Dreaming of a Warblers Christmas

di HandfulOfDust
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Christmas Wrapping ***
Capitolo 2: *** 2. Serendipity ***
Capitolo 3: *** 3. A Warblers Christmas Carrol ***



Capitolo 1
*** 1. Christmas Wrapping ***


Titolo: Christmas wrapping
Genere: Slash
Pairing: Huntbastian
Prompt: Regali dell'ultimo minuto
Disclaimer: Come al solito, appartengono a Ryan Murphy, non a me (purtroppo)
Note: putroppo non sono riuscita a scrivere tutte le one shot come avevo progettato, ma soltanto tre..spero sia ugualmente di vostro gradimento! :)

 

Christmas Wrapping

- L'incontro degli Usignoli è terminato, ci rivediamo dopo il week-end. Ora lascio la parola a Jeff che deve fare una comunicazione a tutti.
Hunter si allontanò dalla poltrona portando via in braccio Mr. Puss e lasciando posto al biondo che sembrava molto eccitato all'idea dell'annuncio che stava per fare.
- Allora ragazzi, dal momento che si sta avvicinando il Natale pensavo potessimo fare come l'anno scorso e vederci dopo la festa qui a scuola per scambiarci i regali! Che ne dite?
L'iniziale mormorio si trasformò in un frastuono generale di consensi da parte di tutti gli studenti, ad eccezione del capitano che non riusciva a comprendere di cosa stessero parlando.
- Scusate, fate silenzio...silenzio ho detto! - esclamò in tono perentorio – Evidentemente ve ne siete dimenticati, ma qui qualcuno lo scorso Dicembre non c'era. C'è qualcuno in grado di spiegare di cosa state parlando senza gioire come una ragazzina?
Jeff aprì bocca per rispondere, ma fu immediatamente zittito.
- Quando ho detto qualcuno che non gioisca come una ragazzina al pensiero del Natale mi riferivo a te Sterling...qualcun altro?
- L'anno scorso ognuno ha estratto a sorte il nome di uno di noi e ha comprato un regalo, poi dopo la tradizionale festa della Dalton ci siamo riuniti in una camera per scambiarci i doni, bere eggnog e insomma..festeggiare un po' prima di partire per le vacanze. - rispose David.
- Grazie, finalmente qualcuno con un livello di testosterone degno del suo nome. Ora, non bisognerebbe votare? Non si fa sempre così qui?
- Beh, questa non è una decisione per qualche esibizione, non credo sia necessario. - mormorò Jeff.
- Non tutti potrebbero essere d'accordo.
- Ma..
- Ai voti. Dunque, chi è favorevole?
Una sfilza di mani si alzò all'unisono e Clarington capì di essere in netto svantaggio, ma soprattutto che in quella scuola le tradizioni erano decisamente diverse. In tre anni all'Accademia Militare mai nessuno si era azzardato a parlare di regali, sorprese e feste di Natale o sarebbe diventato vittima di bullismo da parte di tutti gli altri.
- Smythe, anche tu mi tradisci?
- Spiacente, amo ricevere regali, specialmente quelli più inaspettati. - ammiccò il francese come al solito.
- Bene, chiederei chi è contrario ma non voglio mettermi più in ridicolo di quanto già dovrò fare. Proposta accolta!


In pochi minuti i bigliettini erano già pronti per l'estrazione e tutti erano curiosi di sapere chi sarebbe capitato loro: tutti tranne Hunter, che se ne stava in disparte ad accarezzare la sua gatta e a maledire l'entusiasmo di chi gli stava attorno per quella sciocca iniziativa.
- Okay Nick, è il tuo turno! - cinguettò Jeff – Chi hai estratto?
- Flint!
- Oh, peccato.. - mormorò l'altro deluso – Va bene, Hunter tocca a te.
L'ex militare si alzò e si avvicinò molto lentamente, quasi stesse andando alla gogna, quando in realtà doveva soltanto pescare un nome da un sacchetto e comprare un regalo.
- Chi è il fortunato?
Con un ultimo movimento il giovane aprì il foglietto e lesse il nome. - Sebastian.
- Ecco, il caso vuole che il prossimo della lista sia proprio tu Smythe! Vieni a estrarre il tuo bigliettino!
Tornando al proprio posto Hunter incrociò lo sguardo malizioso di Sebastian, e quando furono abbastanza vicini da sfiorarsi con la spalla l'altro gli sussurrò fugacemente all'orecchio che si aspettava una bella sorpresa.
Una bella sorpresa! Chissà cosa si sarebbe dovuto inventare per soddisfare i gusti raffinati di un adolescente che era cresciuto a Parigi. Nulla sarebbe stato abbastanza per lui, abbastanza elegante, inusuale o costoso: in parole povere non avrebbe potuto fargli ricevere la bella sorpresa che lui desiderava ardentemente.
Era così preso dai suoi pensieri che neppure si era accorto cosa stava accadendo alle sue spalle.
- Chi hai estratto Sebastian?
- Hunter. - rispose il giovane con un ghigno.


