Quella piccola stella solitaria

di gwuncan99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuova vita ***
Capitolo 2: *** Quell'idiota del mio compagno di banco ***
Capitolo 3: *** Una partita...col botto! ***
Capitolo 4: *** Qualcuno su cui contare ***
Capitolo 5: *** Una giornata d'Autunno... ***
Capitolo 6: *** Brutti ricordi ***
Capitolo 7: *** Un libro non si giudica dalla copertina ***
Capitolo 8: *** Te lo ordino ***
Capitolo 9: *** Una spalla su cui piangere ***
Capitolo 10: *** Un pomeriggio in compagnia di lui ***
Capitolo 11: *** Indecisioni e incazzature ***
Capitolo 12: *** La guerra è aperta ***
Capitolo 13: *** Io con lui. E tu con lei. ***
Capitolo 14: *** La tanto attesa festa ***
Capitolo 15: *** Solo io e te amore... ***
Capitolo 16: *** Brusche reazioni ***
Capitolo 17: *** Ma tutte a me capitano? ***
Capitolo 18: *** Fattore gelosia ***
Capitolo 19: *** Ti presento i miei ***
Capitolo 20: *** Piccoli litigi e aure deluse ***
Capitolo 21: *** Il giorno della gita ***
Capitolo 22: *** Una notte in hotel ***
Capitolo 23: *** Cos'avrà in mente? ***
Capitolo 24: *** Diamo inizio al Rock! ***
Capitolo 25: *** Il concerto ***
Capitolo 26: *** Un Natale...con qualche imprevisto ***
Capitolo 27: *** Cos'è questo? ***
Capitolo 28: *** Una giornata movimentata ***
Capitolo 29: *** Chi non muore si rivede ***
Capitolo 30: *** Progetti per il futuro ***
Capitolo 31: *** Nemico o amico?! ***
Capitolo 32: *** Sta cambiando? ***
Capitolo 33: *** Una scoperta scioccante ***
Capitolo 34: *** Ah, l'amore! ***
Capitolo 35: *** Non può essere... ***
Capitolo 36: *** Tra la vita e la morte ***
Capitolo 37: *** Non sei sola (FINE) ***



Capitolo 1
*** Nuova vita ***


"Oh Gwen, domani, il tuo primo giorno in una nuova scuola! Svegliati presto, mi raccomando, e sai dov'è la scuola, sì?"
"Si, mamma, mi ricordo tutto..." risposi seccata.
"Parla con tutti, fai amicizia, non distrarti durante le lez-"
"Mamma! Non sto andando al primo giorno di scuola elementare. So cosa si fa in una scuola."
"Okok, ci vediamo domani." mi baciò la fronte e uscì dalla mia camera.

Sembrava così felice per me. Infondo ci eravamo appena trasferiti qui a Toronto, e finalmente ero lontana da quella scuola dove ero mirata dalle bullette della mia classe, anzi peggio, da tutti.
Mi evitavano, evitavano la darkettona con il carattere strano e asociale. Mi odiavano tutti.
All'idea di entrare in una nuova scuola e essere l'ultima arrivata mi dava i brividi. Sarei stata al centro degli scherzi delle ochette. 
Forse anche lì sarei rimasta sola...

Mi affacciai alla finestra, ammirando le stelle con le braccia appoggiate al davanzale. Quante ne erano?
Erano tantissime, tutte vicine e molto luminose.
Aspetta...li ce ne era una piccolina, lontana da tutti.
Era come me.
Sbuffai. 
Chissà come sta DJ...Lui si che era un amico.
E..chissà come sta Sc-...no, non devo pensarci. Spero sia morto e sepolto.
Meglio andare a dormire...
***

"Gwendolyne! E' pronta la colazione."
Era mia madre.
Scesi le scale e mi sedetti a tavola.
"Mmh le crepes!" dissi prima di cominciare a strafogarmi.
"Gwen, ricordati che stai in 3°C, non dimenticartelo come l'altra volta o ti perderai nei corridoi!" mi raccomandò mentre rideva.
Mi staccai dal cibo, mi girai verso lei e la fulminai con lo sguardo.
"Mamma...è successo in prima media .-." ribattei.
"Ah..beh meglio prevenire che curare." rideva ancora.
"Io vado. Sono già le 8." così feci sbattendo la porta.

La scuola era poco distante: bastava attraversare la strada davanti casa mia, andare tutto dritto fino all'incrocio e poi girare a sinistra e
camminare fino all'entrata.
"Liceo Artistico Picasso"
Eccola qui. Ed ero arrivata anche in tempo.
Erano le 8:10 quando la campanella suonò.
Aspettai che il piazzale si svuotasse per entrare a scuola, non mi piaceva stare in mezzo alla folla.
"Cazzo, in che classe sto??" mi ritrovai a dire a mente mia nei corridoi, mentre sbattevo la mano sulla mia fronte.
"...ah! 3°C. Sii mi sono ricordata!" ora l'avevo detto con tono abbastanza alto.
"Serve aiuto?" chiese qualcuno dietro di me.
Era un ragazzo che poteva avere 17 anni. Aveva una cresta verde, ed era maledettamente bello.
"Ehm...veramente, sai dov'è il 3°C? Sai, sono nuova..." dissi imbarazzata massaggiandomi il braccio.
"Che coincidenza! Anch'io vado in 3°C, la differenza è che sono stato rimandato." rispose cominciando a ridere da solo.
La risata coinvolse anche me. "Beh, quindi mi accompagni?"
"Certo raggio di luna, andiamo!" rispose maliziosamente. Lo seguii.
Raggio di luna? Odio essere chiamata con dei nomignoli...venivo sempre chiamata la gotica, darkettona, mozzarella, asociale e cose varie...
Il tragitto fu lungo e silenzioso. Camminavo dietro di lui senza fiatare, e intanto ammiravo il suo fisico. Che stupida che sono...
La classe si trovava al terzo piano infondo a un lungo corridoio.
Ed ecco la porta, ma chiusa. Forse era appena iniziata la lezione, quindi eravamo in ritardo.
-toc toc-
"Buongiorno ragazzi. Vedo che il primo giorno i due nuovi compagni sono in ritardo, che bell'inizio!" disse ironica la professoressa.
"Ci scusi.." disse Duncan "Non sapevamo dove fosse la classe e abbiamo ritardato per trovarla." inventò per scamparla.
"Ok, Duncan, questa volta la passi liscia. Forza, sedetevi."
Era rimasto un banco in fondo alla classe. Mi toccava sedermi lì vicino a lui.
Duncan eh? Bello anche il nome. Oddio che vado a pensare! Sono qui per studiare, non mi servono persone che poi si rivelano falsi come una banconota del Monopoly.
Mentre andavo verso la mia postazione osservavo i miei compagni. All'apparenza sembravano tutti simpatici, apparte una ragazza dai capelli castani che mi fissava irritata.
Iniziamo bene.
C'era un ragazzino che mi guardava con aria da figo (cosa che lui non era) per farsi notare, e che ignorai, e un ragazzo dagli occhi verdi che mi sorrideva. Mmh, carino.
Ci sedemmo.
La professoressa si presentò e cominciò a parlare della materia che ci avrebbe insegnato, forse era una nuova qui in classe, ma non l'ascoltai molto, perchè ero intenta a scrivere sul banco per non annoiarmi, tanto sapevo che non mi avrebbe visto a causa di un ragazzo un pò troppo grande che mi copriva la visuale completamente.
"Ehi raggio di luna, lo sai che non puoi scrivere sui banchi, è contro il regolamento!" disse moolto ironico il punk.
"Ahahahah parla quello che usa il cellulare di nascosto nello zaino." risposi con una risata.
"Eheheh, è uno dei tanti motivi per cui sono stato bocciato! Approposito, perchè ti sei trasferita?"
Abbassai il capo. "Beh..te lo racconterò." mi limitai a dire.
Sembrava molto interessato, ma sentendo la mia risposta aveva capito che non era di certo una bella storia, quindi cambiò discorso "Come ti chiami?"
"..Gwen. Gwendolyne Nelson. Tu Duncan vero?"
"Duncan Smith per l'esattezza." disse con tono di superiorità, ma poi scoppiammo a ridere. 
Si girò intento a scrivere sul suo cellulare, ed io, non so perchè, lo stavo guardando con la coda dell'occhio.
Sembrava stesse messaggiando con un certo Geoff.
Gli inviò un messaggio "Aspetta, sembra che un certo raggio di luna mi stia spiando."
Cavolo mi aveva scoperto. Mi girai di scatto.
"Ahahaha.... che fai, ora mi leggi i messaggi?" sorrise malizioso.
"Ehm.."
"Duncan Smith! Oltre a manipolare quel tuo aggeggio per tutta l'ora, ora stai anche chiacchierando?" era la prof!
In un certo senso mi salvò da quella situazione.
"Dammi quel coso, te lo confischio per un'ora, ed esci dalla classe!"
Prima di uscire mi fece l'occhiolino dicendomi "Parliamo dopo, dolcezza."

Perchè era tanto interessato a parlarmi? Cioè..nessuno mi aveva mai dato attenzioni. Chissà, forse questo sarebbe stato l'inizio...di una nuova vita.

 

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Capitolo 2
*** Quell'idiota del mio compagno di banco ***


Duncan era uscito.
Sicuramente avrebbe fatto un bel giretto della scuola con i suoi amici e forse con la sua ragazza, se ce l'aveva.
La professoressa, che avevo cominciato ad ascoltare, era quella di Storia dell'Arte. Era una donna bassotta e un pò in carne; aveva i capelli marroni a caschetto; il suo abbigliamento era composto da una maglia verdognola con disegni e scritte qua e là, dei pantaloni marroni
e larghi di certo fuori moda, e delle Hogan nere. A parte il suo modo di vestire, sembrava molto simpatica e socievole.
Cominciò con l'appello.
"Courtney!"
"Presente!" si alzò quella ragazza che mi aveva squadrato prima. Non so perchè ma dal suo modo di vestire mi sembrava una ragazza un pò...perfettina(?). Camicia bianca con gilet marrone...
"Cody!" ah, il bimbo che cercava di ammaliarmi.
"Trent!" quello che mi aveva sorriso si alzò in piedi dicendo "Presente!"
Maglia militare, Jeans, capelli neri e occhi verdi. Proprio un bel ragazzo.
"Sierra. Owen. Leshwan. Bridgette. Alejandro. Heather. Geoff." continuò con l'appello.
Ah! Geoff, quello con qui stava messaggiando D-
"Duncan!" la prof interruppe i miei pensieri.
"Ah, è fuori Beh continuiamo..Gwen!"
"Presente!" mi alzai.
Tutti si girarono a fissarmi. Mi sedetti per l'imbarazzo.
Quello di prima, Trent, che si trovava nel banco accanto al mio, si girò a me
"Piacere di conoscerti, Gwen." mi sorrise.
Ricambiai.
"Gwen Nelson, puoi andare a chiamare quello scansafatiche di Duncan?" mi chiese con tono spiritoso la prof.
"C-erto." Peeerchè proprio io???
Uscii dall'aula.
Qui davanti la porta non c'era. L'avevo immaginato...

A questo punto non mi toccava che percorrere quel lungo corridoio per andare a controllare nei bagni.
In questo piano c'erano 6 classi. La 3°A, la 3°B, la 3°C, la 4°A, la 4°B e la 4°C.
Ero passata davanti a tutte le classe,finchè non trovai i bagni.
In quello delle femmine non c'era, ovvio!
"Nono, nel bagno dei maschi non entro!" dissi seccata "Si arrangia." 
Mi girai per andare a controllare nelle scale, quando andai a sbattere contro qualcuno.
"Non solo sono in giro a cercare un idiota in una scuola che non conosco, ora vado anche a sbattere contro un altro idiota che sta in mezzo alle scatole??" dissi ad alta voce mentre scuotevo la testa. Alzai gli occhi.
"Ehi raggio di luna, mi stavi cercando eh? Non sai resistere ad un idiota come me eh?" mi si avvicinò malizioso.
Che grande figura del cavolo.
"Beh, non montarti troppo. Mi ha costretto la professoressa! Io già avevo dimenticato che esistessi." risposi indifferente.
"Aah così mi offendi!" finse di essere offeso.
Scoppiammo a ridere. Ma perchè lo facevamo sempre? E solo guardandoci negli occhi.
Ow, ma ha gli occhi azzurri, come il cielo, il mare...
...Che belli...
"ehii, bella addormentata nel boosco! Andiamo sennò chi vuole sentirla quella lì?" ironico come sempre.
Scossì la testa. Forse lo stavo ammirando con una faccia da ebete. Figura del cavolo parte 2.
Ci Avviammo in classe.
"A me sembra simpatica!"
"Si, ma quando si arrabbia...ce l'avevo in classe lo scorso anno."
"Davvero? Ah, ecco la classe, meglio entrare..."
Aprii la porta.
"Eccolo professoressa." le dissi appena entrai.
"Ah, ma quanto ci avete messo? Gwendolyne Nelson, non ho detto di andarlo a trovare per limonare mezz'ora nei bagni!!" rise da sola alla sua battuta.

La classe scoppiò a ridere, apparte Courtney, che aveva detto seccata "Ah ah." ma che problemi aveva?
Arrossii "Ma no, non sapevo dove cercarlo visto che era andato chissà dove!" balbettavo non sapendo che altro dire.
"Ahahaha certo cara."
Duncan sembrava divertito. "Hai ragione, è moolto simpatica, ehehehe."
"Ah ragazzi, mentre eravate assenti ho dettato l'orario di questa settimana. Tenete e segnatevi le materie."
Presi il foglio e ci andammo a sedere.
"Allora Duncan, domani abbiamo: Educazione fisica, algebra, arte e italiano."
"Come secondo giorno, iniziamo bene. Pff." sbuffò.

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Capitolo 3
*** Una partita...col botto! ***


Il giorno dopo mi svegliai di malavoglia.
Mi lavai e mi vestii alla velocità della luce, scesi a fare colazione e con un pezzo di pane farcito di Nutella in bocca uscii di casa.
"Le 8:10!! Cavolo arriverò in ritardo, un'altra volta??" mi dissi da sola mentre correvo.
"Maledetta sveg-" inciampai.
"Ahahahahha." quel ghigno malefico...
"Duncan!! Ma che cazzo fai??" eggià, era lui. Già stavo girata di mio, non gliel'avrei fatta passare liscia.
"Aahahaha volevo divertirmi un po, vieni ti aiuto." mi porse la mano.
Non sapevo se fidarmi o no, ma dopo qualche attimo di esitazione accettai l'aiuto.
"Me la pagherai, e in più siamo ancora in ritardo!"
"Ehi ehi raggio di luna, non correre. Se entriamo subito in palestra il prof non noterà nemmeno che siamo in ritardo!" mi fece l'occhiolino.
"Si ma sbrighiamoci!" lo trascinai davanti la scuola.
" Che fai ti preoccupi per me? E ieri, perchè spiavi il mio telefono?" si fermò sorridendomi maliziosamente.
"Ehi! Già te l'ho spiegato, non ti stavo spiando." silenzio "e non mi sto preoccupando per te, se vuoi entra tra un'ora!" gli lasciai il braccio che gli stavo trascinando e me ne andai, ma mi bloccò.
"Quanto siamo permalosi qui!" disse sarcastico mentre mi avvicinò a lui "Andiamo ti faccio vedere dov'è la palestra!" lo seguii mentre mi teneva per mano, che situazione imbarazzante, ma...mi piaceva.
Entrammo furtivamente in palestra. I nostri compagni stavano negli spogliatoi, quindi raggiunsi io quello femminile e Duncan quello maschile, attenti a non farci vedere dal professore.
"Gween! Piacere di conoscerti!! Io sono Bridgette!!" mi venne incontro una ragazza dai capelli biondi raccolti in una lunga coda che mi strinse le mani.
"Il piacere è tutto mio." sorrisi.
"Sei quella che ha già legato con Duncan giusto?? Sai, lui è il migliore amico del mio ragazzo, Geoff!!" sembrava piuttosto felice.
"Si, ehm..diciamo che abbiamo avuto modo di conoscerci prima di entrare in classe.." mi guardò sospettosa, ma scoppiò a ridere.
"Ah Geoff? Quello con cui stava messaggiando ieri durante la lezione!" continua per farla smettire di ridere, ma...cavolo proprio quello mi dovevo lasciar sfuggire!?
"Woow quindi sei tu il raggio di luna! Vedo che ben presto farete scintiille! ehhhehe" il ragazzo gli diceva tutto!?
"Nono non fatevi strane idee!" balbettai. "Infondo, lo conosco solo da due giorni." mi massaggiai il braccio imbarazzata.
Mi passò davanti Courtney, seguita dalla sua amica Heather, una ragazza alta dai capelli neri e lunghi e dai lineamenti asiatici.
Avevano un'aria di superiorità. Pff.
Il prof ci chiamò da fuori.
Ci mettemmo in fila.
La palestra era molto grande. Una rete da pallavolo la divideva in due.
"Tu devi essere nuova... Sono Hachet, il professore di educazione fisica e teoria. Voglio vedere di che pasta sei fatta" scorse il dito sul registro "Gwendolyne Nelson."
Cavolo, mi sembrava molto severo.
Muscoloso, di colore, tatuato. Sembrava un dittatore! 
"Fate 5 minuti di corsa! Dopo giocherete a pallavolo!" ordinò ad alta voce il prof.
Iniziammo a correre. Duncan mi raggiunse.
"Per essere una femminuccia corri abbastanza veloce!"
"Io femminuccia??!!" scoppiai a ridere da sola "Ci vediamo tra cinque minuti!!" corsi più velocemente lasciandolo indietro.
"Vuoi sfidarmi ragazzina? Sai che vincerei io." mi aveva raggiunto.
"Ah! Staremo a vedere."
La corsa si era trasformata in una specie di gara, e quando il prof ordinò a tutto di fermarsi, io ero più avanti di Duncan.
"Ti sei fatto battere da una femminuccia." lo sfottei io.
"Smith Duncan e Nelson Gwen, fate le squadre di pallavolo!" disse il prof rivolgendosi a noi.
Duncan si girò a me e con un ghigno al posto del sorriso disse "Staremo a vedere!"

"Scelgo Geoff!!" la prima scelta di Duncan.
Camicia rosa? Che pessimi gusti!
"Bridgette." fu la mia scelta.
"Heather."
"Mmh...quello lì, come si chiama? Alejandro."
"Jo!" disse con tono come per sfidarmi.
"Lei!" indicai una ragazza di colore.
"Hai fatto la scelta giusta ragazza! Black mama ti farà vincere!"
"Io scelgo..pff..Courtney." continuò Duncan. Sembrava moolto seccato.
La ragazza camminò verso di lui come fosse una principessa.
"Ok...allora..Trent." il ragazzo mi venne incontro sorridente. "Sono contento di essere in squadra con te!" mi fece l'occhiolino.
Arrossii.

Continuammo a scegliere finchè le squadre non erano fatte.
Alcuni restarono in panchina.
La partita iniziò.

Duncan si trovava sotto la rete come me.
Dopo qualche passaggio toccava a lui schiacciare, e sembrava puntare proprio nella mia direzione.
"Pronta a perdere raggio di luna?" disse malizioso.
"Ah! Povera darkettona illusa!" era Courtney.
Mi distrassi a sentire quelle parole che riaffiorarono in me brutti ricordi.
Mi beccai una pallonata in pieno volto, che mi fece sanguinare il naso.
"Gwen!" urlò preoccupato Duncan.
Sentivo delle risate da oche rimbombare nella palestra.
Duncan mi si avvicinò alzandomi il viso per vedere come stavo.
"Stai sanguinando! Andiamo in infermer-"
"No, l'accompagno io. Tu hai già fatto troppo." era Trent, abbastanza irritato. 
Il punk stava per ribattere, ma il ragazzo aggiunse "E cerca di tenere a bada la tua ragazza!"
Lì Duncan non aprì bocca.
Si diresse verso gli spogliatoi.
La sua ragazza? Ero stata presa di mira dalla sua ragazza?
Mi avviai sconvolta in infermeria, con Trent.

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Capitolo 4
*** Qualcuno su cui contare ***


E così, entrammo nell'infermeria. Mi sedetti sul lettino, e mi feci visitare dall'infermiera.
"Nulla di grave, il naso ha già smesso di sanguinare, solo che per qualche giorno avrai la faccia un po gonfia" mi informò.
"Ah..ok." dissi prima di mettere del ghiaccio sul viso.
"Menomale che non te l'ha rotto." intervenne Trent.
Rimasi a fissarlo.
"Perchè sei voluto venire?" gli chiesi.
"Beh, eheheh temevo che quel Duncan ti avesse potuto lanciare qualcos'altro addosso hahahaha." finse lui grattandosi la nuca.
"Ma, non è colpa sua...se Courtney non avesse parlato io avrei preso benissimo la palla." 
"Già..."

Driiin

Suonò la campanella per la seconda ora.
"Andiamo Gwen?" 
"si.."
Ci dirigemmo verso la classe.
Guardai in basso per tutto il tempo. Passammo quel lungo corridoio.
Dalle alte finestre penetravano dei caldi raggi di sole che riscaldavano l'ambiente. E con il silenzio, era una piacevole sensazione.
"Mi sei molto simpatica, magari potremmo diventare amici." mi interrupe lui nel bel mezzo dei miei pensieri.
"..Si, perchè no." gli sorrisi.
"Allora, ora che siamo quasi amici, ti do un consiglio: non fidarti di Duncan." si fece serio.
Non risposi, ero perplessa.
Il silenzio ripiombò di nuovo, fino a raggiungere la porta dell'aula.
Entrai in classe e raggiunsi il mio banco, dove Duncan era già seduto.
Tenevo ancora sul viso un sacchetto di ghiaccio.
"..Come va?" mi chiese dopo essermi seduta.
"Come va? Benissimo sai, stavi per rompermi il naso!" ribattei irritata della sua stupida domanda.
"Ehi ti ho già chiesto scusa, e sembra che mi stia preoccupando per te." rispose cercando di tranquillizzarmi.
"Ah, allora scusami! Mi hai chiesto scusa quindi non è successo nulla. Puntavi proprio su di me!" stavo cominciando ad arrabbiarmi.
"Potevi anche prenderla!" comincava ad essere acido.
"Cosa? Ma se la tua RAGAZZA mi ha distratto con quel suo stupido commento! Eh? La colpa è mia?"
"Primo: non è la mia RAGAZZA già da un bel po. Secondo: potevi non ascoltarla!"
"Ah si non dovevo ascoltarla? Non sai nemmeno cosa ho passato io prima di venire qui a farmi rompere da uno stupido punk convinto di essere figo!"
Lo dissi urlando. Mi alzai di scatto, lanciai il sacchetto del ghiaccio per terra e uscii dalla classe, sotto gli occhi stupiti dei miei compagni 
e della professoressa.
Duncan rimase paralizzato, ma si alzò anche lui per seguirmi.
"Dove vai?" mi urlò.
"Lontano il più possibile da te!"
"Ehii!" si mise a correre, mi bloccò prendendomi la mano e mi sbattè al muro. Poggiò la sua mano sulla parete vicino alla mia testa come
per non farmi scappare.
"Cosa ti ho fatto? Fai tutto questo per una stupida pallonata?" disse con tono alto.
Ero impaurita. Pietrificata della sua reazione.
No. Quei ricordi. No!
Mi accasciai a terra, poggiai il viso sulle ginocchia e iniziai a piangere.
"L-lasciami mostro, vai via dalla mia vita. Vai via!" gli urlai tra i singhiozzi, comprendomi la testa con le braccia.
Duncan si staccò dal muro, e fece un passo indietro.
"..Scusami, io non volevo..farti nulla..volevo solo parlarti.." balbettò confuso da quella scena.
"Vattene!" ancora piangevo.
Si sedette vicino a me. Rimase a guardarmi per un po, poi mi alzò il viso e con il pollice mi asciugò le lacrime.
"Scusami, so di aver esagerato...non so cosa ti sia successo, ma sappi che ora io sono qui per te ok? Se mi racconti posso anche aiutarti,
come fanno tutti gli amici." mi sorrise dolcemente.
"E..da quando siamo amici?" gli chiesi ora più calma asciugandomi gli occhi con la mano.
"Da quando ci siamo incontrati raggio di luna." sorrise ancora, poi mi avvicinò a sè e mi abbracciò.
Dovevo fidarmi di lui? Trent diceva di no, ma il mio cuore diceva il contrario.
E poi...quell'abbraccio..così sincero. Mi stringeva come per proteggermi.
"Perchè io?" chiesi.
"Perchè tu cosa?" rispose staccandosi dall'abbraccio.
"Perchè..hai scelto me come amica...una come me. Stai perdendo tempo a scusarti con me. A quest'ora potevi stare con tutti i tuoi amici..."
"Be..vedo in te qualcosa che gli altri non hanno...sei diversa dalle altre." sorrisi solo a sentire quelle parole.
"Potrai mai perdonarmi?" continuò.
"..Mm" feci finta di pensarci su "E cosa faresti per farti perdonare?" gli chiesi ironica, forse un po maliziosa.
"Questo." Si avvicinò al mio viso pericolosamente, e congiunse le sue labbra con le mie. Era un bacio leggero, un normale bacio a stampo,
ma mi provocò una strana sensazione. Il cuore mi batteva a mille, forse perchè, infondo, mi stava baciando un figo bestiale che conosco da due giorni!
Si staccò "Va bene così?" sorrise malizioso.
"..Si." ora risi anch'io "Ma la prossima volta non la passerai liscia con un semplice bacio!"  dissi in tono ironico.
Scoppiammo a ridere.
"Ahahaha e sentiamo cosa mi vorresti fare se ti arriva un'altra pallonata sul naso?" mi chiese spiritoso mentre si alzava, porgendomi la mano
per aiutarmi. 
"Mmh non so potrei dartene una lì sotto. Ahhahahah."
"Allora devo stare attento!"
Continuammo a parlare scherzosamente fino ad arrivare davanti la porta della nostra aula.
Mi tornò in mente una cosa che non capivo. Perchè Trent ha detto che Courtney è la sua ragazza?
Non mi interessa, ma non so a chi credere...
Forse dovrei cominciare a fidarmi di Duncan...
Chi lo sa, potrebbe diventare un amico su cui contare...e con cui, parlare...del mio passato...

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Capitolo 5
*** Una giornata d'Autunno... ***


Dopo quello strano episodio avvenuto nei corridoi, entrammo in classe...
La professoressa, che avevamo lasciato a bocca aperta dopo la nostra uscita, ci portò dal preside, ma dopo averci urlato contro per dieci
minuti.
"GWENDOLYNE! USCIRE DALLA CLASSE IN QUESTO MODO? AVETE L'EDUCAZIONE SOTTO I PIEDI! E TU SMITH!? CHE VI E' SALTATO IN MENTE?! FORZA DAL
PRESIDE! E UNA NOTA DISCIPLINARE SUL REGISTRO NON  VE LA TOGLIE NESSUNO!" 

Nelson Gwen e Smith Duncan escono dall'aula urlando e correndo durante la lezione.

Il preside "sembrava" più calmo di quella matta. McLane. Uomo che poteva avere 40 anni o forse più.
"Bene bene. Chi abbiamo qui?" ci guardava ghignando da dietro la scrivania. 
Chissà quanto godeva a sospendere i ragazzi.
"Smith. Anche quest'anno vieni a farmi visita?"
"Stai zitto vecchio." ribattè il punk.
"E vedo che ti sei portato dietro l'ennesima ragazza." stuzzicò ancora Duncan. "Avete urlato in classe e siete corsi fuori come
se non esistesse la professoressa. Male." sorrise. "Potrei sospendervi, il secondo giorno di scuola..o farvela passare liscia...
mmh." ok stavo perdendo la pazienza.
Si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta, aprendola.
"Oggi sono buono Nelson, ma resterete in presidenza fino alla fine delle lezioni. A dopo." se ne andò.
"Ma fottiti." disse Duncan.
"L'abbiamo scampata..." mi limitai a dire.
Mi diressi verso la finestra e scrutai fuori. Rimasi a fissare il boschetto che si trovava vicino la scuola.
L'ennesima ragazza...Ma perchè vado a ripensare a questa cavolata?! Cosa dovrebbe interessarmi.
"Che noia..mancano ancora 10 minuti. Non ti viene in mente nulla da fare per passare il tempo?" ghignò malizioso dietro di me.
"Ehm.." mi si riavvicinò pericolosamente. 
Non fidarti di Duncan.
E ora pure a quello che dice Trent penso?
"Ah ah, quanto siamo spiritosi punk da strapazzo." lo schernii allontanandomi dal suo viso.
Inarcò il sopracciglio, e mi sorrise. "Dai, scherzavo...vado a fare un giro!"
"Ma devi rimanere qui fino a che non suon-"
-driiiiiin-
"Wow....che precisione." risi.

Dopo la scuola...la giornata passò in fretta, tra i compiti, l'inseparabile mp3, la noia, la solitudine...
E passarono velocemente anche gli altri giorni. Era già venerdì!
Io e Duncan continuavamo a parlare normalmente come amici e compagni di classe.
E, Trent...anche con lui mi stavo avvicinando un po'...

"Brr, è appena iniziato ottobre ma già fa un freddo cane.." stavo camminando lungo la strada che mi portava da scuola a casa...
Avevo il cappuccio in testa e le mani infilate nelle tasche della mia felpa nera dei Bring Me The Horizon, e le cuffie infilate nelle orecchie.
Che tranquillità..anche se avevo freddo e il raffreddore mi stava facendo impazzire, mi piaceva molto l'autunno.
Gli alberi spogli, i colori delle foglie sui marciapiedi, le felpe.
"Never Too Late dei Three Days Grace!!" urlò Duncan sfilandomi una cuffia e mettendosela nell'orecchio. "Ascolti questo genere??"
"Si! Anche tu?" chiesi entusiasta. 
"Certo!! Adoro il Rock, il Punk Rock, il Metal...! Roba che spacca!"
Accennai un sorriso. 
Wow, amava la mia stessa musica. Non avevo mai incontrato qualcuno che ascoltasse questo "rumore", come dicono tutti...
"Mmh, abbiamo qualcosa in comune...oltre alla tinta!" disse ridendo Duncan.
"Ahahha eh già! Oh ecco casa mia.."
"Tu qui abiti? Pensa, io abito qui vicino!"
"Davvero? Wow non lo sapevo.."
Arrivammo davanti al cancello di casa e presi le chiavi, ma il punk mi bloccò la mano.
"Ehi, ti va se facciamo un giro? Andiamo al parco qui vicino?" mi chiese.
"Ehm..ok perchè no? Un modo per conoscere meglio questa città."
Mi prese per mano e mi portò con lui.
Un'altra volta mano nella mano. La sua era calda, che sensazione..strana(?)
"Eccoci."
Entrammo e ci sedemmo sulla prima panchina libera.
Era un parco abbastanza grande.
C'era una distesa di erba con alberi qua e là e alcune panchine lungo il viale.
"Mi piace questo posto...Sembra di stare lontano da tutti, dallo smog della città..." disse accendendo una sigaretta.
"Ah, e dici di voler stare lontano dallo smog mentre fumi?! Che coerenza!" scoppiammo a ridere.
"Hai ragione.." buttò la sigaretta dopo aver fatto un tiro. "E' che mi annoio...parliamo di qualcosa.." propose.
"Mmh. Non so." ribattei infilandomi le cuffie nelle orecchie con la mia solita playlist.
Rimase a fissarmi per qualche secondo, poi aprì un discorso a caso.
"Mmh...genere di film preferito?"
"In assoluto gli Horror..e anche quelli sugli extraterrestri!"
"Davvero?? Anch'io li adoro! E' anche uscito un nuovo film horror al cinema!" disse entusiasto.
Un'altra cosa in comune?
"Wow! Un giorno dovremmo andare a vederlo." risposi sorridendo.
"Eggià." rimanè in silenzio per qualche secondo "Alieni A Pezzettoni è il mio film preferito sugli extraterrestri."
"Anche il mio! Pensa, l'ho visto 27 volte!"
"53."
"E' difficile batterti..ma io ho la collana!" tirai fuori il ciondolo che nascondevo sotto la felpa.
"Wow dove l'hai presa!?"
L'allegria che c'era fino a un secondo fa svanì...
Abbassai la testa senza rispondere.
"Ehm..riguarda per caso..ciò che hai passato prima di farti rompere da un punk da strapazzo come me?" fece una leggera risatina...ma cercò
di rimanere serio.
"Ehm..me l'ha regalata..il mio ex." sussurrai quasi.
"Ah."
"Ok ho capito che sei moolto curioso. Va bene. Ti racconterò del mio passato..." mi sfilai le cuffie e iniziai a parlare.

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Capitolo 6
*** Brutti ricordi ***



"Tutto incominciò il primo anno del liceo...


Ero fin dal primo giorno quella presa di mira da tutti
Darkettona.
Psicopatica.
Strana.
Faccia di gomma.
Asociale.

Chi più ne ha più ne metta.
Sono arrivati fino al punto di scrivere sui muri il mio nome e cognome seguito da una serie di insulti, di nascondere le mie cose chissà dove 
e persino di picchiarmi nei bagni.

Dopo mesi di torture conobbi un ragazzo, più grande di me. Faceva il terzo.
Mi incontrò per la prima volta nella mia classe mentre piangevo: le lezioni erano appena finite e io ero rimasta lì da sola dopo che
mi avevano picchiato certe ragazze.
Si era comportato da buon amico, fedele, disponibile, mi proteggeva.
Ci siamo anche fidanzati dopo un po' di tempo...pensavo mi amasse sul serio, ma mi sbagliavo.
Avevo 15 anni, quando iniziò a insistere di voler fare di più con me, ma io non mi sentivo ancora pronta, e questo lui non l'accettava.
Un giorno venni a scoprire che molti suoi amici gli consigliavano di lasciarmi, di evitarmi, perché avrebbero preso in giro anche lui, e lui
non aveva fatto nulla per difendermi, anzi, aveva detto che avrebbe messo fine a questa storia.
Da quel momento cominciò a picchiarmi, tutti i giorni, senza motivo.
Poi un giorno disse di incontrarci dietro il cortile della scuola per discutere.
"Basta Gwen. Non posso rovinarmi la reputazione per colpa di una ragazzina pazza e asociale, che mi ha fatto solo perdere tempo. 
Chissà quante puttanelle mi sarei potuto fare in questo periodo! A pensarci bene..potrei concludere il mio lavoro."
Si...voleva violentarmi. Mi sbatté al muro con violenza bloccandomi le braccia e cercando di spogliarmi...ma per fortuna arrivò qualcuno lì 
dietro attirato dalle mie urla che chiamò subito aiuto e mi liberarono da quel...mostro.
Quando noi due litigammo nei corridoi, ti urlai contro e scoppiai a piangere. Avevo rivissuto in pochi secondi tutta la scena...
Quando mia madre lo venne a sapere, decidemmo di trasferirci per allontanarci da tutti quelli che mi avevano fatto del male.
Di lui non so più nulla...l'avranno messo in carcere minorile. Non so.
Riguardo la collana...me la regalò per i 15 anni, quando ancora faceva il fidanzatino che mi amava e mi rispettava.
E Courtney mi fa ricordare tutte quelle troiette che non facevano altro che rinfacciarmi ogni mio difetto.
Ora sai tutto. Contento?"

Duncan, che ora si trovava sulla panchina a gambe incrociate ascoltando con attenzione tutto il discorso e fumando una sigaretta, rimase 
a bocca aperta, e dopo qualche secondo di silenzio mi abbracciò.
"Gwen...mi dispiace tantissimo. Pensare che hai sofferto tantissimo...mi fa impazzire.
Se solo potessi andrei da quello e lo prenderei a pugni fino a lasciarlo a terra sanguinante." 
Scoppiai a piangere, bagnando la parte della sua felpa dove ero poggiata.
"Ma non preoccuparti, ora ci sono io. Non ti abbandonerei mai, né tanto meno ti farei quello che ha fatto...approposito. Come si chiama?"
Mi staccai dalle sue braccia, mi asciugai le lacrime con la manica della felpa e dissi
"Sc..Scott. Scott Watson."
Il punk sgranò gli occhi.
"C-che c'è?" balbettai preoccupata.
"Ha i capelli rossi?" 
"Si perchè?" mi stavo agitando.
"I-io..Scott..lo conosco. Eravamo vicini di casa fino all'età di 8 anni, quando si trasferì da Toronto. Abita a Ottawa, vero?"
"Cosa?! Si! Io lì abitavo! Ti prego Duncan. Non dirgli che mi conosci, che abito qui...non dirgli nulla!" urlai piangendo.
"Gwen! Una cosa del genere non la farei nemmeno sotto tortura! Fidati di me! E poi, è da tantissimo che non gli parlo!"
"Si...mi fido di te..."
Mi sorrise.
-driin-
"E' il tuo telefono?" mi domandò.
"S-si..." presi il cellulare.
"Mamma!? Oh cazzo non gli ho detto che uscivo! Non sono nemmeno rientrata a casa dopo la scuola!"
Risposi.
"Ehm..ciao mamma."
"Gwendolyne! Dove sei? E' da un'ora che ti aspetto...non mi avevi detto che avevi la mensa oggi a scuola! Mi hai fatta preoccupare 
tantissimo!" urlò in parte arrabbiata e in parte molto preoccupata.
"In effetti...oggi si usciva da scuola normalmente...è che mi sono scordata di dirti che...sono andata a fare un giro al parco...con.."
"...Con chi? Un'amica?" cinguettò felice mia madre.
"Un amico-"
"Un amico!? Gwen! Lo sai che non devi fidarti facilmente dei ragazzi! Tu lo sai...e ne abbiamo già parlato! Sono tutti uguali!"
"Mamma! So io cosa devo fare nella mia vita. Ne parliamo dopo. Sto arrivando. Ciao."
Riattaccai.
"Ti accompagno?" disse dolcemente Duncan.
"Si, e grazie, di tutto."
"Questo e altro per te! Non c'è bisogno di ringraziarmi." mi sorrise.
"E' che...Non sapevo esistessero persone come te, in questo mondo. Mi stai aiutando, parecchio. Se non ci fossi tu...sarei sola, abbandonata
al mio destino..." un'altra lacrima mi solcò il viso.
Il punk mi si avvicinò e me l'asciugò con il pollice.
"E invece, io ci sono. Sorridi, che sei bellissima."
Arrossii violentemente.
Per essere un punk che tutti ritenevano un duro senza cuore...era dolcissimo...
Rimasi ad ammirare i suoi occhi azzurri che mi avevano rapita fin dal primo giorno in cui incrociai il suo sguardo...
"Andiamo?" mi svegliò dai miei pensieri cingendomi la vita con un braccio, e ci incamminavamo verso l'uscita del parco.

