L'amore imperfetto e ingiusto.

di _Mollica_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensiero fisso ***
Capitolo 2: *** Alla ricerca di se stessi ***
Capitolo 3: *** Roma ***
Capitolo 4: *** Buone notizie ***
Capitolo 5: *** 5. Paure ***
Capitolo 6: *** 6. Ti amo ***
Capitolo 7: *** 7. Tradimento ***
Capitolo 8: *** 8. Riconciliazione ***
Capitolo 9: *** 9. il traguardo ***



Capitolo 1
*** Pensiero fisso ***


1.

Sola.
 

 

L'immagine nello specchio mostrava una bella donna con lucenti capelli biondi e un viso perfetto ma l'unica cosa che Caroline riusciva a vedere erano i suoi due grandi occhi azzurri tristi e vuoti.
Klaus era a New Orleans. Se ne era andato e non aveva intenzione di tornare o almeno era quello che dicevano tutti. Elena giusto ieri le aveva detto che non lo avrebbero più rivisto per molto tempo visto che non c'era niente che lo interessasse ormai a Mystic Falls.
Si guardò di nuovo allo specchio e osservò i suoi occhi, irritata si girò di scatto e si diede mentalmente della stupida. Ma insomma aveva rifiutato quel vampiro in tutti i modi possibili e tante di quelle volte che aveva perso il conto. L'unica cosa che gli aveva chiesto era di far tornare Tyler e di scomparire dalle loro vite e lui...lo aveva fatto.
E quando era successo Caroline si era accorta che in realtà non era quello che voleva. Da quando era partito, si portava dietro un peso opprimente, e più i giorni passavano, più questo sentimento trapelava da lei. Dai suoi occhi, dai suoi comportamenti, dai suoi strani silenzi. All'inizio non gli aveva dato molto peso ma, ormai, era inutile mentire almeno a se stessa doveva dire la verità. Dopo due mesi dalla sua assenza era riuscita ad ammettere che gli mancava. Non credeva che lo avrebbe mai detto a nessuno ma aveva intuito che Tyler sapeva che c'era qualcosa che non andava.
Anche le sue amiche se ne sarebbero accorte se non fossero state così prese dalla loro vita da non vedere nient'altro.
Elena era la settimo cielo e passava ogni minuto della sua giornata con Damon e non sapeva parlare d'altro. Bonnie, invece, era strana e sfuggente e quando aveva provato a prendere l’argomento del suo strano comportamento lei aveva iniziato a evitarla.
Era sola.
Con questi pensieri oscuri che la opprimevano. E con un ragazzo che meritava di essere amato e che lei aveva il dovere di amare.
-Ehi Care. Tutto apposto?- Caroline sussultò per quelle improvvise parole era sicura di essere sola.
-Ti ho spaventato? Sono qui da cinque minuti. Sembravi una statua...- Tyler le si avvicinò apprensivo e l'abbracciò.
-Si si tranquillo. Sto bene. Stavo riflettendo. - cercò di sorridere in maniera spensierata ma fallì miseramente e se ne accorse. Tyler adesso era ancora più preoccupato.
- Sicura di stare bene?-
-Ma certo! Che cosa dovrei avere Ty? Certo che sto bene.- sapeva di comportarsi male era ovvio che lui fosse preoccupato ma le dava fastidio che lui le stesse sempre così addosso. Si sentiva controllata ed aveva paura delle parole che avrebbe potuto dire.
-Non sei più la stessa da un pò di tempo Care. Mi devi dire che cosa succede. - lo sguardo serio che le lanciava non le piaceva per niente. Odiava essere trattata come una bambina e non era ancora pronta per dirgli quello che provava.
-Non dire fesserie.- gli sorrisi e poi cercai di cambiare argomento, naturalmente con quello di cui sapevo parlare di più. - per questa sera avevo intenzione di mettermi quel vestito blu che piace tanto anche a te, quello con le spalline sottili e bustino ricamato oppure quello bianco con quelle enormi man...- avevo iniziato a parlare a raffica come facevo sempre quando ero nervosa e lui purtroppo se ne accorse. Mi interruppe subito con uno sguardo serio.
- Caroline, dobbiamo parlare. -
 
 
 
Ecco il mio primo capitolo,è molto corto lo so ma è solo per darvi un idea =)
spero che vi incuriosisca abbastanza da convincervi a continuare la vostra lettura, ma già se siete arrivati alla fine del capitolo per me è un buon segno.

Vi ringrazio e spero mi lascerete una piccola recensione per dirmi le vostre impressioni, come ho già detto è la mia prima storia e se ci sono errori vorrei saperli per poter provare a migliorare.
Ancora grazie.
Un bacio a tutti.

 
 
 

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Capitolo 2
*** Alla ricerca di se stessi ***


2.


Alla ricerca di se stessi.


Erano passati due giorni da quando lei e Tyler si erano lasciati. 

Non aveva visto nessuno. Non avrebbe comunque saputo spiegare perché lei e Tyler si fossero lasciati, in fondo tutti li credevano ancora a festeggiare il loro lieto fine. 

Quando avevano parlato due giorni fa, Tyler era  stato perfetto come sempre, non l'aveva accusata di niente. Le aveva solo detto che si era accorto che si era allontana da lui , l' amava sempre ma aveva capito che quello che voleva non era lui. Non avevo idea di come avesse fatto a capirlo e ci stava male perché stare con Tyler era ,ormai, un abitudine, un punto sicuro della sua vita. Era la certezza che qualcuno ci sarebbe sempre stato... Tyler era stato il suo primo amore. Era stato un compagno, un amico, qualcuno con cui condividere tante di quelle cose che averlo perso adesso la aveva scossa nel profondo. Lei però, in fondo, era Caroline Forbes aveva un nome da mantenere e di certo non poteva piangersi addosso ancora! Lo aveva fatto abbastanza... anche troppo per l'esattezza. Adesso era arrivato il momento di rialzarsi e diventare ancora più forte come persona, come donna.

Lo squillo del suo cellulare la riscosse, era sicuramente Elena. La stava chiamando da ore e non le aveva ancora risposto nemmeno una volta. Adesso però si costrinse a rispondere o presto lei e Damon sarebbero venuti a casa sua per controllare che fosse tutto apposto e sapeva che entrambi si sarebbero accorti che c'era qualcosa che non andava se non altro perché la sua stanza era piena di buste

delle boutique della città. Quando era pensierosa o triste non c'era niente di meglio dello shopping e lei in questi giorni ne aveva fatto un sacco! 

- Elena. - 

-Care! Ero così preoccupata! Sono ore che cerco di chiamarti! Stai bene? - la voce di Elena era squillante e sollevata.

-Sì, certo Elena. Avevo perso il cellulare. L'ho ritrovato solo adesso. - cercò di mentire ma sapeva che lei non ci sarebbe cascata. E infatti...

-Non raccontarmi bugie. Se non vuoi dirmi che cosa ti succede va bene, ma niente bugie, le risconosco subito le tue. Anche perché tu che ti perdi il tuo prezioso cellulare è alquanto improbabile. - 

-Improbabile ma non impossibile. - cercai di ridere ma lei non ci cascò, la mia era falsa allegria.

-Dobbiamo parlare Care. Per favore, parla con me. So che c'è qualcosa che ti preoccupa. - un moto di affetto mi percorse tutto il corpo. Volevo bene a Elena e mi dispiaceva che fosse preoccupata per me. Era arrivato il momento di parlare con qualcuno, prima lo avrei fatto e prima sarei tornata ad essere me stessa. Dovevo tornare ad avere le redini della mia vita. Elena mi voleva bene e io dovevo fidarmi di lei. Dovevo fidarmi e raccontarle tutto quello che mi era passato nella mente in quegli ulrimi giorni. Bhé, forse non tutto.

-Viene a casa mia. Ti aspetto. - 

-Grazie Caroline. Arrivo subito.- sorrisi, mi sentivo già meglio. Era bello sapere che non ero poi sola e che a qualcuno interessava quello che mi succedeva. Sapevo che potevo sembrare una bambina ma chi mi conosceva sapeva che amavo ricevere attenzioni. Poi all'improvviso mi venne in mente una cosa.

-Ah Elena... -

-Sì? - 

-Non portare Damon per favore. - 

-Care!-  risi come una sciocca per la sua esclamazione scioccata. 

-Dai scherzo, ho preferito dirtelo per non avere delle sorprese quando saresti arrivata. -

-Non lo farei mai tranquilla.- Invece, ero sicura che ci avesse pensato, ormai se invitavi Elena potevi star certo che anche la sua ombra/Damon ci sarebbe stata.

-Va bene allora ti aspetto. - 

-Sì, sono quasi arrivata. Ah Care...- la sua voce era esitante e molto dolce. - ti voglio bene.-

-Anche io te ne voglio, Elena. -  sorrisi come una sciocca con gli occhi lucidi mentre chiudevo la chiamata. 

Era ufficiale ero una stupida, solo io potevo aver cercato di evitare questo momento per così tanto tempo.

*********************************************************************************

-Mi dispiace Caroline. Speravo che finalmente voi due avreste potuto amarvi liberamente. Anche se c'è qualcosa di strano...insomma perché adesso? -

-In effetti c'è qualcos'altro che non ti ho detto...- Elena mi sorrise comprensiva e mi strinse una mano. 

-Lo avevo capito. Mi sembra abbastanza ovvio che c'è qualcosa che non mi hai detto. - il suo tono era calmo,comprensivo, mi sentii subito meglio, era bello vedere Elena così interessata a quello che mi succedeva. Non avevo più paura a dirle quello che pensavo.

-Io e Tyler abbiamo rotto perché secondo lui non lo amavo più e stavamo insieme solo per abitudine... -

-Ed è così?-

-Sì. - quell'unica parola mi fece sussultare. 

Era finita. 

Il mio amore per Tyler era finito. E con lui una parte di me. Ero riuscita ad ammetterlo. 

Elena mi guardò curiosa era certa che ci fosse dell'altro.

E aveva ragione. Adesso arrivava la parte più difficile per me. 

-Quando ti sei accorta che non lo amavi più? - 

-Dopo la partenza di Klaus. - Elena cercò il mio sguardo che io cercavo di distogliere e quando finalmente la guardai negli occhi non vide nessun rimprovero, solo tanta dolcezza e comprensione. Mi guardava come se già sapesse che cosa le avrei detto e un pò in cuor suo lo temesse. 

-Klaus ti manca?-  spalancai gli occhi a quella domanda. Come poteva averlo capito? Io di certo non le avevo detto niente, l'avevo capito pochi giorni fa! Decisi di essere sincera,alla fine, era quello che mi ero preposta dall' inizio della nostra conversazione. Avevo deciso di fidarmi.

-Sì. - sputai quelle due lettere come se fosse la cosa più  difficile che avessi mai detto. Forse era veramente così. Chiusi gli occhi e aspettai. Ero pronta a tutto. 

Alle urla, ai rimproveri, ai mille discorsi di Elena, magari qualche insulto, comunque a qualunque cosa che si concludesse con il suo disgusto verso di me. Non ero pronta, invece, alle due braccia che mi strinsero all'improvviso abbracciandomi stretta come se dovessi partire da un momento all'altro.

-Lo sapevo Care, lo avevo capito. Temevo che ti saresti accorta che è lui, l'uomo che ci hai sempre descritto come il tuo principe azzurro. Lui è forte, potente, elegante, provocante, ti fa sentire una regina.

Ed è questo che tu hai sempre cercato ed è anche quello che ti meriti. Non amo l'idea di Klaus come uomo della mia migliore amica ma posso accettarlo se tu lo ami. Perchè che lui sia innamorato di te l'abbiamo già capito. - mi sorrise allusiva. Io, invece, non potevo fare a meno di guardarla stupefatta, non riuscivo a credere che non mi stesse lanciando addosso tutti gli insulti che conoscesse. Ok, forse stavo sognando. Insomma lei era Elena! Se volevi una ramanzina o volevi sentirti rimproverare era da lei che dovevi andare. Elena accettava solo il giusto ed il perfetto!

-A te va bene? Non mi stai rimproverando?- 

-E come potrei? Sarei una vera ipocrita. Dimentichi forse che io sono fidanzata con Damon e che lo amo alla follia? Anche Damon non è un santo, certo non è ai livelli di Klaus, eppure con me è perfetto.

E so che questo non ti piacerà,ma non posso non ammettere che non sono mai stata così felice con Stefan. Damon è tutto per me e per lui farei qualsiasi cosa. Gli perdonerei tutto perché non potrei fare altrimenti. Gli appartengo come lui appartiene a me. Per questo non posso insultarti. Quando ho ammeso di amare Damon e dopo questi mesi con lui ho capito che vale la pena rischiare per amore. L'amore cambia Damon è cambiato per me ma anch'io sono cambiata. Prima non ti avrei mai capita, avrei pensato che fossi pazza! Insomma Klaus! Anche adesso mi risulta difficile ma io voglio solo il meglio per te. E forse Klaus è l'uomo giusto per te, non lo scoprirai mai se non rischi. Ne vale la pena, credimi, lasciare che il mio amore per Damon mi guidasse è stata la scelta migliore che io abbia fatto in tutta la mia vita. Non è facile ma le cose belle non lo sono mai.- 

La guardai a bocca aperta e calde lacrime mi scesero lungo il volto. Mi rendevo conto che avevo pianto troppo in questi giorni ma non potevo farne a meno. Non mi ero accorta di quanto fosse cresiuta la mia migliore amica. Mi sentivo bene, apprezzata, capita e dopo il suo discorso mi sentivo pronta per ammettere almeno a me stessa i miei sentimenti per Klaus. 

Che male c'era ad amarlo? Non aveva forse cercato di comportarsi bene con me? Ed Elena che era la persona che doveva essere la prima ad odiarlo, non lo aveva addirittura perdonato e mi diceva che dovevo rischiare per lui? 

-Mi dispiace Elena non sono riuscita ad apprezzare quello che avete tu e Damon ma adesso lo comprendo e sono felice per te e per lui. Ve lo meritate entrambi. Mi dispiace di non averlo voluto vedere ma Stefan era il mio migliore amico e pensavo che il vostro amore fosse quello giusto, quello perfetto. Come mi sembrava il mio per Tyler.- 

-L'amore non è giusto o perfetto. E' imperfetto e molto spesso ingiusto. - mi sorrise e si asciugò una piccola lacrima che le era scesa lungo la guancia.

