Happy Ending

di Sa_hp
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sempre i soliti ***
Capitolo 2: *** C'è chi va... ***
Capitolo 3: *** ... e c'è chi viene ***
Capitolo 4: *** Scomode verità ***
Capitolo 5: *** Piani diabolici e dichiarazioni ***
Capitolo 6: *** Sospetti ***
Capitolo 7: *** Lettera da Hogwarts ***
Capitolo 8: *** Incontri e insicurezze ***
Capitolo 9: *** Partenze ***
Capitolo 10: *** Lezioni e ricordi ***
Capitolo 11: *** Serata babbana, confessioni e traumi ***
Capitolo 12: *** Visita ad Hogsmeade ***
Capitolo 13: *** Buon Natale! ***
Capitolo 14: *** Ciao Ron ***
Capitolo 15: *** Bacio, schiaffo, addio ***
Capitolo 16: *** Va' via ***
Capitolo 17: *** Misteri ad Hogwarts ***
Capitolo 18: *** Cena con sorpresa ***
Capitolo 19: *** Storia di un ragazzino e di una ragazzina ***
Capitolo 20: *** Finalmente a casa ***
Capitolo 21: *** Duelli, Quidditch e tramonti ***
Capitolo 22: *** Valentine (parte I) ***
Capitolo 23: *** Valentine (parte II) ***
Capitolo 24: *** Ops! ***
Capitolo 25: *** La punizione ***
Capitolo 26: *** Pronta? ***
Capitolo 27: *** We get married! (parte I) ***
Capitolo 28: *** We get married! (parte II) ***
Capitolo 29: *** Addii e preparativi ***
Capitolo 30: *** Happy Ending ***



Capitolo 1
*** Sempre i soliti ***


La guerra era finita da qualche mese e nonostante la tristezza gli abitanti della tana avevano ripreso le loro vite, anche se a volte la perdita di Fred si faceva sentire più del solito.  In cucina Molly Weasley era intenta a preparare la colazione per la sua famiglia e per quei due ragazzi che ormai considerava propri figli a tutti gli effetti. Harry ed Hermione infatti si trovavano alla tana per godersi con Ron e Ginny una tranquilla estate senza il pericolo di imminenti catastrofi. Tutto era quindi tranquillo…
- RONALD WEASLEY! SVEGLIATI E SCENDI IMMEDIATAMENTE A FARE COLAZIONE!
…o quasi!
Richiamato dalle urla della madre, il ragazzo in questione si precipitò subito in cucina, dopo aver però svegliato il suo migliore amico. Il fatto che anche Harry fosse ancora a letto era di irrilevante importanza per la signora Weasley, convinta che il ragazzo-che-è-sopravvissuto avesse bisogno di meritato riposo dopo aver salvato il mondo magico. A detta di Ron però non sarebbe stata dello stesso parere se avesse saputo che Harry e la piccola di casa Weasley passavano molto tempo da soli, Merlino solo sa a fare cosa!
Scesi in cucina i due furono accolti dal saluto di Ginny ed Hermione già intente a mangiare.
- Buon giorno Harry caro! - disse Molly con tono gentile.  – Sei sempre il solito! Ora siediti e mangia! Altrimenti farete tardi- aggiunse poi rivolta al figlio. I ragazzi infatti avevano deciso di organizzare una piccola gita al mare.
I rimproveri della signora Weasley provocarono le risate delle due ragazze, le quali irritarono ancora di più Ron.
- Oh insomma che avete da ridere voi due?! Non è mica colpa mia se ieri sera sono andato a letto tardi!
Si pentì immediatamente di aver pronunciato quelle parole e arrossì, incrociando la sguardo di Hermione che era arrossita con lui. I due stavano insieme dalla fine della guerra ma a volte bastava una sciocchezza per farli arrossire come dei quattordicenni alle prese con la prima cotta… anche passare la serata a passeggiare per il giardino della Tana.
Finita la colazione i ragazzi si ritirarono nelle rispettive camere per prepararsi e dopo parecchi minuti e varie raccomandazioni di Molly erano tutti pronti per smaterializzarsi.
Riapparvero in una piccola spiaggia deserta, il mare era limpido e calmo, l’aria fresca e piacevole: tutto era perfetto.
- Mi è mancato tantissimo il mare! Mi piaceva venirci con i miei da piccola, l’ho sempre trovato rilassante.- disse Hermione, ammirando la spiaggia.
- Già… Ma ora bando alle ciance! A chi va di fare un tuffo?- esclamò Harry, estasiato come un bambino.
Così i due ragazzi corsero immediatamente a fare un bagno mentre le loro ragazze si stesero al sole e trascorsero il tempo a chiacchierare. Ma dopo un po’  gli schiamazzi di Ron ed Harry non si fecero sentire più e tutto divenne troppo calmo e tranquillo, tanto che le due Grifondoro iniziarono a preoccuparsi. E poi successe. Un rumore di passi, un tonfo, un urlo: Harry aveva rovesciato dell’acqua addosso a Ginny!
- POTTER! IO TI AMMAZZO!- gridò la rossa, mentre rincorreva il suo ragazzo lungo il bagnasciuga.
Vedendo quella scena Hermione non poté trattenersi dal ridere, ma quando notò l’ombra di qualcuno alle sue spalle disse:
- Non pensarci nemmeno Ronald o giuro che ti schianto!- rivolgendosi al suo ragazzo che aveva le stesse intenzioni di Harry.
- Miseriaccia Hermione! Sei la solita guastafeste!
- Cosa!? Pensi che non mi sappia divertire? – disse la ragazza, con uno strano luccichio negli occhi: c’era aria di bufera!
- Esattamente!- le rispose Ron sorridendo beffardo.
- Ah si?! Ti faccio vedere io, Weasley! – decretò, depositando una manciata di sabbia sui capelli del ragazzo.
- Ehi così non vale!- fece lui, e per vendicarsi le rovesciò addosso un secchio pieno d’acqua che aveva fatto precedentemente apparire.
- Questa me la paghi!
Così si ritrovarono distesi impegnati in una strana lotta in cui vinceva chi riusciva a imbrattare maggiormente l’altro di sabbia! Quando però Ron si ritrovo su Hermione ed iniziò a farle il solletico venne decretato vincitore.
-Ok, va bene! Mi arrendo! Mi arrendo!- ripeteva mentre il ragazzo continuava. – Hai vinto!
- Meraviglioso! Ora posso dedicarmi ad altro! – disse Ron e iniziò a baciarle delicatamente la fronte, il naso,  le labbra, le guance, il collo per poi tornare sulla sua bocca.
Hermione sorrideva e lo lasciava fare. Non l’avrebbe mai ammesso ma quelle attenzioni la lusingavano e quando i baci divennero più passionali cinse il collo del ragazzo che sorrise sulle sue labbra notando che lei cercava di avvicinarlo maggiormente a sé.
Si fermavano solo quando avevano bisogno di respirare e continuarono per molto, molto tempo, fino a quando dei passi in lontananza non li riportarono alla realtà.
- Merlino! Datevi un contegno! Non voglio diventare zia così prematuramente!- esclamò la rossa interrompendo suo fratello e la sua migliore amica.
- GINNY! – urlarono, arrossendo entrambi.
Non sarebbero mai cambiati!



Per vostra (s)fortuna sono tornata, stavolta con il primo capitolo di quella che si prospetta essere una lunga (ma non troppo) fanfiction.
Innanzitutto vorrei ringraziare coloro che hanno recensito la mia prima one shot: ValeWeasley, happygabbana, fabi300108, Soly Dea e _TroppoBuono_. Grazie di cuore!
Poi ringrazio voi che avete letto questo capitolo e vi ricordo che critiche e commenti sono ben accetti quindi attendo le vostre recensioni!
A presto, Sa :)

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Capitolo 2
*** C'è chi va... ***


- Devi necessariamente partire vero?
- Pensavo ne avessimo già parlato...
- Si, lo so… Ma… Ecco, credo che sarà strano non vederti tutti i giorni, dopo che per un mese siamo stati sotto lo stesso tetto…Insomma, credo       che mi mancherai.
- Wow! Ron Weasley che fa il sentimentale! Chi l’avrebbe mai detto?!
- Ehi!
Hermione scoppiò a ridere nel vedere l’espressione imbronciata di Ron. L’aveva sempre considerata divertente e tenera allo stesso tempo. Forse era per questo che non riusciva mai a negargli il suo aiuto quando lui le chiedeva di copiare i compiti a Hogwarts.
Erano nella stanza di Ron, abbracciati sul suo letto. Quei momenti di tranquillità, e soprattutto di intimità, erano così rari alla Tana tanto da essere considerati un piccolo miracolo.
 E loro, a differenza di quello che credevano tutti gli altri, ne approfittavano per parlare, parlare e basta.
E quel giorno l’argomento principale era l’imminente partenza di Hermione. La ragazza, infatti, aveva deciso di trascorrere un po’ di tempo con i suoi genitori e per quanto la Tana e soprattutto Ron le sarebbero mancati sapeva che quella era la cosa giusta da fare.
- Ok scusami ma era un avvenimento troppo importante.
- Continui a prendermi in giro?! Non sono così superficiale come sembra! Anch’io ho un briciolo di sensibilità!
- Lo so, e credimi più di un briciolo!- disse lei, guardandolo affettuosamente. Sospirò – Anche io non vorrei andar via ma è giusto così… E poi sono solo due settimane… Passeranno in fretta!
- Se lo dici tu… Dovrò solo trovare qualcun altro a cui dare il bacio del buongiorno… Della buona notte… Del buon pomeriggio… Del buon pranzo… Della buona cena…  Del buon…! – scherzò Ron mentre giocava con una ciocca dei capelli di Hermione, facendola ridere di nuovo.
- Beh, potremmo sempre recuperare al mio ritorno- disse la ragazza - O anticipare ad ora… - aggiunse distrattamente con una luce maliziosa negli occhi.
- E’ un invito a baciarla, Signorina Granger?- le rispose Ron, guardandola fintamente scandalizzato
- Può darsi…- concluse Hermione, cingendogli il collo con le braccia e avvicinandosi a lui.
Ron d’altro canto non la fece attendere e la baciò il più dolcemente possibile cercando di imprimersi nella mente quel momento mentre con una mano le cingeva i fianchi e con l’altra le accarezzava la schiena.
Ma si sa, i momenti belli hanno vita breve. Così i due, richiamati dalla signora Weasley ,scesero a cena lasciando le loro dita intrecciate, come se fosse la cosa più normale del mondo.
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- Sicura di aver preso tutto cara? – chiese per la centesima volta da quella mattina Molly Weasley
- Si, credo di si. – le rispose Hermione - A presto. – le disse mentre l’abbracciava, cercando di esprimerle la sua gratitudine per averla ospitata ancora una volta alla Tana.
- Certo. Ti aspettiamo tutti qui.- le sorrise lei.
Dopo aver salutato anche Arthur, George, Harry e Ginny venne il turno di Ron.
- Bene, allora ciao. – esordì il ragazzo, guardando altrove e arrossendo, come al solito, sulle orecchie. La presenza alle sue spalle della sua famiglia lo metteva a dir poco in soggezione.
- Ciao Ron – gli rispose lei, e, leggermente delusa dal comportamento del ragazzo, si allontanò, preparandosi a smaterializzarsi.
- Hermione! –la richiamò Ron, correndole incontro per abbracciarla. – Sono solo due settimane, giusto? – le sussurrò.
Lei sorrise.
- Si, ci rivedremo presto. – disse con gli occhi lucidi.
- Certo, io sarò qui ad aspettarti. – disse Ron, prima di depositarle un casto bacio sulle labbra e poi uno sulla fronte.
- Ora sarà meglio che vada. – disse a malincuore, sciogliendosi dall’abbraccio e incamminandosi verso la fine del giardino che circonda la tana, in modo da potersi smaterializzare a Londra.
Ma prima di scomparire si voltò nuovamente e l’ultima cosa che vide fu la figura lontana di Ron che le sorrideva e continuava a salutarla.



Eccomi di nuovo qui!
Vi ringrazio per aver letto il primo capitolo e mi scuso per aver pubblicato questo dopo quasi 2 settimane... vogliate perdonare la troppa dolcezza, tenerezza, zuccherosità (?) che ho inserito XD spero vi piaccia.
Alla prossima, Sa :)
P.S. mi farebbe tanto piacere ricevere i vostri pareri, belli o brutti che siano *.* (faccina speranzosa XD)

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Capitolo 3
*** ... e c'è chi viene ***


Erano passati circa dieci giorni dalla partenza di Hermione. Dieci giorni in cui Ron faceva di tutto per distrarsi pur di non pensare a quanto la sua ragazza fosse lontana. Ma quella mattina, con grande stupore di tutti Ron Weasley era di buon umore. La causa la si poteva facilmente trovare all’interno di una lettera che il ragazzo aveva ricevuto il giorno prima:

Caro Ron,
la tua lettera mi ha sorpreso. Mi mancate tutti, ma non preoccuparti presto sarò li. I miei genitori mi hanno concesso di tornare alla Tana prima e quindi ci rivedremo tra soli due giorni! Ci vediamo presto.
Baci, Hermione

E così, allietato dalla bella notizia ricevuta, il ragazzo era sceso in cucina a fare colazione con un grande sorriso stampato sul volto.
- Buongiorno a tutti!
- Siamo di buon umore oggi fratellino?
- Già. – e così dicendo Ron cercò di troncare sul nascere una serie di domande alquanto imbarazzanti. – Oh insomma Ginny smettila di guardarmi così!
- Ma io non sto facendo niente!- esclamò la ragazza con aria innocente. In realtà sapeva a cosa il fratello si stava riferendo: era sempre stata brava a convincere le persone a “sputare fuori il rospo”. In questo modo era riuscita a sapere della cotta di Hermione per Ron. Ed ora cercava di conoscere il motivo della felicità del fratello, armata di uno dei suoi sguardi indagatori.
- E va bene. Se proprio lo vuoi sapere Hermione mi ha scritto e ha detto che tornerà domani.
- Te l’ho dovuto tirar fuori con le pinze! – scherzò Ginny e Ron stava per ribattere ma il tempestivo intervento di Harry portò l’attenzione su un gufo che era appena atterrato sul davanzale della finestra.
- Chissà chi sarà – domandò Molly, più a se stessa che ai tre ragazzi. - Santo cielo! È una notizia fantastica!
- Che succede mamma? – chiese Ginny non riuscendo a frenare la sua curiosità-
- Ragazzi Claire e Veronica verranno a farci visita questo pomeriggio!
- Cosa?! Non vorrai mica dire quella Claire e quella Veronica spero?
- Non incominciare Ronald! Arriveranno prima di cena e si fermeranno per qualche giorno. E voi due – disse stavolta rivolta ad entrambi i figli – vi comporterete come si deve. Sono stata chiara?
- Si, ma…
- Nessun ma! Ora finite di mangiare e poi inizieremo a riordinare la casa. – e con queste parole Molly Weasley lasciò la cucina.
- Ditemi che è un incubo. Ditemi che sto sognando e che tra poco mi sveglierò. Vi prego! – si lamentò Ron, lasciando da parte il toast che aveva preparato.
- Purtroppo no…
- Scusate, ma si può sapere chi sono Claire e Veronica?- intervenì Harry
- Claire è un’ amica della mamma e Veronica è sua figlia. Vivono in una regione del Nord e non le vediamo da quando eravamo bambini, poi con il ritorno di Voldemort abbiamo perso i contatti... fino ad ora. – spiegò Ron
- Bene e dove è il problema?
- Dove è il problema dici?- riprese il rosso, gli occhi lampeggianti.
- Oh Ron smettila di fare il bambino. Harry non può sapere perché le odiamo tanto.- lo riprese sua sorella. – Allora claire è una brava persona. Veronica, invece, ha la mia stessa età, è viziata, capricciosa e si crede la persona più importante sulla faccia della terra. E poi…
- Poi?- Harry era ormai esasperato.
- Amico, hai presente l’ossessione che Ginny aveva per te fin da bambina?
Il ragazzo annuì e Ginny arrossì ma Ron la ignorò e continuò il suo racconto.
- Ecco, Veronica l’ha sempre presa in giro per questo, diceva che Harry Potter non avrebbe mai e poi mai potuto sposare una Weasley. Inoltre mi rendeva la vita impossibile dicendo che la mia paura per i ragni era stupida e che se avessi voluto sposarla un giorno sarei dovuto diventare molto più carino e che mi sarei dovuto tagliare i capelli, perché non le piacevano! Capisci ora?!- concluse il ragazzo abbandonando la testa sul tavolo.
Harry guardò lui, poi Ginny e poi nuovamente il suo migliore amico e non poté trattenersi: scoppiò in una fragorosa risata.
- Mi spieghi che cosa c’è di così divertente?
- Nulla. Solo che non vedo l’ora di conoscere la ragazzina viziata che vuole tagliarti i capelli! Insomma eravate dei bambini! Si sarà dimenticata! Poi domani arriverà anche Hermione. Scommetto che avrai altro a cui pensare! Per quanto invece riguarda Ginny… beh il grande Harry Potter è fidanzato con una Weasley. Vi immaginate la sua faccia quando lo saprà? Ti riscatterai di tutte le prese in giro! – concluse, baciando Ginny e facendola sorridere.
Ron era basito. Non poteva credere a quello che il suo migliore amico aveva detto. In effetti non aveva tutti i torti, e guardando Harry che continuava a ridere, cedettero anche lui e Ginny, augurandosi che la cosa non era poi così spaventosa come poteva sembrare.
***
Dopo pranzo un “pop” proveniente dal giardino segnalò che qualcuno si era appena smaterializzato. Due figure oltrepassarono la porta e, precedute dalla signora Weasley, entrarono nel salotto dove erano attese dai tre ragazzi.
- Ron! Ginny! Come siete cresciuti!
Una signora non molto alta e con grandi occhi azzurri si fece avanti, invitando i due Weasley a fasi abbracciare. Dietro di lei una ragazza magra, con lunghi e lisci capelli castani e gli occhi della madre osservava con aria snob l’arredamento della stanza.
- Ciao Veronica – disse Ginny, rivolgendosi alla ragazza, la quale rispose al suo saluto con un sorriso tirato per poi voltarsi verso Ron e salutare anche lui muovendo le lunghe ciglia, avendo notato quanto il suo amico di infanzia fosse cresciuto e migliorato.
-Claire, Veronica, lui è Harry Potter. È amico di Ron e Ginny e sta passando l’estate qui da noi.
- E’ un vero piacere – gli strinse la mano Claire
- Chi l’avrebbe mai detto che i Weasley avrebbero avuto l’onore di ospitare nella loro…casa il grande Harry Potter. Piacere, io sono Veronica. –esclamò, guardando di sottecchi Ginny.
- Piacere – rispose il ragazzo, leggermente imbarazzato.
- Ragazzi, io e Claire andiamo in cucina a preparare del the. Voi aspettateci fuori. – comunicò Molly, sparendo oltre la soglia del salotto.
I quattro uscirono in giardino e si accomodarono su delle poltroncine di vimini che il Signor Weasley aveva insistito per comprare avendo saputo che erano molto comuni tra i babbani.
- Noto con piacere che questo posto non è cambiato di una virgola – iniziò Veronica, ma le sue parole non volevano essere gentili. – La stessa cosa non si può dire di te Ron. Devo ammettere che sei diventato davvero un bel ragazzo. – disse guardandolo con fare civettuolo, ignorando il rossore che si espandeva sul viso del rosso. - Tu invece, Ginny, ammetto che ti immaginavo più carina. 
A quelle parole Ginny dovette far appello a tutto il suo autocontrollo per non strangolarla. Come si permetteva quella piccola arpia di  squadrare lei, la sua casa, suo fratello e di esprimere giudizi?
- Spero che almeno mi facciate dormire su un letto comodo… - continuò Veronica, per nulla spaventata dalle occhiatacce di Ginny.
Lei Ron ed Harry si guardarono e sospirarono: sarebbero stati dei lunghissimi, pesantissimi, bruttissimi giorni!


Salve a tutti! Ecco a voi il terzo capitolo!
Mi scuso per il ritardo e vogliate perdonarmi se è troppo lungo. Non volevo dividerlo dato che nonostante lo consideri un capitolo di transizione è fondamentale ai fini della storia. Spero di pubblicare il prossimo tra un paio di giorni. Intanto ringrazio chi ha messo questa storia tra le seguite: grazie di cuore! *__________*
Aspetto i vostri pareri!
A presto, Sa :) 

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Capitolo 4
*** Scomode verità ***


Il giorno dopo, insolitamente, la Tana era tranquilla e silenziosa. Il motivo era la quasi totale assenza dei suoi abitanti ed ospiti. Infatti Molly aveva insistito per portare Veronica e Claire a Diagon Alley per far visitare loro il negozio di scherzi dei gemelli, che George si era da poco convinto a riaprire pensando che Fred lo avrebbe apprezzato. La signora Weasley aveva costretto anche Ginny ad andare con lei ed Harry, un po’ perché non aveva di meglio da fare, un po’ perché non voleva lasciare da sola la sua ragazza, aveva deciso di accompagnarle.
Ron invece aveva evitato quella che lui definiva tortura con la scusa di non sentirsi troppo bene. Così il ragazzo si trovava da solo in cucina quando qualcuno bussò alla porta della Tana.
- E ora chi sarà mai?! – borbottò, pensando che si trattasse di uno dei componenti della sua famiglia giunto ad interrompere la sua tranquilla colazione. Tuttavia aprendo la porta si ritrovò senza parole.
- Disturbo?
- Hermione! – sorrise, abbracciando forte la ragazza tanto da farla sollevare non poco da terra, data la loro differenza d’altezza.
Hermione rise di gusto - Allora, vuoi farmi entrare o intendi lasciarmi fuori a lungo?- domandò fintamente offesa.
- Certo! Avanti entra. – le rispose, prendendole la valigia e andando in cucina. – Stavo facendo colazione… vuoi del succo di zucca?
- Si grazie.
Ron si diresse al frigo, prese una caraffa e versò il contenuto in due bicchieri per poi porgergliene uno.
- A lei. – disse sorridendo
- Dove sono tutti gli altri? – chiese Hermione dopo qualche minuto di silenzio. Incredibile quanto riuscissero ad essere imbarazzati solo perché non si vedevano da un po’ di tempo.
- A Diagon Alley. Mamma ha insistito per portare Veronica e Claire al negozio dei gemelli.
- E chi sarebbero Veronica e Claire? – domandò Hemione sorpresa. Non le aveva mai sentite nominare.
- Oh giusto. Claire è una cara amica di mamma e Veronica è sua figlia. Sono arrivate ieri e si fermeranno per qualche giorno. – rispose Ron, evitando accuratamente di parlare dello strano comportamento di Veronica nei suoi confronti.
- Non vedo l’ora di conoscerle. Se sono amiche di tua madre saranno due persone fantastiche! – comunicò Hermione entusiasta. Non sapeva quanto si sbagliava, soprattutto su Veronica! Per tutta risposta Ron le sorrise imbarazzato e le si avvicinò, appoggiando le mani sui fianchi della ragazza e porgendo il viso verso il suo. Merlino sa solo come era riuscito a trattenersi dal baciarla prima di allora: le era mancata tantissimo! Hermione era dello stesso parere  e per non attendere oltre si sollevò sulle punte dei piedi per eliminare del tutto la distanza tra i loro volti.
E così si ritrovarono a baciarsi dolcemente, fin quando Ron sollevò Hermione e la fece sedere sul tavolo, posizionandosi tra le sue gambe. La ragazza sorrise per quel gesto tanto premuroso quanto appassionato e iniziò a baciarlo con più foga portando le mani ad accarezzargli i capelli. Ron rispose ai baci entusiasta fino a quando il rumore di una porta che sbatte lo portò a interrompere la loro attività e dopo aver mormorato un “ Miseriaccia ”,si allontanò da Hermione per permetterle di scendere dal tavolo.
Cercarono di darsi un contegno appena prima che Ginny ed Harry entrassero in cucina.
- Hermione! – esclamò la rossa subito prima di correre ad abbracciare l’amica.
- Ginny, lasciala respirare. – intervenne Harry per poi prendere il posto di Ginny tra le braccia della ragazza.
- Ehm ehm – un colpo di tosse stile Umbridge interruppe quel quadretto.
- Oh tu devi essere Veronica. Piacere, io sono Hermione Granger.- disse porgendole la mano.
- Piacere- rispose la ragazza con sufficienza, stringendole la mano.
Hermione si voltò perplessa verso Ginny che le rispose con un’alzata di spalle.
- Hermione cara sei tornata! – esclamò la signora Weasley salutando allegramente la ragazza. – Spero che questa volta ti fermerai più a lungo.
- Fino alla fine dell’estate, se non sono di troppo disturbo…-
- Certo che no! Puoi restare tutto il tempo che vuoi! La tua presenza è gradita a tutti, vero Ronald?
- C-certo! – rispose il ragazzo, arrossendo incredibilmente su tutto il viso.
Harry e Ginny dovettero controllarsi non poco per non scoppiare a ridere alla vista di quella scena e furono fulminati dalle furiose occhiate di Ron ed Hermione, entrambi rossi come pomodori.
Dopo che Hermione ebbe conosciuto anche Claire, Molly iniziò a cucinare, avvalendosi della collaborazione di tutti. Così poterono gustare un altro splendido pasto degno della Signora Weasley.
Alla fine del pranzo Ginny, Ron, Hermione ed Harry ritrovarono ai piedi della grande quercia nel giardino della Tana intenti a non fare nulla, godendosi quella tiepida brezza pomeridiana. La loro tranquillità fu interrotta dall’arrivo di Veronica.
- Posso? – chiese.
Ad un cenno d’assenso da parte di Ginny prese posto accanto a loro ai piedi dell’albero.
- Come mai sei qui? – domandò la rossa
- Mi annoiavo. E poi devo dire che sono davvero curiosa…
- Riguardo cosa?
- Riguardo voi. – rispose come se fosse la cosa più ovvia. – Insomma siete gli eroi del mondo magico! Le vostre foto sono su tutti i giornali nonostante siano passati alcuni mesi! Avrete pur qualcosa da raccontare! Ad esempio come vi siete conosciuti.
- Beh non c’è molto da dire. – iniziò Harry. – Io e Ron ci siamo conosciuti sull’Espresso per Hogwarts al primo anno e siamo immediatamente diventati amici.
- E tu Hermione? Come hai conosciuto Ron ed Harry?
- Li ho incontrati la prima volta sull’Espresso e devo essere sembrata parecchio antipatica. Ma poi grazie ad un Troll di montagna siamo diventati inseparabili e la nostra amicizia è forte oggi come allora. – concluse sorridendo: parlare del loro primo incontro aveva risvegliato in loro moltissimi ricordi.
- Wow. E non c’è stata mai una lite? Una piccola discussione? Niente di niente?
- Oh si, altroché – disse Ginny. – Ron ed Hermione litigavano due giorni si e uno no! Ed Harry doveva sempre intervenire per mettere fine alle loro urla. – proseguì ridendo.
- E ditemi è vero che avete passato tutto lo scorso inverno in una tenda?
- Era scritto anche questo sui giornali? - sbuffò Ron, che fino ad allora si era limitato ad annuire.
- Si… Hermione posso farti una domanda?
- Certo!
- Da quanto tu ed Harry state insieme?
Tutti la osservarono per capire se stesse parlando sul serio. Poi Hermione ed Harry iniziarono a ridere, Ron arrossì e Ginny fulminò il suo ragazzo e la sua migliore amica con lo sguardo.
- Credo che tu abbia frainteso. Io ed Harry non stiamo insieme. Siamo amici, solo amici. Quasi fratelli oserei dire. – le rispose garbatamente.
- Davvero? Lui è un eroe e tu, a quanto dicono, sei la strega più brillante di tutti i tempi! Volete farmi credere che non state assieme?
- Non vogliamo fartelo credere. È la verità. – tagliò corto Harry.
- Va bene. A proposito Harry, sapevi che Ginny da piccola aveva una cotta per te? Era quasi ossessionata. – rise Veronica, guardando la ragazza in questione.
- Si, me l’ha accennato. – rise Harry, facendo l’occhiolino a Ginny.
- Che vuoi dire?
- Vuol dire che sa che ero, e sono, innamorata di lui fin da quando ero piccola. – disse Ginny, sorridendo beffarda verso Veronica. – Si, io e lui stiamo insieme Veronica. - aggiunse in risposta ad uno sguardo interrogativo dell’ “amica”. – E tanto per mettere le cose in chiaro Harry ed Hermione sono realmente come fratelli, altrimenti come credi che Hermione possa sopportare quell’idiota di mio fratello se non fosse perdutamente innamorata di lui?
- Significa che anche loro due sono fidanzati?
- Esattamente. – concluse Ginny, soddisfatta di aver messo le cose in chiaro e di essersi vendicata per ciò che Veronica aveva detto il giorno prima.
- Allora congratulazioni! – disse Veronica, esponendo il più falso sorriso che si fosse mai visto. – Ora scusatemi ma vorrei andare a riposarmi un po’. A dopo. – disse prima di alzarsi e dirigersi verso la Tana.
- Tesoro, era davvero necessario? – domandò Harry a Ginny
- Certo che si! Prima o poi l’avrebbe scoperto da sé quindi non ho fatto nulla di grave. – rispose tranquilla per poi stendersi accanto al suo ragazzo e posargli un bacio sulle labbra.
Ma Ginny Weasley non immaginava neanche lontanamente cosa aveva provocato!
 
 
Tadan! (?) ecco a voi il quarto capitolo in anticipo, come vi avevo promesso! :)  è stata una vera fatica ottenere qualcosa di decente, quindi spero lo apprezziate e in tal caso me lo facciate sapere. Aspetto le vostre recensioni!
Ed ora passiamo ai ringraziamenti: ringrazio Nene Malandrina e lily_94 che hanno recensito il capitolo precedente e seguono la storia; ringrazio anche  Astoria93chiaretta_putolosacoccinella75Grety,Haley_V, Prongs4 e  SaraSnow che hanno messo la storia tra le seguite ed infine Alessia_Potter712 che ha inserito la storia tra le preferite! Dulcis in fundo ringrazio anche te che stai leggendo per il semplice fatto di essere arrivato fino in fondo a questo capitolo :)
A presto, Sa :)

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Capitolo 5
*** Piani diabolici e dichiarazioni ***


- E così stanno insieme?! Sono finita nel paradiso felice delle coppiette! Non è possibile! Ginny fidanzata con il grande Harry Potter? E Ron?! Come può stare con quella…quella…. Ok sarà anche intelligente ma non è così carina! È impossibile che un ragazzo come lui stia con una del genere! Avrà sicuramente utilizzato qualche incantesimo, ne sono più che certa… o magari un filtro d’amore! Sarà anche la strega più brillante della sua età ma deve ancora nascere la ragazza capace di prendersi il mio futuro fidanzato!
Con queste parole Veronica, dopo aver camminato avanti ed indietro si accasciò sul letto della stanza che condivideva, per sfortuna di tutti, con Ginny ed Hermione.
- Oh si, indagherò in tutta questa faccenda e farò in modo che la loro felicità finisca il più presto possibile o non mi chiamo Veronica White! – decretò infine, guardando il soffitto come se potesse incenerirlo.
- Veronica va tutto bene? – una voce interruppe i suoi diabolici piani, guarda caso tutti rivolti a rovinare l’estate di chi le aveva posto quella domanda.
- Si Hermione, grazie. Piuttosto entra, ti va se parliamo un po’?
-Ehm…ok. – accettò la ragazza andandosi ad accomodare sul suo letto, ignara di ciò che l’altra aveva in mente.
- Quindi tu e Ron state insieme? Scusa la mia intromissione, ma posso sapere come?
- Che vuoi dire?
- Possibile che tu non ci arrivi? Tu sei così intelligente, gentile, buona… lui invece è così… così Ron! Due persone devono avere qualcosa in comune se stanno insieme, giusto?
- Certo! Credimi io e Ron abbiamo molto in comune. – disse senza pensarci troppo.
- Ad esempio?- chiese Veronica con aria innocente
Hermione pensò e ripensò ma non le venne in mente niente. Il fatto che avevano condiviso le avventure ad Hogwarts, il viaggio dell’anno prima in tenda, la battaglia, non contava. Ciò che Veronica intendeva non rientrava in quegli ambiti. Allora che cosa avevano in comune lei e Ron? “Niente” le suggerì una vocina nella sua testa.
- Hermione!
- Oh scusami Veronica, Ginny mi sta chiamando. Ci vediamo a cena.- si congedò Hermione, lasciando Veronica con un sorriso vittorioso sul volto.
-Sei salva per un pelo Hermione! – si disse la ragazza.
- Hermione dove eri finita? – Ginny all’attacco.
- Oh, da nessuna parte. Ora scusami Ginny ma devo assolutamente parlare con tuo fratello. - e con questo scappò all’interrogatorio della sua amica.
Cercò Ron per tutto il giardino, perfino nel capanno degli attrezzi, ma di lui nessuna traccia. Così provò ad andare in camera sua. Dall’esterno si udivano delle voci e delle risate. Bussò e poi entrò trovandosi d’avanti ad una scena a dir poco comica: Harry e Ron stavano lottando armati di cuscini, e la ragazza non poté trattenersi dal sorridere.
- Siete proprio due bambini! – intervenne Hermione proprio mentre Harry stava per mettere al tappeto l’amico.
- Ci stavamo solo divertendo Hermione, e tu ci hai interrotti! – comunicò arrabbiato il ragazzo, dato che stava per vincere contro Ron, nonostante fosse più esile di lui.
- Scusatemi tanto allora. – borbottò, poi sospirò – Harry potresti lasciarmi da sola con Ron? Avrei bisogno di parlagli.
- Si, allora io vado. A dopo. – salutò lasciando da soli i suoi due migliori amici.
- ‘Mione che succede?
- Ron, io e te stiamo insieme giusto? – iniziò la ragazza.
- Si… - rispose Ron arrossendo: considerare Hermione la sua ragazza ancora lo disorientava.
- Bene. Due persone che stanno insieme però devono avere qualcosa in comune…
- Beh in teoria sarebbe così. – disse Ron, iniziando a capire dove quel discorso avrebbe portato.
- Ecco, appunto. Noi due cosa abbiamo in comune? A te piace giocare a Quidditch mentre io sono negata, a me piace leggere e tu odi i libri, frequentiamo gli stessi amici ma questo non basta e nemmeno il fatto che abbiamo condiviso gli anni ad Hogwarts… - Hermione aveva iniziato a parlare senza sosta, gesticolando febbrilmente ed evitando di guardare il suo interlocutore negli occhi.
- Ehi ehi Hermione calmati! Ho capito ciò che vuoi dire ma stammi a sentire ok?
Ad un cenno d’assenso della ragazza la fece accomodare sul letto e le si inginocchiò d’avanti, prendendole le mani e proseguendo – Due persone normali avrebbero molte cose in comune. Ma noi non ci possiamo definire normali. Noi non ci siamo confessati i nostri sentimenti per anni per paura di rovinare la nostra amicizia, noi abbiamo scelto di stare con le persone sbagliate solo per farci ingelosire a vicenda, noi litigavamo in continuazione solo per attirare l’attenzione dell’altro, noi abbiamo messo da parte il nostro amore perché c’era una guerra in corso, noi anche ora che stiamo insieme continuiamo ad arrossire perché non lo crediamo possibile. Cosa c’è di normale in tutto questo? Niente Hermione, assolutamente niente! Ma non mi interessa! A te non piace il Quidditch ed io non amo studiare, tu sei brillante ed intelligente mentre io combino solo guai e non ho un grande cervello, e potrei continuare all’infinito ad elencare ciò che ci differenzia. Eppure tu mi completi, tu mi fai sentire diverso da tutti gli altri, mi fai sentire speciale e nessuno potrà mai levarmi questa convinzione dalla testa. Io senza di te sono perso e credimi non ti baratterei per tutto l’oro del mondo. Tu sei importante per me e questo non cambierà mai, nonostante tutte le nostre differenze. Sono stato chiaro?- concluse.
Nemmeno per un attimo aveva distolto gli occhi dai suoi. Le aveva detto quello che pensava di loro due, di lei. Le aveva detto che era importante e per la prima volta era riuscito a zittire Hermione.
La ragazza infatti aveva ascoltato in silenzio e man mano che Ron proseguiva nella sua dichiarazione i suoi occhi si riempivano di lacrime.
- Oh Ron!
Ecco non aveva saputo trattenersi. Appena il ragazzo ebbe finito di parlare gli saltò al collo per poi riempirli tutta la faccia di piccoli baci. Ron rise per la sua reazione prima baciarla sulle labbra dolcemente, cercando di trasmetterle così tutte le parole che non le aveva ancora detto, ma che prima o poi lei avrebbe visto uscire dalla sua bocca. Si baciarono come se fosse la prima volta, come se non ci fossero più baci da dare, come se tutto il resto in quel momento fosse scomparso perché loro due, proprio come aveva detto Ron, si completavano e non avevano bisogno che l’uno dell’altro.
 