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Capitolo 7
*** Un libro non si giudica dalla copertina ***



E così, raggiungemmo casa mia, camminando, per tutto il tragitto, come...due fidanzatini.
Brr...mi vengono i brividi solo a pensarlo. Brividi di piacere(?)
Non avevo protestato, anzi, avrei voluto abitare il più lontano possibile, solo per restare più tempo attaccata a lui, con il suo profumo addosso.
Non è che magari, io mi stia innam- ...nonono. No.
Scossi la testa bruscamente, facendo sobbalzare Duncan.
"Che hai?" chiese dolcemente.
Aw...mi fa scogliere solo a sentirlo parl- ...nonono. No!
"Ehm niente, niente." accennai un sorriso, poi di mia malavoglia mi staccai da lui e aprii il cancello di casa.
"Duncan, ci vediamo domani ok?" dissi prima di essere assalita da mia madre che aveva aperto la porta senza che me ne accorgessi.
"Oh Gwen! Eccoti finalmente!" cinguettò lei.
35 anni. Single. Alta. Snella. Seno accettabile. Capelli biondi lunghi fino alle spalle.
Si, per avere 35 anni, li portava benissimo. Sembrava mia sorella, quasi.
"Lui deve essere il tuo AMICO, vero?" si girò verso un Duncan un po' confuso.
"Piacere di conoscerti! Io sono Sophie, la mamma di Gwen! Tu sei...?" cavolo. Pensavo lo bruciasse vivo appena lo avrebbe visto.
"D-Duncan. Piacere mio." sorrise il punk stringendole la mano.
"Duncan, ehehhe, carino il nome! Vieni, entra pure. Sai, per un caffè, una chiacchierata..."
Ecco! Forse aveva nascosto trappole in casa, o aveva avvelenato il caffè!
"Nono, mamma. Duncan stava giusto per andars-"
"No, che male c'è se resto? Infondo mi fa piacere chiacchierare con tua madre." mi bloccò
un Duncan malizioso che stavo spingendo fuori dal cancello.
"Oh, bene. Bene. Allora prego, accomodati." sorrise facendosi passare.
Sbuffai, poi entrai seguita da Duncan.
***
"Ottimo questo caffè, signora."
"Grazie, sei proprio gentile Duncan! Posso farti una domanda? Come vi siete conosciuti tu e Gwen?"
Tossii leggermente.
"Oh beh, stiamo nella stessa classe, ma ci siamo incontrati la prima volta mentre cercava l'aula nei corridoi, e io l'ho accompagnata." spiegò Duncan, malizioso.
"Ahahahha! Gwen si perde sempre dappertutto. E' molto distratta. Pensa, in prima med-" le diedi un calcio sotto il tavolo.
"Mamma! Non credo che a Duncan interessino le mie tragiche vicende di quando ero una mocciosa."
ringhiai.
"Oh, aahhahaha. Cara, non vuoi che rovini la tua reputazione davanti al tuo...RAGAZZO?" 
"Cosa? No, non stiamo insieme!" mi alzai dalla sedia scattando, mentre arrossivo visibilmente.
"Ma se stavate passeggiando attaccati dieci minuti fa! Vi ho visti." sorrise Sophie.
"Siamo. Solo. Amici..." mi risedetti.
Calò il silenzio per qualche secondo, mentre Duncan tratteneva una risata per il mio imbarazzo.
"E' comprensibile, dopo quello che hai passato." si fece seria mia madre.
Si. Lei odia il genere maschile. E' stata lasciata da mio "padre" quando scoprì di essere incinta, ed io non sono stata trattata nei migliori dei modi in questi anni. E' più che comprensibile che non si fidi di nessuno, ma non capisco perché stia cercando di socializzare con Duncan.
Forse, vuole solo conoscerlo(?)
"Duncan, scommetto che Gwen ti abbia raccontato."
"Si.." rispose amaramente il punk.
"Che intenzioni hai tu?" chiese fredda.
"Cosa?" Duncan non capì cosa intendesse.
"Sei un buon amico, un ragazzo affidabile, o sei tutt'altro?" spiegò.
"Mamma. Senti, ora stai esagerando." presi il ragazzo per il braccio per andarcene via, ma lui mi scostò e si avvicinò a Sophie.
"Io posso essere un tipo da non imitare, forse da evitare: un po' cattivo, aggressivo, duro, vandalo, quello che a scuola fa schifo, ma, credimi, non tratterei mai una ragazza, un'amica, una fidanzata, nel modo in cui ha fatto quel mostro. Soprattutto Gwen." finì di parlare, lasciando mia madre
in lacrime.
"Grazie.." sussurrò abbracciandolo.
Il punk si staccò dalla signora e ci sorrise.
"Beh, ora devo togliere il disturbo. A presto, Sophie!"

Lo accompagnai alla porta.
"Scusa...per mia madre. Ora sai che è una grande impicciona, ehehe..."
"No! Anzi, la capisco. Sta cercando di non farti soffrire ancora.
Ci vediamo a scuola, raggio di luna." mi fece l'occhiolino, per poi girarsi e andarsene.
Rimasi imbambolata per due secondi, poi lo bloccai per il braccio, facendolo girare verso di me.
I nostri occhi si fissarono a lungo.

Bacialo idiota!

Oddio. Ora pure la mia coscienza ci si mette?

Anche tu vuoi baciarlo! Non fare l'innocentina. Fallo.

Grr.
Gli stampai un bacio sulla guancia, facendolo arrossire.

Avevo detto un bacio. Vero. Vero! Hai presente la bocca? La lingua?

Stupida! Lo so, ma non ci riesco. Ehii, guarda che carino quando arrossisce.

Oww sii.

Ok, ho capito che sia io che la mia coscienza abbiamo seri problemi.

"Oh, ehm. Non me lo aspettavo." sorrise accarezzandosi la guancia "Beh..ciao!" mi scompigliò i capelli.
Aspettai che si allontanasse, per poi rientrare in casa, dirigermi in camera mia e buttarmi sul letto.
No, ok. No, non va bene! No!
Mi soffocai con un cuscino urlando.
"Non posso essermi innamorata!"

E intanto che la nostra Gwen ammetteva i suoi sentimenti senza capacitarsene, una madre impicciona sorrideva dietro la porta della camera.

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Capitolo 8
*** Te lo ordino ***


Lunedì. Un altro stupido inizio di un'altra stupida settimana di scuola.
Varco il cancello e cammino a testa bassa.
Come al solito non mancano le voce delle persone che bisbigliano chissà quali insulti, ma ormai c'ho fatto l'abitudine. Potrebbero almeno essere più originali e inventarsi cose nuove.
Davanti all'entrata vedo Bridgette chiamarmi muovendo un braccio.
"Gwen!" urlò raggiante la surfista.
"Bri, buongiorno!" le sorrisi.
"Dai andiamo a posare gli zaini in classe, voglio portarti al bar qui di fronte, per farti conoscere Geoff!"
"Oh wow, ok."
Arrivammo in classe dove poggiammo le nostre borse. C'erano Owen e Cody che copiavano i compiti, e quest'ultimo mi fece l'occhiolino. Bamboccio.

Raggiungemmo il bar.
Geoff era seduto a un tavolo intento a mangiare una brioche, quando si accorse del nostro arrivo.
"Cicci Picci!" salutò Bridgette.
"Patatino!!"
Iniziarono a limonate come se non ci fosse un domani.
Disgustoso.
Tossii leggermente per attirare la loro attenzione.
"Oh. Lei è Gwen, la ragazza che sta in classe con noi, l'amica di Duncan." mi fece l'occhiolino.
"Come butta Gwen! Io sono Geoff." mi batté il cinque.
"B-bene. Vedo che sei sempre di buon umore.." cercai di essere amichevole.
"Puoi dirlo forte!" ride.

"Gwen!" mi girai. Era Trent.
"Trent! Ciao." lo salutai "Ragazzi, io vado, ci vediamo in classe." lasciai sola la coppia a fare colazione, e mi diressi verso il chitarrista.
"Anche tu qui?"  mi domandò grattandosi la nuca.
"Si...stavo con Bridgette e Geoff." spiegai.
"Ah, e Duncan?"
"Duncan? Sinceramente non so nemmeno dove sia. Approposito, volevo parlartene tempo fa ma te lo chiedo adesso: perché mi avevi detto che lui e Courtney stanno insieme? Io so che si sono lasciati da tempo..ehm, curiosità, ovviamente."
Esitò a parlare per qualche secondo, poi rispose:
"Court dice in giro che non si sono lasciati. Credevo fosse vero, invece non manda giù il fatto che qualcuno l'abbia mollata."
"Tipico." dissi amaramente.
"Gwen, volevo dirti una cos-"
"Oh, sono le 8:10, io corro in classe. Non posso fare altri ritardi. Scusami Trent, ne parliamo dopo. Ciao!" corsi via dal bar.
"Ciao Gwen!" accennò un sorriso.
***
La prof non era ancora venuta, e nemmeno Duncan, quindi ne approfittai per fare un giro nei corridoi. 
Brutta mossa, perché, per mia sfiga, di lì passava il gruppetto di oche: Courtney, Heather, e una ragazza dai capelli viola, Sierra credo.
Si avvicinarono con aria di superiorità a me.
"Dobbiamo parlare, ragazza strana." cinguettò Courtney.
Con aria di sfida mi avvicinai di più.
"Allora. Uno: la ragazza strana ha un nome. Due: Cosa vuoi, ragazza comune?"
"Bada al tono di voce, darkettona." ribatté Heather.
"Non ho tempo da perdere con voi, quindi datevi una mossa." dissi irritata.
"Lascia in pace Duncan." rispose secca Courtney.
"Cosa?"
"Lascia. In. Pace. Duncan. Devo farti lo spelling?"
"Divertente. Ma, ti ricordo, che tu e Duncan non state insieme, e che io e te non siamo sorelle, quindi non vedo il motivo per cui tu debba darmi ordini." ribattei ironica e irritata.
"Io. Te lo ordino. E' in parte per te. Ti illuderesti troppo. Duncan non è il tipo che si interessa alle TROIE come te."
Ok, ha superato tutti i limiti.
Mi fiondai su di lei, tirandole i capelli e prendendola a pugni, mentre Heather cercava di scollarmi dalla perfettina.
"Troia a chi, eh?" urlai.
Dopo vari secondi di lotta l'asiatica riuscì a bloccarmi e la frittata si rigirò.
Ora ero io ad essere picchiata, sia da Courtney che da Sierra.
"Non devi più guardare il mio Cody, ruba-fidanzati." disse piazzandomi un pugno sullo stomaco, togliendomi il fiato.
Poco prima un punk inconsapevole di ciò che stava accadendo stava passeggiando tranquillamente nei corridoi, fino ad arrivare al luogo in cui stava avvenendo la rissa.
Aveva assistito compiaciuto ad una breve scena dove prendevo a pugni Courtney, ma quando mi bloccarono e Sierra con un pugno mi lasciò a terra, intervenne.
Buttò per terra lo zaino, e corse verso di noi, liberandomi dalla presa di Heather facendola cadere.
Poi mi fece alzare, visto che ero a terra dolorante, e mi strinse a sé.
"Toccatela un'altra volta e te la vedrai con me, Courtney." ghignò alla perfettina, che si stava sistemando i capelli.
"Ha iniziato prima la tua amichetta! E' legittima dif-"
"Tu! Tu mi hai dato della troia! Mi sembra normale che voglia darti una lezione."
"Tu devi fare ciò che ti ordino io." ribatté.
"Ed io farò tutto il contrario."
"Ordinare cosa? Fare cosa?" disse confuso e arrabbiato Duncan.
"Lasciarti in pace, non parlarti più. Perché tu ritornerai con me. Non serve prenderla in giro." sorrise malvagia la perfettina.
"Io vado. Sono in ritardo." dissi quasi sussurrando, per poi allontanarmi dal gruppo, dolorante per i colpi subiti.
"Io e te, abbiamo chiuso." puntò l'indice contro Courtney ghignando, prima di andarsene anche lui.

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Capitolo 9
*** Una spalla su cui piangere ***


Storia. Quanto la odio.
La materia. E la professoressa.
Non sono l'unica ad essere arrivata in ritardo e solo a me l'ha annotato sul registro, perché avevo ritardato già due volte tempo fa.
Odiosa.
Duncan se ne stava pensieroso con la testa sullo zaino come fosse un cuscino. A cosa starà pensando?
Io scarabocchiavo nervosamente il quaderno, fino a strappare una pagina, attirando l'attenzione del bello addormentato.
"Che hai?" chiese insonnolito.
Restai a fissarlo per qualche secondo, poi ritornai a stracciare il foglio.
"Courtney." risposi quasi sottovoce.
"Non preoccuparti, ci penso io a farla smettere."
"No...infondo è ancora innamorata di te. Sono io che devo smettere di rompervi." questa risposta lasciò Duncan a bocca aperta.
"Courtney? Courtney ama? Se amare vuol dire far bocciare il proprio ragazzo solo perché è stata lasciata. Mi ordinava di cambiare! Di non essere me stesso. Dovevo togliere cresta, piercing, vestirmi bene. Dovevo essere perfetto. E' stata una vera sfiga capitare in classe con lei, ma
se essere stato bocciato mi ha portato a te, non mi lamento..." 
Non risposi. Mi limitai ad abbassare la testa e continuare a scrivere cose senza senso sul quaderno.
"Sono dolce vero?" chiese ironico.
"Non vantartene." dissi quasi acida.
"Oh andiamo. So benissimo che hai una voglia pazza di baciarmi, ogni volta che faccio il dolce."
Arrossii.

Sgamata!!

Zitta stupida coscienza.

"Pff, convinto tu."
"Stai arrossendo." ribatté.
"Fa caldo."
"Ma se fa un freddo cane."
"Ehm, io ho caldo." balbettai io.
"Mh mh. Beh. Ti confesso una cosa."
"Cosa?"
"Io ho una voglia pazza di baciarti, ogni volta che arrossisci."
Diventai rossa come un peperone, ancora. Dannazione.
Scoppiò a ridere, attirando l'attenzione della professoressa.
"Smith. Nelson. Finitela di disturbare la classe."
***
 
Le lezioni erano appena finite.
La classe si era già svuotata e io stavo tranquillamente sistemando lo zaino, ma fui bloccata da dei singhiozzi provenienti da fuori l'aula.
Uscii dalla porta, e lì per terra vi era una ragazza in lacrime.
Aveva i capelli rossi avvolti in due codine, con un grosso fiore in testa.
Il viso era rigato dalle lacrime inzuppate di mascara, che le macchiavano le guance.
Mi chinai a lei, cercando di consolarla.
"Ehi ehi, perché piangi?" chiesi dolcemente.
Tirò su il naso, si asciugò il viso con la manica della maglia e rispose:
"Sigh. N-niente...mi sto solo sfogando.."
Mi sedetti a gambe incrociate davanti a lei e le poggiai una mano sulla spalla.
"Sfogati con me. So ascoltare." le sorrisi.
Esitò qualche secondo a parlare.
"E'..che mi piace un ragazzo, Mike, e sta in classe con me. So che gli piaccio, ma...c'è una certa Anne Marie che non la smette un attimo di stargli appiccicata. Oggi ho visto che si baciavano, e...io-" si bloccò, per colpa dei continui singhiozzi.
"Su su, vedrai che si risolverà tutto. Vieni qui." la abbracciai forte, per farla smettere di piangere...per consolarla, e un po' anche per consolare me. I troppi problemi che avevo nella testa. 
Mi scese una lacrima, poi due, poi tre...
Senza motivo, o forse uno ce n'era?
"Zoey!" una voce maschile invocò non so chi.
"Mike?" la ragazza si alzò asciugandosi il viso e correndo verso il ragazzo.
"Scusami, perdonami ti prego. Per me Anne Marie non è nulla, in confronto a te.."
Zoey l'abbracciò.
"Ti perdono."
Io mi alzai e lei si avvicinò a me.
"Grazie mille. Io sono Zoey comunque."
"Io..Gwen. Sono felice che tu abbia risolto."
"Sei stata molto d'aiuto. Ci sentiamo presto Gwen. Ciao!" sorrise, e poi se ne andò via.
"Ciao.." sussurrai io, per poi prendere lo zaino da terra e dirigermi a casa.
Era Duncan il mio problema?
Ma perché?
So di avere una cotta per lui, ma non mi faccio avanti.
Mi frenano tante cose:
e se non gli piaccio?
se è innamorato di qualcun'altra?
io mi sento pronta ad avere un ragazzo?


"Gwen. E' da tanto che ti aspetto..."
"Cosa?" era Duncan, appoggiato all'entrata della scuola.
"Oggi ho voglia di accompagnarti a casa.."
"Ah, ok." ribattei.
Continuai a camminare seguita dal punk, che mi osservava confuso.
"Per caso hai pianto? Hai gli occhi rossi..." chiese.
"Mh?...No, macchè. Non preoccuparti."

Dovresti dirglielo una buona volta.

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Capitolo 10
*** Un pomeriggio in compagnia di lui ***


E così mi ritrovai a camminare a fianco a Duncan.
Ora le sensazioni erano diverse dall'ultima volta.
Ero abbastanza nervosa, se si avvicinava molto mi agitavo.
Mi sentivo un po' a disagio...
"Oggi sei strana."
"No, sono come al solito.." 
"Perché menti?"
"Io mento...?" 
"Prima hai pianto, e oggi sei strana." 
"Pff. Ho consolato una ragazza. Pene d'amore.."
"Interessante, ma io stavo parlando di come ti senti tu."
"Io sto-"
"Gwen, devo parlarti." si catapultò davanti a me Trent.
Mi girai verso Duncan, che sbuffò e si allontanò di non molto da noi.
"Cosa c'è?" chiesi curiosa al chitarrista.
"Ok, non è semplice da spiegare.." disse agitato.
"Dai, ti ascolto." risposi, mentre guardavo con la coda dell'occhio il punk che non ci toglieva
gli occhi di dosso.
"Beh ehm..tu, si, ecco, ehm, pff. Gwen.  Mi piaci." dopo aver farfugliato parole incomprensibili,
si era dichiarato "..si..mi piaci, da quando ti ho incontrata." rimasi a bocca aperta.
Rimanemmo a fissarci per qualche secondo, poi lui mi avvicinò a sé e mi baciò.
Neanche il tempo di staccarmi, che Duncan lo aveva spinto facendolo quasi cadere a terra.
"Cosa stai facendo idiota?" ringhiò al chitarrista.
"Non sapevo fossero fatti tuoi." ribatté.
Io ero rimasta impalata a toccarmi le labbra mentre quei due litigavano.
Mi ha baciata? Gli piaccio?
"Non voglio nemmeno perdere tempo a discutere con te. Gwen, parleremo alla festa di Geoff il 31
ottobre, ok?" chiese Trent non calcolando la presenza di Duncan.
"Festa? C-che festa?" chiesi confusa.
"Pff. Geoff ha invitato tutti a casa sua per la festa di Halloween. Ti avrei invitata io, ma..." 
sbuffò il punk.
"S-sì, penso di sì..." balbettai.
"Perfetto. Alle 21 lì! Ciao" disse allontanandosi.

"Tsk."
"Duncan."
"Che vuoi?" disse indifferente.
"Cosa voglio? Una spiegazione." ribattei fredda.
"A cosa?"
"Al fatto che hai spinto Trent."
"Non mi va a genio quel tipo..." inventò lui.
Feci una risatina isterica. (Un po' alla Izzy)
"Perché ridi?"
*risatina isterica*
"Sei geloso?" dissi ridendo.
"Cosa? N-no!" rispose stupito il punk.
"Sei geloso!"
"No!" 
"Ahahaha, è geloso!"  continuo a dire varie volte mentre apro il cancello di casa.
"Pff. Comunque, vengo anch'io alla festa, non credere che ti lasci con Trent."
*risatina isterica*
"Certo, ahaha ok."
"Ciao." mi diede un bacio sulla guancia per salutarmi, ma lo bloccai.
"Aspetta." mi girai verso la porta dove c'era un bigliettino attaccato.

Sono al lavoro. Tornerò più tardi.
Fai la brava.
Baci, tua madre.


"Duncan...ti va di farmi compagnia?"
***

"Non c'è niente qui dentro." dissi chiudendo bruscamente il frigorifero.
"Mmh...hai pop corn?" chiese Duncan.
"Si, perché?"
"Coca Coca?"
"Si."
"Un film horror?" sorrise.
"Si ma, domani abbiamo il compito di algebra, ricordi? Dobbiamo studiare!" ribattei.
Ci guardammo pochi secondi negli occhi, per poi scoppiare a ridere insieme.
"Vai a prendere il film, io preparo le pop corn!" disse asciugandosi le lacrime per il troppo ridere.


Horror, divano, pop corn, soli, io e lui?
Può sembrare un sogno, ma è la pura realtà.
I primi minuti del film li avevamo passati a discutere su chi dovesse essere ucciso più brutalmente, poi pian piano il silenzio regnò nella casa, ed io, mezza addormentata, mi poggiai sulla spalla di Duncan, che mi accarezzava i capelli. Le palpebre si appesantirono sempre di più...

"Raggio di luna, sveglia!" sussurrò dolcemente il punk.
"Cosa? Che? Che ore sono?" scattai dal divano.
Il punk rise.
"Ti sei addormentata per mezz'oretta, e hai perso la fine del film!" spiegò.
"Noo, volevo vederla..." mi lamentai sprofondando nel divano.
"La scena del bacio, o quando i due vengono uccisi?" chiese perplesso.
"Un po' tutte e due! Adoro le scene dei baci."
Duncan si schiarisce la voce.
"Per quello, posso rimediare io..." disse malizioso mentre si avvicinava molto a me.
"Pff, prima devi prendermi!" lo scaraventai a terra e cominciai a correre.
Prima girammo in torno al divano varie volte, poi riuscii a scappare.
Stavamo facendo una specie di acchiapparella per tutta la casa.
Salii le scale ed entrai nella mia camera, dove inciampai su qualcosa, cadendo a terra, seguita da Duncan, che finì a cavalcioni su di me.
Nessuno dei due parlò o si tolse da quella posizione.
Si sentivano solo i nostri respiri affannati per colpa della corsa.
Mi sorrise, sussurrandomi: "Presa." 
Avvicinò le sue labbra alle mie, e mi baciò.
Prima molto dolcemente, poi approfondimmo, sempre con più passione.
Ammetto che, date le circostanze, la posizione, e la voga nel bacio, si poteva pensare mooolto a male.
Si staccò, e mi aiutò ad alzarmi.
Non avevo il coraggio di parlare.
Il bacio mi aveva lasciata un po'...confusa.
Abbassai la testa, ma lui me la rialzò prendendomi il mento con il pollice e l'indice, costringendomi a guardarlo negli occhi.
"Non te lo aspettavi eh?" chiese ironico.
Accennai un sorriso.
"Dai, ammettilo che ti è piaciuto." rise.
"Mai e poi mai!" mi allontanai da lui incrociando le braccia.
"Amo quando fai l'orgogliosa.."
"C-cosa?"
"Amo il tuo modo di nascondere il tuo lato dolce, amo il tuo carattere, il modo in cui mi sorridi, mi guardi, mi baci, amo i tuoi occhi, il tuo aspetto...tutto." si fermò per prendere coraggio "Gwen, io amo te."
"D-avvero? Io-ehm, non so cos-cosa.." non riuscivo a rispondere.
Il mio cuore credevo esplodesse da un momento all'altro.
Boccheggiai per provare a dire qualcosa, ma lui mi poggiò l'indice sulla bocca.
"Alla festa...non portarti Trent!"
Scese le scale per andarsene, e davanti alla porta trovò mia madre, che era appena rientrata.
"Bentornata Sophie, ho fatto un po' di compagnia a sua figlia." sorrise alla signora. "Ah, Gwen! Domani il compito di algebra sarà una passeggiata!" urlò ironico, e se ne andò, senza dare il tempo a mia madre di rispondere.
Sophie mi raggiunse, trovandomi imbambolata a fissare il vuoto.
"Gwen. Gwen? Ci sei?" agitò la mano davanti ai miei occhi.
Alzai lo sguardo, con un grosso sorriso stampato in faccia.
"Oh, ciao mamma! Come è andato il lavoro? Ho un sacco di cose da studiare, cenerò dopo!" spiegai rientrando in camera mia, lasciandola confusa.

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Capitolo 11
*** Indecisioni e incazzature ***


Trent.
Duncan.
Trent.
Duncan.
Trent.
Duncan.


Picchiettavo la penna sul libro, mentre ripetevo a mente i due nomi.

La testa mi sta scoppiando.
Piaccio a Trent.
Piaccio a Duncan.

A me non piace Trent.
A me piace Duncan.

Quindi è logico che io scelga Duncan!
Ma se Trent poi mi odia?

Tsk, ma a me che interessa?
Mi odiano un sacco di persone...

Mi viene in mente...Courtney!
Se instaurerò un "rapporto amoroso" con Duncan, lei mi ucciderà.
...Ma che si fotta.


"Nelson, sai dirmi tu la risposta? Visto che sei molto attenta alla lezione?" era la professoressa.
"Eh? Che? Cosa?" mi risvegliai dai miei pensieri.
"Pss, è 18!" mi suggerì Trent.
"Ehm, 18(?)" risposi alla domanda che nemmeno avevo ascoltato.
"Giusto."
Mi girai verso il chitarrista per ringraziarlo.
"Ma il tuo compito è andato male, Nelson. Anche a te Smith. Ma cosa fate il pomeriggio invece di studiare?"
Io e Duncan ci guardammo negli occhi e io arrossii.
"3 a tutti e due." continuò la professoressa acida.

Trent è stato gentile...mi ha aiutata.
Ma, non posso, non posso farmi piacere uno che non mi piace.
Anche se fa il carino.


"Gwen. Gwen!" Duncan mi spinse leggermente la spalla più volte.
"Ti vuoi muovere? E' appena finita la lezione, non te ne sei accorta?"
"N-no...pensavo." mormorai mentre sistemavo lo zaino.
"Pensavi?"
"Si..."
"A cosa?"
"Alle parole..."
"Quali parole?" chiese confuso.
"Le tue...quelle di due giorni fa..."
"Ah."
"E a quelle di Trent..."
"Pensi a Trent?"
"N-no. Sono, confusa...ecco tutto."
Poggiò la mano sulla mia spalla.
"Gwen. La scelta è tua. Ma se vuoi un Trent morto..." disse ironico.
"Perché non ti va a genio?" risposi seccata.
"Lo conosco da un bel po'. Una volta ci stava provando con Courtney,
quando stavamo insieme. Credo che lo stia facendo a posta a flirtare
con te per farmi ingelosire."
Cominciai a ridere.
"P-perché ridi?
"Hai ammesso di essere geloso! Ahahahaha, ho vinto!" 
"Pff, era per dire.." si grattò la nuca agitato.
"Sisi certo!" mi girai per prendere lo zaino.
Mi prese i fianchi da dietro e avvicinò la bocca al mio orecchio.
"E tu quando lo ammetterai che ti è piaciuto il mio bacio?" sussurrò,
facendomi venire i brividi.
"Eheheheh mai!" mi girai verso di lui "Non ti farò mai vincere!"
detto questo, gli stampai un bacio sulla guancia e uscii dalla classe,
seguita pochi secondi dopo da Duncan.

"Gwen! Duncan! Dove eravate finiti?" urlò Geoff appena ci vide.
"Ricordate? Dovevamo pranzare tutti insieme al Mc Donald's!" continuò Bridgette.
"Pensavamo ve ne foste andati!" dissero entrambi.
"Oh, ehm, no, eravamo in classe. Non preoccupatevi! Non ho dimenticato nulla...Andiamo?" cercai di rispondere a tutte quelle domande.

"Heather, escono tutti e quattro a mangiare." era Lindsay, che dietro a
un albero ci stava spiando costretta dalle ragazze.
"Come? Un'uscita a quattro!? Stanno insieme!? Da quando?! La uccido!
Quella darkettona ruba fidanzati! E' morta!" urlò Courtney sfilando
il telefono dalle mani di Heather.
"Courtney, calmati! E ridammi il cellulare. L'ho appena comprato!"
la perfettina sbuffò, facendo ciò che le aveva ordinato.
"Lindsay. Seguili."
"Ma devo uscire con Tyler!" sbuffò la bionda.
"Lindsay. Siamo amiche, e le amiche si devono aiutare a vicenda, no?"
ribatté in modo dolce Heather "Uscirai dopo con quel sottospecie 
di ragazzo. Muoviti!" ritornò con un tono di voce molto alterato e
acido.
"O-okok." rispose rassegnata, prima di riattaccare.

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Capitolo 12
*** La guerra è aperta ***


"Non è meglio prendere una circolare? Per me è troppo lontano..."
"Oh, andiamo Gwen. Una passeggiata ci farà bene, prima di mangiare
schifezze!" insistette Bridgette serena.
"Io sono già stanca, e non abbiamo fatto nemmeno 100 metri..." sbuffai.
"Ho capito, ti porto in braccio io, raggio di luna!" Duncan mi sollevò
mettendomi in braccio a mo di sposa.
"Pff, non credo tu sia così forte da trasportarmi per tutto il tragitto
con il peso dello zaino." lo schernii.
"Ah, ora vediamo se non sono forte!" si vantò lui.
Io come risposta gli scompigliai la cresta, facendolo arrabbiare.
"Ow, ma che piccioncini!" cinguettò Bridgette.
"Si, state bene insieme!" continuò Geoff ridendo sotto i baffi.
"La finite a prendere in giro?" disse scocciato Duncan "Non mi metterei
mai con una rompiscatole come lei!" finì con tono ironico.
"Ah si? Io sarei rompiscatol-eh-oh!" ribattei infuriata dimenandomi 
troppo, facendo quasi perdere l'equilibrio a Duncan.
"Ehi scherzavo, ma per un pelo non cadevamo come due scemi!" mormorò
Duncan rimettendomi giù.
"Tu mi avresti schiacciata con il tuo peso da mammut! Eh non è la 
prima volta." scherzai io.

"Lindsay, cosa fanno?"
"Stanno camminando...Duncan teneva in braccio quella ragazza, Gwen(?)"
"Cooosa?!" si sentì Courtney in sottofondo.


"Continuo a sostenere l'idea di dover andare in circolare" mormorai.
"E' solo 1 chilometro! Godiamoci questa bella giornata di sol-"
Bridgette fu interrotta da un tuono, seguito da un improvviso 
acquazzone.
La fulminai con lo sguardo.
"Dicevi?
***

Un sacco di tempo ad aspettare quello stupido autobus, che per lo più
era pieno di gente. E noi eravamo anche bagnati fradici.
Bridgette e Geoff limonavano da minuti ed io stavo perdendo la
pazienza.
In mezzo alla folla c'era anche Lindsay, che nessuno aveva notato.
"Novità?"
"Il mascaaara!!! E' colato il mascara! Maledetta pioggia!" 
piagnucolò la bionda.

Finalmente entrammo nel Fast Food.
"Oh! Era ora! Ho una fame che non ci vedo!" disse Duncan massaggiandosi
la pancia.
"C'è anche poca fila. Andiamo ad ordinare amore?" Geoff prese per
mano la sua ragazza.
"Certo cicci-picci!"
"Mi fate venire il diabete." mi lamentai disgustata.
"Ditemi ragazzi." disse gentilmente la cassiera.
"Un Mc Menù graz- COSA??" rispondemmo in coro io e Duncan.
"Ordino prima io."
"No, io!"
"Prima le donne."
"Dove sta scritto?"
"Allora, due Mc Menù per la coppia, voi desiderate?" interruppè
la cassiera digitanto i numeri sulla cassa.
Coppia? E' una persecuzione?
Rimasi in silenzio ad aspettare gli altri due, e ci andammo a sedere
ad un tavolo qualsiasi.
Duncan si sedette accanto a me e Bridgette e Geoff di fronte a noi.
"Mmh, avevo una fame che non ci vedevo più!" disse felice la surfista
mangiando la sua insalata. (E' vegetariana, ricordate?^^)
Io intanto mandavo sms a mia madre, mentre Duncan mi ammirava, 
sorseggiando la sua Coca-Cola.
"Ah, ragazzi. Venite alla mia festa, sì?"chiese Geoff.
"Certo. Ma...c'è anche Trent, vero?" chiese Duncan dapprima tranquillo.
Il festaiolo si grattò la nuca nervosamente, facendo innervosire
il punk "A-amico, dovevo invitare tutti! Più siamo meglio è!"
"Argh. Tu lo sai quanto mi sta sulle palle quell' Elvis da strapazzo.
si alzò dalla sedia gesticolando.
"Duncan, questa cosa non mi è nuova." gli presi il braccio facendolo
risedere. "C'è anche Courtney?" chiesi dopo.
"Si..."
Sbuffai.
"Perché? Cosa ti ha fatto?" si intromise Bridgette.
"Aaaaaah, hoo capiiito!" urlò Geoff con un sorrisetto snervante.
"Cosa?" chiese curiosa la ragazza.
Le sussurrò qualcosa all'orecchio, e scoppiarono a ridere.
"Che c'è???" mangiucchiai nervosamente la cannuccia della mia bibita.
Geoff si alzò in piedi e tossì leggermente come per attirare la nostra attenzione.
Poggiò le mani sul tavolo e si avvicinò a me strizzando gli occhi.
"Gwen, ho constatato che tu, sei gelosa del fatto che...Courtney
è l'ex di Duncan, e quiindi, potrebbero ritornare ins-"
"Cosa???"
"Ah! Lo sapevo!" si alzò anche il punk puntandomi l'indice contro.
"Ma-ma che vi siete bevuti tutti?" domandai scioccata.
"Dimostra il contrario." mi stuzzicò Geoff.
"Bene." incrociai le braccia "Duncan andrà alla festa con Courtney,
cosa che non mi turba affatto, ma io andrò, con Trent." fulminai con
lo sguardo il punk.
"Ma anche no!" ribatté.
"Amico.." Geoff gli poggiò una mano sulla sua spalla "Ti da fastidio
vedere Trent in generale, o vedere Trent con Gwen?" sottolineò il
mio nome.
"Pff. Perché dovrebbe darmi fastidio? Non mi interessa Gwen." incrociò
anche lui le braccia.
"Oh, nemmeno a me interessi tu. Ma non hai detto lo stesso giorni fa."
ribattei, per poi risedermi.
Duncan cominciò ad agitarsi.
"Era, dopo l'euforia, di quel momento..." giustificò rimettendosi anche lui a sedere.
"Momento??" sorrise maliziosa Bridgette.
"Niente." risposi acida.
"Non me la raccontate giusta..."
Abbassai la testa.
Duncan vuole la guerra?
E guerra avrà.


"Oh, avrò la mia vendetta. Sarà un Halloween moolto triste, per te,
cara Gwen." ghignò Courtney, prima di riattaccare il telefono.

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Capitolo 13
*** Io con lui. E tu con lei. ***


"Eetchu!"
"Ahahahah Gwen, ti sei presa il raffreddore?"
"Colpa della pioggia...mi sono bagnata tutti i vestiti..." risposi abbattuta.
"Puoi cambiarti a casa mia!" sorrise.
"Grazie..."
"Oh oh, e tu Duncan? Vuoi vedere Gwen mezza nuda?" disse Geoff ironicamente
dando una gomitata al punk, che lo fulminò con lo sguardo.

"Eccoci qui, accomodatevi ragazzi." ci accolse gentilmente la surfista a
casa sua.
Era un po' piccola, ma molto carina.
Il soggiorno e la cucina si trovavano in un'unica stanza, e sopra le scale
credo ci sia la sua camera.
"Tu, vieni con me a scegliere i vestiti. Voi, non vi azzardate a salire!"
avvertì i ragazzi, prima di salire.

"Scusa il disordine, non ho avuto molto tempo per riordinare.." mormorò
togliendo di mezza cianfrusaglie di qua e di là.
"Oh, non preoccuparti...la mia è molto peggio." ribattei ridendo.
"Ahahha...ah, quello è il guardaroba, scegli quello che vuoi, intanto che do una sistemata."
"Eetchu!" tirai su il naso "ok.."
Mi tolsi la maglietta e i jeans, rimanendo in reggiseno e mutande, e aprii
l'armadio.
"Mmh, per adesso questi jeans possono andar bene." pensai. 
"Invece per...Oh Mio Dio!!" urlai all'improvviso.
"Che c'è???" sobbalzò Bridgette impaurita, avvicinandosi.
"Tu..tu..hai la felpa dei Ramones!?" continuai sorridendo.
"S-si.
"Aaah! Ti amo!! Una che ascolta buona musica!" l'abbracciai gioendo.
"Ahahaha, wow. Se vuoi te la presto!" chiese gentilmente sciogliendosi
dall'abbraccio.
"Ehm..grazie.." mi grattai la nuca, ritornando calma.
Presi gli indumenti e li poggia sul letto.
Prima di vestirmi mi guardai un po' intorno, accorgendomi di molte 
fotografie appese al muro.
Mi avvicinai per guardarne qualcuna: erano tutte di Geoff e Bridgette...
Ritraevano ogni loro momento insieme.
"Da quanto tempo state insieme?" chiesi di punto in bianco.
"Eh? Io e Geoff? Quasi tre anni...lo conobbi al primo anno di liceo.
A quei tempi non lo sopportavo...ma dopo, mi sono innamorata perdutamente..."
sospirò sorridente pensando a chissà quale ricordo.
Accennai un sorriso e mi continuai a vestire.
Misi i pantaloni, e infilai la testa nella felpa.
"E..lui? A te piace?" disse con un po' di malizia.
"Cosa?" dissi stupita mentre mettevo gli anfibi. Inciampai e caddi sul letto.
La surfista si sedette vicino a me ridendo.
"Bridgette...ho detto mille volte che Duncan non mi interessa." continuai infastidita.
"Oh, cara...io non ho fatto nessuno nome. Perché hai pensato a Duncan?" 
"Cazzo.." mormorai sconsolata. "Non lo so Bri, non so nemmeno io a cosa penso." mi allungai sul letto stringendo un cuscino.
"Gli piaci." rispose ovvia.
"Lo so, me lo aveva detto..." ribattei.
"Cosaa?"
"E mi ha anche baciata..."
"Allora? Perché tutta questa insicurezza! Vai da lui e confessagli anche tu
i tuoi sentimenti!" 
"E' che non lo capisco. E' come se mi stesse prendendo in giro. Prima dice una cosa e poi un'altra..."
"Ma se è gelosissimo!" disse ridendo.
Rimasi a pensare...
"Vero!" mi alzai ghignando.
"Potresti fargliela pagare con-"
"Trent!" rispondemmo in coro.
"Ahahahahah morirà di gelosia alla festa!" battemmo il cinque.

