Insieme, felici.

di RanmaAkane
(/viewuser.php?uid=187048)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ballo in maschera. ***
Capitolo 2: *** Troviamo Akane ***



Capitolo 1
*** Il ballo in maschera. ***



Erano giorni che al liceo Furinkan di Nerima non si parlava d'altro, da quando quel pazzo del preside una settimana prima aveva annunciato agli studenti che nella palestra della scuola si sarebbe tenuto un ballo in maschera. Tutte le ragazze erano su di giri, emozionate ed entusiaste, le si poteva sempre scorgere a confabulare su cosa avrebbero indossato, si scambiavano consigli, ogni giorno andavano per negozi per comprare sempre più accessori. Anche i ragazzi erano interessati all'evento, certo non come le ragazze, ma anche per loro era argomento di conversazione abbastanza frequentemente. Akane, come tutte le altre, anche se non lo dava a vedere, era molto emozionata e alcune volte si ritrovava a fantasticare sulla serata. Mancava poco ormai, un solo giorno, e quella sera la ragazza era chiusa in camera sua intenta a contemplare il suo vestito. Quel vestito glielo aveva regalato Nabiki, infatti quello non era proprio il suo stile, ma secondo la sorella qualche volta doveva cambiare e così si fece convincere. Guardando il vestito le venne il sospetto che mancasse qualcosa, ma cosa? Una lampadina le si accese in testa -Ma certo la maschera, come ho fatto a dimenticarmene! Domani sera c'è il ballo, andrò a comprarla subito dopo scuola-. Uscì dalla sua camera chiamata da Kasumi per la cena e incrociò il ragazzo con il codino, il quale era un po' imbronciato perché non aveva voglia di andare a quello stupido ballo! 
"Ranma, indovina cosa abbiamo dimenticato per il ballo?"
"Cosa, Akane?"
Chiese senza interessa Ranma.
"Le maschere, domani dopo scuola andiamo subito a comprarle!"
Rispose prontamente Akane sperando che il fidanzato l'avrebbe accompagnata. 
"Ma è proprio necessario?"
"Certo, altrimenti non si chiamerebbe ballo in maschera."
"Non sto parlando delle maschere, mi riferivo al ballo, è tanto necessario andarci?"
Akane se lo aspettava dal fidanzato quindi rispose prontamente. 
"Io desidero andarci, se tu non hai voglia resta a casa!"
"Sei pazza? Non puoi andare da sola! Goffa come sei potresti prendere una storta sui tacchi o inciampare nel vestito!"
Akane si fece rossa in volto e urlò contro il ragazzo:
"Ranma, come ti permetti? Non ho bisogno certo di te! Sei uno stupido!"
Prima di scendere le scale Akane lasciò un bel regalino a Ranma: la sagoma delle sue dita sulla guancia del povero ragazzo. 
La cena trascorse in modo abbastanza tranquillo tranne che per qualche battibecco padre-figlio o fidanzato-fidanzata. Dopo cena tutti i componenti della casa ripresero le loro attività: Soun e Genma giocavano a shogi, Kasumi lavava i piatti, Akane e Nabiki si chiusero nelle loro stanze e Ranma si stava rilassando sul tetto. Il codinato era ancora restio ad andare al ballo, perché lo considerava una buffonata, ma non poteva di certo lasciar andare da sola Akane. Dalla battaglia con Safulan era diventato iperprotettivo, non lo lasciava mai da sola, inoltre al ballo c'erano tanto ragazzi tra cui Kuno, non gli andava che quei maniaci le si avvicinassero. A malincuore, in fine, si disse che se per Akane era così importante andare lui l'avrebbe accompagnata. Scese dal tetto e andò in camera sua.

