai pensato che fossi una persona buona,  che tiene alle persone a cui vuole bene?”
Quinn sbarrò gli occhi solo dopo aver capito la risposta del ragazzo “Stai dicendo che mi vuoi bene?”
Zayn non le rispose, le si avvicinò e le scostò una ciocca di capelli dal viso.

“Non so cosa mi sta succedendo. Sento tante cose dentro che non riuscirei mai a spiegarti. Sento, sento che…”

Non finì di pronunciare le sue parole per il fatto che le sue labbra si erano avvicinate spaventosamente a quelle di Quinn.
La ragazza non riusciva a muoversi, era come paralizzata.

Meno di cinque centimetri separavano le loro bocche.
Meno di cinque centimetri, e tutto quello che si erano detti contro, sarebbe svanito.
Meno di cinque centimetri e nulla sarebbe stato più come prima.
 

 
 
 
 
 
 
 





#
I’m back!

Non potete immaginare quanto c’abbia messo per scrivere questo capitolo!
Resta il fatto che è il più lungo scritto fin ora ma soprattutto il più importante!
Ci sono un sacco di scene Quinn –Zayn, siete contente? :)

Quinn e Zayn parlano, parlano e parlano.
Harry è interessato a una ragazza… (secondo me sapete già chi è…)
Waliyha è rimasta a piedi.
Quinn e Zayn si stanno per baciare!

 Accadono un sacco di cose, sono proprio soddisfatta di quello che ho scritto :)

Come sempre ringrazio con tutto il cuore tutte le persone che leggono/seguono/recensiscono questa ff!

Va be’, ora vi lascio.
A presto!

Baci, Love_BooBear :3

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Capitolo 10
*** 10. -She cried for Zayn. ***


I just wanna be happy.





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10. –She cried for Zayn.


 
 
“No.”

Il tono di voce fermo di Quinn indusse Zayn a fermarsi e ad allontanarsi di poco dal viso della ragazza.

“Perché?”
“Zayn, no. Non è quello che voglio in questo momento.”
“Che diavolo vuol dire?”

Sentendo il tono arrabbiato del ragazzo le parole che Quinn voleva pronunciare le morirono in bocca.
Non voleva vederlo arrabbiato, aveva paura che potesse fargli qualcosa.
Chiuse gli occhi e cercò di sfuggire alla sua presa avviandosi verso casa.

I suoi sospetti erano fondati: Zayn la prese per un braccio e la costrinse a voltarsi.
Fissò i suoi occhi scuri come la pece in quelli verdi caramellati di Quinn e ci si perse.
In quegli occhi vide tutti i timori della ragazza, tutte le sue insicurezze, tutte le paure  che probabilmente lui contribuiva a scaturire.

“Ti prego Quinn. Ho capito che con te ho sbagliato, ho sbagliato di brutto. E non voglio metterti fretta su quel fronte, ti chiedo solo di non evitarmi come la peste. Sto cercando di cambiare anche per te.”

Il suo nome pronunciato da Zayn le sembrava meraviglioso.



Zayn non l’aveva mai chiamata per nome prima e solo ora si era accorto che non facendolo aveva commesso un grande errore.
Il suo nome era meraviglioso, come lei del resto.
 
Dopo alcuni istanti di indecisione Quinn abbassò lo sguardo.
“Nessuno te l’ha chiesto.”
Zayn non capì a cosa erano riferite quelle parole ma prima che potesse chiederle delle spiegazioni Quinn aggiunse “Non ti ho chiesto di cambiare. Per me puoi anche prendermi in giro ogni santo giorno, sfottermi come se fossi un’ extraterrestre, non mi importa. Devi solo lasciarmi in pace Zayn.”
“Non ho detto questo. Non ho detto che tu mi hai chiesto di cambiare, ma che cambio per te! Cosa credi, che non mi sia accorto dei tagli sui polsi? O non ti sei chiesta perché ti ho seguito stamattina? Non ti toccato l’idea che potesse importarmi di te? E comunque so che sei andata e che vai dallo psicologo.”

Quelle parole impedirono a Quinn di fare qualsiasi movimento.
Era paralizzata.
Sapeva tutto di lei ormai. Non poteva fare più nulla, solo scappare.
E fu quello che fece.
Scappò dalle braccia di Zayn, correndo tra la pioggia che stava iniziando a cadere.


“So che fai tutto questo per colpa mia…”

Sussurrò il ragazzo una volta che Quinn fu lontana.
Sospirò e poi mettendosi le mani in tasca si diresse verso casa di Liam.
 
 
 
 



Quando aprì la porta di casa Malik il suo viso era bagnato dalle lacrime che non avevano più smesso di cadere da quando aveva lasciato Zayn ed era scappata.

Quando Waliyha si precipitò alla porta per vedere chi fosse e quando constatò che era Quinn, divenne rossa in viso.
“Ti rendi conto che anche per colpa tua ho dovuto fare chilometri a piedi per poter arrivare a casa? E poi tu e quel
demente di mio fratello che…”

Quinn non le diede il tempo di parlare.
Le mise infatti una mano sulla bocca e alzò il viso rigato di lacrime, che fino ad allora aveva tentato di nascondere.
“Ti prego Wal, ne parliamo dopo. Scusa.”

Quinn corse al piano di sopra e si chiuse nella stanza che ormai era sua.
Si gettò sul letto e pianse.

Pianse perché Zayn aveva scoperto tutto di lei.
Pianse perché Zayn le aveva detto che stava cambiando, per lei.
Pianse perché Zayn aveva cercato di baciarla.

Pianse per Zayn.
 
 
 
 



“Zayn, entra pure. Liam è in camera sua.”
“Grazie signora Payne.”


Zayn sorrise cordialmente alla madre di Liam e si diresse verso la camera di Liam.
Si poteva dire che il ragazzo fosse cresciuto in quella casa.
Passava più tempo lì e con gli amici che in casa sua.
Una volta arrivato davanti la porta della camera dell’amico, bussò e quando gli fu dato il permesso di entrare, aprì la porta.

Quando era entrato Liam era occupato a leggere un libro e quando vide Zayn saltò in piedi.
Tutto ciò avrebbe fatto ridere a crepapelle Zayn se solo non si fosse ritrovato in quella situazione.

“Zayn. Scusa per l’accoglienza, non ti aspettavo.”
“Lo so, anzi scusa se ti ho disturbato.”


Da quando Zayn Malik rispondeva in quel modo?
Non si era mai rivolto così cordialmente a nessuno, nemmeno quando era piccolo. E Liam lo conosceva bene.
Liam si sedette sul letto e fece segno a Zayn di affiancarlo.

“Ho fatto una cazzata Liam.”

Liam alzò di scatto gli occhi e li fissò sulla figura di Zayn.
Con una calma innaturale, Liam alzò una mano e la poggiò sulla spalla di Zayn.
Questi alzò lo sguardo e Liam poté notare gli occhi lucidi del ragazzo che gli si era seduto accanto.
Gli sorrise incoraggiante e si preparò ad ascoltare la ‘confessione’ dell’amico che mancava da troppo tempo.
 
 
 
 


Il continuo bussare alla porta aveva svegliato Quinn.

Cercò di sistemarsi un po’ prima di aprire.
Aveva tutti i vestiti stropicciati, sentiva gli occhi ancora umidi e la faccia appiccicosa per le lacrime.
Non appena aprì la porta sentì due braccia avvolgerle il collo e la voce piena di rammarico di Wal.

“Scusa, scusa, scusa. Non avrei dovuto prendermela con te!”
Quinn le sorrise e in quel modo Wal capì che la bionda non ce l’aveva mai avuta con lei.
“Che diavolo è successo?”
Quinn si accomodò sul letto e Wal la seguì.
Dopo essersi entrambe accomodate  Quinn iniziò a spiegarle tutto ciò che era accaduto.

Dopo varie espressioni scioccate di  Wal, dopo qualche altra lacrima versata da Quinn e dopo qualche abbraccio, le due scesero
al piano di sotto per la cena.
 
Una volta arrivate in sala da pranzo si accorsero che, oltre alla famiglia Malik, c’era anche Liam.
Se c’era Liam c’era per forza anche Zayn.

Bene.

Quinn si accomodò salutando educatamente i signori Malik ma non degnando di una parola i due ragazzi.
 
 

“Quinn come mai non ti ho proprio vista questo pomeriggio? Safaa ha detto che sei stata chiusa in camera tua per tutto
il tempo e che hai pianto. È successo qualcosa?”


Se la cena era trascorsa per il meglio fino a quel momento ora tutto poteva andare a farsi fottere.
Sgamata in pieno, da Safaa poi.
Non appena Trisha aveva pronunciato quelle parole, l’attenzione di tutti coloro seduti al tavolo era volata su Quinn.
E ora cosa doveva dirle?
Non era mai stata brava a mentire, per niente. Tanto che ogni volta che ci provava finiva nei guai perché non riusciva a portarla avanti. Finiva per smascherarsi da sola.
Ciò che le pesava di più non era dire una balla alla signora Malik, ma sentire lo sguardo  del colpevole delle sue lacrime addosso.

“Nulla, non si preoccupi. Ero solo stanca.”
Disse Quinn accompagnando le sue parole con un sorriso per cercare di tranquillizzare la signora.

Sorriso che però non ingannò per niente Wal, Liam e soprattutto Zayn.
 



Dopo quell’unico intralcio, la serata era trascorsa normalmente e dopo aver cenato si era diretta in camera sua con Waliyha.
Pur essendosi annoiate a morte non uscirono da quella stanza.
Quinn aveva paura di incontrare Zayn o Liam, e Wal l’assecondava.
Poco dopo però la loro tranquillità fu disturbata da qualcuno che bussò alla porta con insistenza.

“Avanti.”

Dopo l’invito di Wal ad entrare, la porta si spalancò ed apparve la figura di Zayn.
Non appena Quinn lo vide si irrigidì e spostò lo sguardo da lui verso la finestra.

“Volevo solo dirvi che noi usciamo, ci incontriamo con i ragazzi e la nuova ragazza di Harry in discoteca… vi andrebbe di venire con noi?”
Waliyha strabuzzò gli occhi sentendo quelle parole.
Erano state pronunciate dal fratello!
Quello stesso fratello che qualche giorno prima sarebbe entrato nella sua camera come fosse la sua, lo stesso che non avrebbe minimamente pensato di invitarla ad uscire con lui, lo stesso che giorni prima l’aveva trattata uno schifo.

Quinn doveva avergli fatto proprio un bell’effetto.

Wal sorrise tra se. Non poteva deludere il fratello che si stava comportando così bene con lei.
E poi doveva far in modo di calmare le acque tra la sua migliore amica e il suo caro fratellino. 

“Cinque minuti e scendiamo.”

Quinn si voltò subito verso di lei con un’espressione sul volto parecchio incazzata.
Zayn sorrise sotto i baffi e poi dopo aver fatto un cenno con la testa si diresse al piano inferiore.
 



Quando la porta si richiuse un cuscino colpì in pieno volto Waliyha.

 
 
 
 

 











#
(Si chiude in una camera blindata per evitare di essere uccisa)

Be’? Sorprese dallo svolgimento della storia?
Non potevo farli baciare subito, è ancora troppo presto…

Comunque, in questo capitolo accadono parecchie cose…
-Quinn è come se avesse dichiarato guerra a Zayn.
-Zayn invita le ragazze in discoteca.
-In discoteca ci sarà anche la nuova ragazza di Harry…
-Safaa sgama di brutto la nostra Quinn.

Non potete dire che è un capitolo noioso, accadono un bel po’ di cose!

Non ho molto altro da dire riguardo al capitolo ma ho una cosa importante (?) da dirvi.
Come saprete (?) stavo scrivendo anche un’altra ff (Now you’re just somebody that I used to know) ma ho dovuto sospenderla, momentaneamente, per mancanza di idee.
Spero soltanto che continuerete a seguirla non appena avrò il colpo di genio per continuarla.

Poi volevo ringraziarvi infinitamente per le 9 recensioni ricevute al capitolo precedente.
Un altro enorme, immenso, infinito grazie alle 22 persone che hanno inserito questa storia tra le preferite, alle 34 che l’hanno inserita tra le seguite e alla persona che l’ha inserita tra le ricordate.
Grazie, grazie davvero.

Ora devo lasciarvi, per forza!
Questo è l’angolo autrice più lungo che ho mai scritto fin’ora.


Baci, Love_BooBear :3

 
(Avete visto la partita ieri sera? La Spagna ci ha umiliato fin sopra i capelli. Ma ciò non toglie che in quest’ Europeo abbiamo giocato davvero bene :) )

 

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Capitolo 11
*** 11. -She makes me feel good. ***


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11. – She makes me feel good.
 



Da quanto stavano in quel locale?
Non se lo ricordava.

Da quant’era che stava seduta a quel bancone?
Non se lo ricordava.

Da quant’era che non vedeva più Waliyha?
Non se lo ricordava.

Quanti drink super alcolici aveva bevuto fino a quel momento?
Non se lo ricordava.

Avevano raggiunto il locale in poco tempo e poi si erano subito aggiunti agli altri.
Quinn rimase sconvolta quando vide che la mano di Harry era stretta in quella di una ragazza che conosceva, purtroppo, molto bene.

Sì, Harry si era fidanzato con Rachel.
Quando Quinn, insieme a Wal, si era avvicinata ai ragazzi e l’aveva vista voleva solo andarsene.
Aveva visto correre gli sguardi dei ragazzi su di lei. Probabilmente si aspettavano una reazione diversa da lei.
Invece Quinn prese Wal per un braccio e la trascinò sulla pista, dove ballarono a lungo.

Se quello che aveva visto, ovvero Rachel con Harry, era vero, allora doveva subito cercare di dimenticare.
 
 

I piedi le facevano male e la testa, anche per la musica troppo alta, stava minacciando di scoppiare da un momento all’altro.

Quinn si alzò dallo sgabello e cercando di non cadere per le scarpe troppo alte si diresse fuori alla ricerca di un po’ di pace.
Quando mise piede fuori dal locale un venticello fresco le colpì le spalle nude inducendola a stringersi le braccia attorno all’esile corpo.
Dopo poco sentì alcuni passi dietro di lei, ma non si voltò.

Solo quando sentì un inconfondibile odore di tabacco, misto all’odore dell’alcool e al profumo Bleu di Chanel, si voltò ritrovandosi di fronte il viso di Zayn.
“Che ci fai qui fuori, dolce?

Sulle labbra di Quinn stava per nascere un sorriso involontario che però cercò di respingere.
Non voleva aprirsi con Zayn e mai l’avrebbe fatto.
“Prendo un po’ d’aria.”
Il ragazzo annuì e poi le si avvicinò accendendosi una sigaretta.

Dopo aver aspirato un paio di volte si accorse di alcuni brividi che percorrevano le spalle di Quinn.
Si sfilò la felpa nera e, con una dolcezza che non aveva mai pensato di possedere, gliela poggiò sulle spalle.
Da quando aveva capito che la ragazza aveva sofferto fin troppo per causa sua, si era deciso a fare di tutto per farsi perdonare.
Voleva solo veder spuntare un sorriso vero sulle labbra di Quinn.
 
Quando Quinn si rese conto che Zayn le aveva poggiato la sua felpa sulle spalle si voltò verso di lui e fissò il suo sguardo in quello del ragazzo e poi sussurrò un flebile “Grazie”.
 
 

Poco dopo si sfilò la maglia di Zayn e porgendogliela disse “Io torno a casa. Dillo a Wal.”

“Aspetta!” Zayn la prese per un braccio e la costrinse a rimanere lì con lui.
“Non puoi tornare da sola a quest’ora. Aspettiamo un altro po’, cerchiamo di rintracciare gli altri e poi ci andiamo insieme, a casa.”
Quinn rimase ad ascoltare le parole che uscivano dalla bocca di Zayn con un interesse mai avuto prima per niente e nessuno.
Si sentiva meglio quando Zayn la trattava con tranquillità e dolcezza.

Senza saper bene cosa fare, forse per l’aver bevuto troppo o forse per il tremendo mal di testa, annuì e non prestò molta attenzione alla sua mano, stretta a quella di Zayn.
 
 
 



“Apri questa cazzo di porta, non riesco più a tenerla!”
“Aspetta cazzo! Non trovo il… oh aspetta. Cazzo no!”
“Che?”

 
Waliyha alzò lo sguardo, tremendamente colpevole, oltre che ubriaco, e poi sollevò una mano, nella quale impugnava una chiave.
La chiave del portone di casa.

Zayn, che aveva imbraccio Quinn, addormentatasi dopo l’ubriacatura più pesante della sua vita,  fissò quella chiave per poi spostare il suo sguardo sul viso di Wal.

“Se non avessi imbraccio la tua amica saresti già morta.”
“Dai Zay, non è colpa mia!”
Waliyha cercò in tutti i modi di far sviare le sue colpe ma il tono da ubriaca rese tutte le sue speranze vane.
“No certo, è colpa mia. È colpa mia se ora rimaniamo tutta la notte fuori perché tu hai fatto rompere la chiave nella serratura!”
“Non urlare altrimenti svegli tutti!”
“Me ne fotto!”


Zayn poggiò delicatamente il corpo di Quinn a terra, sollevandogli la testa. Poi si sedette a terra con le spalle appoggiate al muro e poggiò la testa della ragazza sulle sue gambe.
Waliyha lo fissò e poi si accomodò anche lei a terra.

“Non mi sembra che ti dispiaccia poi così tanto avere imbraccio la mia amica…”
Zayn scosse la testa e chiuse gli occhi.
“Wal piantala.”
“Dico sul serio Zayn. Prima che lei venisse a vivere qui non mi avevi mai chiesto di venire in discoteca con te e i tuoi amici…”
Zayn non rispose, scosse solamente le spalle.

“Credo che infondo, sia interessata a te. Anche se non lo dimostra.”

Al suono di quelle parole fu come se Zayn riprese vita.
“Dici sul serio?”
Wal sorrise e poi aggiunse “Sì, credo proprio di sì. Anche se è un po’ spaventata, se ti evita, capiscila Zay, ha trascorso un inferno per causa tua.”
“Lo so. È proprio per questo che sto cercando di cambiare. Voglio che si senta bene quando è con me, non voglio che tremi di paura.”

Waliyha annuì.
“Anche quando ho visto Harry con Rachel… volevo chiederle scusa per come mi sono comportato, e anche ad Harry. Poi ho visto Quinn che fissava Rachel e ho avuto paura che potesse commettere qualche sciocchezza.”

Waliyha si rese conto che Zayn non le aveva mai raccontato nulla di sé o di quello che provava.
Quinn era stata una novità nella vita di tutti e forse poteva aiutare Zayn a diventare una persona migliore.
Wal ci sperava tanto.

“Con lei sto bene. Voglio solo che impari a fidarsi di me.”
“Dalle tempo Zayn.”

Zayn annuì e poi sorrise a Wal.

Dopo pochi istanti sentirono la porta aprirsi e videro la figura della madre.

“Che diavolo state facendo? Ho sentito delle voci e mi sono preoccupata”
“Abbassa la voce mamma, Quinn dorme. E comunque siamo rimasti chiusi fuori.”


Trisha annuì e dopo aver salutato i figli tornò nella propria camera da letto.
Zayn prese Quinn e, dopo aver salutato Wal, la portò al piano di sopra.

Una volta raggiunta la camera della ragazza, ve la poggiò sul letto per poi scostarle dal viso alcune ciocche di biondi capelli.
Le sembrava un angelo.
Era bellissima ed era pura. Non c’era nulla del suo aspetto che la rendesse una cattiva persona.

Mentre si stava avvicinando alla porta, Zayn sentì come una scarica dentro.
Non poteva lasciarla così.
 
Si avvicinò nuovamente al letto della ragazza e chinandosi su di lei, le poggiò un piccolo bacio a fior di labbra.

Si ritirò pochi secondi dopo, per paura di averla svegliata, ma l’unica cosa che notò, fu un dolce sorriso che si era creato sulle labbra di Quinn.
Zayn sorrise a sua volta e si avviò verso l’uscita, ma fece giusto in tempo a sentire una parola pronunciata nel sonno da quella ragazza che gli stava rendendo la vita un eterno caos.

“Zayn.”

Si voltò nuovamente per paura di essere stato scoperto, ma la ragazza era nel bel mezzo dei suoi sogni.
Quinn sospirò e si rigirò nel letto, sempre con uno splendido sorriso sulle labbra.

Zayn uscì dalla camera e chiuse la porta con estrema cura per poi dirigersi verso la sua camera con il cuore che gli batteva a mille.
Dopo aver chiuso la porta della sua camera, si gettò a peso morto sul suo letto e cominciò a ridere silenziosamente per la felicità.



Aveva fatto sorridere Quinn e lei l’aveva chiamato nel sonno.
Non poteva chiedere di meglio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 




#

È un capitolo piuttosto dolcioso, no?
Ci sono un paio di rivelazioni piuttosto importanti  e ci sono parecchie parti Quayn (il che dovrebbe essere Quinn + Zayn… se trovate un nomignolo migliore vi prego suggeritemelo!)

Spero che con questo capitolo possa farmi perdonare per il ritardo :)

Poi volevo ringraziarvi per le 10 recensioni al capitolo precedente *-*
E grazie anche a tutte le persone che leggono/seguono/recensiscono la storia.
Grazie mille sul serio!

Ok, vi lascio e non vi anticipo niente u.u
A presto, lo prometto!

Baci, Love_BooBear :3

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Capitolo 12
*** 12. -That feeling, more simply called love. ***


I just wanna be happy.






