The Dark Lady di Dim (/viewuser.php?uid=538272)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
Cerimonia
dello Smistamento.
La
Sala Grande è gremita di studenti.
Il
Cappello Parlante è poggiato su uno sgabello in mezzo alla
Sala.
-Shar
Evelyn-La
voce della McGranitt echeggia nell’aria immobile.
Evelyn.
Una
ragazzina si stacca dalla fila e viene avanti.
Sono qui, mio Signore.
Ha
dei lunghi capelli neri che le incorniciano il viso, leggermente mossi,
la
pelle lattea e gli occhi di uno strano rosso sangue.
Pare
un angelo.
Conosci l’amicizia,
Evelyn?
La
giovane si siede e si calca in testa il Cappello.
No.
Rimane
seduta per alcuni istanti, la schiena dritta e un’espressione
impenetrabile sul
volto pallido.
Cos’è
l’amore, Evelyn?
Il
Cappello ha fatto la sua scelta.
Non lo so.
-SERPEVERDE!-
grida a tutta la sala.
Sai qual è il tuo
compito?
La
ragazza si alza, si toglie il Cappello e lo poggia sullo sgabello.
Sì, mio Signore
Poi
si dirige a passi lenti verso il tavolo dei Serpeverde.
Cosa sei, Evelyn?
Il
suo portamento è elegante e austero.
Un’arma, mio Signore.
Uno strumento.
Il
suo viso dimostra molti più anni di quanti ne ha realmente.
Sai cosa devi fare. So
che non mi deluderai.
Si
siede al tavolo, salutata calorosamente dai nuovi compagni.
Certamente, mio
Signore.
Ma
lei è indifferente a quei saluti.
Ad Hogwarts
incontrerai altri maghi e altre streghe.
È
indifferente a tutti loro.
Chi non è fedele deve
morire.
L’unica
cosa che le interessa è fare il suo dovere.
Evelyn, tu sei la
Regina. Cosa fa la regina negli scacchi?
E
farlo bene.
Difende il Re. Fino
alla morte.
Tutto
il resto non ha importanza.
Esattamente.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Allora,
voglio parlare chiaro.
Se la storia non vi piace (come mi è parso di capire dato
che nessuno l'ha calcolata) ditelo chiaro e tondo e io la
cancello.
Non voglio occupare spazio per una cosa che non piace.
Ho scritto questa storia divertendomi, e per me è un peccato
che vada persa. Ho fatto attenzione alla story-line, alla coerenza,
alla grammatica...
Ma se non piace la toglierò, tanto io so già come
va a finire.
Scusate questo sfogo, ne avevo bisogno.
Se vi va, continuate a leggere e, sempre se ne avete voglia, lasciatemi
un commentino, così che possa valutare se ne vale la pena di
lasciarla.
Dim
Capitolo
1
Erano passati ben
sette anni da quel giorno.
Sette lunghi
anni.
C’era stata la Guerra e tutto il resto. Lord Voldemort era
stato
sconfitto da Harry Potter.
Ora, chi avrebbe dovuto frequentare il settimo anno
e non l’aveva fatto, era tenuto a frequentarlo quello stesso
anno.
E quindi
molti, tra Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso, si
ritrovarono al
binario 9 e ¾ quel primo settembre. L’Espresso per
Hogwarts era pieno di
studenti di ogni età, dagli 11 ai 18 anni. Era presente
anche il famoso “Golden
Trio”, ovvero Harry Potter, Ronald Weasley ed Hermione
Granger, coloro che
avevano reso possibile la distruzione del Signore Oscuro. Tutti li
acclamavano come
eroi, ormai. Evelyn passò accanto allo scompartimento dove
stavano
tranquillamente seduti a chiacchierare e gettò loro
un’occhiata che a tutti
parve indifferente, mentre dentro di lei ribollivano l’odio e
la sete di
vendetta.
“Lui tornerà” si ripeté per
l’ennesima volta “Tornerà, e finalmente
io potrò uscire dall’ombra e stare al suo
fianco”
Proseguì e si andò a
sistemare in uno scompartimento libero.
Sapeva bene qual’era il suo compito,
ora.
Lui aveva previsto l’eventualità di venire
distrutto una seconda volta da
quel dannato mezzosangue di Potter, e di conseguenza aveva elaborato un
piano
ingegnoso e diabolico.