Il fine settimana volò via, ma Hunter non riuscì neppure a pensare a cosa regalare a Sebastian: ogni idea gli sembrava inadeguata. Aveva chiesto consiglio e gli era stato raccomandato di comprare una bella bottiglia di whisky o una fornitura di preservativi, ma non gli pareva il caso di presentarsi con doni simili. Quindi finì con il non comprare nulla: avrebbe annunciato di non partecipare più a quella cavolata e sarebbe partito per il Colorado subito dopo la festa annuale della Dalton.
Tuttavia lo stesso lunedì si ritrovò seduto davanti a Sebastian durante la lezione di letteratura e mentre stavano analizzando un brano di Fitzgerald quest'ultimo pensò bene di sporgersi il più possibile dal suo banco e sussurrargli:
- Spero apprezzerai il tuo regalo.
Hunter sbiancò e si voltò verso l'altro:
- Che cosa?!
- Clarington, smetti di importunare il signor Smythe e finisci di leggere il brano. - lo ammonì il professore.
Non può essere, non può essere lui a dovermi fare il regalo.
Ormai era incastrato, non poteva più dire a Jeff che non avrebbe più partecipato: come se non bastasse durante quella settimana piena di test difficilmente sarebbe riuscito ad andare a fare un regalo decente. Gli venne voglia di sprofondare.
Martedì al bar Sebastian gli apparve di fronte offrendogli un bicchiere di latte macchiato e dicendogli che “non vedeva l'ora di scartare il suo pacchetto”. Peccato Hunter non avesse comprato assolutamente nulla ancora.
Come se non bastasse il mercoledì, alla fine dell'incontro degli Usignoli Smythe lo salutò con un occhiolino e con un “non mi deludere” alludendo al regalo. E così accadde giovedì. E lo stesso il venerdì.
Ma nel frattempo Hunter non era riuscito ad allontanarsi dalla Dalton e non aveva potuto prendere nulla a Sebastian, il quale sarebbe rimasto molto, molto male per il mancato regalo, dato che sembrava adorare il Natale per quel motivo. Uscì nel pomeriggio, diretto al centro commerciale di Westerville e non fu sorpreso di trovare una marea di gente, mamme con i bambini, mariti, ragazzini, nonni e chi più ne ha più ne metta, che si apprestavano ad acquistare gli ultimi regali. Fece il giro due volte e non trovò nulla che ritenesse adatto all'occasione; inoltre la fila alle casse lo avrebbe fatto tornare dopo l'inizio della serata di gala. A malincuore uscì senza neppure una busta in mano, mentre le famigliole che lo circondavano si dirigevano alle automobili ricchi di doni e dolciumi.
Prima di tornare a scuola si fermò in un negozietto poco distante dalla scuola e spese il tempo che gli era rimasto prima del rientro nel reparto alcolici, intento a scegliere il liquore con la bottiglia che sembrasse il più costosa possibile. Alla fine scelse un rum cubano di media qualità e con un documento falso riuscì a comprarlo, nonostante lo sguardo sospettoso del commesso.
Si vedeva che era una cosa rimediata, ma più di quello non era riuscito a fare ed era meglio che presentarsi a mani vuote.


Hunter non era abituato neppure ai grandi party chic che le scuole private organizzavano per ogni occasione possibile ed immaginabile, quindi non sapeva bene cosa aspettarsi. Si era dovuto far mandare dai genitori l'unico completo elegante che aveva per quella serata, la quale si era rivelata estremamente noiosa e per nulla interessante: se questo era come passava il tempo l'alta società era ben felice di non farne parte.
Quando il salone si svuotò gli Usignoli, come in seguito ad un tacito segnale, si allontanarono e si ritirarono nelle loro camere, per rivedersi poco dopo in quella di Jeff e Nick, che veniva solitamente designata per gli incontri al di fuori dell'aula canto.
Una volta dentro, i festeggiamenti ebbero inizio: quel posto sembrava essere la baita di Babbo Natale ed era veramente perfetta per una nottata all'insegna dello spirito delle feste. Vi era un piccolo albero con le palline, le luci intermittenti per incorniciare le finestre e qualsiasi altra decorazione possibile ed immaginabile, dai pupazzi di neve alle renne, mentre da uno stereo a basso volume, proveniva ogni genere di canzoni natalizie, tanto per rimanere in tema.
Trent distribuì i bicchieri e poi versò eggnog per tutti:
- Buon Natale ragazzi! Ce n'è ancora molto, ma non esageriamo col bere, altrimenti domattina prima di partire mi tocca pulire e questa è la volta buona che vi uccido!
I ragazzi iniziarono a scambiarsi i doni prima che la situazione degenerasse e vedendo maglioni all'ultima moda, cinture di pelle e raccolte di cd, Hunter si sentì fuori luogo e in colpa per il tristissimo regalo che aveva scelto per Sebastian. Pregò con tutto il cuore che l'altro aspettasse ancora per dargli il suo, almeno quando gli altri sarebbero stati abbastanza ubriachi da non ricordare.
E invece, soltanto pochi minuti dopo, eccolo arrivare con una confezione colorata in mano.
- Buon Natale, Hunter! Spero sia di tuo gradimento.
- Sono sicuro di sì. – farfugliò il giovane, visibilmente in difficoltà – Vediamo un po'.
Il capitano degli Usignoli si ritrovò in mano uno slip decisamente aderente e rosso. Probabilmente quello era anche il colore del suo viso.
- Perché tu nel tempo libero vai a nuotare in piscina, giusto? - domandò Sebastian suadente, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.
- Oh..in piscina, giusto..grazie mille, mi serviva proprio un nuovo costume. - rispose l'altro in imbarazzo, rendendosi conto solo dopo una buona manciata di secondi che stava fissando imbambolato il francese.
- Se non sono troppo sfacciato – disse Bas avvicinandosi di qualche centimetro – posso chiedere dov'è il mio regalo?
Regali dell'ultimo minuto.
In quel momento gli fu tutto chiaro. Con la maggior disinvoltura che gli riuscì si avvicinò a sua volta all'altro e gli sussurrò all'orecchio:
- Non posso dartelo qui. Ti aspetta in camera tua, e sai, sono sicuro che ti piacerà.

