Questa pioggia che mi allaga l'anima.

di Maka16
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il sacrificio. ***
Capitolo 2: *** Segreti inviolabili. ***
Capitolo 3: *** L' inizio dell' oblio. ***
Capitolo 4: *** Il buio dell' anima. ***
Capitolo 5: *** Team Taka. ***
Capitolo 6: *** Vecchie conoscenze. ***
Capitolo 7: *** I tuoi occhi mi appartengono. ***
Capitolo 8: *** I tuoi occhi mi appartengono-parte due. ***
Capitolo 9: *** Ti amo per cui ti uccido. ***
Capitolo 10: *** Il tuo amore è troppo debole. ***
Capitolo 11: *** Byakugan. ***
Capitolo 12: *** La maschera. ***
Capitolo 13: *** La guerra. ***
Capitolo 14: *** TU. ***
Capitolo 15: *** Tre Uchiha, un solo cuore -Parte prima. ***
Capitolo 16: *** Tre Uchiha, un solo cuore - Parte Seconda. ***
Capitolo 17: *** Tre uchiha, un solo cuore -Parte terza. ***
Capitolo 18: *** Combattere per sopravvivere. ***



Capitolo 1
*** Il sacrificio. ***


CAPITOLO I :
Il sacrificio

“ Itachi…”
Il suo corpo era disteso a terra, immobile, privo di vita su di una fredda roccia sporca del suo steso sangue. I capelli lunghi e neri gli incorniciavano il viso mostrando le sue labbra serrate in un ultimo straziante sorriso.
“Oh Itachi, perché?”
La pioggia cominciava a scendere gelida, bagnando il corpo del giovane Uchiha come in un segno di saluto per meglio dire  di preghiera per colui che aveva sacrificato la vita per il bene degli altri, aveva distrutto la sua stessa esistenza senza esitazione per far si che altra gente, altri ninja dopo di lui vivessero in pace. Lui odiava la guerra ma la combatteva lo stesso tutti i giorni.
 
“Dovremo seppellirlo non credi?”
La voce di Tobi scosse la giovane Uchiha, riversa in lacrime sul corpo di Itachi e la costrinse a rivolgere la propria attenzione su di lui ma dalle sue labbra non uscì nemmeno una parola, era come pietrificata, scioccata, distrutta. Avrebbe voluto urlare oppure piangere o perfino scappare lontano da lì fingendo che tutto ciò non fosse mai accaduto ma, sarebbe stata in grado di mentire a se stessa per tutta la vita? No, non avrebbe mai potuto farlo, prima o poi sarebbe stata divorata dalla sua stessa sporca coscienza.
“Allora? Te ne vuoi star lì tutto il giorno a piangere? Lo sappiamo entrambi che non sei mai stata un tipo sentimentale e poi dobbiamo occuparci anche del fratello”
Puntò il dito dietro di lei costringendola ancora una volta a voltarsi e fu allora che notò il corpo del giovane Sasuke riverso a terra, incredula lasciò la mano del ragazzo per avvicinarsi barcollante al corpo del coetaneo.
“E’ vivo?” Chiese Tobi con voce fredda.
“Si anche se è ridotto male!”
“Bene, dobbiamo andarcene tu prendi Itachi io prendo Sasuke, andremo nel mio nascondiglio, seppelliremo il maggiore e cureremo il minore”
La ragazza esitò prima di sollevare il corpo senza vita del Uchiha, non riusciva ancora a credere che non avrebbe più sentito il suono della sua voce  mentre le pronunciava sagge e confortanti parole, non riusciva nemmeno ad immaginare una vita senza vedere più il suo dolce sorriso. Aveva paura di impazzire.
“Muoviti Machi, hai una vita intera per piangerlo!”
 
Vicino al nascondiglio vi era una foresta, buia e inquietante, l’ odore di foglie e fango era così forte e nauseante che penetrava fino alla gola provocando nella giovane una sensazione di vomito.
“Scegli un posto per seppellirlo  ma muoviti, i ninja della foglia arriveranno a momenti”
Machi  non si mosse, si limitò a scuotere la testa con violenza, come avrebbe potuto seppellirlo in un posto tanto orribile? Non era degno di lui, della sua storia e soprattutto della sua sofferenza.
“Non posso seppellirlo qui!”
“Che diavolo stai dicendo? LO DEVI SEPPELLIRE QUI!”
Questa volta scosse la testa più forte, non aveva intenzione di asoltarlo.
“Dove?”
“Alla tomba del clan!”
“Sei idiota?, non possiamo arrivarci!”
“Vado da sola!”
Come niente fosse la ragazza scattò su di un albero e Tobi fu costretto a seguirla contrariato, molto contrariato. Era una ragazza testarda e questo non lo aveva mai sopportato.
“Sei un emerita cretina!”
 
La sepoltura fu breve, triste e con pochi pianti, non avevano tempo, era già tardi.
“Hai fatto?”
Urlò Tobi facendo rimbombare la sua voce ovunque ma non ottenne risposta, fu così costretto ad avvicinarsi alla giovane accasciate vicino alla tomba e a scuoterla.
“ Oramai è morto, le tue lacrime, la tua sofferenza e la tua rabbia non lo  riporteranno in vita!”
 
 
Angolo dell’ autrice:Sin dal primo capitolo di questo manga ho incominciato a fantasticare su questa storia, orse è un po’ ridicolo ma da quel momento non riesco ad immaginare altro oramai è diventata parte di me. I personaggi sono tutti opera di Kishimoto tranne Machi (che significa felicità in giapponese) che è completamente frutto della mia fervida immaginazione.
Spero che la storia sia di vostro gradimento! Buona Lettura.     

 

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Capitolo 2
*** Segreti inviolabili. ***


CAPITOLO II :
Segreti inviolabili.

Sangue.

Morte.
Itachi.
Distruzione del clan.
Era una missione, solo una missione.
Il villaggio.
I suoi occhi.
Gli occhi di Itachi.
“Ora sta a te, proteggi Sasuke…”
 
Machi riaprì gli occhi di scatto tornando alla cruda realtà, ci mise un po’ per riprendersi da quell’ incubo che oramai la tormentava ogni notte. Sgranò gli occhi, li richiuse e poi li riaprì di scatto, oramai era una pratica che faceva ogni volta, al suo risveglio, per eliminare i mostri del suo passato e ritornare a quelli ancora più crudeli dell’ presente.
Guardò il corpo di Sasuke disteso su di una stuoia davanti a lei e sorrise con tristezza.
Già Sasuke….
Da quando se ne era andato dal villaggio non si erano più visti eppure erano cresciuti insieme, due anime diverse unite apparentemente dallo stesso dolore ma è risaputo che l’ apparenza inganna:
Lui odiava Itachi. Lo scopo della sue vita era solo ed unicamente la vendetta,niente di più e forse rimanere attaccato a quella ragazzina sopravvissuta come lui alla furia di suo fratello lo faceva sentire meno solo, gli ricordava il passato, i bei tempi in cui tutti e tre si allenavano insieme.
Lei adorava Itachi, essendo cresciuta senza un padre e una madre aveva scelto lui come modello da seguire e di buon grado il ragazzo aveva deciso di aiutarla insegnandole  tutto ciò che gli era possibile,trattandola per di più come una sorella minore e per questo fu il primo a vederlo, lei non era una semplice ninja e non lo sarebbe mai stata, proprio per questo le chiese di aiutarlo in quella orribile straziante missione.
 
Lui seguì Orochimaru per diventare più forte e accrescere la sua vendetta.
Lei entrò nell’ Akatsuki  per seguire Itachi e continuare così l’ allenamento ma, questo naturalmente Sasuke non lo sapeva,nessuno lo sapeva, faceva parte della missione che l’ Uchiha le aveva affidato.
 
“Ti sei svegliata finalmente, che pigrona scansafatiche”
La voce di Tobi risuonava dall’ altro lato dell’ oscura caverna illuminata solo dalla fioca luce di un fuoco.
“E Sasuke, si riprenderà?”
Annuì pesantemente.
“Gli racconterò di Itachi e del clan appena avrà aperto gli occhi, deve sapere…!”
Machi annuì di nuovo, questa volta con più convinzione non era per niente preoccupata, la verità su di lei e Itachi era un assoluto segreto che nessuno dei due aveva mai rivelato, anzi era lievitato dentro di loro come un macigno fino a diventare quasi insostenibile ma loro due insieme potevano farcela, potevano superare ogni cosa.
Ora però lei era sola e non era più sicura di riuscirci.

“Non hai paura che ti odi? Infondo siete cresciuti insieme e non gli e lo hai mai detto!”

“Sinceramente, Tobi, sono perfettamente consapevole della mia scelta e ne accetterò le conseguenze. Non voglio prediche da te!”

Machi lo guardò con aria assai crudele, era pienamente convinta che nessuno mai al mondo avrebbe potuto giudicarla per le sue scelte passate e nemmeno per quelle future. Solo lei poteva permettersi di criticarsi ma oramai non lo faceva più tanto, ultimamente si era rassegnata.




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Capitolo 3
*** L' inizio dell' oblio. ***


CAPITOLO III :
L ' inizio del oblio.

Sasuke riaprì gli occhi, lentamente senza riuscire a mettere a fuoco le immagini che lo circondavano, voltò la testa così piano che la sentì pesante come un macigno e sorrise lievemente con amarezza.
Ci mise un poco a riconoscerla ma effettivamente non era cambiata: i capelli color caramello erano diventati così lunghi che, legati in quella coda così bassa e costretta a starle davanti, le arrivavano fin sotto le anche. In passato quei capelli erano talmente corti da farla sembrare un maschiaccio, li legava in uno stupido codino lasciando sciolti due ciuffi che le contornavano il viso , ancora erano lì, un po’ più lunghi ma erano sempre al solito posto come l’ ultima volta che l’ aveva vista. I suoi occhi marroni non potevano essere dimenticati, era lei.
 
Machi incurvò la bocca i uno strano sorriso forzato.
Come poteva essere felice di vedere colui che aveva ucciso Itachi?
Infondo, perciò non poteva nemmeno incolpare Sasuke, lui non poteva saperlo era solo spinto da un tremendo odio.
Se la colpa di tutto ciò doveva essere data a qualcuno sicuramente saarebbe stata la sua, lei aveva taciuto troppo tempo.
“Sasuke…”
“Machi…”
Le loro voci erano quasi sussurri amplificati dall’ eco di quel assurda caverna, le domande che Sasuke aveva erano tante, troppe, ma Machi non poteva e non voleva ancora rispondergli.
“Itachi?”
“Lo hai ucciso, è morto..”
La ragazza non riuscì a nascondere quel amarezza mista alla rabbia e alla tristezza, fece una smorfia con la bocca e piegò la testa in basso per impedire che le lacrime, che fino ad ora aveva trattenuto, solcassero il suo viso in presenza del ragazzo.
 
Sasuke girò la testa dall’ altra parte, non voleva più sostenere lo sguardo agghiacciante della ragazza, sapeva che suo fratello per lei era sempre stato importante, troppo importante anche dopo tutto quello che era successo lei non lo aveva mai considerato un assassino, perché?
Non lo aveva mai capito e non gli e lo aveva mai chiesto.
Molte volte aveva provato a darsi una spiegazione, e solo una ne aveva trovata plausibile: la sua era solo una maschera e dietro di essa nascondeva un odio smisurato per Itachi che mai avrebbe ammesso.
 
“Finalmente ti sei svegliato, tss, ce ne hai messo di tempo!”
Tobi si mosse nell’ ombra e si sedette vicino al fuoco dove il giovane Uchiha poté vederlo.
Durò un attimo, un secondo, uno sguardo e il Mangekyō Sharingan di Sasuke si attivò.Tobi fu costretto a spostarsi e rimettersi nel ombra.
“che mi succede?”chiese Sasuke.
“Quel lurido bastardo di tuo fratello ti ha lasciato un regalino per me!”
Machi si alzò i scatto, automaticamente senza pensare, mossa solo dal suo isinto,
“Non parlare così di Itachi, mai più!”
Anche gli occhi di Machi cominciarono a cambiare ma riuscì a fermarsi in tempo, non voleva mostrare a Sasuke o a Tobi il suo potere.
“Tss…” si sistemò nell’ oscurità e ricominciò a parlare” Ora stammi a sentire Sasuke devo raccontarti molte cose che , a quanto pare sei l’ unico a non sapere “
 
Tobi cominciò il suo racconto, non ebbe pietà nel narrare al giovane ogni singolo particolare della notte in cui suo fratello sterminò il clan.
Parlò di ogni singolo morto , di ogni singola goccia di sangue versato, di ogni urlo straziante volto a chiedere pietà.
Ma tutto ciò era solo una missione affidatagli dal Hokage per proteggere il villaggio dalla cospirazione degli Uchiha, Itachi uccise tutti indistintamente e fu considerato traditore, tutto rimase un segreto.
 
“Machi c’è qualcosa che vuoi aggiungere” le chiese Tobi.
Scosse la testa, non poteva ancora rivelare il suo ruolo in quel’ atroce notte, non poteva dirgli che lei aveva contribuito pur avendo all’ epoca 7 anni proprio come lui.
“bene a quanto pare questo è tutto!”
 
Sasuke si alzò e di scatto corse fuori dalla caverna, i due lo seguirono fino ad una sporgenza che dava sul resto della foresta, da lì si poteva vedere il sole calare e il cielo assumere una colorazione arancione.
“Quindi tu Machi.. tu lo sapevi?”
Annuì.
“Da quanto?”
“Da prima che te ne andassi dal villaggio!” mentì.
“Perché? Perché non me lo hai mai detto?”
“Avevo giurato, Sasuke!”
Il giovane annuì.
“Scusami..”
Gli si avvicinò e per la prima volta scorse le lacrime sul suo viso.
“Sasuke..”
“Machi, io..”
Si pulì gli occhi con il dorso della mano.
“.. Vendicherò Itachi!”
La ragazza aggrottò le sopracciglia e storse il naso, si voltò lanciando una rapida occhiata a Tobi che rimase impassibile.Vendicarsi?
“Che stai dicendo?”
“DISTRUGGERO’ KONOHA!”
 Machi si portò una mano alla testa e spalancò gli occhi. Che diamine di  idea stupida era questa? Non aveva capito assolutamente niente di quello che gli era stato raccontato?
Non capiva che ciò stava a significare distruggere il sacrificio di Itachi?
Aprì la bocca, temendo che ne uscissero solo insulti ma non gli importava, poi però ricordò…
 
“Machi… sei diventata davvero forte sai?”
“tutto merito tuo Itachi!”
I loro sorrisi erano sinceri, l’uno completava l’ altro, insieme reggevano un peso enorme.
“Ora puoi proteggere Sasuke, mi fido ciecamente di te!”
“ Gli impedirò di fare ancora del male..”
“No! Non sta a te, lui sceglierà una strada e tu lo seguirai, durante il cammino capirà da solo che è assolutamente sbagliata ma sai com’è fatto se gli impedisci di fare una cosa lui la farà sicuramente …
So che sarà difficile ma sappi che io sarò sempre con te!”
“Me lo prometti?”
“Per sempre!”
Sorrisero ancora una volta.
 
