I just want to be free

di ElisaBellimonella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.1° Capitolo ***
Capitolo 2: *** "Nobody understand" ***
Capitolo 3: *** "Andate a quel paese" ***
Capitolo 4: *** 4.She isn't my girlfriend. ***



Capitolo 1
*** 1.1° Capitolo ***


E come ogni giorno quella ragazza dai capelli castani,stava lì, seduta su una panchina con le cuffiette nelle orecchie e la musica al massimo volume. Guardava la gente attorno a lei ridere. "Come fanno a far finta di niente e sorridere quando dentro stanno male?" si chiedeva sempre. Lei è una di quelle tante ragazze che non ha niente di speciale e che si sente sempre sola anche quando non lo è. E' una di quelle persone un pò strane con mille segreti dentro. Una di quelle che non tradisce mai nessuno,ma, viene delusa molte volte dalle persone. Troppe. Lei è una di quelle ragazze abbastanza forti da sopportare tutto e andare avanti. E' una ragazza normale con una vita noiosa e "instabile". Non è una "depressa" che si taglia e nemmeno una "popolare" che si crede chissa chi.  Lei è una ragazza come tutte. Insicura,troppo timida con gli adulti e solare con gli "amici". E' una di quelle che dà il meglio di se alle persone a cui tiene ma viene abbandonata dopo poco. E' una di quelle persone che  quando sta male non fa niente. Non piange, non urla, non si taglia, non si strappa i capelli..non fa niente. Si tiene tutto dentro. E' una di quelle persone che crescendo diventa sempre piu forte e fredda. E' una ragazza sola a cui piace star sola. O,comunque, si è abituata a starci. E' una sognatrice che vorrebbe solo scappare da ogni problema. Ed è anche la solita ragazza che si accotenta del sei in pagella. Gli piace imparare nuove cose ma odia la scuola. Non viene picchiata da bulli o stuprata. Ha una famiglia che dice di volergli bene e che glielo dimostra anche. Solo che lei non se ne accorge. Ha avuto tanti amici che piano piano l'hanno abbandonata. E' timida, si, ma quando vuole sa anche essere acida e  antipatica. Ha sempre paura di disturbare le persone,così,non le cerca.

Lei è Emily Baker.


Quando si alzò, prese dalla panchina lo zaino e si incamminò verso casa. Anche quel giorno aveva saltato la scuola.Se sua madre l'avesse saputo l'avrebbe chiusa in casa fino alla sua morte. Iniziò a canticchiare "This is me" di Demi Lovato mentre leggeva il libro: "Il rumore dei tuoi passi". L'era sempre piaciuto quel libro e nonostante lo avesse letto già mille volte lo rileggeva ogni volta che aveva del tempo libero. Lo squillo del suo telefono la fece tornare nella realtà. Senza neanche vedere il numero rispose.

"Pronto?"
"Perchè non sei a scuola Emily?"
"Mamma? Sei tu?" Chiese lei spaventata
"Emily, si, sono io. Ora rispondimi" Sua madre era Brenda Price, una delle piu famose chirurghe di tutta Miami.
"Ehm, mamma. Posso spiegarti"
"A casa. Subito."
"Arrivo." Chiuse la chiamata sbuffando

"COME CAVOLO AVEVA SCOPERTO CHE NON ERA ANDATA A SCUOLA?" Si domandò seriamente preoccupata

Quando si chiuse la porta di casa alle sue spalle vide la madre seduta sul divano bere del tè. Non riuscì a fare il primo scalino per andare in camera che sua madre la fermò. Urlandogli: "NON PROVARCI SIGNORINA. ORA FACCIAMO DUE CHIACCERE A QUATTRO OCCHI".

Emily sbuffò e lanciò lo zaino sul divano difronte a quello della madre per poi sedersi e incrociare le braccia.