E lei era una pedina fondamentale in quella partita.
Evelyn ghignò.
Oh, sì, finalmente veniva il suo momento.
Il banchetto
iniziale non fu allegro e spensierato come
quello degli anni precedenti.
Nella mente di ognuno era ancora vivo il ricordo
della Battaglia, che peraltro si era svolta proprio in quel luogo, il
dolore
per la perdita di persone importanti e la consapevolezza di non aver
del tutto
vinto. Infatti moltissimi sostenitori del Signore Oscuro erano ancora
in
libertà. Alcuni si dicevano pentiti, altri ancora si
dichiaravano innocenti
affermando di aver agito sotto gli effetti della Maledizione Imperius.
Ma il
Ministero non credeva più a certe bugie, memore degli errori
commessi nel
passato.
Evelyn era seduta al tavolo dei Serpeverde e stava osservando
svogliatamente il contenuto del suo piatto, il gomito destro sul tavolo
e la
mano a sorreggerle la testa.
Ad un certo punto infilzò una patata arrosto con
la forchetta e se la rigirò un paio di volte davanti agli
occhi, indecisa se
mangiarla o meno.
-Stai cercando di farla Evanescere con pensiero?-
Una voce
strascicata e palesemente sarcastica le fece alzare lo sguardo: un
ragazzo
pallido, dai chiarissimi capelli biondo argentato e gli occhi grigi la
guardava
sprezzante.
“Draco Malfoy” constatò la ragazza quasi
senza accorgersene
“Serpeverde, Settimo Anno. Ex Mangiamorte.
Traditore.”
Evelyn sapeva che Malfoy
era stato costretto contro la sua volontà a frequentare
l’ultimo anno di studi
ad Hogwarts, mentre i suoi genitori erano stati mandati dritti dritti
ad
Azkaban, dove sarebbero rimasti per un tempo ancora
indefinito.
Non gli
rispose, ma riappoggiò la forchetta sul piatto e gli rivolse
un’occhiata
indifferente.
Malfoy ricambiò con astio e stava per dire qualcosa quando
la
McGranitt, ora nuova preside di Hogwarts, si alzò in piedi e
fece cenno di
voler parlare.
-Cari ragazzi e care ragazze, fra poco ognuno di voi andrà a
riposarsi nei rispettivi dormitori, ma prima volevo annunciare che
quest’anno
ci saranno delle novità.- disse, e subito un brusio si
sollevò dai tavoli.
-Tanto per iniziare, come avrete certamente notato, ho preso il posto
del
professor Piton...-
Andò avanti ad enunciare i vari cambiamenti. Niente di
particolarmente degno di nota.
Evelyn ritornò ad appoggiare la guancia sulla
mano sospirando annoiata.
-Inoltre- continuò la McGranitt -è mia premura
annunciare agli studenti del settimo anno, e solo a loro, che
verrà organizzato
un ballo a carnevale a cui sono pregati di prendere parte. Ovviamente
il ballo
sarà in maschera e ogni ragazza dovrà avere un
accompagnatore e viceversa. Non
si può venire da soli. Mi spiace ma è la
regola.-
La giovane mora annaspò
stupita.
-Un ballo?! Ma come le viene in mente a quella dannata vecchia?! Un
ballo in un momento del genere!- sbottò inacidita.
-È un’idiozia! Un’idea degna
di una vecchia rincoglionita come quella!- commentò Malfoy
nello stesso
momento.
I due si guardarono in cagnesco per un attimo, ma poi Evelyn si
riscosse.
“Non devo farmi notare. Devo continuare a far finta di non
esistere
fino al momento opportuno. Come ho sempre fatto in questi
anni” pensò
rimettendosi seduta composta
“Non posso rovinare tutto adesso”.
Già
dalla mattina dopo le lezioni ebbero inizio, e tutti
gli alunni si ritrovarono alle prese con le solite vecchie materie che
studiavano da sempre.
I Serpeverde del settimo anno alle 13 avevano Pozioni in
coppia con i Grifondoro. Evelyn non era bravissima in quella materia,
ma si sforzava
comunque di tenere i propri voti nella media. Il professor Lumacorno
quel
giorno pareva di ottimo umore. Fece fare loro solo della teoria, e
nessuna
pratica. La ragazza passò tutto il tempo totalmente persa
nei propri pensieri,
senza prestare molta attenzione a quello che succedeva attorno a lei.
