The Dark Lady

di Dim
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Cerimonia dello Smistamento.
La Sala Grande è gremita di studenti.
Il Cappello Parlante è poggiato su uno sgabello in mezzo alla Sala.
-Shar Evelyn-La voce della McGranitt echeggia nell’aria immobile.

Evelyn.
Una ragazzina si stacca dalla fila e viene avanti.

Sono qui, mio Signore.
Ha dei lunghi capelli neri che le incorniciano il viso, leggermente mossi, la pelle lattea e gli occhi di uno strano rosso sangue.
Pare un angelo.

Conosci l’amicizia, Evelyn?
La giovane si siede e si calca in testa il Cappello.

No.
Rimane seduta per alcuni istanti, la schiena dritta e un’espressione impenetrabile sul volto pallido.

Cos’è l’amore, Evelyn?
Il Cappello ha fatto la sua scelta.

Non lo so.
-SERPEVERDE!- grida a tutta la sala.

Sai qual è il tuo compito?
La ragazza si alza, si toglie il Cappello e lo poggia sullo sgabello.

Sì, mio Signore
Poi si dirige a passi lenti verso il tavolo dei Serpeverde.

Cosa sei, Evelyn?
Il suo portamento è elegante e austero.

Un’arma, mio Signore. Uno strumento.
Il suo viso dimostra molti più anni di quanti ne ha realmente.

Sai cosa devi fare. So che non mi deluderai.
Si siede al tavolo, salutata calorosamente dai nuovi compagni.

Certamente, mio Signore.
Ma lei è indifferente a quei saluti.

Ad Hogwarts incontrerai altri maghi e altre streghe.
È indifferente a tutti loro.

Chi non è fedele deve morire.
L’unica cosa che le interessa è fare il suo dovere.

Evelyn, tu sei la Regina. Cosa fa la regina negli scacchi?
E farlo bene.

Difende il Re. Fino alla morte.
Tutto il resto non ha importanza.

Esattamente.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Allora, voglio parlare chiaro. 
Se la storia non vi piace (come mi è parso di capire dato che nessuno l'ha calcolata) ditelo chiaro e tondo e io la cancello. 
Non voglio occupare spazio per una cosa che non piace. 
Ho scritto questa storia divertendomi, e per me è un peccato che vada persa. Ho fatto attenzione alla story-line, alla coerenza, alla grammatica... 
Ma se non piace la toglierò, tanto io so già come va a finire. 
Scusate questo sfogo, ne avevo bisogno. 
Se vi va, continuate a leggere e, sempre se ne avete voglia, lasciatemi un commentino, così che possa valutare se ne vale la pena di lasciarla.

Dim

Capitolo 1

Erano passati ben sette anni da quel giorno. 
Sette lunghi anni. 
C’era stata la Guerra e tutto il resto. Lord Voldemort era stato sconfitto da Harry Potter. 
Ora, chi avrebbe dovuto frequentare il settimo anno e non l’aveva fatto, era tenuto a frequentarlo quello stesso anno. 
E quindi molti, tra Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso, si ritrovarono al binario 9 e ¾ quel primo settembre. L’Espresso per Hogwarts era pieno di studenti di ogni età, dagli 11 ai 18 anni. Era presente anche il famoso “Golden Trio”, ovvero Harry Potter, Ronald Weasley ed Hermione Granger, coloro che avevano reso possibile la distruzione del Signore Oscuro. Tutti li acclamavano come eroi, ormai. Evelyn passò accanto allo scompartimento dove stavano tranquillamente seduti a chiacchierare e gettò loro un’occhiata che a tutti parve indifferente, mentre dentro di lei ribollivano l’odio e la sete di vendetta. 
“Lui tornerà” si ripeté per l’ennesima volta “Tornerà, e finalmente io potrò uscire dall’ombra e stare al suo fianco” 
Proseguì e si andò a sistemare in uno scompartimento libero. 
Sapeva bene qual’era il suo compito, ora. 
Lui aveva previsto l’eventualità di venire distrutto una seconda volta da quel dannato mezzosangue di Potter, e di conseguenza aveva elaborato un piano ingegnoso e diabolico. 
E lei era una pedina fondamentale in quella partita. 
Evelyn ghignò. 
Oh, sì, finalmente veniva il suo momento.