"PERCHE' NON SEI ANDATA A SCUOLA?" Urlò Brenda furiosa
"Mamma,sono andata da Zoe. Ricordi? Quella bassa e bionda.Sta male ed è all'ospedale. Volevo andarla a trovare ma sapevo che tu non avresti mai voluto che ci andassi da sola. Così l'ho fatto uguale." Mentì la figlia

La madre provò a calmarsi sorseggiando un pò di tè bollente.
"Se me lo avresti detto, ti avrei portata."
"No. Non è vero. Non l'avresti fatto. non vuoi mai che vada all'ospedale da sola e non so nemmeno il perchè!" Disse Emy alzando il tono di voce
"Non voglio che tu vada all'ospedale. Non è un bel posto. E poi, non stiamo parlando ora degli ospedali,ma del fatto che hai saltato la scuola"

"pensa a qualcosa,dai Emily, ce la fai. Pensa,pensa" Si disse Emily mentalmente

"Mamma, Zoe morirà forse. Ho saltato un giorno di scuola per una buona causa."
La madre ci pensò un pò e alla fine abbracciò Emily e la lasciò andare in camera. Avvertendola, però, che non avrebbe piu dovuto saltare la scuola.

Emily salì velocemente le scale e si rinchiuse in camera. Appena il computer si accese digitò la password e l'email del suo blog che dopo neanche cinque secondi si aprì.
 
Una domanda particolare la cose di sorpresa:

"Di cosa hai paura in particolare?"

Rilesse la domanda un pò di volte, poi rispose:

"Non lo so. Ho paura d’ogni cosa. Cioè della gente, dei palazzi, delle cose, di tutto. Specie della gente.Questo è un periodo che mi fa paura. Ho mille pensieri per la testa e mi sono persa. Non so più chi sono."

Um altra domanda la sorprese:

"Come ti senti? Realemente" Nessuno fino ad ora glielo aveva chiesto.

Ci pensò un pò e poi rispose:

"Mi sento come se tutto quello che faccio sia inutile e privo di senso. Giornate come questa, in cui mi sento sbagliata, mi sento fuori, vuota. E poi giornate come tante in cui non “mi sento” direttamente."

Stanca, chiuse il blog, spense il computer e si sedette sulla scrivania iniziando poi a disegnare. Non si rese nemmeno conto di quanto il tempo volò. Disegnava,cancellava,disegnava e cancellava ancora. Era veloce ed non ammetteva mai uno sbaglio. Poi presè dal armadio i pennarelli,le tempere,i colori ad olio, le cere e i gessi. Iniziò a colorare il tutto senza mai distrarsi. Colorava e colorava  senza fermarsi. Era entrata nel suo mondo. Quando ebbe finito anche di rifinire tutto il disegno guardò l'orario: Le cinque del pomeriggio.

 

Angolo autrice:

Allora, questo è una specie di primo capitolo mini. In teoria sarebbe l'introduzione ma vabbè, dettagli. Se avete letto fino a qui spero vi sia piaciuto. Recensite e consigliatemi.



 

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Capitolo 2
*** "Nobody understand" ***


"Nobody understand"

Se ne stava seduta su quella vecchia sedia ad immaginare una vita impossibile al suo fianco. Una di quelle vite da film o che sia. Una di quelle vite che l'avrebbe resa felice. Felice di essere al suo fianco. Fino a quando non ritornò con i suoi pensieri alla realtà e si rese conto che tutto quello che stava pensando non aveva nessun valore. Nessun valore se non per lei. Se non per se stessa. Aveva la grande capacità di viaggiare con la mente.
Una di quelle capacità che non aveva neanche a scuola,neanche con il disegno,neanche con la lettura. Erano viaggi interminabili quelli che si faceva. Fino a che qualcuno non la interruppe con la realtà.

"Emiiiiiiiii, vai a prendermi caffè." Urlò  Brenda
"Si,dopo" Rispose la figlia annoiata
"No,vacci ora" Controbattè la madre

Emily si alzò dalla sedia e prese il cappotto appoggiato sopra il letto. Scese in cucina dove trovò la madre parlare al telefono con qualcuno,così,le fece segno che usciva e aprì la porta di casa uscendone subito dopo per andare nel bar piu vicino.

L'aria fredda soffiava forte quel pomeriggio. Emily si strinse nel suo cappotto e camminò più velocemente cercando di arrivare il prima possibile. Poche persone si aggiravano per la città. Il silenzio era il protagonista di quella giornata. Le nuvole nel cielo ormai grigio non preannunciavano una bella giornata di sole.

Quando vide l'insegna del bar "Le notti d'estate" davanti a se entrò facendo suonare la piccola campanellina sopra la porta che risuonava ogni volta qualcuno l'apriva o la chiudeva. Il bar era completamente vuoto, c'era solo il cassiere mezzo addormentato seduto su uno dei tanti tavolini di legno. Quando Sam la vide si alzò e andò ad abbracciarla. Ormai conosceva Emily da cinque o sei anni siccome andava sempre in quel bar.