-Ti voglio bene Elena. Mi fa bene parlare con te e mi hai fatto capire molte cose. Mi sento già meglio! Adesso però ho bisogno di fare qualcosa per me stessa prima di prendere qualsiasi decisione che riguardi Klaus o chiunque altro. Quest' ultimo anno è stato molto importante per me, mi sono successe tante di quelle cose che, credo, io non mi sono soffermata molto a pensare a me stessa. Sembra impossibile ma a volte non mi riconosco, non sono più quella che sono sempre stata, la ragazza un pò sciocca, che adora le feste e lo shopping. Lì amo ancora ma c'è dell'altro...sono cresciuta, come hanno fatto tutti gli altri, e questo ha comportato molti cambiamenti in me. Cambiamenti che mi hanno portato a capire che Tyler non era più l'uomo per me, lo era per la vecchia Caroline ma non per questa Caroline. Insomma, so che questo ragionamento ti sembrearà assurdo ma non credo di riuscire a spiegarti meglio quello che sento in questo momento.-

-Non preoccuparti Car capisco quello che vuoi dirmi, in fatto di cambiamenti e di crescita credo che io quest' anno abbia battuto tutti. Sono diventata una vampira e questo mi ha scombussolato così tanto!La morte di mio fratello e poi successivamente lo spegnimento dei miei sentimenti, non mi ha aiutato a ritrovare me stessa ma adesso l' ho fatto e sto bene. Sto bene insieme a Damon, lui mi aiuta a scoprirmi ogni giorno e ad apprezzare la mia nuova Elena. -

-Sei fortunata ad avere Damon allora. Non avrei mai pensato di dirlo. - le sorrisi incerta, non volevo che si offendesse. Non potevo farci niente...io tifavo Stefan! Anche se, doveva ammettere che Elena mi sembrava finalmente felice e in pace con se stessa e gli altri. Un pò la invidiavo....

-Lo so che nessuno di voi tifava per lui ma non posso farci niente e lui che amo e apprezzo che alla fine voi lo abbiate accettato. - 

-Ma che dici noi facciamo solo finta!- cercai di sdrammatizzare. 

Elena mi tirò una pacca sulla spalla e poi ridemmo come pazze. I discorsi seri erano finiti.

-Adesso alzati, sciaquati,mettiti il tuo vestito migliore e parti per conquistare il mondo e riscoprire te stessa come solo Caroline Forbes può fare! -  mi alzai di scatto e la stritolai in un forte abbraccio, le lanciai un bacio e corsi in bagno. Mi lavai e mi guardai allo specchio, stavo riacquistando pian  piano il mio abituale buon umore. 

Davanti allo specchio adesso c'era una donna molto bella, con una luce negli occhi che le faceva risplendere tutto il volto. Era lei. La perfetta e ambiziosa Caroline Forbes. Sapevo che qualcosa in me era cambiato, ero la stessa ma in qualche modo diversa. Avevo bisogno di riscoprirmi prima di andare da Klaus perché in cuor mio sapevo che quando sarei andata da lui la mia vita sarebbe cambiata per sempre. Più di quello che la sua sola presenza nella mia mente aveva già fatto.

Uscii dal bagno e sorrisi ad Elena che mi aspettava con le mani dentro il mio armadio alla ricerca del vestito perfetto. Ero contenta che non mi avesse lasciato, volevo passare i miei ultimi momenti con lei prima di prendere l'aereo. Destinazione: Roma. Ci avevo pensato e alla fine avevo deciso per Roma perché era una città che avevo sempre sognato di visitare.

Scegliemmo il vestito e mentre mi preparavo continuammo a parlare di mille sciocchezze come non facevamo da tanto, troppo tempo.

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Capitolo 3
*** Roma ***


cap. 3 Roma
3.


Roma.



Avevo lasciato Mistyc Falls.
Avevo lasciato la mia casa, i miei amici, mia madre.
Ero partita alla ricerca di me stessa.
Era quello che avevo detto anche a mia madre e lei stranamente non mi aveva giudicato forse aveva capito che ne avevo veramente bisogno. Aveva intuito nei miei silenzi e nei miei sguardi persi, il disagio che in quel periodo sentivo. Ero entusiasta per questa avventura. Insomma stavo per atterrare a Roma, Fiumicino per l'esattezza. Non mi sembrava vero. Avevo sempre sognato di andare a Roma. L'Europa era il mio sogno. O meglio la moda e il mondo esteta europeo era il mio sogno. Magari non avevo sognato di essere sola nella mia avventura ma mi sarei divertita comunque non aveva bisogno di un ragazzo per farlo. E in questo momento aveva bisogno solo di me stessa.
-Signorina, il signore seduto lì davanti, le ha appena offerto questo vino italiano. - una hostess molto carina le si avvicinò sorriddendo e indicandogli un uomo seduto davanti a lei di qualche fila che le sorrideva malizioso.
Caroline lo guardò curiosa, non aveva problemi ad ammettere che le faceva piacere ricevere quelle attenzioni dagli uomini,la facevano sentire bella e desiderabile e questo per una donna, o almeno per lei, era importante. Non poteva pensare di passare inosservata, dovunque andasse. Senza esagerare ovviamente, lei odiava le esagerazioni.
-Signorina. - la ragazza adesso sembrava spazientita, stava ancora aspettando una risposta. Caroline sorridendo fece l'occhiolino all' indirizzo dell' uomo.
-Me ne versi un bicchiere. - l'hostess l'accontentò e poi sparì, lasciando dietro di sé solo il fastidioso ticchettio dei suoi tacchi.
Caroline continuando a guardare l'uomo, bevve un lungo sorso estasiata, era buonissimo. L'uomo si alzò e cominciò lentamente ad avvicinarsi al suo sedile. Una volta arrivato davanti a lei. Le prese  la mano e ne baciò il dorso.
-E' un piacere conoscerla, signorina. Sono Roberto Marrano. - Caroline arrossì per l'intensità dello sguardo dell'uomo. Era bello, capelli molto scuri, alto e muscoloso ma la prima cosa che notò furono i suoi occhi, ipnotizzavano. Erano blu e profondi come una notte senza stelle.
- E' un piacere anche per me, signor Marrano. Io sono Caroline Forbes. -
- Signorina Forbes, devo ammettere che non ho potuto fare a meno di notarla. Siete molto bella. - Caroline li sorrise lusingata. Era più forte di lei adorava ricevere complimenti. Sopratutto quelli che sembravano sinceri, come questi. Questo però non cambiava che lei, non era alla ricerca di nessun uomo. Anzi, per colpa degli uomini, aveva intrapreso questo viaggio. 
- Anche voi, siete bello signore. Vi ringrazio per il vino. -
Roberto le fece cenno con la mano come a dire che non era niente.
- Mi chiedevo, signorina, se una volta arrivati a Roma, lei mi permettesse di farle da guida. Sono natio di questa splendida città e potrei ospitarvi anche a casa mia. -
 - Non credo che si possa fare, signore. Sarò molto impegnata e inoltre alloggerò all'hotel più lussuoso di Roma quindi non mi serve ospitalità. Ma la ringrazio. - Caroline gli sorrise riconoscente, non voleva che ci restasse male ma non era interessata o meglio non voleva esserlo. Non voleva ritrovarsi con più problemi di quanti ne avesse già adesso. Roberto sembrò deluso solo per un momento, poi le sorrise come se la sua reticenza gli piacesse.
- Come vuole, signorina. Forse ci incontreremo nelle magiche strade di Roma. -
- Forse. -
-Allora, vi saluto. E' stato un piacere. -
Non aveva tempo per gli uomini adesso. Voleva soltanto visitare la città eterna e svaligiarne i negozi.

****************************************************************************


Si trovava in un piccolo bar di Roma e guardava i suoi clienti andare e venire senza che nessuna emozione trapelasse dal suo vivo.
Da quanto era diventato un vampiro quella era la prima volta che si sentiva morto. Senza nessuno scopo o piacere nella vita. Triste e abbandonato. Non voleva autocommiserarsi ma non poteva farne a meno. Non poteva farne a meno da quanto Elena lo aveva lasciato per suo fratello. Damon ed Elena. L'amore della sua vita e il suo unico fratello. Amava Elena ma amava anche suo fratello e per questo aveva deciso di andarsene e di tagliare i ponti con Mystic Falls. Ma la cittadina gli mancava, come i suoi cittadini. Gli mancavano Bonnie, Jeremy, Matt. Gli mancavano Elena e Damon. Gli mancava Caroline. Era stato sciocco da parte sua pensare che allontanarsi da tutti fosse la soluzione per risolvere i suoi problemi. Non era stato affatto così, anzi, stare da solo lo aveva solamente intristito e fatto impazzire. Si sentiva abbandonato come non gli era mai accaduto. Nessuno aveva mai preferito Damon a lui e solo adesso comprendeva le azioni di Damon. Si sentiva infantile ma era vero trovarsi dalla parte che fino a quel momento era toccato a Damon non gli piaceva e...non gli era abituale, ecco. Si sentiva dilaniato in due parti.
Aveva un disperato bisogno della sua migliore amica.
Per fortuna Caroline aveva accettato di vederlo e lui non vedeva l'ora. Aveva bisogno di essere consolato e di sentirsi importante per qualcuno. Voleva divertirsi e non pensare a niente.
E lo avrebbe fatto.
Continuava a guardare l' ingresso quando questo si aprì di scatto e una donna bionda fece il suo ingresso. Era belllissima. Indossava un vestitino floreale con uno scollo all'americana,corto,scarpe altissime. Portava i capelli sciolti, molto più lunghi dall'ultima volta che l'aveva vista, con boccoli che le scivolavano dietro la schiena nuda. Ma il viso, Stefan la guardò meravigliato e ammirato. Caroline non era mai stata così bella a Mystic Falls. Così fresca,naturale, affascinante.
Appena lo vide, gli corse incontro e posate le innumerevoli borsette firmate piene dei risultati di quella giornata di shopping, lo strinse in un abbraccio affettuoso che lo riscaldò dentro. Gli era mancato sentire qualcuno vicino che si preoccupava per lui.
-Mi sei mancato Stefan. Sono così contenta che tu mi abbia chiamato! Pensavo saresti scappato e non ti avrei più rivisto se non tra qualche secolo!-
-Non ho resistito,non posso starti lontano. Sei la mia migliore amica. - Caroline gli sorrise grata. Sapevo che adorava sentire che la sua presenza era importante e indispensabile. E per me lo era veramente.
-Sei sempre così gentile con me, Stef. Ho sentito così tanto la tua mancanza, avevo bisogno di te. Tu non c'eri e quindi mi sono dovuta arrangiare con un viaggio in Europa e tanto shopping. -
Ci sedemmo al tavolino in cui l'avevo aspettato e ordinai per entrambi un cocktail alla vodka.
-Cosa ti è successo? - non avevo fretta di cominciare a piangermi addosso con lei, per adesso la sua sola presenza mi aveva risollevato. Caroline era così. Portava un pò di sole con sé dovunque andasse. Era magica.
-E' una storia lunga. Riguarda voi maschietti. Ho capito che devo fare a meno di voi per un pò, per scoprire quello che provo e quello che voglio. - sembrava decisa, forte come era sempre stata, ma un ombra di tristezza le oscurava il bel viso.
-Cosa è successo tra te e Tyler?- avevo una mezza idea di quello che era potuto accadere, me lo aspettavo, ma non volevo tirare a indovinare.
-Ho capito di non amarlo più. Tyler era perfetto, perfetto per la vecchia Caroline ma non per questa. Sono cambiata e anche lui, siamo cresciuti e l'amore che ci univa si è allentato fino a scomparire. Non potevo restare con lui, dovevo essere sincera e sono convinta di aver fatto la cosa giusta. -
-E...? - gli sorrisi malizioso. Non poteva tenermi nascosto niente, io lo capivo quando nascondeva qualcosa dietro i suoi interminabili discorsi.
Caroline mi spinse ridendo una spalla ma la sua risata era nervosa e io me n'ero accorto. Qualcosa la turbava, anzi la guardai meglio e rimasi esterefatto. Qualunque cosa dovesse dirmi la...imabarazzava!
-Ho capito di provare dei sentimenti per qualcun' altro. Qualcuno per cui dovrei provare solo odio o comunque non quello che sento. - il suo sguardo era sfuggente e le sue guance avevano assunto una leggera tonalità di rosato. Era fantastica.
- Niklaus? -
Caroline alzò lo sguardo e mi guardò a bocca aperta. Io scoppiai a ridere. Mi era mancata troppo.
-Ma come ho fatto senza di te, Stef'?-
-Non lo so, me lo chiedo anch'io. -
Ridemmo insieme, poi ordinammo qualcosa da bere. Non toccammo più l'argomento Klaus per tutta la serata, che passamo a bere e a divertirci come vecchi amici.
Ero felice.
Io e Caroline a Roma. Era perfetto.
L'immagine di Elena e Damon insieme, scompariva dalla mia mente man mano che i bicchieri attorno a me aumentavano e la risata di Caroline si riversava nelle mie orecchie.







NOTE
Ok, emh che dire...mi dispiace tantissimo per il ritardo ma davvero non ho un attimo di tregua, dal mio lavoro e da altri miei impegni, questo capitolo è un pò corto ma è molto importante per la storia perché compare Stefan. Spero che vi sia piaciuta, lo spero davvero. Vi imploro di lasciarmi una piccola recensione per dirmi qualsiasi cosa non vi sia piaciuta o anche per darmi il vostro appoggio. Mi aiuta ad andare avanti.
Spero di non ritardare anche la prossima settimana e di postare il prossimo capitolo.
A presto.
un bacio enorme a tutti!!
_Mollica_

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Capitolo 4
*** Buone notizie ***


cap. 4 ritorni a MF

4.
Buone notizie



-Sveglia, dormigliona! - la voce di Damon riempì la stanza, così come il fascio di luce che le colpì prepotentemente il viso.

-Umh... - mugolò infastidita e si rigirò su un fianco, al riparo dalla luce.