Chiuse la bocca e abbassò la testa.
L’ Oblio era iniziato.

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Capitolo 4
*** Il buio dell' anima. ***


CAPITOLO IV
Il buio dell' anima.
Oramai era giunta la notte ma Machi non riusciva a dormire, mille pensieri le affollavano la testa martellando ripetutamente per uscire sottoforma di pianto, di urlo o di chissà cosa.
Lottava oramai da ore per farli smettere ma i risultati furono pessimi, le sembrava di trovarsi nel centro di una tempesta che lei stessa aveva generato e non aveva possibilità di fuga.
Itachi..
Si portò le mani al volto e mordendosi le labbra cacciò indietro un'altra volta le lacrime, il vuoto che sentiva entro la stava divorando, tutto il buio di quel luogo sperduto nella foresta era niente in confronto a quello che aveva nel cuore, eppure era sempre stata brava a fingere, a nascondere le sue vere emozioni ma oggi l’ unica ragione per cui lo aveva sempre fatto era volata lontano da lei, oltre quella oscura notte.
La luna sembrava la stessa di dieci anni prima, splendente ma allo stesso tempo così oscura, così carica di dolore, fu proprio per questo piccolo dettaglio che la sua mente cominciò a vagare in un tempo e in un luogo lontani da lì.

 
 
“Hey Sasuke!che ci fai qui? Non dovevamo allenarci con Itachi?”
A quell’ epoca avevano solo sette anni, i loro cuori erano pieni di sogni e di ambizioni, non conoscevano ne la morte ne il fallimento, erano così ingenui…
“Ha detto che aveva una missione importante da sbrigare… sarà per un’ altra volta”
Machi abbassò la testa rivolgendo per un attimo la sua attenzione ai ciottoli illuminati dalla luce del sole, poi però la rialzò di scatto e sorrise.
“Dai, non fare quella faccia triste, Sas'ke sarà per la prossima volta”
Se ne andò correndo lungo quel viale assolato, si voltò solo per salutare l’ amico rimasto lì, fermo e con un aria decisamente abbattuta.
La capacità di finzione della giovane Uchiha non è nata da un giorno all’ altro ma è sempre stata insita in lei, fin da piccola nascondeva il dolore per perdita dei suoi adorati genitori sotto grandi e smaglianti sorrisi ma infondo avrebbe veramente voluto essere felice.Quando lo sconforto prendeva il sopravvento se ne andava al villaggio e dagli alti tetti delle case osservava la gente passare, immaginava quale fosse la sua vita e per un attimo ne prendeva parte.
Quel giorno dopo essersi congedata da Sasuke decise di prendere posizione sopra il palazzo situato davanti alla magione dell’ Hokage, lì il sole batteva così forte da bruciarle la pelle biancastra e a lei piaceva da morire.
Passarono diversi minuti e la sua attenzione si spostò da un gruppo di ragazzini urlanti alla finestra della Magione, sgranò gli occhi per distinguere bene le figure, le bastò una manciata di secondi per riconoscerlo.
Era proprio lui, Itachi Uchiha.
Che ci faceva lì? Chi erano le altre persone? L’ hokage e poi..?
Fu proprio la sua insaziabile curiosità unita ad un assurda testardaggine a farle fare quel balzo in avanti sul cornicione della finestra del palazzo, da lì riuscì a sentire le voci, qualche frase sconnessa e terrificante.
“… Và bene, sterminerò il mio clan questa notte!”
Le parole che uscirono dalla bocca di Itachi ebbero sulla piccola Machi la stessa potenza di un Kunai conficcato nella gola, talmente a fondo da togliergli il respiro e da appannargli la vista.
Cominciò ad ansimare tremendamente, credeva di morire lì, da sola, le mani le cominciarono a tremare ed il cuore pulsava per uscire dal petto.
Ci mise più del previsto per riacquistare la lucidità e cominciare a respirare profondamente, poi quasi in stato di trance scese da quel cornicione, si sedete sull’ bordo della strada ed aspettò il presunto assassino con una paura dentro talmente forte da farle perdere ogni altro senso.
L’ attesa non fu lunga ma straziante, appena lo vide con un impeto di rabbia gli corse in contro brandendo spavalda un piccolo kunai.
“Non ti permetterò di sterminare a sangue freddo il nostro clan!”
Itachi sgranò gli occhi stupito e profondamente colpito dalla spavalderia di quella ragazzina, durò un secondo, poi senza dire una parola la colpì allo stomaco.
 
Quando Machi si risvegliò il paesaggio era completamente cambiato, al posto delle case di Konoha vi erano solo alberi e foglie secche, allungò una mano e involontariamente toccò quella di Itachi, la rirasse immediatamente e cercò nelle tasche il suo kunai senza succeso.
“Cercavi questo?”
L’ Uchiha sorrideva mentre lo faceva scorrere tra le dita, quel sorriso così dolce sembrò a Machi un orribile e glaciale smorfia di dolore, scattò in piedi e serrò i pugni, una fitta allo stomaco la costrinse a piegarsi e a sedersi di nuovo.
“Calmati ti prego..”
“Non farai del male a nessuno, io non te lo permetterò!”
I suoi occhi divennero rossi di colpo e poi la pupilla nera al centro si rimpicciolì lasciando spzio ad altri segni neri ai suoi lati, lo Sharingan.
Itachi le prese la mano.
“Non ti farò del male, ne a te ne a Sasuke, voi vivrete! L’ Hokage ha promesso che non vi verrà fatto del male”
“Perché?”
“Riformerete il clan che io distruggerò, questa volta sarà un luogo senza odio!”
Machi respirò a fondo e i suoi occhi tornarono di quel marrone intenso che sempre l’ aveva caraterizata.
“Parli della guerra, di Madara.. lui ha ucciso i miei genitori!”
“Si, si ripeterà e queto è l’ unico modo per fermarli!”
La ragazza annuì, aveva perfettamente capito , le era tutto più chiaro, era una tragedia inevitabile ma infondo era giusto così..
“Ti aiuterò”
Scosse la testa.
“so che lo farai ma non ti lascerò uccidere nessuno hai già sofferto abbastanza!”
“Per questo posso portare più dolore, non serve che lo faccia tu!”
“Devi proteggere Sasuke, quando io non ci sarò! Non gli impedire di odiarmi lui diventerà più forte grazie a questo!”
“Io non…”
“Machi non devi piangere!”
Annui.
“lo farò!”
“non avevo dubbi!”
Itachi si alzò e le sorrise un'altra volta.
“Ci rivedremo Itachi?”
“Certo…”
Poi se ne andò lasciandola lì pietrificata in mezzo a tutto quel verde senza speranza.
 
 
Tolse le mani dal viso e si voltò,Tobi era lì a fissarla.
“Hai finito di piagnucolare? Sasuke ti cervava!”
Si alzò imperterrite e impassibile non aveva intenzione di rispondere a nessuna provocazione.
“che succede?”
“ Il Team Falco è arrivato”
.

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Capitolo 5
*** Team Taka. ***


 
CAPITOLO V
Team Taka.

Sasuke rimase solo dentro all’ oscuro covo dell’ Akatsuki, resosi conto di avere ucciso l'unica persona a cui era legato, decise che il suo ultimo obiettivo sarà la totale distruzione del Villaggio della Foglia responsabile del sacrificio di Itachi.LE parole di Tobi, o per meglio dire Madra gli rimbombavano incessantemente nella testa:
Col tuo sharingan non hai visto nulla del vero Itachi. Non hai svelato nessuna delle sue illusioni. Itachi ha ucciso i suoi amici, ha ucciso i suoi superiori, ha ucciso la sua amata,ha ucciso suo padre,ha ucciso sua madre,ma non ha saputo uccidere il suo fratellino e la sua amica,l'uomo ha versando lacrime di sangue e soffocando ogni sentimento sterminò i propri consanguinei per il bene del villaggio proprio non ce la fece ad uccidere te e lei. Capisci cosa significa? Che per lui la vostra vita valeva più del villaggio. Vi protesse fino all'ultimo secondo della sua vita, anzi donandoti un nuovo potere cercò di proteggerti anche dopo la propria morte. Facendo in modo che tu lo uccidessi ti fece diventare l'eroe della foglia che vendicò il clan Uchiha.
Consumato da una malattia sentiva che la sua morte era prossima ma per il suo amatissimo fratello sopravvisse ingozzandosi di farmaci per combattere con te e morire davanti a te.
Per mantenere la pace nel villaggio della foglia e soprattutto per te Sasuke e per Machi ha scelto di morire e di farlo come un criminale e un traditore. Ricevette i marchio d'infamia in cambio dell'onore e l'odio in cambio dell'affetto ma nonostante tutto Itachi morì felice.
Felice per avervi affidato il nome degli Uchiha portando la verità con se nella tomba."

Stentava a crederci, non voleva crederci. Avrebbe preferito continuare ad odiarlo, a vivere sapendo di aver ucciso un assassino crudele e spietato piuttosto che un martire che senza ritegno ha sacrificato le propria vita per il bene del villaggio, per il suo bene..
Più si sforzava e meno ci riusciva, tentava di rimettere a posto i pezzi di un puzzle senza avere in mente un’ immagine ben precisa, si ritrovava così a smontarli ogni volta e ricominciare da capo creando sempre più confusione, nessuno dei pezzi sembrava più combaciare.
Si rese conto che tutto ciò per cui aveva vissuto fin ora era sbagliato e inutile. Una anzi due o per meglio dire tre vite stroncate da un ideale sbagliato ma, la colpa non era sua, come poteva saperlo?
Era senz’ altro dell’ Hokage, del villaggio,nessun altra spiegazione poteva aver senso in quel momento, era l’ unica motivazione alla quale Sasuke poteva attaccarsi per vivere.
Ora non era il momento per pensarci, il Team Taka era arrivato.
 
 
Machi distinse nell’ oscurità tre figure,ad occhio e croce le sembrarono una ragazza e due ragazzi più Sasuke ma non ne era poi tanto sicura. Con passo deciso e fiero si avvicinò silenziosamente fino a che non ne definì in modo esatto i contorni e i tratti più particolari, non c’ era bisogno di presentazioni, sapeva già chi fossero:
Karin Uzumaki, un ninja traditore del’ villaggio dell’ Erba, fu poi guardiana del nascondiglio di Orochimaru.
e

Suigetsu Hozuki, è in possesso della mannaia decapitatrice di Zabuza e ha l'abilità di poter di fondersi con l'acqua e manovrarla a suo piacimento, per tale motivo fu catturato da Orochimaru.
Infine vi è Jugo, fu arruolato da Orochimaru che gli impiantò il segno maledetto.
 
I Tre squadrarono la giovane Uchiha  esaminandone ogni singolo dettaglio, dal colore degli ochi all incurvatura della bocca, ai vestiti che indossava.
“Lei è Machi, è un Uchiha come me, da ora in poi farà parte del team Taka!”
Nessuno osò ribattere, Sasuke si comportava come un vero leader ottenendo il rispetto di ogni singolo membro del Team.
“Bhè allora non è vero che eravate tutti morti!”
“Taci Suigetsu, sei sempre il solito”
Karin si aggiustò gli occhiali dalla montatura fine e nera, facendoli scorrere delicatamente lungo il naso poi continuò: “Chi ci dice che sia alla nostra altezza, a vederla non mi sembra un gran che!”
“Non, ti preoccupare so cavarmela molto meglio di quanto tu possa pensare!”
La ragazza dai capeli rosi diede un pacca sulla spalla a Jugo, che sembrò non gradire molto.
“Hai sentito?! Si crede davvero forte!”
“Smettila Karin!” Sasuke la investì con uno sguardo glaciale, costringendola al silenzio “..al momento giusto ci mostrerà la sua forza!”
I tre annuirono senza alcuna convinzione, Machi d’ altro canto gli sorrise timidamente.
Si era cacciata in una assurda situazione e senza Itachi era davvero così difficile pensare lucidamente ma non doveva pensarci, faceva troppo male.
“Ora muoviamoci, abbiamo una missione da compiere!”
Nei silenzi di Machi era sempre racchiuso
Un pensiero per lui…
 
Oh Itachi… tu sei sempre stato il mio salvatore. proprio come quando ero piccola e se cadevo mi portavi in spalla fino a casa, oppure quando dovevo allenarmi e senza ritegno venivo da te per dei consigli e tu non ti lamentavi, ti sedevi accanto a me anche se avresti avuto un pomeriggio libero da trascorrere come preferivi, anche se io  ero un’ emerita seccatura.
Adesso è la stessa cosa, non posso cancellare la solitudine che ho provato da quando te ne sei andato via, non posso non pensare alle tue ultime parole e al tuo sorriso ma, nel punto più buio della mia anima c’è una piccola luce che splende ed anche se è seppellita dalla tristezza, dalla rabbia e dal dolore,riesce a splendere così forte che riesco a percepirne il calore.
Quella luce sei tu e questa volta non ti spegnerai. 