***
Era giunto il grande giorno, tutto era pronto. Akane in camera sua stava finendo di prepararsi con molta cura. Ranma invece era pronto da un pezzo e stava aspettando la sua fidanzata. Il ragazzo indossava un completo giacca e cravatta di colore nero con camicia bianca e pantaloni neri e portava una bellissima maschera nera che gli copriva più della metà della faccia. Stava andando avanti e indietro per la casa quando ad un tratto si bloccò e rimase a bocca aperta. La causa della reazione del codinato non poteva che essere la comparsa di Akane: era stupenda. La ragazza indossava un tubino nero di pizzo a fascia che le arrivava a metà coscia, e tacchi vertiginosi neri. Aveva tirato i capelli dietro con due mollette così da mettere in mostra il bel viso truccato con un leggero strato di fard, un po' di matita ed eye liner per gli occhi, mentre le labbra erano ricoperte da uno strato di rossetto rosso. Anche Akane rimase incantata dalla bellezza del fidanzato. Vestito in quel modo sembrava più maturo e uomo e ciò le fece girare la testa. Intanto il ragazzo stava guardando ancora la sua fidanzata senza pronunciare una parola, l'unica cosa che riusciva a fare era deglutire, provocando l'imbarazzo della fidanzata. Fu Akane a riprendersi per prima:
"Ranma, senti mi legheresti la maschera? Io non ci riesco."
Ranma non realizzò subito ciò che gli era stato chiesto infatti Akane gli si avvicinò e scuotendolo leggermente cercava di farsi ascoltare. Il ragazzo sentendosi chiamato si ridestò come meglio poteva, si aggiustò la cravatta con finto disinteresse e finalmente riuscì a parlare. 
"Oh Akane, la maschera c-certo."
Ranma prese dalle mani della fidanzata una splendida maschera nera a forma di farfalla e con prudenza la legò dietro la testa della fidanzata. 
"Grazie. Andiamo?"
Chiese Akane con entusiasmo.
"Si andiamo. Ma non pensi che faccia un po' troppo freddo per uscire così?"
"Si, infatti metto il cappotto."
"E lo tieni per tutta la serata?"
"Certo che no, lo toglierò non appena arriviamo, mi sembra logico, in palestra farà caldo."
"Non penso. La palestra è umida, meglio se te lo tieni addosso tutta la sera."
"Non ti preoccupare per la mia salute, che sarà mai un po' di umidità?"
"Sei proprio testarda, lo sai?"
"Ranma, come mai tutto questo interesse per la mia salute? Non è che mi nascondi qualcosa? Forse sei geloso?" 
Akane nel rivolgergli quella domanda arrossì leggermente e guardò intensamente il fidanzato che sentendo la parola "geloso" fu punto nell'orgoglio e scattò come al suo solito.
"Io geloso di te? Come potrei mai essere geloso di una ragazza violenta, priva di sex-appeal e per niente carina?" 
La reazione di Akane non si fece di certo attendere, infatti sulla testa del mal capitato erano comparsi due bernoccoli. Uscirono di casa e si incamminarono verso la scuola. Tra loro era sceso un silenzio misto a imbarazzo e rancore. Ranma pensava ad un modo per farsi perdonare, non gli piaceva che Akane gli mettesse il muso. Giunti a scuola si accorsero che la festa era già iniziata, la musica si sentiva da lontano. Entrati in palestra tutti gli occhi furono puntati su di loro e in un momento tutti gli spasimanti di entrambi i ragazzi li raggiunsero urlando come i forsennati.
"Lo sapevo, che ti avevo detto Akane?"
Urlò Ranma innervosito nell'orecchio della fidanzata. 
"Che c'entro io, idiota? Fai qualcosa, no?"
Ranma non se lo fece ripetere due volte, prese Akane in braccio e con un agile salto si portò al lato opposto  della palestra. 
"Non ci metteranno molto a trovarci. Dannazione, non mi va di passare la serata a essere strattonato da quelle tre pazze e a preoccuparmi per te."
Si lamentò il ragazzo.
Akane lo capiva benissimo, anche lei avrebbe voluto passare una serata tranquilla con il proprio fidanzato come una coppia normale, e nonostante fosse ancora un po' arrabbiata con lui si sciolse quando gli sentì dire che si preoccupava per lei. 
"Beh, che ne dici di ballare? Ci confonderemo tra la gente così e può essere un modo per liberarci per un po' di loro." 
Quando la ragazza propose questa idea aveva gli occhi rivolti verso terra  e il viso arrossato.
"Penso che sia una buona idea. Però ti avverto, non sono molto bravo a ballare."
"E meno male che quella goffa ero io! Su, andiamo."
