Issa la bandiera nera!

di mbpika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** I guai sono appena cominciati ***
Capitolo 3: *** Una nuova avventura al nord ***
Capitolo 4: *** L'isola degli alberi di gomma ***
Capitolo 5: *** Una mattina tranquilla ***
Capitolo 6: *** Un conto in sospeso ***
Capitolo 7: *** Speciale di Natale: La canzone dei cristalli ***
Capitolo 8: *** Speciale di capodanno: Una festa col botto ***
Capitolo 9: *** Scontro sul tetto ***
Capitolo 10: *** Una tigre nuota al sole e una pantera mangia la notte ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


È in corso una tempesta, la visibilità è scarsa e una nave pirata, con la polena a forma di testa di aquila, cerca di attraversare la Reverse Mountain.

- Ragazzi, stiamo per arrivare alla Reverse Mountain, tenetevi pronti! –

- Dobbiamo riuscire a prendere la corrente giusta o ci schianteremo contro le rocce –

- Ma non si vede nulla! Come pretendi di prendere la corrente giusta? Ci schianteremo sicuramente contro la parete rocciosa! –

- Loki, piantala di fare l’uccellaccio del malaugurio altrimenti non vedrai la fine della mia lama! –

- Smettetela di litigare e ammainate le vele; abbiamo preso la corrente giusta (spero)! –

- Subito, capitano! –

 

Penso che sarete curiosi di sapere come siamo arrivati fino a qui e chi siamo. Siamo dei pirati, anche conosciuti come i Dragoni dell’ovest il nostro obbiettivo è conquistare il Nuovo Mondo, realizzare i nostri sogni e trovare l’One Piece. Il mio nome? Greenhave D. Rose e sono il capitano di questa ciurma.

Ho cominciato a viaggiare circa un mese e mezzo fa; ed è esattamente da lì che comincia il mio racconto.

 

Isola di Brik

È una bellissima giornata nell’isola di Brik e all’orizzonte si vede una nave della marina avvicinarsi all’isola. Intanto una ragazza dai lunghi capelli blu ondulati e con un paio di occhi azzurri, alta circa 1,70 metri che indossa un paio di jeans attillati e una maglietta a maniche corte bianca con due croci grigie disegnate sopra guarda fisso verso il mare seduta sopra un ramo di un grande albero.

- Una nave? È la mia occasione per andarmene da qui – sorrise, scostandosi i capelli con la mano destra e guardò quel grosso bracciale dorato che aveva al polso.

Dopo averlo fissato per qualche istante la ragazza scende dall’albero con agilità e sparì nel bosco. Qualche minuto dopo si fermò davanti alla gigantesca tana sotto alle radici del più grande albero dell'isola e dall'oscurità spuntarono solo due grandi occhi rossi e un ruggito che a molti poteva sembrare terrificante non spaventò la ragazza.

- Per me è giunto il momento di partire, ma prima che me ne vada c'è una cosa che devi promettermi... -

Per tutta risposta la bestia non fiatò, ma si alzò, avvicinandosi alla ragazza passo per passo...

Circa mezz’ora dopo…

La nave è una caravella con la bandiera della marina e a bordo ci sono una quindicina di marinai che si danno da fare per ancorare la nave. Un uomo, sui trent’anni, dai capelli neri e gli occhi marroni dà gli ordini ai marinai.

- Comandante, siamo arrivati sull’isola –

- Bene, provvedete subito a scaricare le casse e portatele al magazzino della città – poi, rivolgendosi al ragazzo dietro di lui dai capelli neri e sbarazzini – Vice capitano, lascio a te la nave in custodia, io ho una faccenda da sbrigare sull’isola –

- Signor sì! –

L’uomo scese dalla nave per dirigersi in città,e mentre i marinai si occupavano di scaricare le casse il ragazzo andò sottocoperta.

Nel frattempo la ragazza aveva osservato tutta la scena nascosta tra le fronde degli alberi che costeggiavano il molo.

- Direi che questo è il momento migliore per agire; mi basta mettere fuori gioco quei tre che sono rimasti sulla nave –

Quindi la ragazza prese una freccia dalla sua faretra, la legò ad un’altra freccia con un filo trasparente e alla seconda aggiunse un pesetto con un uncino. Scoccò la prima freccia contro un albero vicino alla nave, poi la seconda la puntò accanto a uno dei due marine. Il soldato si accorse a malapena della freccia che gli era passata accanto e quando si girò per vedere cos’era stato sentì qualcosa che lo prese all’altezza dello stomaco e che lo tirava indietro. Il secondo soldato vide il suo compagno come lanciato fuori dalla nave, non fece nemmeno in tempo a fare un passo che sentì una forza che lo spingeva fuori dalla nave. La corda, una volta in tensione girò attorno all’albero, legando i due marine a quest’ultimo. E i due soldati svennero a causa dei troppi giri attorno al tronco dell’albero.

- Sistemati! Ora tocca a quello sotto coperta – la ragazza scese dall’albero, velocemente salì sulla nave e silenziosamente si infilò sottocoperta.

Il ragazzo stava controllando le provviste nella stiva e ogni tanto si infilava una mela in bocca, o meglio più che controllando sembrava che stesse mangiando le provviste, mugugnando tra sé e sé cose incomprensibili.

- E questo dovrebbe essere il vice? Uno che pensa solo a riempirsi lo stomaco di nascosto? – pensò tra sé e sé la ragazza con una gocciolina sulla testa.

Si avvicinò di soppiatto al ragazzo e gli sferrò un colpo con il piatto della mano, ma questo bloccò il colpo con il braccio e guardò la ragazza con i suoi occhi verde smeraldo.

- Cosa intendevi fare, ragazzina? –

- Ragazzina? Guarda che io sarò la pirata più famosa di tutti i tempi –

- Ha ha ha ha ha! Tu, una pirata? Certo che sei proprio divertente per essere un ragazzina! –

- Smettila! Sono qui per rubare questa nave e tu non mi fermerai! –

Il ragazzo divenne improvvisamente serio.

- Vuoi rubare questa nave? –

il capitano nel frattempo si avvia verso l'unica casa costruita nella collina che sovrasta l'intera città, ed entrato legge un biglietto lasciato in bella vista sopra il tavolo, proprio accanto a un vaso di calendule bianche.

“ Dake, se stai leggendo questo biglietto allora vuol dire che me ne sono andata da quest’isola con la prima nave che è passata di qui dalla tua ultima visita. Ho incaricato Rifun di tenere d'occhio l'isola mentre starò via, sta' tranquillo; gli abitanti saranno al sicuro durante la tua assenza. Come ti ho già detto fino allo sfinimento sono partita per diventare una pirata e tutti i tuoi discorsi persuasivi non sono serviti a nulla. In questo momento sto reclutando degli uomini per la mia ciurma. Stammi bene,

tua Rose.”

- Quell’impertinente di una ragazzina! Non gliela farò passare liscia! Grrr… - l’uomo stracciò il biglietto e con rabbia uscì di casa sbattendo la porta – Dall’ultima mia visita è passata solo una nave… quella con cui sono venuto fin qui! –

Nello stesso istante, nella stiva della nave…

- Si, la voglio rubare e se ti metti in mezzo non sarò tanto buona –

- Non ho alcuna intenzione di fermarti –

- Cosa? –

- Anzi, ti aiuto volentieri –

- Aspetta, non ti seguo! Perché mai dovresti aiutarmi a rubare la nave? Tu sei un marine, non un ladro! –

- Te lo dirò più tardi, piuttosto dovremmo liberarci delle due guardie sul ponte e… -

- Già fatto –

- Come hai già fatto? Non posso credere che una ragazzina come te… -

- Forza, sbrighiamoci! Presto il tuo capo arriverà qui infuriato –

- Infuriato? Come fai a saperlo? –

- A dopo le discussioni, non dovremmo mollare gli ormeggi? –

- S-si, certo! –

- Bene, allora tu occupati dell’ancora, io spiego le vele –

- Ma come pensi di fare? Niente, è già sparita… Chissà cosa intendeva dire con “arriverà infuriato”, beh, probabilmente lo scoprirò presto –

Il ragazzo uscì sul ponte e vide che la ragazza era già alle prese con le vele e non fece a meno di chiedersi come aveva fatto a salire fin lassù tanto in fretta.

- Si può sapere che fai lì impalato? Muoviti, o non posso assicurare la tua incolumità –

- Si, mi sbrigo. Ma chi si crede di essere quella per darmi degli ordini? –

E mentre il ragazzo tirava su l’ancora un po’ seccato per aver ricevuto degli ordini da una ragazzina sentì un urlo agghiacciante levarsi dalla strada principale della città; alzò lo sguardo e restò paralizzato nel vedere il comandante Dake correre, come posseduto da un centometrista determinato ad arrivare primo, verso di loro. Nello stesso momento le vele si spiegarono e fecero appena in tempo a partire, lasciando i marine a terra.

- Roooose! Torna subito indietro e accetta la tua punizione a testa bassa! –

- Non ci penso nemmeno! Non sono così pazza da ritornare da te, fratellone. La prossima volta che mi vedrai avrò una grossa taglia sulla testa e vai pure a dire ai tuoi superiori che la tua piccola sorellina ti ha soffiato la nave da sotto il naso, se ingrossi un po’ la storia mi potrebbero anche dare una bella taglia e tu non faresti la figura dell’idiota – e come per prenderlo ancora in giro, fece la linguaccia.

- L’hai chiamato fratellone!? –

- Adesso ti interessi a me, eh? –

Il comandante, rimasto a terra, continua a fissare la nave con la fronte crucciata. Un soldato, prendendo coraggio si fa avanti con passo incerto e voce rotta dalla paura.

- Emm… s-signore? Cosa facciamo ora? –

- Non diremo nulla in giro, almeno finché non l’avrò riportata a casa –

- E come faremo a spiegare la sparizione di una nave, signore? –

- Non ci avevo ancora pensato… diremo che siamo andati contro uno scoglio e che è colata a picco –

- Ma comunque navigheranno con quella nave e in più il vice capitano Lake è su quella nave –

- … -

- … -

- Siamo proprio nei guai… -

La Città Foglia non si vede più e l’unica cosa che si sente ora sono gli schiamazzi dei gabbiani in lontananza e le onde che si infrangono sulla nave. Rose è impegnata a controllare la rotta, ma la continua richiesta di risposte da parte dell’ex-marine la deconcentra.

- Allora? Mi spieghi che sta succedendo? Perché lo hai chiamato fratello? Allora? Allora? Allora? –

- Basta!!! Ti dirò tutto fra un paio di minuti quando avrò accertato la rotta! –

Tre minuti dopo…

- Ahem, innanzitutto il mio nome: sono Greenhave D. Rose e sono cresciuta nell’isola di Birk, dove ho imparato i rudimenti della sopravvivenza e del combattimento. Il tuo comandante, o meglio il tuo ex-comandante è il mio fratello adottivo e si è infuriato perché ha letto una lettera in cui dicevo che sarei diventata una pirata; mentre lui desiderava che entrassi in marina –

- Mmm… e per quanto riguarda la velocità con cui sei salita sul pennone? –

- Ho mangiato il frutto draco-draco, che mi permette di trasformarmi in un drago, vedi? –

Detto questo si trasformò in un drago blu e diventò grande due volte il ragazzo. Gli occhi rimasti azzurri, ma con la pupilla di forma verticale, mentre sulla testa spuntavano due corni lunghi una quindicina di centimetri, il muso allungato sfoderava dei denti piccoli ma aguzzi. Le ali, più che larghe erano lunghe, quasi affusolate e la membrana di queste, di colore azzurro, davano un senso di leggerezza al drago. Una cresta celeste parte tra i corni, passando lungo la schiena e finendo in una coda lunga quasi quanto il corpo.

- Per arrivare in cima al pennone mi è bastato un battito d’ali –

- M-ma ma ma ma ma – il moro ricevette uno sonoro schiaffo o meglio, una “leggera” codata.

- Riprenditi, non ho alcuna intenzione di mangiarti – disse la ragazza ritornando a forma umana.

- Ma se sai volare, perché hai rubato una nave? Potevi benissimo raggiungere le isole volando –

- Certo, avrei potuto, ma se fossi caduta in mare durante il volo sarei annegata, visto che non so nuotare–

- Ok, un punto a tuo favore –

- E poi ho intenzione di cercare una ciurma; se mi presentassi come un drago i potenziali membri scapperebbero a gambe levate. Ma a proposito... non mi hai ancora detto il tuo nome –

- Ha, ha! Hai ragione; mi chiamo Riyuga Lake e fino a poco fa ero un marine, finchè non abbiamo rubato la nave. Mi spiace se sono stato sgarbato con te prima, sai è una questione d'abitudine. Probabilmente mi metteranno una taglia sulla testa e visto che avevo comunque intenzione di lasciare la marina non ti dispiacerà se vengo con te, vero? –

- Cosa? –

- Bene, allora siamo d’accordo! Adesso vado a mangiare – il ragazzo sparì in direzione della stiva.

- No, aspetta! Noi… io… tu non volevi nemmeno ascoltarmi prima! Ah, lasciamo perdere – si girò e cominciò a camminare, ma poi un pensiero le balneò nella mente – cos'è che aveva detto? Che andava a mangiare? Ma se mangiava anche quando l'ho incontrato… - la sua faccia cambiò espressione: se prima era pensierosa ora aveva sgranato gli occhi come se si fosse appena accorta di aver commesso un grosso sbaglio - se si azzarda a mangiare tutte le provviste diventerà un gustosa bistecca! –

Con occhi che sputavano fiamme si diresse nella stiva per controllare la situazione e vide che Lake si era mangiato l’ultima cassa di mele. Rose si avvicinò a lui e lo prese per il colletto, mentre Lake con sguardo innocente masticava tre mele.

- Sappi che se rimaniamo senza scorte prenderò in considerazione l’idea di mangiarti –

- *gulp* -

 

 

 

Salve a tutti cari lettori! Sapete, stavo felicemente andando a scuola quando sono andata a sbattere... emm... scusate, ricordo sbagliato; ricomincio daccapo.

Ero a scuola e stavo pensando a cosa scrivere in un'altra delle mie storie, quando all'improvviso mi è venuto in mente One Piece e ho cominciato (o almeno il mio cervello annoiato dalle spiegazioni della prof) a inventare tutt'altra storia; ed ora eccomi qui! È vero; questo è solamente il primo capitolo, ma ho intenzione di farla molto lunga questa storia; che credete? Una ciurma di pirati non sbuca dal nulla!

Comunque sia il mio cervello sta andando in fumo e... no, no non è colpa della storia o vostra, ma piuttosto di quello che ho appena studiato; quindi lacerò la parola alla mia sostituta. Ci vediamo al prossimo capitolo! *se la da a gambe levate, lasciando voi poveri lettori tutti soli. Ma non si è ricordata che la sua sostituta è malata?*

Ahem... *compare dal nulla una rossa dai bei capelli lunghi*

Mi spiace interrompervi mentre fissate il muro, ma ho qualcosa da dirvi. Io sono la sostituta del sostituto della sostituta del sostituto della sostituta dell'autrice, infatti tutti gli altri sono ammalati (o occupati a mangiare o a correre dietro alle ragazze come quell'idiota...) *alza il pugno destro arrabbiata ma poi si calma*

Sappiate che se volete partecipare a questa storia potete tramite i vostri OC che manderete tramite messaggi o recensione; basta che seguiate lo schema qui sotto. L'autrice ne prenderà visione e li inserirà nella storia.SE MANDATE OC SINGOLI E CHE NON APPARTENGONO AD UNA CIURMA VERRANNO INSERITI IN UN'ALTRA, non in questa che siamo già al completo (in troppi e fuori di testa... che posso volere di più?). Inoltre se ci sono dieci capitani e un navigatore estrarrò a caso un capitano e metterò gli altri nella sua ciurma, chiaro? *fa un'occhiataccia*

 

Nome:

Ruolo all'interno della ciurma (può essere anche un marine o un cacciatore di taglie) (capitano, medico, spadaccino, ecc...):

Frutto o armi (descrizione del frutto o dell'arma e in caso li usi entrambi voglio la doppia descrizione):

Haki (se l'ha e quali o quale):

Carattere:

Aspetto fisico e indumenti:

Sogno (vorrebbe conquistare l'One Piece, diventare il migliore nel suo campo, andare a letto con dieci ragazze diverse, ecc...):

Fobie e paure:

Cosa gli/le piace?:

Altro (volete mettere il vostro OC in una delle altre ciurme? Mettete qui il nome; volete una storia d'amore con un'altro personaggio? Idem; volete semplicemente aggiungere qualcosa? Mettete tutto qui):

Nome della ciurma e della bagnarola e magari anche la bandiera (SOLO SE CAPITANO):

 

Bene... ora ricapitoliamo le regole se avete capito:

  1. Se volete mettere un'OC seguire lo schema

  2. Non voglio vedere troppi OC di un solo genere (tutti capitano o spadaccino)

  3. Non accetto ulteriori OC nella ciurma dei Dragoni dell'ovest, chiunque lo chiederà sarà spostato in un'altra ciurma a caso

  4. Se ve lo state chiedendo si, potete anche mettere un marine scrivendo sul ruolo che fa il marine

Se avete tutti capito io me ne vado, penso che non ci vedremo per un bel po, dato che sono solo l'ultima degli assistenti. Spero di avervi spaventato abbastanza e che voi abbiate capito tutto ciò che ho detto, altrimenti sappiate che so dove abitate e che pure l'autrice ha paura di me, quindi state bene attenti!

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Capitolo 2
*** I guai sono appena cominciati ***


La navigazione proseguì tranquillamente per un paio di giorni, se non fosse per Lake che aveva rischiato di morire molte volte per mano di Rose a causa della sua fame senza confini. Nonostante ciò arrivarono entrambi tutti d’un pezzo a Toroa.

- A causa della tua fame senza fine siamo rimasti quasi senza scorte; non si è salvata neppure la farina!! l'unica cosa rimasta è questo sacchettino di caramelle, che mi riguarderò dal darti -

- Cosa!? Ci sono delle caramelle? Dove sono che ho fam... - il povero ragazzo ricevette un pugno in testa, con conseguente bernoccolo.

- Non ti azzardare nemmeno! Oltre che ad essere un ricordo della mia isola sono l'unico cibo che ci è rimasto e non vado di certo a consegnarlo a te che avrai mangiato appena mezz'ora fa -

- Tredici minuti fa per l'esattezza -

- E lo ammetti anche!? Senti, lasciamo stare per il momento, va bene? Ti farò assaggiare una caramella se farai una commissione per me -

- Una commissione? -

Dieci minuti dopo Lake sta camminando per le strade affollate della città, giocherellando con un borsellino in mano, facendolo saltellare sulla stessa.

- Dovrei andarle a comprare il materiale in questa lista spendendo meno di quanto mi ha dato; sarà anche semplice ma non eravamo a corto di cibo? -

Nello stesso momento, da un'altra parte della città Rose cammina con un sacchetto pieno di cibo in una mano e la lista della spesa nell'altra.