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Capitolo 6
*** Vecchie conoscenze. ***


CAPITOLO VI

Vecchi conoscenze.
 “Partiremo domani all’ alba, ora Machi deve riposare!”
La ragazza scosse la testa contrariata, non aveva intenzione di essere un peso e di mostrarsi debole davanti a loro, anche se infondo lo stava diventando.
“No, possiamo partire ora, io sto benissimo!”
Si sforzo di sorridere ma oramai la sua abilità nella finzione si stava sgretolando lasciando spazio a quelle che erano le sue vere emozioni. In quella frazione di secondo in cui le labbra di Machi si piegarono a formare una lieve curva, Sasuke intravide il sorriso del fratello e in quell istante capì quanto dolore potesse esserci dietro  ma, lui all’ epoca protetto dalla sua ingenuità di bambino, non l’ aveva ancora capito.
“Sei sicura?”
“So badare a me stesa Sasuke!”
Ora quella smorfia era sparita per lasciare spazio ad un espressione glaciale, indecifrabile.
“Quando avete finito di discutere possiamo partire?!”
Karin si portò una mano nei suoi lunghi capelli rossi e con un rapido gesto li spostò dal viso,Machi non capiva l’ ostilità di quella strana e presuntuosa ragazza che ad occhio e croce non le sembrava poi nemmeno così forte.
“Si Karin andiamo!”
Si avvicinò all’ Uchiha, lo prese a braccetto e senza ritegno alcuno poggio la testa sulla sua spalla del ragazzo che non sembrava gradire poi così tanto ma non disse niente, d’ altro canto respingendola non avrebbe ottenuto niente.
Machi arricciò il naso e rimase a fissare quella scena assurda, era talmente concentrata che le parole di Suigetsu  l sembrarono un’ assurdo sottofondo a quell’ insolito quadretto:
“Non farci caso lei è pazza di Sasuke ma lui non la calcola nemmeno per sbaglio!” Rise mostrando i suoi denti da squalo “penso ti veda come una minaccia..”
“Io una minaccia a cosa?”
“ Vuoi sposare Sasuke!”
“No sto bene così ma ti ringrazio!”
Eppure Machi avrebbe dovuto capirlo, fin dal primo istante che l’ aveva vista un’ assurda idea continuava a martellargli nella testa. Karin assomigliava a Sakura:
Entrambe credevano di essere veramente forti ma evidentemente non era così, con il tempo Saukura si era rivelata solo d’ intralcio per qualsiasi missione e Karin avrebbe fatto di sicuro lo stesso.
Entrambe la odiavano, così senza motivo, ritenendola una minaccia, un ostacolo tra loro e Sasuke ma lei non ha mai avuto intenzione di essere d’ intralcio al loro amore.
Ricordò una volta in cui Sakura tentò di chiuderla dentro casa per  prendere il posto in accademia vicino a Sasuke oppure tentò di avvelenarla offrendogli uno strano miscuglio di erbe ma furono tutti emeriti fiaschi.
“Muoviamoci dobbiamo catturare l’ Hachibi”
“Andiamo!”
Ripeterono Jugo Suigetsu e Karin in coro.
 
La strada era molta e il tempo era poco, e in queste circostanze gli imprevisti sono all’ ordine del giorno. Fu Jugo ad accorgersene per primo.
“Fermatevi, ci stanno seguendo!”
“Chi?” chiese Sasuke.
“I ninja della foglia”
“Dobbiamo fermarli!” sintetizzò Suigetsu.
“Vado io,  vi raggiungerò più tardi!”
“Ok Machi, sbrigati!”
 
La giovane dovete percorrere solo pochi metri prima di trovarseli davanti, erano proprio loro, non poteva essere diversamente:
L’ Ex Team 7 al completo più il nuovo  componente, Sai.
Nessuno professò parola per qualche minuto, era da moltissimo tempo che non si vedevano, eppure una volta facevano parte della stessa squadra, avevano gli stessi obbiettivi ma sogni molto diversi.
Naruto cominciò a guadarsi in torno con aria preoccupata, i suoi occhi iniziarono a scandagliare ogni ancolo di quell bosco per poi tornare sull ex compagna.
“Dov’è Itachi? Di solito voi dell’ Akatsuki vi muovete sempre in coppia!”
Con un gesto quasi impercettibile, Mschi si portò la mano al collo aprendo uno spiraglio nel mantello, sentiva il cuore più leggero con addosso la collana di Itachi, quella che le aveva regalato l’ ultima volta che si erano visti.
“Non ti preoccupare, Itachi non verrà, ne ora ne in futro, non lo rivedrete mai più… è morto!”
Chinò la testa, quelle parole pungevano come lame “ E’ stato Sasuke!”
Non nascosero lo shock e il disgusto, i loro occhi si spalancarono a quelle parole.
“Hai visto Sauke? Dov’è?”
“Questo Saukura non ti riguarda!”
“Certo che mi riguarda, riguarda tutti noi!”
“Stai Zitta!” La glacialità di quelle parole la costrinse al silenzio immediato ma, non fu la stessa cosa per Naruto.
“Se non vuoi dircelo con le buone maniere passeremo a quelle cattive… Kage Bunshin no Jutsu”
Machi sorrise divertita “ancora quella Tecnica!” la usava dalla prima volta che l’ aveva visto combattere, anche se il numero di copie era aumentato “Se la metti così userò anche io le vecchie maniere! Hi no ha no Jutsu!”
Centinaia di lame infuocate cominciarono a spuntare dalle mani della ragazza propagandosi in ogni dove, le copie create da Naruto scomparvero in pochi secondi e di colpo i ninja della foglia si ritrovarono imprigionati da dei fili incandescenti.
“L’ hai perfezionata vedo!”
Kakashi le sorrise amaro “sha…”
“Sei troppo lento Maestro!” gli occhi di Machi erano già cambiati, il suo Sharingane era attivoda tempo, compose velocemente i sigilli “Tigre, cane , bue, serpente… Suiton Genjutsu” era una delle sue arti illusorie preferite, il nemico viene imprigionato da una fitta nebbia che gli provoca un assurdo terrore con successivo crollo mentale.
 
Sarebbero stati blocati per un poco, il suo lavoro era terminato.




Angolo del' autrice:
Innanzitutto spero che la storia sia di vostro gradimento! 
Il rapporto tra Machi e Itachi che ho nella mia mente è molto complicato e difficile da esprimere a parole e non credo di riuscire a farlo sempre nel migliore dei modi per cui ho trovato una canzone che sembra descrierlo appieno, 
http://www.youtube.com/watch?v=Sw7tl5Xu9yY spero vi piaccia :)

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Capitolo 7
*** I tuoi occhi mi appartengono. ***


 

CAPITOLO VII:
i tuoi occhi mi appartengono”
 

 

Persa nei suoi pensieri, Machi non si rese conto di averci messo più del previsto a sistemare quegli invadenti ninja della pioggia, oramai la battaglia contro la copia dell’ Hachibi dovrebbe essere terminata, meglio così non aveva alcuna voglia di combattere, non si sentiva ancora in piena forma ma davanti al Team Taka non lo avrebbe mai ammesso. Ora doveva farcela da sola, nessun’ aiuto era contemplato ma ce l’ avrebbe fatta a sostenere un peso così tanto grande?
Un dolore così immenso che la rendeva così stupidamente debole  e indifesa come mai era stata in vita sua, ce l’ avrebbe mai fatta a trovare la luce in fondo al tunnel?
Lei non ci credeva più.
Quando finalmente arrivò, il campo di battaglia era orami sgombro.
Quel luogo situato nel Villaggio della Nuvola sembrava essere stato investito da un enorme ciclone oscuro; le rocce delle pareti di quella montagna erano completamente frantumate, il suolo era cosparso di crateri ovunque dedusse che fosse stata opera di Jugo.
Machi continuò a guardarsi in torno con attenzione, notò alcune scie di sangue, le seguì con gli occhi fino a che non si dissolsero nell’ acqua, Dove diavolo erano finiti?
Fece qualche debole passo in avanti e senza quasi rendersene conto il suo sguardo si posò su di un’ isoletta fatta di roccia in mezzo a quel enorme lago, credette di intravedere una caverna, aveva ragione era proprio lì che si trovavano.
“Brutta stronza!”
Karin l’ aggredì senza ritegno ma fu trattenuta da Jugo.
“Volevi che morissimo! Guarda, Sasuke è ridotto male e Suigetsu a rischiato la vita e TU! Tu te ne andava spasso tranquilla insieme ai ninja della foglia!”
“ se vi avessi voluto morti, vi ucciderei ora con le mie stesse mani!”
“Provaci stronza!”
“STAI ZITTA KARIN!”
Un grido straziante e glaciale provenne dall’ altra parte della caverna, Machi fece qualche passo in avanti e la prima cosa che notò fu il corpo di Killer Bee disteso a terra vicino a Sasuke, fortunatamente era solo una copia.
“Stai bene Sasuke?”
Il ragazzo continuava a tenersi la mano sull’ occhio destro, non osò nemmeno alzare la testa per il troppo dolore.
“ Dimmi Machi chi c’ era oltre all’ Hokage? Chi affidò quella missione a Itachi?”
Esitò prima di parlare, aveva paura che ogni sua parola fosse soppesata in maniera errata dal coetaneo.
“Danzo .. ma non devi  preoccuparti è morto!”
“Chi l’ ha ucciso?”
“Sono stata io!”
Per la prima volta  dopo anni i due si guardarono negli occhi e fu come se per un attimo i loro pensieri si fusero in un unico grande dolore.
“Scusate se vi interrompo!” la voce di Jugo echeggiò tra le pareti di quella caverna.”Dobbiamo portare Suigetsu in un altro luogo, dove Karin potrà curarlo e dobbiamo consegnare l’ Hachibi a Tobi così avremo saldato il nostro debito!”
“Andate!” sintetizzò Sasuke.
“Ma…”
“Muovetevi non abbiamo tempo da perdere!”
Senza dire più una parola Jugo e Karin sparirono e si portarono dietro anche i due corpi inermi di Sigetsu e del Bue ad otto code.
 
“Perché lo hai ucciso!”
“Era una missione, ho eseguito gli ordini!”
“ha sofferto?”
“Credo di si!”
Machi si tolse il mantello dell’ Akatsuki e con un gesto di rabbia lo lanciò a terra in una pozzanghera di fango e melma poi quasi d’ istinto urlò “Karyūdan” e dalla sua bocca uscirono dei proiettili di fuco che lo bruciarono senza pietà.
“Sei impazzita?”
“Non vado fiera di quello che ho fatto, devo rimediare ai miei errori!
Il ragazzo annuì e alzandosi in piedi notò  la collana che portava addosso la compagna, tentò di non farci caso, cercò di non guardarla ma non ci riuscì, si sentiva come ipnotizzato da quell’ oggetto che almeno in minima parte racchiudeva l’ essenza dl fratello.
Lei se ne accorse e abbassò la testa frustrata “Me l’ ha regalata l’ ultima volta che l’ ho visto, prima che venisse da te!”
“Quindi tu sapevi.. perché non lo hai fermato?”
Era una domanda alla quale non aveva ancora risposto e aveva paura di farlo, si sentiva un’ incapace, una stupida anche se forse non lo era.
Ci mise un po’ a formulare un pensiero logico, a mettere in fila una sciocca e tagliente frase.
“..Sapeva che non gli e lo avrei lasciato fare, sapevo che se ti avesse affrontato sarebbe morto per questo mi bloccò in un illusione molto pentente ..”
Annuì.
“Non hai alcuna colpa”
Forse era così ma lei non lo credeva, se fosse stata più forte, più abile, avrebbe spezzato quell’ illusione in meno tempo e forse lo avrebbe salvato.
Ma come si può salvare una persona che ha già deciso di voler morire? Come si può impedirgli di portare a termine il suo oblio?
Non si può. Oramai aveva deciso da tempo, aveva pianificato tutto in ogni singolo dettaglio.

 
“sei cresciuta così tanto..”
Machi si voltò e nella penombra della sua stanza lo vide. Era esattamente come l’ ultima volta che si erano visti  sette anni prima, i capelli legati in quella lunga coda nera, gli occhi neri e profondi e quel sorriso malinconico.
Aveva sentito dire che due membri dell’ Akatsuki si aggiravano per Konoha ma non immaginava che uno di essi fosse proprio lui, Itachi Uchiha.
“I- Itachi…!”
Le aveva promesso che sarebbe tornato, ogni giorno sperava di rincontralo, per tutta la sua vita aveva scrutato tra la gente nella speranza di rivederlo. Lo aveva cercato negli occhi di Sasuke ogni giorno anche se oramai erano pieni di odio.
“ Te l’ avevo promesso ricordi?”
Fece qualche passo in avanti poi prese la mano della ragazza, se la portò al cuore e la strinse forte, tutti questi anni senza sapere che fine avesse fatto erano stati strazianti, la sua paura più grande era che il dolore la cambiasse e l’ odio prendesse l sopravvento ma bastò quel leggero tocco per capire che era rimasta esattamente come l’ ultima volta che l’ aveva vista.
“Credevo fosse facile, andarmene e vivere una vita non mia, ma in quei giorni oscuri in cui volevo dire tutte le parole che mai ho osato pronunciare pensavo a te. Il mio dolore è così forte che nessuno può salvarmi ma, l’ unica cosa che so è che se tu credi nella mia anima non avrò bisogno di parole per farti capire ciò che sento davvero..”

 
“Aaaa..”
Sasuke emise un gemito straziante e poi cadde a terra martoriandosi l’ occhio destro con la mano.
“Sasuke…!”
“Che mi succede Machi?”
Il momento era giunto.
“..Credo che sia colpa del Mangekyō Sharingan, devo trapiantarti dei nuovi occhi?”
“Che stai dicendo? Quali occhi?”
“Quelli di Itachi!”
“Come mai?”
“Non devi abusarne o rimarrai ceco… hai attivato il Susano?”
“Si!”
“Non abbiamo più altro tempo..!”
Prese Sasuke in spalla e si diresse verso la tomba del clan
.
  

.. i tuoi occhi mi appartengono Sasuke.

 

Ora era ironicamente il contrario.

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Capitolo 8
*** I tuoi occhi mi appartengono-parte due. ***


CAPITOLO VIII:
I tuoi ochi mi appartengono parte due.

Dover prendere gli occhi a Itachi fu come  privare il mondo della luna, spogliandolo così della sua stessa essenza.
Ogni gesto di Machi fu soppesato con la minima cura ed anche se lei non era un ninja medico cercò di ottenere la massima precisione da quell ingrato lavoro,  tentava di concentrarsi il più possibile sui gesti delle mani e sullo scorrere inesorabile del suo chakra per  evitare di scoppiare in un pianto isterico e folle.La rabbia che viene trattenuta troppo a lungo, scava un fosso nel profondo. Lì dentro ci vanno a finire tutte le parole non dette al momento giusto. Le urla taciute. Le proprie ragioni mancate. Poi, come tutti i fossi che non sono stati ripuliti, non accetterà più nemmeno una goccia di dolore. E tracimerà. E forse lo farà in uno di quei momenti da niente. Che poi gli altri si domanderanno - Ma è impazzita? –
Ma cosa c’ è di pazzo in un urlo glaciale di dolore? Esso vivrebbe lo stesso maturando dentro di lei..
Chi è il vero folle? Chi urla o chi tace mentre muore dentro?
Qual’ è la differenza?
Sasuke la guardava, come si guarda un animale sofferente in vetrina; non si può far altro che osservarlo sperando che quegli sguardi allevino almeno di poco il suo male di vivere, qualunque esso sia.
Nonostante i suoi occhi bruciassero e la sua vista sembrava calare progressivamente il suo sguardo rimase fisso su di lei: scrutò ogni sua espressione, ogni sua smorfia e ogni suo gesto cercando di scovarne il significato più profondo ma non fu semplice, notò solo che ogni volta che ripeteva un sigillo si mordeva il labbro inferiore con tanta violenza, quasi a volerlo strappar via. Per un attimo la rivide da piccola mentre con dedizione e fatica ripeteva le tecniche apprese all’ accademia, era capace rifare quei gesti un infinità di volte fino a raggiungere l’ estrema perfezione ma poi all’ ennesimo tentativo si fermava e gli sorrideva  piena di gioia, questa volta però quel sorriso non sarebbe arrivato, ne era sicuro.
“Ho fatto!”
Non si voltò nemmeno verso di lui, rimase a fissare il cadavere di Itachi privo dei suoi bellissimi e potenti occhi, si sentiva come pietrificata. In torno a lei si era creato il vuoto. C’era talmente tanta roba nella sua testa che il mondo fuori lo sentiva appena, passava come un’ ombra, la vita era tutta nei suoi pensieri.
Poi quasi con un gesto puramente istintivo calò il lenzuolo volto di Itachi e gli accarezzò la guancia gelida.
“Avvicinati Sasuke!”
Obbedì senza esitazione alcuna e si sistemò di fronte a lei.
Questa volta ci mise molto meno, non curò ne i gesti ne il flusso del chakra, non puntava alla perfezione.
“Ecco ora sei apposto!”
Sasuke aprì gli occhi e guardò la ragazza che a sua volta lo fissò con aria smarrita. Ora aveva gli occhi di Itachi, avrebbe potuto vederli sempre, ogni singolo giorno. Un’ inaspettata allegria la pervase per circa un secondo poi però l’ abbandonò di nuovo nel baratro.
Aveva i suoi occhi, certo, ma non era Itachi.
Nessuno sarebbe potuto essere Itachi.
 
