Una nuova squadra di esplorazione

di cristal_93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo a Brogo Tesoro ***
Capitolo 2: *** Chiacchierando coi Kecleon ***
Capitolo 3: *** Team Poképals ***
Capitolo 4: *** La Gabitesquama ***
Capitolo 5: *** Lo squarcio ***
Capitolo 6: *** La prima cattura ***



Capitolo 1
*** L'arrivo a Brogo Tesoro ***


Era una giornata tranquilla. Il sole splendeva alto nel cielo privo di nuvole, e non tirava un filo di vento: tutto appariva immobile, come se il tempo si fosse congelato per sempre a quel momento di primo pomeriggio. Come un fulmine a ciel sereno, qualcosa ruppe d’improvviso quell' immobilità, qualcosa di così veloce che sollevò un polverone.
Una breve occhiata a quello che si trascinava dietro al suo passaggio la portò ad alzare gli occhi al cielo e a scegliere di continuare il suo percorso ad alta quota. Detto fatto si sollevò su nell'infinito del cielo azzurro,arrivando in alto, sempre più in alto finché la terra divenne un punto indefinito sotto di lei, e finché non si ritrovò praticamente ad un passo dalla potenza del sole.
Questo andò ad illuminare due splendidi occhi color indaco, e una cascata di lucenti capelli bruni, che incorniciavano un viso minuto e sorridente, dalla carnagione pallida e rosea. La ragazza aprì le braccia, divaricò le gambe e chiuse gli occhi, lasciando che il suo corpo assorbisse la luce del sole, e ne traesse beneficio. Riaprì gli occhi solo dopo qualche istante, poi rovesciò la testa all'indietro e si lasciò cadere in picchiata.
Scese verso terra  ad una velocità impressionante, ma prima di schiantarsi al suolo, sorrise, e veloce come un lampo interruppe la caduta e sfrecciò nuovamente in aria, ridendo spensierata, e assaporando la sensazione di libertà che il vento le regalava sempre. Si fermò in mezzo al cielo, e rimase a contemplare il paesaggio intorno a sé con un ampio sorriso stampato sul volto.
Adorava i suoi poteri: se fino a pochi mesi prima avrebbe dato l’anima per sigillarli per sempre, ora sentiva che si sarebbe sì dannata, ma per il motivo contrario. 
Tra ciò che le sue capacità  di sensitiva le permettevano, doveva riconoscere che quella di poter volare era senza dubbio la sua  preferita in assoluto, e più per quella che per le altre avrebbe rinunciato a tutto.
La amava, o meglio, amava quello che comportava: il vento che le scompigliava i capelli, l’effetto di libertà che la velocità generava, gli splendidi orizzonti che vedeva da lassù… si sarebbe fatta ammazzare, piuttosto che perdere tutto questo.

In ogni caso, era solo una delle tante cose per cui avrebbe dato la vita pur di non perdere. Soprappensiero si portò una mano al collo, per assicurarsi che il ciondolo fosse ancora lì, e per fortuna non rimase delusa:le sue dita si strinsero intorno ad una pietra nera, dalla forma circolare, di cui però mancava l’altra metà.Sorrise, ma al tempo stesso si sentì travolgere da un’ondata di tristezza, mentre la sua mente si perdeva nel mare dei ricordi.
 
 
 << Guarda, Leah >> dice Vaporen, tendendole la pietra. Lei la prende in mano e la guarda  stupita: è perfettamente rotonda, come se fosse stata levigata con cura.
 << E’ molto bella >> dice, colpita. Vaporeon sorride, poi gliela prende dalle mani e la spezza  in due, dando una metà a lei.
 << Così, anche se saremo lontani, ci basterà stringere questa pietra, per ricordarci che in realtà saremo sempre vicini >> aggiunge, unendo la propria metà a quella della ragazza. Lei lo guarda con le lacrime agli occhi, poi lo abbraccia forte.
 
 
 Una piccola lacrima scivolò dagli occhi di Leah, mentre piano piano mollò la presa sul ciondolo. Erano mesi che non vedeva Vaporeon , e anche se ogni tanto si sentivano telepaticamente, non bastava per impedirle di sentire la sua mancanza.
Lui era sempre stato una presenza costante nella sua vita: quando entrambi vagavano smarriti per il mondo, quando lei aveva avuto bisogno di una spalla su cui piangere, quando aveva chiesto consiglio, lui l’aveva sorretta, l’aveva consolata, l’aveva protetta.
Vaporeon era più che un amico: era un fratello minore, il migliore che si potesse desiderare, e lei non avrebbe potuto volergli più bene se avessero avuto un vero rapporto di sangue. Oltre a quello, però, erano anche grandi rivali,ma loro competitività non aveva mai minato di una virgola la loro amicizia, anzi, se è possibile l’aveva rafforzata ancora di più.
In parte doveva ringraziare i suoi poteri per la possibilità di capire Vaporeon senza problemi: tra le altre cose, infatti, era in grado anche di capire il linguaggio dei Pokémon. I primi tempi non ci aveva mai fatto molto caso, perché loro due erano cresciuti lontano dalla società, come due emarginati, e quindi non aveva imparato che la sua non era un'abilità tanto comune .
A distanza di molti anni, anche se poi  le cose erano cambiate,  Leah si ritrovava comunque a preferire ancora la compagnia dei Pokémon a quella degli umani, si sentiva molto più vicina a quelle splendide creature che ai suoi simili.

Questo, però, non lo aveva mai detto a nessuno, tranne, ovviamente, a Vaporeon ,che aveva l’incredibile capacità di leggerle dentro semplicemente con un’occhiata. Leah ci era rimasta molto male quando lui le aveva detto che aveva intenzione di mettersi in viaggio per migliorare le sue capacità, e in un primo momento aveva protestato , perché era il suo stesso intento, quindi perché non intraprendere quel viaggio insieme? Vaporeon aveva scosso la testa, e poi le aveva detto che, per quanto fosse immenso il bene che le voleva, e per quanto volesse continuare a stare con lei, era meglio, per lui, affrontare da solo quel cammino, non per puro atto egoistico, ma perché sentiva di doverlo fare: avvertiva il bisogno di provare esperienze nuove, e imparare a cavarsela da solo, misurandosi con ogni tipo di avversità.
Leah aveva provato a insistere dicendo che non poteva sopportare anche il suo abbandono, non dopo che anche il suo maestro di arti psichiche, che era anche l’individuo di cui si era perdutamente innamorata, l’aveva lasciata senza spiegazioni. Vaporeon , sorridendo, aveva risposto:
<< Una ragione in più per imparare a camminare con le tue gambe: dimostrare a quell'idiota che ha fatto il più grande sbaglio
della sua vita a lasciarti, e fargli vedere  che sei perfettamente in grado di cavartela con le tue forze. Sorellina,>> aveva aggiunto, poi << questo non è un addio, ma solo un arrivederci. Un giorno ci rivedremo ancora, e nel frattempo, ti porterò nel mio cuore, e non smetterò mai di pensarti, te lo prometto.    >>. Lei, a quel punto, aveva ceduto, e dopo essersi abbracciati per un tempo infinito, erano andati ognuno per la sua strada. Dopo tutto quel tempo, però, le era ancora difficile convivere con l’idea di non averlo al suo fianco, era come se fosse stata privata di una parte di sé.
Si erano conosciuti che erano praticamente due infanti, erano cresciuti insieme, avevano affrontato 
la durezza della loro vita da orfani insieme, avevano condiviso ogni risata, ogni lacrima, ogni sorriso, ogni discussione.
Lui era parte di lei, e lei era parte di lui, questo non sarebbe cambiato mai, neanche se fossero stati destinati a restare separati per l’eternità. In nome della promessa che si erano fatti, però, Leah avrebbe continuato ad allenarsi e a mettersi alla prova, e quando si sarebbero di nuovo incontrati, lo avrebbe reso orgoglioso di lei. Oltretutto, ogni volta che guardava il suo ciondolo, le pareva proprio di vedere lo sguardo birichino del suo amico, che la prendeva in giro e la spronava ad impegnarsi, quindi era praticamente impossibile non pensare a lui.
Sorrise: benché tra i due fosse la più grande, Vaporeon si era fermamente convinto che, essendo lui il maschietto, fosse suo preciso dovere proteggerla sempre, da chiunque e da qualunque cosa, e così i loro ruoli si erano invertiti, ma non ne avevano mai fatto motivo di discussione.
Il fatto che fosse stato lui a proporre quella seppur temporanea  separazione, poi, era davvero un segno che stava crescendo , e che era consapevole che entrambi avrebbero dovuto davvero incominciare a badare a sé stessi, senza dover affidarsi sempre a qualcuno. Con una smorfia,  la ragazza strinse ancora la pietra e poi volse lo sguardo verso l’orizzonte, ripartendo a gran velocità.

 
 
 Si fermò solo al tramonto, su una scogliera a picco sul mare, su cui si lasciò cadere, esausta ma sorridente: era sempre un divertimento per lei solcare i cieli, e non se ne sarebbe mai stancata per niente al mondo. Volare tutto il giorno, pero, le faceva venire fame: tiro’ fuori dallo zaino due Baccaperina, e le divorò in un attimo.
Si girò poi verso il mare, e rimase colpita: nel’aria fluttuavano tantissime bollicine, che riflettevano i raggi del sole.

Era talmente impegnata a chiedersi a cosa fossero dovute che fu solo per caso che notò la spiaggia, a poca distanza sotto di lei, ma in un attimo ci si ritrovò, in piedi, a contemplare quello splendido panorama con la stessa meraviglia di un bambino a cui è stato regalato un giocattolo bellissimo.
Se lo impresse per bene nella mente, come  a volersene riempire gli occhi, poi pensò a Vaporeon: quanto avrebbe voluto che fosse lì con lei a vederlo…

Uno zampettio sulla spiaggia la distrasse, e da dietro una roccia vide spuntare un Krabby, che però non si accorse di lei, ma arrivò fino al’acqua e sparò una serie di bolle trasparenti, che andarono a sommarsi a quelle che già erano in aria. Leah sorrise: aveva risolto il mistero.
Riportò la sua attenzione sul tramonto con gli occhi che brillavano, e rimase lì finché il sole non sparì dall'orizzonte, e cominciarono ad apparire le stelle.

Le guardò come fossero vecchie amiche, e in un certo senso, lo erano per davvero: lei e il suo fratellino avevano passato notti intere ad osservare il cielo, e a chiedersi se ci fosse qualcos'altro, oltre quella coltre blu, domanda che poi finiva sempre dimenticata tra le risate, perché i due facevano sempre a gara a chi tirava fuori le ipotesi più assurde. Sorrise ancora, poi si sdraiò sulla sabbia, usando lo zaino come cuscino e chiuse gli occhi.
Prima di addormentarsi, diede la buonanotte a Vaporeon, stringendo 
il suo ciondolo, e inviò un pensiero anche al suo maestro, sperando quasi che fosse in ascolto e potesse sentirla.
Non le importava di come si era comportato nei suoi confronti: lei non avrebbe mai smesso di pensare a lui. Il sonno l’avvolse come una coperta tiepida, e lei si abbandonò alla dolce incoscienza del mondo dei sogni, pregustando già, come sempre, le sorprese che forse avrebbe trovato l'indomani.
 
 
  La mattina dopo, Leah si svegliò che il sole stava ancora sorgendo, ma non se ne preoccupò poi tanto: da tempo, ormai, dormire era diventata più un'abitudine che un modo per recuperare le energie, reduce com'era da un'intera vita passata a guardarsi continuamente le spalle, ogni istante della giornata. Ad ogni modo, le piaceva molto guardare il mondo mentre si svegliava, e nonostante tutto si sentì fresca come una rosa,e pronta per affrontare la giornata. Alla prima luce del sole, tirò fuori il diario e tracciò un breve schizzo delle bolle al tramonto della sera prima, poi aggiunse qualche appunto ai lati e chiuse tutto.
Anche se non era successo niente di particolare, era più forte di lei: era rimasta nel’ombra per così tanto tempo che ora che aveva la possibilità di viaggiare, libera e senza preoccupazioni, voleva appuntare ogni singolo dettaglio di quel viaggio, e custodirlo come un tesoro. Almeno così avrebbe avuto maggior modo di condividere con Vaporeon tutte quelle esperienze. Si guardò in giro, ma non vide nessuno nelle vicinanze.
Allora chiuse gli occhi e si concentrò, ma neanche così riuscì ad avvertire alcuna presenza intorno a sé. 
A parte quel Krabby solitario del giorno precedente, le sembrava quasi di essere finita su un'isola deserta, sempre che di un'isola si trattasse.
Con un sospiro, si  alzò e si mise in marcia: in fondo, aveva un solo modo per scoprire se le sue erano o meno teorie 
fondate. Percorsi pochi metri, giunse davanti ad un sentiero che proseguiva in salita, e lo imboccò senza esitazioni, finché non giunse ad un incrocio.
Di fronte a lei si pararono tre strade diverse: una proseguiva alla sua destra, e sembrava 
quasi che terminasse in una foresta rigogliosa; davanti a sé, una breve stradina che terminava in una scalinata, che saliva in alto su quello che sembrava una specie di promontorio; alla sua sinistra, invece, un'altra strada, e delle tre fu l'unica da cui riuscì finalmente a percepire la presenza di qualcuno: Pokémon, senza dubbio.
Si portò in mezzo all'incrocio, girandosi da una parte all'altra: era tremendamente indecisa su che direzione prendere. Una parte di lei voleva andare a vedere a che genere di Pokémon appartenessero quelle aure che sentiva, l'altra voleva andare ad esplorare la foresta.
Sbuffò: una cosa che le dava fastidio delle sue esplorazioni era che, certe volte,  era obbligata a dover scegliere alcune cose invece di altre, visto che le capitava sovente di avere così tanto da scoprire che avrebbe voluto farlo tutto in una volta, cosa però apparentemente impossibile: era si una sensitiva, ma non aveva il dono dell' ubiquità, e non era capace di clonare sé stessa.

Oltre a questo, comunque, ogni volta che sceglieva di intraprendere un determinato percorso, finiva sempre per farsi coinvolgere talmente che dimenticava completamente le altre alternative, e quindi non tornava indietro per perlustrarle.
Sospirò, poi si guardò di nuovo intorno, indecisa più che mai, ma in quel momento udì delle voci dietro di sé. Rapida, si nascose sugli alberi lungo il sentiero, e sbirciò attraverso il fogliame per vedere di chi fossero i proprietari di quelle voci. Sotto di lei, completamente ignari della sua presenza, un Chimecho e un Sunflora arrivarono sotto l'albero, chiacchierando animatamente, ridendo di tanto in tanto. 
<< Perché non andiamo a Borgo Tesoro? Ho sentito dire che ai Magazzini Kecleon è arrivata della merce interessante >> disse ad un certo punto Chimecho.
 << Shock! Si dai, non vedo l'ora di trovare qualche rarità! >> esclamò Sunflora, battendo le sue foglie.
<< Ahaha! Hai proprio l'esplorazione nel sangue, Sunflora, anche una semplice visita ad un negozio per te diventa una caccia al tesoro. Ma in fondo, è per questo che sei la migliore esploratrice della nostra Gilda >> sorrise Chimecho, dondolandosi in avanti e producendo un suono di campanelle.
 << No, che dici...così mi metti in imbarazzo...>> fece l'altra, arrossendo. I due Pokémon presero il sentiero che portava ad Ovest, e le loro risate si spensero in lontananza. Leah rimase ancora qualche istante ferma su quell'albero, poi però la curiosità ebbe la meglio, e sempre senza lasciare il proprio nascondiglio, andò anche lei nella direzione presa dai due.
Man mano che si avvicinava, 
avvertì una moltitudine di presenze, tutte quante di Pokémon, e quando queste divennero così vicine da poterle quasi toccare con mano, sbirciò attraverso i rami: quello che vide non se lo sarebbe mai,  mai aspettato in tutta la sua vita.

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Capitolo 2
*** Chiacchierando coi Kecleon ***


Dopo aver visto una ragazza umana distruggere una montagna con due sole dita della mano, Leah aveva pensato che nient’altro avrebbe potuto più stupirla in quel modo. Inutile dirlo: si era sbagliata, eccome se si era sbagliata. Sotto di lei, al di là dei rami degli alberi entro cui si era nascosta, vide una piccola comunità di Pokémon, ma completamente diversa rispetto a quella che era la sua idea generale di Pokémon selvatici.
Fino a quel momento aveva visto più di una volta piccoli aggregati di quelle creature, di tipi e razze diverse, che vivevano tutti insieme in grotte, foreste, ma anche campi aperti o vicino a insenature rocciose. Quella che vedeva ora era sì una comunità di Pokémon… ma totalmente diversa rispetto ai normali stereotipi. Apparentemente sembravano non avere niente di diverso, salvo il loro stile di vita, che non era paragonabile a quello dei comuni Pokémon selvatici, bensì ad un altro: quello degli esseri umani. 
Leah  osservò alcuni di loro  discutere in una piazzetta, altri invece che andavano verso quelle che sembravano veri e propri negozi i cui venditori erano sempre dei Pokémon in carne ed ossa. Contò sette strutture diverse disposte tre da un lato e quattro dall'altro di un piccolo fiume, che era possibile attraversare grazie ad un ponticello. Di tutti e sette, notò che solo due negozi non avevano dei rappresentanti, ma un’occhiata alla forma delle costruzioni le fece intuire perfettamente chi fossero i Pokémon responsabili di quei stabilimenti.
Dei restanti vide che erano occupati uno daun Kangaskhan, che sorrideva dolcemente a tutti quelli che andavano da lui , e un altro era gestito da una coppia di Kecleon, di cui uno era cromatico, e  apparentemente la loro sembrava l’unica struttura adibita alla vendita, vista la merce facilmente individuabile dietro il duo di Pokémon. Nei restanti negozi c’erano un Electivire, un Chansey e… un Duskull.
Alla vista di quell'ultimo Pokémon, Leah si ritrasse precipitosamente indietro, e per poco non cadde dall'albero. Si portò la mano sul petto e respirò affannosamente, chiuse gli occhi e contò mentalmente fino a dieci, poi prese un respiro profondo e li riaprì. Con molta, molta cautela sbirciò di nuovo attraverso i rami. Niente da fare: era proprio un Duskull. Prese a tremare, e lentamente si asciugò il sudore freddo che le aveva imperlato la fronte, imponendo a sé stessa di calmarsi.
Dopo tutti quegli anni ancora non era riuscita a capire perché i Pokémon Spettro le facessero tanta paura: forse perché avevano quasi tutti un aspetto inquietante,  forse perché avevano il brutto vizio di spuntare dal nulla per spaventare il malcapitato di turno, o forse perché, in un certo senso, erano creature dell'oscurità.
L'ultima, per la verità, era una supposizione idiota, perché i Pokémon Buio avevano forse più ragione di quelli Spettro di venire considerati esseri delle ombre, eppure Leah non nutriva il minimo timore nei loro confronti, mentre lo stesso, invece, non poteva dirlo per i Pokémon fantasma.
Ne aveva una vera e propria fobia: ogni volta che si trovava ad avere a che fare con uno di  loro, veniva assalita da una paura indescrivibile, che la paralizzava e la rendeva incapace di compiere qualsiasi azione.
Talvolta il terrore arrivava a tal punto che lei si mettevaa tremare convulsamente, e più di una volta era caduta a terra, rimanendo accucciata come una bambina, ma altre volte era addirittura svenuta, o si era semplicemente messa ad urlare.
Era più forte di lei, ma ogni volta che sentiva anche solo nominare la parola “ spettro” andava in crisi.
Per fortuna c’era sempre stato Vaporeon a guardarle le spalle, altrimenti sarebbe impazzita.
Ora, però… era tanto che non incontrava  un Pokémon Spettro, e da quando aveva cominciato il suo viaggio non ne aveva più visto nemmeno uno... fino a quel momento. Prese a graffiare soprappensiero la corteccia dell'albero su cui era appoggiata: era stata d'accordo con il suo amico sulla scelta di andare ognuno per la sua strada per imparare a badare a sé stessi, ma dubitava fortemente che sarebbe mai riuscita a superare quel tipo di sfida, era un ostacolo troppo grande da aggirare. 
Eppure, per una come lei, che era sopravvissuta a cose ben peggiori, quello avrebbe dovuto essere uno scherzo. Ancora una volta, brontolò contro Vaporeon, poi strinse forte il suo ciondolo e chiuse  gli occhi, e quando sentì finalmente i battiti regolarizzarsi, osò di nuovo sbirciare fuori. Percorse velocemente con lo sguardo il paesino, e notò che la strada proseguiva anche oltre il banco di  Kangaskhan.
Seguì quella direzione, sempre stando nascosta, ma si bloccò presto: gli alberi terminavano dopo poca strada, che si concludeva su un promontorio,  e più in là di quello c'era solo l'immensa distesa del mare.
Leah si ritrovò costretta a tornare verso l'incrocio. Rifletté per qualche istante, ma dopo pochi secondi non ebbe già più dubbi su cosa avrebbe voluto fare.
Prima, però, si guardò le mani: si trovava vicino ad una comunità, no, ad un villaggio di Pokémon, e non era per niente sicura che un essere umano come lei sarebbe stata ben visto.
A questo, però, poteva facilmente porre rimedio, come aveva già fatto tante altre volte. Posò il suo bagaglio, si concentrò un attimo, e il suo corpo fu pervaso da una luce intensa. Quando si attenuò, al posto della splendida fanciulla umana ora c'era un giovane esemplare di Espeon.
Si prese qualche secondo per ammirare il suo lavoro: si portò la coda davanti agli occhi e con quella frustò l'aria un paio di volte, poi saltellò sui rami e da ultimo simulò un agguato, che si concluse con un perfetto atterraggio su un ramo a diversi metri da  lei.
Sorrise soddisfatta: fingere di essere un Pokémon la rendeva sempre felice. Era qualcosa di più che celare la propria identità agli altri: per lei era come... diventare finalmente sé stessa.
 Allo stato selvatico, libera da qualsiasi vincolo, capace di poter andare ovunque senza attirare troppi sguardi curiosi, senza dover rispettare alcun tipo di regola imposta dalla società...ogni volta era come un sogno. Quando si trasformava, poi, aveva la possibilità di poter usare u suoi poteri liberamente, senza ricevere in cambio occhiate sospettose o di disprezzo.
Era come rinascere alla vita, e se non fosse stato che avrebbe dovuto passare la vita a mentire, sarebbe rimasta Espeon per sempre. La prima volta che aveva cambiato aspetto era stato quando aveva visto un gruppo di Pokémon minacciati da alcuni bracconieri, e allora aveva assunto le sembianze di un Alakazam, e li aveva dispersi.
Solo dopo averla ringraziata, però, quei Pokémon si erano accorti che la loro salvatrice aveva qualcosa di strano,e lei aveva capito presto che cos'era: umana o Pokémon, i suoi occhi rimanevano sempre gli stessi.
Per questo, dopo aver provato più e più volte a trasformarli insieme al suo corpo, aveva iniziato a cercare un Pokémon Psico che rispecchiasse, almeno in parte, le caratteristiche delle sue iridi, e per fortuna aveva scoperto che quelle degli Espeon ci si avvicinavano perfettamente. Le preoccupazioni relative all'assumere le sembianze di quel Pokémon erano state poche, ma neanche troppo gravi.
Una aveva riguardato la coda: le prime volte aveva sempre avuto l'impressione che ci fosse qualcuno alle sue spalle.
Passato lo spavento iniziale,  si era allenata molto, e aveva trasformato la sua appendice in una sorta di terzo braccio, nonché in una terribile arma per i suoi avversari. Non era mai riuscita ad eguagliare mosse come Codacciaio o simili, ma nel complesso si era ritenuta molto soddisfatta. Altro e ultimo cruccio era stato il suo nome: sapeva bene che i Pokémon portavano tutti il nome della propria razza di appartenenza, ma lei non aveva mai modificato il proprio.
Farlo avrebbe voluto dire mentire e confondere  sé stessa, oltre che a confonderla tra la massa; assumere un altro nome quando cambiava aspetto, poi, avrebbe significato anche diventare qualcun'altro, far sì che, da umana a Pokémon, si trasformasse in tutt'altra persona, completamente diversa da ciò che lei era.
Si era rifiutata categoricamente di farlo, e aveva mantenuto il suo nome per entrambe le forme, decisa a difendere la sua identità a qualunque costo.
Girò un paio di volte su sé stessa, poi si portò una mano al petto: il ciondolo era ancora lì. Era l’unica cosa del suo corredo che restava tale anche dopo  la trasformazione, ma non ci pensò a nasconderlo. Tirò poi  fuori uno specchietto : inutile, non ci era riuscita neanche stavolta.
I suoi occhi spiccavano sul musetto di Espeon come due fari lampeggianti. Erano troppo grandi, troppo luminosi per essere scambiati per occhi di Pokémon. Forse, però, il problema era solo nella sua testa, e lei stava involontariamente diventando paranoica.
Almeno non aveva avuto seri problemi fino a quel momento, e tutti i Pokémon con cui era entrata in contatto non si erano accorti della differenza, anche se qualcuno l’aveva guardata con sguardo ammirato, se non estasiato. Sospirò: normale o trasformata, ovunque andasse attirava comunque l’attenzione, e la colpa era forse da attribuire ai suoi occhi.
Cominciava a pensare che forse avrebbe dovuto trovare un modo per andare in giro senza farli vedere, tanto per evitare che troppi ne cadessero vittima. Con un altro sospiro, guardò la strada sotto di sé, e dopo aver appurato che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, si rimise lo zaino in spalla e saltò giù, poi si guardò intorno con attenzione e vide dei cartelli che prima non aveva notato, sul bordo della strada.
Uno indicava la direzione delle scale, e diceva  “Gilda di Wigglytuff”,un altro la strada che portava alla spiaggia, e un altro ancora indicava la direzione della cittadina, e diceva “Borgo Tesoro”.
 
Leah non ci pensò su molto e prese quel’ ultima direzione. Dovette chiudere gli occhi e prendere dei respiri profondi, perché il negozio del Duskull era proprio al’inizio del viale, ma alla fine si ritrovò in centro, proprio nel cuore del Borgo.
C’erano tantissimi Pokèmon, impegnati tutti nelle loro faccende, e nessuno le prestò attenzione. Qualcuno intratteneva una conversazione con altri Pokémon, qualcun’altro discuteva con i commercianti dei vari negozi, qualcuno stava sul bordo della strada, su uno spiazzo d’erba, a rilassarsi al sole.
Sembravano tutti molto felici, e si salutavano tra di loro con un sorriso, quando passavano. Leah osservò affascinata, e il cuore le si scaldò: era evidente che quei Pokémon non conoscevano il terrore della cattura da parte degli umani, anzi, probabilmente non sapevano neanche chi fossero questi ultimi. Era una piccola oasi di pace per i Pokémon, lontano dal mondo di terrore in cui Leah era cresciuta, un luogo loro potevano vivere liberi e felici, senza dover temere niente e nessuno.
Per la prima volta in vita sua, la ragazza si sentì a casa: aveva sempre sognato di poter vivere in un posto così, in cui i Pokémon potessero essere liberi di vivere la propria vita senza il costante terrore di diventare vittime degli umani. Le scese una lacrima dagli occhi: anche a Vaporeon sarebbe piaciuto tanto. 
Sarebbe stato il posto perfetto dove stare, un luogo in cui poter essere sé stessi, senza dover più scappare o nascondersi dagli altri.
Anche con tutta la buona volontà, però, sapeva bene che quello non sarebbe mai diventato il suo luogo di appartenenza: lei era un' umana, e sebbene più vicina ai Pokémon che ai suoi simili, non avrebbe mai passato la vita a illudere gli altri e sé stessa, perché quella non sarebbe mai stata una vita felice, ma solo un mero sogno, una pura illusione. Prima o poi avrebbe trovato davvero la sua dimensione e la sua felicità, e solo allora, forse, avrebbe smesso di cercare.
 << Ehi, tu! >> urlò una voce. Leah guardò a destra e sinistra, ma nessuno sembrava essersi accorto di nulla.
 << Sì, tu. Tu con lo zaino sulle spalle >> chiamò di nuovo la voce, e questa volta lei la udì chiaramente,
dietro di sé. Si voltò e vide che a parlare era stato uno dei Kecleon che gestivano quella specie di emporio.
 << Stai parlando con me? >> urlò in risposta, indicando sé stessa.
 << Sì, proprio con te >> rispose quello, facendole segno di avvicinarsi. Leah avanzò adagio verso il negozio,
e prese ad agitare la coda, come faceva sempre quando era nervosa.
 << Buongiorno >> disse gioviale il Kecleon.
 << Salve… >> disse la ragazza, intimidita.
<< E’ la prima volta che vieni qui? Non mi sembra di averti mai visto da queste parti >>.
 << Be’, sì… sono appena arrivata >>.
 << In questo caso… >> dissero entrambi i Pokémon, poi saltarono al’indietro e aprirono le braccia. << … ti diamo il benvenuto a Borgo Tesoro e ai Magazzini Kecleon, di proprietà dei fratelli Kecleon >> dissero al’unisono, facendo una piroetta e terminando la loro presentazione con un inchino. Leah sorrise divertita.
 << Come ti chiami? >> disse poi uno dei due.
<< Leah >> rispose lei. Come previsto, i Pokémon la guardarono perplessi.
<< Leah? Nome strano per un Pokémon… >>
<< Praticamente me lo sono dato da sola >> disse pronta, la ragazza. << Sapete… >> aggiunse << ... sono un’orfana cresciuta per strada, non ho mai conosciuto i miei genitori,e di conseguenza… mi sono dovuta arrangiare.. >> . Si morse la lingua in tempo per non aggiungere altro. I Kecleon si guardarono l’un l’altro, poi chinarono il capo, mortificati.
 << Ci dispiace tanto, perdonaci se ti abbiamo mancato di rispetto >>.
 << Non c'è problema >> disse Leah, agitando la coda. << Ci sono abituata >> aggiunse, sorridendo. I Pokémon sorrisero a loro volta.
 << Allora, bella fanciulla >> disse uno dei due.<< Cosa ti porta qui a Borgo Tesoro?>>. Leah represse  a stento uno sbuffo : era evidente che stavano cercando di rimediare alla gaffe di poco prima, ma comunque si chiedeva come fosse possibile che potesse essere considerata carina in qualunque forma si presentasse. Chissà se direbbero altrettanto  se mi presentassi coperta di fango dalla testa ai piedi…pensò, poi agitò la coda e rispose:
<< Nessun motivo in particolare, in realtà: viaggio per il puro piacere di farlo, adoro esplorare e scoprire tante cose nuove >>.
 << Allora sei un’esploratrice? >> aggiunse il Kecleon cromatico. La ragazza lo guardò perplessa.
<< Bé,sì... possiamo dire così...>>
<< E fai parte di una squadra d'esplorazione? >> insistette l'altro. Leah li guardò sbattendo le palpebre.
 << Squadra di esplorazione?...>> chiese perplessa. << Cosa... cosa intendete dire... ? >>. Il  Kecleon cromatico ricambiò il suo sguardo confuso con altrettanto stupore, poi, con un sospiro, disse:
 << A quanto pare non sai niente di queste cose, ma non fartene una colpa. Permettici di spiegarti la situazione, allora >> e fece un cenno d'intesa al fratello, che proseguì al posto suo. La giovane si fece attenta. << Da queste parti, >> iniziò il Pokémon << si formano continuamente squadre di esplorazione, e come penso avrai capito, sono gruppi di esploratori, composti da due o più membri.
Esistono anche esploratori che preferiscono agire in solitaria, ma non per questo sono meno degni di nota. Comunque: gli esploratori vanno in giro per il mondo a scoprire antiche rovine, trovare tesori nascosti, o addirittura a portare alla luce luoghi di cui non si sarebbe mai indovinata l'esistenza. 
Pensa che alcune squadre sono riuscite addirittura a risolvere misteri archeologici a cui nessuno era mai riuscito a dare una spiegazione! >>. Leah  lo ascoltava con gli occhi che brillavano, e pendette dalle labbra del Pokémon come se le avesse fatto un incantesimo.
 << Gli esploratori che decidono di formare una squadra si danno un nome, e da quel momento tutti i membri diventano come un'unica persona. Tra le altre cose, gli esploratori accolgono anche le richieste di Pokémon che hanno bisogno d'aiuto. In ogni caso, più compiono imprese degne di nota, più aumentano il loro rango,e più diventano conosciuti, e di conseguenza, aumenta anche la probabilità per loro di ricevere richieste. Purtroppo, però, non ci sono soltanto squadre di esplorazione con fini nobili... >>
 << Vuoi dire che ci sono anche gruppi di Pokémon malintenzionati? >> lo interruppe la ragazza, riscuotendosi all'improvviso.
<< Sì: vanno in giro a cercare tesori per puro profitto personale, talvolta senza alcun rispetto nei confronti degli altri. Alcuni addirittura mettono in giro false richieste d'aiuto , e derubano i poveri malcapitati che le accolgono >>.
 << E non si può fare niente per fermarli?! >> esclamò Leah, indignata.
 << Purtroppo non è così semplice >> risposero i Kecleon con un sospiro.<< Non sempre si tratta di ladruncoli da strapazzo: ci sono in giro criminali che sono dei veri e propri professionisti e che nemmeno le squadre più in gamba riuscirebbero a catturare. Come se non bastasse, i furfanti stanno diventando sempre più numerosi... >>
 << Accidenti... e si sa il motivo? >> chiese la ragazza, con viva preoccupazione.
 << E’ a causa di un disturbo nel flusso del Tempo >> disse una voce dietro di lei. Leah guardò di traverso alle proprie spalle e vide il Sunflora e il Chimecho che aveva notato poco prima all'incrocio.
 << Scusate, non abbiamo potuto fare a meno di ascoltare. Buongiorno a tutti, comunque! >> salutò allegramente Chimecho.
 << Oh, Chimecho e Sunflora, le dolci esploratrici della Gilda di Wigglytuff! Buongiorno, mie care! >> dissero i Kecleon, sorridendo alle nuove arrivate. Le due si avvicinarono sorridendo.
 << Ma guarda, un volto nuovo qui a Borgo Tesoro ! >> disse ancora Chimecho, sorridendo all'indirizzo di Leah. Lei ricambiò con un sorriso imbarazzato.
 << Io sono Chimecho, tanto piacere, e lei è la mia compagna Sunflora >> disse, indicando il Pokémon accanto a sé.
 << Shock! Piacere di conoscerti >> disse lei allungando una foglia verso la ragazza. Leah allungò la zampa e
la strinse con delicatezza.
 << Salve, piacere mio. Sono solo di passaggio da queste parti, ma appena ho visto questo posto mi è venuta subito una gran voglia di girarlo tutto da cima a fondo, è talmente affascinante... >>. Cercò di monopolizzare la conversazione ed evitò di proposito di dire il proprio nome, perché voleva evitare di ripete le scene di prima. Le due Pokémon, comunque, non ci fecero caso, e sorrisero.
<< Sei anche tu una giovane esploratrice, allora? >> chiese Sunflora, saltellando felice.
 << Bé, sì...ma molto...in solitaria, diciamo..>> disse Leah, imbarazzata.
 << Vuoi dire che non fai parte di nessuna squadra? >> chiese Chimecho, stupita.
 << Sì... ma anche così le mie esplorazioni non perdono valore: vedo posti nuovi, incontro tanta gente...
non ho molto tempo per sentirmi sola. Anche quando la solitudine si fa sentire... in realtà so di non essere sola per davvero, perché tutti quelli che amo li porto dentro di me >> e si mise una zampa sul  cuore.
I Kecleon sorrisero con dolcezza, e anche le due Pokémon si scambiarono un sorriso.
 << Sei una ragazza molto dolce >> disse Chimecho, dondolando il corpo. Leah sorrise incerta, poi decise di cambiare argomento, prima che le chiedessero qualcos'altro di personale.
 << Comunque... cosa stavate dicendo, prima? A proposito di furfanti…>>
 << Ah già. Sì, dicevamo che il flusso del Tempo è danneggiato >> rispose Chimecho, improvvisamente seria.
 << Il Tempo è…danneggiato? >> ripeté Leah.
 << Shock! Proprio così, e nessuno riesce a spiegarsi come mai si sia verificata una frattura nel flusso temporale. Per di più, ciò sta portando all'aumento dei malintenzionati in  circolazione, oltre anche all'aumentare dei Dungeon misteriosi… >> disse Sunflora, portandosi le foglie al viso.
 << Dungeon misteriosi? E che cosa sarebbero? >> chiese Leah. Tutti e quattro i Pokémon la guardarono con
evidente perplessità, ma alla fine Kecleon cromatico prese parola:
 << I Dungeon sono dei luoghi speciali, praticamente sono il terreno di caccia numero uno degli esploratori:
ogni volta  che ci entri non sono mai uguali alla volta precedente, e per di più possono essere incredibilmente vasti. Inoltre, nei Dungeon  puoi trovare oggetti rari, tesori e tante altre sorprese che aspettano solo di essere scoperte >>. Di nuovo la fanciulla bevette le parole di Kecleon con gli occhi che brillavano, e con la mente iniziò a fantasticare su quei posti pieni di promesse d’avventura e di chissà quali misteri.
<< Ma non è una passeggiata come sembra >> intervenne Sunflora, interrompendo le fantasie della ragazza. << Nei Dungeon vivono anche tanti Pokémon selvatici pronti ad attaccare gli esploratori, e quasi ogni Dungeon ha il suo Boss per eccellenza >>.
 << Il Boss? Intendi una specie di capo?>> chiese Leah.
 << Più o meno: li chiamano Boss, ma in realtà sono solo i Pokémon più potenti di tutto il Dungeon, e non hanno pietà di chi invade il loro territorio. Per questo in certi posti è meglio rinunciare fin da subito invece di
rischiare la pelle inutilmente >> disse Chimecho, sempre con espressione seria.
 << Sono d’accordo con voi, è meglio essere prudenti >> disse Kecleon, mentre il suo compagno annuì ripetutamente a braccia conserte. Leah li guardò storto.
<< Ma così non si perde la possibilità di poter scoprire qualcosa di unico e meraviglioso? >> chiese, stupita.
 << Sì, è vero, ma… la propria incolumità certe volte è più importante di tutto, no? >> rispose Sunflora. 
Leah scosse la testa.
 << Cos'è la vita senza qualche rischio ? Se uno non impara a buttarsi non scoprirà mai quali sono i propri  limiti >> ribatté decisa. I presenti la guardarono frastornati, e lei ricambiò i loro sguardi con occhiate ferme.
 << In ogni caso, mi avete fatto venire una gran voglia di esplorare uno di questi Dungeon. Sapete dirmi come ci posso arrivare?>> chiese alle due femmine, che si scambiarono un’occhiata preoccupata, poi, balbettando,
Sunflora indicò  la strada dietro di loro.
<< Se prosegui per di qua arriverai ad un incrocio: prendi  la strada che tira dritto e da lì in poi avrai solo l’imbarazzo delle scelta su dove andare... >>
 << Bene, allora: mi metto subito in marcia. Grazie  per il vostro tempo >> disse Leah, e si apprestò ad andarsene.
 << Aspetta!! >> la chiamò Kecleon. Leah si fermò e si voltò .
 << Non comperi il necessario per metterti in viaggio?>> disse il Pokémon, accennando alla merce alle sue spalle. Leah la guardò si sfuggita, poi scosse la testa.
 << Ho tutto quello che mi serve, grazie. E in ogni caso…  non ho un soldo, quindi non potrei pagarvi >>
ammise, arrossendo. Era la prima volta che si trovava a confessare una cosa del genere: non se ne era mai
preoccupata, e non pensava che un giorno se ne sarebbe vergognata.
I due Kecleon si scambiarono un’occhiata, poi quello verde sparì sotto il banco.
 << In questo caso... >> lo sentirono dire << ... accetta quest’omaggio della casa >> e lanciò alla ragazza una mela enorme. Leah la prese al volo e l’annusò: aveva un profumo squisito.
 << Vi ringrazio tanto, ma non posso accettare >>.
 << Infatti non puoi: devi >> sorrisero i due fratelli. << E’ stato piacevole parlare con te, e poi ci sei simpatica. Spero che presto avremo l’onore di vederti qui come nostra cliente, e non solo come visitatrice >> e sorrisero all'unisono. Leah sorrise di cuore, poi mise la mela in borsa e fece per andar via di nuovo.
 << Aspetta! Hai una mappa con te? >> chiese Sunflora, impedendole di proseguire.
 << Non serve, grazie: mi so orientare bene >> rispose la ragazza, sorridendo.
 << Almeno ci prometti che starai attenta e che se incontrerai un avversario troppo forte scapperai subito
   via? >> insistette Chimecho, affiancandosi alla compagna. Leah guardò l’una e l’altra.
 << Ho passato la mia vita in mezzo ai pericoli ; so badare a me stessa, non temete >> disse, poi sorrise loro caldamente e finalmente proseguì per la sua strada. I quattro Pokémon rimasero a guardarla finché non sparì tra la folla.
 << Shock! Speriamo che quella ragazza non si cacci nei guai! >> disse Sunflora.
 << Sembrava molto sicura di sé, ma non mi è sembrata presuntuosa. Voi che ne dite? >> chiese Chimecho
ai due Kecleon.
 << Eh? Cosa? >> fecero i due, cascando dalle nuvole. Chimecho se ne accorse e sorrise.
 << Quella giovane ha fatto colpo, vero? >> disse il Pokémon Vencampana, sogghignando.
 << No, che dici, non è affatto così!! >> si agitarono subito i due, arrossendo violentemente.
<< Guardate che non c'è niente di male ad ammetterlo >> li prese in giro la piccola Pokémon, facendogli l’occhiolino.
 << No, davvero! Solo… è stata molto dolce. E poi il suo sorriso… e i suoi occhi…avete visto i suoi occhi? >> dissero loro, arrossendo ancora al ricordo.
 << Sì, certo: erano luminosi e bellissimi ! >> convenne Chimecho.
 << Già… >> disse il Kecleon cromatico guardando la strada che Leah aveva preso.
<< Speriamo solo che non si cacci nei guai >>.
 << Dal tono pacato che ha usato non mi è sembrata una che si spezza facilmente, forse è davvero più tosta
di quanto non sembri. E’ probabile che tornerà vincitrice, anzi, è quasi certo, shock!>> esclamò Sunflora.
La sua compagna annuì, pienamente d’accordo con lei. Non notati dai Pokémon al negozio, tre individui misteriosi che avevano seguito la scena fino a quel momento, si dileguarono veloci come ombre…

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Capitolo 3
*** Team Poképals ***


Apro questo nuovo capitolo chiedendo scusa per i continui aggiornamenti delle mie storie, ma io e Html non andiamo molto d’accordo, e mi causa qualche problema. Buona lettura e spero che vi piaccia ! 


Leah proseguì per il sentiero con tranquillità, ondeggiando di tanto in tanto il corpo e improvvisando anche dei movimenti di danza. Era davvero eccitata, e se fosse stata un tipo impulsivo e frettoloso si sarebbe messa a correre di gran carriera senza badare a ciò che la circondava, ma per fortuna non era così, e anche se si sentiva carica di energia da scoppiare, impose a sé stessa di mantenere il controllo e di gustarsi ogni secondo di quello che stava vivendo, come aveva sempre fatto, del resto.
Per lei era una specie di quiete prima della tempesta: abituata com'era a stare all'erta  perché il pericolo poteva sempre essere dietro l’angolo, si godeva ogni istante di pace che le capitava, ma al tempo stesso non abbassava la guardia e non si faceva trovare impreparata di fronte alle avversità.
Leah sapeva sempre trovare il lato positivo in ogni cosa, e persino dalla sua vita da emarginata dalla società, in continua fuga, e in perenne lotta contro il resto del mondo, aveva saputo trovare un sacco di cose positive, e per di più aveva imparato molte cose utili che, anche ora che stava, per così dire, in “pace”, potevano tornarle davvero comode, come ad esempio quel suo modo di vivere la giornata e assaporare ogni singolo minuto che le veniva offerto.
Sapeva  essere anche molto paziente, e raramente le era capitato di perdere la testa.
D'altra parte, quella di impazzire era un’altra delle cose che più la terrorizzavano, prima ancora della sua fobia per gli spettri, ma solo al secondo posto rispetto alla sua paura di perdere Vaporeon, che era più forte di qualsiasi cosa.
Se fosse stata una semplice umana, dare in escandescenza non l’avrebbe preoccupata poi tanto, ma il destino aveva voluto farla nascere con incredibili poteri psichici, troppo grandi per essere gestiti da una persona sola; di conseguenza, perdere la testa per lei avrebbe significato anche perdere il controllo sui propri poteri, con conseguenze imprevedibili. 
Per sua fortuna, le era capitato solo due volte di impazzire sul serio, di quella pazzia che ti rende cieca, insensibile a ciò che ti circonda, che ti ruba il controllo del tuo corpo, e che ti fa riprendere solo dopo un po' di tempo,lasciandoti pieno di dubbi e domande.


 La prima volta che era successo fu quando era a malapena una bambina, ma se lo ricordava perfettamente, come se fosse successo solo il giorno prima: si trovava in un piccolo villaggio. Era buio, pioveva, e lei stava scappando. Non aveva perso tempo a voltarsi neanche una volta: sapeva che la stavano inseguendo.
I tuoni squarciavano il cielo, illuminando di tanto in tanto la strada, ma lei non aveva seguito una via precisa, era solo voluta scappare il più lontano possibile, voleva che i suoi inseguitori la lasciassero in pace.
Era piccola, vestita di stracci e scalza, e non aveva nessuno al mondo. Aveva continuato a correre, ma al’improvvisola strada si era interrotta, e lei si era ritrovata davanti ad un vicolo cieco.
Non aveva perso tempo e si era voltata subito per cercare un’altra via, ma aveva agito troppo tardi, e in un attimo era stata circondata da un gruppo di persone, che l’avevano accerchiata, impedendole qualsiasi via di fuga.
 Li aveva guardati terrorizzata, incapace di muovere anche solo un singolo passo.
Qualcuno di loro aveva alzato le braccia, e le aveva chiesto con gentilezza di calmarsi, che non c’era nulla da temere, e che non aveva motivo di essere spaventata, poi le si era avvicinato lentamente e l’aveva invitata a venire via con loro, promettendole che l’avrebbero trattata bene e che l’avrebbero aiutata.
Anche da piccola, però, Leah era sempre stata molto intelligente per la sua età, e aveva notato subito che le facce di quelle persone, illuminate a sprazzi dai lampi nel cielo, erano state tutto fuorché rassicuranti, e per questo si era spaventata ed era caduta a terra, trascinandosi al’indietro fino a sbattere contro il muro, e implorandoli di andarsene.
Forse fu perché la sua vocetta esile era a malapena udibile in mezzo al frastuono dei fulmini, forse fu perché l’avevano deliberatamente ignorata, ma fatto sta che quei tizi si erano avvicinati sempre di più, continuando a rassicurarla con sorrisi falsi, e più la distanza  era diminuita, più Leah aveva sentito la paura crescere.
Le sue suppliche erano cadute  nel vuoto, e alla fine uno di loro, forse stufo di provarci con le buone, l’aveva afferrata rudemente per il braccio e aveva cercato di trascinarla via con la forza, cosa che avrebbe potuto fare senza problema alcuno, vista la corporatura esile della bambina, ma quello che seguì, nessuno avrebbe potuto prevederlo.
Leah aveva cacciato un urlo tremendo, e insieme a quello, un’immensa ondata di energia l’aveva pervasa.
I suoi occhi si erano illuminati di un’intensa luce viola, e le era bastato alzare lo sguardo per scaraventare via tutte quelle persone. Purtroppo, non era finita lì: lo stesso tizio che era riuscito ad afferrarla si era rialzato quasi subito, e dopo averle urlato “Mostro!” le era letteralmente saltato addosso per catturarla.
Leah a quel tempo non aveva idea di cosa significasse una simile parola, ma aveva percepito il gesto dell’uomo come una minaccia, e di nuovo il suo corpo aveva agito per lei: aveva alzato le braccia al cielo e poi aveva colpito il muro alle sue spalle con i palmi delle mani, riversandoci la propria energia e portandolo così alla distruzione.
Non ricordava molto bene quello che successe mentre il muro crollava: forse i suoi poteri la protessero, forse i calcinacci semplicemente non la colpirono; ad ogni modo, quando era riuscita a tornare padrona di sé, aveva scoperto di essere circondata dai detriti, e intorno a lei non c’era più nessuno, solo un cumulo di macerie da cui ancora si alzavano nuvolette di polvere, che la poggia aveva trasformato ben presto in fanghiglia.
Era rimasta a lungo a contemplare quelle rovine , poi, come se le avesse viste per la prima volta , si era guardata le mani con gli occhioni spalancati. Aveva iniziato a tremare, sempre di più, finché alla fine la consapevolezza di quello che aveva fatto l’aveva colpita in pieno. Si era messa le mani tra i capelli, era caduta in ginocchio ed aveva urlato al cielo tutta la sua angoscia, piangendo disperata, lasciando che la pioggia la investisse.
 Aveva urlato finché non aveva perso la voce, e allora era crollata a terra, piegata su sé stessa, ed era rimasta lì, immobile, per un tempo incredibilmente lungo.
Dopo qualche istante, però, da dietro le rovine del muro alle sue spalle era spuntato il musetto di un Eevee, anche lui bagnato come un pulcino, e le si era avvicinato quatto quatto.
Lei non lo aveva degnato di uno sguardo, né aveva dato segno di essersi accorta della sua presenza. Ciononostante, il cucciolo le era arrivato molto vicino, l’aveva annusata e poi aveva strusciato il corpicino contro quello immobile e gelato della bambina. Lei non aveva dato segno di vita neanche così, e aveva continuato a fissare il vuoto.
Il piccolo Pokémon l’aveva osservata in silenzio, poi si era intrufolato tra le braccia ed era rimasto lì con lei, senza muoversi. Dopo due giorni di assoluta immobilità, Leah finalmente aveva abbassato lo sguardo, incrociando gli occhioni dolci di Eevee, che le aveva sorriso e poi aveva iniziato a strofinarsi contro di lei. Leah, sorridendo, l’ aveva stretto a sé.
 