- Avrei preferito comprarmi da me il materiale per le mie freccie, ma non potevo lasciargli fare la spesa; sarebbe stato un suicidio. Vediamo un po', cos'altro devo prendere? Ah, si! Delle pesche, stasera farò una cena coi fiocchi, completa di dessert -

La ragazza ci mise una mezz'oretta per prendere tutto dalla lista e si ritrovò tra le mani una decina di sacchetti di cibo, tra cui due fra i denti.

- Forse ho esagerato; anche se per soddisfare la sua fame ci vorrà più cibo, con me dovrà cominciare a stare a dieta -

- Mi scusi dolcezza, le serve una mano? - disse dietro di lei una voce maschile, con tono gentile, ma che trovò leggermente irritante.

Si voltò e vide un ragazzo con apparentemente un paio di anni in più di lei; capelli color nocciola a spazzola, occhi azzurri e un sorriso che le sembrava stupido stampato in fronte. Portava un foulard rosso al collo, legato con il nodo sulla destra; una camicia bianca con le maniche tirate su fino ai gomiti e un paio di occhiali con montatura nera nel taschino di sinistra, un paio di pantaloni lunghi grigio scuro e delle scarpe nere lucidate ai piedi. Le porse la mano destra dove al pollice c'era un anello color oro, anche se quel suo sorriso da idiota gli rimaneva stampato in faccia.

- Con quei braccetti che ti ritrovi sicuro di riuscire a portare qualcuna di queste borse? - lo scrutò per capire che tipo era.

- Per una dea come te sarei disposto ad andare fino in capo al mondo – sfoderò un sorriso che probabilmente pensava lo facesse apparire molto sexi.

- Per il momento accontentati di portarle al molo, ti faccio strada – disse dopo aver lasciato cinque sacchetti a terra che il ragazzo prese subito allegramente.

- Perchè stai aiutando una sconosciuta come me? Potrei essere una pirata, un'assassina o anche una borseggiatrice -

- Io aiuto tutte le belle ragazze in difficoltà, e poi una bella creatura come te non potrebbe mai essere una cattiva persona -

Ma torniamo indietro a dieci minuti fa e guardiamo che combina Lake, che nonostante fossero passati ben trenta minuti non aveva ancora trovato un fabbro e si era ritrovato più volte al molo senza capire come ci era arrivato.

- Ma perchè non riesco a trovare il fabbro? Forse dovrei chiedere indicazioni a quell'uomo laggiù – corse in direzione di un uomo che portava la sua stessa divisa; era un marine – Emm... Scusa? -

- Si? Che c'è commilitone? - rispose vedendo che portava la sua stessa divisa.

- Vorrei sapere dove si trova il fabbro -

- Si trova... Oh! Scusi tanto, vice capitano; non avevo notato i suoi gradi. Allora: vada dritto, poi quando vede il secondo vicolo a destra ci entri e segua la strada finchè non arriva all'incrocio e giri a sinistra. Se continua a guardare sulla sinistra vedrà il negozio del fabbro -

- Grazie mille! -

- Signore! - fece il saluto marziale, ma non ricevette risposta dall'altro che era già scappato via – Che tipo strano -

Lake corse via, sperando di arrivare in fretta dal fabbro e sbucò in una via affollata, come quella in cui era appena stato e dall'altra parte della strada un marine nella stessa posizione di quello che aveva appena incontrato e con quella che sembrava la stessa faccia. Si avvicinò a lui, mentre il soldato semplice lo guardava sorpreso.

- Non credevo sapessi teletrasportarti! Mi insegni come si fa? -

- Veramente io sono stato fermo, signore; è lei che è sbucato dalla parte opposta della strada -

- Quindi non sai teletrasportarti? - chiese con faccia delusa.

- No, mi dispiace – rispose colto alla sprovvista dalla domanda – Vuole che la accompagni fino alla fucina? -

- Si, grazie – cominciò a camminare, ma il soldato lo fermò un'altra volta.

- Veramente è da questa parte – disse con un gocciolone in testa.

- Emm... si! Stavo proprio andando da quella parte hahahaha! -

Torniamo avanti, dove Rose e il gentiluomo stanno portando i sacchi della spesa.

- Vorrei tanto sentire il nome di questo gentiluomo che mi sta aiutando, allora? -

- Io sono Crow, al tuo servizio dolcezza – portò la mano destra al mento, tenendolo tra l'indice e il pollice, mentre teneva la mano sinistra il gomito destro, poi sorrise.

-Oh, mio caro Crow; mi sono perdutamente innamorata di te, vuoi sposarmi? Staremo insieme per sempre – alla celeste spundarono due occhi a forma di cuore e si buttò tra le braccia del castano buttando all'aria i sacchi.

- Ma certo che si, mia amata. Non ti lascierò mai – disse mentre la stringeva tra le sue braccia.

 

- Ehi! Sveglia! Perchè non mi rispondi? Voglio sapere il tuo cavolo di nome! - urlò davanti a lui, ma sembrava proprio che non la ascoltasse e quella faccia da pervertito le stava facendo venire in mente un'idea a proposito di cosa stesse pensando.

Fece attenzione a posare delicatamente i sacchetti, gli si avvicinò preparando la mano destra chiudendola e una volta abbastanza vicino gli tirò un micidiale gancio destro. Crow finì a terra e continuava a blaterare parole sconclusionate.

- Sei bellissima... ma il mattarello non serviva... - un fantasmino uscì dalla sua bocca. Sembrava avesse perso i sensi.

- Forse ho esagerato un pochino... - si guardò intorno, era ormai il tramonto – Non c'è nessuno... Non posso certo lasciarlo qui. Uff, dovrò svegliarlo a modo mio -

Nel frattempo l'ex-marine era finalmente riuscito a raggiungere il fabbro grazie all'aiuto del suo nuovo “amico”.

- Mi prenda tutto ciò che c'è su questa lista -

- D'accordo ragazzo – il fabbro, che era dotato di una struttura molto robusta, capelli neri e folti baffi dello stesso colore prese la lista dalla mano del ragazzo e la lesse velocemente, per poi andare nel retro del negozio.

- Non l'ho mai vista da queste parti, chi è il suo comandante? -

- Comandante? Ah, Si riferisce al capitano Dake. No, no, ti sbagli; ho lasciato la marina proprio ieri, ora sono un pirata.

Il soldato lo fissò, non sapendo se prenderlo seriamente o se ridere a quella stravagante battuta, poi ricevette una chiamata al lumacofono.

- Si? Che c'è? Cosa!? Due ricercati? Provenienti dall'isola di Birk... anche un ragazzo che era un vicecapitano? Come faccio a saperlo? Lasci stare... - mise in tasca il lumacofono, si girò ma non vide nessuno, tranne il fabbro che urlava che bisognava pagarlo – Accidenti! È scappato! -

Nel frattempo la celeste stava prendendo a schiaffi il povero Crow, svenuto a causa sua. Il ragazzo si alzò in piedi, felice di vedere che la ragazza era accanto a lui.

- Strano... Ho forse la faccia gonfia? Me la sento più grande del solito -

- Emm... no, la tua faccia non ha niente di strano... - disse, seguita immediatamente da una risatina nervosa.

- Allora sarà solo la mia impressione... - la sua faccia era quasi rotonda ed era diventata tutta rossa.

- Prendi le borse che raggiungiamo la nave, che si sta facendo tardi –

Finì a malapena la frase che sentì degli spari provenire dalla parte opposta al molo. Al centro della strada c'era un grosso polverone, guardò bene e vide che Lake stava correndo via da almeno una trentina di marines con in mano un sacchetto marroncino. Non ci mise molto a capire che era meglio darsela a gambe e che avrebbe fatto due chiacchere con il suo compagno appena fosse stato a portata di mano, o meglio di pugno.

- Muovi quelle gambe; non penso che ti farà piacere sapere ciò che abbiamo dietro -

Per istinto Crow si girò e vide solo un polverone, coperto solo dal suono di qualche sparo e di qualche spada e senza nemmeno pensarci due volte seguì Rose.

- Che sta succedendo? -

- Te lo dico in poche parole: dei marines stanno inseguendo un mio amico, che furbo com'è non ci prova nemmeno a seminarli prima di raggiungere la nave; ora quando raggiungeremo la nave devi fare un salto e salire su, ce la fai? -

- Certo che ci riesco! -

- Bene, allora prendi anche questi sacchetti, leva le ancore e parti se non sai come fare te lo spiegherà il mio amico e non importa se non sono ancora su, ok? - non aspettò nemmeno la risposta che gli diede i cinque sacchetti che stava portando e rallentò cercando di raggiungere il moro.

- Asp...! Non la lascerò certo a terra! - disse fra sé e sé prima di saltare sulla nave.

- ROSE!!! Eccoti finalmente; non sai cosa mi è successo oggi! -

- Cosa ti salta in mente!? Ti avevo raccomandato di non attirare l'attenzione e tu che fai? Ti fai inseguire da tutti i marines che sono sull'isola!? -

- A proposito... ecco qua il materiale che mi avevi chiesto e i soldi rimasti -

- Tienili e salta sulla nave; lì ci sarà un'altro uomo che starà levando l'ancora, ma che probabilmente non vorrà far salpare la nave, tu devi convincerlo -

- E tu che hai intenzione di fare? - a quella domanda il capitano sorrise.

- Fidati di me, tu fai solo salpare la nave – Lake fece un cenno con la testa e Rose si fermò, trasformandosi nella sua forma intermedia.

I capelli, rimasti sempre dello stesso colore, ora sono un po' sbarazzini; i suoi occhi sono gli stessi che aveva nella forma animale, mentre dalla sua bocca escono dei canini affilati, assomiglianti vagamente a quelli di una tigre. Le unghie, diventate più lunghe e grosse, assomigliano molto a degli artigli e una coda lunga e affusolata di colore blu le spunta all'altezza del sedere. Sulle braccia delle solide scaglie azzurrine le permisero di deviare una pallottola che uno dei marines aveva sparato preventivamente.

- È un peccato che abbia lasciato sulla nave il mio arco; mi dispiace per loro ma dovrò passare a maniere più dirette – si girò verso i marines, che stavano continuando la loro frenetica corsa e quelli più avanti si resero conto di dover affrontare un combattimento.

Senza perdere il suo sorriso, che sembrava un ghigno in quella forma, si preparò ad affrontare i soldati, sicuri di essere nettamente in vantaggio. In quattro si buttarono su di lei, ma questa se ne liberò subito in un sol colpo; i successivi, anche se più esitanti erano più numerosi e la caricarono con le spade sguainate, ma delle lame d'aria, create dalla ragazza, li spazzò via prima che la potessero raggiungere.

Nel frattempo il moro saltò sul ponte della nave e vide che un castano era fermo sul ponte, si avvicinò e gli chiese se avesse levato l'ancora, ma una volta guardato in faccia si trattenne dal ridere.

- Si, ma non ho alcuna intenzione di lasciare a terra quella ragazza -

- Allora farò partire io questa bagnarola – Lake fece per andare verso l'albero maestro, ma l'altro ragazzo lo fermò.

- Perchè vuoi partire e lasciarla lì a combattere da sola? -

- Perchè mi fido di lei. Cosa credi; sarei già corso in suo aiuto se non me lo avesse chiesto con quello sguardo... - i due si fissarono negli occhi. Poi Crow si girò e si diresse verso il timone, mentre Lake corse a spiegare le vele.

Intanto Rose non se la cavava tanto male, ma la sua previsione sulla trentina di soldati era sbagliata: erano piuttosto una quarantina, e dopo il ventitreesimo che aveva buttato giù sentiva che il fiato cominciava a mancarle; non doveva solo impedire che la colpissero, ma anche impedire che la sorpassassero altrimenti avrebbero raggiunto la nave e non poteva rischiare che qualcuno si ferisse; non lo avrebbe permesso mai più.

- Accidenti... non sono forti, ma sono numerosi; spero di riuscire a resistere – si distrasse per un attimo, un soldato ne aprofittò per colpirla e la ragazza indietreggiò.

Immediatamente sei soldati si avventarono su di lei, ma la celeste velocemente cambiò forma e ruotò velocemente su se stessa, creando un tornado che fece volare via i marinai. Aveva intenzione di attaccare, ma un fischio la fermò; era il segnale che aspettava!

- Scusate ragazzi ma devo proprio lasciare questa festicciola, vi ho tenuti occupati abbastanza; ciao ciao! -

Rose spiegò le ali e si sollevò da terra, dirigendosi verso la nave ignorando gli spari dietro di lei. La nave era già troppo lontana perchè i marines potessero raggiungerla semplicemente con un salto, a lei sarebbe bastato solamente volare.

- Uff... come mai ci avete messo così tanto? - disse dopo essersi trasformata nella sua forma umana, ma poi puntando il dito contro Lake urlò qualcosa - E PER QUALE ASSURDO MOTIVO TU TI STAVI FACENDO RINCORRERE DA TUTTI I MARINAI DELL'ISOLA!? -

- La sua faccia mi aveva distratto! - il moro puntò il dito indice verso Crow, cercando di giustificarsi agli occhi della celeste.

- Cos'ha che non va la mia faccia!? - chiese il castano con denti da squalo.

- E NON CAMBIARE ARGOMENTO! -

- È tutta tonda e rossa! - disse cercando di evitare di dare spiegazioni al suo capitano.

- Quindi è vero che è gonfia! Oh, ora come farò? Tutte le ragazze ora scapperanno da me... - e depresso si rintanò in un angolino della nave.

- Credo che sarebbero scappate anche senza quella faccia – pensò tra sé e sé il capitano con un gocciolone in testa.

 

 

Finalmente l'ho finito! Ci ho pensato su un bel po' per fare qualcosa di decente in questo capitolo, e spero che sia di vostro gradimento. Mi spiace interrompere la litigata così, ma sarebbe durata troppo; quindi dovrete aspettare il prossimo capitolo per sapere come Lake ha attirato l'attenzione di tutti quei soldati e vi dico che io stessa non ho smesso di ridere mentre ci pensavo.

Ringrazio: runami_luni99, Mistery_Lawliet, miki18, Edward_Yoshina, Ace of Spades, Ms_Fly, Michiru93, Miyuky90, Kiko90, Blackswan ed evelinstar31 (spero di avervi messi tutti; sete davvero in tanti! :) )

che mi hanno mandato l'OC per la storia e un paio appariranno nel prossimo capitolo; per tutti gli altri non preoccupatevi perchè appariranno successivamente (non vorrete che compaiano tutti nello stesso minuto, magari cominciando a raccontare di come sono felici di prendere il sole sulla loro bagnarola XD) insomma; date tempo al tempo! (Non so dove l'ho sentita, ma devo ammettere che fa un gran bell'effetto u.u)

 

Ho saputo che a sostituirmi è stata quella megera dai capelli rossi, e scommetto che vi ha anche detto che mi fa paura; io!? Paura di lei!? Tsk, Ma figuriamoci!

*sente un'aura omicida dietro di lei*

Emm... scusate... *suda freddo mentre si allarga il colletto della maglietta*

Ora devo proprio scappare in Polonia; vi manderò una cartolina!!! *scappa a gambe levate*

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Capitolo 3
*** Una nuova avventura al nord ***


Riassunto del capitolo precedente:

Una volta sbarcati a Toroa, Lake e Rose si separano; il primo per cercare il fabbro, mentre la seconda per comprare le provviste finite qualche ora prima. Durante la spesa la ragazza incontra Crow, un ragazzo che si offre di aiutarla a portare le provviste. Ma a circa metà strada vengono interrotti da Lake, o meglio da Lake inseguito da una quarantina di marines; ma nonostante la confusione riescono a salpare ed ora è il momento delle spiegazioni.

 

- Veniamo dunque a te, signorino... come hai fatto a combinare quel casino? - si girò verso il suo “vice” con braccia sui fianchi e sguardo infuocato.

- È una storia molto divertente, adesso te la racconto -

Flashback: 35 minuti prima...

- Si? Che c'è? Cosa!? Due ricercati?... - il soldato stava dando le spalle al moro, mentre parlava al lumacofono.

- Hey, ragazzo! - il fabbro lo stava chiamando – Ecco qui tutto quello che mi avevi chiesto – gli consegnò in mano un sacchetto marroncino, poi lisciandosi i baffi si preparò per dire l'acconto – Sono 300 berry -

- ...Provenienti dall'isola di Birk... anche un ragazzo che era un vicecapitano?... - il soldato era ancora al lumacofono.

- Grazie, ma mi sono appena ricordato che ho un impegno... scusi – detto questo mise le ali ai piedi e corse via, dimenticandosi di pagare il fabbro.

- Torna indietro! Mi devi pagare; quella roba non è gratis! -

Il marine si mise in tasca il lumacofono, notando che il ragazzo che aveva accompagnato fin lì era sparito e che il fabbro continuava a gridare al ladro. Accortosi che si era appena fatto sfuggire la sua promozione in divisa gli corse dietro dopo aver chiesto indicazioni all'uomo baffuto.

- Sono quasi sicuro che il molo è da questa parte – continuò a correre, ma incappò in una pattuglia di sei soldati della marina, che subito lo rincorsero dopo aver guardato bene le foto dei due ricercati.

Dopo aver incontrato altre tre pattuglie e rincontrato per almeno sette volte i sette soldati che lo stavano inseguendo, riuscì a raggiungere una strada senza alcun marine e continuò a correre sicuro che fosse la strada giusta. Ma alla fine della strada c'era una struttura a lui familiare, sembrava proprio una di quelle basi della marina dove per i primi anni si era addestrato. Perso nelle sue fantasie continuò a correre verso la base, finendoci addirittura dentro, attirando l'attenzione dei soldati rimasti a riposare all'interno della base. Stranamente non si vedeva il comandante di quella base.

- Il comandante sarà in pausa cena in città; peccato che non abbia tempo da perdere, altrimenti li avrei già sistemati tutti – gli ci vollero una decina di minuti per uscire dalla base, nonostante avesse solo due piani e al piano terra c'erano solo quattro stanze.

Ormai aveva attirato l'attenzione di tutta l'isola, fatta eccezione per qualche coniglio in qualche buca remota occupato a dormire, e finalmente riuscì a trovare la strada giusta salutando, quando la vide, il suo capitano.

Fine flashback.

Rose con una faccia sia sconvolta che arrabbiata guardò Lake trattenendosi a stento dal buttarlo in mare.

- Come hai fatto a perderti in una città a quattro case come quella!? È praticamente impossibile, e poi attirare l'attenzione in quel modo... però passi la dimenticanza dal fabbro, almeno ci farà risparmiare qualche soldo – dopo qualche attimo di silenzio si rivolse al castano, che era ancora rintanato nel suo angolino – Capelli a spazzola dimmi il tuo nome, altrimenti sarò costretta a chiamarti porcospino -

- Strano... pensavo di avertelo già detto... io sono Crow, al tuo servizio – la sua faccia era ritornata normale e face un inchino, poi ritornò alla posizione iniziale e portandosi la mano ai capelli distolse lo sguardo un po' imbronciato – I miei capelli non sono da porcospino... -

- Buono a sapersi. Io sono Rose, mentre questo tipo qui vestito da marine è Lake – disse mentre teneva per il colletto il moro, per evitare una sua fuga verso le provviste.