Duncan e Geoff stavano fumando sul terrazzo mentre discutevano.
"Si amico, ricomporre la band credo sia un'ottima idea!
"Di che parlate?" ci avvicinammo io e Bridgette interrompendo la loro chiacchierata.
"Avevamo pensato di richiamare quelli della band, e riunirci!" spiegò Geoff eccitato.
"Sul serio?" ribatté felice Bridgette.
"Band? Quale band?" chiesi confusa.
"Io, Geoff, Alejandro e un nostro amico di Ottawa suonavamo..." ribatté Duncan disinteressato.
"Oh, Dj Dj...quanto ci manca. Ma arriverà tra pochi giorni, quind-" bloccai
il festaiolo. "Dj? Di Ottawa? Dj Robinson?" lo riempii di domande.
"Si-si!"
"Davvero?? Dj qui? Sii!" urlai saltellando dalla gioia. "Non sapevo suonasse in una band! Lo rivedrò presto...ho tante cose da dirgl-"
"Frena, frena, lunatica. Come fai a conoscerlo?" mi interruppe Duncan irritato.
"Eravamo molto amici al liceo dove andavo...veramente era l'unico...quanto mi manca."
"E' uno su cui contare sempre!" continuò Geoff.
"Si..."
"Si..." ripeté Duncan.
"Ehi, andiamo! Anche tu lo sei!" gli diedi un leggero pugno alla spalla.
Mi scompigliò i capelli.
"Streghetta, lo sapevo già che ero speciale per te!" rispose con tono di
superiorità.
"Streghetta? Un nuovo insulto?" feci finta di offendermi.
Mi abbracciò...facendo sogghignare quei due.
"Coff coff piccioncini." tossì Geoff cammuffando la parola.

 
***

"Aaaaah." sbadigliai.
"Che sonno..che ore sono?..." mormorai alzandomi dal letto.
Mi lavai, mi vestii e scesi giù in cucina.
"Buongiorno..."
"Buongiorno cara! Dormito bene?" rispose pimpante mia madre.
"Si più o meno..etchu!" starnutii "Non mi sento molto bene..."
Mangiai velocemente i pancake fatti da Sophie, e presi lo zaino.
"Alt, vieni qui." mi chiamò mia madre. "Il compito è andato maluccio...
Dammi un buon motivo per cui non dovrei rinchiuderti in camera tua finché
non avrai recuperato." chiese alterandosi.
"Ehm...non ho capito bene quell'argomento di matematica." inventai.
"E Duncan quanto ha preso?"
"3..."
"Perché non avete studiato quel pomeriggio? ..Sono curiosissima di sapere come avevate passato il tempo, ma farai tardi a scuola, quindi, te la scampi." Tirai un sospiro di sollievo. "Per ora." precisò ghignando.
"Ok.." risposi rassegnata, uscendo di casa.

Allora, prima di tutto, devo andare da Trent e dirgli di venire alla festa con me!
Raggiunsi velocemente la scuola.
Di Duncan nessuna traccia..starà in giro con Geoff.
Entrai in classe, dove poggiai lo zaino, e riuscii in corridoio.
"Gwen!" mi chiamò qualcuno.
"Chi? Ah! Trent! Ti stavo appunto cercando!" mi avvicinai a lui.
"Oh davvero? Dimmi tutto!" mi sorrise.
"Verrai con me stasera?" risposi.
"Io, e te?" chiese confuso. " E Duncan?"
"Beh..lui..." dietro di noi passò il Punk, che appena ci vide strinse i pugni
dalla rabbia, ma invece di raggiungerci, chiamò "Couurtney!"
"Lui va con Courtney." continuai.
"Allora, perfetto! Verrò con te."
"Perfetto."

Duncan non era più entrato a scuola. Chissà dov'era andato.
Suonò la campanella della fine delle lezioni.
Tutti si fiondarono fuori dalla classe, mentre io camminavo tranquilla verso
l'uscita.
"E non provare a dirlo al preside, intesi?" mi girai, trovando Duncan che minacciava un secchione vicino l'entrata.
Tossii leggermente, attirando la loro attenzione.
Il ragazzino scappò, mentre il Punk si avvicinò a me.
"Ehi-" mi salutò, ma fu interrotto dal mio ennesimo starnuto.
"Credo di non stare molto bene..." mormorai. "Mi scoppia la testa...non so se verrò stase-"
"Cosa? Ti arrendi così facilmente?" ghignò.
"No! Ma..sto male.."
"Mmh.." rimase a pensare un po', poi prese il cellulare e digitò un numero.
Intanto che il telefono squillava, mi chiese
"Stasera chi c'è a casa tua?"
"Solo io, cos'hai in ment-"
"Pronto, Geoff. Senti, c'è un cambio di programma. Avevo pensato..e se la 
festa la facessimo a casa di Gwen?"
"Cosa?" urlai.
"E perché?" rispose confuso Geoff.
"Lei sta male, e non vuole venire."
"Quante persone sono??" chiesi.
"Geoff, quanti siamo..?"
"40!"
"40.." mi ripeté Duncan.
"40? A casa mia?"
"Geoff, ha accettato!"
"Oook, allora tutti a casa sua alle 21!"
Duncan riattaccò.
"Io quell'oca a casa mia non la voglio!" replicai irritata.
Scoppiò a ridere.
"Si, però Trent lo vuoi vero?" chiese dopo fulminandomi.
"Si." incrociai le braccia.
"Bene, allora divertiti con lui stasera.
"E tu con lei." detto questo, cambiammo strada, allontanandoci incavolati.

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Capitolo 14
*** La tanto attesa festa ***



Cosa mi metto? Questo è il dilemma.
Sono le 19:30.
Mezz'ora e arriveranno Geoff e Bridgette per sistemare tutto.
"Io vado Gwendolyne! Ti ho preparato la cena! Fai la brava e non dormire tardi!" urlò mia madre dalla porta.
"Si mamma! Salutami Emily!" risposi anch'io urlando.
Emily è la sua amica, con cui sarebbe uscita.
Bene..lei è andata. Ma, cosa mi metto?! Allora, per il trucco ho un'idea...
Contorno i miei occhi con la matita nera, poi un po' di ombretto nero, con cui faccio una leggera linea per allungare di più l'occhio, mascara, rossetto blu e fondotinta, tanto per dare un po' di colorito al viso.
Finito il make up piastrai i capelli e ritornai davanti al guardaroba. 
Mmh, è una festa di Halloween, no? Perché dovrei essere così elegante...i soliti vestiti neri andrebbero bene! Magari stracciati...mh...potrei vestirmi da Punk, come quando avevo...8 anni. Quando uscivo con i miei amici per fare dolcetto o scherzetto...e io mi coloravo i capelli di verde con lo spray. Pff. Punk? Duncan? Perché vestirmi da Duncan!?
Presi i miei soliti anfibi, la maglia nera della Jack Daniels, che adoro un sacco, dei pantaloncini neri un po' stracciati e calze nere.
Mi vestii al volo.
Le 20:10...dovrebbero arrivare adesso.
-driin- suonarono alla porta.
Andai ad aprire, ed erano proprio loro.
Bridgette aveva sciolto i suoi lunghi capelli biondi, ed aveva un bel vestitino celeste e un paio di ballerine nere.
Geoff un normale jeans con una camicia rosa.
"Ciao ragazzi! Vi stavo aspettando...ho appena finito di prepararmi..."
"Gwen! Sei bellissima! Duncan morirà d'invidia per Trent." battemmo il cinque ridendo.
"O-ook ragazze, non so quale piano malefico stiate architettando per il nostro povero amico...io vado a sistemare il cibo!" disse confuso il festaiolo, dirigendosi in cucina.
Aveva portato una busta di dolciumi e cose varie: patatine, dolcetti, caramelle, bevande analcoliche e alcoliche.
Sistemò il tutto sul tavolino del soggiorno,e mise le bevande in frigo.
"Bene...a che ora dovrebbe arrivare Duncan?" chiese Geoff ritornando da noi, che stavamo parlando sul divano.
"Alle 21...con Courtney." risposi secca. "Ma Trent dovrebbe arrivare tra poco, quindi ci troverà già qui." continuai ghignando.
Arrivarono i primi invitati, e quasi tutti erano vestiti di nero, ed altri, come Cody e Harold, si erano...travestiti(?)
"La mia zucca di Halloween preferita." urlò Sierra mentre lo stritolava.
"Ragazza! Come butta?" mi salutò Leshawna, che era appena arrivata con il secchione, travestito da Samuraii...
"Leshawna! Anche tu qui? Non lo sapevo!" risposi.
"Come? E' casa tua e non sai chi doveva venire?" 
"Ehm...veramente...hanno organizzato tutto Geoff e Duncan...ehhehehe."
"Gwen!" si avvicinò Trent.
"Trent! Sei arrivato." sorrisi timidamente.
Era vestito molto elegante.
"Oh beh, vado a riempire il mio stomaco! Ci vediamo dopo mozzarella!" si allontanò Leshawna ridendo sotto i baffi.
"Ho portato la mia chitarra, così ti farò vedere come la suono." continuò mostrandomi lo strumento.
"Davvero suoni la chitarra? Non lo sapevo! L'adoro!" risposi stupita, facendolo arrossire.
"Pss, Gwen! A ore undici! Il nemico!" mi sussurrò Bridgette indicando la porta.
Erano proprio Duncan e Courtney.
Lei aveva un vestito nero molto corto, e tacchi alti. *coff troia coff*
Duncan pantaloni a vita bassa, converse nere e una semplice maglia nera con un teschio. 
"Ci andiamo a sedere?" chiesi a Trent.
"Si."
Ci sedemmo accanto a Heather e Alejandro, che stavano limonando appassionatamente avvinghiati l'uno all'altro.
"Ciao darkettona." mi salutò disinteressata staccandosi per qualche secondo dal caliente latino.
"Ciao vipera." risposi acida.
Wow, almeno mi ha salutata.
Presi dal tavolo due bicchieri e una Vodka.
"G-Gwen, già bevi?" chiese Trent.
"Si..ne vuoi un po'?" 
"Nono."
Riempii il mio bicchiere e ne bevvi un sorso, poi un altro..un altro ancora...e...un altro.
Geoff si alzò su una sedia e urlò "Diamo inizio alla festa!!!" Alzò a tutto volume lo stereo, e tutto si alzarono per ballare.
Wow, ne erano..molti. Bevvi un altro sorso.
Duncan osservava da lontano.
"Tsk, un altro bicchiere.." mormorò.
"Cosa?" rispose Courtney.
"Niente." inventò. "Dai, muoviamoci un po!" le prese la mano e si gettarono nella folla, e, abbracciati, cominciarono a ballare.
La ragazza, molto sensuale, si strusciò sul ragazzo, che non oppose resistenza. I due attirarono l'attenzione della dark, che, disgustata dalla scena, poggiò il bicchiere sul tavolo e si mise a cavalcioni su Trent.
"C-cosa fai?"  lo zittii baciandolo, molto passionalmente. La cosa andò avanti per qualche minuto, finché non mi staccai. "Mi fai sentire una tua canzone con la chitarra?" chiesi molto dolcemente. Mh, la Vodka mi aveva dato alla testa.
Il ragazzo si alzò e si avvicinò a Geoff. 
"Ragazzi e ragazze, volevo avere la vostra attenzione..per una canzone che ho composto io stesso, dedicata ad una ragazza molto speciale, che è qui
presente!" spiegò al microfono.
Prese la chitarra, e iniziò.

Dicono tutti che esiste solo l'estate;
Io dico che son tutte bagianate;
Noi nuotiamo al sole, ma pure se piove,
siamo soli io e te, amore.
Nel dolce far niente, solo io e te;
vorrei dirti una cosa soltanto:
Comincio a esser macho per un semplice bacio.


Tutti applaudirono, tranne Duncan, che era visibilmente infastidito. Trent restituì il microfono a Geoff, che rialzò il volume dello stereo.
"Ahahaha, sei stato bravissimo! Hahahahah" dissi io ormai non più sobria, ritornando ad un altro sorso di alcolico.
"Gwen...basta, hai bevuto troppo..." rispose preoccupato il chitarrista, che mi tolse il bicchiere dalle mani.
"Daii, un ultimo sorso..." lo pregai invano.
"Non se ne parla!"
"Va bene..allora buttiamoci nella mischia! Uhuuuh!!" urlai.
Lo trascinai per la manica della giacca avvicinandoci a Courtney e Duncan.
"Eheheheh ciao a tutti! Io sono Gwen, piacere!" urlai stringendo la mano ai due ragazzi.
"Lo sappiamo..." rispose Duncan perplesso.
"Sei ubriaca, faccia di gomma." ribatté la perfettina acida.
"Aahahaha si nota tanto? Il tuo vestito non ti sta per nulla bene! Ahahahha." continuai a sfotterla.
"Tsk! Ha parlato."
"Ma guarda che io sono bella! Per questo piaccio a lui!" risi indicando Trent.
"Non è solo per quello." si massaggiò la nuca.
Gli presi la cravatta e lo baciai.
"Ahahaha visto? Sa anche baciare!" 
Duncan rimase paralizzato, mentre Courtney ghignava.
"Ahahhaha..."continuai ad agitarmi, fino a piangere all'improvviso.
"Gwen..che hai?" chiese il punk cercando di non essere preoccupato.
"Niente...ehhehehe...Trent, vai a ballare, ehehhe. Io vado a prendere una boccata d'aria!" me ne andai in giardino, lasciando il ragazzo perplesso, che poi si andò a sedere sul divano.

Mi distesi sul prato, ammirando il cielo stellato.
"Oh che mal di testa.." mormorai. Sentii un rumore di passi avvicinarsi.
Chi era? Non capivo più nulla...
Si allungò anche lui sul prato, accanto a me.
"Ehi.." era Duncan.
"Ciao." risposi quasi sussurrando.
"..Come stai?"
Alzai il braccio indicando le stelle. "Guarda quante sono..."
"Mh, tante..."
"Quella è l'Orsa Maggiore, e lì c'è la Stella Polare!" spiegai "Ehehehe, si chiama Polare eppure è calda come tutte le stelle..." commentai ridendo.
"Gwen...quanto hai bevuto?" richiese.
"Io guardo sempre le Stelle quando sono triste...quando mi ero trasferita qui, ho guardato il cielo...o quando mi sento abbandonata...chissà se anche Dj lo starà guardando! Infondo, siamo tutti sotto lo stesso cielo...ehehehhe." 
"Già..." mormorò.
"E mio padre? Starà guardando le stelle?" chiesi. "Oh oh, guarda! Una piccola stella sola soletta! Poverina...non ha nessuno accanto. 
Si sentirà sola come me?" mi rattristai.
"Tu non sei sola..."
"Infatti. Ho incontrato molte persone qui a Toronto! Ma c'è una persona che mi ha dato, ehehehe, una ragione per vivere questa inutile vita..."
"Trent?"
"Oh oh guarda! Una stella cadente!!" urlai.
"Dove?"
"Pff, l'hai persa, ma io l'ho vista!"
"Hai espresso un desiderio?" 
"Si...ma se te lo dico non si avvera..."
"Non lo dirò a nessuno...qual è il tuo desiderio?"
Mi girai cercando i suoi occhi.
"Tu."
Il punk sgranò gli occhi. "..Sei ubriaca..." sussurrò sconsolato.
"Ahahhaha, ma gli ubriachi dicono sempre la verità!" dissi poggiando la testa sulla sua spalla. Cominciai a piangere.
"E ora perché piangi?" mi chiese accarezzandomi i capelli.
"Basta! Basta! Non devi più stare con Courtney!" urlai strattonandolo. "Tu sei mio. Mio!" 
"Cos-cosa?" mormorò ancora più confuso, poi nella sua faccia si formò un sorriso malizioso. "Quindi non sono l'unico infastidito qui?"
"Ah! Quindi sei geloso di Elvis! Ehehehhe, lo sapevo..."  risi mettendomi su di lui. 
"Mi è piaciuto il tuo bacio..." gli sussurrai all'orecchio "Posso avere il bis?"
"Gwen..sei ubriac-" lo interruppi baciandolo. Cercavo di spingermi più in là, tipo togliendogli la maglietta, ma mi bloccò.
"No..non posso...non sei sobria, non posso farti questo."
Abbassai lo sguardo. "Duncan..."
"Si?"
"Ti amo..." confessai, prima di svenire.
"Gwen, Gwen!" mi strattonò il punk, per poi prendermi in braccio. 
"M-MA, MA...CHI SIETE VOI??? FUORI DA CASA MIA!! GWEEEEEEEEN!!!!" l'urlo proveniva da dentro la casa.
Il ragazzo rientrò con Gwen in braccio. "Oh cazzo.." mormorò accorgendosi del rientro di Sophie.
Tutti erano andati via, anche Courtney e Trent, a parte Geoff e Bridgette, che si avvicinarono alla donna. "Signora..ci scusi, è tutta colpa nostra. Abbiamo organizzato noi la festa..." spiegò mortificato il festaiolo. "Ma puliremo noi!" continuò la surfista.
Duncan si avvicinò. "Gwen! Cos'ha??" chiese preoccupatissima Sophie.
"Ehm...credo abbia bevuto molto..." rispose il punk.

 
***

"Buongiorno."
"Uhm..Chi? Cosa? Quando?" risposi insonnolita.
"Contando il 3 a matematica, la festa di cui non mi hai avvertito e il fatto che hai bevuto molto ieri sera, non uscirai da casa per un mese." fece la lista Sophie, molto arrabbiata. "Ieri Bridgette e Geoff hanno sistemato la casa. Mentre io e il tuo amichetto ti abbiamo sistemata nel letto." spiegò poi.
"C-cosa??" risposi stupita.
Sophie non parlò. Usci dalla mia camera.
Presi il cellulare.
3 messaggi.
"Gwen...ieri non ho potuto salutarti. Stai bene?"
-Trent

"Come stai?? Ieri sei svenuta...abbiamo aiutato tua madre a riordinare tutto. Chiamami appena ti svegli ok?"
-Bridgette

"Ehi...ricordi tutto di ieri notte..prima che svenissi...?"
-Duncan

Ieri notte? Ma cos-
*Veloce flashback sull'accaduto*
"Oh..merda." sprofondai sul letto, sbattendo la mano sulla fronte. "Ricordo tutto...e, ora lo sa..."
Stupida, stupida, stupida!

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Capitolo 15
*** Solo io e te amore... ***



- Quindi quasi nessuno della nostra classe andrà domani a scuola? -

- Eggià...dicono che stanno male per la sbronza...Approposito, come ti è venuto in mente di bere così tanto? - domandò curiosa Bridgette.

- Non lo so..sarà per il fatto che non mi andava di uccidere Courtney, che stava troppo appiccicata a Duncan. - risposi.

- Duncan si era preoccupato molto, ahahhaha dovevi vedere la sua faccia quando stavi baciando Trent. -

- Stavo baciando Trent?! - urlai sconvolta.

- Si...quando eri ubriaca. - specificò la surfista.

- Che cavolo ho fatto...E domani a scuola? Che dirà Trent?...avrà frainteso tutto. - sbuffai.

- Di che è stato un incidente...digli che ami solo Duncan. La verità! -

- La verità... - mormorai.

- Oh, Gwen, mi sta chiamando Geoff..ci sentiamo oggi! Ciao! - riattaccò il telefono.


Ricordo perfettamente ciò che è successo quella notte, in giardino. Ho confessato tutto, del bacio, il ti amo...stavo anche facendo di peggio... Ma lui mi ha fermata! Ow, non me lo sarei mai aspettata da lui...Scott non avrebbe fatto lo stesso. Ma, perché sto pensando a Scott? Non c'è paragone tra lui e Duncan.
Mmh, lo chiamo o no? Devo parlarci...almeno per dirgli che sto bene..che non deve preoccuparsi. O per dirgli che Trent non mi interessa.
...Gli mando un messaggio.

"Alle 11 al John's Bar. Devo parlarti."
-Gwen

Mi preparai al volo, e uscii di casa. Mia madre era al lavoro, quindi non mi avrebbe scoperta.
Raggiunsi il bar in anticipo. 
Le 10 e 50...
Mi sedetti ad un tavolo, e ordinai un caffè.
"Bene, bene..." arrivò Duncan, con un piattino di brioche in mano.
Lo poggiò sul tavolo "Per te..."
"Oh..grazie.." mormorai.
Si sedette accanto a me.
"Allora..di cosa vuoi parlare?" chiese prendendo una ciambella dal piatto.
Rimasi per un po' in silenzio. "Di ieri..." risposi abbassando la testa.
"Dicono tutti che esiste solo l'estate, io dico che son tutte bagianate..." canticchiò sorridendo.
"Appunto, di lui...Duncan, non ero in me quando l'ho baciato...credimi." spiegai con i sensi di colpa.
Non rispose.
"Era per Courtney...avrei preso una bottiglia di vetro e gliel' avrei spaccata in testa." continuai alzando il tono di voce.
"Noi nuotiamo al sole, ma pure se piove, siamo soli io e te, amore."  rispose continuando la canzone.
Poggiò le braccia sul tavolo, avvicinandosi per guardarmi negli occhi.
"Duncan i-"
"Nel dolce far niente, solo io e te; vorrei dirti una cosa soltanto: Comincio a esser macho per un semplice bacio." finì sorridendomi.
"..L'hai imparata tutta eh?" dissi ironicamente.
Rimase a guardare un punto fisso nel vuoto. "Ieri, hai applaudito come una matta, quando l'ha cantata..." mormorò.
"Non ero in m-"
"Non eri in te nemmeno in giardino? Sotto il cielo stellato?" alzò lo sguardo su di me. "Solo io e te amore..."
Rimasi paralizzata, senza parole.
Si alzò e usci dal bar.
"Duncan!" lo seguii.

"Duncan, fammi spiegare!" dissi prendendogli il braccio.
Si girò bruscamente. "Cosa? Che era tutta una presa in giro?" rispose con un misto di rabbia e tristezza.
"No..." mi usci una lacrima. "Non era...una presa un giro." altre lacrime mi rigarono il volto.
Il punk si calmò. "Che fai ora...piangi? Per me?" balbettò stupito.
Mi inginocchiai per le poche forze che avevo. "Ma lo vuoi capire una volta per tutte? Quante volte devo dirtelo?" gli urlai contro.
Non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere "Non l'hai capito? Te lo devo dire cento volte? Ti amo! Ti amo Duncan!" abbassai la testa per paura di vedere la sua reazione.
"Ora...non ho bevuto nulla...ti amo...è la verità..." continuai a sussurrare. Sulla faccia del punk si formò un sorriso, un sorriso vero, sincero, dolce. Si inginocchio anche lui accanto a me, alzandomi il viso con il pollice e l'indice. "Visto? Non dovevo dirtelo, il mio desiderio...sapevo che non si sarebbe avverato!" singhiozzai con il viso sulle sue mani.
"Pff, ne sei convinta?" ghignò. Mi asciugò le lacrime e sfiorò le mie labbra con le sue, fino a baciarle, molto dolcemente.
La gente che passava di lì rimaneva a fissarci, ma loro adesso non esistevano. C'eravamo solo io e lui. Nessun Trent, nessuna Courtney, nessun passato difficile. 
Ho finalmente capito, che voglio solo Duncan, nella mia vita.

"Voi due!! Dovete ancora pagarmi!" urlò il cassiere dalla porta del bar.
Ci staccammo dal bacio, scoppiando a ridere, poi mi aiutò ad alzarmi, ed entrammo nel locale.
Io presi l'ultima brioche che stava nel piattino, mentre Duncan pagava.
"Arrivederci." mormorò, prima di raggiungermi.
"Andiamo?" mi disse prendendomi la mano.
"Dove?" chiesi curiosa.
"Alla stazione!" rispose ovvio.
"Cosa? Perché?"
"E' una sorpresa." ghignò.
Mi portò davanti casa sua, per prendere la sua moto.
"Wow...non sapevo avessi una moto..." affermai.
Rise leggermente, poi mi diede il casco e mi fece cenno di salire.
Seguii l'ordine. Mi sedei, strinsi la sua vita, poggiandomi sulla sua schiena. "Tieniti stretta." e partì.

Tempo di dieci minuti, ed eravamo già lì.
Parcheggiò e raggiungemmo il treno che si era appena fermato.
"Chi aspettiamo?" chiesi tenendogli la mano.
"3,2,1..." rispose sorridendo.
Dal treno uscì un ragazzo, con due valigie in mano. Alto e muscoloso,
pelle scura....Dj!!
Mi girai verso Duncan con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, che mi fece cenno di andare da lui.
"Dj! Dj!" corsi verso di lui, che appena mi vide sgranò gli occhi.
" Gwen? Gwen!" buttò le valigie per terra e mi abbracciò.
"Gwen..sei davvero tu? C-come facevi a saperlo?" chiese contento. 
"Mi sei mancato! Mi sei mancato tantissimo!" lo abbracciai più forte.
Duncan si avvicinò. "Amico!" lo salutò Dj battendo il cinque.
"Aaah, vi conoscete?"  continuò sorridendo.
"Si!" risposi ancora entusiasta.
"Stiamo insieme." disse Duncan convinto.
"Cosa?" rispondemmo stupiti io e Dj.
"Si" circondò la mia vita con un braccio."Gwen è la mia ragazza." mi baciò la testa.
Arrossii violentemente.
"Wooow. Avete tante cose da dirmi...Geoff?" ribatté Dj.
"Dobbiamo andare, appunto, a casa sua." disse Duncan.
"Ok" prese le valigie "Io prendo un taxi...voi?"
"Ho la mia moto."
***

"Fratello!!" urlò Geoff abbracciando Dj. "Prego, entrate pure!" continuò facendo cenno di entrare.
Ci sedemmo sul divano, mentre Geoff prendeva due birre.
"Oh, amico...da quanto tempo? Suonerai ancora nella band?" chiese ritornando in salotto il festaiolo.
"Si..ma, la mia batteria, è andata a farsi fottere.." rispose grattandosi la nuca. "Ma ho i soldi per comprarne una nuova!" continuò.
"Graaande!" alzarono tutti i bicchieri di birra, brindando.
"Gwen, un goccio non ne prendi?" mi chiese Duncan.
"N-no...dopo l'esperienza di ieri...ho ancora un mal di testa terribile!" risposi massaggiandomi le tempie.
"Ahahahah Gwen! Il tuo Elvis ieri..." rise il festaiolo "...la canzone.." notò che sia io che Duncan lo stavamo fulminando "No? No..." disse smettendo di ridere.
Tossii leggermente. 
"Aspettate...non ho capito bene. Dj si trasferisce qui?!" cambiai discorso.
"Eggià!" rispose contento.
"Nella stessa scuola?" continuai.
"Nella stessa classe!" precisò sorridendo.
"Oh wooow! Devo subito dirlo a mia madr- ...oh cazzo..." mi bloccai.
"Che c'è?" si preoccupò Duncan.
"Che ore sono?!"
"Mmh." guardò l'orologio "12:30..."
"Cazzo! E' rientrata! Devo correre! Dj, Duncan, venite con me! Almeno ho una scusa!" dissi alzandomi dal divano, e velocemente corsi verso la porta.
"Una scusa, per cosa?" chiese confuso Dj.
"Ve lo spiego dopo! Ciao Geoff!" urlai ormai fuori dalla casa, mentre i due ragazzi mi seguivano.

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Capitolo 16
*** Brusche reazioni ***


"E-e la moto?" mi urlò Duncan mentre correva.
"La prenderai dopo!"
"Aspettatemi! Non sono molto veloce!" faticò a dire Dj.
Arrivammo subito davanti casa mia.
"Cazzo, c'è la macchina...quindi è ritornata..." mormorai.
"Quindi cos-" interruppi il punk confuso "Allora.." mi bloccai "Respirate. Non fatevi vedere col fiatone...sennò penserà che avete corso!" ordinai. "Ispira, espira...ok?" i due cercarono di rilassarsi.
"Fatto? Bene. Appena entreremo, qualsiasi domanda farà, ditegli che eravamo andati alla stazione, per prendere Dj! Appena lei lo vedrà...scomparirà la sua incazzatura
e ti inviterà in casa per chiacchierare...ok??" spiegai. I ragazzi fecero cenno di sì.
"Uno, due, tre.." dissi tra me e me, prima di suonare il campanello.
-driin-
"Chi è??" 
"Ehm..m-mamma...sono, Gwen..." risposi con un po' di esitazione.
Ora mi ammazza. Ora mi ammazza. Ora mi ammazza.
Aprì velocemente la porta "GWEN? CHE TI AVEVO DETTO FINO A QUALCHE ORA F-" mi urlò in faccia, poi si accorse della presenza degli altri due "oh...ciao ragazzi..." rimase a guardare Dj
"Dj? Sei veramente tu?" sorrise. 
"Sì Sophie!" rispose il ragazzo abbracciandola.
"Gwen era uscita di casa per andarlo a prendere alla stazione..." si intromise Duncan.
Perfetto.
"Oh, allora..sei giustificata Gwen. Prego, entrate!"

"Mh" disse mia madre staccandosi dalla tazzina di caffè "Quindi dove andrai a vivere adesso?"
"A casa di un nostro amico, Geoff" rispose Dj sorseggiando anche lui un po' di caffè.
"Sono felice che ti sia trasferito! Ci sei mancato moltissimo! Ma sai, è stata la scelta giusta per noi allontanarci da Ottawa..." continuò Sophie.
"Eh già.." mormorai.
"Le tue valigie dove sono?" chiese poi.
"A casa di Geoff..."
"Capisco. E...perché c'è anche Duncan?"
"Ma questo interrogatorio?!" sbottai io.
"Calma, calma, Gwen." rispose tranquillo il punk "Sono stato io ad avvertire Gwen dell'arrivo di Dj...quindi l'ho accompagnata io alla stazione..." spiegò poi.
"E' normale...visto che sono fid-" 
"ZIIITTO!!" urlai alzandomi dal divano, sotto gli occhi sconvolti dei presenti. "Ehm, hahahahah...vado a prendere, qualcosa da mangiare..." mi grattai la nuca nervosamente, ed andai in cucina.
Se lo ridice gli scavo la fossa.
"Scusatela..è un po' stressata." giustificò mia madre "Cosa stavi dicendo Dj?"
"Oh, niente..niente." rispose ancora perplesso.
"Vado a prendere un bicchiere d'acqua..posso?" chiese Duncan.
"Certo, vai pure!" ribatté mia madre.
Il punk entrò in cucina, dove io ero affacciata alla finestra.
"Ragazza stressata." mi chiamò ironicamente abbracciandomi. "Come mai quella scenata?" chiese poi accarezzandomi i capelli dolcemente.
"Se viene a sapere questa cosa, non finirà più di impicciarsi!" ribattei io ancora alterata, ricambiando il suo abbraccio.
"E' pur sempre tua madre...è normale."
Sbuffai.
Si staccò dall'abbraccio "Vabbè, ora vado che è abbastanza tardi. Accompagno Dj da Geoff."
"Ok." ritornammo in salotto.
"Dj, andiamo?" chiese Duncan.
"Sì, arrivo!" ribatté "E' stato un vero piacere Sophie!" continuò poi rivolgendosi a mia madre.
"Oh, il piacere è tutto mio! Salutami tua madre quando la chiami! E dille che le sue spezie sono buonissime!" cinguettò Sophie.
Li accompagnai alla porta.
"Dj, ci vediamo domani a scuola allora!" dissi abbracciandolo.
"Certo!" ribatté.
Duncan mi prese dalle braccia del ragazzo, e mi stampò un bacio sulle labbra. "A domani amore."
"Ciao.." rimasi imbambolata a fissarli mentre si allontanavano, poi rientrai in casa.
"Allora..." ghignò mia madre dietro di me.
"Ehm..." mi girai lentamente verso di lei. "Allora c-cosa?"
Si schiarì la voce prima di rispondere "Ma quanto siete cariiiiiini insieme!" urlò dalla gioia.
Rimasi paralizzata dal suo comportamento "Ehm..mamma, stai bene?" chiesi un po' impaurita.
"Ma da quanto state insieme? Lo ha confessato lui o tu? Cosa avete in mente adesso?" attaccò con una serie di domande.
"Lo sapeeevo!" mi lamentai salendo le scale.
"Ooh dai Gwen, sono tua madre...devo saperle queste cose." si giustificò lei.
"Allora, stiamo insieme da nemmeno un ora." mi girai verso di lei "E...in che senso cosa abbiamo in mente??" risposi confusa.
"Andiamo Gween...lo sai anche tu! Ci ha provato?" disse con un tono simile ad un'oca pettegola.
"M-ma...stai correndo troppo! Argh..te e la tua fantasia." sbottai rinchiudendomi in camera.
"Ah..l'amore..."
***

"Ehii, sei sveglia?" urlò mia madre bussando alla porta.
"E'? ..Mh dai..ancora...cinque minuti.." risposi mezza addormentata coprendomi di più con le lenzuola.
"Ma così farai aspettare molto il tuo Duncan!!" ribatté maliziosa.
"Chi?! Cosa!?" urlai.
"Si..ti sta aspettando giù." la sua affermazione fu seguita da una serie di rumori provenienti dalla stanza, segno che la ragazza si era alzata e in fretta si stava preparando.
Sophie scese le scale e raggiunse il punk in salotto "E' cotta di te." Il ragazzo si limitò a sorridere divertito.
Tempo di 5 minuti, la dark uscì dalla sua camera.
"Sono pronta!" mormorò sistemandosi ancora i capelli.
"Che velocità." ribatté ironico Duncan.
Sophie scoppiò a ridere.

"Allora, cosa dirai a Trent?" mi chiese mentre camminavamo mano nella mano.
"Che ha frainteso tutto. Che io sto con te." risposi ovvia.
Rimase in silenzio a guardare le nostre mani intrecciate l'una all'altra. "Io non sono mai stato così" rimase a pensare "..romantico?" ammise imbarazzato. "Non ho mai dato molta importanza ad una
ragazza...mi hai cambiato, Gwen."
"Cambiato..in bene, o in male?" domandai perplessa.
"In bene! Secondo te?" rise scompigliandomi i capelli.
Ricambiai il suo dispetto, facendo lo stesso. 
"Sai che non si deve toccare la mia bellissima e onnipotente cresta, Gwendolyne?" disse con tono di superiorità mentre si raddrizzava i capelli scompigliati.
"Sennò? Cosa vorresti farmi?" lo provocai io.
"Questo."

"Ahahahahaha, no, il solletico no! No! Ahahahahhaha.." ci scontrammo contro molti ragazzi, ma lui continuava a torturarmi.
"Ahahahahha, mi arrendo! Mi arrendo! Non toccherò mai più la tua adorata cresta!" affermai per farlo smettere, ridendo ancora.
"L'hai capito finalmente!" mi riprese la mano e raggiungemmo l'atrio della scuola.
Mi allontanai di un passo. "Non credi che dovremmo comportarci..da amici, a scuola?" 
"Perché?" chiese confuso?
"Sai, Courtney, Heather, Sierra...non so cosa mi farebbero!" risposi.
Non parlò fino a che non raggiungemmo la classe.
"Mh, hai ragione...allora, che ne dici di un ultimo bacetto prima dell'arrivo degli altri?" mi sussurrò malizioso, chiudendo la porta alle sue spalle.
"E me lo chiedi pure?"
Mi prese in braccio e mi fece sedere su un banco, baciandomi in modo molto spinto, tenendomi i fianchi.

"M-ma...che..cosa?" dei libri caddero a terra.
Scostai Duncan che mi copriva la visuale. Lì, davanti a noi, c'era Trent, immobile, stupito, deluso.
Scesi dal banco e mi avvicinai a lui "Trent..volevo dirtelo.."  mormorai.
"Come hai potuto?! mi urlò contro "Cosa significava per te quel bacio? Ciò che mi dicevi? La mia canzone?! EH?!" buttò a terra il suo zaino e si avvicinò di più.
"Appunto..." abbassai la testa "...Ti posso spiegare tutt-"
"Che cosa? Che sei una PUTTANA?!" ribattè andandomi in faccia. Quegli occhi, pieni di odio...
"Cosa le hai detto?" chiese  infastidito Duncan, che da un momento all'altro lo avrebbe picchiato.
"Che-è-una-puttana." rispose deciso. Scostò Duncan e alzò la mano come per darmi un pugno. Anzi, proprio per darmi un pugno.
Duncan gli bloccò il braccio e si mise tra noi "Fallo, se hai il coraggio." ringhiò, stritolandoglielo.
Trent si limitò a liberarsi dalla presa del punk, ed a uscire dall'aula. "Scott..." sussurrai.
"Cosa?" Duncan si girò verso di me.
"Rabbia, violenza...lo rivedo in ogni persona.." mi massaggiai le tempie per rilassarmi.
Il ragazzo mi abbracciò "Quando andrà via dalla mia vita..quando?" Lui mi stringeva di più, ripetendomi "Ci sono io a proteggerti, piccola.."