Non
appena quella noiosa lezione giunse al termine si alzò dal
banco e recuperò i
propri libri di testo.
Stava appunto riponendo la penna d’aquila con la quale
scriveva nella cartella che Malfoy la urtò di proposito,
facendola cozzare a
sua volta contro un banco.
Una dozzina di fogli di carta bianchi svolazzarono a
terra producendo un rumoroso fruscio.
-Ehi!- protestò la ragazza chinandosi
subito a raccoglierli.
-Oh, scusa. È stato un errore- rispose lui in tono di
scherno.
La mano di Evelyn scattò istintivamente ad afferrare la
bacchetta di
ebano e piume di fenice che portava sotto il mantello, ma la giovane si
trattenne dallo scagliargli contro un qualche tipo di maledizione.
Terminò di
raccogliere i fogli e si rialzò, risistemandoli sul banco.
Senza degnarlo di un
singolo sguardo afferrò la propria cartella e si
avviò verso l’uscita della
classe.
Malfoy si era già dileguato.
Lumacorno era in piedi di fianco alla
porta, intento a conversare con il Golden Trio.
-Sono certo che anche
quest’anno sarai bravissimo, Signor Potter- stava dicendo
-Del resto lo hai nel
sangue-
Evelyn fece una smorfia impercettibile.
-Ah, quasi dimenticavo-
aggiunse il professore -Minerva vi vuole vedere. È una cosa
importante-
Dal suo
tono di voce la ragazza capì che era veramente
importante, e si incuriosì.
-Certo professore- disse la Granger con un sorriso
-Ci andiamo subito-
Harry, Ron ed
Hermione arrivarono nello studio della
preside nel giro di pochi minuti.
Con loro immensa sorpresa, oltre alla
McGranitt trovarono ad aspettarli anche Draco Malfoy.
-E lui che ci fa qui?!-
sbottò Ron poco gentilmente.
La professoressa gli mandò un occhiataccia di
rimprovero e cominciò a parlare: -Vi ho chiamati per una
cosa estremamente
urgente e di vitale importanza. Mi spiace turbarvi al vostro secondo
giorno,
ma...- Si interruppe.
-Ma...? Che succede, professoressa?- chiese Hermione
curiosa.
-Ecco... Abbiamo sospetti secondo i quali un Mangiamorte sia entrato
qui ad Hogwarts.-
I tre sgranarono gli occhi. -Cooome???- fecero increduli.
Malfoy, invece, rimase totalmente impassibile.
-Avete capito bene. E non uno
qualunque, ma il braccio destro del Signore Oscuro- continuò
la McGranitt in
tono cupo.
-In che senso “entrato”? Come studente?- insistette
Hermione, la
prima a riprendersi dallo sconcerto, visibilmente in ansia.
-Non lo sappiamo.
Potrebbe essere uno studente, un insegnante o qualunque altra cosa.
Abbiamo
solo il sospetto che ci sia- sospirò la donna scuotendo la
testa e lasciandosi
cadere sulla propria poltrona.
-Mi scusi, professoressa- disse Harry a quel
punto -Ma ancora non capisco cosa c’entri Malfoy in tutto
questo-
Il biondo
parve riscuotersi dai suoi pensieri solo in quel momento, ed emise uno
sbuffo
seccato.
-Oh, be’, il signor Malfoy è stato un Mangiamorte
per un certo tempo,
e sarà molto felice di aiutarvi a
trovare quest’uomo- spiegò la preside accennando
un sorrisetto.
Ma
l’espressione del Serpeverde diceva tutto il
contrario.
Il trio annuì e poi i
quattro ragazzi uscirono dalla stanza.
-Chiariamo subito una cosa Potter- disse
Malfoy non appena furono nuovamente per i corridoi -Io lo faccio solo
perché
sono costretto, non perché ho voglia di farla-
Harry sospirò. -Certo, avrei
dovuto immaginarlo...-
Ron invece borbottò un sarcastico “E ti
pareva?”.
-Su,
andiamo in biblioteca- propose Hermione sconsolata -Dovrebbe essere
deserta a
quest’ora. Non ci disturberà nessuno-
Raggiunta la biblioteca cercarono un
posticino un po’ isolato e si sedettero.
-Allora, com’è questo tipo?- chiese
Ron impaziente, mentre Hermione prendeva pergamena, penna e inchiostro
per
appuntarsi ogni cosa.