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12. –That feeling, more simply called love.
 
 

Quando la sveglia suonò incostante capì che non poteva restare un attimo di più nel suo letto.
Si alzò di scatto vedendo l’ora, ma un improvviso giramento di testa la portò a distendersi nuovamente.

Della sera prima in discoteca non ricordava molto, aveva bevuto troppo.
Un ricordo più che nitido nella sua mente c’era però.
La mano di Rachel stretta a quella di Harry.

Cercando di non pensarci si diresse nel bagno che condivideva con Waliyha e Zayn ma prima che potesse entrarvi la porta si aprì e ne uscì uno Zayn con solo un asciugamano intorno alla vita.
Quinn sbarrò gli occhi nel vederlo e fece qualche passo indietro.

Era… bello.
 

Zayn nel vedere la reazione della ragazza sorrise e poi le passò di fianco.
Prima di entrare nella sua stanza però, si voltò di nuovo verso la ragazza e si avvicinò al suo orecchio.

“Mi fa piacere che lo spettacolo ti sia piaciuto, dolce. Spero di poter essere ricambiato presto!”

Quinn si voltò con occhi e bocca spalancati.
Le aveva praticamente detto che voleva vederla… nuda!?

Zayn scoppiò a ridere e le poggiò le labbra sul collo succhiandole la pelle per un istante durante il quale Quinn rimase pietrificata con il cuore che batteva a mille.
Dopo un po’ Zayn si staccò e sorridendole nuovamente andò in camera sua.
 

Quinn corse in bagno cercando di calmare il respiro troppo accelerato e poi si toccò il punto sul collo dove Zayn aveva poggiato le labbra.
Si guardò allo specchio e non riuscì a riconoscersi.
Aveva il viso rosso, i capelli biondi erano scompigliati di brutto e gli occhi più lucidi del solito.
Una cosa però la fece spaventare, parecchio.

Sul suo collo, nel punto dove Zayn l’aveva ‘baciata’, c’era un... un coso, una macchia rossa.
Quinn sbarrò gli occhi e sussurrò un “Oh, cazzo” prima di chiudere gli occhi e poi riaprirli sperando che tutto quello fosse stato solo un fottuto sogno.

Purtroppo, per lei, il succhiotto di Malik c’era ancora…
 
 
 

“Q., perché hai questa benedetta sciarpa? Si muore di caldo in questa scuola e poi tu non sopporti le sciarpe.”
“Be’, c’è sempre una prima volta e poi questa mattina avevo un forte mal di gola.”

Wal annuì e Quinn pensò che per la prima volta in tutta la sua vita era riuscita a mentire senza poi essere sgamata.

Quando poi, appoggiata al suo armadietto in compagnia di Wal, vide Zayn e tutta la sua compagnia, compresa Rachel, sentì che quella giornata sarebbe andata a finir male.

“Come mai con la sciarpa Flannery?”

Quinn guardò Zayn con occhi infuocati e mentre gli altri si avvicinavano lei si allontanò tirando con se Wal.

“Ehi, si può sapere che ti è preso?”
Quinn si tolse la sciarpa e mostrò il regalino, che le aveva fatto Zayn, all’amica.
 “Oh, cazzo. Con chi cazzo sei stata e quando, e perché cazzo non me l’hai detto?”
“Piantala di dire la parola cazzo per cortesia e abbassa la voce.”

Wal annuì troppo sconvolta per parlare e con un gesto delle mani incitò l’amica a continuare la sua confessione.
“È stato Zayn. Questa mattina.”
Wal spalancò contemporaneamente occhi e bocca ma poi, ritornata allo stato normale, sorrise mostrando i denti bianchissimi.
“Era ora! Finalmente si è deciso!”
“Ma che dici?”
“Dai Quinn, Zayn è cambiato nelle ultime settimane e prova qualcosa per te! Me l’ha confessato anche ieri sera prima di andare a dormire.”

Quinn guardò l’amica con evidente sorpresa sul viso.

Zayn non le piaceva, non l’era mai piaciuto. L’aveva odiato per così tanto tempo che pur essendo un gran bel ragazzo, l’idea di innamorarsi di lui non l’aveva mai sfiorata.
Eppure quando lui le stava vicino sentiva il cuore battere a mille e quando l’aveva lasciato quel succhiotto il suo respiro era aumentato di brutto.

Quinn scosse la testa come per rimuovere quei pensieri e senza rispondere a Waliyha andò in classe riaggiustandosi la sciarpa.

Wal la seguì con gli occhi e poi sorrise.
La bionda non poteva negare l’evidenza.

Tra lei e Zayn c’era attrazione, se non qualcos’altro, e Wal lo sapeva bene.
 
 
 


“Allora… come va fra voi due?”

L’ennesima domanda di Louis riportò alla realtà Zayn, che aveva passato gran parte del tempo trascorso in mensa giocando con il cellulare.
“Bene, più che bene. Non posso lamentarmi.”
“Su Hazza, qualche particolare in più!”

“Lou, non stressarmi. Ti ho già detto quel che ti basta sapere.”

Quei due insieme erano meravigliosi, pensò Zayn.
Si era sempre considerato fortunato all’idea di avere quattro amici fantastici.

“Su piantala Louis. Passiamo ad altro… come va a te Zay?”
Alle parole di Liam, Zayn alzò lo sguardo e alzò le spalle.
Nessuno dei suoi amici sapeva quello che aveva fatto la sera prima e quella mattina. Sapeva che molto probabilmente si sarebbero congratulati con lui perché si era finalmente deciso a non tormentare più la povera Quinn, ma sapeva anche che l’avrebbero tormentato di domande.
“Sei strano ultimamente.”
“Non è vero.”

Liam sospirò.
Tra tutti Zayn era la persona a cui teneva di più. Erano amici di infanzia e si erano sempre ritrovati e aiutati in tutto.
Quando Quinn e Waliyha fecero il loro ingresso nella mensa, Zayn le fissò a lungo e ciò non sfuggì all’occhio attento di Liam.
“Che è successo con Quinn?”
Sussurrò Liam cercando di non farsi sentire da Louis e Harry che intrattenevano una discussione su Rachel e da Niall che era intento a divorare il suo mega panino.
Zayn sussultò e si voltò verso l’amico.
“Niente.”
“Non mentire Zayn, non a me. Ti conosco e so quando c’è qualcosa che non va. E si vede che quel qualcosa centra con Quinn.”
“Liam ti prego, non ora.”
“D’accordo.”

Pochi istanti dopo al loro tavolo si sedettero Wal e Quinn e il discorso di Harry e Louis su Rachel cadde all’improvviso.

Scherzarono per un po’  e mangiarono tranquillamente fino a quando al loro tavolo non si avvicinò Rachel.
“Ciao ragazzi!”
Al suo saluto seguirono svariati ‘ciao’ e qualche mormorio poi la ragazza si sedette al fianco di Harry e si baciarono per un breve istante.
Quinn che non le aveva rivolto la parola, nemmeno per salutarla fece per alzarsi ma fu bloccata dal braccio di Wal.
La bionda si voltò verso l’amica ma questa non rispose al suo sguardo rendendo ancora più nervosa la ragazza.
“Lasciami Wal.”
Le parole pronunciate da Quinn fecero passare l’attenzione di tutti su di lei.
“Piantala Q.”
“Piantala tu. Voglio solo andarmene.”

Waliyha fissò i suoi occhi scuri in quelli di Quinn e poi scosse la testa.

“Se è per colpa mia, me ne vado io.”

Rachel, che aveva deciso di intercedere nel discorso delle due, ricevette un’occhiata omicida da Quinn.
“Nessuno ti ha chiesto niente, fatti gli affari tuoi.”
“Senti Quinn, dovresti smetterla. Io non ti ho fatto nulla.”

Quinn sorrise amaramente e poi le si avvicinò.
“No, tu non hai fatto niente. Mi hai solo tradito ridendo di me quando forse avevo più bisogno della mia migliore amica!”
“Sei tu quella che si contraddice. Siedi allo stesso tavolo con quello che ti ha preso in giro per anni. Io ho sbagliato una sola volta e per questo ti sto chiedendo scusa.”
“Primo, quello ha un nome e poi decido io con chi stare. Secondo, non sono problemi tuoi. E terzo, non accetto le tue scuse.”


Rachel si alzò in piedi e guardò Quinn dritta negli occhi.
“Smettila Quinn. Smettila di darmi la colpa di qualcosa che non ho fatto, smettila di evitarmi e per favore parlami come una persona civile.”
“Piantala tu di darmi ordini, non sei più nessuno per me.”


Quinn le diede le spalle e dopo aver recuperato la borsa uscì dalla mensa con gli occhi che le bruciavano.
Rischiava di scoppiare da un momento all’altro e aveva bisogno di restare sola.
Si rifugiò nella palestra sapendo che in quell’ora non c’era nessuno dato che tutti gli studenti erano a pranzo.
Non appena si sedette sugli spalti le lacrime incominciarono a solcarle il viso e i singhiozzi la scossero fino a provocarle del male interiore.
Sentendo delle voci provenire dall’esterno della palestra si rifugiò nel bagno e solo allora si ricordò che in borsa aveva qualcosa che forse poteva aiutarla a star meglio.
Si abbassò e recuperò da una taschina un taglierino.
Lo fissò per un po’.
Era da quando Wal l’aveva aiutata che non si tagliava più. Le sedute con lo psicologo erano andate bene fin quando Zayn non l’aveva scoperta ma non aveva più sentito la necessità di usare quell’arnese.
Non seppe se il taglierino sfiorò la sua pelle per Zayn o per Rachel, sapeva soltanto che sarebbe stata meglio.
Forse.
 
 


 
“Io vado a cercarla.”
“Aspettami, vengo con te.”


I fratelli Malik si alzarono e senza degnare nessuno di uno sguardo si recarono fuori dalla mensa.
L’ora di pausa stava per finire e di lì a poco sarebbe suonata la campanella per l’inizio delle lezioni.
Avevano poco tempo per trovare Quinn ma avevano tutta l’intenzione di farlo.
Si divisero.
Waliyha perlustrò le varie aule interne alla scuola e Zayn andò prima in giardino e poi si recò in palestra.

Non c’era nessuno né sugli spalti né sui vari attrezzi ma sentendo lo scrosciare dell’acqua provenire dal bagno, corse sperando che Quinn non fosse lì.
Lo sperò con tutto il cuore ma quando la vide, lì, indifesa con quel… quell’aggeggio in mano il suo cuore perse qualche battito.
Imprecò a bassa voce e con passo accelerato si avvicinò alla ragazza.
Quando Quinn lo sentì si voltò di scatto lasciando cadere a terra il taglierino e subito dopo i suoi occhi si incatenarono a quelli di Zayn.
 
Il ragazzo era arrivato al momento giusto.
I polsi della bionda erano ancora intatti, c’era solo un piccolo taglio, ma nulla di grave.
Per una volta era stato fortunato.
E per una volta, senza pensare alle conseguenze che avrebbero seguito il suo gesto, strinse a se Quinn, come per proteggerla in un abbraccio, che però di fraterno aveva ben poco.
Il sentimento che legava quei due non poteva più essere sottovalutato e dato per scontato.
Certo non erano amici e certo non erano fratelli.

Il loro legame, più semplicemente chiamato amore, venne del tutto fuori quando le labbra di Zayn si scontrarono con quelle di Quinn.
Se quel breve contatto aveva scaturito in entrambi una cascata di emozioni e sentimenti, il bacio vero, più profondo, dolce e passionale, che seguì segnò le loro vite per sempre.

Quel bacio sarebbe stato un nuovo inizio per entrambi.
 
 

 
 
 
 




 
 
 
 





#

*Rullo di tamburi*
Tanti auguri Ilaria!
Eh sì, oggi la vostra Love_BooBear compie gli anni *-*

Ma non occupiamoci di questo, pensiamo al capitolo.
Sì, be’, non ho molto da dire a riguardo, credo solo che sia il più bello che abbia scritto fin’ora e non lo dico per vantarmi, ma solo perché lo credo davvero.
Non succede niente di che, no?
Ci sono solo il succhiotto di Malik, la discussione tra Zayn e Liam, la litigata di Quinn con Wal e quella con Rachel, il bacio...
Non accade proprio niente...

Comunque, aspetto come sempre le vostre recensioni e come sempre ringrazio di cuore tutti quelli che seguono/recensiscono/leggono la fan fiction.
Grazie davvero a tutti!

Baci, Love_BooBear :3


P.S. ho intenzione di cambiare nickname e lo farò quasi certamente nei prossimi giorni, ma comunque ve lo farò sapere :)

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Capitolo 13
*** 13. - Zayn kissed me. ***


I just wanna be happy.





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13. –“Zayn kissed me.”
 
 
 

Il suono della campanella portò Quinn ad allontanarsi dal ragazzo.
Quando i suoi occhi chiari si scontrarono con quelli scuri e profondi di Zayn, fu scossa da un brivido e una sensazione mai provata prima si impadronì di lei.
E quando Zayn le sorrise fu come se il pavimento fosse tremato al di sotto dei suoi piedi.

Cazzo, non si era mai sentita così stupida in tutta la sua vita!
Non aveva mai avuto certe reazioni, nemmeno lontanamente desiderate, quando si ritrovava davanti un ragazzo.
Ma evidentemente, mai nessun ragazzo era stato tanto importante per lei quanto Zayn.
E pensare che fino a poco tempo prima l’odiava!
Ora però, l’idea di farsi vedere da tutti al fianco del ragazzo, le metteva una certa paura.
Le idee che le vennero in mente erano talmente brillanti, ma talmente tanto brillanti, che furono immediatamente scartate.
Certo non poteva fingersi malata, anche perché condividevano la stessa casa.
E certo non poteva scomparire così da un momento all’altro, anche perché Wal e i ragazzi si sarebbero insospettiti.

Tutti i suoi piani furono mandati in fumo da Zayn, che la prese per mano e la trascinò fuori dalla palestra.
Senza spiccicare parola, Quinn si ritrovò nel corridoio principale dell’istituto scolastico, mano nella mano con uno dei ragazzi più ambiti dell’intera scuola.
Fortunatamente, essendo già suonata la campanella dell’ultima ora, non c’era quasi nessuno nei corridoi.
Quinn si preoccupò soltanto di una cosa: Wal non aveva idea di quello che le era successo e non aveva idea di dove fosse. Sicuramente la sorella del moro, conoscendola, stava impazzendo.

Quando Zayn le lasciò la mano fu solo perché erano arrivati davanti alla porta dell’aula di fisica, materia che doveva affrontare la ragazza, e aula che avrebbe separato i due per un’ora.
Non avendo la forza di parlare né di fare nient’altro, rimase sorpresa quando, ritrovatasi a contatto con le labbra di Zayn, si sentì desiderosa di approfondire quel bacio.

“Ci vediamo più tardi.”
Quattro parole. Diciassette lettere.
Parole e lettere che resero immensamente felice Quinn, solo al pensiero di poter trascorrere qualche minuto con Zayn.

Zayn le sorrise e dopo averle sfiorato il viso con una carezza, si voltò dandole le spalle per recarsi nella propria aula.


Quando Quinn si ritrovò sola, sul punto di poggiare la mano sulla maniglia della porta, si sentì una completa imbecille.
Aveva la testa fra le nuvole, gli occhi ancora umidi, forse più per l’emozione e l’agitazione che per la paura che provava mentre si tagliava. I capelli biondi, pur abbastanza scompigliati, le incorniciavano il viso rendendola simile ad una barbie.
Sospirò e dopo aver preso coraggio entrò nella stanza, e sotto le parole di rimprovero per il ritardo appena fatto da parte del professore, prese posto accanto a Waliyha.

Le sue preoccupazioni erano fondate.
Wal stava impazzendo e stava cercando con gli occhi di spingerla a raccontare ciò che le era accaduto.
Quinn sorrise spensierata, per una volta felice in quella giornata tanto caotica,  e prese a scarabocchiare sul quaderno.
Waliyha scosse la testa e sorridendo a sua volta, prese a seguire la lezione del professore lanciando ogni tanto degli sguardi felici a Quinn, che sorrideva e sospirava ripetutamente.
 
 
 




“Ahhhhh! Ho vinto, ho vinto, ho vinto! Hazza mi devi 50£!”

Zayn guardò Louis inarcando un sopracciglio.
Era appena finita la giornata scolastica e il moro aveva già raccontato ai quattro ragazzi ciò che era accaduto nella palestra con Quinn.

“Si, ho capito. Te li do’ quando arriviamo a casa.”
“Mi spiegate di cosa diavolo state parlando?”
si intromise Zayn cercando di capirne qualcosa in più su quello che sapeva tanto di scommessa.
“Un po’ di tempo fa io e Louis abbiamo scommesso. Se Quinn ti sarebbe piaciuta avrei dovuto dargli i soldi. Purtroppo per me è stato così…”
Zayn rise.
“Mi dispiace, Harry, non sai quanto.”

Ridendo e scherzando i ragazzi arrivarono alla macchina di Louis, dove ad attenderli trovarono Liam e Niall, entrambi persi in una discussione il cui fulcro era andare o meno ad un concerto.

Prima che Zayn potesse informarsi meglio, vide avvicinarsi a loro sua sorella e la ragazza che aveva baciato un’ora prima.
Ancora doveva capacitarsi del fatto di averla baciata e ancora doveva riprendersi dal trauma che era stato non vederla per così tanto tempo.
Quando Wal gli saltò in braccio comprese che Quinn le aveva parlato.
I ragazzi scoppiarono a ridere e Quinn accennò un sorriso che si trasformò in un vero e proprio sorriso quando, dopo che Wal ebbe poggiato i piedi a terra, poté rivedere il viso perfetto di Zayn.
Zayn ricambiò il sorriso e per interrompere quel momento tanto dolce quanto imbarazzante, Harry tossì.

“Ok, noi ce ne andiamo. Chi vuole un passaggio?”
 



Cinque minuti dopo Louis si ritrovò al volante della sua adorata Mini, con al suo fianco Niall.
Dietro Harry con al suo fianco Rachel, alla quale Louis si era offerto di dare un passaggio solo ed esclusivamente perché era la ragazza del suo migliore amico, e Liam con in braccio Wal.
Tutto ciò per far rimanere da soli Quinn e Zayn…
 
 






“Forse non avrei dovuto dirglielo…”
“Non preoccuparti. Ho fatto lo stesso con i ragazzi.”

Quinn accennò un sorriso e poi imbarazzata cercò di evitare lo sguardo di Zayn.
Il ragazzo, comprendendola, sorrise e poi le prese una mano.
"Andiamo a prendere qualcosa da bere?"
Quinn annuì e sorrise per il dolce tentativo di Zayn.
 
Dieci minuti dopo erano in un bar vicino casa Malik.
Entrambi avevano preso una coca-cola ed entrambi sorridevano ad ogni parola che l’altro diceva.
In effetti si sentivano un po’ idioti.
Zayn non si era mai comportato in quel modo con qualche ragazza.
E Quinn non ne aveva mai avuta l’opportunità.
 
 



“Andiamo a fare un giro al parco?”

La domanda di Quinn rese Zayn immensamente felice.
Per tutto il tempo che avevano trascorso al bar aveva parlato ben poco e il ragazzo aveva paura che potesse fuggire da lui a gambe levate.
Evidentemente alla ragazza forse piaceva la sua compagnia, e lui ne era felicissimo.
“Okay, andiamo.”
Zayn sorrise e dopo averla presa per mano si recarono al parco più vicino.
Lì, come fosse ancora una bambina, Quinn lasciò la mano di Zayn e corse verso l’altalena più vicina.
Zayn la seguì e prese posto su quella accanto alla sua.

“Sai, ho sempre adorato le altalene. Da piccola ci venivo sempre.”

Zayn guardò Quinn negli occhi.
Sembrava che la ragazza stesse viaggiando indietro nel tempo, ripensando a qualcosa che in un certo senso la faceva sentir meglio, o peggio.

“Forse non dovrei dirtelo, ma ogni tanto, quando uscivo da scuola e i miei si dimenticavano di venirmi a prendere andavo sempre nel parchetto accanto alla scuola e lì passavo tutto il pomeriggio fino a quando o mia madre o mio padre venivano a recuperarmi. Non fraintendermi, mi vogliono bene e io adoro loro, ma sono sempre stati un po’ svitati.” aggiunse Quinn ridendo.

Zayn la guardava. Non distoglieva nemmeno per un istante gli occhi dalla ragazza bionda.
Osservava come i  suoi occhi riflettevano la luce solare, osservava come i suoi capelli, pur non essendo lunghi, ondeggiavano al movimento che faceva sull’altalena.
Osservava come cercava di sfogarsi con lui.

“Quando sono venuta al liceo credevo che tutto sarebbe stato diverso. Che forse sarei stata un pizzico più importante per qualcuno. Invece ho passato un inferno. I miei genitori partono e mi sballottano come un pacco, ma d’altronde questo è il problema minore.”

Quinn si voltò verso Zayn e lì il ragazzo capì che la bionda, a causa sua, aveva dovuto affrontare davvero un inferno ogni giorno che metteva piede in quella maledetta scuola.