“Machi mi dispiace?”
“Di cosa?”
“Di tutto questo..”
La ragazza incredula sorrise scuotendo leggermente la testa.
“non ti preoccupare io devo portare questo peso non tu!”
“Perché?”
“E’ la mia condanna Sasuke, ognuno ha la sua!”
Lo superò di qualche passo senza dire una parola.
“ … Ho fatto troppi errori e devo pagarne le conseguenze ma Itachi …. Lui sarà sempre nel mio cuore. Non avere qualcuno vicino non t’impedisce di averlo dentro. E se ce l’hai davvero dentro non riuscirai a lasciarlo lontano.”



 
Angolo dell’ autrice:
In questo caso dovrei scrivere: angolo della sclerotica!
Sono arrivata ad un punto in cui la mia confusione mentale (dovuta a vari problemi) mi impedisce di dare un apparente nesso logico alla mia storia, quindi mi scuso in anticipo se vi sembrerà un poco insensata ma non riesco davvero a rendermene conto.
Rimedierò il prima possibile!

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Capitolo 9
*** Ti amo per cui ti uccido. ***


CAPITOLO IX:
Ti amo per cui ti uccido.

Intanto al villaggio della Foglia …
 
“Quindi vi siete fatti sfuggire Machi?!... Kakashi da te non me lo sarei aspettato”
Non osò dire niente, si limitò solo a chinare la testa dispiaciuto. Non si sarebbe mai aspettato che la buffa e sorridente ragazzina avuta come allieva sette anni fa sarebbe diventata un potente ninja traditrice nonché membro a pieno titolo dell’ Akatsuki.
“Vi ha almeno detto qualche cosa?”
“Ha detto che Itachi è morto ed è stato Sasuke ad ucciderlo!”
La risposta di Naruto fece cambiare espressione all Hokage: il suo viso da teso e arrabbiato si rilassò senza però nascondere una certa preoccupazione. Sasuke aveva davvero ucciso il fratello?
Stentava a crederci. Il sogno di vendetta di quel assurdo e scorbutico ragazzino si era davvero avverato?
“ Sia Machi che Sasuke sono considerati oramai ninja traditori del villaggio se ne avrete l’ occasione dovete ucciderli!”
L’ intero Team 7 annuì poco convinto, sapevano che non ne sarebbero mai stati capaci anche se in realtà era la cosa giusta da fare, più volte avevano tentato di riportarli indietro ma senza ottenere alcun risultato.
Sasuke era orgoglioso e Machi era testarda ed avevano scelto liberamente la loro strada senza pentimenti, oramai erano davvero dei traditori.
 
 
Shikamaru stava ancora dormendo quando qualcuno bussò violentemente alla sua porta. Il frastuono provocato da quei veementi colpi cominciò a rimbombargli nelle orecchie costringendolo a tornare al mondo reale e con estrema calma e non curanza fu costretto ad andare a aprire la porta con la speranza che non fosse l’ ennesima seccatura ma, la fortuna oggi non girava dalla sua parte.
“Sakura che ci fai qui?”
Si strofinò entrambi gli occhi cercando di mettere a fuoco l’ immagine nitida della ragazza. Era vietato svegliare Shikamaru nel mezzo di una giornata assolata e molto calma anzi, era vietato svegliarlo sempre.
“Devo parlarti!”
“Senti ora  ho sonno ne parliamo più tardi”
Fece per accostare la porta e chiuderla in faccia a quella seccatura ma Sakura fu più rapida e la bloccò con un piede.
“Ho visto Machi!”
Di colpo gli occhi del ragazzo si aprirono e per la prima volta in quei dieci minuti riuscì a delineare i tratti del viso della compagna,  non sembrava scherzare.
Ricordava ogni singolo particolare dell’ Uchiha,  dal colore dei capelli alla forma delle orecchie , alle fossette che le si formavano agli angoli della bocca quando sorrideva ma più di tutto ricordava chiaramente il giorno in cui l’aveva vista indossare il mantello dell’ Akatsuki:

 

“Lo senti anche tu il dolore non è vero …”
Hidan rideva di gusto un secondo prima di compiere il suo rito e di uccidere Asuma Sarutobi.
Shikamaru vide il suo amato maestro cadere a terra in una pozzanghera di sangue,
tentò di avvicinarsi ma le ferite riportate gli permettevano solo di strisciare lentamente al suolo, qualcuno però con indosso il mantello dell’ organizzazione alba e un cappuccio nero lo precedette di qualche metro.
A quel punto il giovane del clan Nara si alzò e nonostante il dolore cominciò a correre.
“Non ti  avvicinare..”
La misteriosa figura fece finta di non sentirlo e si accucciò vicino al corpo dell’ uomo, Shikamaru la raggiunse in pochi istanti.
“Mi dispiace è morto!”
Incredulo e sconvolto, il ragazzo si accasciò sopra il corpo senza vita di Asuma
E cominciò a versare lacrime di dolore e disperazione.
“Mi spiace Shika..”
La voce proveniva da quella persona dinanzi a lui e c’ era solo una persona che lo chiamava in quel modo.
Alzò la testa scioccato e questa volta la riconobbe. Era Machi.
La ragazza si alzò in un impetuoso scatto d’ ira togliendosi il cappuccio.
“HIDAN! KAKUZU! Mi avevate promesso che
Non ci sarebbero stati spargimenti di sangue!”
“Non fare la frignona Machi!”
Le guancie della ragazza erano rigate di lacrime, come avevano osato?
Si voltò verso l’ amico.
“Shikamaru mi dispiace così tanto, mi dispiace,
non volevo che finisse così, non volevo che qualcuno soffrisse, sono io l’ unica
che deve star male.
Non tu.
Non Ino.

Non Choji.
Non Kurenai.
Io e solo io.”

 
 

“So dove si trova e con lei c’ è anche Sasuke!”
“Dove?”
“Itachi è morto e credo che siano andati alla tomba del clan a seppellirlo!”
Shikamaru non capiva dove volesse arrivare.
“ Io voglio uccidere Sasuke! Lo amo ma devo farlo per il bene di questo villaggio. Lo amo e devo essere io a togliergli la vita!
Non ti dico di uccidere Machi perchè so che non lo faresti ma almeno potrai rivederla e i tuoi dubbi cesseranno di tormentarti. Partiremo ora, io e te. Nessun’ altro lo verrà a sapere”
Il giovane Nara mise una mano sulla spalla della ragazza e le sorrise malinconicamente.
“Grazie Sakura..”

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Capitolo 10
*** Il tuo amore è troppo debole. ***


 
CAPITOLO X:

Il tuo amore è troppo debole

 

Shikamaru preparò le sue cose con estrema fretta e precisione: mise gli Shuriken nell’ apposita tasca posteriore dei pantaloni, posizionò alcuni kunai in quella anteriore ed infine aggiunse qualche Fukibari al suo armamentario.
Non voleva fare del male a Machi, non ne avrebbe mai avuto il coraggio ma se davvero fosse diventata la ninja spietata e senza cuore che tutti dipingevano, a quel punto ma, solo se strettamente necessario, l’ avrebbe attaccata. Senza ucciderla, certo, si sarebbe limitato a qualche graffio, contusione o in casi estremi sarebbe ricorso alla cattura.
Nella sua testa stava cominciando a calcolare ogni possibilità:
Se fosse davvero una traditrice come molti dicono per quale motivo avrebbe pianto sul corpo di Asuma? Perché ha ucciso Danzo? E se avesse fatto tutto per un motivo, per uno scopo superiore?
Si era possibile, ne era quasi certo. Lei aveva in mente qualcosa, un bene più elevato e non le importava del giudizio della gente.  Alla fine tutti fanno quello che "è giusto fare", come se ci fosse un'idea di giusto valida per tutti. Pochi hanno il coraggio di fare davvero del bene…
 
“Sei pronto Shikamaru?”
“Si Sakura ho fatto!”
Uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle . Aveva gli occhi gonfi di chi piange di nascosto e le labbra stanche di chi sorride per finta.
“Stai bene?”
“Si..andiamo per favore”
“Ok!”
Sakura lo capiva benissimo, l’ amore a volte ti distrugge dentro, ti divora ma più cerchi di occultarlo più diventa doloroso e alla fine scoppi in un pianto senza tregua che ti fa vomitare l’ anima e alla fine rimani vuoto dentro, non riesci a provare nessuna emozione.
 
Per tutto il tragitto non si dissero una sola parola, ognuno era immerso nei propri pensieri e insicurezze.
Nessuna parola al mondo sarebbe stata utile a rompere quel silenzio, a volte parlare è assolutamente inutile.
Il tragitto fu breve ma quando i due ninja della foglia si trovarono di fronte ai due Uchiha gli embrò di aver percorso una strada infinita verso l’ inferno.
 
“Shikamaru- kun”
Machi non sembrò essere sorpresa nel vederlo, gli sorrise come si sorride ai vecchi amici che, per una ragione o per un’ altra non si vedono da tempo, e che nonostante tutto si vogliono ancora bene.
“M.. Machi!”
Il giovane Nara notò un solo cambiamento in lei: non portava più il mantello dell Akatsuki. Perché?
Questa volta non avrebbe dovuto ipotizzare niente, era lì e poteva chiederglielo.
“P-Per quale motivo non hai il mantello dell Organizzazione alba?”
La ragazza si portò una mano dietro alla testa e cominciò a ridere di gusto.
“Mi si è bruciato.. sai com’è sono un po’ sbadata!”
Shikamaru sapeva bene cosa volesse dire:  quando erano più piccoli si sfidavano sempre a dama e ogni qual volta la giovane e inesperta Uchiha perdeva con un gesto palesemente studiato buttava all’ aria la scacchiera e se ne usciva con frasi fatte “OPS quanto sono maldestra”.
Ora stava facendo la stessa cosa e n fu sollevato, aveva deciso di distruggere quell’ odiato mantello.
 
Sakura non aveva voglia di discutere, doveva fare quello che si era promessa il più presto possibile.
Un gesto rapido e indolore.
Mentre i due traditori erano impegnati in una noiosa discussione con il giovane, la ragazza piombò in un rapido scatto dietro a Sasuke puntandogli un kunai alla schiena.
Machi scoppiò in una risata isterica senza precedenti.
“E tu vorresti ucciderlo con un Kunai?”
“Devo ucciderlo!”
Sasuke non si voltò ma seguì la ragazza in quella folle risata.
“Su avanti uccidilo che aspetti?”
Le mani di Sakura cominciarono a tremare, e non riusciva più a reggersi in piedi. Si rese conto per la prima volta che non ce l’ avrebbe mai fatta, il suo amore era troppo forte o non era forte abbastanza?
“Sei sempre la solita Sakura, sei un incapace!”
“Sei la solita lagna!”
Terminata la frase Sasuke si voltò colpendola così violentemente da farla cadere a terra tramortita.
La ragazza si sentiva oramai talmente debole da non riuscire nemmeno ad alzarsi, che stupida. Pensava davvero di riuscire ad ucciderlo? Credeva d’ avvero si averne la forza fisica e mentale?
Semplicemente non riusciva a rendersi conto che la cosa, o per meglio dire la persona, che odiava tanto era la stessa che le mancava quando non c’ era.
Chiuse gli occhi e si abbandonò a se stessa.
“ora dobbiamo occuparci dell’ altro!”
“Ci penso io!”
Machi si portò davanti all’ impavido ninja di Konoha poi quasi d’ impeto urlò :” Howaito sakkaku no jutsu!”
 
 
Il bianco intorno a loro due era talmente intenso da dargli fastidio a gli occhi, a Machi invece non sembrava recarle alcun danno.
“Dove siamo?”
“Non ti farò del male Shika..”
“Cos’è questo posto?”
Cominciò a guardarsi in torno preoccupato.
“E’ un’ illusione, un mondo parallelo dove nessuno può vederci o sentirci me l’ ha insegnato itachi..!” sospirò “Ora dimmi, perché sei arrivato fin qui?

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Capitolo 11
*** Byakugan. ***


CAPITOLO XI:
Byakugan.

Machi era così bella con quel vestito lungo, i capelli incredibilmente sciolti e un enorme e sincero sorriso stampato sul suo bel viso.
Se ne stava lì alla finestra e la luce del caldo sole di primavera le illuminava il volto facendolo splendere più del solito, la brezza  le scompigliava i lunghissimi capelli color caramello facendoli ondeggiare dolcemente per la stanza impregnata della sua essenza...

 

“Shikamaru”
Due mani fredde e decise lo stavano strattonando con violenza, riprese conoscenza e con aria spaesata guardò il volto dell’ amico Neji Hyuga.
“N-Neji…”
Tentò di rialzarsi ma una fitta lanciante allo stomaco lo pervase, d’ istinto si andò a toccare la parte dolorante e con grande sorpresa si ritrovò ad ammirare la sua mano insanguinata.
Machi aveva davvero paura che la seguisse, così per non correre alcun rischio gli aveva provocato un profondo ma non mortale taglio allo stomaco con un kunai.
“Ci penso io non muoverti”
“Dov’è Sakura? Sta bene?”
Neji annuì indicando distrattamente un punto poco lontano da lui  dove, l’ amica  Ten Ten, stava curando le ferite riportate dalla ragazza.
“Chi ti ha fatto questo?”
“E’ stata Machi..”
Il giovane e spavaldo Hyuga trasalì e distogliendo la sua attenzione dalla ferita fissò con i suoi enormi occhi grigi l’ amico.
“Si proprio lei, Machi Uchiha!”