Damon scoppiò a ridere e saltò sul letto. Elena sentì le sue mani posarsi sui suoi fianchi e cominciare ad accarezzarla lentamente. Sorrise, ancora ad occhi chiusi, e si abbandonò alla dolcezza di quelle carezze. Il cuscino, però, le venne improvvisamente tolto da sotto il viso e lanciato addosso. Si alzò, immediatamente, arrabbiata. L'aveva presa in giro, quello stupido. Damon rideva come un pazzo e correva per la stanza, inseguito da lei. Era proprio un idiota. Purtroppo però, non riusciva mai a restare arrabbiata con lui per molto, così si ritrovò a ridere anche lei mentre lo inseguiva. Damon era così ridicolo! Era così perfetto, era dolce quando lei aveva bisogno di essere amata e consolata ed era capace di farla ridere quando lei aveva bisogno di sentirsi meglio e felice. Non si era mai divertita tanto con nessun'altro. Damon era speciale.

-Tanto non mi prendi, la tua è una battaglia persa! - 

- Ti piacerebbe! Continua a correre,altrimenti finisci male! - le sue minacce erano ridicole e se ne rendeva conto, ma non poteva lasciar perdere. Si guardò attorno confusa, si era distratta un attimo e Damon era scomparso. Stava sicuramente combinando qualcosa.

- Dove ti sei nascosto? Cos'è stiamo giocando? - lo provocò.

All'improvviso, le sue mani le cinsero i fianchi da dietro e le sue labbra si posarono sul suo collo, lasciandogli una scia di baci appena accennati che le fecero venire la pelle d'oca. Spostò involontariamente la testa indietro e attese un suo bacio. Era certa, che lui non l'avrebbe accontentata scappando di nuovo e rendendola ridicola, ma non le importava, era più forte di lei. Quando sentì le sue labbra posarsi sulle sue in un tenero bacio si sciolse. Si baciarono a lungo, come se la loro vita dipendesse da questo. Quando si staccarono, Elena si perse nei suoi occhi. Erano così profondi, belli che ogni volta si sentiva le gambe cederle quando lui la osservava come in quel momento. Uno sguardo che la scombussolava e la rendeva indifesa. 

- Ho una buona notizia. - la sua voce era strana, come se temesse di dire qualcosa. Si sedettero sul divano, ma lui si alzò subito per andare a prepararsi un bicchiere di scotch.

- Dimmi. - lo guardai preoccupata, cercando di mascherarlo. Lo conoscevo così bene, che riuscivo a capire subito quando era nervoso. E adesso, lo era. E anche tanto.

- Riguarda Stefan. - fece una pausa, e buttò giù il liquido ambrato. - Stamattina, Caroline ti ha chiamato. Ho risposto io, visto che dormivi così profondamente che non ti sei neanche accorta di niente. - un sorrisino affiorò sul suo viso. Adoravo quel sorriso.

- Ah sì? Se qualcuno mi lasciasse dormire la notte, non sarei costretta a dormire buona parte della mattina! - mi finsi offesa, e lo guardai imbronciata. 

Lui rise, ma la sua risata era nervosa, come il suo sguardo.

- Cosa voleva Caroline? Cosa c'entra Stefan? - ero perplessa, non riuscivo a capire.

- Sono insieme a Roma. - 

- Oh. Non me l'aspettavo, ma sono contenta che Stefan sia con lei. Ha bisogno di un'amica. Non doveva andarsene da solo. Poteva mettersi nei guai.  - mi alzai e lo abbracciai, lo sentivo ancora rigido, ma mi accolse lo stesso tra le sue larghe braccia.- Almeno adesso sappiamo dove si trova. Caroline lo aiuterà.- 

- Sono stati insieme a Roma per due settimane. Adesso stanno tornando, insieme, a Mystic Falls. - capii subito, allora, il motivo del suo nervosismo. Aveva paura. Il mio piccolo, fragile Damon aveva paura. Paura della presenza di Stefan nella nostra vita. E si sentiva in colpa per questo, perché lui era suo fratello. Io, invece, ero tranquilla. Avevo amato Stefan, ma il nostro amore era stato infantile,incompleto. L'amore che provavo adesso per Damon era adulto, consapevole, totalizzante. Rivedere Stefan sarebbe stato come rivedere Matt, un vecchio amore sfumato. Non provavo niente per lui, se non, affetto.

Gli baciai la guancia liscia e mi strusciai contro di lui,come una gattina. 

- Sono felice. Finalmente, tutto tornerà alla normalità. Tu riavrai tuo fratello e io la mia migliore amica.- Damon mi concesse un sorriso tirato. 

- Lo sai che questo non cambierà niente tra noi, anzi, sarà meglio di adesso. -

- Certo che lo so. Sono così felice del ritorno di Stefan. Non vedo l'ora.- mi guardò sarcastico. E si allontanò da me. Lo rincorsi, incapace di stargli lontano. Mi misi davanti a lui e lo guardai dolcemente.

-Di cosa hai paura? Lo sai che ti amo. -a quelle parole sentii il suo corpo tremare. Quando gli dicevo che lo amavo, Damon come la prima volta,continuava ad emozionarsi e... ad eccitarsi. Adoravo sussurarglielo quando facevamo l'amore, lo faceva impazzire. 

- Ho paura di perderti. E' tutto perfetto adesso, ma quando tornerà Stefan cambierà tutto. Cambierà la prospettiva che hai adesso di me. Stefan è così perfetto che non potrai fare a meno di metterci a confronto e io ne uscirò sconfitto, come sempre. - mi sorrise amaro. - Voglio bene a mio fratello e voglio che sia felice, ma non voglio che rubi la mia di felicità. Anche se, in effetti, qualcuno potrebbe dire che sono io che gli ho rubato te. – la sua voce era amara.

- E così sarei la tua felicità? - mi avvicinai sinuosa, guardandolo maliziosa. Non avevo intenzione di farlo continuare a soffrire per le sue insicurezze. Damon era così paranoico a volte.

- Mi sono scordato di dirtelo? - mi prese per i fianchi e mi strinse a sé, come se da un momento all'altro, dovesse lasciarmi.

- Sì, ma, non preoccuparti ti perdono. – tuffai le mani tra i suoi morbidi capelli corvini e lo baciai delicatamente.

- Non ti ho mai chiesto scusa. - mi guardò negli occhi, improvvisamente serio. 

- Lo so, ma ti amo lo stesso. E continuerò ad amarti anche con Stefan insieme a noi. Ti amo Damon, come non ho mai amato Stefan. Devi credermi. - poggiai la mia testa sul suo ampio torace. Lui cominciò a dondolare, cullandomi come una bambina. 

- Voglio crederti. - mi abbracciò stretta e continuammo a dondolare. - ti amo anche io. - me lo sussurrò in un orecchio e io mi sciolsi definitivamente. Come avevo fatto a non accorgermi, per tutto questo tempo, di quanto amassi Damon e di quanto lui fosse perfetto per me? Avevo perso molto tempo, ma adesso, avevo l'eternità davanti, e avevo intenzione di rimediare.

 

**************************************************************

Erano giorni che visitavano Roma , e ogni giorno pensavano di aver visto tutto ma non era così, c'era sempre qualcos'altro da vedere, da esplorare, da ricordare. Si erano divertiti come matti, in quei giorni, riscoprendo la leggerezza della vita. Insieme, si sentivano bene, liberi e leggeri. Era bello ridere per delle sciocchezze, bere fino a star male, cantare ai karaoke per strada, andare alla scoperta della città insieme. Erano felici, ma entrambi sapevano che non potevano restare a Roma per sempre. Non era la loro casa e, soprattutto, non potevano nascondersi per sempre. 

- Presa! - Stefan strinse la vita sottile di Caroline e la spinse contro di sé, e mentre lei cercava di sfuggire ridendo si sbilanciarono e caddero sul prato profumato del loro hotel. 

- Questa giornata è così bella .Non trovi Stefan? - Caroline si girò e gli sorrise radiosa. Il suo viso dolce e candido era estremamente luminoso sotto il sole. 

- Tu sei bella, Caroline. - Stefan la guardò sincero. 

- Stefan! - Caroline lo spinse su una spalla ridendo, ma Stefan rimase serio e la guardò, tormentato.

- Cosa succede? - gli chiese lei, preoccupata, guardandosi attorno.

- E' da un pò che voglio chiederti una cosa. - la voce di Stefan sembrava tremendamente seria. Caroline appoggiò la testa su una mano e si girò dalla sua parte, poggiandosi su un fianco. 

- Puoi chiedermi qualunque cosa, lo sai. -

- Siamo stati entrambi traditi dall'amore. Abbiamo amati con tutti noi stessi e cosa ne abbiamo ricavato? Niente, se non tanta sofferenza. L'amore si è fatto beffa di noi. Ci sentiamo entrambi abbandonati, incompresi. Caroline, noi ci meritiamo di più. E se, il nostro destino fosse quello di aiutarci a vicenda? - 

- Non riesco a capire. Ci stiamo già aiutando a vicenda. - 

- Ci stiamo solo confortando a vicenda, ma io voglio andare avanti. E vorrei che tu lo facessi con me. - fece una pausa e la guardò negli occhi convinto. - Ti sto chiedendo di unire i nostri due destini infelici. Sono convinto che insieme riusciremo a renderci felici e non saremmo più tentati a rincorrere quell'amore sconsiderato e totalizzante che rende solamente dipendenti e fa soffrire. -

Caroline si alzò di scatto nervosa, e lo guardò incredula. 

- Cosa stai dicendo? Non possiamo arrenderci. Io non ho intenzione di arrendermi. So che il pensiero di Elena con Damon ti tormenta, ma, devi andare avanti, dobbiamo andare avanti. Dobbiamo combattere! E' vero abbiamo sofferto, ma, sono sicura che l'amore ci sta aspettando. Semplicemente Elena e Tyler non erano le nostre anime gemelle. - 

- Perché non potrei essere io l'amore che stai aspettando? Potremmo essere due anime gemelle. Stiamo bene insieme, siamo felici. - 

- Sai che non è così. Siamo amici. Nessuno di noi due sente attrazione per l'altro. Non ci amiamo. Ci vogliamo bene, ma, niente di più. E io non voglio accontentarmi. Credo ancora nell'amore, Stefan. -

- Credi davvero che Klaus sia la tua anima gemella? Stai scherzando, Car? Sei davvero così stupida? A Klaus non gli importa che di sé stesso! - 

- Non posso arrendermi Stefan. Non posso. Devo combattere e devi farlo anche tu. Klaus non sarà perfetto, ma, nemmeno noi lo siamo. Nessuno lo è. - 

- E' un battaglia persa Car. Ti farai male. -

- Forse, ho bisogno di farmi male per capire. - si abbracciarono stretti a lungo, come se si fossero appena ritrovati. 

- Allora vai, spero tanto che non te ne pentirai. - 

- Lo spero anch'io. - 

- Ti voglio bene. - 

- Te ne voglio anch' io . -

- E ora di tornare a Mystic Falls, Stef. Devi affrontare la tua vita. E' ora di uscire allo scoperto. Basta nascondersi. - 

- Hai ragione. Devo affrontare i miei problemi e risolverli. - si sorrisero e si abbracciarono di nuovo. 

All'improvviso Caroline sciolse l'abbraccio strillando e cominciando a correre come impazzita. 

- Dobbiamo muoverci! Devo riportare i regali per tutti e visitare gli ultimi negozi, prima di tornare a casa! - 

- Caroline, tu sei pazza! - Stefan rise seguendola.

- Stefan, muoviti! - 

Stefan la seguì continuando a ridere. Caroline non aveva accettato e forse era meglio così. Sperava davvero che lei trovasse in Klaus l'amore, e chissà forse anche lui, una volta chiusa la parentesi Elena, poteva tornare a credere nell’amore. 



NOTE AUTRICE

Questo capitolo è molto importante, sopratutto per i capitoli futuri. Diciamo che è l'input delle prossime vicende. Non so se qualcuno di voi si aspettava questo tra Caroline e Stefan, ma spero che vi piaccia. Nel prossimo capitolo finalmente si torna a Mystic  Falls e Caroline partirà per New Orleans. Non vedo l'ora che faccia la sua comparsa Klaus, così come credo anche voi! Che dire spero, mi lascerete un vostro piccolo parere, anche per dirmi cosa vi aspettate che succederà adesso, fa sempre piacere. Grazie a tutti quelli che recensiscono, hanno messo la mia storia tra le storie seguite, ricordate o preferite. Un grazie veramente dal cuore. Se continuo a scrivere è per voi.
Vi saluto, a presto.
un bacio a tutti!!
_Mollica_

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Capitolo 5
*** 5. Paure ***


cap 5 paure
5.

PAURE



Mystic Falls.

Casa.

Eravamo arrivati.

Mi guardai attorno entusiasta. Roma era fantastica, magica, ma Mystic Falls era la mia casa e io ero contentissima di essere tornata.

- Ora che sono qui mi sento meglio. Passare del tempo lontano dalla mia casa mi ha aiutato davvero. Mi sento molto meglio da quanto ho lasciato Mystic Falls. Più forte. Tu come stai? - mi girai ansiosa verso Stefan, presa dalla contemplazione della mia città, mi ero completamente scordata di Stefan.

- Meglio di quanto pensassi. Forse, avevi veramente ragione. Penso che posso farcela. - la sua voce era incerta,ma decisa.

- Io ho sempre ragione, caro. - gli sorrisi incoraggiante.

Stefan mi prese sottobraccio e insieme ci avviammo verso casa Salvatore. Volevo salutare mia madre, ma sapevo che le prime persone che dovevamo vedere erano la mia migliore amica e Damon. Mia madre mi avrebbe aspettato, gli avevo detto del mio ritorno e a lei questo bastava. Le aveva promesso che avrebbe avuto tutta la serata per riempirmi di domande su Roma.

Persa nei miei pensieri, mi accorsi che eravamo arrivati solo, grazie a Stefan che alla vista della casa aveva preso a maciullarmi il braccio.

- Stef rilassati. Tu sei forte. Ce la farai. Sono solo Elena e Damon. - gli strinsi la mano, cercando di rassicurarlo.

Lui mi strinse la mano nervoso e intrecciò le nostre dita, poi le alzò e insieme suonammo il campanello. Allora, cercai di togliere la mano, ma lui me lo impedì. Gli sorrisi e lasciai perdere. Aveva bisogno del mio aiuto e se stringermi la mano mi avrebbe aiutato non l'avrei privato di questo piccolo conforto.

