Death cannot divide us

di M_Cullen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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(disegno realizzato interamente da me stessa)



 





 
Demetri
 
Flashback


 
“Tu non mi lascerai mai, vero?” chiese, dopo aver staccato le sue labbra di seta dalle mie, ansioso di sentire la mia risposta che in realtà conosceva già.

La lieve brezza autunnale frusciava delicata tra i lunghi fili d’erba non falciati del prato, sul quale era disteso il mio compagno.
Rotolai su un fianco, fissandolo incredulo in quei suoi incantevoli occhi color cielo, mentre le mie dita continuavano a muoversi delicatamente fra i suoi morbidi capelli color cioccolato.
Come poteva dubitare? Amavo Alec più di qualsiasi altra cosa esistente nell’intero universo.

“Non potrei mai… che senso avrebbe vivere una vita di cui tu non fai parte?” fui felice di vedere le sue labbra allargarsi in un dolcissimo sorriso sereno.

“Promettimelo!!!” si spostò a cavalcioni sul mio ventre, premendomi sull’erba fresca, usando la sua solita espressione infantile in grado di farmi perdere completamente la testa.

Ciò che più amavo di lui era la dolcezza disarmante del suo sguardo e la spensieratezza con cui affrontava la vita di tutti i giorni, risolvendo qualsiasi genere di problema con un sorriso.
Malgrado ci dividessero solamente tre anni, io avevo abbandonato quel periodo adolescenziale già da tempo, iniziando a vedere alcuni aspetti negativi della realtà.

“Te lo prometto, amore mio… niente potrà mai separarmi da te. Anche se in verità, prima o poi, la vita ci riserverà qualcosa di inevitabile…” abbassai lo sguardo, cercando in tutti i modi di scacciare quell’orribile pensiero dalla mente, quando Alec mi bloccò le labbra, premendo un dito su di esse.

“Shh… nemmeno quella potrà dividerci… dove andrai tu, andrò anch’io. La morte non riuscirà a separarci… il nostro amore è più forte.”.

Le sue labbra sfiorarono le mie, procurandomi una miriade di brividi e di emozioni incontrollabili.
I nostri cuori martellavano sonoramente all’unisono, rendendo quell’atmosfera unica, piena d’amore… quell’amore che non conosce limiti, né regole. L’amore più sincero e spontaneo… quello vero, per il quale si è disposti a rinunciare a qualunque cosa.
Chiusi gli occhi, assaporando quel bacio intenso, mentre i nostri corpi esigenti si intrecciavano tra loro, in cerca di un maggiore contatto. Il sole li carezzava lievemente con i suoi raggi deboli, riscaldandoli appena, giusto il necessario per riportarli alla normale temperatura.

“Ti ho già detto quanto ti amo?” gli sussurrai, mentre con le dita cercavo di mettere in ordine i suoi capelli, sistemandoli dietro l’orecchio.

“Cinque minuti fa, direi…” rise. “Ma puoi ripetermelo all’infinito, se vuoi…” continuò, appoggiandosi a un gomito. “Ti ascolto…”

Gli presi il viso tra le mani, contemplando per un attimo la straordinaria bellezza dei suoi lineamenti delicati.

“Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…” continuai a ripetergli tra un bacio e l’altro.

“Ti amo anch’io, Dem…” le sue guance si colorarono di una leggera sfumatura di rosso e le sue iridi azzurre cominciarono a brillare, simili a stelle.

Il sole iniziava a tramontare, simbolo che la giornata stava per concludersi e che il cielo si sarebbe ben presto oscurato su quella splendida radura… la nostra radura… il luogo in cui, sin da bambini, avevamo trascorso buona parte della nostra vita, e dove, esattamente due anni prima, ci scambiammo il nostro primo bacio, dichiarandoci apertamente il nostro amore.

“Cosa vorresti fare stasera, per festeggiare?”

Si sedette a gambe incrociate e ci pensò su per un istante, storcendo le labbra in una smorfia irresistibile, che mi fece sorridere.