- Il piacere è tutto mio. Ma ditemi un po'; perchè quei soldati vi stavano inseguendo? -

- Non abbiamo ancora creato una bandiera, quindi non credo sia così lampante, però noi siamo dei pirati -

- Pirati!? Oh, no! Finirò nei guai – fece un'espressione impaurita, o almeno era quello che aveva ipotizzato Rose, anche se non era totalmente convinta.

Crow cambiò completamente espressione e cominciò a pensare tra sé e sé, sorridendo sempre più visibilmente e alla celeste questa cosa non piaceva, dato che la stava anche fissando intensamente un po' più in giù del mento, ma un po' più in su dello stomaco.

- Piantala di fare quella faccia da pervertito!! - urlò, tirandogli un pugno in testa che provocò un grosso bernoccolo sulla testa del castano.

- Perchè, mia dolce sirenetta? - e stramazzò a terra svenuto.

- Uff! Lake! Stai lontano dalle borse e vieni qui! - il moro ubbidì dispiaciuto.

- Visto che sei un marine conoscerai qualche buon carpentiere che ci costruisca una nave, no? -

- Mmm... ne conosco solo alcuni, ma sono tutti marines. Pensi che ci costruirebbero una bella nave con tanto di bandiera? -

- Ti pare!? E poi quei tipi hanno poca fantasia... li ho visti al lavoro -

- Un mio buon amico è un bravissimo carpentiere, e non lavora per la marina – disse Crow, ripresosi in un attimo.

- Davvero!? Allora ci porteresti da lui? - gli occhi di Rose si illuminarono; le parole “carpentiere” e “bravissimo” le bastavano per interessarsi al ragazzo.

- Si, ma solo a una condizione: voglio venire con voi... e un bel bacio da parte tua -

- Cosa!? -

- Ha detto che vuol... - Lake iniziò a parlare, ma la ragazza lo zittì subito.

- Ho capito cosa voleva dire, idiota! - Crow la guardava sorridendo come un beota, poi sbuffò – E sia -

Il moro si preparò le labbra, pronte per ricevere un bel bacio; Rose si avvicinò a lui e lo baciò sulla guancia sinistra. Nonostante fosse stato solo un piccolissimo bacio, al castano vennero gli occhi a cuore e cominciò ad urlare a destra e a manca che era stato il più bel bacio della sua vita, e probabilmente anche l'unico.

- Ma guarda un po'; sono riuscita a trovare solo un'idiota mangia-provviste e un pervertito che... Hey, Crow! -

- Si, mia amata? - si girò per guardarla, sempre con i suoi occhi a forma di cuore.

- Cosa sei in grado di fare, a parte farmi arrabbiare? -

- Beh, so combattere e ho buone conoscenze nautiche -

- Sei un navigatore? -

- Si, il migliore! - Il capitano sorrise e tornò ai suoi pensieri.

- Sarà anche un pervertito, ma se è un buon navigatore varrà la pena sopportarlo -

*Crick, Crack*

A quel debole rumore la ragazza si girò.

- Lake! Ti mangio se tocchi quelle borse! -

Preso dal panico il moro afferrò le prime due borse che gli erano capitate a tiro e corse via a gambe levate.

- Non scappare da me! Lo sai che ti prenderò ugualmente; stai solo ritardando la tua fine! - e per aumentare la sua velocità si trasformò nella sua forma intermedia.

 

Mare Settentrionale, qualche minuto prima...

Uno sloop, con una bandiera nera su cui c'era disegnato una testa di una pantera nera a contorni bianchi e un paio di ossa sovrapposte a x rosse, era salpato da poco da Micqueot, città famosa per i suoi magnifici vini. Solo due ragazze erano a bordo; la prima,di carnagione scura, alta sul metro e 65, capelli lunghi e mossi di colore nero fino ad appena sopre la vita, occhi di un bel verde brillante e magra, ma con le curve al posto giusto. Indossa una canottiera viola, che mette in risalto il suo seno prosperoso, dei pantaloncini neri con tanto di tasche, un foulard viola usato come fascia per capelli e degli stivali neri lunghi fi sotto al ginocchio. Sia nel braccio destro che in quello sinistro porta una moltitudine di braccialetti tra color oro, nero e argento.

La seconda ragazza, di carnagione chiara, alta cinque centimatri in più della mora, dai capelli lisci e scalati con dei ciuffi corti davanti alla fronte, castani e con qualche riflesso ramato alla luce del sole. Ha dei grandi occhi verde smeraldo e anche lei magra ma con le curve al punto giusto. Indossa un top giallo pallido e dei pantaloni bianchi, con una giacca corta di pelle nera e stivali con tacco anch'essi neri.

La mora si avvicinò alla sua amica, che stava appoggiata sulla balaustra della nave coi gomiti e la testa sostenuta dai palmi.

- Shayla; è da tre mesi che stiamo continuando a navigare in questo mare, dobbiamo andare avanti! - la castana guardò male il suo capitano.

- No, non possiamo! Dobbiamo trovare Aiden; sono sicura che sia qui da qualche parte -

- Pensaci bene; quando ti ho trovata eri alla deriva vicino alla fascia di bonaccia. Lui potrebbe essere da tutt'altra parte, magari in un'isola del Grande Blu – Shayla distolse lo sguardo e lo rivolse verso la pacifiche onde del mare.

- Forse hai ragione, Faith – si allontanò dal ciglio dello sloop dirigendosi verso la cabina dove teneva tutte le sue cartine – Dovremmo cominciare a cercarlo in altre isole -

- Non ti preoccuare, lo troveremo – disse avvicinandosi a lei appoggiandole una mano sulla spalla.

- Ne sono sicura, mi fido di te – rispose la navigatrice, lasciandosi scappare un sorriso.

- Piuttosto, dimmi qual'è la nostra prossima destinazione -

- La strada per arrivare alla Reverse Mountain è ancora lunga, quindi la nostra prima tappa sarà l'isola di Flexi; non vedo l'ora di vedere i suoi famosi alberi fatti di gomma! -

- Sicura che siano fatti di gomma? O la producono e basta? - chiese un po' scettica.

- No, sono fatti proprio di gomma. Ho sentito dire che morsicarne uno è come masticare un chewing-gum -

- Chissà che sapore hanno... Chissà che buoni dolci che fanno lì... Chissà che scorpacciate che mi farò...- la mora stava letteralmente sognando a occhi aperti cibi di tutti i tipi, con ingrdiente principale l'albero di gomma.

La navigatrice fissava il suo capitano, e sapeva a cosa stesse pensando, la conosceva fin troppo bene. Nei tre mesi in cui le è stata accanto aveva imparato, a spese dei suoi berry, che le piaceva mangiare.

Flashback: 3 mesi prima

Era stata una tempesta. Tutto per colpa della sua disattenzione. Se solo non si fosse fermata a pensare, tutto ciò non sarebbe accaduto e lei sarebbe ancora su una nave a cercare Aiden. La castana non sapeva da quanto tempo era lì alla deriva, non sapeva da quanto tempo si teneva aggrappata a quel pezzo di legno galleggiante, sapeva solo che non era più in grado di reggere la presa. Aveva mangiato un frutto del diavolo, ma aveva comunque lottato contro il forte richiamo del mare e della stanchezza; ma ora non ne era più in grado. Cosa ne sarebbe stato di lei se avesse lasciato la presa? Cosa ne sarebbe stato del suo sogno se avesse gettato tutto al vento? Sembrava che il destino fosse contro di lei; perchè non la lasciava in pace? Non voleva mollare, ma il mare era più forte di lei e la tirava giù, lontano dalla superficie baciata dal sole, che in quel momento sembrò sparire, coperta da un'ombra. Una mano l'afferrò, contrastando quella del mare.

- Ehi, tutto bene? Spero di essere ancora in tempo – la voce era quella di una ragazza, che stranamente la tirava su con poco sforzo.

La ragazza stese Shayla su quella piccola scialuppa su cui navigava e le fece sputare l'acqua che aveva ingerito. La castana tossì e guardò la sua salvatrice e la colpirono i suoi occhi, verdi quasi quanto i suoi.

- Mi chiamo Faith e a quanto pare stai bene, non sai quanto mi sento sollevata -

- Penso di doverti ringraziare per avermi salvata – si guardò intorno per trovare un punto di riferimento - Dove siamo? -

- Siamo nel mare Settentrionale, a ovest di Zantar -

- Puoi portarmi fin lì? -

- Certo, ma cosa ci vai a fare? Non hai né soldi né cibo -

- Ne farò un po' lavorando e poi non ho fame – la sua pancia brontolò.

- Sicura? Credo che questo sia un: “Ho fame! Datemi qualcosa o svengo!” - disse con tono ironico.

- Magari solo un pochino, ma posso resistere per qualche giorno – la sua pancia brontolò ancora una volta, ma questa volta più forte.

- Tieni, se vuoi ho del pane e del formaggio – Faith tirò fuori da un sacco le cibarie e le porse all'altra ragazza, la quale le prese.

- Sono una sconosciuta e mi offre anche parte delle sue scorte? - si domandò tra sé e sé mentre addentava il pane.

- Vorrei poterti offrire di più, ma vedi... ho avuto un languorino e mi sono finita quasi tutto – disse un po' imbarazzata, guardando verso il basso.

- Si è davvero mangiata quasi tutte le sue scorte!? - pensò tra sé e sé con un gocciolone in testa mentre la fissava.

- E se trovi della carne... quella è mia! - La mora la guardò con uno sguardo che diceva: “Se provi a mangiare la mia carne ti ritroverai a fare compagnia ai pesci” e Shayla non potè far altro che annuire.

Fine Flashback

Guardava ancora il suo capitano e le sembrò che stesse sbavando, quindi prese l'iniziativa.

- Non ci fermeremo ad assaggiare ogni albero che troviamo, prendiamo solo qualche scorta e forse qualche suvenir -

- Ma perchè? - ripresasi dal suo stato sognante, fece la domanda con un tono quasi supplicante.

- Perchè in fatto di cibo non sei affidabile e anche perchè non abbiamo molto denaro, quindi faremo a meno di ciò che non è strettamente necessario -

- Ho capito; non mi metterò ad addentare tutti gli alberi che incontro, magari solo un paio -

 

 

 

Ben ritornati! Come av... tr..at. Il ca..t..o.

...

*Attendete un momento, il segnale sarà ripristinato in qualche minuto*

Scusate per l'interruzione, ma il segnale qui in Polonia fa un po' schifo. Siete fortunati voi laggiù senza la nostra cara amica dai capelli rossi. Io sono bloccata quaggiù al freddo, mentre voi siete laggiù al calduccio, magari attaccati come magneti al termosifone...

Ma stavo dicendo... Come avet...

*Avverte un'aura omicida avvicinarsi*

Bene ragazzi, ci vediamo la settimana prossima... se sopravvivo!!!

 

*Appare Rose*

Ciao ragazzi! Io sono la sostituta dell'autrice, si la prima. Mi spiace se il capo è inseguita da lei, ma al momento non ci posso fare nulla.

Quello che tentava di chiedervi prima era se avete apprezzato il capitolo e se le potevate dire come si chiama la parte della nave in cui aveva qualche dubbio. Ehi! Non guardate me! Io non sono certo un carpentiere; non conosco i nomi di tutte le parti della nave. Quindi mettete un mi piace e… acc... ho fatto di nuovo confusione coi fogli; ma si può sapere dove trova sta' roba?

*Cerca nella tasca dei jeans un'altro foglietto e lo tira fuori*

Allora... lasciate una recensione se vi è piaciuto... bla bla bla… se ci sono errori correggetemi... bla bla bla... Ah! Ecco qui la parte interessante! Scusate per il ritardo ma la connessione faceva le bizze (dopo aver provato a caricare il capitolo per due volte mi sono stufata e ho staccato tutto). La bandiera di Faith e Shayla l'ho inventata sul momento perchè non c'era alcuna informazione; quindi se non vi va bene basta dirlo e la cambio (forse...).
Il messaggio è finito qui, quindi...

...Ci vediamo la prossima volta!

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Capitolo 4
*** L'isola degli alberi di gomma ***


La navigazione delle due ragazze procedette senza intoppi e in poco tempo raggiunsero l'isola di Flexi, ancorando lo sloop dietro ad un'insenatura. Scesero dalla nave e si incamminarono verso la città più vicina, percorrendo il sentiero che costeggia la costa. L'unico panorama che si poteva vedere era costituito dal mare da una parte e da qualche albero a forma di palma sulla tonalità del marrone dall'altra.

- Guarda qui; questo è un'albero di gomma! - Shayla si avvicinò a uno degli alberi solitari, prese una foglia e la tirò verso di sé e poi la lasciò andare. Incredibilmente la foglia ritornò alla sua forma originale – Visto? ...Faith? - si girò e la vide impegnata ad addentare uno di quegli alberi.

- Fino a ieri non avevi fretta di raggiungere la Rotta Maggiore? - chiese ironicamente la navigatrice.

- È vero, ma possiamo permetterci una pausa per mangiare... - la castana sospirò.

- Io vado in città per le provviste, sai dove trovarmi se hai bisogno di me – detto ciò Shayla si allontanò, lasciando sola la sua amica che non sembrava aver ascoltato ciò che aveva appena detto, tanto che era impegnata a mangiarsi un'albero.

Nella piccola cittadina a un chilometro da lì una ragazzina sui sedici anni chiedeva insistemente a un signore su una barchetta da pesca se poteva portarla all'isola delle tre cascate. La ragazza aveva capelli biondi e ondulati raccolti in due codine ai lati, con una piccola frangietta davanti e lunghi fino alla spalla e con due occhi neri come la pece. Indossava una maglietta lillà con un una margherita al centro, una gonna color castagno, una giacca blu cobalto aperta da poco sotto il collo in giù e uno zaino color verde prato.

- La prego! Mi deve assolutamente portare laggiù! - lo stava supplicando la ragazzina.

- Ti ho già detto di no; questa bagnarola non è in grado di fare un viaggio così lungo -

- Va bene, ho capito – la bionda si voltò e si allontanò dal molo.

Ormai aveva già chiesto a tutte le persone che aveva incontrato e non sapeva più come fare per andarsene da lì, forse avrebbe dovuto rubare una barca e raggiungere la sua destinazione da sola? No, questo andava contro i suoi principi e poi non era in grado di governare una barca. Mentre camminava guardava fisso verso terra, ma in poco tempo sbattè contro un'uomo grosso e alto e cadde a terra. Questo la guardò e la bionda si spaventò, la faccia dell'uomo piena di cicatrici, mento in fuori e naso appuntito e ghigno irritato sul volto non promettevano nulla di buono.

- Ehi, ragazzina! -

- Io... - la ragazza tremò.

- Nessuno può farmi rovesciare la birra senza passarla franca! - lo guardò sul petto e vide il gilè dell'omone bagnato all'altezza del cuore.

L'uomo tentò di afferrarla per la giacca, ma la bionda lo evitò cominciando a correre. Appena si voltò vide che tre uomini la stavano inseguendo; mentre correva si guardava intorno, ma tutti i cittanini non stavano facendo nulla, anzi continuavano le loro attività come se nulla fosse. Poi vide una donna; capelli marroni raccolti in una coda con un fazzoletto rosa e un vestito fucsia lungo fino alle caviglie, mentre ai piedi portava degli zoccoli color nocciola. Fissò la donna, ma questa entrò dentro casa di tutta fretta; e pensare che l'aveva aiutata la mattina stessa! Perchè nessuno la stava aiutando?

Le lacrime cominciarono a scenderle dal viso. Tutti quei sorrisi che aveva ricevuto erano fasulli? Era sola, proprio come tutte le altre volte. Ma proprio per questo motivo voleva raggiungere l'isola delle tre cascate, sapeva che lui la stava aspettando laggiù.

Senza rendersene conto era arrivata quasi ai confini della città, e lì al centro della strada camminava una ragazza castana. Ma sapeva che anche lei si sarebbe scansata, ignorandola.

Shayla camminava pensierosa, ma qualcuno attirò la sua attenzione. Era una ragazza giovane e bionda che scappava da tre uomini; quello al centro era alto e dai capelli marroni, quello alla sua destra era più basso ma anche più magro e biondo, l'ultimo, invece, era basso e cicciotto dai folti capelli neri. La navigatrice continuò a camminare senza scomporsi.

Appena la ragazzina la sorpassò si fermò e con delle liane uscite dal terreno fece incampare i tre uomini, ma prima che potessero rialzarsi lei li legò con le liane, impedendo loro ogni movimento. La bionda, che si era accorta che quella ragazza l'aveva aiutata, si girò verso di lei.

- Di solito le persone ringraziano dopo che qualcuno le ha salvate – la ragazzina guardò la navigatrice, non aprendo però bocca – Cos'è; il gatto ti ha mangiato la lingua? -

- N-no... Grazie – disse con voce tremolante.

- Così va meglio – aspettato qualche istante la castana continuò per la sua strada.

- Aspetta! - voleva dirle la biondina, ma non riuscì ad aprire bocca.

Non sapeva cosa fare; quella ragazza era stata l'unica che l'aveva aiutata, ma chiederle un passaggio per un'isola così lontana le sembrava troppo. Restò immobile dov'era finchè rimasero solo quei tre uomini legati e svenuti a farle compagnia.

Nel frattempo Faith aveva capito che un albero non si poteva mangiare, anche se fatto di gomma. Dopo essere rimasta a fissare l'albero che stava addentando fino a un momento prima nel più assoluto silenzio cercò di ricordarsi in che direzione era andata la sua navigatrice, nella speranza di poter assaggiare qualche stuzzichino in città. Saltellando felicemente verso la città vide a un lato del sentiero una ragazza che stava camminando con sguardo rivolto verso il basso e subito incuriosita le si avvicinò.

- Ciao! - salutò, quasi spaventando l'altra.

- C-ciao! - la bionda non pensava che qualcuno le avrebbe rivolto la parola dopo quello che era successo, ma a guardarla bene non l'aveva incontrata prima.

- Perchè hai quest'aria così avvilita? Posso fare qualcosa per te? -

- Per me? Beh, ecco... - le sembrava così strano che qualcuno le parlasse così francamente, e in quel momento le veniva solo una cosa in mente – hai una barca? -

- Si, certo! Perchè, ti serve un passaggio? - non poteva lasciarsi sfuggire un'occasione del genere! La bionda inspirò profondamente e cominciò a parlare.

- Devo assolutamente raggiungere l'isola delle tre cascate; puoi accompagnarmi fin lì? In cambio farò tutto quello che vorrai! - Faith sembrò incerta, ma appena vide la determinazione negli occhi della ragazza prese la sua decisione.