Quella era stata la prima volta che aveva capito che non tutto il male viene per nuocere: in quell'occasione aveva conosciuto il dolore e la paura e aveva scoperto i propri poteri, di cui per lungo tempo aveva continuato
ad avere timore, ma in compenso aveva ottenuto qualcos'altro: un amico per la vita , qualcuno che si prendesse cura di lei e che non la facesse sentire sola e sperduta.
Questo aveva trovato in Vaporeon, la prima volta che lo aveva incontrato,  quando ancora era un Eevee.
Dopo essersi ripresa, Leah aveva scoperto di essere in grado di capire quel cucciolo tanto dolce, che era stato paziente ed aveva aspettato che si rimettesse, senza forzarla, e rispettando il suo silenzio.
Non l’aveva abbandonata, neanche quando Leah lo aveva messo in guardia raccontandogli di che cosa fosse capace di fare la bambina che gli stava a fianco : lui non l’aveva giudicata, e poi le aveva detto che era stata solo spaventata e aveva cercato di proteggersi, quindi la sua era stata legittima difesa, e che non aveva niente di cui rimproverarsi.
Le aveva promesso anche che da quel momento in poi non avrebbe più dovuto preoccuparsi, perché ci sarebbe stato lui a proteggerla da ogni pericolo.
Era rimasto con lei, sempre, e i due erano diventati prima amici, poi inseparabili compagni ed infine fratelli.Erano cresciuti insieme, si erano sempre aiutati l’uno con l’altro, avevano condiviso tutto. Nonostante le rassicurazioni di Vaporeon, comunque, Leah si era ripromessa di usare le sue capacità il meno possibile, perché non voleva più che accadesse ciò che era successo in quel villaggio , e un po’ per quello  e un po’ perché non si erano  trovati in situazioni pericolose, per qualche tempo Leah non aveva più perso il controllo.
Qualche anno dopo che lei e Vaporeon erano diventati amici, però, successe di nuovo : lei e l’amico erano a spasso per il bosco, e si erano imbattuti in un gruppo di bracconieri, che aveva appena accerchiato e ferito un piccolo gruppo di Pokémon.
 A vedere quelle povere creature ridotte in quello stato, Leah non ci aveva visto più : era uscita allo scoperto, seguita a ruota da Vaporeon, che a quel tempo si era già evoluto.
Il Pokémon inizialmente aveva cercato di farla desistere dal suo intento, ma alla fine neanche lui aveva sopportato la vista dei suoi simili che subivano le angherie degli esseri umani, e le si era affiancato.
Quegli uomini , alla vista di una bambina vestita di stracci e della sua piccola guardia del corpo, erano scoppiati a ridere, ma non li avevano considerati troppo a lungo, ed erano tornati alla loro occupazione.
Avevano già lanciato la rete per prendere quei Pokèmon tutti in una volta, loro avevano urlato e chiuso gli occhi, aspettando il momento in cui quel’intreccio di fili metallici li avrebbe imprigionati.
Ma così non era stato: Leah si era messa davanti a loro, e li aveva protetti con una barriera psichica generata all'istante, su cui la rete si era scontrata, distruggendosi poi in mille pezzi di metallo fumanti.
Gli umani avevano guardato quella bambina con evidente perplessità, ma uno di loro si era ripreso in fretta , e con il cannone speciale  che aveva in mano aveva sparato verso di lei una nuova rete. 
Leah aveva deviato anche quella, ma a quel punto la sua rabbia era stata tale che la sua energia era esplosa: non aveva solo distrutto le macchine che quegli umani avevano in mano, ma aveva devastato anche buona parte della foresta.
Quella volta non ferì nessuno, ma gli umani, terrorizzati, erano scappati via.Leah li aveva guardati allontanarsi, ma quando si era rivolta ai Pokémon per vedere se stessero bene, anche questi si erano tirati indietro spaventati da morire, e quando poi lei si era avvicinata ancora di più, erano fuggiti.
La bambina era rimasta paralizzata in quella posizione con la mano ancora protesa lì dove un attimo prima c’erano quei Pokémon e invece non c'era più nessuno.
Quando si era resa conto che erano scappati perché erano stati terrorizzati da lei, era corsa via , e aveva cominciato a piangere. Vaporeon, che era rimasto fermo al suo posto per tutto il tempo, si era messo a rincorrerla e a chiamarla a gran voce, ma lei lo aveva volutamente ignorato ed aveva continuato a fuggire persino da lui.
Vaporeon non si era arreso, e alla fine era riuscito a saltarle addosso, facendo rotolare entrambi giù per un pendio erboso. Lei aveva continuato a lottare per toglierselo di dosso e scappare, ma Vaporeon, a quel punto, aveva perso la pazienza, e le aveva dato uno schiaffo. Leah lo aveva guardato sconvolta, come se al posto del suo amico ci fosse stato un perfetto estraneo: era la prima volta che la picchiava. 
Certo, fino a quel momento avevano sempre lottato per gioco, ma erano sempre state scaramucce da bambini, non erano mai arrivati a farsi del male serio.
Lo schiaffo che le aveva dato, invece, non era stato per dispetto, e lei lo aveva sentito bruciare.
Si erano guardati per un istante interminabile, poi lei era scoppiata di nuovo a piangere. Vaporeon, senza dire una parola, le aveva leccato la guancia, lì dove l’aveva colpita, poi l’aveva abbracciata; quando poi Leah si era calmata, le aveva asciugato dolcemente gli occhi e aveva strofinato il musetto contro il suo visino.
Non l’aveva mai sgridata, anzi, non ne avevano praticamente più parlato, ma comunque non l’aveva lasciata, e aveva anche cercato di venirle incontro. Leah  aveva ringraziato il cielo per l’immensa fortuna che le era capitata, e si era chiesta  cos'avesse fatto per meritare di avere un amico fantastico come lui al suo fianco.
Da quell'episodio, comunque, aveva imparato ad essere paziente e a mantenere la calma, e non aveva più avuto ricadute di alcun tipo.
Ora, mentre percorreva quel sentiero in mezzo alla foresta, come sempre si augurò di non dover incontrare avversari che l’avrebbero spinta al limite. Non era tanto la paura di perdere in sé a preoccuparla, più che altro era perché avrebbe preferito non dover essere costretta a fare del male a qualcuno senza volerlo. Detestava quel lato dei suoi poteri, e non voleva che la gente pensasse di lei come ad un mostro.
Per sua fortuna aveva acquisito un maggiore controllo delle sue capacità, ma neanche così era completamente sicura di sé.
 Nonostante tutto,  ogni tanto si ritrovava a ringraziare il fatto che quei poteri fossero capitati a lei: non li conosceva ancora del tutto, questo era vero, ma almeno aveva deciso di usarli per fare del bene; era certa che altri, come quegli  individui che l’avevano aggredita da piccola, chissà che uso avrebbero potuto farne.
Gli alberi, intanto, continuarono a incorniciare i lati del sentiero su cui la fanciulla camminava, e lei iniziò a pensare che quella foresta non avesse fine. Di tanto in tanto vide alcuni Pokémon selvatici rincorrersi tra i rami, o appesi a questi, e altri addormentati contro il busto di alcuni. Li guardò sorridendo, e proseguì la sua strada.
Era finita in quella foresta non molto dopo aver lasciato Borgo Tesoro, ma non sapeva ancora se quello poteva essere o meno uno dei Dungeon di cui le avevano parlato quei Pokémon all' Emporio Kecleon.
A parte qualche bisticcio con alcuni Mankey che aveva incrociato sulla strada, non aveva ancora avuto incontri particolarmente preoccupanti. In compenso aveva trovato parecchi alberi carichi di Baccarancie, e ne aveva fatto una buona scorta. Mentre proseguiva, si perse un attimo a ripensare a quello che le avevano raccontato i Kecleon , a proposito dell'aumento di Pokémon cattivi e Dungeon misteriosi: non avevano approfondito ulteriormente l’argomento, e a lei non era venuto in mente di fare ulteriori domande a proposito della distorsione del Tempo, che era la causa principale di quel’improvviso accrescere di Pokémon e Dungeon.
Una distorsione nel Tempo… la ragazza  non avrebbe saputo dire come potesse essersi causata, ma di sicuro era qualcosa in cui era implicata la presenza di fenomeni particolari.
Scosse la testa: pur essendo molto intelligente, c’erano argomenti che restavano al di fuori della sua portata, e quello  era uno della categoria.
L’elemento Tempo, però… di scienza non se ne intendeva, ma la sua passione per le leggende dei Pokémon l’avevano portata alla scoperta dell’esistenza di un Pokémon Leggendario che incarnava il Tempo stesso : Dialga, si chiamava.
Leah ne aveva sentito parlare, ma non aveva avuto occasione di vedere una sua effigie.
Sapeva però che era un colosso di notevoli dimensioni, e di una potenza smisurata. Sarebbe stato bello poterlo vedere dal vivo… a patto che la condizione non fosse doversi scontrare con lui. Ad ogni modo, si ritrovò a pensare , se c'è veramente una distorsione temporale, è molto probabile che in qualche modo anche  lui…  
Un’esplosione in lontananza la distrasse dai suoi pensieri, e una colonna di fumo si alzò all'orizzonte. I Pokémon intorno alla ragazza si spaventarono e scapparono via, ma lei rimase ferma al suo posto.
Non perse tempo a decidere sul da farsi: fissò intensamente gli alberi sulla linea dell'orizzonte e si teletrasportò immediatamente ai piedi di questi ultimi.
Ora era a pochi passi da dove era avvenuta l’esplosione, ma non perse la calma : chiuse gli occhi e lasciò fluire la propria energia psichica intorno a sé, stendendola per un raggio di dieci metri, e così riuscì a percepire cosa c’era al di là di quei tronchi: delle presenze, sicuramente di Pokémon, e anche numerose.
Si concentrò di più, e riuscì a identificare cinque tracce psichiche particolarmente forti che ne stavano circondando altre due, molto più deboli, e che a quanto pare erano state messe con le spalle al muro, visto che rilevava qualcosa di non vivo e piuttosto esteso dietro di queste.
La debole percezione di quelle due presenza portò Leah a pensare che fossero ferite, e che non avrebbero resistito a lungo. Riaprì gli occhi, e senza esitazioni saltò sull'albero. Quando riuscì a vedere oltre i rami di questo, sotto di lei scoprì quella che ormai era una battaglia agli ultimi atti: le cinque forti presenze che aveva percepito appartenevano a cinque Shiftry, e tutti avevano un’aria piuttosto arrabbiata; i due invece che erano al limite delle loro forze erano un Piplup e un Chimchar, ed entrambi erano pieni di ferite ed evidentemente esausti.
 << Non ne avete ancora abbastanza?! >> urlò uno degli Shiftry, agitando le braccia. Chimchar strinse i denti e mosse aticosamente un passo in avanti.
<< Non… non ci arrenderemo mai ! >> affermò coraggiosamente. I Pokémon d’Erba scoppiarono a ridere, poi uno di loro generò una raffica di vento che spedì Chimchar contro una parete di roccia.
<< Chimchar !! >> urlò il suo compagno, occorrendo in suo aiuto.
 << Avete invaso il nostro territorio senza permesso e per di più ora avete il coraggio di fare gli sbruffoni?! I pivelli come voi dovrebbero starsene a casa, invece di giocare a fare gli esploratori >> disse un altro Shiftry, e i suoi compagni risero. Piplup li guardò con disprezzo.
<< Diventare…esploratore…. >> sussurrò Chimchar, cercando di rialzarsi.
 << Chimchar, stai bene? >> disse Piplup preoccupato. Chimchar lo ignorò e si rivolse agli Shiftry, cercando di farsi capire il più possibile.
<< Far parte di una squadra di esplorazione… è sempre  stato… il mio sogno più grande. Non… non ho intenzione di mollare proprio adesso! >> disse con tutte le forze che aveva. Le sue parole, però, fecero sghignazzare ancora di più i loro nemici.
 << Bisogna riconoscere che il fegato non ti manca ragazzino, ma dai l’impressione di essere più bravo con le parole che con i fatti, e non credere che ti basterà fare bei discorsi per evitare i nostri colpi! >> e come un solo Pokémon scagliarono i loro attacchi Raffica verso i due ragazzi.
Piplup alzò un braccio, Chimchar cercò di tirarsi su per schivarlo, ma proprio un secondo prima che quel vento li travolgesse, questo  andò a infrangersi su una barriera energetica,  che respinse l’attacco e lo rispedì ai mittenti, che furono colti alla sprovvista e finirono tutti e cinque a gambe al’aria.
 << Un attacco Barriera?! >>  esclamò uno dei Pokémon d’Erba.
 << Non è possibile, non dovrebbero essere in grado di produrre una tecnica del genere!! >> ribatté un altro, ancora più incredulo. I due amici si guardarono con evidente perplessità: non era stato nessuno di loro a innalzare quella barriera, ma allora chi… ?
Chi ha detto che sono per forza stati loro?” disse una voce nella mente di tutti. I presenti iniziarono a guardarsi intorno per capire chi avesse parlato, ma Leah non li lasciò ad arrovellarsi  e ruppe subito gli indugi: sbucò dall'albero e saltò al centro dello spiazzo, atterrando proprio a metà tra i Pokemon d’Erba e i due esploratori. Tutti i Pokémon furono sorpresi dalla quella comparsa, specialmente i due ragazzi, che non avevano la più pallida idea di chi fosse quel Pokémon sconosciuto che li aveva appena salvati.
Leah si voltò appena verso di loro e li rassicurò con lo sguardo, poi tornò a guardare gli Shiftry, e i suoi occhi divennero di ghiaccio.
 << In cinque contro due… non mi sembra una cosa molto leale >>.
 << E tu chi diamine saresti, ragazzina? >> urlò uno Shiftry, mentre i suoi compagni saltarono velocemente in piedi.
 << Sei una loro amica, per caso? >> sbottò un altro. Leah scosse la testa.
<< E allora vattene e non immischiarti in faccende che non ti riguardano ! >> urlò ancora lo Shiftry di prima, e insieme alla sua minaccia scagliò contro la ragazza un attacco Energipalla.
<< Attenta!! >> urlarono Piplup e Chimchar. Leah non mutò espressione, e restò immobile, ma quando l’attacco arrivò quasi a sfiorarla,  con un potente colpo della coda lo deviò verso gli alberi, provocando un’altra esplosione.
 << Io non prendo ordini da nessuno >>, disse in modo glaciale, e intanto sentì scorrere l’energia dentro di sé. Al solito, i nemici scoppiarono in una fragorosa risata.
 << A quanto pare oggi è la giornata dei pivelli sbruffoncelli. Hai deviato il nostro attacco, ma non ti conviene montarti troppo la testa. Non ti rendi conto della tua situazione, vero ragazzina? >> disse uno Shiftry.
 << Già >> aggiunse un altro. << Tu sei un Pokémon Psico, e per di più sei da sola; noi  siamo Pokémon Buio, e siamo in cinque. Se non vuoi farti male, fai la brava bambina e torna a casa dalla mamma >>. Leah non si spostò di un millimetro, e iniziò a muovere la coda avanti e indietro.
 << Fa' come vuoi, noi ti avevamo avvertito! >> e tutti insieme lanciarono un attacco Palla Ombra. Ancora una volta, Leah non mutò espressione, ma i suoi occhi si illuminarono, e le cinque sfere andarono a infrangersi contro una nuova barriera psichica, e di nuovo l’attacco fu rispedito al mittente.
Stavolta i cinque Pokémon riuscirono a schivarli, ma iniziarono a inquietarsi. Leah non gli diede il tempo di reagire: i suoi occhi si illuminarono ancora di un’intensa luce violacea , poi alzò le zampe anteriori al cielo e tra lo stupore di tutti gli Shiftry si ritrovarono a galleggiare per aria a cinque metri da terra.
I Pokémon d’Erba erano talmente sconcertati che iniziarono a dibattersi come matti, ma la presa psichica della ragazza era incredibilmente forte, e non gli lasciò tregua.
Leah li osservò impassibile, poi piegò all’indietro la coda, la caricò d’energia, e colpì i nemici con un’ondata di potere, che li spedì in orbita, e di loro si videro solo cinque puntini scuri all'orizzonte.
Restò a osservarli finché non sparirono definitivamente, poi si voltò verso i due ragazzi, che la guardavano come fosse un fantasma. Leah sorrise, poi gli si avvicinò.
 << Tutto a posto, voi due?>> chiese con il tono più dolce che avesse. Piplup non rispose ma strinse il compagno a sé e si mise in posizione d’attacco. Chimchar provò ad imitarlo ma non ci riuscì.
 << Tranquilli, non ho intenzione di farvi del male >> disse Leah, continuando ad avvicinarsi.
Piplup, però, non sembrava intenzionato a fidarsi.
 << Piplup… forse sta dicendo la verità… penso… che se avesse voluto ferirci lo avrebbe già fatto… non     credi? >> disse Chimchar a fatica. Il Pokémon Pinguino guardò la ragazza con malcelata diffidenza, poi si arrese. Leah si avvicinò senza più esitazioni e lo aiutò a stendere Chimchar per terra, poi frugò nello zaino e trasse fuori due Baccarancie che diede subito ai due Pokémon.
 Loro le mangiarono velocemente e si ripresero in fretta, soprattutto Chimchar, che saltò in piedi e  prese a pugni l’aria.
 << Mi pare di capire che stai decisamente meglio >> disse Leah sorridendo, mentre Piplup sospirava.
 << Certo che si, mi sento veramente in forma! >> disse l’altro, compiendo anche una piccola capriola in aria che però si risolse in un brusco atterraggio sul sedere.
Piplup alzò gli occhi al cielo e sospirò di nuovo, Leah invece ridacchiò. Chimchar si tirò su arrossendo per l’imbarazzo.
 << Sei proprio quella che si dice una testa calda, vero? >> lo prese in giro la ragazza.
 << Diciamo pure così… >> mormorò il piccolo scimpanzè, tenendo lo sguardo basso. Solo allora Leah notò che i due Pokémon avevano addosso degli strani accessori: Piplup portava al collo un fiocco rosso, mentre Chimchar aveva una strana bandana grigia. Quello che più attirò l’attenzione della ragazza, però, fu il ciondolo che Chimchar portava al collo:una pietra circolare con uno strano disegno riprodotto sopra.
Si volse verso il Pokémon per chiedere spiegazioni, ma in quel mentre uno strano rimbombo irruppe nel’aria.
<< Un fulmine a ciel sereno? >> si chiese stupita Leah alzando il muso verso il cielo che però era privo di nuvole.
 << Ehm…veramente… >> fece Chimchar, arrossendo.
 << ….è lo stomaco di Chimchar che reclama da mangiare >> concluse Piplup, mentre il suo compagno emise un profondo sospiro e si buttò a sedere per terra. Leah allora trasse dallo zaino la mela profumata che le avevano regalato i Kecleon e la divise a metà.
 << Tenete, è per voi >> e gliela porse. I due Pokémon la presero con incredulità, ma mentre Chimchar non indugiò per niente e divorò la sua porzione come se non mangiasse da giorni, Piplup si limitò a fissarla stupito.
 << Che c'è, non hai fame? >> gli chiese Leah.
 << Eh? Ah…sì.. >> si riscosse lui, ma mangiò la sua parte più lentamente del compagno. Leah sorrise soddisfatta, e quando anche Piplup finì, Chimchar le prese una zampa con le mani e le disse con entusiasmo:
 << Grazie mille per averci aiutato. Come ti chiami, signorina? >>
 << Leah >> rispose lei, poi contò mentalmente: uno, due….
 << Leah? >> disse Chimchar, confuso. << Nome strano per…>>
 << …per un Pokémon , si, lo so >> lo interruppe lei, sbuffando. Stranamente, Piplup non disse niente,
e anche se si mostrò sorpreso, Leah non poté fare a meno di chiedersi come mai non avesse reagito come l'amico.
 << Vabbé, non importa. Io sono Chimchar, comunque, lui è Piplup, e insieme noi siamo… >>,  saltò al’indietro e sollevò un pugno al cielo in segno di trionfo << …il Team Poképals, una squadra d’esplorazione !>>. Piplup lo guardò con gli occhi semichiusi, e sospirò pesantemente. Leah se ne accorse e gli chiese:
 << Come mai non fai anche tu come lui? >>
<< Non ci tengo. E Chimchar è fin troppo entusiasta. Tende sempre a prendere tutto sottogamba, e non riflette mai prima di agire. Se si fermasse un attimo a ragionare invece di essere sempre così impulsivo… >> rispose il Pokémon d’Acqua con amarezza. Leah gli fece un sorriso di condoglianza, poi si rivolse ad entrambi:
 << E’ da molto che siete in squadra insieme, voi due? >>.
 << Er…no…a dir la verità è solo da una settimana >> ammise Chimchar. << Ho incontrato Piplup per caso: era disteso sulla sabbia ed era privo di sensi. Quando è rinvenuto, ha cominciato a blaterare su Pokémon parlanti e sul fatto di essere un umano… >>.
 << Un essere umano?! Tu….tu non sei un Pokémon ?! >> lo interruppe Leah, guardando Piplup con occhi sgranati.  
<< Si, ma secondo me ha solo preso una gran botta e si è immaginato tutto, a me è sempre sembrato un Piplup in tutto e per   tutto >> continuò Chimchar, facendo un gesto di sufficienza con la mano. Leah lo ignorò e si rivolse al’altro Pokémon.
<< Sei davvero un umano?…. >> chiese in un sussurro. Piplup fece un debole cenno di assenso. Leah sbatté le palpebre e si ritirò leggermente indietro.
<< Oh andiamo, non vorrai dirmi che tu gli credi veramente! >> sbottò Chimchar. La ragazza si voltò a guardarlo con gli occhi che fiammeggiavano.
 << E tu no? Se sei suo amico a maggior ragione dovresti crederci, non credi? >> disse con durezza. Chimchar ammutolì e si fece piccolo piccolo. Leah lo ignorò di nuovo e rivolse ancora la sua attenzione verso Piplup.
 << Se sei un umano…come…? >>
 << …com'è possibile che io sia un Pokémon? Non ne ho idea: quando mi sono risvegliato su quella spiaggia ho scoperto di essermi trasformato in un Piplup, ma non ho idea né del come né del perché sia successo >> ribatté lui, come se raccontarlo gli scocciasse.
 << E…come sei finito su quella spiaggia? >> azzardò con cautela la ragazza.
 << Non ne ho la più pallida idea nemmeno su quello >> rispose il Pokémon in modo brusco. << La sola cosa che mi ricordo è che in realtà io sono un essere umano, ma non mi viene in mente né chi sono veramente né da dove vengo, e neppure come abbia fatto a finire su quella spiaggia >>. Leah agitò la coda con fare pensoso, poi guardò Piplup con perplessità.
 << Hai fatto… squadra con Chimchar perché speri di poter ricordare qualcosa? >> osò chiedere.
 << Per niente! >>  sbottò  lui. << Chimchar mi ha praticamente obbligato a seguirlo, e prima che me ne potessi rendere conto sono diventato parte della sua squadra d’esplorazione >>. Sembrava arrabbiato, e Leah, in fondo, non poteva biasimarlo. Guardò di traverso Chimchar, che agitò le mani e  cercò di difendersi:
 << Ho solo avuto modo di vedere le sue abilità e ho pensato che avremmo potuto fare squadra insieme finché non gli fosse tornato in mente qualcosa. In fondo, non è detto che i suoi ricordi non gli possano ritornare mentre è inseme a me, no? >> disse, cercando di sembrare convincente.
Leah e Piplup si scambiarono involontariamente un’occhiata, poi Piplup scosse la testa e si voltò dal’altra parte. Leah cercò di prendere in mano la situazione.
 << Allora…non è molto che voi siete esploratori, giusto? >>.
 << Infatti, è da poco, ma io ho intenzione di impegnarmi lo stesso al massimo, e un giorno diventerò l’esploratore più famoso del mondo! >> disse Chimchar, di nuovo pieno di entusiasmo. Leah guardò di sfuggita il punto dove un attimo prima c’erano gli Shiftry.
<< Questa è la vostra prima esplorazione? >>.
 << No… cioè… sì… più o meno. E’… possiamo dire che è la prima missione ufficiale…. finora ci hanno dato solo incarichi inutili e poco interessanti; ora invece abbiamo la possibilità di farci valere e di dimostrare a tutti di che pasta siamo fatti! >> rispose il Pokémon di Fuoco, battendosi il petto con il pugno.
<< Come avete fatto con quegli Shiftry poco fa? >> commentò Leah.  Chimchar smise subito di sorridere e s’incupì di colpo. Piplup guardò la ragazza con aria di rimprovero. Leah si accorse troppo tardi della gaffe appena fatta.
<< Scusascusa, mi è scappato. Non volevo essere odiosa, mi dispiace tanto >>.
 << Tranquilla, non me la sono presa. E’ solo che…hai detto una cosa giusta, ed è questo che mi dà fastidio >> disse Chimchar,,serio. Leah sbatté le palpebre, confusa.
<< Ho detto che voglio diventare il migliore di tutti… eppure ci siamo fatti prendere nel sacco come due pivelli… e lo siamo davvero, d’accordo, però…. >> aggiunse il Pokémon arancione, mortificato.
Leah gli andò vicino e gli mise una zampa sulla spalla.
 << Non ti devi abbattere così, Chimchar >>. Lui alzò lo sguardo e sbatté le palpebre.
 << La vita è piena di ostacoli, grandi o piccoli che siano, ma ciò non ci deve impedire di seguire i nostri sogni. Tu tieni molto alla realizzazione del tuo, vero? >>. Chimchar fece cenno di sì.
 << Allora non devi mollare alla prima difficoltà. Tu…devi rialzarti e continuare a lottare. Oggi hai subito una sconfitta, è vero, ma vedila in questo modo: se sei veramente determinato come affermi, allora fai tesoro di questa disfatta per essere poi pronto la prossima volta.
Sennò, se ciò ha intaccato seriamente le tue convinzioni, allora torna a casa e prenditi del tempo per rifletterci bene su, in modo da capire  se davvero vale la pena proseguire quel sogno.
Ad ogni modo, non pensare assolutamente che la strada per il raggiungimento dei tuoi obiettivi sia piana e liscia: incontrerai sempre ostacoli, buchi e precipizi, ma se ci crederai niente sarà impossibile per te, e un giorno potrai guardati indietro sorridendo, e penserai con gioia a tutto quello che hai passato per arrivare fino a quel punto, e che ha contribuito a fare di te ciò che sei.
Se ci credi, non devi arrenderti mai, per nessuna ragione al mondo. La scelta sta soltanto a te >> concluse la ragazza con un sospiro. Ora Chimchar la guardava con gli occhi che brillavano, era come qualcuno che aveva appena visto una dea reincarnata. Anche Piplup la guardò stupito, ma non con la stessa ammirazione del compagno. Leah temette di aver detto di nuovo qualcosa di inopportuno, ma prima che potesse aprire bocca, Chimchar si riscosse e batté i pugni.
 << Hai ragione, starmi a piangere addosso non serve a niente! Mi impegnerò di più, e la prossima volta non mi farò battere così facilmente! >>.
<< Bravo, questo è lo spirito giusto >> disse Leah, e di riflesso i due si diedero il cinque. Piplup continuò a guardarli perplesso, ma non commentò.
 << Bene, detto ciò… direi che possiamo continuare il nostro incarico >> aggiunse Chimchar, e recuperò lì vicino una borsa che prima Leah non aveva notato. La ragazza vide che sopra c’era uno strano simbolo in rilievo: ricordava molto una Pokéball, solo che era bianca, e il cerchio al centro era rosa, mentre ai due lati spuntavano due piccole alette gialle. Chimchar non si accorse di niente e se la mise a tracolla, poi fece per incamminarsi, quando d’un tratto gli balenò in testa un’idea.
 << Senti, Leah… >> disse alla ragazza.
 << Si? >>
 << Mi stavo chiedendo : ti andrebbe di venire con noi? >>. Quella richiesta lasciò perplessa tanto Leah quanto Piplup: lei sbatté le palpebre e assunse un’espressione confusa, lui strizzò gli occhi  e guardò il compagno come se fosse pazzo.
 << Chimchar, ma cosa dici? >> disse il pinguino. 
 << Perché no, scusa? Non ci vedo niente di male… >>
 << La conosciamo appena! E se ci avesse aiutato per poi tradirci quando meno ce lo aspettiamo?! >> insistette l’altro. Leah non reagì alle insinuazioni di Piplup, anzi, si ritrovò perfettamente d’accordo con lui.
In fondo, lei aveva passato la vita  a diffidare a vista degli sconosciuti, accettando la vicinanze dei soli Pokémon selvatici, oltre, ovviamente, a quella di Vaporeon, quindi perché quei due non avrebbero dovuto fare altrettanto con lei? Aveva pensato di rivelare loro che in realtà anche lei era un umana, ma a quel punto convenne che era meglio lasciar perdere.
 << Piplup, tu stai … >>
 << Chimchar, lascia perdere >> intervenne la ragazza. Poi si rivolse a Piplup.
 << Posso capire che solo perché vi ho salvato la vita non significa per forza che tu debba fidarti di me,
ma ti assicuro che non l’ ho fatto per ingannarvi, né per ricevere qualcosa in cambio. Ho agito così perché era la cosa giusta: eravate in pericolo e ho voluto aiutarvi. Non sentitevi in obbligo nei miei confronti: non vi chiederò di ripagarmi, state tranquilli >> e si apprestò ad andarsene.
<< No, aspetta! >> la richiamò Chimchar, parandosi davanti a lei. << Senti, ti chiedo scusa per la reazione di Piplup, ma… non è perché mi sento in debito nei tuoi confronti che ti ho chiesto di venire con noi.
Le tue parole, prima, mi hanno colpito profondamente. Sento che potrei imparare molto da te, e avrei tante cose che vorrei domandarti. Per cui..non devi sentirti obbligata, d’accordo, ma se venissi mi farebbe molto piacere >>. Leah lo guardò negli occhi e vi lesse la stessa tenacia e determinazione che gli aveva visto poco prima, quando aveva affrontato gli Shiftry.
Non era uno stupido desiderio infantile il suo, credeva sul serio a quello che aveva detto.  Spostò lo sguardo sul suo compagno : Piplup aveva voltato la testa, ma il rossore sulle sue guance portò la ragazza a pensare che forse si era reso conto di avere esagerato, e forse ora se ne vergognava.
Fece una smorfia : era abituata a subire trattamenti peggiori dalla gente, quindi non si sarebbe lasciata sconvolgere troppo dalla diffidenza di quel pinguino. E poi, aveva davvero voglia di seguire quei Pokémon nella loro avventura, era la sua occasione per capire come funzionava la vita delle squadre d’esplorazione, non poteva lasciarsela sfuggire.
 << Non serve che ti scusi, Chimchar: sono abituata a sentirmi dire cose peggiori. E poi, vi confesso che neanch'io in genere ho la tendenza a fidarmi troppo degli sconosciuti >>. Fece una pausa di silenzio.
<< Va bene, verrò con voi, e vi prometto che non vi causerò problemi >> disse poi, guardando ora l’uno ora l’altro, come in cerca della loro approvazione. Chimchar urlò << Evviva! !>>  e saltò in aria, Piplup si grattò la testa e fece cenno di sì, anche se guardò in basso. I tre allora si misero in cammino.

 
 << Mi sa che ci siamo persi!! >> si lamentò Chimchar poco più tardi. Leah e Piplup sospirarono all'unisono: erano partiti affidandosi a Chimchar perché era sembrato molto sicuro di sé sulla strada che dovevano prendere, ma a quanto pareva il Pokémon Scimpanzè aveva di nuovo agito da esaltato.
Durante il cammino la ragazza e Piplup non si erano considerati granché, ma quantomeno Piplup aveva smesso di guardarla in cagnesco, e le sole occhiate che gli aveva gettato non avevano avuto niente di ostile, anche se aveva distolto presto lo sguardo quando lei aveva ricambiato.
Chimchar aveva ridacchiato quando si era accorto che il compagno era arrossito, ma una sua occhiata furiosa lo aveva spinto a lasciar perdere. Leah non aveva chiesto quale fosse la destinazione, perché per lei saperlo non avrebbe fatto alcuna differenza, vista la sua scarsa conoscenza di quei dintorni, ma ora che Chimchar era nei guai si chiese se non fosse stato un errore, quella volta a Borgo Tesoro, rifiutare la mappa di Sunflora.
Chimchar cominciò ad agitarsi disperato, e ad un certo punto Piplup perse la pazienza e lo afferrò per le spalle.
 << Vuoi darti una calmata?! >>. Chimchar si paralizzò un attimo, poi si afflosciò a terra.
 << Hai ragione, scusami, non so che mi è preso…>>.
 << Lascia perdere. Piuttosto, cerchiamo di fare il punto della situazione >>.
 << Giusto! >> disse Chimchar, e con gran sollievo di Leah tirò fuori una mappa dalla borsa, che stese per terra in modo che tutti potessero vederla.
 << Allora: noi abbiamo attraversato la Foresta degli Aranci… >> cominciò, indicando un punto sulla mappa, <<…e la nostra meta è la Grotta Labirinto, che si trova ad Est rispetto alla Foresta >> e spostò la zampa in corrispondenza del punto indicato. << Però… lungo questo sentiero avremmo già dovuto scorgere delle catene montuose, e invece vedo solo alberi laggiù… >> aggiunse sconsolato, indicando una macchia di alberi in lontananza. Piplup si grattò la testa e prese a studiare la mappa con attenzione, mentre Chimchar si arrovellò il cervello per capire dove avessero sbagliato. Leah, invece, si mise a contemplare il cielo soprappensiero, finché fu colta da un pensiero improvviso.
 << Sentite >>, disse ai due  Pokémon, che sollevarono la testa di malavoglia << mi è venuta un’idea. Se pazientate qualche secondo… >> e senza aspettare risposte, si alzò in volo. Lassù lasciò spaziare il proprio sguardo fin dove le fu possibile, e quando riuscì ad ottenere un quadro chiaro della situazione tornò velocemente a terra.
 << Posso vedere la mappa? >> chiese, allungando la coda. I due gliela passarono senza dire niente, guardandola con espressioni così vacue che sembrava quasi che stessero dormendo in piedi.
 << Come…come hai fatto? >> riuscì a chiedere Chimchar solo dopo qualche minuto.
 << Uh? A fare cosa? >> rispose lei, alzando per un attimo lo sguardo dalla carta.
 << Quello! Come hai… gli Espeon non dovrebbero saper volare >> insistette Chimchar.
 << Ah, quello dici? Bé, in realtà è facile a dirsi : ho usato i miei poteri su di me. E’ un trucco semplice, lo fanno molti Pokémon Psico, che io sappia >> rispose vaga Leah, riportando la sua attenzione sulla mappa. Chimchar sbatté le palpebre stupito, e Piplup notò che gli occhi del suo compagno avevano di nuovo iniziato a brillare per l’ammirazione.
 << In ogni caso…. >> disse Leah. << Temo che abbia ragione Chimchar: ci siamo persi >>.
 << E tu come fai a dirlo? >> chiese Piplup, mentre entrambi si avvicinarono alla ragazza per osservare meglio la mappa.
 << Vi spiego: voi avete detto che la foresta che abbiamo appena sorpassato è questa, giusto? >> e indicò il punto sulla mappa. I due annuirono.
<< Ma una volta terminata quella, in teoria avremmo dovuto avvistare questa catena montuosa, sotto cui c’e’ l’ingresso della grotta di cui parlavate prima >>. Di nuovo cenno di assenso.
 << Ma così non è stato… >> riprese Leah, parlando più a sé stessa. << E penso di sapere dire il perché >>.
 << Puoi essere più chiara, per favore? >> borbottò  Piplup, impaziente. Chimchar lo fulminò con lo sguardo, ma Leah invece sorrise, poi prese un respiro profondo e batté le zampe.
 << Allora: come ho già detto, uscendo dalla foresta avremmo dovuto, quantomeno, avvistare quest’altopiano qua: “Monte Crespo”…>> lesse sulla mappa, << … e invece laggiù in lontananza riusciamo a distinguere solo il profilo di un altro agglomerato di alberi. Guardando dal cielo, ho avuto modo di notare che al centro di quel gruppo sorge anche un piccolo lago, e questo mi porta a pensare che sia la “ Foresta Inganno”, ovvero... >> e battè sulla carta, << …questa qui, molto più a Ovest di dove dovremmo  essere >> concluse compiaciuta. I due Pokémon guardarono la carta con sgomento, poi guardarono Leah, poi di nuovo la mappa, e infine si guardarono negli occhi.
 << …sei davvero sicura?… >> osò chiedere Chimchar.
<< Sì >> rispose Leah. << Ho anche scorto la nostra meta: in teoria sarebbero pochi chilometri verso Est rispetto alla nostra posizione, ma se ci mettiamo in marcia subito entro un’ora dovremmo esserci >>. A quelle parole, i due Pokémon crollarono a terra come se d’improvviso avessero perso ogni energia.
Leah li guardò confusa.
 << Eh…ragazzi? Non mi sembra di aver detto che dobbiamo andare ai confini del mondo >>.
<< Io però ho i piedi che bruciano… >> disse Piplup, massaggiandoseli.
 << Ci abbiamo messo ore per uscire da quella foresta, ma poi siamo stati attaccati dagli Shiftry e abbiamo perso  l’orientamento! >> ammise Chimchar con un sospiro.   Leah guardò l’uno e poi l’altro, poi guardò se stessa e si mise a pensare: teletrasportarsi era fuori discussione, sia perché non sapeva se avrebbero trovato o meno un altro gruppo di Pokémon pronto ad “ accoglierli ”, sia perché, per quanto fosse certa che quei due ne sapessero poco sul’argomento, un Espeon in grado di teletrasportarsi non era cosa comune, e già erano sconvolti perché  l’avevano vista volare. Volare….ma sì, era quella l’unica soluzione per non stancarli.
Ci avrebbero impiegato metà del tempo e per di più avrebbero potuto  sempre avvistare dal’alto eventuali trappole o agguati. Guardò per un attimo i due piccoli Pokémon : se li avesse sollevati insieme a lei non avrebbe  avuto troppi  problemi.
<< Forse ho la soluzione >> disse ad alta voce, e mettendo la mappa nello zaino. I due ragazzi sollevarono di colpo lo sguardo, e si rizzarono subito in piedi. Leah li guardò attentamente.
<< Prima di tutto: qualcuno di voi soffre il mal d’aria? >>. Loro scossero la testa.
<< Ok. Seconda cosa: stavolta vi devo chiedere davvero di fidarvi di me. Va bene? >>. Cenno appena accennato con il capo, soprattutto da parte di Piplup.
<< Molto bene. E allora…si parte! >> e in un attimo si ritrovarono tutti in aria.
 Chimchar prese ad agitarsi subito, Piplup guardò a destra e sinistra esterrefatto. Leah sorrise e poi puntò verso Est senza  esitazione: non  trascorsero che pochi minuti che si ritrovarono in vista delle montagne, e atterrarono davanti al'entrata di una caverna buia.
 << E’ questa , giusto? >> disse Leah, controllando sulla mappa.
 << Sì…penso di sì…>> disse Chimchar, ancora stordito per la rapidità di quel volo.
 << Allora andiamo. Oppure prima volete fare una pausa? >>  chiese Leah, preoccupata.
 << Nono, ora siamo qui e dobbiamo arrivare fino in fondo. Per cui…in marcia! >>  disse Chimchar con orgoglio, e si incamminò a grandi passi dentro la grotta. Leah guardò il Pokémon di Fuoco scuotendo la testa: o era pigro, o davvero il suo entusiasmo era più forte di qualsiasi cosa. Piplup sospirò pesantemente, e  la ragazza gli si avvicinò, aiutandolo ad alzarsi.
 <<  Chimchar penso che non ammetterà più di essere stanco, ma se senti che non ce la fai dimmelo, semmai ti aiuterò io >> si offrì. Piplup le sorrise con gratitudine, poi andarono dietro il loro compagno.