“Ti andrebbe di venire a casa mia?” mi attirò a sé afferrandomi dal colletto, mentre le sue mani vagavano sul mio petto e la sua bocca sfiorava quasi la mia. “Ti voglio… desidero fare l’amore con te, come l’ultima volta…” la sua voce divenne un sussurro che fece sussultare ogni singola cellula del mio corpo, dandomi l’impressione che il mio cuore sarebbe esploso da un momento all’altro.

Lo baciai ancora una volta, stringendolo ulteriormente a me, annullando ogni minima distanza tra noi.

“Anch’io ho voglia di te, ma non credo che resisterò fino a stasera, se continui a fare così…” il tono della mia voce ne dava la conferma.

Sorrise nuovamente, spingendomi con le spalle al suolo, provocandomi maggiormente con i suoi dolci baci lungo il collo.

“Temo però che dobbiamo attendere ancora un po’…”.

“Perché?” restò a fissarmi con uno sguardo di disapprovazione.

“Dovrei ritornare a casa a recuperare il tuo regalo… a dirti la verità, volevo farti una sorpresa…”.

“Tu sei un angelo, amore mio… non dovevi. Il regalo più bello sei tu… non chiedo altro che averti accanto…”.

Lo strinsi forte in un abbraccio, tale da poter sentire i battiti dei nostri cuori.

“Sei la cosa più bella e importante che la vita mi abbia potuto donare … ti amo immensamente.”

“E io ti amo anche più.”

“Allora a più tardi amore mio…” gli dissi, e alzandomi da terra, gli diedi un ultimo bacio sulla fronte.

“Sta attento, mi raccomando amore… non farmi attendere troppo…”.

“Tranquillo, tu aspettami… farò molto presto.”

Con quelle parole ci allontanammo, continuando entrambi a voltarci indietro, fin quando sparii tra gli alberi.


 
-


 
Le nubi si inoltrarono nel cielo, oscurando la fitta foresta.
Mancava poco per arrivare a casa, ma quell’atmosfera che si era venuta a creare, mi intimoriva parecchio.
Sentii il cellulare squillare… era Alec.



"Amore va tutto bene, sta tranquillo…"

"Dem, che succede?? Sono in pensiero per te!!! Perché non…"

"Alec!! Alec, mi senti??!? Alec??"


Era caduta la linea.
L’ultima cosa che avrei voluto, era farlo preoccupare. Cominciai a correre in cerca di un luogo in cui ci fosse campo, quando improvvisamente sentii qualcosa colpirmi violentemente da dietro e schiantarmi contro un tronco d’albero, per poi piombare di peso a terra.
Sentivo un dolore lancinante in tutto il corpo, come se le mie ossa si fossero sbriciolate… non riuscivo a muovermi, ma potevo percepire il sangue scorrere ai lati delle tempie.
Qualcosa si mosse ad una velocità impressionante tra gli alberi…
Cosa era stato??? Che razza di essere si nascondeva nella foresta?
Iniziai a urlare, anche se ero consapevole che non sarebbe servito a nulla.
Provai a fuggire con tutte le forze che mi erano rimaste.

Troppo tardi.

Quella ‘cosa’ mi aveva preso.
 
 
 





 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
 



 
Demetri
 
 
 
Sono passati ormai mesi dalla notte in cui quell’essere demoniaco mi abbandonò nella foresta, lasciandomi sospeso tra la vita e la morte, in una sofferenza tale che non esistono termini capaci per descriverla.

Credevo fossi morto, e senza dubbio avrei preferito esserlo.

Quando mi risvegliai da quell’incubo che mi incendiava l’anima, mi ritrovai disteso al suolo, completamente sano, nessuna lesione… mi sentivo nuovo.

Un solo ed implacabile desiderio: avevo sete… tanta sete. L’unica cosa che riusciva a colmarla era il sangue. Ero diventato un vampiro… un demone. Un vero e proprio pericolo, soprattutto per te, amore mio.

Quella sera sarebbe dovuta essere una delle migliori della nostra vita, ma evidentemente il destino ha voluto diversamente.

Se non fossi tornato a casa, nulla di tutto ciò sarebbe accaduto, ed io ti avrei ancora tra le mie braccia, con al collo un piccolo ciondolo con su incise le nostre iniziali, simbolo del nostro amore.