Draco Malfoy sospirò. -Nessuno di noi lo ha mai visto in
faccia. Nemmeno mia zia Bellatrix o mio padre, anche se erano due dei
più
stretti collaboratori del Signore Oscuro. Indossava sempre un lungo
mantello
nero e teneva sempre il cappuccio calato sul volto. Non parlava mai.-
raccontò
fissando in soffitto con aria assorta, come se stesse rievocando quelle
immagini nella sua mente, ripescandole da chissà quale
ricordo. -Stava sempre
accanto a Voldemort e spesso lui gli rivolgeva degli sguardi strani,
come...-
Si interruppe, pensieroso.
Dopo un istante riprese: -Non so, avevo sempre
l’impressione che si parlassero col pensiero o qualcosa del
genere...- mormorò,
quasi tra sé e sé.
I tre si scambiarono un’occhiata.
-E di aspetto com’era?
Statura, fisico...- fece Hermione sollevando appena gli occhi dalla
pergamena.
-Non era molto alto. Più o meno come te, Granger. E per
quanto riguarda il
fisico... Il mantello che indossava era molto largo, non saprei dirvi-
rispose
Malfoy.
-È pochissimo su cui basarsi per trovare una persona!-
sbottò Ronald
stizzito.
Il Serpeverde lo incenerì con lo sguardo.
-È pur sempre meglio di
niente- replicò Harry in tono accondiscendente.
-Allora, elenchiamo le opzioni
possibili. Se è uno studente (anche se mi pare estremamente
improbabile) sarà
stato smistato al 99% in Serpeverde.- affermò Hermione
ricontrollando i suoi
appunti. -Quindi, Malfoy, tieni d’occhio quelli della tua
casa-
Il biondo cercò
di protestare, ma venne ignorato e la ragazza continuò:
-Inoltre potrebbe aver
bevuto la pozione Polisucco per prendere il posto di un professore (o
di uno
studente, ovvio), come successe al nostro quarto anno. Oppure potrebbe
essere
un Animagus e ora si sta nascondendo come fece Sirius Black. In ogni
caso,
teniamo gli occhi ben aperti-
Ronald ed Harry annuirono. Nessuno di loro si
accorse della ragazza mora seduta poco più in là,
nascosta da una serie di
scaffali straboccanti di libri, che teneva gli occhi puntati sulle
pagine di un
grosso volume ma non lo leggeva.
Evelyn aveva ascoltato la loro conversazione.
Dall’inizio alla fine.
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Va
bene, a quanto pare a qualcuno (oltre che a me) frega di questa storia,
quindi immagino pubblicherò un altro capitolo prima di
valutare seriamente se metterla da parte e cancellarla.
Dim
Capitolo
2
Evelyn era
distesa sul suo letto, le mani allacciate
dietro la nuca e lo sguardo fisso sul soffitto immacolato sopra la sua
testa da
più di mezz’ora.
“Allora, ricapitoliamo” si disse per la dodicesima
volta
“Sanno che c’è un intruso. Ma
dannazione, non possono averlo già scoperto! Come
hanno fatto ad accorgersene tanto presto?”
Poi si costrinse a mantenere la
calma e la lucidità.
“Anche se sanno che c’è un Mangiamorte
nella scuola non
sanno chi è.” si ripeté. “Ed
io sono insospettabile.”
Le venne un dubbio
atroce: tutto il suo comportamento dal primo anno in poi era
decisamente anomalo, per una
Serpeverde, e questo
avrebbe potuto gettarle addosso dei sospetti che a lungo andare
l’avrebbero
incastrata. E questo non poteva assolutamente permetterselo.
“Devo fare
qualcosa che mi possa scagionare totalmente... Qualcosa
tipo...”
Una smorfia di
puro disgusto le comparì sul volto.
“Tipo diventare amica di quei pezzenti.”
completò inorridita.
“O almeno, fingere di essere loro amica” aggiunse
per
rassicurarsi un minimo.
Si tirò su sbadigliando e si rassettò la leggera
maglia
di cotone a maniche lunghe, ovviamente nera, che indossava.
Si recò
svogliatamente in Sala Comune, dove alcuni Serpeverde stavano riuniti a
chiacchierare. Tra loro intravide l’inconfondibile
capigliatura bionda di
Malfoy, semi-stravaccato sulla poltrona con la Parkinson sulle gambe.