- Buongiorno, fratello. Anche a te, Barbie. - Damon era comparso davanti alla porta e ci sorrideva strafottente. Gli feci una boccaccia ed entrai, trascinandomi dietro Stefan.

- Non sono qui per te, idiota, dov'è Elena?- mentre parlavo mi guardavo intorno alla ricerca di Elena.

-Allora? - mi girai infastidita verso di lui, insomma gli costava tanto rispondermi?!

Damon si era imbambolato a guardare le mani unite mie e di Stefan e sembrava incapace di spiccicare una parola. Ma, quanto era idiota?

- Damon, sono le tre del pomeriggio. Puoi svegliarti, per favore? Non essere così idiota. Ci stiamo tenedo per mano, punto. Non hai mai visto due persone che si tengono per mano? - ero infastidita, sopratutto perché il sorrisino made-in-Damon stava comparendo sulla sua faccia. Odiavo quel sorriso. Per fortuna, Stefan glielo tolse subito appena aprì la bocca.

- Sono contento di rivederti, fratello. Non sarei dovuto andarmene e adesso che l'ho capito, ho intenzione di rimanere qui con te ed essere una famiglia. Se lo vuoi anche tu. - strinsi più forte la sua mano, manifestandogli il mio consenso a quelle parole.

- Anch'io sono contento che tu sia tornato Stefan. Adesso, però basta parlare di queste smancerie. Perché non vi sedete, vi offro qualcosa. -

Per tutta risposta gli scoppiai a ridere in faccia. Damon che si prodigava come padrone di casa era ridicolo. Non sapeva che fare o cosa dire. Ero sicura che stesse annaspando alla ricerca delle parole giuste e di cosa fare.

- Credo che sia meglio che tu vada a chiamare Elena, Damon. Non mi hai ancora detto dov'è. -  

-E' in bagno, scenderà a momenti. E, io sono perfettamente in grado di ricevere mio fratello e te, Barbie. - calcò l'ultima parola,sprezzante.

- Non si direbbe, idiota. - enfatizzai l'ultima parola e gli lanciai un sorrisino perfido mentre mi sedevo elegantemente sul grande divano. Stefan mi seguì come un cagnolino. Aveva lasciato la presa sulla mia mano ed era nervoso. Sapevo di cosa, presto Elena avrebbe fatto la sua comparsa. Il fatto che non fosse fià qui, allungava soltanto la sua angosciosa attesa. Damon doveva aver capito il suo stato d'animo perché gli riempì il bicchiere di whisky e glielo mise in mano. Stefan lo ringraziò e lo buttò tutto d'un fiato.

- Caroline, Stefan! Sono così contenta che siate tornati! - Elena arrivò come un turbine verso di noi e ci strinse in un forte abbraccio. Sentii distintamente Stefan irrigidirsi.

- Elena, mi sei mancata. - le sorrisi e mi alzai in piedi e la trascinai in un altra stanza, speravo che così Stefan si sarebbe un pò ripreso e poi volevo parlarle.

- Mi sei mancata anche tu! Allora, come hai trovato Stefan? -

- Non l'ho fatto. Mi ha cercata lui. Gli ho fatto sapere che andavo a Roma quando sono partita. Lui si trovava già lì, così mi ha chiesto di incontrarci. Abbiamo passato il resto dei giorni insieme, Roma è fantastica! Devi andarci anche tu, insomma non ho mai visto niente del genere! Per non parlare dei negozi, ho fatto il miglior shopping della mia vita! -

- Immagino! - Elena rise e mi abbracciò di nuovo.

Ero felice di essere tornata. Di rivedere i miei amici. Ero felice che Stefan fosse di nuovo a Mystic Falls insieme alla sua famiglia e, lo ammetto, anche perché un pò il merito era mio. La cosa che più mi sorprendeva però era vedere quanto Elena fosse felice. Non l'avevo mai vista così. Era sempre lei, certo, dolce, premurosa, gentile ma non ricordavo più l'ultima volta che l'avevo vista così rilassata, entusiasta. Era viva.

Quando mi aveva che Damon la faceva sentire viva, non le avevo dato molto peso. Adesso, però me ne rendevo conto...forse poteva veramente essere felice al fianco di quell'idiota di Damon.

- Allora, come sta? - Elena mi guardò insicura, sembrava che aspettase questo momento da quando eravamo arrivati. Probabilmente il pensiero che Stefan fosse infelice era l'unica cosa che non le permetteva di stare completamente bene con se stessa.

- Sta meglio. Non ti mentirò, è stato un duro colpo per lui, ma sopravviverà. Già il fatto che sia ancora Stefan è un bene. Ha bisogno di tempo e forse di conoscere un nuova ragazza! - le feci l'occhiolino ridendo.

- Sono contenta che abbia te. Damon non te lo direbbe mai, ma anche lui lo pensa. -

- Grazie e non ti preoccupare ci sarò sempre per lui. Ogni volta che avrà bisogno di me. Così come ci sarò per sempre per te. Siete i miei migliori amici. E visto che Bonnie è scomparsa, ho molto più tempo per voi. - sorrisi maliconicamente al pensiero di Bonnie, che ormai da mesi non si faceva più sentire. Aveva detto di aver bisogno di tempo e noi glielo stavamo dando. Solo Jeremy era con lei.

- Ti voglio bene, Caroline. -

-Anch'io, ma adesso andiamo. Torniamo da quei due. - la presi sottobraccio e insieme ci avviammo verso il salotto.

Trovammo Stefan e Damon davanti al camino, entrambi con un bicchiere in mano, che parlavano un pò imbarazzati. Non avevo mai visto Damon imbarazzato, era strano.

Mi avvicinai sicura verso loro due seguita da Elena che immaginavo non sapesse proprio come comportarsi. Guardai Stefan e gli sorrisi, poi presi il suo bicchiere ancora pieno e lo buttai giù.

- Umh...mi è mancato il whisky dei Salvatore. Lo ammetto! - Stefan mi sorrise e andò a prenderne dell' altro. Io mi avvicinai a Damon e gli puntai un dito sul viso.

- Tu azzardati a far star male la mia migliore amica e te la vedrai con me, ok? - lo guardai minacciosa.

- E' una minaccia, Barbie? - mi sorrise e mi guardò come se mi stesse prendendo in giro.

- Ovvio che è una minaccia. Hai bisogno che qualcuno ti spieghi cosa ti dice la gente? Siamo a questo punto? Sarà a causa della tua età? Ah Elena, devi sceglierti dei ragazzi più giovani. Presto ti toccherà fare da badante a questo vecchietto di un vampiro. - 

- Tu che consigli a qualcuno di scegliere ragazzi più giovani? Non sei forse tu, quella infatuata di un Originale? - colpita e affondata.

Damon era capace di essere proprio stronzo. Aspetta un momento, come faceva a sapere che io provavo qualcosa per Klaus?!

- Elena! - mi girai ferita verso di lei. Non pensavo raccontasse dei miei sentimenti a Damon.

- Damon è il mio ragazzo, Care. Non ho segreti con lui e non pensavo ti avrebbe infastidita.

- Invece, mi da fastidio. Quando ti faccio delle confidenze mi aspetto che rimangano tali.- la mia voce era infastidita, ma alla fine le sorrisi per farle capire che non ero arrabbiata.

- Per quanto riguarda te, ci vuole del coraggio per dire che Klaus abbia bisogno di una badante, sbaglio o è la creatura più forte del pianeta? Di certo lui avrebbe capito che la mia era una minaccia. -

- Forse, perché è abituato a riceverne. - Damon mi strizzò l'occhio.

Io gli rifilai una falsa risata e poi gli girai le spalle. Era odioso.

- Adesso devo andare, Elena. Questa sera ho il mio volo per New Orleans. - gli sorrisi raggiante.

- Sono contenta per te. Chiamami quando arrivi. -

- Buon viaggio, Barbie. -

- Grazie, idiota. -

- Care, insegui il tuo cuore e andrà tutto bene. Spero che troverai quello che cerchi. Klaus è un uomo fortunato. - Stefan mi lasciò un bacio su una guancia e mi lasciò spazio ad Elena che mi strinse in un abbraccio e mi accompagnò alla porta. Le lanciai un bacio e poi corsi via.

Avevo perso fin troppo tempo. Avevo delle valigie da preparare. Una mamma da salutare. Un aereo da prendere.


**********************************************************************************************


Avevo fatto le valigie. Salutato emozionata mia madre. Avevo preso il mio volo per New Orleans e tra pochi minuti sarei atterrata. Ero pronta.

Pronta per incontrare Klaus o almeno continuavo a ripetermelo per darmi forza. Non mi pentivo della mia scelta, ma la paura di essere rifiutata c'era e mi rendeva ansiosa.

Mi accorsi che stavamo atterrando dai rumori stridenti dell'aereo e dagli strilletti acuti di alcune donne che a quanto pare non erano avezze a questo mezzo di trasporto.

Ero arrivata.

Oh mamma! Che ansia!

Presi la mia valigia e uscii dall aeroporto. Perfetto, e adesso? Non avevo idea di dove andare. Ero proprio stupida, presa com'ero a pensare ai possibili scenari di quello che ci saremo detti, mi ero completamente scordata che non avevo la più pallida idea di come trovare casa Mikaelson.

Feci un profondo respiro e mi guardai attorno, di certo casa l'ora non era lì. Sarei arrivata al centro di New Orleans e avrei chiesto informazione a qualche vampiro. Credo che tutti i vampiri di qui sappiano dove sia la casa di Klaus.

- Signorina, ha bisogno di aiuto? - una voce profonda mi fece girare stupita.

- In effetti sì, lei chi è? - guardai con diffidenza l'uomo scuro davanti a me. Era alto con occhi e pelle scura e con un grosso sorriso stampato in faccia.

- Sono Marcel. Il re di New Orleans. -

- Pensavo che la monarchia fosse stata abbatutta. - lo guardai sarcatica. Ma dai, seriamente? Il re? Inventatene un altra per rimorchiare. Non ero una ragazzina.

- Non qui. - mi guardò infastidito a quanto pare non gli era piaciuto il mio sarcasmo. Peggio per lui. - Cosa la porta qui? -

- Devo incontrare una persona, credo mi fermerò un pò se per il re va bene...- gli sorrisi sfacciata.

- Ma certo, sono un re molto ospitale. L'importante è che non disturbiate la pace della mia città. -

- Non sono una terrorista, re. Adess mi dispiace devo andare, ho perso fin troppo tempo e voglio trovare questa persona prima che faccia di nuovo notte. -

- Potrei aiutarti. Dimmi chi stai cercando. -

Lo guardai incerta, poi acconsentii. Se era il re, c'era da sperare che conoscesse Klaus.

- Sto cercando Klaus. -

Il vampiro strabuzzò gli occhi e mi guardò più interessato.

- Klaus è un mio vecchio amico. Perché lo cerchi? -

- Mi ha invitato lui. - la mia era una piccola mezza bugia. Non mi aveva invitato, certo, ma aveva pensato di farlo come regalo del diploma.

- Non ne sapevo niente, strano. Comunque, non so adesso dove sia. Però puoi aspettarlo nel mio locale. Viene spesso lì. Il mio locale è l'unico degno di nota in questo posto. - mi guardò orgoglioso.

Io gli sorrisi scettica. Che pallone gonfiato. Sono il re, il mio locale è il migliore, sono un vecchio amico di Klaus...ma quando la finiva.

- Va bene, tanto non ho niente di meglio da fare. - lo assecondai, sperando che una volta arrivati al suo "fantastico" locale, mi lasciasse in pace.

- Perfetto, allora seguimi. -

Non camminammo molto, ma quel poco mi assicurò che la compagnia di questo Marcel non mi piaceva per niente. Se era veramente un vecchio amico di Klaus, ne sarei stata molto stupita. A me sembrava ridicolo.

- Eccoci qui. - mi rivolse un altro dei suoi sorrisi a trentadue denti ed entrò. Mi guardai attorno e poi lo seguii. Avevo una strana sensazione, come se un sacco di occhi fossero puntati su di me.

Appena entrai poi, questa sensazione si fece più acuta. Era pieno di vampiri che mi fissavano curiosi e titubanti, come se non sapessero ancora bene come comportarsi con me.

Alzai le spalle e mi diressi velocemente al bancone, ordinai una birra e me la gustai, cercando di non far caso a tutte quelle occhiate.

Dove cavolo era Klaus?


****************************************************************************************************


Il piano procedeva ma, a me non interessava troppo. Se ne occupavano la strega e mio fratello. Io avrei pensato solo all'azione. Non vedevo l'ora di mettere al proprio posto quel pazzo di Marcel. Non aveva idea di cosa lo aspettava. Mettersi contro di lui. Lui che gli aveva dato tutto. Avrebbe dovuto lasciarlo dove lo aveva trovato.

- Nik, Hailey ha bisogno di qualcosa? - Elijha lo guardò impassibile.

Che fratello noioso. Secondo lui, io avevo voglia di fare da balia a quella lupa? Stava bene. Insomma, era incinta,mica era malata!

- Non ne ho idea. - gli sorrisi incurante. Sapevo che lo infuriava il mio comportamento. Ma cosa ne sapeva lui. Non era lui, quello che sarebbe diventato papà. Io non volevo un figlio. Non avevo idea di come ci si comportasse con un figlio. E se sarei diventato come Mikael? Non volevo che mio figlio mi odiasse ed ero certo che lo avrebbe fatto. Volevo che mio figlio mi adorasse, volevo essere il suo eroe. Sapevo già che non ci sarei riuscito. In mille anni, avevo imparato a conoscermi. Per questo, non ero per niente entusiasta di assistere alla mia prossima delusione. Ne sarei uscito stanco, deluso, triste e il pensiero di avere un figlio che mi odiava mi avrebbe assillato per il resto della mia esistenza.

- Non ne hai idea? Perché ti comporti così, fratello? Quella creatura è tuo figlio. -

- Così come, Elijha? -

- Come se non ti importasse. Io so che non è cosi. -

- Cosa ti fa credere che me ne importi qualcosa? - lo guardai sarcastico.