Detto questo prese per mano Ranma e lo trascinò in pista tra gli altri ragazzi che ballavano un lento abbracciati. I due ragazzi pensando che avrebbero dovuto comportarsi come gli altri si imbarazzarono oltre ogni dire. Rimasero per un momento uno di fronte all'altro con la testa china, finché Ranma fattosi coraggio allungò con movimenti meccanici un braccio verso la fidanzata cingendole la schiena. Sentendo quel leggero tocco Akane non poté non trasalire e alzando lo sguardo verso quello del fidanzato gli sorrise timidamente, intrecciò le braccia dietro al collo del ragazzo che nel frattempo l'aveva stretta a se anche con l'altro braccio. Ballarono per molto tempo in silenzio. Akane aveva appoggiato la testa sulla spalla di Ranma, con i tacchi era alta quasi quanto lui, Ranma invece era un pezzo di ghiaccio. La ragazza cercò di dire qualcosa ma era troppo felice, e stava talmente bene che aveva paura di dire qualcosa di sbagliato e rovinare tutto. Ma l'impulso fu più forte della ragione.
"Ranma, sono contenta che tu stasera sia venuto con me."
Sentendo quelle parole il codinato sobbalzò per la sorpresa pensando ad un modo carino per rispondere.
"Quindi Akane non sei più arrabbiata con me?"
"No, direi di no..."
Ranma sorrise e cercò di continuare.
"In fondo anche io sono contento di essere venuto, s-sto davvero bene."
Sentendo quelle parole Akane alzò la testa dalla spalla del fidanzato, lo guardò negli occhi e gli regalò un magnifico sorriso. È inutile dire che il cervello di Ranma andò in tilt, l'unico pensiero che riuscì a formulare era quanto fosse carina la fidanzata.
"Lo sai che stasera s-sei davvero c-carina?"
Lo disse tutto d'un fiato, rosso come un pomodoro, guardando ovunque tranne che la ragazza di fronte a se.
Akane sorrise ancora e piena di felicità sussurrò un "grazie". I ragazzi presero nuovamente a guardarsi e notarono che la distanza fra di loro stava diminuendo mano a mano, i loro naso si sfioravano, Ranma prese a deglutire e a sudare freddo, Akane ad agitarsi, i loro respiri si intrecciavano, avevano entrambi già chiuso gli occhi, pensavano di avercela fatta, già pensavano...
"Lanma, cosa stai facendo?"
I due ragazzi trasalirono e si allontanarono alla velocità della luce.
"Già, Ran-chan, cosa stavi facendo?"
"Ranma, non ti perdonerò mai, preparati a morire!"
In un attimo la pista fu invasa dai vari pretendenti dei due ragazzi, che si accanirono contro Ranma. Il ragazzo per evitare ulteriore caos pensò che fosse stato meglio uscire dalla palestra e combattere il più lontano possibile. Si avvicinò ad Akane e al suo orecchio per comunicarle la sua decisione:
"Akane io mi allontano un po', non voglio che si crei maggiore confusione. Torna a casa con Nabiki, appena li sistemo vi raggiungo."
La ragazza annuì debolmente con la testa delusa per l'esito della serata. Ranma alla velocità della luce uscì dalla palestra inseguito in prima fila da Shampoo, Ukyo e Kodachi, subito dopo da Ryoga, Mousse e Kuno.
Rimasta sola, Akane, decise di prendere una boccata d'aria e aspettare la sorella fuori. Non aveva senso rimanere dentro a guardare tutti gli altri divertirsi. Prese il cappotto e uscì dalla palestra, subito sentì un brivido causato dal freddo, -Ranma aveva ragione- pensò. Si tolse la maschera e respirò a pieni polmoni la fresca aria della sera. Sorrise al ricordo di quanto successo pochi minuti prima, a quanto erano stati bene ballando abbracciati, al complimento ricevuto dal suo fidanzato e al quasi bacio, aveva le farfalle nello stomaco. Il flusso dei suoi pensieri, però, fu interrotto da una brutta sensazione, sentiva una presenza alle sue spalle. Si girò, mettendosi in posizione d'attacco abbastanza difficile per come era vestita, si guardò in torno più e più volte, non c'era nessuno. Si rilassò e pensò che era meglio rientrare. Si era allontanata un po' dalla palestra ma ormai era quasi arrivata. Successe tutto in un attimo: sentì una forte presa sullo stomaco e una sulla bocca, qualcuno la stava bloccando da dietro. Cercò di dimenarsi, di urlare, di reagire in qualche modo ma non c'era modo di liberarsi da quella stretta, era troppo forte. L'individuo prese in braccio Akane che però non potette guardarlo in volto perché portava una maschera. La portò verso un'auto molto grande, le fascio la bocca, le legò i polsi e i piedi e la chiuse nel bagagliaio. A quel punto la povera ragazza perse i sensi. 