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Capitolo 17
*** Ma tutte a me capitano? ***


tic tac tic tac

Il rumore delle lancette dell'orologio rimbombavano nell'aula.
C'era silenzio, come è solito durante una verifica scritta.

tic tac tic tac

Mi girai verso Trent. Aveva lo sguardo fisso sul foglio, mentre mangiucchiava il tappo della penna. Sembrava nervoso, ancora...

tic tac tic tac

Ritornai al mio compito. Fisica. Vuoto totale. 
Duncan avrà fatto qualcosa?
Sbirciai il suo foglio. Aveva smesso di scrivere. Spostò la mano sul compito e mi fece cenno di copiare.
"Grazie." sussurrai.

tic tac tic tac

Mi rigirai verso Trent. Piegò il foglio e scrisse il suo nome. Si alzò e raggiunse la cattedra, lo consegnò alla professoressa e ritornò al suo posto, fissando Duncan.
Perché quella reazione? Non aveva senso...non stavamo insieme!
E' sempre stato..amichevole, con me. Non capisco che gli è passato in testa.
"Pss." mi chiamò Geoff "Che hai scritto alla numero 2?"
Controllai la risposta e gliela dettai, cercando di non farmi beccare dalla prof.
"Ricordati che oggi verrò eletta rappresentante di classe, e, la sottoscritta, non ammette che tu copia!" sussurrò con voce un po' alta la perfettina.
La fulminai con lo sguardo, senza rispondergli.
Sbuffai.

tic tac tic tac
***

Passeggiavamo nei corridoi.
"Quante domande hai lasciato?" mi chiese Bridgette.
"Non so...5?"
"5?" si intromise Geoff "Io 11! Cavolo...insufficienza assicurata." 
"Pff..tutto merito mio, sennò Gwen avrebbe lasciato il compito in bianco." si vantò Duncan. "Quello ti ha ridetto qualcosa?" cambiò poi discorso.
"No..." mormorai.
"Quello chi?" disse la coppia.
"Trent."
"Ha fatto una scenata...poco amichevole." spiegai in poche parole.
"E per cosa?"
"Eh.."
Duncan mi prese un braccio e mi sussurrò "Sono nostri amici...hanno il diritto di saperlo, no?"
"Hai ragione..." risposi "Geoff...Bridgette." li chiamai "Abbiamo, una cosa...da dirvi." continuò Duncan.
"Cosa?" si incuriosirono.
"Ecco...noi-" "TRA POCO AVRANNO INIZIO LE VOTAZIONI. SI PREGANO TUTTI GLI STUDENTI DI RAGGIUNGERE L'AULA MAGNA." fui interrotta dall'odiosa voce del preside proveniente dai microfoni.
"Aargh, al diavolo. Geoff. Bridgette." il punk mi prese la mano "Io e Gwen stiamo insieme." continuò secco.
Silenzio.
"Davvero??" "O amico! Auguri!" i due batterono il cinque, mentre Bridgette mi si avvicinò "Alla fine hai dato retta al cuore eh?" mi diede una gomitata sul braccio scherzosa.
"Okok...ora dobbiamo andare a votare il rappresentante..." li interruppi. "Chi vota Courtney, si è scavato la fossa da solo." li minacciai poi.
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere "Pff, preferisco votare Cody! Ahahahahhaha."
"Ragazzi!" era Dj.
"Amiico! Dove eri finito?" lo salutarono i ragazzi.
"Ehm..alla cucina della mensa, a parlare con il cuoco.." spiegò Dj.
"Tu e la cucina siete una cosa sola eh?" risi io.
"Si! Andiamo in Aula Magna?" chiese poi.
Noi quattro rimanemmo a fissarlo, poi riscoppiammo a ridere.
"Bella questa, amico!" gli batté il cinque Geoff.
"Vado a farmi un giro." rispose Duncan.
"Io vado in biblioteca!" disse Bridgette. "Ti seguo." ribattei.
"Andiamo con Duncan, Dj!" i tre si allontanarono.

"Chissà se si sono accorti della nostra assenza!"
"Naah..e poi, andare lì, per vedere Courtney sbattersi e credersi migliore di tutti? Pff. Preferisco una sospensione." ribattei ironica, facendo ridere Bridgette.
"Cosa leggi?" chiesi poi.
"Mh? Ah...Oceano Mare." rispose la surfista mostrandomi la copertina.
"Mare..Il mare d'inverno." mormorai.
"Perché proprio il mare d’inverno?"
"Dentro, il mare d’inverno."
"Cosa?"
"Io, dentro, mi sento come il mare d’inverno."
"In che senso?"
"Hai presente quando il mare è calmo? Nella tua vita sembra che vada tutto per il meglio...ma poi, arriva quella tempesta, e il mare si agita. 
Vedi, io la tempesta l'ho superata, grazie a voi, a Duncan...ma, ho paura."
"Paura di cosa?"
"Che possa ritornare un'altra tempesta. Ho questa brutta sensazione..."
Bridgette mi abbracciò. "Gwen, ci siamo noi, tutto andrà sempre per il meglio."
"Lo spero.." mi staccai poi dall'abbraccio. 
La surfista mi sorrise, per poi ritornare al suo libro.
"Andiamo a cercare gli altri?"
"Si."


"Lo sapevo..."
"Poveri, poveri ragazzi. Erano troppo annoiati per andare ad eleggere un rappresentante, vero?" il preside faceva avanti e indietro per la stanza, mentre parlava con tono sarcastico.
"Si." rispose secco Duncan.
"Volevo informarvi...che ha vinto Courtney." continuò poi divertito.
"Nooo, ma stai scherzando?" ci lamentammo tutti.
McLain ghignò malefico. "Comunque. Dj...mi avevi chiesto se potevi lavorare con Chef, in cucina, vero?" 
"Si.."
"Bene, avrai un po' di compagnia oggi.." continuò sadico.
"Cosa?!" ribatté il punk.
"Vedi..io e Chef, abbiamo un impegno, questo pomeriggio..." disse provocando disgusto da parte nostra "...e, la cucina non si pulisce da sola, lo sapevate?" 
"M-ma..io volevo cucinare! Non pulire!" ribatté Dj.
"Si, ma che punizione sarebbe sennò?" finì la frase con una risata malefica. "Andate."
Lasciammo la presidenza. "Che amarezza..." mormorai camminando a testa bassa.
Mi scontrai contro qualcuno, cadendo a terra "Ahii, ma chi-" alzai lo sguardo " ..professore?!" dicemmo in coro tutti.
Era Hatchet, il professore di educazione fisica, vestito da, cuoco?!
"M-ma..sei tu Chef?" chiesi stupita.
"SI, ci sono problemi?" mi puntò un mattarello contro.
"No, ahahhaha, nessun problema!" mi alzai raggiungendo gli altri.
"Voglio che lavoriate per bene, altrimenti-" 
"Cheef! Sono proonto!" arrivò il preside cinguettando.
Sgranammo gli occhi impietriti da quella scena. 
Si schiarì la voce "Volevo dire.." *coff coff* "Andiamo Chef?" cercò di avere un tono più autorevole, ma fu interrotto dalle nostre risate. 
"Fuori di qui!" urlò Hatchet.

"M-ma, da quand'è che non pulisce qui?" si stupì Geoff.
"E quanti piatti ci sono?!" ribattè Bridgette.
"Tutta questa polvere..." mormorai "..che schifo! Ci sono le ragnatele nel forno!"
"Oh, un piccolo ragnetto innocuo!" sussurrò dolcemente Dj all'animaletto.
"Ma da qui viene ciò che mangiamo?" disse disgustato Duncan.

E' stata proprio una giornataccia...

IL GIORNO DOPO

"Ma quelli sono Gwen e Duncan?"
"Quelli del 3°C?"
"Sono loro!
"Allora è vero!"
"Oh mio dio!"

Ma che sta succedendo a tutti?
Io e Duncan stavamo camminando mano nella mano verso la scuola, e appena avevamo oltrepassato il cancello, un sacco di ragazzi ci erano rimasti a fissare e a bisbigliare tra loro.

"Stanno insieme?"

Ma che vogliono?
"Gweeen!" ci venne incontro Leshawna.
"Che succede?"
Prese il cellulare dalla tasca "Guarda con i tuoi occhi!" intanto si avvicinò anche Bridgette.
Sul telefono c'era il blog di Sierra "Sierra ha un blog?" chiesi perplessa.
"Si, per scrivere tutti i pettegolezzi della scuola..ma guarda questa news!" guardammo tutti lo schermo.
"Oh..mio..dio. Ma non gli stavo sul cazzo???"
"Se non tocchi il suo Cody no. Ed ora ha la conferma che non gli ruberai il fidanzatino."
La Gwuncan sostituisce la Duncney?! Nuova love story a scuola?!
"Ma cosa..? Bridgette! Hai spifferato in giro qualcosa?" chiesi infastidita.
"Io? Macché! E' colpa di Sierra!"
"Si, è vero.." si intromise Leshawna "Ha anche pubblicato foto scattate da lei.."
"FOTO?"
Eh già...ne erano quattro.
In una foto io e Duncan ci tenevamo per mano, in una mi teneva in braccio, forse quando eravamo usciti con Bridgette e Geoff...
Oddio..e questa? Qui stavamo in giardino la notte della festa, proprio quando mi ero messa a cavalcioni su di lui, ubriaca. "Mh, bella questa!" commentò ironico Duncan. Gli diedi una leggera gomitata.
L'ultima ritraeva un nostro bacio nei corridoi (ma che è? una stalker?!).
Leshawna mise il cellulare in tasca "Ora che le direte?" chiese.
"Dire a chi?" neanche a farlo apposta, qualcuno buttò un telefono dalla finestra, chiusa, rompendola, e urlando "TI FARO' BOCCIAAAAARE!! QUANTO E' VERO CHE MI CHIAMO BARLOW COURTNEY!!"
Duncan scoppiò a ridere. "Wow, è peggiorata! Ahahahahah!" La risata coinvolse anche le due amiche, a parte me, che ormai mi ero rassegnata alla stupidità del punk.
"Ma tutte a me capitano?"

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Capitolo 18
*** Fattore gelosia ***


"Buttare il mio cellulare, NUOVO, dalla finestra, servirà a qualcosa?! E bocciarli non cambierà nulla."
"E cosa posso fare, Heather? Cosa posso fare per dividerli?!" urlò Courtney.
"Ci sono tanti modi. Come quello di chiam-"
"Oh, no...non sono così cattiva." ghignò facendo capire il contrario. "O almeno, per adesso non serve."
"Uhm.."
"Mmh...Se solo potessi far ingelosire Duncan..." pensò la perfettina "...Ci sono!"
  "Cos'hai in mente?" chiese Heather.
"Sai anche tu quanto Trent stia sul cazzo a Duncan. Ed era moolto geloso che ci provasse con me.."
"Quindi vorresti-"
"Si, mi frequenterò con il chitarrista. Sicuramente lui noterà il nostro riavvicinamento, e, sicuramente, non gli andrà a genio. Se il piano funzionasse, Gwen sarà molto infastidita. Litigheranno, e si lasceranno!"
"E se non funzionasse?"
"E se non funzionasse...dovrò arrivare a quel punto."

"Oh, andiamo Gwen. Vuoi tenere il broncio per tutta la giornata?"
"No."
"Guarda il lato positivo. Ora lo sanno tutti!"
"E quindi?"
"Non dobbiamo più preoccuparci di nasconderci per..scambiare qualche segno d'affetto." mi fece l'occhiolino.
Oddio, adoro quando fa così. Così..provocante...avrei voglia di sbatterlo al muro e.. Ma cosa vado a pensare?!
Cercai di far uscire fuori dalla mente quei pensieri osceni, ma più ci provavo, più pensavo a cose molto più..erotiche, con lui. Oddio..ma che mi sta prendendo?!
"Gwen. Gwen? Cos'hai?" chiese preoccupato il punk, che mi osservava mentre scuotevo più volte la testa.
"Eh? No! Niente! Hai ragione! Non dobbiamo più preoccuparci. Eheheheh." risposi nervosamente.
"Non mi convinci..." mormorò, notando l'improvviso rossore delle mie guance. Sorrise "...dai, andiamo in mensa."

"Qualcosa di commestibile, grazie." ordinai a Chef.
"Perché, il mio cibo non è sempre commestibile, ragazzina?" ringhiò.
"Si certo! ..Ma..volevo qualcosa di più...dietetico! Ecco." inventai una scusa al volo.
Sembrava averci creduto.
Le mie ipotesi erano errate. Buttò quell'impasto decisamente rivoltante sul pavimento, anziché sul mio piatto.
"Ecco a te." disse acido. 
Sbuffai, raggiungendo Duncan al suo tavolo.
C'erano lui, Geoff, Bridgette, Dj, Alejandro e Heather. Mi sedetti accanto alla surfista.
"Ehi! Il tuo pranzo?" chiese lei.
"Laggiù." indicai il pavimento sporco di quello che doveva essere il mio pranzo.
"Ah..bene."
"Chiacchierona..tieni, ti do un po' del mio." Duncan mi passò metà del suo cibo.
"Oh, ma quanto siamo romantici qui." commentò sarcastica Heather.
"Ma mi amor, se vuoi, posso essere anch'io romantico come Duncan!" la stuzzicò Alejandro, con tono da caliente spagnolo.
"Ma sotterrati." rispose acida.
"Ahahahaha, guarda che vi hanno visti tutti mentre limonavate oggi." la schernì Geoff, provocando le risate di tutti.
"Ah ah, spiritoso."
"Ragazzi, avete già iniziato le prove?" domandò Bridgette dopo che smettemmo di ridere.
"Oh si! Stiamo preparando alcune canzoni!" rispose Dj.
"Uh, davvero? Me le farete ascoltare?" chiesi curiosa.
"Certo, tempo al tempo.." mormorò Duncan.

 
***

"Che cosa vuoi?" domandai acida. 
"Scusa." rispose Trent.
"Ah, mi stai facendo perdere tempo solo per un banale scusa!?"
"So di aver esagerato un po'.."
"Un po'? Un po'?!"
"Ok, tanto.."
"Non accetto le tue scuse. Non c'era motivo che tu facessi in quel modo."
"Non ero in me, credimi...Tu a me piaci molto, e vederti con quel criminale, ecco..."
Sbuffai "E' meglio allontanarci per un po'."
"Come vuoi.." abbassò la testa.
"Ciao." proseguii il mio tragitto verso casa.
Notai Duncan, seduto su una panchina davanti casa sua, a fissare qualcosa. Lo raggiunsi.
"Che fai?" chiesi, senza ottenere risposta. "Duncan." lo richiamai. Nessuna risposta. Continuava a guardare chissà cosa, quindi cercai di trovare il punto che stava fissando.
"Courtney e Trent? No dico, mi stai ignorando per guardare COURTNEY E TRENT?" gridai, risvegliandolo dal suo trans.
"Eh?" chiese.
"Che stai facendo?" ribattei ormai arrabbiata.
"Ma ti rendi conto? Stanno riparlando!" rispose.
"Eh..mbè?"
"Lo fanno apposta!"
"Perché, ti da fastidio?"
"No."
Rimasi a fissarlo, stupita dal suo comportamento.
"Comunque, cinque minuti fa Trent mi ha chiesto scusa..." cambiai discorso.
"E che gli hai detto?" domandò.
"Che non mi interessano le sue scuse."
Non rispose.
"Beh, io vado. Buona visione."
"Vieni qui.." mi prese il polso, costringendomi a sedermi su di lui.
Cercai di non guardarlo negli occhi.
"Che fai? Vuoi farti vedere da loro?" dissi acida.
"No! Vedi? Se ne sono andati." mi girai. Non c'erano più. "Non penserai veramente che io sia interessato a ciò che c'è tra Courtney e Trent?"
Abbassai la testa "Beh, no...forse. Beh..si..." sussurrai.
Mi baciò la fronte "Possono fare quel che vogliono. Ora io ho te, e non intendo lasciarti andare per due...coglioni."
Gli stampai un bacio sulle labbra. "Ti amo..." mormorai, poggiando la testa sulla sua spalla.
"Quante volte continuerai a dirmelo?" disse ironico.
"Non mi stancherò mai di dirtelo.."
Rimanemmo accoccolati sulla panchina per qualche minuto.
L'aria autunnale, le foglie rosse che cadevano dagli alberi ormai spogli, il silenzio, noi due abbracciati...
Non credevo che potessero cambiare così tante cose, in così poco tempo.
E pensare che, fino a qualche mese fa, non avevo amici. Nessuno, in quella scuola, mi avrebbe mai amato, come mi ama Duncan. 
Scott? Ormai è passato...non devo più pensarci. Ora c'è lui, il punk che mi ha sempre stuzzicata, fin dal primo giorno che ci siamo incontrati, quello a cui ho tirato i peggio insulti, e quello a cui mi sono legata di più, in questi mesi. A lui ho raccontato il mio passato, accettando di aiutarmi. Grazie a lui ora ho degli amici fantastici. Grazie a lui sto vivendo momenti, che io definisco diabetici, che credevo possibili solo in quei romanzi rosa che legge sempre mia madre. Ora posso dire, di essere...felice.

"Vuoi conoscere i miei?"
"C-osa?" rimasi stupefatta da quella richiesta "...Cioè, si, certo, si. E' un grande passo nella nostra relazione. Ma, se non mi accettassero? Se mi-" poggiò l'indice sulle mie labbra.
"Come potrebbero non accettarti?" si alzò poi dalla panchina. "Andiamo?" mi porse la mano.
Fissai incerta prima lui, poi la sua mano, e poi ancora lui.
"Andiamo." 

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Capitolo 19
*** Ti presento i miei ***


Entrammo. Le luci erano spente, sembrava non ci fosse nessuno.
"Non sei mai venuta qui, vero?"
"No.."
Era più o meno come la mia.
"Sai, io non ho un buon rapporto con loro, però, credo sia giusto che ti conoscano..."
"Non hai un buon rapporto con loro?"
"Si, vedi...Mia madre è un'avvocato e mio padre un carabiniere, e...non accettano il fatto che io sia un criminale." rispose.
"Un criminale?"
"Sono andato varie volte in riformatorio, ne ho combinati molti di guai.."
"Ah.."
Mi fece cenno di sedermi sul divano, per poi salire le scale. "Vado a vedere se sono di sopra."
Rimasi a fissare la tv spenta, poi mi accorsi di una foto incorniciata, poggiata sul tavolino.
"Sta arrivando." il punk ritornò. "Che guardi?"
Mi girai verso di lui "Questo sei tu da piccolo? Aw che carino!" risposi con tono infantile.
"Sì, sono io.." si sedette accanto a me, ammirando anche lui la fotografia.
"E, questa? Chi è?" indicai una bambina più piccola accanto a lui.
Rimase qualche secondo in silenzio.
"Lei...è mia sorella..." mormorò.
"Hai una sorella?" dissi un po' insicura.
"Avevo.."
Sgranai gli occhi. "..Scusami, che stupida...a farti certe domande..." balbettai.
"No no, infondo, non lo sapevi.." mi guardò con occhi lucidi. Poggiai la foto sul tavolino e lo abbracciai.
"Aveva 14 anni, quando la investirono...un anno fa.." continuò.
"M-mi dispiace..." riuscii a dire solo quello.
"Non preoccuparti.." mi baciò la tempia.
"Buonasera ragazzi." 
Mi sciolsi dall'abbraccio per vedere chi fosse. La mamma di Duncan. 
"Oh, ehm, buonasera.." ribattei io alzandomi.
"Tu devi essere Gwen, vero? Che piacere! Io sono Lucy!" mi strinse la mano.
"Piacere mio." sorrisi.
Si sedette sulla poltrona accanto a noi, e notò la foto che avevamo visto prima. "Oh, quella foto.." mormorò. "Lì aveva 8 anni...Iris ne aveva 6 appena..."
"Iris..."
Ora tutti e due erano abbastanza giù di morale.
"Dio mio, sono qui da 5 minuti e ho già peggiorato tutto.." dissi abbastanza in colpa.
"No! Macché cara! Tu non hai fatto nulla.." rispose Lucy tranquillizzandomi. "Parliamo di altro. Vuoi un caffè? Qualcosa da bere?" disse cambiando discorso e ritornando serena.
"Nono grazie." sorrisi.
"Ok..." rimase a fissarci "Da quanto state insieme?" chiese poi.
"Qualche giorno." rispose Duncan.
"Però ci conosciamo da più tempo.." specificai io.
"Capisco." sospirò "Cosa ne pensi di mio figlio? Voglio dire, non è uno dei migliori ragazzi, cosa ti attrae di lui? Cosa vorresti cambiare?" attaccò a farmi una serie di domande. Wow...sembra mia madre.
Esitai un po' prima di rispondere. Diedi un'occhiata a Duncan, che sembrava sul punto di sbottare.
"A me piace così com'è.." risposi nervosamente. "Perché dovrei cambiarlo?"
Mi fissò per qualche secondo.
 "Mmh, si. Preferisco te a quella malata di Courtney." mormorò osservandoci attentamente. 
"Che c'entra ora Courtney?" domandò infastidito Duncan.
"Pensavo avessi preso un suo clone. Mi faceva uscire pazza!" rispose, poi si girò verso di me "Una volta mi portò una lista delle cose che dovevano essere cambiate di mio figlio! So io come cambiarlo in bene, non mi serve lei. "
Feci una leggera risata.
"Gwen è tutto il contrario di lei." ribatté lui.
"Sì, si vede! Credo sia perfetta per te. Avete anche lo stesso gusto nel vestirvi.." si alzò, diede un'occhiata all'orologio e poi continuò "Sono contenta di averti conosciuta, spero che la vostra storia sia
lunga e felice!" 
"Già vai via?" disse Duncan.
"Tuo padre deve accompagnarmi in ufficio, e sono in ritardo."
Proprio in quel momento scese le scale un uomo, suppongo sia il padre di Duncan.
"Lucy, andiamo?" disse, poi si accorse della mia presenza "Oh, la nuova ragazza di Duncan?" chiese poi.
"Si." disse secco il punk.
"Ti chiami Courtney?" si rivolse a me.
"No..Gwen.." risposi confusa.
"Allora è ok!" rise.
"Non farci caso.." si rivolse a me Duncan. "Conoscere Courtney è stato un trauma per tutti." scoppiai a ridere.
Salutai i due, che si allontanarono con la macchina.
Prima di andarmene, Duncan mi domandò ironico "Ora che sai che sono un criminale..mi lascerai?" 
Sorrisi "Pff, tu sei il mio criminale. Non ti lascerei per nessun motivo." 
Mi baciò dolcemente "Ci vediamo domani."

"Come mai così tardi?" chiese Sophie appena entrai.
"Scusami mamma, sono andata a conoscere i genitori di Duncan..."
"Uh, davvero? Come sono?"
"Mi aspettavo di peggio.." risposi ironica.
"Sono meglio di me?" disse poi.
"Un'avvocato e un carabiniere...disprezzano il figlio...No, preferisco te!" 
"Disprezzano il figlio? Wow.." rimase scioccata Sophie. "Comunque, è pronta la cena!"
"Preparo lo zaino e vengo!"
***

"Hai capito? Così Duncan tornerà da me, e Gwen sarà tutta per te!"
"Non sono molto convinto, Court..." rispose insicuro Trent.
"So che vorresti che si lasciassero!"
"Si ma..."
"Allora va bene! Facciamo credere a tutti di stare insieme, grazie a Sierra, e andrà tutto secondo i miei piani!" finì la frase con una risata molto malvagia.
"Ahah...ah.."

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Capitolo 20
*** Piccoli litigi e aure deluse ***


"Pff, e pensare che fino a due settimane fa mi aveva detto di piacergli veramente."
Il blog di Sierra era strapieno di foto di Courtney e Trent, la coppia del momento. 
"Le visualizzazioni della news hanno superato quelle della Gwuncan!" aveva detto Bridgette ridendo.
No, nn mi dava fastidio, anzi, buon per loro, solo che quel chitarrista da quattro soldi mi aveva presa in giro.

Io sono felicemente fidanzata con Duncan. Tra noi va tutto bene, a parte il fatto che, lui, non sembra gradire molto la loro love story, e questo mi urta il sistema nervoso.
*Flashback*
All'uscita della scuola.
"Ok, allora a domani." gli dissi baciandolo a fior di labbra. 
Subito dopo essersi staccato, si girò da tutt'altra parte "Tsk, si stanno baciando anche loro. Ci stanno imitando?!"
Ma cosa..?
*Fine flashback*

E questo è uno dei tanti episodi che sono avvenuti in queste settimane...

Presente. Durante un'ora di supplenza.
"Quindi a matematica ho dovuto per forza dirgli che-...Duncan?"
"..."
"Duncan?!"
"Mh?"
"La finisci?!"
"Di fare cosa?"
"Di guardarli ogni cinque secondi!" Basta. Stanno insieme, e allora?!" risposi alterandomi.
"Ma quante volte devo dirtelo che non mi interessa un fico secco?!" ribatté irritandosi anche lui.
"Perché non li ignori allora?!" ero sul punto di riempirlo di schiaffi.
"Tsk, si vede lontano un miglio che lo stanno facendo solo per far accadere tutto questo!"
"Tutto questo cosa?"
"Pensano che io sia geloso di loro, che io e te arriveremo al punto di litigare e rompere la nostra relazione! E' questo il loro scopo!" spiegò.
"Se tu non penseresti a loro 24h su 24, questo non accadrà mai!" gli urlai in faccia, per poi allontanarmi.
"Dove vai?" chiese.
"Lontano da te!" risposi infuriata "Quando hai finito, fammi un fischio!"
"Gween!" mi chiamò, senza ricevere una risposta. "Grrrh, al diavolo!" sbottò, andandosene anche lui.

"Guarda Trent! Stanno litigando! Non è tutto...così perfetto?" ghignò Courtney.
"Credi che si lasceranno?"
"Tempo di qualche giorno..." mormorò "Menomale. Non ne posso più di questa messa in scena! Non sai baciare!" si lamentò l'ispatica, allontanandosi.
"Stupido punk. Farsi scappare una come Gwen." sussurrò il chitarrista, sicuro che Courtney non l'avesse sentito.

"Dov'è Bridgette quando serve?" mormorai girando per i corridoi. "Argh, quell'idiota No, ma con Courtney è acqua passata! E' una pazza ispatica senza speranze. oppure Trent? Che si fotta. Basta che non si riavvicina a te!" imitai la voce di Duncan "Tsk, bugiardo immatur-" mi scontrai contro qualcuno.
Alzai lo sguardo "Oh, scusami tanto! Che sbadata che sono.." una ragazza minuta mi aiutò ad alzarmi.
"Niente, non preoccuparti..." risposi, sistemandomi la gonna sgualcita.
"Comunque, io sono Dawn."
"Io Gwen..."
La osservai attentamente. Bassa più di me, pelle chiara come la mia, capelli biondi molto lunghi, e due occhi celesti che emanavano un non so che di misterioso...
Mi strinse la mano "Oh cara! La tua aura è un misto tra il nero e il rosso!"
"La mia aura CHE?" chiesi perplessa.
"Copri la tua delusione con la rabbia. Qualcosa ti ha irritata parecchio. Stai soffrendo molto, vero?" continuò parlando ad occhi chiusi mentre stringeva ancora la mia mano.
"T-tu..tu leggi le aure? ..Wow!" risposi stupita.
"Una persona a te cara ti ha ferita..."
Sgranai gli occhi "Si.."
"Oh, poverina...Parlane con me, se vuoi. Sfogarsi fa bene all'anima!"

 
***

Mi portò nella sua classe, il 3°A, che si trovava accanto alla mia.
Lei si sedette sulla cattedra a gambe incrociate, mentre io su una sedia.
"Parla.." sussurrò.
"V-vedi...questa persona, è un mio compagno di classe. Mi sono trasferita da poco qui a Toronto, quindi lo conosco solo da quest'anno..." 
"Mh, continua." 
"Siamo diventati molto amici, già da subito. Si, ok, lo conosco da pochi mesi, ma abbastanza da sapere com'è dentro. E' un duro, ma infondo, è il più dolce e romantico di tutti..." sospirai pesantemente.
"Duncan Smith.." mormorò.
"Si...dopo due mesi circa, abbiamo confessato i nostri veri sentimenti, e..ci siamo fidanzati." continuai. "Era così carino con me...mi amava tanto!" cominciai a piangere.
"Perché dici così? Lui non ha mai smesso di amarti, e lo fa, più di quanto tu creda." ribatté.
"Però, subito dopo l'inizio di questa storia, ha cominciato a ossessionarsi troppo a Trent e Courtney! Pensa ancora a lei, e questo...mi distrugge.." singhiozzai. 

Quelle lacrime... I sensi di colpa gli pervasero tutto il corpo. 
Duncan aveva origliato gran parte del discorso, nascosto dietro la porta dell'aula "Stupido, idiota." mormorò, allontanandosi.
"Sono un coglione. Come mi viene in mente di comportarmi così?"

"...Lui, sostiene che i due lo facciano a posta..."
"Ed ha ragione."
"Cosa?"
"Vedo due presenze...Stanno cercando di ostacolarti." aprì gli occhi "Ma...una non è Trent."
"Come no? E chi è?" rimasi sconvolta.
"Questo non lo so.."

-driiiiin-

"Devo andare...la prof dell'ultima ora è assente, e ci hanno dato il permesso di uscire in anticipo.." dissi alzandomi dalla sedia.
Dawn scese dalla cattedra "Allora..quando hai bisogno di qualcuno con cui sfogare la tua anima, io sono disponibile!" rispose gentilmente.
"Certo! Magari ci sentiamo uno di questi giorni.."
"Domani no, vado alla gita scolastica.."
"Gita? Davvero? Quella al museo?" chiesi sorpresa.
"Si!"
"Wow, anche io e la mia classe parteciperemo! Quindi ci vediamo lì?"
"Si! E' stato un piacere leggerti l'aura! Ricordati di chiarire con Duncan. E' molto pentito per il suo comportamento..." disse poi.
"C-cosa? E tu come lo sai?"
"Lo so!"

 
***

"Stupido. Stupido. Stupido." ripeté il punk.
"Amico, calmati. In una storia è normale avere piccoli litigi ogni tanto! Lo sai meglio di me.." lo tranquillizzò Geoff.
"Lo so ma, l'ho delusa, l'ho ferita! Io che le avevo promesso di proteggerla...Mi sento un grosso peso al cuore.." bevve un sorso di birra.
Il ragazzo gli allontanò la bottiglia dalla sua bocca "Frena, non vorrai mica ubriacarti?"
"Almeno non soffrirei.." mormorò Duncan.
"Gwen non smetterebbe comunque di soffrire." gli precisò. "Reagisci! Rimedia a quello che hai fatto! Non piangerti addosso."
"Idiota.." si ripetè.
"Ma, perché dai importanza a quei deficienti?!"
"Non lo so Geoff..sono un fallimento.
E' che, vederli insieme, fa uno strano effetto...poi ho capito le loro intenzioni..."
"Allora chiarisci con Gwen! Magari..sorprendila in qualche modo.." gli consigliò Geoff.
"E...mi aiuterai?" chiese imbarazzato Duncan.
"Tu hai aiutato me e Bridgette tempo fa. Certo che ti aiuterò!" gli diede un pugno amichevole alla spalla "E' a questo che servono gli amici, no?"

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Capitolo 21
*** Il giorno della gita ***


"Mh..che ore sono?" borbottai alzandomi lentamente dal letto. Presi il cellulare. "Cazzo la gita!! Farò tardi!" scattai al volo prendendo i primi vestiti che mi capitarono in mano, mi preparai velocemente e presi una borsa per portare ciò che serviva. "Soldi, cuffiette, cellulare...ho tutto! No aspetta...dove ho messo il cellulare?!" proprio in quel momento sentii una suoneria, che mi facilitò la ricerca.
Buongiorno ritardataria.
-Duncan

 
Argh. Uscii dalla mia stanza, salutai di sfuggita Sophie e corsi verso la scuola "Le 8:20! Tra poco partirà il pullman!" dissi col fiatone.

"Eccolo!" lo raggiunsi e salii velocemente. 
"Nelson Gwen." annotò la professoressa nell'appello. "Bene, siamo tutti, possiamo partire!" informò poi l'autista che, sbuffando, mise in moto il pullman.
Salutai Dawn che era seduta ai posti avanti, e poi raggiunsi il resto della mia classe che si era posizionata in fondo. Vicino a Duncan c'era un posto libero...sicuramente l'aveva occupato per me.
Vedendomi arrivare sorrise, ma lo ignorai, notando Bridgette e Geoff dietro di lui. 
"Ehi ragazzi!" salutai, non ottenendo nessuna risposta, a causa della loro pomiciata mattutina.
"Bridgette..." ritentai.
"..."
Tossii per attirare la loro attenzione.
"Oh, ehi Gwen! Sei arrivata finalmente!" rispose imbarazzato Geoff.
"Non ti siedi?" disse poi la surfista indicando il posto avanti.
La fulminai con lo sguardo. Bridgette diede un'occhiata al festaiolo, che, sbuffando, si alzò, andandosi a sedere accanto al punk.
"Bene." occupai il sedile accanto al finestrino.
"Oh dai, ancora con quella storia?" mi chiese la ragazza.
Di risposta mi infilai le cuffiette nelle orecchie, e mormorai "Si."
"Approposito.." si guardò intorno "Eccoli lì!" indicò Courtney e Trent, che parlavano animatamente in qualche fila più avanti.
Gli diedi un'occhiata di sfuggita "Buon per loro." 
Bridgette sospirò pesantemente.
"I hate everything about you..." canticchiai a ritmo della canzone.  

"Why do I love you..." continuò il ritornello Duncan, sussurrando.
"E' ancora arrabbiata?" lo interruppe Geoff.
"Si.." rispose guardando fuori dal finestrino.
Il festaiolo sbuffò.
"Dov'è che andiamo?" chiese poi il punk.
"Cosa?"
"Dove stiamo andando adesso?"
"M-ma...se non lo sai perché sei venuto?" chiese stupito Geoff.
"Basta che si perde un giorno di scuola." rispose ironico.
"Sei sempre il solito!" rise "Comunque...al Museo della Civiltà...ad Ottawa."
"Ottawa?" si irrigidì il punk.
"Si..perché?" ribatté confuso Geoff.
"...Niente.."
"Ok...Hai provato poi a parlarle ieri?" cambiò discorso.
"Non ha voluto farsi accompagnare ieri...e al cellulare non risponde ai messaggi..." rispose cambiando umore, riperdendosi nel paesaggio davanti il finestrino.
"Vedi che cambierà idea, amico...Aspetta qualche giorno.."

"Mi ha riempita di sms..."
Dai piccola...
-Duncan 15:34

 
Scusami, davvero. Sono un coglione.
-Duncan 15:41

Almeno rispondimi...anche con un insulto, un vaffanculo...dimmi qualcosa.
-Duncan 15:45
Vaffanculo.
-Gwen 15:47

So di aver sbagliato, di averti fatta soffrire...
-Duncan 15:48

Perdonami...
-Duncan 15:51

Sogni d'oro, raggio di luna.
-Duncan 22:47

Mostrai i messaggi a Bridgette.
"Sei esagerata..." commentò. "Infondo non ha fatto nulla di male."
Sbuffai. "E' ancora interessato a Courtney..." mormorai.
"Ti sbagli. Lui non è mai stato interessato a Courtney." rispose lei. 
"..."
"Non ti fidi di lui?"

Non ti fidi di lui?!

Stupida coscienza, certo che mi fido del ragazzo che amo.

E allora perché non accetti le sue scuse?!

"Hai ragione...devo fidarmi di più. Infondo stiamo insieme...deve esserci fiducia..." mormorai.
"Quindi?"
"Quindi..." rimasi a pensare "...Ci parlerò..."

"Bene ragazzi, siamo arrivati. Ci fermiamo 10 minuti e poi raggiungiamo il Museo." annunciò la professoressa.
"Gwen!"
"Dawn!"
"Che bello rivederti!" mi sorrise. "Lei chi è?" 
"Oh, lei è Bridgette. Bridgette, lei è Dawn." 
"Piacere." si strinsero la mano. 
"Aura rossa...ah, l'amore!" sospirò la ragazza.
"Legge le anime..." spiegai alla surfista, che dapprima era un po' confusa.
"Wow! Che figata." commentò. "Venite con me a prendere qualcosa al bar?"
"Certo."

Dopo il piccolo break time entrammo finalmente nel museo, accompagnati da una guida, che avrebbe dovuto illustrarci le varie opere esposte.
Presi il telefono "Uf...ancora le 11...e io già non vedo l'ora di rientrare a casa..." borbottai.
"E questo che non la smette un attimo di parlare..." ribatté Bridgette, riferendosi alla guida.
Diedi un'occhiata in mezzo alla folla "Ma...dove sono Geoff e Duncan? E Dj?"
"Saranno andati a fare un giro per i fatti loro..."
"Mh..."
"Oh, quanto ti amo!" qualcuno urlò dietro di noi. Mi girai. Courtney...chi poteva essere sennò?
Appena si accorse della mia presenza baciò appassionatamente il chitarrista, visibilmente confuso.
"Falsa..." mormorai.
"Farebbe di tutto per riavere Duncan. Ma non per amore...solo per fama, sicuramente." commentò Bridgette.
"Mi correggo. Troia..."

"Vedi che così ci farai finire nei guai..." si lamentò Geoff.
"Non posso non andare a trovare mammina ora che sono ad Ottawa!" si giustificò Dj.
"Ma non verrà a Toronto tra qualche settimana?" si intromise Duncan.
"Si ma...resterà sola tutto questo tempo!" piagnucolò.
Geoff gli diede una pacca sulla spalla. "Va bene ragazzone, va bene...ti accompagniamo, ma deve essere una cosa veloce!" disse.