- Puoi prendere in giro tutti, ma non me. Conosco te e le tue paure. Sarai un buon padre, Nik. Ti aiuteremo tutti, non sarai solo. -

- Sappiamo entrambi che sbaglierò qualcosa. L' ho fatto sempre e lo faccio ancora con tutti. Sbaglierò e mio figlio mi odierà. Come io ho odiato Mikael. -

- Ti sbagli, fratello. Ce la farai, ce la faremo. Devi solo toglierti questa maschera di freddezza e far vedere a tuo figlio come sei veramente. -

- Io non ho nessuna maschera. Sono così, fratello. Non cambierò, nemmeno per mio figlio. - lo spinsi di lato e uscii di casa. Era sera ormai, e io avevo bisogno di un bere qualcosa. Sapevo che non era prudente andare nel covo di Marcel, ma non mi interessava. Nessuno poteva lasciarmi a casa, a rintanarmi come un topo. Io ero Klaus! Lui, non era nessuno, se non uno dei miei tanti servi.

Entrai nel locale come trionfo come un padrone e mi guardai attorno sorridendo. Si erano tutti fermati al mio arrivo. Marcel non c'era. Peccato.

Mi avvicinai al bancone e ordinai una bottiglia di rum, il più vecchio del locale. Già che c'ero avrei saccheggiato le riserve di Marcel. I soldi non erano un problema per me. In mille anni se ne accumulavano di ricchezze.

Mnetre bevevo mi guardavo intorno curioso. Nessuno era così pazzo da importunarmi, quindi potevo tranquillamente guardarmi attorno. In un angolino del locale, non visibile dall'entrata, vidi una chioma bionda ondulata. Sapevo che era impossibile, ma la ragazza assomigliava terribilmente a Caroline. Mi avvicinai guardingo, volevo vederla in volto. Sapevo che ci sarei rimasto male perché ovviamente non poteva essere lei, ma non riuscivo a fermarmi. Più mi avvicinavo, più la ragazzami sembrava lei. A pochi metri da lei,mi sembrò quasi di riconoscere il suo profumo.

Stavo per richiamare la sua attenzione, quando mi accorsi dell'uomo che le teneva compagnia. Marcel, che bello.

- Oh Klaus! Sapevo che saresti venuto. Una tua amica ti è venuta a cercare e io l'ho gentilmente aiutata. - Marcel mi sorrise diabolico.

Non lo guardai neppure. Tutta la mia attenzione era catturata dalla donna seduta vicino a lui. La guardai immobile mentre lei si muoveva e piano girò la testa verso di me. Quando incontrai i suoi occhi tremai. Era lei. Caroline era venuta a New Orleans. C' era solo un motivo per cui lei fosse qui, ma io non potevo crederci.

Era più bella anche di come me la ricordava o della Caroline nei miei sogni. Era eterea, bellissima e i suoi occhi erano limpidi, coraggiosi e mi guardavano con una strana luce negli occhi che non gli avevo mai visto.

-Ciao Klaus.-

NOTE DELL'AUTRICE

Ok, eccoci qui. Finalmete Caroline è arrivata a New Orleans! E Stefan è tornaro a Mystic Falls...non sarà facile per lui ma si riprenderà. Passiamo a Klaus, questa è la prima volta che entra in scena e spero che vi piaccia, come spero vi piacerà in seguito. Non è facile mettersi nei suoi panni e sopratutto immaginarlo alle prese con un figlio, anche se non ancora nato. Adesso lui e Caroline si sono incontrati, la prossima volta vedremo come si evolverà il loro rapporto. Che dire, spero vi piaccia e che non ci siano troppi errori. 

Ringrazio tutti quanti per il sostegno che mi date. Grazie, grazie, grazie. 

Fatemi sapere che cosa ne pensate e se c'e qualcosa che non va  ;-P

A presto :***

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Capitolo 6
*** 6. Ti amo ***


cap.6

6.

TI AMO


Klaus mi guardava sconvolto da qualche minuto, quando decisi di intervenire.
- Ciao Klaus. - la mia voce era bassa e roca, cercai di schiarirmela senza farmi notare troppo. Klaus continuava a non muoversi e Marcel aveva cominciato a guardarci incuriosito e...sospettoso.
- Caroline. - dopo più di cinque minuti di scena muta se ne usciva con il mio nome? Certo, il modo in cui lo aveva detto mi aveva fatto venire la pelle d'oca, ma non era una scusante. Fissai i suoi occhi imbambolati, stavo per alzarmi e passargli una mano davanti al viso.
- Bene, ora che ho trovato il mio amico, Marcel, non ho più bisogno del tuo aiuto. Ti ringrazio per avermi concesso un pò del tuo tempo, re. - sorrisi all'ultima parola e lui mi accecò con un altro dei suoi sorrisi. Un movimento di Klaus mi fece girare verso di lui,  lo vidi all'improvviso adirato. Oddio quell'ibrido era impossibile! Che gli prendeva adesso?
- E' stato un piacere, Miss Caroline. - Marcel mi prese una mano e ne baciò galante il dorso. - finché resterai nella mia città, sarò sempre conteto di aiutarti, benché...-stava per finire la frase, quando un ringhio basso di Klaus lo distrasse, lo guardammo entrambi curiosi. Non capivo cosa gli stesse accadendo, poi così veloce che non riuscii a rendermene conto in tempo, mi prese per mano e mi portò fuori dal locale.
- Si può sapere cosa ti prende? - tirai bruscamente la mano che ci univa.
Klaus mi guardò infuriato e anche, preoccupato. Era ufficiale era pazzo.
- A me? Caroline, che intenzioni hai? - mi prese per le spalle e mi scosse. Sembrava che stesse cercando di trattenersi.
- Ecco...sono venuta a visitare New Orleans, non l'hai detto tu, che era fantastica? - cercai di vincere il mio imbarazzo. - e poi non pensavo ti avrebbe dato fastidio, ma ovviamente mi sbagliavo. Non preoccuparti, ci sono tante altre città che potrei visitare, che  ne so...forse Los Angeles o Miami. Anche se...-
- Sono contento che tu sia venuta a vedere New Orleans, love. Davvero, molto contento. - all'improvviso gli occhi di Klaus si erano fatti dolci e mi guardavano premurosi,  le braccia che prima mi stringevano infuriate adesso mi cingevano le spalle con premura. Insomma, Klaus era il re dei cambiamenti d'umore.
- Si può sapere, allora, che ti prende? - lo guardai scettica.
- Non è questo il luogo più adatto per parlare. Andiamo a casa mia. - annuii incerta e Klaus mi offrì la sua mano, la presi sorridendoli e insieme partimmo veloci verso casa sua.
Arrivammo davanti a una grande villa, con dei bellissimi giardini. La fontana e i suoi giochi d'acqua, posizionata al centro esatto del giardino, catturò immediatamente la mia attenzione. Era bellissimo.
- Sei solo? - mi guardai attorno. Da quello che ci aveva detto Katherine, Elhjia era qui con lui.
- Mio fratello non c'è, tornerà domani sera. Aveva...delle visite da fare. -
Entrammo, e Klaus mi condusse in un salotto molto spazioso, arredato con mobili antichi.
- Dimmi tutto. - lo guardai curiosa, accomodandomi su una morbida poltrona.
- Marcel si è autoproclamato il re di New Orleans, tiene le streghe della città sotto il suo controllo. Non possono praticare la magia, senza che lui lo scopra. - la sua voce era meccanica, fredda come se mi stesse recitando una poesia. Mi offrì da bere e poi si sedette si fronte a me.
- Wow, quindi è veramente il re. Che cosa ridicola! - la mia voce era scettica.
- Non è una cosa ridicola! Questa è la mia città e lui pretende di comandarla. - da quelle parole, capii subito che aveva qualcosa in mente.
- Cosa hai intenzione di fare? - lui mi guardò divertito, probabilmente dal fatto che avessi capito le sue intenzioni.
- Aiuterò le streghe. - la sua voce era dura.
- Che bravo. - lo guardai sarcastica - Cosa ci guadagni? -
- Voglio essere il re. -
- Ovviamente. -

****************************************************************************

Klaus era in piedi, solo, nel balcone della sua stanza, a luci spente e guardava il giardino della sua villa, perso nei suoi pensieri. Incentrati, tutti, su una sola persona. Quando l'aveva rivista al locale di Marcel, dopo tanto tempo, aveva provato lo spasmodico desiderio di stringerla e di tenerla per sempre al suo fianco.
Avevo spiegato a Caroline, tuttto quello che mi era accaduto da quanto ero arrivato a New Orleans. Tranne una cosa in effetti, non le avevo parlato di Hayley e del fatto che aspettasse un figlio, suo. Non aveva avuto il coraggio di farlo, Caroline era stata così fiduciosa e...tenera. Era venuta a New Orleans per vederlo, anche se non  glielo aveva detto esplicitamente, entrambi sapevamo che era così. Era così vicino ad afferrare il suo sogno, che non voleva perderlo proprio adesso, e lo avrebbe fatto se gli avesse parlato di Hayley.
Rimase lì, fermo, per un tempo interminabile, a guardare la fontana e i suoi giochi d'acqua. Quando, ad un tratto la vide, simile a una visione, mentre volteggiava rapida tra le vare piante e poi sedeva silenziosamente nell'oscurità con i lunghi capelli mossi dal vento, sciolti sulle spalle e quasi argentei al chiarore della luna, il delicato profilo alzato come se volesse annusare l'aria notturna, gli occhi chiusi e il corpo coperto da una corta camicia. Caroline allungò le gambe davanti a sé, sull'erba. Riusciva a vedere le gambe e i piedi nudi e, mentre stava lassù a osservarla, sentì che un fremito gli attraversava il corpo, come se ogni fibra del suo essere fosse attratto da quella creatuta. E, come preso da un incantesimo, si alzò di scatto e silenziosamente lasciò la sua stanza per raggiungere il giardino, si avvicinò silenziosamente dietro di lei e tremando di desiderio senza sapere come comportarsi adesso. Caroline si girò stupita, ma non disse nulla, per un attimo interminabile i loro occhi si incontrarono, e Klaus rimase immobile. Alla fine, lui venne a sedersi sull'erba, al suo fianco.
- Non riesci a dormire? - la sua voce era dolce, mentre sentiva vicino a sé, il corpo di lei. Non sapeva cosa dirle e quelle parole gli sembrarono sciocche.
- No, neanche tu, a quanto pare. - Caroline sospirò e, quasi d'istinto, gli appoggiò la testa sulla spalla e chiuse gli occhi.
- A volte... - mormorò con voce sommessa nella fresca oscurità della notte - mi lascio che i miei  ricordi, mi rendano triste. -
Lui annuì lentamente, comprendendo i suoi pensieri.
-Capita, spesso anche a me. -
Lei staccò la testa dalla sua spalla, per raccoglier un fiore che le solleticava il piede, Klaus avvertì subito la mancanza di quel dolce peso; più che mai si accorse di desiderarla disperatamente, mentre il suo sguardo indugiava sulle labbra, gli occhi, il viso di lei.
- Caroline...- non sapeva esattamente cosa dirle, ma capiva di doverle rivelare almeno in parte i suoi sentimenti.
- Sì, sir? -
Lui scoppiò a ridere, trascinando nella sua risata anche lei.
Kluas abbassò lo sguardo a fissarla per un momento che parve lunghissimo, sorridendo solcemente, con gli occhi del più profondo blu e poi sussurrò: - Adoro sentirmi chiamare sir, love. -
Poi prima che Caroline riuscisse a rispondergli, la strinse fra le braccia e cominciò a baciarla con un desiderio, un' avidità e una passione che mai nella sua lunga esistenza aveva manifestato. Si accorse che il proprio corpo aderiva perfettamente a quello di lei, la teneva avvinghiata a sé con le braccia e capì che non avrebbe mai voluto smettere di baciarle quelle labbra, che si aprivano alla violenza delle sue, mentre le loro lingue esploravano e giocavano. Quando riuscì a staccarsi da lei, fremente di desiderio, Caroline si abbandonò tra le sue braccia con un dolce sospiro. Klaus contemplò a lungo quel viso dalle fattezze squisite. Caroline era una creatura diversa dalle altre, una creatura incantevole, che desiderava più di quanto avesse mai desiderato una donna. Una parte di lui, avrebbe voluto rivelarle di amarla, pur sapendo che era una follia. Eppure era la verità, mentre sedevano stretti l'uno all'altra nel chiariore lunare, desiderò di rimare per sempre così. Di nuovo la baciò e infine tornò lentamente al portone d'ingresso della sua villa. Le lasciò un piccolo dolce bacio alla base delle scale e poi solennemente la invitò, porgendole la mano, a salire la scale.
Lentamente Caroline annuì e abbandonò la sua esile mano nella stretta forte di lui. Le sembrava quasi che quel semplice gesto nascondesse una dichiarazione, di amore, di fiducia. Salirono la lunga scalinata, poi Klaus le circondò la vita con un braccio e, insieme, salirono lentamente i gradini del grande salone e raggiunsero la camera da letto principale, la camera di Klaus. Una volta arrivati davanti alla porta, Caroline cominciò a tremare. Non voleva che il giorno dopo, lei o Klaus, si pentissero dell'avventatezza di quella notte. E, anche se si vergognava ad ammetterlo, aveva paura che una volta fatto l'amore, lui avrebbe potuto stufarsi di lei.
-Io...io, non lo so, se posso...- la sua voce era un sussurro, lui la guardò e annuì. Se Caroline non poteva, non l'avrebbe forzata; voleva soltanto stringerla a sé, accarezzarla, sentirla e toccarla e indugiare con le proprie labbra sulla sua pelle stupenda.
- Non devi farlo se non vuoi, love...non ti costringerò. - le parole gli uscirono soffocate, le labbra erano immerse nella massa folta dei suoi capelli di seta. Gli piacevano i suoi capelli così lunghi e ondulati. Fece scivolare lentamente la bocca lungo il collo di lei, fino ai seni, e sempre con le labbra allargò delicatamente il colletto della camicia, bramoso di toccare quanta più pelle possibile di quel corpo stupendo. Con la lingua l'accarezzò dappertutto, mentre lei cominciava a gemere sommessamente. Poi dimenticando, quello che Caroline gli aveva detto quando si era fermata sulla soglia, la sollevò fra le braccia e la depose sul letto e, a poco a poco, le tolse la sottile camicia che aveva già sbottonato, toccò dolcemente quello splendido corpo portando entrambi all'apice del desiderio.
- Caroline - mormorò con voce roca. - ti desidero, love...ti voglio...- quelle parole erano una sorta di domanda. Lei  era libera di scegliere. Si fermò un attimo e la guardò seriamente, fino  a quanto Caroline annuì abbandonandosi completamente tra le sue braccia. In un secondo Klaus si sfilò quello che aveva addosso e tornò a distendersi al suo fianco, stringendola a sé, aderendo al corpo di lei con tutto il suo corpo. Poi, prima con estrema delicatezza e poi con una bramosia sempre più forte cominciò a premere, a penetrare sempre più a fondo dentro di lei, fino a quando Caroline inarcò improvvisamente la schiena e gridò il suo nome. Fu soltanto allora che lui si lasciò andare, abbandonandosi alla passione, fino a quando gli parve di fluttuare in un cielo tempestato di pietre preziose. Restarono così stretti l'uno all'altra, al culmine dell'orgasmo, per un tempo lunghissimo.
Distesi insieme alla tenue luce lunare e Klaus contemplò quella donna che sapeva di amare.
Che cosa avevano fatto e che cosa avrebbe fatto lei? Lo avrebbe odiato, il mattino dopo? Sarebbe tutto finito lì? Ma scorgendo l'espressione calda e appassionata che cominciava ad illuminarle gli, capì che quella non era la fine, ma il principio.
- Ti amo, Caroline. - le sussurrò talmente piano che soltanto lei avrebbe potuto udirlo. Lei annuì lentamente mentre gli occhi le si illuminavano di un sorriso.
- Ti amo. - ripeté lui, il sorriso di lei si accentuò.
- Lo so. E ti amo anch'io - era appena un mormorio sommesso, però Caroline sorrideva, pronunciando quelle parole, e al tempo stesso aveva gli occhi lucidi. Lui, però, intuì che la sua era emozione e non dolore.
Allora, Kluas la strinse ancora più vicina a sé, circondandola forte con le braccia, in modo che lei non potesse lasciarlo. E come se avesse capito, anche Caroline lo strinse più forte a sé.
Si addormentarono così, abbracciati, dopo essersi dichiarati il loro amore. Non avevano nient'altro da dire. E sia Klaus che Caroline, sperarono quella notte, che la mattina non cambiasse la pace e l'amore che alleggiava, intorno a loro e nei loro cuori.