Salve a tutti! Questo è il primo capitolo della mia prima storia! Spero che vi piaccia! Cercherò di aggiornare il più presto possibile.
Un bacio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Troviamo Akane ***



Era l'alba e Ranma aveva appena rincasato, il combattimento con quei pazzi era durato più del previsto. Era stanchissimo, voleva affacciarsi in camera di Akane per vedere se era tutto a posto come faceva ogni sera prima di andare a dormire da quando erano tornati dalla Cina, ma le membra gli dolevano troppo e gli rimanevano poco più di due ore per dormire prima di essere svegliato con una secchiata gelata dalla sua dolce fidanzata. Si stese sul futon e si addormentò all'istante. 

***

Intanto a chilometri da Nerima un'auto correva a tutta velocità. Erano strade di campagna e intorno non c'era niente, la desolazione più totale. Akane stava ancora dormendo nel bagagliaio. Ad un certo punto l'auto si fermò davanti a una grande casa. Il rapitore scese dall'auto e aprì il bagagliaio, fu felice di scoprire che la ragazza era ancora priva di sensi, questo avrebbe reso tutto molto più facile. Prese malamente Akane in braccio e si apprestò ad entrare in casa chiudendosi la porta alle spalle. 

***

Nerima ore 7.
Ranma era in una fase di dormiveglia, aspettava impaziente le urla della sua fidanzata per svegliarlo. Non l'avrebbe mai ammesso ma in cuor suo sapeva che quella routine gli piaceva. Passarono alcuni minuti e della ragazza nemmeno l'ombra. -Forse sarà arrabbiata con me perché ieri l'ho lasciata sola alla festa- pensò il codinato. Decise che sarebbe stato meglio alzarsi se voleva recarsi con Akane a scuola e magari parlarle durante il tragitto. Uscì dalla stanza e incontrò Kasumi con il bucato appena tolto. 
"Kasumi si può sapere perché quella scema di Akane non mi ha svegliato stamattina?"
Urlò il più possibile sperando che la fidanzata lo sentisse.
"Non saprei, Ranma. A dire il vero neanche lei si è ancora svegliata. Perché non ci pensi tu?"
A Kasumi non si poteva dire di no...
"Si, certo Kasumi, la sveglierò io."
A Ranma tutto questo sembrava strano. Com'era possibile che Akane non si fosse ancora svegliata? Forse stava poco bene? Oppure aveva preso sonno? Con questi pensieri si recò in bagno dove si lavò velocemente. -Andiamo a svegliare quella pigrona.- Si avvicinò alla porta con la paperella. 
"Ei Akane" 
Ranma bussò con forza. Non ricevendo risposta bussò ancora. Dopo aver tentato varie volte decise di aprire. Di Akane nemmeno l'ombra. Non era nel suo letto e quello era completamente intatto. -Akane non ha dormito nel suo letto stanotte-. Realizzato ciò Ranma scese di corsa le scale, entrò in sala pranzo e si sedette difronte a Nabiki che stava facendo colazione. La guardava insistentemente destando l'irritazione della ragazza. 
"Cosa c'è da guardare? Devi dirmi qualcosa?"
Ranma cercò di mostrarsi il più indifferente possibile ma dentro di lui si stava scatenando una tempesta.
"Nabiki, che fine ha fatto Akane? Non c'è nel suo letto. Non dovevate tornare insieme ieri?"