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Capitolo 4
*** La Gabitesquama ***


Appena entrati dovettero sbattere gli occhi un paio di volte prima di riuscire ad abituarsi all'improvviso  cambio
di luminosità: finché erano rimasti  all'aperto la luce era stata forte, ma in quella grotta regnava la quasi totale oscurità.
L’atmosfera era rischiarata, seppur di poco, da cristalli incastonati nelle  pareti, che emanavano una tenue luce azzurrina che conferiva un che di spettrale a quel posto.
Leah rabbrividì e sperò con tutto il cuore che non ci fossero Pokémon Spettro nei paraggi. Chimchar camminava parecchi metri davanti a tutti a passo spedito; Piplup stava al fianco di Leah, e si guardava attentamente intorno. Continuarono a camminare per un pò, poi la ragazza, che voleva a tutti i costi distrarsi dal pensiero dei fantasmi, si rivolse a Piplup :
<< Senti, Piplup >>.
<< Sì? >>
<< Ecco… non voglio sembrarti invadente, però… mi dici che tipo di missione dovreste svolgere tu e Chimchar? >>
<< Va bene >> fece lui, poi si prese qualche secondo per pensare. << Ieri è venuto alla Gilda uno Shinx in lacrime..>> cominciò, ma Leah lo interruppe subito.
<< La Gilda? Intendi la Gilda di Wigglytuff? >>
<< Sì, la conosci? >>
<< Eh… no… veramente no. Ho solo sentito il nome da qualcuno, credo… >> ammise la giovane.
<< Non ti preoccupare, neanch'io ne conosco molto, è Chimchar quello che sa tutto su questo genere di cose. 
Comunque è lì che abbiamo fondato la nostra squadra: il giorno che ci siamo incontrati, io e lui siamo andati a iscriverci
in questa Gilda, perché a detta di Chimchar è il posto migliore della zona dove poter imparare seriamente a diventare
degli esploratori. Il Capitano Wigglytuff ci ha accolto e registrato come squadra d'esplorazione >>.
<< Ma in cosa consiste l’addestramento? Seguite delle lezioni? >>
<< Non proprio: più che altro, è tutta esperienza sul campo. A seconda della capacità della squadra gli viene assegnato un incarico più o meno difficile, e mano a mano che la squadra dimostra di sapersela cavare gli incarichi diventano sempre più impegnativi >>.
<< Ah, e voi finora, che incarichi avete svolto? >>
<< Recupero di oggetti smarriti, per la verità. Chimchar è molto impaziente, e si lamenta perché vorrebbe ricevere
qualche incarico più avventuroso e degno di un esploratore, ma Chatot lo ha ammonito dicendogli che non siamo ancora
pronti per qualcosa di simile, e allora… >>
<< Chi è Chatot? >>
<< E’ il braccio destro nonché portavoce del Capitano, ed è gli occhi e le orecchie della Gilda, oltre a dispensatore di
utilissime informazioni a proposito di Pokémon e Dungeon >>.
<< Wow, mi piacerebbe conoscerlo >>.
<< Non te lo consiglio: è piuttosto irritabile, ed è molto ligio al dovere. Guai a non rispettare le regole se c'è lui nei paraggi >>.
<< Ma è lui il capo o è Wigglytuff? >>
<< E’ Wigglytuff, ma penso che la maggior parte delle sue decisioni passino sotto Chatot prima di essere dichiarate agli apprendisti della Gilda, e penso che, sotto sotto, in realtà sia Chatot a comandare >>.
<< Ma è davvero così rinomata questa Gilda ? >>. Piplup fece le spallucce.
<< A quanto pare sì, e ho sentito che da lì sono uscite ottime squadre di esplorazione, anche se dicono che l’allenamento sia durissimo… >>
<< Con gli incarichi che vi hanno affidato finora non mi sembra che vi abbiano ammazzato di lavoro, no? Senza offesa, eh >>, aggiunse in fretta Leah. Piplup non sembrò prendersela.
<< Siamo solo dei principianti, chi può dire che le cose saranno sempre così? Comunque, quest’ incarico ci è capitato
per pura fortuna, ma è la prima vera missione che abbiamo ricevuto finora >>.
<< Ah già, prima ti ho interrotto, scusa: cosa dicevi di Shinx? >>
<< Ieri è venuto uno Shinx in lacrime, e ha chiesto aiuto alla Gilda per la sua sorellina: è molto malata, e ha detto
che per farla guarire aveva bisogno di una Gabitesquama, perché a quanto sembra ha il potere di curare ogni malore,
ma è possibile averla solo affrontando un Pokémon chiamato Gabite, e lui era troppo debole per andare a procurarsene una , e allora… >>
<< …ha chiesto di qualcuno che andasse a cercare un Gabite per chiedergli una squama al posto suo, giusto? >>.Il Pokémon d’ Acqua annuì.
<< Sì, è andata così. Chatot ha detto che Gabite si trovava proprio qui, nella Grotta Labirinto, ma ha specificato
subito che era un avversario incredibilmente forte. Quando Shinx ha fatto la richiesta, però, io e Chimchar eravamo
gli unici disponibili, ma nonostante le proteste di Chatot, Chimchar ha giurato a Shinx che gli avremmo portato
quella squama per sua sorella a qualunque costo, perché non sarebbe stato giusto ignorare la richiesta di un
Pokémon bisognoso solo perché c’erano a disposizione dei pivelli.
Ci siamo messi in viaggio, ma Chimchar si è  così fatto prendere dall'entusiasmo che non ha fatto molto attenzione alla strada, e così, nonostante la mappa, ci siamo persi quasi subito, e ci abbiamo messo un sacco a ritrovare la direzione giusta. Ad ogni modo.. ti devo confessare che non ci credo pronti ad affrontare Gabite: già quegli Shiftry ci hanno
messo in serie difficoltà, e se tu non ci avessi aiutato non so proprio come ce la saremmo cavata… >> disse il piccolo pinguino, accennando un mezzo sorriso. Leah gli sorrise con affetto.
<< E’ stato un piacere >> disse. Piplup, però, si fermò e assunse un aria pensierosa.
<< Piplup, che cos'hai? >> gli chiese Leah, preoccupata. Lui guardò in basso e prese a disegnare per terra con i piedi.
<< Leah, io…vorrei confessarti una cosa. Tu però… mi prometti di non farne parola con Chimchar, per favore>>. Leah fece cenno di sì, anche se era molto confusa: pensava che Piplup non si fidasse ancora di lei, e ora invece era lì pronto a dirle qualcosa di compromettente che a quanto pare non voleva far sapere a Chimchar.
Era forse segno che stava vincendo la sua diffidenza? Piplup riprese a camminare lentamente, e Leah lo seguì. Piplup poi  guardò davanti a loro verso il compagno di Fuoco, che non era molto distante, ma abbastanza lontano da non riuscire cogliere eventuali bisbigli. Rassicurato da questo fatto, si chinò verso la ragazza e ammise, sussurrando:
<< Io… sto pensando di dire a Chimchar che voglio andarmene >>. Leah si fermò di botto e guardò il Pokémon con
gli occhi sgranati.
<< Piplup, vuoi davvero mollare tutto? >>. Lui rispose con un debole cenno del capo.
<< Perché…? >> chiese ancora la ragazza, incredula.
<< Io…non so più cosa fare >> continuò Piplup. << Vorrei tanto riuscire a capire chi sono e  da dove vengo…Ammetto che forse conoscere Chimchar non è stato poi così spiacevole, però…mi ha trascinato nella sua squadra d’esplorazione, ma mentre lui mette sempre  grande entusiasmo in tutto quello che fa, io non lo condivido.
E' il suo sogno questo, non il mio, ma alla fine mi ritrovo sempre a dover correre per stargli dietro. Così facendo però,
non sono ancora riuscito riuscito a trovare niente su di me: né un punto, un indizio, un accenno che mi aiuti a capire cosa mi è successo. Sto iniziando a temere che non ci riuscirò mai, se resterò con lui.
Per questo vorrei trovare il modo giusto per dirglielo, ma non so come… >>.  Leah lo ascoltò in silenzio, poi scosse la testa.
<< Perché lo hai detto proprio a me? >> chiese seria. Piplup arrossì e volse lo sguardo altrove.
<< Perché… è una cosa su cui stavo rimuginando da un po’ di tempo... e avevo bisogno di dirlo a qualcuno, ma di certo non potevo parlarne con gli altri membri della Gilda. Scusami: non volevo usarti come capro espiatorio, ma davvero non ce la facevo più… scusami tanto… >> aggiunse, mortificato. Leah gli mise una zampa sulla spalla.
<< Non ha importanza Piplup, avevi bisogno di sfogarti e l’hai fatto. Puoi stare tranquillo,  io non ne farò parola
con nessuno. Però…. >>. La ragazza guardò verso Chimchar : era ormai molto lontano da loro e troppo impegnato
a saltellare, quindi probabilmente non si sarebbe accorto di niente neanche se avesse voluto. In ogni caso lei preferì non correre rischi, e così si rivolse a Piplup telepaticamente.
 Non voglio sembrarti presuntuosa, ma… mi permetti di dirti come la penso?”. Il Pokémon si guardò un attimo intorno
disorientato, poi guardò la ragazza e annuì, ancora sorpreso. 
Io penso che solo perché non hai ancora trovato niente non significa che tu debba rinunciare per forza. Le cose non vanno sempre come previsto, e talvolta gli eventi possono prendere una via altamente imprevedibile e inaspettata. Credimi, sono un‘esperta del settore. Però… pensaci bene: magari restando con Chimchar non avrai modo di dedicarti completamente alla ricerca del tuo passato, però… è anche vero che in Chimchar hai trovato un compagno e un amico di cui fidarti, e anche se forse non te ne rendi conto, forse un giorno averlo al tuo fianco sarà importante per te”.
“ Che ne sai? Ci conosci appena” ribattè lui.
Su questo non posso darti torto. Ma mi è bastato guardavi mentre affrontavate quegli Shiftry: tu lo hai sostenuto e lui ha cercato di rialzarsi per difendere entrambi. E’ evidente che Chimchar ci tiene a te. 
Se però pensi che sia meglio lasciare tutto e andare per la tua strada, fai pure, ma secondo me sarebbe una scelta inopportuna: là fuori non avresti amici su cui contare e a cui poterti affidare.Restando qui, hai la possibilità di conoscere meglio tè stesso e quello che ti circonda, e in questo modo chissà che quello che cerchi non salti fuori da solo, magari proprio in questo posto che tu vuoi abbandonare “ disse la ragazza, facendogli l’occhiolino. Piplup la guardò senza parole.
Comunque” si ricompose lei, notando la sua espressione perplessa. “Io non sono nessuno per dirti cosa dovresti fare,
e la scelta è solo tua. Se però tu volessi rifletterci con calma….”. Piplup restò in silenzio per qualche istante, poi disse:
“ Non lo so. Su una cosa però ti devo dare ragione: Chimchar è si impulsivo ed entusiasta, però…è di buon cuore,
ed è molto generoso. Ora come ora, però, io sono solo molto confuso. Mi serve tempo per decidere…”
“ Tutto quello che vuoi. Però, già che ci sei  perché non provi a vivere quest’esperienza? Magari poi scopri che ti piace,
e potresti anche imparare cose che prima magari non conoscevi. Un tentativo puoi sempre farlo no?”.Piplup la guardò con sospetto, poi si mise le ali sui fianchi.
Sembra quasi che tu parli per esperienza. E anche quei discorsi, prima, con Chimchar….le hai vissute sulla tua pelle?”
Leah sorrise imbarazzata, ma prima che potesse rispondere, i due furono interrotti dalle urla di Chimchar.Corsero velocemente da lui,  e lo videro mentre cercava di sfuggire da uno stormo di Golbat infuriati.
<< Chimchar! >> urlò Piplup cercando di andare in suo soccorso, ma Leah lo bloccò con la coda. il Pokémon fece per
protestare, ma lei non gliene diede il tempo :chiuse gli occhi, si concentrò e quando li riaprì travolse i Golbat con
un’ondata di energia psichica che li disperse rapidamente.
Chimchar rimase a terra con le mani sulla testa, ma non sentendo più quei pipistrelli osò aprire un occhio, e quando constatò che la via era libera, si rilassò completamente.
<< Tutto bene ? >> chiese Leah, mentre Piplup aiutava l’amico a turarsi su.
<< Sì…mi hanno colto di sorpresa, sono spuntati fuori dal nulla. Credo però di essere stato io a spaventare loro e non
il contrario >> disse Chimchar, sorridendo per la tensione. Piplup sospirò, Leah invece ridacchiò.
<< Forse è meglio se cammini al nostro passo, che dici? >> disse poi.
<< Decisamente…. >> disse Chimchar. << Ah, comunque…grazie ancora >> aggiunse.
<< Non è stato nulla, non ti preoccupare >>.
<< Ma se è la seconda volta che mi salvi la vita! Cavoli, vorrei che arrivasse il mio turno di ricambiarti il favore, prima o poi >> brontolò Chimchar, camminando a braccia conserte. Leah scosse la testa e gli si affiancò, mentre Piplup
si sistemò al suo fianco. Per un po’ proseguirono in silenzio, interrotto soltanto dallo sbattere di ali di qualche Golbat
appeso al soffitto. Ad un certo punto però, a Piplup venne come un’illuminazione.
<< Leah... >> disse, fermandosi.
<< Che c'è, Piplup? >> chiese la ragazza sorpresa.
<< Mi è venuta in mente una cosa >>.
<< Cioè? >>
<< Qualcosa a cui prima non ho prestato attenzione: non mi è chiaro come sia possibile che tu abbia battuto quegli
Shiftry>>. Leah sgranò gli occhi perplessa: qual’era il senso di quella domanda?
<< Bè….lo hai visto anche tu com'è andata, no? Ho deviato i loro attacchi con la mia barriera, e poi li ho attaccati a mia volta. Che c’è di strano in questo? >>
<< Non hai capito! >> insistette Piplup. << Tu non avresti potuto sconfiggerli ! >>. Sia Leah che Chimchar guardarono il compagno come se fosse pazzo: aveva forse battuto la testa e non se ne erano accorti?
<< Piplup, ma che stai dicendo? >> disse Chimchar allibito. << Capisco che forse tu non ti fidi ancora di Leah, ma da
qui a dire che non avrebbe potuto farcela è… >>
<< Erano Pokémon di tipo Buio, Chimchar ! >> sbottò Piplup. << Lei ha usato una mossa di tipo Psico, che avrebbe
dovuto essere completamente inefficace contro di loro, ed invece ha funzionato alla grande! Questo sto dicendo!>> sbraitò quasi. Le sue parole rimbombarono per tutta la caverna, e qualche Golbat si staccò dalla volta di pietra e volò via. Piplup respirò affannosamente: non avrebbe voluto alzare la voce, ma gli dava tremendamente fastidio che Chimchar non si fosse accorto di un particolare importante come quello.
<< Hai ragione! >> esclamò Chimchar, battendosi la mano sulla fronte. << Non ci avevo fatto proprio caso. Leah, >>
aggiunse, volgendosi immediatamente verso la ragazza << come hai fatto a usare i tuoi poteri su di loro? >>.
Lo chiese con gli occhi che scintillavano. Leah sospirò: non era abituata ad essere fonte di ammirazione per qualcuno,
e la cosa stava iniziando ad imbarazzarla sul serio.
Fosse stato anche solo perché gli aveva salvato la vita il motivo per cui ora Chimchar sembrava venerarla in quel modo, la ragazza era comunque d’accordo con Piplup sul fatto che forse Chimchar non avrebbe dovuto essere così tanto ingenuo: lei non avrebbe mai fatto niente del genere, ma se davvero li avesse salvati solo per poi tradirli, cosa avrebbero fatto? Le venne in mente anche che Chimchar si era comportato così anche con Piplup: lo aveva conosciuto per caso e gli aveva chiesto praticamente subito di unirsi a lui nella sua avventura, il tutto dopo aver visto per due secondi le sue capacità.
Sperò che non avesse incontrato altri Pokémon forti, perché se era bastato fargli vedere un paio di mosse efficaci per conquistarsi la sua devozione non osava immaginare cosa avrebbe potuto succedergli se al suo posto ci fosse stato qualche malintenzionato.
Comunque aveva sperato che non si rendessero conto del particolare relativo alle compatibilità tra tipo Psico e Buio che avrebbe dovuto manifestarsi durante lo scontro contro quei Pokémon d' Erba, ma che invece lei aveva arginato  facilmente, come se non esistesse.  
A differenza del compagno, però, a quanto pare Piplup la testa la usava , e anche se ci aveva fatto caso solo in quel momento, era comunque stato l'unico ad essersi accorto di quella particolarità. Guardò i due Pokémon in attesa, poi prese un bel respiro e disse, imbarazzata:
<< Bè…in verità…non mi prenderete in giro vero? >>. I due si scambiarono un’occhiata perplessa, poi annuirono al’unisono. Leah prese nuovamente fiato e cominciò:
<< E’…nato tutto…per via di una questione d’orgoglio >>. Subito arrossì e si voltò dall’altra parte, pronta a sentire
le risate. Dopo qualche secondo,  però, il silenzio era ancora assoluto, e allora osò guardarli di nuovo: erano ancora lì,
a fissarla con più perplessità di prima. Guardò prima l’uno poi l’altro e si diede della sciocca : ma certo, non aveva risolto proprio niente con una risposta del genere.
<< Ok, è meglio se vi spiego tutto dal’inizio : è successo tutto qualche anno fa, quando ero ancora una pivella
e non avevo incontrato… >> ma qui si morse la lingua invece di proseguire. Inevitabilmente aveva richiamato alla
mente qualcuno che avrebbe preferito non rievocare, ma ormai il danno era fatto.
Sospirò: pensare al suo maestro le faceva ancora male, e per questo cercava sempre di pensarci il meno possibile, ma ogni volta che sfiorava appena un ricordo a lui legato, la sua immagine sovrastava imponente tutti i suoi pensieri, e lei veniva sempre assalita da un senso di angoscia così tremendo da farla soffocare.
Scosse la testa: non era quello il momento di farsi prendere dai brutti ricordi. Si sforzò di focalizzare la sua mente su ciò che davvero era il suo obiettivo.
<< Dicevo: ero ancora inesperta e non avevo un vero e proprio controllo dei miei poteri, per lo più agivo d’istinto…>>
<< Davvero? >> la interruppe sorpreso Chimchar.
<< Chimchar, stai zitto! >> lo rimproverò Piplup. Chimchar sospirò deluso. Leah lo guardò con dolcezza, poi riprese:
<< Ero nel bosco, in compagnia di alcuni Pokémon del posto. Stavamo giocando tutti insieme, quando tra gli alberi
è risuonato un ruggito tremendo. Ci siamo voltati tutti verso quel rumore, e in lontananza abbiamo anche sentito
degli alberi spezzarsi e cadere  a terra, seguito da passi pesanti, passi che si stavano avvicinando sempre di più.
Mano a mano che quel frastuono si avvicinava sono saltati da tutte le parti altri Pokémon del bosco: erano terrorizzati,
sembrava che stessero scappando da qualcosa ma che non sapessero dove andare per evitarlo.
Guardando quei Pokémon abbiamo iniziato ad avere paura anche noi, e più il pericolo diventava imminente più io
ho sentito i miei nervi tendersi al massimo e i miei muscoli tremare.
Alla fine, distruggendo due alberi proprio al limitare della radura in cui ci trovavamo come se fossero fatti di niente, la misteriosa presenza ha fatto il suo ingresso >>.
<< Un Ursarig arrabbiato e scontroso? >> azzardò Chimchar. Piplup lo fulminò con un’occhiata, ma Leah scosse la testa.
<< Sarebbe stato meglio: il Pokémon in questione era un Tyranitar >>. A quel nome sia Chimchar che Piplup si coprirono la bocca  e la guardarono sconvolti.
<< T-Tyranitar? Uno dei più potenti e feroci Pokémon di tipo Buio che ci sia?! >> esclamò Chimchar .
<< Sì >> annuì Leah. << Io però non sapevo ancora niente, o meglio, sapevo poco riguardo alla compatibilità tra i tipi.
Così, quando Tyranitar ha provato ad attaccarci, io ho usato i miei poteri senza pensarci troppo, ma mi sono terribilmente spaventata quando ho visto che non avevano sortito alcun effetto.
Tyranitar a quel punto mi ha colpita, ed io sono finita a terra, ma non mi sono arresa: forse non potevo attaccarlo, ma avrei potuto sempre proteggere me e tutti quelli che erano insieme a me.
A quel tempo non ero ancora pratica nel generare barriere, ma mi è bastato guardare gli occhi spaventati dei Pokémon con cui stavo giocando fino a quel momento per sentire una strana forza , una voglia di tirar fuori il meglio di me, di farcela a qualunque costo, e così, senza quasi pensarlo, sono riuscita a circondarci tutti in una barriera che ci ha protetto dagli attacchi di quel Pokémon >>. Piplup e Chimchar ascoltavano affascinati, soprattutto quest’ultimo, che pendeva dalle sue labbra a bocca spalancata.
<< E poi? Cos'è successo? >> chiese Piplup.
<< Tyranitar ha continuato ad attaccarci, sebbene il più delle volte i suoi attacchi gli fossero stati rimandati indietro
dal mio scudo e l’avessero ferito. Lui ha tenuto duro, io ho tenuto duro, e nessuno dei due ha voluto cedere
terreno al’avversario. Proprio quando sono arrivata al limite, però, lui è crollato a terra, e io sono crollata a mia volta.
I Pokémon del bosco, appena la barriera si  è dissolta, sono scappati; io sono rimasta lì, ad osservare quel Pokémon
gigantesco che non ero riuscita a sconfiggere. Quello scontro….mi aveva ferito profondamente nell’orgoglio >>. Evitò di raccontare che era rimasta lì finché Tyranitar non si era svegliato, e che poi lo aveva curato e si era presa cura di lui fino a quando non si era ripreso, il tutto tra il borbottio di Vaporeon che l’aveva rimproverata di essere troppo buona.
Lei lo aveva ignorato, ma poi anche Tyranitar era rimasto sorpreso dalle sue azioni. Lo aveva messo a tacere con un gesto, dicendo che quello che lui aveva fatto era ormai acqua passata, che nessuno di loro si era fatto male e che quindi non c’era motivo di rimuginarci sopra ancora.
Quando il Pokémon si era ripreso, lui e la ragazza si erano salutati da amici, ma dentro di sé Leah si era sentita
male per la sconfitta subita, e aveva promesso segretamente che un giorno lo avrebbe ricercato, per chiedergli la rivincita.
<< Ma tu non sapevi ancora della compatibilità tra tipi, non avevi motivo di angosciarti così >> protestò Chimchar, agitando le braccia. Leah si riscosse dai suoi pensieri e sorrise.
<< Lo so, ma l’ho scoperto solo più tardi. E prima…dopo quell'incontro sono rimasta a pensare per due giorni: ero riuscita a salvarmi per miracolo, non ero sicura che sarei stata altrettanto fortunata la prossima volta.
Ricordo che ho pensato: forse i miei poteri non hanno avuto effetto perché lui era molto più forte di me; forse dovrei
allenare di più le mie capacità. Ho pensato questo e subito mi sono rialzata e mi sono messa all'opera.
Ho lavorato sodo per anni, e ho raggiunto un buon livello di potenza. Quando poi ho scoperto la verità, all'inizio
mi sono arrabbiata, perché mi ero sentita davvero uno schifo dopo aver perso, e perché ero arrivata a farmi
venire quasi un attacco isterico a furia di allenarmi come una matta.
Poi però ci ho riflettuto con calma: malgrado tutto ero comunque diventata più forte, e questo non poteva che essere un bene, visto che avrei sicuramente trovato avversari altrettanto tosti in futuro, e allora ho ritrovato la carica, la voglia di allenarmi e mettermi alla prova. Quell’episodio, poi, mi ha fatto capire anche un’altra cosa: che le poche volte in cui ho
usato sul serio i miei poteri è stato sempre perché stavo proteggendo qualcuno.
Ne ho fatto il mio stile di lotta, per così dire: combattere sempre per qualcuno, mai per me stessa, perché solo proteggendo gli altri sento di poter dare il meglio di me  >> concluse con un sorriso di cui però non era sicura nemmeno lei stessa. Perché non aveva raccontato tutta la storia: più o meno in quell'occasione, infatti, aveva conosciuto Braven, che era spuntato fuori dal nulla pochi giorni dopo l'incontro con Tyranitar, proprio mentre lei si stava allenando.
L'aveva guardata in silenzio da lontano, e solo quando Vaporeon si era accorto della sua presenza aveva osato avvicinarsi, e come se nulla fosse aveva giudicato le abilità della ragazza semplicemente patetiche.
Leah dapprima si era infuriata: chi diavolo si credeva di essere quello sconosciuto sbucato così al’improvviso per rivolgersi a lei in quel modo così presuntuoso? Poi però aveva contato fino a dieci e si era calmata, dopodiché aveva detto pacatamente a quel tipo che si, forse aveva ragione, e che lei si stava allenando appunto per quel motivo, perché voleva migliorare. 
A quelle parole, Braven l’aveva derisa ancora di più, e le aveva detto che con un atteggiamento così debole non sarebbe andata molto lontano.
Leah non aveva fatto in tempo a ribattere perché Vaporeon si era scagliato furioso contro quel’estraneo, che  aveva semplicemente alzato una mano, aveva fermato il suo salto a mezz'aria e lo aveva rispedito tra le braccia della ragazza. Lei, lottando nel frattempo per impedire a Vaporeon di attaccarlo nuovamente, aveva iniziato a guardare quello sconosciuto con occhi diversi: era la prima volta che si ritrovava a che fare con qualcuno che aveva i suoi stessi poteri, e che per di più sembrava completamente padrone di sé e delle proprie capacità.
Le era venuta in testa un’idea: era folle, e forse quando sarebbe stata da sola e a mente fredda se ne sarebbe pentita, ma aveva voluto comunque fare un tentativo, e così aveva chiesto a quel tipo se avrebbe potuto addestrarla.
Lui l’aveva guardata con sufficienza, e le aveva voltato le spalle, dicendo che non aveva tempo da perdere con delle nullità.  Lei però lo aveva preso per il mantello e lo aveva supplicato in ginocchio: non gli avrebbe chiesto troppo, solo il minimo per imparare a gestire i propri poteri, e poi l’avrebbe lasciato stare.
Braven l’aveva guardata senza espressione, e poi le aveva detto:
<< Ad una condizione >>. Leah si era alzata subito in piedi e si era dichiarata pronta a qualsiasi cosa.
<< Io ti addestrerò, ma dopo…tu diventerai mia schiava >>. Leah si era sentita come colpita da una secchiata d’acqua gelida, e aveva sentito la sua determinazione scivolare via come foglie al vento.
Vaporeon aveva ringhiato contro quello sconosciuto e senza preoccuparsi che lui potesse o meno capirlo gli aveva urlato che non sarebbe mai successa una cosa del genere, e che avrebbe dovuto sparire all'istante e non farsi più vedere, ma la ragazza lo aveva fermato. Con grande terrore, poi, al Pokémon era bastato guardare negli occhi la compagna
per capire che avrebbe accettato, e che lui non le avrebbe fatto cambiare idea.
E così era stato: Leah, che più di ogni alta cosa voleva imparare ad usare i suoi poteri, aveva accettato la proposta di Braven. Lui l’aveva guardata con disprezzo, poi aveva guardato il Pokémon tra le sue braccia, e infine si era voltato e l’aveva intimata di seguirlo.
Non avevano passato molto tempo insieme: Braven era stato un maestro duro ed esigente, ma per fortuna Leah era
molto dotata, e aveva imparato in fretta. Vaporeon, ovviamente, l’aveva sempre sostenuta durante gli allenamenti
e non l'aveva lasciata un attimo da sola con quel tipo, con grande disappunto di Braven che sembrava aver preso
il Pokémon in antipatia, sentimento  fortemente ricambiato poi da quest’ultimo, che aveva riservato al giovane uno
sguardo carico di odio puro ogni volta che avevano incrociato gli occhi.
Malgrado non fosse stato proprio un gentiluomo con lei, però, con il passare del tempo Leah aveva sentito nascere
nel suo cuore qualcosa per quell' individuo misterioso, qualcosa che andava oltre la semplice ammirazione.
Alla fine aveva scoperto di essersene innamorata, e aveva iniziato a sperare che il giorno in cui sarebbe
diventata sua schiava arrivasse presto: non era proprio il modo migliore per stare con lui, ma almeno così sarebbero
stati sempre insieme, e lei sarebbe diventata sua.
Il destino, però, riserva sempre delle strane sorprese, specialmente quello di Leah, che aveva la brutta abitudine di modificare apposta il corso degli eventi e lasciare disorientata la sua protetta. Un giorno, infatti, lei si era svegliata di soprassalto con un terribile presentimento, certa che qualcosa di grave fosse in agguato, e forse in parte fu così, almeno per lei: lì vicino trovò un foglio di carta con poche parole lasciate da Braven, dove il suo maestro le chiedeva di dimenticare la stupida condizione a cui avrebbe dovuto attenersi se fosse diventata sua allieva, e la pregava di dimenticarlo e di non cercarlo mai più.
Leah ricordava quel giorno come uno dei peggiori della sua vita: quelle parole l’avevano ferita peggio di qualsiasi
altro male al mondo, e lei si era sentita a pezzi, talmente distrutta che era crollata a terra, stringendo la lettera del suo maestro, della prima persona di cui si era mai innamorata, ed era scoppiata a piangere disperata.
Vaporeon non aveva perso tempo a rinfacciarle frasi di circostanza come “Te l’avevo detto” o “Avresti dovuto lasciar perdere fin da subito” :  si era accoccolato sul suo petto, ed era rimasto lì finchè non si era calmata, come la prima volta che si erano incontrati.
Leah ci aveva messo molto tempo a riprendersi sul serio, ma non era mai guarita del tutto. Tuttavia, aveva mantenuto la promessa, e non aveva più cercato Braven. Non lo aveva mai dimenticato, comunque: sperava segretamente di poterlo incontrare di nuovo, un giorno;  nel frattempo, avrebbe proseguito quello che lui aveva iniziato, e sarebbe diventata forte, fortissima, lo avrebbe reso orgoglioso di lei
Era anche a lui che pensava quando combatteva, oltre che a Vaporeon: loro erano i due individui più importanti della sua vita; immaginarseli lì con lei era il modo migliore che aveva per dare il massimo in battaglia e non mollare mai, nemmeno nelle situazioni più disperate.
Questo, però, non lo disse a Piplup e Chimchar: non se la sentiva di farlo. Più il racconto era andato avanti, più Chimchar aveva guardato la ragazza con gli occhi spalancati, fino ad arrivare a fissarla intensamente come se fosse stato ipnotizzato. Piplup invece l'aveva guardata quasi con timore, e alla fine della storia rimasero entrambi lì, a fissarla come imbambolati . 
Non ricevendo altro tipo di reazione da parte loro Leah pensò che non avessero altro da chiederle, quindi riportò lo sguardo davanti a sé e proseguì il cammino. Solo dopo un po' si accorse che non sentiva il rumore dei passi degli altri due dietro di sé, ma la voce di Chimchar la precedette prima che lei potesse aprire bocca.
<< Leah… >>. Lei si voltò e si accorse che i due Pokémon si erano fermati. La fissavano intensamente, come a chi è stata appena levata una benda dagli occhi e si accorge che la verità che lo circonda non è come quella che credeva, e quindi resta fermo, aspettandosi di tutto.
Persino Chimchar sembrava essersi finalmente reso conto che l’estranea che era lì con loro forse era molto di più di quello che credevano, e che se era potente come diceva di essere, forse non ci avrebbe messo molto a liberarsi di loro se avesse voluto. Leah li guardò negli occhi, poi sospirò sconsolata: ci era cascata di nuovo.
Non le era mai piaciuto mettersi in mostra, ma di fronte a dei Pokémon in difficoltà non aveva mai rinunciato a uscire allo scoperto e prestare loro aiuto. Il vero problema, però, era che, sebbene Braven l’avesse sempre smentita sul’effettiva potenza delle sue capacità, era evidente che non era così gli occhi di tutto il mondo.
Umana o Pokémon, per qualche strano motivo appariva sempre troppo potente, troppo capace, troppo tutto.
Lei non voleva questo, non voleva essere considerata un mostro, qualcuno con cui era meglio comportarsi in modo adeguato per non farlo arrabbiare, qualcuno da tenere a distanza e guardare con sospetto perché in grado di fare cose tremende, disumane.
Aveva sperato che imparare a controllare i propri poteri avrebbe ridotto i rischi di un’eventualità del genere, ma a quanto pare la sua era stata l’ennesima vana speranza di una ragazzina che crede di aver raggiunto il traguardo
quando in realtà ha ancora molta strada da percorrere. Cercò di avvicinarsi, ma i due indietreggiarono.
<< Ragazzi… >> li supplicò, tendendo una zampa verso di loro.
<< Leah…diccelo una volta per tutte, per favore : chi sei tu? E qual è il tuo vero potenziale? E’ solo come quello che usato che hai usato contro gli Shiftry? O è qualcosa di più potente? Lo dobbiamo sapere, Leah. Se sei addirittura più forte di quanto vuoi far credere, come possiamo fidarci di te sapendo che ci stai nascondendo qualcosa? >> disse Piplup. Leah fece per aprire bocca, poi la richiuse subito, mentre i sensi di colpa iniziarono a roderla profondamente. Non poteva dirglielo, non poteva fargli sapere quanto fosse in realtà smisurata la sua potenza.
Non poteva nemmeno dirgli la verità su ciò che lei era: a quel punto, non l’avrebbero presa per niente bene. Le venne lo sconforto: fino a quel momento diventare un Espeon non era mai stato un problema per lei, anzi, ogni volta si era sempre sentita immensamente felice di farlo.
Era anche vero, però, che fino a quel momento aveva avuto solo contatti di breve durata con i Pokémon selvatici
con cui si era trovata a che fare, e mai niente di troppo serio; quei due erano diversi, erano più…più…civilizzati, quasi, più di qualsiasi altro Pokémon che aveva incontrato fino a quel momento.
Parlare con loro era proprio come avere a che fare con due persone, e lei si era inconsciamente lasciata trascinare, lasciando trapelare più del dovuto su di sé. Ora era troppo tardi per tornare indietro, per lasciarli lì e fingere che il loro incontro non fosse mai avvenuto. Non poteva dire loro tutta la verità, ma forse avrebbe sempre potuto rivelargliene solo una parte.
<< Io… >> cominciò a dire. << Io…  sono sempre stata molto dotata :non ho chiesto io di esserlo, ma non ho mai usato le mie capacità per fare del male, ve lo giuro!
Però, io… ho dovuto imparare ben presto a usarle per  difendermi, perché ho incontrato troppe persone che mi volevano fare del male, che volevano usarmi.
Ho dovuto tenere alla larga tutti quelli che mi circondavano, e… ho avuto un solo amico di cui potermi fidare veramente, uno solo in tutta la mia vita. Senza di lui io non sarei qui. Ed è anche per questo che io mi alleno tanto: gliel' ho promesso, e voglio mantenere la mia parola…. >> e strinse il ciondolo che aveva al collo. Tornò a guardare i due solo dopo un po’.
<< Ragazzi… non dovete avere paura di me. E… vi vorrei chiedere anche… di non pensare a me come ad un mostro. Sono cresciuta nella paura e nella diffidenza, è vero, ma mai, mai, mi ha sfiorato l’idea di usare i miei poteri per vendicarmi sugli altri. Per favore… >> li supplicò. << Se… se volete, me ne andrò via anche subito, e voi potrete fare finta di non avermi mai conosciuto, io per voi non sarò mai esistita. Quello che vi chiedo, però, è solo di non considerarmi un mostro… solo questo…>>. Si sentiva le lacrime agli occhi, e ancora una volta accusò Vaporeon, perché era in momenti come quello che lui le mancava come l’aria che respirava.
Se fosse stato lì l’avrebbe abbracciata e avrebbe rivolto uno sguardo carico di sfida a quei due, e probabilmente dopo li avrebbe anche affrontati.
Vaporeon però non c’era, e lei avrebbe dovuto imparare una volta per tutte a smettere di fare continuo affidamento sulla sua presenza, ma era più facile dirsi che a farsi, e per lei era veramente difficile accettarlo. 
Le mancava da morire, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per averlo lì Accidenti a lui: due non potevano passare un’intera vita insieme, trascorrendo ogni singolo istante in compagnia l’uno dell’altro e poi decidere di punto in bianco che avrebbe fatto bene ad entrambi passare un po’ di tempo separati, e partire come se niente fosse per l’ignoto, senza quasi più farsi sentire.
A lei non faceva bene per niente, e aveva iniziato a temere che sarebbe finita come con Braven: a portarsi continuamente la mano al cuore perché le sembrava sempre pesante come un macigno ogni volta che sfiorava il  pensiero del suo fratellino.Piplup e Chimchar la guardarono senza dire niente, poi si scambiarono un’occhiata, ma quando tornarono a guardarla, le loro espressioni si erano addolcite.
Lei abbassò lo sguardo, ma Chimchar si fece avanti e  posò entrambi le mani sul musetto viola della ragazza.
<< Non piangere, Leah >>. Lei si portò una zampa sugli occhi e si accorse che erano bagnati. 
Sorrise con amarezza: non si era neanche accorta di aver versato lacrime. Era davvero patetica: straparlare di quanto fosse forte e poi mettersi a piangere come una bambina. Asciugò in fretta le lacrime, e Chimchar le fece sciogliere con delicatezza la presa sul ciondolo, tenendole la zampa con entrambe le mani.
<< Leah >> disse poi. << Ti chiediamo scusa, non potevamo immaginare che avessi sofferto così, ci dispiace.Non volevamo accusarti, se è vero che sei così forte solo perché ti sei allenata molto per qualcuno che ami allora noi abbiamo solo da prendere esempio invece che criticarti.
Ma non ti considereremo certo un mostro, questo mai: sei una ragazza così dolce…. e poi, ci hai salvato la vita, questo non potremo mai dimenticarlo >> e dicendolo guardò verso Piplup, che annuì e prese anche lui la zampa della ragazza con le proprie.
<< Chimchar ha ragione. Perdonami: sono stato indelicato e ti chiedo scusa. Possiamo essere certi che di te ci potremmo fidare, allora? >>. Lei fece cenno di sì, sorpresa.
<< Bene! >> fece Chimchar, poi però tornò subito serio.
<< Ora però…>>
<< Cosa? >> chiese Leah, di nuovo preoccupata.
<< Sorridi, Leah >> disse Chimchar, stendendo con le dita gli angoli della propria bocca in quello che avrebbe dovuto essere un sorriso ma che sembrò più una smorfia stupida degna di un clown.
Piplup lo guardò con un sopracciglio inarcato, ma Leah ridacchiò, e si aprì subito in uno splendido sorriso.Per un attimo i due la osservarono incantati e arrossirono, tanto che Leah dovette agitargli la coda davanti agli occhi per farli riprendere.
<< Così va meglio! >> disse poi Chimchar, ancora con le guance rosse.
<< Quindi ora….proseguiamo! >> e di nuovo si diresse a passo di marcia lungo il sentiero.
Prima che Leah e Piplup avessero il tempo di sospirare e di seguirlo, Chimchar si fermò e fece marcia indietro.
<< Prima le signore >> disse, inchinandosi di fronte a Leah. Lei lo guardò di sottecchi, poi scosse la testa e si mise in cammino. Gli altri due le si affiancarono come bravi soldatini.
 

Proseguirono per un pezzo, e arrivarono in un punto in cui la strada era così stretta che dovettero strisciare contro la parete per passare. Come se non bastasse, a fianco di questa si spalancava un immenso baratro nero. Leah intimò ai due di non guardare giù, poi prese lo zaino tra i denti e iniziò la pericolosa traversata.
Chimchar guardò l’oscurità sotto di loro, poi inghiottì forte e si apprestò a seguire il suo esempio. Piplup fece altrettanto, ma percorsi pochi passi la roccia sotto i suoi piedi si frantumò, e lui perse l’equilibrio.
<< Piplup! >>. Chimchar dimenticò al’istante le sue paure riuscì a raggiungere l'amico e ad afferrarlo prima che cadesse.
<< Tutto bene? >> disse, issandolo nuovamente sulla roccia.
<< Sì, sto bene…grazie…>> disse Piplup con aria assente. Sembrava quasi concentrato su qualcos'altro, come se il rischio che aveva appena corso non avesse nessuna importanza per lui.
Ragazzi, tutto a posto?” chiese Leah con la mente. Per lo spavento, Chimchar quasi rischiò di perdere l’equilibrio
a sua volta .
<< L-Leah? Ma come… >>
“Telepatia, Chimchar. Comunicazione mentale” rispose lei.
<< Ah, ok…sì, ho capito… >> disse Chimchar, imbarazzato. Leah scosse la testa, poi proseguirono attentamente, e
finalmente raggiunsero uno spiazzo abbastanza ampio dove poterono stare senza problemi.
Non fecero però in tempo a sospirare di sollievo che notarono subito davanti a loro un altro strapiombo. 
La cosa positiva però era che la distanza tra loro e l’altra parte era abbastanza breve, e che vi ci si poteva arrivare tramite due ponti: uno di pietra, che praticamente era la continuazione del sentiero; l’altro era un semplice tronco di legno buttato  lì a mò di tramite tra le due parti. Leah li studiò entrambi con attenzione, ma Chimchar, impaziente come sempre, ruppe subito gli indugi.
<< Che stiamo aspettando? >> disse, e senza pensare fece per prendere il sentiero di pietra ma Piplup lo fermò.
<< Aspetta Chimchar! Quel ponte è pericolante, prendiamo quel’altro >>.
<< Non dire stupidaggini, è solido e ….>> ma in quel momento il ponte di  pietra crollò in mille pezzi. Chimchar fece un salto all’indietro per lo spavento.
<< Che ti dicevo? >> borbottò Piplup.
<< Wow, avevi ragione, grazie mille Piplup ! >> lo ringraziò calorosamente Chimchar. Piplup sorrise imbarazzato.
Leah invece lo guardò con sospetto: come aveva fatto a capire che era pericoloso se non ci si era nemmeno avvicinato? Uno sguardo alla faccia perplessa di Piplup  però la fece desistere dal fargli domande: avrebbero aperto la questione più tardi. Finalmente, e con molta calma, uno alla volta camminarono sopra il tronco, che per fortuna resse il loro peso, e si ritrovarono presto dall'altra parte. Ad attenderli, l’entrata di un ‘altra galleria.
<< Ma questa grotta non finisce più? >> si lamentò Chimchar mentre avanzavano.
<< Io spero solo di non imboccare una qualche strada che ci riporti al’entrata >> disse Leah.
<< Temi che possa accadere davvero? >> chiese Piplup.
<< E’ solo una teoria, però….il fatto che questo posto si chiami “ Grotta Labirinto “ lascia molto…. >> ma di colpo s' interruppe, bloccandosi all'improvviso in mezzo al sentiero.
<< Leah, cosa…>> fece Chimchar, ma lei lo zittì con un’occhiata. Si girò lentamente da tutte le parti, poi si acquattò a terra e rimase in ascolto, continuando a guardarsi intorno con circospezione: qualcuno li stava spiando.
Era sicura che non fossero Golbat, perché fino a quel momento i pochi che aveva intravisto non le avevano suscitato alcun fastidio. Questa volta però era diverso: c’era qualcun altro con loro, ne era sicura. Un altro “regalo” di una vita passata a guardarsi le spalle: aveva sviluppato uno speciale senso del pericolo, ed era in grado di percepirlo quando questo era in agguato. Alzò gli occhi al soffitto: era privo di Pokémon. 
Eppure da qualche parte dovevano pure essersi nascosti. Si girò e rigirò ancora, e alla fine decise di ricorrere al suo metodo speciale di rilevazione: chiuse gli occhi e lasciò fluire la propria energia.
Trovati!  pensò quasi subito. Erano in tre, e particolarmente forti. Erano al’ingresso della galleria che loro avevano appena imboccato, ed erano fermi; forse stavano aspettando che si muovessero per fare altrettanto e prenderli di spalle. Se era così, allora  il loro piano era destinato a fallire miseramente. Leah si maledisse per non essersene accorta prima .
Piplup, Chimchar, statemi vicino”  trasmise ai due. Loro obbedirono al’istante e senza fare domande, e Leah, voltandosi verso la strada alle proprie spalle, urlò all'oscurità:
<< Venite fuori, voi tre ! Non nascondetevi come codardi! >>. Il suo urlò risuonò per la caverna, ma non ricevette risposta. Dopo qualche istante però si udì un ridacchiare sommesso.
<< Forse non è stupida come pensavamo >> disse una voce roca. I tre ragazzi fecero un passo all'indietro, e Chimchar si mise in posizione d’attacco, seguito a ruota da Piplup . Leah restò acquattata, e agitò la coda.
<< Chi siete? Fatevi avanti! >> urlò ancora. Detto fatto, dall'oscurità davanti a loro emersero tre figure scure, che andarono poco a poco definendosi fino a rivelarsi completamente: uno Zangoose dall'aria minacciosa, un Sandslash e uno Scyther, apparentemente più calmi del loro compagno ma altrettanto  feroci.
<< Ti faccio i miei complimenti, mocciosa >> disse subito Zangoose.<< Come hai fatto ad accorgerti di noi? >>.
Leah ringhiò piano, ma non riuscì a rispondere, perché Chimchar urlò:
<< Voi! >> e puntò il dito contro i nuovi arrivati.
<< Chimchar, li conosci? >> chiese Piplup .
<< Non proprio, ma li ho visti alla Gilda: sono il Team Ventagliente, e sono stati banditi perché hanno osato sfidare il Capitano >> rispose lui, agitando il braccio. Team Ventagliente?  pensò Leah, e involontariamente si accorse di un particolare che accomunava quei tre Pokémon apparentemente privi di somiglianze: Zangoose e Sandslash avevano le zampe munite di artigli dal’aria pericolosa, mentre quelle di Scyther erano costituite da due grandi lame dall’aspetto molto letale. Quest’ultimo percepì lo sguardo della ragazza.
<< Si, è per i nostri arti affilati che ci chiamiamo così >> disse quasi in risposta ai suoi pensieri. Zangoose guardò prima il compagno poi la fanciulla, e di nuovo sogghignò.
<< Non hai ancora risposto alla mia domanda, ragazzina. Non ti hanno insegnato che è buona educazione rispondere quando qualcuno ti fa una domanda? >>. Leah lo guardò storto.
<< No >> rispose secca. << Non me lo ha insegnato nessuno, ho dovuto imparare tutto da      sola >>. Abbiamo imparato tutto da soli  si corresse. Piplup e Chimchar la guardarono soprappensiero, ma distolsero in fretta lo sguardo.
<< Comunque ciò non vuol dire che io sia una maleducata.  Ed ho un sesto senso particolare: è grazie a quello che ho avvertito che qualcuno ci stava spiando, ed ero certa che non fossero Golbat >>. Zangoose, però, non sembrava soddisfatto.
<< Non cercare di imbrogliarmi: come hai fatto a capire in quanti eravamo esattamente? >>
<< Questi non sono affari vostri. E poi, si può sapere perché ci stavate seguendo?? >> sbottò Leah . Zangoose incrociò le braccia e sogghignò.
<< A dire il vero stavamo seguendo te. Lo stiamo facendo da quando ti abbiamo vista a Borgo Tesoro, per l'esattezza >> disse con una nota di perfidia nella voce. Leah sbattè le palpebre.
<< Da…Borgo Tesoro? Io? Ma…perché? >>
<< Ti abbiamo vista ai Magazzini Kecleon, e abbiamo sentito i tuoi discorsi, specialmente il modo sfacciato e presuntuoso con cui hai affermato che saresti stata in grado di tener testa a qualunque nemico avresti trovato sul tuo cammino….>>
<< Non sono stata presuntuosa! >> lo interruppe Leah, rossa per la vergogna e per l’ira. << Ho solo detto che so badare a me stessa, e che me la so cavare benissimo! >>
<< Eh, eh, come ti scaldi…non ti piace che ti si sbatta in faccia la realtà dei fatti, vero? >> disse Zangoose, per nulla impressionato da quella ragazzina infuriata.
<< Perché mi avete seguito?? >> ripeté Leah a denti stretti.
<< Per metterti alla prova: volevamo constatare se eri davvero in gamba come sostenevi; in caso contrario, ci avremmo pensato noi a darti una lezione. Comunque: ti abbiamo seguito nella Foresta d’ Aranci, e ti abbiamo vista combattere contro quegli Shiftry. Ti confesso che ci hai davvero impressionato: un Pokémon Psico che riesce a tener testa a dei Pokémon Buio non è cosa da tutti i giorni >>.
<< Non è detto che le cose debbano per forza essere sempre le stesse, esistono anche i cambiamenti ! >> ribatté Leah. Iniziava a preoccuparsi: tutti quei discorsi forse erano solo un preludio a qualcosa di molto più spiacevole, qualcosa per cui forse avrebbe dovuto di nuovo ricorrere alle maniere forti.
<< Ad ogni modo, >> continuò Zangoose come se lei non avesse detto niente << vi abbiamo seguito e abbiamo sentito che parlavate della Grotta Labirinto, quindi abbiamo pensato di precedervi laggiù. Scyther, >> e indicò il compagno con un cenno << è in grado di sostenere un buon peso quando è in volo, ed è molto veloce.
Siamo arrivati alla Grotta e ci siamo nascosti, e quando siete arrivati vi abbiamo seguito a distanza. 
Siamo rimasti sorpresi anche di vedervi arrivare in volo: per essere solo una ragazzina sembra che tu sappia molto bene come sfruttare al meglio i tuoi poteri. Comunque...il resto penso lo conosciate >> concluse. Leah digrignò i denti.
<< E ora che vi abbiamo scoperto, cosa avete intenzione di fare? >> sibilò.
<< Ti dirò, >> rispose quello << il nostro primo obiettivo era quello di ingaggiare una lotta con te, ma quando vi abbiamo sentito parlare della Gabitesquama abbiamo pensato che forse potevamo prendere due piccioni con una fava: ti avremmo sconfitto e al tempo stesso avremmo messo le zampe su un oggetto prezioso >>.
<< Per farci cosa?? >>
<< Per trarne profitto, ovviamente: dopo la batosta che abbiamo ricevuto alla Gilda, prendere quella squama sarebbe  un’ottima soluzione per tornare là a testa alta e far vedere il valore e la forza della nostra squadra, che loro hanno ben pensato di disprezzare. Ora che ci avete scoperto, però, non possiamo più contare sull'effetto sorpresa, quindi….>> e ad un suo cenno Sandslash e Scyther si prepararono per combattere.
<< Toglietevelo dalla testa ! >> urlò Chimchar, d’improvviso carico e furente.
<< Quella squama serve a noi per guarire la sorella di Shinx, abbiamo promesso che gliel' avremmo portata
a qualunque costo! >> aggiunse Piplup stringendo i pugni. Leah alzò la testa e si mise in posizione d’attacco, subito imitata dai suoi compagni. Zangoose non si fece impressionare.
<< Testardi, eh? Va bene, se la mettete così…vi propongo un patto: se vincete, vi lasceremo andare; in caso contrario, saremmo noi a proseguire, e voi dovrete rinunciare alla scaglia. Ci state? >>.
Quella proposta lasciò i ragazzi confusi e incerti: lentamente smisero le loro posizioni e si guardarono l’un l’altro.
Leah si morse il labbro con fare pensieroso e mise subito in moto il cervello : lei forse avrebbe avuto qualche possibilità di vittoria,ma non era certa che anche Piplup e Chimchar avrebbero saputo cavarsela. 
Quella missione però era molto importante, ed era fondamentale che loro la portassero a termine.Sospirò: se volevano uscire da quella situazione velocemente c’era solo una cosa da fare.Detto fatto si rivolse ai compagni,ma non ad alta voce.
Ragazzi, per favore, lasciate che me ne occupi io. Voi intanto scappate e andate a prendere quella squama”.
“ Non se ne parla nemmeno! Non possiamo lasciarti da sola contro questi brutti ceffi, combatteremo al tuo fianco!”  protestò Chimchar.
” E’ colpa mia se ci troviamo in questa situazione. Voi avete la vostra missione da portare a termine, e io non ho niente da perdere, quindi …”
“Leah, tu non hai nessuna colpa, e se pensi che ti abbandoneremo qui ti sbagli di grosso!! “ ribatté Piplup. Leah li guardò negli occhi :erano determinati e decisi, e sembravano tenerci veramente tanto a non lasciarla da sola a fronteggiare quei tre.
Le venne da sorridere, poi però guardò i loro avversari: sembravano impazienti, e probabilmente, se non avessero ricevuto presto una risposta, avrebbero agito senza neanche aspettare.
Erano forti, lei poteva sentirlo benissimo, e non era sicura che uno scontro diretto sarebbe stato conveniente, almeno non per Piplup e Chimchar.Non potevano fare affidamento sulla forza, avrebbero dovuto giocare d’astuzia.
Mentre pensava al da farsi, le cadde lo sguardo sul soffitto: era attraversato in più punti da stalattiti rocciose, non molto grandi e neppure particolarmente pericolose a vedersi. Tuttavia le fecero venire un’idea.
Quali sono gli attacchi che sapete usare?” chiese ai compagni.
"Eh? Ah, io uso Braciere, Sfuriate...Ruotafuoco, credo…e..basta, per adesso” rispose Chimchar.
Io finora ho usato solo Bolla e Beccata ” aggiunse Piplup. Leah rifletté qualche istante, poi disse:
Forse ho un’idea su come fare per sconfiggerli, ma dovrete fare esattamente come vi dico, e soprattutto dovete metterci tutto l’impegno possibile”.  I due si fecero attenti. Leah spiegò in breve la sua idea, mentre loro annuirono di tanto in tanto. A spiegazione ultimata, i tre si voltarono verso il Team Ventagliente.
<< Accettiamo la vostra proposta >> disse Leah, e si rimisero in posizione d’attacco. Nessuno di loro però si mosse ulteriormente: affinché il piano riuscisse era necessario che fossero i nemici ad attaccare per primi. Questi, ovviamente, non persero tempo.
<< L’avete voluto voi. Pronti ragazzi? >> disse Zangoose agli altri due, che annuirono energicamente.
<< E allora… >> disse ancora Zangoose, poi tutti insieme gridarono <<ATTACCO LACERAZIONE!!! >> e si avventarono sui tre ragazzi. Piplup e Chimchar si fecero prendere dal panico, ma Leah, per quanto fosse nervosa , li rassicurò con il pensiero.
Dopo ciò, aspettò che gli avversari arrivassero abbastanza vicini, poi accumulò la propria energia e gliela indirizzò addosso, sollevandoli di qualche metro da terra.
“ Ora!” . Piplup e Chimchar obbedirono all'istante.
<< Bolla! >>
<< Braciere! >>. I loro urli risuonarono tra le pareti, e i loro attacchi colpirono in pieno i tre Pokémon, mandandoli a sbattere contro le stalattiti. Leah a quel punto sciolse la presa su di loro e li lasciò cadere a terra,dove atterrarono pesantemente l’uno sull'altro.
<< Maledetti mocciosi…>> . Zangosse, nonostante le ferite, si tirò su per sferrare un nuovo attacco, ma lo sguardo compiaciuto di Leah lo fermò .
<< Fossi in te non lo farei >> disse la ragazza . Zangoose la guardò confuso,e lei, per tutta risposta, indicò verso l’alto. Il feroce Pokémon e compari fecero appena in tempo a sollevare lo sguardo che una pioggia di pezzi di roccia cadde sulle loro teste, spedendoli seduta stante nel mondo dei sogni. Leah aspettò che il polverone si diradasse, poi si avvicinò per vedere se erano davvero svenuti, e una volta constato la cosa fece un cenno ai compagni.
Le loro reazioni non si fecero attendere.
<< Sìììì, abbiamo vinto noi!!! >> urlò Chimchar saltellando come un matto.
<< E’ stato incredibile…ha funzionato davvero! >> disse Piplup, che ancora non credeva ai suoi occhi.
<< Un ottimo lavoro di squadra. Siete stati bravissimi! >> disse Leah orgogliosa. I due la guardarono con immensa gratitudine, e le vennero incontro a braccia alzate. Leah capì e alzò le proprie, e tutti insieme batterono le zampe in segno di vittoria.
<< Forza, ora: la vera missione ci attende! >> disse poi. Piplup e Chimchar si disposero immediatamente ai fianchi della ragazza, e come una persona sola si rimisero in marcia.
 