La ragazza ordinò il caffè e si sedette sul tavolino dove prima "dormiva" il ragazzo. Iniziarono a parlare della giornata quando entrarono correndo due ragazzi che,per sbaglio, caddero addosso ad Emily che stava bevendo una cioccolata calda appena preparata da Sam, il quale guardava la scena stranito.

"Ma che diavolo avete fatto?" Urlò Emily pulendosi il cappotto con dei fazzoletti
"Emh,scusa non volevamo..." Rispose il castano, ancora ignoto per lei
"Si può sapere chi siete?" Chiese sempre la ragazza con un pizzico di acidità
"I tuoi principi" Rispose l'altro squadrandola dalla testa ai piedi
"Ah beh...Allora.." Emily prese la tazza della cioccolata calda appena preparata da Sam e buttò il contenuto bollente addosso ai ragazzi che la guardavano scioccati.
"Ma che minchia fai?" Urlò il ragazzo castano
"Ah e..VAFFANCULO" Urlò la ragazza prendendo il caffè dal bancone per la madre e uscendo dal bar

Quando rientrò in casa sbattè la porta del ingresso e, una volta dato il caffè alla madre,tornò in camera.
Si sdraiò sul letto e,preso dal comodino il libro "Dream and reality", iniziò a leggere il libro entrando per la seconda volta nel suo mondo tutto suo. Strano,pieno di amore, libero e soprattutto FELICE.

Si addormentò così: con il suo libro in mano e la luce fioca del comodino.

Alle sette meno un quarto si alzò dal letto,rabbrividendo appena mise un piede in terra. Si fece una doccia veloce,mise tutti i libri sullo zaino e uscì di casa. Il padre Mattew era da poco partito per un viaggio di lavoro in Canada. Faceva lo scienziato ed non c'era quasi mai a casa. Non era un prblema per Emily,anzi, si sentiva piu libera quando non c'era.

Prese la metropolitana e arrivò a scuola verso le otto e dieci. Quandò entrò in quel inferno chiamato anche "scuola" vide solo pochi studenti camminare per il corridoio. Era maledettamente in ritardo ma non gliene importava molto. Con tanta calma si diresse verso la classe di filosofia al secondo piano.

Senza bussare entrò in classe e facedo finta di niente si andò a sedere infondo alla classe.

"Baker, abbiamo l'onore di vederla in classe. A cosa dobbiamo tutto questo interesse?" La prese in giro la professoressa
"Al fatto che avevo bisogno di una ninna nanna e lei è una di quelle persone che dicendo solo una parola fa addormentare tutti" Rispose a tono Emily

Una risata di gruppo fece imbestialire la prof che,sunito dopo, si vendicò interrogandola

"Allora simpatticona, parlami di manzoni"
"Mmm, si facile.. Allora, Manzoni è nata a Milano? O forse a Roma..Comunque, non è importante. Passò l'adolescenza in prigione per aver rubato troppo manzo dal super-mercato. In questi anni di prigionia scrisse diverse storie. Tipo, tipo.. La popolare commedia o forse era la manone commedia, boh. Poi scrisse i manzi non promessi e poi non ricordo prof." Spiegò velocemente la ragazza sorridendo
"Baker,hai preso un bel 8..." Disse la prof
"Oddio, grazie prof." Fece un inchino Emily
"Non mi hai lasciato finire Baker. Stavo dicendo.. Hai preso 8...fratto due." Sorrise la prof. malvagiamente
"oh, beh allora...Vada a quel paese brutta megera" Disse la ragazza recuperando lo zaino e uscendo dalla classe.

Sei ore dopo uscì dalla scuola sbuffando. Aveva preso solo due 4 e un cinque. Bellissimi voti insomma.

Si fermò nel parco vicino al palazzetto dello sport,ormai abbadonati tutti e due,da anni.
Tirò fuori il libro di filosofia e iniziò a leggere alcune poesie di Leopardi. Lo amava, era uno scrittore italiano fantastico. Oggi quando l'aveva interrogata la prof. di letteratura lei non aveva voluto rispondere seriamente alla domanda sulla vita di Manzoni. La verità era che lei sapeva tutto su Manzoni, era uno dei poeti/scrittori piu importanti per lei. Aveva letto i promessi sposi e si era innamorata di quel libro.