“Il problema più grande invece era che nessuno mi ha mai accettato. Sai, per tanto, tantissimo tempo, ho sempre sperato e mi sono sempre immaginata come le ragazze che fanno le cheerleader in America. Magre, belle, con tutti i ragazzi della scuola ai propri piedi. Quando finalmente sono dimagrita ho pensato che i problemi sarebbero andati a farsi fottere e invece niente. L’unica cosa che potevo fare, anche se non mi faceva stare per niente bene, era auto lesionarmi, cercare di infliggermi ferite fisiche per far in modo che quel dolore oltrepassasse il dolore mentale. Non posso negare che Rachel mi ha aiutato, perché l’ha fatto tante volte, ma quando l’ho vista con voi, a ridere di me, mi è crollato il mondo addosso. E quando l’ho vista con Harry c’è stato il colpo di grazia.”
Sulle labbra della ragazza si dipinse un sorriso amaro.

Quinn girò il volto dalla parte opposta a Zayn e proseguì.
“Non mi capacito ancora del perché, da un momento all’altro, tu ti sia interessato a me. Non capisco perché mi giravi intorno, perché mi hai detto tutte quelle cose, non capisco perché mi sei venuto a cercare oggi e perché mi hai baciato. Non capisco perché mi hai portato qui, però so solo che tutto questo mi ha fatto e mi fa sentire terribilmente bene, perché forse per una volta nella vita mi sono sentita cercata e voluta da qualcuno. Non so cosa provo per te, molto probabilmente e tutto confuso nella mia testa, però voglio soltanto chiederti una cosa, e spero che mi ascolterai e non scapperai come fanno tutti. Sono sempre stata maltrattata e sempre evitata, quindi se vuoi davvero stare con me, ti scongiuro, non prendermi in giro. Sii vero e sincero con me, te ne prego.”

E li gli occhi di Quinn non riuscirono a trattenere una lacrima in più.
Le sue guance si rigarono di gocce d’acqua salata e lì Zayn non riuscì a star fermo.
Le si avvicinò e prendendole il viso tra le mani, la fissò negli occhi e le asciugò le lacrime calde.

Fu un istante, durante il quale decise che avrebbe fatto in modo di non farla più soffrire, perché se lo meritava e niente e nessuno avrebbe mai più dovuto intralciare la sua pace. Non voleva più vederla piangere per qualcosa che lui e altri idioti avevano commesso.
Poggiò le sue labbra su quelle carnose e chiare di Quinn e dopo che ebbe il lasciapassare da parte della ragazza, fece scontrare le loro lingue in un vero e proprio vortice di passione e dolcezza.
 
 





“Secondo voi che stanno facendo?”
“Secondo te che possono mai fare? Saranno in chissà quale posto a scambiarsi baci poco castio a scopar… ahia!”


Louis fu interrotto da un cuscino che gli piombò giusto in piena faccia.
Seguirono svariate risate a quello scambio di battute tra la piccola Malik e Louis ma tutti tacquero non appena la porta principale si aprì e fecero ingresso in casa Zayn seguito da Quinn.
Nessuno fiatò, nemmeno per qualche battuta idiota, così Quinn ebbe la possibilità di scappare al piano di sopra per rifugiarsi nella propria camera.

Sentì delle voci provenienti dal piano di sotto, ma era troppo confusa e presa da altri pensieri che l’idea che quei cretini stessero parlando di lei non la sfiorò nemmeno.

Zayn l’aveva baciata. Per tre volte in quella giornata. E lei era al settimo cielo anche se non si sarebbe mai aspettata una cosa simile prima.
Poco dopo si addormentò con un solo pensiero in testa e con un sorriso enorme sulle labbra.

‘Zayn mi ha baciata.’
 



Niente e nessuno avrebbe potuto intaccare la sua felicità in quel momento.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

#
Scusate per l’esorbitante ritardo.
Non sapevo cosa scrivere ma tra ieri e oggi ho messo su questo capitolo, era quasi un mese che non aggiornavo.

Comunque, questo è il capitolo.
Succedono un bel po’ di cose, e c’è parecchio Zuinn quindi non dovrebbe dispiacervi molto :)
Poi, c’è una sorta di confessione da parte di Quinn e lì mi ci sono ritrovata in pieno, quindi vi sarei grata se oltre a leggero lasciaste qualche recensione.
Purtroppo tra meno di un mese ri-inizia la scuola quindi cercherò di postare il più possibile ora che sono in vacanza.

Per ultima cosa ho postato una OS sui Larry, si intitola ‘Wonderwall’, e l’ho scritta dopo aver ascoltato decine di volte la cover dei ragazzi. Dateci un’occhiata e lasciate una recensione, magari :)

Vabbe’, vi lascio.
Baci, tomlinsonslover :3
 
 
P.S. ultima cosa! non ho riletto il capitolo quindi se c’è qualche errore ditemelo pure nelle recensioni :)

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Capitolo 14
*** 14. -She will be loved. ***


I just wanna be happy.






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14. – She will be loved.
 
 
 
 

“Zayn, su! Raccontaci qualcosa!”

Zayn scosse la testa ridendo e, prima di poter essere assalito nuovamente dalla sorella, si alzò dal divano su cui era stato seduto fino a pochi istanti prima, e si diresse verso la cucina.
Da quando era tornato a casa con Quinn i ragazzi e sua sorella non l’avevano lasciato un attimo in pace.
Voleva soltanto restare un po’ da solo e pensare a tutto quello che era successo quel pomeriggio, voleva soltanto far sorridere e divertire Quinn, almeno per una volta.

Le sue riflessioni furono però interrotte da Louis, il quale cercando di scappare da un cuscino lanciatogli contro da Harry, si stava rifugiando all’interno della cucina.
Dopo aver chiuso la porta alle sue spalle Louis si voltò verso Zayn e con fare investigativo gli si avvicinò.
“Allora, Zay…  premetto che non voglio intromettermi nella tua vita privata, non l’ho mai fatto d’altronde.”
Prima che Zayn potesse interromperlo scoppiandogli a ridere in faccia, Louis continuò “Però pensavo che stasera al concerto potresti portare anche Quinn, e di conseguenza anche Wal.”

Il concerto, certo!
Si era praticamente dimenticato che quella sera si erano organizzati per andare al concerto dei Maroon 5.
Cercò di mantenere basso il livello del suo entusiasmo davanti a Louis che ringraziò con un abbraccio e un bacio piuttosto rumoroso sulla guancia, e poi corse ad aprire la porta della  cucina per salire al piano superiore.


Non appena Zayn uscì dalla cucina, ne entrò un Harry armato di cuscini, e prima che Louis potesse accorgersene venne praticamente schiacciato dal suo migliore amico e preso a cuscinate.
Non servirono a molto le sue invocazioni d’aiuto.
 
 
 
 





Si rese conto che non si era mai comportato così prima. Mai e con nessuno.

Per questo, in quella circostanza gli sembrò abbastanza strano entrare di soppiatto nella camera della ragazza, sedersi sulla poltrona di fronte al letto e restare ad osservarla.
Aveva già avuto la possibilità di guardarla dormire, ma in quella circostanza era ancora più bella.
Non seppe per quanto tempo rimase immobile a guardarla con un sorriso gioioso sulle labbra, l’unica cosa  che sapeva era che guardare Quinn dormire era la cosa che gli piaceva di più.
Sembrava davvero un angelo sceso sulla terra.
I capelli biondi scompigliati sul morbido cuscino, gli occhi chiusi che stavano vivendo chissà quale sogno, la bocca socchiusa, le mani unite sul cuscino…
Non aveva mai osservato così tanto, e bene, una persona. Solitamente le ragazze che prima frequentava venivano sbattute fuori dal suo letto prima che potesse rendersene conto.
E ora invece passava minuti interi ad osservare una ragazza, certo non una qualunque, che stava decisamente cambiando il suo modo di pensare.

Si ridestò dai suoi pensieri quando vide Quinn muoversi nel letto, stiracchiarsi e poi sedersi a gambe incrociate.
La ragazza vagò con lo sguardo per un po’ tutta la stanza, e quando vide la figura di Zayn, seduto immobile sulla poltrona, sobbalzò.
Zayn, alla reazione della ragazza, rise e poi le si avvicinò sedendosi sul letto di fronte a lei.



Essendo in assoluto imbarazzo, Quinn non sapeva cosa fare. Aveva probabilmente un aspetto orribile dopo aver dormito per quasi due ore, ed essere vista in quello stato da Zayn non la metteva certo in buona luce.

Per questo rimase sorpresa quando la mano del ragazzo andò a sfiorarle il viso e a sistemarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
In  quel momento Quinn fu invasa da una sensazione nuova, mai provata prima. Non era mai stata trattata così da un ragazzo, e pensare che fosse proprio Zayn a comportarsi così con lei, rendeva la situazione ancora più surreale.

“Pensavo che ti avrebbe fatto piacere sapere che questa sera andiamo al concerto dei Maroon 5, e tu sei ufficialmente invitata.”

La voce profonda e roca di Zayn la riportò sulla terra, e a quell’affermazione appena fatta dal ragazzo, Quinn rimase basita.
Al concerto dei Maroon 5?
Spalancò contemporaneamente bocca e occhi e la sua reazione fece scoppiare a ridere Zayn.

“Dici sul serio?”
Furono le prime parole sensate che uscirono dalla sua bocca.
Zayn annuì con forza e poi sorridendo si alzò dal letto.

“Be’, io scendo. Ci vediamo in salotto.”
Il ragazzo le sorrise nuovamente e aprì la porta per uscire dalla camera di Quinn.
Prima che potesse richiuderla alle sue spalle, si voltò nuovamente e avvicinatosi al letto, si sporse leggermente verso Quinn e le poggiò un bacio a fior di labbra per poi uscire definitivamente dalla stanza e recarsi al piano di sotto.

E se prima Quinn era confusa, confusa per il comportamento di Zayn, ora credeva davvero di star vivendo un film o qualcosa del genere.
A parte tutto però, si sentiva felice.
 
 
 
 
 




Dopo che si era alzata dal letto, non aveva avuto il coraggio di scendere in salotto, come l’aveva invitata a fare Zayn, anzi. Si era rifugiata nel bagno e dopo aver fatto una rilassante doccia, si era avviata verso l’armadio in cerca di qualcosa da poter indossare quella sera stessa.
Purtroppo però la maggior parte dei suoi vestitini che potevano essere ritenuti carini erano rimasti nel grande armadio di casa Flannery, e di conseguenza Quinn non aveva un cavolo da mettere per il concerto.
Sbuffò pesantemente prima di dirigersi a passo spedito fuori dalla camera per cercare Waliyha e chiederle aiuto.

La ragazza mora però, non era nella sua camera e a giudicare dalle voci che provenivano dal piano di sotto, Wal stava parlando con Zayn. Evidentemente gli altri erano tornati alle rispettive case per prepararsi.
Anche non volendo si fermò sulle scale, attratta tutt’a un tratto dalle parole che i due fratelli stavano pronunciando.
 
“Zay, sai come la penso, te l’ho già detto. So che prova qualcosa per te e che a te ci tiene, ma so anche che il passato è difficile da dimenticare e lei anche per colpa tua ha sofferto in passato. Ora non fraintendermi, non voglio farti sentire in colpa, ma con lei sei stato un vero coglione, è un dato di fatto.”
Zayn annuì alle parole della sorella.
“Lo so. È proprio per questo che voglio cercare di rimediare. Non mi sono mai interessato più di tanto ad una ragazza, ma con lei è diverso. Rimango incantato a fissarla anche per minuti interi. Mi piace la sua risata, i suoi capelli, i suoi occhi. Mi piace tutto di lei, e non solo fisicamente. Mi rendo conto di tutti gli errori che ho commesso e ti giuro che farò il possibile per non far sentire mai più Quinn male, e stasera sarà solo l’inizio.”

Quinn si portò una mano sulla bocca al suono di quelle parole.
Lei non era mai stata considerata, non era mai importata a nessuno, ed ora, il ragazzo che mai avrebbe pensato potesse frequentare si stava davvero dichiarando, in un certo senso.

“Sono davvero felice per te, fratellone!”
Waliyha si aggrappò al collo del fratello e dopo averlo stretto forte a se si stacco sorridendogli.
Prima che Zayn potesse aggiungere qualcos’altro la porta d’ingresso si aprì e ne entrò la signora Malik.

A quel punto, Quinn cambiò direzione e tornò nella sua camera non potendo quindi assistere alla scena che si presentò in salotto.

Poco dopo infatti i due fratelli erano in ginocchio, a chiedere alla signora Trisha il ‘permesso’ per andare al concerto quella stessa sera.
 
 
 
 





“Credo davvero che questo sia perfetto.”

Aveva intercettato la mora prima che quest’ultima potesse rintanarsi nella sua camera e prepararsi per l’attesa serata. Ora, era seduta sul letto di Wal che osservava i vari vestiti che l’amica le presentava.
Quello che ora aveva in mano Wal, a differenza degli altri che erano o troppo lunghi, o troppo corti, o troppo scollati, era semplicemente perfetto.
Era diviso in due parti, una fascia bianca a coprire il seno e una gonna che arrivava poco sopra la metà coscia di colore nera. A separare le due parti c’era un cinturino rosso con dei piccoli strass.

E queste per scarpe. Almeno non supererai Zayn in altezza.”
E ballerine rosse a terminare il capolavoro.
Quinn sorrise riconoscente alla ragazza e sempre sorridendo recuperò il vestito per poi andare a prepararsi nella propria camera.



Meno di due ore dopo, le ragazze erano sedute sul divano nel salotto di casa Malik, ad aspettare l’arrivo dei ragazzi e Zayn.
Il moro infatti si era richiuso in bagno e non ne era uscito per tutto il tempo durante il quale le due amiche si erano preparate. Una cosa alquanto strana, ma a detta della signora Malik, che era andata più volte a vedere se il figlio non era caduto nel water, Zayn stava facendo un trattamento alquanto particolare ai capelli, oltre che a scegliere i vestiti adatti per la serata.

Per questo, dopo l’arrivo dei ragazzi, rimasero tutti a bocca aperta quando videro Zayn scendere dalle scale.
Un fischio da parte di Harry fece ridere tutti, anche lo stesso Zayn, che avvicinatosi al resto degli amici, lo aveva colpito leggermente sulla testa.

Quinn rimase letteralmente folgorata nel vederlo.
Nessuna parola che possedeva nel suo lessico era adatta a descrivere il ragazzo in quel momento.
Indossava una camicia bianca abbastanza aderente e anche abbastanza sbottonata, tanto che sul petto si riusciva ad evidenziare qualche tatuaggio, e un jeans stretto che metteva parecchie cose in risalto.
La bionda distolse lo sguardo dal ragazzo per evitare di perdere il controllo e poi seguita dagli altri raggiunsero le macchine che li avrebbero portati al luogo del concerto.
Harry, Niall e Wal in una macchina e Louis, Liam, Zayn e Quinn in un’altra.

Il viaggio non sarebbe durato molto, per fortuna.
 
 
 
 
 
 



“Dove cazzo stanno gli altri?”
“Non si capisce niente qui.”


E se ci avevano messo poco ad arrivare ci avevano messo ancor di meno a perdersi nella folla immensa. Waliyha e il resto dei ragazzi infatti non si erano ancora fatti vedere ed era una mezzoretta che li stavano cercando. Per fortuna il concerto non era ancora iniziato.

“Ho un’idea, noi andiamo a cercarli fuori qui in giro e voi continuate a cercarli per di qui. Chi li trova prima avverte gli altri.”
La proposta di Zayn fu ben accetta a Liam e Louis che in meno di due secondi erano già spariti alla ricerca degli amici.

Quinn si sentì prendere per mano e poco dopo si ritrovò fuori da quella marmaglia di gente.
Zayn le era sempre rimasto al fianco, anche mentre stavano in mezzo a tutta quella gente, le aveva sempre tenuto una mano sul fianco, come se avesse avuto paura che sarebbe potuta scomparire da un momento all’altro e le aveva fatto anche complimenti silenziosi durante tutto il tragitto in macchina e anche mentre cercavano il resto del gruppo.
Inutile dire che a Quinn tutto questo faceva immensamente piacere.

“Allora… diamoci da fare.”
 
 
 
 






“Mi fanno male i piedi.”

Avevano cercato i ragazzi per un sacco di tempo, erano stra-preoccupati e stavano morendo di freddo oltre che di stanchezza. Per completare l’opera, il cellulare di Zayn era morto, e quello di Quinn era rimasto nella macchina di Louis.
Il concerto era già iniziato, ma per loro sfortuna la massa di fan del gruppo era aumentata notevolmente tanto che i due ragazzi erano rimasti fuori dal campo visivo; riuscivano soltanto a percepire un po’ di musica.

Zayn si sedette su quello che aveva le strane sembianze di uno scalino e fece segno a Quinn di sedersi in braccio a lui.
La ragazza era imbarazzata a tal punto che non riusciva a spiccicare una parola, ma mise da parte il suo imbarazzo quando uno Zayn abbastanza spazientito la prese per un braccio e la adagiò sulle sue gambe con una dolcezza inimmaginabile.
I due giovani rimasero in silenzio per un istante di tempo che sembrò infinito.
Soltanto quando dal lontano palco giunse una melodia ad entrambi nota, Quinn appoggiò la testa sulla spalla di Zayn ed iniziò a canticchiare la canzone seguita a ruota dal ragazzo.

Quinn non poté non notare che il ragazzo aveva una voce meravigliosa e rimase altrettanto meravigliata quando Zayn la fece alzare e dopo essersi alzato anche lui, le mise le braccia attorno alla vita ed iniziò a muoversi a quelli che dovevano essere passi di danza.

Soltanto quando la canzone stava per giungere a termine Zayn si separò da Quinn e lì, prima di poggiare le sue labbra su quelle rosse e carnose della ragazza nel mezzo della notte più assoluta e del vuoto più calmo e silenzioso, pronunciò a voce più alta le parole che fecero comprendere a Quinn che Zayn era davvero cambiato e che le voleva bene davvero.
 
“She will be loved.”
 

 
 







‘I don't mind spending everyday,
out on your corner in the pouring rain. 
Look for the girl with the broken smile, 
ask her if she wants to stay awhile.
And she will be loved.
And she will be loved…’

(Maroon 5 – She Will Be Loved.)






 










#
Un bel po’ di ritardo, lo so.
Comunque, questo è il capitolo: c’è un bel po’ di Zuinn e una bella dose di dolcezza. Vi dico soltanto che nel prossimo capitolo si farà sentire il rating arancione…

Passando ad altro che non riguarda il capitolo, volevo solo fare gli auguri a Niall, anche se un po’ in ritardo, e far i complimenti a tutti i ragazzi per i VMA’s che, da sottolineare, ho visto in diretta alle due del mattino.
A parte questo, come saprete la scuola è iniziata, e affrontando il liceo scientifico ho un bel po’ da studiare, ma cercherò di postare due volte al mese, preferibilmente di domenica o massimo di sabato pomeriggio.
E comunque non c’è da preoccuparsi, credo che la storia arriverà verso i venticinque, trenta capitoli, quindi vi romperò le scatole per un po’.

Come sempre grazie a tutte coloro che leggono/seguono/recensiscono la fan fiction.

A presto!
Baci, tomlinsonslover :3 

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Capitolo 15
*** 15. -Thank you for showing me who you are underneath. ***


I just wanna be happy.





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15. -Thank you for showing me who you are underneath. 
 
 




“Ma dove cavolo eravate, coglioni! Vi abbiamo cercato dappertutto!”
“Eravamo sotto il palco, Zayn. Ora levati dalle palle e lasciami parlare un po’ con la mia migliore amica, ho tanto da dirle su Adam Levine.”


Quinn rise e Zayn rimase ad ascoltare quella risata che per lui era come ossigeno da ormai un bel po’ di tempo.
Poco dopo le lasciò la mano con un sorriso e prima di recarsi dai propri amici avvertì la sorella.

“Vedi di non lodare troppo quel Levine.”
“Cos’è, hai paura che Quinn possa lasciarti perché non reggi il confronto con uno come lui, super tatuato e con una voce strepitosa?”


Zayn fissò Wal per un po’ prima di scuotere la testa e allontanarsi.
Quando Waliyha si fu assicurata che il fratello non avrebbe potuto ascoltare i loro discorsi prese Quinn per un braccio e trascinandola verso il bancone degli alcolici iniziò a raccontarle come era stata paradisiaca la visione di un Adam Levin.

Solo un paio di drink dopo, a discapito di Quinn, Waliyha sembrò ricordarsi che la sua amica aveva trascorso tutta la serata con Zayn. E lì Quinn si trovò a dover affrontare le cento domande di una Wal piuttosto ubriaca.
 
 
 
 
 

“E poi… e poi…”

Le risate interruppero lo sproloquio di Waliyha e Zayn le ringraziò con tutto il cuore.
Era da mezz’ora che la ragazza parlava, e parlava, e parlava, sparando minchiate e cose varie a tutto andare.
Quinn non era riuscita ad impedirle di bere e naturalmente ora si ritrovava con un braccio attorno alle spalle dell’amica mentre il suo… -cos’erano lei e Zayn?-, mentre Zayn cercava di rintracciare i ragazzi per avvertirli che loro stavano per tornare a casa.
 Dieci minuti dopo si ritrovarono in macchina con Zayn alla guida e Quinn dal lato del passeggero mentre Waliyha si era accomodata sui sedili posteriori.


“Hai passato una bella serata?”

La domanda di Zayn riportò Quinn alla realtà.
Si era totalmente concentrata su Wal, che pochi istanti prima era caduta in un sonno profondo.

“Un’ottima serata, perché?”
Gli rispose con un sorriso sulle labbra.
Zayn sapeva essere tremendamente dolce e ne aveva avuto la conferma quella sera stessa.
Nessuno l’aveva mai trattata così e mai nessuno l’aveva fatta sentire così dannatamente bene.