 
“Hey Neji”.. Neji aspettami per favore!”
Il ragazzo si voltò e notò che la giovane Uchiha lo stava rincorrendo.
“Cosa c’è Machi?”
“Devo chiederti un favore!”
Sorrise lievemente senza nascondere l’ imbarazzo.
“Certo, dimmi pure …”
“Devi insegnarmi ad usare il Byakugan!”
L’ espressione rilassata del ragazzo mutò
Lasciando spazio all’ incredulità.
“Che stai dicendo? Non puoi usarlo è un abilità innata del mio clan,
tu hai lo Sharingan, sei un Uchiha!”
La ragazza non si scompose, serrò le labbra e unì
Le mani fino a formare un mezzo sigillo,
chiuse gli occhi.
“Byakugan!”
Di scatto li riaprì:
Erano di un grigio tendente al bianco,
un colore indefinito.
Su entrambe le tempie due vene cominciarono a pulsarle.
“Come puoi farlo?”
Si rilassò e lasciò che i suoi occhi tornassero normali.
“Non ne ho idea, l’ ho scoperto da poco.
Forse quando ero piccola
I miei genitori me lo hanno impiantato rubandolo a qualcuno
Che non aveva il sigillo!
Itachi ha sempre detto che ero una bambina speciale
Forse si riferiva a questo!”
Neji era incredulo ma non potè negarle il suo aiuto.

“D’ accordo ti insegnerò!”

 
“Credo sia il momento di fare una pausa, hai fatto un ottimo lavoro.
Vado a prendere qualcosa da bere!”
Quando Neji tornò con in mano due tazze di thè verde,
Machi era raggomitolata su se stessa seduta su di una panchina.
Il ragazzo le porse il thè caldo.
“Quando avrò appreso a pieno questa tecnica
Voglio combinarla con lo sharingan!”
“Credi di esserne in grado?”
“Si..”
Entrambi presero una sorsata di quella bevanda squisita.
“Sai Neji, se ci riuscirò troverò il modo di toglierti quel sigillo maledetto dalla fronte!”
Il ragazzo sgranò gli occhi.
“Non puoi farlo!”
“Si che poso!”
“E’ il mio destino, non puoi cambiarlo!”
“Si, io posso invece!”
“non insistere!”
“Sei tu che non devi insistere! Il destino può essere cambiato Neji,
sta a noi crederci e agire di conseguenza.
Entrambi abbiamo vissuto momenti orribili
Ma siamo ancora qui.
Un motivo ci sarà non credi?”
Sorrise.
“Sei così diversa da Sasuke!”
“No, non è vero, credimi noi due siamo uguali!
Solo che io sono più brava a fingere!”

“fingere cosa?”
“Fingo di essere felice!”
“Anche io..”
“Bene allora fingiamo insieme!”

 
Neji prese Shikamaru e con delicatezza lo fece aggrappare alla sua schiena, non avevano tempo, non potevano fermarsi lì.
“Dove andiamo?”
“Al villaggio, c’è un emergenza. Pare che Kabuto abbia attaccato l’ isola tartaruga dove si trova Naruto e si dice che con lui ci sia anche Deidara!”
“Ma Deidara è morto”
“Non più..!”

 

Intanto ….


“Ora dove andiamo Sasuke?”
Non rispose, continuò a correre, sembrava ipnotizzato.
“Sasuke..”
“Dimmi Machi, non avresti voluto far del male a Shikamaru, vero?!”

La ragazza si fermò e abbassò la testa.
“No.. ne a lui ne a nessun altro!”
“A Danzo?”
“Si a Danzo si!”
Machi quasi in un impeto di rabbia afferrò il braccio di Sasuke costringendolo a voltarsi.
“io non sono mai riuscita ad odiare Itachi, mai. Ho odiato tutti coloro che lo hanno costretto a compiere questa missione suicida. Come si può chiedere a una persona di uccidere il suo stesso clan? I suoi stessi familiari? Come? Non l’ ho mai sopportato.”
Il ragazzo si voltò guardandola negli occhi, non stava mentendo.
“Allora è vero, noi non siamo poi così diversi!”

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Capitolo 12
*** La maschera. ***


CAPITOLO XI
La maschera.

Shikamru aveva quasi paura di risponderle, i suoi occhi gli facevano un pò paura, gli sembravano offuscati da un odio e una rabbia che non le se addiceva ma lei continuava a sorridere incessantemente come se fosse l’ unico modo per sentirsi ancora viva.
“Voglio sapere che ti è successo, non credo a tutte le storie che si dicono su di te. Non sei una traditrice lo sento..”
Machi non si mosse, non cambiò espressione, non lasciò trasparire una voglia immensa di abbracciare quel ragazzo che  aveva veramente capito la sua vera natura. Il problema era che doveva mentirgli ancora.
“Ti sbagli!”
“Allora uccidimi!”
Con estrema rapidità la ragazza estrasse un Kunai dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni, lo brandì con forza e sicurezza e si avvicinò al ragazzo. Passo dopo passo la sua spavalderia vacillò, la sua corazza cominciò a sgretolarsi e la sua maschera lasciò intravedere per una volta il suo viso distrutto.
A pochi centimetri dal giovane Nara le mani cominciarono a tremarle e il cuore a pulsarle tremendamente, lasciò cadere a terra l’ arma senza preoccuparsi delle lacrime che le solcavano il viso.
“Non posso..”
Ne era convinto, non avrebbe mai potuto fargli del male e il motivo era uno soltanto: non voleva.
Non voleva ne uccidere, ne tradire, ne scappare, ne colpire. L’ unica cosa che voleva era morire, morire velocemente senza soffrire perché nessun dolore fisico avrebbe mai potuto essere più forte di quello che si portava dentro.
“Shika, io… mi dispiace per tutto quello che ho fatto, mi odio per questo e mi odierò sempre ma dovevo farlo, capisci? E devo ancora… non mi importa di quello che la gente dice  di me e non mi importerà mai. Credono di sapere quello che sia giusto fare ma il problema è che loro non conoscono la sofferenza, il dolore e soprattutto la morte. Non sanno cosa significhi dover  scegliere di fare del male per ottenere del bene. L’ unica realtà che conoscono è la luce, non immaginano nemmeno cosa si provi a brancolare incessantemente nel buio senza trovare un appiglio con l’ eterna pura di cadere ad ogni passo.
Io non posso condannarli per la loro ignoranza e loro non possono accusare me di aver sbagliato senza sapere cosa provo.
Ti Prego Shikamaru – kun lascia stare, non pensare a me, non voglio che tu soffra un’ altra volta.
Vattene, lasciami sola in questo buio!”
Il ragazzo sgranò gli occhi esterrefatto poi subito li rilassò e sorrise con un’ infinita dolcezza.
Con un gesto flebile, delicato ma deciso le prese la mano senza però toglierle gli occhi di dosso.
“Quale buio? Guardati intorno, siamo circondati da una luce bianca che tu stessa hai creato, come può esserci del male in te? Il buio non ti appartiene, tu sei più forte di tutto questo. Il motivo per cui non riesci a vedere la luce è perché tu sei la luce e anche se intorno a te ci sono le tenebre riesci a splendere allo stesso modo e non mi importa se non ci crederai ma è così!”
Le lacrime di Machi cessarono di solcarle il viso e in uno slancio di affetto abbracciò l’ amico, nessuno a parte Itachi le aveva mai detto cose così belle, nessuno si era mai chiesto quale fosse il motivo delle sue folle decisioni. Nessuno tranne lui.
Per la prima volta dopo tanto tempo si sentì amata.
“Ti voglio bene Shika!”
“Te ne voglio anche io!”
La giovane Uchiha sciolse quell’ abbraccio e guardò per un ultima volta l’ amico, gli sorrise e poi con un rapido movimento lo colpì violentemente allo stomaco.
Uno,due,tre colpi fino a farlo stramazzare a terra indifeso.
“Perdonami..!”
Sciolse l’ illusione come se niente fosse accaduto e si rimise quell’ orrenda maschera di odio e i rabbia che non le si addiceva più.
“Ho fatto Sasuke andiamocene!”
Shikamaru ancora cosciente vide sparire i due Uchiha tra le montagne.
“No Machi, ti prego…!”
Riuscì a dire prima di svenire definitivamente.

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Capitolo 13
*** La guerra. ***


CAPITOLO XIII:
La guerra.

Machi correva silenziosamente dietro a Sasuke senza sapere dove il coetaneo volesse dirigersi, non si sforzò di chiederglielo un'altra volta, alla fine non le importava poi così tanto. Tutta la sua vita le stava scivolando davanti con una velocità tale da farle perdere la cognizione del tempo e dello spazio, oramai non viveva più, si lasciava vivere.
Le sue sensazione, non avevano più alcuna forma, non riusciva più a distinguerle eppure avevano una così forte influenza su di lei, ogni emozione la faceva sprofondar ancora di più verso un abisso nero ed oscuro ma oramai a lei non importava più, si era rassegnata, aveva rinunciato ad ogni minima forma di reazione, niente aveva più senso. Cosa ne sarebbe stato di lei?
Se lo era chiesta tante volte ma ora non le importava più, stava vivendo il suo peggior incubo:
La solitudine.
Una solitudine dovuta da una manzanza: le mancavano i suoi amici, le mancava la sua vita quela vera, quella dove c’ era Itachi e dove Sasuke le Sorrideva, quella fatta di missioni ninja di poco conto, di rivalità all’ accademia, di sogni, di ambizioni e di speranze.
La sua più grande paura era diventata realtà.

 
“Itachi ho una domanda per te!”
Il ragazzo seduto sul bordo di un pontile che dava sul lago la guardò sorridendo.
“Dimmi pure…”
“Quale è la tua più grande paura?”
L’ Uchiha si fece di colpo serio e con estrema delicatezza poggiò una mano
Sulla gamba della ragazza seduta accanto a lui.
“Perdere te..”
La guardò un'altra volta fissandola negli occhi.
“.. Tu mi dai la forza per andare avanti,senza di te probabilmente
Non ce l’ avrei fatta.
Tu ti sei sacrificata per me, hai dato l’ anima per me e
Io farò lo stesso…
E la tua più grande paura qual’ è?”
Machi poggiò lentamente la sua mano sopra quella di Itachi.
“Di perderti.
Ti prego non lasciarmi!”

Oramai erano in viaggio da ore, eppure non sembravano ancora essere arrivati a destinazione.
“Siamo quasi arrivati ma prima è meglio fare una pausa!”
Sasuke indicò un prato verde nel mezzo della foresta.
“D’ accordo!”
Si sedettero e mangiarono quanto rimasto delle provviste di Machi, anche se nessuno dei due aveva realmente fame.
“ Come stai Machi?”
“bene..tu?”
“bene..”
Frasi stupide dette per rompere il ghiaccio, parole a caso pronunciate da chi oramai aveva perso la voglia di comunicare. I due Uchiha nemmeno si guardavano, erano ad un metro di distanza eppure erano così lontani.
“Dimmi la verità..”
“non voglio parlarne Sasuke!”
Per lei quell argomento era diventato troppo pesante e forse anche troppo monotono.
“Non volevo chiederti di Itachi…”
“Ah! Dimmi!”
Distrattamente continuavano a mangiare fissando solo il cibo davanti a loro.
“E’ evidente che hai colpito Shikamaru, non ha riportatogli effetti di un illusione!”
“Era un illusione, una nuova tecnica!”
La ragazza non aveva alcuna voglia di discutere, di spiegargli. A quale scopo? Già le pesava aver colpito il giovane Nara. Avrebbe davvero voluto andare a spiegargli ogni cosa, lui avrebbe capito.
D’ un tratto Sasuke sorrise, Machi lo vide di sfuggita, distrattamente ma ne era sicura quella smorfia un poco strana era proprio un sorriso.
“Sasuke…”
Si guardarono, incrociando i loro occhi così simili ma così diversi.
“non è buffo?”
“Cosa?”
“ Io e te un'altra volta..”
Machi non riusciva a capire cosa intendesse poi d’ un tratto il volto le si illuminò”
“AH ora ricordo, il pick nick che facemmo nel giardino di casa tua! All’ epoca avevamo solo cinque anni ma fu un esperienza divertente.”
Il ragazzo annuì e tornò serio a mangiare poi però di colpo riprese la parola.
“Quando sono con te,mi torna in mente il mio passato...Riaffiorano i ricordi della mia infanzia passata con il mio amato fratellone. Ed è proprio per questo che,più io e te stiamo insieme,come una volta,più io riesco a comprenderti...E soprattutto,il mio odio verso il villaggio della foglia cresce sempre di più!Sta diventando persino più forte di prima...
Proprio per questo io lo distruggerò definitivamente!”
La ragazza si limitò ad annuire poco convinta, glie lo avrebbe impedito con tutte le forze ne era sicura al cento per cento.
“Dobbiamo metterci in marcia, a quest’ ora la guerra avrà già preso piede?”
La ragazza chinò il capo verso destra. Non sembrava capire.
“E’ in corso la quarta guerra ninja, me lo ha detto Sakura prima che la colpissi definitivamente!”
“Una guerra, come? Dove?”
“Ci stiamo andando, smettila di fare domande stupide!”
 
Machi avrebbe voluto urlare.
 Una guerra? Cosa era successo? Perché?
Il cuore cominciò a batterle talmente tanto forte da romperle il respiro e rallentarne la corsa.
Doveva andare, doveva combattere, doveva difendere il villaggio non poteva perdere tempo.
 
Lei odiava la guerra, Itachi odiava la guerra…

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Capitolo 14
*** TU. ***


CAPITOLO XIV:
TU.

 

I due Uchiha continuavano a correre inesorabilmente verso la stessa meta: il campo di battaglia.
Sasuke lo faceva solo per divertimento, voleva confrontarsi con Naruto, voleva vedere chi era a compiere quello che in realtà sarebbe stato lui a voler fare.
Machi doveva arrivare il prima possibile, doveva fermare quella guerra non le importava nemmeno il motivo per il quale si era scatenata. Era una guerra e in una guerra c’ erano sempre troppe vittime.
Troppi innocenti mandati a morire per un ideale palesemente stupido.
 