Non
riuscì a trattenere un moto di disgusto che il ragazzo
notò. Le rivolse uno
sguardo malizioso e un ghigno, prima di baciare
faccia-di-carlino.
Evelyn emise
un moto di stizza. “Che coglione. Infanga il nome stesso di
mago.” pensò
uscendo dalla Sala Comune e attraversando velocemente i
sotterranei.
Arrivò in
biblioteca e si lasciò cadere su una sedia.
-Hermione noi andiamo, vieni?- fece
una voce che Evelyn classificò come appartenente a Ronald
Weasley.
-No ragazzi.
Voi andate pure, io rimango ancora un po’ qui. Voglio cercare
più a fondo...-
rispose la Granger.
La mora si sporse un poco, scorgendo il terzetto di
Grifondoro che si divideva: i due ragazzi se ne stavano andando, mentre
la
ragazza era rimasta seduta con la faccia affondata in un pesante libro
sulle
Arti Oscure.
“Probabilmente quell’illusa spera di trovare
qualcosa lì dentro”
pensò la Serpeverde mentre un ghigno maligno le increspava
le labbra.
Decise
di aspettare lì e, nel frattempo, prepararsi il copione...
Hermione
alzò la testa dal libro che stava leggendo e
guardò in direzione della finestra: stava scendendo il
buio.
Decise che era ora
di smetterla con le ricerche e si alzò in piedi. Si
stiracchiò, tendendo le
braccia intorpidite e inarcando la schiena, poi si diresse verso
l’uscita della
biblioteca.
Fatti pochi passi si scontrò con una ragazza da lunghi
capelli
neri, che per la sorpresa fece cadere la pila di libri che teneva in
mano.
-Oh,
scusa- si affrettò a dire questa chinandosi a raccogliere i
volumi. -Scusami
tu! Aspetta, ti aiuto- fece la Grifondoro.
Mentre afferrava un libro a caso le
gettò un’occhiata: non aveva la minima idea di chi
fosse, anche se era certa di
averla già vista da qualche parte, e doveva avere
più o meno la sua età.
Portava la divisa dei Serpeverde ma non pareva affatto arrogante o
perfida,
anzi aveva subito chiesto scusa dopo averla urtata
involontariamente.
Una volta
che tutti i libri furono raccolti la ragazza accennò un
sorriso imbarazzato.
-Scusa di nuovo. Mi dicono spesso che sono un’inguaribile
imbranata... Mi
spiace. Io mi chiamo Evelyn Shar, comunque- E dopo essersi presentata
le porse
la mano, rischiando che di nuovo le cadessero tutti i libri.
-Hermione Granger-
si presentò Hermione ricambiando il sorriso.
-Oh!- esclamò Evelyn, in una
perfetta imitazione di stupore -Ho sentito molto parlare di te! Devi
essere una
ragazza davvero coraggiosa! Naturalmente conosco anche la tua fama di
più
brillante strega della tua età! Oh, grazie mille per tutto
quello che avete
fatto, grazie davvero! Siete stati fantastici, l’intero Mondo
Magico deve a voi
tre la sua salvezza! Non puoi nemmeno immaginare la mia
ammirazione nei tuoi confronti!-
L’altra
arrossì, in imbarazzo per tutti quei complimenti.
-Ma no... Abbiamo fatto solo
quello che sapevamo era giusto fare...-
balbettò. Poi riacquistò il controllo
di sé.
-Scusa, ma tu sei entrata ad Hogwarts solo quest’anno? Vieni
da qualche
altra scuola?- chiese curiosa.
Evelyn scosse la testa.
-Veramente sono entrata
il vostro stesso anno... Forse mi avrai notata allo Smistamento...
Abbiamo
anche frequentato un sacco di lezioni insieme, non ricordi? Ma dato che
non amo
troppo mettermi in mostra non mi nota mai nessuno- ammise.
“Strano, dato che è
una Serpeverde” pensò Hermione perplessa.
Ma quella ragazza le pareva davvero
molto simpatica, così non volle fare altre domande a
riguardo. E d’altro canto,
ricordava le parole di Silente, il vecchio Preside, secondo il quale si
veniva
Smistati troppo presto.