Il banchetto iniziale non fu allegro e spensierato come quello degli anni precedenti. 
Nella mente di ognuno era ancora vivo il ricordo della Battaglia, che peraltro si era svolta proprio in quel luogo, il dolore per la perdita di persone importanti e la consapevolezza di non aver del tutto vinto. Infatti moltissimi sostenitori del Signore Oscuro erano ancora in libertà. Alcuni si dicevano pentiti, altri ancora si dichiaravano innocenti affermando di aver agito sotto gli effetti della Maledizione Imperius. Ma il Ministero non credeva più a certe bugie, memore degli errori commessi nel passato. 
Evelyn era seduta al tavolo dei Serpeverde e stava osservando svogliatamente il contenuto del suo piatto, il gomito destro sul tavolo e la mano a sorreggerle la testa. 
Ad un certo punto infilzò una patata arrosto con la forchetta e se la rigirò un paio di volte davanti agli occhi, indecisa se mangiarla o meno. 
-Stai cercando di farla Evanescere con pensiero?- 
Una voce strascicata e palesemente sarcastica le fece alzare lo sguardo: un ragazzo pallido, dai chiarissimi capelli biondo argentato e gli occhi grigi la guardava sprezzante. 
“Draco Malfoy” constatò la ragazza quasi senza accorgersene “Serpeverde, Settimo Anno. Ex Mangiamorte. Traditore.” 
Evelyn sapeva che Malfoy era stato costretto contro la sua volontà a frequentare l’ultimo anno di studi ad Hogwarts, mentre i suoi genitori erano stati mandati dritti dritti ad Azkaban, dove sarebbero rimasti per un tempo ancora indefinito. 
Non gli rispose, ma riappoggiò la forchetta sul piatto e gli rivolse un’occhiata indifferente. 
Malfoy ricambiò con astio e stava per dire qualcosa quando la McGranitt, ora nuova preside di Hogwarts, si alzò in piedi e fece cenno di voler parlare. 
-Cari ragazzi e care ragazze, fra poco ognuno di voi andrà a riposarsi nei rispettivi dormitori, ma prima volevo annunciare che quest’anno ci saranno delle novità.- disse, e subito un brusio si sollevò dai tavoli. -Tanto per iniziare, come avrete certamente notato, ho preso il posto del professor Piton...- 
Andò avanti ad enunciare i vari cambiamenti. Niente di particolarmente degno di nota.
Evelyn ritornò ad appoggiare la guancia sulla mano sospirando annoiata. 
-Inoltre- continuò la McGranitt -è mia premura annunciare agli studenti del settimo anno, e solo a loro, che verrà organizzato un ballo a carnevale a cui sono pregati di prendere parte. Ovviamente il ballo sarà in maschera e ogni ragazza dovrà avere un accompagnatore e viceversa. Non si può venire da soli. Mi spiace ma è la regola.- 
La giovane mora annaspò stupita. 
-Un ballo?! Ma come le viene in mente a quella dannata vecchia?! Un ballo in un momento del genere!- sbottò inacidita. 
-È un’idiozia! Un’idea degna di una vecchia rincoglionita come quella!- commentò Malfoy nello stesso momento. 
I due si guardarono in cagnesco per un attimo, ma poi Evelyn si riscosse. 
“Non devo farmi notare. Devo continuare a far finta di non esistere fino al momento opportuno. Come ho sempre fatto in questi anni” pensò rimettendosi seduta composta 
“Non posso rovinare tutto adesso”.

