DOUBLE
TROUBLE
Ultime
gocce d'estate sopra Konoha. Dopo molti giorni di pioggia finalmente
le nuvole avevano liberato il sole, che scaldava la terra e i corpi.
Il
parco del paese ora era affollato di giovani che, prima di tornare
sui banchi di scuola (evento terribilmente imminente!) volevano
sfruttare quelle ultime occasioni di divertirsi in libertà.
-Kibaaaaaaa!-
-Ma
che ti urli?!-
-Rallenta!!-
-Ma
và, che stiamo andando forte... abbiamo superato quella lumaca
di Shino!!-
-Per
forza, l'hai speronato ed è finito in un cespuglio!-
-Colpa
sua che non è padrone del mezzo. Dai Hina, pesta più
forte con quei piedini!-
Kiba
Inuzuka, 18 anni, stava conducendo un pericolante risciò
[avete presente il trabiccolo? ND] lungo i vialetti ghiaiosi del
parco, e la sua passeggera Hinata Hyuga era sull'orlo del panico.
-Guidi
come un terrorista!-
-E
allora guida tu no?!-
-No,
voglio solo che rallenti!-
-Uffa,
guarda che--
-ATTENTO!-
Uno
strillo femminile interruppe l'idilliaca conversazione tra i due;
Hinata si guardò intorno preoccupata, e notò una figura
aggomitolata su una panchina, coperta di fango dalla testa ai piedi.
-Oh,
Kiba... mi sa che abbiamo infangato qualcuno...- mormorò lei
preoccupata, stringendo il braccio del ragazzo, che in tutta risposta
alzò le spalle.
-Bè,
oramai è fatto, andiamo avanti facendo finta di niente...-
-Ma
Kiba..!-
-Dai,
che magari non ha visto chi è stato...- e riprese a pedalare
più forte che poteva nella speranza di seminare il poveretto
che avevano inzaccherato
-EHI
TU!-, la stessa voce squillante che li aveva spaventati prima si
rifece sentire, -Non fare il furbo brutto stronzo, ti ho visto! Se
hai le palle scendi da quel catorcio e porta quel tuo brutto muso
qui, che ti faccio un tarallo così!-
Hinata
arrossì violentemente allo sentire quella sfilza di parolacce,
così poco carine quando uscivano dalla bocca delle ragazze
(perchè a parlare era una forte, irosa voce femminile), e
guardò incerta Kiba, che era diventato rosso anche lui, ma
dalla rabbia.
Inchiodò
bruscamente il risciò dietro una curva, rischiando di far
cappottare la povera Hinata, scese con balzo felino ed avanzò
a grandi falcate verso la ragazza, qualche decina di metri più
indietro.
Arrivò
di fronte a lei e la squadrò bene: in effetti l'aveva proprio
affogata, e non aveva avuto tutti i torti ad arrabbiarsi, ma ormai
era stato provocato, e non esisteva possibilità di chiederle
scusa per la sua distrazione.
-Ah,
sei venuto davvero...!-
-Certo,
cosa credi... se vengo provocato non posso certamente tirarmi
indietro.-
La
guardò meglio: anche sotto gli schizzi di fango che le erano
arrivati fino ai capelli riuscì a notare quanto fosse bella.
Aveva lunghi capelli biondi raccolti in una coda alta, e un modaiolo
ciuffone biondo le copriva parte del viso, occhi azzurri quasi vitrei
e una bocca sicuramente molto carina ma che, in quel momento,
purtroppo era imbronciata.
-Bè,
per dir la verità non mi aspettavo che tornassi qui
veramente... volevo solo sfogarmi, mi hai schizzata di brutto, guarda
il mio vestito nuovo, è da buttare, e mi ero appena lavata i
capelli!-
-Bè,
il vestito si lava, e i capelli pure... Scusa comunque, non ti avevo
vista.-
-E
ti credo, andavi come un siluro...- sbuffò lei, incrociando le
braccia
-Ok,
ok... lo so... scusa, d'accordo?-
-Ma
si... alla fine è solo un po' d'acqua e terra... tutta
natura...-
Kiba
rise, - Ehi, ma tutta la cattiveria di prima dov'è finita?-
La
ragazza aggrottò le sopracciglia, fissandolo intensamente.
Stava per dire qualcosa, quando...
-Kiba!-
la voce di Hinata interruppe la conversazione.
L'Inuzuka
sussultò, -Si, scusami, arrivo!- si voltò verso la
bionda, rivolgendole un distratto cenno di saluto, esclamando -Ciao,
eh!- per poi correre via veloce verso Hinata, che ancora l'aspettava
a bordo del risciò.
Saltò
a bordo, rimettendosi al posto del guidatore.
-Ci
hai messo un secolo!-
-Eheh,
scusami, è che stavo trattando l'armistizio con quella
tipa...-
Hinata
abbassò gli occhi, un po' tristemente: -Hai visto quella
ragazza... era veramente bella... Ci credo che hai voluto restare
così tanto tempo con lei.-
Kiba
la fissò con occhi sgranati per qualche istante, poi scoppiò
a ridere, dandole una fortissima pacca sulla spalla, -Ma sentila,
questa sciocchina! Sei mica gelosa?-
-I...io?!
No!-
Il
ragazzo sorrise dolcemente, con le labbra e con gli occhi, e la
circondò con le sue braccia: -Hinata... sei solo tu la più
bella...-
Hinata
alzò lo sguardo fino ad incontrare i suoi occhi, sorrise a sua
volta e ricambiò il bacio che il ragazzo le diede. Kiba sapeva
sempre come farla stare bene, era il ragazzo più dolce del
mondo, non avrebbe mai saputo come fare ad essere felice senza di
lui.