-Cosa stavi leggendo?- le chiese invece, visibilmente
interessata, e la mora le mostrò un volume: era un pesante
trattato su
Incantesimi di ogni tipo. Le disse che l’appassionavano molto
e che voleva
assolutamente conoscerne il maggior numero possibile. E del resto, non
era
neppure una bugia.
Hermione sorrise e disse che per lei era la stessa cosa.
Le
due rimasero molto tempo lì, a chiacchierare e a scambiarsi
pareri e opinioni
sull’argomento.
Quando si resero conto che si era fatto davvero molto tardi, si
salutarono e si strinsero amichevolmente la mano.
“Che schifo, sto toccando una
Sanguesporco!” pensò Evelyn, anche se
all’apparenza sembrava sorridente e
cordiale.
-Ci vediamo domani?- chiese una volta che furono giunte nel
corridoio, speranzosa.
-Certo! È stato un vero piacere parlare con te!- rispose
Hermione entusiasta.
-Anche per me! Ti auguro la buona notte!- esclamò
salutandola con la mano.
"E che possano gli incubi tormentarti per il resto della nottata"
pensò nello stesso momento.
Non appena la Grifondoro svoltò l’angolo un ghigno
soddisfatto le sorse spontaneo alle labbra.
“E la prima è andata” si disse
“Sono stata proprio brava. È stato sufficiente
parlare un po’ di libri e di
scuola per averla in pugno... che stupida. Ora mi resta da conquistare
la
fiducia di quegli altri due idioti... Ah, sì, devo anche far
fuori quel
traditore vigliacco di Malfoy, se ci riesco. Da troppe cose per i miei
gusti, e
sarebbe meglio tappargli la bocca per sempre”
Il giorno dopo
Evelyn si svegliò con il morale sotto i
tacchi.
La prospettiva della giornata, passata principalmente in compagni della
Sanguesporco e dei suoi amici, non contribuiva affatto a risollevare il
suo -
già pessimo - umore.
Si tirò su a sedere sbuffando svogliatamente e
appoggiò i
piedi nudi sul pavimento di pietra gelata.
-Dannato freddo- borbottò mentre si
infilava il mantello.
In fin dei conti, braccio destro del Signore Oscuro o
meno, restava comunque una ragazza di diciassette anni. E come ogni
ragazza di
diciassette anni era in piena crisi adolescenziale.
Il fattore “Lord
Voldemort”, poi, non aiutava di certo.
La mora scese in Sala Comune
rabbrividendo e stringendosi nel mantello. Si lasciò cadere
sulla poltrona più
vicina al camino che c’era.
Nella Sala c’erano solo lei e la coppia
Malfoy-Parkinson, che erano ovviamente intenti nello scambiarsi
effusioni
amorose un po’ troppo intense per i gusti della ragazza.
Evelyn si impose di
ignorarli, mentre dentro di lei nasceva l’insana voglia di
fare a pezzi
quell’inutile Traditore e quella stupida oca
sgualdrina.
Sentiva l’odio salire
a livelli esorbitanti, quindi ebbe la buonissima idea di alzarsi e
farsi una
passeggiata per i corridoi presumibilmente deserti del
castello.
“Che noia. Se
solo succedesse qualcosa di interessante...” pensò
sorpassando la statua del
Gargoyle che - Evelyn lo sapeva bene - nascondeva l’accesso
all’ufficio della
Preside.
“Chissà se quell’idiota è
riuscito ad entrare” si chiese girando
l’angolo. “Devo proprio ammetterlo: il suo aiuto mi
farebbe comodo...”
Quando
l’orologio suonò le otto si diresse in Sala
Grande, trovando posto al tavolo
dei Serpeverde accanto ad un ragazzo di colore del settimo
anno.
-Ho dato
un’occhiata agli orari- stava dicendo in quel
momento a Malfoy, intento nel mangiare elegantemente un uovo fritto con
forchetta e coltello. -Subito dopo colazione abbiamo Difesa
contro le Arti
Oscure. Per ora non siamo in coppia con nessuno, ma non conterei troppo
sul
fatto che non ci metteranno con un’altra Casa-
Malfoy sbuffò sonoramente.
-Scommetto che ci metteranno con i Griffindioti. Lo fanno sempre-
commentò.
Evelyn
evitò di commentare, anche se suo malgrado si ritrovava
d’accordo con lui.
Subito dopo aver terminato la colazione si alzò e
ritornò nei sotterranei per
recuperare la sua roba, per poi dirigersi nell’aula di Difesa
Contro le Arti
Oscure.
