Ex tenebris lumen

di mamie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La torre che crolla ***
Capitolo 2: *** La profezia ***
Capitolo 3: *** La grotta dei draghi ***
Capitolo 4: *** Il lago sotterraneo ***



Capitolo 1
*** La torre che crolla ***


[IMG]http://i1324.photobucket.com/albums/u606/EtereaPVL/Quartaclassificata-Luthien_zpseec53954.jpg[/IMG]
Nota: Quarta classificata al contest Halloween di Eterea_

1. La torre che crolla
 
L’avevano legato e picchiato, ma c’erano andati leggeri. Non potevano rovinarlo. Il ragazzo doveva arrivare tutto intero fino al luogo del sacrificio.
Non era stato facile. Mordeva e sibilava come una serpe.
Ah, avevano avuto proprio il loro bel da fare a portarlo lì e aveva continuato a scalciare e mordere fino all’ultimo. Alla fine avevano quasi avuto paura di averlo colpito troppo forte, ma per fortuna si era rialzato da solo.
Ora se ne stava lì, furente e finalmente immobile, a guardare il re. A testa alta, il piccolo bastardo, come se fosse stato un figlio dell’imperatore.
 
Gli occhi color ghiaccio di Vortigern lo squadrarono parecchie volte prima che la sua voce sonora rompesse il silenzio che si era improvvisamente fatto intorno a loro.
‒ Sei tu il figlio che è nato senza padre? ‒ chiese seccamente.
Per tutta risposta il ragazzo sputò per terra. Una delle guardie lo colpì di nuovo, forte, tanto da farlo cadere, ma il re alzò appena una mano per fermarlo. Continuò a guardarlo, impassibile.
‒ Al villaggio dicono che sei figlio di un diavolo incubo… Allora… È vero?
‒ Stupidi.
La voce del ragazzo era uscita altrettanto gelida, nonostante il labbro spaccato da cui colava un filo di sangue.
‒ Chi è stupido? ‒ chiese Vortigern.
‒ Gli abitanti del villaggio… Sono stupidi.
‒ Ah, vedo.
Vortigern parlava con calma, senza raccogliere le provocazioni.
‒ Allora dimmi chi è tuo padre ‒ chiese.
Per la prima volta il ragazzo abbassò gli occhi.
‒ Non lo so ‒ rispose con un filo di voce.
Il re si voltò a guardare i suoi consiglieri.
‒ È lui ‒ disse.
‒ Preparatelo per il sacrificio.

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Nota Il luogo in cui è ambientata la storia è Dinas Emrys, in Galles. L’episodio della torre di Vortigern è narrato per la prima volta nella Historia Brittonum di Nennio. Samhain è l’antico capodanno celtico, oggi conosciuto come Halloween.
 

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Capitolo 2
*** La profezia ***


2. La profezia
 
‒ Anche tu sei stupido!
La frase era squillata alta e chiara. Vortigern si voltò di nuovo verso il prigioniero con un sorriso cattivo fra le labbra.
‒ Sarà meglio che freni la lingua, ragazzino, se vuoi morire velocemente. Lo sai che notte è questa, vero? È Samhain. Potrei rispolverare qualcuna delle usanze dei nostri antenati. Non mi tentare.
‒ Puoi ammazzarmi come ti pare, ma la tua stupida torre crollerà ogni volta, ancora e ancora! E sai perché crolla? No, non lo sai! Altrimenti non avresti dato ascolto a quegli stupidi dei tuoi consiglieri ‒ fu la furente risposta.
‒ Oh, a quanto pare qui siamo tutti stupidi, tranne te.
Una risata accolse queste ultime parole, ma morì lentamente quando il ragazzo cominciò a rovesciare gli occhi.
 
Guai al drago rosso. La sua fine si avvicina.
 
La sua voce si era fatta più profonda. Risuonava come un rintocco di campana funebre. Molti, d’istinto, fecero un passo indietro.
 
Occuperà i suoi covi il drago bianco.
I monti saranno spianati come valli e i fiumi gronderanno sangue.
 
Attorno si era fatto il vuoto mentre il ragazzo continuava a parlare a voce sempre più alta, urlando e contorcendosi come in preda alla frenesia. Parlò a lungo e nessuno osò emettere un suono. Pareva a ciascuno che le sue parole venissero da un tempo remoto: più di quanto anche i loro vecchi potessero ricordare.
Alla fine si afflosciò come un sacco vuoto scivolando lentamente per terra. Nessuno corse a sostenerlo.
‒ Tiratelo su – ordinò il re seccamente.
Sembrava che avessero timore di toccarlo.
‒ Ha profetizzato! ‒ esclamò qualcuno.
Vortigern girò sulla folla uno sguardo inferocito.
‒ Portatelo nella mia tenda.
 