Nabiki rimase sconcertata, lei la sera prima non l'aveva proprio vista la sorella. Sentendosi indirettamente accusata dal ragazzo e avendo capito come si sentisse in quel momento cercò di infierire ancora di più. 
"Non so niente. Akane non mi aveva mai detto che sarebbe tornata con me, piuttosto perché non è tornata con te? Te lo dico io: eri troppo impegnato a litigare con quegli altri idioti!"
Le parole di Nabiki erano affilate come lame e Ranma cominciò a pensare che la colpa fosse davvero sua. Il ragazzo si incupì e non riuscì a replicare. Si sentiva male, sentiva di nuovo quella sensazione di vuoto che aveva provato sul monte Hooh. La ragazza seduta di fronte a lui se ne accorse e sentendosi in colpa per ciò che aveva detto cercò di rimediare. 
"Dai Ranma, non sentirti in colpa. La troveremo, la troverai...tu la trovi sempre!"
"Lo spero, ma dove può essersi cacciata?"
"Non me ho idea..."
"Scusami per averti urlata contro..."
"Va bene, ti perdono solo per 1000 yen."
Ranma spalancò gli occhi -è sempre la solita- pensò.
"Devi dirlo a mio padre, è in veranda."
Ranma si alzò e si recò lentamente in veranda. Il signor Tendo stava leggendo il giornale e suo padre, trasformato in panda, giocava con una ruota. Il ragazzo fattosi coraggio raccontò tutto quello che era successo la sera prima e la scoperta fatta quella mattina. La reazione del signor Tendo non si fece attendere: pianse come una fontana dicendo frasi sconnesse, solo una riuscì a portare a termine.
"Ranmaaaaaaa, tu devi trovare la mia bambina e portarla a casa!"
Terrorizzato Ranma annui con la testa e uscì di corsa da casa. Decise che quella mattina avrebbe girato tutta Nerima. 

***

Akane si risvegliò dolorante su un divano vecchio e pieno di polvere. Si guardò intorno e si accorse che la casa era sfatta, povera di arredamento, era anche sporca e aveva le pareti sgrossate e le finestre sbarrate da assi di legno. A pochi passi da lei c'era lo sconosciuto che l'aveva rapita, che appena la sentì muoversi le si avvicinò e finalmente lo poté guardare in volto. Un bel ragazzo sulla ventina, con capelli neri a caschetto e occhi neri che incutevano terrore. Era alto e muscoloso. Questo le slegò le mani e i piedi e Akane cercò di reagire:
"Che cosa vuoi?" 
Chiese con tutto il coraggio che aveva.
"Shhh!"
Le intimò lo sconosciuto portandosi l'indice sulle labbra.
"Che bel bocconcino..."
Le si stava avvicinando pericolosamente, Akane si dimenava e urlava ma il ragazzo non dava segno di allontanarsi da lei, avrebbe portato a compimento il suo intento se non fosse stato interrotto.
"Toshiro, vedi di controllarti!"
Una ragazza, anche lei sulla ventina, alta e magra con capelli corti e neri e occhi marroni guardava severa l'amico, che si alzò dal divano e le si avvicinò.
"Sei una guastafeste, Ruri."
La guardò per un attimo e poi lasciò la stanza. Akane si ridestò e cercò di capire cosa volevano da lei.
"Che cosa volete da me?"
"Sta zitta!" 
L'intimò quella ragazza. Akane si alzò dal divano e le si avvicinò.
"Che cosa vuoi?" 
La ventenne indispettita schiaffeggiò Akane con una tale forza che le fece perdere i sensi, facendola cadere sul divano. 
"Voglio che tu stia zitta!"
Ripeté Ruri uscendo dalla stanza. 