NOTE DELL'AUTRICE

OK, mi sto sotterrando dalla vergogna...scrivere capitoli del genere non è il mio forte, e ammetto che mi hanno aiutato, o meglio qualcuno mi ha dato l'ispirazione...comunque spero che questo cap non vi abbia portato a odiare la storia o ne siate rimaste disgustate. In quel caso vi prometto che non ce ne saranno altri. Non credo di aver sforato il rating Arancione, ma se pensate che così non fosse fatemelo sapere! Spero che apprezzerete, però, tutte le scene dolci tra Klaus e Caroline. Questo capitolo, l'ho dedicato solo a loro due. Il prossimo non sarà così, anzi, vi anticipo che purtroppo ci sono problemi all'orizzonte. Credo, che tutti intuite perché...
Bene, vi saluto, vi ringrazio, vi bacio e...
A presto ( credo la prossima settimana *.*)
_Mollica_



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Capitolo 7
*** 7. Tradimento ***


cap.7

7.

TRADIMENTO


- Caroline? - era soltanto un mormorio, mentre Klaus appoggiato su un gomito la guardava. Non sapeva se lei era sveglia. Al suono della sua voce, però, le palpebre di Caroline ebbero un palpito e lentamente di sollevarono; la prima cosa che vide fu Klaus che la guardava con occhi pieni di amore.

- Buongiorno, mio tesoro. - la baciò e le lisciò dolcemente i biondi capelli, morbidi come la seta.

- Umh...sei sempre così dolce la mattina? - la voce di Caroline era bassa e roca.

- No, veramente non lo sono con nessuno tutto il giorno. Solo con te. - la guardò teneramente, mentre con un dito tracciava la linea intorno ai suoi seni e scendeva giù fino al centro del suo corpo, e poi riportava lentamente indietro quel dito fino ad accarezzarle in cerchio, di nuovo, i seni. S' interruppe per un momento, una domanda negli occhi.

- Ti sei pentita, Caroline? -

- Ho detto che ti amo, Klaus. Perché mi dovrei pentire se abbiamo fatto l'amore? - ebbe un'esitazione - certo, forse, avrei dovuto resisterti almeno un giorno, ma va bene lo stesso. - Caroline si chinò su di lui e lo baciò dolcemente.

- E' impossibile resistermi, amore, non fartene una colpa. - Klaus la guardò scioccato.

- O meglio come potevi resistermi tu, mio caro. - lui gli sorrise felice, poi la fissò con due occhi pieni si speranza.

- Stavo pensando, perché non partiamo e andiamo in qualche bella città, solo tu e io, che ne dici di Parigi. - chiedendoglielo la prese fra le braccia, pregando in cuor suo che dicesse di sì. Ma, Caroline si staccò da lui, dolcemente, aveva un'aria pensierosa, e incerta.

- Non vuoi restare a New Orleans? Hai tante cose da sistemare e poi abbandoni tuo fratello così? Se lo fai per me, sappi che la tua città mi piace e che non devi preoccuparti. - gli sorrise - quando risolverai la tua piccola guerra per il trono, potremo partire. -

- Preferirei partire adesso, ma va bene, ne riparleremo. - le baciò la fronte e poi si diresse in bagno. - adesso devo farmi una doccia. -

Mentre Klaus era sotto la doccia, Caroline decise di preparare la colazione. Prese la camicia di Klaus e ci si avvolse, l'annusò contenta ed estasiata. La sua non aveva questo splendido odore. Cercò in tutta la cucina, ma non riuscì a trovare nemmeno una sacca di sangue. Delusa, andò in bagno per chiedere a Klaus. Una volta entrata si dimenticò quello che voleva chiedergli e mentre lui faceva la doccia, si scoprì a contemplare il suo corpo, con desiderio e ammirazione. Era così alto, forte e bello. Sembrava la statua di una giovane divinità greca, in qualche modo lui lo era veramente.

- Che cosa sta guardando, signorina? - la occhieggiò socchiudendo gli occhi, con l'acqua che gli scendeva sulla faccia.

- Te. Sei bello, Klaus. -

- Lo so, amore, lo so. - risero insieme, poi lui la guardò con aria più grave - ti serve qualcosa? -

- Volevo solo sapere dove tenete le sacche di sangue. -

- Sono in salotto. Dentro il mobiletto con la chiave. -

- Perfetto. Allora, io vado a fare colazione. Vedi di liberare il bagno, per quando torno. - gli fece l'occhiolino e scappò, mentre lui le spruzzava un pò d'acqua ridendo.

Caroline si diresse in salotto, indossava la sua leggera camicia da notte e ccamminava a piedi nudi. Una volta in salotto, aprì il mobiletto e prese due sacche. Un' improvvisa sensazione la colse, come se qualcuno la stesse osservando.

- Buongiorno, Miss Forbes. -

- Elhjai. -

 

*************************************************************************************

Era tutto così perfetto. Quella mattina mi ero svegliato con la consapevolezza di aver appena fatto il sogno più bello della sua vita, ma quando avevo aperto gli occhi mi ero accorto che il mio sogno mi dormiva accanto. Caroline era così bella. Così perfetta. Soprattutto mentre dormiva, dopo che avevamo fatto l'amore.

Mi sentivo strano, avevo voglia di gridare, di saltare, di ballare, di sfasciare qualcosa, in realtà non lo sapeva nemmeno lui. L'unica cosa che sapeva era che amava Caroline e che lei gli aveva detto di amarlo. Lui. Klaus. L'ibrido, il mostro. Non aveva idea di come Caroline avesse potuto alla fine scegliere lui, ma era grato al cielo e a chiunque lo avesse permesso.

Adesso, voleva solo partire lontano con lei, e passare del tempo con lei. Prima o poi, le avrebbe dovuto dire di Hayley, ma sarebbe stato poi. Adesso voleva solo vivere ogni giornata con lei.

Perdersi in lei. Nel suo piccolo battagliero angelo.

Si vestì in fretta, aveva fame e poi voleva approfittare della casa vuota con Caroline. Per fortuna, Elhjai e Hayley non erano in casa quando era arrivata Caroline. Erano dovurti partire il giorni prima, lui gli avrebbe, anzi, dovuti raggiungere, per delle visite che Hayley doveva fare. Ancora una volta, il destino lo aveva aiutato. Forse, dopo avergli negato per così tanto tempo la felicità, finalmente era arrivato il momento di goderne.

L'improvviso sbattere della porta lo distolse dai suoi pensieri. Un fulmine biondo raccolse la camicia di Caroline, spingendolo contro il letto, per spostarlo. Bloccò Caroline, sconvolto, cercando di guardarla negli occhi.

- Non mi toccare, lurido verme! - il suo gridò mi rimbombò nel cuore e nell'anima. Cosa cavolo era successo?

- Caroline, amore, che cosa succede? - le bloccai le spalle e la costrinsi a guardarmi, cercò di ribellarsi, ma ero troppo forte per lei. Quando mi guardò, la lasciai di botto. I suoi occhi erano pieni di rabbia, accusa e dolore. Tanto dolore.

- Come hai potuto farmi questo?! Mi sono fidata di te! Ho lasciato tutti e tutto, per correre da te! Ti ho perdonato per i tuoi piani omicidi, ho cercato di comprendere il perché delle tue azioni. Ma, soprattutto, ho sempre creduto che a me non mi avresti mai fatto del male! Mi hai detto di amarmi, hai fatto di tutto per stare con me e poi scopro che aspetti un figlio da Hayley?! Perché mi fai questo? Abbiamo fatto l'amore e mi hai detto di amarmi nello stesso letto in cui dormi con lei? Ti prego, dimmi che non è vero o ti uccido! - le ultime parole gliele urlò in faccia, mentre continuava a riempirlo di pugni sul petto a ogni frase.

- Non è come credi Caroline, devi credermi. Ci sono andato a letto solo una volta e solo perché ero ubriaco. Adesso, lei aspetta e un figlio e Elhjai vuole che me ne occupi. Posso lasciarli entrambi per te, Caroline, non me ne importa nulla! - la guardai implorante. Una parte di me si sentiva ridicolo, insomma giustificarsi e supplicare non era proprio da me, ma l'altra parte era accecata dal dolore che la perdita di Caroline avrebbe comportato.

- Mi hai mentito! Pensavo che questa notte tra noi fosse iniziato qualcosa, ma come può iniziare qualsiasi cosa se non sei capace di dirmi la verità nemmeno su cose così importanti. Ho lottato per te, Klaus. Contro i miei stessi pregiudizi, quelli degli altri. Contro lo stesso buon senso. E ho perso. - se ne stava andando lo capivo, lo percepico, dal tono della sua voce.Sentii un tuffo disiperazione al cuore. In quel momento Caroline si avvicinò alla porta con grande determinazione.

- Adesso devo andare. - la supplicai con lo sguardo di non farlo.

Lei, senza aggiungere altro, lasciò la stanza a passi rapidi, avevo fatto, instintivamente, il passo di seguirla, ma lei aveva scosso la testa, alzando una mano. Allora, mi ero accorso che stava cercando di trattenere le lacrime. Di rabbia, di  dolore, di delusione. Avevo perso. Seguirla non sarebbe servito ad altro che a renderla ancora più infelice. L'aveva avuta per una sola notte e già lei piangeva e lo odiava. Non era fatto per essere felice o per essere amato. Forse, questo era il suo destino.

- Mi dispiace, fratello. Doveva sapere. - Elhjai era comparso nella stanza, mi guardava tristemente, non sapendo che altro dirmi e sapevo perché. Era immobilizzato dalle lacrime che sgorgavano dai miei occhi e che mi scendevano a fiotti sulle guance.

Io, Niklaus Mikaelson, piangevo per la perdita di una donna.

Piangevo per aver perso Caroline.

Il mio angelo.

**************************************************************************

- Ho bisogno di arrivare a Mystic Falls il prima possibile. Qual è il primo volo disponibile? - la guardai supplichevole.

- Mi dispiace, ma il volo parte tra mezz'ora. Dovrai prendere il prossimo, alle 21.00. - la centralinista aveva la classica voce acuta e petulante.

- Lei non ha capito. Io devo prendere il volo tra mezz'ora. Sono certa che sono ancora in tempo, vero? - di solito evitavo di soggiogare le persone, ma lei non mi lasciava altra scelta. Dovevo andarmene da quella città!

- Sì...certo. Ecco a lei il biglietto. Si affretti. Il volo parte tra mezz'ora. - mi sorrise assente.

La ringrazia e corsi via. In poco tempo, trovai il mio posto e mi abbandonai esausta sul sedile.

Ero stravolta. Quei due giorni erano stati i più belli e brutti della mia vita. Fino a quella mattina era tutto perfetto, ma poi...si era rivelato peggio di tutto quanto mi sarei potuta immaginare.

Klaus mi aveva mentito. Aveva detto di amarmi, sapendo che mi nascondeva una compagna e un figlio!

Come aveva potuto farmi una cosa del genere? Gli avevo dato tutta me stessa senza riserve, ma ancora una volta non era servito a niente. Avevo perso la mia scommessa con l'amore. Mi ritrovavo dopo neanche ventiquattro ore sola. Tradita. Stefan aveva ragione. Mi aveva detto che la mia era una battaglia persa e che mi sarei fatta del male ed era stato così. Sapevo che questo, comunque, non gli avrebbe fatto piacere. Aveva sperato fino alla fine di sbagliarsi e io non gli avevo creduto. Credevo di potrmi fidare di Klaus. Lo so, era da pazzi crederlo, e adesso me ne rendevo conto. L'amore porta a fidarci di persone, a cui dovremo stare molto lontani.

Non mi accorsi che mi ero addormentata, fino a quanto i rumori dell'atterraggio mi risvegliarono dal mio stato di intorpimento. Ero molto stanca, o meglio ero stravolta. Non avevo dormito molto quella notte e, inoltre tutte quelle emozioni e il viaggio mi avevano sfiancato.