- Accetto! Però prima vorrei sapere una cosa; sai cucinare? -

- Un pochino -

- Fantastico! Sei appena stata eletta la cuoca della cricca! - la mora rise.

- So fare solo qualche ricetta; non sono molto esperta... spero che basti – pensò tra sé e sé la bionda.

- A proposito; come ti chiami? -

- Achya -

- Achya? Troppo lungo... ti chiamerò Aci -

- Aci? Non suona poi tanto male... - nella sua mente continuò a ripetere quel soprannome per abituarcisi.

- Adesso devo solo dire a Shay che abbiamo una cuoca nella nostra ciurma... -

Faith si grattò la testa, ma quando si accorse che Achya la stava fissando con sguardo interrogativo pensò che sarebbe stato opportuno darle qualche informazione.

- Shayla è la navigatrice, mentre io che mi chiamo Faith sono il capitano -

- Siete pirati? -

- Si, sto cercando l'One Piece sai, il tesoro di Gold Roger che ha nascosto nella Rotta Maggiore -

Aci non aveva mai incontrato un pirata così... non sapeva come definirla era... particolare. Di racconti sui pirati ne aveva sentiti tanti dai marinai che aveva incontrato e li descrivevano tutti come delle persone malvage, avide e pericolose, con cui non si doveva avere nulla a che fare se si aveva cara la pelle. Era contenta di aver trovato qualcuno che non era così. La bionda sorrise. Era contenta di aver trovato un'amica.

- Per caso hai visto passare di qui una ragazza castana, occhi verdi e un tantino più seria di me? -

- Si, stava andando in città -

- Bene, tu aspetta qui o vai verso la barca dietro l'insenatura poco lontano da qui; ti raggiungo presto e poi partiamo, ok? - senza nemmeno aspettare una risposta corse verso la direzione indicatale da Achya.

La ragazzina decise che sarebbe andata alla nave; non pensava che quella ragazza che l'aveva salvata poco prima era una pirata, ora era sicura che era in buona compagnia. Ma mentre camminava le venne una domanda in mente: perchè quella ragazza le aveva detto di si ancor prima di conoscere il suo nome? Però anche lei in quel momento non sapeva chi era quella ragazza, ma aveva ugualmente insistito per il passaggio. Certo, era determinata a tutto; ma se fosse stata come quei pirati di cui aveva tanto sentito parlare... Ne parlavano anche sua madre e suo padre; non li sopportava, e nemmeno sua sorella. Nessuno in quella casa la capiva, o almeno nessuno che viveva lì.

Raggiunse lo sloop ancorato nell'insenatura, portava una bandiera nera. Salì sulla nave e cominciò ad osservare com'era fatta. Una vela qui, una fune là, l'ancora sott'acqua e una piccola porticina che portava sottocoperta.

Poco lontano Faith e Shayla stavano ritornando alla nave.

- Come ti è saltato in mente di invitare una perfetta sconosciuta ad unirsi alla ciurma!? -

- Lei ha chiesto solo un passaggio, solo fino all'isola delle tre cascate; nel frattempo starà con noi -

- Sai almeno dov'è quest'isola? - Shayla sospirò e incrociò le braccia.

- No – rispose la mora franca.

- E tu hai accettato comunque!? Non hai pensato che potrebbe anch'essere nel mare Meridionale!? -

- E allora? Che problema c'è? - chiese Faith guarandola ingenuamente.

- Il problema è che quel mare è dall'altra parte del mondo! -

- Basterà andare dall'altra parte del mondo, non vedo quale sia il problema -

- Il... senti; io ci rinuncio a spiegarti queste cose – Faith sorrise.

Nessuna delle due disse più una parola finchè non raggiunsero la nave che avevano nascosto. Sul ponte della nave era seduta la bionda con le ginocchia al petto. Quando Shayla riconobbe la ragazza rimase un po' sorpresa.

- Aci, giusto? -

- Si, e tu sei Shayla – la navigatrice annuì.

- Bene; leviamo l'ancora! - urlò il capitano entusiasta, tanto per rompere quel silenzio che si era formato.

In quattro e quattr'otto lo sloop spiegò le vele e si allontanò dall'isola con il vento a favore.

- Ho una buona e una cattiva notizia; quale volete sentire per prima? - chiese sorridente la castana.

- La buona – rispose la biondina.

- La buona notizia è che l'isola delle tre cascate, o meglio Makri è un'isola della Rotta Maggiore poco distante dalla Reverse Mountain -

- E la cattiva? - chiese Faith.

- La cattiva è che tra un po' ci ritroveremo nel bel mezzo di una tempesta – disse la navigatrice accentuando il suo sorriso divertito.

- Perchè lo dice come se fosse una cosa divertente? - si chiese tra sé e sé Achya.

- Prendete le cime; tra un po' ci ritroveremo a ballare il tango con il mare! - Shayla corse verso il timone, pronta ad ogni evenienza, mentre le altre due correvano nelle loro postazioni.

Il mare era instabile, ma la nave si destreggiava benissimo tra le onde e uscì dalla tempesta senza alcun graffio. Anche se per un attimo la bionda temeva che non ce l'avrebbero fatta dovette ricredersi. Sicuramente sarebbe stata una passeggiata arrivare alla sua destinazione.

 

 

 

 

Ben ritrovati ragazzi! Mi spiace per questo enorme ritardo, ma le verifiche scolastiche mi stavano tenendo impegnata. E per vostra fortuna sono riuscita a scampare a quella furia; è stata una faticaccia! Ma alla fine si è calmata e posso ritornare a scrivere in pace. (Ho anche imparato a non parlare quando c'è lei in giro. Quella ha occhi e orecchie dappertutto! Quindi anche voi state attenti, altrimenti vi perseguiterà a vita!!)

Spero che questo capitolo sia abbastanza soddisfacente, altrimenti sarò costretta a inserire più colpi di scena a sfavore dei nostri personaggi. XD

 

PS: Sappiate che sto preparando lo special di Natale quindi ve lo ritroverete la notte della vigilia. (spero che riusciate a resistere fino alla mia mattina di natale; consideratelo come il mio regalo di Natale)

Nel frattempo dovrei pubblicare altri due capitoli prima dello special.

Intanto vi lascio schiattare dall'ansia su chi prenderà parte allo special. XP (Se volete però potete provare ad indovinare. In tutto sono 4) Buona fortuna!

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Capitolo 5
*** Una mattina tranquilla ***


Ritorniamo a dare uno sguardo nel mare Occidentale, dove in questo preciso istante sta regnando la notte e tutti dormono, o quasi. Infatti Rose non riusciva a prendere sonno e uscì a prendere un po' d'aria sul ponte della nave.

- Visto, Sheila? Sono partita per mare per realizzare il mio sogno, dopotutto tu mi hai sempre incitato –

la celeste alzò gli occhi al cielo e guardò le stelle che brillavano con determinazione lassù. Chiuse gli occhi e sorrise, come se avesse appena riportato alla mente un bel ricordo.

- Te lo avevo anche promesso, no? Anche se ero solo una bambina tu l'avevi visto dentro di me. Tutti gli altri mi prendevano in giro, ma tu hai detto che bisogna fare di tutto per tenersi stretta quella voce che ti dice cosa fare, la voce dei tuoi sogni -

Riaprì gli occhi e fissò il mare, di cui il confine si mimetizzava con il cielo.

- Quei due ragazzi che ho incontrato sono un po' strani. Uno tenta di mangiare qualsiasi cosa gli capiti a tiro, mentre l'altro è un cascamorto senza speranza di ritorno. Certo che come inizio è davvero strano, però ti posso assicurare che sono dei bravi ragazzi e a volte anche divertenti -

La ragazza sospirò, si morse il labbro inferiore e distolse lo sguardo dal mare che fino a un'attimo prima stava guardando, stringendo i pugni.

- Io... Mi sento ancora in colpa per quello che ti è successo. Anche se me l'hai ripetuto tante di quelle volte che non è stata colpa mia. Io... - si lasciò scappare una lacrima, ma se la asciugò subito – Scusa, l'ho fatto un'altra volta. So che non vuoi vedermi piangere -

Rose si incamminò sottocoperta lentamente.

- Ci vediamo presto -

Detto ciò la ragazza raggiunse la cabina. Sfortunatamente ce ne era solo una e lei doveva dormire con i ragazzi. Lei aveva scelto la brandina più vicina all'uscita, per impedire a Lake di sgattaiolare nella stiva o nella cucina durante la notte. Lake invece aveva scelto la seconda più vicina alla porta, ma di solito si addormentava sempre prima di Rose, così tutti i suoi piani notturni fallivano. Crow aveva cercato di prendere il letto più vicino al capitano, ma questa lo aveva spedito a forza a controllare Lake, in modo che lei potesse dormire meglio.

Aprì la porta, ma nessuno si svegliò. Poteva ritornare tranquillamente a letto; sicuramente la mattina seguente si sarebbe svegliata con calma.

La mattina, undici minuti dopo l'alba...

*Groooooooooowl*

- Accidenti, che fame... Rooose! Mi prepari qualcosa? - si lamentò Lake.

- Imbecille che non sei altro, non vedi che sta dormendo!? - replicò ad alta voce il navigatore.

- E allora? Io ho faaame! -

- Se stai zitto ti cucino io qualcosa -

- No, non mi piace quello che cucini, ieri hai bruciato pure le pentole! - il moro tirò fuori la lingua disgustato.

- Quindi sarei un pessimo cuoco!? - Crow gli urlò contro con i denti da squalo.

- BASTA VOI DUE! - Rose lanciò ad entrambi due micidiali cuscini che li stecchì sul colpo, ed era rimasta in forma umana ( ecco cosa succede a svegliare il can... volevo dire il drago che dorme...).

Ormai sveglia il capitano si diresse verso la cucina, accese il fornello e cominciò a preparare la colazione: plumcake al burro e miele. Non ci volle molto prima che il primo plumcake, ancora bollente, finisse nello stomaco di Lake; questo appena si accorse che la sua bocca andava in fiamme corse su e giù per la cucina, per poi riempirsi la bocca con l'acqua del rubinetto. Crow ignorò il moro e andò subito a “cantare le lodi alla fantastica cuoca” e come nelle ultime quindici ore venne ignorato, senza però dare segni di cedimento.

Rose mangiò quattro plumcake, salvandone tre dalle fauci del suo vice; Crow solo due perchè Lake ne aveva mangiato illegalmente due mentre era distratto a guardare Rose, mentre Lake venti in tutto.

Una volta terminata la colazione Crow si offrì di pulire tutti i piatti al posto del suo capitano, Lake uscì sul ponte e Rose lo seguì con in mano una sedia, tanto per accertarsi che non si perdesse mentre se ne stava seduta a prendere sole.

La celeste si sedette sulla sedia e guardava il suo vice correre su e giù per il ponte come se stesse rincorrendo qualcosa. Un gabbiano con un cappello da marinaio in testa arrivò volando e atterrò davanti al capitano.

- Puntuale come sempre, eh? -

La ragazza pagò il gabbiano e questo volò via, poi cominciò a leggere il giornale.

- …Monkey D. Rufy ha fatto ritorno a Marineford per rendere omaggio a Barbabianca e Ace pugno di fuoco... - Rose osservò la foto, dove Rufy stava con capo chino e cappello tenuto sul petto, con uno strano tatuaggio sul braccio destro.

- Piuttosto intelligente da parte sua... -

Crow uscì dalla cucina, e appena vide la sua “dea” si diresse da lei con tutta fretta, saltellando da una parte all'altra. Prima ancora che aprisse bocca Rose gli chiese di andare a controllare cosa stesse facendo Lake, dato che era da qualche minuto che non lo vedeva in giro; il navigatore di tutta risposta lo andò a cercare, mantenendo il suo buonumore.

Mentre la celeste sfogliava il giornale, dei fogli caddero, o meglio erano dei manifesti di taglia.

- Ma guarda un po'... - raccolse le taglie cadute a terra e si fermò a guardarne due in particolare.

Sulla prima era segnata una taglia di 25 milioni di berry per Riyuga Lake e la sua foto era piuttosto particolare; il moro era lì, sorridente con un cosciotto di carne infilato in bocca. Trattenendo una risata guardò la seconda taglia di 35 milioni di berry per Greenhave D. Rose; nella foto stava sorridendo e con la mano destra faceva una v con le dita.

- Si! Lo sapevo che la foto sarebbe venuta bene! E ho ben 35 milioni di taglia; niente male come inizio -

Crow stava riportando Lake sul ponte e quest'ultimo sembrava piuttosto contrariato. La celeste si alzò in piedi e si diresse verso i due ragazzi con le taglie in mano, poi le diede a Lake.

- Wow! La mia prima taglia! E la tua? - chiese il moro guardando la sua.

- 35 milioni -

- Però non è giusto... -

- Cosa? - chiese scettico il castano.

- Hanno fotografato il cosciotto sbagliato... quello dopo era davvero gigantesco! -

- Tu... sei un'idiota! - Rose picchiò in testa il moro, facendogli spuntare due bernoccoli.

Dopo mezz'ora i pirati avvistarono Raze Town, e lì attraccarono nel porto della città, per poi scendere dalla nave. La città sembrava prevalentemente portuale, e un'enorme mulino a vento dominava la collina a sud della città.

- Facci conoscere il tuo amico, che non vedo l'ora di incontrarlo! -

- Ma certo dolcezza; tutto per te! - Crow cominciò a saltellare di qua e di là rilasciando nell'aria cuoricini ovunque.

- Io vado a cercare un bel ristorante... - Lake si incamminò di soppiatto verso la direzione opposta, ma subito fu fermato dalla celeste.

- Non penso proprio; tu DEVI venire con noi – disse il capitano, accentuando il tono sul “devi”.

- Ma io ho fame... -

- Tu hai sempre fame, e smettila di importunarla! - gli rispose svelto il navigatore.

I tre percorsero diverse vie all'interno della città e se non avessero avuto Crow come guida si sarebbero di certo persi, Lake particolarmente. Entrarono in un quartiere dove le case si facevano alte e strette, trasformando quelle grandi vie che fino ad un attimo prima stavano percorrendo, in vicoli strettissimi e perennemente all'ombra. Il castano si fermò alla fine del vicolo, dove un'insegna dipinta a mano che portava la scritta “La barca rattoppata”, sovrastava una piccola porticina. Il disegno sull'insegna era davvero molto bello; c'era disegnato un brigantino con una bella polena a testa d'aquila che stava attraversando una tempesta indenne.

Crow bussò alla porta tre volte: due volte in alto e un'altra volta in basso. Dopo pochi secondi la porta si aprì e sulla soglia stava una donna sui ventiquattr'anni. Aveva i capelli rossi, lunghi e lisci, mentre in testa portava un nastro verde scuro che scendeva lateralmente dai capelli. Era vestita con una felpa bianca e una gonna lunga fino alle caviglie di color lillà. I suoi occhi neri e leggermente socchiusi non sembravano taanto contenti di vedere il giovane che aveva appena bussato.

- Ma guarda un po'; è da tanto tempo che non ti vedo gironzolare qui attorno, e vedo che questa volta hai fatto colpo... - disse, squadrando la celeste.

- Certo... come se quel porcospino potesse trovare qualcuna che non gli dia il due di picche in meno di dieci secondi... - La rossa sorrise.

- Mi piaci già, ragazzina -

- Ragazzina a me!? Ma se sarà più vecchia di me di qualche anno... - pensò tra sé e sé Rose, mentre sfoggiava un sorriso irritato.

- Carol, mia bellissima dea; sfortunatamente sono venuto qui per Ichi, ma se vuoi posso cambiare i miei propositi – dopo aver detto ciò ricevette un secco no da parte della rossa.

- ICHI! ALZA LE CHIAPPE DA QUEL DIVANO, CHE è ARRIVATO IL TUO AMICO DI SOTTANE! - urlò la ragazza, spaccando i timpani a tutti i presenti.

Si sentirono dei passi, come se qualcuno si stesse trascinando a fatica verso la porta. La rossa rientrò in casa, lasciando spazio a un uomo che aveva venticinque anni. Aveva i capelli corti e scuri, quasi neri, piuttosto lunghi e con una frangia tirata verso destra. Alto un metro e ottanta, superava di sei centimetri il castano davanti a lui; con occhi marroni e sguardo assonnato osservava i presenti, facendo un piccolo sorriso appena vide una ragazza tra i tre. Stava indossando dei pantaloni corti e bianchi, un po' stropicciati ed un gilet bianco sbottonato sopra una canottiera grigia.

- Crow! Da quanto tempo! Prego, accomodatevi pure – Ichi li fece accomodare in casa, chiedendo piuttosto cortesemente alla rossa di preparare il caffè, anche se la risposta di questa non fu altrettanto cortese.

L'aroma di caffè alleggiava in tutta la casa, mentre i tre si accomodarono nel salotto. Nella stanza C'era un enorme divano rosso fuoco, due poltrone dello stesso colore e un tavolino in mogano ai cui piedi c'era un artigiano tappeto in verde scuro piuttosto usurato.

- Allora... Cosa ti porta qui? Sopratutto con una bella ragazza come questa -

- In poche parole... Dopo aver ricevuto undici rifiuti in un bar di Toroa l'ho incontrata per strada bisognosa di aiuto e... -

- Ahem! Tagliando corto, io sono Rose, mentre questo qui al mio fianco è Lake e siamo venuti qui per farci costruire una nave sotto consiglio di Crow. Ti dico già che siamo una ciurma di pirati, il tuo amico compreso – Rose interruppe l'interessante racconto del castano, a cui nessuno era interessato, fatta eccezione per Ichi.

- Non ho problemi con i pirati, almeno con quelli che pagano. Mi piacerebbe tanto costruirvi una nave, ma recentemente ci sono stati dei problemi -

- Che genere di problemi? - chiese il navigatore.

- Non ho più né materiale né strumenti e pure la città è messa piuttosto malaccio a causa dell'aumento dei tributi -

- Come sarebbe a dire? - chiese Lake mentre si tuffava nei biscotti al cioccolato.

- Sarebbe a dire che questo incompetente si è fatto soffiare via tutto, nonostante avessimo già pagato tutti i tributi – rispose a dir poco arrabbiata la ragazza, mentre posava i caffè sul tavolino.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ben ritrovati! Spero che abbiate passato una buona settimana e se la risposta è negativa spero allora che vi siate almeno tirati su di morale con questo capitolo. :)

Ma lo so a cosa state pensando: “ Quella ragazza dai capelli rossi sembra proprio quella che stava infestando i commenti dell'autrice nei primi capitoli” *Si avverte una spaventosa aura omicida e a tutti vengono i brividi lungo la schiena* “ Volevo dire... è quella dolcissima ed educatissima ragazza dagli splendenti capelli rossi che ci allietava con la sua presenza nei primi capitoli”.

Sappiate che non è lei, anche se ci assomiglia spaventosamente...