Finalmente la galleria terminò, e i tre sbucarono in un ampio spazio erboso. Una breve occhiata in giro gli fece capire che quella era senza dubbio la fine del Dungeon, visto che non notarono ulteriori strade da prendere .
<< Così…siete arrivati infine >> disse una voce profonda sopra di loro. I tre ragazzi si sentirono gelare il sangue nelle vene e lentamente alzarono lo sguardo: sopra di loro, accovacciato su una sporgenza rocciosa, c’era lui, Gabite. Nessuno di loro lo aveva mai visto, ma non  ebbero dubbi che fosse proprio il Pokémon che stavano osservando.
Piplup e Chimchar iniziarono a sudare freddo, Leah invece non si fece intimorire: per quanto minaccioso potesse sembrare, se anche lei si fosse fatta prendere dal panico per loro sarebbe stata la fine.
<< E’ da un po’ che sento risuonare urla, ma non pensavo che mi sarei ritrovato a che fare con dei ragazzini… >>
continuò l’altro, sprezzante.
<< Ehm…. >> disse Piplup, avanzando di un passo. << Siamo venuti a chiederti una squama: ce la potresti dare, per favore? >>. Cercava di essere coraggioso, ma l’ evidente tremolio delle sue gambe smentiva completamente le apparenze.
<< No, non di nuovo… >> borbottò Gabite scuotendo la testa.
<< Ci serve davvero, dobbiamo portarla alla sorella di Shinx per guarirla ! >> intervenne Chimchar con veemenza. Piplup gli tappò la bocca e cercò di spingerlo via, ma ormai la frittata era fatta: Gabite si alzò in piedi e agitò le braccia furioso.
<< E’ sempre la solita storia! La gente non fa altro dirmi  “ dammi una squama, dammi una squama”…. ve lo potete scordare!! >> urlò. Piplup barcollò e cadde a terra; Chimchar gli venne appresso e cercò di rimediare al suo errore.
<< Per favore Gabite, possiamo averne una? Solo una piccola piccola, davvero >> disse con gli occhioni da cucciolo bastonato e il sorriso più angelico che aveva.
<< Anche fosse microscopica, la mia risposta non cambierà: NO!! >> urlò ancora Gabite, pestando con forza i piedi. Per lo spavento Chimchar corse a rifugiarsi dietro Leah, e prese anche a tremare.
<< Forse, però… >> riprese Gabite, più calmo << possiamo metterci d’accordo >>.
<< Che cosa vuoi ? >> chiese Leah.
<< Che mi sconfiggiate in battaglia ! >> rispose quello frustando il terreno con la coda. Eccone un altro,  pensò Leah, rassegnata, Le battaglie sembrano proprio l’unico tipo di moneta usato per ottenere ciò che si vuole, da queste parti. Tutto sommato però mi sembra equo: se vuoi qualcosa, guadagnatela nel modo giusto, e con le giuste regole .
Gabite non aspettò risposte, e saltò giù dalla sporgenza, atterrando davanti a loro in un nuvolone di sabbia che li fece tossire.
<< Ok, sembra proprio che non ci lasci altra scelta. Ragazzi, mi raccomando: agite con prudenza e ricordatevi che anche stavolta non possiamo permetterci di perdere >> disse Leah, preparandosi.
<< Agli ordini!! >> esclamarono Piplup e Chimchar. Leah si tolse lo zaino e  lo gettò in un angolo, Chimchar fece lo stesso con la borsa, e tutti insieme gonfiarono il petto e si prepararono a difendersi.
<< Umph, il coraggio non vi manca. Molto bene, così sarà più divertente: Terrempesta!! >> e generò un turbine di sabbia che circondò i tre in un vortice impetuoso.
<< Accidenti, non vedo niente! >> urlò Leah.
<< Dannazione…Braciere!! >> urlò Chimchar colpendo la sabbia con il suo attacco di fuoco, ma questo non sortì alcun effetto.
<< Non funziona! >>
<< Non è ancora detto: Bolla!! >> urlò Piplup, e questa volta l’attacco disperse la sabbia.
<< Bravo Piplup ! >> esclamò Chimchar.
<< Siamo duri vedo >> ringhiò Gabite. << Bene, vediamo come ve la cavate con questo: Dragartigli !! >> e si avventò su Piplup, scaraventandolo contro una roccia.
<< Piplup ! >> urlò Chimchar.
<< Non ti distrarre!! >> urlò Gabite e mandò anche Chimchar a gambe all’aria.
<< E ora tocca a te >> disse poi, avanzando minaccioso verso Leah.
<< Libero di provarci! >> disse lei, e generò un’ onda d’urto che mandò Gabite in orbita, poi lui cadde e ruzzolò per terra.
<< Vai, Leah! >> esultò Chimchar.
<< Accidenti, che potenza >> esclamò il drago alzandosi a fatica.
<< Se provi ancora a far del male a quei Pokémon farò molto peggio! >> ribadì Leah, e dal suo corpo iniziò
a fuoriuscire energia.
<< In questo caso…Attrazione!! >> urlò Gabite tra lo stupore di tutti, e lo mandò verso la ragazza. Lei sgranò gli occhi sconvolta, ma si riprese in fretta e riuscì a proteggersi proprio all'ultimo istante con la barriera.
<< Scusa tanto, >> disse, acida << ma non sei il mio tipo >>. Gabite divenne rosso dalla rabbia e poi le si scagliò contro , ma in quel mentre fu colpito da un attacco Bolla. Non si perse d’animo: girò su sè stesso e spiccò un balzo, andando a colpire Piplup in pieno.
<< Piplup! >>
<< E ora chiudiamo i conti >> disse Gabite sovrastando il piccolo pinguino, ma proprio in quel momento Chimchar gli saltò addosso e lo colpì ripetutamente con il suo attacco Sfuriate.
<< Chimchar! >>
<< Io lo tengo impegnato, tu controlla se Piplup sta bene! >> urlò il Pokémon coraggioso, continuando ad attaccare senza pietà. Leah si precipitò da Piplup, ma quello balzò in piedi da solo. Proprio allora, Gabite si stancò di quella piccola pulce arancione e lo scagliò lontano da sé. Leah fu svelta a prenderlo al volo con i suoi poteri e a farlo tornare da loro.
<< E’ troppo forte >> si lamentò Chimchar.
<< Ricordate come abbiamo combattuto con il Team Ventagliente : dobbiamo usare il cervello, non i muscoli >> disse Leah. Gabite, però, non aveva intenzione di lasciargli pianificare niente : corse velocemente, spiccò un balzo e gli piombò addosso, sguainando nuovamente gli artigli.
I tre ragazzi saltarono di lato, ma Piplup strusciò il terreno con i piedi e frenò la sua corsa, dopodichè saltò in aria e urlò ancora:
<< Bolla!! >>, puntando l’avversario, ma invece che da semplici bollicine trasparenti sparse per aria, Gabite fu colpito in pieno da rapide e potenti blu scuro, che lo fecero arretrare enormemente.
<< Piplup, hai imparato Bollaraggio! >> disse Chimchar, entusiasta.
<< Bollaraggio? >>
<< Si, ed è anche più potente di Bolla >> continuò Chimchar, felice come se avessero appena scoperto il tesoro più grande del mondo.
<< Rimandiamo i complimenti a dopo, non dobbiamo dargli il tempo di riprendersi >> intervenne Leah, vedendo che Gabite si stava già rialzando. Stavolta non ci fu bisogno di impartire ordini, e i ragazzi lanciarono i loro attacchi contemporaneamente.
<< Bollaraggio!! >> urlò Piplup.
<< Braciere!! >> urlò Chimchar, e Leah lanciò la sua onda psichica. Gabite subì quegli attacchi uno dopo l’altro senza potersi difendere, e al colpo della ragazza finì contro la parete, distruggendola.
Si rialzò in piedi lentamente, ma dopo un paio di secondi cadde pesantemente a terra e perse i sensi.
<< Ce l’abbiamo fatta! >> urlò Chimchar. Piplup crollò a sedere, stanco ma con un’espressione felice sul volto;  Leah sorrise all’ entusiasmo del piccolo scimpanzè, ma il sorriso le morì sulle labbra quando videro Gabite rialzarsi
all'improvviso e avanzare a passi pesanti verso di loro. Immediatamente scattarono di nuovo sulla difensiva, ma a sorpresa Gabite fece un gesto di fastidio con la zampa.
<< Calmatevi, la battaglia è finita. Tenete: questo è ciò che stavate cercando >> e porse loro una piccola scaglia blu scuro. Chimchar la presa senza esitazioni.
<< La Gabitesquama… >> mormorò Piplup.
<< Grazie mille, Gabite! >> disse Chimchar.
<< Grazie a voi per avermi regalato una battaglia così emozionante. Siete davvero una squadra eccezionale >>. A quelle parole, Leah abbassò il capo e si grattò la testa, e anche Piplup e Chimchar divennero stranamente impacciati.
I tre poi si guardarono l’un l’altro arrossendo, poi sorrisero imbarazzati a Gabite.
<< Ehi, con questa la sorella di Shinx starà meglio >> disse Chimchar.
<< Sì, e avete concluso con successo la missione! >> si congratulò Leah. Chimchar a quel punto prese due oggetti dalla borsa,ne lanciò uno al compagno e insieme saltarono al centro della caverna e li alzarono in alto.
<< Team Poképals, missione compiuta! >> esclamò Chimchar con gioia. Piplup stavolta si unì a lui, e insieme esultarono per il loro trionfo. Leah li guardò con dolcezza, ma dentro di sé avvertì una punta di fastidio all'altezza del petto. Non si chiese cosa fosse, e sorrise alla gioia dei suoi amici.

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Capitolo 5
*** Lo squarcio ***


Eccomi qua con un altro capitolo per la mia fan fiction. Buona visione !
 
<<…ed è così che è andata >> finì di raccontare Chimchar più tardi alla Gilda.Gli altri membri , che si erano radunati intorno al terzetto, rimasero impressionati dal resoconto del Pokémon, tanto che qualcuno osò chiedere se per caso si fosse inventato tutto.
A quelle provocazioni lui alzò la testa, gonfiò il petto e li fulminò con lo sguardo uno ad uno, quasi volesse dire che era la verità e che avrebbero fatto meglio a crederci, o se la sarebbero vista brutta. 
Piplup aveva sorriso imbarazzato per tutta la durata del racconto e non aveva detto una parola; anche Leah era rimasta zitta ( fino a prova contraria lei era un’estranea là dentro ), ma si era sforzata di sorridere per non far trasparire il suo disagio.
Appena Gabite aveva dato loro la squama, dopo averlo ringraziato e salutato, i tre ragazzi erano tornati indietro, trascinandosi, o meglio, facendosi fluttuare dietro anche il Team Ventagliente, che avevano trovato ancora privi di sensi, e li avevano lasciati davanti all’ingresso della Grotta Labirinto.
Leah aveva insistito di aspettare che si riprendessero, ma Chimchar aveva ribattuto che era molto più urgente portare la squama alla sorella di Shinx, e si era messo subito in cammino.
Piplup aveva sospirato e si era apprestato a seguirlo, ma prima di andare, Leah, senza farsi vedere, aveva lasciato lì tre Baccarancie.  Quando erano arrivati alla Gilda, sulle prime Leah era rimasta un po’ delusa: si era immaginata una costruzione imponente, e invece era una tenda con la faccia di un Wigglytuff, sbarrata da un cancello. L’unica cosa interessante erano stati i totem ritraenti vari Pokémon posti ai lati di questa.
Oltre a ciò aveva visto anche una strana grata, su cui Chimchar si era posizionato ed era rimasto fermo per qualche secondo, prima che una voce squillante rimbombasse nell’aria, il cancello si aprisse e una miriade di Pokémon uscissero dalla tenda, tutti da un buco nel terreno che Leah aveva notato a malapena. 
Lei e i ragazzi erano stati accolti da urla di giubilo e applausi da ogni parte, e poi erano stati portati dentro.
Chimchar aveva accettato tutto quell’entusiasmo arrossendo, Piplup, invece, era rimasto calmo e aveva consegnato la squama a Shinx, che prima aveva guardato quell’oggetto con gli occhi che luccicavano, poi l’aveva presa ed era corso via; nel giro di mezz’ora era ritornato con la sua sorellina, in perfetta forma e completamente guarita, e non aveva finito più di ringraziare e ringraziare ancora il Team Pokèpals con le lacrime agli occhi. Sia Chimchar che Piplup si erano guardati con imbarazzo ed erano arrossiti violentemente, ma prima che uno dei due avesse potuto aprire bocca, dal gruppo di Pokémon della Gilda erano emerse Sunflora e Chimecho, che avevano riconosciuto Leah e si erano subito precipitate da lei. Le avevano fatto mille domande, rivelandole che, da quando l’avevano salutata a Borgo Tesoro,
non avevano fatto altro che preoccuparsi per lei e chiedersi se stesse bene.
Solo quando le due amiche avevano rivolto la parola alla ragazza gli altri Pokémon si erano finalmente
accorti che Piplup e Chimchar non erano tornati da soli, ma in compagnia di una bella sconosciuta.
Leah aveva sorriso nervosa ai loro sguardi curiosi, ed era arretrata leggermente, e solo il suo orgoglio le aveva impedito di nascondersi dietro Chimchar come una bambina spaventata.
Allora si era fatto avanti Wigglytuff, con Chatot sulla spalla. Leah si era sentita intimidita davanti al Capitano della Gilda, ma lui, molto cordialmente, le aveva chiesto il suo nome. Lei si era presentata, e ovviamente si era diffuso presto un mormorio tra gli altri Pokémon, che però aveva ignorato, perché se non avesse imparato presto a farci l’abitudine  sarebbe impazzita. 
Anche Chatot l’aveva guardata storto, ma Wigglytuff le aveva stretto la zampa e le aveva dato il benvenuto alla Gilda, come se loro fossero stati vecchie conoscenze, poi, molto amichevolmente, le aveva chiesto da dove venisse e come mai fosse in compagnia di Chimchar e Piplup, sorridendo. 
Leah era rimasta disorientata e disarmata di fronte a tanta cordialità, ma per fortuna Chimchar si era intromesso e aveva iniziato a raccontare le loro avventure.
Ovviamente aveva esaltato le azioni di Leah, forse facendola apparire più grandiosa di quanto fosse stata in realtà, tanto che più di una volta tutti i Pokémon presenti avevano rivolto a Leah occhiate stupite, specialmente Chimecho e Sunflora, che non avevano distolto un attimo lo sguardo dalla ragazza , e Chatot, che invece era rimasto presto a bocca aperta, soprattutto quando Chimchar aveva spiegato nei minimi particolari il combattimento contro gli Shiftry. 
Più il racconto era andato avanti, più lo stupore dei Pokémon si era evoluto in ammirazione, e più la ragazza si era sentita nervosa e a disagio. 
Non era abituata ad essere al centro della scena, e se già le aveva dato fastidio che Chimchar solo avesse peso dalle sue labbra, ora che aveva tutti quei Pokémon a guardarla temeva che sarebbe scoppiata da un momento all’altro, e non era decisamente il caso di farsi conoscere in quella maniera.Di buono ci fu che Chimchar sorvolò sui consigli e sui racconti personali della ragazza, e quando qualcuno le aveva chiesto come avesse fatto a combattere i tipi Buio, lei aveva fatto un gesto di fastidio e aveva liquidato la cosa dicendo semplicemente che  era una che si allenava molto. 
A storia finita, però, si sentì invadere da un’intensa tristezza: aveva seguito Piplup e Chimchar nella loro missione perché Chimchar glielo aveva chiesto, ma quasi  fin da subito Leah aveva iniziato a prenderci gusto, e si era divertita davvero tanto in quell’esplorazione, tralasciando forse quegli istanti di incomprensione coi ragazzi o quando aveva temuto che non sarebbero usciti vivi da lì.
Si rendeva conto che, ora che la missione era finita, le sarebbe dispiaciuto dover lasciare Piplup e Chimchar così presto. E poi, la Gilda…..quando ci erano arrivati si era sentita come travolta da un’intensa ondata di energia, ed era rimasta affascinata dalle squadre di esplorazione che aveva intravisto in giro.
Lei, che per anni si era tenuta costantemente alla larga dalle folle, sentiva che stavolta avrebbe voluto entrarne a far parte, e che avrebbe tanto voluto conoscere qualcosa di più su quel mondo. Era come essere attirati da un’intensa forza magnetica e cercare invano di resisterle.
Quel posto aveva già esercitato un fascino particolare su di lei, e lei non avrebbe voluto andarsene da lì, non ancora, per il momento. Ma non poteva imporsi con i ragazzi: già si era comportata da presuntuosa in missione, quando gli aveva chiesto di eseguire i suoi ordini, se avesse chiesto di poter restare ancora un po’ con loro probabilmente avrebbe fatto la figura dell’arrogante. Shinx, che aveva continuato a strofinare il musetto contro quello della sorellina per tutto il tempo che Chimchar aveva parlato, quando questo finì disse, ancora con le lacrime agli occhi:
<< Team Pokèpals, non vi ringrazierò mai abbastanza. Avete aiutato la mia sorellina, sta bene grazie a voi!>>
<< Grazie, Team Pokèpals >> aggiunse la piccola. Chimchar si grattò la testa per l’imbarazzo.
<< Grazie, ma… se proprio devo essere sincero è solo merito di Leah se siamo riusciti a portare a termine la  missione, senza di lei non so come ce la saremmo cavata...>>. Anche Piplup approvò le parole del compagno. Leah arrossì e tenne lo sguardo basso: non era abituata alle lodi, e se continuavano un altro po’ era sicura che avrebbe finito per montarsi la testa. Piplup si fece pensieroso e guardò Chimchar, poi gli si avvicinò e si schiarì la voce.
<< Chimchar, io….avrei bisogno di dirti una cosa >>.
<< Uh? Dimmi pure, Piplup >> fece Chimchar, sorpreso. Piplup prese a grattare il terreno con il tallone e arrossì, poi guardò Leah. Lei capì e gli rivolse un sorriso di incoraggiamento.Piplup allora guardò l’amico negli occhi.
<< Chimchar, io…. resterò ancora un po’ con il Team Pokèpals >> disse, sorprendendo tutti, specialmente Leah e Chimchar, che sbattè le palpebre.
<< D-davvero? >>
<< Si.Ci sono... un sacco di cose che non conosco ancora. Ma…le voglio  conoscere come membro del Team Pokèpals. E spero anche così di riuscire a scoprire cosa mi è successo, un giorno >>.
<< Piplup… >>
<< Perciò facciamo del nostro meglio, patner! >>
<< Oh sì, puoi contarci! >> e batterono le zampe. Leah li guardò commossa. Non sapeva se era grazie ai suoi consigli o per quello che avevano affrontato insieme se Piplup alla fine aveva deciso di restare con Chimchar, ma a vederli così non potè fare a meno di sentirsi veramente orgogliosa di loro. A sorpresa, sia Chimchar che Piplup si voltarono verso di lei, poi si  guardarono tra di loro e si scambiarono un sorriso d’intesa, dopodiché le si avvicinarono.
<< Senti Leah, ci chiedevamo.. che progetti hai ? >> chiese Chimchar.
<< Bè…a dire il vero…. >> rispose la ragazza, un po’ sorpresa.
<< Non ho un’idea precisa….. sì, pensavo… di rimanere ancora un po’ nei paraggi, per il momento. Perché? >>. Chimchar guardò Piplup con aria furbetta, e lui gli rispose con un occhiolino.
<< In questo caso… ti andrebbe di unirti alla nostra squadra? >> disse infine Chimchar.Quella era proprio l’ultima domanda che la ragazza si sarebbe aspettata, e fu talmente improvvisa che la lasciò completamente spiazzata.
<< I-Io entrare a far parte della vostra squadra?! >> balbettò come se non avesse capito bene. Entrambi i Pokémon annuirono energicamente. Leah sbatté le palpebre assolutamente sconvolta. Era vero che avrebbe voluto continuare a esplorare, ma non pensava che quei due le avrebbero chiesto di farlo insieme a loro, non dopo che lei li aveva praticamente obbligati ad obbedirle. 
Era anche vero, però, che aveva egoisticamente sperato che lo facessero, perché si era affezionata a quei due, e sentiva che avrebbe voluto continuare a seguirli per offrirgli tutto l’aiuto possibile. Ora che però il suo desiderio si era inaspettatamente avverato, sentiva che avrebbe voluto rifletterci su con più calma.
Gli sguardi impazienti dei suoi amici e di tutti gli altri Pokémon intorno a loro, però, non sembravano  per niente inclini a concederle tempo, volevano tutti una risposta, e subito. 
Sospirò: detestava essere messa sotto pressione. Tutto sommato però non ci sarebbe stato niente di male ad accettare per il momento. Decise allora che sarebbe rimasta con loro, almeno finchè non fossero stati in grado di cavarsela da soli. 
Le venne quai da sorridere: si sentiva quasi come una mamma che parla dei propri cuccioli, o come un maestro che ha appena iniziato a istruire i suoi studenti, ed era una sensazione nuova, per lei. Forse era anche questo che significava crescere: non farsi più guidare o appoggiarsi a qualcuno ma essere guida e appoggio per qualcun altro.
Sarebbe stata una bella responsabilità, e lei se ne rendeva perfettamente conto, ma la sua stessa vita era sempre stata una sfida, quindi avrebbe fronteggiato anche questa, senza paura e mettendocela tutta, come aveva sempre fatto. Tuttavia cercò di non far trasparire subito quanto fosse entusiasta di accettare la proposta:
<< Non so ragazzi, io… >> e si voltò verso Wigglytuff <<…potrei farlo?… >>
<< Se Piplup e Chimchar garantiscono per te, allora non c’è alcun problema >> rispose sorridente quello. Leah allora tornò a guardare i ragazzi, e non ebbe più dubbi:
<< In questo caso….accetto volentieri! >> disse con entusiasmo. La reazione dei due non si fece attendere: a Chimchar vennero gli occhi lucidi, poi urlò “Sìììììì!” e si mise a saltare in giro, Piplup prese la zampa di Leah con le proprie e le sorrise timidamente, non trovando forse le parole per esprimere tutta la sua felicità.
<< Pero’ …. >> aggiunse ancora il Pokémon rosa, facendo frenare bruscamente Chimchar che per poco non finì contro il muro.
<< “Però”?? >> chiesero i tre ragazzi, sudando freddo. Wigglytuff chiuse gli occhi, incrociò le braccia, e aggrottò la fronte. Tutti nella stanza si ritrovarono a trattenere il fiato per la tensione; Leah inghiottì forte, Chimchar si morse le mani con gli occhi fuori dalle orbite, e Piplup rimase immobile. Alla fine il Pokèmon Pallone si aprì in un enorme sorriso:
<< ...mi sa che ti toccherà dormire con Piplup e Chimchar. Ti dà problemi dormire con due maschi? >>. I presenti tirarono un sospiro di sollievo, Chimchar quasi svenne per terra e Leah sospirò pesantemente, poi scoppiò a ridere e rispose che non ci sarebbe stato alcun problema, e anche i due ragazzi si dichiararono disposti a dormire con una femmina, anche se lo dissero con le gote arrossate, cosa che gli procurò delle occhiate di sbieco da parte degli altri. A quel punto Wigglytuff sorrise e batté le mani, poi fece cenno alla ragazza di avvicinarsi e poi di stare ferma davanti a lui.  Lei obbedì, ma non poté fare a meno di notare che i membri della Gilda si erano tirati precipitosamente indietro, e che sembravano terrorizzati. Le fu chiaro poco dopo il perché: Wigglytuff gonfiò il petto e la investì con un potente attacco Granvoce, che però non la ferì in alcuna maniera.
<< Ora sei ufficialmente un'esploratrice della Gilda, benvenuta tra di noi! >> esclamò Wigglytuff alla fine,
saltellando dalla felicità. Leah si forzò a sorridere educatamente, anche se dentro di sé si sentì sconcertata dalle bizzarre maniere di quel Pokémon che si chiese se non fosse il caso di iniziare a preoccuparsi ad averlo nei paraggi.
<< Un ultima cosa >> disse ancora quello, e le consegnò un distintivo identico in tutto e per tutto a quello che Leah aveva già visto sulla borsa di Chimchar.
<< E' la targhetta dell'esploratore,  il tuo attestato che afferma formalmente che sei un'esploratrice a tutti gli effetti e che fai parte di una squadra di esplorazione. Conservalo con cura, mi raccomando >>.
Leah era così commossa che non trovava le parole per esprimere la sua gratitudine, e riuscì solo a sorridere, lottando per trattenere le lacrime. A quel punto, Piplup e Chimchar  tirarono fuori le loro targhette e  le misero vicine a quella della ragazza.
<< Benvenuta nel nostro Team, Leah >> dissero all'unisono. Lei sorrise ancora di più, e senza pensare
alzò il proprio distintivo, subito imitata dai suoi compagni, e insieme esultarono trionfanti. 
Si sentiva felice, immensamente felice: avrebbe iniziato un'esperienza del tutto nuova, e non vedeva l'ora di cominciare. Quello che non sapeva, però, era che l'avventura che avrebbe vissuto di lì a breve sarebbe stata forse la più importante della sua vita, e l'avrebbe portata a crescere più di quanto avesse potuto immaginare.

 
Più tardi, nella loro stanza, Leah guardava la luna dalla piccola finestra sulla parete, mentre Piplup e Chimchar dormivano beatamente. Era stata una giornata lunga ma piacevole: dopo la sua nomina ufficiale a membro della Gilda, Piplup e Chimchar le avevano fatto fare un giro del posto, fatto vedere le stanze e le avevano presentato tutti i membri della Gilda, e grazie a questo Leah aveva scoperto che tutte le squadre di esplorazione che aveva visto precedentemente non facevano parte della Gilda, ma che questa era aperta a tutti gli esploratori in cerca di incarichi da portare a termine. 
I membri ufficiali della Gilda, o quantomeno gli attuali apprendisti, erano sette, escludendo Piplup e Chimchar: ovviamente Chimecho e Sunflora, che Leah scoprì essere l'esploratrice modello, la migliore apprendista che la Gilda vantava ( era stata Chimecho a presentarla così, e Sunflora era arrossita per l'imbarazzo).
Ad ogni modo, le due sembravano aver preso molto in simpatia la ragazza, e le avevano fatto molte domande, a cui Leah aveva risposto educatamente e con il sorriso; dopo di loro aveva conosciuto Corphish, Loudred e Bidoof: Corphish le era sembrato abbastanza tranquillo, ed uno con la testa ben attaccata alle spalle; Loudred, al contrario, era il classico duro dalla testa calda, e aveva la brutta abitudine di urlare anche quando parlava normalmente. 
A parer suo, però, sotto quella scorza da duro Loudred  nascondeva anche un carattere gentile, difatti, quando lo aveva salutato, sorridendogli con gentilezza, lui era diventato rosso come un peperone, aveva distolto lo sguardo e aveva iniziato a balbettare, cercando di far finta di niente ( cosa che però non gli era riuscita per niente). 
Bidoof, invece, era il prototipo di individuo timido, pasticcione e imbranato; voci di corridoio captate in giro la informarono anche sul fatto che fosse un golosone, e questo la portò a pensate a lui come ad un bonaccione paffutello ma di indole buona e gentile. 
Oltre a quei tre aveva conosciuto Diglett, la sentinella della Gilda: il suo lavoro consisteva nello stare in fondo ad  una buca profonda sulla cui cima c’era la grata posizionata davanti all'ingresso della Gilda; a lui spettava il compito di identificare i Pokémon che arrivavano alla Gilda in base alle loro zampe.
Leah aveva ascoltata affascinata, e si era complimentata molto con lui, dicendogli che essere in grado di
riconoscere perfettamente le zampe dei Pokémon, a quella distanza, era veramente notevole.
Diglett era arrossito e l’aveva ringraziata per la sua gentilezza, mezzo nascondendosi sotto terra.
Da lui aveva saputo che anche suo padre, Dugtrio, lavorava alla Gilda, ma non aveva potuto presentarglielo
perché, a quanto pareva, gli piaceva molto andare in spiaggia ad osservare il mare.
Leah era rimasta abbastanza sorpresa ma non aveva commentato: in fondo, lei che si faceva passare per un Pokémon Psico sapeva combattere i tipo Buio, quindi lungi da lei giudicare un Pokémon di tipo Terra con la passione per il mare. Da ultimo avevano incontrato Crogaunk, ma questo non si era quasi degnato di prenderli in considerazione, ed era rimasto ad armeggiare dentro un pentolone finchè i tre ragazzi si erano scambiati un’occhiata complice e avevano tagliato la corda.
Chimchar aveva prontamente insistito per non andare dal Capitano e da Chatot, e Leah non aveva obiettato, perché in fondo con loro aveva già avuto abbastanza a che fare, e lei doveva ancora riprendersi dalle maniere bizzarre di Wigglytuff.  Tuttavia non riuscì a trattenersi nel porre qualche domanda ai due ragazzi sul suo conto, e loro le risposero quello che lei già sapeva, ovvero che quel Pokémon era particolarmente solare e amichevole verso tutti, e che anzi ( e qui avevano abbassato la voce per paura di essere sentiti) qualche volta gli era sembrato anche un po’ tonto e infantile. 
Qui Leah non aveva detto niente, perché era parso anche a lei, ma al ricordo di quel potente attacco Granvoce aveva preso le sue difese, dicendo che forse se era il capitano ci sarà pur stato un motivo. Piplup allora le aveva dato ragione, dicendo che in effetti aveva sentito delle voci secondo cui Wigglytuff fosse un esploratore eccezionale, nonché un pericolo tremendo verso coloro che avevano la brutta idea di sfidarlo.
Finito di presentarle i componenti della Gilda, i due ragazzi l’avevano portata davanti alla bacheca delle missioni, sitauta al primo pano della Gilda, quelle su cui erano appese le richieste da parte di tutti i Pokémon dei dintorni. Ce ne erano di tutti i tipi: segnalazioni di oggetti scomparsi, consegna di materiale su richiesta, accompagnamento a visitare luoghi sconosciuti, ritrovamento di Pokémon scomparsi. 
Leah non aveva potuto fare a meno di notare il modo con cui Chimchar aveva osservato certe missioni relative a esplorazioni di terre inesplorate: era stato uno sguardo incantato, completamente rapito, come chi si trova davanti ad un frutto proibito ma sa che non può coglierlo perché porterebbe a conseguenze inaspettate. Sapeva bene quanto Chimchar aspirasse a visitare posti che nessuno finora aveva mai calpestato, e gli aveva augurato di poter vedere il suo desiderio realizzarsi prima o poi.
Ad una cert'ora Chimecho aveva poi chiamato tutti, e insieme erano andati a mangiare. La cena era stata principalmente a base di frutta, ma Leah l’aveva trovata la cena migliore che avesse mai mangiato e si era riempita la pancia fino a scoppiare, imitata molto volentieri anche da tutti gli altri Pokémon, cosa che l’aveva fatta sorridere. Dopo il pasto si erano dati tutti la buonanotte ed erano andati ognuno nelle proprie camere. Leah aveva seguito Chimchar e Piplup nella loro, dove già era stato sistemato un giaciglio di paglia in più. 
Alla vista della stanza e dei letti, alla ragazza era venuto un groppo alla gola, e si era fermata sulla soglia.
L ’emozione era stata troppa: lei non aveva mai avuto niente di tutto quello, né un tetto sopra la testa, né un pasto come si deve, né un letto comodo dove dormire.
Non era mai stato un problema per lei e Vaporeon, entrambi avevano imparato ad arrangiarsi come potevano,
senza desiderare niente né pretendere troppo, e anche così erano stati felici.
Ora che però aveva tutto quello sotto i propri occhi si era resa conto per la prima volta in vita sua di quanto a lungo aveva bramato quelle cose senza saperlo nemmeno, e quanto avrebbe voluto che anche lei e Vaporeon avessero un posto come quello, un luogo dove poter sentirsi a casa, dove poter tornare quando volevano, dove ci fosse qualcuno ad attenderli e che gli facesse sentire il calore di una famiglia, come aveva sentito lei, a cena, quando tutti avevano mangiato, riso e scherzato insieme, generando un’atmosfera così carica di allegria che le si era scaldato il cuore. 
Aveva stretto il ciondolo e ricacciato indietro le lacrime: se quei due l’avessero vista in quello stato probabilmente si sarebbero preoccupati e l’avrebbero riempita di domande, e lei non era proprio dell’umore giusto per farlo, non in quelle condizioni.
Nessuno di loro, comunque, si era accorto di niente, e Chimchar, in uno slancio di galanteria, aveva approfittato del fatto che lei si fosse fermata all'entrata: si era posizionato al centro della stanza, si era inchinato e le aveva dato il benvenuto nella loro umile dimora, ed era riuscito a strapparle un sorriso.
Prima di coricarsi, i due ragazzi l’avevano messa al corrente sull'andamento delle giornate alla Gilda: ci si svegliava presto, e la sveglia ( a Leah si era rizzato il pelo quando glielo avevano detto) era eseguita da Loudred, che in genere irrompeva nella loro stanza urlando a pieni polmoni.
Così, invece di svegliarsi, loro finivano sempre per essere ancora più storditi di prima, e ci mettevano il doppio del tempo a riprendersi, ma per fortuna ciò non impediva loro di presentarsi puntuali alla cerimonia
del mattino.
<< Cerimonia del mattino? >> aveva chiesto Leah. I due le avevano spiegato in cosa consistesse: appena svegli, tutti i membri della Gilda si ritrovavano davanti alla stanza del Capitano,  e quando lui usciva dovevano salutarlo con il motto della Gilda. Lo insegnarono alla ragazza: 1, lavorare non fa male; 2, a chi scappa niente pappa; 3, ogni sorriso va condiviso. Dopo ciò, Chatot congedava tutti, ed ognuno andava a lavorare. Leah si era sentita entusiasta e aveva esclamato che non vedeva l’ora di incominciare.
A vederla così su di giri, Piplup e Chimcha l’avevano guardata sorpresi, al che lei aveva sbattuto le palpebre
e aveva chiesto cos' avesse detto di male. Chimchar aveva scosso la testa e aveva risposto che non aveva detto niente di sbagliato, e che semplicemente gli era sembrato che da quando erano arrivati alla Gilda lei fosse diventata sempre più sciolta e tranquilla con il passare del tempo, e che non l'avevano ancora vista così carica di energia.
Leah allora era arrossita dalla vergogna e aveva smesso di sorridere, chiedendo scusa ai due ragazzi, ma loro l'avevano rimproverata dicendole che non aveva niente di cui scusarsi, e che era un piacere vederla felice.
Leah era arrossita ancora di più e non aveva più detto una parola. Nessuno dei due aveva insistito oltre, e  Chimchar si era stiracchiato e aveva dato la buonanotte ai compagni, raccomandandogli di risposare , perchè avrebbero dovuto essere tutti in forma, l'indomani, per affrontare un'intensa giornata di lavoro. 
Piplup aveva seguito il suo esempio, e nel giro di pochi minuti entrambi avevano iniziato a ronfare alla grande. 
Leah no. Abitudine alla veglia a parte, non sarebbe riuscita a dormire lo stesso, primo perchè temeva che così avrebbe recuperato il suo vero aspetto, secondo perchè era talmente eccitata che era certa che non avrebbe preso sonno nemmeno se dieci Jigglypuff avessero usato Canto su di lei. 
Come sempre, aveva trascritto tutto quello che le era capitato dal suo arrivo a Borgo Tesoro fino a quel momento sul diario, e stavolta si era trovata con così tanto da dire che aveva finito per immaginare di scrivere una lettera a Vaporeon, in cui si era rivolta a lui come se fossero stati insieme e chiaccherassero tra di loro:
“...e insomma, ora sono in questa squadra di esplorazione con Piplup e Chimchar, e domani inizierò a lavorare con loro. Ti confesso che sono eccitatissima, non sto più nella pelle, e vorrei che fosse già mattina! E' buffo che io dica una cosa del genere, non trovi? Fino a qualche anno fa saremmo stati quasi terrorizzati  da una cosa del genere: per noi il nuovo giorno avrebbe solo significato sforzarsi di sopravvivere fino alla sera, evitare di cadere vittima di qualche trappola degli umani o cercare di non farci uccidere da qualcuno. 
Forse...forse è solo questo che abbiamo fatto finora: sopravvivere. Non lasciare che ci privassero della  nostra libertà. Impedire che ci separassero. Abbiamo passato la nostra vita a correre, a nasconderci, a lottare per la sopravvivenza. La fuga è diventata l'unica  maniera di vivere che conoscevamo. 
Ma ora è diverso: sento che comincerò un'esperienza del tutto nuova per me, e ti confesso che sono eccitata e spaventata al tempo stesso. Domani, forse, sarò il primo giorno della mia vita in cui comincerò  a vivere sul serio, a conoscere il vero significato di questa parola. Ma ho paura lo stesso, Vaporeon:  paura di quello che succederà, dell' imprevedibilità del domani, di quello che incontrerò.
Sono qui da poco, è vero, ma già questo posto mi piace tantissimo, e vorrei poterci stare senza dover essere sempre  preoccupata. So cos'è veramente a spaventarmi: il mio passato. Ho costantemente paura di dire le cose sbagliate, di fare le cose sbagliate, di rovinare tutto un'altra volta, di venire usata e tradita. 
Se non ci fossi stato tu al mio fianco, io non sarei sopravvissuta, e per questo non smetterò mai di ringraziarti, ma ora che sei lontano ho tremendamente paura: sempre, ogni istante della giornata, i miei demoni mi tormentano di continuo, ed io non ho ancora  trovato il modo per metterli a tacere. 
E’ anche per questo che hai voluto che imparassimo a essere indipendenti, vero? Perchè  imparassimo ciascuno a convivere con il proprio passato, e fare in modo  che non diventi un ostacolo per il presente. Io ti prometto che mi impegnerò per riuscirci , stringerò i denti e mi sforzerò di sorridere, sempre e comunque, ma non sarà facile. 
Di sicuro, comunque, da qui a oltranza avrò molto a cui pensare, quindi non credo che avrò il tempo di deprimermi. Noi tre qui ci muoveremo molto, penso: vedremo tanti posti, incontreremo tanta gente...che non è poi tanto diverso da quello che ho fatto finora, ma sarà comunque differente, perchè stavolta non sarò sola e non sarò protetta da qualcuno:sarò con Piplup e Chimchar, e sarò io a consigliarli e a proteggerli dai pericoli.  
Forse ti sembrerò un po' presuntuosa a pensarla in questi termini, ma è questo ciò che sento nei loro  confronti, e resterò con loro finchè questo istinto protettivo non sarà svanito. Credimi, temo che abbiano veramente bisogno di qualcuno che li guidi: Chimchar è una testa calda, impaziente e impulsivo,  non stà fermo un attimo e non riflette seriamente prima di agire; Piplup è molto più tranquillo, ma non ricorda niente del proprio passato, e so che per questo si sente molto spaesato e fuori posto. 
Con questo ti prego di non pensare che io li consideri dei perditempo fannulloni che hanno bisogno che qualcuno tenga loro la manina, per carità. Sono entrambi molto coraggiosi e di buon cuore, quello che gli manca è solo un po' di senso di responsabilità, ma sono dei tipi in gamba, te lo assicuro. 
Ciononostante, resterò con loro finchè servirà, o almeno  finchè loro decideranno di non aver più  bisogno della balia, e a quel punto penso che mi cacceranno via. Ehehe, scherzo, dai. Ti confesso che sono li invidio un po' . Anche noi l'avremmo voluto, ti ricordi? Qualcuno che ci prendesse sotto la sua ala protettiva, che si prendesse cura di noi con amore, senza abbandonarci né tradirci mai..qualcuno che ci avrebbe fatto sentire al sicuro. Cavolo, forse sto diventando melodrammatica. D'accordo che non è la prima volta che affrontiamo  questo genere di argomenti, però...il fatto è che...quando sono arrivata in questo posto ho visto ciò che non abbiamo mai avuto in tutti questi anni, e questo mi ha commosso. 
Non dico tanto per il fatto di avere  degli amici o cibo, quelli, malgrado tutto, non ci sono mancati. E' la questione di avere un posto in cui vivere e a cui tornare che mi stà a cuore. Per me un posto così  sei sempre stato tu, mi bastava averti al mio fianco per sentirmi a casa. Ora che siamo distanti, però,  sento davvero la mancanza di un punto di riferimento, e forse qui potrei davvero finire per trovarne uno,  o meglio, vivere immaginando di avercelo. 
Spero comunque di non affezionarmi troppo a questo posto,  perché sennò, quando verrà il momento di lasciarlo, non ne sarò per niente in grado, o se lo sarò,  lascerà un vuoto nel mio cuore. Questo non vuol dire che mi comporterò da dura o da menefreghista, sia ben chiaro, anche perché non è nel mio stile e non sono molto brava a fare la prepotente.
Cercherò di imparare ad aprirmi agli altri quanto basta, senza essere né troppo esuberante  né troppo chiusa. Ovviamente non resterò qui per sempre: sono un essere umano, malgrado tutto, e anche se speciale, le mie energie non sono infinite, quindi non so per quanto tempo riuscirò a restare Espeon.
Anche se non ci fosse questo problemino , io non sono fatta per restare in un unico posto troppo a lungo, sono sempre stata una ragazza curiosa, lo sai, e ho sempre desiderato   fare nuove esperienze. Forse è anche per questo che non vedo l'ora di cominciare a lavorare in  questa Gilda: qui le esplorazioni sono all'ordine del giorno, e sono certa che non avrò il tempo per annoiarmi! L'unica pecca, naturalmente, sarà dover fare attenzione per non rivelare la mia vera identità: non sono  mai rimasta trasformata così a lungo, dovrò esercitare la massima cautela.
Anche se mi sa che non  passerà molto tempo prima che qualcuno inizi a fare domande. Già  a solo sentire il mio nome  qui è stato tutto un bisbigliare e sussurrare insopportabile, oltre a occhiate per niente lusinghiere da parte di qualcuno. Sapevo cosa andavo incontro quando ho deciso di mantenere il mio nome, ma a me non è  mai piaciuto mentire e di certo non comincerò  per salvaguardare le apparenze. 
E poi c’è la questione dei miei occhi, ma per fortuna quelli oggi nessuno li ha additati, e se l'ha fatto almeno ha avuto il buon gusto di non farsi vedere. Egoisticamente spererei fosse sempre così, ho paura  che troppe domande potrebbero innervosirmi. Diciotto anni passati a tenere a distanza gli altri e ora mi ritrovo improvvisamente a far parte di una comunità, e mi sento totalmente impreparata e fuori posto, perchè non sono abituata a dialogare o a relazionarmi con gli altri, e di conseguenza mi sto ritrovando  un pochino impacciata a sostenere delle conversazioni come si deve. 
Probabilmente a questo punto potresti pensare “ Ma sei in mezzo a dei Pokémon, con noi non hai mai avuto problemi di questo tipo”, e avresti  anche ragione, il problema è che con quelli che abbiamo incontrato finora le conversazioni ruotavano tutte  ad argomenti semplici come giocare, vivere nel bosco, proteggersi dai nemici e cose così: questi qui  invece...oddio,mi viene il disgusto a concepire una cosa del genere, ma.....sono molto...li trovo molto più.... umani, o civilizzati che dirsi voglia , di qualsiasi altro Pokémon che ho visto. 
E' rivoltante fare questo paragone, lo so, ma è l'unico che mi è venuto in mente, quindi per favore non prendertela con me!  A parte tutto...ammetto che nascondere a questi Pokémon che sono un'umana getta una piccola ombra  sulla mia fedina penale, ma in fondo non ho ancora affermato di essere un Espeon quindi per il momento non ho ancora ingannato ufficialmente nessuno, e mi basterà non alimentare troppo questa cosa per essere in pace con me stessa.” 