Già dalla mattina dopo le lezioni ebbero inizio, e tutti gli alunni si ritrovarono alle prese con le solite vecchie materie che studiavano da sempre. 
I Serpeverde del settimo anno alle 13 avevano Pozioni in coppia con i Grifondoro. Evelyn non era bravissima in quella materia, ma si sforzava comunque di tenere i propri voti nella media. Il professor Lumacorno quel giorno pareva di ottimo umore. Fece fare loro solo della teoria, e nessuna pratica. La ragazza passò tutto il tempo totalmente persa nei propri pensieri, senza prestare molta attenzione a quello che succedeva attorno a lei. Non appena quella noiosa lezione giunse al termine si alzò dal banco e recuperò i propri libri di testo. 
Stava appunto riponendo la penna d’aquila con la quale scriveva nella cartella che Malfoy la urtò di proposito, facendola cozzare a sua volta contro un banco. 
Una dozzina di fogli di carta bianchi svolazzarono a terra producendo un rumoroso fruscio. 
-Ehi!- protestò la ragazza chinandosi subito a raccoglierli. 
-Oh, scusa. È stato un errore- rispose lui in tono di scherno. 
La mano di Evelyn scattò istintivamente ad afferrare la bacchetta di ebano e piume di fenice che portava sotto il mantello, ma la giovane si trattenne dallo scagliargli contro un qualche tipo di maledizione. Terminò di raccogliere i fogli e si rialzò, risistemandoli sul banco. Senza degnarlo di un singolo sguardo afferrò la propria cartella e si avviò verso l’uscita della classe. 
Malfoy si era già dileguato. 
Lumacorno era in piedi di fianco alla porta, intento a conversare con il Golden Trio. 
-Sono certo che anche quest’anno sarai bravissimo, Signor Potter- stava dicendo -Del resto lo hai nel sangue- 
Evelyn fece una smorfia impercettibile. 
-Ah, quasi dimenticavo- aggiunse il professore -Minerva vi vuole vedere. È una cosa importante- 
Dal suo tono di voce la ragazza capì che era veramente importante, e si incuriosì. 
-Certo professore- disse la Granger con un sorriso -Ci andiamo subito-