Stavano
insieme da tanti anni ormai, e lui era parte integrante della sua
esistenza e della sua anima.
Ed
ogni volta che lui la baciava era come la prima.
-Kiba...
cosa fai?!- rise lei quando si accorse delle mani del ragazzo che si
infilavano pian pianino sotto i suoi vestiti...
-Come
cosa faccio... non lo sai?- scherzò lui, non accennando a
smettere ed affondando il viso tra i suoi capelli
-Si,
ma non è luogo, dai... è pieno di gente!-
-Ma
si, un po' di esibizionismo non ha mai fatto male a nessuno...-
-Kibaa!-
esclamò lei, tra il divertito e l'imbarazzato, afferrando
alfine i polsi del ragazzo e riportandoli all'ordine.
Lui
alzò le mani al cielo: -Ok, ok...mi arrendo, generale Hyuuga!
Stavo solo scherzando!-
-Hai
sempre voglia di scherzare eh?-
Ripresero
il loro viaggio attraverso il parco, decidendo di rimettersi sulle
tracce dei loro amici e verificare che Shino fosse ancora vivo.
Percorsero tutto il sentiero fino ad arrivare al grande spiazzo che
occupava il centro del parco, dove si trovavano il laghetto delle
paperette e il gelatiere.
Lì,
seduti sulle loro panche, trovarono i loro amici, già intenti
a divorare enormi gelati.
Riportarono
i risciò alla rimessa, e raggiunsero i loro amici sulle
panchine.
-Ma
guardali questi simpaticoni che divorano il gelato come maiali|!
Grazie d'averci aspettato, eh!- esclamò Kiba, saltando su una
panchina accanto ad un ragazzo con una gran massa di capelli scuri e
dei Rayban neri [diamo una rimodernata al suo look, valà ND]
Questi
non lo degnò di uno sguardo, continuando a lavorare sul suo
cono al pistacchio e sbottando: -Tu puoi solo stare zitto, dopo che
mi hai quasi ammazzato!-
-Già,
però sei ancora vivo, Shino, quindi non porti questi problemi,
su!-
Oltre
a Shino Aburame, erano parte della compagnia anche Neji, cugino e
quasi fratello di Hinata, e Naruto Uzumaki e Sakuna Haruno, i due
“freschi fidanzatini” del gruppo. Ovviamente erano seduti
appiccicati e condividevano lo stesso gelato.
-Dov'eravate
finiti, si può sapere?- domandò Sakura
-Kiba
ha centrato una pozzanghera e ha lavato una povera ragazza che aveva
la sfortuna di sedersi su una panchina troppo sul ciglio del
sentiero...- spiegò Hinata, ridacchiando e coprendosi la bocca
con la mano.
-Eh
già!- confermò Kiba -e sapeste che cazziatone mi ha
fatto dopo! Mi ha urlato contro il male, ho dovuto scendere e
affrontarla da uomo a donna.-
-Hai
inziato ad attaccar briga anche con le ragazze, adesso?- commentò
Neji, scuotendo la testa con aria di rimprovero
-Quella
non era una ragazza, era un'arpia! Dovevate sentire che strilli!-
rise Kiba, e i suoi amici si unirono alla sua risata.
Ino
Yamanaka non si mosse dal punto in cui si era congedata con quel
ragazzo.
Lo
osservò allontanarsi, con una tale intensità che
dovette pizzicarsi un braccio per ricondursi alla realtà: cosa
le stava succedendo? Cos'era questo intontimento che l'aveva presa?
In
fondo non avevano che scambiato due parole, e lui non era nemmeno
stato un campione d'educazione, ma... ma...
Ma
non riusciva a smettere di guardarlo allontanarsi. Tutto di lui le
sembrava degno d'attenzione, dalla punta dei ribelli capelli castani
fino alla suola delle sue Vans flip-on, scollata quasi per metà.
Si
sentì seccata al pensiero che fosse già andato via.
Avrebbe voluto sentire la sua voce ancora una volta... anche solo per
dirle ancora “ciao, eh”. E invece era andato via... e, se non
aveva visto male, aveva raggiunto una ragazza.
-Ino!-
Un
ragazzo la raggiunse alle spalle, portando in mano due bicchieroni di
frappè. Era alto, magro, con affilati occhi neri e capelli
dello stesso colore, raccolti in una coda alta dall'aria da samurai.
-Eh...-
bofonchiò Ino, ancora immersa nei suoi pensieri, voltandosi
verso di lui ma vedendolo appena.
-Ma
che hai? Ti sei fumata una canna mentre ero al chiosco?- esclamò
lui, infastidito.
-Eh?-
Ino sgranò gli occhi, finalmente vedendolo, -Ah, non ho nulla,
ero solo sovrappensiero!- si affrettò a giustificarsi,
gesticolando ampiamente.
Shikamaru
Nara la guardò di traverso, sospettoso. Aveva visto un ragazzo
allontanarsi nella direzione in cui guardava Ino.
-Con
chi stavi parlando?-
-Con...
bè, c'era un ragazzo in risciò che mi ha schizzata, e
allora sai come sono fatta... gliene ho dette quattro!-
Lui
fece un mezzo sorriso divertito: -Ti ci vedo, si...-
Ma
dentro non sorrideva per niente.
Erano
anni che sopportava tutto questo viavai di ragazzi attorno alla sua
amica, ed erano anni che doveva mordersi i pugni per non spaccare la
faccia a tutti loro.
Lei
era solo sua. Era la sua migliore amica e, anche se lei non lo
sapeva, il suo grande amore da sempre.
Non
avrebbe permesso a nessuno di occupare, nel cuore di Ino, un posto
più importante del suo.
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