Hello to everyone! ho cercato di non farmi attendere troppo, ma non ci sono riuscita perciò perdonatemi il ritardo ma scrivere questo capitolo è stato davvero difficile e se devo essere sincera non sono ancora del tutto soddisfatta del risultato… ma vabbè xD
Passando ai soliti ringraziamenti, oltre a ri-ringraziare lily_94, Nene Malandrina e Astoria93 che hanno recensito il quarto capitolo ringrazio anche Shopgirl39 e Sweet_Truffle che hanno aggiunto la storia tra le seguite.
Bene io ho finito, ora non vi resta che leggere e farmi sapere che ve ne pare mi raccomando!
Baci, Sa :)
P.S. mi scuso per la troppa dolcezza di Ron ma non ho saputo resistere! ^.^

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Capitolo 6
*** Sospetti ***


Da quel giorno la situazione non fu più la stessa. Ron aveva tranquillizzato Hermione e messo fine ai suoi dubbi sulla loro relazione, ma da quando il ragazzo si era dichiarato quasi del tutto i due non ebbero più tempo per stare insieme. Certo non mancavano le occasioni per ritrovarsi in giardino o in salotto o in cucina, ma erano sempre in compagnia di Harry, Ginny, o qualcun altro. Addirittura la Signora Weasley, senza esserne consapevole, continuava a mettere i bastoni tra le ruote ai due ragazzi, non appena questi si ritrovavano finalmente da soli, affidandogli compiti come riordinare la camera o disinfestare il giardino dagli gnomi.
 Quindi da quel fatidico giorno Ron ed Hermione non si erano minimamente sfiorati, e alle volte perfino guardarsi sembrava impossibile, dato il grande numero di abitanti della Tana.
Ma il problema non era questo. Il problema aveva un nome e un volto preciso e conosciuto: Veronica.
Hermione aveva capito che la ragazza con quelle domande sulla sua relazione con Ron aveva voluto metterla in difficoltà, ma non riusciva a capire il perché. Pian piano però il brillante cervello della Grifondoro si era messo in funzione ed era arrivato ad una spiacevole conclusione.
Veronica infatti non perdeva occasione di interrompere i due ragazzi nei momenti meno opportuni. Li interrompeva ovunque e la maggior parte delle volte proprio mentre i due riuscivano ad avvicinarsi un po’ più di quanto avessero potuto fare in quei giorni.
Inoltre senza dare nell’occhio cercava guardare, o meglio fissare, Ron sbattendo le palpebre e muovendo le sue lunghe ciglia.
Ad Hermione ricordava tanto una certa bionda di sua conoscenza altrettanto vanitosa e oca quanto lei.
Proprio per questo, avendo notato i comportamenti e le occhiate che la ragazza lanciava al suo ragazzo, aveva deciso di prendere in mano la situazione.
- Io e te dobbiamo parlare.
Con queste parole aveva convinto Ron a seguirla in giardino.
- Dimmi pure.
- Non hai notato niente di strano?
- Non capisco Hermione… ho fatto qualcosa di male? No perché se è così non era mia intenzione…
- Ron non sei tu il problema! Non hai notato niente di strano nei comportamenti di Veronica?
- Il pranzo è pronto!
Quando si suol dire il tempismo: Veronica era appena andata incontro ai due ragazzi per chiamarli a tavola.
- Ron il pranzo è in tavola, faresti meglio ad affrettarti se non vuoi che si raffreddi! -La ragazza non si era fatta sfuggire quell’occasione e gli andò incontro per richiamarlo ancheggiando e guardandolo nel solito modo.
Hermione gli lanciò un occhiata eloquente che Ron naturalmente non comprese.
- Merlino Ron davvero non capisci?
- Mione sai che non ragione bene a stomaco vuoto.  Potresti aspettare dopo pranzo? Ho una fame da lupi!
Ron era sempre il solito. Ad un cenno d’assenso della ragazza le stampò un veloce bacio sulle labbra prima di prenderle la mano ed incamminarsi con lei verso la cucina.
Dopo pranzo Hermione trascinò Ron nella sua camera con l’intenzione di spiegargli la situazione, ma il rosso aveva tutt’altro in testa. Iniziò ad avvicinarsi alla ragazza cercando di baciarla ma Hermione non desisteva: la sua priorità era parlare di Veronica.
- Ron smettila!
- Perché?
- Perché si!
- No!
- Si!
- No!
- Si!
- No!
- Ron Weasley!
- Ok scusa! Di cosa volevi parlarmi?
- Non hai notato come si sta comportando Veronica? Di come spunti all’improvviso non appena io e te siamo soli?
- Cosa?
- Insomma Ron non hai visto come ti guarda? Sembra voglia saltarti addosso da un momento all’altro!
Ron iniziò a ridere sommessamente per poi non riuscire più a trattenersi dalle risate. Hermione intanto si sentiva davvero stupida: si stava comportando come una sciocca. Quelle, in fondo, erano tutte sue supposizioni.
- Hermione, non sarai mica gelosa?
- Gelosa? Io? Ma non farmi ridere!
- E allora perché ti scaldi tanto? Come mai volevi parlarmi con tutta questa urgenza di come Veronica mi guarda?
“Colpita e affondata Granger” pensò la ragazza.
- Ron – iniziò dopo un lungo sospiro – credo che Veronica stia tramando qualcosa. E so che può sembrare infantile pensare una cosa del genere ma non mi piace come ti guarda…
- Sei gelosa allora?
- E va bene sono gelosa! Contento ora?
- Non sai nemmeno quanto! – sorrise Ron prima di tirare Hermione verso di sé e baciarla, finalmente, come si deve.
- Senti, Veronica partirà domani mattina e noi non la rivedremo per molto, molto, molto tempo. Potremmo anche non rivederla più se siamo fortunati! Quindi non preoccuparti.- la tranquillizzò il ragazzo, quando la mancanza di ossigeno li costrinse a mettere fine al bacio.
- Si forse hai ragione tu, scusami.
- Figurati! E poi sei così carina quando ti ingelosisci!
Questa affermazione gli costò un bel pizzico sul braccio
- Ahi!
- Te lo sei meritato! Ora vado, avevo promesso a tua madre di aiutarla.
- E mi lasci qui tutto dolorante?
- Certo! – disse la ragazza prima di fargli una linguaccia e chiudere la porta alle sue spalle, lasciando un Ron che scuoteva la testa divertito.
 
La mattina seguente tutti si erano radunati in giardino per salutare Veronica e Claire che, fortunatamente per i quattro ragazzi,  stavano andando via.
Claire salutò tutti affettuosamente. Era davvero una brava persona, peccato che non si potesse dire lo stesso di sua figlia. Veronica infatti dopo aver ringraziato Molly per l’ospitalità e salutato frettolosamente Ginny ed Harry, abbracciò Ron più calorosamente del dovuto, sotto le occhiate assassine di Hermione, che venne abbracciata subito dopo.
- Tornerò presto Hermione. Tienitelo stretto finché puoi… - sussurrò Veronica all’orecchio della ragazza, lasciandola basita.
- È stato davvero un piacere stare con voi! Spero di rivedervi presto. – sorrise.
- Contaci! – borbottò Ginny, dando voce ai pensieri di tutti, non curandosi che la stessa Veronica l’avesse sentita.
Con un “pop” Veronica e Claire sparirono e i quattro ragazzi tirarono un sospiro di sollievo.
- Finalmente! Non ne potevo più! – Ginny stava esprimendo tutta la sua felicità.
- Sono pienamente d’accordo! A chi va di giocare a Quidditch? – propose Harry.
Tutti accettarono di buon grado, perfino Hermione che di fatto era negata per lo sport. Ma in quel momento la ragazza si sarebbe persino arrampicata sul Platano Picchiatore pur di non pensare alle parole di Veronica.
 
 
 
Cavoli! Scrivere questo capitolo è stata un’impresa e ancora non mi piace! Ma dato che sono brava lo pubblico lo stesso perché so che non vedevate l’ora di leggere il seguito! *modestiaportamiviatime*
Veronica è partita… ora non uccidetemi solo perché ho rovinato le vostre aspettative sulla storia. Posso solo dirvi di continuare a leggere per sapere come andrà a finire tutta la faccenda :)
Passando ai soliti ringraziamenti ringrazio chi ha recensito o messo la storia tra le seguite/preferite/ ricordate. Grazie a tutti!
Ci vediamo presto, Sa :)
P.S. avete il permesso di dirmi quanto questo capitolo faccia schifo! :P

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Capitolo 7
*** Lettera da Hogwarts ***


Da quando era partita Veronica le vacanze avevano ripreso il loro regolare ritmo. Harry, Ron, Hermione e Ginny passavano insieme la maggior parte del tempo, trascorrevano le giornate al lago o semplicemente all’ombra di qualche albero. E così agosto era già alle porte.
Durante un soleggiato pomeriggio Harry e Ginny si trovavano seduti sull’erba in giardino, cercando un riparo dall’aria afosa.
- Harry? – chiamò Ginny ricevendo solo un debole mugolio di risposta. – Harry? Ci sei?
- Si Ginny, dimmi.
- Pensi dovremmo intervenire?
Il ragazzo ci mise un po’ per capire a cosa Ginny si stesse riferendo, ma quando i suoi vispi occhi verdi si posarono su due persone non molto lontane da loro tutto gli fu chiaro. Nonostante non fossero vicini le parole si potevano udire distintamente, dato che i due ragazzi che si stavano dirigendo all’interno della Tana avevano preso quasi ad urlare.
- Sai Gin, credo proprio che per una volta potremmo farne a meno. – disse Harry, assumendo l’espressione di chi la sa lunga. – Piuttosto, credo che dovremmo approfittare del fatto che tuo fratello non sia nei paraggi…
- Si, credo proprio che tu abbia ragione. – asserì prima di avvicinarglisi e lasciarsi baciare.
I due rientrarono in casa solo all’ora di cena, trovando in cucina un Ron e una Hermione alquanto imbronciati.
- Che succede? – bisbigliò al rosso Harry, cercando di capire il motivo della discussione pomeridiana che aveva avuto con Hermione.
- Stava leggendo oggi pomeriggio, poi quando mi sono avvicinato e ho preso a stuzzicarla mi ha detto dismetterla perché la distraevo, e così ho detto che lei tiene di più ai suoi libri che a me e lei ha iniziato a dire che stavo delirando! Capisci?!
- Ma sei scemo?! – proferì Harry, dopo essersi ripreso da un attacco di risa.
- Grazie Harry! Perlomeno c’è qualcuno che mi dà ragione! Sai Ronald, dovresti prendere esempio.
- Miseriaccia! Herm mi dispiace, mi perdoni?
- Forse… Va bene sei perdonato. – disse in risposta alla solita espressione da cucciolo bastonato di Ron.
- Ti adoro! – le sussurrò lui, prima di stampargli un leggero bacio sulle labbra, stando ben attento a non farsi notare da sua madre. Per quanto i Weasley adorassero Hermione nessuno sapeva, ancora, della loro relazione.
La cena fu molto tranquilla ma proprio mentre stavano per alzarsi da tavola, un gufo si posò sul davanzale. Il Signor Weasley aprì la finestra e permise all’animale di entrare e posarsi sul tavolo, per poi allungare  la zampa a cui era legata una lettera riportante lo stemma di Hogwarts.
- Credo sia per voi ragazzi. – disse Arthur, appena il gufo ripartì.
Harry prese la lettera e con Ginny, Hermione e Ron si diressero verso la stanza di quest’ultimo per leggerla.
- Hermione, a te l’onore. – disse Harry.
La ragazza prese la busta, rimosse con cura il sigillo che la chiudeva, prese la lettera e iniziò a leggere:
 
Cari signor Potter, signor Weasley e signorina Granger,
sono lieta di informarvi che la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts è stata completamente ricostruita e che quindi il 1 settembre le lezioni riprenderanno…
 
- Ma è fantastico! – interruppe Ginny
- Aspetta falla continuare!
 
Domani i gufi della scuola recapiteranno le lettere ( come ogni anno ) a tutti gli studenti.
Vi informo inoltre che, in accordo con il resto degli insegnanti, ho ritenuto giusto permettere, in via del tutto eccezionale, a tutti i ragazzi che, per forze superiori, non hanno potuto frequentare la scuola lo scorso anno di recuperare le lezioni e di sostenere gli esami.
Ossequiosi saluti,
Preside Prof.ssa Minerva McGranitt
 
Quando Hermione finì di leggere, un teso silenzio riempì la stanza. Ognuno era perso nei proprio pensieri, nelle proprie osservazioni e soprattutto nei propri ricordi. Sapere che Hogwarts era stata ricostruita e che nel giro di un mese migliaia di studenti avrebbero percorso nuovamente quei corridoi, seguito lezioni in quelle aule che solo qualche mese prime erano sembrate distrutte completamente.
La prima a riprendersi fu Hermione, eccitata dal fatto di poter ritornare a quella che definiva ormai casa.
- È una notizia meravigliosa! Ci permetteranno di tornare ad Hogwarts! Certo dovremo studiare sodo per passare i M.A.G.O., e poi naturalmente…
- Hermione frena ti prego… Io non credo di tornare, anzi, sono sicuro che non tornerò…
- Cosa? Perché? Harry potremmo finalmente trascorrere un anno senza essere minacciati da nessun pericolo mortale o da nessun mago che cerca di ucciderci tutti! Perché non tornare?
- Kingsley mi ha detto che io, Ron, tu e tutti quelli che hanno preso parte alla battaglia, possono iscriversi all’Accademia per Auror anche senza aver conseguito i M.A.G.O. ed io ho accettato… - concluse, stringendo la mano di Ginny tra la sua.
- Aspetta un attimo, questo significa che nemmeno tu verrai? – chiese, stavolta rivolta a Ron.
- Mione senti, sai che non amo studiare. Inoltre George ha bisogno di qualcuno che lo aiuti in negozio e io non me la sento di lasciarlo solo, non ha ancora superato del tutto la perdita di Fred. Poi magari più in là mi iscriverò anche io al corso per diventare Auror, ma non tornerò ad Hogwarts.
- Bene! Benissimo! Fantastico, direi! Per una volta, una sola volta che ci è concesso vivere come dei qualsiasi ragazzi della nostra età voi cosa fate?! Rifiutate! E tu non dici niente eh? – domandò a Ginny.
- Herm, è una decisione che spetta a loro, anche a me farebbe piacere stare tutti insieme ma...
- Grandioso! – urlò prima di uscire dalla stanza sbattendo fortemente la porta, la vista annebbiata dalle lacrime.
Passarono alcuni minuti in cui Harry, Ron e Ginny fissarono intensamente il pavimento, finché la ragazza si offrì volontaria per andare a parlare con Hermione.
- No, aspetta. Ci vado io. – disse Ron.
Arrivato alla camera di sua sorella, picchiò leggermente sulla porta semiaperta.
- Ginny, va via… voglio stare sola.
Hermione era vicina alla finestra con le spalle rivolte alla porta, intenta a scrutare il cielo. Sussultò appena quando sentì delle braccia circondarle i fianchi e una testa posarsi sulla sua spalla. Sapeva chi c’era dietro di lei. Quell’odore, quelle braccia, leggermente muscolose e cosparse di qualche lentiggine, quella zazzera rossa potevano appartenere solo ad una persona, una persona che avrebbe riconosciuto fra mille.
- Ron… Mi dispiace, non avrei dovuto reagire così…
- Shh, Mione, non dire niente… avrei dovuto parlartene prima, scusami. – sussurrò.
Hermione si voltò verso di lui, poggiando le mani sul suo petto. Non stava piangendo, ma aveva gli occhi gonfi e rossi.
- Sai, forse non dovrei tornare anche io… Kingsley mi ha offerto un impiego al Ministero della Magia… non è ciò che voglio ma mi potrei accontentare per ora…
- Non dirlo nemmeno per scherzo Hermione! Tu devi tornare ad Hogwarts! Studi per i M.A.G.O. da quando avevi undici anni e non puoi accontentarti di un lavoro che non ti piace!
- Ma se io parto non ci vedremo per mesi… io non so se ce la faccio. – disse sciogliendosi da quella sorta di abbraccio e andandosi a sedere sul letto. Ron la raggiunse e si sedette anche lui.
- Guardami. – fece, portando due dita sotto il suo mento per farle alzare lo sguardo.
- È vero se tu parti non ci vedremo per un po’, ma se tu restassi mi sentirei perennemente in colpa per non averti convinta ad andare.
Hermione lo guardò negli occhi, quegli occhi blu che tanto amava come ogni altra parte di Ron, ma questo lui non  lo sapeva, non ancora. Prese un lungo respiro e cercò di sorridere.
- Mi verrai a trovare vero? A Hogsmeade? Me lo prometti?
- Ogni volta che potrò.
- E mi scriverai?
- Si.
- E non cederai alla prima cliente del negozio che ti farà gli occhi dolci, vero?
- Questo mai! Tu piuttosto… non vorrei che qualche studente noti quanto sei bella e cerchi di portarti via da me. – disse Ron, cercando di sorridere, ma in realtà aveva davvero paura che Hermione lo lasciasse per un altro.
- Non lo permetterei mai, lo sai. – gli rispose prima di abbracciarlo il più forte possibile. – Sentirò la tua mancanza. – ormai le lacrime scendevano copiose sulle sue guance. Poi lo baciò. Di punto in bianco, inaspettatamente. Certo non era la prima volta che si baciavano, ma quasi sempre era Ron a prendere l’iniziativa, nonostante la timidezza dei primi giorni.
Il ragazzo rispose al bacio dopo qualche secondo di sorpresa e portò le braccia a circondarle la schiena.
Pian piano però i baci si fecero più intensi e passionali, le carezze più audaci, i respiri irregolari. Si ritrovarono distesi sul letto, ignari di quello che sarebbe successo. Hermione portò le mani sotto la maglia di Ron, accarezzandogli il petto, mentre lui  slacciava i primi bottoni della camicetta della ragazza. Incominciò a baciarle il collo e ogni parte di pelle visibile tentando di aprire del tutto, con mani tremanti, l’indumento. Quando ci riuscì ammirò estasiato la ragazza sotto si lui e solo allora si accorse di essere a metto nudo. Non ebbe tempo di chiedere nulla perché ripresero a baciarsi appassionatamente. Accidentalmente i loro bacini si scontrarono e questo provocò la sorpresa di Hermione che arrossì, accortasi dell’evidente desiderio di Ron.  
Continuarono a baciarsi, ad accarezzarsi, a volersi, senza parlare, fino a quando la ragazza iniziò ad armeggiare con la chiusura dei jeans di Ron.
- H-Hermione. – disse avendo capito ciò che stava per accadere. – Hermione, ti prego fermati. – quando la ragazza si fermò e lo guardò confusa continuò – Se andiamo avanti io… Io non credo di riuscire a trattenermi… Quindi se non sei sicura, ti prego fermiamoci ora. – concluse cercando di guardare altrove.
Hermione annuì concorde.
- Scusami, ho esagerato.
- No, no è tutto apposto. – sorrise beffardo Ron. - È stato un piacere.
- Stupido! – gli disse lei, lanciandoli la sua t-shirt e guardandolo divertita. - Rimani con me stanotte?
Ron annuì e si distese accanto ad Hermione abbracciandola.
Erano ancora stretti l’uno all’altra quando Ginny ed Harry entrarono nella stanza per controllare la situazione.
- Dici che dobbiamo svegliarli?
- No, assolutamente no. Non voglio perdermi la faccia della mamma quando domani mattina li scoprirà!
- Sei perfida! - la accusò Harry prima di baciarla ed uscire dalla stanza.
- A volte. - ammise Ginny, sorridendo contro le labbra del ragazzo.
 
 
 
E anche questo è andato. So che è più lungo dei precedenti, ma non volevo dividerlo. Spero vi piaccia. Aspetto i vostri commenti!
Un bacio, Sa :) 

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Capitolo 8
*** Incontri e insicurezze ***


Agosto trascorreva ad una velocità impressionante. I giorni passavano come se fossero ore e, purtroppo per i nostri protagonisti, mancava poco alla partenza di Ginny ed Hermione.
Una mattina le due ragazze, accompagnate da Harry, si trovavano a Diagon Alley per comprare il materiale scolastico, mentre Ron era stato costretto da George ad andare al negozio di scherzi per “ famigliarizzare con i clienti e gli articoli in vendita”. Così avevano deciso di incontrarsi per pranzo.
La strada era gremita di gente. Maghi e streghe di ogni età entravano ed uscivano dai negozi, probabilmente anche loro intenti ad acquistare le ultime cose prima di partire per Hogwarts.
Quando Harry, Ginny ed Hermione si trovarono per l’ennesima volta al Ghirigoro su insistenza della riccia una voce conosciuta attirò la loro attenzione.
- Ragazzi! – un ragazzo alto e moro li guardava sorridendo.
- Neville! – risposero, correndo incontro all’amico e salutandolo.
- Ne è passato di tempo! Come state?
- Tutto bene e a te? – disse Hermione.
- Non mi posso lamentare. – rispose il ragazzo – Anche voi qui per comprare il materiale per Hogwarts? – aggiunse, accennando alla borsa piena di libri sulla spalla di Hermione.
- Esatto! Tornerai anche tu? – fece Ginny – Vedi? Dovresti prendere esempio! – continuò  rivolgendosi ad Harry quando Neville annuì. Nonostante avesse accettato più facilmente, rispetto all’amica, la decisione di non tornare a scuola da parte del suo ragazzo e del fratello, doveva ammettere che le avrebbe fatto immensamente più piacere se fossero stati tutti insieme, ancora una volta.
Continuarono a chiacchierare per un po’, raccontandosi ciò che era accaduto in quei mesi dopo la guerra.
Inavvertitamente però Neville, distratto dalla conversazione, si scontrò con qualcuno, cadendo rovinosamente.
Di fronte a lui un mucchio di libri, piume e strani oggetti coprivano una figura, anch’essa a terra.
Mentre Neville continuava a scusarsi con il malcapitato, questo si alzò rivelando dei grandi occhi grigi e dei lunghi capelli biondi.
- Neville? Sei tu?
- Luna? Luna! – disse Neville, smettendo finalmente di chiedere scusa.
- Harry, Hermione, Ginny! Ci siete anche voi! – continuò la ragazza, per poi essere abbracciata a turno dai ragazzi, in particolare dalle due Grifondoro.
Luna raccontò di come aveva trascorso quei mesi, aiutando suo padre con la sua rivista e cercando prove dell’esistenza di Nargilli, Gorgosprizzi e altri esserini di cui non avevano mai sentito parlare.
Durante una dettagliata spiegazione delle proprietà curative di una particolare specie di scarabeo asiatico, Luna fu interrotta dall’arrivo di un altro gruppetto di studenti.
Tre ragazze e due ragazzi si stavano avvicinando, cercando di capire se quello che vedevano poco distante da loro era davvero Harry Potter accompagnato dai suoi amici.
Quando furono abbastanza vicini da poterlo riconoscere uno dei ragazzi chiamò il bambino-che-è-sopravvissuto, facendolo voltare nella sua direzione. Harry sorrise all’indirizzo di Seamus Finnigan in compagnia di Dean Thomas, le gemelle Calì e Padma Patil e Lavanda Brown.
Anche Ginny, Hermione, Neville e Luna si accorsero del loro arrivo e salutarono allegramente i compagni.
Si persero, ancora una volta, nel racconto dettagliato delle loro estati. Chi aveva viaggiato, chi era rimasto a casa, chi non vedeva l’ora di andare ad Hogwarts.
Harry sorrise guardando i suoi amici che parlavano tra loro, pensando che solo pochi mesi prima nessuno di loro era sicuro di poter avere un futuro, di poter tornare a scuola, di poter anche solo parlare come stavano facendo in quel momento.
La conversazione si interruppe quando Neville chiese dove si trovasse Ron.
- Già, dov’è Ron? – lo appoggiò Dean.
- È ai Tiri Vispi Weasley con George. Dovrebbe raggiungerci per pranzo. – rispose Hermione.
- Volete unirvi a noi? – propose Ginny.
Accettarono tutti e così si avviarono verso la gelateria di Florian Fortebraccio, accomodandosi ad uno dei tavolini rotondi all’esterno del locale.
- Dimmi Hermione, Ron si è dichiarato alla fine? – chiese Luna guardando attentamente la ragazza.
Sette paia di occhi si puntarono addosso ad Hermione attendendo con impazienza una risposta alla domanda, mentre Harry e Ginny facevano di tutto per non ridere.
Una voce interruppe quell’imbarazzante silenzio, portando l’attenzione su Ron, che alquanto accaldato e in ritardo correva verso di loro.
- Hermione! Hermione, scusami, non volevo fare tardi. È colpa di George, mi ha costretto a portare in magazzino un centinaio di scatoloni e poi…
- Non ti preoccupare Ron, vieni a sederti. – disse la ragazza, interrompendo il rosso che cercava di riprendere fiato.
Il ragazzo si sedette tra Harry ed Hermione accorgendosi solo in quel momento della presenza degli altri.
- Ma ci siete anche voi! – disse sorridendo a tutti.
- Sai Ron, arrivi proprio al momento giusto. – iniziò Seamus, non perdendo occasione di stuzzicare il compagno  di dormitorio.
- Già. – continuò Calì, desiderosa di avere tra le mani  un nuovo pettegolezzo.
- Davvero?  E a che proposito? – chiese Ron curioso, mentre la ragazza accanto a lui cercava di farsi il più piccola possibile con l’intenzione di sparire. 
- Si, Luna aveva appena chiesto ad Hermione se tu ti fossi finalmente dichiarato. – concluse Lavanda, che aveva sempre saputo che Ron era perdutamente innamorato della sua migliore amica.
Ron arrossì come Hermione, che aveva rinunciato al suo intento, Harry e Ginny riuscivano a stento a trattenersi e tutti gli altri attendevano una risposta.
Dopo parecchi minuti di silenzio carico di tensione e abbastanza imbarazzante per i due ragazzi interessati, Ron sospirò, attirò a sé Hermione e la baciò teneramente. La ragazza sorrise sulle sue labbra e rispose al bacio con trasporto, scatenando applausi di approvazione da parte di tutti.
- Vi basta come risposta? No perché potremmo darvi altre dimostrazioni se non ci credete… - disse Ron, suscitando le risate di tutti.
- Idiota! – lo rimproverò Hermione, pizzicandogli il braccio, per poi iniziare a ridere anche lei.
 
Quel pomeriggio Ginny Weasley si trovava sola nella camera che divideva con Hermione occupata nei preparativi dei bagagli.
- Posso?
Una zazzera mora fece capolino dalla porta.
- Vieni, entra. – rispose la ragazza sorridendo. - Come mai qui?
- Ron ed Hermione hanno monopolizzato la stanza e non volevo trovarmi in mezzo a situazioni alquanto imbarazzanti. – disse Harry, mentre passeggiava lungo il perimetro della camera non smettendo di osservare Ginny.
- Si, credo proprio che tu abbia fatto bene ad andare via. – concordò la ragazza.
Trascorsero alcuni minuti ognuno perso nei propri pensieri, finché Harry interruppe il silenzio:
- Sei davvero bella quando ti concentri, sai?
- Come scusa? – disse Ginny, spiazzata da quello che aveva tutta l’aria di essere un complimento.
- Sei bella quando ti concentri. Corrughi la fronte e ti mordi il labbro inferiore in un modo… beh wow! – ripeté Harry, non potendo fare a meno di arrossire leggermente.
- Avevo capito, solo che sembra strano ricevere un complimento da te…
- Beh, se vuoi ti insulto. Allora, sei la ragazza più cocciuta che abbia mai incontrato, vuoi avere sempre ragione e quando ti arrabbi sei terrificante o come direbbe Ron assomigli molto a tua madre… ma sei bellissima anche così. – concluse abbracciandola.
- Oh, Harry! – disse, sciogliendosi nel suo abbraccio. Quando alzò la testa per incontrare i suoi occhi verdi una lacrima solitaria le solcava la guancia destra.
- Ehi, che ti prende?
- Niente. È una cosa sciocca…
- Non deve essere tanto sciocca se ti fa piangere. Avanti Gin a me puoi dirlo.
- È che sembra tutto troppo bello per essere vero… tutto questo, noi due… ho paura  di svegliarmi un giorno e scoprire che era tutto un sogno. Un bellissimo sogno. E che la guerra non è finita, che io sono ad Hogwarts in punizione con i Carrow, e tu sei lontano chilometri e chilometri chissà dove e io non so se stai bene, se sei vivo, se ti hanno catturato, se ti hanno ucciso…
Harry era a dir poco sorpreso. Sapeva che Ginny non era forte come dava a vedere, ma mai si sarebbe immaginato di vederla così fragile tra le sue braccia.
- Ginny, non è tutto un sogno. È reale. Tutto è reale. Io e te siamo reali, e quello che provo per te è così forte da non poter essere che vero.
La ragazza parve rincuorata da quelle parole, infatti sorrise di nuovo come se niente fosse successo.
- Grazie. – mormorò, prima di avvicinarsi ad Harry e baciarlo dolcemente.
 