 

Ed ora il conto alla rovescia:

  • 7 giorni al 6° capitolo

  • 10 giorni allo speciale di natale

  • 17 giorni allo speciale di capodanno (sostituirà il 7° capitolo che sarebbe dovuto uscire il 28)

     

    Buona ansia da feste!! XP

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Capitolo 6
*** Un conto in sospeso ***


Riassunto del capitolo precedente:

La mattinata inizia movimentata come d'abitudine e dopo aver letto le ultime novità sul giornale e visto le taglie sulle loro teste, i tre pirati raggiungono Raze Town. In città fanno conoscenza di Ichi, un carpentiere amico di vecchia data di Crow. Però sorge un problema: a quanto pare in città si pagano dei salati tributi e Ichi non ha abbastanza materiale per costruire la nave da loro tanto attesa...

 

Dopo aver posato i caffè sul tavolino, Carol si sedette alla sinistra del carpentiere.

- Tsk... - Ichi girò la testa lateralmente, per non vedere la rossa.

- Tributi? Non sapevo che la città li pagasse... - disse Crow pensieroso.

- Qualche mese dopo che te ne sei andato, all'incirca due anni fa, arrivò un gruppo di banditi che mise a ferro e fuoco la città -

- Ma come; non c'è una base della marina qui in città? -

- Si, ma tutti quelli che erano dentro scapparono con la coda fra le gambe – disse tranquillamente Carol mentre sorseggiava la sua bevanda.

- Se li cacciamo, ci costruirai la nave? - chiese la celeste.

- Certamente, ma non credo sia possibile. Sono forti e numerosi, nemmeno la mia cuginetta può competere... - disse il carpentiere guardando la rossa.

- Anche noi siamo forti, non credo ci saranno problemi – gli rispose tranquillamente il capitano.

- Siete davvero convinti? -

- Non mi tiro certo indietro di fronte a un'amico in difficoltà! - disse Crow sorridendo.

- Anche il mangiatore di biscotti? - chiese scettico Ichi, indicando il moro con la faccia incastrata nel barattolo di bicotti.

- Fidati, una volta l'ho visto allenarsi; è il contrario di ciò che sembra – l'ex-marine riuscì a staccarsi dal barattolo.

- Ci sono altri biscotti? - chiese Lake dopo aver mangiato tutti i biscotti.

- Non fare certe domande l'unica volta che ti sto lodando! - disse arrabbiata con i denti da squalo.

- Quelli erano gli ultimi -

- Dove si trovano i banditi? - chiese Rose, alzandosi dalla poltrona su cui era seduta.

- Nella base oltre il mulino, a Sud-Ovest da qui -

- Noi andiamo, allora. Ci vediamo più tardi – la celeste si avviò verso la porta e così fecero anche i suoi due compagni.

- Aspettate; se siete decisi ad andare verrò anch'io! - disse Ichi alzandosi dal divano.

Il capitano sorrise, poi uscì dalla casa insieme ai tre ragazzi. Decisero di attuare un piano: si sarebbero divisi in due gruppi. Il primo gruppo, formato da Crow e Lake, sarebbe andato verso il deposito a est della città per recuperare i materiali; mentre il secondo gruppo, formato da Rose e Ichi, si sarebbe diretto verso il mulino.

Appena si furono divisi il primo gruppo si divise a sua volta, perchè Crow aveva perso di vista per un attimo Lake, immaginò che si era perso e proseguì ugualmente verso il deposito.

- Ma dov'è andato a finire Crow? Ero sicuro che fosse dietro di me... -

Lake correva per la città a caso, cercando di ritrovare il suo amico, ma poi si scontrò contro un uomo alto 1.90 e piuttosto magro, tanto che sembrava un bastoncino.

- Ehi! Non sai chi sono io!? -

- No e non mi interessa – gli rispose con franchezza il moro.

- Come ti permetti!? Io sono Koj, il braccio destro di Walren, il capo di questa città -

- Non è che percaso hai visto passare uno spilungone, capelli castani a porcospino e... - l'uomo, che era biondo, gli tirò un calcio laterale ma il moro lo parò con il braccio – Non mi interessa chi sia tu o il tuo capo; ma se vuoi intralciarmi sarò costretto a matterti ko -

- Questo lo vedremo – l'uomo ghignò.

Zona ovest della città

Rose e Ichi, nel frattempo stavano camminando lungo le strade della città.

- Hai detto che il capo di questi banditi è un tipo di nome Walren, hai qualche informazione in più? -

- Walren è un uomo avido e senza scrupoli. Due anni fa vivevamo in pace e la nostra città viveva di commerci marittimi, ma poi arrivò qui portando con sé una micidiale arma che distrusse la parte più a sud della città -

- Che tipo di arma è? -

- È un'enorme cannone che spara delle bombe esplosive; appena colpisce qualcosa esplode provocando un'esplosione di circa 100 metri di diametro -

- Non è una cosa da poco -

- Dimmi un po'... Stai aiutando questa città solo per ottenere una nave? - Chiese il carpentiere esitando un poco

- Si, è uno dei miei obbiettivi -

- Uno? -

- Io... Non sopporto le ingiustizie. Tutto qui -

- Se riuscirai nella tua impresa, potrò costruirti una bellissima nave – Ichi sorrise.

- Davvero!? Allora vediamo di darci una mossa -

Zona est della città

Intanto Crow aveva raggiunto il deposito. Si avvicinò al portone e lo spalancò, rompendo le catene che lo tenevano chiuso. All'interno c'erano una ventina di banditi e tutti sembravano sorpresi di vedere qualcuno irrompere così.

- Peccato per quell'idiota... si perderà la parte più divertente, e poi... - si portò una mano al mento e cominciò a sorridere - ...Rose si complimenterà con me per aver svolto il lavoro da solo e magari mi darà anche un bel bacio! -

I banditi si guardarono tra loro con faccie straniate, poi attaccarono insieme il navigatore che saltellava da una parte all'altra in preda alle sue fantasie. Uno di loro lo attaccò con un fendente di una sciabola, ma fu bloccata da una catena in acciaio, tenuta dal castano.

- Non è educato interrompere qualcuno – Crow sistemò in fretta i banditi, maneggiando abilmente la sua catena.

Uno in particolare però bloccò uno dei suoi attacchi con una grossa siabola. Forse avrebbe dovuto impegnarsi un po' di più.

Nel frattempo Lake stava combattendo contro Koj, denominato anche piedi veloci. Infatti sferrava dei rapidissimi calci, tanto che erano quasi invisibili, ma il moro riusciva comunque a vederli e a pararli.

Un calcio stava arrivando da sinistra, era la sua occasione! Bloccò il colpo con il braccio sinistro, poi con il pugno destro colpì il suo avversario tanto forte da scaraventarlo contro il muro di una casa, distruggendolo.

- Con permesso... - disse il ragazzo attraversando la casa, salutando due poveri vecchietti spaventati, poi prese il suo avversario per la maglietta, in modo che gli rivolgesse il petto.

- Strike Shoot – colpì il biondo con il palmo della mano aperta, colpendolo per cinque volte velocemente.

Koj distrusse il secondo muro, cadendo sulla strada opposta a dov'erano prima. Il moro lo colpì una seconda volta, questa volta con un fortissimo pugno che sfondò il muro del deposito.

Qualche minuto prima Crow lottava contro il suo avversario; nonostante i suoi fendenti, riusciva a schivarli. Ma si rese conto che sarebbe servito un contrattacco; bloccò con la catena un attacco del suo avversario, poi velocemente avvolse parte della catena alla sciabola e tenendola stretta diede una serie di calci all'altezza dell'addome, scaraventandolo all'indietro.

Un uomo biondo e magrissimo sfondò il muro del deposito e colpì lateralmente il suo nemico, furono entrambi scaraventati verso il muro opposto.

Dal muro appena sfondato apparve un viso familiare; era Lake che entrava con il suo solito sguardo da tonto.

- Vedo che ti sei divertito anche tu – disse Crow il tono sarcastico.

- Ho solo fatto un po' di riscaldamento; tu invece ne avrai stesi una ventina -

- Aiutami, dobbiamo prendere tutto il materiale che un carpentiere possa usare -

- E cosa usa un carpentiere? - gli chiese Lake, ricevendo dal suo amico solo uno sguardo esasperato.

Zona ovest della città

Il secondo gruppo raggiunse velocemente la base della marina e la ragazza sfondò immediatamente il portone con un singolo colpo. Il moro ne restò colpito, non avrebbe mai detto che una ragazza potesse avere così tanta forza.

I due proseguirono, fino a raggiungere la cima della base, dove era posizionato il gigantesco cannone. Vicino ad esso c'era un uomo robusto vestito tutto di nero e un paio di pantaloni grigio scuro. Aveva pure degli enormi baffi neri, che era solito lisciare tra il pollice e l'indice. Sfortunatamente però non era solo; c'era un gran numero di banditi e scagnozzi.

- Una ragazzina e un'insulso carpentiere sono arrivati fin quassù!? Perchè nessuno gli ha fermati? - la voce dell'uomo baffuto tuonò nei dintorni.

- Capo, ha chiesto lei che ci riunissimo tutti qui per festeggiare -

- Non ha importanza. Uccideteli – al suo ordine tutti i banditi nei dintorni si mossero verso i due ragazzi.

 

 

 

 

 

Ok, lo so che questo capitolo è più corto del solito, ma sono troppo stanca per continuare e poi ci sarebbe solamente un altro mezzo capitolo di combattimento, dialoghi, ecc... Insomma verrebbe un po' troppo lungo ed è meglio che interrompa qui rispetto ad un'altro pezzo, fidatevi.

Ditemi se i due combattimenti di Crow e Lake vi sono piaciuti, e se volete i nomi delle “mosse”, tanto per accorciarne la descrizione; altrimenti ne farò a meno.

Per quanto riguarda lo speciale di Natale sicuramente ve lo ritroverete il 25, ma non posso assicurarvi che lo metto la sera del 24 causa problemi di spostamenti di vario genere.

Il settimo capitolo, invece ve lo ritroverete il 4; mi spiace che dobbiate aspettare tanto (certo, come no...)

Ci vediamo per gli auguri di Natale!

 

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Capitolo 7
*** Speciale di Natale: La canzone dei cristalli ***


Ehilà, ragazzi! Questa volta faccio anche l'introduzione iniziale; tanto per schiarirvi un po' le idee.

Non spaventatevi se questo capitolo è più lungo del solito; dopotutto è uno speciale particolare. Infatti qui introduco lo stile che manterrò nello descrivere i combattimenti. Ho optato per dei combattimenti sopratutto descrittivi e se notate i nomi di qualche mossa, vuol dire che sarà usata spesso durante tutta la storia, giusto per accorciare le descrizioni e non essere eccessivamente ripetitiva.

Detto questo potete proseguire con la lettura; ma attenzione! Non posso assicurarvi che supererete la settimana se lo state leggendo prima del venticinque. No, non è a causa mia, dopotutto questa idea l'ha avuta la nostra amica in comune dai capelli rossi. Quindi sarà lei a farvi visita se scopre che vi siete azzardati a leggere questa storiella prematuramente... Potreste finire in Polonia o peggio, e io non voglio che accada questo ai miei cari lettori, vero?

Buona fortuna e lettura!

 

 

 

 

Nel mare Settentrionale per le tre viaggiatrici è una giornata di calma piatta; il mare è calmo, il sole splende alto nel cielo e il vento è perfetto. Shayla stava controllando la rotta in cabina, mentre Faith e Achya stavano sul ponte a godersi il sole.

- Qualche giorno fa avevi accennato a un'avventura al polo nord, dato che abbiamo tempo perchè non me la racconti? - domandò curiosa Aci.

- Non era esattamente al Polo Nord, però ci era molto vicino. Io e Shayla ci eravamo incontrate circa un mese prima e ci eravamo spinte tanto a nord per il suo tormento -

- Il suo tormento? -

- Beh, si, lei vor... - in quell'istante la navigatrice le raggiunse per unirsi a loro.

- Siete ancora qui a crogiolarvi? Credo proprio che mi unirò a voi; a proposito... Che stavate dicendo? - disse, accentuando il tono della sua voce sulla domanda.

- Noi? Noi... io le stavo per raccontare dell'avventura che abbiamo avuto in quell'isola di ghiaccio, te la ricordi? - Faith pensò in fretta a come non dire alla sua amica che stava per rivelare il suo più grande segreto alla bionda e fortunatamente ci riuscì.

- Oh, si; ricordo perfettamente quell'isola, per poco non mi congelavo da capo a piedi! - alla castana vennero i brividi al sol pensiero.

- Ahem... stavo dicendo che ci eravamo spinte fino a qull'isola per rifornirci di provviste... -

- Che tu avevi mangiato – Shayla la interruppe con tono ironico.

- Sono solo dettagli... -

- Si, certo... -

Achya intanto le osservava litigare, non aveva il coraggio di interromperle.

Le due continuarono per qualche minuto, poi si accorsero che Achi le stava fissando silenziosamente.

- Non credi che sia il caso di continuare la storia?-

- Si, direi proprio di si -

- Finalmente... - pensò tra sé e sé Achya.

 

Flashback: 2 mesi e mezzo prima, vicino al Polo Nord

Il cielo era coperto da un fitto strato di nuvole scure e mentre nevicava copisamente, un vento gelido soffiava su un piccolo sloop che navigava tra le acque gelide. Uno di quei candidi puntini si posò sulla guancia della castana, rabbrividendo un poco. Entrambe vestivano dei vestiti pesanti per proteggersi dal freddo che il vento faceva sembrare più insopportabile.

- Perchè ti sei mangiata tutto un'altra volta? Guarda un po' dove ci tocca andare per prendere un po' di cibo... - disse borbottando Shayla.

- Guarda il lato positivo; il tuo amico potrebbe essere qui -

- Se avremo fortuna troveremo dei ghiaccioli di pesce... - bisbigliò tra sé e sé la navigatrice, stringendosi sempre più nel suo cappotto.

- Invece di stare lì come un riccio potresti venire qui; si vedono delle case – la prese in giro Faith.

- Delle case!? Dove? -

- Laggiù, non vedi? -

- Si, adesso le vedo ma... - La nave tremò, qualcosa l'aveva colpita lateralmente.

- Cos'è successo? - chiese preoccupata la mora.

- Accidenti! Il mare è pieno di stalagmiti di ghiaccio in questo punto! - (ok, una curiosità che non fa male a nessuno: lo sapevate che in italiano l'iceberg viene chiamato borbottone? Una cosa alquanto strana...)

Shayla corse al timone, lo prese saldamente e lo girò verso destra per evitare un mini-ibeberg a babordo. Non andava affatto bene; la nave era si piccola di dimensioni, ma il mare era pieno di stalagmiti ghiacciati leggermente inclinati e sicuramente il vento non aiutava.

- Faith, devi mettere le mezze vele, altrimenti qui coleremo a picco -

- D'accordo! - il capitano raggiunse velocemente le vele e le ammainò quasi del tutto.

Dopo numerose complicate manovre per evitare che la nave subisse danni, riuscirono a raggingere la terra ferma, o meglio un'enorme lastra di ghiaccio comerta da una fitta coltre di neve fresca. Le ragazze attraccarono la nave il più saldamente possibile, poi si diressero verso le case. Erano piuttosto strane; non erano come erano solite vederle, eranno costriute con dei mattoni di ghiaccio e di forma circolare proprio come degli igloo.

Stranamente nonostante avessero qualcosa di simile a dei camini, da questi non usciva fumo. Provarono a bussare a una di quelle porte, ma non rispose nessuno. Provarono e riprovarono, ma ottennero sempre lo stesso effetto; l'unica cosa che potevano definire viva in quella solitaria città erano quegli enormi cristalli quasi trasparenti sparsi un po' dovunque.

- Fantastico; come ce la caviamo ora? -

- Non riesco a capire se non c'è nessuno o più semplicemente hanno paura di uscire di casa -

- E di cosa avrebbero paura; di due ragazze mezze congelate? - il freddo stava facendo diventare Shayla più sarcastica del solito.

- Non fa poi così tanto freddo... - le rispose Faith mentre uno strato di neve la stava ricoprendo totalmente.

- Aaaaaah! Ti stai congelando; non lasciarmi così!!!! - la castana la scuotè violentemente fino a farla diventare di un rosso pomodoro dal troppo caldo.

- Ehi, voi! Siete del posto? Avrei bisogno di un'indicazione – una voce maschile le interruppe.

Le due ragazze si girarono e videro un ragazzo alto un metro e ottantacinque, dalla pelle bianca come quella di un fantasma, coi capelli blu tendenti al viola raccolti in una treccia che arrivava fino a metà della schiena. I suoi occhi erano di un nero pece, mentre le pupille al suo interno era a forma di fiamma di colore blu elettrico.

Indossava un cappotto nero e la mora notò che teneva un paio di pistole poco sotto a quell'abito.

- No, noi siamo qui solo di passaggio – rispose fredda la navigatrice.

Il ragazzo le squadrò, poi come se si fosse ricordato di qualcosa chiese se fossero dei pirati, dato che sono pochissime le navi che passavano di lì, e la maggior parte erano navi pirata.

- Si – Faith esitò un po' prima di rispondere.

- Io sono Shi – il ragazzo tese la mano verso la mora, come se in qualche modo sapesse già chi fosse.

- Io sono Faith, mentre lei è Shayla – il capitano gli strinse la mano.

- Conosci questo posto? - gli chiese la castana.

- Ne ho solo sentito parlare in giro -

- E sentiamo; perchè saresti venuto in un posto così sperduto? - chiese sospettosa la navigatrice.

- Potrei fare la stessa domanda a voi... -

- Stavamo cercando delle provviste -

- Non credo sia il posto più adatto. Comunque sia sono venuto qui per trovare un certo Irvin, lo conoscete? -

- Irvin? Mai sentito -

- Noi stiamo girando nei dintorni da un po', ma non abbiamo ancora trovato anima viva. Tu hai visto qualcuno? -

- No, voi siete le prime che ho incontrato da quando sono qui. Forse le informazioni che mi hanno dato erano solo una bufala... -

- Le informazioni sono giuste, ma gli occhi sono chiusi – una voce di donna li interruppe.

Una donna anziana si avvicinò ai tre ragazzi con passo lento e scandito dal suo bastone. La donna, dai corti e spettinati capelli grigi sembrava quasi una strega. Era molto incurvata, ma il bastone che era alto il doppio di lei, la sosteneva. Il suo bastone aveva una forma particolare: era molto irregolare e presentava varie incurvature, ma sulla punta era incastonato un cristallo rosso fuoco.

Tutti guardarono incuriositi la vecchietta, anche perchè indossava degli indumenti estivi.

- Non crede che in quel modo si prenderà un malanno? - chiese sconvolto il ragazzo.

- Maleducati! Non si guarda in quel modo una signora! - con il suo bastone picchiò in testa Shi.

- Perchè solo a me? - chiese, addolorato dal colpo ricevuto.

- Chi è lei? È del posto? - chiese con irruenza il capitano.

- C'è un fuoco o almeno del cibo qui da qualche parte? - la tempestò di domande la navigatrice.