Studiò tutto il pomeriggio seduta sull'altalena del parco e,quando ebbe finito entrò nel palazzetto dal retro. Una volta seduta sugli spalti osservò l'interno della palestra. Si immaginò anni prima gli atleti allenarsi.
Poco dopo riprese lo zaino dalla scalinata e tornò a casa.

Spazio Autrice:

Allora, quesrto è il secondo capitolo ed è corto. Mi scuso davvero ma non ho molto tempo in questi giorno. Aggiornerò il prima possibile. Recensite,recensite e recensite. Mi servono aiuti. Grazie a chi mi darà consigli e a tutti quelli che la leggeranno

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Capitolo 3
*** "Andate a quel paese" ***


"Andate a quel paese!"

"Lo psicologo Maslow ha creato una piramide chiamata “La piramide dei bisogni o la piramide di Maslow”, questa piramide è divisa in due parti “i bisogni di mancanza” e “i bisogni di crescita”, quest’ultimi non possono esistere se non esistono i bisogni di mancanza. Tra i bisogni di mancanza c’è il bisogno di appartenenza e di amore, tra i bisogni di crescita c’è il bisogno estetico, quello che ci fa sentire belli e tutto il resto. Ora tutto questo è per dire che se noi non siamo amati non ci sentiremo mai belli, per questo quando qualcuno che amiamo ci dice che siamo belli, anche se noi non lo pensiamo, in quel momento improvvisamente ci sentiamo bellissimi."

Emily ascoltava attentamente la professoressa di psicologia parlare.La prof era solo una ragazzina di 19 anni. Era affascinata dai suoi modi di fare o semplicemente dai suoi pensieri.

"Credi di essere tutto solo, credi di essere l’unica persona al mondo a sentirsi in questo modo. Non lo sei.Al liceo va bene essere diversi. E a poco a poco, più ti allontani dalle medie e dal liceo, più te ne rendi conto. Nel mondo reale, se hai qualcosa di diverso in te, sei fortunato. Non è una maledizione. Non rendete il liceo il vostro tutto. Perchè se il liceo è tutto in quel momento, avete una lunga vita da vivere, e mi piace pensare che gli anni migliori della mia vita siano ancora davanti a me."

La professoressa finì di parlare e la campanella suonò subito dopo.

Emily fu la prima ad alzarsi e uscire dal aula. Si sentiva maledettamente fragile quel giorno. Posò lo zaino nel armadietto e,invece di andare a mensa, scese in biblioteca.

Quando entrò vide solo poche persone.La maggior parte erano secchioni che facevano ricerche o che avvantaggiavano i compiti,la bibliotecaria sistemava gli ultimi libri lasciati dagli studenti sul tavolo e solo due persone stavano leggendo libri non riguardanti la scuola. Emily andò a cercare fra gli scaffali alcuni libri interessanti da leggere. Il primo che la colpì leggendo la trama fu: "Looking for Alaska"
Si sedette sul divanetto vicino alla finestra e aprì il libro. Da fuori si sentiva il rumore delle goccie di pioggia cadere sull'asfalto.

Tre ore dopo tutti gli studenti tornarono a casa stanchi. Emi uscì dalla scuola e si fermò davanti alla fermata del autobus. Una donna anziana sedeva vicino a lei. Ogni tanto guardava la ragazza e sorrideva.
Quando arrivò il pullman,la ragazza dette il posto alla signora che la ringraziò. Anne, una sua compagna di scuola, la salutò e incominciò a raccontargli degli ultimi anni passati insieme. Ogni volta che faceva battutine,Emily rideva falsamente per non fargli capire che erano frasi stupide quelle che raccontava. Quando Anne scese dal Bus la ragazza sospirò.
La vecchietta di prima gli si avvicinò e le disse:
“Le riconosco le ragazze come te,che prima ridono fino alle lacrime,scherzano e giocano..e poi si fermano a fissare il vuoto,per un po..lo fissano e pensano,pensano sempre ma nessuno se ne rende conto,pensano e quando gli occhi stanno per colmarsi di lacrime,riprendono a ridere.”
Emi abbassò il viso non riuscendo a capire come la signora avesse capito tutto.