Harry, Ron ed Hermione arrivarono nello studio della preside nel giro di pochi minuti. 
Con loro immensa sorpresa, oltre alla McGranitt trovarono ad aspettarli anche Draco Malfoy. 
-E lui che ci fa qui?!- sbottò Ron poco gentilmente. 
La professoressa gli mandò un occhiataccia di rimprovero e cominciò a parlare: -Vi ho chiamati per una cosa estremamente urgente e di vitale importanza. Mi spiace turbarvi al vostro secondo giorno, ma...- Si interruppe. 
-Ma...? Che succede, professoressa?- chiese Hermione curiosa. 
-Ecco... Abbiamo sospetti secondo i quali un Mangiamorte sia entrato qui ad Hogwarts.- 
I tre sgranarono gli occhi. -Cooome???- fecero increduli. 
Malfoy, invece, rimase totalmente impassibile. 
-Avete capito bene. E non uno qualunque, ma il braccio destro del Signore Oscuro- continuò la McGranitt in tono cupo. 
-In che senso “entrato”? Come studente?- insistette Hermione, la prima a riprendersi dallo sconcerto, visibilmente in ansia. 
-Non lo sappiamo. Potrebbe essere uno studente, un insegnante o qualunque altra cosa. Abbiamo solo il sospetto che ci sia- sospirò la donna scuotendo la testa e lasciandosi cadere sulla propria poltrona. 
-Mi scusi, professoressa- disse Harry a quel punto -Ma ancora non capisco cosa c’entri Malfoy in tutto questo- 
Il biondo parve riscuotersi dai suoi pensieri solo in quel momento, ed emise uno sbuffo seccato. 
-Oh, be’, il signor Malfoy è stato un Mangiamorte per un certo tempo, e sarà molto
felice di aiutarvi a trovare quest’uomo- spiegò la preside accennando un sorrisetto. 
Ma l’espressione del Serpeverde diceva tutto il contrario. 
Il trio annuì e poi i quattro ragazzi uscirono dalla stanza. 
-Chiariamo subito una cosa Potter- disse Malfoy non appena furono nuovamente per i corridoi -Io lo faccio solo perché sono costretto, non perché ho voglia di farla- 
Harry sospirò. -Certo, avrei dovuto immaginarlo...- 
Ron invece borbottò un sarcastico “E ti pareva?”. 
-Su, andiamo in biblioteca- propose Hermione sconsolata -Dovrebbe essere deserta a quest’ora. Non ci disturberà nessuno- 
Raggiunta la biblioteca cercarono un posticino un po’ isolato e si sedettero. 
-Allora, com’è questo tipo?- chiese Ron impaziente, mentre Hermione prendeva pergamena, penna e inchiostro per appuntarsi ogni cosa. 
Draco Malfoy sospirò. -Nessuno di noi lo ha mai visto in faccia. Nemmeno mia zia Bellatrix o mio padre, anche se erano due dei più stretti collaboratori del Signore Oscuro. Indossava sempre un lungo mantello nero e teneva sempre il cappuccio calato sul volto. Non parlava mai.- raccontò fissando in soffitto con aria assorta, come se stesse rievocando quelle immagini nella sua mente, ripescandole da chissà quale ricordo. -Stava sempre accanto a Voldemort e spesso lui gli rivolgeva degli sguardi strani, come...- 
Si interruppe, pensieroso. 
Dopo un istante riprese: -Non so, avevo sempre l’impressione che si parlassero col pensiero o qualcosa del genere...- mormorò, quasi tra sé e sé. 
I tre si scambiarono un’occhiata. 
-E di aspetto com’era? Statura, fisico...- fece Hermione sollevando appena gli occhi dalla pergamena. 
-Non era molto alto. Più o meno come te, Granger. E per quanto riguarda il fisico... Il mantello che indossava era molto largo, non saprei dirvi- rispose Malfoy. 
-È pochissimo su cui basarsi per trovare una persona!- sbottò Ronald stizzito. 
Il Serpeverde lo incenerì con lo sguardo. 
-È pur sempre meglio di niente- replicò Harry in tono accondiscendente. 