- Invece di fare futili domande non preferireste sapere cos'è successo? - la signora fece un cenno ai ragazzi, per invitarli a seguirla.

Dopo un breve percorso entrarono in uno di quegli igloo, dove all'interno era acceso un bel fuoco e sopra di esso un'enorme pesce si stava cuocendo. Tutti si sedettero intorno al fuoco, poi la vecchia buttò sul fuoco una polvere viola, che fece sia cambiare colore alla fiamma, schiarendola, sia creare delle immagini “vive”, come se fossero un film.

- Cos'è; uno spettacolo di magia? -

- La storia inizia tanti anni or' sono... - l'anziana cominciò a raccontare, ignorando la domanda della mora.

 

La leggenda della strega del ghiaccio

Cento anni fa un'esploratore si spinse fino a questa fredda landa, che allora era desolata, in cerca del punto più freddo di questo mondo. Appena sbarcato vide una bellissima ragazza avvicinarsi, facendosi strada nella violenta tempesta di neve. La ragazza si innamorò subito del bellissimo esploratore e lo avvisò: se si fosse avventurato per questa landa avrebbe svegliato il guardiano di quelle gelide terre.

A guardiano di cosa? Vi chiederete. Di un'immenso tesoro.

Ma lo stolto avventuriero ignorò le parole della ragazza e andò in cerca del tesoro per soddisfare la sua avidità. Raggiunse la montagna più alta nei dintorni e entrò nella sua caverna; alla fine di questa trovò solo la ragazza incontrata poco prima.

Era stata così ingenua da credere che qualcuno non fosse così egoista da pensare al tesoro, si era lasciata accecare dall'amore, lei la guardiana del Polo Nord. Con il cuore spezzato e la rabbia che lo riempiva trasformò l'esploratore e tutti coloro che lo stavano accompagnando in sculture di cristallo.Poi lanciò una terribile maledizione: chiunque sarebbe stato così stolto e avido da avvicinarsi al tesoro una seconda volta sarebbe diventato anch'esso un cristallo. Dopo aver detto ciò la tempesta si trasformò in bufera e tutte le navi che avevano raggiunto quella terra innevata furono distrutte.

Quei pochi superstiti dovettero rifugiarsi vicino alla costa e si tennero sempre lontano dalla montagna per paura di incorrere nell'ira della strega. È così che nacque questo villaggio.

Fine.

 

- Cosa vorrebbe farci credere; che sia colpa di una maledizione vecchia di un secolo? - disse ironicamente la castana.

- Si, è così. Qualcuno è entrato nel rifugio della strega e ha scatenato la sua ira -

- E si sarebbero trasformati tutti in cristalli? -

- Tranne lei – concluse Shi.

- Io sono stata via per qualche settimana per i rifornimenti del villaggio, è per questo che la maledizione non mi ha colpito -

- Che aspettiamo allora? Muoviamoci verso questa montagna – disse Faith mentre si ingozzava con il pesce.

- Punti al tesoro? - le chiese la vecchia.

- Un tesoro farebbe ben comodo dato che siamo pirati, ma non vedo perchè lei dovrebbe rimanere sola con qualche cristallo come compagnia. Immagino che abbia avuto anche degli amici tra questa gente – le disse Shayla.

- Non dovresti preoccuparti così per me, giovincella. Ho sempre vissuto da sola -

- Nessuno può vivere da solo; c'è sempre qualcuno accanto a te, nella buona e nella cattiva fede – era una perla di saggezza, anche se la mora la stava rovinado dicendola mentre mangiucchiava.

- Come possiamo prenderti sul serio se mangi mentre dici certe cose!? - le urlò dietro la navigatrice.

- Quando incontrerete la luce, sarete arrivati alla caverna della strega – l'anziana sorrise.

- Cosa dovrebbe significare? - chiese il ragazzo dubbioso.

La vecchietta non rispose, ma uscì dalla casa.

- Per spezzare la maledizione dovrete distruggere il cuore -

- Non potresti parlare come mangi? - nessuna risposta.

I tre uscirono per vedere che fine aveva fatto la signora, ma di lei non c'era alcuna traccia. Sembrava sparita nel nulla.

Dopo una breve discussione decisero di andare tutti verso la montagna per spezzare la presunta maledizione, peccato però che non avevano ancora capito in che direzione andare.

- Cosa dovrebbe significare “quando incontrerete la luce”? - chiese Faith.

- Non sono certo un'indovina – le rispose la sua amica.

- Luce... ora è notte... - Shi mugugnò tra sé e sé.

- E infatti il sole non si vede, è tramontato da un pezzo ormai -

- Sole? Faith, sei un genio! Dobbiamo andare verso est – il viso del ragazzo s'illuminò.

- Ho capito! La luce sono i raggi del sole e se vogliamo raggiungere dobbiamo andare verso la luce, in questo caso dato che è notte, verso est – disse Shayla, cercando di spiegare il ragionamento al suo capitano.

- Esattamente -

I ragazzi proseguirono il loro cammino attraverso una steppa ghiacciata e innevata senza troppe difficoltà, fino a raggiungere l'entrata della caverna. L'entrata aveva la forma delle fauci di un mostro, con tanto di denti aguzzi e occhi che sembravano quasi reali. Aveva una forma fin troppo dettagliata per essere un semplice fenomeno naturale; sembrava quasi fatta apposta.

- Che entrata artistica! -

- Sembra quasi che voglia sbranarci... - disse preoccupata la castana.

- E di che ti preoccupi? È solo una scultura di ghiaccio – ribattè il ragazzo.

- Magari l'ha fatta la strega della montagna; non voglio ritrovarmi a lottare con un mostro del genere... -

I tre entrarono dentro la grotta,e appena superata l'entrata un forte vento soffiò, facendo cadere una delle zanne del mostro, conficcandola nel terreno.

- Ecco cosa! Se fossimo rimasti lì un secondo di più quello sarebbe caduto su uno di noi! - disse un po' spaventata la navigatrice.

- Ma non è successo – disse senza scomporsi Shi.

Shayla sbuffò, irritata non poco dal ragazzo dal colore di capelli a dir poco bizzarro. Continuarono a camminare e le pareti della grotta sembravano diventare via via più cristallizzate e il clima sempre più piacevole.

Si fermarono un attimo ad ammirare le pareti, quando udirono una specie di melodia. Faith toccò uno dei cristalli che ricopriva le pareti, e questo cambiò colore e diventò verdeacqua, sorpresa ritrasse la mano e il cristallo riacquistò il suo colore originale.

- Wow! Forse il cambiamento di colore è dato dall'improvviso contatto con il calore e... - cominciò a supporre Shayla, ma quando vide che gli altri stavano giocherellando con i cristalli ignorandola, si interruppe.

Shi corse a toccarne un'altro, ma questo diventò di colore rosso.

- Se la tua teoria fosse corretta, perchè assumono i colori in base a chi li tocca? - chiese il ragazzo, cercando di dare una spiegazione a ciò che stava vedendo.

- Io almeno ci ho provato! Spiegami tu cos'è successo -

- Non ne ho idea -

- Appunto... -

Continuarono ad avanzare, fin quando faceva così caldo che era necessario svestirsi il più possibile, come se si fosse d'estate. Tutti si tolsero i cappotti; Shi indossava una maglietta a maniche corte marrone scuro e un paio di pantaloncini corti neri e indossò le scarpe da ginnastica. Faith aveva indosso una canotta verde prato e un paio di pantaloni fino al ginocchio di colore grigio chiaro. Mentre Shaila stava indossando una maglietta gialla, il suo colore preferito, e un paio di pantaloncini bianchi.

In poco tempo raggiunsero ciò che si poteva definire un paradiso; un lago era al centro della caverna e una cascata mezza ghiacciata gli forniva l'acqua necessaria. Vari cristalli circondavano le sponde del lago, mentre al centro c'era un piedistallo che conteneva un piccolo cristallo rosso.

- Che luogo fantastico! -

- È un paradiso -

- C'è pure una cascata; chi se lo aspettava? -

I tre si diressero verso il lago, ma non fecero in tempo a fare qualche passo che i cristalli presero vita, formando dei golem che sembravano molto arrabbiati.

- Da dove saltano fuori questi? -

- Forse sono i nuovi guardiani -

Uno dei golem, il più grosso, unì le proprie mani e tese le braccia in avanti e le sbattè a terra con violenza, facendo tremare tutta la terra. Shayla ne distrusse alcuni utilizzando le liane create da lei, mentre Faith si teneva a distanza usando le freccie e Shi utilizzando le sue pistole, che avevano dei particolari proiettili viola, che sembravano infuocarsi ogni volta che centrava un nemico.

Ci misero un po' di tempo, ma finalmente riuscirono a sistemare tutti i golem, tranne quello più grande. Shaila gli bloccò le gambe con le liane, Faith invece scoccò un paio di frecce che perforarono uno dei bracci del mostro, mentre Shi distruggeva l'altro braccio con i suoi proiettili infuocati sparati in successione.

Il golem perse entrambe le braccia, ma queste ricrebbero subito, e distrusse le liane che gli bloccavano le gambe. Faith corse incontro al golem, trasformandosi in una pantera nera; lo colpì, ma il suo avversario la prese per un fianco, scagliandola verso il lago. Shayla prese il suo capitano al volo le mani che aveva trasformato in liane.

Il capitano ritornò in forma umana, ma al fianco dove era stata colpita, si trasformò in un cristallo, impedendole una parte dei suoi movimenti.

- Ragazzi; non fatevi toccare, altrimenti diverrete dei cristalli – li avvertì la mora.

- Capito! -

- Ogni volta che distruggiamo una parte del suo corpo, questa ricresce – disse il ragazzo, schivando dei piccoli cristalli usati come pugnali da lancio.

- Nessun nemico è invincibile; tutti hanno un punto debole -

- Ma qual'è quello di questa creatura? -

A Faith ritornò in mente ciò che aveva detto l'anziana signora poco prima di sparire: “Per spezzare la maledizione dovrete distruggere il cuore”, ma cosa voleva dire? Ora era necessario scoprirlo più che mai.

Il mostro emettè un'urlo agghiacciante e assordante. Quando finì di gridare tutti i golem che avevano distrutto fino a poco prima si ricomposero.

- Questa non ci voleva! - disse frustrato Shi.

- È come cercare di bucare una gelatina: ogni volta si ricompone – disse il capitano.

- Dove le trovi certe idee, nel frigo? - disse ironico il ragazzo.

- Ma certo! - disse estasiata la mora.

- Davvero? Non pensavo che davvero... -

- No, no! Cos'hai capito? So come liberarci di questi golem, o almeno spero -

- Spara -

- Dobbiamo distruggere il cristallo rosso al centro del lago -

- Come pensi di arrivarci? È in mezzo ad un lago e qui tutti abbiamo mangiato un frutto del diavolo – disse Shi, sparando a uno dei golem che si stava avvicinando troppo.

- Lo hai mangiato pure tu? - disse sorpresa la navigatrice.

- Si, e non sono in grado di volare o di costruire ponti dal nulla -

- Non è necessario, possiamo colpirlo benissimo da lontano -

In quel momento Shi capì cosa intendeva la mora; voleva che lo colpissero insieme.

- Immagino che dovrei coprirvi le spalle -

- Grazie, Shayla -

Shayla fece spuntare dal terreno moltissime radici, che miravano ad ostacolare tutti i golem, legandoli. Shi creò una freccia manipolando delle fiamme viola, derivanti dal suo frutto del mare, mentre Faith incoccò la freccia nel suo arco e la scoccò, dandogli un'effetto a girandola. La freccia di fuoco, grazie all'effetto rotante, generò una spirale di fuoco viola, che al contatto con il piccolo cristallo rosso, lo distrusse e tutti i golem si disintegrarono all'istante.

- Finalmente è finita! -

- Abbiamo davvero spezzato la maledizione? -

Come a risposta della domanda della castana, i cristalli che circondavano il lago si trasformarono in esseri umani.

- Ma guarda un po'... Proprio gli uomini che stavo cercando – disse con soddisfazione il ragazzo.

Ritornarono al villaggio per controllare gli abitanti, con Shi che si stava portando appresso tutti gli uomini dentro alla caverna legati come dei salami. Con stupore videro che il villaggio era ritornato popolato di bambini, di donne e di uomini, chiesero informazioni riguardo alla vecchia signora, ma tutti dissero che non la conoscevano.

Il ragazzo si congedò dalle due amiche, dicendo che doveva incassare la taglia che pendeva su quei pirati, e disse loro che si sarebbero rincontrati presto, forse ancora come amici.

Gli abitanti del villaggio, per ringraziare le ragazze, le regalarono una scorta di cibo per un paio di mesi, con grande gioia del capitano.

- Alla fine non abbiamo trovato alcun tesoro – Shayla sospirò, delusa.

- Che importa? Ci hanno dato un sacco di cibo! -

Nella caverna di cristallo

- Non avrei mai pensato che possa accadere una cosa del genere; i tre ragazzi se ne sono andati senza prendere il tesoro. Forse dovrei cominciare a ricredermi sul mio giudizio... -

La vecchia signora sorrise e guardò il cristallo rosso che i ragazzi avevano distrutto. Poi lo prese in mano e lo gettò nelle profondità del lago. Dopo aver fatto ciò si dissolse nell'aria con il sorriso sulle labbra.

 

Flashback: fine

- L'avete incontrato dinuovo quel ragazzo... Shi? - chiese Achya.

- No, ma sono sicura che un giorno lo rincontreremo! - disse con un sorriso il capitano.

- Speriamo non come cacciatore di taglie – ribadì la castana.

- Perchè, faceva quel lavoro? -

- Ma come; davvero non te ne sei accorta? Sei davvero incredibile! -

Nonostante i piccoli litigi ad Aci piacevano le due ragazze, ed anche la storia che avevano raccontato sembrava davvero emozionante; era questo che si sarebbe dovuta aspettare come pirata?

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono ancora io! Non vi aspettavate di trovarmi anche qua infondo, eh?

Spero che questo speciale sia stato di vostro gradimento e che vogliate anche ringraziare i nostri coraggiosi attori, che anche se non ne sono stati coscenti hanno corso dei veri rischi!

Shayla: Cosa vuol dire che abbiamo corso dei veri rischi!? L'acqua nel lago era vera!?

mbpika: si, ma sarei venuta a ripescarvi se foste caduti in acqua (forse...)

Shi: Cosa!? Era vera!? E se fossi caduto in acqua!? Lo sai che ho mangiato un frutto del mare; sarei annegato!!!

mbpika: Cosa che non è successa...

Shi: Mi stai prendendo in giro!? >:(

Faith: mbpika, hai anche organizzato un banchetto di fine capitolo? ^.^

mbpika: No! C'è già il pranzo e la cena di Natale! Non ti bastano quelli?

Faith: Ma io non riesco ad aspettare così tanto...

mbpika: Si può sapere chi ho invitato? o.O

Aci: (io qui ho fatto solo la comparsa e devo anche sorbirmi una litigata?) -.-''

Shayla: Aspetta; vuoi dirmi che il tesoro esisteva veramente, e noi ce lo siamo lasciate scappare!? Faith, prendi il cappotto dall'armadio, si ritorna al polo!

Aci: (io veramente non sarei pronta a congelarmi le ossa solo per un tesoro...)

Faith: Aci! Cos'è quella faccia? Sorridi, che si parte per un'altra avventura!

mbpika: Ahem! Forza, facciamo il saluto finale!

3...

2...

1...

BUON NATALE A TUTTI!!!!

Ci vediamo la prossima volta per lo speciale di capodanno!

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Capitolo 8
*** Speciale di capodanno: Una festa col botto ***


Per raccontare questa storia dobbiamo ritornare indietro di due anni, quando Raze Town non era ancora stata attaccata dai banditi. La città festeggia come ogni anno la fine dell'anno vecchio e l'inizio del nuovo con una parata di carri. Quest'anno il sindaco ha deciso di organizzare una gara con premio per i carri: il carro che riuscirà ad arrivare al traguardo per primo, passando per tutti e cinque i punti di controllo, riceverà in premio 50.000 berry.

Questa gara si terrà fra due giorni esatti, alle 19:00 precise.

Anche Ichi ha deciso di prendervi parte, ma per sua sfortuna la cugina Carol è contraria a questa sua idea.

- Questa è una stupida idea! Perchè piuttosto non ti fai venire in mente qualcosa per risollevare i nostri affari? - Carol rimproverò suo cugino duramente.

- Perchè devi sempre scartare tutte le mie proposte? Se vincessimo quei 50.000, oltre a diventare famosi avremo abbastanza soldi per sistamarci per qualche anno -

- “La barca rattoppata” è nostra, non solo tua. E io qua sono l'unica che tiene conto di tutte le spese. Non abbiamo abbastanza soldi per permetterci di partecipare e poi di fallire! -

- Ma... -

- Niente ma! Non voglio più discussioni! - la rossa si alzò dal tavolo e uscì dalla cucina.

- So che mi ucciderai, ma... io voglio almeno provarci -

Ichi lasciò la cucina e raggiunse il suo laboratorio, dove aveva già iniziato a costruire una parte del suo carro. Prese i suoi attrezzi e cominciò a costriure le ruote.

La notte passò tranquilla, eccezione fatta per qualche gatto stonato preso poi a scarpate. Carol, appena sveglia, si diresse in cucina per farsi un caffè ma un rumore che proveniva dal laboratorio le fece cambiare direzione. Temendo che fosse un ladro prese una scopa, aprì piano la porta e colpì il losco figuro che stava armeggiando su uno scafo.

- Ahio! Ma che cavolo ti salta in mente!? - Ichi si portò le mani alla testa, coprendo il bernoccolo che era appena cresciuto.

- Ah, sei tu. Temevo fosse un ladro – disse la ragazza, non così tanto dispiaciuta.

- Nessuno sarebbe così tanto pazzo da tentare di derubare questo posto con te in giro... - disse sottovoce il carpentiere.

- Che hai detto? Non ho sentito -

- Nulla d'importante; devo solo rimettermi al lavoro – Il ragazzo stava sudando freddo.

- Vedo che per una volta fai quello che ti dico. Cosa vuoi per colazione? -

- Un uovo all'occhio di bue non sarebbe tanto male -

- Ti chiamo quando è pronto -

La rossa chiuse dietro di sé la porta e Ichi tirò un sospiro di sollievo.

- Fortuna che stavo sistemando lo scafo, altrimenti sarei rimasto in ospedale per un paio di mesi... -

Il carpentiere continuò a lavorare per tutta la mattina, fino a quando non ricevette la visita dei suoi due amici; Matt e Crow. Matt è il loro amico d'infanzia, alto solo 1,53 con capelli neri e occhi azzurri. Tuttavia la sua altezza era compensata dal suo amore per la letteratura, infatti casa sua somigliava più a una biblioteca che a un'abitazione.

- Ehilà Ichi, che combini? - lo salutò Matt.

- Carol non c'è? - Crow aveva gli occhi a cuore.