Una fermata dopo la ragazza scese dal pullman con molti pensieri in testa. Quandò aprì la porta di casa non sentì nemmeno un rumore o una parola così andò in cucina. Un fogliettino giallo era attaccato al frigo e diceva:
"Non tornerò stasera. Ci vediamo domani tesoro..Baci,mamma"
Dopo aver accartocciato il foglietto,Emily si andò a cambiare e uscì di nuovo da casa.

Le foglie svolazzavano qua e la per la strada. Gli alberi ormai spogli ondulavano per via del vento molto forte. Quando la ragazza vide un negozio di elettronica si fermò a guardare le televisioni nella vetrina. Una tv trasmetteva dei cartoni e invece,nell'altra,parlavano di una nuova band: Gli One Direction.
Emi aveva sentito parlare di questi ragazzi famosi ma non gliene era mai importato di conoscerli.

Continuò a camminare per il marciapiede a passo svelto fino ad arrivare davanti ad una panetteria.
Quando entrò un profumo di fritto la persuase. Ordinò una filetta di pane e uscendo inciampò sul tappetino.
La risata acuta della commessa la fece arrabbiare non poco.SI girò e, alzando il dito medio, disse: "Ma vaffanculo!"

Mentre stava tornando a casa una folla di ragazzine di circa tredici anni la fece cadere. Di nuovo. Le guardò correre per tutta la piazza. E anche qua un "andate a quel paese" non mancò. SI rialzò maledicendo mentalmente il giorno in cui sua madre l'aveva messa in vita. SI sentivano ancora le urla di quelle ragazze pazze.

Riprese a camminare il piu lentamente possibile prendendo strade secondarie. La porta secondaria di una casa si aprì mentre Emily stava per superarla e dopo poco la ragazza si trovò per terra. La terza caduta del giorno e,in piu,ora aveva anche un bernoccolo in fronte per colpa di un coglione che gli aveva sbattuto la porta in faccia.

"Scusa,scusa,scusa! Non volevo,lo giuro" Disse un ragazzo che le ricordava fottutamente qualcuno.
"Ehi, aspetta! Tu sei quel ragazzo che mi è venuto addosso ieri al bar!" Ulrò la ragazza infuriata rialzandosi per la terza volta da terra.
"Mi dispiace, scusa. Io sono Liam" Si presentò il ragazzo porgendogli la mano.
" E io sono stufa di cadere per oggi" Rispose Emily scansando la mano di Liam
 

Angolo autrice:

Ho aggiornato quasi subito e mi scuso ancora se è molto corto. Non ho il tempo di rileggerlo e perciò ci saranno sicuramente degli errori. Recensite e datemi piu consigli possibili!

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Capitolo 4
*** 4.She isn't my girlfriend. ***


Ciao ragazze.. Vi ricordate di me Sono tornata. Vorrei  chiedervi scusa per tutto. Ho lasciato la storia incompleta e me ne sono andata. Un'altra cosa che volevo farvi sapere è che ho cancellato il quarto capitolo della storia. Continuerò dal tre.. Spero che continuerete a leggere la mia fanfiction. E per favore, recensite. Mi servono tanti consigli. Un bacio.

 
 
 

Chapter 4. “She isn’t my girlfriend.”

 

“poi ti ho detto che non mi importava più.
Dio quanto ho mentito.”

 