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Capitolo 2
*** 2. Serendipity ***


Titolo: Serendipity
Genere: Slash
Pairing: Klaine
Prompt: Film natalizi
Disclaimer: Nemmeno loro mi appartengono, che disdetta :c

 

Serendipity
Kurt era positivo in quei giorni: ormai il Natale si avvicinava sempre di più e sentiva la magia nell'aria, percepiva che in quel periodo tutto forse era davvero possibile. D'altronde era sempre stato un'anima sensibile e romantica, fin da bambino, e i numerosi film che la tv proponeva nel periodo delle feste alla fin fine si rivelavano sempre gli stessi. Per questo motivo era facilmente intuibile come mai fosse così tanto affascinato dal mese di dicembre: come in ogni commedia romantica che si rispetti, i due protagonisti, dopo numerose peripezie, riuscivano finalmente a coronare il loro sogno d'amore, solitamente sotto a soffici fiocchi di neve che iniziano a cadere nel momento più adatto o di fronte al più bell'abete decorato di tutta la città.
Per diversi anni, però, era stato convinto di non poter vivere una storia simile fin quando dopo il diploma non avrebbe fatto i bagagli e se ne fosse andato a New York; ma da un paio di mesi a quella parte aveva scoperto di non essere l'unico gay dichiarato della zona ed aveva iniziato a pensare che, forse, anche lui avrebbe potuto trovare l'amore in Ohio.
L'ultimo periodo della sua vita era stato sconvolgente: suo padre si era sposato con la madre della sua storica cotta, Finn Hudson, di cui era diventato il fratello, il bullo che per anni lo aveva intimidito per anni lo aveva baciato e poi lo aveva minacciato di morte ed infine, ultimo ma non meno importante, aveva abbandonato le New Directions ed il liceo McKinley per trasferirsi alla Dalton Academy, una scuola privata con tolleranza zero nei confronti di ogni tipo di bullismo. Lì si sentiva al sicuro, lì poteva passeggiare per i corridoi senza il terrore di essere spintonato contro gli armadietti e deriso dai giocatori di football, lì vi era il ragazzo di cui si era innamorato a prima vista: Blaine Anderson.
Erano subito entrati in sintonia, per una volta in vita sua si era sentito compreso, aveva trovato una persona che aveva sofferto i suoi stessi tormenti e che poteva dargli conforto. Ma non era soltanto quello, Blaine era molto di più. Era un ragazzo che condivideva i suoi stessi interessi, che non lo prendeva in giro se c'era qualcosa che invece non apprezzava quanto Kurt e soprattutto era gay. Aveva già sperimentato il prendersi una cotta per un eterosessuale, la cosa non era andata a buon fine e questo, come aveva detto al professor Schue soltanto qualche ora fa, era un passo in avanti.
Il giorno prima, infatti, era successo qualcosa di splendido, per cui il ragazzo non era riuscito quasi a dormire con il cuore che gli batteva all'impazzata, al solo pensiero dei momenti incantevoli che aveva passato quella sera stessa. Blaine era giunto nell'aula studio, interrompendo la sua lettura e proponendogli di staccare un po' dai libri aiutandolo a provare una canzone che avrebbe dovuto cantare in quel fine settimana. Kurt si era mostrato inizialmente ligio al dovere, proponendo di rimandare la cosa, ma alla fine aveva ceduto e si era lasciato andare ed aveva intonato il primo verso di "Baby, it's cold outside".
La stanza era inondata dal rosso delle Stelle di Natale e traboccava di decorazioni: alle finestre ricche ghirlande, sulle porte festoni colorati e di qua e di là qualche candela accesa, mentre il caminetto emanava un dolce calore e rendeva la scena ancor più perfetta, se possibile. Aveva sentito il cuore scoppiargli in petto dalla troppa gioia, era proprio come nelle sue pellicole tanto amate. Il ragazzo che per anni era stato solo, aveva affrontato la perdita della madre e la crudeltà dei bulli avrebbe magari trovato la felicità tanto ambita, insieme a quel bel moro?


Dopo una notte passata a riflettere e a struggersi tra le coperte ed il cuscino, era giunto ad una conclusione: doveva giocare la sua mossa e far capire a Blaine quanto loro due fossero perfetti insieme. Appena alzato si armò di coraggio, prese il cellulare ed inviò un sms all'altro.