"Eccola qui...casa mia." 
"Tua madre c'è?" chiese Duncan.
"Sì." rispose Dj suonando il campanello.
"Ma chi è a quest'ora...?!" si lamentò la signora dentro casa.
Aprì la porta.
"Mammaa-ahi!" fu colpito dalla signora, con una borsetta.
"Devon Joseph, sai che a quest'ora sono occupata in cucina!" lo sgridò. "E...non eri a Toronto?!"
"Sono ad una gita e-ahi!" un altro colpo in testa.
"E salti la gita per venire qui?! Come ti ho educato?!"
"Buongiorno signora.." si intromise Geoff.
"E loro sono?"
"Oh mio dio! Oh mio dio! La mamma di Dj!" ci raggiunse Sierra urlando.
"Ma che cazz...ora sei una stalker?!" ribatté Duncan.
"E lei chi è?"
"Signora! Piacere di conoscerla! Sono Sierra, una compagna di classe di suo figlio." si presentò. "Approposito, com'è suo figlio?!" si girò verso Dj cacciando il cellulare dalla tasca. "Molti nel mio blog mi fanno domande
su di te. Una molto gettonata è: Chi ti sta più antipatico nella nostra classe-ahi!" un colpo di borsetta anche a lei.
"Cosa pensi?! Che io abbia imparato a mio figlio a sparlare della gente?!" la sgridò la signora.
Duncan scoppiò a ridere "Ben ti sta-ahi!"

 
***

"Cicci picci! Dove sei stato tutto questo tempo?" Bridgette andò incontro ai ragazzi, che stavano ritornando da chissà dove.
Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che baciò la surfista, per molto tempo.
Intanto io e Duncan incrociammo lo sguardo, piuttosto a disagio per la situazione creata dai due piccioncini. Fu Dj a rompere il silenzio. "Dovevo andare a trovare mammina!"
"Oh sì, e ci ha anche regalato delle spezie buonissime!" continuò il punk prendendo un pacchetto.
"Ah...ritenetevi fortunati a non essere stati beccati..." risposi io.
Bridgette si staccò dalle labbra del suo ragazzo "Potevate chiamare anche noi, no!"
"Ahahahha, ah Gwen, mia madre ti saluta!" disse Dj.
Sorrisi. "Risalutamela quando la risentirai..."
"Dove sono gli altri delle classi?" chiese Geoff guardandosi intorno.
"Al bar dove siamo stati prima...poi faremo un giro della città." risposi secca.
Ci raggiunse Sierra "Dj! Tua madre è una bomba! Ecco alcune foto che ho postato nel blog!" mostrò le immagini al ragazzo. 
"Oh...grazie." si limitò a dire imbarazzato.
"Dunky!!!" Courtney si avvicinò al marcio saltellando.
"Cosa vuoi?" rispose acido.
"Ma come? Fino a poco fa mi trattavi come una principessa!" si giustificò l'ispatica cinguettando.
Mi irrigidii di colpo, squadrando Duncan "Non crederci Gwen." disse scansando Courtney.
"Oh, ma quanto sei ribelle. Vabbè, io vado, ma ti restituisco il bacio di prima." gli fece l'occhiolino, per poi baciarlo in modo molto spinto.
Click, Sierra li immortalò in una foto.
Ok, questo è troppo.
Mi avvicinai velocemente ai due, scostai violentemente Duncan e diedi un pugno a Courtney, che cadde a terra. Si teneva il naso con la mano, che stava sanguinando.
Click, un altra foto.
"LURIDA PUTTANA." le gridai, poi mi girai a Duncan, che notò i miei occhi lucidi.
"N-non..non è-" lo interruppi con uno schiaffo. 
"Hai finito di giocare con i miei sentimenti?!" detto questo, presi Bridgette per il braccio.
Un altra foto.
Tolsi bruscamente il cellulare dalle mani di Sierra e lo buttai per terra, sicuramente si era rotto.
"Noooo, le foto del mio Codychiiiino!" piagnucolò.
Mi allontanai, con la surfista, dal gruppo, rimasto senza parole.

 
***

"Come ha potuto..." mormorai singhiozzando più volte.
"Gwen.." Bridgette mi strinse più a se.
Eravamo sedute tutte e due, per terra, dietro il bar, lontano da tutti, lontano il più possibile da lui.
"E' arrivata lei dal nulla...come poteva immaginare che l'avrebbe baciato?"
"..."
"E poi lui stava con i ragazzi." continuò. "Ma almeno hai picchiato Courtney!"
Sghignazzammo. "Ci resta bene." sorrisi, asciugandomi gli occhi con la manica della felpa.
"Pensare che l'ha baciato...Grrh...se ci riprova la uccido." ribattei.
Rise. "Dai...ritorniamo dagli altri, ci staranno cercando." mi aiutò ad alzarmi.
Raggiungemmo l'entrata del bar.
"Faremo tutti un breve giro di questa splendida capitale, e poi raggiungeremo il pullman, che ci riporterà davanti la nostra scuola!" spiegò la professoressa. "E quando dico tutti, intendo TUTTI." continuò squadrando i ragazzi che non erano entrati nel museo. "Ricordatevi che voglio una relazione sul Museo...quindi, chi non è stato attento..."
"Eheheheh scusatemi." disse Dj grattandosi la nuca.
Prima di partire, fui bloccata dalla professoressa. "Per il pugno dato alla tua compagna, domani parlerai col preside."
"Pff..."
E ti pareva. Ormai sembra che ci abiti in presidenza.

Così fummo costretti a camminare per più di un'ora in giro per chissà dove, in questa città che avrei voluto dimenticare per sempre.
"Quanti ricordi qui..." mormorò Dj accanto a me.
"Eh già...guarda! Qui giocavamo sempre da bambini!" indicai un parco giochi lì accanto.
"Bei tempi..."
"Bei tempi...finchè non è iniziato il liceo." cambiai umore.
Il ragazzo poggiò il braccio sulle mie spalle "Gwen, è tutto passato! Non preoccuparti!" 
Accennai un sorriso.
Duncan mi osservava da lontano, avvolto un'altra volta dai sensi di colpa.
"Sto sbagliando tutto..."
"..."
"Geoff." si girò verso di lui, accorgendosi che era occupato con la sua ragazza.
"Non mi sei d'aiuto..."

"No, no, no!" 
"Voglio tornare a casa!"
"Ricomponetevi ragazzi. L'autista non riesce a rimettere in moto il pullman. Siamo costretti a fermarci in un hotel per una notte. Ripartiremo domani. Avvisate i vostri genitori."
"NO, ma quanta cazzo di sfiga c'ho oggi?!"

 
Potevo rispiarmiarmelo questo capitolo, visto
che fa schifo :')
Ho messo pure troppe parolacce x'D
Ah...il piccolo ritornello che cantano Duncan e Gwen nel pullman è
della canzone 
I Hate Everything About You dei Three Days Grace.
Ditemi cosa ne pensate...
a presto
gwuncan99

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Capitolo 22
*** Una notte in hotel ***


"No mamma, torneremo domani mattina. ...Perché si è rotto il pullman. ...E che ci posso fare io? ..Vabbé. Si dormiremo in un hotel. Ok. Ok. No, io e Duncan non dormiremo nella stessa stanza. No, ti ho detto di no! Vabbé. Dj, ti saluta mia madre!"
"Risalutala!"
"Ti risaluta. Ok. Sì. Ho capito. A domani. Notte. Sì ok. Ciao." riattaccai il cellulare. 
"Ahahahah tu e Duncan nella stessa stanza? Ora come ora lo avresti soffocato durante la notte!" sfotté Bridgette.
"Molto probabilmente." scoppiammo a ridere.
"Di che parlate ragazze?" arrivò galantemente Geoff.
"Del fatto che ora tu e Dj dovete subito uscire dalla nostra stanza." risposi io acida.
"E perché?"
"Perché dobbiamo dormire."
"Ah beh...allora, ci vediamo dopo patatina!" stampò un breve bacio sulle labbra alla surfista, per poi uscire con l'amico chiudendo la porta alle sue spalle.
"PATATINA?! Ma da dove vi escono queste cose?" chiesi scioccata.
"Ah...l'amore fa delle cose strane!" sospirò la ragazza con un sorriso da ebete.
"Ah, wow...e che intendeva con ci vediamo dopo? Sono le 21..."
Bridgette mi sorrise maliziosa.
"Aaah...ho capito..." mormorai.
Continuò a guardarmi.
"...Quindi io dovrei uscire dalla stanza...per un po'...giusto?"
"Per un pochetto..." mi pregò facendo gli occhi dolci.
"No, non quella faccia...no!" cercai di non guardarla, ma era impossibile! "Pff...e va bene-"
"Grazie grazie grazie!" mi saltò addosso stritolandomi.
"S-si ok, ma io dove vado per tutta la notte?!"
"Nella stanza di Geoff!" rispose ovvia.
"E....chi c'è nella stanza di Geoff?" chiesi dubbiosa.
"...Ehm...Duncan..."
"...Ah..." mi alzai dal letto.
"...Almeno avrete tutto il tempo per chiarire! Eeh..." si alzò anche lei, dandomi una gomitata sul braccio per provocarmi.
"Okok..." andai verso la porta, poggiando la mano sulla maniglia "...Mi devi un favore però." 
Aprii la porta, facendo cadere Geoff, che sicuramente era rimasto ad origliare per tutto il tempo.
"Vi lascio soli...Buona serata!" mormorai maliziosa.

 
***

Bussai alla porta. Nessuna risposta. Provai ancora, invano.
Dopo un attimo di esitazione, entrai nella stanza. Duncan non c'era. Wow, meglio...ma chissà dove sarà...Magari con Courtney...
No, ma che vado a pensare! Non mi farebbe mai una cosa del genere...
Calma Gwen, devo fidarmi. 

Decisi di andare subito a letto...quando tornerà mi sarò già addormentata. Così non litigheremo nel bel mezzo della notte...
Mi allungai, fissando il soffitto per un po', finchè non sprofondai nel sonno.

"Mmh...che dormita..." mi stiracchiai.
"Ma...perché ci sono Bridgette e Geoff qui?" notai i due ragazzi che dormivano insieme nel letto accanto al mio.
"Duncan?"
Mi avvicinai alla surfista, cercando di svegliarla. "Bri, Bri..." la scostai varie volte.
"Gwen...ho sonno...che c'è?" mormorò.
"Duncan?" chiesi preoccupata.
Geoff si svegliò "Come...non lo sai?" chiese ovvio.
"No..."
I due si addormentarono di colpo.
"Bri, Geoff! ...Argh.." Uscii dalla camera.
Dove può essere andato? Vagai per ore nell'hotel senza meta.
"E se fosse nella stanza dove dovevano essere Bridgette e Geoff?!"
La raggiunsi di corsa. Mi fermai davanti alla porta, bloccata da delle voci che provenivano dall'interno.
"N-no...non può essere veramente...." mi feci coraggio, ed aprii.
La scena che mi ritrovai sotto gli occhi fu...un orrore.
Duncan era disteso sul letto a torso nudo, e a cavalcioni su di lui c'era lei...Courtney, mezza nuda.
"M-ma, m-ma...cosa..." balbettai incredula.
"Raggio di luna! Come? Non lo sapevi?" disse galantemente il ragazzo.
"Te l'ho detto darkettona, ti stava solo illudendo!" ghignò l'ispatica, strusciandosi su Duncan.
"No. Non ci credo..." scoppiai a piangere. "NO!"


Mi svegliai di colpo, in un bagno di lacrime e sudore.
Mi guardai intorno sconvolta, poi tirai un sospiro di sollievo "Era solo un incubo..."
"M-ma...lui che ci fa qui?" notai che Duncan era seduto per terra, con la testa sulle braccia poggiate sul mio letto. Stava dormendo.
Mi allungai accanto a lui, col viso vicino al suo, tanto da poter sentire il suo respiro. "Che carino quando dorme..." mormorai, accarezzandogli la cresta.
Dopo averlo ammirato per qualche minuto, decisi di provare a dormire anch'io, ma rischiai di farlo svegliare. Quando mosse la testa, mi girai subito dall'altro lato, facendo finta di non essermi ancora svegliata.
Il ragazzo aprì gli occhi, notando che ancora dormivo beata, secondo lui. Si sedette sul letto, con la schiena contro il muro.
Mi fissò per qualche secondo, sussurrando qualcosa.

 
What if I walked without you?
What if I ran without you? 
What if I stand without you? 
I could not go on.
What if I lived without you? 
What if I love without you? 
What if I died without you? 
I could not go on.

Stava cantando...Stava cantando per me? 
Gli occhi si stavano riempendo di lacrime, mentre il cuore batteva a mille.
Perché? Perché sono così debole...da piangere per delle parole? Le sue parole...

 
But I cant let u out of sight.

Without you I'm no one, 
I'm nothing at all...

Mi scoprii, incontrando lo sguardo di Duncan, che sgranò gli occhi stupito.
"Oh...sei sveglia..." mormorò grattandosi la nuca. "Ma...stai piangendo?"
Mi fiondai su di lui abbracciandolo. "Scusami, scusami...dovevo crederti, dovevo fidarmi..." singhiozzai bagnando la sua spalla.
Il ragazzo, che dapprima era rimasto stupito da quel gesto, ricambiò il mio abbraccio, accarezzandomi i capelli.
"Sshh...non preoccuparti raggio di luna...sono io che devo chiederti scusa..." mi alzò il mento con il pollice e l'indice, costringendomi a guardarlo negli occhi.
"Senza te non sono nessuno, niente di niente..." sussurrò queste parole, poi mi baciò con molta delicatezza e dolcezza. 
Ricambiai il bacio in modo più spinto, un bacio passionale, pieno di sentimenti e nostalgia di quei momenti che erano mancati per giorni.
Duncan si mise a cavalcioni su di me, togliendosi la maglietta, che scoprì i suoi pettorali di cui rimasi accecata.
"Ehi, sveglia..." mi sussurrò all'orecchio maliziosamente, risvegliandomi dai miei pensieri. Continuò a baciarmi, accarezzandomi i fianchi, per poi sfilarmi la felpa.
E quello che prima o poi sarebbe dovuto accadere, accadde. 
Era la mia prima volta, e non mi ero pentita. Non avevo fatto sesso. Avevo fatto l'amore, con Duncan.
Ci addormentammo, distesi l'uno accanto all'altro, con la certezza che il nostro era un amore forte, in grado di affrontare ogni ostacolo.

 
***

La mattina arrivò presto.
Finalmente partimmo da Ottawa.
Nel pullman lasciai i due piccioncini a limonare tranquilli, mentre io e Duncan, con le cuffiette nelle orecchie, le mani intrecciate l'una all'altra, ci scambiavamo sguardi innamorati, che valevano più di mille parole.

 
Aiuto, dopo questo capitolo lapidatemi.
La canzone che canta Duncan è "Without you" dei Three Days Grace.
Ecco il link della traduzione--->
http://www.youtube.com/watch?v=6FSg7j8ide8
Lascio a voi il compito di criticare o meno tutto questo schifo x'D
Duncan: no, ma perché schifo? E un bel capitolo! E' molto...divertente!
Ah ah. Maniaco.
Beh...volevo dirvi:
se avete qualche pensiero sul continuo della storia...ditemelo...
magari prendo un po' di ispirazione x'D

Tutti: ma questa non ha mai ispirazione?!

Lo so lo so :'(
a presto! gwuncan99

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Capitolo 23
*** Cos'avrà in mente? ***


"Bridgette..."
"...Gwen, è quasi mezzanotte...che succede?" mormorò la ragazza dall'altro lato del cellulare.
"...Scusami, è che...ho bisogno di un consiglio..." risposi.
"Dimmi tutto." 
"Ecco...io e Duncan, ieri, abbiamo..." cercai di dire imbarazzata.
"...Avete?" chiese. "Aah, ho capito! Wow." disse poi. "Alla fine avete chiarito!"
"Si...menomale!" cercai di essere più serena. "Ora...vorrei dirlo a Sophie...di questo rapporto, ma non me la sento..."
"Diglielo, è tua madre, infondo." rispose sicura.
"Hai ragione..." mormorai. "Beh...grazie...Buona notte."
"Notte Gwen-"
"Ah, un'altra cosa..."
"Si?"
"Non abbiamo usato protezioni..."
"...COSA?" quasi urlò.
"Non farmi preoccupare più di quanto già lo sono..."
"Parliamone domani, ok?"
"Si...notte..." riattaccò il telefono.

Raggiunsi la camera da letto di Sophie.
"Mamma..." mi affacciai alla porta.
"Mh...Gwen..." sussurrò rigirandosi nel letto.
"Dobbiamo parlare." 
La donna si alzò "Riguardo a cosa?" si preoccupò.
Mi sedetti accanto a lei sul letto.
Feci un lungo respiro. "Io e Duncan."
"Ah...vi siete lasciati?" chiese.
"No...beh, c'eravamo quasi. Ma, ci siamo riappacificati.."
"Arriva al punto." disse impaziente.
Sbuffai. "L'abbiamo fatto." dissi secca, abbassando la testa, aspettandomi qualsiasi reazione da parte sua.
Rimase in silenzio, forse per formulare una qualche sgridata o non so...
Invece, mi abbracciò. "Gwen, ti sentivi pronta, vi amate: cosa c'è di sbagliato?" mi sussurrò tranquillizzandomi.
"Pensavo l'avresti presa male..." risposi. 
"..."
"Mamma...?" mi accorsi che stava piangendo.
"Oh, non farci caso.." si asciugò gli occhi. "Sai, non mi hai mai voluto dire nulla della tua vita...Mi sono commossa..." spiegò sorridente.
"Perché sei mia madre, e...ti voglio bene." l'abbracciai più forte.
"Anch'io Gwen..." ricambiò l'abbraccio, poi si staccò. "E...com'è?" mi fece l'occhiolino.
"C-che?" chiesi imbarazzata.
"Daii, lo sai anche tu cosa intendo!" disse maliziosa dandomi qualche gomitata.
"...Mamma!" urlai più imbarazzata, poi scoppiammo a ridere.

 
***

"Ragazza! Dov'eri finita?" disse Leshawna avvicinandosi a me e Duncan..
"Stavo facendo dei lavori per Chris. Sai, la punizione. Comunque, che c'è?" risposi.
"Guarda qui! Non me lo avevi detto!" scoppiò a ridere mostrandomi una foto sul cellulare.
Ah, il blog di Sierra. La foto ritraeva il momento in cui avevo dato un pugno all'ispatica.
"La causa della mia punizione." precisai.
"Ti stimo un sacco ragazza!" urlò battendomi il cinque. 
"Ma non gliel'avevo spaccato quel cellulare?!"
Duncan si intromise prendendo il telefono, per poi scoppiare a ridere. "Guarda la sua faccia ahahahhaha!" disse, mentre scorreva le altre foto.
"Ahahahhaha e guarda la tua faccia!" lì avevo dato uno schiaffo a lui.
"Ma...perché tutte queste botte?" commentò divertita Leshawna, mentre a Duncan capitò proprio la foto del suo bacio con Courtney.
La ragazza confusa prese il telefono strizzando gli occhi, mentre il punk era sbiancato. Io abbassai lo sguardo "Questo..."
Leshawna guardò Duncan con occhi assassini, per poi tirargli un pugno in pieno volto. "MA SEI DEFICIENTE O COSA?!" commentò incavolata.
Il ragazzo stordito cadde a terra, coprendosi il naso, mentre io mi abbassai per soccorrerlo. "Duncan!" gli tolsi la mano dal viso, notando che il naso sanguinava. Alzai lo sguardo su Leshawna. "Leshawna...abbiamo chiarito!"
"Cosa?"
"E' stata lei a baciarlo all'improvviso..." spiegai.
La ragazza si porto le mani sulla bocca "Oh...scusami Duncan!" disse dispiaciuta.
Il punk si alzò dolorante. "Pff, ma di cosa? Mi stavi per rompere il naso!" ribatté infastidito.
Intanto si avvicinò il secchione, Harold. "Mia amat-!" Duncan gli diede un pugno.
"Vendetta." fulminò Leshawna con lo sguardo, per poi allontanarsi.
"Ehm...scusa Harold! Io..vado, con lui..." balbettai imbarazzata, salutando Leshawna con la mano, mentre lei cercava di aiutare Harold, steso a terra.

"Duncan." lo inseguii.
"Si?" si girò tranquillamente.
"Ti fa ancora male il naso?" chiesi preoccupata avvicinandomi per controllare.
Il ragazzo sorrise malizioso, stampandomi un bacio sulle labbra.
"Ma quanto siamo dolci qui!" sorrisi.
"AAAAAAAARGH!" la perfettina si avvicinò velocemente urlando. "Brutto pezzo di idiota, stupido imbecille che non sei altro!!" lo insultò strillandogli in faccia.
"Ma cos-" fu bloccato da un calcio nelle parti basse, che lo stese a terra.
La perfettina si allontanò piangendo e bestemmiando.
Rimasi a guardarlo sofferente, poi gli poggiai una mano sulla spalla "Oggi ce l'hanno tutti con te eh?" dissi non riuscendo più a trattenere le risate.


"Concerto? Dove? Quando?" 
"Il preside ci ha dato il consenso di usare la palestra il prossimo sabato sera." spiegò Duncan.
" Tu verrai, vero?" chiese entusiasta Bridgette.
"Ma certo!" risposi. "Finalmente vi sentirò suonare!"
"Siamo molto bravi noi." si vantò Alejandro.
"Puoi giurarci!" si intromise Dj.
"Vai col rooock!" ululò Geoff.
"Non vedo l'ora!" saltellai abbracciando Duncan.
"Tu, chica, verrai?" Alejandro stuzzicò Heather, che si era appena avvicinata.
"Pff, nemmeno morta, AL." rispose acida l'asiatica, che incrociò le braccia.
"Grh, non chiamarmi AL!" ribatté infastidito.
Scoppiarono tutti a ridere. L'amore non è bello se non è litigarello!

 
***

"Courtney..." la chiamai, trovandola da sola in classe.
"Cosa vuoi?!" disse acida mentre singhiozzava.
Mi avvicinai a lei. "So che lo ami..."
"Tu non sai nulla!" urlò coprendosi la faccia.
"Io...non volevo essere contro nessuno. Ma...è stata una scelta di Duncan-"
"Tu. TU! Avrai la mia vendetta! Non è finita qui!" si alzò andandomi in faccia.
"C-cosa...Quindi tu e Trent..."
"Si, vi ho solo presi per il culo. Ma questo non è bastato! A Duncan non interessa più nulla di me!" riscoppiò a piangere.
Cercai di avvicinarmi lentamente a lei. "...Scusami..." mormorai sentendo i sensi di colpa.
Mi fissò dritto negli occhi. "Non credere di farla franca così..." uscì dalla classe velocemente, lasciandomi da sola, con mille pensieri in testa.
Si, è innamorata...E' ancora innamorata di Duncan.
Non lo vuole dimostrare, ma è così.

Vendetta? Cos'avrà in mente?

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Capitolo 24
*** Diamo inizio al Rock! ***


Il giorno del concerto si stava avvicinando, ed io ero eccitatissima all'idea di sentire Duncan cantare.
Courtney ci ignorava da giorni ormai. Forse si sarà arresa?
Di una cosa però ero preoccupata....
E' da un po' che Trent non veniva a scuola.

"Oggi abbiamo le prove a casa di Geoff, non posso accompagnarti..." mi spiegò Duncan.
"Oh, non fa niente...Vado da sola. Credo che Sophie non sia andata a lavorare." 
"Allora ci sentiamo dopo." mi stampò un bacio sulle labbra e si avviò verso il festaiolo, che lo aspettava accanto alla sua macchina.
Li salutai con la mano, poi mi girai, ma la mia destinazione non era casa mia.

"Allora...credo sia la casa giusta." dissi leggendo l'indirizzo su un fogliettino.
Mi avvicinai alla porta.
"Il cognome è questo.." suonai il campanello.
Mi sistemai velocemente i capelli, e feci un lungo respiro.
"Chi è?" chiese.
Mi schiarii la voce "S-sono io...Gwen..."
Il ragazzo aprì la porta.
"Gwen..." mormorò stupito.
"Trent..."
"Qual è il motivo della tua...amichevole visita?" chiese nervosamente.
"Dobbiamo parlare...Posso entrare?" risposi.
"S-si si certo..."

"Duncan sa che sei qui?"
"No..."
"Ah."
"Mi stavo preoccupando...non ti fai più vedere a scuola..." spiegai poi.
"...Non me la sentivo di farmi vedere da te...dopo l'accaduto...." ribatté insicuro.
"Ma-"
"Gwen, scusami...Io non volevo fare tutta quella scenata..." mi interruppe. "L'idea è stata di Courtney...Ma io, come uno stupido, non ho rifiutato..."
"Io non ce l'ho con te..." mormorai avvicinandomi a lui.
"Ma non preoccuparti. Non mi intrometterò più tra te e Duncan...Alla fine l'ho accettato." abbassò la testa.
"Trent...a me dispiace tantissimo che tu stia soffrendo. Ma...io amo lui..." ero abbastanza indecisa se confessarglielo o no.
"Lo capisco...tranquilla!" accennò un sorriso forzato.
"Possiamo sempre essere buoni amici..." dissi poggiandogli una mano sulla spalla.
"Davvero? Certo!" mi abbracciò.
Dopo aver ricambiato mi avvicinai alla porta. "Beh, ora vado...Verrai sabato al concerto, vero?"
"Non so se..."
"Beh, io ti aspetto!" gli sorrisi, uscendo da casa.

"Duncan!" risposi al telefono.
"Gwen...che fai?" chiese lui felice.
Rimasi in silenzio "Sono andata a chiarire con...Trent-"
"Trent?" cambiò umore.
"Non preoccuparti...mi ha chiesto mille volte scusa, e non si intrometterà più..."
"..Mh, mi fido di te..." rispose.
"Grazie...Avete finito le prove?" chiesi poi cambiando discorso.
"Dobbiamo fare un'altra canzone."
"Non vedo l'ora di sentirvi!"

***

Bridgette e io stavamo scegliendo cosa metterci per la serata.
Eh sì! Il giorno del concerto era finalmente arrivato!
Duncan e il suo gruppo saranno già in palestra a preparare tutto.
La surfista aveva messo un bel vestitino blu, con una fascia celeste sotto il seno. I tacchi erano dello stesso colore, e poco alti.
"E io che mi metto?" dissi entrando nel panico.
"Sono ancora le 20. Abbiamo tutto il tempo per scegliere...Intanto vai a truccarti!" ribatté lei.
Seguii il suo ordine. Andai in bagno, mentre lei era rimasta in camera.
Avevo messo il solito eyeliner e ombretto nero, mascara, e un po' di rossetto blu notte.
Bridgette mi raggiunse con un abito in mano. "Prova questo!"
Lo presi un po' incerta, andando a sedermi sul letto.
"E mettiti quei tacchi!" mi indicò dei tacchi neri che stavano per terra.
"Mh...si." guardai il vestito nero e cominciai a vestirmi.
"Riguardo al tuo rapporto-non-protetto cosa pensi di fare?" cambiò discorso.
Rimasi spiazzata dalla sua domanda. Non ci avevo pensato in questi giorni...
"Beh...credo non ci siano problemi.." cercai di prendere la cosa con più leggerezza.
"Spero per te che sia così..." mormorò.
Mi stavo preoccupando anch'io...

"Come mi sta?" chiesi girando su me stessa con il vestito.
L'abito, tutto nero, era corto davanti, e dietro era lungo fino ai piedi. Non aveva spalline e la parte superiore era a fascia.
"Ti sta d'incanto!" rispose ammirandomi.
"Quindi possiamo andare!"
Scesi le scale. Sophie ci stava aspettando.
"Finalmente, ragazze! Vi accompagno io con la macchina." disse felice, poi rimase a guardarci "Siete bellissime! Così farete svenire i vostri ragazzi!" sghigniazzò.
"Ah, ah." ribattei acida, incrociando le braccia.
"Dai, quanto sei permalosa! Andiamo!"

Il tragitto fu breve, visto che era poco distante da casa.
Fermò l'auto davanti la scuola. "Mi raccomando! Chiamami quando la festa sarà finita!" disse mentre uscivamo dalla macchina.
"Si, a dopo!" 
"Ciao Sophie, e grazie!"
Lei sorrise, e poi se ne andò.

Entrammo in palestra. Era molto affollata, forse c'era tutta la scuola qui dentro.
Sorrisi al solo pensiero che tutta questa gente era qui solo per ascoltare la band di Duncan.
Ci avvicinammo ad un tavolo riempito di patatine, dolciumi e bevande. Io mi fiondai sul cibo, avevo una fame! Bridgette mi guardava divertita.
"Come minimo prenderai 10 kg con tutta questa roba! Vuoi diventare come lui?" indicò Owen, il ragazzo obeso della mia classe.
Si stava buttando, letteralmente, sul tavolo, divorando tutto ciò che gli capitava sotto gli occhi.
"Scusa!" disse sfilandomi dalla mano un muffin. 
"Tieni pure..."
Mi riavvicinai alla surfista, che ancora rideva.
"Ragazze!" arrivò Leshawna, trascinando Harold.
"Ehi!" salutò Bridgette.
"Cos'ha fatto il tuo fidanzatino?" dissi guardando il suo naso, fasciato.
"Oh, il mio fidanzatino era stato preso a pugni dal tuo fidanzatino, ricordi?" rispose infastidita.
"Te lo ha rotto?" chiesi preoccupata.
"Data la velocità e la massa esercitata dal tuo ragazzo sul pugno, sulla mia cartilagine fragile del naso...direi proprio di sì." 
"Ehm...ok..." ribattei confusa dalle sue parole.
"Approposito, eccoli che arrivano!" cinguettò Bridgette.
"Uuuhuuuh! Ragazze!" ululò Geoff con una chitarra elettrica in mano. "Siamo pronti a spaccare!!"
"Amoore!" la ragazza si fiondò su di lui, limonando appassionatamente. Che novità!
Duncan invece rimase ad ammirarmi. "Sei bellissima..." mormorò malizioso, avvicinandomi a sè. 
"Anche tu.." risposi arrossendo. Mi baciò dolcemente.
"Ci vediamo tra poco." mi sussurrò accarezzandomi i capelli. "Andiamo ragazzi?" si rivolse poi agli altri.
"Certo!" disse eccitato Dj.
Prima di andarsene, il punk notò Trent avvicinarsi a noi. Lo fulminò con lo sguardo, poi si girò verso di me. "Gli hai detto tu di venire?"
"No, lui sarebbe venuto lo stesso. Gli ho solo detto che c'ero anch'io!" gli spiegai.
"Ciao..." mormorò il chitarrista, mentre Duncan ancora lo guardava brutto.
"Dov'è la tua amichetta?" lo schernì.
"Non lo so e non mi interessa." rispose freddo Trent, cercando di ignorarlo.
"Andiamo, il pubblico ci aspetta." si allontanò con gli amici. Geoff si staccò di malavoglia da Bridgette "Ci vediamo dopo piccola!" urlò mentre veniva trascinato
da Alejandro.
"Già mi manchi Geoffino!!" 


Il rumore della folla fu interrotto dal discorso al microfono del surfista.
"Eeeeeh..diamo inizio al Roooooock!!"
I ragazzi si prepararono sul palco, accompagnati dagli applausi e dalle urla di tutta la scuola.


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Capitolo 25
*** Il concerto ***


Dj iniziò con la batteria.
Duncan e Geoff si posizionarono al centro del palco, con i loro microfoni e le loro chitarre elettriche.

 
Tonight my head is spinning
I need something to pick me up
I've tried but nothing is workin'
I won't stop
I won't say i've had enough

Wow...erano davvero bravissimi. Le loro voci erano accompagnate dalle urla delle ragazzine, e dal battito delle mani di tutti.
Alejandro suonava il suo basso, ed ogni tanto lanciava frecciatine ad Heather, che prontamente ignorava con smorfie di disgusto.
 
Break away from everybody
Break away from everything
If you can't stand the way this place is
Take yourself to higher places
 
Higher places, to higher places, higher places,
Take yourself to higher places

Duncan finì la sua strofa, seguito dai mille applausi e fischi.
"E adesso!" urlò il festaiolo gasato "...Aspettate. Tizio, passami quella bottiglia..." si abbassò sussurrando ad un ragazzo, che gli passò la birra.
La bevve tutta d'un sorso "Diamoci dentro con un altro pezzo!! Vai Duncan!" 

Geoff accordò la chitarra.

 
Prison gates won't open up for me 
On these hands and knees I'm crawlin' 
Oh, I reach for you 
Well I'm terrified of these four walls 
These iron bars can't hold my soul in 
All I need is you 
Come please I'm callin' 
And oh I scream for you 
Hurry I'm fallin', I'm fallin'.

"E' davvero bravo, eh?" si avvicinò a me Trent, porgendomi un drink.
"Eh sì.." squadrai il bicchiere "Ricordi l'ultima volta che mi sono ubriacata? Lasciamo perdere." lo allontanai.
Il chitarrista cominciò a ridere "Sì, e come scordarlo..." cambiò poi umore.

 
Say it for me 
Say it to me 
And I'll leave this life behind me 
Say it if it's worth saving me.

Guardavo ammirata Duncan che cantava, ed ogni tanto ci scambiavamo qualche sorrisetto.
"Courtney sarà qui in giro secondo te?" mi chiese poi Trent.
"Non credo..."

All I need is you 
Come please I'm callin' 
And oh, I scream for you 
Hurry I'm fallin', I'm fallin', I'm fallin'.

Hurry I'm fallin'.

La canzone finì, ma Duncan non si staccò dal microfono.
"Gwen" invocò il mio nome. "Sali sul palco!"
"C-cosa?" mi agitai un po', visto che avevo tutti gli sguardi della gente addosso.
"Avanti!" continuò Geoff.
La folla mi fece spazio, mentre raggiungevo i ragazzi.
Duncan mi aiutò prendendomi per mano e mi avvicinò a lui.
"E adesso, come ultimo pezzo...Gwendoline ci canterà un pezzo che ha preparato lei!"
Da quando non mi chiamava più Gwendoline..? "Sono Gwen!" ribattei, poi mi allontanai dal microfono. "Quale pezzo dovrei cantare? Davanti a tutti poi?!"
Il ragazzo scoppiò a ridere, vedendomi nervosa. "Quella che avete cantato tu e Bridgette tempo fa." mi porse la chitarra.
Ecco perché mi aveva chiesto di impararla.
"Aaah. Beh...ok." mi rigirai verso il pubblico.
Il punk fece cenno a Dj di partire, mentre io mi schiarivo la voce.

 
Let em know that we’re still Rock n roll 

I don’t care about my makeup 
I like it better with my jeans all ripped out 
Don’t know how to keep my mouth shut 
You say so what (what)

La folla, attenta a sentire la mia voce, iniziò a battere le mani a tempo.

I am the mother fucking princess 
You still love me.


Some some way 
We’ll be getting out of this 
time one day 
You’re the only that I 
want with me 
You know how the story goes 

Impugnai il microfono, lanciando occhiatine a Duncan.

When it’s you and me 
We don’t need no one to tell us who to be 
We’ll keep turning up the radio 
Well it’s you and I 
Just put up a middle finger to the sky 
Let them know we’re still rock N roll 

Ehy hey hey
Rock N roll 
Hey hey hey 
Rock N roll 
Hey hey hey

Suonai l'assolo con la chitarra mentre Dj mi accompagnava con la batteria.
 
Yeeah.

When it’s you and me 
We don’t need no one to tell us who to be 
We’ll keep turning up the radio 
Well it’s you and I 
Just put up a middle finger to the sky 
Let them know we’re still rock N roll 

Rock N roll!

Finalmente avevo finito. Stavo aspettavo qualche pomodoro in faccia. Invece, sentii fischi ed urla che invocavano il mio nome "Vai Gween!"
"Wow..." riuscii a dire, mentre Duncan mi raggiunse abbracciandomi. "Sei stata bravissima!"
Sorrisi ricambiando l'abbraccio, ma, in fondo alla palestra, notai Courtney da sola, seduta ad ammirare lo spettacolo.
"E questo era l'ult-"
"No, aspetta..." bloccai il festaiolo, che stava annunciando la fine della festa. "Posso...cantare un ultimo pezzo?"
"Ehm..ok..." rispose. "C'è stato un cambio di programma! La nostra Gwen canterà un'ultima volta!"
Mi porse il microfono.
"Questa...la dedico ad una persona, che adesso è qui presente."

 
I couldn't tell you why she felt that way, 
She felt it everyday. 
And I couldn't help her, 
I just watched her make the same mistakes again. 

Fissavo continuamente Courtney, che stava ascoltando ogni parola.

What's wrong, what's wrong now? 
Too many, too many problems.
Don't know where she belongs, where she belongs. 
She wants to go home, but nobody's home. 
It's where she lies, broken inside. 
With no place to go, no place to go to dry her eyes. 
Broken inside. 

Si alzò in piedi. Nessuno si era accorto della sua presenza, nemmeno Duncan.
Io continuavo a fulminarla con lo sguardo.

Her feelings she hides. 
Her dreams she can't find. 
She's losing her mind. 
She's fallen behind. 
She can't find her place. 
She's losing her faith. 
She's fallen from grace. 
She's all over the place. 

Yeaah.

La perfettina scappò fuori.
"Court!" urlai, buttando gli strumenti a terra e rincorrendola.

Ora ero fuori dalla palestra. Courtney si era bloccata non molto lontano.
La raggiunsi. "So i tuoi sentimenti per Duncan!" si girò.
Le lacrime rigavano il suo viso. "Tu non sai nulla!" mi urlò contro.
"Non te l'ho rubato! Non dare la colpa a me!" 
"Non sai cosa provo io!" singhiozzava ripetutamente.
"In passato ho sofferto molto più di te-"
"Lo so." si asciugò gli occhi, poi mi fulminò "Ormai, manca poco. Manca solo qualche accordo con i miei avvocati..." ghignò, ritornando maligna.
"Io n-non capisco..." balbettai.
"Capirai." si limitò a dire.
Se ne andò, notando Duncan che ci raggiungeva.
"Che ti è preso? Perché eri con lei?" domandò preoccupato.
"Accompagnami a casa..." mormorai. "...Sono stanca..."