-Allora, elenchiamo le opzioni possibili. Se è uno studente (anche se mi pare estremamente improbabile) sarà stato smistato al 99% in Serpeverde.- affermò Hermione ricontrollando i suoi appunti. -Quindi, Malfoy, tieni d’occhio quelli della tua casa- 
Il biondo cercò di protestare, ma venne ignorato e la ragazza continuò: -Inoltre potrebbe aver bevuto la pozione Polisucco per prendere il posto di un professore (o di uno studente, ovvio), come successe al nostro quarto anno. Oppure potrebbe essere un Animagus e ora si sta nascondendo come fece Sirius Black. In ogni caso, teniamo gli occhi ben aperti- 
Ronald ed Harry annuirono. Nessuno di loro si accorse della ragazza mora seduta poco più in là, nascosta da una serie di scaffali straboccanti di libri, che teneva gli occhi puntati sulle pagine di un grosso volume ma non lo leggeva. 
Evelyn aveva ascoltato la loro conversazione. 
Dall’inizio alla fine.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Va bene, a quanto pare a qualcuno (oltre che a me) frega di questa storia, quindi immagino pubblicherò un altro capitolo prima di valutare seriamente se metterla da parte e cancellarla.
Dim

Capitolo 2

Evelyn era distesa sul suo letto, le mani allacciate dietro la nuca e lo sguardo fisso sul soffitto immacolato sopra la sua testa da più di mezz’ora. 
“Allora, ricapitoliamo” si disse per la dodicesima volta “Sanno che c’è un intruso. Ma dannazione, non possono averlo già scoperto! Come hanno fatto ad accorgersene tanto presto?” 
Poi si costrinse a mantenere la calma e la lucidità. 
“Anche se sanno che c’è un Mangiamorte nella scuola non sanno chi è.” si ripeté. “Ed io sono insospettabile.” 
Le venne un dubbio atroce: tutto il suo comportamento dal primo anno in poi era decisamente anomalo, per una Serpeverde, e questo avrebbe potuto gettarle addosso dei sospetti che a lungo andare l’avrebbero incastrata. E questo non poteva assolutamente permetterselo. 
“Devo fare qualcosa che mi possa scagionare totalmente... Qualcosa tipo...” 
Una smorfia di puro disgusto le comparì sul volto. 
“Tipo diventare amica di quei pezzenti.” completò inorridita. 
“O almeno, fingere di essere loro amica” aggiunse per rassicurarsi un minimo. 
Si tirò su sbadigliando e si rassettò la leggera maglia di cotone a maniche lunghe, ovviamente nera, che indossava.
Si recò svogliatamente in Sala Comune, dove alcuni Serpeverde stavano riuniti a chiacchierare. Tra loro intravide l’inconfondibile capigliatura bionda di Malfoy, semi-stravaccato sulla poltrona con la Parkinson sulle gambe. Non riuscì a trattenere un moto di disgusto che il ragazzo notò. Le rivolse uno sguardo malizioso e un ghigno, prima di baciare faccia-di-carlino. 
Evelyn emise un moto di stizza. “Che coglione. Infanga il nome stesso di mago.” pensò uscendo dalla Sala Comune e attraversando velocemente i sotterranei. 
Arrivò in biblioteca e si lasciò cadere su una sedia. 
-Hermione noi andiamo, vieni?- fece una voce che Evelyn classificò come appartenente a Ronald Weasley. 
-No ragazzi. Voi andate pure, io rimango ancora un po’ qui. Voglio cercare più a fondo...- rispose la Granger. 
La mora si sporse un poco, scorgendo il terzetto di Grifondoro che si divideva: i due ragazzi se ne stavano andando, mentre la ragazza era rimasta seduta con la faccia affondata in un pesante libro sulle Arti Oscure. 
“Probabilmente quell’illusa spera di trovare qualcosa lì dentro” pensò la Serpeverde mentre un ghigno maligno le increspava le labbra. 
Decise di aspettare lì e, nel frattempo, prepararsi il copione...