Da: Kurt Hummel
A: Blaine Anderson
Ore: 7.52
Testo: Hey Blaine! Mi è venuta un'idea: perché stasera non guardiamo un film di Natale in camera mia?


Il ragazzo si chiese se potesse sembrare un invito sconcio, ma le sue intenzioni erano ben più innocenti. Lo rilesse un paio di volte, poi premette invio senza ulteriori indugi, o altrimenti avrebbe finito con il cambiare idea e non invitarlo più.
Fortunatamente la risposta non tardò ad arrivare, altrimenti Kurt avrebbe rischiato il collasso nel terrore di aver fatto la più epica figuraccia della sua vita. Fece un respiro profondo, perché in fin dei conti il messaggio poteva anche contenere un no, e cliccò per leggere:

 

Da: Blaine Anderson
A: Kurt Hummel
Ore: 7.55
Testo: Ottima idea! Adoro i film di Natale, non vedo l'ora che arrivi stasera. Poi ci mettiamo d'accordo meglio nel pomeriggio.


Se prima il suo cuore si era fermato per un istante, ora batteva all'impazzata, consapevole che la serata che aveva creato nella sua testa si sarebbe svolta, o almeno, entrambi gli attori principali sarebbero stati presenti. Vi era un unico problema: la sua collezione di dvd natalizi era a casa, a Lima, una cosa come 140 chilometri da lì.
Prese il suo iPhone e scorse la rubrica, alla ricerca di qualcuno tanto folle da prendere la macchina e guidare per un'ora e mezza per portarglielo. Alla fine scelse Mercedes, augurandosi che anche lei leggesse al più presto e gli dicesse se poteva compiere quell'assurda missione o meno.

Da: Kurt Hummel
A: Mercedes Jones
Ore: 7.59
Testo: Allarme Blaine! L'ho invitato a vedere un film insieme, ma la mia collezione di dvd natalizi è a Lima...potresti portarmeli? Ti supplico Mercedes Jones, sei la mia ultima speranza!

Da: Mercedes Jones
A: Kurt Hummel
Ore: 8.02
Testo: Il mio ragazzo si è fatto avanti? Bravo il mio Kurt! Stai impazzendo però: ti hanno mai detto che lo puoi scaricare da internet tutti i film che vuoi al giorno d'oggi? O se vuoi fare alla vecchia maniera esistono sempre le videoteche. Pensaci su!


Kurt si sentì un completo idiota che aveva iniziato a dare i numeri dopo il sì di un ragazzo, per cui cercò su internet il Blockbuster più vicino: per sua fortuna a Westerville ce ne erano addirittura due, e la sua serata era salva.
Trascorse ogni lezione con la testa fra le nuvole, intento a pensare a quale film affittare o a come si sarebbe dovuto comportare o a qualche frase divertente da dire. Non sapeva perché aveva tanta ansia, in fin dei conti erano usciti spesso insieme da soli come amici ed anche stavolta non si trattava di un appuntamento, ma il fatto di essere da soli in una camera, con una bella storia romantica in tv forse avrebbe potuto far scoccare la scintilla una volta per tutte.
Giunto da Blockbuster cercò fra le centinaia di film una delle commedie che preferiva nella sua collezione e che era assolutamente adatta alla sua situazione: Serendipity. L'insistenza della trama sull'esistenza della sorte e di coppie destinate a formarsi nonostante le avversità e quant'altro gli sarebbe tornata utile per aprire gli occhi a Blaine, si augurava.

Da: Blaine Anderson
A: Kurt Hummel
Ore: 17.13
Testo: Ti sono venuto a cercare in aula studio ma non ti ho trovato...vengo da te subito dopo cena? Che film propone il cinema Hummel?


Kurt si sentì uno sciocco ad arrossire per un sms, era una cosa che avrebbe potuto fare a dodici anni, non poteva di certo a diciassette! Per non rispondere all'istante e dimostrare di non pendere dalle labbra dell'altro il giovane decise di far attendere un suo messaggio, passeggiando con nonchalance tra i vari reparti del negozio ed acquistando dei popcorn da mangiare nella serata, ma non fu in grado di resistere più di cinque minuti.

Da: Kurt Hummel
A: Blaine Anderson
Ore: 17.18
Testo: Perfetto, facciamo subito dopo cena. Il cinema propone Serendipity, spero ti piacerà!

Da: Blaine Anderson
A: Kurt Hummel
Ore: 17.20
Testo: Non ci credo, è uno di quei film che ho sempre desiderato vedere ma ho sempre rimandato! Ti adoro, a dopo!


Dopo messaggi del genere, come si poteva non arrossire e non sperare in un finale felice per una volta?