Cavolo, lo ammetto scrivere questo capitolo è stata un’impresa colossale! Mi dispiace tanto, tanto, tanto per il ritardo! Scusatemi vi prego!
Bene, ho avuto la bellissima idea di organizzare una rimpatriata tra vecchi amici, così giusto perché mi andava. E poi mi sono concentrata nella seconda parte su Harry e Ginny… non ero molto sicura su cosa scrivere riguardo a questa coppia ma devo dire che il risultato mi piace!
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando so che ci siete e che leggete i capitoli perciò che vi costa lasciare un commentino piccolo piccolo??
A presto (spero prima della fine del mese XD), Sa :)
 

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Capitolo 9
*** Partenze ***


Primo settembre. Gli era sempre piaciuto quel giorno. Gli piaceva la mattina, quando sua madre urlava perché erano in ritardo e suo padre non vedeva l’ora di guidare la sua macchina incantata per portare tutti alla stazione in orario. Gli piaceva oltrepassare la barriera del binario 9 e ¾ e osservare estasiato la miriade di persone attorno all’Espresso per Hogwarts, ascoltare i fischi del treno e il vociare della gente, guardare gli abbracci e i saluti tra chi partiva e chi restava.
Quell’anno però Ron Weasley sperava con tutto se stesso che quel giorno non arrivasse, che il primo settembre si cancellasse misteriosamente dal calendario. Aveva deciso di sua spontanea volontà di non tornare ad Hogwarts, eppure adesso il solo pensiero di doversi separare da lei lo spaventava. Si chiedeva se il loro amore fosse tanto forte da resistere alla distanza.
La mattina del primo settembre Molly Weasley stranamente non dovette cacciare nessun urlo per far sì che tutti i ragazzi fossero pronti in orario. A mezz’ora dalla partenza del treno si trovarono tutti in macchina. Nessuno parlava ad eccezione della signora Weasley che non smetteva di raccomandarsi con Hermione e in particolare con Ginny.
Arrivarono alla stazione di King’s Cross in perfetto orario e in men che non si dica ebbero raggiunto il binario e caricato i bagagli delle due ragazze sull’Espresso. Poi, purtroppo arrivò il momento dei saluti.
- Mi raccomando ragazze, studiate. Hermione prenditi cura della mia bambina.
- Mamma!
- Non si preoccupi signora Weasley.
Detto ciò Hermione abbracciò i Signori Weasley ringraziandoli ancora una volta per averla accolta alla Tana anche quell’estate, poi si fece da parte per permettere a Ginny di salutare i suoi genitori.
- Ragazzi, noi vi aspettiamo in macchina. – disse Arthur a Ron ed Harry, trascinando con sé la moglie che non voleva saperne di lasciare Ginny.
Quando si furono allontanati i quattro ragazzi si guardarono in silenzio. Era davvero strano per loro trovarsi in quella situazione. Ron fu il primo a ridestarsi e abbracciò la sorella.
- Fa buon viaggio Ginny, ci vediamo presto.
- Non lavorare troppo fratellone e… tienimi d’occhio Harry. – scherzò la ragazza prima di allontanarsi con il suo ragazzo sia per avere, sia per lasciare un po’ di intimità a Ron e ad Hermione.
- Bene, ci… ci siamo…
- Già…
- Ron, mi mancherai.
- Anche tu Mione.
La riccia gli si avvicinò e lo baciò, portando le mani a circondargli il collo e attirandolo a sé. In quel momento non le importava che quasi tutti li stessero osservando, e non importava nemmeno a Ron che approfondì il bacio e la strinse più forte che poté, consapevole che per mesi non l’avrebbe potuto fare.
Continuarono a tenersi stretti finché il fischio del treno li riportò alla realtà ed Hermione si diresse verso uno dei vagoni per prendere posto.
In lontananza altri due ragazzi si stavano salutando consci del fatto che non si sarebbero potuti rivedere prima di qualche mese.
Harry stampò un ultimo veloce bacio sulle labbra di Ginny prima che questa salisse sull’Espresso che pian piano prese velocità e nel giro di qualche minuto scomparve dalla vista di Harry e Ron.
- Andiamo amico. – disse il rosso dando una pacca sulla spalla del compagno ed insieme tornarono indietro verso l’uscita della stazione.
 
Intanto sul treno diretto ad Hogwarts Ginny ed Hermione si trovavano in uno degli scompartimenti in compagni di Neville e Luna. Chiacchierarono per un po’ domandandosi chi avrebbe preso il posto di insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure e come sarebbe apparsa la scuola ai loro occhi dopo averla vista completamente distrutta a causa della battaglia.
Dopo aver pranzato Luna ed Hermione aprirono rispettivamente una il Cavillo e l’altra un grosso tomo e iniziarono a leggere mentre Ginny e Neville giocavano a spara schiocco.
Quando iniziarono a scorgere il profilo del villaggio di Hogsmeade dai finestrini, si infilarono le divise e prima che se ne rendessero conto si trovarono sulle carrozze lungo la strada per il castello.
Stavolta molti più studenti riuscivano a vedere i Thestral, e in particolare Ginny ed Hermione rimasero affascinati da quelle creature alate e non riuscivano a credere che fossero state sotto i loro occhi per tanto tempo.
E finalmente d’avanti ai loro occhi apparve il profilo illuminato di un grande castello: Hogwarts.
- Casa. – sospirò Hermione.
- Casa! – concordarono gli altri.
Così con indosso le loro nuove divise oltrepassarono il grande portone ed entrarono nella Sala Grande. Nulla sembrava cambiato: stesso soffitto incantato, stesse candele sospese a mezz’aria per fare luce, stesse grandi tavolate, stesso tavolo degli insegnanti.
Eppure tutto era cambiato. Lo si notava sul viso di chi osservava la stanza, di chi l’aveva vista distrutta e piena di macerie, morti, lacrime. Ed ora tutta la scuola sembrava aver riassunto quella sua aria così normale, così tranquilla, così… famigliare. Si, famigliare era l’aggettivo con cui Hermione Granger poteva descrivere Hogwarts.
Dopo lo smistamento dei nuovi studenti e un’abbondante banchetto di inizio anno, la professoressa McGranitt, in qualità di preside, si alzò e prese la parola.
- Benvenuti ad Hogwarts  cari ragazzi. Vorrei spendere alcune parole per ricordare, e in particolare ringraziare, tutti coloro senza i quali noi oggi non saremmo qui. Non solo gli eroi che ci hanno salvato, – e così dicendo fece un cenno alla tavolata dei Grifondoro, in particolare ad Hermione. – ma soprattutto i caduti, le vittime che la guerra ha provocato. Ricordatevi che senza di loro noi non saremmo qui, per questo vorrei fare un brindisi a tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per noi. – concluse, e tutti, insegnanti e studenti in sala, alzarono i loro calici per ringraziare quelli che avevano sperato un futuro migliore che ora non potevano vivere.
Poi piano piano gli studenti iniziarono a dirigersi nei rispettivi dormitori e alla fine anche Ginny ed Hermione si incamminarono verso la torre dei Grifondoro. Essendo stata nominata Caposcuola la riccia aveva diritto ad una stanza singola, ma aveva rifiutato, ritrovandosi a dividere il dormitorio con la sua amica.
- Merlino sono distrutta!
- A chi lo dici, Ginny. Ma dobbiamo essere in perfetta forma per le lezioni di domattina. Chissà cosa faremo, quali nuovi argomenti ci saranno….
- Bene, ma ricordati che io ho intenzione di allenarmi per il Quidditch. Sono o non sono il nuovo capitano?
- Certo, cosa dirà Harry se la squadra perdesse per colpa tua?! Oh no, potrebbe addirittura lasciarti! – la canzonò Hermione.
- Ma smettila! – disse Ginny, lanciandole un cuscino e dando inizio ad una battaglia che le tenne impegnate fino a notte fonda tra scherzi e risate fino a che entrambe caddero addormentate.
 
Ciao! :)
Sono stata brava ad aggiornare così presto eh?
Devo ammettere che questo capitolo non è molto loquace, nel senso che non ci sono molti dialoghi… sarà per questo che non mi convince poi molto. Ma in effetti siete voi a giudicare quindi se lo leggete e mi fate sapere che ne pensate vi ringrazio! :3
A proposito di ringraziamenti, grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo e a chi ha inserito la storia tra le seguite.
Ora vado e vi annuncio che molto probabilmente il prossimo capitolo sarà incentrato sulla vita ad Hogwarts, ma tutto dipende dall’ispirazione.
Bye, Sa :)

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Capitolo 10
*** Lezioni e ricordi ***


- Buon giorno, ragazzi!
Così un uomo abbastanza giovane, alto, dai capelli castani e gli occhi verdi, aveva esordito la mattina del 2 settembre, presentandosi ai ragazzi del settimo anno come il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure.
- Sono Alexander Williams e da oggi sarò il vostro insegnante. Bene, noto che in questa classe ci sono un paio di visi conosciuti persino per un forestiero come me. – continuò riferendosi naturalmente agli studenti il cui nome aveva fatto il giro della comunità magica.
- Scusi, ha detto forestiero? – intervenne un Tassorosso.
- Si, sono inglese ma ho lavorato per anni in America come auror. Tuttavia non siamo qui per parlare di me. Voi piuttosto, vediamo cosa siete capaci di fare.
E così dicendo, con un fluido movimento di bacchetta, fece sparire banchi e sedie in modo da costringere gli studenti a riunirsi attorno ad una pedana al centro dell’aula.
- Mostratemi le vostre capacità. Signorina Granger, vuole iniziare lei?
Hermione annuì e salì sulla pedana con leggero imbarazzo.
- Credo che ci serva un avversario però… C’è qualche volontario?
- Io.
Dal fondo della stanza qualcuno aveva alzato la mano, offrendosi di sfidare la Grifondoro. Un ragazzo dalla divisa verde-argento si fece avanti e raggiunse Hermione sulla pedana.
- Signor Malfoy, molto bene. Allora, vorrei che cercaste di immobilizzare il vostro avversario. Potete usare qualsiasi incantesimo di vostra conoscenza, l’importante è che non vi facciata troppo male. Tre, due…-
Ad un suo cenno entrambi i ragazzi alzarono le bacchette, pronti a pronunciare l’incantesimo.
- Pietrificus Totalus! – gridò Hermione e un fascio di luce uscito dalla sua bacchetta raggiunse Draco e lo immobilizzo prima che questi avesse aperto bocca.
- Fantastico! Davvero brava signorina Granger. Cinque punti a Grifondoro. Ora chi sono i prossimi due?
Hermione sorrise soddisfatta e mentre scendeva dalla pedana delle parole risuonarono chiare nella sua mente:
“ Qualche volta sei un po’ terrificante, lo sai si? Bravissima, ma terrificante.”
Il suo sorriso si allargò e trascorse il tempo restante della lezione a pensare alla persona che più le mancava in quel momento.
Prima della fine della lezione si sfidarono Ginny e Seamus, Lavanda e Hannah Abbott, Dean ed Ernie Macmillan, Neville e Luna, Calì e Terry Steeval.
In seguito i Grifondoro si avviarono verso le serre dove si sarebbe tenuta la prima lezione di erbologia con la professoressa Sprite. Appena entrati notarono subito dei vasi contenenti vari tipi di pianta: dalla Mandragola al Bubotubero. Il loro compito era quello di individuare il tipo e le caratteristiche che questa aveva. Ad Hermione toccò indentificare una pianta dai ceppi contorti.
- È prugnacio.
- Molto bene. Cinque punti a Grifondoro! – decretò la professoressa, e mentre si rivolgeva ad un Corvonero, Hermione si perse nuovamente nei ricordi:
“- Lumacorno darà una festa di Natale…
  - E questa è un’altra festa riservata ai cocchi di Lumacorno, vero?
  - Solo per il Lumaclub, si.
  - Lumaclub. È penoso. Beh spero che ti diverta. Perché non provi a uscire con   McLaggen, così Lumacorno potrà nominarvi re e regina dei Lumaconi…
  - Possiamo portare degli ospiti e stavo per chiederti di venire, ma se la pensi così   allora lascio perdere!
  - Stavi per invitare me?
  - Si. Ma se preferisci che io esca con McLaggen…
  - No che non preferisco.”
- Bene ragazzi ci vediamo domani.
La voce della professoressa Sprite la riportò alla realtà: lei era ad Hogwarts e Ron a Londra, probabilmente impegnato ai Tiri vispi Weasley.
Durante il pranzo Neville, Ginny ed Hermione tentarono di ipotizzare chi potesse essere il nuovo insegnante di trasfigurazione, ora che la McGranitt aveva assunto il ruolo di preside.
La loro sorpresa fu grande quando, arrivati nell’aula per la lezione di due ore, si trovarono d’avanti la loro vecchia professoressa. Era in piedi vicino alla lavagna e attendeva i suoi studenti con un piccolo sorriso sulle labbra. Quando tutti ebbero preso posto iniziò a scrivere.
- Magia Avanzata Grado Ottimale. Comunemente chiamati M.A.G.O., ecco cosa vi aspetta miei cari ragazzi. Credo che tutti voi siate a conoscenza del fatto che il settimo ed ultimo anno ad Hogwarts sia uno dei più difficili e impegnativi. Ragion per cui pretendo da voi il massimo impegno in ogni disciplina. Se avete sconfitto Lord Voldemort riuscirete anche a superare gli esami. – scherzò. – Ah un’ultima cosa. – aggiunse - Signorina Weasley, conto su di lei per la coppa di Quidditch. So che non mi deluderà. – finì, sorridendo a Ginny.
- Può starne certa professoressa! – rispose determinata la ragazza.
Detto ciò iniziarono la lezione, incentrata soprattutto sul ripasso di tutto ciò che avevano studiato negli anni precedenti; la stessa cosa accadde durante la lezione di pozioni con Lumacorno che non nascose la sua preferenza per Hermione, Ginny, Neville e tutti coloro che avevano preso parte alla Battaglia e che ora erano considerati, chi più chi meno, dei veri e propri eroi.
La cosa più strana accadde prima di cena, quando Hermione, Ginny e Neville stavano per entrare in Sala Grande in compagnia di Luna. Avevano appena oltrepassato il grande portone di legno quando un ragazzo si avvicinò  loro.
 - Paciock, Granger, Weasley, Lovegood.
- Malfoy?
- Si. Volevo dirvi che mi dispiace, per tutto. Ammetto di aver sbagliato negli anni precedenti e, anche se non ho alcuna intenzione di diventare vostro amico, ciò non toglie che non possiamo comportarci come persone civili.
- Sono pienamente d’accordo. – disse Hermione, l’unica che era riuscita a trattenersi dal spalancare la bocca per la sorpresa.
- Si, bene. Ah e appena vedi Potter ringrazialo per quello che ha fatto nella Stanza delle Necessità. – aggiunse Draco prima di allontanarsi verso il tavolo dei Serpeverde.
- Era davvero Draco Malfoy quello? Draco Malfoy ci ha chiesto scusa?!
- Si Neville. A quanto pare ha riconosciuto i suoi errori… Ma adesso vi prego andiamo a mangiare! Ho una fame…
- Sei davvero una Weasley, Ginny! – la canzonò Luna, prima di andarsi a sedere con i Corvonero e lasciare che i gli altri tre ragazzi sedessero al loro tavolo.
Dopo cena i Grifondoro si ritrovarono nella Sala Comune ed Hermione, per non smentire la sua fama, decise di iniziare il tema di trasfigurazione e costrinse anche la sua amica a fare lo stesso. Dopo circa un’ora fogli accartocciati erano sparsi su tutto il tavolo e Ginny era sull’orlo di una crisi di nervi.
- Hermione ti prego! Scrivimi almeno l’introduzione!
- Ginny come credi che riuscirai a passare i M.A.G.O. se non riesci ad iniziare un semplicissimo tema già dal primo giorno?
- Ma Hermione! Per favore! – la supplicò ancora una volta assumendo un’espressione molto simile a quella di un altro Weasley che Hermione conosceva fin troppo bene.
“- Non ti sto chiedendo di scriverlo tutto al posto mio…
  - Ah, per piacere.
  - È solo che sono stato tanto occupato con questi stupidi G.U.F.O.
  - Ti scriverò l’introduzione, nient’altro.
  - Hermione, sei la persona più straordinaria che abbia mai conosciuto, e se fossi di   nuovo sgarbato…
  - …Saprei che sei tornato in te. ”
Per la terza volta nell’arco di quella giornata Hermione si ritrovò con la mente da tutt’altra parte. Ogni piccolo avvenimento le riportava alla mente Ron e per la prima volta si rese conto che non erano mai stati così lontani dopo quell’estate, per la prima volta capì che non lo avrebbe potuto rivedere prima di qualche mese e che questo accresceva la forte mancanza che già sentiva dentro di sé.
Decise di andare a letto presto, ma prima prese una piuma e una pergamena ed iniziò a scrivere tutto quello che era avvenuto durante il corso della sua prima giornata da studentessa del settimo anno di Hogwarts. Scrisse del nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure, delle scuse di Malfoy e della sua paura per i M.A.G.O. Scrisse tutto ciò che le passava per la testa, come se leggendo quella lettera Ron potesse prendere parte attivamente alla sua giornata e, magari, sentirla meno lontana, come invece si sentiva realmente. Scacciati i brutti pensieri, sigillò la busta e, poiché era già scattato il coprifuoco, la mise sul suo comodino con l’intenzione di spedirla la mattina seguente.
 
Nuovamente in ritardo ma eccomi qua! Volevo pubblicare il capitolo prima ma ci ho messo più del previsto a scriverlo. Spero ne sia valsa la pena.
Prima di tutto vorrei chiedere scusa per un mio errore: nello scorso capitolo ho scritto che Neville riusciva per la prima volta a vedere i Thestral. In realtà come mi ha fatto notare Ribelle (che ringrazio), Neville poteva già vedere i Thestral, quindi vi chiedo perdono!
E ora passiamo ad altro: 10! Si, questo è il decimo capitolo e devo ammettere che, quando due mesi fa ho pubblicato il primo, non avrei mai immaginato che tante persone la inserissero nelle seguite o lasciassero le loro recensioni! Vi ringrazio di cuore! In particolare ringrazio Nene Malandrina, Ribelle e Ary137 che hanno recensito il capitolo precedente e poi tutti quelli che hanno inserito la storia tra le seguite, scusate se non vi nomino tutti ma siete davvero tanti e mi sto dilungando troppo XD
Io scappo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che me lo facciate sapere.
Alla prossima, Sa :) (che vi ringrazia ancora!) 

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Capitolo 11
*** Serata babbana, confessioni e traumi ***


L’autunno aveva preso il sopravvento sulle belle giornate di inizio settembre. Gli alberi perdevano le loro foglie, alcune toccavano dolcemente terra, altre venivano trasportate altrove dal vento freddo di metà ottobre.
Mentre Hermione e Ginny frequentavano le numerose ed impegnative lezioni ad Hogwarts, a molti chilometri di distanza in una casa invisibile agli occhi dei babbani un ragazzo osservava distrattamente attraverso una finestra il via vai di persone che attraversavano la strada.
Nonostante i suoi vivaci occhi verdi fossero puntati su ciò che si trovava all’esterno dell’abitazione, i suoi pensieri erano completamente rivolti al mittente della lettera che ancora stringeva tra le mani, causa del sorriso che si poteva intravedere sulle sue labbra.
Riscossosi dai suoi pensieri Harry Potter posò la lettera ricevuta quella mattina da Ginny, indossò il suo giubbotto e uscì da Grimmauld Place che da qualche settimana, dopo un attenta pulizia e modifica dell’arredamento, era diventata a tutti gli effetti la sua casa.
Una folata di vento lo colpì in pieno viso e lo costrinse a nascondere il naso nella sciarpa, regalo di Molly Weasley.
Raggiunto un vicolo afferrò la bacchetta e si preparò alla smaterializzazione.
Riapparve in una lunga via acciottolata gremita di negozi quanto di gente, e oltrepassato il Ghirigoro, la gelateria di Florian Fortebraccio e la bottega di Olivander, si ritrovò d’avanti ai Tiri Vispi Weasley.
All’interno i clienti curiosavano tra gli scaffali piani di Merendine Marinare, Torrone Sanguinolento, Polvere Buiopesto Peruviana e mille altre diavolerie create dai gemelli Weasley.
Mentre Harry gironzolava per il negozio in cerca di Ron, George uscì da quello che doveva essere una specie di laboratorio.
- Ehi Harry! Qual buon vento ti porta qui?
- Ciao, George! Sono venuto per parlare con Ron ma non riesco a trovarlo.
- Prova a vedere vicino il bancone, oggi Verity non c’è e gli ho chiesto di badare alla cassa.
- Grazie, ci vado subito. Ah George, mi devo preoccupare per quelle macchie? – chiese indicando delle chiazze rosse sulla camicia del gemello.
- Oh no, è solo un esperimento andato male con un nuovo prodotto. Scusami ma devo andare, ci vediamo Harry! – e si dileguò nuovamente nella stanza da cui era precedentemente uscito.
Harry seguì il consiglio di George e si avvicinò alla cassa, dove trovò una ragazza che parlava allegramente con il suo amico con un atteggiamento che Hermione avrebbe definito degno di una… di un’oca. Si, oca era senz’altro l’espressione che Hermione avrebbe usato per non risultare volgare.
Quando la ragazza si fu allontanata Harry si avvicinò, non visto da Ron che era voltato dall’altra parte.
- Sai, credo che Hermione non sarebbe molto contenta degli sguardi che ti rivolgono le clienti…
- Miseriaccia Harry! Ma sei impazzito?! Mi hai fatto prendere un colpo! 
- Buon giorno anche a te Ron!
- Si, certo buongiorno. – borbottò – Come mai qui?
- Voglio farti una proposta.
- Se hai bisogno di un aiuto per smantellare un’altra delle stanze di Grimmauld Place puoi scordartelo! Ho ancora la schiena a pezzi dall’ultima volta!
- Esagerato! Hai solo diciotto anni!  E comunque non si tratta di Grimmauld Place.
- E va bene! Che genere di proposta allora?
- Serata babbana! Ti va?
- Serata babbana? Che intendi?
- Lo scoprirai stasera. Allora, ci stai?
- Ehm… ok.
- Bene, ci vediamo alle otto a casa mia. Sii puntuale!
- Si, non preoccuparti.  – sorrise – E comunque Harry non sono io che istigo le clienti a guardarmi in quel modo! È colpa del mio irresistibile fascino! Dopotutto sono un Weasley! – aggiunse prima che Harry si allontanasse.
- Certo come no! Ci vediamo più tardi! – rispose scherzando mentre usciva dal negozio per lasciare a Ron il “piacere” di occuparsi di un altro cliente, stavolta maschio.
Alle 20.03 con un leggero toc toc, Ron annunciò il suo arrivo a Grimmauld Place. Harry andò ad aprire la porta e gli disse di seguirlo in salotto. Appena messo piede nella stanza Ron notò subito qualcosa di diverso. Ad incuriosirlo non erano solo dei cartoni bianchi e delle bottiglie di vetro poggiate sul tavolino d’avanti al grande divano, ma una scatola nera dall’aria misteriosa che occupava gran parte del muro.
- Allora sei pronto?
- Per cosa? – chiese Ron spaventato, accennando a quella strana scatola.
Harry rise.
- Questa Ron si chiama televisione.
- Tevelisione. Ho capito. E a che serve?
- Televisione Ron! Serve per guardare un programma, un film o nel nostro caso una partita.
- Partita? Guardiamo il Quidditch?
- Oh no guarderemo una partita di calcio.
- E cosa sarebbe?
- Uno sport babbano.
Ron annuì non tanto convinto.
- E invece quei cartoni e quelle bottiglie cosa sono?
- Pizze e.. birra!
- Fammi indovinare: cibo babbano? – chiese dubbioso.
- Si e credimi ne andrai pazzo!
- Se lo dici tu…
- Non fare il pessimista. Ora siediti che sta per iniziare la partita. – concluse Harry accendendo la televisione con una scatolina più piccola che poi Ron scoprì essere un telecomando.
Due ore più tardi qualsiasi persona avesse visto la situazione del salone di Grimmauld Place si sarebbe messa le mani nei capelli.
Le bottiglie come i cartoni della pizza erano vuoti e gli ultimi pezzi stavano per essere addentati dai due ragazzi; la televisione era sintonizzata su un canale sportivo e sia Harry che Ron erano talmente presi dalla partita da non accorgersi di una bomba, se questa fosse scoppiata da un momento all’altro.
Il fischio dell’arbitro pose fine alle loro urla e alle loro esclamazioni di gioia ogni qual volta che la squadra inglese segnava o quella avversaria sbagliava.
- Non posso credere che esista uno sport interessante quanto il Quidditch! E poi la pizza è davvero ottima, per non parlare della birra! Harry quando ti ci metti sei davvero un genio!
- Grazie, Ron. – rispose sarcastico l’amico.
- Figurati. Allora come va in accademia? – chiese incuriosito.
- Beh è davvero molto difficile e impegnativa. A volte torno a casa la sera e mi addormento immediatamente sul divano! Però devo ammettere che mi piace.  E a te al negozio?
- Hai visto no? George mi comanda a bacchetta e io devo ubbidire, ma non mi pesa a dir la verità. So che mi è riconoscente per quello che sto facendo anche se non me lo dimostra. – sorrise Ron. – Hai ricevuto notizie da Ginny?
- Si, questa mattina mi è arrivata una sua lettera. A quanto pare tra qualche settimana ci sarà un’uscita ad Hogsmeade e mi ha chiesto di andare. Tu ci verrai vero?- domandò speranzoso.
- A dir la verità non ne sono sicuro. Devo lavorare per fare… hai capito no?
- Si ma non credi che ad Hermione farebbe più piacere vederti tra un paio di settimane piuttosto che aspettare fino a Natale?
- Si, lo so. Ma spero capirà.
- Anche io! Non vorrei trovarmi in situazioni imbarazzanti qualora iniziasse ad interrogarmi sul motivo della tua assenza!
- Beh dille che dovevo occuparmi del negozio perché George non c’era. Anzi, credo sia meglio se le scrivo una lettera per informarla…
- Decisamente!
Trascorsero qualche minuto in silenzio mentre alla televisione veniva trasmessa la pubblicità di un’auto molto costosa.
- Ti manca non è vero?
- Chi? – Harry non aveva mai avuto un grande intuito.
- Mio padre! – rispose sarcastico Ron. - Ginny, idiota!
- Beh si, molto.
- Anche a me. Non Ginny, cioè anche lei ma non come mi manca Hermione. Mi sembra strano il fatto di volerla ma non poterla avere a causa della lontananza. È quasi… straziante…
- Già… Ron, posso farti una domanda?
- Certo.
- Insomma, tu ed Hermione… nel senso… voi… - chiese Harry imbarazzato.
- Se… se abbiamo fatto... ehm quello? – rispose Ron, se possibile ancora con più imbarazzo.
- Beh… si.
Ormai entrambi avevano raggiunto una tonalità inverosimile di rosso. Per quanto fossero amici, quasi fratelli, mai avevano affrontato un argomento del genere.
- No! Certo che no! Nemmeno tu e Ginny vero?
Harry tacque.
- Vero Harry?
Ancora silenzio.
- Harry! Ti sei… tu hai… tu e Ginny avete…?!
- Ron non picchiarmi ti prego! – lo scongiurò.
- Miseriaccia Harry! È mia sorella! Come hai…? Per merlino!
- Lo so che è tua sorella Ron! Ma è la mia ragazza! E vuoi farmi credere che tu ed Hermione non ci siete mai andati vicini?
- M-ma questo non centra niente! – balbettò
- Si che centra. Hermione è come una sorella per me. – affermò prima di iniziare a ridere sommessamente.
- Perché ridi? – chiese Ron ancora scioccato.
- Niente, solo che hai ammesso che tu ed Herm ci siete quasi… - ma non concluse la frase perché Ron lo colpì con uno schiaffo sulla nuca.
- Potrei sempre cambiare idea e decidere di picchiarti Harry, quindi sta attento a ciò che dici.
I rintocchi dell’orologio zittirono la risposta di Harry e gli ricordarono che era ormai mezzanotte.
- Sarà meglio che vada. – disse Ron alzandosi e avviandosi verso l’ingresso.
- Si, forse è meglio. – concordò sbadigliando Harry. – Buonanotte Ron e saluta tua madre.
- Ok, notte Harry. – disse prima di chiudersi la porta alle spalle.
Ma passato qualche secondo bussò nuovamente e Harry andò  ad aprirgli trovandosi d’avanti un Ron più sconcertato che mai.
- Miseriaccia è mia sorella!
Harry scosse la testa e richiuse la porta divertito.
 
In anticipo! Sono davvero brava eh? :)
Scusate se è molto lungo come capitolo ma mi sono così divertita a scriverlo che non mi sono accorta di quanto mi stessi dilungando. Spero che faccia scappare un sorriso anche a voi.
Passando ai ringraziamenti: grazie a jobrossavedme, Ary137, blue_carter, Nene Malandrina e thisismacic_lovefirehp per aver recensito il capitolo 10 e poi grazie a chi ha inserito la storia tra le preferite/ricordate/ seguite. Thank you so much! :D
Al prossimo capitolo, Sa :)
P.S. me la lasciate una recensione piccola piccola? :3

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Capitolo 12
*** Visita ad Hogsmeade ***


- Ginny… Ginny svegliati… Su Ginny!
Ma ancora nessuna risposta.
- Ginny, andiamo svegliati…
- Mamma ancora cinque minuti…
-Ginevra Molly Weasley! – urlò la Grifondoro per cercare di svegliare la sua compagna di dormitorio ancora nel mondo dei sogni.
- Merlino! Hermione che succede?! – brontolò Ginny osservando torva l’altra ragazza già vestita e più che sveglia.
- Succede che è sabato, sono passate da un pezzo le 10, dobbiamo andare ad Hogsmeade ed Harry ti sta aspettando!
- Che cosa?! Oh no è tardissimo! – urlò Ginny mentre si alzava velocemente dal letto e iniziava a cercare nel baule qualcosa di decente da mettersi. – Hermione tu inizia ad andare e dì ad Harry che arriverò il più presto possibile… E mi raccomando, non appiccicarti subito a mio fratello, non vorrei che Harry ne rimanesse traumatizzato! - scherzò prima di fiondarsi in bagno e chiudere la porta con un calcio.
- Ehm… Veramente Ron non verrà… - sussurrò Hermione a bassa voce, ma non tanto da non farsi sentire dall’amica che a quelle parole fece di nuovo capolino nella stanza.
- Davvero? E perché quel troll di mio fratello perde l’unica occasione dopo mesi di vederti?!
- Ha detto che deve lavorare… In realtà è stato molto evasivo, non mi ha dato altre spiegazioni… - spiegò evitando di guardarla negli occhi.
- Ma perché non me lo hai detto prima?!
- Non preoccuparti ne approfitto per comprare alcune cose. E poi non volevo rovinarti la giornata con Harry. Meritate di trascorrere del tempo insieme e io sarei solo di intralcio.
- Ma certo che no! Ci farebbe piacere!
- Ginny… - disse Hermione, guardandola come per farle capire di aver ragione.
- Ok, forse saresti di troppo ma non farti nessun problema se vuoi passare del tempo con noi, chiaro? Merlino è tardissimo! Ci vediamo ad Hogsmeade e chiedi scusa ad Harry da parte mia par il ritardo! – si affrettò Ginny dopo aver dato un occhiata all’orologio.
Così Hermione la salutò e dopo aver indossato sciarpa, cappello e giubbotto, uscì dalla stanza, diretta verso i cancelli di Hogwarts.
 
Intanto seduto su un muretto in pietra nei pressi di High Street, Harry Potter aspettava Ginny, che era in notevole ritardo, mentre osservava la danza dei fiocchi di neve che cadevano dolcemente a terra.
Proprio mentre uno di questi si andava a posare sulla sua mano una figura in lontananza attirò la sua attenzione.
Qualcuno si stava avvicinando e il ragazzo riconobbe subito quell’andatura e quei ricci scompigliati dal vento e non poté far a meno di sorridere.
- Hermione!
- Harry!
Si corsero in contro per salutarsi e rimasero abbracciati per molto tempo, come se volessero annullare quei mesi di lontananza che gli avevano separati.
- Dov’è Ginny? – chiese Harry non vedendo arrivare nessun altro.
- Oh la tua ragazza si è svegliata tardissimo e mi ha chiesto di venire a farti compagnia mentre lei si dava una sistemata, non voleva che tu soffrissi di solitudine a causa del suo ritardo. – scherzò.
- Beh vuol dire che potremmo fare una chiacchierata come hai vecchi tempi: io che sento su di me il peso di tutta l’umanità e tu che mi consoli, oppure parliamo di quanto Ron si comporti da stupido in tua presenza e tu gli rivolgi gli epiteti più strambi pur di non dover ammettere che ne sei perdutamente innamorata. – la stuzzicò, facendola ridere.
- Già ma adesso l’umanità è salva, tu non hai bisogno di essere consolato, l’unica cosa che non è cambiata è la stupidità di Ron… Ma questa è un’altra storia. – concluse con un velo di tristezza negli occhi.
- Hermione , davvero non è potuto venire perché doveva lavorare.
- Si ma…
- Niente “ma”. Ho provato a convincerlo a venire ma non c’è stato verso.
- E se avesse un’altra? – chiese allarmata.
- Ne dubito fortemente. Sta tranquilla. – disse convinto. – E poi vi vedrete tra qualche settimana. Recupererete tutto il tempo perduto! Se vuoi vi presto Grimmauld Place nel caso la Tana sia troppo affollata… Ci sono molte stanze e…
- Harry! – gridò Hermione indignata. – Come ti viene in mente che… Oh insomma! – disse, poiché Harry la guardava con lo sguardo di chi la sa lunga.
 Il ragazzo rise vedendola così impacciata e imbarazzata, così decise di cambiare discorso… o quasi.
- Sai, l’altra sera io e Ron abbiamo guardato una partita di calcio e cenato con pizza e birra.
- Oh una serata da veri uomini! – lo prese in giro Hermione. – Scommetto che alla fine vi siete anche consolati a vicenda perché sentite troppo la mancanza mia e di Ginny.
- Non ti facevo così modesta Hermione. E comunque no, la conversazione ha preso una piega, diciamo tabù. – disse Harry con nonchalance.
La ragazza all’inizio non capì ciò che l’amico aveva appena detto, poi però si rese conto del riferimento a quel genere di discorsi.
- Oh no Harry. Ti prego non voglio sapere altro! – lo implorò scuotendo la testa come per allontanare dei brutti pensieri.
Fortunatamente l’arrivo di Ginny salvò la ragazza da un’ulteriore battuta di Harry.
- Eccomi qui! – annunciò.
- Finalmente Ginny! Io vi lascio soli così Harry potrà riversare su di te il suo pungente umorismo. A dopo! – li salutò Hermione e corse via.
- Ma che le prende? – chiese sorpresa Ginny.
- Non ne ho idea, Gin. – sussurrò sulle sue labbra prima di baciarla dolcemente come non faceva da tempo. Troppo tempo.
Ginny lo abbracciò e rispose al suo saluto con altrettanta dolcezza tanto da cadere in una sorta di oblio: non ricordava dove fosse e questo la portava a ignorare completamente i curiosi che piano piano si affollavano attorno a loro.
 Alcuni li osservavano di sfuggita e passavano oltre, altri invece (in particolare ragazze) si fermavano poco distanti da loro e la additavano come “la ragazza del grande e famoso Harry Potter”.
-  Vedo che abbiamo spettatori. – mormorò Harry quando si distaccò da lei per riprendere fiato. – Che ne dici se andassimo da qualche altra parte?
Ginny annui, gli occhi ancora chiusi, e presagli la mano si incamminò con lui verso una delle strade di Hogsmeade per trascorrere una giornata con Harry. Non famoso, non grande, non eroe. Solo Harry. Il suo Harry.
 