 
Ciao a tutti!
Sinceramente non mi convince molto. Gwen che canta(?) Wow che fantasia che ho. :')
La vendetta di Courtney è vicina! Pazientate un po'..mahauhahau.
Le canzoni sono:

1.Three Days Grace - Break
2.Nickelback - Savin' me
3.Avril Lavigne - Rock n Roll
4.Avril Lavigne - Nobody's Home

Leggete il testo ascoltando le canzoni (non sono proprio precise col testo, però danno più l'idea.)
Fatemi sapere com'è XD E se ci sono errori c:
gwuncan99

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Capitolo 26
*** Un Natale...con qualche imprevisto ***


"Aah...il Natale, la festa che riunisce tutta la famiglia..."
Io e Duncan ci guardammo confusi. "Ehm...mamma. Ci siamo solo io e te nella famiglia...E mi pare che stiamo insieme tutti i giorn-"
"Son dettagli cara." ribatté continuando ad ammirare il luccicante albero di Natale, con la nauseante musichetta di sottofondo.

 
We wish you a Merry Christmas,
We wish you a Merry Christmas...

"Posso farvi una foto?"
"NO!"
"Daai..un bacetto sotto il vischio!" prese la macchinetta fotografica.
"Non è una cattiva idea!" cercò di convincermi Duncan, che mi prese la mano.
"Va bene..." ci alzammo dal divano.
"Lì sotto! ...Sì bravi. Ora..fate cheese!"
"Come facciamo a parlare se ci baciamo?!" sbottai io.
"Andiamo!" il punk, malizioso, mi prese per la vita e mi avvicinò a lui, dandomi il tanto atteso bacio sotto il vischio che quella malata di mia madre voleva immortalare.
"Perfetta!" disse, prendendo la foto dalla sua vecchia Polaroid. "Siete proprio una bella coppia!"
Duncan ghignò malizioso, prendendomi per i fianchi. "Poco ma sicuro..." dissi io.
"Ora basta smancerie, è pronta la cena!" 


"Questo è per te!" Sophie mi porse un pacco regalo. "E questo è per te!" fece lo stesso con Duncan.
Aprii il mio per prima. "Carina, e...calda" era una sciarpa, sicuramente fatta da lei.
"L'ho fatta io!" ecco appunto. 
Beh, è il pensiero che conta! E poi non era brutta...
Sono curiosa di sapere cosa ha fatto per Duncan.
"Una felpa...grazie!" prese dal pacchetto l'indumento.
"Ah, e questo me lo avevano dato prima Geoff e Bridgette. E' per voi!" 
"Ehm..." io e Duncan ci guardammo imbarazzatissimi. "Un pacco di profilattici?! No, dico. Un pacco di profilattici??!!" dissi sconvolta.
Ma che regalo era? Bridgette voleva rinfacciarmi il mio errore di non averlo usato tempo fa? E poi...non mi sembra ci sia stata qualche conseguenza!
"Vi torneranno utili!" ribatté maliziosa Sophie.
Ora i dubbi mi stavano mangiando viva.
Dovevo al più presto avere delle certezze...

***

Camminavamo mano nella mano per le strade affollate di Toronto.
Le luci natalizie, i bambini nei negozi di giocattoli a scegliere i loro regali, le coppiette, i falsi Babbo Natale ad ogni angolo...e poi, io tra le braccia di Duncan...
Questo rendeva il Natale più piacevole. Cosa che io ho sempre odiato. Io e mia madre abbiamo sempre passato il Natale da sole...ma adesso, c'era anche lui nella mia famiglia!
"Hai freddo?" mi sussurrò notando le mie mani gelide. 
"Direi..." cercai di coprirle con il giubbotto, ma lui me le prese, coprendole con i suoi guanti caldi.
"Dolce coppietta, volete stuzzicare questi dolcetti?" un negoziante in mezzo alla strada ci porse sotto gli occhi un piatto di torroncini.
"Certo!" il punk ne prese uno. "E tu?"
Io...
"Duncan, ho la nausea..." scappai dentro un bar, sperando di trovare un bagno.
Il ragazzo, confuso, mi rincorse, non prima di aver preso due o tre torroncini per mangiarseli in un secondo momento.
"Gwen!" bussò alla porta, da dove si sentivano i miei lamenti, mentre vomitavo.
"Non preoccuparti, sto bene!" tossii. "Sarà stato per la vista di quei dolcetti.."
Dopo 5 minuti uscii dal bagno.
"Come stai?" mi abbracciò.
"Meglio..." 
"Andiamo a casa?"
"Si..."

"St-sta nevicando!" sorrisi guardando alcuni fiocchi di neve cadere dal cielo.
Il ragazzo mi abbracciò da dietro "Bello eh?" mi scompigliò i capelli.
"Si!" sembravo una bambina che non aveva mai visto nevicare.
Ammiravo a bocca aperta le strade che pian piano si imbiancavano.
"Sono così infantile.." mormorai. "Sembro una bambina!"
"Tu sei la mia piccola..."  mi baciò la fronte.
"Mi fai venire la nausea!" scherzai io.
"Approposito! Andiamo a prendere qualcosa per la tua nausea?"
"In farmacia?" chiesi.
"Si, e dove sennò?" ribatté ovvio.
"Mmh...Ok vado io...Tu...prendi qualcosa per Sophie. Non so, qualche dolce!" cercai di inventare qualcosa per non andare con lui.
"Va bene." 

Dovevo pur trovare una scusa per prendere quello  che mi interessava.
"Buonasera, mi serve un..."

***

"Mi fai compagnia anche stanotte?" mi accoccolai vicino a Duncan sul letto.
"Eh sì." si tolse i vestiti, rimanendo in boxer. 
"Ok...arrivo subito..." Intanto lui si coprì sotto le coperte.
Presi la borsetta di nascosto e corsi in bagno.

"Ok, Gwen, calma." dissi tra me e me. 
"Devo solo fare..."

"Bene, ora non mi resta che aspettare..."
Che ansia...
In quella manciata di secondi mi passarono davanti agli occhi molti ricordi.
Io e Dj che giocavamo da bambini. Il primo anno di liceo. Scott. Il suo tentativo di violentarmi. Duncan, Geoff, Bridgette. Il primo bacio con Duncan...
Courtney e le sue vendette. Non si fa sentire da quasi un mese...Non so se preoccuparmi o no...
Poi, Trent, e...La prima volta con Duncan...
Mi risvegliai dal mio trans, ed abbassai lo sguardo sul test.

Non ci credo.

Sono incinta...
Sono...INCINTA?

 

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Capitolo 27
*** Cos'è questo? ***


Per un attimo mi girò la testa. Stavo per avere un mancamento, ma non potevo permettermi di svenire.
Insomma, svenire in bagno, col rischio di rompermi la testa, o di farmi trovare col test in mano. Duncan l'avrebbe scoperto. Mamma l'avrebbe scoperto.
Camminavo avanti e indietro, come se avesse potuto aiutarmi in qualcosa.
Cosa potevo fare in queste situazioni?
Riguardai il test.
1 mese e mezzo. Sono ancora in tempo per abortir- Nonono...come potrei uccidere mio figlio? Nostro figlio.
Nostro figlio...Che sensazione strana dire queste parole.
Mio figlio. Il figlio di Duncan. Io sono mamma,  lui è un papà.
Cominciai a piangere come una scema. 
E se mi abbandonasse come ha fatto mio padre? 
"Gwen...ti senti bene?" Duncan mi chiamò dalla camera.
Buttai velocemente il test nel cestino, ed uscii nel bagno.
"Sisi...Avevo di nuovo un po' di nausea...ora tutto bene..." mormorai, spogliandomi.
Indossai solo una maglia lunga fino alle ginocchia, e mi infilai sotto le coperte con Duncan, che mi accolse tra le sue braccia.
Mi accovacciai con la testa sulla sua spalla, stringendolo forte.
"Qualcosa non va?" mi sussurrò accarezzandomi i capelli.
"No, sto bene...qui con te..." mi girai baciandogli la guancia.
Il ragazzo si sciolse a quel mio gesto, non preoccupandosi più.
"Tu mi ami davvero?" chiesi così dal nulla.
"Perché me lo chiedi?" rispose confuso, stringendomi più forte.
"Ho..paura, che tu prima o poi possa abbandonarmi..."
"Mai e poi mai. Certo che ti amo!" i nostri occhi si incontrarono.
"Qualsiasi cosa accada?" continuai.
"Qualsiasi cosa accada." sorrise, mordendomi il labbro inferiore.
"Ahi...cos'era questo?"
"E' per aver dubitato di me!" ghignò malizioso.
"Ah sì?" ricambiai baciandolo.
"E questo cos'era?"
"E per aver dato un senso alla mia vita." ripoggiai la testa sulla sua spalla.
Duncan stava per ribattere, ma si accorse che ero già sprofondata nel sonno.

***

Ormai erano due giorni che non avevo fiatato.
Aspettavo solo l'arrivo di Bridgette e Geoff, che erano partiti per un viaggio in Europa.
Ma come potevo dirlo prima alla mia amica e non all'interessato?
Stavamo andando alla stazione, ad attendere proprio la coppia.
Si, avevo un assoluto bisogno di parlare con lei. Mi avrebbe capita, spero.
"Gwen! Duncan!" Bridgette ci saltò addosso, appena scese dal treno.
Geoff arrivò dietro, con tre o quattro valigie. "Potresti anche aiutarmi, piccola!"
"Oh sì, scusami amore!" prese la più piccola che aveva.
"Come va amico?" battè il cinque a Duncan.
"Benissimo! Com'è stato il viaggio?" ribatté.
"Perfetto!"
"La Torre Eifell è così romantica!" sospirò la surfista.
"Poi abbiamo visitato l'Italia!" disse Geoff "La pizza italiana, dovreste proprio assaggiarla!"
"Così mi fate venire più fame di quanta non ne abbia ora..." mormorai io massaggiandomi la pancia.
"Allora andiamo  a mangiare! Dovete raccontarmi cos'avete fatto a Natale!" propose Bridgette.
"Ho tante cose da raccontarti, Bri!"

"Il nostro regalo l'avete ricevuto?" sghignazzò Geoff, dando una gomitata a Duncan.
"Si." risposi secca.
"Era solo uno scherzo!" si giustificò Bridgette.
"Non credo li avranno buttati!" continuò a ridere malizioso il festaiolo, stuzzicando di più il punk, ormai sul punto di strangolarlo.
"Sei molto divertente Geoff." addentò la sua ciambella.
"Lo so!" rise.
"Dove avete passato il Natale?" cambiò discorso.
"A Londra!" rispose la surfista.
"Avete fatto un po' il giro di tutta l'Europa?" chiesi io.
"Si!" rispose "E voi che avete fatto?"
"A casa mia..." risposi. "E poi abbiamo fatto un giretto per la città..."
"Poi Gwen si è sentita male e siamo ritornati a casa sua..." aggiunse Duncan.
"Ti sei sentita male?" si preoccupò Bridgette.
"Oh, solo un po' di nausea...niente di più...heheheheh.." risposi nervosamente, prendendo il cellulare.
Digitai velocemente un messaggio, mentre i ragazzi distolsero lo sguardo su di me, continuando a mangiare.
Incontrai lo sguardo confuso della surfista. Le feci cenno di stare zitta.
Ricevette il messaggio.

Dobbiamo parlare.
-Gwen.

"Ragazzi, io e Gwen andiamo a casa sua a prendere...una cosa che ho scordato da lei!" Bri si alzò dal tavolo, incitandomi a seguirla. "Sistemi tu le valigie a casa mia Geoff?"
"Si certo, ciao zuccherino!" si baciarono velocemente.

***

"Bri..è una cosa importantissima..." dissi aprendo la porta di casa.
"Sì ma non tenermi sulle spine!" ribatté nervosamente.
"Un attimo, non possiamo parlarne in mezzo alla strada!"
"Ah..allora è seria la cosa.."
Salimmo le scale.
"Si, mi serve un tuo parere su..." mi bloccai davanti la porta del bagno.
"Su?" mi incitò a continuare, poi seguì il mio sguardo, notando mia madre davanti a noi.
"Gwendolyne Nelson. Mi spieghi cos'è questo?" disse con un misto di rabbia e confusione, sventolando il test di gravidanza.
Bridgette si girò verso di me scioccata, mentre io ormai non riuscivo più a trattenere le lacrime.

 
Il terzo capitolo di questo giorno lo dedico a Rocker_wolf_love <3
Spero ti piaccia, anche se è un po' corto :P
Recensite ^^
baci, gwuncan99!

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Capitolo 28
*** Una giornata movimentata ***


Camminavo a testa bassa. Oltrepassai il cancello della scuola. Le parole di mia madre mi rimbombavano nella mente.
Avevamo pianto insieme, quel giorno. Il giorno in cui aveva trovato il mio test di gravidanza nel cestino. Bridgette mi consolava.
Mia madre mi capiva. Anche lei era rimasta incinta a 16 anni, ma lei era sola, abbandonata da suo marito, da mio padre.
No, io urlavo. Cercavo di autoconvincermi che Duncan non era così, e in effetti non lo era.
Sophie dice che sono ancora in tempo per abortire, ma io non voglio. Anche a costo di giocarmi la mia adolescenza. Mio figlio non morirà.
Ecco, un' altra volta la nausea.
Corsi nel primo bagno più vicino a me.
Certo, dovevo soffrire di nausea per mesi, di mal di schiena, di qualsiasi cosa. Ma questo e altro per mettere al mondo il mio bambino. O bambina.
"Gwen, sei tu?"
Tossii ripetutamente. "Bridgette?" urlai.
"Si...sono io."
Mi lavai la faccia ed uscii, abbracciando la surfista. 
"Come stai?" mi sussurrò dolcemente.
"Non lo so..." mi limitai a dire.
E' vero. Non sapevo nemmeno io come stavo. Ero felice al pensiero che dentro di me si muoveva un piccolo essere vivente, ma ero triste, perché, infondo, ero ancora una sedicenne...E poi dovevo vedere come l 'avrebbe presa Duncan.
"Il paparino lo sa?" cercò di farmi sorridere.
"Ancora no..." mormorai.
"E quando hai intenzione di dirglielo? E' passata una settimana da quando lo s-"
"Il più presto possibile...Dammi il tempo di riprendermi un po'..."

"Mmh...vediamo un po' chi possiamo interrogare oggi.." mormorò la professoressa guardando attentamente la classe.
Scorse col dito il registro, poi alzò lo sguardo, abbassando gli occhiali.
"Nelson." 
La squadrai.
"Hai studiato cara?" sorrise sadica.
"Più o meno." mi alzai, raggiungendo la lavagna.
"E anche...Smith!" 
Duncan sbuffò, e si alzò di malavoglia dalla sedia.
"Pronta per prendere 4?" mi sussurrò ironico.
Non risposi. La testa mi scoppiava. Rimasi con la mano sulla fronte per un po'.
"Allora, iniziamo con te Gwen." cinguettò la professoressa "Gwen?"
"Gwen!"

"M-ma...cosa?" balbettai. "Dove sono?" Mi guardai attorno spaesata.
"In infermeria..." Duncan era seduto accanto a me.
"Perché?"
"Sei svenuta poco fa, e per fortuna c'ero io che ti ho presa al volo." accennò un sorriso.
"Ah...grazie..." gli strinsi la mano. "Senti...c'è una cosa importantissima che devo dirti..."
"Dimmi tutto."
"Nelson, tua madre è arrivata." entrò l'infermiera, interrompendomi.
Stavo per farcela!
Mi alzai dal lettino. 
"Allora, parliamo oggi a casa tua?" disse Duncan aiutandomi.
"Sì..."
"Amooore!" urlò mia madre entrando in infermeria. Mi poggiò la mano sulla fronte "Scotti un po'. Hai la febbre!"
"Mamma. Andiamo?"
"Certo, devo portarti da una parte!" rispose.
"Ok, ciao Duncan." baciai sulla guancia il ragazzo, ed uscii con Sophie.

"Dove stiamo andando di preciso?" ruppi il silenzio che si era creato in macchina.
"Volevo portarti oggi, ma già che ci siam-"
"Dove però?!"
"In ospedale a fare l'ecografia, amore!" sorrise girandosi verso di me.
"Q-quindi...vedrò mio figlio?" a stento trattenevo le lacrime.
"O figlia!" precisò.
Abbassai lo sguardo, accarezzandomi il ventre. 
"Mamma..."
"Sì?"
"Avrei preferito avere anche Duncan vicino a me..." mormorai.
Sophie poggiò una mano sulle mie. "Può sempre vedere l'ecografia! La prima foto di vostro figlio!" accennò un sorriso, per farmi tornare il buon umore.
"Hai ragione..."
***

Ero nervosissima. Mangiavo biscotti da mezz'ora. Maledetta macchinetta.
"Gwen, mangiare troppo ti farà male!" mi sgridò Sophie.
"Ma adesso mangio per due!" 
Che scusa...
"Nelson Sophie e Gwen?" uscì dalla stanza una dottoressa.
"Sì, siamo noi!" mia madre si alzò prendendomi per mano.
Dalla porta uscì una ragazza, forse della mia stessa età, col pancione. Stringeva la mano ad un altro ragazzo, il suo fidanzato?
Vorrei averlo anch'io vicino a me...
"Allora ragazzina, pronta a scoprire il sesso del tuo marmocchio?" disse quasi scocciata l'obesa dottoressa che maneggiava un computer.
Sbuffai.
Mi fecero stendere sul lettino. Un'infermiera, credo sia più socievole dell'altra, mi passò un gel sul ventre, e poi poggiò la sonda.
Lo schermo avanti a me illustrò qualcosa. Mosse la sonda un po' su tutta la pancia.
Le infermiere fissarono l'immagine per qualche secondo, parlando tra loro, poi una di loro si girò verso di me.
"Gwen, giusto?" mi chiese.
"S-si..."
"Bene, Gwen." indicò il monitor "Questa, è tua figlia."
"E'...una femmina?" sorrisi.
La signora mi fece cenno di sì.
Sophie piangeva disperata. "Guarda, si sente già il battito del cuore!" commentò ammirando l'immagine.
Anch'io fissavo il monitor. Mia figlia...
Ho deciso. Oggi Duncan saprà tutto.

"Mi raccomando, mangia qualcosa al volo e poi vai a metterti a letto! Sennò la febbre aumenta!" 
Scesi dall'auto. "Si mamma."
"Tieni! Te la stavi scordando!" mi porse l'ecografia. "A dopo!" si allontanò con l'auto.
Mi avvicinai alla porta. Ammiravo l'ecografia, cercando di localizzare il feto.
"Che carina..." sussurrai sorridendo.
Il suono del cellulare mi risvegliò dai miei pensieri. Un messaggio, da un numero non registrato nella rubrica...

Finalmente. I miei avvocati ci sono riusciti a farlo uscire dal riformatorio!
Ops, forse sono stata troppo esplicita, ma ormai è troppo tardi.
-Courtney, sempre un passo avanti a te.

Cosa cazzo significa tutto questo?
Entrai a casa, buttando a terra lo zaino.
"Ciao Gwen."
Quella voce...
"S-Scott?!"

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Capitolo 29
*** Chi non muore si rivede ***


"Ti ricordi di me, quindi." si alzò dal divano, col suo sorriso bastardo.
"Come potrei scordarmi." dissi indietreggiando.
"Hai paura?" si avvicinò.
"N-no." abbassai lo sguardo, avvertendo il ragazzo ormai vicino a me.
Mi accarezzò il viso, poi abbassò lo sguardo. "E quello cos'è?" mi strappò dalle mani la foto.
"Niente." deglutii a vuoto.
"Bene bene. Vedo che ti sei data da fare in mia assenza." ghignò.
"Non sono affari tuoi."
"E invece sì." stracciò in due l'ecografia.
"NO!" urlai, ma ormai il danno era fatto.
Mi abbassai a raccogliere i pezzi, che furono bagnati dalle mie lacrime.
"CHI E'?!" mi gridò prendendomi i capelli.
"Chi?.."
"Quello con cui ti sei divertita a scopare mentre io ero in riformatorio!" mi fece alzare, sbattendomi al muro.
"Courtney te l'avrà detto..." accarezzavo nervosamente il ventre.
"Allora è vero. Ti fai il mio amico quindi?!" mi ringhiò in faccia.
"Non è più il tuo amico, Scott!" lo strattonai. "Non dopo quello che mi hai fatto passare!"
"Ah sì?" si allontanò, girando per tutto il salotto.
"M-ma...io non sono più quella ragazzina che faceva ogni cosa pur di stare con te...E nemmeno tu sei un ragazzino! Potresti andare in carcere, solo per rendere felice Courtney?!" rimasi in silenzio, aspettando di incontrare il suo sguardo. "Non sapevo che Scott Watson si facesse comandare da una femmina." lo provocai, ghignando.
Il ragazzo, come risposta, diede un pugno sul muro, rompendo un quadro. La foto di Natale con Duncan...
"Io a Courtney le devo tutto! Mi ha fatto uscire da quel posto di merda!" urlò.
"Per rientrare poi in uno peggiore?!" ribattei.
"Non usare questo tono con me, Gwen!" si riavvicinò.
"S-Scott...per favore, ragiona."
"Ragiona un cazzo!" ritornò col viso attaccato al mio.
Una lacrima rigò il mio volto. Mi inginocchiai a terra.
"Cosa vuoi da me?" mormorai rassegnata.
"Allora...fammi pensare...Courtney me ne ha dette di tutti i colori su te e Duncan..." si grattò la testa come per pensare, poi estrasse un foglietto. "Mi ha dato questa piccola lista..." la aprì, rivelandosi tutt'altro che una piccola lista.
Deglutii.
"Gwen è una darkettona che deve morire blablabla...Duncan si pentirà di avermi lasciata blablabla...E' uno scimmione bucato senza speranze....Oh, ecco! Fai lasciare Gwen e Duncan blablabla...Lascio a te la scelta di farlo come vuoi." sbuffò. "Va bene bambolina?"
"Non chiamarmi bambolina, Scott." ringhiai.
Sospirò pesantemente. "Ho bisogno di una birra..." si diresse in cucina.
Che faccio..? Che faccio?!
In cucina...lì ci sono coltelli e roba simile...Oh mio dio...
Respira Gwen, respira. Non sei sola, hai tua figlia qui con te...
Oh mio dio! C'è mia figlia qui! E se volesse farle del male??
Presi il cellulare nervosamente, digitando i numeri.
"Avanti Duncan...rispondi..." 
"Credi di essere così furba, ragazzina?" ghignò la iena, prendendomi il telefono dalla mano.
"Speravo di esserlo..."
-Pronto?-  Duncan aveva risposto!
"Dunca-"
"Amico! Da quanto tempo!!" rispose Scott, mettendo il vivavoce.
-Scott?!-
"Esatto. Sono venuto a fare una visitina alla vecchia Gwen." mi fissò sadico.
-Cosa vuoi?! Dove siete?!-
"Calmati paparino!" 
Ecco qua. Doveva saperlo nel peggiore dei modi.
-Cosa?-
Scott cominciò a ridere maligno. "Come cosa? ...Gwen!" ora ce l'aveva con me. "Non dirmi che il tuo Duncan non sa nulla!"
-C-che...-
"Gli avrei parlato oggi..." mormorai. "Passamelo per favore!"
"Nono!" mi allontanò il cellulare. "Mi dispiace Duncan, ma adesso devo proprio riattaccare. Ho una questione da risolvere!" 
-No!- riagganciò.
"Lascerai Duncan? Così faremo felice Courtney!" mi propose.
"Mai!" urlai.
"Oh bene, allora devo fare con le cattive." mi buttò a terra. "Questo farà molto male al mostriciattolo!"
"NOO!" Scott si bloccò.
"Dawn?" invocammo il suo nome in coro.
"M-ma...come sei entrata?" chiesi confusa.
"Non è importante adesso." si chinò per soccorrermi. "Scott. Cosa ti salta in testa?"
"Vi conoscete?"
"Si...in riformatorio l'ho aiutato...e non sapevo fossi tu la ragazza di cui parlava!"
"Pff...non volevo farle nulla!" il ragazzo incrociò le braccia.
"Ah sì? Allora cosa stavi facendo a..." si bloccò a fissarmi. "Gwen...ma tu sei..."
"Incinta. Sì.." abbassai la testa.
"E tu avresti il coraggio di picchiare una ragazza in gravidanza?! Pensavo fossi cambiato, Scott!" 
"Non sono io che volevo farlo...era Courtney!" si giustificò lui, avvicinandosi alla ragazza.
"E tu l'avresti fatto, certo!" i due cominciarono a bisticciare.
Mmh...c'è qualcosa tra loro...
Sto perdendo solo tempo...devo chiamare la polizia, e Duncan!
"No Gwen...non chiamare la polizia..." disse Dawn.
"Cosa?"
"L'aura di Scott è diversa...lui è cambiato..." spiegò.
"Sbaglio o lo stai difendendo? Stava uccidendo mia figlia!" quasi urlavo.
"Non gliel'avrei permesso...e non l'avrebbe fatto. Fidati di me..."
Il ragazzo mi passò il cellulare. "Chiama Duncan, se vuoi..."
Parli del diavolo. La porta si aprì di colpo, ed entro il punk, seguito dal preside che gliele diceva di tutti i colori.
Duncan si buttò su Scott dandogli un pugno in pieno volto, che lo fece cadere a terra privo di sensi.

***

Chris non la smetteva più di ridere a crepapelle. "N-non ho parole! Siete i ragazzi più pazzi che io abbia mai avuto nel mio istituto!" si asciugò le lacrime. "Ti sei catapultato fuori dalla scuola per andare a picchiare una persona?" riscoppiò di nuovo a ridere. "Questa volta una sospensione non te la toglie nessuno, ragazzo mio!" poggiò la mano sulla spalla di Duncan, che gliela spostò bruscamente.
"Non toccarmi. Mi contageresti con la tua malattia mentale." sputò acido.
"Ti rendi conto che ora siamo in ospedale a vedere come sta quello lì? Come si chiama...Scott?" sgranò gli occhi. "Aspettate...La responsabilità ora è della scuola che ti ha fatto uscire! Quindi ora devo sganciare io il denaro per l'assicurazione?!"
"Esatto, McLean." ribatté Dawn.
Il preside fulminò Duncan, che rideva sotto i baffi. "Tu...TU! Me la pagherai cara! Ti riempirò di interrogazioni fino alla fine dell'anno!" detto questo, se ne andò.
Il punk si sedette accanto a me. "E tu...cos'hai da dirmi?" si fece serio.
"Ehm...La dottoressa ci sta chiamando. Io intanto entro a vedere Scott, ok ragazzi?" disse Dawn.
Feci cenno di sì con la testa.
Finalmente eravamo soli, per parlare.
"Come stai?" chiese preoccupato.
"Me la cavo..."
"Cosa voleva dire Scott al telefono?" si stava agitando.
"Ecco...sì, devo farti vedere una cosa." estrassi dalla tasca i pezzi dell'ecografia che avevo recuperato a casa.
Duncan li prese, unendoli.
"Questa è tua figlia, Duncan..." dissi con un filo di voce.
Il ragazzo sgranò gli occhi, fissando la foto. "C-che, cosa?..." abbassò lo sguardo sul mio ventre, poi mi guardò negli occhi. "L-lei è...I-io sono...I-io sono, p-papà?" balbettò parole incomprensibili.
"Non lo accetti?" abbassai la testa.
"Nono! Come ti salta in mente?" poggiò le mani sulle mie, che accarezzavano la pancia. "Da quanto tempo lo sai...?"
"Una settimana..."
Il ragazzo mi alzò il mento con l'indice. "Gwen! E' n-nostra figlia!" sorrise. "Siamo genitori! Ti rendi conto?" mi strinse forte a lui. "Io, te, e lei...Siamo una famiglia adesso, per sempre..."
"Duncan?" lo scostai, notando i suoi occhi lucidi. "S-stai piangendo?" mi stupii, commovendomi anch'io.
"Che c'è? I maschi non possono piangere?" disse malizioso.
"N-non me lo aspettavo...da te..."
Si asciugò gli occhi. "Sto diventando padre...Tu sei la madre di mia figlia...Cosa posso desiderare di meglio?" mi baciò dolcemente.


"Se quel delinquente ti ha toccato un solo capello, vado lì dentro e lo distruggo!" disse alzandosi.
"No...o almeno, Dawn ha fatto in tempo a venire..." risposi io.
"E cosa centra Dawn?"
"Credo sia stata una specie di psicologa di Scott...boh..."
Mi prese per mano, e raggiungemmo la porta della stanza dove c'erano i due ragazzi.
"Duncan..." 
"Sì?"
"E' stata Courtney a chiamare Scott..." gli spiegai, lasciandolo senza parole.
"COSA?!"

 

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Capitolo 30
*** Progetti per il futuro ***


"Cosa?!"
"Sì...ma, lasciamola perder-"
"Certo che no! Ora vedi te cosa le combino domani! Ma adesso ho un conto in sospeso con quella carota pelata!" Duncan entrò nella stanza, molto alterato.
"Ritocca Gwen con un solo dito e la prossima volta ti mando al cimitero, malato!" si avvicinò pericolosamente a Scott, che ghignò.
Sembrava molto tranquillo...Ah certo, crede di stare al sicuro con Dawn al suo fianco?
"Calmati Duncan....non eravamo migliori amici una volta?"
"Ho smesso da un sacco di anni di esserti amico! E dopo quello che hai fatto a Gwen vorrei non esserlo mai stato." ribatté il punk.
"Pff...Lasciamoci il passato alle spalle. Infondo non le ho fatto nulla di che-"
"M-ma...non ti vergogni solo a dirle, certe cose?!" mi intromisi io scioccata.
"Ero uno stupido ragazzino. Ora le cose sono cambiate."
"Ah...certo! Allora prima non stavi cercando di prendermi a calci..." dissi, prima di ricordarmi che c'era un Duncan con uno stato piuttosto omicida accanto a me. "Ehm..."
"Tu...TU! Ti rendi conto che così avresti ucciso mia figlia?" il ragazzo si fiondò, di nuovo, su Scott, ma fu bloccato da tre infermieri che vennero in soccorso.
"Io ti uccido, Scott!" minacciò, mentre veniva cacciato dalla stanza.
Dopo la sua uscita, calò il silenzio.
Io, a disagio, mi girai verso il rosso, che stava sbuffando. "Tu non sei cambiato..." mormorai.
"Sto cercando di farlo." ribatté.
"Non ci riuscirai se farai lo schiavetto di Courtney."
"Non sono il suo SCHIAVETTO! Non mi servono i comandi di quella pazza!"
"Scott è maturato molto dall'ultima volta che lo hai visto...E non è per difenderlo..." ci interruppe Dawn, che era rimasta tutto il tempo in silenzio.
Sbuffai. "Io...non riesco a fidarmi." spiegai. "Basta che non me lo ritrovo dentro casa con l'intento di uccidermi. Solo questo chiedo." mi allontanai da loro.
"Per il resto, se resta ad abitare qui a Toronto, a me non fa né caldo né freddo..." aprii la porta, ritrovandomi mia madre addosso.
"Gwen! Duncan mi ha spiegato tutto e sono corsa qui!" urlò preoccupata. "Dov'è lui? DOV'E'?!"
"Che bella visitina!" disse ironico Scott.
Sophie si girò verso di lui, sgranando gli occhi. "Scott! Mostro che non sei altro! Che cosa cazzo ci fai qui?!" si avvicinò a lui.
"Wow. Sbaglio o questa mattina sono tutti isterici?" ribatté piuttosto tranquillo il rosso.
"Grrh...solo perché sei un nanetto di 18 anni, sennò  chissà cosa ti avrei fatto ...Ma lascio il compito a Duncan, visto che lo vedo piuttosto incazzato."
"Mamma..."
"Gwen. Andiamo a casa." mi prese per il braccio, trascinandomi fuori. "Duncan, vieni con noi?" disse al ragazzo, che stava aspettando fuori dall'ospedale.
"Sì."

***

"..."
"Duuncan." lo chiamai dolcemente.
"Mh?"
"E' mezz'ora che mi fissi la pancia..." sorrisi.
"E' che lì dentro c'è una creatura...che mi chiamerà papà...Wow." mormorò lui pensieroso.
"Ora pensi solo a lei?" dissi ironica mettendo il broncio.
"Cos'è? Sei gelosa?" ghignò malizioso.
Si mise sopra di me facendomi il solletico. "Ahahah, D-Duncan, basta!" cominciai a ridere.
"No! Ammettilo!"
"Sì! Sono gelosa! Ma basta! Ahahahaah!" smise di torturarmi.
"Bastava dirlo! Posso pensare anche a te..." mi baciò il collo. Io trattenni un gemito.
"Mmh...che dici di chiudere la porta a chiave? Qualcuno potrebbe disturbarci..." gli sussurrai all'orecchio, mentre gli accarezzavo i pettorali.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte che fece subito ciò che gli avevo detto, per poi ritornare a cavalcioni su di me.
"Dov'eravamo rimasti?"
Annodai le gambe attorno alla sua vita, mentre lui insinuava le mani sotto la mia maglietta, sfilandomela.
Mi baciò in modo molto spinto, scendendo di nuovo sul collo, e poi più in basso.


Guardavamo silenziosi il soffitto, nudi ed abbracciati sul letto, coperti dalle calde lenzuola. Il rumore della pioggia che batteva contro la finestra era la ciliegina sulla torta di quella piacevole atmosfera.
"Pensa a quando dirà le sue prime parole. Mamma, papà..." mormorò Duncan.
"E quando farà i suoi primi passi? Chissà che carina..." sorrisi io.
"Poi andrà al suo primo giorno di asilo. Piangerà perché non vorrà staccarsi da noi..."
"Diventerà più grande. Sarà una bellissima bambina."
"Come la madre allora." incrociammo i nostri sguardi.
"Avrà i tuoi stessi occhi azzurri come il mare, in cui mi immergo tutte le volte che li guardo..." gli disegnai il contorno del suo viso con le dita.
"La tua stessa pelle candida e soffice..." mi accarezzò la guancia.
"Le faremo tingere i capelli di verde!"
"Spero che non abbia il mio stesso carattere!"
"Ci farebbe passare tanti guai..." risi leggermente.
"Scommetto che sarà dolce come te." mormorò mordicchiandomi il labbro inferiore.
"Incontrerà il suo amore..." dissi sorridendo. "...E se passerà quello che ho passato io?" cambiai umore di colpo.
"Beh, il ragazzo in questione dovrà vedersela con me allora." ghignò.
"...So che sarai un padre perfetto." mi avvicinai alle sue labbra.
"E tu una madre perfetta." sorrise, prima di prendermi il viso con le mani e baciarmi dolcemente.

-toc toc-

Ci staccammo di colpo per l'improvviso rumore.
"Gwen, Duncan! Siamo noi!" disse la voce. Erano Geoff e Bridgette.
"Cazzo, devo mettermi qualcosa addosso!" mi alzai e velocemente ripresi i vestiti buttati a terra.
Duncan si mise solo dei boxer, ed andò ad aprire la porta.
I ragazzi entrarono, mentre io mi stavo ancora vestendo. "Duncan, dammi il tempo di mettermi qualcosa!" urlai, coprendomi il seno con le mani.
Geoff imbarazzato si girò, anche se sotto i baffi stava sghignazzando.
"Allora vi abbiamo interrotto!" ghignò maliziosa la surfista.
"Siete arrivati tardi, mi dispiace." finsi di essere infastidita. "Geoff...puoi girarti adesso!"
Il ragazzo si girò di scatto, e si fiondò abbracciando Duncan. 
"Amico!! Ho saputo della notizia! Auguri, PAPARINO!!" sottolineò l'ultima parola con tono ironico, come per prenderlo in giro.
"Gliel'hai detto allora!" disse Bridgette, sorridendomi.
"Ehm...sì. Non come me lo sarei aspettato però..." mormorai.
"In che senso?" chiesero entrambi.
"Ecco...avete presente Scott?" disse Duncan.
"Cos'è successo?"
Il punk spiegò ai ragazzi tutta la storia, e di come ha scoperto della mia dolce attesa.
"Che gran coglione." commentò Geoff, mangiando delle pop-corn.
"Ma non è il momento di pensare a Scott!" ribatté Bridgette. "Ragazzi! Tra 6 mesi sarete genitori! Quindi preparatevi!" 
"Lascerai la scuola?!" chiese il festaiolo.
"Ehm...finisco questo anno...Poi non credo continuerò. Magari mi prendo un anno di maternità e poi continuo gli studi..." risposi.
In effetti non ci avevo pensato alla scuola. Andare in giro per i corridoi con il pancione, sotto gli occhi di tutti. Nuove chiacchiere. Nuovi insulti.
Un nuovo motivo per farmi uccidere da Courtn-....Aspetta. Courtney?! 
Lei non sa della mia gravidanza! Mi chiedo come la prenderà...
"Andrete a vivere in una casa tutta vostra?" domandò la surfista.
"Io...non vorrei lasciare Sophie da sola..." mormorai, abbassando la testa. "Ma Duncan dovrebbe stare vicino a sua figlia..."
"Potrei sempre stare qui con voi." propose lui.
"Sì...si può fare." sorrisi.
"Resta solo un'altra cosa...Come la chiamerete?" 
Io e Duncan ci guardammo dubbiosi. A questo non ci avevamo proprio pensato!
"Dobbiamo scegliere bene...Ma abbiamo tempo per questo..." risposi io.
"Gwen! Abbiamo visite! Scendete giù!" urlò mia madre dal salotto.
"Arriviamoo!"
"Beh...allora noi andiamo! Ciao ragazzi!" i due scesero con noi le scale.
"A presto Sophie!" salutarono, prima di andarsene.
"Chi c'è, mamma?" la raggiunsi in cucina, notando due persone con lei.
"I tuoi suoceri, cara! Ho avuto la fortuna di conoscerli, e di dargli la notizia!" squittì Sophie, cercando di essere il più gentile possibile.
Ma so che, in realtà, vorrebbe prendere per i capelli la mamma di Duncan.
"Ciao." disse freddo il punk.
"Ma ti rendi conto, Duncan?! Hai rovinato una ragazza!!" la rimproverò la madre.
"Cosa?" mormorai io.
"Ha solo 16 anni! Ora cosa farai? La abbandonerai al suo destino mentre tu vivrai la tua adolescenza?" aggiunse il padre.
"Ma cosa cazzo state dicendo?!" ribatté alterato Duncan.
Io non sapevo come intervenire alla discussione che si era creata tra i tre. Sophie mi si avvicinò lentamente.
"Guarda che culone che ha questa!" mi sussurrò, indicando il lato B di Lucy.
"Ma...non hai altro a cui pensare? Dì qualcosa!" la spinsi, facendola sbattere contro la signora.
"Ehm...Lucy, giusto?" balbettò imbarazzata. "N-non preoccupatevi...Duncan non è il tipo da abbandonare una ragazza in gravidanza. E se ciò accadesse, baderò io a mia figlia, e a mia nipote...Infondo, io l'ho vissuta questa brutta esperienza." spiegò, poi si girò a Duncan. "Ma il nostro bravo ragazzo non lascerà sola soletta la povera mammina, VERO?!" disse l'ultima parola minacciosamente, alzando un pugno all'altezza del suo viso.
"Mamma...Calmati, ok?" poggiai le mani sulle sue spalle, mentre sorridevo nervosamente ai genitori di Duncan.
Sembravano sconvolti dal comportamento di Sophie.
"Duncan verrà a vivere qui." annunciai.
"Cosa?!" dissero entrambi i miei adorati suoceri.
"Certo." commentò Duncan.
"Bene. Spero tu sia abbastanza maturo e responsabile. Essere padre non è una passeggiata! E con te come figlio, è stata una strada molto difficile!" disse suo padre, innervosendolo ancora di più.
"Porteremo le tue cose qui, allora." spiegò Lucy.
"Lucy, è tardi! Ci staranno aspettando in ufficio!"
"Allora andiamo!" squittì la signora. "E' stato un vero piacere, Sophie! Spero di rivederti presto!" strinse la mano a mia madre, poi si girò per andarsene.
"Duncan..." sussurrò.
"Sì Sophie?"
"Hai presente Nicky Minaj?" continuava a fissare il lato B di Lucy.
"Ehm...sì..."
"Ci somiglia!" questa volta indicò, facendo capire al ragazzo cosa intendeva.
Girò i tacchi e se ne andò soddisfatta, lasciando un Duncan che non sapeva se ridere alla battuta o non farlo per non offendere la madre. Ma, scoppiò ugualmente a ridere.