- Adoro i film di Natale! Anzi, adoro tutto del Natale! E' una tra le feste che prediligo durante l'anno, ogni cosa sembra essere migliore...ed ora che ho trovato una persona con cui condividere la mia gioia per questo periodo non posso che essere ancora più felice.
- Meglio tardi che mai allora. - ridacchiò nervosamente Kurt, consapevole del suo imminente arrossire – Vale lo stesso per me, credevo non sarebbe mai accaduto.
Pagare una retta costosissima aveva i suoi vantaggi, come avere una tv a schermo piatto con lettore dvd in ogni camera, quindi i due si accomodarono sul letto e Kurt fece partire il film.
La visione di New York nel periodo natalizio non fece altro che far diventare gli occhi di Blaine a forma di cuoricino e così quelli di Kurt nel guardare l'altro così preso dalla storia. Se lo guardarono tutto d'un fiato, senza mai interromperlo ed il moro ne fu così preso da afferrare la mano di Kurt nei momenti clou. Probabilmente lo fece senza pensare, ma il più grande ne restò molto colpito, quasi da fargli dimenticare tutto quello che aveva immaginato di dire dopo.
- Aw, ma è splendido! - commentò Anderson sulla scena finale – Tutti dovrebbero vivere una storia così! Beh, oddio, magari non proprio così perché a stare sei anni in dubbio a domandarsi se mai rivedrai quella persona è dura!
- Le cose così succedono solo nei film, se fosse accaduto nella realtà probabilmente non si sarebbero mai più incontrati. E' per questo che mi piace guardarli, ti fanno evadere dalla vita di tutti i giorni. - disse l'altro amaramente.
- Ma, Kurt! Da te non me lo aspettavo...non credi nel destino?
- Ci credevo, ma da qualche tempo sto iniziando a dubitarne..e tu?
- Io sono fermamente convinto della sua esistenza. - affermò sollenemente il minore – Da qualche parte nel mondo, c'è una persona alla quale io sono destinato ed in un modo o nell'altro la troverò nel corso della mia vita e credo che le decisioni che prenderò mi porteranno da lui.
- Quindi credi di doverla incontrare ancora?
- Penso di sì, e non vedo l'ora di farlo.
- Magari l'hai già incontrata e non te ne sei reso conto. - sospirò Kurt, rosso di vergogna in volto, ed aggiunse – Magari è proprio vicina a te.
Era palese, ora temeva la reazione dell'altro, ma vide che non battè ciglio per qualche secondo, come se si fosse fermato a pensare, poi scoppiò a ridere.
- Intendi che uno degli Usignoli è tipo gay e non l'ha ancora capito? Chi pensi che sia?
Non può essere, non l'ha capito...ma è stupido?!
Noncurante del silenzio dell'amico proseguì imperterrito. - Per me è Jeff! Però non credo sia interessato a me, tu credi invece?
No, sono io, cretino che non sei altro, ti sbavo dietro da quando hai cantato Teenage Dream davanti a me e tutta la scuola! Solo tu non l'hai capito!
- Chiunque sia, sarà un ragazzo molto fortunato.
- Tu dici? Oh Kurt, grazie, quanto vorrei che fossi tu la persona a me destinata!
A chi lo dici.

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Capitolo 3
*** 3. A Warblers Christmas Carrol ***


Titolo: A Warblers Christmas Carrol
Pg: Sebastian & The Warblers
Prompt: A Warblers Christmas Tale
Disclaimer: questo è soltanto un remake di idee non mie :'D
Note: leggendo il prompt mi sono subito immaginata questa fanfiction, poi poco dopo mi sono resa conto che avevo letto “Carrol” anziché “Tale”, però siccome mi piaceva tanto come l'avevo pensata l'ho scritta lo stesso. Spero sia di vostro gradimento!



A Warblers Christmas Carrol

Sebastian se ne stava tranquillo nella sala studio, leggendo svogliatamente il libro di storia e sottolineando le parti più importanti. Ogni tanto si distraeva per via delle numerosissime decorazioni e si ritrovava a fissarle anziché fissare l'argomento su cui avrebbe dovuto scrivere un saggio per la settimana successiva: era impossibile ignorare tutte quelle luci sfavillanti, quelle ghirlande profumate e gli alberelli che erano situati in ogni stanza.
Gli davano ai nervi tutte quelle cose inutili, non sopportava l'intero periodo delle festività e soprattutto il detto “a Natale si è tutti più buoni”. Che motivo aveva di essere più buono per un paio di settimane? E specialmente, perché esserlo proprio nel momento in cui tutte le coppiette ti sbattono in faccia la loro felicità e le famiglie sembrano riunirsi solo per chiederti come si chiama la tua ragazza e perché non l'hai ancora presentata loro. O ragazzo, nel suo caso.
L'unica cosa buona del Natale erano i regali, da quando si era trasferito negli Stati Uniti. Un sacco di gente in Europa sogna di andarsene lì da grande, senza pensare che non è tutto come New York e lui ci era finito non volendolo affatto.
Immerso nei suoi pensieri, ad un certo punto notò una figura aggirarsi nel corridoio di fronte: pareva essere in tutto e per tutto Blaine, l'unica cosa per cui ne dubitava fortemente era il fatto che indossasse il blazer. Poi ebbe un momento di razionalità e pensò che fosse semplicemente uno studente che gli somigliava, altrimenti stava diventando pazzo.