Ehm ehm… avrei voluto aggiornare prima ma questi giorni sono stati davvero infernali e quindi eccomi qua leggermente in ritardo rispetto alle mie aspettativa ma vabbè.
Ringrazio Ary137, this is magic_lovefirehp, blue_carter, Alessia_Potter712, Piccola_Weasley e infine Nene Malandrina per le recensioni che hanno lasciato alla storia e chi ha inserito la storia tra le preferite/ricordate. Grazie!
Allora, che ne pensate di questo capitolo? Le vostre opinioni sono sempre ben accette :3
Al prossimo capitolo, Sa :) (prometto che non mi farò attendere tanto)

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Capitolo 13
*** Buon Natale! ***


L’espresso per Hogwarts arrivò fischiando alla stazione di King’s cross. Sul binario 9 ¾ molte erano le persone che aspettavano i maghi e le streghe che erano appena tornati a Londra per trascorrere le vacanze di Natale.
Tra la folla si poteva benissimo distinguere un gruppo di tre persone dai capelli vermigli: una donna, un uomo e un ragazzo si trovano nei pressi del binario in attesa che due ragazze scendessero dal treno.
Solo qualche minuto dopo, quando tutti i ragazzini dei primi anni e le loro famiglie furono andati via, un gruppetto di ragazzi apparì alla vista dei Weasley.
Neville e Luna dopo aver augurato buon Natale a Ginny, ad Hermione e ai Weasley oltrepassarono la barriera che divide quello stravagante binario dal resto della stazione londinese.
- Ginny! Tesoro! Fatti abbracciare! – disse la signora Weasley stritolando la figlia in un abbraccio carico di affetto.
- Mamma, anche tu mi sei mancata ma così mi uccidi! – si lamentò Ginny e dopo essere stata liberata corse ad abbracciare prima il padre e poi il fratello che fino ad allora era rimasto in disparte. In effetti nonostante Ginny fosse sua sorella non era lei la ragazza che voleva rivedere al più presto.
Hermione intanto aveva preso il posto dell’amica tra le braccia di Molly e rispondeva a tutte le domande su Hogwarts che questa le poneva, perdendosi quindi in dettagliati racconti delle loro giornate a scuola.
Mentre parlava intercettò lo sguardo di Ron che discuteva animatamente con sua sorella. Si guardarono per qualche istante e non poterono far a meno di arrossire. Morivano entrambi dalla voglia di abbracciarsi, baciarsi o almeno salutarsi ma ciò era impossibile data la presenza dei coniugi Weasley.
Così oltrepassarono anche loro la magica barriera e con grande sorpresa notarono altre due persone ad aspettarli, o meglio ad aspettare qualcuno in particolare.
Un uomo alto dai capelli chiari e una donna bassina dai capelli ricci e castani si guardavano intorno leggermente spaesati ma allo stesso tempo convinti di non aver sbagliato né luogo né ora.
- Mamma! Papà! – disse Hermione sorpresa prima, di correre incontro ai suoi genitori e farsi abbracciare.
- Oh Hermione!- sussurrò sua madre. – Ci sei mancata così tanto!
- Anche voi! Ma che ci fate qui?
- Sapevamo che tornavi e così abbiamo pensato di venirti a prendere per non farti comparire all’improvviso nel salotto. Non abbiamo scombussolato i tuoi programmi vero?
- si chiama smaterializzazione papà! E comunque no, non avete stravolto nessun programma, anzi.
Su questo Ron avrebbe avuto molto da ridire ma non poteva di certo intervenire in quel quadretto familiare. Sapeva quanto Hermione aveva sofferto per la mancanza dei suoi genitori e gli sembrava giusto lasciarli da soli. Ma sua madre evidentemente non era dello stesso avviso e si avvicinò allegra ai signori Granger mentre Ron alzava gli occhi al cielo divertito.
- Signori Granger! Che sorpresa! Ne è passato di tempo. – li salutò mentre anche Arthur si avvicinava seguito dai due figli.
- Signora Weasley! E’ un vero onore rivederla! – rispose la mamma di Hermione sorridendo a tutti. – E voi dovete essere gli amici di Hermione. Si, mi ricordo di voi. Ronald e Ginny vero?
- Si signora, ma la prego mi chiami Ron. – rispose imbarazzato
- Come vuoi Ron. – disse cortesemente.
I quattro adulti si persero in chiacchiere finché Molly non ebbe “l’illuminazione”.
 - Avete programmi per il cenone di Natale? Noi lo passeremo alla Tana e ci farebbe molto piacere se vi uniste a noi. – propose.
- Forse dovremmo essere noi ad invitare voi, per ringraziarvi di esservi occupati di Hermione in questi anni.
- Oh sciocchezze, per me è come una figlia. Allora, ci vediamo stasera?
- Ci farebbe molto piacere. – accettò il signor Granger.
- Bene allora ci vediamo alle otto. A stasera! – disse Arthur prima di dirigersi con la sua famiglia verso l’uscita della stazione.
 
- E se non dovessi piacergli? E se dicono che non sono alla sua altezza? Se sono convinti che lei meriti di meglio? E se suo padre mi uccide? O peggio mi... – domandò deglutendo. – Miseriaccia Harry salvami! – continuò camminando avanti e indietro per la stanza e tormentando in primo bottone della sua camicia.
- Ron, tu ora ti siedi, respiri profondamente e ti calmi. Poi scendiamo giù e passiamo questa serata allegramente e soprattutto in pace!
- Tu non capisci Harry! Mi ucciderà… Suo padre mi ucciderà!
- Beh in quel caso ti difenderò io! – lo rassicurò posandogli una mano sulla spalla. - Andrà tutto bene.
- Sei un amico, Harry. Grazie.
Si alzò e uscì dalla camera a passo di carica. Harry lo seguì ma qualcuno gli impedì di continuare a camminare.
 -Allora, si è calmato? – chiese Ginny.
 Harry la osservò. Indossava un vestito dorato che le stava alla perfezione rendendola ancora più bella. Dovette ingoiare a vuoto più volte prima di risponderle, o meglio annuire.
- Sei bellissima. – le sussurrò.
Si avvicinò cautamente a lei, le cinse i fianchi e si avvicinò per baciarla.
- Eh no voi due! - Ron era ritornato a vedere che fine avesse fatto Harry. - me l’avete fatta sotto il naso una volta. Non ci casco di nuovo!
 
Qualche minuto dopo bussarono alla porta e i signori Granger che, in compagnia di Hermione, fecero per la prima volta il loro ingresso nella Tana.
- Benvenuti! Prego accomodatevi in salotto. – li invitò Molly.
Lì c’erano già Arthur, Ron, Harry e Ginny. Gli altri Weasley avevano deciso di passare la vigilia di Natale chi con gli amici, chi con i parenti delle rispettive fidanzate o, nel caso di Bill, mogli.
Accompagnati da Molly, i genitori di Hermione si accomodarono sul divano accanto ad Arthur che non perse occasione di porre le sue domande sul mondo babbano che tanto lo affascinava.
Dopo un po’ si spostarono in cucina, dove Molly fu elogiata da tutti per le sue abilità culinarie. Durante la cena la conversazione si spostò sul mondo dei maghi che incuriosiva molto i signori Granger.
- E voi invece non frequentate Hogwarts, vero? – chiese il signor Granger a Harry e Ron.
 - No, io ho iniziato a frequentare l’Accademia per Auror a settembre.
- E tu Ron?
- Per ora do una mano a mio fratello George con il suo negozio, poi mi piacerebbe entrare in Accademia.
- E cosa sarebbero di preciso questi Auror?
- Sono funzionari del Ministero che combattono le forze oscure, papà.
- Quindi è qualcosa di pericoloso? – si preoccupò la signora Granger.
- Si, per questo prendono solo ragazzi con una buona preparazione. Harry e Ron ne hanno da vendere perciò saranno scuramente degli ottimi Auror. – concluse Ginny addentando l’ultima cucchiaiata di dolce.
Il rintoccare dell’orologio interruppe un altro discorso, stavolta incentrato sul lavoro dei signori Granger, che Ron scoprì chiamarsi Jack e Anne.
Era arrivata la mezzanotte e, di conseguenza, il momento di aprire i regali. Si posizionarono tutti accanto al grande albero di natale, dove ai piedi erano presenti numerosi pacchi, scatole e buste dagli incarti più strani e variopinti.
Scartarono allegramente i regali: maglioni e sciarpe fatti da Molly, aggeggi babbani regalati dai Granger al signor Weasley, libri per Hermione da parte di Harry e Ginny, mentre Ron ricevette dalla ragazza una felpa dei Cannoni di Chudley e dovette far appello al tutto il suo autocontrollo per non saltarle addosso. Si limitò ad un semplice grazie e a un sorriso. Ma Hermione comprese lo stesso.
- C’è un altro regalo sotto l’albero. Per chi sarà? – domandò la signora Weasley curiosa.
Ron tirò un lungo sospiro e si fece avanti: era arrivato il momento.
Prese il regalo dalla carta rossa e oro e lo porse ad Hermione.
- Que- questo è il mio regalo per te. Buon Natale Hermione. –balbettò arrossendo inverosimilmente.
La ragazza lo iniziò a scartare lentamente e con cura sotto gli occhi attenti di tutti i presenti e quelli ansiosi e un tantino impazienti di Ron. Quando tutta la carta regalo fu rimossa Hermione estrasse un maglione azzurro e, dopo un attimo di sorpresa, si gettò al collo del ragazzo ringraziandolo più e più volte.
- Te l’ho detto: sta meglio a te che a me. – le sussurrò Ron.
Intanto tutti gli altri guardavano quella scena molto confusi, in particolare i signori Granger. Ma pur volendo nessuno avrebbe potuto capire il significato di quel regalo, poiché esso era legato ad un ricordo che custodivano gelosamente.
- È un biglietto quello che è caduto? – si incuriosì questa volta il padre di Hermione.
A questo punto il colorito di Ron aveva praticamente raggiunto livelli pazzeschi.
Raccolto il foglio lo porse alla ragazza.
- È la seconda parte del mio regalo. È per questo che ho dovuto lavorare molto e non sono riuscito a venire ad Hogsmeade…
Ancora una volta furono avvolti dal silenzio mentre Hermione apriva quella che aveva tutta l’aria di essere una comunissima busta da lettere. Estrasse un foglio e lo lesse con aria critica. Poi sollevò gli occhi e guardò confusa Ron.
- È quello che penso? – chiese sbalordita.
- Beh verifica tu stessa. – la incitò Ron adocchiando la porta.
Hermione non se lo fece ripetere sue volte e corse fuori, ignorando completamente la rigida temperatura esterna.
Qualche secondo dopo la sua voce risuonò dal giardino.
- Ronald Weasley! Tu sei pazzo! Completamente pazzo! – gridò euforica prima di venire raggiunta dal ragazzo in questione che aveva un sorriso vittorioso stampato sul viso.
Tutti gli altri intanto si erano radunati nell’ingresso per osservare chi divertito, chi frastornato, chi commosso quella scena.
- Ron, hai dato il mio nome ad una stella?
- Ti avevo detto che l’avrei fatto. Ho solo mantenuto una promessa. – le disse dolcemente Ron intrecciando le sue dita con le sue.
- Ti amo Hermione.
Nessuna premessa. Nessun preambolo. Tre parole. All’improvviso. Sussurrate. Mormorate. La voce più seria che mai e gli occhi azzurri che scrutavano il suo viso.
Per la seconda volta in quella serata Hermione gli gettò le braccia al collo commossa.
- Anche io, Ron. Ti amo anch’io.
Così dopo tre mesi e mezzo, centoquindici giorni, duemilasettecento sessanta ore Ron tornò ad abbracciare Hermione, Hermione tornò ad abbracciare Ron e ognuno tornò a baciare l’altro come era giusto che fosse.
 
 
Salve a tutti! :) visto? In anticipo!
Allora passando alle comunicazioni di servizio(?): il nome dei genitori di Hermione li ho naturalmente inventati prendendo spunto da un mio vecchio libro di infanzia. Non volevo darli un nome inizialmente, ma poi forse potrebbe essere utile in qualche capitolo futuro. Poi, i regali di Ron fatti ad Hermione hanno una storia lunga che volevo inserire in questo capitolo attraverso un flashback ma poi sarebbe stato troppo lungo, più di quanto non lo sia già. Per questo sto scrivendo una storia a parte in cui si racconta ciò che è successo e il motivo di quei regali; vi farò sapere meglio la prossima volta :)
Ora ringrazio  blue_carter, this is magic_lovefirehp, Piccola_ Weasley, Ary137 e Nene Malandrina per aver recensito l’altro capitolo e ringrazio anche tutti quelli che seguono la storia… e naturalmente anche tutti quelli che la leggono e basta :)
Ci tengo molto a questo capitolo poiché mi frullava per la testa da quando ho iniziato questa fanfiction quindi se mi lasciaste un piccolo commento ve ne sarei tanto tanto grata! :3
Io ho finito, ci vediamo alla prossima!
Un bacio, Sa :)
P.S. avrei voluto inserire un po’ più di atmosfera natalizia ma essendo maggio mi mancava l’ispirazione! XD  

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Capitolo 14
*** Ciao Ron ***


- Tu. Mi. Farai. Impazzire. – mormorò Ron alternando ogni parola ad un bacio sul collo di Hermione.
Quando quel pomeriggio erano saliti nella stanza del ragazzo per stare un po’ da soli mai avrebbero immaginato che le loro effusioni dolci e caste si sarebbero trasformate in una serie di baci passionali, carezze audaci e sospiri mozzati.
Si erano così ritrovati distesi sul letto, entrambi non completamente vestiti e desiderosi di qualcosa di più.
Ron lasciava su ogni millimetro di pelle scoperta della ragazza piccoli baci che portavano Hermione ad attirare involontariamente il ragazzo sempre più vicino.
Ma proprio mentre le loro labbra si incontrarono in un bacio che di dolce aveva poco, una strana sensazione fece voltare Hermione in direzione della porta.
George  era appoggiato allo stipite della porta e osservava divertito i due ragazzi.
- Oh merlino! – urlò Hermione che spinse Ron lontano e iniziò ad abbottonarsi la camicia. O meglio cercò di farlo dato che le mani le tremavano per l’agitazione.
- Però, chi l’avrebbe mai detto che il piccolo Ronnie si desse così tanto da fare! Con Hermione oltretutto! Oh come vorrei che Fred fosse qui per godersi la scena! – pronunciò, assumendo un’espressione malinconica che fu sostituita immediatamente da uno sguardo malizioso in direzione dei due ragazzi.
Ron, che inizialmente non aveva capito il motivo del comportamento di Hermione, a quelle parole si voltò verso la porta e imbarazzatissimo andò alla ricerca del maglione, finito chissà dove.
- Miseriaccia, George! Ma non ti hanno insegnato a bussare?!
- Per tua informazione fratellino l’ho fatto una decina di volte ma non ho ricevuto risposta… evidentemente eravate molto concentrati, eh? – lo punzecchiò.
- Dacci un taglio, ok? – disse Ron alquanto nervoso.
 – Ehi, ehi, ehi calma Ronnie! Piuttosto ringrazia che non sia la mamma, altrimenti a quest’ora vi ritrovereste entrambi in salotto per un bel discorsetto sulla relazione tra un ragazzo e una ragazza e su tutto ciò che questo comporta… non so se mi spiego. – ridacchiò.
Ron lo guardò storto.
- Perché sei qui?
- Ero venuto per dirvi di iniziarvi a preparare per la cena. Capisco che magari avrete altri programmi per l’ultimo dell’anno, ma alla mamma non farebbe piacere se non foste presenti alla festa. Bene, vi do altri cinque minuti per le vostre “cose” poi datevi una sistemata e scendete.
A quelle parole Ron gli lanciò contro un cuscino ma George era già uscito chiudendosi la porta alle spalle ridendo.
Il ragazzo si sedette sul letto e si passò esasperato le mani tra i capelli. Hermione, che fino a quel momento aveva cercato di mimetizzarsi con la tappezzeria, gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla. Poi però iniziò a ridacchiare sommessamente.
- Ridi?! Siamo appena stati beccati dal meno riservato dei miei fratelli e tu ridi?
- Beh è sempre meglio di piangere per la figuraccia, no? – rispose Hermione cercando di darsi un contegno senza risultati. Anzi, fece in modo che anche Ron iniziasse a ridere.
- Abbiamo ancora cinque minuti giusto? – si informò il ragazzo, circondandole i fianchi.
- Esatto Weasley. - sussurrò Hermione sulle labbra del ragazzo portando le braccia attorno al suo collo.
 
Ma i cinque minuti divennero quindici, e quando Hermione scese in cucina per aiutare la signora Weasley ad apparecchiare la tavola, George la guardò e lei arrossì.
- Perché George ti guardava in quel modo? – le domandò curiosa Ginny.
Hermione si guardò sospettosa intorno e la condusse in salotto per parlare con tranquillità. Qui le raccontò ciò che era successo.
- Vuoi dire che George vi ha beccati mentre amoreggiavate allegramente sul letto di Ron?!
Ginny scoppiò a ridere tanto che dovette sedersi per non cadere.
- E voi da quando lui è ritornato qui, fino ad ora avete diciamo… continuato l’opera?! – continuò in un momento di serietà prima di scoppiare nuovamente a ridacchiare.
- Come mai ridi?
“Ecco ci mancava solo Harry!” pensò Hermione.
Ginny tra una risata e l’altra raccontò al suo ragazzo la storia e questo non poté far altro che associarsi alla ragazza.
- Avete finito voi due? – li riprese Hermione.
- Si… si, scusaci Herm. – si scusò Harry.
- Tanto meglio. Anche perché io e Ron abbiamo litigato…
- Davvero? Perché?
- Non proprio. Tuo fratello vorrebbe… qualcosa di più, ecco. E io non credo di essere ancora pronta.
- Oh, capisco. – disse Harry che non capiva Hermione bensì il suo amico.
- Mi ha promesso che aspetterà ma mi sembrava leggermente deluso…
- Hermione se sono sicuro di una cosa è l’amore che Ron prova per te. Ti aspetterebbe anche per anni. Non preoccuparti, ok?
- Dici Harry?
- Dico, dico. – affermò il ragazzo.
L’entrata di Ron in salotto portò Ginny ad avere un altro attacco di risate ma fortunatamente si trattenne. Il ragazzo si avvicinò ad Hermione abbracciandola teneramente.
- È tutto apposto Mione. Non voglio obbligarti in alcun modo e mi va bene così. – le sussurrò.
- Dici sul serio?
Ron annuì ed Hermione sorrise.
- Grazie Ron. – gli disse prima di stampargli un breve bacio sulle labbra.
 
A differenza della vigilia di Natale, stavolta alla Tana erano presenti tutti: Bill e Fleur, George e la sua fidanzata Angelina, persino Percy che aveva sorpreso tutti quando era arrivato in compagnia di una certa Audrey, la quale era risultata immediatamente simpatica a tutti gli Weasley. Inoltre la signora Weasley aveva invitato, con grande gioia di Harry, anche Andromeda e il piccolo Teddy.
Infatti il ragazzo si era ripromesso di stare accanto al figlio di Lupin e Tonks ma, a causa dei suoi impegni in Accademia, riusciva a vederlo davvero di rado. Perciò sta approfittando della sua presenza alla tana per fargli un po’ di compagnia.
Così quando Ginny entrò in salotto dopo aver aiutato, assieme ad Hermione, sua madre a riordinare la cucina, vide Harry e Teddy che giocavano allegramente. O meglio, sembrava che Harry si divertisse mentre il bambino…
- Harry! Così lo farai vomitare!
- Dici gin? A me sembra si stia divertendo…
- Avanti dallo a me.
Harry le porse il piccolo Teddy che in braccio a Ginny cambiò colore dei capelli e la guardò quasi sollevato.
- Vedi, non devi sballottarlo molto…
Ma Harry più che ascoltarla la guardava meravigliato. Chissà come sarebbe stato formare una famiglia con lei…
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dal suono del campanello. Si guardarono tutti sorpresi poiché non aspettavano nessun tipo di visita.
Ron si alzò controvoglia dal divano su cui si era accoccolato con Hermione per andare ad aprire la porta.
Ma quando lo fece un’espressione sorpresa si dipinse sulla sua faccia e nel silenzio in cui era avvolto il salotto si poté udire una sola voce.
- Ciao Ron.
 
Si, finisce qui. Sono un po’ cattiva ma voglio tenervi sulle spine. Dovrete aspettare il prossimo capitolo per scoprire chi è arrivato alla Tana. Intanto si accettano scommesse XD
Bene ringrazio blue_carter, this is magic_lovefirehp, Nene Malandrina e Piccola_Weasley che hanno recensito lo scorso capitolo, chi ha aggiunto la storia tra le seguite/preferite.
Infine se vi va qui potete trovare il missing moment dello scorso capitolo che vi avevo promesso http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1825013&i=1. Mi farebbe piacere se lasciaste un piccolo commento, e ne approfitto per ringraziare TINAX86 e happygabbana che hanno recensito e chi l’ha aggiunta alle preferite/seguite.
Alla prossima, Sa :)
P.S. commentino?? :3

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Capitolo 15
*** Bacio, schiaffo, addio ***


- Ciao Ron.
In quell’esatto momento il ragazzo avrebbe barattato un braccio, una gamba, perfino l’intera collezione di figurine di Cioccorane che aveva dall’età di sei anni pur di non dover rispondere a quel saluto.
- Allora, non mi fai nemmeno entrare?
Deglutendo Ron si fece da parte e permise al suo interlocutore di fare il suo ingresso nel salotto della Tana.
Tutti i presenti spostarono quindi l’attenzione da Ron ad una ragazza magra con dei lunghi e lisci capelli castani.
- Veronica!
L’urlo della signora Weasley riscosse chi come Hermione, Ginny ed Harry era rimasto a bocca aperta.
- Signora Weasley, mi scusi per non averla avvisata del mio arrivo. Spero di non essere di disturbo. – disse la ragazza con un tono umile che ben poco si addiceva a quelli che erano stati i suoi comportamenti durante la scorsa estate.
- Certo che no cara. – rispose allegramente Molly. – Per quanto tempo ti fermerai? –chiese, notando le valigie.
- Non molto. Qualche giorno.
- Fantastico! – sussurrò Ginny ironicamente.
Mentre la ragazza faceva la conoscenza di Fleur, Angelina, Audrey e del piccolo Teddy, Ron riprese posto accanto ad Hermione.
- Tutto bene? – le chiese, vedendo la sue espressione.
- Si… sto bene.
Ma in realtà non stava bene. Da quando aveva sentito la voce di Veronica una brutta sensazione si era impossessata di lei. Di colpo le ultime parole che la ragazza le aveva rivolto, e di cui lei non aveva parlato a nessuno, si ripresentarono vivide nella sua mente. Ma poiché non era il tipo di ragazza che credeva nei presentimenti, né tantomeno si faceva abbattere dalla prima oca che tentava di portarle via Ron, rispose con finta allegria all’altrettanto finta gentilezza di Veronica quando questa la salutò.

***

Trascorsero due giorni durante i quali Hermione e Veronica non facevano altro che lanciarsi occhiate strane. Tutto sommato però non accadde niente di particolarmente allarmante e quindi i quattro ragazzi continuarono a godersi le vacanze di Natale. Nonostante l’incessante, e alle volte irritante, presenza di Veronica.
Questo però non poteva impedire a due ragazzi passare qualche momento di intimità senza essere disturbati.
- … e così ora ci manca solo una partita. Se la vinciamo siamo in finale! – concluse eccitata Ginny.
- Mi farebbe tanto piacere assistere ad una partita di Quidditch a scuola. È una delle cose che mi manca di più. Dopo te, naturalmente – disse Harry, piegandosi e stampando un leggero bacio sulle labbra della ragazza, distesa sulle sue gambe.
Ginny sorrise.
- Harry posso farti una domanda?
- Certo, dimmi pure.
- Come mai Ron continua a spuntare all’improvviso ogni volta che siamo soli? Pensavo si fosse abituato all’idea che tu ed io stiamo insieme.
- Beh… ecco… io gli ho detto che io e te… hai capito, no? – mormorò arrossendo sulle guance.
- Harry! Ma sei impazzito?! È mio fratello!
- Ma è il mio migliore amico! Insomma è quasi un fratello, a chi potevo dirlo se non a lui?
- Ah voi uomini, non sapete mai tenere un segreto.
Harry aprì la bocca per ribattere che nemmeno Ginny, a volte, sapeva essere molto poco riservata. Tuttavia la risata della ragazza lo fece zittire.
- Perché ridi?
- Guardaci, stiamo iniziando a battibeccare come Ron ed Hermione!
- Oh no! Meglio smettere. – rise Harry, cingendosi a baciare nuovamente Ginny.
Sarebbe stato meglio per Ron se non fosse entrato nella stanza per un po’.

***

Ma Ron in quel momento aveva tutt’altro per la testa. Dopo pranzo Hermione aveva deciso di terminare un compito di Antiche Rune e gli aveva chiesto di non seguirla in stanza. “Potresti distrarmi, Ronald” aveva detto quando il ragazzo si era offerto di farle compagnia. Ma erano passate circa due ore e Ron, rientrato da alcune commissioni con George, aveva deciso di andare a distrarre la ragazza dal suo compito.
 Senza bussare si affacciò alla camera di Ginny.
- Mione…
- Mi dispiace, non è qui.
In effetti nella stanza non c’era nessuna traccia di Hermione. A dir la verità sarebbe stata deserta se non fosse stato per la presenza di Veronica.
- Sai dov’è?
- Dovrebbe essere in cucina con tua madre.
- Bene. – disse Ron e si girò per uscire dalla camera.
- Ron, aspetta. Ti va se parliamo un po’?
Ron avrebbe voluto rispondere di no perché in quel momento la sua priorità era trovare Hermione. Ma poi pensò che sarebbe stato scortese e quindi si sedette sul letto di fronte a Veronica.
- Di cosa vuoi parlare?
- Ecco Ron, fin da quando ero piccola ho sempre avuto un debole per te.
Ron deglutì. La situazione stava prendendo una brutta piega.
Veronica continuò. – Non ci siamo visti per tanto tempo e quando quest’estate ci siamo rincontrati ho capito che la mia cotta per te non era passata.
In quel momento Ron prese in seria considerazione l’ipotesi che tutto fosse uno scherzo.
- Veronica, io sto con Hermione. – disse grattandosi la nuca imbarazzato.
- Beh ma nulla è per sempre. Può anche darsi che la vostra relazione sia qualcosa di momentaneo…
Ron non le fece nemmeno finire la frase. – No, no, no. Io sono innamorato di lei fin da quando avevo quattordici anni. Sono sicuro, anzi sicurissimo, che nella mia vita non ci sia posto per nessun altra. – disse chiaro. Sapeva di non aver avuto molto tatto ma era meglio essere diretti, no?
- Già, capisco… - mormorò Veronica con gli occhi bassi.
- Veronica, mi dispiace. Davvero. Sicuramente incontrerai un altro ragazzo che ti farà felice… - iniziò avvicinandosi a lei.
Fu in attimo. Ron si era appena seduto accanto alla ragazza che questa gli era saltata addosso, baciandolo con trasporto. Inutili furono i tentativi di Ron di scrollarsi di dosso quella specie di piovra: più ci tentava, più Veronica lo stringeva. Proprio mentre il ragazzo afferrava per la vita Veronica in modo da allontanarla da sé, qualcuno aprì la porta.
Confusa, sbalordita, arrabbiata, delusa Hermione assisteva a quella scena mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Un suo singhiozzo distrasse Ron dai suoi tentativi e in men che non si dica Veronica pose fine a quel bacio. Un sorriso vittorioso era dipinto sul suo volto.
- Hermione aspetta! – urlò Ron rincorrendo la ragazza per le scale.
Riuscì a bloccarla in salotto afferrandola per un braccio.
- Non toccarmi.
- Non è come credi. Lasciami spiegare.
- Spiegare cosa?! Cosa Ronald?! Ci vedo benissimo!
- Mione fammi parlare!
- Non chiamarmi Mione! – urlò. I capelli scompigliati le cadevano davanti agli occhi, ma non riuscivano a mascherare le sue lacrime. – Come hai potuto? Come?! – continuò alzando il volume della voce.
Intanto Ginny, Harry e i signori Weasley si erano radunati nella stanza e assistevano esterrefatti, basiti, preoccupati a quella scena. Veronica invece era in piedi sulle scale, nascosta, ma non abbastanza da non poter constatare i risultati del suo comportamento.
- Per favore Hermione… - tentò nuovamente Ron prendendole la mano.
Questa volta però la ragazza non si limitò a gridare: con uno scatto la sua mano sinistra colpì la guancia destra di Ron.
- Io e te non abbiamo più niente da dirci, Ronald.
E con un “pop” sparì, lasciando il ragazzo solo, con la guancia arrossata e gli occhi lucidi.
 
Allora? Ve lo aspettavate?
Oggi non sono di molte parole perciò ringrazio velocemente Piccola_Weasley e Nene Malandrina che hanno recensito l’altro capitolo e Cathy Black  e Piccola_Weasley (di nuovo) che hanno recensito l’altra mia ff.
Ringrazio anche chi legge soltanto e che ormai mi sopporta da ben 15 capitoli.
A voi i commenti, mi raccomando.
Alla prossima, Sa :)

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Capitolo 16
*** Va' via ***


- BRUTTO IDIOTA DI UN TROLL! Si può sapere che hai combinato?! Che le hai fatto?!
La reazione di Ginny non tardò ad arrivare. I suoi occhi avrebbero potuto incenerire Ron da un momento all’altro tanto era arrabbiata.
Il ragazzo intanto era immobile al centro del salotto. Si toccava il punto in cui Hermione lo aveva colpito.
- Allora Ron? Che cosa hai combinato? – chiese ancora una volta Ginny con lo stesso tono di prima.
Ancora una volta non ci fu nessuna risposta.
- Ron… perché avete litigato? Perché Hermione se n’è andata? – intervenne cautamente Harry.
Alla parole del suo amico Ron si voltò verso di lui e parve riprendersi. Una strana luce lampeggiò nei suoi occhi e, furioso quanto sua sorella, si rivolse alla ragazza che era ancora sulle scale.
- TU! Tu avevi previsto tutto! Tutte le tue parole facevano parte di un subdolo piano, non è così?!
- Come vedi Ron ti ho dimostrato che Hermione non sarà l’unica persona nella tua vita. – rispose altezzosa Veronica.
- Spiegami con quale diritto tu entri in casa mia e combini casini?! Per colpa tua la cosa più bella che mi sia mai successa è andata via! – le urlò Ron. Poi preso un lungo sospiro continuò con un tono di voce più calmo, ma con gli occhi sempre lampeggianti. – Fuori di qua! Va’ via veronica!
- Ronnie… non… non possiamo cacciarla. È nostra ospite. – tentò di farlo ragionare Molly.
- Bene allora me ne vado io. Non posso rimanere in questa casa un minuto di più se c’è anche lei. – decise, e salì le scale che portavano alla sua camera, per poi tornare qualche minuto dopo con uno zaino in spalla. E, senza aggiungere altro, uscì e si smaterializzò per chissà dove sotto gli occhi basiti di Molly, comprensivi di Harry e arrabbiati, ma tristi, di Ginny.

 ***

I rintocchi dell’orologio risuonavano nel salotto di Grimmauld Place. Aprì piano gli occhi e rivolse un’occhiata alla finestra. Il cielo era scuro e gli alberi si piegavano quasi totalmente di fronte alla violenza del vento di inizio gennaio. Si era addormentato sul divano e a quanto pareva avevo dormito per un bel po’. O almeno così dicevano le lancette dell’orologio.
Da quando avevo lasciato la Tana aveva perso la cognizione del tempo. Dormiva quando era stanco, mangiava quando era affamato senza seguire alcuna logica.
Se non fosse stato per Harry che aveva accettato di ospitarlo non sarebbe mai riuscito a smettere di commiserarsi. Non che la situazione fosse cambiata, anzi. Ogni qualvolta che la sua mente era sgombra di qualsiasi pensiero, riviveva quegli istanti che avevano cambiato radicalmente la sua vita. E puntualmente iniziava a maledirsi per la cavolata che aveva fatto.
Ma sapeva che era arrivato il momento di reagire. L’indomani mattina l’espresso per Hogwarts avrebbe riportato Ginny ed Hermione a scuola e lui non l’avrebbe rivista fino a giugno. Non poteva di certo aspettare così tanto per spiegarle la situazione.
Si alzò finalmente dal divano su cui si era accampato durante quei giorni, e nel giro di pochi minuti, si lavò, si vestì e uscì di casa dopo aver lasciato un biglietto ad Harry.