Qui si era fermata un attimo e aveva preso un respiro profondo, lottando contro la tristezza improvvisa che l'aveva assalita mano a mano che scriveva quelle parole.
”Vorrei tanto che tu fossi qui con me: mi manchi da morire, e non sai quanto vorrei condividere con te ciò che ho vissuto oggi. Ti piacerebbe molto questo posto: un villaggio di soli Pokémon, in cui gli esseri  umani esistono forse solo nelle favole per bambini, e in cui i Pokémon possono vivere felici e senza preoccupazioni. Il posto che abbiamo sempre sognato, insomma. Ed io come al solito sono qui a odiare il mio destino: se mi è stato fatto il dono di grandi poteri che mi permettono anche di poter parlare con quelli come voi, allora perchè non lo sono nata direttamente anch'io? 
Aggiungi anche il fatto che sono molto  più vicina ai Pokémon che agli umani e che solo quando mi trasformo in Espeon mi sento veramente me stessa  e siamo a posto! Comincio a pensare che non riuscirò mai ad essere veramente felice Vaporeon, ed è in momenti come questi che ti odio, perchè non ci sei. 
Mi manchi da morire, e in questo preciso istante vorrei poter essere con te, sdraiata al chiaro di luna a chiaccherare, a ridere e a scherzare. Ogni giorno non riesco a non pensare al vuoto che la tua partenza ha lasciato dentro di me. 
Vorrei poterti parlare, invece di scriverti come sto facendo adesso. Vorrei poterti abbracciare, accarezzare, stringerti forte a me e sentirmi al sicuro, come quando di notte mi svegliavo da un brutto sogno e tu prima mi prendevi in giro dandomi della fifona, ma poi mi salivi sulle spalle e vegliavi su di me finchè non mi  calmavo e riprendevo sonno.
Averti nel mio cuore non mi basta già più: ti vorrei qui con me, più di ogni  altra cosa. Si, ancora più di Braven. Di che ti stupisci, scusa? Va bene, malgrado il suo abbandono mi bruci ancora,  i miei sentimenti per lui sono sempre forti, però... non lo conosco come conosco te. 
Non ho vissuto e respirato con lui come con te, e non oserei mai, MAI, mettere ciò che provo per Braven allo stesso livello di ciò che tu sei per me, perchè non esiste paragone, nella maniera più assoluta. 
Lui era il mio maestro e lo amo, ma tu.... tu sei tutto per me, e ti voglio tanto, troppo bene. Spero di rivederti il prima possibile. Nel frattempo, vivrò intensamente quest'esperienza anche per te, e quando sarò in missione,  immaginerò di averti al mio fianco. Buonanotte. Ti voglio bene.”
 Su queste ultime parole le era caduta una piccola lacrima che aveva sbiadito un po' la scrittura, ma si era morsa le labbra e aveva messo via il diario: era stanca di piangere. 
Dopo ciò si era messa a fissare la luna piena, giocherellando di tanto in tanto con il ciondolo che portava al collo. Era ormai notte fonda, ma lei era ancora lì, ed era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse di Chimchar.
<< Non riesci a dormire? >> le chiese, stropicciandosi gli occhi. Leah si volse appena nella sua direzione, poi tornò a guardare la luna.
<< No, troppi pensieri per la testa >> disse semplicemente. Chimchar rimase un attimo lì incerto sul da farsi, e Leah, sempre senza voltarsi, si spostò e gli fece spazio sul proprio giaciglio, su cui Chimchar si sedette subito.
<< Anch'io ho la testa in subbuglio >> ammise il piccolo Pokémon arancione, dondolandosi avanti e indietro.
<< Sì, ma al contrario di me tu hai dormito come un ghiro finora, quindi non mi sembri tanto pensieroso >>
ribattè Leah. Chimchar alzò lo sguardo e la guardò imbronciato, lei ricambiò senza mutare espressione e alla fine entrambi ridacchiarono.
<< Davvero, sono serio >> disse ancora Chimchar. << Oggi sono successe talmente tante cose... abbiamo portato a termine il nostro primo vero incarico, Piplup mi ha detto che resterà, e cosa più importante abbiamo una nuova compagna nel nostro Team, di cui ho già perso il conto delle volte che ci ha tirato fuori dai guai e con cui saremmo eternamente grati! >> disse guardandola con immensa felicità. Leah arrossì e distolse lo sguardo.
<< Non serve che mi ringrazi ancora, Chimchar >>.
<< Ma io ci tengo tanto, anzi, d’ora in poi mi impegnerò il doppio per riuscire a  ripagarti!>>.Leah fece un sorriso amaro.
<< Vi siete già sdebitati facendomi entrare nella vostra squadra, ed è più che sufficiente per me >>.
<< Quello non conta affatto, anzi, non è minimamente confrontabile!!! >> esclamò Chimchar agitando le braccia. Leah gli mise la coda sulla bocca e gli fece cenno di fare silenzio, indicando Piplup con un cenno del capo. Chimchar arrossì  e si abbracciò le ginocchia.
<< Dicevo…farti entrare nel nostro gruppo non era il modo con cui avevamo pensato di ripagarti, era solo un favore che volevamo chiederti….un po’ egoistico da parte nostra, lo ammetto, però… >>
<< Se ti può consolare allora siamo in tre ad essere stati egoisti, perché io ho egoisticamente sperato che voi mi chiedeste una cosa del genere >> lo interruppe Leah.
<< Davvero?! >>
<< Davvero >> rispose, poi si guardarono negli occhi e ridacchiarono ancora.
<< Senti, Leah… >> aggiunse poi Chimchar.
<< Sì? >>
<< Posso farti una domanda? >>
<< Dimmi pure >>. Chimchar si tormentò le mani, riflettendo qualche secondo.
<< Ti va di dirmi…cos'è quello? >> disse infine, indicando il petto della ragazza. Lei abbassò lo sguardo e capì che stava accennando al suo ciondolo.
<< E’ tutto il giorno che me lo chiedo: ti ho vista più volte stringerlo, specialmente quando ci hai raccontato di te. Ogni volta che lo hai fatto mi sei sembrata molto triste, per cui mi sono chiesto se avesse un qualche significato particolare per te >>. Leah non rispose e strinse forte la pietra , così tanto  che si ferì il palmo. Chimchar si accorse del suo turbamento e  cominciò subito a scusarsi frettolosamente, agitando  le braccia.
<< Scusascusa, non volevo, non importa se non ne vuoi parlare, ero solo curioso, non pensavo, non volevo turbarti in  questo modo, mi dispiace, io…. >>, ma di nuovo Leah  gli tappò la bocca, solo che stavolta non lo guardò nemmeno. Lo lasciò andare solo dopo qualche secondo, lasciando cadere lentamente la zampa a terra.
Chimchar, che si era immobilizzato già quando lei lo aveva zittito, non fu più in grado di muovere  un singolo muscolo quando vide Leah intristirsi improvvisamente.
Si diede dello stupido per essere stato tanto sfrontato nei suoi confronti, e meditò di farsi picchiare da lei 
finchè non lo avesse ritenuto sufficiente, ma Leah alzò lo sguardo e lo guardò con un sorriso triste.
<< Non sei stato inopportuno, stai tranquillo >> lo rassicurò, addolcendo la sua espressione.
Chimchar la osservò imbambolato come un idiota, e solo quando si rese conto di essere rimasto a bocca aperta scosse furiosamente la testa e si schiaffeggiò le guance.
<< Leah...>> disse pianissimo. << Se non vuoi dirmelo non importa, lascerò perdere, promesso... >>. Lei sorrise ancora, e al piccolo Pokémon si bloccò il respiro.
<< Non ho problemi, davvero. Solo... è la prima volta che ne parlo con qualcuno >>.
<< Ah, d'accordo...>> disse Chimchar. Leah rovesciò la testa all'indietro e contemplò il soffitto, poi la riabbassò di colpo e guardò il compagno.
<< Ti chiedo solo di essere discreto e di non fare commenti a sproposito. Pensi di riuscirci? >>. Per tutta risposta, Chimchar si sistemò meglio sul giaciglio, senza staccare gli occhi dalla ragazza. Lei prese un bel respiro e disse:
<< E' un ricordo di mio fratello >>. Chimchar sbattè le palpebre.
<< Hai un fratello? >>
<< Si, di poco più giovane di me. Si chiama Vaporeon, ed è....il miglior fratello che si possa desiderare...    >> disse Leah malinconica.
<< Gli è successo qualcosa? >> chiese Chimchar impaziente, poi però si tappò la bocca con entrambe le mani e arrossì per la vergogna. Leah lo guardò stupita, e a sorpresa si mise a ridacchiare.Chimchar la guardò come se fosse pazza.
<< Allora è questo che stavi pensando? >> disse lei dopo essersi calmata. Chimchar, confuso, fece debolmente cenno di si. Leah ridacchiò ancora.
<< Hai frainteso, Chimchar. Non gli è accaduto niente, stai tranquillo. E' solo... troppo lontano >>. Di nuovo Chimchar sbattè le palpebre perplesso. Leah allora si voltò completamente verso di lui e lo guardò negli occhi.
<< E' un po’ lunga da spiegare. Per favore, se proprio vuoi sapere tutto cerca di non dire niente fino alla fine, va bene? >>. Altro debole cenno di assenso.
<< Per la verità…io e Vaporeon non siamo veramente fratelli, però….è sempre stato come se lo fossimo. Ci siamo conosciuti che eravamo appena due bambini: eravamo entrambi soli al mondo, ma solo io ero quella spaventata e insicura. Lui…è comparso un giorno dal nulla, e da allora siamo sempre rimasti insieme.
Ci siamo presi cura l’uno dell’altro, non ci siamo mai separati. Vaporeon era…la mia fonte quotidiana di risate,
capace di farmi tornare il sorriso anche se ero dell’umore più nero; il mio straordinario confidente a cui potevo
dire tutto senza timore di venire incompresa; la mia roccia, il mio sostegno. 
Se diventavo triste lui faceva di tutto per tirarmi su di morale, se piangevo mi abbracciava e mi consolava subito. Si è preso cura di me come non ha mai fatto nessun altro. 
Senza di lui…..io ora non sarei qui. Lui….è tutto, per me: la mia casa, la mia famiglia, il mio mondo, il posto a cui appartengo e a cui voglio tornare. Io non potrei amarlo di più se fossimo veramente fratelli >> raccontò la ragazza, ritornando però triste. Chimchar si accorse che gli occhi le erano diventati lucidi, e senza pensare si alzò e l’abbracciò. Leah rimase stupita , ma prima che potesse dire qualcosa, lui sembrò riacquistare consapevolezza all'improvviso, e si staccò di colpo, allontanandosi e dandole le spalle.
Leah sbattè le palpebre sorpresa, gli si avvicinò e abbassò il musetto a livello del volto di Chimchar per guardarlo negli occhi, ma lui arrossì e cambiò nuovamente posizione, prendendosi la testa tra le mani. La ragazza allora sorrise e gli prese delicatamente il viso, obbligandolo a girarsi.
<< Chimchar… >>
<< Mi dispiace, scusa, non so cosa mi è preso! >> si giustificò lui cercando di divincolarsi. Leah gli prese il volto con entrambe le zampe e lo spinse a guardarla negli occhi.
<< E’ stato perché mi hai vista triste, vero? >>. Chimchar diventò rosso come un pomodoro ma fece cenno di sì. Leah gli sorrise dolcemente e gli accarezzò la guancia.
<< Sei stato molto carino, Chimchar. Grazie >>. Lui non rispose, ma diventò ancora più rosso di prima, e si poterono udire perfettamente i battiti impazziti del suo cuore. La ragazza lo lasciò andare e si rimise seduta, subito imitata da Chimchar, che però restò a distanza a lei.
<< E’….è lui che intendevi oggi, quando ci hai detto che esisteva una sola persona al mondo di cui tu ti fidi
ciecamente? >> chiese, dopo qualche istante di silenzio imbarazzante.
<< Si >> rispose lei. << L’unico in cui abbia riposto fiducia e che non mi ha mai tradito… >>. Il Pokémon di Fuoco tenne lo sguardo basso e dondolò i piedi davanti a sé.
<< Quello te l’ha regalato lui? >> chiese poi.
<< Più o meno: una volta, quando eravamo bambini, abbiamo trovato questo sasso per caso, o meglio, Vaporeon lo ha trovato, e subito l'ha spezzato a metà: lui ha tenuto una parte e io l'altra, così, anche se in futuro fossimo stati lontani, guardando queste pietre avremmo immaginato di essere ancora vicini l'uno all'altro, e che in realtà non saremmo mai stati da soli >>. Mentre parlava, Leah guardò ancora la pietra e sospirò: era la prima volta che parlava ad uno sconosciuto del significato nascosto di quel ciondolo, e anche se sentiva un certo pudore nel farlo, non avrebbe saputo dire se quello che stava facendo era giusto o sbagliato.
Aveva ancora paura ad aprirsi, nonostante tutto, e dopo una vita passata nella diffidenza era cert ache ci avrebbe messo molto tempo per riuscire a cambiare il suo modo di fare . 
Confidarsi con Chimchar era già stato un passo avanti, ma ad ogni modo avrebbe continuato a essere prudente e a non lasciarsi andare completamente. Chimchar giocherellò distrattamente con un filo di paglia.
<< Ma....se siete così uniti, come mai lui non è qui? >> chiese, timidamente.
<< Qualche mese fa è saltato fuori con una proposta: che entrambi intraprendessimo un viaggio in giro per il mondo...da soli >>.
<< Cioè, tu senza di lui e lui senza di te? >>
<< Esatto >>.
<< Ma...perchè? >>
<< Perchè non potevamo continuare a vivere affidandoci continuamente a qualcun' altro per andare avanti, ed era meglio che entrambi imparassimo a cavarcela da soli, a diventare autonomi, per così dire >>.
<< Lui si era stufato di te? >>
<< No >> disse Leah, scuotendo la testa ma sorridendo. << Avrebbe continuato più che volentieri a stare con me, ma per il nostro bene era importante cominciare questo tipo di esperienza.  Questo non vuol dire che il nostro rapporto si sia incrinato o sia finito, anzi: ora che è lontano, io lo sento più vicino che mai. E quando guardo questa pietra... riesco a vederlo al mio fianco, e non mi sento sola >> disse, guardando il ciondolo con infinita dolcezza. Chimchar la guardò ammirato, poi abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia.
<< Sei davvero fortunata ad avere un amico così >>.
<< Si, lo so. Non è passato giorno senza che io abbia ringraziato il cielo per l'incredibile fortuna che mi è capitata >>.
<< Io ho sempre sognato di avere un fratello maggiore.... >> disse Chimchar, quasi soprappensiero.
Leah sorrise e tornò a guardare la luna. Ad un certo punto, Chimchar si alzò in piedi e si volse verso di lei.
<< Leah >> disse serio. << Sono contento che tu ti sia aperta così con me. Perciò... ho deciso di fare altrettanto, e di rivelarti un mio segreto >> annunciò con decisione.
<< Ma... >> cercò di protestare la ragazza. << Chimchar, non serve, non... >>
<< Infatti non serve, ma lo voglio io >> disse l'altro in un tono che non ammetteva repliche. Leah lo guardò sbigottita, ma alla fine si arrese, e allargò le braccia come a dire” Fa come ti pare, tanto è lo stesso”. Chimchar allora si tolse il ciondolo che portava al collo e solo allora Leah si rese conto che da quando erano arrivati alla Gilda Chimchar lo aveva tenuto voltato, in modo che la facciata con quel simbolo strano non si notasse.
<< Non voglio che gli altri lo vedano >> disse Chimchar, notando il suo sguardo interrogativo.
<< Potrebbero iniziare a fare domande, o potrebbero addirittura portarmelo via, e questo non potrei mai accettarlo >> e lo tese alla ragazza. Lei lo prese con estrema delicatezza, come se fosse stato fragilissimo, e sfiorò l'incisione riportata sopra: al centro di quel piccolo sasso c'erano disegnati una serie di piccoli cerchi concentrici, da cui partivano quelli che sembravano quattro piccoli riccioli e una serie di coroncine sovrapposte l'una sull'altra. Leah lo osservò affascinata.
<< Questo è il mio Frammento Antico. E' il mio tesoro personale >> spiegò Chimchar guardando il ciondolo
con una certa apprensione. Leah capì il suo disagio e glielo restituì.
<< E' molto importante per te, vero? >>
<< Si. E' il mio punto di partenza, il motivo per cui desidero diventare un esploratore. L'ho trovato per caso un giorno e da allora il mio scopo nella vita è diventato quello di riuscire a capire quale segreto si nasconde dietro a questo disegno. Ma... non avevo il coraggio di chiedere alla Gilda se potevano accettarmi come apprendista. Poi però ho incontrato Piplup, e..... ok, forse sono stato arrogante e l'ho trascinato con me anche se lui non era d'accordo, però... è grazie a lui se sono riuscito a farmi prendere dalla Gilda, quindi gli devo molto... >> disse, guardando verso il compagno addormentato con profonda riconoscenza. Leah lo guardò con dolcezza, poi però le venne un dubbio.
<< Ti è già successo? Cioè: è già capitato che qualcuno abbia provato a portarti via quel sasso? >>. Chimchar si incupì di colpo e abbassò lo sguardo, e Leah lo vide stringere forte il ciondolo.
<< Sì...è già successo >> disse piano. Leah si fece più vicina.
<< Poco dopo aver incontrato Piplup....anzi no, lo stesso identico giorno, due furfanti ci hanno aggredito e me l'hanno strappato dalle mani. Io e Piplup li abbiamo inseguiti e solo dopo un duro combattimento lo abbiamo recuperato. Da allora preferisco tenere nascosta quest'incisione, perchè non voglio che qualcun'altro se ne interessi e me lo porti via.... >> disse stringendolo con entrambi le mani.
<< Ti capisco benissimo >> disse Leah. << Io tengo a questa pietra più che alla mia stessa vita. Se me la portassero via... penso che impazzirei. Immagino sia lo stesso anche per te >>. Chimchar annuì, cullando il suo piccolo tesoro tra le mani come se fosse un cucciolo.
<< Però, Chimchar... >> fece la ragazza, ancora dubbiosa. << Oggi, quando vi ho incontrato, quell'incisione era lì in bella mostra. Come mai...? >>
<< Uno degli attacchi di Shiftry me lo aveva fatto cadere per terra, ed io l' ho recuperato, ma ho dimenticato di voltarlo. Solo quando siamo tornati alla Gilda mi sono reso conto che non era nascosto, e meno male che il Team Ventagliente non lo ha notato >>.
<< Già, mi sono sembrati dei tizi più interessati agli affari che al resto.Sicuro che siano una squadra d'esplorazione?>>
<< Penso di sì, ma io li conosco a malapena: li ho visti solo una volta durante uno dei miei numerosi tentativi di entrare alla Gilda. Erano appena stati banditi e minacciati di non farsi più vedere >>.
<< Forse si sono fatti prendere troppo dalla sete di potere... >>
<< Boh, può darsi >> disse Chimchar, dopodichè tacquero per qualche istante. Leah agitò la coda con fare
distratto, lo sguardo perso nel vuoto.
 << Chimchar....perchè hai voluto dirmelo? >> osò chiedere, infine, senza però guardarlo negli occhi. Chimchar, al contrario, si volse verso di lei e si portò la mano con il ciondolo all'altezza del cuore.
<< Perchè ora siamo una squadra, e tra compagni di squadra ci si deve fidare l’uno dell’altro. Io non voglio avere segreti per te e Piplup, e vorrei che anche per voi fosse lo stesso. Leah, >> aggiunse, prendendole una zampa << qualunque cosa succeda, voglio che tu sappia fin da ora che potrai sempre contare su di me. 
Io non tradirò la tua fiducia, quindi ti prego di non avere esitazioni a confidarti con me, perchè io sarò sempre pronto a darti una mano >>. Leah guardò il Pokémon negli occhi e li vide animati da una strana fiamma. 
Oltre a questo vi lesse anche sincerità, una sincerità che fino a quel momento aveva visto solo in pochissimi sguardi. E si sentì un mostro. Perchè Chimchar aveva iniziato a fidarsi di lei già da quando li aveva salvati la prima volta, anche se era una completa estranea, cosa che le aveva dato fastidio e l'aveva portata a giudicare Chimchar ingenuo e superficiale.
Ora però Chimchar aveva deciso di condividere con lei qualcosa a cui teneva tantissimo, dando prova di una
maturità che Leah non gli avrebbe mai attribuito, motivo per cui ora lei si sentiva tremendamente in colpa due,
no, tre volte. Primo perchè era stata presuntuosa a giudicare il carattere di Chimchar, secondo perchè lui aveva condiviso con lei un segreto probabilmente noto solo a lei e a Piplup, terzo perchè le aveva chiesto di non aver paura a fidarsi di lui, perchè non l'avrebbe mai tradita. 
Si sentiva meschina proprio perchè sapeva che non sarebbe riuscita ad essere completamente sincera con loro, anche perchè solo il fatto che credevano che fosse un Pokémon era  già una menzogna, ma lei non poteva dirgli la verità, non poteva assolutamente farlo.
E ora si era incastrata con le proprie mani, perchè se per caso avessero scoperto la verità, prima le avrebbero dato della bugiarda perchè aveva mentito sulla propria identità, e poi si sarebbero arrabbiati perchè non li aveva ritenuti degni di fiducia se gli aveva nascosto una cosa così.
Le vennero gli occhi lucidi e si voltò dall'altra parte per non farsi vedere in lacrime. Era stato tutto troppo improvviso per lei: dopo aver trascorso la propria esistenza quasi costantemente nell'ombra, senza la possibilità di fidarsi veramente di qualcuno, ora di colpo un Pokémon, un completo sconosciuto le stava offrendo, no, giurando la propria fiducia, e lei non era pronta a questo, non si era mai fidata di nessun altro all'infuori di Vaporeon, e questo la terrorizzava, perchè aveva paura di finire di nuovo per soffrire, come le era sempre accaduto, e perchè non poteva dargli veramente fiducia: anche con tutta la buona volontà possibile, infatti, avrebbe sempre avuto qualcosa da nascondere, e questo la faceva sentire male, le impediva addirittura di respirare come si deve.
Chimchar se ne accorse e le mise una mano sulla spalla per chiederle cosa non andasse, ma lei si voltò e l'abbracciò stretto, poi scoppiò a piangere. Chimchar rimase paralizzato dallo stupore e con le braccia a mezz'aria, ma poco a poco capì il motivo del suo turbamento e ricambiò l'abbraccio, seppur più rigidamente e arrossendo come un pomodoro .
<< Andrà tutto bene, Leah >> le disse un po' impacciato. << Non c'e' fretta, prenditi tutto il tempo che ti serve. Ma vedrai che....riusciremo a farti ritrovare la fiducia nelle persone, te lo prometto >>.
A quel punto Leah sollevò lo sguardo, e tra le lacrime sorrise. Chimchar ricambiò, così rosso in volto che gli si sarebbe potuto vedere il fumo uscire dalle orecchie.
<< B-eh, ecco… >> disse dopo un po’, guardando per terra. << Insomma, credo che ora sia il caso di riposare… non vogliamo arrivare al lavoro come tre zombie resuscitati, vero? >> chiese impacciato come non mai, dandole dei colpetti maldestri sulla spalla. Leah si asciugò le lacrime e annuì, ed ognuno di loro ,si accovacciò sul rispettivo giaciglio. Prima di addormentarsi, Chimchar sentì ancora la voce di Leah.
<< Chimchar…. >>
<< Sì? >>
<< Grazie >>. Il piccolo Pokémon dovette fare uno sforzo considerevole per non voltarsi di nuovo a
guardarla, e si rannicchiò più che potè sulla paglia, abbracciandosi anche le ginocchia per non  cedere alla tentazione di alzarsi. Per qualche strano motivo, però, non gli riuscì più di addormentarsi, e continuò ad agitarsi inquieto, passando di continuo da una posizione all'altra, lottando contro sé stesso per non non guardare verso Leah. 
Quella ragazza lo aveva completamente conquistato: già da quando gli aveva fatto quei discorsi o quando li aveva guidati durante i vari combattimenti affrontati aveva iniziato ad ammirarla; ora poi che lei gli aveva raccontato quanto dura era stata la sua vita, lui l’ammirava ancora di più, perché, malgrado tutto, andava avanti con il sorriso sulle labbra, e si era dimostrata una ragazza coraggiosa e tenace.
Adesso che faceva anche parte del gruppo, Chimchar aveva capito che avrebbe tanto voluto diventare come lei, un giorno: forte, sicuro di sé e coraggioso.Si ripromise che da quel momento in poi, durante ogni sua azione, Leah sarebbe stata il suo modello, e che si sarebbe impegnato al massimo per essere alla sua altezza. 
Si addormentò improvvisamente nel bel mezzo dell’ennesimo cambio di posizione, come se avesse esaurito di colpo le forze. Mentre perdeva coscienza però ebbe come l’impressione di sentire una voce dolcissima che cantava una ninna-nanna, ma non riuscì a chiedersi se fosse un sogno o meno, perché cadde subito in un sonno profondo,stringendo tra le mani il suo piccolo tesoro come se fosse un talismano che avrebbe scacciato i brutti sogni.
Sopra di lui, Leah lo guardò con dolcezza. Forse non era stato proprio corretto usare i suoi poteri in quel modo, ma lo aveva fatto per una buona causa, quindi non era il caso di pensarci troppo su.
Delicatamente accarezzò il volto di Chimchar: era così sereno che le suscitò un moto di tenerezza.Guardò anche Piplup e sorrise: da addormentati quei due sembravano due cuccioli indifesi, e lei sentiva il proprio affetto per loro crescere ogni secondo di più. Guardò ancora la luna e poi strinse forte il suo ciondolo: su quello che aveva di più caro al mondo giurò che avrebbe protetto quei due a qualunque costo, e sperò davvero, nel frattempo, di riuscire anche a imparare a fidarsi di loro e degli altri.
Prima, però, forse avrebbe dovuto imparare a fidarsi di sé stessa.

 
Il mattino dopo, alle prime luci dell’alba , Leah era di nuovo affacciata alla finestra, nella speranza di riuscire a vedere l’alba anche da lì, quando dei passi pesanti rimbombarono sul pavimento. Immediatamente si ricordò di quello che le avevano detto i ragazzi e si precipitò sulla soglia, giusto in tempo per impedire a Loudred di fracassare i timpani a chicchessia con la sua voce tonante. Per la verità, appena lui la vide, si arrestò in mezzo al corridoio con le braccia spalancate e le guance gonfie, di sicuro già in procinto di cacciar fuori un urlo, che però diventò solo un lungo sbuffo attraverso le labbra quando si vide apparire Leah davanti agli occhi, sveglia e pimpante come non mai.
<< Buongiorno >> fece lei, salutandolo con un sorriso. Loudred sbattè le palpebre un paio di volte, guardando la ragazza come se avesse appena visto un fantasma, e forse, per lui era proprio così, visto e considerato che non era abituato a vedere un apprendista già sveglio e fresco come una rosa  e che rendesse il suo lavoro di addetto alla sveglia inutile. 
Per di più era uno degli ultimi arrivati, e la sua esperienza gli aveva insegnato che erano proprio questi ultimi quelli più indisciplinati di tutti e che più degli atri avevano bisogno di essere messi in riga. 
Questa ragazza però non sembrava una scavezzacollo, e la cosa lo lasciava abbastanza perplesso.
Leah si grattò la testa, imbarazzata dallo sguardo fisso di lui, poi scelse di liberare entrambi da quella situazione e disse:
<< Mi avevano avvertito che ci avresti svegliato tu, ma io in genere mi alzo abbastanza presto, quindi se vuoi
a quei due ci posso pensare io >>. Loudred continuò a guardarla senza dire niente. Leah non aspettò la sua risposta e tornò in camera. Di sfuggita vide Loudred allontanarsi strisciando i piedi per terra, e sperò tanto di non averlo offeso.
Scosse la testa e si chinò sui due ragazzi, scuotendoli delicatamente.
Piplup fu il primo a svegliarsi, e appena vide Leah le diede un “buongiorno” piuttosto  assonnato. Svegliare Chimchar invece risultò impossibile, e la ragazza si chiese se non avesse esagerato, la sera prima , nell'usare i propri poteri.
Dopo averlo scosso più e più volte, Piplup perse la pazienza e si preparò a colpirlo con il suo nuovo Bollaraggio, ma Leah scosse la testa e gli fece cenno, invece, di avvicinare il volto a quello di Chimchar, cosa che fece anche lei, dopodichè inviò un messaggio telepatico a Chimchar.
Questi finalmente mugolò e aprì gli occhi svogliatamente, ma quando si ritrovò quei due a pochi centimetri dal viso, urlò e saltò in aria, e per lo spavento arretrò velocemente verso il muro, solo che fu troppo impulsivo e sbattè la testa.
Imprecando sottovoce si massaggiò il capo, mentre Leah e Piplup se la ridevano sotto i baffi.
<< Non siete affatto spiritosi, voi due!! >> gli urlò contro, agitando furioso un pugno.
<< Eeh, come ti scaldi...raffredda i tuoi bollori, Chimchar >> disse Leah, continuando però a ridere. Chimchar diventò rosso dalla rabbia, ma invece di esplodere trattenne a lungo il fiato finchè la faccia non gli divenne blu, e solo allora lasciò andare tutta l'aria accumulata, respirando affannosamente.
A quel punto inspirò profondamente alzando lentamente le braccia al cielo, poi le abbassò ed espirò.
<< Ok. Ok, ora sono calmo >> disse dandosi delle pacche sul petto.
<< Bene >> disse Leah e quel punto scoppiarono a ridere tutti e tre, così tanto che si rotolarono sul pavimento e iniziarono a lacrimare, senza più riuscire a smettere.
<< Ok, siamo seri ora >> disse poi Leah asciugandosi gli occhi e cercando di darsi un contegno, ma continuando lo stesso a ridacchiare. Anche agli altri due ci volle un po' per riprendersi.
<< Chimchar scusaci, ma non riuscivamo a svegliarti >> disse la ragazza, avvicinandosi.
<< E ringrazia che Leah mi abbia fermato in tempo, altrimenti ti avrei svegliato a modo mio >> disse Piplup, tra il minaccioso e il divertito. Chimchar rise nervoso e si portò una mano sulla testa.
<< Bè, l'alternativa era richiamare qui il tenore con gli ultrasuoni, ma ho pensato che sarebbe stato meno doloroso farti quella “sorpresa” >> disse Leah, strizzandogli l'occhio. Chimchar borbottò qualcosa e si massaggiò lì dove la sua testa si era scontrata con il muro, poi però ebbe come una folgorazione e si guardò intorno disorientato.
<< Non è arrivato Loudred a svegliarci?! >> disse come se gli avessero chiesto se sapesse sputare acqua.
<< No: l'ho visto sulla soglia e gli ho impedito di assordarci tutti, e temo anche che ci sia rimasto male.... >> disse Leah, agitando la coda.
<< Naa, non credo. Comunque sia, ti sono grato, almeno stamattina eviteremo di lavorare con il mal di testa. Andiamo ora, o faremo tardi >> disse Chimchar, e si avviò. Leah e Piplup si scambiarono uno sguardo di intesa.
<< Mai pensato di incatenarlo alla parete? >> chiese Leah.
<< Temo che non basterebbe >> sospirò Piplup, e  lasciarono la stanza.