“Così, era per chiederti qualcosa.”

Quinn sorrise e si accorse che il ragazzo si stava mordendo il labbro inferiore, era evidente che fosse piuttosto nervoso.

“Sicuro?”
“Sì… beh, no.”


Zayn accostò e subito dopo si voltò verso Quinn la quale, sorridendo, aspettava con ansia la proposta del ragazzo.
Il moro chiuse gli occhi e sospirò.

“Vuoi uscire con me domani sera?”

Non rimase tanto sorpresa da quella domanda, in un certo senso se l’aspettava.
Ma non aveva previsto tutto ciò che sarebbe seguito, alla domanda.
Il suo cuore aveva preso a battere forte, il sorriso sulle sue labbra si era ingrandito a dismisura, le mani le stavano tremando e il suo corpo era stato pervaso dai brividi.
Ma la sua risposta arrivò comunque chiara e forte alle orecchie di Zayn.

“Sì.”

Il ragazzo aprì un occhio, stringendo l’altro che era rimasto chiuso e poi disse “Davvero?”
Quinn rise e si avvicinò a lui baciandolo dolcemente sulle labbra.
Zayn sorrise nel bacio e le poggiò le mani sul viso, accarezzandolo lentamente, mentre le mani di Quinn si stavano intrecciando ai capelli del moro.
 

Quando Waliyha aprì gli occhi si ritrovò davanti uno spettacolo abbastanza sdolcinato.
“Bleah! Che schifo, staccatevi idioti!”

Zayn e Quinn sobbalzarono per poi separarsi.
Quinn arrossì violentemente e si voltò verso il finestrino volgendo lo sguardo al paesaggio scuro.
Zayn sorrise maliziosamente per poi iniziare a provocare la sorella che sembrava aver ripreso tutt’a un tratto la sua vitalità.
 
 






“Quinn, posso parlarti?”

I ragazzi erano appena tornati a casa e subito Wal si era rifugiata nella sua camera, forse per sfuggire ad una sfuriata della madre che li aveva aspettati seduta in salotto.
Zayn era scappato in bagno e Quinn era stata intercettata dalla signora Malik proprio mentre stava per andarsene in camera sua.

“Certo.”
Trisha annuì per poi accomodarsi sul divano e fare segno alla ragazza di fare altrettanto.
Dopo aver sospirato la signora aggiunse  “Mi hanno chiamato dall’America.”

Quinn non rispose, non si mosse… niente.
Era come se tutta la felicità che aveva provato fino a poco tempo prima fosse svanita in un batter d’occhio.
Tutto si aspettava furché quello.
Sapeva che se Trisha era rimasta sveglia solo per dirle quello, allora voleva dire che ai suoi genitori era successo qualcosa.

“Tuo padre ha avuto un incidente. Non è in fin di vita, per fortuna, ma resta comunque abbastanza grave. Tua madre mi ha chiesto di avvisarti, lei non ha potuto farlo, non se la sentiva di lasciare tuo padre. Dovranno restare qualche altro giorno, se non settimana, in America.”
Trisha smise di parlare rendendosi conto che la ragazza che aveva accanto non la stava ascoltando, o meglio, era rimasta all’incidente del padre.
La signora Malik le accarezzò il viso e poi la strinse al suo petto, come se fosse davvero sua figlia.

E lì, tra le braccia di Trisha, Quinn non riuscì più a trattenere le lacrime, che silenziose iniziarono a solcarle il viso.
Non seppe  per quanto rimase così, in quella posizione  e in quello stato; voleva soltanto andarsene nel suo letto, chiudere gli occhi e svegliarsi l’indomani mattina rendendosi conto che era stato tutto un sogno.
Purtroppo però non poteva essere così e ne ebbe la conferma quando Trisha Malik si alzò dal divano e, dopo averle lasciato un bacio sulla fronte, se ne andò in camera sua, forse capendo la necessità di Quinn di rimanere sola per assimilare la notizia.

E Quinn non si accorse di star singhiozzando, non si accorse che i suoi occhi si erano annebbiati talmente tanto da impedirle quasi di vedere, non si accorse che il suo cuore aveva iniziato a battere freneticamente.
L’unica cosa che sentì, furono le braccia calde e confortanti di Zayn che la portarono nella sua camera, dove rimase distesa sul letto a pensare e a piangere tra le braccia del moro, che proprio non se la sentiva di lasciarla sola.
E solo quando Quinn si addormentò, stanca per le tante lacrime versate, Zayn le lasciò un dolce bacio sulla fronte per poi ritirarsi nella propria camera. Sarebbe voluto rimanere con la ragazza ma decise che era meglio non destare sospetti in sua madre, anche se era convinto che qualcosa si era già immaginata.
Cercando di pensare soltanto alla serata meravigliosa trascorsa con Quinn, Zayn una volta giunto in camera sua, si gettò sul letto per poi addormentarsi pochi istanti dopo.
 
 





“Quinn! Stai attenta, vieni qui!”
La bambina si alzò da terra e correndo si diresse verso il padre che la stava aspettando a braccia aperte.
Quando la piccola Quinn giunse tra le braccia paterne si sentì al settimo cielo, si sentì protetta, si sentì amata.
“Ti sei divertita?”
La bambina dai capelli biondi annuì con un grande sorriso sulle labbra e poi con la sua tenera e dolce vocina aggiunse “Sì, ma mi sei mancato tanto, papà.”
Il signor Flannery sorrise e poi issata la bambina sulle sue spalle si diresse verso casa.



 

 
“Chi è il tuo principe?”
“Papà!”
Paul la strinse fra le sue braccia e poi le lasciò un dolce bacio sulla guancia.
Avevano appena finito di mangiare un gelato e padre e figlia stavano facendo un giro prima di tornare a casa dove la signora Flannery stava preparando la cena.
Padre e figlia avevano un rapporto stupendo, semplicemente meraviglioso, e niente e nessuno avrebbe mai potuto distruggerlo.

 
 







Scattò seduta in piedi e si passò una mano sul viso.
Lì si accorse che il suo viso era rigato di lacrime.
Aveva sognato il padre, aveva sognato alcuni dei momenti più belli che aveva trascorso con lui quand’era bambina, quando ancora avevano un legame indissolubile.
Si alzò dal letto, come spinta da una forza interiore, e sapendo che l’unica persona che in quel momento poteva aiutarla era proprio lui, si diresse nella sua stanza.

Aprì la porta cercando di far silenzio e lo vide, lì, disteso a pancia in giù, le braccia scomposte nascoste sotto il cuscino, i capelli scompigliati e la bocca socchiusa.
Era meraviglioso.
Gli si avvicinò e dopo essersi stesa accanto a lui gli lasciò un bacio sulla guancia.
Zayn, istintivamente, le poggiò un braccio attorno alla vita.

Quinn, da quel momento, dormì tranquilla.
 
 
 
 
 

“Dovevi vederli stamattina! Stavano dormendo abbracciati!”
“Beh, credo sia una cosa normale.”
“No che non è normale. Zayn non l’aveva mai fatto con nessuna, mamma! Almeno non a casa, non sapendo che c’eravamo noi.”
“Ieri Quinn era un po’ triste e Zayn l’ha tranquillizzata. E poi non ci vedo niente di male Wal.”
“Nemmeno io se è per questo, anzi! Sono contentissima che sia proprio Quinn a fargli questo effetto!”


Trisha sorrise e poi accarezzò il viso della figlia.

“Quinn è davvero speciale.”
 
 
 



“Zayn, stasera ci troviamo tutti a casa di Louis. Maratona a Pes.”
“Non posso Hazza. Esco con Quinn.”

Il ragazzo riccio si bloccò di colpo e spalancò la bocca.
“Ma allora è una cosa seria!”
Zayn alzò gli occhi al cielo e continuò a camminare per il corridoio fino a quando Harry non lo fermò per un braccio.
Zayn si voltò verso di lui e rimase sorpreso nel vedere gli occhi del più piccolo uno strano luccichio.

“Sono davvero felice per te, Zay.”

Zayn in quelle parole e in quegli occhi lesse soltanto sincerità.
E non poté far a meno di stringerlo in un abbraccio soffocante.
 
 
 



“Liam ha detto che li dovevamo aspettare qui. Staranno arrivando.”

Era da dieci minuti che con Wal stavano aspettando l’arrivo di Zayn e i ragazzi davanti alla porta della mensa.
Quinn stava morendo di fame e non vedeva l’ora di vedere Zayn.
Quella mattina si era svegliata a causa dei baci a fior di pelle che Zayn le stava lasciando sul viso; non avrebbe potuto desiderare un risveglio migliore di quello.
Certo, uscendo dalla camera con il moro, era stata sottoposta a sguardi indagatrici da Wal e dalla signora Malik ma nessuna delle due le aveva posto alcuna domanda.
Quella mattina aveva anche chiamato sua madre e le aveva detto che il Paul si stava pian piano riprendendo.
La giornata non poteva andare meglio.

Per questo motivo rimase piuttosto sorpresa quando si ritrovò davanti Rachel. Sì, quella Rachel.
Si voltò in cerca di aiuto ma sul volto di Zayn e su quello di Wal e degli altri ragazzi vide solo un sorrisino accennato che assomigliava tanto ad una sorta di scuse. I ragazzi si dileguarono nella mensa lasciando lì da sole le due ragazze.



“Devo parlarti Quinn.”
 

Fantastico!

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




#

SCUSATEMI PER IL RITARDO ASSURDO!
Sono successe troppe cose e non so davvero da dove iniziare.
I ragazzi a X-Factor, il tour europeo con naturalmente due tappe al nord e naturalmente non so se riuscirò a trovare il biglietto, il video di Little Things (che tra l’altro è meraviglioso), e tante, tante altre cose.

Comunque passiamo al capitolo.
Come avrete letto il padre di Quinn non sta bene ma la presenza di Zayn l’aiuta a superare il momento difficile.
Nel prossimo capitolo, che spero di riuscire a scrivere il prima possibile, potrete leggere della discussione con Rachel e dell’appuntamento con Zayn.
Poi, altra cosa, nello scorso capitolo vi avevo detto che qui si sarebbe iniziato a vedere qualcosa che poteva essere di rating arancione, ma ho sbagliato a fare i conti, e forse si vedrà nel prossimo.

Scusatemi se ci sono errori nel testo ma non ho tempo di rileggerlo.

Non voglio più scocciarvi quindi vi lascio.
Baci, tomlinsonslover :3
 
P.S. mi sono iscritta a Twittah, seguitemi se volete, così ricambio! :) @smilewithmelou

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Capitolo 16
*** 16. She's not afraid. ***


I just wanna be happy.






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16. – She’s not afraid.
 






“Ti prego solo di dirmi quello che devi dirmi alla svelta, non ho tutto questo tempo.”
“Si, certo.”

Rachel annuì e abbassò il viso prima di tirare un lungo sospiro.

“Quinn io ti chiedo scusa, per tutte le cose sbagliate che ho fatto perché so di non essermi comportata nel migliore dei modi con te, lo so benissimo. Ma so anche che sei tuttora la mia unica e migliore amica, senza di te mi sento vuota e neanche Harry riesce a colmare quel vuoto che mi provoca la tua assenza.”
“Credi che io stia o sia stata meglio? Non sai cosa ho provato, Rach. Non sai quante volte avrei voluto averti accanto anche solo per poterti abbracciare e per poter sentire la tua voce.”


Rachel annuì nuovamente e Quinn vide i suoi occhi riempirsi di lacrime.
L’ultima cosa che la bionda voleva, era farla piangere.

“Non piangere R, te ne prego. Io ti voglio bene ma mi serviva del tempo per riflettere su tutto quello che è successo. Perché sono successe così tante cose nel giro di poco più di un mese che neanche me ne sono resa conto.”
“Lo so ed io voglio tornare a far parte della tua vita più di ogni altra cosa, ora come ora. Quinn, ti prego.”


Non seppe definire se fu lo sguardo commosso, quasi disperato, dell’amica, o tutti i ricordi sulla loro lunga e splendida amicizia che le stavano tornando in mente, a spingerla tra le braccia di Rach; fatto sta che quello fu probabilmente l’abbraccio più bello e significativo della loro amicizia.
 




 
 
“E ora lasci me per tornare da lei?”
Il broncio che mise su Wal e la sua faccia tenera fecero ridere Quinn.
La ragazza se credeva che Quinn, una volta recuperata l’amicizia con Rachel, si sarebbe dimenticata di lei, si sbagliava di grosso.

“Ma che diavolo dici Wal? Tu sei la mia migliore amica, non potrei mai sostituirti o metterti da parte, ma forse da oggi in poi anche tu potresti stringere amicizia con Rachel, non è una cattiva persona.”
“No, certo che no. Ti ha solo fatto soffrire come un cane!”
“Ti ricordo che anche tuo fratello l’ha fatto, eppure ci sto per uscire insieme.”


A quelle parole, Waliyha sembrò risvegliarsi da una sorta di sogno e saltò in piedi.
“Oh, cazzo. Hai ragione! E per questo appuntamento che sarà senza dubbio meraviglioso, ti serve qualcosa… tipo, un vestito!”
Quinn scoppiò a ridere per poi annuire.
“Hai ragione. Ma niente di eccessivo o troppo vistoso, anche perché non ho idea di dove possa portarmi tuo fratello… forse al bowling o al cinema…”
Wal accennò ad una risatina per scuotere amorevolmente la testa.
“Non credo proprio bambola.”

Quinn affilò lo sguardo e si alzò dal letto sul quale era comodamente sdraiata.
Si avvicinò alla ragazza e dopo averla presa per un polso e fatta girare verso di se, fissò i suoi occhi in quelli quasi ipnotici di Wal.

“Tu sai dove mi porterà?”

Più che una domanda sembrava un’accusa, eppure Waliyha non si scompose, anzi, trattenne una risata per poi alzare le spalle.
Poi, senza degnare l’amica di uno sguardo, si voltò verso l’armadio e, ignorando totalmente la figura di Quinn, che stava davvero per scoppiare, si immerse nei suoi abiti finché, con un sorriso trionfatore, non porse alla bionda un vestito…

E che vestito.

 
 

 
 
 
“Allora? Come vi sembro?”

Rachel e Wal si guardarono negli occhi per poi iniziare a battere freneticamente le mani e i piedi: sembravano davvero delle stupide, ma Quinn non glielo fece notare, era troppo tesa e nervosa all’idea che qualcosa in quella serata potesse andare male.
Dopo aver saputo che il padre si era quasi ristabilizzato, l’idea di uscire con Zayn l’aveva fatta piombare nell’ansia più profonda; sentiva che stava per impazzire.
E il vestito che la sua amica le aveva dato non migliorava la situazione, tantomeno le scarpe e il trucco.
Le sembrava davvero tutto troppo eccessivo, ma dalla reazione delle amiche poteva soltanto denotare che forse non era poi così tanto male.

“Cazzo, sei meravigliosa!”
Rachel spalancò gli occhi prima di girarle intorno per ammirarla meglio, sembrava davvero una bambina.

“Per una volta, forse l’unica, concordo con lei. Sei splendida Quinn.”
Affermò Waliyha prima di sorriderle affettuosamente.

“Zayn non vedrà l’ora di vederti. Su, finisci di sistemarti e scendi. Ti sta aspettando.”

E a quel punto la tensione esplose all’interno del corpo e della mente di Quinn.
Si sentiva tremare e si sentiva una sciocca per stare avendo un comportamento del genere per un appuntamento; ma, semplicemente, era più forte di lei.
Sospirò un paio di volte poi annuì  e si recò in bagno.

Wal e Rach si sorrisero e si batterono il cinque.
Quinn non avrebbe mai dimenticato quella serata. Mai nella vita.

 
 



Il continuo e frenetico battere della scarpa sul pavimento stava facendo esaurire Harry.
Era da mezz’ora che, seduto sul divano di casa Malik, attendeva impaziente che Rachel scendesse.
Ma il continuo movimento della gamba di Zayn lo stava portando all’esaurimento: non aveva mai visto l’amico tanto nervoso in vita sua.

“Zayn, piantala. Mi stai facendo innervosire.”

“Be’, io sono già nervoso.”

Sbottò Zayn prima di alzarsi dal divano e incominciare a camminare avanti e indietro per il salone.
Quanto cavolo ci metteva Quinn a prepararsi?
Harry non fece in tempo a rispondere che un rumore solito di tacchi alti fece voltare entrambi i ragazzi verso le scale.
Lo stesso Harry spalancò la bocca.
Zayn sembrava aver visto qualcosa di sovrannaturale. Era troppo bella per essere vera.

“Chiudi la bocca Haz, che ci entrano le mosche.”
Il commento di Rachel fece riscuotere il riccio che dopo aver richiuso la bocca si lasciò andare ad un lungo fischio di apprezzamento che non fece altro che procurare a Quinn altro imbarazzo.

Ma quando il suo sguardo incontrò quello quasi affamato di Zayn, sentì il sangue confluire sulle guance… per fortuna si era truccata.
Quinn gli sorrise e Zayn ricambiò prima di pronunciare quelle poche, ma importanti parole, che avrebbero aperto la loro serata.

“Sei bellissima.”




 
 
 
“Manca molto?”
Zayn sorrise per poi poggiare la propria mano sulla coscia scoperta della ragazza che le siedeva accanto.
“No, siamo arrivati.”

Quinn cercò di guardare fuori dal finestrino ma la notte, scesa forse troppo precocemente, le impediva di capire dove si trovassero.
Durante tutto il tragitto Zayn non aveva spiccicato parola, se non per risponderle alle poche domande che lei gli proponeva.
Tutto sommato era passato tranquillamente, ma c’era qualcosa che metteva in ansia Quinn, qualcosa che non riusciva tuttavia  spiegarsi.

Sembrò riscuotersi dai suoi pensieri quando Zayn le apparve di fronte con una mano tesa ad aprirle lo sportello.
Quinn gli sorrise, sorpresa da tutta quella gentilezza, e poi, facendo attenzione a dove mettesse i piedi per paura di cadere da quelle sottospecie di scarpe che indossava, si avvicinò al ragazzo.
Zayn le porse una mano e poi la portò verso quello che sembrava essere un ristorantino rustico.
Le sembrava di sentire come sottofondo il rumore delle onde ma tutto ciò che vedeva attorno a se erano delle luci che illuminavano un vialetto che portava, appunto, all’ingresso  del locale.
Una volta entrati si accomodarono, scortati da un cameriere, ad un tavolino appartato e ben decorato.
Quinn poté ben notare che in effetti non c’era quasi nessuno in quel posto e le risultò davvero strano che Zayn l’avesse portata in un luogo del genere.
Semplicemente non se lo sarebbe mai aspettato.
 
“So che non ti aspettavi un appuntamento del genere…”
A dar voce ai propri pensieri ci pensò proprio Zayn, che sembrava davvero teso e nervoso.

“Non è che non me l’aspettavo, più che altro non credevo che i tuoi appuntamenti fossero tutti in locali del genere…”
Zayn sorrise e annuì, quasi colpevole.
“In effetti è la prima volta che porto qualcuna qui. Anzi, forse è meglio dire che questo è il mio primo, vero, appuntamento.”

Quinn alzò lo sguardo di scatto.

In poco tempo era riuscita a scoprire un lato di Zayn che forse nemmeno i suoi migliori amici conoscevano, era riuscita a capacitarsi del fatto che Zayn potesse essere una brava persona.
Era riuscita a rendersi conto, che seppure tempo prima l’aveva tormentata, ora era follemente innamorata di lui.
Quel ragazzo che aveva di fronte non era quello che aveva conosciuto l’anno prima.
Quel ragazzo che aveva di fronte in quel momento era la cosa migliore che le fosse capitata in quei mesi.

Spinta da qualcosa che nemmeno lei riuscì ad identificare, quasi con le lacrime agli occhi, Quinn si avvicinò a Zayn e lo baciò come non aveva mai fatto prima.
Zayn sorrise nel bacio, la fece sedere sulle sue gambe e poi si staccò da lei, ma soltanto per guardarla negli occhi e per poi ribaciarla con forse più entusiasmo di prima.



 
 
 
“È stato davvero magnifico, non avevo mai mangiato cose così buone.”
“Hai ragione. Ci sono venuto già qualche altra volta con la mia famiglia e si mangia davvero bene… ma non è questa la sorpresa.”


Quinn si voltò verso di lui e inarcò un sopracciglio, confusa.
Zayn, nel vedere quell’espressione così buffa, rise e poi, dopo averla presa per mano, la trascinò giù per delle scalette di pietra, poco lontano dal vialetto che avevano percorso per andare al ristorante.

E quando Quinn si ritrovò davanti una massa d’acqua immensa, quando sentì il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli, si rese conto che erano davvero vicino al mare.

“Vieni.”

Quella parola convinse Quinn a togliersi le scarpe per poi affondare i piedi nella sabbia fredda e seguire Zayn.
Era uno spettacolo meraviglioso e ancor più meraviglioso era il viso di Zayn illuminato dalla luce opaca della luna; sembrava un vero dio.
Zayn si sedette sulla sabbia per poi far accomodare la ragazza sulle sue gambe e le cinse la vita con le braccia.
Inutile dire che Quinn si sentiva al settimo cielo.

“Quinn, posso farti una domanda?”
Quinn annuì e Zayn la guardò per poi porgerle la sua domanda.
“Cosa provi per me?”
Quinn lo guardò e prima che potesse dire qualcosa, il ragazzo la interruppe.