 ***

Harry Potter sospirò mentre infilava la chiave nella serratura. Sperava che Ron fosse meno depresso di quella mattina. Aveva avuto una pessima giornata in Accademia. Gli allenamenti e le lezioni erano stati davvero stancanti e l’unico suo desiderio era quello di farsi una doccia rilassante e andare a dormire.
- Ron, sono tornato. – annunciò quando entrò.
Non ricevendo nessuna risposta si recò in salotto, in cucina, in bagno e nelle camere da letto ma dell’amico nessuna traccia. Pensando ormai al peggio ritornò in salotto e lì i suoi occhi si posarono su un foglio ripiegato sul tavolino. Su questo c’erano scritte poche parole con la frettolosa e disordinata calligrafia di Ron :
Esco per qualche ora. Non preoccuparti.
Ron
- Speriamo bene… - sussurrò alla casa vuota, tirando fuori tutto il suo ottimismo.

 ***

Intanto a molti quartieri di distanza Ron percorreva il viale che portava alla casa di Hermione. Essendo stato lì solo poche volte non ricordava quale tra le tante villette a schiera apparentemente tutte uguali fosse quella dei Granger. Ma con un po’ di fortuna l’avrebbe trovata.
Così passava accanto ad ogni giardino e, facendo molta attenzione a non essere notato, leggeva i nomi incisi sulla cassetta per le lettere di ogni casa.
- Cooper…Sullivan…Dunn…Anderson…Johnson…bingo! Granger!
Trovata la casa che cercava imboccò il vialetto che portava alla porta e, preso un profondo respiro, posò l’indice sul campanello. Ma, come al solito, il coraggio gli mancò all’ultimo momento e così Ron si ritrovò immobile davanti alla porta della casa di Hermione indeciso se andar via oppure far finire quell’agonia. Il suo più grande timore era quello di trovarsi faccia a faccia con la signora Granger o peggio con suo marito!
- Ron Weasley! Miseriaccia sei un Grifondoro! Suona quel maledetto campanello! – si disse ad alta voce, tanto che una vecchietta che passava di là lo guardò in modo strano.
Riacquistato il coraggio si decise a spingere quel pulsante e dall’interno della casa riecheggiò un flebile “din don” seguito dal rumore di alcuni passi stanchi e strascinati.
Con uno scatto la porta si aprì rivelando la figura snella e non molto alta di una ragazza. Qualcuno lassù doveva aver ascoltato le sue preghiere dato che quella davanti a lui era indubbiamente Hermione.
- Hermione… - sussurrò.
Indossava una felpa decisamente troppo grande e aveva gli occhi gonfi e rossi, segno del fatto che aveva pianto molto. A quella vista il ragazzo si sentì un verme. Nonostante per lui fosse bellissima anche in quello stato, sapere di essere la causa delle sue lacrime gli provocava una groppo in gola che difficilmente riusciva a mandare giù.
- Hermione.- ripeté.
- Che vuoi Ronald? – gli disse senza mostrare segno di debolezza. Tipico di Hermione: fingere di stare bene pur di non doversi mostrare debole.
- Pos-posso entrare? – domandò esitante.
- No.
La sua risposta secca e fredda lo fece rimanere di stucco.
- Ehm… bene. Dobbiamo parlare. – continuò dopo essersi ripreso.
- Io non ho niente da dirti Ronald.
- Ma io si quindi…
- Ronald, va’ via.
- No! Io devo spiegarti. Ti prego lasciami parlare…
- Vai via…. Per favore Ron…
- Hermio… - tentò prima di essere interrotto
- VATTENE! – urlò mentre le lacrime iniziavano a rigarle le guance.
Ron avrebbe preferito che gli gridasse contro ancora una volta, che lo picchiasse come era già accaduto, piuttosto che vederla in quello stato a causa sua. Provò ad avvicinarsi ma lei lo respinse via e gli chiuse la porta in faccia.
Nonostante il muro che gli distanziava, Ron dall’esterno poteva benissimo sentire i singhiozzi di Hermione che si era accasciata contro la porta.
Fu allora che capì di averla persa per sempre e si allontanò tristemente dalla casa dei Granger.

 ***

Era mezzanotte passata e Harry non aveva ricevuto ancora nessuna notizia di Ron. E meno male che aveva detto di non preoccuparsi! Il ragazzo tirò l’ennesimo sospiro e guardò ancora una volta la porta sperando che questa si aprisse rivelando un Ron sano e salvo.
Qualche minuto dopo il suo desiderio fu esaudito e Ron entrò a Grimmaud Place, salvo, ma non molto sano.
- Ron finalmente! Si può sapere che fine hai fatto? Stavo per avvisare tua madre!
Ma l’amico non rispose. Continuava a camminare, o meglio a barcollare, per l’ingresso fino al salotto. Aveva lo sguardo vacuo e puzzava di alcool.
- Ron, hai bevuto? Ron…?
Ma era inutile attendere una risposta.
- L’ho persa per sempre. – biascicò il rosso prima di crollare sul divano.
 
Vi ho fatto penare un po’ eh? Mi dispiace, non era mia intenzione ma c’è voluto più tempo del previsto per scrivere questo lungo e soprattutto tristissimo capitolo.
Ma non preoccupatevi manca poco e poi tutto si sistemerà, con grande vostra gioia, credo.
Ringrazio velocemente xbeyoncedoned, this is magic_lovefirehp, Piccola_Weasley e Nene Malandrina (l’unica che è stata quasi felice di leggere casini XD) per aver recensito e infine lily_94 per continuare a seguire la storia nonostante i suoi impegni.
Vi aspetto al prossimo capitolo!
Un bacio, Sa :)

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Capitolo 17
*** Misteri ad Hogwarts ***


Piccoli e leggeri fiocchi di neve scendevano lentamente, andandosi a posare su ogni superfice che ostacolavala loro discesa al suolo. Ricoprivano l’erba, i rami degli alberi, le sponde del lago ormai ghiacciato.
Affacciata a una delle finestre di una delle torri più alte di quell’imponente e antichissimo castello, Minerva McGranitt osservava l’inesorabile e lento cadere della neve, nella speranza che uno di quei fiocchi bianchi potesse suggerirgli la cosa giusta da fare.
La lettera che le era stata recapitata quella mattina da un gufo sconosciuto giaceva ancora sulla scrivania. Inizialmente aveva destato curiosità, poi tristezza e infine l’aveva trascinata in uno stato di indecisione che aveva provato solo poche volte.
- Qualcosa ti preoccupa Minerva?
Una voce l’aveva distolta dai suoi pensieri, e nell’udirla la preside non poté far a meno di essere rincuorata. In effetti, avrebbe sempre potuto chiedere consiglio al vecchio dalla lunga barba che ora le rivolgeva la parola attraverso un quadro.
- Come se non lo sapessi Albus. Che dovrei fare?
- Sei tu a essere a capo di Hogwarts, non io. La decisione spetta a te.
- Sì, ma questa è una scuola non un’agenzia matrimoniale! Eppure quei ragazzi…
- Li abbiamo visti crescere. E in fondo, dopo tutto quello che hanno passato, se lo meritano, non credi anche tu Severus?
- Non vedo perché mi tiri in ballo, ma sono d’accordo con te. – rispose un’altra voce proveniente dal ritratto accanto.
- Come vedi Minerva questo è il nostro parere, ma l’ultima parola deve essere la tua.
- Eh va bene spedirò un gufo domattina con la risposta… spero solo di non dovermene pentire.

***

- Hermione! Hermione! – bisbigliava Ginny dando delle leggere gomitate all’amica che sembrava essere completamente assente. – Pss, Hermione!
- Si? – disse finalmente, distogliendo l’attenzione dalla crepa nel muro che aveva fissato fino a quel momento.
- Tutto bene?
- Benissimo Ginny. – rispose seccata. Odiava quando le rivolgevano domande del genere. Era più che evidente che non andava bene niente.
- Voglio due rotoli di pergamena riguardo la pozione rigenerante sulla mia scrivania entro martedì. Potete andare adesso. – li congedò il professor Lumacorno.
Immediatamente Hermione raccolse tutte le sue cose e uscì dall’aula decisa, ed evitare le domande insistenti di Ginny. Entrò nell’aula di trasfigurazione e si sedette al primo banco, convinta che l’amica non l’avrebbe seguita lì poiché detestava essere seduta in prima fila.
Sfortunatamente per lei Ginny la raggiunse e prese posto accanto a lei come se nulla fosse.
Spazientita Hermione sbuffò e decise di ignorarla, qualunque cosa avesse detto.
- Puoi anche continuare a ignorarmi e a scappare. Non ti libererai facilmente di me, e lo sai bene. – disse Ginny sorridendo.
Naturalmente non giunse nessuna risposta.
- Hai bisogno di sfogarti Hermione! Non abbiamo parlato più dopo quella sera e secondo me ti aiuterebbe a tirare fuori la rabbia, o la tristezza, o qualunque cosa tu provi in questo momento.
- Io non ho bisogno di niente Ginny, tantomeno di essere compatita. L’unica cosa che adesso voglio fare è dimenticare ogni singola cosa accaduta con tuo fratello. Pensavo contassi qualcosa di più per lui, evidentemente mi sbagliavo. Ora mi concentrerò sullo studio e non ho bisogno di distrazioni, né di parlare con qualcuno. – disse tutto d’un fiato.
- Come vuoi. Io però sono qui. – disse in un sussurro appena udibile ma che Hermione sentì molto chiaramente, e a quelle parole si sentì quasi in colpa per averla aggredita.
L’arrivo della professoressa McGranitt le impedì di rispondere e così si concentrò su quello che l’insegnante stava dicendo. O almeno cercava di farlo. Perché, lei stessa lo ammetteva, da quando era tornata a Hogwarts, non riusciva a seguire le lezioni, a svolgere i suoi doveri di Caposcuola, a studiare, a leggere, a fare qualsiasi cosa senza che la sua mente si assentasse completamente per viaggiare nei ricordi che riguardavano Ron. Ricordava ogni singola parola, ogni singolo gesto, ogni singolo bacio, ogni carezza, ogni respiro, ogni sguardo. E tutto questo ricordare, questo rivivere la uccideva.
- Signorina Granger? Signorina Granger!
Ecco anche durante quella lezione aveva vagato altrove con la mente e qualcuno se n’era accorto.
- Signorina Granger! Che le prende?
- Io… mi scusi professoressa, mi ero distratta un attimo.
- È da quando è ritornata dalle vacanze che si distrae. Sicura di stare bene?
L’ennesima domanda alla quale dava da più di due settimane l’identica risposta. Eppure quella volta davanti a quegli occhi non era riuscita a mentire e senza che se ne accorgesse le lacrime iniziarono a bagnarle le guance e, dinanzi agli occhi di tutta la classe, corse via dall’aula prima della fine della lezione.
 
***
 
Mezz’ora più tardi, una trafelata Ginny le venne incontro e lei cercò di asciugare le lacrime che ancora scorrevano sul suo viso.
- Ti ho trovata finalmente. – disse con tranquillità. – Avanti, sfogati. - E si sedette accanto a lei.
Hermione prese un lungo respiro e iniziò a buttare fuori tutto quello che sentiva.
- Ci ho provato Ginny, ci ho provato davvero, ma è tutto inutile. Non riesco a dimenticarlo, nonostante quello che ha fatto io lo amo ancora.
- Lo so, dormi con il maglione che ti ha regalato a Natale. – le disse – Anche lui ti ama Hermione. Più di quanto sia lui sia tu vogliate ammettere.
Passarono circa un’altra ora insieme, Hermione parlava e Ginny ascoltava. Alla fine quando Hermione sembrò riprendersi, l’altra si congedò da lei dicendo che aveva da fare.
- Che cosa hai di così importante da fare? – domandò Hermione incuriosita dall’atteggiamento dell’amica.
- Ehm… Quidditch! Si, ho una specie di riunione con quelli della squadra. Ci vediamo a cena Hermione! – disse allontanandosi
- Preferirei andare a dormire presto.
- Come?! Ma non puoi! Non hai sentito parlare dell’ “ospite”? Stasera scopriremo di chi si tratta, non devi assolutamente mancare! A dopo. – e andò via.
- Ginny! – la richiamò – Grazie.

***

In effetti, da circa una settimana, nessuno sa ancora da chi sia partita la voce, non si faceva altro che parlare di una persona misteriosa che si aggirava per il castello. La maggior parte degli studenti era convinta che si trattasse di un vecchio mago giunto a Hogwarts per alcune lezioni extra, e l’idea non andava proprio a genio ai ragazzi. Tuttavia gli unici a sapere la vera identità di quell’ “ospite” erano davvero in pochi e Ginny Weasley rientrava tra quelli.
Ogni volta che ascoltava stralci di conversazioni riguardanti la persona misteriosa, non poteva trattenersi dal sorridere: a volte i ragazzi formulavano delle ipotesi davvero assurde.
Proprio mentre camminava lungo i corridoi del settimo piano, aveva sentito alcuni studenti convinti di incontrare quella sera un famosissimo allevatore di draghi.
Ma Ginny non poteva far tardi al suo appuntamento e si allontanò velocemente da quel gruppetto di allievi per raggiungere l’arazzo di fronte al quale si celava la Stanza delle Necessità. Dopo aver camminato per tre volte davanti al muro spoglio, si infilò in una porta e, entrata nella stanza, non poté credere ai suoi occhi.
- Merlino non posso crederci! Finalmente! – esclamò correndo incontro ad un ragazzo che si trovava nell’ombra e abbracciandolo con tutta la forza che aveva.
 
Il mio ritardo non ha scuse. O meglio le scuse ci sarebbero ma niente cambierebbe il fatto che io abbia aggiornato dopo così tanto tempo. Perdonatemi vi prego!!! :3
Già che ci siete perdonatemi anche per questo capitolo pieno di misteri. Chiunque riesca a venire a capo di tutto questo mistero vince un’esemplare di ricciocorno schiattoso XD vi prometto che nel prossimo capitolo vi spiegherò tutto e che… beh non posso mica dirvi tutto!
Prima di andare ringrazio tutti quelli che seguono e recensiscono la storia o la leggono e basta: siete davvero fantastici, poi se leggerete questo capitolo senza mandare male la sottoscritta lo sarete ancora di più!
A presto (promesso), Sa :)

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Capitolo 18
*** Cena con sorpresa ***


- Merlino non posso crederci! Finalmente! – esclamò correndo incontro a un ragazzo che si trovava nell’ombra e abbracciandolo con tutta la forza che aveva.
- Sei davvero tu? Non posso crederci! Sei qui! – continuò stringendo sempre di più il ragazzo e baciandolo ripetutamente sulle guance e sul naso.
- Ginny così mi uccidi! – disse soffocato dall’abbraccio della ragazza.
- Si, scusami. Va meglio? – mormorò imbarazzata sciogliendo l’abbraccio per lasciarlo respirare.
- Decisamente, ma potrebbe migliorare ancora di più… - sussurrò all’orecchio di Ginny mentre le circondava i fianchi con le braccia.
- Davvero? E come? – ridacchiò Ginny fingendo di non aver capito.
- Non ci arrivi da sola? – le chiese.
- No, ma magari potresti darmi un piccolo suggerimento. – rispose avvicinandosi ancora di più a lui.
- Mi sembra un’ottima idea. – sussurrò sulle sue labbra prima di annullare del tutto la distanza tra loro come non accadeva da alcune settimane.
Dopo quelli che a loro parvero secondi, furono costretti a separarsi per la mancanza di ossigeno.
- Mi sei mancato Harry. – sussurrò Ginny accoccolandosi sul petto del ragazzo.
- A chi lo dici. Pensavo di poterti rivedere solo tra qualche mese e invece…
- Già… per una volta quell’idiota di mio fratello ha deciso di fare qualcosa di sensato.
Harry ridacchiò ma poi come se colpito da un bolide, i suoi occhi verdi si spalancarono e immediatamente ricordò il motivo di quella sua visita ad Hogwarts.
- A proposito, come sta Hermione? Non le hai detto niente vero?
- Diciamo che è stata meglio. Oggi è scappata nel mezzo della lezione di trasfigurazione, poi fortunatamente sono riuscita a trovarla e a parlarci e, credimi, è stata un’impresa convincerla a venire a cena.
- Ma verrà vero? Altrimenti tutto sarà stato inutile! – iniziò ad agitarsi Harry.
- Certo che verrà, dopotutto lo sai anche tu che nessuno riesce a resistere alla mia testardaggine.
- Oh puoi dirlo forte! – sorrise Harry prima di baciarla nuovamente.
 
Hermione camminava a testa bassa per i corridoi. Dopo la chiacchierata con Ginny il suo umore si era leggermente risollevato ma sapeva bene che per tornare ad essere pienamente felice ci sarebbe voluto un po’ più di tempo. A quel pensiero sospirò. Se qualche anno fa le avessero raccontato che si sarebbe ridotta in quel modo per un ragazzo, e non per un ragazzo qualsiasi ma per Ron, sarebbe scoppiata a ridere e avrebbe reputato pazzo chiunque le avesse detto una cosa del genere. E invece ora…
Nei pressi della Sala Grande erano presenti quasi tutti gli studenti della scuola, eccitati all’idea di scoprire l’identità della persona misteriosa che si aggirava per il castello.
- Ehi Hermione!
- Ciao Neville, guarda: nemmeno se si fosse trattato di una celebrità babbana ci sarebbe stato tutto questo trambusto.
- Hai proprio ragione Hermione. Secondo te chi sarà mai questo ospite?
- Non ne ho la più pallida idea, potrebbe essere chiunque… - vedendo in lontananza arrivare una ragazza dai lunghissimi capelli biondi Hermione si interruppe e aspetto che questa fosse più vicina per salutarla allegramente. – ciao Luna!
- Ciao ragazzi! Non sto più nella pelle! Voglio sapere chi è che si aggira per Hogwarts mentre noi stiamo qui a parlare. Sono sicurissima che si tratti di un famoso naturalista giunto per mostrarci la sua ultima scoperta. Non vedo l’ora!
Hermione e Neville si guardarono esasperati: Luna non sarebbe mai cambiata.
- Certo Luna ma se rimaniamo qua fuori non lo scopriremo mai. – le disse il ragazzo iniziando a spingerla all’interno della Sala Grande dato che quasi tutti avevano preso posto alle rispettive tavolate.
Hermione ridacchiò e dopo aver salutato Luna, si diresse con il suo compagno verso gli altri Grifondoro. Preso posto fece scorrere gli occhi attraverso la Sala per cercare Ginny ma di lei non c’era nessuna traccia.
“Eppure- pensò Hermione – il resto della squadra si trovava lì”
- Neville riesci a vedere Ginny?
- No, non la vedo… ah eccola là.
E, infatti, proprio in quel momento Ginny entrò correndo nella Sala Grande. Scorse i suoi amici tra gli altri studenti e si diresse verso di loro con un grande sorriso.
- Che mi sono persa? – domandò prendendo posto accanto ad Hermione, difronte a Neville, sempre con la stessa espressione felice.
- Niente. Piuttosto tu, dove sei stata? Gli altri della squadra sono qui da un pezzo ormai. E cos’è quel sorrisetto sulla faccia? – chiese Hermione.
- Non è che per caso ci nascondi qualcosa Ginny? – intervenne Neville esprimendo con quelle parole anche il pensiero dell’altra ragazza.
- Io? Certo che no! Quando la nostra riunione è finita ho gironzolato per il castello per schiarirmi le idee e magari pensare ad una nuova tattica da usare nella prossima partita, tutto qui.
- E questo ti mette di buon umore?
- Oh si, non vedo l’ora di giocare contro i Tassorosso. Sono sicura che li batteremo facilmente! – continuò a dire Ginny con molta naturalezza.
- Sarà… - disse hermione non del tutto convinta da quella spiegazione.
Fortunatamente per Ginny in quel momento le tavolate della Sala Grande si riempirono di una grande quantità di cibo e tutti presero a mangiare.
Solo quando anche l’ultima fetta di dolce fu ingerita la professoressa, o meglio preside, McGranitt si alzò e iniziò a parlare
- Cari ragazzi, come avrete avuto modo di sentire attraverso varie voci di corridoio oggi è ad Hogwarts una persona un po’… speciale. Ho sentito teorie assurde riguardo la sua identità e nessuna di queste è vera – a questo parole alcuni studenti sbuffarono, irritati dal fatto di non aver indovinato. La preside sorrise è continuò – Quest’ospite non è altri che un ex alunno di questa scuola che molti di voi hanno avuto modi di conoscere negli anni passati o almeno di incrociare nei corridoi…-
Ora in Sala Grande si era diffuso un concitato mormorio che aveva contagiato anche i tre Grifondoro.
- Avete sentito? Allora molto probabilmente lo conosciamo anche noi… - ipotizzò Neville.
- Già, ma chi potrà mai essere? – rispose incuriosita Hermione, mentre Ginny si fingeva interessata.
La McGranitt riprese a parlare – Non voglio dirvi altro lascio la parola a lui. – concluse per poi tornare a sedersi.
Tutti gli studenti ammutolirono in attesa di scoprire, finalmente, la verità. Un ragazzo, entrato chissà quando e chissà da dove, si avvicinò al punto dove fino a qualche secondo prima si trovava la preside. Migliaia di occhi erano puntati su di lui e, alla luce delle candele della sala, fu riconosciuto immediatamente da tutti.
Solo Hermione che in quel momento aveva distolto lo sguardo per concentrarsi sul suo bicchiere pieno si succo di zucca non aveva ancora visto la persona che aveva fatto spalancare occhi e bocca a tutti i presenti. In effetti non era molto interessata.
- Ehm… buonasera… - iniziò il ragazzo imbarazzato.
Quella voce. Quella maledettissima voce. Non aveva dubbi su chi fosse stato a parlare. Nella mente di hermione solo un nome poteva essere collegato a quel suono: Ron.
 
Lo so, lo so. Sono di nuovo in ritardo. Molto in ritardo a dire il vero, ma credetemi ho fatto i salti mortali per pubblicare oggi. È stata una settimana infernale!
Non mi convince molto questo capitolo ma vabbè, non potevo aspettare l’ispirazione in eterno no?
Ringrazio velocentissimamente chi ha recensito, chi segue o legge solo la storia.
Ora scusate ma devo scappare!
Alla prossima, Sa :)

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Capitolo 19
*** Storia di un ragazzino e di una ragazzina ***


Incredula Hermione si girò verso il tavolo degli insegnanti e per poco non si soffocò con il succo di zucca. Non poteva sbagliarsi, era proprio lui. Alto, capelli rossi, occhi blu e lentiggini. Non poteva essere altri che Ron.
Sconcertata guardò Ginny che sorrideva, ma non fece in tempo a dirle niente dato che Ron aveva ricominciato a parlare.
- Buonasera. Molti di voi probabilmente mi conoscono quindi credo che sia inutile dirvi chi sono. – in effetti quasi tutti, in particolare ragazzine, lo additavano mormorando tra loro frasi tipo “ma è proprio Ron Weasley”. – Ad essere sincero è un po’ strano guardare la sala da questa prospettiva ma non importa… - disse mentre iniziava ad arrossire. – Ecco sono qui stasera per raccontarvi una storia. Qualche anno fa un ragazzino di undici anni sedeva come voi in questa stanza, precisamente in quella tavolata laggiù. – precisò indicando il punto in cui sedevano tutti i Grifondoro che furono per qualche secondo sotto gli sguardi di tutti prima che Ron continuasse il suo racconto. – Allo stesso tavolo sedeva un’altra ragazzina dai capelli ricci e crespi. Secondo il ragazzino era solo un’insopportabile e saccente so-tutto-io che doveva necessariamente sopportare durante le lezioni. Ma ad ottobre, precisamente la sera di halloween i due ragazzini diventarono amici e per questo ringraziano ancora un Troll di montagna. Gli anni passarono e i due crescevano battibeccando tra loro a causa dell’incompatibilità dei loro caratteri, ma i litigi non erano mai molto gravi e tutto si riusciva a risolvere nel migliore dei modi, anche grazie all’aiuto dell’altro loro migliore amico. Le cose andarono avanti fino al loro quarto anno, anno in cui ad Hogwarts si svolse il Torneo Tre Maghi. Come tutti voi sapete in occasione di questo torneo c’è il fatidico Ballo del Ceppo e proprio durante quella circostanza il ragazzino, che aveva trovato troppo tardi il coraggio di invitare la sua migliore amica al ballo, vide la sua amica in compagnia del suo tuttora ex idolo, e dentro di lui scattò qualcosa di molto simile alla gelosia. Ora voi vi chiederete perché, dato che tra loro c’era solo amicizia. Beh il ragazzino si era preso una grandissima cotta per la sua amica ma, poichè aveva troppa paura di essere rifiutato, non le confessò i suoi sentimenti. Preferì rimanere in silenzio e guardarla da lontano cercando di tenere alla larga tutti quelli che le facevano la corte dato che quella stessa ragazzina insopportabile, crescendo, era diventata una ragazza meravigliosa, sotto tutti i punti di vista. Il ragazzino invece, crescendo, era diventato solo più alto e molto più idiota. E infatti durante il suo sesto anno mandò all’aria quella che poteva essere l’occasione d’oro per conquistare la sua amica. Successivamente, con la guerra, i due decisero di comune accordo di mettere da parte i propri sentimenti fino a quando non fosse tutto finito. Si baciarono per la prima volta in questa scuola, in una stanza che non tutti conoscono nel bel mezzo della battaglia. Da quel momento smisero definitivamente di essere solo amici per diventare una coppia, nonostante continuassero a punzecchiarsi per il semplice gusto di innervosirsi a vicenda. Tutto procedeva bene fino a che il ragazzo decise nuovamente di comportarsi da idiota e da allora i due non si sono più parlati, perché la ragazza non ha voluto sentire ragioni ed è ritornata alla sua vita di sempre. Bene, la storia è finita. – prese un lungo respiro e proseguì con un tono più serio, fissando un punto preciso della tavolata dei Grifondoro. – Sono qui stasera perché quel ragazzo non riesce ad andare avanti sapendo che la sua migliore amica è arrabbiata con lui e vorrebbe tanto sapere cosa fare per farsi perdonare perché lui è davvero tanto, tanto dispiaciuto e vorrebbe spiegare cosa è successo realmente. Quel ragazzo è ancora perdutamente innamorato della ragazzina insopportabile che il primo settembre di otto anni fa gli a fatto notare che aveva dello sporco sul naso e gli piacerebbe tanto poterla stringere di nuovo tra le sue braccia. – concluse sospirando.
Nella Sala Grande scese un silenzio imbarazzante. Metà degli studenti fissava i Grifondoro, in particolare Hermione che faceva di tutto per trattenere le lacrime e sorrideva come un bambina in un negozio di bambole. Fin dall’inizio del discorso di Ron aveva capito dove voleva andare a parare ma sentire tutte quelle cose pronunciate da lui, tutta la storia dell’evoluzione del loro rapporto le aveva fatto tornare alla mente moltissimi ricordi, e non voleva di certo buttare via tutto per uno stupido bacio. Avrebbe ascoltato le ragioni di Ron stavolta e sicuramente lo avrebbe perdonato perché anche lei era ancora perdutamente innamorata del ragazzino incontrato sul treno con lo sporco sul naso. Una gomitata la distolse dai suoi pensieri.
- Avanti Hermione, dì qualcosa! Ti stanno fissando quasi tutti. – la incitò Ginny.
La ragazza annuì e si asciugò l’unica lacrima che non era riuscita a trattenere, prima di schiarirsi la gola e iniziare a parlare.
- Ehm… magari se questo ragazzo, che è davvero un idiota, tentasse di nuovo di spiegare la situazione le cose si potrebbero aggiustare.
Nel silenzio della Sala le sue parole era risultate udibili a tutti, nonostante il tono di voce basso. Ron la fissava con gli occhi spalancati per la sorpresa ma poi si decise a dire qualcosa.
- Si ma quando? E dove?
- Beh mi è parso di capire che la ragazza è qui ad Hogwarts, no? Potrebbe chiederle di   incontrarsi, magari in un posto… speciale per loro…
- È un’idea brillante sai? – le sorrise Ron facendola arrossire. – Bene lo dirò a quel ragazzo. Che dici, potrebbe andare bene il posto in cui si sono scambiati il primo bacio?
- Sarebbe perfetto. – sussurrò Hermione.
Prontamente la professoressa McGranitt prese la parola e invitò tutti gli studenti ad andare nei propri dormitori. Così una fiumana di ragazzini si diresse verso l’uscita della Sala e in tutta quella confusione Ron perse di vista Hermione, ma ormai era tranquillo. Sapeva dove cercarla.

 ***

Uscita dalla Sala, Hermione cercò di correre il più veloce possibile verso le scale che portavano ai piani superiori. Alle sue spalle Ginny urlò qualcosa che somigliava tanto a un “buona fortuna”. Corse a perdifiato fino al settimo piano e lì si fermò davanti ad un muro spoglio. Chiuse gli occhi e pensò con tutta se stessa alla stanza che meno di un anno fa l’aveva vista saltare addosso al suo migliore amico.
Una porta apparve d’avanti ai suoi occhi e con lentezza afferrò la maniglia, la abbassò e varcò la soglia, ritrovandosi in un’identica copia della stanza che durante la guerra aveva ospitato tutti gli studenti che si opponevano al regime dei Carrow.
A qualche passo di distanza Ron la stava già aspettando nel punto in cui lei aveva fatto cadere le zanne del basilisco e gli si era gettata addosso.
- Ti aspettavo. – le disse.
Hermione si avvicinò a lui mentre iniziava ad arrossire.
- Io cercavo un cretino, invece. – scherzò lei.
- Allora l’hai trovato. – rise Ron.
Stettero senza parlare per un po’ fino a quando Ron non iniziò a parlare.
- Non sono stato io a baciare Veronica, è stata lei.
Hermione rimase spiazzata da quelle parole. Vedendo che non parlava Ron continuò.
- Mi aveva appena confessato di essersi presa una cotta per me e io per consolarla mi ero avvicinato, ma lei mi è saltata addosso e… beh poi sei entrata tu. Hermione mi dispiace. Io non ti farei mai e poi mai una cosa del genere, credimi.
La ragazza lo fissava con uno sguardo che Ron non le aveva mai visto. Gli si avvicinò cautamente e senza preavviso lo abbracciò più forse che poté respirando il suo odore che tanto le era mancato. Ancora stretta a lui mormorò qualcosa che però il ragazzo non capì.
- Cosa?
Hermione si staccò da lui quel tanto che bastava per poterlo guardare negli occhi.
- Ti amo. Ho detto che ti amo Ron. Ti amo e sono stata una sciocca e un’insensibile a trattarti in quel modo. Ti prego perdonami. – singhiozzò.
Ron sorrise e avvicinò il suo viso a quello di Hermione.
- Ti amo anch’io. – le sussurrò prima di posare delicatamente le labbra sulle sue.
Quando si separarono Hermione sorrise come non faceva da tempo.
- Sai, il post-litigio è la parte che mi piace di più. – le disse.
- A chi lo dici. – concordò Hermione prima di allacciare le braccia attorno al suo collo e baciarlo con la stessa passione con cui l’aveva baciato la prima volta.
 
E anche questo è andato. Stavolta sono stata brava e ho pubblicato in anticipo, perché un altro ritardo sarebbe stato imperdonabile. È un po’ lungo rispetto agli altri e in realtà ci sarebbe anche un altro piccolo pezzettino che volevo inserire ma poi sarebbe diventato troppo pesante e quindi ho lasciato perdere.
Oh finalmente si sono riappacificati! So che magari il discorso e tutto il resto non è proprio da Ron, ma l’amore può fare miracoli a volte.
Ringrazio per bene, perché non lo facevo da tempo, Mirime 90, Nene Malandrina, MrsMalikBieberection1_, this is magic_lovefirehp e edsingsforme per aver recensito lo scorso capitolo e inoltre tutti quelli che seguono la storia. Siete tutti fantastici! :)
Vi aspetto al prossimo capitolo!
Bye bye, Sa :)

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Capitolo 20
*** Finalmente a casa ***


Quando Ron ed Hermione uscirono dalla Stanza delle Necessità i corridoi erano deserti e non c’era nessuno in giro per il castello. Questo significava che il coprifuoco era scattato, quindi dovevano necessariamente tornare nella Sala Comune dei Grifondoro per evitare di trovarsi nei guai.
Tuttavia il percorso non era per niente facile per Hermione, dato che Ron continuava a baciarla, come a voler recuperare tutto il tempo in cui erano stati separati.
- Ron… Ron dai dobbiamo tornare in Sala Comune. Se ci scoprono in giro potrei essere nei guai, e poi sono una caposcuola e non mi sembra il caso di stare qui a… - tentò Hermione ma fu interrotta dal ragazzo che prontamente le chiuse la bocca con la propria, baciandola con trasporto e ricevendo quasi subito una risposta.
- Cerca di essere più convincente, Mione. – le sussurrò.
Hermione arrossì a quelle parole e per qualche secondo non seppe cosa dire. Ma dopotutto era pur sempre Hermione Granger e non era da lei restare senza parole.
- Ron! Se fossi uno studente sarei costretta a punirti! – lo rimproverò.
- Beh allora fallo. Puniscimi. – la stuzzicò.
- Non sei uno studente di questa scuola e, purtroppo, non posso farlo.
- Tu dici Hermione?
- Ch-che vuoi dire?
- Credi che sia venuto fin qui solo per chiarire con te e ripartire subito dopo?!
- Beh… si?
Ron rise.
- Ho scritto una lettera alla McGranitt qualche settimana fa chiedendole di riammettermi ad Hogwarts nonostante non abbia frequentato le lezioni da settembre. E ha accettato. Da oggi sono di nuovo uno studente di Hogwarts.
Per la seconda volta nel giro di un quarto d’ora Hermione non seppe cosa dire. Il suo cervello, stranamente, non riusciva ad immagazzinare nel modo giusto quelle informazioni. Ron, lettera, McGranitt, Hogwarts, studente. Ron aveva mandato una lettera alla McGranitt per restare ad Hogwarts come studente. Ron era uno studente di Hogwarts. Ron sarebbe rimasto ad Hogwarts. Con lei.
Finalmente capì tutto e si riprese.
- Tu… tu sei completamente pazzo Ronald! – proferì.
- Si, di te.
E avvicinatosi la baciò nuovamente, stavolta con dolcezza, non potendo fare a meno di sorridere contro le sue labbra quando la ragazza gli circondò il collo con le braccia.
- Allora, questa punizione? – le chiese mentre ricominciavano a camminare verso la Sala Comune.
Hermione sorrise e scosse la testa.
– Cretino.