Adesso volevo solo andare a casa e farmi consolare da delle braccia amiche.

Sapevo già dove sarei andata. Infatti, un' ora dopo ero davanti a casa Salvatore.

Quello, però, di cui avevo bisogno non era Elena, lei non avrebbe capito, la sua vita era così perfetta. Chiunque avesse mai voluto l'aveva amata e non era riuscito mai del tutto a dimenticarla. Vedi Matt,Stefan, Damon...Così non era stato per me. Avevo bisogno di qualcuno che avesse sofferto come me.

- Stefan. - guardai il mio migliore amico, che fermo davanti al portone mi guardava sorpreso.

- Caroline, cosa ci fai qui? -

Lo guardai a lungo. Stefan mi era sempre stato vicino. E qualunque cosa io avrei detto o fatto sapevo che lui mi sarebbe sempre rimasto a fianco. Potevo fidarmi di Stefan. E, in quel momento, era più di quanto potessi dire di qualunque uomo io conoscessi. Quando ero con lui, ero al sicuro. Mi sentivo compresa e apprezzata.

- E' ancora valida la tua offerta? - la domanda mi uscì di getto guardandolo. L' avevo quasi urlato, e stavo tremando. Sapevo che probabilmente mi sarei pentita di quella scelta, ma non avevo potuto fare a meno di pensare che la mia vita con lui sarebbe stata molto più semplice. Avevo seguito l'amore, quello pazzo e totalizzante, e dove mi aveva portato? Distrutta davanti a casa del mio migliore amico.

Stefan mi guardava a bocca aperta, se non fossi stata così stravolta ne avrei riso, e non riusciva a spiccicare una parola.

Mi avvicinai a lui guardinga, Stefan guardandomi si riprese e mi corse incontro abbracciandomi e lasciandomi piccoli baci sulla nuca. Solo più tardi, compresi che il motivo erano le lacrime che copiose scendevano lungo le mie guance e che, adesso, gli bagnavano il maglione.

NOTE DELL'AUTRICE

Non mi uccidete, sono troppo giovane, per favore!! Vi prometto, vi giuro e scongiuro che il mio non è un finale triste! Dovevo portare per forza un pò di problemi in paradiso, non poteva essete tutto perfetto e poi dai ve lo aspettavate, ammettetelo! E' normale per Caroline arrabbiarsi, se dopo aver passato la notte con Klaus e sopratutto dopo che lui le ha dichiarato il suo amore, scopre che Hayley aspetta un figlio da lui!

Nel prossimo capitolo, vedremo quello che succederà tra Stefan e Caroline e soprattutto come reagirà Klaus, ma anche Elena e Damon.

Spero, come sempre, che il capitolo vi sia piaciuto, che vi farete sentire numerosi e che nel caso qualcosa non vi è sembrata il massimo, fatemelo sapere tranquillamente. Sono stufa di scriverlo ( e voi di leggerlo) ma sono sempre disponibile ad ascolare i vostri consigli, cercando poi di migliorare graziea questi.

Vi saluto, un bacio enorme a tutti voi.

Vi ringrazio, come sempre, per la vostra pazienza e il vostro supporto!

A presto

_Mollica_

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Capitolo 8
*** 8. Riconciliazione ***


cap. 8



8.

RICONCILIAZIONE




- Damon ti dico che non è normale! - guardavo Damon furibonda, non capiva la mia preoccupazione per la relazione di Stefan e Caroline.
- Elena, sono grandi abbastanza per prendere da soli decisioni di questo tipo. Lasciamoli fare. - il suo tono di voce era indifferente.
- Stanno sbagliando, e tu lo sai. Parla con tuo fratello e io proverò di nuovo a parlare con Caroline. -
- Ma cosa te ne importa? Si sono solo messi insieme non stanno uccidendo persone insieme! - odiavo quando mi urlava contro con quel tono.
- Non si amano. - lo dissi con un filo di voce.
- Lo so, e ben presto se ne accorgeranno anche loro, e torneranno ad essere amici. Fine. -
Era tutto così semplice per lui, ma per me non lo era. Stefan e Caroline avevano sofferto tanto per amore, ma io non volevo che si accontentassero. Non riuscivo a capire come, proprio loro due, che avevano sempre creduto così tanto in questo sentimento, adesso si arrendessero. Avevo paura. Paura che rimanessero chiusi in una relazione senza senso. E mi sentivo in colpa, volevo aiutarli.
- Oppure, visto che passano ogni momento insieme potrebbero anche innamorarsi sul serio. - Damon, adesso, mi guardava con l'ombra di un sorriso in volto.
- Non sono fatti per stare insieme. Loro sono amici. - sapevo di sembrare pesante continuando a lamentarmi per la loro relazione, ma non potevo farne a meno.
Damon mi si avvicinò, all'improvviso, con uno sguardo deluso e un po' triste. Le sue mani mi strinsero il volto e lo avvicinarono al suo. Ammirai i suoi splendidi occhi, la cornice di tutti i miei sogni.
- Dimmi la verità, Elena. Ti da fastidio che Caroline stia con Stefan? - manteneva un tono di voce neutro, ma io sapevo che dentro stava soffrendo. Farmi questa domanda non era stato facile per lui.
- All'inizio, forse sì, lo ammetto. Ma, credo sia normale, Damon. Io e Stefan ci siamo amati e mi è sembrato strano vederlo insieme alla mia migliore amica. E' passata subito, però, questa sensazione. Quello che mi preoccupa è la loro reazione quando tutto questo sarà finito. Non si stanno aiutando, si stanno facendo del male. - il sospiro liberatorio di Damon sulle mie guance, mi fece sorridere. Probabilmente voleva farmi questa domanda da quando Stefan e Caroline ci avevano detto di avere una relazione.
All'improvviso le labbra di Damon assalirono le mie. Risposi a quel bacio cercando di trasmettergli tutto l'amore che provavo per lui.
Sapevo che Damon aveva paura di perdermi, ma era davvero una preoccupazione inutile perché lo amavo e avrei continuato a farlo per l'eternità.

********************************************************************

Nella sua camera, Caroline era distesa sul suo grande letto, con solo una vestaglia a coprire il suo completo di pizzo color crema. Per la prima volta da quelli che le sembravano secoli, era sola. Aveva appena finito di salutare sua madre, Elena, Damon e...Stefan.
Per quella sera poteva prendersi un po' di riposo e rilassarsi senza fare assolutamente niente. Non era costretta ad essere compiacente, a fingere di essere felice e spensierata. Poteva starsene semplicemente lì, distesa con i suoi soli pensieri a farle compagnia. Come era bello non sentire nessuno ridere, scherzare in continuazione. Dal momento stesso in cui era tornata non aveva più avuto un attimo per se stessa. Spostò lo sguardo osservando la sua camera. Era come era sempre stata. Era lei ad essere cambiata, a sentirsi così diversa da quella di una volta. Aprì il cassetto del suo comodino e accarezzò il foglio che custodiva gelosamente all'interno.
In quel foglio c'era il ritratto del suo viso vicino al muso di un cavallo.
Klaus.
Come già un miliardo di volte da quando era tornata, i suoi pensieri volarono a lui, ai lineamenti del suo volto, all'espressione dei suoi occhi, alle sue spalle larghe, ai suoi capelli così irresistibili... a ciò che era accaduto. Si incontrava qualcuno che si è sicuri di dover odiare, gli si rivolgeva la parola e pian piano si scoprivano inaspettati aspetti di lui, si beveva qualcosa con lui, si dimenticavano i prorpri impegni, le proprie convinzioni.
E ci si innamorava. 
Aveva preso una decisione, quella giusta, e si impose di pensare ad altro. Ormai, non c'era più alcun motivo di pensare a Niklaus Mikaelson.
Nessun motivo al mondo.
Non l'avrebbe mai più rivisto. E la sua dichiarazione d'amore era soltanto l'infatuazione di uomo che voleva sempre tutto nella sua vita. E che non permetteva che una donna lo rifiutasse. Come poteva aspettarsi, dopo quello che era successo, che lei, lo rivedesse? Che cosa gli faceva credere che volesse avere una relazione con lui?
Caroline si impose di chiudere gli occhi e si mise a sedere sul letto, avvolta nella vestaglia, indispettita contro se stessa per aver concesso ai suoi pensieri di indirizzarsi su quella strada.
Con il dorso della mano si asciugò una lacrima che le era scivolata su una guancia e con uno sforzo di volontà, raccolse il libro sotto il suo letto e cominciò a sfogliarlo. Aveva sempre amato i romazi che raccontavano storia d'amore epiche, leggendarie...eterne. Ma aveva letto soltanto due o tre pagine quando squillò il telefono, irrompendo prepotentemente nel mondo in cui era fuggita a rinchiudersi.
- Pronto? -
- Caroline? - riconobbe immediatamente la sua voce e, si maledisse per aver risposto al telefono senza controllare.
Dopo alcuni minuti in silenzio si riscosse.
- Sì? - il suo tono di voce era così fiebile, che le parve di averla solo pensata quella parola.
- Io...io...mi stavo chiedendo se non potrei vederti. Lo so che mi hai già detto tutto quello che pensi, ma mi è venuto in mente che forse ti interesserebbe parlarne con più calma, e...be', forse potresti anche solo ascoltarmi. - il cuore le batteva all'impazzata. Non sapeva cosa fare. Decidere di non vederlo e rifiutare qualsiasi spiegazione o dargli una possibilità di spiegarsi? Non riuscì a sopportare l'improvviso pensiero che forse avrebbe anche potuto non rivederlo mai più.
- Caroline...- si accorse solo allora che non aveva ancora risposto, la voce di Klaus era rotta. Molto probabilmente pensava che avesse interrotto la comunicazione. - Sei lì? -
-Sì. - Perché le faceva una cosa simile? Perché dopo averla tradita, distrutta, la buttava in quella assurda indecisione? Si era rassegnata e allora perché insisteva nel torturarla?
- Sì, ci sono. -
- Cosa ne pensi? Io...devo parlarti, Caroline. Sono sceso dall'aereo da pochi minuti. Ho pensato soltanto di venire un attimo per vedere se potevo salutarti. Poi, però, mi sono accorto che molto probabilmente non avresti apprezzato la sorpresa. Quindi, ti ho chiamato. Credevo che non mi avresti risposto...-
- Dove sei? - Caroline si accigliò lievemente mentre glielo chiedeva.
- Sono fuori, davanti alla porta di casa tua. - Klaus aveva un tono di scuse, così confuso e pieno di vergogna che le fece nascere involontariamente un sorriso malinconico.
- Io non credo sia il caso. -
- Ti prego, Caroline. Devi lasciarmi spiegare. Mi hai lasciato senza lasciarmi rispondere alle tue accuse!-
- Klaus, smettila. Ti già detto tutto ciò che dovevo dirti. -
- Lasciami almeno parlarti, poi sarò contento e potrai anche ridirmi tutte le belle parole che mi hai detto la scorsa volta. Mi farò anche picchiare, ma ti prego Caroline, ascoltami! - era così strano sentire il grande e invincibile Klaus dirmi quelle parole. Mi inteneriva il suo gesto e senza pensarci cominicia ad annuire.
- Guarda cosa mi fai dire e fare. Mi renderai un essere smielenso e inutile, ma non mi importa. - borbottava al telefono come se non lo stessi ascoltando.
- E va bene. Sali in camera mia, ma solo per pochi minuti. - quando riattaccai il telefono mi tremava la mano e sentivo la testa che mi girava talmente forte da dover chiudere gli occhi.
Non ebbi neppure il tempo di infilarmi un abito, che già Klaus bussò leggero alla porta della mia stanza. Mi limitai ad avvolgermi più strettamente nella vestaglia e a lisciarmi i capelli. Esitai per un momento che mi parve senza fine davanti alla porta, prima di aprirla. Girai la maniglia e poi rimasi lì immobile, a fissare l'uomo straordinariamente bello che aspettava fermo davanti a me.
Klaus rimase immobile e silenzioso, come me per un momento, poi Caroline fece un passo indietro e con un gesto lo invitò a entrare.
- Ciao. - lui appariva nervoso, aveva un'aria da ragazzino e si fermò a fissarla per un lungo momento dall'altro lato della stanza.
Lo guardai gravemente in quegli occhi, che mi seguivano nervosi nella stanza.
Perché, diamine, dopo tutto quello che aveva fatto, il solo vederlo mi faceva salire il cuore in gola?