“Perché sai, io quando ti vedo, penso solo che ti trovo magnifica. Mi maledico per tutte le volte che nel passato ti ho fatto piangere perché l’unica cosa che vorrei ora, sarebbe poterle asciugare le tue lacrime, magari con un bacio. So che ti ho fatto del male, ma ora, con la domanda che sto per farti, vorrei soltanto renderti felice almeno per qualche istante.”
Quinn non rispose, forse troppo traumatizzata dalle parole di Zayn, e questo silenzio lo spinse a proseguire con il proprio discorso.
“Mi sembra di essere all’asilo, ma… Quinn, vuoi essere la mia ragazza?”

Quinn spalancò gli occhi.
Probabilmente non avrebbe reagito in quel modo neanche se gli avesse chiesto di sposarlo.
Eppure la voce, pur uscendole come un sussurro, fu sentita da Zayn come la più forte delle grida.

“Sì.”
 
 
 

“Posso cantarti qualcosa?”
“E me lo chiedi?”


Zayn rise per poi fare alzare la sua ragazza dalle sue gambe e poi prenderla per mano quasi volesse ballare con lei.

“She’s not afraid of all the attention, she’s not afraid of running wild. How come she’s so afraid of fallin’ in love. She’s not afraid of scary movies, she likes the way we kiss in the dark. But she’s so afraid of fa-fa-fallin in love… Oooh.”

Quinn si strinse al suo petto e sentendo gli occhi pizzicare pronunciò quelle fatidiche parole.
 
“Sono innamorata di te, Zayn.”
 
E se da quella posizione avesse potuto vedere il viso di Zayn, vi avrebbe visto soltanto un immenso, luminoso, meraviglioso sorriso.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 






#

Non mi perdonerete mai, lo so.
Vi avevo promesso che avrei aggiornato prima ma purtroppo ci sono stati degli inconvenienti e quindi sono più di due mesi che non aggiorno… mi dispiace tanto.

Spero però che con questo capitolo, tutto Zuinn, allevierò almeno un po’ la vostra vena omicida nei miei confronti.
Be’, il capitolo è dolce, smielato, simpatico al punto giusto, ma, cosa più importante, è il capitolo della svolta! Insomma, Zayn e Quinn, dopo ben quindici capitoli, si sono fidanzati! Yeah!!
Ok, basta, sono un po’ fuori.

Comunque, spero che mi lasciate anche qui delle recensioni, mi farebbe davvero tanto piacere.
Grazie a tutte le persone che inseriscono questa storia tra le preferite/seguite/ricordate e grazie a quelle che recensiscono.

Ultima cosa e poi me ne vado: poco tempo fa ho postato la mia prima long Larry, è un po’ particolare e mi sta particolarmente a cuore… che ne direste di farci un salto? Your love is mine.
Grazie mille comunque.
 
Baci, tomlinsonslover :*

Vi prometto che il prossimo aggiornamento sarà sabato 26 o domenica 27 gennaio :)
E auguri, anche se in ritardo, all’amore della mia vita che ieri ha compiuto vent’anni: happy bday Zay! <3

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Capitolo 17
*** 17. -Three words, seven letters. ***


I just wanna be happy.






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17. – Three words, seven letters.
 




 
 
“Quinn? Ehi, piccola, siamo arrivati. Svegliati.”

Quinn aprì piano gli occhi ritrovandosi davanti quegli occhi che ormai avrebbe riconosciuto dovunque.
La ragazza sorrise si stiracchiò leggermente per poi avvicinarsi a Zayn e poggiargli un bacio sulla guancia.

Zayn, a quel gesto, rise per poi avvicinarsi nuovamente a Quinn e baciarla su quelle labbra meravigliose, che adorava in tutte le sue sfaccettature.
Erano piccole, carnose, avevano sempre un sapore dolce, tremendamente dolce, e questo a Zayn piaceva, e non poco.

Il bacio che si scambiarono fu tutto tranne che casto.
Quinn pensò che non si erano mai baciati così e che, forse, per concludere la serata, Zayn avrebbe voluto fare qualcos’altro.
Quel pensiero, che aveva cercato di evitare ma che le ronzava in testa da un po’, la convinse a separarsi dal suo ragazzo.
Gli sorrise e fece per scendere dalla macchina ma Zayn la prese per un polso, sventando tutti i suoi piani di fuga.

“Che c’è?”
Quinn alzò un sopracciglio a quella domanda.

In effetti Zayn si era sempre comportato in maniera corretta nei suoi riguardi, almeno negli ultimi tempi, ma d’altronde le sembrava anche normale che, essendo in astinenza da un po’, volesse qualcos’altro.
Quei pensieri resero Quinn piuttosto imbarazzata che, per cercare di non far notare al ragazzo l’ormai evidente rossore sulle guance, scosse la testa e si voltò verso il finestrino, cercando di sembrare attratta dai lampioncini che illuminavano il vialetto di casa Malik.

“Quinn? Cos’è successo?”
“Niente Zayn, sono solo un po’ stanca.”


Zayn annuì, pur consapevole che Quinn da quella posizione non potesse vederlo, per poi scendere dalla macchina e aprire lo sportello della ragazza. La prese per mano e dopo aver chiuso la macchina, si diressero sotto il porticato.


“Sei sicura che vada tutto bene?”

Quinn alzò lo sguardo e fissò i suoi occhi in quelli di Zayn: sembrava preoccupato, quasi ansioso di sapere per quale futile ragione la ragazza avesse cambiato immediatamente umore.
La serata, almeno fino a pochi istanti prima, era trascorsa magnificamente e gli sembrava strano che da un momento all’altro Quinn potesse aver cambiato espressione, comportamento, tutto.

“Sì, sto bene.”
“Quinn, ti prego.”


Quinn scosse la testa e fece per aprire la porta di casa ma la mano di Zayn, che le bloccò il polso, le impedì di portare al termine
quell’operazione che poteva salvare la serata.

“O mi dici cos’è successo o giuro che non ti faccio entrare, dormiremo fuori stanotte. Sono stato io? Ho fatto qualcosa che non
avrei dovuto?”

“Zayn, no. Ti ho già detto che è una cosa mia, non c’entri tu, non preoccuparti. Ne parleremo un’altra volta, e ora se saresti così gentile da aprire la porta mi faresti davvero un gran piacere, sto morendo di freddo.”

Zayn sbuffò per poi strattonare Quinn per il braccio.

“Odio quando ti comporti così. Dimmi cosa c’è che non va. Fino a poco fa, prima che ti svegliassi, andava tutto alla grande!”

Quinn alzò gli occhi al cielo.
La discussione stava prendendo una brutta piega, e perché? Per le sue insicurezze del cazzo.

“Zayn, lasciami, mi fai male. E ti ho detto che non ho niente, va tutto alla grande quindi, ti prego, non roviniamo la serata.”
“È già stata rovinata, quindi o mi dici cosa c’è che non va o mi incazzo di brutto Quinn.”


La ragazza lo guardò.
Era meraviglioso, come sempre, ma l’aria da arrabbiato lo rendeva quasi inquietante. Poteva sembrare una cosa ridicola ma in quel momento Quinn si sentiva spaventata. Non spaventata nel senso che credeva l’avesse picchiata, o cose del genere, spaventata nel senso che non l’avrebbe capita.
Ma Zayn aveva ragione: stava rovinando quella che era stata una giornata meravigliosa con le sue stupide insicurezze e se non poteva fidarsi di Zayn, per confidargli ciò che provava e pensava, di chi doveva farlo?

Per questo decise di mandare a fanculo i dubbi, non curandosene della reazione che avrebbe potuto avere il moro.


“Zayn, io sono vergine.”

Zayn la guardò e alzò un sopracciglio.
Prima che potesse dire qualcosa, Quinn continuò.

“Il bacio che mi hai dato prima, non era un bacio così. Era il preludio di qualcos’altro e per questo qualcos’altro non sono ancora pronta. E dico questo non perché non voglio farlo con te, sarebbe da idioti pensare che non vorrei fare l’amore con il mio ragazzo, ma solo perché credo non sia ancora il momento. Non ho mai avuto relazioni con nessuno, non saprei come comportarmi e non voglio sembrare una cretina imbranata che ha paura di fare qualunque cosa. Però è così, io ho paura. Paura che tu possa renderti conto che sono una frana e poi lasciarmi per qualcun’altra che magari è una bomba sexy. E nel caso in cui tu voglia farlo, lasciarmi intendo, preferirei non fosse perché non sono capace a letto…”

Zayn le mise una mano sulla bocca prima che potesse dire qualche altra cavolata.

“Quinn, stai farneticando. Io ti voglio, ti desidero, è vero, ma non ti metterò mai pressioni.  Ti aiuterò a superare le tue paure e ti farò ricredere sulle tue capacità, puoi starne certa, ma solo quando tu lo vorrai.”

Quinn annuì, cercando di trattenere le lacrime che purtroppo stavano prendendo il sopravvento.

“E poi, cosa più importante, non ti lascerei per nessuna ragione al mondo. Sei la cosa migliore che mi sia capitata Quinn.”


Allungò una mano e la portò sul viso di Quinn.
Asciugò le poche lacrime che erano sfuggite dai suoi occhi chiari.
Accarezzò quelle guance morbide come la seta e profumate come frutti di bosco.
 
Sussurrò quelle tre parole.
Sussurrò quelle sette lettere.
Sussurrò ciò che era perfetto per concludere quella serata perfetta.


“Io ti amo.”

E lì Quinn non ebbe più bisogno di conferme.
Sono tua.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 















#
Perdonatemi, non sono riuscita ad essere costante con gli aggiornamenti nemmeno questa volta.

Comunque, come avrete notato, il capitolo è più breve del solito, per il semplice fatto che in questo modo, dividendo un unico capitolo in due parti, riuscirò ad aggiornare più velocemente e soprattutto con più frequenza.

Detto questo, passiamo al capitolo.
Totalmente  ed incondizionatamente Zuinn! Contente? :)
Non accade un granché, in  effetti, però c’è la rivelazione di tutte le insicurezze di Quinn…
Presto arriverà un capitolo degno del rating arancione/rosso, ma non vi anticipo altro!

Beh, non mi resta altro da dire, se non un grazie alle persone che leggono e recensiscono la fan fiction e un grazie alle persone che l’hanno inserita tra le preferite/seguite/ricordate!
Grazie ancora e al prossimo aggiornamento (è meglio che non metto date)!

Baci, tomlinsonslover

 
 
P.S. “Tre parole, sette lettere. Dille e sarò tua.”
Adoro Chuck e Blair! *-*

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Capitolo 18
*** 18. -She's your drug. ***


I just wanna be happy.






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18. –She’s your drug.
 
 

“Buongiorno.”

Waliyha alzò lo sguardo dal libro di filosofia e guardò il fratello appena entrato in cucina.

Lo osservò in tutti i suoi movimenti, in tutte le sue mosse, anche quelle che fino a poco tempo prima aveva considerato insignificanti, banali.
Zayn prese un bicchiere, chiuse con delicatezza le ante del mobile, per poi versarsi del succo all’arancia.
Si sedette di fronte alla sorella, prese un cornetto, solo dopo essersi assicurato che era al cioccolato, e poi lo addentò come fosse la cosa più buona del mondo.
Sorseggiò un po’ di succo e poi si rese conto di essere squadrato e fissato.
Alzò lo sguardo e lo fissò in quello di Wal.

“Che vuoi?”

Wal fece una smorfia per poi concentrarsi nuovamente sul libro di filosofia e su quella che era la lezione del giorno, che però non aveva studiato il giorno prima, troppo interessata ed eccitata per l’appuntamento tra il fratello e la migliore amica.
“Vedo che Quinn non è ancora riuscita ad addolcire i tuoi modi. Sperò ci riuscirà il prima possibile… A che ore siete tornati stanotte? Non vi ho sentiti.”
“I cazzi tuoi no, eh? E comunque quello che faccio o non faccio con la mia ragazza non ti deve interessare.”

Wal alzò di scatto lo sguardo dal libro, mandando mentalmente a fanculo Platone.

Ripensando a ciò che aveva detto il fratello, le si dipinse sul volto un sorriso immenso, quasi diabolico, che si ingrandiva a vista d’occhio; Zayn ne fu quasi spaventato.

“La tua ragazza?”

Zayn alzò gli occhi al cielo e fece per alzarsi ma un corpo, che profumava di mandorle, glielo impedì.
Il ragazzo sorrise prima di stingere le braccia attorno alla vita di Quinn e prima che potesse rispondere alla sorella, la ragazza seduta sulle sue gambe, pronunciò quelle parole che avrebbero reso Waliyha una palla al piede per tutta la giornata.

“Sì, sono la sua ragazza.”

E il bacio delicato che lasciò sulle labbra di Zayn, fece scoppiare completamente la gioia di Wal.
La piccola Malik, infatti, saltò in piedi e iniziò a battere le mani saltellando come una bambina alla quale hanno appena regalato la bambola che più desiderava.
Le risate dei due ragazzi non fecero altro che alimentare la sua gioia, ma tutto sembrò esplodere come una bolla di sapone quando in quella stessa stanza, dove si trovavano i tre ragazzi, entrò Trisha Malik.
 
 





“Sapevo che prima o poi sarebbe successo… me l’aspettavo.”

Zayn la guardò come se da quello che avrebbe detto di li a poco dipendesse la sua vita.
Era nervoso, confuso ma profondamente felice.
Alla fin fine stava cercando di convincere se stesso del fatto che con o senza l’autorizzazione della madre e del padre avrebbe comunque continuato a vedere e a stare con Quinn.
Ora l’aveva e non poteva permettersi di lasciarla scappare.

“Zayn, negli ultimi anni sei cambiato tanto. Tornavi tardi la sera, ad orari improponibili, anche se io e tuo padre te lo vietavamo, hai iniziato a fumare -perché lo so che lo fai, ne sento l’odore -, uscivi con ragazze diverse ogni pomeriggio e ogni sera e i tuoi amici avevano preso la tua stessa strada. Hai iniziato a prendere voti bassi, ad essere impreparato a scuola, ad essere strafottente e scostumato, non solo nei confronti dei tuoi coetanei ma anche in quelli dei tuoi insegnanti e dei tuoi genitori.”

La discussione stava decisamente prendendo una brutta piega.
Trisha si era accomodata sul grande divano in salotto e lui era appoggiato con la schiena alla porta. Quinn e sua sorella si erano già avviate per andare a scuola, pur essendo entrambe tremendamente ansiose.

“Ma da quando quella ragazza ha stretto amicizia con tua sorella, da quando Quinn sta qui, sei cambiato. Sorridi più spesso, ma il sorriso che ci dedichi, soprattutto che le dedichi, è vero, puro e sincero. Lei è la tua cura, ti sta rendendo finalmente felice ed io mi sono accorta di questo.”

Sul viso di Zayn si dipinse un’espressione sorpresa, meravigliata.
Non si sarebbe mai aspettato delle parole del genere.

Trisha si accorse del suo cambio di espressione ed accennò un sorriso, si alzò dal divano e gli si avvicinò.
Una volta giuntogli di fronte, fissò i suoi occhi in quelli caramellati e profondi del figlio; gli passò una mano sul viso e poi tra i capelli, facendo sorridere il ragazzo.

“Ti voglio bene Zay. E se lei ti rende felice, se con lei sei te stesso, allora sono la madre più felice del mondo.”

Zayn le sorrise con il cuore e la strinse forte a se, sussurrando in continuazione dei ‘ti voglio bene, mà’ che fecero sciogliere il cuore della signora Malik.
Ma quel momento così dolce e impagabile svanì quando Trisha disse “E ora fila a scuola, che sei già in ritardo.”
Zayn rise di nuovo, per l’ennesima volta in quella giornata appena iniziata, e poi prese lo zaino e si avviò verso l’uscita, pronto a raggiungere la ragazza che le stava migliorando la vita.
 
 
 
 
 


“Mia madre è buona, anzi, scommetto che gli ha dato qualche consiglio piuttosto che altro.”

Quinn alzò gli occhi al cielo e poi prendendola per un braccio, la trascinò all’interno dell’aula di filosofia.
In cuor suo, la ragazza bionda, era spaventata quasi terrorizzata al pensiero che Trisha avesse potuto dire qualcosa a Zayn che consistesse nel lasciarsi definitivamente per il meglio di entrambi.

“Non ci conterei troppo Wal. Mi ha ospitato in casa sua e io mi sono approfittata di suo figlio… non è una cosa tanto normale, sai?”
Wal scoppiò in una risata cristallina per poi prendere posto assieme all’amica.
“Tu non sai chi è che si è veramente approfittata di Zayn. Tu sei oro che splende in confronto a quelle sgualdrine, anzi non c’è proprio un confronto tra te e loro.”

Le due ragazze continuarono la loro discussione, in alcuni punti anche piuttosto animata, anche dopo l’entrata del professore in classe.
Tuttavia sembrarono accorgersi che la lezione era iniziata quando qualcuno bussò alla porta e la voce del professore invitò quel qualcuno ad entrare.
Un ciuffo nero e un volto troppo familiare indussero Quinn e Wal ad aguzzare la vista.

“Potrebbe uscire la signorina Flannery?”

Il professor Austen si sistemò gli occhiali sul naso e poi tossicchiò.
“Da quando in qua si comporta così educatamente signor Malik?”
Zayn sorrise ma Quinn capì che stava perdendo la pazienza.
“Da un po’… potrebbe uscire Quinn?”
Il professore annuì e mugugnò qualcosa simile a ‘che siano solo due minuti’.

Quinn scattò in piedi e ignorando gli sguardi di tutta la classe, ma soprattutto quelli di Wal, che stava letteralmente scoppiando a ridere per la ridicola scena da film che le si stava presentando davanti, si diresse verso l’uscita della classe di filosofia.
Una volta chiusa la porta alle sue spalle si voltò verso quel meraviglioso ragazzo e in un battito di ciglia si ritrovarono nel giardinetto fuori dalla scuola che precedeva il viale per la palestra.


“Cosa ti ha detto tua madre?”

Quella domanda le uscì senza neppure chiedere il permesso.
Era così nervosa e tesa che voleva assolutamente sapere qualcosa, non ce la faceva a passare altre ore all’insaputa di quello che era accaduto quella stessa mattina.

Zayn ridacchiò per poi allungare una mano verso il viso della ragazza.
“Beh, a dir la verità… ci ha dato la sua benedizione.”

E lì, in quell’istante, Quinn non poté far altro che saltargli in braccio, stringerlo a se e baciarlo con dolcezza e forza allo stesso tempo.
Sulle labbra di Zayn si dipinse un sorriso e l’unica cosa che riusciva a pensare in quel momento, con in braccio la sua ragazza, era ‘Finalmente posso renderla felice’.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 














#
Ennesimo ritardo, vi chiedo perdono!

Per scrivere questo capitolo ci ho messo un secolo!
Non è chissà cosa, e in fondo non succede molto, ma mi serviva per farvi capire meglio ciò che accadeva e i pensieri dei personaggi esterni alle vicende personali dei protagonisti principali.
Nei prossimi capitoli rivedremo sicuramente Rachel e il resto dei ragazzi ed anche qualche scena un po’ più… diciamo spinta.

Volevo ringraziare le persone che hanno recensito il capitolo precedente, quelle che hanno inserito la storia nelle seguite/preferite/ricordate e anche quelle che leggono silenziosamente.
Be’, spero vivamente che qualcuno recensisca anche questo capitolo :)

Grazie ancora e a presto!

Baci, tomlinsonslover 

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Capitolo 19
*** 19. -Happiness is already over? ***


I just wanna be happy.






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19. –Happiness is already over?  
 




 
 
“Per colpa vostra ho preso un’insufficienza a filosofia!”

Zayn scoppiò a ridere contagiando anche Quinn e tutti i presenti seduti attorno al tavolo che solitamente occupavano in mensa.
Waliyha era appena arrivata, con i capelli scompigliati e il viso rabbioso, e a tutti era sembrata un personaggio dei cartoni animati.
“Stai calma sorellina. La prossima volta imparerai a farti i fatti tuoi e tutto andrà bene.”
Waliyha fece la linguaccia al fratello e poi si accomodò accanto a Quinn.
 
In quel periodo erano tutti rilassati.
Nonostante alla fine dell’anno i ragazzi avrebbero dovuto tenere l’esame, erano tutti piuttosto tranquilli e felici.

Le cose tra Harry e Rachel andavano alla grande, Louis aveva iniziato a frequentare una ragazza che frequentava un’altra scuola e che aveva più o meno la loro età, Niall e Liam invece erano felicemente single, come dicevano loro, così come Wal.
Quinn e Zayn insieme erano felici, si completavano a vicenda.
E se n’erano accorti tutti: ogni persona che li guardava o che passava un po’ di tempo con loro, capiva quanto tenessero l’una all’altro e
quanto in fondo si amassero.
 

“Che facciamo stasera?”

La domanda di Niall risvegliò ognuno dai propri pensieri.
“È sabato, usciamo.”
“Sì, andiamo a bere qualcosa e poi andiamo in discoteca?”


Zayn guardò la sorella, che aveva appena parlato, e sorrise.
“Come fai ad essere così sicura che tu stasera uscirai? Se mamma viene a sapere dell’insufficienza in filosofia potrebbe recluderti in casa e, a dirla tutta, mi farebbe un immenso favore.”
Waliyha si voltò verso il fratello e lo incenerì con lo sguardo.
“Prova a dire qualcosa e ti castro.”
Tutti gli amici risero, ma le loro risate furono niente rispetto a quello che si scatenò dopo la sagace risposta che Zayn le diede.