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Capitolo 31
*** Nemico o amico?! ***


Aprii lentamente gli occhi, avvolta ancora dal sonno.
"Mmh...Che ore sono? Devo andare a scuola?..." mormorai.
Cercai di stiracchiarmi, ma mi accorsi di non essere sola sul letto.
"Buongiorno Gwen." sobbalzai leggermente.
Mi ero già dimenticata che Duncan ora vivesse qui con noi. E' bello svegliarsi accanto a lui...
"E' tardi! Dobbiamo andare a scuola!" scattai in piedi.
"Ssh...Sono ancora le 6:30..." si sedette sul letto, baciandomi la tempia.
"Ancora? Uff..." 
Girovagai un po' per la stanza, in cerca di qualcosa da mettermi. Duncan mi osservava malizioso.
"Perché mi guardi così?" gli chiesi, accennando anch'io un sorriso, senza motivo.
"Pff, non saprei...Stai girando mezza nuda...."
Abbassai lo sguardo. In effetti avevo solo reggiseno e mutande...
Mi coprii con i vestiti che avevo in mano imbarazzata. "E tu cosa guardi?!" scappai in bagno, mentre il punk sghignazzava.

Mi lavai la faccia e mi pettinai al volo. Mi truccai con un filo di matita.
Rimasi a guardarmi allo specchio, accarezzandomi il ventre.
Quante volte l'avevo fatto da piccola facendo finta di essere incinta? Risi leggermente.
Un po' si notava...Se me l'avessero chiesto a scuola avrei avuto la scusa di aver mangiato troppo.
Avrei dovuto dirlo a Courtney? E a Trent? A Leshawna?
La testa mi scoppiava. Non avrei fatto una bella figura in giro, dicendo di essere incinta a 16 anni!

Dopo 10 minuti ero scesa in cucina, dove Duncan mi aveva preparato i pancakes. Da quand'è che sa cucinare?! Mi stupisce sempre di più questo ragazzo....
Finito di prepararci uscimmo da casa alle 7:50.
"Dove andiamo così di fretta?" chiesi, mentre camminavamo mano nella mano velocemente.
"Secondo te mi sono scordato di fare quattro chiacchiere con la nostra amichetta?" rispose, continuando ad accelerare il passo.
"Courtney? No dai, lasciamola in pace..."
Il punk si bloccò. "Cosa? Dopo tutto quello che ha fatto dobbiamo starci zitti?"
Arrivammo davanti la scuola, dove, senza farlo apposta, c'era la perfettina a parlare con Heather.
"Courtney!" Duncan urlò, attirando la sua attenzione.
"Cosa vuoi?" chiese acida, avvicinandosi a noi. L'asiatica se ne andò sbuffando.
"No...Cosa vuoi tu da noi!" rispose il punk.
"Non so di cosa tu stia parlando." incrociò le braccia.
"Di Scott."
La ragazza sbuffò. "E chi sarebbe Scott?"
"Non fare la finta tonta! Sappiamo che gli hai detto tu di Gwen." il ragazzo gli puntò il dito contro.
"Avete delle prove?"
"Sì!" mi intromisi io, mostrandogli il messaggio inviato da lei stessa.
Courtney non parlò.
"Ora dicci come fai a sapere di Scott e Gwen." ordinò Duncan.
"Ho i miei mezzi, segretissimi." la ragazza si portò le mani sui fianchi, sorridendo soddisfatta.
"Couuuuurt!" la biondina corse verso di noi.
"Cosa vuoi, Lindsay?"
"Non crederai mai a quello che sto per dirti!" cinguettò lei. "Scott! Il ragazzo di cui parlavano Gwen e Duncan quando li spiavo! E' qui a scuola!"
"Cosa?!" urlammo in coro io e Duncan. "Mezzi segretissimi, eh?" commentò dopo il punk.
"Lindsay! Razza di gallina! Puoi tenere a freno la tua linguaccia?!" Courtney la sgridò.
"Perché Scott è qui?" domandai confusa io.
"Non lo so, sta parlando col preside!" 
"Gwen...vai a vedere perché sta parlando con Chris...Io ho un conto in sospeso." fulminò Courtney.
"Ok..." mi allontanai con Lindsay.

"Cos'altro hai da dirmi, imbecille." la perfettina incrociò le braccia.
"Scott avrebbe potuto farle qualcosa! Non ti rendi conto?" il punk cercò di non urlare.
"Non credo, visto che gli ho solo ordinato di farvi lasciare." si giustificò, mantenendo la sua aria di superiorità.
"Guarda in faccia alla realtà, Court. Io e te non torneremo mai insieme."
Courtney abbassò la testa.
"Stai facendo peggio di quello che facevi tempo fa. Basta! Tra noi è finita per sempr-"
"Ma io ti amo ancora!" aveva gli occhi lucidi. "Io...non posso accettare la tua relazione. Io voglio stare con te! Gli opposti si attraggono! Gwen non è meglio di me!"
"Court..." mormorò lui, spiazzato dalla sua reazione. "Sai benissimo perché ti ho lasciato. E..per me Gwen è meglio di te. Mille volte."
"M-ma...lei non è in grado di compilare una lista! Lei non cerca di migliorarti!" ritornò con il suo carattere brusco.
"Lei mi ama per quello che sono. E io amo lei. Fattene una ragione." si girò per andarsene, ma Courtney lo bloccò.
"Ritentiamo!" 
Il punk si liberò dalla presa della ragazza. "Courtney. Gwen è incinta." detto questo se ne andò, lasciando la perfettina scioccata.

***

Bussai alla porta, attendendo il permesso per entrare.
"Chi si rivede! Gwen!" ghignò Chris dietro la sua lussuosa scrivania. "Prego, siediti pure accanto a lui."
Sulla sedia vi era Scott, che mi lanciò uno sguardo di sfida. 
"Stavamo giusto parlando di te." continuò il sadico, che poi accennò un sorriso maligno. "...E del tuo fidanzatino! Approposito, dagli tu questo piccolo questionario di Letteratura per la punizione, ok?" mi porse una pila di fogli.
"Piccolo hai detto?!" dissi scioccata.
"Sì. Deve consegnarmelo tutto fatto entro giovedì. Intesi?"
"Povero lui..." commentai, provocando una risata da parte del rosso di fianco a me.
"E...se ti stai chiedendo perché Scott è qui...Beh, lo abbiamo trasferito nel nostro istituto."
"Cosa?!"
"Esatto, bambolina." mi fece l'occhiolino il ragazzo.
"Visto che ha perso un anno e mezzo di studio passati in riformatorio, passerà un solo anno di recupero qui. Contenta?" finì il discorso con una sonora risata maligna.
"Molto...si nota tanto?" incrociai le braccia.
"Non preoccuparti. Starò nella stessa classe di Dawn!" disse Scott.
"Bene..."
"Ora basta chiacchiere." si alzò dalla poltrona. "Andate via, ho da fare!"
Ci cacciò dalla stanza. "Ah...Gwen, vieni un attimo qui."
Mi avvicinai a Chris.
"Oggi pomeriggio porta tua madre qui. Dobbiamo discutere della tua..." si grattò la testa come per pensare. "..Gravidanza!" ghignò sadico, chiudendomi la porta in faccia.
"G-gravidanza?" mi girai verso la voce.
"Oh...Leshawna...Che spavento..." ribattei io.
"Che spavento? Ragazza mia, tu sei incinta?!" gli tappai la bocca.
"Sì ma non urlare!" dissi nervosamente.
"T-tu...Duncan lo sa? Quanti mesi sono? Perché non me lo hai detto? Continuerai la gravidanza?" cominciò a bombardarmi di domande.
"Con calma!" rimasi in silenzio qualche secondo. "...Allora. Duncan lo sa. Sono tre mesi. Non abortirò perché io e lui abbiamo deciso di tenerlo...e non te l'ho detto perché doveva essere un segreto. Non farmi il questionario davanti a tutti, per favore."
"Mozzarella...Non so se state facendo la scelta giusta. Ma se questo vi rende felici, io lo accetto." mi abbracciò, allontanandosi.
"Questionario...Ah giusto! Mi sono scordata del compito di Duncan!" dissi tra me e me, ritornando in presidenza.
La scena che avevo davanti agli occhi era traumatizzante.
Chris McLean stava limonando con un orsacchiotto di peluche. E quel peluche, aveva un capello da chef in testa.
Tossii leggermente, attirando la sua attenzione.
"Ehm...Gwen! C-cosa ci fai ancora qui?" nascose nervosamente il pupazzo dietro la schiena, facendo cadere dalla scrivania vari oggetti.
"Il q-questionario per Duncan...L'ho d-dimenticato q-qui..." presi i fogli, uscendo subito dalla stanza scioccata.

"Com'è andata?" chiesi al punk, che sembrava impegnato a scrivere qualcosa sul libro.
"Oh...normale. Courtney mi ha dichiarato, piangendo, che mi ama ancora...poi è ritornata cattiva...poi ha ritentato a riprendermi e io le ho spiegato la situazione con tre semplici parole." rispose senza togliere lo sguardo dal libro.
"Quali parole?!" mi preoccupai io.
"Io-amo-Gwen."
Feci un sospiro di sollievo. "Ah...Pensavo a-"
"No, scherzavo...Gwen-è-incinta."
"COSA?!" senza accorgermene urlai, alzandomi di scatto dalla sedia, facendola cadere.
"Nelson..." Hatchet tossì leggermente.
"Ehm...mi scusi..." mormorai.
"Non preoccuparti..." disse gentilmente. "VAI SUBITO FUORI SE TIENI ALLA TUA VITA, IDIOTA!" gridò poi, facendo sobbalzare tutta la classe.
Diedi un'occhiata distratta a tutti i presenti nella stanza, notando l'assenza di Courtney.
Uscii dall'aula a testa bassa, delusa da Duncan, che era una pettegola peggio di Sierra.
Courtney entrerà a seconda ora, come faceva sempre. Non centrerà nulla con quello che gli ha detto Duncan...o forse sì?
Un fischio mi risuonò nelle orecchie.
"Cazzo ti fischi nei timpani?!" urlai.
Il ragazzo continuava a camminare a fianco a me, con le mani in tasca ed un'aria stranamente rilassata. 
"Sei più acida degli ultimi anni, bambolina." commentò lui.
"Scott. Non chiamarmi BAMBOLINA." ribattei infastidita.
"Pff. Che noia."
"Allora perché sei qui?!"
"Mi annoiavo. Dawn oggi non c'è, quindi non mi va di stare in una classe di nanetti sconosciuti ed una vecchia che spiega non so cosa." spiegò, ridendo leggermente.
Sorrisi un po', ma cambiai subito umore. 
Ma andiamo. Il mio ex ragazzo, che ha tentato di violentarmi un anno fa, è ora qui vicino a me a parlare tranquillamente?! Una cosa dell'altro mondo, ma almeno non me lo faccio nemico. Quindi un problema in meno.
"Perché ti hanno cacciata?" mi chiese poi.
"Ho urlato a Duncan..."
"Bello." sghignazzò. "Il motivo?"
"Ha detto a Courtney della mia gravidanza..." spiegai, quasi sussurrando, per non farmi sentire da nessuno.
Il ragazzo sbuffò. "Bel fidanzato."
"Non significa nulla...Ha preferito dirle la verità....Ma doveva parlarne con me prima. Ora mi tocca parlare con Courtney." replicai.
"Andiamo da lei allora!"
"Cosa?" 
"L'ho vista davanti la scuola. E' rimasta lì." ribatté.
"E dovrei fidarmi di te, io?" commentai, squadrandolo.
"Pff. Sono stato quasi un anno in riformatorio, Dawn mi sta aiutando a cambiare, e tempo prima mi hanno mandato da uno psicologo. Secondo te ho ancora intenzione di farti qualcosa?" disse quasi ovvio.
"Non so cosa ti passi per la testa..."
"Faccio finta di non aver sentito. Andiamo."

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Capitolo 32
*** Sta cambiando? ***


"Meglio non andare..."
"Come no?"
"Non è detto che voglia ascoltarmi." replicai.
"Fifona." mi schernì Scott.
"Fifona io? Pff." incrociai le braccia. "Andiamo allora!" velocizzai il passo.
"Potrebbe picchiarti." ribatté.
"E' così cattiva da picchiarmi nelle mie condizioni?"
"Può essere."
Mi bloccai. "E..s-se non fosse più lì? E' passata un'ora dall'inizio delle lezioni! E non possiamo uscire dalla scuola."
"Quanto sei noiosa." sbuffò il rosso.

"E allora dimmi. Come usciamo senza farci vedere dal preside?!"
"Le conosci le scale d'emergenza?" lo seguii fino a lì.
"Non credo sia un' emergenza questa. Posso parlarle domani."
"Andiamo!" mi trascinò giù.

"Dov'è?" chiesi, girando intorno alla scuola.
"Troviamola!" ribatté.
Aspetta...Noi due. Il retro della scuola. Mi è fin troppo familiare.
"Credi che io sia deficiente?!" gli urlai dietro.
"Cosa?" si girò confuso.
"So cosa vuoi farmi! Non sono stupida!" risposi, cominciando a correre.
"Gwen!" sentii in lontananza i suoi richiami, ma non mi fermai.
Continuavo a fuggire, fino ad andare a sbattere contro qualcuno, cadendo a terra.
"Ahi!" dissi, tenendomi il ventre.
"Gwen?"
"Courtney?" sgranai gli occhi.
La ragazza rimase a fissarmi stupefatta. "T-ti sei fatta male?" disse, porgendomi una mano.
Accettai l'aiuto, rimanendo stupita. "Da quando ti preoccupi per me?"
"Non vorrei mi dessi la colpa per aver ucciso tuo figlio." mormorò seccata.
"Oh, per una banale caduta..." tolsi la polvere dai vestiti. "Approposito..."
"Mh?" abbassò lo sguardo.
"Io...Non è stato nulla di programmato, questa gravidanza..." 
"Lo so. Non ti vedo così pazza da rovinarti la vita a 16 anni volontariamente...." ribatté lei.
"Rovinarmi?"
"Gwen. Un figlio! Che responsabilità. Non potrai più andare a scuola, uscire con gli amici. Dovrai sempre occuparti di tuo figlio."
Sbuffai. "E' stato un errore...Ma non voglio abortire. Io e Duncan vogliamo questo bambino. Anzi, questa bambina."
"Duncan." mormorò.
"Courtney, ancora con-"
"CHE TRADITORE!" urlò, sbattendo un piede per terra.
"Volta pagina! Lasciati indietro il passato!" la bloccai, aspettando che mi guardasse negli occhi. "Court, tu sei una bellissima ragazza. Sei intelligente, non ti fai mettere i piedi in testa da nessuno...Puoi avere di meglio. Qualcuno che ti ami davvero..."
La perfettina si calmò, abbassando la testa, pensando a cosa dire.
Mi scostò. "Perché arrendermi?" mi fulminò incerta.
"Dimmi..." sospirai. "...Se veramente Duncan mi lasciasse per colpa tua, io rimarrò sola con mia figlia, e tu? Riavrai il tuo ragazzo? Consapevole del fatto che non ti ami? Vuoi farti prendere in giro così? Meriti molto di meglio."
"Gwen!" ci venne incontro Scott.
"Cosa vuoi?" gli urlai contro.
"M-ma cosa hai pensato prima?!" parlava col fiatone. Aveva corso per trovarmi?
Courtney incrociò le braccia, lanciando un'occhiataccia di sfida al rosso. "Scott."
"Courtney." ghignò lui.
Io sorrisi maliziosamente, notando l'intesa che si era creata tra i due.
"Mmh...Ci penserei su." feci l'occhiolino a Courtney, che sembrava agitata.
"NEEEEELSOOOOOON!!" un urlò proveniente dalla scuola interruppe i nostri pensieri.
"Cazzo! Chef mi cerca!" iniziammo a correre.
"Gwen! Sei incinta! Non fare sforzi!" dissero i due, dietro di me.
Risalimmo le scale d'emergenza, incontrando il preside e Dj.
"Dj, che ci fai qui?" gli chiesi.
"No. Cosa ci fare VOI qui!" replicò Chris piuttosto arrabbiato. 
"Oh..B-beh..noi..." balbettammo io e Scott.
"Noi avevamo sentito una scossa di terremoto! E...siamo...scappati dalle scale d'emergenza..." inventò al volo Courtney, cercando di essere il più coinvinciente possibile.
"Terremoto?! AAAAAH!!" Dj lanciò un urlo spacca-timpani e corse per tutti i corridoi, facendo scattare la campanella d'emergenza.

Driiiin-Driiiin-Driiiin

In pochi secondi tutti gli studenti uscirono dalle loro classi, invadendo le scale e i corridoi.
Io, Scott e Courtney ci guardavamo scioccati, trattenendo a stento una risata. Chris invece incrociò le braccia, fulminandoci con lo sguardo. "Credo che una sospensione non ve la toglie nessuno." sorrise sadico. "Vi manderò la lettera a casa! Buona fortuna ragazzi!"
Si allontanò, raggiungendo Chef, che maneggiava un mattarello.
"Dov'è Nelson." sentii dire dall'uomo.
"Cazzo..." mormorai.
Il preside, si girò sorridente verso di me, così che Chef potesse notarmi.
"A-addio ragazzi..." indietreggiai.
"Calmati amico, potresti far del male al bambino lì dentro!" mi indicò, parlando ad alta voce.
Oh...merda.
"COSA?!" cazzo...Trent!
"COOOSAAAA??? Woooow! Questa cosa è da metterla nel mio bloog!!!" ci mancava Sierra!
Prese al volo il suo cellulare, digitando velocemente sulla tastiera.
Il telefono cominciò a squillare una serie di volte. "WOW! Quante visualizzazioni in pochi secondi!" 
"Complimenti darkettona." Heather mi poggiò una mano sulla spalla, ridendo sadicamente.
"Gwen..." mormorò Trent.
"E' incinta!!!" urlarono.
"Trent...Ti spiegherò dopo..." me ne andai velocemente dalla folla, che si era creata intorno a me.
Dove cazzo è Duncan?!

***

"Non ce la faccio più..." dissi tra me e me, stendendomi sul prato del retro della scuola.
Sentii dei passi avvicinarsi sempre di più. Il ragazzo si allungò accanto a me.
"Mancano solo le stelle eh..." era Duncan.
"Eh già." sorrisi, fissando il cielo.
Restammo in silenzio a lungo, fino a quando non mi ritornò in mente una cosa.
Mi sedetti guardando Duncan. "Ma come cazzo ti è venuto in mente di dirlo a Courtney?!" lo sgridai.
"Non si può nascondere questa cosa, Gwen. Pensa quando avrai il pancione...cosa avresti inventato?" rispose tranquillamente, accendendosi una sigaretta. "E tu? Stare con Scott? Non sei tu la pazza qui?"
"M-mi ha accompagnata da Courtney..." spiegai.
"Le hai parlato?"
"Diciamo che abbiamo chiarito...Spero." mi alzai.
"Dove vai?"
"Il fumo fa male ad una ragazza incinta, non lo sai?" mi allontanai.
Il ragazzo buttò la sigaretta e mi raggiunse.
"E mi lasci tutto solo, senza salutarmi?" mi prese un braccio, facendomi girare.
"Ciao!" risposi quasi acida.
"Tutto qui?" fece l'offeso, prima di regalarmi un bacio.
"Andiamo a casa?" gli sorrisi, prendendogli la mano.
"Scappiamo da scuola? Che ragazza ribelle!" ghignò, cingendomi la vita.

"Ti è arrivato un messaggio!" mi sfilò il cellulare dalla tasca.

 
"Forse hai ragione tu..."
-Courtney

Leggemmo entrambi.
"M-ma...Lo ha scritto veramente lei?!" commentò Duncan stupito.
"Sembrerebbe di sì."
"....Naah. Secondo me ha fumato qualcosa di forte!" scoppiammo a ridere.
Chissà...Forse finalmente avrà capito...
Potremmo anche diventare amiche?

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Capitolo 33
*** Una scoperta scioccante ***


"Dove cazzo sta il telecomando?!"
Era una delle tante noiose giornate, in cui andare a scuola era molto meglio di stare a casa a non fare nulla.
Come al solito quel maledetto telecomando non voleva uscire fuori, e questa situazione mi faceva uscire pazza ogni volta.
"Eccolo!" esclamai, prendendo l'oggetto trovato sotto un mobile. Cosa ci faceva lì?!
Mi buttai sul divano e accesi la tv, facendo un po' di zapping.
"Dovrebbe essere da qualche parte..." mormorai schiacciando ripetutamente il pulsante. "Eccolo! Il nuovo episodio di Skins! E' appena iniziato. Perfetto!"
Soddisfatta, presi una manciata di pop corn dalla ciotola, e dopo aver mangiato cominciai a fischiettare un motivetto sentito da qualche parte.
Ah sì! Quel Mike. Strano quel tipo...Una volta l'ho visto fare vari salti mortali in palestra. Zoey dice che lo fa sempre...Bah.
Sentii il rumore della porta aprirsi.
Sophie entrò esausta.
"Ciao mamma."
"Ciao Gwen." rispose, sospirando.
"Che è successo?" chiesi, continuando a guardare la tv distratta.
"Oh, niente di che...Sono andata a parlare con il tuo preside..." si sedette sul divano accanto a me.
"Cos'ha detto?"
"Nulla...In pratica devi continuare la scuola per qualche mese. Le tue condizioni fisiche non ti permetterebbero di fare tutte quelle scale, o di portare zaini, studiare eccetera..." rubò qualche chicco di pop corn dalla mia mano. "...Poi per sbaglio ho fatto cadere una specie di statua d'oro di Chris, rompendola. Lui si è infuriato e ci siamo tirati i peggio insulti a vicenda..."
"Davvero?" accennai un sorriso divertito.
"Sì. Era abbastanza divertente insultarlo...Poi è arrivato un uomo vestito da Chef, che mi ha cacciata bruscamente dalla presidenza!"
Scoppiai a ridere.
Sophie si alzò dirigendosi in cucina. "Cosa vuoi per pranzo?" urlò dalla stanza.
"Boh quello che vuoi tu..." mi limitai a dire.
Non ottenni risposta, ma dopo qualche secondo ribatté. "Prima ho visto Duncan girovagare nei corridoi. Non era molto felice dopo aver scoperto della tua sospensione insieme a Scott e a quell'altra!"
"Mh."
"E, stava insieme ad una ragazza molto sexy!!"
"CHE?!" urlai alzandomi di scatto.
"Scherzo!!" scoppiò a ridere.
Mi risedetti comodamente sul divano, poggiando i piedi sul tavolino.
Fissavo la mia pancia, leggermente cresciuta negli ultimi giorni.
Presi il cellulare, per controllare se avessi qualche messaggio, ma, come pensavo, non mi aveva cercato nessuno.
Andai a rileggere il messaggio di Courtney, incapace di ammettere che era stata proprio lei a scriverlo!
Courtney Barlow mi dà ragione?! Wow, il mondo sta andando al contrario.
Non avevo ancora parlato con Trent. Mi dispiaceva tenerlo all'oscuro di tutto questo...Magari gli parlerò a scuola, tra cinque giorni, quando finirà la sospensione!
La stanchezza si fece sentire di più, costringendomi a chiudere gli occhi, fino ad addormentarmi.


Feci un lungo sbadiglio, prima di aprire gli occhi. Notai qualcuno accanto a me.
"D-Duncan?" mormorai insonnolita.
"Mh?" mi sorrise.
"Perché mi tiri i capelli?"
"Non te li sto tirando! Ti stavo accarezzando!" ribatté, mantenendo la sua dolcezza.
Gli stampai un bacio maliziosamente.
"Perché sono sul letto? Che ore sono?"
"Sono rientrato da scuola e ti ho trovata sul divano a dormire. Hai anche fatto cadere le pop corn. Ho ripulito io, visto che tua madre doveva andare a lavorare!"
"Oh, scusami...la prossima volta starò più attenta!" misi il broncio, trattenendo a stento un sorriso.
Il punk ghignò avvolgendomi con le sue braccia, e rimanemmo abbracciati per un po'.
"Oggi Courtney era entrata a scuola, pretendendo di essere ammessa alle lezioni." disse, non staccandosi da me. "Dovevi vedere come urlava contro i professori e il preside!"
"Immagino." sghignazzai.
Silenzio...
"Ho fame."
"Ma hai sempre fame tu?" commentò Duncan. "Dai vestiti, andiamo a mangiarci una pizza!"

***

Camminavamo tranquillamente nel viale del parco. Io ero avvolta dai miei pensieri, mentre Duncan ogni tanto mi lanciava qualche occhiatina.
"Che c'è?" chiesi sentendomi osservata.
"E fammelo un sorriso, no?" rispose ghignando.
"Perché, sono triste?"
"Sembrerebbe di sì!"
"No!"
"Ridi!"
"No!" feci una smorfia.
Mi lanciò uno sguardo di sfida.
"S-smettila!" provavo ad urlare, soffocata dalle risate provocate dal solletico. "D-Duncan
d-dai!!"
"No no!" continuava a torturarmi mentre mi abbracciava da dietro.
Io continuavo a ridere, ignorando i passanti che ci fissavano.
"S-sto ridendo! Ora f-fermati!" il ragazzo si bloccò, costringendomi a girarmi.
Ora stavo sorridendo, mentre lui ghignava maliziosamente. Ci guardammo qualche secondo negli occhi, prima di baciarmi impulsivamente, come se non ci baciassimo da una vita.
Ricambiai il bacio, poi mi prese in braccio, come fossi un sacco di patate(?)
"Ma che fai!" dissi divertita.
Lui continuava a camminare trasportandomi. "Uh, niente! Voglio solo giocare un po'!" ribatté con tono da innocente.
Poggiò le mani sul mio fondo schiena.
"Tieni a bada le tue manine, Duncan!" 
Come risposta scoppiò a ridere. "Oh ok, non serve scaldarsi tanto!"
Sorrisi, prima di sentire un dolore al ventre.
"D-Duncan...mettimi giù. La pancia!" 
"Vero! Scusami!" mi fece scendere. "Me ne ero dimenticato..."
"Tutto bene, non preoccuparti." sorrisi per rassicurarlo.
"Ciao ragazzi." ci girammo tutti e due.
"Trent! Che ci fai qui?" ribattei cercando di nascondere il mio imbarazzo.
"Una passeggiata..." abbassò la testa.
Il punk sbuffò pesantemente.
"Ho saputo che sei stata sospesa!" cambiò discorso.
"Sì...ma non mi interessa. Tanto lascerò la scuola..." cavolo, perché l'ho detto? Ora arriveremo a quell'argomento.
"Ah sì, ho saputo anche quello." ribatté amaramente.
"Vogliamo andare, Gwen?" si intromise Duncan, ormai sull'orlo della pazienza.
Mi prese per mano per trascinarmi. Io guardai Trent. "Ehi...amici, giusto?"
"Amici." accennò un sorriso.
Ci allontanammo da lui velocemente, anzi, era Duncan che quasi correva tenendomi la mano.
"Sei dolce quando sei geloso." ghignai.
"Non sono geloso!"
"Sì che lo sei." lo bloccai per un braccio.
"No che non lo sono!" si girò verso di me.
"Sì!"
"No!"
"Sìì!"
"Noo!"
Continuammo la discussione per altri minuti, che finì poi con un altro bacio.
Naturalmente non aveva ammesso di essere geloso. Non voleva darmela vinta!

 
***

(Tre giorni dopo)

"Mi manca Gwen..." mormorò Bridgette poggiando la testa sul tavolo della mensa.
"Avanti, piccola! Lunedì potrà ritornare a scuola!" la consolò Geoff.
La ragazza sbuffò. "Le invio un messaggino..." cominciò a digitare sul suo cellulare.
"Dille che oggi io e la band andiamo a suonare da Geoff." disse Duncan.
"Va beene."
Intanto Dawn raggiunse i ragazzi, sedendosi accanto a Bridgette.
"Mi serve un vostro parere..." spiegò agitata.
"Spara!" sorrise Geoff.
"Ecco...vedi...Secondo voi, tra Scott e Courtney potrebbe nascere qualcosa?"
"Non so. Non li vedo da quando sono stati sospesi..." rispose Bridgette. "Ti piace eh?"
La ragazza arrossì visibilmente. "No, macché!"
I ragazzi trattennero una risata. "Ci prendi in giro? Si vede benissimo che menti." la stuzzicò Geoff, dandole qualche gomitata.
"Ok ok, forse sì...un po'!" si giustificò, invano.
"Mh..comunque no, non credo. Si odiavano!" disse Duncan.
"Dawn, oggi andiamo da Gwen! Almeno possiamo aiutarti nel tuo problema!" le propose Bridgette sorridente.
"Grazie mille!"

"Dawn e io oggi veniamo da te!
Sai, ha problemi d'amore!;)"
-Bridgette.

"Wooow...Fammi pensare...SCOTT?"
-Gwen.

"Indovinato!!"
-Bridgette.

"Ahahahaha lo sapevo!!
Allora ci vediamo oggi!!"
-Gwen.

Dawn e Scott? Ce li vedo bene insieme! La bella e la bestia...Gli opposti si attraggono!
Oggi Duncan non rientra. Non ho nulla da fare...
Una bella passeggiata mi farebbe bene!

Uscii da casa per andare al bar vicino la scuola. L'aria era gelida, e dalla mia bocca usciva vapore per quanto faceva freddo! Cercai di coprirmi di più con il giubbotto.
Stavo per entrare nel locale, quando mi accorsi di due ragazzi intenti a limonare davanti la porta.
"Scusate...posso passare?" dissi seccata.
I due si girarono.
Aspetta...Non dirmi che loro sono...Scott e Courtney?!
"Ma non mi dire..."
"Ehm...C-ciao Gwen.." balbettò Scott.
"Ciao." risposi acida, scostandoli per entrare nel bar.
"Vuoi dirmi che problemi hai?" disse poi seguendomi.
Courtney ci raggiunse dopo.
"Oh niente. Solo che così hai deluso Dawn." 
"Cosa?"
"Eh già." presi una barretta di cioccolato e pagai in cassa. "Sono felice per voi, comunque!" 
"Non pensare a male! Era solo un bacio di sfogo!" si avvicinò Courtney.
"Ok ok. Dawn sicuramente capirà! Eeh!" ribattei sarcastica.
"Lo dirai a Dawn?" chiese Scott in colpa.
"Probabile!"
"Gwen!" velocizzai il passo, seminandoli.
Oggi dovrò subirmi delle sofferenze di Dawn...

 

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Capitolo 34
*** Ah, l'amore! ***


"Nelson Gwen!"
"Eccoci." Sophie mi aiutò ad alzarmi e seguimmo l'infermiera.
Come l'ultima volta, mi fecero stendere sul lettino, ed una ragazza mi passò il gel sul pancione. Ormai si vedeva molto.
"E' il sesto mese, vero?" mi chiese preparando la sonda.
"Sì." sorrisi.
Duncan mi teneva per mano, osservando quello che faceva l'infermiera.
Ero eccitatissima. Finalmente ciò che aveva provato la ragazza di qualche mese fa lo stavo provando io: stare insieme al ragazzo che amo per vedere nostra figlia.
La solita racchia dietro il computer accese il monitor, e l'altra mi poggiò la sonda.
Dopo qualche secondo, io e Duncan riuscimmo a distinguere nostra figlia.
Ci scambiammo un sorriso dolce.
"E' cresciuta, eh?" mormorai felice.
Sophie, come sempre, non riuscì a trattenere le lacrime.
"Signora Nelson, devo farle il certificato per la scuola." la chiamò la dottoressa.
"Non potrà più andarci?" chiese lei.
"Date le sue condizioni, no!" rispose irritata.
Sospirai pesantemente. Che acida.
Mia madre firmò i vari fogli e ce ne andammo.

Oggi sarei di nuovo stata con Bridgette e Dawn. Ormai stavo con loro quasi sempre. Da quando Dawn ha scoperto della relazione tra Scott e Courtney sta malissimo, quindi tocca a me e Bridgette farla sorridere. Infondo, siamo le sue amiche!
"Oggi rivengono le tue amiche?" mi chiese Duncan in auto.
"Eh sì." fissavo fuori dal finestrino.
Restò in silenzio, poi fece un risolino malizioso.
"So che Scott cerca sempre di spiarvi dalla finestra..."
"Cosa?" mi girai a guardarlo stupita.
"Sì. Una volta l'ho beccato mentre si arrampicava...Ci siamo presi a pugni dietro casa tua." scoppiò a ridere.
"Farà così per vedere Dawn?"
"Probabile." 
Sbuffai.
Sophie fermò la macchina davanti la nostra scuola.
"Venite con me?" chiese girandosi verso di noi.
"Sì."
Uscimmo e ci dirigemmo in presidenza.
Dopo aver bussato, il preside ci diede il consenso di entrare.
"Buongiorno signora." disse con un falso sorriso. "Buongiorno cari. Da quanto tempo!" si rivolse dopo a noi.
Duncan gli ringhiò, mentre io sospirai un'altra volta.
"Mi mancherai molto." commentai sarcastica.
"Lo so! Sono molto simpatico io." si vantò sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.
"Sì sì certo..." lo interruppe Sophie. "Firma questi così possiamo andarcene subito."
La porta dietro di noi si aprì, ed entrò Chef, molto irritato alla vista di mia madre. Si lanciarono un'occhiataccia di sfida.
"Ecco a te." Chris le porse di fretta i fogli. "Spero di rivedervi presto, care! Tu, Duncan, cerca di non farti trovare qui un'altra volta. Potrei darti una punizione molto severa." ghignò sadico. 
"Chef." schioccò le dita.
Chef all'ordine ci buttò fuori dalla presidenza bruscamente. Io stavo quasi per cadere, ma Duncan mi prese al volo.
"G-grazie." gli sorrisi.
"COSA?! Quello lì adesso se la vedrà con me!!" mia madre, infuriata, si alzò le maniche ed entrò nella stanza, chiudendosi dietro le spalle la porta.
"S-signora? Cosa vuole anc- Ehi! Ferma! Cheeef!" gli urli di Chris si sentivano fino a fuori.
"Ora Chef gli farà il culo..." commentò Duncan divertito. Io gli diedi una gomitata sul braccio.
La porta si riaprì, mostrando mia madre che si sistemava i capelli.
"Fatto. Possiamo andare!" sorrise come se non fosse successo nulla.
Io e Duncan eravamo rimasti a bocca aperta.

***

-driin-
"Vado io!!" urlai correndo a vedere chi era.
Aprii la porta.
"Bri! Dawn!" sorrisi abbracciando le due ragazze.
"Gwen!" ricambiarono, per poi entrare.
"Duncan?" mi chiese Dawn.
"E' in cucina..."
"Ehi!" arrivò lui salutandole.
"Duncan!" 
Io bloccai il punk, e ci allontanammo un attimo dalle due.
"Senti...se rivedi Scott che ritenta di spiarci, non bloccarlo!"
"Perché?" chiese perplesso.
"Così gli farò sentire come ha ridotto Dawn!"
Bridgette tossì leggermente per avere attenzione.
"Oh, sì, andiamo in camera mia!" le trascinai per le scale, facendo l'occhiolino a Duncan, che ricambiò alzando il pollice.