Nessuno dei due professò parola, erano completamente assorti nei loro pensieri, nelle loro speranze, nelle loro preoccupazioni così differenti ma così vicine.
Come potevano due persone come loro essere così incredibilmente uguali e allo stesso tempo incredibilmente diverse?
Machi non ce la faceva più aveva troppa fretta, troppa foga e troppa voglia di combattere e di distruggere quel male che si era impossessato del villaggio, così, accelerò il passo fino a portarsi davanti a Sasuke.
Fu per questo che lo vide per prima, come un miraggio, un illusione.
C’era qualcuno davanti a loro:  come prima cosa notò il mantello, rosso con i bordi più scuri poi distinse dei lunghi capelli neri raccolti in una coda, proprio come lui.
Non ci pensò due volte e guidata da un assurda curiosità accelerò il passo fino a portarsi vicino a quella misteriosa figura.
Stenta a crederci, sgranò gli occhi ma niente cambiò. Lui era ancora lì accanto a lei.
Era lo stesso di sempre con quei capelli neri e lunghissimi legati con un fiocco rosso in una coda passa che lasciava sciolta qualche ciocca che gli copriva il volto, gli occhi con quel maledetto Sharingan eterno, i lineamenti marcati del volto, le labbra…
Non aveva più dubbi era lui, era Itachi Uchiha.
I due si guardarono per un attimo poi, il ragazzo fuggì avanti a lei correndo fra gli alberi.
 
Sasuke si portò vicino a Machi.
“hai visto anche tu?”
“Si ne sono sicura era lui.!”
“Andiamo!”
I due scattarono in avanti come mai avevano fatto prima, l’ adrenalina che avevano in corpo . In pochi istanti lo raggiunsero.
Era sulla cima di una montagna rocciosa con il sole che gli illuminava il viso e il vento  faceva ondeggiare i suoi capelli.
Machi si avvicinò per prima con un incredibile cautela, aveva paura di avvicinarsi troppo e capire che era soltanto un effimera illusione,  credeva che toccandolo sarebbe svanito un'altra volta lontano da lei.
“I- Itchi… sei tu?”
Pronunciò quelle parole con estrema delicatezza e il più lentamente possibile scandendole con precisione.
“Si..”
Le tese una mano sorridendo.
Machi represse ogni dubbio, ogni paura ogni incertezza e gli corse in contro, non scomparve anzi abbracciò quella ragazza con tanto calore e affetto da renderla ancora più felice.
“Oh Itachi…Mi sei mancato tantissimo,  ogni giorno senza di te credevo di morire. Non vedevo più la luce.”
“Machi ora sono qui con te un'altra volta ma non sarà per sempre..”
Non le importava, in quel preciso istante, stretta in quell’ abbraccio si sentiva immortale, rinata con una nuova forza. Il buio della sua anima era stato spazzato via.Non s’aspettava nulla dal futuro ma continuava ad attendere che il passato tornasse a bussar alla porta del suo presente e ora quel momento era giunto.
 
Sasuke guardava quella scena da lontano, distaccato. Non aveva mai capito il rapporto che si era instaurato tra suo fratello e la sua vecchia compagna di giochi, era qualcosa che andava oltre l’ amicizia, oltre l’ amore.
Si amavano si, ma non era un amore semplice, era uno di quegli amori strani eterni e puri.
La smorfia sul suo visto si trasformò in un sorriso di gioia. Era felice di rivedere il fratello, era felice che l’ amica fosse così felice, Itachi se ne accorse e gli tese la mano e così anche Sasuke partecipò a quell’ abbraccio bellissimo ed infinito.


Angolo dell' autrice:
Sto disegnado il personaggio di Machi tra qualche capitolo lo pubblico :)

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Capitolo 15
*** Tre Uchiha, un solo cuore -Parte prima. ***


Capitolo XV
Tre Uchiha, un solo cuore. -Parte Prima.

“Che ci fai qui? Io ti ho seppellito.. !”
Sciolta l’ euforia di quel momento, Machi , cercò di capire cosa stesse realmente succedendo.
“Kabutomaru mi ma riportato in vita con l’ edo tensei, è lui che ha scatenato questa guerra contro Konoha . Dobbiamo fermarlo!”
La ragazza annuì con convinzione e poi guardò Sasuke.
“Devi combattere anche tu!”
Il giovane non sapeva cosa fare, abbassòla testa malinconico cercando di pensare il più in fretta possibile, tentò di ragionare in fretta di mettere in relazione cuore e cervello ma Machi come sempre fu più svelta di lui.
“La mia non era una domanda: Tu combatterai con noi!”
Tornò di nuovo a sorridere e con gentilezza poggiò una mano sulla spalla dell amico.
“tre Uchiha, un solo cuore. Che ne dici?”
“Ok! Itachi facci strada.”
Kabutomaru si trovava proprio ai piedi della montagna e sembrava aspettare i tre con un estrema euforia, non aveva paura di loro, Infondo erano solo due ragazzini e un morto vivente.
“Eccoli qui! I tre Uchiha al completo!”
Li squadrò uno per uno con aria di assoluta superiorità superiorità.
“Machi Uchiha e Sasuke Uchiha, due ninja traditori del loro stesso villaggio e per ironia della sorte ora si trovano a combattere fianco a fianco. Non è buffo?”
Il suo tono stava facendo alterare la ragazza che però si limitò ad arricciare il naso senza professare parola, il suo sguardo divenne crudele e penetrante. Era pronta a combattere.
“Poi abbiamo Itachi Uchiha, ti ho riportato in vita e tu suggi al mio controllo? Non si fa lo sai?”
“Siamo venuti qui per mettere fine alla tua follia!
Una risata isterica pervase quell luogo impregnandolo sempre più della follia di quell’ essere con le sembianze di un serpente.
I tre senza esitare attivarono contemporaneamente i loro Mangekyō Sharingan, sembravano far parte di un'unica entità, un unico grande essere guidato da un cuore puro e immenso.
Kabutomaru non smise di ridere, anzi si portò il cappuccio alla testa fino a coprirsi gli occhi.
“Sono timido, non sopporto la gente che mi guarda negli occhi!”
Sasuke si allarmò.
“Vuole evitare i nostri Genjutsu!”
Dei serpenti sbucarono dal corpo dell’ avversario strisciando fino ai piedi degli Uchiha, itachi esortò i compagni a fare qualche passo indietro.
“Fate attenzione. Quei serpenti percepiscono la nostra presenza!”
Sasuke prese Machi pe un braccio e istintivamente la portò dietro di lui.
“I serpenti percepiscono le cose attraverso la temperatura corporea ma riescono a fare la stessa cosa anche usando l’ olfatto!”
A Machi scappò un sorriso.
“Vedo che ne sai abbastanza Dr.Serpe!”
“Per sconfiggere Orochimaru ho dovuto fare delle ricerche!”
Kabutomaru unì le mani formando un mezzo sigillo e di colpo i serpenti si moltiplicarono e divennero più grandi.
“Mi spiace, ma le tue ricerche non ti serviranno con me. Io posso sfruttare l’ ambiente circostante!”
Quegli enormi e grossi rettili puntarono direttamente verso gli Uchiha.
Sasuke estrasse la spada dal fodero e colpì il primo trafiggendolo, Itachi usò la tecnica della palla di fuoco per bruciare il secondo ed infine Machi distrusse l’ ultimo utilizzando una lama infuocata che le usciva dal braccio.
“Sei così timido da coprirti tutto il corpo?!!”
“evidentemente si mio caro Sasuke!”
L’ Uchiha non ci vedeva più dalla rabbia, voleva annientarlo senza indugiare, Cosa stava aspettando?
“Susanò!”
L’ immenso mostro si eresse dietro a Sasuke oscurandone la figura.
“Fai Attenzione  Sasuke percepisco chakra ovunque!”
“Te l’ ho detto Itachi poso sfruttare l’ ambiente circostante a mio favore, il mio cospo può passare da liquido a solido ogni volta che voglio, proprio come Suigetsu, posso rigenerarmi proprio come karin e usare la stessa forza di Jugo.
Nel mondo dei ninja chi non ha nessun talento viene rinnegato, così devi impossessarti di talenti che non sono tuoi, non è vero Machi?”
La ragazza si portò una mano alla bocca ma poi sorrise amara.
“Intendi il Byakugan? Se vuoi saperlo non sono mai riuscita ad usarlo perfettamente e quindi ho lasciato perdere visto che io a differenza tua un talento ce l’ ho!”
Chiuse gli occhi, serrò i pugni e poi li riaprì di scattò.
“susanò!”
Un mostro informe si eresse anche dietro di lei e con un gesto della mano lo esortò a scagliare pugnali infuocati che centrarono in pieno gli altri serpenti.
“Non perdere la calma Machi!”
“non ti preoccupare Itachi!”
Fu il turno di Sasuke che mirò dritto al bersaglio ma fu ben pronto a schivare il colpo.
“Le mie abilità percettive sono aumentato parecchio, ho la forza della natura dalla mia parte,! Ho raggiunto la modalità eremitica!”
Si liberò dal mantello mostrando la sua vera forma; il corpo era viscido e squamoso come quello del peggior serpente mai visto, la sua lingua era lunga e arrotolata e al posto delle orecchie si trovavano due corna appuntite.
“Patetico! Proprio come Orochimaru!”
“dr. Serpe io non sono più un serpente , ora sono un Drago! Arte eremitica: Hakugekino Jutsu!”
Un rumore assordante invase ogni parte del corpo dei tre Uchiha bloccandone i movimenti.
“Machi, Sasuke ricordate anni fa quando ci affidarono il compito di catturare inoshishi?”
I due annuirono.
“Bhè ora dobbiamo fare lo stesso gioco di squadra! Andiamo!”
“Andiamo”
“Sono Pronto”
Itachi sorrise tra se e se, era bello essere di nuovo insieme a lottare per un unico obbiettivo.
“Tecnica della bianca illusione!”
La natura intorno a loro scomparve lasciando spazio al nulla più totale.
“Ottima mossa Machi! Ora tocca a noi!”
I due fratelli si lanciarono al’ attacco con i rispettivi Susano, scagliando frecce e Kunai contro il nemico, uno di questi lo colpì spezzandogli un corno però non sembrò dargli alcun fastidio, anzi scoppiò a ridere un'altra volta.
“E’ divertente sai, anche se in passato hai odiato tuo fratello alla follia ora sembrate davvero una bella coppia. Capisco che in te sia scattato qualcosa dopo il confronto con Itachi ma cosa vuoi da una persona morta?”
Sasuke si voltò verso il fratello e lo guardò diritto negli occhi, c’ era solo una cosa che voleva da lui, una sola cosa avrebbe potuto dargli pace.
“..la verità”
“Tuo fratello è stato sempre un bugiardo sai? Ma non è l’ unico qui!”
Il suo sguardo truce si posò su Machi, che, si portò una mano al petto spaventata. Cosa poteva sapere su di lei?
Sasuke si voltò e la fissò negli occhi confuso.
“Machi…”
La ragazza guardò Itachi che per tranquillizzarla le sorrise.
“Su avanti racconta a Sasuke il tuo ruolo in tutto questo!”
I suoi occhi non si spostarono da quelli di Itachi, non sapeva cosa fare.
“Machi non avere paura ora puoi dirglielo, è giunto il momento che lui sappia!”
Annuì confusa e con voce tremante iniziò a parlare.
“Sasuke i-io ho sempre saputo del piano della foglia, della missione e di Itachi. Quello sfortunato giorno mi ritrovai proprio lì e per un incessante curiosità cominciai a origliare, tentai di fermare Itachi ma lui con modi dolci e gentili mi spiegò tutto raccomandandomi di non dirti niente e di proteggerti. All’ inizio non capivo ma poi ho realizzato che era meglio che tu crescessi nell’ odio verso tuo fratello ch nel dolore come abbiamo fatto io e Itachi, ti giuro che è stata una vita straziante.
Quando finimmo l’ accademia mi illusi di rifarmi una vita e di dimenticare tutto quanto ma poi tu te ne andasti, lasciandomi sola con le mie tenebre e avevo paura, una paura di non farcela che mi soffocava ma mi conosci giusto? Io sorrido sempre.
Poi un giorno tuo fratello comparve nel salotto della mia casa, era lo stesso di sempre ma più malinconico: mi disse che Danzo volva uccidermi perché mi vedeva come una minaccia come una discepola di Madara, aveva paura che il mio dolore si riversasse contro il villaggio. Così me ne andai con Itachi, entrai nell’ Akatsuki, uccisi Danzo ma stavo meglio, ora il dolore mio e di Itachi era diviso in due ed insieme reggevamo meglio il peso. Poi arrivò il fatidico giorno in cui tu l’ uccisi ed il resto lo sai già… avrei voluto fermarlo ma…”
Non riuscì a finire la frase, Sasuke la avvolse in una abbraccio dolce e sincero per la prima volta da quando si conoscevano i loro corpi vennero a contatto e questo mai Machi lo avrebbe potuto immaginare, il Dr. Serpe era sempre stato un ragazzo chiuso e freddo a causa di quell’ odio spropositato verso suo fratello e verso il mondo ma d’ un tratto tutto ciò era sparito.
“Mi dispiace Machi, mi dispiace che tu abbia sofferto”
La ragazza strinse le braccia intorno al collo dell’ amico.
“Non importa ora siamo insieme ed è questo ciò che conta!”
Itachi d’ altro canto osservò quella scena commosso, aveva aspettato questo momento per anni.




Note dell' autrice:
Nel prossimo capitolo o in quello dopo ancora metterò il disegno di Machi :)

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Capitolo 16
*** Tre Uchiha, un solo cuore - Parte Seconda. ***


CAPITOLO XVI:
Tre Uchiha, un solo cuore-Parte Seconda.