***

Intanto a Nerima Ranma era sfinito, erano un paio d'ore che ormai cercava senza sosta Akane, chiedendo a chiunque se l'avesse vista. Stava per tornare a casa quando si imbatté in un maialino nero dalla faccia conosciuta. Lo prese nonostante le sue proteste e visto che stava nei pressi dello studio del dottor Tofu e a lui serviva dell'acqua calda decise di fare visita al dottorino. Aspettò che Ryoga tornasse normale così da poter raccontare l'accaduto ai due uomini, aveva capito che aveva bisogno d'aiuto, Ryoga non si sarebbe mai tirato indietro. Appena Ranma finì di raccontare Ryoga cominciò a dare di matto mentre il dottor Tofu rimase immobile guardando la parete difronte a se, senza vederla davvero. 
"Dottor Tofu come facciamo a trovarla?"
Ranma lo riscosse dai suoi pensieri.
"Non lo so, Ranma. Non ne ho la più pallida idea, anche se..."
"Anche se?"
Chiesero Ryoga e Ranma all'unisono con il fiato sospeso.
"C'è un'antica tecnica cinese, capace di individualizzare le persone, però io non sono in grado di farlo, dovreste chiedere ad Obaba."
"Ok, grazie mille dottor Tofu!"
Ranma si alzò di scatto e si avviò con fretta alla porta.
"Aspetta, Ranma"
Il dottor Tofu visibilmente preoccupato lo richiamò.
"Non puoi fidarti di Obaba, se ci fossero proprio lei e Shampoo dietro a tutto questo?"
"Non penso che ci siano loro, perché Shampoo è stata fino all'alba a combattere con noi contro Ranma."
Ranma annuì con forza all'affermazione di Ryoga. Ma il dottore non era ancora convinto. 
"Potreste anche avere ragione, ma chi vi garantisce che ti aiuterà? Vorrà sicuramente qualcosa in cambio, ti costringerà a sposare sua nipote."
Ranma sentendo quelle parole rabbrividì però si riprese subito.
"Non mi interessa!"
"È una pessima idea, Ranma!"
"Si tratta di Akane!"
L'urlo del ragazzo fu così forte da non far emergere altre repliche lasciando tutti di stucco, Ryoga compreso che campendo seguì Ranma fuori dallo studio.

***

"Come sta?" 
"Ancora priva di sensi."
"Non l'hai toccata, vero?"
"Abbi un po' di fiducia in me, l'hai chiamato?"
Akane stava riprendendo i sensi sentendo i suoi rapitori parlare in modo fitto e intimorito. 
"No, ho chiamato uno dei suoi contatti." 
La ragazze cercava di mantenere la calma nonostante il suo amico fosse alquanto agitato.
"Insomma, hai fatto avere il messaggio a Eiji oppure no?" 
Toshiro pose quella domanda con timore misto a rabbia.
"Dicono che l'ha ricevuto."
"Magnifico..."
Nel frattempo Akane si era alzata dal divano e cercava un modo per scappare. Stava attenta a fare meno rumore possibile. I due ragazzi continuavano a parlare e lei non poté fare a meno di sentire. 
"Che l'abbia avuto o no possiamo solo aspettare." 
"Non è troppo tardi: possiamo lasciarla qui, non siamo tenuti ad andare fino in fondo." 
Dalla voce di Toshiro traspariva paura e ansia.
"Sono stanca di scappare."
Rispose Ruri con rabbia.
"Beh scappare ci evita di morire!" 
Ormai il ragazzo era fuori di se dalla paura.
"Eiji è un uomo di parola, se accetta l'accordo siamo liberi."
Akane continuava a camminare a essendo distratta da quelle parole fece più rumore del dovuto facendosi accorgere dai due ragazzi.
"Che fai?"
Ruri si avvicinò ad Akane visibilmente arrabbiata.
"Qui intorno non c'è niente per miglia. Se credi di poter uscire da qui sei fuori strada, è chiaro?"
"Chi è Eiji?"
Akane non era affatto spaventata e voleva sapere il più possibile.
"Il tuo incubo peggiore."