Invece lo avevo ancora in tasca, quel mio regalo che non avresti mai indossato.

Lo stringo tra le dita, pensando che è tutto ciò che mi rimane di te, perché l’unica cosa che mi resta da fare, è starti lontano.

Mi vengono in mente tutte le notti passate insieme, quando, sdraiati sul tuo letto, ti stringevi al mio petto, chiedendomi di rimanere.

Non sono riuscito a mantenere nessuna delle mie promesse, e mi odio per questo.

Hai paura della notte? Io sono il male. Mi nascondo dalla luce, in cerca delle tenebre. Come potresti mai amare un essere del genere?

Ti supplico… ricordati di me come il ragazzo mortale che ero un tempo. Delle lunghe passeggiate spensierate sulla spiaggia… dei nostri baci intensi, pieni di passione, di vero amore.

Mi sento morire mentre ti osservo nel tuo piccolo letto, durante le tue lunghe notti insonni, in cui non fai altro che piangere e quando poi esausto ti addormenti, con le labbra tremanti, inconsapevolmente pronunci il mio nome ad alta voce, implorandomi di restare.

Non dormi sonni tranquilli. Quali incubi ti tormentano, amore mio?

Credi che io provi gusto a lasciarti nella sofferenza?

Credi che ti abbia abbandonato, forse? Non è così...

Trascorro interi giorni e intere notti ad osservarti in silenzio, mentre il tuo volto si riga di infinite lacrime amare, che in vita tua non avevi mai versato, se non di gioia. E ad ogni lacrima che scende sul tuo viso, io muoio un altra volta.

Tu, così fragile e indifeso, ti abbandoni al tuo dolore, ed io resto impotente davanti ad esso, privo di speranza.

Sul comodino tieni ancora la nostra foto, che tu baci ogni sera prima di andare a letto, come se io fossi morto… lo sono, amore mio, ma fisicamente ti sono qui accanto… mi nascondo da te, non riesci a vedermi, né a sentire il mio freddo respiro sulla tua pelle.

Riesci a percepire la mia presenza?

Smettila di piangere e prova a rassegnarti, fa come se non fossi mai esistito, come se la morte mi abbia rubato a te. Aiutami a dimenticare quello che eravamo, e se solo anche un tuo sorriso fosse in grado di riportarmi in vita, io non ne avrei mai abbastanza di te.

La vita ci ha riservato questo destino, senza donarci la possibilità di trascorrere maggior tempo insieme... senza donare a me la possibilità di tenerti più a lungo tra le mie braccia. Ma adesso è troppo tardi, ed io sono così lontano. Anche se fossi in grado di sfogarmi, non avrebbe senso... ti ho perso per sempre, ed io sarò come un fantasma tormentato dal dolore, in cerca di se stesso, perché è questo ciò che eravamo... due corpi e un’anima.

Ma ormai la mia anima è andata perduta... non sono più il ragazzo che ero un tempo... sono diventato un mostro, un demone, ed io mi faccio schifo da solo, mi odio per quello che ti sto facendo. Non vale la pena versare lacrime per un essere come me, che dovresti imparare a dimenticare e da cui dovresti fuggire. Tu non meriti me, non meriti questo dolore.

Perché non ti rassegni?

Come potresti vedermi diversamente? Se scoprissi l’amara verità su di me, sulla mia anima eternamente dannata, fuggiresti via e smetteresti di amarmi.

Respiro a fondo, lasciando che il tuo profumo divampi dentro di me. Le tue labbra morbide e calde… vorrei poterle toccarle con la punta delle dita, ma posso solamente immaginarlo...  farti del male mi ucciderebbe. L’unica alternativa rimastami è tentare ancora una volta di andarmene via, lontano da te, lontano dai ricordi, ma non riesco.

Può un cuore congelato, provare dei sentimenti? Paradossalmente, il mio sì, e non ha mai smesso di farlo.

Continuo ad amarti come dal primo momento, e niente potrà mai cancellare quello che c’è stato tra di noi.

Sembravi così sicuro di te, quando mi dicesti che niente avrebbe potuto dividerci… mi avevi quasi convinto, ma evidentemente ti eri sbagliato, amore mio... la morte è riuscita a separarci.