E poi ci sono quei momenti, in cui senti che non vorresti essere da nessuna altra parte se non dove sei, quei momenti in cui ridi e senti nel petto una gioia infinita.
E sono questi, gli istanti che ti fanno capire che non sei morta, che sei viva, che sei viva e che la felicità esiste davvero.
E se riesci a realizzarlo, se riesci a comprendere quanto quel momento sia importante mentre lo stai vivendo, allora potrai fermarne il ricordo.
Non potrai mai fermare il tempo, ma il ricordo di quel momento, vivrà per sempre dentro di te.
E allora sorriderai, ripensandoci, e piangerai, perché si sa che quando le cose belle finiscono, si ha sempre paura che non torneranno mai. Guardai Liam negli occhi per la prima volta e vidi quanto erano belli. Castani chiari, tendenti al ocra sotto alla luce neon,molto particolari.
Mi sorrise, ricambiai.
“Allora? Posso sapere il tuo nome?” Chiese gentilmente.
“Ehm, mi chiamo Emily.” Risposi con un filo di voce.
“Bel nome.. Ascolta, mi dispiace per la botta. Davvero, non volevo. Posso offrirti qualcosa? Un bicchier d’acqua? Del ghiaccio?”
“Oh, non preoccuparti, alla fine ci sono abituata” Risi massaggiandomi la parte ferita della testa.
“Insisto, entra su.” Disse facendo spazio per farmi passare.
Appena entrai mi stupii per la grandezza di quella casa. Più che un appartamento, dentro, sembrava una villa. La prima cosa che notai fu una scalinata di marmo che, probabilmente, portava al secondo piano della palazzina. Il salotto era composto da un enorme divano bianco in pelle, un tappeto dello stesso colore, un pianoforte nero, una televisione attaccata al muro e un finestrone con fuori un balconcino.
“Abiti da solo?” Chiesi meravigliata sfilandomi la giacca.
“Oh no, vivo insieme a quattro miei amici. Viaggio spesso insieme a loro, sono come dei fratelli.” Disse sorridendomi e attaccando il mio giacchino sull’appendi panni.
“Seguimi” Aggiunse.
Aprì una porta bianca e mi fece segno di entrare.
Mi ritrovai davanti una grande cucina completamente bianca e nera.
“Vuoi qualcosa da bere? Una coca cola? Una birra?”
“Un bicchier d’acqua, grazie”
Iniziammo a parlare del piu e del meno e poi mi condusse verso un'altra camera al piano superiore. Ci stendemmo su un tappeto morbidissimo e vedemmo un film. Mi addormentai senza rendermene conto.
“Emily, hey, Emily” Mi svegliai di scatto.
Vidi Liam guardarmi dolcemente.
“Scusa, non volevo addormentarmi.”
“Non preoccuparti, ti ho svegliata solo perchè sono le sette di sera. Non sapevo se fosse tardi per te.”
“Oh mio dio. E’ tardissimo. Grazie Liam, davvero, per tutto.” Mi alzai e scesi di sotto di corsa senza dargli il tempo per dire qualsiasi cosa.
“Emily, sei tu, giusto?”
Mi girai spaventata. Un ragazzo alto e moro, con due occhi azzurri mi stava fissando sorridendo.
“Ehm..si, sono Emily”
“Io sono Louis, un amico di Liam. Vuoi restare a cena? Abbiamo ordinato le pizze, ne abbiamo presa una in piu anche per te non sapendo se saresti rimasta a mangiare con noi” Spiegò mordendosi il labbro.
“Io.. Io dovrei tornare a casa. Mi dispiace, sono felice di averti conosciuto. Buona cena a tutti quanti.” Dissi frettolosamente.
Uscì di corsa dalla loro casa e continuai a correre fino alla mia.
Entrai e vidi mia madre in salotto guardare la televisione.
“Emily Baker, dove sei stata?” Chiese abbastanza su di giri.
“In biblioteca..” Inventai.
“Non potevi avvertirmi? Sono stata in pensiero per te tutto il giorno. Sei un irresponsabile.”
“Mi dispiace mamma” Dissi salendo le scale per andare in camera.
Mi buttai sul letto e passai venti minuti a guardare il soffitto.
Alla fine optai per farmi un bagno caldo e successivamente una tazza di thè.
 

 
 

Pov. Liam

 

“Hey, mi passi la birra?” Chiese Harry
Gliela passai annoiato.
“Domani con chi andate al galà?” Domandò Niall ottenendo l’attenzione di tutti.
“Io con Perrie” Rispose Zayn.
“Io con Chloe” Prosegui Harry,
“Chi è ora Chloe?” Chiesi
“Una che ho conosciuto stamattina” Disse con non-chalance il riccio.
“Io ci andrò da solo” Questa volta parlò Niall.
“Anche io” Concordò Louis.
“E tu Liam? Perché non vai con la tua ragazza?” Chiesero in coro Niall e Louis.
“Perché forse non h0 una ragazza?” Risposi ovvio.
“Come no, c’è Emily.” Controbattè il biondo.
“E’ solo un amica.” Mi difesi.
Tutti risero tranne me e Louis. Strano.

Wshmmeamaevgtthheehtetjk:

Ciao ragazze! Questo è il nuovo capitolo. Spero vi piaccia. Vi prego di recensire per darmi consigli. Grazie, un bacio. 

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