***

Ranma e Ryoga correvano con tutta la propria forza, dovevano arrivare da Obaba il più presto possibile. 
"Ranma aspetta!" Ryoga fermò la corsa. "Il dottor Tofu ha ragione, non possiamo fidarci di Obaba. Perché non chiediamo a Happosai? In fondo ha vissuto molti anni in Cina."
"Si, beh, potrebbe essere un'idea, sempre meglio di quella mummia. Torniamo indietro, a quest'ora il vecchiaccio deve essere a casa."
I due ragazzi arrivarono a casa Tendo in meno di cinque minuti. Trovarono il vecchio in salone a fumare la pipa.
"Vecchiaccio ci serve il tuo aiuto!"
Gridarono i due ragazzi.
"Povero me, questi giovani di oggi non hanno un po' di rispetto per le persone anziane..."
Ranma si stava agitando e si avvicinò ad Happosai con il pugno chiuso minaccioso. 
"Ascoltami brutto vecchio Akane è scomparsa e tu devi aiutarmi a trovarla."
Happosai rimase sbigottito e cominciò a piagnucolare. 
"Cosa? La mia Akanuccia è scomparsa?"
"Proprio così. Il dottor Tofu ci ha parlato di un'antica tecnica cinese per localizzare le persone, la conosci?"
"Certo che la conosco!"
"Bene, allora muoviamoci!"
"Ma per eseguire quella tecnica ci vogliono molte energie, io sono vecchio potrei non farcela."
"Provaci lo stesso, ok? Non vuoi trovare Akane?"
In quel momento entrò Soun che aveva ascoltato tutto e si buttò ai piedi del suo maestro. 
"La prego maestro trovi la mia Akane!"
"Mi avete convinto! Procuratemi una cartina del Giappone e delle candele e...tu Soun, mi servirai anche tu."
Il ragazzo con il codino si affrettò a trovare tutto l'occorrente sempre più in ansia. Tornò in meno di dieci minuti con cartina e candele.
"Tieni vecchio. Allora, come funziona?"
Happosai era intendo ad accendere le candele. 
"Dovrò usare il sangue di Soun per individuare Akane."
Soun rabbrividì e a Kasumi, mentre stava portando il tè per tutti, cadde il vassoio dalle mani. 
"Perché non puoi usare il mio?"
Ranma si fece avanti offrendosi volontario. 
"Perché bisogna essere parenti per far si che funzioni."
"Ma io sono il fidanzato!"
"Ranma, razza di stupido tu e Akane non avete lo stesso sangue, Soun si così come Kasumi e Nabiki."
"Ranma per quanto nobile sia il tuo gesto, fatti da parte. È meglio che a morire sarò io e non tu, Akane non lo sopporterebbe!"
Disse in modo solenne il signor Tendo guardando un punto fisso difronte a se con gli occhi luccicanti.
"Ma signor Tendo..." 
Cercò di dire Ranma ma questo lo interruppe con un gesto della mano e si portò difronte ad Happosai. Tra di loro a dividerli c'era il tavolo con le candele e la cartina. In casa scese un silenzio tombale, tutti stavano trattenendo il fiato, Happosai prese un coltellino da dentro la sua tutina e un brivido generale scosse i presenti. Gemma piangeva per la sorte toccata al suo migliore amico, Ranma si sentiva impotente, avrebbe tanto voluto fare qualcosa, Ryoga era depresso, non osava immaginare la reazione di Akane quando avrebbe saputo del sacrificio di suo padre. Anche Soun non riuscì più a trattenere le lacrime. Happosai con voce malinconica interruppe il silenzio.
"Allora, Soun, sei pronto?"
Il signor Tendo fece un cenno con la testa. Il vecchio maniaco alzò il coltello e tutti si girarono a guardare da un'altra parte, Kasumi svenne. I minuti scorrevano veloci e nessuno parlava. 
"Potete girarvi, ho fatto!"
La voce squillante di Happosai li fece sobbalzare. Quando si girarono caddero tutti a gambe all'aria. Soun stava benissimo, aveva solo un piccolo taglio sul palmo della mano. 