Adesso ti osservo mentre, tra un singhiozzo e l’altro, ti addormenti esausto tra quelle morbide lenzuola impregnate del nostro amore.

Le stringi tra le dita, come se ci fosse il mio corpo avvolto in esse… come quando sfioravi la mia pelle mentre accaldati, facevamo l’amore.

Non esistono termini idonei per descrivere il brivido paradisiaco che mi travolge mentre provo a sfiorare le tue labbra infuocate… sento il tuo calore, la tua morbidezza, il tuo sapore, e il pensiero di non poterti riavere mi distrugge.

Ti dimeni nel sonno, tendendo le braccia verso di me come se volessi afferrarmi, impedendomi di fuggire… ma appena in tempo mi sottraggo ad esse, osservandoti da lontano mentre ti svegli, ricominciando a versare infinite lacrime, che mi uccidono per l’ennesima volta.




 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
 

 
 
Demetri
 



Se voglio continuare a starti vicino, amore mio, ho bisogno di mettere a tacere le fiamme che mi incendiano la gola.
Soffro a starti lontano anche per pochi minuti, ma è l’unico modo per poterti rimanere accanto senza il timore di farti del male.
Il sangue animale riesce a dissetarmi spegnendo il fuoco per un paio di giorni, ma non mi da abbastanza forza, mi indebolisce. Non ho bisogno di essere forte, dato che la mia forza eri solo ed unicamente tu, e adesso che non posso tenerti fra le mie braccia, niente ha più senso.
Mancano pochi minuti all’alba.
Prima che il sole spunti dietro le nuvole ad est, mi farò trovare alla tua finestra, puntuale come sempre, pronto ad affrontare nuovamente il tuo dolore, che ormai ti porti dietro incessantemente da mesi.
Ho bisogno di vederti sempre… tu sei per me di vitale importanza, indispensabile per la mia esistenza, come lo è l’aria per un essere umano.
A quest’ora dovresti essere ancora nel tuo letto, rannicchiato tra le morbide coperte, le lenzuola attorcigliate tra le gambe e il viso rigato da mille lacrime.
Ma tu non ci sei.
Un brivido di terrore scuote completamente il mio essere.
Dove sei andato amore mio? Perché prima del sorgere del sole non ti trovo nel tuo letto come ogni giorno?
Mai prima d’ora avevo provato il vero senso della paura.
Trattengo il fiato mentre mi lancio nel vuoto attraverso la finestra, e mi precipito tra la fitta vegetazione della foresta.
So dove poterti trovare.
Il luogo del nostro ultimo incontro… il luogo del nostro amore, che adesso si tramuta nel mio peggior incubo… la radura.
Non so cosa aspettarmi, non so se ci sarai… so solo che mi sento precipitare in un buco nero che non ha mai fondo.
Mentre cerco di arrivare a destinazione il più in fretta possibile, vedo gli alberi intorno a me divenire sempre meno nitidi… mi sento debole, l’ansia mi uccide.
Provo un senso di nausea quando un odore insopportabile, lacerante, giunge dritto alle mie narici, avvampandomi la gola… la scia sulla quale fino a quel momento, si era concentrato tutto il mio corpo.
Sento le mie gambe cedere, come se la gravità mi schiacciasse al suolo, impedendomi di muovermi.
Quell’odore non poteva provenire da te… non poteva.
Mi sento vuoto, inerme… le forze mi abbandonano.
Un fitta mi trafigge sovrastando il mio essere, fino a consumarmi completamente. Sento un forte bruciore agli occhi ed un fiume di fuoco che erode il mio interno lentamente, incenerendolo.
Dimmi che non è vero, amore mio!
Un urlo straziante fuoriesce dalla mia gola.
Ti vedo disteso sull’erba, immerso in una pozza rossa di sangue… un coltello piantato a pochi centimetri dal cuore.
Un’ondata di dolore devastante mi colpisce in un attimo, come una coltellata d’acciaio rovente in pieno petto.

“Alec! Alec!!! Alec, ti prego! Rispondimi!!! Alec!!! Non lasciarmi, ti supplico!!!”