Arrivò con qualche minuto di ritardo, e tutti gli altri
Serpeverde
erano già arrivati.
-Scusi per il...- iniziò, ma si interruppe non appena vide
il nuovo docente.
“Devo avere le allucinazioni. DEVE essere
così” pensò.
Ma il
nuovo insegnante, un uomo dai corti capelli neri leggermente
brizzolati, un
accenno di barba e gli occhi scuri, le fece segno di sedersi.
Lei esitò un
istante, ma poi dovette ubbidire e si lasciò cadere
sbuffando su una sedia
accanto alla Parkinson.
Quest’ultima si chinò e sussurrò
qualcosa all’orecchio
di Malfoy, seduto alla sua sinistra. Lui sorrise e guardò
Evelyn in maniera
derisoria.
La mora lo ignorò e si sforzò di concentrarsi
sulla lezione.
-Allora,- stava dicendo l’uomo -il mio nome è
Thomas Shar, come stavo dicendo
prima che la signorina ci interrompesse- E anche lui
gettò uno sguardo di
rimprovero alla ragazza.
Invece alcuni si voltarono a guardarla, notando che i
loro cognomi erano identici.
-Sono stato scelto dalla vostra nuova Preside per
ricoprire il ruolo di insegnante di Difesa Contro le Arti
Oscure.-
Sorrise alla
classe.
-Se vi interessa saperlo, anch’io sono stato nella gloriosa
Casa di
Serpeverde, ai tempi in cui andavo ad Hogwarts, quindi da voi mi
aspetto il
meglio sempre e comunque-
E mentre lo diceva il suo sguardo vagò tra gli
alunni, analizzandoli uno ad uno. Il suo sguardo si posò per
un istante di
troppo su Evelyn.
Utilizzò la lezione per presentarsi ai nuovi studenti e per
spiegare il programma che avrebbero affrontato per prepararsi ai
M.A.G.O. di
quell’anno.
La campanella suonò senza farsi attendere, e i Serpeverde si
affrettarono a raccogliere le loro cose e uscirono in tutta fretta
dall’aula.
Evelyn
attese che l’ultimo ragazzo avesse oltrepassato la soglia, si
avvicinò alla
porta e se la chiuse lentamente alle spalle.
-Non dovresti andare anche tu alla
prossima lezione? Arriverai di nuovo in ritardo- commentò il
professore senza
alzare gli occhi dalle carte sulla scrivania.
-Che diavolo ci fai qui?!-
-Sono
un professore, non hai sentito? E in quanto tale dovresti portarmi
rispetto-
-Sei un cazzo di Mangiamorte! Come ti viene in mente di prendere la
cattedra di
Difesa Contro le Arti Oscure?!-
A quel punto l’uomo alzò la testa e la
guardò
scocciato.
-Sono tuo zio, Eve, ho il triplo dei tuoi anni e molta più
esperienza di te in ogni campo della magia. Credo di essere in grado di
fare le
mie scelte consapevoli- ribatté aspro.
-Rischi di mandare a monte i miei piani!-
soffiò lei.
Thomas si alzò,
aggirò la cattedra e le si piazzò di
fronte.
-Non sono marchiato- disse
sollevandosi la manica sinistra e mostrando l’avambraccio
totalmente liscio e
senza ombra di tatuaggio. -Potranno sospettare di me quanto potranno
sospettare
di te. C’è un motivo per la mia presenza in questo
castello, non ti pare? Avevo
cose migliori da fare rispetto a stare qui ad insegnare ad un branco di
marmocchi come difendersi dalla Magia Oscura, sai.-
La ragazza non rispose
nulla. Si morse il labbro, impedendosi di iniziare a strillare e a dare
di
matto.
-Se farai un passo falso, un
singolo passo falso...!-
minacciò.
-Non mi pare tu sia nella posizione di
minacciarmi, nipotina. Siamo nella stessa situazione.
Asseconderò i tuoi piani,
se ne hai, ma agirò oltremodo di testa mia.-
Le rivolse un sorriso di sfida,
che venne ricambiato con un’occhiata fulminante.
-Ed ora fila a lezione- ordinò
in tono imperioso, indicandole l’uscita
dell’aula.
Evelyn se ne andò
sbattendosi la porta alle spalle.
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