“Non credo che Quinn sarebbe d’accordo!”





 
 
 
Le labbra del moro si spostarono sul collo della ragazza lasciando una scia di baci cocenti.
Senza nemmeno pensarci, e soprattutto senza pensare alle conseguenze che quel gesto piuttosto azzardato avrebbe scatenato, la bionda emise un gemito.
Il ragazzo, a sua volta, si spinse verso di lei, facendo scontrare i loro bacini e facendole sentire che lui non le era per niente indifferente.
Il moro si allontanò per qualche istante dal corpo della ragazza, ma solo per prenderla per mano e trascinarla nella sua stanza. Avevano casa libera, i genitori del ragazzo erano usciti e le figlie avevano fatto lo stesso.

Una volta giunti nella camera spaziosa e poco illuminata del ragazzo, si avvicinarono al letto mentre il rumore dei sospiri e lo scoccare che i baci emettevano, si infrangeva contro l’innaturale silenzio della camera.
Il moro la spinse sul letto per poi insinuarsi fra le sua gambe, il tutto senza smettere un attimo di baciarla.
Quando la sua bocca si spostò sul collo di lei, per regalarle un bel succhiotto, le labbra della bionda si schiusero emettendo un gemito, al quale il ragazzo rispose spingendosi ancor più verso lei.

Erano venti minuti che andavano avanti così.

Zayn si era scoperto tremendamente eccitato e voglioso all’idea di trascorrere una serata da solo con Quinn.
Sapeva, ma soprattutto desiderava, che quel momento sarebbe arrivato.
E ora erano lì, distesi su quel letto, a baciarsi e a mangiarsi l’un l’altra.
Ma quando le mani di Zayn si insinuarono sotto la maglietta di Quinn, sollevandola un po’, le insicurezze ebbero la meglio su Quinn.
Tuttavia Zayn sembrò non accorgersene, tanto che portò le mani sul bordo dei pantaloni della ragazza, per poi sbottonarglieli.

Quinn gli poggiò le mani sul petto e cercò di allontanarlo un po’.
“Zayn, aspetta.”
Il moro alzò gli occhi.
Sembravano fuoco nero: bruciavano, bruciavano di passione ed eccitazione.
Ma nel vedere ansia e nervosismo negli occhi di Quinn, quelli del ragazzo furono attraversati da un lampo di preoccupazione.

“Ehi, se non ti senti pronta possiamo sempre provarci un’altra volta, non ci corre dietro nessuno.”
Zayn le accarezzò il volto e poi le poggiò un bacio a fior di labbra, aspettando una reazione da parte di Quinn.

La ragazza si sentiva una stupida dentro di se.
Aveva di fronte il più bel ragazzo che avesse mai visto, pronto ad accoglierla e a fare l’amore con lei, e lei cosa faceva? Si tirava indietro?
Se fosse stata un’altra persona, Quinn ne avrebbe davvero approfittato, ma probabilmente fu anche la perfezione di Zayn che la indusse ad annuire e a sillabare un flebile “Grazie”, prima di buttare le braccia attorno al collo del ragazzo e stringerlo a se.

Zayn le accarezzò i capelli e portò le labbra vicino l’orecchio della ragazza.
“Lascia solo che ti faccia sentire come mai nessuno l’abbia fatto prima, lascia che sia io, almeno per questa sera, a ricambiare tutto quello che hai fatto per me in queste settimane.”

Quinn si separò da lui per poi guardarlo con occhi curiosi e incerti, spaventati e forse anche consapevoli.
Senza mai distogliere lo sguardo da quello della ragazza, Zayn portò le mani sul bordo dei pantaloni di lei, per poi abbassarglieli.
Quinn non seppe cosa fare, l’unica cosa che voleva era che Zayn continuasse.
E lui lo fece.
L’accontentò.
Una volta stesasi sul letto morbido, il ragazzo le si mise tra le gambe Quinn, ormai nude, libere da quei jeans che erano solo un inutile indumento separatore.
Zayn portò il viso all’altezza del bacino della ragazza e iniziò a lasciare baci lungo la striscia degli slip, che non erano mai stati tanto inutili e di impiccio come in quel momento.
Quando glieli abbassò, quando si dedicò a lei con passione e dolcezza, pensando solo a soddisfare il suo piacere, quando lei stava quasi per raggiungere l’apice del piacere e l’erezione di lui era ancora costretta nei pantaloni, lì, proprio in quel momento tanto intimo, così loro, capì che quel ragazzo l’amava veramente.

E dopo che fu venuta, dopo aver provato il piacere più intenso mai provato in vita sua, l’unica cosa che poté dire fu un sottile “Grazie” seguito poi da un altrettanto sottile “Ti amo”.
 
 
 
 


“Che ore sono?”

Zayn si sporse verso il comodino dove era poggiata la sveglia.
Avevano passato un paio d’ore sul letto, in seguito a quell’episodio, e avevano parlato di tutto e si erano anche baciati e coccolati per parecchio, senza contare che Zayn era dovuto correre in bagno per qualche istante per mettere a tacere un qualcuno che, lì sotto, era rimasto insoddisfatto.
Quinn pensò che il prima possibile avrebbe ricambiato il favore.

“Le dieci e venti. Tra poco dovrebbero tornare i miei.”

Zayn si voltò verso la ragazza e la baciò, ma prima che uno dei due potesse dire una qualsiasi cosa, il campanello di casa Malik suonò.
Il ragazzo si separò da Quinn, solo dopo averla baciata di nuovo e dopo averle sorriso, per poi scendere al piano inferiore.

Soltanto quando sentì la voce del suo ragazzo chiamarla, Quinn scese nel salotto.
E quello che vi trovò la sorprese, sia in modo positivo che in modo negativo.
 

“Mamma, papà?!”

 
 
 
 
 
 
 






 
 
 
 
 
 
 
 






#
Eccomi gente!

Allora, questo è decisamente uno dei capitoli che preferisco, almeno fin’ora.
Quinn e Zayn fanno tante belle cose anche se non si spingono tanto avanti, ma non preoccupatevi!, le scene più spinte arriveranno; Waliyha, Rachel e i ragazzi ricompaiono anche se per poco;
ritornano i genitori di Quinn!

Beh, non ho molto altro da dire, spero solo che piaccia a qualcuno e che qualcuno recensisca :)
Vi lascio, a presto!

Baci, tomlinsonslover

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Capitolo 20
*** 20. -Just give me a reason. ***


I just wanna be happy.





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20. –Just give me a reason.
 
 




“L’America è meravigliosa, Quinn! Davvero spettacolare. Se non fosse stato per l’incidente di tuo padre sarebbe andato tutto a meraviglia!”

I signori Hamilton erano tornati da meno di due ore.
Quinn, appena li aveva visti, era corsa verso di loro, per abbracciarli.
Ma quando il loro sguardo si era fatto vigile e attento, avendo capito che lei e Zayn non erano semplici amici, la bolla di felicità in cui Quinn aveva vissuto fino a pochi istanti prima era scoppiata nel nulla.
I suoi, infatti, dopo aver salutato e ringraziato i signori Malik, arrivati poco dopo di loro, avevano preso Quinn e l’avevano trascinata a casa, senza nemmeno voler ascoltare le sue ragioni o quant’altro.

“Già. Abbiamo una bella notizia da darti, comunque.”
Quinn alzò lo sguardo e fissò il padre, che aveva appena parlato.
“La prossima volta che andremo verrai con noi.”

Quinn sorrise.
L’America era sempre stato il suo sogno. Fin da piccola aveva immaginato di ritrovarsi in un loft in una zona residenziale di New York, dalle cui vetrate poteva osservare tutta la città, spettacolare sia di giorno che di notte.

Il signor Hamilton, confortato da quel sorriso appena ricevuto dalla figlia, le espose il resto di ciò che aveva deciso.

L’idea di andare in America, in quel preciso momento, divenne l’ultima cosa che Quinn avrebbe voluto.
Non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere, non l’aveva mai messa in programma, soprattutto ora che aveva degli amici e un ragazzo!
Ma le sue giustificazioni, per quanto potessero essere importanti, per lei, uscirono dalla sua bocca come giustificazioni idiote, stupide e senza fondamento.

Le parole del padre, sostenute fortemente dalla madre, resero quella giornata, che era stata meravigliosa fino a poche ore prima, un inferno di lacrime e urla soffocate nel cuscino.

Quinn si addormentò pochi minuti dopo, distrutta e incosciente del fatto di aver ricevuto decine e decine di messaggi e chiamate.
Il protagonista delle chiamate e dei messaggi fu nei sogni di Quinn per tutta la notte.

Zayn.
 
 
 






“Non sai che brutto che è stato tornare a casa e non trovarti più! Avevo preso in considerazione l’idea che fossi fuggita con Zayn ma quel deficiente di mio fratello era disteso sul divano!”

Waliyha parlava forse da più di quindici minuti ma Quinn non l’ascoltava più da un bel pezzo ormai.
Ripensava in continuazione a ciò che era accaduto la sera precedente e anche volendo non riusciva a concentrarsi su altro.
Quella mattina era stata svegliata da una chiamata di Wal e solo in quel momento si era accorta di tutti i messaggi e le chiamate perse di Zayn.
Aveva risposto a Wal e poco più di mezz’ora dopo si erano incontrate davanti casa di Quinn per andare a scuola insieme.

“Oggi abbiamo chimica alla prima ora, che palle. Perché non ce ne andiamo.. Quinn, ma mi stai ascoltando?”
La ragazza bionda alzò di scatto la testa.
“Scusa Wal, ero sovrappensiero. Comunque no, devo andare per forza altrimenti chi li sente i miei ora che sono tornati.”
Waliyha annuì e poco dopo Quinn le sorrise accennando un saluto per poi allontanarsi verso l’aula di chimica del professor Williams.
 

C’era qualcosa che non andava.

Waliyha durante la camminata fino a scuola si era resa conto che era successo qualcosa la sera prima.
Ora il problema era capire cosa fosse accaduto. E chi meglio di Zayn poteva spiegarglielo? Tuttavia, era da quella mattina che non lo vedeva: a casa si e no si erano scambiati mezzo saluto.

Incerta sul da farsi, Wal si allontanò dal corridoio e uscì nel giardino che precedeva l’ingresso alla palestra.

Fu lì che lo vide.
La testa tra le mani, il cellulare buttato accanto, lo sguardo  puntato verso il basso.
Sembrava un fantasma, non suo fratello.
  
 
 






“Quinn! Quinn fermati, dannazione!”

Rachel afferrò per un braccio l’amica facendola voltare verso di se.
Quinn aveva lo sguardo perso nel vuoto e mancava poco a che scoppiasse in lacrime.

“Che cazzo è successo? È da stamattina che ti cerchiamo, tutti, ed è da stamattina che ci eviti!”

Quinn farfugliò qualcosa per poi iniziare a singhiozzare.
Rachel la accompagnò in bagno e la strinse a se.

La bionda scoppiò in lacrime: doveva sfogarsi, non riusciva più a mentire ai suoi migliori amici.
Tra singhiozzi, pause drammatiche e lacrime Rachel comprese ciò che Quinn aveva da dirle di così tanto importante.

Alla rivelazione cercò di mantenersi forte ma, dopo aver stretto al petto l’amica, sulle guance di Rachel iniziarono a scorrere tante lacrime.
  








“Finalmente! Ma si può sapere che fine avevi fatto?”
“Scusatemi ragazzi, non avrei voluto farvi preoccupare. Non mi sentivo tanto bene, ma ora sto alla grande.”


Quinn accennò un sorriso che però non convinse quasi nessuno di quelli seduti al tavolo della mensa.
In tutto quello Zayn non aveva detto una parola.
Aveva sempre lo sguardo basso e quelle poche volte che l’alzava sembrava che avesse gli occhi persi nel vuoto.

Quando Quinn gli si sedette accanto non alzò lo sguardo, non la salutò. Niente di niente.
Zayn continuò a girare la forchetta nel piatto fino a che Quinn non tossicchiò per attirare la sua attenzione.

“Possiamo parlare?”

Quel sussurro arrivò forte e chiaro alle orecchie di Zayn.
Per un momento il ragazzo non seppe cosa fare né cosa dire ma, in effetti, fece l’unica cosa che il cuore gli diceva di non fare.

“Non ho niente da dirti.”
Si alzò, si avviò verso la porta della mensa e si chiuse la porta alle spalle per poi sparire alla vista degli amici.

Tutti rimasero piuttosto sconvolti dal suo comportamento ma nessuno disse niente.
Liam e Niall si alzarono per andargli incontro e lo stesso fece Louis a distanza di pochi minuti.
Rachel ed Harry, dopo aver salutato le due ragazze rimaste al tavolo si allontanarono ed uscirono dalla mensa.

Wal sospirò.

“Sai Quinn, non ti capisco. Ho parlato con Zayn prima e mi ha detto tutto. Ha detto che non hai risposto alle sue chiamate né ai suoi messaggi, ha detto che l’hai evitato per tutta la giornata. Mi ha perfino detto cosa avete fatto ieri sera prima che arrivassero i tuoi, e credimi non mi interessava saperlo.”

Quinn strinse gli occhi a quei ricordi che inevitabilmente si susseguivano senza sosta nella sua mente.

“Voglio sapere cosa cazzo è successo e perché ti stai comportando così con noi. Sono la tua cazzo di migliore amica e Zayn è il tuo cazzo di ragazzo!”

Quinn respirò e senza versare neanche una lacrima, stavolta, le raccontò esattamente ciò che aveva detto a Rachel poche ore prima nel bagno.
 

Waliyha fissò gli occhi contro il muro.
Non si alzò quando suonò la campanella che indicava la fine della pausa pranzo. Non si alzò quando Quinn si alzò e si recò a lezione.
Non si alzò semplicemente perché le lacrime avevano preso il possesso dei suoi occhi.






 
 
 
Quando Quinn arrivò all’uscita della scuola inquadrò subito il suo gruppo di amici.
Fortunatamente tra loro c’era anche Zayn.
Doveva parlargli, non riusciva più a mantenere segrete certe cose.
Sperava solo che il suo ragazzo avrebbe capito.
 
“Zayn, posso parlarti?”
Zayn la guardò ma prima che potesse dire qualcosa fu la voce di Waliyha, appena comparsa alle spalle della bionda, a rispondere.
“Ascoltala, ci vediamo più tardi.”

Dopo pochi istanti i ragazzi si dileguarono Quinn poté finalmente dirgli quelle parole che le premevano sul cuore come un macigno.
 
“Hai tutte le motivazioni del mondo per avercela con me, d'altronde mi sono comportata in modo scorretto. Ma ti assicuro che non era mia intenzione ferirti e non ho risposto alle tue chiamate non perché ce l’avessi con te o perché tu avessi fatto qualcosa. È che ho parlato con i miei.”

La voce di Quinn tremò appena.
Zayn la guardò, inarcò le sopracciglia e fece per parlare.
Quinn però lo precedette.

“Mi trasferisco in America fra tre settimane, Zayn.”

E il cuore di Zayn perse un battito



 








 
 
 
 
 
 
 
 

#
So che sono in ritardo ma non ho avuto tempo per scrivere!
Scusatemi!
Comunque ora sono qui, con il capitolo venti! È decisamente un traguardo e, cosa che non importerà a nessuno, un anno fa ho postato il primo capitolo di questa fan fiction. Dio, come passa veloce il tempo!
D’accordo, passiamo al capitolo.
Non ci sono molti momenti Zuinn ed è piuttosto triste ma nel prossimo, che non so quando posterò, credo che ne vedremo delle belle, ho già qualcosa in mente…
A dirla tutta, credo che la storia terminerà ai 24-25 capitoli e poi ci sarà l’epilogo, quindi non manca molto.
Comunque, cosa ne pensate?

Grazie alle magnifiche persone che hanno recensito lo scorso capitolo, a quelle che lo hanno semplicemente letto e a quelle che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate.

Dato che non so che altro scrivere vi lascio! :)
Baci, tomlinsonslover 

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Capitolo 21
*** 21. -I'm yours ***


Scusatemi infinitamente per il ritardo, ma la scuola in questo periodo mi ha ucciso!
Spero possiate perdonarmi dopo aver letto il capitolo quasi interamente di rating arancione/rosso. Spero sia di vostro gradimento ;)
Cercherò di aggiornare presto, baci.

tomlinsonslover

 
 
 






I just wanna be happy. 






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21. – I’m yours.
 
 
 




Ci sono giorni in cui ti senti al settimo cielo, non vedi l’ora di vedere la persona che ami perché ti rendi conto che con quella persona è tutto migliore, è tutto più bello. Quella persona ti colora le giornate, rendendole vive.

Ma poi ci sono anche i giorni in cui non vorresti altro che quella persona che ami sparisse. Che sparisse perché ti ha fatto del male, perché ti ha dato una di quelle notizie che ti lacerano il cuore. Quando però ti rendo conto che quella persona potrebbe sparire realmente dal tuo mondo, tutto diventa bianco. Niente ha più senso, anche se si è giovani, ancora alle prime armi con l’amore.
 
 





Due settimane dopo…
 





Il rumore di singhiozzi e baci risuonava per tutta la stanza.
Andava avanti ormai da parecchio tempo, ma Quinn sembrava avere ancora litri di lacrime da versare.

Lei e Zayn, dopo la scuola, ormai quasi giunta al termine, erano andati in giro per poi tornare a casa di Quinn per rifugiarsi nella sua stanza. Dopo qualche minuto dal loro arrivo, Quinn aveva iniziato a piangere e non c’era stato bisogno di chiederle il motivo, Zayn lo sapeva già piuttosto bene.
Allora, da bravo ragazzo qual’era, si era ripromesso di farle trascorrere i migliori giorni della sua vita, quei giorni che avrebbe ricordato anche quando sarebbero stati lontani decine di migliaia di kilometri.

Passarono altri interminabili minuti quando Quinn cadde in un sonno profondo.

Zayn continuò ad accarezzarle dolcemente i capelli e a lasciarle dolci baci sulla fronte, mentre ripensava a tutti gli splendidi momenti che aveva trascorso con la ragazza che aveva accanto. Ripensandoci meglio, i momenti trascorsi con Quinn erano i momenti migliori della sua strana e complicata vita.

I suoi pensieri tuttavia vennero messi a tacere dal cellulare che iniziò a vibrare.
Lo afferrò, aprì il messaggio ricevuto e un sorriso immenso gli si dipinse sul volto.
 

- Io e i ragazzi abbiamo preparato e sistemato tutto. Dovete solo andare e darci dentro ;) ti voglio bene fratellone, trattamela bene.
Wal xx.-

 



Sul viso di Zayn si dipinse un sorriso. Era arrivato il momento, quel momento.
 












“Zayn, quanto manca?”

Zayn rise per poi poggiarle una mano, quella non impegnata a stringere il volante, su una coscia, lasciata leggermente scoperta dal pantaloncino di jeans che la ragazza aveva deciso di indossare.

“Ci siamo quasi, dolce.”
 

In effetti dieci minuti dopo, i due ragazzi si ritrovarono davanti un cancello che precedeva l’entrata di un parco fiorito sul quale si trovava una splendida villetta.

Quinn continuava a guardarsi attorno, come rapita dal paesaggio che la circondava.
Si riprese solo quando arrivarono in casa. Più che una casa sembrava una reggia. Le stanze erano enormi, profumate e luminose.
Poco prima Zayn le aveva detto che era la casa in cui i genitori di Louis usavano trascorrere le vacanze.
Tuttavia, Quinn era piuttosto ansiosa.

“Perché siamo qui?”

Zayn non le rispose. La trascinò in fondo ad un corridoio lunghissimo, le cui pareti erano costellate da quadri, e si fermò davanti all’ultima porta.
Il ragazzo prese un respiro e poi aprì la porta.
 
 

Petali di rose, odori di fiori e lavanda e miele, un letto a baldacchino contro la parete.

 
Quinn spalancò gli occhi prima i voltare il viso verso Zayn.
Il ragazzo sorrideva e poco dopo si voltò verso la sua ragazza, ricambiando lo sguardo.

“Ti piace? Hanno fatto tutto i ragazzi.”

Quinn lasciò la mano di Zayn e si avvicinò al centro della stanza per poi sedersi sul bordo del letto.
Strinse le coperte tra le dite e chiuse gli occhi.
Li riaprì solo quando sentì un altro peso sul materasso. Si voltò e si ritrovò davanti il bellissimo viso di Zayn.

“Credo che tu abbia capito perché siamo qui. Se non vuoi però non c’è problema, voglio dire… non devi sentirti obbligata o altro. Ho pensato che fosse il momento giusto, prima che tu parta. Ma comunque se non vuoi farlo basta che tu me lo dica, andremo a fare una passeggiata e poi torneremo a casa, oppure possiamo andare al lago, ce n’è uno qui vicino e…”

Quinn poggiò un dito sulle labbra di Zayn, inducendolo a terminare quel discorso per niente programmato che lo stava facendo sembrare uno stupido.
La ragazza sorrise, spostò il dito e gli accarezzò una guancia prima di baciarlo a fior di labbra.


“Io ti amo, Zayn. Sono tua.”
 
 
 




Cercò le sue labbra e strinse il bacino di lei con entrambe le braccia in un movimento istintivo, facendo aderire il suo corpo completamente a quello della ragazza, che stupita si ritrovò ad aprire la bocca per ricambiare quel bacio che le veniva offerto.