 Arrivarono che gli altri apprendisti erano già schierati davanti alla stanza di Wigglytuff . Al loro ingresso si voltarono tutti nella loro direzione, e Leah, per nascondere l'imbarazzo, sorrise e diede il buongiorno a tutti.
Qualcuno, come Chimecho e Sunflora, rispose al saluto e sorrise a sua volta, qualcun'altro volse lo sguardo altrove ma arrossì, altri fecero un debole cenno nella sua direzione. Chatot sbuffò impaziente e si schiarì la voce, chiaro invito a lasciar perdere certi convenevoli e a concentrarsi invece su quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
I tre presero posto insieme agli altri, e proprio in quel momento uscì Wigglytuff.
<< Buongiorno Capitano, la Gilda è qui al completo >> disse Chatot con tono solenne.
<< Ronf....zzz... >> fu la risposta del Pokémon che, sebbene avesse gli occhi aperti, evidentemente stava ancora dormendo. Tra gli apprendisti si diffuse subito un vociare conciso.
<< Hai visto che roba? >>
<< Non si smentisce mai ! >>
<< Ohibò, sta dormendo ad occhi aperti >>. Leah si trattenne dal commentare, anche se era molto stupita. Non volendo incrociò lo sguardo di Piplup e Chimchar, e tutti e tre si scambiarono sorrisi furbetti, che si sarebbero trasformati in risolini se Chatot non avesse di nuovo preso parola.
<< Grazie Capitano, la ringraziamo per le sue...ehm...sagge parole >>. Leah dovette mordersi la lingua per restare zitta, e anche Chimchar si premette le mani sulla bocca per soffocare le risate.
<< Ok, Gilda >> disse Chatot, rivolgendosi agli apprendisti. << Recitiamo tutti insieme il motto della Gilda! >>.
Tutti gonfiarono il petto e dissero a gran voce:
<< UNO! LAVORARE NON FA MALE! DUE!  A CHI SCAPPA NIENTE PAPPA! TRE! OGNI SORRISO VA CONDIVISO! >>. Leah partecipò a quell'inno con grande entusiasmo, e anche Chimchar ci mise tutto sé stesso. Piplup fu il più calmo dei tre ma comunque molto partecipe.
<< Ok, Pokémon, è ora di lavorare >> annunciò poi Chatot.
<< Sìììì !!!!!! >> esclamarono tutti, poi ognuno si diresse ai propri doveri. Leah e compagni non fecero in tempo a muovere un passo che subito Chatot li richiamò spazientito.
<< Sempre con lo sguardo perso, voialtri. Beh, venite con me >>. Lo seguirono su per la scala fino al primo piano della Gilda (in tutto la Gilda era composta da due piani: il primo, dove c’erano le bacheche con gli annunci delle missioni, e il secondo, dove c’erano gli alloggi dei membri e la mensa), e Chatot si diresse verso la bacheca posta nel lato est della stanza, ma prima di cominciare si rivolse a Leah.
<< So che sei appena arrivata, ma mi piacerebbe sapere se hai mai partecipato a missioni o risolto situazioni particolarmente difficili >>.
<< Beh… >> rispose lei, grattandosi la testa e gettando uno sguardo soprappensiero ai suoi amici. Chatot sbuffò:
<< A parte quando hai aiutato loro, intendo! >>
<< Eh? Ah…sì. Sì, mi sono trovata spesso in situazioni difficili, ma me la sono sempre cavata >> rispose in modo evasivo Leah. Chatot sembrò soddisfatto, e finalmente iniziò a spiegare loro il compito che voleva affidargli.
<< Ora sceglieremo una delle missioni affisse su questa bacheca >>. Chimchar sbattè le palpebre confuso.
<< Di solito ci affidi le missioni dell’altra bacheca: qual è la differenza tra le due? >>
<< Guardate meglio >>. I tre ragazzi fissarono gli annunci con più attenzione, e notarono che su tutti spiccava l'immagine di un Pokémon.
<< Oh, ci sono così tanti Pokémon diversi. Sono forse esploratori famosi? >> chiese Chimchar incantato.
<< Chimchar... >> fece Leah, ma Chatot la precedette.
<< Non credo proprio. In realtà questi Pokémon....sono dei ricercati >>.
<< Eh?!?! >> esclamarono Piplup e Chimchar all'unisono. Leah invece fece una smorfia: a lei era bastato vedere l'annuncio di alta ricompensa per indovinare subito la natura di quegli individui.
<< Sono tutti dei tipi loschi. E sono ricercati perchè hanno commesso dei crimini >> continuò Chatot come se niente fosse. La ragazza fissò la bacheca a bocca aperta: era vero che da quando era arrivata a Borgo Tesoro non aveva mai smesso di sorprendersi, ma addirittura sentire che esistevano dei Pokémon capaci di commettere atti così atroci da finire su una bacheca di criminali con tanto di lauta ricompensa in caso di cattura era assolutamente incredibile per lei, se non inimmaginabile.
In cuor suo sperò che i crimini commessi da quei furfanti si limitassero a furti di bassa o media scala: pensare che persino i Pokémon, quelle fantastiche creature che lei amava così tanto, potessero arrivare allo stesso livello di quei terribili umani
da cui lei scappava da una vita la riempiva di disgusto, e la faceva rabbrividire.
Strinse la zampa a pugno e si morse le labbra per il nervoso, ma nessuno notò niente, anche perchè Chimchar sembrava spaventato quanto lei, anche se non per lo stesso motivo.
<< T-Tipi loschi, hai detto? >> balbettò.
<< Esatto >> rispose Chatot. << C'è una taglia sulla testa di ognuno di loro. In altre parole, se ne catturate uno, avrete diritto ad una ricompensa. Ultimamente sono spuntati così tanti Pokémon aggressivi che è diventato difficile tenerli a bada >>.
<< E' a causa della distorsione nel Tempo, vero? >> disse Leah.
<< Sì >> rispose Chatot, ma non riuscì a spiegare ulteriori dettagli alla ragazza, perchè Chimchar si intromise tra di loro molto bruscamente.
<< A-Aspetta un attimo, Chatot! T-Tu vuoi che andiamo a catturare dei veri criminali?! E' impossibile! >>
<< Eheh! Non preoccuparti. Ci sono tanti tipi diversi di criminali: alcuni sono cattivi fino al midollo... ma ce ne sono altri che sono solamente ladruncoli da strapazzo. Ce n'è per tutti i gusti, quindi sono certo che troveremo una missione che non richieda la cattura di un Pokémon pericoloso. Ok, >> disse, battendo le ali << ora date un'occhiata a questi annunci, poi sceglieremo un criminale che sembra abbastanza innocuo >>. I tre ragazzi si misero a scrutare attentamente i manifesti: c'erano davvero tanti
avvisi di Pokémon fuorilegge appesi lì, non era per niente facile prendere una decisione. 
Leah pensò che fosse meglio, almeno per il momento, puntare a qualcuno di poco pericoloso, perciò si mise a cercare annunci che promettevano una ricompensa bassa, certa che più bassa fosse stata la taglia, meno pericoloso sarebbe stato il criminale in questione.
Con suo dispiacere, però, ce n'erano pochissimi  così, e la cosa le mise addosso una certa angoscia. Non era tanto perchè aveva paura, più che altro era perché non riusciva a credere che ci fossero così tanti criminali da quelle parti. Chimchar e Piplup erano altrettanto dubbiosi sulla scelta da fare.
<< Eh.... quindi, alcuni non sono molto forti... però restano sempre dei fuorilegge. Tipi del genere mi fanno paura! >> si lamentò Chimchar.
<< Dai, Chimchar, hai già avuto modo di combattere con dei Pokémon pericolosi e di uscirne vincitore, no? >> disse Leah cercando di sollevargli il morale.
<< Per te è facile essere così tranquilla >> brontolò lui. << Tu sei così forte che scommetto riusciresti a sconfiggere tutto quelli che si trovano su questa bacheca in un batter d'occhio! >>. Era davvero amareggiato, e Leah non seppe che altro dirgli. Non si sforzò nemmeno di contestare le sue parole: sapeva che non sarebbe servito a niente.
Piplup era rimasto zitto , ma Leah intuì che anche lui la pensava come Chimchar. Sospirò, ma per fortuna Chatot intervenne prima che la situazione degenerasse.
<< Lo so che può sembrare pericoloso, ma fa parte del vostro addestramento, e sono sicuro che andrà tutto bene. Però... >> disse, grattandosi il mento. I tre lo guardarono con aria interrogativa.
<< Per una missione del genere è necessario che abbiate l'equipaggiamento necessario. Chiamerò qualcuno perchè vi porti in giro per la città. Bidoof? Ehi, Bidoof!!! >>. Dal fondo della scala si udirono dei passi veloci e subito dopo Bidoof fece capolino sul piano, ansimando per la corsa.
<< Puff! Mi hai chiamato? >>
<< Oh, eccoti! Senti, sai bene che questi tre si sono uniti da poco alla Gilda. Accompagnali a comprare il necessario per una missione, per favore >> .
<< Va bene ! >> disse il Pokémon, entusiasta.
<< Bene, fate attenzione ed eseguite i suoi ordini >> disse Chatot rivolto agli altri, dopodichè scese le scale e sparì dalla vista. Leah lo guardò andare via, poi si voltò a guardare verso Biddof, che aveva iniziato a dondolarsi da una parte all'altra.
<< Oihbò, sono così contento >> disse emozionato il piccolo castoro.
<< Come mai, Bidoof? >> chiese Piplup perplesso.
<< Bè, prima che arrivaste voi ero io l'ultimo arrivato, quindi....oggi non sarò istruito io ma sarò io a istruire qualcun' altro. E'...così emozionante...oihbò, mi viene quasi da piangere! >>. Leah ridacchiò e gli mise una zampa sulla spalla.
<< Ci affidiamo nelle tue mani, Bidoof : facci strada >> disse sorridendogli. Bidoof arrossì di botto e Chimchar diede il gomito a Piplup, suggerendogli di tenersi pronto ad intervenire, perchè ancora un po’ e Bidoof avrebbe sicuramente preso fuoco. Piplup ridacchiò, ma vedendo l'espressione corrucciata di Chimchar smise immediatamente. Barcollando, Bidoof si mise alla base della scala, ma prima di andare chiese loro:
<< Voi due siete qui da qualche giorno, ma Leah è appena arrivata: le avete già fatto vedere la Gilda? >>
<< Si, stai tranquillo, le abbiamo fatto fare un giro completo ieri >> rispose Piplup. Bidoof guardò un attimo per terra, poi disse:
<< Ok ,allora: seguitemi >> e salì la scala. Leah e i ragazzi lo seguirono fin fuori dalla Gilda, e da lì fino all'incrocio.
<< Bene >> disse Biddof. << Ora, se volete seguirmi…. >>
<< Ehm, Bidoof? >> lo interruppe Chimchar.
<< Si, che c’è? >>
<< Eh… ecco…come te lo posso dire… lo so che sei contento di poter farci da guida , però… anch'io conosco molto bene Borgo Tesoro. Quindi…penso che potremmo cavarcela senza il tuo aiuto >>. Il sorriso si spense al’ istante sul volto del piccolo castoro, e lui si afflosciò a terra come una pianta secca. Leah fulminò Chimchar con lo sguardo, ma Bidoof si ritirò su e sorrise mesto.
<< Vi chiedo scusa >> disse, cordiale. << Ero così felice di aver ricevuto un incarico del genere che forse mi sono esaltato troppo. Oihbò, voi però potevate dirlo prima che non avevate bisogno d’aiuto >>.
<< Chatot non me ne ha lasciato il tempo… >> si giustificò Chimchar mortificato. Bidoof lo guardò negli occhi ed emise un sospiro rassegnato.
<< Bè, visto che non vi servo, posso anche tornare indietro e cercare un altro incarico. Buone compere >> e iniziò ad avviarsi per il sentiero. Leah si accorse che era diventato triste, e provò  pena per lui: era stato così entusiasta all'idea di poter essere d’aiuto a delle reclute e invece aveva scoperto che le suddette matricole potevano cavarsela da sole.
Le dispiaceva molto averlo deluso così : poverino, lui ci teneva davvero tanto, e loro l’avevano praticamente cacciato via. Mentre lo guardava allontanarsi così abbacchiato,  le venne un’idea, e corse dietro a Bidoof per fermarlo.
<< Bidoof, aspetta! >> disse parandoglisi davanti velocemente e cogliendolo di sorpresa.
<< Oibhò, non apparirmi davanti così all'improvviso, mi hai spaventato a morte! >> disse massaggiandosi il petto.
<< Mi dispiace. Senti Bidoof... scusa se abbiamo sminuito in questo modo il tuo compito. Forse però puoi ancora esserci d'aiuto >>.
<< Leah, cosa … >> fece Piplup, ma lei lo zittì con un gesto. Bidoof la guardò disorientato.
<< E cosa vorresti che facessi, oibhò? >>
<< Bè, tu ascoltami un attimo: noi ora stiamo andando a comprare il necessario per la nostra missione, che consisterà nella cattura di un Pokémon ricercato. Però non l’abbiamo ancora scelto, quindi… ti andrebbe, dopo, di aiutarci a farlo? >>. Non le sembrava di aver detto nulla di eccezionale, ma Bidoof la guardò lo stesso come se lei gli avesse appena offerto il diamante più grande del mondo.
<< D-Davvero? V-Vorresti che io vi aiutassi a decidere la vostra missione? >> chiese con gli occhi che brillavano.
<< Sì, se però prometti di non vendicarti di noi gettandoci in pasto ad un famelico criminale assetato di sangue  e pronto a sbranarci a vista >> disse Leah, facendogli l’occhiolino. L’espressione di Bidoof trapelò gioia da tutti i pori, e gli occhi gli si riempirono di lacrime.
<< E-Ehi, non fare così Bidoof, per favore! >>
<< Mi spiace, io... oibhò, sono così commosso dalla vostra generosità... >> singhiozzò  felice il Pokémon.
<< No, dai... non serve... >> disse Leah imbarazzata. Bidoof tirò su con il naso e si asciugò gli occhi.
<< Oibhò, grazie mille, davvero >> disse sorridente.
<< Per così poco? Non c'è bisogno che ringrazi >> disse Leah sorridendo a sua volta. Bidoof diventò di nuovo rosso come un peperone, e ricominciò a dondolare il corpo.
<< Beh, allora io...vi aspetto qui. Voi fate pure con comodo >> disse, evitando però lo sguardo della ragazza.
<< D'accordo, a dopo >> lo salutò Leah, e con i ragazzi si diresse verso il Borgo Tesoro. Si accorse però che Piplup e Chimchar la guardavano con una strana espressione  e un sopracciglio inarcato.
Si immobilizzò e spostò gli occhi dall'uno all'altro, iniziando ad inquietarsi: cosa aveva combinato stavolta di scorretto per essere guardata in quel modo?
<< Eh...ragazzi, cosa c'è? >> chiese cauta.
<< Tu sei veramente strana >> rispose Piplup. Leah scattò subito sulla difensiva: detestava a morte quella parola, per lei era sempre e solo stata portatrice di guai, ed era un marchio che l'aveva accompagnata per tutta la vita, appiccicatole da tutte le persone con cui era entrata in contatto. Tuttavia cercò di fare finta di niente e ostentare confusione.
<< Strana? In che senso, scusa? >>
<< In senso buono >> rispose Piplup, d'un tratto sorridente. Leah sbatté le palpebre perplessa.
<< A prima vista ti presenti come una ragazza dolce, gentile e molto generosa, e a tratti anche un po' fragile; quando si tratta di lottare, però, acquisisci una tale grinta che riesci a intimidire chi ti sta intorno, e ti riveli anche coraggiosa, perfettamente padrona di te e delle tue capacità. Ciononostante, non esageri mai da nessuno dei due lati del tuo carattere, riesci a equilibrare queste parti del tuo essere senza problemi. Sei... strana, sì, ma in senso buono, te lo sto dicendo come complimento >> spiegò il Pokémon Pinguino. Chimchar, al suo fianco, sorrise a sua volta e approvò con il capo più e più volte. La tensione di Leah si sciolse in sospiro di sollievo, accompagnato da una risata nervosa. Non ce la faceva proprio, quei due non la finivano più di farla sentire disarmata e sorpresa.
E se lei non faceva altro che stupirli, anche loro sortivano lo stesso effetto su di lei, lasciandola ogni volta completamente disorientata di fronte alla loro indole gentile. Prima Chimchar la sera prima, adesso Piplup... era evidente che quei due ce la stavano mettendo tutta per esserle amici, e non stavano pretendendo nulla in cambio, salvo forse un po' più di fiducia da parte sua.
<< Bè, in questo caso... grazie >> disse arrossendo un pochino. Piplup e Chimchar sorrisero.
<< Però... scusate se ho agito di mia iniziativa.... mi sembrava solo la cosa migliore da fare.... >>
<< Ehi, di che ti scusi? >> la rimproverò Chimchar. << Hai fatto la cosa giusta, ci stavo pensando anch'io veramente, ma tu mi hai preceduta. Quindi smettila di preoccuparti e sorridi >> disse, battendo le mani. Leah sorrise di fronte alla semplicità genuina di Chimchar, poi però si rabbuiò di nuovo.
<< Penso di dovermi scusare lo stesso... insomma, da quando ci siamo incontrati non ho fatto altro che decidere per voi e darvi degli ordini, sono stata presuntuosa.... >>
<< Naa, non ti preoccupare >> disse Chimchar mettendole un braccio disinvolto intorno alle spalle.
<< Ci hai guidato e ci hai aiutato a uscire sani e salvi da ogni pericolo, e a me non dispiace per niente che tu ci dia ordini perchè è evidente che sei dieci volte più esperta di noi in queste cose, sai cos'è meglio fare in caso di pericolo e come cavarsela in ogni situazione. Per di più sei intelligente e sai mantenere il sangue freddo anche se la situazione è critica, se ieri fossimo stati da soli con il Team Ventagliente di sicuro avremmo agito senza pensare e ci avrebbero umiliato nel giro di due secondi >>.
<< Come ovviamente hai fatto con gli Shiftry, giusto Chimchar? >> lo rimbeccò Piplup, incrociando le braccia.
<< Ops, è vero, hai ragione...ahaha.. >> ammise Chimchar imbarazzato, poi però ridacchiarono entrambi, e anche Leah si lasciò scappare un risolino.
<< Per cui, Leah, >> proseguì Chimchar in tono solenne << sentiti pure libera di correggerci e rimetterci sulla dritta via se lo ritieni opportuno >>.
<< A patto che tu non esageri o te ne approfitti >> aggiunse Piplup.
<< Non fare il guastafeste Piplup, il mio era un discorso serio! >> si lamentò Chimchar.
<< Dal tono che usavi sembravi quasi stessi annunciando le previsioni del tempo, non dando consigli >> lo prese in giro Piplup.
<< Gnnnn, quando fai così non ti sopporto! >> esclamò Chimchar , mordendosi le mani per non reagire. Leah rise, poi sollevò la testa e disse:
<< Posso chiedere una cosa? >>
<< Certo! >> rispose Chimchar, svaporando all'istante la sua rabbia e dedicando la sua completa attenzione alla ragazza. Lei compì un movimento fluido con la coda.
<< Posso anche decidere di sculacciarvi, se necessario? >> chiese con un lampo di malignità negli occhi. Chimchar iniziò a sudare copiosamente e a balbettare cose senza senso, Piplup invece scattò all'indietro e si mise in posizione d'attacco. A vedere le loro reazioni, la ragazza scoppiò a ridere.
<< Sto scherzando, ragazzi! >>. I due Pokémon sospirarono di sollievo.
<< Non mi permetterei mai, figuriamoci... >> continuò Leah, in tono molto più dolce.
<< Lo spero! Io comunque mi sono già segnato di evitare assolutamente di farti arrabbiare: dopo averti visto all'opera penso proprio che farti infuriare significherebbe andare incontro a morte certa... >> disse Chimchar in tono scherzoso, ma rabbrividendo nel contempo.
<< Tranquillo, ci vuole veramente tanto per farmi arrabbiare sul serio, e vi auguro di non vedermi mai perdere le staffe. Però, se mi promettete di fare i bravi bambini, io potrei anche pensare di chiudere un occhio, che ne dite? >>
<< Io non sono un bambino! >> protestò Chimchar.
<< Forse non lo sei più, ma certe volte ti comporti ancora come tale >> disse Piplup, pungente. Chimchar si voltò verso di lui con gli occhi che emanavano scintille, e quello, per tutta risposta, lo guardò con sufficienza, come a sfidarlo ad affermare il contrario. Chimchar divenne rosso fuoco dalla frustrazione, poi sbuffò e incrociò le braccia, imbronciato.
Oh oh, mi sa che ho innescato una bomba pensò la ragazza, poi  decise di intervenire prima che uno dei due arrivasse alle mani.
<< Sentite, che ne dite di riprendere il discorso più tardi? Ora abbiamo altro a cui pensare… >> disse guardando l’uno e l’altro con crescente preoccupazione. Piplup annuì e le si affiancò, Chimchar lo guardò storto ancora un attimo poi sbuffò e si apprestò a fare altrettanto.
<< Bene. Andiamo? >> chiese ancora Leah. Senza guardarsi, i due Pokémon si diressero verso il Borgo. Leah affrettò il passo e si mise in mezzo a loro.
“Chimchar, mi dispiace ” si scusò telepaticamente la ragazza.
“Lascia perdere, ci sono abituato. E’ solo che quando fa così lo strozzerei, e la cosa peggiore è che ha ragione ed io non voglio riconoscerlo! “ ribattè l’altro sconsolato. Leah sospirò rassegnata, e sperò che Chimchar non se la fosse presa e che non ci rimuginasse troppo su. Ovviamente, però, era evidente che non conosceva ancora bene Chimchar: poco prima di giungere nei pressi del chiosco con la faccia di Duskull, il Pokémon Scimpanzé smise la sua espressione corrucciata e recuperò all'istante il suo entusiasmo e il suo sorriso.
<< Fermi tutti! >> disse parandosi davanti ai compagni con le braccia alzate. Piplup e Leah lo guardarono straniti.
Chimchar gonfiò il petto,  mise le braccia sui fianchi e disse:
<< Si avvisano i gentili visitatori che ad appena due metri da dove ci troviamo ora entreremo ufficialmente dentro Borgo Tesoro, e ciò significa che il Poképals-Tour sta per iniziare un’altra attività di guida turistica. Se qualcuno ha bisogno urgente di qualcosa parli ora o taccia per sempre >>. Sembrava proprio un comandante. Leah ridacchiò e sorrise come dire “ Tutto a posto non mi serve niente”; Piplup invece alzò un braccio come a chiedere il permesso di parlare.
<< Io avrei qualcosa da domandare…. >> borbottò.
<< Parli pure, assistente! >> concesse Chimchar con tono formale. Piplup sbuffò e disse:
<< ….è proprio necessaria questa messinscena?…. >>
<< Certo, perché così è più divertente! E sciogliti un po’ anche tu, Piplup >> rispose l’altro con un sorriso gioioso a trentadue denti. Il Pokémon Pinguino sospirò rassegnato.
<< E va bene… tanto, anche se ti dicessi di non farlo tu lo faresti comunque, quindi.. >> e allargò le braccia con fare arrendevole.
<< OOOOK! E allora… diamo inizio al Tour!! >> esclamò Chimchar e a passi pesanti, come in una marcia di soldati, riprese a camminare. Gli altri due si scambiarono un’occhiata eloquente, ma mentre Piplup proseguì camminando come tutti i comuni mortali, Leah scelse di stare al gioco di Chimchar, e anche lei avanzò a grandi passi, testa alta e schiena dritta, anche se dentro di sé stava morendo dal ridere.
Se ci fosse stato Vaporeon le avrebbe detto che era ridicola, e forse lo era davvero, ma in quel momento non le importava di quello che gli altri avrebbero potuto pensare : si stava divertendo troppo, ed era una sensazione magnifica.
Adorava Chimchar ogni secondo di più: quel suo modo infantile ed entusiasta di fare le cose, quasi immune alle situazioni serie, le faceva tenerezza; al tempo stesso, però, lui sapeva tirar fuori la grinta quando era necessario, e dava mostra anche di grande coraggio.
Sotto questo aspetto loro due erano molto simili, ma lei non era mai stata così spensierata: anche in quei momenti in cui lei e Vaporeon avevano potuto finalmente smettere di preoccuparsi del mondo esterno e dedicare un po’ di tempo a loro stessi, lei non era mai riuscita a distrarsi completamente, e nei suoi pensieri era sempre stata presente un’ombra, come uno spirito maligno pronta ad assalirla non appena avesse abbassato la guardia.
Forse era perché si era sempre sentita minacciata anche da sé stessa, oltre che dagli umani, che non era mai riuscita a rilassarsi del tutto. Chimchar invece era così allegro e spensierato che forse la stava contagiando con la sua euforia, motivo per cui anche lei si sentiva così in voglia di giocare.
Cominciò a a pensare che forse Chimchar non aveva mai veramente conosciuto la tristezza in vita sua, e che non fosse tipo da deprimersi facilmente. Per un attimo lo visualizzò nella sua mente, e arrivò alla conclusione che vederlo triste sarebbe certo stato come vedere la luce del sole sparire dietro a nuvole di pioggia.
Il Pokémon di Fuoco era sempre così solare e allegro che sarebbe stato veramente terribile vedergli perdere tutto il suo buonumore. Sperò tanto di non dover mai assistere alla scena: anche lei ci sarebbe rimasta male.
Dopo pochi minuti Chimchar alzò il braccio e intimò << Alt!! >> ai suoi subordinati. Piplup alzò gli occhi al cielo e rallentò gradualmente, Leah invece si arrestò di botto e si mise sull'attenti, sforzandosi al massimo per non scoppiare a ridere. Una leggera sbirciatina a dove erano arrivati, però, le fece perdere la voglia di giocare, e iniziò anche a tremare violentemente.
<< Questa è la Banca Duskull >> cominciò a spiegare Chimchar. << Qui possiamo depositare i soldi guadagnati durante le missioni e ritirarli quando ci servono >>. Detto fatto si rivolse al Duskull che stava dietro il banco.
<< Per favore, vorremo prelevare 1000p >>. Il pokemon Spettro diede lentamente le spalle a Chimchar, e altrettanto lentamente gli consegnò la cifra pattuita. Leah li guardò fisso, incapace di proferire parola, mentre rivoli di sudore freddo cominciarono a scorrerle lungo la schiena.
<< Grazie >> disse Chimchar, poi si rivolse alla ragazza.
<< Questo è il posto più sicuro che ci sia dove poter depositare i nostri soldi >> disse , indirizzando un sorriso di circostanza a Duskull, che rispose con un  flebile suono lugubre. Leah ormai tremava così tanto che non riusciva più a stare ferma, e aveva iniziato anche ad ansimare. Se fossero rimasti un istante di più sarebbe collassata.
<< Leah, che cos'hai? >> chiese Piplup preoccupato. Lei fece uno sforzo tremendo per voltarsi verso di lui e sorridergli, ma ormai sentiva di essere arrivata al limite della sopportazione. Per fortuna in quel momento Chimchar riprese la sua marcia militare, ma stavolta Leah corse via come se avesse avvistato un pericolo imminente.
I due ragazzi se la videro passare davanti come una scheggia e fermarsi a parecchi metri di distanza, quasi in prossimità del fiumicello, e si guardarono perplessi.
Certa di essere a distanza di sicurezza da Duskull, Leah respirò profondamente per tre volte prima di riuscire a riprendere il controllo di sé stessa, e con un ultimo sospiro piuttosto lungo finalmente riuscì a calmarsi. Chimchar le si avvicinò cauto.
<< Leah, ma stai bene? >>
<< Sì… sto bene, non preoccupatevi per me.. >> disse lei tra un affanno e l’altro.
<< Sei sicura? Mi sembri un po’ pallida…. >> insistette Chimchar, allungando la mano per sentirle la fronte, ma la ragazza si scostò bruscamente.
<< Ho detto che sto bene! >> ripetè con voce dura. Chimchar rimase un po’ intimidito dalla sua violenza improvvisa, ma non insistette oltre, e riprese il suo discorso da guida turistica, sebbene con meno entusiasmo di prima.
<< Quella laggiù è la Pensione Chansey: lì si portano le uova di Pokémon che si possono ricevere durante le missioni, e i piccoli che nascono vengono accuditi amorevolmente finchè non sono abbastanza grandi per cavarsela da soli >>.
<< Una sorta di asilo, quindi? >> chiese Leah, di colpo interessata.
<< Beh, sì, più o meno…. >> rispose Chimchar, sorpreso dal repentino cambio di atteggiamento della ragazza.
<< Quella laggiù invece…ehm… >> aggiunse poi, agitando il braccio un po’ a caso.
<< “ Quella laggiù” quale? >>> fece Leah, guardando la direzione indicata: accanto alla pensione c’era un’immensa costruzione composta da pietre e pali di legno, con un enorme teschio di Marowak posto sopra l’ingresso.
<< Quello laggiù… non ho idea di cosa sia, non ha ancora aperto >> ammise Chimchar. La ragazza osservò la struttura con occhio critico, ma fece le spallucce e si voltò dall'altra parte, e subito qualcos'altro catturò la sua attenzione.
<< E quella tenda a forma di Electivire? Cosa si fa lì? >> chiese, additandola.
<< Ah, quella è la Combiteca Electivire: lì è possibile potenziare le proprie mosse attraverso un procedimento particolare, o addirittura ripristinare quelle vecchie e che non si usano più >>.
<< Wow, com'è possibile? >> chiese Leah, stupita.
<< Non ne ho idea, e non credo che ce lo spiegherebbero mai >> disse Chimchar alzando le spalle. La fanciulla osservò la tenda con vivo interesse.
<< Voi ne avete mai usufruito? >>.
<< No >> rispose Chimchar, scuotendo la testa. << Io voglio diventare bravo solo con le mie forze, non con simili scorciatoie >>. Anche Piplup si dimostrò d’accordo con lui. Leah li guardò con approvazione.
<< Si, è la scelta migliore >> disse, sorridendo. Chimchar ricambiò con un sorriso timido e arrossendo. Piplup lo guardò di sottecchi.
<< O-Ok. Ora.. da questa parte >> continuò Chimchar, e proseguirono sul ponticello sopra il fiume, e appena arrivati dall'altra parte Chimchar li fece fermare di nuovo.
<< Mooolto bene. Dunque: partendo da sud e proseguendo verso ovest… quella tenda con quello strano Pokémon cucito sopra non ho idea di cosa sia; quello laggiù, invece, è il Deposito Kanghaskan: lì possiamo depositare gli strumenti preziosi o che al momento non ci servono, e prelevarli in caso di necessità; e infine… >>, qui enfatizzò un po’ le sue parole restando fermo immobile con il braccio come se stesse caricando un colpo, difatti di colpo lo puntò in una direzione precisa << …quello è l’Emporio Kecleon, gestito dai fratelli Kecleon: lì possiamo comprare tutto quello che serve per una missione >>.
 << Del tipo? >>
<< Cibo, equipaggiamenti, oggetti particolari, medicine e chi più ne ha più ne metta. Senza di loro non potremmo eseguire il nostro lavoro di esploratori >> concluse Chimchar con fierezza. Leah contemplò a lungo il viavai di Pokémon che giravano per la piazza e i vari negozi sparsi qua e là con un'espressione assente, come se non stesse veramente osservando ciò che la circondava ma invece guardasse molto più in là, oltre la realtà circostante.
<< Questo posto... è casa tua, vero Chimchar? >> chiese soprappensiero e con voce distante, come se a parlare non fosse stata veramente lei ma qualcun' altro. Sia Piplup che Chimchar si voltarono a guardarla.
<< Bè.... >> disse Chimchar. << Borgo Tesoro è la mia città ed io l'adoro. Però....da quando sono entrato nella Gilda sento che è quella la mia casa, e tutti i Pokémon che vivono lì sono quasi come una famiglia per me >>. Leah annuì lentamente, continuando a guardare il centro cittadino. Chimchar si rese conto che era tornata malinconica, come la sera prima quando gli aveva parlato di suo fratello, e sospirò: forse aveva capito cosa stava provando.
Non la conosceva così bene, ma a dispetto di quello che poteva dire Piplup, che pensava che lui la lodasse solo per le sue capacità, Chimchar aveva iniziato presto ad ammirarla anche per il suo coraggio:  Leah non aveva altro al mondo se non suo fratello, che per lei era tutto, ma invece di chiudersi in sé stessa e cancellare dal viso qualsiasi emozione, era piena di voglia di vivere ed era sempre gentile  e disponibile.
Per questo lui nutriva una sincera stima nei suoi confronti, e avrebbe voluto poter fare qualcosa per lei.
Gli sarebbe tanto piaciuto vederla sempre sorridente, ma in fondo, lui non era nessuno per giudicare quel tipo di cose, e non poteva davvero comprendere il dolore di Leah.
Sapeva bene, poi, che più profonda è la ferita più tempo ci vuole affinchè guarisca, e anche le cicatrici continuano a far male. Per la ragazza doveva essere così: lei conviveva con le cicatrici del suo passato ogni giorno, ma si sforzava di ignorarlo, affinché non le impedisse di vivere il presente.
Era una fanciulla ammirevole, ma a Chimchar sarebbe piaciuto riuscire a privarla, un giorno, di quel velo di malinconia che bene o male era sempre presente nei suoi occhi.
Scosse la testa e si portò una mano alla fronte: perchè d'un tratto si stava ritrovando a formulare certi pensieri? Era più forte di lui, ma sentiva uno strano attaccamento verso quella ragazza, e non riusciva a spiegarselo. Ogni volta che la guardava negli occhi, poi...
<< Chimchar? Ci sei? >>. La voce di Piplup irruppe prepotente nei suoi pensieri, e lui si ritrovò d'improvviso a guardare il Pokémon Pinguino che gli sventolava le braccia davanti agli occhi.
<< Eh? Cosa? >> disse spaesato.
<< Tutto bene? >> disse Leah voltandosi verso di loro. Chimchar la guardò negli occhi e distolse lo sguardo, arrossendo.
<< Ehi, sei con noi? Si può sapere che ti prende? >> esclamò Piplup.
<< N..niente, davvero... stavo solo riflettendo su alcune cose... >>
<< Se stavi immaginando la gloria che forse potremmo ricevere dopo aver catturato un criminale pericoloso temo che te la dovrai sognare ancora, perchè se non compriamo il necessario per la missione non ci sarà nessun criminale da acchiappare né tantomeno gloria da ricevere >> ribattè Piplup scocciato. Leah fece per ammonirlo, ma Chimchar lo guardò senza espressione e disse:
<< Lo so bene. Andiamo >>, e bruscamente scansò Piplup e si diresse verso l'emporio. Piplup rimase a guardarlo allontanarsi, incapace di proferir parola.
<< Mi sa che hai esagerato questa volta >> disse Leah da sopra la sua spalla.
<< Io.... >> disse Piplup. << Non... questo non è da lui. Insomma, lo so che è un po' permaloso, ma.... di solito prima si arrabbia con me e poi mi risponde per le rime. Stavolta... non ha detto né fatto niente >> mormorò incredulo.
<< Forse non ha detto niente perché ci è rimasto male sul serio e non ha saputo cosa rispondere. Piplup, >> disse seria, mettendogli una zampa sulla spalla << certe volte il silenzio vale come mille parole. Sta solo a noi decidere quale significato attribuirgli >>. Piplup abbassò il capo mortificato e nascose le braccia dietro la schiena.
<< Da quando siamo insieme l'ho visto di cattivo umore una volta sola, e quando ho provato a parlargli mi ha quasi mangiato. Quella volta ci ha messo un po' per riprendersi, perché lui non è tipo da incupirsi in questo modo, lo so, l’ho visto. Ora come ora, penso che gli starò alla larga finchè non gli sarà passata. Solo...mi dispiace da morire, e spero di riuscire a farmi perdonare.... >> disse mogio mogio. Leah gli sollevò delicatamente il capo e lo guardò negli occhi.
<< La cosa migliore che puoi fare è stargli vicino, ma senza essere invadente, e lasciare che sia lui a fare la prima mossa. Vedrai che quando ti vorrà perdonare te lo farà sapere >> concluse sorridendo. Piplup si scansò dalla sua presa e guardò per terra, poi fece una smorfia.
<< Che c'è ora? >>
<< Hai sempre una buona parola per tutto e per tutti: devi aver avuto una vita veramente intensa per essere così saggia con gli altri, vero? >> disse Piplup senza però la benchè minima nota di sarcasmo nella voce e incrociando le braccia. Leah inarcò un sopracciglio, e fece a sua volta una smorfia.
<< Se con “intensa” intendi una vita passata a risolvere problemi, allora si >> rispose con aria di sfida. Piplup fece un mezzo sorriso.
<< E comunque...ci sono attimi in cui le parole non servono a niente, Piplup, e questo è uno di quelli. L'unica cosa che puoi fare è aspettare >>.
<< EHI, VOI DUE!! >> li chiamò Chimchar da lontano.<< VI VOLETE DARE UNA MOSSA?! >>. Piplup guardò Leah.
<< Dici che siamo sulla buona strada? >> borbottò sottovoce.
<< Andiamo a scoprirlo >> rispose lei, e passandogli davanti gli fece l'occhiolino.
Piplup mugugnò qualcos'altro e la seguì. Appena arrivati davanti all’Emporio, i due Kecleon li accolsero calorosamente.
<< Benvenuti all’Emporio Kecleon!!! >> e ripeterono la stessa performance che avevano dedicato anche a Leah la prima volta.
<< Siete sempre così cordiali, voi due! >> li salutò allegramente Chimchar.  Piplup li salutò con un debole
cenno, ma appena Leah si apprestò a fare altrettanto, i due fratelli scoppiarono in esclamazioni di gioia.
<< Leah!! Ma allora stai bene!! >> disse il Kecleon cromatico entusiasta.
<< Meno male, temevamo ti fosse successo qualcosa! >> esclamò il suo compagno commosso. Piplup e Chimchar sbatterono le palpebre e si voltarono lentamente verso Leah con espressione interrogativa. Lei sospirò.
<< Perchè eravate tutti convinti che io fossi andata a buttarmi nella fossa dei leoni? >> chiese, mordendosi la lingua per evitare di rispondere male.
<< Quando hai detto che avresti visitato un Dungeon anche se ci avresti trovato un Boss pericoloso ci siamo preoccupati da morire! >> disse il Pokémon verde.
<< E' vero, temevamo che saresti finita nelle grinfie di qualche malvivente! Non è successo, vero?! >> esclamò il suo compagno.
<< N-No, certo che no! >> si difese Leah. <>. A quelle parole, i due Pokémon sospirarono di sollievo
<< Grazie al cielo, ci hai tolto un peso dal cuore! >> disse il Kecleon verde. Quello viola si aprì invece in un enorme sorriso.
<< Scusaci se siamo stati così asfissianti, ma siamo davvero contenti di rivederti ! >> disse felice. Anche Leah sorrise, commossa: il pensiero che quei due, con cui aveva scambiato appena due parole, si fossero preoccupati sinceramente per lei le scaldava il cuore. Al solito, però, Chimchar ruppe il momento con la sua irruenza.
<< A-Aspettate un attimo, fermi tutti! Ricominciamo da capo perchè mi sono perso: li conoscevi già, Leah?! >>
<< Non esattamente >> disse la ragazza, voltandosi verso di lui. << Sono arrivata a Borgo Tesoro solo ieri, e mentre stavo facendo un giro per i dintorni loro mi hanno invitato a fare quattro chiacchere. Sono stati molto gentili >> disse sorridendo ai due fratelli che avvamparono e distolsero lo sguardo. Chimchar sghignazzò.
<< Sei tornata a salutarci? >> chiese il Kecleon verde.
<< No, oggi sono qui come vostra cliente >> disse Leah facendogli l'occhiolino. I due fratelli la guardarono increduli.
<< Davvero? Ma allora... >> dissero guardando verso Chimchar, che annuì fiero.
<< Proprio così >> affermò, mettendo un braccio sulle spalle della ragazza. << L' abbiamo incontrata durante la nostra missione...o meglio, lei ha trovato noi, e ci ha salvato la vita. Ci ha accompagnato nella nostra avventura e ci ha aiutato così tanto che alla fine le abbiamo chiesto di entrare a far parte del nostro Team >> annunciò con orgoglio.
I Kecleon li guardarono estasiati.
<< Veramente?! Allora... vivissime congratulazioni! >> disse il Kecleon verde.
<< Sì, congratulazioni a tutti! >> gli fece eco il fratello. Leah sorrise imbarazzata, Chimchar invece gongolò soddisfatto, e Piplup non poté fare a meno di guardarlo. Aveva esagerato prima, e se ne rendeva perfettamente conto. Sperò solo che Chimchar non fosse uno di quelli che portano rancore verso gli altri per troppo tempo per poi rinfacciarglielo alla prima occasione, perché gli sarebbe dispiaciuto dover affrontare ogni volta il suo sguardo accusatore.
Avevano appena iniziato ad andare d'accordo, non voleva che tutto finisse per colpa di uno stupido bisticcio.
<< Allora, in che cosa possiamo esservi utili? >> dissero i fratelli, battendo le mani.
<< Vediamo... >> disse Chimchar controllando nella borsa. << Siamo a corto di provviste ed Elisir Max... >>
<< Elisir Max? A cosa serve? >> chiese Leah curiosa.
<< A ricaricare le energie per le nostre mosse. Solo... >> mormorò Chimchar, guardando con occhio critico la borsa .<< Non so se riusciremo a comprare tutto: abbiamo solo 1000p, e l'Elisir Max da solo ne costa almeno 500, mentre Mele e Bacche sono circa 25p e 80p... siamo proprio degli squattrinati >> rise nervoso. Cercava di sdrammatizzare la situazione, ma in realtà era molto preoccupato.
<< Aspetta, Chimchar >> intervenne Leah. Chimchar sollevò lo sguardo e la vide togliersi lo zaino di dosso.
<< Forse mi è rimasto qualcosa... >> continuò la ragazza, poi mise buona parte del contenuto del suo bagaglio per terra: una buona scorta di Baccarancie ( erano sempre quelle del giorno precedente), qualche Baccapesca e alcuni frutti selvatici, più un sacchetto con delle erbe medicinali e una borraccia d'acqua.
<< Che ne dite? >> disse indicando con un cenno gli oggetti. Chimchar spalancò gli occhi davanti a tutto quel ben di Dio, e se non fossero stati in pubblico probabilmente l'avrebbe abbracciata.
<< Leah, ma dove...? >> riuscì appena a mormorare. Lei fece le spallucce.
<< Viaggio molto,  e ho imparato ad arrangiarmi con quello che trovo in giro. Andrebbero bene, comunque? >>
<< E me lo chiedi? Certo che sì! >> esclamò Chimchar.
<< Però almeno un Elisir lo dovremmo prendere comunque >> intervenne Piplup, che temeva che i fratelli Kecleon ci sarebbero rimasti male.
<< Giusto! >> disse Chimchar, e si voltò verso i Pokémon. << Ce ne potreste dare uno? E anche una Mela, per favore >>.
<< Ma certo! Un attimo solo! >> disse il Kecleon verde voltandosi un attimo. Chimchar aspettò con pazienza che finisse di trafficare tra le merci, quando il suo sguardo fu catturato da un oggetto posto su uno dei ripiani del negozio.
Sembrava un nastro, come quello che indossava lui, solo che era di un viola intenso invece che grigio.
<< Scusa >> disse rivolto all'altro Kecleon. << Cos'è quello? >>. Il negoziante si voltò nella direzione indicata.
<< Questo? E' un Veloviola. E' uno strumento specifico per i Pokémon Psico. E' abbastanza raro per la verità, ma abbiamo avuto la fortuna di trovarlo in mezzo alla merce che ci arriva ogni mattina.Abbiamo segnalato che ce l'avevamo noi, ma nessuno è venuto a reclamarlo, quindi per il momento lo teniamo esposto in negozio >>.
<< Non c'è nessuno interessato all'acquisto? >>
<< No. Ma non è poi così strano, in fondo ci sono pochissimi Pokémon di quel tipo  da queste parti >>.Chimchar rifletté qualche secondo, poi guardò di traverso Leah, che non seguiva la conversazione perché era troppo impegnata a rimettere a posto le sue cose. Chimchar allora si avvicinò di più al banco e fece cenno a Kecleon di fare altrettanto, poi gli chiese sottovoce:
<< Quanto costerebbe? >>
<< 800p >> rispose quello. A Chimchar si rizzarono i peli della testa, poi abbassò lo sguardo sulle monete
che aveva in mano e gli venne lo sconforto.
<< Ecco qua! >> disse finalmente il Kecleon verde riemergendo dal banco con la merce.
<< Un Elisir Max e una mela: fanno 525p >>. Chimchar gli consegnò i soldi e prese gli oggetti, senza però distogliere lo sguardo dal Veloviola.
<< Chimchar, tutto bene? >> disse Leah. Lo scimmiotto si riscosse di colpo e diede velocemente le spalle al banco.
<< Sìsì, certo Leah >> disse cercando di far finta di nulla ma impedendo alla ragazza di vedere la mercanzia dietro di lui. Lei non si accorse di niente e non fece domande, ma si mise lo zaino in spalla e si voltò, mentre Chimchar ripose gli acquisti e i soldi avanzati nella borsa. Proprio in quel momento due vocine si fecero sentire.
<< Signori Kecleon! >>. Tutti loro si voltarono verso quelle voci e dalla strada principale videro sopraggiungere due piccoli Pokémon blu.
<< Oh, i piccoli Marill e Azurill. Buongiorno miei piccoli amici! >> disse il Kecleon verde, sorridendo
cordiale ai nuovi arrivati.
<< Buongiorno. Vorremmo comprare una Mela >>.
<< Ma certo! Ecco qui >> disse il Pokémon Mutacolore prendendo il frutto e consegnandolo ai piccoli.
<< Grazie signori Kecleon ! >> disse Azuril.
<< No, grazie a voi miei giovani amici. Siete eccezionali! >>
<< Arrivederci! >> dissero loro, poi se ne andarono. Kecleon li guardò allontanarsi, poi si rivolse al Team Pokèpals:
<< Sapete, quei simpatici cuccioli sono fratelli. Poco tempo fa la loro povera madre si è ammalata, e quindi quei due vengono a fare la spesa per lei. E’ davvero ammirevole: anche se sono molto giovani, si sono rimboccati le maniche e si danno un gran daffare >>.
<< Signori Kecleon! >> urlarono di nuovo i due cuccioli arrivando di corsa.
<< Oh? Come mai tutta questa agitazione? Che è successo? >>
<< C’era una Mela in più >>.
<< Non l’abbiamo pagata >>. Kecleon scoppiò a ridere.
<< Ahah, quello, miei giovani amici, è un regalo da parte mia e di mio fratello. Potete dividerla e gustarvela ! >>
<< Davvero!? >> esclamò Marill.
<< Evviva! Grazie mille signor Kecleon e signor Kecleon! >> disse Azurill saltando felice.
<< Oh, non c’e’ di che amici miei. State attenti tornando a casa! >>
<< Senz'altro! >> disse Marill, e fece per incamminarsi, ma Azurill, nel bel mezzo del salto, s’impigliò nella coda e cadde addosso al fratello, e la Mela che questo aveva in mano rotolò sulla strada.
<< Ohi ohi… >> si lamentò il cucciolo.
<< Vi siete fatti male, piccoli? >> disse Leah, aiutandoli ad alzarsi.
<< No, tutto a posto. Grazie, signorina! >>
<< Non c’e’ di che. Ma cercate di fare attenzione la prossima volta, d’accordo ? >> disse la ragazza ad Azurill, sorridendo. Lui assentì obbediente e poi si voltò a recuperare la Mela, che però era già stata salvata da Piplup, che si avvicinò e la porse al cucciolo sorridendo dolcemente.
<< Tieni >>. Azurill allungò la coda e la prese, e nel farlo sfiorò la zampa di Piplup.
<< Scusi tanto per il disturbo. Grazie mille >> disse educatamente, ma Piplup non se ne accorse. D’un tratto gli girò la testa, la vista gli si offuscò e cominciò ad avere le vertigini. Il mondo intorno a lui iniziò a vorticare velocemente e nella testa avvertì come uno strappo potente.
In attimo tutto divenne buio, e in lontananza sentì urlare:
<< A-A-AIUTO!! >>.  Durò un istante, e in pochi secondi lui si ritrovò di nuovo a guardare il piccolo Azurill, che lo osservava perplesso.
<< Tutto bene? >> chiese preoccupato. Piplup non sentì neanche la domanda: era troppo impegnato a capire cosa gli fosse successo.
<< Azurill, cosa c’e’? Dai, andiamo a casa >> lo richiamò impaziente Marill.
<< Sì arrivo, eccomi >> rispose il piccolo raggiungendo subito il fratellone.
<< E’ successo qualcosa? >>
<< Nono, stai tranquillo >>.
<< Abbiamo finito di fare la spesa, adesso possiamo andare a cercare una cosa che abbiamo perso! >>
<< Si, andiamo >> e i due cuccioli sparirono dalla vista. Leah li guardò allontanarsi con un sorriso intenerito sul viso.
<< Che simpatici quei due! >> disse Chimchar divertito, poi però notò l’espressione preoccupata di Piplup.
<< Piplup, perché fai quella faccia? C’e’ qualcosa che non va? >>
<< Chimchar, tu..hai per caso sentito qualcuno chiedere aiuto? >>
<< Io? Ehm…no…veramente no. Leah, tu hai sentito qualcosa? >>
<< Uh? Umh…no, niente di particolare >> rispose la ragazza.
<< E voi, fratelli Kecleon? >> chiese ancora Chimchar.
<< No, niente di strano >> disse il Kecleon verde scuotendo la testa.
<< Idem >> concordò il fratello.
<< Visto? Nessuno a parte te ha sentito niente. Sarà stato la tua immaginazione, Piplup! >> disse Chimchar dandogli una sonora  pacca sulla spalla. Piplup, però, continuò ad essere preoccupato. Sono sicuro di non essermelo immaginato pensò. L’ho sentito chiaramente, ne sono certo! L’urlo che ho sentito…era impossibile sbagliarsi: era l’urlo di Azurill!
<< Ehi, yuuuu! >> disse Chimchar, agitandogli le mani davanti agli occhi. << Stai dormendo in piedi per caso? Muoviamoci, dai! >> disse, trascinandolo per un braccio. Prima di andarsene, Leah si rivolse un’ultima volta ai due negozianti:
<< Grazie di tutto, fratelli Kecleon >> disse educatamente, chinando la testa.
<< Di nulla! Buona fortuna, ragazzi! >> li salutarono i due Pokémon, sorridendo. Leah sorrise a sua volta e li salutò agitando la zampa, poi raggiunse i compagni.
<< Cavolo… ce la siamo cavata con poco, stavolta >> si lamentò Chimchar.
<< Che intendi? >> gli chiese Leah.
<< Che abbiamo speso quasi tutto quello che avevamo solo per due oggetti. A questo punto non ci resta che sperare che il criminale che cattureremo sia uno con una grossa taglia sulla testa, perché sennò temo che finiremo sul lastrico! >> gemette Chimchar sconsolato. Leah non seppe cosa rispondergli, anche perché stavolta non avrebbe saputo cosa dire.
Neanche le avesse letto il pensiero, però, Chimchar si voltò verso di lei.
<< Non voglio sembrarti sfacciato, ma non è che per caso hai qualche spicciolo messo da parte? >> chiese, speranzoso. Lei però scosse la testa, facendogli perdere ogni illusione.
<< Spiacente Chimchar, sono al verde >> disse tranquilla. Il Pokémon Scimpanzè però la guardò sconvolto.
<< E lo dici così?! >> esclamò.
<< E come dovrei dirtelo, scusa? Non ho mai avuto bisogno di soldi in vita mia, tutto quello che mi serviva l’ho sempre preso in buona parte dalla natura! >> ribattè Leah sulla difensiva. Chimchar fece per replicare, ma poi rlasciò perdere, sospirando.
Leah vide la sua espressione affranta e pensò di aver esagerato.
<< Chimchar, scusami, io… >> ma lui alzò la mano e la interruppe.
<< Smettila di scusarti ogni volta che dici qualcosa, Leah.  Sono io che ho dato per scontato ciò che non dovevo…di nuovo >>.
<< Bè..la prossima volta allora cercherò di fartelo sapere per tempo. Giusto, Piplup? >> chiese al Pokémon Pinguino, che però sembrava completamente assorto nei suoi pensieri.
<< Piplup? >> tentò ancora, ma in quel momento Chimchar si bloccò in mezzo alla strada, con il risultato che Leah e Piplup sbatterono contro di lui.
<< Perché ti sei fermato? >> disse la ragazza.
<< Guardate laggiù >> rispose quello, indicando il centro del cammino, lì dove la strada si apriva in un grande spiazzo. I piccoli Marill e Azurill erano intenti a parlare con uno strano Pokémon giallo e marrone che Leah che riconobbe subito essere un Drowzee, un Pokémon Psico. I due cuccioli sembravano particolarmente felici.
<< Grazie, grazie tante! >> sentirono dire Marill.
<< Non c’e’ di che >> rispose Drowzee.
<< Ehi, che succede? >> s’intromise Chimchar, avvicinandosi.
<< Oh, salve! >> salutò Azurill.
<< Qualche tempo fa abbiamo perso uno strumento che ci sta  molto a cuore. Lo abbiamo cercato dappertutto, ma non lo abbiamo ancora trovato! Poi però è arrivato il signor Drowzee e ci ha detto che potrebbe averlo visto da qualche parte. Si è anche offerto di aiutarci a cercarlo! >> spiegò Marill entusiasta.
<< E’ fantastico, è un’ottima notizia per voi! >> disse Chimchar.
<< Grazie, signor Drowzee ! >> disse felice Azurill.
<< Di nulla! Dovrei proprio essere senza cuore per non aiutare dei ragazzi come voi ! Forza, ora partiamo e andiamo a cercare il vostro strumento ! >> disse il Pokémon.
<< Sììììììì!! >> esultarono i due cuccioli. Leah sorrise , e si scansò da parte per farli passare, ma ciononostante, Drowzee urtò Piplup per errore.
<< Oh, scusa >> e proseguì per la sua strada. Chimchar li guardò allontanarsi.
<< Quel Drowzee è davvero gentile: con tutti i Pokémon cattivi che ci sono in giro è difficile fare buone azioni >> disse, ammirato.
<< E’ vero. E’ consolante sapere che ci sono brave persone a questo mondo >> convenne Leah. Piplup però non prestò attenzione a nessuno dei due: la vista gli si offuscò  e gli tornarono le vertigini, e nella sua testa avvenne di nuovo come uno squarcio improvviso.
Non ci fu oscurità, stavolta: si ritrovò a guardare uno spazio roccioso, probabilmente di montagna; in una gola senza via d’uscita, vide Drowzee minacciare il piccolo Azurill, e lui urlare terrorizzato, :
<< A-A-AIUTO!! >>. Di nuovo la visione sparì così com'era apparsa, e Piplup si ritrovò ancora a fissare per terra con lo sguardo perso. Chimchar e Leah non si erano accorti di niente.
<< Spero che quei ragazzi riescano a ritrovare il loro strumento >>
<< Già >> disse Leah, poi si voltò verso Piplup, e rimase colpita.
<< Piplup, che succede? >>
<< R-Ragazzi, io…. >> cominciò il Pokémon, visibilmente scosso, e spiegò in breve la situazione.
<< Eh?! Hai avuto un capogiro? E hai visto Drowzee minacciare Azurill e quindi vuoi andare a salvarlo? E’ un emergenza?! >>
<< Chimchar, vuoi darti una calmata per favore? >> lo rimproverò Leah. Chimchar si zittì subito.
<< Piplup… >> riprese con calma la ragazza. << Sei certo di non esserti immaginato tutto? >>
<< Vi dico ce l’ ho visto, accidenti! Non potrei mai mentire su una cosa come questa! >> esclamò Piplup alterato.
<< Calmati, per favore. Senti, non è che non ci fidiamo di te, però… per quanto strano possa sembrare… insomma, non possiamo prendere e andare a controllare solo per delle supposizioni, ci vorrebbe qualcosa di più >>.
<< Questo lo so anch'io, però… era troppo vivido per sembrare solo un’allucinazione… >>. Chimchar si passò una mano sulla testa, incerto su quali pesci pigliare.
<< Non ti offendere Piplup, ma…. a me sembra impossibile. Voglio dire, Drowzee sembrava gentile, no? E mentre si allontanavano, poco fa, sembrava proprio che si stesse divertendo. Sarà stata sicuramente la stanchezza a giocarti questo brutto scherzo, per questo hai avuto un sogno ad occhi aperti ! >> disse dandogli una pacca sulla schiena. Piplup fece un debole sorriso. Sarà così…un sogno ad occhi aperti? , si chiese, dubbioso. A pensarci bene, però…quel Drowzee non sembrava un Pokémon cattivo…si, forse hanno ragione loro…
<< In ogni caso >> aggiunse Chimchar. << Noi siamo delle semplici reclute e non possiamo prendere iniziative. Certo, magari potrebbe rivelarsi davvero una cosa seria, ma…per il momento non possiamo fare altro che completare le missioni che ci vengono assegnate. Forza, torniamo da Bidoof >>.
<< Va bene >> disse Leah. Piplup rispose con un debole cenno del capo, ma rimase ugualmente pensieroso. Leah gli mise un braccio intorno alle spalle e provò a sorridergli, ma di nuovo lui rispose solo con un sorriso appena accennato. Tornarono alla Gilda, dove trovarono Bidoof in trepidante attesa.
<< Ciao! Allora, avete preso tutto? >>
<< Sì! >> risposero in coro.
<< Bene, e allora non ci rimane altro da fare che scegliervi una missione . Seguitemi >> e si diressero alla Bacheca dei ricercati.
<< Dunque dunque… avete solo l’imbarazzo della scelta, guardate quanti tipi loschi >>.
<< Per favore, non sceglierne uno troppo spaventoso >> disse Chimchar guardando la bacheca con apprensione.
<< Sissignore, ve l’ho promesso ! >> disse il Pokémon guardando Leah di sfuggita. Lei gli rispose facendogli l’occhiolino. Bidoof tornò a guardare i vari annunci con le gote lievemente arrossate.
<< Dunque…vediamo… Ambarabà… >>. In quel momento si udì il suono di una sirena d’allarme, e una voce imperiosa riecheggiò dappertutto.
<< Allontanatevi, aggiornamento lista! Allontanatevi, aggiornamento lista! >> e sotto gli sguardi stupefatti dei ragazzi, il pannello si capovolse. Per lo spavento Chimchar fece un salto all'indietro.
<< Argh! Il pannello si è girato. Ch-Che succede? >>
<< La Bacheca dei ricercati e quella delle missioni ordinarie sono affisse su un pannello. Quando questo è capovolto, Dugtrio sostituisce le missioni vecchie con quelle nuove. Si sposta attraverso un tunnel, capovolge, aggiorna, e ricapovolge. Non sono in molti a sapere del suo lavoro, ma lui è molto fiero di ciò che fa >> spiegò tranquillo Bidoof. In quel momento la voce di Dugtrio risuonò di nuovo.
<< Aggiornamento completato! Aggiornamento completato! >> e il pannello tornò al suo posto.
<< Bene, la lista è stata aggiornata. Scegliamone uno >> disse Bidoof, ma improvvisamente Chimchar si mise a tremare.
<< Ehi, cosa ti turba? Perché hai iniziato a tremare? Non fa freddo qui >> disse il piccolo Pokémon Topaffuto, guardandosi intorno per vedere se per caso c’era un qualche Pokémon Ghiaccio nei paraggi.
<< R-Ragazzi! >> disse Chimchar battendo i denti. << G-Guardate lì! >> e alzò tremante un braccio verso la parte sinistra della bacheca. Leah e Piplup guardarono in quella direzione, e anche loro presero a tremare: perché quello in alto a sinistra era un volto che conoscevano bene, e che avevano lasciato appena dieci minuti prima! 
<< Non è possibile… >> mormorò Leah.
<< Quello è Drowzee! E’ un ricercato! >> esclamò Piplup stringendo i pugni.
<< Ma allora.. Piplup, perdonaci avevi ragione tu… >> cercò di scusarsi Chimchar, ma Piplup fece un gesto di fastidio.
<< Non c’è tempo per quello, dobbiamo salvare Azurill! >> sbottò furente.
<< Andiamo, presto! >> disse Leah, non meno irritata di lui, e come un fulmine i tre ragazzi corsero su per la scala e si precipitarono fuori, lasciando il povero Bidoof confuso e stordito. A sorpresa, trovarono Marill all'incrocio, in preda ad una viva ansia.
 << Marill! >> urlò Leah correndo giù per la scalinata. Il piccolo Pokémon blu corse loro incontro, sul punto di scoppiare in lacrime.
<< Dove sono Azurill e Drowzee?! >> chiese Chimchar.
<< Si tratta proprio di loro! Siamo partiti insieme per andare a cercare lo strumento, ma  sono rimasto da solo quando il signor Drowzee è andato da qualche parte con Azurill! Li ho chiamati più volte ma non sono tornati! Mi sono spaventato e sono venuto a cercare aiuto! >> rispose Marill singhiozzando.
<< Dove erano diretti? >> chiese Leah.
<< Verso il Monte Crespo >>
. << Monte Crespo? Monte…montagna! Piplup, hai detto di aver visto quei due in una zona rocciosa, giusto? >> disse Chimchar al compagno.
<< Sì, è vero. Penso che sia quello il posto! >> rispose Piplup.
<< Bene, andiamo allora! >> disse Chimchar risoluto.
<< Vi prego, siate prudenti >> li supplicò Marill.
<< Tranquillo, piccolo >> disse Leah accarezzandolo. << Riporteremo il tuo fratellino a casa sano e salvo, te lo prometto >>.
<< Sì, per favore… >> disse Marill, piangendo. Leah gli asciugò le lacrime e sorrise.
<< Vai a casa anche tu, ora. Torneremo presto >>. Il cucciolo annuì e corse verso Borgo Tesoro.
<< Forza, andiamo! >> disse Leah agli altri due, e si misero a correre a più non posso.
<< Ma sai qual’ è la direzione giusta?? >> urlò Chimchar.
“E’ la stessa che abbiamo preso ieri per andare alla Grotta Labirinto, Chimchar: ho memorizzato bene il percorso sulla mappa, e il Monte Crespo è quella montagna che sorge proprio sopra la grotta! “ rispose Leah mentalmente. Correva come una furia, ed effettivamente, ad ogni secondo che passava lei sentiva la rabbia crescere inesorabile.
Se quel bastardo prova a fare del male ad Azuril,io…io... era così arrabbiata che la collera aumentò le sue forze, tanto che i due ragazzi dovettero triplicare i loro sforzi per starle dietro, ma non cedettero mai, né osarono lamentarsi, perché anche loro erano così infuriati che non si sarebbero fermati di fronte a niente finché non avessero raggiunto la meta. Ognuno di loro aveva in testa solo una cosa: catturare quel furfante di Drowzee e riportare il piccolo Azurill dal suo fratellone.   

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Capitolo 6
*** La prima cattura ***


E' passato un pò di tempo, ma finalmente sono riuscita a terminare l'ultimo capitolo di  questa sezione!
Mi prenderò un periodo di pausa per via degli esami, ma ritornerò presto con il seguito di questa storia. Spero che vi piaccia, buona lettura! 
 


Il vento fischiava forte sulla cima della montagna. Azurill trotterellava tranquillo, incurante dell’ambiente desolato intorno a lui. Alle sue spalle, Drowzee lo seguiva passo a passo. Ad un tratto Azurill si fermò, e si guardò intorno.
<< E’ un vicolo cieco. Signor Drowzee, dov'è lo strumento che ho perso? Potrebbe mostrarmi dov'è, per favore? >>
disse, voltandosi verso il suo accompagnatore. Il Pokémon gli rispose con un ghigno maligno sul volto.
<< Il tuo strumento? Spiacente ragazzo, non è qui poco ma sicuro >> disse con una voce tutt'altro che rassicurante.
<< C-Cosa? >> disse Azurill, e guardò a destra e sinistra, spaventato. << Il mio fratellone… il mio fratellone è dietro di noi, giusto? Ci raggiungerà presto? >>. Drowzee scoppiò a ridere.
<< Tuo fratello non verrà. Ti rivelerò un piccolo segreto: è stato tutto un trucco. Ti ho ingannato. Ma non fermiamoci su questa cosa. Ho un piccolo favore da chiederti. Vedi quel buco dietro di te? >>.
Tremando, il piccolo Pokémon si voltò appena per vedere alle proprie spalle, dove effettivamente c'era una piccola apertura nella roccia.
<< Si dice che dentro ci sia il tesoro di un ladro. Ma come puoi vedere, io sono troppo grande per infilarmici dentro. Ed è qui che entri in gioco tu. Non preoccuparti e fai come ti dico. Fallo e ti aiuterò a uscire di qui >>.
<< M-Ma… >> cercò di protestare Azurill.
<< Forza, datti una mossa. Infilati in quel buco. E non dimenticarti di portare fuori  il tesoro! >> gli ordinò con impazienza Drowzee.
<< N-No! V-Voglio mio fratello! >> e provò a scappare via, ma Drowzee gli si parò davanti e gli bloccò il passo.
<< Ehi, smettila di piagnucolare! Ho detto che ti porterò a casa quando avrai finito.  Ma se continui a fare storie … >>,
aggiunse minaccioso << … dovrò passare alle maniere forti! >>
<< A-A-AIUTO!! >> urlò Azurill.
<< FERMO DOVE SEI, DROWZEE!! >>. Drowzee si voltò di scatto per vedere chi avesse parlato, e si ritrovò davanti i tre ragazzi che aveva incontrato a Borgo Tesoro. Erano tutti senza fiato e ansanti per la corsa, ma avevano anche uno strano sguardo omicida, che lo inquietò.
<< Lascia andare Azurill, furfante!! >> urlò Chimchar facendosi avanti.
<< C-Come avete fatto ad arrivare qui?! >>
<< Siamo il Team Pokèpals, una squadra d'esplorazione! Nessun criminale ci può sfuggire ! >>
<< U-Una squadra d'esplorazione?! Siete qui per arrestare…Eh? Aspetta un attimo: ma stai tremando? >>. Chimchar, infatti, pur avendo fatto la voce grossa, aveva iniziato a tremare violentemente.
<< Ahah, ora capisco >> rise Drowzee. << Dite di essere una squadra d'esplorazione, ma siete  ancora alle primi armi! Mi sono spaventato inutilmente! Molto bene: siete davvero convinti  di potermi sconfiggere, pivellini? >> disse, strafottente.
<< Urgh! >> disse Chimchar, poi però cercò di farsi coraggio. << S-Sì! Sì, possiamo! Non perderemo contro un fuorilegge come te! >>. Drowzee scoppiò di nuovo a ridere.
<< Molte squadre di esplorazione mi hanno dato la caccia, ma nessuno era ridicola come la vostra!  Sarà un piacere eliminarvi, principianti! >>, e veloce come un fulmine lanciò un attacco Palla Ombra contro di loro.Chimchar si preparò a difendersi, ma Leah gli arrivò davanti così velocemente che lui non se ne accorse nemmeno,  afferrò la sfera con la coda  e la strinse con forza finché questa non si disintegrò in una nuvola di scintille.Drowzee la guardò allibito.
<< Ero proprio di ottimo umore stamattina >> disse lei con voce inespressiva . << Poi però è arrivato un furfante da quattro soldi come te ha ben pensato di rovinare tutto mettendosi a fare il prepotente con due poveri cuccioli! Ma chi ti credi di essere?! >> .  Alzò la voce, e anche la sua energia si intensificò, così tanto che il pavimento intorno a lei  iniziò a frantumarsi, e le pietre si sollevarono per aria.
<< E-Ehi, calmati, ragazzina! >> cercò di ammonirla Drowzee.
<< CALMARMI?! Non posso assolutamente perdonare i bastardi come te che si approfittano così di  esseri deboli e innocenti!! >> urlò Leah, e alzò di scatto lo sguardo: era infuriato, cattivo,  sembrava lo sguardo di un demone. La sua energia era così intensa che permeava l’aria come una  foschia luminosa e densa. Drowzee arretrò spaventato,ma Leah non gli diede tempo per agire: con ampio movimento del braccio lo mandò a sbattere contro la parete di roccia.
Piplup e Chimchar osservarono la scena ammutoliti, ma non si mossero di un millimetro.
Erano ormai abituati alle manifestazioni del potere della ragazza, e avevano capito che, in quei casi, era meglio tenersi a distanza.
In ogni caso si tenevano pronti ad agire quando  sarebbe stato il momento, o meglio, quando Leah glielo avrebbe concesso. Il furfante si rialzò e si tolse i calcinacci di dosso.