 ***

Oltrepassarono il quadro della Signora Grassa ridacchiando e, non appena misero piede nella Sala Comune, cedettero entrambi alla voglia di baciarsi come non facevano da tempo.
Sfortunatamente non erano soli e un colpo di tosse li spinse a separarsi.
Seduti sul divano Harry e Ginny li guardavano divertiti mentre al loro fianco in piedi c’era…
- Professoressa! – squittì Hermione in imbarazzo per la situazione.
- Buonasera signorina Granger. Signor Weasley a quanto pare è riuscito nel suo intento.
Ron annuì, le orecchie in fiamme.
- Bene, sono felice per voi. – sorrise. – Ora però andate nei rispettivi dormitori. Avrete tempo per stare insieme.
E augurando la buonanotte ai quattro ragazzi uscì dalla Sala Comune.
- Vedo che non avete perso tempo eh? – disse scherzando Ginny rivolta al fratello e alla sua amica.
- Oh sta zitta Ginny!
- È sempre un piacere rivederti fratellone. – ribatté acida.
- Smettetela voi due. Vi siete appena visti e già litigate?! – intervenne Harry, alzandosi dal divano e andando a salutare Hermione.
- Harry! Non dirmi che anche tu…
Il ragazzo annuì.
– Non pensavi che avrei lasciato te e Ron da soli? E perdermi tutto il divertimento? – scherzò.
- Ma come farai con l’Accademia?
- Kingsley dice che ho più esperienza di qualunque altro lì dentro. Posso permettermi di frequentare le lezioni qui ad Hogwarts e i corsi in Accademia.
- Merlino, vi rendete conto che siamo di nuovo qui? Tutti insieme! – disse Ginny dopo qualche momento di silenzio.
- Si, Ginny. Ma è tardi e sarà meglio seguire il consiglio della McGranitt e andare a dormire. Buonanotte a tutti. – e salutato velocemente Ron, Hermione si diresse verso la scala che conduceva ai dormitori femminili.
- Oh imparerete a convivere con la Caposcuola Granger. Ordine e disciplina, sempre e comunque! Ron, conto su di te per farla… rilassare.
- Puoi contarci sorellina. – rispose il ragazzo sorridendo, per poi andare con Harry verso il loro dormitorio.

 ***

La mattina seguente Hermione si svegliò come al solito di buon ora. Dopo aver indossato la sua divisa scese in Sala Comune e si accovacciò su una delle poltrone con un grosso libro sulle gambe.
Dopo quelli che le parvero minuti qualcosa distolse la sua attenzione dalla pagina che stava leggendo. Due braccia l’avevano circondata e qualcuno le aveva depositato un piccolo bacio sul collo.
- Buon Giorno. – sussurrò la persona alle sue spalle.
Hermione si girò per incontrare gli occhi blu di Ron che intanto si era seduto su un bracciolo della poltrona.
- Buon giorno anche a te. – gli augurò baciandolo dolcemente.
Il ragazzo sorrise.
- È il buon giorno più bello che io abbia mai avuto in sette anni ad Hogwarts.
Intanto gli studenti si erano svegliati e pian piano la Sala Comune si era affollata. Molti furono sorpresi di vedere Ron lì con indosso la sua divisa. Altri furono stupiti di vedere Ron lì mentre baciava Hermione, o meglio la Caposcuola Granger.
- Guarda un po’ Dean. Pare che abbiamo trovato un modo per distrarre Hermione. Inizia ad organizzare una festa e stavolta porta l’alcool. – scherzò Seamus stando ben attento a farsi sentire dai due.
Prontamente Hermione interruppe quello che stava facendo per rivolgere occhiate assassine ai due Grifondoro.
- Seamus non ti gasare più di tanto sono sempre la stessa. Ron non riuscirà a farmi distogliere  l’attenzione dalle vostre feste clandestine, puoi stare tranquillo. – ribatté Hermione.
- Oh ma certo. Lui non ha nessuna influenza su di te. Stupidi noi che pensavamo il contrario. – disse sarcasticamente Dean. – Ron, è un onore averti di nuovo tra noi. Bentornato. – aggiunse dando a Ron una pacca sulla spalla seguito subito da Seamus.
In quel momento due ragazzi scesero dalla scala che porta ai dormitori maschili leggermente in disordine.
- Potter! Nemmeno il tempo di arrivare e già te la spassi? – lo schernì Seamus indicando Ginny che aveva i capelli scompigliati.
- È un piacere rivedervi ragazzi. – rispose Harry sorridendo.
- Vorrei ricordarti Harry che quella è mia sorella e che ora posso tenervi d’occhio molto più facilmente dato che siamo nella stessa stanza chiaro?!
- Anche alla Tana eravate nella stessa stanza Ronald. Eppure te l’abbiamo fatto sotto il naso. – intervenne Ginny facendo ridere tutti gli altri e lasciando Ron di stucco.
Fortunatamente lo stomaco di Ron iniziò a brontolare e questo interruppe sul nascere una lite tra fratelli Weasley.
- Credo sia meglio andare a fare colazione. – propose Hermione trascinando dietro di sé Ron.
Harry e Ginny li seguirono mentre gli altri due ragazzi decisero di avviarsi più tardi.
Nei corridoi di Hogwarts gli studenti camminavano freneticamente da tutte le  parti. Chi era diretto in Sala Grande, chi andava ad incontrare gli amici, chi ritornava in Sala Comune perché aveva dimenticato un libro, una pergamena o una semplice piuma.
Anche i fantasmi passavano da una muro all’altro salutando tutti quelli che incontravano con fare cordiale. Nei quadri i personaggi dipinti si muovevano in tutte le direzioni, facendo aumentare quel chiacchiericcio mattutino che da sempre aveva caratterizzato il castello.
In tutto quel via vai di persone, fantasmi e dipinti, i quattro ragazzi camminavano allegri e Harry e Ron poterono constatare che anche loro, finalmente, erano a casa.
 
Ehilà gente!
Cavolo non posso crederci di aver appena scritto il ventesimo capitolo di questa storia! Ne è passato di tempo da quando ho pubblicato il primo e da allora siete sempre di più quelli che recensiscono, seguono o semplicemente leggono la storia. Non posso far altro che dirvi grazie! :) grazie, grazie, grazie!
In particolare ringrazio Mirime 90, this is magic_lovefirehp, MrsMalikBieberection1_, Piccola_Weasley, Nene Malandrina, dreamdream e amolefossette per aver recensito lo scorso capitolo.
Bene, spero che anche questo vi sia piaciuto nonostante ci siano davvero tanti tanti baci… vabbè.
Dovevo pubblicarlo tra qualche giorno ma non ho resistito e quindi eccolo qua.
Ci si sente, Sa :)
P.S. wow è davvero il ventesimo?! L’ho già detto grazie? XD

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Capitolo 21
*** Duelli, Quidditch e tramonti ***


Erano passati alcuni giorni dal ritorno di Harry e Ron ad Hogwarts e tutto procedeva con tranquillità.
I due ragazzi seguivano le lezioni con gli altri Grifondoro e, nonostante non avessero frequentato i corsi da settembre, erano riusciti a tenere il passo con gli altri studenti. Merito delle loro tante avventure e dei programmi di ripasso di Hermione, che però stavolta Ron riusciva benissimo a boicottare salvando anche Harry da ore e ore di lezioni di recupero e ripasso.
In una fredda mattina i quattro Grifondoro stavano attraversando i lunghi corridoi riscaldati dalle torce alle pareti, diretti all’aula in cui Harry e Ron avrebbero partecipato alla loro prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure dell’anno.
Ma come spesso accadeva, il tragitto non era una cosa da niente.
Infatti, molto spesso i due Grifondoro erano assaliti da gruppetti di ragazzine urlanti che li ammiravano come se fossero degli dei.
Chiedevano autografi e facevano gli occhi dolci con la speranza di rimediare un appuntamento con uno dei due.
Tutto ciò accadeva anche sotto gli sguardi sconvolti di Ginny ed Hermione che non potevano far niente per impedire che si venissero a creare situazioni simili.
Nemmeno l’autorità di Caposcuola di Hermione riusciva a fermare le tante ammiratrici che il più delle volte ignoravano gli avvertimenti della ragazza continuando a provarci con il suo ragazzo o il suo migliore amico.
Anche quella mattina, quindi, i quattro Grifondoro furono accerchiati da una decina di ragazzine e, esasperate, Hermione e Ginny decisero di avviarsi da sole verso l’aula, lasciando i due ragazzi in balia delle attenzioni ossessive delle loro spasimanti.
Presero posto nel solito banco mentre pian piano anche gli altri studenti iniziavano a prepararsi per la lezione.
- Ma le hai viste?! Stanno diventando insopportabili! Seguono Harry e Ron dovunque e persino stare in biblioteca è diventato impossibile! – si lamentò Ginny.
Hermione avrebbe voluto ribattere dicendo che anche lei qualche anno fa provava un’irrefrenabile ossessione per Harry ma decise di restare in silenzio.
In quel  momento fecero il loro ingresso in aula due ragazzi alquanto frastornati, con i capelli e le divise in disordine. Si avvicinarono e presero posto al banco dietro le due ragazze.
- Finalmente! – borbottò Ginny. – Vedo che stavolta vi sono proprio saltate addosso. – continuò acida.
- Che c’è Gin? Sei gelosa? – la prese in giro Harry.
La ragazza arrossì e non rispose, mentre Ron ed Hermione sorridevano divertiti.
Harry fece appena in tempo a posare un bacio sulla guancia della rossa che il professor Williams fece il suo ingresso salutando tutto con un sorriso affabile.
Arrivato nei pressi della cattedra, si voltò verso i suoi alunni e solo allora parve ricordarsi del fatto che anche Ron ed Harry erano lì.
- Ma che sbadato! Mi ero completamente dimenticato di avere due nuovi alunni. Benvenuti. – disse ai due ragazzi che lo guardavano incuriositi di sapere che tipo fosse.
Stando alle parole di Hermione e Ginny il professore era un tipo in gamba e i due non poterono far altro che confermare la loro opinione.
Iniziarono la lezione ripassando la teoria degli incantesimi non verbali fino a quando il professor Williams decise di mettere alla prova i suoi alunni.
- Signor Potter, signor Weasley, perché non ci fate vedere come si pratica un incantesimo non verbale. – propose, e con un colpo di bacchetta fece scomparire tutti i banchi in modo tale da avere più spazio.
Invitò i due Grifondoro a posizionarsi al centro e a preparare le bacchette.
- Ha intenzione di farci duellare? – chiese Ron sbalordito.
Quando il professore annuì, un sorriso si dipinse sulle sue labbra.
- Per me va bene. – proferì Ron.
Anche Harry annuì ed entrambi assunsero un atteggiamento più serio preparandosi a sfidarsi.
Ad un cenno dell’insegnante fasci di luce colorata iniziarono a fuoriuscire dalle bacchette dei due ragazzi ma nessun incantesimo raggiungeva l’avversario perché veniva prontamente respinto.
Per circa dieci minuti Harry e Ron si scagliarono contro schiantesimi e fatture sotto gli occhi attenti di tutta la classe.
Dato che nessuno dei due riusciva a prevalere sull’altro, il professore decise di mettere fine ad un duello che sarebbe potuto continuare per ore.
- Vi faccio i miei complimenti ragazzi. Siete davvero molto preparati. Venti punti a Grifondoro! – annunciò un attimo prima che la campanella segnasse la fine della lezione.
- È davvero in gamba il professor Williams. Escludendo Lupin, è il migliore che io abbia mai incontrato. – disse Harry mentre con i suoi amici si dirigeva verso l’aula di pozioni.

 ***

Quel pomeriggio sembrava che il vento avesse deciso di calmarsi con grandissima gioia dei membri della squadra di Quidditch di Grifondoro che si stavano allenando spronati da una Ginny più agguerrita che mai.
- Avanti Thompson quella Pluffa non centrerà gli anelli da sola! – urlò la ragazza contro un ragazzino del terzo anno che aveva sbagliato l’ennesimo lancio. – Cooper! Quel bolide stava per disarcionarti dalla scopa!  – sbraitò rivolta ad un ragazzo che probabilmente frequentava il quinto anno.
Ginny si scostò seccata alcune ciocche che erano sfuggite dalla coda e che le impedivano di vedere la sua squadra che sembrava composta non da giocatori ma da atleti circensi leggermente fuori allenamento.
In effetti l’intera squadra era distratta da ciò che stava accadendo qualche metro più in basso.
A bordo del campo da Quidditch, seduti su una panchina, Harry, Hermione e Ron guardavano l’allenamento disastroso della squadra.
O meglio, Harry e Ron guardavano ed Hermione seduta tra loro due cercava di leggere un grosso tomo. Cosa che le risultava abbastanza difficile a causa delle urla di Ginny e dei discorsi sulle tattiche di gioco dei suoi due amici.
- Ricordatemi perché mi sono lasciata convincere a venire qui con voi. – sbuffò la ragazza.
- Beh perché non avevi nient’altro da fare, perché mi ami da impazzire e perché so essere molto convincente. – le sorrise maliziosamente Ron.
Hermione roteò gli occhi e borbottò qualcosa che assomigliava molto a “cretino” prima di tornare al suo libro.
Ron rise, le si avvicinò  e le posò un bacio sulla guancia, uno sul mento, uno sul collo, prima di catturare le sua labbra e far in modo che hermione dimenticasse completamente il libro.
- Che schifo! – si lamentò Harry mentre i suoi migliori amici si perdevano nelle solite smancerie.
- Ma smettila Harry! Sei solo geloso perché tu in questo momento non puoi godere delle attenzioni della tua ragazza! – ridacchiò Ron.
- Non sono affatto geloso, Ron. Ma voi siete così disgustosi da farmi salire il livello di zucchero nel sangue. E poi vorrei ricordarti che quella che tu baci la considero una sorella quindi vacci piano, ok?
- E io vorrei ricordarti che quella che tu baci, e non solo, è realmente mia sorella!
- Dettagli. – concluse Harry che, dopo essersi alzato e aver scansato Ron, aveva preso posto tra lui ed Hermione.
- Ehi! – protestò il rosso. – Che stai facendo?
- Torno in modalità terzo incomodo Ron. Non sapete quanto mi sono divertito negli anni scorsi! – gli rispose.
Hermione ridacchiò e quando Ron protestò un'altra volta addossando ad Harry la colpa per non essere riuscito a baciarla prima non poté che appoggiarlo.
Ma presto tutti e tre si ritrovarono a ridere a crepapelle, ricordando tutte le volte in cui Harry aveva interrotto gli altri due in atteggiamenti più o meno intimi.
Così mentre continuavano a ridere come non mai, non si accorsero di Ginny che camminava arrabbiata verso di loro.
- Siete tre idioti!
I ragazzi la guardarono sbigottiti.
- Con le vostre chiacchiere e le vostre risate non riesco a proseguire l’allenamento! Quindi… andate immediatamente via di qua! – urlò mentre il resto della squadra si radunava alle sue spalle.
- Sai Gin, credo di aver un’idea. – sorrise Harry. – Ci stai Ron?  - chiese all’amico.
- Oh si. Non vedo l’ora!
Agitarono insieme le bacchette e qualche secondo più tardi qualcosa di rosso e oro si posò tra le loro mani. Senza aggiungere altro corsero verso gli spogliatoi lasciando tutti sulle spine.
- Ma cosa… - iniziò Ginny sull’orlo di una crisi isterica.
-Che vuoi farci, sono i soliti bambini. – la tranquillizzò Hermione scuotendo la testa.
Dieci minuti dopo ritornarono nel campo con indosso le loro divise e con una scopa a testa.
- Allora, a chi va una partita a Quidditch?

 ***

Finirono di giocare quando il sole stava per tramontare. La presenza di Harry e Ron aveva spinto i ragazzi della squadra a dare il massimo e Ginny era davvero entusiasta.
- Tu sei un genio! – disse ad Harry mentre lo abbracciava. – Non ho mai visto i ragazzi così motivati. È stato l’allenamento migliore che abbia mai visto!
- Credo di meritarmi un premio allora. – le sorrise il ragazzo.
- Puoi starne certo, Potter. – lo baciò Ginny e insieme si diressero al castello perla cena.
A qualche metro di distanza Hermione guardava il sole che piano piano scompariva dietro gli alberi della foresta.
- Bu!
Qualcuno dietro di lei urlò facendola sobbalzare. La ragazza si girò per incontrare un paio di occhi blu che conosceva fin troppo bene.
- Sei un idiota, Ronald. – gli disse dandogli le spalle.
- Può darsi, ma non ho resistito alla tentazione di spaventarti. – le sussurrò poggiando la testa sulla sua spalla.
La osservò attentamente alla luce del sole che calava e non poté far a meno di constatare quanto fosse bella e quanto lui fosse fortunato ad averla tutta per se.
- Vieni con me. – le disse prendendole la mano.
Ritornarono nel campo e Ron appellò una scopa. Hermione lo fissò tra lo spaventato e il curioso.
- Sali. – le ordinò Ron. – Fidati di me. – aggiunse, vedendo che Hermione era leggermente intimorita.
Aspettò che la ragazza salisse, poi si posizionò dietro di lei circondandola con le braccia per non farla cadere e con uno scatto fece sollevare la scopa.
Quando Ron intimò Hermione a riaprire gli occhi erano davvero molto in alto, ma in compenso c’era un panorama meraviglioso.
Tutto il parco di Hogwarts si stagliava d’avanti ai loro occhi illuminato dalla luce arancione del sole ormai quasi del tutto scomparso.
- Wow. – fu l’unica cosa che Hermione riuscì a dire.
Il ragazzo esultò mentalmente per averla zittita. Restarono in silenzio ad ammirare quello spettacolo fino a quando alche l’ultimo raggio di sole non sparì.
- È la cosa più bella che abbia mai visto. Grazie. – sussurrò Hermione, voltandosi appena per poterlo guardare negli occhi e baciare.
Ron rispose al bacio, ma era tardi e loro non potevano rimanere lassù per ancora molto tempo.
Anche lo stomaco di Ron era d’accordo e infatti brontolando interruppe il loro bacio.
- Forse è meglio andare. – propose Ron sorridendo.
- Sono d’accordo con te. – ridacchiò Hermione mentre, fin troppo velocemente per i suoi gusti, Ron ripartiva diretto al castello.
 
Salve gente! Anche questo capitolo è andato. È piuttosto lunghetto e magari leggermente sdolcinato alla fine ma mi andava così oggi.
Grazie a tutti quelli che hanno recensito e che seguono la storia. Scusate se non vi nomino tutti, ma vado un tantino di fretta.
Alla prossima!
Sa :)

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Capitolo 22
*** Valentine (parte I) ***


Gran parte del parco di Hogwarts era ghiacciato.
Ad una persona comune non sarebbe importato dato che quella non è altro che una vasta porzione di terra che circonda un castello in rovina.
Ma per gli studenti di Hogwarts costretti a scorrazzare per il parco per raggiungere le serre di erbologia il ghiaccio è una vera seccatura.
- Ma non esiste un incantesimo per rendere praticabile questo sentiero?! – sbottò Ron dopo aver evitato di cadere per l’ennesima volta.
- Taci Ron! Evidentemente non ne esiste uno altrimenti non saremmo qui a scivolare di continuo.
- Sai Ginny, se non fossi tuo fratello e se il mio migliore amico non fosse il tuo ragazzo, ti eviterei molto volentieri durante le tue giornate no!
- Sai Ron, se non fossi tua sorella e se la mia migliore amica non fosse la tua ragazza, non solo ti eviterei durante quelle che tu chiami “giornate no”, ma ti starei alla larga ventiquattro ore su ventiquattro!
- Smettetela voi due! – li riprese Hermione, facendoli zittire all’istante.
Erano quasi arrivati alla serra dove si sarebbe tenuta la lezione, ma la professoressa Sprite li venne incontro con un’espressione abbattuta.
- Mi dispiace ragazzi ma a causa del ghiaccio e della neve tutte le serre sono impraticabili. La lezione è stata annullata. – annunciò suscitando sia frasi di apprezzamento sia borbottii infastiditi.
Così tutti gli studenti furono costretti a ripercorrere il sentiero ghiacciato verso il castello, rincuorati solo dal fatto di poter passare un’ora in assoluto relax d’avanti al camino della Sala Comune.

 ***

- Mmh Ron – mugolò Hermione totalmente persa nelle attenzioni che il ragazzo le stava rivolgendo.
- Si? – le sussurrò intento a baciarle il collo e ad accarezzarle la schiena.
Erano nel dormitorio maschile. Ci erano saliti per sfuggire alla confusione che regnava in Sala Comune e, tra un bacio e l’altro, erano finiti sul letto del rosso presi da un po’ troppa passione.
- Sai che non dovremmo vero? Tra poco abbiamo lezione e inoltre è contro ogni regolamento della scuola. – gli sussurrò Hermione non smettendo però di accarezzargli il petto.
- Allora credo che tu debba togliere molti punti a Grifondoro, Mione. – le rispose a pochi centimetri dalle sue labbra per poi ritornare a baciarla appassionatamente.
Ancora intenti a scambiarsi effusioni non prestarono attenzione ai rumori che provenivano dall’esterno fino a quando qualcuno non irruppe nella stanza.
- Ron! Hermione! – urlò Harry cercando con lo sguardo i due amici. - Scendete in Sala Comune! Hanno appena affisso un avviso in bacheca e… oh porca miseria! – gridò quando li ebbe individuati.
- Harry, non ti ho mai odiato così tanto come in questo momento! – sospirò Ron staccandosi di malavoglia da Hermione e andando a prendere la sua camicia abbandonata sul pavimento mentre la ragazza sistemava la sua divisa.
- Ragazzi mi dispiace! Credetemi non è stato bello nemmeno per me… – borbottò imbarazzato il ragazzo, ma un’occhiata di Hermione lo fece zittire.
- Harry, sei il mio migliore amico e ti voglio bene… ma alcune volte hai un pessimo tempismo! – lo rimproverò per poi uscire dalla stanza e andare a cercare Ginny.
Harry si girò verso Ron che se ne stava appoggiato al muro con le braccia incrociate.
- Ma secondo te cosa potevamo fare io ed Hermione qui, in dormitorio, da soli? Prendere il the?! – gli chiese Ron esasperato.
- Ron, ti ho già detto che non l’ho fatto di proposito! – si scusò il moro. Poi un’espressione maliziosa si face largo sulle sue labbra. – Allora dall’ultima volta che ne abbiamo parlato tu ed Hermione ne avete fatto dei passi avanti eh? – lo stuzzicò.
- Zitto Potter! Prima che ti faccia fuori sul serio!
- Ok, ok sto zitto. Ma forse non è tutto perduto…
- Che vuoi dire?
- Seguimi in Sala Comune e vedrai. – disse.
E così uscì dalla stanza e corse verso le scale che portavano alla Sala Comune. In men che non si dica Ron gli fu dietro e con uno scatto lo superò, dopo avergli dato uno schiaffo sulla nuca.
- Ahi! – si ribellò Harry.
- Te lo meriti! – gli urlò Ron ormai arrivato a destinazione.
La stanza non era molto affollata come quando Ron l’aveva lasciata, ma nei pressi della bacheca degli avvisi erano riuniti alcuni ragazzini che parlavano eccitati.
- Che succede? – domandò incuriosito il ragazzo prendendo posto accanto ad Hermione e Ginny su uno dei divani d’avanti al camino.
- La McGranitt ci permette di andare ad Hogsmeade la sera del quattordici febbraio. Per san Valentino. – gli rispose Hermione che non sembrava molto entusiasta.
- Già, e la tua ragazza non è molto d’accordo. Crede che questo possa essere un’ulteriore distrazione per i M.A.G.O. – la prese in giro Ginny cercando l’appoggio del fratello.
- Avanti Hermione, rilassati. È solo per una sera. – la tranquillizzò Ron passandogli un braccio attorno alle spalle.
Tuttavia il ragazzo stesso non sembrava essere molto entusiasta della notizia. Hermione se ne accorse ma non disse nulla, convinta che il suo comportamento fosse dovuto a quello che era accaduto prima con Harry.
Intanto quest’ultimo li aveva raggiunti e stava per baciare Ginny quando Ron lo tirò indietro impedendogli di avvicinarsi alla sorella più del dovuto.
- Che ti prende adesso Ron? – gli chiese Harry.
- Beh devo vendicarmi per quello che hai fatto prima, no?
- Ma lo schiaffo non basta?
- Certo che no! – disse Ron come se fosse scontato. – Ora scusate, ma ho dimenticato un libro in dormitorio, vado a prenderlo. – e si diresse verso le scale per i dormitori con un’aria quasi sconsolata.

 ***

Nei giorni seguenti Ron si faceva sempre più silenzioso e pensieroso. Si rifiutava di giocare a Quidditch o a scacchi con Harry e perfino quando Hermione diceva di dover andare in biblioteca e di non poter passare tutto il pomeriggio con lui non protestava come era solito fare.
Questo suo comportamento aveva insospettito i suoi amici ma il ragazzo diceva di comportarsi come al solito e di essere solo un po’ stanco, liquidando così l’argomento.
Solo Hermione non sembrava essere tanto convinta da quella faccenda e aveva iniziato a pensare che Ron stesse progettando di lasciarla. Si chiudeva anche lei in lunghi silenzi e non faceva altro che studiare, anche più del solito.
Harry e Ginny ormai non sapevano che fare. Avevano deciso di non intromettersi stavolta perché credevano che sia Ron sia Hermione fossero entrambi maturi da risolvere i loro problemi autonomamente.
Così arrivò la fatidica sera del quattordici febbraio. Harry e Ron erano in Sala Comune ad aspettare le rispettiva ragazze che erano leggermente in ritardo.
Harry era seduto sul divano mentre l’amico camminava per la stanza e si passava nervosamente una mano tra i capelli a intervalli regolari.
- Ma si può sapere che ti prende? – gli chiese Harry quando la figura di Ron gli passò nuovamente davanti agli occhi.
- Eh?
- Che hai Ron? È da una settimana che ti comporti in modo strano. Che succede?
Ron aprì la bocca per ripetere la stessa scusa che da giorni usava per giustificare il suo strano comportamento, ma in quel momento Ginny fece il suo ingresso in Sala Comune impedendogli di parlare.
- Buona sera, scusate il ritardo. – disse avvicinandosi ad Harry e baciandolo. – Ron, Hermione sta per scendere, intanto Harry ed io iniziamo ad andare. Ci vediamo dopo. – aggiunse prima di scomparire con il ragazzo dietro il ritratto della Signora Grassa.
Ron salutò e si sedette su una delle poltrone. Dei rumori attirarono la sua attenzione e quindi si voltò verso le scale che conducevano al dormitorio femminile.
Davanti a lui c’era Hermione. Non indossava niente di particolare, eppure gli sembrò più bella del solito.
- Ciao. – lo salutò con un timido sorriso.
Ron si alzò e le andò incontro. Portò due dita sotto il suo mento per fare in modo che lo guardasse negli occhi. Si chinò e la baciò dolcemente.
- Ciao. – le sussurrò ancora ad occhi chiusi quando si staccarono.
La ragazza gli sorrise nuovamente.
- Andiamo?
Ron annuì, le prese la mano e insieme si diressero verso i cancelli di Hogwarts.

 ***

Erano sul sentiero che portava ad Hogsmeade quando Ron finalmente si decise a parlare.
- Hermione, mi dispiace di essere stato un po’ scostante questi giorni. – si scusò.
- Non preoccuparti, anche io sono stata leggermente intrattabile. – gli sorrise. – Allora, dove andiamo? Harry e Ginny saranno in giro per il villaggio, ci hanno invitato a unirci a loro se ci va.
- Non credo potremmo unirci a loro stasera. – le rispose Ron serio.
Hermione annuì sovrappensiero. Nonostante Ron quella sera fosse molto gentile la convinzione che lui volesse lasciarla non l’aveva abbandonata. Inoltre il tono serio con cui le aveva risposto non lasciava presagire niente di buono.
Arrivarono al villaggio in silenzio e inaspettatamente Ron la trascinò in una piccola stradina laterale. Le strinse la mano e si preparò alla smaterializzazione.
Quando riapparvero Hermione gli lasciò la mano arrabbiata.
- Non potevamo smaterializzarci Ron! Era contro le regole! – lo rimproverò.
Ma quando si guardò attorno tutta la rabbia sparì.
Erano in una piccola radura illuminata solo dalle luci di una città in lontananza.
Poco distante, sull’erba, c’erano un cestino da pic-nic e una tovaglia.
- Ron… è bellissimo. – sussurrò emozionata voltandosi a guardarlo negli occhi.
Ma il ragazzo non le rispose. Si limitò a guardarla più serio che mai e a respirare profondamente.
- Hermione, io devo parlarti.
 
Eh si, finisce così. Lo so, lo so. Sono cattiva a lasciarvi ancora una volta sulle spine. Ma dato che voi siete davvero intelligenti sicuramente avrete capito cosa succederà nel prossimo capitolo. Mi piacerebbe conoscere le vostre ipotesi, magari questa volta sono stata brava e nessuno ha indovinato… vabbè, bando alle ciance!
Ringrazio Mirime 90, this is magic_lovefirehp, MrsMalikBieberection1_, Kategale97, ElfaFelpata e amolefossette per aver recensito il capitolo precedente. Grazie anche a chi ha aggiunto la storia tra le seguite/preferite/ricordate.
Alla prossima!
Baci baci, Sa :)

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Capitolo 23
*** Valentine (parte II) ***


Erano in una piccola radura illuminata solo dalle luci di una città in lontananza.
Poco distante, sull’erba, c’erano un cestino da pic-nic e una tovaglia.
- Ron… è bellissimo. – sussurrò emozionata voltandosi a guardarlo negli occhi.
Ma il ragazzo non le rispose. Si limitò a guardarla più serio che mai e a respirare profondamente.
- Hermione, io devo parlarti.
 
La ragazza distolse lo sguardo e chinò la testa afflitta.
“Bene Hermione, sei arrivata al capolinea. Cerca almeno di uscirne con dignità. Non. Devi. Piangere.”
Con tutta la forza d’animo che aveva riportò lo sguardo sul ragazzo.
- Dimmi Ron.
- Hermione, - iniziò lui titubante, osservando un punto imprecisato dietro di lei. – ti conosco da quado avevo undici anni e da allora sei la mia migliore amica. Quello che provo quando sono con te è la cosa più bella che si possa immaginare. Se potessi, passerei con te ogni secondo, minuto, ora di ogni singolo giorno. – sospirò e le prese la mano intrecciando le dita con le sue. – Hermione, so che siamo giovani, che magari ti sembrerà precipitoso e affrettato, ma io non sono mai stato così sicuro in tutta la mia vita. Insomma io vorrei… Hermione, sposami! – concluse, fissando il suo sguardo nel suo.
Con sua grande sorpresa la ragazza aveva gli occhi lucidi. Completamente nel panico cercò di rimediare, per quanto possibile, a quello che aveva detto.
- Ehm Hermione non devi rispondermi subito. Potremmo riparlarne tra qualche anno, quando avremo entrambi un lavoro e potremmo permetterci una casa e… - disse cercando di sembrare tranquillo, ma venne interrotto.
- Ron, io ti sposerei domani stesso se tu me lo chiedessi! – gli sorrise.
- Allora è un si? – domandò speranzoso.
- Chiedimelo come si deve. – lo intimò la ragazza.
- Sei perfida sai? – sbuffò Ron divertito baciandola sul naso.
Le circondò i fianchi abbracciandola e guardandola negli occhi iniziò a pronunciare la proposta che avrebbe cambiato le loro vite.
- Vuoi tu Hermione Jean Granger sposare il qui presente Ronald Bilius Weasley, e sopportare per sempre quello scapestrato del tuo futuro marito?
Hermione annuì sorridente.
- Si!
- Si?
- Sì, Ron! Diventerò tua moglie! – rispose euforica.
Il ragazzo la abbracciò così forte da farla sollevare da terra. Le fece fare una giravolta e poi la rimise a terra. Non le diede il tempo di dire nient’altro perché la baciò più e più volte, dicendole ripetutamente di amarla.
- Ti amo anche io Ron. – rise Hermione, divertita dall’entusiasmo del rosso.
Gli cinse il colle con le braccia e lo baciò dolcemente, venendo subito ricambiata.
Quando si separarono Hermione sorrise.
- E io che pensavo che tu volessi lasciarmi! – confessò.
- Cosa? Credi che sia tanto facile liberarsi di me? Hai accettato di diventare la signora Weasley, sarai legata a me per sempre Hermione. – scherzò Ron nonostante pensasse davvero quelle parole.
- E non c’è altro che io possa desiderare. – sussurrò Hermione prima di baciarlo ancora.