Grido in preda all’orrore, mentre il tuo sguardo sofferente, perso nel vuoto, cerca il mio, dandomi l’impressione di non vedere niente.

“Sono qui amore mio, sono qui… resisti, ti scongiuro…” stringo la tua mano tra la mia, mentre le mie dita sfiorano il tuo viso, pallido da far gelare il sangue, freddo quanto il mio.

Non ci vedo più. I miei occhi sono sfocati.
Sento il tuo respiro affannato, irregolare, e i tuoi battiti lievi, sempre più distanti, che vanno a stento, che rallentano sempre più, ma che insistono a lottare contro la morte.
Batti le ciglia e alla fine riesci a vedermi.
Le tue labbra si allargano in un debole sorriso agonizzante, mentre cercano di pronunciare qualcosa, che inizialmente non è altro che uno strano mugolio incomprensibile.

 “D-Dem… s-sei.. tu…? S-sono già in.. p-paradiso…?”

“Che cosa hai fatto, amore mio?? Che cosa hai fatto??? Perché???”

“Che s-senso avrebbe.. v-vivere.. una v-vita.. di cui tu n-non fai.. p-parte…?”
 

 
<< Tu non mi lascerai mai, vero? >>
 
<< Non potrei mai… che senso avrebbe vivere una vita di cui tu non fai parte? >>
 

 
Ricordo quelle stesse parole pronunciate da me, mentre ancora eravamo in vita, spensierati sull’erba fresca ad amarci incondizionatamente.

“Shh… andrà tutto bene, amore mio, fidati… andrà tutto bene… tutto bene… te lo prometto…” ti carezzo continuamente il viso, i capelli, sperando che la sottile luce nelle tue iridi non svanisca. “Tu continua a guardarmi amore mio, resisti… ti amo… ti amo… ti amo…”

Le tue labbra accennano un lieve sorriso, mentre dai tuoi occhi scende una lacrima, che solca il tuo dolce viso per l’ultima volta.
Sento la tua presa farsi sempre più debole… il tuo cuore avvicinarsi all’ultimo battito…
Oh Dei del cielo… so di essere l’ultimo essere sulla Terra degno di invocare il vostro nome, ma vi supplico… voi che tutto potete, se davvero esistete, portatemi via da questo dolore… uccidetemi adesso, perché non ha il minimo senso che io viva ancora.
Ma il suicidio non è l’unica soluzione.
Forse sarà puro egoismo, ma nola morte non ci separerà, te lo prometto amore.

“Resisti amore mio, ti supplico! Non lasciarmi proprio adesso… non chiudere gli occhi, guardami… farò presto, vedrai… staremo nuovamente insieme… basta che tu ci creda…”

Mi preparo fisicamente, ma soprattutto mentalmente, sforzandomi di non perdere il controllo, a donarti quel bacio immortale che ti avrebbe salvato dalla morte e che ci avrebbe ricongiunti per l’eternità.
 
 
 
 
 
  
 
 

 

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Capitolo 4
*** Epilogo ***


 
Epilogo
 
 


 
Demetri
 

Il sole penetra da sotto una schiera di nuvole, illuminando quella piccola parte di prato, su cui sdraiamo spensierati, godendo a pieno di ogni singolo secondo della nostra nuova esistenza.
I raggi carezzano dolcemente la nostra pelle, che a contatto con essi, sembra ricoperta da mille frammenti di diamante.
Ti osservo in silenzio, mentre sorridi beato avvinghiato a me, con la testa poggiata sul mio petto e le dita pallide, sottili, intrecciate tra i miei capelli.

“Mi chiedo come tu possa amarmi ancora, dopo tutto il male che ti ho fatto…”

Ti volti di scatto, e mi guardi stranito con i tuoi occhi cremisi, mentre le tue mani smettono di colpo di giocherellare con le mie ciocche dorate.

“Come potrei non amarti se sei l'amore della mia vita, dove vita non esisterebbe senza te?” il tuo sguardo intenso, deciso più che mai, non ha mai perso la sua dolcezza. “Te l’ho anche dimostrato…”

“Non avresti dovuto… non sai quanto ho sofferto…” abbasso lo sguardo, cercando di distrarre la mia mente da quell’orribile pensiero.