Hermione alzò la testa dal libro che stava leggendo e guardò in direzione della finestra: stava scendendo il buio. 
Decise che era ora di smetterla con le ricerche e si alzò in piedi. Si stiracchiò, tendendo le braccia intorpidite e inarcando la schiena, poi si diresse verso l’uscita della biblioteca. 
Fatti pochi passi si scontrò con una ragazza da lunghi capelli neri, che per la sorpresa fece cadere la pila di libri che teneva in mano. 
-Oh, scusa- si affrettò a dire questa chinandosi a raccogliere i volumi. -Scusami tu! Aspetta, ti aiuto- fece la Grifondoro. 
Mentre afferrava un libro a caso le gettò un’occhiata: non aveva la minima idea di chi fosse, anche se era certa di averla già vista da qualche parte, e doveva avere più o meno la sua età. Portava la divisa dei Serpeverde ma non pareva affatto arrogante o perfida, anzi aveva subito chiesto scusa dopo averla urtata involontariamente. 
Una volta che tutti i libri furono raccolti la ragazza accennò un sorriso imbarazzato. 
-Scusa di nuovo. Mi dicono spesso che sono un’inguaribile imbranata... Mi spiace. Io mi chiamo Evelyn Shar, comunque- E dopo essersi presentata le porse la mano, rischiando che di nuovo le cadessero tutti i libri. 
-Hermione Granger- si presentò Hermione ricambiando il sorriso. 
-Oh!- esclamò Evelyn, in una perfetta imitazione di stupore -Ho sentito molto parlare di te! Devi essere una ragazza davvero coraggiosa! Naturalmente conosco anche la tua fama di più brillante strega della tua età! Oh, grazie mille per tutto quello che avete fatto, grazie davvero! Siete stati fantastici, l’intero Mondo Magico deve a voi tre la sua salvezza! Non puoi nemmeno immaginare la mia  ammirazione nei tuoi confronti!- 
L’altra arrossì, in imbarazzo per tutti quei complimenti. 
-Ma no... Abbiamo fatto solo quello che sapevamo era giusto fare...- balbettò. Poi riacquistò il controllo di sé. 
-Scusa, ma tu sei entrata ad Hogwarts solo quest’anno? Vieni da qualche altra scuola?- chiese curiosa. 
Evelyn scosse la testa. 
-Veramente sono entrata il vostro stesso anno... Forse mi avrai notata allo Smistamento... Abbiamo anche frequentato un sacco di lezioni insieme, non ricordi? Ma dato che non amo troppo mettermi in mostra non mi nota mai nessuno- ammise. 
“Strano, dato che è una Serpeverde” pensò Hermione perplessa. 
Ma quella ragazza le pareva davvero molto simpatica, così non volle fare altre domande a riguardo. E d’altro canto, ricordava le parole di Silente, il vecchio Preside, secondo il quale si veniva Smistati troppo presto. 
-Cosa stavi leggendo?- le chiese invece, visibilmente interessata, e la mora le mostrò un volume: era un pesante trattato su Incantesimi di ogni tipo. Le disse che l’appassionavano molto e che voleva assolutamente conoscerne il maggior numero possibile. E del resto, non era neppure una bugia. 
Hermione sorrise e disse che per lei era la stessa cosa. 
Le due rimasero molto tempo lì, a chiacchierare e a scambiarsi pareri e opinioni sull’argomento. 
Quando si resero conto che si era fatto davvero molto tardi, si salutarono e si strinsero amichevolmente la mano. 
“Che schifo, sto toccando una Sanguesporco!” pensò Evelyn, anche se all’apparenza sembrava sorridente e cordiale. 
-Ci vediamo domani?- chiese una volta che furono giunte nel corridoio, speranzosa. 
-Certo! È stato un vero piacere parlare con te!- rispose Hermione entusiasta. 
-Anche per me! Ti auguro la buona notte!- esclamò salutandola con la mano. 
"E che possano gli incubi tormentarti per il resto della nottata" pensò nello stesso momento. 
Non appena la Grifondoro svoltò l’angolo un ghigno soddisfatto le sorse spontaneo alle labbra. 
“E la prima è andata” si disse “Sono stata proprio brava. È stato sufficiente parlare un po’ di libri e di scuola per averla in pugno... che stupida. Ora mi resta da conquistare la fiducia di quegli altri due idioti... Ah, sì, devo anche far fuori quel traditore vigliacco di Malfoy, se ci riesco. Da troppe cose per i miei gusti, e sarebbe meglio tappargli la bocca per sempre”