 ***

Intanto, completamente ignari di quello che stava accadendo in una radura a qualche chilometro di distanza, Harry e Ginny camminavano per le vie di Hogsmeade tenendosi per mano.
La maggior parte degli studenti di Hogwarts si trovava al villaggio, chi da Madama Piediburro con la propria dolce metà, chi ai Tre Manici di Scopa con gli amici.
I due ragazzi avevano deciso di restare all’esterno di qualsiasi locale per godersi l’intimità che nessun luogo pubblico poteva garantirli. Soprattutto in presenza di Harry Potter.
Così armati di guanti, cappelli e sciarpe i due Grifondoro avevano raggiunto la parte più periferica del villaggio dove sicuramente nessuno li avrebbe disturbati.
E infatti da qualche minuto non facevano altro che baciarsi senza ricevere interruzioni di alcun tipo. Poi però il bisogno di ossigeno li costrinse a separarsi.
- Sai Harry, quando mi hai detto di voler tornare a scuola quasi non ci volevo credere. Ormai mi ero abituata ad essere lontana da te, e invece ora sei qui. – gli disse Ginny arrossendo leggermente.
- Io invece non mi abituerò mai a starti lontano. Quando sono partito per la guerra è stato un vero strazio per me non poterti più abbracciare, baciare o anche solo guardare.  Eppure adesso eccoci qua! – le sorrise.
- Già, chi l’avrebbe mai detto che avrei passato il più bel san Valentino di sempre con il ragazzo per cui avevo una cotta a undici anni? – scherzò Ginny.
- In questi anni ho imparato che niente è come sembra. Persino la persona con cui passerai il prossimo san Valentino potrebbe essere la più improbabile, sai?
- Può darsi, ma per il momento l’unica persona con cui voglio passare san Valentino o qualsiasi altro giorno sei tu Harry, tu e nessun altro.
- La stessa cosa vale per me Gin.
La ragazza sorrise.
- Così mi fai arrossire! – lo prese in giro.
- Beh in tal caso sarà meglio che vada a cercarmi qualcun altro con cui passare la serata dato che la mia presenza ti imbarazza così tanto. – disse Harry reggendole il gioco e iniziando ad allontanarsi.
Ginny restò stupita da quelle parole e per qualche secondo non fu in grado di rispondere. Poi un ghigno si dipinse sul suo viso e iniziò a rincorrere il ragazzo che ormai era lontano qualche metro.
Lo raggiunse e gli si pose davanti afferrandolo per il colletto del maglione che indossava in modo da avvicinarlo al suo viso.
- Eh no signor Potter. Dove crede di andare? Imbarazzo o meno lei è mio e stasera rimarrà con me. – gli sussurrò guardandolo negli occhi.
- Con immenso piacere! – le rispose prima di annullare la distanza tra loro.

 ***

- Tu continui a sorprendermi! Davvero hai preparato tutto tu? – chiese sbalordita Hermione ingoiando l’ultimo pezzo della sua fetta di crostata.
- Che vuoi farci, sono un uomo dalle mille risorse io! – si vantò Ron sorridendo beffardo. – Almeno uno di noi due deve saper cucinare, altrimenti credo che moriremo di fame quando avremo una casa tutta nostra. – scherzò.
- Sei ingiusto! – borbottò Hermione tentando di assestargli un pugno sul braccio che il ragazzo prontamente evitò.
- E tu sei violenta! – le disse avvicinandosi sempre di più.
Hermione stava per aprire bocca per rispondergli quando sembrò ricordarsi di qualcosa.
- Casa nostra. Suona bene, non trovi? Una casa tutta per noi… - gli disse.
- Credimi, sarà una benedizione dopo aver vissuto per diciotto anni con sei fratelli!
Hermione rise.
- E comunque si, suona benissimo. – continuò guardandola serio. – A proposito, questa cosa del.. beh del matrimonio…insomma, la sappiamo solo io e te. Non ho detto niente ad Harry perché sapevo che poi l’avrebbe detto a Ginny. E poi volevo comunicare la notizia assieme a te, quindi quando vuoi glielo diciamo ok?
La ragazza annuì. – In effetti dovremmo dirlo a un bel po’ di persone…
Di punto in bianco Ron sbiancò.
- Miseriaccia tuo padre mi ucciderà! – esclamò il ragazzo spaventato provocando un attacco di risa alla ragazza  accanto a lui.
- Sta tranquillo, niente in confronto a quando scoprirà che avrai intaccato la purezza della sua bambina. – scherzò Hermione.
- Ehi! Ma questo io non l’ho ancora fatto! Sono salvo allora?
- Credo di si… per il momento.
Tranquillizzato Ron addentò un altro pezzo di crostata e quando si voltò verso Hermione questa rideva per l’ennesima volta nel giro di qualche minuto.
- Sei tutto sporco di marmellata! – commentò porgendogli un tovagliolo.
Poi parve ripensarci e avvicinò le labbra a quelle di Ron.
- Ecco, ora sei apposto. – gli disse allontanandosi.
Ma il ragazzo sembrava essere di tutt’altra opinione e velocemente si impossessò delle sue labbra portandola a sedere sulle sue gambe in una posizione alquanto equivoca.
Si baciarono con foga fino a quando in lontananza dei rintocchi di un orologio non li interruppero. Era mezzanotte e dovevano tornare immediatamente al castello se non volevano beccarsi una punizione.
- Dovremmo andare. – mormorò Hermione alzandosi e facendo sparire la tovaglia e il cestino da pic-nic con un colpo di bacchetta.
Ron le porse la mano e si smaterializzò con lei nei pressi dei cancelli di Hogwarts. Corsero per il parco a causa del ritardo e finalmente varcarono il portone di legno prima che questo si chiudesse alle loro spalle.
- Ce l’abbiamo fatta. – sospirò Ron riprendendo fiato. – Andiamo?
Si diressero verso la torre di Grifondoro ma arrivati davanti al ritratto della Signora Grassa Hermione gli prese la mano e lo trascinò via.
- Ma cosa… - chiese sorpreso Ron.
- Vieni con me. –gli rispose piano e il ragazzo incuriosito non poté far altro che seguirla in silenzio.
Arrivarono al settimo piano e quasi immediatamente una porta apparì magicamente dinanzi ai loro occhi. La oltrepassarono ritrovandosi in una stanza che assomigliava molto al dormitorio maschile, solo che lì c’era un solo letto.
Ron guardò stupito la ragazza che gli era di fronte iniziando a capire dove volesse arrivare.
- Tu… sei proprio sicura Hermione?
La ragazza si limitò ad annuire baciandolo dolcemente.
- Credo proprio che tuo padre mi ucciderà veramente. – sussurrò contro le sue labbra.
Hermione sorrise e gli circondò il colle con le braccia consapevole che avevano parlato abbastanza.
 
Salve gente! Allora, andiamo per ordine: ebbene si, si sposano! Complimenti chi aveva indovinato. Non era così semplice a quanto pare.
Dovevo pubblicare questo capitolo tra due giorni per rivederlo per bene ma poi non ho resistito e quindi eccolo qui. Anche perché purtroppo il prossimo non credo arriverà molto presto dato che le prossime saranno due settimane leggermente movimentate.
Infine ringrazio Ginevra 002, ciliegina66, carmy piccola milanista, Mirime 90, Kategale97, this is magic_ lovefirehp (complimenti per aver indovinato!), amolefossette e MrsMalikBieberection1_ .
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima!
Sa :)

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Capitolo 24
*** Ops! ***


Con il passare dei giorni il gelo che ricopriva il castello di Hogwarts era stato sostituito da una brezza fredda e pungente, ma nell’aria si riusciva già a percepire la primavera.
In una delle prime mattine soleggiate dell’anno Ginny attraversava velocemente la Sala Comune cercando di non farsi vedere e sgattaiolò nel dormitorio maschile.
Si avvicinò cauta ad uno dei cinque letti a baldacchino nella stanza, scostò le tende e non poté far a meno di sorridere quando i suoi occhi si posarono su un ammasso informe di coperte dal quale a malapena si riuscivano a scorgere degli arruffati capelli neri.
Si chinò verso il viso di Harry e gli posò un bacio sulla guancia.
- Buon giorno bell’addormentato! – gli sussurrò quando il ragazzo finalmente aprì gli occhi.
Confuso e ancora addormentato, Harry afferrò gli occhiali dal comodino accanto a lui e appena ebbe messo a fuoco la figura di Ginny si stiracchiò e le sorrise.
- Buon giorno anche a te. – le augurò sporgendosi quel tanto che bastava per baciarla. – Che ore sono? – chiese subito dopo.
- Le sette e mezza dormiglione! E oggi abbiamo il test di pozioni e tu avresti dovuto alzarti prima del solito per ripassare! – lo rimproverò.
- Oh no! Me ne ero completamente dimenticato! Cavolo e adesso?! – si preoccupò Harry. In effetti, a causa dei compiti e dei corsi all’Accademia il ragazzo non era riuscito a prepararsi per quel test e quindi si era messo d’accordo con i suoi amici per un ripasso dell’ultimo momento.
- Sta tranquillo, Hermione ha promesso di aiutarti il più possibile durante il test. – lo tranquillizzò Ginny.
- Adoro quella ragazza! Ricordami di comprarle un regalo costosissimo a Natale! – sorrise rincuorato. – Quindi se non erro abbiamo un po’ di tempo per noi ora, giusto? – aggiunse casualmente.
- Non ti sbagli. – gli rispose Ginny avvicinandosi di più a lui.
- Credo proprio di avere una mezza idea su come impiegare questi minuti… - le sussurrò ormai distante pochi millimetri.
Più tardi Harry e Ginny fecero il loro ingresso in Sala Comune, dove Hermione e Ron gli aspettavano già da un po’, e nel frattempo anche loro si erano tenuti, per così dire, occupati, nonostante le deboli proteste della ragazza che in qualità di Caposcuola ci teneva a dare il buon esempio.
Quando Ron vide il suo migliore amico e sua sorella scendere mano nella mano le scale del dormitorio maschile alzò gli occhi al cielo tra il disgustato e il divertito.
- Vi prego, non voglio sapere cosa è successo in dormitorio. Tenetevelo per voi! – borbottò.
- E infatti Ron, non avevamo nessuna intenzione di renderti partecipe di quello che è successo, sempre se qualcosa sia successo. – lo riprese Ginny.
- Credimi, lo hanno capito tutti qua dentro eppure voi non avete aperto bocca. – scherzò.
Harry rise. – Va bene, ma inizia a farci l’abitudine perché quando la scuola sarà finita io e Ginny andremo a vivere insieme.
- E me lo dici così?! – sbottò Ron sbigottito.
Questa volta rise anche Ginny, prima che entrambi i ragazzi fossero abbracciati da Hermione che si complimentava con loro.
- Sono davvero felice per voi! Quando l’avete deciso? – esclamò commossa.
- Harry me l’ha chiesto a san Valentino ed io ho accettato subito! – esclamò felice. - Piuttosto tu, - si rivolse al fratello - vedi di prendere esempio e di non far aspettare troppo Hermione – scherzò Ginny.
- Ehi! – protestò Ron. – Si dà il caso che io abbia… - iniziò ma fu prontamente interrotto dalla sua ragazza.
- Fame! Si dà il caso che tu abbia fame e che ci conviene scendere a fare colazione. Vero Ronald? – terminò Hermione lanciando occhiatacce al ragazzo.
Infatti i due avevano deciso di comunicare la notizia a tutti, inclusi Harry e Ginny, al momento più opportuno. E quello non era né il luogo né la situazione adatta a farlo.
Ron arrossì e si maledisse mentalmente.
- Già andiamo a fare colazione. – disse cercando di essere il più convincente possibile, e si diresse verso il ritratto della Signora Grassa seguito da Hermione e da Ginny e Harry, insospettiti da quello strano comportamento.

 ***

Le due ore di pozioni passarono in fretta e fortunatamente il test non era così difficile come pensavano.
- Meno male che è passata! Hermione non so davvero come ringraziarti!
- non preoccuparti Harry. Ma fai in modo che non accada mai più, chiaro? La prossima volta non sarò così clemente. – lo rimproverò.
- Sta tranquilla, non accadrà mai più. – le promise.
- Ora io devo andare, non voglio fare tardi alla lezione di Antiche Rune. Ci vediamo dopo!
E si incamminò lungo il corridoio dopo aver scoccato un veloce bacio a Ron che la osservò sorridendo sino a quando non scomparve tra il resto degli studenti che si affrettavano per non essere in ritardo alla prossima lezione.

 ***

- Scacco matto! – esclamò Ron entusiasta.
Harry sbuffò.
- È la terza partita di seguito che vinci. Basta, ci rinuncio! – si lamentò alzandosi dal divano su cui si era comodamente seduto prima che Ron lo invitasse a giocare a scacchi, o meglio ad essere battuto per la miliardesima volta a scacchi.
- Mio caro Harry, non crederai che io sia il re solo per quanto riguarda il Quidditch. Sono anche il mago degli scacchi! E anche di molte altre cose. – si vantò il rosso.
- Certo vostra altezza. – lo prese in giro Harry prostrandosi in un lungo inchino.
Ron rise ma poi sembrò ricordarsi di qualcosa di molto importante e senza dire altro ripose i pezzi degli scacchi con cui avevano giocato per poi dirigersi verso il ritratto della Signora Grassa.
- E ora dove vai? – gli chiese Harry.
- Dalla mia regina, mio umile servitore! – gli urlò prima di uscire dalla Sala Comune.

 ***

La campanella annunciò la fine della lezione e dopo qualche secondo gli studenti iniziarono ad uscire dall’aula di Antiche Rune.
Ron era poggiato vicino al muro accanto alla porta, in modo da poter vedere gli studenti che lasciavano la classe, ma di non essere visto.
Quando la figura di Hermione lo superò senza notarlo, la raggiunse senza fatica e le posò le mani sugli occhi.
La ragazza sussultò per la spavento. Poi, avendo riconosciuto il suo “assalitore”, sorrise.
- Ciao Ron. – disse.
- Miseriaccia! Come hai fatto? – le chiese sorpreso.
- Intuito femminile… - mentì.
- Bugiarda. – l’accusò Ron avvicinandosi al suo viso.
Hermione fece appena in tempo ad allontanarlo leggermente che la professoressa Babbling uscì dall’aula e la salutò cortesemente.
- Ron, sai che non mi piace dare spettacolo. – lo rimproverò.
- E tu sai che quando ti vedo non riesco a starti lontano. – replicò.
La ragazza arrossì a quelle parole e, dopo essersi accertata che in giro non ci fosse nessuno, si avvicinò a Ron e lo baciò prima dolcemente e in seguito con sempre più impeto.
- Anche io non riesco a starti lontana. – gli sussurrò.
Compiaciuto il ragazzo le prese la mano e la condusse verso un corridoio e infine la fece entrare in un aula vuota.
- Dove eravamo rimasti? – le chiese ironicamente.
Iniziò a baciarla come lei aveva fatto prima, stringendola sempre di più a sé.
- Potrebbe entrare qualcuno… - mormorò Hermione preoccupata.
- No, ci venivo sempre al sesto anno quando…
Ma la ragazza capì e lo baciò impedendogli di parlare.
Trascinato dalla foga dei baci Ron fece sedere Hermione su uno dei banchi e prese a baciarle il collo e ad accarezzarle i fianchi.
- Ron, non mi sembra il caso… - mugugnò.
- cerca di essere più convincente Hermione. –le sussurrò in un orecchio per poi riprendere da dove aveva interrotto.
Non seppero dire quanto tempo trascorse, ma alla fine le divise di entrambi non erano più in ordine quando la porta si spalancò.
Immediatamente Hermione allontanò Ron da sé per vedere chi era appena entrato nell’aula.
Non c’era molta luce e quindi ci mise un po’ a riconoscere la figura che si stagliava minacciosa davanti alla porta.
- Signorina Granger! Signor Weasley! Che cosa state facendo?!
Davanti a loro, in tutta la sua altezza, c’era la professoressa McGranitt con al seguito la sua classe di studenti del secondo anno.
- Miseriaccia! – urlò Ron terrorizzato mentre cercava di rendersi presentabile.
Hermione intanto era scesa dal banco su cui era seduta e si era avvicinata cautamente alla preside.
- Professoressa… Sono davvero mortificata. Io… Noi… Non…
- Un comportamento del genere non me lo sarei mai aspettato da voi due. Filate immediatamente nella vostra Sala Comune. A breve vi sarà comunicata la mia decisione riguardo questo… avvenimento.  – disse calma.
I due annuirono mesti ed uscirono dalla stanza per dirigersi in silenzio alla Torre di Grifondoro.
 
Ebbene sì, sono ancora viva!
Sapevo che questo capitolo sarebbe arrivato in ritardo ma non credevo che avrei ritardato così tanto. Mi dispiace davvero tanto, ma ho avuto una serie di impegni che si sono prolungati più del dovuto e ho dovuto mettere da parte questa fa fiction per un po’.
Spero davvero che mi possiate perdonare e che ci sia ancora qualcuno disposto a leggerla.
Che dire, ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate di questo.
Alla prossima!
Un bacio enorme, Sa :)

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Capitolo 25
*** La punizione ***


Tutti gli studenti di Hogwarts che avevano conosciuto Ron ed Hermione, avevano anche avuto il privilegio di assistere, almeno una volta, a uno dei tanti litigi che li vedevano protagonisti fin da quando i due ragazzi avevano messo piede ad Hogwarts.
In particolare i Grifondoro potevano vantarsi di essere stati spettatori della maggior parte dei battibecchi tra i due.
Per questo né i pochi studenti che stavano studiando tranquillamente né Harry e Ginny, beatamente rilassati sul divano, si preoccuparono o sorpresero quando Hermione varcò velocemente l’entrata della Sala Comune.
Ron le correva dietro affannato.
- Hermione! Ti ho detto che mi dispiace! – urlò.
Alle sue parole un paio di primini sollevarono lo sguardo e, prevedendo aria di tempesta, raccolsero velocemente piume e pergamene e si ritirarono nel loro dormitorio.
La risposta di Hermione infatti non tardò ad arrivare
- E io ti ho detto che le tue scuse non le voglio Ron! – gli rispose brusca.
Harry e Ginny intanto continuavano ad ignorarli. Sapevano come sarebbe andata a finire: i due avrebbero discusso per i prossimi quindici minuti, poi non si sarebbero parlati per qualche ora ed infine avrebbero ricominciato con le loro sdolcinatezze per poi ricominciare il giorno seguente.
– Stavolta la colpa è anche mia. – aggiunse improvvisamente Hermione con voce appena udibile.
Con uno scatto Harry sollevò la testa che aveva poggiato sulle gambe di Ginny. Quello che aveva detto Hermione decisamente non rientrava a far parte della solita routine di litigio.
- Merlino come è potuto succedere! Io sono una Caposcuola! Devo dare l’esempio, e invece… - continuò desolata la ragazza.
Anche Ginny ormai stava prestando attenzione a quello che l’amica diceva e più ascoltava più capiva che qualcosa non stava andando per il verso giusto.
- Hermione, non preoccuparti ok? Dirò alla McGranitt  che è colpa mia, così tu e la tua carriera scolastica non ne risentirete - cercò di rassicurarla Ron.
Hermione tornò a guardarlo torva.
- Ronald certe cose si fanno in due! Come pretendi che la McGranitt creda alla tua storia?! Spero solo che mi metta in punizione a vita invece di espellermi… Merlino sarebbe un disastro! – disse passandosi nervosamente le mani tra i capelli.
 Quella fu la goccia, o meglio la frase, che fece traboccare il vaso.
- Alt! Fermi tutti! – intervenne Ginny. – Si può sapere dove sono finiti i “ Ron sei un idiota, insensibile, troll…” eccetera? E poi per quale motivo la McGranitt dovrebbe espellerti? – chiese rivolgendosi all’amica.
- Insomma che avete combinato? – domandò curioso Harry, riassumendo tutto quello che Ginny avrebbe voluto chiedere.
Ron ed Hermione distolsero lo sguardo dai due amici e, inevitabilmente, arrossirono al pensiero di quello che era accaduto.
- Allora? – li incitò la rossa assumendo una posizione che ricordava moltissimo la signora Weasley, cosa che non tranquillizzò affatto suo fratello.
Ron, sapendo che prima o poi sua sorella gli avrebbe estorto quell’informazione in un modo o nell’altro, prese un lungo respiro e si preparò a parlare.
- LaMcGranittcihabeccatiinunaulavuota! – sputò tutto d’un fiato.
- Cosa?! – chiesero i due amici all’unisono.
- La McGranitt ci ha beccati in un aula vuota. – confessò Ron passandosi una mano tra i capelli.
Tre. Due. Uno.
Come previsto la risata non tardò ad arrivare. Harry e Ginny si erano letteralmente piegati in due. Stavano addirittura piangendo per il troppo ridere!
- Siete pregati di smetterla di ridere come due deficienti! – li rimproverò Ron.
Per un attimo sembrarono calmarsi, giusto il tempo di porre un’altra domanda.
- Qualcosa mi dice che non vi stavate esercitando negli incantesimi, vero? – chiese Harry con un sorriso malizioso.
La tonalità di rosso sulle guance di Hermione valse più di mille risposte e, senza dire altro, Harry e Ginny ricominciarono a ridere.
Per alcuni minuti nessuno disse niente fin quando Hermione perse la pazienza.
- Ma insomma la smettete?! Non è di certo una cosa di cui andiamo fieri! – sbottò.
Finalmente i due si diedero un contegno e ricominciarono a discutere della faccenda.
- Bene, avete idea di quello che succederà ora?
Hermione aprì la bocca per rispondere  ma in quell’istante un ragazzino varcò il ritratto della Signora Grassa e si avvicinò timidamente a Ron ed Hermione.
- La preside vi aspetta nel suo ufficio. – sussurrò per poi correre verso l’uscita.
Ron sospirò.
- A quanto pare lo scopriremo presto.
 ***
Cinque minuti più tardi i due ragazzi si trovavano davanti al gargoyle di pietra che faceva la guardia alla presidenza.
Non sapevano quale era la parola d’ordine e quindi non potevano entrare ma la statua si scostò invitandoli a salire le scale che portavano all’ufficio della preside.
- È permesso? – sussurrò Hermione facendo capolino dalla porta.
- Prego signorina Granger. – le rispose la McGranitt.
La ragazza si incamminò verso la scrivania con Ron al seguito.
- Prego, accomodatevi. – li invitò la preside.
Quando i due ragazzi si sedettero la McGranitt iniziò a parlare.
- Vi conosco da quando avevate undici anni, e di certo non siete i primi ragazzi che mi capita di trovare in atteggiamenti intimi. Ma lei signorina Granger è una Caposcuola e quindi conosce bene le regole.
- Aventi Minerva, non essere severa con questi due ragazzi. – intervenne una voce che né Ron né Hermione riuscirono a localizzare.
- Allora che dovrei fare secondo te Albus?
A quelle parole i due ragazzi sollevarono lo sguardo e notarono che la voce veniva da uno dei ritratti dei presidi appesi alle pareti.
- Professor Silente! – esclamarono.
- Signor Weasley, signorina Granger. È un piacere rivedervi. Suppongo che debba farvi le mie congratulazioni. Tutti quanti facevamo il tifo per voi, anche la professoressa McGranitt. – rise, facendo arrossire i due ragazzi.
- È vero. – riprese la preside. – Ho sempre saputo che alla fine sareste finiti insieme e la cosa mi rende felice. Tuttavia non posso lasciarvi andare come se nulla fosse successo. Quello che avete fatto è contro le più antiche regole della scuola e quindi dovete essere puniti. – concluse con severità.
- La prego professoressa, non ci espelli. Preferirei rinunciare alla mia carica di Caposcuola piuttosto che essere cacciata. – la supplicò Hermione.
- No! - intervenne Ron – Punisca me, mi assumo tutte le responsabilità, ma per favore non se la prenda con Hermione.
La ragazza cercò di ribattere ma fu interrotta dalla preside.
- È molto gentile da parte sua signor Wealsey ma, mi rincresce dirlo, entrambi meritate una punizione. – disse. – Stia tranquilla signorina Granger, nessuno verrà espulso da questa scuola oggi. –aggiunse in risposta allo sguardo allarmato di Hermione. – Da questo momento durante il vostro tempo libero entrambi aiuterete  il signor Gazza a pulire il castello da cima a fondo in previsione del ballo.
- Quale ballo? – chiese allarmato Ron.
- Lo scoprirà a tempo debito signor Weasley. Per ora le basti sapere che con tutto quello che c’è da fare lei e la signorina Granger non avrete più tempo da trascorrere assieme. Spero che in questo modo si possano evitare incidenti spiacevoli. Riceverete al più presto un avviso con le mansioni che dovrete svolgere. Potete andare. – concluse.
Sollevati per non essere stati espulsi e frustrati per quello che li attendeva, Ron ed Hermione si alzarono e si diressero verso la porta.
- Ah, dimenticavo. – li richiamò la preside. – Vi faccio anche io le mie congratulazioni.
 
Sono sicura che la maggior parte di voi mi voglia uccidere. Avevo detto che avrei aggiornato in fretta e invece… beh come avrete notato il capitolo è arrivato solo oggi.
Mi metto in ginocchio e vi chiedo umilmente perdono! :3
Bene, passando alla storia non sono molto soddisfatta di questo capitolo anche perché non è molto lungo ma spero che comunque sia di vostro gradimento.
Purtroppo devo darvi una brutta, o forse no, notizia. Stando ai miei calcoli mancano pochi capitoli alla fine della storia. Non so di preciso quanti, ma sicuramente non più di 5.
Non posso crederci eppure è così!
Non voglio dilungarmi molto quindi ringrazio velocemente chi ha recensito lo scorso capitolo.
Baci, Sa :)

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Capitolo 26
*** Pronta? ***


Ron si sedette sgraziatamente su una delle poltrone della Sala Comune.
- Quel parco è dannatamente grande! –sbuffò.
Immediatamente Hermione abbandonò il libro che stava leggendo, gli si avvicinò e gli baciò una tempia.
- Suvvia Ron, perlomeno abbiamo finito di pulire tutto il castello. – cercò di rincuorarlo.
Infatti da quando i due ragazzi erano stati puniti erano passate molte settimane e ormai maggio era alle porte. Purtroppo però né Ron né Hermione si erano potuti godere le giornate di primavera, perché troppo impegnati a lucidare pavimenti, lustrare armature, e ad eliminare la polvere da ogni singolo mattone del castello.
Come se non bastasse i M.A.G.O si avvicinavano e, oltre a pulire e studiare, Hermione doveva anche impegnarsi per compiere adeguatamente il suo ruolo di Caposcuola dato che con l’inizio della primavera sembrava che anche gli studenti si fossero svegliati dal letargo, infrangendo quotidianamente le regole della scuola.
- Già, pensavo che non saremmo mai riusciti a farcela e invece devo ammettere che siamo una bella squadra noi due. - le sorrise Ron. –
- Si, e penso che dovremmo collaborare quando ci toccherà pulire casa nostra no?
- Giusto, ma ti prego il nostro giardino non deve essere grande quanto il parco! Strappare le erbacce è stata una faticaccia e Gazza non faceva altro che borbottare frasi come “ Weasley, non sei nemmeno capace di eliminate un ciuffo d’erbetta?!”. Ah credimi, non ho mai provato istinti omicidi così forti!
In quel momento Ginny fece il suo ingresso in Sala Comune seguita da Harry.
- Ehi Gin, come è andato l’allenamento? – si informò il fratello.
- Non male. – rispose affiancando Harry che si era seduto sul divano. – E tu? Hai finito con le erbacce?
- Ti prego non me ne parlare! – si lamentò.
- A proposito - intervenne Harry – Avete saputo qualcosa riguardo questo ballo?
- No, non ancora. Ma è passato più di un mese e nessuno ne parla. È strano. Di solito le voci corrono in fretta, stavolta invece sembra quasi che si voglia mantenere il segreto.
- Hermione ha ragione. – disse Ginny. – Chissà, la McGranitt potrebbe annunciarlo stasera stessa a cena. – ipotizzò.
- Beh non lo scopriremo mai se non ci diamo una mossa. Su, forza! Tutti in Sala Grande! – li incitò Ron avviandosi velocemente verso il ritratto della Signora Grassa.
 ***
Ginny aveva ragione. Quella sera la McGranitt aveva annunciato a tutti gli studenti che, in occasione dell’anniversario della vittoria della battaglia di Hogwarts, si sarebbe tenuto un ballo a cui erano state invitate anche le famiglie degli studenti.
- Wow. – commentò Harry. – Non posso credere che sia già passato un anno.
- A chi lo dici. Sembra ieri che eravamo in tenda a nasconderci  dai Mangiamorte. – concordò Hermione.
- Già, quando mangiavamo poco e non sapevamo mai da dove iniziare a cercare gli Horcrux – intervenne Ron.
- Si, e tu te ne sei andato e ci hai lasciati soli! – lo punzecchiò l’amico.
- Ehi! L’importate è che sono tornato no?
- Credimi, se non fossi tornato ti avrei fatto fuori con le mie stesse mani Ronald! – lo rimproverò Hermione.
- Oh tesoro, anche io ti amo tanto, sai? – le disse Ron facendo ridere i tre ragazzi.
- Comunque ora sappiamo del ballo e ci conviene iniziare a prepararci. Manca solo una settimana al due maggio e ci sono ancora tante cose da fare, a partire dal vestito. – iniziò Ginny rivolgendosi particolarmente all’amica.
- Non faccio i salti di gioia all’idea di questo ballo ma almeno stavolta non dovrò faticare per invitare una ragazza. – disse Harry.
- Perché con chi intendi andarci? – gli chiese la rossa.
- Con te, mi sembra ovvio.
- Ma tu non me l’hai chiesto. – constatò Ginny alzando le spalle.
- Beh sei la mia ragazza non credo ce ne sia bisogno. Stiamo insieme quindi mi sembra logico andarci con te.
- Fin quando non me lo chiederai come si deve non dare niente per scontato. – lo punzecchiò per iniziare a salire la scalinata che portava al settimo piano.
Harry sbuffò e la rincorse, bloccandola per le scale.
- Vuoi venire al ballo con me? – le chiese guardandola negli occhi.
Ginny gli stampò un bacio sulle labbra e annuì.
- Certo che ci vengo al ballo con te, zuccone.
Il ragazzo esultò.
- Bene, ora tocca a te Ron! – sfidò l’amico, incrociando le braccia al petto.
Ron fissò Hermione spaventato mentre la ragazza cercava di non ridere.
- Ehm… Hermione tu… cioè io… - iniziò incerto.
- Tranquillo Ron, ci vengo al ballo con te, con o senza invito. Di proposte credo che tu me ne abbia fatte abbastanza per quest’anno non credi? – lo rincuorò baciandolo.
- E non una proposta qualunque! – si vantò.
- No, decisamente no. – concordò la ragazza.
- Ehi, ma che cosa state blaterando voi due? – intervenne Ginny.
- Niente! – risposero all’unisono sorridendo.
 ***
I giorni erano passati in fretta e, senza che nessuno se ne accorgesse, il due maggio era arrivato. Nell’aria si respirava l’eccitazione che aveva sempre preceduto un grande evento ad Hogwarts. Ci sarebbero stati tutti, persino il Primo Ministro della Magia, e naturalmente anche gli Weasley e i Granger.
Proprio per questo Ron ed Hermione avevano deciso di annunciare la notizia del matrimonio quella sera.
Quando Hermione scese le scale del dormitorio in Sala Comune c’era solo Ron.
Il ragazzo la guardò meravigliato e le andò incontro per baciarla dolcemente.
- Sei bellissima. – le sussurrò facendola arrossire. – Sei proprio sicura allora? Perché dopo non potrai più rifiutarti di diventare mia moglie. – continuò, avendo notato che Hermione indossava il piccolo anello che lui le aveva dato quella sera a san Valentino.
- Sono sicurissima, non c’è nient’altro che io possa  desiderare.
- Allora andiamo. - la incitò il ragazzo prendendole la mano e conducendola fuori dalla Sala Comune.
Camminarono in silenzio tenendosi per mano. Arrivati d’avanti al portone della Sala Grande la stretta di Ron sulla mano di Hermione si fece più forte.
- Pronta?
- Pronta!
 