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Nota: Le parti in corsivo sono tratte direttamente dalla “Profezia di Merlino” testo del XII secolo attribuito a Goffredo di Monmouth. Il drago rosso allude ai Britanni, il drago bianco ai Sassoni, che sarebbero stati chiamati da Vortigern come mercenari, ma che avrebbero finito per conquistare gran parte della Britannia. Tuttavia il drago rosso è anche l’emblema di Uther Pendragon, secondo la leggenda il padre di Artù, colui che avrebbe sconfitto e cacciato i Sassoni. La profezia, molto confusa per la verità, parlerebbe del destino della Britannia.
 

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Capitolo 3
*** La grotta dei draghi ***


3. La grotta dei draghi
 
La lucerna mandava una luce fioca che diventava rossa riverberando sui tendaggi color porpora. Il ragazzo aprì lentamente gli occhi e subito li coprì con la mano. Qualcuno gli diede da bere. Gli avevano anche lavato la faccia e messo qualcosa sulle contusioni: sentiva un odore pungente di ginepro.
Vortigern sedeva su un sedile di legno, una coppa di vino pigramente tenuta in mano, e lo guardava.
‒ Allora, profeta… ‒ cominciò in tono ironico.
‒  Spiegami perché la mia torre crolla, visto che sembri sapere tutto.
Il ragazzo si mise a sedere faticosamente. Sembrava esausto. Non aveva più voglia di lottare.
‒ C’è una grotta sotto la collina – cominciò a spiegare.
‒ Nella grotta c’è un lago ‒ aggiunse.
‒ Come fai a saperlo? – si irritò il re.
‒ Non lo so…
Vortigern si alzò in piedi e cominciò a misurare la tenda a grandi passi. Poi si fermò davanti a lui.
‒ Ora me lo farai vedere ‒ intimò.
 

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Capitolo 4
*** Il lago sotterraneo ***


4. Il lago sotterraneo
 
Alla luce delle torce la notte pareva ancora più nera. La parte più ripida della collina era invasa da arbusti di biancospino così intricati che sembrava impossibile attraversarli. Tuttavia il ragazzo avanzò sicuro verso un punto preciso, dove si apriva un varco quasi invisibile.
‒ È qui ‒ sussurrò.
C’era, effettivamente, l’entrata di una grotta, forse l’ingresso di una vecchia miniera perché non pareva del tutto naturale.
Le guardie si affrettarono a scostare i rami spinosi. I primi bagliori delle torce mandarono riflessi sulle pareti percorse da venature d’argento.  Il fondo era sabbioso e, pochi passi più avanti, la luce risvegliò un grande specchio d’acqua sotterraneo.  Dalle stalattiti sulla volta della grotta ogni tanto cadeva una goccia che increspava la superficie e risuonava nel silenzio.
‒ Lì dormono i draghi ‒ disse il ragazzo indicando il lago. Poi si chinò sulla riva a raccogliere qualcosa. Era una moneta annerita: su un lato una donna con l’elmo, sull’altro due uomini a cavallo. Un denaro romano.
Un’altra goccia cadde, come a scandire un tempo estraneo, remoto, che non si curava più dei piccoli re e dei piccoli regni che lottavano tra loro per mangiarsi il corpo dell’aquila romana ormai morta.
‒ Non svegliarli, grande re. Vai a costruire la tua torre da un’altra parte e non chiamare in aiuto il drago bianco dal mare, perché si rivolterà contro di te e distruggerà il tuo stesso popolo.
Il ragazzo mise la moneta tra le mani di Vortigern, si voltò e uscì senza che nessuno lo fermasse.
‒ Signore! Dobbiamo lasciarlo andare? ‒ esclamò una guardia.
Il re non rispose. Alzò la testa ad ascoltare. Sembrava che il vento si fosse ingolfato nella grotta mugghiando.
‒ È Samhain ‒ mormorò infine Vortigern.
‒ La Caccia Selvaggia è arrivata. Lasciatelo andare con loro.
 
Fuori, il ragazzo alzò la testa al buio senza stelle per lasciarsi investire dalle raffiche che si erano levate improvvise e violente. Quello era solo l’inizio di una lunghissima guerra sanguinosa e lui lo sapeva.
Lo sapeva perché era Merlino.
Merlino il Profeta.
 
Sotto i raggi del sole si solleveranno le acque e la polvere ritornerà.
Si daranno battaglia i venti fra loro con soffio feroce,
e il frastuono si perderà fra le stelle.

 
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Nota: Il denaro è una moneta d’argento romana, in questo caso mi sono rifatta a una moneta repubblicana molto antica ritrovata effettivamente in Gran Bretagna, la cosiddetta “moneta di Hallaton”. Per il ritrovamento di una moneta nella miniera mi sono ispirata alla “Grotta di Cristallo” di Mary Stewart, anche se lì viene solo menzionata come un ritrovamento casuale.
La Caccia Selvaggia è il corteo infernale formato da fate, demoni, anime dei morti che cavalca sulla terra la notte fra il 31 ottobre e il 1 novembre.
Gli ultimi versi fanno sempre parte della
Profezia di Merlino.
 

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