Quel bacio era un crescendo di emozioni, era sorprendentemente dolce e senza fretta, ma man mano che la tensione tra quei due corpi, sempre più stretti l’uno all’altro aumentava, aumentava l’intensità di quel bacio. Insaziabili le loro lingue si rincorrevano, affondando con più precisione, le labbra sembravano voler divorare dolcemente quelle dell’altro.
Il bacio si estese sul collo di lei, che arcuando sensualmente la schiena invitava il ragazzo a sfiorarle il fondoschiena con le mani, che teneva ben ancorate su quei fianchi morbidi, mentre i seni premevano contro il petto di lui.

Zayn afferrò violentemente una delle natiche di lei, spingendole il bacino contro il suo, mentre tornava con la bocca affamata su quella di Quinn che a quel contatto così intimo emise un gemito soffocato, stringendo con il braccio le spalle di lui e con l’altra mano gli accarezzava la guancia velata da un filo di barba.
 

Poco dopo si ritrovarono seduti sul letto, Quinn a cavalcioni su Zayn.
Non c’era imbarazzo nei gesti di Quinn, era decisa. Decisa ad amarlo.

La mano di Quinn scendeva lentamente accarezzando il petto e il torace per arrivare sull’erezione, sempre crescente, del ragazzo. Laggiù vi trovò un essere caldo e pulsante che chiedeva solo di essere liberato. Tastò leggermente, poi più forte, ottenendo come risposta le mani di Zayn che affondavano nelle sue cosce.


Quinn gli sfiorò prima il lobo dell’orecchio con le labbra e poi lo morse piano, morse dolcemente tutto il collo del suo ragazzo con audacia, risalendo sulla guancia con baci leggeri, fermandosi sulle labbra di lui.

“Quinn… mi stai facendo impazzire.”

La mano di Zayn, dal fianco della ragazza, risalì su uno dei suoi seni stringendolo con forza e poi le sfilò la canotta rosa.
Riprese a stringere il seno della ragazza, che lo stava eccitando da morire e si perse ad osservare le reazioni di Quinn ai suoi gesti.
Aveva notato che quando stringeva forte e massaggiava completamente il seno o quando le sfiorava delicatamente i capezzoli con il pollice, lei spingeva il petto contro le sue mani, come a chiederne di più.

Al contempo, una mano di Quinn era immersa nei suoi capelli, ormai totalmente scombinati, mentre l’altra massaggiava il suo membro con lentezza, all’interno dei boxer, facendolo impazzire.


La  bocca di Zayn si trovava intenta a prestare attenzione a uno dei seni della ragazza che gemette e spinse la testa del ragazzo contro il suo petto.
L’altra mano, invece, era infilata dentro le mutandine di lei, già molto umide.
Infilò lentamente l’indice nell’intimità della ragazza mentre ancor più lentamente massaggiava con il pollice la clitoride.

“Zayn.”
sussurrò Quinn all’orecchio del ragazzo che infilò anche l’anulare, iniziando a masturbarla.

Dopo poco la ragazza raggiunse l’apice del piacere e si strinse maggiormente a Zayn, che le lasciò un bacio sulle labbra rosse e morbide.


Era giunto il momento per Zayn di liberarsi dalle mutande e di liberare il suo membro ormai duro e gonfio che attendeva amorevoli attenzioni, che non tardarono ad arrivare. Quinn, spinta dall’eccitazione, lo spinse piano dalle spalle facendolo cadere con il busto sul materasso. Supino ed eccitato Zayn intuì cosa aveva intenzione di fare Quinn e con parole incoraggianti la tranquillizzò.
La ragazza afferrò il membro di Zayn con una mano mentre si avvicinava con la bocca, poi baciò la punta della sua erezione e con la mano lo massaggiava in tutta la sua lunghezza.
Man mano che i gemiti di Zayn aumentavano, il movimento della mano di Quinn lasciava il posto alla sua bocca.

“ Quinn, sto per…”

La ragazza, noncurante delle frasi di Zayn, continuò a lambire ed accarezzare il membro del ragazzo, fino a quando un gemito più forte di Zayn le fece capire che era arrivato al culmine.
Pochi secondi dopo, infatti, il seme di Zayn inondò la bocca di Quinn, che strinse gli occhi per la sorpresa.

Dopo aver ripreso fiato Zayn la tirò su, verso di se. Sussurrò varie frasi, anche piuttosto sporche, che però fecero sorridere Quinn e poi ribaltò le posizioni, liberando la ragazza dalle mutandine.

Zayn si portò nuovamente sulle labbra della ragazza, succhiandole e baciandole avidamente per poi allontanarsi dal corpo caldo di Quinn.
Applicò sulla sua vigorosa erezione, che ormai aveva ampiamente recuperato, un preservativo per poi posizionarsi nuovamente tra le gambe di Quinn, che ormai non desiderava altro.
La paura iniziale aveva lasciato il posto al desiderio e alla fottuta voglia di sentire dentro di se il ragazzo che amava.
Zayn dal canto suo, con parole dolci e sussurri incoraggianti aveva fatto di tutto per impedirle di provare dolore o paura.


Poco dopo Zayn affondò in lei, lasciandola senza fiato, e rimase fermo lasciando il tempo necessario a Quinn per riprendersi. La ragazza strinse gli occhi e un ansito le uscì dalle labbra piene. Una sola lacrime cadde dai suoi occhi, e Zayn si procurò di toglierla via con un bacio.

E da lì in poi vi fu subito il bisogno impellente di spingere, entrambi, le loro intimità l’una contro l’altra.
Le spinte di Zayn erano profonde e lente, cadenzate ad un ritmo dolce e perfetto, che provocavano una sinfonia perfetta di gemiti e ansiti.
Quinn era quasi allo stremo, sentiva che stava per raggiungere l’orgasmo e accelerò il ritmo, seguito alla perfezione da Zayn che ne intuì il motivo.
Dopo qualche secondo lui la raggiunse con un ultimo gemito, più rumoroso degli altri.
Prima di lasciare il corpo caldo che l’aveva fin’ora ospitato, Zayn baciò Quinn fino a rimanere entrambi senza respiro.
Poi uscì da lei con lentezza e si sfilò il preservativo, stanco e perfettamente appagato, girandosi supino e trascinando Quinn con sé, che posò la testa sul suo petto e una gamba intorno alle sue.
Zayn la strinse a sé e le accarezzò distrattamente i lunghi capelli biondi.


E dopo qualche carezza sul petto del ragazzo, Quinn piombò in un sonno profondo e Zayn, come prima, non esitò a seguirla, più felice che mai.

 

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Capitolo 22
*** 22. – My heart beats only for you. ***


I just wanna be happy.





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22. –My heart beats only for you.
 
 




“Quinn, sbrigati! Dobbiamo andare in aeroporto o perderemo il volo”
La ragazza annuì verso la madre e poi corse nuovamente nella sua camera per l’ultima volta.

La scuola era finita da un paio di giorni e lei aveva trascorso tutto il tempo possibile con i ragazzi.
Zayn, Harry, Louis, Niall e Liam a pochi giorni avrebbero dovuto sostenere gli esami finali, ma non sembravano importarsene più di tanto. Cercavano di passare il più tempo possibile con Quinn, che era entrata nelle loro vite come un fulmine a ciel sereno.

Zayn in quei giorni le era stata accanto, non pensando a quando sarebbe dovuta partire ma dedicandosi a lei con tutto l’amore che provava nei suoi confronti.

La loro prima volta insieme era stata meravigliosa, indimenticabile per entrambi.
A quella, naturalmente, ne erano seguite altre e tutte erano state portate a termine con la stessa intensità e passione.
Si amavano, Zayn e Quinn, e ormai nulla avrebbe potuto cambiare tutto ciò. Nemmeno la distanza.

Con i ragazzi si era salutata il giorno prima, voleva evitare spargimenti di lacrime e cose varie.

Wal e Rachel l’avevano stretta e abbracciata con tutta la loro forza e avevano pianto e sorriso con lei, giurandole che la sarebbero andata a trovare il prima possibile, e Quinn ci credeva, confidava in loro.
Salutare i ragazzi era stato più difficile, con loro aveva stretto un forte legame in pochissimo tempo e sapeva che prima o poi le loro strade si sarebbero separate. Tuttavia erano rimasti d’accordo sul fatto che l’avrebbero raggiunta in America per qualche settimana, come regalo d’esame.

Separarsi da Zayn, però, era stato il momento peggiore, sotto ogni punto di vista.

Zayn il giorno prima non aveva versato una lacrima, l’aveva solo abbracciata e stretta forte a se, l’aveva baciata con tutta la forza che aveva in corpo. Le aveva detto centinaia di “Ti amo” e di “Ci sentiremo ogni minuto” e di “Ti verrò a trovare il prima possibile” per cercare di placare la cascata di lacrime che scendeva dagli occhi di Quinn.
 


Per questo, quando uscì di casa per sistemare le ultime cose in macchina, le uscirono gli occhi fuori dalle orbite quando si ritrovò davanti Zayn. Era solo, stretto in una camicia azzurrina e in pantaloni stretti e neri, che fasciavano il suo fisico in una modo spettacolare.

I genitori di Quinn sapevano che la loro bambina si frequentava con qualcuno e dopo aver scoperto che questo qualcuno era Zayn Malik, figlio degli amici della signora Flannery, si erano sentiti più sicuri e tranquilli.

Appena Quinn lo vide gli sorrise e gli si avvicinò, non prima di aver guardato  i suoi genitori invitandoli con lo sguardo a lasciargli un po’ di privacy.
I signori sorrisero per poi accennare un saluto al ragazzo e rifugiarsi in macchina pronti a partire.



“Credevo che ci fossimo già salutati.”

Zayn sorrise per poi accarezzarle una guancia e baciarla sulle labbra.

“Non ce la facevo più. Dovevo vederti.”

Quinn strinse le braccia attorno al collo del ragazzo per poi alzarsi leggermente sulle punte e baciarlo sulle labbra.
Solo quando si separò da lui si accorse che gli occhi di Zayn erano velati di lacrime.

“Ti prometto che continueremo a sentirci costantemente, ora che ti ho trovata non ti lascerò andare così in fretta.”

Quinn annuì e alcune lacrime scivolarono sul suo viso. Queste vennero prontamente asciugate da Zayn, che la baciò di nuovo per un tempo che parve interminabile ad entrambi, nel quale si scambiarono tanti “Ti amo” appena sussurrati.

Quando si separarono, Quinn fece gli fece un cenno con la mano a mo’ di saluto e gli sorrise, per poi sparire nell’auto scura.
Zayn ricambiò il sorriso e rimase con le mani in tasca fino a quando la macchina dei Flannery non scomparse dalla sua vista.

Solo allora si permise di lasciar cadere numerose lacrime dai suoi occhi caramellati.
 
 
 
 
 






Il vento gli scompigliava i capelli e gli faceva venire i brividi sulle braccia, protette soltanto dalla camicia.
Le lacrime ormai si erano fermate e il respiro era meno affannoso.

Zayn non si era mai mostrato sentimentale, né agli occhi degli amici né tantomeno a quelli della famiglia. Certo, amava incondizionatamente le persone che aveva accanto, in loro aveva riposto sempre una grande fiducia che non era mai stata tradita, ma non l’aveva mai detto apertamente. Forse per paura di essere abbandonato, forse per codardia, forse per non sembrare una femminuccia agli occhi degli altri.

Con Quinn era stato diverso.

All’inizio si era preso gioco di lei ma dopo il suo cambiamento, sia estetico che caratteriale, Zayn si era scoperto curioso di conoscerla più a fondo. Tuttavia non avrebbe mai immaginato che quella ragazza potesse essere così maledettamente bella e interessante dentro. Era speciale.
Zayn, probabilmente, l’aveva capito con un po’ di ritardo ma ci era arrivato in tempo, per fortuna.

Era Quinn l’unica persona a cui aveva apertamente dichiarato il proprio amore.

Con lei, Zayn si sentiva bene, protetto, come se avesse potuto affrontare un intero esercito. Quinn gli dava la forza per affrontare le situazioni più disparate, quelle che più lo intristivano o quelle che lo mettevano in difficoltà.

Quinn era la sua medicina, o forse la sua droga. La sua ancora di salvezza.

Il cuore di Zayn batteva per quella ragazza dai capelli chiari e morbidi, dagli occhi profondi e spensierati, dai mille pensieri e dalle mille insicurezze, dal cuore d’oro.
Il cuore di Zayn batteva solo per lei.
 



Zayn sospirò e si alzò da terra.

Guardò i bambini che si divertivano giocando nel parco, in cui lui era capitato casualmente ma con l’intento di spegnere il cervello per almeno qualche ora: loro erano così spensierati, così felici.
Si divertivano con poco  e Zayn poteva bene immedesimarsi in loro.

Zayn si divertiva solo con Quinn, amava solo Quinn, era felice solo con Quinn.
E ora si sentiva come un bambino a cui hanno tolto il gioco preferito, a cui non hanno comprato qualcosa che desiderava con tutto il cuore, a cui hanno tolto la sua felicità.

Quinn era la felicità di Zayn.


E con quel pensiero Zayn lasciò il parco, con la testa bassa e la camminata insicura.


Con la testa in confusione e la voglia di restare solo e di non vedere nessuno tornò a casa e non prestando attenzione agli sguardi preoccupati dei componenti della sua famiglia, si rinchiuse nella sua stanza sbattendo forte, alle sue spalle, la porta.























#

Come potete ben vedere non è un capitolo molto lungo, ma credo si possa considerare un capitolo di transizione.
Quinn parte per l'America e Zayn ne soffre, non potendo far altro che dirle di amarla e che l'avrebbe raggiunta presto.
La seconda parte del capitolo è incentrata su Zayn, così potete capire anche i suoi sentimenti e ciò che prova ogni volta che vede e che sta con Quinn.

Beh, per quanto riguarda il capitolo precedente, ha ricevuto una sola recensione... Come mai? Non vi è piaciuto come l'ho scritto, o cosa? Vorrei soltanto sapere il perchè di questo "insuccesso" così potrò migliorarmi la prossima volta :)

Grazie comunque a tutte le persone che hanno inserito la fanfiction tra le seguite/preferite/ricordate e a quelle che recensiscono e leggono silenziosamente "I just wanna be happy".

Baci, tomlinsonslover

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Capitolo 23
*** 23. -I wanna kiss you, make you feel alright. ***


I just wanna be happy.





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23. -I wanna kiss you, make you feel alright. 
 
 





Il preside si schiarì la voce e nello spiazzale di fronte a lui centinaia di ragazzi fecero silenzio.
Era uno dei giorni più importanti dell’anno, almeno per gran parte degli studenti. Non solo i maturandi aspettavano quel giorno con ansia, ma anche amici e parenti e tutta la scuola in generale. Era sempre un giorno importante, quello del diploma.
 


“Ora, inizierò a chiamare i vostri nomi uno alla volta, in modo che possiate salire sul palco e ritirare il vostro diploma, non prima di aver fatto un piccolo discorso.”

Parole di assenso vennero pronunciate dalla massa di ragazzi e il preside annuì, per poi prendere in mano la lista dei maturandi.
“Iniziamo con… Liza Bennet. Complimenti!”
 
 

In seconda fila, seduti su cinque sedie di plastica bianca, c’erano cinque ragazzi.
Ognuno aveva portato avanti un anno diverso in maniera diversa. Chi in modo eccellente, chi con qualche difficoltà, chi invece ce l’aveva fatta per il rotto della cuffia. Insomma, erano tutti lì, anche se c’erano arrivati in modo differente. Erano tutti lì e non potevano esserne più felici, ma non perché si diplomavano, certo anche quello contava, ma perché c’erano arrivati insieme, da amici.

“E ora tocca a… oh, mi chiedo come ci sia finito il suo nome sulla lista! Sto scherzando, venga sul palco signor Tomlinson.”

Urla di giubilato accompagnarono la salita di Louis sul palco, che con un sorrisino e un occhiolino al preside ricevette il proprio attestato e poi si avvicinò al microfono.

“Non sono bravo a fare discorsi, in effetti non sono bravo in molte cose! Però credo di essermi meritato di essere oggi  su questo palchetto allestito alla bell’e meglio, d'altronde ho visto e fatto tante cose, e lo ammetto, alcune è meglio che non vengano ricordate. Uno dei giorni migliori è stato senz’altro un venerdì del settembre del secondo anno… ricordo il giorno solo perché è veramente importante, eh. Quel giorno ho conosciuto dei ragazzi, che ora sono i miei migliori amici. Con loro ho trascorso eventi di ogni genere, ma non potrei essere più felice di averli avuti accanto, anche se ognuno di noi ha sempre avuto degli scleri, io per primo.”

Delle risate si alzarono dalla folla e sul viso dello stesso Louis si dipinse un sorriso.

“Ne abbiamo passate tante eppure siamo ancora amici e credo lo resteremo per un bel po’. Però sono felice che questa dannata scuola sia finita e.. non ho altro da aggiungere, questo è stato senza dubbio il miglior discorso di tutta la mia vita!”

Il ragazzo si allontanò dal microfono, salutò il preside e i professori e si diresse verso il suo posto.
Poco dopo venne travolto da quattro ragazzi che lo strinsero in un abbraccio da orso.

A Louis seguirono tanti altri ragazzi e ragazze, tra loro passarono anche Liam, che si prese i complimenti di tutta la commissione, Niall, che con il suo discorso fece ridere persino il preside, e Harry, che oltre ad ottenere un mare di applausi ottenne anche una borsa di studio per un futuro all’università.

Del gruppetto dei cinque amici mancava solo Zayn, ma il preside non tardò a chiamare il suo nome. Dopo pochi istanti, infatti, Zayn si ritrovò su quel palchetto, con il diploma in mano e un microfono davanti.

“Questi anni al liceo sono stati i più belli della mia vita. Non ho un bel passato scolastico alle spalle, in effetti, ma giorno dopo giorno, con la giusta compagnia, ho iniziato a capire che quello che facevo era sbagliato, non solo per gli altri, ma soprattutto per me stesso. Stavo rovinando il mio futuro per delle sciocchezze. Ora mi trovo su questo palco, davanti a tanti altri  ragazzi come me e completamente diversi da me, dopo aver sostenuto gli esami finali, per fortuna andati nel migliore dei modi. Al liceo ho conosciuto l’amicizia, ho riscoperto l’affetto che provavo verso quella santa di mia sorella, ma soprattutto ho trovato l’amore.”

Risatine e lacrime di commozione avevano ormai invaso gli occhi della maggior parte dei presenti.
Waliyha non era mai stata tanto fiera di suo fratello quanto in quel momento. Quello era il vero Zayn, quello autentico che non si fermava alle apparenze e che non sfidava le persone.

“Quando si è piccoli si crede che l’amore sia qualcosa di irraggiungibile e per questo si preferisce giocare con le bambole oppure giocare a pallone. Quando si è grandi, invece, ti rendi conto che l’amore ti colpisce, forse, troppe volte. E quando ti colpisce non puoi far altro che subire tutto ciò che l’amore porta con se, che sia gioia o sofferenza, felicità o dolore. Ma soprattutto, quando si è grandi e si perde ciò che si ama, ci si sente come i bambini che perdono il loro gioco preferito. Il liceo mi ha aiutato tanto, davvero, sotto tutti i punti di vista e per questo ringrazierò sempre tutti coloro che mi hanno aiutato sia nel percorso scolastico che in quello della formazione personale.”

A quelle parole seguirono degli istanti di silenzio.
Tutti si trovavano concordi con le parole di Zayn, perché tutti gli adolescenti prima o poi devono affrontare certe problematiche.

Zayn spostò lo sguardo sulla folla di fronte a lui e poi sospirò.

“Be’, io ho finito. Grazie.”

E dopo ciò ci furono soltanto applausi, urla e fischi a favore del ragazzo.
 
 

 
 




“Avresti dovuto vederlo Q! È stato davvero indimenticabile, ha detto che mi vuole bene!”
Quinn rise alle parole dell’amica.

Wal le aveva raccontato, tramite cellulare, tutto quello che era accaduto nella giornata dei diplomi: di come Liam e Niall si fossero ubriacati nella festa organizzata la stessa sera della premiazione, di come Harry e Rachel avessero passato tutto il giorno, la sera e pure la notte –testuali parole – a baciarsi e a slinguazzarsi, di come Louis avesse fatto conquiste, di come Zayn avesse parlato di amore e di sentimenti.

“Ora che ci penso avrei dovuto registrarlo, sono più che certa che non sentirò mai più parole del genere. Comunque, è andata alla grande per tutti e..”

Quinn strinse le sopracciglia quando sentì Wal parlare con qualcun altro dall’altra parte del telefono ma prima che potesse chiedergli che fosse successo Wal le sussurrò “C’è qualcuno che vorrebbe parlare con te, Q.”

Quinn sussurrò qualche parola di assenso e qualche saluto e poi sentì quella voce.



“Dolce.”

Quella voce le era mancata tanto, forse quasi quanto il suo proprietario: era dolce, profonda, piena di amore e tranquillità, sapeva di miele e di casa.

“Zayn!”

Il ragazzo dall’altro capo del telefono rise.

 “Sono proprio io, piccola.”
“Dio, mi sei mancato così tanto.”
“Anche tu mi sei mancata,mi manchi tanto.”


Quinn si passò la mano sulla guancia per scacciare quelle lacrime che le erano cadute dagli occhi, decisa a godersi ogni istante di quella telefonata.