Saranno mesi che non aggiorno puntuale e finalmente stavolta ci sono riuscita! Mi faccio un applauso da sola *clap clap*
Bene, scommetto che mi odierete comunque perché ho lasciato per l’ennesima volta il capitolo a metà… non ho resistito! *risata malefica*
Almeno stavolta sapete cosa aspettarvi nel prossimo capitolo… o quasi.
Chissà come la prenderanno gli weasley, i granger e compagnia bella?
Lo scoprirete nella prossima puntata… ops, capitolo XD
Ringrazio Ginevra 002, Mirime 90,carmy piccola milanista, amolefossette, Kategale97, ronald_weasley, Longriffiths e CUORE_FRA_CUORE per aver recensito il capitolo precedente.
Alla prossima!
Baci, Sa :)

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Capitolo 27
*** We get married! (parte I) ***


Quando oltrepassarono il grande portone di legno tenendosi per mano, Ron ed Hermione rimasero a bocca aperta.
Se durante il Ballo del Ceppo quattro anni prima la sala era completamente diversa da quella che erano abituati a vedere, stavolta era irriconoscibile.
Le tavolate erano sparite, sostituite da un centinaio di tavoli rotondi circondati da sedie che assomigliavano molto alle poltroncine che si potevano trovare nell’aula di divinazione. Le pareti erano state decorate con drappi che ricordavano le quattro case di Hogwarts, il cui stemma troneggiava in fondo alla sala, sopra un lungo tavolo pieno di bicchieri che si riempivano magicamente di burrobirra, whiskey incendiario, acquaviola o di semplice succo di zucca. Dal soffitto incantato si poteva scorgere il cielo terso punteggiato di una miriade di stelle che contribuivano, assieme alle candele sospese in aria, ad illuminare e a rendere l’atmosfera ancor più magica.
- Ron, Hermione! – li richiamò una voce.
Poco più in là la signora Weasley li andava incontro cercando di non inciampare nella gonna del suo abito verde acqua.
- Mamma! – la salutò il ragazzo quando fu investito dall’abbraccio soffocante della donna.
Molly lo lasciò andare e spostò la sua attenzione su Hermione, così Ron poté notare che attorno a loro si erano radunate più di una decina di persone, metà delle quali erano Weasley.
- Ci siete proprio tutti! – esclamò il ragazzo.
- Non capita tutti i giorni di ricevere un invito ad un ballo ad Hogwarts Ronnino piccino. – lo canzonò George passandogli un braccio attorno al collo.
- Dacci un taglio George.
- Come vuoi Ronnie. A proposito, laggiù dovrebbe esserci il signor Granger. Fossi in te, eviterei di appartarmi con sua figlia stasera.
Ron arrossì ed ingoiò il vuoto.
Proprio in quel momento i signori Granger si avvicinarono al gruppo per salutare Hermione.
- Mamma, Papà! Che bello vedervi qui! – disse emozionata la ragazza.
- Non abbiamo mai potuto vedere la tua scuola e questa era un’ottima occasione per farlo.
- Benvenuti ad Hogwarts, allora!
 ***
Dopo aver salutato tutti i famigliari e i conoscenti presenti in sala, compreso il ministro della magia Kingsley Shacklebolt, iniziarono a chiacchierare del più o del meno fin quando la McGranitt non richiamò l’attenzione di tutti i presenti.
- Sono felice che abbiate accettato il mio invito. – esordì. – Come molti di voi ricorderanno, esattamente un anno fa Lord Voldemort veniva sconfitto.
Tutti gli occhi si posarono sulla figura di Harry, ma la preside continuò riportando gli sguardi su di sé.
- Ma se ora tutti noi possiamo vivere in un mondo pacifico, è anche grazie a coloro che hanno sacrificato la loro vita combattendo. Sono loro i veri eroi. Quindi vi invito ad alzare i vostri calici e a brindare alle vittime della guerra, ricordando che non sono morti invano.
Per qualche istante tutti restarono in silenzio, ripensando a un amico, un parente, un conoscente che non era lì con loro.
Tutte le menti della famiglia Weasley erano focalizzate su Fred, e Molly si lasciò sfuggire qualche lacrima prima di venire abbracciata da tutti i suoi figli.
Passò qualche altro minuto prima che la McGranitt prendesse di nuovo la parola.
- Bene, vi auguro una buona serata. Che le danze abbiano inizio! – annunciò prima di disperdersi tra la folla.
Immediatamente una melodia si iniziò a diffondere in tutta la sala, invitando tutti a riempire la grande pista da ballo.
Ognuno invitò a ballare la propria compagna e perfino Ron ed Harry che erano davvero restii a ballare si fecero prendere dall’euforia del momento, trascinando Hermione e Ginny in un romantico lento.
Tutt’attorno a loro volteggiavano coppie felici. I signori Weasley si tenevano abbracciati, i Granger ballavano lanciando occhiate ammirate ogni volta che notavano qualcosa di magico, George e Angelina seguivano un tempo tutto loro ridendo come due ragazzini; persino Percy sembrò abbandonare la sua aria composta, anche grazie alla presenza della sua ragazza Audrey.
Ma quando la canzone terminò ci fu un tale caos che quasi nessuno riuscì a capire cosa stesse succedendo.
La melodia diventava sempre più veloce e, senza sapere come, tutti si ritrovarono a ballare con persone diverse.
Ginny finì tra le braccia di Bill mentre Harry, da pessimo ballerino qual era, cercava di seguire il ritmo della signora Weasley; Arthur ballava con Angelina, Ron invece cercava di fare bella figura con la signora Granger.
- Mi scusi. – sussurrò quando le pestò per la terza volta il piede.
- Sta tranquillo Ronald, nemmeno mio marito è mai stato un ballerino con i fiocchi. – lo tranquillizzò, e il ragazzo notando quanto la signora Granger assomigliasse ad Hermione si rilassò un pochino.
- Lei ed Hermione vi assomigliate molto sa?
- Credo che detto da te sia un gran complimento.
Ron arrossì ricordandosi improvvisamente che quella con cui stava parlando e ballando era niente di meno che la sua futura suocera.
- Non potevo desiderare di meglio per lei. – continuò la donna.
- Io non sono perfetto… - ammise il ragazzo.
- No, nessuno lo è. Ma ho visto come la guardi e si capisce che ne sei perdutamente innamorato. So che farai di tutto per renderla felice, e questo mi basta.
- Non la deluderò. – promise.
- Ne sono certa, Ron. – sorrise. – A proposito, riesci a vederla?
Il ragazzo si guardò intorno fin quando la sua attenzione fu attirata da una zona della sala da cui tutti si tenevano a distanza da qualcosa, o meglio qualcuno.
Allungando il collo per osservare meglio notò Hermione ridere mentre pregava George di rallentare il ritmo. Infatti il ragazzo si stava davvero scatenando e la faceva volteggiare così velocemente tanto che la gonna del lungo vestito blu di Hermione si muoveva in continuazione tenendo alla larga tutti gli altri ballerini nelle vicinanze.
Ron rise a quella visuale.
- Signora Granger, credo di averla trovata.
 ***
Qualche ballo più tardi, tutta la famiglia Weasley prese posto ad uno dei tanti tavoli sparsi per la sala assieme ai Granger e ad Harry.
Come accadeva tutti i giorni a pranzo e a cena le portate comparivano magicamente sui tavoli, lasciando di stucco i genitori di Hermione.
- Ma come è possibile? – domandò incredulo il signor Granger.
- Siamo ad Hogwarts papà, non dimenticarlo.
- Ma chi cucina tutte questo prelibatezze? – continuò la madre.
Tutti al tavolo si guardarono preoccupati notando l’ormai famosa espressione di Hermione.
- Gli elfi delle cucine. – tagliò corto Ron.
- Che grazie ad Hermione ora vengono pagati. – continuò Ginny.
- Davvero tesoro? Non ce lo hai mai raccontato.
La ragazza arrossì compiaciuta.
- Beh tutto è iniziato al mio quarto anno con il C.R.E.P.A. … - iniziò a raccontare.
- Ecco, ci risiamo. – sussurrò Harry a Ron che per poco non si strozzò con il succo di zucca a causa delle risate.
- Che avete da ridere voi?! – li rimproverò Hermione.
- Niente! – risposero in coro.
- Ah, siete i soliti bambini! – sospirò accompagnando le parole con un gesto della mano come a voler cacciare un pensiero fastidioso.
- E quello che cosa sarebbe?! – urlò Ginny.
Hermione la guardò confusa. Anche sua madre, Molly, Angelina, persino Fleur, la guardavano sorprese. Passò lo sguardo da loro a se stessa, temendo di essersi sporcata o di avere un orribile insetto sulla testa. Ma niente. Riportò lo sguardo su di loro.
- Quello cosa?
- Quello che hai al dito! – indicò Ginny.
La ragazza seguì lo sguardo dell’amica e si diede mentalmente dell’idiota.
Avevano visto l’anello. L’anello che le aveva dato Ron a san Valentino. Per tutta la serata aveva nascosto la mando tra le pieghe della gonna o sotto il tavolo ma non era bastato. L’avevano scoperta.
- Ah, questo. Niente. È un anello. – disse come se stesse parlando del meteo della giornata.
- Non è un anello qualsiasi. Deve valere una fortuna. – intervenne Angelina.
- Beh in effetti… - si lasciò sfuggire Ron.
- Gliel’hai dato tu? – chiese Harry sorpreso.
- E chi altrimenti? – alzò le spalle Ron. – In effetti, io ed Hermione avremmo qualcosa da dirvi. – continuò, guardando tutti i commensali, soffermandosi particolarmente sul signor Granger.
- Beh, ecco… io e Ron abbiamo deciso… insomma lui mi ha chiesto e quindi noi… si, noi…
- Ci sposiamo! – conclusero insieme.
 
Eccomi! Non puntualissima ma nemmeno in ritardo. Vi avevo detto che in questo capitolo avrebbero comunicato la notizia, e, in effetti, l’anno fatto… ma chissà come la prenderanno.
State tranquilli, non dovrete aspettare molto per scoprirlo perché in realtà era tutto contenuto in questo capitolo, ma dato che era davvero troppo lungo e noioso ho deciso di dividerlo in due parti e questa è la prima.
La seconda (udite udite) la pubblicherò domani! Perché sono buona e cara :)
Bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Grazie a amolefossette, Ginevra 0002, maryro92, Longriffiths, Mirime 90, Katgale97, Ronald_weasley e CUORE_FRA_CUORE per aver recensito il capitolo precedente.
Ora scappo!
A domani!
Sa :)

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Capitolo 28
*** We get married! (parte II) ***


Per qualche minuto tutti li osservarono in silenzio.
- È uno scherzo? – ipotizzò George.
- Ehm, no siamo seri. – rispose Ron.
Ancora silenzio. Li guardavano come se fossero due alieni, Harry aveva addirittura la bocca spalancata dallo stupore.
La prima a riprendersi fu Molly.
- IL MIO RONNIE SI SPOSA! – urlò con le lacrime agli occhi, facendo voltare tutti i presenti nella loro direzione.
- Mamma! Abbassa la voce! – la pregò Ron. – Abbiamo mantenuto il segreto per tutto questo tempo!
- Tutto questo tempo? Quando l’avete deciso? Anni fa?! – non si trattenne Harry.
- A san Valentino. – rispose Hermione.
- E non l’avete detto a nessuno? Perché?
- Volevamo trovare il momento adatto, papà. – continuò il ragazzo.
- Hermione, ma non sarai mica incinta? – chiese George ricevendo subito dopo uno schiaffo da Angelina.
- Ma come ti viene in mente! – lo rimproverò Ron. – Non sei incinta vero?! – si accertò.
- No! – gridò Hermione. –Certo che no!
- Ehi ma all….
- Harry taci! Non adesso. – sussurrò il ragazzo a denti stretti.
- Oh Merlino! Mio fratello e la mia migliore amica si sposano! È fantastico! – gioì Ginny abbracciandoli.-
Dopo di lei anche tutti gli altri, dopo essersi ripresi dallo shock si andarono a congratulare.
- Benvenuta in famiglia, cara. – sussurrò la signora Weasley mentre abbracciava la ragazza, facendola commuovere.
Furono abbracciati da tutti, ma all’appello mancavano ancora due persone. Il signore e la signora Granger erano rimasti impassibili. I due ragazzi li guardarono preoccupati, in particolare Ron.
- E così tu intendi sposare mia figlia? – disse il padre della ragazza guardando Ron che ingoiò il vuoto e annuì terrorizzato.
All’improvviso il padre della ragazza sorrise e alzò il calice per brindare.
- Trattala bene Ronald o dovrai vedertela con me. – lo avvertì.
- Glielo prometto. – sorrise il ragazzo abbracciando Hermione.
- So che la renderai felice. – ammise la signora Granger, facendo così rilassare del tutto i due ragazzi.
Hermione le sillabò un “grazie” sorridendo riconoscente.
- Bene, allora facciamo un brindisi ai futuri sposi! – incitò Harry ridendo.
 ***
Passarono circa un paio d’ora prima che pian piano la sala grande iniziasse a svuotarsi. I signori Granger seguiti immediatamente dagli Weasley salutarono calorosamente Ron ed Hermione e diedero a loro il compito di porgere i loro saluti anche ad Harry e Ginny che si erano misteriosamente volatilizzati.
- Chissà dove si saranno cacciati quei due. – si chiese Hermione mentre con Ron lasciava la Sala Grande ormai deserta.
- Non lo so e non mi interessa. – disse Ron circondandole i fianchi con le braccia e posandole un bacio sulla guancia.
- Che hai in mente Weasley? – gli chiese.
- Mmm… niente. Cosa pensi che io abbia in mente di fare? – rispose con lo sguardo più innocente che riuscì a mettere fuori.
Hermione rise.
- Tu sei tutto scemo.
- Ehi! Questo scemo è il tuo futuro marito! E se continui a insultarmi potrei anche decidere di non farti diventare più la signora Weasley… - si imbronciò.
La ragazza scosse la testa divertita e gli stampò un veloce bacio sulle labbra, ma Ron riuscì ad approfondire il contatto prima che lei si allontanasse.
Si separarono solo per pronunciare la parola d’ordine alla Signora Grassa, per poi riprendere a baciarsi, avanzando a tentoni nella Sala Comune che stranamente era immersa nell’oscurità più assoluta.
- Ehi, perché è tutto buio?
- Meglio no? Così evitiamo di dover dare spiegazioni su cosa stiamo facendo o cosa abbiamo intenzione di fare… - sussurrò Ron, riprendendo a baciare la ragazza subito dopo.
- Sorpresa!
Improvvisamente tutta la stanza si illuminò a giorno. Tutti i Grifondoro del settimo anno erano apparsi dinanzi a loro facendoli spaventare. Sopra il camino era stato affisso uno striscione che recitava “Viva gli sposi” con tanto di cuori, fiori e robe varie.
- Aa siete pazzi! Sono quasi morto d’infarto! – si arrabbiò Ron.
- Non vorrai lasciare Hermione vedova ancora prima di averla sposata, Ron. – disse Dean.
- Ma voi come avete fatto a saperlo? – chiese Hermione, guardandoli uno ad uno fin quando i suoi occhi incontrarono lo sguardo di Harry e Ginny. – Voi due non lo sapete proprio tenere un segreto eh? – rise.
- No, ma quella della festa a sorpresa è stata davvero un’idea geniale, non puoi negarlo. – si difese il ragazzo.
- Per forza, è stata una mia idea! – si vantò Ginny.
- Ehi, ehi, ehi! – li richiamò Neville. – Ne discuterete dopo, ora siamo qui per festeggiare. Tanti auguri ragazzi!
- Inutile dirvi  che ci aspettiamo di essere invitati al matrimonio. Tutti quanti. – precisò Seamus.
- Vedremo che si può fare. – scherzò Ron, facendoli ridere tutti.
 ***
Come era successo prima con i famigliari, anche in Sala Comune tutti i Grifondoro porsero i loro auguri ai due ragazzi, festeggiando e facendo un gran baccano fin quando Hermione, in qualità di Caposcuola, spedì tutti nei rispettivi dormitori, dicendo che ci sarebbero stati altri momenti per festeggiare.
Quando anche Hermione e Ginny furono salite nella loro camera, Harry si accomodò sul divano accanto a Ron, che fissava con occhi vacui il camino spento.
- E così sei proprio deciso a compiere il grande passo eh?
-Già. Ti sembrerà precipitoso ma io la amo e voglio passare il resto della mia vita con lei.
- Non ho mai dubitato di questo. – sorrise Harry.
- A proposito, scusa se non te l’ho detto prima, ma volevamo davvero farvi una sorpresa e ci sembrava azzardato comunicarvi la notizia molto tempo prima della data. – si giustificò.
- L’avete già decisa?
- No, ma sicuramente ne passeranno di mesi, con tutto quello che c’è da organizzare, e poi dobbiamo prima trovare un lavoro per riuscire a comprare una casa e sostenere le spese, no?
- Si, hai ragione. Se c’è qualcosa che posso fare per te non esitare a chiedere.
- Sai, c’è una cosa che potresti fare. – iniziò.
- Cosa? – si incuriosì Harry.
- Iniziare a cercarti un vestito per la cerimonia. Voglio che il testimone dello sposo sia perfetto quasi quanto me quel giorno. – sorrise.
- Davvero? Vuoi che io sia il tuo testimone? – chiese sorpreso.
- Ovvio, a chi altri potrei chiederlo? Sei il mio migliore amico. – rispose Ron.
Harry gli posò una mano sulla spalla e sorrise.
- Accetto volentieri. E ricorda che quando Hermione ti caccerà di casa perché la farai arrabbiare come al tuo solito ci sarà sempre un posto sul divano per te a Grimmauld Place.
Ron rise e l’abbracciò.
- Grazie Harry. Sei un vero amico.
 
Ecco a voi la seconda parte! Puntualissima come vi avevo promesso :)
Grazie mille a chi ha recensito, scusate se non vi nomino ma vado un tantino di fretta!
Baci, Sa :)
P.S. mi dispiace tantissimo dirvelo, ma il prossimo, purtroppo sarà il penultimo capitolo… :(

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Capitolo 29
*** Addii e preparativi ***


Una marea di studenti si riversò fuori dai portoni di legno di Hogwarts, lanciando piume e pergamene, e sparpagliandosi nel parco urlando gioiosi.
- Ce l’abbiamo fatta! – esultò Harry, prendendo in braccio Ginny e facendola volteggiare.
- Non posso crederci! È davvero passata! – disse incredula la ragazza.
- Signori e signore. – richiamò l’attenzione Ron facendo girare tutti gli studenti nei paraggi. – Dichiaro ufficialmente chiuso il nostro settimo, ed ultimo, anno ad Hogwarts! – urlò, scatenando grida di approvazione da parte di tutti.
- L’avresti mai immaginato così il nostro ultimo giorno di scuola? – gli chiese Hermione.
- No, ma credo che tutto questo sia qualcosa che va altre l’immaginazione. – ammise, baciandola.
Improvvisamente qualcuno li venne incontro urlando il nome della ragazza.
- Hermione! Hermione! – continuarono ad urlare Seamus e Dean nonostante fossero ormai arrivati.
- Ragazzi che succede? – si preoccupò Ron.
- Niente, ma abbiamo un urgentissimo bisogno di parlare con la tua ragazza. – spiegò Seamus. – quindi te la rubiamo per qualche minuto. Non preoccuparti te la restituiremo intatta.
Ron guardò Hermione allontanarsi di qualche passo e ascoltare Seamus e Dean che le parlavano eccitati.
Dopo qualche minuto tornò indietro con un sorriso sulle labbra.
- Che ti hanno detto? – chiese il ragazzo.
Hermione alzò le spalle.
- Niente di importante. Vieni, andiamo vicino al lago. - propose Hermione trascinandosi dietro Ron che non se lo fece ripetere due volte.
 ***
Quella sera la Sala Comune era piena zeppa di gente. A nessuno sembrava importare che il coprifuoco era scattato da un bel pezzo e che a quell’ora tutti si sarebbero dovuti trovare nei rispettivi dormitori. Tutti i Grifondoro stavano festeggiando la fine dell’anno, in particolare i più grandi che più di tutti si scatenavano muovendosi a ritmo di musica.
- Non posso crederci che tu sia d’accordo Hermione. – si sorprese Ginny.
- Ehi, ho diciassette anni anche io e questa è l’ultima notte che passiamo qui. Voglio divertirmi, non c’è niente di male.
- Si, ma per gli alcolici? – si informò Harry proprio osservando  un ragazzo del sesto anno che stava bevendo del whiskey incendiario.
Hermione gli fece l’occhiolino.
- Beh ho trovato una soluzione anche per quello. Sono o non sono la studentessa più brillante di Hogwarts?
- Mi sembrava che ci fosse qualcosa di strano qui dentro. – si lamentò Ron indicando il suo bicchiere.
Harry e Ginny risero guardando Hermione che pizzicava Ron sul braccio.
- Vieni, lasciamoli un po’ soli. – propose Harry portando Ginny lontano da quei due.
Si sedettero su uno dei pochi divani lasciati liberi.
- Allora, hai preparato il baule? – le chiese.
- Si, perché?
- Fossi in te non lo disfarei quando torni alla Tana.
-Cosa? – domandò Ginny confusa.
- Ti do due giorni di tempo per trasferirti da me Gin e non accetto un no come risposta, chiaro? – sorrise.
- Ogni tuo desiderio è un ordine! – rise Ginny abbracciando Harry. – Dammi solo il tempo di dirlo a mia madre e ti assicuro che poi mi vedrai così spesso che rimpiangerai i tempi in cui io vivevo alla Tana.
- Non credo proprio. – disse sicuro Harry. – Ti amo gin. – sussurrò baciandola.
- Anch’io Harry, anche io.
 ***
La mattina seguente trascorse così in fretta che sembrò di essere in uno di quei sogni in cui credi di aver fatto tutto e invece sei ancora nel letto a poltrire.
La colazione, il discorso della preside, il trofeo dato ad Hermione per i risultati conseguiti nei M.A.G.O.  (tutti E naturalmente), la stazione di Hogsmeade, la partenza dell’Espresso e, infine, l’arrivo al binario 9 ¾ .
Quando scesero dal treno il sole stava per tramontare e streghe e maghi si affrettavano a recuperare i propri bagagli per tornare a casa, dove li attendeva una lunga estate prima di ricominciare a settembre.
Solo i ragazzi del settimo anno non sembravano avere tanta fretta. Per loro tutto si sarebbe concluso lì.
I signori Wealsey e i signori Granger aiutarono Harry, Ron, Hermione e Ginny a prendere i bagagli e oltrepassarono la barriera senza voltarsi.
- Bene, ci siamo. – esordì Harry.
- È ora. – concordò Ron.
- Prima o poi sarebbe successo. – ammise Hermione.
- Sembrano passati pochi giorni dal primo settembre di sette anni fa. – confessò Ginny.
Si presero per mano e guardarono l’ Espresso per l’ultima volta, consapevoli che non l’avrebbero rivisto per un bel po’ di anni.
- Al tre? – propose Harry.
Gli altri annuirono.
- Uno, due, tre!
E insieme oltrepassarono la barriera che sette anni prima li aveva condotti alla loro seconda casa.
 ***
9 mesi dopo…
- Mamma ti ho già detto che quel vestito non mi piaceva! Sembravo un’enorme meringa! – ripeté Hermione a sua madre.
- Tesoro, non è affatto vero, eri stupenda! Ma se davvero non ti piaceva allora significa che cambieremo negozio. – l’assecondò Molly aprendo la porta della Tana e invitando le due donne a seguirla dentro. – Piuttosto, avete deciso il colore delle tovaglie? – continuò.
- Veramente no, io e Ron a stento riusciamo a scambiare due parole. Tra i suoi allenamenti e i miei turni in ufficio è una fortuna se ci incontriamo in ascensore. – ammise triste la ragazza.
- Oh cara, - la rincuorò la signora Granger. – è un periodo pieno di impegni. Passerà.
- Lo spero proprio. Perché se quell’idiota non si presenta all’altare giuro che questa è a volta buona che lo faccio fuori. – affermò determinata, afferrando il bicchiere di limonata che Molly le stava offrendo.
- Non ne ho nessunissima intenzione! – urlò una voce dall’ingresso e pochi istanti dopo Ron fece il suo ingresso in cucina.
Si avvicinò ad Hermione e le posò un bacio sulle labbra.
- Ciao ma’, signora Granger. – salutò le altre due presenti nella stanza.
- Salve a tutti! – salutò Harry annunciando la sua presenza.
- Oh Harry caro, come è andata oggi?- domandò la Molly apprensiva.
Ron sbuffò e roteò gli occhi divertito.
- Bene, signora Weasley.
- Per favore, puoi dire a Ginny di spedirmi un gufo appena torna a casa? Ho bisogno di lei per gli ultimi ritocchi al suo vestito per il matrimonio. A proposito, - si rivolse al figlio – ho bisogno che anche tu mi faccia vedere il tuo vestito nel caso ci fossero necessarie alcune modifiche.
- Ok mamma, ma non adesso.
- Aspetta un attimo! Tu hai già il vestito? Volete farmi credere che l’unica a non avere ancora un vestito per il matrimonio è la sposa? – si agitò Hermione.
- Tranquilla Herm. – intervenne Harry. – Credo che Ron sarebbe felicissimo anche se ti presentassi in pigiama.
- Ha ragione. – alzò le spalle il ragazzo facendola sorridere. – Saresti stupenda lo stesso.
- Bene, ora che Hermione si è tranquillizzata e che siete entrambi qui possiamo decidere il colore delle tovaglie e dei fiori e dei…
- Ti prego mamma un po’ di pausa. E poi io ed Hermione abbiamo già un impegno oggi pomeriggio giusto? – disse, lanciando un’occhiata eloquente alla ragazza.
- Un impegno? – chiese confusa. – Ah si, quell’impegno! – finse di essersene ricordata.
- Già, quindi noi andiamo. Non aspettateci per cena! – comunicò Ron prima di spingere Hermione fuori e chiudersi la porta alle spalle.
- Dove andiamo ora? – domandò la ragazza.
Ron sorrise enigmatico.
- È una sorpresa!
 ***
- Attenzione, c’è un dislivello. – l’avvisò Ron.
- Ronald, giuro che se non mi togli immediatamente questa benda dagli occhi inizio a lanciarti fatture ad occhi chiusi! – si innervosì Hermione.
- Calma, siamo arrivati. – disse Ron, togliendole la benda che le oscurava la vista.
- Wow! – mormorò Hermione osservando ciò che aveva di fronte.
Dinanzi a lei si stagliava una grande casa a due piani completa di giardino.
- Ron è bellissima! – sussurrò.
- Vieni. – disse, prendendole la mano e incitandola a seguirla fino alla porta.
Si tastò le tasche e ne tirò fuori una chiave. La infilò nella serratura finché la porta non si aprì rivelando uno spazioso ingresso.
Improvvisamente prese in braccio Hermione facendole emettere un grido di sorpresa.
- Futura signora Weasley, benvenuta nella nostra futura casa! – annunciò oltrepassando la soglia e facendo scendere la ragazza.
- Nostra? L’hai comprata?
- Comprata, dipinta e arredata. – precisò Ron.
- È… bellissima Ron. – sorrise iniziando a correre da una stanza all’altra contenta come una bambina che riceve una bambola per Natale.
- Non dirmi che hai fatto tutto da solo? – si meravigliò.
- No, Harry e Ginny mi hanno dato una mano altrimenti non ci sarei mai riuscito.
- Tu… tu sei fantastico! E pazzo, completamente pazzo Ron! – sorrise. – E io ti amo. – aggiunse. – Io amo un pazzo chiamato Ron Weasley! – urlò facendolo ridere.
Ron l’abbracciò e le posò un bacio sul naso.
- E io amo una squilibrata di nome Hermione Granger!
 
Heilà! Allora, che ve ne pare? Il capitolo è nato incentrato sull’ultima parte, quindi perdonatemi se sono stata molto evasiva per quato riguarda i M.A.G.O. e tutto il resto.
Bene, data l’ora sono di fretta e quindi ringrazio velocemente chi ha recensito l’altro capitolo.
Ci vediamo alla prossima! Con l’ultimo capitolo, purtroppo… ma ho in mente un’ultima cosa per voi quindi credo che dovrete aspettare un po’ prima di leggere il prossimo capitolo.
Baci, Sa :)  

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Capitolo 30
*** Happy Ending ***


- Miseriaccia ma ci sono tutti! – si allarmò Ron, passando nuovamente gli occhi sulle persone che pian piano stavano prendendo posto. – C’è anche la McGranitt! Harry che ci fa la McGranitt?!
- Ron calmati! Vi ha visti crescere, è normale che ci sia! E poi credevo che sapessi chi ci sarebbe stato. Dopotutto questo è il tuo matrimonio.
- Beh, diciamo che degli inviti si è occupata Hermione. Sai che non sono bravo ad organizzare le cose. Avrei combinato sicuramente dei pasticci. Cavoli, c’è anche Lavanda! – si allarmò.
- Si, Ron. Accompagnata da Seamus a quanto pare. – sorrise. – Ora basta! Datti una calmata! – aggiunse, vedendo che l’amico si passava nervosamente una mano tra i capelli. – Ti stai per sposare, cosa può andare storto?
- Harry, quando ci sarai tu al posto mio allora capirai quello che sto passando.
Il ragazzo stava per dire che non ci sarebbe voluto tanto tempo, ma si trattenne, poiché tutti gli invitati si erano di colpo zittiti e avevano rivolto l’attenzione verso il fondo del giardino della Tana dove Ron ed Hermione avevano deciso di celebrare le loro nozze.
Molly ne era stata entusiasta e aveva iniziato immediatamente ad organizzare il tutto affinché il giardino fosse perfetto, e soprattutto privo di gnomi. Con l’aiuto di tutti i membri della famiglia Weasley aveva addobbato il cortile con fiori e nastri, rendendolo perfino più bello di quanto lo fosse stato al matrimonio di Bill e Fleur.
Una dolce melodia si diffuse nell’aria nel momento in cui Ginny fece la sua comparsa sotto l’arco pieno di fiori posto dalla parte opposta a quella dove si trovavano Harry e Ron.
Percorse il lungo tappeto bianco stringendo il suo piccolo bouquet di rose, mentre con una mano tirava su un lembo del suo vestito verde.
Quando raggiunse il suo posto, Harry le fece l’occhiolino e lei sorrise arrossendo.
Ma l’attenzione fu nuovamente riportata dalla parte opposta dove Hermione e il signor Granger avevano iniziato ad avanzare.
- Wow! – non si trattenne Ron, ammirando senza parole quanto Hermione fosse meravigliosa. Non che non lo fosse mai stata, ma forse, si autoconvinse, è l’abito bianco a rendere le donne più belle, come si dice che faccia la gravidanza. Ma questo, pensò Ron, lo avrebbe sperimentato più in là.
Quando furono abbastanza vicini, Ron tese la mano alla ragazza e la condusse al suo fianco, mentre il signor Granger prendeva posto in prima fila accanto alla moglie, ad Arthur e a Molly che aveva già cominciato a singhiozzare.
Lo stesso mago che aveva celebrato il matrimonio di Bill e Fleur, dichiarò Ron ed Hermione marito e moglie, scatenando scroscianti applausi da parte di tutti i presenti, nel momento in cui i due ragazzi sigillarono la loro promessa con un bacio.
Il ricevimento si spostò nella tenda sistemata ai confini del giardino della Tana, dove camerieri travestiti da pinguino, come li aveva definiti Ron, servivano in continuazione ogni tipo di prelibatezza.
Prima che si aprissero le danze qualcuno attirò l’attenzione di tutti i presenti.
Harry si alzò in piedi, non poco imbarazzato, con un calice in mano.
- In qualità di testimone dello sposo, credo debba dire qualcosa. Sarò breve: Ron ed Hermione, voi siete i miei migliori amici. Ammetto di avervi reso le cose difficili facendo il terzo incomodo infinite volte.
- Concordo! – intervenne Ron, scatenando l’ilarità di tutti.
Ma vi voglio bene e credo di parlare a nomi di tutti i presenti quando dico: finalmente! Tutta Hogwarts aspettava questo momento! Io stesso credevo di non riuscire a vivere abbastanza a lungo da essere presente. Ma ce l’avete fatta, alla fine. Tanti auguri ragazzi! – disse mentre alzava il calice, imitato subito dagli altri, per brindare alla nuova coppia di sposi.
Subito dopo un gruppo ingaggiato per l’occasione iniziò a suonare e così la maggior parte degli invitati lasciò il proprio posto per cimentarsi in un romantico lento.
- Allora signora Weasley, me lo offre questo ballo?
- Con piacere signor Weasley. – disse Hermione, accettando la mano che Ron le stava offrendo.
Si ritrovarono a ballare abbracciati al centro della pista.
- Tu l’avresti mai immaginato che alla fine ci saremmo sposati? – chiese Ron aumentando la stretta sulla schiena di Hermione.
La ragazza parve rifletterci su per qualche secondo.
- No. Se qualcuno qualche anno fa qualcuno mi avesse detto che saremmo finiti così lo avrei portato al san Mungo credendo che fosse pazzo. Ma ho scoperto che  le cose a volte non vanno come ci aspettiamo.
- Ed è un peccato?
- No, perché questo è decisamente molto meglio di quello che avevo immaginato. – ammise Hermione sollevandosi sulle punte  dei piedi per baciare quel ragazzo dai grandi occhi blu, con la faccia piena di lentiggini e i capelli rossi. Quel ragazzo che l’aveva fatta piangere ma soprattutto ridere. Quel ragazzo che era sempre stato il suo migliore amico,  e che ora era diventato suo marito.
- Ti amo, Mione. – la baciò.
E mentre continuavano a tenersi abbracciati e a ballare sulle note di quella dolce melodia, sapevano che quello non era un semplice lieto fine. Era un meraviglioso nuovo inizio.
 
Cavoli, non ci posso davvero credere! È davvero l’ultimo capitolo. Mai avrei immaginato di riuscire davvero a finirla quando ho pubblicato il primo capitolo a febbraio, ed il merito è tutto vostro.
Non voglio perdermi in uno di quei discorsi di ringraziamento degni di un oscar.
Sappiate solo che sono grata ad ognuno di voi: a chi ha letto in silenzio, a chi ha inserito la storia tre le seguite, le ricordate o le preferite, a chi ha lasciato la sua recensione. Siete stati voi a spronarmi a continuare questa storia quando l’ispirazione veniva meno.
Beh, quindi grazie!
Dovevo dire tante cose, ma come al solito le ho dimenticate XD
Per vostra sfortuna non sparirò dalla circolazione. Infatti ho in mente ben due storie, di cui una è quasi pronta e che pubblicherò tra non molto. Spero che la leggiate e che vi piaccia. Naturalmente parla di Ron ed Hermione.
Ora è giunto il momento dei saluti. Grazie ancora a tutti e credo sia inutile dirvi che mi farebbe piacere se mi faceste sapere cosa avete pensato non solo di questo capitolo ma della storia in generale.
Un maga bacio ad ognuno di voi!
Sa :)
P.S. non pensavate che vi lasciassi così, senza nient’altro vero? So che vi ricordate che vi avevo promesso una cosuccia. Eccola qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2205742&i=1  è una specie di missing moment, più o meno. Lascio a voi il piacere di scoprire di che si tratta :) 

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