“Siete davvero buffi sapete? Ora vi abbracciate, come se il passato fosse inesistente, come se non vi foste mai odiati!”
Quell’ orrido mostro, sputava parole taglienti come lame e pungenti come veleno ma non riuscirono a ferire ne Machi Ne Itachi, il colpo arrivò diritto nel cuore di Sasuke.
“Sai Sasuke, itachi ed io abbiamo passato le nostre vite a servire la foglia per ottenere in cambio solo disonore e vergogna. Cosa ha fatto il villaggio per noi?La tua risolutezza è stata plasmata dalle azioni e dal’ esistenza di Itachi, dal tuo continuo confronto con Machi e dal suo amore per tuo fratello. Io però non sono morto, e sono riuscito a plasmarmi proprio come te. Nessuno può capirti così a fondo come posso farlo io. Lascia che io diventi il tuo fratellone, starò per sempre dalla tua parte. Unisciti a me!”
 Il ragazzo abbassò la testa e con violenza si morse le labbra, era tutto vero. Fin da piccolo le sue decisioni, le su paure, le sue insicurezze, i suoi desideri e soprattutto il suo odio sono stati condizionati dalle persone a cui lui teneva di più al mondo: suo fratello e la sua compagna di giochi e di allenamento.
Loro avevano plasmato il vero Sasuke Uchiha, luoro avevano deciso chi sarebbe dovuto diventare senza interpellarlo , senza fornirgli altre possibilità eppure avrebbero dovuto amarlo proprio come lui amava loro.
Ma allora chi era il vero Sasuke Uchiha?
“Non ascoltarlo Sasuke!”
Le parole del fratello lo costrinsero a voltarsi nella sua direzioni, salvandolo dal mare di pensieri in cui stava annegando.
“Lui era una spia migliore di me….. In altre parole, lui era molto più bravo di me a mentire. E poi.. Il villaggio avrà anche il suo lato oscuro e  la sua ipocrisia ma io rimmarrò sempre Itachi Uchiha Della Foglia…”
Machi annuì con convinzione ma d’ altro canto anche lei si stava domandando chi fose realmente, cosa sarebbe diventata se non ci fosse stato Itachi.
“..Sasuke, se sei diventato così è solo per colpa mia, non mi sento nella posizione adatta a criticare le tue decisioni ora ma adesso che siamo arrivati a questo punto non posiamo più tornare indietro, io, te e Machi dobbiamo combattere e a questo proposito c’ è una cosa che voglio dirvi..”
Itachi parlava in modo svelto e deciso come se avesse provato quel discorso milioni di  volte.
“Esiste un doujutsu che è in grado di colpire il nemico senza bisogno che lui percepisca qualche cosa con uno dei cinque sensi, in cambio però gli occhi sono destinati a perdere la loro luce”
Machi trasalì, conosceva quella tecnica, ne era stata vittima più di una volta.
“Izanagi?”
Itachi la guardò estrememamente sorpreso.
“ Conosci Izanagi?”
“L’ ha usato Danzo durante il nostro combattimento!”
“E’ incredibile che tu sia sopravvissuta, mi sorprendi sempre più..”
I loro occhi si incrociarono e costrinsero la ragazza ad un timido sorriso di approvazione.
“Come hai intenzione di usare Izanagi?”
“No si tratta di Izanagi ma di un altro Jutsu proibito da usare contro Izanagi, e sono sicura che tu inconsapevolmente l’ hai usata!”
“Io…”
“Non abbiamo più tempo, i preparativi sono già ultimati. Questo è il doujutsu che ha in mano il suo destino…”
Il nemico stufo di quelle inutili chiacchiere partì all’ attacco ma itachi fu pronto a difendersi respingendo il colpo.
“Con Izanagi puoi cambiare il destino ma con Izanami puoi addirittura deciderlo. Ora però Sasuke, Machi statemi vicino!”
L’ Uchiha si schierò dinanzi a loro, allontanandoli così dal nemico, si sentiva in dovere di proteggerli entrambi anche se sapeva che non ce ne sarebbe stato bisogno.
Erano cresciuti così tanto e la loro forza era aumentata incredibilmente, d’ altro canto cosa poteva aspettarsi da due ragazzi così?
“Machi, sciogli l’ illusione!”
“Ma Itachi così..”
“Lo so ma devi scioglierla o consumerai troppo chakra!”
La ragazza fece come le era stato ordinato, con un gesto lento ma preciso compose i sigilli e l’ ambiente circostante tornò quello di sempre: una triste e arida foresta.
“ottima mossa ragazzina. Senpou mukitensei!!”
L’ orribile serpente biascico quelle parole seguite da veloci e potenti sigilli. Intorno a loro comparvero spunzoni di roccia affilati, Itachi tentò di proteggere i suoi compagni con l’ aiuto del susano ma venne trafitto in pieno stomaco.
“ITACHII!!”
L’ urlo gelido dei due ragazzi si disperse in quell’ atroce luogo echeggiando tra le piante.
“Questa tecnica mi permette di dar vita ad oggetti inanimati e controllarli. E’ diverso da quei jutsu che permettono il controllo tramite il chakra. Non mi sarò spinti troppo oltre il vostro livello?”
Machi corse in soccorso dell’ amico e l’ aiutò a rialzarsi, era ferito ma non in maniera grave.
“Proteggerli con il susanò ha rallentato notevolmente i tuoi movimenti. Ma non devi preoccuparti, voglio far fuori solo te e Machi. Sasuke rimane pur sempre la mia piccola cavia, devo solo fargli di nuovo il lavaggio del cervello e tu sai cosa potrebbe comportare!”
Lo sapeva benissimo, e lo sapeva pure Machi per questo motivo non gli e lo avrebbe mai permesso.
Chiuse gli occhi e con uno scatto fulmineo li riaprì.
“Amaterasu!”
Fiamme nere di odio, di rabbia e di paura distrussero quelle rocce intorno a se ma d’ un tratto si spensero e tutto tornò come in origine.
“ottimo, il calore a fatto si che tutto ciò si trasformasse in una vera e propria caverna. Questa è la dimostrazione che nemmeno la tecnica oculare più potente può niente contro di me”
Machi strinse i pugni con violenza rischiando quasi di ferirsi con le sue stesse mani, non era solo arrabbiata, era furiosa. Una rabbia incontrollabile stava prendendo il sopravvento su di lei.
“Mi spiace ma sarò io a vincere questa battaglia. Ora che sono prossimo a realizzare i miei obiettivi vedo la remota possibilità di essere sconfitto sai?? Tutte le leggi e i principi che Orochimaru-sama ha raccolto e studiato ne l corso degli anni ora sono di mia proprietà. Da uomo a serpente, da serpente a drago.
L’essere che si avvicina di più al Rikudou sennin ora sono io, in confronto a me voi Uchiha siete nulla!”
La giovane Uchiha non riusciva più a trattenersi, le due parole le davano fastidio ed incrementavano ancora di più il suo odio.
“Chiudi la bocca, tu non sai niente di noi Uchiha. Adesso stammi a sentire…”
Con delicatezza Itachi poggiò la sua mano sulla spalla della ragazza in modo da poterla confortare, costringendola a stare calma.
“Machi non stare al suo gioco..”
Annuì con convinzione abbassando il capo mortificata. La sua impulsività a volte era quasi imbarazzante.
“Kabuto, guardarti adesso mi fa tornare in mente il vecchio me. Ed è per questo che sarai tu a perdere”
La risata di quell’ essere malvagio pervase quella che oramai era una caverna di fredda roccia, rimbombando tra le pareti.
“Vedi Itachi, oramai non sono più un semplice spettatore,ora svolgo il ruolo dell attore principale in questa guerra. Ho manipolato l’ Akatsuki a mio piacimento per poter controllare questa guerra e sono anche riuscito a mettere voi tre all’ angolo..”
Itachi, come sempre non si scompose ma al contrario si limitò a sorridere amaro.
“Sono due i sentimenti che provo per te: antipatia e simpatia. Perché vedi, alla fine io e te siamo davvero simili, siamo gente che ha girato il mondo continuando a mentire in quanto spie. Nemmeno io riuscivo a capire chi fossi realmente ma ora so che conoscere se stessi è il vero segreto per raggiungere la perfezione. Conoscersi equivale a sapere cosa puoi e cosa puoi e cosa non puoi fare”
La risata tuonò più forte costringendo Sasuke ad un ghigno di disprezzo.
“Che discorsi da perdenti. Ammettere che ci sono cose che non si possono fare equivale ad arrendersi.”
“No, ti sbagli. Vuol dire che devi essere in grado di perdonare te stesso per le cose che non riesci a fare, ad aiutarti dove da solo non riesci  ci saranno i tuoi compagni. Grazie a loro, ti sentirai anche mano incapace pensando a quello che avresti potuto fare da solo. Se vuoi sapere chi sei, devi cercare il vero te stesso e riconoscerti in esso. Io non ci riuscivo, ho mentito agli altri e le mie bugie hanno finito per ingannare anche me stesso. Chi non riesce a riconoscere se stesso, è destinato a fallire. Proprio come ho fatto io in passato.”
La risata si bloccò lasciando posto ad un espressione di scherno.
“Ma tu cosa pensi di sapere? Ho passato tutta la vita a cercare me stesso, ed è per questo che ho cercato di migliorarmi sempre di più. Non me ne faccio nulla delle tue parole Itachi, ciò che mi interessa invece sono i tuoi poteri e le tue informazioni. Sei un ninja della foglia e fai parte del famoso clan Uchiha, sei riuscito ad attivare il Magekyou Sharingan. Conosci troppi segreti, hai fermato la guerra, padroneggi molti jutsu incredibili ed hai abilità mostruose. Tutte queste cose messe assieme delineano quello che sei Itachi, non esiste nessun altro che possa essere una persona migliore di te per il mio edo tensei. Voi pedine siete il mio potere.”
Anche il giovane fratello di Sasuke sembrava aver perso la pazienza, era troppo anche per lui.
“Credo tu mi stia sopravvalutando..”
“Puoi rinnegare il nome degli Uchiha quanto vuoi, la verità è che io ho sempre invidiato questo nome.”
“Uchiha è soltanto un nome, serve ad identificare le nostre radici e a catalogarci nel nostro clan d’ appartenenza. La parola Uchiha in sé non ha significato.”
“Invece lo ha, se vuoi sapere realmente chi sei non devi far altro che raccogliere il maggior numero di informazioni al mondo.”
Il nemico tornò all’ attacco più agguerrito che mai.
“Kimimaro shikotsu myaku saearabi”
Questa volta un enorme ragnatela tentò di colpire i tre ma fortunatamente i rispettivi Susanò li protessero.
“State bene ragaz…”
Qualcosa però non funzionò, gli Uchiha si trovarono mani e gambe bloccate da una viscida sostanza.
“ora che vi ho bloccati non mi rimane altro che..”
Sembravano essere spacciati, non potevano muoversi e di conseguenza erano impossibilitati ad usare qualsiasi tecnica, erano prede troppo facili.
“Ragazzi guardatemi negli occhi”
La voce di Machi costrinse i due fratelli a voltarsi nella sua direzione.
“Genjutsu Sharingan”
I tre furono trasportati in una altra dimensione e da li riuscirono facilmente a liberarsi.
“ottima mossa,andiamo!”
I tre si portarono all’ attacco, con tutte le loro forze volevano distruggere quell orrenda creatura ma ogni sforzo, ogni tentativo sembrava vano.
Sasuke venne colpito brutalmente ad un fianco e Machi fu ferita  gravemente ad un braccio.
Itachi invece riuscì a colpirlo con l’ausilio della spada.
“Fino che il mio corpo avrà queste capacità rigenerative ogni tuo sforzo sarà vano Itachi!”
Scosse la testa con decisione.
“Il tuo destino è già nelle mie mani e ciò che porrà fine a tutto questo sarà la tecnica proibita del clan Uchiha!”
“”Se la metti così sono proprio curioso di vederla”
Kabutomaru partì all’ attacco, scagliandosi contro Itachi che però fu più svelto e anticipò il colpo difendendosi con la spada.
“Izanami!”
Questa volta fu l Uchiha a partire all’ attacco e con un colpo di spada ruppe il corno sinistro di quell’ essere.
“Com’ è possibile? Questo è già accaduto! Com’è possibile? Mi sono oscurato la visa e sono caduto in un genjutsu!”
“Te l’ ho detto, il tuo destino è nelle mie mani. Non puoi uscire dal potere di Izanami”
Agli occhi di Machi e Sasuke, il nemico era immobile, come pietrificato.
La ragazza si avvicinò ad Itachi sconcertata.
“E così è questo izanami?”
Annuì.
“E’ rimasto intrappolato in un circolo e costretto a rivivere lo stesso momento!”
Anche il ragazzo si unì ai due.
“Come si può attivare una tecnica oculare senza usare gli occhi?”
“l’ Izanami sfrutta i tuoi sensi e quelli dell’ avversario”
I due annuirono impressionati dalla conoscenza e dalla forza di Itachi, Machi soprattutto rimase scioccata da quella tecnica, per quale motivo non gli e ne aveva mai parlato?
Scostandosi una ciocca di capelli dal viso, Itachi la guardò e si avvicinò a lei lentamente e silenziosamente, poi fu lui a sistemargli capelli costringendola a guardarlo.
“Machi..”
I loro occhi si incrociarono.
“Tu non dovrai essere come me, tu diventerai migliore. D’ ora in poi non dirai più bugie e il tuo cuore sarà puro, non come il mio..”
“Itachi ma cosa..?”
Il ragazzo si voltò in direzione del fratello che li guardava da lontano.
“Ti prego Sasuke, devi starle vicino, devi proteggerla sempre.”
Non riusciva a capire il senso di quelle parole, perché avrebbe dovuto proteggerla? Da cosa? Ora c’ era lui insieme a loro, finalmente erano tutti insieme, finalmente potevano vivere una vita felice.
“Ora fermerò l’ edo tensei e così tutte le persone riportate in vita svaniranno e la fine della guerra sarà più vicina!”
La ragazza fu la prima a capire, sgranò gli occhi pieni di terrore, il cuore le batteva all’ impazzata e la nausea le corrodeva lo stomaco.
Non poteva succedere, non un’ altra volta.




Angolo dell' autrice: finalemnte ho finito la maturità! ora sono ufficialmente in vacanza!
Per quanto riguarda il disegno l' ho praticamente finito, non è che io sia un artista però ho provato a fare del mio meglio, nel prossimo capitolo lo pubblicherò, intanto godetevi questo! :)
With Love, Maka.


 

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Capitolo 17
*** Tre uchiha, un solo cuore -Parte terza. ***


CAPITOLO  XVII
Tre Uchiha, un solo cuore -Parte Tre.