Il giorno dopo Evelyn si svegliò con il morale sotto i tacchi. 
La prospettiva della giornata, passata principalmente in compagni della Sanguesporco e dei suoi amici, non contribuiva affatto a risollevare il suo - già pessimo - umore. 
Si tirò su a sedere sbuffando svogliatamente e appoggiò i piedi nudi sul pavimento di pietra gelata. 
-Dannato freddo- borbottò mentre si infilava il mantello. 
In fin dei conti, braccio destro del Signore Oscuro o meno, restava comunque una ragazza di diciassette anni. E come ogni ragazza di diciassette anni era in piena crisi adolescenziale. 
Il fattore “Lord Voldemort”, poi, non aiutava di certo. 
La mora scese in Sala Comune rabbrividendo e stringendosi nel mantello. Si lasciò cadere sulla poltrona più vicina al camino che c’era. 
Nella Sala c’erano solo lei e la coppia Malfoy-Parkinson, che erano ovviamente intenti nello scambiarsi effusioni amorose un po’ troppo intense per i gusti della ragazza. Evelyn si impose di ignorarli, mentre dentro di lei nasceva l’insana voglia di fare a pezzi quell’inutile Traditore e quella stupida oca sgualdrina. 
Sentiva l’odio salire a livelli esorbitanti, quindi ebbe la buonissima idea di alzarsi e farsi una passeggiata per i corridoi presumibilmente deserti del castello. 
“Che noia. Se solo succedesse qualcosa di interessante...” pensò sorpassando la statua del Gargoyle che - Evelyn lo sapeva bene - nascondeva l’accesso all’ufficio della Preside. 
“Chissà se quell’idiota è riuscito ad entrare” si chiese girando l’angolo. “Devo proprio ammetterlo: il suo aiuto mi farebbe comodo...” 
Quando l’orologio suonò le otto si diresse in Sala Grande, trovando posto al tavolo dei Serpeverde accanto ad un ragazzo di colore del settimo anno. 
-Ho dato un’occhiata agli orari- stava dicendo in quel momento  a Malfoy, intento nel mangiare
elegantemente un uovo fritto con forchetta e coltello. -Subito dopo colazione abbiamo Difesa contro le Arti Oscure. Per ora non siamo in coppia con nessuno, ma non conterei troppo sul fatto che non ci metteranno con un’altra Casa- 
Malfoy sbuffò sonoramente. -Scommetto che ci metteranno con i Griffindioti. Lo fanno sempre- commentò. 
Evelyn evitò di commentare, anche se suo malgrado si ritrovava d’accordo con lui. 
Subito dopo aver terminato la colazione si alzò e ritornò nei sotterranei per recuperare la sua roba, per poi dirigersi nell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure. 
Arrivò con qualche minuto di ritardo, e tutti gli altri Serpeverde erano già arrivati. 
-Scusi per il...- iniziò, ma si interruppe non appena vide il nuovo docente. 
“Devo avere le allucinazioni. DEVE essere così” pensò. 
Ma il nuovo insegnante, un uomo dai corti capelli neri leggermente brizzolati, un accenno di barba e gli occhi scuri, le fece segno di sedersi. 
Lei esitò un istante, ma poi dovette ubbidire e si lasciò cadere sbuffando su una sedia accanto alla Parkinson. 
Quest’ultima si chinò e sussurrò qualcosa all’orecchio di Malfoy, seduto alla sua sinistra. Lui sorrise e guardò Evelyn in maniera derisoria. 
La mora lo ignorò e si sforzò di concentrarsi sulla lezione. 
-Allora,- stava dicendo l’uomo -il mio nome è Thomas Shar, come stavo dicendo prima che la signorina ci interrompesse- E anche lui gettò uno sguardo di rimprovero alla ragazza. 
Invece alcuni si voltarono a guardarla, notando che i loro cognomi erano identici. 
-Sono stato scelto dalla vostra nuova Preside per ricoprire il ruolo di insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.- 
Sorrise alla classe. 
-Se vi interessa saperlo, anch’io sono stato nella gloriosa Casa di Serpeverde, ai tempi in cui andavo ad Hogwarts, quindi da voi mi aspetto il meglio sempre e comunque- 
E mentre lo diceva il suo sguardo vagò tra gli alunni, analizzandoli uno ad uno. Il suo sguardo si posò per un istante di troppo su Evelyn. 
Utilizzò la lezione per presentarsi ai nuovi studenti e per spiegare il programma che avrebbero affrontato per prepararsi ai M.A.G.O. di quell’anno. 
La campanella suonò senza farsi attendere, e i Serpeverde si affrettarono a raccogliere le loro cose e uscirono in tutta fretta dall’aula. 
Evelyn attese che l’ultimo ragazzo avesse oltrepassato la soglia, si avvicinò alla porta e se la chiuse lentamente alle spalle. 
-Non dovresti andare anche tu alla prossima lezione? Arriverai di nuovo in ritardo- commentò il professore senza alzare gli occhi dalle carte sulla scrivania. 
-Che diavolo ci fai qui?!- 
-Sono un professore, non hai sentito? E in quanto tale dovresti portarmi rispetto- 
-Sei un cazzo di Mangiamorte! Come ti viene in mente di prendere la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure?!- 
A quel punto l’uomo alzò la testa e la guardò scocciato. 
-Sono tuo zio, Eve, ho il triplo dei tuoi anni e molta più esperienza di te in ogni campo della magia. Credo di essere in grado di fare le mie scelte consapevoli- ribatté aspro. 
-Rischi di mandare a monte i
miei piani!- soffiò lei. 
Thomas si alzò, aggirò la cattedra e le si piazzò di fronte. 
-Non sono marchiato- disse sollevandosi la manica sinistra e mostrando l’avambraccio totalmente liscio e senza ombra di tatuaggio. -Potranno sospettare di me quanto potranno sospettare di te. C’è un motivo per la mia presenza in questo castello, non ti pare? Avevo cose migliori da fare rispetto a stare qui ad insegnare ad un branco di marmocchi come difendersi dalla Magia Oscura, sai.- 
La ragazza non rispose nulla. Si morse il labbro, impedendosi di iniziare a strillare e a dare di matto. 
-Se farai un passo falso,
un singolo passo falso...!- minacciò. 
-Non mi pare tu sia nella posizione di minacciarmi, nipotina. Siamo nella stessa situazione. Asseconderò i tuoi piani, se ne hai, ma agirò oltremodo di testa mia.- 
Le rivolse un sorriso di sfida, che venne ricambiato con un’occhiata fulminante. 
-Ed ora fila a lezione- ordinò in tono imperioso, indicandole l’uscita dell’aula. 
Evelyn se ne andò sbattendosi la porta alle spalle.

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