<< Devo ricredermi, forse vi ho sottovalutato. Va bene, non succederà più. E ora fatevi sotto! >> e scagliò un altro attacco Palla Ombra contro Chimchar, che però stavolta lui evitò.  Drowzee non si arrese: si concentrò e poi cominciò a muovere le mani davanti a sé in un ritmo  prima lento e calcolato, poi sempre più veloce, tenendo gli occhi spalancati. Leah capì subito le sue intenzioni.
<< Non guardate! >> urlò, e allo stesso tempo eresse la sua barriera intorno a tutti loro. Lei però tenne gli occhi socchiusi, perchè voleva tenere d'occhio il nemico. Quello, accortosi della protezione, smise subito il suo strano attacco.
<< Umph, non sei solo forte, sei pure intelligente, vedo >> si complimentò.
<< Leah, possiamo aprire gli occhi adesso? >> disse Chimchar muovendosi a tentoni.
<< Sì, ora potete guardare >> rispose lei, senza però abbassare le difese.
<< Cosa stava facendo?... >> chiese Piplup stordito.
<< Stava per usare l'attacco Ipnosi >> rispose la ragazza, e senza aspettare incoraggiamenti proseguì nella sua spiegazione . << Con quello ci avrebbe addormentati tutti, e poi avrebbe  usato le sue capacità per mangiare i nostri sogni e indebolirci >>.
<< M-Mangiare i nostri sogni?! C-Com'è possibile?! >> esclamò Chimchar.
<< E' l'abilità speciale dei Drowzee: addormentano gli avversari e si cibano dei loro sogni, sono il loro nutrimento
principale >>.
<< Spregevole vigliacco!! >> sbottò Chimchar agitando i pugni verso Drowzee. Leah lo tenne fermo con la coda, e dentro di sé sospirò di sollievo. Questa volta aveva veramente rischiato grosso: se si fosse addormentata il suo segreto sarebbe stato scoperto, e per lei sarebbe stata la fine. Non aveva mai visto di persona un attacco Ipnosi, ma aveva sentito dire che veniva manifestata in maniera diversa a seconda del Pokémon da cui veniva usata. 
Era riuscita a indovinare quella di Drowzee perché sapeva che quelli della sua razza, per quel tipo di attacco, compivano sempre un certo movimento delle braccia. Lei stessa comunque aveva provato più di una volta ad
emulare quella mossa, ed aveva scoperto che effettivamente risultava molto più efficacie se accompagnato da quel movimento ipnotico. Era una vera fortuna che lei conoscesse i Pokémon così bene, ma non avrebbe mai pensato che un giorno questo tipo di conoscenze le avrebbe salvato la vita. Il furfante incrociò le braccia e fece una smorfia.
<< Forte, intelligente, e pure secchiona. E' raro trovare tutte queste qualità in una volta sola  dentro una mocciosa >>
disse beffardo. Leah digrignò i denti, ma Chimchar reagì pesantemente.
<< Come ti permetti, brutto bastardo!! >> urlò a pieni polmoni e si gettò contro la barriera. Piplup riuscì ad afferrarlo prima che si schiantasse contro quel campo energetico.
<< C-Chimchar, calmati per favore! >> disse lottando per non lasciarlo andare, ma  lui si agitò così tanto che alla fine Piplup mollò la presa, e tutti e due finirono col sedere per terra.
<< Non ha alcun diritto di parlarle in questo modo!! >> esclamò di nuovo Chimchar scattando in piedi. Drowzee inarcò un sopracciglio.
<< Perchè ti agiti tanto? Ho forse offeso la tua ragazza? >>. Chimchar arrossì di botto.
<< L-Lei n-non è la mia r-ragazza! >> balbettò, alternando lo sguardo da Leah a Drowzee. 
<< L-Lei è...è.... >>. Respirò profondamente e urlò tutto d'un fiato:
<< ...è il nostro Leader, ecco chi è! >>. Il suo urlo riecheggiò per montagna, e qualche sasso si staccò dalla parete e rotolò a valle. Nello spiazzo roccioso, però, il tempo parve  essersi fermato: Drowzee guardava Chimchar perplesso, Piplup osservava l'amico con la bocca  semi-aperta ma senza osare nemmeno respirare, Leah invece lo fissava con gli occhi spalancati. Chimchar ansimò, poi si ricompose e continuò:
<< Leah è il nostro Leader, e ci ha salvato un sacco di volte la vita. Lei è un Pokémon forte e coraggioso, e più che degno di ammirazione. Io sono pronto a seguirla ovunque vada e  sono disposto a fare qualunque cosa per lei! E chiunque provi a insultarla dovrà vedersela  con me! >> esclamò puntando il dito contro Drowzee.
Leah lo guardò incapace di dire o fare qualsiasi cosa, e presto gli occhi le divennero lucidi. Forse non era il momento
migliore per quel tipo di debolezza, ma non le importava, era confusa e commossa al tempo stesso da quello che aveva detto Chimchar. Anche Piplup era confuso dall'atteggiamento dell'amico. Drowzee invece proruppe in una risata sguainata.
<< Whahaha, ho capito, mi vuoi far morire dal ridere! Bè, ci stai riuscendo benissimo, ragazzino.Davvero pensi di poter farmela pagare? Molto bene: esci da quella barriera e affrontami! >>.Chimchar non rispose subito: lentamente diede le spalle al Pokémon e si volse verso Leah. Guardò sia lei che Piplup e cercò di apparire sicuro di sé.
<< Per favore, fatemi combattere da solo >>.
<< Non se ne parla neanche! >> sbottò Piplup, infuriato.
<< Piplup, il mio non è uno stupido capriccio. Credimi, non so come spiegarlo a parole,  ma...sento che devo farlo, io solo e nessun' altro >> ribattè deciso Chimchar.
<< Ma...Chimchar, non... >> cercò di protestare Piplup, ma lui lo interruppe.
<< Lo so >> disse. << E vi chiedo scusa per questo. I membri di una squadra dovrebbero cooperare tra di loro e agire come una cosa sola, però..... >> e guardò Leah. << Ci sono anche momenti in cui è necessario provare a cavarsela da soli senza fare  affidamento sugli altri. E questo, per me, è uno di quelli! >>
<< Chimchar.... >> tentò ancora Piplup , ma senza successo, perchè Chimchar lo interruppe di nuovo e stavolta lo guardò serio.
<< Tu più di una volta mi hai fatto notare quanto io sia impulsivo e frettoloso, e come  non pensi prima di agire. E hai ragione, questo non posso negarlo >>.
<< S-Sì, l'ho detto, ma... tu non devi rischiare così tanto per via di stupide critiche, Chimchar... >> lo supplicò il piccolo pinguino, ormai sull'orlo delle lacrime. Chimchar sorrise dolcemente e gli mise una mano sulla spalla.
<< Si tatta di provare a correggere dei difetti, Piplup, non di prendersela per un dispetto. Vi prometto che non vi deluderò. Fidatevi di me >>. Piplup guardò Leah.
“Non… non sono sicuro che sia una buona idea” disse mentalmente.
“Neanch’io…. però… forse ha ragione lui. Diamogli questa possibilità, Piplup” disse la ragazza.Piplup allora si voltò verso l’amico, tirò su con il naso e annuì. Chimchar allora si voltò verso Leah, che sorrise a sua volta e annuì, dopodichè, molto lentamente, disperse la barriera.
<< Molto bene, allora. Sono pronto! >> disse Chimchar.
<< Chimchar…. >> disse Leah.
<< Sì? >>. Lei gli si avvicinò e abbassò il muso fino ad essergli davanti agli occhi.
<<  Vai pure… ma ricordati che noi saremmo pronti a darti una mano in qualunque momento >>.
<<  C-Certo, lo so…grazie >> balbettò lui, imbarazzato. Lei sorrise, poi allungò la zampa e lo accarezzò.
<< Ti prego, fai attenzione >>. Chimchar si sentì bollente e in iperventilazione, ma scosse  forte la testa per riprendersi, sorrise trionfo alla ragazza e le mostrò il pollice alzato.Piplup si tormentò nervoso le braccia, e prima che Chimchar si avviasse verso la sua battaglia gli toccò la spalla.
<< Chimchar, io… >>. Lo scimmiotto gli chiuse il becco con la mano.
<< Ora non è il momento, Piplup: ne parleremo dopo >>. Dopo potrebbe essere troppo tardi! pensò Piplup, ma si limitò ad annuire debolmente. Chimchar allora si volse e si piazzò al centro della vallata, a poca distanza da Drowzee. Lui lo fissava impassibile, sicuro di avere la vittoria in tasca. E a ragion veduta  pensò Chimchar guardandosi le mani: tremavano, e anche le ginocchia stavano subendo lo stesso effetto. Si morse le labbra e scosse furioso la testa.
Non poteva tirarsi indietro, non se lo sarebbe mai  perdonato per tutta la vita. Era ora di compiere il passo decisivo: se fosse riuscito a sconfiggere Drowzee avrebbe dimostrato una volta per tutte che non era un inetto, e che anche lui era  perfettamente in grado di cavarsela da solo.
Di sfuggita però gli cadde lo sguardo su Leah, e non poté trattenere una smorfia. Chi credeva di prendere in giro? Era soprattutto per lei che lo voleva fare. Voleva darle prova delle sue capacità, non voleva che lo vedesse come un bamboccio, uno sempre bisognoso della balia perchè incapace addirittura di camminare da solo. Doveva vincere a tutti i costi. Per lei. Per Piplup. Ma soprattutto per sé stesso. Si voltò verso il suo avversario, prese un respiro profondo e si lanciò alla carica.
<< Assaggia le mie Sfuriate! >> urlò, ma Drowzee alzò le braccia, e gli occhi gli si illuminarono di blu. Chimchar fu fermato a mezz’aria e sollevato in alto. Subito prese ad agitarsi e a scalciare come un matto.
<< METTIMI GIU’ !!! >> sbraitò. Drowzee fece una smorfia e lo scaraventò contro la parete.
<< Tutto qui quello che sai fare? >> lo insultò. Chimchar si rialzò di scatto, sbuffando furioso, e ripartì alla carica.
<< RUOTAFUOCO!! >>, e come una piccola palla infuocata rotolò sul terreno a velocità incredibile, puntando Drowzee, che però scartò di lato, e strusciando con i piedi sul terreno prese la mira e lo colpì con Psicoraggio.Chimchar venne colpito in pieno e ruzzolò per terra, andando a sbattere contro una roccia.
<< CHIMCHAR!! >> urlò Piplup, e scattò per andare da lui, ma Leah lo fermò.
<< Lasciami andare!! >> urlò , ma lei lo guardò negli occhi intensamente. Piplup smise di lottare e si arrese: aveva capito. Quella era la battaglia di Chimchar, e se loro si fossero intromessi probabilmente il Pokémon li avrebbe odiati a morte. Aveva capito, sì, ma questo non impedì alle sue gambe di lottare per muoversi e andare dal compagno, che non si era ancora rialzato.
<< Sei davvero una delusione, fattelo dire >> disse Drowzee. Alzò le mani e di nuovo gli si illuminarono gli occhi, e ad un suo gesto dal cumulo di macerie Chimchar fu tirato su, e lasciato lì a galleggiare a mezz’aria.
Era pieno di ferite, il respiro affannoso e il labbro inferiore spaccato.
<< E tu volevi farmela pagare? >> lo provocò Drowzee, e con violenza lo risbattè a terra.
<< Signor “non- toccare-la-mia-Leader-o-ti-mangio”? >>. Di nuovo lo rialzò da terra e ancora ce lo risbattè contro.
<< Dov'è finita tutta la tua spavalderia, moccioso? >>. Ancora in aria, e poi di nuovo contro le rocce.
Malgrado stesse lottando per trattenere Piplup dal gettarsi contro Drowzee, anche Leah non sapeva per quanto sarebbe riuscita a restare ferma al suo posto.
Ad ogni colpo inferto a Chimchar, il suo cuore accelerava i battiti, così tanto che faticava a respirare, mentre la paura e il senso di colpa iniziavano a divorare ogni millimetro del suo corpo, e lei si sentiva sempre più come se l’avessero buttata in mezzo alle fiamme e la stessero bruciando completamente, in una lenta e inesorabile agonia.
Era solo colpa sua. Lei e i suoi stupidi discorsi, detti forse in un attimo di debolezza, perché aveva osato troppo e alla fine aveva abbassato la guardia.
Non avrebbe pensato che avrebbero portato un ragazzino, un moccioso a malapena consapevole del mondo, a buttare via la sua vita in quel modo, nella maniera più stupida che si potesse pensare: per riscattare un torto subito, un insulto neanche troppo grave per la verità, fatto a lei, lei che conosceva a malapena, lei che però aveva ammirato fin dal primo istante che era entrata nella sua vita; lei che stimava così tanto da voler affrontare un criminale pericoloso tutto da solo, senza il benchè minimo aiuto da parte di nessuno, senza nemmeno chiedersi prima se le sue sole forze sarebbero bastate.
Non poteva finire così, non doveva finire così! Era stata una pazzia, non avrebbe mai dovuto permettergli di fare una cosa del genere! Era stata lei a scatenare quella follia in  Chimchar, quindi sarebbe stata lei a fermarla.
<< BASTA!!! >> urlò con tutto il fiato che aveva. Drowzee fermò il suo ennesimo attacco Psichico e si voltò a guardare
la ragazza.
<< Hai detto qualcosa, mocciosa? >>. Lei respirò affannosamente e cercò di controllare il tremito del proprio corpo,ma non lasciò la presa su Piplup, che pure si era voltato a guardarla.
<< Ti prego… basta così…lascialo stare, ti prego… >> lo supplicò con gli occhi lucidi. Drowzee inarcò un sopracciglio e scoppiò in una risata fragorosa.
<< Ma dai, è davvero incredibile! Prima quel ragazzino e ora tu: vi comportate tutti da duri, ma basta poco per rivelarvi per ciò che siete: delle vere pappemolli! >> disse continuando a ridere sguaiatamente. Leah smise all’istante di gemere e indurì i lineamenti del suo volto.Piplup ne ebbe paura e riuscì finalmente a liberarsi dalla sua presa, osservando ora lei ora Drowzee, i nervi tesi al massimo.
<< Se essere pappemolli vuol dire essere in grado di provare dei sentimenti, allora sono felice di esserlo, e ringrazio il cielo per questo, perché vuol dire anche che non sono come te >> disse Leah improvvisamente gelida. Il Pokémon Psico smise  di ridere  e guardò la ragazza con circospezione.
<< Attenta a quello che dici, ragazzina: potresti pentirtene amaramente >> la minacciò, mettendo le braccia sui fianchi. Stavolta, però, fu Leah a ridacchiare.
<< Come osi prenderti gioco di me?! >> scattò Drowzee.
<<  Tu... tu stai minacciando… ME?! Tu speri davvero che bastino due paroline pronunciate in tono minaccioso a incutermi paura? Sei completamente fuori strada, Drowzee >> rispose la ragazza sprezzante.
<< Come sarebbe a dire? >> esclamò il Pokémon Ipnosi.
<< Sarebbe a dire, che è tutta la vita che mi sento rivolgere minacce di ogni genere e sorta. E con il tempo ho imparato a distinguerle e a classificarle. E la tua… beh… forse agli orecchi di qualcun altro potrebbe sembrare l’equivalente di una minaccia di morte, ma ai miei….ai miei sembra solo il tentativo patetico di un furfante che cerca di fare il duro per intimorire il suo avversario, anche se in realtà se la sta facendo sotto perché ha paura e non vuole ammetterlo >> ribadì Leah in modo molto provocante, sferzando l'aria con la coda. Drowzee sbatté le palpebre, ma invece di infuriarsi, cominciò ad agitarsi e a sudare freddo.
<< C-Cosa ti ha dato quest'impressione? Tu non sai quello che dici! >>. Cercò di non far trapelare il suo nervosismo, ma Leah se ne accorse e rincarò la dose.
<< Ho visto come hai reagito quando ho respinto i tuoi attacchi: non hai avuto strane reazioni, ma i tuoi occhi esprimevano chiaramente il tuo stato d'animo. Eri terrorizzato, Drowzee, e l'ho visto benissimo! Ma quando Chimchar si è fatto avanti e hai combattuto contro di lui,  la tua paura si è immediatamente tramutata in sollievo. Osi negarlo, Drowzee?! >>. Il criminale cercò di ribattere, ma lo sguardo di Leah era talmente gelido e furioso che si
sentì morire. Ci aveva azzeccato in pieno, purtroppo. Lui aveva avuto una paura matta di quella ragazza, e ne aveva
ancora tuttora. Non era un Pokémon comune, ne era certo. Aveva combattuto contro molti avversari durante la sua vita, ma mai nessuno lo aveva impressionato tanto come quell' Espeon che ora lo stava trafiggendo con lo sguardo.
Drowzee aveva capito che non era normale già dal suo primo attacco, quando era stato spedito contro il muro. 
Non era per niente ordinario che una ragazzina come quella fosse così potente, c'era qualcosa che non andava. Tuttavia, non aveva alcuna intenzione di dargliela vinta così facilmente.
<< Ehi, ehi,  stai buona >> disse alzando le braccia come per arrendersi. 
<< Cerchiamo di parlarne da persone civili, vuoi? >>. Leah storse il naso alla parola “ civili”, ma non protestò .Piplup, dietro di lei, si tenne pronto a cogliere la prima distrazione di Drowzee per filare da Chimchar.Dal canto suo, Drowzee cercò di prendere tempo, per poi attaccare la ragazza appena avesse abbassato lo guardia.
<< Ringrazi di essere una pappamolla perchè è meglio che essere me, hai detto. Non ti sembra di essere stata maleducata? >> disse assumendo un atteggiamento strafottente.
<< Maleducata io?! Chi è quello che ha ingannato due poveri cuccioli e che stava obbligando il più piccolo ad eseguire
i suoi ordini?! Eh?! >> urlò Leah. Drowzee sospirò spazientito.
<< Sei crudele a pensarla così. E' vero che ho mentito a quei due, ma non avevo intenzione di far niente di male.
Vedi quel buco laggiù? Mi serviva solo qualcuno di abbastanza piccolo che potesse entrarci dentro e tirare fuori ciò che
c'era nascosto >>.
<< E non potevi semplicemente chiederlo gentilmente, invece di spingerti a tanto?! >>
<< Non avevo altra scelta: non credo che avrebbero capito >>. Leah digrignò i denti  dalla rabbia. Con la coda dell'occhio vide Piplup arretrare lentissimamente verso il punto in cui giaceva Chimchar, e gli venne in aiuto.
<< Resta comunque il fatto che tu sia un furfante spietato e senza scrupoli, o la tua foto non sarebbe mai apparsa su una bacheca di ricercati! >>
<< E tu, allora? Chi sei per farmi la predica? Sei forse una cacciatrice di taglie, una di quelli che sbattono in galera quelli
come me solo per fare quattrini? >> sbottò Drowzee.
<< Per chi mi hai preso? >> ribatté lei ,schifata.<< Non mi sono mai attaccata ai soldi in tutta la mia vita; ciò non toglie
però che io abbia disgusto di quelli come te che si approfittano degli altri solo per il proprio tornaconto personale! >>.
Mentre parlava, Drowzee iniziò a muoversi impercepibilmente verso la parete di roccia, e intanto iniziò a elaborare una 
strategia. Forse avrebbe potuto attaccarla di sorpresa quando meno se lo aspettava, ma il suo sguardo attento non sembrava quello di chi si lascia sorprendere facilmente.
Leah sembrava anche molto sveglia, e di sicuro aveva già intuito le sue intenzioni, visto che lo guardava come se non avesse voluto perdere di vista nemmeno il più piccolo battito di ciglia. Inghiottì forte e si sforzò di ragionare con lucidità: odiava ammetterlo, ma ad  ogni secondo che passava si sentiva sempre più in trappola, braccato dallo sguardo intenso di quella ragazzina che lo  inquietava non poco.
Se non elaborava qualcosa alla svelta non era certo che se la sarebbe cavata. La cosa migliore che poteva fare, per il momento, era continuare a parlare: in questo modo forse sarebbe riuscito a  trovare un punto debole nella difesa di Leah, da poter usare a suo vantaggio.
Fece rapidamente il punto della situazione: di primo acchito lei gli era sembrata tranquilla, persino sensibile, come aveva avuto modo di constatare dalla sua reazione alla vista del compagno maltrattato. Prima ancora di questo, però, quando era appena arrivata lì, era stata furente, sembrava  quasi essersi incattivita tutto d'un colpo.
Forse era per questo che i suoi poteri erano stati così forti: probabilmente si erano sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda dei suoi sentimenti, e da ciò avevano tratto una forza notevole. Doveva essere  così : il pensiero che Leah potesse essere così potente anche quando era calma gli faceva venire i brividi. 
Fu mentre rabbrividiva che ebbe come una folgorazione. I poteri della ragazza in linea con i suoi sentimenti. Poteri... sentimenti! Ma certo, era quella la soluzione al problema. Tutto quello che doveva fare era continuare a parlarle, persuaderla con le sue parole fallaci cercando di farle perdere la fiducia in sé stessa.
E mentre lei ascoltava,  lui avrebbe cercato lentamente di ipnotizzarla... per poi eliminarla definitivamente non appena fossero cadute  completamente le sue difese. Bastava solo cercare qualcosa su cui premere e che non la portasse a reagire pesantemente. Non era una cosa facile da fare, però. Non sapeva niente di Leah, e avrebbe dovuto fare attenzione a non farla arrabbiare ulteriormente. Un momento... forse qualcosa ce l'aveva.
Un ghigno si delineò sul suo volto, e subito Leah scattò sulla difensiva. La cosa lo fece ghignare ancora di più.
<< Maledetto, cosa stai architettando?! >> urlò la giovane, acquattandosi a terra come una leonessa pronta  per l'agguato. Drowzee fece una smorfia e agitò una mano come se stesse scacciando un moscerino.
<< Ritira i tuoi artigli micetta: qualcuno potrebbe farsi male >>. Leah emise un leggero ringhio e strinse i pugni. Quella di Drowzee era solo una scusa per irritarla ancora di più, lo sapeva bene, ma era anche vero che era in momenti come quello che avrebbe preferito avere assunto le sembianze di un Persian o di un Glameow. Le sarebbe enormemente piaciuto far sparire l'espressione odiosa sulla faccia di Drowzee con un'artigliata. Il Pokémon Ipnosi guardò la sua reazione divertito.
<< Se proprio lo vuoi sapere, sei tu che mi stai divertendo >> disse sprezzante. Leah fece una smorfia.
<< Lo aveva immaginato, cosa credi? Speri di aver risolto qualcosa, dicendomelo? >> ribatté seccata. Drowzee sogghignò ancora di più.
<< Ho risolto molto, invece. Perchè la tua reazione mi ha dato una conferma >>. Stavolta le sue parole  catturarono  l'attenzione di Leah, e se ne accorse con soddisfazione.
<< Conferma di cosa? >> chiese la ragazza, cercando di non far vedere quanto effettivamente la cosa  la interessasse. Drowzee incrociò le braccia e sorrise perfido.
<< Conferma di quanto tu sia più incapace di quanto non vuoi far intendere >> disse tranquillamente dopo qualche istante di silenzio. Se Leah fosse stata un altro tipo di persona gli avrebbe ringhiato e gli sarebbe saltata addosso, minacciando di strangolarlo finchè non si fosse rimangiato la parola, e forse sarebbe addirittura arrivata a fargli del male serio.Lei però non era così. Non era una tipa permalosa, per fortuna, e dopo tutti quegli anni era diventata quasi refrattaria a qualsiasi tipo di insulto. A parte questo, non provava alcun tipo di piacere a far del male o a ridere del dolore altrui. Dopo ciò che era successo la notte in cui aveva perso il controllo la prima volta, poi, ogni volta che suo malgrado si ritrovava a combattere tendeva sempre a limitare le sue capacità, in maniera molto serrata, anche. 
Ma pure così, malgrado tutta la buona volontà, finiva comunque per apparire troppo forte ai suoi avversari. 
E poi, le capitavano lo stesso casi in cui i suoi sentimenti finivano con prevalere sulla prudenza, e di conseguenza 
alla fine non riusciva a trattenere poi molto del suo vero potenziale. Come era successo poco prima con Drowzee  e come temeva sarebbe successo a breve, tra l'altro. Aveva il sospetto che i suoi insulti fossero solo una copertura  per mascherare le sue vere intenzioni, ovvero spingerla ad abbassare la guardia per ritagliarsi una via di fuga. 
Non aveva nessuna intenzione di cascare nel suo tranello così facilmente, tuttavia le sue parole non le impedirono di confondersi, e per questo sollevò la testa di pochi centimetri.
<< Io sarei un incapace? E perchè? >> osò chiedere, i nervi tesi al massimo, pronta a reagire al minimo segnale di pericolo. Drowzee la guardò spavaldo e indicò con un cenno del capo il mucchietto di macerie generato dopo aver sbattuto a terra Chimchar più e più volte.
<< Per quel moccioso laggiù >> disse come se fosse una cosa ovvia. Leah sgranò gli occhi. Drowzee proseguì tranquillamente nella sua spiegazione:
<< Ha affermato lui stesso che tu sei il suo Leader, ed è arrivato quasi ad ammazzarsi per questo perché io ti ho provocato. Ma se sei davvero chi ha detto lui, allora perchè hai avuto l'incoscienza di permettergli di affrontarmi da solo in una sfida al di là delle sue capacità? >>. Ecco dove voleva andare a parare. Leah fu presa alla sprovvista, perchè non sapeva cosa rispondere. Voleva provare a spiegargli che aveva frainteso tutto, che lei non era il Leader e che anche per lei era stata una sorpresa quanto lui quando Chimchar l'aveva etichettata in quel modo, ma si scoprì incapace di ribattere.
<< I-Io... >> provò a dire ,ma Drowzee la  interruppe con veemenza.
<< Un vero Leader mette la sicurezza dei propri compagni sopra ogni altra cosa, e non li abbandona certa di fronte al nemico! Tu hai lasciato che il tuo amico mi affrontasse da solo, e guarda quali sono state le conseguenze! >> sbottò, d'improvviso adirato. Leah volse debolmente lo sguardo verso Chimchar, incapace di rispondere.
<< Se vuoi essere chiamata “Leader”, allora devi imparare a pensare prima alla sicurezza dei tuoi subordinati, in  qualunque decisione tu voglia prendere! >>. La ragazza abbassò il capo mortificata. Era vero: la sola cosa che aveva avuto in mente era solo quello di farla pagare il più presto possibile a Drowzee e riportare a casa il piccolo Azurill. Ma Chimchar aveva voluto essere coraggioso, e dimostrare che poteva farcela, ed era per questo che le aveva chiesto di lasciar fare a lui, citando pure le sue stupide parole che una volta di più Leah si pentì di aver pronunciato. 
E per la sua presunzione era stato Chimchar a pagare il prezzo più alto, lui che non c'entrava  niente. Avrebbe dovuto esserci lei stesa a terra, non Chimchar! Brividi di terrore le attraversarono il corpo, ma lei non mosse un muscolo e non fu in grado nemmeno di alzare lo sguardo da terra: la vergogna e l'umiliazione che Drowzee le stava causando erano inesorabili, ma purtroppo ben meritate. Lei però non era più il tipo di  persona che sta a piangersi addosso troppo a lungo: forse più tardi se la sarebbe filata con una scusa e allora avrebbe dato sfogo a tutta la sua frustrazione, ma ora non era proprio il caso.
Mosse lentamente lo sguardo  alla sua sinistra e si costrinse a reggersi in piedi e a muovere dei passi in quella direzione.Forse non era ancora troppo tardi, forse aveva ancora una possibilità di rimediare alla sua inettitudine.
Fu un attimo: nell'istante stesso in cui si voltò completamente verso Chimchar, tutte le rocce e i detriti sparsi per la valle si sollevarono in aria e lei se li vide arrivare addosso ad una velocità impressionante.Riuscì a malapena a sentire la voce di Drowzee traboccante di ilarità:
<< Sei tanto forte quanto ingenua, ragazzina! >> e chiuse gli occhi. Accidenti a lei, eppure lo aveva anche detto che
non sarebbe caduta nel suo tranello, e invece ci era cascata come una stupida. Con le sue parole era riuscito a individuare l'anello debole della sua catena difensiva, e ora che questa era stata spezzata era troppo tardi per provare a fare qualsiasi cosa. Chiese perdono a Piplup e a Chimchar, per averli messi in quella situazione, poi aspettò di venire travolta da un momento all'altro dalle macerie. Ma non arrivarono mai: al loro posto, una potente fiammata le colpì, allontanandole da Leah e distruggendone la maggior parte. Dovette passare qualche minuto prima che lei fosse in  grado di capacitarsi di ciò che era successo.
Q-quello era un Lanciafiamme di prima categoria! Ma chi... pensò, ma quasi subito sorrise: conosceva già la risposta. Anche Drowzee, seppur sbalordito, non ci mise molto a fare i calcoli.
<< Non... permetterti... mai più! >> disse una voce soffocata. I due Pokémon Psico si voltarono, e Leah si sentì sopraffare dalla gioia: Chimchar era in piedi, sorretto da Piplup. Ansimava, ed era ferito gravemente, ma non
sembrava importargliene. I suoi occhi erano accesi, pieni di quel fuoco che era stato riversato poco prima sui macigni, e
che avrebbe sicuramente colpito di nuovo, a breve. Benchè stupito dalla sua ripresa, Drowzee ostentò arroganza.
<< Bene bene, sei ancora in piedi, vedo >>
<< Chiudi... il becco >> articolò a fatica Chimchar. Leah gli corse incontro con le lacrime agli occhi e gli diede subito una Baccarancia. Chimchar dovette fare uno sforzo incredibile per prendere il frutto e mangiarlo, ma alla fine fu di nuovo in grado di stare in piedi da solo. Piplup sospirò di sollievo.
<< Chimchar... >> disse Leah, ma lui le mise una mano sulla bocca.
<< Più tardi, Leah. Ora dobbiamo concludere le cose qui >>. Lei sorrise e annuì. Chimchar allora si voltò verso Drowzee e ridivenne serio. Quello continuò a guardarlo spavaldo.
<< Ammiro la tua tenacia, ma penso che avresti fatto meglio a restare a terra. Non ti è bastata la batosta di prima ?>>.Chimchar si guardò il pugno destro.
<< Sono caduto, è vero, ma dovevo trovare la forza per rialzarmi >>. Drowzee rimase intimidito dal bagliore emanato
dai suoi occhi.
<< Bisogna aver sempre il coraggio di continuare ad alzarsi, anche quando la situazione sembra disperata. Non mollare mai e tener duro fino alla fine... se ci credo, niente sarà impossibile! >> disse Chimchar con fierezza. Leah si lasciò scappare un sorrisetto. Piplup paragonò dentro di sé il Chimchar ingenuo e impulsivo di sempre e quello sicuro di sé che gli stava davanti, e non potè fare a meno di sorridere.
Malgrado le ferite, appena aveva visto Leah in pericolo, Chimchar aveva usato tutte le sue forze per salvarla, ed era riuscito addirittura ad imparare una nuova mossa, una che raccoglieva in sé tutta la forza e la volontà di voler proteggere quella ragazza. Si sentì orgoglioso di lui.
<< Se hai tutta quest'energia per montarti la testa allora faresti bene a pensare ad una strategia, moccioso, perchè io
sono ancora qui, e non me ne andrò finchè non vi avrò tolto di mezzo! >> urlò Drowzee. Chimchar sorrise.
<< Non credo che mi servirà >> disse, allargando le braccia. Leah e Piplup gli presero ciascuno una mano, e guardarono Drowzee con aria di sfida.
<< Ho provato a superare i miei limiti e ho fallito, ma non sono così orgoglioso da rifiutare aiuto quando mi serve >>.
Era vero, e non provava alcuna vergogna ad ammetterlo. I suoi compagni erano lì con lui, era un motivo più che sufficiente per alzarsi in piedi e continuare a lottare. Si rese conto che era quello che avrebbe dovuto fare fin  dall'inizio, invece di rischiare in quel modo. Ora però aveva imparato la lezione, e non ci sarebbe ricascato un'altra volta. Il furfante guardò preoccupato i tre ragazzi. Non era andata per niente come aveva pianificato, e ora si stava ritrovando di nuovo con le spalle al muro. Cercò di calmarsi dicendo che l'unica a cui avrebbe dovuto fare attenzione era Leah, ma
ormai non ne era più tanto convinto. Non c'era alternativa, ormai.
<< E va bene, visto che con le buone non riuscite a capire... >> e intanto il suo corpo si illuminò di blu <<... allora mi vedo costretto a ricorrere alle maniere forti >> e con un ampio movimento delle braccia scagliò contro di loro i detriti sparsi lì intorno. Stavolta Leah non si fece cogliere alla sprovvista.
<< Piplup, ruota su te stesso e usa Bollaraggio! >>. Piplup eseguì all'istante, e i tre amici si ritrovarono circondati da un turbine di bolle blu, contro cui i massi si distrussero . Veloce come un fulmine, Leah li sollevò di nuovo in aria, e aumentò la pressione su di loro, finchè non si sbriciolarono completamente. Ma non si fermò lì: unì le braccia e disegnò una parabola continua nell'aria . La polvere rimasta sospesa si addensò sempre più, generando così un potente turbine che la ragazza spedì contro Drowzee.
Il Pokémon venne investito in pieno, e cercò invano di proteggersi,  era troppo forte per lui. Come se non bastasse, in lontananza vide a malapena diffondersi una tenue luce, e in men che non si dica  fu colpito da un potente attacco Lanciafiamme, che unito ai detriti gli ricoprì il corpo di innumerevoli ferite e lo fece gridare dal dolore. Mordendosi le labbra , generò una Palla Ombra e la scagliò completamente a caso davanti a sé.
Subito il turbine si disperse, e Drowzee boccheggiò come se fosse stato troppo a lungo in apnea, tossendo e spuntando la polvere che gli era entrata in bocca. Il suo attacco però aveva solo distratto Leah, non aveva colpito nessuno in particolare.  Ansante, si morse la lingua per non lasciarsi scappare neppure un gemito, ma divenne furioso. Lui, un ladro professionista, un ricercato di categoria A, stava avendo la peggio contro un branco di mocciosi  alle prime armi.
Si sentì umiliato come mai in vita sua, e la sua furia crebbe al tal punto che lui non ci vide più: caricò le braccia di energia e la trasformò in un unico e potente Psicoraggio. I ragazzo non restarono impassibili: Piplup usò il Bollaraggio, Chimchar il Lanciafiamme, Leah generò una piccola sfera di energia luminosa, e i loro attacchi si scontrarono contro l'offensiva del nemico, provocando una grande esplosione.
In un disperato tentativo per rifiutarsi di gettare la spugna, Drowzee provò a concentrare le ultime energie che gli rimanevano in un attacco Psichico, ma Leah fu più veloce, e gli rivoltò contro la sua medesima strategia. Il Pokémon Ipnosi si ritrovò in aria, stretto da un'incredibile forza psichica come mai aveva sperimentato. Ormai non aveva alcun dubbio: quella ragazza doveva essere un genio, un genio che forse sarebbe stato in grado di superare persino il più potente Pokémon Psico che esisteva al mondo. Malgrado la sincera ammirazione per le doti di Leah, però, non era ancora incline ad arrendersi .
<< E-ehi, fermi ! >> proruppe all'improvviso.<< D-deve per forza finire così? Che ne direste di ascoltarmi? >>
<< Ti abbiamo sentito abbastanza, Drowzee! >> rispose Chimchar, ma Leah lo ammonì con la coda, poi si rivolse
al Pokémon.
<< Cosa vuoi ancora da noi? >> disse gelida. Drowzee inghiottì forte e guardò a destra e sinistra, poi gli venne un'idea.
<< V-vi ricordate che ho detto che sotto quella parete c'era qualcosa? Ecco.. è il tesoro di un ladro, abbandonato tempo fa e mai più ritrovato >>. Nessuno dei tre mutò espressione. Drowzee iniziò a spazientirsi.
<< Con quel tesoro potreste guadagnare molto di più di quanto potreste ricevere come  ricompensa in questa missione. Potremmo dividercelo equamente: tre quarti a voi e uno a me, eh, che ne dite? Non vi pare un'offerta vantaggiosa?! >> esclamò infervorato, e se non fosse stato bloccato avrebbe agitato anche le braccia. Leah, Piplup e Chimchar divennero pensierosi, e Drowzee immaginò che ci stessero riflettendo su, ma in realtà stavano comunicando telepaticamente tra di loro. Alla fine Leah parlò:
<< Non siamo per niente interessati >>.
<< Un tesoro che un bandito ha rubato a qualcun'altro? Nemmeno tra un milione di anni! >> le fece eco Chimchar.
<< Noi conquisteremo le nostre ricompense onestamente, non cederemo alle promesse di un furfante ! >> aggiunse
Piplup. Drowzee allora smise di sembrare cordiale e iniziò a sbraitare.
<< Siete solo un branco di stupidi! >>. Leah lo ignorò completamente e disse:
<< Invece di agitarti come un Mankey infuriato, rispondi a questo: hai finto di essere magnanimo e hai portato qui Azurill solo perchè ti aiutasse a recuperare quel tesoro, giusto? >>
<< Sì, quante volte ancora dovrò ripetertelo?? >> urlò quello. Leah sospirò.
<< In questo caso, ho una brutta notizia per te: sei stato tu l'unico vero idiota di questa storia >> e mentre con una zampa continuò a tenerlo sollevato , si voltò, alzò l'altra e la chiuse a pugno, poi abbassò lentamente il braccio. Contemporaneamente, la parete di roccia si crepò sulla cima, poi giù, sempre di più, finchè Leah aprì di scatto il la zampa, e il muro si spaccò in due gigantesche metà, ed enormi frammenti di roccia crollarono a terra con un gran fracasso. Quando il polverone si dissolse, tutti videro, a malapena visibile sotto le scorie, una gemma verde  smeraldo, grossa quanto un pugno. Chimchar la prese e ci soffiò sopra, e questa brillò in tutto il suo splendore.
<< Ci voleva così tanto? >> chiese annoiata la ragazza. Drowzee la guardò con gli occhi spalancati, troppo sconvolto per  formulare una qualsiasi tipo di risposta. Chimchar toccò la spalla di Leah e le sussurrò qualcosa nell'orecchio. 
Lei approvò e lentamente fece scendere Drowzee. Neanche il tempo di sfiorare il suolo, però, che Piplup e Chimchar gli saltarono addosso e lo colpirono alla testa con un pugno. Drowzee stramazzò a terra. I due ragazzi lo guardarono soddisfatti e si diedero il cinque. 

<< Idiota, si è fregato con le sue mani >> commentò Piplup.
<< Tutto fumo e niente arrosto ! >> aggiunse Chimchar strizzando l’occhio a Leah. Lei ridacchiò.
<< Imparate fin da subito, ragazzi: la fretta è cattiva consigliera, e anche se programmiamo tutto nei minimi dettagli, nove volte su dieci le cose non vanno mai come avevamo stabilito >> disse. Chimchar contemplò il povero Drowzee tramortito per terra e sorrise. Solo allora Azurill osò uscire dal suo nascondiglio. La ragazza lo vide e gli fece cenno di avvicinarsi.
<< Vieni, piccolo. Non aver paura: è tutto finito >>.  Azurill si guardò intorno terrorizzato e si mise a piangere.
Leah gli si avvicinò e lo strinse a sé.
<<< Shh, va tutto bene. E' finita, su... >> disse dolcemente accarezzandolo. Azurill  tirò su con il naso e smise di piangere.
<< Bravo >> disse Leah sorridendo. Il piccolo gemette ancora, poi guardò verso Drowzee e si ritirò contro il petto di Leah.
<< Tranquillo, Azurill, non ti farà più niente. Ora ti riportiamo dal tuo fratellone >> disse Chimchar.
<< S-sì, per favore >> disse il cucciolo. Leah capì che era ancora sotto shock, e che forse non sarebbe stato in grado di muovere un passo. Lo prese delicatamente tra i denti e o lo posò sulla propria schiena. Azurill avvolse subito la coda intorno al corpo della ragazza, e si tenne ben stretto. Chimchar ridacchiò, e con Piplup afferrò Drowzee per le braccia e  iniziarono a trascinarlo.


Arrivati all'ingresso del monte, trovarono ad attenderli Marill, accompagnato da un Magnezone e da uno squadrone di
Magnemite. Leah esitò quando li vide, ma Chimchar la tranquillizzò.
<< E' tutto a posto. Quelli sono il Commissario Magnezone con i suoi agenti, sono la Polizia di Borgo Tesoro >>. Leah tirò un sospiro di sollievo. Azurill, rimasto ancorato al suo corpo fino a quel momento, appena vide il fratello saltò giù e gli corse incontro, scoppiando di nuovo a piangere.
<< Marill!! Ho avuto tanta paura!! >>
<< Azurill...grazie al cielo stai bene! >> disse Marill abbracciandolo commosso. I tre ragazzi li guardarono con tenerezza. Magnezone si fece avanti.
<< ZZZT! Sono Magnezone, il Commissario di questa regione! ZZZT! Grazie al vostro contributo possiamo finalmente
sbattere in cella questo pericoloso furfante. ZZZT! Magnemite, prendetelo! >>. I Pokémon eseguirono l'ordine e circondarono Drowzee, che nel frattempo aveva ripreso i sensi.
<< ZZZT! Grazie ancora per la vostra collaborazione. ZZZT! Manderemo la ricompensa alla Gilda. ZZZT! Adesso vieni
con noi! ZZZT! >> disse poi rivolto a Drowzee.
<< Awww >> si lamentò quello, e iniziarono a incamminarsi.
<< Commissario, aspetti! >> li richiamò Leah. Magnezone si fermò e fece marcia indietro.
<< ZZZT! Sì? ZZZT! Che cosa c'è? ZZZT! >>
<< Drowzee voleva mettere le mani su questo tesoro >> e mostrò la gemma al Pokémon. Lui lo prese e lo osservò controluce.
<< ZZZT! Mi ricordo di questo gioiello! ZZZT! Fu rubato ad alcuni Pokémon della foresta tanti anni fa.ZZZT! Se n'erano ormai perse le tracce. ZZZT! >>
<< Può pensarci lei a restituirlo ai legittimi proprietari, per favore? >> 
<< ZZZT! Ma certo! ZZZT! Grazie ancora di tutto. ZZZT! >> e raggiunse il suo gruppo. Leah sorrise soddisfatta e si apprestò a fare altrettanto.
Leah” . La voce di Drowzee risuonò nella sua testa e la fece sussultare ma non si voltò. “Hai un talento degno di un genio. Diventerai un eccellente Leader, un giorno”. La ragazza restò ferma finchè non sentì i passi del Pokémon scomparire, poi si voltò e sorrise: sarà stato pure un furfante, ma in fondo forse non era così cattivo come sembrava.
<< Team Pokèpals! >> disse Marill.
<< Sì, Marill? >> ripose Leah. Lui  si chinò più e più volte davanti a loro.
<< Grazie, grazie infinite! Avete fatto tutto questo per noi, non lo dimenticheremo mai! Forza, Azurill, ringrazia anche tu >>.
<< Sì. Grazie, grazie per avermi salvato! >>
<< Non c'è di che. D'ora in poi però state sempre insieme e non separatevi mai più, va bene? >> disse Leah.
<< Certo! >> promisero i due piccoli. I tre ragazzi sorrisero.
<< Bè, direi che è ora di tornare a casa, che ne dite? >> propose Chimchar.
<< Io ci sto. Però stavolta andiamo con calma... >> disse Piplup.
<< E' vero, per venire fin qua abbiamo corso come dei matti >> disse Leah sorridendo, e  tornarono a Borgo Tesoro.