“Pensavo di raggiungerti in Paradiso…”

Ti avvicini alla mia gola e sento il tuo respiro freddo e delicato sulla pelle che mi carezza dolcemente, procurandomi una miriade di brividi.

“Invece ti ho portato all’inferno…”

“Se questo è l’inferno, non vedo perché dovrei conoscere il Paradiso…”

Le tue labbra sfiorano le mie… si uniscono in un appassionante bacio, permettendomi di sentire ancora una volta il tuo dolce sapore, il tuo gusto nuovo, terribilmente irresistibile, che basta a dissetare la mia sete. Si muovono insieme, in sincronia, mentre mie mani accarezzano la tua pelle, il tuo viso.
Stacco la mia bocca dalla tua solo per guardarti… guardare i tuoi occhi, traboccanti di amore... un amore che non ha paragoni, con una sola eccezione… il mio.

"Non sai quante volte ho provato a farlo…”

“L’ho sentito, amore mio… ti ho sempre sentito… non ho mai smesso di credere che tu fossi vicino a me…”

“Non ti ho mai abbandonato…” le mie labbra si poggiano nuovamente sulle tue, in un bacio veloce ma intenso, mentre inspiro il tuo dolce profumo inebriante. “Quasi dimenticavo… questo è per te, amore mio…”.

Mi guardi curioso mentre estraggo dalla tasca il piccolo ciondolo a forma di cuore.

“È… è bellissimo, Dem…” lo osservi estasiato, maneggiandolo con delicatezza tra le tue dita sottili ma forti abbastanza da distruggere qualunque cosa.

“È troppo tardi per il mio regalo?” riprendi, mentre ti aiuto ad allacciare la catenina.

“Amore… abbiamo l’eternità davanti. Niente sarà mai troppo tardi per noi…” sorrido.

Rotoli con grazia su di me, obbligandomi a distendermi contro l’erba. “Ho voglia di te…” sussurri nell’incavo del mio collo, mozzandomi il fiato.
I tuoi occhi intensi, puntati sui miei, mi penetrano, come se volessi leggermi l’anima, facendo sussultare ogni singola parte del mio corpo.

“Potremmo riprendere da dove eravamo rimasti… non c’è regalo migliore…”

“Sarebbe stupendo…” la tua voce è un sussurro sensuale, che mi fa incendiare l’interno, aumentando in me il desiderio di averti e di poter sfiorare la tua pelle, sentimenti che avevo dovuto mettere da parte per parecchio tempo.

“Ti ho già detto quanto ti amo, mio dolce Demetri?”

“Proprio adesso, direi…” sorrido, ricordandomi delle tue parole esatte, pronunciate mesi prima. “Ma puoi ripetermelo all’infinito, se vuoi…”

Ricambi il mio sorriso. “Te lo ripeterò in ogni momento della mia esistenza, amore mio… in eterno…”

“Ti amo… ti amo smisuratamente… ti amo come non ho mai amato… ti amo più della mia stessa vita, e niente potrà mai più dividere il nostro amore…”

Mi zittisci con un bacio.
Le tue labbra si muovono morbide ma determinate sulle mie, mentre le mie dita sfiorano la tua schiena, permettendomi di sentirne i brividi.

“Sapevo che nemmeno la morte sarebbe riuscita a dividerci…”

Sorridiamo insieme, e spensierati cominciamo a dedicarci al nostro amore eterno… un legame unico, perfetto e indistruttibile che niente e nessuno potrà mai spezzare.
 
 






 
 
Angolo autrice:

Non vorrei annoiarvi con le mie chiacchiere, ma vorrei solamente ringraziare tutti coloro che hanno seguito questa mia breve storia.
La canzone da cui ho tratto ispirazione e senza la quale non avrei mai iniziato a scrivere:

https://www.youtube.com/watch?v=cyOqIKGbYkg


Grazie Kellin (che mi ispiri in ogni momento della mia giornata), grazie Peter e Alex... grazie soprattutto a te Dany, che mi supporti sempre (anche se scrivo scemenze) e che sei la mia vita...






   

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