- No, è uscita con le sue amiche. Per mia fortuna -

- Che intendi dire? -

- Perchè sto costruendo questo – il carpentiere tolse il telo che copriva il carro in modo teatrale.

Buona parte del carro era già stata costruita, a prima vista sembrava che mancasse solamente il colore. Il carro aveva la forma di uno strano animale; davanti sembrava avere la testa di un rapace, ai lati si potevano distinguere quattro zampe da felino e dietro una coda biforcuta, mentre intorno alla zona di pilotaggio, sulla schiena, c'era una protuberanza non identificabile. All'interno era concavo, dove probabilmente avrebbe messo i sedili.

- Che cosa sarebbe? - chiese il moro guardando il carro in modo strano.

- È un carro, per la festa di fine anno -

- E cosa volevi fare? Un'uccello o un leone? - Crow lo guardava, dubbioso.

- Non vedete!? È un grifone; testa da aquila, corpo da leone, coda da serpente e ali – spiegò il carpentiere.

- Dove sarebbero le ali su quel coso? -

- Bada a come parli! E poi non le vedi? Sono qui – disse Ichi, indicando quella protuberanza informe.

- Si, le vedo sforzando la fantasia... -

- Questo è il carro che noi guideremo alla parata! -

- Noi? -

- Non hai paura che tua cugina ti, anzi ci scopra? -

- Tanto ci sarete voi a proteggermi – disse il carpentiere, sorridendo.

- Scordatelo – gli rispose Matt.

- Farei di tutto per stare vicino a delle ragazze belle come lei! -

- Dai Matt, non possiamo guidare il carro solo in due -

- E va bene. Però non pensare che ti protegga da lei -

- Iniziate a dipingere, io nel frattempo monto il resto – disse Ichi, consegnando ai due secchi e pennelli.

I tre passarono l'intero pomeriggio a lavorare sul carro, ma nonostante dopo tutto il lavoro svolto non era ancora pronto. Mancavano delle “sorprese” di Ichi, su cui voleva lavorare da solo. Decisero di smettere non appena videro ritornare Carol, la quale era molto famosa per i suoi micidiali ganci quando si arrabbiava.

- Ci siete anche voi? Che ne dite di fermarvi a cena? -

- Carol, sei bellissima! - come al solito Crow le faceva tanti complimenti.

- Non creiamo disturbo? -

- Ma certo che no! Basta solo che tieni Crow col guinzaglio, non voglio essere disturbata mentre cucino -

- Non sarà un problema -

La cena fu passata incolume dai tre ragazzi, che avevano fermato Crow dal rivelare il loro segreto. Tutti sapevano che Crow aveva un debole per Carol, anzi per tutte le donne in generale ed era portato per rivelarle tutti i suoi segreti. L'ultima volta che aveva parlato così a lungo con una donna è stato ripulito totalmente, incredibilmente non ne fece un dramma, anzi lo definì “un'incontro passionale”.

La notte passò e quello che stava per iniziare era il giorno della gara. Quella sera, alle 19 in punto, sarebbe successo qualcosa di imprevedibile.

Come al solito Ichi si fiondò nel suo laboratorio e Carol aveva altro a cui pensare, infatti quello era un'ottimo giorno per pubblicizzare l'attività. Sarebbe stato pieno di gente, magari provenienti da altre isole. Come poteva farsi sfuggire un'occasione del genere?

Solo si domandava: cosa stava per dirle Crow? La reazione degli altri due le era sembrata strana. Guardò i volantini che aveva creato quattro giorni prima. Non aveva voglia di perdere tempo dietro a Ichi, se fosse stato così sconsiderato da disubbidirle lo avrebbe fatto a pezzettini.

Uscì di casa e raggiunse la strada principale, nonostante fosse mattina era pieno di gente. Come avrebbe voluto che anche il loro negozio fosse pieno di clienti. Sospirò e preparò la sua faccia da “attira clienti”, carina, sorridente e piena d'energia, cioè quello che era raramente.

Era pomeriggio inoltrato e la ragazza era molto contenta perchè aveva consegnato tutti i volantini, chissà che qualcuno non sarebbe venuto. Forse le minaccie di morte avrebbero funzionato meglio?

No, magari per un breve periodo sarebbero venuti in tanti, ma poi probabilmente si sarebbe spopolata la città e questo non faceva bene agli affari.

Raggiunse la piazza. Erano quasi le 18:00 e i carri che partecipavano alla gara erano già tutti in posizione; era pieno di gente, la maggior parte guardava quei bellissimi carri.

Ce ne erano solamente quattro: il Friked che sembrava un cesto di frutta con tutta quell'uva, la Blueship rappresentava una nave della marina, il Windmill probabilmente assomigliava a un grifone, mentre l'Aldeo sembrava un pollo gigante.

Carol guardò i carri, quello che semrava un grifone le sembrava che avesse uno stile familiare. Era possibile che...?

Corse a casa e come una furia irruppe nel laboratorio. I suoi sospetti si trasformarono in certezze quando non vide nessuno a casa.

- Sei un uomo morto, Ichi! - detto questo prese la sua bici e cominciò a pedalare.

Nel frattempo la gara era iniziata e i carri erano partiti.

In prima posizione c'era la Blueship, a seguire il Friked, l'Aldeo e il Windmill che era fermo alla linea di partenza. La folla guardava silenziosamente il carro immobile.

- Che succede? Perchè siamo fermi alla partenza? - Matt guardò il carpentiere che controllava le tasche.

- Non trovo le chiavi – rispose tranquillamente Ichi.

- Perchè hai costruito un motore a cui servono delle chiavi? Una leva non sarebbe stata più semplice? -

- Le leve occupano spazio -

- E le chiavi fanno perdere tempo -

- Ma perc... - Crow per errore premette un grosso pulsante rosso.

Il carro partì alla velocità della luce, spinto da dei razzi posteriori.

- Crow, qualsiasi cosa tu abbia fatto sei un genio! -

- Non potete spingere bottoni a casaccio, e se premevi quello dell'autodistruzione!? -

- Hai davvero costruito un pulsante dell'autodistruzione!? - Crow era spaventato.

- No, ma se ci fosse stato avremmo fatto la parte dei fuochi d'artificio -

- Emm, ragazzi? Come giriamo? - Matt guardava davanti a sé preoccupato, stavano per scontrarsi con una casa.

- La leva! Tira la leva! -

Matt tirò la leva e le zampe del grifone si allungarono, sollevando il resto del carro. I tre tirarono un sospiro di sollievo.

Ichi prese il volante e guidò quella stravagante macchina. Non se ne erano minimamente accorti, ma avevano superato tutti gli altri concorrenti e in lontananza videro il primo check point. Erano troppo in alto, ma Matt prese Crow per le gambe e lo calò fuori dalla vettura, in modo che prendesse il foglietto. Non senza qualche protesta il castano lo prese, per poi essere ritirato su.

- Sarebbero queste le tue “sorprese”? -

- Si, non sono fantastiche? -

- No, ci hanno fatto prendere un'infarto! - risposero in coro gli altri due con i denti da squalo.

Continarono spediti per altri tre punti di controllo, ma avevano una strana sensazione; era come se una belva feroce li stesse per sbranare. I tre si girarono in sincrono e con loro sgomento videro una Carol indemoniata; pedalava come una furia sulla sua bici e il suo sguardo maligno prometteva solo guai.

- VOI TRE SIETE MORTI!!!! - urlò la rossa.

- È Carol! È venuta ad ucciderci!!! -

- Sei bellissima anche quando sei arrabbiata -

- Tu sei pazzo! - Ichi spinse la leva, facendo ritirare le zampe al grifone e riaccese i razzi.

La stavano seminando, ma Carol aumentò ulteriormente la velocità, standogli sempre alle calcagna.

- Perchè ho accettato? Ichi, vedi di risolvere la situazione! -

- Cala Crow, vedo l'ultimo punto di controllo, non possiamo fermarci! -

Così fecero e per puro miracolo riuscirono a timbrare per l'ultima volta il foglietto, ma stranamente Carol non era dietro di loro, l'avevano seminata?

La rossa, nel frattempo aveva sbagliato strada, sfondando per la rabbia tre paia di case. Con tutto quello che aveva addosso, tra addobbi e lanternine, sembrava un dragone. Finalmente ritrovò la strada giusta e vide in lontananza i tre che stavano salendo la collina. Nulla l'avrebbe fermata, nemmeno una futile salita in curva.

- Allora, siamo arrivati? -

- Mancano ancora cinquecento metri -

- Allora siamo arrivati –

Crow fece appena in tempo a dire le ultime parole che presero un masso in mezzo al sentiero, che gli fece deragliare facendoli finire nel folto degli alberi. Ichi perse il foglietto timbrato, ormai si erano resi conto che era giunta la loro ora.

Carol continuava a pedalare imperterrita, spinta solo da una furia omicida. Non li vedeva, ma era sicura che erano davanti a loro. Un foglietto si impigliò trai suoi capelli pieni di addobbi e dopo una rapida salita raggiunse l'arrivo, tagliando il traguardo.

- ED ECCO IL VINCITORE; un emm... DRAGONE! - annunciò il sindaco a pieni polmoni.

- Che!? -

- Ora controlleremo il cartellino per assicurarci che non abbia barato – l'uomo prese il foglietto dai capelli della ragazza e lo controllò.

- Io veramente... - Carol voleva protestare, voleva dire che non aveva partecipato.

- Ha appena vinto 50.000 berry, lei è la nostra vincitrice! -

- Davvero!? Me lo date in contanti o assegno? -

Ci fu una grande festa per festeggiare la vincitrice che andò avanti per tutta la notte, con tanto di fuochi d'artificio. Carol dimenticò tutta la rabbia che aveva per il cugino, dopotutto aveva appena ricevuto 50.000 berry!

Da qualche parte, nella collina...

- Strano, Carol non ci ha ancora trovati – dice un dolorante Ichi.

- Sento dei botti, chi ha vinto? -

- Forse questo è un posto sicuro, che ne dite di restare qui fino a quando tua cugina non si dimentica di noi? - Matt era aggrappato a un ramo di un pino.

- Buona idea, non voglio morire prematuramente -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scusate il ritardo, ma ho avuto qualche problema, tra cui quello di aver mangiato come un Rufy. Davvero, non provateci, altrimenti ce l'avrete con voi stessi per una settimana.

Sapevo di doverlo sfidare a un'abbuffata di verdure, ma no, io dovevo proprio sfidarlo a una gara di abbuffata. Certo però che l'avevo visto trangugiare una decina di tonnellate di cibo, era quasi impossibile che ce la facesse.

Ma ritorniamo a noi; vi auguro un buon anno! (In ritardo di cinque giorni.)

Zitta! Sono solo dettagli. (Certo, certo...)

Qui abbiamo conosciuto un po' meglio Ichi e Carol, certo che fa proprio paura, eh?

Carol: VEENITE, VEENITE, VENITE ALLA BARCA RATTOPPATA! L'unica impresa che vi garantisce una riparazione sicura della vostra nave; vedrete che riuscireta a dormire tranquilli!

mbpika: che ci fai qui? -.-

Carol: publicizzo. Qui ci sono dei potenziali clieni, vero? *sguardo maligno* >:D

mbpika: certo... ma dimmi un po'; sei contenta di aver vinto?

Carol: si, quel cartellino è spuntato proprio dal nulla. Una fortuna per gli affari. :3

mbpika: sono contenta per te, ora che ne dici di andare a pubblicizzare da un'altra parte?

Carol: va bene, va bene... *se ne va*

Crow: Se ne è andata? T_T

Ichi e Matt: Se ne è andata? :D

mbpika: si...

Matt: presto, prendiamo più provviste possibili! *si dirigono in cucina*

mbpika: Cos...? Non pensateci neppure!!! >:(

Scusate ragazzi, devo intervenire, altrimenti questi mi svuotano il frigo!!

 

PS: il capitolo sette lo metto l'undici. 

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Capitolo 9
*** Scontro sul tetto ***


Riassunto del capitolo precedente:

I pirati vengono a sapere che la città paga dei tributi a Walren, il capo dei banditi che ha invaso la città, e si dividono in due gruppi per sconfiggerlo. Lake e Crow raggiungono il deposito, sconfiggendo i banditi al suo interno e si accingono a recuperare i materiali e gli strumenti.

Ichi e Rose, nel frattempo si erano diretti verso la base della marina per sconfiggere Walren ed ora ha inizio lo scontro sul tetto.

 

 

Rose impugnò il suo arco e scoccò diverse freccie in rapida successione, colpendo almeno una decina di banditi. Uno di questi le si avvicinò da dietro, ma lei lo colpì con l'arco sulla mascella e successivamente gli diede un calcio con la gamba sinistra, scaraventandolo quasi fuori dal tetto.

Nello stesso momento Ichi se la stava cavando pittosto bene; creava delle sfere bianche che erano in grado di respingere tutti i colpi che ricevevano, sia proiettili che fendenti. Come ne era in grado? É semplice; aveva mangiato il frutto Howa-Howa, con cui era in grado di creare i buchi bianchi. Questi buchi, al contrario di quelli neri sono in grado di respingere qualsiasi cosa venga a contatto con loro.

Un brigante si stava avvicinando a lui, con la spada sopra la sua testa. Il carpentiere creò una sfera per proteggersi dall'attacco, ma poi gli venne una buona idea; creò una seconda sfera dietro al malvivente e appena questo arretrò per il rimbalzo si ritrovò in un rimbalzo continuo tra le due sfere. Fece poi somparire l'ultimo buco bianco che aveva creato con un rapido gesto della mano, liberando il povero uomo, ormai svenuto, dal suo supplizio.

Mentre Ichi si divertiva a tormentare i poveri banditi con le più stravaganti idee, Rose si era fatta strada fino a Walren.

- Non sei stufo di essere circondato da uomini che cedono per un pugno? Pure dei semplici marines sono più resistenti - la ragazza colpì uno di quei briganti con un pugno dritto in faccia, facendolo svenire.

- Incopetenti. Dopotutto, come dice un proverbio, chi fa da sé fa per tre – l'uomo prese in mano la sua enorme mazza ferrata.

Con un gesto rapido cercò di colpire la celeste ma questa l'aveva schivata anche se molto sorpresa dall'agilità con cui aveva maneggiato la sua arma. Non sembrava nemmeno una mazza di ferro, forse era di cartapesta ma sarebbe stata una cattiva idea provare se la sua teoria era corretta.

Walren continuava ad agitare quell'arma come se fosse un ramoscello, ma probabilmente la stanchezza iniziava a farsi sentire, perchè il ritmo dei fendenti calò. L'uomo si fermò solo per un'istante e Rose ne approfittò colpendolo allo stomaco con i suoi artigli, scaraventandolo dalla parte opposta del tetto.

La ragazza restò ferma un attimo per prendere fiato, per poi guardare come se la stava cavando il suo compagno. Lo guardava lottare, era davvero bravo.

Walren si rialzò, non si aspettava che una ragazzina potesse fargli così tanto male con un solo colpo, e poi quell'agilità... Le era stato conferito da un frutto del diavolo? Se era così la sua mazza non sarebbe bastata, ci voleva qualcosa di più... esplosivo. Ansimante si rimise in piedi e si diresse verso il centro del tetto.

Rose vide un brigante con un fucile puntato verso Ichi, tenutosi a distanza di sicurezza. Senza pensarci due volte impugnò l'arco e incoccò una freccia, attorno alla punta di questa si accumulò un'aura di un blu brillante che poi si estese per tutta la freccia come una fiamma.

- Morso del drago – sussurrò, scoccando la freccia.

In quei pochi istanti che la freccia passò in aria, l'aura che l'avvolgeva cambiò assumendo come nuova forma una testa di drago che spalancò le sue fauci. Nel momento stesso in cui centrò l'obbiettivo la testa serrò le sue fauci, sparendo poi del tutto e lasciando unicamente la freccia.

Con la coda dell'occhio la celeste guardò il cannone che si era girato improvvisamente.

- Ci vediamo all'inferno, ragazzina! Bwhahaha... etchù - disse il capo bandito, seguito da una risata malefica poco riuscita. (XD non posso scrivere qualcosa di serio mentre penso a Walren mentre fa le prove delle risate malvagie)

Il cannone sparò un colpo, che prese in pieno la ragazza, incapace di scappare in tempo. La palla esplose, scaraventando a terra Rose, che durante la caduta sfondò il mulino facendolo crollare da un lato, e delle macerie le caddero addosso.

- Roose! - il moro si girò in direzione dell'esplosione.

- Adesso rimani solo tu – disse con un ghigno il capo bandito.

Una parte del tetto era crollata completamente e solo del fumo nero si faceva spazio tra quelle macerie, occupando anche il resto del tetto. Era quasi impossibile che un essere umano normale fosse sopravissuto a un'esplosione di tale portata e Ichi sperava che quella ragazza non fosse normale.

Prima aveva avuto a che fare unicamente con dei semplici banditi, ma ora si era ritrovato anche Walren; sicuramente sarebbe stata dura cavarsela da solo.

Nello stesso momento, nella zona est della città Lake e Crow stavano ritornando verso la casa di Ichi con tutti i materiali in spalla, quando sentirono un rumore simile ad un'esplosione. Crow fù il primo a girarsi e a vedere in lontananza un'enorme colonna di fumo nero che si innalzava al cielo.

- Che cos'è stato? - chiese con noncuranza Lake.

- C'è del fumo... Oh, no! -

- Cosa? -

- Viene dalla base! -

- E allora? -

- Come puoi essere così insensibile? Quel fumo viene da dove si trova Rose! Potrebbe essere ferita o peggio! - disse il castano con le lacrime agli occhi, facendo anche una faccia preoccupata.

- Ci sbrighiamo? Carol ci sta aspettando con un vaso di biscotti – il vice fece per andarsene, ma qualcosa lo fece inciampare.

- Piantala di fare il cretino e andiamo a controllare! - il navigatore prese in mano la sua catena e con un gesto rapido imbrigliò la caviglia dell'amico, trascinandolo a forza verso la base.

- Non posso lasciare soli i biscotti! - il moro cercava di aggrapparsi al terreno, inutilmente, per impedire che lo allontanasse dal suo obbiettivo.

Nel frattempo nel mulino le macerie si mossero, spinte verso l'alto da una forza sotto di loro.

- Patetica... - era dinuovo lui, ogni volta trovava il modo di criticarla.

- Cosa vuoi farmi ora, la predica ? - la ragazza sbucò dalle macerie e si sedette sopra di esse, ne era uscita quasi senza un graffio.

- Tu l'avevi visto, perchè sei rimasta lì? -

- Un proiettile non fa certo bene alla salute – gli rispose, sarcastica.

- Nemmeno una cannonata esplosiva – silenzio. Nessuno stava dicendo nulla, solo una folata di vento interruppe quello scambio di sguardi immaginari.

- Ora ti interessi a me? - la celeste accennò una smorfia, non adorava discutere con lui.