<< Davvero bravi, ottimo, ottimo lavoro veramente, Team Pokèpals! >> si congratulò Chatot più tardi. Loro si sforzarono di sorridere. Non avevano avuto la possibilità di spiegargli per filo e per segno com'erano andate veramente le cose, perchè, appena arrivati, lui aveva subito voluto sapere se avevano completato meno la missione, e tanto gli era bastato.
Con il senno di poi, però, i ragazzi erano arrivati alla conclusione che era stato un bene che Chatot non avesse fatto domande. Se ciò fosse accaduto, avrebbero dovuto spiegare gli strani sogni di Piplup, e visto che neanche loro erano ancora riusciti a darci un senso, non potevano sapere se era una cosa normale oppure anomala. In entrambi i casi, finchè non avessero approfondito ulteriormente la questione, avrebbero tenuto la bocca chiusa e fatto finta di niente.
<< Ho ricevuto dal Commissario la taglia per la cattura di Drowzee. Ecco qua: potete farne quel che volete >> e consegnò loro la misera somma di 300p.
<< Eh?! Solo 300p?! >> esclamò Chimchar.
<< Per la verità la quota totale sarebbe 3000, ma visto che 2700 spettano al fondo della Gilda, beh... questo è quello che rimane >> disse Chatot laconico. Chimchar, Piplup e Leah sospirarono sconfortati: 300p per essersi fatti tutte quelle  corse, aver rischiato la vita e buttato in gattabuia un pericoloso furfante... non c'era proprio giustizia in quella Gilda!  Leah si chiese se avrebbero ricevuto una ricompensa così bassa anche se la missione fosse stata quella di 
salvare il mondo. Magari in quell'occasione un piccolo extra ci sarebbe anche rientrato...
<< Tuttavia, >> disse Chatot a sorpresa << il Commissario mi ha riferito anche che avete ritrovato un tesoro che era andato smarrito tempo fa. Lo ha riconsegnato ai suoi proprietari, e loro hanno mandato una ricompensa. Quella non era contemplata dalla missione, quindi.... è tutta vostra >> e mise nelle mani di un'incredula Leah la bellezza di 1000p. I tre amici guardarono quei soldi come un sogno.
<< D-Davvero sono nostri? Sono TUTTI nostri, Chatot? >> chiese Chimchar con la voce rotta dall'emozione.
<< Certo ! >> rispose il Pokémon sorridendo. << E vi faccio ancora le mie congratulazioni. Continuate così e presto
diventerete una squadra d’esplorazione eccezionale! >>.I ragazzi ascoltarono a malapena le sue parole, persi com'erano a fissare a bocca aperta quell'inaspettata ricompensa aggiuntiva .Chimchar in particolare guardò intensamente quei soldi con una strana luce negli occhi. All'improvviso li strappò dalle zampe di Leah e corse verso l’uscita.
<< Chimchar !! >> urlarono i suoi compagni, ma non fecero in tempo a inseguirlo che lui raggiunse la cima delle scale e urlò:
<< Torno subito, non muovetevi da lì ! >> e scomparve dalla vista. Piplup e Leah si guardarono sconcertati, entrambi chiedendosi se Chimchar fosse impazzito o cosa. Anche Chatot sembrò piuttosto sorpreso dal suo comportamento.
<< Ma che gli è preso al vostro compagno? >> 
<< Non saprei, Chatot. Forse oggi ha preso troppe botte in testa … >> mormorò Piplup. Chatot arruffò le penne infastidito e incrociò le ali sul petto. Leah guardò in su verso l’uscita, ma si sedette e cercò di calmare la sua ansia.
Tutti rimasero a fissare la scala sforzandosi di avere pazienza, anche se avrebbero preferito correre fuori e cercare Chimchar. Lui ritornò dopo un tempo che parve a tutti lunghissimo, e praticamente saltò giù dalla scala, col fiatone e una mano dietro la schiena. Al suo ingresso scattarono tutti in piedi, ma dovettero aspettare ulteriormente che riprendesse fiato prima di potergli chiedere qualsiasi cosa.
Finalmente Chimchar fece un respiro profondo e cercò di darsi un tono, pur continuando a tenere la mano dietro la schiena. Subito però venne aggredito senza pietà:
<< Che diavolo ti è saltato in mente, Chimchar?! Prendere i soldi e scappare così, come un criminale! Spero che tu abbia una spiegazione decente per questo! >> esclamò furioso Piplup, agitando le braccia. Chimchar arretrò tenendo un braccio davanti a sé come a voler bloccare il compagno, che sembrava intenzionato a saltargli addosso da un momento all'altro e mangiarselo vivo.
<< Mi dispiace, scusa, volevo solo essere sicuro di arrivare in tempo >> disse, tenendosi a debita distanza da chiunque nel raggio di tre metri.
<< In tempo per cosa?! >> insistette Piplup. Chimchar sorrise timidamente e guardò Leah.
<< Per prendere questo >> e da dietro la schiena tirò fuori quella che sembrava una bandana violacea, che tenne in alto come se fosse un trofeo. Piplup e Leah lo guardarono senza capire, ma Chatot, appena vide quell'oggetto, scattò in piedi.
<< Non è possibile! Quello è davvero…. >>. Chimchar lo fulminò con un’occhiata assassina, al che Chatot si ritirò in un
angolino e non parlò più. La sua reazione, però, stuzzicò ancora di più la curiosità degli altri due. 
<< Chimchar, cos’è questa roba? >> chiese Piplup, guardingo. Chimchar abbassò le braccia per permettere al compagno di vederlo meglio.
<< Questo, amico mio, è un Veloviola! >> annunciò solenne. Sia Piplup che Leah lo guardarono perplessi.
Chimchar si godette le loro facce confuse e lasciò passare qualche secondo per creare un po’ di suspense. Alla fine, con grande maestosità, rivelò :
<< E’ uno strumento esclusivo per Pokémon Psico >>. Le sue parole ruppero l’atmosfera di stallo creatasi nella stanza.
<< E perché ti sei precipitato a comprarlo, fuggendo di corsa come un ladro?! Hai idea di cosa ci hai portato a pensare?! >> lo rimproverò ancora Piplup.
<< Hai ragione, ma non volevo arrivare e non trovarlo più, temevo che l’avessero già venduto. E poi… >> aggiunse,
arrossendo << volevo che fosse una sorpresa >>.
<< Fatti dire che hai sbagliato alla grande il modo di prepararla, allora >>.  Chimchar ignorò il compagno,  e tenendo lo sguardo a terra, si rivolse alla ragazza :
<< L’ho preso per te. Spero che ti piaccia …. >> e le porse la fascia, evitando il suo sguardo. Leah non si scompose minimamente, e seguitò a guardare quel pezzo di stoffa come se stesse per animarsi all'improvviso e saltarle addosso.  Alzò lentamente lo sguardo su Chimchar, che non osava incrociare i suoi occhi, poi li riabbassò sul foulard, e infine pose la fatidica che le premeva più di tutte:
<< Quanto ti è costato? >>. Chimchar sembrò riscuotersi di botto, e arrossì imbarazzato.
<< Io, ehm… >> disse grattandosi la testa. << Preferirei non dirtelo >>.
<< Chimchar! >> lo riprese Leah, in un tono che non ammetteva repliche.
 << E va bene >> si arrese lui, poi, con un filo di voce, ammise:
<< 800p >>. Leah sgranò gli occhi a sentire quella cifra, e arretrò. E così ha fatto fuori tutta la ricompensa pensò amareggiata. Con sua sorpresa, non si sentì furiosa o altro verso Chimchar. Forse avrebbe dovuto esserlo. 
Forse avrebbe dovuto fargli un discorsetto su quanto fosse stato sciocco spendere tutti quei soldi in quel modo, ma non si sentiva per niente motivata a farlo. Anche Piplup non sembrava adirato, anzi, ora che conosceva il vero motivo della corsa pazza di Chimchar sembrava approvare quella piccola spesa folle. Lei però non era ancora così propensa a dimostrarsi d’accordo, anche se ormai il danno era fatto.  
<< Chimchar… sono un sacco di soldi. Proprio tu ti sei lamentato che ce ne sono rimasti pochi, e per questo speravi molto nella taglia che avremmo ricevuto- >>
<< Lo so >> la interruppe Chimchar tormentandosi le mani. << Però… stamattina, quando l’ho visto, ho subito pensato  a te: sarebbe stata un’accoppiata perfetta con i tuoi splendidi occhi ..>>. Arrossì violentemente dopo averlo detto, tanto che Leah temeva che sarebbe collassato. Piplup lo guardò con le braccia incrociate e un’espressione di stupore, come chi ha appena colto un ladro con le mani nel sacco.
Finalmente comprese quali fossero state le vere motivazioni di Chimchar nascoste dietro a tutti quei folli gesti che aveva compiuto anche in missione, da quando aveva urlato a Drowzee fino a quel momento. Anche Chatot sembrava aver intuito qualcosa. Piplup, però, non si voltò verso di lui. Se l’avesse fatto, sicuramente Chatot avrebbe iniziato a bisbigliare, e allora forse sarebbero partiti i pettegolezzi, e  non sarebbe stato per niente carino diffondere voci infondate senza aver prima chiarito meglio la situazione.  In fondo non aveva ancora nessuna certezza, anche se, già dagli evidenti segnali lasciati da Chimchar, era possibile ricavare un’interpretazione plausibile.
Sembrava però che proprio Leah fosse l’unica a non essersi accorta di niente: non era arrossita al complimento, non aveva reagito di fronte all'imbarazzo di Chimchar, non aveva preso in mano  la bandana. Si era semplicemente limitata a sorridergli. 
<< Non avresti dovuto >> rimproverò dolcemente Chimchar. Anche lui forse si era aspettato una reazione diversa,  perché abbassò lo sguardo, deluso. Cercò di mascherare il suo disagio.
<< In ogni caso, >> disse, stranamente reattivo << io ho la mia fascia e Piplup ha il suo fiocco. Con questa anche tu
avresti il tuo accessorio, e la nostra squadra sarebbe perfettamente coordinata >>. Parlò velocemente, gesticolando  con le braccia. Leah scosse la testa e guardò il Veloviola: Chimchar aveva agito secondo ottimi propositi, e non sarebbe
stato per niente carino da parte sua dargli quella delusione. Allungò una zampa per prendere quel regalo, ma  si fermò  a metà strada. Rimase lì, con la zampa tremante a mezz'aria, incapace di muoverla un millimetro di più. 
Non sapeva perché non riuscisse a colmare quella così misera distanza, ma era più forte di lei, non si sentiva pronta a prendere quel pezzo di stoffa come se niente fosse. Chimchar male interpretò la sua incertezza, e quasi con rabbia, le venne appresso e svelto glielo legò come una sciarpa. Fu così veloce che Leah quasi non se ne accorse, e fu con  sorpresa che avvertì quella stoffa contro il proprio collo. Lo sfiorò delicatamente, come se fosse un miraggio.Non lo strinse, non cercò di toglierselo di dosso, non si avvicinò nemmeno  al nodo. Guardò invece Chimchar con gli occhi pieni di gratitudine.
<< Grazie >> disse, commossa. Accarezzò il fazzoletto soprappensiero e aggiunse:
<< Prometto che non me lo toglierò mai ! >>
<< Bene! >> disse Chimchar, e alzò una mano. Leah alzò la propria e gli diede il cinque. Chimchar indugiò un po’ a lasciarle la zampa, ma la ragazza la tolse quasi subito, decisamente troppo in fretta per i suoi gusti, e anche se gli sorrise con dolcezza, lui avvertì un retrogusto amaro in bocca.
<< Bè, direi che a questo punto ci rimane ancora una cosa da fare >> e tirò fuori il proprio distintivo, subito imitato dai compagni, e tutti e tre li sollevarono in aria. Leah non ebbe bisogno di guardare Chimchar per ricevere conferme: sapeva che sarebbe toccato a lei d’ora in poi. Fece una smorfia: più tardi avrebbe preferito approfondire di più la questione.
<< Team Pokèpals, missione compiuta! >> esclamò a gran voce. Piplup e Chimchar esultarono di rimando, e insieme i tre batterono le targhette . Chatot osservò la scena con soddisfazione.
<< Molto bene, Team Pokèpals. Ci aspettiamo che lavoriate altrettanto duramente anche domani! EhEhEh >> e sparì 
al piano di sotto. I tre amici guardarono le scale con apprensione.
<< Siamo sicuri che quello dell’addestramento non sia solo una scusa per far fare soldi alla Gilda, eh? >> chiese Leah.
<< So che non dovrei pensare certe cose, però… >>
<< Tranquilla, lo abbiamo pensato tutti >> disse Chimchar agitando distrattamente una mano.
<< Comunque, spero di no. Certo, sarei più felice se la quota fosse più alta… ma va bene così, abbiamo salvato la vita
ad Azurill. E tutto grazie a Piplup! >> e diede delle pacche sulle spalle del compagno Quello arrossì. 
<< Non esagerare… >>
<< Ma è vero! Grazie al tuo sogno abbiamo saputo che Azurill era in pericolo, è merito tuo se siamo potuti andare a soccorrerlo! >>. Già, il sogno che ho fatto… è qualcosa che è avvenuto nel futuro. Come si spiega ciò? E perché ho come l’impressione che mi stia sfuggendo qualcosa? pensò Piplup.
<< Comunque, Chimchar... >> disse Leah.
<< Sì? >> rispose quello, voltandosi verso di lei. La ragazza accarezzò il fazzoletto che aveva al collo e sorrise.
<< Grazie per avermi salvato la vita >>. Chimchar arrossì e si voltò dall'altra parte.
<< Eh…p-per quello.. n-non c’è di che, davvero >> balbettò, grattandosi la testa imbarazzato. Piplup sospirò e scosse la testa. In quel momento uno strano brontolio risuonò nell'aria.
<< Ops, il mio stomaco si sta lamentando >> si scusò Chimchar. Quasi contemporaneamente anche le pance di Piplup
e Leah iniziarono a protestare.
<< Ahah, anche i vostri! A quanti pare abbiamo tutti una fame da lupi! >>
<< Ci credo, con tutte le corse che abbiamo fatto. Cavolo, ho una fame che non ci vedo >> ammise Leah, massaggiandosi la pancia.
<< Eravamo talmente impegnati a salvare Azurill che non ce ne siamo accorti >> disse Piplup.
<< Bè, che stiamo aspettando, allora? >> aggiunse Chimchar, e partì di corsa.
<< L'ultimo che arriva salta la cena ! >> urlò dietro di sè.
<< EHI, non vale! >> protestarono gli altri due, e ridendo si precipitarono in mensa.


Un lampo squarciò il cielo notturno, mentre la pioggia cadeva inesorabile, coprendo tutt'intorno con una pesante coltre d'acqua. Fuori sembrava che si fosse scatenata la furia degli elementi, e i pochi Pokémon rimasti all'aperto si affrettarono a cercare un riparo da quel tempaccio.
E' quasi piacevole però guardarlo quando sei al sicuro e all'asciutto. Chimchar lo osservava da un po' con una certa ansia dipinta sul viso; Leah, invece, era sdraiata tranquillamente sul suo giaciglio a scrivere sul diario, per nulla turbata da quella confusione . Piplup sedeva anche lui sul letto , e sembrava immerso nei suoi pensieri. Chimchar si accorse di essere l'unico a cui quel temporale stava facendo impressione, ma cercò di non darlo a vedere, e per farlo si guardò  intorno in cerca di un qualunque argomento di conversazione che potesse distogliere l'attenzione da lampi, fulmini e saette.
<< Ehi, Leah >> disse avvicinandosi di soppiatto alla ragazza. << Che scrivi di bello? >>. Lei chiuse di scatto il diario e alzò lo sguardo.
<< Il mio diario personale >>.
<< Davvero? E cosa ci scrivi ? >> disse curioso il piccolo Pokémon. Leah sospirò e si tirò su.
<< I miei segreti >> disse mesta. << E' il mio piccolo spazio privato dove posso appuntare tutto quello che sento e provo. E' una cosa molto personale >> sottolineò molto l'ultima parola come se fosse una velata intimidazione.
<< E non hai paura che qualcuno possa sbirciarci dentro? >> disse birichino Chimchar. La ragazza lo fulminò con lo
sguardo.
<< Finora non ho avuto questo tipo di problema. Hai per caso intenzione di rischiare l'impresa, Chimchar? >> disse
minacciosa.
<< Weh, calma, non intendevo questo. Anche se... >> e guardò soprappensiero il diario << ... la tentazione è forte >>.Leah aggrottò le sopracciglia.
<< Devo ricordati una recentissima discussione sul tasto " fiducia"? >>. Chimchar impallidì e si fece piccolo piccolo.
<< Nono, non serve. Stavo solo scherzando, dai, non prenderla così alta. Non oserei mai, figuriamoci >> disse, sorridendo nervoso. La ragazza lo guardò con sospetto.
<< Lo giuri? >>
<< Su quello che vuoi. E comunque, non voglio morire giovane >> disse Chimchar, baciandosi gli indici. Leah fece una smorfia e scosse la testa. In quel momento un tuono squarciò il cielo e illuminò l'ambiente a giorno per brevissimi istanti. Chimchar fece un salto all'indietro per lo spavento e finì a gambe all'aria; Leah invece guardò appena verso la finestra e tornò ai propri affari.
<< Wow, stanotte si sta svolgendo il finimondo ! >> disse Chimchar, mettendosi a sedere.
<< Già , e meno male che non è scoppiato oggi. Sennò, chi ci arrivava più sul Monte Crespo? >> disse Leah.
Piplup guardò anche lui verso la finestra senza però osservare veramente il temporale, poi abbassò lo sguardo sui propri piedi e mugugnò qualcosa. Alla fine prese il coraggio a due mani e si alzò.
<< Chimchar >> . Lui ruotò sul sedere in modo da poter essere faccia a faccia con l'amico.
<< Io... volevo chiederti scusa >> . Il piccolo scimmiotto lo guardò perplesso.
<< E di che, scusa? >>
<< Per oggi. Quando.... davanti all'Emporio Kecleon, insomma.... quando ti ho parlato in quel modo... >> si spiegò Piplup, mortificato. Chimchar sembrò non capire, perchè lo guardò con l'espressione di chi ha appena usato un attacco Amnesia.
<< Ma di che stai parlando? >> disse, confuso. Piplup iniziò a spazientirsi.
<< Ti ho rimproverato perchè sembravi con la testa tra le nuvole, e tu te ne sei andato via bruscamente ! >>.
Finalmente Chimchar sembrò illuminarsi, e si dette un pugnetto in testa.
<< Quello, dici? Ma non ci stavo neanche pensando più ! >> esclamò sorridendo. Piplup non ricambiò.
<< Eddai, Piplup >> disse Chimchar, dandogli una pacca sulla spalla. << Non dirmi che pensavi che ti avrei tenuto il muso tutto i giorno! Cioè... insomma, abbiamo avuto cose più importanti a cui pensare oggi, no? L'ho accantonato quasi subito ! Quindi smettila di preoccuparti, ok? >>. Il pinguino lo guardò storto, poi però accennò debolmente ad un sorriso.
<< Sei insopportabile >> disse cupo.
<< Si, anch'io ti voglio bene >> ribattè Chimchar, facendogli l'occhiolino. << E comunque, non scordiamoci che oggi non meriti altro che congratulazioni, anzi, hai tutta la mia completa riconoscenza. Voglio dire, è grazie ai tuoi sogni se abbiamo potuto portare a termine la missione ! Dai, >> aggiunse, mettendogli un braccio intorno alle spalle << mettiamoci una  pietra su e dimentichiamo quello che è successo ! >>. Piplup non l'ascoltava più. Le parole di Chimchar avevano scatenato qualcosa nel suo cervello, e gli riportarono alla mente un ricordo che gli era completamente sfuggito, il tassello mancante del ragionamento su cui si era crogiolato per tutto il giorno da quando avevano terminato la missione. Si era tormentato a lungo per la fastidiosa sensazione che qualcosa gli fosse sfuggito, e solo in quel momento si rese  conto che ce lo aveva avuto sotto il naso finora, ma che non se n'era accorto.
<< Terra chiama Piplup! Rispondete Piplup! >> .Chimchar schioccò le dita davanti agli occhi di Piplup, che si riscosse
di colpo.
<< Stai di nuovo dormendo in piedi? Penso che ti convenga farlo in una posizione più comoda, non credi? >> lo prese in giro il piccolo Pokémon Fuoco.
<< C'è poco da scherzare, Chimchar. Mi hai fatto ricordare una cosa... >>
<< Qualcosa sul tuo passato, forse? >> disse Chimchar speranzoso.
<< No >> disse Piplup, scuotendo la testa. << Non ha a che fare con quello, purtroppo >>. Chimchar si rabbuiò, deluso. Piplup guardò prima lui  poi Leah negli occhi, e prese un bel respiro.
<< Quando abbiamo salvato Azurill, dopo aver avuto quelle visioni ho cominciato ad avere dei sospetti >>.
<< Ti sembrava di aver già vissuto una cosa simile? >> disse impaziente Chimchar. Leah lo fulminò con lo sguardo.
Piplup proseguì ignorandolo:
<< Sentivo che mi stava sfuggendo qualcosa, ma più ci pensavo più sentivo la soluzione sfuggirmi di mano. Ora ho capito cos'era >>.
<< Dunque? Non tenerci sulle spine, dai >> insistette il Pokémon Scimpanzè, irrequieto. Piplup si prese qualche secondo prima di rispondere:
<< E' già successo. Ieri, mentre percorrevamo la Grotta Labirinto...quando tu mi hai salvato la vita, Chimchar >>. Lui sgranò gli occhi.
<< E cosa hai visto? >> chiese, di colpo meno baldanzoso. Piplup tacque pensieroso.
<< Forse lo so io >> intervenne la ragazza. << Hai visto il crollo del ponte di pietra, non è vero? >>. I due Pokémon si voltarono verso di lei, ma Piplup non sembrò per niente sorpreso dalla sua  domanda. Al contrario, sembrava quasi che non stesse aspettando altro.
<< Non fare quella faccia, Piplup : quando Chimchar ti ha salvato mi sei sembrato molto... distratto, ecco. E subito dopo lo hai ammonito che prendere quella strada sarebbe stato pericoloso >> spiegò con sufficienza Leah.
<< Ti dirò, non mi sorprende per niente che tu l'avessi già intuito. Ad essere sinceri, ho deciso di smettere di stupirmi
quando ci sei tu di mezzo, Leah. Ogni volta mi lasci proprio senza parole >>.
<< E non hai ancora visto niente >> disse Leah, quasi più a sè stessa che a lui. Chimchar spostò lo sguardo da uno
all'altro così velocemente che sembrò una trottola.
<< Argh! >> si lamentò prendendosi la testa tra le mani. << Perchè qui sono sempre l'ultimo ad accorgersi delle cose?! >>. Sia Piplup che Leah si scambiarono un'occhiata complice, ma nessuno dei due fu così incosciente da esporre ad alta voce il pensiero comune che entrambi avevano formulato. La fanciulla però si rivolse a Piplup:
<< Ora che ci penso, mi hai fatto venire in mente una cosa importante >>. Entrambi i ragazzini concentrarono immediatamente la loro attenzione su di lei. Leah si sedette al centro della stanza.
<< La prima volta le tue visioni si sono manifestate solo dopo che avevi toccato Chimchar >>.
<< Sì, è vero >> confermò il pinguino.
<< E questa volta, hai sentito l'urlo di Azurill perchè lui ti ha sfiorato quando si è ripreso la Mela >>
<< Ora che me lo dici... sì me lo ricordo anch'io >> disse Chimchar.
<< E infine... è stato quando Drowzee ti ha urtato che  hai avuto la visione di lui e Azurill. Piplup, è successo tutto perchè hai toccato qualcosa ! >> esclamò Leah. E' vero, come ho fatto a non pensarci?! pensò Piplup, battendosi la fronte, Ogni volta sono entrato in contatto con qualcosa o qualcuno. Io...io non sapevo di avere questo potere... Si guardò le pinne come se le vedesse per la prima volta: aveva appena scoperto di avere un potere particolare, ma non avere idea di dove gli venisse non contribuiva certo a renderlo entusiasta della cosa. Malgrado si fosse rivelato di grande utilità, era pur sempre qualcosa che gli aveva appena dato ulteriori domande, e nessun tipo di informazione che potesse invece fornirgli delle risposte... di nuovo.
Cominciava ad essere stanco di quella situazione. Rispetto a quando si era svegliato su quella spiaggia non era cambiato quasi niente.  Si era sforzato di andare avanti lo stesso, coltivando la speranza che prima o poi qualche informazione sul suo passato sarebbe saltata fuori, ma non era accaduto niente, e quello che aveva appena scoperto, bè...non gli era di alcuna utilità  per aiutarlo a capire chi fosse.
Ma allora perchè andava avanti in quel modo? Per chi, soprattutto, se non stava  concludendo un accidenti, se tutto quel girare a vuoto lo faceva ritornare puntualmente al punto di partenza, senza qualcosa su cui basarsi, un nome, un indizio, uno stralcio di qualcosa? Il tocco di Leah sulla sua spalla lo fece sussultare, e alzando lo sguardo si ritrovò gli splendidi occhi della ragazza ad un niente dai suoi. Sentì uno strano nervosismo  percorrerlo tutto e distolse la visuale da lei. 
<< Sei spaventato, Piplup? >> disse la ragazza. Lui, suo malgrado, annuì, e si strinse le braccia intorno al corpo.
<< Vorrei poter dire che riconosco questo potere, ma farlo sarebbe una bugia. Non ho idea di cosa sia. Non sono nemmeno in grado di ricordare se ce lo avevo anche prima di diventare un Pokémon, o se è stata una conseguenza della trasformazione. Non so niente ! >> esclamò frustrato. Leah gli accarezzò dolcemente la testa.
<< Piplup... >> disse poi. << So che sei stanco si sentirmi dire cose del genere, e so che forse non sono le parole che
vorresti ascoltare in questo momento... ma io capisco benissimo quello che stai provando >>. Piplup si irrigidì e trattenne una smorfia. Certo che lo capiva, e come avrebbe potuto essere altrimenti? Praticamente fino a quel momento non aveva fatto altro che ripetere  frasi così. "Ci sono passata anch'io", " So come ci sente" e tutto il resto.
Sempre e comunque, in quasi ogni occasione  lei aveva tirato fuori aneddoti delle sue esperienze, esperienze di ogni genere e sorta che forse non avrebbe vissuto  nemmeno un adulto maturo in tutta una vita intera.
Povera, non è che ce l'avesse con lei, però cominciava ad essere un po' stanco di sentire quelle parole, anche se non poteva negare a sè stesso che i racconti di Leah esercitavano un fascino misterioso, e sebbene lui avesse più volte rimproverato Chimchar quando la guardava con sguardo da  Slowpoke ebete, anche a lui piaceva starla ad ascoltare, perchè bene o male imparava molte cose da lei .
In quel momento, però, l'unico effetto che le parole di Leah avevano suscitato in lui, sotto il fastidio c'era il conforto di sapere che c'era qualcuno che poteva capire benissimo i suoi sentimenti, e che forse poteva aiutarlo a sentirsi meglio.
<< Mi sono sempre chiesta da dove derivassero i miei poteri: perchè ce li avessi, e perchè fossero così forti... >> continuò la ragazza, senza aspettare una risposta. Chimchar si grattò la testa confuso: quel discorso non aveva nessun senso per lui.
<< Ma Leah, sei un Pokémon! E' assolutamente normale per noi avere capacità del genere ! E il fatto che tu ti sia trovata  così forte fin da subito.. bé, forse vuol dire solo che hai un gran talento naturale >>. Leah scosse la testa di fronte  all'ingenuità genuina di Chimchar: se solo avesse saputo con chi aveva veramente a che fare....
<< Ero sola, Chimchar! Cioè...non c'era nessuno che potesse darmi le risposte che volevo. E comunque...tu non ti sei
posto domande del genere? >>. Chimchar si guardò le mani e poi  la fanciulla, allargando le braccia e scuotendo la testa.
<< Io invece me le sono fatte spesso, ma non ho ancora trovato nessuna risposta. E allora sono arrivata all'unica conclusione possibile: che per certe domande non esiste veramente una soluzione. E se esiste, dipende solo dal  significato che vogliamo darle >> disse Leah, portandosi una zampa sul cuore. Chimchar fece lo stesso istintivamente,  e aprì e chiuse il palmo della mano come se lo stesse analizzando.
Non aveva mai pensato ad una cosa del genere.  In effetti, erano tante le cose a cui lui non pensava troppo perchè le dava per scontate. Come la sua esistenza, ad esempio. O come il sole al mattino, o la luna di notte.
Leah sembrava andare al di là di queste cose; sembrava conoscere quali fossero le cose veramente importanti a cui bisognerebbe rivolgersi, invece che le cose futili di tutti i giorni. Guardava alla vera essenza delle cose, non si limitava a osservarne solo la superficie. Chimchar cominciò a chiedersi se davvero non ci fosse una qualche ragione per cui le cose andavano in un certo modo, una sorta di grande telaio nascosto  dietro il disegno del mondo, in cui i fili si intrecciano ad altri seguendo un preciso e rigoroso ordine dettato da criteri speciali.
La sua vita attuale, tutto quello che aveva vissuto, erano stati forse guidati dal fato? Era già stato scritto da qualche parte che lui avrebbe desiderato diventare un esploratore, entrare in quella Gilda, incontrare Piplup e Leah e formare una squadra con loro? Questo non gli era mai passato per la testa. E francamente non gli importava molto arrovellarsi il cervello su questioni simili, per cui di sicuro non avrebbe mai trovato una risposta. Anche perchè, il pensiero di scoprire, per caso, di essere manovrato dall'alto affinché seguisse un percorso preciso non lo riempiva certo gioia, quindi preferiva pensarci il meno possibile, come aveva sempre fatto.
<< Bè, in ogni caso... >> borbottò. << Non ho mai sentito parlare di Piplup in grado di prevedere il futuro...nè tantomeno di umani che si trasformano in Pokémon! >>.
<< Ti sei convinto, finalmente? >> disse Piplup.
<< Ho altra scelta? >> sospirò Chimchar. << Scherzi a parte, però, forse le due cose sono davvero collegate >>.
Piplup non rispose. Chimchar vide la sua espressione afflitta e cercò di risollevargli il morale.
<< Eddai Piplup, guarda il lato positivo: hai un potere misterioso, è vero, ma forse potrebbe davvero tornarti comodo
in futuro. Insomma, oggi ci ha permesso di catturare un furfante! >>. Piplup sollevò di scatto la testa, e guardò Chimchar con occhi gelidi.
<< E' facile prenderla così sul rilassato per te che stai dall'altra parte della barricata >> disse con voce inespressiva.
<< Ti assicuro che esserci dentro non è per niente divertente. Tu come ti sentiresti se ti privassero della memoria e ti ritrovassi con dei poteri di cui non hai il benchè minimo ricordo, poteri che magari potrebbero essere visti dagli altri come qualcosa fuori dal comune e quindi pericoloso?! >>. Chimchar si spaventò per la reazione del compagno, e non riuscì a spiccar parola. Solo quando si accorse che a Piplup erano venuti gli occhi lucidi si fece coraggio e gli mise un braccio intorno alle spalle.
<< Scusami. Hai ragione, non riesco proprio ad immaginare come mi potrei sentire. Posso solo intuire quello che stai provando , sebbene tu sia così straordinario da non lamentartene troppo apertamente. Piplup... per quello che può valere, io ci sono, va bene? Puoi contare su di me in ogni momento. Puoi contare su di noi >>. Quelle parole rincuorarono Piplup dal profondo, e sorrise all'amico. Anche Leah e Chimchar sorrisero, cosa che però gli fece sfuggire una lacrimuccia.
<< Piplup...no, non fare così >> disse Chimchar dandogli delle pacche affettuose sulla spalla.
<< Mi dispiace. Io...vorrei tanto capire cosa mi è successo... sapere chi sono, o almeno chi ero prima di tutto questo. Non è che non mi faccia piacere essere qui con voi, però... non riesco ad essere felice se penso a quello che ho perduto, e che non ricordo di aver avuto... sto iniziando a temere che non lo ritroverò mai... >> disse il pinguino, ormai sull'orlo  delle lacrime. Chimchar gli battè la mano sulla spalla imbarazzato, guardando verso Leah come in cerca di aiuto. Lei non si fece pregare troppo: scostò delicatamente Chimchar e abbracciò Piplup, facendogli poggiare la testa sul petto. Lui rimase sorpreso , poi però si lasciò cullare dal calore di quell'abbraccio, così materno e protettivo, e lasciò andare tutte le sue lacrime. Leah lo accarezzò dolcemente senza dire una parola.
Cominciava  a capire come doveva essersi sentito Vaporeon ogni volta che aveva fatto lo stessa cosa con lei. Era strano che ora si stesse trovando a fare così ad un estraneo, ma non sentiva alcun fastidio: quel piccolo Pokémon aveva bisogno di conforto, e lei sapeva meglio di chiunque altro quanto fosse più facile dare sfogo al proprio dolore se c'era qualcuno vicino a te ad aiutarti, lei che aveva pianto sulla spalla di Vaporeon per anni.
Chimchar sentì uno strano fastidio all'altezza del petto mentre osservava la scena, ma non disse niente. Piplup era già abbastanza turbato, e poi forse un gesto di dolcezza come quello era proprio ciò di cui aveva bisogno in quel momento. Leah lo lasciò piangere per un po', poi, con molta delicatezza, lo allontanò da sè, continuando a tenergli le zampe sulle spalle.
<< Va meglio? >> disse. Piplup tirò su con il naso e annuì.
<< Scusami, Leah >>. Lei gli diede un colpetto con la coda.
<< Non dirlo neanche per scherzo >>. Lui la guardò con immensa gratitudine, ma arrossì quando lei gli sorrise dolcemente. Chimchar sbuffò piano per non farsi sentire.
<< E' tutto ciò che vuoi, vero Piplup? Recuperare i tuoi ricordi, la tua identità.. i tuoi sogni >>. Lui fece debolmente cenno di sì con la testa.
<< E' quello che desidero più di ogni altra cosa al mondo. Cerco di non pensarci troppo, ma ci sono momenti in cui mi prende all'improvviso ed io non riesco a combatterlo >> mormorò Piplup. Leah gli diede un fazzoletto, e lui ci si asciugò gli occhi. Chimchar gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.
<< Ti sei ripreso, Piplup? >>. Lui annuì.
<< Ottimo >> disse Chimchar, e gli diede un pugnetto sul braccio.
<< Vacci piano >> brontolò Piplup.
<< Sì, decisamente stai molto meglio >> lo prese in giro Chimchar, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
Piplup borbottò qualcos'altro ma sorrise. Leah scosse la testa divertita. 
<< A proposito! Leah, >> disse, voltandosi verso la ragazza << non ci hai ancora detto niente a proposito dei tuoi
di obiettivi. Perchè tu... ce l'hai, non è vero? Hai un sogno che ti sta a cuore? >>. La domanda prese la ragazza in fallo, e si morse le labbra perché non sapeva cosa rispondere. Se aveva un sogno? Una montagna, ne aveva. 
Così tanti che non sarebbe bastata una giornata intera per elencarli tutti. C’era solo l’imbarazzo della scelta da proporre a Chimchar: ritornare con Vaporeon? Numero uno in assoluto! Rivedere Braven? Anche, medaglia d’argento per il secondo classificato. Lì per lì pensò di mentire e dire che non ne aveva, ma poi si diede della stupida per avere anche solo osato pensarlo. Non sarebbe stato per niente gentile , e non ci avrebbe guadagnato niente a fare la figura della  bugiarda.
<< Io…ecco… è un pò complicato da spiegare >> disse, incerta.
<< Davvero? Come mai? >> disse Chimchar, curioso. Leah strinse le zampe a pugno.
<< Perchè io... ho più di un obiettivo che voglio assolutamente realizzare... e sono tutti molto significativi per me >>.
Chimchar ci pensò su un attimo, poi disse:
<< Perchè non ci dici quelli a cui tieni di più? O almeno, quelli per cui ti stai impegnando maggiormente? Se ti va, ovvio >>. La giovane si morse l’interno delle guance. Una parte di lei voleva tacere; l’altra, invece, aveva smania di parlare, 
di dire tutto quello che aveva in testa,e lei non sapeva a quale delle due cedere.Optò per una via di mezzo.
<< Ce ne sono alcuni in particolare a cui ambisco più di tutti. Uno è abbastanza semplice: esplorare. Vedere il mondo,
incontrare tutte le specie di Pokémon che esistono, conoscere tutto ciò che c'è da sapere su di loro ! >> disse entusiasta. I suoi amici la guardarono perplessi ma non commentarono.
<< E poi? >> disse Piplup. Qui Leah sembrò quasi spegnersi di colpo, e il sorriso  che aveva mantenuto enunciando il suo sogno di viaggiare si affievolì.
<< Leah? >> tentò Chimchar. Lei si passò una zampa sul gomito, come per rassicurare sè stessa.
<< Non mi deriderete? >> disse con filo di voce. Entrambi scossero la testa, confusi.
<< Voglio diventar forte >> tagliò corto la ragazza. << Forte, fortissima. Voglio diventare forte come.... >> esitò un attimo, ma poi ammise: <<...come i Pokémon Leggendari >>. Piplup e Chimchar sgranarono gli occhi.
Leah chiuse i propri pronta a sentire le risate. Passarono i secondi e l'unico rumore udibile rimase quello della pioggia torrenziale. Con cautela aprì un occhio e guardò i due: non sembravano nè sorpresi nè tantomeno impressionati.
Sembravano anzi insolitamente calmi, come se fosse stato normale sentire una ragazza affermare di voler eguagliare i Pokémon Leggenda. Aprì anche l'altro e li fissò a lungo, spostando le pupille ora dall'uno ora all'altro, mentre il nervosismo saliva. Finalmente Chimchar si schiarì la voce:
<< C'è n'è uno in particolare che vorresti emulare? >> Lei fece cenno di sì. Certo che c'era, da quando aveva saputo della sua esistenza aveva votato la sua vita anche all'incontro con quel Pokémon, considerato così raro che i pochi che avevano avuto la fortuna di vederlo avevano creduto di aver visto un miraggio.
<< Sì: è Mew, il Leggendario Pokémon Novaspecie.  Si dice che sia il progenitore di tutti i Pokémon, e che sia in grado di trasformarsi in ciascuno di essi. Pare anche... che appaia solo alle persone di cuore puro. E che abbia incredibili capacità psichiche >> spiegò in tono alquanto rispettoso.
<< Mew? Mmm...no, io non l' ho mai sentito nominare. E tu, Piplup? >> disse Chimchar.
<< No, neanch'io >> rispose il compagno.
<< Non mi sorprende: ci sono rimaste pochissime testimonianze scritte sulla sua leggenda. Comunque, anche se sono la Storia, al giorno d'oggi non si parla quasi più dei Leggendari >> disse Leah con un sospiro. Lei non ne aveva mai incontrato veramente uno, ma da tutte le leggende e dalle cose che aveva letto aveva maturato una profonda ammirazione verso tutti loro. Contava davvero di riuscire a vederne qualcuno dal vivo, prima o poi. E se qualcuno avesse osato parlar male dei Leggendari in sua presenza, probabilmente gliel'avrebbe fatta pagare, questo era poco ma sicuro. 
<< Perchè vuoi diventare forte come lui? >> intervenne Piplup.
<< Non esattamente come lui, però...ho sentito dire che è il più forte Pokémon Psico che esista sulla Terra, e mi piacerebbe tanto poter averci un confronto, un giorno >>. Chimchar si mise a riflettere per qualche secondo.
<< Leah, a parte tutto.... perchè vuoi diventare forte? Mi ricordo che ci aveva già accennato qualcosa ieri, ma... non ci hai ancora dato un vero motivo >> disse, serio. La ragazza prese a giocherellare con il ciondolo che aveva al collo, stringendolo forte.
<< Io... sono sempre stata spaventata e insicura. Guardavo i Pokémon intorno a me e talvolta mio malgrado li coinvolgevo in situazioni pericolosissime . Non... non ne potevo più di stare a guardare impotente mentre gli altri soffrivano a causa mia. Allora mi sono rimboccata le maniche e ho deciso che era ora di fare qualcosa. Guardavo i miei poteri e mi dicevo: forse non so da dove mi vengano, ma posso sempre decidere come usarli. Mi sono allenata come una pazza per anni, per questo. Tutto quello che volevo era smettere di vedere quelli intorno a me soffrire.
Non ho grandi ambizioni in quel senso, e non voglio affermarmi come la più forte di tutto, perchè è impossibile: ci sarà sempre qualcuno più forte di me là fuori, è naturale che sia così. Voglio solo avere sempre la forza per  proteggere gli altri: non chiedo e non desidero altro dai miei poteri >>. Concluse il discorso alzando lo sguardo e guardando i suoi compagni con fierezza. Chimchar, che dopo un discorso del genere di solito l'avrebbe guardata con occhi brillanti, si limitò ad annuire di fronte alla sua modestia  e al suo coraggio. Dentro di sè, però, sorrise: neanche lui aveva mai visto dal vivo un Pokémon Leggendario, ma per quello che conosceva della forza di Leah  era certo che lei non fosse poi così lontano dal raggiungimento del suo obiettivo.
Oltretutto, non si vantava per niente delle sue capacità: ce le aveva e sapeva come sfruttarle, ma niente più . Era da rispettare, per questo. Altri, al suo posto, se ne sarebbero andati in giro come fossero i padroni del mondo, comportandosi in maniera  orribile con chiunque avesse osato mettersi sulla loro strada e disprezzato la debolezza degli altri.
<< Ma tu hai mai incontrato un Leggendario? >> disse Piplup, dando voce anche ai pensieri di Chimchar.
<< No >> disse Leah, scuotendo la testa.
<< E allora come farai a stabilire se sarai o meno diventata forte come loro ? >> insistette Piplup. Leah sorrise.
<< Il bello di porsi un obiettivo è che non saprai mai quando lo porterai a termine. Forse in un giorno, un mese, un anno, o in tutta la vita. E anche se non sei in grado di stabilire un limite, ti resterà sempre la gioia di impegnarti fino in fondo per completarlo. Non è il traguardo che conta, ma la strada che percorri per raggiungerlo. Di sicuro succederanno molte cose, nel frattempo: vivrai molte esperienze, incontrerai molta gente... e tutte queste diverranno parte di te, e contribuiranno a rendere possibili i tuoi sogni, perchè giocheranno un ruolo fondamentale, anche se tu non te ne accorgerai. E' questo il bello di avere uno scopo. A me non interessa sapere quando o se il mio si avvererà o se dovrò passare tutta la vita per perseguirlo: mi basta solo avere la possibilità di viverlo fino in fondo e liberamente >>. Piplup si guardò i piedi e ripensò a pochi minuti prima, quando si era lamentato di quanto il suo obiettivo gli sembrasse irraggiungibile. Ancora una volta, invece, Leah gli aveva fornito un'altra prospettiva delle cose, e si sentì veramente rasserenato come non era stato mai in quegli ultimi giorni. Anche lui avrebbe dovuto smettere  di lamentarsi e provare a vivere seriamente, come faceva lei: chissà che, con un po' di fortuna, le risposte che cercava non sarebbero saltate fuori da sole , magari quando meno se l'aspettava.
Anche Chimchar sembrò d'accordo con  la ragazza.
<< A proposito, Chimchar >> disse Leah improvvisamente seria. Il suo cipiglio corrucciato fece subito preoccupare
la piccola scimmia.
<< S-Sì? >>
<< Spiegami un pò meglio questa storia del Leader >>  esordì Leah, mettendosi le braccia sui fianchi. Chimchar inghiottì forte e iniziò a  sudare copiosamente.
<< Ah, quello? Io...ecco.. >> balbettò, cercando inutilmente di prendere tempo. Lo sguardo ammonitore della ragazza, però, lo spinse a rinunciare ad arrampicarsi sugli specchi e dire le cose come stavano.
<< Sono stato preso alla sprovvista, scusa. Non mi è venuto in mente altro modo per far capire a Drowzee che non sei la mia ragazza >> disse, arrossendo. Leah sembrò soddisfatta, e abbassò le braccia.
<< Però... >> aggiunse Chimchar. << Al di là degli scherzi, io ci credevo davvero a quello che ho detto, Leah >>. Lei si irrigidì, ma non disse niente. Non aveva più senso prendersela ormai, anche perchè se l'avesse fatto ogni volta che Chimchar prendeva iniziative di quel genere, non sarebbe sopravvissuta a lungo.
<< Resta comunque il fatto che non potevi dire una cosa del genere. Siamo.. siamo una squadra, Chimchar. Certe decisioni andrebbero prese..insieme >>. Stupì sè stessa a sentirsi pronunciare quelle parole. Era davvero il segno che stava finalmente accettando il fatto di non essere più da sola, e di essere parte di un gruppo, di un organismo che funzionava solo se tutti i membri la pensavano allo stesso modo, e non ognuno per conto proprio. Chimchar si grattò la testa imbarazzato.
<< Hai ragione... ma possiamo rimediare subito! Cioè.. ti va bene prenderti questa responsabilità? >> disse in fretta. La giovane guardò Piplup, che disse tranquillamente:
<< Per me va più che bene >> e allora si arrese.
<< D'accordo, allora. Da questo momento in poi è ufficiale. Però ... >> disse in tono più basso.  I Pokémon allungarono
il viso in attesa del verdetto.
<< Io cercherò di fare del mio meglio per essere all'altezza delle vostre aspettative, ma non vi darò mai ordini che siano contrari alla vostra volontà. E se dovrò prendere delle decisioni importanti, lo farò solo dopo aver chiesto  il vostro parere >> annunciò a gran voce, mettendosi una mano sul petto. Piplup e Chimchar la imitarono subito, poi, per rendere la cosa più significativa, si inchinarono di fronte a lei. La ragazza li guardò storto.
<< Adesso non esageriamo, però >> li rimbeccò.
<< Non vuoi il nostro rispetto? >> disse Chimchar con gli occhi da cucciolo bastonato.
<< Solo se è sincero >> borbottò Leah, esasperata. I due ragazzi ridacchiarono, ma Chimchar, ad un tratto, proruppe
in un enorme sbadiglio.
<< Cavolo, proprio adesso deve farsi sentire la stanchezza >> brontolò.
<< Abbiamo avuto una giornata intensa, è meglio se andiamo subito a dormire. Domani dovremmo essere in forma >>
disse Leah, sorridendo. 
<< Sissignora! >> esclamarono i due ragazzi mettendosi sull'attenti. Prima che Leah potesse fargli pagare quella piccola presa in giro,  crollarono sui propri letti in un batter d'occhio. Pochi secondi ed erano già nel mondo dei sogni. Leah sospirò sconfortata, ma poi sorrise e seguì il loro esempio. Tirò fuori il diario e riprese a scrivere da dove aveva interrotto, e così trascorse un altro po' di tempo. Ormai avrebbe dovuto essere notte fonda, ma era impossibile stabilirlo con certezza, visto che non smise un attimo di piovere e tuonare.
Il tempo non accennò minimamente a diminuire, anzi, alla ragazza sembrò quasi che si fosse addirittura intensificato. Tuttavia, non era preoccupata: lo sarebbe stata se si fosse trovata là fuori, ma visto che ora aveva un tetto sopra la testa, un temporale come quello non poteva certo  metterle paura.
E comunque non era più una bambina, e non pensava più  che i fulmini fossero mostri che  ruggivano dal cielo e facevano tremare le fondamenta della terra per far avvertire a tutti la loro presenza. Prese a giocherellare con la bandana che aveva al collo: in fondo, era stato un pensiero carino. Anche se forse non sarebbe stato utile quanto aveva sperato Chimchar: lei dei Pokémon Psico aveva solo i poteri, non l'essenza.
C'era poi l'altro motivo per cui temeva che Chimchar avrebbe subito una grossa delusione. Lei non era una stupida, aveva capito il secondo fine legato a quel gesto. Sbuffò: cosa c'era di così attraente in lei? E cosa spingeva, in generale, gli esseri viventi a innamorarsi? Nemmeno lei avrebbe saputo dire com'era possibile che si fosse innamorata di Braven, sebbene ogni volta che pensava a lui le si mozzava il respiro.
Pensandoci bene, l'unica cosa che aveva in comune con lui era il fatto che erano entrambi due sensitivi, ma per il resto?
Non lo conosceva minimamente, ed essere consapevole di amare un perfetto sconosciuto era frustrante. Eppure era così, e non poteva farci niente. In ogni caso, aveva giurato che non si sarebbe mai più innamorata di nessuno: aveva già sofferto una volta, e non aveva intenzione di soffrire ancora.
Anche così, però, Braven restava una costante nei suoi  pensieri, e lei temeva che l'unico modo per riuscire a dimenticarlo sul serio fosse ricorrere al metodo estremo, ovvero farsi cancellare la memoria.Ovviamente non l'avrebbe mai fatto per nulla al mondo, anche se questo  la faceva immensamente soffrire.
Chimchar, comunque... forse era lei ad avergli offerto una buona dose di possibili motivi perchè fosse arrivato a innamorarsi di lei, ma davvero erano bastati quelli per fargli maturare dei sentimenti  nei suoi confronti?  In cuor suo sperò che quello del piccolo fosse solo un fuoco di paglia: non si sarebbe mai perdonata l'idea di dovergli causare  sofferenza, il giorno che le sarebbe toccato lasciarli. Chimchar mugolò e si rigirò irrequieto  nel letto, e quando un tuono particolarmente potente squarciò il cielo, si tirò su di scatto spaventato.
Respirò affannosamente e si guardò intorno disorientato, ma appena realizzò dove si trovava si tranquillizzò. Leah gli venne vicino, ma lui si ributtò sul giaciglio e chiuse gli occhi. Ora che era sveglio, però, era abbastanza difficile riuscire a ignorare il pandemonio là fuori, quindi rinunciò a dormire e si tirò su a sedere.
<< Ma tu non dormi mai? >> disse, vedendo la ragazza sveglia come quando l'aveva vista prima di assopirsi. Lei alzò le spalle.
<< Dormire per me è più che altro un'abitudine di cui riesco a fare a meno >> disse semplicemente. Chimchar  non indagò oltre e guardò fuori dalla finestra.
<< Che tempaccio. Speriamo che domani torni il sereno >>.
<< Già >> concordò Leah. Chimchar rimase con lo sguardo perso per qualche secondo, poi si voltò verso di lei.
<< Sai, Leah... anche il giorno prima di incontrare Piplup pioveva a dirotto. E la mattina dopo Piplup era sulla spiaggia,
privo di sensi >> .
<< Pensi che i due fattori siano collegati? >>
<< Può darsi. Magari viene da molto lontano ed è naufragato su quest'isola dopo un incidente... uno non può perdere
memoria e vero aspetto così per caso! >>.
<< Hai ragione, ci deve essere qualcos'altro dietro. Qualcosa di molto più intricato >>.
<< Mi piacerebbe sapere cosa. Darei qualsiasi cosa per potergli essere d'aiuto... >> disse malinconico Chimchar, guardando verso il compagno con affetto. Leah gli accarezzò la spalla.
<< Sa che tu sarai pronto ad aiutarlo quando te lo chiederà: è già molto per lui, ne sono sicura >>. Chimchar sorrise
tristemente, e prese a tormentare la pietra che aveva al collo.
<< Non credo che fosse una cattiva persona prima. Insomma, certe volte è stressante, va bene, ma per il resto è a posto >>.
<< Proprio come te, insomma >> lo prese in giro la ragazza. Chimchar gonfiò le guance e si  imbronciò. Leah sorrise
alla sua espressione.
<< Seriamente, Leah >> disse Chimchar. << E' molto tempo che sento circolare delle voci. Secondo il parere di molti,
i Pokémon cattivi sono aumentati perchè il Tempo non è più sotto controllo >>.
<< Già, l'ho sentito anch'io. Ma ne si conosce la causa? >>
<< No, nessuno ne sa niente. Tutti, però, hanno il forte sospetto che abbia qualcosa a che fare con gli Ingranaggi del Tempo >>.
<< Ingranaggi del Tempo? E che cosa sono? >>
<< Dei manufatti mistici molto particolari. Ne esistono solo cinque al mondo, ed ognuno di loro è nascosto in un luogo
segreto, talmente segreto che quasi nessuno sa per certo dove potrebbero trovarsi. Questi Ingranaggi regolano il flusso
del Tempo, lo fanno scorrere correttamente nella regione circostante >>. Leah rimase affascinata dall'argomento.
<< Ma che succederebbe se qualcuno li trovasse? O peggio, se li trovasse e li rubasse? >>. Chimchar alzò le braccia e
scosse la testa.
<< La risposta più ovvia che mi vien da pensare è che probabilmente il flusso di Tempo in quella zona si arresterebbe.
Infatti è per questo che generalmente vengono lasciati in pace >>.
<< Immagino. Però... è mai successo che invece qualcuno se ne sia interessato? >> disse Leah, preoccupata di una
simile eventualità. Chimchar negò, inorridito.
<< Non sia mai! Tutti i Pokémon sono consapevoli del fatto che rimuoverli sarebbe disastroso per tutti quanti!
Persino il più incallito dei criminali sa che è meglio lasciarli dove sono! Sono un idiota senza il minimo accenno di cervello
potrebbe..anche solo concepire.... un'idea del genere.... >>. Il sonno troncò le ultime parole di Chimchar, e lui ricadde
sul letto, profondamente addormentato.


Nello stesso istante, in una misteriosa foresta situata a oriente, un'ombra si mosse rapida tra gli alberi. Non sembrò
preoccuparsi della pioggia, nè dei lampi che ripetutamente illuminavano a sprazzi il percorso. Aveva in mente solo il suo obiettivo, non c'era spazio per nient'altro. Si fermò in una radura nascosta tra gli alberi: poco sopra la sua testa vide un piccolo oggetto azzurrino, che riluceva di una strana luce verde e blu. Eccolo lì, dunque, proprio come aveva immaginato.
<< I miei occhi mi ingannano? Questo..sì, finalmente l'ho trovato! L'Ingranaggio del Tempo. Ma...è solo il primo.... >> e
allungò la zampa. 

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