 


La sera andò a letto presto, poiché era rimasto molto turbato da ciò che aveva visto nel pomeriggio, ma non fece altro che rigirarsi tra le coperte e pensare anziché dormire. Ad un certo punto iniziò a sentire degli strani rumori provenire dal corridoio, dei passi e dei colpi sul muro, un lieve scampanellio e alla fine un boato assordante di qualcosa che andava in frantumi.
Sebastian si alzò di corsa e uscì in pigiama dalla porta della camera, credendo di trovare tutti gli altri lì a vedere cosa era successo, ma si ritrovò soltanto faccia a faccia con il ragazzo che aveva intravisto nel pomeriggio.
- Oh, eccoti finalmente.
Oddio, ha anche la stessa voce di Blaine.
- Scusa? Ci conosciamo per caso?
- Sebastian, smettila di fare lo stupido e fammi entrare.
- Ti ho chiesto chi sei.
- Allora sei serio. Blaine Anderson, ricordi? O sei così sbronzo da non riconoscermi?
- Io non sono mai così sbronzo da non riconoscere la gente! - replicò indispettito il francese. - Ti sei mollato con faccia da checca e sei tornato alla Dalton? Era ora! Ma mi sembra strano che nessuno ne sapesse niente.
- Non mi sono mollato con Kurt e non sono neppure tornato alla Dalton: sono qui per aiutarti.
- Aiutarmi a fare cosa? A rallegrarmi la serata? Wow, tradimento..non credevo ne fossi capace!
- Da quando aiutare è l'equivalente di fare sesso per te?
- Da..tipo sempre.
- Okay, allora ascoltami bene. Sono qui per farti riconciliare con lo spirito natalizio che hai perduto da quando ti sei trasferito dalla Francia.
- Credo sia tu quello sbronzo.
- Stanotte ti verranno a cercare tre Spiriti: quello del Natale passato, quello del presente e quello del futuro e ti mostreranno momenti appartenenti alla tua vita. Sei sempre in tempo per cambiare e per rendere il futuro migliore.
- Sei davvero sbronzo alla grande Anderson, non ho più dubbi. O hai studiato troppo Dickens di recente?
- Non credermi se vuoi, te ne renderai conto da solo. Io ti ho avvertito: apri il tuo cuore alla gioia del Natale, prima che sia troppo tardi.
- Certo che potevi portare un bicchierino anche a me, già che c'eri..Blaine?
Sebastian si voltò e vide di essere completamente solo.
Poco male, pensò, Blaine sarà uscito di nascosto mentre ero girato. Ma chissà com'è entrato alla Dalton.
Si coricò nuovamente, sperando di riuscire a dormire stavolta e di non essere interrotto da qualcun altro in vena di scherzi.


- Sebastian? Sebastian?
Il giovane aprì gli occhi, in preda allo sconforto e alla disperazione dettati dal bisogno di dormire, ma non credette alla scena che aveva di fronte, per cui si girò a pancia giù e mise la testa sotto il cuscino.
- Sebastian? Devi venire con me, ho qualcosa da mostrarti.
Il ragazzo si girò nuovamente e vide Jeff completamente vestito di bianco, che risplendeva di luce dorata: la stessa scena di qualche minuto prima, purtroppo non era solo la sua immaginazione.
- Jeff, che diavolo vai facendo all'una di notte? E come sei entrato in camera mia?
- Io non sono Jeff, sono lo Spirito del Natale passato.
- Sì, e io sono etero. Lasciami in pace.
- Non avere paura, seguimi.
- Io ho paura soltanto di svegliarmi tardi domattina per colpa degli scherzi da imbecilli che vi divertite a organizzare tu e Blaine.
- Seguimi, Sebastian.
- Se ti seguo mi lascerai dormire poi?
Ci fu un momento di silenzio, poi lo Spirito si mosse verso la porta, invitando il ragazzo a seguirlo.
- Al diavolo, tanto lo so che ci saranno tutti di fuori o che ci sarà un altro scherzo..ma giuro che stavolta vado dal Preside! Oh sì, Smythe per una volta va in presidenza di sua spontanea volontà a lamentarsi dei suoi compagni di scuola e non!
Aprì la porta, ma quello che si trovò di fronte non era il corridoio su cui si affacciavano tutte le camere.
Era un posto che conosceva molto bene, nonostante non lo vedesse da quasi dieci anni: era la villa dei suoi nonni, nel sud della Francia.
- Che diavolo avete fatto tu e Blaine eh? Come avete fatto a creare questa illusione ottica? - domandò in preda alla rabbia il giovane.
- Non è un'illusione ottica. Non mi hai voluto credere quando ti ho detto di essere lo Spirito del Natale passato, ma ora te lo dimostrerò, vieni con me.
Spaventato come mai in vita sua Sebastian lo seguì e raggiunse il salone principale, ma non riuscì a credere ai suoi occhi. Era il giorno di Natale di molti anni prima, vide il se stesso bambino insieme ai genitori, ai nonni e agli zii a ridere e scherzare insieme mangiando un sacco di prelibatezze.
- Guardati. Era il giorno di Natale di nove anni fa ed eri il bambino più felice della Terra perché potevi finalmente passare del tempo con tutta la tua famiglia. Niente musi lunghi e niente risposte antipatiche a nessuno. Cosa ti ha cambiato così radicalmente da farti odiare questa festa?
Sebastian si asciugò velocemente le lacrime che erano sgorgate per la commozione nell'assistere a quella scena dopo così tanto tempo e con gli occhi diversi da quelli del bimbo che era all'epoca.
- Perché mi fai vedere queste cose? Che ti ho fatto di male?
- Nulla. Ti voglio solo aiutare ad amare nuovamente il Natale e a farti ritrovare la serenità...guardati, seduto al tavolo circondato dalle persone che ami nel giorno che ritenevi il più speciale dell'anno. L'avresti mai detto che da adolescente saresti diventato l'opposto?
- Smettila di chiedermelo! Le persone crescono, anche io l'ho fatto. Ed il Natale ha perso la sua vena di magia.
- Così non potrai cambiare.
- Ho mai detto di volerlo fare? Lasciami in pace! - gridò Sebastian, cercando di allontanarsi dalla presenza luminosa che lo aveva portato fin lì.
In men che non si dica si ritrovò in camera sua, sconvolto e molto confuso riguardo l'avvenimento. Non poteva essere accaduto realmente, ma i nonni, la casa, i profumi! Dio, sembravano così veri, gli avevano portato alla mentre ricordi che credeva di aver cancellato ormai da tempo.
Raggiunse il letto a tentoni e si infilò nuovamente sotto le coperte, pregando di non ricevere altre visite inaspettate.