"Razza di cretino lo potevo dire che si trattava di un piccolo taglio! Ci hai fatto morire di paura!"
"Ah perché non l'ho detto? Mi sarà sfuggito!"
Ranma avendo perso la pazienza cercava di pendere a pugni il maestro. Intanto Genma e Soun si abbracciavano piangendo felici. 
"Tendo sono felice che tu sia ancora vivo!" 
In tutta questa confusione Happosai fu l'unico a ricordarsi del rapimento. 
"Se volete sapere dove si trova Akane basta che guardate il sangue dove si è spostato."
Tutti guardarono sulla cartina, il sangue si era condensato e partendo da Nerima si era spostato lasciando dietro di se una scia rossastra. 
"È a trecento miglia da qui!" 
Urlò Nabiki entrata in casa senza che qualcuno se ne accorgesse. 
"Allora io vado! Mi serve una macchina, dove la trovo?"
"Ho già chiamato un taxi, è qui fuori che ti aspetta!"
"Bene, se tutto va bene stasera staremo a casa."
"Aspetta, Saotome, io vengo con te!"
Ryoga fino a quel momento in silenzio si era alzato con i pugni stretti e aveva annunciato la sua partecipazione. Ranma cercò di dissuaderlo.
"Ryoga è pericoloso..."
"Come hai detto tu: si tratta di Akane!"
I due ragazzi  si guardarono per un istante e capirono di trovarsi sulla stessa lunghezza d'onda. Ranma si convinse e fece un cenno con la testa. Si precipitarono in macchina, dove l'autista stava aspettando, gli dissero il luogo della destinazione e si accasciarono entrambi sui seggiolini posteriori. Ranma guardava fuori dal finestrino, l'unica cosa a cui riusciva a pensare e se Akane stesse bene. - E pensare che ieri sera eravamo andati a quello stupido ballo, abbiamo ballato insieme e ci è mancato poco che ci b-baciassimo...- il ragazzo arrossì violentemente al ricordo di ciò che era accaduto meno di ventiquattr'ore prima. A ridestarlo dai suoi pensieri fu Ryoga che era troppo impaziente per stare fermo e in silenzio.
"Chi pensi che l'abbia rapita?"
"Non lo so" 
"Se è qualcuno del tuo passato, qualcuna delle tue spasimanti o qualsiasi cosa che ti riguardi questa volta giuro che ti faccio fuori!"
Ranma guardò Ryoga senza rispondere, in cuor suo sapeva che l'amico aveva ragione: la maggior parte delle volte che ad Akane succedeva qualcosa la colpa era sempre la sua. 
"Beh, l'importante è che la portiamo a casa sana e salva."
Ranma non ne poteva più di sentire quello stupido di Ryoga parlare.
"Sai ti ho visto oggi com'eri ansioso e nervoso. Perché sei così impaziente di trovarla? Lo fai per suo padre e per le sue sorelle perché ti senti in colpa o lo fai perché la ami anche tu?" 
Ranma rimase impietrito da quella domanda, non sapeva cosa rispondere, non voleva certo dire a quell'imbecille di amare Akane.
"Se non la smetti con questi discorsi giuro che ti butto giù dalla macchina e vado da solo."
Ryoga ridacchiò divertito certo di aver colto nel segno.
"No, vedi questo è il bello: non puoi farlo perché vuoi essere sicuro di riuscire a salvare Akane e hai bisogno di me perché sai che, come te, rischierei anche la mia vita."
Ranma guardò l'amico/nemico con disprezzo e per la seconda volta in quel giorno non sapeva cosa rispondergli, si rivolse di nuovo a guardare fuori dal finestrino sperando che quella sera lui e la sua Akane sarebbero tornati a casa.



Ecco il secondo capitolo, scusate il ritardo ma con la scuola e gli altri impegni non ho un momento libero! Spero che anche questo vi piaccia e vi intrighi. Spero di aggiornare presto, alla prossima! 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2288911