“Wal ha detto che ieri sei stato magnifico, che tutti sono stati grandi.”
“Già… com’è l’America?”
“Troppo grande e troppo lontana da te, da voi. E fa anche troppo caldo per i miei standard. Ma non cambiare discorso, voglio sapere che cosa hai detto nel discorso!”


Zayn rise e Quinn si beò di quel suono.

“Ho detto che tu sei l’amore, per me.”
 
E altre lacrime, questa volta di gioia, caddero lungo il volto delicato di Quinn, andando a finire sulle sue piccole e sottili labbra, delineate in uno splendido sorriso.



E in quel momento Quinn capì che avrebbe voluto baciarlo per tutta la vita, capì che avrebbe voluto renderlo felice per poi condividere con lui quella felicità che tanto si meritavano.

 
 
















#
Salve!
Non ho aggiornato proprio puntualmente ma almeno ho solo qualche giorno di scarto e scusate se nel testo c'è qualche errore di battitura.

Comunque, il capitolo l’ho scritto in tre momenti diversi ma credo si spieghi da sé: i ragazzi si sono diplomati, tutti sono felici e Zayn e Quinn si amano tanto.
L’ultima parte è tutta Zuinn, quindi spero vi sia piaciuta :)
Manca  un capitolo più l’epilogo, ma non ho ben chiare le idee quindi potrebbe esserci un lieto fine quanto uno scatafascio totale.

Grazie alle persone che recensiscono e a quelle che hanno inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite!
Al prossimo capitolo, che spero arriverà presto! :)

Baci, tomlinsonslover 

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Capitolo 24
*** 24. -I hope you'll remember how we dance. ***


I just wanna be happy.





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24. – I hope you’ll remember how we dance.
 
 
 



Due anni dopo…
 
 


Quinn non si sarebbe mai aspettata di poter festeggiare il suo diciottesimo compleanno con un viaggio oltreoceano. Da quando suo padre aveva preso un posto fisso in un’importante azienda americana, però, molte più cose erano divenute possibili.

In quegli anni Quinn aveva visto i suoi ‘vecchi’ amici poche volte e soltanto nei mesi estivi. D’altronde i ragazzi andavano tutti al college e Rachel e Wal stavano continuando le superiori.
Continuava a parlare e a sentirsi con loro giornalmente ed erano venute fuori tante novità: Harry e Rachel si erano lasciati ma erano rimasti in buoni rapporti; Niall aveva conosciuto una ragazza spagnola mentre era in vacanza con i suoi genitori a Madrid e si era innamorato pazzamente di lei; Louis e Liam erano i soliti festaioli; Wal si era fidanzata con un certo Zack, che frequentava gli stessi corsi del fratello.

Il rapporto di Quinn con Zayn, però, era andato deteriorandosi.
Dopo i primi tempi, le telefonate continue e i messaggi ad ogni ora del giorno e della notte si erano magicamente trasformati in due telefonate la settimana e non più di dieci messaggi al giorno.
Su Facebook Quinn aveva più volte visto foto di Zayn a delle feste organizzate dai suoi compagni di college, ma non aveva prestato loro molta attenzione.

Tuttavia, il suo scopo principale, che voleva ottenere con quel viaggio appena intrapreso, era proprio quello di risolvere il prima possibile la questione con Zayn.
D’altronde lei lo amava ancora con tutta se stessa e non era pronta a lasciarlo andare, anche se sapeva bene che in quel lungo lasso di tempo durante il quale lei era stata lontana da casa era potuta accadere qualsiasi cosa.

Il suo unico pensiero, una volta dopo aver salutato i suoi genitori ed essere salita sull’aereo che l’avrebbe portata nella sua amata Londra, era uno: parlare con Zayn.
 
 
 






Una volta uscita da Heatrow, Quinn vide Rachel che si sbracciava nella sua direzione per farsi vedere. La bionda non perse tempo e con un magnifico sorriso sul volto corse verso l’amica.

Dopo essersi salutate nel migliore dei modi, le ragazze caricarono i bagagli di Quinn nella macchina di Rachel e si misero in viaggio per raggiungere la casa di quest’ultima, dove Quinn avrebbe alloggiato per una settimana circa.


“Allora, Q, come procedono le cose in America?”

Quinn sorrise e si voltò verso l’amica, totalmente concentrata a tenere gli occhi sulla strada, essendo ancora alle prime armi.

“Bene, direi. Papà ha avuto una promozione  e perciò sono qui. Altrimenti avrei passato il mio diciottesimo compleanno a casa rinchiusa in camera mia. New York è meravigliosa, ma l’essere da sola lì non ti aiuta di certo.”

Rachel aggrottò le sopracciglia.

“Credevo che avessi stretto amicizia con qualcuno che frequenta la tua stessa scuola…”

A quella domanda implicita, Quinn non rispose. Si stinse solamente nelle spalle e si appoggiò al sedile, iniziando a pensare a qualche domanda che avrebbe potuto fare a Rachel per cambiare discorso.
In quel paio di anni trascorsi in America molte volte si era sentita sola. Le sembrava quasi di essere ritornata agli inizi del liceo, quando doveva combattere contro gli insulti e contro tutti per poter arrivare illesa a casa. L’unica differenza era che negli ultimi anni Quinn era diventata, se possibile, ancora più magra e più bella. Tuttavia faceva sempre fatica a fidarsi delle persone. Certo, anche lei lì aveva una vita sociale, partecipava a qualche festa il venerdì o il sabato sera, ma faceva in modo di essere a casa prima che la gente si ubriacasse troppo.

Nonostante tutto, Rachel la precedette nel cambio del discorso, annunciando un qualcosa che le avrebbe reso quella giornata, e forse tutto quel soggiorno nella sua vecchia terra, un vero e proprio inferno.
 
 
 
 





“Dio, mi sei mancata tantissimo!”

Quinn rise e strinse maggiormente a se Waliyha.
Le era mancata da matti, come Rachel, ma d’altronde il rapporto che si era creato con Wal era diverso da tutti gli altri.
Lei e Quinn si erano incontrate per caso e in un caso di estrema delicatezza erano diventate amiche. Pian piano il loro rapporto si era sempre più intensificato e ora si ritrovavano ad essere amiche per la pelle che non riuscivano a non sentirsi per più di mezz’ora.
 
Quinn e Rachel, dopo aver lasciato i bagagli della bionda a casa dell’amica, si erano dirette verso St. James Park dove ad aspettarle avevano trovato la stessa Wal e il suo ragazzo, Zack.

Waliyha in poco tempo le aveva illustrato tutti i particolari della relazione con Zack, procurando non poco imbarazzo al ragazzo, e della vita che tutti i loro amici stavano trascorrendo, non fermandosi particolarmente su Zayn.

Quinn non sapeva se prendere questo particolare in modo positivo o negativo.
Certo, dopo quello che le aveva confessato Rachel in macchina non era più sicura di niente, solo che avrebbe voluto parlare con il –suo?- ragazzo per chiarire, se ce ne fosse stato bisogno.

Tutte le sue questioni mentali, che la tormentavano dall’inizio della giornata, sembrarono farle scoppiare la testa quando a pochi metri di distanza si ritrovò il principale personaggio, di quelle questioni.

Zayn era lì, con lui c’erano Liam e Niall.
La cosa che fece sorridere, ironicamente, Quinn fu la visione di una bella ragazza bionda, certo con un po’ tutto da fuori, con la mano intrecciata a quella di Zayn.
Rachel e Wal si voltarono a loro volta e notarono l’arrivo dei ragazzi.
Su tutti i loro volti si dipinse la stessa espressione: panico.
 
 
 







“Zayn in questo periodo sembra essere tornato alle origini.”

Quinn aggrottò le sopracciglia e si voltò verso l’amica che aveva appena parlato.
Tornare alle origini, nel caso di Zayn, non significava nulla di buono.


Prima che potesse aprir bocca Rachel continuò.

“Da quando ha iniziato il secondo semestre del collage, l’anno scorso, esce con parecchie ragazze. Non te lo sto dicendo per farti star male, credimi, ma solo per aprirti gli occhi. Io e Wal abbiamo pensato che fosse stato meglio dirtelo faccia a faccia e non tramite un cavolo di telefono… Ma che esca con delle ragazze non è la cosa peggiore. Ha ripreso a fumare parecchio, cambia accompagnatrice due volte la settimana, Wal dice che esce di casa, quando non è al collage, e torna ad orari improponibili. La cosa bella è che della nostra vecchia compagnia del liceo, solo lui è cambiato così. Solo lui è tornato ad essere come era prima che incontrasse e che frequentasse te. Wal ha provato a parlarci ma non è riuscita a cavargli delle parole decenti dalla bocca, non è riuscita a capire cosa gli ronza in testa. Pensa che appena ha pronunciato il tuo nome mentre gli stava parlando, Zayn è scattato e l’ha sbattuta fuori dalla sua camera.”
 
Sul viso di Quinn si dipinsero varie espressioni, non tutte ben identificabili, ma quella che più sorprese Rachel fu un sorriso che si dipinse sulle labbra della ragazza bionda.

“Perché diavolo stai ridendo?”

Quinn scosse la testa e sospirò.

“R, cosa credevi che potesse succedere? Sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa del genere. Sono passati due anni e, nonostante io lo ami con tutto il cuore, mi sono resa conto che è difficile andare avanti così. Non mi rispondeva a tutti i messaggi, non mi chiamava più con frequenza e ho visto delle foto su Facebook che lasciavano poco all’immaginazione.”

Rachel aveva appena accostato la macchina e ora fissava l’amica con uno sguardo pieno di ammirazione.
Sapeva  che Quinn aveva passato giorni interi a piangere per Zayn ma sapeva anche che quella ragazza era forte e si sarebbe ripresa, prima o poi, se la sua storia con Zayn fosse finita.

Rachel sapeva che Quinn non aveva mai fatto progettazioni su una vita futura con Zayn, e forse tutto questo l’avrebbe aiutata.

“Non mi sono mai fatta idee sul futuro del nostro rapporto mentre ero in America, anche perché lì ci starò per un bel po’. E se dovessi vivere con il timore che Zayn possa tradirmi non vivrei serena. So che è stato con altre ma chi sono io per incolparlo di qualcosa? Sono la ragazza che l’ha lasciato per trasferirsi dall’altra parte del mondo a migliaia di kilometri di distanza. Io so che lui mi ha amato e forse mi ama ancora, ma se non crede che tra me e lui sia finita o che io sia solo una copertura per tutte le sue scappatelle, beh, allora si sbaglia di grosso. Sono stanca, di tutto. È finita.”
 
 
 






Quinn si era comportata da gran signora.

Aveva abbracciato Liam e Niall, sorridendo per tutto il tempo e poi quello stesso sorriso lo aveva dedicato alla ragazza che era con loro, presentandosi e stringendole la mano.
Quando era arrivato il turno di salutare Zayn, Quinn gli si era avvicinata e gli aveva lasciato due baci sulle guance.

Tutti furono sorpresi da quel comportamento.
Zayn per primo.
Il ragazzo, infatti, sgranò gli occhi e lasciò di colpo la mano della ragazza che l’accompagnava. Gli sembrava si chiamasse Jade.

Zayn, comunque, rimase immobile fino a che Quinn non prese in mano la situazione.
Lo prese per un braccio e dopo aver sussurrato  delle parole agli altri si allontanò con Zayn.

Quel piccolo contatto, avvenuto dopo tanto tempo dall’ultima volta, scatenò sia in Zayn che in Quinn innumerevoli pensieri: dal primo sfottò al primo bacio, dal primo appuntamento alla prima volta.

Nonostante tutto, Quinn strinse gli occhi e dopo essersi assicurata di essere arrivati abbastanza lontano dagli altri lasciò il braccio di Zayn e gli si mise di fronte.

Un fiume di parole spingeva sulle sue labbra ma non uscì niente.
Zayn poggiò le sue labbra morbide su quelle della ragazza e sembrò che i problemi  non ci fossero mai stati e che tutti quei mesi di lontananza fossero trascorsi in un lampo.
Seppur riluttante, però, Quinn si separò dal ragazzo poggiandogli un dito sulle labbra.

“Ti amo. Ti amo nonostante tutto. Nonostante quella ragazza bionda, nonostante tutto quello che mi è stato detto e nonostante tutto quello che ho visto.”

Zayn fece per dire qualcosa ma fu bloccato da altre pesanti e dolorose parole.

“Però non ce la faccio più. È inutile dire ‘continuiamo a stare insieme, anche se viviamo in due parti del mondo opposte, tanto ci amiamo’ perché non è vero, è impossibile per noi. Quindi è inutile continuare con questa farsa Zay.”

Gli occhi di Zayn si riempirono di lacrime.
Sapeva dove Quinn voleva arrivare e sapeva bene che, purtroppo, aveva ragione.

“Non ti critico per quello che mi hai fatto, se mi hai tradita o qualunque altra cosa tu abbia fatto, ti capisco. Voglio godermi queste dannate vacanze e questo compleanno e poi voglio tornarmene a casa e stare sola, solo questo. Non voglio sentirti per un po’, altrimenti sarebbe ancora più difficile.”

Zayn annuì e prese una mano di Quinn tra le sue. Se la portò al viso avvicinandola alle labbra e poi vi lasciò un bacio, che bruciò sulla pelle di Quinn lasciando un segno incandescente.

“È finita. Possiamo restare amici, se vuoi, ma nulla di più. Sarebbe troppo dura, per entrambi.”

Il ragazzo annuì ancora e una lacrima scivolò sul suo bellissimo viso.
Si avvicinò ancor di più a lei e poi chiuse gli occhi e le lasciò un bacio sulla fronte.

“Ti amo, dolce.”

Quinn sorrise, chiuse gli occhi a sua volta e si strinse al suo ormai ex ragazzo.

“Lo so.”



































#
Hello!

Il capitolo è ambientato due anni dopo la partenza di Quinn da Londra per velocizzare un po' il tutto, altrimenti la storia sarebbe risultata abbastanza noiosa, almeno in questa parte finale.

Comunque, mentre con il capitolo precedente sembrava che tutto andasse per il meglio, ora le cose si sono complicate e non ci sono più gli Zuinn come coppia. Perché sì, Quinn e Zayn si sono lasciati, ma sono rimasti buoni amici... per come possano rimanere amici degli ex.

Non ho nient'altro da dire, solo... mi è dispiaciuto un sacco che il capitolo 23 abbia ricevuto una sola recensione. Spero che questo abbia un riscontro decisamente migliore.

Be', manca l'epilogo.
So già, più o meno, cosa scrivere quindi non dovrete aspettare molto... credo.

Grazie a tutte le persone che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate, grazie alle persone che recensiscono e a quelle che leggono soltanto :)

Baci, tomlinsonslover

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Capitolo 25
*** 25. -The end. ***


I just wanna be happy.




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25. –The end.
 





Zayn Malik era sempre stato una persona dal cuore d’oro.
Forse gli mancava un po’ di coerenza e di sincerità, ma chi gli stava accanto aveva imparato ad apprezzare quei pochi difetti che aveva.

Per questo, quando Zayn decise di adottare un cucciolo di cane abbandonato vicino casa sua, a Manchester, nessuno si era sorpreso più di tanto.
Tuttavia, i suoi amici, erano rimasti colpiti, e non poco, quando il ragazzo una sera si presentò da loro e disse “Ho donato il sangue per una ragazza che ha la leucemia. Hanno detto che ci sono buone possibilità che si salvi!”.


Zayn negli ultimi tempi si era spesso recato in ospedale, sia per beneficenza sia per andare a trovare suo nonno malato da molto tempo. E fu in una di queste visite che si ritrovò ad osservare una ragazza con la pelle diafana e gli occhi chiarissimi.
Dopo un po’ aveva scoperto che la ragazza si chiamasse Kayley, che aveva ventitré anni e che da qualche mese le era stata diagnosticata la leucemia.
Forse per un colpo di fulmine, forse per semplice generosità, Zayn aveva iniziato a frequentare l’ospedale tutti i giorni, di mattina quando non lavorava allo studio di architettura di Manchester.
Non c’erano molti dubbi sul perché Zayn andasse tutti i giorni allo stesso ospedale e allo stesso reparto. Tutti gli infermieri della zona avevano imparato a riconoscerlo, stesso anche i dottori, e spesso gli dedicavano sorrisi incoraggianti. Da loro Zayn aveva saputo della malattia di Kayley e a loro si era rivolto per fare la donazione del suo sangue.
Quando la ragazza era venuta a conoscenza del gesto fatto da Zayn aveva voluto incontrarlo a tutti i costi, d’altronde quella donazione avrebbe potuto contribuire a salvarle la vita. Zayn era stato entusiasta di conoscerla e appena si erano ritrovati nella stessa stanza era subito scattata la scintilla.

Ormai da quell’incontro erano passati quasi due anni e Zayn e Kayley continuavano a vedersi. Solo molto più spesso.
La ragazza era guarita e si era innamorata di Zayn, che ricambiava il suo sentimento. I due avevano deciso di intraprendere una relazione e vivevano nell’appartamento che Zayn aveva comprato a Manchester una volta partito da Londra per lavoro.

Spesso Louis, Harry, Liam e Niall andavano a trovarli con le rispettive fidanzate e lo stesso faceva sua sorella Waliyha.

Zayn era felice di tutto ciò ma lo rendeva ancora più contento il fatto che Quinn fosse contento per lui. La bionda, infatti, era stata la prima persona che Zayn aveva chiamato per confidarsi e poi per raccontarle di come si era fidanzato con Kayley. Certo, non si vedevano spesso se non tramite Skype, ma Quinn gli aveva promesso che al matrimonio, suo e di Kay, ci sarebbe stata.

Zayn ci credeva e ci sperava con tutto il cuore.
 
 
 
 
 
 



Quinn Flannery era una donna felice.

A venticinque anni si riteneva una persona completa e felice.
Aveva il lavoro che da sempre desiderava ( lavorava come medico al St. Vincent's Hospital di New York), viveva in un meraviglioso appartamento, aveva un cane di nome Jack.

La persona più importante per lei, in quel momento, era Alex. Aveva ventott’anni, insegnava storia e filosofia in uno dei licei più prestigiosi della città, era dolce e di bell’aspetto ma, soprattutto, l’amava.
E il loro non era certo un amore adolescenziale, quello del liceo che dopo il primo tradimento è destinato a finire.
Alex per lei aveva fatto tante cose, si era sacrificato per certi aspetti, ma andava bene così per entrambi.
Quinn non aveva avuto nessun segreto con lui: gli aveva parlato di Zayn, del brutto periodo in cui si auto lesionava, della sua cara e vecchia Londra e delle persone magnifiche che aveva conosciuto.
Alex le aveva promesso che il prima possibile sarebbero partiti e tornati a Londra per un po’.
 
Quinn continuava a sentirsi con tutti, con Zayn e Wal più degli altri.

Aveva sorriso felicissima quando Zayn l’aveva chiamata dicendole che con Kayley andava alla grande e che presto si sarebbero sposati. Aveva visto qualche fotografia di Kay e aveva subito immaginato che sarebbero state grandi amiche in un’altra vita. Era contenta per loro.
 
 
 



“Quinn alzati, è tardi.”

La bionda strinse gli occhi e voltò il viso verso la voce che l’aveva appena svegliata. Aprì piano gli occhi e sorrise.
Alex appena sveglio era uno spettacolo. I capelli scuri scompigliati e gli occhi chiari gli davano un aspetto da cucciolo, lo rendevano tenero.

“Ti ho anche portato la colazione.”

Quinn rise e si alzò quanto bastava per lasciargli un bacio sulle labbra. Gli sussurrò un “Grazie” a fior di labbra e poi iniziò a fare colazione.
Venne interrotta dall’arrivo di Jack sul letto, che scatenò le risate dei due ragazzi.
 
 
 





L’amore di Quinn e Zayn era stato un amore vero e puro, nonostante tutto.
E, nonostante tutto, avevano avuto un lieto fine entrambe le loro storie.
 
 




Quinn ormai era felice e lo doveva anche a Zayn.
Anche se non erano vicini fisicamente, lo erano mentalmente e ad entrambi andava bene così.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


#
Ok, wow.

È stata dura finire questa storia, ma mi sono divertita davvero tanto.
Zayn e Quinn non sono insieme come coppia, lo sono come amici ed entrambi sono felici di questo. Mi sembrava giusto finirla in questo modo :)

Comunque, voglio ringraziare tutte le persone che mi sono state accanto durante tutti questi mesi. Vi ho fatto penare e aspettare tanto per gli aggiornamenti, ma ce l’ho fatta comunque.
Grazie a tutte le persone che hanno recensito, mi avete spinto voi a continuare anche se nell’ultimo periodo siete scomparse.
Grazie a tutte le persone che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate. Non avevo mai visto numeri simili per una mia storia e sono felicissima così :)

Grazie agli One Direction, senza i quali oggi non riuscirei ad immaginare le mie giornate.
Grazie a Quinn, perché mi ha permesso di esprimere i miei sentimenti e le mie emozioni.

Non smetterò di scrivere, ma penso che per ora non ci saranno più long. Non ho più tempo e neanche voglia, la scuola inizia tra poco.
Ma, scriverò sempre qualche One-Shot sui Larry, ormai ho iniziato e non penso di fermarmi.
Beh, se a qualcuno può interessare, questo è il mio account Twitter, per qualsiasi cosa contattatemi lì :)
@smilewithmelou
 
È stato un piacere scrivere “I just wanna be happy”, spero vi sia piaciuta e che la ricorderete per un po’.
Quindi, arrivederci!

Baci, tomlinsonslover.

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