Probabilmente era passata soltanto poco più di un'ora, ma già un'ombra era di fronte al letto di Bas per mostrargli qualcos'altro.
- Trent, no. Anche tu? Credevo che tu non fossi il tipo da fare cose del genere. E perché sei vestito da Babbo Natale? Ma soprattutto, dove hai trovato un costume verde? Non credevo esistessero.
- Ancora non ti sei convinto della nostra natura?
- Mai! - mentì il francese.
- Io non sono Trent, sono lo Spirito del Natale presente. Sono qui per mostrarti ciò che accade intorno a te, ma che tu sei troppo cieco per vedere.
- Bla bla bla. Mi lascerete mai in pace stanotte? Se dovevate farmela pagare per qualcosa avrei preferito le botte a questo strazio notturno.
- Seguimi e apprenderai.
Conscio che se fosse rimasto a letto avrebbe soltanto protratto la cosa, il ragazzo si fece coraggio e si avventurò ancora una volta nel corridoio, per finire stavolta in una via che ben nota a lui...quella di casa sua. Osservò disgustato le luci intermittenti e gli alberi di Natale delle ville vicine alla sua ed in seguito il suo sguardo si posò su due figure poco distanti da loro: una era la figlia dei vicini, mentre l'altro evidentemente era il suo fidanzato.
- Conosci Mindy, vero?
- La biondina? Sì. Se devo assistere a questa scenetta romantica preferisco tornare a dormire..Jeff ha fatto di meglio di te, Trent.
- Uno: non sono Trent. Secondariamente, ho altro da mostrarti. Volevo soltanto dirti che quel ragazzo è innamorato di Mindy da mesi, ma fino a pochi giorni fa non aveva avuto il coraggio di chiederle di uscire. Sono andati a pattinare, perché per questo Natale lei si era ripromessa di non giudicare troppo in fretta le persone e dare loro una possibilità prima di catalogarle come aveva fatto finora..e guardali ora! E' sbocciato un amore grazie allo spirito di questa splendida festività!
- Oh, fra poco scoppio a piangere dalla gioia. - commentò Bas sarcastico.
Erano arrivati a casa sua, entrarono come se nulla fosse e raggiunsero la sala da pranzo: lì i suoi genitori stavano cenando e parlando concitatamente di un argomento che dava l'idea di essere parecchio interessante.
- Avvicinati pure per ascoltare, loro non ti possono vedere.
Sebastian avanzò incerto di qualche passo, il necessario per poter ascoltare meglio la conversazione.
- Non capisco per quale motivo, ma da quando è diventato adolescente ha iniziato ad odiare il Natale!
- Lo so, tesoro, lo vedo purtroppo. Credi che sia successo qualcosa?
- Qualcosa che non ci dice intendi? Non saprei, un ragazzino che ha fatto coming out così tranquillamente e così presto cosa pensi riesca a nasconderci?
- Hai ragione, ma è anche vero che a Natale si rabbuia come mai durante l'anno.
- Forse saremmo dovuti tornare in Francia per queste vacanze e stare di meno la prossima estate...magari gli avrebbe fatto bene. - singhiozzò la madre, prima di scoppiare a piangere tra le braccia del marito. - Non posso vedere il mio bambino così cupo in questi giorni di festa...ma non so come aiutarlo...mi sento una madre terribile!
Sebastian si allontanò, credendo di aver sentito abbastanza e uscì dalla sua abitazione, seguito dal Babbo Natale in verde.
- Loro si chiedono cosa ti faccia soffrire così tanto ogni Natale, e così soffrono a loro volta.
- Io...io non voglio che loro stiano male per me.
- Allora smetti di dire che non c'è nulla che non vada: ammettilo a te stesso. Poi sarà più facile ammetterlo anche agli altri.
- Ma io non posso..
- Devi! O finirà male per te!
- Cosa vuol dire?! - gridò il ragazzo, prima di vedere lo Spirito dissolversi di fronte ai suoi occhi.
Era solo, al buio e immerso nella nebbia, non aveva idea di cosa fare e neppure di dove andare.