- Se tu muori, muoio anch'io. Condividiamo lo stesso corpo, non puoi fare quello che ti pare – ci mancava poco che si mettesse a ringhiare.

- Sai che ci vuole ben altro per uccidermi Ryu; ho la pelle dura – la ragazza sorrise e non ricevette risposta.

La ragazza, percependo quel silenzio come risposta di assenso, si alzò e spiegò le ali dirigendosi verso la base militare.

Ichi stava lottando a fatica contro Walren e i suoi uomini, ed era in difficoltà a causa della scarsa visibilità che aveva per colpa del fumo che aveva invaso tutta la zona. Non era in grado di lanciare i suoi buchi bianchi più lontani di un metro perchè non riusciva a vedere oltre; l'unico vantaggio era che forse anche i suoi avversari non erano in grado di vedere bene.

Uno di quegli uomini lo affrontò frontalmente, ma non riusciva comunque a vedere gli altri sopratutto il loro capo. Parò un fendente creando un buco bianco davanti a sé, ma all'improvviso una strana sensazione si fece largo nella sua mente. Era come un pericolo, esattamente come quando Carol era dietro di lui, voltò leggermente il capo e vide Walren che lo stava per colpire con una mazza, ma era troppo tardi per creare un buco bianco ed istintivamente chiuse gli occhi, aspettando il colpo.

Era passato qualche secondo e ancora nulla lo aveva colpito, allora si decise ad aprire gli occhi. C'era Rose che aveva fermato il colpo appena in tempo. Era lì, sotto quella mazza con le braccia incrociate, ma vedeva che era diversa; aveva la coda? Lei si girò per salutarlo e vide che i suoi canini si erano allungati.

- Scusa per averti fatto aspettare; ci ho messo troppo? - il suo sorriso era smagliante, non sembrava nemmeno che stesse combattendo. Ichi non rispose e si limitò a guardarla, sbalordito.

Con la coda la ragazza destabilizzò il suo avversario e col braccio destro lo colpì talmente forte che oltre a scarventarlo oltre il mulino, fece diradare anche quel poco fumo che era rimasto.

Gli altri banditi restarono di sasso nel vedere il loro capo volare via.

- Chi vuole fare un volo si faccia avanti – la celeste fece cenno ai banditi di farsi avanti, ma questi scapparono a gambe levate.

- Che...? - il carpentiere non sapeva cosa dire.

- Ho mangiato un frutto del mare, sono in grado di trasformarmi in un drago – disse, mettendosi le mani dietro alla testa.

Nel frattempo i due ragazzi avevano finalmente raggiunto la base e videro uscire di corsa, bianchi come lenzuoli, degli uomini.

- Muoviti; ora dobbiamo fare le scale! - Crow stava ancora trascinando il povero moro con la catena.

- Prima slegami! -

Sfortunamente per lui però, lo aveva detto troppo tardi tanto che gli toccò fare tutte le scale trascinato e ad ogni gradino che il suo amico faceva, lui riceveva un colpo in testa.

Dopo un'infinità di gradini arrivarono in cima e trovarono solo il loro capitano e Ichi intenti a chiaccherare.

- Mia amata! Non sei ferita, vero? - il castano arrivò circondato da un vortice di cuoricini.

- Ehilà Crow! Ma perchè Lake è lì? - disse Ichi, indicando il vice, svenuto e con un centinaio di bernoccoli in testa.

- Spero che vi siate attenuti al piano – lo fulminò la ragazza.

- Ma certo che sì, abbiamo recuperato tutto! -

- Buon per voi, ma Lake? - alla domanda del capitano il navigatore si girò e vide com'era conciato Lake.

- Emm... colpa mia, scusa amico – si scusò, anche se l'altro era incosciente.

- Ti spiace se lo prendo in consegna io? Dobbiamo fare delle spese; deve cambiarsi questa uniforme della marina -

- Tutto tuo! - lo consegnò direttamente alla celeste, e quasta lo caricò in spalla.

- Ichi, ora sai quello che devi fare! - Rose lo stava guardando con determinazione.

- Costruire la vostra nave – rispose il moro sorridendo.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! :)

innanzitutto mi scuso per la parte in cui Walren spara col cannone a Rose, che doveva essere serio, ma sono scoppiata a ridere non appena ho pensato alle sue risate malvagie, poi ho starnutito e sono scoppiata dinuovo a ridere. Non c'è nulla da fare; sono incurabile XD

 

???: Bwhahahahatù!

Mbpika: ma che? *va a vedere nascondendosi dietro ad un angolino*

Walren: No, forse così: Mwhahahaha...ha...ha...frù!

Rose: -.- *vicino a mbpika*

Walren: Non posso continuare a starnutire mentre faccio la mia risata malvagia; così rovino la mia immagine!

Mbpika e Rose: -.-''

Walren: riproviamo! Bwhahaha... etchù!

Lake: *mangiucchia qualcosa* Non sei proprio portato; mai pensato di fare il barbiere? *mangia una mela*

Walren: Aaaaah! I-io n-non stavo facendo quello che pensi! O.O

Lake: Bene, temevo che volessi mangiarti tutto il cibo :)

mbpika: *si spiaccica la mano in fronte*

Rose: Non sono tutti come te... -.-''

 

Si, lasciamo perdere...

Walren: Etchù, echù, frù, acù! *si soffia il naso*

Non vorrei mai prendere il suo raffreddore... Cosa stavo dicendo? Ah, si!

Volevo inoltre dirvi che nel primo capitolo ho aggiunto una nuova sezione: l'haki. Mi farebbe molto piacere (e con molto piacere intendo che DOVETE farlo) che mi diciate se i vostri OC hanno o no quest'abilità. Se la vostra risposta è affermativa dovrete mettere quali possiede.

Detto questo ci vediamo il prossimo sabato

Ciao! :)

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Capitolo 10
*** Una tigre nuota al sole e una pantera mangia la notte ***


Dopo un secolo da un mio ultimo aggiornamento eccomi ritornata! Le varie spiegazioni le troverete a fine capitolo, come sempre. Questa breve intestazione iniziale è qui per avvisarvi che per comodità da ora in poi tutto ciò che dirà Ryu sarà messo tra le virgolette “ ”, per un motivo che spiegherò più chiaramente nel prossimo capitolo. Per ora vi auguro una buona lettura!

 

 

 

Mare Meridionale

Siamo nella tranquilla cittadina di Villaverde, dove il vento di bonaccia soffia costantemente. L'isola su cui si trova ha la forma di una mezzaluna cocava, e tre quarti di essa è una regione montuosa, inadatta per un qualsiasi insediamento.

In una di quelle case che formano la cittadina c'è una ragazza con le braccia a penzoloni, il mento appoggiato sopra il tavolo e con il fondoschiena attaccato a una sedia, con sguardo fisso verso il lumacofono sonnecchiante a pochi centrimetri dalla sua faccia. I suoi capelli lunghi superano di poco le sue spalle, rossi e ribelli, si muovono ogni qual volta che sbuffa. La sua carnagione molto chiara venivano risaltati dai suoi occhi gialli con una sfumatura di grigio. Spalancò gli occhi, come se si fosse appena svegliata da un trans, poi socchiuse l'occhio destro, su cui aveva una cicatrice e con il sinistro continuò a fissare il lumacofono. La ragazza indossava un top nero, dei pantaloncini neri con una cintura bianca e rossa e degli stivali borchiati neri.

Improvvisamente la rossa alzò il braccio sinistro e lo sbattè con forza sul tavolo con il palmo aperto, svegliando e spaventando la povera lumaca.

- Quel bastardo! Come ha potuto lasciarmi qui da sola? E senza nemmeno chiamarmi una volta! - prese in mano il lumacofono e cominciò ad usarlo come anti-stress.

- Se lo trovo lo ammazzo! Ma prima devo trovare un modo per andarmene da qui – si ricordò di avere qualcosa in mano, e quando abbassò lo sguardo vide che la lumaca si era ritirata nel suo guscio.

- Scusa; non lo faccio più, ok? - disse al lumacofono solleticandolo un po' col dito.

La lumaca uscì dal suo nascondiglio, e la ragazza se la mise in tasca. Prese e si mise al volo un giubotto di pelle nero lungo fino al petto, poi sistemò il cappuccio dello stesso.

Appena fu fuori di casa una tigre bianca le balzò addosso ruggendo.

- Hahahahaha! Basta! Smettila, così mi fai il solletico! - la tigre le stava leccando la faccia.

- Alexia, ti si sentiva urlare da fuori, prima o poi distruggerai la casa – le rispose la tigre. (sisi, avete letto bene; la tigre ha parlato!)

- Non sono così distruttiva! -

- Dillo agli ultimi cinque tavoli che sono passati di qui -

- Non è certo colpa mia; è mio fratello che mi fa infuriare così. Lui non mi chiama mai e quando lo chiamo io non mi risponde -

- Devi però ammettere che con lui sei piuttosto insistente -

- Gli ho solo imposto di far parte della sua ciurma -

- Generalmente qualcuno te lo chiede, non devi imporlo tu... -

La rossa si alzò in piedi e con passo spedito si diresse verso la spiaggia, incitando la tigre a seguirla. In pochi minuti riuscirono a raggiungere il posto, e la tigre notò che c'era una barchetta pronta per salpare.

- Qual'è il tuo piano? -

- Prendiamo la barca e raggiungiamo mio fratello -

- Tutto qui? -

- Il concetto è quello. Allora, vieni Yuki? -

- Certo che vengo, senza di me non combineresti nulla -

Senza voltarsi indietro la tigre e la ragazza partirono alla volta della Rotta Maggiore.

Mare Settentrionale

Faith, Achya e Shayla approdarono a Quifer, una città piena di vita ma in quel momento alle ragazze parve che non fosse poi così vivace, forse era perchè era ormai sera. Una delle tre pancie brontolò, seguita da una seconda e da una terza.

- Ho fame! - disse il capitano.

- Anch'io – la seguì Aci.

- Abbiamo tutti fame, cerchiamo un ristorante con dei buoni prezzi – dì la castana controllando il suo borsellino.

- Io voglio: maiale arrosto, anitra alla cacciatora, zebrucca alla salsa d'ananas, bistecca con salsa piccante, pesciglio all'arancia, ... - Faith cominciò ad elencare tutti i piatti che le venivano in mente con l'acquolina in bocca.

- Aspetta almeno che lo troviamo un ristorante... -

Nel frattempo da tutt'altra parte della città un ragazzo e una bambina camminano lungo la strada, anche se quest'ultima era più che altro aggrappata alla spalla sinista del fratello. Il ragazzo era alto un metro e settantacinque, il fisico ben sviluppato senza esagerazioni lo faceva sembrare di corporatura piuttosto robusta e aveva le spalle abbastanza larghe. Portava i capelli castani, con taglio alla moicana e i suoi occhi erano di un bellissimo marrone chiaro, che sembravano diventare più scuri ogni volta che fissavano intensamente qualcosa.
Indossava un paio di scarpe da ginnastica, dei pantaloni da tuta neri, una t-shirt rosso carminio e sopra di essa una felpa di colore marrone scuro tenuta aperta a metà dalla cerniera.

In mano teneva una catana dal fodero nero, ornato con dei ghirigori argentati infondo. La coccia è di forma triangolare fatta d'argento e l'impugnatura è nera con rifiniture anch'esse argentate.

La bambina, invece, aveva gli occhi verde smeraldo, i suoi capelli di un bel castano chiaro erano lunghi fino a metà schiena. Vestiva un kimono viola con un motivo floreale rosa carne e ai piedi portava delle semplici infradito.

- Fratellone, ti vuoi sbrigare? Ho fame! -

- Fra venti minuti dovremmo raggiungere la città, aspetta ancora un po' – disse il ragazzo con un tono pacato.

- Sono troppi, non hai qualcosa nello zaino? -

- Se hai così tanta fretta di mangiare perchè non corri fin là? -

- Sono stanca, aspetterò – la bambina sbuffò e ritornò a contemplare lo zaino del fratello.

Venti minuti dopo raggiunsero un locale di città, “La lumaca di mare” diceva l'insegna sopra la porta. I due entrarono e si sedettero a un tavolo libero. La castana scese della spalla del fratello e si sedette sulla sedia opposta al fratello. Dopo poco un cameriere li raggiunse per prendere l'ordine e i due presero solo un paio di piatti.

Appena arrivarono le pietanze, un gruppo di uomini irruppe nel locale, facendo calare un silenzio inquietante.

Quello che sembrava essere il capo rimase fermo sull'uscio, estraendo le sue pistole, mentre i suoi uomini si sparsero per il locale.

- Signori, mantenete la calma. Noi siamo qui solo per prendere tutti i vostri soldi; consegnateli pure a questi bravi ragazzi – a un suo cenno tutti gli uomini che erano con lui tirarono fuori un sacco.

- Ed, hai intenzione di fare qualcosa? - chiese la bambina tranquillamente continuando a mangiare.

Il castano mise mano alla sua katana, ma in quel preciso istante Faith entrò spalancando le porte, e l'uomo che stava sull'uscio fu scaraventato verso il muro, svenendo. La ragazza con un'innata allegria corse verso il bancone per ordinare, non accorgendosi di tutte le faccie sbigottite che la fissavano.

- Questo è l'unico posto alle nostre portate, sopratutto con quello che mangia il capitano – sospirò la castana.

- Non è esattamente il massimo, ma pur sempre meglio dell'altra scelta -

- È stato scartato perchè Faith ha urlato che nel menù non c'era carne e lei... Beh, ormai sai com'è fatta -

- Perchè hanno tutti quelle faccie? - chiese la biondina indicando tutti i presenti.

- Evidentemente qui non ha mai messo piede una donna – le rispose la navigatrice, osservando quelle ragnatele che ornavano il locale.

Entrambe si sedettero al bancone, accanto al loro capitano.

- Dieci porzioni del vostro miglior piatto! - ordinò la mora.

- Un'insalata – disse Achya.

- Per me una zuppa – ordinò Shayla.

Il cameriere, oltremodo sconcertato se ne andò a preparare gli ordini delle ragazze, mentre queste si guardarono intorno.

- Aci, c'è qualcuno che sta male laggiù; non dovresti aiutarlo in quanto medico? - la navigatrice indicò con un cenno della testa dov'era l'uomo.

- Sono a stomaco vuoto, e poi vedo da qui che è solo svenuto, non ha bisogno di me -

- Faith, sicura che non sia stata colpa tua? -

- Colpa mia? E perchè mai? -

- Sei entrata nel locale come un tornado... -

- Già... -

La mora fissava l'uomo accasciato a terra, con faccia tipica di chi ha ricevuto un colpo a sorpresa in faccia, ma i suoi pensieri cambiarono direzione quando il locandiere arrivò con i piatti che avevano ordinato e si buttò a capofitto sul cibo.

- Queste ragazze sono insensibili... - dissero in coro i sottoposti dell'uomo svenuto.

Il ragazzo, che aveva assistito a tutta la scena abbozzò un sorriso e rovistò nel suo zaino, da cui tirò fuori dei manifesti di taglia.

- Shayla Rey 43 milioni e Faith Sander, la pantera nera con 55 milioni di taglia. Sono proprio una bella accoppiata – il castano sorrise, forse aveva finalmente trovato qualcuno con cui confrontarsi.

Mare Occidentale

Rose aveva trascinato a forza il suo vice fino a un negozio di vestiti, costringendolo a scegliere qualcosa di diverso dalla sua uniforme.

- Perchè? Mi piace la divisa! -

- Non voglio che ti scambino nuovamente per un marine, almeno attirerai meno l'attenzione quando ti perdi e sopratutto quando chiedi indicazioni a un soldato della marina -

- Perchè no? Era un bravo ragazzo -

- Ma tu gli hai detto che sei un pirata! Non posso figurarmi qualcuno di più idiota... - la celeste gli lanciò una maglia verde brillante – mettiti questo -

- Non mi piace! - si lamentò il moro.

- Non fare il bambino, mettila e basta -

- No -

- No? -

“Ha ha ha! Mi piace il ragazzo, sa come metterti in difficoltà”

- Umpfh... Cercherò qualcosa di più adatto ai tuoi gusti allora -

Dopo una ventina di minuti Rose ritornò, con un mucchio di vestiti di vario genere alto quasi qunto lei.

- Adesso li dovrai provare tutti -

- Tutti? -

- Si, proprio tutti – gli rispose con un sorrisetto divertito.

Dopo un'ora e mezza passata a provare vestiti Lake, soddisfatto e esasperato, riuscì a trovare qualcosa che gli piaceva.

Stava indossando una maglietta bianca a maniche corte con un tre bottoni nella parte alta, di cui due lasciati aperti. La maglia aveva due righe celesti orizzontali nelle maniche e un'altra dello stesso colore all'altezza della vita e nel fianco destro c'era disegnato un piccolo gabbiano stilizzato nero. Indossava anche un paio di pantaloncini corti di un grigio chiarissimo, e ai lati di questi un paio di righe blu verticali.

Intorno alla vita, legata come una cintura, portava lo stesso fazzoletto azzurro che prima portava come parte della divisa. Fosse stato per la ragazza non l'avrebbe mai messo, ma aveva insistito così tanto che alla fine aveva convinto perfino lei.

- Almeno questi vestiti non portano la scritta “marine” – Rose guardò il suo vice guardarsi allo specchio contento, poi sospirò – Devo però ammettere che quei colori ti stanno davvero bene -

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti!

Mi spiace per questa lunga assenza, ma sembrava proprio che la scuola non mi volesse lasciare prendere il computer in mano.

Ma lasciamo stare i miei tormenti; piuttosto che ne dite di questo capitolo?

Finalmente sono comparsi altri quattro personaggi: Alexi e la tigre Yuki, e il bel castano con la sorellina. Non che in questo capitolo ci fosse molta azione, mi spiace deludere per chi se la aspettava.

Come ho detto all'inizio del capitolo nel prossimo parlerò di Ryu, spiegando meglio la sua condizione, con ovviamente tanto di nuova nave per la ciurma di Rose.

Poi... Dovevo dire qualcos'altro ma non ricordo cosa...

Ryu: hai proprio una pessima memoria, mia cara autrice >:)

Mbpika: cos'è, un tono sarcastico questo? =.=

Ryu: he he he... >:D

Rose: gli OC, dovevi parlare degli OC -.-''

Già, gli OC, grazie Rose!

Potete inviarmi qualsiasi tipo di OC; un gigante, un marine, un abitante delle isole del cielo, un uomo-pesce, un polipo a tre denti con dei razzi dietro alla schiena... Accetto tutto (o quasi, dipende da com'è il mio umore, ma generalmente è buono quindi non preoccupatevi ^^).

Come sta scritto della descrizione del capitolo le iscrizioni sono riaperte... emm, sono solo dettagli se lo dico due settimane dopo... sono stata molto impegnata! u.u

Ryu: Si, a fare pisolini >:)

Mbpika: ARGH!!! Non capisco perchè Rose non ti ha ancora ucciso; non ti sopporto!!!! >:(

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