Machi  rimase immobile, il mondo intorno a lei pareva essersi fermato del tutto, non sentiva più nessun rumore, nessun odore.  Niente. L’ una cosa che riusciva a percepire era il battito accelerato del suo cuore che sembrava volesse esplodere dal dolore, dalla rabbia e dalla disperazione ma lei non poteva farci niente, le mancava la forza per fermarlo, per riprendere il controllo di se stessa.
Quasi in un gesto involontario aprì la bocca ma le parole non vollero venir fuori, rimasero lì, tra lo stomaco e la gola a lacerargli l’ anima ancora una volta ma poi  il suo sguardo offuscato dalle lacrime che cercava di trattenere incontrò gli occhi di Itachi, e d’ un tratto tornò a percepire il mondo intorno a lei riprendendo il controllo del suo corpo ma le lacrime, le sue maledette lacrime e quel dannato cuore non riuscivano proprio a fermarsi.
“Machi..”
Il ragazzo abbassò la testa incapace oramai di sostenere quel contatto visivo, gli occhi della ragazza erano pieni di dolore e tristezza e lui sapeva che la colpa era solo sua.
D’ altro canto la giovane aveva recuperato il controllo su se stessa e quindi anche l’ uso della parola, forse era un bene o forse no, aveva paura di quello che avrebbe detto, di come le parole avrebbero ferito lei e Itachi.
“Come puoi farmi questo? Come puoi morire di nuovo..”
Quelle frasi sputate come veleno, colpirono anche Sasuke, che incredulo cercò spiegazioni dal mortificato fratello.
“Itachi ma cosa…?”
“Sciogliendo l’ Edo Tensei tutte le persone riportate in vita moriranno!”
Nessuno parlava più,  non ne avevano il coraggio. Gli addii sono sempre insopportabili ma impensabili da dire una seconda volta.
Machi si morse il labbro con violenza e sentì il sapore del sangue bagnarle la lingua e scenderle nella gola ma non si scompose,con un’ inaspettata velocità compose con la mano destra un mezzo sigillo e se lo portò dinanzi agli occhi, poi in uno scatto d’ ira si rivolse al ragazzo prossimo all’ addio.
“Guardami Itachi, guardami se hai coraggio!”
L’ Uchiha alzò la testa e incontrò lo Sharingan della ragazza, non riuscì nemmeno a rendersi conto di quello che stava per fare perché l’ aveva già portato a termine.
Il bianco intorno a lui era più forte del solito, tanto da dargli fastidio agli occhi, riuscì però con facilità a scorgere la figura di Machi  che ora non tratteneva più le lacrime che le rigavano le guance.
“ Come puoi farmi questo? Come puoi andartene un’ altra volta e lasciarmi qui da sola con il mio dolore a piangermi addosso un’ altra volta? Chi ti credi di essere? Non esisti solo tu, non esiste solo il villaggio. Esiste anche Sasuke. Esisto anche io… “
Il pianto le impedì di continuare, abbassò la testa e strinse i pugni e con un sospiro profondo riprese a parlare.
“… alla fine morire è la soluzione più facile, no? Tu te ne vai, smetti di soffrire e lasci a me tutto il dolore. Sai io ho fatto tutto quello che potevo fare per te perché sapevo quanto soffrissi e quanto la tua anima fosse in pena ma tu non ti sei mai interessato di me, la tua unica preoccupazione era che proteggessi Sasuke e il villaggio ma non mi importava, se stavo con te io stavo bene, tutto quello che avevo dentro sembrava svanire eppure dopo che te ne sei andato ho capito…”
Un acuto singhiozzo le uscì dalla bocca costringendola a fermarsi un’ altra volta ma non alzò la testa per rimandarlo indietro, non voleva incontrare lo sguardo del ragazzo faceva troppo male.
“… ho capito che sarebbe stato meglio se mi avessi uccisa, avrei sofferto di meno e sicuramente ora starei in pace e invece sono qui di fronte a te che continui ad andare e tornare nella mia vita, insisti ad intensificare il mio dolore ogni volta ed io.. io ti odio per questo, odio il vuoto che mi lasci dentro e che nessun’ altro può colmare, odio rimanere sola senza te, odio che mi sono illusa del tuo ritorno e odio soprattutto me stessa perché non riesco ad odiarti..”
Il pianto si fece più intenso, le lacrime si dissolsero ne l bianco di quella illusione diventando piccole luci abbaglianti e mischiandosi con quelle di Itachi andarono a formare una striscia che si frapponeva tra i due.
L’ Uchiha sospirò sconvolto da quelle parole, da quello sfogo così inatteso e così soffocante, sapeva che Machi aveva tutte le ragioni per essere arrabbiata, per odiarlo ma soprattutto era consapevole che non sarebbe mai stata capace di provare questo sentimento e si chiese se nel corso del tempo non se ne fosse esageratamente approfittato.
Probabilmente si, l’ aveva fatto e ora ne pagava le conseguenze  ma  quei pochi minuti che gli rimanevano sarebbero bastati per  rimediare?
In un gesto istintivo, guidato dalla malinconia e soprattutto dall’ affetto si portò dinanzi alla giovane, le poggiò una mano sul mento e la costrinse a guardarlo.
“Hai ragione, io ho sbagliato tutto con te ma non c’è stato giorno nella mia vita in cui non pensassi al male che ti stavo infliggendo, credimi quando ti dico che senza di te non ce l’ avrei mai fatta perché tu sei la persona più importante di tutta la mia vita e evidentemente io non te l’ ho mai dimostrato.Mi brucia l’ anima sapendo tutto il dolore che stai provando ma so che sei consapevole che non posso fare altrimenti però tu devi essere forte, non per me, non per il villaggio, non per Sasuke, ma per te stessa. Meriti una vita migliore della mia, meriti di essere felice e so che sarà dura ma devi almeno provarci, non puoi permettere di lasciarti vivere. Al mondo ci sono  tante persone che ti vogliono bene..”
La ragazza pensò a Shikamaru, a Neji, a Kiba , a Choji , a Hinata e a Sasuke..
La sua bocca si piegò in uno strano accenno di sorriso e le lacrime cessarono di bagnarle le lacrime.
Itachi sorrise a sua volta.
“ Non piangere sulla mia tomba perché io non sarò lì.
Sarò nel sole che ti illuminerà la pelle, nel vento che ti scompiglierà i capelli, nell’ aria che respirerai e nelle strade che percorrerai.
Io sarò ovunque tu sarai.
Io vivrò fin che tu vivrai.
Vedrò con i tuoi occhi, riderò con la tua bocca, sentirò con le tue orecchie.
E’ una promessa che manterrò questa volta, perché nessuno può dividerci, nemmeno la morte”
Il sorriso di Machi si allargò, mostrando le fossette ai lati della bocca, le guancie diventarono rosee e il cuore riprese il suo normale battito d’ altro canto quello di Itachi accelerò in una maniera spaventosa.
Ora erano lì, l’ uno di fronte all’ altra per l’ ultima volta.
Il ragazzo poggiò delicatamente una mano tra i capelli di lei accarezzandoli lentamente, poi avvicinando lentamente la sua bocca a quella della ragazza la baciò.
Sapeva che era profondamene sbagliato, il loro non era quel tipo di amore, era più profondo, più intenso. Loro non erano destinati a questo ma in quel momento non poté resistere.
Fu un bacio leggero e dolce ma sapeva di addio e infondo quei baci sono i più belli ma anche i più dolorosi, quelli che non ti scordi mai.
Rimasero lì, abbracciati e persi in quell’ illusione ancora per un po’. Itachi le accarezzava i capelli giocandoci un po’ tra le dita e Machi affondava la testa nel suo petto per assaporarne il profumo.
“Possiamo vivere in questa illusione per sempre…”
Il ragazzo sorrise.
“Non dire sciocchezze Machi, anche se sarebbe bello ora devi sciogliere questa illusione”
La giovane Uchiha annuì e staccandosi da quell’ abbraccio compose il sigillo e sciolse a malincuore la tecnica. Il mondo riprese i colori che gli spettavano.
Per Sasuke i secondi non erano passati, era rimasto intrappolato fuori dall’ illusione ma non se ne era reso conto, si avvicinò al fratello senza professare parola per questo fu il maggiore a parlare.
“Sasuke, non mi importa cosa deciderai di fare da ora in poi ma sappi che io ti amerò sempre”
Lo abbracciò e forse per la prima volta Sasuke avvertì in quel gesto un affetto spontaneo.
Itachi allargò un braccio invitando Machi ad unirsi a quell’ abbraccio.
“..Vi amerò per sempre..”
I due giovani Uchiha, osservarono Itachi comporre i sigilli con risolutezza, lo videro cadere a terra senza vita con il sorriso sulle labbra.
Machi prese un fiore bianco da un’ arbusto vicino a lei e lo pose sul corpo senza vita del suo amato Itachi, non pianse, di lacrime non ne aveva più ma sentiva quel vuoto incolmabile espandersi di nuovo in lei.
Sasuke avvertendo l’ inquietudine dell’ amica la prese per mano.
“Dobbiamo andare”.


Note dell' autrice:
Tutte la fatica del modo per fare quel disegno e poi non me lo fà postare. fuck!

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Capitolo 18
*** Combattere per sopravvivere. ***


CAPITOLO XVIII
Combattere per sopravvivere.

.La Guerra era oramai cominciata, tutti erano impegnati a combatterla, a impiegare tutta loro forza per distruggere quei nemici oramai  minacciavano il mondo e di conseguenza l’ umanità.

Machi sorrise pensando quanto quella guerra fosse ridicola in confronto al suo contrasto interiore, al vuoto che si portava dentro da dieci lunghissimi anni, alla solitudine, al dolore, allo strazio di vivere una vita dominata da scelte sbagliate, alcune di esse erano sue e se ne prendeva la piena responsabilità ma altre invece no. Era stata trascinata in cose più grandi di lei, più forti di lei, dimenticandosi che in quel momento poteva scegliere, si, poteva farlo, poteva non agire e  lasciare che la sua vita scorresse da se, poteva dire di no e imboccare la strada opposta ma invece disse “si”, lo fece per amore, per Itachi, per Sasuke e per il villaggio ma non per se stessa. Era stato quello il suo unico grandissimo errore e ora cosa avrebbe fatto?
“Machi?”
Sasuke si voltò a guardarla e rimase scioccato, sconcertato da quello che aveva visto. Il suo bellissimo volto disteso e gioviale si era trasformato in una maschera di dolore, rabbia e odio che non le si addicevano, ebbe come l’ impressione che la sua anima pura stesse mutando, macchiandosi di un dolore più grande di lei che la divorava dall’ interno senza lasciarle scampo.
“Che vuoi?”
Non si voltò nemmeno, rispose con voce fredda e scocciata, non era il suo normale tono di voce, era un suono tetro,  devastante che pronunciato da lei faceva quasi paura.
“Come stai”
“Sto.”
La ragazza scattò in avanti superando Sasuke e procedendo a passo svelto, non per la fretta di arrivare sul campo di battaglia ma per l’ imminente bisogno di combattere  contro qualcuno, contro qualsiasi persona.
Da che parte schierarsi non lo sapeva ancora.
Il giovane Uchiha in un primo momento tentò di accelerare il passo poi, però,  abbandonò quell’ idea, lei voleva  stare da sola e la sua volontà andava rispettata ma lei avrebbe rispettato quella di Itachi?
Sapeva bene quanto il dolore e la rabbia possono cambiare una persona ma fino a che punto si è disposti a cambiare? È davvero necessario abbandonare chi si è realmente e ricominciare ad essere qualcun’ altro?
Il ragazzo abbassò la testa e sconsolatò continuò a correre.
 
Arrivarono pochi minuti dopo sul campo di battaglia, erano tutti lì, tutti i paesi ninja uniti insieme  accantonando le proprie ostilità, le proprie divergenze e i rancori passati, era una cosa così bella anche in un contesto tanto orribile.
“Andiamo Sasuke!”
I due si precipitarono a combattere ma il loro ingresso in quella guerra per la pace non sembrava essere gradito, quelli che un tempo erano loro amici e compagni ora li definivano dei traditori, niente di più.
“Hey che ci fate voi qui?” disse Kiba con tutta la rabbia che aveva in corpo, Sasuke si precipitò a rispondere.
“Combattiamo”
“Non siete degli di stare qui, non abbiamo bisogno di voi!”
“Stai zitto str..”
Machi con una mano chiuse la bocca a Sasuke .
“Che ne sai tu Kiba? Che ne sapete tutti voi? Siete capaci solo a giudicare ma vi siete mai chiesti i motivi che ci hanno spinto a fare quello che abbiamo fatto? No? Bene.
Ognuno nella vita deve prendere delle decisioni,  voi ne avete prese alcune e noi altre ma apri gli occhi! Tu non sei me, tu non sei Sasuke, non hai vissuto quello che abbiamo vissuto noi, non hai sofferto o gioito come noi quindi non puoi sapere, non puoi giudicare.
Noi abbiamo preso strade diverse da voi, questo è vero ma ora siamo qui. Chi ti ha detto che esiste solo un percorso? Nessuno. Perché è solo una balla!”
Il ragazzo del clan Inuzuka rimase interdetto, con gli occhi sbarrati, incapace di contraddire o di ribattere in alcun modo.
 “Diamine se ha ragione!” affermò Naruto con la sua insolita energia “Sono contento di rivedervi!”
Alzò il pollice all’ insù accennando un mezzo sorriso, era sempre il solito spensierato e solare ragazzino dei tempi in cui facevano parte del team 7, niente era cambiato.
Machi ricambiò il sorriso e distrattamente incrociò gli occhi di Shikamaru, fu sollevata nel vederlo ancora vivo ma allo stesso tempo un velo di assoluta tristezza coprì il suo cuore.
“Shikamaru…”
“Machi…” il ragazzo abbassò la testa triste “Sono contenta che tu stia bene..”
“Shika… io.. mi dispiace..”
Il giovane Nara sorrise malinconico “Non ti preoccupare, davvero, sto bene. Mi fido di te!
La ragazza annuì sicura.
“Sasuke, abbiamo una guerra da combattere.”
“Si!”
 
“ Itachi…”
“Dimmi Machi!”
“ Come posso sbagliare senza ferire le persone?”
Il ragazzo le sorrise amaro.
“Probabilmente non puoi”
La bambina abbassò la testa sconsolata, a quel tempo aveva
11 anni.
“E allora come posso fare la cosa giusta?”
“Sai, a volte del tuo cuore devi stabilire delle priorità,
ferirai sempre qualcuno ma se hai dei saldi principi
non avrai rimpianti e forse un giorno
potrai dire di aver fatto la scelta giusta”
“Fa male fare la scelta giusta?”
“Forse più di quella sbagliata ma non siamo soli al mondo!”
 
 
Shikamaru guardò Machi come se fosse l’ unico raggio di sole in una giornata oscura, la osservò da cima a fondo più volte come per accertarsi che la sua immagine fosse reale, come per imprimerla definitivamente nella sua mente, una volta per sempre.
Ora lei era lì ma finita la guerra sen ne sarebbe andata di nuovo? Sarebbe sopravvissuta al suo più grande dolore?
La ricordò in  lacrime, disperata sulla tomba di Asuma, pochi giorni dopo il suo funerale, era venuta di note e in segreto, nessuno la aveva vista tranne lui che però non le disse una parola, si limitò ad osservarla da lontano tra la rabbia e la tristezza che provava nei suoi confronti.
“Shikamaru, aggiornaci sulla situazione!”
Il giovane alzò la testa e si ritrovò di fronte il volto fiero di Sasuke.
“Tobi, l’ ex membro dell’ Akatsuki , in realtà è Obito Uchiha, è stato lui a riportare in vita Madara e a iniziare questa guerra, Obito però grazie all’ intervento di Naruto è stato  sconfitto. Ora tocca all’ altro!”
Sasuke annuì determinato e guardo  Machi che, non riusciva a distogliere gli occhi da quelli di Madara, ne era ipnotizzata. 

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