Aprii la finestra. Scott sentirà meglio così!
Le ragazze si sedettero sul letto.
"Ancora giù di morale?" mi rivolsi a Dawn.
Lei fece cenno di sì. "Più o meno..."
"Avanti! Sono due mesi che continui così...Non è l'unico ragazzo sulla Terra!" la consolò Bridgette.
"Sì ma, io lo amo..." sbuffò tristemente.
Io intanto guardavo fuori dalla finestra.
"Quando arriverà quel pezzo di-"
"Cosa?" dissero le due, sentendomi borbottare.
"Oh, niente niente! E' che...wow, è arrivata la primavera eh?"
"Sì! Dawn, i tuoi amici animali si sono risvegliati dal letargo!" Bridgette ritentò di tirarle su il morale.
Dawn sbuffò nuovamente.
"Mmmh...Vado a prendere qualche dolcetto giù, ok? Poi guarderemo un bel film e parleremo un po'. Così dimenticherai quell'idiota!" proposi io.
"Va bene." dissero entrambe.
Scesi in cucina. Duncan dormiva sul divano.
Presi qualche muffin, ma invece di salire subito in camera, mi avvicinai al bell'addormentato.
"Che tenero..." mormorai con un sorriso malizioso, che si trasformò dopo in un ghignò malefico. 
Gli tappai il naso per qualche secondo, fino a quando, per la mancanza di aria, si svegliò tossendo.
"Ma che cazz..?" si girò verso di me. "Ma sei pazza?!" 
Io scoppiai in una fragorosa risata. 
"Cosa c'è da ridere?" mi prese i fianchi, facendomi sedere accanto a lui.
Gli feci una linguaccia. "Non avevo resistito a non farlo..."
Il ragazzo mi sorrise, poi abbassò lo sguardo sul pancione, accarezzandolo.
"Come la chiameremo?" 
Rimasi un po' confusa. Il nome! Non ne ho proprio idea...
"Mmmh...Come tua madre?" azzardai indecisa.
"Sophie non ne sarebbe felice..." scoppiammo a ridere.
"Allora...Courtney?" azzardò lui ironicamente.
"Oppure Samantha..."
"Luna?"
Elencammo un sacco di nomi detti a casaccio, fino a quando non arrivò il nome
"Iris...come mia sorella" rimanemmo a fissarci non sapendo più che dire mentre Duncan si rattristava.
"Gweeen, ci seii?" urlò Bridgette dalla camera, rompendo il nostro silenzio.
Senza dire una parola presi i muffin dal tavolino e salii le scale.
"Eccomi." entrai accennando un sorriso.
"Pensavamo fossi svenuta!" rise Dawn.
"Wow, stai ridendo!" ribattei felice.
"S-sì..." si incupì nuovamente.
"Oh, avanti!" mi sedetti accanto a lei. "Tieni, un muffin ti farà bene!"
Mentre le ragazze parlavano sentii un rumore proveniente da fuori.
Che fosse Scott?
Intravedei un ciuffo rosso accanto alla finestra. Devo subito far parlare Dawn!
"Ehm...senti Dawn. Se Scott e Courtney si lasciassero che faresti?"
Ho di nuovo rattristito la mia amica, ma lo faccio per lei...
Sbuffò. "Non saprei...Credo nulla, io non piaccio a Scott."
"Secondo me sì." intervenne Bridgette.
"Chi amerebbe una ragazza strana come me?"
"Io." il rosso entrò nella stanza dalla finestra, facendo sobbalzare le ragazze accanto a me.
"Che entrata..." commentai io non trattenendo una risatina.
"C-cosa ci fai q-qui?" balbettò imbarazzata Dawn, mentre il ragazzo le si avvicinava.
"Volevo solo spiegarti, che tra me e Courtney non c'è nulla! Io amo solo te!" spiegò, poi prese tra le mani il viso di Dawn, baciandola.
Io e Bridgette ci guardammo sorridenti. 
Finalmente anche lei aveva trovato la sua felicità.
"Che ne dite di uscire da qui e andare da un'altra parte, piccioncini?" li sfottemmo.
Dawn sorrise divertita.
"Questa me la lego al dito!" mi minacciò Scott.
I due uscirono dalla stanza seguiti da me e Bridgette.
Duncan si girò verso di noi, scioccato alla vista del rosso.
"Ma che cazzo? Da dove è entrato?!" balbettò alzandosi dal divano.
Io gli feci l'occhiolino, poi gli feci notare le loro mani intrecciate.
"A presto ragazzi!" 
"Gwen, vado anch'io! Il mio amorino mi aspetta!" cinguettò Bridgette, seguendo i due fuori dalla porta.
"Ben fatto, cupido!" commentò ironico il punk.
Mi allungai accanto a lui sul divano, poggiando la testa sul suo petto.
"Adesso anch'io voglio il mio amore..." dissi sfiorandogli le labbra.
Il ragazzo si avvicinò di più, premendo di più su di esse, per poi approfondire il bacio.

Quando ci staccammo, mi girai verso la televisione, che trasmetteva un film che non conoscevo.
Duncan cominciò a fischiettare un motivetto già sentito.
"Dove l'hai sentito?" chiesi confusa.
"Cosa?"
"Il motivetto che stai fischiando!"
"Aah...In riformatorio, da un ragazzino." spiegò tranquillamente.
"Mike è stato in riformatorio?" rimasi scioccata.
"Mike? Quello del 3°A? In effetti ci somiglia un po' a Mal..." disse tra se e se. "Ma se è lui, stanne alla larga."
Non risposi. Rimasi a fissare la televisione.
Quindi, Zoey è in pericolo? Devo parlarle assolutamente!

-Pronto?
-Dawn! Senti, ce l'hai il numero di Zoey?
-Sì, è *********.
-Grazie mille! Ciao!

Riattaccai.
Salvai il numero sul cellulare.
"Non allammarti troppo...Secondo me sarà una specie di sosia!" commentò Duncan, preparandosi una cioccolata calda.
"Forse hai ragione..." ribattei, poi abbassai lo sguardo sui boxer del punk.
"Tu piuttosto, vatti a mettere qualcosa addosso! Tra poco arriverà Sophie!" scoppiai a ridere, indicando i boxer, anzi...toccandogli il fondoschiena.
"Giù le manine, ninfomane!" disse maliziosamente.
Non feci in tempo a fare ciò che aveva detto, che Sophie ci apparve davanti.
"E-ehm io n-non ho v-visto nulla!" mormorò coprendosi gli occhi.
Misi le mani in tasca velocemente, mentre Duncan si copriva imbarazzato.
"M-mamma non pensare a male!!" balbettai cercando di essere convincente.
Sophie ci guardò. "Mh, bel fisico." commentò ammirando Duncan.
"MAMMA!" la cacciai dalla cucina. "Vatti a vestire!" urlai poi a Duncan, divertito dalla scena.
"Provaci con Chris piuttosto!"
"Neanche morta! ribatté Sophie inorridita. "Comunque...abbiamo ospiti." indicò la porta, aperta.
"COURTNEY?"
"Ciao..." disse, entrando in casa.
Sophie se ne andò in cucina, lasciandoci sole.
"C-cosa ci fai qui?" chiesi confusa.
"Volevo parlarti, visto che ormai non posso più picchiarti o mettervi i bastoni fra le ruote..."
Ci sedemmo sul divano.
"Io ci ho pensato a lungo. Ho usato Scott, ho provato anche ad odiare Duncan. Anzi, ci sono riuscita!" si alzò sfoggiando un sorriso. "Che stupida! Ho perso così tanto tempo solo per un coglione come lui?" scoppiò a ridere.
Accennai anch'io una risata.
"Quindi non c'è l'hai con me?" chiesi poi.
"E' acqua passata ormai! Tieniti pure quell'idiota! Io ho altro a cui pensare." mi fece l'occhiolino.
Proprio in quel momento suonarono al campanello.
"Credo sia lui!" disse stranamente felice.
Aprii la porta.
"Lui?" sgranai gli occhi.
"Ciao Gwen! Dov'è Court?"
"Trent!" la ragazza gli si avvicinò, baciandolo passionalmente.
Duncan scese le scale, assistendo anche lui alla scena, allibito.
I due piccioncini limonavano accanto a me, che avevo uno sguardo di disgusto.
"Cosa sta succedendo qui?" si avvicinò perplesso.
Mi girai verso di lui, sorridendo. "Ah, l'amore..."
Lo presi per un braccio, avvicinandolo a me per baciarlo.

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Capitolo 35
*** Non può essere... ***


Scusate se non vi ho avvertito dello spoiler di Mike/Mal nello scorso capitolo...
Comunque c'è anche qui, quindi...SPOILER!

 


Pov ?

Hai sbagliato persona da sfidare, cara la mia Gwen.

"Secondo me Mike ha qualcosa...che non va..."
Zoey rimase a pensare.
"Naah, Mike non ha assolutamente, nulla...di strano!" rispose non molto convincente.
La fissai perplessa.
"Mike ha un problema di personalità multipla!" si intromise un damerino.
"Cameron!!!"
"Ops, scusa Zoey!" 
"Personalità multipla?" cercai di farmi spiegare.
"Vedi...Mike ha altri alter-ego che in certe occasioni escono fuori."
"Quindi anche Mal.." mormorai.
"Mal?"
"Sì, un suo Io cattivo..."


"Eheheheh. Ma che bel vaso di fiori. Peccato che tra poco si spaccherà per terra, o in testa a qualcuno..."

Pov Gwen

"AAAAH!"
Duncan sentì l'urlo proveniente da fuori casa.
"Gween!" mi raggiunse, trovandomi immobile. "Gwen, che succede?!"
Io gli indicai il vaso caduto a terra, che per poco non mi colpiva. "P-per un pelo..."
Il ragazzo mi abbracciò.
"Dai entriamo, con questo vento potrebbe caderci qualcos'altro in testa..."

Pov ?

"Sìsì..vento. Eehehehe." 
Il ragazzo svanì nell'oscurità.

 
***

Pov Gwen

Mi svegliai di soprassalto, scattando dal letto impaurita.
"Lo hai sentito anche tu?!" mormorai, cercando di coprirmi di più con le lenzuola.
"Sentito cosa?" rispose insonnolito Duncan, che si rigirò nel letto, stringendo il cuscino.
"Un rumore giù..." ribattei.
"Sarà stato un altro dei tuoi incubi..." borbottò, rigirandosi ancora.
"Forse..." quasi sussurrai. "Sarà stata la mia immaginazione."
Abbracciai il ragazzo da dietro, per trovare un po' di protezione, ma la mia pancia me lo impediva. 
Così mi alzai. "Vado a prendere un bicchiere d'acqua..."
Ottenni un "Mh." come risposta dal punk, che non si era mosso di un muscolo dal letto. 
Che cavaliere! Mi lascia andare da sola? Ho paura, cazzo! Ho sentito dei rumori, non sono diventata stupida!
E se ci fossero dei ladri?

Scesi lentamente le scale per non cadere. Nel buio vedevo poco e niente!
Finalmente raggiunsi la cucina. Aprii il frigorifero, scrutando al suo interno.
Acqua, succhi di frutta, Coca Cola, cibi vari...Uh! Uno snack andrebbe bene.
Presi la barretta e andai in salotto.
Mi sedetti comodamente sul divano mangiucchiando lo snack, non curante delle luci spente. Quando mangiavo la paura di tutto svaniva...Come quando canti o ascolti un po' di musica.
Da piccola restavo spesso a casa da sola, quando mia madre andava a lavorare, o quando  mia zia, che mi faceva da baby sitter, si addormentava in camera da letto...
I rumori che avevo sentito prima ricominciarono a propagarsi nella stanza.
Passi che lentamente si avvicinavano, e un ghigno soffocato.
Mi girai di scattò, notando l'ombra accanto a me.
"AAAAAAAAAAH!!" urlai così forte da aver svegliato tutto il vicinato, e gli altri abitanti della casa.
Sophie e Duncan corsero in salotto.
Io ero paralizzata sul divano, e davanti a me, a terra, c'era un coltello e la mia barretta mangiucchiata.
"C-cos'hai...cos'è quello? Che è successo?" balbettò mia madre avvicinandosi a me.
Duncan si sedette accanto a me, avvolgendomi tra le sue braccia.
"C'era q-qualcuno dietro di m-me, prima..." cercai di spiegare, ancora scioccata, come avessi visto un fantasma. Infondo, la situazione era più o meno quella.
"C-come ha fatto a fuggire così velocemente?"
Mia madre scrutò un po' per tutto la casa.
"Sembra che non manchi nulla. Se era un ladro avrebbe preso qualcosa..."
"Appunto! V-voleva uccidermi? Era q-qui per questo?"
Duncan mi aiutò ad alzarmi. 
"Ritorniamo a dormire, basta che ora stai bene..." provò a consolarmi, ma invano.
La sua stanchezza gli impediva anche di parlare.
"Sì..."
Sophie spense tutte le luci, chiuse le porte a chiave e le finestre, e ritornò in camera sua, come facemmo noi.

Ci sistemammo nel letto.
"Duncan..."
"Mh?" 
Gli accarezzai la schiena.
"Puoi abbracciarmi?" chiesi dolcemente.
Il punk si girò, regalandomi uno sguardo malizioso e comprensivo allo stesso tempo.
Mi avvolse tra le sue braccia.
"Ci sono qui io a proteggerti, va bene?" mi sussurrò, baciandomi la fronte.
Dopo pochi minuti, riuscii ad addormentarmi, cullata dal suo calore.

 
***
 
Pov Duncan

"Non è così...carina?" Owen ammirava quella stramba di Izzy con due occhi che per poco non si trasformavano in due cuoricini.
Io feci una specie di smorfia, continuando a mangiare la mia porzione.
"E' così strana...ma è fantastica." continuò a mormorare.
"Direi molto strana."
"Fate spazio a Caleido-Scopio, grazie." la ragazza, col suo vassoio di cibo in mano, ci ordinò di toglierci dai piedi, con aria da saputella.
"Siediti qui vicino..." disse Owen, ancora avvolto dai suoi pensieri romantici.
Izzy si sedette accanto a lui, e dopo un po' cominciarono a guardarsi negli occhi, dedicandosi strambe frasi d'amore.
"Vomitevole..." commentai.
"Tu piuttosto." mi lanciò uno sguardo di sfida. "Come sta la ragazza che hai felicemente ingravidato?" non mi staccava gli occhi assassini di dosso.
Per un attimo il cibo mi andò di traverso, cominciando a tossire ripetutamente.
"C-cosa? Felicemente ingravidato?" ripetei stupito. "M-ma cosa ti salta in mente?!"
"Non parlare così alla mia Izzy!" Owen cercò di difendere la sua ragazza.
"Caleido, grazie!"
"Fottetevi tutti!" mi alzai dal tavolo della mensa, per allontanarmi da quegli scarti di manicomio.
Izz-...Caleido, mi seguì, pretendendo una risposta.
Quando stavo per seminarla, andai a sbattere contro un ragazzino che ora avrei preso a pugni.
"Togliti dai piedi, razza di deficiente!" alzai lo sguardo su di lui, notando qualcosa di familiare.
"Mike?"
Il ragazzo ghignò divertito, per poi fischiettare quel motivetto raccapricciante.
"Duncan! Vieni qui!" la ragazza stramba ci raggiunse. "Devi dirmi come sta Gwen!"
Incrociò le braccia attendendo una risposta, poi incontrò lo sguardo del ragazzo accanto a me.
Socchiuse gli occhi, scrutandolo per bene. 
"Gli occhi sono lo specchio dell'anima..." mormorò. "Tu non sei Mike."
"Cosa?!" mi stupii della sua affermazione.
"Vero...Mal?" continuò lei.
Il ragazzo cominciò a ridere malvagiamente. 
"Per i miei gusti parli troppo, ragazzina." si lanciò su di lei, ma lo bloccai.
"Ehi ehi, calmati." lo strattonai.
"Piuttosto, come sta Gwen? Meglio andare a controllare, no?" cominciò a ridere lui, allontanandosi.
Cosa cazzo voleva dire?!
Presi di corsa il cellulare, digitando nervosamente il numero.

Pov Gwen

Passeggiavo tranquillamente con Dawn e Bridgette, che avevano saltato la scuola per stare un po' con me.
"E' il tuo ottavo mese, manca poco e vedremo quella piccola peste, finalmente!" cinguettò Bridgette, che ogni tanto dava un'occhiata al mio pancione.
Accennai un sorriso.
Nel centro commerciale la gente mi fissava come fossi un alieno. Alcuni parlavano tra di loro, altri mi guardavano con compassione.
"Lasciali perdere, per loro è piuttosto insolito vedere una ragazza con un pancione come questo, no?" spiegò Dawn.
"Hai ragione..." ribattei amaramente.
"Non hanno un'aura rossa, quindi non hanno cattivi pensieri." continuò.
Abbassai lo sguardo sul ventre.
Anche Dawn lo ammirò.
"Sai, sto imparando a vedere anche le aure dei bambini..." mormorò. "La tua bambina sta molto bene, è felice!"
Dawn vedeva mia figlia? 
Trattenni a stento un sorriso a trentadue denti. La mia bambina è in salute, cosa posso desiderare di più!

Finito lo shopping, uscimmo dal centro commerciale.
"Le 13:30...Wow, ci abbiamo messo tanto eh?" scrutai lo schermo del cellulare, che ad un tratto si illuminò.
"Una chiamata di Duncan?" pensai ad alta voce.
Risposi, continuando a camminare.

-Duncan?-
-Gwen! Gwen, come stai? Dove sei?- disse con troppa preoccupazione, per i miei gusti.
-Calma, sto bene...Sono appena uscita dal centro commerciale con Dawn e Bridgette.- spiegai.
Continuai a parlare, mentre Dawn e Bridgette si fermarono di colpo.
"Gwen, il semaforo!" urlarono le due.
Non capii, quindi mi bloccai girandomi verso di loro.
"Che?"
"Gween!"
Mi accorsi immediatamente di trovarmi sulle strisce pedonali.
Una macchina si stava avvicinando velocemente verso di me.
Io e le ragazze urlammo.
-Gwen? Gwen!-

Pov Duncan

-TU TU TU TU...-
"E' caduta la linea, cazzo!" ringhiai sbattendo il telefono per terra.
Cominciai a correre, non curante di Izzy e Owen che mi urlavano dietro.
"Ehi amic-" passai davanti a Geoff, che mi stava salutando.
"Non c'è tempo. Vieni!" gli urlai nervosamente, continuando a correre.
Uscimmo dalla scuola, e presi l'auto di Geoff.
Ero nervosissimo, e Geoff lo notò subito.
"Duncan..." disse confuso. "Cos'è successo? Dove stiamo andando?"
Mi passai una mano tremante tra i capelli, mentre premevo sul volante. 
"G-Gwen..." provai a dire.
"Gwen? Cosa le è successo?" cominciò ad agitarsi.
"Non lo so! Non lo so! E' una cosa grave...Me lo ha detto M-Mal e..."
"Mal?" mi interruppe sgranando gli occhi.
"S-sì, l'ho chiamata, e..."
"E?" mi incitò a continuare, notando la mia insicurezza.
"Prima che cadesse la linea, ho...ho sentito le ragazze urlare, del semaforo, non so...poi anche Gwen ha urlato e.." mi bloccai, non sapendo più cosa dire.
Non volevo pensare a qualcosa di negativo.
Respirai profondamente, per stare più calmo.
Il festaiolo si tolse il cappello, spettinandosi i capelli nervosamente.
"Cazzo..." mormorò, guardando fuori dal finestrino.
"C-cosa c'è?" mi girai verso di lui.
"Senti anche tu?" rispose, alzando la testa.
In quel momento un'ambulanza ci sorpassò.
"Andava verso di lì?" Geoff sgranò gli occhi.
"No, no, no!" urlai, sbattendo le mani sul volante.
Il ragazzo mi poggiò una mano sulla mia spalla. Boccheggiò come per dirmi qualcosa, ma si bloccò. Nemmeno lui sapeva cosa dire.
"Non può essere..." sussurrai.
Calò il silenzio.
Mi scoppiava la testa. Troppi pensieri. Ricordi sfumati di mia sorella, Iris...
Finalmente arrivammo. 

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Capitolo 36
*** Tra la vita e la morte ***


Un rumore di freni assordante, e poi il buio.

Pov Duncan

Fermai l'auto e scesi di corsa verso la folla che si era creata. Geoff mi seguiva, invocando il nome di Bridgette.
"Geoff!" la ragazza uscì dall'ammasso di persone, in lacrime.
"Bri, perché piangi?" balbettò il festaiolo, che abbracciò la sua ragazza.
"Gwen! Gwen, l'hanno investita!" urlò singhiozzando.
Sgranai gli occhi, che si inumidirono pian piano.
"C-cosa?" sussurrai. Guardai in basso, poi cominciai a camminare avanti e indietro nervosamente. "No, no, no..."
Lanciai uno sguardo ai due ragazzi in lacrime, prima di correre intrufolandomi nella folla.
"E spostatevi!" strattonai un sacco di persone, arrivando al centro, dove...
"Gwen! Gwen!" mi accasciai a terra, dove i dottori stavano mettendo Gwen sul lettino. 
Le strinsi la mano. "S-sono il fidanzato, lasciatemi venire!" provai a dire ai medici.
"Ehm...io sono la sorella..." si avvicinò tremante Dawn, che poggiò una mano sul pancione della ragazza.
"Venga con me." la incitò un dottore.
"E io?" mi intromisi, ma ricevetti un "Non puoi." detto di fretta, prima di entrare in ambulanza.
"Dawn! Come sta? Come sta mia figlia?"
La ragazza mi guardò con tristezza, abbassando lo sguardo, per poi salire sull'auto.
Mi lasciarono lì, in ginocchio, mentre le persone pian piano andavano tutte via.
L'ambulanza partì, e il suono delle sirene si perse nell'aria.
"MERDA!" sbattei i pugni a terra. L'asfalto era un po' sporco di sangue. Il sangue di Gwen...
Delle lacrime rigavano il mio volto.
Bridgette e Geoff si avvicinarono lentamente a me. La ragazza piangeva rumorosamente. Geoff si asciugò una lacrima. "Ti porto da Gwen?" mormorò.
Mi alzai, accennando un sì con la testa.

***

Pov Dawn

Camminavo poggiata al lettino di Gwen, mentre i dottori lo trasportavano.
"Ce la farete...Ce la farete..." mormoravo, accarezzando il viso di Gwen, sporco di sangue. 
La ragazza aprì a malapena gli occhi, balbettando qualcosa. "D-Duncan?"
"Duncan sta arrivando, non preoccuparti." 
"Mi dispiace, non può entrare!" mi bloccarono davanti la stanza, entrando con Gwen e chiudendo la porta.
"Parto cesario! E' urgente!" sentii dall'interno.
Mi sedetti, cadendo nei miei pensieri e preghiere.
"Ce la farà, ce la farà..."

Pov Duncan

"Scusi, dov'è Gwen Nelson?" chiesi nervosamente all'infermiera.
"Stanza numero 10-" Non la lasciai finire che scattai verso la stanza, seguito da Geoff e Bridgette.
"Numero 13...11...10! Eccola!" 
"Duncan!" Sophie mi venne incontro abbracciandomi. "Dimmi che non è nulla di grave, per favore!" urlò bagnandomi la maglia.
La strinsi forte, sentendo le lacrime che uscivano ripetutamente. "Gwen è forte...Affronterà anche questo..." mormorai.
Tra i singhiozzi, ci andammo a sedere accanto agli altri.
Dawn aveva gli occhi chiusi. Stava sussurrando qualcosa. Scott era seduto accanto a lei, con la testa poggiata sulla sua spalla. C'era anche Leshawna, che alla vista di Bridgette le andò incontro abbracciandola e piangendo.
E poi, Courtney e Trent, che si avvicinarono.
L'ispanica aveva gli occhi lucidi. "D-Duncan..." notò il mio sguardo distrutto, e mi abbracciò, nonostante la presenza di Trent.
Nemmeno lui aveva una bella cera. Si scompigliò i capelli nervosamente. "N-non è nulla di grave?" chiese preoccupato.
"Io non so nulla..." ribattei abbassando la testa.
"Sta facendo il parto cesario d'urgenza. Non si sa come sta la bambina..." spiegò Courtney, che non riuscì più a trattenere i singhiozzi.

I minuti passavano lentamente.
Ogni medico che usciva veniva aggredito da Sophie, che voleva sapere le condizioni di sua figlia.
Bridgette ogni tanto tirava su col naso, segno che ancora stava piangendo. Geoff la riscaldava e proteggeva tra le sue braccia. E io? Non posso riscaldarla. Lei è lì dentro, a combattere, a dare alla luce nostra figlia. Non l'ho protetta, come le ho promesso. Sono perso, vuoto.
La porta si riaprì nuovamente.
Un dottore si tolse la mascherina dalla bocca, e fece cenno a Sophie di avvicinarsi. Non se lo fece ripetere due volte che scattò in piedi. I due parlarono a lungo.
Cercavo di capire qualcosa dalle labbra. Sophie sorrise, portandosi le mani davanti la bocca, ma poco dopo fu ricoperta da un velo di tristezza. Il dottore entrò nella stanza, lasciando la porta aperta. Lei invece mi chiamò. "Andiamo, Duncan!"
"Cosa?" la raggiunsi. 
"Dobbiamo entrare." accennò un sorriso, lasciandomi passare.
Entrai seguito da Sophie, che chiuse la porta.
E lì, davanti ai miei occhi, c'era Gwen, distesa sul lettino. Era attaccata a dei macchinari. Sullo schermo si potevano vedere i suoi battiti cardiaci.
E'...è viva!
Mi inginocchiai accanto a lei, stringendole forte la sua mano, piuttosto fredda.
Anche Sophie si avvicinò, accarezzandole il volto. 
La testa era fasciata.
"Gwen..." le sussurrai dolcemente, sperando di incontrare i suoi occhi neri.
Mi girai verso l'infermiera. "C-come sta mia figlia?" le chiesi incerto.
La ragazza mi sorrise. "Venite con me."
Io e Sophie la seguimmo, arrivando in una sala piena di culle, dove i neonati dormivano dolcemente.
Scrutò tutti i bambini, controllando i loro braccialetti, fino a bloccarsi davanti ad una in particolare.
Prese in braccio la creatura, riavvicinandosi a noi sorridente.
"Duncan Smith, il padre, giusto?" 
"S-sì..."
"Beh, allora ecco a te tua figlia." delicatamente mi poggiò sulle braccia la bambina, che aprì i suoi occhietti.
"Fortunatamente l'incidente non le ha causato problemi gravi, e nonostante sia all'ottavo mese non ha bisogno di incubatrice! Sei fortunato!"
Non fiatai. Non sapevo cosa dire. Ammiravo quella creatura tra le mie mani, che boccheggiava e muoveva le manine.
"Ha gli occhi azzurri..." commentò Sophie, accarezzando il suo visino.
Sorrisi dolcemente, notando che la bambina mi guardava con curiosità.
"Andiamo a vedere mammina?" dissi con tono infantile, come se potesse rispondermi.

Pov Mal

Lacca nei capelli all'insù, mani in tasca, sorrisetto da ebete. Sono Mike, per gli altri...
Passeggiavo nel corridoio dell'ospedale, fischiettando il mio solito motivetto.
"Stanza numero 10." ripetevo a mente. "Oh oh, eccola qui." mi guardai attorno. Quei rammolliti dormivano sulle sedie. Che fortuna. Entrai.
Fischiettavo ancora, girovagando nella stanza.
"Bene bene." mi fermai davanti al lettino, dove c'era Gwen, attaccata ai macchinari. I medici arriveranno a momenti.
Cercai nella tasca l'oggetto di cui avevo bisogno. "Eccolo qui."
Ghignai, manipolando il coltello luccicante.
Lo poggiai sul collo della mia vittima. "E' stato un piacere averti conosciuta, Gwen Nelson." 
...
C-cosa? Improvvisamente ogni mio muscolo si bloccò, impedendomi di fare qualsiasi movimento.
"Maledetto Mike!" urlai.

Pov Gwen

Aprii lentamente gli occhi, avvertendo degli urli. 
Cercai di capire dov'ero. In una stanza d'ospedale, io sul letto attaccata ai macchinari, la testa che mi scoppia, e Mal per terra che urlava tirandosi i capelli...Aspetta...MAL?!
"Non l'avrai vinta Mike!" gridava.
"Chi è questo?" nella stanza arrivarono due dottori, seguiti da mia madre e Duncan, con una bambina in braccio.
Cosa?! 
Mi toccai il ventre con la mano, notando solo ora di non avere più il pancione.
N-non capisco...Cos'è successo?
Il centro commerciale, la chiamata di Duncan, e...l'incidente!
Ho partorito? Sono viva?
"Duncan!" invocai con difficoltà il nome del ragazzo, che sgranò gli occhi alla mia vista.
Intanto Mal si bloccò, alzandosi. Non aveva più uno sguardo inquietante. Era Mike?
"Ce l'ho fatta? Ce l'ho fatta!" disse felice. "Addio per sempre, Mal!"
"Che?" gli si avvicinò il punk.
"Mal è andato via, per sempre!" ribatté il ragazzino.
Duncan rimase senza parole. "Io e te, parleremo dopo. Esci!" lo minacciò, facendolo scappare fuori.
Sophie mi venne incontro abbracciandomi. "Piccola mia! Come stai?" disse singhiozzando.
La strinsi ancora più forte. "Sto bene, mamma...Non preoccuparti, ok?" 
Si staccò dall'abbraccio, così che anche Duncan si potesse avvicinare.
Cominciai a piangere di felicità alla vista della bambina. "D-Duncan..."
"Ehi." mormorò dolcemente, mettendomi tra le braccia nostra figlia. Si inginocchiò accanto a me, facendosi scappare anche lui qualche lacrima. Osservavamo insieme quella piccola creatura che stringeva le nostre dita con le sue manine.
Gli occhi azzurri come il ghiaccio, la pelle candida e qualche capello nero.
"Iris..." dissi dolcemente.
Il punk mi guardò confuso. "Iris?"
"Sì, Iris. L'arcobaleno." sorrisi. "L'arcobaleno dopo la tempesta. Il nostro arcobaleno."
Duncan rimase a guardarmi pensieroso, poi abbassò lo sguardo. "Allora benvenuta, Iris!" accarezzò il suo visino, poi prese il mio tra le mani, e mi baciò delicatamente.
"Mi hai fatto prendere uno spavento in queste ultime ore..." commentò, scompigliandosi nervosamente la cresta. "Non mi sarei mai perdonato il fatto di non averti saputo proteggere..."
Gli sorrisi per rassicurarlo, stampandogli un altro bacio sulle labbra.

La stanza pian piano si riempì. Bridgette, Dawn, Geoff, Scott...C'erano tutti! Persino Courtney e Trent.
"Come stai?" si avvicinò Dawn con Scott.
"Ora meglio." sorrisi.
Scott cercava di essere indifferente, ma ricevette una gomitata dalla ragazza.
"Non fare il menefreghista, se prima ti stavi trattenendo dal piangere!" lo schernì lei.
"Zitta!" ribatté lui imbarazzato, provocando una mia risata.
"Gwenny!" arrivò Bridgette abbracciandomi, anzi, stritolandomi. "Stai bene, sì?"
"Bri, sì, sto bene. Non preoccuparti!" le sorrisi.
Abbassò lo sguardo su Duncan, che aveva Iris in braccio. "Oddio! Che tenera! Come l'avete chiamata?" cinguettò prendendola in braccio.
"Iris!" ribattei.
Si avvicinarono anche Geoff e Courtney.
"Court..." dissi stupita della sua presenza.
"Stai bene? Non farlo mai più, eh! Mi hai fatto prendere un colpo!" ribatté scherzando.
Risi di gusto. "No no, sta tranquilla..." abbassai la testa nervosamente.
Lei si grattò la nuca. "Ehm...Amiche?" mi sorrise.
La guardai negli occhi, sorridendo. "Amiche." ci abbracciammo.
Quando si staccò, andò ad ammirare la bambina in braccio a Geoff, come stavano facendo tutti.
Duncan si sedette accanto a me.
"Pronta per vivere una nuova vita insieme, io, te e Iris?"
"Sono pronta."

 
 
Gnè, siete contenti?
Ho fatto finire le cose nel migliore dei modi,
come potevo far morire Iris o Gwen? çç
A proposito, vi piace il nome Iris? c:
Significa "arcobaleno", mi piaceva tanto...
La storia non è finita, manca...l'ultimo capitolo!
Nooo...è..è quasi giunta al termine T.T
Che tristezza :c
A presto! 
gwuncan99

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Capitolo 37
*** Non sei sola (FINE) ***


-Capitolo finale (extra)

 
"Papà!"
La bambina dai lunghi capelli neri corse verso Duncan, che la prese in braccio.
"Iris!" il punk le accarezzò la guancia sorridendo dolcemente. "Buon compleanno!"
"Glazie." rispose arrossendo, mentre sfoggiava un sorriso magnifico. Lo stesso del padre.
Mi sedetti sul divano accanto a loro, prendendo Iris dalle braccia di Duncan.
"Tanti auguri piccola." le diedi un bacio sulla tempia, prendendole le manine.
Poco dopo arrivò Sophie, con la torta al cioccolato che piaceva tanto a Iris, e che aveva in cima due candeline.
"Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri a Iris. Tanti auguri a te!" canticchiò mia madre, poggiando la torta sul tavolino, permettendo alla bambina di soffiare sulle candeline.
"Brava!" tutti applaudimmo, facendola arrossire di più.
Stropicciava nervosamente l'orlo del suo vestitino blu, mentre aspettava impaziente di mangiare la sua torta preferita.
"Quale desiderio hai espresso, stellina?" Duncan le prese i piccoli fianchi, facendola sedere sulle sue ginocchia.
Iris si girò, facendo incontrare i suoi occhi azzurri come il ghiaccio con quelli del padre, dello stesso splendido colore.
Poi incurvò la sua bocca in un sorriso bellissimo, mostrando i pochi dentini che aveva.
"Nessuno, pelché ho già quello che voglio..." ribatté.
"E cosa sarebbe?" le chiesi io, mentre Duncan mi cingeva la vita con un braccio per avvicinarmi.
"Mamma e papà che si amano tanto tanto!" disse, accoccolandosi sul petto del ragazzo, che le accarezzava dolcemente i capelli.

***

Erano ancora le tre di notte, quando mi svegliai. Ora non avevo più sonno, perfetto.
Iris dormiva ormai in camera di mia madre, così io e Duncan avremmo avuto un po' di privacy anche quando dovevamo fare il compito di genitori.
A proposito, dov'è Duncan?
Mi stiracchiai, prima di alzarmi e guardarmi intorno. La finestra del terrazzo era socchiusa, quindi Duncan era lì fuori.
Mi misi una semplice coperta addosso e uscii.

Il ragazzo era poggiato al davanzale, fumando una Marlboro.
"Oggi non era l'ultima sigaretta che fumavi prima di smettere?" dissi in tono sarcastico, facendolo sobbalzare. Mi poggiai anch'io accanto a lui.
Mi lanciò uno sguardo, ghignando divertito.
"Purtroppo per me è difficile togliere questo vizio." rispose, facendo un altro tiro.
"Che debole!" lo stuzzicai. "Dov'è il punk duro che ho conosciuto due anni fa?"
"Vuoi il punk di una volta, eh?" mormorò malizioso, poggiandomi sulla ringhiera del terrazzo e baciandomi passionalmente.
"Oltre ad essere duro sei anche molto pervertito, eh?" sussurrai d'un fiato, dopo essermi staccata dalle sue labbra.
Ghignò. "Eh sì. Sai quante volte mi sono trattenuto dal saltarti addosso?" confessò, baciandomi poi sul collo, mentre io accennavo un sorriso per trattenere i gemiti.
Alzò un lembo della mia gonna, accarezzandomi le cosce.
"Wow, lo spirito sessuale di Duncan si sta risvegliando? Peccato che la nostra vicina ci stia spiando!"
Ci bloccammo di colpo, notando un'anziana signora che, appena vide di essere stata scoperta, chiuse subito le tende della finestra.
Cominciammo a ridere, poi io mi sistemai i vestiti, mentre Duncan buttò la sigaretta ormai consumata.
"Dopo la festa di Iris, Geoff mi ha chiamato." disse aprendo un altro argomento.
"E che ha detto?" mi incuriosii.
"Che sia lui che Bridgette sono stati ammessi agli esami di maturità!" ribatté.
"Che bella notizia! Anche tu, vero?" 
"Certo. Dubitavi di me?" disse con tono di superiorità.
Risi leggermente.
"Tu quando ricominci gli studi?" chiese poi.
"Credo già dal prossimo anno. Dawn si è offerta di fare da baby-sitter a Iris, visto che vuole prepararsi ad accudire un bambino..."
"Ha in mente di fare un figlio con Scott?"
"Sì."
Accennò un sorriso, poi alzammo tutti e due gli sguardi al cielo stellato.
"Stasera si vedono molto le stelle, eh?" commentò, stupito dalla loro bellezza.
"Eh già..." sussurrai. "Guarda, la mia stella!" indicai un puntino bianco accanto a tanti altri ammassi di stelle. "Non è più isolata..." sorrisi.
Il ragazzo mi prese i fianchi, abbracciandomi. "Quella piccola stella solitaria, non è più sola...Tu, non sei più sola." disse dolcemente.
"Non potrei desiderare di meglio..." mormorai.
"Ne sei sicura?" si staccò dalle mie braccia, frugando nelle tasche.
Si inginocchiò davanti a me.
"Gwendolyne Nelson..." aprì...
"Un pacco di sigarette?" dissi cominciando a ridere.
Il ragazzo, notando con imbarazzo di aver preso l'oggetto sbagliato, trattenne una risata, e prese un cofanetto blu notte.
"Gwendolyne Nelson, vuoi sposarmi?" aprì sotto i miei occhi il cofanetto, mostrando un bellissimo anello di diamanti.
Trattenni a stento le lacrime.
"Sì, sì!" risposi eccitatissima. Infilò l'anello nel mio anulare sinistro.
Gli buttai le braccia al collo, baciandolo dolcemente.
"Ti amo..." gli sussurrai all'orecchio, mentre lui, continuando a baciarmi, mi mise in braccio trasportandomi dentro.
 
"You're not alone. You're with me."
 
Fine
 

 
*Sigh* Siamo giunti alla fine....
Spero che il capitolo, e la storia in generale, vi siano piaciuti.^^
Ringrazio tutti quelli che hanno seguito e anche recensito la mia storia fino alla fine, in particolare a:

SmileSmoke
Dalhia_Gwen
Rocker_wolf_love
zoey_gwen
A_priori e
Scott
Black Spirit
katnissgale99
_Rainy_
Craggy
ile223
GweneDuncan4ever
silviaspanda
td98
iononsonounKILLER_98
AnEvanescenceFan
tiziadarky00
princess4444
gothic_ombra
Nutellosa90

Un bacino a tutti!*3*
E buona Vigilia di Natale !
Ci sentiremo nelle mie altre storie^^

gwuncan99

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