****************************************************************************************

Ce l'avevo fatta.
Ero riuscita a convincerla a incontrarmi.
Mentre la contemplavo, mi chiesi perché ero andato lì. Che cosa le avrei detto? Che cosa potevo dirgli all'infuori del fatto che ogni volta che la vedevo ero più innamorato di lei della volta precedente.
Caroline sospirò e mosse qualche lento passo, attraverso la stanza. Si guardò attorno e poi tornò a posare lentamente lo sguardo su di me.
- Klaus, mi dispiace. Non riesco a togliermi l'immagine di Hayley incinta di tuo figlio e tu che me lo tieni nascosto. - la sua voce era quella di una donna delusa e ferita. Sembrava una regina. Ogni cosa in lei era aristocratica, il suo portamento, la sua espressione, il modi in cui si teneva eretta, perfino con quella vestaglia. Solo l'espressione di intensa sofferenza che aveva negli occhi e che non poteva essere nascosta, la rendeva più vulnerabile.
- Ho sbagliato a non dirti subito di Hayley, ma avevo così paura di rovinare tutto prima ancora che cominciasse. Tutti i miei sogni si stavano avverando e io non volevo perderti, prima ancora di averti. -
- Questo non ti giustifica. -
- Me ne rendo conto. Ma, ti prego cerca di capirmi. Avevo paura. Avevo una fottutissima paura. Hayley non conta niente per me. E' stata l'avventura di una notte e solo perché ero ubriaco. All'inizio non volevo neanche il bambino, ma poi mio fratello mi ha aiutato a capire. Ma. lascerei tutto per te, Caroline. Non hai che da chiedermelo. - la guardai supplichevole.
- Non ti chiederei mai di abbandonare tuo figlio. Posso capire che tu abbia avuto una notte di passione con lei. La cosa che non posso perdonarti e che tu me l'abbia tenuto nascosto! Avevo il diritto di saperlo! So che abituato a dire bugie a tutti, ma con me ho sempre pensato che fossi sincero. -
- E lo sono sempre stato. Ho sbagliato a non dirtelo e adesso ne pago le conseguenze. -
- Mi dispiace Klaus. Ho bisogno di un uomo che sia sincero con me, che condivida tutto con me... -
- E io sono pronto a farlo. Voglio farlo! -
- Non mi è sembrato...-
- Anche a me dispiace, ma voglio ringraziarti. - mi avvicinai deciso verso di lei e strinsi il suo viso angelico a coppa. - grazie a te, ho scoperto cosa vuol dire amare qualcuno. - mi persi nei suoi immensi occhi, profondi come il cielo. - ti amerò per sempre. - senza più resistere, calai le mie labbra sulle sue e suggelai la mia promessa con un lungo bacio.
All' inizio credevo che mi avrebbe respinto, poi però sentii le sue piccole mani che mi stringevano i capelli, arruffandoli.
All'improvviso si scostò bruscamanete e mi diede le spalle.
- No, Klaus. No! Non tentarmi. - si voltò e mi puntò contro due occhi fiammeggianti. - vattene. -
- Caroline. - lei si voltò di nuovo, poi si rigirò e la vidi cambiare di colpo espressione. Non sapevo cosa l'avesse intenerita se il mio tono di voce stravolto o i miei occhi lucidi.
Fatto sta, che mosse qualche pass verso di me e poi alzando le braccia mi circondò il collo e e cercò avidamente la mia bocca.
- Oh, tesoro, ti amo...ti amo...ti amo...- erano dolci le mie parole, eppure frementi. Caroline mi strinse a sè e mi baciò, Mi sentivo avvolto dal suo amore. Poi, senza rendermene conto le feci scivolare dalle spalle la vestaglia e mi inginocchiai a baciare quel corpo mentre Caroline restava in piedi davanti a me, come una dea. Che avrei venerato per sempre. Sembrò che passassero ore prima che ci stancassimo di baciarci, di toccarsi,di stringerci l'uno all'altro.  La presi fra le braccia e la adagiai delicatamente sul suo letto. Era bellissima.
- Caroline? - la richiamai dolcemente, volevo che fosse convinta di quello che stavamo per fare. Non volevo vederla pentirsi il giorno dopo.
Lei mi sorrise esitante. Mi bastava, mi spogliai velocemente e mi distesi accanto a lei tornando ad accarezzarla.
La guardai negli occhi e mi persi in quell'azzurro celestiale.
Avrei fatto le cose per bene stavolta.
L'avrei protetta, amata e rispettata per l'eternità, se me lo avesse permesso.




NOTE DELL'AUTRICE

Perdonatemi!! Vi supplico! Mi dispiace per questo ennesimo ritardo, ma davvero non potevo postare prima. Mi sto rendendo conto che riesco a malapena a continuare una storia, figurarsi due! Ho avuto anche dei problemi nello scrivere gli ultimi capitoli perché ero un po' demotivata e non ispirata. Se sono riuscita a continuare e grazie a tutte le persone che commentano e che seguono la mia storia. Vi ringrazio, a voi dedico questo capitolo con la speranza che vi piaccia.
Fatemi sapere che cosa ne pensate e davvero molto importante per me. Prometto di rispondervi, come ho sempre fatto perché credo sia molto importante.
Un bacio enorme a tutti
A presto
_Mollica_


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Capitolo 9
*** 9. il traguardo ***


cap. 9

9.

IL MIO TRAGUARDO



Quando mi svegliai, mi trovai davanti alla faccia rilassata e contenta di Klaus. Era bellissimo. Sembrava un bambino. Aveva un viso così rilassato e sereno. Aveva un'espressione così diversa da quella di questa notte...

Mi alzai di scatto dal letto.

Che cosa avevo combinarto? Mi ero ripromessa che non ci sarei ricaduta! E poi Stefan! Come potevo abbandonare Stefan? Ci eravamo ripromessi di aiutarci...

Come un fulmine, trovai un paio di jeans, indossai la maglietta di Klaus e mi catapultai fuori di casa. Non prima, però, di aver posato un lieve bacio sulla bocca perfetta dell'ibrido. Aveva bisogno di pensare, di riflettere... doveva essere sicura di essere pronta a perdonarlo. Dovevo chiedermi se riuscivo a fidarmi di lui. Prima ancora di accorgermene mi ritrovai davanti a casa Salvatore.

Avevo bisogno di Stefan. Avevo bisogno del mio amico. Poco importava che, in effetti, noi due adesso fossimo fidanzati. Io e lui sapevamo che non era così. Avevamo continuato a comportarci come amici.

Perché noi eravamo quello. Purtroppo, sarebbe stato troppo facile amare Stefan.

Amare Klaus, invece, presentava un problema in ogni momento. Significava stare male e molto probabilmente avrei sofferto per quella storia, come non avevo mai sofferto, ma non riuscivo a farne a meno. Era così forte il desiderio di stargli vicino. Era drammaticamente consapevole di tutti i suoi difetti, di tutte le sue atroci azioni, ma quando ero con lui non potevo fare a meno di perdonarlo. Credevo davvero che fosse diverso adesso. O almeno che riuscisse ad essere migliore con me.

- Caroline. Stavo venendo a casa tua. Facciamo colazione insieme? - Stefan mi apparse davanti in tutto il suo ingenuo splendore.

- Emh, certo...Perché no? -

- Perfetto, allora. - Stefan mi raggiunse, dopo avermi presa sottobraccio ci avviammo verso una caffetteria.

- Eri venuta per chiedermi qualcosa? -

- In realtà sì, ho bisogno di un consiglio. - la mia voce era titubante e dal mio sguardo insicuro, Stefan capì subito non volevo parlare di certo delle ultime novità in fatto di moda.

Ci sedemmo nl piccolo bar di Mystic Falls e ordinammo un caffé. Solo allora, Stefan mi guardò interrogativo.

- Cosa volevi chiedermi?-

- Prima di tutto voglio essere certa che il tuo consiglio sarà obiettivo e che non ti arrabbierai con me. Ricorda che ho un disperato bisogno di te. - cercai di sorridergli e di ritrovare un po' di tranquillità.

Per tutta risposta, Stefan mi strinse una mano e mi guardò con il più dolce e rassicurante dei sorrisi.

- Te lo prometto. -

- Ieri sera ho rivisto Niklaus. - una volta sputate quelle parole, mi sentii immediatamente meglio, ma anche svuotata.

- Cosa?! - Stefan mi guardava stralunato. Il suo sguardo era incredulo e accusatorio.

- Mi ha chiamato e poi è venuto a casa mia. So che molto probabilmente ho sbagliato, Stef, ma non posso farne a meno. Proprio come tu non puoi fare a meno di amare Elena, anche se lei adesso è la fidanzata di tuo fratello. Quindi non giudicarmi!- mi alzai di scatto e uscii fuori dal locale.

Stefan mi raggiunse subito, e mi trattenne per un  braccio. Cercai di scansarlo, ma la sua presa era troppo forte per me.

- Caroline, calmati! Mi hai preso alla sprovvista. Non voglio giudicarti! -

Smisi immediatamente di ribellarmi e mi fermai a guardarlo diffidente. Davanti alla sua espressione mi calmai.

- Scusami, Stef. -

- Non me l'aspettavo e non volevo questo per te, lo sai. Fin quanto Klaus non mi dimostrerà che si merita il tuo amore, io non lo accetterò. Ma ti  voglio bene, Car. Sei la mia migliore amica. E ci sarò sempre per te. -

Lo guardai amorevole con gli occhi lucidi e poi gli saltai letteralmente addosso per abbracciarlo.

Adoravo Stefan.

All'improvviso sentii una mano bloccarmi il braccio ed allontanarmi velocemente dalle braccia di Stefan. Guardai sbalordita, un furioso Klaus che torreggiava davanti a me.

- E così mi hai abbandonato nel tuo letto, dopo aver fatto l'amore con me, per correre tra le braccia del tuo amante? -

- Ma cosa stai dicendo? - il mio tono stridulo e incredulo, non fecero che imbestialirlo ancora di più.

- Che c'è neghi pure? Perché vuoi prendermi in giro, così? Credevo che mi avessi perdonato! Credevo che finalmente potessimo stare insieme...credevo che nonostante tutto tu mi amassi...- da furioso il suo sguardo era diventato debole e triste.

- Non è come credi, Klaus. Caroline mi ha raccontato di quello che è successo ieri e io le ho dato la mia benedizione. Ma, sai una cosa? Non la meriti! Come ti permetti di venire qui e sputare sentenze, senza sapere nemmeno cosa è successo veramente! - Stefan si avvicinò minaccioso a Klaus e questi per tutta risposta lo agguantò per il collo e lo bloccò violentamente sul muro del locale.

Corsi a bloccare il braccio di Klaus. Era un tentativo disperato lo sapevo, ma dentro di me sapevo anche che lui non avrebbe mai fatto del male a Stefan. O almeno non in maniera definitiva.

- Ti prego, Klaus. E' tutto un malinteso. Quello che ti ha detto Stefan è vero. Sono andata da lui perché avevo bisogno di un consiglio sulla nostra situazione. -

Klaus non si girò nemmeno a guardarmi e continuò a stringere furioso la gola di Stefan. Vidi Stef chiudere gli occhi ed emettere un gemito di dolore.

Sentii le lacrime invadermi gli occhi.

- Non farlo, Klaus! Se davvero mi ami non farlo! Sai, che Stefan è il mio migliore amico e sai anche che se adesso lo uccidi, lo rimpiangerai! - Klaus si girò verso  di me, era arrabbiato certo ma si stava calmando. Stava cominciando a credere alle mie parole. Allentò impercettibilmente la stretta.

- So che sai che sto dicendo la verità. Non ti mentirei mai, lo sai. Io ti amo, Niklaus. - al suono di quelle parole, Klaus abbandonò immediatamente la stretta che bloccava Stefan e mi assalì con un'abbraccio stritolatore, spalmando il suo corpo sul mio e impossesandosi delle mie labbra, come un indemoniato.

Mi strinsi a lui e con un gemito dischiusi le mie labbra.

Amavo Klaus.

Lo amavo così tanto, anche se era così irremediabilmente impetuoso e aggressivo.

Per me avrebbe fatto qualsiasi cosa e io lo sapevo. Sapevo anche leggere oltre quella facciata di ipocrisia e cattiveria. Io vedevo tutto il buono che c'era in lui. Il buono che lui cercava ostinatamente di ricacciare dentro di sé.

Ci avrei pensato io a farlo uscire.

- Scusami. - Klaus appoggiò, come un bambino dispiaciuto per qualche dispetto che cerca conforta dalla propria madre, la testa sopra il mio petto e mi strinse possessivo i fianchi. Sorridendo accarezzai i suoi capelli ricciuti.

- Dobbiamo lavorare un pò su questa impulsività. Se chiedi scusa a Stefan sarei ancora più contenta. - Klaus alzò di scatto la testa e mi guardò indeciso. Sapevo che chiedere scusa a Stefan era la cosa più difficile che potessi chiedergli. Se gli avesso detto regala la tua Mercedes a Stefan lo avrebbe fatto in un baleno.

Klaus si staccò lentamente da me e si avvicinò cauto a Stefan, il quale si era appena ripreso dal suo assalto e sembrava pronto a prenderlo a calci a momenti.

- Forse ho un pò esagerato. Caroline vuole che ti chieda scusa. -

Stefan guardò incredulo Klaus, per alcuni istanti ci fu un assoluto silenzio, poi Stefan si avvicinò a Klaus e gli lanciò un sorriso a mezza bocca.

- Prenditi cura di lei. -

Vidi Klaus sobbalzare incredulo. Di certo, non si aspettava quella reazione da lui.

Mi avvicinai a Stefan e gli strinsi una mano grata.

- Sii felice. - Stefan mi lasciò un leggero bacio su una guancia, poi sorridendo disse: - Cerca di non dimenticarmi. -

- Non potrei mai, sei il mio migliore amico. Non dimenticarlo mai. Ci sarò sempre per te. - lo strinsi in un lungo abbraccio e poi lo lasciai andare, non volevo rischiare di innervosire di nuovo Klaus.

Una volta scomparso dalla mia vista, mi girai infastidita verso l'ibrido.

- E quelle sarebbero il massimo delle scuse che sai fare? - il mio tono di voce era sarcastico e la mia espressione fintamente arrabbiata.

- Emh... ci ho provato, amore. E poi non erano così brutte se Stefan le ha accettate. - Klaus mi sorrise e io cercai di non sciogliermi alla vista delle sue amate fossette.

- Mi sa che dovremo lavorare anche sulle tue scuse, amore. -

Klaus mi raggiunse in un baleno e mi strinse, poi dopo avermi lasciato un decina di baci che io ricambiai generosamente, mi prese per mano e insieme ci incamminammo verso casa mia.

Ero felice.

Per la prima volta nella mia vita ero assolutamente e perfettamente felice. Non avrei potuto desiderare di più.

Strinsi con più forza la mano di Klaus e lo guardai grata, neanche io sapevo bene di cosa.

Sentivo che ero vicina al mio traguardo. Sentivo la fine avvicinarsi.

Io e Klaus saremmo stati una famiglia, probabilmente per l'eternità.

NOTE DELL'AUTRICE

Eccomi qui! Probabilmente questo è l'ultimo capitolo della mia storia, non so quando pubblicherò l'epilogo che sarà, molto probabilmente, un piccolo spezzone sulla loro vita quotidiana.

Spero che questo capitolo vi piaccia e che non vi deluda.

Voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto la mia storia, ma soprattutto chi mi ha incoraggiata lasciandomi delle bellissime recensioni:

- nayax88

- chanel22

- miki14

- giudo

- MarieCherie

- live_

- the beginning of live

- virginia 17

- giusy8690

- FairLady

- Tinotina

Ringrazio anche tutte le persone che hanno messo la storia tra le preferite, le seguite o nelle ricordate. Non mi sarei mai aspettata che questa storia avrebbe avuto un tale seguito. 

Vi mando un bacio enorme a tutti, spero di sentirvi per le ultime considerazioni e forse quando pubblicherò il probabile epilogo ;-)

_Mollica_



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