Dopo un lungo peregrinare per quella via sommersa dalla nebbia, Sebastian scorse infine una figura incappucciata, con una lunga veste nera: quando fu vicino riuscì a scorgere Thad al di sotto del mantello. Ma ora non aveva voglia di scherzare, né tanto meno di assistere ad un'altra scena come la precedente.
- Io sono lo Spirito del Natale Futuro e sono qui per mostrarti cosa accadrà se da questo Natale non cambierai una volta per tutte.
Il ragazzo stavolta si astenne dal commentare e seguì senza indugi l'esile figura nera dalla faccia di Thad, per entrare in un'elegante abitazione in mattoncini: il campanello indicava 'Harwood', quindi doveva essere la casa del suo compagno Usignolo.
La scena fu forse la più sconvolgente tra quelle a cui aveva assistito perché non era qualcosa che aveva vissuto né qualcosa che stava accadendo in quei giorni, bensì era una serata di almeno una quindicina di anni dopo.
Doveva essere una reunion degli Usignoli a prima vista, ma cercandosi tra i presenti Bas non si trovò, quindi si insinuò tra i presenti e si avvicinò al divano centrale, dove Thad era seduto e stava parlando agli altri.
- Per chi non le avesse conosciute, queste sono le mie due ragazze: la piccola Kathy – disse indicando una bimba di circa due anni seduta sulle sue gambe – e mia moglie Melody, in attesa del nostro secondo figlio. In ogni caso, volevo dirvi che non ho invitato Sebastian per non farlo sentire a disagio: qui siamo tutti fidanzati, sposati o addirittura abbiamo figli, come nel mio caso, mentre lui è ancora da solo ed il suo carattere non fa che peggiorare di anno in anno.
- Non mi stupisce! – ridacchiò Nick – D'altronde come poteva aspettarsi di trovare qualcuno che lo amasse? In due anni non l'ho mai sentito dire qualcosa di carino a qualcuno in modo disinteressato. Se lo faceva era perché se lo voleva portare a letto!
- Hai ragione, – asserì Trent – non ha fatto altro che sminuirci. Non tanto come artisti, lì non posso dire che sia stato un cattivo capitano, tanto quanto come persone. Ha sempre creduto di essere migliore di noi e cosa ha ottenuto? La solitudine. Immagino che bel Natale starà passando.
- Ragazzi, ma chi se ne importa di Sebastian! - esclamò Flint - E' tanto che non ci vediamo e che non stiamo un po' tutti insieme, non angustiamoci e non perdiamo tempo a pensare a chi si è rovinato con le sue stesse mani.
- Io non mi sono mai creduto migliore di nessuno..io ho sempre creduto che nessuno mi potesse amare per quello che ero. Poi ho iniziato a comportarmi da sgualdrina e a maggior ragione nessuno ha creduto che potessi avere una relazione seria..è per questo che odio il Natale! Perché non ho una persona speciale con cui condividere la gioia di questa festa! - ammise Sebastian con le lacrime agli occhi, ma si rese conto che nessuno poteva sentirlo, a parte lo Spirito del Natale Futuro.
Aspettò a lungo ascoltando i discorsi dei suoi compagni di scuola in versione ultra-trentenne, ma nessuno tirò più fuori l'argomento Sebastian. Si era trasformato solo in un brutto ricordo delle superiori di cui non si voleva più parlare e a detta di tutti era rimasto solo, completamente abbandonato da ogni altra persona.
Non era questo l'uomo che voleva diventare.

Quella mattina Smythe si svegliò completamente distrutto, ma almeno era nel suo letto, tuttavia non era in grado di dire se quello che aveva visto era vero o se lo era sognato e basta.
Probabilmente se lo era sognato: come era possibile che tre spiriti con le sembianze dei suoi amici fossero entrati nella sua stanza e lo avessero portato in giro nello spazio e nel tempo? Una cosa del genere poteva accadere al massimo su Doctor Who, non alla Dalton Academy in Ohio! Si voltò per spegnere la sveglia, ma tastando sul comodino trovò qualcosa che la sera prima non c'era: un rametto di lavanda, pianta tipica del Mediterraneo, dove si affaccia il sud della Francia.
In preda al panico il giovane uscì di corsa dalla stanza e tirò un sospiro di sollievo nel vedere il solito corridoio al di fuori; mentre si guardava intorno vide Nick che si dirigeva a fare colazione.
- Nick!
- Sebastian, ancora in pigiama?
- Ehm, sì. Volevo dirti..sembri in gran forma oggi! Ci vediamo di sotto tra dieci minuti!

Nick ringraziò e vide il francese sgusciare via nella sua stanza e si chiese il perché di quella frase. Non aveva usato il suo solito tono persuasivo, perciò non se lo voleva portare a letto..forse era un commento sincero.
Che il Natale abbia fatto bene anche a lui?
Il moro ridacchiò tra sé e sé, pensando che forse a Natale veramente tutti potevano diventare più buoni.

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